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GIORNALE DI BRESCIA MERCOLEDÌ 29 GIUGNO 2011 CULTURA 37

Francesco Ugolini
violino bresciano
tra i ghiacci del nord

U
n lungo viaggio attraverso
l’Europa. L’approdo in Norve-
gia, tra fiordi, ghiacci, una na-
tura incontaminata. Da quale
paesaggio geografico, regione della sto-
ria, luogo fantastico sbuca Francesco
Ugolini, classe 1971, violinista in fuga da
Brescia, dall’Italia, dal mondo? Cosa va
cercando? L’impasto originario lo lavora
Ignazio Bogna al «Marenzio», un tocco
di Nathan Milstein, una spruzzatina di
Dora Schwarzberg, la cottura conclusiva
di Giulio Franzetti. Poi via: Orchestra del
Festival di Brescia e Bergamo, i Solisti Ve-
neti, la Rai di Milano, Vienna, Berlino,
Birmingham, Manchester, Londra. Il ri-
Lo skyline dei «paesaggi temporali» chiamo del mare, il vento nei capelli,
danze, canti, memorie. Da dieci anni ha
■ I diagrammi che contano i morti e gli infortunati nel corso della costruzione delle affondato le radici in Norvegia, messo su
grandi strutture del sistema idroelettrico, diventano il profilo delle montagne nel famiglia. È Konzertmeister dell’Orche-
lavoro di Francesca Conchieri (sopra). A destra, la video-installazione di Silvio Motta e stra Sinfonica di Stavanger.
Vittorio Guindani utilizza immagini e suoni registrati lungo il percorso dell’acqua Ugolini sembra provenire da un’altra
epoca. Sgusciante e mimetica divinità
dei boschi. Calmo e determinato come

La corsa dell’acqua diventa arte


un guru indiano. Asciutto, aforistico. Fer-
reo dominio di sé. Carattere intagliato
nelle polene vichinghe (e nei sandolini
di Iseo). Più giunco o lichene? Allergico a
fotografie e interviste. Passo arcaico ma

per raccontare la storia della Valle collegamenti via skype. Il suo violinismo
recita, abbaglia, è pieno di intuizioni e vi-
sioni personali, non riconducibili ad al-
cun metodo ma inventate di volta in vol-
Al Musil di Cedegolo per il festival «Aperto_là)(qua» installazioni, foto e video ta. Van Gogh contemplava la rugosità
dei tronchi degli ulivi e la traduceva in
interpretano in chiave poetica le trasformazioni portate dal sistema idroelettrico una struttura ritmica di rocce e nubi.
Francesco Ugolini vede uomini, immagi-
ni, leggende, e le

T
rasformare in fiaba la cor- la direzione artistica di Giorgio Az- Diego Mazzaferro ritrova la dimen- («toccare con mano») o, nell’effet- celebra a ciglio
sa dell’acqua nella turbi- zoni), Silvio Motta e Vittorio Guin- sionefantastica e mitica della scien- to della memoria storica sulla no- asciutto e calice
na di una centrale idroelet- dani; poi il marchigiano Diego Maz- za - le Wünderkammer che nei pri- stra personale percezione, da rifles- levato.
trica, la conta delle vittime zaferro, e i cadorini Vito Vecellio mi musei esponevano curiosità e sione (mentale) si traducono in «ri- È questa una le-
della costruzione di dighe e condot- (curatore di Lorenzago Aperta) e mostruosità della natura - nella fa- flesso» (visivo) nella foto di un lago zione appresa
te forzate in «paesaggio tempora- Igor Verdozzi. vola dell’«Idra-elettrica», serpente alpino, in cui i monti si specchiano del mitico Mi-
le», il percorso del torrente in calei- Filo conduttore della mostra, il re- argentato che vive sui monti, meta- sull’acqua confondendo realtà e lstein, violinista
doscopio di colori e suoni; trovare cupero di un rapporto tra arte e fora dell’acqua, che viene intrappo- immagine, sopra e sotto, superfi- di Odessa emi-
nelle crepe del muro di una centra- scienza non solo in termini di con- lato nella chiocciola della turbina cie e profondità. grato negli Usa?
le abbandonata e nelle screpolatu- tenuto ma soprattutto di linguag- prima di tornare libero. La sua scul- Si servono della fotografia i cadori- Non ho studiato
re del ghiaccio la stessa risonanza gio, inteso come mezzo di cono- tura-installazione del serpente da- ni Igor Verdozzi e Vito Vecellio. Il a lungo con lui.
poetica, e nei volti e nei gesti della scenza e comunicazione. Un ritor- gli occhi obliqui come pale della primo per costruire un percorso di Solo una master-
gente di Erto la risposta al disastro no al passato, se si vuole, quando turbina, è accompagnata dalla fia- suggestioni e rimandi visuali tra na- class. Animo di Francesco Ugolini
del Vajont. l’arte figurativa traduceva in segno ba in un video d’animazione in ana- tura e costruzione umana, visti nel esule, colmo di
L’arte contemporanea con la sua morfosi. Silvio Motta e Vittorio nostalgia e di fuoco.
varietà di linguaggi si fa espressio- Guindani hanno catturato immagi- Nel suo peregrinare ha incontrato il
ne della tecnica e della ricerca stori- La fiaba dell’Idra-elettrica ni, luci e suoni della natura lungo il Le foto della gente del Vajont pubblico inglese, viennese, tedesco,
co-geografica sullo sfruttamento percorso dell’acqua dal ghiacciaio scandinavo. Cosa li distingue?
dell’acqua in alta Valle Camonica, catturata dalla grande turbina dell’Adamello ai bacini artificiali, gettano un ponte verso il Cadore Quando suono non faccio molto caso al
nella mostra allestita al Musil - Mu- lungo le condotte forzate fino alle pubblico. Questo è un vantaggio perché
seo dell’energia idroelettrica di Ce- centrali, in una video installazione mi permette più concentrazione; ma è
degolo (fino al 25 settembre) su ini- la percezione visiva, unico mezzo proiettata su due emisferi contrap- loro inesorabile degradarsi tra roc- anche un mio limite, perché in fondo
ziativa del Distretto culturale di Val- di osservazione della realtà fisica in posti, terra e cielo, su cui gli elemen- cia che si sgretola, ghiacciaio che si suono solo per me stesso e i colleghi, sen-
le Camonica, nell’ambito del pro- mancanza di strumenti meccanici ti si trasformano nell’incessante e scioglie, e manufatto che si deterio- za curarmi di chi sta ascoltando. Più che
getto «là)(qua» di Aperto 2011 (in od elettronici di misurazione: e caleidoscopico passaggio da mate- ra. Il secondo per evocare il disa- il pubblico, è il modo di far musica che
collaborazione con il festival di arti pensiamo ai disegni di Leonardo ria ad energia. stro del Vajont - impressionanti le cambia da paese a paese. Oggi però me-
varie Lorenzago Aperta, in Cado- da Vinci, a scavalco tra arte e scien- Concettuale il lavoro di Francesca immagini dei tralicci di ferro piega- no che in passato.
re), esito del laboratorio residenzia- za. Ora, tentativo di recupero di Conchieri: i freddi grafici della con- ti dalla forza devastante dell’acqua Si sente un umile servitore della musi-
le condotto nel 2010 sul territorio una dimensione anche emotiva, ta di morti e infortunati durante la - e cercare nei volti e nei gesti degli ca, come diceva Giulini?
della Valle Camonica, proseguito esistenziale e filosofica della ricer- costruzione dei grandi impianti abitanti di Erto il riscatto della tena- L’arte è una cosa così astratta e soggetti-
sul blog www.rupestrecontempo- ca scientifica, nella convinzione del sistema idroelettrico in Valle cia e della dignità dell’uomo, il più va che non saprei dire chi è servitore e
ranea.com ed ora concretizzatosi che la trasformazione del territo- Camonica, diventano paesaggi e povero, il meno colpevole, davanti chi no, e perché. L’estetica è così perso-
nella mostra. rio, con il suo impatto sulla dimen- sassi «temporali», dipinti e scultu- al disastro dovuto all’arroganza di nale… Quello che piace a me magari
Tra gli artisti coinvolti i bresciani sione sociale, ha un riflesso nella re costruiti a partire da picchi e val- chi non conosce e non rispetta la non piace a te, ed entrambi abbiamo ra-
Francesca Conchieri (anche refe- storia personale e comunitaria, at- li dei diagrammi astratti, riportati natura. gione.
rente bresciana del progetto, con traverso il tempo. alla concretezza visiva e tattile Giovanna Capretti Cosa occorre per entrare in sintonia
con i Grandi?
Nella musica, come nella vita, serve un
accurato bilanciamento fra umiltà e un
sano energico egocentrismo. Ma noi ese-

Le storie del vecchio Carmine nella penna del cronista


cutori non siamo che artigiani, come un
falegname. Lo dico con grande ammira-
zione per i falegnami.
Lei ha lavorato con famosi direttori d’or-
Gli articoli di Camillo Facchini usciti sul nostro giornale sono diventati un piccolo libro chestra, da Abbado a Rattle. Chi ricorda
con piacere?

S
i è cavato la voglia, il voli delle osterie, magari un letto; le ragazze di vita e la Si- na della solidarietà si mette- Carlos Kleiber. Ipnotico e fragile.
nostro collega Camil- po’ smargiasse o colorate dal- gnora Fiocchi, la levatrice; la va silenziosamente in movi- La musica in Norvegia è amata?
lo Facchini, di rielabo- la fantasia. Ma sincere. storia del finto papà e i ladri mento». Non tanto differente La Norvegia non è un paese di grandi tra-
rare in un libriccino Nelle ventiquattro pagine di di biciclette; il gioco della dal Carmine di oggi, aggiun- dizioni artistiche come la mitteleuropa.
gli articoli dedicati al Carmi- «C’era una volta quel Carmi- «zecchinetta» e i lumini per la giamo noi, se non per il fatto Però hanno il petrolio e dunque possono
ne pubblicati negli scorsi an- ne», pubblicato da Circolo Madonna delle Brine. Aned- che lingue ed etnie si sono permettersi di dare molti soldi all’arte.
ni sul nostro giornale. Ses- dei papaveri nella collana «i doti e macchiette scolpite moltiplicate. Anche oggi tra i Di Brescia cosa Le è rimasto nel cuore?
sant’anni, una carriera inizia- Minuti» (www.iminuti.word- con la concretezza e la vivaci- vicoli nel cuore della città ci Mi sono trovato bene al Conservatorio e
ta a Bresciaoggi e proseguita press.it) entrano la cucina tà di chi è abituato a racconta- sono storie che attendono so- con il mio primo insegnante Bogna. Con-
al Giornale di Brescia, ora ad- Mentana della signora Fleri- re la cronaca. lo di essere ascoltate. Basta servo ricordi simpatici di Agostino Ori-
Una vecchia foto detto stampa del presidente de, che assicurava pasti caldi Un Carmine «malfamato, ma che qualche giovane cronista zio e Mario Conter. Con Matteo Falloni
di un vicolo Aib, Facchini da cronista ap- in tempo di guerra, e il «pa- sarebbe meglio dire affama- si allontani per un attimo dai ho passato tante belle ore a far musica.
del Carmine passionato è andato in cerca tunér» a cui chiedere a fine to», quello raccontato affet- palazzi della politica e metta Con Umberto Benedetti Michelangeli
delle storie del vecchio quar- giornata due tizzoni ardenti tuosamente da Facchini, nel il cuore e la penna al servizio ho avuto splendide chiacchierate.
tiere, quelle raccontate ai ta- da infilare nello scaldino del quale però al bisogno «la cate- del racconto. gio. ca. Enrico Raggi

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