GIORNALE DI BRESCIA · Mercoledì 16 marzo 2022
> CULTURA
Compositore vignaiolo. Il bresciano Luca Formentini, dai Modus Vivendi alle incisioni al MoMa e alla Tate
«Le analogie tra vino
e musica diventano
composizioni»
Luca Formentini produce
300mila bottiglie e insieme
duetta con Stockhausen jr
e registra rumori nei musei
Note e vigne
Enrico Raggi
/ Metà Dioniso e mezzo Apol-
lo. Imprenditore chitarrista. sen e Theo Travis (Regno Uni- la natura, nella propria interio- considerare nuovi possibili
Compositore vignaiolo. La sua to), Rick Walker (Usa), Tellef rità: così le mie composizioni. equilibri. Uno sbilanciamento
musica tende a scenari miste- Ogrim(Norvegia).Haprodotto Alungohomantenutoseparati per riprendere consapevolez-
riosi per raccogliere dal creato cinque album in solo e diversi questi campi perché tale dop- za di noi stessi. //
Passaggi e simboli nella personale di de Nieves
In Galleria
«Betwixt the Hands of
Time» fino al 7 maggio
da A Palazzo Gallery
in piazza Brusato
BRESCIA. La seconda mostra
personale in Italia del messica-
no Raùl de Nieves (1983) s’inti-
tola «Betwixt the Hands of Ti-
me» e ha per tema la cruciale fa-
se di passaggio che dall’infan-
zia conduce all’età adulta, il cui
risultato - nella più felice delle
ipotesi - è una ricalibrata perce-
zione delle priorità, uno sguar-
do rinnovato sul mondo delle
cose e su come ci proponiamo
adesso,ma anchelapresadi co-
scienza del ruolo interpretato
nei confronti degli altri perso-
naggi sul palco di quel teatro
chiamato vita (fino al 7 maggio
da A Palazzo Gallery, a Brescia
in piazza Tebaldo Brusato 35,
primo piano. Ingresso libero,
piaanimaconfondevagliinter-
locutori. Indago le mille possi-
bilità emozionali del suono.
Amo assistere alla trasforma-
zione delle cose e delle verità,
seguire il fluire del tempo, di-
pingerepaesaggioniriciesurre-
ali.
Quando ha incontrato la
musica?
Ho iniziato a comporre a 15
anni, intorno ai 16 ho formato i
Modus Vivendi con Francesco
Renga (prima che passasse ai
Timoria).Più tardi ho iniziato a
lavoraresulsuono:l’attimopri-
ma che diventi musica. Regi-
strazioniambientali,sperimen-
tazioni,manipolazionideltim-
bro, un fluire ininterrotto. Da
oltre15annicollaboro conSte-
fano Castagna, titolare di uno
deipiùimportantistudidiregi-
strazionedelNord.Conlui,die-
ciannifa,hodatovitaalproget-
to Flos, basato sull’utilizzo di
strumenti sonori creati da ma-
teriali riciclati. Da tempo sono
amico di Mario Piavoli: nel
corto «Il suono del mio passo»
hausatomiemusiche,constu-
pefacente sintonia.
Progetti?
A breve esce un mio album
in duo con Markus Stockhau-
sen, figlio di Karlheinz, e all’ini-
zio del 2023 sarà pubblicato in
USA un cd con alcuni dei più
importanti musicisti di am-
bient music al mondo. In varie
gallerie ho anche esposto «Art
Spaces»,videoinstallazionena-
tadalla mia frequentazione dei
musei di arte contemporanea:
lì vi ho registrato rumori d’am-
altriinensemble.Dirigel’azien- biente e silenzi dei visitatori,
da Podere Selva Capuzza mentre attraversano le sale - il
(300milabottiglie,34ettaridivi- MoMaeilGuggenheimdiNew
ti, altri 5 fra bosco, prati, oliveti, York, la Tate di Londra, l’MCA
tartufaie), è stato presidente di Chicago e molti altri - : dalla
del Consorzio per la tutela del silenziosa contemplazione da-
Lugana nel mondo. vanti alle opere di Rothko ai vi-
Come stanno insieme vino vaci brusii innescati dall’arte
e musica?
Li accomuna Era nella prima
concettuale–infor
male degli anni
l’aspetto percetti- band di Renga, ’70/80. Ho sonoriz-
poesia, profumi e storia. Il suo vo–sensoriale.Ilvi- zato i diversi segna-
ora lavora con
vinoticatturaconsommessito- no è informe, li di presenza, in un
ni cameristici per condurti a ri- «astratto»,maatti- i più grandi cortocircuito disto-
sonanzesinfoniche.Ildesenza- vasensazioni,me- musicisti ambient pico. Un dialogo fra
nese Luca Formentini ha suo- morie, reazioni spazi e uomini che
nato in Europa, Stati Uniti e (emotive, olfattive, gustative, incontrano la loro individuali-
Giappone, e collaborato Hol- relazionali, sociali): in maniera tà profonda. Un contrappunto
ger Czukay (Germania), Frank analoga la musica. Costringe a a più voci, con intenzionali di-
Vigroux (Francia), Steve Jan- immergersinell’ambiente,nel- sallineamenti e sfasature, per
orari: da martedì a sabato
10-19).
Troppopersonale per imboc-
care la via del realismo, troppo
universale per evitare di fornir-
ne una precisa declinazione.
De Nieves sceglie quindi la via
del simbolo - più incline alla
metafora che alla mimesi - e
racconta di un venire a patti tra
la memoria del passato da cui
proviene e le aspettative future,
nostre e altrui. Un corpo a cor-
po interiore cui nessuno può
sottrarsi, un rituale ancestrale e
attuale all’ultimo sangue, in se-
guito al quale a rimanere iner-
mi sul campo sono quelle che
l’artistadefinisce «pelli celebra-
tive»: sculture disarticolate, so-
lo vagamente simili all’umano,
che giacciono lungo il percorso
espositivo come il derma di un
serpente dopo la muta. Attorno
è caos e ridondanza: cumuli di
gemme di plastica e glitter, co-
riandoli, tessuti, monili eogget-
ti tra i più disparati (dai docu-
menti d’identità ai tappi di su-
ghero)comemacerie accatasta- In mostra. Guanti ricamati formano una grande installazione
41
POESIA
Il nuovo libro. Particolare della copertina del volume «Abitare i giorni»
Sulla raccolta «Abitare i giorni»
ALFREDO TRADIGO:
UN’AGENDA PER
I GIORNI DISABITATI
Curzia Ferrari
M
etti il freno, vai adagio, rifletti di fronte al tempo
che ti spoglia non per caricarti d’altro ciarpame,
ma per darti libertà di pensiero - con le
osservazioni, la gioia, la speranza, e tutto ciò di
non friabile che dovrebbe nidificare nel calendario delle tue
giornate. È questo l’invito che Alfredo Tradigo lancia alla
lettura del suo ultimo libro di poesie («Abitare i giorni», ed.
Mimep-Docete, 160 pp., 12 euro), a un tu amicale che è il
vasto noi - di chiunque abbia orecchie per intendere. Tradigo
è autore di cose alte, esperto di iconografia orientale, tenace
sottolineatore del calendario cristiano. Scrive per essere
ascoltato e seguito - un filo teso fra le sue mani e quelle del
lettore a sgranarne i nodi - per considerare il senso e gli spazi
di un andare destinato all’oltre. Il libro copre vent’anni di
lavoro, di discernimenti, ed esce di proposito in attesa della
Pasqua. Con il suo stile caratterizzato da una forte dimensione
narrativa, Tradigo ci conduce via via nella dimora misteriosa e
profonda delle cose, dove la ragione è chiamata al minimo,
mentre intorno germoglia l’eccesso, tutto pare «di cartavetro»
ed esige «guanti da manovale». Le sezioni sono nove, legate da
una parola non disattenta alla cronaca pur nel suo miraggio,
come ho accennato, di altura: abitare i giorni è un’arte dello
spirito giocata sul quotidiano: passano sul quadrante Le Torri
Gemelle, lo Tsunami, la Pandemia e gli scavi della
Metropolitana milanese accanto a cose di famiglia e ricordi di
personaggi come il poeta Caproni e il pittore Lucio Fontana:
tuttavia a colpirci è il grido pregante - implorante - per il
ritorno del mondo a un Dio perduto, con l’aggiunta - e questo
è voto ancor più peregrino - per un riavvicinamento alla
poesia. Eppure se ne scrive così tanta! In un lampo
spaziotemporale si scaraventano sui nostri schermi valanghe
di parole spezzettate con pretesa di poesis, e si finisce per
allontanarsene. Mentre la sana e spesso raffinata fattura dei
fogli che ci allunga con la sua mano il nostro autore è viva «nel
cuor della pietra come un seme di sangue aggrumato» e
prende a comunicare con le nostre vene iniettandoci la
Bellezza: rileggere le Scritture, guardare un giardino, palpitare
con il guizzo d’una biscia, e «abbeverando gli orologi del
tempo» con l’orazione - sempre sottesa, ancorché poco
nominata - trasformarci nella samaritana al pozzo, il
personaggio che nel cuore di Dio «raccoglie tutte - ma proprio
tutte le stelle», ecco lo scopo di Tradigo - la sua ricetta per
abitare i giorni.
diale e affettivo con la madre,
che ha educato l’artista nell’ar-
te d’imbastire la trama dei tes-
suti e l’ordito della vita. Mentre
il bagaglio di esperienze appar-
te dopo il crollo di un edificio. tenenti al passato, che cedono
Decostruirsi per ricostruirsi, spazio a rinnovati obiettivi pre-
franare per riergersi. Così, lun- senti e futuri, ha le sembianze
go il percorso, si trovano espo- di uno zaino militare decorato
sti abiti riccamente decorati, da perle avorio e appesoalle pa-
scintillanti costumi di scena in reti dellagalleria. Chesia fardel-
grado di comunicare la nuova lo da alleggerire o agile stru-
apparenza di ciò che si aspira a mento da riempire lungo il per-
divenire interiormente. Anche corso... è una risposta che ogni
in questo caso l’estetica è quel- spettatore potrà darsi nel pro-
la carneval-kitsch prio intimo.
che ha stuzzicato Tema di fondo Nelmezzo dique-
l’attenzioneperl’ar- del percorso sto processo si tro-
tista da parte di ca- artistico è va la condizione di
se di moda interna- fragilità mista ad
la cruciale fase
zionalicomeSwaro- energia vitale con-
vski,Supreme eBul- che dall’infanzia naturata ad ogni
gari (con questa è la conduce metamorfosi evolu-
c o l l a b o r a z i o n e all’età adulta tiva. La si trova rap-
nell’ambito dell’ul- presentataneigran-
tima Fashion Week parigina). di pannelli di vetro colorato,
Lo stesso vale per le numerose sui quali la luce si rifrange nelle
paia di guanti ricamati che for- diverse ore del giorno. Ai can-
mano la grande installazione gianti riflessi vitrei è affidato il
circolare, ideale ornamento di compito di raccontare di fasi
quelle «mani del tempo» che transitorie, atmosfere effimere,
plasmanoil destino di creta del- della necessaria rottura di alcu-
lepersone.Gli elementidelrica- ni equilibri per trovarne di nuo-
mo e della lavorazione a maglia vi. //
rimandano al legame primor- BIANCA MARTINELLI