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PERIODICO DI INFORMAZIONE, ATTUALITÀ E CULTURA MUSICALE A CURA DEL SAINT LOUIS COLLEGE OF MUSIC

Autunno 2008 WE WHAT BACHARACH UNA CANTATINA TRA


ALL NEEDS ROSSINI E MARTINEZ
LOVE di Valentina Giosa di Romina Ciuffa
ENNIO

Periodico di informazione, attualità e cultura musicale a cura del Saint Louis College of Music
Compositore di brani indimenticabili come Non ci sarà giorno
di Roberta Trains And Boats And Planes, Walk On By, I’ll che passerà senza che
Mastruzzi Never Fall In Love Again, Are You There With io, in cuor mio, non
Another Girl, What The World Needs Now Is ringrazi il maestro
Emme come Love, I Say A Little Miguel Martinez per
Morricone, Prayer, Raindrops avermi fatto ascoltare
Ennio, senza bisogno di presentazioni. Si dice Keep Falling On - parlo a nome di tutta
sia burbero e scostante. Pensi sia impossibile My Head e centina- l’umanità e non mi
avvicinarlo e che ti darà risposte secche e svo- ia di altre perle preoccupo delle con-
gliate. Mentre stai lì che fai i tuoi calcoli men- musicali, Burt seguenze - questa
tali (se uno ha scritto più di 500 colonne sono- Bacharach non Cantatina 22 luglio
re, avrà risposto a un migliaio di interviste, smette mai di emo- 1832 in cui ritrovo
ognuna delle quali conteneva una decina di zionarci senza mai Amore e Imene, e il
domande, cioè diecimila risposte, vuoi vedere ripetersi regalando- primo lo guardo in
che si sarà stancato di rispondere proprio quan- ci colonne sonore faccia mentre vedo questo spagnolo, che è ormai
do tocca a me?), Ennio-il-Genio viene in tuo traboccanti di pas- un romano, parlare del manoscritto dei conti
soccorso e accetta l’intervista. E scopri che non sione. Nonostante i Catanzano che è nelle sue mani; la seconda resta
è così schivo come vuol far sembrare e che, suoi oltre cinquan- un’estasiante rottura da quello che era ieri (vive-
come tutti gli Scorpioni, sotto un’apparente t’anni di carriera vo anche senza Rossini) e quello che è oggi (esat-
riservatezza cova il fuoco della passione. (in cui ha collezio- tamente come perdere la verginità). Oggi, infatti,
Quella per la musica prima di tutto, e poi l’amo- nato 3 Oscar e 6 io - che sono l’umanità - ho Rossini nel cuore e
re per il cinema, l’arte, la moglie Maria, (...) Grammy), (...) lui, Martinez, lo ha nelle mani. (...)
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& blues
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CONSERVATOPI
È molto probabile che la scure della Ministero dell’Istruzione si abbat- insegnare quel docente ad un allievo cui ha impartito lezioni per dieci anni
terà prossimamente sui Conservatori, e noi appoggeremo finalmente per trasformarlo ora da diplomato in un laureato? E soprattutto, perché non
un’iniziativa governativa: ad oggi, l’arretratezza del sistema di istruzione gliel’ha insegnato prima durante quei dieci anni? Non aveva tempo?
Contributi musicale statale è imbarazzante, un disagio che riguarda sia il profilo La verità, che piaccia a destra o a sinistra, è che in Italia al momento non
Elisa Angelini, Lorenzo Bertini
Nicola Cirillo, Cristina D’Eramo organizzativo e strutturale, sia la preparazione di certi docenti, assunti con esiste un omologo privato del Conservatorio che possa fare sana concor-
Alessandra Fabretti, Gianluca Gentile il tipico contratto indeterminato italiano «non so come ho fatto ad entra- renza e contribuire a superare le tipiche inerzie che frenano lo sviluppo di
Paolo Romano, Eugenio Vicedomini re, ma in ogni caso ci rimango». qualsiasi ente che si trovi, come i Conservatori, ad operare in regime di
Il discorso è molto lungo e articolato e lo svolgerò a più riprese su que- monopolio; in sostanza, l’unico titolato a rilasciare un titolo avente valore
ste colonne, cominciando da un’analisi del sistema attuale comparato ai legale non ha alcun interesse a verificare che il proprio sistema di forma-
migliori sistemi europei e statunitensi. Dopo decenni, con il tentativo zione funzioni. E alla fine sforna tanti titolati e pochi(ssimi) professionisti.
ancora in atto di introdurre la laurea in musica - non musicologia, che Il Saint Louis, ad esempio, che è frequentata da oltre 1.500 allievi, è una
c’era già, ma quella di musicista vero e proprio, il vecchio strimpellatore scuola che non rilascia al momento titoli equipollenti, ma che curiosamente
Anno II n. 7 per capirci - trasformando i Conservatori in Università, si è compiuto un forma e sforna musicisti di livello; una scuola di musica moderna che sta
Autunno 2008 passo in avanti nel tentativo di elevare la considerazione verso questa seguendo per prima un percorso di riconoscimento universitario e ciò infasti-
categoria, per antonomasia ricca di venditori di fumo. Chiaramente lo si disce molte illustri personalità del settore. Anche se ritengo che la soluzione
Registrazione presso il Tribunale di Roma è fatto all’italiana, guai a verificare se gli stessi docenti di Conservatorio più rapida ed efficace, peraltro già adottata da molti Paesi europei, sia quella
n. 349 del 20 luglio 2007
che prima insegnavano nei corsi di diploma avessero preparazione e tito- di togliere valore legale a qualunque titolo universitario. In tal modo, l’allie-
li adeguati a diventare docenti di rango universitario. vo potrà scegliere l’ateneo o la scuola dove formarsi in base alle concrete pos-
Quindi, tutti nel calderone. Non cambia la sostanza, perché i docenti sono sibilità didattiche che questa offre, al numero di professionisti che sforna ogni
gli stessi, nel bene e nel male soprattutto; cambia solo la dicitura sul pezzo anno, ai docenti qualificati che vi lavorano e non in base alla carta filigrana-
di carta: non più diploma di musica, ma «laurea». Ed ecco subito che tutti i ta del diploma rilasciato. E molta gente che oggi vive sulle nostre spalle dovrà
STEFANO vecchi diplomati (me compreso) potrebbero trasformare il proprio diploma cercarsi un lavoro, finalmente.
MASTRUZZI in una laurea: come? Frequentando altri due anni, certamente con gli stessi Stefano Mastruzz i
EDITORE docenti con cui si erano diplomati dopo 10 anni di studio. Cosa mai avrà da
J AZZ
& blues CHAT NOIR Luca, Michele, LIZA MINNELLI Voglio sve- BURT BACARACH «Non voglio un
Music In  Autunno 2008

a cura di ROSSELLA GAUDENZI Giuliano: chiamali gatti neri. gliarmi nella città che non dorme disco ricco di pezzi facili da mandare in
Che attraverseranno la strada mai. Oggi mi sveglio a Roma radio»: ed esce At This Time.

LE SETTE VITE VERA DIVA VERA LIZA


DEGLI CHAT NOIR Incarna la New York che fu, sognante e sensuale, fatta di
Fa venire la pelle d’oca anche a me. lustrini e paillettes, tendoni da palcoscenico, rossetto
Che sia solo l’idea di fermare una delle loro vite mentre le altre sei impazzano rosso e giarrettiere. We wanna be a part of it.
Dell’unica, vera figlia del mago di Oz.

Il ricordo dolce che si è fissato in maniera


indelebile nella mente di Giuliano fa veni-
Universal Music si accorge di te e produrrà
Découpage (2007) e Difficult To See You (usci- rue Diva. A ben riflettere, difficilmente si troverebbe
re la pelle d’oca anche a me - ed abbiamo appe-
na commentato un sole settembrino incredibil-
mente caldo, goduto dalla terrazza di un hotel
to il 22 settembre e presentato il 29 settembre
all’Auditorium Parco della Musica).
Accadeva dell’altro nel frattempo, perché
T una migliore definizione per Liza Minnelli. Diva vera,
e tra le poche in circolazione oggigiorno. Solo per il
fatto di incarnare la New York che fu, sognante e
nel centro di Roma: nel momento in cui gli la vostra storia è fatta anche di cinema… sensuale, fatta di lustrini e paillettes, di tendoni da palco-
chiedo di «regalarmi una fotografia», un’istan- Il disco è stato spedito anche ad alcuni registi, scenico, rossetto rosso e giarrettiere. Diva vera per
tanea, un ricordo del suo gruppo, gli Chat Noir, tra cui Cristina Comencini, che girava all’epoca essere nata e cresciuta tra star, da buona figlia d’arte:
Giuliano Ferrari, batterista del trio, rievoca il La Bestia nel Cuore; le è piaciuto, ha scelto e l’indimenticabile Judy Garland - incantevole
momento dell’arrivo del pacco del disco utilizzato Noir 451 tratto da Adoration che è Dorothy del mago di Oz - era una mamma celebre
Découpage, prodotto dalla Universal. entrato a far parte della colonna sonora. ad Hollywood, cantante di successo, tanto quanto
In un momento di frenesia, di forte lavoro, di Il film è stato candidato agli Oscar, quindi per il padre, lo stimato regista cinematografico
nervosismi, i tre musicisti si trovano a scartare noi c’è stato un ritorno importante. Per il film Vincente Minnelli. I primi passi si muovono
il «loro disco» e tutto si scioglie magicamente, successivo, Bianco e Nero, abbiamo composto non sulla strada ma sul palcoscenico: confon-
in una cena a base di vini e formaggi e come tre inediti: Conversation in Blue, Talkin’ dere vita e finzione è inevitabile. Danza,
sottofondo, ripetutamente, la loro creazione. Slowly, You can Teach. recitazione e canto sono vita reale quanto
Non senza difficoltà, storcendo un po’ la Poi c’è stata la collaborazione con Francesca la scuola ed i giochi con gli altri bambi-
bocca, così riesce a definire i tre musicisti: Luca Comencini per un meraviglioso documentario ni. Quasi sembra segnato il destino
è la mente, Michele l’anima, Giuliano il cuore. sul lavoro in fabbrica, fatto con immagini di della piccola Liza che darà il meglio di
Per quanto la creatività sia ben distribuita tra repertorio strepitose dagli anni ‘50 ad oggi. La sé in scena, nello specifico nel musi-
loro e renda giustizia definire collettive le loro nostra cover di Via del Campo è stata molto con- cal, ma una volta deposti i costumi
composizioni. vincente. dovrà fare i conti con rapporti personali
complessi, storie sentimentali turbolente.
Non a caso, il titolo di uno dei suoi maggio-
ri successi è Life is a cabaret. All’età di 16
anni prende parte a New York allo spettacolo di
successo Best Foot Forward: è la gavetta necessaria
al grande salto che avverrà nel 1964, con l’esibizione
accanto alla madre al concerto del London Palladium.
Vince nel ‘65 un Tony Award, nel 1967 debutta al cinema e nel ‘69 viene già nominata all’Oscar.
La consacrazione è legata al musical Cabaret (1972) e questa volta l’Oscar la premia meritatamente.
Di nuovo alla ribalta nel ‘76 nel musical New York, New York di Martin Scorsese, nel quale interpre-
ta una cantante di jazz innamorata perdutamente di uno scorbutico Robert De Niro che veste i panni
del musicista. Tutto ciò inframmezzato da duetti con Frank Sinatra, che la portano in giro per il
mondo. E accompagnato da alcool, droghe, amori, divorzi. Dopo quindici anni di assenza la Diva
torna in Italia. Tra ottobre e novembre toccherà con il suo tour Roma, Torino, Firenze, Bari, Milano.
Auditorium Parco della Musica di Roma, 29 ottobre.
Rossella Gaudenzi
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WHAT BACHARACH NEEDS


(...) con l’uscita di At this Time, è riuscito a un disco ricco di pezzi facili da mandare in
L’avventura degli Chat Noir è quella di tre Come definiresti, oggi, il vostro stile? tirar fuori forse uno dei suoi migliori lavori con- radio. Anche se scrivi canzoni splendide finirai
musicisti colti, sobri e raffinati nati nel 1979: Potremmo sì definirci un trio jazz, ma non fermandoci ancora una volta che «la comunque per restare deluso perché la gente
Michele Cavallari, Luca Fogagnolo e classico, soprattutto dal punto di vista della classe non è acqua». Nato a Kansas dirà che non sono belle come quelle del pas-
Giuliano Ferrari, rispettivamente pianista, struttura dei brani. Sono composizioni dalla City nel 1928, Bacharach negli anni sato’. Perciò mi sono impegnato in un pro-
contrabbassista e batterista di un trio jazz struttura della canzone rock, con il tema svilup- 50 e 60 è stato pianista, arrangiatore getto completamente nuovo».
nato nel 2002 che con questa formazione pro- pato in più parti, echi derivanti dalla nostra pas- e leader della band che accompagna- Realizzato grazie alla collaborazione con
segue, intraprende le sue scalate, fa le sue sione per la scuola del Nord Europa, norvegese; va in tour Marlene Dietrich. Nel autorevoli artisti quali il re dell’hip-hop Dr.
scommesse. in più ci siamo alimentati di Beatles e Pink 1959, ancora semi-sconosciuto come Dre, Denaun Porter e Prinz Board dei Black
Direi che siamo Chat Noir quasi dal primo Floyd. Quindi laddove è necessaria una ritmica autore di canzoni, ha conseguito il Eyed Peas, il disco include vere e proprie
momento. L’antefatto è che Luca e Michele, più rockeggiante, ammettiamo senza difficoltà di successo con Heavenly e mini-opere della durata di 7 minuti con
amici dai tempi del liceo, musicisti e appassiona- esserci allontanati dal jazz. In noi c’è il Miles Faithfully, eseguite da arrangiamenti ricercati e messaggi
ti di jazz, in duo si dedicano agli studi del piano Davis dei dischi degli anni ‘60, di quegli esempi Johnny Mathis, che hanno politici piuttosto espliciti. Rufus
e del contrabbasso. Presto nasce l’esigenza della di ricerca di un nuovo linguaggio jazzistico. In vinto entrambe il disco Wainwright e Elvis Costello gli
batteria e mi unisco a loro: è un sodalizio di ami- studio di registrazione si procede alla maniera d’oro. ospiti d’onore che prendono parte
cizia innanzitutto, di condivisione di passioni tradizionale, registrando insieme gli strumenti È iniziata così la sua rispettivamente ai brani Go Ask
senza particolari aspettative. principali. In più c’è la post-produzione: Luca fortunata collaborazione Shakespeare e Who Are These
Si inizia pian piano a comporre; con lo studio usa il theremin - strumento analogico - più effet- con Hal David con cui ha People?.
assiduo degli standards si diviene più solidi, ti sul contrabbasso, Michele il lap con cui produ- scritto gran parte del suo Nato dopo anni di silenzio, At
tanto da potersi avvicinare alle composizioni ce effetti che creano atmosfera ed interagiscono intramontabile repertorio This Time è il suo primo album
moderne. E si osa. Ci siamo inoltrati in generi con il sound e in più fa un uso del pianoforte fil- che unisce il gusto raffina- dal contenuto dichiaratamente
diversi, senza perdere mai la bussola. trato (delay e distorsori). Io utilizzo percussioni to per la melodia e la sem- politico. «Odio quello che sta
Il nome nasce per un’illuminazione casuale, elettroniche che rendono particolari suoni, come plicità diretta e immediata succedendo nel mondo», con-
dopo pochi tentativi di ricerca. Ad agosto del tappeto sonoro o piccoli interventi elettronici. del pop ad influenze jazz ed fessa Bacharach.
2002 esce il coinvolgente disco del suonatore di La vostra musica sembra la risultante di echi soul chiaramente indivi- «Voglio provare a racconta-
liuto tunisino Anour Brahem, accompagnato da componenti artistiche diverse: quali sono le duabili nelle vocalist che re quello che penso.
piano e fisarmonica, dal titolo Le Pas du Chat vostre ispirazioni? Bacharach ha scelto con il Dobbiamo porre fine alla vio-
Noir. Quel disco lo abbiamo consumato; inoltre Viviamo di stimoli non solo musicali; molto tempo per i suoi brani, lenza perché ne stiamo per-
la suggestione ulteriore proviene dall’ormai scaturisce dai film e numerose sono le influenze prima fra tutte la straordi- dendo il controllo. Ho due
famosa locandina del café francese di Toulouse narrative. Ad esempio Trilogy, brano inserito in naria Dionne Warwick bambini piccoli e uno di 19
Lautrec. Siamo gli Chat Noir. Découpage, è nato dalla Trilogia di New York di (ben 21 pezzi sono stati anni, mi chiedo che ne sarà
Si ironizza sul numero di vite dei gatti, Paul Auster, al quale lo abbiamo peraltro spedi- scritti soltanto per lei). Ha del loro futuro».
chiedo quante vite il trio abbia perso o gua- to… Elefante, analizzando sempre lo stesso collaborato inoltre con In un mondo dominato dal-
dagnato; Giuliano ribatte che si potrebbe disco, è nato innanzitutto dalla «sensazione» Beatles, Elvis Costello, Tom l’onnipotenza dell’apparenza,
procedere a ritroso, partendo da zero ed procurata dall’immagine di un elefante in un Jones, Aretha Franklin, B.J. è senza dubbio rassicurante vedere
arrivando a sette. Un percorso fatto di tante negozio di cocci. Thomas, Dusty Springfield, che esistono ancora artisti che uti-
componenti, positive e negative: fatica molta, Passando a Difficult to See You il brano Drifters e innumerevoli sono lizzano la musica come puro mes-
ostinazione moltissima. Rovine Circolari si rifà all’omonimo racconto di gli artisti che ancora oggi saggio e non come semplice esibi-
Mi sento di dare questo consiglio: i dischi Borges; To Build a Fire ad un racconto inusua- eseguono e riarrangiano i zione o virtuose dimostrazioni di
vanno spediti a decine, centinaia di copie. Su le, surreale ed inquietante di Jack London. suoi brani. bravura, ma d’altronde musicisti
cento spedizioni, si riceveranno a dir tanto dieci «Questo disco inaugura talentuosi e «ricchi» come lui forse
risposte, e su dieci nove sono perdite di tempo. La nostra chiacchierata volge al termine e per me un nuovo genere», ce ne sono un po’ pochi in circola-
Ne resta una buona. È così facendo che si posso- rimane in me la fissazione di ricapitolare: tre spiega l’artista durante la zione.
no ricevere critiche costruttive, e in questo modo dischi, più tre collaborazioni cinematografiche, promozione di At this Time. E nelle sue parole sembra quasi
siamo arrivati all’etichetta Splasc(h) Records più una presentazione da capogiro con il mar- «Rob Stringer (proprietario di riascoltare le note di What the
che ha prodotto il primo disco, Adoration chio Auditorium Parco della Musica. Non pote- di SonyBMG e il primo a world needs now is love.
(2006). Si riparte, stavolta con un biglietto da vo scegliere momento migliore per questa inter- legarlo alla casa discografi-
visita in tasca, con una consapevolezza di sé vista. Gli Chat Noir hanno davvero guadagnato ca) mi ha chiesto di realizza- 28/10 ORE 21 AUDITORIUM
maggiore, con determinate recensioni all’attivo sette vite. re un album cercando di DELLA CONCILIAZIONE Via della
e l’attenzione di determinati giornalisti su di te. espormi a qualche rischio in Conciliazione, 4 - Roma
C’è il salto di qualità nel momento in cui la Rossella Gaudenzi più. Mi ha detto ‘Non voglio
Music In  Autunno 2008

FRANK GAMBALE Ogni quanti giorni cambi corde? Usi JIMI HENDRIX FESTIVAL Un selvaggio della chitarra, il primo
J AZZ
& blues
la corda di sol di dimensione pari al mi cantino visto che il ad usare distorsioni in forma di fuzz, a sfruttare il pedale wah wah e
tuo bending lo effettui quasi sempre sul si? E poi e poi? a conferire dignità melodica al feedback, oggi compirebbe 66 anni

Frank Gambale - guitar hero trasversale e musicista talentuoso - è stato scritto tutto e il
È DI contrario di tutto; molti i detrattori di una tecnica esacerbata a tutto danno della musica e
molti (forse i più) coloro che seguono la carriera di questo fantasista delle sei corde. Certo

SOLO
è che un suo concerto non può passare inosservato e sotto silenzio, e per questo nella sua recente data
romana all’Auditorium Parco della Musica ci si è trovati di fronte a un protagonista importante della
musica contemporanea, in grado di suonare rock, jazz, fusion o classica (sì, classica...) con la stessa
intensità e con un mood di volta in volta adeguato allo spirito del genere di riferimento.
GAMBALE Né d’altro canto Chick Corea, tanto per dire una delle centinaia di collaborazioni prestigiose di
Frank Gambale, l’avrebbe voluto al fianco nella sua Elektrik Band per tanti anni se non vi avesse
riconosciuto un talento davvero fuori dall’ordinario. In più, credo, la sorpresa di ascoltarlo con una
formazione tutta acustica (Otmaro Ruiz al piano, Alain Caron alla chitarra acustica) con la quale ha
presentato il suo ultimo lavoro Natural High, una delle piccole perle discografiche dell’anno alle
spalle e del quale si è parlato troppo poco.
L’album e il tour di promozione comprendono una elegante rivisitazione di standard riarrangiati
e pertanto ironicamente ri-titolati da Have you met Tom Jones a You are all the things; in particola-
re quest’ultima rilettura è una delle più convincenti che da tempo si ascoltassero, dall’inversione
del tema ad un’improvvisazione lucida, ispirata e armonicamente originalissima. Il tutto supporta-
to dalla tecnica che, al di là di tutto, Gambale sfoggia sul suo strumento che tiranneggia in modo
illuminato e che recentemente sempre di più riesce a piegare ad esigenze espressive convincenti.
Lontano da un virtuosismo che alle volte - è vero - è risultato fine a se stesso e privo di comunica-
tività, Gambale è oggi un chitarrista, compositore ed arrangiatore maturo.
Per l’angolo dell’aneddotica, in un recente seminario svolto a Perugia mi trovavo in mezzo a tanti
altri più o meno giovani aspiranti chitarristi, tutti protesi a rubare briciole di mestiere a Gambale,
persona nota per il tratto umile, mite e sorprendentemente garbata nei modi. E lì, dopo i primi minu-
ti di imbarazzo che sempre prelude a questo genere di seminari, si è trovato subissato dalle doman-
de più bizzarre: ogni quanti giorni cambi corde? Usi la corda di sol di dimensione pari al mi canti-
no visto che il tuo bending lo effettui quasi sempre sul si (sic)? E poi ancora pickup, effetti, modu-
latori, pedali, rack, pickup, plettri, ponti, truss rod, insomma il tutto trasformatosi in un sequel di
ingegneria del suono e meccanica applicata.
Dopo aver risposto pazientemente a tutto, lui allarga il viso in un sorriso luminoso e dice: «Hey
guys, it’s just music, play it!». Ragazzi, è solo musica.
Paolo Romano

HENDRIX DRITTO
IN FACCIA
P er festeggiare una delle leggende della storia della musica che il
27 novembre avrebbe compiuto 66 anni, tutti a Stazione Birra
per la IV edizione del Festival Jimi Hendrix! Il 27 e il 28
Tm Stevens, Vinnie Moore, Uli Jon Roth,
Popa Chubby: sono tutti insieme
a festeggiare il 66esimo compleanno
novembre, dopo selezioni musicali e videolive dedicati al musicista di
Seattle, «James Marshall» Hendrix, saliranno sul palco alcuni fra i di un Foxy-man
migliori chitarristi hendrixiani. Prima Tm Stevens, bassista e cantante
(la cui voce viene spesso paragonata a James Brown) che vanta colla-
borazioni con Steve Vai, Cindy Lauper, Little Steven, Tina Turner e
Billy Joel, Pretenders, Joe Cocker ma anche Miles Davis, Mahavishu
e John McLaughlin durante i suoi esordi jazz. È qui con un sound
heavy metal funk contaminato da elementi percussivi, afro e reggae.
Quindi, Vinnie Moore: uno dei pochi chitarristi ad adottare il cosiddet-
to stile «neoclassico» traendo ispirazione da Yngwie Malmsteen, senza
limitarsi però ad emularlo ma introducendo nel genere uno stile del
tutto personale che lo rende uno dei più grandi shredder (guitar hero
«veloci») di tutti i tempi. Poi Ulrich Roth, in arte Uli Jon Roth, da molti
considerato l’erede più diretto di Hendrix: famoso per il suo passato
insieme agli Scorpions (il live Tokyo Tapes ha venduto un milione di
copie), che ha abbandonato nel 1978 per fondare gli Electric Sun.
Un’intera serata, quella di mercoledì, è invece dedicata a uno dei
musicisti più rappresentativi e carismatici del blues mondiale, capace
di innovarne il linguaggio e di contaminarlo con i generi più moderni:
Popa Chubby.
Il rock sanguigno, la voce sporca e grintosa e una Fender
Stratocaster affilata e swingante hanno fatto di Popa Chubby un punto
di riferimento fra i chitarristi di ultima generazione. La sua alchimia
musicale si è evoluta durante i suoi primi cinque album raggiungendo
la sua massima potenzialità con Brooklyn Basement Blues, che abbrac-
cia blues, soul, rhythm’n blues, rock, jazz, funk e rap e riflette l’atmo-
sfera multietnica del blues tipica di New York. Ha detto: «Il blues a
New York è una cruda musica urbana che ti colpisce direttamente in
faccia. È la personificazione dell’onestà e della realtà, che non mente
e non ha pretese».
Valentina Giosa

PALCO APERTO AL CHARITY CAFÈ


Nel cuore del Rione Monti il Charity Cafè, punto di rife-
rimento per gli appassionati del jazz che gira a Roma festeg-
gia, con la stagione 2008-2009, otto anni di musica live.
L’iniziativa Palco Aperto & SLMC riveste particolare rilie-
vo: due martedì al mese è Palco Aperto per i giovani talen-
ti del Saint Louis College of Music. La nuova collaborazio-
ne prevede inoltre degli appuntamenti mensili con i «big»
del Saint Louis Management - Italian Jazz e Beyond - tra
cui: Paolo Recchia, Chat Noir, Susanna Stivali, Claudio
Filippini. La programmazione, da settembre a maggio, pre-
vede più spazio alle voci femminili ogni mercoledì sera,
jam session il giovedì, appuntamento fisso per molti musi-
cisti della capitale che si esibiscono in tributi ai grandi del
jazz improvvisando su standards e originals; concerti il
venerdì e il sabato. Inoltre rassegne tematiche dedicate agli
strumenti tipici e più cari del jazz e progetti dedicati a musi-
cisti che hanno fatto la storia della musica. Tra le novità
della stagione: la Sala da tè, l’Aperitivo, il Palco Aperto
tutti i pomeriggi per suonare e blues due volte al mese per
risalire alle origini del jazz. (RG)
PO PCK
pop&rock Music In  Autunno 2008

MARCO CONIDI Aveva aper- CLAUDIO BAGLIONI ELIO E LE STORIE TESE Esiste da sempre un
a cura di CORINNA NICOLINI to una porta del cielo anni fa e Un gancio in mezzo al cielo paese pro-Elio. Esiste un paese pronto alla contamina-
oggi ha fatto un miracolo e tutta la strada che ha fatto. zione. Esiste un’Italia che non ha voglia di piangere.

MARCO CONIDI GIGANTE BUONO


Ti da di sé la voglia che non muore, le sue parole nuove, valigie e una vacanza, l’estate in una stanza, un vecchio carnevale, lo sguardo suo animale,
le storie che sapeva, i giorni in cui credeva. Il buio delle chiese, la spesa in un mercato, la chiave in un portone, un fiore ed un guantone. a cura di Corinna Nicolini
dischi all’attivo, quasi venti anni di pubblico ti porta a migliorarti o ti schiaccia? La parte della mia vita più
7 carriera alle spalle e un fan club di
«angeli» che lo segue da sempre. Se
Il bisogno di migliorami lo sento soprattutto
nei confronti di me stesso. Non riesco a trovarmi
lontana dai miei sogni è quella
sentimentale: senza amore per-
lo incontri per strada non farti intimi- interessante riproponendo gli schemi che ho già diamo il meglio di noi stessi e
dire dalla sua altezza, dal suo sguardo spesso adottato precedentemente e credo che il mio stile vedermi senza impronte impor-
cupo e dai tatuaggi che gli vestono le braccia. si nutra anche di questo. Alcuni miei colleghi tanti mi addolora. Ho avuto
Marco Conidi è un irrimediabile romantico, riescono a costruire carriere grandiose ripropo- qualche amore e uno che mi ha
forse ferito, a tratti impaurito, di certo riservato. nendo sempre le stesse formule che li hanno resi cambiato gli occhi. Non so se
Miracoli non se ne fanno è il titolo del suo famosi, forse riescono a trovare sempre nuove avrò la fortuna di innamorarmi
ultimo lavoro: ancora una volta ha scelto di fon- energie nello stesso recinto. Io non sono così e ancora ma mi piacerebbe più di
dere un’anima rock al suo cuore morbido, e appena scrivo qualcosa che mi sembra di aver ogni altra cosa.
questa volta lo ha raccontato anche a Music In. già scritto ne perdo interesse. I tatuaggi sulla tua pelle sono:
Le tue canzoni sembrano album di fotogra- velleità, il segno di momenti
Hai baciato i marciapiedi scambiandoli per fie. Sono immagini di vite reali o sono la tua importanti o i pensieri che
stelle. Qual è il tuo angolo di cielo sulla terra, fantasia? non sei riuscito a zittire?
il posto in cui ti rifugi? Ho sempre scritto per immagini ed ho sempre Sono quanto di più lontano ci
Nonostante questo lavoro mi conceda il lusso amato che il sapore di certe storie, di certi temi sia dalle velleità. Alcuni sono
di girare l’Italia e mi permetta quindi di sentirmi uscissero fuori dalla descrizione di un’immagi- addirittura mal fatti, imperfetti,
familiari i portici di Bologna, le nebbie padane, ne. Ma so scrivere solo di quello che conosco, distanti tra loro decenni, ma ci
i vicoli di Napoli, le distese della Puglia, lo ster- che ho vissuto in prima persona o che al massi- sono impressi i miei momenti, le
rato siciliano e i bar di Milano, nonostante que- mo ho visto molto da vicino. mie grida, le mie voglie, sono
sti posti restino indelebili nella mia mente e nella Non è un caso che la mia vita sia stata costan- impresse le mie sconfitte e la
mia scrittura, sono fondamentalmente un anima- temente inquieta, è un dazio che ho pagato invo- inesauribile voglia di riscatto.
le stanziale, quindi certi colori di Roma, certi lontariamente, e forse tutta la sincerità che mi Cosa ha di diverso questo
profumi del mio quartiere, rimangono il punto di riconoscono nasce da questa fusione tra ciò che tour dagli altri?
eterno ritorno al quale non manco. sono e ciò che scrivo e canto. Ogni nostro tour è diverso in
La familiarità di certi volti sono il mio rifugio, Qual’è la parte della tua vita che assomiglia di tutto: dagli arrangiamenti alla
mi piace andare in un bar e vedere che sanno più ai tuoi sogni e quale quella più lontana? formula con la quale ci presen-
cosa prendo, ho bisogno di respirare storie, vite, I miei sogni sono riuscito a trasportarli nella tiamo. Ma il segreto dei nostri
piccole e grandi sconfitte e piccole grandi vitto- mia vita professionale. Quando scrivo o mi esi- live sta nelle loro meravigliose
rie di storie popolari. bisco trovo un senso ad ogni cosa. Durante il imperfezioni. Chi viene a veder-
Hai una foto in tasca dove sembri migliore e giorno spesso mi sento a disagio e fuori posto, ci sa che a un certo punto succe-
un sorriso da parte per sembrare un attore. ma quando salgo sul palco, con i miei amici de qualcosa che rende unica e
L’impegno costante per non deludere il tuo musicisti accanto, tutto cambia. magica l’atmosfera.

QUESTO PICCOLO GRANDE BAGLIONI


È salito su un autobus e si è esibito, ha preso una camionetta gialla ed è andato in tour nella periferia di Roma. Questo ragazzo di Centocelle è ancora nostro.

C antava «strada facendo troverai


un gancio in mezzo al cielo», e
lui il suo gancio l’ha trovato, ci si è
bravo ragazzo uscì dalla sua stanza con quella
che poi sarà proclamata a San Remo «canzone
italiana del secolo»: Questo Piccolo Grande
buoni sentimenti e la sua carriera un’autostrada
che lo ha portato lontano. Ha corso, è cresciuto
sotto i riflettori di palchi montati sugli stadi più
to on the road nella periferia di Roma, e prima di
partite per il tour Da me a te salì sull’autobus 51
e si esibì in un live davanti a poche decine di pas-
attaccato ed è riuscito ad arrivare in Amore. emozionanti e, commosso da struggenti storie seggeri stupefatti; Viaggiatore sulla coda del
alto, lì, da dove non si scende più. Nel ricordarla scorre davanti agli occhi il d’amore, è diventato un uomo e ha iniziato ad tempo venne presentato sugli hangar di quattro
Ancora oggi Claudio Baglioni racco- nostro passato: un disco di vinile o il nastro di esprimere le sue riflessioni mature. aeroporti italiani.
glie sotto il palco migliaia di persone una musicassetta consu- C’è stato anche un tempo in cui si è dovuto Nel 1985 il suo concerto al Flaminio di Roma
ed è dai loro cori che si capisce quan- mati mentre intorno fermare. Quando al concerto-evento di Amnesty fu il primo ad essere trasmesso in diretta tv, e
to sia ancora vivo. ad un falò cantava- International del 1988, il pubblico lo accolse con qualche anno più tardi, sempre lì, Claudio decise
Eppure sono passati più di tren- mo a squarciagola fischi e insulti non ritenendolo adatto all’evento, di spostare il palco al centro dello stadio per un
t’anni dal giorno in cui l’RCA decise quel dolce-amaro quando anche la donna che aveva sposato e che evento che una rivista inglese definì «miglior
di scommettere su di lui, su quel ritornello. gli era sempre stata accanto si allontanò, quando concerto dell’anno nel mondo».
ragazzo di Centocelle che gli amici Impossibile un brutto incidente lo ferì alle mani e alla lingua, Oggi ci stupisce ancora in un’impresa comple-
chiamavano «Agonia» per via di quei lasciarlo fuori dal incassò i colpi, tutti insieme, e se ne restò a casa tamente nuova che lo mette alla prova come arti-
maglioni scuri a collo alto e di quei cuore: è così che sua, se ne andò a lavarsi i panni, lontano dal suo sta a tutto tondo. Parole da ascoltare e da legge-
suoi occhiali spessi, dal Baglioni è diventa- pubblico che lo aveva lanciato per strada alla re, immagini suggerite e rappresentate, suoni di
giorno in cui quel to il cantau- massima velocità e ad un tratto lo aveva lasciato voci e di note. Questi gli ingredienti dello spetta-
tore dei schiantare. Ma il silenzio scuote più di un frago- colo che si terrà al Gran Teatro di Roma dal 26
roso applauso. Così quando torna è profonda- novembre al 6 dicembre.
mente rinnovato: i suoi versi sono diventati gio- Q.P.G.A. è un film, un album, un libro, un
chi di parole e la musica si è accesa di ritmi concerto. Fondamentalmente una storia degli
diversi. Era forse già nato il Claudio di oggi. anni 70 raccontata per l’invidia di chi non li ha
Alcuni tratti di strada li ha divisi con colleghi mai visti e per la nostalgia di chi li ha vissuti. Ora
di fama internazionale come Youssou che i falò sono vietati dalle delibere comunali, lui
N’Dour, Didier Lockwood e Louis resta aggrappato al suo gancio in mezzo al cielo.
Bacalov; i suoi tour sono stati origi- E da quaggiù qualcuno di noi con l’ accendino in
nali e curiosi. alto riesce ancora a commuoversi nel ricordo di
Nel 1991, per Oltre salì su un un amore che asciugava il mare.
camion giallo assieme alla sua
band improvvisando un concer- Corinna Nicolini

LA TERRA DEGLI ELIIIHCAC IED ARRET AL


l’ha detto che la musica seria non possa far ridere? Ci abbiamo messo solo vent’anni corde vocali tese l’aria di Figa-ro, allungando la a e facendo una bella pausa prima di finire la paro-
chi per capire che Elio e le Storie Tese sono un vero e proprio gruppo musicale. Mentre i
critici di settore digerivano mollica su mollica un cibo a loro sconosciuto i ragazzi già
cantavano a squarciagola Cara ti amo e Urna. Mentre i discografici cercavano di capi-
la, lasciando al puro caso ogni eventuale riferimento.
La verità è che, nonostante tutto, esiste da sempre un paese pro-Elio. Esiste un paese pronto alla
contaminazione. Esiste un’Italia che non ha voglia di piangere davanti a tutto ciò che da sempre
re perché «questi imbecilli» riuscissero a ven- affligge la sua mente, le sue tasche, e gli impe-
dere sottobanco migliaia di dischi autoprodotti i disce di spiccare il volo. Perché preferisce
furbacchioni della Gialappa’s se li portavano su riderci su. Esiste un paese che inorridisce quan-
Italia Uno a Mai dire Gol. do gli Elii vengono censurati al Primo Maggio
Abbiamo solo dovuto aspettare che dai primi in Rai perché la loro versione di Ti amo sui poli-
bootleg spacciati dagli adolescenti, gli Elii arri- tici è troppo corrosiva. «Come Jim Morrison»,
vassero al palco dell’Ariston per riconoscere gridava in quell’occasione il sopraccigliato
che non si trattava di musicisti improvvisati. Elio. «Come sempre», pensavamo noi. Perché
E se Baudo concede un minuto e mezzo per non resistiamo all’irriverenza, è vero, ma solo
mettere in vetrina il proprio pezzo basta rad- da quando ci hanno convinti che è l’unico
doppiare il bpm per farcelo entrare tutto e, mezzo per attirare l’attenzione. Abbiamo anco-
vabbè, per passare alla storia. E se dà loro l’oc- ra voglia di ridere nella terra dei cachi.
casione di esibirsi fuori concorso, basta indos-
sare costumi settecenteschi per poter intonare a Corinna Nicolini
Music In  Autunno 2008 PO PCK
pop&rock
TRACY CHAPMAN Talking PAOLO CONTE Beviti ‘sto JOAN AS POLICEWOMAN Non voglio più creare
about the revolution lei l’ha cielo azzurro e alto che sem- nulla urlando come facevo da ragazzina quando crede-
fatta, la rivoluzione. bra di smalto e corre con noi vo che il punk era dire e fare tutto ciò che mi pareva

TRACY VIA
Entra e fatti un bagno caldo.
CON LUI
LA BURBERA Intanto, lui scrive per te
la più romantica pagina della storia
della musica italiana.
«Ci sono persone che stanno nel
mondo della musica solo per-
ché vogliono diventare famose, mentre ce
Ora puoi asciugarti di Gianluca Gentile

ne sono altre che vogliono semplicemen- apita a tutti, per forza di cose, di ta tratteggia piccole storie private o
te fare musica: ecco, io appartengo a
questa seconda categoria.»
Molti sostengono che Tracy Chapman
sia una persona introversa, dal carattere
C essere spettatori della propria vita.
Ma essere spettatori, interpreti e
testimoni di vite, sogni, speranze,
ambizioni, delusioni che evolvono
quasi. Finalmente, con Un gelato al
limon (1979) e Paris Milonga (1981),
Paolo Conte viene consacrato al grande
pubblico, prima italiano e poi francese. I
chiuso e spesso burbero, atteggiamento col mutare dei tempi non è da tutti. suoi concerti, registrati nei due dischi
che l’avrebbe tenuta sempre lontana dai Descrivere con linguaggio del tutto ori- Concerti e Paolo Conte Live, regalano
riflettori dei mass media. ginale, ricco di significative trame emozioni e registrano una serie infinita di
Probabilmente, dopo gli 8 milioni di testuali e poetiche, tipi, luoghi, situazio- sold out in Italia e all’estero.
copie vendute del primo album omonimo ni, storie, atmosfere dell’immaginario Un posto singolare nella sua discogra-
(1988), nessuno si sarebbe aspettato che del nostro tempo è prerogativa assoluta fia è occupato da Parole d’amore scritte
la cantautrice di Cleveland, allora poco di un grande artista quale è Paolo Conte. a macchina (1990), che racconta episodi
più che ventenne, avrebbe percorso la sua Il suo apporto in campo musicale decisamente atipici rispetto al corpus del
strada prediligendo esclusivamente la costituisce sicuramente una delle espe- suo repertorio. Con questo disco e il suc-
propria musica. rienze cardinali della canzone italiana e cessivo Novecento (1992), Conte si
La voce ruvida e profonda, la fusione il peso culturale della sua figura è dedica maggiormente a una sua persona-
tra blues, gospel, soul, r&b, jazz fusion e rimarcato dai numerosi premi e onorificenze ricevuti nel corso della car- lità più intima, alle emozioni spicciole, assestando la propria poetica su
la sensibilità per i duri temi sociali tratta- riera. Nato da una famiglia di legali appassionati di musica, fin da ragaz- narrazioni e confessioni del proprio io sognante. Il 1995 ci regala forse
ti le hanno fatto guadagnare, oltre che zino imparerà il rispetto per le diverse culture e per il proprio luogo il suo disco più maturo di sempre, Una faccia in prestito, che raccoglie
vari premi e riconoscimenti, la definizio- d’origine, tramite due grandi passioni: il jazz americano e le arti figura- gli elementi tipici della canzone alla Paolo Conte: la grazia plebea della
ne di una delle più intense e raffinate tive. E una volta conseguita quella laurea in legge che gli spettava, ini- musica e il gusto per il pastiche fra epoche e stili diversi.
cantautrici folk afroamericane viventi. zia a vivere le prime esperienze in campo musicale nel segno del jazz Dopo aver fatto sognare il suo pubblico, un successo ormai indiscusso
con il Paul Conte Quartet, dando sfogo a quella irrefrenabile passione gli regala la possibilità di realizzare il progetto più ambizioso della sua
per la canzone italiana, napoletana e per la chanson francese. vita: quello di vedere inscenato il proprio musical Razmataz. Ambientato
Ad un tratto sembra che il destino gli assegni il compito di scrivere alcu- nella Parigi degli anni 20, nel periodo e nel luogo che Conte vede come
ne tra le più romantiche e ampie pagine della storia della musica italiana. il fermento culturale di tutte le avanguardie del Ventesimo secolo, la sto-
Inizia - prima insieme al fratello Giorgio e poi da solo - a scrivere canzo- ria narra l’incontro tra la vecchia Europa e la nuova musica nera e la
ni, sulla scia di suggestioni assorbite dalla vita, dal cinema, dalla letteratu- scena è illuminata dai circa 1800 bozzetti e disegni di straordinaria effi-
ra e dall’arte. Restando dietro le quinte sforna, uno dopo l’altro, tutti i più cacia che testimoniano il grande eclettismo dell’artista.
grandi successi dell’epoca: La coppia più bella del mondo e Azzurro Oggi l’avvocato con il vizio del jazz torna con un nuovo album in usci-
(Adriano Celentano), Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli), Tripoli ta, Psiche, e una nuova serie di concerti. Il suo pianoforte e la sua voce
‘69 (Patty Pravo), Messico e nuvole (Enzo Jannacci), Genova per noi, roca, profonda, sferzante e anti retorica torneranno al Teatro Sistina di
Onda su onda (Bruno Lauzi) e molte altre. Più tardi l’avvocato astigiano Roma in una sei giorni (dal 18 al 23 novembre) da non perdere per
inizia ad uscire dall’ombra e, oltre che autore di testi e musica, diventa ese- poter continuare a vivere e a sognare tra passioni sfrenate e malinconie
cutore ed arrangiatore dei brani, nei quali una voce casuale e come distrat- di memorie passate; tutto sulle ali della musica di Paolo Conte.

NON VOGLIO COMUNICARE

Durante la sua quasi ventennale carrie-


URLANDO
Torna la newyorkese
Joan As Policewoman «per sopravvivere» a cura di Valentina Giosa
ra mai sono stati stravolti lo stile e i rac-
conti descritti, molti dei quali dipingono
un vivido quadro di povertà (morale ed
economica) della società americana nei
a due anni da Real Life, la «poliziotta» torna con
To Survive, album intimista e ricercato, frutto di
un periodo di riflessione e cambiamento. «Non
Stone, Elliott Smith, Astor Piazzolla, Nina
Simone, Joni Mitchell, Billie Holiday, Siouxsie
and The Banshees, The Pixies.
confronti della gente di colore. voglio più comunicare urlando», dice Joan Wasser All’epoca del tuo primo album usavi lo slo-
Di certo il presunto carattere schivo riferendosi ai suoi esordi punk-rock. «Il mondo è già gan «Beauty is the new punk rock» che
non le ha impedito di farsi portabandiera troppo pieno di violenza». La newyorkese Joan as ancora possiamo trovare sulla tua pagina
di tutti gli artisti socialmente impegnati, Policewoman, multistrumentista e collaboratrice, Myspace. Cosa intendevi dire esattamente?
tanto da cantare al Tour Human Rights di tra gli altri, di Nick Cave, Rufus Wainwright, Volevo rivisitare l’idea del punk rock. Credo
Amnesty International e al Nelson Antony and the Johnson e Jeff Buckley (nonché sua che in fondo musica punk, soul e rock siano
Mandela Freedomfest, tra il 1988 e il ex compagna), ci racconta com’è nato il suo ultimo molto simili tra loro. Sono tutte espressioni di
1989, nonché al concerto-tributo a Bob album, ricco di sfumature soul, folk, elettronica e emozioni molto naturali, «schiette», e utilizza-
Marley nel 2000. E proprio gli stessi musica classica. no una modalità molto semplice e diretta di
valori in cui ha sempre creduto le hanno comunicare. Ci sono tante brutte cose oggi al
permesso di rinunciare alla partecipazio- JOAN Cosa ascoltava Joan Wasser da bambina? mondo e non voglio più creare nulla «urlando»
ne al Live 8 del 2005 organizzato da Bob Judy Garland e «Free to be you and me»! come facevo da ragazzina quando credevo che il
Geldof. AS E adesso? punk era dire e fare tutto ciò che mi pareva
«Ci sono molte ragioni per cui questo
evento è sembrato, ai miei occhi, propa-
POLICEWOMAN Tanti, da Marvin Gaye a Radiohead, da The Knife a
Dolly Parton, da Devo a Elbow, Sly and the Family
senza nessuna conseguenza, ma trovare il modo
di comunicare con quante più persone possibili
ganda. Per esempio, gli artisti africani realizzando le cose più belle di cui sono capace.
sono stati in qualche modo estromessi. Come mai hai scelto di realizzare il
Non si può parlare dell’Africa senza sen- video di «Christobel» cercando gente sco-
tire la voce degli africani». nosciuta su Myspace e non ti sei affidata
IL SUO OTTAVO ALBUM IN USCITA IL 10 ad un videomaker professionista?
NOVEMBRE. Non sono una video maker e so che ce ne sono
tantissimi in giro su Myspace, così ho pensato
di usare quella ricchezza infinita di talento e
creatività. Ne è venuto fuori un video animato
che mi ha fatto ridere moltissimo!
Cosa pensi del ruolo della musica in que-
st’epoca «Myspace/Youtube»?
Che è così piena di informazioni! Ma che, fin
quando non ne diventi dipendente, è bello poter
vedere i vecchi video di Steve Wonder o Neil
Young.
Perché hai scelto di chiamare il tuo ultimo
cd «To survive»?
Il titolo si riferisce al mio modo di sentire
degli ultimi tempi, a livello personale ed univer-
sale, dovuto soprattutto alla perdita di mia
madre che mi ha insegnato a fare i conti con la
realtà. Ma con «To survive» ho voluto far rife-
rimento anche alle condizioni della scoraggian-
te situazione politica che ci circonda. Mi augu-
ro che la gente vincerà togliendo il potere dalle
mani dei maniaci.
Hai viaggiato molto durante i tuoi tour.
Qual è il posto che ti piace di più?
Roma ovviamente... e non sto mentendo!
EDGE
and back
UFOMAMMUT Ufo perché psiche- THE CRANES Alison DARK TRANQUILITY
Music In  Autunno 2008

a cura di VALENTINA GIOSA delici come l’ignoto, Mammut perché Shaw è la Lolita del dream- Per un genere in declino, ci TURISAS Calano
hanno il passato nella loro musica pop, noi negligenti peccatori vuole questa oscura pace i vichinghi

SUPERNATURALMENTE UFOMAMMUT a cura di Valentina Giosa OSCURA


in sieme a Lento e Morkobot, gli Ufomammut rappresentano uno
dei pochi orgogli nazionali in ambito rock. La band di Urlo, Poia Avete individuato altri Ufi nel nostro pianeta?
Sinceramente, la musica contemporanea non mi entusiasma molto; mi
TRANQUILLITÀ
e Vita - progetto parallelo di Malleus, collettivo artistico cono-
sciuto e apprezzato ormai in tutto il mondo che ha appena pubblicato il piace più ricercare cose vecchie perché non finiscono mai. Mi piacciono Si inizia nel 1989 con il sound thrash degli
libro The Blood of the Mountain is the Hammer of God - sarà in tour a molto i Morkobot dal vivo, che fanno parte della nostra famiglia. Sono svedesi Septic Broiler che cambieranno subito
novembre in Europa e a maggio negli Stati Uniti. Abbiamo parlato con innovativi, strani, hanno influenze di rock progressivo anni 70. Mi piac- nome in Dark Tranquillity già nel ‘90, avvici-
Vita, batterista dell’ipnotica e lisergica band piemontese. ciono anche i Lento e, per come mischiano l’hard rock e le tastierine beat nandosi al melodic death. I primi successi arri-
anni 60, i Monster Magnet. vano con Anders Friden (In Flames) alla voce,
L’esperienza più «ufo» che avete vissuto? ma lascerà la band nel 1993 spingendo il chitar-
Perché Ufomammut? Nel 2001, durante un tour in Europa con i That’s All Folks, in una rista Mikael Stanne ad assumere il ruolo di
Il nome Ufomammut è nato per caso. In realtà è diventata una sorta serata di neve suonammo in Francia in uno di quei bar anonimi tutti vocalist. Nel ’95 pubblicano il loro capolavoro
di leggenda: si racconta che «Ufomammut» sia stato scritto da Poia in bianchi, dalle pareti spoglie, il bancone vuoto, il barman coi capelli The Gallery. Le strutture progressive dei pezzi,
una lettera a Urlo, ma neppure il creatore ricorda da dove sia saltato grigi. Non c’era il palco e abbiamo suonato per qualche signore di mezza i riff intrecciati delle due chitarre e gli assoli
fuori. Questo nome è piaciuto così tanto che avevano pensato di utiliz- età che ci guardava. Anche il Roadburn di due anni fa ha costituito in melodici sono i tratti più caratteristici del gene-
zarlo per «Malleus», progetto che era appena nato; poi, invece, è stato modo diverso un’esperienza incredibile, poiché c’erano gruppi come re. Con gli album successivi e con l’aggiunta di
utilizzato per la band e credo che calzi proprio bene con la musica che Hawkwind, Orange Goblin, Solace, Ozric Tentacles e Leaf Hound. una tastiera, le strutture dei brani divengono più
proponiamo: Mammut si può abbinare al passato e noi abbiamo preso Siete molto amati all’estero: dov’è che vi sentite più a casa? accurate, la voce pulita si alterna al tradiziona-
tanto dai vecchi gruppi (certamente non da Sicuramente in Belgio. Quando andiamo lì le growl sempre più spesso, gli arrangiamenti si
quelli contemporanei), mentre Ufo rimanda abbiamo sempre un buon seguito e le serate fanno più complessi, i testi più introspettivi e
all’ignoto, alla psichedelia. E credo sia per- che ci organizzano gli amici di Orange quasi filosofici.
fetto. Factory sono sempre molto sentite, sia da noi
Come è nato il vostro progetto? che dal pubblico. All’estero siamo più seguiti
Poia, Urlo ed io ci conosciamo dal ’95. perché c’è più interesse per il rock, ma anche
Loro suonavano in una band che si chiama- più organizzazione. I gruppi italiani fanno
va «Judy Corda» ed era già molto all’avan- fatica oggi a venire fuori perché in Italia si è
guardia per l’epoca. Ci vedemmo per la malati di «esterofilia», che è sempre stato un
prima volta una sera in cui si esibivano in nostro grande difetto. Negli anni 70 molti
un locale che frequentavo spesso. Quando è gruppi facevano rock progressive, grandi
uscito il loro batterista, dopo circa un anno band che nessuno conosce oggi. Tanto che,
in cui ci eravam persi di vista, Urlo mi chia- all’estero, è capitato che musicisti stranieri
mò per farmi gli auguri di compleanno e ci mi parlassero dei New Trolls o dei Pfm.
incontrammo. Appena arrivato in sala Come è nata la collaborazione con i
prove, mi dissero: «Cosa fai lì in piedi, sie- Lento?
diti alla batteria!». Così è iniziato È nata tramite Myspace. I Lento avevano
Ufomammut. Il prossimo anno, il 6 febbraio, sarà il decimo anno degli mandato i loro pezzi alla Supernaturalcat (n.d.r.: Supernaturalcat è
Ufomammut... e il mio compleanno. un’etichetta e un centro divulgatore in cui le diverse attività di Malleus si Durante i 19 anni di attività i Dark
Quali sono state le vostre influenze? riuniscono: dal poster, alle installazioni video, fino ad arrivare alla musica) Tranquillity hanno costantemente cercato di
Ci sono tre band che ci accomunano: Pink Floyd, Beatles (non il primo e da lì è nata un’ amicizia, oltre al primo disco. Io li ho conosciuti dopo, espandere il loro orizzonte musicale ma senza
periodo, quello di «She loves You yeah yeah yeah» (canta), ma il periodo nel corso di una pausa di riflessione degli Ufomammut. Loro avevano già mai dimenticare il loro marchio di fabbrica: la
più acido) e i Black Sabbath. Forse anche i Blue Cheer. In generale la registrato Supernatural Record One. Cinque mesi dopo abbiamo inciso melodia tipica della scuola di Gothenburg. Una
psichedelia e il primo hard rock della seconda metà degli anni 60. altri pezzi nella nostra saletta con Urlo e Poia ai due bassi, io alla bat- certezza oggi, per un genere ormai in declino.
E lo Stoner Rock? teria e Lorenzo e Beppe dei Lento alle chitarre. 2/11 – Alpheus, Roma
Si, forse qualche influenza potrebbe anche essere arrivata da lì. I Kyuss Cosa farete nei prossimi mesi?
sono grandiosi con queste chitarre cupe, con i riff che non sono mai mac- Un tour a fine novembre ci porterà il 21 a Innsbruck, il 22 a Berlino, il Gianluca Gentile
chinosi, sempre fluidi; poi ci sono gli Sleep e i Fu Manchu (i loro primi 23 a Zittau (Germania), il 25 a Manchester, il 26 a Swansea (UK), il 27 a
quattro dischi sono bellissimi). Poia e Urlo sono amanti dei Melvins. Londra, il 28 a Deventer (Olanda) e il 29 a Saint Niklaas (Belgio). A
Come trascorrono gli Ufi le loro giornate? dicembre per l’uscita del libro dei Malleus stiamo lavorando con Ufo,
Urlo e Poia, assieme a Lu, sono molto presi dal progetto Malleus e gran
parte del loro tempo libero lo dedicano a Ufomammut. Io (ride) passo la
vita alla giornata cercando di guadagnarmi da vivere: sono modellista
Morkobot e Lento a delle serate «Supernaturalcat». Per ora è confermata
Ravenna, al Bronson, il 19 dicembre. A febbraio dovremmo essere in
Spagna e in Portogallo, ad aprile e maggio proveremo il Nord Europa e,
METAL
orafo, ho fatto l’imbianchino, sto facendo il fonico. Mi piace variare. speriamo presto, gli Stati Uniti.
VICHINGHI
orda di vichinghi si riversa nella bru-
CARILLON ELETTRONICO Un ’ ghiera brandendo le proprie armi e
urlando «metal metal», e la battaglia ha inizio.
È un attacco potente, energico, magico. Foreste
Niente paura: tornano la voce diafona di Miss Shaw, le cupe linee del basso, misteriose e sacri cerchi di pietre fanno da sfon-
l’onnipotenza dell’elettronica usata come carillon o potente tappeto di suono. do alla potenza travolgente di guerrieri che
combattono, urlano, danzano e trionfano a
ritmo di musica, quella dal sapore vichingo e

C ome fare a non innamorarsi della sua-


dente voce della Lolita del dream-pop?
Alison Shaw ti abbraccia dolcemente
Forever, uscito nel 1993, consacra la band di
Portsmouth come una delle più significative
della scena indie britannica. Brani come Far
suggestivo dei Turisas, band symphonic folk
metal fondata nel 1997 da Mathias Nygård e
Jussi Wickströ, che prende nome da Iku-Turso,
come fosse la madre dei sogni lascian- Away, Cloudless, Rainbows, Jewel (che subirà antico dio della guerra finlandese. Capace di far
doti immergere nell’angolo più profondo della vari remix da parte di Robert Smith dei Cure, di riversare giù dalle colline orde di barbari pron-
notte. Sussurra come una sirena ninna nanne Jim Foetus e del responsabile della 4AD, Ivo ti ad uccidere con riffs di chitarra potentissimi,
languide che a volte ci incantano, altre ci Watts-Russell), Everywhere (con atmosfere e nello stesso tempo di cullarli, farli sognare e
inquietano un pò come l’ignoto, tanto impercet- dark stile Siouxsie), Golden, sono autentiche ballare sulle dolci note del flauto e del violino:
tibile quanto maledettamente seducente. perle di ispirazione, tecnica, eleganza, ovattate è il videoclip Battle Metal 2008, capolavoro
Ma la magia dei Cranes non è certo solo parentesi sonore a volte glaciali e spettrali ma
merito della voce diafana e trasognata di Miss così meravigliosamente malinconiche.
Shaw. Le cupe linee del basso, l’onnipresenza Impossibile non assuefarsi al mood etereo dei
dell’elettronica usata o come carillon o come Cranes.
potente tappeto di suono, l’utilizzo frequente di Nel frattempo la band si fa notare anche nel
riverberi e effetti atmosferici, le dissonanze e i Wish Tour dei Cure del 1994 dove suona come
riff tipici dello shoegaze fanno della band ingel- gruppo spalla. Esce Loved, il loro capolavoro
se un gruppo di culto, l’unico che è riuscito ad nonché uno dei lavori più riusciti dell’intero
unire l’anima dell’art rock anni 80, l’industrial movimento dream-pop. Costruito come con-
tipico di Swans e Young Gods e il dark sound di cept-album attorno ai temi della solitudine e
Joy Division, Dead Can Dance e Cocteau dell’angoscia esistenziale, il disco ospita balla-
Twins. te ricercate e raffinate avvolte da riverberi
ossessivi e claustrofobici.
Dopo quattro pubblicazioni meno fortunate e realizzato a seguito di un concorso in cui la
una lunga pausa la band ritorna nel 2004 con band chiedeva ai propri fans di girare un video
Particles And Waves, disco meno acclamato vestiti da vichinghi. Ecco l’appello di Warlord:
soprattutto per chi già ha apprezzato i «Negli ultimi anni abbiamo notato un numero
dischi precedenti, che sembra voler ricer- sempre crescente di fan ai nostri show truccati,
care uno stile più classicheggiante. vestiti e decorati da guerra. La cosa ci piace
Seguono ben quattro anni di silenzio, che molto, è ovvio che questi ragazzi ci mettono un
allarmano i fans più affiatati convinti sacco di tempo a prepararsi per lo show, e que-
ormai che l’avventura Cranes si è spenta sto non è qualcosa che qualsiasi band riceve
così. Niente paura. La band ha annuncia- dai propri fan. Succede ovunque! E per questo
to l’uscita di un nuovo album seguito da vogliamo dare ai nostri fan l’opportunità di
un lungo tour europeo. Si vocifera che partecipare al nostro prossimo video». Esso fa
sarà un lavoro più elettronico e sperimen- parte del dvd A Finnish Sumer With Turisas,
tale dei precedenti ma sempre coerente al una raccolta di live, interviste e molto altro. I
clima onirico e distintivo della band. vichinghi sono, per definizione, esploratori e
marinai, e il nuovo lavoro dei Turisas merita, di
Valentina Giosa fatto, una spedizione. Se non un saccheggio.

Cristina D’Eramo
Music In  Autunno 2008

SEBASTIEN TELLIER Nel mio album sentirete il THE RESIDENTS Che DIE! DIE! DIE! Energia post-punk anni
EDGE
and back
canto di un cane, l’urlo di una donna, il rumore del cre- si nascondono dietro 80 e frenesia post-core degli anni 90 da
scere delle gambe, ma non la batteria... nessuna batteria giganteschi bulbi oculari uno scantinato qualunque a Chicago

L’INSOSTENBILE
LEGGEREZZA DI ESSERE
TORNO POVERA
SEBASTIEN TELLIER E BURLESQUE
Le follie dei poveri. Torniamo a quando non avevamo una lira, fumavamo cicche
Lui stesso raccomanda: ascoltatemi a luce di candela e ci piaceva guardare queste donnacce nei loro sketch. Bei tempi.

Un tizio barbuto, un po’ sovrappeso, l’aria


un po’ alla Demis Roussos, vestito
come il Lennon del periodo bianco, che si pal-
rotta di Tellier verso un eclettismo fatto di sono-
rità funky e disco, con il crescendo di La
Ritournelle come leadtrack.
Che il vintage fosse di moda in questi ultimi
tempi non è certo una novità. Lo stile retrò di
Amy Winehouse, che fra un «capriccio» e l’al-
ché si sceglie uno stile, lo show ha perso vari
pezzi di «quel puzzle» finendo per essere «solo»
uno spogliarello, che per fortuna ha però mante-
leggia il microfono da un’inquadratura all’altra: Passano altri quattro album, inframezzati da tro ha conquistato un po’ tutti, il grande succes- nute inalterate le sue caratteristiche di ironia e
Sebastien Tellier, genialoide menestrello del- collaborazioni (Mr. Oizo), riletture unplugged so della Vintage Fashion (sono uscite addirittura provocazione (striptease è infatti la crasi di due
l’elettropop francofona, tre dischi all’attivo tra (Sessions, 2006), tour al fianco di calibri come delle guide per potersi districare fra gli ormai verbi inglesi: to strip, spogliare; to tease, stuzzi-
il 2001 e oggi nonché un passaggio, con il Moby e Air, e approdiamo ai giorni nostri con innumerevoli negozi che ne sono nati), il grande care, provocare). Non è il caso di Miss Dirty
brano Fantino, sull’Ost di Sexuality. boom del jazz, ormai lontano Martini, Julie Atlas Muz,
Lost in Translation di L’eclettismo di Politics dall’essere un genere di nic- Pontani Sisters, Cecilia
Sofia Coppola, che li deve sapientemente amalgamato chia e degli spettacoli di Bravo e Dita Von Teese
amare questi francesi dato dalle mani di Guy-Manuel cabaret anni 20 (vedi che sono riuscite a porta-
che per il precedente de Homem-Christo, la Berlino, dove numerosi e re avanti la tradizione
Virgin Suicides si era affi- metà dei Daft Punk, Tellier frequentatissimi sono persi- con grande maestria e
data agli Air (e si è inven- surfa leggero e libero tra no i saloons specializzati in spiccato talento, divenen-
tata pure una glamourous Serge Gainsbourg, eroti- acconciature dell’epoca), do le Dixie Evans, Gipsy
Maria Antonietta). smo e synth fine anni 70 fanno del vintage una vera e Rose Lee, Tempest
Air e Daft Punk sono (Sexual Sportwear: «Nelle propria mania. Forse per Storm, Blaze Starr, Ann
anche i due numi tutelari mie fantasie sessuali, mancanza di estro e nuovi Corio dei nostri tempi. Il
entro cui si muove Tellier, penso spesso a donne in talenti, o forse per la pigrizia burlesque ha con il tempo
sempre con un’occhio alla abbigliamento sportivo. che ormai ci appartiene da ispirato, insieme al caba-
tradizione chansonnier Preferisco abbassare degli quando siamo ret tedesco e al vaudevil-
francese. Per la stessa eti- shorts piuttosto che alzare caduti nella rete (è le, la nuova corrente
chetta degli Air, la Record delle gonne»). proprio il caso di chiamata dark cabaret,
Makers, produce il primo disco nel 2001, Qua e là riaffiora la mai sopita vena malinco- dirlo), ormai domi- influenzata oltre che dal-
L’Incroyable Verité. Sebastien fa tutto da sé, nica (il piano di L’ Amour et la violence), men- nati dallo stra-uso l’estetica dei tre
suona pianoforte, chitarra, archi e basso. tre France Television lo impacchetta e lo spedi- dei computer e dei generi teatrali,
Atmosfere dilatate, spleen crepuscolare. Tra sce a Belgrado come alfiere francese per nuovi media, con- anche da folk,
tutte spicca la dolente psichedelia di Universe, Eurovision 2008 (con relativa polemica in tinuiamo a guar- punk, death
tra la beatlesiana Blue Jay Way e Felt Mountain patria e per il testo in inglese di Divine). Arriva darci indietro ed rock, gothic
di Goldfrapp. diciottesimo, addirittura dietro una boyband appropriarci, spes- rock e darkwa-
«Nel mio album sentirete il canto di un cane, russa e un duo canoro azerbaijano, ma la sua so anche male, di ve, e dal genere
l’urlo di una donna, il rumore del crescere delle Divine intanto seduce e scala le chart. Con leg- pezzi dal caleido- cinematografi-
gambe, ma non la batteria... nessuna batteria», gerezza. L’insostenibile leggerezza dell’essere scopico puzzle del co noir.
precisa. La batteria compare invece nel secondo Sebastien Tellier. passato. Due appunta-
Politics del 2005 e a suonarla ci pensa Toni L’ultima «tenta- menti imperdi-
Allen dei Fela Kuti. L’album segna il cambio di Lorenzo Bertini zione» (e anche bili il 14 e il 15
qui la parola mi sembra appropriata) è quella del novembre alle
burlesque, spettacolo parodistico nato nella ore 22 per tutti

RESIDENTI OCULARI seconda metà dell’Ottocento nell’Inghilterra vit-


toriana ed importato successivamente negli Stati
Uniti, dove riscuote grande successo soprattutto
gli amanti del
genere e per i
più curiosi. Il
fra gli strati di società meno abbienti (viene Micca Club,
infatti anche chiamato: the poor man’s follies, le primo locale a
Q uando si parla dei
Residents si pensa più
a un gruppo perfor-
essere musicisti, ma artisti
tout court, come unica
garanzia di libertà creativa.
«foliès» dei poveri).
Il burlesque si era fatto strada grazie allo scal-
pore creatosi attorno alla compagnia delle
Roma a proporre le originali esibizioni di burle-
sque nel corso delle serate musicali, porterà sul
palco in occasione della terza edizione del Roma
mativo avant-garde che a una Ed ecco che, allo schema British Blondes di Lydia Thompson, a Little Burlesque Festival Missy Malone, Lily White,
vera e propria band. Avulsi classico «strofa-ritornello- Egypt e alle produzioni dei fratelli Minsky. Fancy Chance, The Bee’s Knees, Miss Beeby
da qualsiasi contesto com- strofa» si sostituiscono col- Consisteva in uno spettacolo variopinto di Rose e il Micca Burlesque Combo. La serata
merciale, il gruppo assume la lages di frammenti sonori, danza, canto, illusionismo, sketch comici e sarà presentata da Greg (Claudio Gregori) e,
connotazione di un gruppo suoni campionati, ululati «anche» striptease (termine che in realtà è stato direttamente da Parigi, dalla cantante ballerina
fantasma avvolto da un’im- beefheartiani e rumori coniato negli anni 50). Lady Flo.
penetrabile aura di oscurità e d’ogni sorta. Le partiture Con il tempo, come spesso accade quando si
di mistero: niente volti, nien- bizzarre diventano lo spun- segue una moda solo perché è moda e non per- Valentina Giosa
te nomi, niente interviste. to per una rilettura ironico-
I componenti si nascondono dietro enormi grottesca della realtà circostante.
maschere a forma di un gigantesco bulbo oculare. Sospesi tra John Cage e Frank Zappa, non c’è
Esordiscono nel 1974 con l’album Meet the stile musicale standard che non venga riletto,
Residents (1974) con l’intento di risvegliare il smantellato e dissacrato attraverso semplici
rock dalla fase di stallo che stava attraversando. trame e jingle ipnotici. Non c’è spazio per melo-
Alcuni dei suoi alfieri più rappresentativi (Brian die accessibili, ma solo cocktails micidiali di
Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim rock, elettronica, noise, vaudeville, sperimenta-
Morrison) erano caduti per sempre vittime sacri- zione avant-garde ed elementi etnici. Tradotto in
ficali della grandezza del proprio mito. Da una termini pittorici l’effetto potrebbe essere come
parte vi era un senso di disillusione post- quando si passi improvvisamente dal manieri-
Woodstock acuito ulteriormente dalle stragi della smo di Raffaello alla Pop Art di Andy Warhol.
«famiglia Manson» e dai sanguinosi avvenimen- Difficile che si canticchino mai le loro canzoni
ti del concerto di Altmont del 1969. Dall’altra vi sotto l’albero. Sicuramente saranno ricordati
era l’incedere sempre più invadente e nausea- come coloro che, in continua sfida con le regole
bondo dei pomposi capricci scolastici di stampo dei generi, hanno dato un decisivo impulso
«wakemaniano» e dei lustrini glam. all’evoluzione musicale traghettando la psichede-
Di fronte a simili orpelli musicali, i Residents lica di fine anni 60 fino alle porte del post punk e
rispondono destrutturandone i loro punti cardi- della new wave ed anticipando la world music.
ne. In netto anticipo rispetto ai gloriosi aneliti
indipendentisti post punk, rivendicavano il non Eugenio Vicedomini

D I E ! D I E ! D I E !
Tre ragazzini neozelandesi: Andrew Wilson, Michael Prain e Lachlan Anderson. Look dal sapore indie-neo punk e
tanta vitalità e freschezza. Sono i Die! Die! Die!, nati circa due anni fa a Chicago in un seminterrato qualsia-
si e già conosciuti e apprezzati in tutto il mondo tanto che il loro ultimo lavoro vede alla consolle uno dei più grandi della
produzione rock-alternativa degli ultimi anni, Steve Albini (Nirvana, Pixies, PJ Harvey). Promises, Promises, uscito per
la californiana S.a.f. Records, è un concentrato di energia post-punk anni ‘80 e frenesia post-core degli anni ‘90. Niente
pause a separare un pezzo dall’altro: si tratta di una corsa irrefrenabile dove spiccano l’ ossessiva e martellante Death
To The Last Romantic, la sconvolgente A.T.T.I.T.U.D., dove allo spelling urlato si alternano strofe dominate da un’impec-
cabile padronanza della melodia, fino alla violenta Throw a Fit e alla più introspettiva Blue Skies. Un mix di voci andro-
gine e nervose, bassi pulsanti, chitarre incisive, ritmiche ossessive (così come la loro ossessione per la ripetizione dei
nomi…) che grazie alle lezioni di autentici maestri come Joy Division, Wire, Pixies e Black Flag coinvolge e diverte. I Die!
Die! Die! sono qui a riconfermare che la nuova generazione neo post punk, che unisce la venerazione per gli anni 80 a
ricordi noise rock e hardcore, non è ancora passata. (Valentina Giosa)
MUSICALL L’ALTRO LATO DEL LETTO Una DI’ A MIA FIGLIA CHE
Music In  Autunno 2008

MAMMA MIA! Meryl Streep porta sul


a cura di ROMINA CIUFFA commedia musicale che, dalla Spagna, VADO IN VACANZA Grazia Di grande schermo il musical più acclamato
travolge Simone Alessandrini e noi Michele, da cantautrice ad attrice di Broadway, insieme ai pezzi degli Abba

A LETTO CON SIMONE GRAZIA VA


a cura di Romina Ciuffa
IN PRIGIONE
anni. Ha suonato colonne sonore inedite per di Latina dove mi sono diplomato, con il quale
vari spettacoli teatrali: Storie…di Musica e A
spasso con la musica di Daniela Remiddi. Oggi
approfondisce la ricerca e lo studio del jazz
lavoro in vari progetti da qualche anno. Faccio
parte della Libera Orchestra di cui lui è il diret-
tore: un organico di circa 20 elementi che passa
g razia Di Michele, cantautrice e
musicoterapeuta, debutta in teatro
nell’insolita veste di attrice. Lo
presso il Saint Louis College of Music, ed è su con molta disinvoltura dalla musica barocca a spettacolo, che la vede coprotagonista
questo palco. Duke Ellington fino ad arrivare ai Led Zeppelin, insieme ad Alessandra Fallucchi, è
El otro lado de la cama è un film che in collaborando con molti musicisti ed attori di risultato vincitore del premio Molière
Spagna ha riscosso un grande successo per- fama nazionale come Tosca, Pino Ingrosso, in Francia ed è stato tradotto in Italia
ché ha saputo mescolare la musica al film Paola Minaccioni, Marzouk Mejiri etc. È lui col titolo Di’ a mia figlia che vado in
senza cadere nelle vecchie critiche sul gene- l’autore delle musiche di questo spettacolo, in vacanza.
re. In Italia è invece passato in cavalleria cui mi ha coinvolto. La cantautrice romana non è nuova
come un film da videocassetta per pochi Che futuro ha in Italia, per te, un cd pro- sul palcoscenico teatrale: nel 2004,
amatori: anche perché esso fa un tutt’uno dotto nell’ambito di una commedia teatrale? insieme con Maria Rosaria Omaggio,
con i testi delle canzoni, che sono in spagno- Purtroppo il teatro in Italia non sta attraver- ha portato in tournée le canzoni di Italo
lo. Nella vostra commedia in che modo le sando un bel periodo: con il passare degli anni è Calvino in un recital che univa lettera-
canzoni si amalgano con la storia? frequentato sempre meno, ma credo che la pub- tura e musica, ma
Logicamente la trasposizione da un film a una blicazione del cd di un musical possa suscitare la mentre in quel con-
commedia teatrale richiede un totale cambia- curiosità della gente invogliandola a vedere lo testo si limitava a
mento dei tempi recitativi e non solo: in questo spettacolo dal vivo. suonare e a inter-
caso lo spettacolo, essendo straniero, è stato Si tratta di pezzi che possono essere ascoltati pretare i brani musi-
«italianizzato» nei testi in modo da renderlo più «a se stante» ovvero di qualcosa che non può cali, in questo caso

chi dorme dall’altra parte del nostro


letto? A volte non diamolo per
scontato, perché c’è tutto un
mondo da scoprire spostandosi
diretto e divertente possibile. Si tratta di uno
spettacolo dinamico dai ritmi molto serrati, e si
passa nella maniera più naturale dalla scena
recitata alla parte musicale. Come nel film, il
prescindere dalla teatralità dello spettacolo?
Perché ovviamente, nel secondo caso, il cd sarà
più un esperimento che una raccolta di brani.
In ogni musical ci sono sempre stati brani che
per la prima volta
dovrà affrontare
una vera e propria
prova d’attrice.
solo un po’ più in là. Si rigira nel lettone, allo- personaggio continua il suo discorso attraverso hanno avuto un seguito a sé, molti di questi Di’ a mia figlia
ra, Simone Alessandrini, che suona il sassofono la musica non creando divario tra i momenti. hanno fatto il proprio cammino negli anni quasi che vado in vacan-
nella trasposizione teatrale della commedia spa- Qual è il tuo ruolo nello spettacolo? svincolandosi totalmente. Mi viene in mente la za è una storia
gnola «El otro lado de la cama», degli spagno- Sono il sassofonista della band dello spettaco- famosa «Over the rainbow» tratta dal Mago di ambientata in pri-
li David Serrano e Robert Santiago, un tormen- lo, un sestetto che accompagna i personaggi Oz, della quale molta gente non conosce la pro- gione: due detenute
tone in madrepatria, qui passato in cavalleria. nelle loro performance canore. Ovviamente tutti venienza. di diversa estrazio-
Innegabile la genialità della versione origina- i brani sono eseguiti dal vivo. Che genere di musica troviamo ne «L’altro ne sociale dividono
le, dove il ritmo serrato delle vicende dei quat- Chi sono i tuoi compagni di viaggio? lato del letto»? lo spazio esiguo di
tro protagonisti viene battutto da una colonna Ippolito Pingitore alle percussioni, e i Fondamentalmente musica pop, con influenze una cella.
sonora perfetta, spensierata, forte e immediata. «Kandelabrum», felice realtà del rock pontino: latino americane in alcuni brani; in altri swing, Entrambe portatrici di un segreto, col
La storia, un classico intricato della commedia Marco Trapanese alla chitarra, Stefano Milani comunque melodie semplici e molto orecchiabili. tempo vinceranno la reciproca diffiden-
spagnola: la fidanzata lo tradisce con il suo alle tastiere, Stefano Valenti alla batteria e Per un musicista c’è differenza suonare in un za e impareranno a volersi bene, unite
migliore amico e la fidanzata del suo migliore Giacomo Valenti al basso. La particolarità di musical rispetto ad un normale concerto? da una solidarietà che sa trasformare in
amico diventa la sua amante, in un turbinio di questo spettacolo è che i musicisti si trovano sul Sono due modi totalmente differenti di affron- comica anche la situazione più tragica.
coppie, etero e omosessuali, che nascono e palco assieme agli attori e con un gioco di luci tare il brano da eseguire: in un concerto si è pro- Lo spettacolo, scritto da Denise
scoppiano nel giro di pochi minuti. appaiono nei momenti musicali. tagonisti assoluti, ci si prendono a volte molte Chalem, scrittrice francese di tradizioni
Nell’altro lato del letto della Sala Umberto, Simone, tu chi sei? libertà. Suonare in un musical anche se all’ap- ebraiche, è diretto da Maddalena
con traduzione, adattamento e regia di Sono un musicista di Roma, ho iniziato a suo- parenza può sembrare più semplice, ha delle dif- Fallucchi ed è prodotto dalla compa-
Marioletta Bideri e Stefano Messina, ci sono nare il sax all’età di 10 anni e da allora mi sono ficoltà: viene messa a dura prova la concentra- gnia «Il carro dell’Orsa»; le musiche di
Vittoria Belvedere, Michele La Ginestra e trovato in varie e differenti esperienze musicali: zione perché, con tempi e pause da rispettare, tra scena e i brani musicali sono composti
Augusto Fornari ad esprimere, con parole e classica, contemporanea, jazz, rock, world music un intervento e un altro può scendere la tensione dalla stessa cantautrice.
musica, il proprio punto di vista. fino ad approdare nel mondo del teatro grazie a e quindi si fa più fatica a «scaldarsi». Grazia Di Michele, in oltre 30 anni di
Lui, Simone Alessandrini, è là sopra. Classe Pino Cangialosi, mio ex insegnante di musica carriera attraverso le sue canzoni è riu-
83, inizia lo studio del sassofono all’età di dieci d’insieme al Conservatorio «Ottorino Respighi» scita a raccontare la fragilità e la forza
delle donne: adesso proverà a farlo
anche da attrice. (A Roma, al Teatro

MAMMA MIA MERYL! Due dal 17 ottobre al 16 novembre)

Nicola Cirillo

S e il tuo nome è Meryl Streep, hai alle spalle


una brillante carriera nel mondo del cinema,
hai vinto due premi Oscar e sei universalmente
Sulla scia del successo delle rappresentazioni
teatrali, le autrici del musical ora tentano la via
del cinema, scegliendo come protagonista
invece di proporre brani originali si limita a far
rivivere vecchie hit degli anni 70? - e se scom-
riconosciuta come una delle attrici più eleganti e Meryl Streep, la quale accetta un ruolo per lei metti sulla nostalgia, sentimento sempre di
raffinate, puoi permetterti di fare ciò che vuoi. insolito. L’attrice ha tutte le carte in regola per moda che non tramonta mai, non puoi sbaglia-
Anche toglierti qualche sfizio, come quello di interpretare un musical, avendo tra l’altro stu- re. Sia per chi allora era ragazzo, sia per chi
portare sul grande schermo il musical del diato canto da ragazza, ed inoltre è stata lei stes- quegli anni li ha vissuti di riflesso, non c’è
momento, Mamma mia!, e interpretare la colon- sa affascinata come spettatrice in un teatro di scampo: che lo vogliate o no le canzoni del
na sonora composta dall’intero repertorio degli Broadway dallo spettacolo, tanto da scrivere gruppo svedese entrano in testa prima che voi
Abba, il gruppo svedese che tra il ‘72 e l’82, con- una lettera di complimenti come farebbe possiate opporre resistenza e restano lì. Tanto
quistò la popolarità presso il nascente popolo un’ammiratrice qualsiasi. vale ballarci su, come fa Donna, la protagoni-
della disco music, grazie a brani semplici e orec- Mamma Mia! è la storia di una madre single ti, oltre a Meryl Streep, ci sono Pierce Brosnan sta, che coinvolge le sue amiche e tutta la popo-
chiabili, come quello che dà il titolo al musical. e di sua figlia, che alcuni giorni prima del suo e Colin Firth, anch’essi alle prese con ruoli ben lazione femminile dell’isola in una danza col-
Phyllida Lloyd e Catherine Johnson, rispetti- matrimonio vuole scoprire chi è il padre che distanti dall’Agente 007 e dal Mark Darcy di lettiva sulle note di Dancing Queen.
vamente regista e sceneggiatrice dello spettaco- non ha mai conosciuto. La figlia spedisce un Bridget Jones. Le riprese sono ambientate in Il segreto di Mamma Mia! è quello di propor-
lo - e ora anche del film tratto da esso - sembra- invito ai tre possibili candidati, perché il vero una splendida isola greca immaginaria: re con semplicità un tuffo nei ricordi e di far
no aver scoperto la ricetta giusta per il succes- padre la accompagni all’altare e tutti e tre si Kalokairi. Sembra di entrare in un paesaggio da vivere allo spettatore una breve vacanza dalla
so: Mamma mia!, grazie a una trama costruita presentano all’appuntamento. Sull’isola greca favola, una di quelle classiche cartoline con quotidianità. Allora, staccate il cervello e segui-
intorno alle canzoni più famose degli Abba, ha in cui gestisce un piccolo albergo, la madre si distese di mare circondate da case bianche e te il ritmo. Soprattutto, non sentitevi in colpa se
imperversato sui palcoscenici di tutto il mondo, ritrova così a fare i conti con il passato, incon- blu. I buoni sentimenti sono al centro della sto- battete il tempo con il piede e il giorno dopo
arrivando a incantare più di 30 milioni di spet- trando dopo vent’anni non solo i suoi vecchi ria: il rapporto madre-figlia, l’amicizia tra fischiettate The Winner Takes It All: in fondo,
tatori entusiasti. Il tutto è avvenuto con il bene- amori ma anche le sue migliori amiche del- donne, vecchi amori che non si dimenticano e quella che avete visto sgolarsi e saltellare sullo
stare degli stessi Bjorn Ulvaeus e Benny l’epoca. seconde occasioni da prendere al volo. schermo è pur sempre Meryl Streep.
Anderson, vale a dire la metà maschile degli Per la trasposizione cinematografica del La regia punta tutto sulla nostalgia - come
Abba, coloro che scrivevano testi e musica. musical non si è badato a spese. Nel cast infat- poteva essere altrimenti per un musical che Roberta Mastruzzi

PURIFICAZIONE HAIRSPRAY di Elisa Angelini


Il Teatro Sistina ha ospitato il musical Hairspray-Grasso... è bello! per muove il suo chorus di 16 ballerini, in un equilibrio pop-jazz.
la regia di Massimo Romeo Piparo, riproponendo il film-musical ameri- Lo spettacolo, al limite tra il cartoon e la fiaba, racconta di un mondo assolutamente ideale dove
cano in una versione tutta italiana. Scritto da John Waters nel 1987, ini- la bellezza morale trionfa sulla caducità «del dover apparire a tutti i costi» e dove una ragazza «paf-
zialmente fu un’esilarante commedia cinematografica nemmeno a futella» riesce a farsi notare e a trionfare solo grazie alla sua simpatia e audacia, lottando contro la
farlo apposta senza canzoni, ma ben presto l’opera divenne un musi- discriminazione e la diffidenza nei confronti del diverso in una società troppo attenta all’aspetto
cal teatrale per poi ritornare al cinema, lo scorso anno, in un film di fisico. Centrale nel musical è il tema del razzismo e della diversità; su pregiudizi e preconcetti trion-
successo, grazie anche allo straordinario cast di attori, tra cui spicca, fa la capacità di essere se stessi ad ogni costo, sfidando i benpensanti e gli ipocriti. Insomma, vin-
nel ruolo della simpatica cicciona ‘en travestì’, John Travolta. cono la solidarietà, il rispetto e la comprensione.
Nel cast di Piparo (Jesus Christ Superstar, Evita, Tommy, My Questo musical non si fa mancare proprio nulla: dalla colonna sonora rock’n roll (come non rim-
Fair Lady, La Febbre del Sabato Sera, Lady Day e Alta Società) piangere Grease?) ai costumi color pastello, alle acconciature laccate e, ciliegina sulla torta, l’at-
troviamo Stefano Masciarelli nei panni della triste Edna, che solo mosfera dei «mitici» anni 60. Ciò che stupisce veramente è che proprio dal mondo dello spettaco-
grazie alla figlia e al ballo riacquista fiducia in se stessa. Le musi- lo emerge questo moralismo esasperato che continua a dirci «Dai! Non esistono diversità!». È la
che di Marc Shaiman arrangiate e dirette da Emanuele Friello voglia di «purificarsi» dalle tante Veline e vallette, è la continua ricerca di quella bellezza che esula
(Cats, La Febbre del sabato Sera, Lady Day, Alta Società) rievocano i fasti e l’allegria del rock’n completamente dal corpo, ma che ha molto a che vedere con quello che una persona trasmette: il
roll anni 60 con incursioni rhythm&blues e gospel su cui il coreografo americano Bill Goodson trionfo della personalità.
Music In  Autunno 2008
BALLET
SANTASANGRE Non cadere nella FETHON MIOZZI È un coreografo romano
tentazione di definire i Santasangre una a insegnare Danza Classica nello storico istitu- BHARATA NATYAM a cura di ROSSELLA GAUDENZI
compagnia di danza. Troppo facile. to Agrippina Vaganova di San Pietroburgo. Purificare il genere umano

SANTASANGRE: L’APOCALISSE
Con l’aumento di un grado della temperatura atmosferica il mare sommergerebbe una parte del Golfo del Bengala,
con quattro Venezia e Saint Tropez, con sei sarebbe desertificazione. I Santasangre reagiscono così.

on cadere nella tentazione di definire i secondo studio dello spettacolo in tutta ricerca sul ciclo vitale dell’ac-
Santasangre una compagnia di danza. Italia, dal nord al sud, e a Groningen, in qua, affidata ad un surreale
N Sta infatti avvenendo di recente, e con
una certa frequenza, che li si contatti,
cerchi e intervisti partendo dal presupposto
Olanda, al Noorderzone Festival. Quindi, al
Palladium di Roma uno spettacolo di circa
50 minuti. Sulla scena Roberta, sola e avvol-
minimalismo, giochi di voci e
di effetti ad accompagnare
immagini che vanno dall’ab-
fuorviante che essi siano sostanzialmente ta da un tridimensionale apparato scenotec- bondanza alla desertificazio-
un gruppo di danza. Così non è. nico e video che utilizza l’ologramma a ne.
Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela riflessione. La proiezione non ha nessun Sola sul palco, sempre di
Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci e piano su cui appoggiarsi. Si agisce dall’in- spalle e in posizione centrale
Roberta Zanardo stanno tracciando un per- terno, ci si muove entro una figura evane- (limiti spaziali serrati che
corso che indaga le tensioni e le possibili vie scente che permette di entrare ed uscire. sono stati di grande stimolo
di fuga del corpo. Si decide di lavorare sul Il tutto, per affrontare con la trilogia Studi nello svilupparsi del proget-
corpo e si prende una direzione al fine di per un teatro apocalittico l’Apocalisse nel to: il risultato è uno spettaco-
arrivare ad una riscrittura: c’è una ricerca, senso del termine scisso dalla religione, lo del tutto strutturato),
che porterà a formalizzare dei gesti, e questi quello legato al concetto di «rivelazione». Roberta Zanardo sarà corpo,
gesti verranno ripetuti. Questo sarà il punto Dopo aver squarciato il velo su un futuro voce ed anima dei
di arrivo, che non si riusciva neppure a politico e sociale con gli spettacoli 84/06 Santasangre.
intravedere, al momento della partenza. (ispirato a George Orwell) e Spettacolo sinte- Centro di uno spettacolo di
Lo spettacolo Seigradi. Concerto per voce e tico per la stabilità sociale irrompe il tema del- teatro-danza sperimentale e,
musiche sintetiche fa l’apparizione sulle scene l’emergenza climatica. Se la temperatura per cinquanta minuti, centro
nel dicembre 2007 per la festa di chiusura della Terra si alzasse di sei gradi, saremmo del nostro mondo. Cinquanta
del RomaeuropaFestival: si tratta della destinati senza speranza all’estinzione. efficaci minuti per ricordarci
prima tappa del lavoro, venti minuti ben Nessun lavoro didascalico, ma un forte inte- che respiriamo e sospiriamo
confezionati, dalla struttura autonoma. È un resse nel lanciare l’allarme e scatenare la tutti sotto lo stesso cielo.
progetto prezioso, che può crescere, e del riflessione; Seigradi. Concerto per voce e musi-
quale il suddetto festival si fa produttore. che sintetiche si pone l’obiettivo di rivelare Rossella Gaudenzi
L’estate ha visto i Santasangre portare il un possibile futuro prossimo. In scena la

ITALIAN BALLET IN FUGA FETHON MIOZZI


all’algida San Pietroburgo arriva finalmente la conferma. gioso va ad un’arte antichissima e proviene dalla severa e accademi-
D Dopo il vociferare che per tutta l’estate ha solleticato la
curiosità e le riflessioni di coreografi, ballerini e appassio-
nati di danza nostrani, oggi la notizia è certa: il coreogra-
ca Russia, patria indiscussa del balletto classico. Il ballerino dalle
morbide linee e dal salto leggero è prepotentemente presente da
tempo nei teatri di San Pietroburgo; unico italiano a calcare le scene
fo romano Fethon Miozzi (di madre greca e padre italiano), defini- dal Teatro Marijinski ed unico italiano a ricevere un’approvazione
to dalla critica internazionale «il più bel talento della sua generazio- totale, da parte degli addetti ai lavori e da parte di un pubblico che
ne», ha ottenuto la cattedra di Danza Classica presso lo storico isti- non perdona, tanto è preparato ed appassionato.
tuto coreografico Agrippina Vaganova di San Pietroburgo, diretto Nessuna traccia di questo talento su due grandi vetrine che quoti-
da Altynaj Asylmuratova. Accademia presso la quale, con una borsa dianamente catturano il nostro tempo: Youtube e Myspace. Un pec-
di studio tra le mani, dopo essersi diplomato nel ‘90 a Roma, ha por- cato per chi avrebbe voluto ammirarne la maestria per la prima
tato a compimento i propri studi, potendo confrontarsi con maestri volta, ma va accettato come dato di fatto il punto di vista di molti
del calibro di K. Seergheev, N. Dudinskaia, V. Semionov, M. artisti, che spesso sfuggono al grande pubblico per rimanere protet-
Daukaev, T. Fesenko, L. Kovaliova, N. Pavlova, M. Vazhiev. ti, al sicuro, nella loro nicchia.
Trattasi stavolta di Italian Ballet in fuga; il riconoscimento presti- Rossella Gaudenzi

Fl a me nQueVive ESPRESSIONE-MELODIA-RITMO
P I N T U RAS
L’OMAGGIO DEL FLAMENCO
A PABLO PICASSO
BHA-RA-TA
legante, sofisticata, emozionante, molto interessante per esplorare la forza creati-
E tanto complessa quanto affascinante,
Bharata Natyam è una delle più anti- JOHANNA DEVI
va di ogni singolo genere e linguaggio.
Qual è il tuo prossimo progetto?
flamenco come celebrazione che forme di teatro-danza indiano. Fu Una coreografia a cui sto lavorando insieme a
IL dell’arte geniale e folle di Pablo creata - si crede - da Brahma per purificare e due grandi musicisti, Kilian Herold (clarinetto) e
Picasso: questa l’ultima scelta arti- sensibilizzare il genere umano, portare pace e Come una superba scultura vivente, con ener- Alpesh Moharir (tabla) e ad un’altra straordina-
stica della compagnia italo-spagnola bellezza al mondo. Nasce nel sud dell’India, nel gia, forza e precisione nel ritmo e un’ inegua- ria artista, Nicole Wendel.
FlamenQueVive, in cartellone al Tami Nadu, come preghiera danzata, per essere gliabile grazia, delicatezza ed eleganza nei Sarà una produzione multi-sensoriale che
Teatro Italia di Roma dal 28 al 30 eseguita nelle principali festività religiose movimenti accompagnati da una recitazione unirà elementi della musica, della danza e del-
novembre. Ritmi di danza flamenca all’interno dei templi ed è giunta nei palcosce- carismatica, Johanna Devi disegna con la sua l’arte dell’est e dell’ovest. Sono molto entusiasta
ad interpretare quelle Pinturas dal nici di tutto il mondo solo nel ‘900. danza antica, armonici e incredibili scenari che di questo progetto.
forte impatto che il maestro andalu- La struttura coreografica è composta da tre sembrano racchiudere secoli e secoli di vita. Qual è il tuo suggerimento per le persone che
so ha consacrato all’eternità. momenti fondamentali, Nritta, Nritya e Perché hai scelto questa insolita e affascinan- vogliono imparare il Bharata Natyam?
Abhinaya, che caratterizzano i due aspetti tipici te forma di danza, Bharata Natyam? Avere tanta pazienza e resistenza. È una tecni-
del Bharata Natyam, una forma astratta di Amo da sempre le storie dell’antica India, e ca molto difficile che richiede anni di dedizione
danza pura, basata su ritmi scanditi dal battito durante il mio viaggio in India ho imparato e pratica ma - una volta superata la prima fase e
potente dei piedi a terra che disegnano radiose molto della cultura e dei simboli della tradizione capito le posizioni, il ritmo e i passi base - avrai
successioni di forme geometriche con saltelli indiana. La cosa che mi piace è che il Bharata solo da divertirti.
veloci e graziosi movimenti delle articolazioni Natyam unisce tecnica e ritmi complessi ad un
e una parte recitata. Nritta, la danza astratta, aspetto narrativo e per me è essenziale trasmet- Valentina Giosa
comprende Karana, la posizione e il movimen- tere un messaggio al pubblico. La
to del corpo e Adavu, la posizione dei piedi in mitologia indiana è così ricca di
riferimento al suolo, che insieme danno vita a significati e di insegnamenti per la
movimenti eterei e superbe pose scultoree. vita e tradurre questo in danza è
Nritya e Abhinaya fanno invece riferimento stupefacente, regala sempre qual-
al racconto di episodi della mitologia indiana cosa di molto speciale sia all’ese-
Un linguaggio che per sua natura attraverso le Mudra (movimenti delle dita delle cutore che al pubblico.
oscilla tra allegria e dramma, tra pas- mani utilizzati come alfabeto narrativo) e il lin- Due parole per descrivere
sione struggente, sfrenata e manife- guaggio emozionale dell’espressione del volto Bharata Natyam…
stazione della sensualità lenta, ser- con gli occhi, le sopracciglia, la bocca. Geometrico, equilibrato, ritmi-
peggiante. A tinte forti, si narrano il Amore, Umore, Compassione, Collera, co, lirico, intenso.
mondo e la vita del pittore, con il sup- Coraggio, Paura, Rifiuto, Sorpresa, Pace Come definiresti il tuo stile?
porto di luci, proiezioni e colori. d’Animo sono i Nava Rasa, i sentimenti base Vario. Ho studiato con diversi
Fusione di arti, per uno spettacolo contemplati nella tradizione dell’India e che nel insegnanti di Kalakshetra: con
che vuole esplodere come un’esalta- Bharata Natyam vengono magnificamente narra- Rajyahsree Ramesh da cui ho
zione della vita. AL TEATRO ITALIA, VIA ti. Un inno alla bellezza e all’armonia fisica e spi- appreso lo stile «Pandanallur», e
BARI, 18 - ROMA - TEL. 06 44239286 rituale dove mito, rito e arte, espressione (Bha), con Lata Pada, che mi ha insegna-
melodia (Ra) e ritmo (Ta), si fondono armonica- to lo stile «Tanjavur».
mente in uno spettacolo che costitusce una vera e Quando mi occupo di coreogra-
propria «esperienza spirituale» per il pubblico, fia mi piace molto combinare ele-
che si troverà immerso in un’ affascinante dimen- menti di Bharata Natyam e la tec-
sione fuori dal tempo e fuori dal comune. nica contemporanea e questo è
CLASSICA
MENTE
Music In  Autunno 2008

MIGUEL MARTINEZ Cantatina ARTE Domenica Regazzoni


a cura di FLAVIO FABBRI 22 luglio 1832 Riporta in vita Un modo diverso di ascoltare GIOACCHINO ROSSINI La sua Cenerentola
Rossini come da una marea basca musica: scolpirla. la guarderemo in estate mentre cuciniamo.

UNA CANTATINA
TRA ROSSINI E MARTINEZ
Il Maestro Miguel Martinez scopre una Cantatina di Gioacchino Rossini e ce la consegna come la marea della sua città,
San Sebastiàn, ogni mattina riporta nuovi oggetti, con ardore. È la storia di Amore e Imene: e Amore lo guardo in faccia
mentre questo spagnolo - che ormai è un romano - mi parla del manoscritto dei conti Catanzano. Imene, invece, resta
un’estasiante rottura da quello che era ieri (vivevo anche senza Rossini) e quello che è oggi. Come perdere la verginità.
 CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA di ROMINA CIUFFA

(...) Un pianista grande, anche lui come il Ecco, dalla marea, la Cantatina 22 luglio coniugale-soprano, Euterpe-contralto, Apollo-
suo predecessore; in comune - oltre a 1832. L’ha scoperta e la tiene a casa, l’originale tenore, con un’aria per baritono più coro
questo - il fatto di essere vissuti entrambi a caval- con la firma autografa di Gioacchino Rossini maschile (tenore I, tenore II e basso) e accom-
lo di due secoli (Rossini, 1792-1868) e di esser (che è sua lo hanno detto i periti: radiografia, pagnamento di pianoforte. Testo in italiano, e
stati adottati da uno Stato limitrofo al proprio, la raggi ultravioletti, ialografia, pinacografia, cancellature e modifiche ad indicare che si trat-
Francia parigina per il Cigno di Pesaro, l’Italia macrofotografia, esami al radar, esami grafo- ta di un’opera in costruzione.
per questo nostalgico maestro di San Sebastiàn. stilistici-calligrafici, confronto grafologico lettera Martinez l’ha chiamata Cantatina dell’Amor
Poi, la mente corre proprio all’alta marea che per lettera, numero per numero, con Il viaggio a coniugale: è, infatti, un epitalamio che celebra
di notte invade la città basca, all’oceano che Reims e Il Barbiere di Siviglia). Cinquantasette la felicità del giorno delle nozze, probabilmen-
ogni sera bagna e ricopre le spiagge, all’idea - pagine di foglio rettangolare, inclusa la coperti- te quello di un amico del Rossini. Due ipotesi
che Martinez conosce bene - che vi sia un na e l’ultima, bianca. Dodici pentagrammi per sulla destinazione: la prima (più illuminista),
mondo intero nascosto lì sotto, che attende solo foglio, la pagina del titolo sporca e macchiata (e secondo cui l’avrebbe scritta durante le lunghe
la luce del giorno per emergere. macchie anche altrove). Tre voci soliste: Amor vacanze con la famiglia Aguado nel sud-ovest
della Francia, tra Bayonne e Tolosa, lontani da st’operetta sull’amore ci serve. Vogliamo sapere
una Parigi colpita dall’epidemia di colera del che proviene proprio da lui, l’autore della Gazza
1832 - data che corrisponde a quella indicata Ladra e del Barbiere di Siviglia, un ipocondriaco,
nel titolo (peraltro autodenigratorio, «cantati- umorale, collerico, pigro e depresso, come noi.
na» in luogo di «cantata», proprio nello stile del Poi, come noi, un amante delle donne, della
Pesarese). Solo poco tempo prima, nel 1827, buona cucina e del vino, tanto da esser famoso
Rossini aveva già composto una Cantata per il per le sue ricette e per i valzerotti sul burro, sulle
battesimo del figlio del marchese Alessandro acciughe, sui cetriolini e sull’olio di ricino.
Maria Aguado, banchiere amico e amministra- Rossini, mezzo illuminista mezzo romantico -
tore delle sue risorse finanziarie. La seconda per questo forse sempre in crisi, eterna la lotta
ipotesi, più romantica: nel 1832 Madame tra il senso dei suoi testi e l’emotività delle note
Olimpe Pellisier aveva assistito l’artista in - aveva detto: «Datemi una nota della lavanda-
occasione di una malattia neuro-vegetativa che ia e la metterò in musica»; nel suo profilo illu-
lo aveva colpito. Il maestro la sposerà nel 1846. ministico, si auto-plagiava utilizzando proprie
Martinez non esclude potesse essere Olimpia composizioni (i centoni) nelle nuove opere,
colei che «emula i Numi in cielo», madre- mentre il romantico regalava operette alle alun-
amante-amante-sposa che i Numi innamorò. ne, agli amici, alle amanti, e scriveva péchés de
L’intento è silenzioso, ma sopravvive fino ad vigilesse («semplici, senili debolezze»). La
oggi. Di proprietà del conte Vittorio Catanzano, prima opera all’età di 14 anni - un Demetrio e
il manoscritto è messo all’asta dal nipote - in un Polibio rappresentato solo nel 1812 - quando la
momento di bisogno - nel 1979 alla Christie’s passione per Mozart e Haydn lo consumano
di Londra e, invenduto, torna a Roma. Dove si (tanto da meritarsi il soprannome di «tedeschi-
trova il maestro Miguel Martinez. Musicologo, no»), subito il teatro e la lirica e il loro precoce
insegnante di Educazione musicale e Pianoforte abbandono, la depressione, il ritiro nella campa-
in istituti privati, nei Conservatori di Latina, gna parigina di Passy e ancora comporre. La
L’Aquila e Santa Cecilia di Roma, direttore prima rappresentazione fu al Teatro Mosè di
d’orchestra e sensibilissimo compositore, lui Venezia con La cambiale di matrimonio, l’ulti-
che è anche un amante di Rossini sposa la ma il Guglielmo Tell del 1829, a Parigi. Ma non
causa, svolge un’accurata revisione, elaborazio- finisce e continua a scrivere per gli intimi, per

SCOLPIRE ne ed orchestrazione dell’opera che gli viene


affidata dal conte e che oggi porta il suo copy-
right (1985) anche per le leggi di Washington,
sé, un finto pigro: ed ecco il Duetto dei due gatti
rinvenuto presso un antiquario napoletano, una
Messa a voci d’uomo del 1808 riportata alla luce

LA MUSICA D.C., e si batte.


Contro i mulini a vento proprio come il suo
paesano Don Chisciotte - la miscredenza, l’invi-
nel 1960, una Cantata, quella del voto filiale,
emersa di recente.
E la Cantatina. «Danze, ghirlande, cantici, /
Un modo diverso di «vedere» la musica: dia, la malafede, le posizioni di principio degli Amore e Imene a gara / nell’ombra del silenzio /
scolpendola. Una liuteria onirica, «esperti» - fino a portarla, il 10 maggio 2003, in Prepara alla beltà». Io l’ascolto solo perché
prima mondiale alla serata inaugurale Miguel Martinez l’ha voluta con tale intensità.
i violini e i quartetti di Ysaye, Wienawski dell’Hampstead & Highgate Festival in Questa, per la mia umanità personale, è la prima
e Debussy, le opere di Domenica Regazzoni. Inghilterra. Il plauso della critica: a questo punto mondiale della Cantatina, che Rossini sembra
non servono quasi più le perizie, perché que- aver scritto solo per questo maestro basco. E me.
he la musica sia arte con la ‘A’ maiuscola non ci sono dubbi. Il problema
C è stabilire il confine, se esiste, con le altre discipline. La mostra di
Domenica Regazzoni ci chiarisce subito le idee, materializzando un luogo
concettuale e fisico su cui riflettere: Scolpire la musica. Lo scenario è dato
dal Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, dove l’ar-
tista propone, fino al 9 novembre, un modo diverso di ‘vedere’ la musica,
METTI ROSSINI IN CUCINA
semplicemente scolpendola, rendendola visibile. Ecco quindi che il confi-
La «Cenerentola» rossiniana in diretta: quando la tv torna ad essere servizio pubblico
ne artistico, nella sua percezione, viene già attraversato in tre dei cinque
sensi: vedere, sentire e toccare.
L’esposizione propone opere pittoriche, scultoree e incisioni di a Rai ci riprova con economici che di compe-
Domenica Regazzoni realizzate tra il 2007 e il 2008 sul tema della liuteria
trattato attraverso materiali eterogenei, quali tavole in legno rielaborate,
tele, carte, legni e bronzi. Un mondo sospeso tra i ricordi d’infanzia legati
al padre, grande maestro liutaio, erede di predecessori quali Stradivari e
L La via della musica.
Dopo la diretta
romana della Tosca di
Giacomo Puccini nel
tenze professionali, ben
sottolineato dalle parole
del presidente Claudio
Petruccioli: «… La tv per-
Amati, e la forza plasmatrice della fantasia e della memoria, in una rico- 1992 e della Traviata di mette di offrire al grande
struzione affettiva e simbolica celebrata dall’artista in chiave contempora- Giuseppe Verdi da Parigi pubblico il meglio del melo-
nea. Un filmato, realizzato da Fabio Olmi, racconta il liutaio Dante nel 2000, questa sarà la dramma italiano attraverso
Regazzoni all’interno del proprio studio proprio mentre lavora alla realiz- volta della Cenerentola di linguaggi e formule narrati-
zazione dei violini. Gioacchino Rossini, il 20 e ve specifiche. Questo è il
In questa liuteria onirica troviamo sculture giganti dall’impatto puro ed 21 giugno 2009, in mondo- pregio maggiore dell’opera-
elegante, di grandi dimensioni (quasi 2 metri di altezza) in legno di acero, visione, con l’Orchestra zione, il motivo per cui la
abete e palissandro. D’intenso valore e significato sono anche gli assembla- Sinfonica Nazionale della Rai la vuole e ci crede».
ges e i collages e le tavolette polimateriche, suggestive e poetiche, realizza- Rai diretta dal maestro I grandi eventi culturali
te su supporti che richiamano sia il mondo dell’arte, come la tela e i colori, Riccardo Chailly. tornano così in televisio-
sia quello della musica, come le corde di violino. Una musica per violino Cenerentola, una favola in ne, segno che il mezzo,
solo o per quartetto con musiche di Ysaye, Wieniawski e Debussy fa da diretta, programma ideato grazie alle più moderne
colonna sonora e accompagna i visitatori attraverso il percorso espositivo. e prodotto da Andrea tecnologie di trasmissio-
Gillo Dorfles, pittore, critico e filosofo, parla di Domenica Regazzoni Andermann in partner- ne in alta definizione,
come di un’artista che ha saputo dar vita a raffinati collages polimaterici, a ship con la Rai, propone può ancora assolvere a un
minute ma sensibili interpretazioni degli haiku nipponici, che ha voluto a bella tre appuntamenti per un totale di oltre due compito che in passato ha decisamente
posta limitare la sua opera esclusivamente a tutto quanto poteva ricordare e cele- ore di diretta complessive. Un gradito svolto al meglio, come servizio pubblico
brare il lavoro paterno: la sua capacità artigianale, il suo incredibile «orecchio» ritorno per «La via della musica», che pro- radiotelevisivo: portare la bellezza della
musicale, evidenziando in questo modo - sia pur metaforicamente - quel connu- seguirà poi col Rigoletto di Verdi. cultura tra la gente, nelle case, a tutti, in
bio così spesso tentato e quasi sempre fallito tra le due arti, quella visiva e quella Un nuovo progetto culturale che vede la Italia e nel mondo.
sonora. (Flavio Fabbri) Rai in prima fila, sia in termini di sforzi Flavio Fabbri
Music In  Autunno 2008 CLASSICA
MENTE
MUSICOFILIA Oliver Sacks Per Michael il sol minore è color ocra, il re minore ha il colore della selce, un color grafite, il fa
minore è del colore della terra o della cenere. Rosy ha trascorso 43 anni - prima di svegliarsi - in un recinto musicale fatto delle 14
note del «Povero Rigoletto». E i malati della sindrome di Tourette suonano il tamburo in perfetta sincronia ritmica.

di Flavio Fabbri e Romina Ciuffa intervalli, i contorni melodici, l’armonia e il sosta, a volte in modo esasperante, per giorni e
ritmo di un’esecuzione. Riusciamo quasi istinti- giorni». Il classico «ce l’ho in mente e non se
vamente a interagire con tutto questo e a ne va». Ciò - e il fatto che tale musica possa
costruire mentalmente musica, facendo intera- essere «del tutto fuori luogo o banale, per nulla
gire diverse parti del cervello su diretta azione gradita o addirittura odiosa» - indica un pro-
dell’organo uditivo e non solo. Così come la cesso coercitivo, che la musica sia «penetrata
musica ci può calmare, eccitare o dare conforto, in una parte del cervello e l’abbia sequestrata
allo stesso modo può essere utile, se non inso- costringendola a scaricare in modo autonomo e
stituibile, a livello terapeutico per i casi sopra ripetitivo»: come può accadere nel caso dei tic
citati. Ad esempio, come si fa a «pensare» la o della crisi epilettica.
musica? Neuroni. È in questa accezione che la musica diviene
Oliver Sacks, celebre neurologo e scrittore esterna alla nostra fisicità, uno degli elementi in
già noto al pubblico per il best seller Risvegli grado di disturbare il silenzio naturale del san-
del 1987 (da cui Penny Marshall ne trasse nel gue che scorre (quella soglia di rumore, sempre
1990 il film omonimo con Robert De Niro e presente, che è tollerata a livello percettivo da
Robin Williams), non ne ha dubbi: «... La musi- un corpo funzionale, adattabile, che altrimenti
ca fa così parte dell’umano che il suo utilizzo impazzirebbe e, per questo, elabora un sistema
quotidiano ne banalizza l’importanza. Eppure, difensivo tale da non riuscire ad ascoltare se
per tutti coloro che sono persi nelle oscurità non lo stomaco affamato o il cuore che batte
dell’Alzheimer o di altre forme di demenza, nelle orecchie, nelle vene, nel polso, e solo in
essa può avere un potere superiore a qualsiasi determinate circostanze). Il silenzio è tutto.
altro strumento nel restituirli, seppure soltanto La musica, elemento di disturbo. Penetrante.
per poco, a se stessi e agli altri». Coercitivo. Inconfinabile. La trappola di un
Lo crede perché c’era: un giorno, a New motivetto «orecchiabile», carcere per la mente,
York, davanti a una trentina di persone affette interferenza che a volte può divenire straziante,
dalla sindrome di Tourette, in preda a tic conta- e liberarsene impossibile. «Mi misi a saltare su
giosi che si propagano ad onde. Lì, sopra un e giù - spiegava all’autore il suo amico Nick -.
palco, un batterista. Che comincia a suonare. E Contai fino a cento. Mi spruzzai dell’acqua in
loro a seguirlo con dei tamburi, in perfetta sin- faccia. Cercai di parlare a me stesso ad alta
cronia ritmica. Come? voce, tappandomi le orecchie». È l’earworm,
rapporto che lega l’uomo alla musica Un giorno, l’insigne compositore contempo- verme dell’orecchio utilizzato dalle campagne
IL è classificabile come unico e proba-
bilmente assoluto. Un caso singolare
raneo Michael Torke disse alla sua insegnante:
«Mi piace proprio quel brano azzurro». E
pubblicitarie. Ed è contagioso. «(...) Due giorni
dopo, il narratore incontra un vecchio amico,
tra le specie animali di catarsi psicofi- aggiunse: «Il brano in re maggiore... il re mag- un pastore, e inavvertitamente lo ‘infetta’ con il
sica, che non ha davvero eguali nel mondo dei giore è azzurro». «Non per me», replicò l’inse- motivetto; il pastore, a sua volta, contagia
viventi. Se il corpo viene rapito dal ritmo con la gnante. A cinque anni, Torke - che già compo- senza volerlo tutta la congregazione».
danza, l’incredibile dinamica neurale della neva - dava per scontato che tutti vedessero dei «In chi è affetto da certe condizioni neurolo-
musica genera specifici nessi continui tra fun- colori in associazione alle tonalità musicali. giche (spiega Sacks) i ‘tarli’ o i fenomeni asso-
zioni e disfunzioni del cervello. Quando capì che ciò non era, la considerò come ciati - la ripetizione ecoica, automatica o com-
Nel suo ultimo lavoro, Musicofilia (Adelphi, «una specie di cecità», poiché in lui questa sine- pulsiva di note o parole - possono acquisire
2008), Oliver Sacks esplora il mondo nebuloso stesia con le tonalità musicali è stata sempre ulteriore forza. Rose R., una paziente del grup-
e sconosciuto di patologie estreme e drammati- presente, permettendogli di vedere colori preci- po di parkinsoniani postencefalitici che ho
che, come l’autismo, il Parkinson, la demenza si costantemente associati al suono della musi- descritto in Risvegli, mi raccontò di come nei
precoce, l’Alzheimer e le sindromi corticali, ca - scale, arpeggi, qualsiasi cosa. E il fatto di suoi stati ‘congelati’ fosse spesso stata ‘confi-
raccogliendo preziose testimonianze, spesso avere l’orecchio assoluto - spiega a Sacks - nata’, come diceva lei, in un ‘recinto musicale’:
aldilà del semplice referto medico. rende per lui le tonalità musicali assolutamente sette coppie di note (le quattordici note di
Universi oscuri in cui, attraverso la musica, si distinte: il sol diesis minore ha un ‘aroma’ Povero Rigoletto) che si ripetevano in modo
trovano incredibili risposte e benefici al limite diverso dal sol minore; ogni tonalità e modo irresistibile nella sua mente. Mi disse anche che
dell’inspiegabile. Allucinazioni sonore, amusia, appaiono visivamente distinti e caratteristici esse formavano un ‘quadrilatero musicale’
disarmonia, epilessia musicogena: da quali come lo è il suono, e nessuno sforzo di volontà lungo i cui quattro lati lei era costretta a cam-
inceppi, nella connessione a due vie fra sensi e o immaginazione può modificarli. minare, mentalmente, all’infinito. Questo pote-
cervello, sono causate? Come sempre l’indagi- E cosa succede se, guardando l’azzurro, va andare avanti per ore di seguito, e di fatto fu
ne su ciò che è anomalo getta luce su fenomeni suona un re maggiore che è giallo? Vede verde? proprio così, a intervalli, nell’arco dei quaran-
di segno opposto: l’orecchio assoluto, la memo- No, i colori sinestetici sono del tutto interiori e tatre anni della sua malattia prima che fosse
ria fonografica, l’intelligenza musicale e
soprattutto l’amore per la musica. E Sacks non
non si confondono mai. Per lui, sono rimasti gli
stessi e coerenti per almeno 40 anni.
‘risvegliata’ dalla L-dopa».
Può darsi che esista un continuum tra il pato- L’Inno
ci vede assolutamente nulla di miracoloso: la
musica è qualcosa di innato nell’essere umano
o, se si preferisce, di profondamente radicato
Sacks definisce «strano» che la musica sia, in
vario grado, nella testa di tutti noi, perfino in
assenza di fonti esterne. A volte, la normale
logico e il normale, o non si spiegherebbero
tarli improvvisi all’orecchio, irresistibili a livel-
lo neurologico. Ciò che mette paura è la stessa
alla vita dei
nella specie. Fin dalla più tenera età.
Siamo esseri musicali oltre che linguistici,
immaginazione musicale varca un limite e
diventa «patologica», come quando «un parti-
cosa che ci solleva: la musica costituisce un
mostro meraviglioso che sa far lacrimare per-
Carmina Burana
tutti in grado di percepire le note, i timbri, gli colare frammento di musica si ripete senza ché non va via, nel bene e nel male.
Tornano all’Accademia di Santa
Cecilia i popolarissimi Carmina

L’OPERA DEVE USCIRE


Burana, celeberrima composizione di
Carl Orff del 1937, per un rinnovato
inno alla vita e ai suoi piaceri terreni.
Basati su testi profani del XIII secolo e
DAI SUOI TEATRI IMMENSI scritti con un latino affogato in dialetta-
li rime francesi e tedesche, soltanto
nella prima metà dell’800 furono
Il Piccolo Lirico Teatro Flaiano, per il 150° anniversario di Giacomo Puccini, avvia un grande progetto «in piccolo»: riportati alla luce da un convento bene-
dettino in Baviera. Dal 29 novembre
rappresentare l’opera in teatri da camera, per più repliche e per tutti. Una cura dimagrante per riconquistare l’intimità al 2 dicembre, di nuovo l’afflato vitali-
stico dei Carmina Burana nella Sala
egli ultimi anni molto si è parlato di rina- variabile tra i 90 minuti (Tosca) e i 100 minuti presentate per più repliche, credere che la cono- Santa Cecilia dell’Auditorium romano,

N scita dell’Opera lirica, in special modo di


grandi incassi, di tutto esaurito e di strut-
ture sold out estate-inverno, proprio per-
ché non ci sono più le mezze stagioni. Eppure,
(Madama Butterfly); 2) le rispettive strutture
analizzate, rilette, scomposte e ricomposte, tanto
da presentarsi come due spettacoli lirici dal lin-
guaggio universale e facilmente fruibile; 3) par-
scenza e la crescita culturale si fondano anche
sulla possibilità di ripetere l’esperienza.
Tentativo coraggioso che punta sulle nuove tec-
nologie (scenografia virtuale, potenzialità meta-
in un’esecuzione per soli, coro e orche-
stra, ovviamente quelli dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, diretti da
Rafael Frühbeck de Burgos, accompa-
nessuno si ferma a riflettere sul rapporto tra tendo dalla tradizione squisitamente teatrale, morfiche del suono amplificato, nuove tecniche gnato dalle voci di Annick Massis
l’Opera lirica contemporanea e il suo pubblico: nella tecnica costruttiva, nelle manualità, nei visive), dialogando con le sensibilità dell’oggi. (soprano), Lucas Meachem (baritono)
c’è comprensione reale? Quali sensazioni attra- trucchi, la scenografia punta al simbolico, al Bisogna partire dal teatro come grande fucina di e Celso Albelo (tenore). (Flavio Fabbri)
versano il pubblico più giovane? In che modo primo piano dei protagonisti ravvicinati al loro saperi artigianali, con la coscienza che ne esisto-
l’immenso patrimonio culturale lirico si traman- pubblico come non accade in un grande teatro; 4) no di nuovi, confidando che anche la tecnica
da alle nuove generazioni? Forse per rispondere i costumi, appositamente creati per ogni artista aspetta solo di incontrare l’estetica.
a queste domande o forse solo per celebrare il che si avvicenda, pur rispettando la tradizione, Coincide con la visione che il compianto Gian
150esimo anniversario del grande compositore sono frutto anch’essi di una suggestione densa di Carlo Menotti, fondatore del prezioso Festival
Giacomo Puccini, magari compiacendosi un riferimenti, ma interpretata secondo una visione dei Due Mondi di Spoleto, predisse già una deci-
poco delle lusinghe ricevute dai media di mezzo più moderna dell’intendere la bellezza e l’arte. na di anni or sono: «… Questa prospettiva è
mondo, il celebre Piccolo Lirico Teatro Flaiano Svincolarsi dai numeri del botteghino, vivere attuale e segnerà una svolta nella storia delle
di Roma rilancia un modo diverso di fare Lirica. piccoli teatri ‘da camera’ in cui le opere vengono rappresentazioni liriche. L’opera deve uscire dai
Da ottobre a tutto maggio 2009, saranno oltre suoi teatri immensi, dove un posto a sedere costa
140 le repliche di un nuovo allestimento della una fortuna, dove i giovani, abituati ai primi
Tosca e di Madama Butterfly, due importantissi- piani del cinema e della televisione, non riesco-
me opere pucciniane che rappresentano lo spiri- no neanche a discernere i tratti dei cantanti, lon-
to e la filosofia di un progetto innovativo che si tani come sono dal palcoscenico e dall’orche-
confronta inevitabilmente con molte convenzio- stra. L’opera deve fare una cura dimagrante,
ni tipiche degli spettacoli operistici, come lo spa- riconquistare l’intimità dei piccoli teatri».
zio, la durata e le modalità di rappresentazione. I
punti cardine del progetto sono: 1) una durata Flavio Fabbri
SOUND
tracking
Music In  Autunno 2008

ENNIO MORRICONE L’intervista FESTA DEL CINEMA DI INTI ILLIMANI Raccontano dentro a un
a cura di ROBERTA MASTRUZZI Dopo ogni premio, lui torna alla sua ROMA Bob Marley, Fabrizio De poncho le stragi di Pinochet e i cadaveri get-
Trastevere assoluta Andrè, Caetano Veloso da vedere tati in mare. E Daniele Silvestri ruba da loro.

 CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA di Roberta Mastruzzi

WE ALL LOVE MORRICONE


Le sue composizioni si staccano dai film e divengono musica assoluta, ma lui suonerebbe «I pini di Roma» di Ottorino Respighi per musicare la sua città
Quindi se il regista preferisce così, anche io Silenzio e Sicilo ed altri frammenti, che lei
preferisco, perché trovo che i migliori risultati definisce «musica assoluta». Può spiegarci
che io ho ottenuto sono stati quando ho avuto la questa definizione?
possibilità di comporre prima la musica. La musica assoluta viene dalla necessità del
Scorrendo l’elenco delle sue composizioni compositore di esprimere le proprie idee musica-
per il cinema e dei registi con cui ha lavora- li. La musica applicata è invece richiesta a un
to, oltre a Brian De Palma, Warren Beatty e compositore per essere applicata a un film, a un
Roland Joffè, non appaiono nomi dello «star lavoro teatrale, ad altre cose di spettacolo, e così
system hollywoodiano», eppure il suo lavoro non nasce da una personale necessità del com-
è molto conosciuto e apprezzato negli Usa. È positore ma dalla necessità di un’altra opera in
stata una sua scelta? cui la musica è secondaria.
No, non è stata una mia scelta precisa. Io non Com’è nato il progetto We all love
scelgo, se sono chiamato accetto o non accetto di Morricone, il cd in cui artisti internazionali
comporre. Ho rifiutato molti film e quindi sarà come Bruce Springsteen, Quincy Jones,
capitato anche di averlo fatto per qualcuno di Herbie Hancock, i Metallica, Roger Waters e
importante; ultimamente ho rifiutato anche De altri interpretano le sue colonne sonore più
Palma perché non posso rispondere a tutto quel- famose?
lo che mi si offre. Io non avrei mai avuto la presunzione di rea-
Durante la cerimonia di consegna lizzare questo progetto. Bisognerebbe allora
dell’Oscar alla carriera, ha ricordato tutti chiederlo a chi ha avuto l’idea. Personalmente
quei compositori che avrebbero meritato un non posso far altro che ringraziarlo per la bella
Oscar ma non l’hanno mai vinto. A chi esperienza.
avrebbe assegnato questo premio? Negli ultimi anni ha avuto un’intensa atti-
Non faccio nomi perché altrimenti ne dimenti- vità live e ha suonato davanti a platee inter-
(...) al suo fianco da più di 50 anni, la donna per non ripetersi mai? cherei tanti, e certamente sono molti i composi- nazionali, dal concerto all’Assemblea
a cui ha dedicato il suo Oscar alla carriera e Il segreto è quello di avere idee, non annoiar- tori che non hanno preso l’Oscar ma che Generale dell’Onu al più recente tour in
un’intera vita. si mai e poi cambiare sempre il tipo di film. Ma l’avrebbero dovuto prendere. America Latina. Può raccontarci questa
E infine Roma, la sua città e quella casa a per chi vuole intraprendere questo mestiere il Un’opera cinematografica è una perfetta esperienza?
Trastevere in cui ritorna dopo ogni viaggio, mio suggerimento è di non seguire questa strada unione tra immagini, parole e musica. Qual è Ero talmente preoccupato per il concerto alle
dopo ogni concerto. Già, perché le sue compo- perché è difficilissima. Sinceramente non la con- il film che l’ha emozionata di più? Nazioni Unite perché avevo un coro americano
sizioni scritte per il cinema sono diventate siglio a nessuno perché è veramente dura. Un’opera cinematografica è una perfetta con cui avevo provato pochissimo, anzi quasi per
repertorio per i suoi concerti insieme a quella Parliamo del lungo sodalizio artistico con unione di immagini, parole, musica, rumori, niente: solo lo stesso giorno del concerto. Posso
che lui definisce «musica assoluta». Anche se Giuseppe Tornatore, per il quale ha curato la effetti speciali, e tante altre componenti che quindi dire che questa esperienza è stata piena di
originariamente composte al servizio dell’idea musica di quasi tutti i suoi film, da Nuovo fanno parte della colonna sonora. Sono più di preoccupazioni che si sono sciolte soltanto dopo
di un regista o di una sceneggiatura, sono tal- cinema paradiso all’ultimo, Baaria, di cui uno i film che mi hanno commosso, 500 film ho la riuscita del concerto, quando la gente ha
mente radicate nell’immaginario collettivo da sono ancora in corso le riprese e per il quale fatto e la maggior parte di questi mi ha emozio- applaudito.
vivere di luce propria. Instancabile, ha affronta- ha già scritto la musica. È il suo metodo di nato moltissimo. Il suo nome è legato a Roma. Come imma-
to negli ultimi mesi un tour che lo ha portato lavoro abituale scrivere la musica prima che Devo farne uno con Giacomo Battiato, che gina la colonna sonora della sua città?
fino in Cile. Compositore prolifico come nes- siano girate le scene? giudico emozionantissimo, sulla strage razzista Non l’immagino con musica mia, ma certa-
sun altro, sta lavorando alle musiche dell’ulti- Ho scritto gran parte dei temi principali di in Bosnia-Erzegovina da parte del generale mente con la musica di un grande compositore
mo film di Giuseppe Tornatore. Una vena arti- Baaria ma non è tutto quello che dovrò fare: ci Mladic. Sarà un film straordinario, ed anche un come Ottorino Respighi che l’ha immaginata
stica inesauribile, che riesce sempre a trasfor- sarà ancora molto da completare. Il metodo otti- documentario. Battiato è un regista di grande bene: ha composto infatti le «Feste Romane», «I
marsi e a non essere mai uguale a se stessa. male per lavorare prima di tutto è che il regista impatto e di grande bravura. pini di Roma» e le «Fontane di Roma». Bisogna
lo voglia, altrimenti la musica si pensa, si scrive Oltre alla musica da film, ha scritto diver- ascoltare queste composizioni per capire cos’è
Oltre 500 colonne sonore, qual è il segreto dopo e si applica ancora dopo. se composizioni, come le più recenti Voci dal Roma in musica.

SULLA LORO
CATTIVA STRADA INTI-MI film è il racconto dettagliato delle stragi di
dissidenti compiuta dal governo Pinochet
accompagnato dalle note malinconiche di
erano una volta sei ragazzi cileni Vino del mar: in mare finivano i cadaveri in

M
usica protagonista del Festiva
Internazionale del Film di Roma che,
giunta alla terza edizione, ha cambia-
to nome, presidente e sezioni: ora si
mondo i riflettori puntati sul Brasile, con una
rassegna di dieci film in anteprima.
Tra questi, Coraçao vagabundo, dedicato a
Caetano Veloso. Il film, diretto da Fernando
C’ con un poncho nero dalle frange
bianche che attraversavano le Ande
portando con sé i propri strumenti
musicali: chitarre, percussioni, cha-
modo che scomparissero senza lasciare trac-
cia, desaparecidos per sempre.
La storia viene raccontata attraverso le
parole degli storici membri del gruppo, i fra-
chiama Festival Internazionale e Goffredo Grostein Andrade, segue il cantante brasiliano rangos, maracas e sikus. Erano alla ricerca di telli Jeorge e Marcelo Coulon, Max Berré e
Bettini, storico braccio destro di Walter durante il tour per la presentazione del suo una musica capace di essere moderna e anti- Juan Flores Luza, e dei nuovi arrivi Daniel
Veltroni, è stato sostituito alla Presidenza della primo album interamente realizzato in lingua ca, così da diventare un linguaggio che potes- Cantillana, Manuel Merino, Christian
Fondazione del cinema inglese. Il viaggio parte da San Paolo e arriva se unire i popoli latinoamericani, storicamen- Gonzalez e il percussionista cubano Efren
per Roma da Gian fino in Giappone, passando per il Carnegie Hall te oppressi da dittature e governi militari. Viera, passati da semplici ammiratori a parte
Luigi Rondi, storico e di New York. Un viaggio musicale impreziosi- La realtà superò i sogni ambiziosi dei integrante degli Inti-Illimani. Poi ci sono i
to dalle affettuose testimonianze di amici del- ragazzi e il gruppo da loro formato diventò
l’artista come Pedro Almodóvar, David Byrne e in tutto il mondo voce e simbolo della lotta
Michelangelo Antonioni. per la libertà. I sei musicisti avevano nomi
L’altro cinema ha presentato due documenta- come Horacio, Jeorge, José, ma per il resto
ri in anteprima con protagonisti d’eccezione: del mondo erano gli Inti-Illimani. La loro
Bob Marley e Fabrizio De Andrè. Bob Marley: storia inizia nel 1967 e prosegue fino ai
Exodus 77 è il film che Anthony Wall dedica giorni nostri.
all’artista giamaicano e all’album che segnò Dove cantano le nuvole è il primo film-
una piccola rivoluzione all’interno di un più documentario che ripercorre il loro lungo
grande movimento culturale che proprio nel cammino realizzato da Francesco Cordio e
1977 conobbe la sua massima espressione. Paolo Pagnoncelli. Il tempo non ha scalfito la
Mentre sulla scena musicale britannica irrompe vitalità dei primi anni ma ha aggiunto alla
il punk, Bob Marley è a Londra per registrare loro carica rivoluzionaria una sfumatura più
Exodus: l’album porta la musica reggae e la matura e riflessiva. L’innesto di nuovi musi- racconti di amici come Patricio Manns e Joan
cultura rasta alla ribalta agli occhi del mondo e cisti dalla solida preparazione accademica (i Jara (vedova di Victor Java, il musicista e
Bob Marley è il suo portavoce, rivelandosi tra fondatori del gruppo sono autodidatti) ha regista assassinato nello stadio di Santiago
l’altro un grande comunicatore. Le note di consentito di non rimanere ancorati alla vec- pochi giorni dopo il colpo di stato del ‘73), le
Exodus, che contiene alcuni brani storici come chia immagine del passato ma di aprire impressioni della gente comune e le riprese
Jammin’, Three little birds, One Love e Waiting nuove prospettive, nel pieno rispetto della dal vivo di alcuni concerti in Italia e in Cile.
critico cinemato- in vain, scorrono sulle immagini che rievocano filosofia del gruppo dove non esistono «pri- Infine, la partecipazione di Daniele
grafico, mentre i gli avvenimenti spesso drammatici di un anno medonne» e dove si cerca un’estetica musi- Silvestri, che confessa di aver «rubato» alcu-
nomi delle sezioni che segnò profondamente l’universo culturale. cale per unire tradizione e progresso. ne note per usarle come base ritmica de Il mio
sono stati italia- Effedià - Sulla mia cattiva strada è invece il La storia degli Inti-Illimani non può pre- nemico. Ma nella musica il concetto di pro-
nizzati. In questa documentario con cui la giornalista Teresa scindere dagli avvenimenti che sconvolsero il prietà è piuttosto labile. Il furto si trasforma
e d i z i o n e , Marchesi rende omaggio a Fabrizio De Andrè. Cile negli anni 70. I ricordi personali e il rac- in un omaggio e per finire in un concerto, in
Anteprima e Il cantautore, scomparso dieci anni fa, rivive conto storico si intrecciano: il golpe militare cui il cantautore romano esegue il suo brano
Cinema 2008 pre- attraverso interviste e immagini fino ad ora mai del 1973 e il lungo esilio del gruppo in Italia, accompagnato dalle chitarre degli Inti-
sentano i film in viste, concesse dalla Fondazione che porta il la dittatura di Pinochet e le esecuzioni dei dis- Illimani. Ed è sempre Silvestri a scrivere la
concorso, L’altro suo nome e che ha voluto questo film. Un sidenti allo stadio di Santiago, il referendum prefazione del piccolo booklet che completa
cinema è dedicato omaggio al cantautore che, come disse Nicola che decide il ritorno alla democrazia e il rien- il dvd, con gli scatti fotografici dello stesso
al cinema indipendente e all’incontro con auto- Piovani, «non è stato mai di moda. E infatti la tro in patria degli Inti-Illimani dopo quindici regista, Francesco Cordio, e i testi di Jeorge
ri e registi, e Alice nella città lascia spazio ai moda, effimera per definizione, passa. Le can- anni di assenza. Il momento più intenso del Coulon. (Roberta Mastruzzi)
film per ragazzi. Nella sezione Occhio sul zoni di Fabrizio restano». (Roberta Mastruzzi)
Music In  Autunno 2008 SOUND
tracking
YUSUF SHAHIN Anarchico, irruente, sor- MICHAEL NYMAN IL PRIMO GIORNO D’INVERNO
nione, gentile. Il Fellini del mondo arabo che Potenza, istinto, pas- Giovanni Sollima Spasimo come atto d’amo-
ha attaccato persino i fondamentalisti islamici sione e dolore re per le tracce confuse dell’adolescenza

CHAHINE: IL PENSIERO HA LE ALI


NESSUNO PUÒ FERMARNE IL VOLO
Senza di lui, il cinema del resto del mondo è già più povero: Yusuf Shahin, che ha raccontato Alessandria e il mondo arabo a noi Occidentali
a cura di Alessandra Fabretti
a scomparsa di Youssef Chahine il 28 luglio scorso ha lasciato tutti molto rammaricati. La Israele; cinque anni dopo arriva Iskandariya lih? (Alessandria perché?, Orso d’argento al Festival
L reazione non poteva essere diversa, considerata l’enorme fama di cui questo grande arti-
sta godeva in tutto il mondo del cinema «che conta»: Cannes,
di Berlino), dove Youssef non esita a trattare il tema della bisessualità e dell’omosessualità con
naturalezza disarmante. Nel 1994 Al-Muhajir (Il Viaggiatore) sarà l’ini-
Toronto, Locarno e altri ancora. Cineasta gentile, coraggioso, zio di una lunga battaglia legale aperta dalle Istituzioni islamiche
innovatore, con oltre 40 film alle spalle, ha saputo catturare per mezzo d’Egitto, che bocciano come irriverente la sua rappresentazione del
secolo l’attenzione del pubblico sia arabo che occidentale affascinando, Profeta coranico Giuseppe.
intrigando e anche scandalizzando, ma sempre con la leggerezza e la Ma il regista, che dall’inizio degli anni 70 lotta con una grave malat-
sapienza che solo un grande maestro può avere. tia, non si arrende, anzi sferra un altro attacco al rigurgito di conserva-
Chahine inizia la sua lunga carriera nel 1950 dopo gli studi alla torismo e fondamentalismo islamico che caratterizza tutti i Paesi arabi
Pasadena Playhouse di Los Angeles e poi la formazione in Italia al fian- di fine Novecento, dando alla luce un altro incredibile lavoro: Al-
co di Gianni Vernuccio e Alvisi Orfanelli, che gli insegneranno l’arte del Massir, (Il Destino), del 1997, che gli vale l’attenzione del Festival di
documentario e i segreti del neorealismo italiano. Cannes e un premio speciale alla carriera. La trama, da alcuni giudicata
Il successo non tarda ad arrivare: Ibn Al-Nil (Figlio del Nilo, 1951), troppo lunga e forzatamente drammatica, presenta un Averroè realista e
Siraa Fil-Wadi (The Blazing Sky, 1954) per il cui cast scrittura un ven- sarcastico, persino divertente. Dopo infinite peripezie e persecuzioni di
tiduenne e ancora sconosciuto Omar El-Sherif, e poi nel 1958 Bab Al- chi vuole bruciare i suoi libri e soffocare i suoi insegnamenti, il
Hadid (Stazione Centrale), melodramma maturo, in cui veste i panni del Pensatore getta sorridente l’ultimo suo scritto nel rogo infame: Il pen-
protagonista. La performance di questo Chahine giovane e talentuoso ha siero ha le ali, nessuno può arrestarne il volo.
spinto Marco Muller a dedicare alla pellicola una proiezione speciale Ma la produzione di Chahine non toccò un solo genere: si lasciò rapi-
all’interno della Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno. re dal musical in stile Broadway, giocò con le star del suo tempo pie-
Oltre a dipingere i colori della sua terra, a raccontarne le storie e a gandole ai suoi ruoli per creare, attraverso i loro talenti, affreschi a volte
farne assaporare odori e sapori, Chahine è stato in grado di cogliere il aulici e a volte infimi della vita quotidiana, e fu il primo regista arabo a
mondo arabo nella sua stringente attualità, coi suoi pregi e i suoi difetti, attirando le critiche dei più realizzare la propria biografia attraverso una tetralogia (Alessandria perché, 1978; La memoria,
conservatori e il plauso di un Occidente che ha saputo riconoscervi la dignità del nazionalista con- 1982; Alessandria ancora e sempre, 1990; Alessandria... New York, 2004) che gli ha donato l’ap-
vinto e il coraggio di chi difende la libertà di espressione. Nel 1973 esce Al-Usfur (Il Passero), pellativo di Fellini egiziano.
attacco diretto al governo egiziano per il disastroso epilogo della Guerra dei Sei Giorni contro Muller ha ragione a dichiarare: «Senza di lui, il cinema del resto del mondo è già più povero».

THE MIST CERTI


Il new age racconta l’horror:
Mark Isham, Lisa Gerrard e altre creature FEMMINISTI
ratto da un racconto di Stephen King, The Mist
Il chitarrista è sordo, il bassista
T si svolge quasi interamente in un supermercato
dove gli abitanti di una piccola cittadina del
Maine si sono riversati per far scorte di viveri
dopo una tempesta. Improvvisamente, scende una
non ha un braccio, il cantante è
sessualmente represso, il batterista
non sa suonare la batteria
nebbia fitta e misteriosa che li intrappolerà tra le
mura del negozio e costringerà a fare i conti con le musicisti disadattati assoldano
proprie paure e il proprio inconscio.
Il regista Frank Darabont, autore de Le ali della libertà e Il miglio verde, qui è alle prese con
il genere horror. Come in tutte le storie che hanno origine dall’immaginazione di Stephen
3 uno scrittore di successo come
batterista per formare un gruppo e
partecipare a un importante radu-
King, l’orrore che si manifesta all’esterno non è altro che una proiezione dell’orrore che si no. Così nascono i The Feminists, quar-
cela all’interno dell’animo umano: nel caso di The Mist questo prende la forma del fanati- tetto rock sui generis formato da un chi-
smo religioso. tarrista sordo, un bassista senza brac-
La scelta di una colonna sonora di impronta decisamente new age creata da Mark Isham cio, un cantante sessualmente represso
si rivela coraggiosa. Si respira un’atmosfera misteriosa e rarefatta, sembra quasi di poter e un batterista che non sa suonare la

DENTRO toccare la nebbia e le creature che vivono in essa. Il finale è invece accompagnato da un
brano dei Dead Can Dance: la voce di Lisa Gerrard che interpreta una nuova versione di
The Host of Seraphim conduce dolcemente verso un inquietante finale. (Roberta Mastruzzi)
batteria.

NYMAN
«P
otenza, passione, istinto, dolore»:
così vede la musica Michael
SPASIMO
Nyman e così la percepisce il pub-
blico dell’Auditorium Parco della
Musica che accoglie il Maestro del minimali-
smo, in una piovosa serata di metà settembre,
SOLLIMA
Dura è l’adolescenza, e incontrollabile
per un’ora e mezzo di concerto interamente come uno spasimo
dedicata alla sua musica da film. Il composito-
re inglese si presenta con il suo gruppo, la dipinge l’adolescenza col luogo
comune del disadattamento, del
Michael Nyman Band. Sul palco con lui ci sono
un quartetto d’archi, una sezione fiati composta SI corpo che cresce troppo in fretta e con
da tre sax, tromba, trombone e corno francese, l’incapacità della mente a fronteggiar-
basso elettrico e poi lui, il piano. ne le sfide. Il film, opera prima di Mirko Locatelli,
Il viaggio nell’universo-Nyman tocca i suoi Il primo giorno d’inverno, (prodotto da Officina
punti fondamentali: le colonne sonore scritte per Film e in concorso nella sezione Orizzonti,
i film di Peter Greenaway, Water Dances, il brano 65esima Mostra del Cinema di Venezia), racconta
scritto per un cortometraggio in seguito reso cele- appunto l’adolescenza come passaggio critico,
bre da Nanni Moretti ne La stanza del figlio (è il indaga la solitudine in cui vive chi è un escluso
brano che ascolta ripetutamente mentre ricorda come Valerio, incapace non solo di provare a sal-
gli ultimi momenti passati con il figlio), le musi- varsi, ma anche di comunicare il suo dolore.
che di Wonderland e quelle di Gattaca. Un film che nasce anche dalla volontà di resti-
Il dono di Nyman è quello di riuscire a tene- tuire, alla nostra società sempre più smarrita, la
re uniti virtuosismo, ricerca stilistica e comuni- tribale e machista presenza adolescenziale, basata Il ritmo serrato, i personaggi folli, le
cazione con il pubblico. La sensazione è quella sulla prepotenza e sulla sopraffazione, sul fare immagini molto esplicite e violente
di assistere alla proiezione di una lunga sequen- gruppo e sull’esclusione di chi sembra diverso. ricordano Trainspotting e la citazione
za di immagini cinematografiche, una proiezio- Ne cura la colonna sonora, edita dalla Casa del film cult degli anni 90 da parte del
ne tutta interiore. Il segreto della musica da film Musicale Sonzogno di Milano, il compositore e violoncellista siciliano Giovanni Sollima col regista Koen Mortier sembra essere del
è questo: nasce, cresce e muore all’interno di brano De Harmonia, per violoncello solo, primo movimento dell’ampio brano per ensemble, tutto intenzionale.
una pellicola, ma allo stesso tempo si insinua dal titolo decisamente emblematico: Spasimo. Forse il primo progetto internazionale di Il regista belga definisce la propria opera
nell’inconscio e diventa un tutt’uno con le Sollima, nato nel 1995 su commissione del Comune e del Teatro Massimo di Palermo. prima «un esperimento musicale». In
immagini della propria vita. Concetto difficile, che rimanda non solo a un’emozione ma anche a un moto corporeo, det- effetti, il film trae gran parte della carica
Chi l’ascolta non deve far altro che abbando- tato da un malessere fisico profondo, non controllabile e per questo temuto. Un misto di pas- esplosiva da un’energica colonna sonora,
narsi alla musica e seguire il filo dei ricordi. E sione e violenza, di equilibrio precario e caduta, proprio come la musica di Sollima, il suo che dà ampio spazio a gruppi di matrice
alla fine arriva immancabile la melodia di violoncello struggente, sovrapposizione di suoni, anima e corpo: violino, flauto e viola. noise rock come i Lightning Bolt, gli Isis
Lezioni di piano a toccare le corde più intime Linguaggi diversi, mai troppo lontani dalle percussioni, le tastiere e le chitarre, che il com- e i Mogwai. Il risultato è una storia estre-
degli spettatori: il dramma di Ada, la protagoni- positore fa inserire con estrema semplicità. Una struttura post-minimalista, nata da ibrida- ma dal ritmo frenetico, irriverente e poli-
sta del film di Jane Campion, rivive ancora una zioni ossessive ed estremizzate, fino al rock, al jazz, alla musica mediterranea. Spasimo, ticamente molto scorretta.
volta tra le dita del pianista, che guida il pubbli- quindi, come atto d’amore per quell’insieme di amarezza, tracce confuse e occasioni di
co attraverso la struggente linea melodica in sogno che è l’adolescenza, come bellezza di un dialogo tra corpi che crescono e strutture Roberta Mastruzzi
un’immersione nella potenza, nella passione, armoniche inusuali, diverse.
nell’istinto e nel dolore della musica. (RM) Flavio Fabbri
BEY&further
OND Music In  Autunno 2008

SIDDHARTA 7 Oz. Records MUCCASSASSINA Marco Longo È il


a cura di ROMINA CIUFFA Destino e carattere sono due nomi nuovo direttore artistico che decide cosa NORDGARDEN L’artista norve-
del medesimo concetto. dobbiamo ballare il venerdì. Paura? gese suona in un garage a Firenze.

 CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA di ROMINA CIUFFA

SIDDHARTA DEFINIZIONE È una label,


ma anche una
casa ideale in cui entrare per esprimere se
stessi, dar vita a collaborazioni o solo por-
DESTINO E CARATTERE tare idee e pensieri. Un’etichetta discografi-
ca che cerca di seguire l’esempio portato in
epoca pop dalle factory, così attive nel
Una label da 7 once è come un vinile da 12 pollici: gira fino alla fine del pezzo periodo delle avanguardie artistiche negli
anni 60. Poche definizioni, molta sostanza.
Siddharta è un nome protettivo, è per Herman Hesse un uomo che Dare voce a chi
SIDDHARTA per tutta la vita si pone molte domande e non riesce mai a soddisfa- PERCORSO sente la musica
re la sua sete di sapere. Per noi romani Siddharta è un eclettico, molto simile a quello hessiano, elettronica come
un musicista e un punto di riferimento delle notti romane da anni, legali ed illegali. Non è india- un qualcosa di profondo ed istintivo, legato
no ma è nato in India, e di cognome fa Rumma. a diversi momenti ed istanze: il dancefloor,
Lui, che suonava la batteria negli anni del liceo spaziando tra ska, rock e blues, ma non solo. Techno e minimal forse, ma
WHO anni all’inizio degli anni 90 si appassiona alla musica hip-hop ed elettronica, in quegli
rappresentata dagli esordi della scena trip-hop e dalla prima drum’n’bass,
sempre apertura alla contaminazione.
Digitale e non. Produrre, in fondo, significa
chiamata ancora jungle. Sono quei progetti musicali provenienti soprattutto dal Regno Unito prima di tutto ascoltare.
che ne smuovono la coscienza musicale, portandolo ad organizzare party e rave sempre più Ad oggi 7 Oz. ha dato
grandi. Dalla d’n’b e dal breakbeat di quegli anni, si passa alla techno ed electro della metà
degli anni 90 e, con l’arrivo del nuovo millennio, Siddharta sposa la causa minimalista della
RELEASE alla luce due EP; il
terzo è in uscita.
moderna techno, riuscendo a ritagliarsi spazi sempre più importanti nella club culture capitoli- L’esordio sul mercato discografico è stato
na: ideatore e dj resident del Minima, appuntamento dedicato alla musica elettronica di stampo affidato a Ready to Change, due tracce dai
minimal-techno, quindi le mani insieme a Trentemoller, Martini Bros, Sleeparchive, Frank toni scuri ma dal beat incalzante, venate di
Martiniq, Oliver Koletzki, Alan Oldham, Dozzy, Alex Under, Robert Babicz aka Rob Acid, un sottile peso paranoico e liberatorio allo
Undo e Vicknoise, Funk D’Void, Ivan Smagghe, Martin Landsky, Donnacha Costello, Reinhard stesso tempo, prodotte da Alexander Stone,
Voigt, Jennifer Cardini, Barem e Dominik Eulberg; nei migliori club della capitale, in giro per jesino di nascita, bolognese per formazione,
l’Italia e all’estero, nei suoi set spazia tra minimal-techno, echi Detroit, qualche momento elec- stabilmente a Berlino. La seconda, scaricabile unicamente dal web (Beatport, Juno Download etc.),
tro (quella old school) e tuffi nel passato tech & deep house. racchiude le tracce di 4 giovanissimi talenti della nuova scena elettronica nostrana, conosciutisi
La svolta nella storia musicale di Siddharta è la nascita della presso la Sae di Milano. Nutek EP il titolo. Il sound è qui completamente dance-oriented.
7 OZ. RECORDS label 7 Oz. Records, fondata con l’amico dj-producer Mr. È alle stampe il terzo capitolo della storia 7 Oz.: No Rulez, contenente Without
Rovat. Nata all’inizio di questo 2008, la 7 Oz. Records si fa FUTURO di Skyboy e Ai Ai di Edoardo Pietrogrande, reinterpretazioni in chiave elettroni-
conoscere tra gli appassionati di musica elettronica, i clubber più giovani e gli addetti ai lavo- ca di due brani a loro modo celebri e celebrati. Seguiranno, nei prossimi quattro
ri. Il nome, che a prima vista appare così slegato da contenuti musicali, è semplicemente mutua- mesi, altre due release: l’esordio ufficiale su vinile del duo Siddharta e Mr. Rovat, riuniti sotto lo pseu-
to dal peso di un classico vinile a 12 pollici (in once, ovvero 180 grammi). È l’esigenza di por- donimo comune 7 Oz. e, ad inizio 2009, il ritorno di un’autentica icona della scena elettronica italia-
tare avanti le proprie idee in un mercato ultimamente immobile e restio ad accogliere le spinte na, Lory D, in passato a fianco di artisti come Aphex Twin sulla prestigiosa label Rephlex.
che provengono dal basso, a differenza di quello che è avvenuto nel cinema e nelle arti visive
nell’ultimo decennio. Fare musica, producendola, per il gusto di suonare e di ascoltare. SCRIVEVA HESSE: DESTINO E CARATTERE SONO DUE NOMI DEL MEDESIMO CONCETTO. E POI, LA
Poche parole per un concetto che non ha bisogno di complessi teoremi o altisonanti dichiara- MAGGIOR PARTE DEGLI UOMINI SONO COME UNA FOGLIA SECCA, CHE SI LIBRA NELL’ARIA E SCEN-
zioni d’intenti. Siddharta e Fabio Fioravanti aka Mr. Rovat danno vita a questo progetto, lonta- DE ONDEGGIANDO AL SUOLO. MA ALTRI, POCHI, SONO COME LE STELLE FISSE, CHE VANNO PER UN
ni dalla pressante classificazione in generi e sottogeneri, mode e tendenze e sporgendo l’orec- LORO CORSO PRECISO, E NON C’È VENTO CHE LI TOCCHI, HANNO IN SE STESSI LA LORO LEGGE E
chio al di fuori della finestra per catturare suoni e colori del mondo. IL LORO CAMMINO.

Deciso: il concerto si terrà al coperto, ma


CHI HA PAURA DI
MARCO LONGO SUONA dove? C’è troppa gente per poter ospitare tutti
nel salotto attiguo al giardino. Saremo già 60 e
continuano ad arrivare americani, inglesi, ita-

FORSE QUELLI CHE HANNO PAURA DELLA MUCCASSASSINA? IN UN liani. Il sound check nel tunnel del garage con-
vince l’artista: si farà qui. Si adatta la sceno-
grafia al nuovo set: un tappeto, una lampada,
un tavolino. Sullo sfondo, invece degli alberi,

C
ambia il direttore
artistico del party
numero uno in
fatto di tendenza,
black, r’n’b, house, house-electro. Bisogna
ricordare che Muccassassina ha come location
la discoteca Qube, un club con 3 piani e 4 dan-
cing floors… tanto per chiarire che non si tratte-
GARAGE uno scooter arancione. La luce della lampada
è appena sufficiente a illuminare il performer.
Nordgarden ha accettato di esibirsi per un
concerto acustico di 45 minuti. Dopo i primi
accordi il suono della sua chitarra invade il
Muccassassina. Come dire rà di un juke box impazzito! tunnel dei garage. Il «nuovo Elliot Smith»
cambiano le sonorità dei Hai parlato altrove di voler mescolare circo, ripercorre i suoi successi e propone i nuovi
quattro gironi dancing flo- ghetti di New York e vecchi bordelli francesi: brani dell’ultimo bellissimo cd «The path of
ors più famosi di Roma, puoi spiegare tutti e tre e come entreranno love». Si crea uno strano feeling tra lui e il
quelli della trasgressione, nella tua notte? pubblico. La luce fioca, il silenzio con cui gli
che non temono i confini, Per spiegarlo basta considerare la varietà del ascoltatori aspettano di sentirlo cantare, l’in-
che proiettano la pista in un cast artistico di quest’anno. Cerchiamo di rivo- tensità delle liriche, melodie ampie ed avvol-
luogo diverso, non Roma luzionare il concetto di animazione, all’insegna genti: un rito religioso di cui Nordgarden è
ma New York, Parigi, delle contaminazioni artistiche: sui palchi di ministro. Suona per due ore, racconta aneddo-
Berlino e Barcellona insieme. Posti in cui non vi Muccassassina ci saranno spettacoli di burle- ti, coinvolge il pubblico.
sono limiti perché la musica unisce chiunque sque, lap dance sia femminile che maschile, flip e il giardino che deve ospitare il C’è spazio per una cover del «Suonatore
ama e chiunque si ami.
Marco Longo, classe ’76, è un siciliano di
e acrobazie di breacker e ballerini/atleti profes-
sionisti. Mescolato e shakerato con attenzione.
PIOVE concerto è una palude. Norgarden
è venuto apposta da Oslo a Siena,
Jones» di Fabrizio De Andrè: «… Se la gente
sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la
Taormina, dunque non uno qualunque: pura Per rendere il tutto ancora più caleidoscopico, desideroso anche lui di fare il suo primo vita e ti piace lasciarti ascoltare». Lascia il
magia taorminiana. A Roma è venuto nel 1996 settimana dopo settimana i party saranno dedi- «house concert». Nessun compenso, solo un pubblico con questa confessione intima. Un
per l’Accademia di Musica Jazz e Scienze della cati a vari temi: suggestioni, epoche storiche e rimborso spese per il viaggio. Il cantautore vero fenomeno musicale, un artista maturo e
Comunicazione, mettendo in cantiere una tesi culture di volta in volta differenti prenderanno norvegese, che con le sue ballate raffinate ha convincente. E generoso.
sulla gestione e l’organizzazione di eventi; quin- vita ogni venerdì sera sui palchi di lasciato sfumare in suoni più brit-pop la sua Succede anche questo, che un giorno uno dei
di una borsa di studio tra Copenhagen e Londra Muccassassina, passando dai ritmi dei ghetti indole folk e jazz, arriva un po’ in ritardo. È cantautori più promettenti dell’ultima genera-
e ancora danza, teatro, cinema, video, arte figu- americani ai vampiri vittoriani, dai divi del vec- biondo e sorridente, ma per fronteggiare un zione, acclamato da pubblico e critica, ritorni
rativa e musica sperimentale. chio cinema al rock in versione queer, dal gla- temporale di fine estate non basta. a suonare in un garage. (Nicola Cirillo)
Personalità poliedrica, sensibile alle tendenze mour degli anni 80 al sudore dei ring di boxe.
in tutti gli ambiti che fungono da stimolo e ispi- New York, Berlino, Parigi, Barcellona: quale?
razione per la realizzazione di eventi, concerti,
party che lo vedono nella veste di direttore arti-
stico da circa 11 anni. Oggi Muccassassina è
E perché? E cos’altro?
È una scelta ardua. Artisticamente ammiro e
trovo interessanti tutte queste città. Mi piace l’ef-
DONNE IN-CANTO
«sua». E noi dovremo ballare quello che dice lui, ficienza sul lavoro di N.Y., i sound che sono nati Prima che Peter Gabriel nel 1982 lancias- celebre cantante popolare siciliana da tre
con chi dice lui, e come dice lui. tra i grattacieli (l’house music, tanto per dirne se il suo Womad a Firenze c’era già Musica acclamate folk singer italiane: Fausta Vetere,
uno). Berlino sta vivendo un’esplosione cultura- dei Popoli, un Festival che quest’anno cele- Lucilla Galeazzi e Clara Murtas. Quindi, la
Muccassassina, una definizione tutta tua. le non indifferente in questi ultimi anni, architet- bra la sua 33° edizione con il titolo Donne fadista Ana Moura, l’ex cantante dei
Muccassassina è come una riunione di condo- tura, musica e le cosiddette arti alternative stan- InCanto, dedicato al potere emozionale della Transglobal Underground Natacha Atlas,
minio: una gabbia di matti che si riunisce a no trovando strade interessanti da osservare. voce femminile. Otto concerti ottobrini pres- Susana Baca, esponente di punta della tradi-
Roma ogni venerdì sera da diciotto anni. È un Parigi è bella, le sue atmosfere sono magiche: so l’Auditorium della Flog a Firenze e l’esi- zione musicale afro-peruviana e la kurda
grande melting pot, un mix di gente, energie, è un cocktail insaporito con gusto da sonorità bizione di alcune tra le Aynur con la sua ampia
immagini, età, culture differenti. Una ‘shakera- ricercate. Barcellona? Beh, è una bella città con migliori interpreti femminili estensione vocale. Il 2
ta’ di spettacoli, performance e musica. Mettete il mare. E considerando le radici forti della mia delle musiche dal mondo, novembre, un doppio con-
insieme queste cose e avrete un’idea vaga di sicilianità mi sono sempre sentito un po’ a casa dalla cantaora La Macanita, certo: Saba, italo-etiope che
cos’è Muccassassina. lì. Barcellona è musicalmente piacevole anche se protagonista della tradizione mescola i ritmi della tradi-
Da questo momento è «tua»: che ne farai? ultimamente si sentono maggiormente le situa- gitana di Jerez, a Parissa, la zione africana a percussioni
Proverò a calibrare le spezie di questo bel cal- zioni commerciali e un po’ rumorose. Sarebbe più acclamata cantante di dalle sonorità contempora-
derone, cercando di proporre una ricetta nuova. insomma limitante per me dover scegliere solo musica tradizionale persiana, nee, e Mor Karbasi, israelia-
Quali sono i sound del 2009? una di queste meravigliose città. accompagnata da un ensem- na dalla voce incredibilmen-
L’offerta sonora di quest’anno è molto varie- Chi ha paura della Muccassassina? ble di virtuosi strumentisti. te versatile.
gata e si evolve di settimana in settimana con Io no... e voi? Attenti a quello che rispondete! Buon compleanno Rosa è
curiose contaminazioni, mescolando rock nord- dedicato a Rosa Balistreri, Nicola Cirillo
europeo, electroclash, funk anni 70, hip hop, A CURA DI ROMINA CIUFFA
Music In  Autunno 2008
FEED
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ENZO PIETROPAOLI SYS2 QUARTET BIORN Venere Muri GARBO Come il vetro
Nota di Basso Rendersene Element C’è Brooklyn potenti su synth ricer- VERVE Forth Vorticosa inquietudine di a cura di ROMINA CIUFFA
totalmente dipendenti al centro di Roma cati come un esordio Ricomincio da 4 voler morire giovane

VERVE - FORTH
ENZO PIETROPAOLI - NOTA DI BASSO
c’è materiale su cui riflettere. Secondo, un’in-
trospettiva traccia di apertura, la fluida Sit and
J AZZ
& blues
È questo un cd di mero contrabbasso. Dio ce ne scampi e liberi, prima
reazione. E invece no: quest’ultima opera del nostro più grande contrab- Attesa, trasporto,
Wonder (solo questo, 7 visionari minuti).
Terzo, la freschezza e orecchiabilità del singo-
bassista la ascolterai centinaia di volte. Fosse un vinile lo rovineresti e psichedelia, emo- lo Love is Noise, il più criticato qui ma anche
graffieresti anche in cucina per l’uso maniacale che ne faresti. Non essere maniaco, zione. unico episodio di esperimento totalmente
Enzo Pietropaoli lo puoi ascoltare con tutta calma ogni qualvolta di calma avrai biso- Quattro parole per lunatico in un album che non trova ferma col-
gno. Lui, per (non) saper (né) leggere (né) descrivere l’album locazione né nella psichedelia né nel melodico:
scrivere, aggiunge anche parti elettroni- numero quattro il resto del disco è tutto un perdersi nel labirin-
che con maestria, a volte fischietta e dei Verve, e undici to che Ashcroft e soci hanno saputo creare
confonde voce con il suono del suo con- anni di attesa per mescolando sapienti ballate, atmosfere lisergi-
trabbasso. Che definisce ostico. la reunion della band britannica: dall’ultimo che e ritmi trascinanti. Sì, ci sono tutti gli ingre-
Precisamente: «tutta l’umanità che ho album collettivo, Urban Hymns, prima che dienti per un piatto alla Verve.
conosciuto, ma anche la solitudine, in una Richard Ashcroft si inserisse in un anonimo Ancorché criticato. Non un’ostentata originali-
stanza, con lui, il contrabbasso, così osti- percorso da solista pop spalleggiato dagli tà ma un rientro maturo che, oggi, imporrà
co, così familiare». amici Ray Davies, Burt Bacharach, Paul loro di prendere una direzione. Lo dicono loro,
Introduce il suo cd: «A essere sincero, Weller. L’attesa è valsa la pena. Primo, la sit and wonder: siedi, e pensa un attimo.
non sto male da solo, anzi… Ma non sono durata dei brani: tutti al di sopra dei cinque
solo, non si è mai soli di fronte alla musi- minuti e mezzo, in tutto 64. Prolisso forse, ma Cristina D’Eramo
ca. In ogni nota c’è un po’ della mia vita,
le luci, le tenebre, ogni differente sfuma-
tura». Solo, dentro casa sua, perché è là
che lo ha registrato: Recorded in Rome - GARBO - COME IL VETRO
Enzo’s House. E se ti ricorda Dave
Holland, ti stupirai - ora che sai che l’ha Con garbo torna Garbo in un tani dalla retorica imperante di certo cantau-
registrato a casa - di sentire come il suo EDGE
and back disco intenso e doloroso, sotto torato dominante.
suono sia ancora più pulito. l’etichetta Discipline, che affasci- C’è il singolo di lancio Voglio morire giovane,
Non solo Enzo Pietropaoli (la sua CB na al primo ascolto. che poi è un inno disperato alla vita, scritto dal-
Minor Blues ad esempio, «take another È una voce calda e penetrante, è esigenza di l’amico Tao, quasi un esorcismo della morte
cake» lo senti dire): rivisita, tra gli altri, la Mother Nature’s Son di Lennon-McCartney, vivere, tumulto di sentimenti. spirituale, affettiva; c’è Più
l’Autumn Leaves di Joseph Kosma e la Little Wing di Jimi Hendrix, Il Vento di Mogol- Suoni elettronici di bassa avanti, che fa riaffiorare gli
Battisti e Moon River dello stesso Henry Mancini che scrisse La pantera rosa. tensione sì, ma che riporta- echi della new wave; c’è No,
Poi, osa. E pecca: contrabassa addirittura l’Anklange op. 7 n. 3 di Johannes Brahms. no vorticosamente nel cuore che rapisce con un ritmo
Noi affoghiamo nel suo peccato, più maniacali ancora, e prendiamo un’altra fetta di dell’inquietudine metropolita- intenso e basso martellante.
torta dalla cucina mentre lo impatacchiamo sbadati. na, mettendo a nudo la fragi- Tra le 12 tracce trova posto
lità umana. anche una cover dei
ROMINA CIUFFA Il disco più marcatamente Ramones, Baby I love you, in
cantautoriale del musicista una versione leggera e ironi-
milanese fa sentire sottesa ca: quasi uno sguardo dolce
l’urgenza di comunicare e, a sul suo passato, visto col sor-
tal fine, di servirsi di tutti i riso bonario della maturità.
mezzi: musica, voce, liriche.
E per fortuna i testi sono lon- Nicola Cirillo
SYS2 QUARTET - ELEMENT
Qui non si tratta solo di un piani- sa che non afferriamo, dovessimo a questo cd
J AZZ
& blues sta, Emilio Merone, e di un chi- una stringa cosciente per suggellarne la men- GAETANO DONIZETTI - LUCIA DI LAMMERMOOR
tarrista, Luca Nostro, che ci talizzazione.
piacciono, il primo perché ha una sensibilità Ancora una volta Lucia ed tante e malinconico che, intriso di realismo
tastierale che s’infila nello sterno (come il Romina Ciuffa CLASSICA
&opera Edgardo dovranno dare drammatico e di linguaggio al limite del veri-
Thanksgiving di George Winston, ma lui prova del loro amore, attra- smo, deve, senza il reiterato straniamento
aggiunge il background jazz), il secondo per- verso l’eterno dramma di Lammermoor, che della protagonista, esprimere paura e terrore.
ché è un filosofo della musica e, dunque, ne Gaetano Donizetti consegnò alle scene nel Come nella seconda parte della cavatina
conosce il senso più latente (e ce lo spiega). 1835. Un’opera intensa, (Regnava nel silenzio) e come
Ma di due altri in formazione. melodica e struggente, tra nella celebre Scena della paz-
Il batterista Antonio Sanchez, messicano, melodramma romantico e zia.
suona da quando aveva 5 anni e ha collabora- ombre di verismo. La genove- Recitativo arioso per una
to con musicisti del calibro di Pat Metheny (del se Dynamics, casa discografi- scrittura che evoca tutte le
suo trio è batterista) e Chick Corea; mentre ca indipendente, pubblica una componenti del vocalismo
del contrabbassista di Los Angeles Scott nuova incisione live della Lucia d’agilità: gorgheggi in alta tes-
Colley si sono avvalsi la vocalist Carmen di Lammermoor, con l’incon- situra, volate e volatine, trilli,
McRae e fuoriclasse come Jim Hall, Herbie fondibile e seducente voce di note ribattute, picchettati. Al
Hancock, Andrew Hill, Michael Brecker, Joe Mariella Devia, belcantista ita- fianco di Devia non possiamo
Henderson. liana che dà corpo e anima a che trovare l’Edgardo di
I quattro, oggi, registrano insieme nello studio Lucia. Giuseppe Sabbatini, uno dei
Systems Two di Brooklyn, ed esce questo Soprano leggero dal colore più raffinati e sensibili tenori
Element, quattro tracce di Merone e quattro intimo e maturo, Devia è proiettata verso una dei nostri tempi, accompagnato in scena da
di Nostro. Le si ascolta con riflessione e se ne maturità che i suoi detrattori ancora contesta- Vladimir Stoyanov (Enrico Ashton), baritono di
avverte un pensiero latente che impedisce il no, ma che il Teatro Lirico di Cagliari consegna grande eleganza e pulizia vocale, con il seguito
mero mantenimento del sottofondo, perché in modo distinto attraverso una registrazione del cast composto da Carlo Colombara
monta un rischioso coinvolgimento auditivo- senza equivoci e diretta da Gerard Korsten. (Raimondo), Blagoj Nacoski (Arturo), Damiana
mentale: come peccassimo di trascuratezza, Interpretazione al limite della sensualità, Pinti (Alisa) ed Enrico Cossutta (Normanno).
mancasse la concettualizzazione di un qualco- disciolta tra filati e mezze voci impalpabili, in
acuti e colorature cristalline. Un canto palpi- Flavio Fabbri

BIORN - VENERE
RETTORE - STRALUNATA
BEYOND
&further
Quando un disco proviene
dritto dal cuore e non da una
title-track Venere, ma anche Gocce di Umore,
In silenzio). Torna la regina, una reduce. va, audace, indecente, sessuale, ironica e not-
chiacchierata a tavolino lo si Le canzoni scorrono leggere e orecchiabili Stralunata, il suo nuovo tour e turna 25 brani infila, uno dopo l’altro, la notte
percepisce subito. Ascoltando Venere, album accompagnate da testi mai banali dove la la raccolta dei suoi successi, specialmente. Raccolta che è un must.
d’esordio dei Biorn, non voce, piacevole e perfet- eccola, Donatella che non si è mai vergognata di
può certo sfuggire l’incre- tamente calzante con il nulla, che negli anni che furono ha rotto tutti gli Romina Ciuffa
dibile freschezza della mood dell’intero album, schemi e resta, ancora oggi, una che a sentirla
musica di questi cinque riporta a creazioni alla cantare ci si imbarazza. Anche perché non è
ragazzi di Roma: Blaze Chester Bennington dei perfetta e, ciononostante, si prende certi lussi e
(voce, chitarre, synth, Linkin Park e Scooter infila Madonna nel water e poi tira lo sciacquone,
suoni), Eddie (voce, basso, Ward dei Cold sia nel fra- dà a Mina della lavandaia nel duetto con Giorgia,
contrabasso), Manuele seggio che nel timbro. definisce Milva insopportabile e Carmen Consoli
(chitarre, synth, pianofor- Belle le chitarre, che vittima di uno scivolone, Patti Pravo ridicola,
te, fisarmonica), Aure alternano muri potenti di Laura Pausini l’Orietta Berti del 2008.
(batteria, percussioni) e suono a melodie accatti- Il cobra non è un serpente, lo dice il serpente.
Jako (programming, lap- vanti, supportate da una Lei, che se Mina ha la voce di una lavandaia le
top, synth, suoni). sezione ritmica incalzan- passa i panni e glieli strizza, va comunque ascol-
Ed è un mix realizzato a te e precisa. tata perché parla chiaro, parla di maschi e di
dovere, ispirato dal rock Fondamentale e ricerca- amore, fa ballare anche quando parla di suicidio
americano dell’ultima to l’uso dei synth che dà e di lamette. La Rettore è un’amante da porta-
generazione post-grunge ai Biorn una marcia in più re a letto la notte e non salutare la mattina, è
come Nickelback, Creed, Staind (vedi On Air, differenziandoli dalle rock-band tradizionali. una sigaretta da tirare con velocità e sensi di
l’unico brano cantato in inglese del disco, Certamente un esordio eccellente di una band colpa ma poca consapevolezza, un gustoso boc-
oppure Spring e Siamo su una stella) e dal genuina e di qualità. Bravi. cone che solo a pochi è dato capire, quelli che
cantautorato rock italiano di stampo sono un po’ anni 70 con quei suoni da luci psi-
Subsonica, Negramaro, Afterhours (sin dalla Valentina Giosa chedeliche in mezzo al salotto. Per chi è impulsi-

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