GIORNALE DI BRESCIA · Lunedì 4 aprile 2022 29

> CULTURA
mento,aqualsiasilivellodipre- LA RACCOLTA
parazione.L’iniziativaèoraap-
prodata a Milano, più altre cit-
tà in arrivo («spero anche Bre-
scia»).
Ci sintetizza il progetto?
Educo a condividere il suo-
no. Includo chiunque voglia
far parte della «comunità suo-
nante». Insegno scale, tonalità,
patternritmici,frammentime-
lodici. I partecipanti li memo-
rizzano, senza bisogno di uno
spartito,iocomunicoloroattra-
verso segnali. Una sorta di im-
provvisazione collettiva. Mo- Il ritratto. Elaborazione grafica per Fb di Kozeta Nushi, albanese da tempo a Brescia
dello l’abito sonoro su misura
dell’esecutore.Ognunoparteci-
pa col tanto o poco che possie- «Sei la gloria» di Kozeta Nushi sarà presentata il 9
de. Qualcuno è arrivato con
due legnetti. Un po’ come
quando si fa una donazione:
POESIE PER BRESCIA
non importa la cifra, ma il cuo-
re. È una «inclusione musica-
le». Imparare a collaborare in
E PER LA SUA
Bresciano che... non sta mai fermo. Il trombettista e docente Giovanni Falzone sezione,badandoalla compar-
tecipazione e al rispetto di chi
haialfianco.Uncontributocol-
«BELLEZZA COSMICA»
lettivo. Come nella favola afri- Claudio Baroni · c.baroni@giornaledibrescia.it

«Insegno a chiunque cana del colibrì: la savana va a

Q
fuoco e l’uccellino porta nel uando Milan Kundera sentì che Parigi era
suo becco una goccia d’acqua; diventata casa sua iniziò a scrivere in francese.
al leone che gli chiede cosa stia Antonio Tabucchi diceva che la sua patria era

voglia entrare nella

facendo,risponde:«Lamiapar-
te». Suonare è come chinarsi a
terraeseminare.Vedogliocchi
dei partecipanti: luminosi, lie-
ti, appagati, riconoscenti.
l’italiano, perché lo portava sempre con sé, ma
poi scrisse uno dei suoi capolavori, «Requiem», in
portoghese. Scegliere una lingua significa sentire proprio un
mondo, non solo conoscere una cultura. Ancor più quando
si tratta di poesia, per definizione il distillato d’una lingua.

comunità suonante» Quando si è scoperto musi-

cista?
Ho cominciato a 17 anni, da
allora ci sputo dentro l’anima.
Unavolta,perrecuperarealcu-
ne lezioni perdute, mi sono
spaccatoillabbroaforzadipro-
da Sinopoli, Giulini, Abbado, ve. Ho fatto un bando per l’Or-
Giovanni Falzone ha creato Chailly;poihalasciatolaclassi- chestra giovanile di Spoleto.
ca per votarsi al jazz («La sera L’audizione era il 24 luglio, io
Questo lo sfondo che rende interessante «Sei la gloria» (Gam
editrice), la piccola raccolta di poesie che Kozeta Nushi,
albanese d’origine e bresciana di adozione, dedica alla
nostra città. Il volumetto sarà presentato sabato prossimo, 9
aprile, alle 17,30, a cura del Comune, nella sala Centro di via
Moretto 2/b in città; assieme all’autrice, interverranno la
giornalista Magda Biglia e l’assessore Roberta Morelli.
Kozeta Nushi è nata a Valona e la sua casa era proprio di
fronte al mare. Ha studiato, è diventata insegnante di
letteratura albanese, russa e poi inglese. In Italia è giunta nel

con l’Aima il progetto facevo le ore piccole nei locali, midiplomavoil23.Hoinforma-

al mattino presto ero seduto in to la mia famiglia che non avrei
Duemila: quel trasferimento è stato il suo viaggio di nozze e
Brescia l’approdo della sua luna di miele. Forse anche per
sezione, pronto per il primo fatto ritorno a casa per festeg- questo ne è rimasta subito affascinata. Da noi ha aperto,
«Musica sociale»: «Ognuno suono: fresco, pulito, intona- giare perché andavo al provi-
to»). Più volte premiato come no. La sera ho preso un treno,
poco dopo, un negozio di frutta e verdura, in via Aquileia, e
quella bottega è diventata una sorta di piccolo salotto dove
partecipa con quello che ha» miglior talento del
jazz italiano, il suo Ha lasciato
viaggiato tutta la
notte,persolacoin-
scambiarsi idee, anche sui racconti e la poesia. Tre volumi di
racconti e quattro di poesie sono la prima produzione
ultimo cd è stato la classica per cidenza. Sono arri- letteraria, in albanese. Poi il salto: in italiano scrive due libri
me se fosse l’ultima volta. Suo- segnalato dalla ri-
votarsi al jazz, in vato davanti alla di racconti e tre raccolte di poesie. «Sei la gloria» è il suo
Educazione na tutto il possibile, non solo il vista «Musica commissione con quarto libro di poesie, il sesto scritto in italiano e la
necessario.... jazz» tra i migliori luglio lo vedremo treorediritardo,ac- quattordicesima pubblicazione.
Giovanni Falzone è sempre del 2021. Questo con Di Castri caldato, insonne, La plaquette è un canto alla nostra città: «Mia carissima
Enrico Raggi in viaggio (sonoro): ma è mese suona a Bol- stremato. Quando Brescia./ Trovo una bellezza cosmica dentro di te...», dice la
un’ascensione in cerca zano, poi è in giro per l’Italia, in mi hanno proclamato vincito- poesia che dà il titolo. Brescia viene amata nel suo coraggio,
dell’amore supremo (Coltrane lugliosaràaBresciaconilgrup- re non volevo crederci. Da una nella sua forza, ma anche nel suo cuore accogliente.
docet), non una questione di po di Furio Di Castri... cabina telefonica ho avvisato Kozeta Nushi snocciola piccole composizioni, dal ritmo
BRESCIA. Non ha ancora con- note. Insegnante di tromba e Incollaborazioneconl’Aima mia madre e le ho detto che il secco, e scava nel proprio animo: «A volte/ il silenzio/ mi
cluso il combattimento contro musica d’insieme jazz al Con- (Associazione Italiana Musici- giornodopoiniziavo asuonare tocca/ come se fosse/ un’onda/ del mare./ A volte/ quasi
lo strumento. Tutto il suo cor- servatorio di Brescia; fino al sti Amatori) ha creato «Musica nell’orchestra.Devoancorator- mi/ obbliga/ ad appoggiarmi/ a tutto quello/ che sono/
pocercaechiamailsuono.Por- 2004PrimaTrombadell’Orche- sociale»,laboratoripertutti,an- nareacasaafesteggiarequeldi- capace di fare». E nelle sue «valigette sempre piene di sogni»
talosquilloallestelle.Soffiaco- stra «Verdi» di Milano, diretto che dilettanti, per ogni stru- ploma. // approda alla serenità: «Godo le nostre gioie./ Vedo le nostre
ferite./ Trovo riparo/ nella maestosità/ della nostra calma».

L’intervista - Massimo Polidoro, scrittore e divulgatore scientifico

«A SCUOLA DA UN GRANDE MAGO PER SCOPRIRE TRUFFE E INGANNI»

I
n America, a scuola da un mago per impa-
rare a riconoscere ogni tipo di inganno e
manipolazione nel campo del paranor-
male e dell’occulto, dove la frode è sem-
pre di casa. È la singolare avventura giovanile
vissuta da Massimo Polidoro (qui a fianco nel-
la foto di Roberta Baria), scrittore (al suo attivo
una cinquantina di titoli di divulgazione scien-
tifica), giornalista, docente di Comunicazione
della scienza all’Università di Padova, volto
noto di «Quark», lo storico programma di Pie-
ro Angela. Ad instradarlo su quel percorso, fu
lo stesso Piero Angela, brillante divulgatore te-
levisivo che, intuite le qualità del giovane, lo
fornì d’una borsa di studio e lo propose in qua-
lità di allievo al suo amico James Randi (Toron-
to, 1928 - Florida, 2020), illusionista di fama
mondiale. In «Geniale» (Feltrinelli, 256 pp.,
16,90 euro), libro che è al tempo stesso auto-
biografia dell’autore e biografia del maestro
che gli ha fornito «la cassetta degli attrezzi» ne-
cessari per «potenziare le sue abilità mentali»,
Polidoro si racconta, elenca e spiega le «13 le-
zioni che ho ricevuto da un mago leggendario
sull’arte di vivere e di pensare». Fondatore in-
sieme a Piero Angela del Cicap (Comitato ita-
liano per il controllo delle Affermazioni sul Pa-
ranormale), Polidoro ricorda James Randi co-
me un uomo «che è stato tante cose. Ha inizia-
to come prestigiatore, si è dedicato al mentali-
smo (i mentalisti sono quei maghi che sembra-
no capaci di leggere il pensiero e predire even-
ti futuri) e poi si è specializzato in escapologia,
ovvero l’arte di fuggire da ogni tipo di costrizio-
ne e legame: corde, manette, camicie di forza,
prigioni di Stato, proprio come il suo eroe, il
magro Houdini». Abbiamo intervistato Massi-
mo Polidoro.
Che cos’aveva di straordinario Randi sia co-
me mago che come uomo?
La cosa straordinaria era che, nonostante
avesse conoscenze anche uniche (lo consulta-
vano premi Nobel, riviste scientifiche presti-
giose chiedevano il suo parere) e autorevolez-
za, rimaneva una persona umile e soprattutto
curiosa di tutto e di tutti. Questa è una delle
caratteristiche che ho apprezzato molto fra i
suoi tanti pregi.
Qual è il vero obiettivo delle 13 lezioni?
Ho scritto tutte le cose che - senza quasi ren-
dermene conto - avevo assimilato osservando
Randi lavorare. Da lui ho appreso a
pensare con lucidità, ad essere criti- In «Geniale»
co, ad avere fiducia, a riconoscere i il racconto
miei limiti, a esplorare l’insolito e so- dell’esperienza
prattutto a vivere in modo intelligen-
come allievo
te e con passione. Era affascinante
seguire il modo di ragionare di una di James Randi,
persona che ne aveva viste e fatte di illusionista di
tutti i colori, ma che allo stesso tem- fama mondiale
po manteneva i piedi per terra ed era
solida, generosa. Spero che le lezioni del mio
apprendistato, più che un manuale siano uno
spunto di riflessione su se stessi.
C’è qualcosa di scientifico nel lavoro di sen-
sitivi, maghi, parapsicologi, ufologi e in chi
pratica lo spiritismo e il mentalismo?
Nessuna di queste attività è considerata
scientifica, perché nulla di quello che dovreb-
be essere oggetto di studio (siano fantasmi o
extraterrestri) è mai stato dimostrato in situa-
zioni controllate. Anche qualche scienziato si
appassiona a queste pratiche, ma non sono
mai diventate discipline scientifiche ricono-
sciute e insegnate, e non ci sono dipartimenti
di ricerca dediti a questi ambiti. Qualche strut-
tura governativa, come il ministero della Dife-
sa degli Stati Uniti, se ne interessa, pensando
possa esserci qualcosa di importante, magari
per lo spionaggio. Si studia, ma fino-
ra non si è arrivati ad alcuna spiega-
zione.
In tutte queste pratiche, oltre la
fandonia, s’annida facilmente l’im-
broglio?
Tante volte sì. Ci sono persone
che promettono di guarire da ma-
lattie inguaribili, o dichiarano di
parlare con chi non c’è più: queste
persone sanno benissimo che non è vero, e
spesso sono dei veri e propri truffatori. Quello
che viene a galla di questo mondo particolare
è solo la punta di un iceberg: tante truffe e rag-
giri non vengono denunciati, perché la gente
ha paura o vergogna di essersi fatta ingannare
da chi non ha nessuno strumento culturale o
poteri per aiutarli. //
ALESSANDRO CENSI