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INTERPRETI STORICI

34 musica 259, settembre 2014


Il cofanetto di 33 CD pubblicato dalla Decca
offre l’occasione per tornare a riflettere sul-
l’arte di uno dei più grandi pianisti del XX se-
colo, forse il più grande.

L’incandescenza di
Sviatoslav Richter
di Luca Segalla

Su Sviatoslav Richter bisognerebbe scrivere un romanzo. È tutte le registrazioni effettuate dal pianista sovietico per le
stato il pianista del XX secolo, come Liszt è stato il pianista etichette Universal (Decca, Philips e Deutsche Grammo-
del secolo XIX. Il suo repertorio sterminato, l’impronta in- phon), rappresenta una vera e propria miniera di informazio-
delebile che lasciava in ogni interpretazione, l’istinto della ta- ni e di emozioni. Se nulla di inedito viene offerto al colle-
stiera, la capacità quasi demiurgica di accendere l’entusiasmo, zionista, si trovano delle registrazioni da tempo irreperibili
se non il delirio, del pubblico. Richter era tutto questo. sul mercato, come i recital al Teatro Bibiena di Mantova de-
Aveva il coraggio di affrontare la musica contemporanea e di gli anni 1986/1987. A volte in luogo delle date di registra-
proporla al suo pubblico adorante. Fu uno dei primi grandi zione troviamo solo quelle di pubblicazione, alcune indica-
interpreti, insieme a Gilels, delle sonate di Prokofiev, fu il zioni sono imprecise e non tutte le registrazioni live sono se-
dedicatario della Sonata n. 9 ed il protagonista della prima gnalate sul booklet, a volte la qualità audio non è delle mi-
esecuzione pubblica, nel 1940, della Sonata n. 6, qui rappre- gliori (penso ai fruscii che accompagnano le tre Visioni fuggi-
sentata da una registrazione del 1966. Per non dire dei Prelu- tive di Prokofiev registrate dal vivo a Venezia nel 1962), però
di e fughe di Shostakovich e delle pagine di Hindemith e di sono dettagli davvero trascurabili di fronte alla ricchezza di
Szymanowski. Se il suo Novecento si fermava agli anni Cin- registrazioni offerta dal cofanetto, arricchito dalle sintetiche
quanta, è sorprendente però notare come molte pagine no- ed illuminanti note del booklet a firma di Piero Rattalino.
vecentesche entrarono nel suo repertorio solo dopo i settan- Siamo intorno alle trentacinque ore di musica, eppure tren-
t’anni, come la Suite « 1922 » di Hindemith, le Variazioni op.
tacinque ore di musica sono solo una goccia nel mare ma-
27 di Webern e la Piano Rag Music di Stravinski, le cui uni-
gnum della discografia richteriana: nel volume scritto da
che registrazioni esistenti risalgono al 1989. Il fatto è che
Rattalino per la collana « I grandi pianisti » della Zecchini
Richter era uno straordinario lettore a prima vista, un piani-
sta onnivoro che non si stancava di arricchire il suo reperto- Editore la discografia occupa oltre 110 pagine!
Per entrare nell’universo musicale del pianista sovietico (ma
rio arrivando anche a mettere da parte pagine ben collaudate
in concerto per lanciarsi all’avventura con nuovi lavori. Non era nato in Ucraina da padre tedesco e madre russa) possia-
era certo un pianista che si risparmiasse i rischi, Richter, na- mo seguire proprio l’ordine proposto dal cofanetto, pren-
vigando nelle acque sicure delle pagine che aveva sotto le dendo le mosse da Johan Sebastian Bach, qui rappresentato
dita da anni: nei recital, poi, prendeva rischi pazzeschi e le da alcune delle Suite inglesi e delle Suite francesi, dal Concerto
note false in certe serate erano un diluvio incontrollabile (a italiano e dall’Ouverture nello stile francese, il tutto catturato
parte i proverbiali buchi di memoria, che lo afflissero anche dal vivo nel 1991. Non c’è nulla di rassicurante in questo
nel pieno del vigore fisico), eppure le note false, nelle serate Bach, nulla di prezioso, le sonorità sono lucide e dure come
di grazia, non contavano nulla a fronte del fuoco che riusci- la roccia, quasi abbiamo l’impressione di vedere l’acciaio del-
va a scatenare sulla tastiera. Senza dire che a volte, nelle sera- la travatura architettonica delle composizioni. Certo, le dita
te di grazia – è il caso del leggendario recital di Sofia del hanno perso brillantezza, ma questo è il Richter degli ultimi
1958 – di note false ce n’erano pochissime. anni, lo stesso che nel 1989 aveva consegnato ai microfoni
Sviatoslav Richter (1915 - 1997) è – ed era anche in vita – del Barbican Centre di Londra (in un recital dal vivo) una
un mito, e sui miti è difficile fare un discorso critico, come è Sonata in Do minore K 310 di Mozart che spiazza l’ascoltato-
difficile fare della filologia sulla Bibbia, anche perché il mito re, pesante e viscosa come la pece; perfino nei semplici Duet-
di Richter ha proporzioni discografiche smisurate. In questa ti BWV 202/205, vere e proprie inezie bachiane, abbiamo la
prospettiva il cofanetto di 33 CD della Decca, che riunisce nuda musica, senza alcun compiacimento galante.

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Che a settantasei anni un pianista abbia rinunciato alla bril- Chopin, soprattutto del sesto (si tratta probabilmente di una
lantezza per necessità e all’eleganza per scelta non sorprende. registrazione del 1966 a Ferrara), ecco il suono, perfino scor-
Sorprende, piuttosto, che Richter sia sempre stato cosı̀ ruvi- butico, del Rondo della Sonata in Do maggiore Hob. XVI:48
do, cosı̀ lontano da ogni galanteria. In questo Bach del 1991 di Haydn (Mantova 1987), il suono incredibile – astratto,
usa molto pedale, per esempio nella Toccata in Sol maggiore lontano, transumanato – della Sonata n. 8 di Prokofiev regi-
BWV 916, come nelle interpretazioni di Tatiana Nikolayeva, strata a Londra nel gennaio del 1961. Proprio con Prokofiev
ma con Richter c’è molto più fuoco, il fraseggio è più spi- abbiamo un esempio di cosa fosse Richter negli anni Sessan-
gliato (vedere come è ruvida la Toccata in Re minore BWV ta, un vero e proprio invasato della tastiera, come rivelano
913) e i tempi sono molto più mossi rispetto ai tempi ieratici soprattutto la tensione visionaria del primo movimento ed il
della Nikolayeva. Richter, però, usava molto pedale anche furore sottile del finale.
all’inizio degli anni Sessanta, nei primi recital italiani, qui te- Richter però, e non solo negli anni Sessanta, era anche un
stimoniati da alcuni preludi e fughe dal Clavicembalo ben tem- mistico che spesso staccava tempi slargati all’inverosimile e
perato, curiosamente senza poi che riusciva sempre a regger-
curarsi troppo del legato nei li. Avviene infatti lo stesso
passaggi brillanti e prediligen- nella Sonata D 894 di Schu-
do piuttosto il mezzo stacca- bert registrata nel 1979 e nel-
to, come testimoniano il Pre- la Sonata n. 1 di Brahms
ludio in Re maggiore BWV 850 (1986 a Mantova e 1988 a
ed il Preludio in re minore Tours), in entrambi i casi
BWV 851. lentissima ed immaginifica,
Anche il Beethoven registrato per non dire delle due ver-
tra il 1991 e il 1992 presenta sioni della Sonata n. 2, regi-
un suono netto e senza sedu- strate nelle stesse occasioni, il
zioni, un fraseggio incupito, cui Scherzo, dalle sonorità
perfino nel caso di una pagina translucide, inaudite, è per-
« leggera » come la Sonata op. corso a tratti come da un bri-
49 n. 1, che sotto le dita di vido.
un sommo umorista come Ecco il Richter mistico e su-
Alfred Brendel suona beffarda blime in uno Scriabin mace-
e clownesca mentre qui suo- rato all’inverosimile (emble-
na beffarda e sinistra, che è matica l’interpretazione di
ben altra cosa. Succede lo Vers la flamme, del 1992), ma
stesso con una Sonata op. 109 anche nell’Adagio della Sona-
tagliente, sottile ed inquieta, ta in Fa maggiore K 280 di
umorale e instabile, mentre il Mozart registrata dal vivo a
lirismo affilato dell’Adagio ma Salisburgo nel 1966, perfino
non troppo della Sonata op. in Schubert, spogliato di ogni
110 sembra avere qualcosa consolatorio sentimentalismo
degli enigmatici tempi lenti da salotto. Eppure anche in
di Prokofiev. Il vecchio Schubert, soprattutto negli
Richter spesso tradisce la Scherzi e nei finali delle sona-
stanchezza, come rivelano te, si avverte quel tono ruvido
un’Appassionata ed un’Op. 31 e rustico, un tono « russico »
n. 3 che procedono palese- per usare lo stravagante termi-
mente a fatica; denota della ne con cui Mussorgski chiede
fatica anche l’interpretazione di suonare il tema della pas-
scomposta e violenta delle Variazioni su un tema di Paganini di seggiata nei Quadri di un’esposizione, che, detto di passaggio,
Brahms (1988), il cui suono greve – diavolo d’un Richter! – Richter interpreta in modo straordinario nel celebre recital di
sembra addirittura quello dei Quadri di un’esposizione di Mus- Sofia del 1958, posto a suggello di questa antologia.
sorgski. In questo Brahms del resto serpeggia un’inquietudine Richter è cosı̀, è misticismo e fuoco insieme. Memorabili so-
rabbiosa, anche nella quinta delle Fantasie op. 116, registrate no le interpretazioni di Prokofiev, con la Sonata n. 8, di cui
nella stessa occasione, ben lontana dell’immagine del Richter abbiamo appena parlato, la Sonata n. 2 (1989), la Sonata n. 4
sublime e mistico che invece associamo immediatamente ad (1989) e soprattutto la Sonata n. 6 (1966), il cui Allegro mo-
interpretazioni come quella, celeberrima, della Sonata D 960 derato è tagliente, grottesco e notturno, affrontato con un
di Schubert. E sono rudi, dai tratti quasi campagnoli, le bee- tocco che riesce ad essere penetrante e sottile insieme. Anche
thoveniane Variazioni su un tema di Diabelli registrate nel in Mozart, perfino nel Mozart eseguito negli ultimi anni, ci
1986, nelle quali Richter sembra volerci mostrare come fosse sono guizzi improvvisi, accelerazioni e lampi, perché Richter
il valzer prima dell’intervento sublimante degli Strauss. è lontano anni luce dalla serenità olimpica dei cosiddetti
Insomma, il suono di Richter è un suono brutto, secondo i « pianisti mozartiani ». Sulla stessa linea si colloca una Sonata
canoni del cantabile romantico. È un suono primitivo, il suo- in Si minore di Liszt scomposta e sulfurea, con una fuga quasi
no di un « visionario », come recita il sottotitolo del citato vo- delirante nel suo trionfo di sonorità, pesantissima, violenta, si
lume di Piero Rattalino. Ecco il suono dei Preludi op. 28 di collocano dei Preludi e fughe di Shostakovich (1963), allucinati

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e notturni ed una sognante Terza sonata di Weber (1966). E Di Schumann, tra le pagine di questi recital, c’è anche la
poi una Polacca-fantasia chopiniana (1962) affrontata come Toccata op. 7, la quale però non raggiunge l’incandescenza e
sempre con un piglio rude nei fortissimi, ma di una cantabili- la leggerezza della registrazione di Praga del 1956. È com-
tà estrema, perché Richter sapeva come pochi far respirare la prensibile, perché sono passati molti anni ed il Richter degli
musica (dipende dal suo precoce contatto con il melodramma anni Cinquanta e Sessanta è un mostro per quanto riguarda
e dalle esperienze giovanili come accompagnatore di cantanti il virtuosismo: lo rivela la velocità, unita alla leggerezza, di
lirici e pianista all’Opera di Odessa?). un « Traumes Wirren » dai Fantasiestücke che è un finissimo
Tra le chicche del cofanetto ci sono le registrazioni effettuate spolverio di note, lo rivelano i Fuochi fatui (Feux follets) di
a Praga nel 1956, con delle sognanti Waldszenen di Schu- Liszt eseguiti nel recital di Sofia del 1958, un miracolo di
mann e dei Fantasiestücke miracolosi ed incantati, i cui il tem- leggerezza impossibile da ripetere a trent’anni di distanza nel
po sembra scorrere al rallentatore (avviene lo stesso nelle Va- marzo del 1988 a Colonia. Eppure nello stesso mese, sem-
riazioni su un tema ABEGG registrate a Roma il 31 ottobre pre a Colonia, nel fantasmagorico studio da concerto
1962). Quindi i recital al Teatro Bibiena di Mantova del « Ronda degli gnomi » Richter mostra che se aveva perduto
1986/1987, dei quali in parte si è già parlato, nei quali il vec- un poco di brillantezza sapeva ancora come affascinare il
chio Richter trova ancora degli sprazzi di genialità. Qui ab- pubblico.
biamo un Haydn robusto e ruvido come era Bach, nudo e Certo, alla fine degli anni Ottanta a volte (succede per esem-
drammatico, senza alcuna eleganza, del tutto estraneo a raffi- pio negli Studi di Chopin) del fuoco abbiamo solo l’illusio-
natezze clavicembalistiche e filologiche (ma cosı̀ è tutto ne, in esecuzioni decisamente appesantite. Non in Liszt, pe-
l’Haydn registrato da Richter in quegli anni, come dimostra- rò, con il quale il vecchio Richter si trovava evidentemente
no anche altre registrazioni di questo cofanetto). Eppure il in sintonia, come rivela il fascino sinistro che si annida nella
pianista sovietico, senza essere filologico, riesce a scavare a Mephisto Polka registrata nel 1988. Siamo al cospetto di un
fondo, anche dove altri pianisti non vedono motivi per sca- interprete in preda all’angoscia, l’angoscia della parabola di-
vare (ascoltare il Minuetto della Sonata in Si minore Hob. scendente della vita, forse l’angoscia di un secolo – il « seco-
XVI:32) e si limitano alla superficie di un’eleganza rococò lo breve » – che allora stava finendo. Pochi anni dopo, nel
che è quanto di più lontano ci possa essere dall’animo slavo 1991, Richter affida ad una lettura dai tempi lentissimi della
di Richter. Il capolavoro interpretativo dei recital al Teatro Sonata in Do minore K 457 e soprattutto della Fantasia in Do
Bibiena sono però le Fughe op. 72 di Schumann, in cui il minore K 465 di Mozart, pallida e nebulosa, in rari momenti
fuoco sembra covare sotto le ceneri di un austero contrap- lacerata da improvvisi bagliori, tutto il suo sbigottimento
punto rigorosamente in bianco e nero. esistenziale. &

n. 1; Sonata in SI bemolle op. 22; Sonata in MI bemolle Hob. XVI:52 RACHMANINOV Preludio in DO op.
Sonata in LA bemolle op. 26; Sonata (due versioni); Sonata in si Hob. 32 n. 1; Preludio in si bemolle op. 32
in mi op. 90; Sonata in MI bemolle XVI:32; Sonata in re Hob. XVI:24 n. 2; Preludio in sol diesis op. 32 n.
op. 31 n. 3; Sonata in LA op. 101; (due versioni); Sonata in LA bemolle 12; Preludio in sol diesis op. 32 n.
Sonata in sol op. 49 n. 1; Sonata in Hob. XVI:46; Sonata in SI bemolle 13; Preludio in SI bemolle op. 23 n.
SOL op. 49 n. 2; Sonata in FA op. Hob. XVI:2 2; Preludio in RE op. 23 n. 4; Prelu-
54; Sonata in fa op. 57 « Appassio- HINDEMITH Suite « 1922 » op. 26 dio in sol op. 23 n. 5; Preludio in do
nata »; Rondo in DO op. 51 n. 1; LISZT Sonata in si; Polonaise n. 2 in op. 23 n. 7
Rondo in SOL op. 51 n. 2; 33 Varia- MI S. 223 n. 2; Scherzo in sol S. 153; SCRIABIN Poème-Nocturne op. 61;
zioni in DO su un valzer di Anton Trübe Wolken S. 199; Consolation Due danze op. 73; Vers la flamme
Diabelli op. 120 S. 172 n. 6; Rapsodia ungherese S: op. 72; Fantasia op. 28; Sonata n. 5
BRAHMS Sonata n. 1 in DO op. 1 242 n. 17; Klavierstück in FA diesis in fa diesis op. 53
(due versioni); Sonata n. 2 in fa die- S. 193; Mephisto Polka S. 217; Studi SHOSTAKOVICH Dai 24 Preludi e
sis op. 2 (due versioni); Variazioni su trascendentali nn. 1, 2, 3, 5, 7, 8, 10, fughe op. 87: nn. 4, 12, 14, 15, 17,
un tema di Paganini op. 35; dai Kla- 11; Studio da concerto S. 144 n. 3 19, 20, 23
vierstücke op. 76: n. 8 Capriccio in « Un sospiro »; Studio da concerto S. SCHUBERT Sonata in SOL D 894;
CD DO; dai Klavierstücke op. 118: n. 3 145 n. 2 « Gnomenreigen Ronde des Sonata in SI D 575; Sonata in DO D
Ballata in sol; dai Klavierstücke op. Lutins »; Valse oubliée n. 1 in FA die- 840; Momento musicale in DO D
BACH Suite inglese n. 3 in sol BWV 119: n. 4 Rapsodia in MI bemolle; sis; Valse oubliée n. 2 in LA bemolle; 780 n. 1; Improvviso in MI bemolle D
808; Suite inglese n. 4 in FA BWV dalle Fantasien op. 116: n. 5 Inter- Studio trascendentale n. 5 « Feux 899 n. 2; Improvviso in LA bemolle
809; Suite inglese n. 6 in re BWV mezzo in mi follets »; Studio trascendentale n. 11 D 899 n. 4; Allegretto in do D 915;
811; Suite francese n. 2 in do BWV CHOPIN dagli Studi op. 10: nn. 1, 2, « Harmomies du soir » 17 Ländler D 366
813; Suite francese n. 4 in MI be- 3, 4, 6, 10, 11, 12; dagli Studi op. 25: MOZART Sonata in FA K 280; Sonata SCHUMANN Fantasia in DO op. 17;
molle BWV 815; Suite francese n. 6 nn 5, 6, 7, 8, 11, 12; Studio in DO op. in SI bemolle K 333; Sonata in SOL K Marcia in sol op. 76 n. 2 (tre versio-
in MI BWV 817; Toccata in re BWV 10 n. 1; Studio in MI op. 10 n. 3; Stu- 283; Sonata in FA K 533/494; Fanta- ni); Waldszenen op. 82; Fantasie-
913; Toccata in SOL BWV 916; Fan- dio in do op. 10 n. 12; Ballata n. 3 in sia in do K 475; Sonata in do K 457; stücke op. 12; Novellette in FA op.
tasia in do BWV 906; Concerto ita- LA bemolle op. 47; Ballata n. 4 in fa Sonata in MI bemolle K 282; Sonata 21 n. 1 (due versioni); Toccata in DO
liano in FA BWV 971; Ouverture op. 52; Polacca in do diesis op. 26 n. in DO K 545; Sonata in la K 310 op. 7 (due versioni); 4 fughe op. 72;
francese in si BWV 831; Duetto I in 1; Polacca in do op. 40 n. 2; Polac- MUSSORGSKI Quadri di un’esposi- Blumenstück op. 19 (due versioni);
mi BWV 802; Duetto II in FA BWV ca-Fantasia in LA bemolle op. 61 zione Nachtstücke op. 23 (due versioni);
803; Duetto III in SOL BWV 804; (due versioni); dai Preludi op. 28: nn. PROKOFIEV Sonata n. 2 in re op. Studi da concerto da Paganini op.
Duetto IV in la BWV 805; dal Clavi- 6, 7, 8, 9, 10, 11, 17, 19, 23, 24; Bar- 14; Sonata n. 4 in DO/do op. 29; So- 10; Tema e variazioni sul nome
cembalo ben temperato (II libro: carolle in FA diesis op. 60; Notturno nata n. 6 in LA op. 82; Sonata n. 8 in ABEGG op. 1
Preludi e fughe in DO BWV 846, in in FA op. 15 n. 1 SI bemolle op. 84; Leggenda op. 12 STRAVINSKI Piano Rag Music
do diesis BWV 849, in RE BWV 850, DEBUSSY Estampes; dai Preludi (II n. 6; Visioni fuggitive op. 22; dalle SZYMANOWSKI Metope op. 29
in re BWV 851, in mi bemolle BWV libro): Voiles, Le vent dans la plaine, Visioni fuggitive op. 22: nn. 3, 6, 9; WEBER Sonata n. 3 in re op. 49
853 Le collines d’Anacapri Quattro pezzi op. 32; Pezzi da Ce- WEBERN Variazioni op. 27 pianoforte
BARTÓK 3 Burlesques HAYDN Sonata in sol Hob. XVI:44 nerentola: Litigio op. 102 n. 3, Ga- Sviatoslav Richter
BEETHOVEN Sonata in MI op. 109; (due versioni); Sonata in SOL Hob. votta op. 95 n. 2, La fata dell’autun- DECCA 0289 480 8745 7 (33 CD)
Sonata in LA bemolle op. 110; Sona- XVI:40; Sonata in SI bemolle Hob: no op. 97 n. 3, Danza orientale op. DDD/ADD 33h:46m:13s
ta in do op. 111; Sonata in MI op. 14 XVI:41; Sonata in DO Hob. XVI:48; 97 n. 6, Grande valzer op. 102 n. 1 HHHHH

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