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Phantasiestücke per clarinetto e pianoforte, op.

73
(sito conservatorio Santa Cecilia)

Musica: Robert Schumann (1810 - 1856)

1. Zart und mit Ausdruck (la minore)

2. Lebhaft, leicht (la maggiore - fa maggiore - la maggiore)

3. Rasch, mit Feuer (la maggiore - la minore - la maggiore)

Organico: clarinetto, pianoforte

Composizione: Dresda, 11 - 12 febbraio 1849

Prima esecuzione privata: Dresda, residenza di Schumann, 18 febbraio 1849

Prima esecuzione pubblica: Lipsia, Gewandhaus, 14 gennaio 1850

Edizione: Luckhardt, Kassel, 1849

♪ Guida all'ascolto 1 (nota 1)

I Phantasiestücke op. 73 - detti in origine Soireestücke - furono scritti da Robert Schumann

nel 1849, anno considerato dal compositore fra i più. fecondi della propria esistenza, e che fu

l'ultimo da lui trascorso a Dresda (con la significativa pausa della "fuga" nella tranquilla

campagna di Kreisha, per evitare i moti insurrezionali che nel frattempo vedevano Wagner e

Bakunin sulle barricate della cittadina sassone). Proprio rispetto al grigio clima culturale di

Dresda, che in precedenza aveva assai negativamente influito sulla creatività dell'autore, i

Phantasiestücke rappresentano un tentativo di evasione, realizzato con la complicità degli

amici della locale orchestra di corte.

L'opera 73 appartiene infatti a un nucleo di composizioni destinate a un consumo privato, a

quella pratica della "Hausmusik" (musica domestica) che, oltre ad allietare nel caso specifico le

serate dei coniugi Robert e Clara e della loro numerosa prole, era parte integrante della vita

musicale tedesca, ed è in parte sopravvissuta fino ai nostri giorni. Occorre dunque rifarsi alle

esigenze del "far musica insieme" per comprendere la limitata estensione di queste

composizioni, la cordialità del loro contenuto, il fatto stesso che esse non siano previste (a

parte ovviamente l'accompagnamento pianistico) per un unico strumento, ma che per esse

venga piuttosto indicata ad libitum una scelta fra diverse soluzioni strumentali.
Anche i Phantusiestücke sono infatti destinati indifferentemente (con ovvi mutamenti di

ottava) a clarinetto, violino, violoncello. I limiti impliciti nella destinazione privata non devono

far pensare che si tratti di brani scritti dalla mano di un compositore distratto; il loro

principale interesse risiede proprio nella cura di ogni piccolo dettaglio, nella stesura di una

scrittura strumentale preziosissima e sapientemente dosata. La naturale propensione di

Schumann verso la miniatura vi trova una applicazione felicissima, volta all'indagine di una

introversione mai aperta verso lo spensierato virtuosimo e l'effimero melodizzare che erano

patrimonio acquisito della Hausmusik.

I Phantasiestücke sono segnati da interni richiami tematici e da un equilibrio particolarmente

riuscito nella scrittura strumentale. Si tratta in effetti di un unico brano diviso in tre sezioni

contrastanti; la composizione si sviluppa infatti seguendo un percorso che accelera

progressivamente il tempo, e accresce la tensione da una sezione all'altra; dal lirismo

nostalgico iniziale si passa così alla maggiore agitazione della sezione centrale, e poi allo slancio

conclusivo, anche se temperato da momenti più intimistici.

♪ Guida all'ascolto 2 (nota 2)

I Phantasiestücke opera 73 furono scritti da Schumann nel 1849, anno che fu considerato dal

compositore fra i più fecondi della propria esistenza, e che fu l'ultimo da lui trascorso a

Dresda (con la significativa pausa della "fuga" nella tranquilla campagna di Kreisha, per

evitare i moti insurrezionali che nel frattempo vedevano Wagner e Bakunin sulle barricate

della cittadina sassone). Proprio rispetto al grigio clima culturale di Dresda, che in precedenza

aveva assai negativamente influito sulla creatività dell'autore, i brani in programma

rappresentano un tentativo di evasione, realizzato con la complicità degli amici della locale

orchestra di corte.

L'opera 73 appartiene infatti a un nucleo di composizioni destinate a un consumo privato, a

quella pratica della Hausmusik (musica casalinga) che, oltre ad allietare nel caso specifico le

serate dei coniugi Robert e Clara e della loro numerosa prole, era parte integrante della vita

musicale tedesca, ed è in parte sopravvissuta fino ai nostri giorni. Occorre dunque rifarsi alle

esigenze del "far musica insieme" per comprendere la limitata estensione di queste

composizioni, la cordialità del loro contenuto, il fatto stesso che esse non siano previste (a

parte ovviamente l'accompagnamento pianistico) per un unico strumento, ma che per esse

venga piuttosto indicata ad libitum una scelta fra diverse soluzioni strumentali.
Anche i Phantasiestücke sono infatti destinati indifferentemente (con ovvi mutamenti di

ottava) a clarinetto, violino, violoncello. I limiti impliciti nella destinazione privata non devono

far pensare che si tratti di brani scritti dalla mano di un compositore distratto; il loro

principale interesse risiede proprio nella cura di ogni piccolo dettaglio, nella stesura di una

scrittura strumentale preziosissima e sapientemente dosata. La naturale propensione di

Schumann verso la miniatura vi trova una applicazione felicissima, volta all'indagine di una

introversione mai aperta verso lo spensierato virtuosismo e l'effimero melodizzare che erano

patrimonio acquisito della Hausmusik.

Detti in origine Soireestücke, i Phantasiestücke sono egnati da interni richiami tematici e da

un equilibrio particolarmente riuscito nella scrittura strumentale. Si tratta in effetti di un

unico brano diviso in tre sezioni contrastanti; la composizione si sviluppa infatti seguendo un

percorso che accelera progressivamente il tempo, e accresce la tensione da una sezione

all'altra; dal lirismo nostalgico iniziale si passa così alla maggiore agitazione della sezione

centrale, e poi allo slancio conclusivo, anche se temperato da momenti più intimistici.

(Sito clarinetto in camera da musica)

Fantasiestücke Op. 73 di Robert Schumann, articolati nei movimenti:

1. I: Zart und mit Ausdruck, Delicato con Espressione

2. II: Lebhaft, leicht , Animato, Leggero

3. III: Rasch und mit Feuer, Rapido e con fuoco.

Sappiamo che Schumann amò dedicarsi alla musica secondo scelte di genere, coltivate lungo

l’arco di periodi più o meno lunghi. Scrisse moltissimo per il pianoforte nel decennio seguente il

1830, al Lied si dedicò con entusiasmo nel 1840; il coro lo affascinò particolarmente tra il

’47 e il ’53. Così anche per la musica da camera, che lo interessò tra il ’42 e il ’53.

Nel 1849, anno in cui compone i Phantasiestücke Op. 73, Schumann è a Dresda, dove lavora

come Direttore della corale “Liedertafel”. Robert ha 39 anni, e sta vivendo uno dei suoi ultimi
momenti creativi felici. In quell’anno la rivoluzione che travolge tutta l’Europa arriva anche a

Dresda, e la famiglia Schumann si rifugia nel vicino paesino di Kreisha, in campagna.

“Bisogna creare finché non si leva il giorno”, scrive in una lettera, e ancora: “Mai in arte sono

stato più attivo e più felice. I segni di simpatia che mi vengono da vicino e da lontano mi

testimoniano che il mio lavoro non è vano. Così noi tessiamo, tessiamo la nostra tela e alla fine

vi ci incorporiamo noi stessi…”

I Phantasiestücke Op. 73 erano stati originariamente denominati Soirée-stucke. Schumann

stesso ne previde la soluzione con violino o violoncello in alternativa al clarinetto.

Si può constatare dall’analisi formale dei brani una notevole coesione interna delle tre parti

che lo formano, con forte rigore logico nella costruzione e nell’esposizione dei temi. I tre brani

hanno struttura eguale: forma con il da-capo, seguiti da una Coda. Li lega anche la tonalità di

La: minore nel primo, Maggiore nel secondo e nel terzo.

Il secondo movimento presenta un episodio centrale di carattere più ottimistico, nella tonalità

di Fa Maggiore.

L’indicazione del terzo brano dell’opera 73 è Rasch und mit feuer, “Rapido e con fuoco”. Un

fuoco che arde senza bruciare, come un fuoco d’amore, alla ricerca sempre di quella quiete e di

quella appartenenza che è, nel profondo di noi, la vera, tranquilla felicità. Il brano contiene

una Coda che, partendo da un andamento tranquillo e dolce giunge, attraverso le indicazioni

“Più mosso” e “Più presto”, ad una conclusione arpeggiata, in Fortissimo, che ribadisce

affermativamente la tonalità chiara e serena di La Maggiore.

I Fantasiestücke sono pensati come un unico, ininterrotto discorso musicale, condotto sul filo

di un Lied suggerito dalla voce del clarinetto e del pianoforte; i movimenti in realtà sono tre,

concepiti come una progressiva accelerazione, a partire dal tono elegiaco delle battute del

primo movimento, continuando nello Scherzo del secondo, fino al gioco di variazioni

brillantemente innescate dall’ultimo movimento.

In quest’opera l’arte di Schumann si eleva e sublima in un fuoco sacro dell’anima, nei tre pezzi

in successione, il successivo sempre più veloce del precedente, in un crescendo continuo di

tensioni e di conflitti, non solo musicali.


(sito daniel dona)

Robert Schumann nacque a Sassonia (ora Germania) l'8 giugno 1810 e morì a Endenich il 29

luglio 1856. I Fantasiescke furono originariamente scritti per clarinetto e pianoforte nell'aprile

1849. L'arrangiamento per viola e pianoforte eseguito oggi è da Leonard Davis, ex violista

principale della New York Philharmonic.

Gli anni 1848-50 testimoniarono un'impennata della produzione creativa di Schumann. In

una lettera al direttore d'orchestra e compositore Ferdinand Hiller datata 10 aprile 1849,

Grove Music

Schumann ha giustapposto l'impennata della sua produttività con gli sconvolgimenti provocati

dalle rivoluzioni della metà del secolo: "Da qualche tempo sono molto impegnato – è stato il

mio anno più fecondo – sembrava che le tempeste esterne costringesse le persone a girare

verso l'interno". Infatti, solo nel 1849 Schumann completò quasi 40 opere, molte delle quali

considerevoli. Né è stato questo sfogo creativo senza i suoi premi finanziari; Il reddito annuale

di Schumann derivante dalla composizione è aumentato da 314 talleri nel 1848 a 1275

talleri nel 1849. Egli completò ulteriormente i suoi guadagni, a partire dal novembre 1848,

dando istruzioni private a Heinrich Richter. La fase produttiva che raggiunse la prima parte

del 1850 si rivelò anche un periodo di benessere fisico e psicologico.

Secondo John Daverio nella sua biografia di Schumann, il Fantasiast-cke Op. 73

appartengono a un gruppo di pezzi (tra cui le altre opere strumentali scritte nel 1849, F 'nf

Stàcke im Volkston per violoncello, op. 102, Drei Romanzen per oboe, op. 94, così come il

M'rchenbilder per la viola e il pianoforte, op. 113 (1851), e M'rchenerz'hlungen per

clarinetto, viola e pianoforte, op. 132 (1853)) che sono stati concepiti come "cicli di

miniature poetiche, ogni... da un tonico centrale e da un profilo affettivo generale." Daverio

continua descrivendo come i tre movimenti del Fantasiestacke siano correlati tematicamente.

La stretta relazione tra i tre pezzi che compongono il Fantasiest-cke è ulteriormente

sottolineata dalle indicazioni di attacco che collegano ciascuno dei movimenti e, cosa più

importante, da una rete di connessioni tematiche. Le terze catene sovrapposte della melodia

principale del n. 2 derivano dalla controlinea all'idea di apertura del n. 1. N. 3 richiama il

materiale da entrambi i pezzi precedenti: l'allusione, in essa è una sezione, all'idea principale

del n. 1 è così abilmente intrecciata nel tessuto melodico che si è inclini a perdere alla prima

udienza...; la coda ricorda poi l'apertura del n. 2 (in un primo momento pianoforte, dolce),

che, come abbiamo notato, è riconducibile all'inizio del ciclo. Ma in nessun modo i vari ricordi
richiamano l'attenzione su se stessi; La raffinata tecnica di richiamo lirico di Schumann fa

piuttosto una delicata traccia di fugace allusioni, idee semi-ricordate. Un critico della metà del

XIX secolo che è stato particolarmente colpito dall'unità intima di questi pezzi è venuto

essenzialmente alla stessa conclusione come la rifrazione di un singolo stato d'animo

(Stimmung) in diversi momenti psicologici, tutti splendidamente catturati nel suono .

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