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Per difficoltà tecnica e modernità di linguaggio le composizioni del Novecento superano quelle dei

secoli precedenti.
Composizioni per clarinetto ed orchestra
Premiere Rhapsodie - Debussy* (1910-clarinetto e pianoforte, 1911-clarinetto ed orchestra -> No,
per orchestra con clarinetto principale, il che simboleggia il rapporto di equilibrio tra esecutore
solista e compagine orchestrale -> continuo scambio degli elementi tematici) (?) - Dedicata al
professore francese Prosper Mimart - Eseguita durante un esame di diploma il 14 luglio 1910
(come pezzo da eseguire a prima vista). Già la scrittura pianistica richiamava una successiva
orchestrazione (cfr. accompagnamento come fatto da corni)
Imperniata sull’esecuzioni dei colori più delicati. La Rapsodia illumina diversi aspetti delle
potenzialità espressive del clarinetto, il suo lato oscuro e riflessivo, e quello giocoso, ritmicamente
incisivo. Elementi tecnici non irrilevanti, ma gioco preponderante sui timbri. Gioco fascinoso di echi
e rimandi.
Sospesa tra “reverie” e scherzo
Concertino di Busoni op. 48 , KV 276 (1919) Compositore e pianista italiano naturalizzato tedesco.
Neoclassico, o nuova classicità. La classicità formulata da Busoni, pur non escludendo il diretto
riferimento a modelli del passato (soprattutto Bach), cercava le sue premesse “nella padronanza,
nell’esame, nello sfruttamento di tutti i risultati delle esperienze passate” e nell’innovazione
incessante dei portati formali della tradizione senza atteggiamenti polemicamente critici, senza fare
del radicalismo modernista un fine a se stesso.
Suoni astratti, inafferrabili, non spasmodici, non sensuali, ma riflessivi e riservati. (cit. Busoni)
Dedicato al clarinettista di Zurigo Edmondo Allegra. Forse dedicato all’intima memoria del padre
Ferdinando (estroso clarinettista).
Un solo movimento senza soluzioni di continuità. Quattro sezioni distinte:
Allegretto sostenuto, dal carattere introduttivo
Andantino pastorale, in sei ottavi, ambiguamente tonale, tipico di Busoni

Recitativo -> Allegro virtuosistico
Minuetto, ironicamente quanto teneramente pomposo.

Gli archi arpeggiano tutto il tempo, aiutando lo strumentista per la respirazione.

Difficoltà tecniche: inizia con un mi acuto in pianissimo


Buckman (1939)
Musik - Erich Schlbach (1942) -> Espressiva cantabilità e nobile melodia

Concerto per clarinetto, pianoforte ed orchestra d’archi di Gerhard Frommel (1935) -> Difficoltà
tecniche non indifferenti. Opera come importante tappa per la ricerca di combinazioni sonore e
forme concertistiche nuove.

Concerto di Paul Hindemith


Quattro tempi, dedicato a Benny Goodman

Concerto di D. Milhaud (Anche concerto per flauto, clarinetto, violino e viola)

Concerto di A. Copland
Commissionato da Goodman, con orchestra d’archi, arpa e pianoforte, costruito in due sezioni
(una lenta e suggestiva, una jazzata e veloce, divise da una cadenza per clarinetto solo
VIRTUOSISTICA)

Concerto di Seiber

Concertino di R. Strauss per clarinetto, fagotto e orchestra d’archi ed arpa


Le “dance prelude” di Lutoslawsi (cinque danze)

Concerto di Nielsen

Ebony concerto, Strawinsky - Woody Hermann (clarinettista) più jazz band

* Debussy: “Impressionismo musicale”


Composizioni per clarinetto solo
Stranwinsky, Three Pieces (1919)
Composizioni di notevole importanza, tecnicamente ostici e pensati per clarinetto si stima Boehm
Sutermeier (capriccio, 1947)

Kunk (Fantasia pastorale, op. 59)

De Lorenzo

Osborne (Rapsodia)

Wellesz (Suite op 74)

Nonostante il valore indiscusso dei brani elencati, le esecuzioni con clarinetto solo risulteranno
sempre problematiche sia per il pubblico che per l’esecutore.

Solo Dramatique op. 13, Ferruccio Busoni. Imperniato su una scala ascendente del clarinetto.
Sezione centrale “Maestoso” di diversa entità tematica e con una conclusione che vede il clarinetto
salire sul registro acuto. Il brano mostra ascendenze brahmsiane.

Suite, in sei movimenti (Busoni)

Composizioni per clarinetto e pianoforte


Debussy

Saint-Saens op. 167

La sonata si apre con un allegretto dalle dimensioni esili, nel quale la melodia cullante e
vagamente nostalgica del clarinetto si espande liberamente, quindi cede il passo ad una sezione
centrale più mobile nelle figurazioni e nel trattamento armonico e ricompare infine variata
nell’ultima parte, quasi a disegnare un arco perfettamente chiuso.
A quest’esordio così ondeggiante si contrappone la nettezza dell’Allegro animato, con url suo tema
di gavotta dai tratti squadrati (ma anche qui un episodio di mezzo più sfumato ed enigmatico
funziona come elemento di contrasto).
La serenità di fondo è offuscata nel movimento lento, dove il clarinetto intona un tema a mo’ di
cantilena, affondata nel registro grave dello strumento e accompagnata dai rintocchi del pianoforte;
dopo un passaggio di transizione del pianoforte solo lo stesso tema precedente (toni gravi) viene
riproposto all’acuto, come gelida ma non meno desolante reminiscenza.
Nel finale Molto allegro Saint-Saens spazza via ogni ombra, rimettendo a lucido il tradizionale
formulario dell’agilità virtuosistica clarinettistica. Si insinua, tuttavia, in tanto turbinio, un inserto
lirico, tema del primo movimento: dapprima sotto forma di fugace rievocazione, quindi come vera e
propria citazione che chiude ciclicamente la sonata.

“Sonata greca” di Ella Adeiewsky, nella quale si cerca di unire materiali sonori ricavati dalla
tradizione popolare slava, che i greci per primi tradussero nel nostro sistema tonale.
“Idilli” di Buckmann (1935, manoscritti), pensati per clarinettisti dilettanti.
Piccola Suite (Buckmann)

Sonatina di Honneger: l’ultimo tempo che utilizza il tipico effetto “glissando” risulta particolarmente
brioso, allegro ed efficace e richiama molto il linguaggio jazz.

Hindemith (compositore, violista, direttore d’orchestra, teorico musicale, didatta e librettista


tedesco), Sonata per clarinetto e pianoforte - 1939. Composizione very bella. Influenzata dal
contesto coevo al compositore. Condotta trasparente ed essenziale, con un’estrema sobrietà di
eloquio e di ricerca sonora ed una limpida logica formale. Quattro movimenti che rispecchiano
quelli della sonata classica. Primo movimento: forma a sonata, primo tema sereno, caratterizzato
da un iniziale intervallo di quarta, e un secondo tema cantabile in 9/8. Il secondo movimento ha
carattere e funzione di scherzo, con due idee (un tema di danza ed uno ritmicamente più scandito),
che si alternano in vesta sempre rinnovata

Bernstein

Elegia, Busoni Settembre 1919. Breve pezzo per clarinetto e pianoforte. Inizialmente intitolato
“ricordo di Londra”. In svizzera completa la composizione (gennaio 1920). Dedicatario: Edmondo
Allegra (I cl. solista della Tonhalle di Zurigo). Trascorrere leggero del clarinetto da un episodio
all’altro. Spunti melodici gonfi di abbellimenti; passi di agilità in ppppp; e ritmi puntato; cromatismo
esasperato. Effetto ironico e trasognato.

Nel maggio 1920 rielaborò l’elegia inserendola nel suo divertimento op. 52 per flauto e piccola
orchestra.

Duo concertante di Milhaud e Capriccio

Poulenc (da approfondire)

Johannes Berg (compositore Viennese, uno dei protagonisti della scena musicale del primo
novecento, Insieme a Shoenberg e Webern fa parte della seconda scuola viennese. I suoi lavori
tendono all’emancipazione dell’atonalità, prima attraverso l’uso della tonalità allargata, poi
attraverso l’atonalità ed infine attraverso la dodecafonia. Era più affezionato ai modelli precedenti
rispetto ai due colleghi viennesi, secondo i critici). Quatto pezzi op. 5 Una delle composizioni più
belle, rappresentative ed autorevoli dell’ultimo cinquantennio. Esplorano non solo le possibilità
ritmiche, ma anche la sua immensa gamma di suoni.

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