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Lezione 2
Soltanto nel 1812 il clarinettista e compositore francese Ivan Muller fece costruire dal
fabbricante francese Gentèllet un clarinetto a 13 chiavi, apportando un sensibile
miglioramento e permettendo così di far valere tutte le qualità di suono e le risorse
tecniche che lo strumento offriva. Lo stesso fabbricante Gentèllet costruì previo
suggerimento di Muller, la “legatura fermancia”, ossia la fascetta metallica per fermare
l’ancia sul bocchino, che prima veniva issata da una cordicina cerata.
Il nuovo strumento di per sé non era rivoluzionario, molto più importante era il modo in
cui le chiavi erano state costruite, collocate, disposte sul foro e rivestite. Difatti il clarinetto
di Muller non era l’unico con tante chiavi; il virtuoso finlandese Crusell ne usava uno con
11, e le pressanti richieste dei concerti di Spohr fecero sì che il suo clarinettista preferito,
Hermstedt, passasse da un clarinetto a 5 chiavi ad uno a 13. Nessuno di questi strumenti
però eguagliava per qualità e innovazione quello di Muller che probabilmente apportò
uno dei progressi più significativi dai tempi di Denner. Nonostante ciò curioso è il fatto
che la sua geniale idea venne rifiutata dal conservatorio di Parigi.
In omaggio al nome dell’inventore quindi il nuovo clarinetto fu chiamato “Clarinetto
sistema Muller”.
Giunto quasi ad un grado di semiperfezione, il clarinetto incominciò ad appassionare
tecnici e musicisti e pertanto fu spontaneo oltre che necessario, creare nuove invenzioni
per colmare molte delle lacune di ordine tecnico.
Ecco quindi che entra in campo un’altra delle più importanti figure che contribuì
all’evoluzione del clarinetto, stiamo parlando di Klosé. Egli fu l’inventore di quello che
poi sarebbe stato conosciuto meglio con il nome di “Sistema Boehm”. Per capire bene il
perché è indispensabile capire il lavoro del grande Theobald Boehm, costruttore di
strumenti oltre che flautista. Ad egli attribuiamo l’invenzione di una serie di chiavi ad
anello, grazie alle quali, il dito, coprendo il foro, spinge allo stesso tempo un anello e così
facendo mette in azione un’altra chiave che copre un foro diverso a una certa distanza. Il
risultato fu che le dita potevano chiudere dei fori ben al di fuori della loro portata abituale.
In questo modo non vi era bisogno di avvicinare o rimpicciolire i vari fori, facendo si che
questi potessero sfogare meglio ed avere una maggiore purezza di suono. Tutto ciò servi a
Klosé solo come una base per quello che sarebbero state le sue modifiche nel clarinetto.
Il termine “sistema Boehm” è dunque erroneamente utilizzato al clarinetto.
Fu solo successivamente, grazie alla collaborazione con il famoso costruttore di strumenti
Buffet, che Klosé spiego il suo intento di voler applicare il metodo di Boehm al clarinetto.
Il clarinetto di Klosé (sistema Boehm) era formato da 17 chiavi e 6 anelli che aiutavano le
mani a controllare ben 24 fori ed è attualmente il modello di clarinetto utilizzato dalla
maggior parte dei clarinettisti nel mondo. Le modifiche furono indispensabili per suonare
in tutte le tonalità, evitando le diteggiature a “forchetta” obbligatorie ad esempio nei
sistemi Muller e Ohler. La presenza di un maggior numero di chiavi non peggiorò l’effetto
timbrico ma anzi ne migliorò notevolmente l’aspetto estetico.
Importante contributo all’evoluzione del clarinetto venne data anche da l francese Adolph
Sax, celebre fabbricante costruttore del sassofono e dall’italiano Romeo Orsi. A lui si deve
la costruzione del clarinetto nella doppia tonalità sib e la.
Intorno la fine dell’ ‘800 e i primi anni del ‘900 Robert Stark perfezionò il clarinetto di
Baermann soprattutto per quanto riguarda alcuni trilli. Abolì le due chiavi del sib-fa e
lab-mib da azionare con il mignolo sinistro che comunque tutt’ora fanno parte del sistema
tedesco, il cui prototipo fu opera di Oskar Ohler. Il suo clarinetto presenta 22 chiavi, 5
anelli e un piattello per il dito medio della mano destra. Il clarinetto tedesco attuale,
sistema Ohler per l’appunto, è usato solamente in Germania, Austria e qualche paese del
nord Europa, dove solitamente il sistema Boehm è del tutto bandito. Per concludere uno
degli ultimi clarinetti in ordine cronologico è il cosiddetto “Reform Boehm”
Ernst Schmidt, primo clarinetto dell'orchestra di Mannheim, fu colui che all’inizio del
secolo sviluppò alcune sue personali concezioni secondo criteri scientifici. Lo strumentista
si avvalse in un primo momento della collaborazione di Louis Kolbe, artigiano di
Altenburg, (dal sodalizio nacquero i clarinetti Schmidt-Kolbe) e in seguito di quella di un
fisico di Heidelberg, tale Rosch con il quale riuscì a realizzare i primi strumenti Reform
Boehm. Tale sistema fu il frutto di calcoli basati su principi acustico matematici che in
seguito indussero Fritz Wurlitzer a costruire i primi clarinetti Schmidt - Reform Boehm.
L’espressione Reform Boehm significa sistema Boehm riformato, modificato.
Il clarinetto è uno strumento traspositore, vale a dire uno strumento che quando sul
pentagramma legge un Do, produce un suono reale che non corrisponde al Do, ma ad
un'altra nota (che è la nota in cui è "tagliato" lo strumento). Nella fattispecie, il clarinetto
legge un do come si bemolle, per cui trasporta in chiave di tenore (una nota sotto,
acusticamente, nove suoni sotto). Esistono quindi diversi tipi di clarinetto, differenti per
intonazione (ed ovviamente di grandezze diverse), che leggono tutti nella stessa chiave e
con le stesse diteggiature, producendo però note reali diverse, "trasposte" appunto verso il
grave o l'acuto. Questi strumenti formano una vera e propria famiglia composta dai
seguenti tipi di clarinetto:
CLARINETTI PICCOLI:
- Clarinetto piccolo in Lab (noto come "sestino")
- Clarinetto piccolo in Fa
- Clarinetto piccolo Mib (impropriamente chiamato anche "quartino"; sarebbe
corretto chiamarlo " terzino" visto che è tagliato una terza minore sopra)
- Clarinetto piccolo in Re
CLARINETTI SOPRANI:
- Clarinetto soprano in Do
- Clarinetto Soprano in Sib (il più diffuso)
- Clarinetto soprano in La
CLARINETTI CONTRALTI:
- Clarinetto contralto in Fa (Corno di Bassetto)
- Clarinetto Contralto in Mib
CLARINETTI BASSI:
- Clarinetto Basso in Do
- Clarinetto Basso in Sib (o clarone)
- Clarinetto Basso in La
CLARINETTI CONTRABBASSI:
- Clarinetto contrabasso in Fa
- Clarinetto contrabbasso in Mib
- Clarinetto contrabbasso in Sib (o controclarone)