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è cort o rrn e a lla le g g e p u ò ssser e


c iò c h e zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I
a m e n te
s p n rn e
d e tto , L a c e n s u ra
u n p o le re , che concede
ra p p re s e n ta
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Mario Lavagetto
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.e n z a d i p a rla -e , m a s o p ra ttu tto lim ita e fo rg ia
lI-e s s io n e ,
in c id e
L u n g i d a ll'e s a u rirs i
s o lo s u lla s u p e rfic ie
in u n in te rv e n to
d e l te s to ,
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.n s u r a le tte ra ria
tte g g ia m e n ti,
g e n e ra
a g is c e
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s u i c o n te n u ti
re v is io n i
com e I Un caso di censura
I
Il Rigoletto
3 fo rm a e p a ru c ip a d e lla re a liz z a z io n e
I

J n i o p e ra fin d e lle s u e fa s i in iz ia li, così


-a s fo rm a rs i in u n o d e i fa tto ri c h e c o lla b o ra n o
s u a s te s s a g e re s i e n e d e te rm in a n o
ìz io n a m e n to c o m p le s s iv o , Il c a s o e s e r:1 p la re
g a to in q u e s to 'Io lu m e è q u e llo d e L RQPONMLKJIHGFEDCBA
F ? ;g o le tto ,
ito in s c e n a ll: m a rz o 1851. IL u b r e tto a a s c e
3 rie L a b o ra z io n e d i u n te s to m odeLLo, LeR oi
iu s e d i V ic to r H u 9 0 , a ttra v e rs o u n p e rc o rs o
m d iz io n a rn e n ti d o v e s i in te rs e c a n o s p in te
l-s e , d a lla te n s io n e p re v e n tiv a d e llib re tis ta
o u n te s to c h e s o d d is fi il s is te m a d i a tte s e
\ fic a to d e g li s p e tta to ri a lla c o n tin u a n e c e s s ità
-c r e a re u n e q u ilb rio d ra m m a tic o a s e g u ito
i in te rv e n ti v ia VB im p o s ti d a lla c e n s u ra
3 lis i d i u n fra s ta g lia to p ro c e s s o c re a tiv o
\ 3 s fo rm a c o s ì in L n c a p ito lo d i s to ria d e i ra p p o rti
e tte r-a tu ra e p o te -e ,

al Bruno Mondadori
\ li copertina © Spiderbox? holography Inc/iStockphoto
In d ic e

.~ . zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
1 In forma di introduzione

17 Antefatto:srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Le Roi s'amuse

25 Preistoria e storia del Rigoletto - I

31 Prima verifica sui testi

Tutti i diritti riservati


© 2010, Pearson Italia, Milano-Torino 43 Preistoria e storia ·del Rigoletto - II

Prima edizione: gennaio 2010 57 Seconda verifica sui testi


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129 Note
Progetto grafico: Achilli Ghizzardi Associati, Milariù-

Impaginazione: Luigi Dadi e Alessio Scordamaglia


145 Appendice
Il duca di Vendome
www.brunomouclaclor-i.com Libretto di F. M. Piave
In form a di introduzione QPONMLKJIHGFEDCBA f

La maison est [e r m é e
rutsrqp
et murée au p r o c b a in . zyxwvutsrqponmlkjihg
-- Vietar Hugo

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1. «Ogni opera, diceva Paul Valéry, è opera di ben altre cose che di
un autore.»! L'aforisma, come sempre, ha una portata circoscritta.
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Proprio per questo bisogna leggerlo alla lettera. Arnold Hauser lo
cita in un contesto prudente: «La sociologia non conosce trucchi C011
cui l'opera si possa trar fuori per incanto dalla società come dal ci-
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lindro eli un prestigiatore. Essa può soltanto mostrare che l'opera
non è semplicemente una creazione formale organizzata in maniera
ottica o acustica, bensì contemporaneamente espressione di una con-
f
cezione del mondo socialmente condizionatax ? Come dire che I'ope-
ra d'arte non è riducibile alla «rnonade senza finestre» di cui parla-
va, sotto l'influenza ancora decisiva di Simmel,il giovane Lukàcs,'
r
ma non può nemmeno essere letta e decodificata cercandovi soltan-
to le impronte della società in cui ha preso vita: è piuttosto il risul-
tato di una serie di convenzioni e infrazioni, di ostacoli superati, eli
J
norme, di regole sbriciolate dal lavoro microscopico e puntiglioso di
migliaia di tarli."
L'alternarsi di stati di equilibrio e di rottura che, secondo Kuhn,"
I
contrassegna la storia della scienza e delle sue rivoluzioni, si ritrova
anche nella storia artistica. Ogni innovazione, ogni mutamento di p a-
radigma enfatizza l'esistenza di un codice modificato e il prodotto
I
del lavoro creativo, non diversamente da «ogni altro prodotto del la-
varo umano», si misura con un insieme di condizioni materiali date,"
è la risultante di un parallelogramma di forze," che interagiscono le
une sulle altre, si condizionano a vicenda attraverso impatti e inter-
ferenze, e che alla fine si organizzano in qualcosa che nessuno ha "vo-
Iuta", nel senso indicato dall' aforisma di Valéry. N ell' opera - come
risultato - si rispecchia e si fonde l'opera - il lavoro, l'azione, l'irier-

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In forma di introduzione 3
2 Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

zia, le spinte combinate - di molte cose irriducibili all'autore che, in sti, di influenze riflesse (di cui non è possibile, il più delle volte, calcola-
questo senso, risulta alla fine realmente sospeso e cancellato dal pro- re l'angolo di rifrazione): nasce dalle moltissime "cose", dagli innume-
prio lavoro." i
revoli "veicoli" che costituiscono il "tenore" di un' opera e che non sono
~: riducibili all' autore, rigalleggiano nella notte, nel buio più organizzato,
Limitiamoci a un esempio. Nel Temps retrouvé Proust pqJta il pro-
prio protagonista al reperimento fortuito di una chiave che l'intelli- dentro la materia con cui lo scrittore lavora e con cui deforma, accani-
genza non ha saputo consegnargli: a partire da quel momento la cam- tamente, il mondo soppresso nella solitudine del suo rifugio." Come dire
biale sarebbe firmata. Assalito dal fuoco incrociato di segnali ripetuti e che i territori dello «scrivibile»" sono storicamente delimitati e che i
convergenti, costretto a precipitare verso il proprio doppio di profon- mondi possibili sono sempre funzioni del mondo reale, funzioni che
dità,? rifiutati il mondo, la conversazione e l'amicizia, ipnotizzato dai prendono corpo e forma passando attraverso la regola, la banali~à, illuo-
bagliori del «libro a vénire»,l0 il personaggio libera il narratore dal pro- go comune, la fluida ideologia dei gruppi sociali e le cristallizzazioni giu-
prio ingombro quotidiano, mentre il destino si delinea sotto specie di ridiche che la rappresentano a diversi livelli di esplicitazione o di laten-
metodo: le grandi opere sono figlie della notte e del silenzio, ripete za. In questa luce si può anche affermare paradossalmente che la libertà
"-
Proust al momento di seppellirsi nella stanza ermeticamente chiusa e fo- di cui usufruisce un grande scrittore (nel momento in cui deve fare i con-
derata di sughero per dare forma ai risultati della propria scoperta. ti e rappresentare un universo molteplice e contraddittorio) è minore di
Così, nel rifugio di una "poèle" restaurata, costruisce un'opera gigan- quella di chi, con più o meno consapevole disinvoltura, dà voce alle pro-
tesca, una metafora moltiplicata e ossessiva della propria stanza di la- prie idiosincrasie, ai propri desideri o nascosti "tropismi" ..
voro: un aggregato madreporico di stanze, di cellule narrative inter- La scrittura è dunque, in origine, il luogo in cui si formano e si sca-
connesse secondo l'immagine del portale di Saint-André. Eppure la ricano tensioni fortissime. I codici vengono adottati e ribaltati; il testo
appare come il risultato di reiterate infrazioni e contemporanee ripro-
struttura è ben lungi dall' essere bloccata e definitiva; 1'anello proget-ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
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tato fin dalle prime pagine, si dilata, si frantuma; la prima parola è con- posizioni dei divieti. Ogni parola deve fare i conti con la propria storia
temporanea e simmetrica all'ultima, la metafora della stanza viene re- e con la propria collocazione nel mondo: è insieme testimonianza di
plicata innumerevoli volte; affiora ripetutamente un'immagine discon- LUlalegalità semantica secolare e di una originaria illegittimità. Parlan-
tinua, pressata, modificata, riproposta, manipolata da una serie di con- do del foldore J akobson e Bogatyrèv hanno sottolineato il ruolo della
traddizioni che attraversano il libro, vi lasciano il segno di striature, di «censura preventiva»; 14 il "prodotto" trova nella cultura dei destinata-
linee strappate o cedute come se un pettine gigantesco e irregolare fos- ri - nei loro codici di decodificazione, nei loro orizzonti di attesa e nel-
se passato sulla materia ancora molle del progetto. l ! Allo stesso modo le loro strutture di desiderio - una serie di modelli formali. I confini
le pesanti cortine di boulevard Hausmann possono bloccare la polve- dell'immaginabile e i moduli dell'immaginazione si fondono in una sor-
re, possono bloccare i pollini, non il mondo che filtra attraverso le pa- ta di linguaggio funzionale che predetermina le singole performance,
reti, si sprigiona dalle pareti e rappresenta se stesso con terrificante vio- " . l'insieme degli atti di parola concretamente realizzati. Ma una censura
lenza mimetica, proiettando sulle pagine l'ombra dei propri fantasmi. preventiva più complessa, più articolata, meno ripetitiva ma non meno
La Recbercbe appare alla fine come un meraviglioso e insaziabile col-- vincolante, è all' opera anche oltre i confini del foldore.
lettore, uno specchio anamorfico dove si riflettono - in forme mediate e
nello splendore compatto e trasparente-dello-stile - altre opere, altre 1 '1 - II. In una nota alla prima edizione della Traumdeutung, poi incorporata
cerche di cui cercheremmo vanamente un riscontro negli indici analiti- nel testo a partire dal 1914, Freud affermava che una lettura parallela
ci della Pléiade e dell' epistolario. In un periodo storico dato la trama del- dell'EdzlJO re e dell'Amleto mette in luce «il secolare progresso della ri-
le interazioni dirette e accertabili si inserisce in quella eli campi più va" mozione. Nell'Edipo, l'infantile fantasia di desiderio che lo sorregge vie-
4 UnutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
caso di censura. Il Rigo/etto In forma di introduzione :5

ne tratta alla luce e realizzata come nel sogno; nell'Amleto permane ri- no un' opera d'arte e che non sono riducibili all' autore -, la censura ap- "'1
mossa e veniamo a sapere della sua esistenza - in modo simile a quel che pare come una drastica riduzione nel momento in cui non viene più

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si verifica in una nevrosi - soltanto attraverso gli effetti inibitori che ne., identificata con un istituto giuridico determinato, ma con un dispositi-
derivanoe.P Il passo è di fondamentale importanza e, in generale, ne vo di controllo collocato sulle so-gite-deltacoscienza e che-divide il di-
sono state sottovalutate (anche da Freud e dai suoi allievi)le conseguenze cibile dall'indicibile, che tiene a bada l'inconscio e si conforma ai prin-
sul piano teorico: la censura (e la rimozione che ne deriva) si delineano cipi di un'etica ben precisa.
nel contesto come hmzioni sociali e storicamente determinate. La topo- Tolstoj amava, sopra tutte, una fiaba.'? l'aveva tradotta personal- "~'lsrq
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grafia della psiche, le province del conscio e dell'inconscio appaiono mente e la raccontava come una parabola dei compiti riservati all' ope-
come territori di estensione variabile nel corso dei secoli: i confini non di- ra d'arte. I vestiti dell'imperatore, diceva, sono falsi, non splendidi, 110n
pendono dalla natura ma dalla storia e questo, in anni più tardi, sem- intessuti di fili d'oro: la nudità deve essere dichiarata e descritta nella ""I
brerà suggerire a Freud un possibile rapporto tra Super-Io e Ideologia. 16 sua povera evidenza. Alla letteratura non spetta il compito di suggeri-
Il collettivo si sovrappone all'individuale, gli fornisce una serie di re le false esclamazioni di meraviglia, ma, ancora meno, quello di co-
norme e di modelli funzionali che - dopo essere sprofondati nell' oscu- struire abiti sfarzo si e tenacemente mistificatori. La piccola censura
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rità dell'inconscio - rigalleggiano nella forma truccata e ideologica del messa a sorvegliare la produzione estetica rischia di apparire come un
"fatto" naturale. L'eternità "universalmente umana" dei principi, sug- dispositivo di sicurezza, come una tirannica garanzia di mistificazione:
geriva a suo tempo Eideologia tedesca, mette in parentesi la storia, la in contrasto con la lezione di Edipo che, diceva Freud in origine, «ci co-
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esorcizza in nome di interpretazioni teleologiche e organicistiche che si stringe a prendere conoscenza del nostro intirnov."
configurano oggettivamente come strumenti di conservazione.F Per re-
stare alla psicoanalisi, un effetto collaterale della riconversione di quan- IIL Nel VII libro delle Leggi Platone immagina che alcuni poeti tragi- 'l
to appare storicamente determinato in dato naturale si può forserico-' ci si rivolgano agli abitanti di un'Atene governata in base alla perfetta
noscere anche nella ribadita riduzione della forma a modalità della cen-
sura perché in tal modo l'elaborazione estetica sembra predestinata ad
costituzione da lui stesso delineata con la fermezza, la fantasia, il piacere
del racconto e dell' avventura, la trasparenza che richiamano, talvolta,
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addomesticare l'indicibile, a renderlo conforme alle attese e ai criteri alla mente del lettore dei Dialogbi, e per sentieri sotterranei, la grande

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morali di un pubblico ideale e socialmente indeterminato. Lo scrittore favola delle Mille e una notte:
appare in tal modo come colui che rinuncia, sublima, impara a convi-
vere con le proprie fantasie, le piega, ne smussa le asperità, le plasma, Ospiti, possiamo frequentare la vostra città e la vostra regione o no? Pos-
le trucca, le rende, per ciò stesso, socializzabili: in tal modo raggiunge
alla fine le mete a cui aveva rinunciato (xonore, potenza, ricchezza, glo-
siamo portarvi e introdurvi le nostre opere [...]?21
, [
ria e amore da parte delle donnex l.'" La risposta delinea con assoluta chiarezza le hinzioni e il ruolo di-
Se le cose - c'è da dire - andassero proprio così, il premio risulte- fensivo della censura:
rebbe, alla luce dell'etica borghese, indubbiamente meritato. La forma "-1
estetica, in questo sospetto Eliconafi"n de siècle, avrebbe 1'aspetto di Non pensate - rispondono gli ateniesi- che così facilmentevi permettiamo
una modesta e paziente psicopompa, di una fedele ancella della de-
cenza. Se il progresso secolare della rimozione poteva essere scompo-
di piantare le vostrescenenelle nostre piazzee di introdurvi attori dallabel-
la voce, che grideranno più di noi, non pensateche vi permettiamo di arrin-
.(
sto in una serie di fattori concreti - storia, codici, forme, inerzia, pre- gare i giovanie le donne e tutta la turba del popolo, che vi lasciamo parla-
scrizioni, sistemi di valori, vale a dire nelle molte" cose" che produco- re sugli stessi costumiin modo diverso dal nostro, e che vi lasciamo dire in
f(

Il
6 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA In forma di introduzione 7

maggior numero, e per lo più, cose contrarie rispetto a quelle che diciamo procedure di esclusione e i meccanismi di rigetto che entrano in gioco quan-
noi. Saremmo diventati quasi completamente pazzi, noi e tutto lo stato, qual- -' f· do un soggetto parlante ha formulato uno o parecchi enunciati inassimila-
-rE
siasi stato vi lasciasse fare le cose dette ora prima cheihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
i magistrati a1:5biano' i bili; l'eresia e l'ortodossia non hanno a che fare con una esagerazione fana-
giudicato se quello che voi avete composto può essere detto ed è meritevo- tica dei meccanismi dottrinali, appartengono fondamentalmente ad essi.
le di essere divulgato fra i cittadini o non lo è affatto. Ora voi, figli delle dol- Ma, inversamente, la dottrina mette in causa gli enunciati a partire dai sog-
ci Muse, mostrate dunque ai magistrati i vostri carmi, prima di tutto, ac- getti parlanti, nella misura in cui la dottrina vale sempre come il segno, la
canto ai nostri, e se risulterà che voi dite le stesse cose che noi diciamo, o an- manifestazione e lo strumento di una appartenenza preliminare - apparte-
che se le direte migliori, noi vi apriremo i teatri, ma se non è così, amici, noi nenza di classe, di statuto sociale o di razza, di nazionalità o di interesse, di
proprio mai potremmo farlo." rivolta, di resistenza o di accettazione. La dottrina lega gli individui a de-
terminati tipi di enunciazione per legare gli individui tra loro e per diffe-
Non si potrebbe desiderare maggiore chiarezza né più lucida, più sere- renziarli proprio in tal modo da tutti gli altri. La dottrina mette in opera un
na indifferenza alle finzioni moralistiche o alle ipocrisie giuridiche. La duplice assoggettamento: dei soggetti parlanti ai discorsi, e dei discorsi al
censura.è espressione di un potere (di uno stato nei confronti di un altro gruppo, almeno virtuale, degli individui parlanti."
stato o di LU1aclasse all'interno di un singolo stato), e il suo parametro non
è collocato in astratti e immutabili principi, ma in 'Lillarealtà contingente, La censura, dal canto suo, non si limita a sorvegliare la correttezza
nella realtà costituzionale di quello stato, poiché «la nostra costituzione dei discorsi individuali e la loro conformità agli articoli di una legge
è in realtà la tragedia riti vicina alla natura della verità»." Solo ciò che è in alcuni casi non scritta e in altri formulata esplicitamente. L'illega-
conforme alla legge può essere detto; solo ciò che risponde agli interessi lità non riguarda solo i contenuti, ma anche le forme, non solo gli
del potere (stato o classe dominante) e alla sua specifica organizzazione- enunciati ma anche le modalità di enunciazione. Non tutto può esse-
del discorso troverà i teatri aperti. I «figli delle Muse» non si illudano: non re detto e quello che può essere detto deve rispettare gli articoli di
la «dolcezza del loro canto», n011 il talento, non la perfezione delle loro una retorica normativa. L'infrazione si colloca così a due possibili li-
opere potranno schiudere le porte della città, ma solo la coincidenza «con velli e il pericolo può venire tanto da una violazione esplicita e diret-
quello che diciamo noi», il dire «le stesse cose che noi diciamo». 0 , an- ta del codice, quanto da una sottile, da una subdola manipolazione
che, «migliori»: se i nostri magistrati le giudicheranno tali, se le riterran- dell'ortodossia. Questo accade, in modo particolarmente sensibile,
no, dunque, ancora più conformi a quella prima tragedia, a quell' arche- quando la censura è più rigida e congiunta a forme di organizzazione
tipo di tragedia che p iù di ogni altra è vicina alla natura della verità. statuale totalitaria perché il rigore del monopolio è inversamente pro-
Nel discorso, in ogni discorso organizzato, sono contenuti i frantu- porzionale all' estensione della base sociale su cui si appoggia l'ordi-
mi, i riflessi, le molecole di un potere che può aggregarsi in «antipote- ne costituito. Così a chi riattraversi la storia e la cultura del fascismo
re».24 La censura si incarica di isolarli e farli tacere. Monopolizza le ra- potrà accadere di imbattersi in fenomeni a prima vista sorprendenti:
gioni del discorso pubblico. Non concede il teatro, il libro, la circola- nel 1927 , per esempio, Augusto Turati dirama una circolare ai segre-
zione della parola se' non vi riconosce preliminarmente una conferma rarifederali invitandoli al controllo più rigoroso dei libri, degli arti-
dell' ordine, una tautologia potenziale e rassicurante. La dottriria si cri- coli, dei panegirici dedicati a Mussolini." Si sta esagerando, dice Tu-
stallizza coinvolgendo rati; ma le sue parole non sono dettate certo da preoccupazioni di de-
-------
cenza o di misura: il problema è immediatamente politico. Si tratta di
1'enunciato e il soggetto parlante e l'uno attraverso l'altro. Chiama in causa conservare il monopolio dell'immagine carismatica, senza che nella
il soggetto parlante attraverso e a partire dall'enunciato, come provano le sua confezione e nel suo disegno possano infiltrarsi e prendere voce
8utsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto In forma di introduzione 9

elementi di fronda, tentativi di dare forma - attraverso il busto di esorcizzarlo. Così Sade" si accaniva nelle sue prefazioni a celebrare la
~tl
Mussolini - a una di quelle inevitabili contraddizioni che, secondo moralità della propria opera: come non vedere che la sceneggiatura del
vizio era solo un exemplum da proporre alla meditazione dei lettori? Il
""l
Togliatti, si erano trasferite dalla società, in cui venivano conculcate,
nel "seno" del partito fascista." corpo di Justine, segnato-aana tortura e dalla violenza, distrutto e ri-
Il controllo del cliché è di importanza vitale. L'immagine e l'enun- composto, con i segni invisibili di Lilla molteplice abiezione dissemina-
ciato - per conservare
e di limite (per identificare
la loro forza unificante, la loro funzione di segno
una diversità e modellare su quella la com-
ti nella carne, quel corpo dunque diventava, nelle requisitorie di Sade,
nelle sue perorazioni e nei suoi urli contro la magistratura, la pietra di
~l
pattezza e l'identità del gruppo) - devono essere bloccati. Non solo ciò paragone della virtù. E allora lo vediamo strisciare compunto lungo i
che il potere dice, ma come il potere lo dice. solchi della morale corrente,schiacciarsi in essi dopo avere minato rab-
biosamente e implacabilmente tutto l'edificio. '''I
IV. Ai poeti non resta altro che accettare o ritirarsi in buon ordine. È si- Bassezza e astuzia perdenti di fronte alla forza; l'esorcismo è un pal-
gnificativo che la rivendicazione del diritto alla parola (a pronunciare liativo per i deboli, è sempre una forma di transazione con il diavolo o
l'indicibile) sia abbastanza recente: la letteratura, salvo rari casi, non con coloro che danno al diavolo una fisionomia determinata. Anche "l
veniva pensata come campo dell'infrazione, della rottura, di un rinno- quando riconosce l' exemplum, quando sembra doversi arrendere alle
vamento profondo dei codici linguistici che doveva svolgersi in totale argomentazioni dei peroranti, il magistrato ha una via d'uscita: discu- ,.(
indipendenza È negli ultimi cen-
da qualsiasi istanza morale costituita.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
tere non l'intenzionalità, ma la trasparenza, le funzioni eQPONMLKJIHGFEDCBA
i pericoli del-
tocinquanta anni che la scrittura creativa si identifica sempre più con il Yexemplum. I sensi, gli è stato insegnato, sono il primo luogo del pec-
dissenso e che la libertà dello scrittore viene vista insieme come un sin- cato: l'occhio non è neutro, la traduzione dei segni è incerta. Chi può
e (

tomo, come una garanzia e come una funzione della libertà politica: J garantire il funzionamento del dispositivo? Ancora se i destinatari fos-
pensare, parlare, scrivere senza costrizioni è un diritto fondamentale e sero preliminarmente e socialmente selezionati, se appartenessero al
che viene rivendicato
testato frontalmente
con decisione.
negandone
Ogni apparato
la competenza
repressivo
e la legittimità.
è con-
Solo sul
ceto o alla casta o alla classe da cui provengono i giudici. .il
piano della qualità estetica sembra possibile accettare qualche limita- Dico, signori - affermava nella sua requisitoria contro Madame Bovary l'av-
zione e formule ricorrenti,del tipo "l'arte non è mai oscena", sono sin- vocato imperiale Ernest Pinard il31 gennaio 1857 - che dettagli lascivi non
"~I
tomatiche anche se rivelano, in controluce, la ricerca di un margine di possono essere coperti da una conclusione morale; in caso contrario si po-
patteggiamento, di una via d'uscita accettabile. trebbero raccontare tutte le orge immaginabili, descrivere ogni turpitudine
Sono gli ultimi paragrafi
danna dei giudici pronunciata
di una vicenda secolare. Di fronte alla con- .
(con meno cinica franchezza e maggio-
di una donna pubblica facendola morire su un pagliericcio all'Ospedale.
Sarebbe lecito studiare e mostrare tutte le sue pose lascive! Sarebbe anda-
, [
re ipocrisia) sulla base delle stesse regole o di regole affini a quelle che re contro tutte le regole del buon senso. Sarebbe lasciare il veleno alla por-

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guidavano i magistrati ateniesi, gli scrittori ricorrevano a ogni sorta di tata di tutti e il rimedio alla portata di pochi, sempre che ci fosse un rime-
sottigliezze e capziosità per dimostrare che dicevano proprio "le stesse dio. Chi legge il romanzo di Flaubert? Forse uomini che si occupano di eco-
cose" e che nulla nelle loro opere violava la lettera della legge scritta o nomia politica o sociale? No! Le pagine leggere di Madame Bovary cadono

'(
diffusa nel senso comune. Quelle opere, dicevano, erano conformi alla in mani ancora più leggere, nelle mani di ragazze, qualche volta di donne
morale più rigorosa dei padroni della città; le violazioni erano solo ap- sposate. Ebbene! Una volta che l'immaginazione sarà stata sedotta, quando
parenti; il proibito era presentato come proibito e come rovinoso per la seduzione sarà arrivata fino al cuore, quando il cuore avrà parlato ai sen-
chi lo metteva in pratica; l'impronunciabile era pronunciato solo per si, pensate forse che un freddo ragionamento avrà molto potere contro quel-
'l
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10srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto In forma di introduzione 11

la seduzionedei sensi e del sentimento?E poi,non bisognachel'uomo sipa- Cosaè mai questamoralearcigna,pudibonda, taccagnae chenon tende ad al-
vonegginella sua forza e nella suavirtù, l'uomo è portatore di istinti che tra che a creare dei cospiratorianchetra le fila così tranquilledei sognatori?
vengonodal basso e di idee chevengonodall'alto e, in tutti, la virtù non è Una similemoralità si spingerebbefino a dire: ORMAI NON SI FARAN-
che la conseguenza di un effetto,molto spesso penoso. Le pitture lascive NO CHE LIBRI CONSOLANTI E TESI A DIMOSTRARE CHE L'UO-
hanno di solito maggiore influenzadei freddi ragionamenti. Ecco cosa ri- MO È NATO BUONO E CHE TUTTI GLI UOMINI SONO FELICI-
spondo a una simile teoria." abominevoleipocrisia!"

Le argomentazioni di M. Pinard sono del tutto trasparenti e costitui- Eppure egli stesso non esitava a suggerire, come argomento da con-
scono una indiretta celebrazione del potere mimetico della letteratura trapporre alle accuse di M. Pinard contro Les Fleurs du mal, questa os-
che, paradossalmente, è del tutto conforme a quello che Flaubert attri- servazione: «TI volwne è, relativamente alla diminuzione dei prezzi in li-
buisce ai romanzi con cui si alimenta l'immaginazione febbrile di Ma- breria, di un costo elevato. È già una garanzia importante. Non mi ri-
dame Bovary.Traducendo quelle argornentazioni in un linguaggio aria- volgo dunque alla folla»." Ma in tal modo si ripresenta, e sembra esse-
cronisticamente moderno e prendendo a prestito le parole di Adorno, re accettata, la tesi della doppia morale o, almeno, del duplice circuito
che metteva in guardia contro l'esistenza di censure latenti, potremmo di ricezione. Viene riconosciuta, implicitamente, la legittimità di un
dire che quello che si paventa è l'addestramento dell'inconscio a rifles- controllo differenziato sulla base di una topografia del lecito e dell'il-
si condizionati.'? Una volta scatenata, dice M. Pinard, la voce del desi- lecito tracciata dal magistrato. La selezione preliminare dei destinatari
derio è destinata a sopraffare i commenti, i meccanismi di controllo con è "una garanzia importante": il potere d'urto del libro viene ammor-
cui si tenta - più o meno sinceramente -,di orientare il messaggio.La tizzato dalla sua diffusione tra un pubblico abbiente e quindi, si sup-
colpa è nella procedura di mobilitazione di quei desideri e poco irn-RQPONMLKJIHGFEDCBA
pone, "colto" e fornito di adeguate possibilità di salvaguardia.
J

portano le reali e rernote intenzioni dell' autore. Dunque al poeta che si


presenta alle porte della città e chiede di rappresentare le proprie ope- .Le giovinette! Le giovinette! - esclamava Charles Asselinau - Dio mio!
re, il magistrato deve rispondere che il problema non riguarda solo Non c'è forse una letteratura per le giovinette! Non ci sono forse scrittori
l'opera in sé, ma i destinatari nel loro insieme: «i giovani, le donne, tut-' che si dedicano, per vocazioneo per necessità, a comporre delle storielle
ta la turba del popolo.» senza punte e senza veleno? Non ci sono forse autori per ragazzi e anche
Non ci sarebbero (o comunque sarebbero fortemente ridotte) le autori per signoreP'"
obiezioni a libri com.e quello di Flaubert se fosse possibile controllar-
ne la circolazione limitandola a un pubblico selezionato e autorizzato Il lettore esperto saprà riconoscere l'austerità, la forza, le accanite rap-
dai giudici. Ma chi leggerà le «pagine leggere» di Madame Bovary? Ca- presentazioni della "natura" che sono contenute nei versi di Baudelai-
dranno in mani ancora più leggere. E allora come non ricordarsi, insi- re. Ma, in questo modo, affidandosi alla competenza e facendo della
ste M. Pinard, che gli istinti vengono dal basso, la lascivia è seducen- competenza un principio di discriminazione, si accetta anche, surretti-
te, la ragione debole? E che il rimedio, se poi esiste, è soltanto dipo- ziamente, il principio stesso che costituisce la base di ogni censura: si ri-
chi? Come non accorgersi, dirà in altra occasione, che nelle Fleurs cIu conosce l'esistenza di diverse zone di legittimità, i cui confini - ancora
mal, non c'è alcun rispetto per la morale religiosa né per la morale una volta - sono fissati dai padroni della città o dai loro emissari che cir-
pubblica?3r--- --- coscrivono le "riserve" e fissano con una serie di procedure cautelati-
Baudelaire, nelle note per il suo avvocato Gustave Chaix d'Est-Ange, vei limiti entro cui dovrebbero civilmente mantenersi i desideri e l'in-
protestava: telligenza dei confinati.
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA In forma di introduzione 13

Ma chi verrà catturato e sedotto dalle pagine leggere di Maclame Bo-QPONMLKJIHGFEDCBA


Pensare che le cose, oltre i confini della giurisdizione borbonica, andas- '1
'r ) !? Chi assisterà alle rappresentazioni del melodramma? Chi affolle- sero molto meglio sarebbe un errore. Librettisti e compositori erano co-
la platea, i palchi e i loggioni per applaudire favole che, in numero- munque costretti a una serie di patteggiamenti, ad aprirsi faticosamen-
ssirne repliche, passeranno dalle grandi città ai paesi fino a trovare te una strada nella selva ai prescrizioni e di divieti posti dalle-autorità, a
hl
.i'ultima rielaborazione sulle umide, ispide scene del teatro di stallasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
cui, nei vari stati italiani, era demandato il compito di concedere o meno
.rve Manrico, Aida, Desdemona (disertati dalla musica, ma investiti i teatri e di sorvegliare sulla moralità delle rappresentazioni.
11 prestigio supplementare degli spazi attraversati) risusciteranno per Gli studi non mancano e sono talvolta ricchi di notizie preziose, di '1
Irire ancora agli spettatori modelli, magici paradigmi, specchi dove informazioni, di aneddoti variamente significativi. Tuttavia, la prospet-
snuno riconoscerà se stesso in abiti eroici o regali? tiva cronachistico-documentaria (uniformemente adottata, e sia pure
con diversi gradi di attendibilità e di precisione) ha impedito di porsi
"f
. Alla fine del 1857 Verdi, abbandonato il Re Lear, decide di scrivere un problema fondamentale: di considerare la censura istituzionale non
cl' il San Carlo di Napoli un'opera ricavata dal Gustavo III di Scribe. come un fattore estraneo al prodotto finito, ma come "una delle molte
a riduzione, con il titolo La vendetta in domino, approntata dall'av- cose" che collaborano alla struttura di un'opera e ne determinano il '1
ocato veneziano Antonio Somma, viene sottoposta alla censura nei funzionamento complessivo.
rimi mesi del 1858. Le osservazioni, i rifiuti, le richieste di modifica Di qui il tentativo di prendere un testo dotato di forte esernplarità e
.ino tanto numerose che l'impresa fa stendere un nuovo testo e lo sot- su cui la censura si accanisce astiosamente (Rigoletto) e di seguirne pas- '1
rpone, con il titolo di Adelia degliAdimari, all'approvazione di Verdi. so passo le varianti: a partire dall' archetipo (Le Roi Si amuse di Vietar

I
· e sue reazioni ci sono state conservate in un prezioso documento che Hugo) fino alle ultime rielaborazioni che deformano e stravolgono l'ori-
orta i due testi affiancati e che è stato pubblicato quasi per intero nel ginale tanto da renderlo, in parte o del tutto, irriconoscibile (Viscarclel-
rimo volume dei Carteggi. I fogli sono tutti riempiti da osservazioni mi- lo, Lionello, Clara di Pertb). La filologia più intelligente ci ha insegnato

I
ute, accanite e puntualissime che rivelano un eccezionale uomo di tea- che lo studio delle varianti d'autore, se da un lato costituisce un mo-
:0 e si concludono con una serie di "Appunti contro la Censura" dove mento necessario nella preparazione di un' edizione critica, dall' altro of-
'erdi traccia questo desolante bilancio: fre un osservatorio privilegiato sul "fare", sul momento della scrittura.
Condotta in modo organico (non per campionature discontinue e nem-
La Vendetta in Domino si compone di 884 versi; ne sono stati cambiati 297 meno sotto l'assillo di rilevamenti estetici), una simile esplorazione con-
"(
nell'Adelia, aggiunti molti, tolti moltissimi. Domando inoltre se nel dram- duce il critico «a spostare dinamicamente le sue formule, a reperire di-
ma dell'impresa esiste come nel mio:
'I
rezioni, piuttosto che contorni fissi, dell' energia poetica»." Gli esiti non
appaiono più.come il punto d'arrivo contrapposto al punto di partenza,
Il titolo? Nò. né il tragitto è obbligatoriamente quello che porta «da una relativa in-
Il poeta? Nò. formità alla perfezione [' . .J quegli spostamenti sono spostamenti in un
L'epoca? Nò. sistema, epperciò involgono una moltitudine di nessi con gli altri ele- "I
Località? Nò. menti del sistema e con l'intera cultura linguistica del correttore-.'?

'I
Caratteri? Nò. Sarebbe naturalmente assurdo muoversi in una simile prospettiva
Situazioni? Nò. o arrendersi esiti paragonabili dallo studio delle varianti di censura:
Il sorteggio? Nò. del tutto diversi sono i problemi che si presentano, i risultati possibili

l
Festa da Ballo? NÒ.35 e le possibili direzioni del campo ermeneutico. In particolare credo

'[
14 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA In forma di introduzione 15

che si possano fissare tre punti intorno a cui dovrà organizzarsi la let- secolo, vale a dire l'assenza di una borghesia nazionale, capace di assu-
tura dei dati e che, nel corso del lavoro, risulterannoihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
p iù o meno di- mere un ruolo dirigente (non solo dominante) e di indirizzare organica-
rettamente illuminati: mente il processo di trasformazione politica e sociale." Così attorno al
mondo romantico-risorgimentale del libretto, ai suoi eroi bruciati dalla
1) La censura avanza una serie di richieste, impone modificazioni che passione - dall'odio, dalla vendetta, dall'amore, dall'amore per la pro-
alterano l'equilibrio drammatico. Ci sarà da chiedersi in quale misura pria terra ecc. - si delinea l'alone livido della repressione che persegui-
questi scompensi vengano riassorbiti attraverso un'organica ricornpo- ta ugualmente lo squarcio retorico-quarantottesco della Battaglia di Le-
sizione del testo e in quale misura, viceversa, restino nel tessuto com- gnano, con il suo secondo atto celebrativo ed extrafunzionale (una spe-
plessivo come corpi estranei, come lacerazioni, bruciature, ferite che cie di grande comizio mazziniano inserito a forza nella trama), e il pec-
denunciano un'interferenza tra questa "cosa" e le altre "cose" che con- cato di Violetta, addomesticata e purificata dalla censura romana. Che
vergono nel prodotto finito. L'improbabilità drammatica del libretto e poi i limiti di tolleranza risultassero, tra stato e stato, diversi, e anche
talvolta il risultato di compromessi affrettati, ma allora le contraddi- sensibilmente diversi, poteva dipendere tanto dalle contingenze quanto
zioni e le incongruenze possono apparire legittimamente come sintomi, da variabili cristallizzazioni storico-sociali. Non per questo risultano an-
e la fragilità strutturale si presta a essere letta come una specie di epi- nullati il senso e la rilevanza delle contraddizioni fondamentali.
fania mediata, come il risultato di un rispecchiamento complementare 3) È il punto intorno a cui ruoterà questo lavoro lasciando che gli
e imprevisto, che determina 1'emergenza di uno sfondo politico e sociale altri problemi e i dati a essi pertinenti emergano in ordine sparso e ven-
oltre i moduli., oltre le convenzioni del repertorio. gano letti in controluce. La censura, nel caso del melodramma, è co-
2) Illibrettista, nel suo difficile mestiere che richiede perizia arti- stretta a fare i conti con il suo duplice piano di organizzazione. La mu-
gianale, leggerezza, duttilità e remissione di qualsiasi orgoglio di ca- sica pone una serie di scadenze che' dovranno essere assolte: il numero
sta, deve conciliare la struttura d'attesa degli spettatori, a cui una vi- e la misura dei versi sono fissati, fissata la distribuzione dei moli voca-
gile censura preventiva ha dato forma, con la censura ufficiale che si in- li e quindi fissata, almeno parzialmente, anche la tipologia psicologica.
nesta sulla prima. Il dramma, alla fine, ne risulta pesantemente condi- La tessitura, per quanto riguarda 1'alternarsi di romanze, duetti, terzetti
zionato: e se questo non autorizza, ovviamente, a frettolosi e poco pro- ecc., risulta quindi non modificabile e le varianti devono innestarsi so-
duttivi giudizi di valore, ciò non toglie che la natura e la portata di pra questo scheletro formale definito, tenendo presente che la soluzio-
quegli interventi pongono un problema preciso a chiunque si chieda ne di emergenza (quella del ricorso ai "virgolettati") è praticabile solo
come sono fatti i libretti e non collochi quel problema nel vuoto di con molta misura, sotto pena da un lato di pregiudicare pesantemente
un'ipotesi creativa, ma nel campo storico e sociale in cui il libretto si la coerenza stessa dell'opera, dall'altro di denunciare - in modo espli-
determina concretamente. cito e indesiderato -l'intervento esterno. In questa luce il rapporto tra
La frizione o, se si preferisce, lo scarto tra la censura preventiva e la., le note e le parole era d'altronde considerato del tutto convenzionale e
censura istituzionale riflette, molto spesso, i contrasti tra l'etica di un arbitrario. Esclusa, più o meno arbitrariamente, ogni potenzialità mi-
pubblico borghese, di una classe in ascesa, e una serie di istituzioni, di metica,Ja musica veniva pensata dal punto di vista drammatico come
codici improntati da uno spirito semifeudale ein cui si rispecchiano gli un informante a significato variabile: l'aria scritta per celebrare l'inco-
interessi e i valori di una classe al tramonto." Anche a questo livello dun- stanza del libertino poteva così trasformarsi nella confessione di un
que, anche nella dimensione dei più quotidiani e disarmati progetti mi- amante fedele.
metici, si proietta l'ombra di quello che, come aveva visto Gramsci, co- 4) C'è infine un ultimo problema a cui dovremo dedicare la nostra
stituisce il problema politico fondamentale della storia italiana del XIX attenzione. La censura tende: a) a riscattare i personaggi; b) a modifi-
16 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

'J(
care la valenza morale delle singole azioni. I due interventi sono com- Antefatto: Le Roi s'etnuseQPONMLKJIHGFEDCBA
plementari e si implicano a vicenda: più precisamente, ferma restan-
do la sequenza
personaggl.
drammatica, il commutatore viene inserito a livello dei
Tenga, signor dottore; ne asperga la stanza, che non ci sia qualcuno 'I
Ammettiamo, con Philippe Hamon, che un personaggio sia «un fa- di quei magbi di cui san pieni i libri, cbe tenti d'incantarci per vendicarsi
del castigo che vogliamo dar loro caccian doli da questo mondo.
scio di relazioni di rassomiglianza, di opposizione, di gerarchia e di or-
"1
Don Chisciolte
ganizzazione (la sua distribuzione) che esso stabilisce, SlÙ piano del si-
gnificante e del significato, successivamente e/o simultaneamente, con
gli altri personaggi o con gli altri elementi dell' opera»." E aggiungiamo
che questo fascio di relazioni è un fascio di relazioni interdipendenti e Il 22 novembre 1832 va in scena al Théàtre-Francais Le Roi s'amuse, "I
che modificarne una equivale a modificare il suo rapporto con tutte le' dramma in cinque atti di Victor Hugo. Il testo è stato composto molto
altre e, quindi,
unità narrative
tutte le altre. Se il libretto
minime, qualsiasi variazione
è scomponibile
impressa
in U11aserie di
al soggetto del
rapidamente:
una insurrezione
dal 3 al 23 giugno dello stesso am10, in mezzo ai tumulti di
e a una dolorosa malattia agli occhi. 1 Chi lo legge oggi
il
verbo sottinteso a ognuna di esse, porta a una modificazione semanti- (se appena riesca a liberarsi da prevenzioni cristallizzate e dalla futile ti-
ca del verbo stesso." O ancora (e riprendendo con qualche libertà una cerca di autobiografie in controluce)," non può non stupirsi di fronte alla
terminologia abbastanza collaudata): ogni cambiamento sul piano in- straordinaria tessitura, allo stile ampio, gravido, a volte splendidamente -I
tegrativo comporterà alterazioni, più o meno rilevanti, SlÙpiano distri- solido e inciso nella sua augusta retorica: Victor Hugo (ìJélas, come di-
buzionale," alterazioni che si disporranno intorno a tU1asse paradigrna- ceva spiritosamente André Gide) è, per quanto resti spesso ipnotizzato
tico modificato e determineranno quindi un diverso "riempimento" di ad ascoltarsi e assapori il rombo dei propri alessandrini, lU10 splendido,
ogni singolo morfema divertentissimo
vuoto."srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA narratore a cui si perdona facilmente, in fase di lettura,
la dilatazione dei monologhi e l'assoluta mancanza di ironia. Questo non
impedisce che immaginare il testo sulla scena sia estremamente arduo.
«Uscito dai libri, il teatro di Hugo è [costretto] a rientrarvi».'
La prima rappresentazione, tormentata da una serie di incidenti sce-
nici e caduta per giunta in un momento infelice, a pochi giorni eli di-
stanza ela un attentato contro Luigi Filippo, sollevò fischi, proteste, ir-

I
ritazioni scarsamente bilanciate dall'ormai ridotto partito di Hernani.
Un grosso fiasco." il giorno dopo Hugo ricevette un laconico biglietto
da M. Jouslin de Lassalle, direttore eli scena al Théàtre- F rancais:

Sono le dieci e mezzo e ricevo in questo preciso momento Yordine di so-


spendere le rappresentazioni di Le Roi s'amuse. È M . Taylor che mi comu-
nica quest' ordine da parte del ministro.'
'l
La reazione di I-Iugo è immediata: il26 novembre invia una lettera aper-

l
ta al "Constitutionnel"; il30 scrive una prefazione magniloquente e ag-

'l
., ~
t
18srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigo/etto i Antefatto: Le Roi s'amuse 19

I
gressiva per l'edizione a stampa del dramma; il3 dicembre comunica a pressiva e non preventiva, una legge redatta in buona fede e in accordo con
Taylor la sua intenzione di fare causa alla Comédie-Française, «solo !
I
i principi fondamentali d~l diritto, che, lasciando pieno corso alla libertà,
mezzo di interitare un processo politico al ministero»," «asserragliato !ì tenga a freno la licenza con pene severe. TI teatro, in particolare, in quanto
dietro le irrecivibilità del Consiglio di Stato»:? stratagemma collaudato, luogo pubblico, ci affrettiamo a dichiararlo, non avrebbe alcun titolo a sot-
osserverà M. Chaix d'Est-Ange, «W1a sorta di concerto tra gli autori e
il teatro per chiamare in cauSa il ministro»." I trarsi alla legittima sorveglianza dell' autorità municipale.!"

Il 19 dicembre, al processo che si tiene davanti al Tribunal de Com- Ma, continua Hugo, questa legge giusta, necessaria, non è stata fatta; e
merce, Hugo, seguendo i consigli del suo avvocato Odilon Barrot, pren- allora si vanno a riesumare procedure del Terrore, dell'Impero, della
de personalmente la parola. La sua linea di attacco si articola su tre pia- Restaurazione che sono in assoluto contrasto con i principi della Carta
ni: a) violazione del contratta da parte della Comédie-Française; b) il-_ 18.30 e con la sua fonte più autentica, la Dichiarazione dei diritti del-
legalità del provvedimento che infrange i principi fondamentali della l'uomo. In questo modo la negligenza del governo diventa un pretesto
Carta Costituzionale del 1830; c) difesa del dramma accusato di ol- per infrangere un principio che niente può intaccare e che non tollera
traggio ai costumi. eccezioni, nemmeno .se ci si trovasse di fronte a «uno di quei drammi
Riassumerò rapidamente le argomentazioni relative ai punti a) e b); infami palesemente confezionati a f-i.nicommerciali e scandalistici».'!
più a lungo mi soffermerò sul terzo punto, che fornirà materiali e rife- So perfettamente, prosegue Hugo, che su questo punto il mio avvo-
rimenti per l'analisi del Rigoletto. cato è più cauto, ma io non parlo con la competenza del giureconsul-
a) La Comédie-Française non ha fatto nulla per difendere il dramma to, parlo con il buon senso del cittadino.
e si è affrettata a cancellare dai cartelloni 1'annuncio della seconda rap-
presentazione, prevista per il 24 novembre, sulla base di una comuni- Lo ripeto, signori, non accetterò di piegare il rigore del principio, non con-
cazione ufficiosa e senza attendere nemmeno l'ordine di sequestro che, cederò al potere la facoltà di confiscare la libertà nemmeno in un caso legit-
come rivela durante il processo il suo stesso avvocato Léon Duval, è ar- timo in apparenza, nel timore che possa arrivare un giorno a confiscarla in
rivato solo il 10 dicembre. tutti i casi. Sono propenso a pensare che sopprimere lo scandalo con un atto
b) Per giunta la comunicazione è firmata dal ministro dei lavori pub- di arbitrio, è sostituire due scandali a uno solo; e a dire, insieme a Wl uomo
blici, M. D'Argout, che in tal modo, afferma Odilon Barrot, «si è com- grave ed eloquente, che oggi deve gemere di fronte al modo in cui i suoi di-
pletamente ingannato sulla natura dei suoi poteri»." Se mai, sostiene, scepoli applicano le sue dottrine: Non c'è diritto al di sopra del diritto/Il.
l'ordine doveva venire dal Ministero degli Interni. Sulla questione del-
l'illegalità Hugo si spinge molto oltre. Si richiama, nel processo e nella Nonostante le contraddizioni (il rifiuto della censura che viene poi riarn-
prefazione scritta in precedenza, ad alcuni articoli di quella che, ricor- messa sotto forma di una sospetta "Ioi de bonne foi"), nonostante l'in-
da, è stata definita la Cbarte- Vérité: sufficiente demarcazione tra libertà e licenza, non ci sono dubbi che die-
tro l'ampia retorica del discorso di Hugo si facciano strada rivendicazio-
I francesi hanno diritto di pubblicare liberamente [. ..] La censura non po- ni fondamentali, Né basta certo, a metterle in dubbio, il comportamen-
trà mai essere ristabilita [ ... ] Il diritto di confisca è abolito [ ... ] La libertà to dello stesso Hugo che, se volessimo seguirlo passo passo, risulterebbe
del pensiero, in tutti i suQimodi di diffusione, attraverso il-teatro o la stam- molto meno trasparente, meno giacobino e più disposto al compromes-
pa, dalla cattedra ° dalla tribuna: in questo, Signori, consiste una delle prin- so, alla trattativa e anche all' ambiguità politica, come non mancherà di
cipali basi del nostro diritto pubblico. Indubbiamente per ognuna di que- sottolineare crudelmente M. Chaix d'Est-Ange nell'unico passo della sua
ste forme di pubblicazione è necessaria una legge organica, LUlalegge re-ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
requisitoria in cui accenna, e sia pure di striscio, alla morale del dramma:
Antefatto: Le Roi s'amuse 21
L
20 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Cf
Victor Hugo faccia un capolavoro (ha sufficiente talento per farlo), parli pure raggiungerà Triboulet nella sola cosa che egli ami al mondo, in sua figlia.
dei benefici della libertà, come parlava un tempo dei benefici della Restau- Quello stesso re che Triboulet spinge al ratto, rapirà la figlia a Triboulet. Il
razione, sarà ascoltato; e, se troverà degli ostacoli, gli sarà resa giustizia.!' buffone sarà colpito dalla Provvidenza nello stesso modo in cui è stato col-
pito M. de Saint-Vallier. Poi, una volta che sua figlia sarà statasedotta e 'r
c) Per rispondere alle accuse di avere violatola decenza e i costumi perduta, egli tenderà una trappola al re per vendicarla e sarà sua figlia a ca-
dervi. Così Triboulet ha due allievi, il re e sua figlia, il re che addestra al vi-
a Le Roi s'amuse, asrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
-r
l
I-Iugo ricorre, nella Prefazione LU1 riassunto della tra-

ma. Lo riporterò per intero, perché la citazione, per quanto lunga, si ri- zio, sua figlia che educa alla virtù. Uno perderà 1'altra. Vuole rapire per il
velerà poi funzionale e indispensabile a capire anche l'atteggiamento re Mme de Cossé e rapisce sua figlia. Vuole assassinare il re per vendicare
di Verdi e la sua lettura del dramma. sua figlia, ed è sua figlia che assassina. Il castigo non si ferma a metà stra- \1
da; la maledizione del padre di Diane si compie sul padre di BIanche. Cer-
Il dramma è immorale? Lo credete? Lo è nella sua parte essenziale? Ecco tamente non tocca a noi decidere se è un'idea drammatica, ma è, a colpo si-
allora in cosa consiste. Triboulet è deforme, Triboulet è malato, Triboulet curo, un'idea morale."
è buffone di corte; triplice disgrazia che lo rende malvagio. Triboulet odia
"I
il re perché è il re, i signori perché sono i signori, gli uomini perché non han- li riassunto è nitido ed è più il riassunto dell'idea drammatica che non
no tutti m'la gobba sulle spalle. Il suo unico passatempo è di mettere conti-
nuamente in urto i signori contro il re, facendo in modo che il più debole
della peripezia.
zandolo come quadro
Vedremo più avanti, tornando
di riferimento,
su questo passo e utiliz-
che l'idea drammatica del libret-
Il
si spezzi contro il più forte. Deprava il re, lo corrompe, lo abbrutisce; lo to è sensibilmente diversa, anche se la peripezia - nelle sue linee gene-
spinge alla tirannia, all'ignoranza, al vizio; lo aizza attraverso tutte le fami- rali - rispetta i tracciati di Hugo. Per ora basterà sottolineare che una
glie dei gentiluomini, mostrandogli a dito, e senza stancarsi, la moglie da se- simile difesa, in Italia, sarebbe apparsa pura follia: un re corrotto, vi-
durre, la sorella da rapire, la figlia da disonorare. Il re tra le mani di Tri- zioso, seduttore, ignorante e per giunta burattino tra le mani del pro-
boulet non è che un burattino molto potente che spezza tutte le esistenze prio buffone? La giustizia tenuta in scacco e perennemente frustrata
in mezzo a cui il buffone lo fa recitare. Un giorno, nel bel mezzo di una fe- dagli interventi della Provvidenza?
~ sta, nel momento stesso in cui Triboulet spinge il re a rapire la moglie di M. Continuiamo a seguire Hugo che, dopo essersi dato causa vinta sul-
de Cossé, M. de Saint-Vallier riesce ad arrivare fino al re e gli rinfaccia so-
lennementeil disonore di Diane de Poitiers. Questo padre a cui il re ha
la trama, si chiede se 1'opera, «moral par l'invention»,
velarsi, a un esame attento, «irnmoral par lexécution».'"
non potrebbe
La domanda,
ri-
I
preso la figlia, Triboulet lo deride e lo insulta. Il padre alza il braccio e ma- dice Hugo, in questi termini è assurda e si distrugge da sola, eppure, an-
che su questo piano, le obiezioni vanno affrontate.
ledice Triboulet. Tutto il dramma scaturisce di qui. Il vero soggetto è laQPONMLKJIHGFEDCBA
m a-

ledizione di Sain t- Vallier. State a sentire. Siete al secondo atto. Quella ma- Nei primi due atti nulla; nel terzo l'impressione di lettura non può
ledizione su chi è ricaduta? Su Triboulet buffone del re? No. Su Triboulet essere che «profondamente casta, virtuosa e onesta». Nel quarto lo
che è uomo, che è padre, che ha un cuore, che ha una figlia. Triboulet ha
una figlia, tutto è là. Triboulet non ha che sua figlia al mondo; la tiene na-
scandalo
serva.
sarebbe dato dal fatto che un re corteggia
E il teatro greco? E Shakespeare?
sulla scena una
E ancor peggio tutte le Li- l
scosta a tutti gli sguardi in un quartiere deserto, in una casa solitaria. Più fa settes e le Martons del teatro tradizionale? Non basta: Hugo rivendi-
circolare in città il contagio della corruzione e del vizio, più tiene sua figlia
isolata e murata. Alleva sua figlia nell'innocenza, nella fede e nel pudore. Il
ca anche l'austerità
dito la franchezza:
e la purezza del suo stile; questo non gli ha impe-
«Il veut l'art chaste, et non l'art prude»." D'al- l
suo timore più grande è che possa cadere nel male, perché sa bene, lui mal- tronde, fa notare, ben consapevole delle diverse reti di destinazione di
vagio, quanta sofferenza vi si incontri. Ebbene! La maledizione del vecchio cui usufruiscono il libro e il teatro, non ha esitato per la scena ad ap-
l
l
22 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Antefatto: Le Roi s'amuse 23 ihgfedcbaZYXWV

portare alcune varianti, a disseminare - nei luoghi più scabrosi o che È l'unione degliinteressi urtati dal movimento delle teorie. È il commercio
tali potevano apparire senza la procedura cautelativa di una ricezione che si inalbera di fr~nte ai sistemi;è il negoziante che vuole vendere; è la
"alta" - veli, ad addensare nebbie, a mettere in opera una forma di strada che mette paura alla cassa;sono i bottegai in armi che si difendono."
consapevole auto censura.
È proprio in un simile clima che, secondo Hugo, è nata la persecuzio-
Così, per esempio, il giorno della rappresentazioneinvece di questi versi: ne contro Le Roi s'arnuse, una persecuzione in cui, dietro l'ipocrisia
l'ai ma sceur Maguelonne, une fort belle fille delle motivazioni morali, si nasconde una congiura letteraria, il ritorno
Qui danse dans la me et qu'on trouue gentille. aggressivo del classicismo. «Bah!», dicevano i perplessi ascoltatori dei
elle attire cbez nous le galant une nuit. l7 discorsi pubblici di I-Iugo, «lasciate che reciti la sua parte! È il suo ge-
nere. È fatto per questos.r" L'avvocato del ministero, dal canto suo,
Saltabadilha detto: sembra avere adottato a sua volta questa tattica della condiscendenza,
J'ai ma sceur une jeun e et belle créature sicuro che la cassa eli risonanza intorno alle parole di Ruga sarà mo-
Qui cbe: RQPONMLKJIHGFEDCBA
1 1 0 U S aux p assants di! la bonne auenture; desta, dato il clima politico e sociale, e fiducioso negli errori che la foga,
Votre homme la viendrait consulter une nuit.18 la passione della parola e del gesto inducono a commettere.
Si limita, M. Chaix d'Est-Ange, a controbattere sul piano giuridico:
Allo stessomodo molti versi sono statisottoposti a varianti, ma non valela a) il tribunale del commercio non è competente, in base alla legge del
pena di insistervi." 24 agosto 1791, a pronunciare giudizi sulla legalità o illegalità di un atto
amministra tivo.
È un passo falso che stupisce in un uomo dell'abilità dialettica di b) L'atto amministrativo in questione è, comunque, legale, perché le
Hugo: il principio, che ci si è affannati a negare, viene riabilitato e nel- leggi sui teatri, emanate al tempo del Direttorio, non sono mai state
la difesa si apre una breccia molto ampia. La censura preventiva eser- abrogate. Proprio per questo I'intervento del ministro dei lavori pub-
citata dall' autore legittima, indirettamente, la pratica istituzionale: il blici rientra pienamente tra le sue attribuzioni: ed è questo ministro, e
pubblico è diviso in due parti e sul confine, a controllare la palizzata, non il ministro degli interni, a essere stato chiamato in causa in una pre-
il potere rivendica il proprio diritto di intervento e respinge l'even- cedente occasione ricordata dalla difesa.
tualitàdi affidare una tutela così delicata agli arbitri o alla sensibilità TI giudizio, aggiornato al2 dicembre 1833, riconosce l'incompetenza
morale dei singoli. del tribunale del commercio, «rinvia le parti davanti a chi di diritto e
Tuttavia M. Chaix d'Est-Ange non ne approfitta: preferisce non av- condanna il querelante alle spese»."
venturarsi su W1 terreno pericoloso, viscido, non definito come quello Le Roi s'amuse scompare dal repertorio e bisogna arrivare al 22 no-
della moralità del dramma perché lì potrebbero ricrearsi aggregazioni " vembre 1882, perché il dramma possa tornare in scena: è un nuovo in-
indesiderate. Sembra anch'egli consapevole di una situazione generale successo e sono ormai quasi trent'anni che il Rigoletto di Verdi viene
a cui hanno accennato, con sfumature, diverse, sia Hugo sia il suo avvo- rappresentato nei teatri cl'Europa."
cato Odilon Barrot: quest'ultimo ha parlato, da un punto di vista giu-
ridico, di «epoca di transizione e di confusione» in cui lasocietà è re-
golata da quattro legislazioni diverse e sovrapposte;" Hugo ha lamen-
tato che «le idee di immobilità e di potere» prevalgano su quelle «di
progresso e di affrancamento».
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I.
ì( Preistoria e storia del Rigoletto - I
ìl
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iutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "l
De cbaque coM les structures "formelles"
sont enueloppées dans le cbanzp de leur genèse ..zyxwvutsrqponmlkjihgfe
J-T. Dosanti C[

li primo accenno di Verdi a Le Roi s'amuse risale al 1844, al tempo del-


''[
l'Ernanz; quando annota su un foglio una serie di titoli possibili: La tem-
pesta, Lear, Amleto di Shakespeare, Caino di Byron, Kean di Dumas
padre, L'avola di Grillparzer, Fedra di Euripide e Racine, Ruy Blas e "r
Mariol1 Delorme di Hugo, Ad oltraggio segreto, segreta vendetta di Cal-

'r
deròn, Maria Giovanna di Dennery e poi (senza indicarne I'autore) At-
tila, Ines di Castro, Buondelmonte e Gustavo il Buono, l progetti che si
affacciano alla sua mente e che, con la sola eccezione dell'Attila, reste-

l
ranno irrealizzati.
Devono passare cinque anni perché la vicenda di Triboulet torni a
galla. li 7 settembre 1849 Verdi scrive a Flauto:

Ora bisogna pensare seriamente al libretto dell'Opera che andrà in scena il


giorno dopo Pasqua, perché per fare le cose a dovere sarebbe necessario

(
che Cammarano avesse fatto lo schizzo e mi consegnasse i primi pezzi per
la fine d'ottobre, epoca in cui sarà montata quest'Elozia, ed in cui io parti-
rò da Napoli per qualche tempo, e perciò vorrei aver meco poesia da musi-
care. Pel sogetto suggerite a Cammarano Le Roi s'amuse di Vietar Hugo. Bel
dramma con posizioni stupende, ed in cui avvi due parti magnifiche per la
Frezzolini e De Bassinì.'

li suggerimento cade nel vuoto; Cammarano è impegnato nella stesura


'(
della Virginia per Mercadante e, all'inizio dell' anno successivo, lo tro-

'I
viamo coinvolto nella sceneggiatura del Lear che costituisce, a partire
dal 1843, un progetto ricorrente di Verdi, progetto destinato a non
compiersi anche quando il libretto prenderà forma, molti anni più tar-
di, per opera di Antonio Somma. La storia dei ripetuti e mancati ap-
'I
I
26 Un caso di censura. Il.Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Preistoria e storia del.Rigoletto - I 27

puntamenti con il padre di Cordelia meriterebbe uno studio a parte, D'altronde l'entusiasmo di Verdi è crescente e 1 '8 maggio scrive an-
perché una specie di titubanza o di paura sembra impedire a Verdi di cora a Piave:
realizzare il suo progetto.' Ad allontanare il quale, tra il 1849 e il 1850,
concorrono la pigrizia di Cammarano, lo scioglimento elel contratto con Oh Le Roi s'amuse è il più gran sogetto e forse il più gran dramma dei tem-
Napoli, la fretta d.i Verdi e la creazione eliRQPONMLKJIHGFEDCBA
S tiffe lio prima e; subito dopo, ! pi moderni. Triboulet è creazione degna di Shakespeare!! Altro che Ema-

l
di Rigoletto, affidato - al momento di firmare un contratto con la Fe- ! È sogetto che non può mancare. Tu sai che 6 anni fa quando Moceni-
n i!

nice - al lavoro del più servizievole, sollecito e remissivo Piave, a cui go mi suggerì Ernani, io esclamai: "sì per Dio ... ciò non sbaglia". Ora rian-
i-
Verdi scrive il28 aprile 1850 passando in rassegna una serie di titoli: elando diversi sogetti quando mi passò per la mente Le Roi fu come un lam-
po, un'ispirazione e dissi l'istessa cosa .., "sì per Dio ciò non sbaglia". Eb-
bene, addunque, interessa la Presidenza, metti sottosopra Venezia e fai che
Difficilmente troveremo cosa migliore di GUI17zanoil buono, nonostante avrei
un altro sogetto che se la polizia volessepermettere sarebbe una delle più gran-
It la Censura permetta questo sogetto."
l
di realizzazioni del teatro moderno. Chi sa! Hanno permesso l'Ernani potreb- l
be [la polizia] permettere anche questo, e qui non ci sarebbero congiure. Non si tratta di richieste da poco: non sappiamo cosa facesse Piave, se
Tentate! Il sogetto è grande, immenso, ed avvi un carattere che è una delle ! mettesse «sottosopra Venezia», se corresse con quattro gambe per tut-
n' ì
più grandi creazioni che vanti il teatro elitutti i paesi e elitutte le epoche.ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
ta la città, ma non ci sono dubbi che dovette ottenere le garanzie desi-
sogetto è Le Roi s'amuse, ed il carattere di cui ti parlo sarebbe Triboulet che !
I
derate, se il3 giugno Verdi gli scrive da Cremona:
se Varesi è scritturato nulla di meglio per LLù e per noi. I
P.S. Appena ricevuta questa lettera mettiti quattro gambe: corri per tutta la I Ricevo "latua lettera del 14 maggio. Finalmente! !!... Non avere ostacolo né
città, e cerca lilla persona influente che possa ottenere il permesso di fare Le per la divisione della scena: né per il sacco. Stai pure attaccato al francese e
Roi s'amuse. Non aeldormentarti: scuotiti: fa presto. Ti aspetto a Busseto I non sbaglierai. In quanto al titolo quando non si possa tenere Roi s 'a m u s e

ma non adesso, dopo che avranno scelto il sogetto." che sarebbe bello ... il titolo deve essere necessariamente La Maledizione di
Vallier, ossia per esser più corto La !Jaledizione, Tutto il sogetto è in quel-
I dubbi di Verdi sulla possibilità di ottenere l'autorizzazione erano fon- I la maledizione che diventa anche~orale. Un infelice padre che piange
dati, se Vietar Hugo appariva come il più pernicioso tra gli scrittori l'onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte che il padre male-

I
francesi e se - già il 26 settembre 1837 - il capo della polizia di Milano dice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa il buffone, mi
Torresani aveva vietato, con rapporto n. 9021, la rappresentazione di al- i
sembra morale e grande al sommo grande. Bada che La Vallier non deve
cuni suoi drammi: comparire (come nel francese) che due volte e dire pochissime parole enfa-
tiche profetiche.?
In forza di recenti disposizioni del Supremo Dicastero Aulico di Polizia, e
di censura, è vietata ogni scenica rappresentazione de' seguenti drammi di
I La lettura di Verdi si precisa e, rispecchiando la prefazione eli Hugo, in-
Victor Hugo: Marùz Tudor, Marion Delorme, Lucrezia Borgia, Hernani? - l-
l -dica la linea che nel dramma intende privilegiare: lo affascina la sem-
I plicità della "macchina", con il suo spettacolare e puntualissimo effet-
Tuttavia Le Roi s'amuse non era bandito esplicitamente; e Ernani, a I to boomerang. A Piave viene fornita la raccomandazione eli attenersi
I
Venezia, sia pure dopo laboriose trattative e con la copertura eli un ti- scrupolosamente alla peripezia dell'originale, di seguirla passo passo, ti-
tolo mutato (L'onore castiglianoi, era stato permesso. Valeva la pena \ spettandone gli appuntamenti. Se il Re Lear si presentava, «a prima vi-
di tentare. I sta, così vasto, così intrecciato che sembra impossibile cavarne un me-

I
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28 l
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
\.
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Preistoria e storia del Rigoletto - I 29
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lodramrna»," e se lo stesso Verdi si era indotto a stendere per Carnma- Riprendendo e forzando le parole di Budden, potremmo anche dire che
rana una sceneggiatura dettagliata, ora il "melodramma" sembra usci- proprio perché il Rigoletto è uno dei possibili Lear, l'altro - il re di Bre-
,.
re spontaneamente dalle pagine di Le Roi s'amuse: basterà che Piave tagna - resta escluso dalla realizzazione. I grandi caratteri - come i gran- "('
rispetti l'originale e adoperi le forbici, concordando a Busseto le linee di temi, come le grandTlinee di destino - vengono insegiiifi an Verdi an-
di intervento. che attraverso più opere, secondo Ul1. itinerario di approssimazione non
La figura del reietto, che domina tutto il repertorio romantico, si rettilineo né costante. Quando un grafico preciso raccoglie le potenzia-
presenterà allora nella sua piena forza di fronte alla musica e Verdi po- lità disperse e le condensa in una esemplare figura drammatica, allora
(
!
trà dare forma a quella figura paterna che già nella Luisa, e più debol- ! viene accantonato il nucleo, il filo strutturale che sembrava congiunge-
mente nello Stzflelio, cominciava a delinearsi.
goletto sarà legittimo intravedere
Non solo: alle spalle di Ri-
anche la memoria o il fantasma di
!
I
re tra loro opere diverse: una eventualità
na realizzazione, viene così abbandonata
creativa, raggiunta
o ricompare
la sua pie-
solo sporadica- "l
Lear abbandonato, di una vecchiaia misera e tormentata che alla fine. [ mente sullo sfondo di altri intrecci e nell' orbita di altri protagonisti.
i
si piega con disperazione
giamo nell'ultima
sul corpo esamine
scena della "selva" verdiana,
della figlia. «Lear»,
«senza badare a chi ar-
leg- I
Nell'agosto
punto il libretto,
del 1850 a Busseto, dove Piave si è recato per mettere
il tema del padre sopravvissuto, del vecchio che por-
a
'l
I
riva solleva il cadavere di Cordelia ed esclama:QPONMLKJIHGFEDCBA
((È morta è morta: come ta sul palcoscenico il cadavere della figlia, prende forma: si delineano
la terra è morta! ... Ululate! in cuisrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Ululate! ... " etc. .. Pezzo concertato
-, le strutture che, dopo traversie e ritocchi, andranno in scena 1'11 mar-
'(
I
Lear deve avere la prima parte»." Si noti che Verdi non parla della mor- zo 1851.
te di Lear: quello che gli interessa è il vecchio in scena di fronte al ca-
davere della figlia, alla "Dea della morte" (secondo l'interpretazione
l
freudiana)," che lo costringe alla rinuncia e a «familiarizzarsi con la I
necessità di morire». 11

I l
Non diversamente in Rigoletto, dove l'intensificarsi della dispera-
zione porterà Verdi a rinunciare al concertato di repertorio per lascia-
re che solo la voce del padre, rapidissima, accompagni in un grido il i
I
I
calare del sipario.
ì
l
È forse troppo fantasioso - si è chiesto Julian Budden - pensare che il re-
cente entusiasmo per Hugo nascesse dallo stesso stato d'animo creativo che
lo aveva indotto a mettere mano a Shakespeare? Che il riflettore che aveva
l
I
I
penetrato il groviglio del Re Lear era stato semplicemente spostato su Le \

Roi s'amuse? Sia l'uno che l'altro erano drammi della paternità. Sia l'uno
che l'altro davano una parte di rilievo a un buffone di corte. Certo è che ! 'I
Verdi, dopo avere portato a termine Rigoletto, tornò per un certo tempo a

I
I
metodi di. composizione operistica più convenzionali. TI Trovatore e La Tra-
viata (soprattutto il primo) sono, dal punto di vista formale, più vicini alle
opere del passato. Sono propenso a supporre che Rigoletto sia uno dei pos-

Il ;'(
sibili Re Lear.12

!
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. .: V . zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
-rihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
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!! P rim a v e rific a s u i te s ti srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
t.
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I;
t Che cosa dice una persona che sa cosa sia un, buon vestito
durante la prova dal sarto? "Questa è la lunghezza giusta",
t "Questo è troppo corto", '~Questo è troppo stretto".

l Wittgenstem

I L La prima rappresentazione di Rigoletto ottenne un grande successo,'


che non impedì tuttavia l'msorgere di tutta una serie di riserve morali,
I di accuse contro il soggetto e la sua licenziosità. Basta vedere quello
che scriveva Locatelli sulla "Gazzetta di Venezia" del 12 marzo 1851,
l'indomani della prima:

! II maestro, o il poeta, si presero d'un postumo affetto per la scuola satani-


ca, ormai scaduta e tramontata; cercarono il bello ideale nel clifforme, nel-
I l'orrido, mirarono all'effetto non per le usate vie della compassione e del

I
r
terrore, ma dello strazio dell' anima e del raccapriccio. In coscienza non pos-
siamo lodar questi gusti?

t È proprio per rispondere a tali critiche che nel libretto, approntato per

!
la stagione veneziana 1852-53, troviamo una breve premessa, proba-
bilmente ispirata da Verdi e da Piave,' in cui si avverte un'eco precisa

l

e riconoscibile
importanti
della prefazione
che da un lato difendono
di Hugo, Ne riporteremo
la moralità
i passi più
del dramma francese,

!I dall'altro evidenziano
pevoli" i singoli personaggi
i mutamenti
e la trama.
introdotti per rendere meno "col-

I
,.
I:
Triboulet è cUfforme, Triboulet è malato, Triboulet è buffone di corte; tri-

r

-151anuSefi.ache lo rende cattivo. Triboulet odia il principe perché può tut-
i to, i signori perché sono signori, gli uomini perché non hanno tutti una gob-
I
I ba sul dosso. Gode aizzare i signori contro il principe, i più deboli contro i
più forti; corrompe, deprava il suo padrone, lo spinge al sopruso ed al vizio.

I
Ma Wl giorno, in mezzo ad una festa, Saint-Vallier si fa innanzi al principe
e gli rimprovera il disonore della propria figlia, e Triboulet insulta al dolo-

I
,(
,'.~'; I'
Prima verifica sui testi
I
32 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 33

i 1.''[
re di quell'afflitto.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA non lo «abbrutisce», non «lo spinge alla tirannia, all'ignoranza, al vi-
I
li padre alza il braccio a maledire al beffardo, e quella ma-
zio», né lo tiene tra le proprie mani come «un burattino onnipotente».
I
ledizione è caduta sull'uomo che ha un cuore, che è padre. Triboulet ha una
figlia, che nasconde agli occhi di tutti, in un angolo appartato della città, in
una casa deserta; la educa all'innocenza, alla fede, al pudore; di null'altra
I
r
Una simile tecnica, dove il taglio si alterna con la sostituzione cautela-
tiva di W1aparola, è verificabile anche sul testo drammatico, sebbene là l
cosa più teme che di vederla cadere nel male. Or bene, la maledizione del
I - come vedremo -l'intervento sia, o possa apparire in alcuni casi.fneno

'{
ll
vecchio colpirà Triboulet nella sola cosa che ami al mondo, nella sua figlia. esplicito perché condizionato da molteplici esigenze di azione teatrale,
Il buffone sarà ferito nel modo stesso che fu colpito Saint-Vallier. Vorrà ven- di retorica o anche di metrica.
dicare la figlia perduta e disonorata ... e invece la ucciderà. b) L'intero sistema di personaggi risulta, nel Rigoletto, parzialmente

'I
TI Rigoletto (Triboulet) di Piave è meno colpevole del gobbo francese; egli modificato: l'immagine del padre è, in qualche modo, riscattata, il che
non va montrant sans cesse du doigt al suo padrone la lemme à séduire, la so- I comporta - necessariamente e nonostante le parole della premessa -
un polarizzarsi dei valori negativi nella figura del duca. È un punto di
eur à enleuer, la [ille à désbonorer, Gilda non diventa tU1afille séduite et per-
due, e la Maddalena è meno spregevole della Maguelonne. li Duca del signor'
Piave è uno dei tanti scapati di cui formicolano la storia e il mondo e cre-
fondamentale importanza
ci si muoverà lungo questo
perché, nei successivi interventi
asse: la correzione morale del dramma por-
di censura,
'I
diamo anzi moralissimo scopo il dimostrare che terribili conseguenze pos- terà o a una assoluzione condizionata di Rigoletto oppure a redimere il

l
sano derivare dalle arti e persino dalla spensieratezza di un seduttore. Im- duca, a cui verrà imputata solo una giovanile leggerezza. Ci si muove-
morale sarà un componimento che dei delitti più nefandi fa ineluttabile ca- rà dunque sulla falsariga degli interventi compiuti da Piave che proce-
gione un soprannaturale potere, lilla fatalità, una vendetta degli Dei, e co- de sempre con una certa cautela e si guarda bene, ad esempio, dal pre-

l
manda poi le lagrime sui casi di Mirra, di Bibli, di Edipo, e via dicendo; ma sentare Gilda (così come accade con il suo archetipo BIanche nel dia-
come chiamar immorale un componimento che al delitto fa seguire sì terri- logo che apre il quarto atto del dramma francese) nelle vesti di
bile castigo, e mette in azione la verità del grande principio che "chi semi- un' amante ufficiale, che convive con il re mentre il padre trama ven-

I
na nell'ira miete nel pentimento". Noi che amiamo l'art chaste e non l'art detta nell'ombra di una finta riconciliazione." Non diversamente Mad-
prude, non crediamo mancare ai nostri principi pubblicando il Rigoletto dalena appare meno cinica, meno "spregevole", meno dichiaratamente
così come nessuno si reputò degno di ragionevole censura pubblicando la "puttana" di Maguelonne, anche se poi Piave lascia curiosamente sus-
sistere proprio quei versi che lo stesso Hugo, come abbiamo visto, ave-
'I
Lucrezia Borgia, la Caterina di Guisa ... in cui al quadro delle più terribili e
violente passioni quello è contrapposto dei loro deplorabili effetti, e della va ritenuto di cambiare per la rappresentazione, quelli cioè che si rife-
tremenda punizione da cui sono seguitati. riscono al modo in cui Sparafucile, servendosi della sorella, riesce ad at-
tirare le vittime in casa propria. Sarà questo dell' appuntamento, lo ve-
li testo pone una serie di problemi che è opportuno esaminare separa- dremo, uno dei crucci maggiori delle varie censure. 'I
tarnente: c)La moralità del dramma viene indicata nel fatto che all' origine del
delitto 110n vi è una «ineluttabile cagione, un soprannaturale potere,
'I
a) La difesa di Le Roi s'amuse è condotta sulla falsariga della prefa-
zione scritta dallo stesso Hugo e datata 30 novembre 1832: il suo esten- una fatalità, una vendetta degli Dei», che finirebbero con l'escludere la
SOIe, con la più completa indifferenza, traduce alla lettera, modifica, responsabilità del singolo e quindi porterebbero a compatire la colpa e
taglia senza evidenziare con virgolette quanto non gli appartiene, ri- ad accettare, con sollievo, l'eliminazione del castigo. La catena logica è
correndo, a seconda dei casi, alla retorica dell'eufemismo o alla reti- abbastanza fragile: ma ci si trova a diretto contatto con uno dei pro- '\
cenza. Così Rigoletto odia «il principe perché può tutto», non «le roi blemi più scabrosi, con la preoccupazione di far fronte a una delle obie-

l
parce qu'il est roi»; «corrompe» ancora e «deprava il suo padrone», ioni fondamentali della censura religiosa.' La quale ultima, come ve-

I
·,t'

'l
34 Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Prima verifica sui testi 35
fl,
f
dremo in seguito, appare costantemente tesa a cancellare - qui e altro- I conto che i versi francesi (tranne una quindicina di misura più breve)
ve - ogni traccia di superstiziosa fatalità, a rivendicare l'essenza etica e f sono tutti alessandrini, mentre in italiano a versi lunghi, come il deca-
. I
giuridica del peccato come atto che qualifica integralmente, e senza at- sillabe, l'endecasillabo e il dodecasillabo, si alternano molto spesso set-
j
tenuanti, il peccatore. tenari, senari e anche quinari, si può calcolare che la riduzione rispet-
Per sostenere questa tesi vacillante nelle argomentazioni, l'estensore ti un rapporto approssimativo di 1 a 3. Questo non toglie che i tagli -
della premessa è tra l'altro costretto a sopprimere il passo della prefa- pur obbedendo tutti a ragioni economiche complessive - appaiano an-
zione di Hugo in cui la sostanza del dramma - e Verdi se ne era luci- che mirati, tendano cioè a disinnescare proprio quei punti che, sprov-
damente appropriato - viene fatta consistere nella "Maledizione di visti di una funzionalità insostituibile, appaiono nell' originale più cari-
Saint-Vallier", «le sujet véritable du drame», quello da cui «découle chi di implicazioni.
toute la pièce» (<<Tutto il sogetto è in quella maledizione che diventa II. 1.1. Implicazioni morali prima di tutto. Abbiamo già segnalato
anche morale»). In realtà, indicare l'importanza decisiva della maledi- come cadano i versi che all'inizio del IV atto alludevano al nuovo "sta-
zione sarebbe equivalso a mettere in luce come l'idea di fatalità non to" di BIanche dopo la seduzione; allo stesso modo il dialogo tra il duca
fosse assolutamente stata bandita: una reciprocità ineluttabile e sim- e Maddalena appare decisamente edulcorato.
metrica tra i comportamenti e le azioni dei singoli personaggi e il loro I II. 1.2. Ugualmente vengono soppressi i versi in cui più accesa si fa
I
destino avrebbe significato evocare indirettamente l'intervento (la "ven- I la passione politica di Hugo, in cui più netta esplode la sua vocazione
detta") di Dio e avrebbe messo necessariamente in allerta chi era pron- libertaria di grande oratore, pronto a dimenticare i personaggi per avo-
to a scandalizzarsi per le più piccole allusioni. I care a sé la parola e per rivolgersi direttamente al pubblico. Proprio la
I
Né d'altronde si può dimenticare che lo spettatore è chiamato a con- i frequenza di simili parentesi extrafunzionali era tuttavia destinata a ren-
dividere la "lettura" degli avvenimenti che lo stesso Rigoletto propone l
dere più agevole la riduzione: quei passi potevano di solito essere estra-
nell'ultima scena: «Dio tremendo ... Ella stessa fu coltaRQPONMLKJIHGFEDCBA
I Dallo stral di f polati senza difficoltà e senza creare né interruzione della linea dram-
t
mia giusta vendetta». Piave poteva affannarsi, affannarsi Verdi, ma la matica né sensibili scompensi strutturali."
l
loro causa - appena accettavano di presentarsi davanti a quel "tribù- II. 1.3. Talvolta gli interventi di Piave determinano una incongruen-
nale" - era irrimediabilmente perduta: se la vendetta di Rigoletto è "giu- .za o un improvviso oscurarsi del senso drammatico. Così, nella terza
sta" e fallisce, l'ingiustizia
mendo"
bertina
colpisce
si allontana
il padre,
regna sul mondo e il castigo di un "Dio tre-
colpisce la figlia "innocente",
nella notte, aereo e solare, inattaccabile
mentre il li-
nella sua
I
!
scena del secondo
lo circondano
atto, Rigoletto si aggira disperato
e gli impediscono
sarmato, si rivolge in particolare
di raggiungere
a uno di loro:
fra i cortigiani che
Gilda. Implorante, di-

spensieratezza e nella intatta fedeltà a se stesso.


f
I Ebben, piango, Marullo ... signore ...
Il. Una lettura parallela dei due testi consente di fissare, con sufficiente
precisione, W1atipologia degli interventi sull' originale, interventi che pos- I
I,
Tu ch' ai l'alma gentil come il care,
Dimmi tu dove l'hanno nascosta ...
sono investire tanto la lettera quanto le strutture drammatiche, senza che I È là-?;:-:Non è vero? ... Tu taci! ... ohimè ...
per questo si possa stabilire una distinzione troppo rigida e marcata.

,!
ILihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
1 . Chiunque conosca, anche superficialmente, le lettere di Verdi Non c'è spettatore che non si interroghi di fronte a una simile apostro-
sa con quanta insistenza, con quanta determinazione ai librettisti ven- fe rivolta a un personaggio privo di qualsiasi rilievo drammatico, che è
ga raccomandata la brevità. Non sono quindi i tagli a dover ci stupire: l solo un cortigiano tra i cortigiani e che, se mai, ha avuto un ruolo di
il Rigoletto conta 707 versi contro i 1681 dell' originale. Se si tiene poi ! primo piano nel rapimento di Gilda. Spiegare le parole di Rigoletto

I
I
,ii
36 Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
I Prima verifica sui testi 37

!
I,
come la conseguenza di un'occasionale e disperata piaggeria, costringe Una veste viril che t'apprestai
a dimenticare l'irrilevanza di Marullo della cui gentilezza d'animo e di E per Verona parti."
cuore n011 si trova peraltro alcuna conferma nel testo.
Basta rivolgersi a Hugo, perché l'enigma si sciolga facilmente. Ma-
[ Écoute. Va cbez mot. Prends-y des habits d'bomme.
"[ ,

ruilo è il poeta Clément Marot ed è l'unico, tra i cortigiani, a non esse-


l Un cheval. De l'argento N'imporre quelle somme.

re di nobile origine: Triboulet cerca allora di risvegliare in lui la solida- Et pars, sans t'arréter un instant en cbemin,
rietà dell'intelligenza e della comune estrazione sociale: Pour Eureux. !O
'(
Eh bien, je pleure, oui' Difficile, di fronte a simili esempi, non riconoscere l'intuito artigianale
Marat, tu t'es de moi bien assez réjoui. di Piave nell'isolare i segmenti non funzionali del testo francese. Stes- '(
Si tu gardes une dme, une tele inspirée, sa artigianale perizia, d'altronde, si rivela anche quando la traduzione

'(
Un coeur d'bomme du peuple, encore, sous ta liurée, è assolutamente speculare:
Où me l' ont-ils cacbée, et qu'en ont-ilsQPONMLKJIHGFEDCBA
f a it , dis?

Elle est là, n'est-ce pas? Oh, parmi ces maudits V'ho ingannato colpevole fui ...

l
Faisons cause commune e n fr è r e s que nous som m es. L'amai troppo ora muoio per lui ...
Toi seui as de l'esprit danstous ces gentilbommes.
Marot! Mon bon Marot! - Tu te tais. Obt uoyez!" Ah, tout est de ma faute, - et je V O t iS ai trompé!

I
J e l'aimais trop, - je meurs - pour lui. 11

In questo caso lo sforzo stesso di Piave per attenersi, finché possibile,


all'originale, finisce per funzionare come elemento di distorsione ag- Altre volte 1'adattamento è più libero: Piave smonta i versi francesi, iso-
giunta: una fedeltà intermittente compromette quel che resta delle pa- la le parole semanticamente portanti e le ricompone, con scelta felice,
role di Hugo. senza perdere nulla, ma limitandosi a tagliare le frequenze di una di-
II.2.1. Si possono aggiungere, in economia, alcune considerazioni su zio~e amplificata e ridondante.

l
Piave traduttore, la cui subordinazione all'archetipo (e alle raccoman-
dazioni di Verdi) arriva - se non trova ostacoli sulla propria strada - Ma dee luminoso
fino alla ricerca di curiosi calchi fonetici: caso esemplare il nome pro- In corte tal astro qual sole brillare.

l
prio Gualtier Maldè, che costituisce un adattamento, in onomastica
d'area veneta, del francese Gaucher Mahiet (ma si veda anche come, Que uous, qui d'un tel lustre éblouissez la cour
nell'esempio precedente, aveva chiuso l'ultimo dei decasillabi citati: Que ce soleil parti; l' on doute s'il fait [o u r,

l
«Ohimè» - «Oh voyez»). 8 D'altronde, quando il testo di Hugo è più ra- Vous alliez, mépnsant due, e m p e re u r; roi, prince,
pido e più essenziale, meno connotato ideologicamente, Piave tenta una Briller, astre bourgeois, dans un ciel de province!"
specie di interlinearità appena condizionata dalle esigenze metriche e

l
dall'obbligo di abbreviare: L'esemplificazione sistematica ci porterebbe molto oltre. Ma voglio se-
gnalare ancora un ultimo caso in cui la distorsione agisce contempora-
M'odi, ritorna a casa ... neamente a diversi livelli. Nel primo atto il duca; comparso improvvi-
Oro prendi, un destriero,srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA samente, alla domanda impaurita di Gilda:

l
38 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Prima verifica sui testi 39

Chi mai, chi giungere vi fece a me? come di questo ne ho io tutta la colpa, se tu credi (e sarebbe giustissimo)
puoi fare una dichiarazione pubblica dicendo che io ho suggerito e voluto
risponde: quel sogetto, senza modificazioni, con quella forma, e tenendo. tutti i punti
di scena di Vietor Hugo. Fai tu ...14
S'angelo o demone che importa a te?
T'amo! Se l'affermazione di Verdi è senz'altro vera per quanto concerne la sua
responsabilità nella scelta e nella forma, sarebbe un errore accettarla
Bianche Ivionsieur; d)ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
o IÀ uenez vous? senza verifica. In realtà, per quanto il Rigoletto ricalchi fedelmente,
B,oi'De l'enfer ou du cielRQPONMLKJIHGFEDCBA come abbiamo già anticipato, le strutture del testo di Hugo, non ne'
Q u 'im p O l'fe 1 que je sois Satan ou Gabriel, conserva tutti i punti di scena. Cisano due soli scarti rispetto al trac-
Jet' aimel '? ciato drammatico originale, ma entrambi molto significativi.
II,3 .1. li primo si verifica all'inizio del secondo atto (terzo atto di Le
Certo anche in questo caso a guidare le scelte di Piave sono la ricerca Roi s'amuse). Alla seduzione di BIanche, che doveva compiersi nella ca-
della brevità, la retorica dell'eufemismo, le preoccupazioni di fronte a mera da letto del re, Piave sostituisce Wl intermezzo incongruo e che ac-
.una censura che raccomandava il generico. Questo non toglie che poi cumula elementi eterogenei rispetto a quelli utilizzati nel primo atto. li
il libretto, nell' occasione, risulti più agile e anche stilisticarnente più duca canta due (musicalmente bellissime) arie d'amore: la prima ("Ella
coerente. mi fu rapita") quando ancora non sa che Gilda si trova nel suo palaz-
II.2.2. La necessità di "far presto" può portare a esiti appa- zo, la seconda ("Possente amar mi chiama") dopo che i cortigiani lo
rentemente contraddittori, là dove il libretto è obbligato a fermarsi e a hanno messo al corrente dell'inganno notturno. Qui, sul piano dram-
pagare alla musica il debito di un'aria. Così la connotazione psicologi- matico, il duca retrocede a livello di un innamorato tenore della conven-
ca del re, che nel testo di Hugo è disseminata in un dialogo fitto e insi- zione, anche se - a contraddire il suo appiattimento nel ruolo - c'è la
stito, affidata al moltiplicarsi di rapide battute tese a far galleggiare l'abi- leggerezza con cui riesce a dimenticare la "cara fanciulla amata" per
to del libertino, viene risolta da Piave con la spavalda confessione del ascoltare il racconto dei cortigiani.
duca, con 1'enunciazione aggressiva e consapevole di una scelta: «Que- li taglio, in questo caso, fu compiuto per ragioni di convenienza; il
sta o quella per me pari sono». L'aria diventa così funzionale alla bre- sacrificio drammatico dovette costare non poco a Verdi, se 1'8 settem-
vità richiesta da Verdi: una rapida scorciatoia consegna all' ascoltatore bre 1852 a Carlo Borsi, che gli aveva chiesto di aggiungere una cavati-
del melodramma un ritratto sintetico, mentre modifica d'acchito il tra- na per la moglie, Teresa De' Giuli, rispondeva:
dizionale ruolo positivo del tenore, fissato da una tipologia e ormai .ac-
quisito dalla struttura d'attesa del pubblico. se il Rigoletto può stare com' è, un pezzo nuovo ci sarebbe di più. Difatti dove
11.3. Verdi che, lo abbiamo visto, raccomandava a Piave di attenersi trovare la posizione? Dei versi e delle note se ne possono fare, ma sarebbe-
scrupolosamente all' archetipo per quanto riguardava la struttura dram- --nTsempre senza effetto dal momento che non vi è la posizione. Una ve ne sa-
matica, si dichiarerà poi disposto - di fronte alle riserve "morali" della rebbe, ma Dio ci liberi! Saremmo flagellati. Bisognerebbe far vedere Gilda
critica - ad assumersi la piena responsabilità del libretto. col Duca nella sua stanza da letto!!! Mi capisci? In tutti i casi sarebbe un
duetto. Magnifico duetto!! Ma i preti, i frati e gli ipocriti griderebbero allo
Godo che Rigo/etto continui bene - scrive a Piave il 25 marzo 1851 - mi scandalo. Oh, felici tempi quando Diogene poteva dire in pubblica piazza, a
spia ce solo che i fogli si schierino contro di te per la scelta del sogetto: sic- chi lo interrogava su cosa facesse: "Hominem quaerol!" ecc. ecc."
40 Un caso di censura, Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Prima verifica sui testi 41

II.3.2. Uno dei problemi più spinosi per i Iibrettisti e denunciati con sto della vita, viene costretto dalla figlia a restare solo di fronte all'im- "Il
maggiore insistenza (da Lorenzo Da Ponte a Felice Romani) consiste- magine impietosa e ormai inevitabile della morte. La sopravvivenza, nel
va nella necessità di convocare, a dispetto degli originali, tutti i prota- caso, e le parole di Rigoletto lo indicano con chiarezza, è ormai solo
gonisti o, comunque, alcuni di loro e le masse corali perché il sipario ca- una dilazione, un impietoso l-ictaf00--€0lmodi terrore nell' oscurità di "'l
lasse su un "gran finale". Né la logica né la coerenza del dramma pote- una notte dove il repertorio romantico, «il brontolio del tuono lontano,
vano ostacolare simili richieste; la parola doveva arrendersi alle esigenze il gemere del vento e il saettare dei lampi», le scale cromati che e «i ru-
della musica affrontando rischi, improbabilità, soluzioni forzate, anche mori naturali»;'? si sono fusi in mirabile unità. Il motivo della maledi- 'l
il ridicolo - almeno per chi leggeva - di quegli appuntamenti iterati. zione affiorato nel preludio (che vi si avvitaintorno e vi si alimenta), dif-
Gli spettatori, viceversa, pretendevano il rispetto di simili appunta-
'l
fuso, ricorrente, disperso, affidato a soluzioni strumentali diverse, si
menti; e si pensava che, in cambio di una scrupolosa puntualità, sareb- alza così in un' estrema punta vertiginosa e si arresta contro il buio del-
bero stati disposti ad accantonare le già vacillanti richieste di verosirni- l'ultimo sipario.
glianza. Lo si pensava a ragione,
Nel Rigoletto la soluzione non solo è diversa, come ho anticipato,
ma si muove in direzione totalmente opposta: il dramma di Hugo of-
l
fre spontaneamente la materia per un gran concertato finale. Attorno
a Triboulet e al cadavere di BIanche si accalca la folla di un sobborgo
parigino, mentre entra in scena "per caso", come se fosse appena usci-
"l
to dalla casa di Violetta Valery, un chirurgo che constata freddamente
il decesso:

Elle est morte.


Elle a dans leQPONMLKJIHGFEDCBA
fla n c gaucbe une plaie a s s e i forte.
f
Le sang a dt'ì causer la mort en srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
l' é to u ffa n t. 16

Una simile constatazione può apparirei di una involontaria, irresistibi-


le comicità, ma non era certo questa a poter sgomentare Wl autore di
melodrammi romantici, se di simili effetti pullulava tutto il suo univer-
so culturale. 17 Verdi, però, taglia questo "punto di scena" (non ci sono
dubbi che, nel caso, la scelta fosse prima di tutto sua, del musicista): la
tela cala sulla disperazione e sulla solitudine di Rigoletto che resta chiu-
so nella notte, di fronte al cadavere di Gilda, mentre la "maledizione" "I
viene evocata ancora una volta dall' orchestra e nei testi per chiudere

l
ancora più rigidamente il cerchio e segnare in modo definitivo la do-
minante del dramma." Le parole di Monterone hanno attraversato tut-
to l'arco della peripezia per convergere alla fine nell' esito indicato pro-
feticamente; Rigoletto, come Lear, spezzato il cerchio naturale e previ-
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Grandi guai a Venezia RQPONML
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Verdi
I

l!
Oh, questo Rigoletto farà epoca nella mia uita!
Piave

l
I
li Rigoletto, così come è giunto a noi, è il risultato di complesse e labo-
riose trattative con la censura veneta. Per seguirne la vicenda dobbia-
!

i mo tornare indietro e riportarci all' agosto del 1850, quando Piave ha

I raggiunto Verdi a Busseto per mettere


li giorno 5 Piave invia una lettera
a punto il progetto
alla presidenza
del dramma,
della Fenice «a cui
I acclude il programma della nuova opera».
ì

! Resterebbe a stabilire il titolo dell'opera che vedrà in bianco, e che è tratta


I dal celebrato dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse; sulla cui ammissione
.i
I a coteste scene sono stato vocalmente assicurato non essere per insorgere
difficoltà. Verdi vorrebbe intitolarlo La Maledizione, ma io mi confesso a
! ciò renitente e ne preferirei qualche altro. Abbiamo peraltro tempo a pen-
sarei, e sarà presto combinato. l

-!
L'ostentata fiducia di Piave tradisce tuttavia: qualche preoccupazione,

l preoccupazione fondata se, dieei giorni dopo, scrive ancora a Marzari:


!
Ricevo in questo punto la favorita sua 10 andante n. 433, e sento con mara-

I,
viglia non poca come l'ammissione del nuovo mio libretto per Verdi, tratto
dal Roi s'amuse di Vittore Hugo possa trovare qualche difficoltà! La rin-
I
grazio peraltro della buona disposizione per parte sua, e prendo coraggio a
! farle qualche osservazione in proposito, ch'ella si compiacerà far gradire alli '

( I ! altri signori suoi colleghi nonché al Sig.r Conte Podestà ed alla I.R. Direzio-
ne dell'ordine Pubblico.
La crudeltà dell'azione non è senza esempio, poiché Emani, Foscari, Lo-
\
l renzino, Macbeth ecc. ecc. lo sono forse più.
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Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA :1


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44 Preistoria e storia del Rigoletto - II 45

I
I
Il Re Francesco non vi è che storicamente dipinto, e la sua visita a Bianca è Godo che le difficoltà vadino appianandosi sogetto Luisa Mille,.: e vor-
i StÙ

quasi simile né più né meno a quella di Carlo V ad Elvira. I rei che s'appianassero anche sul secondo sogetto La Maledizione.4
Quanto poi al totale dell' azione, tanto a ine che a Verdi ed a Lei apparirà !
moralissima, quando si vedano gli spaventosi effetti della maledizione da
!ì Nel mese di settembre dovette sembrare in effetti che-gh osta-coli fos- "l
Saint-Vallier scagliata su Trib oletto, il quale si permette insultare un infeli- sero caduti, se lo stesso Brenna poteva scrivere, in data 27, una lettera
ce padre che viene a cercare riparazione al macchiato onore di sua figlia ed I del tutto rassicurante:
all' onta del sangue suo. Più morale certo di Emani, di Foscari ecc. ecc.
I '1
Noi fielati sulle vocali assicurazioni che tale argomento non avrebbe trova- I
I
Piave ti ha già partecipato che nemmeno per parte dell'Autorità avremo
to difficoltà siamo già inoltrati nel lavoro, e Verdi al momento crede im-
possibile di cambiarlo, vista la ristrettezza del tempo, dovuta specialmente
I ostacoli per la produzione dell' argomento che scegliesti a rnusicare.'

i
alla sospensione ed incertezza dei destini di codesto Gran Teatro. Passa ancora un mese e niente sembra incrinare le assicurazioni che
A tutte queste osservazioni mi piace di aggiungerne un'ultima, e forse di vengono da Venezia, se il 22 ottobre Verdi può scrivere a Piave una let-
non minor peso, quella cioè che la polizia vi è affatto estranea e che nel ver- tera, senza ombra di apprensione, in cui accusa di avere ricevuto La
seggiarlo ho tenuto e terrò la più scrupolosa castigatezza.? Maledizione, fornisce qualche consiglio per il libretto e perentori invi-
ti alla brevità:
Le linee di difesa sono, almeno in parte, quelle che già conosciamo: a)
ci si richiama ad altre opere autorizzate dalla censura veneta e che, com-
sono sempre lunghi quei versi che in teatro si potevano risparmiare: un
parativamente, vengono dichiarate meno "morali"; b) si insiste sul va-
concetto espresso in due versi è lunga qualora si poteva esprimere con
lore etico della "maledizione" con argomenti che fanno balenare, alle ,r
uno solo."
spalle di Piave, la lettura verdiana; c) si forniscono assicurazioni sul ri-
spetto per le autorità di polizia e sulla" castigatezza" della lettera; d) si
La lettera finisce con Verdi che annuncia il suo arrivo a Venezia «per lu-
lascia abilmente intravedere la possibilità di una risoluzione del con- ,f
nedì o martedì» (28 o 29 ottobre) di passaggio per Trieste, dove il 16 no-
tratto non imputabile agli autori.
vembre andrà in scena la prima dello Sti/felio.
Su quest'ultimo argomento insiste Verdi in una lettera del 24 agosto
Ed è proprio a Trieste che arriva, a turbare il sereno, una lettera di
a Marzari, dopo avere rispedito Piave a Venezia per seguire più da vi-
Marzari dell'11 novembre 1850: (
cino la situazione:

La locale I.R. Direzione Centrale d'Ordine Pubblico, con requisitoria lO


Il dubbio che Le Roi s'amuse non si permetta mi mette in grave imbarazzo.
Fui assicurato da Piave che non eravi ostacolo per quel sogetto, ed io fi-
novembre corr., N° 8122, domanda che le si comunichi il libretto ch'ella sta '1
, dando nel suo poeta, mi misi a studiarlo, a meditarlo profondamente e musicando per questo Teatro,

l'idea, la tinta musicale erano nella mia mente trovate. Posso dire che per me
il principale lavoro era fatto. Se ora fossi costretto ad appigliarmi ad altro so-
A tale domanda è indotta dalla voce sparsa che il dramma Le Roi s'amuse
di Vittore Hugo, dal quale il Sig. Piave trasse il suo nuovo lavoro, abbia avu- 'l
getto, non basterebbe più il tempo di fare tale studio, e non potrei scriver i
ta sfavorevole accoglienza tanto a Parigi che in Germania perla dissolutez-
I
I za di cui va gonfio.
un'opera di cui la mia coscienza non fosse contenta.'
.! Fida nullameno la stessa Direzione Centrale che, attesa l'onestà del Poeta e
Sei giorni dopo Verdi ritorna rapidamente sull' argomento in una lette- la prudenza del Maestro, l'argomento sarà sviluppato in modo convenien-

I
ra al segretario della Penice Guglielmo Brenna:srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
te, ed è per assicurarsene che ne domanda comunicazione.'

l
':;:1
46 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
'ì Preistoria e storia del Rigoletto - II 47

l
. I


Marzari continua riversando su Piave, che si trovava a Trieste insieme I tempi di Verdi non sono certo quelli della burocrazia veneta e il 20
a Verdi, ogni responsabilità: era stato lui a incaricarsi «personalmente deve tornarsene a Busseto e aspettare. Testimonianza di questa attesa è
di ottenere l'approvazione dell'Autorità d'Ordine Pubblicox" e per que- una lettera che Abbiati pubblica senza data, ma che sicuramente è de-
sto aveva ritirato «il programma colle sole vidimazioni del Sig. Co. Po- 'r gli ultimi giorni di novembre e che mostra un Verdi disposto a trattare
[
destà e rnia».? Quindi nessuna colpa di negligenza o eli leggerezza po- e tuttavia ben deciso a non cedere su alcuni punti.
teva essere attribuita alla Fenice, se per tempo lo stesso Marzari si era

I
preoccupato di mettere in guardia poeta e compositore conIa lettera del Ho aspettato invano - scrive a Piave - una lettera della Presidenza che mi
10 agosto a cui si fa, ora, esplicito riferimento. recasse l'autorizzazione politica del Roi s' amuse. lo non perdo tempo e con-
Verdi scrive a Brenna il 15 novembre, mentre sta allestendo loRQPONMLKJIHGFEDCBA
S tiffe lio . tinuo a scrivere ma non sono tranquillo. Sollecita dunque la Presidenza e fà
t
che mi scriva al più presto. Non prendere le cose colla solita tua flemma
t
La Presidenza m'invita a presentare il libretto che dovrò mettere in musica t perché qui si tratta di affare serio e serio assai. Bada non lasciarti indurre a

I
pel Carnevale a Venezia. Ti prevengo che sarà spedito a quella Presidenza fare trattamenti che portassero alterazioni ai caratteri, al sogetto, alle posi-
col vapore del 17. Siccome io sarò con Piave a Venezia mercoledì 20 a mez- zioni: se si tratta di parole lo puoi fare: se si tratta anche di cambiare la po-
zo giorno, così io pregherei te di avere LUlapremura particolare per ottenere
la formale approvazione politica per quel giorno istesso, poiché io conto di
I
I
sizione in cui Francesco va colla chiave in camera di Bianca lo puoi anche
fare, anzi credo (come ti scrissi nell'ultima mia) che converrà per noi trova-
I

non fermarmi a Venezia che due o tre ore. Tu sai che io non ho tempo da I re qualche cosa di meglio: ma bada di lasciare intatta la posizione in cui
perdere e mi è indispensabile quindi mettere all'opera tutta la tua attività. f Francesco va nella casa di Saltabadil, senza di questa il dramma non esiste
Ho voluto scriverti anticipatarnente onde domenica tu possa essere pronto \ più; bisogna pure lasciare l'affare del sacco: questo non può importare alla
ad intraprendere la necessaria pratica senza perdere un istante. Ti racco- Polizia: in quanto all'effetto non tocca loro pensarci.
mando caldamente e ti saluto di cuore. Addio." I Addio. Scrivimi più sovente: mi pare che questo è affare da non lasciare an-
dare tanto per le lunghe, e se io fossi poeta mi darei molta e molta cura, tan-
La preoccupazione, che si manifesta in queste righe, è confermata da due to più che tu avresti una grande responsabilità se per caso (che il Diavolo
il primo ancora a Brenna:
brevissimi biglietti scritti il giorno successivo.ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
I
non voglia) non si permettesse questo dramma. Parla adunque alla Presi-
denza: fa i passi necessari; e tutto il più presto possibile. D

Ti confermo la mia scritta a te ieri ed oggi non ti prego ma ti supplico di


far sì che la Presidenza mandi al più presto il libretto alla Censura onde
io possa sapere le loro decisioni appena arrivo a Venezia. Bada che io sarò
I La risposta arriva ill o dicembre:

costà.mercoledì mattina e che io devo assolutamente partire nella stessa Questa Presidenza non ebbe per anca comunicazione ufficiale delle deci-
giornata. l ! sioni dell'Autorità d'Ordine Pubblico sul Ìibretto La Maledizione del Sig.
Francesco Maria Piave ch'ella sta musicando. Nulla meno il sottoscritto ri-
n secondo biglietto è indirizzato a Marzari: seppe in questo punto che, malgrado tutti gli sforzi della Presidenza e del
Poeta, l'argomento viene assolutamente rifiutato, con proibizione anca di
In riscontro alla sua Il corrente mi fa un dovere di prevenirla che oggi stes- proporvi qualsiasi ammenda.
so ho consegnato al vapore il manoscritto del libretto che dovrò musicare Piave spera che, sostituendo al Re eliFrancia un feudatario contemporaneo
'. pel venturo carnevale alla Fenice. lo lo pregherei di farmelo trovare licen- e togliendovi qualch'una delle sconcezze oscene di cui infatti è zeppo, pos-
ziato per mercoledì prossimo in cui sarò di passaggio per costà.F sa essere riproposta quasi per intiero la tela. Ma la Presidenza, dopo i fatti
:1
48 !
Un caso di censura. Il Rigoletto .zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Preistoria e storia del Rigoletto QPONMLKJIHGF
- lI 49
\
I

tentativi, non sa lusingarsi di riuscita. E però in riserva di comunicarle co-


! "\
t babilmente dovuto al fatto che Martello aveva sott' occhio la lettera del-
pia del Decreto tosto che giunga, la previene dell'emergente per quei prov- t
!l la Fenice.
vedimenti che reputerà opportuni all' adempimento del proprio contratto.
Colgo l'opportunità per confermarle le assicurazioni della più sentita con- I d) Marzari sembra accettare il punto di vista della censura; in realtà
"l
siderazione. I gli interessa salvare il contratto. La scelta sua e di Verdi è quella di ri-
servarsi comunque un margine di mediazione: Piave, nel mezzo, serve da
C.D. Marzari I
i capro espiatorio per dare ad accuse e rivendicazioni una direzione obli-
FS. - In. questo punto arriva il Decreto, di cui si trascrive copia a tergo del- ! qua, senza assumersi responsabilità di inadempienza o di trascuratezza. '\
la presente, mentre si consegna b.m. al Sig. Piave il restituito libretto, N.
8543, p.R.
A conferma di questa strategia adottata dai due principali interlocuto-
ri, la lettera di Verdi a Marzari del 5 dicembre è trasparentissima: '\
I.R. DIREZIONE CENTRALE D'ORDINE PUBBLICO
Venezia, 21 novembre 1850
... Piave ne ha un gran torto: tutto il torto! Egli mi assicurava in più lett-e-
Alla Presidenza del Gran Teatro la Fenice
re, scrittemi fin dal mese di Maggio, di averne ottenuta l'approvazione. f
Sua Eccellenza il Signor Governatore Militare Cavalier de Gorzkowski, con Dietro questo, io musicai una buona parte del dramma e mi occupavo col-
suo rispettato dispaccio 26 corrente n. 731, mi ha ordinato di partecipare a la massima assiduità onde terminarlo all' epoca prefissa. TI decreto che lo ri-
cod. Nobile Presidenza ch' egli deplora che il poeta Piave ed il celebre Mae- I fiuta mi mette alla disperazione, perché ora è troppo tardi per scegliere al-
stro Verdi non abbiano saputo scegliere altro campo per far emergere i loro I
tra libretto che mi sarebbe impossibile, affatto impossibile musicare per
talenti che quello di una ributtante immoralità ed oscena trivialità qual è
questo inverno. 15
l'argomento del libretto intitolato La Maledizione, per la di cui produzione,
sulle scene della Fenice, codesta Presidenza ebbe a presentarlo. ! Verdi propone, quindi, Lilla mediazione: dare lo S tiffe lio , che è opera
I

'I
La prelodata Eccellenza sua ha quindi trovato di vietarne assolutamente la
rappresentazione, e vuole che in pari tempo io renda avvertita codesta Presi-
! nuova per Venezia e di cui egli si offre, al fine di evitare ostacoli da
Vienna, di l'iscrivere il finale apparso a molti una profanazione perché
denza di astenersi da ogni ulteriore insistenza in proposito. Retrocedo il ma-
riprendeva alla lettera un passo del Vangelo e lo utilizzava per assolve-
noscritto trasmessomi colla gradita sua accompagnatoria 20 corrente, N. 18.
re, da un pulpito protestante, la moglie adultera del protagonista. Lo
L'I.R. Direttore centrale Martello.14
stesso giorno scrive a Brenna per ribadire, nel modo più deciso, la sua
irremovibilità:
A questo pLU1tOvale la pena di interrompere la serie dei documenti con
alcune considerazioni:srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA \
Non ho tempo di scriverti a lungo. Due parole per dirti che ho scritto alla
a) Nonostante le insistenze di Verdi, risulta che la presidenza della
Presidenza come vedrai. Non so quale sarà la risposta. Mi giova sperare che

I
Fenice si decise a presentare il libretto solo in data 20 novembre.
la Presidenza persuasa della lealtà e sincerità del mio carattere accetterà 1'of-
b) De La Maledizione restituita, con un duplice passaggio, nelle mani ferra che io faccio per quanto piccola essa sia. In ogni modo dico a te par-
di Piave si perdono, a partire da questo momento, le tracce: non è sta-
ticolarmente, ed amichevolmente che o mi coprissero d'oro, o mi gettasse-
to possibile rinvenirne copia all'Archivio di Stato di Venezia, né a quel-
ro in prigione, io sarei sempre nell'impossibilità di scrivere altro libretto."
lo della Fenice né a Sant'Agata. 'l
c) il decreto fa sorgere alcune perplessità in relazione alle date e non
Intanto a Venezia Piave cerca di trovare una via d'uscita e mette insie-
resta che pensare a un errore di intestazione (21 novembre 1850), pro-
me un rifacimento della Maledizione che, con il titolo Il duca di Vendo-
'l
'I
1
.':.::...:.:..:....1
50 Un caso di censura. Il Rigoletto Preistoria e storia del Rigoletto - II 51

me,zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
in data 9 dicembre, viene riproposto all'ufficio eli censura, mentre La fermezza di Verdi, I'irremovibilità che traspare dalle sue parole
Marzari ne invia una copia a Verdi:ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I
sbloccano la situazione e il 23 dicembre Marzari torna a scrivere:

I I poeta Piave ha presentato questa mattina sotto il titolo Il duca di Vendo- Mentre la sua lettera del 14 corrente mi piombava in grave imbarazzo, non
me un libretto che presenta pressoché tutte le situazioni drammatiche del- potevo non riconoscere l'inopponibilità di alcune sue riflessioni. Le feci
la Maledizione. 17 dunque tema di nuove interpellazioni all'Autorità di Ordine Pubblico che,
fermo il pensiero di variare, com'ella stessa acconsente, luogo ed epoca del-
Era questo il parere interessato di Marzari; non doveva essere, lo ve- l'azione, verranno conservate al libretto stesso le tinte ed i caratteri originali
dremo, quello di Verdi, come aveva previsto d'altronde lo stesso Piave ch'ella desidera. li personaggio sostituito a Francesco, che potrà essere co-
se con un biglietto, datato (evidentemente per errore) 19 novembre, m'ella conviene o un Pier Luigi F arnese o forse meglio un Medici o Wl duca
declinava ogni responsabilità: di Borgogna o di Normandia, potrà essere libertino e padrone assoluto del
suo stato. - li buffone potrà essere deforme, com' ella desidera. Non si farà
Essendo prossima la pubblicazione del Cartellone degli Spettacoli della vi- ostacolo a! sacco, e solamente converrà dare al rapimento della figlia del
cina stagione di Carnovale e Quadragesima, né essendo peranco giunto ri- buffone Wl colore che conservi i riguardi dovuti alla scena. Per ogni op-
lI. scontro da! Sig.r Maestro Verdi s'egli intenda o no musicare il mio nuovo li- portuno concerto verrà espressamente a Busseto il Segretario di questa Pre-
bretto Il duca di Vendome, così m'è d'uopo pregare questa nobile Presidenza sidenza, Guglielmo Brenna, unitamente al poeta Piave, che furono ambe-
ad esonerarmi da qualunque responsabilità di quanto derivar potesse dal- due presenti alle intelligenze corse fra me edil Direttore centrale d'Ordine
l'annuncio di un lavoro prima di averne la sicurezza che il detto Sig.r Mae- Pubblico.
stro sia disposto a farlo." Essi partiranno di qua sabato [28 dicembre] colla prima corsa, non poten-
do la Presidenza privarsi del Segretario prima dell' andata in scena dello
Piave aveva ragione e elifatti il 14 dicembre Verdi comunica a Marza- spettacolo che, come di metodo, avrà luogo il 26 corrente. Frattanto però
ri il suo rifiuto. Si tratta di una lettera lunga e articolata che citeremo credo bene di avvertirnela perché continui tranquillamente il suo lavoro, e
più avanti, perché ci servirà per fare un raffronto tra il Rigoletto e il misuri l'interesse che mettono la Presidenza e l'Impresa ad avere la nuova
Duca di Vendome e per cercare di ricostruire, almeno in parte, le linee opera da ciò che, in relazione al contratto seco lei concluso, ne fu promes-
della perduta Maledizione. Lo stesso giorno a Piave arriva un bigliet- sa in cartellone la produzione, però senza enunciarne il titolo."
to molto secco:
Le ragioni di questo improvviso mutamento sono esposte nel verbale
Ti ringrazio della polvere e dei baicoli di cui mi darai debito. della riunione di presidenza che si tiene in data 27 dicembre," da cui
Risparmiati la pena di prendere il pesce perché io non posso mandare a Cre- emerge: a) che la presidenza potrebbe essere citata per danni dall'im-
mona. Scrivo alla Presidenza pellibretto nuovo, Non ti mando le L.aus. 200 presa Lasina, a cui il contratto era stato ceduto con la clausola che la
perché, siccome 110n scriverò a Venezia l'opera e siccome io ti diedi in com- presidenza stessa avrebbe ottenuto «l'approvazione dell' Autorità d'Or-
missione il Roi s'amuse colla condizione che tu ottenessi il permesso dallla] dine Pubblico pellibretto»; b) che Piave «non vuole a nessun patto
Polizia, non permettendolo (con mio grave danno), resta naturalmente sciol- incaricarsi d'altro che della riduzione del libretto né la Presidenza ha
to il nostro contratto. Così delle L.aus. 500 che ti mandai pel Roi s'amuse ne modo di obbligarlo ad assumersi la trattazione dell'interesse della so-
terrai 200 per compiere L.aus. 1000: prezzo combinato pellibretto Stiffelio, cietà proprietaria»; c) che la presenza di Brenna a Busseto diventa per-
e le 300 che soppravanzano me le restituirai. Addio, addio." ciò indispensabile «affinché persuada il Verdi ad accettare le concer-
. [

52 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA ! Preistoria e storia del Rigoletto - Il 53

;'l
tate variazioni
23 aprile p.p.».
e ritiri analoga dichiarazione, che rattifichi il Contratto
I
ì
I vuoti della biografia verdiana
getture selvagge,
sono stati spesso riempiti
dialoghi fittizi, scampoli di biografia
con con-
romanzata. Di

"l
I
qui le ca~ltele doverose al momento di avanzare una congettura che
Tre giorni dopo a Busseto viene stesa una convenzione che porta le fir- [ spiegherebbe, almeno in parte, lo smarrimento de La-Maleaizione: è
me di Verdi, Brenna e Piave: possibile pensare che a Busseto Piave e Verdi, che aveva copia anche del
Duca di Venclome, abbiano lavorato insieme sul libretto originale e con
';'1
... resta convenuto quanto segue:. i due testi alla mano. Altrettanto possibile è che Piave riportasse a Ve-
r.: azione si trasporterà dalla Corte di Francia a quella d'uno dei Duchi in-
1°srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA nezia La Maledizione, per dimostrare, in caso di necessità, quali tagli e
dipendenti di Borgogna, di Normandia, o di taluno dei piccoli Principi as- quali varianti erano stati introdotti: accettato il Rigoletto, il testo origi-
soluti degli Stati Italiani, e probabilmente alla corte di Pier Luigi Farnese ed nale dovette perdere di importanza e la dispersione delle carte di Pia- "1
all'epoca che converrà meglio assegnarvi pel decoro e la riuscita della scena. ve spiegherebbe poi la scomparsa del manoscritto che solo un fortuna-
2° Si conserveranno
Le Roi 5' amuse,
i tipi originali dei caratteri di Vietar Hugo del dramma
cangiando i nomi dei personaggi a seconda della situazione
to ritrovamento
Comunque
potrebbe riportare a galla.
andassero le cose, il nuovo libretto venne presentato alla 'l
ed epoca che verrà prescelta. censura 1'11 gennaio, come dimostra una lettera di Marzari a Verdi in
3 ° Si eviterà affatto la scena in cui Francesco si dichiarava risoluto di pro- data 14 gennaio, che faceva seguito a una di dieci giorni prima in cui si
fittare della chiave eli cui era in possesso per introdursi nella stanza della ra- accusava ricevuta del verbale steso il30 dicembre e si coglieva l'occa-
pita Bianca. E ciò sostituendovi altra scena, che conservi la necessaria de- sione per raccomandare «ancora la decenza»."
cenza, senza togliere l'interesse del dramma,
4° Al render-uous amoroso nella taverna di Magellona, il Re o Duca andrà li Sig. Piave ha presentato sabato 11 corrente il nuovo libretto per l'opera
invitato da un inganno del personaggio che sostituirà Triboletto. ch' ella assunse di musicare, che approvato dalla Presidenza e dal Co. Po-
5° Alla apparizione del sacco contenente il corpo della figlia eliTriboletto, destà verrà domani assoggettato all'approvazione dell'Autorità d'Ordine
si riserva il Maestro Verdi all'atto pratico quelle modificazioni che saranno Pubblico. Essendo esso in conformità alle precorse intelligenze spero che
reputate necessarie. non incontrerà ostacoli e farò il possibile per affrettarne il definitivo licen-
6° I cangiamenti di cui sopra, esigendo tempo oltre a quello fin ora tra- ziamento."
scorso, dichiara il Maestro Verc!ldi non poter andar in scena colla nuova sua
opera prima del 28 febbraio o primo marzo p.v," Verdi dal canto suo non è affatto tranquillo. Lo stesso giorno scrive a

l
Piave:
È probabile - nonostante una sua firma in calce a una ricevuta" di 95
lire austriache, in data 30 dicembre 1850 - che Piave restasse a Busse- Non ho ancora ricevuto tue lettere!! Spero che avrai ottenuto le permissioni

l
to; in ogni caso a Busseto si trova il5 gennaio 1851 quando scrive a della Polizia! E spero anche che la Presidenza accorderà quanto chiedevo.
Brenna di non preoccuparsi per le varianti (<<non dubitare che faccio di
tutto perché non siano per insorgere nuovi ostacoli») e aggiunge: «lo Poi, dopo una serie di richieste di nuovi versi e di rettifiche, conclude:
spero d'essere a casa per oggi otto»."
Porta pazienza tu che io ... ah ne sopporto troppo e non so se ne avrò anco-
ra molta in magazzeno."
l
Nella sua forma definitiva il Rigoletto prende dunque corpo nei primi
dieci giorni del 1851.
'l
I
54 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Preistoria e storia del Rigoletto - II 55

E sei giorni dopo ancora a Piave: Verdi scrive, esasperato, da Busseto:

Ho ricevuto la lettera della Presidenza in cui mi dice che spera il libretto sarà Ebbene? Devo venire a Venezia o restare a Busseto? lo non scherzo! Vedo
approvato, ma intanto questa approvazione non è sicura.f che tu continui a prendere quest'affare molto leggermente ma io ti ripeto
non scherzo e lo prendo molto sul serio! A me basta star qui giorno e not-
Risponde Piave il 20: te a rompermi lo stomaco con questa maledetta opera, e non voglio venire
a lottare colla Censura a Venezia."
Riscontro solo oggi la cara tua del 14 perché speravo di poterti annunciare
la definitiva approvazione del libretto; ma ieri sera mi disse quel tale Sig. l Ma ancora due giorni e, il 26 gennaio, Piave può dare notizia della ap-
Colonnello che non l'avressimo se non fra due giorni."ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I provazione definitiva:

Il tono è preoccupato e Piave si affretta a parlar d'altro. Che nuovi osta- TE DEUM LAUDAMUS!
coli fossero insorti o stessero per insorgere, ce lo conferma d'altronde, GLORIA IN EXCELSIS DEO!
quattro giorni dopo, lo stesso Piave con una lettera che comincia an- ALLELU]A,ALLELU]A!
nunciando «BUONE NUOVE» e che dà per imminente la concessio-
1 ne del permesso definitivo:
Finalmente ieri alle tre pomeridiane giunse il nostro Rigoletto in Presiden-
za sano e salvo, e senza fratture o amputazioni. Mi par ancora di sognare.
Avrai da ridere quando ti racconterò la storia dell'ultima mia battaglia!"
Oggi ho finalmente avuto la firma del Direttore Generale dell'Ordine Pub-
blico al Rigoletto, senza nessun cambiamento di verso; solamente ho dovu- La mattina del 19 febbraio Verdi arriva a Venezia, dove Piave gli ha
to cambiare il nome di Castiglione in Monterone e quello di Cepriano in Ce- prenotato «le due più belle stanze dell' albergo Europa per sole 4 lire au-
prano perché esistono quelle famiglie. Fu pur necessario ammettere il nome striache al giorno. Le troverai calde e col miglior piano forte di Cam-
di Gonzaga e dire solamente nell'elenco dei personaggi:RQPONMLKJIHGFEDCBA
I I Duca di Manto- ploy»." Il giorno dopo cominceranno le prove.
va. Ciò a noi poco deve importare, perché già si sa chi regnava in quel-
l'epoca. Sono cinque giorni che corro dal Governo alla Polizia, al Coman-
do di Piazza, alla Presidenza, al diavolo. Ti assicuro che quando sarà finita
avrò corso una gran palestra. TI Colonnello mi disse che domani infallibil-
mente mi farebbe avere anche la firma del Governatore, e così non se ne
parlerà più. [...]
Ora, che ti scrivo, sono le quattro, e sono in moto dalle nove perché il Sig.
Martello era intestato di cambiar l'epoca e la scena nonché i personaggi. Fi-
nalmente sono riuscito un poco colla grazia, un poco colla disperazione, un
poco col dire ch'io non poteva ecc. .ecc.a.questa utile transazione.e.ti giu-
ro che mi par fin di sognare.
Allegri adunque. Il vento si è voltato, e la nostra nave andrà a buon porto."

A tanta sollecitudine fanno riscontro lo stesso gioni.o le dure parole che


Seconda verifica sui testizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA '"Iutsrq

Nella deformazione di un testo viQPONMLKJIHGFEDCBA


è qualcosa di simile a quanto avviene "'1
nel caso di un delitto: la diffieoltà non consiste nell' esecuzione del misfatto,
ma nell' occultamento delle tracce.
Freud
I
L Per organizzare l'analisi parallela dei testi, possiamo servirei della let- "'1
tera che Verdi scrive a Marzari il 14 dicembre 1850 e che avevamo di-
chiarataniente omesso per poterla utilizzare a questa altezza. Verdi
espone i risultati di una lettura rapida e tuttavia fondata su alcuni, più
o meno evidenti, enunciati di poetica; e sono le sue parole a sbloccare
'l
la situazione anche se, come abbiamo visto, è più probabile attribuire
l'improvvisa condiscendenza di Marzari non all'acqui.sizione di ragio-
ni estetiche (per quanto inopponibili), ma piuttosto ai rischi economi-
'l
ci derivanti da un contratto vincolante con l'impresa Lasina che sareb-
be andato disatteso, se l'irremovibilità del compositore fosse stata de-
r
finitiva. La contrattazione era giunta a un punto morto e proprio a quel
punto Marzari aveva deciso di giocare la propria influenza, quando si
era accorto che i margini di trattativa con Verdi, sulle spalle di Piave,
erano ormai esauriti. Per comodità citeremo il testo in modo disconti-
l
nuo, ritagliandolo, con procedimento arbitrario ma funzionale, in una
serie di segmenti destinati a mettere in luce le rnodificazioni apportate
al libretto originario e i restauri che Verdi ritiene indispensabili per re-
l
stituire al dramma le sue tinte e il suo carattere.

1) Onde rispondere subito alla pregiato sua 11 corrente ho avuto ben poco
tempo per esaminare il nuovo libretto: ho visto però abbastanza per capi-
re cbe ridotto in questo modo manca di carattere) di importanza
\ .
ed infi- [
ne i punti di scena sono diuenutijreddissimi'
Pur nella fretta, la lettera di Verdi obbedisce a un piano precisamente
organizzato in vista del risultato da ottenere. Le ragioni del rifiuto ven-
gono concentrate in un brevissimo esordio a cui seguiranno argomen-
l
tazioni non sistematiche ma estremamente puntuali e che, alla fine, sa-
'l
r
""";': '
.:."

58 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Seconda verifica sui testi 59

ranno ribadite con abilità e con fermezza tali da mascherare, astuta- c) Le modificazioni onomastiche comportano a volte acrobazie me-
mente, ogni traccia di perorazione.ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
li Vendome non può essere accettato triche e di rima non meno problematiche di quelle che si trovano nella
perché i ritocchi apportati al testo originale lo hanno svuotato di ogni versione definitiva del Rigoletto. Così, se Marullo si chiama Nevers, nel
forza drammatica, hanno ridotto l'azione a una serie di «punti di sce- finale del primo atto leggeremo:
na freddissimi», cioè dotati di scarsa coesione e incapaci di coinvolge-
re l'attenzione e gli interessi rnimetici dello spettatore. Ne. E h , non mangiarci! ... Son ...
R I. Chi?
2 ) S'era necessario cambiare RQPONMLKJIHGFEDCBA
i nomi, doueuasi cambiare anche località, e Ne. Nevers.
fame un Duca, un Principe d'altro luogo, per esempio un Pier Luigi Far- Ri. In tanto buio chi può veder?
nese od altro, oppure portare l'azione indietro prima di Luigi XI quando
la Francia non era regno unito, e fame un Duca di Borgogna o di Nor- d) Equiparabili a simili varianti sono quelle che investono accenni o al-
mandia etc. etc. lusioni (singole parole o segmenti di versi) che potevano colpire la su-
Verdi non si oppone per principio al cambiamento della referenziali- scettibilità della censura politica o religiosa. In questi casi non appare
tà storica che equivaleva, nei fatti, a un'intensificazione molto forte del di- arrischiato supporre che il Rigo/etto restauri il testo della MaledizZone,
spositivo del "c'era Lillavolta". La censura cercava, dal canto suo, di spae- quando il Vendome appare frutto di una prudenza - anche eccessiva -
sare gli spettacoli, di spostarli su sfondi indeterminati che, senza annul- da parte dellibrettista. Due esempi s'incontrano nei primissimi versi
lare il funzionamento della macchina drammatica, riducessero al minimo del dramma:
la connotazione storica. Quello che conta sono il carattere, la passione, la
"natura" morale dei protagonisti; il nome di battesimo (e l'epoca, i co- Di quella giovin che vedete al tempio?
stumi, la storia a cui faceva diretto riferimento) poteva ridursi allora a W1a
semplice etichetta, a niente più che a W1apiastrina di identificazione. suona nel Vendome:
a) Dalla Maledizione al Duca di Vendome, e poi dal Duca di Vendome
al Rigoletto, i nomi propri vengono cambiati, cambiata l'epoca e cam- Di colei che nomar v' odo sì spesso?
biata la corte in modo da mettere al sicuro l'impregiudicabile principio
della monarchia: alla fine troveremo un duca di Mantova (neppur Piave, in questo caso, vuole evitare il tempio come luogo di convegno.
"Gonzaga" esige la censura) che si muove in una specie di corte dei A conferma della congettura c'è il testo francese, a cui, come abbiamo
"miracoli", preventivamente immunizzata da qualsiasi controllo di ve- visto, Piave cerca di attenersi letteralmente (<<Etvous la recontrez / Le
rosimiglianza storica. Se diamo una scorsa ai personaggi del Vendome, dimanche à l'église?»); ma ci sono soprattutto altri due esempi dove le
vediamo che mentre i "plebei" si sono già attestati su un'onomastica parole "tempio" e "chiesa", che non ricorrono in altri punti del testo,
definitiva (Rigoletto, Gilda, lVIaddalena), i nobili sono ancora nobili coincidono puntualmente con discrepanze tra il Rigoletto ~ il Vendo-
della corte di Francia. Non Ceprano, Borsa, Monterone, Marullo, ma me: «Vi-;-eguiva alla chiesa mai nessuno?» (<<quand tu vas à l'église
Chalais, Quercy, Sairit-Andrè, Nevers. Provvisorio infine è il calco che prier / Personne ne vous suit?») in un caso; e nell'altro: «Al balcon ti
Piave ricava dal francese Saltabadil: Strappamonile nel Vendome. vec1ea giammai nessuno?». «Tacqui che un giovin ne seguiva al tem-
b) Accanto al cambiamento dei nomi di persona si registra anche pio» (de dimanche, à l'heure où nous pouvons sortir, / Un jeune horn-
quello dei luoghi: la Senna diventa il Mincio, la Bastiglia una indeter- me nous suit») in un caso; e nell'altro: «Tacqui che un giovin dalla via
minata "prigione", Evrè (italianizzazione di Evreux) Verona ecc. parlornmix.!
'~7'1
60 l
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Seconda verifica sui testi 61

Una cautela d'ordine politico sembra viceversa arrestare la mano di te al suo re. Senza questa maledizione quale scopo, quale significato ha "1
Piave quando nel Vendome scrive il dodicesimo verso di "Questa o il dramma?
quella" ("Diana o Agnese" in origine): «Non v'è amar se non v'ha li- In realtà nel Vendome, il conte di Saint-Andrè è solo un padre spin-
bertà». La mano dellibrettista esita, si ferma, cancella l'ultima parola e to da un esasperato senso dei propri diritti e al duca non ha una sedu- "l
il
la sostituisce con «varietà». Se in tutti questi casi appare probabile che zione da rinfacciare, ma solo uno "spergiuro": probabilmente (ma si
il Rigoletto ritorni al testo della Maledizione, ce ne sono altri (e lo ve- procede per ipotesi in un testo nebuloso) l'avere mancato a un impegno
dremo ancora) in cui il mutamento sembra da collocarsi dopo il Ven- di matrimonio. È in atto un processo di progressiva assoluzione: quel-
dome, dove galleggiano ancora echi indesiderati deltesto originale e ri- lo a cui si mira (e Verdi se ne accorge benissi.mo) è ridurre o annullare
,~
ferimenti compatibili solo con una corte sovrana come quella di Fran- la responsabilità "politica" e morale del duca imputandogli se mai un
cesco I: «Per voi prenci e duchi dovran palpitare» (cfr. Le Roi s'amuse eccesso di sbadata leggerezza. "1
cito a p.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
37) e nel Rigoletto: «Per voi qui ciascuno dovrà palpitare».
6) II duca è un carattere nullo: il duca deve essere assolutamente un li- ,(
3) In ogni modo un padrone assoluto. bertino; senza ciò non è giustificato il timore di Triboletto che sua figlia
Anche in questo caso la lettura parallela dei due testi ci mette di fron- sorta dal suo nascondiglio: impossibile il Dramma.
te a indicazioni contraddittorie. Se in generale il duca di Vendome ap-
pare meno spregiudicato e dispotico del duca di Mantova, è altrettan-
Questa necessità, rivendicata da Verdi, viene -lo abbiamo visto -
apertamente riconosciuta da Marzari nella lettera del 23 dicembre e ri- 1
to vero che qua e là, e soprattutto nei monologhi di Rigoletto, in con- sulta poi codificata nell' accordo sottoscritto una settimana dopo a Bus-
clusione del terzo atto, affiorano accenni imbarazzanti alla potenza e seto. Ma non ci sono dubbi che proprio questo fosse uno dei punti più
allo splendore del duca, accenni che rimandano direttamente a Fran- spinosi, se nel Vendome Maddalena canta:
cesco I e che sembrano attestare, nel caso, una linea di spostamenti con-
tinui e progressivi dalla Maledizione al testo definitivo. Ha un'aria il signorina
Da vero vagheggino
[
4) Nella scena quinta del I atto tutta l'ira de' cortigiani contro Triboletto
nonba senso. dove perfino la parola (libertino) appare impraticabile, dotata di W1:l
Le ragioni di questo appunto di Verdi diventano chiarissime se leg- valenza che Piave esorcizza con una sinonimia impropria. Vagheggino,
giamo le scene tre, quattro e cinque del I atto del Vendome: gli insulti avvertiva il Tornmaseo, «significa quella galanteria che s'appaga del va-
di Rigoletto appaiono ovattati, ridotta, se non proprio spenta, la sua
aggressività. «In testa che aveteQPONMLKJIHGFEDCBA
I Signor di Ceprano?» si appiattisce in
gheggiare e del corteggiare. I vagheggini san vani più ch'altro, e la va-
nità è tra i difetti più ridicoli, ma non de' più gravi. È san uomini che 'l
un «Pel capo che avete / Signor di Chalais»; il consiglio di spedire al pa- preparano le premesse, e non sempre pensano alle conseguenze». De-
tibolo lo sposo importuno, che trovava puntuale riscontro nel testo di
Hugo (<<Faitescouper la tele à Monsieur de Cossé»), si riduce al sugge-
liziosamente eufemistico anche il Tommaseo, il che rende le sue paro-
le anche più adeguate a rappresentare con precisione il duca di Ven- I
rimento di inviarlo «alla guerra». dame, seduttore che sembra costantemente limitarsi alle "premesse"
ed evitare, se non addirittura sfuggire, le possibili" conseguenze". ,(
5) La maledizione del vecchio, così terribile e sublime nell'originale, qui Una rapida recensione fornisce risultati del tutto trasparenti e che con-
diventa ridicola perché il motivo che lo spinge a maledire non ha più fermano il giudizio di Verdi e l'assoluta nullità drammatica del duca. li
quell' importanza e perché non è più il suddito che parla così arditamen- quale non ha sedotto la contessa di Chalais (Ceprano) e neppure la figlia
'I
'I
62 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Seconda verifica sui testi 63

di Saint-Andrè, limitandosi a una non mantenuta promessa di matrimo- bra lasciar intravedere una sua condiscendenza a trovare un diverso
nio. E non seduce nemmeno Gilda perché il libretto gli mette alle costole, espediente: un' astuzia di Rigoletto dovrà condurre il duca nella taver-
quando comincia il secondo atto, un'inarrestabile Giovanna, della cui na di Sparatucile."
complicità peraltro il duca si è servito in precedenza. Mentre nel Rigo- Viceversa il libretto definitivo ci mette di fronte a una traduzione
letto la governante rispetta la sua parte e si fa pagare il silenzio e i favori quasi letterale dei versi che Hugo (cfr. citazione a p. 2 2 ) aveva ritenuto
con una borsa cheil duca (come il re Francescoì+le lancia di nascosto, "arrischiati" :
qui viene riscattata: magari non molto prudente, ma - raro esempio sul-
le scene - fedele alle consegne del padre, irreprensibile e non ruffiana. M'aiuta mia sorella ...
Più avanti il duca si mostra poco convinto, e sempre un po' timoro- Per le vie danza è bella .
so delle "conseguenze" al momento di sedurre Maddalena, trasforma- Chi voglio attira e allor .
ta nell' ostessa di una taverna dove egli capita per caso e non certo sul-
le tracce di qualche "figlia dell' amore". Tanto che al fratello di lei, I corrispondenti versi del Vendome sono, ancora una volta, esilaranti
Strappamonile, non impone, come farà poi il duca di Mantova, di sgom- nella loro pertinace rincorsa del "non-detto":
brare il campo: «Io qui mi tratterrò ... tu dormirai / In scuderia ... al-
l'inferno ... ove vorrai ...ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
» . Gli lascia invece libertà di scelta in modo che Non mancano pretesti;
la responsabilità di eventuali" conseguenze" ricada sullo stesso Strap- Or quelli scelgo or questi ...
pamonile: «lo qui mi tratterrò ... tu dormirai / In cantina, oppur qui, Da me lo invito, e allor...
come vorrai ... » . E soprattutto: il duca non è neppure sposato, e la sce-
na del paggio che irrompe tra le lamentazioni di Rigoletto (<<Alsuo spo- 8) Non capisco perché siasi tolto il sacco l Cosa importava del sacco alla po-
so parlar vuol la duchessa») è rigorosamente censurata: a quella voce lizia? Temono del!' effetto? Ma mi si permetta di dire: Perché ne voglio-
esile, di soprano leggero, e alle sue poche battute si affiderà, nel dise- no sapere in questo più di me? Chi può fare da Maestro? Chi può dire
gno di Verdi, l'evocazione alle spalle del duca di un retroscena familia- questo farà effetto) e quello no? Una dIfficoltà di questo genere c'era pel
re, di un'altra storia che finirà con il connotare scandalosamente la sua corno d'Emani: ebbene chi ha riso al suono di quel como? Tolto quel
condotta di libertino. Il dramma, in questo modo, diventa veramente sacco non è probabile cbe Triboletto parli una mezza ora a un cadavere pri-
impossibile; le motivazioni vanno in frantumi e il duca regredisce al ma che un lampo venga a scoprirlo per quello di sua figlia.
ruolo di burattino, non di burattino onnipotente nelle mani di Tribou- il sacco in cui, alla fine, è rinchiuso il corpo di Gilda, costituirà, lo
let - come ne Le Roi s'amuse -, ma di inconsistente figura bidimensio- vedremo, uno dei problemi costanti delle diverse censure. Piave, che fin
nale, a cui è impossibile appoggiare il peso dell' azione.RQPONMLKJIHGFEDCBA dall'inizio aveva manifestato le proprie perplessità su quell' espediente
scenico e sui suoi "effetti" ,5 ma che aveva dovuto piegarsi alla volontà
7) Come mai nell'ultimo Atto il duca va in una taverna remota solo, sen- di Verdi, lo elimina senz' altro n~l Vendome. L'invito di Sparafucile a
I Maddalena "rattoppa quel sacco" diventa così "Va, cerca un macigno".
za un invito, senza un appuntamento?
l
Anche queste-è-une-dei-punti più delicati-delia-trama, se lo stesso Ma Verdi obietta in nome della sua esperienza teatrale, del suo intuito
Hugo - lo abbiamo visto - aveva preferito autocensurarsi per la rap- e anche (curiosamente, se si pensa all'improbabilità complessiva dei
presentazione e fare di Maguelonne non una prostituta, ma un'indovi- suoi libretti) in nome della "verosimiglianza".
na. Verdi ha ragione e tuttavia, se rileggiamo il contratto stipulato con D'altronde un' analoga preoccupazione lo induce a chiedere un altro
Brenna e Piave i130 dicembre 1850, ci accorgiamo che il punto 4 sern- mutamento a Piave in data 14 gennaio 1851:
64 Un caso di censura. Il Rigoletto srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA C'l
Seconda uenfica sui testi 65

".:'''[
I
I zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
due seguenti versi primo atto, mormorano stupiti all'apparire di Gilda: «Ben! ... la più bel-

~l
la / Toccò al più brutto». In realtà si tratta di una "bruttezza" ricondotta
. Poiché la festa cessò di corte
Moviamo uniti prima del dì
I nell' ambito della norma. Risulta, infatti, evidente la cura impiegata per
cancellare ogni accenno alla deformità fisica di Rigoletto: il "mostro",
ì il "gobbo" diventa regolarmente "il pazzo."? Che qualcuno cercasse,
non possono stare poiché dopo la festa Triboletto si sveste, fa un Duetto col come sembrerebbe dalla lettera di Verdi, di attribuire simili interventi !:II
Bravo, una scena eterna con Gilda, un Duetto col Duca, un'aria e finalmen- a lilla esclusiva preoccupazione degli effetti scenici, è anche possibile.

(~I
te questo rapimento. Tutto ciò non può succedere in una sola notte poiché Ma impossibile è accettare tale spiegazione, se si tiene conto che, pro-
se la festa finisce al dì Triboletto non poteva incontrare il Bravo verso sera, prio contro la deformità di Rigoletto, si accaniranno le critiche dei gior-
poi non è probabile che Bianca stesse alzata tutta la notte ... Quindi quei nali e gli interventi della censura.
due versi vanno cambiati." Cosa significava "raddrizzare" Rigoletto? In primo luogo sopprime-

Vale la pena di osservare che Verdi estende il suo criterio di verosimi-


re la memoria di "amori
spetti quanto più fornivano
contro natura"
al "diverso"
che apparivano
(codificato
tanto più so-
dal repertorio ro- "l
glianza cronologica oltre i confini della scena: misura il tempo necessa- mantico) uno stato civile, una famiglia, una casa, una cancellazione giu-
rio a Rigoletto per abbandonare
"probabili" abitudini
i panni del buffone e tiene conto delle
di Bianca (Gilda). Ancora più significativo è no-
ridica dell'anomalia.
affascinante, ma pericoloso
li "reietto", nel melodramma, è un oggettd "tabù",
e intatto, in qualche modo minacciosamente
"I
tare che questa specie di unità di tempo, all'interno del primo atto, non "sacro". Non gli è concesso alcun diritto di cittadinanza, e la compas-
trova alcun riscontro nell'originale francese dove una frattura cronolo- sione, la pietà - che possono accompagnarlo - non significano mai ri- :'1
gica marcata viene inserita tra la festa notturna che apre il dramma e il scatto né infrazione di una norma discriminante.
ritorno di Triboulet a casa, un altro giorno, quando il sole non è anco- Inoltre restituire normalità fisica a Rigoletto equivaleva a restituire
ra tramontato e quando
quasi irrecuperabile
SaJtabadilgli va incontro
per chi ha in mente il violoncello
a un'ora
notturno
che risulta
di Ver-
piena dignità a lilla dei ruoli cruciali dell'universo etico in cui si muo-
vono i libretti: quello del padre, che - se entra in collisione con il pote- I
di. Sopravvalutare simili pedaggi che Verdi sporadicamente paga al ve- re politico - rappresenta il diritto e la morale in contrapposizione al-
rosimile o, meglio, ai labili criteri di verosimiglianza del suo pubblico, l'arbitrio assoluto. Un'buffone gobbo, deforme, che in quanto padre
sarebbe un errore: più giusto è, viceversa, sottolineare che il rispetto di non esita a sfidare il potere e inciampa nella propria trappola, restando
"I
certe convenzioni permette poi maggiore libertà nella costruzione del- tuttavia - agli occhi degli spettatori - portavoce della giustizia ... Que-
la favola, nella evocazione
bili di per sé, ma scrupolosamente
di fantasmi che non dovranno.
conformi alla coerenza
essere plausi-
drammatica.
sta imbarazzante figura, lo vedremo, dopo essere stata raddrizzata
sico, verrà poi distorta moralmente in simmetria con il riscatto del duca.
nel fi-
l
Perché Rigoletto possa usufruire della piena dignità di padre dovrà, lo
9) Osservo infine che s'è evitato di fare Triboletto brutto e gobbo!' Un vedremo, chiamarsi Lionello, essere di nobile origine, raddrizzarsi nel ;1
gobbo che canta? .. Farà effetto? Non lo so; ma se non lo so io non lo sa, corpo, non avere come antagonista una figura del potere, ma solo un in-
ripeto, neppure chi ha proposto questa modificazione. lo trovo appunto trigante' un piccolo ambizioso che, nel tentativo di ingannare 1'autorità,
bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente deforme e ri-
dicolo, ed internamente appassionato e pieno di amore
si condanna alla rovina." Nel Vendome la dequalificazione
goletto è già in atto. li duca, lo abbiamo detto e lo rivedremo
morale di Ri-
tra poco,
'l
Il Vendome sembra contraddire le parole di Verdi per quanto ri- non seduce Gilda, eppure Rigoletto, accecato da una suscettibilità mor-
guarda la bruttezza di Rigoletto se è vero che i cortigiani, alla fine del bosa e da un senso dell' onore pieno di risentimenti, continua a parlare
'l
''1 '
66 Un casodi censura.I l Rigoletto ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

l Ve. Sta bene, (pensoso)


Secondaverificasui testiRQPONMLKJIHGFEDCBA
67

come se quella seduzione fosse avvenuta. Cade in un equivoco


roso. A Gilda, che gli ha appena confessato il suo amore per il duca e che
clamo-
lzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
!
Tutti Che pensi?
t Ve. Illesa anelerà.
gli sta narrando del rapimento, dice interrompendola:
l
I

Non più, non più mio angelo! ...


T'intendo ... avverso ciel! ...
I Segue una appassionata
concludono stupiti:
dichiarazione d'amore e, alla fine, i cortigiani

Ah per me salle lagrime


A te chiedeva, o Dio!. .. Chi l'avrebbe mai predetto

Ch'ella potesse ascendere preoccupante nell' amor.


Quanto caduto er'io! ...
Pura, onorata, splendida Il censore corregge ancora una parola (cheforse gli appare, a ragione,
La sua uirtù volea. poco perspicua) e scrive: «Divien saggio». Il duca è pronto a trasfor-
marsi, in caso di necessità e senza i gelosi furori del padre, in un possi-
Così almeno nelle intenzioni di Piave. Ma sul manoscritto del Vendome bile marito. Rigoletto ha rovinato il destino della figlia. Il duca è col-
le parole che ho evidenziato appaiono cancellate e sostituite con altre da pevole di vanità, ma la vanità, facciamo celo ripetere da Tommaseo, «tra
una mano diversa (quasi sicuramente quella di Martello): «T'intendo» i difetti» non è «de' più gravi»; altrettanto grave è l'indiscrezione di un
~ «Tu piangi»; «Pura» --7 «Lieta»; «La sua virtù» --7 «La figlia mia». padre che porta la figlia, in una notte di tempesta, a spiare tra le assi
Se Piave dunque lascia a Rigoletto l'attenuante dell' equivoco, il censo- sconnesse di una taverna. Tutto, in realtà, si poteva accomodare. E
re gliela toglie: la vendetta di Rigoletto si configura in tal modo come un quando Rigoletto esclama alla fine:
eccesso di ritorsione, eccesso tanto più colpevole in quanto, sullo sfon-
do, si intravede la possibilità di un "lieto fine" mancato solo perché il Dio tremendo I ... Ella stessa fu colta
padre, cieco per l'ira, lo rende impossibile. Per averne conferma, basta Dallo stra! di mia giusta vendetta
ricordarsi di quanto veniale appaia la leggerezza del duca nell'ultimo
atto e, soprattutto, basta riportarsi all'inizio del secondo atto. possiamo immaginare senza sforzo che lo spettatore del Vendome avreb-
Qui, ce lo attestano le lettere di Verdi e il contratto sottoscritto a be considerato quelle parole come espressione di un animo esacerbato
Busseto e specialmente le incongruenze del libretto definitivo, si pone- e che dunque la vendetta gli sarebbe apparsa "ingiusta" nel caso spe-
va la scelta più scabrosa. La Maledizione, a quanto possiamo intuire, cifico e, in generale, da rifuggire moralmente. i l peccato non paga.
doveva conservare qualche riflesso dell' originale; nel Rigoletto il vuoto
drammatico viene riempito con la zeppa di una romanza e di una ca- lO) Scelsi appunto questo sogetto per tutte queste qualità, e questi tratti ori-
baletta a effetto; nel Vendome infine il sipario si alza sui cortigiani che g in a li, se si tolgono, io non posso più farvi musica. Se mi si dirà che le mie
celebrano il proprio successo: sopraggiunge il duca, chiede un reso- note possono stare anche con questo dramma, io risponao dje non com-
conto e capisce, per misteriosa divinazione, che si tratta dell'" amata prendo queste r a g io n i, e dico francamente che le mie note O belle o brutte che
giovane". Ascoltiamo le ultime battute: siano non le scrivo mai a caso e che procuro sempre di darvi un carattere.
Insomma di un dramma originale, potente, se ne è fatto una cosa co-
Ve. Ov'è? munissima e fredda. Sono dolentissimo che la Presidenza non abbia ri-
Tutti Con Giovanna fuggita è colà (indicando una stanza) sposto alla ultima mia. Non posso che ripetere e pregare di fa re quanto di-
.;~i.
68 Un caso di censura. Il Rigo/etto '''l'
.,)

;:; Seconda verifica sui testi 69

,I ''''[
0._"

cevo in quella, perché in coscienza d'artista io non posso mettere in mu- I 2) Se, viceversa, i vari testi appaiono reciprocamente irriducibili, ma
sica questo libretto.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA abbiamo prove indirette che M si atteneva al tracciato drammatico di

"l
Così si chiude la lettera a Marzari e si chiude su un'orgogliosa ri- Ra, avremo: (Ra=M)QPONMLKJIHGFEDCBA
: t DV : t R.

vendicazione, ma anche su un piccolo imbroglio. È molto probabile 3) La rottura è tra Ra-da-un-late-e DVe R dall'altro--in tal caso sono
che Verdi, a quella data, avesse già scritto molte parti del Rigoletto e lo la trasparenza e il significato stesso delle modificazioni introdotte (si
stesso Verdi non si dimostrerà in altre occasioni refrattario a compiere pensi alla conclusione del dramma) a imporre: Ra : t (DV = R = M).
l'operazione che ora viene suggerita: tenere la musica e trovare per essa
altre parole. Sarà proprio questa procedura, d'altronde, quella che ve-
4) Esiste una derivazione precisa e riconoscibile tra Ra e R che non
si riscontra in DV; allora, anche sulla base di prove esterne, possiamo
"l
dremo adottata a Roma e poi a Napoli con il Viscardello, la Clara di immaginare: (Ra = R = M ) : t DV.
Pertb e il Lionello. 5) Se infine R si discosta (ed è un caso che investe frammenti molto ':1
Utili indicazioni ci verranno anche in seguito dal lavoro di Piave sul brevi e a livello di lettera, non di struttura) da Ra in modo più netto di
Duca di Vendome, lavoro che ci siamo limitati a ricostruire in base alle
È possibile, ora, cercare tanto di definire, in modo
indicazioni di Verdi.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
quanto non faccia DV, si può pensare che: (RA = DV = M) * R9
'~I
più preciso, i rapporti tra le varie stesure finora esaminate, quanto iden- II!. Gli interventi di Piave nelle successive rielaborazioni del testo di
tificare i diversi livelli di intervento che vengono messi in atto di volta Ruga si collocano a tre diversi livelli: a) della referenzialità; b) del si- ,.,

in volta nel tentativo di modificare un testo senza distruggerne gli assi stema dei personaggi; c) della struttura drammatica. "1
portanti, orientati diversamente e tuttavia nel rispetto delle "misure" a) li cambiamento di referenzialità storica non pone, nel complesso,
che la musica ha fissato una volta per tutte. li lavoro che Piave compie molti problemi, anche se al lettore dell'epistolario verdiano può acca-
con il Vendome, e che compiranno più tardi i suoi successori indeside- dere di imbattersi in curiose e accanite recriminazioni sulla scelta dei "l
rati, consiste nel ritagliare e nel trasformare alcuni contenuti dramma- luoghi e dei tempi. il melodramma si basa sempre, più o meno esplici-
tici adeguandoli alle norme di un modello etico prestabilito e cercando tamente, SlÙ dispositivo, già ricordato, del "c'era una volta". La storia
nello stesso tempo di non pregiudicarne, con tagli e aggiunte, il livello è un'ombra, annullata a favore dei caratteri e della loro "invenzione" ti- ''}
minimo di coerenza. pologica: semplice sfondo per i fantasmi di grandi passioni elementari
che si muovono sul teatro di una psicologia "naturale" e immutabile. Il
II. Abbiamo preso in considerazione tre testi: Le Roi s'amuse (Ra), Il
duca di Vendome (DV) e il Rigoletto (R): sullo sfondo, attraverso le let-
problema "storico" nel libretto è trovare epoche che, tranquillizzando
lacensura, permettano tuttavia di non incrementare la possibile incre-
l
tere di Verdi e dei suoi corrispondenti, le coincidenze o le divaricazio- dulità di un pubblico (peraltro corrivo) oltre i livelli di guardia. La lon-
ni dei testi allineati, abbiamo intravisto, · astrappi, la sinopia scolorita di tananza nel tempo e nello spazio è molto spesso anche uno strumento "I
un quarto dramma; La Maledizione (M), che è risultato irreperibile. per rendere accettabili i più spettacolari colpi di scena e per suffragare
Proprio in base ai rapporti verificati tra Ra, DV e R è possibile formu- l'improbabilità melodrammatica.
lare alcune congetture su M . b) L'esame del Rigoletto e del Duca di Vendome ci ha permesso di "~I
1) Quando i primi tre testi appaiono sostanzialmente isomorfi, verificare la complementarità dei ruoli. In effetti ogni modificazione
quando cioè le rielaborazioni dell' originale francese si limitano ad ab- tende ad alterare le funzioni che i singoli personaggi assolvono all'in-
breviare, senza introdurre alcuna modificazione della struttura e con terno di un sistema fisso. I pezzi disposti sulla scacchiera soggiacciono "[
alterazioni soltanto contingenti della lettera, è ragionevole pensare che: a una convenzione che determina a priori le possibilità di movimento
(Ra = DV = R) = M. per ognuno di essi; quella convenzione può essere mutata senza che le
'1

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70 Un caso di censura. Il Rigoletto ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA ':1

possibilità delgioco vengano pregiudicate, ma solo a patto che il mu-


i!
Preistoria e storia del Rigoletto - 111
tamento non investa un singolo pezzo e si accompagni a mutamenti I
simmetrici e complementari nell' ambito del sistema. Ho ricordato in
precedenza la definizione semiotica del personaggio come rnorferna I
! Cupe trame, perfidi tradimenti; talami disonorati; vendette,
vuoto; nel libretto quelmorfema è un valore di posizione, abitualmen- odii, iniquità figlieranno questi cattivi esempi;
queste scuole leggiadre di turpissime n efan dezze ,
te prestabilito dalle voci, che non può essere cambiato senza cambiare "La Civiltà Cattolica", 1854
contemporaneamente il valore degli altri elementi. Una psicologia sem-
I
plificata e basata su contrapposizioni elementari e radicali si riduce a !
una serie di rapporti formali e reciprocamente vincolati.
c) Quanto alla struttura narrativa, è chiaro che le varie unità dram- Gli ostacoli che il Rigoletto incontra a Venezia per trovare finalmente
matiche che la compongono si presteranno a letture diversificate, in re- la via della scena non sono altro che un' anticipazione di quelli, anche
lazione alle modificazioni che investono il sistema dei personaggi e che più resistenti, che l'opera incontrerà sulla propria strada nei diversi sta-
determinano quindi una mutata valorizzazione dei soggetti sottintesi a ti italiani. Ancora otto anni dopo la prima rappresentazione, un critico
ogni singola unità. Per il momento ci limiteremo a sottolineare che le acuto e relativamente spregiudicato come Basevi, che si muoveva peral-
tro in quasi perfetta sintonia ideologica con il proprio tempo, scriverà:
I unità possono tanto risultare diversamente connotate (lavendetta di Ri-
zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
goletto diventa ingiusta nel Duca di Vendome) quanto essere sostituite
con altre unità, conformi alla diversa connotazione dei singoli perso- vi si deprime la virtù e vi si esalta il vizio. Sipone nell'animo di un ministro
naggi (Gilda non viene più sedotta, ma è solo accanitamente corteggia- di oscenità, qual'è Triboulet,una santa sollecitazioneper l'onestà di Bian-
ta). Ma può anche accadere che l'unità drammatica non venga modifi- ca, quasichémancassenellavirtù quella efficaciachela fa amareegualmente
cata e che dia origine a quella che potremmo considerare come una va- in tutti gli uomini,Si esaltapoi il vizio, quando Bianca,sedotta e macchia-
riante semantica: quando, per esempio, il danneggiamento, pur restan- ta da Francesco I, anzichéodiare il proprio fallo e fuggirnela causa, divie-
do identici il destinatore e il destinatario, assume una "forma" diversa. lO ne in certo modo suicida. Brevemente, volle Victor Hugo impietosire
l'udienza per i casi di un vile buffone, come anco per una fanciulla fatta
quasi martire d'un impudico e colpevole amore.'

Parlare di Hugo, nel caso, è solo un modo per mascherare il bersaglio


da parte di colui che scrive la prima opera fondamentale sulla musica
di Verdi. La condanna del soggetto equivale a una condanna senza ap-
pello del dramma che Piave ne ha ricavato tenendosi stretto all' originale
secondo le perentorie e ripetute istruzioni di Verdi.'
Ricostruire una mappa dett-agliata delle varianti imposte- Elite-alT0-in-
teatro sarebbe impresa disperata: esula dagli intenti di questo lavoro e
-----1-
comporterebbe una documentazione molto massiccia che dovrebbe te-
I
nere conto, tra 1'altro, anche delle varianti cui vengono sottoposti i sin-
goli rifacimenti. Ci limiteremo dunque a prendere in esame solo quei ri-

l I
I
facimenti e solo nella loro primitiva e originaria stesura, Prima di pro-
i
I
I
I
J
72
""'1
Un caso di censura, Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Preistoria e storia del Rigoletto -- 111 73

cedere all' analisi dei testi sarà tuttavia opportuno vedere come si arri- ne ha dimesso il pensiero ed ha sostituito a quellaQPONMLKJIHGFEDCBA
I lombardi alla prima cro- "'[
va, per la prima volta, all'idea di prendere la trama del Rigoletto, di ma- ciata, lo non so se in altre città dello Stato Pontificio si vorrà permettere di

nipolarla e di ridurla a più accettabili canoni morali secondo una pras- avvelenare il pubblico con tanta sozzura: ho trovato non pertanto necessa-
si corrente e applicata anche ad altre opere del repertorio romantico, rio di renderne consapevole la Sc-V-Ill.mae Rev.ma per ogni buon fine e af- "l
nonostante le indignate proteste dei compositori e dei librettisti che si finché non abbia a vedersi l'incoerenza che, mentre in un luogo dei domi-

'i
trovavano in tal modo brutalmente espropriati. ni della S. Sede si proibisce un'opera teatrale perché immorale, in altri se
Il primo segnale di allarme viene da Ferrara, quando il Rigoletto si ne permetta la esecuzione, onde sono ben certo che vorrà ella con la sua
presenta alle soglie dello Stato Pontificio. li 24 aprile 1851 il cardinale troppo nota perspicacia e zelo penetrarsi della necessità eli prevenire siffatto
arcivescovo Vannicelli invia un dispaccio (n.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
488) al ministro dell'in- inconveniente.i
terno monsignor Savelli che vale la pena di riportare per intero:
In calce alla lettera, monsignor Savelli annota di suo pugno la necessi-
'I
Vigile questa mia Curia per la precisa osservanza di quanto viene disposto tà di rivolgersi, per quanto riguarda la prima parte del testo, al prose-
in ordine ai teatri dalla provvida circolare di VS, Ill.ma e Rev.ma in data del
dì Il dicembre 1850 N, 35462, essa ha attivato una giusta revisione, anche
gretario di stato per averne il parere; quanto
venga diramata «analoga circolare di proibizione
al Rigoletto dispone che
ai presidi».
'I
per dovere dell'ordinaria Autorità, dei libretti delle opere in Musica e dei In data 30 aprile parte appunto la circolare N. 41815 indirizzata a
Balli che vanno a prodursi nel Gran Teatro Comunale di questa città ria- «Monsignor Direttore Generale di Polizia e ai Capi delle Province», 'I
pertosi con grandioso spettacolo nell' attuale stagione, dopo di essere stato in cui si ordina di negare il permesso di rappresentare la «suddetta
ripolito e riccamente adornato. opera qualora si facesse domanda da qualche impresario per mandar-
Per il primo spartito si scelse dagli intraprendenti la Luisa Miller ed aven- la in scena».' 1
do trovato questa Revisione alcune espressioni nel libretto ingiuriose oltre- Lo stesso giorno dal Ministero dell'Interno partono due lettere: una
modo alla Maestà di Dio, come VS. Ill ..ma e Rev.ma potrà rilevare [...], le al cardinale di Ferrara per informarlo delle decisioni e un'altra al pro-
ha depennate dalla musica, talché è certo che gli attori non le cantano, ma segretario di stato al fine di sottoporgli il quesito «se le indicate con-
questo divieto a nulla vale dacché venclonsi qui i ricordati libri eguali al- venzioni impediscano la ristampa dei detti libretti quando dalle com-
l'acclusa copia e cogli stessi errori per la ragione di non potersene.fare ri- petenti autorità pontificie si rinvengano [. ..] cose censurabili, e nel caso
stampa corretta in forza del privilegio letterario garantito all'editore dalle affermativo ad adittare a quale temperamento convenga attenersi»." 'I
convenzioni internazionali, Vedrà quindi VS. ill ..ma e Rev.ma quanto con-
verrebbe, per parte del Governo Pontificio, esaminare se in realtà possa ap- La risposta arriva il 14 maggio, con dispaccio N. 25524:
plicarsi al caso la ristampa di un libretto teatrale corretto dalle Autorità com-
petenti a sostegno di nostra Religione Santissima e della pubblica morale. A tali ed altre simili osservazioni che possono occorrere, è pienamente prov-
Per la seconda opera si era scelta l'opera intitolata Rigoletto nella quale veduto coll'articolo 26 della convenzione stipolata fra il Governo Pontificio,
non mancano adulteri, ratti, assassini e immoralità d'ogni sorta, e tuttavia e quello dell'Ld.R. Austriaco per la garanzia della proprietà delle opere let- 'I
volevasi carpire da questa curia il permesso per le ragioni che era stato di terarie ed artistiche, nel qual articolo si dice: "Le disposizioni della presen-
già messo in scena a Venezia, come del pari si produrrà, a dire dell'impre- te convenzione non pregiudicheranno per nulla all'esercizio dei rispettivi
sario, a Sinigallia, nella circostanza della Fiera, ed in Bologna nel venturo diritti di censura e di proibizione, il quale continuerà ad avere luogo negli '\
ottobre. Le quali ragioni però non mi hanno punto fatto recedere dal san- stati rispettivi indipendentemente dalla stipolazione surriferita secondo le
zionare il negato permesso, per cui persuasa della mia fermezza, l'impresa regole stabilite e da stabilirsi."?
I.{

1
;',q :

74 srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA! Preistoria e.storia del Rigoletto -tu 75

!
I
Il19 maggio dal Ministero degli Interni viene inviato un dispaccio al- fettamente, si aprono interstizi pericolosi, si determinano interrogativi
l'arcivescovo di Ferrara, in cui si forniscono indicazioni preziose sulla indesiderati. Dietro la parola ufficiale rischia di delinearsi, allora, l' om-
prassi da seguire e sulle conseguenze giuridiche dell'articolo 26. Dopo
I bra della parola clandestina che, una volta messa al bando, rigalleggia
avere citato l'articolo, rnonsignor Savelli aggiunge: I pericolosamente e innesca una serie di commenti nati da un' erudizione
! spicciola e ispirati da un atteggiamento critico puntiglioso e malevolo.
Come si può evitare che le condannate espressioni non si pronuncino sulla b) Lo scambio di lettere tra Roma e Ferrara riguarda, almeno per
sciena così si può vietare che non si vendano e distribuiscano i libretti che quanto concerne la circolazione dei libretti, soltanto la Luisa Miller. li
le contengono obbligandosi indirettamente in tal guisa il Ricordi ad effet- viene in un primo tempo proibito; ma proprio il dispaccio del
I
. Rigoletto
tuare la ristampa del libretto senza le correzioni succitate.? 19 maggio lascia intravedere la possibilità di una trattativa: l'editore
! può aggirare 1'ostacolo modificando il libretto. La musica resterà tale e
Dai documenti emergono alcune indicazioni sulla strategia della cen- quale: avrà libera circolazione una volta che si sia ammessa la sua adat-
sura pontificia e, anche, sul meccanismo giuridico che determina la na- tabilità a situazioni drammatiche modificate. Ricordi presenta il Vi-
scita del Viscardello. Conviene procedere con ordine: I scardello all'insaputa di Verdi e dello stesso Piave che, nell'estate del
al La questione del libretto - di un testo che conserva e mantiene le 1851, fa pubblicare sulla "Gazzetta dei Teatri", dove il Viscardello era
espressioni censurate sulla scena - è della massima importanza e si ri-
I stato ufficialmente annunciato, la seguente" dichiarazione":
propone ogniqualvolta nella memoria
l'ente preciso e di facile convocabilità.
degli spettatori
I
esista un refe-
Belli ad esempio, nelle sue qua- Fu arbitrariamente apposto il mio nome ai libretti Guglielmo \Vellingrode ed
lità di censore, ammoniva a procedere con li 21 dicembre 1852, I
cautela.ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
il Rigoletto, da me espressamente composti per il maestro Giuseppe Verdi,
a proposito del dramma intitolato I racconti della principessa di Nava;- senza il mio assenso, e senza che io nemmeno sapessi quali cangiamenti in
ra, scnveva: essi venissero fatti. Prego i periodici italiani a riprodurre la presente di-
chiarazione."
Rimarrebbe [ ...] al sottoscritto una sola dubiezza (la si dica anche scrupo-
lo) se cioè codesti rassettamenti di produzioni notissime ai molti lettori di Verdi dal canto suo scriverà a Ricordi 1'11 ottobre 1851:
sole Opere o sceniche o romantiche, anziché riuscire al lodevole scopo dei
saggi governi, non lo avversino piuttosto o non lo frustrino affatto siccome Anche a Roma Rigo/etto è andato al diavolo! Colle alterazioni e mutilazioni
quelli che, suscitando la mania dei confronti fra il vecchio che si ricorda e ridicole che si sono fatte è impossibile qualunque esito. li pubblico vuole
il nuovo che si ascolta e stuzzicando per tal modo la vanità deisaccentuzzi interesse: gli autori fanno il possibile per trovarne: se i censori lo levano il Ri-
a farsi belli di erudizioni sopra una facile e vaga letteratura, li tragga ad im- goletto non è più opera mia. Con altre parole, con altre posizioni, io non
boccare in teatro la trombetta d'instruttori dei meno eruditi intorno alla na- avrei fatto la musica del Rigoletto. - Nel Manifesto a Roma doveva dirsi:
tura e ai motivi degli introdotti cambiamenti, dal che 110ndi rado può na- "Rigo letto, poesia e musica di Don ... " e qui il nome del Censore ...9
scere più sconcio che utilità, attese le infinite susseguenti dicerie, meno for-
se favorevoli a~o spirito della limitata concessione che nOI1sarebbero~~ Alterazioni e mutilazioni ridicole, diceva Verdi, ma non sufficienti a
a quello di un assoluto divieto, sempre da pochissimi conosciuto? evitare che Belli scrivesse:

Per essere efficaci gli interventi della censura non devono lasciarsi so- Dal putrido dramma di Vittore Hugo Le Roi s'amuse, nel quale vengono in
spettate; se il testo realizzato sulla scena e il libretto non collimano per- sozza gara di colpe il re di Francia Francesco I e il di lui buffone Triboulet,
76 ~'ì
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
i

non potea generarsiche una fetida contraffa:tturaquale è questa sconcezza


i
Terza verifica sui testi
~l
del Viscardello.lO
!
i
E, tre anni dopo, la "Civiltà Cattolica" non esitava a mettere sullo stes- [. . .J -lareazioneètroppo forte e non si ouol-nulla che possa 'l
so piano l'originale e il rifacimento con un attacco durissimo. Riassun-
ta la trama, scriveva:
I eccitare gli animi al disprezzo de' preti e de' governi.
Adesso gli/anno paura anche le note di musica.
Emanuele Muzio
Wl
Che ve ne sembra o lettori? Non vi fan queste impreseabbrividire il sangue,
ed arricciare i peli, o per lo meno dubitare se questa nostra natura sia de-
I
generata in una razza di Cannibali che si soUazzinei parricidii, negli adul-
terii, negli ammazzamenti?Ma chi s'alzerà dei riguardanti a gridare contro I
l Nella lettura in parallelo del Rigoletto e dei suoi successivi rifacimenti
è mia intenzione procedere con una strategia povera e sulla falsariga
I
il cattivo frutto che producono questi rei esempi espostiin piazza, che dan- !I dei percorsi che si sono venuti delineando. L'esame delle varianti ten-
derà a mettere in luce gli spostamenti nel tempo e nello spazio, le di-
"
no il disegno sopra il quale si avvezzeranno,non se ne dubiti, a ricamare gli
spettatori? Cupe trame..Y srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA storsioni della struttura drammatica, la diversa valorizzazione dei sin-

I goli personaggi e successivamente le modificazioni della lettera, privi-


legiando quei mutamenti di una singola parola (o di W 1 gruppo di pa-
'l
Immorale anche il Viscardello dunque, e anch'esso sottoposto di teatro
in teatro a correzioni, censure, rifacimenti di varia estensione: a Mo-
i role) che appariranno più trasparenti dal punto di vista ideologico e
dena, ad esempio, nel 1853 verrà cancellato tutto il finale del primo più consoni a un progetto organico di censura.
"
atto e l'edulcorato rapimento sarà affidato solo al racconto dei corti- Inevitabilmente emergeranno di volta in volta problemi diversi, il
giani all'inizio del secondo atto, Non solo: nell'occasione. si riterrà op- punto di vista dell' osservatore andrà discretamente rettificato e i ri-
portuno punire la vendicativa arroganza di Viscardello con la morte di sultati, non sempre omogenei, dovranno essere integrati in un'ideale 1'1-
Gilda, mentre a Roma Wl intervento provvidenziale aveva ridotto l' omi- lettura che potrà nascere dall'interazione dei vari livelli. La frammen-
cidio a un ferimento che da un lato lasciava sussistere l'eventualità di tazione dei rilevamenti, nella sua arbitrarietà prograrnmatica, mira a
una riconciliazione e dall'altro regalava al cospiratore un'impunità pro-
l mettere in luce alcune costanti, ma inevitabilmente tradisce l'unità e le
babilmente sospetta agli occhi del forcaiolo, e duca, Francesco V Nel-
lo stesso 1853 la musica di Verdi verrà riportata, come un vestito "adat-
"ragioni" (se esistono) dei singoli testi; costringe il discorso ad antici-
pazioni, distorsioni e ripetizioni che potranno essere riparate solo a
l
to a tutte le fogge", su un altro scheletro: varcando i confini dei Bor- posteriori; obbliga a seguire un itinerario non lineare e quindi a tornare
bone, dove più rigida era la censura né esisteva l'ostacolo di conven- sui propri passi, a riprendere gli stessi dati e a rielaborarli con una nuo-
zioni internazionali a tutela del diritto d'autore, Rigoletto diventerà- va angolazione. Solo in questo modo, o almeno mi sembra, si poteva-
per mano di Emanuele Bardare - Clara di Perth sulle scene del Teatro no far interagire tra loro testi che nascono da un'unica" radice", ma
Nuovo di Napoli e, due anni più tardi, al San Carlo, Lionello (ad ope- che poi si sviluppano in modo difforme e seguendo quasi sempre lo-
ra di Sesto Giannini). giche extratestuali.

1. Cambiare i referenti storici e geografici rispondeva alla preoccupa-


zione di neutralizzare ogni possibile allusione del libretto a una precisa
I
realtà sociale e politica, e, nello stesso tempo, rispondeva anche all'esi-

l
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;'!·~-Ir~.
...

78 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA


--.i,
Terza verifica sui testi 79

genza - che ci è stata segnalata da Belli - di offuscare, e se possibile di 'I no Gilda poteva, nei progetti di Rigoletto, coprire la distanza in una
distruggere, la memoria dell' originale: bisognava fare in modo che i sin- notte soltanto. Ma, lo vedremo, proprio L/anello è il testo più manipo-
goli rifacimenti
coerenza,
fossero dotati di una specifica, magari approssimativa,
che le "macchine" funzionassero senza essere alimentate da I lato e contraffatto. l

Si delinea così una norma non scritta: la necessità di provocare spae-


eventuali reminiscenze dell'archetipo che avrebbero inevitabilmente fat- samento è inversamente proporzionale alla portata delle distorsioni che
to emergere le cancellazioni o le alterazioni volute dalla censura. vengono impresse alla vicenda. Significativo è anche il suggerimento di
I! pubblico del Viscardello o del Guglielmo di Wellingrode doveva una diversa e, come vedremo, discretamente gratuita genealogia: nella
essere messo in condizione di fare a meno del Rigoletto o dello 5tiffe- Clara di Perth il rimando esplicito a un romanzo di Walter Scott per-
Zio, di ignorarne perfino - ai limiti del paradosso -l'esistenza: guai se mette di cancellare l'indesiderata derivazione da Hugo, di mettere in
alle spalle della musica fosse balenata una parola diversa, se si fosse ac- ombra un testo che perfino a Parigi era stato colpito da condanna im-
cesa una indesiderata interferenza che avrebbe evocato alle spalle dei
mediata e che, conosciuto o riaffiorante alla memoria, avrebbe potuto
"significanti" musicali, i significati previsti in origine. Il problema di evidenziare la portata dei mutamenti introdotti dalla censura per le sce-
coloro a cui veniva affidato il compito di rifare il libretto consisteva nel . ne del Teatro Nuovo. D'altronde il richiamo all'opera di Scott sembra
costruire un equivalente, nel sostituire un significato con un altro si- legittimato anche da un passo dell' articolo, comparso agli inizi del 1854
gnificato fornito di sufficiente compattezza e coerenza da impedire che sulla "Civiltà Cattolica" e già citato in precedenza, in cui si dice che la
le tracce dell' originale rigalleggiassero improvvisamente.
figura di Triboulet-Rigoletto deriva dal "Nano Bruno" di Scott."
Che poi una parte del pubblico avesse Verdi, Piave e magari Hugo
Nel caso l'accento è di comune condanna. Ma il problema, per chi
nella memoria, è fuori dubbio, ma era anche la parte che ai censori ap-
abbia la pazienza di leggersi, o di rileggersi in questa prospettiva, i te-
pariva meno bisognosa di cautele, se proprio di il essi stessi (e in gene-
sti. inglesi è quello di trovare parentele. I risultati sono sconcertanti:
re "i giudici della città") provenivano, almeno per formazione cultura-
a) L'anonimo articolista della "Civiltà Cattolica" si fa probabilmente
le. E i "saccentuzzi", che pure innervosivano Belli, avevano nondime-
suggestionare dal Nano misterioso, dove un personaggio deforme - on-
no udienza ristretta e comunque sempre in ambiti socialmente circo-
nipotente e solitario, crudele, in sospetta lega con il diavolo - rivela poi
scritti: la forza di diffrazione delle loro parole era modesta e gli impre-
un animo paterno fino a sciogliersi in pianto nel cuore d'una scena al-
sari potevano non curarsene e allestire i loro spettacoli preoccupando-
tamente melodrammatica di felicità e riscatti reciproci: l'affinità, per
si solo di non violare palesemente i canoni di un'etica condivisa.
quanto labile, può essere sostenuta solo rimandando a un consolidato
Il rifacimento cominciava.
repertorio di ruoli attanziali.
Viscardello: «La scena si finge a Boston e suoi dintorni. Epoca, il se-
b) Più difficile sostenerla quando si leggano le 700 pagine di The Pair
colo XVI».
Maid ofPerth. Trovarvi traccia del Rigoletto, dei suoi personaggi e del-
Clara di Perth: «La scena è a Perth, e suoi dintorni. L'azione in par-
la sua trama, è quasi impossibile; ma quasi impossibile è anche trovar-
te è tratta dal romanzo di Walter Scot [sic] : La bella fanciulla di Perth.
vi traccia della Clarà di Perth che, se deforma ai limiti del grottesco il
Si finge avvenire nel carnevale del 1349. I! vestiario è nel costume pie-
testo di Piave, ne conserva l'impianto - sia pure sbilenco - e la distri-
namente scozzese».
buzione drammatica. Se mai, qua e là, il testo di Scott può richiamare,
LzOnello: «Verona secolo XVI».
al lettore italiano, il romanzo di Manzoni con la sua storia di un matri-
A prima vista si nota che l'epoca viene cambiata solo in Clara di
monio tra gli umili che trova contrasto e opposizione nel mondo nobi-
Pertb, mentre il luogo, collocato lontanissimo da Mantova nei primi
liare e nella sua dissolutezza. Se non si vuole considerare tuttavia il sug-
due rifacimenti, in Lione/lo è scelto a pochissime ore di strada se perfi-srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
gerimento un semplice trucco (come è senz' altro) e se si vuole almeno
80
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Un caso dz' censura. Il Rigo letto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Terza »erifica sui testi 81 EDCBA
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l
reperire la lontana legittimità di quel trucco - che è ovvia condizione ! all' altro ieri e leggero e magari vagheggino impenitente, e tuttavia non co-
della sua efficacia - bisogna (una volta letto il romanzo di Scott) disin- 1 niugato e convertito dall' amore per Gilda; così che il polo negativo si con-
.;:,;
tegrarlo, ridurlo a un ammasso di funzioni narrative, cancellare i per- densa attorno a Rigoletto (sospettoso all'eccesso e motivato solo da una
sonaggi, condensarli, sovrapporli in una rielaborazioneparaonirica: alla torbida e accecante gelosia paternat-che-trama-su--un equivoco e, su un
fine, forse, si può arrivare alla Clara di Pertb, equivoco, costruisce la propria disgrazia. Nel Lionello, viceversa, è l'ere-
Nel frattempo tuttavia si sono conferite identità e autonomia a una se- de del duca (un semplice patrizio) a fungere da catalizzatore del male: in- ;1"

rie di molecole che esistono allo stato diffuso nel campo dell'immagina- trigante, speculatore, fedifrago e artefice di ricatti e false testimonianze.
zione melodrammatica e che si prestano a diverse aggregazioni. In Scott Tutto questo emergerà in modo più preciso dall'analisi dei singoli seg-
troviamo: a) un tentato rapimento per mezzo di una scala, che fallisce menti drammatici, ma vale la pena di segnalare fin d'ora che nel Lionello
quando sopraggiunge il promesso sposo; b)UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
W 1 padre affettuoso e solle- 1'''argomento" ci mette davanti a una radicale, sbalorditiva deformazione:
cito del destino della propria figlia; e) un deforme genio del male che «Marcello [il ducaJ, patrizio veneto, avea fatta promessa di nozze a Bice
corrompe e controlla non il principe (duca), ma un suo seguace; d) [Gilda], figliuola di Lionello [Rigoletto], altro patrizio, il quale aveva ca-
1'amante fedele (come sarà d'altronde Enrico di Rothsay nel libretto) in- rico di provveditore in Verona. Di poi Marcello, e per sua indole inco-
giustamente sospettato di una relazione con una vaga progenitrice di stante e per vantaggiare di pecunia e attinenze, rompe fede alla Bice, e
Maddalena; e) una nutrice, dei cortigiani, un nero assassino (tuttavia non promette sposar la figlia di altro patrizio detto Morrone [Monteroneh.
prezzolato). Soprattutto, troviamo un'atmosfera da festa popolare, da Uno specchietto renderà più facile orientarsi in mezzo alle numero-
burla legittima che, nella e/ara di Pertb, si trasformerà in W1asola gran- se trasformazioni dell' onomastica originale.
de carnevalata di medio borghesi intorno a un barone di cartapesta e, Lionello
Rigoletto Viscardello Clara di Pertb
per la circostanza, "principe dei Baccanti": tutto uno scherzo, dunque,
con il sottinteso invito a non eccedere mai, nemmeno quando i costumi Rigoletto Viscardello Archibaldo Lionello

autorizzano a prendere la maschera. Così finisce, miseramente, la figura I I duca Duca Enrico
Marcello
cliMantova di Nottingam di Rotsay
del principe Enrico di Rothsay che Scott aveva voluto a immagine e so-
miglianza del principe Hal, svelando ripetutamente il suo progetto con Gilda Gilda CIara Bice

sfarzo di citazioni shakespeariane: l'erede del trono di Scozia, ridotto a un Sparafucile Sparafucile Strangolabene Lamafedele

barone semianonimo, si rattrappisce nel principe di lilla banda di ubria- Maddalena Maddalena Caterina Rita
chi, miseri e non rialzati dalla dilagante presenza di una pancia aggressi- Giovanna Dorotea Anna
Giovanna
va, torbida e vitale come quella di Sir J ohn. Nonostante 1'ambientazione Morrone
Monterone Mornand Simone
inglese e il clima carnevalesco non c'è ombra di quel Falstaf] che, secon-
Ceprano Goring Crawford
do Alberto Savinio, aveva con Rigoletto segreti ma decisivi rapporti;' non
Cohtessa, Contessa, Giovanna, Violante,
c'è, a guidare i passi di Emanuele Bardare, nessuna intuizione genetica, figlia di Morrone
sua moglie sua sorella sua sorella
ma solo lilla serie di accomodanti escamotage per confezionare un falso
Marullo Marnullo Marnullo Bandini
e gettare ombre supplementari su un archetipo indesiderato.
Borsa Borsa Barner Piero
II. li sistema dei personaggi resta sostanzialmente immutato, anche se
si registrano variazioni, parziali o totali, dell'onomastica e dei titoli nobi- Carpani

liari di competenza del duca. Mutano, tuttavia, le connotazioni: nel Vz'- Paggio Paggio Paggio
della duchessa del duca di Morrone
scardello e nella Clara di Pertb si tende al riscatto del duca, infedele fino
82 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 83

II!. La lettura parallela sarà condotta sulla base di unità narrative ri- b) Come Viso
cavate frammentando il testo di Piave: simili unità, per quanto moti- c) Come Vis., ma in questo caso il testo di R viene decisamente ab-
vate da livelli minimi di coerenza drammatica, saranno ottenute at- bandonato, non si tentano compromessi, si conserva se mai traccia
traverso un' operazione che si rivendica del tutto arbitraria, apportan- l dell'elaborazione offerta da Viso«<Mentre ognuno mi stima infede-
do i tagli solo in funzione delle esigenze comparative affioranti di vol- le, / A me piace serbar fedeltà»).
ta in volta." La loro costituzione esclude quindi (e secondo un piano)
qualsiasi responsabilità teorica e non fa riferimento, se non indiretta- LIONELLO
mente, a un repertorio funzionale più vasto e di diversa portata (an- Marcello, lo abbiamo detto, è un patrizio veneto, intrigante e ambizio-
che operativa). Resta se mai da augurarsi che i singoli frammenti pos- I so, ma sprovvisto di qualsiasi potere politico che ~i presenta con questi
sano trovare nella memoria del lettore, nel suo controllo del libretto
originale, il collante che permetta di compensare la povertà dei ri-
I due versi: «La bella figlia del Morrone è mia: / E ricco il padre ed ha
possenti amici».
mandi e di porre riparo a una segmentazione che si giustifica solo SlÙ
piano pratico. Motivi di economia inducono ad accontentarsi di cita- 2) Partite? ... Crudele!
zioni ridotte a un singolo verso, a cui verrà affidato il compito di scan-
direihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
i vari momenti dell' analisi e, surrettiziamente, del testo pilota.
VISCARDELLO
Numerare le unità narrative isolate, infine, obbedirà esclusivamente a La seduzione della contessa di Ceprano si riduce a una serie di vaghe e
comodità di successivo reperimento, così come nella campionatura si innocue galanterie. Significativa è la variante che da «distrugge il mio
cercherà - fin dove possibile - di rispettare una certa simmetria tra i core» porta a «distrugge ogni core». Occultata la prima persona sin-
vari libretti e di presentare gli esempi in base al criterio della più co- golare, il desiderio scompare in un generico omaggio alla bellezza.
moda e rapida leggibilità.
CLARA DI PERTH
La derivazione dal Viscardello è evidente e verificabile nell'adozione
A tto I
della variante segnalata. Ancora una volta, tuttavia, il testo rivela un ul-
teriore sforzo di elaborazione, una più accanita (e rozza) cancellazione
1 ) Della mia bella incognita borghese
dell' originale.

VISCARDELLO
LIONELLO
a) L'incontro con Gilda non avviene al "tempio", ma al "parco";
La modificazione in questo caso è radicale: Violante (in origine Con-
b) La "sposa" di Ceprano, come già segnalato dall'elenco dei perso-
tessa di Ceprano) è figlia di Morrone e promessa sposa a Marcello a cui
naggi, si trasforma in una "suora";
garantirà denari, onori, alleanze preziose. Le varianti, nel caso, sono
c) "Questa o quella" diventa un inno alla fedeltà: «Ma sol una mi tor- condizionate dalla nuova situazione sociale dei personaggi che risulta
na gradita, / Lei sol amo e mia sposa sarà»; e ancora: «Mentre ognu- incompatibile con i versi originali. E tuttavia Marcello potrà impune-
no mi stima infedele, / lo mi piaccio serbar fedeltà».
mente pronunciare le parole infiammate del duca di Mantova (<<Pervoi
già possente la fiamma d'amore / Inebria, conquide, distrugge il mio
CLARA D I PERTI-I
core») una volta che a legittimarle ci sono la benedizione del padre e
a) Come Viso
l'imminente matrimonio.
" : '~ T

84 Un caso di censura. Il Rigo/etto EDCBA


.:I Terza verifica sui testi 85

3) l'han detto e giurato!


In testa ehe avete signor di Ceprano? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA / Coro Tal ben a un giullare/ v'han forse in-o
gannato.»

l
VISCARDELLO

a) La violenza schernitrice di Rigoletto viene bandita: «In mente che LIONELLO


avete signor di Ceprano?». La "novità", in questo caso, è ancora diversa: ciò che stupisce il coro è
b) Viseardello mostra di non avere colto la conversione alla fedeltà che la notizia di un editto che ha consentito a Lionello di ritornare dall'esi-
il duca, in precedenza, ha clamorosamente comunicato alla platea: lio, a cui era stato condannato in seguito alle macchinazioni di Marcel-
«E mentre una bella ha in esso speranza, / Chi mai sa qual' altra nel lo. Ma: «Invano ritorna; sepolto è il passato».
core gli sta!».UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
5) Ah più di Ceprano importuno non v' è !
CLARA DI PERTH

a) La direzione è la stessa indicata dal Viscardello: «Perché non ridete, VISCARDELLO

Tommaso Crawford?». a) A motivare la (peraltro temperata) insofferenza del duca, c'è solo un
b) «Sventura alla donna, che in esso ha speranza / Qualche altra ad un senso di solidarietà contro la debordante gelosia di.un fratello: «La
tempo nel core gli sta.» vaga sorella ne soffre in mia fé».
b) "L'anima nera" di Rigoletto è meno marcata. «Due. Quel conte è sì
LIONELLO strano! Viso (con caricatura) Lo accheti il bastone! / Due. Ah no. Viso
li Lionello procede in piena autonomia e coerentemente alle modifica- Ebben ... si scacci. (con ridicola gravità) Due. Nemmeno, buffone. /
zioni introdotte in precedenza. In mezzo alla festa compare improvvi- Vis. Ma un poco di frusta ...»
samente Lionello, a esigere il rispetto della parola data, a difendere il
proprio onore e i diritti suoi e della figlia Bice. CLARA DI PERTl-I

a) In questo caso l'importunità è diversamente motivata: dipende da


4) Gran nuoual Gran m IO va , un esplicito divieto che il fratello ha rivolto a Giovanna impedendo-
le di rivolgere parola al barone Enrico di Rotsay.
VISCARDELLO b) Sulla falsariga di Viso
Nessuna variante.
LIONELLO
CLARA DI PERTH Lionello affronta apertamente il rivale e lo invita a tener fede alla parola
li testo originale viene radicalmente manipolato producendo W1a delle data. La risposta è "cruda": «Promessa d'amore eterno non dura; / Se amai
innovazioni più sbalorditive ed esilaranti: vostra figlia, più amarla non so». E di rincalzo (con comica saggezza) il
a) Archibaldo non è né gobbo, né deforme; è un uomo che ha perduto coro: «Un patto d'amore! / A1fin non è il primo che infranto restò!».
la propria dignità, un giullare, un diseredato a cui è difficile, per gli
altri "Baccanti", riconoscere uno status. E di qui la grande novità: 6) Vendetta del pazzo'
b) <<Mar.Fatto strano.i/ Coro Caduta è al giullare, la lingua, la mano? ...
/ Mar. Più strana è la cosa; infine possiede! ... / Coro Che mai? Mar. VISCARDELLO

Una casa! ... Coro È grossa, chi il crede? .. / Mar. Alcuni dei nostri Rispetto al testo originale, che viene ripreso alla lettera, c'è da registrare
86 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 87

re, sono rivolte le minacce che una posizione di prestigio e di forza ren-
l'aggiunta di un "virgolettato" in cui si precisa che la vendetta sarà con- I
tenuta in termini di pura derisione. «Ei ride di tutti? del folle suo amore de possibili. Non c'è. posto, ovviamente, per la maledizione che è l'ar-
/ Ciascuno domani schernirlo dovrà. / Sta ben. Lo derida l'intera città.» ll ma estrema del diritto disarmato: «Se tu al carnefice sfuggito sei», stre-
pila l'arrogante patrizio, «Sfuggir non credere gli sdegni miei ... / Or
CLARA DI PERTI-I vanne, e trema se fai ritorno. / Marcello, aneliamo da lui lontano; / Vie-
Non viene riproposto il virgolettato del Viscardello, eppure anche qui I ni a mia figlia a dar la mano. / Questo pensiero, del reo suo cuore /
la vendetta appare contestualmente circoscritta, indirizzata a compen- Cresca il tormento».
sareihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
lU 1 singolo insulto.
I
8) Quel vecchio malediuamil ...
LlONELLO

Il coro non progetta vendetta alcuna; si limita, invece, a riconoscere VISCARDELLO

l'intento di vendicarsi negli atti, nei gesti, nelle parole di Lionello. a) Cancellata la maledizione, vengono riprese le parole che abbiamo
registrato in 7: «Trema s'hai figli, ei dissemi!».
7 ) RQPONMLKJIHGFEDCBA
e h ) io glZ parli! b) Sparafucile non è un assassino prezzolato, ma un uomo ansioso di
vendetta: «Su me la mano ei stese».
VISCARDELLO c) A trattenerlo dalla vendetta c'è la preoccupazione per il destino del-
a) La figlia eliMonterone non è stata sedotta; il duca ha solo formula- la sorella: «Lui del mio braccio vittima, / Lunge io fuggir dovria ... /
to con leggerezza una promessa elimatrimonio che poi non ha man- E la sorella mia / Chi veglierebbe allor?».
tenuto: si può forse scorgere qui, in embrione, il progetto dramma- d) Viscarelello potrebbe risolvere il problema se fosse disposto a pren-
tico che prenderà corpo nel Lionello. dersi cura della "suora" abbandonata e senza sostegno.
b) Vengono scrupolosamente cancellati tutti i riferimenti al potere po-
litico esercitato dal duca. CLARA DI PERTH

c) La "maledizione" viene soppressa: «Tu che d'un padre ridi al do- a) «Quai detti! Oh! Cielo ei dissemi!»
lore, / Trema s'hai figli!». b) Strangolabene agisce per denaro e Archibaldo non può frenare, SlJ-
le prime, un movimento di orrore: «Il vile!», mormora tra sé.
CLARA DI PERTI-I c) Per il momento non c'è accenno a Maddalena in conformità con il
a) Simone ha altri rimproveri da muovere alla leggerezza di Enrico: «del principio di ridurre al minimo o di evitare ogni riferimento a figure
mio caro diletto figlio / Per voi la vita è in gran periglio». femminili.
b) Come in Visoscompaiono gli accenni a qualsiasi forma di potere po- d) «La vostra donna è là» diventa: «La vostra casa è là».
litico peraltro poco attribuibile, logicamente, a un "principe dei Bac-
." - -
canti . LIONELLO

c) Ripl'@::l.d~Vis~
alla lettera. TI testo ricalca alla lettera quello del Rigoletto, con una sola variante che
si colloca là dove Piave (lo avevamo visto indirettamente a proposito
LIONELLO delle autocensure di Hugo) appariva più spregiudicato, mettendo al ser-
A entrare in scena non è un padre tradito, ma il futuro suocero, il pa- vizio di Sparafucile una sorella complice e adescatrice: «È facile ... / Del
drone di casa che scaccia, in Lionello, un intruso: a lui, e non al teno- vin, dell' armi io vendo; / Con queste reti io prendo / Così chi voglio... e
88utsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto Terza verifica sui testi 89

allor ...».
srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Che simili esche, poi, potessero funzionare con uno che, bene d'un buffone si disonora I La figlia e ridesi ...») vengono stemperate nel '(
o male, restava un "patrizio veneto" e presumibilmente non bisognoso timore di un padre sospettosissimo e destinato ad assumersi ogni col-
di simili contrabbandi, è un' altra questione: questione di verosimiglian- pa agli occhi dello spettatore (<<Ohdi donzella si disonora I La fama a >C[
za di cui legittimamente U n rifacitore non doveva preoccuparsi troppo, un alito ... orror!»). Da-segnalare anche che Giovanna non riceve alcu-
se non se ne preoccupava affatto il genere che egli praticava nell' ombra. na mancia dal duca: la sua fedeltà e il suo riscatto appaiono indispen-
sabili per ridurre, più avanti, la seduzione a un corteggiamento magari
9) Pari siamo' azzardato, ma che comunque non pregiudica la sincerità del duca. '"I
I
'I
VISCARDELLO CLARA DI PERTH
Numerose varianti di parola che cancellano fin le minime tracce del po-
·1 I procedimenti sono gli stessi adottati nel Viscardello, anche se i ritocchi si
tere politico. Basterà un esempio: il duca «sì possente» diventa «valo- fanno più numerosi e più aggressivi,più imprudenti SlÙ piano letterario. Da
roso». Su un altro piano, e ormai necessariamente, «maledivami» si tra- segnalare, tra gli altri, la correzione che trasforma «patria» in «padre». An-
sforma in «m'irnprecava». che qui la governante è immune da complicità che avrebbero alterato la fi- "l
sionomia di Enrico di Rotsay e compromesso il suo successivo riscatto.
CLARA DI PERTH
Le varianti si tengono nel solco del Viscardello e in parte lo ricalcano. LIONELLO "I
In più vi s'aggiunge la cancellazione di qualsiasi accenno alla deformi- n testo
appare (in tutta la scena IX) profondamente modificato: Lio-
tà fisica del giullare. nello si accanisce a togliere ogni illusione alla figlia che vi si aggrappa "

disperatamente: «Ei non potrà resistere I Al duol che sì m'attrista».-


LIONELLO «A che sperarlo? ... è inutile! ... lEi ti tradiva, e basti ... ». Nelle scene X
Anche qui Lionello non è né gobbo né deforme: inoltre, non occupa e XI, viceversa, la fedeltà all' originale è quasi perfetta, anche se Mar-
posizioni subordinate nei confronti di Marcello. Le modificazioni si im- cello (che naturalmente non si ~ potuto in precedenza stupire di fron-
pongono da sole: «Oh, rabbia! ... esser schernito]. .. esser scacciato! ...QPONMLKJIHGFEDCBA
I te all'identità della sua amante) appare sostenuto dalla complicità, gra-
Non dover, non poter altro che gemere!. .. In veleno de' cor m'avanza ... tuita tuttavia, della governante; e anche se la cancellazione del titolo
ahi l' odio! ...». Cancellata anche qui la maledizione, a opprimere il cuo- nobiliare impone, verso la fine, una goffa variante (<<Nemmeno al
re di quest' altro patrizio veneto resterà la consapevolezza dell' oltrag- duca?» diventa: «Nemmeno a donne?»).
gio subito: «Oh troppo m'oltraggiarono!».
Il) Giovanna, ho dei rimorsi ...
lO) Figlia l ...

VISCARDELLO
VISCARDELLO Nessuna variante (se si esclude «tempio» I «parco») rispetto a Rigoletto. "1
Serie di interventi disseminati che colpiscono singole parole o espres-

l
sioni che appaiono in contrasto con il pudore richiesto alla scena e che CLARA DI PERTI-I
sembrano violare il primo comandamento o, almeno, le cautele che ne a) I «rimorsi», che appaiono evidentemente come un indizio di colpe-
derivano. Così «tempio» diventa ancora una volta «parco», «angiol» volezza, vengono censurati: «Eppur dovuto avrei! ... ».
diventa «genio», le parole in cui Rigoletto esprime i propri timori (<<Qui
'I
b) La governante, che ignora tutto, invece di prestare sostegno agli in-

'(
90 Un caso di censura. Il Rigoletto ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 91

teressi del duca o ai sentimenti della sua protetta, è sbalordita nel- d) Il testo di Piave viene sorprendenternente ripreso alla lettera. Al-
l'apprendere che «un giovin ne seguiva al parco»: «Dite davvero? ...»RQPONMLKJIHGFEDCBA
, tre varianti discendono dalla precedente ristrutturazione dell'in-
esclama sospettosa, «qualche spensierato / Sarà, che voi ne dite? ..» . treccio.
E a Clara, che difende l'immagine dell'innamorato (<<gentile.eipar- e) Bice non ha alcun bisogno di chiedere a Marcello il suo nome e tut-
mi»), replica con un incredibile" endecasillabo": «Sì, sta a veder ch' è to il passo risulta profondamente modificato, con il seduttore che
l qualche gran signore! ...».
zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA cerca di indurre la figlia a seguirlo per poter poi ricattare il padre e
costringerlo al silenzio.
LIONELLO

Bice ha nascosto al padre di avere rivisto non tU 1 giovane sconosciuto, ma 13) Caro nome ...
il «suo Marcello»; a parte questo, l'originale viene rispettato alla lettera.
VISCABDELLO
12) T'amo' / T'amo, ripetilo ... N eSSU11a
variante ..

VISCARDELLO CLARA DI PERTH

l a) Numerose varianti colpiscono parole o interi versi incrirninabili:


«S'angelo o demone», ad esempio, diventa: «Sia fata o lemure».
«Gualtier Maldè» viene inglesizzato in «Quintin Dobré»."

b) «Dna pur avvene sola, divina: / È amar che agli angeli più ne avvici- LIONELLO
na!» diventa: «Dna pur avvene a tutte iI1cima, / È amar che l'anima Varianti "derivate" nei primi due versi dove Bice non ha alcun nome
più ne sublima!». nuovo da ripetere a se stessa: «Sempre con te l ... già stai, Marcello ama-
c) Degna di nota ugualmente la modificazione del verso «E fama e glo- to, / Scolpito nel mio core innamorato».
ria, potenza e trono» in «Dovizie e gloria, sognato bene».
d) Più significativa, infine, sul piano drammatico, la variante che tra- 14) È là
sforma «Adunque amiamo ci, donna celeste» in «Sposo tuo chiama-
mi, la rnan mi appresta». VISCABDELLO

Oltre alle solite varianti (<<angiol»--'t «silfo»), se ne possono rilevare al-


CLARA DI PEIUH cune molto significative sul piano della struttura drammatica e del sen-
a) «Dunque un rimprovero ...» so complessivo della vicenda:
b) «Dna pur avvene che come stella / Di sogni rosei la vita abbella.»
c) «D'oro la gloria, di fama il suono.» a) Introduzione di un virgolettato per confermare che la "vendetta"
d) «Adunque amiamoci, cara! mi senti!» (esplicitamente definita "bizzarra") si riduce, vuole ridursi, a lU 1 sem-
plice scherzo: «Doman svelato sarà il mistero / Nelle sue stanze, den-
LIONELL"'O'--- __ tro il palazzo / Ei la ritrovi, ne venga pazzo; / E reso accorto dalla le-
a) «L'amor che fervido ...» zione / Di non schernirei farà ragione».
b) «L'irresistibile damor virtude / Regioni eteree per noi dischiude.» b) I cortigiani ingannano Viscardello dicendogli che il loro progetto è
c) «Ricchezze e gloria, / Di fama il suono» (è questo uno dei pochissi- quello di «sorprendere e far paura» a Goring, non di rapirgli la spo-
mi debiti del Lionello nei confronti della Clara di Perth). sa: di rapimenti è meglio non fare cenno, neppure di sfuggita.
92
-'I
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 93
I

I "'!1
c) Cancellati la "maledizione" e il ricordo di essa «<Fui rnaledetto»). CLARA DI PERnI
I a) Non c'è stato rapimento. Dunque: «Ella è per me sparita».
CLARA DI PERTH b) Enrico racconta come, spinto da un presagio, sia accorso in mezzo
Se la lettura parallela dei testi rende evidenti i debiti contratti ancora \ al tumulto notturno: Fiatrovato «Spenta la fiamma, la
magion di-
"'1
una volta con il Viscardello, S1.Ù piano strutturale ci sono differenze mol- serta! ».
to nette, determinate dalla "forza d'inerzia" di scelte precedentemen- c) Per finire viene riconfermato il progetto di matrimonio: «Ei che vor- !!i"1
te operate. ria coll'anima», canta il duca, «Farti quaggiù beata»; ed Enrico (suo
a) Anche qui la "vendetta" sarà uno scherzo: ma la sua forma (la sua va- erede, non coniugato e convertito alla fedeltà) corregge: «Ei che già
riante "semantica") sarà data dall'incendio che viene appiccato al
tetto di Archibaldo.
I vuoI co' vincoli; D'Imen farti beata». '/CI

b) Marnullo dichiara che, progetto comune ai Baccanti, è quello di LlONELLO


"bruciare il tetto" a Crawford. a) «Ella sfuggir mi seppe»: Marcello ha, infatti, organizzato di persona
c) La maledizione e la sua memoria vengono cancellate: ma se il Vi- "1
il rapimento.
scardello si chiude con il padre che prende coscienza dell'inganno, b) Il traditore ricorda ancora una volta al pubblico il disegno ambizio-
ora è sconvolto dal timore che Clara, di cui ha udito le invocazioni
disperate, possa esser morta tra le fiamme.
so e il fine delle sue azioni: costringere al silenzio Lionello ed evita-
re così la possibile punizione da parte del senato veneto.
"]QPONMLK
c) La cabaletta ci mette davanti a una delle contaminazioni più sor-
LIONELLO prendenti: la prima strofa riprende Piave alla lettera e ci presenta un .
Ancora lilla volta l'originale risulta dimenticato e stravolto. Lionello non amante innamorato e sconvolto dalla sorte di Bice; la seconda ripor-
"f
è inizialmente in scena; c'è, al suo posto, Lamafedele, il quale - quando ta nuovamente a galla l'uomo unicamente preoccupato di sé e del
si rende conto della situazione - dichiara in "a parte": «Veglio su voi.v' proprio interesse: «Ma pur del mio pericolo / L'idea mi turba il care: ;"1
In cerca or movo del padre irato, ; Vegga egli stesso il nero agguato». ; Di nostre leggi il fulmine; Preme.de' rei terrore; / Di tanti errori
Lionello arriva alla fine, quando Bice è già sfuggita alle mani dei suoi ra- il cumulo; Su me piombar vedrò».
pitori e quando (senza esser bendato né reggere una scala: cose non con-
facenti al suo grado e alla sua dignità) può solo credere al peggio. Allo- . 16) Duca, duca.'
'I
ra la maledizione rispunta, ma pronunciata ora per la prima volta e con
destinato re e desti..natario modificati: «Ah! vili sia maledetto!». VISCARDELLO
"1
a) Variante derivata dai mutamenti già sottolineati in 14: viene cancel-
lato ogni accenno al rapimento; i cortigiani raccontano al duca di
Atto Il avere suggerito a Viscardello, per ingannarlo, «che di Goringo entro
il palazzo; Entrar volessimo».
"'l
15) Ella mifu rapita.' b) «Apprenda ch'anco in trono; Ha degli schiavi amar» diventa: «E
h"
del suo cuore al dono / La destra unisca ancor», In tal modo si ot-
VISCARDELLO tengono due risultati: si evita di mettere sul trono uno "schiavo" (e

I
Il testo di Piave, tranne un solo intervento (<<angiol»~ «arnor»), viene sia pur d'amore) e si regala al protagonista la possibilità di riconfer-
..
ripreso puntualmente.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA mare la serietà delle sue intenzioni. <,

"'I
94 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 95

CLARA DI PERnI CLARA DI PERIE


a) Si parla di un incendio e non di un ratto; si annuncia a Enrico e al La scena quarta viene soppressa.
pubblico che «Dal fuoco intanto una donzella / Da se medesma si li-
berò! ... / Quanto è gentile leggiadra e bella! /Ma ognuno ignora do- LIONELLOihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
v'ella andò!». «A Marcello parlar chiede Morrone.»
b) Come Viso
19) Ah, ell'è qui dunque.' ...
LIONELLO
Gli amici ammoniscono Marcello, lo invitano a fuggire, gli dicono che VISCARDELLO
l'intervento della giustizia è imminente e inevitabile. Gli ricordano an- Le varianti sono numerose e tendono a smussare i punti di maggior at-
che, dimentichi della loro parte in 5, i suoi doveri: «la giovinetta / Da trito. Gilda, ad esempio, è soltanto «qui» (non « è col duca»); «corti-
te delusa devi impalrnar». Marcello, dal canto suo, si ripropone di ri- giani» diventa «perversi»; «cruenta» -, «fatale»; «difende I'onor» ----+
trovare Bice e di «placarla /Con nuovi giuri ancor»: in tal modo pen- «1'accende 1'amor»; i due versi «Per qual prezzo vendeste il mio bene?
sa che potrà stornare da sé l'ira di Lionello. / A voi nulla per l'oro sconviene» diventano: «A qual fine rapiste il
mio bene? / A voi d'altri il tesoro sconviene»; «La giovin che stanot-
17) Povero Rigoletto! te / al mio tetto rapiste» diventa: «La giovin che stanotte / al mio tet-
to toglieste».
VISCARDELLO
ComeR CLARA DI PERIE
Si ricalca in sostanza il testo del Viscardello con 1'aggiunta di qualche va-
CLARA DI PERTH riante derivata o suggerita da controlli anche più rigidi. Così non c'è
Archibaldo non è un buffone, ma un giullare; non è deforme, non teme ovviamente accenno al rapimento della figlia e da "Cortigiani vil razza
che sua figlia sia stata rapita. «Dove 1'avran nascosta?» diventa allora: dannata / Per qual prezzo vendeste il mio bene» nasce «Ah! pietade
«Chieggo lor di mia figlia!». con l'alma affannata, / lo vi chiedo che fu del mio bene?». Inoltre vie-
ne soppressa la scena di alta intensità drammatica in cui Rigoletto si
LIONELLO scaglia contro la porta cercando di aprirsi una breccia tra i cortigiani
Né buffone, né giullare, né deforme, Lionello e tuttavia le sue parole ri- che fanno muro: «Di mia figlia, crudeli, mi dite».
calcano con piccole varianti, quelle di Rigoletto.
LIONELLO
18) Al suo sposo parlar ouol la duchessa Le varianti appaiono tutte derivate da precedenti modificazioni. Da W1
lato Marcello viene esplicitamente accusato del rapimento: è d'infame
VISCA.RElEtteJ'-------- che stanotte / M'ha rapita la figlia»; dall' altro gli amici di Marcello (non
La scena quarta, con l'irruzione sulla scena del paggio, che in Rigolet- «cortigiani» ma «tracotanti») non hanno evidentemente alcun motivo
to è decisiva (rivela l' esistenza- sullo sfondo - di una moglie legittima di stupirsi quando Lionello comunica loro, in un grido disperato, di es-
e rende quindi irreparabili l'illegittimità e il disonore), viene modifica- sere alla ricerca della propria figlia. Un solo intervento appare dovuto
ta cambiando il primo verso: «Vuole al duca parlar la sua germana». a ragioni immediate per evitare l'imbarazzo del primo verso, più preci-
""I
"-,

96 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 97

I ,,(
samente della sua seconda parte: «Ell'è quisrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
1. .. Ell'è col duca» diventa: delusioni, dal momento che non si rende conto della metamorfosi del
«Ah! Il vil paventa! ... Il viI s'asconde!». «vagheggino» in un innamorato fedele. Gilda dunque non incontra il
duca al «tempio», ma al «parco»; riporta la sua avventura con le stese ;[
20) Mio padre! ... I se parole che utilizzava nel RigoLetto, ma l'interruzione improvvisa del

VISCARDELLO
l suo racconto (<<Non dir ... non più ... mia figlia ... ») assume qui un signi-
ficato diverso: il padre non pensa «all'infamia», a preoccuparlo c'è solo ., J

I
il problema, evidentemente, è quello eli cancellare la confessione di Cil- il dolore della figlia, mentre dalle sue labbra scompaiono necessaria-
da che, con parole rotte, tra i singhiozzi, resta, nel Rigoletto, inequivo- mente quattro settenari impossibili e peraltro poco perspicui (<<Ah,
cabiIe: «Gil. Il ratto ... l'onta, O padre! Rig. Ciel! che dici? / Gil. Arros-
sir voglio innanzi a voi soltanto ... ». li passo viene così corretto: «Gi!. La
! presso
L'altar
del patibolo!
si rovesciò!»).
Bisogna ben l'altare! ! Ma tutto ora scompare,
Li sostituiscono versi non certo migliori: «Ah
/
"I
pena ... tacqui, o padre! ... Vùc. Che! tacesti? / Gil lo parlar voglio in- d'un serpente 1'alito / Avvelenò il suo core, ! La gioia dell' amore / Il suo
dolor segnò!». ,(
nanzi a voi soltanto ...».
'I
CLARA DI PERTI-I CLARA DI PERTH
La censura si abbatte sugli stessi versi: ma qui la modificazione è più ra- Anche qui la seduzione viene cancellata, ma in modo anche più ine-
dicale e improbabile. Né la metrica né il senso ostacolano il rifacitore:QPONMLKJIHGFEDCBA
quivocabile. Clara non ha un rapimento da raccontare, ma una fuga in 'f
« C la . Tua pena ... il pianto, o padre! Arch. Che il tuo pianto! / Cla. Ch'io mezzo alle fiamme e sulla scena arriva non «da una porta a sinistra»,
resti sempre,
trasformano
o padre, a voi d'accanto!».
il duca in un indeterminato
Altre varianti di minor conto
«qualcuno», «dementi» in «fu-
ma - più semplicemente
soconto
- «da sinistra». Almeno una parte
vale la pena di essere ascoltata: «Quando a improvviso
del suo re-
incen-
{
renti», «simular» in «i buoni far». dio / Desta, cercai smarrita / Lo scampo, e l'ebbi agevole / Nella ma-

LIONELLO
gion di con genio / Congiunta
ta neppure un'insidiosa
tua fedel». In altri termini, non c'è sta-
fuga nella notte: l'onore è, nel caso, fuori di- I
,I
Anche qui è la confessione di Gilda a far scattare i meccanismi di cen- scussione. li padre non ha motivo di. esclamare «E tutto un sol giorno
sura: «Bice Ti trovo ... padre ... oh gioia! Lio. Si, mia Bice. / Bice Dal ter- cangiare potè»; si limita ad ammonire «Dei di qui lunge venire con
rar l'alma mia trema tuttora». Altra variante, in parte derivata, è quel- me». Inoltre il revisore si è premurato di cancellare daJle labbra di Cla-
la che induce Lionello non a proibire a Marcello di appressarsi, ma a ri- l'a un' espressione tU 1 po' sospetta (<<Furtivo fra le tenebre / Sol ieri a
volgergli invece una ingiunzione contraria: «Al vil recate che parlargli me giungeva ... ») sostituendola con «Spirante amore ingenuo ... ».
io deggio; / Che s'affretti gli dite, e ch'io qui aspetto». Quanto ai settenari del patibolo e dell' altare, vengono trasformati sul-
la falsariga del Viscardello, ma in modo anche più esplicito e (per una
21) Parla ... s ia m soli volta) più funzionale dal punto di vista drammatico: «Ah! dell'amore
l'alito ... ! Pur conturbò il suo core ... ! È insidia quell'amore ... ! Ven- "'1
VISCARDELLO detta io ne farò!».
Il problema, come in 20, è quello di evitare che Cilda appaia nelle ve-
sti di una "fanciulla sedotta": tutto deve arrestarsi ai primi approcci, LIONELLO
'I
senza" conseguenze", e il padre, dal canto suo, dovrà adombrarsi solo L'azione drammatica muta in modo strutturalmente conforme ai rifa-
per l'insorgere di un sentimento che, teme, sarà fonte di sofferenze e cimenti già introdotti. Bice racconta che Marcello è giunto a lei prete-
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l
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Terza verifica sui test: 99


98 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

I CLARA DI PERTI-I
stando amore e chiedendole di salvarlo. Poi l'apparizione improvvisa
dei «rapaci»: «ma da 101'son fuggita / La notte errai fra spasimi / Or san ! a) Come Vis., ma nel verso successivo «il buffone» sarà sostituito con
alfin con te», Lionello, dal canto suo, non può che invitare la figlia a non
credere «di quell'infido al detto» e alla fine concludere: «Era infiorato
i! «il mio braccio».
b) «Mi tradiva, pur l'amo; Gran Dio, / Per l'ingrato ti chiedo pietà!» di-
e splendido / D'imene già l'altare ... / Ma tutto ora scompare ... / L'altar i venta: «O Quintino t'aspetta il cor mio! / L'amor tuo, mio conforto
~ , I
sara.».
si rovesciò! ».RQPONMLKJIHGFEDCBA
c) A differenza che nel Rigoletto e nel Viscardello, la rabbia del padre
22) Schiudete ... ire al carcere Monteron de' si rivolge non solo contro l'amante, ma contro il gruppo, contro la
banda degli schernitori che hanno bruciato il "tetto": da «fatale per
VISCARDELLO te» si passa a «fatale per 101'»,da «colpirti» a «colpirvi».
Viene cancellato il carcere (<<irnealtrove Mornando de'») e cancellata
la maledizione (<<maledetto»diventa «cdiato»).ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
LIONELLO
«Come fulmin scagliato da Dio» si trasforma in «Come fulmin scagliato
CLARA DI PERTH da un dio» e, nel verso successivo, «il buffone» diventa «lo schernito».

l «È vano ... ah! frenatevi ... vederlo fia vano!»: a queste parole dei Bac-
canti, Simone (incurante del non-sensei ribatte: «Inulto non resto, sarò
vendicato! / Mie lacrime appiedi del prence prostrato, / Condegna ven- Atto 111

l detta avranno vedrai». In tal modo la credibilità drammatica va in bri-


ciole, ma il potere riceve 1'omaggio dovuto: la giustizia esiste e splende 24) E l'ami?
sul trono. Basterà, per ottenerla, prostrarsi dinanzi ad essa, Tanto più
colpevole, dunque, il feroce e contorto Archibaldo che strepita (cor- VISCARDELLO

reggendo Rigoletto) «Va vecchio in me vedi, un vindice avrai». Alcune parole di Gilda (<<Nonso, ma pur m'adora») vengono sostitui-
te da un virgolettato che ribadisce il riscatto del duca e cancella nello

1 LIONELLO stesso tempo un verbo ("adora") illecito agli occhi dell'autorità reli-
Morrone entra in scena condotto da un usciere. Alla vista di Lionello e giosa: «Quando mi vide, a' cavalieri inante, / È ver, sclamò, S011 reo;
della figlia, esplode con violenza: «Tu qui con tua figlia, tu qui, Lionel- stato mentìa, / Ma non mentiva il care / Quando l'accento proferì
lo! ,.. / O stolti, e sperate che ancora Marcello? .. / Fuggite, o ribaldi. I d'amore ... / l' ti vo sposa ei disse».
Cacciateli ormai». E Lionello: «S'io speri tuttora? ... aspetta e vedrai».
CLARA DI PERTl-I

23) Sz~vendetta ... Due sole varianti rispetto a Rigoletto: «tradisse» diventa «scordasse»;
«ma pur m' adora» si trasforma in «ma rri'ama ò g n o r a » .
VISCARDE,,=,LL!dO~ _

a) «Come fulmin scagliato da Dio» diventa: «Mentito re squarciasti il LIONELLO

cor mio». Come R.


b) Nelle parole di Gilda «mi tradiva» lascia il posto a «mentiva», se-
condo una linea di intervento che ha già preso forma in precedenza. 25) Ah, padre mio!
100
:':-~T'
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi lO 1QPONMLKJIHGFED

~l
!
VISCARDELLO
\ 26) Un d ~ se ben rammentami
·1
a) La richiesta del duca «Due cose / E tosto ... / Una stanza e del vÌ110»6 I
appare contraria alla decenza, tanto più che - sull'uso della stanza - \ VISCARDELLO
non esistono possibilità di dubbio, se più avanti la decisione di per- !
i
È questo uno dei punti più scabrosi per-il rifacitore che deve, contem- "l

nottare nella bettola di Sparafucile è motivata solo dall'improvviso poraneamente' fare del duca un innamorato fedele e di Maddalena una
sopraggiungere della tempesta: nel Viscardello si corregge allora con
«Da sedere e del vino».
brava ragazza, disponibile allo scherzo ma di inattaccabili principi. E al-
lora si ricorre a uno dei più singolari "trucchi": il duca dirà a Mad-
~l
b) «Oh, il bel zerbino» diventa: «Ehil su del vino»: pronunciate queste dalena di averlavista insieme a un giovane, parlerà di lui, si sentirà
parole, Sparafucile batte «col pomo della sua lunga spada al soffit- ! smentire (<<No,no ... La è questa istoria / Inganno di memoria./ Non
to». La variante, dunque, ha duplice funzionalità: se da un lato can- esco dell' ostello / Che sol con mio fratello»), poi, dopo avere portato il "l
cella un appellativo che poteva sembrare irriverente, dall'altro attri- discorso sulle generali «<Forsea gentile vergine / È colpa un puro amo-
buisce a Maddalena un compito preciso. Non ci troviamo di fronte
a una zingara, ma a una ragazza di cui il fratello -lo abbiamo visto -
I re?»), inizierà a parlare in prima persona e a utilizzare parole di sedu-
zione, le stesse del duca di Mantova con pochissime varianti. Ma a que-
<él

vuole tutelare l'onore e il destino e che, dal canto suo, lavora umil- sto punto illibrettista si affida alle didascalie: ripete a ogni battuta «iro-
mente, ma onestamente, servendo i clienti. nico», «ironica», «ridendo», «con caricatura». Ovviamente il duca di
c) Nell'aria del tenore si registrano due varianti: "sempre" diventa Nottingam non viene definito, come il suo predecessore, un «liberti- "l
"spesso" nel quinto e nel nono verso, mentre l'ultima quartina (la no», né incalza Maddalena chiedendo un abbraccio (si limita, ed è già
più licenziosa e sospetta anche ai riiacitori napoletani) diventa: «Pure molto, a dichiarare: «lo palpito»). !.; {

di vivere / Lieto sol crede / Chi da lei chiede / Fede ed amar».


CLARA DI PERTH
CLARA DI PERTl-I
a) Come Viso
Come abbiamo potuto osservare a più riprese, Bardare si serve abbon-
dantemente del Viscardello: ma ha meno remare e la sua mano è anche 'l
b) Come Viso più rozza e pesante. Così in questo caso sfrutta un'idea presente nel ri-
c) Anche qui il rifacimento mira a trasformare Enrico in un amante fe- facimento romano, ma non esita a portarla alle estreme conseguenze:
t."
'o.,

dele. Basterà, a riprova, citare l'ultima quartina: «Non so più finge-o per conservare Enrico fedele al suo amore (ribaditissimo) per Clara, lo
re - promesse e voti! / Né nomi ignoti - san fede e arnor!». trasforma in un ruffianod'occasione - tutta la scena è a vantaggio di una
d) Strangolabene freme in attesa del momento in cui potrà consumare terza persona, di uno spasimante di Caterina e i guai cominciano per-
'C 'l
la propria vendetta, tanto che lo stesso Archibaldo è costretto ad am- ché Archibaldo e Clara (fuori dall'uscio) cadono "naturalmente" - dice
monirlo: «Raffrena l'ira!». la didascalia - nell'" equivoco". Neanche qui c'è ombra di "libertini" e
l' «lo palpito» di Viscardello diventa «Ei palpita». Altre varianti di det-
LIONELLO taglio scompaiono, "naturalmente", di fronte a questo voltare la scena "l
a) «Dammi per or del vino» (in precedenza Marcello, coerentemente a' in terza persona, a questo esorcismo della seduzione attraverso l'ombra
8), aveva chiesto «Dell'armi vendi?»).
b) ComeR.
di un innamorato fatta balenare sullo sfondo dell' osteria.
"~I
c) Cambiati gli ultimi tre versi: «Pur mai non sentesi / Appien felice / LIONELLO
Colui che dice: / Si fugga amar».srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Anche qui la trovata del Viscardello viene adottata e, nell' attacco di !Cf

'1
102 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 103

Marcello, compare «un garzone amabile». Ma poi, dopo le proteste e i di salvare (almeno in parte e con i dovuti risarcimenti al pubblico, alla
dinieghi di Rita, il "vile" decide di sfruttare l'occasione a proprio pro- giustizia, al potere ecc.) i colori della scena.
fitto e senza gli eufemismi d'intonazione suggeriti dalle didascalie del
Viscardello. Niente scherzi e niente caricature perché l'unico problema 28) La tempesta è vicina
è quello di evitare, almeno per il momento, che Rita appaia in una luce
troppo negativa: Marcello è stato dipinto già in precedenza con i colo- VISCARDELLO
ri più neri e non c'è bisogno quindi di trasformarlo in un compiacente Il volano precedentemente attivato continua a funzionare determinan-
e sbalorditivo intermediario o in un fatuo cretino. Se mai deve ade- do e preparando sostanziali modificazioni:
guarsi al ritratto che di lui aveva tracciato Lionello, sconfessando le spe- a) Nel Rigoletto è il duca a chiedere una stanza e a invitare Sparafucile
ranze di Dice in modo definitivo. .Anche qui, come nella Clara di Pertb, a togliersi di mezzo: «lo qui mi tratterrò ... tu dormirai / In scude-
«Bella figlia dell' amore» lascia posto a un più castigato ottonario: «Con ria ... all'inferno ... ove vorrai»; nel Viscardello è Sparafucile a offrire
un detto sol d'amore» in un caso; «Tu che in volto hai pinto amore» nel- la propria stanza dopo che il duca ha comunicato in modo abba-
l'altro. Il Viscarde ZIo aveva incredibilmente fatto registrare: «Puoi tu fi- stanza misterioso: «Qui d'appresso m'affretta una scoperta ... I Poi
glia dell' amore».RQPONMLKJIHGFEDCBA lungi è Boston ... l'uragan minaccia».
b) Vista la stanza, il duca «torna a discendere» e quindi «parte per la
27) Ventzscudi hai tu detto? Eccone dieci porta che mette sulla via».
c) Non c'è accenno al prezzo riscosso da Sparafucile spinto soltanto
V1SCARDELLO dallo «schiaffo» che gli «pesa sul core».
a) «Egli te pur offese? ... Ebben, t'affida; / A tua sorella io penso. / Sei d) Maddalena non viene mandata in granaio a prendere una spada, ma
tu deciso?». Prende corpo un piccolo complotto: non c'è prezzo, un mantello. '-
come anticipato in 8, ma vendetta comune.
b) «Vuoi saper anca il mio? I Egli è Delitto, Punizion san io» diventa: CLARA DI PERTI-I
«Il suo tu sappi e il mio/ Egli è Delitto, Punitor san io». a) Come Viso (con piccole varianti: «Qui dappresso m'aspetta la mia
gente / Poi breve è il tratto, l'oragan minaccia»).
CLARA DI PERnI b) Come Viso
a) Deriva dal Viscardello, ma il problema elitrovare un tutore alla sorella, c) Come Viso
non anticipato in 8, affiora elicolpo: tm assassino che deve vendicarsi d) Come Viso
appare più accettabile di un sicario prezzolato. « V is . Dei tu pure ven-
dicarti. Ebben t'affida, / Penserò a tua sorella. I Spar. Sei tu deciso?...», LIONELLO
b) «Il tuo sappi è il mio / Offesa è il suo .., Punigion san io.»ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAIl testo tiene tangibilmente conto delle altre rielaborazioni, ma - a li-
vello letterale - si mantiene molto più fedele al Rigoletto:
LIONELLO a) La stanza viene chiesta da Marcello sia pure in modo meno impera-
\I Il testo del Lionello riprende alla lettera quello del Rigoletto: in tutto il tivo: «Alloggio mi darai fino all'aurora ...» .
terzo atto, è questa la versione che meno si stacca dall' originale. Si.rac- b) Il problema di portare Marcello fuori dall' osteria viene risolto in
colgono così i frutti dei rifacimenti più massicci che sono stati messi in modo diverso: è Rita a segnalargli il pericolo e a farlo uscire «apren-
opera nei primi due atti: l'incriminazione decisa di Marcello consente do una porticina in un angolo del fondo».
104 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 105

c) Come R. c) ComeR. "~'\


d) Come R. d) Come in R, Lamafedele, "infastidito" dalle insistenze della sorella, ha
dichiarato: «Se pria ch'abbia il mezzo la notte toccato / Alcuno qui ;)1\
29) Ah,QPONMLKJIHGFEDCBA
p iù 1 1 0 1 1 ragiono/ ... giunga, per esso morrà». La sua consapevolezza, dunque,' sarà piena:
neSSW1equivoco e nessun errore. Se mai possono stupire le insisten-
VISCARDELLO ze di Rita che ha già messo al sicuro Marcello facendolo fuggire: ari-
a) «Somiglia un Apollo quel giovin ...», dichiara Maddalena nel Rigo- cora una volta la coerenza dei testi appare arbitraria e intermittente, ""1
letto, «io l'amo ... ! Ei m'ama ... riposi ... né più l'uccidiamo». Ma nel condizionata dalle occasioni e, si direbbe, improvv-isamente smarri-
Viscardello le sue parole si fanno più castigate: «Un nero progetto tu ta di fronte alla necessità di saturare alla meglio lo spazio musicale.
mediti ... È male / Ch' ei pera ... perdona ... Vendetta che vale?». Dun- e) ComeR. "I
que:srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
1) Maddalena non è complice; 2) Sparafucile è spinto -lo si ri-
pete ancora una volta - dal desiderio di vendicarsi, ma buon fratel- 30) Della vendetta aljin giunge l'istante
lo - anche questo sarà ripetuto più avanti - ha provveduto in modo "il
da non coinvolgere Maddalena nelle conseguenze del suo gesto: «A VISCARDELLO

lui [ViscardelloJ la tua sorte, sorella, affidai». «Della vendetta alfin giunge l'istante! / Da trenta di l'aspetto / Di vivo
b) Maddalena non propone alcuna sostituzione di persona. sangue a lagrime piangendo / Sotto la larva del buffon ... » diventa: «Oh C'l
c) «Rattoppa quel sacco» diventa: «Rattoppa quel drappo», cioè il mantel- sospirato alfin giunge l'istante! / Da trenta dì l'aspetto / Di vivo sangue
lo, comparso provvidenzialmente in scena a sostituire due oggetti "tabù". a lagrime piangendo / Sotto la larva del riso ... ».
d) Gilda: viene colpita per errore da Sparafucile convinto che, a bussare
alla porta, sia il duca di ritorno dalla sua "scoperta". CLARA DI PERTH

'I
e) All'atto del ferimento Maddalena viene sospinta via dal fratello che Le varianti sono come al solito più numerose che in Viscardello, ma la
vibra il suo colpo «quasi convulso» (da segnalare che, nella versione derivazione dal rifacimento romano appare ancora una volta inequi-
modenese, verrà cancellato il "quasi" limitativo). vocabile.

CLARA DI PERTI-I LIONELLO "I


Nonostante alcune varianti di parola, complessivamente poco signifi- Unica variante rispetto al Rigoletto è quella (peraltro inevitabile) che

"(
cative, il testo riprende fedelmente tutte le innovazioni del Viscardello. trasforma «la larva del buffonx in «la possa del doler».

LIONELLO 31) Chi è là?


Ancora W1avolta riconoscibile è il tentativo di non perdere completa-
mente i contatti con l'originale: VISCARDELLO
" (
a) Come R. Ancora una volta vengono cancellati gli accenni al denaro e, ancora una
b) Maddalena non propone scambi di persona: si limita a offrire come
può un riscatto in denaro: «È molto che vinta da un tedio penoso /
volta, Sparafucile mette la sorella sotto la tutela del suo complice.
i'l
Danzando e cantando non vado più attorno; ! Adesso girando la sera CLARA DI PERTH
ed il giorno! Raccogliere in breve molt' oro potrò». Con qualche variante di dettaglio, viene ripreso il testo del Viscardello. ç(

;:1
106 Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Terza verifica sui testi 107

LIONELLO Tu sei ben misero


ComeR. Se in donna credi,
Rider la vedi
32) Egli è là ... Al tuo dolor.
Ma pur ci colgano
VISCARDELLO Mille tormenti
a) «Quest'è buffone, ed un potente è questo! ...»ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
. ---+ «Questo è l'offe- Soffriamcontenti
so e l'offensore questo! ...». Pel ciecoamar. (La barca si allontana)
b) «Sia l'onda a lui sepolcro / Un sacco il suo lenzuolo». ---+ «Sia l'on-
da a lui sepolcro / L'arena il suo lenzuolo.». Se appare del tutto evidente il profitto che si ricava sul piano etico con-
c) «Maledizione! 0Ià! Dimon bandito? ...» , ---+ «Oh qual terrore! ... segnando il colpevole alla giustizia, più difficile è capire le ragioni del
Ed è colui fuggito? », rifacimento ora imposto alla" canzone favorita" di Marcello che, in 25,
ricalcava (salvo gli ultimi tre versi) le parole del duca di Mantova.
CLARA DI PERTH
a) «Della mia gioia la prim' ora è questa.». 33) Miafi"glia l .. Dio ... mia figlia!
b) «Mia figlia è sì dolente! / La mia povera figlia.».
cl Come VisoDa segnalare anche, in questo caso, la variante che colpi- VISCARDELLO
sce l'ultimo verso del monologo: «lo tremo ... è umano corpo» / «Io a) «Mia figlia! ... CieI... mia figlia!» E più avanti: «Dio tremendo» ---+
tremo ... il piè mi manca». In precedenza erano stati cancellati gli ac- «Ciel tremendo».
cenni al cadavere (<<Morto»nel primo verso era divenuto «Gioia!») b ) «Colpevole fui ... / L'amai troppo ... ora muoio per lui.;.» diventa: «fe-
e agli «sproni», che sporgono dal sacco e che già Piave aveva pensa- rita qui fui / Da quel colpo ... vibrato per lui! ...» .
to di cancellare nel Vendome, forse con la consapevolezza che i det- c) «Giusta vendetta» ---+ «stolta vendetta» (proprio questa variante in-
tagli incrementano in ogni caso l'effetto-realtà e agiscono potente- dusse per una volta Belli a chiudere gli occhi su un vocabolo che gli
mente Scillaimmaginazione degli spettatori. appariva in assoluto contrasto con i principi della morale cattolica).'
d) Gli ultimi dodici versi risultano completamente modificati: Gilda è
LIONELLO soltanto ferita e il padre in ginocchio non evocherà disperato «la
Due varianti. La prima simmetrica ad a) negli altri rifacimenti: «Quest'è maledizione», ma, viceversa, pieno di gratitudine, «la clemenza del
RQPONMLKJIHGFEDCBA
W 1 proscritto ed un potente è questo! ...» . Per il resto 1'originale è rispet- cielo».
tato alla lettera, sennonché a scompaginare completamente la scena c'è la
seconda variante a cui alludevamo, così geniale - a suo modo - da richie- CLARA DI PERTH
dere una citazione per intero. Siamo a metà del monologo di Lionello: II testo del Viscardello viene ripreso quasi alla lettera. Da segnalare sol-

,I (Fa per trascinare il sacco ve no la sponda) quando sul fiume si vede passare una
tanto una sorprendente variante che testimonia della trascuratezza e
della fretta del rifacitore napoletano. Al secondo verso invece che «Ver-
barca rischiarata da fiaccole) coi soldati di Venezia) i quali conducono Marcel- so Scozia è in via...» , leggiamo come nel Viscardello: «Verso Francia è
lo al Palazzo di Giustizia) in via». Ma, in 26, lo stesso Archibaldo aveva imposto alla figlia: «Per
Mar. (noncurante va cantando la sua canzone favorita) Scozia ten parti».
108 Un caso di censura. Il RigolettozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

LIONELLO "Uno dei più bei libretti che vi siano" '''I


Unica variante di rilievo rispetto a R: «Ah, la maledizione!» -7 «Ah mia
disperazione!». Insomma, per riprendere il filo del discorso, se si riuscisse a estrarre dai canti ciò
che in essi c'è di buono, bisognerebbe avere il coraggioQPONMLKJIHGFEDCBA
d ifis s a r la in un ordinamento
;'(
Bice può morire perché la giustizia da un lato si è incaricata di punire
giuridico, perché, c a s ifa c e n d o , la smania di veder rappresentati piacere e dolore,
Marcello, dall'altro, nella sua puntualità, esige un risarcimento da par- la quale porta sempre alla ricerca del godimento di nuova musica, forse non avrebbe
te di chi ha cercato di arrogarsi arbitrariamente le sue prerogative.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
grandi possibilità di distruggere una coreutica cosi consacrata dalla tradizione,
neppure accusan dola di essere superata dai tempi.
Platone
'''I

La lettura parallela dei testi permette di arrivare ad alcune conclusioni "~I


disseminate asimmetricamente su piani diversi. Conviene quindi pro-
cedere per punti discontinui e senza pretese sistematiche; conviene an-
che accettare, senza troppe diversioni o cautele, le inevitabili interfe- "'1
renze e le ripetizioni che il procedimento comporta.

'I
1) Nessun dubbio che il poeta della Clara di Pertb tenga sotto gli oc-
chi il Viscardello, anche se poi - in alcune occasioni - si concede va-
rianti decisive. Si tratta, lo abbiamo sottolineato più volte, di un rifaci-
mento anche più rozzo e brutale; ma conviene aggiungere qui che roz-
zezza e brutalità rendono più sintomatica, ideologicamente, la lettera
che spesso non conserva che una labile memoria dell' archetipo.
2) Nel Lionello la strada prescelta (e anche questo è stato più volte
segnalato) non consiste nel tentativo di riscattare il tenore riducendo le "1
sue colpe a giovanile leggerezza. il poeta comincia con il togliere al se-
duttore ogni esercizio del potere, ogni funzione pubblica perché in tal
modo si apre la strada per fame un personaggio assolutamente negati-
vo, un intrigante calcolatore su cui, alla fine, si abbatterà una punizio-

'I
ne riparatrice. In tal modo le immagini dello Stato e della Giustizia ven-
gono salvaguardate e garantite. Questo non toglie che, per quanto la
manipolazione dell' originale sia qualitativamente e quantitativamente
diversa, anche nel Lionello vengano rispettati alcuni vincoli tassativi.
La soluzione contingente, salvo in casi rarissimi, si distacca da quelle del "1
Viscardello e della Clara diPertb, ma l'allarme scatta, molto spesso, ne-
gli stessi punti, sulle stesse parole, sugli stessi versi. Se il "velo" cambia,
identica rimane quasi sempre la cosa da occultare. "I
3) Più precisamente: appare obbligatoria la modificazione di tutti

l
quei passi o di quelle parole che toccano o soltanto sfiorano i territori

'l
110 Un caso di censura. Il Rigo letto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "Uno dei più bei libretti che vi siano" 111

della religione, del trono e della decenza dei costumi.' Di qui una serie mentali, nei quattro testi, appaiono in sin toni a quasi perfetta: la singo-
diversificata di interdetti: nei primi due casi, possono essere aggirati la soluzione, lo ripetiamo, può essere "letteralmente diversa", ma iden-
con piccoli ritocchi che modificano la lettera e che possono essere cir- tico resta il tabù da evitare. Bisogna che la figlia non venga sedotta, che
coscritti a una singola parola (tempio ~ parco; Dio ---t cielo; ecc.); nel il duca non abbia una moglie, che Maddalena non sia una puttana ecc.
terzo caso, viceversa, quando è in gioco la morale, le soluzioni devono l i fatto è tanto più significativo in quanto il testo, sepolto negli archivi
essere strategicamente più articolate e di più largo respiro e finiscono della Fenice di Venezia, condanna come irragionevole qualsiasi ipotesi
per alterare in profondità la struttura del dramma. Basta un esempio: di filiazione diretta e non lascia dubbi sull'esistenza (nell'ombra della
la necessità di cancellare ogni sospetto di seduzione ai danni di Gilda- società italiana del XIX secolo, e indipendentemente dalla diversità del-
Clara-Bice porta ad autentici tours de force che vanno dall'iterazione le leggi, dei governi, degli istituti giuridici) di un codice non scritto, ma
dei virgolettati all'idea di motivare il rapimento con un ricatto, fino alla tale da regolare in modo sufficientemente costante e omogeneo i con-
straordinaria invenzione dell'incendio notturno in cui l'''onta'' di Gil- fini del lecito.
da si purifica e lascia il posto allo "smarrimento" di Clara. Questa constatazione non chiude tuttavia il cerchio: anzi ne prepa-
Altro genere di varianti, non meno significativo, è costituito da quel- ra un' altra a prima vista del tutto paradossale e mascherata fino a quan-
le che tendono a far perdere le tracce del testo originario, disinnescan- do leggiamo il Rigoletto attraverso i rifacimenti che lo disto l'cono e lo
do in tal modo una serie di circuiti referenziali indesiderati o sospetti. circondano di una densa rete di interdetti. Non ci sono dubbi che il te-
Sono tali, ad esempio, tutti i mutamenti di spazio e di tempo dell' azio- sto di Verdi e Piave sia espressione ideologica di una classe che non si
ne, l'onomastica rinnovata, le false indicazioni che rimandano ad ar- rispecchia negli istituti giuridici che lo mettono al bando, ma non ci
chetipi impropri e che hanno lo scopo di mettere fuori strada, a un tem- sono dubbi nemmeno che i valori espressi dalla censura sono gli stessi
po, la censura eihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
i lettori potenziali. Accanto alle varianti" obbligate", che (paradossalmente in apparenza) troviamo alla base dell' originale.
che coinvolgono tutti i rifacimenti, ce ne sono altre, meno tassative, che Lo scandalo è altrove. E non c'è ragione di stupirsi se è vero che, al-
si ritrovano in due testi o anche in uno solo: dipendono dalla discre- l'interno di una società data, gli antagonismi culturali e sociali possono
zione del rifacitore, dai singoli teatri, dagli imprenditori, anche da isti- esprimersi attraverso sistemi ideologici contraddistinti da numerosi trat-
tuzioni diverse. Ma proprio la presenza di queste varianti facoltative, o ti in comune «dal momento che le relazioni vissute di cui offrono l'im-
comunque non inevitabili, consente di tracciare idealmente sulla su- magine sono le stesse e dal momento che si edificano all'interno dello
perficie del Rigoletto una serie di "isornorfe" che disegnano la pianta stesso insieme culturale e si esprimono negli stessi linguaggi»."
delle infrazioni, disposte tra un massimo di profondità, dove il mecca- Se i valori di riferimento sono gli stessi, nel Rigoletto non sono in-
1 nismo della censura scatta automaticamente,
con la struttura drammatica e con i paradigmi
e un minimo compatibile
giuridici dei singoli sta-
tangibili. La norma è la stessa, ma l'infrazione come elemento della di-
namica drammatica è prevista e prevedibile. l i matrimonio costituisce
ti. La deformità di Rigoletto, ad esempio, viene conservata nel Viscar- di per stesso un valore sacro, ma il duca - nella versione di Verdi e di
dello; il ratto, come forma del danneggiamento, viene escluso solo nel- Piave - è un "libertino'te, in quanto tale, può infrangere i divieti. Nei
la Clara di Pertb . rifacimenti la fedeltà coniugale è obbligatoria, la seduzione può essere
solo quella inconcludente del vagheggino. Tutto appare sterilizzato e
Se a questo punto ritorniamo al Duca di Vendome, ci accorgiamo che pacificato. La censura non ammette deroghe e cancella gli exempla ne-
Piave, come rifacitore di se stesso e nel tentativo di rispettare le richie- gativi perché vi scorge qualcosa di infido. Secondo i suoi canoni il de-
ste della censura veneta, obbedisce nella maggior parte dei casi agli stes- litto non genera, come pretenderebbero alcuni, ripugnanza e condan-
si principi a cui obbediscono i suoi epigoni. Le rnodificazioni fonda- na, ma imitazione.
112 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "Uno dei più bei libretti che vi siano" 113

Abbiamo sentito, uno dietro l'altro, Hugo, Verdi e Piave difendere la pevole. «Minorità», dice ancora Kant, «è l'incapacità di valersi del pro-
~'I
moralità della trama confidando nell' esemplarità dell' effetto boomerang, prio intelletto senza la guida di un altro»."
nel risarcimento final~ e anche nella celebrazione ribadita di alcuni prin- Ma la censura è proprio l'arrogarsi il diritto di guida, disconoscendo
cipi (il sentimento paterno, la famiglia, il diritto). Tutto questo, agli occhi al pubblico (al "popolo") la capacità di avvalersi direttamente, e senza "I
i ca- I
dei censori, appariva capzioso e impratica:bile e le trovate "tecniche",srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFED
mediazioni, del proprio intelletto. Se tuttavia la censura costituisce un
i
villi etici dei costruttori di trame incriminate non sembravano in grado di mezzo abituale di regolazione e di controllo, il suo uso indiscrirninato
I
i">[

I
riparare i danni di una lettura complice. Dietro un simile atteggiamento, e aggressivo nei confronti della letteratura, del teatro e delle arti in ge-
dietro la diversità delle scelte "formali", si intravvede così la frizione bru- I nere è anche un sintomo di debolezza delle istituzioni che la esercita-
ciante di sistemi ideologici contrapposti: diverso, in un caso e nell'altro,
i no. In periodi "normali", l'ideologia dominante si rivela come tale pro-
è il credito concesso ai lettori e agli spettatori, a un "popolo" coltivato e
II prio attraverso la viscosità con cui riesce ad assimilare, controllare e
"Il
i
in ogni caso inconfondibile con gli "ottentoti" di cui parla Berchet. rettificare i singoli contrasti integrandoli progressivamente nel proprio
i
E se è vero che, nell'ideologia
e riassume le leggi naturali
borghese,
«dell' ordine
l'opinion publique esprime
sociale» e che, anche se non \
sistema, neutralizzando
gli scontri
e convertendo con relativa facilità le tensioni e
che ne derivano. È allora che «gli strati dominanti, i cui in-
~·I
governa, «il governante illuminato deve seguirne le idee»,' agli occhi teressi sono serviti da modelli ideologici meglio attrezzati degli altri, si
della reazione italiana ed europea si tratta di un fantasma minaccioso, I offrono in generale il lusso, e proprio nella misura in cui la loro supe-
';'1
di un subdolo trucco che i "demagoghi" utilizzano a proprio piacere e I riorità materiale appare più sicura, di incoraggiare le innovazioni nel-
per i loro fini. l'ambito dell'estetica e della moda»? Un simile lusso appare invece ri-
«Signori sì!», esclama "La Civiltà Cattolica" nel 1853, «la Opinione schioso nei periodi di crisi quando il funzionamento degli apparati ideo-
<\
pubblica si fabbrica niente meno che qualunque altra manifattura: e ci logici è deficitario e minacciato di sclerosi per il progressivo atrofizzarsi
ha fonderie ove si getta, fornaci ove si foggia, incudini ove si batte e si dell'ideologia che li alimenta. In questi casi la censura si intensifica e
assottiglia, e fondachi
a prezzo così discreto,
ove si ripone, e mercati ove si vende e si compra
che nessuna merce è tanto vile che da quella non
cerca di fronteggiare
non riescono
le difficoltà sostenendo
più a funzionare
gli apparati ideologici, che
«con l'ideologia», attraverso l'uso aper-
'1
sia vinta nel buon mercato»." Questa singolare mescolanza dell' Arcadia 8
to della coercizione giuridica.
con Edmund Burke e con il più buio de Maistre non impedisce poi che,
dietro il proliferare delle metafore, si possano rinvenire i rudimenti di
Il Rigoletto (ma la sua storia, che abbiamo
capi, è storia comune a molti altri testi, libretti e prodotti
ricostruito per sommi
culturali in ge-
l'I
una critica puntuale. La manipolazione dell' opinion publique viene col- nere) nasce in un periodo di difficoltà politiche crescenti dei vari go-
ta con astiosa lucidità dai redattori di una rivista che molto spesso sem- verni italiani; la sua persecuzione è, lo ripetiamo, sintomatica, la sua
.,
bra fare della manipolazione ideologica il proprio programma: che - origine rivelatrice. E gli interdetti che lo colpiscono appaiono, in que-
ad esempio - considera
sua volta dichiarando
i "romanzi"
sfrontatamente
un male e tuttavia ne confeziona
di volerne sfruttare fino in fondo
a sta luce, sostenuti da una logica riconoscibile.
cellare lo sfarzoso apparato dell' oratoria
Abbiamo
tribunizia
visto Piave can-
che Hugo aveva
.. ,
le risorse e il potenziale di persuasione e di convincimento apostolico. messo insieme nei giorni della rivoluzione borghese. Smorzate le trom-
Proprio per questo l' opin ion publique (quella che si forma attraverso i be, soppresse le apostrofi che non trovavano destinatari sulla scena ma
libri, il teatro, la libera circolazione delle idee e che è figlia dell'illumi- solo in platea, il testo rimaneva - nelle sue strutture - profondamente
nismo) viene guardata con sospetto: perché è rivendicazione di libero impregnato dall' orgogliosa parata ideologica della borghesia francese:
"'I
giudizio, rifiuto della censura in nome (per riprendere le parole di Kant) lo era per la sua trama, per la sua "macchina" ancora più, e più pro-
dell' «uso pubblico della ragione»? e in nome di una maturità consa- fondamente, che per le sporadiche dichiarazioni giacobine disseminate "~l
11
114 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "Uno dei più bei libretti che vi siano" 115

a sprazzi nell'eco di risonanti alessandrini. Era questo, anche questo al- informazione con punti in cui l'informazione risulta drasticamente ri-
meno, che in Le Roi s'amuse affascinava Verdi. E il caso è, a suo modo, dotta, potremmo dire che nel libretto in generale si tende dall'inizio alla
esemplare: vi si coniugano l'influsso che una cultura più avanzata, una fine verso un aumento della prevedibilità e che il rapporto tra l'evento A
borghesia più matura esercitano al di qua delle Alpi, con l'importazio- e l'evento B si avvicina progressivamente allo zero." Anche se, di volta in
ne compiuta deliberatamente dal genio di lU1grande creatore che ri- volta, a rompere l'equilibrio, e a rimettere momentaneamente in bilico
sponde in tal modo al suo pubblico e contribuisce anche alla sua for- l'esito che sembrava ormai scritto, c'è il ricorso - diffuso - al colpo di sce-
mazione e alla sua "fissazione". na che sospende le previsioni o almeno ne pregiudica 1'affidabilità.
In una cronologia "ideale" il Rigoletto viene dopo i suoi rifacimenti Il libretto, per sua stessa natura, risulta in ogni caso altamente con-
e una lettura compiuta secondo una simile successione permette di co- venzionale e progressivamente teso a collimare con gli orizzonti di at-
gliere, nella diacronia, l'usura di Wl sistema ideologico e la sua modifi- tesa degli spettatori. Ciò significa che per quanto riguarda la quantità
cazione da parte di un altro che tende a istituire un ordine diverso e a d'informazione i singoli segmenti drammatici di cui è composto dise-
spostare la percezione che gli uomini hanno delle strutture e delle so- gnano una specie di imbuto, alla cui estremità lo spettatore è in grado
vrastrutture a un livello relativamente più avanzato, anche se basato su di raccontarsi per proprio conto la storia.
valori tradizionali. In questa prospettiva l'analisi del Rigoletto e dei suoi Ora, se immaginiamo un lettore che conosca a memoria il libretto di
rifacimenti può essere letta come il paragrafo di una storia da scrivere, Piave e se immaginiamo legittimamente che quel libretto gli serva come
di una storia sfuggente, contraddittoria, non lineare, ma comunque de- referente di sorpresa o di conferma - in altri termini: che quello sia il
cisiva e che affiora nelle forme linguistiche, nella circolazione dei topoi, piano dove si organizza la trama delle sue previsioni - possiamo pensare
delle metafore, degli artifici letterari, nelle associazioni di parole, nei che, dandogli tra le mani i rifacimenti, il suo regime di informazione
residui più umili e anche nella grammatica degli eufemismi escogitati.. .sarebbe rigorosamente condizionato dai successivi scarti rispetto al-
dalla censura: la storia ambigua dell'immaginario all'interno di una so- l'originale, anche se poi nel suo sistema di lettura verrebbero inseriti
cietà determinata e delle sue successive trasformazioni. elementi di auto correzione delle previsioni derivanti dalla struttura in
progresso dei singoli testi.
Nel corso della nostra analisi comparata, abbiamo parlato di varianti· Questo spiega, almeno in parte, come il Lionello, il testo che all'ini- .
"obbligate" rese necessarie dalla palese violazione di uno o più articoli zio appare più lontano dal Rigo/etto, possa poi - verso la fine - con-
fondamentali del codice, scritto o non scritto, in base a cui abbiamo vi- vergere verso l'originale quando le rettifiche hanno ormai modificato il
sto funzionare la censura istituzionale o la censura preventiva; di varianti funzionamento della macchina e l'hanno messa in grado di fagocitare
"facoltative" affidate alla sensibilità dei singoli (poeti o censori che fos- premesse assolutamente eteronome. Man mano che il personaggio di
sero) e di "varianti derivate", che apparivano il risultato di lilla specie di Marcello appare saturato negativamente, la sua disponibilità ad acco1-
inerzia strutturale e obbedivano a quelle necessità minime di coerenza larsi gli abiti del libertino, lasciatigli in eredità dal duca di Mantova, si
che nessun testo (neanche il meno compatto e il più scompaginato) può fa più alta. Se le unità drammatiche; prese una per una, non hanno va-
del tutto dimenticare. Accanto ad esse abbiamo reperito, inoltre, una lore di. posizione, è verotuttavia che la loròposizione nella sequenza
serie di varianti che apparivano condizionate esclusivamente dalla singo- cambia - può cambiare - la possibilità di attribuire loro un soggetto
la occasione testuale e che pertanto potremmo definire varianti irrelate. determinato. Il Lionello passerebbe così da un massimo di informatività
Se accettiamo l'ipotesi di Coons e Kraehenbuehl, secondo cui in una iniziale a un minimo localizzato all'altezza delle ultime scene, dove pe-
composizione musicale (ma in genere in ogni opera d'arte) avremmo un raltro la cattura del tenore farebbe registrare una punta così brusca da
combinarsi di eventi tale da garantire il succedersi di punti di massima disintegrare ogni possibile oroscopo. Viceversa nel Vendome, nel Vi-
116 Un caso di censura. Il Rigoletto "Uno dei più bei libretti che 'Visiano" 117

Verdi, dopo avere dichiarato che il Rigo/etto è, a suo modo di vedere, "I
scardello zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
e nella Clara di Perth, la distanza dall'originale si incremente-
rebbe in modo irregolare e tuttavia conservando una relativa simme- «il miglior sogetto in quanto ad effetto ch'io m'abbia finora posto in
tria con le vicende del Rigoletto. musica», afferma che «tutte le peripezie nascono dal personaggio leg- ~ ••'( I

gera, libertino del duca».12-


Perversi, ridicoli, segnati da un grottesco incontrollato e preterinten- li secondo, ma non meno significativo, degli assi che: sostengono l'ar-
zionale i rifacimenti, nella loro pochezza letteraria e drammatica, pos- chitettura del Rigoletto, Verdi ce lo indica nella lettera del} giugno 1850
a Piave quando dichiara che il titolo deve essere necessariamente La Ma-
"''[
sono tuttavia essere utilizzati come mezzi di contrasto per mettere in
luce qualcosa che a volte resta (potrebbe restare) nascosto o scivolare ledizione perché «tutto il sogetto èin quella maledizioneo" che in mo-
sotto la soglia dell' attenzione. Fanno rigal1eggiare'il "censurabile" e così menti cruciali tornerà a riaffiorare e graveràsui personaggi come tema del
C'I
finiscono con il mettere in piena luce alcuni dei nuclei drammatici (la destino. Un tema da cui Rigoletto non riesce a liberarsi e che risuona nel-
gobba di Rigoletto, il sacco, la porta) attorno a cui si accanisce l'inven- la sua memoria in conformità a un principio che - come ha notato J oseph
zione musicale e teatrale di Verdi. Ci permettono di scoprirne l'impat- Kerman - aveva ormai conquistato il suo posto nei protocolli melo- NGI

to originario: di recuperare tutto il potenziale di scandalo di cui sono drammatici: la rievocazione di un momento trascorso veniva realizzata
originariamente carichi e che per noi sarebbe (per la distanza nel tem- facendo ascoltare una frase musicale che siera udita in precedenza. «Sono
po, per la rivoluzione radicale dei costumi) irreparabilmente perduto. propenso a pensare - aggiunge Kerman parlando del Rigolato - che gran
Presi nel loro insieme, determinano una sorta di singolare anamorfosi: parte dell'effetto spaventoso di quella frase nasca dall'essere non identi- "'I
se visti di fronte sono solo una mescolanza distorta e confusa di forme, ca, ma soltanto simile alla musica realmente cantata da Monterone nella
mentre - se li osserviamo di sbieco -li vediamo ricornporsi nell'imma- prima scena del primo atto.»14Ancora una volta Verdi sfrutta le conven-
gine dell'archetipo renderidone a volte più chiaro, più trasparente il zioni cleformandole e mettendole al serviziodel suo talento drammatico,
{
funzionamento. Nella loro modestia, nella loro grettezza e povertà ar- del suo infallibile istinto costruttivo. E, nello stesso tempo, sembra pren-
tigianale sono, quei rifacimenti, tracce preziose di una mentalità e di dersi - «unificando l'opera intorno alla maledizione» - una rivincita nei
un costume: ci dicono in negativo quanto potente ed efficace fosse il confronti della censura che gli aveva interdetto quel titolo.
'l

:I
melodramma e quanto il sistema di valori su cui si fonda (e che oggi ci A garantire la coerenza, la solidità e l'immediatezza drammatica del
m quello specifico "pa- Rigoletto c'è, inoltre, un altro "informante" meno marcato in apparen-
appare lontanissimo) rappresentasse allora -srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
rallelogramma di forze" - un elemento di rottura, una minaccia che il za, un oggetto, un elemento di scena che, lungo l'intero arco della vi-
potere politico e religioso cercava con ogni mezzo di esorcizzare. Ma cenda, viene periodicamente riproposto e assolve a una funzione pre,.
proprio la musica di Verdi rendeva, nonostante ogni sforzo, irrealizza- . eisa: la porta, insieme paradigma drammatico e metafora del destino,
bile quell' esorcismo.'? omologa (o almeno parzialmente omologa) alla deformità fisica del pro- "I

il
tagonista, che per Verdi -lo abbiamo visto - era irrinunciabile. Del tut-
Hugo c) est de l'opéra, affermava Louis J ouvet. «Eppure - ha soggiunto, to in linea, peraltro, con le intenzioni di Hugo che a suo tempo aveva
dopo averlo citato, Cad Dalhaus -, sarebbe ingiusto non volere rico- fissato il profilo psicologico di Triboulet (<<esternamente difforme e ri-
noscere che il dramma degli affetti, a cui miravano sia Hugo che i li- dicolo, ed internamente appassionato e pieno d'amore») con parole
brettisti, è un dramma, nel senso eliun coerente sviluppo dialettico di
una costellazione tragicax..l!
che, lo abbiamo visto, Verdi conosceva e che abbiamo trovato tradotte
quasi alla lettera in un'anonima premessa allibretto del 1852-53.
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Quella costellazione nel Rigoletto ruota intorno ad alcuni assi por- Rigoletto è deforme, malato, buffone di corte, costretto a recitare
tanti. il primo ce lo segnala Verdi in una lettera a Somma del 1853 dove una parte in mezzo a uomini che detesta perché «non hanno tutti una
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Un caso di censura. Il Rigoletto ....;.!1ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
.. "Uno dei più bei libretti che vi siano" 119

gobba sulla schiena»; ma è anche altro su un'altra scena: è un uomo, un


padre affettuoso e preoccupato dal destino della sua unica figlia.
I deve uscire; Giovanna non deve aprire a nessuno: «Non uscir mai!»; e
ancora, con ansia crescente: «Mai! ... Mai! ... Uscita, dimmi unqua, sei»
Proviamo a seguirlo durante il suo ritorno, nel cuore della notte, (e qui Verdi sottolinea con una prolungata ascensione cromatica: «Po-
quando si trova i.n uno spazio neutro tra il mondo illuminato, fragoro-
Ii trian seguirla ... »). A Giovanna infine: «La porta che dà al bastioneRQPONMLKJIHG
I È
so e dionisiaco della corte e il rifugio dove tiene nascosta sua figlia: sempre chiusa?».
Ma proprio Rigoletto, travolto dai suoi sospetti «<Alcun v'è fuori»),
Questo padrone mio, finisce per offrire al duca, nascosto nell' ombra; la possibilità di «guiz-
Giovin, giocondo, zare furtivo nella corte». Così il guardiano implacabile e-sospettoso pri-
Sì possente, bello ma spiana la strada al duca e poi collabora con i rapitori di Gilda. La
Sonnecchiando mi dice didascalia di Piave racconta:
Fà ch' io rida buffone' ...
Forzarmi deggio e farlo! ... Alcuni salgono al terrazzo, rompono la porta del primo piano, scendono, apro-
Oh dannazione! ... no ad altri che entrano dalla strada e riescono trascinando Cilda, la quale avrà
la bocca chiusa da un [a z z o le tto . Nel traversare la scena ella perde una sciarpa.
Ma il reietto si trasforma appena varca la porta ed entra nella sua casa
dove, tra mura amiche, può finalmente rinunciare alla protezione che Piave ricalca il testo di Hugo, anche se qua e là si innestano delle pic-
gli viene offerta dal travestimento
parti. La coincidenza
e da una scrupolosa
tra spazio reale e spazio psicologico
divisione delle
è perfetta e
I cole e significative cancellature: in francese BIanche è «demi-nue», «le
group tout entier francbit la porte»; Triboulet trova per terra non una
la metamorfosi di Rigoletto viene sottolineata dall'improvvisa, travol- «sciarpa», ma «le uoile de sa fille». Intravedere nella didascalia di Hugo,
gente accensione dell'orchestra. Verdi ha genialmente seguito le tracce e di riflesso nella didascalia eli Piave, l'ombra di una simbologia accre-
di Hugo, che a sua volta ha riesum.ato Wl topos di larga diffusione e lo elitabile con sospette citazioni di Freud; riconoscere nell' atto di vio-
ha reinventato, lenza non una violenza generica, ma una specie di prologo alla sedu-
La narrativa e il teatro pullulano di padri che circondano le figlie con zione - di seduzione consumata in immagine - potrebbe apparire trop-
mura invalicabili e le affidano a infide custodi pronte a trasformarsi in po arrischiato, se proprio ora non ci venissero in aiuto le versioni cen-
.pronube. Ma la segregazione di Gilda non è l'affermazione di una ge- surate. Nel Viscardello il rapimento - a differenza di quanto accadrà
losia dispotica: è un gesto di difesa. Gli spazi devono restare nettamente nella Clara di Perth e nel Lionello - non viene soppresso, ma il censore
separati: devono garantire la dissociazione morale, esorcizzare il codi- interviene direttamente sulle parole della didascalia, che risulta drasti-
ce libertino del duca. Respinto dal mondo, Rigoletto deve respingerlo; camente ridotta e "sterilizzata":
è l'escluso che esclude. La porta diventa allora il punto di contatto e eli
separazione tra i due mondi; dovrà restare chiusa, sigillata, aprirsi sol- Alcuni rimangono presso Viscardéllo, altri ascendono al primo piano, entrano
tanto sotto gli occhi di Rigoletto: si stacca in qualche modo dalla scena e riescono menando via Cilda.
per divenire amuleto e ossessione del protagonista, simbolo, "figura"
della crisi possibile, «un oggetto tragico che esprime nello stesso tem- È una conferma indiretta e che richiede estrema cautela: ma I'innescarsi
po, in modo minaccioso, la contiguità e lo scambio, lo sfiorarsi del cac- dei meccanismi di censura appare difficilmente giustificato se non si
ciatore e della preda»." Rigoletto parla con Gilda, con Giovanna. il ammette la percezione - per quanto oscura o sotterranea - del "censu-
suo potere e la sua sicurezza si affidano a due prescrizioni: Gilda non rabile". L'azione viene lasciata sussistere; l'intervento colpisce le paro-
120 Un caso di censura. Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "Uno dei più bei libretti che vi siano" 121

ii'l
le che sembrano suggerire, o rischiano di suggerire, una interpretazio- A questo punto Rigoletto entra «cantarellando con represso dolo-
ne simbolicamente carica. re»; si aggira tra i cortigiani, li schernisce e affronta i loro scherni, spia
Ancora la censura - quella veneta nel caso - ci aiuta a capire cosa «inquieto dovunque», osserva ansiosamente le cifre su un fazzaletto "',' (
succede all'inizio del seconda atto quando, in modoscancertante, il cne trova su una tavola. Poi, di colpo, vista inutue-la sua inchiesta, ten-
duca sembra abbandonare momentaneamente i suoi panni di liberti- ta la sorpresa: «lo va' mia figlia ...». Lo stupore e l'imbarazzo che ac-
no: tradire la fisionomia, il carattere a cui Verdi, nella lettera alla Fe- colgono le sue parole gli forniscono una conferma. ~i!1
nice che abbiamo avuta occasione di citare e con cui rifiutava il Ven-
;

dame, mostrava di annettere decisiva importanza. Si può anche soste- i Ella è là ... la vogl'io ... la renderete.
i

nere, come ha fatto Mila, che qui il duca prende la mano al proprio au- l (Corre verso la porta di mezzo, ma i cortigiani gli attraversano il passaggio.)
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tore e se ne vasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
il raggiungere Don Giovanni nella categoria di quei per- Cortigiani, vil razza dannata ...
. sonaggi che finiscono per autoalirnentarsi e crescere da soli, al di fuo-
ri di qualsiasi
plausibile,
progetto." L'ipotesi è suggestiva:
se induce a vedere una dichiarazione
tuttavia non del tutto
d'amore anche nella I Travolto dall'ira, dimentico del numero e dei ruoli, Rigoletto compie un
gesto inutile e folle:
"~I
I
precedente splendida e aggressiva entrata del duca (<<T'amo! / ripeti-
lo ... ») che a me sembra,
poco importa se sostenuto
invece, un folgorante
da un momentaneo,
gesto' di seduzione,
proficuo autoconvici-
i Quella parta, assassini, m'aprite.
(Si getta ancora sulla porta che gli è nuovamente contesa dai gentiluomini:
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mento del duca. lotta alquanto poi ritorna spossato sul davanti della scena)
I
Credo piuttosto che, con «Ella: mi fu rapita ... », ci troviamo di fron- Ah! Vai tutti a me contro venite!
I
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te a una soluzione di compromesso, splendida magari, ma che infran-
ge la coerenza drammatica e nasce dal prezzo pagato alla censura: «l'in- l
Nel momento in cui si umilia, supplica, abdica allo scherno e alla de-
tero pezzo - ha scritto Kerman - è superfluo, più che superfluo, perché i risione, Rigoletto si trova davanti ai frantumi del mondo che aveva fur-
il duca di fatto non può essere né gentile, né veramente commossov.'? I tivamente costruito: ogni sua possibile felicità appariva legata al man-
Non potendo dunque rappresentare quella scena e non potendo tenimento della separazione tra la sua casa - il suo spazio privato, lo
neppure ripagarsi con qualche dichiarazione "libertina" del duca, Ver- I spazio di Gilda e della paternità - e la corte dove, sotto il cappello del
'1
di da un lato accetta il compromesso, dall'altro punta decisamente su buffone, ogni licenza e derisione e degradata crudeltà gli erano per-
quella porta chiusa, sbarrata, che si delinea sullo sfondo tra «il ritratto, messe. La porta' della sua casa è stata violata, infranta e lui stesso ha

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in tutta figura, a sinistra del duca, a destra della sua sposa». La sostan- contribuito all'infrazione; la porta del duca resta chiusa di fronte a lui,
za del dramma e il suo scandalo sono così rappresentati scenicamente insuperabile e difesa dai cortigiani; dietro di essa (scena nella scena),
e le versioni censurate, quando non ci trasportino di colpo in mezzo a schermo su cui Rigoletto vede proiettata la sua paura e la sua irrepara-
una piazza come nella Clara di Pertb, troveranno qui un appuntamen- bile decadenza, si consuma la seduzione di Gilda. li rapporto sessua- ( {
to obbligatorio: il duca non può essere sposato, se si vuole conservare le, sospinto fuori campo, viene pronunciato attraverso una muta me-
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la possibilità della conclusione edificante e lasciare che l'erede di Gil- tonirnia, attraverso il privilegio semantico che investe un singolo ele-
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da, miracolosamente scampata all' agguato di Sparafucile, possa dive- mento della scena.
nire sua moglie. Già Piave, nel Vendome, aveva cancellata il ritratto del- I Non a caso lo spazio teatrale del secondo atto è fortemente investi-
la duchessa, anche se - forse frenato dal timore delle reazioni di Verdi to dalla censura: i rifacitori, per neutralizzare l'indicibile che ha preso

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- non aveva sfruttato appieno la via che sembrava essersi aperto. forma, danno fondo alle loro risorse e fantasie. Bisogna cancellare la
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122 Un caso di censura, Il Rigoletto ihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA "Uno dei più bei libretti che vi siano" 123

porta o almeno quello che si può immaginare dietro di essa, La scena cinge così a presentarsi su una scena proibita dal divieto paterno. «Che!
viene trasferita (come abbiamo visto) su una piazza (nella Clara di Piange tal donna! ... Né a lui darò aita! ...»
Perth); oppure (nel Lionello) si apre un'altra porta, che comunica di- Gilda picchia alla porta) picchia ripetutamente per dissipare le in-
rettamente con.l'esterno in modo che Bice possa capitate quasi per caso certezze di Sparafucile e Verdi scandisce il tempo dei suoi colpi con tre
nell' anticamera del palazzo ducale. Lo stesso Piave, d'altronde, aveva note in campo aperto.
fatto uscire - come nel suo archetipo - Gilda da Wla porta "a sinistra"; Varcata la soglia, Gilda entra in una dimensione contaminante e ir-
ma mentre nel testo francese era «la porte de la chambre du roi», nel reparabile: dietro di lei Sparafucile «chiude la porta, e tutto resta se-
Rigoletto si tratta di una semplice porta laterale, Ed è proprio basandosi polto nel silenzio e nel buio». Nella regione degli archetipi si tratta di
su questo spostamento sorprendente e cautelativo, che il poeta del Vi"- una vera e propria discesa agli inferi preceduta da un gesto che - agli
scardello potrà costruire la propria versione dei fatti, Gilda da confes- scrittori della "Civiltà Cattolica" - è apparso come un suicidio esaltato
sare avrà solo una pena (non un'onta), solo una tentazione affidata a e glorificato, e che tale appare ai rifacitori se si affannano a far bussare
parole, a colloqui furtivi che basteranno ad accendere un eccessivo de- le discendenti di Gilda con attenuate motivazioni, solo per ottenere pie-
siderio di vendetta. tà, e senza curarsi di disintegrare l'universo simbolico dell' opera.
La necessità di queste manipolazioni conferma, ancora una volta, Nel sacco (di cui Verdi, come abbiamo visto, aveva rivendicato con
I'integrazione dei singoli sistemi, precisa e puntuale in quello che a Ver- Piave la legittimità drammatica paragonandolo, con intuizione geniale,
di continuava ad apparire, anche a distanza di anni, come uno dei mi- al corno di Emani), Rigoletto scopre il cadavere della figlia. Fuori di sé,
gliori libretti che mai fossero stati composti. I tratti pertinenti, disse- cerca aiuto alla taverna di Sparafucile e «picchia disperatamente alla
minati nelle parole dei personaggi e che devono garantire la produzione porta». I colpi rimbombano sulla scena e anticipano la maledizione fi-
di senso da parte dello spettatore, risultano raddoppiati dalla scena: il nale e l'impossibilità di richiamare Gilda alla vita.
meccanismo delle previsioni è di colpo garantito e semplificato. Rigo- Riportarsi al testo di Hugo permette di suffragare l'interpretazione,
letto, alla lettera e sotto gli occhi di tutti, è <d'uomo a cui si chiudono mostrando che quanto si è cercato di "costruire" corrisponde alle in-
le porte in faccia»: il luogo comune diventa il perno intorno a cui si in- tenzioni di Verdi e di Piave. Riprendiamo il testo dalla scena nona, quel-
treccia il filo del dramma. la in cui Rigoletto resta solo con il sacco, e limitiamoci a ripercorrere i
Siamo al terzo atto. Nell'atmosfera di una delle più misteriose notti suoi gesti lungo il filo offerto dalle didascalie:
inventate da Verdi, Rigoletto porta la figlia a spiare tra le assi sconnes-
se di un' osteria: «Osserva dunque! » . Gilda è costretta a verificare i co- [... ] sta per trascinare il sacco verso il fiume; è sorpreso dalla voce del duca che
stumi del "libertino". «Ah, così parlar d'amore / A me pur l'infame ho attraversa la scena sul fondo; trasale; si volge verso la casa,' taglia il sacco; si in-
udito». E allora: ritorna a casa, prendi un cavallo, dei denari, indossa i ginocchia; picchia disperatamente alla porta.
vestiti che ti ho preparato e mettiti in strada pel~Verona; ti raggiunge-
rò là. ' Prendiamo ora Triboulet quando, con una mano sul sacco si appresta
Rigoletto va dietro la casa, fissa il suo accordo con Sparafucile, «par- a gettarlo nella Senna e viene bloccato dal canto di Francesco 1:
te: il cielo si oscura e tuona». L'obiettivo si sposta nella stanza, mentre

I Gilda, nascosta nell'ombra osserva ogni cosa, fedele al ruolo di spetta-


zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
trice che il padre le ha imprudentemente fatto assumere. Quando sen-
L ..] trasale; si volgee tende l'orecchio sgomento; corre verso la casa di cui è
aperta solo la finestra più in alto; misura l'altezza del muro come se si accin-
te i progetti di Sparafucile e le intercessioni di Maddalena, decide di gesse a scalarlo; torna indietro con furore; tocca il sacco;lo lacera dall'alto in
sacrificarsi, di offrire la propria vita in cambio di quella del duca. Si ac- basso con il pugnale e vi guarda dentro con ansia; si gira sconvolto; si ab-
124 Un caso di censura. Il Rigo/etto

bandona con disperazione sul corpo; resta qualche istante a fissare il sacco; af ""1
Quasi un'epiqrafe
ferra la mano della figlia che ha appena riconosciuto alla luce di un lampo;zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
cade in ginocchio con 10 sguardo rivolto al Cielo;si getta singhiozzando sul
corpo di Blancbe; la solleva tra le ~ue braccia; la copre di baci, torna a solleuarla "'l
con angoscia; si volta disperato verso la casa; chiama aiuto senza abbandona-
re sua figlia [non bussa alla porta]; silenzio ovunque. La casa resta impassi-
bile nell'ombra. '''1
Hugo, dunque, rappresenta la disperazione di Triboulet attraverso un
;"1
crescendo di gesti moltiplicati e frenetici; Piave è costretto a sfoltire, a Da un rapporto di Luigi Freddi a Benito Mussolinz; settembre 1937
ridurre in modo drastico per adeguarsi alle richieste di Verdi, ma anche

I
per rispettare il codice del libretto. L'aggiunta è dunque ancora più si- «È mai possibile che si possa pensare oggi alla realizzazione di un Ri-
gnificativa. Triboulet non «picchia disperatamente alla porta". TI gesto goletto, efferata istoria di un tirannello provinciale che usa e abusa dei
di Rigoletto è sublime e immotivato; senza il sostegno della musica sudditi, di Wl satrapo che si sollazza di rapimenti ed assassini in una Ita-
avrebbe precipitato il dramma nell'impossible presque incroyableP E lietta divisa e primitiva, con tutte le conseguenze politiche e morali che
invece appare come una suprema ricapitolazione del destino tragico. ne possono derivare alla massa di pubblico che frequenta il cinema e "'I
Rigoletto, anche nel III atto, è l'escluso che pronuncia vani interdetti. che è centomila volte superiore a quello che frequenta il teatro lirico?
Gilda ha varcato la porta che ora gli è preclusa e contro cui risuonano
inutilmente i suoi colpi. «Vuole rapire Madame de Cossé e rapisce sua
È mai possibile che.in un'Italia cattolica, si possa riesumare per l'edifi-
cazione delle grandi masse un dramma come la Tosca, fosco e truce, in- 'l
figlia. Vuole assassinare il duca ed è sua figlia che egli assassina». L'ef- triso di sangue, con un contorno di abusi polizieschi e di errori giudi-
fetto boomerang ha raggiunto il suo culmine.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
ziari? tmai possibile che nell'Italia moderna si osi parlare di rievocare
davanti agli occhi di tutto il mondo il dramma da cronaca nera della Ca- "1
valleria Rusticana (l'opera lirica s'intende), con tutto jJ vecchio bagaglio

'I
coloristico della gelosia, del coltello, del costume? È mai possibile che
in un'Italia che pretende di stabilire una morale fra la razza bianca e
quella di colore, si pensi di realizzare un'Aida in cui pateticamente e
drammaticamente si esalta, mi pare, perché io non ho mai capito bene ,.}
la storia, il connubio fra un bianco e una negra, al padre della quale non
manca che l'appoggio della S.d.N. per apparire come il Negus?»

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Nota al testo

jzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

«Ristampare un libro che ha cominciato a prendere forma trent' anni


fa, e a cui si poteva guardare come attraverso a un cannocchiale rove-
sciato, obbliga a fare i conti con il clima, il tempo, le attese che aveva-
no accompagnato la sua nascita e avevano determinato il suo progetto,
Ogni distanza di sicurezza è di colpo abolita e si è costretti a misurarsi
con 'LU1a evidenza che, per quanto mi riguarda, ho sempre accettato con
sufficiente tranquillità: il lavoro critico è sempre « datato" . Lo è per sua
natura intrinseca: perché nasce in circostanze determinate, si sforza di
trovare risposte a domande congiunturali, si orienta sulla base delle
mappe e delle biblioteche che in quel preciso momento appaiono di-
sponibili e si serve di una stn:imentazione che sembrava efficace e che
il trascorrere degli a.nni può avere reso obsoleta.» '
Queste parole - che ho scritto nel 2003 al momento di ripubblicaresrqponmlkjihgfedcb
QueiRQPONMLKJIHGFEDCBA
p iù modesti romanzi - mi appaiono del tutto pertinenti anche al

momento di riproporre questo piccolo libro, che aveva visto la luce


trent' anni fa e che costituiva un'ulteriore testimonianza del mio amore
per Verdi e della mia attenzione al lavoro dei librettisti.
Anche in questo caso, nel preparare la nuova edizione, mi sono im-
posto di non falsificare in alcun modo la data del libro. Ho aggiornato
dove era necessario i rimandi e, in pochissimi casi, ho tenuto conto di
lavori successivi alla prima edizione: ma sempre con molta parsimonia
perché non volevo, in alcun modo, alterare la struttura del libro. Sono,
viceversa, intervenuto (anche in modo aggressivo) sul piano formale
per sciogliere alcuni nodi concettuali, per rettificare possibili approssi-
mazioni e per correggere errori o imprecisioni di dettaglio. E anche se
(come nel caso di Quei p iù modesti romanzi) ho la certezza che è «or-
mai passato il tempo in cui avrei potuto rendere il mio libro migliore»,
ho cercato di ripresentarlo, lasciandogli il carico di tutti i suoi anni, mi
senza inutili e fastidiose zavorre.
·,.,')} .

,.I Note 131


I
j

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In fo rm a d i in tro d u z io n e
! zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
! P. Valéry, Rhumbs, in Giuores, a cura di]. Hythier, Gallimard,
l Paris 1960, II,
i p.629.
l 2 A. Hauser, Sociologia dell'arte, Einaudi, Torino 1977, I, p. 26.

3 Cfr. G. Lukàcs, La relazione soggetto-oggetto nell' estetica, in Filosofia dell' arte,


!
l a cura di T . Pedini, Sugar, Milano 1971, II, pp. 134 sgg.
i
I 4 Che l'«inatteso sorga dall' atteso» lo ribadisce J alcobson richiamandosi al Poe
I
•ì dei Marginalia (cfr. R. Jakobson, Saggi di linguistica generale, Feltrinelli, Milano
1974, p . 199).
ì~ 5 Cfr. T . K u h n , La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1969.
i srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
6 Cfr. K Marx, Lineamenti fondamentali di critica dell' economia politica, Einau-
di, Torino 1976, I, pp. 14-15.
7 Si veda la famosa lettera di Engels a Bloch del 21.9.1890; ma soprattutto il
commento di L. Althusser in Per Marx, Editori Riuniti, Roma 1967, pp. 131 sgg.
8 «L'opera perfetta si sbarazza del suo autore. Cosa dobbiamo farcene di questo

individuo?» (Valéry,citato da Ned Bastet in AA.VV., Les Chemins actuels de la cri-


tique, a cura di G. Poulet, Plon, Paris 1967, p. 58.)
9 «Un libro è il prodotto eli un io diverso da quello che manifestiamo nelle no-

stre abitudini, in società e nei nostri vizi. Quell'io, se vogliamo cercare di com-
prenderlo, possiamo riuscirei solo cercando di ricrearlo in noi, nel fondo eli noi
stessi.» M. Proust, Contre Sainte-Beuve preceduto da Pastiches et mélanges e se-
guito da Essais et articles, a cura di P. Clarac e Y. Sandre, Gallimard, Paris 1971.
p . 222; trad, it. Contro Sainte-Beuve, in Scritti mondani e letterari, a cura eli M. Bon-
giovanni Bertini, Einaudi, Torino 1984. Qui e in seguito se il rimando di pagina è
all' edizione in lingua originale, la traduzione è mia.
!O Cfr. M. BIanchot, Le Livre à venir, Gallimard, Paris 1959; trad. it. Il libro a ve-

nire, Einaudi, Torino 1969.


11 Cfr. Cahiers Marcel Proust, 7, Gallimard, Paris 1975, pp. 87 sgg.

12 «Ci capita talvolta di presentare le cose come se lo scrittore attraversasse la sua

vita in Wl corridoio senza scorgere che la propria ombra sul muro; talvolta la no-
stra prospettiva è più ampia e, allora, egli vive esclusivamente nel proprio apparta-
mento dove non frequenta che i suoi familiari. Tuttavia i libri che uno scrittore non
ha letto sono anch'essi nati nel mondo in cui vive e, a volte, ci si imbatte in coinci-
denze tanto fulminanti quanto inevitabili.» (V.Sklovskij, Tolstoj, il Saggiatore, Mi-
lano 1978, p.251).
13 «Stilla scena del testo, non c'è palcoscenico: non c'è qualcuno di attivo (lo
scrittore) e davanti a lui qualcuno di passivo (il lettore); non ci sono un soggetto e
un oggetto.» (R. Barthes, Le Plaisir du texte, Seuil, Paris 1973, p. 29; trad. it Il pia-
cere del testo, Einaudi, Torino 1980).
14 «Nelle ricerche folcloriche non bisogna mai perdere di vista il principio fon-

damentale della "censura preventiva della comunità" [...J Una delle differenze so-
stanziali tra folcIore e letteratura sta L .] nel fatto che è proprio dell'uno regolarsi sul-
la langue, dell'altra invece sulla parole [... ] li ruolo della censura esercitata dalla co-
munirà [...] è diverso dalla letteratura al folclare. Qui la censura è determinante, e
-,r'(

132 Un caso di censura. IZ Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA


-v .
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;.

Note 133

costituisce il presupposto necessario della nascita stessa dell'opera [...] Un'opera ricoloso progetto di indurre le donne ad amare coloro che le ingannano; voglio, al ;'''1
letteraria non è predeterminata dalla censura, non può dipenderne interamente; può contrario, che li detestino; è il solo mezzo che possa evitare di esserne vittime; e, per
solo anticiparne pressapoco le richieste - a volte indovinando, a volte no; e ci sono riuscirei, ho reso i miei eroi che seguono la carriera del vizio talmente terrificanti
peraltro richieste della comunità che trascura del tutto.» (P. Bogatyrév,R.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
J akobson, che non ispireranno mai né pietà né amore. In tal modo oso dire che risulto più mo- 'il'if
Il folclore come/orma di creazione autonoma, Einaudi, Torino 1967,3, pp. 226-229). rale di. quanti si credono autorizzati ad abbellirli: le perniciose opere di questi au- \

L'articolo è del 1929: quasi vent'anni più tardi, nel 1946, Propp riprende - sia pure tori assomigliano a quei frutti provenienti dalle Americhe che, sotto i colori più
con un taglio diverso - i termini dell' opposizione: «geneticamente il folclore deve es- brillanti, nascondono dentro di sé la morte; questo tradimento della natura, di cui
sere avvicinato non alla letteratura, ma alla lingua, la quale non è stata inventata da
nessuno e non ha né autore, né autori. Essa nasce e muta in modo del tutto logico e
non sta a noi svelare il motivo, non è fatto per l'uomo.» (Sade, Idées sur les romans,
a cura di O. Uzanne, Slatkine Reprints, Genève 1967, p. 48; trad. it. Considerazio-
"l
indipendente dalla volontà degli uomini, dovunque nello sviluppo storico dei popoli ni sui romanzi, in Opere, A. Mondadori, Milano 1992.) La strategia seguita da Sade
se ne siano create le necessarie condizioni. il fenomeno della somiglianza universa- non è dunque quella, su cui ha richiamato l'attenzione Leo Strauss (Persecution 0, t
le non costituisce per noi un problema. Per noi sarebbe inspiegabile l'assenza di and the Art o/\Vriting, The Free Press, Glencoe 1952, p. 24; trad. it. Scrittura e per-
questa somiglianza. La somiglianza rimanda a costanti regolari, inoltre la somiglianza secuzione, Marsilio, Venezia 1990) del nascondere «la verità tra le righe», quanto
delle opere folcloriche non è che un caso particolare di una regolarità storica che da piuttosto quella - capziosamente sottile e obliqua - di fingere che ci sia lilla «veri-
identiche forme di produzione della cultura materiale porta a identici o affini istituti
sociali e strumenti di produzione, nel campo dell'ideologia alla affinità di forme e ca-
tà nascosta tra le righe».
29 Cfr. G. Flaubert, CEuvres, a cura di A. Thibaudet e R. Dumesnil, Gallimard,
"l
tegorie del pensiero, di rappresentazioni religiose, 'di vita rituale, di lingua e di fol- Paris 1951, I, pp. 665-666; trad. it. Processo a "Madame Bovary", a cura di P. Mau-
dare. Tutto questo vive, si condiziona a vicenda, muta, cresce e muore» (V Propp, ri, Cooperativa scrittori, Roma 1978.
Lo specifico delQPONMLKJIHGFEDCBA
folclore, in Edipo alla luce
del folclore, Einaudi, Torino 1975, p. 148). 30 T.W. Adorno, Introduzione alla sociologia della musica, Einaudi, Torino 1971,
!t'l
Le due lunghe citazioni risulteranno implicitamente funzionali man mano che ci av- p.65.
vicineremo al genere-libretto, che si basa su un repertorio altamente codificato e 31 Cfr. Ch. Baudelaire, CEuvres complètes, a cura di C. Pichois, Gallimard, Paris
convenzionale dove si rispecchiano, con assoluta trasparenza, le dominanti ideolo- 1975, Lp. 1207.
giche di un'epoca. Di qui la possibilità di riutilizzare, con le dovute cautele, i sug- 32 Cb.. Baudelaire, CEuvres complètes, cit, I, p. 196. "l
gerimenti che provengono dagli studi sul folcIore. 33 Ivi, p. 194.

15 S. Freud, I.:interpretazione dei sogni, in Opere, 3, Boringhieri, Torino 1966, 34 Cfr. lvi, p. 1203.

p.246. 35 Carteggi Verdiani, a cura di A. Luzio, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma ';1
16 Cfr. S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni), in Opere, 1935-47, 1, pp. 269-270. Al momento di dare inizio a una lunga serie di citazioni
11, Boringhieri, Torino 1969, p. 281. desunte dalle lettere di Verdi, è opportuno sottolineare:
17 Cfr. Marx-Engels, L'ideologia tedesca, in Opere complete, V, Editori Riuniti, a) Le lettere e i documenti relativi ai rapporti tra Verdi, Piave e la Fenice sono sta-
Roma 1972, in particolare pp. 45-48.
18 S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, in Opere, 8, Torino 1976, p. 531.
ti tutti controllati sugli originali custoditi negli archivi del teatro veneziano: alcuni'
di essi sono inediti, altri sono già stati riportati, con scrupolo variabile, da diversi
'l
19 Cfr. V. Sldovskij, Tolstoj, cit., pp. 213 e 562. studiosi. In questo secondo caso, per correttezza di ricerca e per comodità del let-
20 S. Freud, I.:interpretazione

21 Platone,
dei ragni, cit., p. 244.
Leggi, VII, XIX, 817 a-e, in Tutto Platone, Laterza, Bari 1966,
tore, h~ fornito tra parentesi il rimando alla prima pubblicazione della lettera o del
documento. Ho sempre scrupolosamente rispettato la grafia degli originali senza se-
"~I
pp. 822-823. gnalare, caso per caso, gli scarti dalla norma ortografica corrente.
22 Ibidem. . b) Purtroppo, in altri casi, il controllo diretto degli originali non è stato possibile e
23 Ibidem.

24 Cfr. M. Foucault, I.:Ordre du discours, Seuil, Paris 1970, pp. 44-45; trad. it.
sono stato costretto ad affidarmi, con ragionevoli perplessità, a materiali di secon-
da mano. È un limite preciso in cui si imbatte ogni tentativo di filologia verdiana, "I
I.:ordine del discorso, Einaudi, Torino 1972. e questo nonostante il prezioso lavoro di raccolta e di catalogazione intrapreso dal-
25 Ivi, pp. 44-55.

26 La circolare di Turati è riportata in "Bibliografia fascista", febbraio 1928,2,

p.57.
l'Istituto di studi Verdiani, con povertà di mezzi e scontrandosi spesso con un'ot-
tusa gelosia di privati, non temperata da opportuni provvedimenti legislativi.
A partire dal 1988l'Istituto di Studi Verdiani ha iniziato la pubblicazione dei Car-
'l
27 P. Togliatti, Lezioni sul fa s c is m o , Editori Riuniti, Roma 1970, p. 60. Lo stesso teggi ordinati per corrispondenti. A tutt' oggi sono usciti quattro volumi di cui si è

1
Togliatti definisce il fascismo «regime reazionario di massa».. tenuto conto per un ulteriore controllo delle citazioni.
28 «Non voglio fare amare il vizio; non ho come Crebillon e come Donat, il pe- 36 G. Contini, Varianti e altra linguistica, Einaudi, Torino 1970, p. 41.

'l '
134srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto Note 135

J7 Ivi,p.5. cazione dei limiti del teatro abituale fa sì che oggi non sarebbe possibile rendere giu-
38 Si veda la famosa lettera di Engels a Filippo Turati del 26 gennaio 1894 stizia a questa parte della sua opera se non facendone il precursore di tutti i nostri
(Marx-Engels, Corrispondenza con italiani, Feltrinelli, Milano 1964, p. 518). tentativi di teatro totale.» (M. Butor, Répertoire, III, Minuit, Paris 1968, pp. 212-
39 Cfr. A. Gramsci, Quaderni del carcere, a cura diihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
V . Gerratana, Einaudi, Tori- 213.) Per una valutazione complessiva del teatro di Hugo si veda S. Chahine, La
no 1975, III, pp. 2010 sgg. i Dramaturgie de Vietor Rugo (1816-1843), Nizet, Paris 1971.
40 Ph. Hamon, Per uno statuto semiologico del personaggio, in Semiologia lessico l H. Rolle, nella sua recensione alla prima di Le Roi s'amuse, comparsa su "Le Natio-
leggibilità del testo narrativo, Pratiche, Parma 1977, p. 125.
41 Cfr. M . Lavagetto, Quei più modesti romanzi, Garzanti, Milano 1979 (ed. ri-
!
nal", scriveva: « È ancora e sempre Victor Hugo che parla da solo [ .. .J Non ho mai vi-
sto più flagrante e testarda usurpazione della parola sull'azione, della declamazione
!
vista e corretta EDT, Torino 2003). individuale dello scrittore sul diritto che ha ogni personaggio del dramma di farsi ve-
42 Ph. Hamon , Per uno statuto semiologico del personaggio, cit., p. 125.

q3 Ivi, pp. 94 sgg.


I
dere e di parlare a sua volta.» (cfr. A. Ubersfeld, Le Roi e t le b o u ffo n , cit., p. 137).
4 Non bisogna dimenticare che Le Roi s'amuse doveva costituire, nelle intenzioni
di Hugo, una tappa significativa della sua conquista: doveva installare il grottesco
sulle scene auliche e prestigiose del Théàtre-Français. A destare scandalo è proprio
! l'usurpazione che si consuma SLÙ palcoscenico e in platea: «Scherzi da mercato e da
A n te fa tto : RQPONMLKJIHGFEDCBA
L e R o i s 'e m u s e ì
I trivio, dove si intonano di volta in volta, in mezzo a zaffate di vino e di tabacco, la
Carmagnola e la Marsigliese, mescolate alla canzoni di Marlborough e del Re Da-
l La pagina di testa del manoscritto originale di Le Roi s'amuse porta alcune an-
notazioni di pugno di Hugo: «Cominciato il3 giugno 1832. Finito il 23 giugno. !
l
gobert... siete al Théiìtre-Français!
stretta a far ripulire e disinfettare
TI giorno dopo la Comédie-Française
la sala. Quei disgraziati, accalcati
è stata co-
nella sala fin
i
L'ultima scena del primo atto (Saint-Vallier, etc.) è stata scritta tra le fucilate della j. dal pomeriggio, oltre a resti di salsicce e a teste di aringhe affumicate, avevano de-
sommossa del 5 e 6 giugno». Le date vengono poi registrate scrupolosamente alla posto nel parterre ciò che abitualmente non vi viene deposto.» ("La France nou-
l
fine dei singoli atti: I atto: 3 giugno-5 giugno; II atto: 7 giugno-D giugno; III atto: velle"). Una scrupolosa rassegna delle recensioni di stampa si trova in A. Uber-
.1

i
15 giugno-18 giugno; IV atto: 18 giugno-22 giugno; V atto: 22 giugno-23 giugno. sfeld, Le Roi e t le b o u ffo n , cit., pp. 121-127.
Per una discussione e una messa a punto di queste date si veda A. Ubersfeld, Le Roi 5 Cfr. V. Hugo, Théatre complet, cit., I, p. 1323.

et le bouffon, Corti, Paris 1974, pp. 115-116. 6 Cfr. Ivi, p. 1789.


2 Una simile prospettiva porta a stabilire Blanche-Adèle, Triboulet-Hugo e per- 7 Cfr. lui, p. 1332.

fino, impavidarnente, François Iv-Sainte Beuve (cfr. J-J Thierry e J Mélèze, Noti- 8 Cfr. Ivi, p. 1682.
ces et notes, in V. Hugo, Tbédtre complet, Gallimard, Paris 1963, I, pp. 1786-1787). 9 Cfr. Ivi, p. 1677.
A. Ubersfeld, dal canto suo, indica più correttamente come fonti di Hugo Les deux lO Cfr. Ivi, pp. 1325 e 1665.

[ o u s , bistoire du temps de François I " , 1524 di Palù Lacroix e Emilia Gallotti di Les- 11 Cfr. Ivi, p. 1665.

sing. Meno convincenti appaiono i rimandi alla biografia di Scarron e al personag- 12 Cfr. Ivi, p. 1666.

gio di Triboulet che compare nel terzo libro del Gargantua (cfr. A. Ubersfeld, Le 13 Cfr. Ivi, p. 1684.

Roi et le b o u ffo n , cit., pp. 95 sgg.). Si potrebbe aggiungere, tra le fonti indirette e che 14 Cfr. Ivi, pp. 1326-7.

comw1que lungo itinerari sotterranei arriveranno sino alla rilettura verdiana del 15 Cfr. Ivi, p. 1327.

dramma, il Don Giovanni nelle sue molteplici incarnazioni. Si pensi, tra l'altro, al 16 Cfr. Ivi, p. 1328

ruolo di Saint-Vallier che costituisce, lo sottolinea la stessa Ubersfeld, una ripropo- 17 "Ho mia sorella Maguelonne, una bellissima ragazza, / che danza per strada
sizione mediata del Commendatore. La discendenza si farà anche più netta, più ac- e che a tutti sembra amabile, / è lei che una notte attira il ganzo a casa nostra."
centuata nel Rigoletto dove a sostenere il rapporto ci saranno le scelte deliberate di 18 "Ho mia sorella, giovane e bella creatura / Che a casa nostra ai passanti pre-
Verdi e i suoi debiti con l'invenzione mozartiana (si veda, a questo proposito, il sag- dice il futuro; / TI vostro uomo verrebbe a consultarla una notte."
gio di P. Petrobelli, Verdi e il "Don Giovanni". Osservazioni sulla scena iniziale del "Ri- 19 Cfr. V. Hugo, Thédtre c o n z p le t, cit., I, p. 1328. Per gli altri tagli operati da
g o le tto " , in "Atti del I Congresso internazionale di Studi Verdiani", Parma 1969). Hugo si veda il più volte citato libro di A. Ubersfeld, che ha studiato il manoscrit-
3 R. Purnal, Préface, in V. Hugo, Tbédtre complet, cit., I, p. 20. Ma Michel Bu- to allestito per la rappresentazione teatrale (pp. 127-135). Dall'esame della Uber-
.tor, che ha insistito stilla centralità del teatro nell' opera di Hugo, vi trova anche sti- sfeld risulta che i tagli si concentrano esclusivamente sul grottesco e sulle più stri-
moli, provocazioni, inviti a superare i limiti di una scena tradizionale. «Mostrando denti miscelazioni del registro basso con quello sublime, mentre restano intatti i
le insufficienze tecniche del teatro del suo tempo, Hugo invita a una nuova forma passi politicamente più arditi.
di teatro, che non potrà nascere che in una nuova società. Questa costante provo- 20 Cfr. Ivi, p. 1679.
136 Un caso di censura. Il Rigoletto 137srqponmlkjihgfedc
Notezyxwvutsrqponmlkjihgfedcb

21 Cfr. Ivi, p.1679. mente successive fino al 1860, fece registrare gli incassi più alti, con la maggiore af-
"~I
22 Cfr. Ivi, p. 1800. fluenza di pubblico e il maggior numero di repliche. Per 1'esattezza si ebbero: 14
2) Cfr. Ivi, p. 1687. recite, con 7673 spettatori e una media serale di590; gli incassi furono di 25.095 lire
24 Nonostante la scarsa affidabilità delle fonti, nell'iconografia verdiana conti-
nua a circolare l'aneddoto di Hugo che, dopo avere fatto guerra al Rigoletto e ave-
austriache con una media di 1976 lire per ogni singola rappresentazione.
2 "Gazzetta di Venezia", 12 marzo 1851 (l'articolo è molto noto ed è citato, più o
"'I
re ritardato a118571a sua ammissione sulle scene francesi, avrebbe esclamato pie- meno ampiamente, da quasi tutti i biografi di Verdi e da molti studiosi del Rigoletto).
:,.,

~,
no di entusiasmo e trascinato dallo splendore del quartetto finale: «Se potessi an- ) G. Vecchi sembra attribuire senza esitazioni a Verdi e a Piave la paternità del-
ch'io ne' miei drammi far parlare contemporaneamente quattro personaggi, in la premessa: conviene essere più prudenti nell'attribuzione (che pure potrebbe es-
modo tale che il pubblico ne percepisse le parole ed i sentimenti, otterrei un ef- sere sostenuta con ragioni stilistiche) , senza peraltro disconoscerne la "sostanziale"
fetto uguale a questo» (G. Bragagnolo, E. Bertazzi, La vita di Giuseppe Verdi nar- esattezza (cfr. Il libretto, in Quaderni dell'Istituto di studi verdiani, 8,11 Rigoletto,
rata al popolo, G. Ricordi e c., Milano 1905, p. 131). Chi ha collaborato alla dif- luglio 1973, pp. 885-888). Se mai, nello studio di Vecchi può lasciare perplessi il fat-
fusione dell'aneddoto non ha avuto troppi scrupoli sul senso delle parole attri- to che poco o nessun rilievo venga dato ai rapporti tra questa premessa e la prefa-
buite a Hugo e nemmeno, abbacinato dalla leggenda spicciola, si è ricordato che zione di Hugo. Merito di Vecchi è, viceversa, l'avere preso per la prima volta in
Hugo era in esilio dal 1851. scrupolosa considerazione Il duca di Vendome.QPONMLKJIHGFEDCBA
4 «Blanche: Vous aviez pardonné, mon pére. - Triboulet: Au sacrilège! / il me fal-
,.,
lait le temps de construire le piège.» [Bianche: Avevate perdonato padre mio - Tri-

~l
boulet: Sacrilegio.' ; Avevo bisogno di tempo per costruire la trappola.i
Preistoria e storia del Rigoletto - I 5 La norma (Nihil de Dea, parum de principe) è omogeneamente diffusa in tutte
le regioni d'Italia, anche se il rigore dell'applicazione può variare.
Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, Ricordi, Milano 1959, I, p. 502.
l 6 A. Ubersfeld ha sottolineato la frequenza, nel testo di Hugo, «di niicrosequenze

2 I copialettere di GiuseppeVerdi, a cura di G. Cesari e A. Luzio, Stucchi Ceret- indiziarie o di informanti, o di riprese ridondanti.di' una stessa sequenza-nucleo» (Le
ti & c., Milano 1913 (reprint Forni, Bologna 1968), p. 85. Roi et le bou/fon, cit., p. 518). ,
3 Sui diversi progetti verdiani di ricavare un'opera dal Re Lear, si veda M. La- 7 "Ebbene, sì, piango! / Marot ti sei abbastanza preso gioco di me.v' Se conser-

vagetto, Il fantasma di un' opera, in Lavorare con piccoli indizi, Bollati-Boringhieri, vi un' anima, una testa ispirata, / Ancora il cuore di un uomo del popolo sotto la tua
Torino 2003, pp. 183-197. livrea, ; Dimmi dove l'hanno nascosta e cosa ne hanno fatto? /1';: là, non è vero? Oh,
4 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, pp. 59-60. in mezzo a questi maledetti / Facciamo causa comune da fratelli che siamo. / Tu
5 Cfr. E. Monti, Contributo ad uno studio sui "libretti d'opera" in Lombardia e sul- solo hai spirito e intelligenza tra questi gentiluomini. ; Marot! Mio buon Marot I -
la censura teatrale in Mzlano nell'Ottocento, "Archivio Storico Lombardo", Milano, Tu taci. Oh! Guardate!"
luglio-dicembre 1939, p. 40. 8 In realtà il libretto, così com' è giunto fino a noi nella prima edizione a stampa
"
6 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, p. 62. rivista da Piave, attesta una lezione diversa: «Tu taci ... Perché?». La lezione trova
7 Cfr. Ivi, p. 63. conferma anche nel manoscritto del Vendome. Ma Verdi, dal canto suo, tanto nel-
8 I copia lettere, cit., p. 478. l'abbozzo quanto nella partitura autografa scrive: «Ohimè». il suo intuito di musi-
9 Ivi, p. 482. cista, la sua ricerca della parola" cantabile" gli suggeriscono una soluzione forse ,
io S. Freud, Il motivo della scelta degli scrigni, in Opere, 7, Boringhieri, Torino involontariamente condizionata dalla memoria del testo francese.
1975, pp. 217-218. 9 In origine, nel libretto della Maledizione, come risulta da lilla lettera di Verdi
Il Ibidem. a Piave del 22 ottobre 1850, Piave era stato meno conciso: «sono eccessivamente "

12 J. Budden, The Operas o/Verdi, Cassell, Londan 1973, I, p. 484; trad. it. Le lunghi i versi di Tribalet dopo il quartetto, Riedi, m'odi, a casa ritorna ete. .. perché
opere di Verdi, EDT, Torino 1985. quel concetto si poteva esprimere in poche parole." (Cfr. F. Ab biati, Giuseppe Ver-
di, cit., II, pp. 71-72).
10 "Ascolta. Vai a casa. Indossa dei vestiti da uomo. / Un cavallo. Del denaro. La

somma non importa, ; E parti, senza fermarti un attimo.i/ alla volta di Evreux." "~I
Prim a verifica sui testi 11 "Ah, La colpa è solo rnia= evi ho ingannato! L'amai troppo, -io muoio per lui."

12 "Che voi, che con tale splendore abbacinate la corte, /.T~llltOche tramontato

l Dai borderò serali, conservati all'Archivio della Fenice, risulta che il Rigolet- un tal sole si dubita che sia giorno, / Andiate, disprezzando duchi, imperatori, re,
to, tra tutte le opere messe in scena nella stagione 1850-51 e in quelle immediata- principi / a brillare, astro borghese, in un cielo di provincia!"

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138 nmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto
~-'r
'!
I.
Note 139

!
13 Bl~nche: "Signore, di dove venite?" Re: "Dall'inferno o dal cielo / Che im- 21 Archivio della Fenice.
porta! Che io sia Satana o Gabriele, / lo t'amo!" 22 Archivio della Fenice (I copia lettere, cit., pp. 489-490).
14 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, pp. 127-128. 23 «per titolo di spese di viaggio incontrate da Venezia a Busseto, e viceversa per
(

15 I copia lettere, cit., p. 497. ,


l- addattare il libretto della nuova opera che-sta-rnusicande-il Maestro Verdi in con-
UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
16 " È morta. / Ha una ferita profonda nel fianco sinistro. / l i sangue deve avere formità alle esigenze della autorità d'ordine pubblico» (Archivio della Fenice).
provocato
17
la morte soffocandola."
Vale tuttavia la pena di sottolineare che «Hugo nelle sue correzioni per una
l 24
25
Archivio della Fenice.
Cfr. I copia lettere, cit., pp. 490-491.
eventuale seconda rappresentazione [ ... ] cancella completamente, nel V atto, i l 26 Ibidem.

confronto tra l'eroe tragico, Triboulet, e il popolo spettatore sulla vuota piazza del- 27 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., TI, pp. 97-98.
l'ultima scena». (A. Ubersfeld, Le Roi et le EDCBA
b o u ffo n , cit., p. 514). 28 i», pp. 98-99.
18 Si tratta di una innovazione rispetto all' originale francese che sottolinea ulte- 29 I copialettere, cit., pp. 491-492.
riormente la fondamentale funzione paradigmatica che Verdi (in armonia, peraltro, .i 30 Iui, pp. 492-493 .
con la lettura del testo fornita da Rugo) attribuiva alla "maledizione". ~ 31 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, pp. 104-105.
19 M. Mila, La giovinezza di Verdi, ERI, Torino 1978, p. 438. ! 32 I copialettere, cit., p. 494.
I 33 Cfr. F . Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, p. 107.
i

I
Preistoria e storia deL Rigoletto - Il
S econda v e r if ic a s u i te s ti

I Archivio
2 Ibidem.
della Fenice (cfr. G. Vecchi, Il libretto, cit., p. 882).
!
j l Archivio della Fenice (I copialettere, cit., pp. 109-110).
Archivio della Fenice (cfr. I copialettere, cit., p. 106).
l La fretta di Piave lascia tuttavia galleggiare la parola incriminata nella confes-
3 2

Archivio della Fenice (cfr. Verdi e la Fenice, a cura di M. Nordio, Ente auto- sione di Gilda (atto II, scena V): «Tutte le sere al tempio» .
.!
4

nomo del Teatro La Fenice,Venezia 1951, p. 39). 3 Nel testo francese (atto lI, scena IV) la governante (Dame Bérarde) tende ri-
5 I copialettere, cit., p . 106, n.l.
l petutamente la mano per farsi pagare la sua mediazione: i suoi gesti e le sue paro-
6 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, pp. 71-2. !
I
le dissipano, secondo la tecnica del grottesco teorizzata da Hugo, il clima della "di-
7 I copialettere, cit., p p . 485-486. chiarazione" e sottolineano a più riprese la malafede del lib ertino , il suo disimpe-

l
8 Ivi, p . 486. gno sentimentale.
9 Ibidem. 4 È questa, d'altronde, la soluzione drammatica che troviamo in Le Roi s'amu-
IO Archivio della Fenice (cfr. Verdi e la Fenice, cit., pp. 40-41). J se, dove è Triboulet a tendere il laccio. TIre, rivolgendosi a Maguelonne (atto IV,
11 Archivio della Fenice (cfr. Verdi e la Fenice, cit., p. 41). scena II), dice: «Voilà huit jours - c'est à l'hotel d'Hercule, / Qui m'avait mené là?

I
12 Ibidem.
mon Triboulet je crois - / Que fai vu tes beaux yeux pour la première fois». [Otto
l3 Cfr. F. Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., il, p. 84. giornifa - all'hotel d'Hercule, / Chi mi ci aveva condotto? il mio Triboulet, credo -
l4 Archivio della Fenice (I copialettere, cit., pp. 486-487). ho visto i tuoi begli occhi per la prima volta']
15 Archivio della Fenice (I copialettere, cit., pp. 108-109). 5 Cfr. F . Abbiati, Giuseppe Verdi, cit., II, p. 63.
16 Archivio della Fenice (cfr. Verdi e la Fenice, cit., p. 42). 6Jvi, p. 97.
17Archivio
487-488).
della Fenice (cit. parzialmente dai curatori in I copialettere, cit., pp.
I 7 In tal modo, secondo Verdi, il nucleo stesso del dramma veniva vanificato. il
suo punto di vista appare perfettamente sintonizzato con quello di Hugo; basta ri-
18 Archivio della Fenice. È abbastanza probabile che la data possa, sulla base i leggere la prefazione della Lucrezia Borgia, dove si sottolinea la ricerca di una sim-
della cronologia. che stiamo ricostruendo, essere quella del 19 dicembre, anche se ! metria inversa con Le Roi s'amuse: il corpo deforme di Triboulet viene presentato
- in tal caso - bisogna supporre che la lettera di Verdi a Piave (che riportiamo in come il nucleo "semantico" di una struttura preordinata.
seguito e che è datata 14 dicembre), con cui il Vendome veniva rifiutato; impiegas- 8 È proprio la contaminazione della figura paterna con quella del buffone a co-
se più di cinque giorni per raggiungere il destinatario. stituire lo scandalo radicale del Rigoletto. Da un lato un re (duca) libertino; dal-
1 9 I copia lettere, cit., p. 111. I'altro la paternità umiliata in un ruolo spregevole e subalterno, di cui la deformi-
20 Archivio della Fenice (I copia lettere, cit., pp. 488-489). tà costituisce una indecente e perentoria rappresentazione. Si spiega, in questa luce,
140 Un caro di censura. Il Rigoletto Note 141 zyxwvutsrqponmlkji

come il Don Giovanni dovesse risultare, sotto certi punti di vista, molto più assi- tersi muovere liberamente e di non dover rinunciare alla soluzione drammaticamente "~'I
milabile o, in ogni caso, meno eversivo: il libertino è un "privato", nobile ma sen- più efficace. Se questa supposizione è giusta, possiamo dire che in un caso (quello del-
za alcuna dignità politica, non dunque un'incarnazione della legge, ma il respon- la "vendetta") Verdi riuscì a vincere la partita, nell' altro (si veda l'accordo con la Fe- ,I."

sabile di continue, reiterate infrazioni. il padre viene ucciso e conserva tutta la sua nice e la lettera a Borsi del 1.853) fu costretto a cedere. Anzi: è abbastanza probabi-
valenza sacrale: la statua di marmo è un paradigma delle tavole della legge, è l'im- le che la "vendetta" costituisca una specie di risarcimento rispetto ai tagli che La Ma-
magine di un potere indistruttibile. Hugo (e poi Verdi sulle sue tracce) provocano, ledizione aveva dovuto subire all'inizio dell'atto. A questo proposito, se rileggiamo
viceversa, una dialisi clamorosa: Saint-Vallier (Monterone) eredita dal Commen- l'articolo 3 dell'accordo sottoscritto a Busseto il30 dicembre 1850, possiamo anche 111,\
datore l'offesa, ma non la forza di vendicarla. Rigoletto, dal canto suo, è un padre pensare che, nella Maledizione, Verdi e Piave avessero scelto una via di compromes-
doppiamente evirato: tanto dalla deformità e dal miserabile molo sociale quanto dal so, rinunciando alla rappresentazione della scena in "camera da letto" e facendo di-
fallimento della sua vendetta. In questo modo, e paradossalmente, la dialisi delle chiarare al duca la volontà di raggiungervi la "rapita Bianca". Così la parte musica-
funzioni riassunte nel Commendatore rende impossibile ogni rassicurante distin- le, già definita sull' abbozzo, dovette ricevere parole diverse da quelle per cui era sta-
NI
zione delle parti, ma anche ogni separazione inequivocabile del divieto e dell'in- ta pensata: «Possente amor mi chiama». Sull'Abbozzo sono da vedere le puntuali os-
frazione, della colpa e dell'innocenza «L'indignazione scandalizzata è sempre feb- servazioni di Marcello Conati in Rigoletto. Un' analisi drammatico-musicale, Marsilio,
brile desiderio di distinguere il colpevole e l'innocente, di stabilire responsabilità, Venezia 1992, in particolare pp. 39 sgg.
di svelare l'ignominia con lo scopo di castigarla come merita». (R. Girard, Des cbo- lO Cfr. M. Lavagetto, Quei più modesti romanzi, cit., pp. 39-40. ";'1
ses cachées depuisQPONMLKJIHGFEDCBA
la fondation du monde, Grasset, Paris 1978, pp. 448-449; trad. it.
Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Adelphi, Milano 1996.)
Una ulteriore, indiretta conferma dello scandalo della deformità si trova, oltre che
nelle varie ed esilaranti "terapie" proposte dalle versioni censurate, anche in que- Preistoria e storia deL Rigoletto - 111
''''I
ste trasparenti parole diM, Marcello: «Certamente nessun maestro, .che non fosse
Verdi, avrebbe osato di musicare un libretto, di cui il personaggio principale è de- lA. Basevi, Studio sulle opere di Verdi, Tipografia Tofani, Firenze 1859, p. 184
forme e gobbo. Molti anni addietro io poneva sott'occhio al mio maestro Merca-
dante questo argomento perché ei lo mettesse in musica; ma, quantunque
getto gli andasse a sangue, egli avrebbe voluto che si levasse la gobba al protagoni-
il sog-
(citato anche da C. Gatti, Verdi, Mondadori, Milano 1953, pp. 277 -278).
2 Archivio di Stato, Roma, Ministero dell'Interno; questa lettera è stata pubbli- 'I
cata da L. Rivelli in appendice al suo studio su Giuseppe Gioachino Belli "censore"
sta; per cui io smessi il pensiero di trattarlo. Nelle arti, come in ogni impresa uma-
na, il coraggio e l'ardimento sono virtù necessarie. Chi assistendo alla Dame aux Ca-
mélias avrebbe detto esser quello un tema musicabile? Eppure a questa audacia noi
e il suo spirito liberale, "Rassegna storica del Risorgimento", aprile-giugno 1923,
II, pp. 365-366. La Rivelli, tuttavia, data la lettera 21 aprile e non riporta l'annota- "I
zione di monsignor Savelli citata più avanti.
dobbiamo la Traviata, la quale diletta e commuove oggimai l'intera Europa». ("Ri- 3 Archivio di Stato, Roma, Ministero dell'Interno.
vista Contemporanea", rv, n. 36, 25 settembre 1856, pp. 128 sgg.; il pas-
Torino, a.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 4 Archivio di Stato, Roma, Ministero dell'Interno.
so è riportato da Marcello Conati in Appendice al saggio di bibliografia delle critiche 5 Archivio. di Stato, Roma, Ministero dell'Interno. 'I
al "Rigoletto", "Bollettino dell'Istituto di studi verdiani", n. 9, 1982, pp. 1696-1772). 6 Archivio di Stato, Roma, Ministero dell'Interno.
9 L'abbozzo della partitura (che probabilmente risale all' agosto del 1850 e che _ 7 G.G. Belli, Lettere Giornali Zibaldone, Einaudi, Torino 1962, pp. 400-401.
lo conferma l' onomastica ancora ricalcata sull' originale francese - precede senza pos- 8 Cfr. M. Conati, Introduzione alla bibliografia dello "Stifle/io)), "Quaderni del-
sibilità di dubbio il Vendome) fornisce ulteriori possibilità di verifica: il testo, quan- "1
l'Istituto di studi verdiani", 3, Parma 1968, p. 147.
do è riportato, collima quasi sempre con quello definitivo delRigoletto. Vale inoltre 9 Archivio dell'Istituto di studi verdiani.
la pena di sottolineare una coincidenza molto significativa. Le lettere di Verdi a Pia- lO G.G. Belli, Lettere Giornali Zibaldone, cit., p. 409.
ve del 14 e del 20 gennaio 1851, e le risposte dellibrettista in data 21 e 24 gennaio
1851, ci mostrano Verdi ancora alle prese con l'inizio e con la fine del II atto: due
11 Del Teatro Italiano, in "La Civiltà Cattolica", marzo 1854, anno 5, p. 270. "I
plmti particolarmente scabrosi per la censura, coincidendo il primo con le scene del-
la seduzione e della "camera da letto", il secondo - viceversa - con il'trionfo e la ce-
lebrazione di uno scandaloso disegno di vendetta. Se sull'abbozzo le parole sono ri- Terza verifica sui testi 'I
portate irregolarmente, (a volte in modo compiuto, a volte solo accennate o travol-
te da una calligrafia frettolosa e quasi indecifrabile), la seconda e l'ultima scena del
1 È interessante, a questo proposito, riportare il giudizio dell'anonimo estensore
II atto sono bianche: la musica è scritta, ma mancano le parole, come se Verdi da un
lato fosse consapevole di dover fare i conti con la censura, dall'altro sperasse di po-
di lilla corrispondenza da Chieti pubblicata sull'''Arpa'' di Bologna, il2 giugno 1855:
«Questa musica incomparabile che in origine era intitolata La Maledizione, indi il R/~
l
"
·. . ~ . _ f

i
l .
142 Un caso di censura. Il Rigoletto 'l:· Note 143

f··
goletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
e poi si trasfigurò nel Viscardello, oggidì riprodotta nel Lionello, non serba I. 5 L Kant, Scritti politici e di filo s o fia della storia e del diritto, Utet, Torino 1965,
che confuse immagini del dramma primitivo. Insomma i caratteri son mutati, l'azio- i.
J p.128.
ne è diversa siccome diverse son le parole che il Sig. Sesto Giannini applicò a quel- I 6 Ivi, p. 143.
le del Piave; e le diverse melodie, innestate al nuovo bastardume, rendon sovente !, 7 G. Duby, Histoire-sociale--gt-idéo!ogies des sociétés,-cit., p. 151; trad. it. cit.
quel contrasto mostruoso che si ha quando il concetto musicale non risponde più al 8 L . Althusser, Ideologia e apparati ideologici di stato. Note per una ricerca, in
concetto drammatico. Con ruttò ciò la musica è stata compresa ed applaudita». Freud e Lacan, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 79 sgg.
2 Cfr. Del Teatro Italiano, cit., pp. 265-266. 9 E. Coons, D. Kraehenbuehl, llinformazione come misura di struttura in musi-
) Cfr. A. Savinio, Scatola sonora, Einaudi, Torino 1977, pp. 147-150. ca, in Estetica e teoria dell'informazione, a cura di U. Eco, Bompiani, Milano 1972,
4 Le "lessie" così ottenute potranno a seconda dei casi collimare, o non colli- pp. 131-152.
mare, con il taglio delle singole scene che, nel melodramma, costituiscono abitual- 10 Di qui in avanti il testo riprende, quasi alla lettera, le conclusioni a cui - pro-
mente delle unità funzionali concluse. prio servendorni delle versioni censurate come mezzo di contrasto - ero arrivato nel
5 Quintin Dobré è ricalcato, evidentemente, su Quentin Durward protagonista saggio Quella porta assassini m'aprite, pubblicato una prima volta in Musicacittà, a
dell'omonimo romanzo di Scotto È curioso osservare che la prima testimonianza cura di L. Berio, in collaborazione con M.Fino e C.Majer, Laterza, Roma-Bari 1984,
dell'interessamento di Hugo per il personaggio storico Triboulet ci viene proprio pp. 23-38; poi in Opera & Libretto, I, a cura di G. Folena, M.T. Muraro e G. Mo-
da un suo articolo, pubblicato nel 1823, sulla "Muse Française", in cui rettifica relli, Olschki, Firenze 1990, pp. 299-315; e infine in M. Lavagetto, Lavorare con
Wl' affermazione di Scott contenuta nel Quentin Durwa~d «Le parole messe da Scott piccoli indizi, cit., pp. 169-183.
sulle labbra del buffone del duca di Borgogna relative all'arrivo di Luigi XI a Pé- 11 C. Dalhaus, La musica dell'Ottocento, La Nuova Italia, Firenze 1990, p. 226.
ronne appartengono al buffone di Francesco I che le pronunciò in occasione del 12 A. Pascolato, "Re Lear" e "Ballo in maschera". Lettere di Giuseppe Verdi ad An-
passaggio di Carlo V in Francia, nel 1535. L'immortalità del povero Triboulet è le- tonio Somma, Lapi, Città di Castello 1902, pp.46-47; ora Carteggio Verdi-Somma, a
gata a quella battuta, bisogna lasciargliela». Si tratta, come ha osservato A. Uber- cura di S. Ricciardi, Istituto Nazionale di Studi Verdiani, Parma 2003, p.41-42.
sfeld, di lilla correzione erronea, «dal momento che Triboulet non è mai stato il 13 Cfr. p. 33.

buffone di Francesco I, ma quello di Luigi XII». (Le roi et le bouffon, cit., p. 95.)UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
14]. Kerman, L'opera come dramma, Einaudi, Torino 1990, p.137.
6 «Tanto sull'abbozzo, quanto sulla partitura autografa si trova la lezione se- 15 R Barthes, Sur Racine, Seuil, Paris 1963, p.16; trad. it. Su Racine, Einaudi,
guente: Tua sorella e del vino. Senonché, nella partitura autografa l'ultima frase è Torino 2002.
corretta: si tratta di una modificazione scritta con inchiostro diverso e, a parer mio, 16 Cfr. M. Mila, La giovinezza di Verdi, cit., pp. 438 sgg.
non dalla mano di Verdi.» (L. Dallapiccola, Appunti Incontri Meditazioni, Zerbo- l7 J . Kerrnan, L'opera come dramma-cu., p. 128.
ni, Milano 1975, p. 37.) 18 Di una necessaria oscillazione (tipica del melodramma) tra un «merveilleux
L'ipotesi di Dallapiccola trova conferma indiretta nel testo di Hugo, dove leggiamo: toujours sirnple» e un «impossible presque croyable» parla Balzac in Le Médecin de
«Ta soeur et rnon vene». campagne, in La Comédie bumaine, a cura di P.G. Castex, Gallimard, Paris 1976-
7 Cfr. G.G. Belli, Lettere Giornali Zibaldone, cit., p. 410. 1981, IX, p. 516.

" U n o d e i p iù b e i lib r e t t i c h e v i s ia n o "

l Si vedano in proposito i già citati studi di L. Rivelli e di E. Monti. Molto meno


documentato, ma comunque curioso perché scritto con qualche venatura nostalgi-
ca, è lo scritto di S. Cordero di Pamparato, Teatri e censura in Piemonte nel Risor-
gimento italiano, "Il Risorgimento italiano", 1918-21, XI-XII, pp. 444-464; XIV,
pp. 136-161; X V , pp. 349-375.
2 G. Duby, Histoire sociale et idéologies des EDCBA
s o c ié té s , in Faire de l'histoire, a cura

di] Le Goff e P. Nora, Gallimard, Paris 1974, I, p. 150. G. Duby, Storia sociale e
ideologie sociali, in Fare storia, a cura di]. Le G o H e P. Nora, Einaudi, Torino 1980.
) J . Habermas, Storia e critica dell'opinione pubblica, Laterza, Bari 1971, p. 119.
4 Il Regno dell'Opinione, "La Civiltà Cattolica", gennaio 1853, anno 4, p. 15.
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')

I.

l I l d u c a d i V e n d o r n e ' zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGF
Libretto di F. M. Piave

l
I
Personaggi

Luigi Principe di C011dèduca di Vendome


Rigoletto suo buffone di corte
Gilda di lui figlia
Strappamonile bravo
Maddalena di lui sorella
Giovanna custode di Gilda
TIconte di Saint-Andrè
TI sire di N evers
TIconte di Chalais
La contessa di iui moglie
TIbarone di Quercy
Un usciere
Coro di Dame e Cavalieri
Comparse di cavalieri, paggi, alabardieri

Scena. Parigi
Epoca. La metà del X V 1 secolo

,', Nella trascrizione è stata conservata in ogni caso la grafia di Piave; le poche parole
illeggibili sono state segnalate con tre puntini tra uncinate.
Il duca di VendomesrqponmlkjihgfedcbaZYXW
149
,'ç. (

Atto I

Grandiosa galleria nel palazzo di Vendome splendidamente illuminata. ,r


Sonvi porte laterali e folla di Cavalieri e Dame. S) ode dall'interno
la musica delle danze. La festa è sul finire.
il
Scena I

"'I
Vendome e Quercy dal fondo.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQP

Ve. Della mia bella incognita borghese


Toccare il fin dell' avventura io voglio. 'l
Qu.
Ve.
Qu.
Di colei che nomar v'odo sì spesso?
E da tre lune io veggo ...
La sua dimora?
..,
r:
....•.•. ,
Ve. Di Boussy nel calle;
Misterioso un uom v' entra ogni notte.
Qu.
Ve.
E sa chi sia l'amante suo?
Lo ignota.
l
(un gruppo di Dame e Cav. attraversa la festa)
Qu.
Ve.
Quante beltà! ... mirate ...
Le vince tutte di Chalais la sposa.
"'l
Qu Non v'oda il conte o Duca ... (piano)
Ve.
Qu. Dirlo ad altra ei patria ...
A me che importa?
I
Ve. Né sventura per me certo saria.
Diana o Agnese per me pari sono
A quant' altre dintorno mi vedo;
''l
Del mio core l'impero non cedo
Meglio ~d una che ad altra beltà.
La costoro avvenenza è qual dono "I
Di che il fato ne infiora la vita;
S'oggi questa mi torna gradita, "

Forse un'altra doman lo sarà.


La costanza tiranna del care
Detestiamo qual morbo crudele;
Sol chi vuole si serbi fedele,
,[
non v' è amar, se non v'ha sazietà.

'l
.. [,
150 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 151
I
De' mariti il geloso furore, !
i
Battaglie, conviti, ben tutto gli stà!
Degli amanti le smanie derido; l Or della contessa capriccio lo prese,
Anca d'Argo i cent'occhi disfido
Se mi punge una qualche beltà.UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
i e il conte frattanto geloso ne va! (esce)

S cena IV
S cena Il
I Detti e Nevers frettoloso.
Detti ed il conte di Chalais che segue da lunge la sua sposa servita i
da altro Cavaliere. Altre dame e signori entrano da varie parti. !
I
Ne. Gran nuova! ... Gran nuova?
Coro Che avvenne? Parlate?
Ve. (alla signora di Chalais movendo ad incontrarla con molta galanteria) Ne. Stupirne dovrete ...
Partite, inumana? I Coro Narrate, narrate?
S.c. Seguire lo sposo I Ne. Ah! ah! ... Rigoletto ...
m'è forza a Soissons. Coro Ebben?
Ve. Ma dee luminoso ! Ne. Strano evento?
In corte tal astro qual sole brillar. Coro Vuol battersi forse? e corse al cimento?
Per voi prenci e duchi dovran palpitar. Ne. Più strana è la cosa! il pazzo possiede ...
Per voi già possente la fiamma d'amore Coro Infine?
Inebria, conquide, distrugge il mio care. Ne. Un'amante.
(le bacia la mano con enfasi) Coro Un'amante! ... chi'l crede?
S.c. Calmatevi ... Ne. Il pazzo in Cupido or s'è trasformato! ...
Ve. No. Coro Quel pazzo Cupido! ... Cupido beato.
(le dà il braccio ed esce con lei)

S cena V
S cena 111
Detti Vendome seguito da Rigoletto e da Chalais a qualche distanza.
Detti e Rigoletto che s'incontra con il signor di Chalais; indi altri cavalieri.
Ve. Ah turba ogni gioia quel sir di Chalais! < ... >
Ri. Pel capo che avete La bella sua sposa è un angiol per me.
Signor di Chalais? Ri. Rapitela.
Ch. (fa un gesto d'impazienza e segue Vendome) Ve. È detto; ma i l farlo?
Ri. (ai Cao.) Ei sbuffa vedete? Ri. Stassera.
Coro Che festa! Ve. Né pensi tu al Conte?
Ri. Oh sì. Ri. Non c'è la Bastiglia?
Coro Bella! Condè si diverte. Ve. Ah no ...
Ri. Così non è sempre? .. Le belle scoperte! ... Ri. Non vi piace?
Il giuoco, le feste, da vero francese, Ve. No ... or altro consiglia.
152 Un casodi censura.Il Rigoletto Il duca di Vendome 153

6~1
Ri. Allora ... alla guerra ... Voi congiuraste contro il re, o signore,
Ch. (Oh l'anima neral) E noi dal re clemente
Ve. Sta bene, mi piace ... il perdon v' ottenemmo, (~J
Ri. Oh sì sì, perché Qual vi piglia or delirio ad ogni istante l

È un'abil soldato il sir di Chalais. (ridendo) Per vostra figlia reclamarci amante?
Ch. Marrano! (infuriato) S.A. (guardando Rigoletto con ira sprezzante) .,(
Ve. Fermate. (a Cba.) Novello insulto! ... Ah sì a turbare (a Ven.)
Ri. Da rider mi fa. Verrò tai feste, verrò a gridare
Coro In furia è montato! ( fr a loro) Finché io vegga restare inulto
Ve. Bel pazzo vien qua. (a Rig.) Del tuo spergiuro 1'atroce insulto; "l
Ah sempre tu spingi lo scherzo all' estremo E se al carnefice pur mi darai
Spettro terribile qui mi vedrai,
Ri.
Quell'ira che sfidi colpirti potrà.
Che coglier mi puote? .. di loro non temo: Portante in mano il teschio mio, "~l
il vostro protetto nessun toccherà. Vendetta chiedere al mondo e a Dio ...
Ch. Vendetta del pazzo ... (ai Cav. a parte) Ve. Non più, arrestatelo. . ~
Coro Contr' esso un rancore Ri. Matto! ""'1
Pe' tristi suoi moti, di noi chi non ha? Coro Quai detti!
Ch. Vendetta. S.A. Oh siate entrambi voi maledetti ... (a Ven. eQPONMLKJIHGFEDCBA
R ig ')
Coro Ma come? Slanciare il cane alleon morente
Ch. Sta notte chi ha care È vile, o duca ... e tu serpente, (a R ig .)

Sia in armi da me. Tu che d'un padre ridi al dolore,


Coro
Ch.
Sì.
È detto. Ri.
Sii maledetto!
(Che sento! ... Orrore!! ... ) (da se colpito)
''\

'~I
Coro Sarà. Coro Turbar la festa osi a Condè!! ... (a S.A.)
Ora fatale suonò per te!
(S.A. parte fra due Alabardieri e tutti seguono Vendome in altra stanza.)
Scena VI
"
Detti e il conte di Saint-Andrè. Scena VII

È qui Condè?utsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
S.A.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
(dall'interno) La cieca via di Boussy. Una casa a destra con davanti una corte circondata
Ve. No. da muro in cui è una porta che dà sulla via; nel centro della corte è un grosso
"~'l
S.A. Il cerco. (entrando) platano; sopra il muro una terrazza a cui si entra dal primo piano.
Tutti Saint' Andrè?! ! A sinistra è il giardino e un fianco del palazzo di Chala is.
S.A. (fissando Vendome con nobile orgoglio) "l
Sì Saint'Andrè ... la voce mia qual tuono Rigoletto chiuso nel suo mantello, e Strappamonile' che lo segue
Vi scuoterà dovunque, .. pure così coperto, cingendo una lunga spada. ,"[

Ri. Ch'io gli parli ...


(piano a Vendome poi con ridicola gravità dice a S. A.) 1 Cancellato: Saltabadile. Nel manoscritto continua a risultare Salt. non corretto.
i;

'l
154 l
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
l Il duca di Vendome EDCBA
155

Ri. (Quel vecchio maledivamil) Salt. Qui sempre a sera.


Salt. Signor? .. Ri. Va.
Ri.
Salt.
Va, non ho niente.
Né il chiesi ... a voi presente
l
l
Salt. (parte)

Un uom di spada sta.


Ri. Un ladro? S cena VIII
Salt. Un uom che libera
Per poco da un rivale,
I
I Rigoletto guardando dietro a Strappamonile.

Ri
E voi ne avete ...
Quale?
I Pari siam! ... io la lingua, egli ha il pugnale! .
Salt. La vostra amante è là. Luom son'io che ride, ei quel che spegne! .
Ri. (Che sento.') E quanto spendere Quel vecchio maledivami! ...
Per un signor dovrei? O uomini! ... o natura! ...
Salt. Prezzo maggior vorrei ... Vil scellerato mi faceste voi! ...
Ri. Com'usasi pagar? Oh rabbia! Esser un pazzo! Esser buffone!. ..
Salt. Una metà s'anticipa UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Non dover, non poter altro che ridere! ...
l i resto si dà poi! .. ; l i retaggio d'ogni uom m'è tolto: ... il pianto! ...
Ri. (Dimonio!) E come puoi Questo padrone mio
Tanto securo oprar? Ciovin, giocando, sì possente, bello,
Salt. Soglio in cittade uccidere' Sonnecchiando mi dice:
Oppure nel mio tetto . Fa ch'io rida, buffone ...
L'uomo di sera aspetto . Forzarmi deggio e farlo! ... Oh dannazione,
Una stoccata ... e muor. Odio a voi, cortigiani schernitori,
Ri. E come in casa? Quanta in mordervi ho gioia! ...
Salt. È facile 'Se iniquo san, per cagion vostra è solo.
Non mancano pretesti; Ma in altr'uorn qui mi cangio! ...
Or quelli scelgo or questi ... Quel vecchio maledivami! ... Tal pensiero
Da me lo invito, e allor ... Perché conturba ognor la mente mia! ...
Ri. Comprendo ... . Mi coglierà sventura! ... Ah no! ... è follia! ...
Salt. Senza strepito ... (apre con cbiaue ed entra nel cortile)
È questo il mio strumento, (gli mostra la spada)
Vi serve?
Ri. No ... al momento S cena IX
Salt. Peggio per voi.
Ri: Chi sa? . Detto e Gilda ch'esce dalla casa.'
Salt. Strappamonil mi nomino .
Ri. Straniero? Ri. Figlia!
Salt. Borgognone. Gi. Mio padre!
Ri .. E dove all' occasione? ... Rì. A te dappresso
156 Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 157

Trova sol gioia il core oppresso. Gi Patria, parenti, amici


Gi. Oh quanto amore! Voi dunque non avete? I~ · ; Q
Ri. Mia vita sei, Ri. Patria? ... parenti, dici? ...
Senza te in terra qual bene avrei? (sospira) Onor, famiglia, patria,
Gi. Voi sospirate! ... che v'ange tanto? Il mio universo è in te. (l'abbraccia con trasporto)
~~i

Lo dite a questa povera figlia ... Gi. Ah se può lieto rendervi


Se v'ha mistero, per lei sia franto ... Gioia è la vita a me!
Ch'ella conosca la sua famiglia ... Veder Parigi, padre, vorrei ...
l'''
Ri. Tu non ne hai ... Ri. Mai! ... mai! ... uscita, dimmi, unqua sei?
Gi. Qual nome avete? Gi. No.
Ri. A te che importa? Ri. Guai!
Gi. Se non volete Gi. (Che ho detto!) f.;!

Di voi parlarmi ... lli. Ben te ne guarda.


Ri. Non uscir mai ... (interrompendola) (Potrien seguirla, rapirla ancora! ...
Gi. Non va che al tempio ... Esser fatale potriale ogn' ora! ...
Ri. Oh ben tu fai. Mia figlia! ... perfidi! ... ) Giovanna? .. qui.
Gi. Se non di voi, almen chi sia
Fate ch'io sappia la madre mia ...
l:U. Deh 110n parlare al misero Scena X
Del suo perduto bene ...
Ella sentia, quell' angelo Detti e Giovanna dalla casa.
Pietà delle mie pene ...
Solo, obbliato, povero Gio. Signor?
Per compassion mi amò. lli. Venendo mi vede alcuno?
Moria! ... le zolle coprano Bada di' il vero? ...
Lievi quel capo amato ... Gio. Oh no nessuno.
Sola or tu resti al misero ... lli. Sta ben ... la porta che dà alla Senna
O Dio sii ringraziato! ... (singhiozzando) È sempre chiusa?
Gi. Quanto soffrire! ... spremere Gio. Giammai s'aprì.
Quel pianto che mai può? lli. Veglia, o donna, questo fiore
Padre, non più. .. calmatevi ... Che a te puro confidai;
Mi lacera tal vista ...srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Veglia attenta, né sia mai
il nome vostro ditemi, Che s'offuschi il suo candor.
il duol che sì v' attrista? ., . Tu dei venti dal furore
Ri A che nomarmi? .. è inutile! ... ch' altri fiori hanno atterrato,
Padre ti sono, e basti ... Lo difendi e immacolato
M'abborron gli altri o temono ... Lo ridona al genitor.
Sola finor m'amasti . Gi . Quanto affetto! Quali cure!
. Altri mi maledicono . Che temete, padre mio?
-::::",,1 ',
'.1~.. .
Un casodi censura.Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA t
Il duca di Vendome 159
r
158
~.
,t

Lassù in cielo presso a Dio \. Ve. T'amo.


Veglia un angiol protettar. T'amo, ripetilo, - sì caro accento,
Da noi toglie le sventure
Di mia madre il priego santo ...
l
,j
Gi.
Un puro schiudemi - ciel di contento! ...
Giovanna? ... ahi misera! ... - non v'è più alcuno < ... >

Non fia mai divelto o infranto j Che qui rispondami? - Oh Dio! Nessuno! ...
j

Questo a voi diletto fior. Ve. Son'io coll'anima - che ti rispondo ...
Ri. Alcuno è fuori ... l
l
Ah due che s'amano - san tutto un mondo!
(apre la porta, e mentre apre a guardar nella strada, Vendome guizza furtivo, nel- j
Gi .. Chi mai, chi giungere - vi fece a me?
la corte, e si nasconde dietro l'albero, facendo segno a Giovanna di iacere.) ,
j
Ve. S'angelo o demone, - che importa a te?
j
"Dimmi, (a Gilda tornando) ! 19 t'amo ...
Al balcon ti vedea giammai nessuno? !
l
Gi. Uscitene ...
l
Gi. Mai. Ve. Uscire! ... adesso!! ...
Ve. (Rigolettol) l
.]
Ora che infiarnmaci - un foeo istesso!
Se talor qui picchiano l Inseparabile - d'amore il dio,
I
Guardatevi da aprire. Stringeva, o vergine - tuo fato al mio! ...
~
Gio. Nemmeno al duca? ~ 'li sol dell'anima -la vita è amore ...
l
Ri. Meno che a tutti a lui ... Mia figlia, addio. ~ Suo regno è il palpito - dell'uman core ...
Ve. (Sua figlia!) l E fama e gloria, - potenza e trono,
Gi. Addio, mio padre. }, Terrene, fragili - cose qui sono;
(s'abbracciano; Rigoletto parte chiudendo la porta.)UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA i Una pur avvene - sola divina,
I,
, È amor che agli angeli - più ne avvicina! ...
l
Adunque amiamoci, - donna celeste,
S cena XI D'invidia agli uomini - sarò per te ...
Che m'ami deh ripetirni ...
Gilda, Giovanna, Vendome e due Cavalieri a tempo. Gi. L'udiste... .
Ve. Oh me felice.
Gi. Giovanna, ho dei rimorsi ... Gi. Qual vi nomaste, ditemi,
Gio. E perché mai? Saperlo non mi lice?
Gi. Tacqui che Wl giovin dalla via parlommi. Cav. li loco è qui... (dalla via poi partono)
Gio. Perché ciò dirgli? .. l'odiate dunque Ve. Mi nomino
Cotesto giovin voi? (chi mai? .. ) Gouchet Thillet,
Gi. No, no, che troppo è bello e spira amore ... Studente sono ... povero .
Gio. E magnanimo sembra e gran signore. Gio. Rumor di passi è fuore (tornando spaventata)
Gi. Signor né principe - io lo vorrei, Gi. Forse è mio padre ...
J Sento che povero - più 1'amerei. Ve. (Ah cogliere
Sognando, o vigile, - sempre lo chiamo, Potessi il traditore
E l'alma in estasi - gli dice t'a ... Che sì mi sturba!)
(Vendome esce improvviso e dopo aver segnato a Giovanna d'andarsene, s'ingi- Gi. Adducilo
nocchia ai piedi di Gilda e con entusiasmo termina la EDCBA
fr a s e .) Di qua alla Senna, or ite ...
160
i

Un caso di censura, Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 161


I
Ve. Di' m'amerai tu? .. Coro Di quel baggiano,
""'/
Gi. E voi? di Rigolettol'amante è quella?
Ve. L'intera vita ... poi . Ch. Sì ... che ne dite? IS"l
Gi. Non più non più partite. Coro Ben! ... la più bella I
a2 Addio! speranza ed anima Toccò al più brutto! ...
Sol tu sarai per me ! Ri. (Riedo! ... perché?) (tornando) "1,,
Addio! ... vivrà immutabile Qu. Silenzio ... ali' apra ... badate a me.
L'affetto mio per te! Ri. (Ah da quel vecchioQPONMLKJIHGFEDCBA
fu i maledetto!) (urta in Quercy)
(Vendome entra in casa scortato da Giovanna, e Gilda fissa per un istante la por- Chi è là?
ta ond' è partito, poi mestamente dice:)srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Qu. Tacete c'è Rigoletto. (a compagni) ""1
Coro Vittoria doppia! l'uccideremo (tra loro)
Qu. No, ché geloso poi lo godremo .
Scena XII li"',!
Ne. Or tutto aggiusto.
Ri. (Chi parla quà?)
Gzlda sola.
Ne.
Ri.
Ehi Rigoletto? .. Di'? ..
Chi vàlà?
i!! il
Gouchet Thillet! ... nome di lui sì amato
Ne. Eh, non mangiarcil ... San ...
Scolpisciti nel care innamorato!
Ri. Chi?
Caro nome che il mio cor
Ne. Nevers.
Festi primo palpitar, 'I
Ri. In tanto buio chi può veder?
Le delizie dell' amar
Ne. Siam qui venuti, sai tu perchè? ...
Mi dèi sempre rammentar!
Vogliam la burla fare a Chalais.
"
Col pensiero il mio desir
Ri. (Ohimè! ... respiro!) ma come entrare?
A te ognora volerà,
Ne. La vostra chiave? (piano a Ch.) Non dubitare (a Rig')
E pur l'ultimo sospir, '"
Non può fallire lo stratagemma .
Caro nome, tuo sarà.
Ecco le chiavi. .. (gliele fa toccare)
(entra in casa e compare sul terrazza con una lucerna per rischiarare quasi la via
Ri. Sento il suo stemma!
a Vendome che si suppone uscito dall' altra parte. La strada frattanto si va popo-
(Ah terror vano, fu dunque il rniol)
lando di cavalieri armati e mascberati.)
È là il palazzo, con voi san' io ... 'I
Ne. Siam mascherati ...
Scena XIII Ri. Ch'io pur mi mascheri ...
A me una larva? "I
Nevers, Chalais, Quercy, Gentiluomini armati e mascherati sulla via, Ne. Sì, pronta è già.
e Gilda dal terrazzo che tosto rientrerà in casa, poi Rigoletto a tempo. Ne sarai guida.
Un servo porta una scala ed una lanterna cieca. (lo maschera e nello stesso tempo lo benda) ""I
Qu. Èlà ... Ri. Fitta è la tenebra!
Ne. La benda cieco e sordo il fa.
Ch. Miratela. f-il
Coro Il caso è strano! (ai Cav. poi guida Rigoletto dietro la casa da cui tosto ritorna solo.)
Ne. Fata non sembra?

'''i'l
~ Il duca di Vendo/ne 163
162 Un caso di censura.Il Rigoletto UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA ·t
j" .
i
" EDCBA
l


S cena X IV 1
j
Atto Il
L-

i
Detti meno Rigoletto.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Salotto interno del palazzo di Condè. Sonvi porte laterag;--.!iJ1am aggiore
nel mezzo. A destra in avanti gran tavola con seggiolone coperti di velluto.
Tutti Zitti, zitti, moviamo a vendetta Da una parete pende il ritratto del duca, tutta figura.
Ne sia colto or che meno l'aspetta! ... l
I
Derisore sì audace costante !
A sua volta schernito sarà! ... S cena I
l
Cheti, cheti rubiamgli l'amante,
l
E la corte doman riderà. !
;
Cbalais, Neuers, Quercy, ed altri gentiluomini che sopraggiungono.
(la scala è apposta al terrazzo. Alcuni vi salgono, rompono la porta del primo pia-
no, scendono, aprono ad altri ch' entrano in casa, e riescono trascinando Gilda, la I Terminata è l'avventura? (entrando)
quale avrà la bocca chiusa da un fazzoletto bianco. Ella nel traversare la scena II Or dov'è la giovinetta? .. (c.s.)
perde una sciarpa. Giovanna disperata la segue. Tutti ritornano, la scena rimane Ne. Fu tradotta in queste mura.
un momento uuota.) Coro Rigoletto?
Gi. Soccorso, ... padre ... mio ... (da lontano) Ne. Lo sospetta.
Coro Vittoria! (più lontano) Di qua lunge ...
Gi. Aita! ... (momento di silenzio) Ch. Oh rideremo!
Tutti Vendicar ci alfin potremo!
Vien Condè ...
S cena XV

Rigoletto che torna a tentone. S cena Il

Detti e Vendome dalla destra.


Ri. Non han finito ancor! ... qual derisione! ... (per torsi la maschera)
Sono bendato! ... Ve. Buon dì, signori
(Si strappa benda e maschera ed al chiarore della lanterna scordata scopre la sciar- Qual novella?
pa, la riconosce, poi sopraffatto da subito tremore, strappandosi i capelli, esclama.) Coro Pazzi amori ...
Ah la maledizione! ... (sviene) Questa notte ...
Ve. Ebben?
Coro L'amante
F in e d e ll'a t t o I Fu rapita a Rigoletto ...
Ve. Bella! ... e donde? ..
Coro Dal suo tetto
Ve. Ah! Ah! Dite, come fu? ..
Tutti Poiché la festa cessò di corte
Movemmo al cieco cal di Boussy;
Colà nel fondo, amica sorte
164 Un casodi censura. Il Rigo/etto Il duca di Vendome 165

Rara beltade ne discoprì, lo per te felice sono!


ri I
Era 1'amante di Rigoletto Rivedrò la mia diletta

l
Che, vista appena, si dileguò. Le sarò consolator.
Già di rapirla s'avea il progetto Accresciuto forse il pianto-o --
Quando il buffone ver noi spuntò. Di sua grazia sarà l'incanto,
Credè con gioia che la contessa Né trovar qui certo aspetta
Toglier volessimo sposa a Chalais, Nell'amante il suo signor!) (parte dalla stanza) "'I
E nol sapendo, la burla stessa Coro (chi l'avrebbe mai predetto (tra loro ridendo)
Ei più ridicola così rendè. Divien saggio nell'amor!)
Salimmo ... e rapidi la giovinetta, ':"1
ci venne fatto quindi asportar. ..
Quand'ci s'accorse della vendetta Scena 111

Ve.
Restò scornato ad imprecar.
Ah ben ridicola è 1'avventura! (alzandosi) Nevers, Cbalais, Quercy, Caualieri, poi Rigo letto ch'entra smaniante e sospettoso.
'"I
Ma certi siete? ...
Tutti Dubbio non v'ha. Ne. Povero Rigoletto! ...
Ve Troppo gli deste crudel tortura ... Coro Ei vien, silenzio.
"I
Tutti Ei pur ci morde senza pietà. Ri. (entra dal mezzo)
Ve. (Dessa è 1'amata giovanesrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Tutti Buon giorno Rigoletto,
li cui leggiadro viso Ri. (Han tutti fatto il colpol)

"I
Parche le grazie infiorino Ch. Ch'hai di nuovo?
Di tutto illor sorriso! ... Dì su?
Oh mia colomba candida Ri. Che dell'usato
Non sarai tolta a me!

il
Voi più noioso siete.
Merti uri'arnor più nobile Tutti Ah! ah! ah!
Degna tu sei d'un rel) Ri. (Dove 1'avran nascosta?) (inquieto guardando ovunque)
Ma dove traeste la bella rapita? Tutti (Guardate com'è inquietol )
Tutti È qui. Ri. Son felice (a Nevers ironico)
Ve. Dite il vero? Che nulla a voi nuocesse ":1
Tutti Confusa atterrita L'aria di questa notte!
Gridando tentava fuggirei di mano. Ne. Questa notte! ... "

Ve.' Piangeva! ... gridava! ... Ri. Sì ... Oh fu il bel colpo! ...
Tutti Ma tutto fu vano. Ne. S'ho dormito sempre!
Ve. Ov'è? Ri Ah voi dormiste! ... avrò dunque sognato ...
Tutti Con Giovanna fuggita è colà. (indicando una stanza) (va intorno cercando e trova sulla tavola un fazzoletto, di cui esamina la cifra) "~I
Ve Sta bene. (pensoso) Tutti (Ve' come tutto osserva! ... )
Tutti Che pensi? Ri. (Non è il suo.) (lo getta)
Ve.utsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Illesa anderà.
(Grazie, o sorte, del tuo dono
Dorme il Duca tuttor? "{
Tutti Sì dorme ancora.

'(
166 Un caso di censura.Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 167

Ri. La giovin che sta notte . Gio. Signor! ...


Al mio tetto rapiste ... Ov' è? Ri. Mia Gilda! (soffocato dal pianto e mescendo alle
Tutti Deliri? lacrime il riso)
Ri. Oh la saprò riprendere ... Ella è qui ... Signori, dessa è tutta
Tutti Se 1'amante perdesti la ricerca La mia famiglia ... Non temer di nulla,
,
Altrove ... Angelo mio ... fu scherzo, non è vero? (aiEDCBA
Cau)

Ri. lo va' mia figlia ... lo che pur piansi or rido ... E tu a che piangi? ..
Tutti (La sua figlia!!) (sorpresi) · Gi. (nascondendo la testa nel seno del padre)
Ri. Sì, la mia figlia ... D'una tal vittoria , Ah di dolor io piango! ...
~ .

Chè adesso non ridete? ... Ri. Ciel! Che dici?


(va di corsa verso una porta, e 11' è impedito dai Cau.) Gi. Sì, di duolo e d'amar, ve lo confesso ...
Ella è qui ... la vogl'io ... me la rendete ... Ri. (ai Cavalieri con imperioso modo)
Alme indegne, vil razza dannata Ite di qua voi tutti,
Per qual prezzo rapiste il mio bene? E se Vendome d'appressarsi osasse,
A voi nulla per l'oro sconviene ... Voi che gli siete amici,
Ma mia figlia è impagabil tesoro Che non entri gli dite, e ch'io ci sono.
La rendete, o se pur disarmata (si abbandona sul seggiolone seco traendo Gilda)
Questa rnan per voi fora cruenta ... Tutti (Co' fanciulli e co' dementi
Nulla in terra più l'uomo paventa Spesso giova il simular.
Se dei figli difende 1'onor. Partiam pur, ma quel ch'ei tenti
Quella porta, crudeli m'aprite ... Non lasciamo d'osservar.)
(si getta con più impeto sulla porta che gli è pure vietata. Egli lotta al- (escono dal mezzo, e Giovanna, ad un cenno di Rig., li segue.)
quanto, poi torna ansante sul davanti della scena)
Al1 voi tutti a me contro venite! ... (commosso piange)
Ebben ... piango ... Nevers, buon signore, S cena V
Tu ch'hai l'a1ma gentil come il care,
Dimmi tu, dove l'hanno nascosta? UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Gilda e Rigoletto.
E ' l 'a.
; : > ... E ' ;vero
:> .... tu taci '1 .... pere h'?
e
Miei signori ... Ah perdono, pietate ... Ri. Parla ... siam soli ...
A un meschino la figlia ridate . Gi. (O ciel darnmi coraggio!)
Il ridarla a voi nulla ora costa . Tutte le feste al tempio
Tutto al mondo è tal figlia per me. Mentre pregava Iddio,
Bello e fatale ... un giovane
S'offerse al guardo mio ...
S cena IV Se i labbri nostri tacquero
Dagli occhi il COl' parlò ...
Detti Gzlda e Giovanna ch' escono dalla stanza dove entrar volea Rigoletto. Furtivo in fra le tenebre
Sol jeri a me giungeva ...
Gi. Padre 1 .•. (si getta nelÙ braccia di Ri.) Sono studente, povero,
168 utsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Un caso di censura. Il Rigoletto Il duca di Vendome 169 zyxwvutsrqponmlkjihg

Commosso mi diceva, Scena VII ""I


E con ardente palpito
Amar mi protestò. Cilda e Rigoletto ,",[
Partì ... il mio care aprivasi
A speme più gradita ... Ri Prence indegno schiuda Iddio
Quando improvvisi entravano Quel sepolcro che t'aspetta,
Colar che mi han rapita,
,1'\
E del mondo la vendetta
E a forza qui m'addussero Questo verme compirà.
N eli' ansia più crudel ... Gi. (Non udirlo, no, gran Dio,
Ri. Non più, non più, mio angelo! ... Ei noI merta, e 1'ama ancora '''1
(Tu piangi ... avverso ciel! ... Questa misera che implora
Ah per me salle lagrime Pel suo ben la tua pietà!) (esco n dal mezzo)
A te chiedeva, o Dio! ...
';,:\
Ch'ella potesse ascendere
Quanto caduto er'io! ... Fine dell'atto Il
Lieta, onorata, splendida ";\
La figlia mia volea! ...
Ma tutto mi togliea
Atto 111
Quest'ora di dolori)
Piangi, fanciulla, e scorrere
Una deserta sponda della Senna. A sinistra dello spettatore è una casa mezzo diroc-
'I
Fa il pianto sul mio coro
Gi. Padre in voi parla un'angelo cata in due piani; quello terreno rappresenta una osteria; il superiore, a cui si ascen-

Per me consolatori (pausa rinzangono abbracciati) de per una scala, mostra un granaio con un lettuccio. Ciò si vedrà dalla fronte che sarà "I
Ri. Compiuto pur quanto a fare mi resta aperta allo spettatore. Nella facciata che dà sulla strada è una porta che si apre per di

Lasciare potremo Parigi funesta. dentro; di fianco alla detta porta il muro è si sfasciato che dalle fessure si può facil-
Gi. Si? mente scorgere quanto accade nell'interno. <. .. > Dietro alla casa scorre la Senna.
"l
Ri. Ed ore men tristi t'aspettan con me ..srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

Scena I
"\
Scena VI Rigoletto, seguito da Cilda nella via; Maddalena nell' osteria sta lavorando.

Detti e Saint-Andrè, che preceduto da un Usciere attraversa tra guardie la sala. Ri. (So ch'egli è là ... tentiam l'ultima prova.) (da se indicando l'osteria) "\
E l'ami?
Usc. Or dee alla Bastiglia passar Saint-Andrè. Gi. Sempre.
S.A. Poiché fosti invano da me maledetto, (verso il ritratto del Duca)
Né un fulmine, o un ferro colpiva il tuo petto,
Ri. Pure "I
Tempo a guarirne t'ho lasciato.
Condè sulla terra felice sarai ... Gi. lo l'amo.
Ri. Nò, vecchio t'inganni, un vindice avrai. (S.A. esce dal mezzo) Ri. Povero cor di donna! ... Ei t'ha sprezzata ... "I
Ad altra ei pensa ... ma ne avrai vendetta.

'I
,.

170 j'
Un caso di censura. Il Rigoletto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 171

l
I
Gi. Padre, nol credo. Chi le confida - Mal cauto il cor!
Ri. Se tu certa fossi I Pur mai non sentesi
l Felice appieno
Ch'ei ti tradisse, l'ameresti ancora?
Gi. NoI so, ... ma pur m'adora.
I Chi su quel seno - non liba amori
i

Ri. Egli?
Gi. Sì.
S cena IV
Ri. Ebben osserva dunque ... (la conduce presso lafessura del muro,
ed ella vi guarda.)
Detti Maddalena che ritorna con due bicchieri ed una bottiglia che posa
Gi. Nulla.
sulla tavola. Strappamonile attrauersa gravemente la stanza, saluta Vendome,
Vedo.
ed esce dalla porta che dà sulla strada.
Ri. Per poco attendi. (tuona.)UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA

S.M. È là il vostr'uomo ... viver dee, o morire? (a Rig. a parte)


S cena Il Ri. Più tardi tornerò l'apra a compire.
S.M. (si allontana dietro la casa lungo la Senna.)
Detti e Vendome che dalla sinistra entra nell'osteria in assisa di semplice EDCBA
o ffic ia le .

S cena V
Gi. Ah padre mio!
Ve. Olà recami pronta
Detti meno Strappamonile.
Bella ostessa da ber ...
Ma. Vi servo tosto. (entra alla sinistra)
Ve. Un dì, se ben rammentomi,
O bella, t'incontrai ...
S cena III Mi sorridesti, e rapida
Ti se' involata, il sai
Vendome nell'osteria Gilda e Rigoletto fuori. Or credi che d'allora
Sol te quest'alma adora ...
Ve. Propizio inver m'è il caso, Ma. Ah!ah!. .. con vent'appresso
Inatteso qui giungo e vi ritrovo Le scorda forse adesso? ..
Rifugio contro il nembo e un bel visetto! ... Ha un'aria il signorino
Oh sì bottiglia e amore Da vero vagheggino.
Fan sempre al cavalier battere il core. Ve. Si? .. ah un pazzo san ... (per abbracciarla)
La donna è mobile Ma. Lasciatemi
Qual piuma al vento Che fate?
Muta d'accento - e di pensieri Ve. Ih che fracasso!
Sempre un'amabile, Ma. Sia saggio ...
Leggiadro viso, Ve. E tu sii docile,
In pianto o in riso - è menzognero! Non farmi tanto chiasso ...
È sempre misero Ogni saggezza ha termine
Chi a lei s'affida, Nel vino e nell'amore ...
172 Un casodi censura.Il Rigo/etto zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 173

Qua la tua mano candida? ... (per prenderla) Di tua madre un viril abito avrai ... "'t
Ma. Scherzate voi, signore? Oro prendi e un destriero ...
Ve. Oibò ... E alla volta d'Evrè parti all'istante ... <tI
Ma. Cessate ... Domani il padre ti raggiungerà ..-.-------
Ve. Abbracciarni ... Gi. Or venite ...
Ma. Ebro ... (sempre scbernendosi) Ri. Impossibil ...
Ve.
Ma.
D'amore ardente.
Signor l'indifferente
Gi.
Ri.
Tremo! ...
Va.
'1
Vi piace canzonar. (durante questa scena e la seguente Vendome e Maddalena stanno fra loro par- ,
.,.",
Ve. No, no, ti va'sposar. lando, ridendo, bevendo. Partita Gilda Rigoletto va dietro la casa, e ne ritorna
Ma. Ne voglio la parola. parlando con Strappa monile.)srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Ve. Amabile figliola! ... (ridendo)
Ri Ebben ti basta ancor? (a Gi. che avrà tutto veduto)
Scena VI
': 1
Gi. Spergiuro! Traditor! ...
Ah l'indegno! ... le parla d'amore
Rigoletto e StrappamonileQPONMLKJIHGFEDCBA
f u o r i, Vendome e Maddalena in casa.
Come un giorno parlarmi l 'ho udito!
Infelice mio core tradito
'I
Per l'angoscia ti sento scopiar, Ri. Venti scudi hai tu detto? .. Ecco~e dieci ... (gli dà una borsa)
Ei qui rimane? ..
Perché mai, troppo credulo care,
Quell'ingrato dovevi tu amar! S.M. Oh sì. "I
Ri. Taci, taci, il tuo pianto non vale, Ri. Alla mezzanotte.
Ritornerò.
Sei del suo tradimento or secura. "
Di punirlo a me lascia la cura,
S.M. Non cale ... io solo basta "I
Nella Senna a gittarlo.
Lascia a me la vendetta affrettar.
Ri. No, no, il va' far io stesso.
Noi l'avrem piena, pronta fatale,
S.M. Sia ... li suo nome?
lo dovunque il saprò fulminar.
Ri. Vuoi sapere il mio pur? .. ti do ragione;
Ve. Di' che m'ami, mi rendi beato ...
Trova unloco per me nel tuo care ... Ei si chiama Delitto, io Punizione.
"
(parte. Nuovamente tuona e cresce il buio)
Ah se bella tu sei come un fiore,
Ne va il dolce qual ape libar.
Più di tutti sarò fortunato, Scena VII
Se per me ti vedrò palpitar. "l
Ma. Ah ah rider mi fanno di care Detti meno Rigoletto
Tai follie che vi costan sì poco ... ."
1!;.,

Non san pazza né credo a tal gioco, S.M. La tempesta è vicina! ... molto bene! ...
Che so ben che vi piace burlar! Più scura fia la notte.
Sono avvezza garbato signore, Ve. Maddalena ... (per abbrac.)
A vedermi d'intorno scherzar.
Ri. M'odi ... in mia casa torna ... nella stanza (a Gilda)
Ma. Silenzio ... mio fratello "1
Viene ...

"l
174 Un caso di censura.Il Rigoletto UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di Vendome 175

Ve. Che importa? .. (tuona) Al1 più non ragiono!


Ma. Tuona? .. Amar mi trascina! ... mio padreperdono ... (tuoni)
S.M. E pioverà tra poco. (entrando in casa) Qual notte d'orrore! . e , Gran Dio, che accadrà!
Tanto meglio ... (frattanto sarà discesa e avrà posato la spada sulla tauola.)
Ven. lo qui mi tratterrò ... tu dormirai Fratello?
In cantina, oppur qui, come vorrai ... Chi parla? (appressandosi alla fessura)
S.M. Oh grazie. Al diavol ten va. (a Mad.)
Ma. (Al1no, partite) (piano a Ven) Somiglia un Apollo quel giovine ... io l'amo.EDCBA
( a s .M .)

Ve. (Con tal tempol) (piano a Mad) Ei m'ama ... riposi ... né più l'uccidiamo.
S.M. (Or dieci scudi d'oro, ed altrettanti (piano a Mad.) Oh cielo!
Verranno a mezzanotte) San felice (a Vendome) Va, cerca un macigno.
D'offrirvi la mia stanza se a voi piace Perché?
Tosto a vederla andiamo (prende la lucerna, e si avvia per la scala) Con esso il tuo Apollo sgozzato da me
Ve. Ebben, sono con te ... presto vediamo ... (stringe la mano di Mad. e se- Gettar dovrò in Senna ...
gueS.M.) L'inferno qui vedo! ...
Ma. (Povero giovin! ... grazioso tanto! ... (tuona) Fratel, t'obbedisco, ma senti ... io credo
Dio! ... qual mai notte è questal) Che facil sarebbe serbargli la vita
Ve. (giunto al granaio osservando la finestra senza inuetriate.) Né perder gli scudi ...
Si dorme all' aria aperta! . S.M. Sì?
Bene! ... bene! ... ten va . Ma. Dieci or n'hai,
S.M. Vi guardi Iddio. (scende) Dieci altri dal vecchio più tardi ne avrai;
Ve. (Mi proverò a dormir. .. stanco son' io.) Pareggi sua morte cotesta partita ...
(si stende e addormenta sul letto. Maddalena frattanto, siede presso la tavola, Gi. Mio padre! ...
S.M. termina di vuotar la bottiglia lasciata da Vendome; scoppia il temporale, S.M. Sciagurata! ... un ladro bandito
pioggia dirotta, spessi lampi e tuoni; entrambi rimangono per qualche istante ta- M'estimi tu forse? .. Ei paga ... tradito
citurni, e come preoccupati da grave pensiero) Non voglio chi paga ...
Ma. È aniabile invero cotal giovinotto. Ma. Ah grazia per esso.
S.M. Oh sì ... venti scudi ne avrò di prodotto . S.M.· È d'uopo ch'ei muoia ...
Ma. Sol venti? .. san pochi! valeva di più . Ma. Fuggire il fa adesso ... (va per salire)
S.M. La spada, s'ei dorme, va' portami giù . Gi. Oh buona figliola!

l zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Ma. (sale al granaio, prende la spada, e contemplando il dormente esclama) S.M. Gli scudi perdiamo ... (trottenendola)
Peccato! ... è pur bello! ... Mà. È ver!. ..
S.M. Lascia fare ...
Ma. Salvarlo dobbiamo ...
S cena VIII S.M. Se pria ch'abbia il mezzo la notte toccato
AlcW10 qui giunga, per esso morrà.
Detti e Gilda che comparisce nel fondo della via in costume virile e lentamente Ma. È buia la notte, il ciel troppo irato
si avanza verso la casa, mentre Strappamonile continua a bere. Lluragano Nessuno a quest'ora da qui passerà.
è in tutta la sua violenza. Gi. Oh qual tentazione! ... morir per l'ingrato! ...
178 Un casodi censura.Il Rigoletto UTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Il duca di ì/endome 179

S cena X I o mia Gilda! ... fanciulla, a me rispondi! .


L'assassino mi svela!. .. Olà? .. nessuno? .
Rigoletto, poi Maddalena e Vendome a tempo.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Nesun! ... mia figlia? ...
Gi. Chi mi chiama?
Ri. Egli è là! ... morto! ... oh sì. .. vorrei vederlo! ... R.i. Ella parla! ... si muove! ... è viva! ... o Dio! ...
Ma che importa! ... È ben desso! ... O mio ben solo in terra,
Ora mi guarda, o mondo! ... Mi guarda ... mi conosci ...
Questi è lU1 buffone! ... Wl duca è questo ... e quale! Gi. Ah padre mio! ...
Qual mai ... fra tutti il primo ... Ri. Qual mistero? Che fu? .. sei tu ferita? ..
Prode in battaglia ed in amar felice ... Gi. L'acciar qui mi piagò ... (indicando il care)
A lui per esser nume Rì. Chi t'ha colpita?
D'eternitade il dono Gi. V'ho ingannato colpevolefui ...
Solamente mancava e il ciel per trono! L'amai troppo ora muoio per lui! ...
O innocente mia figlia sì amata Ri (Dio tremendo ella stessa fu colta
Più d'un serto regal preziosa Dallo stral di mia giusta vendetta! )
Se a me fosti dall' empio involata, Angiol caro, mi guarda ... m'ascolta .
S'ei d'angoscia i tuoi giorni colmò; Parla ... parlami figlia diletta .
Or n'avesti vendetta famosa, Gi. Ah ch'io taccia! a me ... a lui perdonate ...
Ei col sangue il delitto lavò. Benedite alla figlia ... mio padre .
Alla Senna, alla Senna, o abbominato. (correndo dietro la casa) Lassù in cielo ... vicina alla madre
(In questo tempo Maddalena fa quietamente uscire Vendome, che avviandosi per In eterno per voi pre ... gherò ...
l'opposta parte si mette a cantare) Ri. Non morir. .. mio tesoro ... pietate .
Ri. Qual voce! ... (tornando) illusion notturna è questa! ... (ascolta) Mia colomba ... lasciarmi non dei .
No, no! ... egli è desso! ... è desso! ... Se t'involi ... qui sol rimarrei ...
Maledizione! ... Olà dimon bandito (verso la casa) Non morire ... o ch'io teco morrò ...
Chi mai, chi è là in sua vece! Orrore! ... io tremo! ... Gi. Non più non posso perdo ... nate a .. .lui ...
È umano corpo! ... un lume? (picchiando) Mio ... pa dre ... ad dio ... (muore)
Nessuno! un lampo almeno! ... (corre dietro la casa;lampeggia) Ri. Gilda! ... mia Gilda!! ... È morta! ...
Mia figlia! . Ah la maledizione!!!
(strappandosi i capelli cade sul cadavere della figlia e scende la tela')

S c e n a u lt im a
F in e
Rigoletto rientra trascinando la morente Gilda.

R.i. Dio! ... mia figlia! ...


Ah no! ... è impossibil: per Evrè è partita! ...
Fu vision! ... È dessa! (s'inginocchia)

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