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Piero Pagliani

La Bohme. Il profilo melodico della rivoluzione in giacchetta


Pi invecchio, pi mi convinco che La Bohme un capolavoro
e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre pi bello.
Igor Stravinskijj

Loggetto e loccasione.......................................................................................................... 2
Drammaturgia e musica: metropoli, psicosi e melodie bipolari .............................................. 3
La bohme come cenacolo giovanile maschile ......................................................................... 5
Mim, o dellemancipazione femminile nellepoca industriale ................................................ 6
Torsioni. I: aprile il mese pi crudele................................................................................ 10
Torsioni. II: le piccole cose, i grandi amori e i generi .......................................................... 12
Uno stato esistenziale e sociale transitorio .......................................................................... 16
Gli incerti confini della critica artistica al capitalismo .......................................................... 19
Una bohme senza Commune .................................................................................................. 21
Mim: dal Tempo alla Storia ................................................................................................ 24
Le nuove bohme .................................................................................................................. 28
La pi interessante bohme intellettuale del secondo Novecento ........................................... 31
Che cosa accade dopo che Mim morta?........................................................................... 32
Elenco alfabetico dei brani musicali citati e delle tracce relative .......................................... 38
Indice dei nomi, delle opere letterarie, delle opere musicali e dei personaggi ....................... 38

Nella foto: Anna Netrebko, Mim al Festival di Salisburgo 2012

Loggetto e loccasione
Questo articolo idealmente una continuazione del mio Wagnere il velo di Maya del capitalismo
occidentale, pubblicato su Megachip lo scorso anno. Un articolo che ha ottenuto un insperato
successo. Ma non per questo che mi sono impegnato nello scritto che segue. Con lanalisi della
Bohme pucciniana cercher infatti di affrontare altre tematiche politiche e filosofiche - ed
esistenziali, pour cause visto il tema - che ritengo importanti per capire la crisi materiale e ideale
che stiamo attraversando. Come il Wagner, anche questo scritto, nonostante le apparenze, che
non vorrei che passassero per pretese, non dunque uno studio musicologico, n letterario. E
una riflessione politico-filosofica, lunico ambito oltre la logica matematica dove ogni tanto
riesco a cavare qualche ragno dal buco.
Iniziamo1.
Ho sempre visto La Bohme di Puccini con piacere, ma lho a lungo sottostimata, pur intuendo
che cera della grande musica, che per trovavo frammentata e nascosta allinterno delle sue
belle melodie. Non era tanto uno snobismo da critico navigato, ch critico musicale non lo sono
affatto, n musicologo, ma il mio atteggiamento derivava da unostinata passione per Wagner
che metteva in secondo piano molte cose.
I critici (professionisti) ostili a Puccini invece si sono solitamente dovuti destreggiare tra molti
ostacoli per non riconoscere - in scienza se non in coscienza - la grandezza di questopera.
una bella storia? Si, daccordo. Ma ce ne sono tante.
E drammaturgicamente perfetta? S, per che uomo di teatro era Verdi!
Ha melodie di straordinaria bellezza? Vabb, ma da sole non bastano.
Ha unorchestrazione magistrale? Boh! S. Ma. Un po minimalista. Bella per carit.
La sua partitura possiede soluzioni armoniche molto raffinate? Certo, c una gran tecnicai.
Certo. Certo. Ognuno di questi ingredienti da solo non basta. Ma tutti insieme?
Dopo la prima rappresentazione al Regio di Torino, nel 1896, il critico della Gazzetta Piemontese
(progenitrice de La Stampa) scrisse che Bohme non aveva di certo lasciato molte impressioni
nellorecchio degli spettatori, ma nemmeno le avrebbe lasciate nella storia dellopera. Mai
previsione fu pi sballata! La Bohme ad esempio lopera di gran lunga pi rappresentata al
Metropolitan di New York e la terza assoluta nel mondo (dopo Traviata e Carmen).
Proprio un critico newyorkese ha condensato le difficolt di Bohme affermando che lopera si
porta dietro una sorta di peccato originale: essere diventata un successo universale prima che i
critici glielo consentissero.
Unopera dunque di bellezza appariscente e di grandezza nascosta, almeno ai miei occhi finora.
A spingermi a riflettere su Bohme e a vedere se era possibile congiungerne bellezza e grandezza,
unoccasione specifica: lannuncio della sua trasmissione in vari cinema del mondo dal Covent
Garden di Londra, con protagonisti Anna Netrebko e Joseph Calleja, il 10 giugno del 2015.
Il grande soprano russo gia stata Mim in varie produzioni, come ad esempio quella del
Metropolitan del 2010 con lacclamata regia di Zeffirelli o quella controversa del Festival di
Salisburgo del 2012, per la direzione del nostro Daniele Gatti, in un allestimento in chiave
moderna che ha fatto discutere (ma per me era pertinente, e il perch, che ci riguarda
socialmente da vicino, lo vedremo pi in l). Infine Anna Netrebko stata una stupenda e
struggente Mim in un magnifico film, assieme al tenore messicano Rolando Villazn,
felicemente a suo agio nel ruolo di Rodolfo. E proprio a questo film, che si pu vedere su
Youtube, faremo riferimento dora in avanti nel nostro viaggio musicale2.
Le note di carattere pi tecnico sono in chiusura e numerate con numeri romani. A pi di pagina,
numerate con numeri arabi, sono state mantenute solo quelle che servono a chiarire o arricchire il tema pi
generale dello studio.
2 Lindirizzo www.youtube.com/watch?v=nPW0xP4zStI. Nel corso dellarticolo faremo riferimento ad altre due
composizioni di Puccini. La prima Sole e amore, nellinterpretazione di Placido Domingo,
www.youtube.com/watch?v=g0gtML_dDPc. La seconda il Capriccio sinfonico, diretto da Riccardo Muti,
1

Anna Netrebko un nome che fa dividere la critica. C chi la ritiene molto brava e chi la
ritiene troppo bella. Pare che per qualcuno le due cose non possano andare daccordo. Mah!
Chiss perch. Adesso sta creando anche divisioni politiche, dopo che ha donato un milione di
rubli al Teatro dellOpera di Donetsk, la martoriata citt del Donbass pesantemente bombardata
dallesercito di Kiev. Pur vivendo da alcuni anni a Vienna, la Netrebko si sempre dichiarata
russa dalla testa ai piedi e in molti gliela vogliono fare pagare, promuovendo contro di lei varie
forme di boicottaggio, o embargo3.
Cos vanno oggi le cose in Europa e nel mondo.
Drammaturgia e musica: metropoli, psicosi e melodie bipolari
Drammaturgia e musica nelle opere, e specialmente in unopera come La Bohme, procedono di
pari passo. Questo nonostante linsistenza di Puccini per la priorit che doveva essere accordata
alla musica durante la creazione di unopera. E noto che mentre Illica e Giacosa erano intenti a
preparare il libretto del secondo quadro, quello col famoso valzer di Musetta, Puccini scrisse a
Giacosa che le parole dovevano avere il ritmo Coccoric, coccoric bistecca, perch cos voleva la
musica. Giacosa ubbid e nacque il celeberrimo incipit Quando men vo, quando men vo solettaii.
Ma il perfetto melange in Bohme di musica e parole, di musica e dramma, accennato nei suoi
punti salienti con grande chiarezza in una breve magistrale lezione di Antonio Rostagno,
docente di Musicologia alla Sapienza di Roma e grande esperto di melodramma4. Vi invito ad
ascoltare questi venti minuti e a tenere a mente quanto detto sulle fiammate melodiche che si
aprono allimprovviso e si chiudono subito. E un punto centrale, che molto ha influito sulla mia
riflessione. Una riflessione che ha dovuto fare i conti con le mie limitate conoscenze musicali.
Tuttavia in questo caso lignoranza pu essere stata di vantaggio: non potendo discettare di
significati e collegamenti a base di accordi di settima di prima, seconda o altra specie, quinte
parallele nascoste, linee di basso che funzionano anche come melodia e altre tecnicalit musicali,
per le quali rimando alle ottime analisi citate nel testo, sono stato costretto a limitarmi alle cose
che appaiono pi evidenti sia allascolto che nella partitura, le cose udibili da tutti senza sforzo.
Con ci ho buone probabilit sia di essere pi seguito sia di evitare le sovra-interpretazioni.
La Bohme stata tratta da un lavoro di Henry Murger, Scnes de la vie de bohme, che a sua volta
era lespansione in forma di romanzo di una pice teatrale intitolata La Vie de bohmeiii. Se non in
pochi punti del finale, Giacomo Puccini e i suoi librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, si
basarono sul romanzo o su libere invenzioni (il secondo e specialmente il terzo quadro).
Ricordo questa origine, del tutto nota agli studiosi, solo per mettere in chiaro che non parler
della bohme di Murger ma di quella di Puccini. Cercheremo ad esempio di capire chi la Mim
dellopera e non la Mademoiselle Mim del romanzo, che sono caratteri anche molto distanti.
Qualche volta faremo brevi incursioni nel lavoro di Murger e in altri che parlano di
quellambiente, solo per qualche indicazione o qualche verifica. Una scelta che pu apparire
strana visto il proposito di questo scritto, perch nelle Scnes il sottofondo sociale senza
paragoni pi esplicito che nellopera di Puccini, cos come sono ben poco idealizzati i
personaggi. Come vedremo, Puccini, Illica e Giacosa si dedicarono infatti a unoperazione di
meticolosa distillazione degli elementi sociali e politici presenti nelloriginale per offrire un
affresco poetico e neutrale di un mondo particolare. Ma il bello, se cos posso dire, proprio
questo. Forse la cosa principale che spero di essere riuscito a dimostrare, che nonostante
www.youtube.com/watch?v=DUodleoEdoE. I brani citati sono riportati in una tabella finale assieme alle tracce nel
formato ore:minuti:secondi. Se si collegati in rete si pu utilizzare il link al punto esatto delle relative pagine di
Youtube., sia a partire dalle tracce listate nella tabella sia a partire dalle citazioni nel testo. Come si vedr, ho
largamente privilegiato lascolto degli esempi musicali rispetto alla loro riproduzione sul pentagramma.
3 Nel giugno dellanno venturo, Anna Netrebko sar Elsa von Brabant nel Lohengrin di Wagner, diretto da
Christian Thielemann a Dresda. Sold out con 18 mesi di anticipo! Essendo il suo debutto wagneriano assoluto,
tutto il mondo musicale che conta arriver in massa a Dresda per attenderla al varco. E sicuramente in molti
cercheranno di impallinarla, anche per motivi politici. Forza Anna!
4 www.youtube.com/watch?v=uLSjzcn_aZk

questo sforzo di occultamento gli elementi sociali costitutivi della bohme tornano a galla. E la
cosa sorprendente che riemergono innanzitutto grazie al personaggio pi idealizzato e poetico
di tutti: Mim. Una figura femminile apparentemente semplice, ma in realt tra le pi complete,
credibili e belle di tutta lopera lirica. Non solo, si vedr anche, almeno spero, che proprio quello
sforzo di distillazione da parte degli autori di Bohme permette addirittura di riflettere meglio sul
significato sociale e politico della bohme parigina e di quelle che ne calcarono le orme.
Iniziamo allora cercando di elaborare i motivi della particolare attenzione che Antonio
Rostagno pone su queste fiammate melodiche che appaiono e scompaiono rapidamente.
La prima viene da parte di Rodolfo. Ha appena incontrato Mim e lha trattenuta nella sua
soffitta con una piccola bugia, prendendole e scaldandole la gelida manina. Qui occorre fare
subito un inciso: secondo me lei la bugia lha capita benissimo e la mano lha messa apposta
vicino a quella di Rodolfo. Come vedremo, sempre Mim che ha il ruolo trainante nel loro
rapporto, fino alla fine, e questa una sua caratteristica sociale e di genere. E che andr cos lo si
dovrebbe capire fin da subito, da un particolare talmente palese che spesso passa inosservato:
non Rodolfo a bussare alla porta di Mim, ma il contrario. Bene, ora Rodolfo sta presentando
se stesso alla ragazza e sulle parole Talor dal mio forziere si accende per la prima volta il tema
dellamore. Un tema che verr pi volte ripreso, come c da aspettarsi dato che Bohme una
storia damore tra due giovani.
La seconda, magnifica, fiammata melodica si situa esattamente al centro della presentazione
della ragazza, che si apre col celeberrimo Mi chiamano Mim. Possiamo intitolare il tema di
questa fiammata melodica aprile il mese pi dolce. Ma quando vien lo sgelo, dice Mim dopo
aver parlato della sua cameretta da cui vede i tetti di Parigi, il primo solo mio. Il primo bacio
dellaprile mio e la fiammata si spegne subito, nuovamente sulle parole Il primo sole mio. Una
manciata di secondi. Rostagno sottolinea proprio come in Bohme le aperture melodiche
subentrino dimprovviso, durino pochissimo e si chiudano velocemente. E collega questo
andamento alla psicosi che caratterizza la vita nelle grandi citt che in quel momento si stanno
formando (siamo infatti nel pieno della fase di sviluppo del termocapitalismo industriale
occidentale). Momenti di euforia e di depressione si alternano. Per parafrasare le sue parole, si
potrebbe dire che sono melodie bipolari. E un termine che non so quanto sia corretto, ma
fornisce qualche orientamento. Il concetto di bipolarit sar centrale in questo studio e lo
user in un senso pi ampio di quello strettamente psicoanalitico, per illustrare fenomeni di
separazione-attrazione che occorrono a differenti livelli dellesperire dei personaggi: gli stati
danimo, le cose-affetto e le cose-merci, il valore duso e quello di scambio, la campagna e la
citt, il maschile e il femminile, il mondo delle grisettes e quello dei bohmiens, il lavoro manuale e
quello intellettuale, le diverse strategie di sopravvivenza. Polarit che si intrecciano, si
condizionano, a volte si attenuano a vicenda e a volte si esasperano 5.
Intanto notiamo che queste due fiammate melodiche, che danno il marchio musicale alle due
presentazioni e quindi ai due personaggi, sono complementari e questa complementarit finir
Limportante critico e teorico musicale Heinrich Schenker aveva completamente travisato questo aspetto dei
personaggi di Bohme, che invece centrale. Contrapponendolo alla coerenza dei sentimenti e dei desideri,
seppur non sempre nobili, di personaggi come il conte nelle Nozze di Figaro o Don Giovanni, accusava
Puccini di non essere un musicista serio e di aver preso dal libro di Murger solo la superficiale salacit del materiale.
In modo piuttosto disonesto (Neue Revue, 8/9, 1897). Pi che un giudizio un esempio paradigmatico di pregiudizio e almeno per due motivi. Se si leggono le Scnes di Murger si nota senza fatica che lincoerenza dei
suoi personaggi fa sembrare quella di Rodolfo e soci un comportamento lineare degno di un professore
teutonico. In secondo luogo, le parole sprezzanti di Schenker sono precedute da unasserzione molto
discutibile: Si pu utilizzare la musica solo per ci che o completamente vero o completamente falso. Sono esterrefatto di
fronte a questa logica non solo binaria, senza sfumature, ma monotnica: qualunque cosa succeda si va avanti
allo stesso modo. Una logica tecnicamente pulita ed esteticamente affascinante ma inapplicabile alla vita reale
e che qui dovrebbe addirittura dettare le norme della psicologia dei personaggi di unopera come Bohme.
Proviamo a chiederci se una poesia completamente vera o completamente falsa. Proviamo a chiederci se lo
sono i sentimenti. Chiediamoci se sono sempre uguali a se stessi. Poesia e sentimenti sono come domande,
non sono sottoponibili a criteri di validazione o falsificazione.
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per formare essa stessa una bipolarit. Ed proprio la loro complementarit-bipolarit che
costituisce il motore che far muovere il dramma e gli fornir una logica e una coerenza,
psicologica, drammaturgica, musicale e sociale.
Sono due temi che apparentemente non parlano della stessa cosa: di infatuazioni, quello di
Rodolfo, di stagioni quello di Mim. Solo nel corso del dramma capiremo quanto siano invece
interlacciati ma anche quanto lo siano in modo non lineare e spesso, per lappunto, bipolare o
dissonante. Perch il movimento che questo legame produce, pi che per tesi e antitesi
procede per speranze e successive delusioni che obbligano a rovesciare i dati, a rimettere in
discussione ci che stato e ci che sar. E questo avverr attraverso un mobile rapporto tra
semantica e musica, allinizio segnato dalla concordanza e poi dallopposizione.
Melodie bipolari, dunque, che osservano una logica bipolare che fa procedere la vicenda per
sbalzi dumore dovuti a due condizioni economico-esistenziali particolari quella della bohme e
quella delle grisettes, perch Mim una grisette. Tenete a mente questo termine sociologico che
ha unimportanza fondamentale nel nostro discorso. Ci ritorneremo subito, ma vogliamo prima
sottolineare una cosa.
Infatuazioni, abbiamo detto. Infatuazioni bohmiennes. Vediamo su quali parole si dipana
lapertura melodica di Rodolfo: Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli due ladri: gli occhi belli.
Insomma, Rodolfo sta dicendo a Mim che il suo forziere dartista, che la sua creativit ma
anche il suo cuore, talvolta depredato da una donna. Si sta cio riferendo a storie damore
precedenti. Storie damore forse con attrici, come succedeva, ma pi spesso con grisettes. Questo
rimando a precedenti infatuazioni ci dice che la vicenda tra Rodolfo e Mim da una parte
eccezionale, come lo sono tutte le storie damore, ma dallaltra anche una vicenda socialmente
tipica. Unica perch uniche sono le persone, ma socialmente emblematica nellunire un bohmien
a una grisette. Vicende damore che iniziano facilmente. Rodolfo ha appena accennato a quelle
passate e subito si dimostra disponibile per una nuova avventura: Ventrar con voi pur ora, quei
ladri (cio gli occhi belli) con voi sono di nuovo entrati nel mio forziere. E subito aggiunge Ma
il furto non maccora seguito dalla ripresa del forte motivo dellamore e dalle parole poich vha
preso stanza la speranza, trascinate sullonda della distensione melodica stessa.
Storie appassionate damore che iniziavano facilmente, dunque, ma che avevano uno
svolgimento molto spesso burrascoso. In questo lamore tra Rodolfo e Mim tipico della
bohme. E quasi la fotocopia nel registro della tragedia delle tempeste amorose, vissute nel
registro della commedia, tra Marcello, il pittore che condivide con Rodolfo la soffitta, e Musetta,
che non una grisette, ma una lorette. Un altro termine socialmente connotato.
Dobbiamo quindi addentrarci nellambientazione geografica e sociale della storia. Ma prima
soffermiamoci ancora brevemente su drammaturgia e musica.
La Bohme si apre con una brevissima introduzione. Non ha un preludio. Una scelta che ha un
senso drammaturgico che ritroveremo, ad esempio, nellElektra di Richard Strauss: lo spettatore
fin dalle prime note immesso in medias res, nel mezzo di una vicenda che era gi iniziata dietro
il sipario che ora si apre. Ma mentre le note iniziali di Elektra ricordano una tragedia aristocratica,
lassassinio di Agamennone, e ne preannunciano unaltra alla prima legata, in Bohme lo
spettatore si trova in mezzo a un tran-tran borghesuccio sottolineato da una musica
confusionaria che non impone un centro tonale e descrive il susseguirsi di tante azioni
normali che si svolgono tra cose normali, piccole vicende e piccoli oggetti per piccoli personaggi.
La Bohme tutta fatta di questi ingredientiiv.
La bohme come cenacolo giovanile maschile
Rodolfo, io voglio dirti un mio pensier profondo: ho un freddo cane. Cos allinizio del primo quadro
Marcello scherza, ma non troppo, con Rodolfo. I dialoghi che seguono hanno due
caratteristiche. La prima che sono una presa in giro del linguaggio aulico (e quindi anche di
quello del melodramma, come avverr anche durante il giocoso duello tra gli amici nellultimo
quadro). La seconda che il linguaggio di questi giovani quello dellironia che essi usano per
esorcizzare sia il loro freddo fisico sia il loro freddo sociale, che non la solitudine in un
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popoloso deserto che chiamano Parigi (come diceva Violetta in Traviata), ch la solitudine,
come vedremo, il freddo di Mim non il loro, ma la tarda a venire - se mai ci sar realizzazione dei loro sogni artistici e culturali.
Il freddo, che il protagonista ambientale assoluto di Bohme, qui preso in giro.
Nella sua lezione, Antonio Rostagno afferma che i bohmiens sono molto pi attrezzati di Mim
a sfidare il freddo sociale della metropoli. E una riflessione scabra ed essenziale, ma che dice
almeno il 50% di quello che occorre dire sulla drammaturgia di questopera. Che ci sia vero
infatti lo stiamo vedendo proprio ora, allinizio dellopera, e lo capiremo tra poco: lironia non
una dimensione di Mim, ma solo del gruppo di bohmiens. O meglio, dei bohmiens quando sono
in gruppo: tutti e quattro riconoscono di avere lo stesso coraggio e la medesima speranza, scriveva Henry
Murger nelle Scnes6. E quindi si riconoscono nello stesso spirito ironico di sfida, come si vedr
anche allinizio del tragico quadro finale. E dopo Freud sappiamo che lironia serve a disfare il
rapporto con una realt non sostenibile. Quindi una strategia di sopravvivenza di cui i
bohmiens fanno uso ma che preclusa a Mim, se non in un estremo e struggente momento di
autoironia quando si paragoner alla bellezza non di unaurora ma di un tramonto. Solo una
donna pu essere autoironica su cose serie e drammatiche. Una delle tante lezioni che
implicitamente e senza volerlo questa soave fanciulla impartir ai bohmiens. Siamo per ormai
allultimo quadro. Torniamo al primo.
Per scaldarsi Rodolfo propone di porre rimedio con lardente mio dramma.
Vuoi leggerlo forse? Mi geli, gli risponde ironico Marcello. Ma Rodolfo non vuole leggerlo,
vuole bruciarlo nel caminetto, perch il dramma [a]l secol gran danno minaccia... E Roma in periglio!.
Si va avanti col filosofo Colline che ironizza iperbolicamente Gi dellApocalisse appariscono i segni,
solo perch non gli hanno accettato i libri al Banco dei Pegni e poi vedendo il dramma di
Rodolfo che brucia nel camino commenta: Lo trovo scintillante!. Si continua tra i lazzi degli amici
e lautoironia di Rodolfo (In quellazzurro guizzo languente, sfuma unardente scena damor), finche la
fiamma si consuma e non ci sono pi fogli. Al che gli amici rivolgendosi a Rodolfo intonano
Abbasso, abbasso lautore!.
Abbiamo qui quasi unattualizzazione dellopera buffa rossiniana, coi suoi diamine, questa
bestia di soldato, questo cane di tutore. Ma a ottantanni di distanza lambientazione non ha
pi nulla a che vedere con Rosine, tutori arrapati, e men che meno con conti dAlmaviva sotto il
falso nome di Lindoro. Anzi, lunico Alcindoro che c in Bohme, lanziano amante protettore di
Musetta, far una grama figura al caff Momus, nel secondo quadro, come il dottor Bartolo nel
Barbiere. Qui, nel primo quadro, vediamo invece bohmiens che stanno scherzando tra loro sul
fatto di essere spiantati e incompresi nelle loro aspirazioni e nelle loro capacit. Artistoidi e
studenti con la sindrome dellonnipotenza e quindi sbalzati tra speranze e delusioni.7 Ma anche
persone che fanno veramente fatica a campare. Per la parola miseria salter fuori solo nel
quadro finale, quando si renderanno conto che non hanno nulla per aiutare la malatissima Mim:
Nulla! Ah! miseria! dir Marcello sconsolato a Musetta8. La tragedia di Mim sar per i bohmiens
lo specchio del loro fallimento. Di che tipo di fallimento si tratti lo vedremo in seguito. E
avremo delle sorprese poco romantiche.
Mim, o dellemancipazione femminile nellepoca industriale
Mim una grisette, una figura contigua alla bohme ma che non identificabile con essa. Le grisettes
che popolano Parigi in quellepoca sono giovani e giovanissime donne, spesso appena inurbate
Se non diversamente specificato, le traduzioni dei testi citati sono mie.
Si noti che in questo periodo, dopo il riordinamento delle facolt da parte di Napoleone I nel 1806, il
sistema di istruzione universitaria francese era in piena espansione. La Sorbona (Scienze, Lettere, Teologia),
sulla Rive Gauche, rivaleggiava con le nuove Grande coles (politecnici) che nascevano su impulso dello
sviluppo capitalistico.
8 Qui mi viene prepotentemente in mente quel Karl Marx che non aveva nulla per poter comprare le
medicine per i suoi figli: non unesagerazione la mia insistenza nel considerare Marx un bohmien sui generis.
Fatto importante, come ho cercato di spiegare in Wagner.
6
7

dalla campagna. Il termine che le definisce viene dal colore della stoffa di poco conto con cui
erano fatti i loro abiti da lavoro, perch fanno parte della classe lavoratrice. Sono fioraie o
sartine, nei laboratori o a domicilio (a tela o a seta ricamo in casa e fuori), oppure commesse, a
volte nei grands magasins che allepoca stanno nascendo. Quindi sono pienamente inserite nel
ciclo dellindustria tessile urbana.
Vivono talvolta con una parente, come la madre, ma solitamente sono indipendenti (Vivo sola,
soletta) e a volte mandano soldi a casa, alla famiglia lontana dalla quale si sono emancipate, non
solo in senso sociale ed economico, ma anche morale e di costumi: Non vado sempre a messa, ma
prego assai il Signor, confessa Mim. Pur devota si sta staccando dalle convenzioni religiose, cosa
allepoca vista molto male. In parole povere, le grisettes costituiscono la prima avanguardia
dellemancipazione femminile consentita dal lavoro nellepoca industriale e quindi, come
vedremo, subiscono le gravi contraddizioni implicate da questo ruolo di rompighiaccio. Tra le
altre cose, attorno a loro gira una leggenda di ragazze facili che ha valicato anche i confini
della Francia. Ma quanto c di vero in questa leggenda? Dire grisette un po come dire operaia o
piccola impiegata di nuova immigrazione. Sono ragazze facili? Cosa significa facili?
Per iniziare a rispondere cerchiamo di capire cosa vuol dire Mim con la sua autodescrizione
Vivo sola soletta. A noi sta dicendo che la sua vita quella di una classica grisette. E questo lo
abbiamo capito. Ma a Rodolfo cosa sta dicendo? Lo sta informando che in quel momento non
sta con nessuno, libera. Anche Rodolfo lo aveva fatto capire con la faccenda del forziere e
degli occhi belli, ma da par suo, arzigogolando poeticamente sulle metafore. Infatti un bohmien
e, come se non bastasse, un letterato. Mim diretta, va al sodo, con dolcezza ma senza
fronzoli. Infatti una grisette. Non solo: Mim una donna.
Beh, qualcuno potrebbe commentare, un po sfacciata questa ventiduenne con le sue
iniziative nei confronti dellaltro sesso, almeno per lepoca. Ma cosa vuol dire sfacciata? Dire
sfacciata a una grisette po come dire a un minatore che tutto sporco. In s una scemenza.
Certo, i borghesi sono anche capaci di farlo. Anzi lo fanno spesso per sottolineare quanto loro e
le loro mogli siano invece dabbene e puliti. Perch invece non possiamo accettare questi
superficiali giudizi? Proviamo a pensare. Siamo alla vigilia di Natale e sappiamo benissimo che
chi solo, a Natale molto solo. E le grisettes arrivano nella citt come aspirate dallo sviluppo
capitalistico da un altro ambiente. Devono ricostruire lo spazio di sociabilit che hanno perduto.
In pi lo devono ricostruire in una metropoli che le relega al suo margine sociale mentre
incrementa a ritmo accelerato le proprie dimensioni fisiche e demografiche.
Provate a leggere La ragazza Carla di Elio Pagliarani.
Carla una grisette del miracolo economico italiano del dopoguerra. Ha molte caratteristiche
esistenziali e psicologiche che laccostano a Mim. Il poemetto dedicato a una giovanissima
impiegata tanto poco allenata alle domeniche cittadine che, spesso, il sabato, si prende un sonnifero,
opportunamente dosato, che la faccia dormire fino al luned:
Carla Dondi fu Ambrogio di anni
diciassette primo impiego stenodattilo
allombra del Duomo
[]

Si pu dire benissimo Esco


a prendere una boccata daria ma anche a questo
a non affogare per strada di domenica da soli
ci vuole temperanza ed abitudine. 9

Non altro che il freddo sociale di cui parla Antonio Rostagno. Ma proprio queste
somiglianze per contrasto ci fanno capire che sarebbe una forzatura pensare di trovare nella
seconda met del Novecento o addirittura oggi un tessuto sociale paragonabile a quello della
bohme dellOttocento. E infatti una forzatura quella descritta dal musical Rent di Jonathan
Larson, dove Mim una ballerina con lAids, Roger (Rodolfo) un cantautore positivo allAids,
Mark (Marcello) un regista indipendente, Maureen (Musetta) unattrice bisessuale, Schunard
(Schaunard) una drag queen con lAids e infine Collins (Colline) un professore gay con lAids
innamorato di Schunard. No, non va. C un affollamento, una grande ridondanza di
politicamente corretto a stelle e strisce che fa sembrare Rent uninvoluzione buonista della
9

Le citazioni sono da Elio Pagliarani, La ragazza Carla, Garzanti, Milano, 2006.

cervellotica Bohme del 1984 allo Sferisterio di Macerata dove il grande regista maledetto Ken
Russell faceva morire Mim di overdose. Non ci siamo. A parte la vicenda personale di Jonathan
Larson, che invero molto Bohemian, pensare che quella sia la moderna bohme una pretesa
radical-chic. I veri bohmiens di oggi, o meglio i para-bohmiens della societ cosiddetta postindustriale (leggi: orrendamente e mefistofelicamente finanziarizzata) che divora la classe
media, sono quelli messi in scena nella produzione del Festival di Salisburgo alla quale avevamo
accennato, dove Rodolfo uno sceneggiatore che non riesce a sfondare e vive scribacchiando su
riviste di settore, Marcello un artista mancato costretto a fare il grafico pubblicitario e Mim
una depressa di cui si sa poco e assume psicofarmaci (bipolarit allo stato puro e si pensi ai
sonniferi della ragazza Carla).
I loro immediati predecessori sono quindi i lavoratori di basso livello annegati nelle fabbriche
o negli uffici della societ pienamente industriale, anello che sociologicamente congiunge i
bohmiens e le grisettes della societ ottocentesca in montante industrializzazione ai para-bohmiens
della societ post-industriale (ovvero in crisi sistemica). Detto in altri termini un uomo o una
donna bicentenari sarebbero stati prima bohmiens o grisettes, poi travet, infine para-bohmiens, cio
giovani istruiti disoccupati o sottoccupati. Non sono collegamenti lineari, ovviamente, ma che
passano attraverso le torsioni applicate dalle trasformazioni economiche e sociali, come
cercheremo di vedere pi in l. NellOttocento le semi-proletarie grisettes non se la intendevano
col proletariato di fabbrica, ma coi bohmiens, che costituivano unaltra figura sociale.
Probabilmente perch facevano parte dello stesso tessuto urbano. Oggi nella figura dei parabohmiens convergono invece sia quelli che nellOttocento sarebbero stati bohmiens in senso
stretto sia chi nel Novecento avrebbe costituito il proletariato e il ceto impiegatizio di fabbrica.
Torniamo a Parigi. Le grisettes abitano nel Quartiere Latino, come i bohmiens, banalmente per lo
stesso motivo: perch l gli affitti sono pi abbordabili. Spesso sono sgraziate, non curano il
proprio aspetto. Potremmo dire, con Gozzano, che non di rado sono quasi brutte, prive di
lusinga, come la Signorina Felicita. O meglio, c una gran differenza tra una bella ragazza e una bella
grisette10. Ma questo conta poco, perch con la bohme hanno un rapporto stretto, ne sono parte
integrante, ma non integrata, come invece alcune letture vogliono suggerire. E ci importante
nel nostro discorso. Per sopravvivere la grisette accetta non di rado doni da ammiratori
facoltosi, chiamati amant mtallique, uomini di ceto pi alto del loro (e per i quali sono ragazze
facili) e di quello dei loro amici e amant de coeur della bohme (per i quali sono ragazze da amare). E
il loro cuore infatti l. In questo Mim, come vedremo, non eccezionale. E per questo che
sono facili? O sono soggette a una vita bipolare sia materialmente che sentimentalmente?
Le grisettes, poi, sono immerse nella bohme anche culturalmente. Vengono dalla campagna ma
con la mente aperta, lavorano sodo ma sono curiose. Dio le benedica! La grisette a volte posa per
i pittori, ma solo per quelli che ritiene geniali. A volte recita i versi del suo poeta. La sua vita
programmaticamente bipolare, non perch lo voglia, ma perch non pu far altro. Perch le
regole della vita sono imposte da fuori. E una vita scissa tra due grammatiche contrapposte, la
dipendenza per sopravvivere e lindipendenza esistenziale, tra amori simulati e amori veri.
Eppure la sua meta finale proprio lamore metallico, quello che le dar sicurezza.
Cest la vie (ou la mort)11.
Alfred de Musset, Mademoiselle Mim Pinson, Arvensa ditions, 2014, pag. 11. Erano unaltra frode romantica
Avevano mani grosse erano sproporzionate, non erano trionfanti, non erano aggraziate. (Mark Twain, Innocents
Abroad, The American Publishing Company, 1869, reperibile online al Project Gutenberg). Ma forse una
grisette potrebbe essere descritta anche cos: un visino sentimentale composto: da un tupp di capelli biondi o neri; una
fronte leggermente convessa, sotto la quale splendono due occhi pi furbi che grandi, pi tenuti in freno che per natura modesti;da
un nasino schietto con due narici rosee, aperte, palpitanti - non di attualit - che si direbbe fiutino lamore, e spirino la volutt; e
finalmente da una bocca con due labbra dun color pi vivo di quello dun midollone di cocomero venduto alla prova. Cos la
Gigia, una grisette la cui storia a Milano comunissima quando ormai a Parigi ma anche a Torino, morta lultima
grisette, inverosimile (Cletto Arrighi, La Scapigliatura e il 6 febbraio, cap. VIII, Ellera Edizioni, 2013).
11 Jenny a t si utile lart!. Jules Janin suggerisce la figura della grisette modella in Jenny la Bouquetire del 1831,
ripreso in La grisette (entrambi reperibili a www.bmlisieux.com/curiosa/janin09.htm). Questa tesi viene in parte
sostenuta anche da Marie Lathers in Bodies of Art, French Literary Realism, and the Artists Model (University of
10

Musetta invece una sorta di grisette a uno stadio superiore. Infatti una lorette. Le due figure
non avevano sempre le stesse origini sociali, anche se una grisette poteva diventare una lorette. Al
contrario di una grisette, una lorette godeva di una rete protettiva di amicizie (si pensi
allindignazione corale quando Violetta viene insultata da Alfredo alla festa di Flora alla fine del
secondo atto di Traviata). Musetta ha un appartamento non sulla proletaria Rive Gauche, bens
sulla borghese Rive Droite (dove appunto c la chiesa di Notre-Dame-de-Lorette) ed
mantenuta da un uomo anziano, anche se, come tutte le lorette, rifiuta di legarsi a lui. Quando nel
secondo quadro al caff Momus rivedr il suo ex, Marcello, si liberer del vecchio con uno
stratagemma e ritorner nelle braccia del pittore spiantato che ama. Ma larmonia tra i due
durer poco. Da brava lorette lei gli ribadir: Io detesto quegli amanti che la fanno da mariti.
La letteratura ci parla dei rapporti intensi, brevi e tumultuosi che si consumavano al Quartiere
Latino. Qualche volta, ovviamente, prendevano anche una piega casalinga, ma non era la
regola nei rapporti tra individui scissi da una vita gaia e terribile (Murger) che sapevano essere
transitoria, per i maschi in una direzione e per le donne in unaltra.
Per le ragazze Carla, le grisette-travet dellepoca industriale matura, i rapporti con laltro sesso
sono altrettanto difficoltosi, ma in questo caso perch non preparati, perch sbucano
allimprovviso dal freddo sociale inattesi e spaventosamente privi di senso, come quando il
compagno delle serali che laccompagna a casa, le mette improvvisamente le mani addosso sopra
il ponte sulla ferrovia. E Carla fugge:
forse il fischio e nebbia o il disperato
stridere di ferrame o il tuo cuore sorpreso, spaventato
il cuore impreparato, per esempio, a due mani
che piombano sul petto

Solo pudore non che la fa andare


fuggitiva nei boschi di cemento
o il contagio spinoso della mano.

Siamo lontani dalla amoralit delle trisavole grisettes di Parigi. Eppure, questa ipermoralit ne
forse la trasposizione nellepoca della tumultuosa rinascita industriale che crea un limbo di
valori, sospesi tra quelli certi del passato e quelli non ancora costruiti del futuro. Un limbo pieno
di paure, insicurezze, sensi di colpa. Una condizione preparata da quella della generazione
precedente, quella della terra desolata che ha vissuto un pallido e stanco prolungamento della
amoralit delle grisettes, senza sensi di colpa, ma ormai anche senza pi un senso:
Ed ecco arriva il giovanotto foruncoloso,
Impiegato duna piccola agenzia di locazione, sguardo ardito,
Uno di bassa estrazione a cui la sicurezza
Saddice come un cilindro a un cafone rifatto.
Ora il momento favorevole, come bene indovina,
Il pasto ormai finito, e lei annoiata e stanca,
Lui cerca dimpegnarla alle carezze
Che non sono respinte, anche se non desiderate.
Eccitato e deciso, ecco immediatamente lassale;
Le sue mani esploranti non incontrano difesa;

La sua vanit non pretende che vi sia unintesa, ritiene


Lindifferenza gradita accettazione.
[]
Accorda un bacio finale di protezione,
E brancola verso luscita, trovando le scale non illuminate...
Lei si volta e si guarda allo specchio un momento,
Si rende conto appena che lamante uscito;
Il suo cervello permette che un pensiero solo a met formato
Trascorra: Bene, ora anche questo fatto: lieta che sia finito.

Nebraska Press, Lincoln and London, 2001). Altri per contestano che le grisettes siano state le modelle
preferite dei pittori parigini (si veda Susan Waller, The Invention of the Model: Artists and Models in Paris, 18301870. Ashgate, Aldershot, 2006). E vero che i pittori che si affermavano preferivano utilizzare modelle
professioniste (che si stavano organizzando in agenzie). Tuttavia la modella prediletta di Manet, quella ritratta
in Le Djeuner sur lherbe e in Olympia, Victorine Meurent, veniva dalla classe lavoratrice, anche se poi
diverr essa stessa una pittrice di un certo nome (la sua storia raccontata nel romanzo del 2008 A Woman
with No Clothes on, di V.R. Main). La Mim di Murger per poter vivere, alla fine si era messa a fare la modella.
I resoconti e le inchieste dellepoca ci dicono che le grisettes che non raggiungevano la sicurezza tramite
ununione conveniente, spesso erano destinate a morire prematuramente di malattia (tipicamente la
tubercolosi), a prostituirsi, o a diventare squilibrate (si veda mile de La Bdollire, Le Nouveau Paris, histoire
de ses 20 arrondissements. Gustave Barba, Paris, 1860). Possiamo notare che se La Traviata suggerisce che
Violetta sia malata a causa di una vita dissoluta (si presenta brindando con champagne), in Bohme, Mim
malata per colpa di unesistenza disagiata.

E quanto succede alla dattilografa a casa allora del t, ci dice Eliot, in un piccolo appartamento
pieno di piccole cose, una stufa, barattoli di cibo conservato, biancheria stesa, calze, pantofole,
fascette e camiciole ammucchiate sopra il divano che di notte il suo letto12. Se non chiaro, per
capire cosa hanno a che vedere le sartine dellOttocento con le dattilografe del primo
Novecento, con le stenodattilografe del secondo Novecento e con le ragazze dei call-center del
Duemila o Zerocento finanziarizzato, basta chiederlo ai fantasmi di Monsieur le Capital e Madame
la Terre. Tra le altre cose possiamo chiedergli se sono state e sono ragazze facili (o imbranate).
Giunti a questo punto devo sottolineare, o ammettere, una cosa. La mia lettura si distanzia
dallinterpretazione delle grisettes che viene data da alcuni settori della moderna letteratura
femminista. E chiaro da quanto detto che non ritengo che la grisette sia una bohmienne donna13.
Per sostenere questultima tesi vengono attivate argomentazioni tipicamente post-moderne, che
invadono la storia passata con categorie posteriori, rivestendo i protagonisti con panni non loro.
Unoperazione possibile grazie a collegamenti, analogie e deduzioni squisitamente intellettuali,
che alla fine creano, pur senza volerlo, ideal-tipi che dovrebbero giustificare quella che finisce
per essere non una dimostrazione bens lasserzione assiomatica di una particolare finalit della
Storia e una petizione di principio.
Le differenze tra Mim e la sua trisnipote Carla ci obbligano invece a procedere su altri piani e
con altri metodi e quindi a non idealizzare la figura della grisette. Una delle differenze basilari
tra le grisettes dellOttocento e le grisette-travet del Novecento inoltrato - e che induce differenze
anche sul piano delle relazioni con laltro sesso - che queste ultime sono inserite, come
subordinate, in una gerarchia ben definita dai rapporti sociali capitalistici, laddove le prime non
occupavano una posizione fissa nella gerarchia sociale. E questo per un motivo strutturale.
Paradossalmente la feroce organizzazione classista della met dellOttocento, cos ben descritta
ad esempio da Victor Hugo, doveva fare i conti con zone dombra dovute allancora incompleto
passaggio dalla sussunzione formale del lavoro al capitale a quella reale. La percezione di s nella
struttura sociale era quindi imprecisa, sia perch si era di fronte a una novit, sia perch era
proprio imprecisa la collocazione nei rapporti di produzione. Se per istintiva difesa dei propri
privilegi, che aveva una storia politica che iniziava almeno dal 1789, il borghese riusciva a
collocarsi nella sua classe in modo pi sicuro, questo non succedeva col proletariato e meno che
meno col proletariato di recente inurbamento. Il 1848 fu una sveglia politica, ma molto
cammino doveva essere ancora compiuto. La critica di Marx a Louis Blanc e alla sinistra
francese dellepoca verteva proprio su questa imprecisa autopercezione, in particolare quella dei
lavoratori ormai subordinati al capitale che si consideravano ancora artigiani quasi indipendenti per cui la sinistra cercava la pietra filosofale mentre la borghesia batteva moneta a corso legale14.
Mim ricama in laboratorio (fuori) ma anche a casa dove inoltre ama fare fiori di stoffa che
vende (gaia fioraia, la presenta Rodolfo agli amici). La grisette non era una proletaria di fabbrica
n una bohmienne femmina. Era una semi-proletaria che vagolava nel tessuto urbano parigino
alla ricerca di un ruolo. La bohme - che come vedremo era maschile, et pour cause - era una tappa
di questo pellegrinaggio. Una tappa instabile che metteva a contatto due imprecisioni sociali,
quella delle lavoratrici grisettes e quella di giovani borghesi e piccolo-borghesi che vivevano nelle
zone dombra di una societ in via di profonde, veloci e laceranti trasformazioni sociali, valoriali,
culturali, economiche e politiche.
Torsioni. I: aprile il mese pi crudele
Lespansione lirica di Mim nel primo quadro, Ma quando vien lo sgelo, ha in Bohme una storia
tanto peculiare quanto un ruolo centrale nello svolgimento dellopera. Questa slancio lirico, che
con contrasto stilistico possiamo associare al prosaico freddo cane di Marcello, sembra, come si
T. S. Eliot, La terra desolata. In T. S. Eliot, Poesie, a cura di Roberto Sanesi, Mondadori, Milano, 1971.
Per contrasto si confronti proprio The Grisette as the Female Bohemian di Hanna Manchin, Brown University,
2000 (https://www.mtholyoke.edu/courses/rschwart/hist255s13/grisette/manchin.htm).
14 Marx, Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850. In K. Marx, F. Engels, Opere Complete, vol. X, Editori Riuniti,
Roma, 1977, pp. 51-52.
12
13

10

detto, enunciare il motivo dellinverno crudele e dellaprile dolce. Quindi lantitesi della pi
tarda tesi di George Eliot espressa nel famosissimo incipit de La terra desolata:
Aprile il mese pi crudele, genera
Lill da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera

Linverno ci mantenne al caldo, ottuse


Con immemore neve la terra, nutr
Con secchi tuberi una vita misera.

Ma durante lo svolgimento del dramma si operer uninversione, e le corrispondenze invernosofferenza e primavera-speranza si torceranno in un chiasmo.
La nostra lettura sostenuta da diverse evidenze musicali. La prima un noto riuso
pucciniano, ovvero quello di Sole e amore, un lied composto da Puccini nel 1888 e ripreso cos
com alla fine del terzo quadro. Ci che ne fa unevidenza fondamentale e clamorosa nella sua
paradossalit che questo quadro si svolge tutto presso una barriera doganale dEnfer
sommersa dalla neve, dove il sole non si vedr mai: il febbraio, la neve dappertutto, recita il
libretto. Perch questa inversione di stagioni? Ma prima di tutto, perch proprio una barriera
doganale, tra laltro non citata nelle Scnes di Murger? Arthur Groos suggerisce che Illica e
Giacosa con molta probabilit avevano in mente I Miserabili di Hugo, che cos descrive le
barriere di Parigi:
fine degli alberi e inizio dei tetti, fine dellerba e inizio del selciato, fine dei solchi e inizio delle
botteghe, fine delle carreggiate e inizio delle passioni, fine del mormorio divino e inizio del rumore
umano; da qui un interesse straordinario. Da qui, in quei luoghi poco attraenti e contrassegnati in
eterno dal passante con lepiteto: triste, le passeggiate, in apparenza senza scopo, del sognatore15.

Una zona dunque dove si incrociano sentimenti, sensibilit, vissuti, storie e progetti differenti
legati a paesaggi sociali differenti. Quellincrocio, forse, che le neo-urbanizzate grisettes non
hanno ancora risolto. E su questa linea di confine che linizio di Sole e amore viene ripreso in
Addio dolce svegliare alla mattina, nel dialogo tra Mim e Rodolfo che suggella il quadro. A parte il
chiarissimo rimando allincipit della poesia di Carducci, Mattinata, che aveva ispirato il lied,
quel che impressiona il rovesciamento dellambientazione temporale dei sentimenti che
capovolge lidea dellamore quando c il sole: Ci lasceremo alla stagion dei fior concordano i due
amanti, ma durante linverno staremo insieme, perch soli dinverno cosa da morire. Le
corrispondenze naturali e geometriche iniziano a torcersi: bisogna amarsi in inverno mentre solo
in primavera possibile lasciarsi.
Qualcuno giustamente chieder: Ma perch devono lasciarsi in questo modo straziante se
sono cos innamorati?. Gi, perch? Il motivo chiaro: Rodolfo non pu assicurare a Mim
nessun futuro. Lei malata e lui pu solo offrirle una soffitta gelida. E il dramma di ogni grisette:
lamato bohmien pu darle tutto lamore ma non ci che necessario per farlo durare e quindi
per le cose materiali lei dovr appoggiarsi a un altro uomo (nel caso di Mim un visconte):
Povert lha sfiorita. Per riportarla in vita non basta amor.
E troppo singolare il trasporto in un gelido inverno nevoso di un lied che parla di solev.
Troppo singolare e quindi, con ogni probabilit, frutto di meditazione sia musicale sia
drammaturgica. A Puccini, possiamo pensare, deve essere risultato chiaro che nella vicenda di
Rodolfo e Mim era necessariamente linverno lunica stagione concessa allamore, mentre la
primavera era destinata a non fiorire, nonostante la stupenda apertura melodica di Mim
allaprile nel primo quadro. Tutta la tematica della speranza delusa, tematica prettamente
bohmienne e che pervade lopera, sarebbe stata vanificata se aprile fosse stato concepito come il
mese dove finalmente si dispiega lamore e, al contrario, linverno la stagione dove si consuma la
tragedia. Assistiamo a uninversione della logica naturalista, quale presente ad esempio nella
Piccola fiammiferaia di Andersen, dove la giovinetta muore la notte di Capodanno, mentre in
Bohme proprio alla Vigilia di Natale che sboccia lamore tra Rodolfo e Mim (e non a caso
V. Hugo, I Miserabili, Parte III, Libro I, Cap. V. Mia traduzione dalledizione originale, pag. 18
(http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k411297p.r=.langFR).
15

11

come si visto). Ragion per cui il sole del lied viene dimenticato e si immerge il suo amore
in questo livido paesaggio.
La terra desolata posteriore di ventotto anni alla prima di Bohme. Ma Puccini, Illica e Giacosa,
facile ipotizzare, avevano sicuramente in mente Leopardi: Tu pria che lerbe inaridisse il verno, /
da chiuso morbo combattuta e vinta, / perivi, o tenerella. Quindi Silvia muore vinta dalla malattia in una
stagione mite. Anche per questo la natura matrigna, perch non mantiene le sue promesse,
non esaudisce i sogni su un vago avvenir di una giovane.
Vale la pena ricordare che anche per le trisnipoti di Mim, cio le grisette-travet ragazze Carla, le
primavere metropolitane tentennano:
Ma il sangue, vero che ha un ritmo
in certi mesi detti primavera
accelerato? e vale anche per noi, qui sotto il ritmo
della citt?
e questinterno rigoglio come viene

tradotto sopra i volti? ma dietro i vetri


che cosa bolle alla Montecatini
dov la primavera della Banca
Commerciale?

La poetica di Eliot dellaprile mese pi crudele riesce dunque a chiarire il tema della speranza
delusa in quanto associata al passare delle stagioni e quindi ci fa capire anche la poetica di Bohme.
E getta una potente luce retrospettiva sulla tragicit dellimprovvisa distensione melodica Ma
quando vien lo sgelo, di Mim.
Ma se questo il pi evidente, altri percorsi musicali confermano quanto detto. Riccardo Pecci
ha notato infatti la somiglianza musicale tra lattesa di Mim per la primavera nel primo quadro e
il gi accennato Soli dinverno cosa da morire, che a sua volta riprende Pensa a chi tama di Sole e
amorevi. Come si pu facilmente notare, un parallelo molto importante per la nostra tesi del
ribaltamento stagioni-sentimenti. Infatti ad esso possiamo aggiungere un corollario semplice ma
che consente unimportante conclusione: il medesimo motivo di Soli dinverno cosa da morire lo
ritroviamo alla chiusura del quadro quando, una volta che i due amanti si sono accordati di
lasciarsi in primavera, Mim dice Vorrei che eterno durasse il verno, portando cos a compimento,
semanticamente e musicalmente, il capovolgimento del suo slancio per la primavera nel quadro
iniziale. La stessa Mim, quindi, sa ormai con certezza che linverno lunica stagione dellamore
che le concessa, mentre aprile non riserver che dolori, che proprio la lettura che abbiamo
proposto. Lo capisce anche perch si rende conto di unaltra inversione anti naturalistica che
esploreremo in seguito: per i bohmiens e quindi per il suo Rodolfo, lirripetibile stagione della
giovinezza associata allinverno, non alla primavera. E la sua presa di coscienza cadenzata da
un movimento dialettico tra musica e parole che potremmo definire wagneriano, anche se le
suggestioni direttamente musicali di Wagner sono ormai lontanevii.
Possiamo quindi notare che ci che a volte chiamato verismo pucciniano in realt gi un
passaggio al simbolismo, a un simbolismo psicologico come quello che troviamo in Pascoli,
dove la realt, per usare un concetto introdotto da Eliot, il correlativo oggettivo di uno stato
esistenziale. Un correlativo oggettivo complesso, pieno di implicazioni sociali e di genere, come
vedremo adessoviii.
Torsioni. II: le piccole cose, i grandi amori e i generi
E stato detto che La Bohme un melodramma in giacchetta. Possiamo aggiungere, e lo si
capir tra poco, che anche un dramma con la cuffiettaix.
Dove si erano mai visti in unopera lirica i personaggi principali che si presentano standosene
seduti attorno a un tavolo in amichevoli conversari? E dove si era mai visto il protagonismo
insistente di piccoli oggetti di poco conto, comignoli, caminetti, rose, fiori finti, tromba e
cavallin, al posto di corone, elmi, spade, lance, anelli, sacri Graal? La Bohme costellata di
oggetti quotidiani. E di essi quello pi lirico sar la cuffietta rosa che Rodolfo regaler a Mim e
che diventer una sorta di petite madeleine capace di rievocare lamore passato.
La protagonista nella sua presentazione confessa Mi piaccion quelle cose che han s dolce mala,
cantato su un tema che ricorrer, a ricordarci che lei non una principessa, un personaggio
importante, una Lucia o una Desdemona, ma neppure una Violetta. E una eroina delle piccole
12

cose, per parafrasare il titolo del famoso romanzo di Arundhati Roy. Una piccola dolce sartina
come ce nerano tante al Quartiere Latino.
Ma laffollamento di piccole cose quotidiane non solo una descrizione ambientale, perch
anche questi oggetti subiscono una scissione bipolare. Da una parte vengono caricati di affetti e
ricordano affetti, dallaltra hanno una funzione nella vita quotidiana, un valore duso che
necessariamente rimanda a un valore di scambio che ricorda quanto i bisogni materiali
interferiscano con ogni tipo di sogno e aspirazione.
La cuffietta rosa di Mim ha come contraltare la vecchia zimarra che il filosofo Colline
porter al Banco dei Pegni per ricavare un po di soldi e comprare qualcosa che tiri su la
morente eroina delle piccole cose 16 . Un oggetto che nel secondo quadro avevamo visto
comprare a Colline e a cui ora, cio nel quadro finale, viene dedicata unintera piccola aria
dolente, perch simbolo di quanto le ristrettezze della vita materiale alla fine incidano sulla vita
anche spirituale, quella che si voleva tenere al riparo dalla prima (nei suoi risvolti Colline teneva i
libri che comprava).
Solo qui, in tutta lopera, sale in superficie un esplicito riferimento alla critica sociale: Mai non
curvasti il logoro dorso ai ricchi e ai potenti, dice Colline rivolgendosi a questo oggetto a cui tanto
affezionato, che diventa cos un simbolo del fallimento di quella vita libera e piena che i
bohmiens ardentemente ricercavano ma che, date le condizioni e le regole sociali che pure hanno
tentato di rifiutare, non possono permettersi.
Pu essere per questo che, come stato spesso notato, sulla medesima cadenza dellaria della
zimarra chiuder tutta la partitura e quindi la vicenda. Ovviamente anche lecito pensare che le
battute finali di Bohme siano semplicemente unelaborazione della tonica finale, senza nessun
recondito significato. Tuttavia che un musicista come Puccini abbia terminato unopera cos
cruciale stando solo attento alle leggi dellarmonia poco convincente. Se ci si lascia trasportare
da cosa la musica ci dice, piangiamo di sicuro quando Rodolfo si accorge che Mim morta e
invoca il suo nome, ma le ultime battute non sono affatto strappalacrime. Sono un monito,
secco e severo. E su ci ritorneremo.
E quindi abbastanza chiara la dialettica tra cose e condizione sociale. Ma tra cose e condizione
esistenziale?
In una poesia giovanile inedita, Milo De Angelis scriveva:
Ecco gli istanti in cui cominciare:
ai percorsi gi fatti
quando tu non centri pi niente
ed ho un debito da pagare alle cose.

Allora trovarla la forza


di passare le ore a scrutare e comporle
mettermi a fuoco nei loro contorni .

Splendido. Quanti ricordi e sentimenti proiettiamo sulle cose? Emblematica nella cultura
occidentale la petite madeleine della Recherche di Proust, come emblematica in Bohme la
cuffietta rosa (e anche la zimarra). Oggetti che abbiamo gi accostato.
Con le cose abbiamo transazioni paradossali: quando noi ci mettiamo a fuoco nei loro
contorni per riprenderci indietro i ricordi e i sentimenti, vero che gli paghiamo il nostro
debito in conto capitale, ma siamo noi che esigiamo da esse gli interessi. E per fortuna.
Altrimenti le cose sarebbero semplicemente merci, cio quegli oggetti a cui il rapporto sociale
capitalistico fornisce occhi, bocche, orecchie, soggettivit. Per fortuna nella nostra vita ci sono
meandri che sfuggono alla cosalit del profitto.
Ma il ruolo che le cose hanno per Mim e quello che hanno per Rodolfo differente. E la
nostra grisette che ne accenna per prima a Rodolfo, dicendo, come abbiamo ricordato, che
preferisce quelle semplici che hanno dolce malia, che parlano damore e di primavere. E per
sincerarsi che pur partendo dalle piccole cose sta portando il giovane poeta sulla sua lunghezza
donda, ripeter tutte le parole che lui aveva usato: che parlano di sogni e di chimere quelle cose che
han nome poesia. Chiedendo persino conferma: Lei mintende?. Sulla parola primavere era gi
16

E di nuovo v iene in mente il filosofo Karl Marx che dovette impegnare i calzoni per poter tirare avanti.

13

stata accennata unapertura melodica di nemmeno due battute che raccorda il successivo tema
dellaprile a questo esplicito tentativo di seduzione da parte di Mim (perch, come sappiamo, la
ragazza di estrazione semplice ma emancipata: non solo Rodolfo a fare la corte). Lo
stesso accenno viene ripreso dopo la fiammata melodica dellaprile mese pi dolce, parlando
del profumo di una rosa, cio ancora di cose. Quindi viene stabilito un triangolo: piccole cose amore - primavera.
Il tema musicale delle piccole cose verr ripreso nellultimo quadro ma senza pi alcun
riferimento alle cose-sentimento, bens, al contrario, quando Mim stata adagiata sul letto su
cui morir e occorre urgentemente cercare qualche cosa-merce per alleviare le sue sofferenze:
del vino, un caff, un manicotto. Nulla! Non abbiamo nulla! Maledetta miseria! E miseria
una parola che si contrappone a merce, non a cose. Ecco perch, come si detto, la
troviamo per la prima e unica volta qui, proprio quando il dramma sta volgendo in tragedia.
Musetta allora decide di portare al Banco dei Pegni i suoi orecchini, cio di far diventare cosamerce una cosa-sentimento, come poco dopo far Colline con la sua zimarra. E tutto ci ha
inizio, per simmetria oppositiva, perch Mim e fuggita dal Viscontino, cio dallamore-merce.
Come abbiamo visto, nel quadro iniziale alle piccole cose dedicato persino un tema. Nel
secondo quadro i rimandi importanti a oggetti erano stati, appunto, la zimarra comprata da
Colline, un corno stonato comprato da Schaunard e la cuffietta regalata da Rodolfo a Mim.
Nel terzo quadro, durante laddio, la nostra grisette parla dei suoi fiori finti e chiede di poter
riavere le poche cose personali: un libro di preghiere e un cerchietto doro. Nessuna cosasentimento, solo una nuova caratterizzazione ambientale della dolce grisette. E vero che il
commento musicale ancora il tema delle piccole cose e quello delle piccole faccende di
Mim. E quindi una reminiscenza, perch anche Mim ha ovviamente le sue nostalgie. Ma con
quella musica lei si era presentata e descritta a Rodolfo, non a se stessa. E si era presentata e
descritta a noi. Quindi queste reminiscenze sono indirizzate prima a Rodolfo e a noi, solo per
ultimo a se stessa. E una cosa importante e lo capiamo quando subito dopo viene nominata
una cosa-sentimento carica di significati, la cuffietta rosa, che Mim invita Rodolfo a tenere
come ricordo del loro amore. Si faccia la massima attenzione: non la vuole tenere lei, ma vuole
che la tenga Rodolfo, perch sa che Rodolfo che avr bisogno dei ricordi, non lei. Perch lo
sa? Non lo dice, ma ovvio: perch lei una donna e lui un uomo.
Cosa significa? Torniamo indietro.
Nel primo quadro possiamo notare una simmetria tra la parte che inizia con Talor dal mio
forziere e quella che finisce con perch vi ha preso stanza la speranza. Nella prima infatti sono le
parole che intonano la melodia, la suscitano. Possiamo dire che qui le note cadono sulle parole.
Nel secondo caso, invece, la melodia che trascina con s le parole, che infatti cadranno sulla
musica in un punto preciso che induce a pensare che definire quel tema musicale tema
dellamore sia riduttivo. In realt, dalla parte di Rodolfo, questo il tema della speranza
damore o del sogno damore. Un tema che possiamo dividere in tre parti: una introduzione
(Mi-La-Sol-Fa-La-Sol-Fa-Mi), uno svolgimento (Si-Do-Re-Do-Si-La) e un finale (Sol-Fa-Sol-LaDo-Si-Mi), qui in chiave di La bemolle maggiore (tonalit che spesso accompagna i sentimenti
romantici, si pensi al notturno del Sogno damore di Liszt):

14

Che la valenza semantica di questa struttura sia speranza damore lo si intuisce subito, ma lo si
capisce solo alla fine del duetto che segue O soave fanciulla. Lo si intuisce perch un forziere
custodisce qualcosa; e cosaltro qui se non la speranza? E perch gli occhi belli possono
essere solo quelli di una donna. Quindi si parla di vecchi sogni damore ormai svaniti. Ma si
capisce definitivamente che Rodolfo parla di speranza damore quando nel duetto Mim
ribadir per la seconda volta la parola amore sulle ultime note del nostro finale, bench
diversamente alterate:

Le stesse note su cui, a una differente altezza, alla prima ripresa del tema dopo Ma il furto non
maccora, Rodolfo aveva scandito con tono passionale la parola speranza, in Do di petto:

E si badi bene che proprio Mim nel duetto, prima in tono appassionato e poi dolce, a
pronunciare seriamente per la prima volta la parola amore. Era stata usata poco prima anche
da Rodolfo, ma dietro uno schermo dautoironia (scialo da gran signore rime ed inni damore) e
allinizio del quadro in unironica metafora per punzecchiare Marcello (Lamore un caminetto che
sciupa troppo); ed era anche stata tirata fuori riferendosi a Benoit, il padrone di casa, ma
addirittura con sarcasmo (Lhanno colto in peccato damore). Nulla di serio, quindi. E anche
mentre fa la corte a Mim, Rodolfo su questo concetto glissa, prima parlando per metafore poi,
come si appena detto, trascinato dalla ripresa orchestrale del tema, facendo scivolare la parola
speranza dove prima cerano gli occhi belli, cio sulle ultime note del finale x. In altre
parole, dove Mim dir amore in tono dolce e sommesso, Rodolfo aveva detto speranza, in
tono enfatico. Quanto in questo momento realmente sentito il sentimento da Rodolfo?
A volte apparso incoerente che Puccini al posto del Do di petto abbia previsto la possibilit
di limitarsi al La bemolle 4 e inoltre sulla parola dolce, che nella variante precede speranza.
Certo, una precauzione tecnica (se il tenore non ce la fa a salire ai limiti della tessitura ). Ma
in fondo in fondo, perch lasciare questa facolt se non andasse bene pronunciare speranza
anche con un tono pi sommesso? Tutto sommato pur con tutta la passione che Rodolfo
vuole mostrare a Mim, lui le ha appena parlato di altre storie, magari pensando ancora che gli
amori bruciano come in un caminetto che consuma troppo. Non che per caso il Do di petto
era la soluzione spettacolare venduta a Giulio Ricordi e in fondo al cuore Puccini preferisse il
meno enfatico La bemolle 4?
Non lo sapremo mai e quindi siamo nel pour parler. E tuttavia - ma sar solo una mia
impressione, scusate se insisto - quando Rodolfo dice Ma il furto non maccora, usa
ingenuamente unespressione ambigua. Vuole che Mim pensi a lui come a un romantico
generoso, ma di fatto le sta dicendo che non gli interessa pi di tanto se una storia finisce: una
grisette vale laltra e quindi ancora disponibile. Fra maschi delusi (lui e Marcello) si erano
persino detti che in questo caminetto-amore luomo la fascina che brucia in un soffio e la
donna lalare che sta a guardare. E quando Rodolfo presenter Mim ai suoi amici con
sdolcinate parole poetiche, Marcello commenter ironico Dio, che concetti rari!. Va bene che lui
stato scottato da Musetta, ma sa anche che la bohme un andirivieni di passioni erotiche.
Al momento decisivo Rodolfo cambier registro e non la penser pi cos, perch nella
passione per Mim ci cascher fino in fondo. E vero che essere lasciato da una ragazza in
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salute ben altra cosa che vedere la propria donna che si spegne. Ma proprio per questo gli
uomini quando dicono certe cose sono dei bambini stupidotti.
E dunque Mim che per prima prende sul serio il sentimento per Rodolfo e lo fa diventare
vivente, spogliato finalmente di una speranza che gli girava solo intorno. E non pu essere
che cos. Le donne vivono lamore qui e ora. Lamore positivo, direi empirico, energico,
profondo e senza fronzoli immaturi di autocompatimento e autocompiacimento. Specialmente
una grisette. La ragazza Carla pure con le mani e la bocca / si cerca si tocca si strofina, ha una voglia / di
piangere di compatirsi / ma senza fantasia / come pu immaginare di commuoversi?.
I fronzoli immaturi sono lasciati alluomo e al suo fanciullesco sognare (e ricordare).
Anche nel terzo quadro, Mim non parla di speranze. Pur nella disgrazia ha la praticit della
donna (che, anzi, nei dolori si evidenzia di pi che non nelle gioie). Perch la donna se ne occupa
mentre luomo se ne pre-occupa e cos Mim dice a Rodolfo non facciamoci del male
nellinverno che qui-e-ora. Lasciamoci dopo, in primavera (altro che speranza!).
E Rodolfo che crogiola la sua passione nei sogni, nei ricordi e nella speranza. Quando Mim
torner da lui, sar per lei una scelta qui-e-ora, subito incorporata dalla musica-Rodolfo nel
flusso delle reminiscenze.
Laprile che confonde memoria e desiderio un aprile maschile. E ci in cui la societ
maschile vede, magari con enfasi per compiacere una certa cultura, il lato femminile
delluomo. Ma un abbaglio, se non addirittura lennesimo inganno degli uomini nei confronti
delle loro compagne.
Quello che abbiamo definito simbolismo della Bohme quindi un verismo psicologico
disincantato che si intreccia intelligentemente col verismo ambientale delle piccole cose e che
spinger il tragico finale in una dimensione drammaturgica tanto sorprendente, quanto
coerente.
Mim (scandalo delle convenzioni del melodramma) spirer non tra le braccia del suo amato,
ma addirittura senza che nessuno se ne accorga immediatamente. Ma non quello che succede
di solito, nella vita normale? Quasi a voler sottolineare le differenze con una classica vicenda
simile, quella di Violetta Valery nella Traviata di Verdi, anche Mim verr presa dal soprassalto di
spes phtisica, quel momento di pace ed euforia che si pensava precedesse la morte per tisi. Ma
mentre Violetta muore nelle braccia di Alfredo subito dopo il suo grido di speranza In me
rinasce ... magita insolito vigore. Ah! io ritorno a vivere, Mim dopo il suo Ah, come si sta bene qui. Si
rinasce, si rinasce, ringrazia gli amici, cerca di riconciliare Musetta e Marcello, chiede un manicotto
per riscaldarsi le mani e finge di addormentarsi per rimanere sola con Rodolfo. Solo dopo
avergli dichiarato nuovamente il suo amore e avere scherzato con lui si addormenter per morire
nel sonno. Se ne accorger per primo Schaunard, il musicista del gruppo, non Rodolfo, ancora
una volta rimasto avvolto nei suoi pensieri e nelle sue speranze. Si lever allora quel mesto
trambusto che si crea in questi casi e che metter in allarme lamante della ragazza e infine, ma
solo infine, addirittura dopo un parlato (altro affronto alle convenzioni drammaturgiche), ci sar
il grido di dolore di Rodolfo seguito da un fulmineo finale.
In fretta si aperta la vicenda, in fretta si chiude. Una piccola grandissima tragedia damore.
Uno stato esistenziale e sociale transitorio
Ah! Mim, mia breve giovent!, dir Rodolfo nel quarto e ultimo quadro, dopo una reminescenza
del tema della speranza damore, che per tutta lopera la decorazione del loro rapporto.
Uninvocazione che io penso possiamo raccordare allAddio, sogni damor nel finale del terzo
quadro, che abbastanza simile anche nel contorno melodicoxi.
Mim il correlativo oggettivo della giovent di Rodolfo, cos come, pur nella differenza di
tipi, Musetta lo per Marcello. Infatti quando durante il celebre valzer del secondo quadro

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Marcello si rende conto che Musetta vuole tornare con lui, non canter Oh Musetta mia,
lamor tuo non morto, bens Oh giovinezza mia, tu non sei morta17.
Lamore come stagione della speranza e delle illusioni si collega inscindibilmente con una
giovent che si sta vivendo ma che inevitabile che passi. Ci che non ineluttabile e che tutti i
sogni e le speranze vengano sistematicamente delusi. E vero, quasi tutti i sogni sono in qualche
misura delusi, ma qui lo sono in modo radicale. La primavera per loro non fiorisce, per ora
saranno inchiodati allinverno. Allinverno come stagione della sofferenza ma anche delle
speranze protette dallimmemore neve.
Questa sorta di spersonalizzazione dellamore e di sua trasfigurazione in una stagione della vita
necessariamente transitoria avviene per, si badi bene, solo nella dimensione dove memoria e
desiderio si confondono. Quando Mim si ripresenter a Rodolfo, la passione e il dolore si
rifaranno di carne e di sangue. Ed ovvio, ed giusto, che sia cos. E lo vediamo e soprattutto
sentiamo quando il tema della speranza damore viene ripreso appena Mim e Rodolfo sono
lasciati soli dagli amici, in uno straordinario brano, forse il pi toccante di tutta lopera. Sono
poco pi di quaranta secondi, ma con pochi confronti nella lirica in quanto a precisione
drammaturgica, a bellezza melodica e a capacit evocativa. Quaranta secondi che fanno di
Bohme una memorabile storia damore. Ora che le speranze stanno per esaurirsi, quel tema
diventa finalmente il tema dellamore in senso compiuto.
Rodolfo, malgr lui, sta per diventare adulto.
La preoccupazione per Mim fa capire a Rodolfo e a tutti gli altri che la vita questa, qui ed
ora, anche coi suoi progetti e i suoi desideri che per non devono vivere in unaltra dimensione,
ma essere semplicemente proiettati in un altro qui e unaltra ora.
Solo in questo momento, come si visto, il bohmien Marcello si lamenta della miseria, cio
della loro condizione sociale, mentre prima il gruppo si lamentava, prendendolo e prendendosi
in giro, solo del freddo. Perch i bohmiens non accumulano, appena hanno un soldo lo spendono,
ad esempio in un posto chic come il caff Momus18. I valori del lavoro e della moderazione,
codificati poi dalla morale vittoriana, non sono rispettati nella bohme19.
Le lavoratrici grisettes sono un po pi attente, ma anche loro sanno che i soldi, quando ci sono,
bisogna spenderli, tanto non riusciranno a metterne via a sufficienza per la vecchiaia. Alfred de
Tutte le belle virt della giovinezza non avevano lasciato alcun posto vuoto nei loro cuori (H. Murger, op. cit., pag. 28).
Bench il secondo quadro sia intitolato Al Quartiere Latino, la Vigilia di Natale, il caff Momus, come
ricorda anche Murger, era in via di Prtres-Saint-Germain-lAuxerrois, quindi tra il Louvre e il Pont Neuf, nel
1 arrondissement, sulla Rive Droite. E per questo che frequentato dalla lorette Musetta e dal suo importante
amante ( un consigliere di stato). Murger aggiunge anche che i nostri bohmiens lo frequentavano assiduamente,
tanto che l li avevano soprannominati i quattro moschettieri (ivi, pag. 79).
19 Ma questo tipo particolare di trasgressione allutilitarismo finir per imporsi come fenomeno generale e al di
l della bohme artistica parigina. Ne vediamo un chiaro esempio persino nellalpinismo. Fino a oltre la met
dellOttocento lalpinismo moderno doveva essere praticato per dichiarati scopi scientifici. Non era
concepibile andare in montagna per il proprio piacere. Ci si andava con barometri, igrometri, martelli da
geologo, strumenti per cartografare. Unattivit cos rischiosa fine a se stessa era inammissibile. Ma nel 1865 il
giovane inglese Edward Whymper, rompe le convenzioni e osa conquistare il Cervino senza portarsi dietro
nemmeno una parvenza di strumentazione scientifica. Ci sale perch cos gli andava. Whymper non fa parte
n dellaristocrazia del sangue n di quella del denaro e nemmeno dellintellettualit accademica, che erano le
padrone dellAlpine Club. E un incisore. Pubblicher un resoconto delle sue scorribande alpine senza
preoccuparsi di nascondere lo scandalo nel titolo: nessuna traccia di scopo scientifico, solo Scalate nelle Alpi
negli anni 1860-69. La montagna sacra stata finalmente laicizzata e sta per essere tolta dalle grinfie dei
sacerdoti della sua scientificit. Apriti cielo! E subito osteggiato dal professor John Tyndall di Oxford, figura
emblematica di accademico di stampo vittoriano. Lui s che andato nelle Alpi per uno scopo scientifico e
che quindi avvantaggia la societ tutta e in particolare (un particolare solo implicito) lImpero, cos affamato
di esplorazioni geografiche e scientifiche. Tyndall chiede al presidente dellAlpine Club, Leslie Stephen, padre
di Virginia Wolf, di non ammettere il giovane impertinente nel Club. Ma ormai tardi, i tempi stanno
cambiando. Leslie Stephen stesso ha scritto un libro sulle Alpi intitolato Il terreno di gioco dellEuropa. Scalate?
Terreno di gioco? Ma come siamo finiti? Tyndall esce dal Club sbattendo la porta. Lindividualismo
romantico ha ormai il sopravvento. Perch si scalano le montagne? Perch stanno l, dir linglese George Mallory.
Perch grisettes e bohmiens si frequentano e vanno a letto insieme? Perch stanno l.
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18

17

Musset nel suo racconto Mademoiselle Mim Pinson ci fa capire che a volte esse usano uneventuale
momentanea maggior disponibilit di denaro per assumere decisamente il controllo nel loro
rapporto coi ragazzi della bohme. Per i loro amici maschi il denaro quando non c non c e
quando c si usa senza tante preoccupazioni e tante cerimonie nei sui confronti. Bisogna
godersi la giovent. La miseria, come pure la ricchezza, non rientra tra le loro categorie.
O meglio non vi rientrava, perch vi fa irruzione come dato materiale davanti alla morente
grisette che, come abbiamo imparato dalla lezione di Antonio Rostagno, non attrezzata come
loro a combattere il freddo. E tanto meno, aggiungiamo, a prenderlo in giro.
Mim lamore sublime, ma anche la materialit dolente, colei che riporta i suoi amici coi piedi
per terra e li obbliga a fare i conti con la realt delle proprie esistenze. Lo si capito fin dal loro
primo incontro. Basta pensare alle grandi parole usate da Rodolfo per parlare di s e alle piccole
parole usate da Mim20.
E nello snodo tra sogni e realt che la dimensione del ricordo si era presentata in tutta la sua
forza dirompente nel terzo quadro e viene a compimento nellultimo. E in questo snodo che
quella dimensione, imprescindibile e indispensabile, col suo non pi qui e il suo ormai non
pi anticipa - che paradosso! - il futuro. Testimonia cio che lo stato esistenziale di bohmien
transitorio, non fossaltro che per ragioni anagrafiche, che possono diventare ragioni sociali.
La Bohme divisa nettamente in due parti. I primi due quadri sono in veste di commedia, la
commedia-sogno, la commedia-speranza. Gli ultimi due sono in veste di tragedia, la tragediarealt. Nel terzo quadro Rodolfo capisce tra i sospetti che lunica possibilit di sopravvivenza
per la sua amata Mim che vada tra le braccia del Viscontino. Che situazione terribile e
ingiusta! Nella gestione del potere il capitalismo si solo apparentemente distaccato dal
feudalesimo. Chi ha i soldi compra anche la bellezza, diceva Marx. E quanto vero, e non solo
nella Parigi dellOttocento industriale dove baroni (Traviata) e visconti (Bohme) risaltano fuori
come aristocratici del denaro.
Occorre qui notare che le ragioni per cui Violetta in Traviata va a finire nelle braccia del
Barone, che sono dettate dallaver accettato di aiutare una giovane bella e pura a convolare a
nozze secondo le buone norme borghesi, sono ben diverse da quelle per cui Mim deve finire
nelle braccia del Viscontino. Qui non una convenzione morale della societ borghese a dettare
le condizioni, ma il suo ordine materiale. Questa differenza dovrebbe suonare come un
campanello dallarme per ogni bohme, passata, presente e futura.
In un contesto socio-economico pi evoluto, la stessa cosa succede alla nostra grisette del
secondo Novecento, la ragazza Carla, che dovr farsi bella, imparare a mettere il rossetto sulle
labbra e calze di nylon, finissime e subire le avances del suo capoufficio, per il quale aveva
unistintiva repulsione:
Signorina signorina mi dice
mamma io non ci posso pi stare
venuto vicino che sentivo

sudare, ha una mano


coperta di peli di sopra
io non ci vado pi.

Carla non vuole pi andare al suo posto di lavoro, perch il capoufficio la guarda con gli occhi
acquosi e con una vena che si muove sul collo, ma le sar suggerito di non essere cos drastica,
almeno finch non trova una nuova occupazione21.

Incerta e poco sicura nel linguaggio [] arzigogola talmente sui dettagli della sua storia breve da renderla - verbalmente,
almeno - due volte pi lunga della ben tornita autopresentazione di Rodolfo. [] Lautobiografia di Mim raggiunge una
conclusione non grazie a una qualche strategia narrativa, come nel caso di Rodolfo, ma perch le mancano argomenti: altro di
me non le saprei narrare. A. Groos, Tra realismo e nostalgia: il libretto di Bohme. In A. Groos, R. Parker (a cura),
Giacomo Puccini: La Boheme, Cambridge University Press, 1986 (trad. di Luca Fontana in La bohme di Giacomo
Puccini. Cento anni 1 febbraio 1896-1996, Torino, Teatro Regio, 1996, pp. 41-59).
21 Carla non vive da sola, ma con la madre, la sorella maggiore e il cognato. Ed proprio la madre a suggerire
a Carla di essere un po pi disponibile col suo capoufficio, contando per, ingenuamente, sulla protezione
della di lui moglie: Non ti ha nemmeno toccata / gli chiederemo scusa / fin che non ne trovi un altro / tu non lascerai
limpiego / bisogna mandare dei fiori / alla signora Pratk. Quasi a dire che il controllo della famiglia in questi casi
20

18

Mim, dal Viscontino non ci andr pi veramente. Non solo per repulsione, ma perch
Rodolfo il mio amore e tutta la mia vita (la ragazza Carla a questo sentimento non ancora
giunta quando il poemetto di Pagliarani si chiude).
Materialit e sogno, condizione reale e rimpianto. Dopo quello che abbiamo detto non sembra
pi accidentale che ogni inno allamore dei personaggi maschili di Puccini sia in effetti un inno
alla giovent. Tutti sanno che le condizioni sono destinate a cambiare, per forza di cose e a
dispetto di ogni rimpianto. E per fortuna: la bohme uno stato sopportabile finch si giovani, e
chi ci rimane soccombe.
Gli incerti confini della critica artistica al capitalismo
La bohme descritta da Murger-Puccini quella che, come fenomeno, passer attraverso la
Monarchia di Luglio di Luigi Filippo, i moti del 1848, il Secondo Impero di Luigi Bonaparte, la
Comune di Parigi. Una stagione costellata da quelle lotte che progressivamente misero in luce gli
interessi autonomi del crescente proletariato di fabbrica rispetto alla borghesia, anche illuminata.
Per contrasto metter in luce la non universalit di quei valori di libert, uguaglianza e fratellanza
che avevano unito proto-borghesia e proto-proletariato nel 1789. Questa presa datto la radice
della coscienza infelice borghese, per riprendere la categoria che ho posto al centro della mia
riflessione in Wagner. Una coscienza infelice che nella bohme viene elaborata in modi molto
particolari. Sono questi modi che permettono di approssimare una soddisfacente definizione di
bohme, un concetto difficile da catturare con criteri sociologici, economici e politici.
Secondo Jerrold Seigel la bohme non era una dimensione estranea alla vita borghese, bens lespressione
di un conflitto sorto dal suo seno22. Le prove che questo storico della New York University porta alla
sua tesi sono direttamente connesse alla coscienza infelice che nasceva dal nuovo ambiente
socio-economico in cui gli intellettuali e gli artisti dovevano operare. Sciolte le corti
aristocratiche, questi erano stati privati delle sinecure a loro elargite dai mecenati e gettati senza
tanti complimenti nellagone che caratterizza il capitalismo, cio il mercato. Da una parte ci
affrancava il lavoro intellettuale e artistico dalla necessit di una vendita diretta e personale ai
signori, rendendo quindi i lavoratori della cultura pi indipendenti politicamente e in linea di
principio dipendenti solo dal proprio talento e dalle proprie energie individuali da far fruttare
liberamente. Ma dallaltra essi si scontravano con lipocrisia egalitaria di una societ ineguale
fondata su un rapporto di scambio dove i soggetti veri erano le merci.
Anche in questo caso, quindi, veniva sperimentata una promessa di liberazione e uguaglianza
disattesa dalle reali condizioni materiali, politiche e sociali di una societ divisa in classi. La
bohme diventava cos un laboratorio di queste tensioni, in cui convivevano la critica allipocrita
societ di classe e allo stesso tempo il tentativo di emergere, tanto anarcoide quanto
individualista23. E forse lunico modo che abbiamo per caratterizzare un fenomeno indefinibile
tramite istituzioni culturali, politiche o di classe.
La bohme era dunque una sorta di stato precario e transitorio intermedio tra proletariato e
borghesia, ma ogni idea generale di bohme provvisoria quanto il suo farne parte. Possiamo solo
definirla tramite le tensioni economiche, sociali e posizionali (la grande citt e le affinit
ambientali, come il Quartiere Latino, i cenacoli, i caff, le riviste, i teatri) in cui essa viveva e le
storie individuali di chi in essa si riconosceva, come fa Murger nelle sue Scnes 24. Essa infatti
lincrocio tra uno stato esistenziale e uno sviluppo storico-sociale e contemporaneamente tra
lesaltazione dellideale e le sirene dellasservimento materialistico.
non porta a conclusioni differenti da quelle a cui sarebbe arrivata da sola una indipendente grisette parigina
dellOttocento (ma non Mim - ed per questo che finisce in tragedia).
22 J. Seigel, Bohemian Paris: Culture, Politics, and the Boundaries of Bourgeois Life, 1830-1930. Johns Hopkins
University Press, Baltimore, 1999, pag. 20.
23 Cosa che ha caratterizzato la vita dello stesso Henry Murger.
24 Si noti che in Francia in quel periodo il romanzo e linchiesta sociale avevano molte cose in comune. Si
veda Judith Lyon-Caen, Le romancier, lecteur du social dans la France de la Monarchie de Juillet, reperibile alla pagina
http://rh19.revues.org/367.

19

Con tutte le sue ambiguit, da l usciva la gran parte dei ranghi intellettuali rivoluzionari, quei
ranghi che Karl Marx, il bohmien per necessit Karl Marx, voleva riportare al rigore di una
visione scientifica dellemancipazione umana e della lotta allipocrisia sociale, economica, etica e
intellettuale della borghesia trionfante. Perch Marx insisteva su questo rigore?
Se la bohme uno stato precario e transitorio, anche la sua ribellione lo . Inoltre staccata
materialmente dalla sfera produttiva e quindi caratterizzata da una contestazione morale,
intellettuale, valoriale e artistica. E quella che Boltanski e Chiapello definiscono critica artistica
al capitalismo in quanto distinta dalla critica sociale25. I due autori, in contrasto con Seigel che
reputa ormai scomparsa la bohme dato che dallinizio del XX secolo i suoi spazi sociali e culturali
si sarebbero chiusi, hanno visto nel Sessantotto una riedizione del fenomeno. Io penso che
abbiano ragione in quanto, pur con tutto il suo richiamo a Marx, la contestazione sessantottina
al capitalismo era di carattere eminentemente intellettuale ed esistenziale. Ovverosia
sovrastrutturale, secondo le suddivisioni di Marx (un termine su cui suggeriamo prudenza
perch ha generato incomprensioni e confusioni). Questi ambiti della contestazione bohmienne
sono importanti perch possono gettare luce su molti degli aspetti deleteri del capitalismo. Ma
avulsi dal contesto produttivo e riproduttivo sociale, non riusciranno a essere inseguiti nella loro
origine e nella loro trasformazione, gi nellinferno della produzione e su nel chiasso del
mercato e pi su ancora negli ovattati palazzi della finanza e in quelli del potere. E una
contestazione quindi destinata a essere parziale, a prendere abbagli, a lavorare per metonimia,
per generalizzazioni arbitrarie che giustifichino la sua intrinseca staticit, il suo tramandarsi da
generazione a generazione in un inevitabile degrado fino allinutilizzabilit.
Marx si era perci posto il problema di riportare la transitoriet sociale, la sua soggettivit e la
staticit analitica sovrastrutturali ai movimenti oggettivi, strutturali, della societ, allanalisi
del concreto, pur concettualizzato, correggendo cos lerrore di analizzare il concetto come dato
di partenza. Bisognava risalire dallastratto al concreto26.
Il proletariato, a differenza della bohme, era il soggetto di una condizione sociale che non
variava con le stagioni della vita (ovviamente si pu sempre perdere il posto di lavoro, ma
unaltra cosa). Esso era definito oggettivamente dai rapporti coi mezzi di produzione. Questa
definizione strutturale mancava alla bohme originale e mancher alle sue riedizioni.
La bohme vive le condizioni strutturali solo di riflesso. Quella ottocentesca aveva uno specchio
positivo, cio gli ex bohmiens che si erano riusciti ad affermare, e uno specchio negativo: le
grisettes. Infatti, non solo Mim il correlativo oggettivo della giovinezza di Rodolfo, come si
detto, ma pi in generale le grisettes sono il correlativo oggettivo strutturale della bohme, lo
specchio che permette ai bohmiens di riflettersi in quel rapporto sociale di scambio capitalistico
che criticano anche se implicitamente ne vorrebbero far parte. Le grisettes hanno un ruolo
economico nella metropoli capitalistica che si sta formando e quindi la loro prossimit - e il tipo
di prossimit - che hanno con la bohme una cartina di tornasole che ci permette di capire come
essere bohmien sia uno stato socio-esistenziale soggetto a due forze dattrazione: la ribellione
individuale allordine borghese e lomologazione nella borghesia.
Luc Boltanski, ve Chiapello, Il nuovo spirito del capitalismo. Mimesis, Milano, 2014. Si noti che il romanzo di
Murger fu subito sottoposto a due letture divergenti, la prima, di stampo conservatore (Journal de dbats, dove
scriveva Jules Janin), ne sottolineava il lato poetico, mentre la seconda, progressista (su La Rforme), ne
sottolineava la critica sociale. Una scissione quindi tra il concetto di critica e quello di artistica. Tutto
sommato la possibilit di interpretare la bohme in questo modo duplice rivela il suo carattere contraddittorio,
che verr in luce con la non univoca adesione alla rivoluzione del 1848 e poi alla Comune di Parigi (vedi Nota
29). Con la Terza Repubblica, seguita alla Comune, la bohme diventa attrazione culturale e si accentua
lambiguit tra un tipo di vita spettacolarmente non convenzionale e lappello alla borghesia in quanto protettrice e
consumatrice dopere letterarie e artistiche (Seigel, op. cit. pag. 213). Dopo la Comune di Parigi era ormai chiaro
che la contestazione antiborghese dellavanguardia artistica non poteva avere una valenza autonoma, ma
doveva diventare lotta politica guidata da avanguardie politiche. Possiamo dire di pi: alla bohme artistica si
contrapponeva una bohme politica cosmopolita, fatta di carbonari, cospiratori, rivoluzionari: Mazzini, Orsini,
Marx, Bakunin . La bohme della I Internazionale.
26 Si veda Marx, Per la critica delleconomia politica, Introduzione. Editori Riuniti, Roma, 1969.
25

20

Lenin riuscir momentaneamente a far collaborare nel Partito Bolscevico la critica artistica al
capitalismo e quella sociale facendo in modo che la bohme si riflettesse in un gruppo
strutturale pi ampio e universale, il proletariato, neutralizzando cos il carattere
individualistico della ribellione artistica, e indicando nella rivoluzione proletaria la possibilit di
riaprire le speranze del 1789. Lastratto stava politicamente risalendo al concreto grazie a un
partito soggettivamente rivoluzionario, caratterizzato dal rifiuto dellattesa socialdemocratica delle
cosiddette condizioni oggettive, ma caratterizzato anche dal riferimento alloggettiva, o supposta
tale, valenza storica rivoluzionaria del proletariato di cui pensava di essere lespressione
cosciente. Si visto drammaticamente che le cose erano pi complicate e che il rapporto tra
soggettivit e oggettivit andava ben oltre la riflessione, categoria epistemologica introdotta da
Lenin dalle chiare implicazioni politiche. Non solo, ma loggettivit stessa non era riducibile ai
rapporti di una determinata classe salvifica coi mezzi di produzione. Eppure, lo sforzo di
Lenin andava proprio in senso marxiano: il rapporto tra soggetto e oggetto doveva essere risolto
e ricomposto. O se necessario costruito. Per Marx la dinamica sociale ed economica non poteva
essere ricondotta solo a termini soggettivi, come ingordigia, avidit e, al contrario,
denuncia, rifiuto, trasporto per i deboli. Anche questa dimensione morale necessaria e
reale. Ma solo se coerente con la comprensione di quel complesso dinamico chiamato societ
capitalista che ubbidisce a una legge di movimento specifica: laccumulazione di capitale,
ovvero la trasformazione di una quantit D di denaro in una quantit D accresciuta. Una legge
che non vige nellempireo, ma in un complesso di fattori sociali, politici, fisici, geografici,
culturali, economici e finanziari che variano nel tempo. Considerarla una legge astratta, immersa
in un medium immutabile, significa confondere la sua descrizione logica con la sua incarnazione
storica.
La finanziarizzazione il modo in cui oggi in Occidente avviene in prevalenza questo
passaggio da D a D. Il controllo territoriale egemonico del mondo il modo con cui oggi
lOccidente vuole garantire la finanziarizzazione e non farla collassare, come si merita, come un
castello di carte. Quindi finanziarizzazione e imperialismo si intrecciano e si sostengono luna
con laltro. Un intreccio che ha al suo centro il movimento di accumulazione stesso. Ogni rifiuto
soggettivo dello stato di cose presenti deve perci fare i conti con questo intreccio e con tutte le
linee di forza che in esso agiscono. Le denunce delle ingiustizie e degli eccessi prodotti dal
capitalismo, che provengono a volte da esponenti morali di prestigio, come il papa, possono
essere di grande aiuto se si in grado di utilizzarle politicamente, ma possono anche essere
paralizzanti perch da sole non permettono di capire la genesi reale di quelle ingiustizie e di
quegli eccessi. E la genesi proprio lintreccio di cui stiamo parlando27.
Una bohme senza Commune
Puccini e i suoi librettisti si erano posti il problema della potenziale valenza rivoluzionaria di
unopera come La Bohme. A Puccini, come noto, interessava innanzitutto e quasi
esclusivamente la musica. Poi le donne e poi ancora i motori. Infine desiderava che lopera
riflettesse in parte la sua esperienza di bohmien a Milanoxii. Quindi in definitiva gli interessava una
storia damore in un ambiente particolare. Un dramma damore in giacchetta, come si detto.
Gli interessi per la politica per Puccini erano invece prossimi allo zero. Era un musicista in
grande carriera e poco gli importava denunciare la morale borghese e meno che meno prendere
le difese dellanticapitalismo artistico. E infatti tutta la vicenda ha pochi riferimenti diretti al
mondo esterno alla bohme stessa. Scanzonato, irriverente, audace quanto si vuole, il mondo
descritto da questopera ha labili e poco esplicite connessioni con loggetto della sua
contestazione, cio il mondo e la morale della borghesia trionfante: il padrone di casa, che
accusato giusto di ipocrisia sessuale, Alcindoro, il ricco amante di Musetta, infine il famoso
Viscontino, che non si vede mai ma forse il riferimento pi importante, il segno dei rapporti di
Similmente paralizzanti sono le spiegazioni basate su presunti complotti dei banchieri e dei finanzieri, spesso
descritti come massonico-giudaici, come se la negativa e distruttiva lezione del nazismo non fosse servita a
nulla.
27

21

classe, del dominio del denaro. Come si visto, nel quarto atto i bohmiens si renderanno conto e
ammetteranno apertamente di vivere in uno stato di miseria, ma in tutta lopera non c alcun
accenno di analisi del perch di questa miseria.
Gli autori dellopera si erano posti il problema degli echi politici che il loro lavoro avrebbe
potuto evocare anche perch il traduttore italiano delle Scnes di Murger, Felice Camerone, aveva
fatto precedere il romanzo da dei Paradossi introduttivi socialmente impegnati e chiaramente
ispirati dagli avvenimenti rivoluzionari della Comune di Parigi28. Durante quellevento la bohme
pi radicale si era unita al proletariato per cambiare lo stato di cose presenti. Lassalto al Palazzo
dInverno condotto dal bolscevico bohmien Vladimir Antonov-Ovseyenko durante la
Rivoluzione dOttobre segner forse il culmine storico di questa collaborazione tra
anticapitalismo artistico e anticapitalismo sociale.
La Comune era stata massacrata con la soddisfazione di quasi tutto il ceto intellettuale
progressista francese, a partire dalla socialista ex quarantottina George Sand, con leccezione di
Victor Hugo, Paul Verlaine e Arthur Rimbaud. La Sand un esempio precoce e apodittico di
come sia possibile pensare di essere progressisti e applaudire al massacro di decine di migliaia di
rivoluzionari. Di l a qualche decennio i Corpi Franchi del progressista Partito Socialdemocratico
Tedesco uccideranno Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
E uno schema che si ripete anche oggi e che destinato a ripetersi. Possiamo chiamarla
sindrome progressista. E se la bohme non costretta a rapportarsi politicamente con le reali
contraddizioni capitalistiche pu diventare portatrice di una sindrome bohmienne, cio uno
stato transitorio ed eccitato della prima, uno stadio acuto. Marx avr parole di disprezzo per il
comportamento durante la Comune dellalta bohme bonapartista e capitalista e della Parigi dei
boulevardiers e delle boulevardires, la Parigi ricca, capitalista, coperta di soldi, infingarda, che ora
ingombrava, con i suoi lacch, i suoi ladri in guanti gialli, con la sua bohme di letterati e con le sue cocottes,
Versailles, Saint-Denis, Rueil e Saint-Germain29.
Qui vale la pena fare una digressione. Abbiamo visto il destino che attendeva le grisettes che
non trovavano una sistemazione nella societ borghese. Il degrado, poi la prostituzione e infine
la morte per malnutrizione e malattia infatti la fine di Fantine nei Miserabili di Victor Hugo. Su
questo devastante piano inclinato stata condotta dal suo amante, il ricco Tholomys, un eterno
studente; [] Un viveur di trentanni mal conservato, che lha messa incinta di Cosetta e dopo ha
abbandonato tutte e due, per una vigliaccheria nascosta dietro una perfetta ipocrisia borghese
(deve tornare dai vecchi e dabbene genitori, ritornare nella societ, nel dovere e nellordine al gran
trotto). Tholomys quasi il prototipo dellalta bohme bonapartista di cui parla Marx, il lato
marcio dei comportamenti estremi bohmien, dove la libert e lanticonformismo vengono
pagati dalla sofferenza degli altri. A differenza dei veri bohmiens che devono fare i conti con la
giovent che passa, Tholomys un eterno giovanotto, il lato dandy della bohme, anche se non
tutti i dandy sono come lui.
Insomma, c modo e modo di essere bohmien. Quanto sono separati e quanto sono
comunicanti? Per vivere, per promuovere la propria arte, i bohmiens hanno continui rapporti con
la borghesia. Ci fanno continue incursioni, proprio come le loro compagne grisettes che
conoscono quellambiente non solo per via degli amanti, ma proprio per il loro lavoro in quello
che oggi chiamiamo settore della moda. Alcune delle amiche che nelle Scnes di Murger sono
La bohme destinata a passare dal campo semplicemente artistico alla lotta sociale. Dopo il pensiero, lazione. La
scapigliatura politica prepara la mina rivoluzionaria col giornale, la carica di polvere collagitazione la fa scoppiare alle barricate
(citato in A. Groos, op. cit.). Ledizione italiana fu pubblicata da Sonzogno, il futuro editore di Ruggero
Leoncavallo, il musicista con cui Puccini contese la primogenitura dellidea di musicare le Scnes di Murger. La
Bohme di Leoncavallo, pi suggestionata dallinterpretazione socialmente impegnata di Camerone, fu un fiasco
simmetrico allimmediato successo universale di quella di Puccini.
29 Marx, La guerra civile in Francia, 1871. Si noti che i boulevardiers, o i flneurs se vogliamo usare il termine reso
famoso da Baudelaire, coloro cio che esplorano la metropoli dedicandosi a passeggiate urbane, sono
contigui alla bohme: Allincertezza della loro posizione economica corrisponde lincertezza della loro funzione politica.
Walter Benjamin, Paris: the capital of the nineteenth century (1935). In Charles Baudelaire: a lyric poet in the era of high
capitalism. Verso, London, 1997. Si noti che oggi si incomincia a parlare di cyberflneur, di boulvaldier della rete.
28

22

frequentate dallamante di Rodolfo (che ne diffida), mostravano unopulenza variabile [che aveva
fatto nascere] una foresta di ambizioni nella mente della signorina Mim [che] incominci a sognare seta, velluti e
merletti30. E ci che accade anche nella testa dei bohmiens quando si confrontano con gli artisti e
gli scrittori affermati sul mercato. Vediamo dunque in atto un altro tipo di bipolarit, parallela a
quella psichica con la quale per connessa.
Detto questo, torniamo ai nostri progressisti tifosi dei fucilatori di rivoluzionari.
La sindrome progressista, acuta o cronica, quando non nasconde qualche malattia pi grave,
pu essere curata col richiamo alla realt dellintreccio tra i fattori economici e quelli di potere,
tra quelli finanziari e quelli imperiali. Insomma ritornando coi piedi per terra, chiamando
miseria ci che miseria e seguendo a ritroso le sue tracce, i suoi canali di propagazione, i suoi
sponsor. E soprattutto riconoscendo i movimenti oggettivi che al di l della Charaktermaske
indossata da imprenditori, banchieri e finanzieri, segnano i rapporti sociali. Non vedendo invece
n il potere n la radice della crisi, il progressista cronico pensa che siano da affrontare e
raddrizzare solo delle distorsioni, spesso dovute a pura inefficienza dove ci che inefficiente lo
indica invariabilmente il capitale, e che occorra versare molte lacrime sia sulle vittime
dellinefficienza sia su quelle inevitabili dellefficienza. Il progressista acuto, da parte sua, si
immagina un mondo monodimensionale dove economia e potere politico coincidono e i fattori
fisici e geografici spariscono. Un mondo esistente come costruzione concettuale, come discesa
dal concreto allastratto. Il terreno privilegiato di scorribanda degli intellettuali progressisti acuti
e di quelli cronici che credono di essere ancora dei progressisti acuti, cio dei bohmiens.
Ogni bohme uno stato transitorio, ma lintellettuale progressista si sforza di pensarsi come un
bohmien permanente, almeno nei suo aspetti ideali. Cos quando levoluzione nella sua carriera
dintellettuale assieme alla sua maturit anagrafica lo fanno aderire a mille compromessi col
Potere, non se ne accorge e trasforma agevolmente la cattiva coscienza in falsa coscienza
finendo cos per essere a tutti gli effetti un viveur mal conservato. Nemmeno la sua
emancipazione economica lo fa riflettere. Cos si illude della propria coerenza e vuole illudere gli
altri. In qualche misura anche la parabola di Wagner. Ma perch ci possibile? E in che
modo prende forma questa possibilit? Lo vediamo ritornando al problema di Puccini, Illica e
Giacosa di fronte alla Bohme.
Dunque questo problema era quello di disinnescare gli echi politici che avrebbero potuto
rimbalzare con lopera. Allinizio si erano per lasciati tentare da una scena da inserire
nellultimo quadro, in cui gli amici bohmienne scherzavano di politica e Schaunard esponeva un
programma: lutilizzo di un linguaggio politicamente corretto (Riforma sessuale: Le portinaie
cessano di essere al femminile), la cancellazione dei debiti (Le croci non si mettono che sotto ai vecchi
debiti) e infine lo scambio comunista dei beni (Terzo: lo scambio libero di tutti i patrimoni). Al che,
anche se Rodolfo e Marcello affermavano che si trattava di autentica Bohme, Colline
commentava che si stava esagerando e Rodolfo lo seguiva insinuando che Schaunard aveva il
naso dellagente provocatore. Ma bench giocata sul piano della presa in giro, decisero di tagliare
questa scena, in parte per leconomia del quadro (si ritardava il ritorno di Mim) ma anche per
non evocare le tensioni politiche del XIX secolo31.
Si rendevano conto che potevano perfettamente descrivere la bohme esistenziale anche
facendo a meno dei suoi risvolti politici ribellistici e delle sue transitorie alleanze di classe.
Dopotutto quella era la dimensione che poteva rendere la storia di Mim e Rodolfo universale e
transtorica, tramandabile per generazioni. Era la forma che lesperienza bohmienne prendeva
nellintelletto e nellimmaginario. Era la dimensione di una sotto-cultura in cui la ribellione
prendeva la generica forma di essere anti, di essere altro. E proprio in questa forma
disincarnata dalla Storia, che poi coincideva con lautorappresentazione della bohme stessa,
lopera poteva essere recepita senza ostacoli dalla borghesia dellItalia giolittiana e del resto del
mondo occidentale. Cos, come se nulla fosse accaduto e per far dimenticare quel che era
H. Murger, op. cit, pag. 104. Su questo punto si veda anche la Nota 35.
Si veda R. Psaki, A. Groos, R. Parker, Appendix: Bohemian Politics and the Act That Disappeared. In Parker,
Groos, op. cit.
30
31

23

accaduto, lepoca della storia di Mim fu spostata addirittura a prima di quella descritta da
Murger, cio al 1830, sotto la Monarchia di Luglio di Luigi Filippo ossia, retrodatando lopera alla
zona franca di un passato remoto restaurato e controrivoluzionario (ivi).
Daltra parte non era nemmeno una rappresentazione cos distante dalla consapevolezza
politica della bohme stessa. Infatti, pur con tutto il suo potenziale, le sue declamazioni e i suoi
atteggiamenti ribellistici, non era ritenuta pericolosa dal potere e in effetti lo fu solo quando si
agganci alle avanguardie sociali e politiche, e limitatamente ad alcune frange. Tanto vero che
alla prima della pice di Murger e Thodore Barrire presenzi persino Luigi Bonaparte, il
Principe-presidente che una volta diventato Napoleone III avrebbe instaurato una sorta di
socialismo bonapartista (Marx) allinsegna dellonnipotenza della grande finanza. Una generica
idea di socialismo si sposava con una generica idea di democrazia, che altro non era se non
il ricorso a plebisciti dallesito scontato e controllato, davanti a unofficiante speculazione
industriale-finanziaria in alta uniforme capitanata dal Credit Mobilier, e con la scorta nuziale di
un capillare apparato repressivo. Un ombrello sotto il quale potevano trovare posto lalta bohme
bonapartista, i socialisti sansimoniani ed eventualmente artisti e intellettuali del Quartiere Latino.
Cos si spiega la simpatia dei progressisti francesi per i massacratori della Comune.
Mim: dal Tempo alla Storia
Abbiamo quindi visto che Puccini ha cercato di spogliare la storia di Bohme da ogni riferimento
storico e politico e abbiamo rilevato che il risultato di questa operazione di scarnificazione
coincide con lautorappresentazione dei bohmiens stessi, che avviene tramite un concetto
sovrastorico di ribellione allo status quo, tramandabile da unepoca allaltra e coincidente via
via con ideali sempre pi astratti e alla fine utilizzabili da chiunque (per ultimi i diritti umani).
Disinnescata dalla sue implicazioni sociali e politiche profonde, ci godiamo ancora oggi il
dramma di una giovent ribelle, borghese malgr elle, dove lunica a soccombere la bella grisette,
lunica bohmienne strutturale, per cos dire, della storia.
Ma a questo punto siamo forse anche in grado di capire meglio il passaggio dissonante tra lo
sfumare di Che gelida manina e linizio di S. Mi chiamano Mim, sottolineato da Antonio
Rostagnoxiii. E sottolineato molto giustamente, perch l si nasconde per riapparire ci che il
socialismo bonapartista e i suoi epigoni non potevano nascondere per seppellire, e nemmeno
Puccini, Illica e Giacosa, a meno di rischiare di partorire unopera amorfa e senza linfa vitale.
La dissonanza tra i due futuri amanti di carattere esistenziale. Una differenza che senzaltro
ne rispecchia una di ceto, che per non spiega tutto, perch opera anche una differenza di
genere e di sensibilit. Questo normale, ma in quelle circostanze sociali essa pu diventare
unincomprensione, un continuo cercare di incontrarsi sullo stesso piano e sulla stessa lunghezza
donda e un continuo ritrovarsi in dimensioni distanti, chi perch segue un sogno chi perch ne
segue un altro. Sogni e progetti non sincronizzati a causa delle differenti urgenze della vita e i
differenti modi di percepirle, prima ancora di affrontarle.
Quindi distanza e attrazione. Se il semplice alzarsi di un semitono descrive liniziale distanza
tra Mim e Rodolfo, il gioco ripetuto di riprendere la nota finale del futuro partner e alzarla di un
tono descriver quel negarsi e rincorrersi che segue la dichiarazione O soave fanciulla, aspettata e
provocata da Mim, e che preluder alla decisione di andare a letto insieme. No per piet!
esclama Mim in Mi diesis. Sei mia! risponde Rodolfo, iniziando col Mi diesis, uneccitata ottava
pi su, e finendo in Fa diesis. Vaspettan gi gli amici gli ricorda allora Mim, con la frase che
riprende il Fa diesis e finisce in Sol naturale, solo un semitono di pi, non un tono questa volta,
perch Mim sta di nuovo lanciando un amo a Rodolfo e gli lascia la possibilit di concludere.
Infatti sar lui, con la sua protesta Gi mi mandi via?, ad alzare del semitono mancante la nota
finale di Mim per portarla sul La. Dunque Mi-Fa-Sol-La. E un gioco delle parti centrato sullo
schermirsi vezzoso della ragazza. In s la musica non ci dice nientaltro. La dissonanza iniziale
tra le loro presentazioni per ora non getta ombra su questo rincorrersi tra innamorati. Ma alla
fine vedremo che nel profondo sotto lo scherzoso gioco delle parti covava una distanza di
genere radicata nellimpianto sociale che stava prendendo forma nella modernit industriale e
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nella sua influenza su tutte le dimensioni esistenziali. La tragedia, in Bohme, per la prima volta
nellopera porter il marchio del potere spersonalizzato del denaro e la dissonanza iniziale di
genere e di stato sociale tra Mim e Rodolfo sar una sorta di eco protratta, il rumore di fondo
del piccolo big bang del loro piccolo cosmo.
Puccini&Co. per la loro operazione avevano cercato di sostituire alla Storia il Tempo32. Ma
stiamo vedendo che il personaggio di Mim, fin dal suo primo apparire, in questa sostituzione si
intromette con la sua specificit di genere che anche immediatamente specificit sociale.
Le grisettes, oltre alle possibili malattie, avevano un altro nemico in agguato: proprio il tempo.
Allepoca si faceva presto a diventare age. Le grisette entravano e uscivano da turbolente storie
damore con studenti e artistoidi che entravano e uscivano dalla vita del Quartiere Latino. Ed
entrando e uscendo il tempo passava, fino a quando nessuno le voleva pi. Non c da stupirsi e
meno che meno indignarsi se loro, che erano gli elementi pi deboli, desiderassero a un certo
punto sistemarsi con un amant metallique. O, se possibile, diventare la moglie borghese del loro
amante gi antiborghese.
Tutta la Bohme pucciniana impregnata dellidea del tempo che trascorre, di cui il passaggio
inverno-primavera una stilizzazione. Ed impregnata della conseguente nostalgia. Persino
lamore diventa il rapporto con una fase della vita pi che con una persona.
E forse anche per questo che lopera cos universalmente accolta. Anzi, con un paradosso
espressivo, senza tempo, che vuol dire, per lappunto, non legata a una stagione storica. Cos
la bohme, proprio grazie alla descrizione pucciniana, si rivela essere una condizione
eminentemente esistenziale. Non ha unidentit politica o sociale positiva, ma si forma e vive per
contrapposizione. E contro-cultura. Quella della bohme una coscienza infelice transitoria e
oppositiva. Per cui si capiscono tutti i sospetti di Gramsci che dal carcere notava lincapacit di
socialisti e intellettuali pi o meno bohmien di affrontare i nefasti esiti della crisi sistemica di
allora, che si era conclamata con la I Guerra Mondiale. E ricordo che come Gramsci, anche
Walter Benjamin aveva capito che nella bohme cerano aspetti borghesi e piccolo-borghesi.
Erano proprio le caratteristiche pi spettacolari della bohme che rendevano agevole lopera di
destoricizzazione e scarnificazione della vicenda e del suo ambiente. Eppure, nonostante gli
sforzi di Puccini, Illica e Giacosa, stiamo vedendo che la Storia si riaffaccia da una parte
insospettabile: la protagonista femminile.
Alla fine di Vecchia zimarra il tema della bohme ripreso con tempo lento, quasi trattenuto
dalla piccola aria dolente, cio dallAllegretto Moderato e Triste, che lha preceduto, cos che
esso trapassa ormai amalgamato, senza pi soluzioni di continuit, in quello della speranza
damore di cui, a me almeno sembra, era sempre stato un alter ego rovesciatoxiv:
La magnifica e struggente ripresa del tema della speranza damore introduce lultima grande
melodia di Mim Sono andati?, che ha al centro il rapporto tra lamore e la vita. Una vita che sta
finendo. Un addio alla vita ma non allamore, che qui il sentimento centrale. A mio avviso
esiste una parentela tra questa splendida melodia franante, per dirla con Antonio Rostagno (e
con la linea vocale del soprano che scende tutti i gradi della scala per unottava, fino al Do
basso) e il brano che si apre con Mim tanto malata del terzo quadro dove invece centrale il
sentimento del rimorso da parte di Rodolfo nei confronti di Mim, per le condizioni materiali
a cui lui la costringe a vivere.
Rimorso, presa di coscienza. Siamo dunque al redde rationem che costringe i bohmiens a maturare.
La sofferenza di Mim sta facendo collassare i sogni sulla realt. Ma in gioco non c soltanto il
confronto con la realt, del rapporto tra un particolare giovane uomo e una particolare giovane
donna. C il confronto con la realt di due gruppi sociali distinti popolati da generi distinti. Le
grisettes, infatti, sono anche il correlativo oggettivo di genere della bohme, oltre che di classe,
per vari motivi. Innanzitutto, la cultura (larte, la letteratura, la filosofia, la musica, eccetera)
allepoca erano appannaggio maschile. Inoltre solo gli uomini si potevano permettere di puntare
alla vita culturale vivacchiando a Parigi come transfughi borghesi, ma alla bisogna sovente figliol
Giustamente Girardi afferma che Puccini non ritrae personaggi che evolvono, ma solo una realt - che al tempo stesso
un concetto, quello della Bohme (La poetica realt della Bohme, cit. pag. 44).
32

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prodighi, dediti a lavoretti marginali e precari nella sfera culturale o ai margini della legalit, a
volte agitatori violenti (bousingots). I bohmiens erano giovani, maschi e celibi. Le donne se
volevano emanciparsi dovevano lavorare duramente nelle sfere della produzione e della
circolazione benedette da Monsieur le Capital 33. E tutto ci lascia, volenti o nolenti i suoi autori,
un riflesso nella poetica dellopera.
Come si detto, infatti, crogiolarsi nella dimensione che confonde memoria e desiderio un
lusso maschile e il suo corrispettivo materiale bohmien il E come vivo? Vivo proclamato con
entusiasmo da Rodolfo mentre si presenta a Mim. Rodolfo sa che questa nonchalance pu sedurre
la bella grisette. La quale gli risponder che lei invece, s, per divertirsi fa fiori finti, ma per vivere
deve lavorare. Il perch allora tra grisettes e bohme non sia intervenuto un sospetto di classe,
bens ci sia stata complicit, un tema che bisognerebbe affrontare con calma. Per ora avanzo
con precauzione due ipotesi non separabili: a) la condivisione dello stesso tessuto sociale urbano
in una metropoli che stava ingigantendosi e spingeva a trovare spazi di socializzazione; b)
proprio la complementarit di genere di cui stiamo parlando. Ed essa aveva dei risvolti
psicologici che vengono al pettine nella scena delladdio del terzo quadro, non a caso parallela
alla scena della litigata, con abbandono reciproco, di Musetta e Marcello. Vicende parallele ma
sue due registri ben differenti: Mim e Rodolfo si lasceranno, Musetta e Marcello si molleranno.
Dopo il dignitoso bench straziato Addio senza rancor di Mim, Rodolfo piagnucola Addio
sogni damor e gi fa capire dove sta andando: Mim si era rivolta a lui, ma lui si rivolge a se
stesso. Mim allora fa leva su questo sentimento sognante per riportarlo nella dimensione fisicospirituale del loro rapporto: Addio dolce svegliare alla mattina. Non c niente di trasognato in
questo, il lato affettivo e romantico dellamore coi piedi per terra, dellamore positivo,
empirico, perch una grisette non ha preclusi i sentimenti profondi. Lo si vedr nello slancio con
cui torner immediatamente nelle braccia di Rodolfo perch in inverno non risvegliarsi accanto
alla persona amata una cosa da morire. Di sfuggita notiamo questo utilizzo di un modo di dire
di tutti i giorni, popolare, lesatto contrario del parlare aulico o anche solo di un certo tono, e
proprio nel momento su cui fa perno lintera tragedia.
Rodolfo replica con un Addio sognante vita. Sembra non molto distante, ma non vero: Mim
ha appena finito di parlare di una cosa dolce che accadeva nel loro rapporto e Rodolfo si
ritratto ancora di pi in una fanciullesca ed egocentrica distanza dalla realt.
Poi Mim dice Addio rabbuffi e gelosie!, parla cio dei problemi del loro rapporto, che Rodolfo
minimizza con che un tuo sorriso acquieta, che per pu riferirsi anche alla sognante vita. Tanto
vero che Mim ribadisce Addio sospetti, riportando il problema ai suoi dati reali, alla
lacerazione del loro rapporto dovuta a uningiusta insostenibilit materiale. E Rodolfo di nuovo
sorvola, rispondendo con un addio ai baci. Certo, deve minimizzare i sospetti che ha espresso
seppur mischiati col senso della realt per la malattia di Mim e per la sua debolezza sociale. Ma
si comporta come un bambino sgridato dalla madre. E Mim non demorde, una donna: addio
pungenti amarezze. E di nuovo Rodolfo ritorna ai suoi castelli in aria del primo quadro: Chio
da vero poeta rimavo con carezze.
Infine, paradossalmente, solo il senso del qui-e-ora di Mim la porter al suo Soli dinverno
cosa da morire e quindi alla decisione di rimanere insieme fino alla stagion dei fior.
E la non sognante grisette che salva, momentaneamente, il rapporto col sognante bohmien.
E quanto avevamo anticipato allinizio della nostra chiacchierata: nel loro rapporto Mim
sopravanza sempre di almeno un istante Rodolfo. Lo vediamo anche quando lultima grande
reminiscenza del tema della speranza damore lascia spazio allultima grande melodia di Mim,
Sono andati? Fingevo di dormire perch volli con te sola restare.
William Drabkin fa notare che mentre la reminiscenza in Do maggiore, la melodia di Mim
in Do minore, cos la primissima nota e il primissimo accordo del tema hanno un grande peso musicale e
drammatico34. Scavando un po sotto questo suggerimento possiamo per notare che la frase di
Mim non inizia in Do minore. I primi fonemi della domanda Sono andati?, ovvero So-no an-,
33
34

Altrimenti se ne stavano a casa, controllate dalla famiglia, come succedeva alla sorella di Alfredo in Traviata.
W. Drabkin, The musical language of La boheme. In Parker, Groos, op. cit., 80-101, pag. 87.

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suonano infatti ancora in Do maggiore, anche se in modo ambiguo perch larmonizzazione


non gli assegna una tonalit sicura. Ma la fine della domanda di Mim, cio il fonema - dati?
decisamente in Do minorexv.
E controverso che le tonalit minori di per s generino sempre nellascoltatore una risposta
affettiva di tristezza, mancanza o angoscia (come sostiene ad esempio Helmoltz). Ma in questo
caso credo che sia ci che succede a chiunque ascolti Bohme. Non ho n intenzione n molte
capacit di addentrarmi in unanalisi tecnica musicale, ma quel che ci serve per il nostro discorso
comunque gi tutto qui e basta risentire quel brano per capire di che si tratta. Quello che
infatti voglio sottolineare che il tema dellamore solo apparentemente concluso, perch Mim
lo tiene aperto con decisione. Solo lei pu concludere il discorso. Perch questo? Perch la
grisette che nel primo quadro ha fornito a Rodolfo su un piatto dargento la possibilit di
dichiararsi e fare subito lamore, ora assertiva, nella sua modalit che quella della dolcezza,
anche rispetto al lato spirituale del sentimento erotico. Mim prende sempre il sopravvento nel
loro rapporto: allinizio, poi quando sono sul punto di lasciarsi e ora che sta morendo. Cos
Sono andati? ha un senso musicale e drammaturgico fondamentale proprio perch conclude la
reminiscenza del tema dellamore e a sua volta questa reminiscenza acquista un senso musicale e
drammaturgico compiuto grazie a Sono andati?.
A volte a Puccini stata imputata la mancanza di una coerenza e consistenza musicale, la
mancanza di unitariet, contrapponendo a una supposta sua costruzione a mosaico dei temi il
solido sistema dei leitmotiv di Wagner. Che i due approcci compositivi siano differenti
lampantexvi. Che la costruzione di unopera come La Bohme sia frammentaria per un giudizio
che ha senso solo se si vuole usare a tutti i costi una pietra di paragone. Da quanto stiamo
vedendo la coerenza musicale di Bohme e la sua coerenza drammaturgica sono invece
intimamente legate, una sostiene laltra in un doppio riflesso. Il termine migliore per esprimere
questo andamento a mio avviso quello di diretta e indiretta fusione usato da Deborah
Burton xvii. Una tecnica musicale che qui offre un risultato psicologico di primaria importanza: la
reminiscenza dellamore di Mim e Rodolfo condivisa da tutti e due (e da noi spettatori) ma la
donna non lascia che essa si sfaldi in puro ricordo e nostalgia (cosa che da parte di Rodolfo
sempre possibile). Lamore empirico della dolce e bella grisette ha trainato il loro rapporto
prima sul piano fisico e ora lo suggella definitivamente su quello sentimentale, un processo
emotivo che anche il sognatore Rodolfo, il poeta Rodolfo, il giovane uomo Rodolfo accetta con
passione, ma come risposta. Rodolfo sempre dietro a Mim, anche solo di qualche istante.
Quali ragionamenti avranno fatto Puccini, Illica e Giacosa per arrivare a questo dialogo? I
nostri? Non necessariamente: basta aver ripensato con la mente libera da pregiudizi alle
discussioni con una donna amata per capire dove sta la differenza35.
Il punto decisivo che nellOttocento la differenza di genere tra grisettes e bohme era anche una
differenza sociale. La differenza psicologica tra Mim e Rodolfo che Puccini, Illica e Giacosa
hanno reso con raffinato e poetico realismo, quindi non pu non riportare alla superficie le
differenze sociali e il contesto che le genera, nonostante i loro sforzi di occultamento.
Dopo quello della Commedia umana di Balzac siamo di fronte a un altro magnifico esempio di lapsus
di classe. Sfuggito forse grazie proprio alla meticolosa operazione di distillazione degli autori di
Bohme, perch distillando hanno idealizzato i loro personaggi e idealizzandoli hanno creato i tipi. Cos
il personaggio pi idealizzato, Mim, li ha traditi e dopo di lei tutti gli altri: Nella raffigurazione del tipo,
nellarte tipica, si fondano la concretezza e la norma, lelemento umano eterno e quello storicamente determinato,
lindividualit e luniversalit sociale. Perci nella creazione di tipi, nella presentazione di caratteri e di situazioni tipiche
le pi importanti tendenze dellevoluzione sociale ricevono unadeguata espressione artistica36.
Il romanzo di Murger non fornisce molte indicazioni a riguardo. Per non dimentica di sottolineare il
senso pratico di Mim e delle sue amiche: E malgrado i divieti di Rodolfo, lei continuava a frequentare quelle donne, che
erano tutte daccordo nel volerla persuadere a rompere con quel bohmien che non poteva nemmeno darle centocinquanta franchi
per comparsi un vestito (op. cit., pag. 104). Un senso pratico che nellopera avr una valenza opposta.
36 Lapsus di classe era il giudizio con cui Francesco Orlando in Per una teoria freudiana della letteratura,
(Einaudi, Torino, 1987, p. 129) defin il realismo della Comdie humaine, involontariamente sfuggito a Balzac
35

27

Ad ogni modo la contestazione in giacchetta del capitalismo non diventer contestazione con la
cuffietta. Ci si ribella a volte per necessit, ma forse pi spesso per libert, perch si ha la
possibilit di farlo. Quindi non detto che a farlo siano le grisettes, con tutto che sono parte
integrante delle classi subalterne.
Ma un conto una ribellione, un altro una rivoluzione. Nonostante lapparente ruolo passivo,
il genere femminile ci permette di intravedere di nuovo la divisione sociale capitalistica e quindi
la Storia che lha formata. E questo in Bohme avviene addirittura attraverso la psicologia di
genere, positiva, attiva, costruttiva, della grisette Mim. Quindi se vero che senza teoria
rivoluzionaria, niente rivoluzione abbiamo qui una prova poetica che anche senza donne, niente
rivoluzione. Non solo perch sarebbe assente la met del cielo, ma perch senza di esse non
possibile risalire politicamente dallastratto al concreto.
E infatti non detto che i transeunti e poco definibili bohmiens al momento necessario si
rivelino rivoluzionari. Dopo tutto questo era il problema che si sarebbero posti Lenin coi
rivoluzionari di professione e Gramsci con gli intellettuali organici: il disciplinamento della
critica al capitalismo derivante dalla coscienza infelice borghese.
Le nuove bohme
Privata del suo possibile alleato proletario, la bohme europea si mossa nel Novecento inoltrato
sbandando, a volte appoggiando idee reazionarie e nazionaliste. Solo alla fine degli anni sessanta
del Novecento i primi sintomi della crisi sistemica sovrapposti agli effetti della pi grande
espansione materiale del capitalismo termoindustriale occidentale, fece scoppiare prima la rivolta
studentesca e poi quella operaia (e negli Usa quella afroamericana). Le lotte operaie e quelle
studentesche (che in seguito si coagularono nei gruppi politici extraparlamentari), erano per
destinate a non incontrarsi, nonostante una breve fiammata comune in alcuni luoghi specifici. A
questo mancato incontro contribuirono vari fattori, dalla trasformazione della cosiddetta
composizione di classe al passaggio alla finanziarizzazione. Ma oltre a ci occorrerebbe
riflettere sui risvolti politici e soggettivi. Tuttavia evidente che esisteva gi una dissonanza
iniziale tra le due ribellioni, inevitabile data la non commensurabilit tra uno stato transitorio e
intellettuale-esistenziale e uno permanente di carattere squisitamente materiale-politico.
Tutto sommato il Sessantotto ha rappresentato un paradosso. Era un movimento
disperatamente aggrappato al pensiero rivoluzionario classico, o meglio confinato nella sua
elaborazione classica, ma linadeguatezza di questo pensiero a comprendere le trasformazioni
radicali di una crisi sistemica preparata da uno sviluppo materiale che presentava molte
caratteristiche post-classiche (come le multinazionali integrate verticalmente e a conduzione
manageriale) e sfociata in una finanziarizzazione senza precedenti, ha permesso che quel
movimento diventasse veicolo della modernizzazione che era richiesta proprio da
quellevoluzione del capitalismo in Occidente. Era una modernizzazione nella sfera della morale,
dei costumi e in quella intellettuale. Quindi quel movimento non riusc a mettere in discussione
nel suo tentativo di condannare la progressiva irruzione della nascente borghesia nella societ nobiliare (F. Engels a
Margaret Harkness. In K. Marx, F. Engels, op. cit, XLVIII, pag. 48). La descrizione della funzione del tipo
nellarte invece tratta da Il marxismo e la critica letteraria di Gyrgy Lukcs. Io lho trovata in Arte e Societ, vol.
II, Editori Riuniti, Roma 1972, pag. 27. Ringrazio il professor Renzo Bragantini del corso di laurea
Letteratura Musica Spettacolo della Sapienza di Roma, che mi ha segnalato il concetto di lapsus di classe
dopo che gli avevo esposto i risultati di questo studio. Da esso sono risalito, tramite Engels, Balzac e Zola, al
saggio di Lukcs che, devo confessare, tenevo da anni su uno scaffale ma non avevo mai letto. Mi sembrato
che spiegasse il motivo per cui ero arrivato a quelle conclusioni. Questo capoverso quindi stato aggiunto
dopo la stesura finale dello studio e per questo motivo una cornice lo isola dal resto del testo. Ora, pu essere
discutibile che Mim e gli altri personaggi costituiscano dei tipi nel senso del filosofo ungherese, tuttavia ha
un certo interesse il fatto che al tradimento delle intenzioni di Puccini, Illica e Giacosa da parte di Mim ci
sono arrivato senza essere influenzato dalle teorie estetiche di Lukcs o di altri. Si pu essere daccordo o
meno con le mie conclusioni, ma comunque ci sono esclusivamente giunto inseguendo attraverso la musica,
diciamo per amore e con amore, questa eroina delle piccole cose. E non sapevo dove questo inseguimento mi
avrebbe condotto.

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il capitalismo. Di fatto la bohme studentesca sessantottina si era intestardita a voler mettere a


nudo la borghesia, ma la borghesia si era gi spogliata dei suoi vecchi abiti, lasciandovi sotto solo
uno spaventapasseri.
Lo aveva capito benissimo, nel corso degli eventi, Pier Paolo Pasolini:
Mentre la reazione prima distrugge rivoluzionariamente (rispetto a se stessa) tutte le vecchie
istituzioni sociali famiglia, cultura, lingua, chiesa la reazione seconda (di cui la prima
temporaneamente si serve, per poter adempiersi al riparo della lotta diretta di classe) si d da fare
per difendere tali istituzioni dagli attacchi degli operai e degli intellettuali. E cos che questi anni
sono di falsa lotta sui temi della restaurazione classica, in cui credono ancora sia i suoi portatori che
i suoi oppositori.37

In questo processo non difficile vedere lappropriazione da parte della borghesia (termine
che per, a mio avviso, era gi allora impreciso) di gran parte degli obiettivi e a volte dei metodi
delle lotte del Sessantotto. Unappropriazione alla quale corrispondeva simmetricamente la
volont della sinistra storica di adeguarsi a questo stato di cose nel tentativo di annettersi il nuovo
mondo. I gauchisti vi vedevano invece una potenzialit miracolosa di riscatto e rigenerazione veicolata
dalla nuova forma di storia creata dalla civilt tecnologica (si pensi oggi agli abbagli riguardo Internet).
Giustamente Pasolini sottolinea che questa palingenesi era il vecchio sogno borghese-cristiano dei
comunisti non operai.
In altri termini il gauchismo studentesco e intellettuale, nuovamente affrancato da ogni forma
di disciplina politica e sociale, riprendeva il libro dei sogni di una bohme sovrastorica, vissuta in
frammenti puramente ideali, e facendo finta di collegarli alla storia, a volte la pi ortodossa, del
movimento operaio e comunista, lanciava invece a briglie sciolte limmaginazione dellIntelletto
(e non della Ragione). Nei suoi risultati pi puri, essa avrebbe finito per crearsi un capitalismo a
propria immagine e somiglianza: il capitalismo immateriale o capitalismo cognitivo 38.
La bohme sessantottina compiva battaglie e blitz contro un finto potere che il potere reale lascia
ancora in concessione ai suoi difensori e ai suoi avversari, perch vi smaltiscano, accademicamente, i vecchi
sentimenti (ivi, pag. 20).
Nellanalisi che Pasolini fa di questi fenomeni troviamo molti dei caratteri della bohme classica
ottocentesca, come sono emersi dal nostro precedente discorso.
Innanzitutto quello di un fenomeno sociale posto in mezzo a due distinte forze dattrazione.
Da una parte il successo individuale, che Pasolini legge negli anni settanta come una atroce
nevrosi euforica, che gli fa accettare senza pi resistenza alcuna il nuovo edonismo con cui il potere reale sostituisce
ogni altro valore del passato. Dallaltra parte una forza dattrazione morale che esercita su una
piccola minoranza una nevrosi dansia, che quindi mantiene viva in essi la possibilit di una protesta. Ma,
aggiunge subito si tratta degli ultimi, veramente ultimi umanisti (ivi, pag. 21).
C un giudizio molto duro ma pertinente di Pasolini riguardo la dimensione puramente
intellettuale della ribellione: Senza senso comune e concretezza la razionalit fanatismo 39 . Ecco di
nuovo, allora, la necessit di quella che possiamo definire passione empirica di Mim, di quel
tratto di genere che sorgente di concretezza e senso comune che, a dispetto degli
intellettualismi, lunico sprone ad esercitare senza soste e cedimenti lesame critico dei fatti,
ineludibile dovere di ogni intellettuale per non essere irresponsabile.
Cos come per Pasolini la vittoria in Italia del fronte laico al referendum sul divorzio era la
cartina di tornasole di una rivoluzione antropologica in cui la tolleranza modernistica di tipo
americano diventava un valore dei ceti medi, allo stesso modo un simile slittamento valoriale lo
troviamo oggi nellelettorato conservatore degli Stati Uniti, per il quale ad esempio la
liberalizzazione delle droghe leggere e le unioni omosessuali non sono pi un tab.
P. P. Pasolini, La prima, vera rivoluzione di destra (1975). In Scritti corsari, Garzanti, Milano, 1975, pag. 19.
Per una critica a questi concetti, si veda il mio Al cuore della Terra e ritorno, Parte Prima, Sezione V
(scaricabile gratuitamente alla pagina megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=73540). Si noti che non
nego che la crisi sistemica e in particolare la finanziarizzazione stiano riorganizzando radicalmente il lavoro e
la divisione del lavoro.
39 Pasolini, Gli intellettuali del 68: manicheismo e ortodossia della rivoluzione dellindomani. In op. cit., pag. 25.
37
38

29

Conservatorismo politico e conservatorismo etico non corrispondono pi, si disgiungono. E


chiaro allora che la contromorale bohmienne pu solo condurre battaglie contro quegli
spaventapasseri che sono lasciati a bella posta dal potere reale. Lo stesso tipo di battaglia a vuoto
che avviene sulla scena politica, pura gesticolazione sul palcoscenico di un teatrino dietro il quale,
per dirla con Gramsci, sghignazza il faccione della realt.
In una societ in cui i capelli lunghi erano simbolo di contestazione, nelle cose della televisione
o delle rclames dei prodotti rilevava Pasolini, ormai assolutamente inconcepibile prevedere un giovane senza
i capelli lunghi. In altri termini, ci che voleva essere scandaloso per il potere, per il potere era
scandaloso che non ci fosse.
Il ciclo compiuto. La sottocultura al potere ha assorbito la sottocultura allopposizione e lha fatta propria40.
Questo il giudizio dato da un osservatore, in questo caso di eccezionale acume. Ma gli attori,
i soggetti giudicati, come vivevano loggetto osservato?
Lo stato di psicosi, di bipolarit, vissuto dalle grisettes e dai bohmiens della Parigi ottocentesca
era dovuto anche alla loro sovversione delle suddivisioni borghesi dello spazio urbano che si
stavano allora definendo nelle metropoli moderne. Suddivisioni che pesavano come una norma
a cui tutti erano invitati ad adeguarsi. Quel tipo di norme egemoniche che non sono facili da
ignorare e quando lo si fa spesso si rimane in mezzo a un guado.
Innanzitutto la divisione tra sfera pubblica e sfera privata. Questultima era quella privilegiata
dalla borghesia, che lasciava la sfera pubblica alla mediazione sociale della cosa-merce e allo
status symbol che ne derivava mentre la sfera privata, col suo perbenismo ipocrita, era il rifugio
del borghese in quanto persona. Al contrario, la sfera pubblica era il palcoscenico della bohme e
delle sue compagne, che erano a tutti gli effetti gli attori del teatro allaperto della vita nella
metropoli. Attori non compresi, visti con sospetto e a volte con disprezzo.
Questo era forse il lato pi sovversivo della bohme: il tentativo di riconquistare lo spazio
pubblico dalle mani della mediazione reificata e spersonificante delle cose-merci. Ma era una
sovversione vissuta come spettacolo di s e transitoria perch insostenibile nella societ
capitalistica. E loro lo sapevano, avevano gli esempi davanti e cercavano dinteragire con lo
spazio borghese. Tuttavia, in quellinvolucro precario, fatto di cenacoli, cabaret, teatri, riviste,
caff, feste stravaganti, appartamenti in comune, soldi prestati, la bohme riusciva a essere - per la
stagione della giovinezza - Gemeinschaft, comunit, rete popolata dal Gattungswesen, cio dalluomo
nella sua essenza generica di essere sociale non alienato, luomo che riconosce la propria
esistenza nel rapporto alla sua specie [Gattung], alla sua essenza [Wesen]41. Ovvero lo zoon politikon
di Aristotele, luomo come essere sociale e politico, e per me anche ermeneutico. Una comunit
vissuta come reale dai suoi soggetti, eppure solo mimata se rapportata alla dinamica complessiva
dei rapporti sociali capitalistici, solo irrimediabilmente rappresentata. E infatti finir per essere
unenunciazione tra virgolette, tramandabile e tramandata da giovinezza a giovinezza mentre il
discorso sociale reale la svuotava di senso via via che ne utilizzava i contenuti per svecchiarsi,
adeguarsi e appiattire su una sola dimensione lintero spettro del reale.
Se, come sostengono Boltanski e Chiapello, il Sessantotto ha visto allopera una nuova bohme,
la sua critica al potere non era n giusta n sbagliata, perch era priva di oggetto:
In specifico, lattacco bohmien e artistico del Sessantotto alla borghesia italiana ebbe luogo mentre
essa stava saltando le tappe da proto-borghesia (con ancora tracce di influssi tardo-signorili
tipicamente di matrice agraria e comunale) a post-borghesia consumistica priva ormai di un ruolo
storico e ideologico, bench il capitalismo italiano continuasse ad essere un ibrido tra capitalismo
familiare e capitalismo manageriale. Se lItalia era caratterizzata da una borghesia stracciona con
tutti i suoi ritardi, come gi pensava Gramsci, il Sessantotto le aveva tolto gli stracci, ma senza

Pasolini, Il discorso dei capelli. In op. cit., pag. 13.


Feuerbach, Lessenza del Cristianesimo. [U]n essere cosciente, cio la [cui] propria vita un suo oggetto, proprio soltanto
perch egli un essere appartenente ad una specie. Soltanto perci la sua attivit libera. In questa accezione Marx
riprender il termine nei Manoscritti Economico-filosofici. Sia esso che Gemeinschaft (e Gemeinwesen), sono
ripresi in altri lavori, come La questione ebraica, LIdeologia tedesca e i Grundrisse.
40
41

30

metterla a nudo, semplicemente perch sotto gli stracci a quel punto non cera pi alcunch di
rilevante42.

Oggi che un nuovo fascismo progressista americanamente pragmatico (Pasolini) ha ormai


occupato tutti i tavoli da gioco politici e culturali, ai nuovi sprazzi di ribellismo bohmien pu
capitare anche di peggio: essere dalla stessa parte del Potere anche pi torvo, senza che
nemmeno riesca ad averne il sospetto, perch la nuova impressionante pervasivit del pensiero
unico del declinante sistema di potere del termocapitalismo occidentale priva chiunque cada nel
suo raggio dazione anche di quei pochi anticorpi che ancora nel Sessantotto resistevano, come
lantimperialismo, sostituendoli col culto di ideali talmente astratti e discrezionali da poter
giustificare persino il massacro di donne e bambini.
La pi interessante bohme intellettuale del secondo Novecento
La bohme sessantottina, come si visto, non si sald realmente al movimento operaio. Cos la
fusione avvenne solo a livello intellettuale. Avvenne cio nelle teorie rivoluzionarie delle varie
tendenze della sinistra extraparlamentare e tra esse in Italia la pi interessante fu loperaismo,
che a mio avviso costitu lunica possibile lettura moderna dellortodossia marxista.
Era, in altre parole, la forma pi alta che la classicit marxista riuscita ad esprimere in quel
periodo di profonda transizione. Una lettura quindi al contempo moderna e ortodossa. Moderna
perch registrava, a volte efficacemente, i cambiamenti sociali e della composizione di classe e
perch intu con precisione lincedere della finanziarizzazione nel processo di accumulazione.
Ortodossa perch inseriva i suoi risultati in schemi esclusivamente legati alla contrapposizione
capitale-lavoro. Non discuteremo qui se questa ortodossia sia stata marxiana o marxista (cosa
che a me sembra pi plausibile, perch il pensiero di Marx non si presta in realt a
unortodossia). Fatto sta che un solo ingrediente non sufficiente a spiegare la crisi e le sue
dinamiche. Nemmeno un ingrediente centrale come la natura di classe del rapporto sociale
capitalistico e del modo di produzione costruito su di esso.
So che posso essere considerato demod, ma sono convinto che la crisi sistemica affondi
effettivamente le sue radici nella natura di classe del rapporto sociale e del modo di produzione
capitalistici43. Tuttavia, lasciare in secondo o terzo piano le correlazioni tra la natura sociale del
capitalismo e la sua natura fisica e geografica, e quindi la finitezza delle risorse e i rapporti tra
sistemi contrapposti di potere e di governo del territorio, come ad esempio gli Stati, ignorare
lanalisi dellintrinseca necessit per il capitalismo di questa contrapposizione, tutte queste
mancanze riducono la visuale, bloccano il cammino e troppo spesso fanno prendere abbagli,
tragici abbagli. Perch se qui il bagliore ci acceca, esso da altre parti distrugge e uccide.
Ciononostante il pensiero operaista si rese conto con un anticipo sorprendente sul resto dei
teorici di sinistra che il capitalismo occidentale stava scivolando sempre pi profondamente
nella finanziarizzazione. Lo fece spesso con lucidit, pur riportando questo fenomeno al suo
assunto costitutivo: lindividuazione delle forme di autorganizzazione della classe che avrebbe
fatto superare la crisi con la rottura anticapitalistica 44.
Nelloperaismo questa classe salvifica ha assunto nel corso del tempo diversi aspetti: operaio
massa, operaio sociale, moltitudini desideranti. Una trasformazione coerente con la lettura delle
trasformazioni del capitalismo: quello delle concentrazioni multinazionali e dellorganizzazione
Al cuore della Terra e ritorno, cit., Parte Seconda, pag. 23.
Ho cercato di dimostrarlo nel lavoro citato, specialmente nella Sezione II della Parte Seconda.
44 Ecco come ci veniva sintetizzato in quello che per me rimane uno dei punti pi alti dellelaborazione
teorica operaista: Il discorso invece chiarissimo, la contraddizione tra la produzione di plusvalore e la realizzazione
mediante il meccanismo della circolazione, tra rapporto di forza in fabbrica e la necessit capitalistica di occultarlo allargando a
dismisura la sfera della circolazione, creando un sistema di rotazione artificioso del capitale. E una fuga in avanti del capitale,
che dimentica il passo lento, la lotta quotidiana per lestorsione del pluslavoro. Sergio Bologna, Moneta e crisi: Marx
corrispondente della New York Daily Tribune, 1856-57. Primo Maggio, n. 1, settembre 1973, pp. 1-15.
Ampliato in S. Bologna, P. Carpignano e A. Negri, Crisi e organizzazione operaia. Feltrinelli, Milano, 1974. Un
saggio che vale la pena di rileggere ancora oggi.
42
43

31

gerarchica fordista, poi quello diffuso del piccolo e bello, della delocalizzazione e
dellorganizzazione a rete, pi in l la New Economy vista come segnale di una nuova societ
della conoscenza permessa dallinternettizzazione globale, e non come enorme bolla borsistica,
e la globalizzazione come realizzazione delle profezie di Marx, e non come un altro nome per
egemonia degli Stati Uniti, come dichiarato senza peli sulla lingua da Henry Kissinger 45. Fino
alla finanziarizzazione interpretata come capitalismo immateriale, ovvero come una nuova
fase del capitalismo e non come sbocco obbligato della sovraccumulazione.
E stato sicuramente un tentativo di tenere i piedi per terra, ma paradossale perch si
incagliato in un puro concetto che alla fine stato strappato dalla Terra e trasportato da uno
stuolo di cherubini in qualche sfera ultramondana, come la celeste noosfera del supposto
capitalismo cognitivo. In molte sue espressioni lanalisi operaista, stata una raffinata analisi
del concetto di capitale non delle societ capitalistiche realmente esistenti. Spesso unanalisi in cui
la bohme accademica radicale rappresentava il mondo e se stessa.
Che cosa accade dopo che Mim morta?
Abbiamo visto dunque che la bohme una condizione transitoria. Questa transitoriet ha un
aspetto che possiamo definire anagrafico, deriva cio dallevoluzione esistenziale che obbliga a
fare i conti con la necessit di superare una situazione di precariet (che include la militanza) non
pi sostenibile col passare delle stagioni della vita. I mille tentativi di riciclarsi nel sistema e i
mille riciclati lo testimoniano. E un fenomeno che trascende il semplice opportunismo e ha una
sua naturalit, se non proprio una legittimit.
In uno straordinario scritto del 1932 intitolato Cosa accade dopo che Nora se ne andata, lo
scrittore cinese Lu Xun cercava di immaginarsi cosa succedeva alla protagonista di Casa di
bambola di Ibsen, dopo che aveva deciso di lasciare il marito e i figli per riflettere col suo cervello
e rendersi chiaramente conto di tutte le cose 46. La risposta che si dato Lu Xun scioccante: o
ritorna umiliata a casa, o muore di povert, oppure si prostituisce. Allepoca una donna senza un
marito non aveva molte altre possibilit. Ci sono insomma maturazioni, evoluzioni esistenziali,
che costano molto o che sono addirittura impraticabili.
Possiamo adesso fare un piccolo esperimento mentale e immaginarci cosa accade dopo che
Mim morta.
Abbiamo visto che la tragedia della dolce grisette ha obbligato i bohmiens a fare i conti con la
realt e a maturare. Questo comporta solo la coscienza del proprio fallimento o apre nuove
possibilit? Nei termini propri del materialismo capitalistico il loro fallimento ha un carattere
ben preciso: la non riuscita sul piano del mercato, cio sul piano dello scambio delle cosemerci. Ma ovviamente, questo fallimento non vissuto in modo asettico, bens come fallimento
morale e personale. Nel romanzo di Murger, Marcello lo dice esplicitamente: Non ci pi
permesso di vivere ancora al margine della societ, quasi al margine della vita, sotto pena di giustificare il
disprezzo che susciteremmo, e di disprezzarci noi stessi 47 . Quindi a una prima consapevolezza di
fallimento morale, quella di non essere riusciti a fare assolutamente nulla per Mim, ne segue
unaltra, di tipo differente ma connessa alla prima tramite un medium che non altro che
linteriorizzazione delle condizioni di esistenza imposte dal rapporto sociale capitalistico. Sono
esse che dettano la grammatica della vita, una grammatica che i bohmiens volevano mettere
radicalmente in discussione ma vivendo, per cos dire, tra le sue eccezioni.
Nonostante gli sforzi di autorappresentazione delle lite statunitensi, limperialismo dello stato-nazione
USA non potr mai essere un impero come quello romano, meno che meno oggi che la crisi sistemica
sposta la proiezione di potenza degli Stati Uniti dallegemonia al dominio. E invece ci che hanno
immaginato Hardt e Negri nel loro famoso libro. Il loro mondo appiattito e privo ormai di stati-nazione era
concettualmente teorizzato dagli influenti Deleuze e Guattari col termine spazio liscio (si veda Millepiani.
Capitalismo e schizofrenia. Castelvecchi, Roma, 1997).
46 In Lu Xun, La falsa libert. Einaudi, Torino, 1968.
47 Dopotutto, come scriveva Murger, per i bohmiens i loro obiettivi erano perfettamente determinati e per
arrivarci ogni via lecita e sapevano far fruttare persino gli incidenti di percorso (op. cit., Prefazione, pag. 7).
45

32

Cosa accade dunque dopo che Mim morta?


Puccini, Illica e Giacosa non ce lo dicono, ma alcune cose le sappiamo dalle Scnes di Murger.
Rodolfo aveva gi incominciato ad uscire dallanonimato prima ancora dincontrare Mim,
grazie a un premio letterario di trecento franchi e alla bravura di unattrice, Mademoiselle
Sidonie (con la quale intrattiene, tanto per cambiare, una conversation amoroso-littraire) che ha
rappresentato con successo il suo dramma Vengeur, facendogli guadagnare dei soldi. Un preludio
a un possibile futuro cambio di rotta? Forse, ma le cose non sono ancora mature e Henry
Murger ci dice ironicamente che dopo questi successi, durante la bella stagione Rodolfo dimora
in avenue Saint-Cloud, allultimo albero a destra uscendo dal bois de Boulogne, sul quinto ramoxviii.
Cosa passa per la testa dei bohmiens? Sono come li vediamo noi, giovani uomini votati alla
pura arte, costi quel che costi? O ci piace immaginarceli cos, un po come degli immigrati o
degli zingari che, per carit, non devono integrarsi, altrimenti non riusciamo pi a proiettare su
di loro i nostri sogni di ribellione? Altro modo si essere liberi con la sofferenza degli altri.
In molti vogliono entrare nella bohme, ma in moltissimi vogliono uscirne, perch essa un
difficile laboratorio, un duro periodo di preparazione. E il tirocinio della vita artistica, la prefazione
allAccademia, allOspedale o allObitorio48.
A un anno dalla morte di Mim, Schaunard ha scritto un album di melodie che vengono
cantate in tutti i concerti e lo rendono famoso. Rodolfo ha scritto un libro che ha occupato la
critica per un mese. Colline ha ricevuto uneredit e contratto un buon matrimonio. Offre
ricevimenti. Quanto a Marcello, i suoi quadri sono finalmente stati ammessi allEsposizione e si
sistemato meglio. Ha capito che la giovinezza ha solo una stagione. Quindi gli sta bene ripensare
con Rodolfo ai vecchi tempi, ma solo attraverso una bottiglia di ottimo vino e seduto su una comoda
poltrona. Che vuoi farci? Sono corrotto. Ormai amo solo ci che buono!49
Quindi riusciamo a capire che la morte di Mim non solo ha fatto finalmente maturare
Rodolfo, ma lo ha liberato dagli obblighi affettivi e materiali per la ragazza. C perci la
possibilit di ripartire e Rodolfo questa possibilit non la perde. Lascer la bohme, dopo che per
rimanerle fedele aveva sopportato labbandono della sua amata bella grisette.
E non una sorpresa: Mim era stata la sua bella giovent. Ora giovent e Mim se ne sono
andate via insieme, per sempre.
Per Rodolfo la bohme stata la prefazione allAcadmie. Per Mim stata lanticamera dellHtelDieu e poi della Morgue.
Un diverso esperimento mentale chiedersi che cosa sarebbe successo se le eroine di Bohme e
Traviata, Mim e Violetta, non fossero morte. E una domanda anche pi interessante, perch in
questo caso non abbiamo nessuna indicazione e dobbiamo immaginarci tutto.
Secondo me Violetta e Alfredo si sposano. E vero che lui non ha dimostrato grande carattere
e pi che altro non ha dimostrato grande sensibilit quando si trattato di capire perch Violetta
era scappata dal Barone. Insomma, la tua donna ti lascia piangendo dicendoti Amami Alfredo,
amami quanto io tamo e tu non cerchi di capire perch lo fa ma ti fai prendere solo da
unegocentrica gelosia? Devi proprio aspettare che ti spieghi tutto il padre pentito? Comunque
con buona probabilit Violetta, innamorata e magnanima, Alfredo se lo riprende, magari
tenendolo per un po sotto osservazione.
Per Mim e Rodolfo invece le cose sono pi complicate. Il rischio corso da Mim farebbe
comunque maturare Rodolfo. E va bene. Ma la maturazione pu essere un trauma. E
verosimile che faccia cambiare carattere a Rodolfo e ci pu alterare i sentimenti, sia suoi nei
confronti di Mim, sia quelli di Mim nei suoi confronti. La nostra grisette, tutto sommato, si era
innamorata di un giovane e sognante poeta che vero che non sapeva affrontare la concretezza
della vita, ma un bacio non glielo negava mai, n una parola affettuosa e nemmeno le cose che
hanno dolce malia, come una cuffietta rosa. Sar la stessa persona il Rodolfo
responsabilizzato? O le responsabilit non che finiranno per immusonire un po il nostro
La Bohme, cest le stage de la vie artistique; cest la prface de lAcadmie, de lHtel-Dieu ou de la Morgue. H. Murger,
op. cit., Prefazione, pag. 5.
49 H. Murger, op. cit., pag. 199.
48

33

poeta? Non sar che sotto sotto coltiver un rancore inespresso per una Mim che, s, ama
moltissimo ma che lo ha strappato dai suoi sogni? Erano chimere? Forse. Ma forse non lo
erano e lui non lo pu pi sapere e questo dubbio ogni tanto potrebbe ritornare fuori come un
tarlo. E se diventer uno scrittore affermato, ci sar spazio per la grisette Mim nei nuovi raffinati
salotti che lui frequenter?
Bene, adesso chiudiamo il laboratorio e smettiamola con gli esperimenti. La nostra bella e
dolce grisette giace senza vita su un lettuccio trasandato in una soffitta che di l a non molto
diventer deserta.
E finita cos. Ma si sa, Mim era la cellula debole di quel tessuto sociale urbano.
Quante volte queste cose succedono? Non ha nemmeno tanto senso scandalizzarsene. Pu
forse essere pi consono rattristarsene, come a volte rattrista il passare del tempo. Il problema
vero subentra quando a questa evoluzione sociale ed esistenziale si pretende di affiancare una
supposta indelebile coerenza ideale. Ecco allora che gli ideali vengono smontati, riassemblati,
riconfezionati, pronti per essere offerti a un nemico che agisce come una metastasi al cervello.
Quando lastrattizzazione concettuale ha il sopravvento e si incontra, come oggi, con la
pervasiva propaganda di un Potere che gioca su tutti i tavoli, nessuno escluso, in un range che va
dalle dittature reazionarie alle rivoluzioni libertarie, dalla difesa dei diritti degli omosessuali al
sostegno dei pi biechi fondamentalismi, dallinquinamento ad oltranza allecologismo, dallo
spreco di risorse allo sviluppo sostenibile, quando questo incontro avviene, allora mantenere la
barra a dritta tra i flutti tempestosi di una profondissima crisi diventa innanzitutto una questione
distinto. Solo dopo non essere naufragati si in grado di riflettere razionalmente su ci che sta
avvenendo, ma in un mare cosparso di relitti, disastrosi risultati della mancanza di una visione
adeguata della realt; disastrosi risultati del passaggio da una concezione sociale dei conflitti a
una percezione individualistica delle rivendicazioni; disastrosi risultati infine dellabbandono
dellanalisi delle contraddizioni chiave del capitalismo per lesaltazione di quelle etiche,
comunitarie o di genere, importanti e reali ma pericolose se diventano punti focali a se stanti.
Un esito diffuso tra chi non ha fatto i conti col proprio passato e tra i bohmiens in servizio,
ancora una volta, a parte rare eccezioni50.
E trascorso solo un secolo ma siamo anni luce distanti da quando il bolscevico bohmien
Vladimir Antonov-Ovseyenko guidava lassalto al Palazzo dInverno.

Io conosco due autentiche bohmiennes, una parigina, laltra bengalese, entrambe artiste, che essendo
intelligenti e volendo ragionare con la propria testa, non si adagiano sul senso politico comune. Non
sorprendente che siano donne. Nel loro pensiero e nel loro spirito artistico si rintraccia senza molte difficolt
la capacit di apprezzare e percepire concretamente il mondo, un occuparsene e sapersi muovere tra le cose
guidate da una stella polare empirica. Cos non nemmeno sorprendente che volino molto al di sopra di
cos tanti intellettuali maschi.
50

34

La prima di Bohme fu diretta da Toscanini. Von Karajan e Bernstein giudicavano la sua partitura come una
delle pi belle tra quelle che dirigevano. La musica di Puccini era apprezzata da Stravinskij, da Schnberg, da
Ravel, da Varse. Il simbolista Debussy stravedeva per leffetto di fiocchi di neve cadenti reso nel terzo
quadro di Bohme da una musica di soli flauti, arpe e tremolo di violoncelli. Tecnicamente leffetto dato dalle
quinte vuote parallele dei flauti e dellarpa. Tutte cose che i precetti dellarmonia dicono di evitare come la
peste, ma che qui rendono lidea del suono ovattato durante una nevicata. Un esempio della raffinata
anticonvenzionalit dellarmonizzazione pucciniana.
ii Mosco Carner, Puccini. Biografia critica, Il Saggiatore, Milano, 1961, p. 467. Puccini insistette anche perch
aveva gi deciso che la musica doveva essere quella del suo Piccolo Valzer per pianoforte in Mi maggiore,
composto nel 1894. Un esempio del famoso riuso pucciniano, che sar importante nella nostra riflessione.
iii La pice teatrale, scritta assieme a Thodore Barrire, era a sua volta una riduzione di alcune Scnes
pubblicate come racconti su Le Corsaire Satan tra il 1845 e il 1849. Scnes de la vie de bohme scaricabile da
Progetto Gutenberg. Le relative traduzioni che seguono sono mie. Per quanto riguarda la terminologia che
user, si noti che nel Francese attuale bohme, con laccento grave, il termine che denota lanticonformista,
lartista, il marginale, eccetera, solo saltuariamente (e vedremo perch) usato anche al femminile. Al contrario,
bohmien e bohmienne sono nomi o aggettivi, maschile e femminile, indicanti abitanti della Boemia, zingari,
nomadi, eccetera. Tuttavia questi termini nel XIX secolo assumevano anche il significato precedente (si veda
Baudelaire la sua metafora della tribu prophtique in Bohmiens en Voyage, con tanto di riferimento polemico
alllimpero familiare delle tenebre future, cio al Secondo Impero di Napoleone III, quindi a cose talmente
francesi e talmente dattualit che Thophile Gautier non os pubblicare la poesia sul giornale che dirigeva).
Comunque, nella sociologia francese contemporanea si ritrova il termine bohmien (e persino bohmianisme),
esattamente come si trova nelle Scnes di Murger. Quindi, poich in Italiano permette maggior chiarezza, far
uso della terminologia ottocentesca.
iv Tecnicamente lopera si apre con una sequenza di accordi di quinta discendenti. Questo tipo di sequenza
pu praticamente iniziare su una qualsiasi delle quinte e finire dove si vuole. E come se questo celebre incipit
dicesse: l dietro il sipario si sta svolgendo qualcosa dinteressante e adesso andiamo insieme a vedere di che si
tratta. Forza, entriamo a curiosare.
v Giacomo Puccini donando nel 1909 lautografo di Sole e amore a Francesco Paolo Tosti, nella dedica lo defin
primo germe di Bohme. Anche la stessa tonalit mantenuta, Sol bemolle maggiore, e persino il metro . Solo
le indicazioni di tempo cambiano: Allegro Mosso nel caso del lied e Andante con Moto per lopera, quindi un
po pi lento.
vi Riccardo Pecci, Piccole donne crescono. Note, sole e amori dai Canti di Puccini alla Bohme. In La Bohme, Teatro La
Fenice, Venezia, 2002 (reperibile come www.teatrolafenice.it/public/libretti/88_1668Laboheme.pdf dora in poi La
Fenice), pag. 27. Pecci deduce da questo parallelo che Ma quando vien lo sgelo una potente anticipazione dei temi
da mattinata del quartetto. Il quartetto il concertato della doppia coppia seria-buffa MimRodolfo/Musetta-Marcello, dove per questi temi pertengono solo a Mim e Rodolfo. Quel che si
rappresenta in questa scena la doppia natura dellamore, quella sentimentale e quella fisica. Quando Mim
con unaddolorata rimostranza dir Addio sospetti si ha una percezione vivida della differente caratura dei
sospetti di Rodolfo rispetto a quelli di Marcello, presi in giro da Musetta. Il riuso di propria musica
caratteristico di Puccini. Ma alcune riprese hanno un valore solo musicale, e non semantico, come ad esempio
quelle derivanti dal Capriccio Sinfonico composto da Puccini nel 1883, come tesi per il diploma al Conservatorio
di Milano. Lattacco dellAllegro Vivace il motivo stesso della Bohme allinizio dellopera.
vii Ma Wagner era sempre presente nella testa di Puccini. Dando retta a Illica, per il quadro finale abbandon
il romanzo di Murger, dove Mim muore da sola in ospedale, per basarsi sulla pice teatrale, perch voleva
mettere in scena una Tod von Mim, come scrisse. E a tutti gli effetti, drammaturgici e musicali, quella di
Mim una Liebestod, bench molto sui generis.
viii Sono quindi del tutto fuori luogo polemiche antipucciniane come quella di Eduard Hanslick contro il nudo
realismo che ha ora invaso lopera e luso insultante e fine a se stesso di brutture (le quinte parallele) e linsolente
predominanza dei dialoghi pi banali (E. Hanslick, Die moderne Oper, vol VIII, pag. 84, citato in Deborah Burton,
Recondite Harmony. Essays on Puccinis Operas, Pendragon Press, Hillsdale, NY, 2012). E esattamente lo stesso
ordine di pregiudizi di Schenker e di quelli a causa dei quali i critici italiani dellepoca non riuscirono a capire
la grandezza di Italo Svevo.
ix Melodramma in giacchetta unacuta definizione di Rodolfo Celletti (Pavarotti e le opere, in Pavarotti. 25
anni per la musica, a cura di Rodolfo Celletti e Giorgio Corzolani, Modena, Ruggeri, 1986, pp. 169-223).
x E lecito il sospetto che ci avvenga per una questione di metrica poetica e di misure musicali. Fatto sta che
la partitura cos. Daltronde, come si sa, Sempre caro mi fu questermo colle potrebbe essere stato il risultato di
una serie di scelte a caso in un sacchetto di parole. Fatto sta che andata in quel modo. Oh, Calcutta!
i

35

Il contorno melodico il saliscendi di una melodia, che appunto pu essere tracciato con una matita dando
luogo a un profilo. Si confrontino i seguenti esempi:
xi

Quella Bohme io lho vissuta, quando ancora non mi mulinava nel cervello lidea di cercarvi largomento per unopera in
musica, citato da Eugenio Checchi (dicembre 1897). Francisco Protonotari, ed. Nuova Antologia. Direzione
della Nuova Antologia. pp. 470481.
xiii La presentazione di Rodolfo in La bemolle maggiore e la sua ultima parola, dir, cade sul Mi bemolle. La
parola S che apre la presentazione di Mim cade su un Mi bequadro e poi la musica prosegue in tonalit di
Re maggiore.
xii

xiv

Si confrontino i seguenti esempi:

Tema della bohme, inizio primo quadro

Interludio tra Vecchia zimarra e la variazione del tema dellamore

Variazione sul finale del tema dellamore

Il fonema in oggetto cantato sul Do, i violini suonano Sol e Mi bemolle e le viole il Do: abbiamo
precisamente laccordo di Do minore. Poco dopo, la parola dormire finisce su un leggero spaesamento
musicale, perch cantata sullaccordo di settima Do-Mi bemolle-Sol-Si bemolle mentre la prima pausa
risolutiva si ha due misure dopo con un accordo di tonica alla fine della frase. Secondo Antonio Rostagno
(lettera personale) non sono accordi sintattici, sono solo scivolamenti su un basso che scende di grado di armonie che franano,
Puccini parte dalla discesa del basso e costruisce accordi senza seguire la grammatica strettamente tonale. Lo fa anche Chopin nel
preludio op. 28 n. 2 (ovviamente molto pi a lungo, ma Mim una donna modestissima, non avrebbe mai il coraggio di osare
una retorica tanto raffinata come quelle del dandy Chopin; anche se ovviamente Puccini lo saprebbe fare con uguale e maggiore
raffinatezza, se la situazione drammatica lo richiedesse), a cui chiaramente Puccini guarda. Posso solo aggiungere che
questi accordi ritmano una melodia di purezza geometrica, che mi porta alla mente (non necessariamente
per motivi tecnici) la Sarabande in Re minore della Suite N. 11 per clavicembalo di Hndel o alcuni passaggi
xv

36

della Ciaccona di Bach. Una melodia sottolineata da un cadenzare di imperterriti accordi che quasi ricorda il
blues (mentre la sua posizione drammaturgica la rende cugina di Addio, del passato di Traviata).
xvi Puccini tuttavia conosceva molto profondamente il lavoro di Wagner. Tra le altre cose, Giulio Ricordi lo
aveva spedito a Bayreuth per studiare la partitura dei Meistersinger di Wagner e farne una riduzione. Secondo
Drabkin lunico esempio di sviluppo veramente wagneriano [] la riarmonizzazione del motivo di Mim quando leroina
portata nella soffitta per lultima volta (ivi, pag. 95). Basta sentirlo per convincersene. Ma anche la prima
apparizione del tema mi sembra avere reminescenze wagneriane.
xvii Direct (synchronic) and indirect (diachronic) conflation in D. Burton, op. cit.
xviii Lavenue Saint-Cloud si trova nellattuale signorile 16 arrondissement. Gi allora era una zona chic, dato che
da quelle parti aveva vissuto il ministro delle Finanze dei restaurati Borboni e il costruttore dei pianoforti di
Chopin e Liszt, Sbastien rard.

37

Elenco alfabetico dei brani musicali citati e delle tracce relative


Bohme
Addio dolce svegliare alla mattina
Addio, sogni damor
Ma il furto non maccora
Ma quando vien lo sgelo
Mim tanto malata
Mi piaccion quelle cose che han s dolce mala (tema delle piccole cose)
O soave fanciulla
Soli dinverno cosa da morire
Sono andati?
Talor dal mio forziere (tema della speranza damore)
Vien sul mio cuor, perch morto amor
Vorrei che eterno durasse il verno
Prima apparizione del tema di Mim
Riarmonizzazione del tema di Mim nel quarto quadro
Reminiscenza del tema delle piccole cose nel quarto quadro
Prima reminiscenza del tema della speranza damore nel quarto quadro
Seconda reminiscenza del tema della speranza damore nel quarto quadro
Capriccio sinfonico
Allegro vivace
Sole e amore
Pensa a chi tama

38

Tracce
01:13:04
01:12:55
00:24:12
00:28:23
01:06:09
00:26:22
00:31:29
01:13:58
01:35:44
00:23:24
01:21:50
01:17:01
00:16:52
01:26:41
01:27:35
01:19:36
01:35:00
00:04:08
00:00:58

Indice dei nomi, delle opere letterarie, delle opere musicali e dei personaggi
Alcindoro (La Bohme); 7; 24
Alfredo (La Traviata); 18; 29; 37
Alla ricerca del tempo perduto; 15
Antonov-Ovseyenko, Vladimir; 24; 39
Aristotele; 34
Arrighi, Cletto (Carlo Righetti); 9
Bach, Johann Sebastian; 42
Bakunin, Michail; 22
Balzac, Honor de; 31
Barbiere di Siviglia; 7
Barrire, Thodore; 27; 40
Bartolo (Il Barbiere di Siviglia); 7
Baudelaire, Charles; 25; 40
Bayreuth; 42
Benjamin, Walter; 25; 28
Benoit (La Bohme); 17
Bernstein, Leonard; 40
Blanc, Louis; 11
Bohmiens en Voyage; 40
Bologna, Sergio; 35
Boltanski, Luc; 22; 34
Borboni; 42
Bragantini, Renzo; 31
Burton, Deborah; 31; 41; 42
Calleja, Joseph; 2
Camerone, Felice; 24
Capriccio sinfonico; 3; 40
Carducci, Giosu; 12
Carla (La ragazza Carla); 8; 9; 10; 11; 18; 21
Carmen; 2
Carner, Mosco; 40
Casa di bambola; 36
Celletti, Rodolfo; 41
Checchi, Eugenio; 41
Chiapello, ve; 22; 34
Chopin, Fryderyk Franciszek; 42
Colline; 7; 8; 14; 15; 16; 26; 37
Comune di Parigi; 21; 22; 24; 25; 27
Corzolani, Giorgio; 41
Cosetta (I Miserabili); 25
Credit Mobilier; 27
De Angelis, Milo; 15
Debussy, Claude; 40
Deleuze, Gilles; 36
Desdemona (Otello); 14
Domingo, Placido; 3
Don Giovanni; 5
Donbass; 3
Donetsk; 3
Drabkin, William; 30; 42
Dresda; 3
Elektra; 6
Eliot, Thomas Stearn; 11; 12; 13; 14
Elsa von Brabant (Lohengrin); 3
Engels, Friedrich; 12; 31
rard, Sebastien; 42
Fantine (I Miserabili); 25
Feuerbach, Ludwig; 34

Flora (La Traviata); 10


Fontana, Luca; 20
Freud, Sigmund; 6
Gatti, Daniele; 3
Gautier, Thophile; 40
Giacosa, Giuseppe; 3; 4; 12; 13; 26; 27; 28; 31; 37
Girardi, Michele; 28
Gozzano, Guido; 9
Gramsci, Antonio; 28; 32; 34
Groos, Arthur; 12; 20; 24; 26; 30
Guattari, Flix; 36
Hndel, George Friedrich; 42
Hanslick, Eduard; 41
Hardt, Michael; 36
Harkness, Margaret; 31
Hugo, Victor; 11; 12; 25
Ibsen, Henrik; 36
Illica, Luigi; 3; 4; 12; 13; 26; 27; 28; 31; 37; 40
Innocents Abroad; 9
Internazionale, I; 22
Janin, Jules; 10; 22
Jenny la Bouquetire; 10
Kiev; 3
Kissinger, Heinz Alfred; 36
La Bdollire, Emile de; 10
La grisette; 10
La ragazza Carla; 8
La terra desolata; 11; 12
Larson, Jonathan; 8; 9
Lathers, Marie; 10
Lenin (Vladimir Il'i Ul'janov); 23; 32
Leoncavallo, Ruggero; 24
Liebknecht, Karl; 25
Lindoro (Il Barbiere di Siviglia); 7
Liszt, Franz; 16; 42
Lohengrin; 3
Londra; 2
Lu Xun; 36
Lucia (Lucia di Lammemoor); 14
Luigi Bonaparte; 21; 27
Luigi Filippo, re di Francia; 21; 26
Lukcs, Gyrgy; 31
Luxemburg, Rosa; 25
Lyon-Caen, Judith; 22
Macerata; 8
Mademoiselle Mim Pinson; 9; 20
Main, V. R.; 10
Mallory, George; 20
Manchin, Hanna; 11
Manet, douard; 10
Marcello (La Bohme); 6; 7; 8; 9; 10; 12; 17; 18; 19;
26; 29; 36; 37; 40
Marx, Karl; 7; 11; 12; 14; 20; 22; 23; 25; 27; 31;
34; 35; 36
Mazzini, Giuseppe; 22
Metropolitan; 2
Meurent, Victorine; 10

39

Mim (La Bohme); 2; 3; 4; 5; 6; 7; 8; 9; 11; 12; 13;


14; 15; 16; 17; 18; 19; 20; 21; 23; 25; 26; 27;
28; 29; 30; 31; 32; 33; 36; 37; 38; 40
Miserabili, I; 12; 25
Murger, Henry; 4; 5; 6; 10; 12; 19; 21; 22; 24; 25;
26; 27; 31; 36; 37; 40
Musetta (La Bohme); 3; 6; 7; 8; 10; 15; 17; 18; 19;
24; 29; 40
Musset, Alfred de; 9; 20
Muti, Riccardo; 3
Napoleone I; 7
Napoleone III (Luigi Bonaparte); 27; 40
Negri, Antonio; 36
Netrebko, Anna; 2; 3
New York; 2; 21; 35
Nozze di Figaro; 5
Orlando, Francesco; 31
Orsini, Felice; 22
Oxford; 20
Pagliarani, Elio; 8; 21
Parigi; 4; 6; 7; 9; 10; 12; 20; 21; 22; 25; 29; 34
Parker, Roger; 20; 26; 30
Partito Bolscevico; 23
Partito Socialdemocratico Tedesco; 25
Pasolini, Pier Paolo; 32; 33; 34; 35
Piccolo valzer; 40
Protonotari, Francisco; 41
Proust, Marcel; 15
Puccini, Giacomo; 1; 2; 3; 4; 5; 12; 13; 15; 17; 20;
21; 24; 26; 27; 28; 30; 31; 37; 40; 41; 42
Ravel, Maurice; 40
Rent; 8
Ricordi, Giulio; 17; 42
Rimbaud, Arthur; 25
Rodolfo (La Bohme); 3; 4; 5; 6; 7; 8; 9; 10; 12; 13;
14; 15; 16; 17; 18; 19; 20; 21; 23; 25; 26; 27;
28; 29; 30; 31; 37; 38; 40; 41; 42
Rostagno, Antonio; 3; 4; 6; 8; 20; 27; 29; 42
Roy, Arundhati; 14
Russell, Ken; 9

Salisburgo (Festival); 2; 9
Sand, George; 25
Scnes de la vie de bohme; 4; 5; 6; 12; 22; 24; 25; 37;
40
Schaunard; 8; 16; 18; 26; 37
Schenker, Heinrich; 5; 41
Schnberg, Arnold; 40
Seigel, Jerrold; 21; 22
Signorina Felicita.; 9
Sogno damore; 16
Sole e amore; 3; 12; 13; 40
Sorbona; 7
Stati Uniti; 36
Stephen, Leslie; 20
Strauss, Richard; 6
Stravinskij, Igor; 1; 40
Svevo, Italo; 41
Thielemann, Christian; 3
Tholomys (I Miserabili); 25
Torino (Teatro Regio); 2; 9; 20; 31; 36
Toscanini, Arturo; 40
Tosti, Francesco Paolo; 40
Traviata; 2; 6; 10; 18; 20; 29; 37; 42
Twain, Mark; 9
Tyndall, John; 20
Varse, Edgar; 40
Verlaine, Paul; 25
Villazn, Rolando; 3
Violetta (La Traviata); 6; 10; 14; 18; 20; 37; 38
Viscontino (La Bohme); 15; 20; 21; 24
Von Karajan, Herbert; 40
Wagner, Richard; 2; 3; 14; 21; 26; 30; 40; 42
Waller, Susan; 10
Whymper, Edward; 19
Wolf, Virginia; 20
Xun, Lu; 36
Zeffirelli, Franco; 2
Zola, mile; 31

40

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