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Concerto tanto impressionante composizione, fu tuttavia la morte per
all’ascolto: il cozzare titanico di un lin- poliomielite di Manon Gropius, figlia
guaggio (meglio: sintassi) di alto spes- diciottenne di Alma Mahler e
sore concettuale e di raffinata costru- dell’architetto Walter Gropius (ideato-
zione razionale - ma accusato di esse- re e fondatore di quella fucina di idee
re freddo e inespressivo - e di una ar- e di talenti che fu - nella breve sta-
roventata volontà di espressione gione della Repubblica di Weimar - il
(meglio: comunicazione) soggettiva. Bauhaus).
Quanto Berg – legato da profonda
Genesi del Concerto amicizia ad Alma e Manon - dovette
sentirsi ferito da quella morte prema-
Come primo elemento per accostarsi tura, ce lo fa capire la repentina mes-
ad un brano musicale tanto grandio- sa in pausa del lavoro di scrittura
so ed impegnativo, risulta certamente dell’opera Lulu che rimarrà, così, in-
illuminante la conoscenza dei due compiuta a causa della morte
stimoli esteriori che spinsero Berg ad dell’Autore avvenuta a pochi mesi
iniziare la composizione. dalla stesura del Concerto.
Innanzitutto la richiesta, ricevuta La scrittura avviene, inoltre, ad un rit-
dall’allora celebre violinista america- mo per lui forsennato: in soli quattro
no Louis Krasner, di scrivere un nuovo mesi il brano assumerà la sua veste
Concerto per violino e orchestra a lui definitiva. Sarà, inoltre, lui stesso a
dedicato. Nonostante la lusinghiera comunicare a Krasner che la scrittura
proposta, Berg dapprima non si sentì lo ha interessato “come poche altre
per nulla attratto dall’idea di scrivere cose nella sua vita”.
un brano dal carattere necessaria- Berg fu evidentemente e profonda-
mente virtuosistico e, quindi, un po’ mente scosso dalla morte di Manon,
esteriore. Con il passare del tempo, da lui percepita come un evento tra-
tuttavia, l’invito alla scrittura venne gicamente privo di senso; un fatto
per lui ad assumere il sapore di una che interrogava in modo imprevisto e
sfida: riuscire a dimostrare che anche brutale il ben oliato svolgimento di
utilizzando un linguaggio ritenuto allo- una elegante vita borghese.
ra cerebrale e inespressivo, era possi- Sarebbe, tuttavia, altamente riduttivo
bile creare un’opera di immediata considerare il Concerto come
comunicativa e di intenso lirismo. De- l’istintivo sfogo di un’acuta sensibilità
cise quindi – così si esprime in una let- messa sotto pressione. Al contrario,
tera – di scrivere un brano di “musica tutto il brano è pervaso da un forte
pura” senza un’idea già definita del simbolismo strutturale, sostenuto in al-
carattere che avrebbe dovuto avere. cune occasioni da fattori di immedia-
Ci penseranno, poi, le circostanze a ta evidenza, altre volte da procedi-
dettare il contenuto definitivo del menti profondamente nascosti e che
brano. - certamente - hanno assunto un signi-
ficato determinante solamente per
Il fatto decisivo, che fece finalmente l’Autore.
scattare la decisione di iniziare la
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Valga come esempio il valore che as-
sume nella composizione il numero 23, Ci troviamo così di fronte ad un orga-
che Berg riteneva essere un “numero nismo musicale altamente organizza-
fatale” (diversi avvenimenti, partico- to, che non lascia spazio alla sempli-
larmente rilevanti, della sua vita sono ce istintività, ma che risponde alla
legati a date contenenti il numero domanda sul senso dell’esistere (e,
23). quindi, del morire) con una esibita
230 battute (= 23 x 10) è la durata to- capacità di costruzione; un edificio
tale della seconda - e conclusiva - dalla statica apparentemente incrol-
parte del Concerto. labile, nei cui anfratti si nasconde pe-
Sempre in questa Parte, la prima ap- rò un gelido, quasi schubertiano sgo-
parizione del ritmo principale (Haup- mento.
trythmus) – una sorta di grottesco an-
damento di Tango - avviene alla bat- L’opera
tuta n. 23 e la rivelatrice reminiscenza
spettrale di un canto popolare della Prima Parte
Carinzia – di cui si dirà più avanti -
cade alla battuta n.207 (= 23 x 9). Sol, Re, La, Mi – Mi, La Re, Sol… Il soli-
Da questo punto di vista, il grande sta trascina lentamente l’arco attra-
Johann Sebastian Bach - con il suo in- verso le quattro corde “a vuoto” del
sistito interesse per la numerologia - violino, senza utilizzare la mano sinistra
costituisce certamente il nume tutela- per premerle sulla tastiera. Quasi uno
re della composizione che non tarde- svogliato procedimento di accorda-
rà ad essere esplicitamente evocato tura, prima di iniziare veramente la
da Berg. propria esibizione. L’orchestra rispon-
de lontana al suo arpeggio, che si ri-
Un secondo elemento simbolico è co- pete più volte su gradi sempre rinno-
stituito dall’ampio utilizzo, nel tessuto vati della serie dodecafonica fonda-
contrappuntistico, delle forme a ca- mentale.
none e delle inversioni melodiche. In Uno degli inizi di concerto tra i più
verità, esse costituiscono normalmen- clamorosi della storia musicale che la-
te uno dei principali elementi formali scia, volutamente, sconcertato
del linguaggio dodecafonico; in que- l’ascoltatore; soprattutto quello abi-
sto contesto, però, esse assumono tuato alle consuetudini della grande
piuttosto la valenza di un implicito ri- letteratura violinistica classica, che
chiamo alla musica religiosa e reser- volevano la comparsa del solista sulla
vata della tradizione rinascimentale e scena musicale segnata da un esibito
barocca (che solamente ai veri in- virtuosismo.
tenditori svelava le sue segrete mera- Quale più espressiva immagine sono-
viglie costruttive), sentita quale porta- ra dello scoraggiamento, della delu-
trice di una capacità di espressione sione, della volontà fiaccata da un
del sacro ormai inattingibile dalla evento tanto misteriosamente spa-
mentalità sofisticata e scettica ventoso quale la morte? E l’Autore
dell’uomo moderno. sottolinea ulteriormente questo clima
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espressivo, facendo seguire agli ar- Berg, fedele alle tecniche compositi-
peggi del violino una figurazione di ve apprese dal maestro della dode-
accompagnamento affidata al tim- cafonia Arnold Schönberg, va in real-
bro opaco di viole, fagotti e un con- tà alla ricerca - nella varietà in fondo
trabbasso, che realizzano un anda- omogenea delle serie dodecafoni-
mento ansioso e ansimante. che e delle loro trasformazioni - degli
elementi che appartengono tradizio-
Il primo quarto della composizione è nalmente al mondo della tonalità
caratterizzato, in modo estremamen- classica, della musica così come la in-
te evidente, dall’alternarsi di momenti tendevano Bach, Mozart, Beethoven,
di slancio (a volte lirico, a volte rab- Schubert e tutti i compositori fino ai
bioso) e di ripiegamento sulla figura- primi anni del XX secolo. Sotto questo
zione iniziale, con il suo palese senso riguardo, possiamo affermare - in ac-
di inutilità dell’umana iniziativa. E’ cordo con alcuni lavori critici - che il
l’avvio di un misterioso e accidentato Concerto costituisce una sintesi per-
percorso espressivo, alla ricerca di fetta tra il sistema musicale del passa-
una luce – se non intravista, desidera- to (tonalità) e ciò che molti pensava-
ta - che rischiari il buio tunnel di una no sarebbe stata la musica del futuro
vita che non sembra avere altro oriz- (dodecafonia).
zonte che il Nulla.
Tenere costantemente presenti questi Così, la serie fondamentale - che sta
punti di partenza e di arrivo, ci aiuta a alla base di tutta la composizione - è
rendere ragione di quello stridente organizzata in intervalli musicali di ter-
contrasto - tra linguaggio musicale za (la distanza sonora tra Do e Mi, ad
aggressivo e dissonante, e necessità esempio) che succedendosi mecca-
di espressione quasi romantica - ac- nicamente delineano una serie di
cennato in precedenza. Un ascolto accordi maggiori e minori. Ecco, per
senza preconcetti - e naturalmente gli appassionati, le note che formano
l’analisi del brano – coglie immedia- – in senso ascendente - la serie:
tamente che l’antinomia è solo appa-
rente.
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te → maggiore → diminuito | minore nascosta lungo un cammino che vor-
→ eccedente → maggiore = A→B→ rebbe essere rievocazione nostalgica
C→ D | A→ B→ C...; 4. le quattro note del fascino giovanile di Manon. Il se-
finali della serie, infine, sono tutte a di- condo quarto del Concerto, infatti,
stanza di un tono tra loro (l’intervallo porta indicazioni del tipo “Scherzan-
sonoro tra due tasti bianchi del piano- do”, “Viennese”, “Rustico”, evocatrici
forte): questo breve frammento di di un mondo rurale e sorridente, reso
scala, compreso nell’ambito di tre to- concretamente presente alla co-
ni (tritono), - intervallo fin dal Medioe- scienza dell’ascoltatore da movimenti
vo connotato, in senso sonoro e sim- arpeggiati molto “tirolesi”, e
bolico, quale diabolus in musica - da- dall’incastro molto evidente - nel den-
rà l’avvio ad una fase radicalmente so tessuto melodico e armonico - di
nuova della composizione; fase final- una melodia tradizionale della Carin-
mente conclusiva, in senso sostanziale zia (da una raccolta pubblicata a
ancor prima che strutturale. Queste Vienna nel 1892) che vuole simboleg-
quattro note (Si, Do diesis, Re diesis, giare la freschezza giovanile della
Fa) costituiscono infatti l’inizio della fanciulla scomparsa. A rimarcare il
melodia di un celebre corale lutera- senso popolareggiante della citazio-
no, che conferirà significato a tutta la ne, l’Autore sospende brevemente la
parte finale del Concerto. complessità ritmica e metrica, che
E’ interessante notare che l’idea di costituisce uno dei dati tecnici e stili-
utilizzare il corale fu successiva alla stici fondamentali del Concerto, per
strutturazione della serie dodecafoni- attenersi ad una successione di frasi
ca, e venne al compositore in una fa- musicali assolutamente regolari, in
se avanzata della scrittura del brano: tempo in 2/4: quasi l’immagine sonora
possiamo tranquillamente ritenere un del candore infantile e della naturale
dato tipico dell’atteggiamento com- spontaneità, insidiati tuttavia da un
positivo novecentesco, quello di far destino ineluttabile e crudele. In que-
derivare importanti dati strutturali del- sto contesto, il ricorrere dell’arpeggio
la composizione dalle caratteristiche iniziale (anche se trasposto su altri
morfologiche del ‘‘materiale’’ sonoro gradi della scala, o articolato secon-
utilizzato (un po’ come un bravo scul- do diversi intervalli musicali) segna i-
tore che, prima di iniziare il proprio la- nesorabilmente la ricaduta in un
voro, esamina il blocco di pietra alla mondo di angoscia, carico della
ricerca di vene e irregolarità che po- spossatezza di chi si sente impotente
tranno ostacolare o favorire il concre- a misurarsi con qualcosa di incom-
tizzarsi della sua visione plastica). prensibile e sovrumano.
Tornando all’esordio del violino solista, La prima parte del Concerto si con-
l’ascolto ci fa immediatamente com- clude, così, in modo sostanzialmente
prendere che l’arpeggio neutrale che interrogativo: il violino solista enuncia
lo caratterizza è costantemente utiliz- un’ultima volta, in un modo estrema-
zato dall’Autore come una pietra mente languido, la melodia della Ca-
d’inciampo, una trappola paurosa rinzia; quasi un sospiro di abbandono,
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dopo un lungo pianto. Ma soluto e funambolico protagonismo. Qui
l’abbandono lascia ben presto il po- ci troviamo, invece, di fronte ad un at-
sto ad un nuovo, rabbioso scatto del- teggiamento spiazzante: al posto
la volontà (temperato, negli ultimi i- dell’attesa esibizione di abilità esecutiva
del solista, un severo tessuto contrappun-
stanti, dall’accompagnamento ansi-
tistico di cui solo l’esperto riesce a valuta-
mante che aveva caratterizzato
re appieno l’enorme difficoltà di esecu-
l’esordio della composizione) che tro- zione (ancora una volta, musica reserva-
va una enigmatica conclusione ta).
sull’accordo finale, luminoso e striden- Da questo punto in poi, si dipana un ac-
te, formato dalle prime quattro note cidentato cammino che attraverso un
(Sol, Si bemolle, Re, Fa diesis) della se- serrato dialogo tra orchestra e solista
rie dodecafonica iniziale. conduce al lacerante punto culminante
(Höhepunkt), espressamente indicato in
Seconda parte partitura; tutta l’orchestra enuncia il ritmo
fondamentale (Hauptrythmus), blocco
Le ultime quattro note della serie, invece, granitico scagliato all’assalto della sensi-
sono il motore di una delle più magistrali – bilità di chi ascolta. Non sorprende affat-
e commoventi – costruzioni di senso che to che molta parte della critica musicale
la storia musicale conosca. sia portata a considerare questa prima
La seconda parte del Concerto (indica- metà della Seconda Parte come
zione: Allegro [!]) si apre con un urlo or- l’evocazione del mondo della sofferenza,
chestrale assolutamente impressionante. del tormento, dell’agonia e, infine, della
Il violino si stacca immediatamente dalla morte.
massa opaca e lancinante del pieno or- Ma è proprio sull’orlo di questo limite e-
chestrale per lanciarsi in una serie di in- stremo che l’imprevedibile accade.
terventi a volte disperatamente agitati,
altre volte malinconicamente lirici, altre Introdotto in modo quasi inavvertito dal
volte ancora gelidi e quasi ultraterreni, violino solista, il movimento di quattro no-
nei quali le coppie di suoni a distanza di te ascendenti che caratterizzava la con-
quinta (es. Do – Sol) - prima esposti in sen- clusione della serie dodecafonica origi-
so solamente melodico, e ora simultane- nale si trasforma in una stupefacente (nel
amente, come bicordi - conferiscono alla senso letterale di “fonte di stupore”) ap-
sonorità un che di gelido e arcaico; quasi parizione del Divino, del Sacro.
il ricordo di una pietra tombale abban- E’ ancora una volta Bach che fa da me-
donata. diatore tra cielo e terra, attraverso la ci-
Nel tormentato cammino verso l’Ignoto, il tazione del Corale funebre “Es ist genug”
violino si addentra in una breve Cadenza (Ne ho abbastanza), così come egli
polifonica: un serrato canone a quattro l’aveva armonizzata nella Cantata BWV
voci, sulle quattro corde dello strumento. 60
Non dimentichiamo che la Cadenza, in “O Ewigkeit, du Donnerwort” (O eternità,
ogni concerto della tradizione, è sempre parola tonante).
stata il momento nel quale il solista - sen- Per cogliere appieno il senso di quella ci-
za alcun supporto dell’orchestra - dispie- tazione - più evidente per un pubblico di
ga tutto il suo virtuosismo; spesso improv- lingua tedesca, abituato a cantare fin
visando la propria parte, altre volte ese- dall’infanzia l’ampio repertorio di canti
guendo ciò che in precedenza aveva liturgici formato dai Corali - vale certa-
preparato. Un momento, insomma, di as- mente la pena di scorrerne il testo (in una
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libera traduzione): precedenti, aveva spesso connotato il
Concerto lascia ora il posto ad un pre-
“Ne ho abbastanza; sentimento di dolcezza e di pace. Non a
o Signore, quando Ti piacerà caso, poco prima della conclusione -
lasciami, liberami! come si è già ricordato – Berg fa riappari-
Venga il mio Gesù; re il motivo popolare della Carinzia, che
simboleggia il candore giovanile di Ma-
e così, buona notte a te, o mondo!
non Gropius, in un contesto di progressiva
Parto per la mia casa celeste,
decantazione del tessuto musicale.
mi sento sicuro di arrivarci nella pace,
e lascio quaggiù la mia miseria. Il finale è, anch’esso, altamente simboli-
Ne ho abbastanza. co: il violino solista si spinge progressiva-
Ne ho abbastanza” mente nelle regioni sonore più acute, fino
a toccare un Sol sovracuto che viene te-
L’indicazione di Berg è “Poco più mosso, nuto fino alla fine. L’orchestra intanto, più
ma religioso”. L’armonizzazione, a quattro in basso, conduce a conclusione il discor-
voci, è esposta da un coro di quattro cla- so musicale su un luminoso accordo di Si
rinetti; quasi il suono di un organo lontano bemolle maggiore.
che giunge attraverso la porta aperta di La nota Sol - il suono più basso che un
una chiesetta di campagna. Un suono violino normalmente accordato può
carico del profumo dell’intimità familiare, raggiungere - aveva segnato il rassegna-
della pace, della misericordia: della spe- to esordio del solista (Sol, Re, La, Mi: ricor-
ranza, insomma. date?). Ora, il medesimo suono è trasfigu-
L’apparizione inattesa è una parola defi- rato in voce soprannaturale, in
nitiva: una evidenza di bontà e di bellez- un’”ascesa al cielo” musicale che con-
za a cui non ci si può sottrarre. E, da que- clude in modo commovente un percorso
sto punto in poi, il Concerto è una meta- espressivo (o, forse, un’avventura uma-
fora (estremamente evidente) di questa na?) indubbiamente doloroso, ma se-
resa progressiva ad una misteriosa, ma gnato dall’affermarsi di una ultima positi-
reale, misericordia. vità.
Dal punto di vista musicale, ci troviamo
dapprima di fronte ad una serie di enun-
ciazioni, da parte del solista, delle suc-
cessive frasi del Corale e la ripresa di
questi frammenti melodici da parte del
“coro celeste” dei quattro clarinetti. Co-
me non pensare ad una immaginaria li-
turgia, con il celebrante che dialoga con
il coro?
Naturalmente, come in tutte le cose u-
mane, il tragitto non è lineare: il clima e-
spressivo tende frequentemente ad arro-
ventarsi e la melodia del Corale è spinta
a volte in secondo piano, ai tromboni e a
i corni. Ma è l’ultimo agitarsi di un’anima
che comincia a intravedere un orizzonte
di positività.
Il disperato slancio lirico che, nelle fasi
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Per ascoltare
Alban Berg
Concerto for violin and orchestra (1935) - Lyric Suite for String quartet
L. Krasner (vl) - A. Webern (dir.) / registrazione del 1936-1937
(1 CD) TESTAMENT - TES 1004
Alban Berg
Concerto x violino “Alla memoria di un angelo” – I.Stravinskij: Concerto x violino
I.Perlman (vl - dir); Z.Mehta (dir); New York Philharmonic Orchestra
(1 CD) DEUTSCHE GRAMMOPHON - DGG 447445
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