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140 Vili - L'EPOCA ROMANTICA

L'lntroduction et Caprice op. 23 è il canto del cigno e indispensabile per la visione d’insieme di una grande
il capolavoro di Regondi, una composizione che non opera, rara e perfetta, da porre fra le più eccelse
sfigura accanto ai migliori lavori per pianoforte. dell’arte romantica per chitarra.
11 Caprice rappresenta un’ulteriore ed estrema spinta Qui la tavolozza di Mertz è ricchissima di colore, di
lirica che libera tutto il sentimento romantico del sentimento, di invenzione, di umorismo. Ci sono pezzi
musicista in una perfezione rara e, per la chitarra, di musica pura, di descrittivismo programmati- co, di
assoluta. memoria autobiografica, ma lo stile musicale è unico e
Pur nella sua irreprensibile continuità lineare, l’opera è ben definito. Melodia e armonia sono perfettamente
ricca di contrasti dialettici. Limpido e appassionato, fuse all’interno di un discorso che è sempre immediato,
l’Adagio introduttivo precede l'Allegretto scherzando accattivante, poetico e raffinato, come nell’ Unruhe, di
(in mi minore), marcato nel ritmo con una scrittura più chiara derivazione popolare, nell Elfenreigen, un

leggera ed aperta che diventa luminosa e incalzante arpeggio classico con armonie romantiche, nell’An die
nelle pagine finali in mi maggiore (fìg. 79). Entfemte, con la sua melodia chopiniana (fìg. 80), nello
Studio, incisivo nel ritmo e piacevole nella melodia,
3) Johann Raspar Mertz nella Tarantella, vivacissima e impegnativa per la
(Pressburg/Bratislava, 1806 - Vienna, 1856) tecnica, nel Rondino, grazioso e umoristico, nel Lied
Ungherese, di umili origini, si stabilì verso il 1840 a ohne Worte, calmo e patetico e in tutti gli altri dove
Vienna, dove il suo straordinario talento gli permise di l’afflato malinconico e la vivacità dei contrasti si
ricevere calde accoglienze presso le famiglie nobili e uniscono in una chiarezza di stile musicale
reali. Oltre che a Vienna, tenne concerti a Cracovia, personalissimo.
Varsavia, Berlino, Dresda, Praga e in altre città. Il Tra le altre opere di Mertz, vanno ricordate la gra-
chitarrista Makaroff così lo descrive nelle sue memo- devole Concert mazurka (Souvenir da Choulhoff),
rie: «Era un uomo alto, sulla cinquantina, né tarchiato Tlntroduction et Rondo brillant op. 11 (1840), vivace e
né smilzo, molto modesto e senza pretese di grandezza. malinconico al tempo stesso, i Trois morceaux op. 65:
Le sue esecuzioni erano contrassegnate da potenza, Fantaisie hongroise, Fantasie originale, Le Gon-
energia, sensibilità, chiarezza ed espressione». Morì il dolier (1857), la trilogia: La Rimembranza (1850-54),
14 ottobre del 1856: al 10 dicembre dello stesso anno il Pensée fugitive (1846-48), Harmonie du soir (1856),
concorso di composizione indetto a Bruxelles da impegnativi brani concertistici che testimoniano il
Makaroff lo avrebbe laureato vincitore. La costante impegno di ricerca espressiva e strumentale,
caratteristica saliente della musica di Mertz è la nonché i bellissimi duetti per chitarra e chitarra terzina.
perfetta unione della tradizione popolare slava con
quella della cultura europea. 4) ALTRI AUTORI
Coste e Regondi riuscirono ad esprimere il loro Il valore delle opere di Coste, Regondi e Mertz appare
pensiero romantico servendosi di una tecnica stru- ancora più grande se si considera la generale povertà
mentale tipicamente chitarristica e di tradizione, dei loro contemporanei. Nel complesso, l’arte
portata al massimo grado. In Mertz convivono due tipi chitarristica era in una fase di regresso contras- segnata
di scrittura: uno convenzionale con chiare derivazioni daU’emarginazione dal mondo musicale per i motivi di
dai modelli di Giuliani ed un altro, più nuovo e cui abbiamo già parlato e da cui conseguiva un forzato
personale, che procede dal pianoforte. In quest’ultimo isolamento artistico e culturale.
Mertz riesce a mantenere intatta la struttura tastieristica Erano finiti i tempi in cui Sor e Giuliani potevano
pur nella logica riduzione all’essenzialità che la affidare le loro composizioni a grandi editori che le
chitarra può esprimere. distribuivano a Parigi, Londra e Vienna. Ora i
Con questa applicazione quasi di trascrizione, Mertz chitarristi dovevano rivolgersi a modeste case editrici
ottiene i suoi risultati migliori, arrivando a scoprire e che pubblicavano limitate tirature ed avevano un
ad appropriarsi deH’intima essenza delle pagine piani- raggio di vendita ristretto all’area cittadina o provin-
stiche. ciale.
Anche lui, come Coste, perde di incisività quando si Troppo poche sono le composizioni note dei romantici
avventura in quelle forme di grande dimensione che “minori” per poterle valutare serenamente ed
solo Regondi seppe sostenere con la sua aristocratica esaurientemente; molto è andato perduto, altro è
intellettualità. Non gli mancarono certo le doti difficilmente reperibile o recuperabile.
culturali, bene assimilate dalla lettura delle opere di Purtroppo si deve dare, di quel poco che rimane, un
Giuliani e dei maggiori pianisti compositori, e nem- giudizio sostanzialmente negativo. La qualità di questi
meno gli difettarono quelle doti di raffinatezza che lavori non supera in genere la pedissequa ricopiatura
riscontriamo soprattutto in Regondi, ma certamente la dei classici e, quando vuole diventare più moderna,
sua anima si ritrova nel pezzo breve, dove emergono scade facilmente in quelle melense prosaicità cui del
più chiaramente la concisione e la compattezza del resto non andò esente la letteratura pianistica.
canto o della danza popolare, matrici del suo melos e Si salvano alcune opere di salda impostazione classica,
delle sue origini ungheresi. un po’ anacronistiche ma dignitose, e alcune altre che,
II suo capolavoro si riconosce nella raccolta intitolata forse ancor meno ispirate, portano però i primi segni di
Bardenklànge, un vero e partecipato omaggio alla un risveglio culturale segnato dalla scoperta delle
misteriosa figura degli antichi cantori celti, cosi tradizioni popolari. Il seguente elenco comprende gli
influenti sul romanticismo europeo. I Bardenklànge autori nati tra il 1800 e il 1830 (per i chitarristi
sono una serie di quindici fascicoli, pubblicati tra il
1847 e il 1855 (gli ultimi due sono postumi), com-
prendenti una trentina di pezzi. Ogni brano è un
pensiero in sé compiuto ma al tempo stesso parte

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