sia questo una frase o una composizione. Consiste solitamente nella successione di due o più accordi. Nel
linguaggio musicale le cadenze hanno un ruolo per certi versi paragonabile a quello della punteggiatura
nell'espressione verbale.
La Cadenza perfetta
Ora, quando passi da un accordo di Sol (Quinto grado – Dominante) a un accordo di Do (Primo grado –
Tonica), crei un movimento di questo tipo:
Fra questi tre, il movimento più importante è quello che porta dal Si al Do, perché il Do è il centro tonale.
Si dice che il Si tende e cadere sul Do.
Nella Cadenza Perfetta il V grado può essere preceduto dal IV grado o dal II grado.
Guarda come ogni nota sembra cadere perfettamente sull’altra.
IV >>> V >>> I
II >>> V >>> I
Re >>> Re >>> Mi
Fa >>> Sol >>> Sol
La >>> Si >>> Do
Cadenza Plagale
IV >>> I
Fa >>> Mi
La >>> Sol
Do >>> Do
Ha un effetto meno potente della Cadenza Perfetta e infatti di solito la si usa come cadenza di passaggio.
Spesso i compositori classici usavano chiudere le composizione con una Cadenza Plagale seguita da una
Cadenza Perfetta, in questo modo:
Una variante molto interessante della Cadenza Plagale consiste nell’usare il IV Grado (che è un accordo
maggiore) con la Terza abbassata di un semitono, trasformando quindi l’accordo in minore.
Viene fuori questo:
Fa >>> Mi
Lab >>> Sol
Do >>> Do
In questo modo l’armonia diventa molto particolare, perché il La bemolle è di fatto una alterazione che
aumenta il senso di tensione.
Cadenza d’Inganno
La Cadenza d’Inganno consiste in una Cadenza Perfetta in cui il Primo grado è sostituito dal VI Grado.
V >>> VI
Sol >>> La
Si >>> Do
Re >>> Mi
In questo tipo di cadenza il senso di conclusione viene meno, si genera un effetto di stupore, ma non
traumatico. Infatti l’accordo di VI Grado fa parte del gruppo di Tonica (vedi l’articolo Modo Maggiore: un
approfondimento). La differenza tra l’accordo di I Grado e quello di VI Grado è di una sola nota (Do – Mi –
Sol / La – Do – Mi).
La Cadenza d’Inganno può sembrare un artificio complicato, ma non lo è: è molto utilizzata anche nella
musica pop.
V >>> III
L’effetto è molto interessante. Per capirlo guarda cosa esce in Do maggiore, usando l’accordo di Mi minore
(III Grado) in posizione di Rivolto:
Cadenza Sospesa
La Cadenza Sospesa si potrebbe definire come una specie di non-cadenza. Nel senso che la frase musicale si
chiude senza chiusura: cioè sull’Accordo di Dominante.
In Pratica, la Cadenza Sospesa consiste nel concludere la frase musicale con un accordo qualsiasi seguito
dall’Accordo di Dominante:
XXX >>> V
Difficile concludere un brano in questo modo. Ma, all’interno del brano, la Cadenza Sospesa può essere un
espediente molto interessante per mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore. Per esempio, concludere
una strofa con una Cadenza Sospesa, può essere utile a rendere l’attacco del ritornello molto più efficace.
Cadenza Piccarda
Ma anticamente l’accordo minore, anche se di Tonica, era considerato imperfetto (il termine tecnico è
Consonanza Imperfetta). Perciò, per chiudere in bellezza, si preferiva innalzare la Terza dell’Accordo di
Tonica, trasformandolo in un accordo maggiore:
Un pezzo scritto in tonalità minore ha sempre un’atmosfera un po’ cupa. Un’improvvisa conclusione in
maggiore genera un effetto imprevisto di luce e speranza.
Pare che questo espediente fosse particolarmente diffuso nelle composizioni religiose che si suonavano in
Francia nella regione della Piccarda. Per questo Jean Jacque Rousseau, nel suo Dictionnaire de musique la
descrisse col nome di Cadenza Piccarda. E da allora tutti la chiamano così.
Cadenza Evitata
Cioè, non solo non conclude la frase musicale tornando al Primo Grado, non solo rimane sul dominante, ma
addirittura cambia tonalità. Cioè fa una cosa di questo tipo: