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Chitarra/Lettura del pentagramma

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Indice
Introduzione: un po' di storia
Il suono
La dinamica del suono
Il pentagramma
Pentagramma vuoto
Le chiavi musicali e la chiave di violino
L'evoluzione delle chiavi musicali: un po' di storia
Le ottave
La battuta o misura
Il valore delle note
Come è composta la nota
Il punto di valore
La legatura di valore
Lo staccato
Le note sul pentagramma e la notazione inglese
I tagli addizionali
Le pause
Le alterazioni o accidenti (diesis, bemolli e bequadri)
Il tempo
Tempi semplici e composti
Gli accenti dei tempi

Gli abbellimenti
L'acciaccatura
L'appoggiatura
L'arpeggio
Il glissando (o slide)
Il gruppetto
Il mordente
Il tremolo
Il trillo
Le abbreviazioni e le ripetizioni
Gli accordi sul pentagramma
Introduzione al solfeggio
Come solfeggiare
4/4
3/4 o 3/8
Solfeggiare le pause

Esercizi
Il consiglio tecnologico

Introduzione: un po' di storia


I nomi delle note musicali usati in italiano e altre lingue sono originate dal beato Guido d'Arezzo, monaco benedettino, attorno all'anno 1000, il quale
compose un canto latino in onore di San Giovanni Battista che si intitolava: Ut queant laxis e le sillabe iniziali dei versi di questo canto
rappresentavano appunto le nostre note attuali (do, re, mi, fa, sol, la, si). L'unico cambiamento approntato nel corso dei secoli fu che Ut, sillaba un po'
scomoda da pronunciare, fu cambiata in Do dal fiorentino Giovan BattistaDoni (cosa realizzata probabilmente in proprio onore nel 17° secolo).
ut queant laxis
resonare fibris
mira gestorum
famuli tuorum
solve polluti
labii reatum
sancte Iohannes
Traduzione:

"Affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne".

Il suono
La musica è il risultato sonoro di una o più vibrazioni e le sue caratteristiche sono appunto: l'altezza, l'intensità e il timbro. Per altezza s'intende che un
suono potrà essere più o meno grave o più o meno acuto il che dipende dal numero di vibrazioni che tale suono avrà e quindi dalla sua frequenza. Per
intensità s'intende invece la forza che tale suono avrà: piano, forte, fortissimo etc. Per timbro (o colore) s'intende la tipologia di suono che viene
emesso, che sarà poi la caratteristica che ci indicherà quale strumento sta emettendo il suono.
Più una nota è bassa, più armonici conterrà.
Una curiosità

La dinamica del suono


Per dinamica s'intendono i vari gradi di intensità del suono. Ogni suono emesso è costituito da una determinata ampiezza e da una determinata
intensità. Con questo s'intende che più forte il suono sarà, maggiore sarà il numero di decibel ad esso attribuito.

Andiamo adesso a vedere i segni che indicano l'intensità del suono, si tratta dei segni dinamici:

Forte fortissimo (o Più Fortissimo Forte Mezzoforte


che fortissimo)

Mezzopiano Piano Pianissimo Piano pianissimo (o Più


che pianissimo)
Sforzando

Segni dinamici graduali

Crescendo Decrescendo o Accelerando


diminuendo

Come non confondere il crescendo con il decrescendo: osservate la forbice del crescendo, inizia da
piccolo e finisce grande aprendosi, per il decrescendo è il contrario: inizia da grande e si chiude.
Un consiglio

Il pentagramma
Il pentagramma, come dice la parola stessa ha5 righi e 4 spazi.
Per memorizzare con maggiore facilità righi e spazi, immaginiamo (come in figura) che ogni dito della mano corrisponda appunto ad uno dei righi e
che lo spazio che intercorre fra un rigo e l'altro sia appunto il famoso spazio.

Ciò, diversamente daltabulato (tablature) che ha 6 righe, che sono la rappresentazione grafica delle 6 corde della chitarra.

Il pentagramma è normalmente singolo ma potrà anche accadere a strumenti come il pianoforte che leggono 2 chiavi, che il pentagramma sia
doppio,

triplo come per l'organo o multiplo a seconda delnumero delle voci che concorrono al brano. Il nostro per chitarra sarà sempre singolo.
Il primo simbolo che troviamo sul pentagramma è lachiave, il suo compito è quello di indicare la posizione delle note sul pentagramma stesso.

Pentagramma vuoto
Le chiavi musicali e la chiave di violino
Pensiamo al pianoforte: certamente le cinque righe e i quattro spazi del pentagramma non bastano a contenerle tutte. Si possono scrivere quindi le note
anche al di fuori del pentagramma utilizzando i cosiddetti tagli addizionali, ma più di tanto non si può, altrimenti la lettura diventerebbe difficile. Ecco
allora intervenire le chiavi. La chiave di Sol (detta anche chiave di violino o chiave di canto), stabilisce che la nota SOL si trova sul secondo rigo
poiché il "ricciolo" interno della chiave taglia a metà il 2° rigo come fa il sol, così è possibile sistemare le altre note in conseguenza. C'è da dire che la
chiave di violino, a differenza delle altre, non ha sottochiavi, si tratta di una chiave unica.
Le note che possiamo sistemare sulpentagramma coprono circa tre ottave. Quando ci troviamo nella necessità di scrivere note più gravi appartenenti
dunque ad altre ottave inferiori, si cambia chiave e si utilizza quella di FA o chiave di basso. Essa stabilisce che la nota FA si trova sul quarto rigo,
laddove nella chiave di SOL si trova un RE. Dunque su questo pentagramma scriveremo note le cui ottave sono più basse, ma la posizione delle note è
diversa,essendo praticamente scalate di un rigo o di uno spazio rispetto alla chiave di Sol. Diciamo poi che la chitarra legge soltanto la chiave di
violino e non le altre chiavi. Tale chiave viene messa sul pentagramma, all'inizio di un qualsiasi spartito per un qualsiasi strumento che legga detta
chiave. Globalmente ci sono7 chiavi: quella di violino (SOL), quella di soprano (DO), di mezzosoprano (DO), di contralto (DO), di tenore, di baritono
(FA) e di basso (FA) e queste sette chiavi si chiamano appunto setticlavio. La chiave di FA, viene chiamata chiave di basso perché è usata per la
scrittura della musica per la voce di basso e per gli strumenti con registro grave. Dicevamo appunto che la chiave di violino non ha sottochiavi, la
chiave di FA contiene invece due sottochiavi, quella di basso appunto e quella di baritono; quest'ultima può essere indicata molto più spesso come
chiave di FA ma anche come chiave più grave di DO. Invece la chiave di DO (che è una chiave "antica") contiene 4 sottochiavi, quella di soprano,
mezzosoprano, contralto e tenore ma talvolta la chiave di baritono viene posizionata anziché in chiave di fa, in chiave di do ma come dicevamo è la
stessa cosa. Ognuna di queste chiavi si legge in maniera diversa. Non fa parte del setticlavio ma merita menzione anche la chiave di percussione.

Chiave di SOL o di Chiave di FA o di basso Chiave di FA o di Chiave di DO o di alto o


violino o di canto baritono di viola

Chiave di DO o di Chiave di DO o di tenore Chiave di percussione


soprano
baritono e basso 174,6 hz;
soprano, mezzo soprano, contralto e tenore 261,6 hz;
violino 415, 3 hz;
Strumenti che leggono la chiave di violino: il violino, la chitarra, il pianoforte, il flauto, il
clarinetto, l'oboe, il corno inglese, il sassofono, la tromba, lo xilofono, il mandolino.
Una curiosità

L'evoluzione delle chiavi musicali: un po' di storia

L'evoluzione del segno grafico della chiave di SOL

L'evoluzione del segno grafico della chiave di F


A

L'evoluzione del segno grafico della chiave di DO

Le ottave
Come sappiamo, le note sono sette, ma se guardiamo la tastiera di un pianoforte ne vediamo molte di più. In realtà sono sempre quelle sette che si
ripetono passando dai toni gravi a quelli acuti.Ogni gruppo di 8 note(dal DO al DO successivo) viene chiamatoottava.

La chitarra (dal Mi basso a vuoto al MI cantino premuto al 12° tasto) ha un'estensione notevole di note, tuttavia per scriverne la musica si utilizza un
pentagramma con chiave di Sol. È importante sapere che le note scritte, in realtà sulla chitarra, suonano un'ottava più bassa: in altre parole il Mi con tre
tagli in gola non corrisponde al MI basso della chitarra, ma al Mi che si trova sulla quarta corda al secondo tasto.
L'estensione della chitarra sul pentagramma

Spesso per rimediare a ciò si mette sotto la chiave di Sol un numerino, l'8, che indica che le note scritte vanno in realtà suonate un'ottava più bassa.

Allo stesso modo quando abbiamo bisogno di suonare note più alte di quelle indicate il numerino si mette sopra la chiave ad indicare che le note vanno
suonate un'ottava più alta di quanto indicato.
Esiste anche il caso in cui si debba salire o scendere di due ottave, il che verrà indicato in spartito col numero 15.

La battuta o misura
Vediamo adesso la battuta: la suddivisione tipica del pentagramma è la battuta (o misura) ed è rappresentata da una stanghetta verticale chiamata
spezzabattute. La stanghetta doppia, invece, cioè una linea sottile e una doppia, si mette alla fine di una parte importante del brano. La doppia
stanghetta finale rappresenta infine la fine del pezzo.

spezzabattute o stanghetta doppia doppia stanghetta finale


stanghetta

Per imparare a leggere il pentagramma, conviene considerarlo come portatore di "eventi" che si ripetono in maniera regolare nel tempo.
Per indicare questi eventi si usano le figure musicali, in altre parole le note. Le figure, oltre ad indicare la nota, indicano anche quanto deve durare il
suono nel tempo. Vale a dire che hanno un valore. A seconda della durata che deve avere il suono, cambia l'aspetto della nota.

Come nota di riferimento usiamo quella da 1/4 (vedi sotto). Prendiamo un metronomo e facciamolo oscillare: ad ogni tic e ad ogni tac corrisponderà
una nota da 1/4.

Abbiamo così ottenuto un primo movimento ritmico.

Notiamo però che il metronomo può essere fatto oscillare più velocemente o più adagio. Questo significa che le figure non indicano un tempo assoluto
(per es. 1 secondo), ma relativo. La figura non dice quanto veramente dura il suono; questo il musicista lo desume da una indicazione posta all'inizio
del pentagramma: sarà una notina seguita da un numero che indica battiti
i per minuto (Bpm).

Se ad esempio troviamo 60 Bpm, significa che ogni nota da1/4 dura 1 sessantesimo di minuto, cioè 1 secondo. Se troviamo 120 dura mezzo secondo e
così via. Lo schema ritmico sopra riportato può quindi essere eseguito a velocità diverse, l'importante è che sia mantenuta sempre regolare la scansione
tra una nota e l'altra. Se andiamo a 60 Bpm deve sempre passare un secondo tra un tic e il successivo tac; se andiamo a 120 deve passare mezzo
secondo e così via.

Possiamo riportare la figurazione ritmica sopra illustrata sulla chitarra. Scegliamo una corda a vuoto e pizzichiamola col plettro dando alla nostra mano
una oscillazione regolare in su e in giù (stiamo in pratica realizzando la pennata alternata): tic pennata in giù, tac pennata in su. Cominciamo con un
tempo lento e poi acceleriamo fino alla massima velocità che ci è possibile raggiungere senza commettere errori.

Il valore delle note


Consideriamo le note come valori frazionali, partendo dall'intero e dividendo successivamente sempre a metà, praticamente ogni volta che si passa
consequenzialmente da una frazione all'altra si va (naturalmente quando si sale) sempre più veloce del doppio.

All'intero corrisponde la nota dettasemibreve che dura quanto 4/4, cioè 4 note da 1/4, dunque il suo valore sarà4/4. Se il tempo è
60 Bpm la semibreve durerà 4 secondi.
La metà della semibreve è laminima che dura quanto 2 note da 1/4 dunque il suo valore sarà2/4 e su un tempo di 60 bpm la
minima durerà 2 secondi, praticamente la minima raddoppia la velocità rispetto alla semibreve.
La metà della minima è lasemiminima cioè la nota da 1/4 che abbiamo già visto. I quarti si suonano in corrispondenza col
battere/click del metronomo, praticamente la semiminimaraddoppia la velocità rispetto alla minima.
La metà della semiminima è lacroma che vale 1/8. Gli ottavi si suonano così: colpo col battere del metronomo, colpo prima del
battere/click successivo del metronomo, praticamente la cromaraddoppia la velocità rispetto alla semiminima..
La metà della croma è lasemicroma che vale 1/16. I sedicesimi si suonano così: primo colpo sul battere, 3 colpi sul levare prima
del battere/click successivo del metronomo.
La metà della semicroma è labiscroma che vale 1/32. I trentaduesimi si suonano così: colpo in battere sul click del metronomo, 8
colpi prima del click/battere successivo del metronomo.
La metà della biscroma è lasemibiscroma che vale 1/64; la sua velocità di esecuzione è talmente elevata che non viene quasi mai
usata (a meno che il chitarrista non si chiami John Petrucci!).
32/4 - Massima (in 16/4 - Lunga (in disuso) 8/4 - Breve (quasi in 4/4 - semibreve
disuso) disuso)

2/4 - minima 1/4 - semiminima 1/8 - croma 1/16 - semicroma

1/32 - biscroma 1/64 - semibiscroma 1/128 - fusa


Forti di quanto appena appreso, suoniamo ritmicamente sulla chitarra lo schema seguente. Posto che il tempo sia 60 Bpm la nota da 4/4 durerà 4
secondi, e quindi quattro oscillazioni della mano. Attenzione: solo la prima oscillazione colpirà la corda, le altre tre saranno a vuoto. Per le note da 1/8
dovremo suonare due note nel tempo di 1 secondo e così via come abbiamo visto ( possiamo aiutarci contando mentalmente ). Possiamo (e dobbiamo)
provare altre combinazioni a nostro piacimento.

Il valore delle note


Nota: il valore delle note all'interno di una battuta, non potrà mai superare il tempo scritto in chiave.

Come è composta la nota

Analizziamo adesso come ècomposta la nota:

1.Uncino (opzionale);
2.Gambo (opzionale);
3.Testa (piena, vuota o contornata)
Il gambo della nota va verso l'alto se la nota sta al di sotto del 3° rigo, va verso il basso se la nota si trova al di sopra, questo perché si cerca di mettere
sempre il gambo all'interno del pentagramma (e si cerca di disegnare la gambetta che non ecceda i 3 righi).

Il punto di valore
Le note seguite dal punto, aumentano della metà del valore della nota il valore della nota stessa. Anche a una pausa può seguire un punto con la stessa
funzione.
La differenza con la legatura è che con questa figura si è limitati a far aumentare il valore della nota della sola metà del valore della stessa, non di più.
Con la legatura si può invece realizzare quello che si vuole.
Il punto di valore serve per costruire note con durata diversa da quella standard: ad es. da 3/4, 6/4, 3/8, 3/16, 3/32, etc.

La legatura di valore
Con la legatura si allunga il suono di una nota che viene rappresentata da una curvatura posta ad unire due o più note al di sotto o al di sopra di esse. Si
tratta appunto della somma di due valori di note musicali.
Se si legano più di due note vanno unite una alla volta e non con un segno unico.
La legatura si utilizza quando non è possibile utilizzare il punto.
Essa differisce dalla legatura di portamentocon la quale si legano due note di altezze differenti suonate senza stacchi, sequenzialmente.

E differisce ancora ulteriormente dalla legatura difrase.

Lo staccato
Con lo staccato praticamente si fa una piccolissima pausa fra una nota e l'altra il che le rende all'orecchio appunto come se fossero staccate l'una
dall'altra.

Le note sul pentagramma e la notazione inglese


Oltre a conoscere le i nomi delle note in italiano, risulterà molto comodo conoscere anche quelle anglofone (più comodo perché hanno una lettera sola)
infatti, come già detto, la notazione anglosassone corrispondente è C, D, E, F, G, A, B. Praticamente gli inglesi in realtà, anziché partire con la
denominazione delle note musicali col Do, partono iniziando dal La (A, B, C, D, E, F, G) ovvero dalla relativa minore del Do. Ricordiamo qui ciò che
abbiamo già spiegato nella sezione dell'accordatura:

Ecco nello schema schema qui sotto riportato le note sul pentagramma, conoscerle ci aiuterà a memorizzarne la posizione sul pentagramma, poiché si
può relizzarne un acronimo.
Nella prima figura si può farsi aiutare da questo acronimo:

E very
G ood
B oy
D oes
F ine

E gli anglofoni dicono che questo pentagramma "rhymes with lines", cioè: fa rima con le linee, ovvero, la nota è tagliata a metà dalla linea).

Nella seconda figura, è ancora più facile, come già leggerete: F A C E, cioè face, faccia in inglese, e gli anglofoni dicono: face rhymes with space, cioè:
faccia fa rima con spazio, ovvero queste note sono negli spazi. Oppure si può usare la frasetta italiana: FA LA DO MI corrispondente a "FAL - LA
DOrMIr" per le note negli spazi.

RHYMES WITH SPACE

Ma dove si trovano queste note sul pentagramma?

I tagli addizionali
Per noi italiani le note sono Do, re, mi, fa, sol, la, si. Le note che si trovano oltre le righe del pentagramma si avvalgono dei tagli addizionali per essere
rappresentate. Praticamente la loro funzione è quella di estendere il pentagramma e di rendere possibile di rappresentare suoni più alti o più bassi
rispetto a quelli all'interno del pentagramma stesso e non si va mai oltre i 4 tagli addizionali per chiave.

Le pause
Ad ogni tipo di nota è abbinato anche un determinato tipo di pausa.
Ecco la rappresentazione delle pause.
Semibreve, 4/4, valore: Pausa della semibreve Minima, 1/2, valore: metà Pausa della minima
intero dell'intero

Seminima, 1/4, valore: Pausa della semiminima Croma, 1/8, valore: Pausa della croma
quarto dell'intero ottavo dell'intero

Semicroma, 1/16, valore: Pausa della semicroma Biscroma, 1/32, valore: Pausa della biscroma
sedicesimo dell'intero trentaduesimo dell'intero

Semibiscroma, 1/64, Pausa della Fusa, 1/128, valore: Pausa della fusa
valore: semibiscroma centoventottesimo
sessantaquattresimo dell'intero
dell'intero

Le alterazioni o accidenti (diesis, bemolli e bequadri)


La nota viene "alterata", ovvero abbassata/alzata di un semitono tramite dei segni che si chiamano appunto alterazioni o accidenti:

il diesis : alza la nota di un semitono; Purple


arrow
il doppio diesis: alza la nota di un tono; Purple
arrow
il bemolle: abbassa la nota di un semitono;

il doppio bemolle: abbassa la nota di un tono;

il bequadro: riporta la nota allo stato naturale; Counterclockwise


Arrow.svg
il doppio bequadro: riporta uno nota alterata due volte allostato naturale; Counterclockwise
Counterclockwise
Arrow.svg
Arrow.svg

Diesis Doppio diesis Bemolle Doppio bemolle

Bequadro Doppio bequadro

L'alterazione, sul pentagramma, precede la nota, anche se quando la leggiamo, la diciamo dopo di essa.
Music-sharp.png Music-flat Music-natural

Music Accidentals

Le alterazioni possono essere di 2 tipi:

le alterazioni in chiave (o fisse): ovvero le alterazioni costanti che sono inserite in armatura di chiave e che permangono durante
tutto il brano, e in tutte le ottave, a meno che un bequadro non intervenga a modificarle. Esse definiscono la tonalità;

le alterazioni transitorie: ovvero le alterazioni che appunto alterano solamente una determinata nota all'interno del brano musicale
e sono appunto riferite solamente all'ottava all'interno della quale sono inserite;
YB0236 Armure alterations constitutives.png

Il tempo
Il tempo, cioè, la velocità alla quale potrà andare un brano è indicata all'inizio del brano stesso; se poi intervengono cambiamenti, allora ciò dovrà
essere indicato altresì. Indipendentemente dalla velocità del brano, i rapporti interni di velocità tra una nota e l'altra rimarranno comunque invariati.
Bpm vuol dire battiti per minuto e si riferisce al tempo indicato dal metronomo. Quindi se un determinato artista vuole che il suo brano venga
riprodotto ad un preciso tempo, potrà indicare i bpm.

Andamento Tempo (battiti per minuto) Tipologia


Largo 40 - 60 bpm lento
Larghetto 60 - 66 bpm lento
Adagio 66 - 76 bpm lento
Andante 76 - 108 bpm medio
Moderato 108 - 120 bpm medio
Allegro 120 - 168 bpm veloce
Presto 168 - 200 bpm veloce
Prestissimo 200 - 208 bpm veloce
A tempo bpm specifico

Ma ogni battuta ha una sua precisa durata che è stabilita dalla frazione posta all'inizio di qualsiasi brano, laddove il numeratore, cioè la parte di sopra,
rappresenti in numero dei tempi, ovvero quanti battiti ci sono in ogni battura, e il denominatore, cioè la parte di sotto rappresenti la durata di ogni
tempo, ovvero che tipo di note prende quella battuta.
Music Music
ClefG 44

4 ---> quanti battiti al massimo in ogni battuta


-
4 ---> che tipo di note prende la battuta

Common time signatures.gif

Cut time: 2/2 Common time: 4/4

1/4 audio 2/4 audio

2/4 (o 1/2) 3/4

3/4 audio 4/4 audio 5/8 audio

4/4
6/8

Metric levels

Facciamo un esempio di canzoni applicati a queste suddivisioni:

4/4: Last kiss dei Pearl Jam


3/4: Happy birthday;
6/8: You and me dei Lifehouse;
E come si contano questi tempi? Facciamo un esempio i quarti si contano: uno, due, tre, quattro. Gli ottavi invece, prendendo in prestito il sistema
anglosassone si contano: one and two and three and four and.

Tempi semplici e composti


Il tempo può essere:

binario (2 tempi): è composto da un accento forte e uno debole (esempio: marcia militare);
0:00

ternario (3 tempi): è composto da un accento forte e due deboli (esempio: valzer);


0:00

quaternario (4 tempi): è composto da un accento forte e tre deboli, anzidetto per distinguere il primo davvero forte e il 3° meno forte:
1 forte, 1 debole, 1 mezzoforte e uno debole (esempio: tango);
0:00

quinario (5 tempi)

senario (6 tempi)

settenario (7 tempi)

I tempi possono poi esser suddivisi in:

tempi semplici: i tempi semplici sono quelli che hanno al numeratore (e cioè nella parte superiore della frazione che indica il tempo):
2, 3, 4 o 5. Sono quindi tempi binari, ternari o quaternari. Essi hanno sempre 2 suddivisioni.

tempi composti: i tempi composti hanno al numeratore: 6, 9, 12 o 15.ali


T tempi hanno 3 suddivisioni.
Es:
Hino à Alegria resumo dos compassos.jpg

CompassoBinario-TernarioSimples
CompassoBinario-TernarioComposto

CompassoComplexo

TEMPO Binario Ternario Quaternario Misto


5/1, 5/2, 5/4, 5/8, 5/16,
2/1, 2/2, 2/4, 2/8, 2/16, 3/1, 3/2, 3/4, 3/8, 3/16, 4/1, 4/2, 4/4, 4/8, 4/16, 5/32, 5/64
Semplice
2/32, 2/64 3/32, 3/64 4/32, 4/64 7/1, 7/2, 7/4, 7/8, 7/16,
7/32, 7/64
15/2, 15/4, 15/8, 15/16,
6/2, 6/4, 6/8, 6/16, 9/2, 9/4, 9/8, 9/16, 12/2, 12/4, 12/8, 12/16, 15/32, 15/64
Composto
6/32, 6/64 9/32, 9/64 12/32, 12/64 21/2, 21/4, 21/8, 21/16,
21/32, 21/64

Gli accenti dei tempi


Tipo di tempo Tempo Accenti
Binario 2/4 1F 1D
Quaternario 4/4 1F 3D
Ternario 3/4 1F 2D
Binario composto 6/8 1F 2D; x2
Ternario composto 9/8 1F 2D; x3
Quaternario composto 12/8 1F 2D; x4

La duina o doppietta è un gruppo irregolare di 2 note suonate in un tempo ternario.


Terzina di
crome
La terzina (in inglese triplet) è un gruppo irregolare di 3 note che occupano di fatto lo spazio di 2.

File:15o8 as 5o4 with File:15o8 as 3o4 with File:7o4-3-


3 subdivisions.ogv 5 subdivisions.ogv subdivisions.ogv

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multimediale multimediale multimediale
15/8 come 5/4 con 3 15/8 come 3/4 con 5 21/8 come 7/4 con 3
suddivisioni suddivisioni suddivisioni

File:3o4-7-
File:Video of 6o8 at File:Video for 9o8 at
subdivisions.ogv
90 bpm.ogv 90 bpm.ogv

Riproduci file
multimediale Riproduci file Riproduci file
multimediale multimediale
21/8 come 3/4 con 7
6/8 9/8
suddivisioni

File:Video for 12o8 File:Video for 2o4 at File:Video for 3o4 at File:Video for 4o4 at
at 90 bpm.ogv 60 bpm.ogv 60 bpm.ogv 60 bpm.ogv

Riproduci file Riproduci file Riproduci file Riproduci file


multimediale multimediale multimediale multimediale
12/8 2/4 3/4 4/4

Il ritmo è costituito dalla successione di una serie di accenti. Ci sono una serie di tipologie di accenti:

accento metrico o di misura: si tratta della tipologia di accento che cade sul primo movimento di ogni misura. E' un accento che
non si indica perché è sottinteso, ovvio. Si tratta di un'accentazione forte seguita da una debole: battere e levare.
accento tetico: si tratta di un accento che si concretizza se il ritmo comincia in battere, cioè sul primo tempo forte della battuta.

accento anacrusico: si tratta di un accento che si concretizza quando il ritmo comincia sul tempo debole, cioè in levare.

accento acefalo: si tratta di un accento che si concretizza quando il ritmo inizia sull'accento forte ma con una pausa.

Gli accenti
Dinamica - accenti.JPG

La sincope è costituita dallo spostamento dell'accento dal tempo forte al tempo debole. Ci possono essere alcuni tipi di sincope:

sincope regolare: è considerata regolare quando essa si trova tra 2 note o 2 pause di pari valore alla stessa;
sincope irregolare: è considerata irregolare quando essa si trova tra 2 note o 2 pause di valore diverso dalla stessa;

YB0145 Syncope contretemps.png

Vari tipi di sincope.JPG

Un esempio di sincope può essere ascoltato in "Satisfaction" degli Stones. Ad ogni modo, la sincope può contemplare o una pausa o una nota accentata.

Gli abbellimenti
Gli abbellimenti, come lo dice la parola stessa, sono appunto delle "decorazioni" della melodia o di un accordo. Si possono chiamare anche fioriture,
fioretti, ornamenti. Nel corso dei secoli si sono modificati ed alcuni sono attuali mentre altri non lo sono più oppure sono applicati principalmente ai
brani di musica classica.Vediamoli.

L'acciaccatura
L'acciaccatura acciacca la nota principale nel senso che le toglie una piccola parte della sua durata.
E' come un'appoggiatura molto veloce.
L'acciaccatura sul pentagramma
acciaccatura

Essa può essere semplice, doppia o tripla.

L'appoggiatura
L'appoggiatura è un abbellimento col quale si va a dimezzare il valore della nota a cui tale abbellimento si "appoggia". Si tratta di una piccola nota che
precede la nota stessa.

L'appoggiatura sul pentagramma


appoggiatura

Si tratta praticamente di una nota piccolina che precede sul pentagramma la nota in oggetto.

L'arpeggio
L'arpeggio è un abbellimento con cui si "spezza" un accordo, ovvero non lo si esegue suonando tutte le note che lo compongono simultaneamente, ma
in successione.

L'arpeggio sul pentagramma


arpeggio

YB0350 Arpege.png

Il glissando (o slide)
glissando

Glissando

Glissando-approx

Glissando

Il gruppetto
Il gruppetto, rappresentato come una specie di S rovesciata, è un abbellimento secondo il quale si esegue una nota, ma prima di eseguire quella
seguente in spartito, dovremo eseguire delle note di passaggio.
Si distingue fra gruppetto diretto e gruppetto rovesciato.

gruppetto

Il mordente
Il mordente è un segno musicale che ha la forma dello zig zag e viene posto sopra o sotto la nota e si tratta di uno scambio molto veloce con la nota
subito superiore. Se lo zig zag ha e punte è un mordente semplice, se le punte sono 3, il mordente è doppio ed è un doppio scambio con la sopra citata
nota superiore.
Esso può essere semplice o doppio.

Il mordente sul pentagramma.


mordente

Il primo è il mordente superiore, il secondo è il mordente inferiore.

Il tremolo
Music-tremolo.png

tremolo

Il trillo
Il trillo, che viene indicato con la sigla "tr",è uno scambio continuo con la nota immediatamente superiore a quella che si suona.
Esso può essere diretto o indiretto (anzidetto rovesciato).

Il trillo sul pentagramma


trillo

Le abbreviazioni e le ripetizioni
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Ripeti Da capo

Da Capo al fine Da Capo al coda Dal segno Dal segno

Coda

Gli accordi sul pentagramma

DO sul pentagramma MI5 sul pentagramma SOL7 sul pentagramma La minore sul
pentagramma

LA min 7 sul DO7+ sul pentagramma MI7#9 sul pentagramma DOmaj13 sul
pentagramma pentagramma
DO13 sul pentagramma

C major triads for guitar.png

Introduzione al solfeggio
Il solfeggio è una pratica musicale con la quale si legge a tempo ad alta voce uno spartito musicale. Ci sono due tipi di solfeggio: quello ritmico che
consiste solamente nel leggere a tempo lo spartito appunto a voce alta e quello cantato che consiste nel cantare a tempo lo spartito.

Come solfeggiare
Quando andremo a solfeggiare distenderemo la la mano sinistra dando il palmo verso l'alto e la mano destra un poco più in alto che forma una specie di
becco e solfeggeremo. Vedremo che a volte la mano dovrà spostarsi a sinistra sul secondo movimento mentre altre volte a sinistra, vediamo perché: il
primo tempo è il più importante e va sempre al centro, mentre l'ultimo va sempre a sinistra, ciò sposterà i movimenti in mezzo. Vedremo che ogni
movimento è a sua volta scomposto in due parti, questo perché si solfeggiano il battere e il levare.

Posizione mano sinistra Posizione mano destra

4/4
Per solfeggiare il 4/4 si distende la mano sinistra dando il palmo verso l'alto e la mano destra un poco più in alto che forma una specie di becco e si
solfeggia:

1° movimento: U-NO cioè la mano destra a becco va verso la mano sinistra, cioè verso il basso ed è "U" , poi ritorna verso un
centro immaginario ed è "NO" ;
2° movimento: DU-E, cioè la mano destra a becco va verso sinistra ed è "DU" , poi torna verso il centro immaginario ed è "E"
;
3° movimento: TRE-E, cioè il becco va verso destra ed è "TRE" , poi torna verso il centro immaginario ed è "E" ;
4° movimento: QUAT-TRO, cioè il becco va verso l'alto ed è "QUA
T" , poi torna verso il centro immaginario ed è "TRO" ;

Quando si solfeggia il 4/4 si usa chiamarlo fare la croce perché l'insieme dei movimenti realizza una specie di croce appunto.

4/4

3/4 o 3/8
Per solfeggiare il 3/4 sempre con la solita impostazione della mano spiegata in precedenza andiamo a solfeggiare nel seguente modo:

1° movimento: U-NO cioè la mano destra a becco va verso la mano sinistra, cioè verso il basso ed è "U" , poi ritorna verso un
centro immaginario ed è "NO" ;
2° movimento: DU-E, cioè il becco va verso destra ed è "DU", poi torna verso il centro immaginario ed è "E";
3° movimento: TRE-E, cioè il becco va verso sinistra ed è "TRE", poi torna verso il centro immaginario ed è "E";

3/4 o 3/8

Movimenti solfeggio

2/4 o 2/2 6/8

Solfeggiare le pause
Le pause si solfeggiano contando: una pausa da 4/4 viene solfeggiata contando fino a 4, una pausa da 3/4 si solfeggia contando fino a 3 etc.
Esercizi
Alouette (partition)

Gorilla-
Il consiglio tecnologico
thinclient
Se leggere il pentagramma vi è ostico, vi fa fatica, quale miglior modo di impararlo se non tramite un gioco? Se possedete un tablet o uno smartphone
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