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Primo modo
Ecco il primo modo per i rivolti.
Secondo modo
Secondo metodo per accompagnare attraverso i rivolti.
Terzo metodo
Terzo metodo per suonare i rivolti.
Quarto metodo
Quarto metodo per suonare i rivolti.
Quinto metodo
Sesto metodo
Settimo metodo
Ottavo metodo
Nono metodo
Decimo metodo
Secondo metodo
Terzo metodo
Quarto metodo
Secondo metodo
Terzo metodo
Quarto metodo
Gli accordi con la quarta
Gli accordi col quarto grado sono quegli accordi formati da: I° grado + IV° grado + V°
grado.
In questo modo in Do maggiore otteniamo, non più il classico accordo Di-Mi-Sol, ma bensì
Do-Fa-Sol. E’ lo stesso procedimento che si ha per tutti gli altri accordi. Nella lezione
precedente abbiamo visto come inserire la seconda in un accordo (privo della terza).
Anche in questo caso, quando si aggiunge la quarta, l’accordo viene privato della terza.
Primo metodo
Secondo metodo
Terzo metodo
Primo metodo
Secondo metodo
Terzo metodo
Quando si parla di jazz e di accordi, parliamo sempre di accordi formati da almeno 4 note,
raramente troviamo delle triadi. Troviamo quasi sempre degli accordi di settima dunque,
ma non di rado troviamo alcuni di nona, undicesima e tredicesima.
Utilizzando accordi nona, undicesima e tredicesima, siamo in grado di arricchire anche i
temi più banali, facendoli diventare qualcosa di molto carino ed orecchiabile. Prendiamo in
considerazione il classico giro armonico di Jazz più famoso:
II – V – I
Questo classico giro può essere arricchito già aggiungendoci la settima per ogni
accordo…
Ok, facciamo ora invece questa successione: Dm9, G13, C6/9, ed otteniamo…
Improvvisiamo, Le Basi (Parte 1)
Ovviamente sto cercando di semplificare tutti i concetti al minimo indispensabile senza farti
perdere tempo e cercando di non essere troppo superficiale. Le scale le puoi studiare qui, e gli
accordi te li spiego qui.
PASSO 1
Quando incominci ad improvvisare devi sempre chiederti da dove partire. Che scala vogliamo
utilizzare? Do maggiore? Fa maggiore? La minore? Per iniziare ti consiglio di scegliere una scala
musicale che abbia al massimo un’alterazione in chiave. In pratica puoi scegliere fra queste:
Do maggiore
La minore
Fa maggiore
Re minore
Sol maggiore
Mi minore
Supponiamo che noi abbiamo scelto la scala di Fa maggiore, allora attraverso i nostri calcoli,
ricaviamo che la scala di Fa maggiore è formata dalle note:
Fa-Sol-La-Sib-Do-Re-Mi-Fa
Queste sono essenzialmente le note che può suonare la mano destra. Solitamente si comincia e
si termina con una delle note dell’accordo di Fa (Fa-La-Do).
PASSO 2
Ora dobbiamo capire che cosa deve fare la mano sinistra. Alla sinistra – solitamente – spetta il
compito di accompagnare. Quindi dobbiamo immaginare la mano destra come un cantante solista
e la sinistra come un trio jazz o un’orchestra sinfonica.
Improvvisare totalmente è molto difficile. E’ bene perciò sapere le relazioni fra i vari gradi. In
pratica, ogni accordo tende ad andare verso un’altro accordo. Più assecondiamo questa tendenza,
più la nostra improvvisazione inizierà a prendere vita.
In Fa maggiore, la tendenza principale è questa:
Fa maggiore —-> Sib maggiore —-> Do7 maggiore
Quindi: Fa+La+Do —> Sib+Re+Fa —-> Do+Mi+Sol+Sib.
Questo è il classico giro I-IV-V. Ovviamente possono esserci altre successioni di accordi, ma
questo è senza dubbio la più comune e la più forte. Se provi ad analizzare qualche brano di
Mozart in Fa maggiore, troverai sicuramente, in qualche punto del brano la successione di questi 3
PASSO 3
Ora sai più o meno che note dovrà fare la destra, che accordi dovrà fare la sinistra. Ma come
metto insieme le mani? In un primo momento ti consiglio di non pensare a nessuna melodia in
particolare ma di subordinare la mano destra alla mano sinistra. Mi spiego meglio. Se la mano
sinistra suona l’accordo di Fa maggiore, alla mano destra facciamo suonare una o più note
dell’accordo in successione (quindi Fa o La o Do). Se la mano sinistra suona l’accordo di Sib
maggiore, alla mano destra facciamo suonare Sib o Re o Fa e così via. Non otteniamo un “canto”
con la mano destra, ma una serie di note “a salti”.
Arrivare a questo punto sarebbe già un grande risultato. Fammi sapere se ci sei riuscito. In caso
Nell’articolo precedente, abbiamo imparato le basi che ci permettono di improvvisare a mani unite,
riuscendo a non stonare. Abbiamo visto che è molto semplice. Basta che la mano destra si limiti a suonare
una o più note dell’accordo che suona la mano sinistra.
Se la sinistra esegue l’accordo di Fa maggiore, formato dalle note Fa-La-Do, la mano destra potrà di certo
suonare il Fa, o il La o il Do, o perché no consecutivamente o simultaneamente a due a due.
Ok, Abbiamo visto come rendere l’accompagnamento un po’ più interessante. Suonare l’accordo “secco”
non è la migliore delle soluzioni a mio avviso, ma ce ne sono oltre molto più carine. Una di queste è il basso
Albertino.
PASSO 1
Per creare il basso Albertino c’è bisogno di prendere un accordo e arpeggiarlo. Arpeggiare un accordo
significa eseguire le note dell’accordo in successione (anziché simultaneamente). L’arpeggio può essere
fatto in molti modi, ma quello che caratterizza il Basso Albertino impone di alternare la tonica con la quinta,
con la terza e poi di nuovo la quinta.
Do – Sol – Mi – Sol
Utilizzando questo tipo di accompagnamento su ogni successione di accordi presi in esempio nel video,
otteniamo:
Fa – Do – La – Do; Sib – Fa – Re – Fa; Do – Sol – Mi – Sol;
Con la mano destra ovviamente puoi continuare a prendere qualsiasi nota dell’accordo. Ovviamente puoi
divertirti ad eseguire la successione dei gradi I-IV-V su qualsiasi tonalità. Se per esempio scegli di utilizzare
la tonalità di Sol maggiore, gli accordi cambiano e abbiamo un accordo di Sol maggiore sul primo grado
(Sol-Si-Re). Un accordo di Do maggiore sul quarto grado (Do-Mi-Sol). Un accordo di Re maggiore sul quinto
grado (Re-Fa#-La). Ottenendo così:
PASSO 2
Una volta preso confidenza col basso Albertino possiamo provare un altro accompagnamento. Questo che
andremo a vedere ti consiglio di suonarlo col pedale di risonanza. In questo articolo puoi capire come
funziona.
Questo tipo di accompagnamento viene adottato omettendo la terza dell’accordo. Attenzione che per
“terza” non si intende la terza nota dell’accordo (per esempio in Do-Mi-Sol) ma bensì la terza nota sulla
scala di Do maggiore a partire dal Do (Do-Mi-Sol).
Quindi, togliendo la terza (chiamata mediante, modale o caratteristica) ci rimane il Do e il Sol. Basta
aggiungere il Do un’ottava sopra e abbiamo la successione di note: do – sol – Do (dove il “Do” scritto in
maiuscolo sta a significare il Do all’ottava superiore),
Trasportando tutto nella nostra tonalità di esempio, Fa maggiore, abbiamo i seguenti arpeggi per i gradi I-
IV-V.