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Le quadriadi – cosa sono, come si formano e

come si scrivono?

Benvenuto alla prima lezione del corso di Jazz dedicato all’armonia Jazz. Cercherò,
supportato dalle dispense dei primi due corsi di armonia che ho frequentato all’Accademia
Siena Jazz, di condividere la mia conoscenza sulle quadriadi.

Vorrei offrire un quadro generale su questa tipologia e forma d’accordo, risponderò alle
domande: come si formano? come si differenziano? come si chiamano?

Consiglio vivamente di leggere il seguente articolo a tutti coloro che desiderano avvicinarsi
alla musica Jazz. La lezione sulle quadriadi è una lezione di armonia fondamentale. Il
Jazz tonale e modale ruotano intorno a queste conoscenze, imprescindibili per un
musicista.

Le triadi, come abbiamo avuto modo di vedere, sono accordi di tre note formate da
sovrapposizioni di terze sulla scala diatonica. Quando invece parliamo di quadriadi,
instintivamente pensiamo a 4 note…e facciamo bene! Esse sono nient’altro che le tre note
della triade con l’aggiunta di una quarta.

Il classico esempio di quadriade è senza subbio il do maggiore settima (cmaj7):

Accordo maggiore settima – Do maggiore settima


(cmaj7)

Ciascuna delle sue note assume un nome particolare:

1
 la prima fondamentale o tonica
 la seconda terza
 la terza quinta
 la quarta settima
Le quadriadi si diversificano tra loro in base ai diversi tipi di intervalli di terza, quinta e
settima da cui sono formati. Tale diversificazione viene detta “qualità dell’accordo”.

In questa prima fase ci occuperemo delle principali qualità, ovvero dell’accordo di settima
maggiore, di dominante, minore settima, semidiminuito ed il diminuito.

Vediamoli uno ad uno:

Accordo maggiore settima – Do maggiore settima (cmaj7)

L’accordo di settima maggiore (Maj7 dopo il nome della fondamentale) è una triade
maggiore con l’aggiunta di una settima maggiore. Essa si costruisce sul I e IV grado della
scala diatonica (se siamo in DO basterà andare verticalmente per terze dal primo grado,
cioè DO-MI-SOL-SI, o sul quarto grado FA-LA-DO-MI). Formula: 3M-5M-7M (terza, quinta
e settima maggiori)

Accordo di settima o dominante – Sol settima (G7)

L’accordo di dominante (7 dopo il nome della fondamentale) invece si incontra sul V


grado della scala diatonica. Sempre facendo riferimento alla scala di do, il quinto grado è il
SOL (ovvero la quinta nota della scala). Seguendo lo stesso procedimento delle
sovrapposizioni di terze e facendo sempre riferimento alle alterazioni della chiave di DO (la
tonalità di riferimento è sempre quella della tonica, cioè il primo grado…il do) otteniamo le
seguenti note: SOL-SI-RE-FA. Analizzando l’ultimo intervallo (re-fa) notiamo che esso

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rispetto a quello dell’accordo di settima maggiore non è maggiore ma minore. In sostanza
l’accordo di dominante è una triade maggiore + una settima minore (7b). Formula: 3M-
5M-7m.

Accordi minori settima – Re,Mi,La minore settima (D-7,E-


7,A-7)

L’accordo minore settima (-7 o min7 dopo il nome della fondamentale) si trova sul II-
III-VI grado della scala diatonica. Prendiamo come esempio l’accordo costruito sul
secondo grado, ovvero sul re: sovrapponendo le terze otterremo RE-FA-LA-DO.
L’intervallo LA-DO come nella dominante è una terza minore, ma lo stesso vale per il RE-
FA (sul dominante il SOL-SI è maggiore). Quindi l’accordo di settima minore è una triade
minore + una settima minore (3be 7b). Formula: 3m-5M-7m

Accordo semidiminuito – Si semidiminuito (B/0)

La quadriade costruita sul VII rappresenta l’accordo semidiminuito (un cerchietto


tagliato dopo il nome della fondamentale). La quadriade di SI, costruita sul VII grado del
do, è SI-RE-FA-LA. Rispetto al minore settima, esso ha sempre la settima minore, ma la
triade è diminuita. Quindi in relazione alla settima maggiore avremo la 3b, la 5b e la 7b.
Formula: 3m-5m-7m.

Ricordate: la nota fondamentale dell’accordo si indica con l’alfabeto musicale


internazionale:
DO = C
RE = D
MI = E
FA = F
SOL = G

3
LA = A
SI = B

Consiglio per i principianti:


1) Per costruire velocemente le quadriadi pensate alla scala diatonica della tonalità su cui
intendete costruire la quadriade. Costruite, attraverso al sovrapposizione di terze (contate
la prima, la terza, la quinta e la settima nota della scala), l’accordo maggiore settima.
Suonatelo, memorizzatelo e successivamente aggiungete i bemolli in base alla quadriade
che intendete costruire:

Dominante=aggiungere un bemolle alla settima – + b7

Minore settima=aggiungere un bemolle alla settima e alla terza – +b3 + b7

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Semidiminuito=aggiungere un bemolle alla settima, alla terza e alla quinta +b3 +b5 +b7

Diminuito=aggiungere un doppio bemolle alla settima, alla terza ed alla quinta +b3 +b5
+bb7

Esempio: dobbiamo costruire l’accordo G – 7. Sappiamo che il minore settima


rispetto ad un maggiore settima vuole il bemolle sulla terza e sulla settima. L’accordo
maggiore settima, costruito per sovrapposizione di terze, è SOL-SI-RE-FA# (il fa è diesis
perché in chiave nella tonalità di sol maggiore). A questo punto abbassiamo di un
semitono (mettiamo il bemolle insomma) sulla terza (il SI) e sulla settima (Il Fa#)
ottenendo: SOL-SIb-RE-FA.

Sol minore settima (G-7)

L’E-7 sara’ invece MI-SOL-SI-RE (Sol e Re naturalizzati dai bemolli, inseriti come
nell’esempio precedente).

2)Per chi già conosce le triadi può pensare alla triade ed inserire soltanto la 7maggiore o
minore, in base alle necessità. La settima si calcola sempre dalla fondamentale.

3)Altrimenti avendo una buona conoscenza degli intervalli potete costruirli passo passo.
Esempio: vorrei costruire il A-7(b5) (accordo semidiminuito). La formula è: 3m-5m-7m.
Cerchiamo metterla in pratica. La terza minore partendo dal LA è il DO, la quinta diminuita
il MIb e la settima minore il SOL. L’accordo ottenuto è LA-DO-MIb-SOL.

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Esercizio sulle quadriadi

Ho preparato questo semplice esercizio di scrittura degli accordi (dominanti, maggiori


settima, minori settima): dovrai scrivere le note degli accordi scritti in sigle.

ESERCIZIO SULLE QUADRIADI IN PDF

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Spero di essere stato abbastanza chiaro. Il tema è molto complesso ed articolato. Se
avete domande sarò a vostra disposizione!

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RIVOLTI

In riferimento alla lezione sulle quadriadi andremo avanti sempre nella stessa direzione,
secondo un percorso meno classico e sicuramente più pratico. Tralasciando argomenti
delicati come tonale, modale ecc… che approfondiremo in seguito, andremo a toccare
quelle nozioni che ci permetteranno di orientarci su spartiti con accordi e note, ovvero
dove la voce della mano sinistra è assente ma sono presenti comunque delle indicazioni
armoniche (sconosciute ai più). Vi renderete il conto che sarà proprio il Jazz a spianare la
strada e a farci raggiungere questo prezioso obiettivo.

Veniamo al dunque. Siete riusciti a risolvere l’esercizio proposto nella lezione precedente?
In caso affermativo, potrete proseguire con questa lezione.

La posizione che abbiamo proposto è quella fondamentale. Ogni intervallo dell’accordo


però può essere invertito offrendo delle sonorità nuove, posizioni più comode e pratiche
nei passaggi veloci, note cantate che rinforzano e rendono più ricche e variegate le
possibilità armoniche. Ogni intervallo dell’accordo puo’ essere “invertito” semplicemente
portando la nota più grave all’ottava successiva.

Do settima in posizione 6-5 (cmaj7 in 6/5)


L’esempio mostra l’accordo di CMaj7 (do-mi-sol-si) rivoltato nella posizione 6/5 in cui il do
viene portato all’ottava successiva. Il 6 ed il 5 stanno ad indicare l’intervallo creato tra la
nota piu’ grave ( il MI) e la settima e la tonica.

Lo stesso concetto si applica con il rivolto 4/3 e 2.

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Rivolto di Do maggiore settima in posizione
4/3
Avete capito?

Esercitatevi quanto potete, date un’occhiata anche agli esercizi proposti.

Per qualsiasi domanda sono a vostra disposizione!

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TENSIONI

Come avete potuto vedere dall’articolo sulle quadriadi, nel jazz si usano molto
spesso accordi a quattro voci, dove la quarta voce contribuisce a valorizzare la sonorità
della triade fondamentale.

In questo articolo parleremo proprio delle note che arricchiscono gli accordi nel jazz e che
sono chiamate generalmente “tensioni”. Per dare una definizione, le tensioni sono note
che si aggiungono a un accordo, in sostituzione o in aggiunta alle note della triade
fondamentale (tonica, modale, dominante), modificandone la sonorità.

Come potete immaginare, più note si aggiungono alla triade fondamentale, più ci si
allontana dalla sonorità originale dell’accordo.

Lo studio delle tensioni è importante perché consente di aggiungere agli accordi indicati
sul pentagramma alcune note che conferiscono particolare colore a quello che si sta
suonando.

Le tensioni degli accordi possono essere:

– diatoniche, quando fanno parte della scala costruita sull’accordo;

– non diatoniche, quando non fanno parte della tonalità.

Le tensioni non diatoniche, proprio perché non fanno parte della tonalità, danno
all’accordo maggiore instabilità.

In relazione ad ogni accordo sono possibili diverse tensioni.

Analizziamo dunque le tensioni dei principali accordi che potete trovare suonando brani
jazz.

Come sapete, armonizzando i gradi di una scala maggiore, e cioè costruendo su ogni nota
un accordo a quattro voci, abbiamo i seguenti tipi di accordi:

– maj7 (accordo maggiore, con la settima maggiore), che è l’accordo costruito sul I e
sul IV grado della scala maggiore;

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– min7 (accordo minore, con la settima minore) che è l’accordo costruito sul II, III e
VI della scala maggiore;

– 7 (accordo maggiore, con la settima minore), che è l’accordo costruito sul V grado
della scala maggiore;

– Ø7 (accordo semidiminuito), che è l’accordo costruito sul VII grado della scala
maggiore;

Ad esempio, armonizzando una scala di Do maggiore, avremo:

Questi accordi sono quelli maggiormente utilizzati nel jazz e, in relazione a questi, può
essere dunque utile individuare le tensioni possibili.

Dunque:

1. in relazione all’accordo di maj7, le tensioni maggiormente usate sono:

– la 7 (anche se questa nota fa parte dell’accordo, è considerata generalmente una


tensione).

– la 9,

– la 11diesis (che è una tensione non diatonica ma la alterazione serve a evitare la


dissonanza con la 3);

– la 13 (che corrisponde alla 6, e che come quest’ultima dà un senso di leggerezza


all’accordo).

Pertanto, prendendo a riferimento l’accordo di Cmaj7, avremo le tensioni indicate nella


seconda battuta:

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2. In relazione all’accordo di min7, le tensioni maggiormente usate sono:

– la 9;

– la 11;

Pertanto, prendendo a riferimento l’accordo di Cmin7, avremo le tensioni indicate nella


seconda battuta:

3. In relazione all’accordo di 7, le tensioni sono molteplici:

– la 9bemolle;

– la 9;

– la 9diesis;

– la 11diesis (l’alterazione dell’11 serve ad evitare la dissonanza con la 3);

– la 5bemolle;

– la 5diesis;

– la 13bemolle;

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– la 13.

Tale varietà di tensioni deriva dal fatto che l’accordo di 7 è sempre un quinto grado sia
nella tonalità maggiore che in quella minore e, essendo formato da una triade maggiore e
da un tritono tra la terza e la settima, è un accordo molto forte e può reggere diverse
tensioni, anche alterate, senza esserne destabilizzato.

Pertanto, prendendo a riferimento l’accordo di C7, avremo le tensioni indicate nella


seconda e nella terza battuta:

4. In relazione all’accordo di Ø7, le tensioni maggiormente usate sono:

– la 9;

– la 11;

– la 13bemolle.

Pertanto, prendendo a riferimento l’accordo di CØ7, avremo le tensioni indicate nella


seconda battuta:

Provate a usare queste tensioni anche nella progressione II-V-I. Ad esempio, molto
utilizzata è l’aggiunta al V grado della 9bemolle e al I grado della 9.

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Come sapete però, in musica, non ci sono regole ferree ma molto dipende dal gusto
personale. Il suggerimento che do è pertanto di sperimentare le tensioni che vi ho
suggerito suonando un pezzo qualsiasi che trovate nel Real Book.

Potete provare con “Alice in wonderland” di Fain/Hilliard, che vi invito a suonare. Se non
avete ancora il Real Book, su internet potete leggere la partitura in questa pagina
web http://www.jazz-styles.com/htm/scores/Alice-in-wonderland-2.htm. E non vi
meravigliate se, paragonando la partitura di questa pagina web con quella che avete a
casa, trovate progressioni armoniche e accordi differenti. Nel jazz conta molto la sonorità
e il senso che in quel momento riesce a dare uno specifico tipo di accordo.

E se volete ascoltarne una bella versione vi suggerisco quella di Bill Evans Trio. Su
Youtube potete inoltre trovarne altre versioni (Oscar Peterson, Dave Brubeck & Paul
Desmond, etc.) che potete mettere a paragone con la versione originaria permettendovi di
capire quanto conti l’improvvisazione e il gusto personale nel jazz.

Provate a trovare ulteriori e diverse tensioni sui vari accordi del brano predetto, secondo il
senso e il colore che volete attribuire a quello che state suonando.

Come tecnica pianistica, suggerisco di suonare con la mano sinistra la tonica e la 3 (o la


5) dell’accordo e con la mano destra le altre note dell’accordo, ivi comprese le tensioni. Di
solito a suonare le tensioni è il mignolo della mano destra. L’accordo, in questa maniera,
risulterà molto più arioso e ampio (essendo in pratica suonato su almeno due ottave) e
verranno messe in risalto le varie tensioni.

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Accordi sui gradi della scala

Per approfondire la lezione sulle quadriadi vorrei spiegarvi un concetto astrattto e spesso
di difficile comprensione: cosa sono i gradi di una scala? A cosa servono? Procediamo
con ordine.

I gradi della scala diatonica, in musica e nella teoria musicale, sono singole note di una
scala musicale in relazione con la prima nota (la tonica).

Ogni grado ha una funzione ben precisa dal punto di vista armonico:
I grado: TONICA è il grado fondamentale della scala. Ha un carattere di stabilità e
riposo. Le composizioni
solitamente terminano con questo grado. (IL NUMERO DEL GRADO VIENE SCRITTO CON I
NUMERI ROMANI)

II grado: SOPRATONICA è un grado di passaggio. Produce un effetto di instabilità.

III grado: MODALE assomiglia al primo grado ed è un suono di riposo. La distanza che
lo separa dalla tonica determina il modo della scala.

IV grado: SOTTODOMINANTE è un grado molto instabile. La vicinanza della modale


provoca una tendenza a scendere.

V grado: DOMINANTE è il grado opposto alla tonica. Produce un effetto di sospensione


nel discorso musicale.

VI grado: SOPRADOMINANTE è un grado di passaggio. Nella scala maggiore da origine


alla tonica della scala di modo minore.

VII grado: SENSIBILE è un grado molto instabile: la vicinanza con la tonica (un
semitono) provoca nella sensibile una tendenza a salire.

Prendiamo come esempio la scala di DO (C). La tonica e’ il DO, la sopratonica il RE, la


modale e’ MI, la sottodominante il fa, la dominante il sol, la sopradominante il LA e la
sensibile il SI (Curiosita’: i gradi piu’ importanti sono la Tonica, la dominante e la sensibile
per un discorso tensivo).

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Gradi della scala di Do
Come abbiamo già appreso nella lezione n.1 , su ciascun grado si possono costruire le
quadriadi procedendo per intervalli di terze. Ciascuna quadriade, in base al grado in cui
viene costruita, avrà qualità diverse: sarà un accordo maggiori settima (sul I e IV
grado), dominante (sul V), minore settima (sul II, III e VI), semidiminuito (sul
VII).

Se su un grado X della scala, in una tonalità Y, costruisco una quadriade di qualità Z, al


cambiare della tonalità la qualità Z dell’accordo sarà sempre la medesima. Ciò significa
che se costruisco una quadriade sul VII grado della scala otterrò sempre un
semidiminuito, indipendentemente dalla tonalità in cui ci troviamo (purché si rispettino le
alterazioni in chiave).

Nella precedente lezione abbiamo messo in evidenza che l’accordo prende il nome dalla
prima nota che lo forma, quindi, ponendo il caso di essere in tonalità di DO, l’accordo
semidiminuito costruito sul suo VII grado prende il nome di SI semidiminuito. L’accordo in
questione è composto dalle seguenti note: SI-RE-FA-LA (tutte note bianche perchè il DO
non ha alterazioni in chiave).

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Accordo di Si semidiminuito (B-7b5)
Cambiamo tonalità e andiamo in SOL maggiore. Costruiamo un accordo semidiminuito sul
suo settimo grado.

Il VII grado della scala di SOL è il FA#. Sempre per intervalli di terze e rispettando le
alterazioni in chiave costruiamo la quadriade: otteniamo FA#-LA-DO-MI che e’ proprio il
FA#semidiminuito.

Se avete capito il funzionamento dei gradi e della costruzione degli accordi relativi, potete
provare a tradurre in note questi gradi nelle tonalità di Do maggiore, Sol
maggiore e Fa maggiore:

II°

VI°

IV°

bII°

#I°

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In pratica dovrete costruire le quadriadi sui gradi indicati e nelle varie tonalità. Dopodiché
dovrai tradurre le note in una sigla (ex. Cmaj7). Questo esercizio vi aiuterà moltissimo e
vi aprirà un mondo.

Come secondo esercizio scrivi per ciascun accordo trovato almeno un relativo rivolto.

Esempio: il primo accordo è un accordo maggiore settima. Ciò significa che le note da
scrivere saranno (nella tonalità di do maggiore) DO-MI-SOL-SI. Troviamo il suo rivolto.

Dopodiché costruiamo la quadriade costruita sul primo grado anche per la tonalità di Fa e
di Sol maggiore. Scriviamo i relativi rivolti.

Bene il primo grado è stato superato con successo. Proseguiamo con il resto degli accordi,
sarà un ottimo esercizio.

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Gli accordi d’effetto

Nella scorsa lezione abbiamo parlato delle tensioni e cioè di quelle note che si aggiungono
alla triade fondamentale di un accordo dando all’accordo stesso particolare colore.

In questa lezione, vorrei continuare a trattare degli accordi nel jazz e in particolare di
quelli che presentano particolari sonorità a causa della modificazione di una delle note che
compongono l’accordo stesso.

Nel jazz questo tipo di accordi sono generalmente chiamati “d’effetto”.

Nell’ambito degli accordi d’effetto troviamo innanzitutto gli accordi sospesi.

Si chiamano in tal modo perché, nell’armonia tradizionale, questi accordi tendono a


risolvere su un successivo accordo (in questo senso, l’accordo è “sospeso” finché non
risolve sull’accordo successivo). Nel jazz la necessità di questa risoluzione generalmente
non viene sentita ed è possibile trovare brani con accordi sospesi che vengono mantenuti
per diverse battute.

L’accordo sospeso più famoso è certamente il sus4 (di quarta sospesa).

È un accordo a quattro voci, che sostituisce alla triade fondamentale, la terza con la
quarta. Le note che lo compongono sono dunque la tonica, la quarta, la quinta e la settima
bemolle.

Nella figura qui sotto, viene ad esempio, mostrato l’accordo di Csus4.

La mancanza della terza fa si che l’accordo sospeso non sia né maggiore né minore.

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Potete trovare scritto l’accordo di sus4 in vari modi. Nel caso dell’accordo di Sol ad
esempio potete trovare l’accordo scritto come Gsus4, F/G o D-7/G.

L’ultima formulazione non fa altro che descrivere la funzione stessa dell’accordo sospeso
perché quest’ultimo è come una progressione II-V contenuta in un solo accordo (tant’è
che risolve poi, quasi sempre, sul I grado, come mostrato nella figura qui sopra).

Nella progressione II-V-I l’accordo di quarta sospesa è di solito utilizzato nel V grado (cfr.
l’esempio che segue in cui si è sostituito all’accordo di C7 l’accordo di Gm7/C che non è
altro che l’accordo di Csus4).

Le tensioni possibili su questo tipo di accordo sono la 9, l’11 e la 13.

Un pezzo jazz in cui trovate diversi accordi sospesi è “Maiden Voyage” di Herbie Hancock’s
che vi suggerisco di sentire (http://www.youtube.com/watch?v=hwmRQ0PBtXU).

Tra gli accordi d’effetto rientra poi sicuramente anche l’accordo di 6.

È un accordo a tre voci che aggiunge alla quinta, anche la sesta. L’accordo è dunque
composto dalla tonica, dalla terza, dalla quinta e dalla sesta.

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In questo modo nell’accordo si creano due tritoni (tra C e G e tra A e E).

L’accordo di sesta viene utilizzato di solito al I e al IV grado, in sostituzione degli accordi di


maj7.

Le tensioni più utilizzate su questo tipo di accordo sono la 7, la 9 e la 11diesis.

La sesta non crea instabilità (anzi crea un senso di riposto) e quindi non è considerata una
tensione.

Un pezzo jazz in cui potete trovare l’accordo di sesta è “Misty” di Errol Garner in cui
l’accordo di chiusura è proprio un Eb6 (a dimostrazione del fatto che questo tipo di
accordo non crea un’instabilità che deve risolvere su un successivo accordo) Di “Misty”
potete trovare la versione originale su http://www.youtube.com/watch?v=P_tAU3GM9XI.

Acquisendo padronanza delle quadriadi, delle tensioni e di questi accordi d’effetto, avrete
già la possibilità di cimentarvi nel suonare i brani standard del vostro Real Book

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Bicordi

Nella lezione sul Giro di Blues avevo preannunciato la necessità di parlare di uno degli
aspetti di base più interessanti e necessari per lo studio del Jazz: l’accompagnamento con
i bicordi.

Cosa sono i bicordi?

I bicordi non sono altro che accordi composti da due note. La loro particolarità è che da
soli riescono a sorreggere l’impianto armonico del pezzo.

Nel caso del giro di blues potremmo suonare i nostri accordi con la sinistra proporio
utilizzando questa tipologia di accordo, ottenendo discreti risultati… con il minimo
indispensabile.

Che note dobbiamo suonare? Esiste una regola?

Ebbene si: il bicordo, nel jazz, può essere suonato con la terza e la settima o la settima
e la terza dell’accordo corrispondente. Che significa? Che ad esempio nell’accordo
di F7, utilizzeremo il LA ed il MIb e per l’accordo successivo Bb7 RE e LAb.

Nell’ordine 7-3, 3-7, 7-3 3-7 …

Prendiamo come esempio il giro di blues moderno e ricaviamo i seguenti bicordi:

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Se suonerete queste note con la mano sinistra, avrete accompagnato un Blues!
Semplice no?

MODI

“I modi” sono un argomento molto complesso che cercherò di riassumere in questo


articolo nella maniera più semplicemente possibile, senza spedire nessuno nel tunnel delle
droghe pesanti (come purtroppo è accaduto a molti jazzisti tra gli anni ’50 e gli anni ’70).
Mi limiterò a focalizzarmi sull’utilità dei modi nell’improvvisazione “verticale” Jazz: in
particolare sulle scale dei modi relativi della scala diatonica maggiore. Conoscere le scale
modali infatti significa saper utilizzare le giuste scale per ogni singolo accordo.

Vorrei cercare quindi di rispondere alla domanda “che note devo usare per
improvvisare? quali note vanno bene?”

Nel suonare “tonale” un giro armonico è formato da diversi accordi che sottointendono una
scala da riferire ad una tonalità e non al singolo accordo. Nel famoso giro armonico II-V-I
in tonalità C, ovvero D-7 (II), G7 (V) e CMaj7(I), le note da utilizzare non saranno quelle
dell’accordo di riferimento (es. Scala di sol per il G7) ma saranno quelle della tonalità in
cui sono impiantati questi accordi: la scala di C (do-re-mi-fa-sol-la-si).

“Essendo questi accordi impiantati sulla tonalità di C si fa riferimento alla sua scala e
nascono nuove scale con le medesime alterazioni e con il primo grado su D, E…” In pratica
sarà possibile suonare la scala di C maggiore partendo da D, o partendo da G. Essa dovrà
essere pensata non come la scala di C, bensì come la scala modale di un particolare
grado.

A seconda che si consideri i vari gradi della scala maggiore, si ottengono sette scale
modali (o modi):

1°Grado – Ionica = corrisponde a quella maggiore (T-T-s-T-T-T-s) – Riferito alla scala di C


(do-re-mi-fa-sol-la-si) :

2°Grado – Dorica (T-s-T-T-T-s-T) – (re-mi-fa-sol-la-si-do)

3°Grado – Frigia (s-T-T-T-s-T-T) – (mi-fa-sol-la-si-do-re)

4°Grado – Lidia (T-T-T-s-T-T-s) – (fa-sol-la-si-do-re-mi)

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5°Grado – Misolidia (T-T-s-T-T-s-T) – (sol-la-si-do-re-mi-fa)

6°Grado – Eolia (T-s-T-T-s-T-T) – (la-si-do-re-mi-fa-sol)

7°Grado – Locria (s-T-T-s-T-T-T) – (si-do-re-mi-fa-sol-la)

In pratica partendo da ciascun grado della scala di C (ma può essere qualsiasi altra
tonalità) la disposizione dei toni e semitoni subirà una variazione conferendo un cambio di
carattere della scala stessa. Come accade per esempio con il maggiore e per il minore: si
è soliti dire che il maggiore esprima gioia, mentre il minore è tristezza. L’esempio, forse
scontato, mette in luce la grandissima potenzialità dei modi di conferire un colore
aggiuntivo alle nostre improvvisazioni. Chick Corea, per esempio, in “La Fiesta” utilizza
quasi esclusivamente la scala Frigia potenziando il carattere spagnolo e gitano del pezzo.

Rimanendo con i piedi per terra, quindi, come possiamo utilizzare i modi
nell’improvvisazione?

Dobbiamo innanzitutto analizzare il grado dell’accordo che stiamo suonando, ed in


relazione ad esso suonare il modo corrispondente.

Se ci troviamo di fronte un A-7, le possibilità sono tre: che A-7 sia un secondo grado di G,
un terzo di F o un sesto di C. Accertando quale sia la tonalità di impianto, su di essa
suoneremo una scala dorica se il nostro accordo è un secondo grado, frigia se terzo o eolia
se sesto.

Il risultato sarà una scala che è identica per alterazioni a quella della tonalità di impianto.
Semplice no?

Tutto sta nel ragionare per gradi

Per maggiori approndimenti vi consiglio di dare una lettura a vecchi articoli di


Pianosolo sulle quadriadi

e di darvi una bella lettura al libro di Susanna Gramaglia “Jazz Teoria e Armonia”
disponibile anche in rete.

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I voicing a 4 voci,

Nelle lezioni precedenti avevamo preso in esame la struttura tipica del giro di Blues
moderno e l’accompagnamento con i bicordi. Adesso è giunto il momento di analizzare i
Voicing a 4 voci per iniziare ad accompagnare in maniera più colorita il nostro blues.

Tanto per rinfrescarci la memoria i voicing (dall’inglese “voce”) sono un modo di


organizzazione delle note di un accordo su uno strumento armonico (piano, chitarra,
vibrafono). Nel jazz si tratta spesso di un’armonizzazione composta da 2/3 note
guida (Terza e Settima) + 2/3 colori chiamati tensioni (9,11,13 – Vedere la lezione
sulle tensioni – e parte 2).

Nel nostro caso, poiché vogliamo costruire dei voicing a 4 voci, ovvero, lasciatemi il
termine, delle “quadriadi armonizzate”, utilizzerò quasi esclusivamente 2 note guida e 2
tensioni.

Ecco un esempio personale di voicing a 4 voci per il giro di blues moderno:

Prendete ciascun accordo del giro ed analizzatelo. Noi ci limiteremo all’analisi dei primi
due accordi: F7 e Bb7.

1) F7 – Il Mib è la settima (nota guida dell’accordo), il Sol è la nona (colore/tensione),


il la è la terza (nota guida dell’accordo) e infine il Re è la tredicesima (colore/tensione).

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2) Bb7 – Il Re è la terza (nota guida dell’accordo), il Sol è la tredicesima
(colore/tensione), il Lab è la settima (nota guida dell’accordo) ed infine il Do è la nona
(colore/tensione).

Voglio ricordare che questa scelta è stata soggettiva e personale, potrete porre le vostre
variazioni ricordando però che sarà più opportuno lavorare più sulle tensioni che sulle note
guida. A meno di non conoscere profondamente l’armonia jazzistica, sarà molto difficile
(se non impossibile) eliminare o sostituire la terza e la settima dell’accordo. La terza, ad
esempio, è un elemento quasi imprescindibile poiché determina il modo del nostro accordo
(maggiore o minore).

Le tensioni al contrario non modificano la struttura portante armonica, ma apportano una


sfumatura, un colore che rende unica e spesso magica quella combinazione sonora.

Nella prossima lezione analizzeremo i voicing a 5/6 voci dopodiché inizieremo ad applicare
su questi giri dei pattern ritmici per iniziare a comprendere l’arte dell’accompagnamento di
se stessi e di un solista.

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Analisi armonica di “I Can’t get started” al fine
di improvvisare

Per completare la lezione sui modi e per comprendere fino in fondo “quali scale
utilizzare” in un’improvvisazione di un brano Jazz analizzeremo uno degli standard
più conosciuti: “I Can’t get started”. Avevamo parlato brevemente di “I can’t get
started”in questo articolo, ma adesso è giunta l’ora di addentrarci nell’armonia del
pezzo. Conoscerne infatti l’armonia potrà aiutarci nell’improvvisazione a scegliere le scale
ed a utilizzare i modi giusti al momento giusto. La proposta di questa “dispensa” non vuole
esaudire tutte le possibilità di improvvisazione: la gamma di scale utilizzabili infatti non si
limita a quelle proposte che sono invece indicate per un approccio base
all’improvvisazione.

Diamoci una rinfrescata alla memoria ascoltandoci questa semplice ma buona


intepretazione:

spaceplay / pause

qunload | stop

ffullscreen
shift + ←→slower / faster
↑↓volume

mmute
←→seek

. seek to previous
shift + npnext / prev video

Veniamo adesso allo spartito

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Da un primo sguardo appaiono chiari diversi elementi:

1) Siamo di fronte ad un brano tonale

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2) Siamo in tonalità di DO maggiore

3) Il primo accordo (CMAJ7) è il primo grado

Spingiamoci oltre e prendiamo in esame le prime otto battute. Che grado sarà il A-7? Le
probabilità sono 3: che sia un II-III o VI grado. L’ultima opzione sembra la più sicura
quanto potrebbe essere il VI grado del DO, in evidenza con la scelta di attribuire il primo
grado al CMAJ7.

Adesso tocca al D-7. Stesse ipotesi per un minore settima, II III o VI grado. La scelta
ricade quindi ovviamente sul II grado.

Continuando l’analisi, dovrebbe uscir fuori uno specchietto simile a questo:

Cosa si intende per V(s). Ho utilizzato questa nomenclatura per indicare un particolare
accordo che è si un V grado, ma rappresenta una dominante secondaria. Ad un livello
base occorre solo sapere che va trattato, anche in fase di improvvisazione, come un V
grado e che quindi su di esso va utilizzata una misolidia.

Partiamo quindi dall’inizio. La scala da utilizzare nei primi 4 accordi (I IV II V – Cmaj7,A-


7,D-7,G7) è la scala di Do maggiore.Perché? Nel Cmaj7 si utilizza la scala ionica, nell’A-7
una eolica, nel D-7 una dorica, e per il G7 una misolidia.

Nel A-7 il modo eolio, cioè la scala minore naturale di LA cioè equivalente alla scala di Do
maggiore. Continuiamo con questo procedimento per tutto il brano.

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In pratica per non sbagliare, possiamo dire che è giusto utilizzare la scala maggiore la cui
tonica è la nota posta sul primo grado. Cosa ne pensi? Impaurito?

Secondo il nostro ragionamento quale scala potresti utilizzare nella dominante secondaria
di A7?

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