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VOLUME 3, ISSUE 3

LA TEORIA MUSICALE IN 4
SEMPLICI PASSI
Daniele Bazzani

1 SCALE E ACCORDI

2ARMONIZZARE UNA SCALA. TONALITÀ.

3 COME TROVARE LA
TONALITÀ DI UN BRANO

4 TRASPORTO

New Wing
Blood Drive
Transplants
INTRODUZIONE Le poche cose che dirò
sono fondamentali, non
Imparare a conoscere l’armonia con le sue regole è saltatene nessuna.
un processo lungo, ma gli elementi di base sono La maggior parte degli
estremamente semplici, è il numero delle esempi sono in Do
combinazioni risultanti che è enorme. maggiore, è la più semplice
delle tonalità, non ha
Le note sono sette (dodici, in realtà) ma unite fra alterazioni e certi concetti
loro danno vita a si capiscono subito, sta a
cose straordinarie: è come quando parliamo, se voi trasportare nelle altre
pensiamo che quasi tutto chiavi, vedremo come.
quello che abbiamo letto è stato scritto con sole 21 Questo non è un libro di
lettere più le armonia come gli altri,
5 dell’alfabeto inglese, beh, fa una certa ci sono testi eccellenti che
impressione. possono aiutarvi allo
scopo, fornirò alcuni
O ciò che si è fatto con i numeri da 0 a 9. elementi di base ma il fine
è un altro, quello di far
Cercherò di essere sintetico per non confondere le capire i concetti di base a
idee e focalizzare l’attenzione sulle cose chi pensa che siano troppo
importanti, non prendetelo come pigrizia, è difficile complicati, se ci sono
per me dire molto con poche parole, ci proverò. riuscito io non vedo perché
Sono un chitarrista e insegno a chi suona il mio non sia possibile per tutti.
strumento, ma spero di essere chiaro per tutti, Quanto leggerete è solo il
molti cantanti hanno utilizzato il mio metodo, ad mio modo di insegnare
esempio. cose che molti non
conoscono, a me le hanno
Sembra strano ma cercherò di parlare di musica il spiegate in modo simile,
meno possibile, comunque non vedrete note scritte ma dopo 30 anni di
sul pentagramma, è una posizione un po’ radicale insegnamento ho pensato
(io so leggere la musica e potete imparare se fosse il caso di mettere
volete) ma si può “parlare” di musica con altri tutto in ordine, per rendere
musicisti anche senza spartito. il più chiaro e semplice
possibile lo studio di cose
che spesso non
consideriamo, non
ritenendoci all’altezza.
Chiaramente si tratta di un Sono solo i primi passi, ma
possono portarci lontano.
approccio limitato.
LA SCALA MAGGIORE

IL SISTEMA MUSICALE OCCIDENTALE


si fonda in gran parte su questo, una sequenza di sette note non tutte alla stessa distanza
una dall’altra, che, combinate, danno vita a una quantità incredibile di varianti, anche se
dobbiamo ricordare che fare musica non è solo mettere insieme delle note, ci sono le
pause, e il ritmo.
E ALTRO CHE NON STO QUI A DISCUTERE.
Chi non ha mai sentito questa sequenza alzi la mano:

Do Re Mi Fa Sol La Si (Do)

In realtà non è così semplice, ci sono i toni e i semitoni (il semitono è la più breve distanza
fra due note, due semitoni sommati fra loro danno un tono), i diesis (che innalzano la nota
di fronte a cui sono posti e sono indicati dal segno #) e i bemolli (che la abbassano di
mezzo tono e sono indicati dalla b).

Do e Re sono a distanza di un TONO, Mi e Fa a distanza di un SEMITONO.

Quindi toni e semitoni sono disposti in questo ordine:

T T s T T T s

Pensate a una scala di dodici scalini, questi sono i semitoni, in realtà la


sequenza reale, senza tralasciare nessuna nota, è questa:
Do (Do#) Re (Re#) Mi Fa (Fa#) Sol (Sol#) La (La#) Si Do
Ho messo il Do alla fine perché così anche il Si ha una nota con cui creare un intervallo.

Se invece torniamo indietro, le note che avevamo modificato con i diesis potranno
essere modificate con i bemolli, ecco che al posto di Do# troveremo Reb e via
dicendo. Ma sono solo convenzioni.

Do Si (Sib) La (Lab) Sol (Solb) Fa Mi (Mib) Re (Reb) Do

Nella pagina che segue trovate il diagramma relativo, io lo trovo molto utile.
LE ALTRE SCALE

AVENDO COME RIFERIMENTO QUELLA DI DO


e conoscendo le distanze fra le note possiamo (e dobbiamo) costruire le altre scale,
altrimenti diventa complicato anche solo capire le cose più semplici:
USIAMO LA SEQUENZA DI TONI E SEMITONI DELLA SCALA DI DO

T T s T T T s

E costruiamo le altre con i # (in fondo al libro la soluzione)

E con i bemolli

Fatto scoperte interessanti? Questa è la base di tutto.


GLI ACCORDI PIÙ COMUNI
(MAGGIORI E MINORI)

Creare accordi (anche i più complessi) è semplice: se prendiamo la prima,


la terza e la quinta nota della scala di Do maggiore e le suoniamo insieme otteniamo
l’accordo di Do maggiore. In qualunque combinazione, a qualsiasi altezza.
Tre note e già si può definire “Accordo”.
REGOLA GENERALE:
Nell’accordo maggiore la prima e la terza sono distanti 2 toni,
la terza e la quinta un tono e mezzo.
Nell’accordo minore invece (la terza va abbassata di un semitono) la prima e la terza
sono distanti un tono e mezzo, la terza e la quinta 2 toni.
Questo ci aiuta a riconoscere qualunque accordo in ogni contesto, perché i maggiori e
minori sono alla base di quasi tutto.

ESEMPI:
Do maggiore (Do, Mi, Sol)

Ecco che capiamo l’importanza delle scale con cui formare gli altri:

Sol maggiore (Sol, Si, Re)

Re maggiore (Re, Fa#, La)

Se abbassiamo la terza di un semitono abbiamo l’accordo minore:

Do minore (Do, Mib, Sol)

Sol minore (Sol, Sib, Re)

Re minore (Re, Fa, La)

Quindi “abbassare” non significa sempre mettere il bemolle, a volte significa togliere il #.
A questo punto, guardando le scale, avremo tutti gli accordi maggiori e minori, non male.

Ah, c’è anche la possibilità che la nota da abbassare sia già bemolle, in quel caso se ne
aggiunge uno a quello esistente, avremo quindi il doppio bemolle (bb).
ACCORDI
GLI ACCORDI CHE FORMIAMO DALLE SCALE CON I #

E QUELLI FORMATI DALLE SCALE CON I B


(SCOPRIAMO CHE ESISTONO ANCHE I DOPPI bb)

Ci sono molti altri tipi di accordi, arriveremo a tutti, un po per volta.


ARMONIZZARE UNA SCALA.
TONALITÀ.
SAPPIAMO CHE CI SONO GLI ACCORDI e che con questi accordi si fanno le canzoni.
Molti però non sanno come questi accordi siano collegati alla tonalità in cui la canzone è
composta, o da dove arrivino. Proviamo a chiarire, seguite il diagramma senza paura.

Di cosa si tratta?

La prima riga è la scala di Do maggiore.


A sinistra in verticale abbiamo l’indicazione I°, III°, V°, indica le tre note dell’accordo di Do
maggiore. Sotto la prima scala abbiamo altre due volte la scala di Do, ma questa volta
iniziano da Mi e da Sol (non facciamo confusione, non ci sono alterazioni
quindi può essere “solo” la scala di Do).

Cosa otteniamo in verticale a partire da ogni nota del primo rigo?


La prima, terza e quinta nota partendo da ogni nota della scala
(Do/Mi/Sol, Re/Fa/La, Mi/Sol/Si ecc.) cioè un accordo su ogni nota. Dove c’era melodia
abbiamo messo armonia, gruppi di note anziché note singole.

Gli accordi ottenuti non sono casuali, sono i sette accordi della tonalità di Do:

Do maggiore, Re minore, Mi minore, Fa maggiore, Sol maggiore, La minore, Si diminuito.

Tre maggiori, tre minori, un minore con la quinta bemolle, in questo ordine:

M m m M M m m5b

Ordine che vale in tutte le tonalità, quindi basta abbinare a ogni scala (gli schemi composti in
precedenza) questa sequenza, per avere TUTTI gli accordi in TUTTE le tonalità.
Non male.
DOMANDA: COME SAPPIAMO CHE SONO MAGGIORI O MINORI?
Perché li avremo confrontati con le scale di riferimento o avremo analizzato gli intervalli che
li formano (2 toni e 1 tono ½ o viceversa ecc.)
Quindi di cosa si parla quando si dice TONALITÀ’?
DI UN SISTEMA CHIUSO, STABILITO DALLE NOTE DELLA SCALA DI QUEL MOMENTO,
CHE CONTRIBUISCE A CREARE TUTTI GLI ACCORDI E LEGARE LE NOTE DI
QUELLA TONALITÀ.
È semplice e porta moltissimi elementi alla comprensione di ciò che facciamo, perché sapere
tutti e sette gli accordi di una determinata tonalità ci dice automaticamente quali...
non lo sono!
Se siamo in Do abbiamo:

DO REM MIM FA SOL LAM SIM5B


sapremo quindi che se un brano in Do contiene un accordo di Re maggiore, quell’accordo
sarà fuori tonalità, sarà quindi quella che si chiama una modulazione temporanea, non
permanente. Le modulazioni capitano di continuo nelle canzoni, basta sapere quali sono gli
accordi della tonalità e valutare gli altri di conseguenza, è davvero semplice.

Prendete i primi 4 o 5 in fila: Bob Dylan ci scrisse “Like A Rolling Stone”, i Beatles “Here,
There And Everywhere”. De Gregori “Rimmel”.
Ci sono brani che hanno solo accordi della tonalità, altri che ne hanno alcuni o molti
estranei a questa, dipende dal compositore, ci torno su fra poco.

Quelli a tre voci elencati sopra sono gli accordi base di una tonalità, possiamo estenderli a
quelli di 7a che hanno quattro voci, di 9a che ne hanno cinque e via dicendo. Ne parleremo
in un altro momento perché è semplice, ma non posso dire tutto ora, farei solo confusione.

Un ottimo esercizio è quello di prendere canzoni che conosciamo bene e di cui abbiamo gli
accordi e cercare di capire cosa succede all’interno della struttura, quale miglior esempio
di un bravo autore che ci mostra come si usa l’armonia?

RIASSUMENDO:

1. Ogni scala ha 7 note


2. Su ogni nota si costruisce un accordo
3. Ogni tonalità ha 7 accordi
MAGGIORE E MINORE
Non ci sono solo tonalità maggiori, ci sono anche quelle minori:
una scala minore (e quindi la sua tonalità detta relativa minore) è costruita sul sesto grado di
una scala maggiore, quindi se la sesta nota della scala di Do è La,
la scala che avremo partendo da quella nota sarà

La Si Do Re Mi Fa Sol

condividendo con la sua scala relativa Maggiore (in questo caso Do) molti elementi, come gli
accordi che abbiamo formato armonizzando la scala;
è ovvio che sia così visto che le note sono le stesse.

SCALA MAGGIORE
DO RE MI FA SOL LA SI

SCALA RELATIVA MINORE (VI° GRADO)


LA SI DO RE MI FA SOL
Ed ecco come gli accordi siano gli stessi occupando però posizioni differenti, questo è un
concetto fondamentale che va tenuto a mente per non fare confusione in seguito, è più
semplice di ciò che sembra.

A questo punto basta fare 1+1 per non avere due!

Perché?

Perché tutte le scale che abbiamo compilato all’inizio non ci diranno più solo le note e gli
accordi delle tonalità maggiori;
se prendiamo la sesta nota di ognuna di quelle scale e ribaltiamo tutto senza toccare nulla
avremo tutte le tonalità minori, le scale relative e gli accordi.

Non male.
COME TROVARE LA TONALITÀ DI UN BRANO

A questo punto occorre introdurre nuovi concetti, che sono già passati sotto ai nostri occhi
ma in maniera nascosta: dobbiamo prendere in considerazione le alterazioni (i diesis e i
bemolli) delle varie scale.
Guardando gli specchietti delle scale costruite ci rendiamo conto che dove la scala di Do
maggiore non ha alterazioni, le altre ne hanno un numero crescente: Sol ne ha uno (il Fa#),
Re ne ha due (il Fa# e il Do#), La ne ha tre (il Fa#, il Do# e il Sol#) e via dicendo.
La sistemazione per ordine di quinte (Sol che è la seconda scala è la quinta di Do e questo
vale per le altre che seguono) sistema le scale in modo che salendo di numero l’ultima
(quella di Do#) abbia tutte le note alterate; è ovvio che sia così visto che mantenendo i
rapporti se alteriamo la prima le alteriamo tutte. Effetto domino.
La stessa cosa succede nelle scale con i bemolli, ma l’ordine è per quarte e si aggiungono
bemolli andando avanti.
Con questo cosa voglio dire? Che le alterazioni non sono messe a caso ma in ordine, che se
ne abbiamo una sola sarà il Fa#, se ne abbiamo due saranno Fa# e Do# e via dicendo, fino
ad arrivare a sette.
Questo ci aiuta a compilare un ordine dei # e uno dei bemolli:

FA DO SOL RE LA MI SI (# ordinati per intervalli di quinta)

SI MI LA RE SOL DO FA (b ordinati per intervalli di quarta).

Come lo usiamo?

In uno spartito (anche se non leggiamo la musica) le alterazioni sono sistemate all’inizio
del brano, se le contiamo sapremo in che tonalità ci troviamo: nessuna alterazione siamo in
Do, una siamo in Sol o in Fa (a seconda che siano # o b, mai insieme),
due Re o Sib e via dicendo.
Una regola utile: guardando l’ultimo diesis in chiave basta salire mezzo tono e si ottiene
la tonalità (es: se abbiamo i tre # Fa, Do, Sol, la tonalità è La), per quanto riguarda i
bemolli, il penultimo bemolle “è” la tonalità.

Imparare a memoria queste due sequenze ci permette di sapere sempre


tutte le alterazioni di qualunque scala, non male.

Possiamo anche usare il trucco al contrario:


se mi serve di sapere quanti diesis abbia la tonalità di Mi (ad esempio), mi basterà contare i
# fino a quello subito precedente (Fa, Do, Sol, Re) ed è fatta!
MA SE NON ABBIAMO LO SPARTITO?
Il problema vero si pone se dobbiamo ricavare da soli la tonalità di un brano.

Mi sento spesso chiedere se la tonalità è il primo accordo della canzone:


può accadere ma non è una regola, affatto.

Dobbiamo iniziare a ragionare, cercare di capire gli accordi del brano (o leggerli se li
abbiamo trovati) e confrontarli con la sequenza che abbiamo imparato in precedenza:

M m m M M m m5b

A questo punto la tonalità dovrebbe essere quella in cui ci sono il maggior numero di
accordi corrispondenti allo schema, anche se dobbiamo tenere gli occhi aperti perché in un
brano si potrebbero avere accordi fuori tonalità pronti a confonderci le idee.

Di solito però gli accordi “estranei” suonano in modo particolare o sono inseriti in punti
strategici, quindi con un po' di cautela possiamo capire cosa accade, a quel punto anche
l’accordo iniziale e quello finale ci potranno essere utili.

Resta il fatto che la musica è molto varia, ci sono brani regolari in cui ogni accordo è al
posto giusto, ed altri in cui si susseguono cambi tonali da farci girare la testa. Con un po' di
pazienza, però, si arriva sempre a decifrare tutto, e ogni volta si impara qualcosa di nuovo.
TRASPORTO
Il nome sembra indicare altro ma siamo in presenza di uno degli argomenti più importanti
in musica, quello che ci offre la possibilità di cambiare la tonalità senza distruggere tutto.
Se prendo la macchina per andare da qualche parte voglio arrivarci io, e intero.
In musica è la stessa cosa.

Abbiamo visto che la Scala maggiore di Do è quella su cui costruiamo le altre, giusto?
Quindi le altre, anche partendo da note differenti, avranno la stessa sequenza di Toni e
Semitoni e gli accordi maggiori e minori nelle stesse posizioni, dovremo ovviamente
utilizzare i diesis e i bemolli per sistemare tutte le note nei posti giusti.

A questo punto proviamo a risolvere un problema che si pone spesso:


abbiamo una canzone ma non possiamo suonarla nella tonalità originale per un
problema legato al nostro strumento o, ancora, dobbiamo cantarla ma è troppo alta, o
troppo bassa (o dobbiamo suonarla per qualcuno che non riesce a cantarla in quella
tonalità). Come facciamo?

Semplice: dalla tonalità originale cerchiamo di capire la “posizione” di ogni accordo


rispetto alla sua tonalità, se in Do gli accordi sono Do, Sol, Lam e Fa, occuperanno
rispettivamente il primo, il quinto, il sesto e il quarto posto; se la nostra necessità è
di trasportare tutto in Sol dovremo guardare quali sono gli accordi in quegli stessi punti,
quindi Sol, Re, Mim e Do dovrebbero risolvere tutto.

Confrontando le due scale


Un altro caso potrebbe vederci alle prese con tre accordi di Do, Fa e Sol in Do maggiore,
come li portiamo in Re maggiore? Si trovano sui tre gradi I, IV e V quindi nessun
problema.

A volte però gli accordi non sono quelli “giusti” ma sono modificati: niente paura.

Le modifiche sono di due tipi: un accordo che era in tonalità è stato modificato (da Sol a
Sol minore ad esempio), o ne è stato inserito uno che proprio non c’era. Nel primo caso
nessun problema perché l’accordo si troverà nella stessa posizione, l’esempio che segue
vede invece una scala di Sol con inserito un accordo non presente in quella tonalità, il Fa7
(c’è infatti il Fa# di regola):

Visto che il Fa occupa il settimo posto ma in questo caso mezzo tono sotto l’originale nota
della scala, basterà considerare quel posto nella nuova tonalità, ad esempio Re:

Ed il problema è risolto!
RICAPITOLANDO.

Attraverso l’utilizzo di Toni e Semitoni abbiamo imparato a costruire le scale maggiori e


minori, così come gli accordi maggiori e minori; abbiamo imparato che le scale si possono
armonizzare dando vita ad accordi che vanno poi a costruire il sistema della tonalità in cui
ogni canzone si muove.

Abbiamo visto che le scale, disposte per quinte o per quarte, vedono la presenza sempre
crescente di diesis e bemolli, che possono a loro volta essere ordinati ed aiutarci nella
comprensione delle tonalità.

Abbiamo anche affrontato la scoperta della tonalità di un brano, ora abbiamo sicuramente
più elementi per capire e non ci spaventano più le sequenze di accordi che potremo trovare
in una qualunque canzone.

Anche il trasporto di una canzone da una tonalità all’altra non è più un mistero.

A questo punto abbiamo sistemato una serie di tasselli assolutamente fondamentali, la


musica si muove sempre in questo modo, spesso con maggiori incastri e quindi in maniera
più complessa, ma questi sono i meccanismi che ritroveremo in futuro, se avrete la voglia e
la pazienza di seguirmi. Sono appena una manciata di elementi e già moltissimo è
cambiato, c’è ancora tanto da dire, abbiamo appena iniziato e le scoperte non finiscono
certo qui.
Il mio è un approccio assolutamente non convenzionale a una materia importantissima e
straordinaria, mi ripeto perché non voglio “sostituirmi” a chi di questo argomento ha fatto
una ragione di vita, spero anzi di poter interessare più persone possibile, che un giorno
potranno magari avvalersi dell’aiuto di insegnanti più qualificati di me.

Spero che vi siate divertiti, appassionati e magari sarete pronti ad accompagnarmi


nei prossimi passi.

A presto!

DanieleBazzani
AH, DIMENTICAVO… ;)
“SE PENSIAMO CHE QUASI
TUTTO
quello che abbiamo letto nella
nostra vita è stato scritto con sole 21
lettere più le 5 dell’alfabeto inglese,
beh, fa una certa impressione.
Con la musica è uguale: quelle
famose “sette note”, che in realtà
sono dodici e molte di più, hanno
dato vita alla gran parte della
musica che abbiamo
ascoltato in una vita”
Daniele Bazzani

“Do Not Open – It May Contain Traces Of Music” del 2016 è il suo quarto album da solista per sola
chitarra.
Come solista, si è esibito sui palchi di alcuni fra i più importanti festival nazionali (Sarzana,
Ferentino Acustica, Lago d'Orta, Trasimeno Blues Festival, Pistoia Blues, Franciacorta, Capo
d'Orlando blues) e internazionali: negli Usa (Chet Atkins Appreciation Society), in Francia (Issoudun
Guitar Fest, Champlitte Guitar Festival), Croazia (Rijeka Guitar Festival, Kastav Blues Fest, Krk Guitar
Festival), Inghilterra (International Beatleweek), Scozia e Galles, Grecia (Syros Guitar Festival),
Olanda, Belgio, Germania, Ungheria (Euromed Festival), Polonia (Slupsk Guitar Festival).
Ha diviso il palco con Tommy Emmanuel, Steve Lukather dei Toto, Louisiana Red, Roberto Ciotti,
Alex Britti, Massimo Urbani, Steve Wynn e molti altri.
Sue composizioni sono state utilizzate per spot, cortometraggi, spettacoli teatrali e documentari
fra i quali uno del prestigioso “Istituto Luce”.
Ha arrangiato l' “Andrea Valeri Eurorchestra” di 30 elementi per il progetto del chitarrista Andrea
Valeri il cui relativo lavoro discografico sarà pubblicato nel 2020.
Da oltre venti anni si dedica alla forma del duo acustico, accompagnando alcune fra le più belle voci
del panorama musicale nazionale, come Sara Berni, Alessandro Pitoni, Gina Fabiani.
Con il Gina Trio ha vinto il Premio Ciampi come "Miglior Album d'Esordio" nel 2008, ha pubblicato
un lavoro su Luigi Tenco con la cantante Roberta Rossi, un disco di brani originali con il trio The
Rival Poets, ha partecipato a Sanremo Giovani nel 1993 con i Bestaff, con album distribuito dalla
BMG.
E’ il più prolifico autore al mondo nel campo della chitarra fingerstyle: 10 i suoi metodi didattici
per chitarra acustica pubblicati da Fingerpicking.net.
Columnist della rivista specializzata “Chitarra Acustica”, dal 2000 al 2010 è stato collaboratore della
più imposrtante rivista italiana di settore, “Chitarre”.
Endorser delle corde Elixir e diplomato in solfeggio al conservatorio di Santa Cecilia di Roma, è
dal 2014 il fondatore e direttore didattico della nuova ScuolacusticA dedicata allo studio della
chitarra fingerstyle con sedi in tutta Italia.

Di lui dicono:
"Best unknown players out there? There's a guy in Italy, called Daniele Bazzani, who plays well,
really well". (Tommy Emmanuel)
"Daniele, you're one of the most tasteful, beautiful players. I'm glad to know you and look forward
to seeing you again." (Linda Manzer)

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