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Armonia Rock 1.

Di Massimo Carola

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Contents
Armonia Rock
Piccola guida alla armonia contemporanea.
di Massimo Carola

I - Le scale e gli accordi della tonalità


maggiore

II - Le scale e gli accordi della tonalità


minore

III - Altre scale

IV - Il circolo delle quinte

Appendice

Foreword
Questo libro sulle scale e sugli accordi l’ho
scritto appositamente per quei musicisti
moderni che non hanno seguito un percorso di
studi musicali tradizionale e non hanno la
conoscenza dello spartito musicale o dei
diagrammi TAB in uso per la chitarra.

Infatti tutto il libro utilizza esclusivamente


testo per illustrare le note, le scale e gli accordi.
Questa scelte è scaturita dalla volontà di offrire
ai musicisti con preparazione non accademica
le stesse informazioni disponibili agli studenti
di musica tradizionale ma in una forma che
fosse accessibile anche ai giovani musicisti
ROCK.

Da questo scaturisce il titolo Armonia Rock


così da dare fin dal principio un chiaro segnale
circa la volontà di evitare l’accademia offrendo
uno strumento utile alla crescita artistica e
musicale.

Nel secondo volume approfondiremo il


rapporto che esiste tra i vari accordi, le
progressioni di accordi e le regole fondamentali
della armonia tradizionale.
Come usare questo libro
Il modo migliore di utilizzare questo volume
è di studiarlo una volta per capirne i concetti,
magari capitolo per capitolo e poi provare a
trasporre le informazioni in tutte le tonalità. Un
lavoro molto grande e complesso che però darà
allo studente la velocità e la padronanza
necessarie a rendere utile questi studi.

Nel capitolo dedicato al circolo delle quinte


sarà illustrato un modo rapido e semplice per
individuare le note in ogni tonalità. Questo
renderà ancora più evidente il rapporto tra
musica e matematica e come la musica abbia
risvolti pitagorici interessanti e curiosi.

Spero che questo viaggio nel mondo


musicale vi sia da stimolo per scrivere pagine
indimenticabili di musica interessante e
innovativa.

I prerequisiti per usare bene questo volume:

1. Conoscere le note e poterle suonare su


uno strumento polifonico (Chitarra, Pianoforte,
Tastiera, iPad)

2. Conoscere gli intervalli abbastanza da


comprendere il concetto di semi-tono. Tono,
terza minore, terza maggiore, tritono etc.

3. Avere un interesse per la scrittura della


canzone e la forma musicale della musica
moderna

Scale e accordi - La scala


maggiore
C’è una stretta relazione tra le scale e gli
accordi e questo vale per ogni scala e ogni
accordo.

Per cominciare questo percorso


affronteremo per prima la scala maggiore,
quella più utilizzata nella musica occidentale.

La scala maggiore si forma scegliendo, tra le


dodici note del sistema temperato, 7 note con
una sequenza che vede i seguenti intervalli tra
le note, a partire dalla prima nota che
chiameremo “Tonica”,

Ad esempio partendo da DO si avrà la


seguente sequenza: DO (1 tono) RE (1 tono)
MI (1/2 tono) FA (1 tono) SOL (1 tono) LA (1
tono) SI (1/2 tono)

Quindi la sequenza finale è DO RE MI FA


SOL LA SI DO che incidentalmente
corrisponde alla sequenza dei tasti bianchi del
pianoforte.

Volendo realizzare la stessa sequenza in un


altra tonalità, ad esempio RE maggiore:

In questo caso vediamo che la sequenza di


note vede due alterazioni, il FA diesis e il DO
diesis che caratterizzano la nuova tonalità.

Ora costruiamo gli accordi sulla scala di


DO maggiore. Gli accordi, che in questo primo
libro esamineremo nelle triadi, cioè composti da
tre note, sono note che suonano
contemporaneamente e sono spaziate tra loro di
un intervallo di terza (maggiore o minore) e di
quinta (giusta o in un caso quinta diminuita).
In appendice troverai la tavola degli intervalli.

Dallo studio degli intervalli sappiamo che


gli intervalli di seconda, di terza di sesta e di
settima possono essere MAGGIORI o
MINORI. Gli intervalli di quarta e di quinta
sono sempre e solo GIUSTI. Aumentando di
un semitono gli intervalli maggiori e giusti essi
diventano AUMENTATI. Diminuendo di un
semitono gli intervalli minori o giusti essi
diventano DIMINUITI.

Intervallo di St Riferito a
DO

Unisono 0 DO-DO

Seconda minore 1 DO-REb

Seconda maggiore 2 DO-RE

Terza minore 3 DO-MIb

Terza maggiore 4 DO-MI

Quarta 5 DO-FA
Quarta aumentata 6 DO-FA# enarmonico

Quinta diminuita 6 DO-SOLb enarmonico

Quinta 7 DO-SOL

Quinta aumentata 8 DO-SOL# enarmonico

Sesta minore 8 DO-LAb enarmonico

Sesta maggiore 9 DO-LA

Settima minore 10 DO-SIb

Settima maggiore 11 DO-SI

Ottava 12 DO-DO*

Nona minore 13 DO-REb*

Nona 14 DO-RE*

Decima minore 15 DO-MIb*

Decima maggiore 16 DO-MI*

Undicesima 17 DO-FA*

Undicesima 18 DO-FA#*
aumentata

Tredicesima minore 20 DO-LAb*

Tredicesima 21 DO-LA
maggiore
In modo semplice, per costruire le terze
basta saltare una nota, partendo dalla prima
nota della scala DO RE MI FA SOL LA SI
DO.

Cominciando dal primo grado cioè DO


otteniamo la triade di DO maggiore composta
dalle note DO MI e SOL. L’intervallo tra DO
e MI è di una terza maggiore, da cui la
definizione di DO Maggiore. L’intervallo tra
DO e SOL è di una quinta giusta. E’
interessante notare che l’intervallo tre MI e
SOL è di una terza minore. Questa triade ha
un suono aperto e molto stabile ed è perfetta
per iniziare o concludere un brano musicale. La
scala corrispondente DO RE MI FA SOL LA
SI DO viene chiamata scala IONICA e vede i
semitoni che determinano il suo suono
caratteristico tra il terzo e il quarto grado e tra
il settimo e l’ottavo grado della scala. In
particolare è molto importante notare che la
nota SI, il settimo grado, subisce l’attrazione
della Tonica e tende a risolvere, cioè ad essere
seguita dalla tonica. Tuttavia nell’uso comune è
facile scoprire che spesso la ottava viene
percepita come dissonante e tende verso la
settima. Così come il quarto grado suona
dissonante e vuole essere seguito dal terzo
grado. Eliminando queste due note su cui non
si può indulgere rimane di fatto una scala
pentatonica minore, che verrà esaminata più
avanti, che è costruita sul terzo grado della
scala. In DO saranno le note MI SOL LA SI
RE MI

Costruendo la nostra triade sul secondo


grado della scala maggiore, nel nostro esempio
il RE si ottengono le note RE FA LA. Questo
accordo è minore come dimostrano l’intervallo
di terza minore tra RE e FA e quello di quinta
giusta tra RE e LA. Si può notare come
l’intervallo tra il FA e il LA è di una terza
maggiore. Questo accordo minore è scuro ed è
un valido sostituto della funzione armonica di
sotto-dominante cioè del FA maggiore che
troveremo sul IV grado. Tenete a mente questa
informazione. La scala corrispondente RE MI
FA SOL LA SI DO RE . I semitoni sono tra il
secondo e terzo grado e tra il sesto e settimo
grado. Il sesto grado è una nota che rende
speciale questa scala che viene chiamata
DORICA. Questa scala non contiene note
“difficili” o da evitare e così è quella preferita
per gli accordi minori. Inoltre l’accordo
costruito sul secondo grado svolge una
funzione sostitutiva del IV grado e quindi
precede frequentemente gli accordi di
DOMINANTE. Nella appendice dedicata alla
introduzione alle funzioni strutturali
dell’armonia vedremo che questo ruolo è molto
importante e molto usato nei brani Jazz.
La triade costruita sul terzo grado, nel
nostro esempio il MI è composta dalle note MI
SOL SI. Anche questo è un accordo minore
come si evince dall’intervallo di terza minore
tra MI e SOL. L’intervallo tra MI e SI è ancora
una volta una quinta giusta. Ed è facile notare
come l’intervallo tra il SOL e il SI sia una terza
maggiore. Anche questo accordo ha un colore
scuro che vedremo si accentua se si enuncia la
scala corrispondente che ha un intervallo di
seconda minore tra MI e FA.
La scala corrispondente che prende il nome
di FRIGIA, è composta dalle seguenti note: MI
FA SOL LA SI DO RE MI. I semitoni sono
tra il primo e secondo grado e tra il quarto e
quinto grado. In particolare questo secondo
intervallo rende l’accordo sul terzo grado un
ottimo sostituto dell’accordo di settima
dominante, come vedremo più avanti.
Il suo carattere esotico è molto interessante
ed è dovuto alle dissonanze sul secondo e sul
sesto grado. Esse tendono a risolvere sulla nota
che li precede.

Sul quarto grado la triade corrispondente è


formata dalle note FA LA DO. L’intervallo tra
FA e DO è di una terza maggiore. Quello tra
FA e DO è di una quinta giusta. L’intervallo tra
LA e DO è di una terza minore. Oramai avrete
notato che se l’intervallo tra la prima e la terza
nota è maggiore la successiva terza è minore. E
viceversa.
La scala corrispondente è la LIDIA
chiamata così per il particolare colore che le
viene conferito dall’intervallo di QUARTA
AUMENTATA tra il FA e il SI della scala FA
SOL LA SI DO RE MI FA.

E’ da notare che l’accordo costruito sul


quarto grado svolge una fondamentale funzione
nelle gerarchie all’interno della tonalità infatti
precede naturalmente il quinto grado o accordo
di dominante. Può essere sostituito in questo
ruolo dall’accordo costruito sul secondo grado,
come già abbiamo detto precedentemente. Più
avanti scopriremo che ci sono tre funzioni
primarie all’interno della tonalità: Funzione di
TONICA, Funzione di SOTTO-
DOMINANTE e funzione di DOMINANTE.
Cioè I, IV e V grado. Senza volere ancora
considerare le eccezioni, il IV grado precede
sempre il V grado. Il V grado precede sempre il
I grado.
Come accade con la scala sul primo grado,
anche in questo caso la ottava è dissonante e
tende a risolvere sul settimo grado. Invece la
quarta aumentata (#4) risolve il problema
presente nel primo grado e così tutte le note
della scala sono usabili senza particolari
precauzioni o risoluzioni obbligate. Può essere
usata anche sugli accordi maggiori di I grado
conferendogli un carattere più brillante rispetto
alla scala Ionica. Oltre a costruire, come nel
primo grado, una pentatonica minore sul 3
grado, è possibile costruire una pentatonica
minore partendo dal 7 grado ad esempio SI RE
MI FA# LA SI

Costruiamo adesso l’accordo sul quinto


grado della scala, il SOL. La triade è composta
dalle note SOL SI RE.
E’ facile rilevare che tra il SOL e il SI c’è
una terza maggiore e che tra il SOL e il RE c’è
una quinta giusta.. Come è oramai facile vedere
che tra il SI e il RE l’intervallo è di una terza
minore. Quindi diremmo che è un accordo
maggiore. Ma questo accordo, pur
presentandosi come un semplice accordo
maggiore, è l’unico aa avere una settima minore
in presenza della terza maggiore e questo lo
rende speciale al punto da meritarsi il nome di
“Settima di dominante”. Volendo estendere,
eccezionalmente, le note alla settima le note si
completano così: SOL SI RE FA.
Vedremo che l’intervallo che si forma tra la
nota SI e la nota FA, cioè tra la terza e la
settima dell’accordo, formano un intervallo di
QUINTA DIMINUITA. Questo intervallo
DISSONANTE, che veniva definito secoli fa
“Diabulus in musica” è un intervallo che
naturalmente induce una risoluzione verso
l’accordo costruito sul primo grado. Infatti il SI
sale a DO e il FA scende al MI risolvendo
questa dissonanza in modo elegante.
Ma il nome deriva dal fatto che questo
intervallo di quinta diminuita, essendo un
intervallo simmetrico che divide le note in due
metà esatte, può essere letto anche come FA SI
e portare ad una tonalità del tutto diversa che
vede il FA risolvere verso l’alto sul SOLb e il
SI risolvere verso il basso sul Sib enunciato
quindi la tonalità di SOL bemolle maggiore.
Questa ambiguità strutturale veniva
considerata con sospetto ma in realtà offre
interessanti spunti passare da una tonalità
all’altra. Vedremo più avanti le ulteriori
ramificazioni legate a questo intervallo così
particolare.
E’ importante quindi notare che se
identifichiamo un accordo come settima di
dominante, identifichiamo in modo
inequivocabile la tonalità di quel frammento
musicale che sarà quella che si trova una quinta
giusta alla fondamentale dell’accordo di settima
di dominante.
Quindi se il nostro accordo è SOL settima
di dominante, o più semplicemente SOL7
possiamo dire con certezza che ci troviamo
nella tonalità di DO maggiore.
Le note della scala di SOL7 saranno SOL
LA SI DO RE MI FA SOL e i semitoni
saranno tra il terzo e quarto grado e tra il sesto
e settimo grado.
Più avanti vedremo come usare gli accordi
di settima di dominante costruiti su gradi
diversi dal V per creare delle “dominanti
secondarie” e ottenere delle modulazioni
temporanee, dei cambi di tonalità che l’orecchio
accetta senza particolari difficoltà.
I più attenti avranno notato che una delle
sequenze armoniche più usate nel jazz e nei
classici della Tin Pan Alley è la: ii V I cioè REm,
SOL7, DO dove, come accennato nel capitolo
dedicato al secondo grado, esso funge da IV
grado risolvendo sul V grado per poi risolvere
sul I grado. Basta aggiungere un
prolungamento del I grado con il VI grado che
vedremo tra poco per scoprire e finalmente
comprendere i segreti del famoso GIRO
ARMONICO.

Il sesto grado, e il suo accordo LA DO MI


sono facenti funzioni del I grado. La scala che
si forma partendo dal sesto grado, detta
EOLICA è composta dalle note LA SI DO RE
MI FA SOL LA e vede il semitono tra SI e
DO nei gradi secondo e terzo. L’altro semitono,
tra MI e FA si posiziona tra il quinto e sesto
grado. L’intervallo tra LA e DO è di una terza
minore. Quello tra LA e MI è di una terza
maggiore. Tra LA e MI c’è la consueta quinta
giusta.

Il LA minore è anche la tonalità minore


relativa alla scala maggiore di DO che poi
vedremo nella seconda parte.

L’accordo costruito sul settimo grado e le


sue note SI RE FA è un altro piccolo mistero
musicale. Infatti si ripresenta di nuovo il
famoso intervallo di quinta diminuita ma
questa volta senza dover chiamare in causa la
settima. Esso infatti è tra la prima e la quinta.
Come ricorderete è l’unico caso in cui accade
tra i sette accordi della scala di DO.
Infatti tra SI e RE c’è una terza minore e tra
RE e FA c’è una terza minore. La
combinazione di questi due intervalli da luogo
a una quinta diminuita tra SI e FA.
Volendo applicare a questo intervallo
dissonante le stesse regole viste nel caso del V
grado sappiamo che il FA scenderà a MI, terza
dell’accordo di DO maggiore. Il SI salirà al
DO risolvendo così nel modo più canonico
possibile la dissonanza e stabilendo senza
equivoci il primato del DO come Tonica.
In qualcuno di voi sarà balenata l’intuizione
che il SI diminuito e la sua scala LOCRIA
composta dalle note SI DO RE MI FA SOL
LA SI siano anche interpretabili come una
estensione o sostituzione dell’accordo di
dominante, quello costruito sul V grado.
L’intuizione è corretta ma la gestione della cosa
non è semplice. In ogni caso è bene tenerla
presente.
Il semitono tra la prima e la seconda nota
della scala e quello tra la la quarta e quinta
nota della scala conferiscono a questa
successione di note un colore scuro, quasi
esotico.

Schematizzando tutto quello fin qui esposto


avremo quindi 7 accordi e sette scale, dette
MODI derivati dalla scala maggiore:

Chiameremo l’accordo costruito sul vii grado


SEMI-DIMINUITO poiché vedremo che
estendendo le note alle settime avremo un
accodo con la quinta bemolle e la settima
minore. Ma questo lo affronteremo più tardi.

Volendo riorganizzare le scale dalla più


chiara alla più scura e confrontandole tutte a
partire dalla nota DO si ottiene questo:

Noterete anche che ci sono solo cinque scale


che non alterano le tre note chiave I, IV e V
grado della scala. La scala LIDIA e la scala
LOCRIA vedono invece l’alterazione
rispettivamente del IV grado e del V grado.
Questa informazione ci tornerà utile quando
parleremo della tonalità allargata, nel secondo
libro.

Scale e accordi - La scala


minore
Gli accordi che esamineremo adesso sono
costruiti sulla scala minore melodica
ascendente. La scala minore melodica si
presenta infatti in due versioni. Quella
ascendente vede il terzo grado minore ma il
sesto e settimo grado non alterati. Le note, in
DO, saranno le seguenti: Do RE MIb FA SOL
LA SI. Per coloro che sanno leggere il
pentagramma sarà facile notare che il LA e il
SI si scriveranno con il segno di “bequadro”
che rende naturali le note alterate. Infatti la
scala minore di DO è la relativa della scala
maggiore di MIb e quindi in chiave porta 3
alterazioni, il Sib, il MIb e il LAb.
La scala discendente invece, sempre
prendendo ad esempio il DO, rispetterà le
alterazioni in chiave e quindi le note saranno
DO RE MIb FA SOL Lab SIb DO

L’accordo costruito sul primo grado minore


è appunto il Im ed è caratterizzato dalla settima
che è maggiore mentre la terza è minore. Le
note saranno DO MIb SOL SI. E’ facile notare
come se escludiamo il SI l’accordo risulta
essere un minore senza particolari
caratteristiche. Ma la scala che lo caratterizza
invece ha un sapore molto forte. Le note
saranno DO RE MIb FA SOL LA SI DO.
E’ interessante notare come il tritolo che si
va a formare tra il SI e il FA risolva in modo
speculare a quello che abbiamo incontrato nella
scala maggiore risolvendo invece sul MIb.
Questo, come vedremo più avanti, è nella
natura di questo intervallo di quinta diminuita
che ha la peculiarità di dividere le dodici note
in due esatte metà e quindi può essere
interpretato come appartenente a due diverse
tonalità semplicemente invertendone
l’intervallo da FA-SI a SI-FA. Il nomignolo di
questo intervallo infatti “diabulus in musica”
grazie a questa sua ambiguità che rende
instabile la tonalità, cosa molto sgradita nei
secoli scorsi.

Il secondo grado della scala minore


melodica genera una scala raramente usata e
non la considereremo. Infatti la scala DORICA
con la seconda abbassata non è molto in uso.
Le note, in DO, sono RE FA LA DO
esattamente come un accordo di minore
settima, ma nella scala troviamo il secondo
grado abbassato cioè il MIb.

Il terzo grado della scala minore melodica


forma un accordo alterato, in DO sarà MIb
SOL SI. Questo accordo presenta due terze
maggiori consecutive dando luogo a un
intervallo di quinta aumentata. La scala che ne
consegue è la Lidia aumentata e le note sono
così composte, sempre in DO: MIb FA SOL
LA SI DO RE MIb. Si può facilmente notare
che la scala presenta il quarto grado aumentato
ma anche il quinto grado aumentato da cui
deriva il nome.

Il quarto grado della scala minore melodica


ci regala un accordo di dominante. Infatti se la
triade maggiore costruita sul quarto grado è un
semplice accordo maggiore FA LA DO,
estendendo l’accordo alle settime si scopre che
l’accordo FA LA DO MIb è un accordo di
settima di dominante. E’ quello che più avanti
definiremo il motore della musica. Gli accordi
di settima infatti sono la molla che spinge in
avanti la progressione degli accordi, una sorta
di forza di gravità della musica.
La scala corrispondente sarà quindi FA
SOL LA SI DO RE MIb FA che è
praticamente una scala LIDIA con la settima
minore al posto di quella maggiore. Questa
scala è perfetta in accordi dominanti che hanno
anche la #11 nell’accordo. E in quegli accordi
definiti “alterati” che comprendono quindi
alterazioni della quinta.
Quando esamineremo la scala SUPER-
LOCRIA scopriremo che le note di questa
scala e della SUPER-LOCRIA sono
esattamente le stesse ma alla distanza di un
tritone sopra o sotto (ricordate la simmetria di
questo intervallo).

La scala costruita sul quinto grado della


scala minore melodica è composta dalle note
SOL LA SI DO RE MIb FA SOL. Questa
scala prende il nome di MESOLIDIA con la
sesta abbassata. L’accordo nella triade si
presenta con le note SOL SI RE (naturale)
quindi un accordo maggiore, nella sua versione
estesa alle settime SOL SI RE FA che è un
accordo di settima. Quindi di fatto è
equivalente all’accodo di dominante costruito
sulla scala maggiore di DO. L’unica nota di
fatto differente è il MIb al posto del MI
naturale. Questo conferisce un sapore esotico
alla scala.

La scala costruita sul sesto grado della scala


minore melodica è, sempre considerandola in
DO, composta dalle note LA SI DO RE MIb
FA SOL LA e l’accordo corrispondente è una
triade diminuita LA DO MIb. Estendendola
alle settime otteniamo un accordo semi-
diminuito LA DO MIb SOL la cui scala però
differisce dal modo LOCRIO per la seconda
aumentata (SI). Questa scala viene spesso
preferita con gli accordi semi-diminuiti in
generale.
Questa scala è stata spesso chiamata “La
scala di Ravel”. Il nome convenzionale che le
daremo è di SUPER-LOCRIA ed è usata con
gli accordi che presentano sia la 5a che la 9a
alterata.
Le note sono, considerando la scala di DO
minore melodica, composte così: SI DO RE
MIb FA SOL LA SI.
E’ facile notare come si parta con un
intervallo di seconda minore e che tutte le note
sono abbassate di un semitono inclusa la
settima che è minore.
L’accordo che si forma è ancora una volta
una triade diminuita e estendendo alla settima
troviamo ancora una volta l’accordo di semi-
diminuita. Ciò che rende questa scala
caratteristica è il quarto grado abbassato
rispetto alla scala LOCRIA regolare. Questa
sequenza semi-tono, tono, tono, semi-tono è
molto caratteristica ed è un colore forte che
sarà utile molto spesso.
Questa scala ha le stesse note di una scala
LIDIA con la settima abbassata costruita un
tritone sopra (o sotto) la nota di partenza.

Altre scale
La scala cromatica è la prima delle scale
simmetriche che incontreremo. Le note sono
DO DO# RE RE# MI FA FA# SOL SOL#
LA LA# SI DO. Sono quindi tutte e dodici
note. Questa scala può essere usata con ogni
accordo ma è spesso evitata se non per
occasionali momenti di eccitazione per il suo
suono troppo leggero.
Interessante notare che costruendo non si
possono costruire gli accordi in modo
tradizionale poiché di fatto originano intervalli
di seconda.

La scala a toni interi è appunto costituita da


una sequenza di toni interi come nel caso della
scala DO RE MI FA# SOL# LA# DO e la sua
complementare DO# RE# FA SOL LA SI.
Queste due scale insieme formano la scala
cromatica e si incastrano perfettamente.
L’accordo generato da questa scala è una triade
aumentata. Esteso alle settime ci da un accordo
di settima di dominante con la 5 aumentata
detto anche accordo di settima alterato. Grazie
alla sua simmetria può essere usato per
generare pattern ripetitivi di grande effetto.

La scala diminuita si presenta in due diverse


forme. Nella prima abbiamo una sequenza che
parte con un semi-tono e poi segue un tono e
questo pattern si sussegue fino a tornare alla
nota di partenza. Nella seconda forma si
presenta con un tono seguito da un semi-tono e
si ripete il pattern fino alla nota di partenza. In
DO:

I tipo: DO REb MIb MI naturale FA# SOL


LA SIb DO. Come vedete facilmente non si
riuscirà a rispettare la regola di avere ogni nota
con un nome diverso per la semplice ragione
che questa scala è composta di otto note e i
nomi a disposizione sono solo sette. Una nota
dovrà necessariamente avere lo stesso nome
della precedente o della successiva. Io ho scelto
di scriverla così.
Questa scala può essere utilizzata con gli
accordi dominanti alterati ed è anche alla base
del be-bop

II tipo: DO RE MIb FA FA# SOL# LA SI


DO.

Ovviamente questa scala potrà essere usata


con gli accordi di settima diminuita

Noterete che sul pianoforte si creano dei


pattern anche visivi che renderanno facilmente
memorizzatile questa scala.
Avrete anche notato che, come l’accordo
diminuito divide ne note in quattro parti uguali
anche queste scale seguono lo stesso concetto.

La scala aumentata è la prima scala che


consideriamo ad avere intervalli più grandi di
un tono tra quelli che la compongono. Infatti si
forma con l’alternarsi di un intervallo di
seconda minore e uno di un semi-tono.
Le note, in DO sarebbero DO MIb MI
naturale SOL SOL# SI DO.

Dal momento che ci sono solo sei suoni


differenti, uno dei nomi sarà omesso. Questa
scala contiene accordi maggiori con la quinta
aumentata. Infatti sono ben tre gli accordi di
questo tipo impliciti nella scala. Ne consegue
che questa scala è molto indicata in presenza di
accordi maggiori con la quinta alterata. Nella
stessa scala sono contenuti anche tre accordi
maggiori.
Essendo una scala simmetrica può essere
interpretata in differenti modi a seconda della
nota di partenza.

Le scale penta-toniche, cioè formate da soli


cinque suoni, sono molto importanti nella
musica moderna e sono forse le prime scale che
il musicista rock moderno impara a conoscere.

In questo volume ne considereremo solo


quattro. La scala pentatonica maggiore, la scala
pentatonica minore, la scala blues e la scala In-
sen, che ha una sequenza speciale di intervalli.

La scala pentatonica maggiore si costruisce


con la prima seconda terza quinta e sesta nota
della scala. Noterete che le note evitate sono
quelle che abbiamo nei precedenti capitoli
definito come problematiche.
In DO le note saranno DO RE MI SOL
LA

La scala pentatonica minore si costruisce


con la prima terza quarta quinta e settima della
scala della relativa minore quindi in DO

LA DO RE MI SOL

Sarà facile notare che le note che


compongono le due scale sono esattamente le
stesse. Infatti le due scale sono intercambiabili.

La scala BLUES è molto simile alla scala


pentatonica minore ma ha una nota in più tra il
DO e il RE:

LA DO DO# RE MI SOL

La caratteristica della scala blues è questa


incertezza o ambiguità relativa all’uso della
terza maggiore o minore probabilmente
derivato dalla incapacità degli schiavi portati in
America e all’origine del BLUES di trovare
esattamente la nota delle loro scale non
temperate ma basate sugli armonici naturali.

La scala In-sen ha una sequenza specifica di


intervalli che volutamente la pone ai margini
delle scale tradizionali.
La sequenza è semi-tono, terza maggiore,
tono, terza minore
Ad esempio, volendo utilizzare solo note
naturali sarebbe:

MI FA LA SI RE

Il suo colore decisamente asiatico e non


legato ad una specifica tonalità la rende molto
utile. Un modo semplice per utilizzarla è
partendo dalla nota principale dell’accordo
dell’accordo , oppure dalla sua settima
maggiore. Nel primo caso avremo un sapore
FRIGIO. Sperimentate per scoprire gli
innumerevoli usi di questa scala.

La scala minore armonica è una valida


alternativa alla scala minore melodica ed è
formata dalle seguenti note, partendo da DO.

DO RE MIb FA SOL LAb SI DO

E’ facile notare che non c’è alcuna tonalità


maggiore che prevede queste note mancando il
SIb che è il primo bemolle in chiave. Quindi
questa scala è ai confini della tradizione e si
classifica come una scala per usi speciali.

La prima evidenza è che si possa utilizzare


nei casi in cui l’accordo è un primo grado
minore dal momento che presenta la terza
minore e la settima maggiore.
Questa scala è più facile da usare rispetto
alla scala minore melodica poiché non prevede
una serie di note differenti se ascendente o
discendente e conserva comunque la stabilità
tipica del I grado grazie al settimo grado
maggiore che risolve naturalmente sulla tonica.

Nel secondo volume svilupperemo gli


accordi anche di questa scala, ma per adesso
abbiamo già tante informazioni e dobbiamo
renderle disponibili con semplicità.

Anche se il nostro esame delle scale finisce


qui esistono innumerevoli altre scale sia
occidentali che legate ad altre culture. Lascio
allo studente curioso il lavoro di ricerca di altre
scale.

Un utile strumento per questo


approfondimento è il volume di Enzo Avitabile
“Ritmi del mondo, scale etniche e scale
raramente praticate” edito da Simeoli (Napoli)

In fondo al volume troverete una nutrita


lista di libri utili all’approfondimento di questi
argomenti.

Il circolo delle quinte


Il circolo delle quinte non è una
associazione segreta o una congrega ma la
rappresentazione dinamica delle relazioni che
hanno tra di loro le dodici note disposte in
modo da rivelare l’interazione tra esse.

Immaginiamo un cerchio con dodici


posizioni, esattamente come un orologio. Nel
punto corrispondente a mezzogiorno
collocheremo la nota DO che sarà il nostro
punto di riferimento. Ora ruotando in senso
orario collochiamo le note saltando di un
intervallo di quinta giusta. La seconda nota
sarà quindi il SOL, seguirà il RE, poi il LA,
MI, SI, FA# (anche chiamato SOLb; deve
essere una quinta giusta da SI quindi più sette
semitoni). Segue poi DO#(REb), SOL#(Lab),
RE#(MIb), LA#(SIb), FA. La nota che
seguirebbe il FA è di nuovo DO quindi il
circolo si è chiuso.

Una volta realizzato il disegno del circolo


delle quinte abbiamo creato un potente
calcolatore musicale di cui vi mostrerò
l’utilizzo.
Cominciamo con il tracciare una diagonale
che parte dal FA e va al SI, dividendo il circolo
a metà. La regola in questo caso è di
posizionare la diagonale partendo falla nota
precedente (a sinistra) di quella che
consideriamo la TONICA cioè la nota
principale.

Se osservate con attenzione, troverete nella


metà destra del circolo delle quinte tutte le note
della scala di DO MAGGIORE, disposte in
modo alternato DO, SOL, RE, LA, MI, SI,
FA. Riorganizzandole esse saranno DO RE MI
FA SOL LA SI DO.

Ora immaginiamo di voler calcolare le note


della tonalità di RE MAGGIORE. Basterà
posizionare la diagonale mettendo il RE al
secondo posto (in senzo orario) e leggere le
note.

Ecco che le note saranno RE MI FA# SOL


LA SI DO# RE
Appendice A
In questa prima tacvola troverete il
riassunto di tutte le scale presentate in questo
colume secondo un semplice schema composto
da i seguenti simboli:
T per indicare l’intervallo di un tono
St per indicare l’intervallo di un semitono
3m per indicare l’intervallo di 3a minore
M3 per indicare l’intervallo di 3a maggiore.
Ø per indicare semi-diminuito

Ora che hai sotto mano gli accordi e le scale


possiamo iniziare a ragionare sulla dinamica
delle progressioni armoniche esaminandone le
funzioni. Questi argomenti saranno
approfonditi nel secondo volume.

Nella musica occidentale l’armonia consente


di analizzare e comprendere le dinamiche che
regolano le progressioni armoniche e attraverso
la loro comprensione generare nuove
progressioni oppure migliorare quelle esistenti
aggiungendo o riducendo accordi, sostituendoli
con altri o semplicemente sviluppando delle
sequenze di accordi interessanti.

In questa prima fase ci concentreremo sulle


dinamiche legate agli accordi della tonalità
maggiore. Nel secondo volume esploreremo le
altre tonalità e svilupperemo una teoria
armonica che prevede una tonalità allargata,
che molti Jazzisti e compositori conoscono
bene. Essa è anche alla base dei famosissimi
brani dell’epoca d’oro della canzone d’autore
americana che ha sfornato innumerevoli classici
ancora oggi considerati degli “Standard”.

Nella tonalità maggiore abbiamo visto che


sono presenti sette accordi. Puoi tenere
presente la tabella all’inizio di questa
appendice:

I - Accordo maggiore (con la settima


maggiore) - TONICA
II - Accordo minore settima (dorico - M6) -
SOPRATONICA
III - Accordo minore settima (frigio b2) -
MEDIANTE
IV - Accordo maggiore (#4) -
SOTTODOMINANTE
V - Accordo di settima di dominante -
DOMINANTE
VI - Accordo minore (eolio m6) -
SOPRADOMINANTE
VII - Accordo semi-diminuito - (m2 b5 m6
b7) SENSIBILE

Se osserviamo il circolo delle quinte


vedremo che il I grado, ad esempio il DO trova
alla sua sinistra il IV grado, il FA e alla sua
destra il V grado, il SOL Queste tre note e i
loro accordi sono legati, nella tonalità, da
legami imprescindibili.
Il I grado, la TONICA, da il nome alla
tonalità ed è il punto di arrivo di ogni
progressione, salvo le eccezioni che vedremo in
seguito. Possiamo dire che la TONICA viene
sempre preceduta dalla DOMINANTE

Ad esempio:

Questa è la più semplice delle progressioni.


Infatti sfrutta la tensione creata dal tritono FA
SI che fa parte dell’accordo di SOL 7 che viene
perfettamente risolta risolvendo il FA sul MI e
il SI sul DO dell’accordo di DO Maggiore.

Ora facciamo precedere il SOL 7 dal FA


maggiore.
L’accordo di FA Maggiore, con ruolo di
sottodominante, precede la dominante SOL7
che precede il DO Maggiore, la Tonica.

Ora ci sono solo tre funzioni armoniche


nella musica moderna la funzione di TONICA,
quella di SOTTODOMINANTE e quella di
DOMINANTE.

L’accordo di II grado, il RE minore nel


nostro caso, svolge la funzione di sostituto della
SOTTODOMINANTE. Così diventa chiara la
tipica progressione II V I tanto comune nel
Jazz.

II —> V —> I
In questo schema vediamo che così come il
II grado può fungere da
SOTTODOMINANTE, il VI grado può
sostituire o prolungare la TONICA e il III
grado può svolgere la funzione di
DOMINANTE.

Volendo creare una progressione più lunga


si può sfruttare questa peculiarità ancora una
volta osservando il circolo delle quinte:

Il III grado (sost. D) risolve sul VI grado


(sost. T) che poi risolve sul II grado (sost. VI)
poi V grado e infine I grado. E’ una comune
progressione. Ad esempio, MI minore, La
minore, RE minore, SOL7, DO maggiore.

Per allungare ancora possiamo aggiungere il


SIø7 che precederà il MI minore. E il FA
maggiore potrà precedere il SI. E arrivati a
DO si può ripartire con il FA.
Finora abbiamo usato accordi tutti
appartenenti alla tonalità di DO maggiore.

Introduciamo ora il concetto di


DOMINANTE SECONDARIA e la regola
conseguente: Ogni accordo minore può essere
preceduto da un accordo costruito alla distanza
di un intervallo di quinta giusta.

Quindi ad esempio la nostra progressione


REm Sol7 DO si potrebbe modificare facendo
precedere il REm dal LA7. SI può federe dallo
schema del circolo delle quinte che è proprio
LA la nota che precede il RE se ci spostiamo in
senso anti-orario. Infatti il senso anti-orario è il
movimento tipico delle progressioni osservabili
sul circolo delle quinte.
Nel secondo volume affronteremo più
sistematicamente questo argomento. Spero che
questo abbia acceso la vostra curiosità.

Appendice B
Puoi stampare questo template per i toui
calcoli:

Questo è un elenco di libri sull’argomento


che vi potranno interessare:

Antony Zano - Struttura della musica


moderna (Edizioni Berben)

Gordon Delamont - Tecnica della melodia


moderna (Kendor Music Publishing)
Enzo Avitabile - Ritmi del mondo, scale
etniche e scale raramente praticate (edizioni
Simeoli)

Endnotes

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