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Nell’analisi della musica strumentale, nel sistema tonale, in stile omofonico, cioè in quella in cui prevale una linea melodica con
accompagnamento su base armonico-cadenzale, si deve mettere a fuoco soprattutto il modo con cui il compositore crea, manipola ed
elabora il materiale melodico e tematico.
Intorno a questo trattamento si organizzano le forme musicali, specialmente nel periodo classico.
Un pensiero melodico, un tema, un canto non trovano nella struttura musicale un involucro rigido, pre-formato, quasi come una gabbia
con un percorso obbligato. Al contrario, l’evoluzione e l’espansione di quel pensiero, tema, canto, comunque si voglia chiamare, creano
dei contenitori estremamente duttili ed elastici la cui funzione primaria è quella di assicurare coerenza, omogeneità e di garantire la
comprensione del contenuto.
Il procedimento induttivo rischia di indirizzare l’analisi del repertorio strumentale classico verso la ricerca di formule pre-costituite, di
forme stereotipate che nulla hanno a che fare con la realtà e con l’espressione artistica, in una parola, con la musica.
Ma anche col solo procedimento deduttivo, si rischia di trarre delle conclusioni che non riescono ad essere generali e valide anche per un
altro brano, se pur apparentemente simile.
L’analisi più efficace è quella che fa tesoro di entrambi i procedimenti, col confronto continuo di tutti i fenomeni rintracciabili in una
partitura, e con la consapevolezza che la musica è un linguaggio, e come tale mutevole e in continua trasformazione, e che di fianco a
una spiegazione tecnico-compositiva ce ne possono essere tante altre, ugualmente valide, di ordine storico, filosofico, psicologico: in fin
dei conti il compositore è un uomo del suo tempo che ha scelto il linguaggio della musica per comunicare ad altri qualcosa di sé.
N.B.: Siccome le cifre relative ai rivolti, come specificato sopra, sono diverse nelle triadi rispetto a quelle usate nelle quadriadi, la lettura dei rivolti risulta più
chiara e concisa premettendo: TRIADE DEL … oppure QUADRIADE DEL …
seguito eventualmente dalle IN (vedi sopra le indicazioni degli eventuali rivolti di triade
cifre indicanti rivolto di o di quadriade)
triade o di quadriade
seguito eventualmente dalle IN (vedi sopra le indicazioni degli eventuali rivolti di triade
cifre indicanti rivolto di o di quadriade)
triade o di quadriade
RITARDO
APPOGGIATURA, o NOTA DI APPOGGIATURA
s NOTA SFUGGITA
E’ bene che tonalità e gradi siano indicati sotto la linea del basso o sotto il pentagramma inferiore della partitura.
Nel caso di modulazioni, scrivere i gradi su tante linee quante sono le tonalità toccate, in modo che l’eventuale accordo, considerato
comune a due tonalità, sia indicato su due linee diverse; per es.:
DO+ II V I
SOL+ IV V I
II V I = IV V I
DO+ SOL+
Per delimitare una frase è sufficiente segnare: = inizio, = fine, possibilmente sopra al pentagramma superiore della partitura.
Per delimitare un periodo (= insieme di frasi) o una sezione del brano è sufficiente aggiungere ai segni precedenti un taglio trasversale, o
raddoppiare il simbolo:
= inizio, = fine,
Può essere utile indicare le cadenze, per esteso, soprattutto quelle più importanti, di solito a fine periodo o sezione (preferibilmente sotto
al pentagramma inferiore, cioè vicino ai gradi).
Si possono utilizzare le lettere MAIUSCOLE per indicare le frasi, e quelle minuscole per elementi più piccoli (semifrasi, cellule, incisi,
motivi, o anche un semplice ritmo o intervallo di due note).
Consiglio di ricorrere alle lettere per evidenziare in partitura elementi importanti che nel corso della composizione ricompaiano
trasformati o variati, e che, comunque, si ritiene siano gli elementi base del brano, strutturalmente importanti.
Si possono direttamente inserire (preferibilmente sopra al pentagramma superiore della partitura) quelle parole di uso più comune riferite
alle parti strutturali delle forme conosciute.
Nel caso della forma-sonata:
Esposizione, Ponte, Transizione, Elaborazione, Prima Area tematica, Seconda Area tematica, Riconduzione (parte che riporta a
una sezione importante della forma, come la fine dell’elaborazione nella forma-sonata, prima della ripresa), Conclusione, Coda.
Si può anche semplicemente indicare: Prima parte, Seconda Parte, ecc., soprattutto per dividere parti ampie della forma, in varie
sottosezioni, o per suddividere sezioni importanti. Per es.: Elaborazione Prima Parte.
Alla fine è bene fare uno schema riassuntivo della forma, specificando frasi, periodi, sezioni (a seconda dei casi, per convenienza e per
chiarezza) scrivendo anche il numero delle battute. Per esempio (riporto dallo schema riassuntivo della sonata K 309 di Mozart):
ESPOSIZIONE
PRIMA AREA TEMATICA 1 – 20 [2+5] [2+5] [3+3] DO Maggiore
Le parentesi quadrate rappresentano la singola frase, e i numeri all’interno delle parentesi indicano le battute che costituiscono le
semifrasi o ripartizioni della frase.
Alcune parole usate per spiegare certi procedimenti compositivi, come contrazione, condensazione, liquidazione, intensificazione, è bene
siano usate non in partitura ma in un testo a parte, oppure direttamente in partitura a patto che i riferimenti siano chiari e ben delimitati.