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Indice
INTRODUZIONE
1 I suoni musicali
1.1 I suoni come onde . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Le note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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2 Armonia musicale
2.1 Il sistema musicale europeo .
2.2 Intervalli . . . . . . . . . . . .
2.3 Intervalli semplici e composti
2.4 Rivolti . . . . . . . . . . . . .
2.5 Scale parallele e relative . . .
2.6 Accordi a tre note (triadi) . .
2.7 La notazione musicale . . . .
2.8 Altri sistemi musicali . . . . .
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Indice
4.6
4.7
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8 Sintonie
8.1 Definizione di sweep . . . . . . . . . . . . . .
8.2 Analisi e sintesi delle sintonie . . . . . . . . .
8.3 La curva delle frazioni . . . . . . . . . . . . .
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190
192
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9 Geometrie musicali
9.1 Musica e poligoni regolari . .
9.2 Geometria delle scale . . . . .
9.3 Passi da gigante . . . . . . . .
9.4 Periodicit e divisione in base
9.5 Triadi e triangoli . . . . . . .
9.6 Le curve di Lissajous . . . . .
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Indice
10 Accordi stonati
10.1 Battimenti primari . . . . . . . . . .
10.2 Sintonie ed apotonie negli accordi . .
10.3 Terne giuste uniDSBS . . . . . . . .
10.4 Modulazione dampiezza e uniDSBS
10.5 Errori sulle terne uniDSBS . . . . .
10.6 Geometria e terne uniDSBS . . . . .
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INTRODUZIONE
a musica non solo un insieme di suoni. soprattutto
L
un insieme di percezioni ed emozioni in grado di trasmettere sensazioni, concetti aettivi, intellettivi e descrittivi,
anche molto profondi, tra individui culturalmente ani.
Dunque , in tutto e per tutto, una forma di comunicazione.
una forma di comunicazione non verbale, in grado di
accedere direttamente a strutture psicologiche profonde, addirittura spirituali, senza bisogno di passare attraverso la traduzione in forma semantica; la Musica va al di l della parola,
la scavalca e arriva senza mediazioni a stimolare emotivit,
ricordi, speranze, gioia, dubbio, coraggio, paura, aetti ecc.
Come esistono dierenti lingue nel linguaggio parlato, cos
esistono dierenti forme di comunicazione musicale.
Dierenti popoli, in dierenti zone geografiche del mondo,
hanno sviluppato e approfondito, nel corso della loro storia,
dierenti aspetti del materiale sonoro, determinando i principi base che regolano la manipolazione del suono musicale
nella loro cultura odierna e le dierenti possibilit e modalit
di comunicazione che ne derivano. In Africa stato sviluppato maggiormente laspetto ritmico, in India e Medio Oriente
laspetto melodico, in Turchia quello metrico e polimetrico,
nelle Americhe e in Australia le possibilit timbriche, in Cina
e Giappone le capacit descrittive ecc.
0 INTRODUZIONE
In Europa, stato soprattutto sviluppato laspetto armonico e, con esso, le possibilit sonore e comunicative di due o
pi suoni presentati contemporaneamente. La comunicazione musicale nella musica di matrice europea si basa dunque
sugli eetti fisici ed emotivi dati dallinterazione dinamica di
suoni contemporanei. La base di questa interazione quello
che in musica viene definito intervallo armonico, il fenomeno sonoro e percettivo prodotto da due suoni contemporanei.
Infatti questi semplici elementi, anche quando presentati singolarmente e al di fuori del contesto di un brano musicale,
sono carichi di contenuto comunicativo, allo stesso modo in
cui ogni singola parola evoca il suo significato, anche al di l
del suo utilizzo specifico in una frase o un discorso completo.
Gli intervalli armonici possono essere percepiti come consonanti o dissonanti; queste sensazioni, in verit complesse,
possono essere semplificate come piacevoli o spiacevoli.
Questa una notevole riduzione del concetto di consonanza/dissonanza, perch un intervallo dissonante, per esempio,
non necessariamente percepito emotivamente come spiacevole se propriamente inserito nel contesto di un brano musicale, anche breve. Anzi, sono proprio le dissonanze che danno colore al materiale musicale avendo una propria carica
espressiva.
Dunque proprio il gioco tra consonanze e dissonanze, e la
loro manipolazione artistica e creativa, il fulcro della capacit
espressiva della comunicazione musicale nella musica di matrice europea. Ancora molto resta da scoprire sui meccanismi
che producono la percezione di consonanze e dissonanze e le
relative percezioni sensoriali, aettive e intellettive, ma in
seguito ad oltre un secolo di ricerca iniziano a delimitarsi alcuni confini interessanti e stimolanti, anche dal punto di vista
creativo e artistico. In questa trattazione dopo aver ac-
1 I suoni musicali
ia i musicisti che i nonmusicisti hanno sicuramente uniS
dea, seppur vaga, dellesistenza e della natura delle note
musicali.
Dobbiamo per prima di tutto comprendere pi a fondo
che cosa siano le note musicali nel sistema musicale europeo perch esattamente il materiale che dovremo analizzare e studiare per addentrarci nei fenomeni di consonanza e
dissonanza.
11
1 I suoni musicali
Innanzitutto cerchiamo di definire in poche e semplici parole che cosa un suono. Un suono un evento fisico, che
per realizzarsi necessita di una fonte sonora e di un mezzo di
propagazione.
La fonte sonora sostanzialmente un evento fisico che in
grado di perturbare la quiete del mezzo in cui si propaga e
che, vibrando, induce nel mezzo di propagazione una serie di
onde, simili a quelle che si formano sulla superficie del mare
o di un lago.
Se, per esempio, battiamo le mani sentiremo uno schiocco: abbiamo perturbato la quiete dellaria intorno a noi e le
onde prodotte dal battito delle nostre mani si sono propagate nellaria fino al nostro orecchio e da questo al nostro
cervello che ha interpretato levento come suono, facendocelo
percepire coscientemente. Ma esistono moltissimi mezzi di
propagazione. Per esempio, i subacquei sanno molto bene
che sottacqua possibile sentire il rumore di una nave che si
muove in superficie. Le vibrazioni prodotte dai motori della
nave e dallacqua spostata con violenza dalle pale producono
onde nellacqua che nuovamente possono propagarsi fino al
nostro orecchio. Ma ancora, se appoggiamo lorecchio sulla
superficie di una tavola di legno, di metallo o di plastica e
la percuotiamo in un altro punto con un oggetto, sentiremo
un rumore sordo e molto ben definito. Anche in questo caso,
la percussione della tavola ha prodotto una serie onde che si
sono propagate lungo la tavola stessa fino al nostro orecchio
appoggiato su di essa.
Dunque, qualunque elemento fisico (gassoso come laria,
liquido come lacqua o solido come una tavola di legno) pu
essere un mezzo di propagazione di unonda sonora prodotta
da una fonte.
Possiamo perci dire che i suoni sono onde, e quindi come
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13
1 I suoni musicali
della frequenza :
1
T
il che significa che pi le creste sono vicine pi alta la
frequenza e viceversa.
=
14
(a)
(b)
(c)
Figura 1.2: Oscillogramma di: un rumore (a), un suono generico (b) e un
suono musicale (c)
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1 I suoni musicali
(a)
(b)
(c)
Figura 1.3: Dettaglio delloscillogramma di: un rumore (a), un suono
generico (b) e un suono musicale (c)
questa, in realt, la caratteristica che dierenzia oggettivamente un suono musicale da tutti gli altri suoni: il suono
musicale regolare. Da questa regolarit dei suoni musicali dipende tutta la costruzione del nostro sistema musicale.
Suoni cos costituiti sono chiamati onde periodiche.
16
1.2 Le note
1.2 Le note
Ora possiamo cominciare a rispondere a due domande: cosa
sono le note? E quante sono?
Rispondere alla prima domanda semplice: le note sono
singoli suoni musicali, sono i mattoni di cui composta tutta la musica. Rispondere alla seconda domanda invece pi
dicile. Qualcuno star pensando, forte di nozioni teoriche e
magari anche pratiche, che le note sono 7; qualcun altro, pi
esperto, penser che siano 12; qualcun altro ancora penser
8, oppure 5. . .
Con un approccio moderno alla musica (e soprattutto, al
fine della nostra trattazione), nessuna di queste risposte
esatta. Le note non sono n 5, n 7, n 8, n 12, n alcun
altro numero: le note sono infinite. Il che, attenzione, non
significa che siano illimitate, quindi non significa che (in frequenza) vadano da 0 Hz a + Hz: il nostro orecchio molto
limitato nella percezione dei suoni e possiamo distinguere soltanto suoni compresi tra circa 20 Hz e 20 000 Hz, ma sono
comunemente considerati suoni musicali (quindi note) solo
quelli compresi tra circa 30 Hz e 4000 Hz1 .
Questo limite dipende dal potere di discriminazione tonale
dellorecchio umano, che corrisponde alla capacit di ricono1 Per
la precisione, facilmente verificabile che un pianoforte a 88 tasti pu riprodurre suoni di frequenze comprese tra 27.5 Hz e 4224
Hz; suoni di frequenza inferiore o superiore non sono comunemente
considerati musicalmente utili (tranne rari casi come loctobasso, di
cui parleremo pi avanti, o le produzioni di musica sperimentale, in
special modo di musica elettronica). La voce umana copre un ambito di frequenze tra i 60 Hz, limite inferiore del basso, e 2000 Hz,
limite superiore del soprano.
17
1 I suoni musicali
scere suoni di dierente frequenza2 . Allora in che senso le
note sono infinite? Per fare un parallelo, si pu pensare alla
dierenza che c tra linsieme dei numeri naturali e quello
dei numeri reali. Linsieme dei numeri naturali formato da
punti isolati, infatti tra 0 e 1, tra 1 e 2, tra 2 e 3 ecc. pertanto
tra due numeri contigui, non esistono altri numeri. Questo
quello che, in matematica, viene chiamato insieme discreto.
Nellinsieme dei numeri reali invece, presi due numeri (o punti) qualunque ne esiste sempre un terzo tra di loro. Questo
quello che in matematica viene chiamato insieme continuo,
che un insieme di punti tali per cui presa una coppia di punti esiste sempre almeno un numero che sia maggiore di quello
pi piccolo e minore di quello pi grande. Per esempio, tra 0
e 1 esiste 0.5; tra 0 e 0.5 esiste 0.25; tra 0 e 0.25 esiste 0.125;
potremmo continuare cos allinfinito e troveremmo sempre
un numero compreso tra i due che abbiamo scelto, per quanto piccoli siano. Le note sono fatte esattamente cos: sono
un insieme continuo, limitato (da 30 Hz a 4000 Hz) ma infinito. Tra tutte le note possibili, ciascuna cultura ne ha scelte
alcune con le quali ha costruito il proprio sistema musicale.
In questo libro ci occuperemo soltanto del sistema musicale occidentale, quindi ci interessa ora comprendere come, in
Europa, siano state storicamente scelte le note da usare in
tutto linsieme infinito di note di cui possiamo disporre. Il
primo criterio che stato utilizzato (quello pi importante)
2 Per
18
1.2 Le note
si basa su una caratteristica fisica dei suoni musicali di cui
ancora non abbiamo parlato: il secondo armonico. I suoni
reali, realmente esistenti in natura (cio, non prodotti elettronicamente), non sono costituiti da una sola frequenza,
anche se una sola quella che noi percepiamo coscientemente, la frequenza quella pi grave (cio, di frequenza minore)
e che usiamo per dare il nome alla nota o per determinare
la frequenza stessa della nota in questione. Il fatto che,
qualunque cosa vibri in natura, non vibra in una sola modalit o con un solo tipo di movimento, ma la sua vibrazione
totale la somma di una serie di vibrazioni ben precise che
(per le onde regolari come appunto i suoni musicali) vengono
chiamate armonici.
La frequenza pi bassa, quella che noi percepiamo coscientemente, viene chiamata frequenza fondamentale o armonico
fondamentale o primo armonico. Come gi abbiamo detto
quella che viene usata per chiamare la nota e per definirne
la frequenza. Ma, se analizzassimo con uno spettrografo il
suono prodotto per esempio dalla corda di una chitarra, noteremmo che vi sono molte altre frequenze: se chiamassimo
la frequenza fondamentale, registreremmo una frequenza
aggiuntiva pari a 2 e unaltra ancora pari a 3, unaltra pari a 4, unaltra pari a 5 ecc. sebbene di ampiezza minore
rispetto alla fondamentale. Tutte queste frequenze aggiuntive sono appunto gli armonici. Avendo chiamato la frequenza
pi bassa primo armonico di frequenza , ne consegue che la
prima frequenza aggiuntiva che troviamo, quella pari a 2,
sar il secondo armonico; la terza, pari a 3, sar il terzo
armonico, e cos via. Per esempio, una corda tesa fissa ad
entrambe le estremit (come la corda di una chitarra o di un
basso ecc.) vibra principalmente in questo modo:
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1 I suoni musicali
con frequenza 3;
con frequenza 4;
20
1.2 Le note
con frequenza 5;
Tutto ci valido per qualunque cosa vibri in modo regolare in natura3 . In alcuni casi specifici la composizione in
armonici pu essere meno ricca; il caso, per esempio, del
flauto di pan, costituito da una canna aperta ad una sola
estremit, o di una corda fissata ad una sola estremit, in
cui vengono prodotti solo gli armonici dispari; quello che
3 In
realt, i suoni prodotti dagli strumenti a corda non sono cos regolari a causa del fenomeno della inarmonicit, che avviene perch
una corda reale vibrando aumenta lievemente la propria lunghezza e
dunque gli armonici risultano crescenti, quindi di frequenza maggiore
rispetto a quella teorica.
21
1 I suoni musicali
accade anche nel caso della cavit orale umana che, in prima
approssimazione, si pu considerare aperta allaltezza della
bocca e del naso e chiusa a livello delle corde vocali. Al fine
della nostra trattazione, considereremo i suoni naturali con
la massima densit di armonici, in cui siano presenti tutti i
multipli della frequenza fondamentale.
Con uno spettrografo, possiamo facilmente evidenziare tutti gli armonici presenti in un suono naturale. Iniziamo dallo
spettrogramma di un suono puro. Si dice puro un suono che
contiene una sola frequenza, quindi un suono senza armonici.
Un suono di questo tipo non un suono naturale, non esiste in natura, ma deve essere ottenuto elettronicamente con
programmi specifici per la manipolazione sonora. Qualcosa
di molto simile ad un suono puro, pu essere ottenuto anche
con espedienti tecnici, per esempio con la costruzione ad hoc,
di un diapason (figura 1.5), i cui rebbi vibrano quasi ad una
singola frequenza.
Se analizzassimo con uno spettrografo il suono di un diapason, sarebbe possibile notare anche la presenza del secondo
22
1.2 Le note
armonico e di qualche armonico superiore, sebbene di ampiezza minore rispetto allarmonico fondamentale. Se invece
analizziamo lo spettrogramma di una A a 110 Hz, creato elettronicamente, noteremo il singolo picco di frequenza sui 110
Hz (fig. 1.6).
23
1 I suoni musicali
Come previsto infatti, ciascun picco di frequenza un armonico della frequenza fondamentale di 110 Hz. Uno stesso
suono prodotto da strumenti musicali diversi, sar composto dalle frequenze dei medesimi armonici, ma lampiezza di
ciascuno di essi potr essere dierente, determinando una
delle caratterische proprie di quello strumento (il timbro, vedi oltre). Lo spettrogramma di un A 110 Hz di un saxofono
risulter dunque diversamente composto.
Come possiamo notare dalla figura 1.8, la dierenza nello
spettro ben visibile.
Confrontiamo ora i precedenti spettrogrammi, con quello
di un rumore (fig. 1.9).
Non notiamo qui alcun picco, ma la confusa e informe
presenza di moltissime frequenze senza un schema preciso.
Gli armonici sono, come accennato precedentemente, di
somma importanza nella caratterizzazione del timbro di ciascuno strumento musicale. Ma non solo: quando regoliamo
lequalizzazione del nostro impianto dascolto (hi-fi, lettore
cd o lettore mp3 ecc.) e maneggiamo la manopola dei bassi, stiamo agendo sulle frequenze pi gravi, mentre quando
24
1.2 Le note
25
1 I suoni musicali
che descrive la somma di tutte queste frequenze e dunque anche leettiva composizione armonica di un suono, chiamata
Trasformata di Fourier ed pari, semplificando, alla sommatoria di tutte le componenti armoniche di un suono, ciascuna
con la propria ampiezza e ne definisce il cosiddetto spettro
che per lappunto la composizione in armonici del suono.
Lo spettro determina la forma dellonda. La traformata di
Fourier usata in disparati campi scientifici per lanalisi e
la sintesi delle onde, non solo sonore. Non ce ne occuperemo nel dettaglio in questa trattazione dato che useremo
strumenti matematici molto pi semplici.
Dunque il timbro pu identificare un genere specifico di
strumento musicale e anche un singolo strumento allinterno dello stesso genere. In realt il timbro di un suono non
dipende solo dalla composizione degli armonici (spettro armonico), ma anche dallinviluppo dellonda, dalla sua forma
macroscopica. Linviluppo in realt una curva geometrica, che segue il profilo di un onda ed contemporaneamente
tangente a tutti i picchi dellonda (o a tutti i picchi positivi o negativi). Vediamo unonda reale e il suo inviluppo, in
particolare il suono di un pianoforte che suona un accordo di
C69 (fig. 1.10)
Osserviamo quindi londa (linsieme di picchi positivi e negativi) e il suo inviluppo rappresentato dalla sua forma pi
esterna. Linviluppo si divide in quattro fasi:
1. Attacco (attack ): ogni strumento musicale ha un proprio attacco, corrispondente a quella fase iniziale prima
che londa sonora diventi stabile; in una chitarra per
esempio dato dal plettro che pizzica la corda
2. Decadimento (decay): anchessa una fase iniziale e
consiste in una breve riduzione dellintesit propria di
26
1.2 Le note
27
1 I suoni musicali
e le due note vengono chiamate con lo stesso nome. Quindi
se, per esempio, chiamiamo La la nota con frequenza pari
a 440 Hz, possiamo dire che una nota pari a 880 Hz (= 2
440) sar sempre un La e former con essa un intervallo
di ottava, al pari di una nota a 220 Hz (= 440/2) che sar
sempre un La e former anchessa con il La a 440 Hz un
intervallo di ottava.
220 Hz
La
440 Hz
La
880 Hz
La
pertanto:
/2
stesso nome
stesso nome
2
stesso nome
28
2 Armonia musicale
er comprendere la natura di consonanze e dissonanze
PLarmonia
necessario introdurre le basi dellarmonia musicale.
lo studio del significato e dei rapporti tra le
note di un determinato sistema musicale. Noi ci occuperemo
esclusivamente del sistema musicale europeo.
29
2 Armonia musicale
notazione in sigle, essendo lattuale notazione internazionale:
Do
Re
Mi
Fa
Sol
La
Si
C
D
E
F
G
A
B
30
Questo insieme completo di 12 note entro un ottava si chiama Scala Cromatica e prende il nome della prima nota della
Scala. In questo caso la Scala Cromatica di C. Le note
che hanno un nome proprio, senza alterazioni, sono chiamate
naturali mentre le altre sono definite come accidenti. Le
note naturali corrispondono ai tasti bianchi del pianoforte e
alle note scritte sul pentagramma senza alterazioni (senza o
), mentre gli accidenti ai tasti neri e alle note con alterazioni
sul pentagramma.
Una scala pu essere suonata e/o concepita come Ascendente (dalla nota pi grave alla nota pi acuta) o Discendente
(dalla nota pi acuta a quella pi grave). Per convenzione,
nella Scala Cromatica Ascendente per le note non naturali
(gli accidenti) si usano solo , mentre nella Scala Cromatica
Discendente si usano solo .
Per evitare ambiguit, in questa esposizione utilizzeremo
il segno per indicare un intervallo (ascendente, dove non
altrimenti specificato) tra due o pi note.
Le note delle ottave CC successive avranno lo stesso nome, la stessa sequenza e organizzazione; lo stesso vale per le
note delle ottave precedenti e quindi per tutte le ottave del
nostro sistema musicale. Questo concetto molto importante
si chiarir man mano nel corso dellesposizione.
Vediamo ora, per esempio unottava DD (da Re a Re) e
unottava FF (o GG):
31
2 Armonia musicale
Notiamo che le note che hanno un nome (naturali) rimangono sempre e comunque quelle definite in precedenza e
sono le note della Scala Maggiore Naturale di C, indipendentemente dalla nota da cui partiamo e dallottava in cui siamo.
Rimangono anche alla stessa distanza tra di loro: tra BC
e EF c sempre un semitono mentre tra tutte le altre note
naturali contigue c un tono.
2.2 Intervalli
Un intervallo il rapporto tra due note.
Gli intervalli possono essere melodici se si riferiscono a
due note suonate una dopo laltra (non contemporaneamente) mentre si dicono intervalli armonici se si riferiscono a due
note suonate contemporaneamente. Gli intervalli melodici
possono essere Ascendenti o Discendenti (come le Scale).
Uno specifico intervallo pu essere definito in due modi:
a toni e semitoni (T/S)
in senso armonico
Per esempio in T/S, lintervallo CF di 5 semitoni (o 2 toni
e 1/2), lintervallo DE di 2 semitoni (o 1 tono), lintervallo FA di 3 semitoni (o 1 tono e 1/2) ecc. Per calcolare
32
2.2 Intervalli
un intervallo in T/S suciente contare lungo la scala cromatica quante note separano le due note che lo formano,
escludendo dal calcolo la prima. Per esempio, per calcolare
in T/S lintervallo GB, conteremo G, A, A, B, quindi 4
semitoni (2 toni). Oppure si possono contare, nello schema,
quanti spazi (che rappresentano proprio i semitoni ) separano le due note dellintervallo. Da notare che, laddove non
chiaramente specificato, quando si indica un intervallo lo si
intende Ascendente (infatti abbiamo usato i lungo la Scala
Cromatica Ascendente). Quando Discendente necessario
specificarlo. Quando armonico, non necessario specificarlo (ma consigliabile) e si calcola come Ascendente (a meno
ch non sia altrimenti specificamente richiesto).
Se avessimo un intervallo melodico discendente, dovremmo
fare esattamente lo stesso calcolo ma allinverso lungo la Scala
Cromatica Discendente (e quindi usare i ). Per esempio,
calcoliamo in T/S lintervallo melodico discendente AC. In
questo caso il A la nota pi acuta e dobbiamo scendere fino a
C, quindi: A, G, G, F, E, E, D, D, C. Dunque lintervallo
sar di 9 semitoni, 4 toni e 1/2. Parallelamente, data una
nota e un intervallo, se vogliamo sapere quale nota former
lintervallo desiderato con la nota data, baster aggiungere
(o togliere, nellintervallo melodico discendente) i semitoni
dati alla nota di partenza. Per esempio, quale nota forma
con il G un intervallo melodico ascendente di 2 semitoni?
Calcoliamo A, A: quindi sar il A. Oppure, quale nota
forma con il E un intervallo melodico discendente di 2 toni?
Calcoliamo 4 semitoni dal E: E, D, D, C, quindi sar il C.
Questa notazione, sebbene precisa, rende conto solo della
distanza tra due note e del loro rapporto in toni e semitoni,
ma non del loro significato reciproco, che poi quello che
realmente interessa dal punto di vista armonico e musicale in
33
2 Armonia musicale
genere.
Per comprendere il significato delle note e iniziare a studiare gli intervalli in senso armonico, dobbiamo riprendere la
Scala Maggiore Naturale di C e analizzarla pi a fondo.
Notiamo che formata da 7 note, pi il C dellottava successiva. La maggior parte delle Scale formata in questo
modo (7 note pi lottava), ma alcune sono di 6, altre di 5,
altre di 8 ecc. Quindi, quando si elencano le note di una
Scala, bene sempre concludere con la prima nota dellottava successiva (che deve necessariamente avere lo stesso nome
della prima), cos da avvisare che la Scala completa. In
questa sede utilizzeremo solo Scale a sette note.
Le note di una Scala vengono numerate da 1 a 8, secondo la
loro posizione, dalla pi grave alla pi acuta, tenendo conto
che la 8 sempre la prima nota dellottava successiva e quindi
ha sempre lo stesso nome della 1 (senza eccezioni).
34
2.2 Intervalli
(quelle con un nome proprio): anche la base delle Scale
Maggiori, ovvero definisce lo schema delle Scale Maggiori.
Se vogliamo, per esempio, trovare la Scala Maggiore Naturale di D, ci baster prendere lo schema della Scala Maggiore
Naturale e giustapporvi le note della Scala Cromatica di D:
35
2 Armonia musicale
in ordine: D (prima), E (seconda), F (terza), G (quarta), A
(quinta), B (sesta), C (settima) e D (ottava). Sapendo questo, applicheremo le alterazioni laddove sono necessarie per
dare il giusto nome completo alla nota specifica. Quindi, la
terza della Scala Maggiore Naturale di D, dovr chiamarsi
per forza F (perch il E la seconda e il G la quarta, in ordine). Dovremo perci chiamarla F, dato il F naturale non
compreso nello schema della Scala Maggiore Naturale. La
stessa cosa vale per la settima, che si chiamer dunque C.
Ecco infine la Scala Maggiore Naturale di D al completo
36
2.2 Intervalli
37
2 Armonia musicale
Dora in poi dovremo sempre specificare non solo il numero
ordinale, ma anche lattributo. Cominciamo a vederne il perch, osservando come fatta una Scala Minore Naturale. Lo
schema T/S della Scala Minore Naturale TstTTstTT,
quindi:
38
2.2 Intervalli
Vediamo, per esempio, la Scala Minore Naturale di C:
Ci troviamo di fronte a una particolarit (in verit, piuttosto frequente): abbiamo un E. Sappiamo che il E suona
come un F e che, praticamente, per fare un E possiamo
suonare un F sulla tastiera dello strumento. Pertanto E
e F sono suoni omofoni. Allora perch questa complicazione? Perch chiamare E una nota che potrebbe essere pi
semplicemente chiamata F? Perch la settima di un F deve
per forza chiamarsi E: se si chiamasse F sarebbe un ottava.
Dunque per chiarezza armonica dobbiamo chiamarla E.
Ai fini della presente trattazione, suciente dire che la
scelta della scala maggiore naturale di una nota (per esempio,
la scala maggiore naturale di C) per la composizione di un
brano musicale, ne determina la tonalit. Un brano composto
39
2 Armonia musicale
utilizzando la scala maggiore naturale di X, dove con X si
intende una particolare nota (che dunque sar la 1 della
scala), si dice in tonalit maggiore di X. Data una tonalit
maggiore, ciascuna nota che la compone, forma intervalli non
solo con la prima, ma anche con tutte le altre note. Gli
intervalli che forma con la 1, sono quelli che determinano il
numero ordinale e lattributo della nota nella tonalit.
Gli ultimi tre intervalli di cui dobbiamo occuparci, e che
non fanno parte n della scala maggiore naturale, n della
scala minore naturale, sono gli intervalli di quarta aumentata,
quinta diminuita e seconda minore.
Lintervallo di quarta aumentata (simbolo: 4 o 4+ ) definito come lintervallo tra la 4P e la 7M di una scala maggiore
naturale. Per esempio, nella scala maggiore naturale di C,
lintervallo di 4 formato dalle note FB; infatti FB sicuramente una quarta (contando da F abbiamo: FGAB,
quattro note) ma, essendo in T/S 3 toni, pi larga di un
semitono rispetto allintervallo di quarta giusta, che di 2 toni e 1/2. Lintervallo di quinta diminuita (simbolo: 5 o 5 )
invece definito come lintervallo tra la 7M e la 4P. Nella
scala di C lintervallo BF, che sicuramente una quinta
(contando: BCDEF, cinque note) ma in T/S 3 toni,
dunque 1/2 tono pi stretto della quinta giusta (che 3 toni e
1/2). Notiamo che sia la 4 che la 5 sono entrambe di tre toni.
Spesso sono nel loro insieme chiamati intervallo di tritono e
sono molto importanti in armonia dato che (come vedremo)
sono molto dissonanti e che, per ogni tonalit e quindi in ogni
scala naturale, esiste solo una coppia di note che lo forma, la
coppia 4P7M (o 7M4P). Lintervallo di tritono lunico ad
avere questa caratteristica di unicit, allinterno di una scala: lunico intervallo formato da una e una sola coppia di
note. Lelevata dissonanza di questo intervallo e la sua uni-
40
2.2 Intervalli
vocit, gli conferiscono un estrema importanza nellarmonia
musicale, infatti ampiamente utilizzato per creare tensione
armonica ad alto contenuto comunicativo. Se applicassimo
lintervallo di 4 e quello di 5 alla 1 di una scala, otterremmo due note omofone, quindi due note con nome diverso ma
che corrispondono allo stesso suono. Infatti, per esempio, la
4 del C il F e la sua 5 il G, che sono evidentemente
omofoni.
Quando, dato un intervallo formato dalle note X Y , si
calcola lintervallo Y X, questa operazione denominata
rivolto. Lintervallo di tritono lunico ad essere uguale al
suo rivolto: per tutti gli altri intervalli, il rivolto ha valore
diverso. Questo conferisce ulteriore importanza allintervallo
di tritono.
Lintervallo di seconda minore (2m) invece definito come
lintervallo tra 3M4P e 7M8P. lintervallo pi stretto del
nostro sistema musicale, infatti corrisponde a 1/2 tono (un
semitono). Essendo una seconda, necessario che le due
note che lo formano abbiano nome diverso. La 2m di un
C dovr chiamarsi D, date le regole sopra analizzate per
il calcolo degli intervalli. anchesso un intervallo molto
dissonante, ma esistono due coppie di note in ogni scala che
possono formarlo, dunque non ha le propriet di univocit
dellintervallo di tritono.
Non ci addentreremo oltre nello studio dellarmonia musicale (che , nella sua totalit, molto pi complessa) in questa
trattazione, dato che le nozioni finora acquisite sono sucienti per lanalisi dei fenomeni di consonanza e dissonanza,
che lo scopo che ci prefiggiamo.
Per concludere questa sezione, ricordiamo che lintervallo
tra due note diverse con lo stesso nome sempre unottava (o
pi ottave come vedremo tra poco), dunque le loro frequenze
41
2 Armonia musicale
hanno sempre rapporto 2 (o 12 ) o potenze di 2: 2n . Per comprendere meglio questo concetto cominciamo col dire che la
frequenza delle note usate viene scelta partendo da una nota
la cui frequenza stata decisa e universalmente accettata: il
La, che ha (quando non altrimenti specificato) frequenza pari
a 440 Hz (quindi anche 27.5, 55, 110, 220, 880, 1760, 3520
per via della definizione di intervallo di ottava). Dunque,
prendendo per esempio la Scala Cromatica di C:
ma anche:
42
2.2 Intervalli
il La (o
Si) sar 440 12 2 = 440 21/12 466.16376,
il Si
12
12
sar 440 22 = 440 22/12 493.8833, il Do sar 440 23 =
440 23/12 523.25113 ecc.
43
2 Armonia musicale
Nota
C1
C1 D1
D1
D1 E1
E1
F1
F1 G1
G1
G1 A1
A1
A1 B1
B1
C2
C2 D2
D2
D2 E2
E2
F2
F2 G2
G2
G2 A2
A2
A2 B2
B2
C3
C3 D3
D3
D3 E3
E3
F3
44
Hz
33
35
37
39
42
44
47
49
52
55
59
62
66
70
74
78
83
88
93
98
104
110
117
124
131
139
147
156
165
175
Nota
F4 G4
G4
G4 A4
A4
A4 B4
B4
C5
C5 D5
D5
D5 E5
E5
F5
F5 G5
G5
G5 A5
A5
A5 B5
B5
C6
C6 D6
D6
D6 E6
E6
F6
F6 G6
G6
G6 A6
A6
A6 B6
B6
Hz
370
392
415
440
466
494
523
554
587
622
659
698
740
784
831
880
932
988
1046
1109
1175
1245
1319
1397
1480
1568
1661
1760
1865
1976
2.2 Intervalli
F3 G3
G3
G3 A3
A3
A3 B3
B3
C4
C4 D4
D4
D4 E4
E4
F4
185
196
208
220
233
247
262
277
294
311
330
349
C7
C7 D7
D7
D7 E7
E7
F7
F7 G7
G7
G7 A7
A7
A7 B7
B7
(C8 )
2093
2217
2349
2489
2637
2784
2960
3136
3322
3520
3729
3951
4186
45
2 Armonia musicale
46
2.2 Intervalli
Intervallo
S.
st
CP
Unisono giusto
1P
Seconda minore
2m
1/2
Seconda maggiore
2M
Terza minore
3m
11/2
Terza maggiore
3M
Quarta giusta
4P
21/2
Quarta aumentata
Quinta giusta
5P
31/2
Sesta minore
6m
Sesta maggiore
6M
41/2
Settima minore
7m
10
Settima maggiore
7M
51/2
11
Ottava giusta
8P
12
CI
47
2 Armonia musicale
concetto di tonalit (che non esploreremo ulteriormente
in questa sede per non complicare eccessivamente lesposizione, dato che non necessario alla trattazione
dei fenomeni di consonanza e dissonanza).
Intervallo di quinta giusta o perfetta, tre toni e
1/2 (sette semitoni), simbolo 5P: detto anche dominante. definito e utilizzato in quanto consonanza
perfetta.
Intervallo di sesta: anche detto sopradominante.
Pu essere maggiore (6M, di quattro toni o otto semitoni) o minore (6m, di quattro toni e 1/2 quindi nove
semitoni). Sono entrambe utilizzate in quanto tensioni
anche se la 6m definita come dissonanza media, non
forte come la 2m o la 2M, mentre la 6M una dissonanza debole tanto da essere spesso usata anche come
consonanza.
Intervallo di settima minore, 7m, cinque toni (dieci
semitoni), detta anche sottotonica. definita
come dissonanza media e utilizzata come tale.
Intervallo di settima maggiore, 7M, di cinque toni e
1/2 (undici semitoni). detta anche sensibile. una
dissonanza forte (ma non come la 4) e utilizzata come
tale in armonia.
Intervallo di ottava giusta o perfetta, 8P, sei toni
(dodici semitoni). definita come consonanza perfetta
ed usata come tale. , come abbiamo visto, la base
della suddivisione in note dei suoni musicali.
48
2.4 Rivolti
Si definisce rivolto di un intervallo formato dalle note X
Y , lintevallo Y X. Dal punto di vista armonico, esiste
una semplice regola per il calcolo del rivolto di un intervallo.
Sappiamo che un intervallo descritto da un numero ordinale
e da un attributo. Il rivolto di un intervallo il cui numero
ordinale A, corrisponde a R = 9 A. Il rivolto di una
terza (ordinale A = 3) per esempio 9 3 = 6, una sesta. Il
rivolto di una quinta 9 5 = 4 una quarta. Il rivolto di una
ottava 9 8 = 1 un unisono! Di fatto, calcolare il rivolto
di un intervallo formato dalle note X Y , dove X la nota
49
2 Armonia musicale
Intervallo
Ottava giusta
Nona minore
Nona maggiore
Decima minore
Decima maggiore
Undicesima giusta
Undicesima aumentata
Dodicesima giusta
Tredicesima minore
Tredicesima maggiore
Quattordicesima minore
Quattordicesima maggiore
Quindicesima giusta
S.
8P
9m
9M
10m
10M
11P
11
12P
13m
13M
14m
14M
15P
F.
8P
2m
2M
3m
3M
4P
4
5P
6m
6M
7m
7M
8P
Rivolto
minore (m)
Maggiore (M)
Giusto (P)
Diminuito ()
Aumentato ()
51
2 Armonia musicale
detta II modo della scala maggiore naturale di C (e corrisponde in armonia alla scala dorica di D) perch costruita
a partire dalla seconda nota della scala di riferimento. Al fine dellattuale trattazione suciente sapere che il VI modo
di una scala maggiore naturale la relativa minore di quella scala e viene chiamata scala minore naturale oppure scala
eolica.
52
53
2 Armonia musicale
Per il momento non ci soermeremo ulteriormente su questo
concetto.
Sono definite invece quadriadi, le triadi con laggiunta di
un intervallo di settima (maggiore, minore o diminuita).
54
2 Armonia musicale
56
3 La Scala di Giusta
Intonazione
el sistema musicale di cui abbiamo parlato nel capitolo
N
precedente, tutti i semitoni sono uguali: il rapporto tra
la frequenza di una nota e quella immediatamente successiva
uguale per tutte le note, ed pari a 12 2. Questo il sistema utilizzato oggi, che per una notevole semplificazione
del sistema di Giusta Intonazione in cui i rapporti tra le note
pur essendo meno complessi, e quindi descrivibili da rapporti frazionari semplici, non sono tutti uguali. Nonostante le
complicazioni di ordine tecnico, soprattutto nella costruzione degli strumenti musicali e nel passaggio da una tonalit
ad unaltra (modulazione) della Scala di Giusta Intonazione
(sgi), questa rimane eettivamente la base dellarmonia occidentale. Qualunque sistema dintonazione si discosti dalla
Giusta Intonazione chiamato Temperamento. Nella storia
si sono avvicendati numerosi temperamenti allo scopo di aggirare le dicolt tecniche e costruttive dovute allimparit
dei rapporti della scala di giusta intonazione (sgi). Quello
che utilizziamo oggi e che si rivelato il pi comodo (anche se
non il migliore dal punto di vista musicale) chiamato sistema a Temperamento Equabile (ste) e pressuppone appunto
che tutti i semitoni siano uguali e pari al rapporto che abbiamo menzionato. In realt, lo studio matematico dei rapporti
musicali ha radici fin nellantichit. Pitagora per primo, nel
57
M
n = log2
N
quindi
N
2log2 (M/N ) 2
M
Torniamo dunque alla Scala di Giusta Intonazione (sgi).
Abbiamo gi visto che il rapporto tra il primo e il secondo
armonico (o meglio, tra il II e il I, cio 2/ = 2) definisce
lintervallo di ottava, che pu essere espresso dal numero
puro 2, come ratio tra le due frequenze.
Il rapporto tra il terzo e il secondo armonico invece
3/2 = 3/2 e definisce quello che viene chiamato intervallo di quinta giusta: un suono che abbia frequenza pari a
3
2 la quinta giusta del suono con frequenza . Il rapporto
tra il quarto e il terzo armonico 4/3 = 4/3 e definisce
lintervallo di quarta giusta. Il rapporto tra il quinto e il
quarto armonico 5/4 = 5/4 e definisce lintervallo di terza maggiore. Il rapporto tra il sesto e il quinto armonico
6/5 = 6/5 e definisce lintervallo di terza minore.
Pertanto, chiamando C (Do) il suono di frequenza e
applicando le frazioni ottenute dal rapporto tra i primi sei
armonici avremo i suoni in tabella 3.1.
Abbiamo dunque 4 intervalli definiti giusti che sono detti anche consonanze perfette: quarta giusta o perfetta
(4P), quinta giusta o perfetta (5P), unisono perfetto (1P o
semplicemente 1) e ottava perfetta (8P o semplicemente 8);
e 2 intervalli definiti maggiore e minore che sono detti anche consonanze imperfette: la terza maggiore (3M) e la
1
59
Nota
Intervallo
Unisono giusto
6
5
Terza minore
3m
5
4
Terza maggiore
3M
4
3
Quarta giusta
4P
3
2
Quinta giusta
5P
Ottava giusta
8P
Sigla
Freq
1P
G.P.
C.P.
C.I.
60
3 4
2 3
Nota
C
Intervallo
1P
Costruzione
9
8
2M
5P della 5P
5
4
3M
4
3
4P
3
2
5P
5
3
6M
3M della 4P
15
8
7M
3M della 5P
8P
61
6 4
5 3
8
5
e sar chiamata
6 3
5 2
= 95
62
Freq
Nota
C
Intervallo
1P
Costruzione
9
8
2M
5P della 5P
6
5
3M
4
3
4P
3
2
5P
8
5
6M
3m della 4P
9
5
7M
3m della 5P
8P
3 15
2 8
45
16
15
8
4
3
45
32
che riportato in
1 La
63
1P
2m
16
15
2M
9
8
3m
6
5
3M
5
4
4P
4
3
45
32
5P
3
2
6m
8
5
6M
5
3
7m
9
5
7M
15
8
8P
Dunque la 4 45
32 .
Lintervallo di seconda minore (2m) invece definito
come
rapporto tra la 7M e la 8P: 2
64
15
8
16
15
4 8
3 5
32
15
che riportato
65
lottava (8P)
riportato in ottava 32 , la 5P
in ottava 5/22 = 54 , la 3M
unottava (23 )
in ottava 9/23 = 98 , la 2M
10
in ottava
11
in ottava 11
8 , non utilizzato in giusta intonazione, simile ad una 4
12
in ottava
13
in ottava 13
8 , non utilizzato in giusta intonazione, simile ad una 6m
66
10
8
12
8
= 54 , di nuovo la 3M
= 32 , ancora la 5P
14
in ottava
14
8
15
in ottava
15
8 ,
16
7
4
la 7M
ecc.
Quindi un suono complesso nei suoi armonici gi contiene
lottava, la terza maggiore, la quinta giusta, la seconda maggiore e la settima maggiore (molto lontana, il 15 armonico).
Entro i primi 6 armonici, vediamo comunque contenute le basi della consonanza del sistema musicale europeo: 1P3M5P,
chiamata Triade Maggiore e definita infatti in musica come
laccordo a tre note pi consonante.
utile vedere su un pentagramma la reale estensione degli armonici di un suono (figura 3.1). Scegliamo il C2 come
fondamentale.
Tra parentesi abbiamo segnato gli armonici non corrispondenti esattamente alle note utilizzate nel sistema a giusta
67
68
4 Principi di anatomia e
neurofisiologia
69
70
71
72
73
mastoideo, uno spazio sferoidale nel quale sboccano numerose cavit pi piccole, le cellule mastoidee. Questo complesso di cavit, contenenti aria e rivestite da mucosa, riempie
interamente la mastoide e pu estendersi nella rocca petrosa.
La tuba uditiva (dellEustachio) rivestita da un epitelio
ciliato ed formata da una porzione ossea e da una porzione cartilaginea, separate dallistmo della tuba. Il muscolo
tensore del timpano si inserisce sulla parete della porzione
cartilaginea e decorre verso il cavo timpanico, separato dal
lume della tuba per mezzo di una lamella ossea.
Il cavo del timpano comunica, mediante la tuba con la cavit faringea cosicch sono resi possibili il ricambio e lequilibrio
74
75
76
77
organi otolitici ovvero il sacculo (saccule) e lutricolo (utricle), e i canali semicircolari (semicircular canals). Il sacculo
e lutricolo presentano, in una posizione circoscritta della parete, un epitelio sensoriale, la macula del sacculo e la macula
dellutricolo, e sono collegate luna allaltra attraverso il canale utricolosacculare, dal quale si diparte il sottile dotto endolinfatico (ductus endolymphaticus), che raggiunge la faccia
posteriore della rocca petrosa e termina a fondo cieco sotto
la dura madre con una vescicola appiattita, il sacco endolinfatico. Il dotto reuniente (canalis reuniens) collega il sacculo
con la chiocciola membranosa (ductus cochlearis).
I canali semicircolari sono formati da tre canali ossei a forma di semicerchio; provengono dal vestibolo e contengono
i canali membranosi, detti dotti semicircolari (semicircular
ducts), che sono collegati con lutricolo; essi sono circondati
da perilinfa e fissati alle pareti ossee da sottili tralci connettivali. I tre dotti sono disposti perpendicolarmente luno
rispetto allaltro:
78
79
80
81
Quando una vibrazione sonora raggiunge la coclea, la finestra ovale dapprima si muove verso linterno, premendo contro il liquido della scala vestibolare. Limprovviso aumento
82
Le dierenti dimensioni e flessibilit permettono alla membrana basilare di entrare in risonanza, e dunque oscillare, solo
a determinate frequenze per ogni singola porzione di membrana. Pi ci avviciniamo allapice, pi la membrana basilare
entrer in risonanza con frequenze basse, pi ci avvicinia-
83
84
85
86
I battimenti sono considerati sgradevoli in quanto perturbano lascolto e in quanto non possibile percepire le due
frequenze esatte ma, chiamando 1 e 2 le due frequenze, si
percepisce un suono di frequenza pari (1 + 2 ) /2 . Il limite
della percezione dei battimenti indipendente dalla frequenza, essendo di 15-20 Hz per tutte le frequenze, dalle pi gravi
alle pi acute. Dato per che gli intervalli musicali sono in
scala logaritmica e non lineare, dierente per ogni intervallo
il limite di frequenza al di sotto del quale la dierenza tra
le frequenze che lo compongono minore di 20 Hz.
In figura 4.15 sono mostrati i limiti di battimento per tutte
gli intervalli della scala di giusta intonazione. La curva che
descrive il limite stata calcolata quale 0 = yx x 20, dove
x la frequenza fondamentale dellintervallo (la frequenza pi
87
88
Hz
e ritorna il valore della banda critica (met banda critica) al variare della frequenza centrale c . In figura 4.16
riprodotto un grafico nel quale possibile distinguere la erb
(la curva scura superiore) e il limite di battimento (la retta
scura inferiore parallela allasse delle x) le quali delimitano
due aree: larea dei battimenti, inferiormente, ovvero larea
entro la quale due frequenze producono battimento primario;
laera della banda critica che rappresenta larea entro la quale una frequenza si trova entro un banda critica. Al di sotto
dellarea della banda critica lintervallo verr percepito come
sgradevole e al di sopra come non sgradevole. Non utilizziamo appositamente il termine consonante dato che, come
abbiamo gi visto, questo termine in musica ha un preciso
significato armonico. La non sgradevolezza definita pi
89
90
91
92
93
5 Consonanze e
dissonanze in giusta
intonazione
bbiamo visto nel precedente capitolo come il fenomeno
A
dei battimenti primari e della larghezza di banda critica
possano spiegare alcune delle propriet di alcuni intervalli de-
Lintervallo di unisono lintervallo consonante per definizione visto che formato dalla stessa nota suonata contemporaneamente, dunque possiamo non occuparcene ma posturarlo in quanto base dei concetti di semplicit e complessit
che stiamo per introdurre. Possiamo subito notare un fatto
molto importante: quelle che sono definite consonanze perfette hanno rapporti molto semplici e indicando con N il
95
st
CP
1P
2m
1/2
11/2
7M
16
15
9
8
6
5
5
4
4
3
45
32
3
2
8
5
5
3
9
5
15
8
8P
2M
3m
3M
4P
4
5P
6m
6M
7m
21/2
31/2
41/2
10
51/2
11
12
CI
96
N
1
M
M
T1
N
Pertanto
N T2 = M T1
Dunque lN
periodo del suono di frequenza 2 coincide
con lM esimo periodo del suono di frequenza 1 o meglio:
esimo
aN T2 = aM T1
dove a un numero naturale maggiore di zero. Questa
uguaglianza significa che ogni aN esimo periodo di 2 coincide
con laM esimo periodo di 1 .
Dunque, minori sono M ed N , maggiore il grado di quella che chiameremo semplicit razionale tra le due frequenze.
Per lintervallo di unisono la semplicit razionale totale dato che tutti i periodi di entrambi i suoni coincidono perfettamente. Per lintervallo di ottava, definito dalla ratio 2/1,
consegue che tutti i periodi di 2 coincidono con 1 ogni 2
periodi di questultima. Ecco perch note a distanza di ottava vengono chiamate con lo stesso nome. Se estendiamo,
possiamo dire che per due frequenze con ratio 2n /1, tutti i
periodi della frequenza pi grave coincidono con un periodo della frequenza pi acuta ogni 2n . Allaumentare di N
ed M , diminuisce quindi la semplicit razionale tra le due
97
ratio
st
CP
1P
8P
12
5P
31/2
4P
21/2
6M
41/2
3M
3
2
4
3
5
3
5
4
6
5
8
5
9
5
9
8
15
8
16
15
45
32
11/2
10
51/2
11
1/2
3m
6m
11
7m
12
2M
15
7M
21
2m
29
75
CI
98
99
100
101
102
= F1 . Dunque i due prodotti aggiungono una nota non appartenente allo stimolo originario. per importante notare
che la nota aggiunta dai due prodotti non completamente
estranea allintervallo suonato. Infatti, una terna F2 C3 A3
una triade maggiore di F2 a rapporti lati, con la 3M unottava sopra (decima maggiore). Dunque, suonando un C3 e
un A3 , dal punto di vista dei prodotti quadratico e cubico,
queste note non sono prima e sesta maggiore ma bens quinta giusta e decima maggiore (la terza maggiore unottava pi
acuta) di un F2 .
Questa propriet avr importanza quando parleremo delle
consonaze stonate in accordi di tre suoni e rende probabilmente conto di un particolare eetto percettivo chiamato rintracciamento della fondamentale o virtual pitch. un eetto
annoverato tra gli eetti di II ordine dovuti allelaborazione degli stimoli da parte del sistema nervoso, a dierenza di
quelli di I ordine che sono dovuti alla trasmissione dei suoni
dallorecchio esterno allorecchio interno (come gli armonici
auricolari e gli stessi prodotti dintermodulazione). Il rintracciamento della fondamentale si verifica soprattutto per suoni
complessi (contenenti armonici) a cui sia stato tolto larmonico fondamentale. Un suono di frequenza , avr armonici pari
a 2, 3, 4 . . . n e sar percepito e chiamato col nome della
frequenza fondametale. Se togliamo , la fondamentale, dalla sequenza di armonici, il suono comunque percepito come
un suono complesso di frequenza . Di fatto, il Massimo
Comun Divisore di tutti i suoi armonici, ma anche il qdf (e
il prodotto dinterferenza semplice) tra ciascun armonico e il
successivo. Dunque avremo n prodotti quadratici identici e
pari esattamente a . Questo fenomeno per si ottiene anche
suonando due note a intervallo di 5P, in cui viene generata
la sensazione di un suono pari 12 , che per anche il risul-
103
104
Continuiamo nellanalisi dei prodotti degli intervalli di giusta intonazione. Dopo la 4P, in ordine di complessit, troviamo la terza maggiore. qdf e cdf di questo intervallo non
coincidono ma il qdf pari alla frequenza fondamentale due
ottave pi grave e il cdf pari alla 5P, non presente nello
stimolo originario, unottava pi grave. utile comprendere
meglio il significato armonico dei prodotti di questo intervallo con un esempio: se prendiamo C3 come 1 e dunque E3
come 2 , avremo un qdf pari a C1 e un cdf pari a G2 , quindi
in tutto C1 G2 C3 E3 : una triade maggiore di C. La terza
maggiore definita come consonanza imperfetta, infatti possiede un IC ancora piuttosto basso e due prodotti compatibili
con il suo significato armonico.
La terza minore ha invece prodotti pi particolari ma ugualmente interessanti, ed entramni eguali alla 6m, rispettivamente tre e una ottava pi gravi. Prendiamo come esempio
un intervallo C4 E4 : avremo un cdf pari A3 e qdf a A1 .
A1 piuttosto lontano dai due suoni originari, mentre A3 si
trova solamente ad una terza maggiore da C4 . Dunque avremo (tralasciando il A1 ) A3 C4 E4 : una triade maggiore di
A. Dunque, nonostante i prodotti aggiungano una nota non
originariamente presente nello stimolo iniziale, la loro ratio
semplice. La terza minore definita musicalmente come consonanza imperfetta ed lultima delle consonanze in ordine
ascendente di complessit.
Immediatamente dopo la terza minore, troviamo dunque
la prima dissonanza media propriamente detta: la sesta minore con qdf pari alla terza minore unottava sotto e cdf
pari alla sesta minore due ottave pi grave. Notiamo una
certa somiglianza con i prodotti della 3m, infatti usando come esempio C4 A4 avremo E3 come qdf e A2 come cdf,
quindi A2 E3 C4 A4 nuovamente una triade maggiore di
105
106
107
108
109
Notiamo che alcuni intervalli composti si sono infrapposti ai primi intervalli semplici (tra le consonanze perfette e
imperfette).
Dal punto di vista dellindice di complessit la 12P, che
corrisponde alla 5P unottava pi acuta (ed esattamente il
3 armonico della fondamentale), risulta pi semplice della
5P stessa, anche se non possiede la caratteristica di avere
qdf e cdf identici come la quinta giusta. Ha comunque
un prodotto quadratico e cubico rispettivamente pari alla
fondamentale unottava pi acuta (8P, il 2 armonico) e la
110
realt anche 76 un intervallo storicamente usato pi volte e chiamato tono supermaggiore nella musica bizantina, che amalgamava
111
112
Tp
SD
Ne deriva che:
il tono piccolo (Tp) la somma di un semitono diatonico
e di un semitono cromatico, SD + Sc = 112 + 70 = 182
cents;
la somma di due semitoni cromatici (2Sc) o di due
semitoni diatonici (2SD) non un tono, 2SD = 2Sc =
TG = Tp;
il tono grande (TG) non pu essere ridotto a somme di
semitoni cromatici o diatonici.
Convertendo gli intervalli della scala di giusta intonazione (e
omettendo per ora 2m e 4, prendendo in considerazione solo
le note della scala maggiore e della minore naturali) in cents,
otteniamo la sequenza di rapporti di tono e semitono di figura
6.1.
114
115
Dove:
25
24
16
15
10
9
9
8
116
117
118
1
1
1200 log2 2 /12 = 1200
= 100 cents
12
Il temperamento uquabile crea i suoni omofoni (C e D, D
e E ecc.) ed elimina le dierenze tra tono grande e piccolo e
tra semitono cromatico piccolo, cromatico grande e diatonico. Il prezzo da pagare una non perfetta intonazione degli
strumenti sulla tonalit e una lieve increspatura che si traduce in una percezione di ruvidit del suono e nei battimenti
chiamati da mistuned consonances anche sulle consonanze
perfette e imperfette.
Dato lampio utilizzo moderno delle dissonanze forti, questa lieve ruvidit delle consonanze perfette e imperfette del
temperamento equabile non ha praticamente alcun eetto
sulla resa globale della riproduzione di un brano musicale,
soprattutto se suonato da strumenti a corda che sono soggetti al fenomeno della inarmonicit. Quando una corda vibra,
aumenta nel suo movimento sia la sua tensione che la sua lunghezza; queste dierenze causano unintonazione non precisa
soprattuto degli armonici del suono prodotto. Se ascoltiamo
per unarmonia suonata in giusta intonazione da strumenti
che possono farlo e che per motivi fisici o matematici seguono maggiormente la teoria (come gli organi a canne oppure
lattuale musica elettronica) e la confrontiamo subito dopo
con lo stesso brano in temperamento equabile, avremo una
chiara percezione di cosa sia lerrore dintonazione introdotto
dal temperamento a gradi equalizzati.
Oltre agli intervalli gi visti, possiamo riconoscerne altri
nella scala di giusta intonazione:
19.5525 cents (C135/128 D16/15 ; F45/32 G64/45 ; A225/128
B16/9 ) pari a 2048
2025 che chiameremo per comodit lim119
120
Sigla
Ratio
cts
Limma mimimo
Lm
2048
2025
19.55
Comma sintonico
CS
81
80
21.51
Limma massimo
LM
3125
3072
29.61
Comma composto
CC
128
125
41.06
CS+Lm
Sc
25
24
70.67
CC+LM
SC
135
128
92.18
Sc+CS
Semitono diatonico
SD
16
15
111.73
Sc+CC
Tono piccolo
Tp
10
9
182.40
SD+Sc
Tono grande
TG
9
8
203.91
Tp+CS
Vediamo che invece non esattamente cos: la quarta giusta della relativa minore decisamente crescente rispetto alla
quarta giusta di giusta intonazione. Dunque avremmo bisogno di unulteriore rapporto 27
20 da inserire nel gi complesso
schema visto in precedenza.
Il tentativo della definizione di una scala a giusta intonazione, inizia come sappiamo con Pitagora nel vi secolo a.C.
Lidea inziale di Pitagora fu di sovrapporre dodici quinte giuste, riportando nellottava (se necessario) ogni suono generato, al fine di ottenere 12 note per ottava e un ultimo suono (il
dodicesimo) che fosse il pi possibile simile allottava e che
avesse pertanto un rapporto con la prima nota generatrice il
pi possibile simile a 2. A parte la complessit dei rapporti
121
7M
1P
2M
3M
4P
5P
6M
1
1
9
8
6
5
27
20
3
2
8
5
9
5
2
1
5
6
1P
15
16
2M
1
1
3m
9
8
4P
5
4
5P
4
3
6m
3
2
7m
5
3
2P
generati da questo sistema, lultima nota, che dovrebbe essere unottava sopra la fondamentale ed avere dunque rapporto
2, lievemente pi acuta superando di fatto lottava. Il loro
rapporto pu essere anche visto come il rapporto tra 12 quinte
consecutive e 7 ottave ed esprime lerrore dintonazione:
3 12
2
27
312
1.01364326
219
123
Tutti i temperamenti ovviamente producono errori dintonazione, ma quelli creati ad hoc (i temperamenti di Kirnberger, Werckmeister ecc.) sono pi parsimoniosi per quegli
intervalli pi importanti (come le terze e le consonanze perfette) mentre il temperamento equabile (dal punto di vista
matematico) una brutale forzatura dei semitoni a 100 cents,
che non tiene conto del ruolo di ciascun intervallo e/o della
sua condizione di consonanza o dissonanza, ma li equalizza
tutti. Dato il potere di discriminazione dellorecchio umano,
errori minori di 5 cents si possono considerare trascurabili
(in intervalli melodici)7 . La 2m, la 4, la 6m, la 7m e 7M,
7 Infatti,
124
125
126
127
256
243
16
15
10
9
9
8
32
27
6
5
5
4
81
64
4
3
27
20
45
32
759
542
3
2
128
81
8
5
5
3
27
16
16
9
9
5
15
9
243
128
2
1
128
129
130
Nota
C
Intervallo
Unisono perfetto
1 cent
Schisma
Diaschisma (Lm)
Comma sintonico (CS)
Comma pitagorico
Comma settimale
Limma massimo (LM)
Grande diesis (CC)
Semitono cromatico piccolo (Sc)
Diesis limma
Apotome del tono minore (SC)
Semitono equalizzato
Seconda minore (SD)
Apotome pitagorico
Tono piccolo (Tp)
E
E
F
F
G
G
A
A
B
B
Tono equalizzato
Seconda maggiore (TG)
Tono supermaggiore
Terza minore pitagorica
Terza minore equalizzata
Terza minore
Terza maggiore
Terza maggiore equalizzata
Terza maggiore pitagorica
Quarta giusta
Quarta giusta equalizzata
Tritono settimale
Quarta aumentata
Tritono equalizzato
Quinta diminuita
Tritono pitagorico
Quinta equalizzata
Quinta giusta
Sesta minore pitagorica
Sesta minore equalizzata
Sesta minore
Tredicesimo armonico
Sesta maggiore
Sesta maggiore equalizzata
Sesta maggiore pitagorica
Settimo armonico
Settima minore pitagorica
Settima minore equalizzata
Settima minore
Settima maggiore
Settima maggiore equalizzata
131
132
7 Le consonanze stonate
fenomeno dei battimenti da consonanze stonate, bcs
Inell(mistuned
consonances, termine introdotto da Bosanquet
1881), strettamente imparentato col fenomeno dei bat-
133
7 Le consonanze stonate
134
135
7 Le consonanze stonate
lineare fosse comunque la pi comunemente accettata, diversi ricercatori tentarono di fornire una spiegazione matematica
e fisica del fenomeno che non comprendesse eetti distorsivi
dellorecchio interno. Anche il fenomeno dei bcs in accordi di
tre toni venne studiato fin dalla prima met del 1800; solo nel
1902 ter Kuile riusc a dimostrare che la frequenza dei bcs in
questi casi era legata alla forma (inviluppo) dellonda risultante. Questo studio rese ancor pi probabile la possibilit
che anche i bcs per due toni fossero dovuti ad un evento fisico
e non a distorsioni non lineari dei nostri apparati percettivi.
Adoggi la questione sui bcs ancora aperta e numerosi
studi sono ancora in atto per comprendere quali siano le nostre strutture (anatomiche e/o neurali) che ne rendano possibile la percezione. Rimane comunque indubitabile il fatto
che i bcs sono una propriet fisica e matematica delle onde dovuta a semplici fenomeni dinterferenza: alcuni di essi
sono chiaramente percepibili altri meno chiaramente, esattamente come quelli che chiamiamo battimenti primari che
entro determinati limiti (non pi di 20 Hz) possono essere
percepiti dalludito umano. proprio di questo che ci occuperemo, illustrando un sistema matematico semplice in grado
di spiegare e prevedere le frequenze dei battimenti primari da
consonanze stonate.
Prima di iniziare, vorremmo per sottolineare limportanza
di questi studi nellattuale panorama musicale moderno. Abbiamo infatti accennato al fatto che per gli strumenti a corda,
a causa della inarmonicit delle corde, la teoria non pu essere applicabile alla lettera, cosa che invece era (ed ancora)
valida per gli organi a canne. Ciononostante, la recente introduzione della musica elettronica in moltissimi generi musicali,
dalla classica al jazz, dal pop alla musica davanguardia, risolleva il problema della esatta descrizione matematica dei
136
137
7 Le consonanze stonate
1
1
T2 =
1
2
138
2 in modo tale che le due onde partano in fase da +1, allistante t = 0. Chiameremo la frequenza del battimento,
sia primario che da consonanza stonata (bcs).
139
7 Le consonanze stonate
In questo caso, t il tempo e lo leggeremo dunque sullasse
delle ascisse, mentre londa del moto oscillatorio e ne
leggeremo lintensit sullasse delle ordinate1 .
Prendiamo dunque 10 periodi di T1 e T2 : 0.01 10 = 0.1
sec, e vediamo cosa succede (fig. 7.2).
140
Quello che vediamo in basso una modulazione dampiezza tra frequenze vicine, quindi una modulazione in ampiezza
dellonda risultante sum dovuta allo sfasamento progressivo
delle due onde componenti (che sar percepito come battimento primario). Quando i picchi delle onde componenti
tornano in fase o in quasi-fase (vedi oltre) lampiezza del-
141
7 Le consonanze stonate
londa risultante si avvicina al picco massimo di 2, quando
invece le due onde sono in opposizione di fase (una a 1 e
laltra a +1) londa risultante a zero. Queste due situazioni
vengono denominate rispettivamente interferenza costruttiva
e interferenza distruttiva. Nel battimento primario, si alternano interferenza costruttiva e distruttiva ogni 1/ || secondi.
La modulazione dampiezza, e quindi anche il battimento primario, esattamente uguale al modulo dellerrore introdotto
|| = |2 1 | ed descritta dalla curva di inviluppo (Esum ,
Envelope), che una curva contemporaneamente tangente a
tutti i picchi dellonda di cui descrive il profilo. Abbiamo aggiunto un coeciente grafico nelle immagini, perch quando
lanalisi si complicher, avremo bisogno di distinguere chiaramente Esum da sum . Per motivi che saranno chiari tra poco
chiameremo larghezza di banda (bw, band width) la dierenza tra le due frequenze componente 1 e 2 ; avremo dunque
una frequenza della larghezza di banda:
BW = 2 1
Lequazione dellonda di inviluppo (londa E in fig. 7.3), dipende direttamente dalla frequenza della larghezza di banda
(bw). Esprimiamo quindi lequazione dellonda di inviluppo
in funzione del tempo t e di BW
Esum = |2A cos(BW t)|
= |BW | = |2 1 | = ||
142
143
7 Le consonanze stonate
3. Rettificazione a doppia semionda positiva. In questo
caso vengono contemplati tutti i valori di ma anche i
valori negativi vengono resi positivi. Matematicamente
equivale a R+ = ||. Quando positiva R+ = e
quando negativa R+ = .
4. Rettificazione a doppia semionda negativa. lopposto
della precedente: tutti i valori di sono contemplati ma
i valori positivi sono resi negativi. Equivale a R =
||. Quando positiva R = e quando
negativa R = .
Data la forma dellinviluppo superiore e inferiore dellonda somma nei bcs, utilizzeremo onde rettificate a doppia
semionda positiva per linviluppo superiore e rettificate a
doppia semionda negativa per linviluppo inferiore. Notiamo
anche che la periodicit di onde sinusoidali semplici (come
quella in figura 7.4) rettificate a semionda singola sempre
2, mentre per quelle rettificate a doppia semionda la met
essendo periodiche per (come le onde che descrivono i bcs).
144
145
7 Le consonanze stonate
partono in fase +1 e dunque londa somma al suo massimo
assoluto. Per la fase = 0 le due onde partono in fase a 0
e dunque londa somma raggiunger il suo picco massimo ad
un determinato tempo tmax . Osserviamo londa somma entro
1 secondo da t = 0 a t = 1, per due frequenze 1 = 50 Hz e
2 = 49 Hz, e quindi = 1 Hz (figura 7.6).
Notiamo chiaramente il battimento primario di 1 Hz. Nonostante le due onde non partano in fase a +1 in t = 0,
linviluppo primario si contrae fino allo zero (interferenza
distruttiva) per t = 0.5 secondi e lampiezza dellonda somma
massima (interferenza costruttiva) per t 0 e t 1. In
questo caso per, le onde componente non sono in opposizione di fase in t = 0.5 ma sono in fase a zero. Infatti, ponendo
t = 0.5 otteniamo
sum = sin (250 0.5) + sin (249 0.5) = sin 50 + sin 49
Essendo la funzione seno periodica per 2, qualunque angolo pari ad n2 + . Quindi possiamo scrivere:
sum = sin (25 2) + sin (24 2 + ) = sin 0 + sin = 0
146
147
7 Le consonanze stonate
Notiamo che le due onde hanno una fasatura un po particolare. Non sono infatti perfettamente in fase ad ogni picco,
ma ogni due picchi di 2 , corrispondenti a 2T2 = T1 secondi.
Notiamo anche per che in questo caso la curva di inviluppo
non pi una linea retta come nel caso dellunisono. Infatti,
prima nemmeno lavevamo notata se non dopo lintroduzione dellerrore che ha causato il battimento primario. Ora,
pur essendo sempre tangente a tutti i picchi positivi di sum ,
non ne descrive pi il profilo superiore, ma ne circoscrive dei
148
1
BW
In questo caso, essendo BW = 100 Hz, avremo un periodo di banda TBW = 0.01 sec = T1 . Notiamo anche che la
frequenza della bw uguale a 1 . Non un caso e ce ne
occuperemo tra poco. Scendiamo ora pi nel particolare, a
0.02 secondi = 2T1 e portiamo graficamente londa Esum a
livello di sum , ponendo uguale a zero il coeciente grafico
che abbiamo usato per portarla al di sopra dellonda somma
(figura 7.9).
Vediamo che londa dinviluppo circoscrive appunto un area
di sum (la parte in grigio) e delle sue componenti in cui il
loro comportamento risulta simmetrico e costante nel tempo.
Ora introduciamo un errore su 2 e prendiamo per esempio
2 = 215 Hz (figura 7.10 superiore).
149
7 Le consonanze stonate
150
.
Dobbiamo prima vedere cosa succede per due frequenze in
cui 2 = 32 1 quindi per due suoni in intervallo di quinta
giusta. Prendiamo sempre 1 = 100 e dunque 2 = 32 100 =
150 Hz. In questo caso avremo T1 = 0.01 sec, T2 = 0.006 sec,
BW = 50 Hz e TBW = 0.02 sec (figura 7.11 superiore).
Notiamo anche in questo caso una perfetta regolarit dellonda sum , in moduli di TBW secondi circoscritti dallonda
di inviluppo Esum . Londa ora una linea retta, esattamen-
151
7 Le consonanze stonate
te come era una linea retta londa Esum nel caso dellunisono
perfetto. Passiamo a vedere nel particolare cosa succede:
scendiamo a 0.04 secondi = 2TBW (figura 7.11 inferiore).
Londa di inviluppo delimita il periodo regolare di banda
TBW che possiamo anche chiamare lunit di sintonia della
coppia di frequenze, un modulo speculare che si ripete costante nel tempo. Notiamo che le onde sono in fase a +1
ogni due picchi di 1 e ogni 3 picchi di 2 .
In realt infatti, TBW corrisponde alla unit di sintonia
152
(N + 1) 1
1
1 =
M
M
M T1
N
Quindi
N T2 = M T1
Questo equivale a prendere M periodi di 1 e dividerli
in N parti uguali. dunque evidente che questa suddivisione
si ripeter ogni M periodi di 1 , equivalenti ad ogni M T1
secondi. Laddove questa regola non rispettata (asterischi
in figura 7.12) perch in realt ci troviamo di fronte ad
una frazione non ridotta ai minimi termini. Infatti, riguardo
alle apparenti eccezioni di figura 7.12, in ordine da sinistra
verso destra e dallalto verso il basso, sono le frazioni: 42 che
corrisponde a 21 ; 64 che corrisponde a 32 ; 63 che corrisponde a
2 6
3 8
2
1 ; 2 che corrisponde a 1 ; 4 che corrisponde a 1 .
153
7 Le consonanze stonate
Figura 7.12: N T2 = M T1
sum dt = 0
t0
|sum | dt =
t2+Ts
t2
|sum | dt
In qualunque periodo di tempo t = TS la superficie, corrispondente alla somma dei valori assoluti dellarea superiore
154
N
M
3
2
|sum | dt 0.0161
Asup + |Ainf | = k
Asup = Ainf =
k
2
Torniamo alla quinta giusta. Se ora introduciamo un errore, per esempio di 3 Hz, ci aspetteremmo di trovare un
battimento di 3 Hz (figura 7.14).
Invece troviamo un battimento di 6 Hz, nuovamente non
descritto dallonda inviluppo Esum ma dallonda . BW
155
7 Le consonanze stonate
156
con R Q
quindi da un rapporto R a meno di un errore , attualmente non noti. A sua volta R pu essere espresso come:
R =
N
M
con N, M N+
1
BW
157
7 Le consonanze stonate
importanza nella comprensione della natura del battimento
da consonanza stonata. Infatti la reale frequenza modulante
in questo caso non 2 ma BW ed, in particolare proprio il
rapporto tra 1 e BW . Se infatti torniamo al caso dellottava perfetta, otterremo RBW = 100/100 = 1, quindi 1 e BW
sono perfettamente allunisono. Nel caso invece di 2 = 215,
il rapporto tra 1 e BW si pu chiamare un unisono calante:
1 troppo grave rispetto a BW = 115. Per ottenere degli
strumenti matematici da poter applicare anche alle successive consonanze, procediamo come segue. Arrotondiamo RBW
al pi vicino intero e chiamiamo RBWp il risultato; per questa
operazione useremo il simbolo x , dove x la variabile da
arrotondare al pi vicino intero.
RBWp = RBW
otteniamo RBWp (perfect band width ratio) il rapporto che
dovrebbe esserci tra 1 e BW se le due frequenze fossero
in rapporto armonico (anche di unisono, come nel caso dellottava perfetta). Da questo semplice rapporto possiamo
ricavare tutto quello che ci serve. Infatti, dato che conosciamo ora quale dovrebbe essere il rapporto consonante tra 1 e
BW possiamo ricavare lerrore di intonazione tra 1 e BW .
Sappiamo infatti che la relazione tra 1 e BW (esattamente
come la relazione tra 1 e 2 ) pu essere scritta nella forma:
1 = RBWp BW +
Da cui possiamo facilmente ricavare che
= 1 RBWp BW
Il modulo di la frequenza del battimento da consonanza
stonata esattamente come il modulo di era la frequenza
158
= sin 2 1
(2 1 ) t +
2 1
Ecco dunque la formulazione dellonda che descrive il
battimento bcs2 .
Da RBWp per possiamo ricavare anche altre informazioni. Poniamo di avere due frequenze 1 e 2p , in relazione di
consonanza perfetta senza errori e quindi tali per cui
2p =
M +1
1
M
M +1
1
1 1 =
M
M
159
7 Le consonanze stonate
Quindi
M=
1
BWp
Dato che RBW il rapporto 1 /BW e che RBWp il rapporto che dovrebbero avere 1 e BW se il loro rapporto fosse
pari ad un intero positivo, possiamo porre
M = RBWp
E dunque ricavare sia il denominatore che il numeratore
della frazione N/M che esprime lintervallo di giusta intonazione delle frequenze 1 e 2 e anche lerrore . Infatti:
N =M +1
N
1
M
Dalla relazione tra RBWp ed M, possiamo inoltre comprendere meglio la frequenza del battimento = ||, infatti
sappiamo che
= 1 RBWp BW
= 2 2p = 2
M +1
= 1 M (2 1 ) = 1 M
1 + 1 =
M
= 1 1 M 1 + M 1 M = M
= |M |
160
161
7 Le consonanze stonate
162
163
7 Le consonanze stonate
164
M 2 = N 1
Non facciamoci ingannare dalla forma di questa relazione.
Sembrerebbe a prima vista che lM esimo armonico di 2 sia
uguale allN esimo armonico di 1 . Sebbene questo sia vero nei
suoni reali, noi stiamo trattando suoni puri, senza armonici.
Dunque questa relazione ha in realt un altro significato. Per
capirlo dobbiamo analizzare il rapporto tra i periodi delle due
frequenze e, sapendo che T = 1/, possiamo aermare che:
T2 =
M
T1
N
E che:
N T2 = M T1
Ora pi chiaro: lN
periodo di 2 coincide con lM esimo
periodo di 1 . Se infatti prendiamo per esempio due frequenze 1 = 200 e 2 = 300, in rapporto di quinta giusta 32 e
esimo
165
7 Le consonanze stonate
osserviamo in un arco di tempo pari a 8T1 = 0.08 sec, per
avere una visione sucienetemente ampia (figura 7.15), vedremo confermata la nostra aermazione, infatti il secondo
periodo di 1 coincide con il terzo periodo di 2 .
166
Ora introduciamo un errore , per esempio di 2 Hz, e osserviamo cosa accade. Come gi sappiamo le due frequenze si
sfasano. E lsph? Nel precedente caso, con = 0, possiamo
dire che
M 2 N 1 = 0
infatti le due frequenze sono perfettamente coincidenti,
tanto che le abbiamo chiamate con un nome solo (sph). Se
ora per poniamo = 0, avremo che
2 =
N
1 +
M
E dunque:
M 2 N 1 = M
Quindi non possiamo pi parlare di frequenza sintonica,
dato che tra le due frequenze esiste un errore pari ad M .
Parleremo impropriamente quindi di una coppia di armonici
fantasma apotonici (aph, apotonic phantom harmonics),
167
7 Le consonanze stonate
1 e 2 . Dunque avremo
1 = N 1 2 = M 2
Nel nostro caso quindi 1 = 600 Hz e 2 = 604 Hz. Per
non complicare la visuale nel grafico, non utilizzeremo le onde
ma le loro derivate prime poste uguali a zero; osserveremo
quindi una serie di linee verticali corrispondenti ai picchi delle
onde delle due frequenze apotoniche (figura 7.17).
= sin 21 t + 2 + sin 22 t + 2
Se espandiamo fino ad un secondo (figura 7.18 inferiore)
allunit di tempo, vedremo chiaramente un battimento primario nellonda somma della coppia di armonici fantasma
168
169
7 Le consonanze stonate
aermare che il suo inviluppo primario sar
E = 2 cos ( |1 2 | t)
E quindi, sostituendo la dierenza tra gli aph con M e ponendo il valore assoluto, dato che, come prima, ci interessano
solo i picchi positivi:
E = |2 cos ( |M | t)|
Che la descrizione del battimento bcs di una qualunque
N
coppia di frequenze 1 e 2 in rapporto di M
+ e avr dunque
frequenza pari ad M .
La definizione, di fatto impropria, di armonici fantasma
pu per trarre in inganno. Infatti, sappiamo che nella coclea, a causa di fenomeni distorsivi, sono generati gli armonici
auricolari. Si potrebbe dunque pensare che la percezione dei
bcs possa dipendere dai battimenti tra gli armonici auricolari
N 1 e M 2 . Dato per che studi in merito hanno dimostrato
che mascherando gli armonici auricolari il bcs ugualmente
percepito necessario rivedere il significato della relazione
|N 1 M 2 | = |M | anche perch nella nostra simulazione
grafica e matematica i due armonici non erano eetivamente
presenti, n le funzioni hanno subito alcuna distorsione non
lineare, ma la nostra era semplicemente una interpretazione
matematica di un fenomeno. Nuovamente, utile pensare
pi ai periodi che non alle frequenze. N 1 la frequenza di
un periodo 1/N 1 ed M 2 di un periodo 1/M 2 . Questi due
periodi sono lespressione in secondi della coincidenza tra i
picchi di 1 e di 2 . Quando sono dierenti a causa di un
errore applicato a 2 , i picchi prima coincidenti delle due
frequenze subiscono un eetto simile a quelle che in ottica
170
Quando le rette si sovvrappongono vediamo zone pi chiare, quando di allontanano zone pi scure. Questo equivale
ai battimenti in acustica: quando i picchi dei periodi si sovrappongno in fase sentiremo un aumento dellintesit del
suono, quando invece si sovrappongono in controfase una diminuzione dellintensit (De Morgan descrisse questo eetto
come periodicit di variazione della forma donda). Dunque,
nel caso di una consonanza (anche impropria) senza errore
dintonazione i due periodi 1/N 1 ed 1/M 2 coincidono e
rappresentano il tempo in secondi in cui i periodi di 1 si sovrappongono regolarmente con i periodi di 2 . Non avremo
dunque alcuna frangia di moir acustica.
Se stoniamo 2 di un errore compariranno le frange perch i due periodi 1/N 1 e 1/M 2 non saranno pi identici.
171
7 Le consonanze stonate
dunque verosimile che, a prescindere dai possibili armonici auricolari dei prodotti di distorsione della coclea, queste
frange di moir acustiche si ripercuotano sulle modalit di
vibrazione della membrana basilare oppure della membrana
tectoria, al seguito delle quali lOrgani del Corti invier impulsi nervosi fino alla corteccia uditiva la quale interpreter
questi segnali come battimenti. Dunque la membrana del
timpano, gli ossicini, i liquidi interni della coclea e la membrana tectoria vibreranno riproducendo anche le frange di
moir dintensit sonora dello stimolo. Il fatto che la membrana basilare sia tonotopica e che dunque entri in risonanza
per specifiche frequenze ogni specifica porzione e che quindi
non vibri consensualmente allonda somma per tutta la sua
lunghezza ma alle frequenze singole in porzioni diverse, non
toglie il fatto che comunque posta in vibrazione da unonda
somma contenente nel suo inviluppo pi esterno delle frange
di moir acustiche che potrebbero ripercuotersi non tonotopicamente sulla membrana basilare (mb) stessa oppure sulla
membrana tectoria (figura 7.20).
anche importante notare che pi le due frequenze sono
lontane, o meglio pi aumenta il loro rapporto, meno il bcs
percepibile. Questo potrebbe significare che esiste una seconda banda critica pi estesa, una zona della mb compresa
tra due porzioni tonotopiche per due frequenze, che possa
risentire delle frange di moir create dalla vibrazione delle
due porzioni, per frequenze con rapporto pari a consonanze
stonate. Abbiamo anche notato che allaumentare di N diminuisce lintensit di variazione nellinviluppo. Questo dunque
non incompatibile con lipotesi di oscillazioni non tonopiche
della mb nella zona compresa tra le due frequenze.
Gli attuali metodi di misurazione dei pattern di vibrazione della membrana basilare (mb) potrebbero non essere in
172
grado di riconoscere simili eventuali microscopiche oscillazioni. Vi sono infatti quattro metodi utilizzati e descritti in
letteratura:
1. Tecnica Mssbauer: questa tecnica prevede lutilizzo di
una piccola sorgente di fotoni gamma posta sulla superfice della mb e un sistema di detezione dellenergia
dei fotoni. Data la non-linearit della sorgente stessa le
misurazioni sono spesso confuse soprattutto per quanto riguarda vibrazioni conseguenti a due o pi suoni
173
7 Le consonanze stonate
contemporanei
2. Sonda capacitiva: consiste nel misurare la capacit elettrica tra la mb ed un elettrodo fisso separati da mezzo
non conduttore (aria); comporta lasportazione della
maggiore parte della perilinfa della scala timpanica nel
sito di misurazione, dunque sebbene sia lineare e molto
sensibile, la membrana basilare resta coperta solo da
un sottile strato di fluido, il che oltre a poter dare risultati non completamente attendibili, causa danni alla
mb stessa
3. Metodi ottici con laser eterodino: non comportano interventi chirurgici sullanimale ma possono al massimo
rilevare spostamenti della mb dellordine dei nm pari
a 109 metri, mentre sappiamo che il minimo spostamento utile della mb 1013 metri, quattro ordini di
grandezza pi piccoli di quelli rilevabili con queste tecniche che inoltre possono sorire di eetti di non linearit e modulazioni di fase e frequenza (alcuni studi
suggerirebbero anche che lattendibilit dei risultati e
la profondit di rilevazione di queste tecniche non siano
cos elevate come riportato in letteratura)
4. Metodi ottici con bersagli riflettenti: prevedono luso
dellinterferometria ottica. Consistono sostanzialmente
nella asportazione della membrana della finestra rotonda e nel posizionamento di grani di vetro rivestiti in oro
sulla superfice della mb; la finestra rotonda viene poi
richiusa con un sottile strato di vetro per permettere
la misurazione tramite linterferometro posto allesterno della coclea. Linvasivit chiurgica di queste tecniche dunque piuttosto elevata e pu causare danni
174
7 Le consonanze stonate
AM
sin (2 (C M ) t) +
2
AM
sin (2 (C + M ) t)
2
176
AM
AM
sin (2 (C M ) t)+
sin (2 (C + M ) t)
2
2
Poniamo ora
1 = C M
2 = C + M
E sostituiamo:
signal =
AM
AM
sin (21 t) +
sin (22 t)
2
2
177
7 Le consonanze stonate
esprimendo M e C in funzione di 2 e 1 nella prima forma
di signal . Possiamo dire che
C =
2 + 1
2
perch
C = 2 M
M = C 1
quindi
C = 2 C + 1
2C = 1 + 2
Allo stesso modo possibile ottenere che
M =
2 1
2
Dunque, con AM = 2:
2 1
2 + 1
signal = AC + 2 cos 2
t sin 2
t
2
2
pertanto
signal
2 + 1
= AC sin 2
t + sin (21 t) + sin (22 t)
2
178
2 1
2 + 1
signal = 2 cos 2
t sin 2
t
2
2
signal = sin (21 t) + sin (22 t)
Il che significa che la somma di due onde di frequenza 1 e
2 pu anche essere interpretata come unonda di frequenza
2 +1
(la portante soppressa) modulata in ampiezza con fre2
1
quenza 2
(il messaggio). Facciamo un esempio pratico:
2
1 = 100 Hz e 2 = 110 Hz. Avremo:
signal = 2 cos (25t) sin (2105t)
signal = sin (2100t) + sin (2110t)
Sappiamo che la somma di queste due onde dar un battimento di 10 Hz e che verr percepita un frequenza pari alla
media aritmetica delle due frequenze componente. Infatti,
vediamo che C = 105 Hz (la frequenza percepita) e che la
sua ampiezza modulata a 5 Hz, o meglio a 2 5 = 10 Hz
quindi cos (10t), perch ad ogni picco negativo corrisponde
un picco positivo e viceversa. Dunque abbiamo una descrizione del battimento primario che il messaggio (M ) della
trasmissione. Notiamo anche che il termine
2 cos (25t)
linviluppo Esum dellonda somma.
Poniamo ora 1 = 100 e 2 = 150 Hz, quindi 2 = 32 1 la
sua quinta giusta.
signal = 2 cos (225t) sin (2125t)
179
7 Le consonanze stonate
signal = sin (2100t) + sin (2150t)
Da notare che la portante soppressa C = 125 Hz la
terza maggiore di 1 e che il messaggio M = 1 /4 o meglio
1 = 4M : 1 unarmonico del messaggio. Ma anche M =
2 /6 quindi 2 = 6M : anche 2 unarmonico del messaggio.
In generale, possiamo dire che
1 = 2M M
2 = 2N M
Le due frequenze componente sono armonici del messaggio
secondo il rapporto N/M . Questo valido solo per le consonanze propriamente dette dove N = M + 1. Se ora esprimiamo 2 in funzione di 1 in una consonanza priopriamente
detta (N = M + 1) a meno di un errore
2 =
M +1
1 +
M
e ricaviamo M in funzione di 1
M =
M +1
M 1
+ 1
M 1 M 1 + 1 + M
1 + M
=
=
2
2M
2M
e in funzione di 2
M =
M 2 M
M +1
M 2 + 2 M 2 + M
2 + M
=
2 (M + 1)
2 (M + 1)
Quindi
2M M = 1 + M
2 (M + 1) M = 2 + M
180
risuonatori di Helmholtz sono, nella forma pi classica, contenitori in vetro che entrano in risonanza ad una determinata frequenza.
Una semplice bottiglia di plastica, pu funzionare come un risuonatore di Helmholtz (la frequenza caratteristica di una bottiglietta da
0.5 litri varia da 190 a 210 Hz circa). Le sue applicazioni sono molteplici, dalla aeronautica ai circuiti elettronici ecc. La mb funziona
come una batteria di risuonatori di Helmholtz: ogni singola porzione della mb risuona ad una determinata frequenza a causa delle sue
caratteristiche.
181
7 Le consonanze stonate
Dunque, supponendo la membrana basilare funzioni perfettamente 4 come un risuonatore di Helmholtz, non pu entrare
in risonanza n con la portante soppressa n col messaggio
modulato nel segnale. Ci non toglie che per frequenze sufficientemente vicine, la porzione di mb compresa tra di esse
possa mostrare lievi oscillazioni dovute allinviluppo secondario dellonda a cui sottoposta e le cui componenti sono
entrate in risonanza con le rispettive zone tonopiche della
mb. Inoltre, aggiungendo la portante o comunque una terza
frequenza compresa tra le due (quindi un bcs dovuto a tre
frequenze di cui ci occuperemo nel Capitolo 10) il battimento
pi facilmente percepibile, a sostegno del fatto che potrebbe
proprio essere la porzione compresa tra le due frequenze pi
grave e pi acuta a inviare informazioni al sistema nervoso
centrale.
N
sum = sin (2t + ) + sin 2
+ t+
M
N
sum = sin (2t + ) + sin 2 t + ( + 2t)
M
182
1
M
m
M
m
M
= m
183
7 Le consonanze stonate
Dunque in questo caso le due onde saranno in fase per
t = n/ = nM/m.
184
|N 1 M 2 |
M
N
|N 1 M 2 |
1 +
M
M
185
7 Le consonanze stonate
mano che si scoprono nuove interazioni tra le strutture
della mb e della coclea nel suo complesso.
2. bcs come eetto di I ordine.
a) Per interazione degli armonici auricolari. una
delle prime ipotesi formulate. stato per dimostrato in letteratura che il mascheramento degli armonici auricolari (corrispondenti in questo caso a
quelli che abbiamo chiamato phantom harmonics)
non impedisce la percezione dei bcs.
b) Per interazione dei prodotti di intermodulazione.
Anche questa ipotesi suggerirebbe un ruolo della
non-linearit della distorsione dellorecchio. Studi
hanno per dimostrato che anche a volumi contenuti, al di sotto della soglia di distorsione, i bcs
possono essere percepiti.
c) La mb non un perfetto risuonatore di Helmholtz. In questo caso si ipotizza che la mb non segua
perfettamente la teoria ma che possa subire oscillazioni non tonotopiche causate dallonda trasmessa allinterno della coclea. Fu formulata per primo
da De Morgan in 1864.
d) Oscillazioni della mb nella porzione compresa tra
le due regioni tonotopiche. lipotesi di cui abbiamo parlato in precedenza: la mb oscillerebbe
non tonopicamente ma riproducendo alcune delle
propriet dellonda somma, nella zona compresa
tra la regione a frequenza di risonanza pi grave e
quella pi acuta.
e) Oscillazioni e onde di superficie della membrana
tectoria. Questa forse lipotesi che si sta studian-
186
187
8 Sintonie
questo capitolo analizzeremo un semplice esperimento
Isunquelle
grafico che sar in grado di fornirici ulteriori informazioni
che chiameremo sintonie.
Quello che faremo lequivalente grafico di una tecnica
molto usata in psicoacustica: combineremo un tono fisso con
uno sweep. Uno sweep un suono (puro o complesso) che, in
un lasso di tempo predeterminato, aumenta in frequenza da
una frequenza iniziale 0 ad una frequenza finale max . Lo
sweep utilizzato da solo, non combinato, anche in otorinolaringoiatria (per esempio, per tracciare laudiogramma) e in
acustica tecnica per sondare la risonanza degli ambienti e per
misurare il range di riproduzione degli altoparlanti.
Noi useremo le onde di due toni puri, uno fisso e uno sweep,
per ottenere un semplice grafico che possa mostrarci tutti gli
stati sintonici di due frequenze nellarco di una ottava. Utilizzeremo dunque lo sweep come la manopola di sintonia di
una radio: ai contorni di una stazione di sintonia vedremo
delle bande (i bcs) e sapremo che al loro centro ci sar un
particolare rapporto che chiameremo sintonico e che andremo
a calcolare.
189
8 Sintonie
(t + )
2 t
[2 ( + kt) + ] = + t
2 t
190
1
2
t
var = sin 2 +
t+
2
Infatti in questo caso
1
t
1
i =
2 +
t+ =
2 ( + t) = + t
2 t
2
2
Pertanto, i di var varia da a 2 tra tmin = 0 e tmax = .
Scegliamo, per esempio, = 100 Hz e valutiamo il grafico di
i di var tra tmin = 0 e tmax = 100 (figura 8.1).
191
8 Sintonie
Come ci aspettavamo, y (= i la frequenza istantanea di
var ) varia da 100 (= ) a 200 (= 2) per x (= t il tempo)
compreso tra 0 e 100 (= ).
Dunque sweep quale combinazione di e var
t
sweep = sin 2t + 2 + sin 2 +
t + 2
2
192
unisono e dunque compaiono i battimenti primari, le modulazioni in ampiezza dellonda somma sweep . Successivamente,
troviamo le prime sintonie, per t = 10, t = 15, t = 20 e
t = 30. Come vedremo tra poco, ve ne sono molte altre, ma
queste sono talmente forti da poter essere chiaramente distinte anche in questo ampio intervallo grafico. Analizziamo
innanzitutto la sintonia per t = 30: la frequenza istantanea
di var per questo valore di t i = + t = 30 + 30 = 60 Hz.
Dunque le due componenti sono in intervallo di ottava perfetta (ratio 21 ). Infatti, i solchi dei battimenti da consonanza
stonata nellinviluppo secondario di sweep sono pi profondi che nelle altre sintonie visibili in questo grafico (escluso
lunisono): lampiezza massima di sweep nel punto di cuspide negativa dei bcs (vedi il Capitolo 11 per una trattazione
estesa dellargomento) minore rispetto alle altre sintonie,
escluso lunisono. Al centro del grafico, per t = 15 osserviamo una sintonia piuttosto marcata. La frequenza istantanea
di var in questo punto i = + t = 30 + 15 = 45 Hz.
La ratio i / pari a 32 e le due frequenze sono in rapporto
193
8 Sintonie
di quinta giusta. Per t = 10 otteniamo invece i = 40 Hz.
La ratio i / in questo caso di 43 . Pertanto i la quarta
giusta di . Per t = 20 la frequenza istantanea di var pari
a i = 50 Hz, pertanto la ratio i / corrisponde a 53 , una
sesta maggiore.
Di fatto, queste cinque ratio ( 11 , 21 , 32 , 43 e 53 ) sono, in
ordine crescente, le frazioni a minor IC , cio a minor grado
di complessit razionale: sono quindi le frazioni esprimenti
gli intervalli pi consonanti del sistema a giusta intonazione.
In ordine decrescente per consonanza e semplicit razionale
sono pertanto: unisono perfetto, ratio 11 e IC =0; ottava
perfetta, ratio 21 e IC =1; quinta giusta, ratio 32 e IC =3;
quarta giusta, ratio 43 e IC =5; sesta maggiore, ratio 53
e IC =6 (figura 8.3).
194
195
8 Sintonie
Figura 8.4: sweep per 120 i 127 Hz (in alto); 127 i 134 Hz (al
centro); 134 i 141 Hz (in basso)
196
Figura 8.5: sweep per 141 i 148 Hz (in alto); 148 i 155 Hz (al
centro); 155 i 162 Hz (in basso)
197
8 Sintonie
Figura 8.6: sweep per 162 i 169 Hz (in alto); 169 i 176 Hz (al
centro); 176 i 183 Hz ( in basso)
198
Figura 8.7: sweep per: 183 i 190 Hz (in alto); 190 i 197 Hz
(al centro); 197 i 204 Hz (in basso)
199
8 Sintonie
Figura 8.8: sweep per: ; 204 i 211 Hz (in alto); 211 i 218 Hz
(al centro); 218 i 225 Hz (in basso)
200
201
8 Sintonie
ratio 65 . Per t = 26.6 e i = 146.6 si pu intravedere una debolissima sintonia di ratio 11
9 , non
utilizzata.
148 i 155 In questo i (figura 8.5 al centro), la sintonia di terza maggiore di giusta intonazione per
t = 30 e dunque i = 150 Hz decisamente evidente, mentre possibile distinguere una pi debole sintonia per t 34.2857 e i 154.2857,
ratio 97 , unintervallo dellarmonia settimale.
155 i 162 Ritroviamo qui (figura 8.5 in basso) la sintonia forte di quarta giusta per t = 40 e i = 160
Hz, che avevamo gi potuto chiaramente distinguere nel primo grafico generale. Notiamo infatti
la profondit e lestensione dei bcs rispetto alle
precedenti sintonie pi deboli.
162 i 169 Siamo tra la 4P e la 5P e troveremo quindi
alcuni intervalli definenti il tritono (figura 8.6 in
alto). Infatti, per t = 45 e i = 165 Hz distinguiamo una debole sintonia di ratio 11
8 , mentre
per t = 48 e i = 168 Hz una sintonia pi marcata di ratio 75 , il tritono settimale. Lasterisco
per t = 48.75 e quindi i = 168.75 indica il punto in cui si trova lintervallo di quarta aumentata
di giusta intonazione di ratio 45
32 , che pertanto
sommerso tra i bcs di 75 , oltre ad avere un IC
notevolmente elevato (45 + 322 = 75).
169 i 176 Possiamo in questo i (figura 8.6 al centro) solamente intravedere una debolissima sintonia per t 51.4286 e i 171.4286 con ratio 10
7 .
202
203
8 Sintonie
9
5,
per t = 96 e i = 216 Hz. Come si vede confrontandola con la sintonia 74 del precedente i ,
lIC dei due intervalli compatibile con la forza
della sintonia infatti 74 con IC = 7 + 4 2 = 9
pi sintonico di 95 con IC = 9 + 5 2 = 12.
218 i 225 Nellintervallo dosservazione tra i = 218 e
i = 225 (figura 8.8 in basso), si distinguono solamente due debolissime sintonie per t = 100 e
i = 220 Hz (ratio 11
6 ) e per t 102.8571 e
i 222.8571 (ratio 13
7 ). A cavallo tra questo
intervallo e il successivo, si intravede la debolissima sintonia per t = 105 e i = 225 Hz, di ratio
15
8 , la settima maggiore di giusta intonazione, di
fatto definita dissonante.
225 i 246 Gli ultimi i (figura 8.9) sono completamente saturati dai bcs della consonanza forte
di ottava perfetta per t = 120 e i = 240 Hz.
Dunque, il livello di sintonia degli intervalli trovati compatibile con lindice di complessit razionale delle frazioni
corrispondenti. Possiamo, per riassumere, raccogliere tutti
gli intervalli analizzati in questo semplice esperimento, ordinandoli in ordine crescente di IC ed associando a ciascun
intervallo una osservazione di sweep per = 120 Hz in un
intervallo dosservazione t = 3 in cui al centro vi sar la
sintonia relativa (R: ratio; IC : indice di complessit razionale; I: intervallo; gli intervalli di giusta intonazione sono scritti
con la sigla corrispondente; 7m7le : settima minore settimale;
Tr7le : tritono settimale; TsM: tono supermaggiore; Tp: tono
piccolo).
204
IC
1
1
1P
2
1
8P
3
2
5P
4
3
4P
5
3
6M
Sintonia
205
8 Sintonie
206
5
4
3M
6
5
3m
7
4
7m7le
7
5
10
Tr7le
8
5
11
6m
7
6
11
TsM
9
5
12
7m
8
7
13
9
7
14
11
6
15
207
8 Sintonie
208
10
7
15
9
8
15
11
7
16
11
8
17
10
9
17
2M
Tp
13
7
18
11
9
18
13
8
19
11
10
19
15
8
23
7M
209
8 Sintonie
210
211
8 Sintonie
x
E=
y
dove x la ratio del rapporto e y lIC
ratio
E=
IC
M +1
M
E1 =
M + (M + 1) 2
212
2M 1
M
E2 =
M + (2M 1) 2
213
8 Sintonie
complessit razionale IC ) si trovano su queste due curve per
ogni valore intero di M : la ratio della frazione sullasse
delle x mentre lIC della frazione corrispondente leggibile
sullasse delle y.
Le due curve si intersecano per x = 1.5 dunque per M = 2,
N
quindi per M
= 32 la quinta giusta (5P). Infatti, per M=2
E1 =
E2 =
2+1
2
2 + (2 + 1) 2
221
2
2 + (2 2 1) 2
3/2
3/2
21
1 + (2 1) 2
1
0
1+1
2
E1 =
=
1 + (1 + 1) 2
1
In realt si possono trovare altri inviluppi secondari, come
i due inviluppi ai contorni di 5P (figura 8.14).
Linviluppo tra 43 e 32 (E1a ) dato dalle frazioni 43 , 75 ,
10 13 16
7 , 9 , 11 ecc. quindi Ni+1 = Ni + 3 ed Mi+1 = Mi + 2,
214
E1a =
3a + 1
2a + 1
(3a + 1) + (2a + 1) 2
215
8 Sintonie
parametro a, N = 3a + 2 ed M = 2a + 1, quindi
E2a =
3a + 2
2a + 1
(3a + 2) + (2a + 1) 2
E1b =
(4a + 1) + (3a + 1) 2
E2b =
7
4
E1c =
216
e 53 , E2b
5a + 2
3a + 1
(5a + 2) + (3a + 1) 2
4a + 1
3a + 1
9
7
5
4
ed E2c tra
5a + 4
4a + 3
(5a + 4) + (4a + 3) 2
12
7
7
4
E2c =
7a + 5
4a + 3
(7a + 5) + (4a + 3) 2
(a 1) N + N1
(a 1) M + M1
E=
[(a 1) N + N1 ] + [(a 1) M + M1 ] 2
dove per a = 1 la ratio pari ad N1 /M1 mentre per a
la ratio pari ad N /M . Per a = 0, la curva dellinviluppo
217
8 Sintonie
intercetta (N1 N )/(M1 /M ) = qN /qM . In figura 8.16
sono mostrati gli inviluppi primari, alcuni secondari ed alcuni
inviluppi terziari.
Le frazioni del sistema a giusta intonazione si trovano comunque sui due inviluppi principali, (E1 , E2 ed E1a , E2a ),
tranne la 4 di 45
32 che, di fatto, nellarmonia settimale stata sostituita con la pi sintonica 75 appartenente ad E1a . In
particolare, tutte le consonanze perfette e imperfette, appartengono ad E1 (figura 8.17).
Questanalisi rivela dunque importanti propriet fisiche e
matematiche delle frazioni, legate direttamente allindice di
complessit razionale IC introdotto al Capitolo 5, che pertanto si rivela essere un buon indice di dissonanza di un intervallo
armonico tra due toni puri.
218
219
9 Geometrie musicali
paralleli tra musica e geometria nel corso della storia
Ipitagorica
sono stati numerosi e anche molto complessi, dalla spirale
quale espressione geometrica della comma pitago-
221
9 Geometrie musicali
222
x2 + y 2 = 1
In coordinate polari, equivale a:
r=1
dove r il raggio della circonferenza (figura 9.1).
Nelle funzioni seno e coseno, gli angoli in radianti si misurano in senso antiorario. Langolo 0 2, corrisponde alle
coordinate [x; y] = [1; 0], come mostrato in figura 9.2.
Quindi, nello schema che utilizzeremo, unisono e ottava
coincidono e misurano 2 (oppure 0, essendo la funzione
periodica per ottava e dunque per 2).
Il primo intervallo che possiamo aggiungere, data la sua
importanza, quello di quinta giusta. Per calcolare le coordinate cartesiane dellintervallo, esprimeremo il suo rapporto
223
9 Geometrie musicali
N
N
N/M = 2
2 = 2
1
M
M
224
3
3/2 = 2
1 =
2
3
2
(N = 3, M =
225
9 Geometrie musicali
2
3
8
+ 2
4
= 3 =
2
2
3
4
10
+ 2
N
5
= 3
= 3 =
M
2
2
3
Dunque la quarta giusta ( 43 ) e la sesta maggiore ( 53 ) suddividono lottava in tre parti uguali. La 4P e la 6M so-
226
3
Le coordinate per cui questi due angoli intercettano la
circonferenza saranno (figura 9.4):
2
2
[x; y]4/3 = cos ; sin = 0.5; 0.86
3
3
4
4
[x; y]5/3 = cos ; sin = 0.5; 0.86
3
3
5/3 =
pertanto i triangoli 1P
O 4P, 1P
O 6M e 6M
O 4P sono isosceli
con angolo in O pari a 23 e dunque angoli alla base di 6 .
Quindi gli angoli del triangolo 1P
4P 6M misurano 3 .
Suddividiamo ora la circonferenza in quattro parti uguali,
trovando a quali intervalli corrispondono le coordinate [0; 1]
e [0; 1], quindi gli angoli 2 (90) e 32 (270).
Nel caso dunque di 2 avremo:
N
=
M
5
+ 2
5
= 2 =
2
2
4
Pertanto:
5/4 =
227
9 Geometrie musicali
Quindi lintervallo corrispondente a 2 54 , la terza maggiore, di coordinate [0; 1]. Per langolo 32 avremo invece:
7
+ 2
7
= 2 =
2
2
4
3
7/4 =
2
Ritroviamo nuovamente la settima dellarmonia settimale,
corripondente dunque a 32 , la quale avr pertanto coordinate
[0; 1] (figura 9.5).
Gli intervalli 11 , 54 , 32 , 74 (e 21 ) sono dunque la pi semplice divisione dellottava (e della circonferenza, 2) in quattro
parti uguali. Dal punto di vista geometrico, questi quattro
intervalli possono esser visti come vertici di un quadrato inscritto nella circonferenza. Infatti i diametri 1P 5P e 3M 7/4
sono ortogonali e sono anche le diagonali di 1P 3M 5P 7/4.
N
=
M
228
3
2
6
2
6/5 = 2
1 =
5
5
7
4
7/5 = 2
1 =
5
5
229
9 Geometrie musicali
8/5
9/5
8
= 2
1 =
5
9
= 2
1 =
5
5
8
1 6 7 8 9 2
a5 =
; ; ; ; ;
1 5 5 5 5 1
E il gruppo di punti determinati dalle coordinate calcolate
in base a coseno e seno dellangolo N/M corrispondente:
x
y
=
a5
Dunque gli intervalli a denominatore 5 (figura 9.6) suddividono lottava in cinque parti uguali.
Cos come possiamo costruire un triangolo equilatero con
vertice in 1P, possiamo costruirne uno uguale ed opposto con
vertice in 5P. Le coordinate dei due punti saranno esattamente
speculari
rispetto
a quelle di 4P e 6M dunque saranno
0.5; 0.86 e 0.5; 0.86 . Gli angoli 23 e 43 dividevano in tre
parti uguali langolo giro a partire da 2, corrispondente alla
1P e possono dunque essere ottenuti sommando e sottraendo
2
3 allangolo 0 2. Possiamo dunque semplicemente calcolare i due N/M speculari sommando e sottraendo 23 alla
5P, quindi a .
2
5
N/M = + =
3
3
2 Includiamo
230
N/M = =
3
3
Possiamo ora ricavare N/M dei due intervalli corrispondenti
5
11
+ 2
N
11
= 3
= 3 =
M
2
2
6
N
=
M
7
+ 2
7
= 3 =
2
2
6
231
9 Geometrie musicali
11/6
e 7/6
1 7 4 3 5 11 2
a6 =
; ; ; ; ; ;
1 6 3 2 3 6 1
x
cos (2 (a6 1))
=
y a
sin (2 (a6 1))
6
1 8 9 10 11 12 13 2
a7 =
; ; ; ; ; ; ;
1 7 7 7 7 7 7 1
232
x
y
=
a7
Pu anche essere utile visualizzare gli intervalli vertici dellottagono regolare, dato che 98 e 15
8 sono due intervalli di
13
giusta intonazione (la 2M e la 7M) e 11
8 e 8 sono stati pi
volte in passato utilizzati come sostituti della 4 e della 6m
13
di giusta intonazione. La 2M, 11
8 , 8 e la 7M formano un
quadrato inscritto nella circonferenza, ruotato di 4 rispetto al quadrato formato 1P, 3M, 5P e 74 . Questi due gruppi
di punti pertanto sono i vertici dellottagono regolare (figura
9.10).
9/8 = 2
1 =
8
4
11
3
11/8 = 2
1 =
8
4
233
9 Geometrie musicali
13
1 =
8
15
= 2
1 =
8
13/8 = 2
15/8
4
7
1 9 5 11 3 13 7 15 2
; ; ; ; ; ; ; ;
1 8 4 8 2 8 4 8 1
x
cos (2 (a8 1))
=
y a
sin (2 (a8 1))
a8 =
Prima di passare allanalisi geometrica delle scale, riassumiamo tutti gli intervalli trovati in un solo grafico. Vi saranno dunque il diametro (1P-5P), il triangolo, il quadrato, il
pentagono, lesagono, leptagono e lottagono regolari (figura
9.11).
234
IC
E=
9 Geometrie musicali
Quindi E1 ed E2 corrisponderanno a
E1 =
236
a+2
cos 2
1
a+1
(a + 2) + (a + 1) 2
a+2
sin 2
1
a+1
(a + 2) + (a + 1) 2
E2 =
2a + 1
cos 2
1
a+1
(2a + 1) + (a + 1) 2
2a + 1
sin 2
1
a+1
(2a + 1) + (a + 1) 2
N
1
M
237
9 Geometrie musicali
corrisponde al valore 1/IC dellintervallo N/M : pi lintercetta lontana dallorigine, pi lintervallo consonante (basso IC ); pi lintercetta vicina allorigine, pi lintervallo
dissonante (elevato IC ).
238
1 16 9 6 5 4 45 3 8 5 9 15 2
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;
1 15 8 5 4 3 32 2 5 3 5 8 1
x
cos (2 (g 1))
=
y g
sin (2 (g 1))
239
9 Geometrie musicali
il modo pi semplice e pi ecace per equalizzare questa
irregolarit della scala di giusta intonazione, volendo avere
12 note in una ottava, sia quello di costruire un dodecagono
regolare. Allo scopo, creeremo la matrice j di 12 punti (pi
lottava) che suddividano la circonferenza 2 in dodici parti
uguali di 6 (figura 9.15).
1 13 7 5 4 17 3 19 5 7 11 23 2
j=
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;
1 12 6 4 3 12 2 12 3 4 6 12 1
x
cos (2 (j 1))
=
y j
sin (2 (j 1))
= 2 (j 1)
240
x
cos 2 2i/12 1
=
y i
cos 2 2i/12 1
E le rette:
i
= 2 2 /12 1
Possiamo ora meglio comprendere il significato dellespressione scala logaritmica. Infatti notiamo che i lati del poligono in temperamento equabile inscritto nella circonferenza
aumentano regolarmente in lunghezza. Il rapporto infatti tra
ciascuna corda e la successiva 21/12 .
Di fatto, un modo pi adeguato della circonferenza, per
tradurre geometricamente gli intervalli di ottava e la percezione del pitch, la spirale. In particolare si tratta di una spi-
241
9 Geometrie musicali
rale logaritmica in cui le distanze tra i bracci aumentano secondo una progressione geometrica. Lequazione della spirale
logaritmica pu anche essere espressa in forma parametrica:
x
ab cos t
=
y
abt sin t
dove a e b controllano lavvolgimento della spirale e t il
numero di avvolgimenti in radianti. In particolare a indica
lintercetta iniziale sullasse radiale, b il parametro della
progressione geometrica dellavvolgimento e t = n2, dove n
indica il numero di avvolgimenti. Scegliamo come frequenza
iniziale = 100 Hz. Si pu ottenere una spirale logaritmica
che intercetti lasse delle x positivo per valori corrispondenti
a 100 2n (ottave) ponendo:
a = = 100
242
2 1.116632
1 16 9 6 5 4 45 3 8 5 9 15 2
g=
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;
1 15 8 5 4 3 32 2 5 3 5 8 1
243
9 Geometrie musicali
gli angoli corrispondenti in scala logaritmica saranno
log = 2 (log2 g)
In figura 9.18 sono mostrate tre ottave in giusta intonazione a partire dalla frequenza = 100. Per non rendere il
grafico illeggibile, sono state segnate solo le frequenze corrispondenti alla scala maggiore naturale. Ciascuna retta originante dal centro della spirale definisce un intervallo. Le
intersezioni tra le rette e la spirale definiscono le note specifiche in ogni ottava. In temperamento equabile (figura 9.19),
utilizzando la matrice i
i = {0; 1; 2; 3; 4; 5; 6; 7; 8; 9; 10; 11; 12}
244
i
i
log = 2 log2 2 /12 = 2
12
245
9 Geometrie musicali
centro della circonferenza) e passanti per i punti corrispondenti alle coordinate degli intervalli di giusta intonazione.
Utilizzeremo nuovamente il parametro g per definire linsieme
degli intervalli di giusta intonazione:
1 16 9 6 5 4 45 3 8 5 9 15 2
g=
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;
1 15 8 5 4 3 32 2 5 3 5 8 1
E il fascio di semirette definite dallangolo
log = 2 (g 1)
aggiungendo poi il poligono formato dagli intervalli del
temperamento equabile, usando il parametro i
i = {0; 1; 2; 3; 4; 5; 6; 7; 8; 9; 10; 11; 12}
e il gruppo di punti corrispondente
x
cos 2 2i/12 1
=
y i
cos 2 2i/12 1
246
sicuramente pi semplice da costruire e pu essere utilizzata su qualunque corda per qualunque tonalit, sebbene
con errori dintonazione variamente distribuiti su tutti gli
intervalli.
247
9 Geometrie musicali
E
249
9 Geometrie musicali
250
251
9 Geometrie musicali
252
3m
Sappiamo che langolo 6/5 = 25 , pertanto langolo 5P O
2
3
misurer 6/5 = 5 = 5 . I segmenti O 1P, O 3m
e O 5P sono uguali essendo raggi della circonferenza, quindi
i triangoli 1P
O 3m e 3m
O 5P sono equilateri e hanno come
base la corda sottesa dai due angoli al centro della circonferenza. Sapendo che la somma degli angoli interni di
un triangolo pari a e che = , possiamo facilmente
253
9 Geometrie musicali
calcolare che
==
6/5
25
3
=
=
2
2
10
2
6/5
6/5
==
=
= 5 =
2
2
2
5
Langolo in 3M + 2 essendo parte di un triangolo
inscritto nella circonferenza, con il diametro come ipotenusa.
Quindi il triangolo 1P
3m 5P non gode di alcuna particolarit
geometrica se non quella di essere un triangolo rettangolo.
254
1P
X 5P, dove X un punto appartenente alla circonferenza
(figura 9.26):
=
=
2
2
2
( )
=
=
2
2
Pertanto:
+ = + =
2
2 2
2
Molto pi interessante la terna 1P3m6m, che una
triade maggiore di 6m in primo rivolto, infatti in C sarebbe
CEA, quindi 3M5P1P di A (figura 9.27).
6m
Sappiamo che i raggi sono uguali e che langolo 3M O
6
2
4
1P
pari a 8/5 6/5 = 5 5 = 5 , e anche langolo 6m O
6
4
pari a 2 8/5 = 2 5 = 5 . Pertanto:
1 = 2 =
25
3
=
2
10
255
9 Geometrie musicali
1 = 2 = 1 = 2 =
45
=
2
10
Quindi:
1 + 1 = 2 + 2 =
2 + 1 = 2
2
+
=
10
10
5
=
10
5
Dunque il triangolo 1P
3m 6m un triangolo aureo. Infatti un triangolo isoscele la cui base un lato del pentagono regolare 1P3m 75 6m7m e i cui lati sono diagonali
congiungenti il vertice opposto (figura 9.27).
Ultima terna di un certo interesse 1P 76 5P (figura 9.28).
Sappiamo gi che langolo + = 2 .
256
Quindi il triangolo 1P
O 76 una triangolo equilatero. Langolo facilmente calcolabile
==
=
2
3
6
supermaggiore di 7 : il triangolo 1P
5P un triangolo ret6
257
9 Geometrie musicali
258
2
T
N
x +
M
Dunque:
x = 2x
N
y = 2
y +
M
x = Ax sin (2x t + x )
N
y = Ay sin 2
y + t + y
M
259
9 Geometrie musicali
Vediamo la curva dellintervallo di ottava. Poniamo dunque x = 100 ed N = 2, M = 1 con = 0 (figura 9.31 a
sinistra).
Lottava caratterizzata da una figura a otto. Notiamo
che i ventri orizzontali corrispondono ad N (= 2) e i ventri
verticali ad M (infatti uno) indipendentemente dalla frequenza. Anche in questo caso lintroduzione di un minimo
errore modifica la figura. Poniamo per esempio = 0.35 Hz
(figura 9.31 a destra).
Alcune curve di Lissajous sono apparentemente aperte e
paiono non comportarsi come nodi chiusi. Per esempio, la
figura di Lissajous per la quinta giusta (figura 9.32 a sinistra).
In realt, tutte le figure di Lissajous sono curve chiuse ma,
a seconda della dierenza di fase tra i due moti ortogonali,
possono apparire come aperte. Infatti si descrivono due forme fondamentali per ogni curva di Lissajous, la forma aperta
e la forma chiusa, pi un insieme continuo di forme inter-
260
onde, ponendo y = 60
(figura 9.32 a destra). Vediamo che
la forma ora chiusa. In realt era chiusa anche precedentemente, quando le due fasi erano uguali e pari a zero, ma i due
cappi del nodo, rivolgendosi su stessi, sembravano spezzare
la curva. La curva di Lissajous della quinta giusta, diventa
simmetrica per = 4 (figura 9.33).
Anche in questo caso, i ventri orizzontali corrispondono ad
N e i ventri verticali ad M . Questo valido per qualunque
frazione N/M che descriva il rapporto tra le due frequenze.
Vediamo ora una panoramica di tutti gli intervalli di giusta
intonazione in forma chiusa e con = 0 Hz o = 0.4 Hz.
Aggiungiamo anche 24/12 e 27/12 , la terza maggiore e la quinta
giusta in temperamento equabile, senza errore ( = 0), come
esemplificazione dellerrore dintonazione del ste.
261
9 Geometrie musicali
262
263
10 Accordi stonati
questo capitolo aronteremo una prima analisi delle inIninterazioni
fra tre frequenze, definibili come terne di suopuri, concentrando lattenzione sugli eetti degli errori
dintonazione.
I battimenti bcs generati da tre frequenze possono essere
di diverso tipo e, in determinati casi, hanno una particolare anit con la modulazione di ampiezza (am) nota nel
mondo delle telecomunicazioni. Useremo quindi una terminologia modificata ad hoc, appartenente alla fisica delle onde
in telecomunicazione.
Per questo, non chiameremo pi le frequenze con un numero ordinale, come abbiamo fatto finora, ma con un aggettivo
che ne identifichi la posizione.
L
N
L +
M
U =
J
L
K
265
10 Accordi stonati
con N, M, J, K N
Manterremo dunque costanti gli estremi L e U e introdurremo lerrore sulla frequenze centrale C .
Chiameremo banda laterale inferiore (lsb, lower side band ) e rapporto inferiore (lr, lower ratio) rispettivamente la dierenza e il rapporto tra C e L
LSB = C L =
LR =
C
=
L
N
L + L
M
N
M L
+
N
=
+
L
M
L
banda laterale superiore (usb, upper side band ) e rapporto superiore (ur, upper ratio) rispettivamente la differenza e il rapporto tra U e C
USB = U C =
UR =
U
=
C
J
K L
N L M
M
J
N
L
L
K
M
=
JM L
N KL + M K
J
L L
K
J
L
U
J
= K
=
L
L
K
266
USB
U C
=
LSB
C L
Dunque le frequenze e le loro relazioni si presenteranno come
nellesempio di figura 10.1 (che per USB > LSB).
HR =
267
10 Accordi stonati
1. Battimento primario tra C e L . In questo caso il battimento un semplice battimento primario, risultato
della dierenza tra le prime due frequenze, dunque una
banda laterale inferiore (lsb) minore di 20 Hz.
2. Battimento primario tra C e U . Anche in questo
caso avremo un semplice battimento primario tra la
frequenza centrale e la superiore, dunque una banda
laterale superiore (usb) minore di 20 Hz
3. Battimento primario tra L e U . Avremo una larghezza di banda (bw) minore di 20 Hz e dunque anche una
lsb e una usb minori di 20 Hz.
Il terzo caso decisamente il pi interessante. Avremo pi
battimenti primari in competizione tra loro. Come risultato (supponendo che le frequenze abbiano tutte la stessa ampiezza) otterremo un battimento primario pari al valore della
larghezza di banda bw, modulato (in modo pi evidente) da
un inviluppo secondario, ovvero da un profilo superiore e inferiore, pari alla minore dierenza tra le frequenze o tra le
bande laterali, usb ed lsb.
Se per esempio prendiamo una terna 309310320 Hz, otterremo un battimento primario pari a BW = 320 309 = 11
Hz, modulato da un inviluppo secondario pari a LSB =
C L = 310 309 = 1 Hz, che appunto la dierenza
minore in questa terna (figura 10.2).
Ma se per esempio scegliamo una terna 301310320 Hz,
otterremo sempre un battimento primario di BW = 310
301 = 19 Hz, ma sar modulato nel suo inviluppo pi esterno dalla banda nascosta HB = USB LSB = 320 310
(310 301) = 1 Hz. In realt nel suo profilo interno pos268
269
10 Accordi stonati
270
271
10 Accordi stonati
Notiamo infatti, B = BW = 316 304 = 12 picchi totali, di cui b = USB = 316 310 = LSB = 310 304 = 6 di
ampiezza tripla rispetto agli altri 6.
272
10 Accordi stonati
forse questo il motivo del fenomeno chiamato rintracciamento della fondamentale. Si ottiene eliminando o mascherando larmonico fondamentale di un suono reale. La frequenza percepita comunque pari alla fondamentale, anche
se non pi presente nel suono. In realt, presente come
banda laterale tra tutti gli armonici contigui.
Ma USB = LSB non solo un attributo degli armonici. Se
poniamo infatti
USB = LSB = L
otteniamo tutta una serie di interessanti possibilit che ci
faranno comprendere ancora pi a fondo il concetto di consonanza musicale, sia perfetta che imperfetta.
Iniziamo dunque a derivare le regole delle unidsbs partendo dalle condizioni. In particolare, mantenendo costante la
bw e modificando la frequenza centrale C , deriveremo N ed
M dati J e K ed anche lr e ur dati br e bw. Sappiamo che
LSB = USB, dunque sviluppiamo questa uguaglianza, sostituendo ad lsb e usb le definizioni in funzione di L e ponendo
= 0:
N
J
N
L L = L
L
M
K
M
Dato che L comparir sempre in tutti i termini dei rapporti, possiamo per ora sbarazzarcene (almeno finch = 0)
e lavorare solo sui parametri N , M , J e K. Dunque:
N
J
N
1=
M
K
M
Da cui possiamo ricavare N ed M in funzione di J e K:
N
J +K
=
M
2K
274
C
1 3
L
= L =
3
3 2
2
U
1
L
= 2L =
4
4
2
facilmente derivabile che
LSB = USB =
L
C
U
=
=
2
3
4
275
10 Accordi stonati
frequenza fondamentale della terna. Questa terna ha unaltra
importante propriet interessante; dato che
U = 2L
allora
BW = U L = 2L L = L
C
1 5
L
= L =
5
5 4
4
U
1 3
L
= L =
6
6 2
4
ne consegue che
LSB = USB =
L
C
U
=
=
4
5
6
L
2
277
10 Accordi stonati
Dunque le due bande laterali (sb in figura 10.7) sono larmonico fondamentale di un suono con sei armonici, escluso
il terzo. Per esempio, con L = 100 Hz avremo (vedi figura
10.8)
100
SB =
= 25 Hz
4
BW = 2SB = 2 25 = 50 Hz
L = 100 Hz
C =
5
5
L = 100 = 125 Hz
4
4
U =
3
3
L = 100 = 150 Hz
2
2
Vi sono altre due terne, comprese nellintervallo di ottava, che soddisfano questi criteri. Una la terna 1P4P6M
(fig 10.9). Abbiamo gi parlato delle propriet particolari
dellintervallo di quarta giusta, ma ora scopriamo unaltra
278
4
L
L L =
3
3
5
4
L
L L =
3
3
3
e che
C
1 4
L
= L =
4
4 3
3
1 5
L
U
= L =
5
5 2
3
possiamo facilmente derivare che
USB = LSB =
L
C
U
=
=
3
4
5
L
8
279
10 Accordi stonati
280
5
3
L L = L
2
2
5
3
USB = U C = 4L L = L
2
2
BW = 2LSB = 2USB =3L
LSB = C L =
La frequenza delle bande laterali pari dunque alla 5P e quindi la bw, essendo il doppio, la 12P (la stessa 5P unottava
pi acuta).
281
10 Accordi stonati
frequenze pu anche essere vista come una portante pari alla
media aritmetica delle frequenze inferiore e superiore, modulata in ampiezza dal messaggio. Nelle unidsbs, dato che la
frequenza centrale si trova esattamente a met della larghezza
di banda, possiamo dire che C la portante. Infatti:
C = L +
BW
U L
2L + U L
U + L
= L +
=
=
2
2
2
2
U L
2
BW
2
BW = U L
e quindi
M =
BW
= USB = LSB
2
283
10 Accordi stonati
dari che questo errore comporter. Per comodit, deriviamo
anche J e K in funzione di N ed M , con = 0:
2N M
J
=
M
K
quindi
J = 2N M
K=M
J
N
L +L 2 L 2 =
K
M
JM + KM 2KN
L 2
KM
e quindi, sostituendo J e K, in funzione di N ed M
=
HB =
(2N M ) M + M M 2M N
L 2 =
M M
2N M M 2 + M 2 2M N
0
L 2 = 2 L 2 = 2
M2
M
Quindi il modulo della hb determiner la frequenza di ,
il bcs dovuto allerrore , che sar dunque
=
= |HB| = |2|
Avremo, anzich una doppia banda sintonica, una coppia di
bande laterali che chiameremo apotoniche il cui battimento primario determiner linviluppo e i bcs dellonda somma sum . Dal punto di vista della modulazione dampiezza infatti, la frequenza centrale C non corrisponde pi alla
portante.
284
45
6
L + L 2 L =
32
5
HB
1
=
L
2
320
= |HB| =
L
160
320
384
450
=
=
5
6
7.03125
285
10 Accordi stonati
quindi
L
C
U
=
5
6
7
Ecco dunque il motivo per cui vediamo altri battimenti: si
tratta di un altro errore connaturato alla ratio, dato che U
non perfettamente il VII armonico della lsb e quindi
presente un errore dintonazione tra la lsb e U . Non ci
occuperemo in questa trattazione di queste ulteriori sintonie
e delle apotonie derivate dagli errori di intonazione.
Unaltra terna del sgi che contiene un connaturato sulla
unidsbs coinvolge nuovamente la 4 ed 1P47m; la ratio
della 7m 95 . Calcoliamo dunqe la hb e scopriamo lerrore
di intonazione in funzione di L .
LSB =
HB = U + L 2C =
1
= |HB| = L
80
286
287
10 Accordi stonati
Calcoliamo quindi la hb in funzione di L :
3
4
L + L 2 2 /12 L =
2
3
5 + 23/2
4
=
+ 1 2 2 /12 L =
L
2
2
HB = U + L 2C =
5 + 23/2
=
440 8.7305
2
Un battimento decisamente rilevante, soprattutto se lo confrontiamo con londa somma di sgi, senza errori di intonazione (figura 10.14 in basso).
Se ora introduciamo anche lerrore sulla quinta giusta, noteremo una ulteriore modulazione dellonda. La ratio della
quinta giusta nel ste la radice dodicesima di 7. Vediamo
dunque prima qual la dierenza tra 32 e 27/12 .
3
7
2 /12 0.001693
2
e calcoliamo anche lerrore di intonazione in Hz, prodotto dalla 5P del ste della frequenza esempio, A4 di 440 Hz,
rispetto a quella del sgi
3
7/12
=
2
440 0.744886 Hz
2
Dunque la 5P del ste un po pi stretta della 5P del sgi.
Vediamo prima cosa accade tra la 1P e la 5P del ste. Dalla
288
Figura 10.14: 3M in ste (in alto) e in sgi (in basso) nella triade maggiore
289
10 Accordi stonati
Limmagine di una triade maggiore in temperamento equabile (figura 10.16) rivela i battimenti sulla unidsbs ma notiamo che sono a loro volta modulati in ampiezza con frequenza
pari a circa 1.5 Hz = |2| in quanto errore tra 1P e 5P.
290
7
4
HB = U + L 2C = 2 /12 + 1 2 2 /12 L
0.0215 440 = 9.4754
che corrispondono proprio ai circa 9.5 Hz di battimento da consonanza stonata che abbiamo trovato osservando
empiricamente la forma dellonda.
Ci siamo soermati cos tanto sulla triade maggiore perch uno dei mattoni fondamentali del sistema musicale
europeo. Abbiamo notato infatti che gode della particolare
propriet delle sintonie unidsbs. Notiamo per che il fatto
di aver posto USB = LSB non implica che UR = LR: il rapporto C /L diverso dal rapporto U /C . In musica questo
ben noto, infatti sappiamo che il rapporto tra la 3M e la
5P pari a 32 54 = 65 una terza minore. Questo da tener
presente soprattuto per il fatto che, sebbene la frequenza
del bcs dipenda solo dallerrore introdotto (come abbiamo
visto), invece diverso leetto dellerrore sui rapporti tra
i suoni; applicare per esempio un errore di +1 Hz alla nota
centrale C della terna 100150200 oppure applicare lo stesso errore alla terna 80010001200, modifica in modo diverso
i rapporti ul e ur ma produce il medesimo bcs.
Daltro canto, in ambito musicale, si tende molto spesso a
pensare alle note solo in termini di rapporti, perch questa
la consuetudine, dimenticandosi pertanto che in realt sono
291
10 Accordi stonati
frequenze con un valore ben definito; quindi si tende a credere
che, dato che lapplicazione di un errore di +1 Hz su 1000
nella terna 80010001200 varia di poco il rapporto tra C
e L rispetto allo stesso errore applicato su 150 nella terna
100150200, leetto globale di questo errore diventi sempre
pi trascurabile man mano che le frequenze siano pi elevate
o che i rapporti siano pi lontani. Ma questo, come abbiamo
visto, non assolutamente vero.
Leetto apotonico di un errore quantificabile in Hz applicato ad una terna di suoni indipendente dalla frequenza e
dal rapporto reciproco tra i suoni stessi.
Diverso se introduciamo invece un errore esplicitamente
dipendente dalla frequenza del suono fondamentale L , come
nel caso che abbiamo trattato della 3M del STE. chiaro che
in questo caso scegliamo volutamente un errore dipendente
dalle frequenze, introducendo un errore sul rapporto tra le
frequenze, che sar poi da quantificare, scelta una frequenza
campione.
Di fatto la scala logaritmica legata solamente alla nostra
percezione dellaltezza dei suoni che si basa sui rapporti ma,
come abbiamo visto nel Capitolo 9, le propriet geometriche
dei suoni e dunque anche i bcs sono in scala lineare e sono
pertanto basati sulla dierenza tra le frequenze. Dunque, la
definizione in cents dellerrore dintonazione su due frequenze
di pertinenza musicale si riferisce alla percezione del pitch ma
non agli eetti fisici e matematici sullonda sum .
Lintroduzione di un errore di E Hz sulla hb di una sintonia unidsbs produrr pertanto un battimento = |E| Hz a
prescindere dalle frequenze conivolte, mentre avr dierente
eetto su lr e ur dipendentemente dalla frequenza scelta.
292
E
2
Pertanto
LR =
UR =
N L M E2
C
N L M
=
=
L
M L
M L
U
JM L
JM L
=
=
C
N KL M K
N KL M K E2
Dunque, allaumentare di L diminuisce sempre pi leetto di (e di E) sulla percezione dellaltezza del suono (pitch)
ma, se il suono in questione prodotto in intervallo armonico o in un accordo, lerrore dintonazione diventa evidente a
causa dei bcs che sono indipendenti dalla frequenza.
Applichiamo quindi un errore = 1 Hz su C nelle due
terne 100150200 e 80010001200 (figura 10.17).
Figura 10.21
L = 100 Hz
5 100 + 4
= 1.26
4 100
3 4 100
1200
UR =
=
1.1905
5 2 100 + 4 2
1008
LR =
Dunque
LR =
5
LR = 0.01
4
293
10 Accordi stonati
UR =
6
UR 0.0095
5
L = 800 Hz
294
5
LR = 0.00125
4
6
UR = UR 0.0012
5
Nel caso quindi di L = 800 Hz lo scarto LR tra lr e il
rapporto di giusta intonazione di 0.00125 e UR relativo
ad ur pari a 0.0012.
Dunque il pitch errato delle due frequenze C verr percepito meno nel secondo caso (in un intervallo melodico) ma
verranno in entrambi i casi uditi i bcs pari a = |2| = 2
Hz nel caso le tre frequenze vengano suonate contemporaneamente (in un intervallo armonico).
LR =
295
10 Accordi stonati
e riducendo ai minimi termini
J
M + 2 M CD {M + 2; M }
=
K
M
M CD {M + 2; M }
296
297
10 Accordi stonati
Figura 10.19: Errore della terna 1P3m4 rispetto alla terna 1P3m 75
298
299
10 Accordi stonati
300
301
N
1 +
N
N, M N
N
sum = A1 sin (21 t + 1 )+A2 sin 2
1 + t + 2
M
dove, almeno inizialmente
A1 = A2 = 1
1 = 2 =
quindi
N
sum = sin (21 t + ) + sin 2
1 + t +
M
302
Ci riferiremo dunque inizialmente alle fasi delle onde componente di sum ciamandole . Chiameremo la frequenza
del bcs e londa che lo descrive. Volendo trattare separatamente il profilo superiore e inferiore dellonda somma,
avremo dunque due onde, + che descrive la semionda positiva e che descrive la semionda negativa e le due onde
assumeranno la seguente forma:
+ = A |cos ( t + + )| + Amin
= A |cos ( t + )| Amin
Dove A lampiezza del bcs, la frequenza, + e
sono le fasi del bcs e Amin un parametro che determina
la posizione delle onde del bcs sullasse y e che dipende
dalle ampiezze massime locali dellonda somma nellintorno
del punto in cui il bcs al minimo.
Raccoglieremo i dati utilizzando il programma Grapher di
MacOsX. Analizzeremo le onde usando un errore tale per
cui il bcs sia pari ad n Hz prestabiliti. noto in letteratura
che i bcs sono indipendenti dalle frequenze coinvolte e sono
pari ad |M |. Da questo possiamo ricavare lerrore nei casi
che tratteremo.
= |M |
Dunque
|| =
303
11.1 Fasi
Ponendo la fase delle onde componente pari a
=
sum = sin
+ sin = 1 + 1 = 2
2
2
304
11.1 Fasi
possibile dimostrare empiricamente che + e dipendono da N ed M e sono indipendenti dalle frequenze e
da . Per dimostrarlo utilizzeremo il programma Grapher di
MacOsX.
Sappiamo dal Capitolo 9 che la suddivisione in 12 parti
uguali di eventi periodici vantaggiosa. Suddivideremo dunque la circonferenza 2 in 12 settori a partire da 2 fino a 52 .
Assegneremo ciascuno dei tredici valori a e osserveremo
la fase dei bcs per tre frequenze dierenti e per due errori
dierenti. Le tre frequenze scelte saranno
a = 101 Hz
b = 881 Hz
c = 4999 Hz
Abbiamo scelto queste tre frequenze essendo numeri primi e
appartenendo ad ottave non contigue. I bcs che osserveremo
saranno di 1 e 2 Hz. Questi valori sono scelti a causa delle limitazioni grafiche del programma utilizzato. Valori pi
elevati avrebbero reso illeggibili i grafici. Dunque lerrore
sar:
1
=
=
M
M
ed
2
=
=
M
M
Valuteremo le frazioni: 21 , 31 , 41 , 51 , 61 , 32 , 52 , 72 , 43 , 53 , 73 , 83 ,
e 76 .
In figura 11.1 sono visualizzabili le impostazioni del programma Grapher con cui abbiamo generato i grafici nelle
figure da 11.2 a 11.7.
5 7 6 7 8 9
4, 4, 5, 5, 5, 5
305
N
sum = sin (21 t + 1 ) + sin 2
1 + t + 2
M
Suddividiamo le osservazioni di due casi:
1. 1 = 2 2 = 2 . . . 52 . Facciamo variare 2 da
5
2 mantenendo constante 1 a 2 ;
306
11.1 Fasi
Figura 11.2: 1 = 2
307
Figura 11.3: 1 = 2
308
11.1 Fasi
Figura 11.4: 1 = 2
309
Figura 11.5: 1 = 2
310
11.1 Fasi
Figura 11.6: 1 = 2
311
Figura 11.7: 1 = 2
312
11.1 Fasi
2. 1 = 2 . . . 52
2 = 2 . Facciamo variare 1 da
5
a 2 mantenendo constante 2 a 2
4 5
3, 2
5
1
2.
4 5
3, 2
3
2
313
314
11.1 Fasi
315
+ =
2
1
2
2
2
2
Per trovare sar suciente sottrarre 52 (o, pi semplicemente, aggiungere 2 ) a 1 e 2 essendo questo il valore
per cui il bcs al minimo, dato che londa somma per questa
fase al minimo.
M
N
=
2 +
1 +
2
2
2
2
Possiamo anche notare che quando (N M ) dispari il
profilo superiore e il profilo inferiore dellonda somma sono
sfasati di 2 , cio al picco positivo del bcs nella semionda
positiva corrisponde una cuspide nella semionda negativa e
viceversa. Se invece (N M ) pari, i bcs sono in fase nelle due semionde, positiva e negativa. Infatti, calcoliamo la
316
11.1 Fasi
dierenza tra + e
+ =
M
N
2
2
2
2
M
N
N M
2 +
1 +
=
2
2
2
2
2
2
Dunque
+ = (N M )
= a
2
+ = a +
2
2
2
2
corrispondente a met
317
11.2 Ampiezze
11.2.1 Unisono perfetto
Il battimento primario, quale errore dintonazione sullunisono perfetto necessita di una trattazione a parte. Il battimento da errore sullunisono perfetto (ratio 11 ) corrisponde al battimento primario, dunque = |M | con M = 1
quindi = ||. Pertanto la frequenza del bcs pari al
modulo dellerrore. Se le ampiezze delle onde componenti
sono A1 = A2 = A lampiezza massima dellonda somma
A1 +A2 = 2A quindi A = 2A; lampiezza a met periodo del
bcs (quando il bcs al minimo) pari a 0, quindi Amin = 0.
In figura 11.11 sono mostrate quattro onde sovrapposte, per
un errore di 1 Hz su un unisono in cui 1 = 100 Hz, e le
relative onde che descrivono il battimento primario. In questo caso essendo N ed M uguali a 1, le fasi + e si
riducono a
2 1
+ = =
2
Pertanto le onde che descrivono il battimento per A1 =
A2 = A sono
2 1
+ = 2A cos || t +
2 1
= 2A cos || t +
2
Per A1 = A2 londa del battimento non raggiunge mai lo
zero ma a met periodo del battimento la sua ampiezza pari
ad |A1 A2 |. Inoltre i profili superiore e inferiore dellonda
somma non hanno la forma di una sinusoide rettificata ma
sono pi simili ad una sinusoide a onda intera (figura 11.12).
318
11.2 Ampiezze
A2 cos (2t + (2 1 )) A1
A1 cos (2t + (2 1 )) A2
A1 > A2
A1 < A2
In questo modo, londa superiore pari ad A1 + A2 al picco massimo del battimento e ad |A1 A2 | al picco minimo del
battimento. La semionda inferiore invece sar a (A1 + A2 )
al picco massimo negativo e a |A1 A2 | al picco minimo
del battimento. Le due onde descrivono solo in prima approssimazione il profilo dellonda somma, perch nellintorno
dei picchi massimi la curva dellinviluppo pi eccentrica di
una sinusoide semplice come si pu notare da 11.13.
319
11.2.2 Frazioni
Nellottava perfetta e in tutti gli armonici il denomintore
M = 1, infatti il rapporto tra 1 e 2 pari a N1 . Pertanto lintroduzione dellerrore porter anche in questo caso
ad un battimento di frequenza = |M | = ||. Lampiezza massima, quando A1 = A2 = 1, sar sempre pari a 2.
Lampiezza minima del bcs invece dipende in modo non lineare da N ed M ed indipendente da e dalle frequenze,
come possibile evincere dalle figure da 11.2 a 11.7.
In figura 11.14 sono mostrate le impostazioni del programma Grapher con cui abbiamo generato le figure 11.15 e 11.16.
320
11.2 Ampiezze
321
T
1
=
= 0.5 sec
2
2
sum = sin 21 t +
+ sin 2
1 + t +
2
M
2
322
11.2 Ampiezze
323
324
11.2 Ampiezze
325
= sin 21 t +
+ sin 2 1 t + 2t +
2
M
2
N
2t
sum = sin 21 t +
+ sin 2 1 t +
+
2
M
M
2
sostituendo t = 0.5 nella fase di 2 avremo pertanto:
summin = sin 21 t +
+ sin 2 1 t +
+
2
M
M
2
Il massimo assoluto di questa funzione pari allampiezza massima dellonda somma nel punto di cuspide di +
e dunque al massimo locale di sum allintorno del punto di
ampiezza minima del bcs. La dimostrazione empirica di questa aermazione si pu trovare in figura 11.18 (impostazioni
del programma Grapher in figura 11.17).
Pertanto per misurare lampiezza massima dellonda somma nei punti di cuspide del bcs, potremo verificare il valore di
summin per i massimi assoluti. Essendo lampiezza indipendente dalla frequenza, possiamo porre 1 = 1 Hz (superando
1
cos le limitazioni di calcolo di molti calcolatori) ed = M
.
Dunque, ponendo A1 = A2 , summin si riduce a
summin = A1 sin 2t +
+ A2 sin 2 t +
+
2
M
M
2
Baster cercare il massimo assoluto di summin per avere
il valore di Amin .
326
11.2 Ampiezze
327
328
11.2 Ampiezze
Pertanto le equazioni delle due onde che descrivono il profilo superiore e inferiore dellonda somma
N
sum = A1 sin (21 t + 1 )+A2 sin 2
1 + t + 2
M
indicando come
{f (x)}max
= A |cos ( t + )| Amin
Amin = {summin }max
Amax = A1 + A2
A = Amax Amin
M
N
1
2
2
2
2
M
N
=
2 +
1 +
2
2
2
2
Proviamo quindi, come esempio, a determinare i profili
superiore e inferiore per i seguenti valori:
+ =
1 = 447 Hz
N =4 M =3
= 2.37 Hz
329
1 =
11
2 =
A1 = 1.723 A2 = 2.91
Anzitutto osserviamo londa somma in figura 11.19.
Calcoliamo la frequenza del battimento:
= |M | = |3 2.37| = 7.11 Hz
Ora calcoliamo + e :
M
N
1
=
2
2
2
2
3 4
4 11
187
=
2 9
2
2 7
2
84
M
N
=
2 +
1 +
=
2
2
2
2
+ =
330
11.2 Ampiezze
3
=
2
+
9
2
11
+
7
2
229
84
summin = A1 sin 2t +
+ A2 sin 2 t +
+
2
M
M
2
Dunque
187
229
331
332
11.2 Ampiezze
333
334
11.2 Ampiezze
335