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Buon lavoro !
Capitolo 1
Scala Maggiore
Iniziamo lo studio della improvvisazione con una scala che è la base su cui lavorare,
questa sequenza di suoni si chiama scala maggiore.
La scala, in senso generale, è una sequenza di note (spesso sette) che salgono e
scendono di grado all’interno dell’ottava. La musica quando si basa sulle scale è detta
tonale. La prima nota della scala determina il centro tonale.
Noi assegneremo ad ogni grado della scala i numeri da 1 a 7, essi indicheranno l’altezza
e la relazione con la prima nota.
Scala cromatica
La scala cromatica non è altro che la divisione in 12 intervalli uguali detti semitoni.
Tutta la musica si svolge all’interno di queste 12 note.
Sette di queste note sono denominate con lettere e corrispondono alla scala maggiore
di C (tasti bianchi del pianoforte), le rimanenti 5 vengono precedute da alterazioni
(diesis o bemolle) e corrispondono ai tasti neri de piano forte. Queste note possono
essere scritte in due modi diversi ed è per questo che si chiamano enarmoniche.
Generalmente i diesis sono utilizzati per note ascendenti mentre i bemolli per quelle
discendenti.
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Scala maggiore
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Esistono quindici scale maggiori di cui tre sono dette enarmoniche: Gb=F#, Cb=B#,
C#=Db
I sette gradi della scala maggiore sono detti diatonici e si rappresentano con i numeri:
1 2 3 4 5 6 7. I rimanenti cinque suoni, non inclusi nella scala maggiore, sono detti
cromatici e sono indicati con il numero che li relaziona alla scala (123….) preceduto
dall’alterazione. Una nota chiamata in due modi diversi è detta enarmonica.
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Armature di chiave
Ogni scala maggiore contiene al suo interno delle alterzioni (tranne quella di C), ecco
quindi che per non dover ripetere la/e alterazione/i ogni volta che la incontriamo
durante il brano, esse vengono segnate all’inizio dello spartito e varranno per tutto il
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brano ed in tutte le altezze, tranne nel caso in cui comparisse il bequadro. Imparatele
a memoria !!!!!!!
Bequadro
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Chiavi
La chiave di violio o di di G prende questo nome perché il suo disegno inizia appunto sul
secondo rigo (G) e termina in coincidenza del C centrale. La chiave di basso invece,
inizia sul quarto rigo (F) dove sono presente inoltre due piccoli punti.
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Scale pentatoniche
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Capitolo 2
Intervalli
Un intervallo è per definizione la distanza misurata in toni e semitoni tra due note.
Ogni intervallo in base alle proprie caratteristiche, porta con sé un colore una
sensazione un’immagine insomma un pò di musica !!!!
Intervalli naturali
Sono detti naturali tutti gli intervalli che nacono dentro la scala maggiore.
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Vediamo nello specifico
Denominazione Distanza in
toni e semitoni
1G unisono giusto o perfetto 0
2M seconda maggiore 1
3M terza maggiore 2
4M quarta giusta o perfetta 2½
5M quinta giusta o perfetta 3½
6M sesta maggiore 4½
7M settima maggiore 5 1/2
8G ottava giusta o perfetta 6
Sono presenti dentro la scala maggiore nei seguenti gradi: unisono, quarto, quinto e
ottavo. Questo tipo di intervallo ha un suono stabile e rappresentano la spina dorsale
della tonalità.
Gli altri intervalli di 2, 3, 6 e 7, che nella scala maggiore sono sempre maggiori, sono
intervalli cosi detti modali. Ciò è dovuto ala fatto che possono, tramite alterazioni,
diventare minori.
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Intervalli aumentati
Sono intervalli maggiori o giusti con l’aggiunta di un semitono alla voce superiore.
Intervalli diminuiti
Sono intervalli minori o giusti con sottrazione di un semitono alla voce superiore.
Sono intervalli che sono stati modificati con l’aggiunta sottrazione di due semitoni.
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Intervalli composti
Un intervallo è detto semplice quando la sua “quantità” non supera l’ottava mentre
quelli composti la oltrepassano.
Intervalli Intervalli
Semplici Composti
1 8
2 9
3 10
4 11
5 12
6 13
7 14
8 15
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Attenzione !!!!!!
Rivoltando un intervallo cambiamo sia la quantità (numero di linee e spazi tra le note)
ma anche la qualità (maggiore, minore ecc…)
Regola
Per calcolare la nuova quantità dovete fare riferimento a questa complessa formula
matematica.
X+Y=9
X è l’intervallo conosciuto
Y è l’intervallo da calcolare
9 è la costante
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Capitolo 3
Accordi
Un accordo è per definizione un insieme di tre o più note associate tra di loro
secondo regole armoniche. La formazione degli accordi avviene semplicemente
sovrapponendo intervalli di terza maggiore o minore.
Triadi
Sono formate dalla sovrapposizione di tre note distanti tra di loro intervalli di terza
maggiore o minore.
Le progressioni triadiche triadi vengono utilizzate nella musica Folk, Rock e Pop
conferendo forza, semplicità ma non ricchezza armonica.
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Accordi a quattro voci: Quadriadi
Aggiungendo un’altra nota alla triade formiamo degli accordi di sesta (6) e settima (7).
Queste forme accordali, più evolute, sono presenti nella musica Jazz, Blues, Bossa
Nova.
Rivolti
1- Identifica la nota “fuori” cioè quella che risulta posta su una riga mentre le
altre due si trovano negli spazi oppure il contrario.
Osservate come i rivolti di alcuni accordi possono essere chiamati in due modi diversi.
Un accordo min7 può essere anche un maj6, mentre un min7/b5 può trasformarsi in un
min6.
La disposizione delle voce degli accordi assume una funzione importantissima nel
risultato finale. Esse possono essere a parti strette o late.
Parti strette: la distanza tra la voce più bassa e quella più alta non supera l’ottava
Parti late: la distanza tra la voce più bassa e quella più alta supera l’ottava
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Riassunto delle singole voci
5: può essere giusta, aumentata o diminuita. Nel secondo e terzo caso conferisce
all’accordo tensione armonica
7: può essere maggiore, minore o diminuita. Nel secondo e terzo caso conferisce
all’accordo tensione armonica
Passiamo ora alla simbologia dei vari tipi di accordo. La tabella sottostante riporta le
sigle più usate .
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Collegamenti armonici
Per collegare due o più accodi e ottenere un buon risultato dobbiamo rispettare due
regole.
Se tra due accordi non ci sono note i comune spostate il meno possibile le voci e se
possibile create un moto contrario.
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Capitolo 4
Accordi e scala sono detti diatonici quando nascono entro la scala maggiore.
Accordi diatonici
Numeri romani
Vengono utilizzati per identificare la posizione degli accordi all’interno della scala e di
conseguenza il tipo e la funzione. Imparare a memoria quale accordo nasce per ogni
grado ci permette di trasportare una progressione o addirittura tutto il brano in
maniera semplice ed efficace.
Modi diatonici
Si ricavano ponendo come fondamentale ogni grado della scala maggiore e ripetendo le
stesse note. Queste nuove scale sono, armonicamente rappresentate dagli accordi che
nascono sullo stesso grado.
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Modale e tonale
Uno standard (armonia e melodia) può essere analizzato da due punti di vista diversi.
Modalmente o Tonalmente
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Quadro riassuntivo
Esempio in C maggiore
Diatonico Diatonico Diatonico Cromatico Cromatico Diatonico Diatonico
Cmaj7 Fmaj7 Emin7 A7 D7 G7 Cmaj7
Imaj7 IVmaj7 III-7 VI7 II7 V7 Imaj7
Tonale 1357 4613 3572 6 #1 3 5 2 #4 6 1 5724 1357
Modale 1357 1357 1 b3 5 b7 1 3 5 b7 1 3 5 b7 1 3 5 b7 1357
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← Capitolo 5
←
← Scala /Accordo
←
← Per ogni accordo esistono una o più scale che possiamo utilizzare. Queste scale
contengono al loro interno, note dell’accordo e note di tensione. Questo capitolo quindi
studierà il rapporto tra scala ed accordo (chordscale)
←
← Scelta della scala
←
← La scala da utilizzare su di un accordo, viene determinate dalla funzione
armonica di quest’ultimo all’interno della tonalità.
←
← Struttura delle scale
←
← Spesso le scale sono formate da sette note anche se troviamo esempi di cinque,
sei e otto note. In buona sostanza le scale servono a sviluppare la sonorità del
accordo, aggiungendo colore a ciò che d’assolo risulterebbe alquanto arido.
←
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←
← Note dell’accordo: Sono le note dell’accordo presenti nella scala, spesso 1 3 5 7
oppure 6. Esse hanno un carattere di riposo, servono inoltre ad enfatizzare i cambi
tra un accordo e l’altro.
←
← Note di tensione: estendendo un accordo oltre l’ottava, troveremo le tensioni 9,
11 e 13 (#11 se maggiore). Esse hanno la funzione di conferire movimento e dissonanza
all’accordo. La linea melodica di un brano può anche basarsi su l’utilizzo delle tensioni,
il risultato sarà una sonorità più aggressiva e complessa.
← Note da evitare: hanno una sonorità cosi dissonante che risultano sgradevoli e
non utilizzabili come tensione. Possono essere utilizzate come note di passaggio
(durata di 1/8 o ¼) note si collocano spesso ½ tono sopra una nota strutturale
dell’accordo.(1 3 5 7).
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← Quando una tensione è indicata nella sigla del accordo determina anche quali
tensioni posso inserire sotto. Per esempio l’accordo di C13 comprende anche la 9,
mentre l’11, che negli accordi maggiori è sempre # deve essere richiesta.
←
Accordi maggiori
←
← Le tensioni naturali inseribili in tutti gli accordi maggiori (maj7 opp. Dom7 come
tensioni naturali) sono 9, #11 e 13. La presenza dell’11 diesis e dovuta al fatto che
l’11 giusta si troverebbe troppo vicina alla terza maggiore (nota strutturale) creando
cosi una fastidiosa dissonanza.
←
←
←
← Accordi minori
←
← Le tensioni naturali inseribili sono 9, 11 e 13. In questo caso rispetto agli
accordi maggiori l’11 può essere giusta, ciò è dovuto al fatto che la terza dell’accordo
in questione è minore.
Accordi di dom7
Gli accordi di dominate sostengono il maggior numero di tensioni. Esse sono b9, 9, #9,
#11 b5, #5, 13 e b13 (tutte tranne la maj7). Osserviamo che la scala C misolidio
(scala che nasce sul V grado della scala maggiore) porta con sé le tensioni 9, 11 e 13.
L’11 è nota da evitare quindi troviamo come tipi di accordo: C, C7, C9, C13 ma non C11.
Questo tipo di accordo è denominato sus. L’accordo sus non è ne maggiore ne minore.
La sua struttura è 1 4 5 b7. Il 4 grado sostituisce il 3 e non è da considerare tensione
armonica ma nota strutturale. Quando in una sigla sono presenti da sole le tensioni
9 e 13, l’accordo è da considerarsi di dom7.
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10 Scale fondamentali
Passiamo ora allo studio ed analisi delle scale esenziali da sapere per ottenere una
improvvisazione ricca e coerente. Le prime sette scale sono tutte diatoniche ovvero,
nascono ponendo come fondamentale ogni grado della scala maggiore. Le rimanenti tre
appartengono all’armonia “artificiale”, ovvero costruite ad hoc per ottenere sonorità
specifiche.
Le sette scale modali sono presentate da quella più “chiara” fino ad arrivare allo più
“scura”. Questa terminologia del tutto empirica serve a descrivere il colore di ogni
scala. La scala Lidia è considerata la più brillante, mentre la Locria la più scura.
Scala Lidia
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Scala Misolidia
Scala Dorica
Struttura: 1 2 b3 4 5 6 b7.
Caratteristica: molto utilizzata nella musica Jazz ma anche nel Pop è una scala
abbastanza neutra e quindi estremamente malleabile
Note pericolose: nessuna
Utilizzata: accordi min7 (II) con le tensioni 9, 11 e 13
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Scala Frigia
Struttura: 1 b2 b3 4 5 b6 b7.
Caratteristica: molto scura e conferisce un sapore “ispanico”
Note pericolose: b2 e b6 perché distano ½ tono dalla 1 e 5
Utilizzata: accordi min7 (III) con le tensione 11
Scala Locria
Struttura: 1 b2 b3 4 b5 b6 b7.
Caratteristica: la più scura delle scale è anche molto instabile dovuto alla presenza
della b5
Note pericolose: b2 perché dista ½ tono dalla 1
Utilizzata: accordi min7/b5 (VII) con le tensioni 11e b13
Enarmonie
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Finora abbiamo trattato delle scale che seguono determinate regole: note diatoniche
(cambiano nome) e non ci sono doppie alterazioni. Dovendo scrivere una determinata
scala relazionata ad un determinato accordo attenzione a rispettare le due regole
sopra citate. Per esempio un Ebmin7/b5 è relazionabile ad una VII della scala
maggiore e quindi alla tonalità di Fb. Detta tonalità contiene al suo interno un doppio
bemolle. Per ovviare a ciò il nostro accordo lo chiamiamo D#min7/b5 che appartiene
alla tonalità di E.
Come nelle scale fin qui studiate, anche le pentatoniche sono suddivise in due
categorie: maggiori e minori.
Passiamo ora allo studio di tre scale molto importati per l’improvvisazione Jazz. Esse
appartengono all’armonia artificiale vale a dire, costruita ad hoc per ottenere
determinate sonorità e sono: la scala diminuita, esatonale e minore melodica.
Scala Diminuita
Struttura: 1 2 b3 4 b5 #5 6 7
Caratteristica: misteriosa
Note pericolose: nessuna
Utilizzata: accordi 7° con le tensione 9, 11, b13 e 7
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Scala Esatonale
Formata da sei note, nasce dal susseguirsi di toni interi. Dovuto a questa simmetria
ogni 2 può essere la fondamentale di una nuova scala con però le stesse note (sei
possibilità per scala).
Struttura: 1 2 3 #4 #5 b7
Caratteristica: un pò troppo digitale su i dom7
Note pericolose: nessuna
Utilizzata: accordi aug e dom7 con le tensione 9, #11 (aug) e 9, #4 e #5 (dom7)
Può essere considerata una scala maggiore con la 3 minore. Molto sia nella forma sotto
esposta sia in tutti i modi che ne derivano.
Struttura: 1 2 b3 4 5 6 b7
Caratteristica: intellettuale
Note pericolose: nessuna
Utilizzata: accordi min6 e min(maj7) con le tensione 9, 11 e 13.
Registrarvi una base con accordi della stessa specie (maj7, min7 ecc) e provate le
varie scale possibili. Esempio: Dmin7 con le scale dorica, eolia e frigia.
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Capitolo 6
Armonia Funzionale
Ora studieremo il movimento degli accordi e delle note all’interno del centro tonale.
Tutti gli accordi hanno una relazione specifica dentro la tonalità e si dividono in due
tipi: consonanti e dissonanti.
Consonanti: passivi, stabili, statici e fanno da colonna portante all’interno del centro
tonale
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Dissonanti: attivi, instabili, dinamici, conferiscono movimento e tendono a muoversi
verso un punto fermo (consonanti)
L’armonia funzionale studia il legame esistente tra queste due speci di accordi,
relazionando il tutto al centro tonale.
Fino a questo punto del libro, abbiamo messo a fuoco il rapporto tra scala e accodo,
tirando in ballo arpeggi e tensioni; tutto ciò appartiene al modale. Lo studio
dell’armonia funzionale invece è più tonale ovvero; la relazione tra un accordo ed la
sua tonalità.
Funzioni Diatoniche
La capacità che possiedono alcuni accordi a muoversi, è determinata quali gradi della
scala sono presenti all’interno dell’accordo stesso.
Osserviamo una scala maggiore di C, è formata da gradi che hanno una diversa
tendenza a muoversi.
Il 1, 3 e 5 sono consonanti e quindi statici; 2, 6 e 7 sono ambigui e producono una
leggera tensione. Il 4 è molto instabile e tende a risolvere verso il grado precedente
(3)
Gruppo di Tonica
Accordi che non contengono il quarto grado (inattivi), si caratterizzano per la loro
stabilità, producono movimento pari a 0 (numero empirico) e sono l’asse portante della
tonalità. Essi sono Imaj7, IIImin7 e VImin7.
Gruppo di Sottodominante
Gruppo di Dominante
n.b.:; nel caso del V7 questi due gradi compaiono solo con l’armonizzazione a quattro
voci.
Intervallo di tritono
L’intervallo tra il quarto e settimo grado della scala e detto tritono. Il nome deriva
dalla distanza di tre toni (quarta aumentata o quinta diminuita) tra i relativi gradi. La
tensione creata è la più forte possibile e la risoluzione è la seguente: 4-3 e 7-1.
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Sostituzioni funzionali
Rimanendo sempre nell’ambito tonale, noi possiamo sostituire tra di loro gli accordi
della stessa famiglia, ciò non produce un cambio armonico drammatico ma ha solo la
funzione di creare colori diversi dentro una progressione armonica. Attenzione !!!!! un
accordo maggiore non suona come uno minore, un dom7 non è uguale ad un min7/b5,
usate con parsimonia ed intelligenza questa tecnica.
Pentatonica maggiore
Nasce dalla omissione del quarto e settimo grado della scala maggiore. La mancanza di
queste tensioni rende la scala pentatonica molto pratica ed estremamente tonale.
Cadenza
Per definizione è il movimento di un accordo, non del gruppo di tonica, che si muove
verso un punto di riposo che spesso è il I grado.
Movimento potente del V o del VII grado della scala maggiore verso un punto di riposo
il I; V7-I oppure VIImin7/b5-I. Il secondo esempio è raramente usato. Nella musica
classica questa cadenza è detta anche autentica.
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Ma perché questa cadenza è cosi importante ? Come già detto in precedenza, i gradi
che distano mezzo tono tendono a muoversi verso un punto di riposo. Nel caso del V7
abbiamo presente all’interno dell’accordo sia il 4 che il 7 gradi attivi della scala
(tritono); bene essi tendono a muoversi verso il 3 e 1 gradi inattivi. Inoltre la
fondamentale del V7 si sposta per quarte ascendenti o quinte discendenti verso la
fondamentale del I.
Il movimento del V7 verso il IIImin7 invece si chiama imperfetta. Dei gradi attivi solo
il 4 risolve mentre il 7 è già presente nel accordo successivo come 5 grado.
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Cadenza composta
L’importanza di questa cadenza sta nel fatto che stabilisce senza ombra di dubbio il
centro tonale del momento. La tensione dell’accordo di di sottodominante (50) il
dominante (100) e la tonica (0) determina la condizione essenziale della musica Jazz,
ovvero Tensione – Risoluzione.
Segni convenzionali
Questi patterns sono solamente una guida. Identificare melodicamente l’accordo del
momento è assolutamente necessario, ciò avviene utilizzando la scala giusta ed
arpeggi.
L’improvvisazione si costruisce con frammenti di scala ed arpeggi
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La progressione I VI II V
Questa progressione identifica molto bene la funzione dei quattro accordi. La prima
parte Cmaj7 e Amin7 accordi del gruppo di tonica (grado da evitare 4) mentre la
seconda Dmin7 e G7 accordi del gruppo di sottodominante e dominante è
fondamentale enfatizzare il 4 grado.
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Capitolo 7
Progressioni armoniche
Due sono gli elementi che caratterizzano le progressioni armoniche e sono: movimento
della fondamentale e ritmo armonico.
Movimento della fondamentale: il movimento tra due accordi possono dare il senso di
avanzamento oppure di retrocessione. Analizzare l’intervallo tra le fondamentale degli
accordi definisce questa caratteristica
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Primario: sono attivi e danno l’idea di avanzamento
Secondari: sono passivi e tendono e danno l’idea della retrocessione.
Primari
Cycle: molto musicale con forte predisposizione al movimento dato dal movimento della
fondamentale per quarte ascendenti o quinte discendenti. Molto musicale con forte
predisposizione al movimento
Stepwise up: meno potente del primo. Molto contrastante dovuto alla mancanza di
note in comune a triade o solo una se quadriadi. Si muove per seconde ascendenti o
settime discendenti
Terital down: il più debole dei movimenti primari. Il movimento avviene per terze
discendenti o seste ascendenti
Secondari
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Stepwise down: (simile ad Stepwise up) crea un moderato movimento retrogrado.
Molto contrastante dovuto alla mancanza di note in comune a triade o solo una se
quadriadi. Si muove per seconde discendenti o settime ascendenti.
Terital up: il più debole di tutti i movimenti primari e secondari. Il movimento della
fondamentale avviene per terze ascendenti o seste discendenti.
Progressioni tipiche
Ritmo armonico
Si riferisce alla frequenza con la quale gli accordi cambiano. Alcuni generi musicale
come Be-bop hanno un ritmo armonico molto attivo, mentre il Jazz modale può
arrivare ad avere un accordo per otto misure. Le misure possono essere forte oppure
deboli; vediamo nel dettaglio.
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Misure forti e deboli
Quattro o otto misure sono il ciclo più comune per una frase musicale. Prevediamo un
come esempio discorso musicale di X numero di battute, la 1, 3, 5, 7 ecc… sono forti;
mentre 2, 4, 6, 8 ecc… sono deboli.
II Forte
V Debole
I Forte
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Ciclo maggiore
È la progressione più comune dell’armonia diatonica (solo accordi della scala). Essa è
composta da otto misure dove nella sesta troviamo l’accordo di V7 che risolve sul
Imaj7. Osservate come ogni accordo della progressione risolva in quello successivo ad
intervalli discendenti di 5 giusta (4 giusta ascendente) tranne il IVmaj7 che si muove
verso il VIImin7/b5 ad intervallo di 5dim (3 toni o tritono).
Note guida
Di estrema importanza sono le note guida e le linee di note guida. Le note guida
rappresentano la qualità e dunque la sonorità di ogni accordo e sono rispettivamente la
3 e la 7.
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La 5 si può alterare senza con ciò modificare la funzione tonale dell’accordo.
Scrivere una linea di accordi con le note guida è molto semplice. Determinata la
fondamentale scrivetela sul pentagramma in chiave di basso, successivamente
aggiungete le note guida (3 e 7) come più vi aggrada.
Aggiunta di tensioni
Se le tensioni sono richieste dalla sigla allora verranno aggiunte senza nessuna
modifica al profilo armonico. Come spesso avviene però nella musica Jazz, l’accordo
armonizzato si presenta a quattro voci dunque i primi gradi ad essere sostituiti sono
la quinta a la fondamentale; quest’ultima spesso è sottointesa e sostituita dalla 9
(anche b9 se un V7) mentre la 5 con la 6.
Partendo dal primo accordo con le prime due note guida le colleghiamo a quelle
successive con il minor spostamento possibile. La fondamentale invece segue una
strada a parte anche se è opportuno non superare l’intervallo di 5 giusta discendente
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tra un accordo e l’altro.
Cadenza melodica
Alcune volte possiamo usare dei gradi che non sono la 3 e 7. Nella progressione I-VI-
II-V un’alternativa valida per il I grado sono nell’ordine 1 e 3. Questa scelta armonica
crea un legame più forte con la tonalità, in quanto l’orecchio sente il movimento della 7
del V7 che risolve sul 1 del Imaj7.
n.b. la presenza della sensibile (7 della tonalità maggiore) da un maggiore senso tonale
ad una progressione armonica, ma anche ad una improvvisazione.
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Note guida nelle progressioni
Una volta stabilita la linea delle note guida di una progressione, noi possiamo
relazionare ogni nota con il centro tonale e nominare gli accordi con i numeri romani.
Vediamo cosa succede nel ciclo maggiore
Linea guida 1#: 3-2-2-1-1-7-1-1; la linea 2#: 6-6-5-5-4-4-3-3.
Capitolo 8
Melodia
Iniziamo lo studio della melodia dividendo in tre i principali elementi che compongono
tale argomento.
1- Curva melodica
2- Relazione tra armonia e melodia
3- Ritmo melodico
Curva melodica
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Tonalità e curva melodica
Per avere una chiara immagine delle note e quindi della curva melodica rispetto al
centro tonale, assegniamo un numero che indica la collocazione della nota rispetto al
centro tonale. Questo espediente è di notevole aiuto quando dobbiamo trasporre una
melodia in un'altra tonalità.
Una buona melodia raggiunge, le note riposo (spesso note dell’accordo e di durata
superiore al 1/4) in modo morbido conmovimenti di tono e semitono. I salti devono
essere utilizzati con cautela in quanto tendono a interrompere il discorso musicale.
Range melodico
Le melodie più popolari (non è dispregiativo) hanno un range che non supera l’ottavo
massimo ottava e mezza. Quando componete cantate ciò che state scrivendo questo
aiuta molto.
Il balance
Il balance è dato un improvviso salto melodico. Per ottenere tale effetto si usano
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intervalli ampi. Un buon risultato però lo si ha quando a questi intervalli non si ripetono
per una massimo di due volte. Evitate una lunga sequenza di intervalli ampi.
Cambi di direzione
Una buona melodia tende ad avere dei cambi di direzione. Ciò rende il discorso
musicale più interessante e meno monotono.
Patterns melodici
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Note che aumentano la tensione
Questo aspetto melodico è visto da un punto di vista modale e si riferisce alle note
che , rispetto all’accordo possono essere strutturali di tensione o da evitare.
Melodia e accordi
Nella maggior parte della musica contemporanea la melodia viene scritta utilizzando
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note di lunga durata e poste sui tempi forti. Chiaramente da evitare l’inserimento
delle note pericolose negli stessi punti.
Salti melodici
Inserire arpeggi in una melodia è una tecnica molto utilizzata che rende il discorso
musicale più dinamico e fluido. Particolare attenzione però va dedicata al cambio di
accordo. L’ultima nota dell’arpeggio deve, per evitare salti sgradevoli, muoversi verso
la successiva con movimenti di semitono o tono.
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Links melodici
Frasi melodiche che usando figure ritmiche di 1/8, 1/16 si utilizza prevalentemente il
rapporto tra scala e accordo (chordscale) per creare frasi interessanti.
Ritmo melodico
Il ritmo melodico si riferisce alla lunghezza della melodia o del fraseggio. Le melodie
sono composte da frasi (idee) separate tra loro da pause.
Il ritmo è un linguaggio
Un buon “”discorso” melodico ha ritmi interessanti all’interno della frase. Una delle
idee più utili quando di compone melodie utilizzando dei patterns nono solo melodici ma
ritmici.
Diversità ritmica
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Melodia passiva ed attiva
Una buona regola compositiva è quella di creare una melodia fitta sui tempi deboli e
passiva sui tempi forti. Tale tecnica offre al discorso musicale una sorta di
bilanciamento.
Notazione Swing
Quando componiamo dei brani swing dobbiamo semplificare la lettura e allo stesso
tempo dire quale interpretazione desideriamo. Le melodie Swing si scrivono spesso con
con una certa regolarità ritmica. Le figure più usate sono di 1/8. L’interpretazione va
richiesta. Da evitare inoltre la presenza di terzine.
Anticipazioni
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Quando scriviamo melodie utilizzando prevalentemente note di 1/8, possiamo
conferire alla melodia un carattere Swing con l’uso delle anticipazioni. Anticipare una
melodia non è altro che spostare l’accento, infatti tale effetto ritmico lo si ottiene
mediante l’uso delle legature. Da evitare anticipi di 1/4.
Tempo
Tutti i brani presentano all’inizio dello spartito una frazione. Il numeratore indica la
quantità di figure ritmiche possibili all’interno della battuta. Il denominatore invece
segnala la qualità della figura ritmica.
Tempo tagliato
Quando mi trovo di fronte ad un brano molto veloce, devo “battere” il piede ad una
velocità non certo comoda, ciò avviene perchè la mia pulsazione ha come valore di
riferimento il 1/4. Bene, immaginatevi di avere come riferimento il 1/2, il numero di
battiti del mio piede si dimezzano. Ricordatevi se una misura di 4/4 e lunga 1 metro
anche quella di 2/2 è della stessa misura.
Linea immaginaria
Quando scriviamo delle melodie usando le figure di 1/8 in un tempo di 4/4 dobbiamo
sempre avere una figura ritmica posta sul terzo movimento. Nello Swing la melodia è
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scritta in 1/8 quindi in un tempo di 4/4 abbiamo due gruppi da quattro figure.
Capitolo 9
Forma
Quando si improvvisa è necessario sapere esattamente dove ci si trova. Ogni brano è
caratterizzato da una forma ben definita. Alcune di queste sono le seguenti.
Forma AB
Molte canzoni Jazz, Pop e Rock si presentano con questa forma. La parte A
corrisponde alla strofa o verse mentre il ritornello o chorus (banalmente ciò che si
ricorda più frequentemente di una canzone) è segnato con la lettera B.
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Forma AABA
Molto comune, si distingue per avere un ciclo di 32 misure dove le prime 8 sono
ripetute A1 e A2. Le successive 8 (bridge, channel o release) sono il nuovo materiale
sonoro e si rappresentano con la lettera B. Arrivati a 24 misure, si aggiungono le
ultime 8 semplicemente ripetendo A1. Alcuni esempi sono: Take the “A” train, Misty,
Santin Doll.
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Forma ABAC
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Forma ABCD
Non molto comune si presenta come lo sviluppo di 4 sezioni diverse tra di loro. Spesso
avviene che la sezione 4 sia simile alla numero 1.
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Blues
Importantissima !!!!! la forma Blues è l’unica che si presenta con un ciclo di 12 misure.
Alcuni testi riportano questa struttura come AAB, poco importa il Blues è Blues !
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Soto sono riportati dei segni convenzionali da inserire nelle forme appena viste.
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Capitolo 10
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Blues
La radice, il genere su cui si basa tutta la musica degli ultimi cento e passa anni. Il
Blues è popolare e quindi intuitivo, musicale, umano ecc…
Forma
La struttura del Blues è di 12 misure divise in AAB, dove ogni sezione risulta essere di
4 misure. Nel caso ci sia un testo, esso spesso si presenterà nel seguente modo.
A → frase di presentazione
A → ripetizione della frase di presentazione
B → frase di chiusura
Scala Blues
La scala si basa sulla pentatonica minore con l’aggiunta di una nota di colore posta tra
il 4 e 5 grado; la blue note.
Le note caratteristiche di questa scala sono la: 3min, 5dim e 7min. I bluesman
tradizionali applicano queste note in maniera istintiva basandosi solo sulla loro
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esperienza, i musicisti Jazz invece, tendono a “intellettualizzare” ogni nota. Non
esisti un approccio corretto, esiste solo la voglia di esprimersi ma soprattutto di
divertirsi.
Nel esempio sotto abbiamo una progressione Blues e le relative scale. Ogni accordo è
un dom7. Il Blues è una struttura modale nonostante ci sia un centro tonale di
pertenza.
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Partendo dalla forma base le misure 8, 9 e 10 subiscono una variazione armonica
rispeto alla forma base. L’aggiunta di questi accordi rende la progressione più ricca
armonicamente e scorrevole.
Capitolo 11
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Armonia minore
La scala che rappresenta il modo minore è detta Eolia. Tale scala, chiamata anche
relativa minore o minore naturale, nasce ponendo come fondamentale il VI grado della
scala maggiore e ripetendo le stesse note. Altre scale entrano a far parte del modo
minore, esse sono: minore armonica, minore melodica e dorica.
La differenza sta nella armatura in chiave. La scala minore naturale deriva, come già
detto, dalla scala maggiore perciò porta con e le stesse alterazioni (tranne Amin che
deriva dalla scala di C). Il modo parallelo minore invece mantiene la stessa
fondamentale ma cambia l’armatura.
Uno standard non inizia necessariamente con un I grado della scala. I passaggi per
determinare il corretto centro tonale sono. Dall’armatura in chiave noi possiamo solo
determinare a quale centro tonale appartiene ma non se è maggiore o minore.
Un errore comune è quello di valutare il primo accordo ed in base a esse la tonalità, ciò
non è corretto. Osservate invece, l’ultima cadenza a fine brano. Un II V in maggiore
determinerà, con buone probabilità, che il brano è maggiore. Al contrario se la
cadenza fosse II∅ V7(b9) allora ci trovimo di fronte ad una tonalità minore.
Nella tonalità minore una parte consistente di accordi vengono presi dalla scala Eolia.
Vediamo ora come è organizzata tale scala e come la si identifica con i numeri romani.
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sensazione di trovarci in u centro tonale maggiore, ovvero del relativo maggiore. Tale
sensazione è causata dal fatto che, dentro la scala Eolia non troviamo un accordo di
dominante sul V grado ma bensi un min7. Troviamo invece un bVII7 che ovviamente
risolve sul bIIImaj7 (accordo del relativo maggiore).
Scala minore armonica
Per ovviare a questa mancanza, non facciamo altro che alzare di ½ tono il bVII della
scala eolia trasformandola in VII. Tale modifica crea la cosi detta scala minore
armonica. Da questa scala estrapoliamo il V grado, che da minore è diventato V7 ed il
gioco è fatto. Abbiamo cosi costruito il dominante che ci serviva per la cadenza V7
Imin7. Questa scala si chiama mixb9b13.
Scala mixb9b13
Nasce dal 5 grado della scala minore naturale. Osservate come è simile alla scala
frigia che però ha la 3 minore mentre la mixb9b13 è maggiore. Detta anche Frigia
maggiore è cosi formata.
Al contrario di ciò che dicono presunti musicisti, la scala minore armonica è raramente
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usata al di fuori del contesto V7. E’ importante però conoscere tutti i gradi della scala
armonizzati.
Una piccola premessa va fatta; nella teoria classica la scala minore melodica ha due
forme.
Per amore della semplicità consideriamo ascendente e discendente allo stesso modo,
ovvero la forma 1.
Moltissime sono le applicazioni di questa scala. Per adesso ci limiteremo a definirne
solamente una, vale a dire la sostituzione del Imin7 abbastanza instabile dovuto alla
presenza della 7m (Eolio) con Imin6 più stabile dovuto alla presenza della 6M
(melodica).
Scala Dorica
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Inserimento di accordi “atipici”
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II V I minore
Il IVmin6 e VII°7
Attenzione a questi accordi; essi sono molto spesso presenti nel modo minore. Un
IVmin7 è in realtà un rivolto di IImin7/b5, mentre il VII°7 è una sovrastruttura di un
V7(b9).
Alcuni standard
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Capitolo 12
Armonia cromatica: comprende scale ed accordi che abbiano almeno una nota che non
appartiene al centro tonale. Questi accordi, caratterizzati da tensione armonica,
hanno una propensione al movimento e allo spostamento del centro tonale originale.
L’armonia cromatica comprende: dominanti estese e secondarie, sostituzione di
tritono, scambio intermodale, sottodominante minore, armonia diminuita e
dominanti alterate.
L’accordi di dominante contiene al suo interno l’intervallo di tre toni detto tritono.
Esso è la distanza tra il 3 ed b7 dell’accordo. La risoluzione naturale della cadenza
perfetta V - I è: 3 – 1 e b7 – 3.
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per l’improvvisatore, sposta continuamente il centro tonale fino al raggiungimento di
un accordo di riposo. Da notare come la sequenza abbia un ciclo di 12 misure, coprendo
cosi tutto lo spettro armonico. La scala usata è la mix, diminuita oppure potete
salvarvi con gli arpeggi.
Dominante secondaria: sono tutte quelle dominanti che nascono su altri gradi della
scala (I, II, III, VI e VII) e che risolvono per quarte ascendenti o quinte discendenti
su di un grado della scala. Le dominanti secondarie possono essere identificate in due
modi diversi.
- come grado di appartenenza nella scala: I7, II7, III7, VI7 e VII7
Il IV7 non viene considerato dominante secondaria in quanto risolverebbe sul bVII
che non è accordo diatonico
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Come trovare la scala corrispondente
1- Scrivere le note che formano l’accordo originale; nel nostro caso Cmaj7.
2- Scrivere le note della scala corrispondente all’accordo originale; Ionica
3- Aggiungere al accordo l’alterazione che lo trasformano in dominante secondaria.
4- Ripetere lo stesso procedimento nella scala.
Per il III7la prima scelta cade sulla mixb9b13 (V scala minore armonica)
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Il VI7 come prima scelta ha la scala mixb13 (V scala minore melodica). Più usata però
è la mixb9b13 che con la presenza della b9 meglio rappresenta la cadenza V I in
minore.
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Capitolo 13
Sostituzione di Tritono
Tutti gli accordi di dominante possiedono questo intervallo che nello specifico si
presenta tra il III e bVII dell’accordo (modalmente) oppure tra il IV e VII della scala
(tonalmente). Invertendo la relazione tra questi gradi (la distanza rimane invariata)
ovvero il III diventa bVII e bVII III si crea un nuovo accordo di dominante. Cosi
nasce la sostituzione di tritono.
Esistono 6 sostituti di tritono dentro una scala diatonica maggiore e sono: bII, bIII,
IV7, bV, bVI e bVII. Per capire velocemente che ci troviamo di fronte ad una
sostituzione di tritono, basta ricocordearsi della seguente regola. Ogni sostituzione
di tritono risolve diatonicamente scendendo di ½ tono. Nell’analisi funzionale una
sostituzione di questo tipo può anche essere siglata con subV.
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Scale utilizzabili: come prima scelta abbiamo la mix#11 (lidian dominant) che contiene
al suo interno il #IV e mette in evidenza le tensioni 9, #11 e 13.
IImin7 V7 Imaj7
Dmin7 G7 Cmaj7
Dorica Misolidia Ionica
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Quando il brano è veloce
Quando il movimento degli accordi è molto veloce e non abbiamo tempo “per pensare”
la scala diminuita ci aiuta tantissimo. L’esempio riporta una serie di dominanti in
caduta e le relative sostituzioni, bene non c’è problema. Basta partire con la prima
scala diminuita (possibilmente giusta !!!) e scendere di semi tono.
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Capitolo 14
Scambio Intermodale
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Rapporto scala/accordo
Sono accordi che cintengono al loro interno il b6 (del centro tonale). Questi accordi
possono essere utilizzati come cadenza per ritornare al I grado o come sostituzione
funzionale.
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Sottodominante: presenza del 4 che risolve sul 3 (del centro tonale)
Sottodominante: minore: presenza del b6 che risolve sul 5 (del centro tonale)
Vediamo quindi quali accordi fanno parte di questo gruppo (tutti appartenenti alla
scala Eolia)
Dominante minori
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Cadenze sottodominante minore
Questa cadenza può risolvere direttamente sul Imaj7, sostituendo la famosa IImin7
V7. Osservate come il movimento della fondamentale sia per 2 maggiore. Nulla vieta di
usare in sequenza ambedue le cadenze, prima quella classica poi quella di
sottodominante.
Questa non è altro che una cadenza in minore che risolve però in maggiore.
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3- Cadenza bVImaj7 bIImaj7
Questa cadenza si basa sul movimento (4 ascendenti) di due accordi maj7. Il secondo
accordo risolve scendendo di semitono, conferendo una sonorità simile alla
sostituzione di tritono. Spesso questi accordi sono preceduti da altri accordi maj7
che seguono sempre il movimento cycle.
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Capitolo 15
Dominanti alterate
Tutte le usate su accordi di dominate hanno tre note in comune, esse sono:
fondamentale, terza maggiore e settima minore. L’intervallo tra la 3M e la 7m è
detto tritono e caratterizza la forte propensione di questo accordo a muoversi. Tutte
le altre note, possono essere alterate. L’unico grado che non può presentarsi in un
accordo di dom7 e quindi in nessuna scala di dominante è la 7M.
Funzione di un accordo
Ciò che determina una scala rispetto all’accordo sono le tensioni (9, 11 e 13) che si
trovano nella sigla oppure la sonorità che si desidera ottenere. E’ chiaro per un
accordo maggiore useremo una scala maggiore e su di un minore una scala minore.
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Tensioni negli accordi di dominante
Misolidia
Struttura: 1 2 3 4 5 6 b7
E’ il punto di partenza per tutte le altre scala misolidie. Il nome delle altre scale sara
preceduto da mix e le relative tensioni.
La scala misolidia nasce dal V grado della scala diatonica maggiore ed è associata ad
accordi di 9 e 13. L’11 è nota da evitare dovuto alla vicinanza con la 3 maggiore. E’
usata molto nel Blues, Jazz, Pop e Funk.
Misolidia sus4
Struttura 1 2 3 4 5 6 b7
Usata su accordi sus4 dove la quarta sostituisce la terza. Questi accordi hanno una
funzione di sottodominante e creano una risoluzione più debole ed ambigua. Le tensioni
sono 9 e 13. E’ usata molto nel, Jazz modale e nel Pop.
Struttura 1 2 3 #4 5 6 b7
Nasce dal IV grado della scala minore melodica. Colore chiaro tende ad “espandere”
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l’accordo. Tale senzazione si crea perché la #11 (#1 tonalmente) tende a risolvere sul
2 (9) del accordo di I grado..
Le tensioni associate sono 9, #11 e 13. Si usa nella sostituzione di tritono e nella
dominante secondaria II7. Esempi sono Take the “A” Train, Garota de Ipanema,
Desafinado.
Esatonale
Struttura 1 2 3 #4 #5 b7
Misolidia b9
Struttura 1 b2 3 4 5 6 b7
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Diminuita
Struttura 1 b2 #2 3 #4 5 6 b7
Usatissima nella musica Jazz. E’ una buona soluzione su dominanti alterate ma anche in
sostituzioni di tritono. Il fatto che sia simmetrica ci offre la possibilità di creare dei
fraseggi partendo da quattro punti diversi. Per non creare confusione poniamo come
regola che: la scala diminuita utilizzata su di un accordo di dom7 è la
semitono/tono partendo ½ tono sopra la fondamentale.
Le tensioni che nascono sono b9, #9, #11 e 13. La presenza della 13 favorisce la
risoluzione in maggiore perché la 13 corrisponde alla 3 dell’accordo d’arrivo.
Misolidia b9b13
Struttura 1 b2 3 4 5 b6 b7
Nasce dal quinto grado della minore armonica. Colore scuro tende a “comprimere”
l’accordo. Usata nella cadenza V I in minore perché la b13 corrisponde alla 3m
dell’accordo d’arrivo. Come regola generale possiamo dire che: quando un dom7 risolve
su un accordo minore la prima scelta è la scala mixb9b13.
Tensioni associate sono quindi la b9, 11(con attenzione) e la b13.
Superlocria
Struttura 1 b2 #2 3 b5 b6 b7
Chiamata anche super locria, nasce dal settimo grado della scala minore melodica. La
varietà sonora è il massimo che possiamo chiedere, tutto alterato ! Funzione nelle
cadenze in V I in maggiore e minore. La sigla è “alt” e lascia libero l’improvvisatore di
scegliere le tensioni che preferisce.
Le tensioni associate sono la b9, #9, b5 e #5 (b13)
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Capitolo 16
Armonia Diminuita
Un’altra forma di armonia cromatica è causata dal inserimento degli accordi diminuiti.
Le funzioni principali di tali accordi sono: diminuiti di passaggio, sostituto di
dominante e colore diminuito.
Altri movimenti sono possibili ma i più usati sono cinque. I primi quattro risolvono su
un accordo diatonico salendo di ½ tono, mentre solo uno scende sempre di ½ tono.
Come noto la scala diminuita è una sequenza simmetrica di toni e semitoni e come come
gli accordi diminuiti, si ripete ogni terza minore. Ciò da origine a tre scale diminuite
possibili; C, C# e D.
Per trovare la scala relativa seguite lo stesso procedimento che abbiamo usato per le
dominanti secondarie.
Tensione Risoluzione
#I°7 IImin7
#II°7 IIImin7
#IV°7 V7
#V°7 VImin7
bIII°7 IImin7
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Attenzione alle inversioni
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Un accordo con funzione diminuito di passaggio può avere un fondamentale diversa ed
avere sempre la stessa funzione; l’effetto però non sarà lo stesso.
G7 B°7 G7(b9)
“ D°7 “
“ F°7 “
“ Ab°7 “
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Amin6 Ab°7 Gmin7 C7sus Fmaj7
Colore diminuito
Chiamati anche “diminuiti ausiliari” servono per creare moto e vengono inseriti
solitamente sul I e V della scala. Il movimento è dato dal fatto che la fondamentale
rimane ferma in un grado della scala, mentre le alte note si spostano. L’utilizzo più
comune è quello di ritardare la risoluzione come si vede nel primo esempio.
Queste due scale sono sostanzialmente uguali. L’unica differenza sta nel fatto che se
a una scala mixb9b13 aggiungo la #9 la trasformo in diminuita.
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Capitolo 17
Modulazione
Il concetto di modulazione si basa sullo spostamento del centro tonale. L’uso di più
centri tonali conferisce freschezza ed interesse al brano che altrimenti
ristagnerebbe rendendo tutto ciò monotono.
Attenzione
Quando analizziamo una progressione nella quale sono presenti uno o più accordi di
un’altra tonalità, attenzione, potremmo essere di fronte ad una modulazione. Non
esistono regole assolute, se non che una modulazione vera e propria deve durare nel
tempo, vale a dire un certo numero di misure. Tu sei l’arbitro!!!!
Come riconoscerle
Se troviamo due accordi che non appartengono all’armonia cromatica allora potremmo
essere di fronte ad una modulazione. Un altro indicatore importante è: la presenza di
un accordo maj7sul II, III, V, VI e VII.
Numeri romani
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Tipi di modulazioni
Con la modulazione noi creiamo interesse donando freschezza al brano. Molto spesso,
per modulare, si ripete la parte A in un’altra tonalità, oppure la parte B.
Modulazione Diretta
Risolta la cadenza originale, si “salta” verso un altro centro tonale, spesso lontano,
creando un forte contrasto con la progressione iniziale.
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Modulazione transitoria
Questo tipo di modulazione passa attraverso diversi centri tonali, fino alla risoluzione
in una nuova tonalità. Spesso si utilizzano le dominanti estese (dominante della
dominante).
La modulazione con accordo perno o pivot è stata ed è tuttora molto usata. Consiste
nel modulare utilizzando un accordo comune alle due tonalità. Questa tecnica rende il
cambio di centro tonale molto morbido.
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Modulazione d’inganno
Spesso si creano dei patterns con l’aiuto delle dominanti secondarie. Esse rimandano la
risoluzione alla nuova tonalità “ingannando” l’ascoltatore.
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Capitolo 18
Abbellimenti
Dopo le varie considerazioni fatte sulla propensione di alcuni accordi a muoversi verso
un punto di riposo, oppure la tendenza di altri a fermarsi, vediamo come possiamo
creare colori diversi con le note degli accordi stessi.
Rivolti
Il motivi principali per cui si usano i rivolti è quella di creare un movimento più
morbido della fondamentale ottenendo nuove sonorità senza però, alterare la funzione
armonica degli accordi. Le sigle sono coniate da una lettera che determina il nome e
tipo di accordo (lettera sopra), la lettera sotto invece, preceduta da / informa quale
fondamentale sta suonando.
Un comune movimento è quello di far scendere i rivolti (7 al basso) Spesso ciò avviene
ad intervalli di terza maggiore o minore.
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Il #IVmin7/b5
Questa accordo (cromatico) ci aiuta di chiudere la progressione sul I grado. Esso può
essere considerato un IImin7/b5 del VII7 che risolve sul IIImin7 (I/III)
Linee interne
Le linee interne sono dei movimenti che avvengono con la 5 e l’8 (fondamentale) di un
accordo. Questi movimenti conferiscono alla progressione colore e movimento. Possono
essere usate come abbellimenti oppure di collegamento tra due o più accordi. Il
movimento risulta essere diatonico ma anche cromatico. Esempi sono My Funny
Valentine e Brazil.
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Linee su II V
Pedale
Un’altra tecnica che aggiunge freschezza alla progressione è il pedale. Consiste nel
ripetere una nota singola o un pattern (ostinato) al basso, mentre l’armonia si muove.
Spesso si usano accordi di tonica (I) o dominante (V). Il pedale può essere utilizzato
con un singolo accordo oppure in una progressione. Nel secondo caso è necessario una
nota in comune per il collegamento. Spesso questa tecnica funzione bene come intro o
finali.
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Capitolo 19
Sostituzioni accordi
Aggiungere tensione
Questa tecnica consiste nel aggiungere delle tensioni alla nostra progressione
armonica, basandosi fondamentalmente sulla scala che rappresenta ogni singolo
accordo. Tale tecnica è diatonica, ciò significa che tutte le note di tensione
appartengono al centro tonale; possibile anche l’utilizzo dei rivolti.
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Abbellimenti armonici
Simile come principio ma più drastica nel risultato, anche questa tecnica si basa nel
inserimento di tensioni. In questo caso però, quest’ultime sono spesso cromatiche
(note estranee al centro tonale). Chiaramente l’accordo che si presta di più è quello di
dominante. Per quel che riguarda invece gli altri accordi, spesso si utilizzano i
movimenti di voci interne ( 5 e 7) all’accordo oppure alterare la 5, che come sappiamo,
non altera la funzione tonale del accordo e anche aggiungere ad un accordo min la
maj7.
Come detto prima l’accordo di dominante si presta molto ad essere elaborato. Vediamo
quali sono le possibilità più utilizzate.
Quando vediamo un accordo di dominante dobbiamo subito pensare alla scala misolidia.
Questo è sempre il punto di partenza. Ora un accordo di dominante lo possiamo
espandere oppure contrarre.
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Espandere: s’intende rendere l’accordo più brillante, aperto, di buon umore. Le scale
utilizzate sono la mix#11 ed esatonale. Questa soluzione è tipicamente usata nel
modo maggiore.
Contrarre: si intende rendere l’accordo più scuro, chiuso e di cattivo umore. Le scale
utilizzate sono la mixb9, mixb9b13 e super locria. Questa soluzione è tipicamente
usata nel modo minore.
Sostituzioni funzionali
Noi possiamo sostituire un accordo con un altro che abbia la stessa funzione, oppure
usare un rivolto. Questo tipo di sostituzione crea una diversa linea di basso e quindi
un diverso rapporto tra melodia e armonia. Tale tecnica non cambia l’armatura in
chiave anche se troveremo accordi cromatici, ma semplicemente modifica il movimento
armonico rendendolo spesso più fluido. Ricordatevi che l’accordo che sostituisce deve
avere un legame logico con l’accordo originale.
Linee di basso
Quando usiamo le sostituzioni funzionali, riusciamo a creare delle linee di basso, che si
muovono secondo una logica ben precisa, come per esempio lo spostamento per toni o
semi toni oppure un ciclo prestabilito come quello delle quinte.
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Quadro delle sostituzioni
Tutti gli accordi di dominante possono essere sostituiti con un accordo diminuito
costruito dai seguenti gradi: III, V, bVII e bII. Il risultato è sempre un accordo di
dominante con la b9.
B°7
D°7
G7 G7(b9)
F°7
Ab°7
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Sostituzione di una dominante secondaria
V/IV
3 / b7 I7 bV7 III°7
C7 Gb7 E°7
V/V
#4 / 1 II7 bVI7 #IV°7
D7 Ab7 F#°7
V/VI
#5 / 2 III7 bVII7 #V°7
E7 Bb7 G#°7
V/II
#1 / 5 VI7 bIII7 #I°7
A7 Eb7 C#°7
V/III
#2 / 6 VII7 IV7 #II°7
B7 F7 D#°7
Ricordatevi che ogni accordo di dominate può essere preceduto dal relativo
IImin7 oppure IImin7/b5 se in minore.
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Sottodominante Dominante Tonica
Progressione originale Dmin7 G7 Cmaj7
IImin7 V7 Imaj7
Sostituzione funzionale Fmaj7 G7 Emin7
IVmaj7 V7 IIImin7
“ Dmin/C Bmin7/b5 Amin7
IImin7 VIImin7/b5 VImin7
“ Dmin7/b5 G7(b9b13) C69
IImin7/b5 G7alt I69
“ Fmin6 G7(b9) Abmaj7
IVmin6 V7alt bVImaj7
“ Dmin7 D°7 Cmin/maj7)
IImin7 II°7 Imin(maj7)
“ Bbmaj7 B°7 Cmin6
bVIImaj7 VII°7 Imin6
“ Fmin7 F°7 Ebmaj7
IVmin7 IV°7 bIIImaj7
Vediamo ora quali accordi possiamo inserire in una progressione armonica Queste
forme accordali, chiamate accordi d’approccio, si collocano prima dell’accordo
originale. Usateli a basta !!!!
Cmaj7 Imaj7 G7 V7
Emin7 IIImin7 Db7 bII7
C#dim7 #Idim7 Bmin7/b5 VIImin7/b5
Eb7 bIII7 D7 Bdim7 VIIdim7
Ebmaj7 bIIImaj7 Dbmaj7 bIImaj7 Cmaj7
A7 VI7 Bb7#11 bVII7
Amin7 VImin7 Fmaj7 IVmaj7
Fmin7 IVmin7
Fmin6 IVmin6
Dmin7/b5 IImin7/b5
100
Possiamo inoltre raggiungere altri accordi del gruppo di tonica
Tonica minore
Dmin7 IImin7 G7 V7
E7 III7 A7 VI7
Emin7 IIImin7 Amin7 VImin7 Abmaj7
Fmaj7 IVmaj7 Ebmaj7 Eb7 bIII7
Fmin7 IVmin7 Ebmaj7 bIIImaj7
Bb7 bVII7 Bb7 bVII7
G7 V7
101
Approccio del approccio …….BASTA !!!!!!!!
Dmin7 IImin7
D7 II7
Fmaj7 IVmaj7
F#dim7 #IVdim7 G7 V7
Abmaj7 bVImaj7 Fmin7 IVmin7
Ab7 bVI7 Fmin6 IVmin6
F7 IV7 Bb7 bVII7 Cmaj7 Imaj7
G7 V7
G7 V7 B7 VII7
Dmin7 IImin7 Amin7 VImin7
D7 II7 Db7 bII7
Abmaj7 bVImaj7
Ab7 bVI7
Abmin7 bVImin7
Alcune volte noi possiamo estendere per più misure il nostro approccio. Molto usato è
l’utilizzo delle dominanti estese (dominante della dominante) con relativo II min7,
oppure la sostituzione di tritono. Tale tecnica è molto diffusa nel Bebop.
102
Usare un movimento funzionale
Riarmonizzazione
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studiate precedentemente. Buona regola per creare una riarmonizzazione è: il nuovo
accordo deve contenere la nota della melodia di quel momento. Detta note può essere
la 1, 3, 5 o 7, in questo caso troveremo un accordo abbastanza vicino a quello originale.
Nel caso in cui la nota la si consideri una alterazione allora il nuovo accordo sarà più
lontano rispetto all’originale. Comunque sia i nuovi accordi devono avere un legame
logico tra loro (vedi movimenti primari e secondari del capitolo 7). Un buon esercizio è
provare nuove soluzioni armoniche su melodie conosciute.
Una buona riarmonizzazione si basano, come specificato prima, sui movimenti armonici
tradizionali con l’aggiunta di risoluzioni inaspettate ma logiche. Un altro fattore
importante è quale tipo di armonia si utilizzerà, tradizionale basata su intervalli di
terza oppure più moderna ovvero accordi costruiti ad intervalli di quarta. Altro
fattore da non dimenticare è la possibilità di inserire le strutture costanti o ancora
l’armonia non funzionale. Tutto ciò appartiene all’universo intellettuale, rimane
comunque il fatto che una buona soluzione armonica dipende essenzialmente dal gusto
personale.
Turnarounds
Sono piccole progressioni armoniche che hanno la funzione di: concludere un brano,
riprendere dall’inizio una sezione. Queste mini progressioni spesso sono formate da
due misure su una frase di otto e terminano frequentemente con un accordo di
dominante.
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Cadenza imperfetta e d’inganno
I turnarounds risolvono spesso (ma non solo) con la cadenza imperfetta o d’inganno.
Tale movimento non chiude la progressione ma rimanda la risoluzione definitiva al
movimento V7 I, che si chiama cadenza perfetta. (vedi capitolo 6)
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Capitolo 20
Bebop
Il Bebop nasce dal diverso modo di intendere l’improvvisazione degli standart negli
anni 30 e 40. Infatti la struttura armonica del Bebop si assomiglia molto a quella degli
standard, ciò che cambia invece è la melodia. I passaggi virtuosi le melodie che si
basano fondamentalmente su figure ritmiche di 1/8 sono caratteristiche che fanno
del Bebop un genere nel genere.
Bebop tende ad avere un ritmo armonico molto veloce, spesso gi accordi cambiano ogni
due battiti. Melodicamente è molto difficile data l’elevata velocità mentre
l’improvvisazione si basa su concetti ordinari, anche se nascono forme melodiche
“precotte” di veloce utilizzo.
Tensioni armoniche
Note d’approccio
Un importante tecnica nata durante il periodo Dixieland e molto utilizzata nel Bebop,
sia come improvvisazione che come tema, è quella delle note d’approccio. Queste note
non hanno necessariamente un rapporto armonico con l’accordo del momento ma sono
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semplicemente delle forme melodiche da usare e basta.
In questo esempio vediamo che le note del accordo (target note) vengono raggiunte
per salti di semitono o tono. Se la nota d’approccio è diatonica allora la tensione sarà
soft, mentre se cromatica la tensione viene considerata hard.
Questo approccio si basa sul rapporto scala accordo. L’esempio sotto è costruito sulla
scala Ionica e l’accordo è ovviamente un maj7. Le note dell’accordo (target note),
vengono raggiunte cromaticamente, tranne il primo esempio, da sotto quando il
movimento è ascendente. Quando il movimento è discendente invece, le note
dell’accordo si raggiungono per gradi diatonici.
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Combinazioni di due movimenti
Un altro tipo di approccio si basa sulla fusione di due movimenti. Il primo da sopra e il
secondo da sotto.
108
109
Capitolo 21
Jazz Modale
Nel 1959 Miles Davis, con l’album Kind of Blue, da inizion ad una nuova forma musicale
il jazz modale. Questa nuova forma musicale affronta l’armonia in un modo diverso e
del tutto innovativo, infatti gli accordi si basano sull sovrapposizione non più di terze,
come fini a quel momento si è fato, ma per quarte. La melodia è di facile assimilazione
all’orecchio perché la presenza di cromatismi esasperati si dirada. Tutto ciò dona
freschezza ed una capacità di penetrazione notevole.
Progressioni modali
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Voicings nel modale
Un’altra caratteristica del modale è creare una serie di di accordi “non tipici”
utilizzando le note della scala di riferimento. Tale strutture armoniche si basano su
intervalli di quarte e seconde Queste nuove forme sono molto malleabili e
difficilmente definibili se non indichiamo una fondamentale.
La semplicità armonica del modale non aiuta di certo a creare delle nuove soluzioni
melodiche. Per ovviare a questo problema si sono, nel corso degli anni, sviluppati dei
patterns carattristici di questo genere. Il primo concetto da tenere presente è che
l’improvvisazione modale da più importanza a gli intervalli di quarta o comunque più
ampi rispetto al Jazz tradizionale.
Due sono le pentatoniche usate nel modale, il modo maggiore e quello minore. La
particolare organizzazione interna (toni e semo toni) di questa scala la rende
adattissima in quanto l’assenza del tritono toglie quel sapore tonale tipico della scala
Ionica.
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Patterns simmetrici
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Capitolo 22
Pentatoniche
Come per le altre scale, anche le pentatoniche possono essere maggiori o minori. Il
modo maggiore nasce togliendo il 4 e 7 della scala Ionica, mentre il modo minore
eliminando il 2 e b6 della scala Eolia.
Ionica 1 2 3 4 5 6 7 Eolia 1 2 b3 4 5 b6 b7
Pent. Maggiore 1 2 3 / 5 6 / Pent. minore 1 / b3 4 5 / b7
I modi più usati sono il maggiore ed il minore, vediamo però quali sono gli altri.
Il nostro studio si baserà sull’utilizzo della pentatonica maggiore, chiaro che tutto può
essere rapportato alla minore ma per scelta utilizzeremo solo la maggiore. Uno degli
obiettivi ricercati con il sistema delle pentatoniche è quello di creare un sistema
inside/outside consapevole ed efficace rispetto all’armonia sottostante. Le prime tre
scale che studieremo sono assolutamente inside, dalla quarta in poi, seguendo sempre
il ciclo delle quinte, almeno una nota si troverà “fuori” e quindi stiamo per entrare nel
settore outside. L’ordine delle pentatoniche, che seguirà il ciclo delle quinte sarà: C,
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G, D, A, E ecc… Per quello che riguarda il settore outside lo vedremo più avanti.
Partiamo dal accordo di tonica per eccellenza, per esempio un Cmaj7. La prima
pentatonica (si parla sempre di pentatoniche maggiori) è quella di C. Essa contiene
tutte note inside. Seguendo il ciclo delle quinte troviamo quindi quella di G e
successivamente D.
Questo accordo segue lo stesso ragionamento, solo che il punto di partenza non è più
la fondamentale dell’accordo (vedi maj7) ma la 3min.
L’accordo di dominante non segue il ciclo delle quinte, quest’ultimo proprio per la sua
particolare struttura armonica viene trattato separatamente. Il tritono è in grado di
sorreggere una infinità di tensioni, quindi la scelta delle scale si ampia notevolmente.
Gli esempi riportati sotto sono comunque molto efficaci e dimostrano quanto sia
duttile questo accordo.
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Pentatoniche sugli accordi min7/b5
Questo accordo è un po difficile da trattare, non esiste una pentatonica che soddisfi
tutte le tensioni (9, 11 e b13). Probabilmente la più usata è C, che però ha una nota
estranea all’accordo, la 5 giusta.
Bene abbiamo visto che le pentatoniche si muovono seguendo il ciclo delle quinte e che
le prime tre sono inside. Proseguendo il percorso la scala numero quattro non è ne
dentro ne fuori. Per esempio: su di un accordo Cmaj7 le pentatoniche inside sono
quelle di C, G, D. Successivamente abbiamo quella di A che è formata dalle note A B
C# E G. Notate come solo una nota, il C#, è “fuori” davvero poco per considerare il
tutto outside. In buona sostanza se vogliamo “uscire” abbiamo tre possibilità.
inside G
D
Cmaj7
Db
outside B
Gb
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Uso delle pentatoniche nella progressione II V I
Vediamo cosa succede con un II V I maggiore, minore e quali scale possiamo usare.
Dmin7 G7 Cmaj7
F C G Ab F# Db C G D
Dmin7 G7 Cmaj7
C Db D
Dmin7/b5 G7 Cmin7
C Db Eb
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Capitolo 23
Gli accordi possono intraprendere delle strade diverse da quelle studiate fino a
questo momento. L’armonia non funzionale si basa su patterns armonici o sequenze del
tutto arbitrarie. Esistono due tipi di armonia non funzionale e sono: movimento
parallelo e ad movimento simmetrico.
Movimento parallelo
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Quando il movimento è per semi toni, spesso si usa la cadenza II V per raggiungere il
punto di riposo.
Movimento simmetrico
Progressioni simmetriche
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Questo tipo di armonia risulta molto “invadente” e perciò va usata con parsimonia.
Sostituzioni accordali
Sottodominante Tonica
IImin7 Imaj7
Dorico Ionico
Dominante
V7 VIImin7/b5
Misolidia Locria
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1- Progressione originale: accordi min7, moto discendente e progressione
simmetrica
2- Riarmonizzazione 1: gli accordi vengono trattati come dorici (perché minori),
quindi le sostituzioni avvengono seguendo il triangolo del gruppo di
sottodominante.
3- Riarmonizzazione 2: gli accordi vengono trattati come eolici (perché minori),
quindi le sostituzioni avvengono seguendo il triangolo del gruppo di tonica.
Osservate come le note della melodia non contrastano in modo spiacevole con le nuove
armonizzazioni. Nonostante cambi l’accordo, esse fanno sempre parte della nuova
struttura armonica. Un aiuto a chi improvvisa potrebbe essere quello di scrivere,
vicino agli accordi, a quale modo essi appartengono, ciò semplifica la vita per chi suona
ma non solo, fa si che la sonorità desiderata dal compositore si realizzi.
Patterns composti
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Questo disegno si ripete per dodici misure.
In questo esempio la top line segue una progressione di accordi minori organizzati nel
seguente modo. I primi due accordi (C F) distano tra di loro 2½ T, il terzo e quarto
(Eb Ab) pure. Tra di il primi due ed i secondi abbiamo 1 T discendnete (C F;Eb Ab;
ecc). Questo disegno si ripete per quattro misure. Nella progressione sotto invece
abbiamo delle sostituzioni fatte sempre con il criterio del triangolo. Notate come,
dopo avere considerato tutti gli accordi dorici, le nuove forme accordali si mescolano
conferendo un maggior colore e varietà musicale alla progressione. Importante è,
come detto prima, segnalare all’esecutore quale modo ci riferiamo prima e dopo le
sostituzioni.
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Aree di progressioni simmetriche
Non necessariamente dobbiamo avere tutto il brano scritto con l’armonia non
funzionale. Una buona alternativa, come ha insegnato Coltrane, è di creare delle aree
interne dove inserire una progressione simmetrica.
Coltrane II V
John Coltrane ha usato, su Giant Steps, un sistema simmetrico a tre toniche e relativo
V7. Le aree sono Ab, E e C (centro tonale). Il risultato è il famoso Coltrane II V.
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Indice
1- Scala maggiore
2- Intervalli
3- Accordi
4- Accordi diatonici e modi
5- Scala /Accordi
6- Armonia funzionale
7- Progressioni armoniche
8- Melodia
9- Forma
10- Blues
11- Armonia minore
12- Dominanti secondarie
13- Sostituzione di tritono
14- Scambio intermodale
15- Dominanti alterate
16- Armonia diminuita
17- Modulazione
18- Abbellimenti
19- Sostituzione accordi
20- Bebop
21- Jazz modale
22- Pentatoniche
23- Armonia non funzionale
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30/09/2007 13.42.00
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