Lovano: la storia, la
musica, lestetica
Paolo Bacchetta
3 Discografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
3.1 I dischi ECM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
3.2 I dischi della Soul Note . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
3.3 Polydor - JMT - Winter & Winter . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
3
4 Indice
Misterioso . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 74
One Time Out . . . . . . . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 79
Paul Motian In Tokio . . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 84
Trioism . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 89
Sound Of Love . . . . . . . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 94
You Took The Words Right Out Of My Heart . . . . . . . . . . . 95
I Have The Room Above Her . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 96
Time And Time Again . . . . . . . . . ..... . . . . . . . . . . . 101
5 LEstetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107
6 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117
5
6 Introduzione
9
10 I componenti
Nel 1972 Motian inizia la sua carriera da bandleader grazie allofferta da parte
della casa discografica ECM di registrare un disco a suo nome. Nasce Conception
Vessel , un disco che sancir linizio di una collaborazione tra il batterista e la casa
discografica europea che dura ancora oggi.
Nel 1981 esce, pubblicato da ECM, il disco Psalm. Il disco in quintetto ed il
primo disco in cui il trio Motian-Frisell-Lovano si trova a suonare insieme. Gli
altri componenti del gruppo sono Billy Drew al sassofono contralto e Ed Schuller
al contrabbasso.
Nel 1984 esce il primo disco del trio Motian-Frisell-Lovano, intitolato It Should
Have Happened A Long Time Ago, pubblicato da ECM: non il primo disco in
cui i tre musicisti suonano assieme ma il primo in cui la formazione costituita
dal solo trio, formazione che ancor oggi dura, di fatto stabilendo il gruppo come
uno dei pi longevi nella storia del jazz.
Nel corso del tempo Motian ha collaborato con un numero impressionante di
musicisti, portando il suo contributo a rivoluzioni sostanziali. I gruppi da lui gui-
dati hanno spesso portato alla notoriet giovani promesse quali Chris Potter,
Joshua Redman, Kurt Rosenwinkel, Chris Cheek, tanto per citarne alcuni.
La molteplicit delle esperienze vissute da Motian nel corso del tempo non ha
scalfito il solido legame con la tradizione e i suoi musicisti; lo stesso Motian ha nel
corso del tempo registrato numerosi lavori dedicati alle song americane o a musi-
cisti particolarmente rappresentativi (Bill Evans, Thelonious Monk, Bud Powell,
...).
Il suo stile strumentale, spesso minimale, caratterizzato da un attacco preciso e
deciso, anche nei momenti in cui la musica sembra essere pi soft. Nel corso degli
anni levoluzione dello stile di Motian traccia larco evolutivo della musica jazz:
dal 1950 la sua carriera stata una combinazione di trii, quintetti, influenze bop,
influenze cool e free. Il legame con la tradizione, in tutto questo arco di tempo,
non mai venuto meno.
Lo stile di Motian molto melodico, gli elementi ritmici contribuiscono a deli-
neare la melodia piuttosto che a introdurre stratificazioni poliritmiche.
Lapproccio allo strumento fortemente istintivo e privo di elementi linguistici
scontati. Anche nei pezzi pi tradizionali la musica di Motian caratterizzata da
una forte aderenza tematica, da unattenzione completa allazione degli altri musi-
cisti, da una dedizione totale al ruolo (da lui ritenuto primario) di accompagna-
tore. Il senso del batterismo di Motian da ricercarsi nella volont di permettere
ai musicisti che suonano con lui di esprimersi al meglio; tale scopo per lui cos
importante da indurlo a non considerare come essenziale il ruolo di solista: gli
assoli di Motian sono piuttosto rari.
La leadership di Motian allinterno del gruppo indiscussa: lui il composi-
tore/arrangiatore principale e lui detta le linee guida dellestetica del gruppo.
Tuttavia evidente come la connessione tra i tre musicisti avvenga sulla base di
una condivisione pressoch totale di tale estetica. La misura negli assoli, il con-
trollo delle improvvisazioni (spesso limitate a due chorus), la perfezione geome-
trica degli spazi improvvisativi corali mettono in evidenza un meccanismo molto
ben congeniato e progettato, oltrech una simbiosi assoluta tra i tre musicisti.
Questi elementi per non sono un frutto isolato, legato ad un felice incontro tra i
1.2 Bill Frisell 11
tre componenti del gruppo: sono uneredit che Motian stesso ha contribuito a
formare nel corso del tempo e che si costituita per la prima volta attraverso la
collaborazione con Bill Evans e Scott La Faro. Linterplay, la compattezza delle
esecuzioni, il loro rigore, la coralit nelle improvvisazioni sono uneco chiara della
musica del trio di Bill Evans, arricchita dalle esperienze che Motian ha fatto nel
corso degli anni.
Lovano entra a far parte della Paul Motian Band nel 1981 e da quel momento ha
collaborato con artisti come John Scofield, Herbie Hancock, Elvin Jones, Charlie
Haden (nella Liberation Music Orchestra), Carla Bley, Bobby Hutcherson, Billy
Higgins, Dave Holland, Ed Blackwell, Michel Petrucciani, Lee Konitz, Abbey Lin-
coln, Tom Harrell, McCoy Tyner, Ornette Coleman, Jim Hall, Bob Brookmeyer e
molti altri. Negli anni recenti ha collaborato con Dave Liebman e Michael Brecker
nel collettivo chiamato Saxophone Summit, con il quale ha registrato il primo
disco, intitolato Gathering Of The Spirits, nel 2004. Nel 2008 Joe Lovano ha
sostituito Joshua Redman nel SFJazz Collective.
Lesperienza di Joe Lovano allinterno delle Big Band, laver lavorato a fianco di
altri sassofonisti che, solitamente, venivano ospitati dalle orchestre, stata deter-
minante, a detta dello stesso Lovano, per la sua crescita e lo sviluppo di una capa-
cit pressoch unica di suonare insieme agli altri musicisti. Lobbiettivo di Lovano
stato sempre quello di fondersi con il suono degli altri musicisti. Questa sua
capacit emerge in modo particolarmente significativo nei lavori in quintetto, dove
suona insieme a Billy Drew e Jim Pepper1.1, e nei dischi in cui compaiono ospiti
Dewey Redman e Lee Konitz1.2.
Questa capacit evidentemente una delle chiavi del successo del trio: i musicisti
emergono spesso dallo sfondo, le improvvisazioni si sviluppano con naturalezza, il
suono degli strumenti risulta compatto e definito. In effetti potremmo definire
questo uno dei punti di maggior contatto tra i tre musicisti. la capacit di per-
cepire il movimento di ogni singola voce e di interagire in modo efficace con esso
che permette ai tre musicisti di comunicare ad un livello cos profondo. Questo
tipo di interazione, poi, non mai banale perch nasce da unidea di musica poli-
fonica piuttosto che dalla classica divisione dei ruoli (sezione ritmica vs solista)
spesso un po troppo automatica nel jazz. Questa idea si sviluppa attraverso idee
melodicamente semplici ma che acquistano complessit sia dal punto di vista rit-
mico che, attraverso lintreccio delle voci e la scelta dei voicing, dal punto di vista
armonico.
Unaltra chiave del successo del suono del trio pensiamo sia da ricercare nella
radicale differenza dei percorsi seguiti dai tre musicisti. Per quanto tutti e tre
siano molto coscienti dellimportanza della tradizione, il rapporto con essa si svi-
luppato in modi diversi: Paul Motian non ha appreso la tradizione, come deve
essere successo per Lovano e Frisell, ma ne ha preso parte; Lovano ha suonato
molto nelle sezioni delle Big Band, organico che Motian ha frequentato poco; rin-
tracciare il rapporto con la tradizione da parte di Frisell risulta piuttosto compli-
cato, soprattuto per il suo approccio trasversale rispetto ai generi musicali: la
locuzione le armonie di Jim Hall con il suono di Jimi Hendrix rende bene lidea.
La diversit di questi rapporti non che la cartina tornasole di una diversit pi
profonda che costituisce il nocciolo dellinteresse del trio: tre direzioni differenti
che, tuttavia, si integrano con naturalezza, permettendo alla musica di liberarsi da
canali troppo angusti e svilupparsi in ognuna di queste direzioni senza cadere in
contraddizione.
1.1. Nello specifico Psalm, Jack Of Clubs, The Story Of Maryam e Misterioso
1.2. Si vedano i dischi Monk In Motian, On Broadway Vol. 3 e Trioism
14 I componenti
difficile rintracciare riferimenti non banali nel modo di suonare di Lovano; nel
primo periodo con la Paul Motian Band evidente linflusso del Coltrane pi free,
tuttavia nelle situazioni pi vicine alla tradizione il suono di Lovano estrema-
mente diverso da quello di Coltrane. Lidea di Lovano sempre stata quella di
integrare lapproccio improvvisativo di Coltrane nel suo linguaggio, anche nelle
situazioni pi vicine alla tradizione. Come osserva Lovano il suo obbiettivo
sempre stato quello di suonare pi liberamente: lintero percorso di Lovano come
musicista informato su un obbiettivo che pu sembrare un poco scontato; tut-
tavia la differenza tra il suono di Lovano agli inizi dellesperienza con Paul Motian
(nel 1981) e quello registrato nel primo disco in trio (tre anni dopo, nel 1984)
tale da far capire come esso abbia dei contenuti tuttaltro che scontati.
Per quanto il numero di tenorsassofonisti che hanno attraversato la storia del jazz
sia elevatissimo, relativamente pochi sono quelli che hanno lasciato una traccia
indelebile, legata alla loro distinguibilit. Limportanza di Lovano rilevante
ancor pi se la si guarda in prospettiva: dagli anni 80 sono pochi i musicisti che
abbiano saputo sviluppare un proprio suono attraversando musiche e stili cos dif-
ferenti. Ancor meno sono i sassofonisti che hanno avuto il coraggio di buttarsi in
situazioni radicalmente diverse. Lovano ha al suo attivo tanti progetti, spesso
diversissimi per la loro natura, e la capacit di stare in questi progetti con una
voce immediatamente riconoscibile fanno di lui uno dei musicisti pi considerati
degli ultimi venticinque anni.
Capitolo 2
La storia del gruppo
15
16 La storia del gruppo
molto limitato nei fiati; daltra parte questi ultimi possiedono un sustain che per
il contrabbasso impossibile da eguagliare. Al di l del fatto che essi coprano
registri simili lecito pensare che le ragioni alla base della scelta fossero legate
alla musica: i fiati in questione potevano accompagnare ed entrare a fare parte dei
voicing degli accordi con pi efficacia di quanto non potesse fare il contrabbasso.
Allo stesso modo lattacco e la natura ritmica di questultimo lo faceva preferire in
altre situazioni.
I gruppi dei primi tempi non avevano dunque una struttura sempre uguale: la
Original Dixieland Jass Band di Nick La Rocca, il primo gruppo che avesse mai
inciso del Jass, non annoverava tra gli strumenti un contrabbasso. King Oliver
aveva il contrabbasso nella sua Creole Jazz Band. Tuttavia ci preme sottolineare
ancora una volta come non ci fosse una preclusione nei confronti del contrabbasso
ed il fatto che si fosse sviluppata una tecnica come lo slap per proiettare maggior-
mente il suono dello strumento dimostra, anzi, quando fosse apprezzato e ritenuto
importante. Non inoltre escluso che le difficolt di registrazione del tempo non
permettessero una ripresa efficace del suono del contrabbasso (come, del resto,
accadeva anche per la batteria) e che per questo motivo potesse essere preferito
uno strumento a fiato ad esso. Possiamo ritenere dunque che, ragioni pratiche a
parte, la scelta dei fiati o del contrabbasso non fosse un ripiego ma semmai una
scelta estetica.
Nel corso del tempo, man mano che le ragioni pratiche sono decadute, il suono del
contrabbasso stato preferito a quello dei fiati nei gruppi piccoli mentre nei
gruppi pi grandi stato spesso affiancato ad altri strumenti che occupavano un
registro simile. Tuttavia esempi di gruppi senza contrabbasso ce ne sono stati: il
quartetto Goodman-Krupa-Hampton-Wilson, il duo Jim Hall Bill Evans, il trio di
Wes Montgomery e Jimmy Smith, giusto per citarne alcuni. In tutti questi casi la
sua assenza evidentemente dovuta ad una scelta estetica ma vale la pena di fare
alcune osservazioni: nel caso del gruppo di Montgomery, il suono dellorgano B3
aveva caratteristiche vicine a quello del contrabbasso, di conseguenza il suono
complessivo del gruppo occupava praticamente tutto lo spettro sonoro; il quar-
tetto di Goodman e quello di Evans hanno un suono radicalmente pi asciutto;
nel quartetto di Goodman il ruolo del basso viene di fatto assunto dal pianoforte:
Teddy Wilson suona nel registro grave, praticamente senza sustain proprio per
coprire la zona rimasta sguarnita; nel duo Evans-Hall i due strumenti si avvicen-
dano, sostenendosi reciprocamente durante i soli e di fatto mantenendo una certa
continuit dazione, tale per cui il registro grave spesso occupato da qualcuno.
Con il contributo delle avanguardie non sono tanto i ruoli degli strumenti quanto
piuttosto gli elementi del linguaggio ad essere messi in discussione. E se da una
parte le formazioni rimangono piuttosto stabili negli strumenti impiegati,
dallaltra le modalit con cui essi vengono utilizzati si allontanano sempre pi
dallapproccio tradizionale. Se in Free Jazz di Ornette Coleman il ruolo del con-
trabbasso ancora lo stesso che ha sempre avuto anche in precedenza, lo stesso
non si pu dire dei lavori che Coltrane cominci a produrre dal 1965 in avanti.
Proprio la ricerca compiuta dal sassofonista port alla formazione del duo con
Rashied Al, duo senza basso e senza alcuna preoccupazione di colmarne lassenza.
2.2 Anni 70 e anni 80: unintroduzione 17
Le scelte del trio sono felicemente orientate rispetto alla strada indicata da Col-
trane, una strada pi vicina allidea di formazione propria della musica classica.
Solamente allinizio Bill Frisell sembrava preoccupato di come occupare il vuoto
del basso. Con il tempo lestetica del trio si affrancata dal peso dellassenza ed
invece che sostituire il basso con gli altri elementi del gruppo, ha cercato di consi-
derare il vuoto come una possibilit espressiva in pi. Cos facendo il suono del
gruppo si apre a soluzioni nuove: la batteria di Motian pu produrre suoni gravi,
cos come la chitarra di Frisell e il sassofono tenore di Lovano, ma non esiste un
reale avvicendamento allo scopo di saturare a tutti i costi lo spettro sonoro.
Esiste invece una progressiva (negli anni) capacit della gestione delle dinamiche,
delle armonie e degli intrecci ritmici. Lattenzione si sposta quindi su elementi
diversi, la ricerca sonora e timbrica del gruppo si fa pi profonda e labilit
delluso degli spazi sonori, sia in termini di registro che di silenzio, si approfon-
disce. Ogni strumento assume il ruolo di solista ed il lavoro del trio costante-
mente volto a raggiungere un intreccio ideale tra le voci e le intenzioni dei tre
musicisti la cui forza sia tale da non far percepire un assenza (quella evidente-
mente del contrabbasso) ma piuttosto unidea nuova.
Gli anni 70 sono stati per il jazz un periodo importante di ricerca su tutti i
fronti: timbrico, strumentale, compositivo, estetico, filosofico. La spinta che il free
jazz, gli ultimi lavori di Coltrane e le nuove tendenze iniziate da Miles Davis
hanno generato in quel periodo ha attraversato quasi un decennio senza perdere il
proprio vigore. Tuttavia bene notare come tale spinta non abbia portato ad
ununica direzione di sviluppo ma abbia invece iniziato un solco che negli anni 80
sarebbe poi divenuto separazione netta. Infatti: se da un lato lesigenza della
fusione con gli elementi rock sembrava pi determinata dalla necessit di trovare
una strada tra le avanguardie e lhard-bop/post-bop, dallaltro non mancata la
sperimentazione tout court, votata ad una ricerca di frontiere nuove per la musica
e di modalit espressive diverse per le improvvisazioni.
Il terreno comune su cui queste tendenze si realizzano rendono, in ogni caso, gli
anni 70 un periodo quanto mai fertile, un tempo in cui anche il rock si avvicina
al jazz per una necessit comune di scambio, una vera e propria melting-pot in cui
gli idiomi provenienti da esperienze e culture differenti sembrano potersi integrare.
Di pi: lo sviluppo di tecnologie nuove e sostanzialmente pionieristiche genera un
interesse vorticoso nei confronti dellelettronica, della musica sintetica, delle possi-
bilit offerte dalla sovraincisione e degli strumenti nuovi che vengono proposti al
mondo: i pianisti si cimentano spesso con il Fender Rhodes (Bill Evans, Herbie
Hanckock, Keith Jarrett, Chick Corea, ...), Paul Bley lavora con sintetizzatori ed
il Moog Modulator, Ron Carter registra con il basso elettrico (strumento in realt
introdotto nel jazz da Monk Montgomery, fratello del pi famoso Wes), i gruppi si
modificano includendo gli strumenti elettrici (Gil Evans, Sonny Rollins, Miles
Davis). Tutti si sentono attratti dalle nuove possibilit e si lanciano in unesplora-
zione che si riveler quantomai feconda e stimolante, sia per il jazz che per il rock
e la musica pop. I dischi prodotti in questi anni saranno pietre miliari per la
storia del jazz: Bitches Brew (Miles Davis), Stormy Weather (Weather Report),
Plays The Music Of Hendrix (Gil Evans), Fort Yawuh/Expectations/Belonging
(Keith Jarrett), Communication (Jazz Composers Orchestra).
La spinta che ha caratterizzato gli anni 70 era per destinata in qualche modo ad
affievolirsi; tuttavia vero che la prima met degli anni 80 sar caratterizzata da
una stasi un poco difficile da comprendere, soprattutto se si considera quanto
materiale si era prodotto nella decade precedente. Analizzare un fenomeno come
questo significa analizzare gli anni 80 nel loro complesso, perch fu un fenomeno
prima di tutto sociale e solo di riflesso musicale. In quasi tutti gli ambiti gli
anni 80 rappresentano un periodo di transizione: in parte si capitalizza quanto
investito negli anni precedenti, in parte la stasi del periodo sembra essere foriera
di nuove spinte per il decennio successivo. Anche dal punto di vista politico e tec-
nologico possiamo notare come la prima met sia caratterizzata da una sorta di
quiescenza (anche se in alcuni ambiti solo apparente). Lavvento di tecnologie
prima sconosciute sembra lanciare il decennio verso conquiste nuove ma, in realt,
ci che diventa disponibile per il grande pubblico non che lapplicazione delle
ricerche compiute negli anni precedenti: il personal computer, i supporti di regi-
strazione su nastro magnetico, i dispositivi di memorizzazione ottica (comparsi
pi tardi, in realt). In ambito politico la scena dominata dal disinteresse: alla
partecipazione alla vita politica che aveva caratterizzato la scena degli anni 70
2.3 La rivoluzione elettrica tra gli anni 70 e 80 19
2.4 Le avanguardie
Il discorso legato al free jazz ed alle avanguardie risulta invece assai differente ed
enormemente pi complicato. Se da un lato le correnti principali del jazz, incluso
quello elettrico non si sono mosse dalle posizioni conquistate negli anni 70,
2.5 Lattivit di Paul Motian 21
2.1. lo stesso Motian a confermare come alcuni di questi incontri fossero legati a gigs che si tenevano
nei locali di New York e non a progetti specifici.
22 La storia del gruppo
Negli anni in cui il trio nasce Paul Bley ha abbracciato, come molti musicisti delle
avanguardie americane, una sorta di ritorno alle origini: recupera e suona i vecchi
standard. Rimane per fondamentale notare come lapproccio al repertorio stan-
dard di Paul Bley risenta profondamente delle esperienze free, della collaborazione
con Giuffr, della sperimentazione sia sul piano acustico che con i sintetizzatori
fatta negli anni precedenti: gli standard suonano nuovi sotto le sue mani e questo
sar un carattere da ricordare quando ci troveremo a discutere del percorso ana-
logo fatto da Motian, Frisell e Lovano.
Quali sono, in questo contesto, le tendenze accolte dai musicisti citati e che hanno
aiutato nello sviluppo del linguaggio del trio? Quali le influenze della musica
degli anni 70 e degli anni 80 che possiamo riscontrare nel loro approccio? Innan-
zitutto importante restringere la ricerca a pochi artisti, questo per esigenze di
brevit e per non perdersi nei meandri di un periodo storico che, pur fecondo di
novit, appare un poco confuso nelle sue linee particolari.
Alla luce di quanto esaminato pocanzi possiamo fare alcune riflessioni sulle moti-
vazioni che maggiormente hanno influito sulla nascita del gruppo. Se da una parte
linfluenza del rock ha un ruolo innegabile sia a livello compositivo (basti pensare
a brani come White Magic oppure Boomerang) che a livello strumentale (le
influenze di Hendrix su Frisell sono evidentissime), pur vero che i percorsi che
hanno portato allinclusione di questi elementi sembrano affatto differenti rispetto
a quelli dei gruppi gi citati. Lestetica di quei gruppi stata influenzata profon-
damente dal linguaggio rock tout-court mentre quella dei gruppi di Motian ci sem-
brano pi votati ad un integrazione degli elementi timbrici. I groove che hanno
caratterizzato la musica di Davis, il funk di Scofield, gli estremismi ritmici di
Brecker, le sonorit pop di Metheny non sono presenti come elementi fondanti n
nel quintetto iniziale n nel trio successivo. Al pi pu capitare qualche episodio
sporadico e ben circoscritto.
Importante invece ci sembra linfluenza delle scelte di repertorio di artisti come
Jarrett e Bley: linfluenza del free jazz , il contatto con le avanguardie americane,
la vicinanza con la musica colta europea e, non ultima, la scelta di mantenere un
legame evidente con il repertorio tradizionale sono elementi comuni fondamentali,
che si manterranno nel tempo.
Al tempo della nascita del gruppo Motian era lunico la cui reputazione fosse nota
e consolidata mentre sia Lovano che Frisell si stavano affermando proprio in quel
momento. Come ricorda lo stesso Frisell stato proprio Motian a permettere che
il suo talento sbocciasse e lo stesso vale per Joe Lovano che cita Motian come il
musicista che gli ha insegnato a stare nel mondo della musica.
La nascita del gruppo ha due aspetti importanti: da un lato il fatto che Paul
Motian fosse interessato alle sonorit della chitarra elettrica, dallaltro alcuni fatti
accidentali che hanno portato alla formazione di un gruppo senza basso.
Lanalisi del primo aspetto ancor pi interessante se si pensa al fatto che nel
corso del tempo limportanza della chitarra elettrica cresciuta sempre di pi,
attestandosi con forza nel gruppo Paul Motian Electric Be Bop Band divenuto in
seguito Paul Motian Band ed infine Octet +1 dove le chitarre elettriche, inizial-
mente due nel disco desordio, (The E. B. B. B. With Joshua Redman, Winter &
Winter 1995) diventano tre nellultima produzione discografica (Garden of Eden,
ECM 2006)[8].
Tuttavia il trio a determinare i gruppi successivi e non il contrario, anche perch
Bill Frisell che ha in larga parte indirizzato levoluzione dei chitarristi dagli
anni 80 in poi, musicisti con cui Motian ha poi spesso suonato.
24 La storia del gruppo
E agli inizi degli anni 80 che Paul Motian, su suggerimento di Pat Metheny, con-
tatta Bill Frisell. Dopo una fase iniziale di prove con Frisell il duo diventa presto
un trio con il contrabbasso di Marty Ehrlich prima e di Marc Johnson poi. Joe
Lovano a sua volta consiglia Billy Drewes al sassofono contralto. Il primo gruppo
in cui i tre musicisti collaborano vedr Ed Schuller al contrabbasso e incider
Psalm per la ECM. La nascita del trio legata allo stesso periodo storico come
conferma lo stesso Motian in due interviste. Nella prima[8]:
[...] That trio started out as a quintet [including altoist Billy Drewes
and bassist Ed Schuller]. It turned into a trio after being a quintet
because we were on tour with the quintet, and there was one parti-
cular song we were playing which called for the bass to lay out. So
for a while it was just me and Joe and Bill playing, and thats when
I got the idea to have a trio. It seemed like I could get the music
across with a trio, and at that time economics played a role as well
[...]
[...] Quel trio iniziato come un quintetto [che includeva laltista
Billy Drewes e il bassista Ed Schuller]. E diventato un trio dopo
che si era formato come quintetto perch, durante una tourne con
il gruppo, cera un brano particolare che eravamo soliti suonare e
che richiedeva che il basso se ne andasse. Per un attimo siamo
rimasti soli a suonare io, Joe e Bill, e l ho avuto lidea di avere un
trio. Mi sembrava che la musica potesse funzionare con un trio, e a
quel tempo il fattore economico giocava un ruolo importante [...]
Nella seconda[4] i dati sono pi precisi:
[...] It was a quintet; we were on tour in Europe I guess it was
1980, 1981 We were playing one of my songs, and at one point
the tune called for the bass to lie out, and for the other saxophone to
lie out. So for a few minutes, it was just Joe and Bill and me
playing. And I thought, This could work as a trio. I thought econo-
mically it could be good, and musically it would be good [...]
[...] Era un quintetto; eravamo in tour in Europa credo fosse il
1980 o il 1981 stavamo suonando uno dei miei brani e in un certo
punto il basso e laltro sassofono dovevano smettere di suonare. Cos
per qualche minuto eravamo solo io, Joe e Bill a suonare. Ed ho
pensato che potesse funzionare come trio. Ho pensato che fosse
buono sia dal punto di vista economico che musicale [...]
A quel tempo Frisell ha gi definito in modo piuttosto chiaro il suo stile strumen-
tale: luso del pedale volume, la ricerca di sonorit alternative, luso del riverbero
e degli effetti di formazione del suono (delay, compressori), il ricorso costante al
contrappunto e la frammentazione delle armonie, i loop. Idem dicasi per Joe
Lovano che risulta immediatamente riconoscibile al primo ascolto: per quanto forti
ed evidenti siano le radici con il passato, il suono di Lovano impregnato delle
esperienze free.
2.6 Le innovazioni del trio 25
Gli intenti primitivi di Motian sono molto chiari per quanto riguarda la chitarra:
nel primo album in cui il trio suona evidente come lo spazio dato a Bill Frisell
sia enorme in tutti i sensi. In tutti i brani Frisell suona un assolo che risulta in
primo piano, le possibilit timbriche della chitarra elettrica vengono sfruttate a
fondo: effetti, sovraincisioni, possibilit armoniche e di registro; rispetto ai due
sassofoni la chitarra sempre presente, fino a prendersi un intero brano in solo
(Etude). Anche nei momenti improvvisativi i due sassofoni si complementano a
vicenda ma mai rimangono da soli a gestirsi spazi altrettanto lunghi quanto quelli
che vengono assegnati alla chitarra. Anche nella selezione del materiale evidente
come limpronta rock (White Magic e Boomerang) e popolare (Mandeville) di
alcuni brani ben si adatti ai suoni di Frisell. Ironia della sorte lunico strumento
che si concede assoli lunghi ed in evidenza quanto Bill Frisell proprio il contrab-
basso di Ed Schuller, strumento a cui Motian rinuncer proprio per la costituzione
del trio.
Tuttavia se evidente come lintento di Paul Motian fosse proprio quello di dare
voce alla chitarra, la presenza, almeno a livello embrionale, del gruppo non si nota
affatto: in nessuna delle improvvisazioni i tre rimangono da soli. Semmai le sono-
rit si avvicinano per la pasta timbrica e per lattento utilizzo dellimprovvisa-
zione collettiva a quello che sar il suono della gi citata Electric Be-Bop Band2.2.
Tuttavia certo che le esibizioni dal vivo comportassero la presenza, in qualche
brano della sola formazione del trio.
Due anni pi tardi il gruppo registra quattro album importanti per la Soul Note.
In quegli anni il sassofonista Billy Drewes era stato sostituito da Jim Pepper ed il
suono del gruppo risultava decisamente pi aggressivo rispetto allinizio. Tuttavia
importante notare come dopo i primi due dischi ancora in quintetto, The Story
Of Maryam e Jack Of Clubs, venga registrato il primo album del trio: It Should
Have Happened A Long Time Ago (ECM, 1985). Il titolo non evidentemente
casuale e rende evidente come lattivit del trio fosse ormai consolidata. Il quin-
tetto registrer ancora un solo ultimo disco nel luglio 1986, Misterioso (Soul Note,
1986), e cesser la propria attivit. Lanno dopo lo scioglimento verr registrato il
secondo disco in trio, One Time Out (Soul Note, 1989), lultimo disco che vede
coinvolti la Soul Note ed il trio.
Il periodo che va dal 1983 al 1987 risulta particolarmente interessante ed intenso,
segno di una attivit importante da parte del gruppo. Il suono del trio gi
ampiamente definito, sebbene la piena maturit debba ancora venire. Sono anche
i dischi in cui le sperimentazioni sonore di Frisell sono pi evidenti e spinte. Al
periodo con la Soul Note segue una lunga fase in cui la produzione passa nelle
mani della Polydor (poi rilevata dalla JMT a sua volta assorbita dalla Winter &
Winter). Le registrazioni proseguono al ritmo di una o due allanno e dal 1988 al
1995 vengono registrati ben nove album. E in questa fase che avviene dunque la
produzione pi consistente e, in fin dei conti, matura. Alla sperimentazione ini-
ziale succede dunque una sintesi evidente, compiuta a partire dagli elementi svi-
luppati nel corso degli anni 80. Tali elementi si liberano degli aspetti pi spigolosi
2.2. Il suono complessivo della EBBB risulta pi aggressivo sia per il repertorio che linguisticamente
richiede un approccio pi energico, sia per la compresenza di due tenori, sia per il modo in cui i chitar-
risti lavorano sulle dinamiche e sui registri
26 La storia del gruppo
otto delle dieci composizioni sono state registrate per la prima volta proprio in
questo disco; ci sembra indicativo della volont di Motian di registrare un docu-
mento nuovo rispetto al passato, che potesse mettere in luce il percorso del
gruppo fino a quel punto.
Dal 1995 al 2005 non esistono altre registrazioni del gruppo. Per dieci anni
sostanzialmente la casa di produzione (Winter & Winter) ha riedito i lavori della
JMT ma non ha prodotto dischi nuovi. Questo pu avere a che fare con la nascita
di altri gruppi in cui Motian leader (Electric Be Bop Band, Trio 2000 , etc.) e
che hanno preso il sopravvento sullattivit del trio. C anche da dire che sia Fri-
sell che Lovano sono diventati, anche grazie al trio, due tra i musicisti pi richiesti
della scena e certo questo non facilita le cose. Infine, il trio ha sempre basato gran
parte del suo successo sullestemporaneit delle situazioni in cui suonano: tuttora
il Village Vanguard dedica al trio due settimane allanno, due settimane in cui il
trio arriva senza alcuna pianificazione2.3.
A distanza di dieci anni da Sound Of Love e You Took The Words Right Out Of
My Heart, il trio ha pubblicato, con ECM, due lavori nuovi: I Have The Room
Above Her (2004) e Time And Time Again (2007). Il primo dei due lavori stato
registrato in un pomeriggio, senza alcuna prova e con musica nuova mai vista n
da Frisell n da Lovano. Del secondo non abbiamo notizie in tal senso ma lecito
pensare che le modalit siano state simili. In entrambi i lavori luso degli effetti da
parte di Frisell stato ridotto al minimo e il suono stato poi modificato in fase
di post produzione. Il suono del gruppo risulta pi intimo rispetto al solito ma
certamente non meno efficace, segno di una sostanza che non ha cessato di evol-
vere nel corso degli anni.
Attualmente il trio non sembra avere in programma altri lavori; le esibizioni al
Vanguard rimangono un appuntamento importante e piuttosto isolato che registra
sempre il tutto esaurito: nonostante let il trio rimane ancora un grande riferi-
mento per i musicisti, di qualunque estrazione essi siano.
2.3. Motian nota come Bill Frisell porti ad ogni concerto un faldone contenente tutta la musica suonata
dal tiro nel corso degli anni.
Capitolo 3
Discografia
La discografia del trio piuttosto estesa, soprattutto considerato il fatto che il
trio, come si gi detto, non ha avuto una vita squisitamente autonoma ma, nel
corso degli anni, si confrontato con artisti diversi, includendoli per qualche
brano o per lintero disco.
Lanalisi che compiremo in questo capitolo riguarder unicamente gli aspetti rela-
tivi alle formazioni, cercando di comprendere le ragioni che hanno portato alla for-
mazione del gruppo e allincisione del lavoro. Proveremo, per quanto possibile, a
dare unidea dei progetti che si sono susseguiti nel corso del tempo per costruire
una base solida per le speculazioni musicologiche ed estetiche dei capitoli succes-
sivi.
Il primo disco che compare come trio intitolato It Should Have Happened A
Long Time Ago, del 1984, ma i tre musicisti si frequentavano gi dal 1981 e ave-
vano gi registrato assieme in Psalm, un lavoro di Motian registrato con leuropea
ECM.
Ecco un elenco dei dischi incisi, ordinati per anno di registrazione.
29
30 Discografia
The Paul Motian Trio at the Village Vanguard - You Took The Words Right Out
Of My Heart, Giugno 1995 [1995 JMT]
I Have The Room Above Her, Aprile 2004 [2005 ECM]
Time And Time Again, Maggio 2006 [2007 ECM]
Il trio ha inciso per la europea ECM 4 dischi, pur essendo pochi rispetto alla pro-
duzione di JMT (poi assorbita dalla Winter & Winter), rimangono opere impor-
tanti perch proprio con ECM che il gruppo ha modo di incidere il primo disco
(Psalm) ed il primo disco in trio (It Should Have Happened A Long Time Ago).
Limpegno della casa europea nel sostenere lattivit di Motian e dei gruppi legati
a lui stato importante sia per la nascita del trio che per levoluzione complessiva
della musica di Motian.
La collaborazione di Paul Motian con la ECM esisteva gi da tempo e proprio con
la casa di Manfred Eicher il batterista aveva inciso il suo primo disco da composi-
tore (Conception Vessel). La costituzione del trio avviene proprio nellanno di
pubblicazione del disco Psalm e, come racconta lo stesso Motian, stato durante
il tour che ha seguito la registrazione che Motian si reso conto della possibilit
concreta, in termini musicali ed economici, di dare vita al gruppo. La distanza che
separa gli album pubblicati dalla ECM (1982 - 1985 - 2005) probabilmente da
attribuire a due fattori principali: da un lato Paul Motian aveva contratti con altri
case e dallaltro ECM sembrata interessata a fotografare delle situazioni ben
precise: la nascita del quintetto e la nascita del trio. Il ritorno del trio alla ECM
segna anche un mutamento piuttosto sostanziale nellestetica complessiva del
gruppo: il suono si fa pi elementare, privato degli effetti sonori che Bill Frisell
aveva utilizzato negli album precedenti, ed assume la solennit che contraddi-
stingue molti degli album registrati dalla casa tedesca.
Dal punto di vista degli elementi che contraddistinguono queste registrazioni pos-
siamo notare innanzitutto che le prime due registrazioni contengono solamente
composizioni originali di Paul Motian mentre gli ultimi album contengono qualche
composizione non originale (in totale quattro di cui due dellonnipresente Monk).
I primi due documentano la nascita del gruppo: Psalm in quintetto ma molto
chiara la forza dellinsieme Motian-Frisell che sar il cardine su cui il trio sar
costruito; It Should Have Happened A Long Time Ago in trio e si intuisce come
il suono, per quanto gi definito, fosse ancora in una fase di maturazione:
lassenza del basso qualche volta avvertita come un vuoto da colmare e lo stesso
Frisell ammette la sua preoccupazione di dover riempire quel vuoto. Gli ultimi
due documentano invece una maturit diversa: il suono scarno (rispetto al primo
disco in trio) ma efficacissimo rende evidente quanto forte sia lintesa del trio,
quanto radicato sia ormai il linguaggio del gruppo.
3.2 I dischi della Soul Note 31
Rispetto ai percorsi effettuati dal trio con le altre case editrici, quello con la ECM
tanto frammentario da non poter essere ricostruito (ammesso che esista). Non
possiamo ravvisare gli elementi dellevoluzione ma piuttosto constatare semplice-
mente che essa avvenuta, tale e tanta la differenza tra i lavori. Gli unici due
che, in effetti, possono prendere parte ad un qualche percorso sono gli ultimi due
lavori registrati per ECM ma ci sembra di poter dire che essi facciano parte ormai
della fase matura, in cui grandi rivoluzioni non si possono intravvedere.
Ed Schuller - contrabbasso
composizione
arrangiamento
ricerca timbrica
forme dellimprovvisazione
32 Discografia
Il ruolo di leader da parte di Motian assunto in modo perentorio: sono sue tutte
le composizioni non solo di questi dischi ma anche di tutti i dischi in cui il trio ha
suonato assieme. Lunico pezzo a nome di un altro membro del gruppo Party
Line di Joe Lovano ed contenuto nellultimo disco del trio (Time And Time
Again, ECM 2007). Le composizioni di Motian sono spesso molto semplici ed il
materiale tematico ed armonico piuttosto elementare, mai banale. La forza delle
composizioni di Motian sta nella loro adattabilit con poco sforzo a situazioni
estremamente differenti: che sia il trio, il quintetto oppure lottetto della Electric
Be Bop Band, le composizioni emergono sempre con grande forza, anche con
interventi di arrangiamento minimi. Un altro tratto distintivo delle composizioni
la loro sostanziale modalit: questo elemento facilita molto la gestione delle
improvvisazioni e permette uninterazione molto efficace tra i musicisti del
gruppo.
Larrangiamento gioca molto sulla costruzione di quadri improvvisativi molto
chiari; Motian divide le sezioni creando situazioni musicali differenti in cui domina
unimprovvisazione collettiva governata dal tema; grazie a questo stratagemma la
musica che ne risulta , per cos dire, fluida e non stretta in alcuno schema aprio-
ristico. In questo senso crediamo che leredit di Evans sia molto importante:
anche il trio scardinando i ruoli tradizionali degli strumenti, dava limpressione di
unimprovvisazione pressoch continua anche se molto controllata. Lo stesso con-
trollo lo si avverte nei pezzi che il quintetto ha inciso, anche se il linguaggio
risulta profondamente influenzato dalle esperienze con Jarrett e dal contributo di
musicisti come Coltrane, Coleman, Davis, etc. .
Timbricamente il gruppo si appoggia in modo molto chiaro a tre elementi pecu-
liari: lintreccio melodico dei due sax, che interagiscono spesso in improvvisazioni
libere oppure nelle esposizioni corali dei temi; la variabilit del suono della chi-
tarra elettrica, che si arricchisce spesso di effetti la cui azione plasma profonda-
mente levoluzione del brano; leffetto delle percussioni di Motian la cui melodicit
spigolosa da un lato funziona da collante, dallalto fornisce spunti improvvisativi
per i musicisti e, per altri aspetti ancora, manda chiari segni direttivi per le tran-
sizioni che avvengono nei brani. Se da un lato chiara leredit coltraniana dei
due sassofonisti (ci riferiamo in particolare allultimo Coltrane) meno chiara
risulta leredit di Motian e di Frisell: in entrambi i casi i tratti originali sono
tanto radicati e fondanti da mascherare i tratti dei musicisti di provenienza.
Limprovvisazione sempre molto organizzata e per questo ha senso parlare di
forme improvvisative. Per quanto esistano momenti di improvvisazione tradizio-
nale in cui i musicisti improvvisano sulla struttura del brano, anche vero che
questi momenti possono essere variati in modi molto diversi: a volte i musicisti
suonano in solo (questo vale soprattutto per Motian, Schuller e Frisell), a volte gli
assoli sono gestiti attraverso segnali sonori che determinano il cambio del solista,
altre volte non esistono soli ma solo una leggera variazione sul tema, altre volte
ancora (questo vale soprattutto per i sassofoni) due solisti intrecciano le proprie
improvvisazioni. Questa multiformit sar una caratteristica fondamentale per il
trio, oltre che per i gruppi successivi a queste registrazioni. Anche nei dischi di
standard (specialmente On Broadway Vol. 3 ) le forme improvvisative seguiranno
questa estetica.
3.3 Polydor - JMT - Winter & Winter 33
1. Dei due dischi monografici Monk In Motian rivela, rispetto a Bill Evans,
una estetica pi raffinata, ancorch influenzata dagli stilemi espressivi del
primo periodo con la Soul Note. Forse, essendo un disco meno celebrativo,
sembra un lavoro pi convinto dal punto di vista progettuale. Bill Evans
rimane un tributo importante sia per il legame profondo che lega Motian
ad Evans (e La Faro) sia perch il gruppo uno dei primi che Paul Motian
aveva sperimentato prima della registrazione di Psalm.
3. Dei tre dischi in trio che rimangono ci sembra che Trioism si distingua per
la maggior maturit del linguaggio. pur vero che negli album dal vivo
non praticamente possibile ottenere lo stesso controllo e la stessa limpi-
dezza sonora di uno studio. Tuttavia Trioism rimane un album importante
in senso assoluto: uno degli otto album registrati dal trio, tra tutti
quello che sembra essere pi autonomo dal punto di vista espressivo da
scelte esterne, basato unicamente su composizioni originali, documenta
un periodo storico (1993) in cui i tre musicisti erano in piena ascesa.
34 Discografia
35
36 Analisi musicologica
4.2 Il repertorio
In vista dellanalisi del repertorio che il gruppo ha inciso nel corso degli anni
vediamo innanzitutto un elenco delle composizioni, iniziando da quelle a nome del
bandleader. Nellelenco che segue i brani sono in ordine alfabetico e gli album
contrassegnati dallasterisco sono quelli in cui il brano eventualmente stato regi-
strato per la prima volta. In grassetto compaiono invece i brani registrati pi di
una volta. Per brevit si scelto di utilizzare un codice identificativo per ogni
disco, tale codice riportato in legenda alla fine dellelenco dei brani.
P. Motian
1. The Bag Man [IHR*]
2. Abacus [MIS] [YTT]
3. Birdsong I & II [PMT*]
4. Blue Midnight [TRI*]
5. Boomerang [PSA*]
6. Byablue [MIS*]
7. Cambodia [TTA]
8. Cathedral Song [JOC*]
9. Circle Dance [OTO*] [YTT]
10. Conception Vessel [ISH]
11. Congestion [TRI*]
12. Cosmology [TRI*]
13. Dance [MIS] [IHR]
4.2 Il repertorio 37
H. Arlen, E. Y. Harburg
Last Night When We Were Young [OB1]
Somewhere Over The Rainbow [OB1]
I. Berlin
How Deep Is The Ocean [OB3]
O. Cloeman. P. Metheny
Kathelin Gray [PMT]
T. Dameron
If You Could See Me now [OTO]
4.2 Il repertorio 39
Z. De Abreu
Tico Tico [OB3]
B. Evans
Childrens Play Song [BEV]
Five [BEV]
Re - Person I Knew [BEV]
Show-Type Tune [BEV]
34 Skidoo [BEV]
Time Remembered [BEV]
Turn Out The Stars [BEV]
Walkin Up [BEV]
Very Early [BEV]
G. Gershwin, I. Gershwin
Bess, Oh Where Is My Bess [OB2]
But Not For Me [OB2]
I Got Rhythm [OB2]
Liza [OB1]
Nice Work If You Can Get It [OB2]
Someone To Watch Over Me [OB1]
A. Johnson, J. Burke
Pennies From Heaven [OB3]
J. Lovano
Party Line [TTA]
J. Kern, O. Hammerstein II
I Have A Room Above Her [IHR]
All The Things You Are [OB2]
J. Kern, D. Fields
The Way You Look Tonight [OB3]
J. Kern, H. Reynolds
They Didnt Believe Me [OB1]
B. Lane, E. Y. Harburg
Look To The Rainbow [OB2]
J. Mercer, H. Carmichael
40 Analisi musicologica
Skylark [OB3]
C. Mingus
Duke Ellingtons Sound Of Love [SOL]
T. Monk
Bye-Ya [MIM]
Crepuscule with Nellie [MIM]
Dreamland [IHR]
Epistrophy [MIM] [SOL]
Justice (Evidence) [MIM]
Light Blue [TTA]
Misterioso [MIS][SOL]
Monks Mood [OTO]
Off Minor [MIM]
Pannonica [MIS]
Reflections [MIM]
Ruby My Dear [MIM]
Straight No Chaser [MIM]
Trinkle Tinkle [MIM]
Ugly Beauty [MIM ]
C. Porter
Just One Of Those Things [OB3]
What Is This Thing Called Love [OB1]
My Heart Belongs To Daddy [OB1]
I Concentrate On You [OB1]
So In Love [OB1]
Robin, Rainger
You Took The Words Right Out Of My Heart [YTT]
R. Rodgers, O. Hammerstein II
It Might As Well Be Spring [OB2]
This Nearly Was Mine [TTA]
A. Schwartz, H. Dietz
You And The Night And The Music [OB2]
C. Sigman, S. K. Russel
Crazy She Calls Me [OB3]
T. Shapiro, J. Lawrence
Handfull Of Stars [OB3]
H. Warren, M. Gordon
I Wish I Knew [OB3]
V. Young, J. Elliott
Weaver Of Dreams [OB3]
Legenda
[PSA] Psalm, Dicembre 1981 [1982 ECM]
[TSM] The Story Of Maryam, Luglio 1983 [1984 Soul Note]
[JOC] Jack Of Clubs, Marzo 1984 [1985 Soul Note]
[ISH] It Shouldve Happened A Long Time Ago, luglio 1984 [1985 ECM]
[OTO] One Time Out, Settembre 1987 [1989 Soul Note]
[MIS] Misterioso, Luglio 1986 [1987 Soul Note]
[MIM] Monk In Motian, Marzo 1988 [1988 Polydor, 2002 Winter & Winter]
[OB1] On Broadway Vol. 1, Novembre 1988 [1989 Polydor, 2003 Winter &
Winter]
[OB2] On Broadway Vol. 2, Settembre 1989 [1990 Polydor, 2003 Winter &
Winter]
[BEV] Bill Evans, Maggio 1990 [1990 Polydor, 2003 Winter & Winter]
[PMT] Paul Motian In Tokio, Marzo 1991 [1991 Polydor, 2004 Winter &
Winter]
[OB3] On Broadway Vol. 3, Agosto 1991 [1992 Polydor, 2004 Winter & Winter]
[TRI] Trioism, Giugno 1993 [1994 Polydor, 2005 Winter & Winter]
[SOL] The Paul Motian Trio at the Village Vanguard - Sound Of Love, Giugno
1995 [1997 Winter & Winter]
[YTT] The Paul Motian Trio at the Village Vanguard - You Took The Words
Right Out Of My Heart, Giugno 1995 [1995 JMT]
[IHR] I Have The Room Above Her, Aprile 2004 [2005 ECM]
[TTA] Time And Time Again, Maggio 2006 [2007 ECM]
Gran parte del repertorio che il gruppo ha eseguito nel corso degli anni stata
determinata dalle scelte di Paul Motian in qualit di leader. Alcuni dei brani regi-
strati (sia originali che non) sono stati registrati in pi di una versione con il trio
(e non raro il caso in cui un brano sia stato registrato anche con altre formazioni
in cui il trio non compare) e ci sembra interessante prevedere unanalisi accurata
proprio di questi brani, al fine di mettere in luce le differenze che eventualmente
dovessero emergere. In generale i brani registrati sono composizioni originali
oppure standard; tra gli originali solamente un brano stato composto da Joe
Lovano (Party Line registrato in Time And Time Again), nessuno da Bill Frisell;
tra i pezzi non originali presente un solo pezzo non appartenente al repertorio
considerato standard: Kathelin Gray, un pezzo composto da Ornette Coleman e
Pat Metheny, registrato in Paul Motian In Tokio. Questo dato significativo
perch mette in luce quanto sia forte la direzione di Paul Motian allinterno del
gruppo.
42 Analisi musicologica
Dal momento che Motian non ha un approccio orientato al gruppo nel gestire le
composizioni, ragionevole pensare che i pezzi che ha registrato nel corso degli
anni siano stati poi proposti a pi duno dei gruppi in cui Motian ha suonato. Il
trio sembra il terreno pi fertile per la sperimentazione dellintero repertorio viste
le dimensioni contenute e la capacit espressiva che ha dimostrato nel corso degli
anni. Pur non essendo oggetto del presente lavoro di tesi, anche la gi citata Elec-
tric Be Bop Band ha reinciso alcuni degli originali.
Oltre alle composizioni originali, il trio ha in repertorio un numero considerevole
di standard, solo pochi (relativamente, sono 35) documentati dalle incisioni. Il trio
ha registrato i brani del repertorio su dischi spesso con progettualit differenti:
alcuni lavori sono esplicitamente orientati alle composizioni di Broadway, in altri
casi esse compaiono come tracce a s stanti in lavori con composizioni prevalente-
mente originali, in altri casi ancora i brani sono solamente originali. Possiamo
dividere i dischi in tre gruppi principali:
1. i dischi dedicati alle canzoni di Broadway
2. i dischi monografici
3. i dischi a prevalenza di composizioni originali
Appartengono al terzo gruppo 12 registrazioni (di cui tre dal vivo), esistono tre
registrazioni dedicate al repertorio standard e due opere monografiche su altret-
tanti autori. Analizzeremo tutte le registrazioni compiute dal trio nel corso degli
anni, osservano la struttura complessiva dei brani e delle improvvisazioni.
On Broadway Vol. 1
Il primo volume della serie ci pare molto interessante per il numero limitato di
autori scelti. Il sottotitolo dellalbum Featuring the music of Harold Arlen, George
Gershwin, Jerome Kern and Cole Porter autoesplicativo: solamente questi
quattro compositori compaiono nel disco, segno di una predilezione particolare da
parte di Motian ma anche dellattenzione con cui il batterista sceglier il reper-
torio da includere nei progetti di questa collana. Gershwin, Porter e Kern com-
pariranno altre volte negli album successivi, in totale e rispettivamente con sei,
cinque e quattro composizioni, mentre Arlen compare solo nel primo lavoro.
Secondo le parole dello stesso Motian[12]
The whole album came about because of my interest in Broadway
show tunes, my interest in Jerome Kern, George Gershwin, Harold
Arlen, all the great composers from that era. However, there are so
many great songs that I had to narrow the field down to four to five
composers, then researched all of their compositions. I chose the
songs I really loved, or that hadnt been done very much, or were
associated with Bill Evans or Keith Jarrett."
Interessante anche la nascita del disco: raramente Paul Motian fa prove con i
suoi gruppi, in questo caso per tutti i brani sono stati provati in trio e registrati
con laggiunta di Haden solo per la session di registrazione. Paul Motian ha rite-
nuto di voler preservare lintento originale dei compositori di eseguire le composi-
zioni a tempo e, a registrazione avvenuta, i brani con il contrabbasso sono sem-
brati pi efficaci.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Charlie Haden - contrabbasso
Paul Motian - batteria
1. Liza:
Tema | solo PM | Solo JL in quartetto, 3ch | Solo BF distorto, tematico 2
ch | Tema | coda PM su un ch
2. Somewhere Over The Rainbow
Rubato in trio
3. They Didnt Believe Me
Tema JL | Solo BF 1ch | Solo JL 1ch | Tema
4. What Is This Thing Called Love
Lentissimo per far risaltare gli accordi di Bill Evans | Tema BF in trio |
Solo JL 1ch | Solo CH 1ch | Tema JL | Coda
5. My Heart Belongs To Daddy
Ritmi sudamericani (cha-cha). Tema JL in quartetto | solo JL con il tema
pressoch sempre presente 1ch | Solo BF | Tema | Coda: improvvisazione
collettiva sulla tonalit.
6. Last Night When We Were Young
Rubato in trio il primo tema | BF riprende il tema e conclude il brano
7. I Concentrate On You
Tema JL in quartetto AABC | solo Paul Motian con CH e BF 1ch | Solo
JL AA | tema BC
8. Someone To Watch Over Me
Verse JL in trio con PM e BF | tema JL | Entra CH a tempo e solo BF in
trio 1ch | Solo CH 1ch | solo JL AAB | JL suona lultima A e chiude il
brano
9. So In Love
Tema JL A(16)A(16)B(16)A(24) | Solo JL 1ch | Solo BF 1ch | BF e JL
assieme su AA | Tema su B(16) A(24) | Coda
On Broadway Vol. 2
4.2 Il repertorio 45
Il secondo lavoro sugli standard sembra essere meno focalizzato per quanto
riguarda la scelta degli autori ma invece chiarissimo lintento celebrativo nei
confronti della musica dei fratelli Gershwin: quattro delle undici composizioni
appartengono infatti a loro, prese da altrettanti famosissimi show; gli altri sette
compositori che compaiono sono invece nuovi rispetto al repertorio proposto in
precedenza. Dal punto di vista della formazione non ci sono variazioni rispetto al
precedente lavoro; questo elemento non sembra un limite e se il punto forte del
lavoro precedente poteva essere la coerenza del materiale scelto, in questo caso la
componente che pi viene messa sotto pressione la variet delle situazioni musi-
cali. Il gruppo diventa un organico plastico in cui i musicisti sospendono la pro-
pria azione e lasciano terreno alle diverse possibilit espressive del gruppo: soli,
duo, trio oppure il quartetto completo.
Lapertura con un brano come Good Morning Heartache eseguito dal solo trio
senza contrabbasso ribadisce quanto libera sia la scelta da parte di Motian dei
brani e degli organici: Good Morning Heartache viene eseguito dal solo trio
Motian-Frisell-Lovano; But Not For Me ha una struttura molto usuale ma il verse
presentato dal duo Frisell-Lovano mentre tutto il resto del brano eseguito da
Lovano in trio con Motian e Haden; All The Things You Are suonato fin da
principio dal trio Frisell Motian Haden. Le situazioni che si creano sono per multi-
formit una sorta di preludio per ci che sar il disco successivo: On Broadway
Vol. 3 , anche grazie allestensione dellorganico, porter il lavoro sulle forme e i
gruppi ulteriormente avanti.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Charlie Haden - contrabbasso
Paul Motian - batteria
1. Good Morning Heartache
un brano in trio. Tema JL libero e interscambio | Solo BF molto tema-
tico AA | JL libero mentre BF mantiene ancora il tema | JL riprende il
tema sulla seconda met della B
2. You And The Night And The Music
JL tema ABAC | Solo JL 2ch | Solo BF 2ch | Scambi | Tema + coda
3. Moonlight Becomes You
Verse suonato da BF solo | Tema BF in trio | Solo JL su AAB | Tema JL
sulla A finale | Coda
4. But Not For Me
Verse JL in duo con BF | Solo JL in trio CH e PM 2ch | Solo CH 2ch |
Tema JL | Coda
5. Bess, Oh Where Is My Bess
Tema iniziale di BF in trio con PM e CH | Solo JL molto tematico (quasi
letterale)
6. I Got Rhythm
Tema JL e contrappunto di BF | Solo JL 2ch | BF 2ch | JL AA poi tema
su B A | Coda: PM improvvisazione con frequenti citazioni
46 Analisi musicologica
4.2.2 Le monografie
I due lavori monografici sono dedicati a due musicisti che hanno avuto una pro-
fonda influenza sulla carriera di Motian: Thelonious Monk e Bill Evans. La colla-
borazione con Monk stata molto breve, circa una settimana negli anni 50, ma
ha avuto uninfluenza profondissima sul giovane Motian: da un lato ha avuto il
senso di un rito iniziatico avendo catapultato Motian nel giro del professionismo
newyorkese, dallaltro ha avuto echi profondi sulle modalit espressive ed improv-
visative del batterista. Per ci che riguarda Bill Evans le considerazioni sono
simili: il trio con Evans ha costituito un punto di svolta radicale nel modo di
intendere il trio di pianoforte. I livelli espressivi, linterplay, lestetica del gruppo e
le modalit improvvisative saranno per Motian un punto di partenza importantis-
simo per lo sviluppo della sua poetica. Evans ha certamente costituito un riferi-
mento fondamentale dal punto di vista compositivo non tanto in termini di ispira-
zione quanto piuttosto in termini di modelli di riferimento: la musica di Motian
molto europea, vicina per tanti aspetti al 900, a Ravel, a Debussy ed agli autori
che ne hanno abbracciato e sviluppato le idee.
Bill Evans
Il lavoro su Bill Evans una sorta di accorato e affettuoso ricordo del pianista con
cui Motian e La Faro hanno, di fatto, rivoluzionato lidea del trio di pianoforte e
portato linterplay a livelli nuovi. Questa idea confermata dalla presentazione
del disco: fin dalle origini il disco stato pensato come un tributo al pianista a
dieci anni dalla sua scomparsa[13]. Il disco rimane per ben distante dallessere
una mera citazione: la formazione non prevede il piano (peraltro in tal caso il
lavoro sarebbe stato molto discutibile per levidente confronto che si sarebbe
posto) ma prevede Marc Johnson che con Bill Evans ha suonato negli ultimi anni
di vita del pianista e risulta evidente limpronta che Evans ha lasciato nei due
musicisti che ne hanno costituito, seppur in tempi differenti, parte della sezione
ritmica. La presenza di Joe Lovano al sassofono introduce un distacco ancora
maggiore dal trio di Evans e rende il lavoro energico e vibrante.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Mark Johnson - contrabbasso
4.2 Il repertorio 49
Monk In Motian
Il disco dedicato a Monk appare fin da subito diverso rispetto al lavoro dedicato a
Bill Evans per molti particolari interessanti: non esiste un bassista e il trio torna
ad esprimersi nella sua veste pi essenziale. Due brani (Ruby My Dear e Off
Minor) sono suonati con laggiunta di Geri Allen al pianoforte; in due occasioni
(Straight No Chaser e Epistrophy) a Joe Lovano si affianca Dewey Redman (con
cui Motian ha suonato per anni nel gruppo di Keith Jarrett). C nel progetto
una volont di sperimentazione diversa. Certamente non poco ha influito la visio-
nariet delle composizioni di Monk sul suono complessivo che, essendo il gruppo
privato del bassista, risulta in questo disco ancora pi etereo rispetto al solito. Di
fatto c da notare una situazione particolare: il linguaggio di Monk, comunque,
rimane saldamente ancorato alla tradizione, per quanto distante esso sia su tanti
fronti dallomologazione di un certo tipo di jazz. In tutti i dischi dedicati al reper-
torio pi tradizionale il basso c sempre; lassenza del contrabbasso in questa
situazione risalta ancor pi del solito e si avverte la proiezione del gruppo in un
universo sonoro differente. A questo si aggiunga il fatto che Monk senzombra di
dubbio uno dei compositori pi suonati da Motian: il trio gli ha dedicato un
album intero, la Electric Be Bop Band ha suonato nel corso del tempo decine di
brani di Monk ed raro trovare un disco di Motian che non contenga almeno un
brano di Monk.
2. Justice (Evidence)
4.2 Il repertorio 51
8. Epistrophy
piuttosto lenta - DR JL funebri con echi armonici di BF che sottolineano
gli accenti ritmici - la B molto scura nella parte iniziale, ultima A ritmi-
camente variata da BF e PM con luso delle terzine di quarti | Solo BF in
duo con Motian, blues 1ch | Solo DR 2ch | Solo JL 2ch | Tema finale arran-
giato come allinizio
9. Off Minor
Ancora in quartetto con GA - questa volta BF tema armonizzato con JL
ed occupa lo spazio armonico in modo molto oculato, GA percussiva e
ritmica | Solo di GA in trio con BF che sottolinea le transizioni del tema,
molto evidente lintreccio tra i due strumenti che continuano a rincorrersi,
GA sfrutta i cardini del tema per le sue variazioni sia ritmiche che melo-
diche che armoniche, 2ch | Solo JL in quartetto il piano occupa lo spettro
basso ma alterna continuamente la sua presenza sugli alti, citando insieme
a BF il tema 1ch | Solo di BF in trio molto melodico e GA guida il tema
sottostante; notevole il contrappunto piano chitarra | Tema come liniziale,
PM molto attento a sottolineare gli elementi ritmici del tema occupando il
registro grave sui tom.
10. Reflections
Tema in duo BF PM un poco rubato | Solo JL molto a tempo, come
scritto (Walking Ballad ) 1ch | Solo BF AA ma PM estremamente pre-
sente e quando il tema si fa pi evidente prende lui la parte del solista -
nella B rientra JL con il tema.
4.2. In questo caso la composizione non appartiene al repertorio di Broadway ma la gi citata Kat-
helyn Gray di Ornette Coleman e Pat Metheny.
4.3. La composizione Party Line di Joe Lovano e ci sembra opportuno farla rientrare tra gli originali
del gruppo.
4.2 Il repertorio 53
1. Psalm
aeol
F
5
9
13
Le due caratteristiche salienti del brano sono la variet timbrica e luso
esteso del tema, onnipresente e rievocato molto. Da segnalare luso da
parte di BF dellelettronica e dei loop. Struttura: basso + batteria + chi-
tarra, batteria con sonaglini e campanellini, Tema esposto dalla chitarra |
Tema unisono con basso e sovraincisioni su registri altissimo | Tema sasso-
foni sempre con le sovraincisioni registro altissimo e chitarra in un registro
pi normale, arco contribuisce allalone di mistero | Improvvisazione col-
lettiva di JL e BD | Solo chitarra in trio | entrano i sassofoni in contrap-
punto (alto imita la linea altissima della chitarra), tenore pi articolato,
alto pi lirico, sempre Bill con armonie semplici ma molto chiare | Tema
unisono sassofoni, basso pedale di F chitarra solo tema e pochi elementi di
armonia, batteria sempre solo timbri con oggetti e percussioni semplici |
ES chiude con linea melodica e timbrica insieme a BF
56 Analisi musicologica
2. White Magic
p
p p
p
p
p
p
5
p p
p
p
p
F E E p A p
Liberamente
pp p
ritmico
p
p
p p
13
p
p
p
3. Boomerang
G
p
sus4/add 9
Bm E
7/sus4
A/C
jj
3
B m E A
1.
7/sus4 /add 11 7/sus4 7/sus4
E A
j
4
j 5
Anche questo brano decisamente rock | Tema allunisono ma alto
allottava bassa e tenore allottava alta | Special di BF | Tema BF, PM ES
a tempo ancora rock ma lento | Improvvisazione su pedale | Tema libero |
Improvvisazione libera BD, JL entra in fade out sul registro altissimo, BD
e BF assieme in contrappunto, gioco sullo scambio delle ottave da parte
di JL e BD | Tema | Solo PM con ES | Tema a tempo | Solo ES molto rit-
mico e melodico contrappunto con BF, PM | Tema
4. Fantasm
4
5 5
4
4
5 5
4
45
4
j 6
4
45 6
4
46
6
46 j j
Tema articolato: tenore e chitarra la prima voce, basso e alto in contrap-
punto | Solo ES con PM | Solo di BF con ES(per poco) e PM, BF copre il
vuoto dei bassi con improvvise discese, anche PM sfrutta i timbri pi scuri
della batteria per coprire la mancanza del basso | Improvvisazione collet-
tiva con continui riferimenti al tema; la differenziazione dei registri fortis-
sima: non c quasi interferenza tra gli strumenti ma tutti sono intellegibili
58 Analisi musicologica
jj
1. 2.
E A B E E
jj
A E B E
j
10
A E B E
14
E
A B E
18
E A B E
22
Ritmi sudamericani. La parte AA esposta in trio da basso, batteria e chi-
tarra; il sassofono contralto entra allinizio della B, A | AAB improvvisa-
zione collettiva molto legata al tema, il tenore entra in contrappunto - sulla
ultima A ritorna il tema | Solo ES 1ch con BF e PM | Solo BF in trio 1ch |
Tema AABA
4.2 Il repertorio 59
6. Second Hand
j
j j
j j
3 3
j
6 j
3
3
3
10
j j j j
13
j j
Lintroduzione della batteria crea un forte stacco con il resto del brano che
non avr pi nessun episodio cos fino alla fine, nellassolo di PM | Solo BF
| Tema ES da solo | Tema unisono alto tenore | Tema solo chitarra che
diventa unimprovvisazione fortemente legata al materiale tematico, una
sorta di distensione del tema nei suoi elementi fondamentali | Solo contrab-
basso | Solo JL con PM e ES molto articolata, veloce, subito entra BD in
contrappunto e si sostituisce per un poco, poi di nuovo JL, poi di nuovo
alto, poi insieme ed entra anche BF fino alla citazione del tema da parte
dei due sax | Solo batteria | Tema BF con basso e batteria | Tema tutti
insieme: la chitarra suona nel registro altissimo.
60 Analisi musicologica
8
j j jj
16
j j
24
31
j j
38
j j
Il brano eseguito in solo da Bill Frisell. La configurazione del delay (con
un feedback molto alto) e luso di un riverbero profondo creano una sorta
di effetto di sustain lunghissimo, percepibile specialmente nella parte
finale. Da notare laccordatura della sesta corda a Re.
The Story Of Maryam
Bill Frisell - chitarra elettrica, effetti
Jim Pepper - sassofono tenore e soprano
Joe Lovano - sassofono tenore
Ed Schuller - contrabbasso
Paul Motian - batteria
1. 9x9
3 3
3
j j
6
j
A tema unisono sax + chitarra, basso e batteria ritmici; in chiusura del
tema viene esposto un segnale sonoro, una oscillazione tra Si e La, che
costituir la guida per il lancio di tutti i soli | Solo BF | Al segnale inizia il
4.2 Il repertorio 61
j
E 7 7
A D
p
7/ 9
jj
9
j
Bm
F /D Em G/E
14
j j j
G 7/sus4 G A sus4 C
7/ 5
18
AA Tema BF, accompagnamento libero e melodico di ES e di PM - B
entrano i due sax a tempo | Prima A solo JL - seconda A solo JP - BF
espone la B armonizzata e pi sognante
3. The Owl Of Cranston (trascrizione di E. Maniscalco)
j
3 3 3 3
4
5
9
62 Analisi musicologica
j
C m F m G A E /D E A G
j j
B E D D E
7 jj
Tema BF in trio | Solo BF | Solo JL | Tema BF+JP | Solo JL | Solo JP |
Solo BF che riprende il tema e raddoppia il tempo solo nellintenzione non
nella velocit | Tema finale tutti: BF armonia + tema, JP+JL tema
5. Look To The Black Wall
j j j
j j j j
j
j
Improvvisazione breve
Segnale per fine soli
j j
Improvvisazione breve j
Tema cromatico esposto coralmente ma non rigidamente allunisono da
tutti. I sax sono pi uniti ma giocano molto sui registri. Il tema sembra
scendere e poi riarrampicarsi per poi ricadere di nuovo. Tema viene ese-
4.2 Il repertorio 63
guito due volte, poi entra il | Solo distorto di BF in trio. Molta attenzione
al materiale cromatico, uso delle armonie quartali | Solo di JL, cromatismi
accentuati e molti pronunciati che danno il senso di salita vertiginosa e
ruotante | Sul segnale inizia il solo di JP pi timbrico, alterna salite a
discese | Al segnale solo di JL: tutto molto vorticoso ed energico | Al
segnale ricomincia un altro assolo di JP | Sullingresso in sovracuto di JL si
verificano una serie di scambi tra il quintetto e PM: PM brevissimo /
quintetto / PM / quintetto/ PM / quintetto / PM / quintetto che
riprende il tema per due volte.
6. The Story Of Maryam
E
A
E
j
A
43
E A E A
5
j
E
9
A E
13
E
A
E
j
A
17
E
A
E
21 j
5
3
3
4
9
Tema | Solo PM | ES arco solo entra sulle note lunghe finali del tema e lo
cita alla lettera poi alla ripresa del tema (anche qui citato per poco) | solo
improvvisato con PM | Lintervento di BF caratterizzato da un uso esteso
dellelettronica e degli effetti timbrici sulla chitarra, la prima volta che
luso risulta essere cos pervasivo ed estremo | Solo BF | JL (entra su un
registro da soprano) e BF in duo | JL da solo | JP entra in duo con JL,
citando pezzi del tema JL esce perentorio su una presunta ultima nota a
min. 4:27 ca. | a 4:53 rientra in duo con JP | Poi a 5:10 entra anche BF |
5:32 entra ES | 5:43 rientra anche PM | Limprovvisazione collettiva scende
un poco di dinamica e a 6:02 riinizia il tema
4.2 Il repertorio 65
2. Cathedral Song
p
/add 11 7/add 6
Am Cm A E
j j j j
p
/add 6 /add 11 /add 11 /add 11
Cm A B Cm C C
j
5
C m E F B Bm
j j
9
jj 6
8
p6
Am
j j j j j j j j
jj 86
13
1.
7
Am E Am
j j j j j j
j
j
j
j
j j j
17
j jj
2.
7
Am E Am
j j j j j j
j j
j
j j j j
21
j
Am
j j j
j j j j j
25
7
Am E Am
j j j j j j
29
j j j j j j
j
j
Struttura del brano AABBC. Prima A esposta da BF in trio misure -
Seconda A esposta da JL in quartetto | JP entra sulla parte in 6/8 | Solo
JP sulla prima A | Solo JL sulla seconda A | Solo BF 12 misure sempre
sulla parte A | Tema BBC | Tema AA ma portato in alto come dinamica
66 Analisi musicologica
3. Split Decision
\
p7/ 5 psus4
7/ 5
C Fm B D
p 7
p7 7/add11
E m A C Am
5
\
p7/ 5 psus4
7/ 5
C Fm B D
9
p 7
p7 7/add11
E m A C Am
13
psus4 p 7
Bm D D /A Em
17
p7/\5
p
7/ 9 7/ 5
Bm B B B
21
p7 p 7
Cm A D F
25
p7
o7
Bm C E B
29
4.2 Il repertorio 67
Arrangiamento dei fiati
33
41
p
49
56
Il tempo del brano molto sostenuto. La parte iniziale eseguita senza in
quartetto senza JP; BF tema JL impro libera x 4 chorus, il tema marcato
pi che altro dagli stop sulla settima misura: JL asseconda gli stop sulle
prime 16 misure | Solo JP 3ch | Solo BF 3ch | PM 2ch stop con segnale rit-
mico | Tema gestito dai due sax alternando le voci: una volta una al canto
e laltra al basso e viceversa.
68 Analisi musicologica
4
j
7
10
j j
j
13
j j
4.2 Il repertorio 69
16
19
j
22 j
j
j
j j
j j
13 j j
j
j j j j
25
j j j j j
3
3
3
9
3 3
13
3
5
jj
3
9 3 3
j
3 3 3
3
11 3
j
3 3 3
13
17
3 3
Solo PM allinizio piuttosto tematico marcando gli stop e gli elementi fra-
seologici del tema | Tema: sax unisono AABA, BF libero, ES toniche | I
sassofoni improvvisano insieme | Brevissimo intervento di PM | Ancora i
due sassofoni da soli | Intervento PM | Continuano i due sassofoni e
4.2 Il repertorio 71
2. Fiasco
j j
3
j j
j
j
j
5
7
tema AB - introduzione di PM - tema BF con Guitar Synth e harmonizer -
tema JL - improvvisazione BF 3ch molto tematica, continua ripresa del
tema e tempo dilatato, uso dellharmonizer per condensare la melodia in
un solo accordo - solo JL 2ch - BF improvvisazione 3ch - JL 3ch - entra BF
e apre con un accordo allassolo di PM 2ch - Tema JL+BF
72 Analisi musicologica
j
4 j j
3
9 7
j 4
47
j 4 j
jj
j j j
6
Tema unisono BF e JL AB | Solo BF in duo con PM | Solo JL in trio |
Tema
4. Introduction (Trascrizione di E. Maniscalco)
A C m A
C m
3
4
A C m A C m
5
j j
3
A
C m A
C m
A C m A C m
13
j j
3
A
C m A C m
17
j j
3
A
C m A
C m
21
j jj
5. India
j j j j
j j
10
20
j j j j
j
30
Anche in questo caso luso del suono del guitar synth e dellharmonizer
evidente e dosato. Introduzione percussioni e chitarra elettrica, citando gli
elementi essenziali dellincipit del tema | BF + PM prendono il tempo ed
entra JL con il tema esposto allunisono con BF | Sulla sezione AA solo JL
con percussioni di PM 1ch | BF solo 1ch con citazione del finale | Tema |
Coda ritmica PM+BF
6. In The Year Of The Dragon
7
7 7 7
Bm Bm Bm Bm
j j
7
7
6 7
Bm Bm Am Bm
j
j
7
7
Bm Bm E E
j
j
F F Bm
7
Bm
7
j j
13
F m 7
F m 7
D /F F m 7
17
j
E E E E
21
j j j
74 Analisi musicologica
Tema in trio | Solo JL 2ch, ripresa del tema sul secondo chorus | Solo BF
2ch | Tema
7. Two Women From Padua
Bm p6 9
Bm Am
j j j
G C
p
7/ 9
6
7/ 9p
7/ p9 7/ p9
B B E A
10
4
8
Tema esposto da solo da JL | Improvvisazione BF in trio: molto energica e
con suoni distorti e molto rock in certi punti | Solo JP in trio | Solo JL in
trio. JP molto timbrico. JL riprende i sovracuti per usarli come punti di
discesa. JP e JL si alternano su improvvisazioni sempre pi strette e vicine
fino a sovrapporsi. La citazione del tema da parte di tutti e due lancia
lesecuzione del | Tema finale
4.2 Il repertorio 75
D B Cm
7
Gm
7
F 7 B
7/ 9 p
E
7/add 13 p
A
/add6
13
jj
D E
7
A
p
7/ 9
A 7/ p9
j
17
j j j
3
3 3
7 7 7/ 9
3
F Fm G D
j
21 3 3
D B Cm
7
Gm
7
25
3
j
3 3
j j j
F 7 7/ 9
B
p
E
p
7/add 13
A
/add6
29 3
j 3
j
j
BF dal solo espone il tema | Sul secondo tema entrano ES e PM a tempo |
Solo JL improvvisazione in quartetto 3ch | Solo JP 3ch | Solo BF 4ch |
Tema
76 Analisi musicologica
j
6
j j
11
j
j
16
j j
Tempo libero ma in realt PM suona una figura strettissima sul charleston.
Tema iniziale dei due sax. | Solo BF | Solo JL trio, poi entra BF | Solo JP
| Tema
5. Pannonica
Non viene suonata come una ballad ma piuttosto come uno swing. Prima
A JL - Seconda A JP ottava alta - B eseguita da BF in trio - ultima A
tutti assieme | Solo PM molto tematico | Improvvisazione collettiva sulla
prima A - BF solo sulla seconda A - JL su B - ripresa del tema sullultima
A
4.2 Il repertorio 77
j j j j
j
j
j
13
j
jj
20
26
j
31
78 Analisi musicologica
7. Byablue
7
F B
3
sus4
7
F C F Am /E
4
7 7
p
E Cm G
p p p
8
3 3
7/sus4
G C F
11
43
43
5
3
4
j
10
3
3
4 3
3
j
14
jj
3 4
4.2 Il repertorio 79
BF tema iniziale in trio con chitarra distorta | Solo JL, per un po da solo
poi entra BF ad accompagnarlo. Molto nervoso laccompagnamento con un
sacco di elementi sovrapposti: il basso in quattro, la chitarra timbrica e la
batteria molto densa su piatti e cassa. JP ha un uso dei registri piuttosto
situato nel mezzo solo alla fine si lancia nei sovracuti e nei bassi proprio
mentre entra JP. JP usa gli elementi melodici con una maggiore ironia, ha
un suono a tratti ornettiano, con un uso del vibrato piuttosto insistito e un
poco querulo e lamentoso. Il solo di cb tematico e doppiato dalla voce. Il
senso di energia dato dalla ricchezza ritmica evidente, anche perch il
basso suona in solitaria. Alla fine dellassolo cita per esteso il tema ed
entra la batteria con il suo solo. Arriva il solo di BF, molto hendrixiano,
con delay insistiti e lunghi. Il tema esposto dai due sax allunisono.
Rubato
j
3
j
j j j
6
j j
11
Il brano praticamente il tema esposto da JP in solo.
5
Bellissimo il tema iniziale tra BF (notare luso delloctaver) e JL | Tema in
trio | Assolo BF in duo con PM | Tema con JL | Solo PM | Tema di BF |
Tema finale unisono BF JL
3
5
9
j
13
j
17
21
25
29
Uso delloctaver. Molto raffinata la costruzione della forma: alterna chi-
tarra e sassofono | Solo BF | Solo JL | Tema
4. The Storyteller
jj
j
5 3
Tema BF | Tema JL | Solo BF octaver e distorsione. Citazione del tema
per uscire dal solo | Solo JL, BF molto contrappuntistico e reattivo.
5. Portrait of T.
4.2 Il repertorio 81
E A E
42
A A E
9
A E A E A
j
17
E A E A E A E
25
Tema BF e JL con harmonizer per quinte | Solo BF molto legato al tema |
JL solo | JL + BF tema
82 Analisi musicologica
6. Morpion
Bm
7
Cm
7/add11
D C
7/ 9
G /add13
/9 9
E F m F+ Em G A A
4
3 3 3
Cm F m p
7/ 11
D
/9
E F/E
F /F F sus4 Gm
7
8
7 sus4
G m G C C F Am Em
11 3
3 3
7. Monks Mood
Tema JL con BF come al solito: pulito ma sembre piuttosto presente anche
sul tema.
8. Good Idea
j
j
j
3
j
5
j
j j
j
j j
9
j
un blues | Solo PM 2 ch | Solo JL 4 ch; sugli ultimi due chorus laccom-
pagnamento di BF diventa molto energico; sullultimo chorus del solo di JL
il solo di BF comincia a farsi sentire | Solo BF 3 ch | Tema ripetuto due
4.2 Il repertorio 83
volte
9. Circle Dance
3
jj
jj
j
5
j
j
j j
7
j
j j
9
j
j j j
11
j j
13
j
j j j
15
84 Analisi musicologica
j j
17
j j
j
19
Introduzione con ostinato della chitarra 16 misure; il tema viene esposto da
JL. lostinato di BF cambia forma nella B. Solo JL 2ch, BF pi timbrico
e legato allarmonia. Solo di JL 1ch: cambia la posizione della chitarra. BF
solo ostinato recuperato da JL 3ch | Tema | Coda libera di JL AA
Paul Motian In Tokio
Il disco stato registrato in occasione di un evento organizzato dalla casa disco-
grafica che ha inizialmente prodotto il disco (Polydor Japan) e vede il trio nella
sua veste pi tradizionale: pochi effetti da parte di Bill Frisell e grande attenzione
allessenzialit del suono.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Paul Motian - batteria
1. From Time To Time (Trascrizione di E. Maniscalco)
7/ p9 9/add13 9
E A E Am
3
7/ 9p 6
E Dm F m
5
3
F
7/ 9p
D /add 11
A
8
3
B C A B Am/C A B Am/C
j
j
11
j j
jj
Tema JL in trio | Solo BF 1ch | Solo JL: interessante lintreccio delle voci
basato sulla ricerca di punti di condensazione del tema | Tema
4.2 Il repertorio 85
2. Shakalaka
add9 add9 7
G F Am D /G
j
j
j
j j
j
G /F D
j
j
5 1. 2.
j
j
3
j
j
12
Tema unisono BF JL | Tema JL BF armonizza | Solo JL 2ch in trio e il
terzo in duo con PM | Solo BF 3ch | Tema 2 volte
3. Kathelin Gray
Tema unisono chitarra e sassofono | Tema BF armonizzato | JL impro e
BF tema | Tema
86 Analisi musicologica
j
j
j
G C Am D/F
j j
7
j j
j
G C G C
14
j j
j
Am D/F G
20
j j
j
C C
26
j
j j
C F Dm G/B C
j
j
33 j
j j
C
F
C Fj
40
j
Dm G/B C
45
j
j
Solo BF
4.2 Il repertorio 87
j
F m Bm Cm A G
6
G
o
D/F Fm
j
j
11
E
o
E B E A
15
Introduzione lunga di batteria | Tema duo JL BF | Tema in duo ma BF
usa un suono distorto | Solo BF, timbrico e libero, evidenti i richiami tema-
tici | Solo JL, trame fittissime, in duo con PM sui richiami tematici entra
anche BF con effetti sonori | JL riprende la parte conclusiva del tema e
lascia a PM lo spazio improvvisativo | Tema
6. Birdsong I
A
8
j 6 j j j jj
j
A G /A
7
A G /A
7
A
jj j j
5
jj
Solo il tema esposto da JL in duo con BF
88 Analisi musicologica
7. Mode VI
7
D /C Gm E m/F Cm/G
F m 6
F F/F
F /B
5
Bm Gm Am B
8
3
B
7
E Em Em D/F G
12
p5/add 9
G m D D m
17
Am E+ Am Bm/E
20
F m/B A m
3
F G
23 j j
3
j j j
G C
7/ 9 p
6
p
7/ 9
7/ p9 7/ p9
B B E A
10
4.2 Il repertorio 89
2
4
3
3
B
6
A
42
10
3 3
C
42
15
B
20
3
42
25
3
3 3
p p p p p p
6
p p p
\ \ \ \ \
/ 9/ 11 / 9/ 11 / 11
E E D
11
Tema | Tema | Solo JL (molto tematica), BF (loop, delay) 2 chorus | Solo
BF 1 chorus | JL e BF solo collettivo 1 chorus | BF e PM assolo breve |
Tema | Tema BF distorto
4.2 Il repertorio 91
D
7/sus4
B
sus4
Em C D
7
j
11
j j j
j
F 7/ 9 Em G m Bm
j
16
6
4
Am Gm Bm
7
G m 7
jj 46 43 j
21
Cm
7
Bm
7
A A
jj
25
Tema con coda di BF ripetuta 2 volte | Solo JL su Coda x 2 | Solo BF su
Coda x 2 | Tema senza Coda
4. Congestion (Trascrizione di E. Maniscalco)
D G E A
4
4.4. La misura dei chorus sommaria, per quanto si intuisca il rispetto della forma
92 Analisi musicologica
j
C m 9
F G
j
5 3 3
j j
F
7
B E 6
j
11
Tema | Solo JL 2 chorus | Solo BF 2 chorus | Tema
6. Jack Of Clubs
3
3
5
3
3
4
9
Tema | Tema | Solo JL da solo 2ch | Solo BF, uso delay e modulazioni 2ch
liberi il terzo pi tematico | Tema | Tema
7. Play
A m /E
A m/C C
7/ 9
j j
j
A A B B/E A
7
j
j
13
j
Tema | Solo JL in duo con PM, tema citato ma la forma sfugge | Solo BF
modale e con citazioni pi evidenti | Tema conclusivo
9. Zabel
j j j j j j j
1.
jj jj
2.
j
j j
jj
5
1. 2.
8
jj
1. 2.
3
jj
Sound Of Love
Il disco stato registrato live al Village Vanguard. In realt i dischi sono due,
registrati nella stessa settimana di permanenza del trio. Interessante la diversifi-
cazione dei repertori: mentre Sound Of Love per lo pi un disco di pezzi stan-
dard, il secondo disco, You Took The Words Right Out Of My Heart, pi orien-
tato alle composizioni originali. Vediamo le caratteristiche principali dei brani
presentati nel disco di cui sopra.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Paul Motian - batteria
1. Misterioso
2 Temi con variazioni evidenti | Solo BF 5 ch | Solo JL 9 ch | Solo collet-
tivo 11ch | Tema ripetuto due volte
2. Duke Ellingtons Sound Of Love
Tema | BF impro molto tematica 1ch | JL 1ch | Tema
3. Mumbo Jumbo (per la trascrizione si veda quella contenuta in Paul Motian
In Tokio)
Tema unisono chitarra e sassofono | Interludio Motian | Tema | Solo Bill
Frisell uso del loop e di effetti di distorsione; ancora una volta il tema
ricompare sotto varie forme difficile immaginare il numero di chorus ma
dopo un po riprende con una citazione letterale 2:54 del tema | Solo JL
che comincia a 3:20 anche lui molto aderente al materiale tematico | 5:38
rientrano i loop di Frisell; JL ricomincia con la citazione del tema | 6:44
Tema: BF che sottolinea solo alcune note della melodia e poi usa voicing
quartali per armonizzare il tema.
4. Once Around The Park (per la trascrizione si veda quella contenuta in
Misterioso)
BF da solo tema armonizzato 16 battute | entrano PM e JL: solo di JL,
BF accompagna con il tema per i primo chorus, gli altri sono accompagnati
pi semplicemente 6ch | Solo BF 4ch | Tema JL in trio 2 volte
5. Good Morning Heartache
molto libera la prima parte con citazioni del tema evidenti, dalla seconda
A invece il tema pi letterale | 3:05 solo BF | 5:28 rientra JL impro col-
lettiva ma molto vicina al tema sulle prime due sezioni A - la B ha un ini-
cipit pi letterale e JL tende proprio a usare le note del tema come guide
tones - il tema rientra sullultima A
6. Epistrophy
tema unisono A(16)B(8)A(8) | Solo JL 1ch | Solo BF 3ch | Solo JL 5ch |
Tema
7. Play (per la trascrizione si veda quella contenuta in Trioism)
Tema JL 3ch | BF tema e assolo su 1ch | Solo JL 3ch | Tema
4.2 Il repertorio 95
5
9
18
7. The Sunflower
4
Tema unisono BF e JL x2 | Impro collettiva | Tema | Impro collettiva |
Solo BF | Rientra JL in duo con PM: molte citazioni che si addensano
allinizio, alla fine e nelle transizioni pi importanti | Recupero coda del
tema e cadenza allunisono
I Have The Room Above Her
Il disco segna il ritorno alle incisioni con la casa europea ECM. Rispetto ai lavori
precedenti c un intento dichiarato di sintesi e minimalismo in termini sonori,
soprattutto per quanto riguarda luso di effetti da parte di Bill Frisell: pratica-
mente assente luso del pedale volume, il delay ridotto al minimo ed il river-
bero stato aggiunto in fase di post produzione; tuttavia luso di loop e di effetti
di modulazione sonora (octaver, delay shift, etc.) presente, segno che le decisioni
sul suono complessivo del trio sono state effettivamente prese insieme al produt-
tore (Manfred Eicher) ma lestetica del trio stata (ovviamente) preservata. In
generale lalbum suona pi intimo rispetto ai precedenti, minori sono le aperture
del trio, sebbene non si debba intendere questa situazione come negativa ma piut-
tosto come supportiva allintimit di cui sopra.
Interessante il brano One In Three che composto da tre brani in uno: per la
prima volta, a memoria, Joe Lovano viene lasciato completamente solo, per lespo-
sizione di una parte del tema.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Paul Motian - batteria
1. Osmosis Part III
Bm 9
Loop e scala per l'improvvisazione
5 Tema
j j
10
4.2 Il repertorio 97
2. Sketches
/9
D C Bm Bm/C
j j j j j
3
F m E Em B
j
j j j
7
D m/F F m6/add 11 D F
/add 11
Cm A
j
13
j
rall.
Tema ripetuto due volte in trio, armonie ambigue sul primo tema, pi
chiare ed evidenti nella seconda esecuzione.
3. Odd Man Out
G D/F
jj
3
j
3 3
1. 2.
3 3
G G
j jj
4 3
j
E/F E/F
j
j j
j
9
j
La forma del tema AABA. JL tema | Improvvisazione di PM 1ch | Solo
BF su AA - Solo JL BA | Solo BF AA - Solo JL BA | Tema solo sulle
prime due A.
4. Shadows
7/ p9 7/ 9 p
j
Cm Am Em C A D/G
4 j
j j
j
3 j
j
Bm G/C F 7 F 7/ p9 D m Am
9
E
7/add 6 p
Am
9
j j
j j
j j j
Tema BF | Solo JL 2ch | Tema BF
5. I Have The Room Above Her
Tema A8 B4 C8 A8 JL | Solo BF su AB - JL entra sulla CA | JL tema +
coda di 12 misure
6. Osmosis Part I (il tema lo stesso del brano n. 1 del disco)
4.2 Il repertorio 99
j j j
Fm Cm C C Fm C
j 43 j 3 jj
5
4
Bm Fm Fm C/F C/F Fm
11
F C C F
3 3 3
jj
15
jj
j
10
jj j
1. 2.
20
Tema Intro + AAB - solo BF su 3(AAB) - impro JL non misurabile 2ch -
riprende lintroduzione - piccolo interludio BF - Tema AAB
100 Analisi musicologica
7
E Bm
j
3
E A
j
jj
1. 2.
7
Tema x2 | Solo JL 2ch | Solo BF 2ch | Solo JL duo con Motian 2ch |
Improvvisazione collettiva con tema largamente citato | Tema | Coda BF
11. One In Three (Trascrizione di E. Maniscalco)
jj
Fm
7
3
4
Gm
jj 43 j j j j
13
Gm
j j j
17
j j j
Gm Gm
j j j jj j
21
Fm
29
BF introduce con la coda del tema. Tema: AA B(drammatica) CCD(dolce
e lirica) B | Solo JL 1ch | Intervento brevissimo di PM | Solo BF 1ch |
Intervento di PM | JL da solo su AA il trio rientra sulla B CCD B
4.2 Il repertorio 101
12. Dreamland
Il pezzo di Monk meno spigoloso delle interpretazioni usuali. Tema di JL:
primo molto aderente, il secondo pi libero | Improvvisazione di JL inzia
circa a 1:55 2ch | Tema JL ripetuto 2 volte
Time And Time Again
Le considerazioni fatte in precedenza su I Have The Room Above Her valgono
anche per il presente lavoro. In aggiunta a quando gi detto possiamo far notare
come lalbum contenga il primo pezzo originale non scritto da Motian: Party Line
stato infatti scritto da Joe Lovano. Il pezzo risulta estremamente aperto: le
armonie non sembrano essere state dettate in modo categorico, la melodia
costruita interamente su intervalli di nona maggiore e landamento complessivo
che si intuisce molto vicino al blues. Gli accordi per il brano non sono stati
scritti per limpossibilit di esprimere un parere in qualche modo dimostrabile,
tuttavia la chiusura del tema effettuata da Bill Frisell al minuto 2:20 circa, apre a
possibili interpretazioni che lasciamo al lettore.
Per il resto il disco offre una visione piuttosto vicina a quella del lavoro prece-
dente con ECM. Possiamo notare come complessivamente il suono sia un poco pi
ruvido rispetto al lavoro precedente, forse pi vicino ai lavori precedenti prodotti
da Winter & Winter.
Bill Frisell - chitarra elettrica
Joe Lovano - sassofono tenore
Paul Motian - batteria
1. Cambodia
Tema | Tema | Solo JL 3ch | Tema | Solo BF 2ch | Tema
102 Analisi musicologica
3. Onetwo
E E
/ 5
jj
42
B C
7/ 9p
jj j
5
A
7/ 5 p
B m/E
9
j j
Am/D B /B
13
1.
C G Am Em
4
3
3 3
2.
7/ 9 7/ 9
B Am Em B Am
jj
7
3
3 3
B D G B G
6
j
B G D G B G
13
j
j
j
G B G
20
Em B D G
25
j
F B F Dm
30
jj
B C F B F B F
j
36
C F B F
43
j j
j
F B F
50
Dm B C F
jj
54
j
Il tema consta di due met identiche la seconda trasposta di un semitono
sotto la tonalit della prima. La forma del brano perci identificabile con
104 Analisi musicologica
AA
Tema A JL in duo con PM | Tema A in trio | Solo JL molto tematico |
Tema A
7. This Nearly Was Mine
A suonata da BF da solo | AB suonata BF in duo con PM | A conclusiva
ancora duo BF e PM | C entra JL | A | Solo JL 1 ch AAB | A |
8. Party Line
4
j
j
j
2
j
j
j
8
j
j
j
j
j
j
j
j
j
j
j
j
j
16
j
j
j
j
j
24
Tema | Solo PM | Tema BF, JL seconda voce | Solo BF 1ch | Solo JL in
duo con PM 2ch | Solo collettivo sulla coda del tema precedente | Tema |
Coda
9. Light Blue
In questo brano il tema viene eseguito per intero solamente allinizio ed
alla fine. Per gli assoli il tema viene dimezzato per essere pi gestibile.
Tema | Tema 1/2 | 1/2 Solo JL | 1/2 Solo JL| Solo BF 1/2 | Solo 1/2 JL |
Solo JL 1/2 | Tema
4.2 Il repertorio 105
1.
7
C Cm Bm Bm
3
j j j
jj
2.
j
Bm Am C m
6
j j
Bm Am Cm
j j
9
7/add 11
j
B D
j
12
3 3
C
7
Cm Bm Bm 6
14
j j
Solo JL 1ch | Solo BF e JL accompagna 1ch | JL 2ch | Tema
Chapter 5
LEstetica
Lanalisi condotta finora strumentale ai contenuti di questo capitolo. Se da un
lato ormai chiaro quali siano i contenuti della produzione del trio, dallaltro ci
interessa fare luce sui processi che hanno regolato e regolano tuttora questa
produzione. Ci interessa anche capire quali siano le idee fondanti tali processi e
cercare di capirne le origini. Questo sar largomento di indagine del presente
capitolo, capitolo che apre alle conclusioni finali in cui cercheremo di tracciare un
quadro riassuntivo delle ricerche condotte.
Anche in questo caso ci concentreremo prevalentemente su Paul Motian e sulla
sua esperienza, visto che il gruppo, come si gi detto pi volte, un gruppo a
suo nome e che gran parte della musica di fatto dipesa e dipende dalle sue
scelte.
Prima di continuare con questa direzione ci interessa investigare le origini di
Motian musicista per comprendere il terreno di coltura della sua musica.
evidente che limportanza che i gruppi in cui Motian ha lavorato nel passato
stata enorme: laver collaborato con Evans, il trio con Bley ed i gruppi con
Jarrett, persino le due settimane con Monk sono stati episodi chiave; inoltre
Motian cita spesso la sua esperienza con Tristano come una delle esperienze pi
significative. Riuscire a definire con precisione in che cosa ciascuna di queste
esperienze si rifletta nel gruppo impresa ardua e forse impossibile, delineare
qualche tratto caratteristico sembra pi realistico.
La collaborazione con Monk, Russell e Tristano avvenuta allinizio della carriera
di Motian ed ha contribuito a formarne in modo determinante la sensibilit
ritmica oltre che dargli sicurezza ed autostima; specialmente per quanto riguarda
la sua esperienza con Tristano e Monk, Motian ricorda la sfida di cercare di
rimanere allinterno delle strutture, di non perdersi, di mantenere un 4/4 rigoroso
senza farsi distrarre dalle scomposizioni ritmiche, in definitiva di portare la musica
nella giusta direzione. Lincontro con Monk stato fortuito, come si gi avuto
modo di notare, ma la settimana durante la quale ha potuto suonare con lui lo
stata meno; in una recente intervista[3] Motian afferma che Monk, per quanto
fosse parco di consigli, sapeva essere molto chiaro nel comunicare quando la
musica stesse andando nella giusta direzione. Esiste nellapproccio di Motian alla
batteria una eco piuttosto evidente, a nostro avviso, della spigolosit monkiana: la
sua pronuncia estremamente definita e decisa, anche nelluso delle spazzole; il
suo suono spesso piuttosto forte ed energico, anche durante le ballad,
caratteristiche che ritroviamo anche nel modo di suonare di Monk.
107
108 LEstetica
5.1. Nel corso dellintervista, suffragando questa tesi, Motian rivela come labbandono del trio di Evans
avvenne a met di un tour in California; la dipendenza dalleroina di Evans aveva s portato la musica
del trio a diventare davvero soft [il batterista osserva come al tempo gli sembrava di suonare su un
cuscino], e che la sua decisione di lasciare il trio sia stata legata al fatto che non poteva sopportare di
vedere Evans distruggere s stesso e la musica.
LEstetica 109
"Im not rehearsing. Also, I kind of like the idea of playing new
music for the first time, even in a recording session. It seems like if
I rehearse it and play it over and over, it doesnt get good anymore.
The best thing is the surprise of the new music and to try to find
things to play with that music to make it good. If I keep rehearsing
it, its not going to happen.
chord changes, whatever. Some small thing will happen that Ill
build on and eventually, itll turn into a song or a piece of music
that Im satisfied with. [...] Lovano used to have a loft downtown
and we used to rehearse there and I would come in with some ideas.
When I thought what I had was more or less finished, I would take
it down to those guys and wed play it and if it needed corrections,
wed make them. If not, wed just play it. [...] what usually happens
is that the first, original thing turns out to be the best.
distrutte genera continue sorprese e innesca un movimento che supera i confini del
brano e rientra nel quadro pi generale del singolo lavoro discografico.
Un altro elemento che ci pare importante nelleconomia complessiva la
compattezza delle esecuzioni: i brani durano spesso quattro o cinque minuti; pochi
sono i brani che superano i sette minuti (uno per ogni disco in media), segno della
volont di produrre forme musicali molto efficaci e dirette. Con i gruppi pi estesi
questo significa che gli spazi improvvisativi si erodono, limitando ogni intervento a
pochi chorus. Lo sviluppo delle idee procede quindi in modo molto graduale e con
un approccio spesso molto legato al materiale tematico. Questa peculiarit si
riflette in modo particolare nelle improvvisazioni di Frisell che, pur estremamente
libere per luso di effetti elettronici, rimangono saldamente legate al tema, a volte
parafrasato dallinizio alla fine. Laderenza al tema per caratteristica comune ai
tre musicisti e la tendenza alla citazione letterale spesso ricorda lapproccio
improvvisativo di Thelonious Monk.
Nella gestione degli interventi lo spazio maggiore spesso lasciato alla chitarra.
Fin dallinizio la chitarra ha rappresentato lidea principale attorno alla quale il
gruppo si costruito. Lo spazio che Frisell ha in Psalm considerevole: oltre a
suonare assoli quasi in ogni brano, ha uno spazio completamente suo in chiusura
del disco (Etude suonato dal solo Frisell). Situazioni come queste si ripeteranno
spessissimo nel corso del tempo, a conferma del fatto che limportanza del ruolo di
Frisell sia capitale. Ci pare significativo notare che molto di rado (per non dire
mai) Lovano assume il ruolo di accompagnatore: nelle improvvisazioni in trio il
sassofono sempre predominante, anche quando limprovvisazione sia collettiva;
gli spazi solistici di Frisell sono, invece, condivisi spesso con Motian. Questa
sinergia mette in effetti una certa affinit tra i due musicisti e non sembra
esagerato affermare che il ruolo principale nel determinare il suono del trio lo
abbiano proprio loro; il duo Motian-Frisell interagisce, anche per questioni legate
al loro ruolo, ad un tale livello di profondit da costituire lelemento pi
riconoscibile del trio. Se in questottica il ruolo di Lovano pu apparire sminuito,
altres vero che lenergia e la propulsione del gruppo proprio data
dallinterazione dei tre musicisti e non solo della parte ritmica. Lovano proietta
spesso il trio verso dinamiche differenti; la facilit con cui sviluppa le idee sui
registri pi disparati rende la musica capace di contrarsi ed espandersi in pochi
istanti. Lo sviluppo delle idee di Lovano poi quello a cui viene riservato, di
norma uno spazio un poco pi ampio: in genere un chorus in pi degli altri, ove il
pezzo lo permetta; questo rende il ruolo del sassofono spesso centrale rispetto
allassetto complessivo del brano.
In questo scenario resta da chiarire il ruolo della batteria. La prima cosa che si
pu osservare facilmente il fatto che gli assoli di batteria sono pochi. Motian si
definisce un accompagnatore e non ha mai nascosto la sua insofferenza per
lassolo. Non un fatto generico, esteso alla batteria in quanto tale ma, piuttosto,
una sua inclinazione personale. Lazione di Motian in generale volta al sostegno
degli altri in modo che la loro musica possa crescere in un ambiente sonoro
migliore possibile. Essa pu avvenire su fronti diversi: spesso frammenta il tempo,
lasciando che siano i solisti a delinearlo; in altri casi il tempo saldamente in
mano sua; altre volte la sua azione risulta frammentaria, quasi volesse dare solo
112 LEstetica
113
114 Conclusioni
In questo senso Joe Lovano sembra rimanere un poco escluso dal discorso. Per
certi aspetti vero che il suono del gruppo determinato in modo pi specifico
dal duo Motian-Frisell e non un caso che i due abbiano partecipato insieme alla
registrazione di altri lavori (si pensi ai dischi con Paul Bley, al disco in trio con
Ron Carter), segno che il suono del duo ha assunto nel tempo una solidit impor-
tante. Tuttavia proprio dallascolto di questi dischi che si nota la differenza di
approccio, la sostanziale importanza che Lovano riveste: Lovano il ponte ideale
tra la musica di Motian e la tradizione, tra la musica di Motian e il free. Frisell
non potrebbe da solo rivestire questo ruolo perch il suo suono risulta spesso
troppo distante dalluno e dallaltro mondo, collocandosi per forza ed espressivit
in suo proprio altrove. E per Motian, lo si ormai capito, il legame con la tradi-
zione importantissimo. Importantissimo poi il ruolo che Lovano assume nei
confronti di Frisell: se questultimo sembra sempre concentrato ad aprire le
armonie dei brani a possibilit nuove, pur mantenendo chiari i riferimenti melodici
con il tema, il primo manifesta una rapidit di pensiero e unequilibrio nel dosare
gli elementi tipici del suo linguaggio che permette a tale apertura di realizzarsi
appieno e di esprimersi al meglio.
Limpronta di Paul Motian poi onnipresente e pervasiva in ogni elemento della
musica: lo si nota per la somiglianza che emerge, almeno a livello formale, tra i
tutti i gruppi in cui Motian stato leader. E lestemporaneit degli arrangiamenti
e della scelta delle composizioni da suonare con i vari gruppi permette al batte-
rista di esprimersi in modo personale e distinguibile in ogni situazione perch ogni
situazione rimane libera da sofisticazioni che possono alla lunga risultare artifi-
ciose. Il percorso che Motian ha compiuto insieme ai vari Evans, Jarrett, Bley, ha
permesso a Motian di formarsi come artista e di compiere un percorso di ricerca
delle proprie radici musicali, radici che, principalmente grazie a Jarrett, ha trovato
nella musica del mondo. Motian ha fatto la storia del jazz, lha attraversata modi-
ficandola passo passo, contribuendo a creare rivoluzioni interne ma ha sempre suo-
nato con una propria idea, senza la necessit di adesione a specifici linguaggi. Gli
ambiti musicali attraversati gli hanno permesso di lavorare con selettivit anche
sulla sua tavolozza espressiva del suo strumento, portandolo ad una sintesi pi
minimalista e inducendolo a rinunciare a molti dei colori sperimentati negli anni
del free per lavorare pi come batterista.
Nel suo complesso il trio, dunque, stato e rimane un gruppo particolarmente
importante per la musica improvvisata. I contributi dati allo sviluppo di una
musica pi libera dalle peculiarit dei singoli linguaggi ed alla ricerca di modi
nuovi di espressione sono tuttora fonte preziosa di ispirazione. La forza proget-
tuale del trio, la sua capacit di rendere efficaci anche i materiali pi semplici, la
creativit che adotta nella reinterpretazione del materiale tradizionale e la flessibi-
lit che lo ha contraddistinto negli anni, lo ha reso uno dei gruppi pi significativi
oltre che pi longevi dagli anni 80. Ma soprattutto il fatto che la freschezza delle
idee del trio si sia mantenuta intatta nel corso degli anni ha posto ancora una
volta lattenzione sul fatto che lespressione del s in termini musicali sia un pro-
blema del come non del cosa: non serve suonare sempre qualche cosa di diffe-
rente, serve rispondere ad un esigenza interiore, ovvero laderenza ad un progetto,
e ad un piano espressivo che linteriorit.
Ringraziamenti
Ringrazio mia moglie Alessia per il sostegno che sempre mi ha dato, condividendo
un periodo intenso di lavoro e di studio, seguendomi e aiutandomi nei momenti di
impegno e, negli ultimi mesi, accettando le mie giornate al computer, i miei
weekend saltuari a causa dello stesso arnese tecnologico, e la mia stanchezza
cronica, che emergeva proprio nei lassi di tempo che intercorrevano tra lo
spegnimento e laccensione del succitato arnese. A lei rinnovo quotidianamente le
promesse che ci siamo fatti quasi quattro anni fa: di realizzarci come persone,
come marito e moglie, come pap e mamma. Ringrazio poi Alice, il cui sorriso
sempre nuovo ogni mattino mi ha permesso di riaccendere larnese con una
serenit maggiore.
Questo traguardo stato poi il frutto di pi pazienze cooperanti: la pazienza di
Corrado Guarino che mi ha aiutato in questi anni di studio, dandomi possibilit
concrete di crescita a livello professionale e musicale e accettando i miei continui
ritardi. La pazienza dei miei genitori che dopo avere visto un figlio laureato in
ingegneria hanno visto lo stesso figlio dismettere gli abiti da ingegnere e tuffarsi in
un lavoro che fino a pochi anni prima era di fatto solo una grande passione. La
pazienza di Camilla che ha sopportato con il sorriso qualche caduta dalle nuvole
di troppo. La pazienza dei miei amici che hanno dovuto sopportare le mie
dfaillances, anche nei momenti pi critici. La pazienza delle scuole e degli allievi
che, nonostante tutto, hanno saputo comprendere i rinvii dovuti ai miei impegni
in conservatorio. A tutte queste persone va il pi sentito Grazie!.
Voglio ringraziare Emanuele Maniscalco, Dan Kinzelman e Giacomo Papetti che
hanno accettato di aiutarmi nella parte di performance di questo progetto di tesi:
sono per me amici importanti e riferimenti musicali essenziali. In particolare
Emanuele Maniscalco stato poi un aiuto importante nella stesura di questo
lavoro di tesi: la chiarezza con cui ha saputo orientarmi nella ricerca sulla
discografia e la storia del gruppo, la disponibilit con cui ha condiviso con me idee
e opinioni sulla musica di Motian e, non ultimo, il lavoro di trascrizione a cui mi
ha dato la possibilit di accedere sono stati elementi fondamentali che mi hanno
permesso di giungere alla fine del lavoro. E, fatto non trascurabile, grazie a lui
che mi sono avvicinato alla musica dei gruppi di Paul Motian.
Un ringraziamento particolare va infine a Sandro Gibellini perch se la promessa
in nuce contenuta nei ringraziamenti della mia prima tesi (quella da ingegnere) si
realizzata lo devo a lui ed alla sua incrollabile fiducia in me.
115
Bibliografia
[1] ECM. I Have The Room Above Her. ECM Press Release, 2004.
[2] ECM. Time And Time Again. ECM Press Release, 2006.
[3] Terry Gross. Paul Motians Jazz Garden of Eden. npr, Fresh Air from WHYY, inter-
vista audio, 2006.
[4] Evan Haga. Paul Motian, Bill Frisell and Joe Lovano: Trio In Motian. JazzTimes, 2007.
[5] Ignoto. Bill Frisell. Sito del musicista, 2010.
[6] Ignoto. Joe Lovano Biography 2010. Sito del musicista, 2010.
[7] Eric Novod. Motian, Paul (Stephen Paul). Jazz.com, 2008.
[8] Paul Olson. Paul Motian: Theres a Million Songs Out There. All About Jazz , 2006.
[9] Arrigo Polillo. Jazz . Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2009.
[10] John Schaefer. Jazz Original: Paul Motian. WNYC.org, intervista audio, 2010.
[11] Winter & Winter. Paul Motian "Monk In Motian". Winter & Winter Press Release,
1988.
[12] Winter & Winter. Paul Motian "On Broadway Vol. 1". Winter & Winter Press
Release, 1989.
[13] Winter & Winter. Paul Motian "Bill Evans". Winter & Winter Press Release, 1990.
[14] Winter & Winter. Paul Motian "On Broadway Vol. 2". Winter & Winter Press
Release, 1990.
[15] Winter & Winter. Paul Motian "In Tokio". Winter & Winter Press Release, 1991.
[16] Winter & Winter. Paul Motian "On Broadway Vol. 3". Winter & Winter Press
Release, 1992.
[17] Winter & Winter. Paul Motian Trio "Trioism". Winter & Winter Press Release, 1994.
[18] Winter & Winter. The Paul Motian Trio - Sound Of Love. Winter & Winter Press
Release, 1995.
[19] Winter & Winter. Paul Motian Trio "At The Village Vanguard". Winter & Winter
Press Release, 1995.
117
Appendice A
Soul Note: Le note di copertina
Mancando la possibilit di dare dei riferimenti bibliografici relativamente ai dischi
della Soul Note, si pensato di inserire in appendice la trascrizione delle note con-
tenute nei CD. Le note sono in lingua inglese e non stato possibile, per ragioni
di tempo, tradurle in italiano. Pensiamo possano comunque essere un supporto
valido per comprendere meglio la storia del gruppo e dei suoi musicisti.
119
120 Soul Note: Le note di copertina
One Time Out includes two re-interpreted jazz classics among seven Motian
originals that are tied by the trios characteristic tone, unpredictable twists, and
logical turns. Says Paul, "One Time Out refers to first song, first side - its about
rehearsing, playing the head, and taking the tune out. It could also mean taking
time out from music or from a game." Frisell and Lovano show their moves:
Gothic chords under probing lines, free association with an ear to form. Motians
barrage drives it all. Instead of calling for a pause, One Time Out draws us in.
Tadd Damerons ballad If You Could See Me Now is rendered tenderly, with
Lovanos elaborations and obbligato floating over Frisells delicate, lovely tones
and clusters.
For The Love Of Sarah is a straight time, 32 bar piece with an upbeat,
Ornette Coleman-tinge. Sarah is Motians younger sister, a bingo-playing astro-
loger and mother of three who still lives in her native Rhode Island.
The Storyteller seems like open improvising, yet within it Motian, Frisell and
Lovano are each storytellers; for all their independence, a harmony coheres.
Portrait of T. memorializes Cleveland tenor saxman Big T Lovano, an organ
trio regular. Ts son Joe summons a moving song for his father, braced by Bill
Frisell unhurried, bell-like tolling. Motians cymbal tattoo falls like tears and rain.
Morpion - which Motian claims is French for crabs or lice - depicts the tena-
city with which such creepy, crawly things cling to relatively innocent skin.
Monks Mood represents Paul Motians ongoing study of Thelonious Spheres
repertoire. One time long ago Motian subbed for Art Taylor in Monks band.
"Monk gave me $10 at the end of the night, and I was the happiest guy in the
world," Paul recalls. Frisell and Lovano both isolate in a Monkish essence.
"Good Idea," Motian says, "seemed like one at the time." Similar to "Circle
Dance," which its composer likens to Middle Eastern festivity at a New England
countryside picnic, Good Idea is openly propulsive, tough and bluesy. Motian
clearly loves the backbeat, and lays it down with so may variations as to keep it
emphatic. Bill Frisell is widely considered the most distinctive guitarist of his
generation, having proved himself with Jim Hall, Marc Johnsons Bass Desires,
Lyle Mays and iconoclastic John Zorn as well as bands of his own. Joe Lovano
has won respect as a stalwart of Mel Lewiss Orchestra; he also makes organ-
combo dates and has a group with vocalist-wife Judy Silverman. Motian has
repeatedly demonstrated his sensitive, durable musical skills. Hear what the Paul
Motian Trio came up with, this special One Time Out.
Howard Mandel
9x9 refers to a series of nine notes played in time at the end of the piece, and
the repetition of those notes hooked up to a memory of the merry-go-round on
which Motian used to ride as a kid in Crescent Park, an amusement park on the
outskirts of Providence.
5 Miles to Wrentham, though it sounds like an English nursery rhyme, comes
from Motians memory of walking from Providence to nearby Wrentham when he
was a boy. "It was brought to mind," he says "when, after playing Boston, a
while ago, I was driving to Providence and saw a sign, 5 Miles to Wrentham.
Musically, I also had Bill Evans in mind - the way the armonies are, the sadness
in the piece, and the delicacy of Bills sound."
The Owl of Cranston is so titled because Motian has a sister living in Cran-
ston, Rhode Island, and one time when he was staying with her, he heard an owl
outside the house.
Trieste is a Paul Motian original that was recorded some years ago by Keith
Jarrett. Motian has reworked the piece for this set. Although Motian had been in
Trieste once when he was in the Navy, this title came from Keith Jarrett who
prides himself on his ability to think up the right title for the right tune.
Look to the Black Wall is the evocation of what happens when you close your
eyes and, says Motian, "you see blackness in the back of your eyelids."
The Story of Maryam is the third song written by Motian for the three women
who brought him up. Rebica was for his mother; Victoria for one of his mothers
sisters, and Maryam for the third sister. The family is from Turkey but is Arme-
nian, and Motians mother was still in Turkey during the massacre of the Arme-
nians there. She escaped.
Of the strong sidemen on this date, Motian says of Jim Pepper (tenor saxo-
phone and soprano on The Story of Maryam) that he comes from Oregon and
that he is an American Indian (his father a Kaw, his mother a Creek). He has
worked with Don Cherry, John Hicks, and Randy Brecker, among others, and got
considerable play from an album in the early 1970s, Peppers Pow Wow which
included "Witchi-tia-to," [sic] based on native Indian songs.
"I like Jim Peppers sound," Motian says, "and the way he plays. He offsets
Joe Lovano, whose sound is more traditional, sort of coming from Coltrane.
Pepper is kind of post-Coltrane."
Joe Lovano has worked with the big bands of Mel Lewis and Woody Herman
as well as with Lonnie Smith, Jack McDuff, and Carla Bley. Lovano also teaches
music at William Pattersin College and New York University.
"Hes very good," says Motian. "Very quick. He knows a lot about forms and
changes and tunes. He has a good head, good memory, I trust him."
Bill Frisell, a guitarist who tells a story with each note, was recommended by
Pat Metheny. He moves around quite a bit, having been at the University of Nor-
thern Colorado, the Berklee School of Music in Boston, along with having lived a
year in Belgium. Frisell has worked with Jan Garbarek and Eberhard Weber, and
has recorded with Chet Baker. Frisell has also done a solo set for ECM.
Bassist Ed Schuller has worked with Lee Konitz, Ricky Ford, Ran Blake, and
Pat Martino. Motian says of his work: "I like his sound, his enthusiasm, his abi-
lity, his knowledge. Of the different bass players I listened to for this album, Ed
122 Soul Note: Le note di copertina
sounded the best for my music. One thing about him is that he sounds good if
hes playing tunes with changes or playing something totally free. Whatever it is,
he covers it." So does Paul Motian in this set in which the horns are really "spea-
king" horns, and everyone is searching, thrusting, and surprising themselves. And
thereby you.
Nat Hentoff
Once Around the Park begins with a pensive Frisell before Motians brushes
creep in, horses hooves treading lightly on the newly-fallen snow. Lovano, sweet
and wistful, and Pepper, more acrid and plaintive, solo in that order, complemen-
ting one another. Frisell follows with his salt-water taffy strings before all the
groups sounds blend in the final theme, Motians motion being sticks this time
around (the park).
Gang of 5 refers to the quintet itself. pepper has the melody assignment with
obbligatos from Lovano, textures from Frisell, underpinning by bassist Ed Schuller
and pulsation from Motian. Pepper has also the first solo and the lead in the
saxophone exchanges.
The lovely, nostalgic theme of Monks Pannonica is taken at a lope with the
leaders drums supplying a bounce and continuing in an airy solo spot that makes
equally good use of snares and cymbals. A brief counterpoint between the saxes
leads into Frisell, and a short solo by Lovano before a reprise of the tail-end of the
theme.
Frisell, with comments from Schuller, sets the mood and then states the theme
of the threnodic Folk Songs For Rosie. Motians bells usher in the keening saxo-
phones. Lovano, and Pepper responding, weave in and out, melding and parting
before Frisell quietly ends the piece.
Byablue is all Frisell in a blue mood, shedding tears through his guitar in a
most affecting manner, simple yet moving.
Dance, the longest track in the set, finds Lovano dancing almost immediately,
coming out of the abbreviated theme. Pepper, very Ornette-ish, is next as
Schuller and Motian cook him along. Ed, the son of Gunther Schuller, and a ver-
satile musician who has performed with Pat Martino, Ricky Ford and Lee Konitz,
solos pizzicato in a thoughtful outing, accompanying himself vocally at certain
points. A bashing, but musical, stint by Paul sets the stage for Frisell who builds
a sonic edifice and the tenors join in for a terse, climatic final encounter.
On one of the bands Italian tours Pepper, playing basketball at night in Sar-
dinia, fractured his wrist. Hence Johnny Broken Wing, a pastoral anthem played
by Jim, alone, with his vocal, expansive tone, adding a bird-like cry in what seems
like an Indian dialect as a punctuation.
Its gratifying to see that more than 30 years after the Open Door (whose site
is now occupied by the buildings of the New York University), Paul Motians
music still has the spirit of those seminal sessions, wedding tradition to the con-
temporary in his personal way. Open Door.
Open Mind. Open Feelings. Open Sesame.
Ira Gitler
This Paul Motian Quintet has something that is becoming rare in jazz these
days: they have their own sound. The combination of Bill Frisell, Joe Lovano, Jim
Pepper, Ed Schuller, and Paul Motian sounds like no other band in jazz. That
sound is a reflection of the leader, a reflection of a veteran who has constantly
evolved over 30 well-documented years on the jazz scene.
"Everythings an accident, Lee,", laughs Paul Motian, but, of course, very
little is an accident. Its no accident that Paul Motian has been one of the most
sensitive drummers in jazz for so long, no accident that the writing and playing
on this album is so strong, so cohesive, no accident that Paul Motian has been
able to record fairly prolifically as a leader in recent years. This album, Jack of
Clubs, moves in many directions - from straight-ahead jazz, to minimalism, to
floating etherealism, to noisy outside playing - yet its all so well-plotted, so
related, that it just flows like the drumming of the man who wrote it all: Paul
Motian. Paul carefully chose the four other gentlemen in this Quintet and the fee-
ling that he refers above - "everybody loves everybody" - is clear in these grooves.
The title track kicks things off. "Some woman I know reads cards," says Paul
Motian, "and she told me that because of my birthday, I would be a Jack of
Clubs. The song itself is one where everybody solos, but in an abstract way, and
then, as one person finishes, the other person starts, so it is kind of overlapping.
Its unusual, because everybody is by himself. Then we come back in reverse
order. You see, I try to arrange the music so that its interesting, so that its not
just a band playing a head and then solos."
Next up is the beautiful, old-worldly Cathedral Song. "I play that sometimes
and I think, Gee, did I write that? It sort of comes from my Armenian/Turkish
background. The title came about because one time I went to the Whitney
Museum and saw this huge wooden sculpture by Louise Nevelson. I saw this thing
from a distance - as I walked in the door, it was at the other end - and I kind of
heard chords, like an organ and all this kind of stuff, and then when I walked up
to it, it was called "Cathedral". It really knocked me for a loop."
Side one closes with Split Decision. "I just wanted something that was in a
bright tempo and that started right away playing. Its got that funny head at the
end, which is just the two saxophones playing, its almost like theyre playing
seconds."
"Joe and Jim really work well together. I used to have Joe in a Quintet with
another saxophonist who kind of sounded like him. And thats what I wanted - I
wanted a sound where you couldnt tell the difference when one played and one
stopped. And then I wanted something really different than Joe, so I got Jim
Pepper, because hes a different kind of player with a different sound. Also the
soprano: with most soprano saxophonists they either sound like Coltrane or its
squeaky and annoying: Jim has a nice soprano sound."
Side two opens with the mesmerizing, layered Hide and Go Seek . "That was
kind of a fluke thing," says its modest composer. "I was working at the piano and
I kind of found this left-hand figure, and I just kept doing that over and over until
I found this melody to go over it. Im always surprised that some of my stuff
works, Im always so critical."
A.4 Jack Of Clubs Soul Note, 1985 125
It works, it works.
Lament, is a guitar feature for Bill Frisell, who, by the way, uses no synthesi-
zers here - those various effects he gets, and I think hes turning into one of the
most remarkable and distinctive guitarists on todays scene, are his own.
"That was a real short melody," says Paul, "and I never knew what to do
with it. So one day I showed it to Bill and he really fell in love with it, he liked it
a lot. And I said, Well, if you think you can do something with it, fine, just go
ahead and do a solo on it."
I think its a measure of the man that on an album by a drummer, there is
room for a guitar solo. Motian is both generous with his players, and confident in
their abilities. He is also confident enough in himself not to feature a drum solo
every number - in fact, you have to search here for a drum solo at all.
"Tanner St." - the next piece - "is the name if the street I lived on as a kid, in
Providence, Rhode Island. Its just sort of a little tune that we play - we arranged
it where the saxophones sort of answered each other." (By the way, when both
tenors are playing, Joe Lovano has the higher, lighter sound).
The album ends with Drum Music, which gives everybody the opportunity for
one last blow. "It really came out strong," says Paul Motian, and he gets no
argument from me.
Paul Motian has, quietly and subtly, been building an impressive body of
work over the past decade or so. His albums, on ECM and, recently, on Soul
Note, show an impressive talent for composing and bandleading. They are haun-
ting, beautiful albums that are pretty uncategorizable, yet they are clearly Paul
Motian albums. I cant stress enough the rarity, these days, of a sound, a concept,
and Paul Motian has been able to build this small mountain of work that reflect
all of his musical experiences - with Bill Evans, Keith Jarrett, and so many others
- through a unique prism. Bill Frisell, Joe Lovano, Ed Schuller, and Jim Pepper,
individualists all, are, on Jack of Clubs, an extension of Paul Motian, and the dif-
ferent sounds, the different experiences, that they bring to the band coalesce
beautifully.
"Im at least trying to make it a little different, a little more interesting," says
Paul Motian about his music. On Jack of Clubs he, once again, comes up aces.
Lee Jeske