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Studio Del Tremolo

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Mauro Storti

L’esecuzione di un buon tremolo esige allo stesso tempo velocità, perfetta regolarità di
scansione delle note e plasticità dinamica. Premesso che per acquisire la velocità non v’è
di meglio che lo studio intensivo delle più diverse formule di arpeggio, rimane la provata
difficoltà di realizzare un tremolo perfettamente regolare, difficoltà che trae origine da
due fattori concomitanti:

1 – In primo luogo, il reiterato spostamento del pollice su corde diverse, che produce
una continua modificazione della curvatura delle dita ami alterandone la direzione
d’attacco frontale e generando, di conseguenza, spinte attive (dei muscoli) e reattive
(delle corde) sempre cangianti e di difficile controllo sotto il profilo dinamico e timbrico.

2 – In secondo luogo, l’impiego della figura di allineamento ami, dotata di naturale


scorrevolezza e pertanto favorevole all’elevata velocità ma condizionata da un forte e
fisiologico senso direzionale determinato dalla partenza con a, dito debole e lento, e
dall’arrivo con i, dito forte e veloce. Senza un preciso controllo della scansione temporale,
tale figura va soggetta ad un moto naturalmente accelerato verso il dito i che finisce per
acquisire un indebito accento e produrre un effetto di galoppo.

Un’ottima tecnica del tremolo si può acquisire con lo studio sistematico della lezione
XIV del testo L’Arte della Mano Destra1 nella quale figurano appropriati e graduali esercizi
finalizzati al perfetto controllo della velocità di scansione e alla sensibilizzazione di ogni
singolo dito alle variazioni direzionali e dinamiche causate dallo spostamento del pollice.

Con il concomitante Studio per la regolarità di scansione negli arpeggi della lezione XV da
praticare nel rispetto rigoroso delle pause e dei valori metronomici suggeriti, lo studente
giunge a controllare la forza di ciascun dito e l’istante preciso di attacco dei suoni, dando
vita ad una scansione regolare e brillante 2.

L’esercizio proposto, incentrato sulla sola formula digitale ami3, consta di una breve
frase divisa in tre sezioni da studiare applicando un forte tocco teso alla voce acuta e un
più leggero tocco libero ai bassi, 4 curando che le note ribattute risultino all’ascolto di
forza e timbro uniformi, al punto da non potersi dire con quale dito vengano prodotte. E’
molto importante, ovviamente, curare la corretta sagomatura delle unghie5.

Lo studio va condotto ripetendo la prima sezione a duine con le tre diteggiature


indicate e alla velocità di 88 alla semiminima, per poi proseguire senza interruzione con
la seconda sezione a terzine, da ripetere con le quattro diteggiature indicate e
alla velocità di 63 alla semiminima per terminare con la terza sezione a quartine, da
eseguire una o più volte con la diteggiatura indicata, alla velocità iniziale di semiminima =
52.

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Per il successivo graduale aumento della velocità, che si otterrà lavorando sempre
parallelamente sulle tre sezioni, basterà attenersi alla tabella riportata a pag.59, tenendo
presente che sarà necessario passare anche per tutti i valori metronomici intermedi non
espressamente indicati (ad esempio, i tre passi successivi al primo saranno: 92-66-54;
quindi 96-69-56; poi 100, 72, 58; e così via).

Va osservato che la progressiva riduzione dei valori metronomici indicati nella tabella
per ciascuno dei tre frammenti (88-63-52) è studiata in modo tale che la velocità assoluta
di ogni singolo dito risulti pressoché costante quale che sia il livello di studio: iniziale,
intermedio o finale.

Per ottenere un effettivo e consolidato progresso nella velocità, è bene attenersi


rigorosamente per il tempo necessario su ciascuna delle tappe metronomiche, evitando
di “slittare” ad un valore più alto senza avere prima raggiunto la perfezione al valore
inferiore. La velocità finale potrà ovviamente spingersi anche oltre l’ultimo livello indicato
di semiminima = 72.

Infine, la pratica altrettanto metodica e aderente ai valori metronomici prescritti della


Lezione XVI: Studio sulla forza di pressione, permette allo studente di conferire al suo
tocco teso una “profondità” variabile, quale si addice ad un tremolo che si voglia plastico
ed espressivo (Fig.1)6.

[1] M. Storti: L’Arte della Mano Destra, tecnica fondamentale del tocco (Carisch).
[2] N.B. Poste le tre dita in pressione sulle corde, si deve dare inizio all’arpeggio
staccando, nell’ordine indicato, un solo dito per volta (sembra facile!).
[3] Non risultano appropriati gli esercizi nei quali si utilizza la figura inversa ima con i suoi
due rivolti mai-aim poichénon è ancora stato dimostrato che per correre veloci in avanti
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sia utile esercitarsi correndo all’indietro.
[4] La frase proposta nel testo è un breve frammento (scelto per alcune sue
caratteristiche particolari) tratto da Preghiera di J.K. Mertz e rielaborato a tremolo.
[5] Sulle unghie, v. M.Storti: L’arte della mano destra, Appendice.
[6] E’ noto che la versione originale di Recuerdos de la Alhambra, inizia con quattro forcelle
che indicano chiaramente la volontà dell’autore di effettuare per l’appunto un tremolo
“plasticamente” dinamico, cosa che si può ottenere con un tocco di spinta come il tocco
teso ma non con un tocco di trazione come il tocco libero che, per quanto regolare e
veloce, sarà sempre dinamicamente piatto e poco sonoro per l’impossibilità di tirare le
corde oltre un certo limite.

3/3

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