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CAPITOLO XI

Spiegazione del quaderno n° 2

(tecnica della mano destra)

Il Quaderno n° 2 della Serie didattica, è dedicato alla tecnica della mano destra e
quindi allo sviluppo del controllo del movimento del singolo dito o unitamente alle
altre. Al primo livello si darà la priorità all’aspetto puramente meccanico, evitando di
utilizzare i differenti attacchi. Nel n° 1 e successivamente, in rapporto al lavoro svolto
si potranno usare diverse dinamiche e nell’ultima parte si introdurranno le varie
gamme di timbri, per mezzo del tocco n° 5.

Salvo rare eccezioni, la partecipazione della mano sinistra si riduce a effettuare


cambi di posizione, mantenendo una certa disposizione delle dita sulla tastiera, al
fine di poter mantenere un controllo uditivo e, soprattutto, al primo livello,
percepire qualsiasi errore nella tecnica della mano destra. La mano sinistra quindi
compie un ruolo subordinato alla mano destra. E’ necessario, tuttavia, puntualizzare
come collocare le dita, al fine di non stancarle inutilmente, perché dovremo
concentrare la nostra attenzione esclusivamente sul lavoro della mano destra.
Questo è lo scopo del quaderno n° 2. La disposizione delle dita sopra la tastiera nelle
prime formule, corrisponde a una presentazione trasversale

per realizzarla correttamente sarà conveniente fare il seguente esercizio, al fine di


educare i muscoli del braccio, che in definitiva sono quelli che determinano
l’ubicazione delle dita sulla tastiera.

Considerando le dita 2 e 3 come “dedos fijos” e presentando le dita 1 e 4 sul Fa della


quarta corda e il Si sulla prima, bisogna spostarle come dimostrato nell’esempio B
mediante un movimento rotatorio che si realizza col braccio, cambiando la posizione
della mano.

Esercizi per la mano destra


All’inizio, le quattro dita lavorano allo stesso livello dinamico, in modo da
concentrarsi sulla scioltezza nei movimenti. Successivamente, avendo superato la
prima fase di studio, è utile tornare a studiare gli esercizi fino al n° 102 incluso,
utilizzando un disegno melodico per il pollice, per esempio:

Indice, medio e anulare devono suonare a un secondo livello d’intensità (come


conseguenza di una educazione muscolare intelligente) permettendo che il lavoro
del pollice possa emergere in primo piano senza necessitare di ulteriori sforzi. E’
importante dire che la risultante del maggior suono del pollice non è legata
unicamente al tipo di attacco di questo dito, bensì alla subordinazione voluta delle
altre dita, che “aiutano” con il loro minor suono, l’ascolto della voce pronunciata dal
pollice. E’ necessario sapere che per far emergere il suono prodotto da un dito, può
non essere necessario suonarlo più forte, semmai suonare più piano le altre voci.
Altra risorsa della chitarra (per ottenere questo effetto) è la risorsa timbrica , come
esposto nei capitoli precedenti.

Non è utile ripetere eccessivamente un certo esercizio, ciò che conta è una sapiente
combinazione mente-muscolo. Quando si studia un esercizio in modo intelligente, i
muscoli possono assimilare questo modo di realizzarlo, associandola a un riflesso
condizionato, che in definitiva sarà il nostro vero lavoro. Il modo più fruttuoso di
studiare si ottiene con brevi sedute di studio e una grande concentrazione mentale e
muscolare, a cui deve seguire un rilassamento e un riposo completo.
Successivamente, bisogna evitare che il movimento appreso si dimentichi.

Tornando alla pratica del Quaderno n° 2, una maniera di realizzare gli esercizi è
quella di combinare le singole formule con cui si ottiene una maggior attenzione.
Una volta assimilati i primi 12 esercizi, conviene praticarli collegando, a ogni cambio
di posizione della mano sinistra, una formula diversa, senza perdere la continuità. Lo
stesso si può fare, seguendo il menzionato procedimento, con le varianti ritmiche col
pollice che ci obbligherà a un maggior controllo mentale.

Gli esercizi dal 73 all’84 si possono praticare in un primo tempo senza considerare le
pause, ma poi bisognerà studiarli utilizzando lo smorzato diretto (pollice)
esattamente nel momento in cui si suona la nota sovrapposta a ogni pausa.
Fino alla formula 102 le dita indice, medio e anulare hanno lavorato esclusivamente
su di una corda. A partire dalla formula 103 le suddette dita inizieranno a suonare su
altre corde. Quando si indica “destacar” o “cantar” certe note, ci riferiamo all’uso
del tocco n° 5 e alle sue varietà timbriche. E’ necessario dedicarsi poi agli esercizi di
elasticità. La fase del riposo del dito si realizza facilmente perché quando il suddetto
dito deve ritornare alla sua posizione iniziale, lo fa in uno stato di relax. Dobbiamo
quindi esercitarsi su questo movimento, eseguendolo col massimo sforzo e la
massima ampiezza. Questo allenamento dei muscoli contrari e oppositori (formula
198 e 198 bis) ci permetterà di equilibrare le diverse funzioni del dito, di attacco e
ritorno col risultato, in breve tempo, di una maggior elasticità e velocità.

Le formule 199 e 199 bis presentano un lavoro doppio rispetto all’attività del dito. La
prima nota di questa terzina, che deve essere accentuata, richiede l’utilizzazione
dell’attacco dinamico (n° 2 e 3) in opposizione alle altre note (piano) che
corrispondono al n° 1 (libero).

Questi esercizi per l’elasticità ci daranno come conseguenza un maggior dominio in


relazione alla velocità delle dita. Quindi, quando inizieremo a praticare la formula
201 dovremo tener presente che la velocità è un elemento fondamentale, a
differenza delle formule 198 e 198 bis, dove la lentezza e l’ampiezza dei movimenti
sono i fattori principali. Per raggiungere una velocità elevata, è necessario
comprendere che si richiede, parallelamente all’attività muscolare, uno stato di
relax, perché è impossibile mantenere per un tempo prolungato una grande rapidità
e un controllo di questa, con una contrazione permanente della mano e delle dita.

Per studiare questo esercizio, inizialmente si realizza ciascuna delle posizioni come
elemento parziale, con un completo relax tra una e l’altra. Anche se può sembrare
strano, alla fine di 15 o 20 secondi di durata del primo parziale, avremo esaurito le
nostre possibilità tecniche. E’ necessario comprendere che in questa fase del lavoro
non possiamo utilizzare il relax perché dobbiamo fare il massimo sforzo in forma
continuativa, e perché quel lavoro sia utile dobbiamo arrivare al termine di questo
breve parziale con una “stanchezza” come se avessimo fatto uno sforzo più
prolungato nel tempo. La cosa importante è dividere e separare bene il lavoro e il
relax delle dita. Così come il lavoro si realizza col massimo sforzo, così il riposo si
deve ottenere col massimo relax.

A ogni parziale seguirà un relax di 5 secondi. La massima velocità raggiunta in un


parziale si deve mantenere fino al suo termine (quinta posizione). Questa prima
tappa non è definitiva. L’ideale si raggiungerà quando potremo eseguire una
formula “felice” in cui il relax e il lavoro muscolare si combinano equamente e in
forma simultanea, con qui potremo unire tutti i parziali con la stessa facilità di uno di
questi in forma isolata.

Nella conoscenza dei differenti attacchi, incluso il tocco per i diversi timbri,
nell’affrontare il capitolo degli accordi ripetuti (formula 203 e seguenti) è necessario
porre in pratica questa conoscenza utilizzando una particolare controllo del dito che
suona la linea principale.

Ciò che è più importante in questa formula è il differente controllo delle dita
nell’esecuzione degli accordi, e non si richiede una particolare velocità. Occorre
praticarla lentamente per permettere una maggior concentrazione per ottenere il
massimo controllo di ciascun dito e un’audizione ben definita della voce principale,
sia che si trovi in una posizione estrema o intermedia.

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