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Chang
i fondamenti dello
studio del pianoforte
È UN LIBRO DI
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PUBLISHING COMPANY
I Fondamenti dello Studio del Pianoforte
di Chuan C. Chang
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III.7 - ESERCIZI 201
mente più grande della destra ed alcuni raggiungono di più usando 1.4
al posto di 1.5.
Un altro modo di stirare il palmo è mettere il destro sul dorso della
sinistra, con il braccio destro verso sinistra e il sinistro verso destra,
con i palmi rivolti al petto. In questa posizione si ha pollice contro pol-
lice e mignolo contro mignolo. Si spingano poi le mani una verso
l’altra in modo che il pollice ed il mignolo si spingano indietro a vicen-
da, stirando quindi il palmo. Per poter stirare i palmi senza piegare le
dita si blocchino queste ultime alla prima falange dalla nocca (falange
prossimale), non alla punta. Si ripeta poi la stessa procedura con la si-
nistra sulla destra. Uno stiramento regolare da giovani può fare una
notevole differenza quando si invecchia.
Si può risparmiare un sacco di tempo se si stira la mano usando il
bordo del pianoforte mentre si studia a mani separate con l’altra mano.
Quando si suonano degli accordi ampi il pollice dovrebbe essere in-
curvato leggermente all’indentro e non completamente stirato in fuori;
come tenere il pollice all’indentro possa far estendere di più la mano è
contro-intuitivo, ma accade a causa della particolare curvatura della sua
punta. Alcune delle difficoltà, nel suonare con precisione gli accordi,
hanno origine nel posizionamento della mano piuttosto che nell’esten-
sione o nel controllo delle dita. L’orientamento del palmo è critico spe-
cialmente per le mani piccole. Quando si suonano gli accordi si deve di
solito spostare la mano e questo spostamento deve essere molto preciso; è
questo il movimento di “salto” di cui parleremo più avanti. Sarà ne-
cessario sviluppare i movimenti di salto corretti così come l’abitudine di
sentire i tasti. Non si può semplicemente alzare la mano in alto sopra i
tasti, posizionare correttamente tutte le dita, sbatterle giù ed aspettarsi
di prendere tutte le note giuste nello stesso istante. I grandi pianisti
sembra facciano spesso così, ma come vedremo più avanti non lo fan-
no. Finché quindi non si sarà perfezionato il movimento di salto e non
si sarà capaci di sentire i tasti, qualunque problema nel suonare gli ac-
cordi (note mancanti o sbagliate) potrebbe non essere dovuto ad una
carenza di estensione o di controllo delle dita. Incontrare delle difficol-
tà nel suonare gli accordi e l’insicurezza nei salti sono un sicuro segno
che si devono imparare questi ultimi prima di pensare di riuscirci.
F) Esercitarsi ai Salti
Molti studenti vedono i pianisti famosi fare quei grandi e rapidi salti e
si domandano come mai non riescano a farli, indipendentemente da
quanto si esercitino. Questi grandi pianisti sembra saltino senza sforzo
e suonino note o accordi in modo fluido da posizione a posizione non
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te tutte le abilità tecniche qui elencate ci sarà un sacco di tempo per far-
lo anche alla velocità finale. Ci sono alcuni casi in cui non c’è tempo e
queste poche volte i salti si possono suonare con precisione se nella
maggior parte degli altri i tasti sono stati accuratamente trovati toccan-
doli.
La quarta componente dei salti è il distacco. Si prenda l’abitudine di
effettuare distacchi rapidi indipendentemente dalla velocità del salto.
Non c’è nulla di sbagliato nell’arrivare in anticipo. Anche quando si
studia lentamente ci si dovrebbe esercitare nei distacchi molto rapidi in
modo che questa capacità ci sia quando si accelera. Si inizi il distacco
con un piccolo scatto del polso in basso e di lato. Sebbene sia necessa-
rio arrivare giù dritti per suonare le note, non c’è bisogno di andare
dritti nel distacco. Ovviamente l’intera procedura di salto è progettata
per far arrivare rapidamente la mano a destinazione, con precisione ed
in modo riproducibile affinché ci sia un sacco di tempo per suonare giù
dritti e sentire i tasti.
L’elemento più importante su cui esercitarsi, una volta note le compo-
nenti di un salto, è accelerare il movimento orizzontale. Si resterà sor-
presi da quanto velocemente si possa spostare la mano in orizzontale se
ci si concentra solo su questo movimento. Si resterà anche meravigliati
da quanto la si riuscirà a muovere velocemente in soli pochi giorni di
esercizio – qualcosa che alcuni studenti non riescono mai ad ottenere in
una vita perché nessuno glielo ha mai insegnato. Questa velocità è ciò
che fornisce il tempo aggiuntivo necessario per assicurare una precisio-
ne del 100% e per includere senza sforzo le altre componenti del salto –
specialmente il sentire i tasti. Si eserciti questa abilità quando possibile
in modo che diventi naturale e che non sia necessario guardare le mani.
Una volta fluidamente incorporata nel proprio modo di suonare, gran
parte delle persone che guarderanno non noterà nemmeno che lo si sta
facendo perché lo si farà in una piccola frazione di secondo. Le mani si
muoveranno più velocemente di quanto l’occhio possa vedere, come fa
un mago esperto. Le posizioni a dita distese sono importanti nel far
questo perché con esse si può usare (per sentire i tasti) la parte più sen-
sibile delle dita e perché aumentano la precisione nel premerli, special-
mente quelli neri.
Ora che si conoscono le componenti di un salto le si ricerchino guar-
dando le esecuzioni dei pianisti concertisti. Si dovrebbe riuscire ad i-
dentificare ciascuna componente e si potrebbe restare sorpresi da quan-
to spesso sentano i tasti prima di suonarli e da come possano eseguire
queste componenti in un batter d’occhio. Queste abilità tecniche per-
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G) Altri Esercizi
Sono utili molti esercizi di stiramento dei grandi muscoli del corpo (si
veda Bruser). Un esercizio di stiramento dei muscoli che muovono le
dita può essere eseguito come segue. Si spingano le dita di una mano,
con il palmo dell’altra, verso l’avambraccio. Le persone hanno gradi di
flessibilità molto diversi ed alcuni saranno in grado di spingere le dita
completamente all’indietro fino a toccare l’avambraccio con le unghie
(180 gradi dalla posizione dritta normale!), altri riusciranno a spingere
solo circa 90 gradi (le dita indicano verso l’alto con il braccio orizzonta-
le). Questo esercizio stira i muscoli flessori. La loro capacità di stirarsi
diminuisce con l’età: è quindi una buona idea stirarli spesso durante la
propria vita per preservarne la flessibilità. Si pieghino le dita verso
l’avambraccio per stirare i muscoli estensori. Si possono eseguire que-
sti esercizi prima di suonare “a freddo”.
Nel Sandor e nel Fink (si veda la Sezione Riferimenti) ci sono molti
esercizi interessanti perché ognuno è scelto per dimostrare un particola-
re movimento della mano. Inoltre i movimenti vengono spesso illustra-
ti usando passaggi tratti da composizioni classiche di famosi composito-
ri.
freddo. Poche persone hanno problemi patologici tali da poter aver bi-
sogno di assistenza medica, nella maggior parte dei casi è la naturale
reazione del corpo all’ipotermia. In questo caso il corpo ritira il sangue
principalmente dalle estremità verso il centro per mantenersi caldo. Le
dita sono le più soggette al raffreddamento, seguite dalle mani e dei
piedi.
In questi casi la soluzione è, in linea di principio, semplice: c’è solo bi-
sogno di alzare la temperatura corporea. In pratica, però, non è sempre
così facile: in una stanza fredda anche alzare la temperatura corporea
molto in alto (con vestiti aggiuntivi), in modo da avere caldo, non sem-
pre elimina il problema. Chiaramente qualunque metodo per conser-
vare il calore può essere d’aiuto, sebbene potrebbe non risolvere com-
pletamente il problema. Sicuramente la cosa migliore da fare è alzare la
temperatura della stanza, altrimenti degli ausili comuni possono essere:
(1) immergere le mani in acqua tiepida, (2) usare un calorifero come
quelli portatili (da circa 1kW) che si possono puntare direttamente sul
corpo, (3) usare calze spesse, maglioncini, intimo termico e (4) usare
guanti senza dita (così da poter suonare il pianoforte indossandoli). Le
manopole sono probabilmente meglio dei guanti se si vogliono solo
mantenere le mani calde prima di suonare. Molti asciugacapelli non
hanno abbastanza potenza, non sono stati progettati per essere usati per
più di dieci minuti (senza pericolosi surriscaldamenti) e sono troppo
rumorosi per i nostri scopi.
Non è chiaro se sia meglio rimanere caldi sempre o solo quando si
studia pianoforte. Se si resta caldi tutto il tempo (ad esempio indos-
sando abbigliamento termico) il corpo potrebbe non rilevare l’ipotermia
e quindi mantenere il flusso di sangue. D’altra parte il corpo potrebbe
diventare più sensibile al freddo ed alla fine iniziare a reagire anche da
caldo, se la stanza è fredda. Ad esempio, indossando sempre guanti
senza dita le mani si potrebbero abituare a questo caldo e sentire molto
il freddo quando vengono tolti. L’effetto riscaldante di questi guanti
potrebbe scomparire quando le mani si abituano, quindi è probabil-
mente meglio indossarli solo quando si studia o appena prima di stu-
diare. Un argomento contrario è che indossarli sempre consenta di
suonare sempre il pianoforte senza riscaldamento o senza dover im-
mergere le mani nell’acqua calda. Ovviamente sarà necessario fare de-
gli esperimenti per vedere cosa funziona meglio nelle circostanze speci-
fiche.
Dita fredde di questo tipo sono chiaramente la reazione del corpo alle
basse temperature. Molte persone hanno scoperto che è utile immerge-
III.10 - LE MANI FREDDE, LE MALATTIE, GLI INFORTUNI, I DANNI ALL’ORECCHIO 221
B) Le Malattie
Alcune persone potrebbero pensare che un’innocua malattia, come un
raffreddore, possa permettere di studiare lo stesso al pianoforte. Di so-
lito non è così. È particolarmente importante per i genitori capire che
studiare pianoforte comporta un notevole impegno, specialmente per il
cervello, e, quando si è ammalati, di non trattare lo studio come un
passatempo rilassante. I più giovani non dovrebbero perciò studiare
pianoforte neanche con leggeri raffreddori, a meno che non lo vogliano
fare di spontanea volontà. Studiare pianoforte con la febbre potrebbe
far rischiare danni cerebrali. Fortunatamente la maggior parte delle
persone perde la voglia di farlo quando è anche leggermente malata.
Se si possa suonare il pianoforte da malati è anche una questione in-
dividuale. Suonare o meno è abbastanza chiaro al pianista; la maggior
parte delle persone sente lo stress di suonare anche prima che i sintomi
della malattia si palesino. Lasciare al pianista la decisione di suonare o
meno è quindi probabilmente più sicuro. Torna utile sapere che sentire
un’improvvisa stanchezza, o altri sintomi che rendono difficile suonare,
potrebbe essere un’indicazione che si sta incubando qualche malattia.
Il problema di non suonare durante una malattia è che se questa dura
più di una settimana le mani perdono una quantità considerevole di
tecnica. Forse gli esercizi che non sforzano il cervello (come le scale, gli
arpeggi e quelli tipo Hanon potrebbero essere opportuni in tali situa-
zioni).
222 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE
D) I Danni All’Orecchio
I danni all’orecchio di solito avvengono in funzione dell’età: possono
esordire presto come a quarant’anni ed entro i settanta gran parte delle
persone ha perso un po’ di udito. La perdita dell’udito può accadere
per sovraesposizione a suoni intensi e può anche essere provocata da
infezioni o altre patologie. La persona può diventare sorda alle basse o
alle alte frequenze. Questo è spesso accompagnato da acufeni (fischi
risuonanti nell’orecchio). Le persone sorde alle basse frequenze tendo-
no a sentire un acufene basso, roboante, pulsante e quelle sorde alle al-
te frequenze tendono a sentire un gemito acuto. L’acufene può essere
causato da uno scatto incontrollato dei nervi di ascolto nella parte dan-
neggiata dell’orecchio; tuttavia ci possono essere molte altre cause. Si
veda nei Riferimenti per informazioni su internet riguardo alla perdita
dell’udito.
Sebbene la perdita dell’udito sia facilmente diagnosticata da un audio-
logo, le sue cause e la prevenzione dei danni non sono ben compresi.
224 III. ARGOMENTI SCELTI SULLO STUDIO DEL PIANOFORTE