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Sommario
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Introduzione
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J Come gia la Harmonielehre, 1 scritta nel lontano 1909-ti, anche questa
opera e nata dalla viva esperienza didattica di Arnold Schonberg che
non smentisce Ia coerenza della sua riflessione teorica e critico-sto-
rica, rna ne « adatta » la metodologia in rapporto a una clifferente
situazione culturale trovata in America dov'era emigrato nel I9B·
Dopo aver accettato l'incarico di un doppio insegnamento che lo
costrinse a viaggiare tra Boston e New York in due dipartimenti di-
pendenti dal Conservatorio Malkin, procurandosi in breve tempo un
forte esaurimento, nel 1934 decise di trasferirsi a Los Angeles, dove
il clima era piu favorevole aUa sua salute.
Negli U.S.A. Schonberg era giunto recando la fama del «maestro
della dodecafonia ». Assediato da numerosi studenti di musica che
vogliono imparare da lui i « segreti » della nuova tecnica compositiva,
irritato, egli li disillude subito, sottoponendoli ad un preliminare
esame di armonia tradizionale; dopo di che 1i convince a ricomin-
ciare da capo, abbandonando i vecchi metodi (rea1izzare un basw
)
numerato e armonizzare una melodia data) per intraprendere lo
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10 /nlroduzione Introduzione 11
studio dell'armonia attraverso Ia sua evoluzione segnata neUe opere di tonica), e pen) « indispensabile per l'allievo conoscere a fondo
dei grandi maestri; e come esercizio li costringe spesso ad armoniz- tutto cio su cui si basa questa constatazione e studiare come essa si
zare corali e a scrivere contrappunti a guattro voci. Quasi tutti lo produce; giacche egli deve sapere che le condizioni della dissoluzione
abbandonano dopo un breve tirocinio, tranne pochi, tra cui Dika del sistema sono contenute in quelle stesse condizioni che lo deter-
Newlin,; Gerard Strang e Leonard Stein, che diverranno suoi fedeli minano e che in tutto cio che vive esiste cio che modifica, sviluppa e
collaboratori e assistenti quando Schonberg (dal 1935) occuped. Ia distrugge la vita>>. 2
cattedra di composi?:ione Aikin all'Universita della California Meri- Sulla base di queste premcsse, Schonberg pone subito l'allievo di
dionale (University of Southern California) di Los Angeles. E appunto fronte al significato che un seguito di accordi puo assumere nella
nd 1939 che nascono, scritte in inglese con l'aiuto di Leonard Stein, percezion~ sensibile della dimensione verticale del suono nell'ambito
) g ueste J"tmclflral Functions of H armot~y; le guali, se da uo tato vogliono dell'esperienza « tonale », nella quale si sono definite le strutture del
essere una sintesi spoglia della Harmonielehre nei suoi fondamenti linguaggio musicale nel corso di tre secoli, avvertendo pero che « una
metodologici per lo studio dell'evoluzione del linguaggio armonico, serie di accordi e priva di un fine, mentre una successione tende ad uno
dallo stabilizzarsi del prindpio tonale aUa sua disgregazione, gia in scopo preciso »: essa ha « la funzione di stabilire o di contraddire una
atto nella musica romantica, dall'altro vengono a costituire un se- tonalita ». 3 In questa funzione si definisce il carattere « strutturale >>
guito e un approfondimento di taluni.aspetti tecnico-compositivi che, del linguaggio !lrmonico tonale, giacche « il senso strutturale di un
proprio in ragione dell'acquisita esperienza dodecafonica e seriale, · accordo dipende esclusivamente dalla sua fondamentale... Le fun-
Schonberg e ora porta to a riconsiderare sotto una nuova luce: zioni strutturali vengono pertaoto svolte solamepte dalla successione
quella dell'unita delle strutture interne del movimento accordale. delle fon_damentali ».'
La Harmonielehre era nata in una situazione di estrema tensione Il concetto di struttura si definisce soltanto in un particolare conte-
polemica nei confronti dell'insegnamento accademico .dell'armonia e sto sociale, a qualsiasi lioguaggio esso si riferisca, compreso guello
del contrappunto che si basava su regole date, rna non dimostrate, delle scienze. Partendo dalla distinzione di langue e parole di Ferdinand
quindi su fondamenti dogmatici: quelli della tonalita come Iegge de Saussure 5 si sono venute poi sviluppando diverse correnti di strut-
11alurale della costruzione musicale. Tuttavi.a anche ora, come scm- turalismo linguistico, la cui metodologia tr6va oggi fecondi sviluppi
)
pre, Schonberg rimane fedele alla considerazione che se Ia tonalita anche negli studi di antropologia, sociologia e psicologia.
non e « una Iegge eterna, una Iegge di natura della musica, come
2
Manualt di armonia, trad. cit., p. 35 c p. 37.
hanno creduto tutti i teorici che mi hanno preceduto, anche se questa • Funzioni slrullurali de//'armonia, p. 2~ della presente tcaduzione.
Iegge corrisponde alle condizioni piu semplici del modello natu- • Funzioni slrullurali de//'armonia, p. p.
' F. de Saussuce, Cours de linguittiqut ginlralt ( 1906-II), a cuca di Ch. Bally e A. Sechehaye,
rale, cioe del suono e dell'accordo foodamentale » (ossia dell'accordo con Ia collaborazione di A. Riedlinger, Paris 1916; III ed. 1963.
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11 /nlrodu'{Jone /nlroduzione 13
La percezione sensibile « tonale » nasce appunto nella civilta occi- dunque riferis:$i, di principia, a quel concetto di Cestaltqua/itlilen indi-
dentale con lo stabilizzarsi di schemi strutturali che hanno sostituito viduate, proprio attraverso la musica, da Christian von Ehrenfels
7
quelli che determinarono Ia percezione auditiva nella precedente epoca sin dal 1890 e sulla base del quale prese l'avvio la Gestalttbeorie. Tut-
«modale ».n Anche nel fenomeno musicale, nel quale il concetto di tavia Ia scelta di una << alte1.za » tonale che i1 musicista opera, all'atto
struttura .e « universalizzante » come quello delle arti visive, e si defi- di iniziare una composizione, ha valore acustico fondante per Ia di-
nisce, ancor piu, allo stato « puro » rispetto a quello di altri linguaggi, mensione spazio-temporale nella quale si colloca Ia percezione audi~
le strutture sono strettamente legate alla dimensione fondante di uno tiva. Questa dimc;nsione e data appunto dalla tonalita d'impianto 0
spazio sonoro determinate da un'esperienza storica che ha i suoi tonalita fondamentale, la quale e sempre latente, come elemento uni-
Jimiti etnici e diacronici. Tutti i linguaggi musicali si fondano su ficatore, in tutta Ia costruzione sonora. Schonberg osserva che il con-
) convenzioni, socialmente determinate, si tratti di musica << colta » cetto di << modulazione » da una tonalita ad un'altra (nieglio di~emmo
o << popolare » o di musica « cultuale » quale permane ancora in di- ora da un'« altezza tonale » ad un'altra) e stato spesso superficialmente
verse regioni orientali e africane. Ma le strutture di ogni lioguaggio
• I
applicato dai teorici nelle analisi armoniche,,i quali non hanna saputo
musicale si riconducono tutte a un Urgrund, a un fondamento origi- cogliere il significate degli accordi nella loro funzione strutturale e
nario unificatore che, una volta individuate, determina le leggi che nella logica interna della loro successione.
reggono la costruzione musicale. Se in origine questo fondamento e, 11 concetto di modulazione, invocato ogni volta che l'orecchio
nella sua generica definizione, «modale» (e tale si rivela in quelle sembra avvertire un mutamento dalla tonalita d'impianto, viene da
civilta che non hanno prodotto una musica a livello « culturale », al- Schonberg sotroposto ad un radicale processo riduttivo, con l'intro-
mena secondo il concetto di cultura che informa Ia civilta europea), duziove del concetto di (( regione >> (assai significative dal punta di
nella musica classico-romantica, con Ia definitiva adozione e stabiliz- vista fenomenol ogico): ((Non si dovrebbe "pari are di modulazione
zazione di un'unica scala di sette gradi e di due soli modi(« maggiore>> finche una tonalita e lasciata del tutto per un certo periodo e finche
e << minore ») al posto degli otto modi gregoriani, Ia tonalita si affer- non viene determinata, sia armonicamente, sia tematicamente, un'al-
ma non solo nella dimensione orizzontale del suono (melodia), rna tra tonalita. 11 concetto di regione e una cooseguenza logica del prin-
anche in quella verticale (armonia) che si autodeterminano nel pro- cipia della monolonalila, secondo il quale ogni digressione dalla tonica
cesso della prassi creativa. Jl concetto di tonalita e astratto: esso si viene considerata sempre nell'ambito della tonalita in base a un rap-
1 riferisce ad uno schema strutturale che e norma per qualsiasi tonalita porto che puo essere dlretto o indi.retto, vicino o lontano. In altre
specifica la percezione sensibile del compositore scelga sui dodici parole: in un pezzo di musica esiste solo una lana/ita, e ogni sua parte
semitoni della scala cromatica. La struttura musicale sembrerebbe che un tempo veniva considerata come tonalita diversa e soltanto
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• Per una storia della fenomenologia di 4uesto processo v. Ia mia cc lntroduzione » al 1V. a questo propos! to Ia mia « Introduzion~ » al ManualI tli armonia, 'trad. cit., pp.
Manualt di armonia di Schonbe.rg, uad. cit. XXll-XXIV.
I
14 Introduzione l ntroduziont q
una regione, un contrasto armonico nell' ambito della stessa tonaliti. » « tra le regioni che rassomigliano ai modi gregoriani, tre sono di tipo
Con l'introduzione del principia di f!Jonolonalita, si puo continuare maggiore (regione della tonica, dominante e sottodominante mag-
certo a parlare di modulazione come « movimento verso un altro giori) e tre di tipo minore (dorico, mediante minore e sopradomi-
tono che puo anche essere svolto a se stante », a patto pero di consi- nante minore) »; il passaggio da una regione all'al tra com porta la
derate !< tali deviazioni come regioni della tonalita, subordinate al « neutralizzazione » dei suoni che stanno in falsa relazione tra lora
potere centrale di una tonica. E possibile cosi comprendere l'unita e << si basa su almmo un accordo comrme ad entrambe le regioni ». 11
armonica nell'ambito di uno stesso pezzo ».8
E importante sottolineare Ia novit:\ d~l concetto d i regione (che era
stato intuito, rna non chiarito nella Harmonielehre)0 e Ia sua attualita L'introduzio ne del concetto di regioni di una to nalita, dalla diffe-
) proprio nel sensa metodologico delle ricerche strutturalistiche odierne renza dei gradi della scala, porto necessariamente Scho nberg ad adot-
operate at}che sulla letteratura e sulle arti visive. tare una nuova terminologia e una conseguente nuova classilicazione
La regione tonaJe esprime Ia funzione di ogni grado della scala delle afftnila, giacche le affioita dei gradi si vengono ora a distinguere
diatonica, all'interno della qualc vivono, come retaggio (e come Jche- da quellc delle regioni. E percio necessaria che il lettore acquisti
ma), gli antichi modi greci e gregoriani. Si ricordi che il modo era familiarita con le Tavole delle regio11i proposte da Scht>nberg per poter
caratterizzato dalla differcnte posizione dei due semitoni naturali al- comprendere il meccanismo delle analisi operate su numerosi esempi
l'interno della successione dei gradi: Ia scala tonale ridusse i modi a che vanno da Bach a Mozart e Haydn, da Beethoven e Schubert a
due che hanna Ia caratteristica di avere le stesse note (il minore di- Wagner, Bruckner, Strauss, Reger e altri postromantici. L'autore os-
scendente, cosiddetto « melodico », e costituito da note ug uali a quel- serva che « ai tempi di Bach tutte le parti di una composizione in
le del relativo maggiore). Nel modo maggiore sono concentrati lo piu tempi restavano di solito nella stessa tonalita, e anche lo scambio
jonico, il lidio e il misolidio del gregoriano; nel modo min ore il maggiore-minore non era frequentissimo. Nei capolavori della scuola
dorico, il frigio e l'eolico. 1o classica di Vienna e dei romantici, uno o tutt'e due i tempi centrali
La regione per Schonberg esprime dunque la Jlmllura modale che si trovano in tonalita contrastanti di affinita vicina ... Questi Maestri
irradia da ogni grado della scala e che determina la funzione del mo- si attenevano a tali rapporti di affinita come se fossero delle regole
vimento accordale in un contesto armonico. Cosl, precisa l'autore, vere e proprie, il che dimostra la validita dell'idea di monotonalita »,
1 anche se esistono eccezioni alle regole; 12 le quali fini rono poi col par-
• Frmzioni strullurali Jel/'ormonio, pp. 48 sg. tare alla « tonalita allargata », consegueoza di una crescente interio-
' ar. Manualt tli armonia, trad. cit., cap. V, p. 118 sgg.
u I modijonito (®-Jo 1) ed eolico (lo-la 1),coi corrispettivi ipcjonito(sol-so/1)eipotolico(mi-mi1)
furono introdotti net modalismo gregoria no d a llciruich Glareanus ( 1488-1}63), it q uale
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rizzazione nel rapporto « espressivo » fra contenuti poetici, drammati-
intuiva gia, in ta l modo, il principio bimodale che avrebbe dcte.r minato Ia n ostra sola 11 Funtioni slrullurali tit//'armtmia, pp. } z sg.
tonal e. 11 Ibitkm, pp. 96 sg.
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16 lntrod11~Jon 1 lntrodt~ziom I7
ci (anche fi losofici) e linguaggio musicale che ebbe una funzi one costante rapporto fra causa ed effetto, una relazione tra passato-pre-
determinante nell'arricchimento dei mezzi sonori. « Queste tendenze sente-futuro. Gia con la Harn1onielebre Schonberg non aveva voluto
produssero dei mutamenti in tutti gli aspetti della sostanza musicale. fondare una « teoria dell'armonia », rna proporre una fenomenologia
Le mutazioni recate alla costituzione degli accordi modificarono in della tecnka musicale cosf come egli l'aveva ereditata da Bach a
manierll dedsiva anche gli intervalli melodid e si risolsero in una Wagner, Ia quale si presentava come un vero e proprio ordine sin-
maggior ricchezza modulante » ; e anche se l'origine di queste ten- cronico, retto da precise regole che Ia musica europea aveva indivi-
denze « puo essere contestabile in sede estetica, se non anche in sede duate all'interno del processo della esperienza creativa dei composi-
psicologica », tuttavia « ne sono risultati dei notevoli sviluppi ».13 tori, rna che doveva raggiuogere la sua saturazione col crescente uso
Proprio il concetto di regione, col progressivo arricchimento del della progressione cromatica all'interno del movimento accord ale;
j linguaggio arrnonico, porta a cornprendere il senso della« sospensione giacche g!i appariva ormai « chlaro che gli accordi estranei alla tona!i-
tonale » e quindi a considerate il nuovo spazio sonoro come panlo- ta, se sono in gran numero, favoriscono Ia nascita di una nuova
nale.14 La fu nzione di un accordo diviene chiara talvolta attraverso lo unila generale che li conteoga, doe Ia scala cromatica »; te Ia quale viene
scambio enarmonico, e ne risulta che molti movimenti armonici rive- ora coosiderata, mediante l'equiparaziooe dei dodici semitooi fra loro,
lana un carattere ambiguo, g iacche le funzioni strutturali degli ac- come nuovo spazio fondaote l'unitd sJmltttrale della costruzione musi-
cordi si possono ormai ricondurre a differenti regioni; percio quella cale determioata dalla serie dodecafonica.
che Schonberg chiama « armonia vagante » (gia in atto in diversi Nasce qui il problema se il co ncetto di « armooia », cosf come e
esempi da Bach a I Iaydn, a Beethoven) rivela accordi che sono tali stato formulate dalla percezione auditiva tonale, cada totalmente
sia per « costituzione >>, sia « per Ia molteplicita del loro significato ». nella Il!usica dodecafonica e seriate, avendo l'« emancipazione della
Si puc> cos! constatare che « esistono in musica solo tre accordi di dissonanza » portato alia negazione di un centro unificatore (tonica)
settima diminuita e l]Uattro triadi aumentate: ne consegue che ogni e al conseguente annullamento della tensiooe fra consonaoza e disso-
accordo di settima diminuita appartiene almeno a otto tona!ita o nanza. Schonberg considera pen) le dissonanze nient'altro che cooso-
regioni, e cos! pure che ogni triade aumentata appartiene a sei tonalita nanze piu lontaoe nella serie degli armonici e si limita a osservare, a
o regioni ». 16 questo proposito, che (( se l'affinita degli armorud piu lontani col
'_) suono fondamentale diminuisce gradualmente, la comprensibilita di
V'e un ordine diacronico chc dctermioa l'evoluzione storica del questi suoni e identica alla comprensibilitd delle consonanze: di coo-
linguaggio musicale, il quale comporta un elemento dinamico, un seguenza l'orecchio di oggi non avverte piu la sensazione di un'ioter-
ruziooe del senso del discorso musicale, e la loro emancipaz}.?ne e
1 ~ T'lm'{Jani slrullurali tkll'armonia, p. 11 9.
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10 Ringraziam~nlo
da Stein, ci vollero due anni perche questo libro venisse de6nitiva- Avvertenza
mente compiuto attraverso numerosi rifacimenti. L'elevato numero
di esempi necessari per illustrate e chiarire ciascun problema, l'appli-
cazione delle mie teorie nell'analisi di esempi tratti ~alia letteratura
musicald e l'inevital;>ile lavoro di scrittura e ricopiatura sono la dimo-
strazione della parte che Leonard Stein ha avuto nella realizzazione
di questo libro.
·-
Colgo con piacere quest'occasione per ringraziarlo della sua assi- Come Hsart qNesto libro per l'insegnamenlo e per lo studio
) stenza intelligente, accurata, assidua e perspicace. Questo libro contiene in forma condensata i metodi d'insegnamento
18 marzo 1948 Arnold Schonberg dell'armonia come .li avevo gia esposti nella Harmonielehre. Chi ha gia
basato su di essi.. lo studio dell'armonia comprendera facilmente le
conclusioni anche piu remote relative alla valutazione delle funzioni
strutturali. Purtroppo molti studenti intendono l'armonia in maniera
assai superficiale, estranea ai procedimenti dei grandi compositori.
Causa di do e l'uso Corrente di due antiquati metodi d'insegnamento:
il primo, che consiste nel far scrivere le pard su un basso numerato,
e troppo semplice; l'altro, che consiste nel far armonizzare una melodia
data, rfsulta invece troppo difficile. Entrambi sono comunque erra-
ti alia base.
L'unico vantaggio del metodo del basso numerato e quello di tar
studiare la condotta delle patti, poiche la supposizione che, acquistan-
do familiarita con successioni armoniche corrette, l'orecchio si educhi,
non e giustificata. Se cosf fosse basterebbe familiarizzarsi con la buona
) musica per rendere superAuo ogni ulteriore insegnamento. E poi,
l'esecuzione basata sul basso numerato non e piu in uso, e suppongo
che la mia generazione sia stata l'ultima a conoscerla. Oggi ~~che i
migliori organisti preferiscono, a questa antiquata notazi~ne ~teno
grafica, le armonie realizzate per intero.
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l ¢.1!21;1\"!t~,.-~_PI,J_,;;:_:lO_ ~t"-""~.~~---="'~~~...,...
11 A11111rlmta A1111erttnza 13
L'armonizzazione di melodie date contraddice il processo composi- gli « accordi estranei »2 e « trasformati » 3 ai gradi della scala,' e com-
tivo, perche il compositore concepisce contemporaneamente e Ia me- prendere che essi non alterano le funzioni strutturali delle succes-
lodia e l'armonia. Puo esser necessaria qualche correzione posteriore: sioni: essi rinsaldano le affinita tra i suoni e inducooo a muovere le ·
i miglioramenti che anticipano sviluppi posteriori e g li adattamenti a· parti in un modo convincente dal punto di vista melodico.
scopi {lupvi posso no essere in questi casi una sfida alia tecnica del Non bisogna trascurare gli accordi che hanno piu di un significato
musicista. Puo anche capitare di dover armonizzare una: melodia, un (e che io chiamo << vaganti »5), i quali possono, all'occasione, muoversi
canto popolare o una linea melodica dei cosiddetti << compositori del in antitesi con Ia teoria delle successioni delle fondamentali. Codesta
tastino », 1 rna questo puo farlo solo chi abbia un senso in nato per la e una delle insufficienze proprie di qualsiasi teoria, e la preseote non
valutazione dell'armonia o se lo sia acquisito co n lo studio. puo pretendere di costl tuire un'eccezione. Nessuna teoria puo esclu-
) Oltre quarant'aoni di esperienza mi hanno dimostrato che non e dere tutto quello che e sbagliato, povero 0 addirittura brutto, oe puo
difficile studia~e armonia basandosi sui metodo della mia HarnJo- includere tutto cio che e giusto, buono 0 bello.
nie/ehre, cioe sui metodo di comporre successioni di accordi fin dall'ini- Lo scopo migliore· che posso propormi e di raccomandare procedi-
zio. E pure inteoto di questo libro fornire agli studenti che hanno menti che ben raramente possono essere errati, di attirare l'atteozione
studiato con alui metodi una visione completa di questa tecnica . .A della studente sui fatto chc bisogna saper fare delle distinzioni, e di
tale proposito consigli di importanza fondamentale si trovano nel dargli avvertenze che lo metteranno in g rado, mediante la valuta-
capitolo u, mentre altre raccomandazioni sooo sparse nei capitoli zione delle successioni armoniche, di individuare le proprie iosuffi-
SUCCCSS l Vl. cJenze.
Naturalmente la condotta delle parti non deve essere d'ostacolo a
chi incomincia questi studi avanzati. Chi non e in grado di control-
late con una certa abilita quattro voci, vuol dire che non ha ~tudiato
con serieta o e completamente privo di attitudine, e puo smettere
subito di studiar musica.
La conoscenza del tratlamenlo delle dissonanze, l'attenersi fedelmente
ai consigli relativi all'uso delle successioni delle fondamentali, e la
) comprensione del processo di « neutralizzazione >> degli accordi for- • V. cap. m.
• V. cap. v.
niranno Ia base per ulteriori conclusioni. E importante saper riferire • « Grado» indica Ia fondamtnlale e l'amm/o costruito su un grado'della scala. « I singoli
suoni della scala, quando sono suoni fondamentali, doe i suoni piu bassi di una triadc; si
cbiamano "gradi ".» [Schonberg, Manualt Jj armonia, cit., p. 40.) -·
' [«Accardi vagan4 » (~agimnlk Akhmu) che Schanberg ha ampiame.nte 2112li:t:tato
1 (« Compositori del tastino », doe coloro che compongono ad oreccbio, con un dito nel Manuale di armonia cit., vol. 11, cap. xtv, « Ai confini della tonalita_»; p. 3 0 1 sgg. e
solo (in inglese « one-finger composers»).] che vengono riconsiderati nel cap. xv del presente vol.J
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Le funzioni strutturali dell' armonia
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26 Frmzioni 1/mllurali dell'armonia Le .frmzioni Jlrullurali dell'amtonia ' 27
a)
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a) Wagner: Lohengrin, Preludio . b) Lohengrin
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) a) Schuman.n: Quiptetto in mi bcmolle
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L'armonia della musica popolare consiste spesso in un puro e sem- mi min. 1:Q
VI H VI I ft I H I
plice alternarsi di tonica e dominante (es. 2); le forme piu evolute si ~I W I . ·
Vedi tavola delle reaioni, p.
concludono con una cadenza. Pur essendo tale alternanza primitiva,
essa ha pur sempre la funzione di esprimere la tonaliti. L'es. 3 pre- La modulazione incoraggia le tendenze centrifughe allentando i le-
senta l'inizio di brani musicali basato sulla pura e semplice alternanza gami contenuti negli dementi che confermano la tonalita.~ Se la mo-
) dei gratH I- IV, I- ll e anche I- IV della regione della sopradominaote. 1 dulazione porta a un'altra regione o tonalita, questa nuova regione
La fuozione centripeta delle successioni di accordi si esercita bloc- puo essere affermata con successioni cadenzali: il che avviene in se-
cando le tendenze centrifughe, cioe affermando una tonalita mediante ziooi secondarie, in chiuse momentanee, con l'aggiunta di temi se-
il superamento dei suoi elementi contraddittori. condari in contrasto, con aoelli di congiunzione che hanoo l'intento
~~ ----
28 Fun~Joni slrtlllflrali dell' armonia
re min.: V
I 1) la ~os~r_u~~~e _'i_eg!~. ac~o!di, cioe quali e quante note si possono
mettere insieme in modo che esse producano le consonanze e le disso-
nanze tr~dhdonali: triadi, accordi di settima, di nona ecc. e loro ri-
volti;
2) il modo come gli acco rdi devono succeders~ per acc.c:>.mpagnare
temi e melodic, per regolare Ia relazione tra parti principaH e secon-
darie, per stabilire Ia tonalita all'inizio e al termine (cadenza), o infine
per abb~ndonare Ia tonalita (modulazione e retromodulazione).
c) V•gante Gli accordi costruiti sulle sette note della seal~ possono presentarsi
~)
ec =-=; ~~ 1:=1
J) Vagante 1 1 I , I -
come triadi, accordi di settima, di nona e cosf via o come i relativi
rivolti: rna in ogni caso. van no sempre_indicat~ ip_b~se alla_lQt.Q fo.n-_ .
daf!lentale, cioe come prima grado (1), secondo grado (11), terzo grado
(Til) ecc.
A .
!I~' 11
: ·~ 1:; 1¢~~ I~: I
a V. le cosiddette « forme libere », p• .u~. IVg Vg Vlg VIIg
V7 Vl7 VII7
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Condotta delle parti Le parti estreme
Collegando gli accordi e consigliabile che ciascuna delle quattro La condotta delle due parti estreme - .s oprano ..e_bas.sn_ - e di
parti (soprano, contralto, tenore e basso, che sono le voci normal- enorme importaoza. Yf!.nno evitati qui salti e successioni_cH intervalli
mente usate per eseguire collegamenti armonici) non si muova piu considerati . non melodici secondo la tradizione; le due voci, senza
del necessario. 1 Di conseguenza vanno evitati gli intervalli ampi, e dover necessariamente essere due melodic, devono possedere Ia mag-
una nota comune a due accordi deve, se possibile, rimaner legata gior varieta possibile e non violare le leggi della condotta delle parti.
nella medesima voce. • Nel basso, che possiamo a ragione definire come Ia << seconda melo-
Questi consigli bastano a evitare gli errori piu gravi nella condotta dia », bisogna usare con frequenza, invece di disporre sempre le triadi
) delle parti, e le settime in stato fondamentale, gli accordi di sesta, quarta e se-
sta, quinta e sesta, terza e quarta, seconda; tenendo pen) · presente
che l'accordo di quarta e sesta (secondo rivolto), se non e di pas-
saggio, va riservato per la cadenza.
Le dissonanze e if 111odo di trattarle Secondo rivolto di passaggio Secondo rivolto nella cadenza
) I b)
Mentre gli accordi consonanti come le semplici triadi possono es-
ser collegati senza lirnitazioni, purche si evitino errati movimenti
paralleli, le dissonanze richiedono un trattamento speciale. In un ac-
cordo di settima la dissonanza di solito scende di un grado diven-
tando Ia terza o la quinta dell'accordo successivo, oppure viene lega-
;le~;:: I;: I:J: ili=
• 5 4 ~ ~
,. I ' I ',I
ta divenendone l'ottava. Ricordare che in un accordo di seconda (terzo rivolto) la d isso-
!
T rattamento delle dissonanze nanza sta al basso e deve quindi scendere a un accordo in stato di
o) _ b)_ c)
11
terza e sesta (primo rivolto).
"·=
)
Con gli accordi di nona bisogna usare codesto trattamento sia per
la settima, sia per la nona.
1 <<Sie gehorchen dem Gesetz des niichsten Weges» («Obbediscono alia leggt della via piu Successtoni delle fondamentali
breve»), insegnava Anton Bruckner ai suoi allievi dell'Universiti di Vienna.
Attenzione: il basso e la fondamentale di un accordo non sono
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Fondamenli dell'armorria ;3
p Fun~Joni slmtturali dell'armonia
necessariamente la stessa cosa. In un accordo eli sesta la terza sta al b) :Con intervallo di tcrza disccndente.J
basso; in un accordo di t~rza e quarta e la quinta che sta al basso, Successioni asccndenti: un3 terza sotto
2.
1 v1 n vu6 ru
~ ~n J .~ l i· ~ ~ 11 1
17 £V6 u6
~ , . . ., ·1 ~'
v2 Hf
1-C ~ . . t II\
VI IY vng vg
/.A ~A S! 11-, 1.
12·!~.
Le funzioni strutturali sono svolte pertanto solo dalle mccessioni delle
lx. \ ;
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13(!, ).:mf: :
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mfl V IV VI
ecc.
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rn~~danttllli dell'armouia 3~
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..........~-:
•' !.:.f
~"l;.~~l~
...... Unionc di successioni disccndenti e ascendenti
3· a). , 1 b)
e; :I i 1; : I : C: I~
a) Ascendenti di grado :
Succcssioni fortissimc: ascendenti di gr:tdo
a) b) c) d)
"l
· ~~.;: l:t:·: r:J~
. . ru
rs- n 1-- VI 1- IV
b) Discendcnti di grado : ·
•
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IV
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{!.:; c:~ II: 1:: ~ I: 1·: ; I
I
) w m n 1
Disccodent i di grado 1- VI 1- vn- V VII-
IG ~: n 16 m ns IV w
ccs~ i oni d'ingmmo/' specie quando il prima accordo e una clominante
(o una « dominante secondaria >> ecc.; v. capitolo nr), nei collega-
menti V-VI, V- IV (HI- IV, Hf- ll).8 Nell'armonia tradizionale, nella
successione V- IV il IV grado si presenta in stato eli prima rivolto
Le successioni « ascendenti » possono essere usate senza limitazioni,
(:~ ccordo di sesta), mentre Ia successione V- VI e quasi sempre usata
rna bisogna stare attenti ad evitare il pericolo della mono tonia che
puo insorgere, per esempio, nel circolo delle quinte consecutive.
ridg 1d. Circolo delle quintc I con due accordi entrambi in stato fondament:tle.
a)
:>ucc~ssioni d 'in11anno
b) c) d)
d P4;J 1JiJ I
:~t ~ I~· ~ 1 ~: ~ IHJ
IV \11 lll VI fl V I IV v VI v7 rvs m7 rv m7 u6
I.
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-~·--·--~ ..,.,.....~
f'
Suoni aJterati
II !Jiodo 111i11ore a) Eolio h) c)
)
"i
) Modi di tipo rn3ggiore
lonico
e " o jj
Lid io
o !~!o e e I
·
O
l:~ e n 0 0
I
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~
..
I
I
W. II II II II
g) Suoni nltcrati d i do min.
-0 0 II II
' Misolidio j
_:,~,, 8
ijn .e "to!.. , e I
e l l e ll
e ,,(\TTl _.ue"
16-17-8 ~ 7 -~ 6-5
"eo_.
h) Modi di tipo rninore Le forme della scala ascendeme e Jiscenclente (con la differente
~ Dorico . Frigio
collocazione del sesto e settimo grado) non devono cssere mescolate
·; r
o e" e
•'Aiejlleijllkou
e " eo e<f• ' e
. , e n u "]
·-
I ,
tra !oro, rna tenute separate per evitare false relazioni.
Eolio (Scala rninore)
I ,'impiego di suoni alterati nel modo minore da luogo a tredici
' 118
11 e .,jo#o-~o~o ., e ''en ~ differenti triadi, meotre nel modo maggiore ce ne sono solo sette.
(;li avvertimenti relativi alia « nmlralizzazione » dei suoni che danno
Data questa sua o rig ine, il modo minore presenta due forme di
scala. Le note della forma discendente non sono diverse da q ueUe I. luogo a false relazioni, mostreranno che alcuni di qucsti accordi com-
promettono Ia tonalita. 9
della scala maggiore relativa, mentre nella forma ascendente la set-
) alta eli un semitono.s Per Ia stessa ragionc: non si possono usare tutti g li accordi di settima.
Accordi di seuirna ., .,
[II lettorc tcnga presente, anche in rapporto al successivo paragrafo sullc cadcnze, e
~
t'i luttJ t'IIUIU IB 10IiDJlf 11rBI
1
phi avami per la comprensione del concerto di << regio ne >> (cap. 111 e 1v), Ia tabella degli 22. ., . •. ' 1.
otto modi gregoriani ripo rtata in nota all'inizio del cap. x del Mantllllt di armonia, cit.,
p. 216,] 1 n W IV V VI VD
1 J. S. Bach usa spcsso, per ragio ni melodiche, il sesto e seu imo grado alterati anche
• Per altri particolari sui processo di nmlrali:;/<.o:;,inllt v. il Mamtalt Ji armonia, cit. , p. 11 K.
discendendo.
?
~8 Ftmzioni Jlrulfurali dell'ormo11io
II trattamento delle dissonanze nel modo minore e spesso ostacolato "/)rtermi~tazione della tonalita. La cadmza - I
dalla necessita di tener separata Ia nota alterata dalla corrispondente
Una tonalita viene espressa se si usano solo i suoni chc le apparten-
nota naturale. La contraddizione tra il trattamento della dissonanza (cioe
gono. La scala (o parte della scala), c un determinato ordine nella suc-
la necessita eli tenerla lcgata o di farla discendere) e Ia necessita della
ccssione degli accordi, servono ad affermarla in maniera piu defini-
sensibile di satire sta all'origine di qucste difficolta.
' I tiva. Nella musica dassica e leggera basta un puro e semplice scambio
Gli intervalli aumentati o diminuiti sono, per tradizione, conside-
nci gradi I e V, purchc non sia contraddetto da armonie estranee alla
rati non melodici.
tonalita. II pill delle volte, per def1nire ancor meglio la tonalita, alia
r.'es. 23 prcsenta un certo nume.rC) di successioni di accordi.
tine di un pezzo oppure alla fine delle sue sezioni, patti o unita ancora
pill piccole, si aggiunge una cadmza.
~~ ~
t: Ia sua sopradominante), con flli minore (mediante) e anche con re
~ --u
1116 \,, n r 1:n
._ ._
rn .. .,., ..
rninore. L'es. 24a mostra come sia possibile interpretare i primi tre
accordi come appartenenti sia a do maggiore, s.ia a sol maggiore, sia
a flli minore. Ugualmcnte nell'es. 24b tali triadi « neutrali >) possono
b) Succcssioni disccndenti I. appartencre sia a do maggiore, sia a Ia minore, sia a fa maggiore; e
I ·l=:l :J: : I~ ~ I : I
c) Successioni (ortissime
1 - -- --
Ul
_1$
IV
- ~
DJtJ I\i
~
I • (E)
®
@
lU VI V t IV 1§
n -·· ----------- - - - - ------- ~
V I ~ ••
IV - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - · - - - -
,t .•
---. -· -·---~~-=-='!"'
r , Jamtnli Jell' armonia 41
261
~ : : I! : Ii:I : 1::. 1:: 1:: I!I
G) r v m VI n v
-
1 '7
Q rv 11 - - - - - - - - - -.- - -V VI 0 I~ V I. d)
:~ I: i: ;·1:: I!iI!J
considerato come un ritardo, preparato o non, che deve risolvere sul
fc:ma1: 1
V grado (v. es. 27a, b). La co nvenzione ha fatto assumere a questa
25 funzione dell'accordo di quarta e sesta una tale preminenza che esso
spesso inganna l'orecchio quando si preseota in un altro contesto,
I vG U1 Vl fV V7 I I ng vug 16 fV v 7
specie su un grado che non sia il I.
"
42 Frmzioni slrutturali dell'armonia
"'l!:: I; f;J-:t::t!~f :1
1
Suoni e accordi estranei. << Regioni >>
1= 1: ; vi.I~ ?·I= li ; 1: I
c)_ d)
..11
a a 4 a
) I Ul VJ IV V I Jll VI U V
f J J J rr rjj£ r~r r -p J rr r•r Mt: rqr •r r -sn
e) Misolidio - f) Eolio -- :-;---,..._
)
I! ~ ;I ~ p:: f; i lj :I:J i5Mr- r bJ-
~)
7
Suoni estranei ascendenti
7
-
J lw.J J
6 7
n•r- r 1~J
7 6
Oi$Cmdenti
J 11
r r r r r r nJ1 J ; J J(v,J=JihJ J _J
1 YI IV n V I V ID VJ \'
)
Suoni cstranei in Ia magg .
~< . b) Dorico
Le cadcnze plagali (IV- I o ll- 1) e la cadenza frig ia (ll- III o TT- lH) a ~
sono solo mezzi di espressione stilistica e non hanno importam.a dal ' [T raduco il termine inglcse subsliluft c.on « cstraneo alia scala» {o con « alt~ato »),
poiche esso corrisponde per Schon bc.rg al tedesco ltilerjnmJ. (V. Ma11Hale Ji <trmonia, cit.,
punto di vista strutturale. p. zt 6 sgg.) N.d. T.]
,.
I
c) Frigio d) Lidi~ 45
auordi eslranei. « Regiotli ))
~ t#l JJJ JJ J r J J J Jp J IJJJrSJ J_J rW JilJJ
\uoni t
Dominanti artificiali
K)
~ ·
~.:.strane• nsccndenu
·
1 1
~
9
futtMd
discendcnti
30. fmltrm-00 un sl MD ~~u: ft af!~tml •§•• 1
¥t Hf H '¥fJ Yf7 H17 U7 ¥+17 -17
•. La settima di un accordo di settima diminuita va trattata qui come se fosse Ia nona di Fondam. 9
un accordo di no na con fondamentale sottintesa. E preferibile che l'accordo minore artificiale sul V grado~_segua il
• Un accordo di dominante e una triade maggiore. Se Ia terza (maggiore) dell'accordo e
sostiruita da una ter.za minore, Ia triade che ne risulta verra chiamata lri4t# miMrt sui V modello IV- V oel modo mioore. ~1~ si possono trovare anche le
gradtJ (cioe l~).
successioni V-I (es. pc) o V- IV (pd).
,t
46
Funzioni Ilmllura/i dtl!'armonia
Pl
11
Modcllo
. 11 'f£> c) Inlrodllzione dei SfiOfli estranei alia scala
.,I;:J!:~Ii: I: 1: =:1::I!1
. - -- - I o 1 j
. lei!~ :1: : I: (
cambiamento eli g rado.
Il modo migliore per intro durli nella manicra quasi diatonica, e
analogo a! modo di introdurre il settimo e sesto grado alterati nella
$Cala minore. La settima nota alterata e una seosibile, e deve salire
) \'f ¥ IV \' I
all'ottava. La sesta nota alterata invece non puo portare al sesto o
Nella musica del secolo scorso le triadi diminuite si presentano al settimo grado naturale della scala, ne un sesto o settimo grado
piu spesso con l'aggiunta della settima minore. Lo stesso dicasi per naturale puo esser seguito da un sesto o settimo grado alterato. Le
le triadi artificiali diminuite sul Il l grado, che da luogo a successioni note alterate (estranee) sono « neutrnlizzate >l ascendendo, qu~lle na-
del tipo II- V, II- I e 11- llf nel modo minore. turali invece discendendo (35c). Tuttavia i.n un accordo di settima
diminuita, il sesto grado naturale viene combinato con il settimo
33 1~:1::1: ti:1:;C:1~;1~:c
alterato (36e).
,J=:Jtl!l:r: Cli)I:~: I: I
~ ~
t:±tf:W® J $.18
ti-·7 -8 ~7-~6
I* J J -JJ IJ ~J·J
-
I II II
I~ n~ J~ D~ I~ V 117 V....., ff 5 V I
"
48 rtmzioni 1/riii/1/Tafi dtl/'arii/OIIia I unni r auordi tslranei. << R tgioni >> 49
n) ~ ueutr.
un pe7.ZO di musica esiste solo una tonalila, e ogni sua parte che un tem-
36. -~ J IIJ J J IJ 5 J-J IJ -J7 J6 IJ5 #J ,J I ~-1-
II
8
II po veniva considerata come tonalita diversa e soltanto una regione,
un contrasto armonico nell'ambito della stessa tonalita.
~ ~~
~, r JJIJIJ JIJ J f}ij! fif rr JJ1 JJ ffriJ iJ I "II l.a monotonalita comprende Ia modulazione, cioe il movimento
\'crso un altro tono che puo anche essere svolto a se stante, rna consi-
• 1 7 5 • 7 3 78 ~ ~.. 8
c) ..-....
dcra tali deviazioni come regioni della to nalita, subordinate al potere
f#tvr rrrlrrrraJIJ JJ. UJJUJ; 1 3 If' fl _... V•
centrale di una tonica. E possibile cos! comprendere l'unita armonica
) :f¥'2J"IJ J If]. qJ I; ~J 11 ~}#ill e 1t g)::: II Nella seguente tavola le regioni sono presentate mediante abbre-
.fl- 7 G "& 7 ~ ~ 8 _.
\'iazioni in un ordine che ne indica iJ grado di afftnita.
. "
Le « ,-egiom· » - 1
Tavoia delle t"egioni
Nel paragrafo sui modi (p. 43) sono stati usati solo quattro sensi-
bili asccndenti e una discendente. Queste e altre note estranee sono MM ~mvM
derivate daJia rdazione di una tonalita con le proprie parti, che ven- f\ lm ~mvm
g ono svolte come tonaliti a se stanti: le regio11i. Questa impostaziooe M m 0 v pMD ~mv
parti non cadenzali, come una modulazione. ]\'Ia questa e una conce- SopD sopd T t ~M pm
zione ristretta e dunque antiquata della tonalita : non si dovrebbe SopDSopD ~mSopD
parlare di modulazione finche una tonalita e lasciata del tutto per un SopDsopd pmsopd
certo periodo e nnche non viene determinata, sia armo nicamente sia STM psopdM
)
tematicamente, un 'altra tonalita. STm ~ sopdm
ll concet~ d i ._f una conseguenza logica del principio della ST dor SotD sotd ~SopD ~sopd
monolonalila, 6ccondo il quale ogni digressione dalla tonica viene con- STSopD psopdSopD
siderata sempre ncll'ambito della tonalita in base a un rapporto che STsopd ~sopdsopd
I
.I
lI
Juoni e auordi estranei. « Regioni » B
39.!~; =: : 1:* ;j
tipo maggiore (regioni della tonica, dominante e sottodominante
maggiori) e tre di tipo min ore (dorico, mediante min ore e soprado-
minante minore). Le regioni di tipo minore usano note alterate che
le rendono simili al relativo minore .(sopradominante minore). ~1 it v- + 1 11 m vr v
~-'A DV @ n VI
d) In do m•p,g. -- regione debba essere fissata con una ·cadenza o meno, dipende dal
suo fine compositivo. Tuttavia i suoni estranei non bastetanno per
determinarla chiaramente, poiche bisogna che siano presenti tre o
piu delle caratteristiche proprie di una regione. Per tutto il resto,
rimane valido l'avvertimento dato a proposito dell'introduzione
,!) l V III II I Vll:Yt 1J
.•!£9 IV U I VII IV I V I U V ~l
quasi-diatonica degli accordi estranei (v. p. 47) .
Ia 114 It) Nell:es. 41 sono usati degli accordi estranei senza che si fissi una
precisa regione armonica: servono solo ad arricchire Ia sctittura mi-
gliotando la condotta delle patti. L'es. 41J, basato sulle stesse succes-
sioni di fondamentali dell'es. 4re, fa vedete l'efficacia degli accordi
-¥1 u alterati nell'arricchire l'armonia. In questi esempi (al segno x) sooo
II V IV
(~)
u v v
~j
o). ~lcdiante
=~=-~:~;~~liC:C
b)
a;: 1: j 1:: j 1: ; I
·o·!! ; I; IF I:
~ l!i i ~ :li b~ -~~
~1
1
ll U I
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@v >A n vu VI v
) I i JV VU Yf
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H V iff II ff J~
19 ~ frMC:tt ~I~ ·t I~ ~=I
ld::t~ :=::mi1: r
Ill ¥ II Il l Yi I it V VI
@ i¥- II I Vl
J I IH VI ff V Y
(4 1 e: scnza suoni esrranei}
- adattare Ia nota:r.ione alia tonalit:\ e all'armatura della chiave: il fa
diesis dell'es. 43b e da preferirsi al sol bemolle d i 430.
., !It} !It)
a)IL__ ., M ,. .:) * d) *
- .,lc::~:J:=:cm
,I
-~
56 Frmziolli stmtturali del/'armo11ia ,\ ll(mi c auordi estra11ei. << Regioni >> n
le::1!:1:~1:~tliil: 1:;1: 1
... it
Cadenza sospesa
It 112 +.cdi t>.-ool
r
l1;, ;~CJi~1:;1;:t: I= Id
non miq non Slq
"
L'uso del cromatismo, se non altera la successione armonica, costi-
tuisce - int.roducendo suoni estranei - una questione melodica che
riguarda la condotta delle parti: ed e inutile se non serve a rendere 1-v-u-vl:u- Hit v
fluida Ia successione armonica.
L'es. 47 mostra l'uso delle regioni e il ritorno alla tonica per mezzo
-~ ~~g ~~~8~
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r.ft: J:: ~#9:3EIJ
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delle modulazioni.
a)
alia sop radom .
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47.
I! ::1::1;~ 1g ~ ~ltn;:ltil~: I;
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~VI V I IV I II I V I
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b) toSD +. toO .\1/fmi t auordi tslranei. << Rtf!,ioni » ~9
l~:;,ffi:~::..I::I:~I;~Hr-; J)
sopd Ill
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~Vn ~
T ~ - · ·- m
~IV n I
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IV V VI 1 II lj 1Q 11 V I
"
6o Frmz ioni slmllurali dell'armonia I urmi e auordi tslranei. « ReJ!.ioni >> 6t
uno o piu suoni naturali o alterati. Per questa rag ione, in 47i il l
b)fl I If- )( ___X - - >t •
l
' I I i- U Hi IV H lll yt Vll I IV II •. ,'
regioni armonjche, mentre quelli che non ritornano.alla tonalita d'ini-
zio sono modlllaz ioni.
) Limitazioni della jtmzione delle dfJminanti artiftciali Da ogni altro punta di vista le dominanti artific iali, sempre che i
Un accordo di dominante che abbia Ia funzione V-i dev'essere una suonj « estranei » che esse conteogono seguano la loro tendenza na-
triade maggiore Ia cui terza e maggiore per naturale conformazione turale, possono proseguire come se non ci fosse stata alcuoa altera-
della scala, oppure perche e introdotta col procedimento quasi dia- zione, cioe secondo i modelli V- 1, V- VI, V- JV. Nella composizione
tonico (v. p. 46). Pertanto le dominanti artificiali introdottc quasi Iibera si possono incontrarc altre successioni di accordi per esprimere
diatonicamente sul ll, lll, VI e VII g rado (grazie aJI'impiego di suoni un proposito formale o cmotivo: si pub, per esempio, trovare nei
estranei per o ttenere la terza maggiore e, nel VII g rado, anche per la capolavori della musica un accordo sul V graclo generato per via
quinta g iusta), oltre che sui I grado (con l'aggiunta di una settima cromatica che poi conduce a un J g rado conclusivo come se fosse
minore) possono svolgere La funzione di V- 1 anche nell'ambito delle una vera e propria dominante. Ma tali dcviazioni non possono essere
proprie regioni (es. 48a). Di contro una dominante artificiale Ia cui amme6se in semplici esercizi d'armonia.
terza maggiore sia introdotta cromaticamente non e dal punta di
vista funziona le una dominante, e il grado che sta una quarta sopra
La cadenza - I I ( arriccbita)
no n costituisce la tonica di una regione (es. 48b).
Gli es. 46b, 46d, ·,pc, d, c, costituiscono delle finali a scelta che danno
X
luogo a cadenze sospese sul V grado della tonica (T ), V della sopra-
·"f~:=~~~)1::1~1;~m
dominante minore (sopd), V della mediante rninore (m ) e V della
·)
scala dorica (dor), e contengono molti accordi alterati. Negli es. 47/.
g, h, sono rcalizzatc le cadcnze complete delle stcsse regioni : al l
grado della sopradomi nante minore (sopd), al I della mediante rni-
~
@ II @\' I
U V IV (V VJ) II ~
I
IV
IV H ...
nore (m ) e al 1 della scala clorica (dor). In alcuni casi sono ;sati ac-
. .
cordi tra.ifornJali (al segno + ) di cui si din\ appresso (p. 68).
~
I ·---
IV Tavo/a delle regio1li nel modo mittore
L·e regioni nel modo minore ~m ~M
~-
6, Funzioui Jlrulltfr.t!i drll'armonio l .r rtJ!.ioui nel modo minort 65
11) t - v-M- t
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66 Fnnzioni struflurali dell' armonia Lt re.~ioni 11el modo minort 67
ll!~;=c::CC:I~ I
G) JV I -IJ V \'1 n I ill t IV it I~ V I
ll:~;c::I:Ci:;I:;I;
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jr!:! ~ I~ !1: ~ I: !
)
-·...
"
~~
Trasforma~Joni 69
v B n) . b) c) ~ '~ J)l g)
Trasformazioni 50
·lliwufu,lffM1J;nl'iEvft=~ Ito$
. ' Nell'es. 50c sono usate alterazioni tratte sia dalla regione della do-
minante sia da quella della sottodominante minore. Lo stesso avviene
in d, e ed J, mentre in 5og l'accordo di sesta napoletana e ottenuto
senza alterazioni traendolo dalla regione della sottodominante mino-
tali. 1
) dominante la terza minore dell'accordo sul II grado viene sostituita
Le note estranee possono anche qui essere introdotte in maniera
·- come si e spiegato nel paragrafo sulle Do111inanti artificiali (p. 6o) -
quasi diato nica, oppure cromaticamente, come negli esempi seguenti:
da una terza maggiore. Sostituendo La quinta dell'accordo sui II grado
con una nota tratta dalla sottodominante minore o dalla tonica mi-
nore, si ottiene una triade dirninuita. La maggior parte di queste tra-
sformazioni sono usate in forma di accordi di settima e di nona. 1 Per altri particolari in propos ito v. il ManN4/t tli armonia, cit., p. 241.
- ---~
70 · F1mzio11i slrutlurali dell'arn1011ia T rasformazioni 71
lC:t;l:iQ:.~=::I::;j
o) b) (')
Gil
..
~ :: I: 1;! I: 1; ! S~:i
H V I H V !Wit V
f
It il II I f-
~ 4 .
Alcune fo rme di tali trasformazioni possono essere usate in una II I I __ 1!1_ - - -
~~;;r:;1;m
semplice serie eli accordi; utili qui le..successioni cromatiche. E tal-
volta consigliabile il cambiamento di g rafia, purche questo non renda
) oscura Ia relazione dell'accordo col g rado della scala.
a). b) c) d) ,)
lr::1:·:CI:.ii:U::r::1
Data la !oro somiglianza funzionale con Ia dominante e con le
dominanti artificiali, questi accordl trasfoPnati si presentano per lo
2
piu in successioni basate sui modelli V- I, V- VI, V- IV, e cioe nella
• forma di H- V, H- Ill, H:-I.
UHV HVU H IIU Hit V
fl •
! .
'··11= :~::l::l:::: l~i~l-:·~1: I
:
IV ft V Yt II ft t tf tit tf -"
IV ft V
I U I~
,.
--
72. Funzioni rfmtturali th/1' armoni11 Trarformazioni 73
~
c=:~: 1;;:a~~
.
altre, che a loro volta compromettono la tonalita. Qui esaminiamo
, IJ - I I ff I~
1 !1 solo le successioni principali, in base ai modelli V- I, V- VI e V-IV.
.J l==~~~~r::1=
I IV H f if f~ V I
l
Trasformazioni di accordi su altri gradi delia scala v ~ ..... ' 4-' ~ ,~ · ~
nella regione della tonica . f- U ( v "c'') C.v i•d'•) Lh~ ~~ IP ,.p L~hA- -
Nell'es. s~ le trasformazioni gia applicate all'accordo sul 11 grado • H Vtifll :Y I
vengono applicate anche agli accordi sul I, III, IV, V, VIe VII g rado. nap
..
74 Funzioni slmlturali dell'armo11ia
I lrasformazioni 75
h·.qunlv
I I
H- -
.nap
I
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76 Funzioni rlrtlllllrali dell' armonitl
Lilllitazioni
La trasformazione dell'accordo no n muta il grado della scala, rna
ne possono risultare accordi fa/mente lontani da sembrare inconciliabili.
La ragione piu decisiva che si oppone al loro impiego .e di solito
che essi non sono « presi a prestito >> da regioni di affinita stretta,
c) Ses~a napoletana f) 6') come per esempio la sesta napoletana sul II grado. Non v'e alcuna
l
~-llu·a g1g.•d 131ffffN!IMU regione vicina contenente un do bemol/e maggiore, che_ sia tale da
giustificare una sesta napoletana sul I grado (come nell'es. 55a al se-
) gno *). Le seste napoletane sui IV e V grado degli es. 55c, d (al se-
1'1 tfirWn£ rlr 1r 1r llcrlrtlr~
t HI- U IV gno *) vanno valutate alla stessa stregua.
Data Ia loro lontananza e difficile anche usare e risolvere le seste
Limitazioni
napoletane sui gradi I, IV e V (es. 6zo, b, c).
~1=r:1:1DC=ta
Lo stesso vale per tutte tJ UCllc trasformazioni del I, I V e V g rado
chc alterano una quinta giusta con una quinta diminuita (v. es. 6zd
al segno *). Non e naturalmente che sia impossibile compensare Ia
J ? -1?? ? I \If ?? 1 -Yt VI f ? H V? lontananza di tali accordi continuandoli in maniera che sia loro ap-
propriata, come negli es. 6zd, 5Sa, b, ecc.: l'es. 56c, d, mostra che si
~ ==~=
puo procedere a una sesta napo letana sul lJ grado in maniera piena-
mente accettabile. Ma per traclizione le trasformazion i con una quinta
diminuita al posto della quinta giusta tendono a risolvere in una
1u- Y t -~tw v-v triade maggiore, sulla base del modello II- V nel modo minore (6ze).
. e)~ Concludendo possiamo dare il seguente a v vertimento: un collega-
)
lr::::c:: r; ===
-f JV tH \It .Y I -Yt U W ttt
mento di due accordi in regioni lontane e di affinita indiretta, produce
spesso un effetto .eli insopportabile durezza (v. il paragrafo R egioni
intermedie di offtnita /on/ana, p. 106), come nell'es. 56b(ai segni X X) e
59d (id.). La trasformazione dell'accordo sul 1 grado nell'es. 56b si
presenta dapprima con gli accordi della scala della regions__napole-
Valutando l'applicabilita di queste trasformaziooi di accordi, biso- tana (re ben1olle maggiore), mentre. Ia triade rninore sui re va intesa
gna attenersi aile seg uenti lirnitazioni. come f -grado della scala dorica. Lo stesso vale per l'altro ~so (59d).
"
1 rasformazioni 79
78 1 ·imzioni slmllura1i Jell'armonia
Le seste napoletane sui VIe Vll grado (es. 6o, 61) portano rispet- 1') ¥ ....... -
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d) 1¥
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Auordi t'a_!.:<~llli 8t
) Molle delle trasformazioni studiate sono accordl vagan~i sia per costi-
tuzione (settime dlmi nuite, triadl aumentate, accordl aumentati eli
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··11~ ;: 1~: ~~- : I: I
) della sua costituzione - significa mutare il grado su cui 'esso e co-
struito. Dal punta di vista delle funzioni strutturall importa solo la
fondamentale della successione, rna le necessita emotive o composicive
richiedono spesso forti contrasti, attriti o mutamcnti improvvisi. -.
Un esempio di modulazione sorprendcnte si puo vedere nell'es. 1 Questa interpretazio ne c stata s vo lta sistematiaamente da Max Reger in un piccolo
68 (tratto dalla S infonia n. 3 di Beethoven): il re bemolle, che Ia prima opuseolo [BeiJrage ~ur MoJJ,/aJions!tbre, Leipzig ' 9031·
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Auordi voga11Ji 85
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b) Teru min. SOIIO 1 »-
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86 Ftmzioni slmllurali dell'armonia
Alcune di queste successioni sono usate in maniera duplice oell'es. t') I I rfJ ~
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Pouibilila ·di T&ambio dei modi maggiore e minore 89
VII j
Possibilita di scambio dei modi
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magg1ore e m1nore ·
( Regiofli iJella tonica minore, della ·sottodominante minore
72.~ftg~Rf'lb1!1fi?fil1
e del q1finto grado minore)
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Le « t·egioni » - II1 * Gradi numerati in base alia tonica magg. {do 'niagg.)
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Un accordo eli dominante puo risolvere in una triade. maggiore o
La regiotte della tonica minore
minore, e puo essere Ia dominante di una regione maggiore ominore:
Nell'es. 73 gli accordi alterati derivati dalla tonica minore (t) sono
la possibilita di scambio del modo maggiore e minore e basata sulla
introdotti in maniere diverse : in 7 3a il I grado della tonica maggiore
forza della dominante. Attraverso di essa le seguenti regioni diven-
(T, I della tonica minore, t) ifttroduce illV grado della tonica minore
tano strettamente affini alla tonalita maggiore : tonica minore (t), sot-
(t). Gli es. 73b, c, mostrano che anche una sosta prolungata nella re-
todominante minore (sotd) e quinto grado minore (v) (v. p. 94). In
gione della tonica minore (t) non e di ostacolo al ristabilimento della
base al principia della possibilita eli scambio, sono strettamente affini
tonica maggiore (T). Nell'es. 73d Ia successione d'inganno V- VI del-
anche le regioni seguenti: le forme maggiori della mediante (M) e
la tonka minore (t) e seguita da un frequeote scambio maggiore-mino-
della sopradominante (SopD) e (derivate dalla tonica min ore) le forme
re. II procedimento cromatico favorisce il ritorno alia tonica (T) in
maggiori e minori della mediante abbassata (IJM, IJm) e della sopra-
dominante abbassata (IJSopD, IJsopd) che nel prossimo capitola sa-
.. 73e.
ranno esaminate come forme di ajjinita indiretta. Mediante tali affinita a)fi. _ _ _ '!L x) ,
)
si possono utilizzare numerosi accordi alterati (v. es. 72).
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90 Funzioni .rlruJJurali dell'armonia Pouibi/ila di .rcambio dei modi maggiore e mi,ore 91
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b) Sd1ubcrt: Quartetto per archi in Ia min. op. 29, I" tempo (riprcsa)
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biati senza tante formalita, nel senso che un passaggio in modo mag-
giore puo esser seguito da un passaggio in minore senza che ci sia
un collegamento armonico e viceversa.
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!'orribilita di uambio d~i modi mafY!.iOre 1 minort 93
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sentata nell'es. nc mostra che none impossibile ritornare rapidameote
alla tonica maggiore (T ).
Nell'es. 75d lo scambio maggiore-minore e fav orito dalla succes-
siooe cromatica del basso (batt. 2). La sesta napoletana, che qui e uo
accordo costruito sui VI grado delia scala della sottodomioante mi-
La t·egiolle della sottodominante minore
oore (sotd), vieoe iotrodotta 111ediante un accordo aumentato di q uinta
II succedersi di troppi accordi derivati dalla regione della sottodo-
e sesta sul H g rado, il quale si presenta a sua volta enarmooicamente
minante mi.nore (sotd) puo nuocere alia chiarezza tonale. NeUe batt.
(.ro/ bemolle invece di fa diesi.r) come un accordo di secooda sui III
2-3 dell'es. 750 non solo Ia tonalit:l e indistinta, rna la regione della
g rado della scala della sottodominante minore (sotd, batt. ;). Nella
sottodomjnante minore potrebbe anche esser scambiata per quella
battuta successiva il ritorno alia sottodominante maggiore (SotD) e
della sopradominante maggiore abbassata (pSopO) dato l'eccessivo
preparato coo un movimcnto cromatico della parte del tenore, dal
numero di accordi tratti dalla scala minore d iscendente. In tal caso si
re bemolle al re beq11adro.
possono equilibrate le regioni inferiori (guelle coni bemolli) con de-
~ ~
menti delle regioni superiod, come il dorico o la mediante minore,
11!; ~ I~ i 1: ': 1
•> !
come si e fatto in questo esempio. L'introduzione di regioni lontane
come quella della sopradominante maggiore abbassata (pSopD) ob-
b liga ad allungare gli esempi e richiede l'impiego di mezzi armonici
75
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.J assai forti per contrastarla. V I Vl # Ill ¥t ,.;;:::,.
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Dal punto di vista strutturale la sesta napoletana e certo una affinita ( b SopD) rv v - .,.,
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la ntana della tonalicl, anche se si tratta di un manierismo divenuto 11 t ad .J .J Ja l I
I= ~; ! I; 6Ii:
ormai corrente per convenzione. Ma ovviamente la sesta napoletana
della regione della sottodominante minore (sotd, es. 75b) e lontanis-
sima, e questo accordo c la causa di tutti i difetti dell'es. 75b. Ad
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94 Fu11zioni rlmllurali dell' armonia Po1sibi/ita di rcambio· dei modi ma.IJ!,iore e minore 95
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domina il I, questo domina allora il IV, e non viceversa. Il termine
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76c Ia regione del quinto grado minore (v) viene raggiunta mediante
uno scambio col grado maggiore (V).
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Ajji11ita i11dinlle ma viei11e 97
Affinid. indirette ma v1c1ne SopD: Schumann, Jirifonia in mi bemolle maggiore (il Secondo tempo e
in do maggiore); '
(Afcdimzte maggiore, sopradominante maggiore, mediante abbassata mag- j;,M: Schubert, Q11intet1o in do maggiore per archi (prima tempo, secon-
.
giore e minore, sopradomi1Zante abbassata maggiore e minore)
' do tema);
j,SopD : Beethoven e Brahms, Sonate in Ia 111aggiore per violino e pia-
noforte (i tempi centrali so no in fa maggiore); Beethoven, Sonata
op. 7 per pianoforte (« Largo », secondo tema).
) Que.c;ti Maestri si attenevano a tali rapporti di affinita come se fos-
sero deUe regole vere e proprie, il che dimostra la validiti deU'idea
Le « regi(Jhi » - /1 ' . Modo maggiore della monotonalita. Esistono tuttavia delle eccezioni - trasgressioni
Ai tempi di Bach tutte le parti di una composizione in piu tempi alia regola, - come il seconclo tempo del Q uarlello op. 1JI in do diuiJ
restavano di solito nella stessa tonalita, e ancbe lo scambio maggiore- 111inort per archi eli Beethoven (cbe e in re maggiore), e il tempo in
minore non era frequentissimo. Nei capolavori della scuola classica fa diuiJ maggiore della Sonata n. 2 in fa Jtmggiore per violoncello e
di Vienna e dei romantici, uno o tutt'e due i tempi centrali si trovano pianoforte di Brahms, e cos! via.
in tonalitl\ contrastanti di affinita vicina, come tonica minore (t), La sopradominante maggiore (SopD) e Ia mediante maggiore (M)
dominante (D), sottodomioante maggiore (SotD), sopradominaote sono aHini alia sopradorninantc minore (sopd) e alla mediante minore
rninore (sopd), sottodominaote minore (sotd), mediante minorc (m) (m) rispettivamente sulla base della possibilita d i scambio maggiore-
e <.Juinto gcado minore(v), o aoche in tonalita dall'affini ta p iu indiretta, l. minore, che e una relazione indiretta rna molto vicina. E ccola in
come mediante maggiore (M), sopradominante maggiore (SopD), me- forma di proporzione aritmetica:
diante maggiore abbassata (j;,M), sopradomioante maggiore abbassata
(j;,So pD). Molte eli queste affinita, in quanto regioni appartenenti alle
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SopD:sopd } T :t
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98 Funzioni rlrullurali dell'armonia A/finilil indirelfe ma llifine 99
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I t:J . Nel modo minore la possibilita dello scambio da le regioni della
mediante minore (m) e della sopradominante minore (sopd), derivate
dalla scala disceodente (naturale), e anche le regioni della mediante
minore alzata (#m) e maggiore alzata (#M), della sopradominante
lef:C 1: ~ ~ 1::1,: ~ c;
minore alzata (#sopd) e maggiore alzata (#SopD), derivate dalla scala
ascendente (con i suoni alterati). Di conseguenza nella tonal ita di
Ia minore :
)
m, sopd, #m, e #sC?pd sarebbero regioni minori su
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do min. , fa min., do diesiJ e fa diesis min.
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inoltre :
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e fa diesis magg.
sarebbero regioni maggiori su
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Affinita indirtllt ma virine 107
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::1::1:1;
Tale constatazione puo essere in linea generale cosi formulata :
Le reg ioni le cui toniche sono tra lora a distanza di seconda mag-
1
QlV
svl IV V
IX
Classificazione delle affinid.
5. Mol to lontane:
cordi di settima diminuita sono stati trattati come accordi normali.
MSopD, Msopd, SopDM, .SopDm, SopDSopD, SopDsopd,
" ·'
I II
Classifha~Jone dtlle afjinila
11 0 Fun~Joni slru/lurali th/1'armonia
que regioni sono nel segucnte rapporto con la tonica maggiore:
STM, STm, STSopD, STsopd , pmvM, pmvm, pmvSopD,
La dorica (dor) e Ia sopradominante minore della sottodominante
pmvsopd , pmM, pmm, pmSopD, pm sopd, psopdM, psop<lm
maggiore (SotDsopd) ;
psopdSo.PD, psopdsopd (capitola rx).
La sopratonica (ST) e la sopratonica maggiore della sottodominante
'
La cla,sse n. 1 si chiama DIRETTA E VICINA perche tutte le regioni maggio re (SotDSopD);
indicate hanno cinque
, (o sei) note in comune con la tonica maggio- La napoletana (nap) e la sopratonica maggiore della sottodominan-
re (T). te minore (sotdSopD);
La dasse n. 2 si chiama INOIRETI'A MA. vrc tNA perche tutte le reg ioni La dominante della mediante maggiore abbassata (IJMD) e Ia sot-
sono strettamente affini alle regioni della dasse n. 1 o alta reg ione todominante della sottodominante maggiore (SotDSotD);
.J della tonica minore, e hanno trc o quattro note in comune con la L'accordo minore sul V grado della mediante minore abbassata
to nica maggiore. (!Jm v) e la sottodominante minore della sottodominante minore
La classe n. 3 si chiama INDIRET'rA perche tutte le regioni sono (sotdso td).
piu lontane di qU'elle della classe n. 2., su cui si basa Ia loro affinita, Nella musica dcll' Boo queste regioni cosi lontane - come pure
mentre il numero di note in comune con la reg ione della tonica mag- Ia maggior parte delle regio ni della classe n. ~ (MOLTO LONTANA) si
giore e trascurabi le. presentano di solito ncgli sviluppi (D11rchjiihmngen). Ma Ia dominante
MM e Mm, psopdSopD e !Jsopdsopd sono molto distanti, nella costruita sulla mediante maggiore abbassata (pMD, cioe l'accordo
tavola, dalla tonica, rna scambiatc enarmonicameote risultano co me gli maggiore d i Ia bemolle nella tonalita di si bemolle maggiore) si presenta
accordi d i regioni piu vidne. MM e Mm sono omologhi di pSopD nel la ~ezione centrale contrastante della cavatina « Voi che sapete >>
e !Jsopd (rapportata a do maggiore Ia loro tonica risulta sol diesis mag- dalle Nozze di Figaro di Mozart1 (es. 8ta). Questa stessa regione e
giore e sol diuis minore, che e quanto dire Ia bemolle maggiore e Ia impegnata aoche neWesposizione del tema principale (in luogo del-
bemolle rninore); analogamente !JsopdSopD (ja bemolle magg iore) e J>usuale II grado) della Sonata op. f ) per pianoforte di Beethoven
!Jsopdsopd (ja bemolle minore) sono omologhi di M '(mi maggio re) (es. 8rb). Si veda anche nella Sonata op. J1 n. 1 dello stesso autore
e m (mi minore). il rapporto di fa maggiore con sol maggiore (es. 8 rc).
Dal punto di vista strutturale, cio significa che queste rcgioni piut-
) tosto lontane possono essere raggiunte sia verso il basso (serie dci
bemolli) sia verso l'alto (serie dei diesis), e cioc per cos1 dire in senso 1 La difficolta di trovare altri esempi di tal genere, legata a qualche altra circostanza
orario o antiorario rispetto al circolo delle quinte. Successivamente (ad esempio il lungo giro compiuto dall'armonia per rito rnnre alia tonica) suggerisce
la seguem e ipotesi: il paggio, Che rubino, accompagna se stesso ed c anche l'autore
esse possono essere scambiate enarmonicamente (v. la seconda e terza della poesia : ebbene, no n potrebbe essere anche l'auto re della musica? Che Moiart non
chiusa dell'es. ne p. 100). abbia voluto con questc stravaganti movenze armoniche alludere aile lacune professio-
nali eli Cherubino in campo musicale? ·
La classe n. 4 si chiama tNDIRETIA B LONTANA poiche queste cin~ ,
tt2 Fu11zio11i slmi/Hrnli dtll'nr111o11ia Clauificazione delle af!inita 113
a) Mozart: N021e di Figaro (Voi, che sapcte)
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@ r
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' ecc.
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b) Beethoven: Sonata op. 5i
tC:i'\\ '@ ! ® w
~I'\' VI
ll V.
I~
e ,
(es. 82) .
. ,
Beethoven: Sonara, op. 2 n. 3
rot:=~~iCMm~;: c~Jl~
110 w ~ .••, ~
G) I V- I@I V I
' .
a)
ecC.'
1
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cf. p. 6g.
.. IV
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V I v
Le tonalita o le regioni le cui toniche distano fra loro una seconda
maggiore o minore, una qujnta diminujta o quarta aumentata, sono
~I2V~
meno spesso considerate dai · compositori di questo periodo come
)
affini tra loro.
,.. Itt 1$ lrj: 8 Alcune relazioni della classe n. j, se trattate enarmonicamente sono,
Tit (napl come si e detto sopra, identiche a regioni ph! vicine (ad es. MM e
@)• v
Mm sono uguali a pSopD ~ psopd, e cosi via).
La relazione Msopd (sopradominante minore della mediante mag-
l= c.::=
g iore, vale a dire do diesis minore in do maggiore, oppure mi minore
in mi bemolle maggiore) si presenta nello sviluppo dell'Eroica (batt.
z84, v. es. ' 49 p. ooo). Casi ancor piu interessanti presentano le opere
G2 fJ fJ v
~ v 1 di Brahms, ad esempio il Qf(intetto in fa minore per archi e pianoforte.
Nella ripresa (batt. ZOl) il primo tema secondario, che nell'esposi-
zione era nella sopradominante minore (sopd, = do diesis minore),
avrebbe dovuto essere trasportato alia tonica minore (fa minore).
l nvece e trasportato alla sopradominante minore della mediante mag-
giore alzata (~Msopd , cioe fa diesis minore). Nella Jonata op. 99 in fa
111aggiore per violoncello e pianoforte e sorprendente trovare iJ Se-
_)
condo tempo in fa diesis maggiore, per scoprire piu avanti che fa
maggiore e fa minore sono in tutti e quattro i tempi messi in contra-
sto col fa diesis magg iore (o sol bemolle maggiore) e col fa diesis min ore.
Cio che piu colpisce in questi esempi di Brahms e che si pre~ntano
per lo piu non negli sviluppi (DIIrchfiihmngm) rna in passaggi dove
esistono condizioni di « stabilizzazione », e cioe nelle regioni.
,
~
IJ
v v v
Clauijitazione delle affinita 1 17
c
Le afftnita derivate dai suoni naturali della scala discendente sono
1~:-:::t: : ~ ; 1
:2:·1:
diverse da queJle del modo maggiore ·perche il quinto grado (v) non
)
e una dominaote, meotre la mediante (M , che e il relativo maggiore)
esercita un'influenza paragonabile a un accordo di dominante. Inoltre
non esiste nel modo minore una regione dorica sul II grado (trattan-
1'7'\
'-!:..!@
(sotT: II
1
VI
IV
U e V
I)
dosi di triade diminuita) che possa essere paragonata al modo maggio-
re, mentre Ia regionc sul Vli grado (sottotonica) svolge spesso fun- b) Beethoven: Quartetto op. 132, 4° tempo
zioni di dominante della mediante (M). --- ===::::.
Le afftnit:l. derivate dalla scala minore ascendente contengono una
domioante funzionale (D); rna la sottodominaote, pur essendo qui un
accordo maggiore, sembra piu staccata dalla regiooe della tonica che
non Ia sottodominante nel modo maggiore.
,
nenti possono · essere separati solo mediante complicati procedimenti.
.
120 Funzioni rlrullurnli dell' ormonia
1 ±1: ~I
ffi-ll~lu 1: ~~;m
zione, rna molto di cio che danno con una mano se lo riprendono con
l'altra. Se una melodia segue solo i dettami della propria struttura
musicale, puo svilupparsi in una direzione diversa da quella verso cui
e spinta dal testo. Puo risultare piu breve o phi lunga, raggiungere t n v
il suo culmine prima o dopo (o farne a meno del tutto ), richiedere
contrasti meno vistosi, un'enfasi mol!o minore o una minore accen-
tuazione. A questa si aggiunge che il testo e di solito cosi ricco d'e-
) spressione di per se stesso da arrivare a mascherare i punti deboli
di una melodia. v
@fl v
Queste influenze extramusicali diedero luogo al concetto della to- b) Strauss: Salome (dopa n. 2~7)
1 ., . 2 5 (/
nalita aJlargata. Le trasformazioni e le serie di accordi che portano \
i
.I '
122 Frmziolli Jlrutturali dell'nrmonia La lonalita allargala 123
Se Brahms no n fosse stato un profondo pensatore e un tecoico Nelle opere dei compositori piu antichi si possono pure trovare
ma·g istrale nel trattar~ i problemi armonici, avrebbe semplicemente molti passi di tonalita allargata. Gli es. 88 e 89 tratti dalla Fantasia
ripetuto qucsto proced imento nella ripresa. Ma per ripetere alia fine in solminore per organo e dalla Fa11tasia cromalica e fuga eli Bach, sono
il seconclo tema nella to nalita ~leila tonica minore (t) trasporta la sc- basati su trasformazioni che hanno un'aflinita assai lontana con la
zion~ a, batt. 2 3', alia regione della sottodominante minore (sotd), tonica.
una quinta sotto (es. 86b). La nota che precede il breve frammento Bach: Fantasia per organo in sol min .
deJia batt. 22 a vrebbe dovuto essere trasportata analogamente, di-
vcntando un si : rna invece Brahms si porta al fiJi, V grado della so-
•
p radomina~te minore alzata (#sopd), inserenclo altre due battute mo-
)
dulanti per introclu rrc Ia sottodominante minore (sotd).
a)
Brahms: Quart(ltO ~ archi op. 51
21 22 23 b)
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Cfr. p. 144 in nm~.
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124 Ftmziolli struttl/rali deli' amtollia La lona/i/0 allargala 125
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Bach: Mauhiiuspassion
Ach Golgatha!
2 3 4
Brahms: op. 96 n. 1
@IV )~ v Ia b magg . GD ~
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) Der Tod,d'a sist die kiih - le Nacht, dasLe- ben
.2 3-~-~ I 4
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126 Ftmzioni rlrullurali Jell'armonia La /o11alito allargata 127
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15
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L'impiego della sesta napoletana nei temi prindpali dei Quartetli
per archi di Beethoven op. Jj n. 2 in ·mi minore e op. n in fa minore Brahms:
archi (es. 95) e quello del Concerto in re mi11ore per pianoforte •e orche-
....._. v
stra (es. 96), entrambi di Brahms. ®
Beethoven :, Quanctto op. 59 n. 2
I I t, 2 3 4 fi
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riose successioni armoniche, come in Der Weg1veiser (es. 98), o di mo-
dulazioni improvvise, come alia batt.-18 di In der Ferne (es. 99) e in
E rlleOnig (es. 1 oo).
) Brahms: Concerto in re minore op. 15-
't) VI ~It
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5.
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La lollalita allargala 13 I
130 Frmziolli Jlrrr/lurali dell'armo11ia
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(Vvr m dor; H (2' ronclusione)
Strofe I e 2 (batt. 9-12, 19-22)
2
_) 5. mel - ner Sec le glii .- hnd~temEr- gus-se.
11) 1. 0 du Ent - ri ss - nc mir und mei- nem Kus se
2. Er- rcicb -bar nur mei-ncm Sehn - suchts-gru - sse,
~Bf II v
Sttofa 4 (ban . 45-53).
Zum Trotz der Fer ne, die slcb,feind-lich,
---
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l cb ba l - tc dicb i n d ie,.ea A rm's Um-
Schubcr1: In ckr Ferne
We - he dem Flieb~r. - den, Welt - blua uft Zie - ben den! t:\
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Mul . terbaua
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Schubert: Ocr Wegwei~r (batt . .5.5-67;· Husen-den, fteua- ~ Vtt - la.a -~ndeu
_......-..... E i -nen Wei-ser aeh' ich stc - ben unvn
Ml
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Funzioni s/rullurali dell'armonia La lonalila allargata I3S
134
1~::1U:rff!¥1~~;1:
che !'interesse. Main Haydn le variazioni, ad es. nell'op. 76 n. J (QIIar-
)
tetto dell'11llperatore, secondo tempo) so no basate da piu d'un pun to
di \'ista su un arricchlmento cleJl'armonia.s
10 u
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136 F unzioni .Jirullurali dell'ar~~tonia La tonalita allargata 137
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Ftmzioni rlmllurali ddl'ormonia La lonalila allargala 1 39
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140 Ft.nzioni Jlrull11rali dtll'armonia La 10/talita allargala 141
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144 Frmzioni slmllurali Jell 'ormo11ia La /ollalila allnrgnln '4S
In quest'opera le numerose variazioni armoniche di una frase di La cadenza al V grado nella V ariaziollf n. 4 incomincia coo un ac-
quattro battute illustrano una delle possibilita della tonalita allargata. cordo alterato eli passaggio sull-V grado (es. ro3/). La l/ariaziom n. J
Si tratta della citata frase delle battute 9 - 12 del tema, costituita dalla si discosta notevolmente dalle successioni originali in quanto le batt.
successione I- IV (9), dalla sua ripetizione ( 10) e dalla relativa progres- 9- 10 costituiscono con accordi incompleti un modello di due mi sure
siont H- V, H- V (batt. 11- 12; v. es. 1o3a). Queste successioni nella (III- VH) che alle batt. 11-12 si presenta in progrcssione libera coi
sezione « a »4 giungono attraverso i passaggi IH- Vl ecc. al V grado gradi :Y.H- HI (es. 10 3n). Nella stessa variazione la progressione delle
(16). E singolare che nella sezione. «a 1 » (batt. 2~-28, es. 103b) le batt. 27-28 passa attraverso il VJ grado abbassato per arrivare alia
stesse successioni, passando per il V graclo, terminino sulla tonica. triade napoletana sui H grado (es. 1030).
) . In alcune variazioni (r, 2, 3, 8 ecc.) Ja successione iniziale delle batt. Un'altra moclificazionc lontana si trova aile batt. 9- 12 della Va,-ia-
9-10 e cooservata sia nella sezione «a» sia nella s~zione << a 1 »: rna in zione 11. 7 (es. 103111), dove le batt. 10 e 12 non sono che libere ripeti-
luogo della progressione H- V delle batt. 11- 12 appare, alia sezioite zioni melodiche rispettivamente delle batt. 9 e 11; Ia successiooe JH- V I
« a » della variazione n. 1 , Ia progressione IV- pVII (es. 103c) e nella e seguita cia IV- IV 6, e quella V+I (accordo di settima diminuita)- VH
sezione « a 1 » della stessa variazione Ia prog ressione ¥!- II (es. 103d); (dominante artiCicialc) e seguita da 111- V-H.
nella Variazione n. 2 abbiamo ¥H- Ill (es. 103e); nella Variazione n. Seguono ora alcuni esempi tratti da autori contemporanei e succes-
.J IV- V (es. 103/). Le successioni delle batt. 2 ~ -26 sono qui sempre sivi a Wag ner. L'introduzione del secondo tempo della Sinjo11ia « dni
ripetute (senza grandi cambiamenti) alle batt. 27- 28, ad eccezione mfovo mondo » di Dvorak, col suo carattere lapidario, puo essere facil-
della Variaziol1e 11• .J dove alle batt. 27- 28 la successiooe H- V sta al mente considerata come una frase armonica che rimaoe ncll'ambito
posto di IV- V, e della Variazione n. K(es. 103h) dove VII- III e seguito della rctgione della tonica.
da H- 1. Analoghe digressioni si presentano in altre variazioni, ad
esempio nei no. 11, 12. Ovofak: Sinfonia in mi min., Largo
104.~
Nelle Variazioni I-.J Ia cadenza alla dominante incomiocia nella
sezione « a >> sul HI grado (batt. 1 3), e la cadenza alla tonica incomin-
j../
cia nella sezione « a 1 >> sui V grado (batt. 29, es. 103d, e,j). La connes-
sione tra la fine del segmento in progressione (batt. 12) e l'inizio della
rtSw3 d lt3 r~ h·• ta I ~u I
h-,=
cadenza e spesso sorpreodente, come per esempio nella Variazione
11. I (es. 103c) dove abbiamo DVII- IH (accordo di settima diminuita).
In altri casi la batt. 9 e sostituita dalla successione HI-VI (Variazioni
11. 4 e J, es. 103i, m). -.
• « • ll - prima semifrase; « a 1» = seconda semifrase.
"
6.
Frmziolli slrutlurali dell'armo11ia La Jorralita allargala 147
146
L'es. 10~, tratto dal secondo tempo della Sonata per violoncello e L'es. 107, tratto da Kanvoche di Hugo Wolf - che fu uno dei ph!
pianoforte eli Grieg, presenta tra le molte armonie di passaggio un eminenti seguaci di Wagner nel campo dell'espressione, della _descri-
certo numero eli trasformazioni di accordi, di note di passaggio e di zione musicale e dell'armonia - presenta analogie stilistiche con molti
ritardi, alcuni dei quali privi di risoluzione (v. al segno + ). Ma tutta altri Lieder di questo compositore. Le successioni di guesto esempio
la·fril.se e decisamente nella regione della tonica. sono piu facili da capire se parzialmente analizzate come appartenenti
alla regione della sopradominante. II fa bemolle della batt. 1 (al segno
Gricg:
+) e un ritardo libero (appoggiatura) e non da luogo a un'armonia
~ m; II
diversa da quella del I grado. Questi suoni « non costitutivi » sono
) tipici della musica di questo periodo.
.
-~,
.,_i
'
L'es. 108 e preso dalla Carf!len eli Bizet. Bizet e uno di quei composi-
tori in cui Ia ricchezza armonica non deriva da schemi modulanti pre-
costituiti, perche l'armonia per lui none un abbellimento, rna e condi-
zionata dalla natura delle melodie. L'esempio puo essere analizzato
Ill t I'\' ft VI f
nella regione della tonica minore (t), ma molte successioni sg_no pitt
convinceoti se presentate nella regione della mediante (M ). E· singo-
lare che l'accordo della tonica non compaia prima della batt. 13; ed
"
148 Funzioni slrullurali dtll'armonia La lonolila a/largo/a 149
e ancora piu singolarc che esso si presenti in stalo fondamentale, dove quanta suUa pluralita di significato degli accordi eli settima diminuita
la fondamentalc c delcrminata dal raddoppio della melodia vocate e eli altri accordi vaganti. Tuttavia se si analizza il passo sulla base
nell'accompagnamento (batt. R...: r z.). Normalmcntc dopo Ia sesta napo- delle regioni della sopraclominante mino re (sopd) e della mediante
lctana (batt. 1 r) ci si attende l'accordo di quarta e sesta, seguito poi minore (m), si individua l'affinita con la tonica (t). E opportune con-
da'lla dominante su llo stesso basso. Ma qui Ia voce, salendo al fa siderare come note di passaggio melodiche quelle indicate col segno +.
dicsii, determina insicme col re una specie di pcdale superiore re-fa
diuis, sotto il qualc il basso proce~c, come una vera e propria conti-
nuazione della mclodia, fino aUa pseudo-cadenza al I grado.
)
Bize t: Carmen, OtiO I (Seguidilla)
• .- r- 3
• 6 9
..
ltll
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tl ... · lr" CD I VI
~iv #vt v
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ill H H
¥· ..
Nell'es. 11 0 le prime guattro battute esprimono il I (batt. 1-2.) e il
~ 7 ~7 (riduz. arm.)
si min .: (!) ., V Vl g rado (batt. 3- 4) grazie alia combinazione di d ue linee melodiche
® n
che non danno luogo ad accordi completi. Nella batt. 5 l'accordo sui
ltt~t!fflJ 3 !ill Jdi·' Jlli·J ~~ I'PJ I II g rado c incomplete e diventa completo solo alia batt. 67, sempre
;·
~f1. .. ~ c f ·1r wr· ICFr
in virtu del movimcnto della melodia.
) l==
::l;=t;l I (\~) H
ft:;r a::
8
CD II ( nap.) I? (II) W H? I
' , : - ~: 'Ia: ..... "
L'esempio tratto dalla Sinfonia di Cesar Franck (n. 109) e rivelatore
dell'epoca in cui fu scritto: e cioe un tipico caso eli salita o discesa
cromatica basata non tanto sulle affmita tra gli accordi principali
(mil )
J re·1-· Ie·1a
r' I ..
ISO Frmzioni .rlmllurali dell'ar111onia La lotJaliJil allargala
lp
ff r I
I Y+V VI Yft I
UIYf fJ
@ If v vn I Ht u v
+ ritardo i\.ncora piu ricco l'es. 1 13, che fa pensare quasi a una modulazione
X nota lilxra di passaggio
ED II arado inromplcto e retromodulazione: alla batt. 3 esso arriva alia regione della mediante
maggiore costruita sulla scala min ore della med iante abbassata (pmM),
che va considerata appartenente alla classe 5 e quindi come una re-
gione mol to lontana. 6
CCC. '
rn JV VI IV (VII) I -- lV
.le:;;";rl: ~;
la sopradominante (SopDsopd), gradi V-I, classe II]: il tutto po-
0
(f) VI If
1:· J
~~ v
J-l!l trebbe essere indicato, · un po' forzatamente, come sopradominante
maggiore (SopD, HI- VI).
@I~ v
L'es. 114 - una sez.iooe centrale contrastaote con uso di modula-
) zione - contiene due progressiooi, e in ogni frase abbiamo la stessa
numerazione dei gradi. Anche q uesta modulazione appartiene alia
classe 5 . (f) I CD {H ru v VI
h ~ J:-~
114- l
(T){~ll
(Dn
I~ I
(t) I V 'ft vu
v I V If VII :JI
liD (!mm) v b)
:!ft I I ":w 2 2hi ~ 28 1 I II 2 !) 30 J bJ~~.
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154 Frmzioni slmllt(rali del/'armo11ia La l01ralila allargala 155
.. 11"'3
®
(DVI
d flJFSI
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~ ~I 118.)
12:w :: I! r:! lrJ fbt IF Jfiil
B:
"i' Anche in una mel.odia eli carattere popolare (come ~ell'es. I I7) la ~VII -Yt v VI (Vfl) V
1e m
IV
117.
VII Ill VI fY I~ V I
•l
,.le :·~-roii'J l~ril;! ~ ~a1 ~ =;I
Tristan: Atto I La lona!ila al/arJI.afa ISJ
'P'i' p a) Parsifal:
) 1
CD r
~~
I :!!f. VI
<...!J fi Ii ·v
120.
~Y•• ~ I :t I~ I~
Un'analisi dell'es. I 200 rivela che esso e meno modulante di quanto
:1
il sembri di primo acchito: e solo la sezione delle batt. 6- 17 che, allon- lim rrrY I
!Il! tanandosi dalla tonica minore (t), va alla mediante minore alzata (#m) CD
!I c (batt. J 1- 14) alia mediante maggiore alzata (#M) passandd per Ia so-
pradominante minore (sopd). Le successioni delle batt. I I ~ 11. sono
spiegate nell'es. r zob come collegamenti eli due trasformazioni del-
l'accordo sui II grado, a loro volta trasportate al III (120&) e al VI
grado ( r 2od). Se ancbe Ia batt. 13 fosse una progressione, sarebbe si-
mile a 12oe; abbiamo invcce due accordi el i settima diminuita che si
susseguono cromaticamente (usati in sensa pitl melodico che funzio-
nale) e che si collegaoo col I grado della mediante maggiore alzata
(#M), eq uivalente aJ JJI grado alzato (#lll) della tonica minore (t) 7• dim.
ascend.
cromatic.
aHa batt. I 4· Questa battuta, nonostante gli scambi enarmonici della -- } Q
) melodia, va considerata come basata su due forme di uno stesso grado:
l
:1·
1!" cioe Ia no na dell'accordo di settima diminuita (fa betJiolle) .S.cende e la
·''I
settima (re bemolle) sale (passando per il re beq11adro) all'ottava (mi be-
molle, es. xzof). Tale procedimento non c raro in \X'agner, come
'I r iJOf*~~ 1 I (
Progrcssione
I I I
cq~
I
mostra l'es. 12og che presenta una forma del motivo delle « Rhein- ~ y fii.t I
v
:I Ht J· I (fY) IV (Y) yt
tocbter » dal Siegfried.
~I
,j ,
:'l
II'"
I
f-.:,-.•
La lonalila allargala 159
14
3 (sopradominante maggiore abbassata, t7 SopD ), alia batt. 6 (mediante
(v~di 120 /) coll'8'-unisono
lnterprctazione di questo p~sso come minore abbassata, l7m), alia batt. 8 (mediante maggiore abbassata,
una sene dt accordt Stlezzau.
t7M) e alla batt. 9, dove si ritorna a t7SopD, regione sulla cui tonica
finisce poi la frase. Le note di passaggio e i ritardi, apparentemente
H liberi (v. segni +), hanno significato puramente melodico, non armo-
22
nico. L'accordo di «a» (batt. I) va inteso come una forma imperfetta
dell'accordo eli nona del V graJo (es. I z 1a); riappare in forma ana-
loga alla batt. 7· L'es. I z Ib spiega la successione IV- H della sopra-
) dominante maggiore abbassata (t7SopD ) come un cambiamento di
fondamentale di un accordo eli settima diminuita, procedimeoto illu-
(nap)
strato nell'es. 304 della mia l-Iarmoflielehre. 8 Analogamente il tema
principale della Kammersymphonie e introdotto riferendo fondameo-
f~··e'
tali diverse a un accordo di settima diminuita (es. t zu).
1 IV
I'F 11 I JJ I
IV ft iV V I
Schonberg, Der Wanderer, op. 6 n. 8
2
+ )note di pa.ssagaio
+ o ritardi libcri
"
160 Ftmzioui slrullurnli dtll'armouia La lollalilo allargala 16 1
-&So;qfw
~~
VI
l •v IV
VI H
V9
-r·
n9 (JV- - - - - - - ~ [6
--
La Jonalila allargata 163
162. Ftmz ioni slrttllttrali Jell'armonia
:l
Analisi batt. 42·45
'~.:.1.. lcr~)ltl!f~~)
« • -wp \ y I
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I I 'I I I I ..
XI o da tre accordi:
Successioni di accordi per van ' I JV- V, I- VI- V, 1- II- V, I-V- 1, ecc.
Simi]mente le successioni I- IV ecc. possono essere estese: ad es.
scop1 cotnpos1t1v1
.. 1- 111- IV, 1- VI- l V, oppure I lH- Vl, 1- V- Vl, oppure I-Vli- Ill (Ill),
1- ll- lll, oppure I- VI- II, I- IV- IT, ecc.
In questa prima unita si possono trovare anche quattro o phl. accordi.
La seconda uoita (batt. 3- 4) puo essere un semplice scambio degli
accordi della prima, ottenuto invertendone l'ordine; rna questo me-
)
Le forme musicali per le quali sono raccomandate le successioni di todo e raramente applicabile con piu di due accordi.
accordi eli tjuesto capitolo sono descritte nei illodels for Be~~imurs in i\lcuni esempi relativi aile batt. 1- 4:
Compo.rilion di 1\ rnold Schiinberg (G . Schirmer, New York ). 1 Tutti gli Primo unita Suollfl a unila
avverdmenti dati qui si riferiscono pertanto a forme di scuola stabi- a) 1- V i) 1- V1 V- 1 II- VII
li t.e per scopi eli esercitazione pratica. Una forma eli scuola e un'astra-
h)
r)
/)
m)
. II- VI
111- Vll
lll-I
IV- 11, ecc.
ziooe spcsso notcvolmente diversa dalla realta: per questa ragione d) n) I- I II Vl- 111, CCC. IV- VJ, CCC.
questi studi vanno afFiancati dall'analisi dei capolavori musicali. Le t) I- LV o) 1- 11 IV- I lV- V
f) p) H- V V- VJ
successioni qui raccomandate servono per le seguenti forme musicali .~) q) lll- VI 11-Jll, CCC.
o per le seguenti situazioni formali: periodo, frase, codetta, sezione IJ) r) 1-V- 1 VI[- JJ(, CCC. V-1-V, ecc.
mediana contrastante, passaggio, progressione, sv iluppo di sonata Nella terza unita (batt. ~) e nella relativa progressione (batt. 6) sad
(Durchftilmmg), introduzione ,e altre forme cosiddette « libere ». bene evitare, dato it nostro scopo pratico, Ia ripetizione di una suc-
cessione precedente.
Periodo
Un periodo di otto battute puo esser basato su successioni di gradi
La forma di scuola del periodo (otto battute) incomincia con un:r di q uesto tipo :
unit<\ di due battute seguita da una ripetizione (batt. 3- 4) che puo hatt. 1- 2
) 3- 4 5 6 7 8
essere una progressione oppure una ripetizione in contrasto piu o me- a) 1- V V- 1 VJ- IT VJJ- 111 Vl- iV 1:- V- l
no accentuato con le due prime battute. La sesta misura sara una pro- /J) Altcrnativa: 1- VJ-1V- H 1!- V- J
gressione della quinta, le batt. 7 e 8 saranno cadenze a g radi diversi.
t) Lc stcssc sci bat tutc cadcnzanti
alia d ominantc
{TDIT-VI-llV V-1
V-1
La prima uniti (batt. 1- 1.) puo esser costituita da due accordi: d) Alternativa: {T VI-lii- VI- JI V- 1
1- V, I- lV, I- VI, I- II I, I- II ;
t)
D IJ-VT- 11- \ ' v:. .r
Lc stcsse sei battutc cadcnzanti alla m VI- Il r!- V--1
1 v. p. 13l, n. 3· median te mi n.
,
Funzioni rlrullurali dell' armonia Juaurioni di nuordi per vari J{Opi (0fii/10Jilivi J(,7
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v J
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I!:I! I I!!I;!I: •
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v 1 H v
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Op. 2,n. r, J tempo , fa min.: 1
I -V I- V I - ll V-J
Op. 2, ~'· J, I tempo, do magg.: I-V V- I
11! J r 1:: 1
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Op_. 7, Jl tempo, do magg.;
batt. I 2 3 4 5 6 7 8
1- V V- 1 1- H • H - V 1- V- I . If v
V. VI
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"'V itt V
) / :rase Consesucnti
I1: ::1
::::;;1;1:: 1:~ ~::n::
11 seconclo segmento, « conseguente >>(batt. ~ -8 ), puo ripetere in par-
te l'antecedente, e di solito conclude con una cadenza perfetta al I,
V o HI grado del modo maggiore (123b), oppure all, III, V o v del
!: '
"'
modo min ore ( 1 24b).
I+ IVYt Ufff U Y. I III~V
FRAS I
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1
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) I V I V I . t6 V V J· t6 V
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v -vt u· "v
V VI t H Y.Yf D I~V I
r68 Funzioni slruflurali dell'arm1111ia
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fl: :.: 1; ;;~: : I: I
fll- llllT)I Ill
t IV ¥ I VI U V I (iii)VI ll ill f IV ll I~ V I
olloV
··l v t6 v I v IIV v
Ecco alcuni esempi di frasi tratte dalle Sonalt per pianoforte di
Beethoven:
batt. I 2 3 4 6 8
~ 7
a) 4)
anJuedente COIJJeguenJe
l=:I:~====
Op. 2, II. I, If
tempo, fa magg.: 1 v 1- V-1 v, I IV- V-I LV- I- V
Op. 2, II. 2, IV
tem po; Ia magg.: 1 v I- V- IV 1-V,
D : JV- I II I- V
Op. 7, IV tempo,
5)
mi bemolle magg.: V- (l) V I- V- I v, V- (I) V 1- 11-1-V
l~;;1m:1d
I
Godetta
) Per quaoto concerne le sue funzioni strutturali, la codetta e sem-
Conseguenri plicemente una cadenza, quali che possano essere le sue implicazioni
2)
attioenti ai motivi e ai temi. Nella musica classica il suo ambho ar-
monico comprencle tuttc le forme : dal sernplice scambio tr~ I e V
g rado fino aile cadenze arricchitc con le armonie piu distanti. Si ve-
dano, per esempio, le batt. 113- 144 del I tempo dell'Broica(es. 12.5):
I if f IV I~ it V ,.
I
1'
H
•
H rv vu
pedale (peril pedale v. p. 19 1). G li es. u6b(I- V,I- V), rz6 c(I- IV- V,
1- lV- V) incominciano sul I grado. In generate la sezione mediana
contrastante incominceca su un g rado divcrso da qucllo usato per
incominciare o per finite la sezio ne « a »; di conseguenza le altre suc-
) cessioni armoniche ( 1 z6d-111) incominciano sul V, Il l, VI, II e IV gra-
do, con lc triadi minori su i I, V e IV g rado e col Ill e VI grado
abbassati.
I:,
I I v u u v
,
• D ron ri ferimen!o alia lOniC>t (mib magg.)
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I Sczionc mcdiana contrastante
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M~~~ ~~ 1t:~l ~~ I~
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) ~m ~Vl V1 u v
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v r -It
l~fl CJ;rlf: r rl l
parte centrale del coro delle ancelle del Lohengrin di Wagner (es. I 30),
dopo uno scambio tra i gradi· IV e V ritorna alla sopradominante
maggiore (SopD), ripassa dalla tonica (T) e, nell'ultimo segmento,
'i ragglunge Ia mediante maggiore-minore (M-m ). L'es. I 31, tratto dalla '@ (f)vt V - 1
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! Episodio
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1.1
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I
l'rn,t!,ressione
Dicesi progrcssione l'esatta ripetizione di un segmento trasportato
fi ~ u un altro grado della scala. Un'effettiva trasposizione su un altro
I Kr:tdo esprimed un'altra regione armonka, produrra doe una modu-
,ij f I
) MODELLO PROGRESSIONE 1
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VI
@ r VI I~ ff v f-
II
Vltt:i7::::..V IV Iff
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1
Schonberg:
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#Iff 11
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le ripctizioni identichc, indipenclentcmente dalla regione a rmonica.
) a) lkcthovcn: Sinfonia n. 1 in do magg. l JJ
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II
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PROGRESS IONE
QV
I; et,; ,·1; ,·; ,-~ :1!1: •1
~ ~ V I U V I
.0.
I.e successioni eli accordi utilizzabHi per le sezioni mediane contra-
1' \!lnti esposte nell'es. 134, consistono in ripetizioni con l'uso di pro-
I
n
I ~rc~sio ni o d i procedimenti analoghi. La fine del segmento originale, o
b) Schubert, Trio per piano£. c archi, op. 99
I \llliW.LJ.O, deve servire da introduzione o da causa necessaria dell'ac-
c••rdo che inizia la progressione. Per guesto una parte della modula-
7t nne si svolgera spesso nell'ambitu del muddlo stesso, come ad es.
) 111 r 34d, e, f, g, e cosl via.
PROGRESSIONI
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v It r ,.
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t 8o Funzioni stmlfllrali dell'armonia I ·u otitJni di auordi per 110ri uopi (011/positivi 181
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182 Frmz ioni rlrllllurali tiell'armonia ~w .. tmoni di auordi ptr 11ari I(Opi tomporitivi 183
Per necessita compositive e spesso necessaria g iungere ~lla fine di .lorninante artiflciale Slll I g rado .
.J
una progressione su un Jeterminato grado della scala: d b avviene
ad es. in un « passaggio » di sonata (v. p. y3) o per conseguire
t:l5.
un accordo « in levare » prima di una ri.presa, e cosi via. Pt!rcio e ne-
cessaria costruite il modello in maniera conispondente, e iniziare la
') progressione su un determinato grado. Per esempio, se il modello
t·
,.I
184 Ftmziolli slrttllllrali dell' armonia l,.urttioni di auordi per vari uopi fomposifit•i 18j
Nell'es. 136 si trovano progressioni su diversi gradi: una seconda f,) Bcethoven: Sonata op. 2 n. 3 (do magg.)
MOOEJ.LO
maggiore sopra (q6d, i), una seconda maggiore sotto (136~), una
ii terza minore sopra (q6e, f), una terza minore sotto (136n, c), una
lii'! quinta sopra (1 36b). In q6b la progressione viene introdotta da un
I V. grado, in I 36c viene present.ata come una successione 1- 111 grado,
·I
''I
:I
in 136o come una successione IV- V- Vl, in 136d con la ripetizione
della stessa armonia, in 136e infine con lo scambio di mediante minore
i PROGR. una quinta sopra
lt!!t!!2~1tfJ:I
modello e della progressione rendono poco chiare le successioni degli
accordi: rna risulta evidente dalle fondamentali che si tratta di una
successione d'inganno V- VI nella regiooe della dominante (D). Nel-
l'es. I 36i l'inizio della progressione non ·implica un allontanamento
Jitt
I· dalla tonica (T) : it passaggio alla sopratonica maggiore (ST) diventa
evidente solo alia seconda misura. c) Beethoven, Sonata op. 10, n. 1 (do min.)
VI
PROGR. una terza sotto
l
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a)
VI
')
'!:!: ...
VJt + IV IV
PROGR. una t~rz• sotto
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I Numioni di attordi per 11ari stopi romposili11i 187
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terza sopra
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f) Wagn~r:
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MODELLO
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PROGR. una terzi sopra
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) $) Bruckner: Sinfonia n. 7, Adagio (dol min.}
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MODELLO
.,.;J,. ~~
IC) PROGR. una
seconCia sottii
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@ ¥t ft
I ,
l
I
1"(ctflioni di accordi per vari reopi &o111poritir11' 189
coocatenazione I- V in ciascuna regione rna inserendo uno o pili ac- ~VI (IV ~~IV..-kYn
(Y ~ID) IV ~
~ (VI B} V~l (VI IV) \fi...___I (fH VI B) V
cordi intermedi. Lo stesso procedimento puo essere applicato ad al-
~
tri modelli per arricchirli : ad esempio 1- lll, 1- IV, I- VI e I- ll . Si
·d
I
I
.~.I
possono anche usare modelli costituiti da piu di due accordi: ad esem-
pio 1- IV- V, 1- 11- V, 1- Vl - V, 1- VI- lV, 1- VI- ll e cosl via. Oppure,
analogamente al modello 13 7/: I-V-¥1-H. Evidentemente nel corso di
kl MODOLLO p j;gJ-
PRor.R.
'.fi~-~~F,-~~!'·1
~
PROGR.~-,;;;:~:_
I)MODEU.O
;I
un pezzo un modello p~o incominciare anche con un grado che non
sia il I, come si vede nell'es. q8a, c. In 138 b, d, queste progressioni
sono arricchite, nella condotta delle parti, mediante note di passaggio
I a)
'U
I V~Iv (WVIH) fti:Y~
MODELLO
V 6 STm :Y (& V llfVI B) ¥I
~~~~:!,t!rr7~~~~~-~ I ~D 9 V -- .
I
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;i;'~Il
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i; I 190 Ftmziolli slrultura/i dell'armonht
lj.J 1Nur11io11i di auordi per vari 1copi compo1itivi 191
1 MODELLO . ~ r PROGRESSION£ ·I
"lell'es: 141 si trovano alcuni passi tratti dalla letteratura musicale,
'i dq,·e i vantaggi strutturali della progressione (ripetizione, avanza-
mr nto armonico e lentezza dello svolgimento) sono conseguiti senza
dtc il modello sia trattato rigorosamente secondo il principio della
. Yf
rrngressione. Naturalmente tali digressioni possono essere usate solo
v
~~
1 •c lc successioni con le note alterate non sono piu deboli di quelle
u • Yf n
6) I MODELLO I l PROGRESSION£ I c) Altra progressione per b) •klroriginale, il chc c tutt'altro che faci le da stabilire.
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n) MODELLO +) +) PROGRESSIONE
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192 Frmziolli rlrullurali d,/1'ar111onia I lf<ff <Iioni di auordi per vari J(Opi tomporilivi 193
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Funzioni slmllurali dell'armonia fwt tfliOfli di a~~ordi per vari uopi ~omposilivi
194 19~
lnfine i pedali si possono presentare nelle codette, negli episodi e h progressione di un modello eccezionalmen te lungo (142b) o dopo
persino nei temi secondari. Citeremo inoltre alcuni casi ecceziooali: Ull~ ripetizione parzialmente modulante (I42C). Jl punto d 'artiVO e
il preludio del Rheingold, basato esclusivamente su una triade maggiore tndic:lto qui come regione della sopradominante minore (sopd), uno
di mi bemolle; Ia fuga del Dmtsches Requiem di Brahms, e tutto lo svi~ •<":unbio enarmonico paragonabile a quello esaminato a p. 22.1. 11 fatto
luppo ,(Durchfiihmng) e coda della Sonata in re minore op. 108 per violioo (h e questa analisi sia giusta, cioe che questa regione non vada in-
e pianoforte pure eli Brahms (I te mpo), che sono scritti su un pedale tc~a come mediante minore della mediante maggiore alzata (#Mm), e
del basso. tl: mo~tra to dalla continuazione e dalla fine di questo episodio, dove
Non e perc'> ammissibile l'uso del p edale p er celare la poverta del- Ia re~ione della sopradominante maggiore (SopD) si prcsenta nelle
) l'armooia o l'asseoza di una buona linea del basso. Purtroppo la mag- tnn:tlita coi bemolli. II terzo esempio brahmsiano (142d) fa una digres-
gior parte d ei pedali dei compositori mediocri sono di questo tipo: tr•m c prima di g iungere alia mediante maggiore (M), ed e forse questo
ed e Ia forma piu rnisera di o mofonia. che da luogo alia deviazione verso Ia regione della sesta napoletana
•lt·lla mediante maggiore, enarmonicamente identica alia mediante
rru~g i ore alzata
(#M).
« Pftssaggio » nella sonata
a) Beethoven: Sonata op. 10 n. I; passaggio
Nelle forme di maggiore ampiezza, i temi che si trovaoo in differeoti
regioni armoniche son o spesso collegati tra lo ro per mezzo del « pas-
saggio ». Nella musica classica, i temi secondari si t rov ano raramente "
in una regio ne pi(J distante della classe n. 2 (v. p. 109). Di conseguenza
i passaggi n o n presentano particolari complicazio ni armoniche, e sono do min .: t BJ VI
nuovi temi che incominciano alla fine del tema principale (es. 142),
~I@)V . I V
~\'
·"' I \'
o ppure passi modulanti che sostituiscono tale chiusa d~l primo tema
...._---MODELLO ~ L.PROGRESSIONE-
Jl .Ji
lett=~:-I::Cti1:t.~
(es. 143).
L'es. 142 illustra il procedimento con l'uso eli questi nuovi temi in
j un p asso di Beethoven e in tre passi di Brahms, dove Je progressioni
e i metodi di « liquidazione »:1 del modello fanno si che l'andamento
risulti. graduale. L'esempio beethoveniano (14w) e assai semplice. Q2
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(D@~ it
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In due esernpi di Brahms ( 142b, c) Ia svolta finale si presenta solo dopo @I I L_PROGRESSIONE
v if v
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a V. A. Schonberg, Ivlodels, cit., p. 11 .
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196 Funzioni slrullurali dell'arnmnia
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198 Ftmzioni l lrtillurali dell' armo11ia I wttmioni Ji aaordi per vari uopi tontpolilivi 1 99
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(ric.lulione armonica)
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62 secondo tema
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b) Sonata op. 53
IV v - -- ----- -- --- - -I 1 ::::~ J:£: 1: fiTfrr::=
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\ltri passagg t tanno Ja collegamento tra codette concl~-~j ve di
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IJ (,rrruioni Ji auordi ptr Mri uopi tomposilivi
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temi che non han no modulato nella prima parte sono ora gifiiht·t durch
((< condotti attraverso ») regioni contrastanti in un processo moclulante.
Le sczioni med iane contrastanti eli Bach (nelle sue composizioni di @ V I & Y. I It V I V I (vi)
Q)(m) 1
forma piu ampia, come i preludi, lc toccate, anche certc fughe e cos!
via) indubbiamcnte « conclucono » un periodo, un tema, o qualche b) Bach: Partita n. 6 in mi min., ;~i(!a ecc.
) altro segmento della prima parte « attraverso » uo certo numero dire-
gioni armoniche (es. 14~). ~~· I •]lJ. ,~ F' J!J··»j''H' iiV , ,~ I~ =I
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20 4 Ftmziolli Ilrttlluroli dell'omto11io ( IIUffliOIIi Jj a&&ordi per 110ri itOpi &Ompo1iJi11i 2 05
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r:t~sa per un maggior numero di regioni, anche assai lontane, indu-
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Hardn: Sin(o nia in sol magg., sviluppo
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WiJ .!cll'ultimo tempo e poi ancora piu vasto e giunge a regioni ancora
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VI 1 progressio ne della batt. 1 R1 sarebbe una relazione de lla classe [I),
f" ~ tm ilmente la stessa relazione esisterebbe nella progressione sue-
r r«i,·a. Uno degli esempi piu arditi si ha yuando un nuovo terna si
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:•rt·(t•nta trasportato nella regione della mediante minore della scala
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rlh (opradominante maggio re (SopDm, batl. 284), seguita da una
V VI II J6 fr
4 " .. :•cti7ione parziale neJJa regione della sopradominante minore sulla
.; ~J · • .tla de lla sopradominante maggio re (SopDsopd, batt. 292), che oo-
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140 .---._ IH rfi 1 _..-..._ I i' pit't ricco di modulazioni e passa per regioni piu lontane rispetto
1=51:::; ~·A·-~
2 ~jt!J: '' prirno tempo della Si!!fonia 11. 4 in Ia maggio,.e. Si inizia interpre-
' w do Ia nota mi della prima chiusa sulla reg io ne del guinto grado
) ·nino re (v), come terza del T graclo della regione della mediante mi-
9 if~- - - - - - - - - - - - ft 151 tt It] ! 11 •rc alza[a @m, appartenente all a classe [4J) nella seconda chi usa.
1· n':lltra modulazione alia regione elodea (dor, classe QJ) conduce alia
•nrdiante minore (m , classe [i]) passando per Ia sottotonica (solt,
r l.t~ ~c [41), poi d i nuovo alla sottotonica minore (sott) e alia sottodo-
minante minore (sotd, classe [D), seguita dalla regione della .sopra-
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2 18 Funziolli slrullurali del/'armo11ia \ uuruimti di atcordi prr vari uopi composilitJi 219
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I ucrcuioni di accordi per 11ari scopi &ompositivi ZZJ
zzo Ftmzirmi slmllurali dell'ar111011ia
~
!! rl r:::w;t·:::c
Schumann assomiglia a Mendelssohn nel senso che la sua modula-
150 154
zione risulta piu dolce di ttuanto non ci si aspetterebbc rlall'armonia
cosf ricca e lluente. L'es. t 5z. indica come lJUCSto compositore usi le ~
regioni delle chssi [I], [!J, c OJ, cioe tonica minore (t), sottodominante
minore (sqtd), quinto grado minore (v), dor (che sono tutte regioni f <@it
-q__.... ...__... ...__...
11
- . . .__.. ...__... .....__..,
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rninori), e anche mediante maggiore abbassata (~M), mediante minore
abbassata (~ m) e tonica minore (t). I !:.:'" •~~"""'~"'
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Schurn:llln : Quinl c:ll t• per :m·hi c pianof. in rui b<:molle
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222 Funzioni slrulluroli dtll'armonia \natssioni di auordi per tJari sropi romposili11i 223
Per m eglio collegare lo sviluppo (Durchfrilmmg)(batt. 77) del I tempo Brahms: Sinfonia n. 3 in fa m3gg., sviluppo.
della .\'infonin 11. J in .fa IJ/nggiore (es. 15 3) con Ia seconda chi usa della ~ ~ ~;; ~;~ I•·
prima pa rte (sulb mediante min o re, m ), Brahms inserisce un passaggio
introduttivo. L 'inizio clello sv iluppo (che nelle parti degli arcbi e dei
legni c notato come una rcgione di do# minore), come risulta dall'ana-
lisi non' e 'altro che un'enarmonizzazio ne eli una regione dire hemolle
153
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magg.
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: VAGANTE
18·81 88
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nia nel citcolo delle g uinte (come nelle batt. 92-97}, o se-
® rv If v t VI o v '1 - - - - - - - - ~.v )
guendo una linea cromatica del basso (come aile batt. 98- 99). La se-
;done c he va dalla batt. a lta batt. e indicata come apparte-
~ --=
e:~ ~ 11:::::::::=
1 10 112
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:z~ Funz inni slmllumli dell'arl/loui.. \urreuioni di a((ordi per vari scnpi romposilit'i 22~
(!)
~.u:
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~!ft ~VI
U"•
l • l>) MOTTO
lrmo11ia vaganle
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a6 Pu11zioni .rlmllurali dell!armonia Juu usirmi di accordi per vari .rcopi cofJij)(l.tilivi
227
e accordi di settima di dominante: si veciano l'es. 154 e i successivi fo rmali » . Costoro intendevano Ia forma non come un'organi;:zazione,
tratti daUa letteratura musicale (es. 15 5 sgg.), csempi che nel capitola ma come una restrizione; per cui sembrerebbe che le forme « libere »
seguente verranno csaminati anche da altri punti di vista. ~iano forme amorfe e non organizzate. La ragione di questa lacuna da
Beethoven: Sona ta 0 1>. 2 n. 2 in do mngg., 1" tempo, 97-107 parte dei teorici va forse cercat:a nel fatto che non v'c una delle loro
= forme « libere » che sia di struttura simile all'altra. Ma anchc tra for-
me che non sono libere da restrizioni formali (come lo scherzo, il
rondo, il prirno tempo della so nata e della sinfonia) e diflicile trovare
= due esempi che siano simili tra lo ro se non nci lineamenti phi elemen-
) ,ttt
~u~ _:--- - . 4IIC:: :;::: tari. Sono proprio gueste differenze che distioguono una composi-
ll
ۤ} 11 I zione di Beethoven da gueUa di un XY gualsiasi, cosl come altre
differenze servono a distinguere un uomo da una scimmia. E, se i
l tJ "liU compositori non fossero tanto zelant.i nel clare aile loro opere un'esatta
CCC.
I '"'"T 1~ = delinizione, i teorici probabilmente considcrerebbero come no n orga-
=--J~ a~ f -
-
(sopdsopdJ
-- llr• ....._ ..•...._ nizzate anche le forme sottoposte a « restriziooe ».
Per fortuna un compositore sa quando non e opportune incomin-
ciare subito un pezzo facendo ascoltare la cosa principale, quando
cioe ha bisogno di una parte preliminare: e poco importa che un teo-
L'armonh vagante e basata sulla molteplici ta di significate degli rico trovi g_iustificate o meno tali sezioni preparatorie. Nella maggior
accordi ; ne consegue che gli accordi « vaganti » per costituzione pro- parte dei casi si tratta di motivi imponderabili: tuttavia sarebbe diffi-
pria risultano assai efficaci per questo scopo: accordi di settima dimi- ci lc sost.enere che l'introduzionc della Sinjoflia "· 4 di Beethoven o
nuita, triadi aumentate, accordi aumentati di quinta e sesta, di terza della Sonata « patetica >> per pianoforte potrebbero essere tralasciate.
e quarta, triadi napoletane, altri accordi alterati e accordi per quarte. I>cl resto anche delle piccolezze come le due prime misure dell'Eroica
o lc prime due proposizioni della Jitifoflia n. J potrebbero essere - a
"
i'imz ioui .rlmllurnli dell'nr111o/Jia
uS .\ ucceuioni di nccordi per vari uopi tomposilivi ZZ9
1110ii11i.rche ZIIJOJJIIIIf'fl,~tbiir(P,keil tier Priiludim tmtl Fu,gen tlu wohltem- (iihnm,g). In alcunc (ad esempio nelle fantasie e nelle rapsodie) puo
perirrlett K/atJiers 110n j ohn1111 Srbn.rlinn Bncb. 4 Tra le questio ni da lui manc.ue del tutto un centro tonale pur essendo stabilite determinate
discusse v'e c.tuclla del rapporto esistente tra preludio e relativa fuga, rcgioni, poichc nella tonalita d i base l'annonia si viene sempre a tro-
ed cgli. rileva in particolare che j preludi presi in esame servb no a pre- \'arc in fase modulante o addirittura « vagante ».
paqrc le relative fu ghe nella meclesima tonali d1. l preludi, partcnclo da lnvece le introduzioni in gcnere tendono, aJmeno verso Ia fine, a
piccoli nucki (incisi o proposizioni), metto no a punto gradualmente 'tabilirsi nella regione della tonica, come avviene inequivocabilmente
le caratteristiche principali delle fughe corrispondenti. Anche se certi nell'« andante», nell'« adagio n e cosi via che fa nno da introduzione
metodi del Werker possono esscre opinabili , il suo libro h:a pero dei agli «allegro»,« presto» ecc. dei primi tempi delle sinfonie di l.laydn
meriti assai g randi, perche qui Ia musicolog ia e davvero quel che do- c di Mozart. Le modulazioni usate in queste sezioni, vanno eli rado
)
vrebbe essere sempre, cioe una ricerca nelle profon~ita del linguag- piu lontano della classe 1 e z, e sono spesso determinate da progres-
g io musicale. sioni, anche nei passaggi vaganti: posso no incominciare o meno
Per q uan to concerne le funzioni strutturali, i preludi di Bach non nella regione della tonica, rna in ogni caso terrninano su un'arrnonia
difTeriscono in modo sostam'.iale Jalle fughe. E chiaro che ogni di- « in levare » chc ported alla tonica.
g ressione compiuta in ciascun peno rispetto alia scala diatonica d'im-
H a)•dn : Sinfonia in sol magg. (6), l ntroduzione
pianto, non dovrebbe essere considerata come una modulazione. In Adagio ca ntabile
I Mozarr :
m triadc minore su i si. La successiva triade sulso/ (batt. 8) cIa p rima cspres-
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157
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17
Le introduzioni di Beethoven, come tutto cio che ha creato questo
grande poeta dei suoni, esprimono subito una parte del dramma
) successivo. L'introdu:>:ione della Leonora, Ollvtrttv-e 11. J (es. 157) si inizia
con una scala disccndentc che passa, raddoppiata in ottava, per tutti i [!) @ Y rv1~ r· H v
l 1.?:0·
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150.
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Particolarmente degna d'altenzionc l'introduzione della J'i11jonia 11.
@ U V I
(ID@rv If- OJ Gi) V - - 1 -- V
L' introduzione della Si11jonia 11. 7 5 (cs. r6o), benche piu ttosto lunga,
non modula a rcg io ni molto lo ntanc, ma solo alia mediante maggiore
:lbbassata (pM) e alia soprado minantc maggiore abbassata (pSopD),
) chc sono della classc fil.
' Qttcsta introduzione reca l'i ndicazione « Poco sostenuto>> (.J
~ 69). Sono convinto
cit~ si tratta di un errore di stampa, r n iche e evidente che i due episotl i nelle regioni
<klla mediante maggiore abbassatn ( pM} c della so pradornimu•lc tuaggiore abhassa ta
Uf Vl
' DSupD) hanno carattcrc eli marcia. Sc il mctronomo J- 69 scmbm troppo rapid&, ·
<ll!(gcrirei J ·= p - j4. lno ltrc, sc LHl compns itorc di <Jucstu pcrind v sco·ivc dc i scdiccsimi ;
t·Kii intent~e proprio d ei scJicesirn i, non cioe dcgli nttavi 111:1 valori rapidi chc sarann o
:tl' l'crtiti solo se si osscrverit l'indicazionc metron<>mica suggcrita.
"
VAGANTE rv v
'·
234 Funzioni slrulltmsli dell'armonia .luuusioni di auordi prr rnri smpi rnmposiliri 2H
12
20
&-c1hon-n · Sin(oni.t n. 7 in l;t ma,:~: ., l nlntclutiunc
l!ltC;:I~: II :H
rcgioni cosi lontane come quelle di Beethoven. Esse si disting uono
armonicamente clai proceclimenti normali mediante un uso piu frc-
V1\Gi\NTE - - - - - - yuente delle note alterate e di brcvissime digressioni in regioni vicinc,
~ I --V -- - I - - ----- rv H V itt ·
.,J ~!J non di rado ripetute.
IC I~;
Una delle poche imroduzioni esistcnti nella p roduzione strumen-
1211 S'£=1= tale eli Brahms, quella del primo tempo della Si11Jo11ia 11. 1 (es. t6z.),
impiega at'monie che vanno intese come armonie di arricchimento dei
gradi della scala; comunque qui la regione della tonica non viene mai
(f) ~VI v
~ v I abbandonata a lungo. J .'introcluzione dell' ultimo tempo del Qttintello
L'introduzione del prima tempo del Quartetlo op. JJ n.} per archi per archie pianoforte dcllo stesso autore (es. 163) presenta una ric-
chczza ancora magg iore di note alterate e eli accordi trasformati, men-
e vagante dal principi a alia fine;
lo stesso va detto per l' introduzione
dell'ultimo tempo dell'op. 18 n. 6, intitolata La i\'mlinconia (es. 161). trc il trattamento <::on carattere di progressione di alcune proposizioni
_) potrebbe suggerire Ia presen7.a di regioni anche piu lontane. Ma volen-
do analizzare correttamente, bisognera tener presente che la maggior
l!::!etf;.lj~I E:¢; I=
parte dcll'introduzionc e nella regio ne della sottodominante minore
(sotd), e non si potril attribuire un significato funziona le ad akuni
16 1 accordi (segnati con 1 ) il cui elletto vagante deriva dal movimento
cromatico (meloclico) del tema principale.
I I V VI
,
136 Ftmzioni slrullurali d~ll'ar!1fonia \11russioni di armrdi ptr /'ori sropi rollfposilil!i 237
162. 1~"'~:15
CD •--- -- Brahms: Quin lcllo per pinnof. e nrchi, -1" rempo, l ntrodu7.io nc
) 163.1 e;J §v
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e 2 ( es. 164),
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Vi\Gi\NTE - - - - - - - - - - - - - - -
(¥ ) (IV)
11. I
~ ~.J
,J
- c op. II9 , si allontanano da questa descrizione solo percbc hanno
una certa rassomig lianza con le for me della sonata o del rondo, poi-
chc in esse Ia rip,resa e sembrata essenziale alia 1/Jens organizzativa di
Brahms: di fatto anche un'improvvisazione non dovrebbe mancare
) di tale eguilibrio formate. L'es. 164 mostra Ia struttura modulante
®~:: v- .,. della Rnpsodia in sol fllinor·e di Urahms : evidentemente in questo pe7.Zo
non soltanto e t ipico J'arricchi mento dell'armonia, ma aoch~ Ia digres-
Il nome eli rapsodia fa pensare a u-n a costruzione basata sull'im- sione modulante verso un numero elevato di regiooi armoniche:
provvisa7.ione. Scrivendo l'O.fler/(1 1111/Sicale, Bach chiarf Ia difFerenza
csis tcnte tra im provv isazionc e composizione elaborata, e pur cssendo
un grande improvvisatore non fu all'alte7.Z.'l di un Le rna datogli da
r edc rico il G rande. 11 pregio d i un'improvvisazione sta nell'i mmedia-
te7.za e nella vivezza dell'ispirazione pi u cbe nell'elaborazio ne. Ov-
v i:unente Ia differcnza tra una composizione scritta e una improvvi-
IM ~=~"J' rfj~" ;' tn~
CD ~ VI ~ vo ~
J J = :
sata sta nel tempo che si impicga a realizzarla, il cbe e peraltro una J.
qucstione relativa: cos! c he in determinate circostam~e favorevoli
un'improvv isazione pub csscrc elaborata nei particolari al pari di una
composizione ben costruita. In gencre pen) un 'improvvisazione tende Vll I ,..l,t!....,.~
a rcalizzare il suo soggetto piu con l'esercizio della fant~sia e dell'emo- m~ II:
tivita cbe non con l"uso delle facolta severamente intellettuali: abbon-
1Cf!t1;:1:·1'=-~~1:=
)
dcranno i temi e le idee cont rastanti atti a conseguire il massimo del-
l'cffetto mediante una ricca modulazione che spesso si spinge fino
aile rcg ioni piu luntane. 6 U collegamento eli temi dal carattere cosi
G) #\'1 v t rv v 1
QSopOJ V Qid I (j) G) IV
• Mn pcrche mai il cervello di un musicista non dovrebbe funzionare con Ia stessa rapi-
dita cd csattczza di quello di un gen io del calcolo aritmetico o dcgli scacchi?
"
2 ;10 P1111:-;in11i slrnllnrrrli ddl'11rmoni,l Jucrusio11i di auordi per vari .rcopi compositivi 241
65 - 76
)
-u-..._
i=:rm¥J:D;r;·l~i 1
2fl tornando poi attraverso gradi diversi aHa tonica (T). II tt. 14 in fa
mittore (es. 1 66) va all a sopradominante maggiore alzata (~SopD, !]])
passando attraverso Ia tonica maggiore (T): l'armatura eli chiave,
@ IV If- V f H lt(1] ® -t-
V IV
I , con i due d~esis, indica la tonalita eli re maggiore, rna sembrerebbe
che il re maggiore finale possa essere una domihante. ln tal caso ci si
') •
~ potrebbe chiedere anche se la ripetizione con q:u attro diesis in chiave
I=RJ;J;;~~~
5354 56
sia davvero -:-;i maggiore, o se it 111i non sia piuttosto una domioante
della regione successiva della mediante minore alzata (~m). Queste
chiuse su accordi di dominante sono forse dovute alle inAuenze rn0da-
8 rv
It \' IOJ(!)~I VI U V@l I VI V li del canto popolare ungherese, _per it quale non vale piu l'analisi
basata sulle regioni armoniche.
;
"
D.
242. F11nzioni rlrul/uroli dell'nrmonio .lurressioni di auordi per vari uopi comporililli 2.43
i l n u otluzione
)
lr,i,
Wt --
co" ra-· ... y~-- ~~- ~ WI! 3f i lhU IJ 4
I 8 !}'.. .... -----~-----··· - .... ··- .l
~~ 1---- - - --- - -- --- - ---- - 1
IJI
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~~lll~lii~JJ 1-J,·I~~Fffl
~.o,~,o· =~· ~ ~
t IV f
I
IV
rnQ~
Ftmziolli Ilrul/urali dell'nrmnnia .\ucceuioni di ouordi per vari uopi eomposilivi 245
Z44
I Yaganti, mentre nei pochi passi in cui permane in una regione precisa
(cioe Ia parte a recitativo) non presenta un tema. Anche codeste re-
,
I
246 Funzioni slmllurali dell'armonia .\11ansio11i di accordi per vari Hopi tomposilird 247
gioni sono espressc per lo piu con accordi di settima diminuita sui
V g rado seguito dal T, il che ne fa clei punti di sosta entro un'armo nia
altrime nti vagante. L'inizio e Ia fine sono indiscutibilmcnte in re
111100 t C.I3:l<'h: r u111Min nnmn tic:1 c tuga ,
) (D I v v 1 ----
!lb:~~ I0:' 1: :H!: =~
V VI Yff V
!:f::··: : l:ttd
Recitntivi
H:
11 (solo accordi) ,
I: I:J
1 •
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ll::,.::
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I~ 1: 1
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VAGANTE>- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
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l~:: 1~1:1~ a~:.: 1; ~: 1-
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37 :
VAGANTE - - - - - - -
CD rv • v
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f ty V I I petialc - - - - -
148 Funzioni strullt~rali dell'armonia \ucussioni tli auordi per vari scopi composililli 249
Mozart ripete alla fine del brano il motivo che all'inizio aveva un 1":\
menti vaganti. Le regioni in cui l'autore sosta per frasi piu o meno - n• • ...... - ~- - · ·- --- . .
lunghe sono: mediante minore (m , liD ~ sopradominante minore della
.....
mediante minore (m sopd, [1]), mediante maggiore della sopradomi- l v ~c. '===
" "
I
(m sopdM ~ ST , W), sopradominante minore alzata(Jsopd, [1]), quin- L".II sopd J [)G)
to grado minore (v, [ill, sottodominante maggiore(SotD, ITJ), sotto-
domioante minore (sotd , [!]), sottotonica maggiore (sotT, [1]), e
anco ra quinto g r:Hio minore (v). Tale movimento modulante con-
traddice Ia p ossibilita di un centro tonale ancor piu di quanto avvenga
in uno sviluppo di sonata ( D"rchfiihmng).
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) (psopd , [1)), seguita da una progressione nella regione della mediante
minore della sopratonica (STm, liD che serve a introdurre la sopra-
tonica (ST, [!)), poi mediante maggiore della sopradom inante rninore
abbassata (psopdM, II]), mediante minore abbassata (pm , ITJ), s~pra
dominante maggiore (SopD, II ]) e inf1ne tonica minore e maggiore
(t e T). Q uest'analisi e molto a.rtificiosa, e serve piu che altro a dimo-
strare l'assenza di un centro tonale. ,
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lj 1 Fuuzioni slmllnroli dt/1'ormonio Juuusioni Ji auordi per IJari uopi tomposilivi zn
Fantasia op. 77
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La forma del recitativo potrebbe esserc analizzata in maniera ana-
toga. Nel cosiddetto recitati~o accompagnato si ripetono occasio-
nalmente alcune proposizioni, mentre nel recitativo secco - la cui
forza motrice e costituita da armonie vaganti - mancano anche
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queste brevi ripetizioni. Da quali fattori nasce dunque in questi casi
le:t:J:~J II:T~IIf.;t:
la logica e la coerenza che e fondamentale per Ia comprensione? A
questa domanda non si puo rispondere con un 'analisi armonica: pro-
babilmente e la fusione di suoni e di parole che con iL suo significato
e Ia sua logica sostituiscc il significato e Ia logica delle successio ni
armoniche.
Nei seguenti esempi analizziamo passi tratli da recitativi della
Matthtiu.rpauion eli Bach (n. ;o « Und er kam zu seinen Jiingern »,
) es. qo), delle Nozze di Figaro di :rvtozart (atto m, prima dell'aria del
conte, es. I 71 ), e del F ide/io di Beethoven (atto I, prima dell'aria di
Leonora, es. r7z). In tutti questi recitativi si osserva l'unione di reci-
tativo secco e recitativo accompagnato. Anche qui Ia tonalita ~ cui
si basa il nostro esame non e un vera centro tonale rna serve solo per
valutare l'ambito delle regioni entro cui si muove il recitativo. 11
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La musica classica nacque in un'epoca « apollinea » 1 quantio l'ap- non tengono conto del fatto cbe guesti suoni dissonanti aggiunti
plicazione delle dissonanze e il !oro trattamento, e cos.l pure il tipo e possono svolgere funzioni inattese. Altri compositori celano la tona-
l'estensione delle modulazioni, erano governate da regole divenute lita dei !oro temi con armonie che non banno alcuna relazione coi
ormai quasi una seconda natura di ciascun musicista. La musicalita di temi stessi: qui la confusione e aumentata da imitazioni semicontrap-
un conipositore veniva messa in dubbio se egli presentava delle lacune puntistiche, da fuga6 al. posto delle progressioni usate un tempo
in questo campo, se non era capace di restare istintivamente entro i nella Kapellmeisterm11.rik eli second'ordine come riempitivi, in modo
Jimiti deiJa convenzione corrente. Era l'epoca in cui l'armonia scatu- che si perde completamente di vista Ia mescbinita delle idee musicali.
riva esclusivamente dalla melodia. E in tali casi l'armonia e illogica e priva eli ogni funzione.
sione di suoni, e cio a differenza di quanto avviene col trattamento periodo contrappuntlsttco, i compositori si trovavano in una situa-
del motivo, dove Ia variazione c indispensabile. 3 Tutt~via non si zione analoga per quanto riguardava l'armooia. Le regale danno solo
esclude con questo Ia varieta: i suoni nella successione esatta possono delle avvertenze « negative )), cioe dicono quello che non va fatto, e
presentarsi sia successivamente (in una melodia, in un tema o in una anche i . compositori di guel tempo impararono quel che dovevano
parte indipendente), sia in forma di un accompagnamento formato da fare solo per mezzo dell.'ispirazione. Si puo dire allora che un composi-
gruppi simultanei di suoni (cioe come armonie). tore che si serve del metodo delle dodici note sia in svantaggio rispet-
La valutazione delle successioni (quasi) armoniche in tale musica to ai.,<>uoi predecessori solo peril. fatto che non si e ancora incominciato
e ovviamente una necessita, anche se piu per l'insegriante che per il ad analizzare gli accordi che scrive?
) compositore. Ma dal momento che tali successioni non derivano La teo ria non deve mai precedere la creazione: « E il Signore vide
da una successione di « gradi » fondamentali, non si ttatta in questi che tutto era ben fatto )>.
casi di esaminare l'armonia, ne di analizzare le funzioni strutturali: Ut1 giorn? esistera una teoria con regale generali tratte da queste
questi accordi sono proiezioni verticali della serie di base, e la loro composizioni. Indubbiamente Ia valutazione strutturale di queste
combinazione e giustificata dalla logica di essa. Cio mi capito ancor sonorita sara ancora basata sulle funzioni che esse posseggono poten-
prima che mi servissi delle serie fondamentali, e cioc quando lavoravo zialmente: rna non e probabile che Ia gualita di durezza o di dolcezza
al Pierro! lunaire, a Die gliickliche Hand e ad altre composizioni di quel delle dissonanze (che di fatto C CJUanto dire un minore 0 maggior
periodo: 4 i suoni dell'accompagnamento mi venivano spesso in mente grado di bellezza) costituisca un · fondamento appropriato per una
nella forma di accordi spezzati, cioe in ordine successivo anziche teoria che indaga, spiega e insegna. Da un tale principio di gradualita
simultaneo, come una melodia. non si possono dedurre principi costruttivi. Quali dissonanze dev(\no
Non esistono definizioni dei concetti di « melodia )) e di « melo- venire per prime? Quali per seconde? Bisogna incominciar<; con queUe
dico )) che vadano pitl in Ia di un'estetica da quattro soldi, e quindi aspre e finire con quelle dolci, o viceversa? Ma i concetti di «prima)>
Ia composizione delle melodie dipende esclusivamente dall'ispira- e di « dopo )) svolgono una loro funzione nella costruzione musicale,
:done, dalla logica, dal senso formate c dalla cultura musicale. Nel e il « dopo )) dovrebbe essere la conseguenza del «prima».
La bellezza, in quanto concetto indefinito, e assolutamente inutile
) 3 Sono ammissibili dei trascurabili cambiamenti nell'ordine di successione s.: , per via co me base di valutazione estetica; e lo stesso vale per il sentimento.
delle numerose ripetizioni, ci si e abituati alia serie di l:t.!se. E un procedimento che cor-
risponde aile ampie variazioni che in circostanze analoghe vengono svolte su un motivo. Una Cej;ihl.ra.rtbetik (« estetica del sentimento ))) di questo genere ci ri-
• [Cioe intorno al1910: Die glll&kli&he Hand(La mono felice, 1910-13), Pierrollunairt(1912.); porterebbe all'insuHicieoza di un'estetictt antiquata che paragona i
rna si tenga presente anche quanto Schonberg dice circa le origini della dodecafonia:
cfr. Ltlltr fiwn Arnold S(hOnberg on lhe Origin of the T11'e/ve- Toner Sptem (Lettera di A. S. suoni al movimento ·delle stelle e fa derivare vizi e virtu dalle combi-
Jllll'origine dd sistema dode&ajoni&o) in N. Shonirnsky: Musi& since q oo, New York 1938, nazioni dei suoni. · .
pp. n4· n~ ;e Composition with Twelve Tonu (Composizione con dodici nole) in A. Schonberg;
Style and ldea, New York 1910, trad. it. Slife e idea, Milano 191\o, pp. 107-147·) Ma questo discorso verrebbe meno al suo intento prindpale se non
,t •
parlasse anche del danno recato da quegli esecutori che ignorano le Tavola dei gradi della scala
funzio ni dell'armonia. (cfr. 1'avola delle 1·egioni, p. 2.7)
Quando ascolto "un concerto, mi trovo spesso inaspettatameote in
un « paese straniero » senza sapere come ci sono arrivato: c'e stata
una lnodulazione che non sono riuscito a comprendere. Ma sono si-
curo che cio non mi sarebbe avvenuto in altri tempi, quando l'educa-
zione musicale di un esecutore non era diversa da quella di un com-
positore.
fj Grandi diretto.ti d'orchestra come Nikisch, Mahler e Sttauss6 av-
G rado Nome :\ bbreviazioni per Abbreviazioni per
vertivano bene la graduate alterazione del contesto che precede una il modo maggiore il modo minore
modulazione dando luogo a un « cambiamento di scena », all'iotro-
J tonica T
duzione di un contrasto. Un musicista si acquista la cultura e il senso n sopratonica ST 8(
della fo rma coo una educazione completa e un'approfondita cono- lJl mediante M m
IV sottodo minante SotD sotd
scenza: un interprete di questo tipo rendera chiaro il senso di una mo- v dominantc v
D
dulazione « rav vivando » le parti armoniche adatte allo scopo, e allora Vl sopradominante SopD sopd
VJI sottotonica 80tl
l'ascoltatore non si trovera all'improvviso « in un paese straniero ». (solo per il modo minore)
Hans Richter, il famoso direttore d'orchestra wagneriano, passando
.'< B: II II grado abbassato si chiama « napoletaua » (nap)
uo giorno vicino a una sala di prova dell'Opera eli Vienna, si fermo
sorpreso dai suoni inintelligibili che seotiva provenire dall'ioterno.
Un maestro sostituto, assunto non per le sue qualita musicali rna
perche raccomandato da un potente protettore, stava accompagnando
un cantante. Richter, furioso, aprlla porta e grid<'>:« Signor F ... thai,
se lei ha intenzione di continuare a fare il maestro sostituto, si compri
j prima un trattato di armonia e se lo studi! >>
Era un direttore d'orchestra che credeva nell'armonia e nella edu-
cazionc musicale.
• [Arthur Nikisch ( 18.).)-1921) celebre dircttore d'orchestra, come Hans Richter (1843-
1916), piu sotto ricordato, entrambi unghcrcsi. E noto che Gustav Mahler e Richard
Stiauss furono anche grandi direttori d'orchcstra.]
oo tc:&1
Arnold SchOnberg nacque a Vienna nel 1874, mori a Los Angeles nel 1951.
Sotto l'influsso di Wagner e Mahler nacquero le sue prime composizioni
come i Gurre-Lieder (1901) e Veri:Uirte Nacht (1899) , nella quale
l'acceso cromatismo gia tende a quella disintegrazione della tonalita
che successivamente, attraverso Ia << sospensione della tonalita " •
avrebbe raggiunto (1908) lo stadio cosiddetto " atonale "· Fin dal 1907
. Schonberg s'era accostato ai gruppi tedeschi d'avanguardia,
e partecipo con Kandi nsky e Franz Marc al gruppo " Der blaue Reiter,
(1912, l'anno in cui , col Pierrot lunalre, introduceva il procedimento
tipicamente espressionista della Sprechstimme o voce recitante) .
Di quest'epoca sono pure Erwartung (Attesa, 1909) e Die gliickliche Hand
' ) (La mano felice, 1909-13), realizzazioni fondamentali del teatro musicale
espressionista. A partire dalla Suite op. 25 (1921), SchOnberg applico
integralmente il metodo dodecafonico di composizione, a cui e legato
il suo nome. Nel 1933 con l'avvento di Hitler emigre negli Stat i Uniti:
prima fu al Malkin Conservatory di Boston , poi a Hollywood,
inline aii' Universita di California a Los Angeles. Nel '32 aveva iniziato
Mose e Aronne (che non compi) : ebreo, esiliato, con quest'opera
grandiose Schonberg combatteva il mito materialista del nazismo,
opponendo l'intransigenza di una verita spirituale che per trionfare
non ha bisogno di compromessi col contingente e con le forme esteriori.
E questa posizione si riflette nelle composizioni ~.; ritte in America,
come Kol Nldrel (1939). Ode a Napoleone (1942), Un superstite
di Varsavia (1947) , sino agl'incompiuti Salmi modern! (1950). I suoi scritti
teorici di vasta portata finora editi sono il Manuale di armonia,
e questo sulle Funzioni strutturall dell'armonia che lo continua,
e riassume il metodo adottato da Schonberg con gli studenti
di composizione aii'Universita di California.
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