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in

2009

with funding from

University of Toronto

http://www.archive.org/details/archiviostoricos20soci

AEOHIYIO
STOEICO SICILIANO
\PUBBLICAZIONE PERIODICA
DELLA

SOCIET SICILIANA PER LA STORIA PATRIA

NUOVA

SERIE,

ANNO

XX.

PALERMO
TIPOGRAFIA

LO STATUTO

1895

^5??

t7

^'="

ELENCO
DEGLI UFFICIALI E SOCI DELLA SOCIET PER L'ANNO 1895

Socia e Patrona

SUA MAEST LA REGINA MARGHERITA

DI

SAVOIA

UFFICIALI
PRESIDENTE
Prof.

Comm. ANDREA &TIAMERI, Senatore

del

Regno

PRESIDENTE ONORARIO
Sua Eccellenza
L'

Cavaliere

Avv. Francesco Crispi

deW Ordine Supremo

della SS.

Annunziata

Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delV Interno.

VICE-PRESIDENTI
Gan. Prof. Cav. Uff. Vincenzo Di Giovanni

Membro

del Consiglio

per

gli

Archivi di Stato

e Socio corrispondente deWIstituto di Francia.

Cav. Gr. Uff. Francesco Lanza Principe di Scalea


Senatore del Regno.

ELENCO BEI SOCI

IT

SEGRETARIO GENERALE
Luigi

P.

Di

Maggio

dei

Pred.

VICE-SEGRETARI
Cav.

Aw. Carlo

Crispo-Moncada

Cav. Avv. Giuseppe Falcone

DIRETTORI DELLE CLASSI


Can.

Cav.

Giuseppe Beccaria

Uffciale nelV Archivio di Stato.

Bar. Cav. Dott. Raffaele Starrabba


Sopraintendente Direttore

deW Archivio

di Stato.

CoMM. Prof. Antonino Salinas

Membro

del Consiglio Superiore di Pubblica Istruzione

e Socio corrispondente del? Istituto di

Francia.

CONSIGLIERI
Prof. Dott. Salv. Salomone-Marino

Prof. Dott. Cav. V. Emanuele Orlando

MoNS. CoMM. Gioacchino Di Marzo


Dott. Prof. Cav. Uff. Giuseppe Pitr.

Girolamo Settimo, Principe

di Fitalia

Cav. Prof. Giambattista Siracusa

TESORIERE
CoMM. Napoleone Siciliano.

BIBLIOTECARIO
Dott. Cav. Giuseppe Lodi.

ELENCO DEI SOCI

CORPI MORALI CHE HANNO PRESO DELLE AZIONI


Ministero

dell'

Ministero

d'

Istruzione Pubblica per 400 azioni.

Agricoltura, Industria e

Commercio per 5

azioni.

Provincia di Palermo per 20 azioni.


Provincia di Catania per 20 azioni.

Provincia di Caltanissetta per 10 azioni.


Provincia di Girgenti per 4 azioni.

Municipio di Palermo per 100 azioni.


Municipio di Messina per 10 azioni.
Municipio di Gorleone per 6 azioni.
Municipio di Acireale per 4 azioni.

Municipio

di

Castrogiovanni per 4 azioni.

Municipio di Girgenti per 4 azioni.

Municipio di Marsala per 4 azioni.


Municipio di Monte

S.

Giuliano per 4 azioni.

Municipio di Nicosia per 4 azioni.


Municipio di Noto per 4 azioni.
Municipio di Parco per 4 azioni.
Municipio di Siracusa per 4 azioni.
Municipio di Termini-Imerese per 4 azioni.
Municipio di Alcamo per 2 azioni.
Municipio di Licata per

azione.

Municipio di Salaparuta per

azione.

Biblioteca Fardelliana di Trapani per 4 azioni.

Biblioteca

Comunale

di

Vicenza per 4 azioni.

Biblioteca Nazionale di Napoli per 4 azioni.


Biblioteca Nazionale Braidense di Milano per 4 azioni.
Biblioteca Universitaria di Messina per 4 azioni.
Biblioteca

Comunale

di

Verona per 2

azioni.

Circolo del Gabinetto di lettura in Messina per 4 azioni.

Direzione dell'Archivio di Stato in Venezia per 4 azioni.

ELENCO DEI SOCI

Ufficio

Regionale per la Conservazione dei Monumenti

Sicilia

della

per 4 azioni.

D'Orleans Enrico

A. R.)

(S.

Duca D'Aumale per 50

azioni.

CORPI MORALI ASSOCIATI ALLE PUBBLICAZIONI

DELLA SOCIET
Ministero dell'Interno per

copia di ciascuna pubblicazione.

idem

Ministero degli Affari Esteri


Ministero della Guerra

Camera

dei Deputati

Biblioteca Palatina di

Parma

Archivio di Stato in Palermo


Archivio di Stato in Firenze

per

Archivio di Stato in Napoli


Archivio di Stato in Cagliari
Biblioteca Labronica di Livorno
Biblioteca Classense di

Ravenna

Biblioteca Comunale di Caltanissetta


Biblioteca

Comunale

di

Castelvetrano

Biblioteca di Strasburgo

ELENCO DEI SOCI

VII

PRIMA CLASSE
DIRETTORE
Can. Cav. Giuseppe Beccaria
Ufficiale dello

Archivio di Stato.

SEGRETARIO
DoTT. Cav. Pietro Lanza, Principino di Scalea

SOCI

Palermo.

Accardi Avv. Gioacchino

Aglialoro-Di Blasi Salvatore

Agnello Cav. Prof. Angelo

Albanese Cav. Carlo

Palermo.

Palermo.

Palermo.

Alfani Cav. Prof. Augusto

Firenze.

AUiata Cav. Giovanni, Principe


Corte

di

Cassazione

di

Montereale, Consigliere alla

Palermo.

Amato-Pojero Comm. Michele, Senatore del Regno


Arcuri-Di Marco Virginia

Ardizzone Prof. Matteo

Paler/no.

Arenaprimo Giuseppe, Barone

Arm

Cav. Gr. Cord. Giacomo

Cassazione, Senatore del


Artesi Cav. Giuseppe

Montechiaro

di

Nicol,

Duca

Messina.

Presidente alla Corte di

Palermo.

Palermo.
di

Balsano Ben. Salvatore

Palermo.

Palermo.

Comm. Domenico

sazione, Senatore del

Battaglia Dott. Antonio

Palermo.

Gualtieri Palermo.

Avellone Avv. Salvatore

Bartoli

E.)

(S.

Regno

Atenasio Barone Francesco Paolo

Avarna

Palermo.

Palermo.

(S. E.)

Proc. Gen. alla Corte di Cas-

Regno Palermo.

Termini-Imerese.

Beccaria Can. Cav. Giuseppe, Ufficiale nell'Archivio di Stato

Palermo.

ELENCO DEI SOCI

vili

Aci-Gatena.
Battista Palermo.

Bella Can. Prof. Salvatore

Benfante Avv. Giovan

Bertone Can. Ercole

Palermo.

Bonfiglio Prof. Parroco

Simone

Palermo.

Borz Prof. Cav. Antonino, Direttore dell'Orto Botanico

Pa-

lermo.
Bottalla Cav. Avv. Pietro, Segretario della Procura Generale

Palermo.
Palermo.
Buonpensiero-De Baggis Albina Palermo.
Cali Parroco Andrea Palermo.
del

Bova

Re

nella Cassazione

Sac. Gaspare

Comm. Angelo Palermo.


Tommaso Messina.
Cappello Comm. Salvatore
Palermo.
Caputo-Montalto Francesco
Palma di Montechiaro.
Calvino

Cannizzaro

Cardullo Can. Prof. Simone Palermo.


Gascavilla Doti Prof. Can, Michele Palermo.
Castellana Ambrogio Palermo.
Castelli Sac.

del Vallo,

Bartolomeo, Decano della Cattedrale

di

Mazzara

ivi.

Cataliotti-Valdina Dott. Ferdinando


Celesia (Sua Emin.)
di S. Antonino,

Cerami P. Gaetano
Cervello Cav.

Cardinale D.

Arcivescovo

Palermo.

Uff. Dott.

Parigi.

Michelangelo dei Marchesi

Palermo.

Prof. Vincenzo

Palermo.

Palermo.
Vincenzo Palermo.

Chiararaonte Dott. Socrate


Giaccio Sac. Prof.
Cigliutti Prof.

Comm.

rino Visconti

Valentino, Preside del R. Liceo E. Qui-

~ Roma.

Cimino Cav. Giuseppe, Ing. Capo del Genio


Ciofalo Avv.

Comm. Francesco

Ciotti-Grasso Dott. Pietro


Civiletti Sac. Prof.

Columba

Prof.

Civile

Palermo.

Palermo.

Palermo.

~ Palermo.
Palermo.

Michelangelo

Gaetano Mario

Colucci Cav. Gr. Cr. Avv. Giuseppe, Prefetto al riposo Roma.

ELENCO DEI SOCI

IX

Caltavuturo.
Anacleto Palermo.

Cornelia Bernardo

Conte Prof.
Cordova Comm. Bar. Vincenzo, Senatore del Regno
Corradi Prof. Giuseppe

Aidone.

Palermo.
Palermo.

Costantini Avv. Costaatino

Palermo.

Comm. Ab. Vincenzo

Crisafulli

Crisafulli-Tedeschi Dott. Guglielmo


Crispi

Roma.

Avv. Francesco, Cav. dell'Ordine Supremo della

E.)

(S.

SS. Annunziata, Presidente dei Ministri e Ministro dell'In-

terno

Roma.

Cristadoro Giuseppe, Vice-Segretario nella R. Universit

Pa-

lermo.
Curti Cav. Avv. Achille
Curti Can.

Palermo.

Lorenzo Castel vetrano.

Cusumano Cav. Uff. Prof. Vito


Palermo.
Daddi Mons. Giacomo (S. E.) Vescovo di Ginipoli

e Ausiliare

Palermo.
Giovanni Pantelleria.

dell'Arcivescovo
D' Aietti Arciprete

D'Alessandro Mons. Gaetano

Vescovo

(S. E.)

Cefal.

Davin Can. V. Versailles, (Francia).


Dell'Agli Antonio Giarratana.

De Lorenzo Mons. Antonio Maria (S.


De Marchi Prof. Antonio Palermo.
Deodato Cav. Pietro

E.)

Vescovo

Villarosa.

De Stefani-Ficani Cav. Calogero


Monumenti Sciacca.
Di Bartolo Can. Dott. Salvatore
Di Bernardo Mons. Liborio

R. Ispettore degli Scavi e

Palermo.

Collesano.

Di Blasi Avv, Agostino, Barone della Salina

Di Blasi Prof. Andrea


Di Giovanni

Comm. Gaetano

Di Giovanni Can. Prof. Cav.

per

gli

l'Istituto di

Palermo.

Palermo.

Di Giovanni Prof. Leonardo

siglio

Mileto.

Noto.
Caltagirone.
Uff.

Vincenzo, Membro del Con-

Archivi di Stato e Socio corrispondente del-

Francia

Palermo.

Di Girolamo Avv. Andrea

Marsala.

ELENCO DEI SOCI

Di Gregorio Pasquale, Perito Agrimensore


Di Lorenzo Cav. Dott. Niccol

Palermo.

Di Maggio P. Luigi dei Pred.

Palermo.

Di Menza

Di

Di
Di

di Sezione alla Corte

Palermo.
Martino Mattia Noto.
Piazza Bartolomeo Morreale.
Pietro Sac. Salvatore Palermo.
Salvo Baronello Vincenzo Palermo.
di

Di

Comm. Giuseppe, Presidente

Palermo.

Appello

Dominici-Morillo Sac. Dott. Prof. Luigi, Bibliotecario

Polizzi-

Generosa.

Palermo.
Rosario Palermo.

Donatuti Ing. Lorenzo


Dottore Rag.

Drago-Calandra Dott. Giuseppe, Giudice

di

Tribunale

Cal-

tanissetta.

Errante-Parrino Parroco Giovanni

Falcone Avv. Cav. Giuseppe

Castelvetrano.

Palermo.
Bologna.

Falletti-Fossati Cav. Prof. Pio Carlo

Ferrara Dott. Gaetano

Palermo.

Ferrara P. Gaetano Maria

Palermo.

Petralia Soprana.
Palermo,
Fiorenza Prof. Can. Parroco Giuseppe Morreale.
Floreno-Foschini Alfonsina Roma.
Ferruzza Sac. Francesco Paolo

Fignon Sac. Giuseppe

Nicosia.
Palermo.
Franco Prof. Girolamo Palermo.
Fucile Bar. Luigi Palermo.
Forno Avv. Francesco

Franciosi Prof. Cav. Pietro

Gabrielli Sac. Prof. Gaetano

Garofalo Avv. Filippo


Garuf Dott. Carlo

Palermo.

Ragusa.

Palermo.

Gerbino Mons. Saverio

(S.

E.)

Vescovo

Caltagirone.

Giarabruno Avv. Cav. Salvatore, Archivista


Giliberti

Cav. Angelo

Caserta.

di

Stato Palermo.

Consigliere Delegato di Prefettura

ELENCO DEI SOCI

XI

Gioja Cav. Avv. Vincenzo, Consigliere alla Corte di Appello

Palermo.

Morreale.
Proc. leg. Palermo.

Giordano Can. Prof. Nicol

Gorgone-Caruso Lorenzo,

Gramignani Luigi Filippo

Palermo.

Palermo.

Gramignani Avv. Pietro

d' Italia

Regno

Francesco Giuseppe, Giudice di Tribunale

Grande Cav. Avv. Paolo

Console di

S.

M.

il

Re

Tripoli di Barberia.

Palermo.
Francesco Palermo.

Graziani Avv. Agostino

Guardione Prof.

Guarneri Avv. Prof. Comm. Andrea

Senatore

del

Palermo.

Guarneri Avv. Eugenio


Guarneri Avv. Luigi

Palermo.

Palermo.

Guli Prof. Sac. Giovanni

Palermo.

Indelicato Sac. Prof. Luigi

Palermo.

Palermo.

Vittoria.
La China Mons. Federico
La Colla Avv. Prof. Francesco Palermo.
La Corte Prof. Giorgio Giarre.
La Manna Avv. Biagio Palermo.
ludica-Turretta Avv. Luigi

La Mantia

Dott.

Palermo.

La Mantia Comm.
Lancia

di

Brolo

Arcivescovo

Lancia

di Brolo

Vito, Consigliere di Cassazione

(S. E.)

Palermo.

Mons. D. Domenico Gaspare, Cassinese,

Morreale.
Marchese Giuseppe, Senatore del Regno

Palermo.

Lanza Ignazio, Conte

Marco

di S.

Palermo.

Lanza Dott. Cav. Pietro, Principino di Scalea


Lanza

di

Scalea Cav. Lucio

Palermo.

Palermo.

Lanza-Mantegna Giuseppe, Conte

di

Mazzarino

Palermo.

La Rocca-Impellizzeri Cav. Paolo Ragusa-Inferiore.


La Rosa Sac. Giuseppe M.
Pedara.
Palermo.
La Vecchia Avv. Gioacchino

Leone-Pantano Avv. Corrado

Nicosia.

Xn

ELENCO DEI SOCI

Libertini-Gravina Gav, Gesualdo

~ Firenze.

Giuseppe Palermo.
Avv. Gaetano Palermo.

Lo Cascio
Lombardo
Longo Dott.

Prof. Antonio

Palermo.

Palermo.
Lo Vecchio Can. Gaetano Palermo.
Lumbroso Prof. Cav. Giacomo Roma.
Macaluso Prof. Comm. Damiano Palermo.
Maggiore-Perni Avv. Prof. Cav. Francesco Palermo.
Lorico Avv. Filippo

Majorca-Mortillaro Sig.na Rosalia

Mangano

Dott. Avv.

Mangiameli

Vincenzo

Palermo.

Palermo.

Dott. Salvatore, Sotto-Archivista di Stato

Palermo.
Palermo.
Giuseppe Lercara-Friddi.

Palermo.

Mangione Francesco

Mango

Prof. Francesco

Marino Can.
Marinuzzi

Comm. Avv, Antonio

Mastropaolo Cav. Alfio

Palermo.

Palermo.
Messina.

Mazziotta Cav. Francesco

Mellina Lorenzo, Uffiziale Commissario di Marina

Messina P. Serafino dei Min. Riformati


Mestica Prof.

Comm,

Spezia.

Palermo.

Giovanni, Deputato al Parlamento

Pa-

lermo.
Millien Dott. Achille

Beaumont

Mirabella Francesco Maria

(Francia).

Alcamo,

Montalbano Cav. Placido, Consigliere

di

Cassazione

Pa-

lermo.

Mora

Sac. Bernardo

Palermo.

Morrione Avv, Lionardo


Morvillo Avv, Antonino

Menf.

Palermo.

Musso Avv. Giuseppe


Cefal.
Musso Prof. Matteo
Palermo.
Natale-Di Cristina Cav. Giuseppe, Direttore dell'Ospizio di Beneficenza

Palermo.

Natoli Prof. Luigi

Palermo.

Natoli-La Rosa Avv. Antonino

Lipari.

XHI

ELENCO DEI SOCI

Nocito

Comm. Avv. Nunzio

Palermo.

Notarbartolo- Merlo Cav. Leopoldo, Tenente di Vascello

Pa-

lermo.

Palermo.

Noto Sac. Giuseppe

Oberty Cav.

Enrico, Consigliere di Corte di Appello

Dott.

Napoli.

Orlando Francesco

Palermo.

Orlando Sac. Giuseppe della Compagnia di Ges

Orlando Cav. Prof. V.

Palermo.

Emanuele Palermo.

Ottone Ing. Giuseppe


Palermo.
Pace Prof. Avv. Salvatore
Palermo.
Padula Comm. Antonio
Roma.

Pagano

Palermo.
Francesco Palermo.

Giacomo

Prof. Avv.

Palizzolo

Drago Avv.

Palizzolo

Comm.

Raffaele, Deputato al

Parlamento

Palizzolo-Gravina Cav. Gr. Cr. Vincenzo, Bar. di

Palermo.
Ramione

Palermo.

Palomes P. Luigi dei Conventuali

Palermo.

Palermo.
Pandolflni-Cultrera Francesco Palermo.
Pantaleo Cav. Uff. Vincenzo Palermo.
Panciera Prof. Domenico

Parisi Benef. Francesco Paolo

Palermo.
Caltagirone.

Passanisi Bar. di Granville Mario

Passarello Avv. Alfonso

Patera Dott. Paolo

Leonforte.

Partanna.

Paterno Comm. Prof. Emmanuele, Senatore del Regno, Cavaliere dell'Ordine del

Patiri Giuseppe

Merito Civile di Savoia

Termini-Imerese.

Patricolo Corrado

Pecorella Matteo

Palermo.

Palermo.

Pelaez Avv. Cav. Emanuele

Palrmo.

Palermo.
Palermo.

Perricone Francesco
Piazza Salvatore

Pincitore Dott. Alberico

Pinzolo Prof. Pietro


Pitini Can. Cav.

Palermo.

Palermo.

Antonino

Palermo.

Roma.

ELENCO DEI SOCI

XIT

Palermo.

Pizzillo Dott. Niccol

Palermo.
Pizzoli Mons. Parroco Domenico
Pollaci-Nuccio Cav. Fedele, Sopraintendente allo Archivio Co-

munale

Palermo.

Pollaci-Testa Fedele, Commissario nelle RR.

Dogane Palermo.

Caltanissetta.
Vincenzo Acireale.

Pulci Sac. Prof. Francesco

Raciti-Romeo Can. Prof.

Palermo.
Salvatore Lercara-Friddi.

Raimondi Sac. Pietro


Raja-Sinatra Sac.

Palermo.

Ramondetta-Fileti Concettina

Reber

Alberto Palermo.

Ricca-Salerno Prof Giuseppe


Rifici Not. Alfio

Agata

S.

Ryolo Comm. Domenico


Rizzo Dott. Giulio

Naro.

Emmanuele

Robbo Giuseppe

Rodolico Niccol

Bologna.

Romano
cia

Palermo.
Militello.

Messina.

Palermo.

Prof. Cav. Salvatore, Ufficiale

Palermo.

Romano-Catania

Dott.

Giuseppe

d'Accademia

Fran-

Palermo.

Palermo.
Vittorio Pavia.

Rossi Avv. Enrico

Rossi Prof.

di

Caccamo.
Rosso Sac. Giuseppe
Palermo.
Ruggieri Vincenzo

Russo

Dott. Angelo, Ufflc. nell'Archivio di Stato

- Palermo.

Russo Can. Prof. Giuseppe Girgenti.


Russo-Giliberti Dott. Prof. Antonino Palermo.
Russo-Onesto Cav. Avv. Michele, Sostituto Procuratore generale

Catania.

Russo-Riggio Can. Luigi


Salerai Dott. Vincenzo

Palermo.

Palermo.

Salemi-Battaglia Benef. Emanuele


Salvioli Cav. Prof.

Salvo Benigno

Sampolo

Giuseppe

Novara

Palermo.

Palermo.

(Sicilia).

Corara. Prof. Luigi

Palermo.

XV

ELENCO DEI SOCI

Palermo.

Giacomo

Sanfilippo Cav. Avv.

Giuseppe Besan^on

Sainte Agathe (de) Conte Avv.

Sangiorgi Avv. Salvatore

Palermo.

Sansone Prof. Cav. Alfonso


Santangelo-Spoto Enrico

(Francia).

Palermo.

Palermo.

Sardofontana Notar Francesco Paolo

Savagnone Avv. Francesco


Sbano Can. Prof. Corrado

Palermo.

Palermo.

Noto.

Scandurra Cav. Avv. Gaetano

Cons.

di

Corte di Appello

Palermo.

Scavo Sac. Parroco Agostino


Schir Can.

Atanasio

Palermo.

Contessa Entellina.

Palermo.

Schir Prof. Giuseppe

Settimo Girolamo, Principe di Fitalia


Siciliano

Siciliano

Palermo.

Palermo.

Palermo.
Luigi
Giuseppe

Simiani P. Don Pier Giuseppe dei Benedettini Olivetani

Siragusa Cav. Prof. Giambattista


Storiano Can. Arcip. Gaspare

Tamburello Prof. Giuseppe


Tarro Avv. Francesco
Terrasi Sac. Giovanni

Marsala.

Collesano.

Messina.
Palermo.

Testasecca Conte Ignazio, Dep.


Tirrito Ing. Rosario

Tosi Cav.

Uff.

Palermo.

Palermo.

al

Parlamento

Caltanissetta.

Palermo.

Gaetano, Cancell. alla Cassazione

Palermo.

Castronovo.
Travali-De Francisco Luigi Palermo.
Tropea Dott. Prof. Giacomo Messina.
Varvaro-Pojero Comm. Francesco Palermo.
Vasi Sac. Prof. Luigi San Fratello.
Traina Sac. Giuseppe

Vassallo-Paleologo Cav.

Uff.

Francesco

Palermo.

Messina.
Ignazio Catania.

Visalli Prof. Vittorio

Zangara Avv.

Ziino Prof. Giuseppe

Messina.

Zuccaro Mons. Can. Ignazio, Segretario


civescovo

Palermo.

di S.

Em.

il

Card. Ar-

ELENCO DEI SOCI

XVI

SECONDA CLASSE

DIRETTORE
Starrabba Cav. Dott. Raffaele, Barone

di S.

Gennaro

Sopraintendente Direttore delV Archivio di Stato.

SEGRETARIO
TraVALI Cav. Dott. Giuseppe
Sotto-Archivista di Stato.

SOCI
Avolio Prof. Cav.

Corrado

Uff.

Noto.
Palermo.

Barrila- Vasari Proc. leg. Ignazio

Battaglia Avv. Giorgio

Palermo.

Comm. Paolo, Principe


Regno Palermo.

Beccadelli-Acton
tore del

Bello Cav. Prof. Vittorio

Pavia.

Boglino Mons. Ben. Luigi

Palermo.

Bona

di

Camporeale, Sena-

Ignazio, UfRziale nell'Archivio di Stato

Briquet Carlo Mos

Ginevra.

Casano Sac. Ferdinando


Cianciolo Avv. Carlo

Cosentino

Prof.

Palermo.

Cav.

Palermo.
Palermo.

Giuseppe

Sotto-Archivista di Stato

Palermo.
Costantini Cav. Costantino Maria, Maggiore

di

Artiglieria

Capua.
Cozzucli Prof. Sac. Giambattista

Palermo.

Crispo-Moncada Avv. Cav. Carlo, Sotto-Bibliotecario


zionale

Palermo.

alla

Na-

ELENCO DEI SOCI

De Gregorio Marchese Giacomo


Dichiara Dott. Francesco

Palermo.

Palermo.

Mons. Gomm. Gioacchino

Di Marzo

Comunale

XVII

Capo Bibliotecario della

Palermo.

Errante Dott. Francesco Umberto

Palermo.

Termini-Imerese.
Giuseppe

Faraci Parroco Giuseppe

Ferrante Sac. Prof.

Palermo.

Emmanuele

Giorgi Cav. Prof. Dott. Ignazio, Prefetto della Biblioteca Ga-

Roma.
Domenico Palermo.

sanatense
Gnoffo Sac.

Guastella Avv.

Ernesto

Sotto-Bibliotecario alla Nazionale

Palermo.

Heinemann

Dott. Prof. Lotario

Halle

(Germania).

Inghilleri Sac. Giuseppe, Sotto-Bibl. alla Nazionale

Inghilleri-Di Bella Prof.

La Ganga Can.
Lagumina Sac.
La Mantia Dott.
La Via-Bonelli

Palermo.

Giuseppe Palermo.

Capizzi.

Pietro

Giuseppe
Giuseppe,

Palermo.
Uff.

Palermo.
di Nicosia

neirArchivio di Stato

Avv. Mariano, Rapp.

il

Municipio

Nicosia.

Lionti Dott. Ferdinando, Sotto-Archivista di Stato

Palermo.

Lodi Dott. Cav. Giuseppe, Primo Archivista

di Stato

Manasia Sac. Calogero, Capo Bibliotecario

Caltanissetta.

Mantia Dott. Pasquale

Palermo.

Giuseppe

Borgetto.

Martines Ing. Amilcare

Palermo.

Marano

Dott.

Masi Mons. Giuseppe

Palermo.

(S.

E.),

Vescovo

di

Tempe

Palermo.

Palermo.
Giuseppe Palermo.

Milazzo -Cervello Dott. Luigi

Montalbano Can. Prof.

Montalbano Can. Saverio, Sotto-Bibliotecario


Palermo.
Palmeri
ria

di

Villalba Nob. Cav. Niccol

alla Nazionale

Maggiore d'Artiglie-

Terni.

Parlato Avv. Liborio

Palermo.

Pellegrini Prof. Cav. Astorre, Preside del Liceo

Palermo.

Umberto

ELENCO DEI SOCI

XVni

Pennino Can. Prof. Antonino

Palermo.
Palermo.
Palermo.
Francesco Palermo-

Pipitone-Federico Doti Prof. Giuseppe


Pitr Dott. Prof. Gav. Uff. Giuseppe

Randacio

Dott.

Comm.

Russo Cav, Filadelfio


Salomone-Marino

Prof.

Palermo.

Dott. Cav. Prof. Salvatore

r Palermo.

Salvo-Cozzo Cav. Giuseppe, Scrittore alla Vaticana


Sapio Prof. Cav. Giuseppe

Savona Can.

Dott.

Serio Cav. Simone


Silvestri

Roma.

Palermo.

Giuseppe

Palermo.

Palermo.

Comm. Giuseppe,

Siciliani

gi Sopraintendente agli Archivi

Palermo.

Starrabba Dott. Cav. Raffaele, Bar. di

S.

Gennaro, Soprainten-

StrazzuUa Dott. Prof. Sac. Vincenzo

Palermo.
Siracusa.

Tasca-Lanza Gav. Giuseppe, Deputato

al

dente Direttore dell'Archivio di Stato

Parlamento Palermo.

Travali Cav. Dott. Giuseppe, Sotto- Archi vista di Stato

Vaccaro Sac.

Prof.

Vito Palermo.

Vitrano Giuseppe Filippo

Palermo.

Palermo.

Xll

ELBNOO DEI SOCI

TERZA CLASSE
DIRETTORE
Salinas Prof. Comm. Antonino

Membro

Superiore di Pubblica Istruzione

del Consiglio

e Socio

corrispondente deWlstiluto di Francia

SEGRETARIO
Lagumina Can. Prof. Bartolomeo

SOCI

Agnese-Pomar Cav. Ignazio


Alagna
Alagna

Dott. Francesco
Ing. Vincenzo

Palermo.

Marsala.

Palermo.

Aldisio-Cortia Salvatore

Terranova
Palermo.

(Sicilia).

Allegra Francesco Paolo

Alliata-Gardillo Filippo Maria

Arm

Gav. Ing. Ernesto

Basile

Comm.

Ing. Prof. Ernesto

Beloch Prof. Giulio

Palermo.

Palermo.

Palermo.

Roma,

Beuf Rag. Costantino

Palermo.
Palermo.

Biondolillo Ing. Giovanni

Buonpensiero

di

Naduri Prof. Emilio Claudio

Busacca Carlo, Marchese di Gallidoro

Palermo.

Palermo.

Capizzi.
Giuseppe Marineo.

Calandra Dott. Giacomo


Calderone Sac.

Cantone Ing. Salvatore

Palermo.

Castorina Can. Pasquale

Catania.

Chiaramonte-Bordonaro Barone Gabriele, Senatore del Regno


Palermo.

ELENCO DEI SOCI

ijt

Ciaccio-Napoli Gav. Alessandro


Cicchetti Prof.

Palermo.

Palermo.

Eduardo

Termini-Imerese.

Ciofalo Prof. Saverio, Bibliotecario

Cirino Mons. Giovanni


rale

(S.

E.),

Arciv. d'Ancira e Vicario

Gene-

Palermo.

Civiletti Prof.

Comm.

Benedetto, Socio corrispondente deiristi-

Palermo.

tuto di Francia

Palermo.
Pittore Palermo.

Coppola Ing. Angelo


Cortegiani Michele,

Costa Avv. Giuseppe

Palermo.

Crocco-Paterna Giovanni
D'Antoni Salvatore,

Duca

Palermo.
Feria Palermo.
di

De Luca Avv. Comm. Atanasio, Economo generale

dei benefci

Palermo.
Raffaele Palermo.

vacanti in Sicilia

Demma

Ing.

De-Spucches Cav. Antonino, Principe


Destefano Ing. Salvatore

di Calati

Palermo.

Palermo.

Palermo.
Francesco Palermo.

De Vargas Cav. Ferdinando


Donati-Scibona Arch.

Fazio Giuseppe, Conservatore al Museo Nazionale

Palermo.

Ferraro Prof. Ing. Corrado Palermo.


Genovese-Ruffo Salvatore Palermo.
Gorritte Cav. Avv. Giovanni

Grasso Dott. Prof. Gabriele

Palermo.

Palermo.

Grazia Sac. Pasquale, R. Ispettore dei Monumenti di Alcamo

Calatafmi.

Greco Comm. Ing. Ignazio


Palermo.
Lagumina Can. Prof. Bartolomeo
Palermo.

Lanza Gr. Uff. Francesco, Principe


gno
Palermo.

di Scalea,

Castelvetrano.
Palermo.
Palermo.

Lentini Sac. Gioacchino


Lentini Prof. Rocco

Lo

Presti

Eduardo

Lucifera Cav.

Uff.

Avv. Giovanni -- Palermo.

Machi Salvatore - Palermo.

Senatore del Re-

ZXi

ELENCO DEI SOCI

Majorca Luigi, Principe

San Bartolomeo, Duca

di

di

Sperlinga

Palermo.
Maltese Notar Faustino

Rosolini.

Palermo.
Mangano Giuseppe
Palermo.
Mantegna Benedetto, Principe di Gangi

Palermo.
Marvuglia Cav. Arch. Domenico

Mauceri Cav.

Ing. Luigi, Segreterie della Direzione

Uff".

rale per le ferrovie

Mauro

Prof. Antonino

Barone

Melfi Corrado,

- Palermo.
di S.

Giovanni

Millunzi Prof. Can. Parroco Gaetano

Mora Can,

gene-

sicule Palermo.

~ Ghiaranionte.

Morreale.

Vincenzo Palermo.

Palermo.

Naselli-Notarbartolo Cav. Leopoldo


Natoli Marchese Giuseppe

Orsi Prof. Paolo, Direttore del

Paino Nobile

Museo

Siracusa.

Giulia Palermo.

Palazzotto Arch. Ing. Giov. Battista

Parenti Ing.

Palermo.

Palermo.

Vincenzo Siragusa.

Parisi Sac. Prof. Giuseppe, Direttore del R. Ginnasio

Paterna Leonardo
Patricolo Achille

Palermo.

Patricolo Prof. Cav.

Uff".

Giuseppe

Pennavaria Cav. Dott. Filippo

Palermo.

Ragusa.

Pepoli Conte Agostino, Barone di Culcasi


Perdichizzi Antonio

Emanuele

Pugliesi Vincenzo

Raia Bernardo

Trapani.

Palermo.

Pintacuda Ing. Prof. Comm. Carlo


Portai Ing. Cav.

Sciacca.

Palermo.

Palermo.

Palermo.

Alcamo.

Palermo.

Palermo.
Palermo.
Rindello Cav. Niccol Palermo.
Rizzo Prof. Dott. Gaetano Patti.

Rao

Ing.

Giuseppe

Renzi Cav. Ing. Salvatore

Rocca Cav. Pietro Maria, R. Ispettore


Rutelli Prof. Cav. Mario

Palermo.

dei

Monumenti

Alcamo.

BLENOO DBI SOCI

TtTCTt

Palermo.
Enrico Palermo.

Rutelli Niccol

Salemi Ing.

Salemi-Pace Comm. Prof. Giovanni

Comm.

Salinas
di

Prof. Antonino,

Palermo.

Membro

del Consiglio superiore

Pubblica Istruzione, Socio corrispondente

Francia, Direttore del


Salinas

Emmanuele

Museo Nazionale

dell' Istituto di

Palermo.

Palermo.

Salvo di Pietraganzili Cav. Rosario, Consigliere deleg. Palermo.

Sanfilippo-Musso Michele

Scavo Rag. Vincenzo

Palermo.

Palermo
Palermo.

Sciangula Prof. Agostino


Sciuto-Patti

menti

Cav.

Uff.

Carmelo, R. Ispettore dei Monu-

Prof.

Catania.
Palermo.
Palermo.

Siciliano Cav. Michelangelo

Siciliano

Comm. Napoleone

Sinatra-Raja Ing. Agr. Giuseppe

Spadaro Pietro

Lercara-Friddi.

Palermo.

Spata Cav. Dott. Giuseppe, Conservatore


del Distretto

dell'

Archivio Notarile

Palermo.

Trigona Comm. Domenico, Principe

Ugduleua Giovanni

Valenti Giuseppe, Scultore

Whitaker Giuseppe

SOCI

di S. Elia

Palermo.

Palermo.

Palermo.

Palermo.

NON ADDETTI ALLE CLASSI

Aragona Diego, Principe Pignateili-Cortes Napoli.


Belgrano Comm. Prof. Luigi Tommaso, Socio dei Lincei, Se
gretario generale della Societ Ligure

Benso Comm.

Giulio,

Duca

Genova.

della Verdura, Senatore del

Palermo.
Blandin Mons. Giovanni

Bonanno Cav. Eduardo

(S.

E.)

Vescovo

Noto.

Palermo.

Chiofalo Can. Dott. Giuseppe

Partanna.

Regno-

XXIII

ELENCO DEI SOCI

Palermo.
Francesco Palermo.

Ciotti Cav. Pietro

Crispo Can.

Daddi Avv. Francesco

Palermo.

De Leonardi Gaetano, Rappr.

il

Municipio

De Micheli-Maniscalco, Barone Domenico


De Spucches-Franco Giovanni, Marchese
D'Orleans Enrico

(S.

Comm.

Florio

Ignazio

tore del

Regno

Parco.

Parco

Schiss Palermo.

Palermo.

Palermo.

Palermo.

San Cataldo e Fiuraesalato, Sena-

Galletti Nicol, Principe di

di

Duca d'Aumale

A. R.),

Fignon-Prost Rag. Girolamo

di

Palermo.

Palermo.

Palermo.

Palermo.
Gramaglia Gaetano
Guarnaschelli-Mustica Avv. Domenico Palermo.
Giuflfr Prof. Dott. Liborio

La Manna Comm.
pello

Lancia

Achille,

Primo Presidente

Catania.

di

Brolo Marchese Corrado

Lanza Cav. Pietro, Principe


al

della Corte d'Ap-

Parlamento

di

Palermo.

Trabia e di Butera

La Vaccara-Giusti Avv. Benedetto, Rappresentante


di

Deputato

Palermo.
la

Provincia

Caltanissetta Caltanissetta.

Lecerf Alberto

Palermo.

Monroy Ascenso Alonso Alberto, Principe di Maletto Palermo.


Palermo.
Oliveri Comm. Eugenio, Sindaco di Palermo

Perniciaro Costantino

Palermo.

Palermo.
Salamene Avv. Rosario Aragona.
Schiavo Ben. Achille Palermo.

Romano

Can. Leopoldo

Schinin di

S.

Elia Marchese Giuseppe

Ragusa.

Struppa Cav. Salvatore, R. Ispettore dei Monumenti, Rappresentante

il

Municipio

Taibbi Francesco

Thomas

Dott.

di

Marsala

Marsala.

Palermo.

Wilson

Palermo.

Trigona di Sant' Elia Conte Francesco

Palermo.

KLEWOO DBI 8001

XXIV

Triolo Gav. Prof. Vincenzo

Ugo

Palermo.

Gav. Gr. Cord. Pietro, Marchese

del

Regno

Favare

Senatore

Palermo.

Varvaro Gav. Eduardo

Palermo.

Ginisi.

Venuti Arciprete Mauro

Venuti Sac.

delle

Saverio Ginisi.

SOCI ONORARI

Bamberg

Dott. Felice

Germania.

Benndorf Prof. Ottone

Busolt Dott. Prof. Georg

I.

R. Universit di Vienna.

Kiel.

Gozza-Luzi Abb. D. Giuseppe

cana

Vice-Bibliotecario

M. Britannica

Smirne.
Mdailles.

Holm

G.,

Vati-

Roma.

De Puymaigre Conte Th. Francia.


Engel Arthur Parigi Gabinet des

Dennis

della

Console di

S.

Dott. Prof. Adolfo

Napoli.

Liebrecht Prof. Felice.


Paris Prof. Gastone

Perreau Gav.

Pflugk-Harttung Prof.

Watkiss Lloyd.

Winkhelmanu

Parigi.

Uff. Pietro, Bibliotecario

W.

Parma.

Giulio Universit

di Gottinga.

Inghilterra.

Dott. Prof.

Eduardo

Universit di Heidelbcrga.

LA COMMEMORAZIONE
DEL

3.

GENTENNARIO DELLA NASCITA

DI

FRANCESCO MAUROLICO

Francesco Maurolico messinese una di quelle glorie che

pu vantare

la Sicilia

Uomo

mente

di

gena erudizione

tra

le

pnmissime

della umanit.

vasta, d'intelligenza elevatissima, di onni-

intese

puossi a buon diritto

a ricondurre ad unit

^nguardare come

il

scienze e

le

restauratore delle

m^atematiche nel secolo XVI.

Di quesf uomo sommo ricorreva a 16 settembre del 1894


il

terzo centenario della nascita.

Il socio

dalizio prof. Francesco Guardione,

negarsi

curare
il

il

fervido

amore

agli studi

di questo nostro So-

a cui certamente non pu


storico e lo zelo iel pro-

di quest'Isola, fece Istanza presso

d'illust^are le glorie

nostro Consiglio direttivo perch la Societ

morare, com in altre occasioni avea

fatto,

volesse

comme-

con una solenne

adunanza la data di quella nascita, dichiarandosi pronto a


legge) 'vi un discorso da lui appositamente preparato; non senza
raccomandarle d'altro

lato

seconda domenica del mese


nella

terza

che

che la seduta sociale, invece della


,

come

coincideva

di consueto

appurilo

col

avesse

giorno

16

luogo
set-

tembre.
Il Consiglio direttivo

siderato
1.^

discutendo sulla cennata istanza

ha con-

che,

a prescindere

dall' alto

seggio che

il

Maurolico

occupa come scienziato, bisogna Hguar^darlo come storico,


avendo egli pubblicato il Rerum Sicanicarum Compendium,pre^6-

volissima opera precipuamente per

quanto riguarda

tempi

in cui visse fautore;


2.**

che

il

discorso promesso dal Guardione

guardarsi come uno d^

soliti

non deve

ri-

discorsi accademici, che lasciano

ma

come un lavoro che porta un


contingente di nuove notizie, mrc nuovi documenti inediti
da lui ora p^odotti, i quali servono a rischiarare taluni punti
il

tempo che trovano

oscuri della vita o delle opere

del

sommo

Messinese.

Accolse pertanto la istanza del cennato Professore, acconsen-

tendo benanco che la riunione sociale


nel quule giorno, infatti, dinanzi

a non

si

facesse nel 16 settembre;

iscarso uditorio si lesse dal

Guardione il discorso che qui si pubblica, in omaggio a quelV altissimo

intelletto

per cui

mento non ad un

solo

Sicilia

ha

il

vanto di aver dato nasci-

Archimede.
L.

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>

FRA.NCESCO IMAUROLICO
NEL SECOLO

Il

XVI.

vigor del pensare aiuta quello del-

erano operatori

l'operare, e gli antichi

pi energici di noi perch erano pi robusti pensatori.

Gioberti, Gesuita Moderno.

Considerando quanto di urbano


vole

si

sagace e di ammire-

di

scrisse in quattro secoli, in Italia e nelle nazioni stra-

niere, intorno a

Francesco Maurolico, forse non parr

superfluo in questo d 16 settembre, ricorrente


tenario della sua nascita, che, nelle sale di
inteso lodevolmente a

mantenere

lo

promuovere

le

discipline

oramai

convengono

tutti

consesso,

si

ricordi

un

avere dischiusi
scientifici

questa non sarebbe che una parte dell'esplicazione

del suo intelletto

una parte non

piccola,

come afferm

1876 Federico Napoli, dotto nelle Matematiche;


-colti,

storiche e a

e restaurati, nel secolo del Rinascimento, gli studj


antichi.

futile

quarto cen-

s illustre

splendore delle patrie tradizioni

alto intelletto, cui,

il

con entusiasmo,

il

nel

quale, ac-

consigli di Michele Amari, corse a. Pa-

FKANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

rigi

per trarre da quella Biblioteca nazionale alcune peregrine


che fece note per

scritture,

argomento

di

gli Atti de' Lincei,

grave parlare presso

con maggior valore giudicare

di

divenute tosto

gli scienziati,

che poterono

Francesco Maurolico.

Il

quale

ebbe, nel secolo suo e ne' tre seguenti, ricordi aurei, e dotte
investigazioni

opere

sue

delle

ma

spesso

vi

fu difetto

di

pensiero originale, e la parte biografica, specialmente questa,


fu

un continuo ripetere, un

gremito

un sunto biografico,

riflesso di

Messina

di ciarle volgari e di superstizioni, edito in

nel 1623 dal nipote Francesco Maurolico, che vantava

ronato della Foresta.

costui

non

si

domina-

stessa et Alfonso Borelli, che, (cacciato nel 1675, da'


tori di

Spagna, come reo di Stato, lasciata con dolore

ove contava

di Messina,

Roma

presso

sua opera
al

frati di

San Pantaleo), postillando

De Motu Anmalium,

in

la citt

mezzo a tanto splendore

di finire, in

di studj, gli ultimi anni della vita, derubato, ridottosi


in

ba-

il

sarebbe attenuto in quella

povero

la celebre

una pagina, accennando

Maurolico, manifestava, ch'egli avrebbe voluto far pago

il

desiderio di scrivere dell'uomo insigne, che, nel secolo decimosesto

grande maestro

fu

di

lessi nell'esemplare borelliano,

nazionale di

Roma,

mi pose poi

in

smarrimento da

documento

fa

che

si

Tali

parole io

test

conserva nella Biblioteca

e la consultazione diligente di tali ricordi

grado

di potere scoprire

qualche prezioso documento


lo

sapere.

tutti

altrove,

come

dir,

dell'uomo insigne, deplorato per

biografi

fino

allo

appena parola quel valentuomo

di

Scin;

del

qual

Federico Napoli,

che non pot averne piena conoscenza, e noi rammentarono

gli

ultimi scrittori della vita e delle opere del Maurolico.

Errori e pregiudizj non lievi chiudono molti

libri,

che par-

lano del Maurolico, e reca maraviglia che l'annalista Domenico


Gallo

(1)

(1),

vissuto in tempi

si

vicini a lui, e, nella

Gli Annali della Citt di Messina, voi.

Filomena, 1879.

II,

prima met

pag. 443; Messina, Tip.

FRANCESCO MAUKOLICO NBL SECOLO XVI

Giuseppe La Farina

di questo secolo,

alla scuola di Costantino Lascaris,

l'abbiano fatto stare

(1)

ed apprendere

ivi le attiche

eleganze; ivi erudirsi a perfezionare l'ingegno negli studj umani,

Bembo

credendolo compagno di Pietro


fu lustro e decoro

e tanta

memoria

che di quella scuola

gentile e affettuosa serb

del celebre maestro; siccome togliamo dalle epistole familiari,


e

da quanto

anni

in questi passati

Bibliographie

vasta opera

ornamento

nel 1885, e gi

raccolse

Hellenique

(2),

il

Legrand

nella

impressa a Parigi

delle cospicue biblioteche di

Euro-

pa,

avendo

tali

raccolta tanta sapienza, ragionato con perizia delle opere

in essa

questo dotto della Scuola delle lingue orien-

XV

greche ne' secoli

e XVI. Agli errori

Francesco

giudizj, e di

Maurolico

si

unirono poi

profondit e

la

scientifica nelle dottrine celesti lo fecero credere

quando
prova

egli fortemente

le

combatteva

parole di filosofo, che

compendio

si

l'

un astrologo

superstizioni,

tali

pre-

acutezza

come

fan

leggono nel libro sesto del

delle istorie siciliane (3)

e le altre nella

epistola

A' Reverendissimi Ambasciadori e Prelati del Concilio Tridentino, ove

G.

dileggio per

al

(1) Messina ed
Fiumara 1840.
(2)

toire

il

francese Nostradamo, censura

suoi Monumenti, pag, 131

Messina

Stamperia di

Sa reputation de maitre habile grandissant chaque jour, un audi-

nombreux

tnit

par se grouper autour de sa chaire. Les plus

de

l'Italie

tinrent honneur

illu-

envoyer leurs enfants


Messine suivre les doctes legons de Lascaris. Farmi ses lves, certains
devinrent illustres
nous signalerons en primire ligne Pierre Bembo,
le futur cardinal, qui conserva tonte sa vie un doux souvenir de 1' heureux temps qu' il avait passe a Messine. (Bibliographie Hellenique, tostres familles

d'

me

1,

pag.

LXXXI

altre parole notevoli


tte de la

de

la

Paris
:

langue grecque ne

forissait
;

Ricordiamo

ancora
la

que sous ce grand homme l'tude


pas moins Messine qu' antrefois a

dit

Lascar, p. 895)

Sicanicarum rerum compendium.

nae, Maffei, 1716.

1885.)

Manuce, dans une pitre dedicatoire

Grammaire de Lascaris

Athnes (Morri, tom IV


(3)

Ernest Leroux

Aide

Uh.

6, editio

secunda; Messa-

FKANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

la

romana

gente, che gli correva dietro festosa a plaudirlo

questa mala fama, direi ingiuria

gion

il

nipote, suo

ha fama

di

accurato,

sommo

che chiudono

quale

lo sca-

Compendio

perduto

il

di

sono, pervenute le parole

ci

titolo di essa

il

non

intelletto,

Di

che, nelle venticinque pagine,

n tampoco

Astrologia giudiziale, del


significanti,

al

primo biografo,

(1).

quaestionum re-

et

golare praesertim ad agricolas medicos nauta:^

et milites et

exclusis superstitionibus directae.

Sovente uomini ed opere nell'evo medio furono

raffcrurati

come

tipi

vaga

assai di leggiadri sogni, per la indole cavalleresca, sorse

tipo del

il

pretata,

si

Nella

e azioni stranissime.

mago

in Virgilio, e la

notte di quell'et,

ftta

leggenda, variamente inter-

estese con larghezza, e con molta curiosit

Maurolico, sorto col chiudersi del medio evo,


l'astrologo (3) giunse fino agli anni nostri;

si

dal popolaccio appena ne mirava la effigie;

che, magnificando

tempi

(1)

il

grande uomo,

Del

udiva ripetere
tanti

biografi,

volevano magnificare, in

che l'aveva

di ree discordie, la citt

(2).

credenza del-

la

nascere, ta-

visto

Lettera delVAb. Francesco Maurolico ai Reverendissimi Ambascia-

deri e Prelati del Concilio Tridentino, pag. 375

aggiunta

al voi.

unico

Della Storia di Sicilia, prima versione italiana di Girol. Di Marzo-Ferro;

Palermo, Mira, 1849.

Gant, Storia degli Italiani; Appendice VII, Favole intorno a


tomo XV, pag. 306 e segg. Torino, Unione Tipografico-EditriVirgilio nel medio evo, per Domenico Comparetti
1877.
Livorno,

(2)

Virgilio;

ce,

Vigo, 1872.
(3)
si

il

Strana contradizione del Tiraboschi

vedere che anche un

stigi dell'astrologia giudiciaria, e eh' egli

Cosi ci persuadono

servare

le stelle,

giunge, dopo

(!)

che

ci

mo

Gi<Sche in
si

lasciasse

ancora

lui

narrano

gli

aver dato giudizio:


,

scrittori
Io

della verit^di quell'arte

dispiace,

talvolta la esercitasse.

poc' anzi

fatti coll'os-

citati.

non ho potuto leggere

per osservare se in esse

VII, Partol2*, pag. 459 e seg.

mi

ingannar da' pre-

racconti di diversi pronostici da lui

astronomiche del Maurolico

oaso

grand'uomo

ci si

Storia della Letteratura

le

E sogopere

mostri perItaliana, to-

FRANCESCO MAUEOUCO NEL SECOLO XVI

cquero

sciocca credenza, che lunghe

questa

carezzarono

e ripetute tradizioni tradussero


se pure alcuno

bene dire

guenti

al

non

questo

voglia

ci

decimosesto, vissuto da

rese

che

Scin, nel 1808, cinque anni

dopo

ia

la critica

rinomate

opere

diligente e maestra delle

si

non ebbe

lui,

e dopo

arguto biografo e critico;

Ma

egli,

rigorosi critici,

di

Maurolico ne' secoli

Francesco

pi tardi posteri.

a'

dar taccia

susse-

un

Sicilia

straniera
,

si

Domenico

Vincenzo Monti, ne sco-

di

pri le parti insigni e prodigiose dell'intelletto. Talch V Elogio


dello Scin, quasi completo nella
gli

disamina

scientifica,

oscur

accenni brevi e incompiuti de' varj cronisti di Messina

e avrebbe dovuto gittare l'oblio


nipote

che

ad accrescere

credenze

le superstiziose

vere ammassati tanti errori,

si

(1),

venticinque pagine del

sulle

piacque infine esporlo

per aal di-

leggio con una incisione, che lo rivela indovino, o mago, che

trasforma nel

momento

degl'incanti

il

sereno e placido viso.

Antonio, di casa Marula, quando sulle greche ruine s'inalz


la

potenza ottomana

fuggite

abbandonata

la

caduta

Costantinopoli,

barbari, lasciato l'avito patrimonio,

le vittorie de'

Zante, ricover in Messina.

E come avesse

dopo

proposito fermo di

dimenticare tanta strage e l'abbiettezza della prostrata patria,


vigoroso e fervido, l'ingegno applic

dando luogo
greca.

le

discipline

alle

di

agli studj, parzialmente

Astronomia e

allt

Letteratura

apprese da Costantino Lascaris, altro fuggiasco di

Costantinopoli, che, dopo avere ramingato, spiegata la sua attivit a

Milano e a Napoli, ferm, nel 1566, sua stanza a Mes-

sina, incoraggiato

dentro

le

mura

col Lascaris la

(1)

Messina

sufficiente
citt

troppo dal Senato

della citt la voce

scuola di lingua

per

ricordare

ambiva risonasse

che

greca

fu s celebre,

che,

Giuseppe Bonfiglio, che nella


libri, non ha che poche de-

nobilissima descritta in Vili

boli e sciatte parole, e

quando

tutti

de' pi illustri del secolo.

del Maurolico

il

ricordo dell'epitaffio,

non ricorda che

ritenuto

la gloria del

tanto famoso,

Geometra.

FRAKCESOO MAUBOLIOO NKL SECOLO XVI

ne furono

inoltre agl'Italiani, accorrenti dalle regioni estreme,

non ancora

assidui gli stranieri, e tra gli Spagnuoli

che rimase pi tempo a Messina, entu-

tica Cristoforo Scobar,

siasta d'apprendere la scienza greca dal Lascaris

sco Maurolico, quinto degli otto


nio e di Penuccia

dimen-

si

savia e costumata

(2),

France-

(1).

nati dalle nozze di Anto-

figli

gentildonna

da

se

principio trasse ispirazione dalle dottrine del padre, che gl'in-

segn

le

Matematiche, l'Astronomia e la lingua greca, n

diletti gli

che

furono Francesco Faraone

lo rese esperto in

Grammatica, e Giacomo Notese

dello scibile, svolgendo

Le gravi ed ardue

armonicamente
fatiche lo

sopra

tutto

in Reto-

spazi ne' campi

albero della Enciclo-

1'

rendono ammalato, e quando

egli esce dallo stato infermo, ritorna agli studj

prediligendo

meno

pregiato dal Bembo,

.si

con vasta intelligenza

rica, in teneri anni,

pedia.

pi vigoroso,

Matematiche, delle quali in quel

le

secolo di rinnovamento universale, di grandi scoperte, di ter-

Alla scuola di Costantiuo

(1)

Lascaris

accorsero: Pietro Bembo, An-

gelo Gabriele, Patrizio Veneziano, e Cristoforo Scobar, venuto dalla Spa-

gna a stanziare alcun tempo in Messina (Granada Mauro, Orazione


Si coninaugurale, pa{?g. 9, 10^ Messina, Tip. D'Amico Arena 1839.

sulti

pure Eugenio Ferrai,

{L' Ellenismo nello studio di

Padova, Orazio-

naie inaugurale, Padova, 1872), che riferisce, pagg. 59, 60, ci che scrive
il

Morelli, e stimiamo saggia cosa ripeterlo

parare

le lettere

greche

l'anno 1492, ventiduesimo

dell'et

sua,

si

11

Bembo

voglioso di ap,

nel-

preso seco a compagno Angelo

Gabriele, altro gentiluomo veneziano e suo


letteratura,

da un qualche eccellente ammaestratore

intimo

rec a Messina e applicossi ad

amico

per

illustre

impararle da Costantino

Lascaris, che ivi pubblicamente le insegnava, e sotto la disciplina di lai


circa due anni quotidianamente vi
(2)

Antonio

e nobile) in

si

esercit.

d'et matura, e nubile, Penuccia (donna assai saggia,

modo

coniugale accoppiatosi, con celeste benedittione e

C(jndis8imo consortio diedero

insieme

al

mondo

cio: Girolamo, Giov. Salvo, Silvestro, Matteo,

e Giacomo, et una femina detta Laurea

Francesco Maurolico,

critta dal

sina per Pietro Brea 1613).

otto

tgli,

fe-

sette maschi,

Francesco, Giov. Pietro,

{Vita dell'abbate del Parlo

Baron dklla Forksta

pag.

1,

in

Don
Mes-

FEANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

ribili

vicende, doveva esserne

1521

la

il

restauratore. Abbracciata nel

condizione di ecclesiastico,

modesta e

illibata

si

contenne sempre a vita

sostanze ritenendo per

le

s,

come non

s'addicesse a sapiente distrarsi in cure estranee, volle ne avesse


il

governo Giacomo, unico

singolare affetto

non avevagli

fratello superstite, cui

aveva posto

poich la peste, che nel 1500 desol Messina,

lasciato che

padre, questo minore fratello e la

il

sorella Laurea. Ritornando

morbo a

il

nestato avendo la citt, desider

quest'anno, recarsi a

Roma,

infierire

nel

1525, fu-

Maurolico, pel Giubileo di

il

e rendere,

com'era uso

de' cre-

denti d'allora, serena la coscienza.

muove la prima volta per Roma, di ventisette


anni un uomo singolare, e il suo creduto un ingegno tragrande e prodigioso. E mentre non ha messo fuori che una
Quand'egli

grammatica, due

religione e pochi versi in latino e in

libri di

volgare, gi dotto nella latina, nella greca e nell'ebraica letteratura, nelle fisiche, nella geografia, nell'astronomia, nell'ottica,
nell'idraulica, nell'architettura, nella poetica, nella musica, nella

principalmente nella matematica, scor-

storia, nella filosofia, e

gendo con

sintesi acuta

non iscoprirono
critici,
si

(1),

ed

a'

legame

il

delle varie discipline.

la

che

raramente ne furono compresi

biografi,

sua memoria

un accenno Giuseppe Ros-

nostri giorni sol ne diede

abbench

Il

perda troppo in minuzie,

si

non profondamente,

e con le arti della sintesi, miri a rile-

vare l'armonia, che

nell'intelletto del Maurolico, dallo svol-

gere la grammatica fino

alle

rate dalle filologiche e dalle

materie pi lontane e pi dispastoriche.

Domenico Scin ebbe

quasi perfetta la cognizione della concezione enciclopedica del

Maurolico

ma

l'amore

(1)

alla

Francesco Maurolico e

Italia nel secolo

Editore 1888.

XVI

disamina delle matematiche e delle

trasandare

fisiche, gli fecero

di

il

lo

scoprimento

armonico

delle

Risorgimento Filosofico e Scientifico in

Giuseppe Rossi

Messina Carmelo De Stetano

FBANCESCO MAUROLICO KKL SECOLO XVI

10

varie parti

quella comprensiva, della quale lo stesso Mauro-

ragione

lieo diede

al

Bembo

facendogli

dedicatoria de' libri

di Cosmog rapida.

nome

Il

non pot contenere

di lui

l'Isola,

fama ne corse da un capo all'altro del


conoscerlo,

Sicilia si aflfrettavano di
gli

uomini pi rinomati negli

tanissimi

di

ben tosto

la

Se nella

civile.

udirlo

salutarlo e di

muovevano

studj,

pi preclari per visitarlo

ma

mondo

di luoghi lon-

nella sua diletta patria,

e sovente, maravigliati di tanto sapere, gli facevano inviti di


seguirli. Scrive

Napoli

il

scerlo e conferire con

recarono in Messina, per cono-

Si

lui,

il

Gran Priore

Gesuita Clavio, illustre cultore delle

quale affid

ed

d' Inghilterra,

scienze

matematiche,

il

al

manoscritti de' Fotismi e dell'opera su' Diafani

per farh stampare a Roma. Al Gommandino, che

si

recava a

Venezia, consegn gli opuscoli matematici, che vennero pubblicati

per

edizioni

la

(1).

prima volta

Pochi

giati pari a lui

in quella citt, ed

Grandi

tra'

di

ebbero parecchie

ogni et furono

potendo ben comprendere, che

do barbari o molli non sono

si

festeg-

quan-

gli studj,

costumi, porgono a volte qual-

che sollievo, e non sempre persecuzioni e miserie, oltraggi e


dolori.

Le sventure domestiche

gli

diedero in cambio

il

con-

forto degli amici e l'ammirazione di forti spiriti. Chi narra

obbligo di rammentare
fu accolto

amorevolmente da

prelati e

da

principi, che lo

bivano; ch'egli, visitando Carlo V, entrato trionfante

sina^er

la

accolto

fu

di Tunisi

disfatta

con

ha

particolari; noi diciamo solo ch'egli

istraordinarii

in

amMes-

moresche
amorerolezza (2)

carico

di spoglio

segni

d'

che Girolamo Barresi, marchese di Pietraperzia cultore stre-

nuo

(1)

delle Matematiche, si

La pi completa

mum in lucem
MDLXXV
(2)

Vita di

edita.

Ij.

la

ferma a Messina due anni per udire

Opuscola Mntlwinalica nunc priapud Francincum Frnncincium Senensem

eilizione di

Vcncliis

Francesco Maurolico, edizione

citata.

FBAKCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

grande uomo. Con

la parola del

devano

come

d'Italia,

Bembo

lumi,

di consigli e di

prova

fan

lui

carteggiavano, e

documenti, e

scriveva al Faraone e a lui

lo richie-

uomini d'ogni parte

cospicui

tanti

11

(1)

le lettere

che

il

e le altre tenerissime,

e d'ogni dottrina ricolme, del cardinale di Santa Croce, che fu


poi papa Marcello

e tenne

II,

pontificato

il

mirazione
che

gli

Giovanni

ebbe

quale lo chiam a
Euclide e
fatto

approfondire

sollazz

sito,

si

mo, e ne impresse nell'anima ricordi gentili e

come

il

di Gerace,

fu condotto in

allegrato da' monti delle Madonie, e

travagliato spirito, e pi volte

il

Gerace;

geometria di

marchese

Indi dal

am-

reverenza

la
di

la

ebbe costui ritorno dalla Palestina,

che

Castelbuono, ameno
li

volendo

tavole di Alfonso.

le

marchese

Ventimiglia,

s,

di speciale

Matematiche, e nota

cultori delle

per morte inat-

legavano

tesa, ventidue giorni. Al Maurolico si

port a Palerforti

che

egli,

dir, ripetendo le parole sue autorevoli, e che riferisce

Rosario Gregorio, per lodarne


odiosit,

lui s

con istrazio,

che affaticavano,

Una seconda

volta

il

le

due

Roma

citt

ma

le

basse

partite.

fama di
cardinale Alessandro Farnese pone ogni

respira le aure di

grande, che

non concep

indole,

l'

mezzo perch non pi

diparta

si

dalla

la

citt eterna, lo

vuole

regalare di molte centinaia di scudi, e lo adesca con promesse,


tra cui lo scegliere a
tavio.

Il

Maurolico

marchese che

lo

dimora

rifiuta

aveva

il

per

suo o

il

palagio del fratello Ot-

gratitudine

alla

persona

del

condotto, e costui, intimorito che tan-

t'uomo e tanto maestro volevano rapirgli, sollecitamente delibera


di partire, e in

breve trovasi assieme a quello a Napoli, a Messina,

a Castelbuono, e poscia a Pollina, ove pareva


di custodire

seguito,
tati gli

gone

il

sapiente

come cosa santa;

dopo avere viaggiato


uomini pi

insigni,

di Pietro

Bembo,

buon marchese
cui, in

pe' colti regni di

ebbe a

dire,

del Marul erano quasi altrettanti

(1) Lettere

al

di

anni di

Europa,

Nani a petto smisurato

voi. 3, pag. 410, Milano. Dalla

Tipograflca de' Classici Italiani, anno 1810.

visi-

che costoro para-

Societ

FBANCESCO MAUBOLIOO NEL SECOLO XVI

12

Gigante, se pure non sembravano vista del Sole minutissime


Stelle (1).

figlio

il

De Vega chiama

vicer

Il

Hermando

nelle

il

Maurolico per ammaestrargli

Matematiche e nell'Astronomia, ed

sceglie a residenza precaria la citt di Termini


partito

il

Vicer col

per seguire

figlio,

ma

armi navali

le

egli

nel 1550,
di Spa-

gna, mosse per la impresa di Affrica a distruzione de' Barba-

ove

reschi, ritorn nella solitudine di Gastelbuono,

tanto affetto. Eletto all'abazia del Parto

indossando

pi ritirata,

fece ritorno in Messina,

1'

abito di

seguendo

carica di Stratego. Chiamato

mutato poi nel 1594

nasio,

secolo parve un

me

il

ridursi a vita

Benedetto.

Ma

presto

Ventimiglia, assunto alla

il

nel 1553 dal Senato all'Archigin-

in

Universit

che per quasi un

insegn le Matematiche;

sinedrio di sapienti,

e volendo ancora

volle

San

lo allietava

Senato dargli non piccolo guiderdone co-

storiografo, si accinse a scrivere

canicarum rerum compendium

il

cosi

lodatissimo volume Si-

modestamente

intito-

lato.

questo periodo assentatosi per viaggi

In

race,

il

il

marchese Ge-

Maurolico ferma temporaneamente la sua dimora in

Catania. Indi rivede Gastelbuono, e

per ordinare

stampa

la

ivi

sarebbe rimasto a lungo

di tutte le opere, desiderata dal

mar-

chese. Per la morte di costui, inaspettata negli anni trentuno,


toglie al Maurolico tanto conforto

dopo breve
ed

ritiro nell' abazia,

perch non mai


dell'

gli

mancarono

di

le

eccellenza e della

Perfino Don Giovanni


flotta della

d'

Austria,

non

allora

gli

rimane,

ritornare nella sua citt,

ultimi anni gloriosi della vita.

ivi finire gli

assicurano

che

attestazioni

li

dico gloriosi,

pi

vive, che

fama goduta universalmente.

comandando da Generale

Lega, che moveva a fiaccare

la

la

potenza turca, lo

richiese sulla probabilit del tempo, e sul viaggio da percor-

rere

(l;

il

naviglio fino a Costantinopoli, per aversi propi^

Vita di D.

Francesco Maurolico, edizione

citata.

venti.

13

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

le

al

Principe Barresi

documento

previsioni fatte, e un

uomo, negli ultimi anni

di

sua

una lettera preziosa


animo del venerando

raro,

convincono che

ci

1'

dovette esultare delle armi

vita,

avevano

collegate per abbattere le barbare forze, che

messa centodiciott'anni avanti


scritta

che

giorno doveva aver luogo

in quel

avere avuto la stessa


cui

effetto

il

Muratori negli Annali,

il

nazione greca. La lettera fu

la

marted 11 settembre 1571, e mentre

il

sotto-

la

si

legge in essa

partenza, conosciuto

concordi molti

d 16, e

storici, tra

Guglielmotti nel Marcantonio

il

Colonna alla battaglia di Lepanto

Longo

il

nel seguito al

rerum conipendium, ne dissente il Caruso nelle


Memorie istoriche^ stabilendo il muovere della flotta il d 10.
La lettera autografa, non da tutti conosciuta, inedita fino all'anno, che fu varata in Italia la Lepanto, fu pubblicata da L. De
Marchi ne' Rendiconti del Reale Istituto Lombardo di Scienze

Sicanicarurn

me

e Lettere, (1883), a

nota dalla gentilezza e dalle sollecite

cure del Prof. Salomone-Marino.


Borelli

tratta dalle carte di Alfonso

San Pantaleo

ereditate da' Chierici regolari di

conservate

nella

Emanuele

Biblioteca Vittorio

pubblicazione di essa un documento per

pone

ci

grado

in

di potere

cesco Maurolico. Cosi nella

Per tanto

cose

si

le quali

di escusatione.

supplica sua

Ma quando

mathematice, sua

111.

comoda

et

Sep. 1571

(1)

S.

pi,

in

la

S. fusse

ma

e la chiusa

memoria

di

Fran-

che uno stupendo riepilogo:

111.

ma

che consideri tutte queste


li

restar causa ne loco

questo tempo che dimanda altra

altro pensarftento che di

et travagliata in ajuto di

non dirr

fine,

sono state dette per non

cura, altro esercitio

Io

onorare di pi

ora

Roma. La

di

la storia

anchora, come

vacare
1'

altri

a cose

occupata

questa sopradetta honorata Impresa;

mia querela a pi
oportunit. ~ Messanae 11

uder, differendo

miglior comodit et

la

(1).

Lepanto

la

Lega

Vedi Documento

I.

de' Principi

il

7 ottobre sconfsse le

FRANCESCO MAUKOLICO NEL SECOLO XVI

14

ma

forze turche,

giornata ebbero

non

disfece, n

le

nava trionfante nel porto

Messina

di

gloriosa

della

risultati

Don Giovanni

gli effetti desiderati (1).

ritor-

2 novembre, facendo

il

superba pompa nella sua entrata delle galee prigioniere, che

portavano abbassati e pendenti nelle acque


luna ottomana, con istrepitoso rimbombo

Giovanni

Austria,

d'

parte

che

al

Francesco Maurolico
Gallo
Il

prima

che doveva

Giovanni

d'

il

Austria

rammentano

sonetto
(3)

Domenico

cronista

il

avvisi,

celebre abate

gli scrittori precedenti.

Visitato

il

da V Altezza di Don

e compiaciuto , in quella senile

et,

Felice t, che

Chinar vedesti

Che

(1)

avea

gran

in

consigli ed

a'

gli

Questo scrive

(2) .

di lui lo

Maurolico dett

scrisse

sua spedizione

esito felice della

suo partire da Messina, dati

stendardi della

E Don
Lepanto, memore

eroe della giornata di

l'

delle previsioni del Maurolico, confess


1'

d' artiglieria.

Carlo

Botta

gran pezza per

f'

il

erudita fronte

I'

vincitor Ibero

gioiosa Europa, Asia dolente.

scrive

La

vittoria

delle

Curzolari non port a

quel frutto che gli uomini nel primo re-

la cristianit

di un tanto fatto se ne erano promessi. Erano pure ritenuti nelr Jonio don Giovanni ed il Colonna ma operossi fiaccamente perch

more

poco stava a cuore

agli Spagnuoli
di Venezia,

n a repentaglio

la

il

mettersi a cimento in pr speciale

loro llotta, alla quale sola

erano obbli-

gati dalla sicurezza della Sicilia e di Napoli. (S/oria d'J^aZia

da quella

del Guicciardini,

graflco-Editrice, 1868.

tomo

Vedi

pure

terzo, pag. 88, Torino,


G. B.

Adriani, Istoria dei suoi tempi.

voi. VII, pag. 400 e segg.; Prato, Giachetti,

Don Giovanni

con^mwa^a

Unione Tipo-

MDGCCXXIII

G.

Bogliktti,

d'Austria, studi storici, pag. 196 e segg.; Bologna, Zani-

chelli, 1894.
(2)

Annali della

Messina,
(3)

tip.

Vedi nella

Ila stessa.

citt di

Messina

di

Caio

Domknico Gallo,

voi. 3;

Filomena, 1882.
cit.

Vita di Frane. Maurolico

sonetti che precedono

FRANCESCO MAUROLIOO NEL SECOLO XVI

15

IL

Nel secolo decimosesto rapidi sono


Il

medioevo

in ruina

gava

andava

sfasciandosi,

rotti gli antichi confini di Ercole,

la terra finiva dalla

progressi della civilt.

colle sue vecchie tradizioni,

sua immobilit

mondo

il

allar-

si

e trovava

il

suo

asse pe' giri di rotazione e di rivoluzione. Grandi stati sorge-

vano

e tutto cospirava a dar

umana

nuove

tendenze

la quale, col risorgere degli studj

alla

famiglia

antichi, coli' inter-

rogare tanto sapere, sepolto dalla irruzione de' Barbari, distrug-

geva

gli artifci

una scienza, che

d'

scuole aveva avvalorato.

maravigliose

le lotte del pensiero,

XV,

e,

Ma

l'

Italia

memoria non

renti

il

non ancor mute

il

dire

alla

diplomazia

decadde sempre dalla


queir anno

1494

le industrie e

delle

arti

si

commerci

non
fio-

accrebbero

le

prepotenza delle armi straniere.

mantenere

lo

splendore delle glorie pa-

e gli stranieri, dominatori nostri, selvaticamente ci

rano, c'invidiano,

si

studiano

ammi-

d' imitarci.

In questo secolo e nel seguente

nentemente

il

pensiero profondo, scrutatore, e la leggiadria del-

arte restano sole a

trie,

E da

risveglio delle lettere e


coli' alternarsi della

allora

latina

ispenta dell'antica grandezza, le vit-

sventure

l'

d splendore

decade

calata dell' insolente Carlo Vili.

torie passate

ammanierata parola

1'

in terra italica, la forza della dicitura

col Guicciardini e col Machiavelli

ostante la

secolo

nel decimosesto riprende cogli Umanisti

elegante e classico,

e alla politica.

questo

in

invenzioni e le scoperte,

le

e la letteratura, cessando d' usare


del secolo

convenzionalismo delle

il

Famose diventano

l'

ingegno italiano emi-

positivo, anelante di uscire dalle sottigliezze e dai

laberinti delle controversie della scolastica (1).

Per

il

che

il

(1) Il Gioberti {Introduzione allo studio della filosofia, voi. 1, pag. 98,
Milano, Oliva, 1850) afferma Era cosa affatto ovvia che si cercasse il

FBANCESCO MAUKOLICO NEL SECOLO XVI

16

Maurolico, che ebbe

vasta mente da abbracciare lo scibile,

si

d ragione a Pietro Bembo, nella Cosmografa (1), della preferenza data alle Matematiche parendogli che in esse V evi;

denza, la verit delle dimostrazioni,

svolgimenti de' filosofi

domin

le

contrapponesse agli oscuri

si

voga. Pensiero simile a quello che

in

menti del Descartes e del Galilei

proposito, che

tempi del Maurolico fece sorgere molti studiosi


tica

ed egli ne fu a capo,

per

lo studio e la

a'

Matema-

della:

restaurazione

della scienza, s per la originalit arrecata alla stessa e a molte

discipline inerenti.

che un' analisi minuta delle sue

qui, anzi

opere, siccome richiederebbe

argomento,

1'

tenue svolgimento de' concetti scientifici

concerne

gli studj

ci

atterremo a un

indi

all'

della filologia e dell' arte.

Lo

storico della scienza,

come ne

Libri,

non pu pienamente

far

parl risentito Guglielmo

comento

lichiana, perch molte opere, da lui e da'

rimanendone semplice memoria


che

visione

mente

editi a

legge

si

vero, non in s atesso,

dopo un silenzio

negli Opuscula

Venezia l'anno

ma

sua

di

contemporanei ricor-

stampa,

uomini

quello della mente e della natura. Se eccettui


velli

li

suoi imitatori ninno

libri, a

cercare

il

alla

ultima-

fu

prima

la

prima

1575.

il

la lor

quali

voce,

di studiare

in

scuola civile del Machia-

del Sarpi e di

appar-

Galileo, (che

seconda epoca), avvezz gl'intelletti,

lasciati

vero collo studio immediato delle cose conoscibili

Soggiunge poi, ed ingenuo


il

Mathematica
morte, che

facevano di nuovo risuonar

e si cominciasse a leggere nei libri degli

ai

nel catalogo e nella di-

nelle opinioni degli antichi maestri

di alcuni secoli,

tengono propriamente

mauro-

della dottrina

date, non pervennero, forse per la non eseguita


posteri,

che

altro

il

dire

Galilei trascurarono la filosofia, e

meraviglioso ingegno

il

Ma

per mala ventura

il

secondo applic quasi tutto

ai calcoli, all'osservazione dei

Sarpi ed
il

suo

fenomeni scusati e

agli artifizi! sperimentati.

Cotmographia Francisci Maurolyci Messanensis Siculi, in tres


tam coelorum
quam elemenlorum. aliisque re'jus ad a.Hronomica rudimenla spectan(1) A

dialogo dittincta: in quibus de forma, silu, nutneroque

tibu

satis

ditseritur.

MDXXXXIII.

Ad reverendiss. Cardlnalem

Bembum.

Venetiis

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

L' insieme delle opere

17

scrivono principalmente lo Scin e

il

avrebbe meglio potuto chiarire queir arduo e completo

Libri,

svolgimento, da

preso

lui

di

mano

fggendosi ci, diede

mira

poich

Messinese

il

pre-

opere antiche, e

agli studj delle

la

dottrina in greco e in ebraico gli apprest validi mezzi.

Domenico

neWElogl

Scin, che,

con alta mente la

illustr

sapienza del Maurolico, a pagina 6 dell'unica edizione, afferma:

Bembo, cui era strettamente legato in amicizia,


eruzioni dell' Etna a' suoi tempi
e facendo seguire una

descriveva al
le

Non

nota, che la diciassettesima, soggiunge:

dell'Etna;

ma

ch'ei fa nel
Sicilia.

Il

Maurolico descrive una

cui

la lettera, in

come

anteriori allo Scin,

volgono con amore

chi codici molte


l'

di

Ma

il

Montucla,

oggi

Niceron e

il

gli studiosi,

sulle carte scoperte, e

d' avere,

ma non

ebbe

vivente lo

trov

che aveva dato un

fu dolente. Io,

la ricorrenza

a Parigi, scos nitidi,

preparando

il

mio

centenaria di Francesco Mau-

preparandolo per questo dotto consesso della Societ di

Storia Patria

qualche

ne

Crasso,

credute cancellate dal-

dopo

della lettera del Maurolico,

povero lavoro per

il

fanno disseppellire da' vec-

memorie importanti

scrittore greco della Biblioteca vaticana

rolico, e

del

risposta

le pazienti ricerche, alle quali

ala del tempo. Federico Napoli,

cenno

docu-

bel

di s

perto nuovi scritti matematici, che compariscono


notizia

la relazione,

fu ripetuto da' biografi posteriori, e questi e gli altri

lo ritennero perduto.
si

rimasa

eruzione

223 del suo compendio della storia di

6, pag.

lamento dello Scin sulla perdita

mento, di cui traevasi notizia da una lettera

Bembo,

ci

fatta

pu leggere

in difetto di questa, si

1.

fatica,

dimorando
superare

vane ricerche compiute

nell'

agosto

gli ostacoli

nelle

u.

in

Roma,

volli,

non isconfortato

con

dalle

biblioteche Vittorio Emanuele,

Gasanatense ed Alessandrina, raccomandato da persona dotta,


misi

mano

ne' codici della

Barberiniana, e dopo un continuo

svolgere di volumi, in quello segnato col


rinvenni
fa,

la

n.

XXXI,

a pag. 143,

rimpianta perduta scrittura; riconosciutala autogra-

per avere io
Arch. Stor.

il

Sic.

d 6 detto

N.

S.

mese veduto,

anno XX.

alla

Nazionale di

Roma,
2

FKANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

18

la lettera del Maurolico, scritta

spedizione di Lepanto.
lettera latina a Pietro

La scoperta una lunga ed elegantissima


Bembo, di molto valore nella storia della
matematiche e

letteratura italiana, delle scienze

Poich
il

in essa

Bembo

il

Maurolico ragiona della fama

d' allora

che

era

salito

40 anni che

e del ruttare le maggiori sue

fiamme che

22 marzo 1536, dopo

era quel monte rimasto di vomitare

si

e nascosto fuoco

ma-

discorre dello stato degli studj

fece l'Etna in quella orribile notte del

Si

delle naturali.

in

ricorda l'amicizia di costui col padre di lui alla ce-

lebre scuola del Lascaris

tematici

settembre 1571, sulla

di 10

il

interno

l'

(1).

aveva ricordo della descrizione

dell'

eruzione

dell'

Etna

avvenuta nel 1536, breve memoria lasciata dal Maurolico nel

VI

libro

del

Sicanicarum rerum compendium; ma

la descri-

zione che in esso, anche leggiadra e incisiva, per la brevit


fece

sempre lamentare

la perdita del

documento ora rinvenuto,

perch lodatissimo da Pietro Bembo, cui

uscire

lo

aveva

tagna esal tanta copia


rono coperti

rumore

poi

di

cenere nericcia, per quanto ne fu-

luoghi da essa discosti cento miglia.

non solamente vomitava


il

Maurolico

compendio si legge Un terremoto accaduto ai


marzo fu il primo indizio del vapore che era per
quindi ai quindici di marzo dal cratere della mon-

inviato. Nel

venti di

il

faville di fuoco,

ma

anche

Il

monte

le pietre;

che rassomigliava ad un tuono continuato

sentiva in Messina ed in Palermo;

il

si

fuoco che non solamente

avea devastato piante e campagne, ma anche alcune chiese e


case, uscendo dai fianchi della montagna a guisa di un torrente avea fatto fuggire

vicini abitanti, ed

avea atterrito Ca-

tania e le grandi citt. Nel territorio di Messina

(1)

Mo.NTUCLA G.

F.

Ili,

pag. 563.

piante e

de l'Institut uational de Franca Histoire des Ma-

thmatiques. Paris, an. VII


Livr.

le

chez Henri Agasse.

Tome Premier,

Part.

Ili,

19

FKANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

gli alberi

perch coperti di cenere non producevano

sueto pel

vitto. I

bachi da seta che

di Celso nero, rifiutando

le

perirono. Peri

speranza della messe. Tale

tutta la fatica che si era fatta pella

danno sorpass

con-

cibavano delle frondi

si

incenerito alimento

l'

il

duemila onze. Riferiscono alcuni che anche

Calabresi sino a Cosenza sperimentarono la stessa disgrazia.

Le

navi, che venivano dall' Oriente

miglia, ricevettero nelle vele

alla distanza di trecento

una pioggia

della detta polvere (1).

tutto quanto reso qui manifesto, forse non dovette ap-

pagare pienamente

1'

animo

del Maurolico, che volle ricorrere

con epistola, elegante nella dicitura ed efficace ne' modi, ad

un pregiato amico, che

ammirava per

universale

1'

la dottrina,

e fargli narrazione distesa ed accurata, e in guisa


degli storici seppe con

ventevole eruzione

che mise

(2).

narr

veroj testimone deiraccaduto,

il

tremore ne' luoghi che guardano

il

e r oriente, e

lo

mezzogiorno

il

prolung in quella parte peninsulare, che

estende fino al Bradano

come usavano

ni uno

bella parola accreditare quella spa-

si

che

reva fosse un privilegio

Narr

che irriga Cosenza.

in quel secolo
il

grandi

scrittori

sapere per rendere

a'

il

si

vero,

quali pa-

immortali

le

carte loro e gli avvenimenti.

Questa lettera ha

data di Messanae, quarto nonas Maij^

la

1536, A r anno avanti, di ottobre,

mine

alla

Cosmografia

che indi

il

Maurolico aveva dato

nel 1542

ter-

arricchiva delle

tavole astronomiche del sole e de' pianeti, e nel 1543 ne fece

pubblicazione in Venezia presso


Giunta. Poi

(1)

le edizioni si

gli

eredi

Luca Antonio

moltiplicarono, e ne fecero ricordo,

Della storia di Sicilia, dell' abate Francesco Maurolico, libri VI

coi Supplimenti pubblicati dal Baluzio e con

prima versione con note

istorico-critiche del Sac.

pag. 347, Palermo, presso Mira, 1849.


(2)

di

Vedi Documento IL

Prolegomeni del Longo

Girolamo Di Marzo-Ferro,

FRANCESCO MUROLICO NBL SECOLO XVI

20

con qualche lieve sbaglio

Mongitore e

il

Libri. L'

il

opera

acquist tale importanza, che, impressa nuovamente a Venezia


nel 1575, se ne fecero replicate
In essa

studia

il

Maurolico

con aurea latinit

forma dialogica

in

e la dotta locubrazione, pari alle altre di sirail

cieli,

stampe a Parigi e a Basilea.

genere, fu creduta dal Montucla, diffusamente parlandone nella


Histoire des Maihematiques, utile

con profondo giudizio, messa

all'

Astronomia

per avere,

Tolomeo,

in chiaro la teorica di

e tutta quanta la serie delle questioni astronomiche e geografi-

non piccolo nella carta coro-

che. Delle quali aveva dato saggio

grafica della Sicilia

pi volte incisa in

Roma

e nelle carte

cosmografiche destinate a studio del vicer Garzia di Toledo.


Il

genio di Dicearco

si

rinnovava nel Maurolico, e

in antichissimi tempi, che

mondo, parvero
Niccol

primo,

nuovo

negli

a colpa e ad errore, qualora

manco

il

Opuscula Mathematica ne
asprezza che la posterit non gii reca

parl aspramente (2):

filosofo di

il

maravigliosi! (1) Non accolse la dottrina di

Copernico, e anzi

volutionibus

si

secondo nello schiudersi

il

Orbium

si

consideri che

Coelestiu^n, testamento

Thorn non

fu

accolta

come

1'

opera De Ri-

famoso del grande

scrive

il

Berti

dagli scienziati del tempo, e tentennarono ad accoglierla


e Gaspare Peucero la chiam un' ipotesi.
Cosmographia del Maurolico lessero e comentarono

gli stessi discepoli

Invece la

con favore

pi valorosi delia scienza astronomica, ricordan-

dosi tuttavia

Glavio

il

il

Belli,

il

Barozzi, e lo stesso Bene-

(1) PiBTRO Baylk, Dictionnaire, art. 2)tctfargue. Celidonio Errante,


/ frammenti di Dicearco da Messina, (Dissertazione sull'et, sulle opere,
e sulle opluioni di Dicearco, voi. I, pagg. 30 e 31); Palermo, Lorenzo

Dato, 1822.
(2)

gyrum

Toleratur

et

NicolauM CopernicuSy qui solem fiwum ac lerram in


: et senlica potius aut flagello, quam reprehen-

circumverti posuit

Mtone dignui

est.

Opusc. Matb.

edit.

Veoet., an. 1575, pag. 26.

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

seguace

che,

detti,

21

nuovi metodi, rifaceva a Venezia

de'

l'e-

sperienza di Aristotile e ne combatteva la incorruttibilit del

pensiero

(1).

Lo Scin rammenta le opinioni contrarie del Maurolico,


come con animo imperterrito avesse offeso il Copernico
Cardano (2), ed Erasmo di Rotterdam (3). Le rammenta e
,

ma

scusa;

noi,

effetto della

veramente, anzi che crederle

collo Scin

stima delle proprie opinioni scientifiche,

e
il

lo

un

le cre-

diamo derivate dal sentimento di religione, che nel Maurolico


fu sempre ardentissimo. Ma non loderemo quanto egli scrisse
Copernico

pel

n tampoco

Cardano ed Erasmo
di straordinaria

dottrina

le facolt

umana. Credette

alle

mordaci parole per Girolamo

primo

non meno che

Tiraboschi lo nover tra

il

la vastit

dell'

dire se sia

il

ingegno

(4),

pot essere pericoloso al

egli

grandi di quel secolo,

maggiore

la

stravaganza

certo doversi a lui le

concetto cattolico

ma

chiamerebbe col Maurolico parassito per avere


Moria, un dotto elogio dedicato a

correvano

Erasmo
mai lo

per cagion di quelU

Tommaso Moro.

che furono giudicati errori

non possa chiamarsi

chi

scritto l'elogio

svolgimento delle nuove idee,

sinistri allo

condannare tanta eccellenza d'ingegno

(1)

mente

come l'uomo pu

passioni delle piante e tutta la psicologia vegetabile.

fiera, e

dove

fin

l'abuso della

potenze della scienza, e

e di cui se difficile

della

uomo

di questi ultimi fu

essa aver dominio suUa natura o tiranneggiarla; e fu

solo con

che

il

e mostr col suo esempio

giunger possano

tale

le

poich

virt,

se pure

si

tempi

ma non
potrebbe

non voglia o

che scende in campo ardimentosa,

combatte.

Bbrti, Copernico e

le

vicende del sistema copernicano in Italia,

pag. 76.
(2)

Lettera dell' Ab. Francesco Maurolico ai reverendissimi ambascia-

dori e prelati del concilio Tridentino, pag. 375. Palermo, Mira, 1849.
(3)

Vedi lettera

(4)

Monti, Opere, pag.

citata.

26, voi. IV. Firenze,

Le Monnier, 1847.

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

22

In

un secolo

grandi scoperte

di

da

rilevati

ingegni italiani, e

altri

ogni grandezza di questa


gli stranieri

il

Maurolico eguagli

pi

ampiamente
quali, quando si taceva

che dopo furono

forti intelletti in que' tentativi,

usurparono sfacciatamente

Italia, le

Francesco Maurolico come grande geometra

(1).

aveva tradotto e comentato Teodosio, Menelao, Anatolico, Boezio,

Pappo, Giordano, Tolomeo, Proclo, Erone, Teone, Sereno,

Archimede ed Apollonio; e perduto dell'ultimo il quinto


et de Minimis, egli, con alte vedute, lo ri-

Euclide,
libro

De Maocimis

tece, e

suo lavoro ebbe perfezione, un secolo dopo, dal Vi-

il

viana Si rese celebre per avere aperto un nuovo sentiero nelle

Sezioni coniche, tirandole dallo stesso cono, e descrivendo

curve diverse che se ne formano


tucla e
tutti,

Libri nelle due istorie

il

nel libro

lumine
dientes

et

(2),

osserv

nell'opera

le linee orarie.

Photismi de

Vincenzo Monti, anche per

omai disperato problema


solare traversante un foro di qualsivoglia
l'aristotelico e

a certe

distanze

lo

(3).

le intersezioni

unhra ad prospectivam radiorum incidentium ra-

sciolse, scrive

De Lineis Horariis

che hanno tra loro

il

rende costantemente

cristallina dell'occhio,

il

ed

del perch

primo

il

raggio

figura, e intercetto

la figura

primo che scoperse


il

il

di

un circo-

pure dallo stesso Monti

Bailly, ricordato

conosce nel Maurolico

vero

trina geometrica della rifrazione della luce

Quanto per all'anatomia della


digi di quel tempo, bastando

(1)

dell'iride del

Vedi

luce; ricono-

(2)

MONTUGLA,

(3)

Monti,

(4)

Monti, loco

Op,

voi.
cit.

cit.

cIt.

onorare

la dot-

(4).

grandi furono

cenno delle scoperte

De Dominicis,

Dell' obbligo di

di scienza; Monti, voi.

far

luce, se

ri-

l'uso della lente

artifizio della

scendo ancora ch'egli ebbe gran parte nello stabilire

nomeno

le

come dimostrarono il Monsulle Matematiche. Primo a

pro-

sul fe-

del Sarpi sulla contrazione

primi

scopritori del vero in fatto

FUANCESCO MAUKOLICO >EL SECOLO XVI

e dilatazione dell'uvea, la tormazione del color bianco di Lio-

nardo da Vinci; pure n costoro, n l'almo ingegno del Porta,


l'occhio alla Camera oscura, n il Maurolico

che paragon

una lente

coll'azione del cristallino a quella d'

garono

in

qual

modo

si

pinge rovesciato nella retina, che

la

il

si di-

diramazione raedullare

del nervo ottico, parte del cerebro, che

e bisogn attendere

di vetro, spie-

vedesse dritto un oggetto che

Kepler, che mostr

il
il

sensorio comune;

vero indice di

ri-

frangenza dell'occhio, e la formazione dell'imagine.


Maurolico illustr

II

divinando

le parti,

a noi, ninno pu

gli antichi scrittori

tutti

che non

matematici

giunsero; sicch, dal suo secolo

ci

aprire le opere di Euclide, di Archimede e

di Apollonio senza unire al

nome

loro quello del Messinese.

quale, sopra ogni antico, delle matematiche cospicuo

opuscoli e comenti, e

quel eh' pi

ne corresse

Il

scrisse

testi.

La

parola nostra non ha alcun peso a poter concepire tanta gran-

ma

dezza;

valga, oltre quella degli scrittori

citati,

l'autorevo-

lissima di Guglielmo Libri, che, del Maurolico, fa bene inten-

dere

quanto

avesse

fatto nell'

scienze matematiche di tutti

esame minuto

e sagace delle

secoli e le invenzioni apportate

rami varj delle scienze affini (1). Le quali, per nostra


mala ventura, non pubblicate vivente lui, furono poi smarrite
dalle vicende del tempo, rimanendoci quegli indici ragionati
annessi alla Cofunographia e agli QpusciUa Mathematica (2),
in cui si hanno le ragioni de' concepimenti enciclopedici, che
mal potremmo rintracciare nelle opere conservate, in quelle
medesime, che chiederebbero almeno dal suo luogo natio una
ne'

ristampa, invano da noi dimandata, prendendo occasione dalla

solenne

ricorrenza

(1) Libri

(2)

(3).

Cos, oltre

che

nella

Cosmographia

Histire des Sciences Malematiques en Italie^ voi.

3, p. 102.

Vedi Documento HI.

(3i Di alcune opere di Francesco Maurolico e della necessit d'una


ristampa di esse, (Archivio Storico Siciliano, N. S. anno XVIII) Palermo, Tip. Lo Statuto , 1893.
;

24

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

e negli Opuscola, formanti Tediflcio scientifico del vasto intel-

avremmo

letto,

rivendicato

nome suo

il

a tutte

le altre disci-

che fu maestro; avendo egli applicato l'ingegno anche


alla musica, alla idraulica, alle fortificazioni militari, alla ar-

pline, di

chitettura, e perfino alla ittiologia, e

severa parola, con austerit di

Con franca parola siamo


obbligati ad accennare

pernico e

il

toppo
ne'

la

stati

a cagion

dell'

con

argomento

del Maurolico per

incrudelire

nelle speculazioni

fede abbracciata.

concetti

dottrina,

il

Co-

Cardano; ma, ci adducendo, non abbiamo voluto


che

significare

l'

sempre con

atti.

No

scientifici e civili

scieutiflche gli fosse d'in-

che egli uno spregiudicato


e pochi in quel secolo di gi-

ganti lo eguagliarono nella ricerca del vero. Teologo, fu

pre guidato da' lumi della scienza, ed ancora essendo


sofia Vancilla theologiae, esclude,

sem-

la filo-

con animo deliberato, dalle

ricerche naturali la teologia, alla quale sostituisce le scienze

mettendo

esatte,

pocaggine

in rilievo

di coloro,

il

contraddirsi de' teologi e la dap-

che, limitati a comprendere

naturali, ricorrono sovente alle sovrannaturali

(1).

ragioni

le

Prova gran-

de questa del come avesse dato nel suo secolo un nuovo


dirizzo colla osservazione

che

pi tardi

Accademici del Cimento, rischiar

le fitte

lucidi ideali allargarono gli orizzonti.

fonso Borelli, che propugn

Il

in-

col Galilei e cogli

tenebre, e nuovi e

che ben comprese Al-

concetti galileiani, e diede del

Maurolico giudizio profondo, riguardandolo come restauratore


delle

Matematiche

(2).

Giudizio nella brevit sempre consimile

quid non capinnt, ad divinam potentiam confnginnt ...


non semper snnt oracula, ac plerumque ipsi Inter se
discrepant ... Itaqne qaoad mandi sitam, formamqne, hae sunt veracissimi Ptolemaci ac reliquorum mathematicorum rationes etc. Cosmogra(1)

Multi

Theologornm

curri

dieta

phia. Lettera dedicatoria al Cardinal Bembo.


(2) Il

Fabroni nella

Borellias opuscola

sanensis,

"Vita

di Gio. Alfonso Borelli scrive

qaaedam mathematica Francisc Maurolici

quem merito instauratorem

pellabat, ea m'unte ut in

Collegit

abbatis mes-

matliematic:iram discipUnarum ap-

lacem aderentur.

>

FRANCESCO MAUKOLICO NEL SECOLO XVI

25

agli altri del Montucla, dell'Hoefer e dello Chayles, e che, nel

Dome-

secol nostro, fu ampliato, con intelletto da maestro, da

nico Scin. Se non che

luminosa nella scienza

luogo di nascita

tano

il

tiva

del

1679 non

stampa

compreso

(1),

potenza

della

intellet-

di lui,

scrivendone a lungo. Clto da morte nel

rest

ma

dell'

si

e ancor oggi molti luoghi ne dispu-

avrebbe voluto rendere un tributo sacro

gli

intenzioni;

che ha fama

Borelli, quel Borelli

Maurolico

memoria

alla

il

tempo

di

mettere in

effetto le

sue nobili

egli, se nel 1670 in Messina aveva curato

opera su Archimede

la

sospesa nel 1672, perch

tumulti della rivoluzione contro la Spagna lo cacciarono in esilio

vivendo

in

Roma

ultimi anni della vita, suppl

gli

nobili fatiche al rimanente,

con

non pi posseduto del Maurolico,

e che avrebbe potuto completare l'opera di

Archimede

(2).

su questa opera, impressa poi a Palermo nel 1685, per pro-

pria cura ed a spese del libraio Giunta

dolorosa

vole e d'interesse la storia narrata in varie lettere

cedono una

tale ristampa; storia

che non parve

piace-

che pre-

allo Scin ri-

petuta sinceramente dal Montucla; e la quale pu essere og-

gigiorno chiarita per

la

importanza del documento inedito, in

idioma spagnuolo, conservato


da

me

dovuto

in

questa Biblioteca Comunale,

alla cortesia e alla dottrina di

Monsignor Gioac-

chino Di Marzo. Senza la conoscenza di esso farneticarono gli


stranieri

mente
si

dubit di molte cose lo Scin

gli ultimi scrittori,

ripeterono inesatta-

che parlarono del Maurolico; ed ora

potr avere perfetta notizia della ristampa iV Archimede^

della

interruzione

avvenuta

pe'

moti

politici

della

confisca

degli esemplari, e degli impegni faticosi assunti da Giovanni


Silvestro Salva,

ci)
II

uomo

colto,

che

il

Narbone rammenta nel vo-

Vedi nella Rassegna della Letteratura Siciliana, Acireale, anno

(1894), n. 6, lo scritto

D'un opuscolo

sulla vera patria di Giovanni

Alfonso Borelli del prof. Francesco Guardione.


(2) Vedi Documento IV.

FRANCESCO MAOKOLICO NEL SECOLO XVI

26

lume IV

della

unitamente agli

inedito,

La pubblicazione

Bibliografia.
altri

gi editi

del

documento

dar chiarezza dello

accaduto, male interpretato finora, e non per colpa di alcuno,

ma

pel difetto

della lettera del Salva

Don Emmanuele De

Arios e Porres, bajulo e vicecancelliere della sacra religione


di

San Giovanni

Ad

(1).

un

eliminare

d'uopo muovere

chimede

dubbio

tuttavia

fervido nelle menti,

parola sull'autenticit dell'opera intorno

resa pubblica nel 1685. Si legge nel

ad Ar-

frontispizio

Admirandi Archimedis Syracusani monumenta omnia mathematica quae extant quorum caialogum inversa pagina
,

demonstrat, ex traditione doctissimi viri D. Francisci

Mau-

Opus praeclainssimum non

rolyci nobilis siculi abbatis, etc.

prius typis com,missum, a Matheseos vero studiosis emixe de'


sideratum, tandemque e fuligine temporum accurate excus-

sum, etc: Panormi apud Cyllenium Hesperium MDCLXXXV.


E le lettere, che precedono il volume, chiariscono il ritrovarsi dell'opera, fino a che fu curata la edizione dal Borelli e
dal Di Tomaso, interrotta per cagione di bando inflitto ad ambi,

e per lo stabilirsi che fecero in

Roma

per causa della espul-

sione. Spogliata Messina dalla prepotenza e dalla scelleraggine

Santo Stefano; ogni tesoro di docu-

del Bonavides, conte di

menti, di carte

rimetteva a

di

volumi

Palermo.

la rabbia del

Tra' volumi

il

Vicer di Spagna

Cillenio

che

tali fatti

narra nella prefazione all'opera cennata, vi scorse quello del


Maurolico

sopra

Archimede

ed ebbe

rammarico

di vederlo

incompiuto, mancante del principio e di quaderni, che lo avreb-

bero completato. Viaggi allora pi volte

in

Messina; viaggi

per avere certezza che l'opera fosse del Maurolico, e anche


per

potere

rintracciare

la parte

perduta.

Ma

potendo

nulla

rinvenire, si volge, premuroso, al gesuita Alias, che a

insegnava

(1)

la

Matematica

Vedi Documento

V.

a'

cavalieri geresolimitani

Malta

ed egli,

FKANCESCO 3IAUE0LIC0 KEL SECOLO XVI

per tanta scoperta,

fortemente

interessato

27

manda

gli

commendatizia pel gesuita Carlo Balsamo, ch'era


Costui, oltre ad accertare l'autenticit,

Maurolico

un discendente del

Il

quale Di

cede

gli

il

Tomaso intendente essendo

imprende, non mancandogli


dell'opera unitamente

in Messina.

giunge a conoscere che

debitore di medicine

matario Lorenzo Di Tomaso,

lettera

matematica,

di scienza

le largizioni del

ad Altonso Borelli

aro-

dell'

prezioso manoscritto.

Senato, la stampa

indi sospesa per le

sopraggiunte vicende politiche.

Questo

che

conosciuto da due secoli e nove anni, non

ha sempre recato fermo convincimento, e anche ora, dopo un


lettori rimangono ancora incerti, e
lungo correre di tempo,
i

non sono

facili

a credere

accade loro di leggere

maggiormente ne dubitano

che

Salva

opinioni del Montucla


stampa del volume, non

la variet delle

e dello Scin sulla data certa


potutasi affermare per

se

della

manco

del frontispizio.

Ma

a noi pare

dubbj dovranno svanire per la scoperta della lettera dei


,

compr

finora
in

rimasta inedita

Palermo

n."

e dalla quale sorge che egli

425 esemplari

in

opere di

folio delle

Archimede, confiscate in Messina dal Regio Fisco, e che compratele, e volendone fare oggetto

gno,

si

di

al gesuita Alias, poi

per

aiuti a D.

nendogli, con franche maniere,

di

guada-

l'assunta impresa d'

Emmanuele De

Arios, espo-

non superati per


una stamperia impiantata in Palermo e
gli ostacoli

che egli sperava potere soddisfare con


plari di

commercio e

trov costretto, dapprima rivolgersi per ischiarimenti

la vendita de'

Archimede e con nuove stampe. E

d' altro

425 esem-

anche

di-

scorre non necessario ad illustrare l'argomento,

ma compro-

vante sempre l'acquisto fatto

aiuti

stargli, essergli
serie, e lo
ta,

menomate

le

desiderando

con

da pre-

tante sofferenze, le crudeli mi-

allontanamento dalla famiglia, trasferendosi in Mal-

protetto dall' Alias, del quale scrive che la

fama

della sua

erudizione in molte lingue, e la profonda dottrina nelle Mate-

matiche

gli

davano

diritto alla

stima di tutta Europa.

FBAXCESCO MADROLICO NEL SECOLO XVI

28

III.

Napoli, consultando alla Biblioteca nazionale di Parigi,

Il

inedite

le carte

scritti

num,

Maurolico

del

(1)

Demonstratio Algebrae

liber

trasse dalle

stesse

tre

Geometricarum questio-

primus, circa tetragona e

Brevis demonstra-

la

tio centri in parabola. A' quali precede la dotta lettera latina diretta dal Maurolico

aW Illustrissimo D.no

gas in Sicilia Proregi, datata 8 augusti 1556


importantissimo sulle discipline matematiche

messo a paro con

la

lettera al

Bembo.

D. Joanni Ve-

un altro studio

che pu essere

Napoli d ancora

Il

notizia di altri scritti, tra' quali alcuni filosofici, che consider


di

poco conto, trattando

di scolastica

un biografo ac-

e che

curato potrebbe mettere in correlazione co' concetti del Maurolico resi manifesti negli scritti d'arte e ne' religiosi.

grand'uomo manca,
raccolta

delle

lo

opere

dicemmo

in altro luogo,

alcune opere, che pure non sono rare;

mo, ne ha poche, ma qualcuna

la

di

e di Messina.

poeta

titoli,

strare

vogliamo parlare

sempre pi
e

storico

di Paler-

rarissima, che invano

il

che

Roma,

istorici, ci

di

ri-

si

Napoli

di que',

giunsero

che rimangono ad

solillu-

valore dello scienziato. Egli lu grammatico,

educato

alle

eleganze

secolo, in cui

aveva ancora predominio

eleganza e

concisione

la

Messina conserva

senza dire de' volumi non pervenuti alla po-

sterit, e de' quali, tanto poetici

tanto

alla tra-

Comunale

chiederebbe nelle biblioteche di Venezia, di

del

una diligente

che potrebbe almeno supplire

sandata ristampa. La Biblioteca universitaria

Ma

romana non

gli

classiche

nel

suo

lo scrivere latino,

la

fecero difetto, siccome

apparisce non solamente dalla prosa, che spesso ha semplicit

(1)

Scritti inediti di

Francesco Maurolico, pubblicati dal prof. Pbob-

Aico Napoli. Roma, Tip. delle scienze matematiche o

tsiche,

1S76.

29

FRANCESCO MAUROI.ICO NEL SECOLO XVI

e rifugge dall' essere togata

ma

dagli epigrammi, dettati

in

varie circostanze solenni e per ornamento a pubblici edifizj

Oarminum

e di quali, perduta

la

tum

trovano sparsi

libelli

duo,

si

raccolta

in

Epigramina-

et

alcune sue opere, nelle

scrittori di Messina, e nella raccolta

cronache degli

matica di G. P. Villadicane.

Messina

epigram-

trova un unico esem-

si

plare delle Poesie, manchevole di poche pagine, da noi consultato

dio
e

quale

e del

demmo

or non guari, un breve

Esse contengono due meditazioni

(1).

quarantadue

specialmente

sonetti; e se

due canzoni

non hanno sempre pregi d'arte,

Meditazioni; se

le

sacre

stu-

vi

hanno, per

le

forme, re-

miniscenze classiche, ariostesche e petrarchesche, non dubbio


avere

che

rivelato forza di carattere, nello sdegno,

Maurolico

il

lo concitava,

aveva

allorquando

convincimento

strazio della giustizia, della patria e dell'umanit.


ci

di

Per

farsi

corre obbligo di parlare de' due poemetti Vita Cristi,

sta Apostolorum. Non sono


biografo

non

li

conobbe

lo Scin;

che ne scrisse nel 1888. Non


nezia

noti, e

si

appena

non

li

trovano

cit

li

che

il

Ge-

cenna qualche

n pure

il

Rossi,

Messina, n in Ve-

in

ne ha un esemplare questa Biblioteca comunale,

ricca di opere famose, e la bellezza e la rarit della

accrescono

il

pregio. Si legge in fine del

volume

stampa ne

Impresso in

Venetia per Angustino Dindoni ad instantia de Simone de

Franchi MDLV. E reca non poca maraviglia che i biografi pi


solerti dell'Isola non ebbero cognizione di questi due poemetti;
i

quali se

hanno sgarbata,

che riguarda
vole in un

le

uomo

della chiesa,

cui vita fu scevra di

pone

in

direi quasi barocca, forma, nel secondo,

geste de' discepoli di Cristo, bello ed

bocca a Pietro.

Ma

Delle

Rime

cui costumi furono illibati, la


di colpe, l'udire quel

san Pietro,

vergogne e cupidigie e ruine

(1)

macchie e

ammire-

si

potrebbe dire, tante

le profferisce

nel

XXVII

canto

Rassegna Siciliana di Storia,


Palermo 1893,

d Francesco Maurolico;

letteratura e scienze sociali, fase. V-VI,

che egli

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

30

Paradiso di Dante; e torse qui

del

tergli

che

t'occhio

gli

No,

stessi pensieri.

diremmo

che

terribili versi (1); no,

non

Maurolico

il

il

Maurolico

siti,

amava

che ne santificava da mane a sera

violentemente condanna

gli

propo-

cure del mondo, credendo, per

le

cagione del reggimento politico, sia volta in basso


screditata la fede.

Roma

che

vide due volte, e forse ne usc sorpreso, che tanto


ideali del Cristo,

ripe-

fa

porre sot-

noi, nel

la religione,

Tanto ardito pensiero nel 1555 manifestava

Francesco Maurolico; quando, non ostante fosse vissuto Niccol Machiavelli,

il

governo

civile de' papi

creduto uni-

era

versalmente una necessit, un puntello a sostegno del principio


religioso.

Ma non

cos lo ritenne

il

Maurolico, e

il

suo dire rivela

quella fierezza, che raramente, in quel secolo di grandi


d'inaudite corruzioni e d'immensi

delitti, altri

Francesco Maurolico serba purissimi


di Cristo, e

non potendo comprendere come

primi esempj

seppe assumere.

g' ideali

e ogni cristiana virt fossero tralignate

fatti,

della religione

la piet, la carit

eccellenza de'

dalla

con parola veemente, rozza nella

in pravi usi,

forma, inveisce contro tanta usurpazione, che, dando l'obblio


al

bene, trasanda la umanit vangelica, e preferisce

la ricchezza e le possanze

tanta scienza in mente


cetto religioso

ma

temporali

Maurolico aveva idoleggiato

il

il

fasto,

Singolarmente

(2).

senza eh' egli facesse

ricordo

il

con
con-

minuto

di

tanto sfacelo, cagionato dalla corte di Roma, ne condanna

le

opere con

ti-

aerila di

detti

more. Serba, con rigore,


sacerdozio

sando

ma

franco

non pu
dire,

(1)

V. Documenti, n. VI.
Nelle

Rime

si

il

svela senza

contegno che

n sa

scuopre

(2;

mal costume

e le

celare

nella

gli

reticenza
imposto

mali

cupidigia

propose, in diversi componimenti,

de* frati e de' preti.

dal

e questi, u-

immensa

alle

di bistrattare

il

FBANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

mondane cure
sero

ispirare

pendio

per quella
e

giustizia

la

cose

delle

fecero

quali

le

negligenze

le

1'

che

religione

accresciute

ritrasse da

siciliane,

che

Quando

amore.

31

sola

egli

poteva

nel

storico

fos-

si

com-

vicende

le

e lo spegnersi dell'ultimo principe di casa sveva, dell'infelice

giovinetto, la cui testa, nella citt partenopea, spettatrice

immensa, plaudente e dolorosa, strapp

folla

d'Angi

senza che

fece

il

consentisse

lo

rileva la funesta scena e la catastrofe

che

Maurolico non

Il

tico

ma

s'intrattenne di proposito sul

e l in alcune opere

qua

accenn

a'

tranquilla e prospera. Questo concetto


delle

Rime

danno

ove

egli

agli invasori
le

vavano degli

atti

ugualmente

delle sue terre

assai pi esplicito

primi e

religione,

gli

non

domina

in molti luoghi

ove

egli

che

recarono

non

si

austeri e dello splendore del sapere.

nelle istorie; e nel

fandigia empiva
coli

ci-

che conducono a vita

imprese ardue

le

governo

astiene

migliori azioni contro le degenerate, che pri-

dal ricordare

rum

loda

d'argomento storico e poe-

ordinamenti

migliori

(1),

sensi dolorosi,

ta'

accolse e giudic imparziali ed onesti.

la storia

vile,

boia, n Carlo

il

papa Clemente

con

una

mirando

la religione

del

al

papato regio, che di ne-

Cristo.

Il

paragone

ultimi, riguardante la vita e

dubbio

lascia in

Domina

poemetto De Gestis Apostolo-

il

il

tra' se-

sentimento di

pensiero ardito e determinato

del Maurolico, e chi potrebbe stentare a crederci, baster l'a-

vere sott'occhio questa stanza del cennato poemetto

Kri contenta di lo spirituali


or tua cupidit

(1) Di

Clemente IV

roli, contrastate dal

si

non ha misura,

ricordano

le

parole

Unione Tipograflco-Editrice

MDCCGLVIIJ

autentiche di perdono, senza ricordarne


vati gli autografi.

Vita Corradini, nors

Cant (Storia universale, tom.


,

la

6, pag.

Ca-

696; Torino

che invece accenna a lettere

stampa, n ove sono conser-

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

32

accumuli ricchezze temporali,

ad occupari regui metti cura;


e io d'ognhura lacrymando pluo;

bea quantum

volume Sicanicarum ^erum compendium

Il

che diede fama


in

a pastore tuo.

diflfers

Messina pe'

Maurolico

al

tipi di

ogni

in

et.

opera tale,

Pubblicato nel 1562,

Pietro Spira, esaminando, da quel

nome immortale

ai nostri anni, e cronisti e storici di

tempo
,

quali

furono Giuseppe La Farina, Michele Amari ed Isidoro La Lumia,

niuQO che non accetti

seconda edizione, assai migliore della prima


1716 anche in Messina pe'
i

frammenti del Baluzio,

torio

Amedeo, cui

la storia del

uomo

in Sicilia

aveala intitolata Compendio


favella,

avendo disposta

gegno

in

contemporaneo

fornito,

dee ancora per

ligente e sapientissimo storico

ma

li

Veramente

indice copiosis-

ove egli dei suoi tempi

di effemeridi, e condottola

essendo

di

altissimo

come

suoi tempi tenersi

(1).

in quelli egli

un

che

ed egli stesso a ragione

la quale,

maniera

scrittore

riscono dal sesto

aggiunta

in

pu conseguentemente adoperarsi non solo

sino all'anno 1560,

come

insigne, scrisse

Maurolico non altro

simo delle cose avvenute

ha

seguito sino a Vit-

il

corona nel duomo di Pa-

la Sicilia diede la

lermo. Rosario Gregorio,

compariva nel

del Maffei, ed

tipi

prolegomeni, e

Una

autorit storica di tant' uomo.

1'

primi cinque

fiorito

con rigore, proponendosi, senza parzialit,

di

artista

indi-

libri diffe,

e narra

correggere

Tom-

maso

Fazello, gli avvenimenti siculi dalle origini al 1479;

sesto,

che svolge

con proposito

le

vicende di tutta Sicilia

ma

plicemente a quelle di Messina, e la forma


uniforme

tono

ci)

a'

critici

il

successi fino al 1559, non pare che narri

primi,

manca

il

nitore dello

in

si

attiene

sem-

questo libro non

stile.

Per consen-

che questo libro debba riputarsi originale, e con-

Orkookio, opere

scelle,

pag. 13. Palermo, Tip. Garofalo 1845.

FBANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

sentono pure che

Maurolico nel primo ha riunito profonda

il

ponendo

dottrina storica;

33

ad esame

in esso

pi

gli storici

il-

da Tucidide e Strabone a Pausania e VaMassimo. Perdoniamogli il troppo affetto a Messina ivi

lustri dell'antichit,

lerio

era nato e cresciuto, e Messina aveva dato ricetto

memoranda

padre, segnata nell'Oriente la data

l'am tanto
derla;

e.

la

sua

sospese

citt

e talvolta prese le armi

fuggiasco

al

del 1453. Egli

per

difen-

meditazioni di filosofo, diresse nuove co-

le

struzioni di forti per salvarla dalle minacce delle orde nemiche.

vero che vivace

amava Palermo

racconto se parla di Messina,

il

voleva ne fossero

l'intera Isola, e

De

concordi. Nelle ultime sestine del poemetto

pulorum

leggono

si

tali

espressioni, che

che a rivalit di campanile

Palermo

ti

sia

mutno

al tuo

Messina

egli

animi

Gestis Disci-

accennano a

tutt'altro

Messina vegli ben


e a

ma

gli

Palermo,

sia chara,

tra voi l'amor, e fermo,

sia vostra soro Catania preclara,

e la Adele e rara Syracnsa

da tanta societati non

Ed

egli,

si

propose

role di lui ripete con

Vespri

il

(2).

non recare oltraggi


il

Gregorio

racconto

siciliani e la

soldatesche di Carlo

Sed cum de

di

encomio

loda del volume storico

(1)

esclasa.

scrivendo delle cose siciliane per invito

nato di Messina,

l'altro de'

si

difesa

E veramente

Siculis rebus

della
di

del

Se-

pa-

le

Domenico Scin
morte di Manfredi,

(1).

Messina

chi apre

il

contro

le

Compendio non

abunde scripserit Fazellus, cuius dia-

turnus labor et opera non solum laudem, sed proemia magna merebatur,
satis erit nobis

epitomen liane excudisse,

sic ut ubi loca aliquot

adnota-

quaedam supplevero, cum omni modestia et operi et


autori profecero, ut qnandoque liber exactius exibeatur. Quod enim volumen unquam elaboratum est, ut emendatius reddi non possit.
vero, et omissa

(2)

ElogiOy ediz.

Arch. Stor.

Sic.

cit.

N.

S.

anno XX.

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

34

creder avere lo Scin esagerato, n tampoco che Pietro Bembo,


si

grande maestro

non giustamente lodata avesse

di latinit,

la eccellenza dello scrivere.

Dopo quattro

secoli

il

nome

di

Francesco Maurolico, non

popolare, rimane legato alla storia della scienza.

sono
nieri,

ricordi e le disamine

a noi importa

si

di

dica

tanti

come

tra'

ed egli

come

pi grandi del suo secolo, consider la scienza

suscettibile di creare

metodi generali e

propugnati per meglio promuovere


egli applic a varj

la scienza

se celebri

ora, che Francesco Maurolico

nel Risorgimento mir all'unit della scienza

matematico,

italiani e stra-

illustri

rami dello

fllosoflci,

da

le altre discipline, e

scibile.

Preparando

moderna, ravvi l'empirismo

suo tempo, e corresse l'idealismo della

lui

che

metodi e

de' filosofi naturali del


filosofia speculativa.

Francesco Guardione

FRANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

DOCUMENTO
11 Sept.

die,

I.

ante lacem 1571.

Havendomi questa matina avanti giorno risaigliato et recitato il S.


di laudi mi venne in mente in primo I' om. ma. et ottimo dio, che
non guardando li peccati nostri, ma per sua clementia si degni indrizare
off,

partenza di questo ser.mo et pot.rao

et

prosperare

Il

quale in questo medesimo giorno da questa

mo

(1) et

la

f.

notab.mo porto ha da partir per seguir

presa in fauor de
di far qualche
et auisarlo,
et

la

XG

per

Austria:

da questo

honorata

1'

im-

complimento con lo lU.mo S. mio princ. di petra preccia,


111. S. anchora si troua affetionuta de le penose

che se sua

non postponendo

amor

lo cui

cita

Rep. {Cristiana Repubblica). Appresso mi par u

profunde scientie, come sempre e

pre,

Io. d'

S.

nob.ma

si

il

conjugale

stata in questo

amor de

mette hoggi in camino

tento senza mouersi di

Sicilia....

suo discesso et semsua principessa

la lil.ma S.

hara conseguito

tanto pi sapendo ben sua

suo in-

il

S.

Ul.ma chi

habbia scritto profunda et scientificamente, di arithemetica, di prospettiua, de

diafani

li

de

la Iride et altri

importanti passi

fecult. chi habbia ristorato l'opere egregie

menelao,

et altri authori. chi sia stato laudato et

ma per tutta Italia


Roma Venetia Parigi

et

Sicilia,

in

Europa, di cui

basilea

francia et Ispagna. Gi sa ben sua


chi

li

solidi.

sa

Gylindrici, et chi

et
S.

1'

nominato non diro in

opere siano state celebrate


celebri

altre

Sa bene chi se adopra in seruitio de

li

Per tanto

(1)

S.
si

di

germania,

la

mem.
et

li

Gonicj,

centro de

tempo che sua

S.

li

del S. suo padre,

gran copia discusse

regulari corpi non altroue cognita che in quel

bretto al detto S. dicato a


et lo IH.

cita

la notizia del

ben chi per servirlo con maravigliosa diligentia

tutta la speculatione de

matLca

la

chi ha scritto lo 5* et 6 de

equiponderanti con

li

de

d'archimede, d'apoUonio, di

non era anchora

al

li-

mondo

principe di Butera suo zio, teste nato era portato in cuna.


supplica sua

Lacerazione del

S.

foglio.

Ili.

che consyderi tutte queste cose:

le quali

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

36

sono state dette per non


in questo

restar causa ne loco di escusatione.

li

tempo che dimanda

altra cura, altro esercitio, altro

che di vacare a cose mathematice, sua

111.

S.

fusse anchora

Ma quando
pensamento
come

l'altri

occupata et travagliata in ajuto di questa sopradetta honorata Impresa


Io

non dirr

pi,

ma

ceder, differendo

la

mia querela

a pi

comoda

et

miglior comodit et oportunit.

Messanae,

11 Sept. 1571.

lo III S.

di pet. preccia.

DOCUMENTO

II.

Glarissimo Doctissimoque Viro Petro Bembo.

memor

Si

es Costantini tui Lascaris,

sub quo graecis hic olim

literis

operam dedisti, Bembe prestantissime, credo te neque nostri oblitum.


Ex civibus nostris complures tempus illud aureum commemorant: do-

mum

qua morabaris subinde nobis ostendunt

ac venerantur. Quid
patrem quoque meum Antoniurn Maurolycum Lascaris amicissimum memoria teneres ? Utinam ego eo tempore fuissem, ut te videre
potuissem. Quod quoniam mihi fata negarunt, ab hinc decennium Romam
veni, non tam Romam
quam te videndi cupidus. Gommendabant tunc
in

mirum,

si

me

tibi literae Petri

simi

tu

Pharaonij patritii nostri clarissimi tibique amicis-

autem pancis ante diebus Roma discesseras adeo mihi fortuna


Video quanti te faciat aetas nostra nequeo te non mirari,
:

fuit iniqua.

omnes humanissi-

venerari, animoque toto desiderare. Hinc spero te in

mum

studiosorumque

omnium amantissimum

suscepturum. Quod mihi tantum

erit

qoantiqae tuam facio benevolentiam.


alloqui

non datnr,

liceat

literas

has nostras benigne

quanto erga

Dum

mihi

te

te

tantus

amor occupavit

pene contempserim. Sed


djgciplinae

non

ita,

et

saltem epistola salutare. Ego quidem in bonis

artibus et mathematicis praecipue disciplinis diu versatus

me quamquam

rapior affectu,

presentem videre

illud

ut decet

sum quarum
:

ut caeteras philosophiae partes

non egre ferre nequeo


excoluntur.

Floret

quod

tales

ubique Giilenus

hodie
reso-

rumpuntur marmer dialecticis iurgiis. Cur


ilet Euclidea prsostantissimus ? Cur silet Archimedea ac Theodosius?
Car Menelai, ApoUonii, Sereni praeclara nusquam audiuutur nomina ?
An ideo qaoniam Galenas et lustinianus soli, ut aiunt vulgo, qaacstum
Dant Academise Instiniano

FRANCESCO MAUROLICO KEL SECOLO XVI

commodum

et vitae

est

afferant, in cseteris nihil frugis subsidat? Vulgaris

haec seatentia et impradenter prolata. Nana

in

recte consideres, cae-

si

mathematicis esse aut certe bene esse non possant.

terse disciplinse sine

Medico

37

componendis pharraacis proportionum, in exbibendis astrorum

peritia opus est. Inreconsulto in litibus

dirimendis agrisque metiendis

geometria est necessaria. Agricolis, nautis astrorum observatio

merea-

omnique bominum generi arithmetica quantum sit necessaria,


docet experientia. Non est ergo, cur tam preclarae, tamque necessariae
scientiae contemnantur. Ex Euclide vix sex elementorum libri leguntur:
toribus,

ad cseteros nemo progreditur, sen ad ignotas oras.

Nam

Theodosii et

Menelai Spherica, ApoUonii Conica, Archimedis opera de circuii dimensione, de Sphaera et Gylindro, de Isoperimitris, de

momentis aequalibus,
apparent non

de Quadratura parabolae, de Speculis igniflcis nusquam


secus ac
si

si

admisso inexpiabuli pei'petuum meruerint exilium. Et horum

quid circumfertur, tot tantisque scatet mendis, ut vix etiam ab au-

thore ipso emendari possit. Astronomica quoque studia adeo exoluerunt,


ut Ptolomaeo, ccBterisque optimis authoritas neglectis, nil nisi Sphaeram

Ioannis de Sacro Bosco legamus

egregium
illius

proponaraus celebromus

dignum, Sed quid mirum

et notatn

Nemo

errores deprendere, nisi Ptolemseum prselegerit. Quod

monte aut

a regio

opus

quasi

potest
si

hominis
Ioannes

eius praeceptor Georgius peurbachius uterque mathe-

maticus consummatissimus, sicut planetarum theorias,

menta nobis edidisse

(sic) iani

sic

Sphserae rudi-

pridem cum Gerardo cremonensi una Ioan-

nes bic de Sacro bosco rndis astronomus exibilatus et explosus fuisset

Eorum autem, quae ad tabularem

pertinent calculum

nihil

illustrius

tamen illarum Ganones multis magnisqae mendis


foedantur: quae nemine, quem sciam, animadversae sunt et quoties
alfonsinis tabulis

et

opus
toties

illnd u celebratis doctoribus

canones

Bembe

ipsi suis

recognitum impressioni traditum

vir doctissime, de tanta doctrinae huius calamitate

qui omnis generis scientiarum et amator et defensor

quantum mihi

licuit,

eximius. Ego,

et in

suam

authorum

et

aliorum

sum

opera

restituere nitorem-, quae tibi gratissima

quando curis necessarijs, laboribusque vacuus bis vacare


Scripsi quoque per me nonnulla videlicet de flguris locum im-

fore spero,
poteris.

tecum conqueri:

es

assiduis studiis, mentisque agitationibus, nisus

coUatis priscis exemplaribus et dictorum

complura emaculare

est,

inquinatae muculis in lucem exierunt. Libet mihi,

si

plentibus, ubi Averrois error patebit, qui putavit sicut cubos inter regalarla

quinque

ricorum

solida, ita et

libeilos. v.

Boethio, lordanoque
solaris radii per

pyramides per se locum implere. Item Sphse-

Arithmeticam. Arithmetica data: in quibus multa


pretermissa demonstrantur. Photismos

qualevis

in quibus

foramen trasmissi rotunditas demonstratar.

'

FBANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

38

motuum

Diaphana, in quibus multa de iride, quae necubi leguntur. De

symmetria. Arithmeticas, geometricasque qusestiones. De Sphaera mobili


Speculatioues multas , ubi inter caetera demonstramus latus octogenj
,

lineam esse minorem, dodecagoni vero latus Apotomeu, circulo inquam,


ratiKialem babente diametrum inscriptorum, et alia complura. Dialogos

quoque

quam

tres,

primum

de ferma

numero

coelorum. Alterum de circulis

Tertio de anno et reliquis

mundi formam

et

et

ordine tam

Sph?erae

temporum

spacijs.

elementorum,

planetarum motibus.
Quos dialogos quoniam
et

ordinem continent, placuit appellare Gosmograpbiam:

quam ego tibi, si lubet, dedicare decrevi. Est mihi sphaericum instrumentum circulis seneis compactum quod tu olim Venetijs ad Costantiiium tuum Lascarem misisti. Sunt in eius zodiaco signa latine grsecque
:

conscripta. Illud in

Nunc operam de

Cosmographia nostra commendatur

de Sicanicis agunt

ut

bine

explicatur.

et

historijs antiquis recentibusque colligendis,

quaecumque

demostratibus rebus (quae multae sunt et

a multis celebratae utriusque linguae authoribus) una texatur bistoria:

in qua includentur, quaecumque de Aetna traduntur et ipsum

mentis incendium, qilod proximis diebus vicinas urbes

terruit.

quoque
Sed volo

nunc de hoc principio processumque singillatim scribere scio enim


sis antiquitatum rerumque admirabilium avidus. Primum ad Martij
diem XXI. horis post Solis occasum nondum elapsis duabus terrae tremuere. Eo motu sensimus terram ter aut quater deorsum quasi subsedisse. Suspicamur motus illius causam fuisae vapores cavernis inclusos,
tibi

quam

ignemque tunc primum exhalentem.

Postridie, post Solis occasum, Aetna

tremoribus, tonitrnisque ingentibus editis horrendas eructavit flammas,


fastigi)

pars corruit introrsum. Lingue

glosse

incolae deserto

versus mare fugere panidi. Praeterea versus Chalathabianum

mare tantum pumicum nignque pulveris de monte


rit,

pluit, ut

oppido,

usque ad

herbas texe-

itaque exusserit, ut tactae in pulverem redigerentnr. Versus

Brontem

novo mons hiatu flammas emisit per sex millia passnum. Goncrematae
telluris et exusti sulphuris excrementa cum igne defluebant de liquelcta
nive torrentas arbores trahebant XXIII. martij ad occasum Solis Catanae
visa fit Aetna immensam empisse facem, quae ad occorsum collis bifariam divisa magno cum fragore inde Paternonem, bine Gatanam versus

irruebat terribili descensu octo

dabat nridique Catana

cnm

passuum

millia

pavidi cives Divos

comprebendens. Trepi-

invocabant.

Sacerdotes

una

popolo divae Agathae velamen extra urbem venerabundi ferebant ad

templum Agathae vetus, moxque ad templum Annunciationis, usque ad


septimam noctis horam: donec flammarum furia resedit. Lapides, pnmieetqae nigri circumquaque grandinabant pulvis, niger cinis favillae
per magnam Siciliae partem perque Calal)iiani deplare. Vidimus Mes:

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

sanae herbarum
colai

cinere

folia

ilio

conspersa. Supra

Brontem divique Ni-

Coenobium de quinque foraminibus nunc primum

Templum quoddam

pebat ignis.

quam

39

factis affatim eruin-

Leonis episcopi coenobio dicto propin-

d.

incendio totum corruit. pars quoque coenobij consumpta

cum omnium admiratione


vit

montis latus

Sub-

est.

terraneus ignis sulphurea vena nitritus radices exurebat arborum

que

cadere videbantur. Supra Calathabianum hia-

voraginemque

fecit

milliarijs

longam

tribusque

pedibus latam, ac sine fine profundam. Referunt nonnulli a quibusdam


vicinae regionis piscatoribus tractum fuisse recte serpentibus, colubrisque

quos suspicantur incendio vitato in flumina Symethenm et


Pantachum atque inde in mare delapsos in raetia incidisse. Sequentibus
quoque diebus non cessavit ignrs. Medicus quidam Franciscns Niger leon-

refertum

tinus,

cum ad montem

versus diem

obijt

accessissit

extremum

soci)

an

certum an vaporibus

afflati

montem cum impetu

eructantis

casu Brontis vineae laesae

vum

cum

sint.

socijs tribus, videndi causa, re-

quoque languore oppressi sunt


laesi. Dudum renunciatum

alitar

in-

est

flammae expulisse simul nives, quarum


Faxit deus ne quid mali

hoc Aetnae incendium, quod per annos

desierat. Variae sunt circa hoc vulgi fabulae.

mones ab

XXXX.

pertendat no-

aut paulo pauciores

Tradunt aliqui malos dae-

insula Vulcani migrasse in Aetnam. Alij

referunt

vidisse se

defunctorum umbras igni destinatas eodem catervatim properantes, inter


quos agnovisse quosdam tirannos ac latrones. Haec habui, quae de Aet-

na scriberam. Gosmographia nostra propere ad te veniet sicubi opus


fuerit, corrigenda, si modo tantum merebitur habere correctopem. Interea
tu si quid habes, impertire in ea enim es urbe, quae tanta studiorum
,

opulentia redundat, ut nihil

ei desit,

quod cuiusvis disciplinae cupidis

propinari possit. Vale vir doctissime et literatorum

Messanae Quarto nonas Maij

Ad omne

tibi

omnium

decus.

MDXXXVj.

promptus olBcium servitiumque,

Franciscus Maurolycus Messan. Scrip.

(Codice

XXXI

della Barberiniana, 43, pag. 143).

40

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

DOCUMENTO

III.

Index L u e ub r a t

num

Eaclidis elemeata, discussis interpretum erroribus,

mium

sibi

coafidentis

quain Zamberti

tam Campani

professionem ignorantis.

quarumdam propositionum, praesertim ad

additionibus

ni-

Cam

regularia solida

spectantium.
Theodosij Sphaerica elementa libris tribus, astronomiae principijs necessaria.

Menelai Sphaerica

libris 3,

multis demonstrationibus adaucta, ad scien-

tiam sphaeralium triangulorum pertinentia.


ApoUonij Conica elementa

libris

demonstrationibus

et

et

linea-

mentis opportunis instaurata.


Sereni Cylindrica, libris

2.

Archimedis opera, De demensione Circuii, De Sphera

De

et Cylindra,

De momentis aequalibus De Quadratura Parabolae. De


spheroidibus et conoidibus figuris. De spiralibus. Gum additione demon-

Isoperimetris

strationum, facilius demonstrata.


lordanj Arithmetica, et Data.

Theonis Data geometrica.


Rogerii Bacconis, et

Io.

Petsan Perspectivae breviatae

cum

adnotatio-

nibos errorum.

Ptolemei Specula. Et de speculo ustoris libellns.


Autolyci de sphera, quae movetur.

Theodosij de habitationibns.
Enclidis

Phenomena brevissime demonstrata.

Aristotelis
ii8,

problemata medianica,

quae ad pyxidem nanticam,

et

cum

additionibus complurimis

et

quae ad iridem spectant.

Propria ipsius authoris

De quantitate,
Prologi, sive sermone quidam De divisione artium
De proportione, De mathematicae authoribus, De sphera. De Cosmographia,
De Conlcis, De solidis regularibus, De oporibus Archimedis De quadrator Circnli, De iastrnmentis De Calcalo De perspectiva De musica,
De dlvinatione.
,

41

FRANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

Arithmetica specalativa

formisam plauis

quam

duobas in quorum primo multa de


numerorura a nemine hactenus animad-

libris

solidis

autem theoria et praxis rationalium et irrationalium


magnitudinum per numerarios terminos cum multis novis, quae ad decimum Euclidis faciunt, demonstrationibus abunde tractatur.

versa. In secundo

Arithmetica data

Positionum

et rei

libellis

quattuor demonstrata.

demostrationes ad quattuor praecepta

vel

capita

redactae.

Sphaericorum

libelli

duo. In quibus

multa a

Menelao neglecta

vel

omissa supplentur pr Sphaeralium scientia trianguloram.


Sphera mobilis in octo Capita pr circuitis primi motus.

Gosmographia de forma,
olim Petro

Bembo

situ,

numeroque; caelorum

et

elementoram

dicala.

Conicorum elemeutorum quintus

et

sextus

post quattuor

Apolionii

libros locandi.

De Gompaginatione solidarum regnlarium.


Quae flgurae tam planae, quam solidie locum impleant, ubi Averroes
Geometriam ignorasse indicatur.
De momentis aequalibus libri quattuor in quorum postremo de centris
solidorum ad Archimede omissis agitur: et de centro solidi parabolici.
De quadrati geometrici, Quadranti, et Astrolabi speculatione, fabrica,
namque.
De lineis horariis libri 3 in quibus tota hujnsmodi linearum theoria,
quo ad situm, colligantiam et descriptionem ipsarum piene tractatur.
:

Nam

lineae horariae a meridie captae, secant perii'eriam

puiictis in quibus

eandem tangnnt

linae horariae

quandam

in iis

ab occasu vel ortu

exensae.
Talis

autem

periferia vel circulus est, vel ex Gonicis sectionibus ali-

qua, scilicet Parabole, EUipsis, vel hyperbole.

Photismi de lumine,

dentiam

et

umbra, ad perspectivam

et

radiorum

inci-

facientes.

Diaphana

in 3 libros divisa. In

ribus. In 2 de iride, in 3

quorum primo de

autem de organi

perspicuis corpo-

visualis structura, et conspi-

ciliorum formis agitur.

Quaestionum arithmeticarum

libelli 3.

Geometricarum

libelli 2.

Astro-

nomicorum problematum tres: in quibus regulae cum exemplis traduntur.


Adnotationes omnimodae in diversos mathematicae locos.
Ganones tabularum, Alfonsi, Bianchini Edipsium, Directionum primi
mobilis.

Gompendium Mathematicae brevissimum.


Elementorum Euclidis Epitome cum novis

et artiflciosissimis in quin-

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

42

tum

in

arithmetica

in

deeimuni

solidorum libros demonstra-

et in

tionibus.

Conicorum Apollonii breviarum

libris

directe

facilius et

demon-

stratnm.

maximum

Tabula sinus recti supponens sinum

metrum plurium, quam

circuii semidia-

quod est
necessarium instrumentum.

metrici, astronomicique calcali

Compendinm magnae

num astronomicarum

sive

millies mille particularum,

constructionis Tolomaicae

omnium

totius geo-

observatio-

seriem paucis comprehendens ex breviario.

Io.

Regimonti.

Compendinm Boetianae Musicae, cum optimis speculationibus et caimodulatuam ratione, et systematum proportione.
Sphera in compendinm breviter omnia comprehendens, cum motunm

culo ac

secundornm Theoria.
Compntus Ecclesiasticus brevis et exactns.
Adnotationes in sphaeram Io. Sacrobusti, et
Quadrati

quadrantis

Astrolabi

in Theoricas planetarum.

instrumenti armillaris et Sphaerae

solidae demonstratio, fabrica, et usus, per

novam,

artiflciosani,

brevem-

que speculationem.

De

Theoria pr quocumque ho-

lineis horariis regulae brevissimae, et

rizonte.

Compendium

Sicanicae historiae.

Martyrologium sanctorum correctum


phla et

aliis

Hymnornm
Carminnm

Epigrammatum
et

Geneologia Deorum,
et

Cum

Topogra-

ecclesiasticorum liber unus.


et

Poemata Phocylidis

rnm

et instauratum.

appendicibus.

libelli

duo.

Pytagorae moralia latino mostro.

Io.

principum carptim

Boccacii adaucta,

cum

multis Illustrium viro-

ad poesim

collectis prosapiis

et

historiam ne-

S.

Crucis.

ce889rii8.

Rhythmi vulgari seu vernaculo sermone,


Cronologia ab

Adamo

in

laudem

protoplasto, Christi, principum, praesulum

notabilium rerum, brevissima.


Itinerarium Syriacum cum historiis ad loca
Ad Petrom Bembum de Aetneo incendio.
Ad Synodi Tridentini patres epistola.

sacra pertinentibus.

Breviaria.

Platlnae de vitis Pontiflcum.

Sex librorum de

vitis

Decem librorum

Laertii de

patrum.
vitlls

Petri Criniti de vitis Po<>taram.

philosophorum.

et

43

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

Octo librorum Polydori de inventoribus rerum.

Consiliorum Synodolium.

Sex librorum Diodori

Siculi.

Grammaticarum institutionum

libri sex.

Quadrati horarii fabrica, et usus.

Demonstratio et praxis.

Trium tabellarum sinus

recti, beneflcae et

calculum triangulorum sphaeralium

Compendium

faecundae, ad scientiam et

utiles.

indiciariae ex optimis quibusque authoribus

in quo de naturis signorum et

domorum

decerptum

septemque planetarum constellationum, aspectuum, directionum, profectionum, hanoscoporum elec-

tionum,

12.

quaestionum Regulae, praesertim ad agricolas, medicos, nan-

et

tas et milites, et exclusis superstitionibus, directaa

Notandum quod ex supra

scriptis operibus.

Theodosij, Menelai Maurolyci Spherica

Item Autoliei Sphaera, Theo-

dosii de habitationibus, Euclidis Phaeuoraena.

Demonstratio
Beneflcae,

lumen

et

praxis trium tabellarum sinus recti

foecundae

Compendium Mathemalhicae brevissimum simul

Maessanae impressa fuerunt a Petro Spira Alio

Germani, anno

in

unum

ac
vo-

Georgii Spirae

saluti 1558,

Item

Cosmographia ohm Petro Bembo dicala 3. lib. Impressa fuit Venetiia


apud lunctas. anno salutis 1543. Et rursum Basileae apud. Ioan. Opo-

nimum.
Item
Quadrati

horarii

fabrica et usus

Nicolaum Bassaninum anno

sai.

d.

Io.

XX.llio

(iicata,

Venetiis

apud

1546.

Item

Grammatica quaedam rudimenta, Messanae per eumdem Georgii Spirae fllium anno salutis 1528.
Rhytmi quoque materni de laude S. C. ibidem per eosdem anno salutis 1552,

Item

Martyrologium conrectum
Amulio. Card, dicatum

et

instauratum Reverend. domino M. Ant.

cum opographia cum

mense Septembris Venetiis apud


forma parva mense lulio 1568.

salutis 1567.

run\ in

multis appendicibus. anno


lunctas impressum, et

ite-

Item

compendium cum epistola simul ad patres TridenSynodi, Messanae impressum per eundem Georgii Spirae fllium et

Historiae Sicanicae
tinae

nepotes.

anno

sai. 1562.

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

44

Item

De

vita X.pi, eiusque; matris, et gestis et

Apostolorum

nariis rythmis vulgaribus. Venetiis per Augustinutn

(Dal voi. Opuscula Mathematica; Venetiis,

Senense,

1546.

apud Franciscum Franciscium

MDLXXV).

DOCUMENTO

IV.

Hesperius Rev. P. Francisco Alias

D. Cyllonius

Panormo Melitam.

Societatis Jesu,

Si

ceto se-

libelli

Bindonum

iam pridem

me

contulissem:

mihi panlnlnm sexcentis ab occupationibns vacasset

istnc posthabito literarum quali supplemento, te

invisum

postquam enim Famam ubiqne de te suspexi personantem, qoam oninigena virtute, ac eraditione praecellis: quam vario idiomate (cuius et me
studiosa tenet ambitio) ornatus existas, animum incessit desiderium tanto
viro mancipandi

quam primum

obsequia mea: nec requievi interea, do-

nec dilectos tuos Genitorem, Fratres, adirem, ut saltem illos tni loco venerarer, impetraremque ab

eis, ut

me

tibi

dignarentur habere commen-

datum, quatenus ignorantie meae tenebras doctrinae tue radijs collustra-

quo enim nisi abs te uno tanquam ab oraculo suo in hoc Trinacriae
Regno florentissimo responsa, praefertim de Divina Mathesi queat expectare Respublica literaria ? Atque id est in causa, cur tuam humanitatem

res:

folio presenti

compello

ut de istius facnltatis Principe Archimede, qui

ex traditione Abbatis Maurolyci a


batur

cunctas mihi notitias

cnliariter audivi

non

latere)

te

paucos anos Messanae

typis cnde-

enim huins impressionis et peextens rescribere non recuses. Unde nempe


(scientiam

originalia Manrolicana sint deprompta, et

quodnam huius

veritatis indi-

cium, ne pr suppositis habeatnr? Quis huius operis Gurator, et Procurator extiterit, ut non periret in tenebris a

mnm ?

pographnm
praefatione

de eaeteris

tam longo tempore posthu-

? Apud quem Tycommissum? Quomodo ex novem libris, quos in


Maurolicus pollicotur, sex tantum absolnti sunt ? Quaenam
Maurolyci lucnbrationibns Aierit intentio sitque modo sta-

Qnis expensas elargitus est

nt

imprimeretur

est praelo

tost et reliqna

demnm

lectorom indigare.

alia

oditionem

hanc

spcctantia

quae

fas est

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

Pervenit in hanc
Regij

testate Fisci

45

Urbem desideratum hoc Opus ex Messana sub pointer

plurimas chartas miscellaneas

quibus vix

Exemplar potuit colligi, eum tamen pris irato


ade persequitur improba Forin mari naufragium perpessum fuisset
tuna non modo Viros doctos, verm et ipsoram ingenuos liberos Libros.
De qua re cm acerbe dolemus, de recudendo ilio hic Panormi cura non
modica geritur ut et reliquis tribus Libris, qui post sex desiderantur,
sicubi inveniri poterint, vel saltem eorum puro textu, quando illos inveniri non sit datum, ut, qua possumus parte, prodeat absolutum. Suadet
hoc maxime erudilissimus Dominus D. losephus Delvoglia, Vir nullo si-

unum,

vel alind integrum

lendus aevo, et aflfatim sua doctrina in Orbe notus, cuius doctissimo Consilio ea

propter has ad te literas mitto. Miseratus vero est

iniquae sortis

quamplurimum

Scriptorum ade praestantium Religiosissimus pariter ac

doctus Dominus D. Fr. Simon Rondinelli, Sacrae Divi Ioannis Hierosoly-

mitani Religionis inclytus Commendatarius, qui sui Nominis clypeo eos

enim alium, cui aequiori titulo illos dicarem, desiderare unquam poteram. Quorum dum gratam memoriam chartas
protegit, et late honorat; nec

meas cernis decorantem, nec minor exinde

tibi

surget gloria

qud, ut

mediRogo ergo te enix, ut quantocis meis supplicationibus acquiescas expectatur enim avidissime hoc opus, et gauderemus profect relationem tuam, quam de ilio expostulo, ipsi adnectere, quo luculentis
evadat. Vale vir doctissime, et fave. Panormi Nonis Maij, Anno Virgineo Partu M. DC. LXXXI.
Rev. Tuae
in tenebris tanti Authores non delitescant tuis luculentis notitijs

taveris.
:

Obsequentiss. Famulus
D. Cyllenius

Hesperius.

Responsio Rev. D. Francisci Alias Ad D. Cyllen Hesp.

Supra

id,

quod meis par erat meritis, epistolam tuam laudibus meis


condono errorem: absentia in causa fuit.

onerasti: cave iterum pecces; sed

Speciosiora, quae procul, et in prospectu sunt, apparere solent; quae si


flant, venostatem ammittunt. Moram in respondendo nonnullam interponere volebam, ut tuae petitioni facerem satis: quaedam enim
videbam esse, quae me latebant quare illic ad amicum meum Messanae degentem misi ut ex ilio nota mihi flerent tibique absolutissim
responderem, cum loseph La-Barbera typographus adventu suo secundam

propriora

FRANCESCO MAUROLICO HEL SECOLO XVI

46

erant, tibi

ad

meam

menm

calainunqne

attulit epistolam,

exponerem, iternm,

excitavit, ut ea,

et plenis,

quae mihi notiora

cum Messana, quae

postulavi,

pervenerint notitiam, expositurus. Haec igitur in praesens

cipe. Plura

ac-

Maurolyci de Mathesi scriptionibus suis exarata apud nescio

quem Messanae

quorum nonnulla Ioanni Alphonso Borelli


meoqne intimo familiari Senatu

servabantur,

insigni, ac celeberrimo Mathematico,

Mamertino consignata fuerunt; ut ad publicam utilitatem pervenirent,


iamque typis edita fnerunt commentaria in ApoUonij Pergaei conicas sectiones: cm circa decimum ab bine annum eiusdem Maurolici in Archimedem lucubrationes praelo committere meditabatur, et iam Senatus expensis opus perflci caeptnm; eim exitiali. Superum fato, publicaeque rei
paul
exitio Borellus quamvis vitae integer, omnisque sceleris purus
ante urbis illius rumores exulare nonnullorum delationibus cogitur. Opus
viri
inde imperfectum ut habes in potestatem cuiusdam aromatari^
eruditione, ac malhematicis disciplinis poUentis cognomento di Lorenzo
pervenit: hic sub Hispani dominium urbe redeunte, sibi metuens Gallicam classem secutus cuasit. Maurolyci exemplaria domi relieta Regius
Fisens occupavit, nunc vero te coempta, et recuperata esse vehemen,

ter et snpra

me

quam

credibile est, gaudeo. Haec in praesentiarum, caetera,

Gaeterum scriptiones meas


(non alio idiomate Esermone
recudo
mathematicas, quas nunc Italico
gratiam
desudo comin
quorum
Hierosolymitani
discipuli
mei,
qaites
sed
positas esse iubent) Gallicis praelis committere in animo babebam
cura ad

pervenient

libens daturns ero.

cum

te intelligam

bonarum artium,

ac liberalium disciplinarum fautorem,

sententiam mutare cogor, nec alium Mecoenatem

qum

beo, Sub tinem anni Geometriam, nova, facilique

methodo excogitatam,

curae tnae committam, ut typis edita in


terim,

si

aoam

omnium manibus

Maurolicy in Archimede exemplar ad

hoc mihi gratius facere poteris. Vale, meque, ac

rantium parentum

in

te expetere de-

servorum tuorum album

me

versetur: inmiseris, nihil

meorum

istic

commo-

fac referas. Melilae prid.

Kal Inn. 1681.

Literae Rev. Patris Caroli De Balsamo Soc. lesv.

ad Rev.

P. Alias,

Messana Melitam.

Ad literam volendo corrispondere


impostami, ho

fatto intensive

ciare cose adesso molto

difficili,

alla celerit delle lettere di V. R.

ci cb'extensiv si

stante

il

doveva

mancamento

per rintrac-

del flore di Messina:

con tutto ci scrivendo con risposte corrispodenti ad ogni interrogatione


AU'Unde Originaiia Maurolycana eie. Che si hebbero questi da un

<lir. 1

47

FRANCESCO MAUROLICO NEL SKCOLO XVI

certo Cavaliere, che veniva da parenti del detto Marcii, e rioQiinaronmi


il

Marchese

Gampotondo.

di

suppositis, etc. Ecco

2.

Quodnamhuius

veritatis indicium,

ne pr

Carattere qui assai noto del Marol, che pure io

Il

stesso conosco; carattere minuto, e che molto favoriva al risparmio della


carta: inoltre

il

commentari) illaogo, anno,


compivano
suoi trattati. 3. Quis huius OpeProcurator, etc. Del primo si il Sig Lorenzo di Tomaso
segno

di esservi al line dei

giorno, et hora, in che


ris Curalor, et

si

ma huomo di molteplice
Roma la Medicina a'

Aromatario in Messina,
s'intende di professare

Letteratura, che adesso

Cardinali, e primi Si-

in

gnori con molto applauso. Costui per danari di medicamenti, che gli de-

vevano i Signori parenti del Mauroli gli riscosse quegli originali, et havendo di propria borsa cavatasi qualche somma per promuovere 1' impressione dell' Opera suddetta fu soccorso a tempo di Alberto Fuccari
dal Senato della Citt di Messina, a cui doveva dedicarsi, d'onze 100. E
,

bench questo della professione se n'intendesse, si cominci per l'impressione con l'assistenza, e studio del Sign. Gio. Alfonso Sorelli nell'anno 1670, e seguit a stamparsi sino al 72, e dopo per i distui*bi di quel

tempo necessitato il Borelli a partirsi per Roma, reste imperfetta, essendone solamente stampati i sei libri, che al presente si vedono, ch'erano
rimasti in casa di Lorenzo di Tomaso dove con altre robbe furono incorporati dal Regio Fisco, e trasportati in Palermo. Dal Che si sodisfa al
,

dubbio

4.

Quis expensas

All' altro 5.

et.

L'Impressore fu Paolo Bonacota

Apud quem Typographum

etc.

Stampatore in quei tempi del Senato

bench dallo stampato sin bora non ne comparisca

il

nome, non essen-

dovi n frontispicio, n flne al libro, Siegue nelli quesiti

il 6.

Quomodo

ex novem hbris, quos in praefalione. eie. Da tre libri che mancano al


compimento di tutto il commento d'Archimede, quello de numero arene
non si haveva dal Mauroli, e fu supplito in Roma dal detto Signor Borelli, se ben non si sa per certo, s'ella sia stata fatica sua, o pure estratto
E quanto agli altri due
da qualche altro Commentatore d' Archimede
,

manco
li

si

hanno: onde

si

stima che sopraggiunto dalla morte, bench egli

prometesse, non l'havesse potuto travagliare:

dice, vi

potrebbe aggiungere

il

si

che conforme

l'opera imperfetta. Restano gli ultimi due quesiti.

Maurolyci Lucubrationibus.

ris

cose,
tale

ria Latina

et io

dice

Cillenio

eie.

7.

Quaenam

de caete-

Certo che Marcii scrisse pi altre

non solo di Matematica, ma d'altre professioni. Il Sig. Gio. di Nami disse una volta, ehe vidde in potere d'Alberto Fuccari una histom.

s.

di tutto

sto di Sicilia (che

il

puro Testo d'Archimede, per no lasciar

non

il

me

ricevimento fatto in Messina, e forse nel relo

ricordo per appunto) all'Imperatore Carolo

ne cercher di tenere altro esame intorno a

Et reliqua

demum

alia editionem

ci.

hanc spectantia,

l'altro 8.

etc.

che

Nello stam-

FRAN0B8C0 MADROLICO NEL SECOLO XVI

48

parsi quest' Opera d' Archimede facevasi prima dal detto di


dal Borelli stampare

stampare

1'

altri libri, e

libro

il

primo

v. g.

autografo del Marol'i sopra

commentarietti

il

Tomaso

e poi

dava a

si

il medesimo libro
e cos degli
uno dall' altro e diceva, men,

separati V

stampa

questa

tre attendeva

d'Archimede

Borelli

che puliva

calzati de' suoi

Signori nella Matematica. Questo quanto posso avvisare a V. R. sopra


i

quesiti

facci

domandatimi dell'Archimede del Maroli.

mentione

me, che ne ho

al Cillenio,
fatta

Io

ho a caro

eh' ella

relatione gli sia stata inviata da

accurata indagine, e gran lume ho ricevuto dal Sig.

Gio. di Natale Dottore

sina, destinato

come questa

in Medicina

cospicuo fra

sempre per Secretarlo

gli

Academici

della Citt e Senato,

Mes-

di

quando

flori.

Potr pure V. R. significare, che per quanfaltro occorrer di voler sa-

pere

il

Cillenio, potr scrivere a

me, per

l'affetto,

che

ho conceputo,

gli

per essersi appassionato tanto degl'infortunij d'Autori si gloriosi, si che


accetter volentieri la corrispondenza con lui. Col che tutto a' SS. Sacriflcij di V. R. mi raccomando. Messina 20 di Giugno 1681.
Di V. R.

Indegno servo

Xpo

in

Carlo di Balsamo.

D. Cyllenius Hesperius Rev. p. Carolo Di

lacandissimas tal Nominis odor

rima

refecit,

ipae mihi,
sitis

tulit

dum

Balsamo

S.

animum meum totum

saavitate plu-

per literas tuas ad R. P. Franciscum Alias (quas

cm primum Melitam

et

communesj abuud quae-

appuli, fecit

mais de Maurolyci Archimede desideratam coronidem imponis. Reetiam mihi Panormi benevolentiam tuam erga me Illustr. ac Reli-

giosiss.

Dorainus

dico. Gratias

ago

Commendatarius Rondinelli
tibi

ex arbore Balsami non nisi fragrantia


laudare, sed

Insula

cui

opus hoc celebre de-

immortales pr tam singulari urbanitate

tua Stirps

distillai.

Vellem

te

tuae actiones satis te praedicant.

Panormum redux me conferam

spero obsequia

etenim

pr dignitate

Dum

mea

ex hac

tibi ore, et

corde confirmare. Vale Vir suavissime. Melitae. Kal. Septembris 1681.

Tuae Rever,

Deditissimus Servus
D. CylloQius Hesperius.

FRANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

DOCUMENTO
Al Ilus.mo senor

D.

49

V.

Manuel de Arios, y Porres, baiulivo, y VicecanSan Juan etc.

celler de la sagrada Religion de

Ilus.mo Senor

Con harto sentimiento de mi corazoB

llego

interrumpir a V. S.

Il.ma los graves y continuos negocios, que ocupan su Ilus.ma Persona,

y aunque en dos meses que estoy en est Giudad lo he procurado escusar


por todas vias, no lo he podido conseguir que al fin es menester recur:

para gozar

rir a la fuente,
le

importuno con

el

aqua limpia. Perdone pues V.

succinta relacion de lo que

la

me

est

S.

Il.ma

si

passando, que

no veo otro amparo, a quien poder recurrir, y pues por manos de V. S.


Ilus.ma passan tan innumerables Papeles, halle tambien este piadosa acogida, y el que escrive el Consuelo deseado.

Aviendo comprado en Palermo


de

425 eiemplares

para darlas a luz

las

Obras de Archimedes en numero

in folio, conflscadas de

me

Mezina por

Regio Fisco,

el

eran necessarias algunas particulares noticias

cuya -consideraci escrivi

al

muy

me las podia
muy buen molde para est y

en

Rev.do P.e Alias, que era de quien uni-

compre despues una imprenta

camente se colegia

conferir

de

otras obr:is que se

me

ofrecen. Apenas

puse en orden, y promulgu una muestra


del caracter, quando mis emulos (que en Sicilia regna dilatadamente la
passaron quatro meses que
embidia, y bien dixo

mentum majus)
le

el

Poeta

dor,

me

Invidia Siculi non invenere Tyranni tor-

suma considerable

ofrecieron una

me

la

quitara;

diera tienpo para ir Malta a

con prester

di dinero al

que

me

que todo mi
me huviera malogrado, y deslucido. Supliqu mi Acree-

avia prestado, paraque,

trabajo no se

la

las noticias

donde poco

verme con

el

falt

P.e Alias, y recabar

de mi Archimedes, pues con su venta se podian

pagar dos imprentas y sus interesses. Tres cosas, Ilus.mo Senor, me movieron emprender este viage
desacomodandone a mi y a mi pobre
casa, y en lo fuerte de los caniculares. La una el desco que tenia de
,

conocer

al P. Alias,

de lenguas,

com en

pues
lo

la

fana de su erudicion tanto en la variedad


las Matematicas no es de poco aprecio

profando de

en toda Europa; y yo de mi parte peco mas de observancia a los buenos


Ingenios que de poco zelo. La segunda, come he referido
recabar sin
,

dilacion del

la

mismo Rev.do

tercera ver

Arch. Stor.

si

Sic.

ballava

a mi libro.
manera de establecerme en Malta con mi Im-

P.e aquellas noticias necessarias

N. S. anno

XX.

FRANCESCO MAUBOLICO NEL SECOLO XVI

50

prenta y mi Casa, dando assi de

mano

ay Imprenta y donde est una Religion

a la embidia

pues en Malta no

y teniendo el
dincultad
en
ponia
gran
ballar assino
imprimir,
P.e Alias macho que
mejor
que
pude
para
el
Proveime
lo
moderado
stencia para efetuarlo.
tan

esclarecida

gasto del viage, y con alcuna decencia de vestidos, quando en Siracusa

un passagero tanto me movia a piedad que

le sali flados

de 32 escudos

de
y gast con el lo que tenia eran otros quatro escudos, con palabra que luego que llegaramos a Malta lo pagarla; y el pago, que hizo,
piata,

dexandome empantanado en un laberinto,


aunque he caminado toda Europa, y me han
Ya el Rev.do P.e Alias puso en noticia de V. S.

fu huirse con grande astucia,

me

en que jams

he

visto,

sucedido varios casos.

Ilus.ma parte de este sucesso, y aviendo tambien llegado a oidos de su

Em.a

mand prender

lo

com

se executo,

y oy

est en la carcel

para

dos meses va este passagero. A mi entr tanto me ha sido fuerza detenerme tambien en est Giudad, porque la Persona a quen he hecho la
,

pague, com es razon, y aunque tiene en prendas


mis vestidos, que valen pueden ser mas que la deuda, no los estima en
fianza quiere,

que

le

nada en lugar de sus dineros, que si los huviera querido dias ha que
me avria yo buelto a mi casa acordandome para siempre de mi viage
a Malta. Mas pues mi necia piedad me ha puesto en este embarago (sum
,

pius, heu doleo

nam

mihi, saepe nocet) justo es que pague yo

la

pena,

con esto no obstaute pudiera escarmentar. He persuadido a este hombre

si

en

la

carcel,

pues tiene madre, hermanos, y parientes mercaderes, que


me desempene, pero basta aora

pueden ayudar, que se desempene, y

le

no veo luz alguna.

Dexo a

la

piadosa con^sideracion de V. S. Il.ma

qual puede estar un

pobre hombre come yo con obligaciones de Casa y familia en tierz*a agena


y sin amparo alguno. Crea V. S. Ilus.ma que he padecido, y si dios no

me

baviera embiado

cipe de

la

al S.r D.

Rodrigo del Bosco hermano del S.r Prin-

me

dex

ellos

com-

Catolica (de quienes siempre recivo mil honras) que

cinco excudos de piata, yo no s

com

le

huviera passado. De

pre no obstante algunos instrumentos de hierro, y con mil ruegos


hize eraprestar otros para abrir, durante este

gunas

letras, que,

segun

empec, y

no tener

lo

lo necessario,

lo

la

imprenta, he aprendido

qoalqaier interes

li;

sicndo mi

est ciadad, para voer, si

me

genio que tengo a

que

me

destierro, al-

perteneco desde su principio; y esto


continuo basta aora, aunque con grandissima pena por

con grandes gastos todo


lo

el

mi inocente

fin dar una prueva de los moldos, en


por este camino hallo algun mercante, que a

dosempefte del umbarago en que

ontretenia, y al son do la lima

me

ostoy.

mi pobre Musa aunque mas

por verme a na tambien del mismo modo (que

ella es la

En

esto

afligida

unica qae

me

51

FRANCESCO MAUKOLICO KEL SECOLO XVI

acompana en mis trabajos) ma tambien tramando la materia, en que emplear est mi prueva, quando ayer dia de S. Gosme y Danaian, me embio
a Uamar al P.e Vela de la Gompania de Jesus, por cnya via mi muger
me escrivio que mi principal acreedor me quiere vender, o empenar la
impronta, y est es instigacion de mis emulos, que lo persuaden a elio
con mayor interes por arruinarme; y assi, Ilus.mo S.r sin salir de un
laberinto me veo en otro mayor, porquo si me quitan est Imprenta me
quitan

pan a mi y

el

mi

casa, y

me

arruinan sin

remedio

com

lo

intentan.

Por

lo

que

(sin

hager merito del zelo

que con tantos trabajos aqui

me

ha trahido a ofrecer rais servicios a la Religion) solo acudo a la


mucha probidad y prudencia de V. S. Ilus.ma y por las Entranas de
Christo le suplico, pues de V. S. Ilus.ma depende todo, se dignedeam-

pararne, paraque yo passe est Giudad mi Impronta y mi casa, que har

V.

Ilus.ma una grande obra de piedad, y esto se pnede hazer sin in-

S.

la Religion, antes con algun provecho, pues la Impronta


valen
a lo menos quatrocientas ongas de piata, y para delibros
mis
y
sempenarla me bastan ciento y cinquenta y aqui no faltar, luogo que
lleguo, un Mercader que de el dinero la Religion; o si se quiere im-

teres alguno de

tomo do su Historia tan deseado o otras qualesquiera


de mi trabajo que sin esto veo
muchas cosa que imprimir en osta isla y parece que Dios me ha encaminado a elle para hazer mi Fortuna, segun ed deseo que tengo del
roposo, y de huir los embidiosos. Pero si fuere tal mi poca suerte que
yo no pueda conseguir oste favor, suplico a Io menos a V. S. Ill.ma me
primir

el

torcer

cosas suyas, ya se puode descontrar

salir de est flanza, y me pueda bolver luogo


aunque sea mendigando do puerta en puerta pues no s de
otro modo com hazer en el aprieto, en que me hallo por el qual non
harto pesar mio quito la mano de mi trabajo empecado que basta en
esto me es embidosa la Fortuna; pero no podr tanto que a lo menos
por manuscrito no ponga yo a los pies de V. S. Ilus.ma la idea que iva
tracando. La siguiente Elegia, o Romanze Heroyco a imitaeion (si tal pu-

ampare, para que pueda

Palermo

diere lograr) del ingenioso Maestro Tirso

deleytando, consagro al generoso

aver recurrido a

tal

de Molina en su aprovechar

Nombre de

sagrado, no potr V.

S.

V. S. Ilus.ma Si qniera por

Ilus.ma negarle

la

accepta-

mal limado del verso el objoto y el


zelo suplir las faltas. El otro sujete literario, que va despues del Romance es la idea de lo que deseava imprimir para muostra del caracter,

cion

y en

que

elio

si lo

ve V.

dosmereciere

S.

lU.ma

lo

el principio.

No permita

V,

S.

Ilus.ma que tan

ardiente zelo se malogre, y consuma en sus cenizas.'


Suplico finalmente a V.

S.

Ilus.ma se digne de

darme un breve

in-

FRANCESCO MAUKOLICO NEL SECOLO XVI

52

paraque no

me

buelva yo sin este Consuelo

que
grande autoridad del Rev.do P.e
Alias, y estar muy lexos del accidente que me passa, no me avrian faltado ics primeros de Palermo con sus recomedaciones para V. S. Ilus.ma
stante

de audiencia

sino huviera

ni dudara

venido conflado en

tampoco

la

Exc.mo S.r Virrey porque aviendose agradato

la del

en algunas composiciones mias, que a su presencia se han representado

apoyo de su nombre se bau impresso, no aviendo yo preel de agradar, me persuado que papel per papel
avria de negar Pero todo es superfluo donde la Pietad de V. S.

y que con

el

tendido otre interes que

no
111.

me
ma

lo

negare a penetrar

deseo ver

la

sincero de mi corazon

lo

Persona de V.

S.

el zelo

con que

Il.ma con los adelantamientos que se

me-

rece.

Illus.mo Senor

los pies de V. S.

lUus.ma

Su mas rendido Servidor


D. Juan Silvestre Salva

(L'autografo posseduto dalla Biblioteca Comunale di Palermo).

DOCUMENTO
In quista inferna valle

per

li

VI.

suspiramo

diversi e gran travagli stanchi,

ognhura per li guerri dubitarne


ognhura per penuria senio manchi
:

con fatigati fianchi e rari passi

andamo

tristi,

dubiusi e

lassi.

Passau la tempu ch'in pochi

si stava,

passaa lu tempa chi virt floria


or teni locu l'avarizia prava
la ftandi, violontia e

va per corsia
e

la lustitia

la

tjrannia

dispiatata guerra:

abandunao

la terra.

FRANCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

Li Ghristiani soliano pugnari

con l'armi d'innocentia e charitati


ora

trovano principi rari

si

di Sapientia e di lustitia

e la cupiditati di la

armati

raundn

ha guasto ogni virtati e misu in fundu.

La donna

al

suo marito non e chara

quista di quillo a la morti pretendi


gratia di

la

la vita di lo

la

lo

li

frati

patre

anchor' e rara
al figlio offendi

noverca intendi a venerare

genero a

lo

L'un hospito da

ognun

sochiro gabbare.

l'altro n'e sicuro

corno va e veni

la fortuna
or'amico diventa, or'impio e duro
:

ognun si muta come fa la luna


sempre ieiuna fame d'oro
:

e o

quanti mali per

Quanto su
altri

su

ti

foro?

qnisti di la nostra etati

da quelli pasturi divini

campavano contenti
e hor la gubbitizza
li

fatti

in povertati

non ha

fini

pecuri mischini su dispersi

afflicti,

exausti, consumati e persi

(Exclamatio Petri Apostoli).

Ma

tu da Gotantin

Roma

dotato

audi chi dichi lu to piscaturi


Recolcitri ben grassa e impinguata
per lu tropp'ocio hai nasata i furari
per lu to erruri, cum ecclesia ruo
heu quantum differs a pastore tuo.
:

Un tempo

tu campavi cu honestate,
un tempo combattevi per la fidi

53

FRANCESCO MUBOLICO NEL SECOLO XVI

54

ma

ora

ricchezze tue mal nate

le

t'hanno lasciva fatte

ben

si

vidi,

su cridi errata tua non tria vel duo

heu quantum

Devivi disprezzar'
et

a pastore tuo.

dififers

cosi bassi

li

mente

elevari la tua

in

susu

ma

per contrario

terreni guardi versu iuso

li

per

abusu

tal

heu quantum

cosi lassi

l'alti

contenno e spuo

io te

differs a pastore tuo.

Li poveri devivi reparare

devivi restaurare

li

toi

templi

di quisto lo contrario soli fare

guerre

et suscitare

con

li

heu quantum

Io

come

dififers

contempli

si

a pastore tuo.

tand'oro non petia,

sai,

ne oro anchora

quando per

ma

essempli mali penas luo

toi

l'altri

dimandaro

sorti electo fu Matthia

tu ogni cosa fai per lo dinaro

ne milia

facciaro quattro o duo

ti

heu quantum

differs a pastore tuo.

Fundata in casta e bassa povertate


centra lo tuo factore

china d'ogni vitio

adversa vexant

te

si

levata

e pravitate

propter peccata

putta sfacciata io t'averso e spuo

heu quantum

No t'hanno

differs a pastore tuo.

toi

li

guerri e triuntt prischi

or facto capo di Christian' e matri

non
non

ma
heu

l'archi
statui

li

colunni e obelischi

pyramidi o theatri

l'almi patri
fiuaritiiin

cnm cruore suo

differs a pastore tuo.

FEAKCESCO MAUBOLICO KEL SECOLO XVI

primo l'homini piscava

Quillo, chi

per congregarli a l'eterno thesoro


ora sammerso in avaritia prava
e diventato piscaturi d'oro

mio restoro penas Ino

e io per

heu quantum

a pastore tuo.

diflfers

Cui ne pera, ne calze possedia


or' in te sedi re absoluto et solu

ch'una barchetta havia

In piscatur

ora comanda

di galei

gran stola

alzato a volu da lo stato' suo

heu quantum

differs a pastore tuo.

Eri contenta di lo spirituali

or tua cupidit non ha misura

accumuli ricchezze temporali


^d occupari regni metti cura
e io d'ognhura lachry mando pluo

heu quantum

differs a pastore tuo

Die quis manfredi copias perfregit?

quis contadinum perfido mactavit


quis

Parmam,

quis

Bononiam subegit

quis et Florentiam nuper occupavit?


at Cesar te donavit

heu quantum

Or torna

regno suo

differs a pastore tuo.

torna a

li

toi

antiqui patri

riveni e tagli a l'occhi toi la vela

exemplum

sei, di

cui

si

facta matri

lassa la terra e thesaurizza in cela

per

lo

to zela,

deliqueaco e fluo

adhere saltem nunc pastore tuo.


Exhortatio ad

Cossi parlava
di contra

li

Summo

Simone adirato
soi

pravi snecessuri

Pontefice.

55

FKAKCESCO MAUROLICO NEL SECOLO XVI

56

non

di questi tu

mastra l'amari

Paulo beato

si

bono recturi

e noto, quanto sei

to ch'a Cliristo porte,

e fa che dritte sian le cose torte.

Per

te fiorii ben'ogni doctrina

per

sonno in gran preccio

te

l'eruditi

ne poco l'alma tua chita divina


risplende di prelati ben graditi
e intra

periti assai reluchi

li

hoggi per fama

bembo

e sancta crnchi

Ecco che Carlo Cesare potente


per mare e terra carr fulminando

Da
la

occidente

lo livante fin'al

santa

f di

Christo dilatando

e debellando tutti

pagani

li

Arabi, Turchi, Scythi e Manritani.

Aggiunge

lo to

aiuto a tanta imprisa

o Paulo, e mostra qnanto vali e poi,

vegna

lo

Re Christiane a

con tutte

le

la difesa

potentie e forzi soi

e l'altra poi ognuno per sua rata

fazzano

la

grossa

poterusa armata.

Sa qua! per mezzo di Scylla


secura sorga in

lo

et charidi

portu zancleu

undi Messina con syncera

fidi

di l'alma Crochi serva la trophea

e di lu

tempu reu

li

gravi danni

sosteni fldelissima e l'aflanni.

Ora mostrati

la

potentia vostra

signori di l'Europa tutti quanti


fazzati chi la sancta fidi nostra
sia dilatata

per tutto Livanti,

e in Constantinopoli, com'era
ai

explichi di

la

crochi

la

bandcra.

FEANCE8C0 MAUKOLIOO NEL SECOLO XVI

57

vi tegna scusa

Raxuni alcuna, chi

chi vi difenda, al presente nou

ecco ch'e prisa con pi terre susa


e restituta a l'Africano

Re

dal nostro Vicer Gonsaga, e Doria,

digni d'eterna laude e di memoria.

Ecclesii collegiali

e monasteri

religiusi e devoti persuni

placati a deo

con voti e con pregheri

fachiti sacriflcii e sancti

duni

chi 'ndi perduni l'erruri passati

e chi 'ndi guardi da

Vui chi

le adversitti.

triufati in l'allegrezze

immense,

pregate per salute: pace, et copia

ne Jove

ne lunone ne l'Ennense,

ceres porr fugar

la

nostra inopia,

quasi Ethiopia e Arabia diserta

semo

(Dal

poemetto

se la piata nostra n'e aperta.

De Gestis

Diaoipulorura Domini, impresso

netia per Agustino Bindani ad instantia de

Conservato nella Biblioteca Comunale

di Palermo).

in

Ve-

Simon de Franchi, MDLV.

UNA PREGEVOLE MONETA


DI

FEDERIGO RE E COSTANZA IMPERATRICE

Nella
v'

ricca

monetazione dei re normanni e svevi

ha una piccola serie

oro

di tari di

la quale

(D

di Sicilia

per la forma

pel peso e in parte per le iscrizioni, differisce dall' altra

pi frequente

dei

coniati

tari

ultimi infatti, se han comuni

sono

di

un modulo assai

a Palermo e Messina.

cogli altri le iscrizioni

assai

Questi

arabiche,

hanno un
campo del dritto la croce
greca IC XC NI KA. Gli altri invece
piccolo

variano nel peso

certo spessore, e portano sempre nel

cantonata dalla iscrizione

sono formati
peso

quasi

formola
latine. In

di

una laminetta

oro basso di largo modulo e di

costante (da gr. 0,80 a gr. 0,85),

greca

religiosa

qualcuna

sina, opper le

hanno

di tali

Questo lavoro

come

fu letto

il

monete

ha attribuito

sione di dimostrare

(1)

di

nome
altri

ha

e,

nel posto della

del sovrano in lettere


letto

alla Sicilia (2); io

il

nome

di

Mes-

ho avuto occa-

tale attribuzione sia sbagliata,

doven-

nell'adunanza ^'oneralo del 14 Ottobre 1894.

San Giouoio-SptNKLM, Monete cuoche, ha preteso leggere il nome


N. 323 (tav. XV, 1),
di Messina nelle seguenti monete del suo catalogo
549 (tav. XX, 2), 551 (tav. XX, I), 553 (tav. XXI, l).
(2)

DI FEDERIGO RE E COSTANZA IMPERATRICE

UNA PREGEVOLE MONETA

59

dosi quelle rimandare alle zecche dell'Italia meridionale di Salerno

e di Amalfi

minazione dei normanni e degli svevi


di

monete sotto

nelle quali citt si coniavan

nale di Palermo,

di Sicilia (1).

tari d'oro posseduto dal

monete appartiene un

la do-

questa classe

Museo

nazio-

quale per la sua speciale importanza merita

il

di essere illustrato.

La moneta

qui presa ad esaminare pervenne al

lermo dalla collezione Fusco; ed quella segnata


Catalogo che in occasion
cav. Costantino Luppi,

TARI. +

Due

palma. R.

giri

Due

delle

cos la descrive

G.

I.

dal prof,

mezzo

un cerchietto

in

mezzo, in un cer-

cufica; nel

descrizione della moneta

basta ad identi-

(sic)

da Principi Longobardi Normanni

Mo-

Svevi nel

Napoli, 1844; dove al N. DLI, pag.

Sicilie,

una

{conservazione cattiva).

quella pubblicata da San Giorgio-Spintili nelle

nete cufiche battute

Rit.

Nel

con iscrizione

una croce. Oro,

ficarla con

Pa-

quale la nota nella seguente maniera

cufici.

Questa sommaria

Segno

vendita fu compilata

della

di

N. 724 del

FRE. BEX. SICILIE cou in giro al di fuori altra iscri-

zione con caratteri

chietto,

il

Museo
al

122^,

's.

^>j*Avo

,-Ui

'a-*---

iJift-M-

xjA^

S-'y^

Battuto nella Citt di Sicilia l'anno ottavo, novantesimo, cinquecentesmo.


II.

Q.

FRE.

REX

SICILIE

(sic).

Fredericus

Rex

Sicilia e.

A. Dattero coi suoi frutti.

ROV.

I.

G.

XjL4.,w.<J>-

Battuto

KiLw.^

Messina

<J.JS

....

cinque-

centesimo.

(1)

Di

tali

monete ho ragionato trattando

del

miei Studi sulla Numismatica arabo-normanna di

VAreh.

Stor. Sic. N. S.

anno XVI, Palermo

1891.

tarano

di

Amalfi

nei

Sicilia, pubblicati nelr

UNA PREGEVOLE MOKETA

60

G.

II.

aJi

Io

Federigo

A. Cerchio

ixJUJt

aJscJI

magnifico che

il

chiaramente

che

gloria in Dio.

si

Da San

lermo.

si

conserva

Giorgio-Spinelli la inser

delle sue Opere),

l'opera dello Spinelli

stavolta

come

Dritto

di

Pa-

Palermo 1861.

trascrizione delle

la

merito del-

sul

non posso per fare a meno

(1);

di rilevare

leggende arabiche

nel Rovescio, talmente sbagliata, che se

pel disegno che

accompagna

potercisi

moneta secondo

il

raccapezzare. Stando

pezzo

il

allo

non

Spinelli

sarebbe

la stessa

Dr. sarebbe stata battuta nella Citt di Sicilia,

e secondo

(2),

non fosse

ci

cesia a Palermo, e Sicilia scritto con ortografia arcaica

fuor di luogo

cos nel

l'illustrazione d;ita nel testo, e per

altre peculiarit che fanno identificare


di

mo-

nostro Mortillaro al

non ripeter qui quanto altrove ho detto

10

Museo

nel

collezione

nella

Medagliere arabo-siculo della Biblioteca comunale di

^)3b del

Palermo (Voi. Vili

modo

il

campo.

l'intero

XX, num.

esistente

allora

tari

il

Fusco proprio quello che ora

che

ii5o,J>j5

cattivo disegno che dato nella Tavola

Il

stra

N.

COSTANZA IMPERATRICE

mezzo Croce che ne occupa

nel

DI FBDEBTGO RE E

il

iC-Jiu-

qui

Rov., a Messina, con altra impossi-

bile ortografia iLw (3).


11

vero

si

Palermo; nelle quali

monete
si gloria

di

(1)

citt,

quella forma.

non

in Dio

imperatrice dei

sopra

moneta non occorre n Messina n

che nella

a quanto ne

esiste,

Romani;

so,

non

La leggenda Federigo
e

si

coniaron mai

il

magnifico che

va cambiata nell'altra

la quale

perfettamente

Costanza

risponde a Co-

Nei miei Studi sulta Numismatica arabo-normanna di

Sicilia,

citati.

(2) xJiiu.

Siqillah, col sin, si trova in antichi manoscritti e nelle


della prima epoca del conquisto masalmano; la forma
comune KJLiLo Siqilltab, col ^d.

monete arabo-sicule

(3)

Nelle monete,

Messina sempre scritto:

J'.j;***^

M.stn!.

DI FEDEBI60 RE E COSTANZA IMPERATRICE

UNA PEEOEVOLE MONETA


stantia

Romanorum Imperatrix

monete

dello stesso tipo (1).

Dopo

Campo

Dr,

vengo

ci

Marg.

alla descrizione del tari

Albero

di

palma; a

dr. tre palline;

due.

sin.

(sic)

'sj'j*..tj>*)

:>A-M-w*

x*.

*JQ^

iLyCj

^J!

[..v-^]yto

Croce.

Rov.

Marg,

int.

'^*,j

iUajJa-**^

*->r.jJj-*-J^

LuUj^

est. (?) aJLxL>. ....qa*[*wo]3

ORO

D.

Traducendo
Dr.

+ FRE REX SICILIE

int.

est. ^^~<sx.mjV

in altre

che occorre in latino

61

le iscrizioni

avremo

Marg.

int.

Federigo re di

est.

Fu

mm.

Xi-w

Vr*^

23. P. gr. 0, 84.

Sicilia.

conia(to sotto

il ?)

regno

di lui, l'anno

cinque-

cento novantacinque.

Rov. Marg.

int.

Costanza imperatrice dei Romani.

est.

Fu

coniato l'anno mille cento noVantotto.

van fatte

Sulle quali leggende

Nel Dr.
dell'altra

cos perch

la

formola fu coniato

le

seguenti osservazioni

sotto il

regno di lui sta invece

fu coniato questo tari per comando

etc. (2).

Sar stato

Federigo allora non aveva che quattro anni? Nello

atesso lato le due prime lettere componenti

sono trasposte,

il

numero

cinquecento

che accusa la mano imperita di chi disegn

il

il

conio, molto probabilmente di cristiano; del resto di tali trasposizioni di lettere occorrono

(1)

(tav.
(2)

esempi in epoca pi antica.

San Giorgio-Spinell), Monete

XX,

cufiche, N. 549 (tav.

Il

genere ma-

XXI,

3)

e N. 550

3).

Cosi in una

moneta

di

mismatica arabo-normanna.

Tancredi pubblicata nei mei Studi di Nu-

UNA PKEGEVOLE KONETA

62

DI FEDERIGO RE E COSTANZA IMPERATRICE

schile dato alle semplici unit,

tanto nel Dr.

quanto nel Rov.

conforme all'uso cancelleresco dei diplomi arabo-normanni di


Sicilia (1)

uso

quasi

costantemente seguito nelle monete. La

trascrizione in lettere arabe del


peratrice

Ma

il

non occorre

nome

in altre

monete ne

sta precisamente in questo

La

il

tari di

moneta

pi

quale circostanza

Federigo e della

battuto in novembre 1198

monumenti.

che esso da un lato porta la data

dell'egira (anno 595) e dall'altro quella

volgare.

in altri

pezzo del quale stiamo ragionando

pregio principale del

e forse questa la

Im-

Costanza, e del titolo

ci

cristiana (anno 1198);

antica

in

mette in grado

perch

il

1'

1'

di stabilire

era

che

Costanza sua madre fu

imperatrice

minci add 3 novembre 1198, e

cui segnata

ano 595

musulmano co-

27 dello stesso mese l'impe-

ratrice Costanza era morta.

Da
la

quel che abbiamo osservato chiaramente apparisce

moneta che abbiamo presa ad esame

l'unico esemplare che si conosca,

come

la quale per giunta

ha pregi

di speciale importanza;

epper dovr ascriversi a fortuna che nella dispersione del monetario di Fusco, essa, per opera del prof. Antonino Salinas, venne

ad arricchire
Palermo.

la collezione

numismatica del Museo Nazionale di

Can. B. Lagumina.

(1) Si

veggano

sul proposito

quasi tutte

le

date dei

diplomi arabi

pubblicati dal prof. Cusa, I Diplomi greci ed arabi di Sicilia, Palermo, 1868.

NUOVE OSSERVAZIONI
SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

L'illustre Prof. Cavallari, nella sua recente


rialo,

memoria

*''

suU'jE'i*-

espone alcune considerazioni sulla popolazione antica della

Sicilia, allo

scopo

cenfutare quanto

di

XIV

inserito nel voi.

di quest' Archivio.

ma

e poi riletto tali osservazioni,

ne

io

Ho

un lavoro

scrissi in

letto attentamente,

non ne sono rimasto per nulla

convinto; anzi mi parso di avervi gi risposto anticipatamente


in quel
il

mio lavoro. Potrei quindi tacere;

nome venerato

non mi imponesse

Cavallari

del

e cos avrei fatto, se


1'

obbligo di

rispondere.

E
cilia,

prima di tutto

se ho detto, che la popolazione della Si-

verso la fine del secolo

avanti l'era volgare ammontasse

ad un milione incirca, non ho voluto dare con ci che una cifra


approssimativa, che era e sono ben lontano dal considerare asso-

lutamente esatta. Tanto vero, che

da premesse

in parte diverse,

una somma

quali arriva ad

popolazione a 1175000.
cifra

di

prendendo

820000, laddove

bench

le

mosse

calcoli, l'uno dei

l'altro

porta la

io inchinassi piuttosto

per la

minore, ho dichiarato esplicitamente che non avrei potuto

opporre

ragioni

cifra pi alta

quell'et

assolutamente

convincenti a chi

ho sostenuto che la popolazione

non pu aver superato

di abitanti.

(1)

io stesso,

ho proposto due

la ragione

di

molto

preferisse la

della Sicilia in

la cifra di

un milione

che mi port a questo risultamento non

Lettura fatta nella sedata sociale del d 8 Loglio 1894.

NUOVE OSSKRVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

64

stava tanto nei pochi dati numerici che

ci

son tramandati dal-

l'antichit intorno alla popolazione di citt e territori

che in gran

dati

quanto

miche dell'antica

Sicilia

la

una popolazione

popolazione maggiore.

uno dei

sta bene, che

fattori

fertile,

di abitanti.

quindi capace

una regione non

fertilit di

dipende.

dai quali la popolazione

Peloponneso, nel

di

una

ci, in tesi astratta, verissimo. Sol-

maggiore o minore

importanti sono

il

1000000

di circa

un paese molto pi

Sicilia

tanto, la

dubbia,

con quella della madre patria Greca.

Prof, Cavallari dice

il

secolo avesse

Ma

molto

un' autenticit

di

un confronto delle condizioni demografiche ed econo-

in

Ora

sono

parte

siciliani,

che

Altrettanto

fattori d'ordine storico. Infatti, gli Stati Uniti

d'America hanno, oggi, una densit della popolazione molto minore di quella che s'incontra in Europa. Perch

appena da tre

ciata

secoli

laddove

Principalmente,

Settentrionale incomin-

perch la colonizzazione dell'America

la civilt nel

mezzogiorno

dell'Europa data da pi di 2000 anni, e nel settentrione da 1000.


Ora, al tempo della guerra del Peloponneso erano trascorsi poco
pi di tre secoli

dacch

avevano

Greci

posto

il

piede nella

costa occidentale della Sicilia, e due secoli incirca, dacch ave-

vano colonizzato

la costa

meridionale

e quasi tutta la costa settentrionale


dei barbari.

Il

migrazione greca

Sicilia

all'

si

se consideriamo, che la corrente dell'e-

tempo

et di Timoleonte, che in tutto questo

la

madre patria Greca

non vedo come

si

di

la

grani e di altri

possa mettere in dubbio

il

che la popolazione della Grecia fosse allora pi densa di

quella della Sicilia.

stimonianza esplicita

se tutto ci non bastasse,


di Tucidide,

spedizione ateniese in Sicilia


dell' isola

molto

il

avremmo

la te-

quale parlando della grande

dopo aver

rilevato la grandezza

e la moltitudine dei suoi abitanti e greci e barbari,

aggiunge che
*

erano ancora in possesso

versata incessantemente in Sicilia dall'VlII

ha provveduto

prodotti agrcoli
fatto

Tutto l'interno,

Peloponneso invece aveva una civilt che rimon-

tava all'et micenea.

secolo fino

dell'isola.

la guerra, che si stava por intraprendere,

meno grave

di quella

contro

Peloponnesi

non era
(VI,

1).

NUOVE OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

Dunque

secondo Tucidide

maggiore
molto

di

la popolazione del

65

Peloponneso era

quella della Sicilia, bench la differenza non

considerevole.

appunto

ci

qftello

che

fosse

ho soste-

io

nuto.

D' altronde, come ho gi rilevato,

di essa

appartenevano ancora a

isola, nel

l'

ben lontana dall'essere completamente

abitate da Siculi e Sicani

l'

ci

densit

cio

relativamente

t'osse

erano in gran parte


e

che nelle parti del-

in pii della

molto

due quinti

territori di Siracusa

pu esser alcun dubbio

da barbari

isola abitate

sopratutto

secolo, era

indigeni; e anche le parti

stati

sottoposte politicamente al dominio greco

Agrigento.

ellenizzata

met

di es^a

debole, e certo

assai

la

mi-

nore che nelle parti abitate da Greci. Di guisa che, anche am-

messo che nelle parti

maggiore

la stessa, e perfino

densit media

nere

doveva rima-

Per conseguenza,

inferiore

la

o tutt' al pi

quella del Peloponneso.

Quanto
paragone

isola

due regioni essendo press'a poco la stessa,

popolazione della Sicilia doveva essere

uguale

l'

Peloponneso.

sotto di quella del

di

al

fosse

quella del Peloponneso, pure la

di

popolazione in tutta

della

la superficie delle

della Sicilia la densit

ellenizzate

all'

Attica

essa non

o soltanto nel senso

ci

pu

servire da termine di

che la sua densit

di

popola-

zione d un massimo, che l'antica Sicilia non pu aver raggiunto

neppur da lontano.
citt pi

Infatti l'Attica, nel

secolo, rinchiudeva la

grande del mondo Greco (Xen. Uell

la regione

non

era, per cos dire, che

II, 3,

24), e tutta

suburbio di questa

il

citt.

Chi volesse supporre, che la Sicilia avesse contenuto una popolazione dieci volte maggiore

vrebbe provare che

dell'

maggiore

superficie dieci volte

vi

Attica

come

fa

in

il

ragione

della sua

Prof. Cavallari, do-

fossero nell'isola 10 citt della grandezza

d'Atene; laddove essa non racchiudeva allora che una sola citt

che s'avvicinasse alla popolazione d'Atene, cio Siracusa.


Il

Prof. Cavallari continua

Siculi e Sicani, calcolata

dicendo

che la cifra di 120000

da me, non corrisponda

alle

numerose

sappiamo essere state abitate da questi popoli; ed in


Ardi. Stor. Sic. N. S. anno XX.
5

citt che

66 KUOVE OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA

ci

ha ragione.

120000 non
Greco

soltanto

Agrigento

cifra di

pi fondato l'appunto che

il

quelli che abitavano

Compresi

e Siracusa.

mero complessivo dei Siculi e Sicani


miei calcoli, a 200000 almeno.

Ne

che questa

Siculi e Sicani liberi dal dominio

bisogna aggiungervi

e che quindi

territori di

nei

dimentica

Egli

riferisce che ai

si

SICILIA

quali

eleverebbe

si

il

nu-

secondo

muove

Prof. Cavallari mi

riguardo alla popolazione di Selinunte. Anzi quest' appunto, in-

vece

Timeo,

glio al di lui forte

cemente accettato
dice

'

della

sono

del quale io

le cifre.

potente

grande squadra
notizia

me-

a me, egli avrebbe dovuto farlo a Diodoro, o

di farlo

flotta

non

di

ho puramente e sempli-

esatto quello che

Selinunte

allestita dai Selinuntini

due triremi da loro

le

il

Cavallari

imperocch

la pi

abbiamo

della quale

mare Egeo

spedite nel

in

aiuto degli Spartani. Certamente la floridezza economica di Selinunte attestata dalle rovine dei templi;

ma

anche

qui con-

viene guardarsi dalle esagerazioni. Supposto che ciascuno de' 6

grandi templi abbia costato, in media, la stessa

Erodoto

corse, secondo

tempio d'Apollo a Delfo, cio 300


totale di

1800

talenti

una spesa annua


di Selinunte

ma

di tutto

di

non pi

sopra due secoli darebbe

di 9 talenti.

il

territorio.

Del rimanente,

templi

ai

le

opere pubbliche eseguite in

tempji di Selinunte

zione della sola cattedrale richiedesse

che occorressero

di

XVI non

la

cedono in

credo anzi, che la costru-

mezzi maggiori

per la costruzione di tutti

Eppure Siena

citt,

finalmente mi sia concesso di addurre

Siena nei secoli dal X(II al principio del

non pi

grande

furono costruiti non gi coi mezzi della sola

nessun modo

asflieme.

che oc-

del

avrebbe una spesa

talenti, si

che ripartita

un'analogia del medio evo. Certo

di

somma

180) per la costruzione

(II,

alla fine del secolo

XIV

di quelli

templi

quei

presi

era una citt

15000 abitanti (Falletti-Fossati, Costumi

Senesi,

Siena 1881); verso la met del cinquecento, prima della guerra


contro Firenze, la popolazione

ammontava a 25000 (Cosmo

de'

Medici, Lettera del 19 Febbraio 1553, presso Desjardins, iV^^o^


dipi, de la

France avec

la

Toscane,

III, p.

333).

Non

v'ha dunque

NUOVE OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

nessuna ragione per ritenere la popolazione


indicata da Diodoro

giore di quella

tanti; cifra per altro

abbastanza rilevante

20 a 25000

una

abi-

citt greca del

secolo.

Osservazioni analoghe
gento; anche qui

si

potrebbero fare riguardo ad Agri-

Prof. Cavallari dimentica

il

rono costruiti non gi coi mezzi


lo

in

mag-

di Selinunte

cio da

67

della sola

che

citt

templi fu-

ma

di tutto

stato agrigentino, che abbracciava un territorio di pi di

una popolazione

quadr., con

chil.

125000, anzi forse

di

3000

200000

di

abitanti.

Quanto a Siracusa

abbiamo

la

corroborata da quella di Senofonte

varne

Che

secolo.

che non

Timeo chiama Siracusa

se

dobbiamo

di

Tucidide,

permette

di ele-

popolazione a pi di 100000 incirca, per la fine del

la

greche

testimonianza

sentiva vivissimo

considerare

la pi

1 che

grande delle citt

Timeo era

Siciliano

patriottismo locale, 2 che scriveva al prin-

il

quando Siracusa era molto pi grande che


non fosse nel V, mentre Atene cominciava a decadere. vero,
cipio del III secolo,

che

Prof. Cavallari mette in dubbio

il

racusa;

ma mi

quest' incremento di Si-

pare che le sue ragioni sieno tutt' altro che va-

lide. Infatti nel

secolo la citt non

comprendeva che

l'Ortigia

e l'Acradina, la Tica e la Neapoli non essendo ancora che semplici

borghi

laddove al tempo di Timeo

borghi

questi

erano

diventati quartieri della citt eoo una popolazione molto considerevole. Si confronti la descrizione presso Cic. Verrina IV, 53,119
la quale,

come ha dimostrato

il

Prof.

Holm,

e del resto

vedeva, derivata dall' opera di Timeo. Che se

il

ognuno

Prof. Caval-

lari emette
opinione, essersi verificato l' incremento della popolazione della Neapoli non prima dei tempi romani; quest'opi1'

nione non solo contraddetta dal passo citato da Cicerone, cio

Timeo,

ma

anche dai racconti intorno all'espugnazione della


citt per opera di Marcello. D'altronde la decadenza di Siracusa

di

sotto

Romani

risulta

molto chiaramente dagli

scritti

di Cice-

rone, ai quali s'aggiunge la testimonianza esplicita di Strabene

(VI, 270).

Ne

ricaviamo, che sotto Augusto non era abitata che

68 NUOVE OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

una parte

dell'antica citt, cio l'Ortigia e la pianura a setten-

due porti

trione dai

piana

ossia la parte

dell'

stesso risulta dalla posizione dell'anfiteatro,


gli anfiteatri

le

edifizi si

che

infatti,

mura, evidentemente per risparmiare

delle espropriazioni, che

sguardo

citt.

hanno

che

posizione

sulla

spese

le

sarebbero dovute incontrare, ove

si

fDssero costruiti nell' interno della

tare uno

noto

solevano fabbricarsi ai confini dell'abitato nei sob-

presso

borghi

Lo

Acradina.

tali

basti get-

anfiteatri

gli

Capua, Cuma, Pozzuoli, Pompei, Verona. Ora l'anfiteatro

di

di
Si-

racusa sta appunto all'estremit orientale della Neapoli, a poca


distanza dall'Acradina; quindi
al principio dell'

impero

parte disabitata.

ci

la

tempo

al

precisamente

parola di Strabene. La cos detta

della costruzione

doveva

Neapoli

esser in

quello che risulta dalla

Neapolis rotiana

"

cio

massima

per con-

seguenza, non che un parto della fantasia dei moderni. D'al-

tronde r impero di Dionisio segna l'apogeo della

potenza sira-

cuaana; ed evidente, a priori, che Siracusa diventata capitale


di tutto l'occidente ellenico,

dov aumentare di popolazione nel

medesimo modo, come Atene, Roma


e tante altre citt sono
rivoluzione che abbatt

l'

decadenza temporanea

(antica e moderna), Berlino

cresciute per cause

impero

analoghe.

di Dionisio fu

danni ben

cagione

presto furono

se la

di

una

riparati

da

Timoleonte. Sotto Agatocle poi Siracusa divent un' altra volta


quella che era stata sotto Dionisio, la capitale della Sicilia greca;
e bench la sua posizione

politica fosse pili

modesta sotto Je-

rone, la citt dov avvantaggiare

invece del lungo

pace che le assicur l'alleanza con

Roma.

Del resto, mi trovo


in

quanto

egli

dice,

in perfetto
p.

accordo col Prof. Cavallari

65, intorno allo sviluppo

lazione siciliana da Jerone

a Dionisio IL

r illustre Professore volesse rileggere


p.

62 della mia memoria

dominio romano,
8U questo punto

La

egli
ci

il

della popo-

son certo,

che se

quello che io ho detto a

condizioni

sulle

sarebbe

periodo di

della Sicilia sotto

il

primo a riconoscere, che anche

troviamo d'accordo.

causa poi, per la quale

il

mio calcolo delia popolazione

NUOV E OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

arriva a risultati diametralmente opposti a

antica della Sicilia


quelli ottenuti

ha badato

69

Holm

dal Prof.

sta in questo

senza

alla sola Sicilia,

che

Prof. Holra

il

curarsi se la popolazione

da

calcolata stia in armonia con quello che noi sappiamo della

lui

popolazione di altre parti del

mondo greco-romano

se tale popolazione possa conciliarsi collo stato

manca

Sicilia neir antichit. Gli

avere

giudicare del valore che possono

date dall'antichit intorno

ciliane.

cos egli

numero

al

le cifre

cifra si riferisca soltanto ai

ma

criterio per

traman-

a noi

degli abitanti di citt si-

non solo accetta senz'altro

ascritta da Diodoro ad Agrigento

economico della

qualunque

quindi

neppure

s'

200000

la cifra di

immagina che questa

maschi adulti, e ottiene in

modo

tal

per Agrigento una popolazione complessiva di 800000 abitanti.

E come
poi

questa

nemmeno

su questa

l'Holm, dunque,

base

la

popolazione

di circa

non aveva che una densit

compresa Atene,
zia,

paese

capitale,

di

260

la

al chil. quadr.

100 abitanti al

Ma

chil.

l'At-

quadr.,

molto pi grande di Agrigento; la Beo-

citt

fertilissimo

numero

200000

manifesta

il

di citt di

di un' estensione

d'Agrigento, non contava, nel

vede da

abitanti. Si

secolo
ci,

minor conto, che

un

poco minore del territorio


,

che 150000, o

che sarebbe

tutt' al

uu' assurdit

volere ascrivere all'Akragantine una poj)olazione di

800000, od anche

la

met

trebbe andare a 200000.


il

Secondo

compresa

che pure possedeva in Tebe una delle citt principali della

Grecia, oltre un gran

pili

la sola

dell' isola intera.

territorio di Agrigento,

il

avrebbe avuto una densit


tica

sembra troppo grande per

gli

cos la riferisce alla citt insieme al territorio, e calcola

citt,

di

questo numero; tutt'al pi

si

po-

chiaro dunque, che l'Holm ha fatto

suo calcolo della popolazione antica della Sicilia partendo da

una base sbagliata;

e per

conseguenza

il

risultato al quale ar-

riva dove essere privo di qualsiasi valore scientifico.

Chi vorr occuparsi, in avvenire, delle condizioni


fiche dell'antica Sicilia,

dai risultati

dell'

demogra-

dovr prescindere, quindi, completamente

Holm. Quanto

alla cifra proposta

da

me

non

credo che alcuno la vorr ritenere troppo alta; e da parte mia

70 KUOVE OSSERVAZIONI SULLA POPOLAZIONE ANTICA DELLA SICILIA

sono dispostissimo a concedere


qualche centinaio di migliaia

che essa stia d'un

la possibilit

sotto del vero.

al di

Ma

non posso

assolutamente concedere, che la popolazione della Sicilia in alcun


periodo dell'et antica sia ammontata a 2.000.000

neppure che

si

di abitanti, e

sia avvicinata a questa cifra. Chi sostiene

trario,

deve dimostrare, innanzi tutto, che

madre

patria greca, nell' antichit

la cifra calcolata

sia

la

ammontata

con-

il

popolazione

della

a due volte

da me. Desidero vivamente, che questo tenta-

tivo si faccia; si vedr allora, quale opinione sia in migliore ar-

monia con quanto

ci

tramandato

intorno alle condizioni

mografiche ed economiche dell'antico mondo ellenico.

de-

ci sar

a tutto vantaggio della scienza.

Roma.

Giulio Beloch.

DUE DOCUMENTI
SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

Sino a non molti anni addietro nulla sapeasi


valorosissimo

questo

colo XVI.
Meli;

di

il

coro' egli stesso

prire nella Chiesa

donna
M. D.

fiorito

Primo a rivelarne

quale

il

pittore

di S.

nome

fu

il

E siccome

l'autore venuta fama

chiar. prof.

ebbe

met

la

del se-

Giuseppe

fortuna di sco-

Eulalia in Palermo un quadro

Monserrato, su tavola, soscritto

82.

dell' esistenza di

nella seconda

dicevami

d)

della

Ma-

Joseph Sirena inventor

quel dipinto cosa di altissimo pregio, n'

al-

non poca.

Fa pena, intanto, che di cos bravo artista altro non si conosca


una sola e semplice opera, e che non si abbia tuttavia
un corredo di documenti dantici notizia della di lui artistica carfinora che

riera.

Nel 1881
pittori

pubblicai in questo

io

alcamesi, e tra essi


cui

periodico

del 16" secolo (2), cavati dall' archivio

uno con data

taluni

contratti

dei notari

di

defunti

del 28 ottobre, 8 ind., 1579, per

un Giuseppe Scrina, obbligossi verso

il

magnifico Giacomo De

Mastrandrea, procuratore del Convento dei Cappuccini in Alcamo,


a dipingere per
sione, alto 14

(1)

Lettura

la

Chiesa di esso Convento un quadro dell'Ascen-

palmi e la^go

l'atta

(2) V. nel fase.

nella
I-II,

9,

adunanza

per

prezzo di onze 40

della Societ del 9

dell'anno VI.

(3) Gli altri contratti pubblicati

il

Nuova

(3).

dicembre 1894,

Serie, pagg. 105-12.

con quello del Scrina sono dei pittori

Francesco Soprano da Trapani (a. 1534), Tommaso Serro da Cagliari


(a. 1520), Giovanni Lazio da Alcamo (a. 1548), Salvo Martorana da
Palermo (a. 1563) e Narciso Guidone da Trapani (a. 1595 e 1599). Di
Francesco Soprano tengo intanto un altro contratto comunicatomi dal,

BUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

72

Era questo cognome Serina

lo stesso

che Sirena,

dobbiamo riconoscere nel pittore del connato


del

quadro della Madonna

di

modo che

di

contratto

Monserrato in Palermo

1'

cumenti che pubblico rispondono affermativamente. Di


concerne

1'

ricordato quadro dell' Ascensione

or

un pagamento

onze

di

monio

essi

uno

ed la nota di

che V Universit Alcamese

De Diana

dello spett. Antonino

autore

due do-

mano

per

e Settimo, arrendatario del patri-

della stessa Universit (1) faceva add 30 ottobre, 9 ind., 1579

procuratore dei Cappuccini, in acconto di onze 6 promesse in elemosina ad effetto di farsi lo quadro in la Ecclesia
di d.o Convento
conforme al contratto fatto con m.ro joseppe
al prefato

Serena

pittore.

dato al Serina

il

Nella quale

cognome

di

nota

Serena

come

ch'

lettore

il
il

vede

vien

siciliano Sirena ita-

lianato.

documento

L' altro

un contratto

stipulato

21 dicembre,

il

8* ind., 1579, in not. P. Paraci; in virt dei qual contratto

Joseph Serena, pictor


verso

il

felicis

urbis

Panormi

magister

obbligava in Alcamo

si

su ripetuto Giacomo De Mastrandrea (questa volta, per,

senza la qualit di procuratore) a colorare


in tela altitudinis

palmorum

dicitur, de lavorato;

octo et latitudinis

quadrum unum
palmorum sex, ut
.

con formarvi nella met superiore:

ginem gloriose Yirginis Marie Gonceptionis


luna,

cum

capite, et

ima-

super dimidia

nubulis circum circa et Deo Patre et Columbella super

duobus arboribus intorno

arbore pigni

et

arbore palme; et de

<

videlicet

conceptionibus

picture

tantum et dumtaxat e nella met inferiore,


imagiuem gloriosi seraphici Sancti Francisci cum

luna, sole et stellis

da un lato

ipsius Gonceptionis
aliis

Tamico prof. F. M. Mirabella; e ne tengo altri tre di Salvo Martorana,


on altro di Giovanni Lazio ed un altro di Narciso Guidone. Potendo tali
nuovi documenti servire per
all'articolo,

come appendice

la

storia artistica

siciliana

li

a>?giun}^or

di quest'annotazione.

(1) Antonino De Diana ebbe in arrenJamento i beni dell' Universit


Alcamo per anni nove, a cominciare dal 1" settembre 157'.), ed al
oltre ad onze
pr*zzo annuo di onze iiovecentocinquanta e tari quindici
ossia risedici, pure annuali, dovute ai Giurati per driUi d carnaggi

di

gaglie.

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

eius stigmatis et serafino et socio;

Michaelis

draghone

Che

imaginem Sancti

Joseph Serena

di questo contratto sia il Joseph


quadro dell'Ascensione sorge chiaro da
tela dell'Ascensione fu fatto, come ho detto,

del contratto pel

contratto per la

ci. Il

e dall'altro

eius in manibus. Iacea, et sub pedibus

il

Serina,

cum

Arcangeli

a di 28 ottobre

8 ind.

1579. In esso

che

espressa

si

il

Serina

avrebbe dovuto eseguire detta tela in Alcamo, a cominciare dal 2

novembre

dello

quadro

tal

di

principali

figure

ne viene che

ai 21
il

ammettere che un

potendosi

palmi 14 e largo 9

alto

fosse potuto

si

Immacolata,

dell'

Non

anno.

stesso

fatta

contenente tredici

terminare in

men

di

due mesi,

dicembre 1579, data del contratto pel quadro


Serina

fosse trovato

si

ancora in Alcamo. Or

come supporre che H magnifico De Mastrandrea

committente

Immacolata

abbia potuto

Ascensione e

la tela della

il

dell'

un Serena diverso dal Serina ? Si era costui


contratto per il primo dei detti quadri mostrato

allogar questa ad
nello stipulare

la tela

cosi generoso da rilasciare al

Convento dei Cappuccini

parte della pattuita mercede

la

tanta generosit

doveva

il

patrizio

gratamente da non commettere


l'

Immacolata

Il

sarebbe

caso

somma,

ci

che

non

sta in

fu

perch

alcamese

di

fosse

a prescindere

rendiconto

dell'

quarta
;

e a

rispondere cosi inil

quadro

le volte

rimasto

dalla

la

onze dieci

potuto darsi tutte

coda del contratto medesimo,

che leggesi nel citato

allo stesso pittore

contratto pel quadro dell' Ascensione

Ma

cio

senza

del-

che

il

effetto.

nota di pagamento

la qui sotto riportata (1)

arrendatario

Antonino De

Diana, con data del 5 novembre, 8 ind., 1579, fa prova che l'obbligazione fu dal
stato

il

Serina

Serena anche dal

adempiuta.

pel quadro dell' Ascensione

(1)

pi a d

Il

quale

fatto del rilascio,


,

cos

pure

si

ben

si

vede essere

che come nel contratto

riscontra in quello

per

detto (novembre. Vili ind., 1579) onze due per tante

Andrea procuratore dei convento dei Capli quali ci si


pagano a complimento
d'onze 6 per tanti promessoci per elemosina ad effetto di far lo quadro
nella Ecc.ia di detto convento juxta la forma del contratto come appare per
mandato: onz. 2 (Dagli atti di not. Vincenzo De Mulis).

pagati al M.co Jacobo di M.ro

puccini di questa terra di Alcamo

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

74

Immacolata; ove

la

Et hoc pr magisterio, mercede et pictura

unciarum quatordecim
liter

de quibus ipse m.r Joseph, presentia-

p. g.

habuit et recepit a predicto d.no Jacobo.

in argentea moneta. Item

uncias quinque

complimentum

alias uncias sex ad

un-

ciarum 11 dictus m.r Joseph predicto d.no Jacobo gratiose et amicabiliter relaxavit et alias uncias tres ad complimentum predictarum une. 14 idem don Jacobus dare et solvere promisit ipsi m.ro
Joseph

per tota festa pascalia Resurrectionis Domini Nostri

Jesu Ghristi anni presentis

>

Questo secondo contratto seguito da una nota


9* ind., 1581

dal Mastrandrea onze tre


e nella

quale

obligationem

complendum

Serena confessa

in cui Giuseppe

si

che

dichiara

del 5 agosto,

avere ricevuto

ad complimentum magisterii quatri

preter

quam

ut dicitur

uno

di

quadro era stato

il

vacaret per

oro a

filo di

Gli certo, dunque, che

il

fatto

quadro

cornici

li

Sirena, oltre

Immacolata che

dell'

dicembre

dell'atto del 21

Nel pubblicare

il

quadro

il

De

al

Serina non pu affatto esser

1",

perch

mero
e

2**,

quadro

pel
Il

il

ai richiesti in ({uello

perch

(ci

no 1615; quando
cio 36 anni

quadro

il

di

io vi

Ascenquesta

Bembina attribuiscono

ci per doppio

che

il

Serina

il

motivo

obbligava a dipingere,
1'

an-

contratto di Giuseppe Serina fu stipulato al 1579,

prima.

in appoggio

Ci di cui son

in

si

ai piedi vi si trova notato

il

quasi

di tale

annotazione,

prelodato prof. Meli scriveami:

convinto che
il

il

quadro che

vidi ai

quadro della Madonna

di

Palermo.

Inoltre da riflettere che nel contratto non

Or non potea questo Serina


fece

dell'

maggiore

V altare

Blasi e

Cappuccini non del Sirena che fece

quale

virt

Ascensione

dell'

bellissimo

di lui.

che pi monta)

con lettera del 3 gennaio 1883,

Serina,

Alcamo

in

personaggi di esso quadro non corrispondono nel nu-

Monserrato

obbligato a fare

ove pi rinvenire queste due

mirasi al presente sopra

Chiesa dei Cappuccini e che

Ascen-

dell'

contratto

apposi la seguente noterella


sione che

Ma

1579.

pitture dell'esimio palermitano

era

si

iuxta

eundem m.rum Joseph

sione per la Chiesa del Convento dei Cappuccini esegu in


il

allora

il

quadro e poi

essere

fu levato

un

si

legge Sirena

altro

pittore

da un ricco

ma
?

Il

devoto,

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIKEXA

che ne fece sostituire un altro al 1615 da un rinomato pittore


qual'era lo Zoppo di Gangi perch stimasse che il pittore suo contemporaneo potesse far meglio a decorare la Chiesa del Convento
da

lui

Palermo

protetto. In

denari per decorare

Vicer

Magnati profondevano

chiese dei conventi, spesso prendevano

le

un

quadro, una statua che andava loro a genio e ne facevano sostituire un' altra da un artista contemporaneo cosi molte opere di
;

arte da Palermo passarono in Ispagna ecc. ecc.

che

II fatto

il

1615

trova in un altro pezzo

si

posteriormente non mi

di tela

trovarlo e non mettere quella data a capriccio; forse

dove era scritto l'anno trovavasi indebolito

tela

forzare vi fu posto

Non

un

il

punto della

e volendosi rin-

altro pezzo di tela e copiate le stesse cifre.

che per un capriccio

da supporre

aggiunto

impressione; certo chi lo scrisse dovette

fa

cambi una

si

data e

senza scopo veruno.


In tutti

casi

pu viver sicura che

Ella

un

puccini non fu dipinto da

met

del 16 secolo

che studi

Zoppo

lo

la pittura nella

di

esaminare da vicino

modo

muovere

di

di replicare a
S,

signore

dello

nel

Zoppo

modo

di

dei

pittore educato all'arte nella

fu

Sirena

il

seconda met

ma

Cap-

prima
uno

certamente da

di quel secolo

come

fu

Gangi; se poi vi fu un altro pittore che somiglia tanto

Zoppo nel 1615,

al celebre
bile
il

come

quadro

il

il

io

non posso

la dipintura

pennello

il

nell'

di Gangi;

ma

compoiTe,

fosse possi-

impasto dei colori,

mezzo corpo o a velatura, allora


quadro dei Cappuccini

Se

saperlo.

per osservare esattamente

di

il

modo

io potrei asserire:

Alcamo

assolutamente

si

pu dire somiglia

di disporre le figure, di

disegnare e colo-

veduto da lontano,

Zoppo di (frangi e nulla pi. Ma assolutamente certo che quel quadro opera o degli ultimi anni del 16**
secolo (ma badi che per ultimi anni io intendo 1593-'94 ecc.) o dei.
rire e piegare allo

primi lustri del 17"

Devo con mio dolore qui aggiungere che di questo bellissimo


quadro che il Meli attribuiva al pennello di Giuseppe Salerno,
nel 1886, avendo preso accidentalmente fuoco il velo che lo ricopriva, una gran parte bruciossi.
E ci che ne rimase incolume

fu insulsamente dal Rettore

Cappuccino sedicente

mettendo

pittore,

della chiesa dato in


il

mano

ad un ex

quale portosselo in Palermo, pro-

di rifar (nientemeno!) la parte

che s'era bruciata, e re-

76

SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

DITE DOCtTMENTI

stituire

quadro nuovamente completo. Promesse, che andarono

il

a vuoto

(1).

Riguardo al quadro dell' Immacolata fatto dal Sirena in Alcamo, il tacersi nel relativo contratto il luogo ove dovea collocarsi,
mette nella quasi assoluta impossibilit
sia

sul

che

non

di pi rintracciarlo

se

come e quando !o
andato a perire. Delle varie congetture che ho potuto fare
proposito la pi verosimile sembrami questa. Si detto, sopra,

esistente

il

se

conoscere almeno

di

quadro della Immacolata dovea esser alto palmi otto e

largo palmi

sei.

Attese

ritenere di essere

tali

stato

con

proporzioni, possiamo

fatto

per qualche cappella

sicurezza

di chiesa di

giurepatronato del mag.co De Mastrandrea.


Or, nella Chiesa di

S.

Francesco d'Assisi in Alcamo nel pavimento

collocata un'antica lapide, di ricchi fregi adorna, e con l'iscrizione

seguente

Magnificics Jacoms Mastrandrea pr

se suisque

in perpetutm p
^Niente di pi facile quindi che la cappella del Mastrandrea fosse esistita nella chiesa di S. Francesco,
e che

il

quadro

chiesa fondata

quale

fosse

stato ivi collocato.

una Congregazione dal

Nel 1596 venne in essa

Immacolata la
una ben ampia e spa-

titolo dell'

oltre al proprio Oratorio vi eresse

ziosissima Cappella in onore della sua titolare. Poco


l'erezione di detta cappella, cio nel 1610,

per

per commissione

il

avutane dalla mentovata

dipingeva un gran quadrone per l'altare di essa,


tuttora vi esiste

(2).

Cosicch, se

il

S.

quadrone che

due quadri

d'

Immaco-

Tale pluralit dovette naturalmente dispiacere alla nascente

Congregazione; ed ecco rimosso

il

quadro del Sirena perch pi

meno

antico, e lasciato quello del Carrera perch

capricci

(1)

Confraternit,

Francesco, postovi quest'altro

del Carrera, vi furono nella stessa chiesa

il

quadro dell'Immacolata del Sirena

trovavasi collocato nella chiesa di

lata.

tempo dopo

pittore Giuseppe Car-

umani sono

cosiffatti

bello.

Quel bravo frate fu {requiescat) un certo p. Michelangelo Di Prima

da Sutera. Mi

si

dice che

la

tela esista tuttora,

in

potere dei di

lui

pa-

renti.
(2) V.

Rocca P. M. Nuovi Documenti su Giuseppe Carrera pittore


neWAroh. Stor. Sic, N. S., a. IX, fase. MI.

siciliano del secolo XVII.

77

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

Non

vo' chiudere

presente articoletto che accompagna due

il

documenti relativi a Giuseppe Sirena, senza far motto


a lui attribuita
di S.

Francesco

Storico

di

una

tela

chiesa del Monastero

nella

di Paola. Di essa tela ricordo in

neir Archivio

pubblicato

Alcamo

esistente in

un mio scritto
menzione

Siciliano (1), e fassi

Guida Artistica della Citt di Alcamo compilata da F. M.


Nella chiesa di
Mirabella e P. M. Rocca (2). In quello detto
questo Monastero, oltre la tela di Andrea Carrera e le pregevolissime statue del celebre Giacomo Serpotta son degni d'ammirazione il quadro di vS. Benedetto (scuola del Novelli) nella prima

nella

Madonna

cappella a sinistra, e l'altro della

conda a destra;
sarebbe

degli Angeli nella se-

quale ultimo, a giudizio dell'egregio prof. Meli,

il

opera del palermitano Giuseppe Sirena

1'

autore della

bellissima tavola della titolare (3) nella chiesa di S. Eulalia de' Catalani in Palermo.

Nella Guida artistica

Chiesa del Mona-

stero di S. Francesco di Paola

Quanto a pitture son poi da notarsi


a sinistra

(4),

una

tempo

bratti posteriori e dal


prof.

Giuseppe Meli

Vice

!),

Chi,

sul

Museo Nazionale

Direttore del

non

stato

uno

Pa-

Madonna

Andrea Carrera

in

degli

quei tanti che, sforniti

di

debiti studii, s'atteggiano ad archeologi, e

Ti-e tele

di

dei

dn degli antichi quadri

come

e delle statue antiche giudizi cos pronti e sicuri

V.

im-

amico

pennello del palermitano

dunque, ha attribuito questo quadro della

Angeli al Sirena

(1)

primo altare

che, a giudizio del eh. nostro

lermo, sarebbe da attribuire al distinto

Giuseppe Sirena

XVI (purtroppo guasta da

secolo

tela del

Alcamo

(nel fase,

se

I-II,

si

trat-

dell'aono

IX; N. S., pagg. 218-23).


(2)

Alcamo,

(3) Il

tip.

Bagolino, presso L. Pipitene, 1884.

soggetto del quadro non

S.

Ealalia

(4)

ma

la

L'altare su cui posto

tare a sinistra e nel

mio

il

quadro

nella

di

Mou-

Guida detto primo

articolo secondo a destra per

punto, donde

si

va

maggiore, primo a sinistra; per chi va

alla porta

Madonna

'

serrato.

condo a destra.

volato

il

al-

diverso

cominciare a contare. Per chi dal cappellone


al contrario, se-

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

78

mondo

tasse della pi facil cosa del

signe (rapitoci, oim,

non guari

quale in fatto di conoscenza

(1)

stato invece

un uomo

dalla morte!),

il

opere artistiche

di

tura, da tutti riconosciuto granduesimo.

in contrario, bisogna avere

se

in-

valore del

specie se di pit-

sino a prova
almen per pro-

perci

non per sicuro

babile che la tela in parola sia lavoro del Sirena; la quale proba-

trova oggi conferma

bilit

due contratti che intorno


notari defunti

alcamesi

nella

al

conoscenza che

la

conoscenza cio

dimorato in Alcamo per lo spazio


dal 28
l'

ottobre, 8 ind., 1579

Ascensione)

ci

apprestano

Nostro ho rinvenuto nell'archivio dei


di

dell'

Sirena

il

23,

cursuri

pel quadro del-

(data del contratto

al 5 agosto, 9* ind., 1581

calce al contratto pel quadro

di essere

mesi 21 e giorni

(data dell' apoca, eh' in

Immacolata)

nel quale spazio

tempo pot benissimo il Sirena dipingere in detta citt questi due


quadri non solo, ma eziandio la tela della Madonna degli Angeli,
che il Meli gli ha attribuito.
di

Alcamo, 21 novembre 1894.

P. M. Rocca.

(1)

Mor

di

85 anni

il

30 Marzo 1893, col crepacuore di essere

rimosso dal Governo, per ragioni d'ingiusta economia, dal posto


Direttore del

museo

di

Palermo, dopo tanti anni

stato

di Vice

di benefico servizio

79

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE hlEENA

DOCUMENTO
E pi

a di detto

(XXX

ottobre

viij* ind.

I.

1579) onze quattro per tanti

m.ro andrea procuratore del convento delli cappagati al s.or


di
Alcamo le quale ci si pagano in conto di onze 6
terra
questa
puccini di
ad effetto di farsi lo quadro in la Ecelemosina
di
promisero
li
che si
lacomo

clesia di detto

serena pittore

di

convento conforme al contratto


come appare per mandato.

con m.ro Joseppe

fatto

(Dagli atti di not. Vincenzo De Mulis)

DOCUMENTO

II.

Die xxj" eiusdem (mensis decembris

Hon. m.r Joseph Serena pictor

e.

f.

u.

p.

in hac

viij. ind.

1579).

presens se

civitate

reperiens cognitns sponte se obligavit et obligat m.co domino don Jacobo


de m.ro Andrea eiusdem terre Alcami etiam mihi not.o cognito presenti
et stipulanti

pingere colorare et formare prout infra quatrum

unum

in

palmorum otto et latitudinis palmorum sex ut dicitur


de lavorato Et hoc ad omnes et singulas expensas ipsius m.ri Joseph omnium rerum preter quam de infrascrictis rebus videlicet tela et cornici
tela

altitudinis

quas teneatnr ipse don lacobus ad eius expensas ponere


dare et

non

et ipsi

m.ro Joseph

aliter.

Et hoc pr magisterio mercede et pictura unciarum quatuordecim p. g.


de quibus ipse m.r Joseph presentiabiliter habuit et recepii a predicto
d.no lacobo presente et presentialiter solvente uncias qninque in argentea moneta.

Item alias uncias sex ad complimentum unciarum li, dictus m.r Jo-

seph predicto d.no Jacobo gratiose et amicabiliter relaxavit


uncias tres ad

bus dare

complimentum predictarnm unciarum

et solvere promisit ipsi

14

et alias

vero

jdem don Jaco-

m.ro Joseph stipulanti per

tota

pascalia resurrectionis domini nostri iesu christi anni presentis

in

festa

pe-

cunia alcami in pace et de plano.

Quem quindem quatrum

promisit

et

obligavit bene diligenter magistribiliter

in oglio lnis colorari et in eo

formare

scilicet:

immaginem

tres

ipsi

d.no Jacobo stipulanti se

formare depingere

devotas

et

et coloribus

venerabiles immagines

gloriosissime Virginis marie conceptionis in

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRENA

80

alto saper dimidia luna


bella super capite

et

cum

nubulis circum circa et deo patre et colam-

etiam duobus arboribus intorno ipsius

tionis videlicet arbore pigni et arbore

ture luna sole et

stellis

tantum

palme

et

de

alijs

concep-

conceptiobus pie-

dumtaxat.

et

Item deorsum ipsius quatri ex uno latere immaginem gloriosi sara-

cum

phici sancii francisci


latere

immaginem

et sub pedibus

eius stgnaatis et seraphino et socio et ex alio

cum

manibus lancea
bene
predicta cornice teneatur idem m.r

sancti michaelis arcangeli

draghone dictumque quatrum

decentibus lino inaurare auro et in

eius in

in locis necessariis et

Joseph filum auri in bordendis conrespondentis

(sic.)

cum guaruatione

facere.

Et hoc per tota predicta pascalia lesta Alias teneatur ad omnia et sin-

gola danna interesse et expensas et quod liceat ipsi d.no de m.ro Andrea

alium quatrum

ad omnia

Cam

fieri

facere pr eo maiori magisterio melius inveniendo

damna eiusdem de serena

et singula

presentis.

pacto quod durante pictura et magisterio ipsius quatri ips^ doa

Jacobus teneatur eidem m.ro Joseph ultra predictam mercedem dare esum
et

potum prout conveuit

et esus et

non

in die Alias teneatur

ad expensas ipsorum potus

alitar.

Etiam ex pacto quod completo predicto quatro teneatur ipse

comodare ut

d.

Jacobus

dicitur una cavalcatura pr tribus dietis pr effectu

eundi

panormi et non aliter.


Similiter ex pacto quod si predictus m.r Joseph predictum quatrum
non compleverit bene prout tenetur juxta Ibrmam premissam pr qua
causa ipsi d.no de mastro Andrea ipsum quatrum non placuerit quod
utique possit ipse d. Jacobus illuni ei relaxare et ipse m.r Joseph teneatur
restituere tam predictas une. 5 quam omnia alia sibi data in contanenti (?)
in predicta urbe

in pecunia etc. in pace etc.

Pro quo m.ro Joseph

trum

vel

eum bene

casu quo non compleverit predictum qua-

etc.

ut superius

predictas une. quinque tantum

dictum

est

nenti ut snpra hon, petrus principato cognitus


8it etc.

non

focerit

de restituendo

predicto d.no Jacobo statim et inconta-

Rennntiando juri de primo

coram nobis sponte

et principali

contraveniondo

fldejusetc.

Testes hon. marous surriano et hon. petrus Ingravera.


Die

augusti

viiij ind.

1581.

Prefatus

m.r Joseph Serena

in prox.

contractu nominatus et cognitus presens coram nobis presentialiter habuit


et recepit a prefato

nominato

m.co d.no Don Jacobo de maestro Andrea

et cognito presento

tres in argentea moneta. Et sant pr


debitis ad

cumplimentum

in eo

stipulante et presentialiter solvente


illis

etiam
une.

uncijs tribus in prox contracta

magislerij quatri in prox. contractu contenti.

Et similiter ipse U.nus do mastro andrca ad istantiam eiusdem m.ri Joseph

DUE DOCUMENTI SUL PITTORE GIUSEPPE SIRE VA

dixit et declaravit

81

ipsum m.rum Joseph complisse quatrum predictum jaxta

obligationem in prox. contractu coiitentam et pacto inter eos preter


vacaret per

oro a

muli

li

et

eumdem m.rum

cornici. Ren. etc, Et jur. etc,

m.r leonardns

(Dal bastardelle 8" ind.

Sic.

N.

Unde etc, Testes m.r thoraas de

stabili.

1579-80 di not. Pietro Paraci,

e segg.).

Arch. Stor.

quam

Joseph complendum ut dicitur ano Alo di

S.

anno XX.

foj?.

359,

relro

AGGIUNTA

(1).

Contratto del pittore Francesco Soprano.

Die xxj aprilis

Mag.r franciscus supranu pictor de

civitate

xiij ind.

1540.

drepani presens coram

nobis sponte promist convenit et se solemniter obligavit ad omnes eius

expensas francisco scarvaglo de terra alcami


cere quatrum unum

de la gratia,

morum

s.

a tempera

in tella (sic)

Simonis juda et

s.

antoni

presenti et stipulanti fa-

cum immagine

cum

sancte m.e

cornichj di oru pal-

li

novera altitudinis et septem largitudinis bene diligenter et ma-

gistribiliter

per totum

Et hoc pr

mensem

mercede

junij prox. fut. presentis anni alias etc.

unciarum

trium et tar.

sex p. g. de quibus

dictur m.r frane. us fatetur habuisse et recepisse a dicto franco stip.te

tarenos xxiiij in duobus scutis aureis.

vere promisit dicto m.ro franco


dicto quatro hic alcamj in

ptione

Renuncians

stip.ti in con.ti

pec numerata

etc.

et restans

sol-

completo et apportato

hic alcamj sine aliqua exce-

etc.

Testes no. paulus naves et m.r

jo:

ant.us rizu (2).

Contratti del pittore Salvo Martorana.

Die xxij decembris xiij ind. 1554.

Mag.r salvuB marturana pictor

(1)

Vedi nota

di

e.

507.

panhormi presens coram nobis

n. S, a pag. 71.

(2) DaI bastard. 18* ind. 1589-40

mo,

ci vis

di nut.

Pier Antonio Balduccio

di

Alca-

83

AGGIUNTA

spente promisit convenit et se sollemniter obligavit ad oranes eius expensas ven. patri salvatori campla priori ven. conventus sancte marie an-

nunciate diete terre presenti et stipulanti ut dicitur deorari una aquila

fut.

de quibus

p. g.

une.

habuisse a dicto ven. stipulante

exceptioni etc. et reliquas une.

promisit

et

tt.

dieta aquila ut supra in pec.

dictus ra.r salvus fa-

et tt. xiiij

in pec.

Ben.

xvj dictus ven.lis dare et solvere

num. hic alcami sine aliqua exceptione

etc.

etc.

Testes m.cus d.nus fidericus favilla

aversa

ij

nom.e dicto m.ro salvo stipulanti incotanenti completa

dicto

Que omnia

arbori

alias.

Pro pretio unciarum quatuor


tetur

duj

xxv diem mensis

per totum

raagistribiliter ad altius

colorati di virdi

januaris prox.

esistenti di oro fino et farili

conventu

jpso

di lignarai in

d.

u. j.

et

heronimus de

m.cus

(1).

II."

Die

Mag.r salvus

marturana pictor

xviiij

civis

novembris xo ind. 1556.

panhormi

pres. e. n. sponte

dixit et confessus est se habuisse et recepisse a ra.ro francisco saccu-

manno uno de

rectoribus ven. confraternitatis sante olive terre alcami

presente et stipulante

unciara

preseneialiter in tanta

moneta

duarum

et

tt,

unam

tt.

argentea

quatuor
ad

quinque

et gr.

complimentum

p.

g.

unciarum

12 pr certo servicio seu conciatura per eum faeta con-

falono diete confraternitatis. Ren. exceptioni etc.

Volentes

ipse

partes

chino pr dieta causa die


verunt

ambo

etc.

unde

contractum
etc.

factum manu nob. not. Ant. de

esse eassum irritum et

nuUum. Et jura-

etc.

Testes hieronimus de aversa et dominicus valditaro

(1)

Dal bastard. 13 ind. 1554-55 di d.o not. Balduccio,

(2)

Dal bastard. 13 ind. 1556-57 di d.o Balduccio,

e.

(2).

e.

670

743.
retro.

AGGIUNTA

84

III.

Die xj augusti xv ind. 1557.

Quia m.r salvus raarturana

nom.e

de ballis

et pr parte

civis

panhormi se obligavt niag.co thome

m. graciani de

dorare

ballis

sepulturam marmoream condam m. joannis de

colorare

et

revisam per m.rum

ballis

baldassarera de massa (1) prout hec et alia dare patent tenore contractus

manu

publica celebrati panhormi die etc. ad

quem

omnibus

in

et

pr omnia

relatio habeatur. Ideo hodie die superius annotato pr dicto m.ro salvo

et ejus precibus

erga

dctum m. gracianum

60 stipulante de

refici

et compleri

mancamentum quod

absentem me notano pr

m.rum

faciendo per ipsum

salvum

m.rum baldassarem

forte judicatum fuit per dictum

esse in dieta sepultura ut dicitur di lu dorato et colorato chi havi fatto

terminum dierum octo numerandorum a

dicto m.ro salvo infra

faciende per ipsum m. gracianum

quisitionis

infrascripto fidejussori in

presene coram nobis

Joannes baptista benenati de terra alcami

antea

die re-

sponte fidejussit et se fidejussorem et principalem obligatum constituit.

Ren, juri de primo et principali conveniendo

etc.

Que omnia

etc.

Testes nob. joannes baptista bonvichino et hon. stefanus de latio

(1) Il

di

marmoreo

tumolo

Madre Chiesa

di

questo rogito

parla

di cui

Alcamo, ed

esiste

tuttora

(2).

nella

collocato nella cappella della Nativit di N. S.

giure patronato del principe Valdina, discendente da uno dei rami dell'an-

tica famiglia

A
tato,

alcamesc De

Ballis.

Dal bastard. di d.o aot. Balduccio,

(2)

d'unu alla pittura,

l'arte

doli'

indoratore,

temporanei, piacemi dar notizia d'un


pictor
neri,

1* ind.

1557-58.

propoflito di questi tre atti dai quali rilevasi avere

,,
*

il

'

curso terre alcami


di intro ut di fora

deorare

rectoribut

il

Martorana eserci-

pi dei pittori suoi con-

mag.r Nicolaus De Notbo, de Gulisano,

quale con atto del 2 settembre

oe obligavit

come

1* ind.

1527, in not.

confrutornitatis

confalonum

dicto

Stefano Tor-

sante marie do

suc-

confrutornitatis di oro fino

pr precio, une. vigiatiseptem et

tt.

quindocim

85

AGGIUNTA

Contratto del pittore Giovanni Lazio.

Die

Hon.

m.r joannes de latio

xiiij

jonuarij prime ind. 1558.

coram

presene

alcami

pictor de terra

nobis sponte dixit et confessus est habuisse et recepisse a

m.ro

petro

de pulizi habitatore diete terre presente et hoc ab eo confiteri petente

decem

uncias sex et tarenos

et stipulante

et novera pon.

gen. in pe-

cunia ex pretio unius quatri in tella (aie) sub titulo sancte marie fontis
misericordie cura caxia in qua reponeretur dictus quatrus habiti et recepti (sic) per

Et

jur. etc.

ipsum m.rum petrura a dicto m.ro joanne. Ben. except.

Unde

etc.

etc.

Testes m.r andreas chincorughi et m.r micael de blasco

(1).

Contratto del pittore Narciso Guidone.

Die X fehruarij

1616.

xiiij ind.

Narcisus Guidona pictor civis drepani hic alcami ad presens reper-

coram nobis sponte promisit

tus mihi notario cognitus


et obligat

et se objigavit

baptiste de Oliveri consulo et m.ro

johanni

m.ro

petro de

Oliveri consiliario ven. altaris sancti Bartholomei noviter fundati intus

parrocchialem

ecclesiam

sancti Pauli diete terre

etiam cognitis presentibus

Bartholomei in tela

dieta parrocchiale

ecclesia

(1)

Dal bastard. 1

(2)

La

ind.

pr

dicto

di d.o not.

predicti

facto in

predicte (2) longitudinis

Balduccio,

cellare di tutto

punto

Per essendo

destinata.

pittore ignorante, costui, per

non sapere

e.

790

miracoli che

stavano

un gran fondo oscuro, pi nero

stata fatta

far di meglio, pens

angioletti di sopra; sicch la principale figura,

sola in

noviter

altare

sancti Pauli terre

1557-58

conducen-

retro.

tela cui riguarda questo contratto esiste tuttora e nella stessa chiesa

per ove fu sin dapprincipio

un

mihi notario

unum quatrum

tibus eis predictis nominibus facere et dipingere


gloriosi sancti

alcami

stipulantibus et dictis nominibus

attorno

mal

della pece

il

S.

ritoccare dft

bene

di can-

Bartolomeo e

gli

ritocca anch'essa, rimasta


!

AGGIUNTA

86

palmorum undecim
imagini

d.a

di d.o

miracoli

quattro

et latitudinis

palmorum

Bartholomeo

s.to

octo, videlicet

forma

in

quanto cio ponno

sutta

dipingiri la

con tre o

di apostolo

veniri et supra la testa di

d.o santo depingere la corona con dui o tre angeli benvisti a d.o obli-

conformi alla grandezza

gato et che d.a imagini sia grandi et longla

quatro et che

di d.o

in oglio et che

meo

nello

li

requedi

si

conformi

siano

d.i coluri

condam m.ro

altare del

vito

Et hoc bene

ecclesia di d.a terra (1).

tractum et expensas

per d.o quatro

dicti

operati

fini

Bartholo-

di s.to

et magistribiliter

ponere teneatur dictus obligatus itaque

bus teneantur solvere dictam telam

di coluri

fundato in la magiora

triolo

etiam

obligati

quatro

al

ad

omnem

per la tela et lo tilaro

at-

que

conductores dictis nomini-

dicti

et telarium dicti quatri in

corapotum

nfrascripti magisteri j prout infra incipiendo a crastna die in antea et

expedisse et complevisse integre teneatur infra

numerandum

et

mensem unum de

cetero

damna

teneatur -ad omnia et singula

cursurum. Alias

interesse et expensas etc.

Et hoc pr magisterio
quindecim

p. g. in

manufactura unciarum

et

totum ex accordio

quidem magisterio predictus

obligatus

recepisse a dictis conductoribus

duas

p. g. in pec.

Et totum

facto.

tt.

De quo

dixit et fatetur se habuisse et

nominibus stipulantibus uncias

de contanti ad effectum emendi dictam telam et te-

larium pr dicto quatro. Ben.

solvere

dictis

quatordecim et

pacto

eos

inter

aliud restans

promiserunt

seque

etc.

dicti

conductores

solemniter

dictis

nominibus

dare et

bligaverunt et obligant

dicto

obligato stipulanti statim et incontanenti facto et completo quatro predicto superius declarato hic alcami in pec.

num.

in

pace

etc.

Processit inter .eos dictis nominibus ex pacto quod completo et finito


dicto quatro superius

nibus possint

declarato dicti officiales

valeant

libereque

alium pictorem per dictos conductores

expensas

qui

quidem

alcamo et che non

(1)

sia

pictor
il

esser

pictore

conductores

quatrum predictum
dictis

dicti

che sta et

anno Vili, deWArehivio Storico

nomi-

facere per

nominibus eligendum ad

debeat advena ut dicitur


hiCbita in

Riguardo a questo quadro della Cappella Triolo

nel faac, III-IV,

revidi

questa

ofr. ci

fora di

predicta

ohe ne scrisa

Seiliano, pagg. 511-16.

87

AGGIDNTA

terra di alcamo (1) ne sia vito

carrera

etiani

pictore di dieta cita di

trapani et non essendo fatto dicto qiiatro magistribilmente ne actalen-

tando

che eligeranno

al detto pictore

detti

officiali

conductori

dicti officiali

nomi possano

dicti

che in

casu

tali

li

quadro refutare et

d.o

relaxiare al d.o narciso obligato et in d.o caso lo detto narciso sia obli-

gato

di restituire

tanenti

De

li

pacto.

d.i

pagare a

et

conductori

d.i

nomi

d.i

stipulanti incon-

onze due supra pagati per d.a tela et tilaro

Que omnia

di d.o quatro.

etc.

Testes michael angelus ferrara

andreas ponti

bada-

et jo. baptista

racco.

Die primo martij


proxirao contractu

xiiij

1616

ind.

nominatus

guidona

narcisius

Prefafcus

coram nobis sponte

et cognitus

in

dixit et

fatetur se habuisse et recepisse prout presentialiter et manualiter habuit


jo.

baptista de oliveri consulo in eo etiam

ac presencialiter et manualiter solvente

uncias duodecim et

cem

mag.ro

et cognito pres. stip.

et recepit a prefato

nominato

tt.

quindecim

moneta argentea

in

p. g.

hoc modo

justi ponderis et uncias

uncias

videlicet

duas et

tt.

de-

15 in tot

parvulis. Ren. etc.

Et sunt ad complimentum une. quatuordecim


tatis reliquis uneiis

Et

diete une.

et

tt.

15

p.

g.

compu-

2 habitis virtute dicti proximi contractus. Ren. etc.

14,15,

superius

declarate sunt pr manufactura

dicti

quatri sancti bartholoraei in d.o prox. contractu declarati. Ren. etc.

e quia prefatus m.r jo. baptista consul dicto

habuisse et recepisse a diete narcisio

tholomei per eura noviter factum

stip. e

eum

de oliveri ejus patris, m.ri

viti

Et

dixit et fatetur se

dictum quatrum sancti bar-

dictis suis miraculis

d.o prox. contractu facere promissis et hoc

infraseriptorum mag.rum coreorura

nom.e

eum consensu

per

eum

in

et voluntate

conciatorum videlicet m.ri vincentii

mangione

magri bernardi grasso

m.ri

joannis de oliveri m.ri andree mannina et m.ri Joseph de jennaro mihi


not. etiam cognitorum et consentientium. Ren. etc.

Proeessit inter eos d.o nom.e ex pacto quod si infra annos quatuor
de cetero numerandos et cursuros ut dicitur d.o quatro supra declarato

(1)

Il

pittore che allora stava ed abitava in

fratello di Vito Carrera.

V. in proposito

il

mio

Alcamo era Giuseppe Carrara,


scritto
Nuovi documenti sul
:

pittore Giuseppe Carrera pubblicato nelV Archivio Storico Siciliano, N.


fase. I-II.

S.,

an. VI,

AGGICKTA

88

non

fassi bene

facta et

li

imprimito et

la

imprimitura non fussi magistribilmenti

coluri di d.o quatro venissero

meno

et si scolurissiro

utique et eo casii et ex nunc pr tunc et e converso


8US vi presentis teneatur prout promisit

predictus narci-

seque solemniter obligavit et

obligat d.o consulo d.o nom.e stipulanti dictum quatrum

gine

8. ti

quod

cum

dieta iraa-

bartholomei et miraculis predictis iterura et de novo perficere

et depingere ad eius

xpensas

statim et incontanenti in casu predicto

ad requisitionem dicti consulis d.o nom.e stipulantis bene et magistribiliter

prout in d.o prox. contractu declaratur. Alias

Testes mag.r Hannibalis de vutagio et vitus

(1)

Dal bastard. 14*

iiid.

IBlIi-lfi di

lo

etc.

monaco

iioL Scipione

Que omnia
(1).

Carnimolla.

etc.

NELLO STUDIO

SICILIANI

NEL MEDIO EVO

Sguardo generale sulle


Cenno suU'inlluenza

SOMMARIO:

nente italiano.

BOLOGNA

DI
(D

relazioni tra la Sicilia e

il

esercitata dallo Studio di

Bologna

conti-

e dai Comuni italiani sullo svolgimento del diritto siculo ai tempi dei
Normanni e degli Svevi. La nazione siciliana nello Studio bolognese

Rettori

nel secolo XIV.


siciliano

dottori

in

e consiliari siciliani.

teologia

siciliani nel trecento, lettori nell'Universit degli

Giovanni

medicina

in

denti siciliani

Alfonso

di

umanistici

magnanimo, impulso dato da

il

della

Sicilia.

artisti, e

Aurispa, lettore in astrologia.

dispense, esami, lauree, risse.

Scolari dati dal clero

studenti in diritto canonico.

Giuristi

siciliani

Il

Maestri

specialmente

Vita degli stu-

secolo

XV. La corte

lui agli studii giuridici e

insegnanti a Bologna:

drea Barbazza, Niccol Tudeschi, Antonio Corsetti.

Seconda

An-

venuta

dell'Aurispa a Bologna, sua cattedra di lettere greche nello Studio bolognese,


cadelli.

anno

Il

del suo

secolo

insegnamento e

XVI.

utilit

Siciliani, lettori

apportata.

Antonio Bec-

nell'Universit dei giuristi.

Siciliani aggregati nel sa Predicatori siciliani a Bologna.


Relazioni tra
clero bolognese e quello dell'isola. Apologie di Santa
Caterina dei Vigri scritte da Siciliani. Conclusione.

Scolari appartenenti alla nobilt dell'isola.

cro

collegio

teologico

bolognese.

il

Da queste ricerche su' Siciliani, che insegnarono o impararono a Bologna, non un arido catalogo tenterei di cavarne,

(1)
letti

Sento qui

Fossati

con saggi

che

il
,

consigli.

dovere di ringraziare vivamente

il

Prof. Pio Carlo Fal-

da appassionato cultore della storia siciliana


Per la parte paleografica ringrazio inoltre

dell'Archivio di Stato di

il

mi

aiut

Direttore

Bologna Comm, Carlo Malagola, che fummi

gentile aiuto insieme all'archivista Dott. E. Orioli.

di

SICILIANI NELLO STUDIO DI

90

ma

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

da esse vorrei assorgere ad alcune considerazioni storiche

sulle relazioni intellettuali, che corsero tra

continente ita-

il

liano e la Siciha, le quali influirono a stringere vieppi quei


leganoi di schiatta, che legano l'isola all'Italia.

Peraltro per potere pienamente ricercare queste benefiche


relazioni, oltre

ad un'ampia conoscenza della storia

artistica,

sarebbe necessario non limitare

Bologna,

ma

le

civile

ed

ricerche alla sola

estenderle alle principali Universit dell'Italia,

ed esaminare, quanto queste abbiano

influito sullo

svolgimento

del pensiero siculo, e quanto in esse abbiano apportato

Si-

ciliani.

Poich a Siena dimorarono Niccol Tu deschi, l'Aurispa,

Panormita ed
ciali privilegi,

la

a Firenze, siccome mi stato assicu-

altri (1);

rato da A. Votier,

come Bologna per

Toscana attirava per

che

sovrana

d'

in cui

canti popolari siciliani

bellezze della

donna

(1)

Spogliando

Lo

studio del diritto^

regna tutta cortesia


e

Toscana, quella

nei

ripete

si

poeta del popolo, celebrando

il

le

sua, le dice:
tia

nun ha Fiurenza,
Tuscana

chiddi parti di

per Firenze specialmente ricordo

SUO libro

lo

lo studio dell' arte.

Bedda siccomu a

N raancu

ebbero in quella universit spe-

Siciliani

poich,

il

le

dell' Aurispa

parole

documenti pubblicati dallo Zdekauer

in appendice al

Studio di Siena nel Rinascimento, ho trovato

mi riguardanti Siciliani, insegnanti


1418 compare M. Niccol da Sicilia
Giovanni siculo insegnava

le

e scolari in quello Studio

seguenti no-

Nel 18 Genn.

dottore in diritto canonico; nel 1413

clementine. Nel 23 Febbraio

M.

U70 Giovanni

Pensio, palermitano, era rettore dello Studio


liere,
stizia.

Tra

gli

scolari del 1470

1476 un altro Bartolomeo

como
Ruolo

di Siena, e nominato cavaanno eletto capitano di giunotato Bartolomeo Gacto da Sicilia del

era quindi nel 25 Febbraio dello stesso

siculo, del 1481

Gocti da Messina, nel 1424 Floro de

Giovanni Paolo Papardo e Gia-

Amadore

siculo

nel 1493 nel

dei dottori dello Studio sono inscritti in lUosota Bartholoraeus sicu-

lus ordinis predicatorum, e in logica D. Andreas siculus.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

cum

nunquam tam

Grecia essem

in

pivissem Italiana

non

in ea

si

veiiementi desiderio cu-

fuisset Florentia

Cosi quasi di ricambio dall'Alighieri, che col


ciliano

(1),

nome

chiama un periodo della nostra letteratura

anche non

91

di Si-

sia esso

interamente nell'isola; e dal Boccaccio,

isvoltosi

che dallo strambotto popolare siciliano traeva l'ottava rima,

che dalle leggende sul Vespro deducevane

fino al Niccolini,

una patriottica tragedia, donde l'Amari trasse l'ispirazione alla


storia di quella rivoluzione; sempre una mutua simpatia corse
tra queste due regioni, la quale ricevette la sua affermazione
politica,

quando

Toscana

la

alla Sicilia libera inviava

il

ves-

sillo tricolore (2).

Tali

relazioni

anche

corsero

in

tempi pi antichi tra

che nel 1186 lavorava

le celebri

Monreale. Relazioni

di

merciali e politiche
rimastici:

cosi

ancora

loro

le

dell'isola, e

Pisa

(3).

con

Bonanno

porte di bronzo del

duomo
com-

quanto

In

artistiche dovute alle

torre

da Federico

Regno

(1)

II,

pisana a Messina

al

nomi

ricordano

loggie a Trapani e in altre citt

relazioni

alle

politiche

pensi

si

ai privilegi speciali dati

al

do-

a loro

perch sicuramente potessero andare e venire

e specialmente per le citt dell'isola

L'Aurispa

si

molte famiglie siciliane originarie da

di

minio dei Pisani a Siracusa, ed

pel

relazioni

delle quali ci fanno testimonianza


la

importanti

nomi

la

Pisano,

Sicilia e Pisa, dalla quale citt partiva quel

(4).

Traversari, lettera da Bologna in data del J3 Settem-

bre 1424.
(2)

Toscana

e Sicilia

il

titolo di

un

libro di P.

Cipolla, pubblicato

in occasione del centenario del Vespro, che mostra l'opposizione fatta dalla

Toscana all'invasione angioina,

e dall'altro lato

il

bene apportato dal Ve-

spro alla Toscana, per averla salvata dal dominio della Gasa d'Angi.
(3)

D'origine pisana la famiglia Settimo, quella dei

(4) I capitoli del

Prof. Vincenzo
liana nel 1864.

console dei Pisani in Palermo sono

Di Giovanni per cura dell'Assemblea

Bonanno ed
stati

altre.

pubblicati dal

di Storia patria sici-

BOLOGNA

SICILIANI NELLO STUDIO DI

92

Fra

NEr,

MEDIO EVO

Veneziani fuvvi nel Medio Evo scambio

Siciliani e

rapporti di non lieve importanza;

di

dal 1195 eranvi nell'isola

fin

importanti colonie veneziane, che godevano speciali privilegi

dogana

e diritti di

XIV

nel

clutare uomini nell'isola.

sie,

Veneziani potevano re-

danno anche no-

canti popolari ci

tizia dei rapporti letterarii

secolo

Pitr infatti riporta alcune poe-

il

che hanno notevoli riscontri con quelli del Veneto

vico degli

il

Amalfitani

Genovesi

Giorgio dei

attestano

quelle repubbliche con

che

gnalarono

quella scuola

staccarono inoltre colonie

si

rivoluzione

spiriti

del

romano

il

Bragolino

Verona ed

dei

altri

per

comunali, per cui

si

la

se-

che ebbe a capo Vin-

(4).

ancora dal continente vennero

Cosi

di

Vespro; e da Pavia deriva

pittura palermitana

di

cenzo de Pavia, detto

San

relazioni commerciali

le

portarono quegli

vi

nella

(1).

e la chiesa di

Siciliani (2).

Dalla Lombardia (3)


Sicilia,

Palermo

in

all'

isola

Gaggini e

che cooperarono, perch

svolgimento artistico della Sicilia seguisse

lo

lo

stesso indirizzo

di quello della penisola.

quasi di ricambio a Torino dimor Filippo luvara, ar-

chitetto siciliano, che trai delirii della scuola borrominesca,

(1) I.

1876);

Carini, 1

Sicilia e la

Anno
(2)

Veneziani in Sicilia, (Arch. Stor. Sic, N.

anno

I,

Repub. di Venezia nel Medio Evo, {Arch. Stor. Sic, N.

S.,

IX).

G. Cosentino,

(Arch. Stor. Sic, N.


l'

S.,

G. PiPiTONE Federigo, Contributo alla storia dei rapporti tra la

La
S.,

chiesa di S. Giorgio dei Genovesi

anno

III); e

Archivio di S. Giorgio dei Genovesi, {Arch. Stor.


(S) Il

nome

Lombardia ebbe un vago

di

a Palermo,

Un registro delSic, Anno IX, 1884).

dello stesso autore,

significato, e gli tranieri este-

sero spesso questa denominazione a tutta la penisola. Vedasi Amari, Storia


de'

Musulmani,
(4)

voi.

Dai documenti

Stor. Sic.

Romano,

N. S.

Ili,

pag. 222.

trovati e pubblicati dui

anno V

1880), risulta

identico a quel Vincenzo

Mons. G. Di Marzo (Arch.

che Vincenzo de Pavia, detto

Ainemolo

del Mongilore

nosciuto per capo scuola della pittura palermitana.

il

che rico-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

dominata nel seicento, e

smo venuto
sciati

la

meschinit del bastardo classici-

su con naturale reazione

monumenti

egli coi

la-

a Superga ed altrove, rivela la forza del suo ingegno,

segna

un fare, che fuggiva da un

ad

tendenza

la

barocche esagerazioni, e cansava dall'altro


tezza

Amedeo

politici

lato le

esanime gret-

la

(1).

Con Filippo luvara


rio

93

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

era costretto

essi ricordo

altri

illustri siciliani

condotti in Piemonte

li

furono da Vitto-

quando

ad abbandonare

il

egli

regno

di

da raggiri
Sicilia.

Di

salemitano D'Aguirre, che dett la nuova costi-

il

tuzione dell'universit di Torino, e che togliendo l'istruzione

monopolio

dal

dei

gesuiti, ebbe a precorrere a quello, che

ottanta anni pi tardi sembr stupendo concetto del genio di

Napoleone

tra

Francia

in

(2).

superfluo, che in questo sguardo generale alle relazioni

la

Sicilia

il

continente

accenni anche a quelle avute

con Napoli.

dall'isola

Queste due regioni, che furono campo delle lotte decisive


di

due

civilt: l'orientale e

l'occidentale, la cristiana e la

maomettana, sortirono da natura condizioni

di

clima e di suolo

quasi uguali, che hanno influito nella Storia di quelle regioni,

che ricordano glorie e sventure comuni.

Queste relazioni benefiche con tutto


pei Siciliani

anche un' afermazione

come insieme a
tregua

di

continente

d' italianit

quelli della penisola trovaronsi

battaglie del pensiero, cos insieme


la

il

si

erano

poich essi

sempre

nelle

trovarono, e a firmare

Venezia, e a vincere la battaglia di Lepanto, e a

concorrere alla redenzione

d'Italia.

Nelle ricerche di queste relazioni senza dubbio sono utilis-

sime

(1)

inoltre
(2)

le

ricerche sugli studenti, poich la scuola penetra nel-

La Lumia

La

Sicilia

Gobdova, 1 Siciliani
La Lumia, op. cit.

sotto

Vittorio

in Piemonte.

Amedeo

di Savoia. Vedasi,

SICILIANI NELLO STUDIO DI BOLOGNA NEL MEDIO EVO

94

l'arte, nella politica e in tutte le manifestazioni dello spirito

umano. Le Universit che sorgono nel Medio Evo fioriscono in


mezzo ai comuni la vita della scuola svolgevasi entro la vita
:

politica: Rolandino, lettore

goziando con Federico


blicana

di

arte notarile, fieramente ne-

aggiunge gloria a Bologna repub-

II,

(1).

Queste ricerche adunque sono argomento


esteso,

ma

strando

per ora non posso che designarne

Bologna

due

quasi nulla

XV

pi

valutare

facile

modo

cial

tutta

l'

influenza

che

sull' ori-

sopratutto sa-

reciprocamente

continente nel Medio Evo, e in ispe-

il

nel periodo normanno, che era


l'Italia

che ho tro-

tempo documenti

sarebbero dileguati alcuni dubbi

esercitata tra l'isola e

riguardante a studenti siciliani

trova; certamente se di quel

gine della nostra poesia ancora perdurano.

he vide

mo-

XVI.

anteriori

secoli
si

ci restassero,

rebbe

limiti, e,

e derivandole dai documenti

XIV,

vato, dei secoli

Dei

un lavoro pi

considerazioni a cui esso d luogo, restringermi

le

alla sola

di

il

periodo stesso,

collegata a Pontida, trionfante a Legnano, se-

gnatrice di liberi accordi a Venezia e a Costanza, poderosa e

temuta nel Mediterraneo e


l'Europa moderna
delle quali

pu

in

Levante, maestra di coltura al-

stupendo concorso

l'isola ripetere

di nazionali

grandezze,

larga parte per se

(2).

Allora nella seconda met del secolo duodecimo


di Bologna,

come osserva

che Bologna divenne


penisola, e fu

come

gli

di

ultimi

(1)

vita, e

frutti

Studio

della

primo tempio della nazione nella

dQl pensiero e della scienza.

elementi

lo

Carducci, fu italiano per questo,

centro attrattivo della coltura

il
il

il

Bologna attraeva a s

da Ravenna

della

l'eredit imperiale, e

trasformazione longobarda

unil^

diversi

da Pavia

(3).

Ed

io

G. Carducci, Discorso per V Vili centenario dello Studio di Bo-

logna.
(2)

La Lumia,

(3)

G. GARbUCCI, op.

Storia della Sicilia sotto Ougliclmo


cit.

il

bttono.

SICILIANI NELLO STDDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

95

credo, che dal mezzogiorno della penisola e dalla lontana Sicilia

monarchia normanna uno dei tanti elementi

con la

vita riflu a Bologna, e

sono ben lungi

da questa venne

affermare

dall'

di

Peraltro io

all'isola.

che Bologna abbia esercitato

influenza sulla prima scuola poetica siciliana, siccome ha cre-

duto

Monaci. Dove, egli dice,

il

si

saranno incontrati

il

no-

Giacomo da Lentini, Iacopo Mostacci e Pier delle Vigne?


certamente a Bologna quando il notaio era scolare col tra
trovatori provenzali
1220; e poich a Bologna
il 1210 e il

taio

dovevano capitare
Capuano,
e

si

di

continuo

a Bologna e

non altrove

Pisano e quel da Lentini ebbero la prima notizia,

il

procurarono qualche raccolta

di

poesie provenzali

Intanto nessun documento stato tnora trovato


vante, che

il

(1).-

compro-

notaio da Lentini sia stato scolare a Bologna; in

il

quanto poi all'elemento provenzale della poesia siciliana, esso

pu benissimo spiegarsi con

la

venuta dei Normanni

nella cui corte fiorirono poeti provenzali

Ma

siculo

del diritto

Irnerio

da vedersi una certa influenza esercitata


di

Bologna. Basta

siccome

infatti

attesta

Tocco

titolo delle

il

Bologna, dove

Bologna

che

Ruggero,

che molto probabilmente

sue opere, siciliano, deriva

gran parte dal risveglio degli studii del

versit di

ricordare,

relazione con la famiglia del Conte

era in

e che r opera di Carlo del

scolare

(2).

pi che nella poesia, io credo, che nello svolgimento

allora dallo Studio

in

nell'isola,

diritto,

merc

egli era stato scolare, e

Vigne

fu Pier delle

l'Uni-

che infine

che aiut Federico

nella raccolta delle sue leggi.

Su questa influenza peraltro non bisogna esagerare, poich


nelle provincie meridionali e per

e per l'influenza della chiesa,

(i)

Monaci

Da

La Lumia,

diritto

Bologna a Palermo

RANDi, 4' edizione.


(2)

il

op.

cit.

Bizantini e pei Longobardi

nell'

romano era conosciuto;

Antologia critica del Mo-

96

SICILIANI NELLO STUDIO DI BOLOUiNA NEL MEDIO EVO

nuove scoperte

COS attestano

di manoscritti delle fonti giu-

ridiche greche romane, e inoltre un codice, che contiene fra


altre

leggi

anche frammenti

una versione

di

leggi

delle

di

originario dell' Italia meridionale, ed a un di

Rotari, pare

presso del 1166, e finalmente

normanne

leggi

le

attestano una notevole conoscenza dei Digesti

delle Assise

(1).

Se di quel tempo avessi trovato nomi di studenti

siciliani

a Bologna mi sarei trattenuto su questo argomento; poich se


potessimo argomentare
fossero

le

dalle

ricerche

potremmo essere pi

studenti

sugli

relazioni intellettuali tra l'isola e

quali

continente, noi

il

sicuri nell' affermare se vera influenza

abbiano esercitato sullo svolgimento del

diritto siculo le

versit d'Italia e specialmente quella di Bologna

Tale ar-

(2).

gomento, che spontaneo scaturisce dal mio lavoro,

Uni-

abban-

io

dono, poich ripeto non posseggo documenti. Purtuttavia questa influenza delle idee comunali

deve

alle relazioni

intellettuali

lombarde

delle colonie

ed

nell' isola.

pubblicano che furono

del
in

continente in parte

gran parte alla venuta

Infatti

dal 1161
cratici,

quali

si

(1)

SiRACJUSA
cita al

//

dell' isola

che

di quegli spiriti

Lombardi

di

fin

demo-

Corleone, scrive Saba

regno di Guglielmo 1 in Sicilia

proposito

senso, re-

segnalarono poi alla morte del re Cor-

rado e nel Vespro, quando

Siragusa

mostra

in

deciraoterzo sono

in Sicilia nel secolo

cominciavano

per

moti

dovuti specialmente alle colonie lombarde


far

si

[jarte II

Zachariak von Lingenthal,

Jl diritto

p.

123

il

romano

nella bassa Italia e la scuola giuridica di Bologna.


(2) Il

La Lumia

nella sua opera su

di tale questione; egli crede

necessaria per

gli

che

L'Amari crede (Storia

siciliane sieno

Guglielmo

tendenza

il

buono pariti a lungo


romana si rendeva

alla legge

indigeni di schiatta greca o latina ilell'isoh; oontril)uen-

dovi lo studio che cresceane in


logna.

tale

avanzo

di

Italia

con

dottori della Universit di

del Vespro, cap.

Il)

che

qutistt^

Bo-

municipalit

tempi greci romani bizantini e non distrutte

|)er

ogni luogo dui Saraceni. Peraltro da osservare che nelle argomentazioni


di questi due grandi storici siciliani manca la nrova di chiari documenti.

Malaspina

seguirono

omogenee duravano

primi

rivoluzione di Palermo

la

quelle colonie, che tra

nati nei primi impeti del

97

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Vespro

e si

capi dei circoli,

Simone da

noi troviamo un

Calataflmi, eletto capitano di popolo nei monti dei Lombardi.

quel moto in senso repubblicano anche Messina

in

diede

si

comuni italiani, chiamando per poteIacopo de Ponte, romano (1).

alle virt e ai vizii dei

st

Queste relazioni
rico

II

per

comuni

coi

le

accrebbero

si

guerre continue

che questi ebbe a sostenere

settentrionale

dell' Italia

siamo con pi certezza precisare


Bologna, e per quello che
sopratutto per quegli

si

effetti

tempi dello Svevo Fede-

ai

le

e per quel

tempo pos-

relazioni tra la Sicilia e

legge nei pi antichi cronisti, e


politico sociali, di cui queste re-

lazioni furono causa.

Certamente molte delle leggi


creazioni,
le leggi

ma

di

Federico

non sono sue

II

merito suo di avere raccolto in unico codice

normanne, dando ad esse quell'impronta

romanit,

di

per mezzo del suo segretario, Pier delle Vigne, che a Bologna

aveva appreso

diritto.

il

Un movimento giuridico

meo da Neocastro
buon numero
ta

ci

costoro fossero istruiti

nell'isola fossero accolti

rum (lohannes
modo

capo a Federico

di giureconsulti, e dalle

che altrove

RKDiENS de

fa

II

Bartolo-

avverte, che a Messina allora vi era un

sue parole
,

argomen-

si

e che quindi tornati

con grande onore.

Militat in

Scaletta) scientia lustiniani nobilitai

disciplinis

scholasticis honoratur a vulgo

luristis solet tacere

populus messanensis

poste-

flium et
,

quo-

(2).

Amari, Vespro Siciliano, cap. II; Musulmani, voi. HI, pag. 222Saba Malaspina presso (regorio, Biblioteca aragonese, tomo II, pa-

(1)

26;

gina 35G. In quanto

alle relazioni dell'isola col continente italiano

tempi r Amari nella sua opera sui


locali cos: la torre pisana, la

Amaltlani in

Musulmani

rua dei

le

fiorentini in

prova con
Messina,

il

per quei

certi

nomi

Vico degli

Palermo

e con una trentina di nomi di comuni dell' isola


nomi di altri comuni del continente.
Bartholomei de Neogastro, Hist. Sic, cap. 87 apud BiMiot.

corrispondenti a
(2;

Arch. Stor. Sic. N. S. anno XX.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

98

che questa usanza

di inviare

studenti nelle Universit

per incoraggiamenti e sussidii regii

d' Italia sia stato

mo-

lo

un documento riportato dal Gregorio dove appare un


notaio Matteo Bonanno, che nel 1345 era mandato a Bologna
stra

a studiare

un atto del comune

diritto, e inoltre in

il

Ca-

di

tania del 1391, per cui a tutti coloro, che fossero andati fuori
del Regno, assegnavasi onze sei all'anno; nei quali atti detto

che ci

dai tempi anteriori era stato ordinato per sacras

fin

regias litteras provisas et concessas


I

tempi

durante

scorsero

una sua

anteriori

a cui qui

regno

il

di

si

(1).

accenna

Federico

II,

sono quelli

che

siccome vedesi da

lettera indirizzata al capitano dell'isola, con la quale

invita e maestri e scolari alle Universit del continente

Federico poi, animato da generosi sentimenti


i

giovani del suo impero fossero

coltura

li

(2).

amava che

e soleva ripetere

istruiti,

la

tara pi forti a rendere grande la patria e la fa-

miglia. Inoltre che egli cercasse giurisperiti trai suoi sudditi

era necessario in tempi

di lotta tra

Alle Universit d'Italia

adunque Federico II inviava i suoi


per la fama che egli ri-

sudditi, e

a Bologna specialmente

conosceva

di quello Studio, e

pi illustri

per cui a dottori bolognesi aveva

latina delle opere di Aristotile siccome

inviato la versione
ai

comuni, chiesa ed impero.

maestri

che dalle vecchie cisterne sapevano

dedurre acque nuove alle labbra desiderose, e che rinnovando


nell'insegnamento antiche opere sapientemente abbattevano

dogmi

forse a Bologna vennero Siciliani ai tempi della prigio-

nia del

suo

Enzo, che a Fossalta cadeva

figlio

^f^tas

Scrifttoruin qui

ic-.

mo

Trnggo questa

I,

pK- 121.

duzione allo
(1)

ractma
(3)

Un
i'

Sicilia

.studio dei diritto

nitro

(locuiii(.'nti<

riportato

cIhI

Grkoorio, op.

mano

sub AnjKunuin imperio reUilere

in<licaziono dn!

Grroorio

noll:i suri

dei

To-

Intro-

pubblico siciliano.

oonsitnilc rifcrentesi

Grbuouiu, up.

cit.

in

cit.

:i

Pcnll" Sanldl

ii

Si-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Bolognesi.
siciliani

prigionieri di quella

trai quali

anni

titr

Tra

di

99

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

giornata ve ne furono

un Rogerius de Missina

ven-

In quei

(1).

prigionia dovette capitare a Bologna Matteo da

Termini, studente in diritto, e che poi fu caro a Manfredi, te-

nuto in gran fama di giurisperito, e che, dopo morto,


beatific sotto

il

nome

la

Chiesa

Agostino Novello. Nel testamento

di

Enzo, pubblicato dal Salvioli, trai testimoni figura per pri-

di

mo

un frate Bonanno

Priore

rum de Bononia , e che


colo XIV infatti per due
studenti

fra gli

secolo successivo

ho trovato

volte

siciliani

Conventus fratrum predicato-

nome parrebbe

dal

il

nome

di

Nel se-

Bonanno

per due volte inoltre compare nel

non questa una prova,

siciliano.

ma

rende pi pro-

babile l'ipotesi.

Ed
per

eccoci dopo la morte di Enzo ad un periodo pi certo

documenti dei quali possiamo disporre.

s'inizia

con un rettore

Palermo

rector

siciliano, questi

>.

Egli

certo Muncio de Pistorio,

dam codicem
ninorum
diziari,

il

Il

XIV

secolo

Pietro Tagliavia da

citramontanorum studencium in

scolarium

iure canonico et civili

compare come accusatore

quale

di

aveva rubato quemcentum libbrarum bono-

gli

precii et extimacionis

Questo documento, che ho cavato

dagli

atti

riguardanti studenti, e che riporto in appendice,

notizie pi esatte di questo rettore,

compariva

col solo

un

giuci

che negli elenchi gi

fatti

nome. Pietro Tagliavia appartenne a no-

bile famiglia dell'isola;

suo

il

prova, poich esso conferivasi

titolo di

rettore ce ne

quasi sempre ai pi

la

ricchi e

nobili studenti. Gol Tagliavia altri siciliani furono in quel se-

colo insigniti di importanti

uffici

libri dei collegi di diritto

dove

denti,

li)

nello Studio;

trovansi

sebbene

nomi degli stu-

non comincino che col 1377, e pochi documenti ante-

Archivio di Stato di Bologna, Miscellanea,

frag.

V, num.

36.

Re-

gistro di Cavalieri e pedoni presi in battaglia dai Bolognesi a Fossalta


e in altri luoghi e servati con

vigli negli Armali bolognesi.

Enzo

re nelle carceri, pubblicato dal Sal-

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

100

a quel tempo ho trovato tra

riori

tavia

pu argomentare, che

si

dei Siciliani ebbe nello Studio una


gli statuti pi antichi

dato

privilegio

il

di essi,

di

la nazione

importanza. Infatti

certa

parlano della nazione siciliana, a cui

due

eleggere

quali aiutavano

consiliari.

Erano

consi-

migliori

Rettore nel suo ufficio, e come

il

questo, godevano speciali privilegi.

da

notare, che l'Univer-

citramontani era rappresentata da tre nazioni, quella

sit dei

dei

XIV

studenti citramontani diciannove eletti tra

liari degli

pur tut-

gli atti giudiziari,

dal secolo

fin

Romani, quella dei Toscani e quella dei Lombardi; ognu-

in altre minori. Sotto la romana


Roma, Abruzzo, Terra di lavoro, Puglia, Calabria, Marca inferiore. Marca superiore, e isola di Sicilia. La
toscana ne comprendeva sei, e cinque ne contava la lombarda. Ognuna di queste nazioni minori eleggeva un consiliario,
eccettuate quella dei romani e quella dei siciliani, che ne

na

di

esse suddividevasi

erano compresi

eleggevano due per ciascuna


in

una petizione

Sicilia e

(1).

il

D.nus Johannes

Sala de

prezzo del loro lavoro

desi dal risultato


petizione.

l'anno

dello

Questa petizione

Sicilia.

copisti dei codici, per

scrutinio

aggiunta fatta agli

mancano

per

le

aumen-

e ci fu accordato siccome ve,

che

leggesi in fine

documento ha una qualche importanza

Il

trattasi di

compaiono

due seguenti consiliari: D.nus Johannes de

fatta a favore dei peciari cio

tare

nel 1344

Infatti

statuti dello Studio,

nostre

ricerche

che

della

poich

di quel-

inoltre ci giova per

constatare l'importanza della nazione siciliana. In quanto poi


al privilegio

accordato ad essa

di

eleggere due consiliari, par-

rebbe a prima vista che ci fosse dovuto non per


cilia,

sebbene per

nazioni minori

mento

ci

poi, di cui

(t) Ve<Iui

il

regno

allontana

di

Sicilia

ma

la sola Si-

la divisione delle

da questa spiegazione;

ho parlato,

ci

il

docu-

mostra due consiliari entrambi

Malaoola. Monografie storiche

etipUolo ui Kctturi.

sullo

Studio bolognese,

il

SICILIANI KELLO STUDIO DI BOLOGNA NEL MEDIO EVO

siciliani.

Dal che possiamo congetturare, che un buon numero

di scolari contenesse la nazione siciliana, superiore

a quel numero di cui abbiamo


secolo vi un

cum

Tommaso

salario libbrarum

Tra

notizie.

Crispi de Cicilia,

diritto civile, in cui

di

tutti

(1).

esami

gli

Questa for-

verbali degli esami degli

erano

con

fatti

esami

Siciliani spesso riportano nei verbali degli

rara

poi, piuttosto

nel trecento, e mostra, che allora gli esami

pi rigore

volumi

che nel 1384

avere sostenuto

quattrocento in

studenti dalla fine del

lettore dei

optime se gessit

mula che accompagna quasi

certamente

rettori di quel

centum bononinorum

lu pubblicamente dottorato, dopo


in

101

questi elogi.

XIV come

Nel secolo

nobilt

la

cosi

Clero

il

siciliano

diede largo contributo di scolari. Che anzi guardando


degli scolari notati nei documenti,

nomi

parrebbe, che quasi

tutti

appartenessero ad ordini monastici, poich

nomi, siccome usavasi pei

nati coi soli

tura

dei

registri

quali parler

dei

sono estratti quei nomi, d ragione

contengono

essi

no

le

come appunti

minute dei
che

religiosi.

tale

Ma

luogo

suo

brevit,

la

na-

donde
poich

verbali degli esami, ed era-

priore

il

di

trovano accen-

si

del

collegio

in

fretta

fa-

ceva. Molti peraltro del clero venivano allo Studio di Bologna,

e per la

fama

che contava valenti maestri in

dell' Universit,

diritto canonico, e

per

importante collegio

l'

teologico bolo-

gnese, dove, sebbene raramente, erano ammessi forestieri, pur


tuttavia molti ne ho notato siciliani, spesso
l'ordine dei predicatori,

vano presso
era in
diritto,

ho

quali

le reliquie del

fatti il

fondatore dell'ordine. Domenicano

Beato Pietro Geremia, che a Bologna studi

domenicano era un padre Giuseppe da

letto nel registro del collegio di diritto

plica diretta al priore

(l)

appartenenti al-

con piacere a Bologna veni-

Angelo

Vedansi DooutiuTiti del 23

Sicilia, di cui

canonico una sup-

Valli, invitandolo

Aj?.

il

1381 e 7 Nov. 1384.

ad interporre

102

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

sua autorit per raccogliere elemosine

la

Collegio e fra tutti

Bologna,

di

dalla carestia

afflitti

professori del

trai

Bolognesi, per venire in aiuto ai poveri

un altro domenicano,

(1).

in tempi a noi recenti

Rev. Padre Luigi di Maggio, era ono-

il

rato della cittadinanza bolognese per quell'amore e quella de-

che

vozione

erasi

attirato

onore

XV aveva ricevuto un
Andrea Barbazza.
secolo

altro

singolarissimo
siciliano

giurisperito

il

che nel

come queste remutue simpatie


apologetiche. Era questa sempre una

Vedremo, trattando

dei secoli successivi,

lazioni d'indole religiosa si manifestassero in

nelle opere religiose e

benefica relazione, che valeva

se

non ad

a farci reci-

altro,

procamente conoscere. Seguire questo movimento delle dottrine


ecclesiastiche inoltre utile nello studio

evale; poich la Chiesa aiut

comuni contro

il

Barbarossa,

Chiesa e Impero, Bologna dava con Gra-

in quella lotta tra

e,

medio-

della storia

ziano un maestro e una scuola di diritto canonico

(2).

che

Nel trecento fuvvi a Bologna un Nicolaus de Sicilia,

dottore in teo-

nel 1364 era laureato dal collegio teologico,

che fu poscia generale dell'ordine dei

logia, e

servi.

Nel 1369

fuvvi a studiare diritto canonico Francesco de Vitale

me

sicco-

vedesi da un documento riportato nel Tabularium regie

ac imperialis cappelle collegiate in regio palatio panormitano

(1)

Voi.

Libri segreti del collegio di diritto canonico in data

II dei

Marzo i529

del i7

sotto

il

priorato di

Angelo Valle, Arch.

di Stato

Bologna.
(2)

nuni

Era famosa
di

nomino questo
cilia

nel

Graziano da

Medio Evo
lui

la

Goacordantia

compilata nel Convento

libro poich esso

doveva esser

siccome lo mostra una lettera che un

beti

discorduntium cano-

di S. Felice in

Fra Giovanni

liano scriveva da Catania all'Abbate del Monastero di S.


in cui fra

Giovanni pregava

uo competenti predo

documento
Sic.

N.

S.

l'

Abbate

e tra queste

fu pubblicato dal Carini,

Anno

I,

1876).

di

di

Uno

Martino

sici-

Martino nel 1363,

procurargli quattro

ricordata

Bologna;

conosciuto anche in Si-

opere

pr

l'opera di (Imziauo,

Il

studioso nel 1363 (Arch. St.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

103

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

pubblicato dal Garofalo, e che porta per intestazione: Fride-

bononion-

ricus facultatein praebet proflcisciendi ad stndium

sem Francisco do

Vitali cantori sacri sui palatii

familiari et devoto suo

tanto giovani,

come

Come

si

vede

sono adesso. Altri

lo

panormitani

non erano

gli studenti

frati e chierici fu-

ronvi in quel secolo, alcuni dottori di teologia, altri studenti


in diritto

canonico

dei primi ricordo

tella

da

un Filippo da Messina

un Buccio de Co' de Civi-

dell'ordine agostiniano del 1385, e

dottore aggregato nel sacro collegio teologico

Sicilia,

bolognese; per gli studenti in diritto canonico veggansi

do-

cumenti di quel tempo.


quanto

In

ai

lognese giova

maestri siciliani del trecento nello Studio bo-

osservare

che

appartengono

essi

quasi tutti

me-

all'Universit degli artisti, ed erano spesso insegnanti di

dicina pratica. Pochi nomi invero

tempo quasi

tutto perduto,

ma

ci

medicina pratica,

liani,

insegnanti

dovuto a quel

di

culto

speciale

si
,

nomi

quel

di

mano a mano che

viciniamo alla seconda met del quattrocento

ci

perch

restano,

ci

av-

di sici-

accrescono. Certamente

che

in Sicilia

fin

dalla

dominazione araba fuvvi per queste scienze, e che Normanni

mantennero

e Svevi

cusa

infatti

Alcadino di Sira-

vivo, ed alimentarono.

insegnava

ai

tempi

tica nella scuola di Salerno

di

Guglielmo

II

medicina pra-

che allora veniva toccando quel

grado d'importanza, che doveva farla primeggiare

in

Europa.

Allora un autore toscano, Arrigo da Settimello, scrivendo un

poema
losofia,

tarsi

dietro l'esempio di Boezio

introduce a parlare la

che pigliandosi commiato da

a volare

in

Sicilia,

dove aveva

Et ruihi Sioanos, uhi iiusln

lui

gli

la prediletta

p:ilati;i

(1)

De

({iversi^ate

Fnrt.unae

IV. Firenze 1730. jii'esso

et

Marmi.

P/iif

sua stanza:

imnvts,

Sic stat proj>osituro mentis aulire, lihet

1.''-.

fi-

dichiara affret-

(IK

sophiae consolatione carmina,

lOt

NELLO STUDIO

SlCir.IANl

forse per questo

sono medici,

primi maestri siciliani

un Taddeo da

quali

trai

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

DI

Studio

nello

(1389) e Gio-

Sicilia

vanni dal Pesce (1395) insegnanti medicina pratica.

Con costoro vanno

alcuni

ricordati

professori di fllosofla

naturcile, di logica e di astrologia, anch'essi appartenenti al-

l'Universit degli artisti.

Dottore in arti era G^iovanni Aurispa da Noto, che dimor

a Bologna dal 1392

sua prima dimora a

1400. Di questa

al

spese del comune,

Bologna ho trovato documenti nei

libri delle

dove notato

quale insegnante di

astro-

Disgraziatamente

questi

suo

il

stipendio,

logia nella Universit


registri

non

sono

ci

degli

artisti.

tutti pervenuti,

altrimenti

precisare certe notizie anche sul secondo


dell'Aurispa.

documenti trovati da

periodo

della vita

sono degli anni 1393,

1417, e che riporto in appendice

'94, '95, '96, '99, e

Da

me

potrebbero

si

questi documenti appare, che

(1).

suo insegnamento ab-

il

bia destato ammirazione nel collegio dei priori, poich


salario era

appresso fu
ginta

quinquaginta bononinorum

libbrarum

florenorum centum ad rationem

detto obstantibus quod non

sit

era arrivato a centocinquanta

meraviglia

quella

Dee.

Aimo

(2) In ([uanto

La

<li:lla

mavano una

i-IIl).

lira

.Itila

coiisuUisi

l'opera

lei

le

pi'ovincie di

Salvigli,

(.\tli

Romagna,

me-

3" Serie,

Dodici boloynini ibrmaiio un soldo e venti soldi for-

vi

enino
lira di

denari piccoli ed

Cf)niarono realrnenlo cho

moticie di onjput>.

libbra

Pallia per

di Hi.

piccioli e tfrossi bolognini, so piccioli

forma-

una

lira di

piccioli, se grossi

un soldo ed

grossi erano legali poi in (luesto senso clic 12

bolog. pioc. formavano un grosso.


i

salario

il

bolognini, e fa proprio

traduzione italiana del Savigny

e la

vano un soldo ed una


grossi.

anno che guadagnavano solo cinquanta

valore

H. De|)Ut.

Voi. XJI, fase.

nel '95

triivi

1393.
;il

moneta bolognese

morie

(2);

ed

confrontata con lo stipendio di altri

cifra

professori dello stesso

(1)

doctor

lire di

anno

soldorum

bononinorum pr quolibet floreno

quinqo

suo

il
1'

soli

Nel periodo tra

il

1191 e

bolognini grossi o piccoli,

le

il

1464

altro

non

erano

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

bolognini. Nel 1390 vi un

lire di

comune

Bologna

di

presa nota, nei

ai

notari

degli anziani del

venga

perch

bollette

libri delle provvigioni, dello stipendio del

Johannes Petri de Noto de

stro

mandato

delle

105

Sicilia

pr lectura

mae-

astrolo-

giae di ducati cento d'oro pr uno anno incohato in festo

Santi Lucae proximo preterito et flniendo ut sequitur

tando

compu-

centumquinquaginta bononino-

in dicto salario libbras

rum eidem magistro Johanni deputato secundum formam Rotuli Studii bon. et omnem aliam provisionem cum salario eidem
ordinatam

si

quod reperiretur deputatus Sic quod computatis

omnibus habeat ducatos centum


letta trovata dell'anno
sato, giacch

lognini

il

auri, etc. etc. . L'ultima bol-

1399; egli percepisce meno del pas-

suo stipendio di centocinquanta

non

negli anni seguenti

si

trova pi

il

lire di

nome

bo-

forse

questa diminuzione del salario sar stata causa di averlo fatto

andar

via. Egli

torn a Bologna, reduce

Grecia in cerca di codici; e della

dal

viaggio in

suo

sua nuova dimora a Bolo-

gna parler a suo luogo. Certamente l'Aurispa, che


scienze matematiche

passa

trasformazione, avvenuta

agli studi

classici

dalle

segna quella

nell'indirizzo del pensiero siciliano

dalla coltura scientifica alla classica, e che trov col necessarie condizioni al suo sviluppo.

Cos la Sicilia, in questo primo periodo, da Bologna attinse

a Bologna vers

con

lo studio del diritto,

fica

corrente con lo studio delle scienze.

Ed ora passiamo ad esaminare un


sub

nihil
ci

sole

attestano

novum

(1)

Anche

il

Vita
di

allegra

risse, di

degli stu-

(1),

un po' scapata,

banchetti e di esami.

la vita degli studenti in relazione alla

Petrarca nella sua mite vecchiaia ricordava

a Bologna da studente

senil. X, 2).

memorie

E prima consideriamo

sali

po' la vita

che anch'essa prova quanto sia vero quell'antico motto

denti,

quale

una piccola bene-

come

migliori della sua vita.

gli

anni pas-

(Eptst.

rerum

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

106

per poi esaminarla

scuola,

relazione

in

vita

alla

di

fuori

scuola.

Lasciavano anch'essi quegli antichi studenti spesso


e sebbene

le lezioni,

regolamenti stabilissero un dato numero di anni

pur tuttavia era

di frequenza per fare gli esami,

nere dispensa

tutto questo

di

che anzi

cuni, che ottenevano tale dispensa

a Bologna. Peraltro, come

ho

vi

facile otte-

memoria

di al-

giorno stesso dell'arrivo

il

avvertito,

gii

esami sino alla

prima met del quattrocento erano rigorosi dopo divennero


una pura formalit. Bastava allora pagare una certa tassa per
,

essere dispensato
equestre.

Pur

dottorato

forma

queste tasse, che prendevano

stevano in

abiti, scatole

minatori. Di questi doni

un resoconto

anche

insignito

dell'

ordine

tuttavia fin dal trecento vi sono per gli esami

(1385) di

berretti e

di donativi e

pu valutarne

si

esame

agli esa-

valore, poich in

il

un Tommaso

di

che consi-

da dare

simili,

di

Sicilia,

mo-

naco, detto che habuit licentiam post altarem de voluntate

doctorum

promisit

et

infra

reverti

anno pr

ciendo, et unus aromatarius qui stat in platea


legio

doctorum

norum suorum

in

aromatarii.

Il

promisit

col-

casu quo non veniret pr vestibus domi-

libbras triginta et pr collegio libbras decem,

et net. Johannes

ste tasse

doctorato fa-

Virgilii

habet scripturam

manu

de

ipsius

rettore peraltro poteva far dispensare da que-

qualche scolare povero, e pare che

tasse a turno ai due rettori dell'Universit

tal diritto spet-

dei

citramontaiii

e degli ultramontani. Che anzi vi nel libro secreto del collegio di diritto civile

memoria

una

di

lite,

tore dei citramontani Antonio Corsetto,


rettore degli ultramontani

laro presentando

gratis

avvenuta tra

che era un tedesco


Il

collegio di diritto

giudicato in favore del Corsetto. Cosi infatti


soconti di esarai di scolari poveri, super

ciorum

et birrectorum et alia,

non dimesso,

volta, e l'uso

gare, perch

denari

erano

quia

retil

super sco-

civile

aveva

legge nei re-

remissione cirote-

pauper est.

gli scolari
finiti

si

il

(1479), e

siciliano

Qualche

non avevano da pa-

anzitempo, e allora erano

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

107

accordate delle dilazioni fuerunt facte inductiae pr

duodecim

bononiensium

qua

in posterurn

ulla alia gratia

per

non posse

remissio nec prorogatio nec

fieri

non era stata

Segno, che questa dilazione

la prima. Del resto

parrebbe che non

molto lautamente, se

si

summa

menses cura declaratione

tres

pensa che

il

ci

fosse stato da viver

sussidio dato dal

comune

di Catania nel 1391 a tutti coloro, che fossero andati fuori del

regno a studiare
aveva dal

di

Palermo quel

Bonanno, che

Matteo

tal

andava a studiare leggi a Bologna. Peraltro questa

nel 1330

somma

E uguale somma

leggi, era sei oncie all'anno.

comune

aquista un valore molto maggiore relativamente a quei

tempi e

ai

prezzi d'allora delle derrate.

Le lauree erano festeggiate fastosamente con suoni e banchetti;


il

il

candidato andava a ricevere

sermone del priore del

le

insegne e a sentire

ne faceva

collegio, o di chi

accompagnato dagli amici della sua nazione;

cos, in

me

di

di

un Matteo Mangiagatta

rettore, oltre

il

Francorosso

di

le veci,

un esa-

Sicilia (1428)

vice rettore, che anch'esso un siciliano

drea de Piscibus,

vi

sono notati

An-

trai presenti altri sei siciliani.

Presentavansi agli esaminatori in determinata veste, ed curioso che in

un

contenuti in questi libri,


tal

uno degli esami, quali son

ristretto riassunto di

Francesco de

il

priore parlando dell'esame di un

Sicilia (1408)

vestem inhonestara

et

nota porta vit ipse Franciscus

non convenienteni doctori

tori conosciuto

il

costume che indossavano

nella sua monografia sui Rettori ne

adunque era regolato da

L'argomento della

speciali statuti, e

tesi di

dei professori che assegnava

il

Malagola

non possiamo non


il

quale peraltro

come fanno fede

gli statuti.

laurea era stabilito dal collegio


il

giorno

della

verbali degli esami dei principali scolari


cos nell'esame di

Dei ret-

descrive la storia; tutto

vedervi un non so che di convenzionalismo,


esisteva in tutta la vita d'allora,

mantellum

et

more flaminico una cum zubarello curto de panno

si

trattazione. Nei
fa

cenno ad

essi,

Francesco Mancini (1417) detto In punctis

habuit inscriptas leges videlicet

Ictus fustorum,

Cum

alienam

jrem,

De

legatis

Sono queste
descritta

altri

parole, con le quali conain-

le

ciavano certi capitoli di diritto


rea stata da

Petrarca

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI XELLO STCDIO DI

108

civile.

La cerimonia

prima e meglio

dal

La cerimonia era pi

che fu studente a Bologna.

della lau-

di tutti

solenne quando trattavasi di nominare

cavaliere

laureato

il

trascrivo alcune parole, che leggonsi nel resoconto dell'esame

Romano (l).
quum evaginato

Promoter

del siciliano Scipione

ense accinxit,

vibrato et brandito porreit

ilio

ter levato

et

in

carla adiunxit

lum

cinxit.

Ille

vagina recondit. Promoter


Prior
sec.

iuris

iuris civilis cal-

monile aureum

civilis

formam

iuravit genibus

gens ad singulos ad pacis osculum acceditur,


in pace.

tum

Redit portans dulciaria,

fuerat

Come

si

sed super

vede bisognavano

ndali per non sottoporsi a tutte queste

trattava di nobili scolari o di rettori

accompagnava a casa

il

che

fu poscia potest di

tubis

dispensa-

Quando

si

collegio

il

finiva in

un lauto

Costanzi

siciliano,

si

collegialiter

prandium

recessit

dispense spe-

cerimonie.

Bologna (1438-42)

doctores, quibus fecit grande

flexum sur-

et

allora tutto

laureato, e tutto

ad col-

domum

delle

banchetto. Cos per la laurea di Giacomo

bale dell'esame Fuit assotiatus

canonici

iuris

legge nel ver-

ad

domum

et pluribus

aliis

per

no-

bilibus doctoribus scilicet etiam militibus (13 Seti 1434).

Della vita degli studenti fuori la scuola facile

a chi

stato studente, nulla

nuovo ripeto;

di

supporla
amori,

risse,

debiti.

questa vita chiassosa

dagli artisti siciliani

in

mi

fa

Roma, quale ce

cumenti pubblicati dal Bortolotti


tano gli

atti

da studenti
vi del

pensare a quella

(2).

la ritraggono

Pel nostro caso

giudiziari e precisamente le suppliche,

al potest di

1336 un atto

di

menata
i

ci

doaiu-

rivolte

Bologna. Cosi per restare al trecento


procura, che Ansaldo de Zordano da

(1)

Vedaul doc. del 2 Giugno 1568.

(2)

Arch.

St. Sic., Miscelliincn,

Anno

IV,

f.

1-2.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Sicilia la

109

a Filippo Richo di Sicilia per comparire dinanzi al

giudice del potest di Bologna nell'occasione


istruito contro

un processo

di

Giordano.

il

Nell'atto stesso segnato

come testimonio un

altro

Sici-

liano: Bertino de Richo, e cosi in altri documenti, riguardanti

sono, per lo pi

Siciliani, siciliani

che

rilevarsi,

studenti

gli

tutti

testimoni,

di

che pu

dal

quella nazione, vivessero

uniti tra di loro aiutandosi a vicenda.

Non mancano

inoltre notizie su risse di studenti

cosi di

una del 1391 tra Matteo Bonanno di Benedetto palermitano e


Aglio del
Domenico Ugolino bolognese e un tal Giovanni
,

maestro Cecchio
del canale del
fu cavato.

(1).

Reno

Bonanno

Il

assalito mentr' era sul ponte

fu precipitato nelle acque,

notaio, che racconta

Il

il

donde a

fatto sollecito a

stento-

notare

Bonanno amisit caputium suum panni lane colloris


rosate centra suam voluntatem . Il Bonanno da buono stuche

il

dente

si

era poi rappacificato con

suoi avversari, e nell' atto

della pace detto, che egli di sua

volont e non per paura

mandans quod omnis causa, denu-

consentiens, volens et

processus

totaliter

tollatur et chancel-

ptiatio

inquisitio

letur

Questo Bonanno non da confondersi con quello che

nella Cronaca

et

successe in Palermo leggesi nella

cose

delle

rubrica dell'anno 1345

sebbene abbiano

(2),

lo

stesso

sono tuttavia a quarantasei anni di distanza l'uno

nome

dall' altro;

quest'ultimo poi, credo, che sia quel tale Bonanno, che and

come ambasciatore

di re

Martino nel 1396

Di una rissa ben pi grave, avvenuta

(3).

ira Siciliani e Te-

deschi, parlano gli atti della nazione tedesca nella nota delle

spese dell'anno 1513, dove leggesi

(1)

Vedasi doc. 3 Luglio 1391.

(2)

Vedi app.,

Anno

po' vecchio.

il

primo

Expedita duos Karlinos

1391.

(3) PiRRi, in Cronol.

vece che sia

dei

Regum

SiciL,

due Bonanno

Sampolo erede

in-

ricordali, in vero sarebbe stato

un

52, edit. 3. li

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

110

notarlo qui instrumentum pacis inter nos et siculos conflcie-

Unum marcellum

bat.

naldi Siculorum

nocte qua fecimus

dato presso a poco

gnata per

Marii et Ray-

exilium

qui

apparitori

pubblicavit. Sex bolendinos

pr candelis in

pacem cum Siculis (1). Il


in questo modo
la nazione
venuti

mani con

alle

Siciliani, accorsi in difesa dei loro corregionali

pace tra

quando

lo Studio,

Tedeschi

Siciliani e

ultimi vennero esiliati

si

anno

trovano nei
N,

come

cui

in

e per

avvenne

libri segreti

di far fare la

(2).

di

questi

La cosa peperch

1527 non

la contesa, fino al

nomi

una

tutti

stava per ab-

soddisfazione

due scolari ricordati

comune pens

il

uno strascico abbastanza lungo

raltro dovette avere

dal 1513

tedesca, sde-

forzata di alcuni Siciliani in

la intromissione

loro adunanza, e per cui erano

bandonare

era an-

fatto

di studenti siciliani (3).

facile a supporsi, gli studenti

si

tenevano lon-

tani del tutto dalla vita politica, coinvolti dalle parti, che la-

ceravano

il

comune, subivano anch'essi

esilii,

persecuzioni e

morte. Cos nel 1435 in mezzo alle fazioni dei Cenedali e dei
Bentivoglio, quando
Cenedali, dei nostri

Pur

moriva Annibale Benti voglio e Battista

e spesso doveano

all'isola

inviare un saluto, quale

cacciato dai

(1)
(2)
(3)

Normanni

(4)

studenti

siciliani

poeta arabo siculo, che

del

dall'isola le inviava lontano

da essa

FRIEDLAENDER,

Nationis Germaniae, Malagola,

p.

(5).

276.

hMifativi

Kitmvo questa notizia dal Di Giovanni, Oli eruditi siciliani nel

XVI

(5)

Nuove Effemeridi

Io sospiro la
il

io sospiro ({uclla

donne

mia

Siciliane, Serie

terra e la ritraggo

varco a dirotto pianto


patria

Ibn-Handln

1052 fu cacciato

mor

quegli

Monografie sullo studio bolognese, Malagola, p. 272.


Kor^o questo avvenne in cau8;\ delln jjiierre civili per

siero e schiudo

il

lontana

quello

(4).

vita lieta, chiassosa, libera;

restaurazione benlivogliesca, oppure per l'invasione strmiera.

(iella

colo

Ada

moriva un Matteo Bonanno

studenti

anche quella una

tuttavia era

Il

alla

Sicilia

Amari,

ad

Come

dui
libl.

pregi delle
in

II,

[i.

mo

ptsn-

sua madre cosi


.sue

Siracusa

conquistatori

Tomo

se-

!.

ogn'istanti! iiA

nac(fue

Normanni
Araba,

voi.

figliuola la

mi attirano

siciliano di Siracusa

dalla

in Africa nel 1134,

quale

III,

308.

casto

vriso

dell' isola,

NE^LO STUDIO DI BOLOGNA NEL .MELJO EV

.SlCiLIANI

111

dei provenzali, lo stram-

nelle sere d'estate coi sirventesi

botto siciliano dovea rallegrare questa vecchia Bologna.

Ed ora

XV: Un nuovo

al secolo

pensiero siciliano

periodo per

gnanimo. Bologna continua ad esercitare non


sui dotti giurisperiti siciliani

compenso con

bio adeguato

greco

La

il

ma-

influenza

riceve di ricam-

l'Aurispa, che fu

primo, che

il

poeta e maestro

stilista e

(1).

corte di Alfonso

emulatrice di quella

movimento impulso

centro del
ridici,

lieve

essa peraltro

a Bologna fosse riconosciuto cooie


di

la storia del

aggira attorno l'aragonese Alfonso

si

Normanni

dei

umanistici e giu-

agli studi

essa frequentata dal giurisperito Barbazza, consigliere

del re, e dall'umanista Panormita, entrambi siciliani, entrambi

causa

di

Questo

Bologna.

scolari a

nuovo

nuove relazioni tra

movimento

intellettuale

Bologna, e per que-

la Sicilia e

sto conviene accennarlo a larghi tratti.

magnanimo,

Di questo re meritamente chiamato

mita nel suo scritto


ra,

De

dictis et factis

il

Panor-

Alphonsi regis

nar-

com'egli cercasse di rialzare dall'oscurantismo in cui gia-

promovendo

ceva, la Sicilia,

mava a

l'istruzione popolare (2)

egli chia-

giovani, che amassero di esercitarsi nelle dispute

artistiche e giuridiche,

da

presiedute

medesimo; e

lui

tutti

stimolava affinch nelle Universit d'Italia andassero ad istruirsi

a spese del pubblico erario.


Alfonso,

(l)

il

quale

cercava

emulare

di

Normanni

VoiGT, Il risorgimento dell'antichit classica

vii.

11,

p.

nello

49 (Tra-

duzione italiana del Prof. Valbusa).


^2)

Dii

Alfonso

bisogna

muovere per

niento popolare siciliano, siccome oltre


i

documenti,

trai

quali

un mas.

citato

1'

tessere

la

autorit del

storia

dell' insejjii-i-

Panormita attestano

da Bernardo Serio,

in

un suo studio

sull'insegnamento popolare siciliano inserito negli Atti della Accademia di

Scienze lettere ed Arti di Palermo. In questo mss.


scolae
If.

31).

parvulorum:

(Biblioteca

comunale

di

si

parla del magistro

Palermo Qq. N. 207 (1458

112

SIGILI

AM

NELLO STUDIO

splendore della corte

sveva per dare una

BOLOOXA KEL MEDIO EVO

DI

ritornava

normanna

costituzione

alla

rappresentanza

innanzi a

legittima

pi

paesi amministrati, e sopratutto per assodare

lui dei

l'auto-

a quella della Chiesa. Lotta tra la chiesa

rit regia di fronte

e lo stato che continu lungamente per la Sicilia,

questione

imbrogliatissima di funeste conseguenze, causa non ultima, ad

Amedeo

esempio, dell'infelice regno di Vittorio

Come

proviene la luce, da

dall'attrito

vano famosi

giuristi, e di essi

tali

re sentivano

il

nell'isola.

dispute

sorge-

bisogno

di cir-

condarsi.

Proprio del tempo

pi

di

Alfonso

gran numero

sono

laureati in diritto a Bologna, e che

liani

alti

uffici

del regno.

Con mia sorpresa

alcuni documenti editi dal Cozza Luzzi

ho trovato buon numero


avevo

letto

nomi

nelle

di

di Sici-

assunsero poscia

sul

leggendo

infatti

regno

di Alfonso,

giudici e protonotari, dei quali

matricole e dispense dei Libri se-

greti dei collegi di diritto di Bologna. Nei capitula Regis Al-

phonsi (203, anno 1445, pag. 271)


normi, Messanae, Catanae

bitur dootorum et peritorum copia

parla Legi quidem

Cannetii,

legge

si

Siracusis
.

che

Drepani

11

allora

Pa-

quibus ha-

in

Camerario

cos ce

ne

magni Blasci Lanzae,

Perni,

Raimundi Raimundetti, Francisci de Ansalone, Jacobi

Chirci,

Francisci Ricci, Gualterii Paternionis, Johanni Aloisii Septimi


et aliorura Consilia

multa

(1).

Di costoro la maggior parte furono scolari a Bologna, dove


i

siciliani
i

lari

andavano spesso

scolari e

rimanevano insegnanti.

due Barbazza, e Nicol Tudeschi e Antonio Corsetti scoe insegnanti di diritto a Bologna furono nel secolo XV

gloria della Sicilia e dell'Italia.


Di

Andrea Barbazza chiamato legum monarcha,

esiste tut-

tora a Bologna l'antico suo palazzo, situato in via Garibaldi


di fianco alla via,

(1) 7/1

che porta

il

nome

del

reaporuo ad Fiscum apud Cannetium,

grande

p.

369.

legista. Del-

non

l'antico

resta,

che

un bellissimo fregio
cit. Gli

da

portici dell'atrio, coronati in alto

sua sempli-

in terracotta, elegante nella

archi agili dei

montate da

113

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

portici si

adagiano su colonne

capitelli di varii disegni,

dei Barbazza: l'architettura

sor-

alcuni l'arme

portanti

semplice ed elegante

Ri-

del

nascimento.

Ebbe

il

Harbazza privilegi ed onori a Bologna singolaris-

simi (1); e questa citt, che gli aveva

dato la seconda

vita,

quella del sapere, volle dargli anche la cittadinanza con privilegio del 1452.

documenti

sono

riferentisi a lui

lagola nella sua opera

sul

Ma-

stati pubblicati dal

Codro a proposito

della

pretesa

amicizia del Barbazza col Codro, tuttavia indicher in appen-

Da

dice la contenenza di questi documenti editi.

com'egh, anche prima


14 Ott. 1439, leggeva
l'annuo stipendio

anno

anno

di

di essere laureato,

in diritto

50

che avvenne nel

il

canonico

clementine con

le

bolognini. Tal

lire di

essi appare,

somma aument

2000 (1401), segno che il suo insegnamento destava ammirazione presso


Bolognesi, che fa-

di

in

fino a lire

cean di tutto per farlo restare insegnante nello Studio. Breve


infatti fu la

sua dimora a Ferrara, dove insegn

sua morte, quasi senza interruzione per venti anni


Oltre la cittadinanza
nel

diritto ci-

il

donde presto passato a Bologna, quivi insegn

vile,

1452

gli

egli

ottenne

era accordata licenza di potere

un seguito

nella citt e nel contado e con

1475 egli otteneva che

onore che
infatti

si

protrasse

dopo

la

morte

veniva accordata ai suoi eredi

sussidio era dato ai suoi figli

Andreae Barbatie

>.

cos

portare

di dieci famigli

armi
;

nel

pr

in cui egli era tenuto,


;

una lauta pensione

e dieci

anni dopo un

riedificando

hospicio D.

Egli moriva nel Luglio del 1479 siccome

Vedi App. doe. Anno 1439.

Arch. bfor. Sic. N.

di seguito.

privilegi

suoi contadini fossero esonerati dalle

Le quali cose dimostrano l'onore

tasse.

(1)

diversi

fino alla

S.

anno XX.

BOLOGNA NKL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STDDIO DI

114

appare dal resoconto di una riunione tenuta nel Collegio di


diritto civile, causa deliberandi an funeri bone memorie et

Andree Barbatie siculi


cum caputio vari ad ecclesiam asso-

famosissimi et excellentissimi

deberet coUegialiter et
tiari .

viri

I).

collegio vot a favore di questa

Il

proposta, e tutti

professori dello Studio intervennero cos vestiti a S. Petronio,

dove sepolto.

monumento, che

Il

suoi nipoti nel 1582, e vi

esiste tutt'ora, fu fatto dai

vede un mezzo

si

busto

pu

della

fu capostipite

dirsi

che diede

illustri

Barbazza

famiglia

di

Abate palermitano,

1'

dato r incarico

bolognese
trai pi

(2).

di

Prospero Lambertini

lo

annotazioni delle feste

arcivescovo

fu scolare

dimostrare

privilegi

a Bologna

nello Studio

(3)

dello Studio

canonico, e fu

Ivi fu lettore (1431-32) di diritto

insegnanti

dotti

bolognese,

Zabarella, e fin d'allora a

Antonio de Butrio e Francesco

lui fu

Egli

(1).

uomini a Bologna.

Col Barbazza ho ricordato Niccol Tudeschi


di Salerno, detto

Bar-

del

bazza col suo cappuccio da professore dello Studio

siccome

il

Card.

chiam nella prefazione premessa


dell'

anno

alle

7 (vedi Dom. Schiavo op.

f.

cit),

dove form un elogio dell'abbate palermitano. Lesse an-

che

diritto

canonico a Siena, a Firenze, a Padova

mor

in

Palermo nel 1445.


Importante questo movimento
l'insegnamento

di

li)

Doc. Armo 1439.

(.2)

Lo

stesso Tudeschi

Bibliotheca sicula.
parte

II,

p. 88U.

Di

Tomo

nei
II, f.

lui esistono

segnati coi N. 1440; 41

42.

Gap. luaL nuni.


100; vedi inoltre

3 mss.

La sua

il

Ne

lettura del decretali sotto

trovandosi

11

cosi

clerici.

XV;

Ijiblioteca

univ. di

Tomo

VI,

Boloj^'na,

ho visto incuna-

Trapani dell'anno 1474.

Com. hologneso

nome

Mongitorb,

Tirabosghi,

lettura segnata dal Mazzetti nel 143<J,

delle spese di quell'anno del

tri siciliani

alla

3.

Dei Decretali del Tudeschi

buli pregevoli nella Bibl. fardelliana di


(3)

giuridico del secolo

queste scienze ebbe in quel secolo a Bolo-

ho cercato nei

libri

veramente ho trovato una


D. Abbas de monacis sculus n al-

clilaraatl,

i>

quasi

che ora per antonomasia detto Abbate. (Vedi

cerio

Doc

che

1431)

si

tnitli di lui,

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

115

gna illustri professori siciliani, sovente scolari, che succedevano ai loro maestri. Cos al Tudeschi insegnante uel 1432
di diritto canonico, succedeva Andrea Barbazza, che dal 1439
,

sino al

venuta

dava

sino alla morte, av-

1478 insegn senza interruzione

Antonio

in quell'anno.

sapienza giuridica

la

poco appresso Ano

Corsetto

del

suo scolare traman-

Barbazza dal 1480

all' 87.

1503 insegn Bartolomeo Barbazza, sco-

al

lare del Corsetto e di non molto a lui inferiore.

Che cosa costoro insegnassero pu vedersi dai Rotuli dello


Studio, dove col nome del lettore spesso accompagnata l'indicazione della materia, che doveva essere svolta in quell'anno.
Cos dai Rotuli dell'anno 1480 fino a quelli del 1487 pu vedersi tutto quello che

Era

il

egli incaricato nel

tinarum

in

Corsetto abbia insegnato a Bologna.

1480 ad lecturam

Glemen-

Sexti et

quell'anno detto, che doveva leggere a prin-

cipio usque ad titulum de appellationibus nel 1483 legat


quintum librum usque ad titulum de hereticis e cos via,
siccome pu vedersi dai documenti, che riporto in appendice.

Antonio Corsetto da Noto fu prima scolare e rettore, e poscia


insegnante

di diritto

canonico a Bologna. Fu dottorato nel 7

ottobre 1479, e nel verbale degli esami detto; qui mirabiliter se habuit in dicto

examine non more

toreo. Ita ut fuit benemerito ab

interfuerunt tot doctores (25)

Roma

di

veleno

il

18

solito

sed doc-

omnibus approbatus Nunquam


examini.

alieni

scolaris

Aprile 1503, lasciando

Mor

molte opere

legali stampate, tra le quali noto quella intitolata Singularia


et notabilia

impressa

quattro

volte

prima a Bologna

la

nel 1447.

Con costoro,
Bologna, ricordo
giudici e

che,

prima

scolari,

altri siciliani,

potest del

Mancini, scolare nel

comune

rimasero poscia maestri a

che
di

sovente compaiono trai

Bologna.

1417, fu giudice

Francesco de Maranis laureatosi nel


stesso esecutore di giustizia, e in fine

del

Cos

comune

Francesco
nel

1423;

in queir anno
Giacomo Costanzi po-

1422 fu

test dal 1438 al 1442 e nella di cui corte erano Pantaleone

116

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Stagno giudice (1440) e Antonio

Sacca

capitano

Balia

di

quindi vice potest nel 1438-39. Tutti costoro erano stati lau-

a Bologna. Ricordo come ultimo cenno

reati

mento degli

studi

del

diritto

dalla corte di Alfonso, e che


lo Studio

che in

si

di

parte

questo movi-

impulso

riceve

sviluppa specialmente merc

bolognese, quei siciliani qui scolari e che poi furono

regno

'protonotari e consiliari del

di

Alfonso

Agliata (1435) e Andrea Barbazza (1439).

cosi

Gerardo

movimento

Questo

giuridico anch'esso un vincolo, che lega per gratitudine la


Sicilia

a Bologna.

Nel secolo

XV

che erano

liani

numerosi

sono

i-

dottori

quasi tutti scolari

stati

teologia

di

di diritto

sici-

a Bologna,

e che sovente, dopo ottenuta la laurea in teologia, furono ag-

gregati nel sacro collegio teologico bolognese

ho

onore

come

detto, toccato a pochi forestieri.

La

teologia in quel secolo

menti poderose, che

come fiamma prima

al
di

guizzava

gli

ultimi

lampi

da

dogma torcevano il cervello. Forse,


spegnersi, essa mandava pi vivo ba-

gliore di fronte alla scienza,

che

in

quel secolo

doveva sca-

turire dall'Umanesimo.

tardi lo stesso Gallileo

avrebbe voluto dimostrare anche teo-

logicamente

il

moto

astronomica

fisica

Non da

si

dimentichi che anche un po' pi

della terra,

cambiando

cos la questione

in teologica (1).

trascurarsi quindi nelle ricerche della Storia

me-

dio-evale lo sviluppo delle dottrine ecclesiastiche e del diritto canonico,


civile.

Ho

che influirono sulla

notato di questo

teologia parte dei


essi alcuni

quali

secolo

aggregati

sono notati dallo Zanetti

vita politica e sul diritto

una

ventina di dottori in
collegio

al

teologico. Di

trai pi illustri dottori in

teologia del Collegio bolognese, e sono

Antonio Sacca (1432),

Luca da Sicilia anch'esso carmelitano, laureatosi il 31 Novembre 1474. Michele Macron appartenente allo stesso or-

(1)

Halbo, Sommario della Storia (VHalia,

p,

348.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

dine, e finalmente

pi celebre di tutti costoro

il

Fu aggregato

setta dell'ordine domenicano.

Giugno 1483;

gico bolognese ai 26 di
inquisitore generale di

Sicilia

Salvo Cas-

al collegio

per

poi

fu

vicario

e poi

117

teolo-

anni

sei

procuratore

generale; fu eletto quindi da Sisto IV maestro del Sacro palazzo, e


Il

mori

la Sicilia e

religioso

generale dell'ordine domenicano.

anche causa di

Bologna

ma

Roma

in

Cassetta

simpatie che

XVI

XVII

regioni

quelle apologie a santi siciliani e

reliquie di santi paesani.


di

gno

dell' Italia.

bolognesi

dell'

ordine

Schiavo nel 1756

Bologna

una sua

in

e ripubblicata

da bolo-

fatte

Cos

lettera

Ma-

Padre Salvo Gas-

scriveva

intitolata

Sampolo

dal

alla citt

braccio del B. Alberto

il

predicatori

dei

se nei se-

Bologna esser grata deve

di Colonia in Italia portato dal nostro

setta

estrinsecarono con

manifestarono con scambii di

si

Palermo per avere ottenuto

modo

influirono a fare cono-

tali relazioni religiose si

gnesi e da siciliani; nel '400

simpatie tra

manifestarono in

si

che anch' esse, ripeto

scere a vicenda queste due


coli

relazioni e di

in

Domenico
Palermo e

occasione

dell'

Vili

centenario dello Studio bolognese. Altre reliquie erano inviate

da Palermo a Bologna

quelle

cio di

S.

Rosalia, la

santa

protettrice dei Palermitani, esposte tuttora al culto nella chiesa


di S. Petronio.

N credo

di

ingannarmi nell'affermare che questa simpatia

religiosa sia veramente esistita, perch

mi sembra esser

ci

confermato da quella deliberazione del senato palermitano, che

prendeva a protettrice

Ma

la

Santa bolognese Caterina dei Vigr.

argomento ritorner parlando

su questo

religiose nei secoli

XVI

relazioni

delle

e XVII.

Dall'Universit dei legisti passando a quella degli

ed esaminando

le

date trovo che

quattrocento sono numerosi


siciliani; nel

lari

fino

lettori di

alla

filosofia

1417 ve ne furono quattro, e

artisti,

prima met del

si

medicina,

succedono sco-

a maestri, fino al 1450, anno in cui cominciano in

numero

le letture di

diritto

date a Siciliani. Tra

gli

pi

artisti

118

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

dovette avere fama in questo secolo un Leonardo o Nardo da

che nel 1448 leggeva

di astrologia,

Sicilia, lettore

le

meteori,

e che figura locum tenens archidiaconi in una conamissione


di

esami del 1417, quando dottoravasi Enrico da Terana

Giovanni, siciliano, rettore dell'Universit degli

artisti, e

di

che

dal 1417 al 1424 insegnava medicina pratica.

Con costoro
Rotuli degli

infine molti altri

si

trovano segnati nei

artisti.

adunque

In questa parte
la

nomi

sua benefica corrente,

delle scienze la Sicilia apportava

ma

dove essa ha

influito pi

altro nello svolgimento del pensiero della penisola

che in
a mio

parere, negli studii umanistici.

La corte di Alfonso
come la corte di Cosimo

centro

della

coltura

dei Medici, suo contemporaneo, era

delle arti. Dalla scuola di S. Salvatore fondata


sina,

come

umanistica,

dal cavallo di Troia, uscirono

da

lui

a Mes-

pi forti campioni

dell'Umanesimo.

La leggenda che attorni la figura del Maurolico di un


non so che di sacro e di mitologico leggenda sicula. Quella
luce,

che

si

Maurolico
cilia,

disse essere

nel

cielo

alla

nascita

greca, che venne

del

alla Si-

caduta Costantinopoli; la luce, che illumin la via per

l'Evo moderno

il

Rinascimento, ricerca ansiosa del codice,

che diede origine a quel


l'arte e la scienza

di

veduta

la luce della coltura

rivolgimento

intellettuale,

donde

moderna. Alfonso Seguritano, contemporaneo

Lucio Flaminio, umanista siciliano, cosi scrive dell'arrivo

di costui in

Ispagna

Quo adventante quod possum vere dicere, tota Hispania


incipit splendescere. Ad hoc ibi in maximo pretio

iam tandem
habitus, per

duodecim annos aut certe amplius

publice pro-

modo barbariem prostravit, et delevit, sed et


et eam radice evulsit, vel minimum quippiam non

fessus, non
extirpavit,

amplius propagaturam; idque

minus Salamanticae

et

fecit diligenter et

adeo ut non

per totam Hispaniam de linguae

nae triunfus Lucio tribuatur, quam Romae


liam Laurentio Vallae.

et

lati-

per totam Ita-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

che

fin

dai tempi del Boccac-

superava quella del continente

(1)

ebbe un nuovo impulso

La coltura greca
cio

119

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

con

nell'isola,

venuta dei dotti greci scampati dall'eccidio

la

che prima che altrove toccavano

tinopoli,

Costoro son simili agli


dell'isola

portavano

che

Costan-

colonie

nelle

sentimento artistico della madre patria,

il

donde quegli splendidi

E come

greci

antichi

di

Sicilia.

la

monumenti

di Selinunte e di Siragusa.

coloni trovarono nelle condizioni climato-

gli antichi

logiche ed etniche della Sicilia, simili a quelle

madre

della

commercio

patria, un terreno adatto allo sviluppo del

e della

genialit greca; cosi quei greci, che col Lascari e col Bessa-

rione vennero in Sicilia, trovavano nella corte regia favori e


lauti

compensi, nel paese un elemento greco bizantino, negli

eruditi venerazione ed
Il

paese

infatti

amore

alla coltura greca.

era allora ben disposto

Catania nel 1444

vedeva costituita per decreto del re Alfonso

Eugenio IV

suo Studiura

il

per bolla di

Siculorum

Gimnasiura

generale,

ad instar Studii Bononiae. Bologna prima a dare una costituzione al Suo Studio influ anche negli ordinamenti delle altre

universit; cosi Catania copiava la costituzione

dello Studio

bolognese.

Alfonso provvedeva alla

conservazione

nella chiesa di S. Salvatore fosse fondata

che doveva essere frequentata non dai


che dai monaci degli
In quel

(1) Il

li

f.i

della

che a Messina

una scuola

greco,

di

soli Basiliani,

ma

an-

monasteri.

monastero era nel 1457

nominato archimandrita

Boccaccio in una lettera a Giacomo Pizingu, edita dal Corazzini,

lodando sommamente
rico

altri

sviluppo

coltura greca nell'isola, disponendo nel 1421

la

coltum del Pizinga,

(jualche accenno

della

coltura

ufficiale dlla corte di

classica

quella del continente italiano e della stessa

nell' isola

Toscana

caccio stesso nella Genesi s'Deorum (L. 15. G. 7) dice


ca littevas norit

della

quale

nemo

Fede-

superiore a

sit

il

Boc-

qui gre-

il

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIAKI NELLO STUDIO DI

120

famoso Bessarione, e

Pio

un ginnasio greco,

II stabil

dove insegn Costantino Lascari, che ottenne


messinese; e a questa citt egli alla

morte

la cittadinanza

lasciava

sua

la

ricchissima biblioteca. Da quella scuola usci la prima gram-

matica greca,
e

impar

in essa

il

Bembo,

il

famoso spagnuolo Cristofaro Scobar

il

Bolsanio,

Gabrieli

il

(1).

tempo l'Aurispa il Dio delle lettere greche cochiam il Valla, insegnava a Bologna. Dell' Aurispa si

In quel

me

lo

sa poco, ne io intendo continuare l'opera

Salvo Cozzo, del Mancini, e di

messi a raddrizzare

date

altri

che

lettere, rettificare

si

son

errori

(2).

come insegnante

con questa parola quel poco, che

nomia

quegli

tutti

ordinar

umanista

sulla vita di questo

Di lui ho detto

Sabbatini, del

del

di astrologia, e si intenda

si

sapeva allora

di

astro-

e di niate:natica; di lui ora dir qualche cosa sul suo

insegnamento

di lettere

greche.

Questo passaggio dell'Aurispa da astronomo ad umanista


sarebbe

che

vero strano, se

in

si

accettasse ad occhi chiusi, quel

Voigt ha detto nel suo libro importantissimo sul rina-

il

scimento dell'antichit classica a proposito dell'avversione che

per tutte

le

scienze matematiche, egli crede, che gii umanisti

abbiano sempre avuto. Ma, oltre


logna e quindi a Firenze insegn

fisica

cultore appassionato della letteratura

tanta avversione

ci

Bo-

ricordato Aurispa, a

il

Baldo

classica

Tambeni,

dei
,

inoltre

se

fosse stata tra costoro, gli umanisti inse-

gnanti nelle Universit non sarebbero rimasti a far parte della

(1)

Vuilii.si

Voi. l")

Di iiovANM,

.icl

l'arlieolo

inlilolulo,

Mazzuchelli, Scrittori
.2)

IlKMifiio

{Nuoce

italiani, Voi. 1." p.

Sahatini, Guarino

II

p.

i278

rli:i,

vita

(li

col Salv)

Ancho

il

Cozzo

u col

Rouciiicri,

ijui'sto utiuinisia.

il

Siuu.' Ili,

XVI

Mancini

altri

Ccsifi-M ci

il

Veronese e gli archetipi di

Plauto con un'appendice sulV Aurispa. Dello slesso


tiislicni

siciliane

IfeincruU

Oli eruditi siciliani nel secolo

Celso e

olln; la puluiuica uraa-

lavori sono stali scrini sulI'Au-

altri

li.iiino

trillalo

(l<-ir

incerta

121

SICILIANI NELLO .STUDIO DI BUHji.VA NEL MEDIO EVO

Universit degli
filosofi.

tra

dove erano medici, astronouji,

Certamente eran

diversi

artisti,

rami

tempi

quelli

cui

in

non potevano esservi

sapere

del

sola divisione che esisteva era fra leggi ed arti.


possibile che

una mente abbracciasse

n strano se

vere
la

era im-

tutto lo scibile d'allora,

erano qualche volta anche

artisti

ILsici

divisioni

legisti.

Forse

l'Aurispa stesso potrebbe darcene un esempio; in un documento,

da

me

trovato, nel libro delle spese del

comune

notato tra le letture dei legisti dell'anno 1417


D.

studii

Johannes de Noto de

anni 1417 sine salario

documenti dal 1393

l'Aurispa

Sicilia

festo

in

In tutti gli altri

sempre chiamato

altri studenti in leggi del

nel tornio di quegli anni vi sono da Noto; pur tuttavia

1417
io

1400

al

lohannes de Noto de

Bologna,

per Reformatores

ad lecturam voluminis pr uno anno incepto

omnium sanctorum

Sicilia ellectus

di

non sono sicurissimo, che

n'altra notizia dell'Aurispa

si

si

tratti di lui,

sebbene nessu-

abbia di queir anno

Cosic-

(1).

ch egli sarebbe stato novamente a Bologna negli ultimi giorni


del 1416 di ritorno da Savona, e forse avr accettato questa
lettura,

ma non

poi detto, se egli l'abbia tenuto.

Probabilmente pass a Costantinopoli


tonio Massa, che vi

si

nel 1422

recava con una missione

con

ufficiale

An-

presso

l'imperatore. Torn nel 15 dicembre 1423 col nuovo impera-

tore Giovanni Paleologo


del 1424. Di l

gno
gli

si

e stette a

Venezia

fino al febbraio

mosse per Milano dimorandovi

fino al giu-

di quell'anno, e quindi, rifiutando l'onorevole invito,

aveva

fatto

il

duca Filippo Maria

corte, egli part per

(1)

raltro
(2)

Bologna

Intendo del 1416 perch


ai

le

aa che egli era a Pisa,

di restare presso la

lettufe

erano date prima, del 1417

(Mehus A. Traversari,

pe-

Epist. VI, 8).

Questo periodo della vita dell'Aurispa dalia sua partenza

sua

(2).

stantinopoli alla sua venuta a Bologna la traggo dal Sabbatini

Veronese egli Archetipi di Celso

che

per

Co-

(Guarino

Plauto con una appendice suU'Aurispa).

122

Del SUO insegnamento

che

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

ci

restano sono

greche,

di lettere

documenti

soli

passi dell'epistolario del Traversari

al

Niccoli e all'Aurispa, che riguardano quest'ultimo. Per quanto

abbia cercato nell'archivio di Stato


sibile trovare

il

nome

1424-25. Ricerche, che anche

parlando

dell' Aurispa nel

il

ma non

Mazzetti dice

impos-

fu

arti del

in

aver

di

fatte,

suo Repertorio dei professori dello

Studio bolognese. Pur tuttavia


alla prova,

Bologna mi

di

quale lettore

dell' Aurispa,

anch' io

ho voluto mettermi

ho trovato che solo documenti

all'insegnamento di astrologia

Del

dell' Aurispa.

riferentisi

1424

cio

quando insegnava greco, mancano


Rotuli, i libri delle spese
del comune; e pochi frammenti ci restano dei libri segreti,
di quegli anni, dove speravo di trovarlo segnato nelle comi

missioni degli esami. Forse la peste, le guerre

venute distrussero quasi

Ma come
versari

ci

ho detto

vengono

civili

soprav-

tutto.

le lettere

in aiuto.

dell'Aurispa stesso e del Tra-

ma-

Queste peraltro sono state

teria di lunghe polemiche, e qualche volta

Siene state interpretate molto

me

alla lettera. Cosi

il

che

Didot

nel

pare

suo libro Aide Manuce et l'Hellnisme a Venise dice Bologne sige des tudes juridiques

fit

un

froid l'tablissement d'un cours de grec

accueil

Aurispa

par

que

plus

Il

Malagola nel suo lavoro sull'Urceo l'ha confutato, e viene alla


giusta conclusione che Bologna ha avuto sempre
lettere greche,
altri

giacevano

cedere che

il

1424-25

che nel
in

basso,

ma

Didot da questo

culto

alle

questi studii insieme agli

possiamo tuttavia con-

non

parziale

fatto

giudichi

dello

studio delle lettere elleniche in Bologna per lo spazio di diversi secoli . In vero
fazioni e gli odii civili

quando insegnava l'Aurispa ancora le


perduravano sebbene la citt tosse
,

gi stata sottomessa dal Pontefice. Peraltro


si

tratto

argomento del poco

le

parole da cui

profitto dell'insegnamento del-

l'Aurispa sono le parole

Ottobre 1424 e in tutte

le altre lettere dirette al

Ma non

stato osservato

che egli scrive al Traversari

che

le

relazioni

dell'

il

26

medesimo.

Aurispa col

blCILIAKl -NELLO STUDIO DI

Traversari erano relazioni


si

BOLOGNA XEL MEDIO EVO

direi

quasi

123

commerciali

poich

trattava della vendita dei codici portati dall' Aurispa dalla

Grecia, e che

Traversari cercava di far comprare a Cosimo

il

dei Medici. Quindi, ora

adescare

vano

Aurispa nomina alcuni

Duca

il

di attrarlo

di

Milano e

la

la

repubblica

di

Venezia cerca-

a se con la promessa di un lauto stipendio,

ora mostra gran desiderio

vede

di essere

a Firenze; insomma

condotta di un abile negoziante, tanto pi

aveva da fare coi Fiorentini

mercanti

astuti.

Firenze voleva andare per poter vendere bene

che

il

per

codici

Traversari, facendo sapere per mezzo di un amico,

il

che anche

l'

ci si

che egli

forse egli a

suoi

codici,

Traversari cercava di acquistare coi danari di Cosima

dei Medici.

Tuttavia a Bologna egli dice di aver trovato grande ospitalit

causa

ceterum

mea

hi cives grati,

res sine lucro non

emolumenti quidquam aliud


stessa lettera egli

Nam

(1).

ben

preter salarium erit

vero che in questa

lagna di non aver trovato molti scolari,

si

n grande entusiasmo per


di questo, pi

suaves et dulcissimi sunt. Qua


erit.

lo studio del

che ricercarla, come ha

greco

fatto

il

ma

l'

ufficio

o nel poco

amore a

il

Didot;

il

poco numero degli scolari

dell'

amava pi

questi studi

di quella Universit, dedita agli studii del diritto,

detto

causa

Voigt nel ca-

rattere dell'Aurispa poco amico della fatica, che

l'emolumento che

la

siccome ha

Aurispa de-

vesi attribuire alle condizioni politiche della citt.

Che poco
a Bologna,

profitto

io

non

abbia fatto l'insegnamento dell'Aurispa

lo credo,

perch dopo

lui quivi

insegnarono

pi famosi umanisti
quali il Guarino e il Filelfo. Certamente da principio l'Aurispa non dovette trovare grande eni

tusiasmo col suo insegnamento , nuovo per Bologna


tuttavia

riuscito a mettere nell'

fecondi, che

Ci)

si

ma

egli

animo dei Bolognesi semi

svolsero pi tardi, e che determinarono

Epistolae Ambrosi Traversari, Ep. LV, Lib. XXIV, voi.

II,

Ri-

Gol. 1030,

BOLOGNA

SICiLlAKI NELLO isTCDIO DI

124

dello studio a stabilire

formatori

MEDIO EVO

regolarmente una cattedra

che sempre ha avuto, ed ha, valenti maestri.

di greco,

Quando
versie;

.NEL

1'

Aurispa insegn a Bologna

anche qui contro-

Voigt dice dal settembre del 1423 sino all'agosto

il

del 1424 senza uno stipendio fisso.

Ma

dalle sue lettere e

da

quelle del Traversari la prima notizia che

si

dimora a Bologna del 25 giugno 1424

da una lettera del

Traversari al Niccoli

abbia della sua

Aurispa noster ut a certis auctoribus

Imperatore graeculo sese Bononiam contulit

didici dimisso

La sua prima
bre 1424, diretta

lettera

da Bologna

al Traversari,

non andava a Firenze per

in

dove dopo

la peste

(1).

data del 13 settemdi avergli detto

soggiunge

che

Qua caussa

institueram Bononiae ut scripseram, pubblico salario litteras

grecas

legere

tus sim et

si

ita

rem

egi ut hoc anno Bononiae conduc-

velim relinquere hos facile possim, ibo igitur sep-

timana futura Venetias


noniae adferam

(2).

partem librorum meorum huc Bo-

et

Erano

primi codici greci, che venivano

a Bologna, e chi sa quanti ne saranno rimasti, e che produssero buon profitto molto pi tardi della dimora dell'Aurispa.

L'ultima lettera, che


Traversari

retta al

che

stabilirsi,

la

si

abbia dell'Aurispa da Bologna

ed

dell'

di-

agosto del 1425. Cosicch pu

sua dimora a Bologna

sia stata

durante

gli

anni 1424 e 1425.

Fu egli il primo ad insegnare quivi lettere greche? Certamente conoscitori di questa lingua ve ne saranno stati a Bologna

da' pi antichi tempi. Cosi nello Studio vi erano nel

fin

1382 due greci


greco,
Il

ch

ma

di

(2j

Cipro,

quali peraltro non insegnavano

il

l'astronomia.

primo insegnante

greco

certamente l'Aurispa, poiTeodoro Gaza, che da qualcuno stato notato come

anteriore

(1)

di

all' Aurispa

di

fu

nell'aver tenuto questa cattedra

Mkhus, Epistolario del Traversati, Epistola


Mkhus, XXIV, 54.

9, Vili.

si

hanno

BOLOONA NEL MEDIO BVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Anche

notizie dal 1426 al 1430.

a questa opinione

il

Voigt ed

altri

125

partecipano

(1).

Con l'Aurispa dovrei ricordare un altro umanista siciliano,


che fu a Bologna scolare in diritto. E questi Antonio Beccadi Bologna, come si chiamava in Sicilia questa famidelli
glia,

venuta un secolo prima della nascita

documento riportato da Dom. Schiavo e da


un mss.

(2).

altri, e tratto

Un
da

del 1420 le seguenti parole:

nella rubrica

riporta

Antonio

di

Palermo dona ogni anno ad Antonio di Bodi Bononia onze sei, mentre
alcuno studio pubblico . Che questi sia stato a

L'Universit di

nonia

figlio

studier

in

Messer Herrico

di

Bologna da

ammesso, ma

tutti

se egli abbia poi preso la

laurea non potrei affermarlo, poich mancano

documenti. Egli

peraltro non divenne mai un gran giurisperito.

Da Bologna a

Padova, da Padova a Siena, egli and di Universit in Unisempre

versit

aver mai ottenuto un

studente, forse senza

grado accademico.
Di questa

prima sua vita

che lev tanto scandalo


del suo tempo.

ma

Bologna

il

V Ermafrodito

fu frutto

che era

nome

libro

effetto della corruzione

dell'autore di esso dovette

dai credenti ricevere fiere invettive, quando S. Bernardino da

Siena

nella piazza di S. Petronio inveiva contro

predicando

l'infame poeta, e insieme al libro ne bruciava l'effgie dipinta

sopra una carta

(3).

(1)

Voigt, opera

cit.,

(2)

Uno

voi.

II,

p. 49.

doi pi antichi descrittori di questa famiglia

un Baldassare

BoNONiA, Descrittione della casa e famiglia dei Bologni, Messina, 1605 e


Palermo, 1606. Su Antonio Beccadelli
e

il
Ramorino
daWArch. Stor. Sic, anno

bene

fatte

(3)

il

Barozzi e

il

oltro

il

Sabbatini

Mongitore, scrissero molto


,

pubblicazioni quasi tutte

VI, VII.

Cos anche era praticato da Roberto da Lecce a Ferrara e a Mila-

no. VoLLA, Opere, p. 341, 364, 543.

curiosa peraltro la notizia, che

ri-

cavo da una lettera del Panormita al Lamola (Sabbatini-Guarino Veronese,

p. 40).

Il

Panormita ringraziando

il

Lamola per

avergli fatto stringere

In quanto

ma

Panormita con Bologna pu

relazioni del

alle

che egli

dirsi,

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STCDIO DI

126

non pi da studente,

vi sia ritornato pi volte,

da semplice visitatore, quando correva

studi umanistici e in cerca d'impiego.

conoscere la sua vita e

ebbe un

amico

intimo

per

suoi

infatti

sono

che contengono notizie importanti

scritte diverse sue lettere,

,per

l'Italia

Da Bologna

suoi studi; a Bologna poi egli

in Niccol

Malpighi

Egli se non

(1).

contribu nello svolgimento degli studi umanistici in Bologna,

pure concorse a stringere

questa citt e

le relazioni fra

l'isola;

.poich dopo lui molti siciliani della sua famiglia vennero allo

Studio, e con loro buon numero di palermitani, siccome ac-

cenner pi avanti.

Non

il

luogo di fermarmi a lungo sull'influenza esercitata

dagli

umanisti

dette

ma

nelle

trasformazione

Non

1'

Umanesimo

a questa accenno

nuove influenze

arti e nelle scienze

dopo

siccome

ripeterei cose gi

subisce una

la scuola

poich dal nuovo metodo

nuove relazioni derivano.

pi la scuola un'accozzaglia,

come ha

detto lo Zde-

kaner, o per meglio dire una riunione, di maestri e di scolari

che tramandano
con

di

generazione in generazione a viva voce o

gli scritti le cognizioni scientifiche,

alla

scienza

un

nuovo

ma

indirizzo; cos la

quella scuola che

concepirono

umanisti, che suggerirono a Raff'aello la scuola d'Atene

Dopo l'Umanesimo
nare

la

gli
(2).

e lo Studio bolognese incomincia a spia-

strada al Galvani, e la storia naturale e

comparata e patologica

vi

1'

anatomia

sorgono. Messina invita professori

bolognesi ad insegnare nel suo Studio, e Marnilo Malpighi vi

insegn per pi anni medicina


Il

secolo

XV

adunque

il

(3).

secolo pi importante

Capm, gli scrive che in segno


mandato all'Arcivescovo una copia ddV Ermafrodito.

amicizia con l'arcivescovo

(1)

Vedasi Fantuzzi, Biografe bolognesi, voi. V,

(2)

Zdrkaner, Lo Studio di Siena

(3)

P'antuzzi, op.

cit.,

voi.

p,

a mio

di amiciziu

147.

nel Rinascimento,

V, p. 128, 145.

aveva

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

127

parere, per gli studenti siciliani a'^Bologna, e questo pi che

numero

dal

professori

desumo dalgnumero

degli scolari, lo
scelti

da

Siciliani.

senza tener conto dei molti


straordinarie

pur

dei rettori e

Diciassette furono

professori,

che ebbero letture ordinarie

essendo studenti

qual premio della loro

valentia.

Da quel tempo

in poi

sebbene

le altre d'Italia distraevano


ciliani,

gli

di

si-

ogni altro ne accoglie.

secolo di chiosatori e ricercatori di codici deri-

scrittori e gli artisti politici del '500; la Sicilia,

aveva preso parte


sa

Catania e

da Bologna non pochi studenti

pur tuttavia questo Studio pi

Da questo
varono

la Universit di

movimento umanistico ne

al

che

risente anch'es-

benefici effetti, e coi Gaggini nell'arte, e coi vincitori di

Lepanto e

gli

espugnatori delle fortezze d'Atfrica nelle spedi-

zioni di Carlo

(1)

partecipa anch'essa alla grandezza del

secolo XVI.

Per questo
colo

XV,

le

le

mie ricerche, che volevo limitare

ho estese per tutto

Pi numerosi

il

fino al se-

'500.

del secolo precedente attlaiscono nel '500

Siciliani nello Studio,

per

lo

pi appartenenti alle famiglie pi

nobili dell'isola o alla parte pi intelligente del clero.

numero degl'insegnanti siciliani nello Studio


giova avvertire che essi non appartengono pi quasi tutti
come per lo innanzi, all' Universit degli artisti quali inseIn

quanto

al

gnanti di medicina pratica o di fisica,

ma

sono

lettori di scienze giuridiche, o se

appartengono

tisti,

compaiono, quali insegnanti

(1)

Fra costoro

capitano che
tro

il

si

generalmente

di filosofia.

Era

ci

va ricordato Salvatore Burgarolla da Erice

essi

agli ar-

eff'etto

valoroso

segnal specialmente nella impresa di Tunisi del 1535 con-

corsaro Ariadeno Barbarossa.

ratore in pace e in guerra

Il

Burgarella pei servigi resi all'impe-

presertim in coronatione nostra imperiali apud

Bononiam fu fatto conte palatino. Il privilegio fu pubblicato da F. M. Mirabella nell'Arca. Star. Sic, N. S., anno XIII, 1888. Il documento dato
da Palermo 10

ott.

1535.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

128

delle condizioni

nuove

in cui

versava

dopo l'Umanesimo non pi a capo

il

pensiero siciliano; esso

del

movimento

scientifico,

come l'era stato nei tempi antichi, dagli Arabi ai Normanni.


Compaiono peraltro lettori di grammatica e di rettorica
non

gran numero,

in

ma

mancarono

secolo non

lettere italiane. Cos

corte di Leone

bastano per mostrarci

Studio Siciliani

in quello

Giano

che

Vitali,

in

quel

cultori di

che fu un buon poeta della

principalmente a Bologna; e in quello

fior

studio Niccol Pollastra, palermitano, rettore dell'universit


dei giuristi, fu valente nelle belle lettere e nella eloquenza,

amicissimo del Marineo, che ne diede in luce qualche orazione.

Tra

sono notati molti

giuristi peraltro

siciliani,

che eb-

bero letture dei digesti e dei Volumi; Bologna continua a influire nelle

opere dei grandi giuristi

vano imparato

il

siciliani,

che quivi ave-

Cos Alfonso Caribdo, valente giuri-

diritto.

che scrisse un'importante opera sulle consuetudini

sta,

sina, e sui Capitoli del

Bologna

nell'I

regno

aprile 1514

di Sicilia,

E con

(1).

di

Mes-

era stato dottorato a

vanno ricordati un

lui

Ghiliberto Bologna, tesoriere del re di Sicilia, scolare nel 1533,

un Lancia Girolamo (1580)


Aloisio,

il

Dai nomi, che ho


diede un

un Niccol Settimo nipote

di

giurista ricordato dal Cannezio, ed altri che in Si-

ottennero importanti

cilia

(2)

ufflcii.

riferito, si

buon contributo

vede che

la nobilt

di scolari allo Studio;

siciliana

per questo

secolo poi ci pi facile a vedersi, poich nei resoconti degli

esami
col

candidati appaiono quasi sempre coi loro cognomi, e

nome

(1)

Regni

della citt nativa.

Consuetudines Nuhitis civitatis Messanae,


Siciliae

capitula

n.staiii[i,

a Venezia, 1575;

a Jacobo rege usque ad Carolum V,

Ales a-

nae, 1526.
{'i)

di

Sui Lhiicu stalo

fiitto

Brolo (Palermo, 1879). Di

la vitA

Kmaiiuole Pclaez.

un albero uenoa logico da Fi'derioo Lancia

uti

Non

Girolamo Lancia, vissuto

credo

sia

quello da

quent'allro nel 1516 era capitano di Handuzzo.

me

nel '500 descriuse

ricordato

poich

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICU.IANI NELLO STUDIO DI

Nel '500 Palermo

129

mand. studenti a Bo-

pi che Messina

logna, e forse, siccome ho avvertito, avr influito a questo la

venuta della famiglia bolognese dei Beccadelli a Palermo. Di


costoro durante

'500 quattro furono laureati a Bologna frai

il

quali un Francesco di Coriolano, che moriva pochi mesi

dopo

presa la laurea, e che fu sepolto nell'atrio del convento di


S.

Domenico, sulla

ne: Francisco

tomba leggesi

di cui

Siculo canonico imperiali

Bononio

Coriolani

Panormi eccles. aerari pref. Qui

seguente iscrizio-

la

dum

sacris litteris et philo-

sophiae operam daret. Febris ardentis correptus Interuit vix.

XXXI

ann.

Obiit anno 1555

Un'altra famiglia bolognese venuta nell' isola fu quella di

un ramo dei Pepoli, che


Bologna, fugg
e concessioni

nell'isola,
(1).

l'aprile del 1573.

ed ebbe in quel

di

Bologna

(2)

vono ancora nella


e

sono

vi

allo Studio

citt di

una sto-

conservata nella Biblioteca cola fine del '500 e

Et alla nostra

Trapani SS. mi

connomerati Baroni

di

il

et vi-

questo ramo dei

segretari regi

che

medesima arma di scacchi d'argento e negri come


questa casata e a mia memoria ho visto uno di essi allo

fanno

Trapani privilegi

Salvetti, in

il

che scrisse tra

principio del secolo successivo dice

Pepoli

di

Sieri Pepoli, trapanese, laureotosi nel-

proposito di costui

ria mss. della famiglia Pepoli

munale

dominazione pepolesca a

la

Anche questa famiglia mand

un Antonio

scolari, cosi

caduta

la

studio di Bologna, e rattenuto dairill.mo sig. Conte Giovanni


17" lo senatore di

buona memoria

in

casa sua, che dopo al-

cuni anni nel fine del suo studio pigli


torato.

il

suo grado del doc-

quale actione fu grandimenti onorato non solo

Nella

Se/anne Giov. Battista, Atti della K. Deputazione di Storia paper le Romagne, (13 Apr. 1868; Giudigini Cose notabili della citt

(1)

tria

di Bologna, voi.
di Bologna,
(2)

I,

p. 297.

p. 591, e

quasi

Inoltre Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili


tutti

t?li

.storici

bolognesi.

Vedasi Frati, Bibliografa bolognese, N. 8506.

Arch. Star.

Sic.

N. S. anno

XX.

da

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

130

tutti

signori Pepoli

Bologna,

il

ma

da gran parte della nobilt

di

che nota ancora Francesco Araadi nel trattato della

nobilt di Bologna

(p.

51).

che

Dall'altro lato le famiglie

vennero a Bologna

dall'isola

quella ricordata dei Barbazza aumentarono queste rela-

come

Bologna e

zioni di simpatia tra

In quanto al Clero

numero

anche

la Sicilia.

in questo secolo esso

ma

di dottori in teologia,

sono

rappresentati

quelli

un po' meno

di scolari in

Gli ordini religiosi meglio

canonico, che nel passato.

diritto

d un buon

domenicani e dei carmelitani.

dei

Dei primi noto Girolamo Garroni da Palermo che fu per pi

anni reggente dello Studio di Napoli

gna

fin

dal 31 Luglio 1548,

celliere.

anno

doveva essere a Bolo-

in cui prese

il

bac-

titolo di

Pi tardi nel 28 febbraio del 1553, mediante dispensa

speciale, prese la laurea in teologia, poich

momento

di ricevere tal titolo

giurava

baccelliere nel

il

non prendere mai

di

avvenire la laurea.

in

Il

Garroni, nello stesso giorno in cui era laureato, era ag-

gregato nel sacro collegio teologico bolognese


nel 1558 nominato decano. Lasci
istituzione dei confessori
notti;

mori a Napoli

un

dotto libro

libro

come

nei

Summa

lo

per la

chiam

lo

Za-

in

questo secolo molti

quali con tal titolo potevano insegnare teologia

conventi

dal quale fu

in riputazione di santo.

Appartenenti ad ordini religiosi sono


baccellieri,

essi

peraltro spesso ottenevano la laurea

me-

diante dispensa.

Come

ultimo ricordo del '500, e di Siciliani, che in quel

secolo fiorirono a Bologna,


il

rammento Tommaso Laureti

Vasari solo nomina, e loda fra

Piombo.

11

gli scolari di

che

Sebastiano del

Lanzi nella sua storia pittorica no fa molti encomi

qualificandolo eccellente in prospettiva.


Il

Baglioni

ci

fece conoscere,

a Bologna, fosse chiamato a


pingere la volta e

le

come

Roma

il

Laureti, illustratosi

da Gregorio XIII a di-

lunette della sala di Costantino

dove

BOLOGNA XEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

aveva dipinto Giulio da Romano


la

(1).

Bologna

131

di lui ci

resta

fontana del Gigante, suo disegno, e che degnamente fa da

base alla statua del Nettuno del Gian Bologna, scelto dal Laureti

per eseguire tale opera. Di

quadro nella galleria

ma

Dovrei qui fermarmi;


pere, se dopo
e Bologna,
si

lui

Michele

di S.

esiste a
in

Bologna qualche

bosco e

in altre chiese.

a me, spinto dal desiderio di sa-

'500 vi fossero state nuove relazioni fra l'isola

il

una lussureggiante

mi

fioritura di opere religiose

par dinanzi. Sono panegirici, apologie, biografe

di santi,

hanno

e che, se non valgono nulla o quasi in s stesse,

tut-

tavia valore nelle ricerche di queste simpatie fra la Sicilia e

Bologna.

Quel secolo XVII un po' chiaccherino e un po' esagerato


era

secolo dei predicatori dell'Italia meridionale e della Si-

il

cilia,

dove, e per la natura dei luoghi, e per l'abitudine, un

sempre

po' del fantastico seicento

e'

stato.

secolo predicatori siciliani, famosissimi

E per

allora, e

in quel

non a torto

dimenticati ora, corsero l'Italia. Cos a Bologna, dove aveva


studiato, predic

Domenico Palamenghi da Girgenti, e che

membro dell'Accademia

dei Gelati, e che in questa citt

fu

stam-

p molte opere religiose, riguardanti Bologna (2).


Appartenne a questa accademia un altro palermitano Francesco Balducci, che allora dimorava in Roma.

Un

altro

Bologna
In

(1)

XVII,

fu

predicatore

'600 che acquist gran

furono a Bologna

secolo

A. Bertolotti, Alcuni artisti siciliani


notizie e

documenti

unno

raccolti nell'

IV, fase.

riferentisi al Laureti nella

(2) Il

Litosforo ossia

La domia

fama a

Carlo Giaconia anch'esso da Palermo.

questo

Stor. Sic, N. S.,

menti

del

La

l-II.

11

musici

Roma

Archivio
Bertolotti

di

siciliani

nei secoli

Stato

romano

Irai

XVI
,

Arch.

ha trovato alcuni docu-

sua dimora a Fioma.

Pietra bolognese, panegirico per S. Petronio.

forte, panegirico per S. Caterina

da Bologna. Felsina giubilante.

Felsina addolorata. Felsina risvegliata da Imeneo.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

132

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

quali Alessandro Grandis, che stamp diversi libri di mottetti.

Nelle

mancano disegnatori

non

arti

legno, delle di cui opere

ci

e sopratutto incisori in

restano belli esempii nella chiesa

dell'Osservanza.

Ma non
non ho

mio proposito di parlare del '600; di quel

giacch

fatte ricerche,

lo

quella fioritura di opere

avuta. Solo

Essa

religioso.

dato dal Clero

lari

mori della ospitale

effetto del

numeroso contributo

come un inno

Alfredo Boccone

naventura Pisano

da Bologna.

me-

dettato dalla riconoscenza,

(4)

(2),

quasi di ricambio

protettrice

di

siciliani Felice

Antonio Mostaccio

celebrarono con loro


il

quella

scritti S.

(3) e

Bo-

Caterina

bolognese Taddeo Popoli

juniore faceva una orazione in lode di

palermitana

di sco-

citt di S. Petronio, e grati della dottrina

tessevano l'apologia di Santi bolognesi. Cosi


(1),

manifesta in

si

costoro, ritornando nell'isola nativa,

col appresa, quasi,

Bonafede

mi spinse un

religiose

p* avanti, per indagare questa simpatia, che

modo

tempo

Studio perdette l'importanza

S.

citt

Rosalia, la vergine

Ricordo inoltre

(5).

Virginio Bentivoglio e Rota Domenico, bolognesi, scrittori di


orazioni panegiriche

Barbieri

sul trapanese S. Alberto

Zaccheria e Pasini Domenico Maria

(6).
il

Ed

inoltre

primo

scrit-

tore della vita e gesta del P. Innocenzo da Caltagirone

(1)

Orazioni panegiriche

(2)

Orazioni panegiriche

(a)

Vita,

morte

di

Felice Bonadede, Firenze,

terina

1(574, in 4.

Alfredo Boccone, Bolo^ifnji, 1679, in 12".


miracoli di S. Caterina da Bologna, scritta du Andi

tonio Mostaccio da Trapani, Palermo, 1712,


(4)

(7),

in 4.

Relazione del pomposo ottavario per la canonizzazione di

da Bologna celebrata

S. Ca-

nella chiesa della Gancta, Palermo, 1713,

in 4.
(u)

Pei'OI.i

palermitana,
(6)
p.

La prima

86, 87 e
Ci)

gina

Taddi:) juniore.
Pisa, 1G30, Vedi

voi.

voi.

S.

Rosalia vergine

VI, pag. 358-362.

forse del 1588, l'altra del 159(5. Vedi

Fantuxzi,

voi.

li,

VII, p. 221, 222.

Pubblicata u

8(i0.

Orazione in lode di
Fantuzzi,

Uoma

nel 1061 e nel 1667. Vedi Fantuzzi, voi.

I,

pa-

133

SICILIANI NELLO STUDIO DI BOLOGNA. NEL MEDIO EVO

biografo ed apologista di Fra Giovanni Vincenzo Fer-

l'altro

rer nobile palermitano

(1).

Questo mutuo scambio


causa

di idee religiose e scientifiche

conoscenza reciproca, cosi

di

il

bolognese Leone Ronfi-

nel principio del '600 scriveva le sue Osservazioni sopra

gli

la Sicilia

(2).

ricordo di questa

Il

crebbe sotto

coli

mutua simpatia, che attraverso

gli auspici della scienza, e

noi vicini era evocato dal popolo siciliano,


rola

se-

che negli studenti

associavasi al sentimento di gratitudine

siciliani

tempi a

in

quando dalla pa-

barnabita Ugo Bassi dalla vecchia Bologna affluiva

del

una nuova

corrente

stringendo
lanza tra
lia

era

le

patria

di patriottismo e di fede

vincoli dell'antica simpatia,

diverse regioni d'Italia.

una

tra le

memorie

colari,

ove

di

E quando

vieppi

la fratel-

nel 1888 l'Ita-

un popolo libero raccoglievasi a riverire

e le speranze

la eterna

che

preparava

Vesta

di

uno

dei pi puri e perenni fo-

nostra gente conserv la fiamma

della romanit (3) la

lontana Sicilia a Bologna inviava un

augurio, un saluto, e

siciliano

cava

il

Sampolo

in quell'anno dedi-

sua storia della R. Accademia degli studi di Palermo

la

Al pi antico Archiginnasio

Che a Bologna diede nome

di

dotta

sua vivida luce


Riverber su quest'isola lontana

Ammaestrando

(1)

gli

accorrenti desiosi suoi

V. Fantuzzi, voi. VI, p. 315; mas., dice

il

Fantuzzi

figli

esistente nella

biblioteca di S. Maria della carit.


(2)

Fu

dell'ordine

il
,

Bontgli

Reggente teologo

mori a Mazzara nel

dal Fantuzzi. Vedi Fantuzzi, voi.


(3)

1647.

dei

Carmelitani

quindi Generale

Questo ms. non fu potuto trovare

II.

Manifesto del Gomitato esecutivo per

le feste dell'

dello Studio bolognese (Bologna, 4 febbraio 1887).

ottavo centenario

134;

SICILIANI NELLO STUDIO DI

E
Da Andrea Barbazza

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

e Nicol Tudeschi

IlluBtri siciliani insegnanti

Ricev splendore novello

(1)

N. RODOLICO.

--<$><$j$K^^

(1)

Luigi Sampolo da Palermo ed

versit con queste parole dedicava

La
tuto

R.
.

Accademia
1888.

ivi

allo

professore di diritto nella R. Unistudio di Bologna la sua

degli studi di Palermo, Palermo, Tipografia

opera:

Lo

Sta-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

135

FONTI ATTINTE

Premetto poche notizie sui documenti che riporto le mie ricerche vanno fino al 1600, molti nomi certamente vi mancano,
:

perch

libri dello

non

Studio

sono pervenuti

ci

tutti,

senza lacune.

modo

Del secolo XII e XIII, che riguardi in

nulla ci resta o quasi, tranne le suppliche di

Comune per chiedere giustizia di


XIV e tra queste ne ho

del

del secolo

scolari

la

Potest

al

Ve ne sono

ricevuti.

torti

trovato

conoscere

nostri siciliani, importanti per

diretto gli studenti,

alcune riguardanti
degli

vita

studenti

fuori della scuola.


I

documenti riportati pertanto cominciano col

cui appare
tizia
ci

un rettore

siciliano

data dagli storici, che

parlano

di

dei

1300

anteriori

secoli

non indicano

fonti

le

anno in

qualche noattinte; cos

Matteo da Termini e del Notaro Iacopo da Lentini,

scolari di diritto nello Studio.

Le

nomi sono i libri segreti dei


si
conservano in parte

fonti pi ricche di notizie e di

coUe^^i di diritto canonico e civile

neir Archivio di Stato

parte

in

che

nell'

Bologna. Giova conoscere peraltro che

Archivio arcivescovile di

la

facolt di diritto cano-

XV;

nico era distinta da quella di diritto civile sino al secolo

erano rari allora

gli studenti

iure, cosa che divenne


I

libri

segreti

comunissima nei

secoli posteriori.

contengono lunghi processi verbali degli aggre-

gati nel collegio, le morti dei

membri

essere bolognesi, gli esami degli

per presentarsi agli esami. Per

del collegio,

ma

quali

studenti, le dispense
secoli

XIV

XV

della condotta tenuta dagli studenti negli esami e


voti.

ed

che ottenessero laurea in utroque

il

si

doveano

accordate
fa

cenno

risultato dei

Per quei secoli appare manifesto un certo rigore negli esami,


a cominciare dal secolo

XVI

risultati

sono

tutti splendidi, e

la stessa forinola

che

accompagna

verbali di tutti gli studenti, segno

esami erano divenuti una vera formalit.

gli

primi

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

136

libri segreti di diritto

chivio di Stato

mincia con

la

seguente iscrizione

de Angelellis in

canonico

primo va dal 1377

il

xp^

trovano

nel R.

Tempore prioratus

si

Ar-

al 1528, di fogli 228, co-

nomine amen. In hoc

D. leremie

libro continentur

omnes

presentationes examinationes et approbationes factae per venerabiles

doniinos

sapientes viros

et

Bononiae de

iuris canonici civitatis

annis a nativitate domini

doctores collegii

infrascriptos

scolaribus

infrascriptis

nostri lesui xpt millesimo

sub

trecentesimo

septuagesimo septimo indictione quinta decima tempore pontificatus sanctissimi in xP patris et D.n. Gregorii divina prudentia pape

XI anno septimo diebus et mensibus infrascriptis Fino al 20 novembre 1413 esso la copia di un registro pi antico; infatti al
lohannes quondam Mathei
foglio 41 si trova la nota seguente
de Sgarigliottis publicus imperiali et communis Bononiae auctoritate notarius suprascripta omnia in presenti libro descripta a suo
vero integro et incorupto originali cartarum bambacinarum de
.

consensu

manifesto

egregii

voluntate

et

iuris doctoris d.ni leremie

de

Angelellis

reperto dicto originali

cum

dare in premissorum
subscripsi.

fidem

et

Il

dicti

trascripsi

et

omnibus concor-

testimonium propria

manu me

che mancano sono dall'aprile 1473


novembre 1508 al marzo 1509.

secondo registro va dal 1528

qualche

utriusque

bononiensis

predicta

dicto transcripto in

Gli atti

II

sapientis

ci vis

tunc prioris et aliorum doctorum

collegii

dal 13

et

all'agosto 1473

1533, fogli scritti 57,

al

(f.

330),

manca

foglio.

terzo registro porta scritto sulla copertina:

Quartus

liber

secretus Iuris canonici, questo registro di fogli 145, che vanno


dal 3 gennaio 1543 al 30 aprile 1574.

Come

si

vede stato smarrito

bro rimasto mancano


dal 3

marzo 1550

il

terzo registro; nel quarto

li-

gli atti dall' 11 ottobre 1544 al 2 luglio 1548;

17 genn. 1555, dal 30 giugno 1557 al gennaio

al

1558, dal 27 aprile 1559 al 2 genn. 1560, e in fine gli atti del se-

condo semestre 1557


Il

1598,

in

4" registro, cio


(T.

160.

molte parti con lacune.


quintus liber secretus

va dal 1575 al

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

11

5 registro, cio

199.

fF.

245. Di quest' ultimo

6" registro, cio

Il

sextus

ff.

liber

va dal 1598

etc. ,

septimus liber

etc.

137

1639,

al

va dal 1631 al 1660,

non mi sono incaricato

essendomi arre-

stato nelle ricerche fino al 1600.

Oltre

canonici
sori

degni di esame sono

libri segreti,

questi atti contengono

nomi

che assistono agli esami e dei

parte. Gli stessi

nomi che

quasi sempre negli

testimoni

trovano nei

si

Acta coUegii

quanti

che

profes-

prendono

vi

libri segreti

qualche

Acta Goliegii iuris

di tutti

trovano

si

con qualche

volta

notizia di pi, spesso con la determinazione del luogo

di

nascita

dell'esaminato o del genitore.


Questi

atti

formano due categorie

di codici cartacei rilegati in

pergamena.
1431 ad diem 20

vi

legge:

si

me

Nella

lullii 1448.

Deficiuat multa acta

per

a die

Serie A, 1) Acta Goliegii iuris pontifcii

1)

annorum

inferiore

si

legge

1447-1448. Alla data 9 giugno 1438

Hic deficiunt acta quo tempore ego absens et de ipsis

rogatis fuit Franciscus

pauci actus propter pestem


2) A. 2)

parte

17 octobris

vi

De Malvasia notarius

licet

fuerint

Acta Goliegii Iuris pontif.

dall'

8 febbraio 1450 al 25

Genn. 1460.
3) A. 3)

Mancano

Acta Goliegii Iuris pontif. 24 Genn. 1460-17 Giugno 1467.

gli atti dell' 11

dicembre 1462-19 dicembre 1464.

A. 4) Acta iuris pontif. 15 febbraio 1473 13 agosto 1498.

4)

principio del registro vi

si

legge di carattere forse del '600

AI

Nota

quod desunt acta a die 18 lunii 1467 ad diem 14 februarii 1473


5) A. 5) Acta iuris pontif. a die 17 febrajo 1507 ad diem 20
Xbris 1519.
6) A. 6) Acta iuris pontif. 10
7) A. 7)

junii 1564 ad

Serie G, 1) G.
verte,

danti

1.

Il

mensem

notaio

aprillis 1565.

che ha redatto questo registro av-

che contiene un buon numero


il

1537.

Acta iuris pont. 6 febbraio 1560-9 agosto 1755. Desunt

mense

acta a

marzo 1524-25 agosto

di atti,

ma

non intero, riguar-

collegio di Diritto civile, 25 ottobre 1630-7 maggio 1649.

2) G, 2)

va dal 16 marzo 1650-20 dicembre 1651, redatto dal

Notaio Maria de Sabbatinis.


Diritto civile.

- Le

fonti pi ricche,

come

pel diritto canonico,

SICILIANI NELLO STUDIO DI

138

sono

libri segreti del collegio,

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

quali somigliano nella condotta

perfettamente a quelli gi esaminati

sono

essi

nell'

Archivio arci-

vescovile di Bologna.
In queir Archivio esistono inoltre

ab anno 1362 ad

membranaceo
che d
a

lui.

annum

primi 27

una tavola

1824. Nel primo foglio di questo mss.

fregio rappresentante

fogli

il

papa Innocenzo

II

statuti, e dai fogli 28-32

contengono questi

alfabetica dei dottori aggregati dal 1362 al 18 giugno

1566. Dal foglio 46 fino alla fine vi sono

ma

solo questi dottori,

Lo Zanetti

fino al 1566 tutti

nel suo Catalogo

Isti

fuerunt.

magistrati qui hic incorporati

facolt.

Acta collegi teologici

della facolt ai professori inginocchiati innanzi

gli statuti

un

vi

gli

sunt doctores alibi

non

nominati

sono

Vi

dottori nominati

dalla

sar certamente servito di

si

questo mss.
Pel diritto civile

come

pel pontificio esistono

segreti

libri

ed

atti del collegio.

Dopo il secolo XV, quando gli studenti in diritto erano quasi


sempre laureati in %itroque iure, i registri di diritto canonico e
gli stessi nomi si
quelli di diritto civile si compiono a vicenda
trovano negli uni e negli altri. Il primo libro segreto del collegio
di diritto civile in pergamena ben conservato, e va dal 1378 al
:

1512

ff.

254. Esso qualche volta

citarne tutte

le

settembre 1512

Mancano
Il

mancanze.

Il

secondo

lungo

riescirebbe

libro mss.

97

ff.

va dal 13

al 1530.

gli atti del luglio

3" libro,

lacunoso, e

e agosto 1522

che doveva contenere

(ff.

gli atti del

45).

1530-1543 stato

perduto.
Il

quarto libro secreto iuris Gaes. va dal 3 genn. 1543

cembre

1550, mss. ff 198

Gli atti

si

trova

nell'

che mancano sono dal 21 giugno 1543

al 7

marzo

dal 28 giugno 1547 al 5 dicembre 1548, dal 28 agosto

settembre 1550, dal 22 dicembre 1540

dicembre 1553

all'

maggio

1555, dal 28 aprile 1555


1

al 2 luglio

Liber
([.

30

di-

gennaio 1553

dicembre

1547,

1549 al 9
,

dal 22

155^i al 1" aprile

1555, dal 27 giugno 1564 al

settembre 1564, dal 30 giugno 1568

1596

al

1554, dal 29

al

Archivio di Stato.

al 1"

settembre 1568.

(Arch. di Stato) va dal 3 gennaio 1581

al

20 dicembre

89.

Liber VI (Arch. arcivescovile)

settembre 1608.

va

dal

1'

Gennaio 1597

al

25

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

139

Liber VII (Arch. di Stato) va al di l delle mie ricerche.

Come

pel diritto canonico cosi pel civile esistono

iuris civilis

Serie B, 1) 17 febbraio 1483-26 ottobre 1495,

poich r ultimo capitolo riguarda

1499.

il

il

(Arch. di Stato), formano due serie

Acta GoUegii
e D.

titolo inesatto,

Secondo libro

B, 2)

Acta iuris Cesarei, 16 febbraio 1493-16 gennaio 1501, molte laB, 3) 23 gennaio 1501-17 giugno 1539. Questo registro
cune.

senza ordine ed probabile che sia un raffazzonamento

B,

sparse.

1559.

B,

8)

B,

7) 1554,

6 ottobre-25

2 gennaio 1560-9 agosto 1575.

B, 9) Acta

B, 6) 30 aprile 1543-22 dicembre 1550.

novembre

B,

a die 3 gennaio 1577-20 dicembre 1885.

La

a 18 settembre 1609.

settembre 1633, e poi sino

serie

D va

al 1650, in

10) 3 gennaio

dal 25 ottobre 1630

redigere poi gli

atti

di

una minuta che serviva

al

20

ai

Liber sa-

notari per

e le licenze degli studenti. Nelle prime quattro

pagine vi sono delle informazioni


registro, e vi

il

1589

registri.

Inoltre degno di nota esiste nell' Archivio di Stato

pientium. Era a modo

mincia

di carte

4) 5 ottobre 1529-31 agosto 1534 vi sono atti ripetuti.

si

riguardanti

leggono questi versi

il

notaio

che co-

Egregius vatam cultor veritatis amicus

De Griflfonum preclara stirpe Matheus


Scripsit Librum X92 vergentibus annis
Mille trecentis quinctannis

Sotto vi

si

legge

cam

qaater ceto.

Hic vir onestus scripsit sub anno 1426 apud Kallendas septembris qui
fortuna prospera existat.

Vi

si

trovano molte lacune nei 130

fogli dei quali

il

codice

composto.
Nello stesso Archivio di Stato evvi

una cartella

di

dispute e

ripetizioni degli scolari per ottenere letture nella Universit,

dal 1487 al 1512 con

una aggiunta che va

dal

1513

scritto della disputa spesso autografo dello studioso

rava

nomi

la lettura

della

vi

una aggiunta

del

notaio

al

vanno

1527.

Lo

che deside-

la discussione

commissione e degli studenti e professori presenti alla

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

140

Ma non ho

disputa.

guardi studenti

potuto in quei documenti trovar nulla che

ri-

siciliani.

Nella biblioteca comunale di Bologna, mss. 17,

t.

6.

I,

Forma-

(Alexandri de) bononiensis ecclesiae archidiaconis eiusdemque

liaris

archyginnasii maioris cancellarii


storia

Bononiensis

archigimnasii hi-

Vedi Frati nella bibliografia N. 5935

egli

reputa quest' opera

niun valore storico.

di

Quest' opera contiene T.

1, p.

410 un catalogo degli

logi e di dottori della facolt di

quali egli ne addita la fonte,

ex Alidosio,

teologici et

non

si

Un

pu essere

atti

p.

teologia

410

doctorum

actis

memorati

ai

collegi

buona parte perduti. Pertanto

in

comunale (vedi Bibliografia

mss. del secolo XVIII, 83

et

ex

sicuri di questo zibaldone.

altro mss. della biblioteca

Num. 5944

illustri teo-

Bologna intorno

in

alumnorum

p. p.)

cit.,

magistrorum

Sillabus

qui in iure pontificio floruerunt.

una

semplice tavola alfabetica di nomi che non sono accompagnati da

nessun particolare biografico.


Il

redattore non ha indicato la fonte della sua notizia.

Inoltre (Biblioteca comunale. Vedi Frati, bibliografia 2*

mss. cart. in XVIII

Doctorum
usque ad

in-4'',

ff.

in sacra teologia

annum

438)

Gatalogus cronologicus

6067,

omnium

Bononie a collegio erecto anno 1362

1800, 27 maggio.

Questo catalogo contiene date

>

pi precise che quelle dei registri della facolt di

Alessandro de

Formaliaris.

Di questi aridi cataloghi

il

pi ricco di particolari quello di

Ercole Maria Zanotti (Biblioteca comunale 17 L 10-10') intitolato:


Dottori aggregati

almo collegio di sacra teologia


almo collegio di sacra teologia

all'

dottori laureati nell'

logna del 1500-1717. Registro dei dottori che hanno


zione in lode di

S.

Son due volumi


che
Fino

Bologna,

Bologna

egli
all'

fatto

di

Bo-

1'

ora-

Girolamo del 1523-1796.


;

lo

Zanotti ha

riunito

tutte

le

particolarit

ha potuto, come egli stesso avverte nella sua prefazione.

anno 1500 non pu distinguere

Bologna aggregati

alle altre Universit.


l'

di

10-373). Registri spettanti al collegio di sacra teologia

(ff.

di

di

al collegio dei

Fino al 1460

la

aggregazione, ed approssimativa.

dottori

dottori

da

dell'Universit

quelli

data indicata

aggregati

quella del-

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Il

secondo volume contiene

141

la lista dei baccellieri; importantis-

sima, perch la sola che ci fa conoscere nomi e documenti varii.

Sino

al

1600 sono ben pochi, poich

Lo Zanetti non

ci

ha detto dove

si

egli

dagli atti della facolt e negli atti

conferiva assai raramente.

ha presi

li

dei

probabilmente

baccellaureati

redatti

da

notari e da fonti ora perdute.

Altre fonti sarebbero


della biblioteca

gli

comunale

di

stemmi

dei quali sono dipinte le sale

Bologna dove era

che fosse stabilito nel luogo attuale.

non ho esaminate, perch scancellate

Ma
ai

lo

prima

Studio

son fonti mal sicure, che

tempi della

rivoluzione

francese, e ridipinte poscia nel periodo della Restaurazione, spesso

a seconda

capriccio del pittore.

il

Inoltre nell'atrio di S.
tra le quali qualcuna

Domenico esistono tombe

degli studenti

di siciliani.

TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI


Libri secreti iuris civilis

Libri secreti iuris pontifcii

Acta collegi iuris

civilis

A. P.

Liber sapientium
di studenti al

L. S.

Podest

S. P.

Libri secreti Univei'sitatis artistai'ura

L.

Gathalogus doctorum teologiae


Sillabus

G.

P.

A. C.

Acta collegi iuris pontificii

Suppliche

I.
I.

magistrorum doctorum

A.

C. T.
etc.

S.

Dottori aggregati nel Collegio di teologia

Zanetti

>

M.

A. D.

Catalogo dei rettori redatto dal Malagola, inserito


nelle Monografe sullo Studio bolognese

U. Dallari

Rotuli dello Studio boi.

Mazzetti, Dottori dello Studio bolognese

C. R.
I).

R.

M. D.

SICILIANI SELLO STUDIO DI

1-2

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SECOLO XIV.
5 Novembre 1300.
D.nus Petrus quondam d.ni Marchi Tallaviae de Panormo scolaris

Bonomie

et

rector scolarium citi'amontanorura studencium

iure canonico et civili

Muncium de

accusai

quem

Pistorio filium

dicit studiose et

in

in civitate Bononie iuratus denunciat et

quondam

d.ni

Dudri de Pistorio

domum

ex proposito intrasse in quamdara

qua habitabat dictus d.nus Petrus, quae domus est Zunte Sartoris
positam (sic) in cappella S. Proculi iuxta viam publicam et iuxta

in

domum

Nicolai de Mediolano et de dieta

domo fraudolenter

furtive

animo lucrandi subripuisse quemdam codicem dicti d.ni Petri


et eum exportasse precii et extimationis centum libbrarum bonouinorum et predicta die fuisse de mense Julii proximi preteriti in

et

loco et confinibus super designatis

quarum

condepnari secundum formam Juris statutorum

comunis

et poppuli

Bononiae

bonum regimen

et

eum

petiit

et

puniri

et

reformacionum

d.ni potestatis>.

1330.

gli

Il

discreto

Johanni

di

paga per spesa mentre

6 per studiare
Palermo.

demia

Gapice

Palermo studente. La

di

Messina onze 4 et a Bologna onze

sta a

la ligi, (.\nnale delle

Vedasi

Di Giovanni

di scienze e lettere di

'

citt

voi.

cose occorse nella citt

IX degli

di

Acca-

Atti della R.

Palermo. Nuova Serie.

1336.
D.nus Ansaldus de Zonlano de Scicilia scolaris
(S.

in

iure

civili.

P.)

D.nus Philippus Richo de Scicilia scolaris in iure

civili.

(S.

D.nus Fridericus de Strongillo de Scicilia scolaris in iure


vili. (S.

ci-

P.)

D.nus Bortinus Richo de Scicilia scolaris in iure


Il

P.)

civilit

documento da cui ricavo questi quattro nomi


In XP-

nomine amen anno

nat.

eiusdem

il

millesimo

(S. P.)

seguente

trecente-

simo soxto inditione quarta die decima nona mensis .Marcii D.nus

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

143

Ansaldus de Zordano de Scicilia scolaris bononiensis studens in iure


civili petit et costituit et ordinavit D.num Philippe de Richo de
scolarem bon. stadentem in iure

Scicilia
et

mandatum sponte

nitus

actorem

et

civili

ibidem presentem

suum veruin

suscipientera

legitimum pe-

et

factorem et certum unicum spetialem et spetia-

presentandum pr eo et eius nomine


Bononiae et ad denunciandum
nomine
quibuscumque terminis et
eius
Ansaldo
et
d.no
pr ipso
ordinari
debentur tam ex forma
assignari
et
dilationibus quae sibi
sta|utorum comm. bon. nomine et occasione cuiusdam Inquisitionis
liter

ad

comparendum

et se

coram Judice malefciorum

et

processus formati et

civitatis

facti

centra ipsum Ansaldum et alios quos-

dam prove constare dixerunt ex

actis scriptis

manu

Notari doctoris

Judicis Et ad faciendum et constituendum et ordinandum pr eo


et eius nomine et loco seu ad predicta omnia unum seu pluries

procuratores et ad omnia quae in predicto

opportuna

fuerint

et

que ipse constituens facere possit si adesset premi ttens ipse constituens propria firma habere quecumque dictus procurator seu
alius ab eo substituendus fecerit in predictis seu ipsorum occasione
sub obligatione suorum bonorum.
Actum Bononie. In cappella Sancte Marie in
d.ni Ansaldi

presentibus

d.no Friderico

domo

habitata dicti

de Strongiilo de Scicilia

scolare bon. qui dixit se cognoscere constituentem et constitutum


predictos; Bertino de Richo de Scicilia scolare teste vocato et rogato.

Ego Gonus quondam Bartholomei de Morandis imperialis

comm.

et

bon. auctoritate notarius predictos interfui et rogatus seri-

bere predicta publica scripsi, subscripsi.

5 Settembre 1340.

Magnificus Fridericus do Scicilia


dei Rettori per la

una riunione

medicina a lettore

di

importante.

(S.

compare in un resoconto
di un Bei'tucio, dottore

di

in

medicina pratica.

Questo Fridericus era certamente


ufficio

nomina

P.).

Infatti

scolare

onorato

da un documento

di

qualche

che riporto,

e che devo alla cortesia del Conte Agostino Popoli, appare costui

come rettore
E una supplica
:

indirizzata

Popoli per potere portare armi

al
:

Signor

di

Bologna Taddeo dei

144

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Infrascripti

sunt

illi

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

pr quibus dominus Rector

artium Studii Bononiae

scientie Medicine et

scolarium

petit licentiam poptaadi

arma.

Dominus Magister Federicus de

Rector

Scizillia

universitatis

predicte.

Magister Leonardus de

Johannes Jacobi
Baldus Bendidei

CI.-

T-Firmo

Salvaticus de

Petrus de Tridento

Domini Rectoris.

Scizillia socius dicti

I
/

familiares dicti D.ni Rectoris.

(Signoria di Taddeo Popoli 1340, Busta

4",

R. Archivio di Stato

di Bologna).

1344.
In

XP-

nomine amen Anno eiusdera Millesimo trecentesimo

quadragesimo quarto indictione duodecima die vigesimo raensis decembri s.


Rev. viri d.nus Johannes prepositus Solensis de Alemannia

D.nus Federicus de Florencia licentiatus iuri

civili

honorabiles

et

l'ec-

tores universitatis apud ecclesiam Sancti Domifiici in scolis consuetis

per bidellos universitatis ut moris


In

est.

qua quidem congregatione proposuerunt infrascripti

peti-

tiones seu postas eiusdem d.nis Rectoribus per aliquos consiliares

porrectas et ab eisdem petite quod proponantur super quibus

suum

consilium exhiberi postularunt.

Quarum tenor talis est.


Rem cum deceat labores
consiliis

pr comuni

h-ibere

utilitate laborat

premium

et qui

suis

atque

digniorem prerogativam

preferantur idcirco vobis d.nis Rectoribus

et consiliariis

aliis

Quatenus

secure utiliter providere dispensare ordinare et firmare placeat

quod diete universitatis odlciales non obstantibus


tatis

honorentur

et

inipsisdispendium

Solventes sex denarios pr pecia ut

ppe

aliis

statutis universi-

cum ipsis dispensetur maxime circa pecias cum


minimum in comune forma omnium (?) paciantur
sit

decretus de gratia habeant

honorati quod non teneatur solvere

nisi tres

denarios pr

pecia durante in quo legunt. Item infra bietinium eo finito vel pre
alii.s

honorati (Idelius se habeant In

ollicio

aliquam utilitatem inde

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI KELLO STUDIO DI

145

speraates honestum et hoc petunt nomine suo et generaliter nomine

uniuscumque
statutis

officialis diete universitatis

non obstantibus ad haec

Statuimus, Thorencius, ad quatuor ne predictorum statutorum


tenor in predictis officialibus eiusdem universitatis patiatur exceptionem.

Quorum

supplicationem nomina sunt hec videlicet.

D.nus Johannes de

Sicilia consiliarius.

D.nus Federicus de Florencia peciarius.


D.nus Johannes Sala de

Sicilia consiliarius,

D.nus Leo de Gampugnano de Mediolano consiliariijs


d.ni Georgi de Becucio.

de loco

D.nus Nicolaus de Gaitanis de loco de Johanne de Lulixana.

Super qua quidem


partito per

p\^titione

seu posta consultum

fuit.

D.num Rectorem citramontanorum de consensu

tate dicki D.ni Rectoris

ultramontanorum

ad fabis albis et nigris placuit ponentibus

et ad

fabas

Et facto
et

volun-

scruptinium

cum

albas quod

fue-

runt numero viginti sex quod dieta posta procedat

et obtineat ut

leeta fuit et scripta est.

Salvo iure petiarum.

non quibus predieta displicueruat

Illi

posuerunt fabas nigras in contrario

mero.

fuerunt

quattuordecim nu-

(S. P.)

1345.

Bonanno palermitano fu mandato a studiare


citt di Palermo (Cronica ovvero historia delle cose successe nella citt di Palermo e nel Regno di Sicilia etc. Vedasi lettera di Domenico Schiavo Palermo e Bologna
ripubblicata dal Sampolo
Palermo 1888).

in

Notaro Matteo

di

Bologna a spese della

1346-47.

Nicolaus de Gaberratis de Sicilia Rector citramontanorum


R. Denifle P. Enrico

logna

Berlino

Arch. Stor.

Die

Statuten der luristen Universitati Bo-

Weidemann,

Sic.

N.

S.

(G.

1887).

asno XX.'

10
\

SICILIANI KELLO STUDIO DI

146

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1364.

Nicolaus de Sicilia dottore in teologia


dice

ordine.

Ma

nel catalogo

dei generali

rura

flf.

dell'

34

si

legge

ordine dei Servi non

Magister Nicolaus

Siciliensis

del col-

ordinis mino-

un

foglio staccato

che trovasi nel mss. dello Zanotti

si

legge

1364 Nicol da Sicilia dell'ordine dei Servi che fu poi gene-

Nel Codice del collegio

rale.

ordinis
v'

(A. D.)

>.

In

Lo Zanotti

mentre nel codice

trovasi invero questo Nicol di Sicilia,


legio

(G. T.)-

Nicol di Sicilia dell'ordine dei Serv fu generale del suo

Nicol da Sicilia

34 evvi

flf.

minorum. Nel Catalogo

Mag. Nicolaus

Siciliensis

dei generali dell'Ord. dei Servi

non

1369.

Dal tabularium rege ac imperalis cappellae collegiate in regio palato pauormitano, pubblicato dal Garofalo nel 1836 a pagi-

na 180

si

legge

Anno 1369

Fridericus facultatem praebet proficsciendi ad stu-

dium bononiensem Francisco de


Fridericus

etc.

Vitali.

Venerabili Francisco de Vitali de

tori Sacri sui Palatii

panormitani familiari

Pro parte tua nostre

noviter

fuit

Panormo Can-

devoto suo

et

Maiestati

etc.

humiliter

suppli-

catum ut cum veniente proximo futuro mense Septembris intendas ad Bononiense studium generale causa studendi in iure canonico proflcisci ibique spatio triura

randi

tibi

licentiam

eundi

et

annorum

vel quattuor

commo-

commorandi ut supra, impertire

benigne nostra serenitas dignaretur, qua supplicatione benigne ad-

missa talem propositum gratum habentes

tibi

licentiam

consonam

supplicationi predicto tenore presentium gratiose benigniter duxi-

mus concedendam.
ministractione

Ita taraen

dicti

offici

quod in eadera cappella super ad-

Cantoris et clericis eius

per excellentiam nostram commissa aliquem


merito confldendum subrogare debeas loco
die octave indictionis.

fide

tui.

tibi

nuperius

dignum de quo

Datum Messane

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

147

28 ottobre 1378.
Fuit examinatus D.nus Jacobus (manca
et presentatus dicto

altri

nomi

del Collegio, e in questo

caso

nibus

etc.

(seguono

il

cognome) de

diritto

di

erano bolognesi e appartenenti

che erano dottori

esaminatori

di

sempre
famiglie che tramandacivile

alle stesse

quali

vansi in pochi tale privilegio; per la qual cosa spesso in

per brevit
fuit

examen per doctores

ometter) et post

li

approbatus.

(I.

Sicilia

examini per D.num Franciscum de Rampo-

G.)

Nel Catalogo dei Potest di Bologna nel 1384 appare un

bus de

doc.

tali

dicti collegii

sar

Sicilia, forse

il

Jao-

sopra mentovato.

25 febbraio 1382.
D.nus Nicolaus de Cicilia die mercuri

minatus presentatus per D.num


et fuit diversitas in scrutinio

Frane,

nam

XXV

febr.

fuit

exa-

de Ramponibus solum

d.no Baldassare

de

Caldarinis

locum Archidiaconi fuerunt date octo cedulle probatorie et sex reprobatorie et mei priori fuerunt date novem reprobatorie et quinque approbatorie et tamen finalis extitit approbatus
qui tenuit

ex

gratia.

Que

veritate consideratur et qui erat nota malori parte

habuerit, quod fuit putatum fere

examine male se
ex pavore non ex ignorantia.

Fuit ter repetitus scruptinius.

C).

doctorum

ipse erat valens scolaris licet in hoc

(I.

1384.

Tomas de

Rector universitatis citramontanorum

Sicilia

Nel libro segreto luris


1384 ne ho trovato

il

Givilis

(G. R.)

Arch. Are. sotto la data del 7 Nov.

cognome

desso

Tommaso Grispi, che


cum salario

1384 aveva la lettura straordinaria dei Volumi

nel
lib-

brarum centum bon> e che si trova registrato nel Rotuli anno


1384 sotto il nome di Masius de Cicilia (D. R. Voi. l^ p. 4) e inoltre in M. D., N. 937.

Eccone

documenti

23 Agosto 1384 D.nus

Tomas de

Cicilia

Rector universitatis

SICILIANI NELLO STUDIO DI

148

citramontanorum

fuit

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

presentatus et examinatus per doctorum

collegium. Et fuit approbatus et optime se gessit.

7 Novembre 1384. Venerabilis magister D.nus

de

Cicilia

doctoratus

publice

fuit in

(I.

Suppositus

et

febbraio 1385.

(non potrei asserire che questo

Thomas monacus
Tommaso sia tutt' uno

dente, qui viene esaminato in diritto can.) prius

de Scicilia
col prece-

tamen presentatus

^egregio decretorum doctori D.no Galvano de Bonis


f

D.num Bar-

privato examini D.

fuit

Grispis

Sancto Petro per egregios

legum doctores d.num FraDciscum de Ramponibus


tholomeum de Saliceto. (I. C).

11

C).

Tomas de

etc...

Qui D.nus

secundum formam constitutionum iuris canonici


et fuit ab omnibus approbatus a duobus tamen reprobatus (I. P.).
Pi sotto si legge D. Thomas de Cicilia monachus habuit licentiam post altare de voluntate doctorum et promisit reverti infra anno pr doctorato faciendo et unus aromatorius qui stat in
platea promisit collegio doctorum in casu quo non veniret pr
vestibus dominorum suorum et d.norum Laurentium de Pini etc.

Thomas

iuravit

(erano

doni che

scolari

gli

come tassa di esame)


cem et not. Johannes

Virgilii

aromatarii subscriptam de
diotus fuit testis.

(I.

doveano

libbras triginta

fare
t

pr

ai

habet scripturam

manu

loro

collegio

eius qui D.nus

de

esaminatori
libbras de-

manu

ipsius

Laurentius pre-

?.).

1395.
Philippus de Messane Ord. Eremit.

S.

Augustini, dottore in teo-

logia. S. M., A. D.

16 Maggio 1385.

D.nu lacobus Bartholomei de Kaone de Sicilia fuit per doctores


examinatus sub presentatione etc. Fuit ad

dicti collegi iuris civilis

publicum de diclorum doctorum consensu unanimi abilitatus


approbatus.

(I.

G.)

et

SICILIANI NELLO STUDIO DI

149

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1388-89.

M. Tadeus de

cum

Cicilia ad

lecturam medicinae praticae in sero

salario quinquaginta bonon. Geteri vero bononienses legentes

seu qui possint et velint legare de

salarium

dumodo

eis

I,

r Gennaio
D.nus Perinus de
iuris cesarei per
(I.

in

medicina habeant

limitatum per statuta et provisiones comuni bon.

sint doctorati (D. R., Voi.

approbatus

mane

Il

1388.

Scicilia fuit preseatatus

d.num

C).

p. 8).

F.

de Ramponibus

Perinus sar forse

il

ad privatum examen

etc. et fuit

Peronus

di

ab omnibus

sopra

alte-

rato nella scrittura.

2 Giugrno 1388.
Suppositus

fuit

De

iuris canonici D.nus Peronus


coram priore predicto per D.num L.

privato examini

de Scicilia prius presentatus

Pini etc. Qui iuravit et fuit ab omnibus approbatus.

(I.

P.)

8 Luglio 1388.
D.nus Nicolaus de

Sicilia

doctoratus

fuit

publice in ecclesia

Sancti Petri maioris et D. Guaspar de collegio fecit

sermonem

ar-

chidiaconi D.nus Laurentius de Pinu tradidit insignia ei doctoratus

nomine suo

et

d.norum Guasparis de Galdarinis

et.

12 Aprile 1389.
Suppositus fuit privato examini d.nus frater Maurus de Sicilia
monacus Sancti Benedicti prius presentatus coram priore predicto
per D.num de Lamandinis priorem S. Johannis maiorum decretorum doctorem. Qui D.nus frater Maurus iuravit et vota fuerunt
quinque approbatoria simpliciter et tres de gratia approbaverunt.

<L

P.).

SICILIANI NULLO STUDIO DI

150

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1389.

Gado da

dottore di medicina pratica (M. D., N. 1320).

Sicilia,

6 Maggio 1389.
D.nus Matheus de Bonbello de

Ramponibus

F. de

tuor reprobatus.

fuit

etc.

(I.

presentatus pei*

Sicilia

D.num

examinatus, approbatus a sex, a qua-

C).

21 Maggio 1389.

Matbeus de Bonbello de

D.

ecclesia Sancti Petri.

Cicilia fuit pubblico doctoratus in

C).

(I.

31 Dicembre 1390.

D.nus Salimbene de
fuit

Sicilia

fuit subiectus

privato examini et

approbatus ab omnibus doctoribus nomine discrepante. Et fue-

runt doctores numero octo excepto presentante.

30 Agosto

(I.

C).

1391.

Pubblico doctoratus fuit in Sancto Petro d.nus Salimbene de

per d.num Frane, de Ramponibus

Sicilia

etc.

3 Luglio 1391.
In X.patris nomine

amen Anno eiusdem

nativitatis Millesimo tre-

centesimo nonagesimo primo Indictione quartadecima die tercio

mensis

lullii.

D.nus Matheus

lermo de

filius

Benedicti Bonanni sive de Bonano de Pa-

Cicillia scolaris

studens ad presens in iure

vitate

Bononie

pella

sancii Xristophari de Saragotia sponte et

fecit

et

civili in

ci-

ad presens habitator in civitate Bononie in ca-

ex certa scientia

Dominico Ugolini de Bononia dicto Rugo de espella Sancti

Nicolai Burgi Sancti Felicis ibidem presenti pr se et suis bere-

dibus stipullanti suo proprio et principali nomine et vice et no-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

151

mine lohannis magistri Gichini de Bononia cappelle Sancii Xristophari ac michi lohanni de bagno notai-io infrascripto ut pubblico personaliter stipuUanti vice et nomine dicti lohannis magistri
Gichini de Bononia et suorum heredium finem remissionem quietacionem absolutionem liberam benivollam et perpetuam pacem
concordiam

et

bonam voluntatem

specialiter de eo et super eo

dicti lohannes et Dominicus inquixiti quilibet ipsorum de


anno presenti et de mense lunii dicti anni scientie dolloxe irato
animo et malo modo ferebant insultum impetum et aggressuram
movendo se ipsos de loco ad locum et curendo contra et adversum
dictum dominum Matheum de Gicillia et ipsum d.num Matheum
existentem supra infrascriptum pontem inductum et chalciatum
chadere fecerunt de summitate dicti pontis in chanalem seu acquam fluminis Reni et in dictam acquam dictum d.num Matheum

quod

chalciatum precipitaverunt ex qua chasura et preci-

inductum

et

pitatione

idem d.nus Matheus non

exstitit

catus nixi quod aliqui ibidem existentes idem

summersus
d.

et suffo-

Matheum de

dieta

aqua exstrasserent et in qua et ex qua chasura et precipitatione


idem d.nus Matheus amisit caputium suum panni lane colloris rosati contra -voluntatem dicti d.ni Mathei et in eius iracundiam dapnum et preiudicium prout predicta sic vel alliter plus vel minus
plenius et latius patent et Constant in processu contra ipsum Do-

minicum

et

lohannem formatura per d.num potestatem capitaneum

bononie. Et generaliter de omnibus et singulis


sis et

percussionibus

commissis

hannem

cum

sanguinis effuxione et quibuscumque

per d.nos Dominicum

factis et perpetratis

dictis

aliis iniuriis oflfen-

in persona et contra

personam

sequaretur exinde volens mandans

et

dicti d.

aliis

et lo-

si mors
Matheus

Mathei tam

consentiens dictus

d.

quod omnis causa denuptiatio inquisiti et processus factus et flendus per dictum D. potestatem et capitanum bononie seu eius cu-

ram

et

per

in predictis

quemcumque
et in

alliura seu allios ac condepnatio

bandum

occasione predictorum vel qui fierent deinceps

ocasionibus supra scriptis totaliter tollentur et cancellentur et nul-

quod per d.num


curam et per quemcumque
Dominicum et lohannem amplius non

lius efficacie et valloris sint et esse intelligantur et

potestatem et capitaneum bon. et eius

alium seu

allios

contra ipsos

procedatur occasionibus predictis


latur et cancelletur.

Quam pacem

et si

et

processum

omnia

est totalliter tol-

et singula suprascripta

SICILIANI KELLO STUDIO DI

152

et infrascripta prefatus d.nus

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Matheus per

se et suos heredes pro-

et michi lohanni de bagno notarlo infranomine ut supra se perpetuo firma actendere observare sub pena centum libbrarum bononinorum solepniter (sic)
stipullans. Item promixit dictus d.nus Matheus per se et heredes eidem Dominico et mihi notario infrascripto. Pro quibus omnibus

Dominico

mixit eisdem

scripto Tce et

singulis firmiter observandis et efflcaciter adempliendis obbligavit

dictus d.nus

Matheus eidem Dominicho

et

possidenda. Renuptians

omnibus

dictus d.nus

etc. omnia
futurum possessa et

michi notario

sua bona mobilila et immobilia presentia

et

Matheus in his

et

super his

et singuUis expresse exceptione doli mali quod metus

causa aut ex iniusta causa in factum actioni seu privilegio diebus


inducendis et omnium legum luris et usus.
Actum Bononie in capelia Sancii Xristophari de Saragotia sub
portichum domus habitationis dicti d.ni Mathei presentis Chirico
filio quodam Viti de Ronchastraldo laboratore habitator bononie
feriatis inductis et

in dieta cappella Sancti Xristophari de Saragotia.


filio Francischi de Lanoxa de Gapella Sancte Maquodam lohannis sartore etc.
Magistro Petro filio quondam lacobi sartore.
Ego lohannis quodam Nicolai de bagno publice et imp. auct.

D.no Urbano
rie Dozio filio

not. et

com, bon. interfui et rogatus scripsi subscripsi.

1392-93.

Giovanni Aurispa.
D. lohannes de
lario

Noto deputatus ad lecturam astrologie

cum

sa-

libbrarum quinquaginta bononinorum. Habuit primam buUet-

tam de dimidia parte dictis salarli prlmorum sex menslum die selibbrae XXV
cundo lanuarii 1393 videlicet
dimidia
dicti salarli
reliquia
Item habuit secundam bullettam de
secundorum sex menslum die vlgesima soxta mensis Aprilis dicti

....

libbrae

anni videlicet
(Libro delle Spese del comune, 1393,

ff.

47,

Arch.

XXV

di Stato).

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

153

Rotulus doctorum 1394.

Ad

lecturam

astrologrie.

Magistep Johannes de Noto de Cicilia

centum ad rationem soldoruin


quolibet floreno videlicet

fl.

cum

salario florenorum

triginta quinque

bononinorum pr

50 non obstantibus quod non

sit

doctor.

(Registro indicato dell'anno 1394).

Rotulus doctorum 130&,

Ad

lecturam

astrologre.

(In margine)

hancelletur quia non processit


ut constat in presenti pagina infra

proxima vigore mandati

infe-

rius descripti.

M. lohannes de Noto de

Sicilia ellectus ad lecturam astrologie


libbrarum centuraquinquaginta bononinorom Facta
pr primis sex mensibus dicti anni de medietate dicti salarli quae

<5um salario

st libbrae septuaginta quinque.

Nello stesso foglio a pie di pagina leggesi:

1396 Indictione quarta

Die

vigesima

tertia

mensis Augusti.

Mag. lohannes. de Noto de Sicilia ellectus ad lecturam astrologiae


uno anno ut supra cum salario ducatorum centum aurii in dicto

anno non obstante quo


lario

^0

in

rotulo studii non contineatur

cum

sa-

libbrarum centumquinquaginta bononinorum debet habere pr

salario dicti anni

vigore mandati infrascripti ducatos centum


computando dictos centumquinquaginta libbras in presenti
salario ita quod in totum non habeat nisi ducatos centum aurii.

aurii

Segue

il

mandato

Anciani communis Bononiae.


tis

Mandamus

vobis notariis deputa-

offlcium deffectuum et bullectarum stipendiatorum et provisi-

154

SICILIANI HELLO STDDIO DI BOLOGNA. NEL MEDIO EVO

natorum nostri communis quatenus in libbris dictorum provvisionatorum scribatis et scriberi debeatis Magistrum lohannem Petri
de Noto de Sicilia cum provisione et salario centum ducatorum
pr lectura astrologie ad quam ellectus et deputatus fuit pr uno
anno incobato in festo Sancti Luce proximo preterito et finiendo
ut sequitur. Computando in dicto salario et provisione libbras centum quinquaginta bononinorum eidem magistro lobanni deputato
secundum formam Rotuli Studii bononiensis et omnem aliam provisionem cum salario eidem ordinatum si quod reperiretur deputatum. Sic quod computatis omnibus solum habeat ducatos centum
aurii.

Mandatum etiam
tlo dicti

vobis notariis predictis quatenus facta descrip-

mag. lohannis r

dictis libbris ut

superius scriptum est

bullettam ipsius mag. lohannis extraere et in scriptis redigere debeatis

cum

salario

centum ducatorum

aurii iuxta relationem of-

ficialium bayliae.

Datum Bononiae

XXI mensis

die

Augusti 1396 Tadeus de Ma-

melinis Notarius Reformationum scripsit.

1398-99.

Ad lecturam

astrologie Die XIII lanuarii.

M. lohannes de Noto ellectus ad lecturam astrologie

centum bononinoruni

morum

in

cum

salario

anno habuit bullettam super salarium pri-

sex mensium videlicet libbrae 50.

(Registro delle spese del

comune

di quell'anno).

18 Maggio 1392
D.nus Antonius de

omnibus approbatus

Cicilia

fuit.

(I.

fuit

presentatus et examinatus ab>

C).

31 Agosto 1392.
D.nus Antonius de Cicilia

mium legum doctorum

fliit

pubblico doctoratus per exhi-

Frane, de Ramponibus.

(I.

C).

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

155

26 Agosto 1392.
D. Guiglielmus de
ex. Doct. F. de

examine existentibus

presentatus fuit privato examini per

Sicilia

Ramponibus

et fuit ab

omnibus doctoribus in dicto

unanimiter approbatus.

et

(I.

C).

2 Settembre 1392.
D.nus Guiglielmus de
Frane, de Ramponibus.

Scicilia fuit publice doctoratus

per d.num

C).

(I.

1393.
Riniero da Sicilia lesse filosofia naturale e morale dal 1393 al
1398. (Alidosi, p. 74, M. D. N. 2647).

21 Luglio 1393,
D.nus lacobus de Scicilia

unanimiter approbatus.

fuit

presentatus privato examini et

C).

(I.

31 Luglio 1394.
Presentatus
tus et ab

fuit

D.nus Guiglielmus de

omnibus doctoribus approbatus.

Sicilia et fuit
(I.

examina-

G.).

8 Agosto 1394.
Presentatus

per egreg.

fuit

dicti coli,

priv.

ex. D.

doctores et

existentibus approbatus.

(I.

Matheus de Bonifaciis de Siciliaab omnibus doctoribus ibidem:

fuit

G.).

25 Agosto 1394.
D.

Matheus de

doct. D. Fran. de

anulum.

(I.

G.).

Sicilia fuit publice

doctoratus per egreg. legum.

Ramponibus qui suo nomine

dedit birrectum et

SICILIANI NELLO STUDIO DI

156

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1394.
D.

Andrea B

doveva essere stato scolare in quelpoco prima, poich appare dal 1394 al '97 giudice del Po-

l'anno
test

di

da

Bologna,

al

Sicilia

quale ufficio poteva aspirare solo chi fosse

stato laureato in leggi nello Studio bolognese.

1395.
Giovanni dal Pesce siciliano leggeva medicina nel 1395 (M. D.
N. 1018). Nel libro delle spese del comune del 1394 notata la

sua lettura

cum

salario libbrarum quinquaginta in

anno

1395.

Ad lecturam
lectus ad

philosophiae naturalis D. Raynerias de Sicilia

cum

dictam lecturam

sallario

el-

libbrarum quinquaginta

bononinorum.
Facta pr primis sex mensibus
salarii

quae

est

XXV

dicti

anni de medietate

dicti

bon.

Facta die quinta Aprils quae est libbrae

XXV.

(Questa lettura non notata dal Mazzetti e da altri

comune

dal Registro delle spese del

27

Afirosto

l'

ho cavata

di quell'anno).

1398.

D. lohannes de Sicilia present. fuit priv. exam. iuris civilis per

doctores

etc.

Approbatus

fuit

ab omnibus nomine discrepante.

1398.
Buccio de Co

di Givitella

da

Sicilia dottore

aggregato nel Col-

legio di teologia. (S. M., A. D.).

28 Marzo 1398.
Suppositus

fuit

examini D.nus Bertucius de

Sicilia socius d.ni

SICILIANI NELLO STUDIO DI

abatis Sancii

Felicis

Bertucius iuravit et

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

prius presenta tus

coram

Forse questo Bertucius

il

Qui d.nus

Priore.

ab omnibus approbatus.

fuit

157

(I.

P.).

Buccio precedente.

13 Ottobre 1398.

Scruptinium d.ni lacobi de

Sicilia

presentati

priore et per doctores collegii iuris pontificii

cundum formam

etc.

coram domino
Qui iuravit

istitutionum et fuit ab omnibus aprobatus.

(I.

se-

P.)-

SEGOLO XV.
6 Settembre 1404.
Fuit licentiatus d.nus Antonius de Sicilia qui michi fuerat pre-

secundum formam. In

sentatus die tercia dicti meiisis qui iuravit

quo quidem examine fuerunt undecim doctores qui dcderunt vota


et fuit ab omnibus approbatus nemine discrepante et benemerito
quia non vidi tempore meo (tempore prioratus lohannis de Sancto
Petro) valenciorem

ilio. (I.

C).

9 Settembre 1404.
Die nona septembris

Petro publice doctoratus


rianus et insigna

D.nus Antonius de

fuit

et

sermonem archidiaconis

ei dedit D.

in

Sancto

fecit

D. Fio-

Sicilia

Bartholomeus de Saliceto

(I.

C).

18 Luglio 1405.
D. lohannes de Scicilia presentatus

per eximium

doctorem

D.

Bart.

et

in

XVII a quibus fuit nefamoxus et valens.

ultra presentatores interfuerunt doctores

mine discrepante approbatus

exameaquo examine

ad privatura

fuit

de Saliceto

merito quia

Licentia data fuit eidem incontinenter in Sancto Petro

men mihi
tutionum

priori presentatus qui iuravit


(I.

prius ta-

secundum formam

eosti-

C).

27 Luglio 1405.
D.nus lohannes de Scicilia suprascriptus

fuit

publice doctoratus

158

SICILIANI NELLO STUDIO DI

in Sancto Petro et

rem

omnia

insignia sibi tradita fuerunt per docto-

sermonem

Bart. de Saliceto Fecitque

chidiaconi tenebat.

(I.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

D. Petrus qui vices ar-

C).

17 Febbraro 1407.

D.nus Benedictus de
egr. doct.

Sicilia presentatus fuit in priv.

D.num lohannem de

exam. per

Ganidulo. In quo talliter se habuit

quod ab omnibus nomine discrepante unanimiter approbatus

est.

a. c).

18 Febbraro 1407.
Doctoratus

fuit D.

de Ganitulo qui

fecit

Benedictus de Sicilia presentatus ab lohanne

sermonem.

(I

C),

5 Marzo 1408.
Presentatus

exam. D. Nicoloxius Nicul de

fuit priv.

per D. Bart. de Saliceto

et fuit

approbatus ab omnibus.

Sclcilia
(I.

C).

22 Marzo 1408
D. Franciscus dq Sicilia presentatus priv.

de Saliceto

exam. per

In quo interfuerunt ultra presentatores

etc.

d.

Bart.

XI docto-

res dicti coliegii et habuit sex approbatorias et quinque reprobatorias et sic a

maiore parte

fuit

approbatus.

(I.

C).

26 Marzo 1408.
D. Franciscus de

Sicilia

suscepit

insignia a D. Bart.

.aporta vit ipse D. Franciscus vestem inhonestam et

tem doctori

et

etc.

Et

non convenien-

mantellum more flamminico una cum zubarello

curto de panno.

(I.

C).

30 Marzo 1408.
Doctoratus

fuit

publice D. leronimus

>per Bart. de Saliceto qui

fecit

sermonem.

de Sicilia et insignitus
(I.

C).

SICILIAKI NELLO STUDIO DI

159

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

3 Ottobre 1408.
D. Nicholoxius de Scicilia fuit publice doctoratus
signia D. Bartholomeus de Scicilia.

et

dedit in-

C).

(I.

1411.

Andrea

probabilmente
lidosi.

Bologna dal 1411

Siciliano leggeva nello Studio di


leggi,

non essendo

(Ghirardacci parte

II,

Lib.

nel Catalogo degli Artisti

28

p.

dell' A-

590 e M. D. N. 130).

19 Luglio 1412.

Mandatum

Nicolao de Scicilia pr

fuit d.no

doctorum coUegii

iuris can.

parte prioris

et

quod deberet a lectura ordinaria de-

formam constit. collegi.


Et ita mandatis nostris parens desistit et illud mandatum portatura sibi fuit per unum ex maceriis dominorum Ancianorum qui
cretalium de

mane

desistere

quod erat

sec.

vocatur lobannes de Capraria et ipse idem Macerius mandavit

pr parte d.norum Ancianorum quod


(I.

illud

mandatum

firmaretur.

P.).

31 Marzo 1415.
D.

Thomas de

Anaritiatis de Scicilia fuit sub. priv.

quo quidem exam. qui fuerunt decem lectores

fuit

exam. In

approbatus a

septem reprobatus a tribus. (L C), Costui dottoravasi

il

18 Giu-

gno 1418 come vedesi dal doc. seguente. D.nus Thomas Francisci
de Anantiatis de Sicilia

fuit

signitus per D. Florianum.

publice doctoratus in S. Petro et in(I.

C).

1415.

Andreas de

Sicilia

Ord. Predicatorum, dottore

aggregato

nel

'Collegio di Teologia. (C. T. e A. D.).

4 Agosto

1416.

D. Johannes Antonius de Pace de Sicilia

fuit

subiectus

priv.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

160

exam.

et presentatus

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

per eximios doctores

quidem appro-

etc. fuit

batus simpliciter a tribus a duobus de gratia et ab uno


batus.

(I.

repro-

P.).

7 Agosto

1416.

Dictus D.nus lohannes fuit publice doctoratus


diaconi

fuit

fecit

D.nus Gruaspar de Plantacugnis

nardinus dedit

ei insignia

sermonem archiEt D.nus Ber-

etc.

suo nomine et vice nomine

etc. (I.

?.)

1416.

Giovanni da Trapani nel


parte

1416 leggeva logica. (Ghirardacci^

29 p. 610 e M. D. N. 1573).

II lib.

1417.
D. lohannes de

Noto de

ad lecturam voluminis pr

Sicilia ellectus

per reformatores studii

uno anno incepto

in

festo

omniumi

sanctorura anni 1417 sine salario. (Libro delle spese del Gom. di
quell'anno).

1417.

Enrico da

Sicilia nel

1417 leggeva medicina e nel 1425 fu ret-

tore degli studenti in tale facolt e lettore di Astrologia (Ghirar-

dacci parte

II

libro 29 p.

619.

Posso inoltre aggiungere che

Alidosi

nome

il

documenti del 19 e 15 Marzo 1425


Henricus lohannis de Terana de
tlbus et

Loyce

et philosophice

p.

21

M.

di tale rettore

(L. S.) in

1117).

leggesi nei

modo Magn.
medicorum in ar-

questo

Sicilia rector

Riporter

D. N.

documenti nella Ru-

brica dell'anno 1425.

12 Giugmo 1417.

Maxime

eloquentie et excellentissimus in iure civili vir mori-

busque cospicuus d.nus Franciscus

d.ni Antonii de Mancinis de Si-

cilia die

veneris 12 lunii presentatus priv.

doctores

etc. nairabiliter et

seotibus

decem doctoribus

exam.

iuris

civ.

per

strenue et taliter se gessit quod prenostri collegii ab eisdem

nemine

diser-

SICILIANI NELLO STUDIO DI BOLOONA. NEL MEDIO EVO

pante benemerito

extitit apppobatiis. In

punctis habuit

161

inscriptas

leges videlicet.
Ictus fustorum.

Cum

alienam rem.

De Legatis
Nel

(I.

C).
15

nel

L. S. registrato

Giugno 1420

Gonventus

d.ni

Francisci de Mancinis. Costui appare in tale registro nelle commissioni dei dottori di leggi pi volte a lato del Potest

Porcari di

Roma

Stefano

e del Potest Bindo de Tholomeis de Senis (12

agosto e 19 agosto 1423)

come dottore

leggi

ed

esecutore di

Dicembre 1423 leggesi nel


L. S. Franciscus de Mancinis doct. legum fuit decapitatus cum
Antonio de Micileto suo famulo in platea com. bon. La causa
forse per sodomia (V. Registro dei giustiziati, At^ch. di Stato di

giustizia de la citt di Bologna; nel 1

Bologna).
1417.

Filippo di Sicilia nel 1417 leggeva medicina (Ghirardacci, parte


II Lib.

29, p.

Narus de
p.

22 e in

619 e M. D. N. 1229). E

G.

forse questo

Rector scolarium citram.

Sicilia

ricordato

Pbilippus

dall'Alidosi

anno 1417-18.

R.

1417-18.

Senatore da

1417 era lettore

di Astrologia e

meta-

forse lo stesso che nel 1418 era nel collegio teologico (C. T.)

fisica;

cos

Sicilia nel

chiamato

Senatore da Mileto sacerdote secolare vescovo po75 M. D. N. 2584). Nel mss. dello Zanotti

scia di Mileto (Alidosi p.

parimente chiamato episcopus melivitanus.

1418.

Pietro Geremia doveva essere in queir anno

tale

proposito

un documento,
estratto dal

vedi Di Giovanni,

scolare a Bologna.

opera citata, che pubblica

riferentesi al sussidio accordato a Pietro Geremia,

Repertorium del Comune

Arch, bior. Sic. N.

S.

anno XX.

Palermo

f.

13.

11

162

Il

SICILIANI KELLO STUDIO DI

Di Giovanni dimostra

scrisse la vita e

come

che afferma che

BOLOGNA NBL MEDIO EVO


sia in
il

errore l'anonimo che ne

Geremia

si

sia

trovato

nel

di S. Domenico a Bologna insieme S. Vincenzo Ferreri.


Geremia aveva allora 18 anni e non era entrato nell'Ordine.

convento
Il

1418.

Antonius de Sacca de

Sicilia

Ord.

Garmel.

dottore aggregato

nel Collegio di teologia (A. D. G. T.).

1418.

lohannes de Agrigento de

Sicilia Ord. Minor, conventuale, dot-

tore in teologia. (A. D. G. T.).

1418.

lohannes de Scoglio de

Sicilia

Ord.

gato nel Gollegio di teologia (A. D. G.

Garmelit.

dottore aggre-

T.).

1418.

Ord. Garmelit. fu

Nicolaus Ritio de Sicilia


delle sentenze in

lettore pubblico

Bologna e poscia provinciale della

Sicilia.

Nel

1418 era stato nominato dottore aggregato nel collegio di teologia


(A. D. G. T.).

Sue opere

Sermones quadragesimales quos Bono-

niae habuit (Mongitore T.

II,

p. 94 Bibliotheca Sicula).

1418.

Andreas de Trapano de

Sicilia Ord. Garmelit.

dottore

aggre-

gato nel collegio di teologia. (A. D. G. T).

1419-20.
D. Petrus de Berleonibus sive de Perleonibus seu de Beliono de

Panormo de

Sicilia

Rector universit. scolar, citram.

(I.

G.

L.

S.

C. R.) 4 Aprile 1420 Venerabilis vir D.nus Petrus de Perlionibus

de

Sicilia

Rector d.norum citraiu. presentatus

l'uit

ad priv. exa-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

163

men

per excellent. dominum Flopianum de S. Petro et per me


lohannem de Aldrovandis. In quo examine ultra presentatores
fuerunt doctores octo. Ab omnibus approbatus nomine discrepante
(I. C). Lo stesso esame registrato nel Liber sapientium. Nel 23
Luglio 1422 fu dottorato come appare dal seg, doc. D.nus Petrus
d.ni Roberti de Perlionibus seu de Beliono de Panormo fuit publice
doctoratus in S. Petro. Et eidem tradit insignia

de

S.

nimie

Petro. In

1420

altro doc. del Liber

d.nus Florianus

Sap. diverso

il

patro-

23 Luglio 1420 Gonventus d.ni Petri d.ni Rogerii de Ber-

Panormo de

lionibus de
lis

un

fuit

presentatus

Cicilia in iure civili qui die

quarto Apri-

*.

1420.
Antonius siculus de Sulmona Ord. Garmel.

dottore

aggregato

nel collegio di Teologia e registrato tra gli illustri dottori di teologia (G. T. A. D.).

1420.
Niccol

da

Sicilia

Minor conventuale dottore aggregato nel

Collegio di Teologia (A. D. C. T).

1420.
Iacopo Randazzo dell'ord.

carmel.

registrato

tra

gli

illustri

dottori in teologia e aggregato al collegio teologico. (A. D. C. T.).

1420.

Leonardus de Bartholomeo siculus scolaris studens in iure ciNel Repertoriorum del Gom. di Palermo riportato dal

vili (S. P.)

Di Giovanni, opera citata, leggesi

Subsidio de studente

nardo de Bartolomeo, lu quali fu poi protonotaro

di

Leo-

1420.
Petrus de Vita Siculus Ord.
Collegio di Teologia (A. D. G.

T.).

Garmel. dottore aggregato nel

SICILIANI HKLLO STUDIO DI

164

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1420.
L'universit di Palermo dona ogn'anno ad Antonio di Bononia figlio di Messer Herrico di Bononia onze sei mentre studier
in alcuno studio pubblico

ferito riportato nella

una

questi Antonio Beccadelli che studi a Bologna.

citt di

Dottor

Don

Domenico Schiavo

historia

Palermo e nel Regno

libro mss. del

Corte

lettera di

Cronaca, o vero breve

tratto

da

fedelmente da

Giudice

Blasi

nella

un

gran

della

24 Settembre
D. Gualterius de Scicilia

nem

ri-

cose successe

delle

di Sicilia copiata

Pietro di

doc.

Il

de Ganitulo

etc. et

1421.

fuit present. priv.

interfuerunt

ultra

exam. per lohan-

presentatores

novem

doctoribus et ab omnibus fuit approbatus et merito. Habuitque in


punctis in codice,

1.

primas de iudicis

27 Settembre

(I.

C).

1421.

D. Gualterius fuit publice doctoratus in ecclesia S. Petri. Ser-

mones archidiaconi

fecit D.

D. Johannes de Canitulo

(I.

Antonius de Albergatis. Insignia dedit


C).

1422.
Enricus de

Sicilia clericus

panormitanus dottore

di

laureato nel Collegio di teologia riportato nel catalogo

teologia
degli

il-

lustri dott. in teol. (A. D. G. T.).

12

Giugno 1422.

D.nus Franciscus d.ni Antonii de Maranis de


civili licontiatus fuit

dedit ei insignia.
del potest di

(I.

doctoratus in ecclesia

Sicilia

S. Petri.

I).

C). Questo France.sco de Maranis

Bologna dell'anno

1^122

(I.

C).

in

iure

Florianus
fu giudice

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

165

1422.

Paulus de

Sicilia

Ord. Garmel.

dottore in teologia

gato nel collegio teologico di Bologna (A. D. G.

ed

aggre-

T.).

1422.

Franciscus de Sicilia Ord. Garmel, aggregato nel collegio di


teologia e dottore segnato tra

11

Examen

et

pi illustri (G. T. A.

Marzo 1424.

conventus Magnifici Mathei (manca

sconibus etc. Fuit approbatus nemine discrepante.

sibi insignia

ei

cognome) de

il

medicinae presentatus pr D.no lohanne de Gua-

Sicilia in scientia

minus dedit

D.).

licentiam

doctor.

suo nomine et

Prefatus

do-

Magister Ugus de Senis dedit

nomine

miigistri

Nicolai

de Fabiis

(L. S.).

23 Settembre 1424-25.
M. Henricus de

Sicilia,

rector medicorum, compare trai testi-

monii di un esame registrato nel L.

menti del 1425 registrati nel L.

S. 15

S.

questi

in

Marzo

1425,

altri

docu-

Examen Magn.

Henrici lohannis de Terana de Sicilia Rectoris universit. medico-

rum

in artibus et

Scicilia

Loyce

et philosophice presente d.no

Nardo de

locumtenentG in hac parte d.ni Arcbidiaconi et per magi-

Ugonem de Senis etc. Qui fuit approbanemine discrepante et habuit licentiam (L. S.).
Del medesimo 19 Marzo 1425 Gonventus Mag. Henrici de Sicilia rectoris universit. medicorum in artibus presentati per ma-

stros Frane. Aristotilem

tus

gistros etc.

Et magister

Ugo de Senis

dedit ei insignia.

10 Dicembre 1424.
Gongregatus

cem

fuit

collegium in qua congregatione fuerunt

de-

doctores et fuit positum partitum et obtentum nemine diser-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

166

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

pante quod D. Lionardus d.ni Simoni de

non
et

non obstante quod

exam. Dieta die

legerit possit subire priv.

ab omnibus doctoribus nemine discrepante

De

haec habuit in punctis:


(I.

Sicilia

Legatis.

approbatus. Et

omnibus

In

presentatus

fuit

fuit

iudiciis

etc.

C).

questo forse lo stesso Leonardo de Sicilia che compare nel-

esame

l'atto di

Henrico de

di

nominato del 15 MarSicilia locumtenente

Sicilia test

zo 1425 con queste parole D.no Nardo de


D.ni Archidiaconi

>

il suo
esame in
Dicembre 1424 (L. S.).

Si trova inoltre

vile registrato nella Rubr. 12

diritto

ci-

1425.

un

Pietro Sicilia chiamato rettore in

pare tra

testimoni (L.

S.).

Forse

esame e com-

atto di

lo stesso

che dal M. D. regi-

strato N. 2456 e dall' Alidosi p. 61 quale lettore di medicina pratica e poi di filosofia dal 1426 al 1434. (Vedi 1430).

17 Gennaio 1427.

Examinatus

fuit D.

Antonius Andreae Compagno de

presentatus per lohannem de Saliceto


et facundie.

(I.

Idem doctoratus more


S.

Fuit

C).

Nel L.

Sicilia.

Erat vir mire scientie

etc.

27 Genn.

civili presentati etc.

febbraio 1427.
solito.

U27 Examen

Qui

febbraio 1427, registrato

d.ni Antonii de Cicilia in iure

nel registro stesso, 4

d.ni

Antonii de Cicilia in

approbatus.

fuit

Gonventus

iure civili D. Florianus de S. Petro dedit

sibi insignia (I.

C).

17 Settembre 1428.

Robertus de Regno

Siciliae pres, fuit priv. exam. in iure ciquo fuerunt decem doctores dicti collegii et taliter se habuit quod ab omnibus nemine discrepante fuit laudabiliter, approvili in

batus. Et

eodem die
codem

blica recepit

licontiatus
instanti.

fuit

et

similiter

Eoque cum eo

D.

successive

Roberto

fuit

pu-

solem-

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

167

pniter dispensatum quod possit in eo loco accipere licentiam. Et


insigna recepit.

C).

(I.

21 Agosto 1428.
Spectabilis ac egregius vir D.

Matheus Manzagatta de

Sicilia

Rector universitatis Gitra montanorum privato examini subiectus


est.

Et presentatus per famos. iuris utriusque doctores D.

nium de Albergatis
dixit de gratia
(1.

meruit ab omnibus apppobari. Unus tamen

reliqui simpliciter

approbatorie exstiterint.

P.).

Eodem
est

etc.

cum

Anto-

die

idem D.nus Matheus publice in

per egregios legum doctores D. Gerardum

dreas de Galdarinis
et D.ni

anche

Examen

d.ni

il

suo

Et

etc.

propter Rectoratus dignitatem


Si trova

etc.

Johannes An-

exhibuit insigna doctoratus

sibi

Antoni de Albergatis

Agosto 1428 nel

sacristia doctoratus

fuit

assotiatus

suo nomine
collegialiter

(S. P.).

nome con

seg. doc. ricco di

date pi precise nel L.

nomi

S.

21

di altri studenti.

Mathei Nicolai de Francorubeo de Manzagatta de

Siragusa de Sicilia Rector citramontanorum in iure canonico Ap-

probatus et licentiam habuit nomine discrepante. Et deinde D.


Gerardus ipsum d.num Matheum fecit doctorem in iure canonico
et D. lohannes Andrea ei dedit insignia doctoralia.
Preseutibus Corseti rectore ultramontanorum D.no Andrea de
Piscibus de Sicilia vice rectore citramontanorum.

D.no Ludovico Pontano de Romae.

D.no lohanne Farfaglia de

Cicilia.

D.no lacobo Fora Siragusano de

Cicilia.

D.no Sanctio Sanctii de Ballo de

Cicilia.

D.no Antonio de Peruzzis de

Cicilia.

D.no Andrea bidello generali. (L.

S.),

29 Maggio 1428.

Examen

et

conventus M. Antonii artium doctoris quondam Ni-

Recho de Messina de Sicilia in medicina Presentati d.no


Petro Aristoteli locum tenent Archidiaconi etc.
Qui approbatus licentiatus et doctoratus D. Nicolaus dedit ei
colai de

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

168

lohanne de Imola. D.no Matheo de

insignia, Presentibus Petro de


Sicilia pectore

citramontanorum.

(L. S.)-

1428-29.

Andrea de Piscibus de

Sicilia

vice

citramontanorum

rector

(G. R., vedi doc. citato del 21 ag. 1428).

15 Nov. 1429.

Dispensatum
cilia ut posset

fuit

nemine discrepante D.nus Leonardus de Siexamen non obstantibus quod non

subire privatum

legerit etc.
j

Del medesimo 18 Nov. 1429.

Egregius vir D.nus Leonardus de Lampusa de

Sicilia subiectus

privato exam. fuit ab omnibus nemine discrepante approbatus

(I.

G.)

Del medesimo 16 Maggio 1431.


D.

Leonardus Johannis de

Petro.

Il

Cicilia fuit publice

doc. del 18 Nov. 1429 trovasi

stessa data nel L.

S., vi si

dice inoltre che

maggio 1431 registrato

dell' 11

d.ni Leonardi lohannis

Lampusa de Gathania de

presentati die 18 Nov. 1428 et licentiatus

D. Nicolaus Raimundinis dedit


tutti e

quattro

particolarit sul

ei

Gonventus

doctoratus et

fuit

Sicilia in iure ci-

insignia. (L. S.)

documenti, perch in ognuno ho

nome

la

habuit licentiam. In

questo libro evvi altres

vili

doctoratus in S.

anche riprodotto sotto

Ho

riportato

trovato

nuove

di costui.

30 Luglio 1430.
Dispensatum

fuit

cum

spectabili et

Sicilia

quod non ob-

per D.nos priores Gollegii

generoso viro d.no lohanne de Theodossis de

stantibus quod non audiverit iura civ. per octo annos posset
mitti ad

ratione

privatum examen
scieiitie.

(I.

G.).

et fuit

ad-

obtentum nemine discrepante

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

169

2 Agosto 1430.
Prefatus D. lohannes fuit subiectus privato exam.
a d.no priori et fuit ab omnibus

batus

(I.

laudabiliter

et

presentatus.

merito

compro-

C).

4 Agosto 1430.
Idem

D. Johannes fuit publice doctoratus in S. Petro ego prior

(Bornius de Sala) dedi insignia doctoratus. D.nus Andreas de Galdarinis fecit

sermonem.

G.)

(1.

riportati

nel L. S. dove

d.ni lohannis Antonii de Todisso

de Gathania de

Gli atti del 2 e del 4 agosto trova nsi

leggesi

Examen

Qui approbatus

Cicilia in iure civili presentati etc.

nemine discrepante
gesi

et licentiatus

et assotiatus collegialiter ; e nel 4

Agosto leg-

conventus d.ni lohannis Antonii de Tudissis de Gatania de

Sicilia presentati etc.

come

sopra.

Questo cognome ha da fare con quello dell'abate panormitano

1430.
D.nus Petrus de

citramontanorum iuristarum

Sicilia rector

(G.

R. L. S. 3 giugno 1430). Porse lo stesso citato nel 1425.

1431.

Antonio Siciliano leggeva astrologia nel 1431 (Alidosi,

p. 5,

M. D.

N. 191).
1431.

Luca da

Sicilia

leggeva

logica

nel

1431

(M. D., N. 1876, Ali-

dosi, p. 50).

1432.
Antonio Sacca

di Sicilia e dell'Ord.

tore di teologia circa quest'anno


negli atti del Potest del

Gom.

di

(S.

Garmelitano laureato dot-

M. A.

D.).

Nel 1434 compare

Gologna Antonio Sacha de

Si-

SIOILIAHl NELLO STUDIO DI

170

cilia

come capitano

di Balia, del Potest Gioac.

esecutore di giustizia

lo stesso

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Gostanzi siciliano

funzionava da vice potest.

nel 1438-14B9

ne dubito. Di quest'altro nella cartella

nell'Arch. di Stato di Bologna leggesi

Electio vice potestariae et capitaneatus Bononie

Sacca de

II

Diversorum

d.

Antonii de

Sicilia.

Gonsules et vexillifer iustitiae pop. et com. Bon.


Dilecto nobis spectabili et egregio

etc.

legum doctori d.no Anthonio

de Sacca de Sicilia salutem. Gum statim post felicem reassumptionem presentis status iucundissime libertatis ne civitas nostra
oportuno careret rectore qui omnibus insti tiam equaliter ministraret nos informati pienissime de dignitate

scientia virtute

ac

probitate vostra ut pot qui in prelibata nostra civitate per longis-

sima tempora tam in studio quam in


distis

aliis

honestis exercitiis rese-

prope temporis brevitatem vos in vice potestatem huius

vitatis

elegerimus non adhibitis forsan

forma nostrorum statutorum

illis

solepnitatibus

ci-

quam ex

etc.

1432.
Antonius

filius

Salamonis del Regno

di Sicilia e dell'ordine dei

Gappuccini, laureato dottore in teologia con Antonio

Sacca sum-

mentovato.

1432.
Nicol Tedeschi detto l'abate panormitano da Gatania dell'ord.
Benedettino, lesse gius pont. nel 1432 (M. D., N. 2958*).

molto probabile che

al

Tedeschi appartenga

estratto dal Libro delle spese del

Gomune

il

seguente doc.

dell'anno 1431

D.

Abbas

de monacis siculus deputatus ad lecturam decretalium de sero pr

uno anno incepto de mense

Oct.

1431

debet

habere pr dimidia

parte sui salarii libbras sexcentas bononinorum vigore Rotuli doct.


Studii

bon.

Die

vigesima

secunda

decembris

net

dicti

anni

manu

librae

Item habere debet pr reliquia dimidia


vigore Rot. doct.

facti in

oembris 1432 libbras

300

dicti salarii libbras

600

De-

persona Baptista de Magnanis die

300

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

171

1433-34.
D. Gofredus

de Sicilia rector citramontanorum

(C. R. L. S.

16 Nov. 1433 e 12 Apr. 1434).

9
Examinatus

Sett. 1434.

iure civili d.nus lacobus Angelo de Gostan-

fuit in

Messane de

cio de nobili civitate

cesareus noviter

Miles

Sicilia

ellectus in potestatem florentissime civitatis fiorentine Doctissimus

legiptime

presentatus

scolaris in iure civili est

d.num Bornium de Sala nomine generosi

toris d.ni Galeoti de Ganedulo. In punctis habuit

et (fratris et de iure del.). Recitavit


et in

omnibus singulariter

se habuit

nigra
res.

fuit

(I.

ad

domum

et optento

collegialiter

legum doc-

de nego, gest.)

approbatus

fuit

cum

consuetudinem nostram. Et postremo posito

numero XVI

(ff.

multum eleganter

screpante. Et introductus ad collationem

qui fuerunt

mihi priori per

viri et clari

et copiose

nomine

di-

doctoribus preter

inies doctores partito

quod non

assotiatus

una faba
per omnes docto-

fuit

nisi

G.).

13 Settembre 1434.
Doctoratus

fuit

publice in ecclesia. S. Petri

dictus D. lacobus de

Costando Siculus. Insignia

more

vir patri-

cum

presenta-

cius et eximius D. Galeotus de Ganedulo qui solus

verat. Fuit etiam assotiatus collegialiter ad

grande prandium

quibus

fecit

scilicet

etiam militibus

(I.

nella sua

domum

per doctores

et pluribus aliis nobilibus doctoribus

G.).

Questo Giacomo Gostanzi fu dal 1438

gna

solito supra-

ei dedit

corte eranvi

siciliani

al

trai

1442 potest di Boloquali Antonio

Sacha

nominato.

1435.

Gerardo Agliata di Palermo studente di diritto civile inviato a


Bologna a spese del com. di Palermo fu poscia protonotaro del
Regno di Sicilia (Rep. del com. di Palermo ff. 4); (Vedi Mongi-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

172

TORE

1 255, il

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

quale per altro descrivendone la vita non dice che


a Bologna).

sia stato scolare

21 Aprile 1438.

Palermo examinatus in iure civili elleganter se


quod ab omnibus doctoribus fuit approbatus nemine di-

D. lacobus de

habuit

ita

screpante. Et

fuit.

gnia doctoratus

finito

ei dedit

examine, doctoratus in eodem loco.


D.nus Baptista de

Insi-

S. Petro.

1439.

Andrea Barbazza di Messina scolare e insegnante di diritto a


Bologna. I documenti riferentisi a lui sono stati publicati dal Malagola nell'appendice del suo libro suH'Urceo, a proposito della pretesa amicizia del Barbazza con l'Urceo. Peraltro

niente indicarne

Doc.
D,
et

I.

sembrami conve-

doc. editi e riportarne qualcuno inedito.

Taxe doctorum

et

aliorum legentium pr anno 1439.

Andreas de Cicilia scolaris in dicto iure can. pr lectura Sexti


Glementinarum debet habere pr suo salario libras quinquaginta.
Doc. II e III. Dispense di esame del 10 Ott. 1439.
Doc. IV. Examen. 10
Doc. V.

Examen cum

ott.

1439.

Iraditione insignarum, 14

ott.

1439.

Doc. VI. Tassa pagata da Andrea Barbazza, 24 Die. 1439.

Doc. VII. Pro tassis lecturarum et salariorum,

de

I.

Can. D. Andreas

Cicilia libras 200.

Doc. VIII. Distributio doctorum et legentium 1440. Pro lecturis


iuris can. D.

Andreas de

Sic. libras 200.

Doc. IX. Licenza accordata ad A. B. per poter andare per Bo-

logna e contado armato e con

un seguito

di dieci

famgli (7

Ott. 1452).

Doc. X. Salario accordato ad A. B. pel 1459 e anni seguenti di


libre boi. 1200 (16 Ag. 1458).

Doc. XI. Salario ad A. B. pel 1459 e anni seguenti di libre boi.

1200 C16 ag. 1458).


Doc. XI. Salario ad A. B. di

lib.

2000, 10 Ag. 1461.

Doc. XII Conflrmatio restitutionis facto de A. B. in causa

Antonio et

aliis

de

S.

Agata (18 Marzo 1405).

cum

SICILIANI NELLO STUDIO DI

XIII

Doc.

XIV.

173

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Pro doctoribus privilegiatis super eorum

salariis.

Doc. XV. Exeinptio pr colonis Andreae B. (18 Mag. 1475).


Doc. XVI. Andrae B. sunt costitute librae 200 pr lectione iuris

Marzo

civilis (5

1478).

Doc. XVII. Cronaca mss. attribuita a Fileno, notizia della morte


del Bai'bazza
di

Romeo

Pepoii

Doc. XVIII.
Doc. XIX.

Giugno
Dal

che ebe per moglie

la

Magnifica

Madona Margarita

(1479).

Heredum olim
Filiorum

A. B., pensione (20 Sett. 1479).

A. B.

pr reedificando hospicio suo (22

1489).

Libro secreto iuris Cesarei (Arch. arciv.) ho trovato questo

doc. riferentesi ai funerali pel Barbazza

Prioratus Gasparis de Ganonicis 22 Julii 1470.

Hora decima convocato et congregato collegio in ecclesia


Andreae causa deliberandi an funeri bone memorie et famosissimi et excellentissimi viri D. Andree Barbatie siculi deberet collegialiter et cum caputio vari ad ecclesiam assotiari. Multa hinc
et inde fuerunt alligata pr et centra tandem propter honorem
siculi ac tanta excellentia viri fuit obtentum quod coUegium iuris
civilis una cum D. Doctoribus iuris canonici collegialiter usque
ad ecclesiam Sancii Petroni ubi corpus suum sepultum est assotiaretur. Et sic per collegium laudabiliter observatum fuit. (S. G.)
Nella chiesa di S. Petronio dove sepolto al di sopra vi si vede
scolpita la sua effigie con la seguente iscrizione Memoriae
Andreae Barbatiae Equitis et regis Aragonum
Gonsiliarii ac
S.

et pontificis interpretis aetate sua clarissimi Propr avo B. M. P. P. Anno M.D.LXXXII. Obiit

iuris civilis

nepotes

Anno M.CCGG.LXXIX.
Nei R.

D., voi. 1", p.

16, 1443-44.

sero ordinariam D. Andreas de


voi.

1.

Ad lecturam decretalium de

Sicilia.

Negli anni 1450-51 (R. D.

p. 28).

Ad lecturam decretalium de

seno ordinariam D. Andreas Bar-

baza siculus.

Nel 1452-53. Ad lecturam Sexti et clementinarum diebus


stivis D.

Andreas Barbazo siculus (Di seguito

al

nome

si

fe-

vedono

SICILIAKI NELLO STUDIO DI

174

dello stesso carattere

etiam ante

Nota del

una croce ed un

Barbazza

il

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

infatti

che potrebbero indicare

era stato nominato

anche prima;

Dallari).

Nel 1454-55. Ad lectui*am Sexti


Barbazza. (R.

Glementinarum

et

D.

Andreas

Nel 1456-57, ad lecturam decretalium de sere

D.).

ordinariam Andrea Barbazza. Nel 1457-58. Ad lecturam decretalium


ordinariam de sere Andrea Barbazza
durante

gli

(R. D.).

Lesse decretali inoltre

anni seguenti 1459-60, 1462-63, 1463-64, 1465-66, 1467-68,

1470-71, 1471-72, 1472-73, 1475-76, 1476-77, 1477-78, 1478-79. (M.

D. N. 304).

Sullo stesso Barbazza trovasi


di

Bologna che porta

cilia

illustrato

dall'

un mss.

seguente titolo

nella Biblioteca comunale


Andrea da Messina di Si-

Arciprete Canonico Bartolomeo Cesi 1719.

riporto

titolo di curiosit

minati

il

che

le fonti

il

Cesi dice di avere

esa-

Alidosi Giov. Nic. Pasquale dottore bolognese p.

1.

Minervalia 2. III.
Bumaldi Ani
Burzio Bononia illustrata, 2. IV.
Capitolo di S. Petronio,

3.

V.

Collegio dei dottori della ragione canonica,


Consigli di
Dolfi,

logna.

4,

Andrea Barbazza. Edizione veneta,

Pompeo

VI.
4,

VII.

Scipioni. Cronologia delle famiglie nobili di

Bo-

5, Vili.

Masini Antonio Bologna perlustrata.

6, Villi.

Museo cospiano. 6, XI.


Museo Sestaliano. 7, XII.
Negri Bianco Basilica Petroniano.

8, XIII.

Tractatus illustrium consultorum.

8, XIIII.

1440.
Pantaleone Stagno siciliano perch giudice

in queir

anno del

Potest Jacopo Costanzi fu certamente scolare di diritto a Bologna.

1441.
Nicolaus de

Asmundo

Siculus

Ord. Carmelit. fu laureato in

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

175

queir anno dottore in teologia ed aggregato al collegio teologico


T. A. D.).

(G.

28
Fuit

Die. 1441.

nomine discrepante posito

cum

albas et nigras dispensatum

subire priv.

partito

legiptime

ad

fabas

Tempio ut posset
examen non obstantibus aliquibus abiectis ex forma

constitutionum.

D, Francisco de

(S. P.).

31 Die. 1441.
Supradictus Franciscus de Tempio de Sicilia
etc.

examini

nomine discrepante

iuris canonici et

fuit

presentatus

fuit

examinatus

et fuit doctoratus et insigna habuit (T. P.).

10 Aprile 1443.

Examinatus
batus

fuit.

fuit D.

Antonius de

Sicilia et

bene se gessit appro-

(S. P.).

Nel'M.D. N. 195 leggesi


di gius, civile negli

Antonio da Terranova fu professore

anni 144344

lo stesso

?.

9 Luglio 1444.
D.

Antonius de Terranova

mine discorde

fuit

examinatus

et

ab omnibus no-

laudabiliter fuit approbatus in iure civili (T. C).

30
Feci (Bartolomeus

Dio. 1444.

de Lambertinis prior collegi iuris

civilis)

distributionem pecuniarum de duabus lecturis debitis collegio nostro


videlicet D.ni Jacobi
dni. Antonii

Bonanni

siculi absentis

da Gatalonia presentis

lacobi siculi). (S.

etc. (In

a civitate Bononie et

margine

G.).

Questa lettura non registrata in D. R.

divisio lectur.

176

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1444-45.
luris Civili,

Ad lecturam

vicus de Terranova. (R.

infortiati

D., Voi.

extraordinariam D. Ludo-

1 p. 20).

1445-45.

Ad lecturam
(R. D., Voi.

ordinariam. D. Bartholomeus de Sicilia

infortiati

1 p. 20).

10 Aprile 1446.
Distribute fuerunt pecunie inter doctores collegii iuris canonici

pr examine D.ni Antonii Marchioti de


lecturam universitatis in dicto
qui facient
faciente

cuniam.

examen suum

iure..

unam

habuerat

in dicto iure ante festum Natalis et eo

promiserunt doctores tunc


(I.

Sicilia qui

Et ipse promisit doctoribus

sibi

compensare dictam pe-

P.).

20 Agosto 1446.
D. Johannes Martinus de Costa de civitate siragusana

dispensationem

obstantibus

ut

audiverit etc. possit subire

obtinuit

quod decretum per annum non

examen

in iure canonico.

(I.

P.)

23 Aerosto 1446.
Egregius vir d.nus Johannes Martini de Lacosta de Siracusana
civitate presentatus fuit ad

Sancto Petro

etc. et

examen

iuris canonici per

ab omnibus doctoribus

d.

Ant. de

nemine

dicti coli, fuit

discrepante approbatus et bene merito quia bene peritus.

(F. P.)

26 Agosto 1446.
Dispensatum

fuit

cum

D.no Guidone de Sicilia alias quondam

Antonii de Capronna super eo quon non audiverit


priv.

examen.

(I.

P.).

etc. possit

subire

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

177

27 Arrosto 1446.

Examinatus fuit Nobilis et scientificus vir D.nus Guido quondam


Antonnii de Gapronua de Sicilia presentatus etc. et approbatus benemerito nomine discrepante. Et illieo fuit private doctoratus. Insigna dedit

sibi

Ant, de S. Petro.

(I.

P.)

1446.

Thomas de

D.

Libro secreto
ecco

doc.

I.

C.

citramontanorum (G. R.). Ma nel


non veramente chiamato rettore di quell'anno;

Sicilia rector

15 Ott. 1446.

Dispensatum fuit cum D.no Thoma de


d.norum citramontanorum ut non obst. etc.
vatum examen. (I. G.)

Sicilia

olim rectore

possit admitti ad pri-

31 Ott. 1446.

Fuit in iure
paTite et

eodem

(Antonio de

S.

civili licentiatus et fuit

approbatus nomine discre-

die et loco recepit insignia

Petro)

(I.

utroque iure a

me

priora

G.).

1446.
Guglielmus Siculus Ord. Garmel. dottore in teologia e aggregato
al Goll. teol. (A. D. G. T.)

1446.
Michael Siculus Ord. Garmel. dottore in teologia ed aggregato
al Goll. teol. (A. D. S. T.)

Arch. Stor. Sic. N. S. anno

XX.

12

SICILIANI NELLO STUDIO DI

178

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1448-49.

Ad lecturam medicinae
cilia

diebus festivis D, M. Fernandus de Si-

Rector artistarum et medicorum dignissimus (R. D.

voi. 1,

p. 26).

1448-49.

Leonardo da

Sicilia

quella parte della

Dottore in arti

nell'

anno 1448-49 leggeva

che riguardava

filosofia

le

meteore. (M.

D.,

N. 1821)

Nov. 1450.

1".

Dispensatum

fuit

cum

D.

Bartholomeo Panormitano ut non ob-

stante etc. possit subire privatum examen.

(I.

G.)

2 Nov. 1450.
Supradictus

fuit

examinatus

et

doctoratus recepit a D. Bapt. de

ab omnibus approbatus. Insignia


S.

Petro.

(I.

C.)

1451-52.

Lectura universitatis iuris


tsta

de

Cicilia.

Qui rotulus

civilis.

fuit

Ad lecturam voluminis

approbatus

D. Bap-

(D. R. Voi. p. 1, p. 30.)

1451-52.

Ad lecturam
p. 31).

philosophiae D. Jacobus de Sicilia

Nel 1452-53 nel Rotulo appare Jacobus de

(D. R., voi. 1

Sicilia lettore di

Logica. Nei M. D., N. 1487 notato Oiac. Siciliano, lettore di


gica del 1552-53. Forse lo stesso.

lo-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

179

28 Marzo 1452.

cum

Dispensatum

D.no Francisco de Gamplo de

subire privatum examen.

(I.

Sicilia ut possit

P.)

31 Dio. 1452.

Examinatus
doctoratus

est.

fuit D.
(I.

Franciscus de Gamplo de

Sicilia

et

illieo

P.)

1452-53.
Lectura universitatis iuris

civilis.

Ad lecturam

Infortiati ordi-

nariam D. Petrus de Sicilia. (D. R. voi. I, p. 33)


Forse del medesimo quest'altro documento

5 Marzo 1543.
D.nus Petrus de Bonacosta Castri zannis

minatus

et

approbatus ab omnibus in iure

insignitus et doctoratus.

(I.

(sic)

de Sicilia

civili et

eodem

fuit

exa-

loco fuit

G.)

1464-55.

Ad lecturam
de

Inforciati exstraordinariam D. Petrus de Pixanis

Sicilia. (D. R. voi.


Il

medesimo

e dottorato.

(I.

I,

p. 39)

nel 14 Agosto 1456 era esaminato in diritto civile


G.)

18 Aprile 1455.

Supplicatum

fuit

timo de Panormo de

pr parte D. Nicolai

filli

Gicilia scolare studente

D. Antonii de Sep-

Bononie in utroque

quod admitti possit ad examen rigorosum iuris cinon obstantibus quod non studuerit in dicto iure per quinquennium nec legerit vel repeterit per annum secundum consti-

iure. Et petiit
vilis

180

NELLO STUDIO DI BOLOaNA NEL MEDIO ETO

SIGILI AKI

Super qua supplicatione positus fuit partitus et celebrato


scruptinio fuit obtentum nemine discrepante,
Item positus fuit partitus quod possit simul semel in utroque
iure admitti ad examen rigorosum iuris canonici et civilis et non
obstantibus quod cedule citationum doctorum per duos dies ante
missae non fuerint. Et super eo etiam consultum et tandem obtutiones.

tentum per scrup tinium

(L. S.)

fuit.

20 Aprile 1456.
Congregato collegio in sacristia interfuerunt Bart. prior
solemniter

congregatis

simul et

cum

etc.

doctoribus iuris civilis D.

Antonius D.ni Nicolai de Septimo de Panormo de

Cicilia

promo-

toribus in iure can. etc. et pr collegio iuris civ. D. Bapt. de A-

rengheria
liter se

fuit

simul semel in rigoroso examini. In quo

habuit quod

ritissimus

et

et

quo

ibidem

fuit

ibidem in utroque iure doctoratus.

habuit doctoralia insignia a D. Ant. de

Sancto Petro suo nomine


p. Baptista in iure civ. suo

aliorum doctorum in iure can.

et

nomine

et D.

Guasparis

laude et solemniter omnia fuerunt expedita.

del

ita et ta-

ab omnibus nemine discrepante ut me-

doctissimus approbatus. Et ita relatum D. Antonio

vice Archidiacono

Et successive

fuit

et

cum summa

(L. S.)

medesimo

22 Aprile 1455.
D. Nicholaus de Septimo de Sicilia fuit

iure et approbatus et bene quia valens.

(I.

examinatus

in

utroque

P.)

13 Agosto 1455.

Examinatus fuit D. Baptista de Cicilia et approbatus ab omnibus nemine discorde prius facta dispensatione super aliquibus per
ipsum petitis ut ex actis notarii nostri presenta tis per D. Bapti-

sU

de

S. Petro. (I. C.)

SICILIANI NELLO STUDIO DI

181

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

23 Agosto 1455.
Examinatus fuit D. lohannes Gregorius de
tus ab omnibus nemine discorde facta prius
aliquibus per ipsum petitis etc. (L G.)

Cicilia et

approba-

di.spensatione super

25 Luglio 1456.
Dispensatum

fuit

cum

non audiverit decretum

d.no Benedicto de Gicillia super eo qui

etc. potest

subire examen,

28 Giugno 1456.
Examinatus
D. Benedictus
collegii etc.

Et

fuit in iure civili et

fuit

doctoratus.

private

etiam in iure canonico simul

de Paternione de Sicilia

presientatus per doctores

approbatus nemine discrepante. Et statim

Ego (Baptista de

S.

fuit

Petro) dedi insignia con-

sueto more.

26 Agosto 1466.
Dispensatum fuit cum d.no Damiano de Sicilia super eo quod
non audiverit decretum per annum etc. possit subire examen iuris
can.

(I.

P.)

del

medesimo

28 Agosto 1456.
Examinatus
d.nos doctores

fuit
etc.

D.nus

Et

fnit

Damianus de

Sicilia

presentatus per

doctoratus private. Insignia dedit sibi

D. Antonius de S. Petro loco d.nl Archidiaconi etc. etc.

(I.

P.)

18 Agosto 1456.

Examinatus

fuit

d.nus Damianus in iure civili et fuit approba-

tus ab omnibus et statim fuit doctoratus et


toratus D.nus Guaspar.

(I.

G.)

illi

dedit insignia doc-

182

SICILIAKI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL

JiEDIO

EVO

1456-67.

Ad lecturam
(D. R., voi.

I,

decreti extraordinariam D.

Dominicus de

Sicilia.

1456-57)

6 Aprile 1458.
Dispensatum lohannes de

Cicilia

per rigorosum examen in iure

canonico. (L. S.)

8 Aprile 1458.
lohannes de

Cicilia fuit in privato

dicti collegi can. facultate. In

batus. Et

ita fuit

quo

examini rigoroso doctorum

ita se

habuit quod fuit appro-

relatum D. Andrea Barbaza vice

d.ni

Archidia-

coni a quo fuit doctoratus et successive habuit insignia doctora(L. S.)

lia.

1462-63.
Magister D. Antonius de Alixandris de

Sicilia

medicorum

et ar-

tistarum rector. (Rotuli degli Artisti)

Di lui parla

il

Mongitore, tomo

I,

p. 54,

non dice peraltro che

egli fosse scolare a Bologna.

13 Marzo 1465.

Dispensatum cum d.no Laurentio lachobi de Gursano siculo ut

non

obst. etc.

del

(I.

P.)

medesimo

20 Marzo 1465.
D.nus Laurentius de Cursano siculo

fuit

examinatus

duatus et ah omnibus nemine discrepante approbatus.


1

Bartholomeus de

(I.

et graP.)

Ottobre 1465.

Sicilia

Ord. Carmel. dottore di teologia ag-

gregato nel Collegio teologico.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Lo Zanetti

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

183

pone all'anno 1466, 2 ottobre.

(A. D.) lo

2 Maggio 1465.
Dispensatum

fuit

cum

D. Nicholao de Sicilia viro religioso ac

modesto ut non obstantibus

del

etc. possit

admitti ad examen.

(I.

P.)

medesimo

4 Maggio 1465.
Vir religiosus ac scientificus D. Nicholaus de

minatus

et

Sicilia fuit

exa-

graduatus ab omnibus aprobatus nemine discrepante.

P.)

(I.

forse del

medesimo
1

Nicholaus clericus de
Dallo

Ottobre 1465.

Sicilia dottore in teologia. (G. T.)

A. D. notato nel 2 Ottobre 1466

forse in queir

anno

fu associato al collegio teologico di Bologna.

3 Febbraio 1467.
Michael Macron Siculus ord. Garmel. inscritto tra

gli

illustri

dottori del Collegio Teologico di Bologna. (A. D. G. T.)

31 aennaio 1467.

Legiptime congregato collegio

fuit

dispensatum spectabili viro

D. lohanne de Gatania de Cicilia qui possit subire

men

etc.

(I.

privatum exa-

G.)

4 Febbraio 1467.
Predictus
sibi

de

mane

d.

Johannes

fuit

presentatus priv. ex. in quo puncta

assignata magistraliter recitavit

quorum argumenta

contrarium. formata absolvit quare ab omnibus doctoribus fuit laudabiliter approbatus.

(I.

C.)

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

184

18 Maggio 1468.
Dispensatum

fuit

cum

D. lohanne de Sicilia

non

obst.

etc.

(I.

G.)

4 Giugno 1468.
D. Johannes

Gossito de Sicilia

ab omnibus nemine discrepante.

examinatus

fuit

(I.

et

approbatus

G.)

18 Maggio 1468.

Dispensatum

del

D. Antonio de ludicibus de Sicilia de

fuit

Neapolis non obst.

etc.

Regno

G.)

(I.

medesimo

22 Maggio 1468.
D. Antonius de ludicibus de Sicilia de

minatus
fuit

et

Regno Neapolis

graduatus et insignia cepit

etc.

exa-

fuit

ab omnibus approbatus nomine discrepante et

illieo

G.)

(I.

28 Agosto 1469.
Dispensatum
die subire

fuit

examen

cum

in

d.no Simone de Gicilia ut posset

utroque iure non

obst.

etc.

(I.

G. e

eadem
I.

P.)

9 Settembre 1469.
D.

Simon do

merito

fuit

Sicilia fuit

examinatus

et

ab omnibus legiptime et

approbatus riemine discrepante. Insignia

cepit.

(I.

G.)

4 MarEO 1474.
Andrea da
sacro collegio

Stalisco
di

de

Sicilia

minor conventuale dottore del

teologia di Bologna.

(G. T. A. D.)

BOLOGNA NBL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Novembre 1474.

31

Luccas de

Sicilia

185

Ord. Garmel. notato tra gli illustri Dottori

in teologia del Collegio teologico di Bologna. (G. T. A. D.)

17 Aprile 1475.

Dispensatum

fuit D.

Francisco de Cicilia super eo

etc.

(I.

P.)

19 Aprile 1475.
Presentatus

predictus

fuit

pante approbatus.

(I.

d.

Franciscus et

fuit

nomine

discre-

P.)

6 AprUe 1476.
Dispensatum

cum D.no Antonio

fuit

ne ciroteciorum

et

birectorum

et

non

de Cicilia super remissioobst. etc.

(I.

G.)

12 Aprile 1476.

D. Antonius de

discrepante et

fuit

Cicilia

fuit

doctoratus

examinatus

more

et

approbatus nemine

solito. (I. C.)

3 Luglio 1476.
Examinatus

et doctoratus fuit D.

tatus etc. et fuit ab

gnia

ei dedit D.

Valentinus de Sicilia presen-

omnibus nemine discrepante approbatus

Johannes Sala.

(I.

Insi-

P.)

31 Luglio 1476.

Dispensatum

fuit

cum

birrectis et cyrothocis et

utroque iure.

(I.

G.)

D. Valenti

de

quod

eadem

possit

Cicilia

super remissione

die subire

examen

in

SICILIANI NELLO STUDIO DI

186

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

3 Agosto 1476.
Examinatus

approbatus nemine discrepante D. Valenti de

et

Cicilia et cepit insignia.

(I.

C.)

8 Agosto 1478.
D. Antonius de Gilio de Cicilia fuit electus a collegio in scola-

rem pauperem
et obtinuit

in doctorando iuxta constitutiones nostri collegii

nemine discrepante.

(I.

P.)

23 Agosto 1478.
Examinatus
pante.

(I.

Antonius

fuit dictus

et

approbatus nemine discre-

P.)

1479-80.
Antonius Corsictus Siculus Rector citramontanorum. (G R. Rotuli dei leggisti dello Studio

bolognese Arch. di Stato)

28 Settembre 1479.
Dispensatum

fuit

tanorum quod non

cum

d.

Antonio de

citramon-

Cicilia rectore

obst. etc. possit subire

examen.

(I,

C.)

7 Ottobre 1479.
Examinatus

predictus

fuit

tram. Qui mirabiliter

D. Antonius de Cicilia Rectore ci-

habuit in dicto examine non

se

more

sco-

ab omnibus in iure canonico et civili


nemine discrepante benemerito approba-

lastico sed doctoreo. Ita ut

fuerit et
tus. In

laudabiliter et

cuius examine interfaerunt viginti quinque doctores et per-

sona d.ni

Archidiaconi boc est reverendi

scottis episcopi cernensis.

doctores alieni

p. d. Achillis

Nunquam meo tempore

exaraini scholaris.

p]xamen D. Antonii Siculi Corseti.

(I.

C.)

In

de Mare-

interfuerunt tot

margine

si

Nel medesimo codice

legge
(I.

C),

SICILIANI NELLO STDDIO DI

un resoconto

trovasi

di

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

una seduta

del Collegio

187

propter litem et

controversiam vertentem inter Mag. Rectorem citramontanorum


D.

Antonium

desimo

Rectorem ultram. super scolare prefavore del Corsetti. Del me-

siculuin et Mag.

sentando gratis

la risoluzione in

(D. R., voi.

Ad lecturam

1,

1480-81

p. Ili)

Sexti et Glementinarum

(qui legat

Sextum

legat

a principio usque ad titulum de appellationibus).


D. Antonius Corsictus Siculus.
Il

medesimo

nell'

anno 1481-82 ad lecturam decretalium

nel-

l'anno 1483-84 ad lecturam decret. (legat totuin quartum), nell'an-

no 1484-85 ad

lum de
libri),

lect.

quintum librum usque ad

decret. (legat

hereticis), nel 1485-86

titu-

(de ereticis usque ad finem quinti

nel 1486-87 (secundum librum in titulo de probationibus usque

ad finem

libri).

Nel M.

N. 917 leggesi

D.,

tore di leggi.

Fu

lettore di

Da

ci

che ne riportano

1486-87.

gnamento

sia

scrisse la vita,

scorso dal

tomo

1,

Corsetti Antonio dot-

dal

1479 per tutto

Rotuli pare che

1480 al 1487.

p. 60,

gius canonico

il

il

suo inse-

Mongitore che ne de-

Il

non dice che

egli fu scolare a Bo-

logna.

24 Maggrio 1480.

Cum

ea

sit

doctrina et virtus magnifici viri d.ni

Corsettis ad presens Rect. citram

huius studii ut

Antonii de

magna

spes

eum evasurum

in

clarum

lecturam sexti

et

clementinarum. Et decens ad conveniens

ei

et

sit

eccellentem virum et preterea ultra


sit

ut

de salario provideatur per omnes fabas et constituti fuerunt

libra s

centum bonominorum

priviligiatas

quas integras habere

debeat incohando hoc presenti anno studii qui incepit

Novembris prox.

de

mense

(Libri del Senato Arch. di Stato di Bologna)

SICILIANI NELLO STUDIO DI

188

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1483.

Fu aggregato

Salvo Cassetta da Palermo dell'Ord. domenicano.


nel sacro

Nota

collegio

teologico

lo Zanotti (A. D.)

nerale

di

Sicilia e poi

di

Bologna

ai

Salvo Cassetta fu

26 di giugno.
sei

Vicario e Procurator

(G. T.)

anni inquisitore gegenerale,

IV

Sisto

l'anno 1484 lo elesse Maestro del Sacro Palazzo. Nel capitolo fatto
in

in

Roma
Roma

nel 1481 venne creato Generale di tutto


di

anni 70 nel 18 Settembre 1495

1'

ordine.

Mori

1483-84.

Ad lecturam chyrurgiae

D. M. Ioannes de Sicilia.

Il

medesimo

ottenne la stessa lettura in chirurgia l'anno seguente cio 1484-85


(D. R., Voi. 1, p. 121).
cilia

Il

M.

D.,

N. 1559 nota

Giovanni da Si-

laureato in medicina nello Studio di Bologna l'anno 1483.

Fu

lettore di chirurgia negli anni 1483-84-85.

1487.

Approbatio in scientia medicinae D. Arnaldi de

Sicilia (L. A.).

1488-89.

D. Magister Ferdinandus de Scicilia

Rector in artibus

(G.

R. e

Rotuli degli artisti di Bologna).

17 febb. 1400.
D.

Teodoricos

de

Sicilia

approbatus

in

scientia

medicinae

(L. A.).

5
Georgius de

Sicilia

Sett. 1491.

approbatus in scientia medicinae

(L. A.).

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

189

10 Luglio 1492.

Dispensatum

fuit

cum

D. Sebastiano de Sicilia in utroque iure

super chirothecis et birectis

etc.

(I.

C).

12 Luglio 1492.

Examinatus
de

Sicilia

(I.

et doctoratus fuit in

utroque iure D. Sebastianus

C).

22 Ag. 1492.

Adam

Disp. fuit D.

iure graduari

([.

sicu'.us

non

obst. etc.

qui

vult in utroque

G.)

26 Maggio 1494.
Approbatus
de Sicilia

fuit in

medicina

nemine discrepante

D. Philippus

(L. A.)

11

Giugno 1494.

Approbatio in medicina d.ni Angeli de Gicillia sub D. lohanne


de Garzonibus etc. eidem insignia dederunt (L. A.).

12 Giugno 1494.

Approbatio in medicina D. lohannis de

Sicilia (L. A.).

1494.
Approbatio in medicina D. Pauli de Sicilia, D. Benedicti de SiBartholomei de Sicilia, D. lohannis de Sicilia, D. Antonii

cilia, D.

de

Sicilia, D.

losepbis de Sicilia (L. A.).

190

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1495.
Approbatio in medicina D. Rodulphi de

lohannis de

Sicilia, D.

Sicilia (24

Ap. 1495), D. Angeli de Sicilia (11 Giugno 1435), D.

hannes de

Sicilia (8 Luglio '95). (L. A.).

Nov. 1497.

Approbatio in scientia medicine D. Andreae de


Gregori de

Sicilia. (L.

lo-

Sicilia

et

D.

A.).

10 Ott. 1497.
Fuit dispensatio D. Bartholomei Barbatiae.

(I.

C).

16 Ott, 1497.

Approbatus

fuit dictus E.

Bartholomeus Barbatiae Promotores

fuerunt D. Vincentius de Paleotts et D. Ludovicus de Gipso.

Del medesimo nel

(I.

P.)

(I.

C).

14 Ott. 1497.
Nobilis et doctus utriusque
filius felicis

iuris

scolasticus

D.

Bartholomeus

recordationis d.ni Andreae Barbaciae messanensis ori-

gine propria civis bononiensis dispensationem super audictione de-

super examine
eodem die facendo a nobis efflagitatam
nemine reclutante exoravit. (I. P.). Qui d.nus

creti et lectione publica cirothechis et birectis ac

utriusque censurae uno

per omnia suffragia

Bartholomeus Barbacia die lune XVI octobris ad presentationem


D.ni lohannis de Sala et mei Floriani promotorum suorum et laudatissimam recitationem codicis usura XIIII questio

q.

HI ab om-

nibus doctoribus nullo voto contrario approbatur ac excellentissi-

mo

et famosissimo

lureconsulto D.no Bartholomeo Socino senensi

gynnasii nostri unico splendore qui iura civilia stipendio

public

florenorum sexcentarum auri largorum quod antea nulli


nominatissimo contingit doctori conductus hic

in

licet

vesperis inter-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

191

pretatur archidiaconi locum et vices agente licentiante et docto-

utraque censura ipsum decernente per D.

rem

in

lam

in pontificia et per D.

cultatis

doctoribus ac

die

aliis iuris

Safa-

anulum doctorea munimina feliciter


prandium anceps et saliare collegiorum

librum coronam

recepit et sequenti

lohannem

Vincentium Paleotum in cesarea

et

consultis militibus scholasticis ac civibus

nobilibus in propriis edibus leto plauso


felix

faustumqae

sit.

(I.

can. dal 1497 al 1503.


(Voi.

l,

P.)-

Bart.

(M. D.

N.

impendit quod

festiviter

Barbazza fu lettore in diritto


305

Alidosi

52)

p.

p. 165) registrano di lui le seguenti letture

Rotuli

1497-98.

Ad lecturam

Sexti et Glementinarum (qui legat

Sextum

inci-

piat de vita et honestate clericorum et continuet usque ad finem

Sexti

libri).

1498-99 D.

rum

Bartholomeus Barbacia ad lecturam clementinausque ad titulum de appellationibus inclusive)

(a principio

1499-1500 D. Barthol. Barb. ad lecturam decret. (de Regularibus

usque ad finem
(De Rebus

ad

libri);

ecclesiae

lect. decret.

1501-1502 D. Barthol. Barb. ad

non aliena ndis)

lect. decret.

1502-503 D. Barthol. Barb.

(De usuris).

18 Marzo 1499.

Ferdinandus Thauromentanus de
dottore in teologia aggregato

Lo Zanotti

nel

Sicilia

Collegio

Ord. Predic. (C. T.)

Teologico di Bologna.

dice che fu aggregato ai 18 di Luglio 1499.

18

Andrea Anselmi

LugUo 1499.

Siciliano e

minor conventuale dottore

logia e aggregato al collegio teologico (G. T. A. D.).

in teo-

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STDDIO DI

192

DOCUMENTI DEL SEGOLO XVI


18 Febbraio 1500.
Gristophorus de Sicilia doctoratus in arte medicinae (L.

A.).

7 Ag. 1505.
Dispensatum
approbatus

fuit

cum

D.no Antonio

et doctoratus fuit.

Gallo

Siculo

successive

G.).

(I.

13 Ott. 1505.

Dispensatum

fuit

cum

D.no Perotus de Scalis siculo super non

auditione decretum etc. quod

utriusque iuris (L

23
Examinatus

fuit D.

tatus etc. et babuit

formam

sec.

die crastina

subire

posset

examen

P.).

Ott. 1505.

Perotus

insigni

et

ab omnibus approbatus presen-

lobanne Campeggio

d.no

et

iuravit

(L P.).

1505.
Angelo

di Sicilia, dottore di

leggi

lesse

diritto

canonico dal

1505 al 1514 (M. D- N. 155). Del medesimo (Rot. 1% p. 190) 15051506 Ad lecturam Sexti et Clementinarum usque ad finem Sexti
libri

cipio

II

medesimo

nel

1506-07 insegn la

et honestate

clericorum)

1508-09 (a

nel

tulum de appellationibus), nel 1509-10 (de

rum usque
nel

stessa materia (a prin-

usque ad titulum de appellationibus)

ad finem Sexti

1511-12 (de

libri),

Regularibus)

usque ad

ti-

vita et honestate clerico-

nel 1510-11

nel

nel 1507-08 (de vita

principio

(come nel 1506-07),

1512-13 (de

accusationibus),

nel 1513-14 ad lecturam decretalium ordinariam(de rebus ecclesiae

non alienandis usque ad titulum de regularibus).

SICILIANI NELLO STDDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

19-3

1507.
Giovanni Zacchia da Palermo dell'Ord. dora, creato Baccelliere
nel 7 di Ag. 1507.

Fu

poi

potea laurearsi dottore

mediante dispensa perch

dottorato

momento

baccelliere per giuramento fatto nel

mediante

insegnare teologia nei conventi (A.

della

titolo di baccelliere

il

il

nomina non
poteasi

D.).

1507-1508.
Magnificus D. Nicolaus Polastra panormitanus
versitatis uristarum Rector (Rot. Legisti C. R.).

lagola aggiunge

utriusque uniin nota

Ma-

il

Nicol detto anche Vincenzo Pollastra fu molto

erudito e valente nelle belle lettere e nella

eloquenza e amicis-

simo del Marineo che ne diede in luce qualche orazione


negli Acta Collegi luris

Pontif. (A. N.

5)

anche sotto

Pietro, forse avea anche questo terzo nome, eccone

il

il

Si trova

nome

di

documento:

13 Marzo 1508.
Convocato

et

congregato collegio comparuit coram in ipso con-

gregatis Magnificus D. Petrus Pollastra ciculus Rector dignissimus

almi studii Bononiensis et porrecta supplicatione


dispensari (A.

supplicavit

se

P.).

1512-13.

Mag. D. Orlandus Falco agrigentnus utriusque Univ.

rum

Rector.

(C.

R.).

del

medesimo

urista-

Giugno 1513.

Doctores collegi iuris canonici unanimi consensu dispensarunt

cum Magn.

D.

Orlando Falco

agrigentino

siculo

utriusque

uni-

versitatis studiis bon. pectore super sibi obstantibus ut posset su-

bire exainen in iure canonico

Giugno dispensa in utroque

(I.

P.).

del

medesimo

(A. C), 1*

iure.

Arch. Stor. Sic. N. S. anno XX.

lo

194

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

4 Giugno

1513.

Ad ppesentationem d.norum Lud. de


examinatus

et

et a D.no lacobo Bovio vice

Augustini Beroi

Salla et

nemine discrepante approbatus


archidiacono

fuit

Magnif. Rector

doctoratus ac a D.no

Ludovico Salla insignitus. Et iuravit secundum formam

4 Giugno
Convocato collegio

examinatus
in

in

margine

solito comparuit
nemine discrepante

Donavit una scatolla

P.).

1513.

loco

et doctoratus fuit

(I.

D.

Supradictus

(A. C). Si legge

(A. C).

1513.

Mario e Raynerio

siciliani espulsi

per

una

lite coi

Tedeschi.

"Vedi prefazione.

1513-14.

Giovanni Rossi siciliano

Francesco fu professore

nei Rotuli del 1513

dell'ord. dei

di teologia

minori conventuali di

nel 1513-14

Ad teologiam (quam

S.

(M. D., N. 2700).

legere possit in scholis

monasteriorum suorum) D. M. Johannes de Rubeis siculus ordinis


minorum. Il medesimo insegn diritto canonico cos negli anni
successivi fino al 1525, Negli ultimi anni lesse decretali e Clementine (D. R.).

1513-14.

Antonio Bardi da

Sicilia giudice

del

Potest

era stato certa-

mente scolare in diritto nello Studio di Bologna.


11

fuit cum D. Alphonso Caribdo siculo cui facta


nemine discrepante per prosentationem de eo factam

Dispensatum
fuit gratin

Aprile 1514.

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

per M. Rectorem anni elapsi (L


la vita

non dice che

P.). Il

195

Mongitore che ne descrive

egli fu scolare a Bologna.

12 Aprile 1514.

Examinatus

Andrea

et doctoratus fuit D.

Angelellis habuit insigna

26

(I.

Alphonsus siculus etc,

nem

etc. (A.

ab

Ott. 1527.

Dispensatus fuit d.nus Ludovicus Sanobies siculus

filius

studens in iure civili et presentavi!

Sanobii scolaris

et

P.)

Aloysii

supplicatio-

C).

31 Ott. 1527.
Supradictus nomine penitus discrepante approbatus

fuit (A.

C).

7 Marzo 1528.
Dispensatum cum D.no Nicola quondam D. lohannis Aloysii
Septimi de

Panormo studente

in iure civili (A. C).

9 Marzo
Presentatus D. Nicolaus
screpante in iure

civili (A.

de

1528.

Panormo approbatus nomine

di-

C).

28 Aprile 1530.
Dispensatum cum D.no lohanne de

Promotore ex

Cicilia

in

piscide D. Benedictus de Galdarinis

(I.

utroque iure.
P.).

30 Aprile 1530.
Examinatus

fuit

D. lohannes de Cicilia et approbatus

nomine

SICILIANI NELLO STUDIO DI

196

E certamente

discrepante

etc.

le date e

nome, sono

negli A.

il

P..

(I.

P.).

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

in cui leggesi

del medesimo, corrispondendo

verbali di dispensa e di esami registrati


il

cognome

il

patronimio cio

D. lohan-

nes quondam D. Antonii Biscardi de Panormi.

31

etc. ut posset

1531.

quondam Mathei de Puteo

D. Goradinus

dens in iure

Maggio

civili

una

presentavit

die subire

siculus

supplicationem

scolaris

etc. in

utrumque examen

qua

in iure

stu-

petit

can. et

civili (A. P.).

10 Giugno 1531.

quondam Mathei de Puteo

D. Goradinus

approbatus nomine discrepante

Mongitore tom.

1,

p. 142,

etc. (A. P.

ma non

dice

siculus
I.

panormitanus
Di lui parla

P.).

il

che egli fu scolare a

Bologna.
1531-32.

M. Franciscus Sansiverius Siculus ad

lecturam philosophiae

(D. R.).

1533-34.

Ancona Siculus ad lecturam

D. Antonius de

logicae

(D. R.),

vedi anno 1542-43.

4 Nov.
D. Antonius filius D. Simonis

1533.
de Rossis agrigentinus presen-

tavit supplicationem etc. ut posset admitti

nico et

examen

in iure cano-

civili (A. P.)

6 Nov. 1533.
Examinatus
(A. P.).

et

approbatus nomine discrepante habuit insignia

4 Nov.
Bononia

D. Ghilibertus

Regni

Siciliae de

Panormo

fllius

197

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

1533.
D. Francisci

Bononia tisaurari

dispensatus in utroque iure. (A. P.)

7 Nov. 1533.
Examinatus supradictus approbatus nemine discrepante habuit
insignia etc. (A. P.)

Nel 1533 compare giudice del Potest

di

Bologna

Ghiliberto siciliano da Palermo; pu dubitarsi che fosse

summentovato nei docum.

Conti
il

un

Bononia

degli A. P.

1534-35.
Magister D. Simon Branchius siculus utriusque universitatis

iuristarum Rector

(G. R.

Rotuli leggisti).

1535-36.
D. Philippus Ingrassias siculus ad lecturam philosophiae (D. R.

anno

1535).

7 Gennajo 1538.
lulianus de Sicilia Ord. Min. Conv. doctor collegiatus, notato
tra gli illustri dottori in teologia, era aggregato al Sacro Collegio
teologico di Bologna (A. D. G. T.).

1"

Vincenzo da

Aprile 1639.

Sicilia dell'ordine

Domenicano nominato

baccel-

liere (A. D.).

4 Marzo 1540.
Felix

messanensis

(A. D. G. T.)

Siculus

Ord.

celest.

dottore

in

teologia

198

SICILIANI NKLLO STDDIO DI BOLOGNA. NEL MEDIO

Marzo

EVO

1541.

Antonius Siculus Presbiter Sacri collegii sabinensis Doctor

col-

legiatus (A. D. G. T.).

Lo Zanetti per dice che


teologico ai 2 Marzo 1542.

fu laureato ed aggregato nel collegio

Nel 1542 in detto collegio faceva

1'

orazione apologetica in oc-

casione della festa di S. Girolamo protettore del Collegio


logia

un Antonio da

Sicilia.

11

Forse

di

teo-

lo stesso di sopra.

Febbraio 1541.

Nicolaus Siculus Ord. Carme l. dottore in teologia

(C. T.).

Ma

nello Zanetti leggesi: Niccol Brintori de Catania dell' Ord. Carmel.

laureato ai 22 di febbr. 1541, fu lettore publico (A. D.).

1542-43.
Lectura artistarum. Ad astronomiam. D. Antonius de Anchona

panormitanus

(D. R.).

26 Aprile 1543.
Philippus de Puteio siculus Presbiter secularis, dottore di teologia (A. D. C. T.).

1548-49.
Lectura universitatis iuristarum. Ad lecturam Digesti novi vai
Infortiati extraordinariam.

)).

Johannes Romansolus siculus.

1551-52.

Lectura universitatis iuristarum ad lecturam decretalium ve8prtinam ordinariam (Legat. de Regularibus usque ad finem libri) (I). R.). D. Gellus Socinus siculus.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Il

medesimo ebbe lettura

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

199

ord. dei deci'et. negli anni 1554-55 e

1555-56 (D. R.).

3 Giugno 1552.
Paolo Galli da Palermo e
liere ai 3

Giugno 1552

domenicano creato baccel-

dell' ord.

(C. T. A. D.).

28 Febbraio 1553.
Girolamo Garrone da Palermo e

dell'

Ord. Dom, laureato dot-

tore di teologia e nello stesso tempo aggregato al collegio teologico ai 28 febb. 1553.

Fu pi anni Reggente
sci

un dotto

libro

di studio a

Somma

Mori in Napoli nel 1595

in

per

Napoli e poi in Bologna. Lal'

istituzione

concetto di Santo (G.

aggiunge che nel 1558 fu decano del

dei
T.).

confessori.

Lo Zanetti

Coli, di diritto pontificio.

Ai

nominato baccelliere; prese poi la


laurea dottorale e fu aggregato ^\ Collegio.
31 di luglio 1548

era stato

3 Marzo 1553.
D. Antonius

Pharao siculus

diocesis

messanensis dispensatus

in iure civili, etc. (A. G.).

4 Marzo 1553.
Supradictus approbatus nemine discrepante (A.

G.).

30 Maggio 1553.
D. losephus Gichofellus siculus dispensatus ad

sum

examen

rigoro-

iuris civilis etc. (A. G.).

31

Examen

Maggio 1553.

supradicti ita et talliter qui ab omnibus

pante approbatus (A.

G.).

nemine

discre-

SICILIANI NELLO STUDIO DI

200

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

16 Luglio 1554.

Gomparuit D. loseph Bononia siculus


ad examen iuris can.

et civ. etc.

et petiit ut posset admitti

(A. C).

17 Luglio 1554.

Idem examinatus

et

approbatus nemine discrepante. D. RomeHS

Bovius dedit insignia (A. C).

20 Febbr. 1554.
Tommaso Monari da
20 febb. 1554

celliere ai

Sicilia e dell' ord.

domenicano creato bac-

(G. T. e A. D.).

1554-55.
Universitas artistarum Grammatici pr quarteriis (quilibet eo-

rum

doceat scolares quattuor

tholomeus hennensis
Il

(I).

pauperes amore

(sic)

Dei).

D. Bar-

anni

1555-56,

R).

medesimo appare con

lo stesso

ufficio

negli

1556-57, 1559-60, 1562-63 (D. R.).

30 Settembre 1555.
Gongregato collegio comparuit D. Franciscus De Bononia siculus
et petiit dispensari super obst. etc. ad efFectum
iuris can. Expositus partitus per

fabas

compos. Guius promoter de piscide


et successive presentatus est.

(I.

1 Ott.

Idem

subiendi

albas redditus

fuit D.

Hippolitus

examen
est

votis

Gambalonga

P.)

1555.

Franciscus de Bononia examinatus fuit et laudabiliter


quod ab omnibus nemine discrepante meruerit appro-

d.

se habuit

bari cui dignitatem docloratus R.

I).

Vicari us Archidiaconi contulit

SICILIANI 1 NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

insigna ei dedit predictus D. Hippolitus et iuravit

mam

(I.

201

secundum

for-

P.).

medesimo moriva nello stesso anno a Bologna, e ne esiste la


tomba neir atrio del Convento di S. Domenico, sulla quale leggasi
Il

la seg. iscrizione

Francisco

Goriolani

Bononio Siculo canonico

Panormi eccles. aerari pref. qui dum sacris litteris et


philosophiae operam daret febri ardenti correptus interiit vix
ann. XXXI. Obiit anno 1555.

imperiali

Dispensatus
admitti ad

fuit

examen

Giugno 1558.

D. Petrus Ferro Siculus drepanensis ut possit


iuris can. (A. P.)

2 Giugno 1558.
Convocato collegio iuris can. D. Petrus siculus presentatus et
et approbatus et ita et taliter fuit examinatus qui ab
omnibus nomine discrepante fuit approbatus. Ita relatum fuit ab

examinatus

ipso Vicario. Item approbatus fuit

per d.nos Collegi iuris

vili

civ.

nomine discrepante in iure

Qui D. Petrus iuravit (A.

ci-

P.).

22 Luglio 1558.
Dispensatum

cum

D. Francisco

moter Mag. Lud. Bovius

(I.

Avarra panormitano

siculo Pro-

P.).

23 Luglio 1558.
Insignitus supradictus D. Franciscus

Caldarinum

(I.

Avarra per M. Benedictum

P.).

5 Agosto 1558.
Dispensatum
^tc.

(I.

P.)

cum

D. Francisco

Grimaldo de Messina

siculo,

202

SICILIANI KELLO STDDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

6 Agosto 1558.
Grimaldus per M. D.

Insignitus supradictas D. Franciscus

stophorum de Angelellis

Gri-

P.).

(I.

1558-59.
Universitas artistarum

Fazonus Siculus

Ad lecturam

astronomiae. D. Antonius

(R. D.).

29 Settembre 1559.
D. Antonius

Gammaranus

in utroque iure

(I.

siculus diocesis nicosiensis dispensatus

P.).

30 Settembre 1559.
D.

Antonius Gamaranus

utroque iure

(I.

approbatus

neinine

discrepante

in

P.).

7 Febbrajo 1561.
Laurea in

S.

Petro pr D. lohanne Dominico Siculo; promoter

Ant. Gepsis et iuravit sec.

formam

(I.

P.).

27 Marzo 1562.
Dispensatum

fuit

cum

siculo in iure canonico.

Nobili d.no

Promoter

Joseph

de mastro Andrea

D. Annibal Montarentius

(I. P.).

28 Marzo 1662.
Andrea silohannem Ludovicum

Insignitus fuit supradictus D.nus Joseph de mastro

culus beri dispensatus in iure canonico per D.

Bovium

(I.

P.).

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NKLLO STUDIO DI

203

1562-63.

Universitatis artistarum ad

Camerata Siculus
Il

Lecluram Logicae

D,

Hieronimus

(D. R.).

Mongitore che ne descrisse

vita

la

non dice che

fu

egli

scolare a Bologna.

3 Agosto 1564.
D.nus Franciscus Melanensis de Messina audientiam petit, in-

rigorosum examen subire in utroque

troraissus narrat se cupere

iure et ob

eum

humillime Patres deprecari ut super

id

dispensare velint

titionis

iubetur exire

Prioribus obtulisset;

dispensationein

cum

obstantibus

prius libellos suae pe-

leguntur negocium pertractatur

libelli

nomine repugnante

obtinet.

Proraotores

consti-

tuuntur in iure can. D. Ant. Malvaticus in iure civile D. Alb. Berous. Intromittitur. Intromissio
nuisse, gratias patribus agit.

significatur

dispensationem

Promotores R. Archidiacono

ribus presentant testimonium de honesta vita, bonis moribus

iurium

scientia, reddunt,

obti-

et Prio,

ac

petuntque puncta assignari, presentatio

admittitur et puncta assignantur

(I.

P.).

Agrosto 1564.

D. Melanensis de Messina puncta sibi assignata recto et docte

quare dignus lau-

recitavit et contraria adducta optime dissolvit,

rea doctorali, nomine discrepante

indicatur

R.

Archidiacono

Doctor creatus, gratias agit insignia confort in utroque iure D.


Annibal Montarctius iuramenta fidelitatis prestat Patres deosculatur

(I.

P.).

Forse per
bale dell'

l'

esame

importanza del dottorando


,

minuzioso

il

ver-

che ho riportato per intero per conoscere

il

esame e della dispensa.


Di un Francesco Melanense di quello stesso tempo e scolare
a Bologna parla il Mongitore (I. p. 130) ma lo dice da Catania.

procedimento

dell'

204

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

1564-65.

Ad lecturam

Universitas iuristarum.

seph Ghiotta panormitarius

(D. R.).

Il

decreti ordinariam D. lo-

medesimo nell'anno seguen-

te 1565-66 ebbe la lettura del Digesto (D. R.).

30 Marzo 1565.
Dispensatum

fuit

cum

D. lohanne Dominico Regitano

nense siculo D. Romeus Borsius


approbatus

fuit

et insignitus a Borsio

(I.

messa-

promoter. Die seguenti

fuit

P.).

2 Aprile 1565.
Dispensatum

fuit

cum

D. Nicolao Antonio Salernio

Messanense

D. Ant. Gal. Malveticus fuit promotor. Die seguenti fuit insignitus

a D. Malvetico

(I.

P.).

15
Fuit dispensatum

cum

tor R. Card. Paleottus

Marzo 1566.

D. Laurentio Subtili Siculo fuit

(I.

promo-

P.).

16 Marzo 1566.

Idem

fuit

approbatus D. R. Borchius contulit insignia


21

Fuit dispensatum
Ziotta

(I.

P.)

Marzo 1566.

super obstantibus

cum

panormitano Promotore Seccadenario

D.

etc.

lohanne
(I.

Paulo

P.)

22 Marzo 1566.
Idem approbatus
iinsignia

(I.

P.).

fuit

nomine discrepante

D. Thideus

contulit

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

205

5 Aprile 1666.

cum

Fuit dispensatum
leottus fuit

promoter

D. loseph

Montanaro

Card. Pa-

Siculo.

P.).

(I.

6 Aprile 1566.
Fuit supradictus approbatus D. Marcus S. Georgi
insignia

(I.

ei

contulit

P.)

24 Maggio 1566.
Dispensatum fuit cum D. lohanno Vincenti Marellio siculo
non solum ut promoveret ad doctoralem verum etiam ad equestrem dignitatem. D. Ant. Gipsius fuit promotor (I. P.).

25 Maggio 1566.
Supradictus
civilis,

iuris

approbatus

fuit

cum promotor

esset

prior iuris

contulit insignia. Post haec ego Prior (Annibal de Grassis)

canonici ipsi contuli equestrem dignitatem. D.

iure canonico ensem pervibratum


civilis addidit calcarla.

collegi ipsi ornavit

(I.

D.

ei alligavit. D.

Promotor

iuris

Promotor in
Promotor iuris

civilis

torque aurea

P.).

27 Maggio 1566.
Fuit dispensatum

Annibal Monteranus

cum
fuit

D. Nicolao Vincentio Tirreno

promotor

(I.

siculo D.

P.).

28 Maggio 1566.
Supradictus

fuit

approbatus D. Annibal contulit insignia

(I.

P.).

23 Giugno 1566.
Dispensatum

fuit

cum dono

(sic)

Antonio Mosbello panormitano-

206

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Romeus fuit promoto p, qui


Romeus contulit insignia (I. P.).

die seguenti fuit approbatus

siculo. D.

D.

Dispensatum

cum

fuit

D. lohanni Baptista laliona

Minei siculo et promotor


Il

Luglio 1566.

fuit D.

Petrus

Mongitore che ne descrisse

egli fu scolare a

Georgi

S.

la vita,

t.

I,

p.

de civitate
P.).

(I.

332 non dice che

Bologna.

2 Luglio 1566.
Idem

fuit

doctoratus et insignitus a D.

S.

Gergie

et

claravit patribus ei conferenda esse equestre dignitate.


(Achillis Botrigarius)
S.

nomine eorum

illura

qui de-

Ego prior

equitem creavi. Et D.

Georgius ensem atque D. Borchius calcarla tradidit

(I.

P.).

27 Settembre 1566.
Dispensatum

fuit

cum

D. Magnifico D. Nicolao lacalono de ci-

vitate Marsalia sita in regione Siciliae et habuit

D. R.

Borchium

(I.

in

promotorem

P.).

23 Settembre 1566.
Idem approbatus et insignitus a D. Petro S. Gergie. Et successive ego nomine patrum creavi equitem. Et D. Petrus S. Georgius ei ensem de more cinxit (I. P.).
10 Febbrajo 1567.

Dispensatum super obstantibus

etc.

cum

R. D. lohanne Aloysio

Burdraglio clerico messanense promotorem habuit Excell. Seccadenarium. Qui dictus Johannes Aloysio die sequenti fuit examinatus in quo examine admodum probe se habuit insignia contulit

(I.

?.).

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

207

9 Aprile 1567.

cum

Fuit dispensatum etc,


siculo diocesis Mazariensi

cotum
lit

D. Vincentio

Glavica marscialensi

Promotorem habuit Card. Pala-

siculo.

examinatus approbatus

et seguenti die

insignia Seccadenarius

(I.

et doctoratus cui tu-

?.).

30 Maggio 1567.
fuit cum D. Michaele Zerbino siculo. Promotorem
Butrigarium die seguenti examinatus approbatus fuit

Dispensatum
habuit A.

Butrigarius

ei insignia tulit

P.).

(I.

19 Ottobre 1567.
Dispensatum

fuit

cum

D. Francisco Sieri de Pepolis nobili Dre-

panensi die seguenti examinatus


nico (A.

et

doctoratus fuit in iure cano-

P.).

11

Dispensatum

cum

Maggio 1568.

D. Marsilio Polito siculo etc.

(I.

P.)

13 Maggio 1568.

Idem examinatus approbatus

est et doctoratus

(I.

P.).

2 Giugno 1568.
D. Scipio

Romanus de

diocesi

PanormHtanorum

fecit supplica-

tionem dispensationis. Ego prior (Romeus Borchius) ordinavi cedulas pr die 4 e 5 pr presentatione et recitatione
questri dignitate conferenda. Seguenti die
recitavit etc. Cui dedit

Fronte in iure

civili.

in

insignia S. Georgius

Qui post

Borchius) Scipio Romane,

sic

escorsus

romanorum

et

etiam e-

vigilia Penthecostis

in

sum

iure

can.

(Prior

et

D.

Romeus

nobilissime ac nobilium

SICJLIANI NELLO STUDIO DI

208

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

causa nomino) quippe qui oapud hunc honestissimum coli, comparaveris gratiam ut adhuc ultra infulas doctoreas iam iam nuper
eruditissime (cuimvero te honoris

dierna luce ac tanta

tihi

tibi

merito prestitas Militaribu>s

tate insignire te decreverint.

dignitatum

a suprerais

insignibus

et

Quarum

culminibus

Tertio Pontificibus maximis

et

ac

Equestri

S.

digni-

concessa

auctoritate nobis

Clemente sexto ac Paulo

invictissimo

ilio

ac serenissimo

Karolo V ac a ceteris retro Principum confirmata. Eques et miles esto strenuus et auratus non minoris aucloritatis eorum qui
ab ipsismet Individuis summis Luminibus individue constituuntur
seu procurantur Successive et sic secundo loco S. Georgeus
.

eum

ense accinxit

Ilio

quum

evaginato, vibrato et brandito

rexit et ter levato in vagina recondit. Tertio loco


civilis calcaria adiunxit. 4 loco

ad collum cinxit.

Prior iuris

Secundum formam

5"*

civilis

por-

Promoter iuris
monile aureum

iuravit genibus flexum et

surgens ad singulos ad pacis osculum accessitur,

domum

recessit

in pace. Redit portans dulciaria sed super tubis dispensatum fuerat.

Esto laus Dco.

(I.

P.).

22 Maggio 1569.
Fuit presentatus D. Petrus Andrea Socinus siculus per

Gipsum et seguenti
dream Butrigarium

die fuit doctoratus


(I.

et

insignitus

Andream

per D. An-

P.).

10 Giugno 1569.
Dispensatum
guenti die

fuit

ductiae pr

fuit

cum

D. losepho

Rulteo panormitano

doctoratus et insignitus et factae fuerunt

summa bononiensium duodecim

declaratione qua in posteruin non posse

tentura per

omnes

fabas albas

11

Dispensatum
gnitus

(I.

P.).

fuit

cum

(I.

per tres menses

fieri

gatio nec ulla alia grata nisi per partitum

et
sibi

sein-

cum

remissio nec proro-

fabis

positum

et

ob-

P.).

Giugno 1569.
D.

lohaune Soldano Siculo

et fuit

insi-

SICILIAKI NELLO STUDIO DI

209

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

10 ottobre 1569.
lohannes Antonius Siculus dispensatus

D.

post recitationem

punctorum habuit insigna

fuit
(I.

et

seguenti die

P.).

5 Novembre 1669.
Lionardus Triccaricus a Terranova Ord.

Gelest. dottore in teo-

logia (G. T., A. D.).

30 Novembre 1569.
Dispensatum
vitate

fuit

Thermarum

cum

D. Francisco

de Marescalchis de

et post recitationem habuit insigna.

(I.

civi-

P.)

1569-70.

Ad lecturam

Universitas iuristarum

Fermatura

digesti novi D. Vincentius

Siculus. (D. R.).

10 Febbraro 1570.
Fuit dispensatum

promotor

fuit

cum

D. Vincentio Lilio entelensi sciculo cuius

D. Ant. Malveticus

11

Supradictus approbatus

(I.

P.).

Pebbr. 1570.
et insignitus fuit

(I.

P.).

10 Febbr. 1570.
Dispensatum cum D. Bartholomeo Sansono siculo mazariensi
fuit

promoter A. Q. Malvaticeus.

(I.

11 febbr.

P.).

1570.

Supradictus approbatus et insignitus


Arch. Stor. Sic. N. S. anno

XX.

fuit. (I. P.).

14

210

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

8 Ag. 1570.
Dispensatum

fuit

cum

D. lohanni Baptista Blusco

In seguenti die post doctoratum insignitus a

S.

panormitano

Gergie

(I.

P.).

10 Aprile 1571.
Dispensatum

fuit

cum

D. Paulo

Tulio

Aidonensi Diocesis Ga-

thanensis siculo. Seguenti die approbatus et bene se gessit

(I.

P.).

10 Apr. 1571.

Dispensatum

fuit

cum

Hieronimo de Georgis

D.

et

cum

D. A-

scanio de Gabello Glusensibus Agrigentini diocesis siculis. Et etsi

D. Ascanius esset minor vigesimo anno

quamvis maior decimo

octavo nihilominus

insignia dispensatum et

attollere

doctoralia

egregie se habuerunt et precipue D. Ascanius.

23 Aprile
Dispensatum

fuit

cum

D.

1"

Dispensati fuerunt

cum

fuit

Giugno

P.).

1571.

Dionisio

deinde approbatus et doctoratus

(I.

(I.

Lanfrancho de Pa norme
P.).

1571.

D. Vincentio

Gaeta

et

cum

D. lacobo

Ciro mazariensibus siculis et examinati habuerunt insigna

11

Dispensatum

fuit

cum

LugUo
D.

(I.

P.).

1571.

Hieronimo Gacio Aidonensi Siculo

deinde approbatus et doctoratus

fuit.

(I.

P.).

17 Genn. 1572.

Factum examen pr D. loh. Matheo Sevalta panormitano promoter fuit D. Ludevicus Gozadinus (I. ?.).

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

211

3 Pebbr. 1672.
Rev.dus D, Petrus de Graziis Glusensis Panormitanus siculus
dispensatus
doctoratus.

die

fuit
(I.

sequenti presentatus

deiade

(5 febbr.)

fuit

P.).

4 Maggio

cum

Dispensatum

1572.

Nobilli luveni lohanni

mitano deinde sequenti die presentatus

et

Petro siculo

doctoratus

fuit.

PanorP.).

(I.

25 Nov. 1572.
Fuit dispensatum

cum

Fuit promotor A. Gipseus


tus ab

eodem

(I.

D.

Hieronimo

Sequenti die

Drepanita siculo

Staiti

fuit

doctoratus et insigni-

P.).

27 Aprile 1573.

cum D. Antonio Sieri de Pepolis Siculo Drepromotor Ant. Glavasinus Sequenti die doctoratus

Fuit dispensatum

panita et

fuit

et insignitus a D. Achille Butrigario.

4 Maggio
Dispensatum

cum

D.

Don

(sic)

(I.

P.).

1573.

Octavio Bononio siculo panormi-

tano. Sequenti die fuit doctoratus et insignitus

che ne descrive

la vita

(Tomo

2", p.

(I. P.). 11

Mongitore

109) non dice che

egli

fu

scolare a Bologna.

22 Luglio 1573.
Dispensatum

cum

D. Petro Reggio

Panormitano

et fuit

tor Lud. Segnius. Sequenti die fuit doctoratus et insignitus,

promo(I.

P.).

6 Ag. 1573.
Fuit dispensatum

cum

D. Petro

Roida siculo

sequenti fuit approbatus et insignitus

(I.

P.).

mazariensi. Die

SICILIANI NELLO STUDIO DI

212

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

13 Ag. 1673.

cum

Fuit dispensatum

guenti die

D. Valerio

Saxo saxoritano

approbatus et insignitus.

fuit

(I.

siculo. Se-

P.).

5 Maggio 1574.
Dispensatum

fuit

cum

nobili

lohanne Romeo Barbatia

simi iuris consulti Andreae pronepote

nome

(I.

P.).

Ho

claris-

registrato questo

solo perch sotto di lui trovasi un'apologia del

famoso Bar-

bazza fatta dal Priore del Collegio a proposito del suo pronipote;
fu questi uno di coloro che eressero

il

monumento

Barbazza

al

nella chiesa di S. Petronio, siccome leggesi nella iscrizione.

14 Maggio 1574.

Fuerunt alligata puncta D. Serafino Landolino Bentivolo de


Panormo. Die sequenti approbatus et insignitus fuit (I. P.).
1574-75.
Universitas artistarum.

Ad lecturam rethoricae

D.

Petrus Rim-

baldus Siculus.

29 Aprile 1579.
Presentatus
civitate

(L

fuit D.

Pactense,

ei

Johannes Paulus de Dominicis Siculus de


assignata

puncta. Promoter R. Gozadinus.

?.).

Maggio.

Supradictus recitavit puncta ab omnibus approbatus


signitus a L. Segnio.

(I.

fuit et in-

P.).

18 Maggio 1579.
Premissa professione super religione ac

fide catholica

presen-

tatus fuit D.
sis diocesis.

213

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

SICILIANI NELLO STUDIO DI

Am. Emanuel de Terra Archaria Siculus Messanen-

Die sequenti recitatis punctis ab omnibus approbatus

fuit et insignitus

P.).

(I.

9 Die. 1579.
Premissa

fide fuit

cum

dispensatum

D.

Antonio Aurellio

culo in utroque iure. Promoter iuris can. fuit Ant.

si-

Gypseus. Die

sequenti idem sicujus fuit approbatus in utroque iure et insignitus

(I.

P.).

29
Dispensatum

fuit in

Die. 1579.

cum

utroque iure

D.

Hermodoro de Mine-

rius Trebiensi qui ad intercessionem R. D. Mentis Valentis

Bono-

niae Gubernatoris fuit denominatus a D. Ferrante Vezio et Lud.

Guzadino in utroque iure. Poster die idem Hermodorus post


ganter recitata puncta
atque insignitus

(I.

post

et

examinationem

ele-

approbatus

fuit

P.).

1580-81.

Universitas

Ad lecturam

artistarum.

Monasterius siculus

philosophiae D. Petrus

(D. R.).

22 Aprile 1580.
Dispensatum

cum

D. R.

Andreae

natus, approbatus et insignitus fuit

Siculo, die
(I.

sequenti

exami-

cum

D. Hie-

P.).

20 Maggio 1580.
Habita relatione et professione

ronimo Lanza

siculo et habuit

21

Idem
et

fidei

promotorem

(I.

P.).

D.

Gipseum

(L P.).

Maggio 1580.

recitatis punctis et seguita

insignitus

dispensatum

approbatione

fuit

doctoratus

214

BOLOGNA

SICILIANI NELLO STUDIO DI

27
Facta prof,

cum

R.do

(I.

admodum

D.

Ve-

post recitationem fuit

spasianio Staitio messanensi. Die seguenti

approbatus et doctoratus

MEDIO EVO

Sett. 1580.

dispensatum

fidei fuit

IfEL

P.).

15 Dio. 1580.

Dispensatum

fuit

cum

D. Alphonso Gratias siculo etc. Die se-

guenti post notabilem et doctam punctorum recitationem fuit ap-

probatus et insignitus a D. Gozadino

(I.

P.).

17 Pebbr. 1581.
Fuit present. D. Annibal de Nutio Salemitanus siculus et puncta

habuit assignata Die seguenti

approbatus et insignitus

fuit

6 Maggio

(I.

B.).

1581.

Nicolaus Nobilis Siculus dottore in Teologia (A. D. G.

T.).

13 Aprile 1583.
N. D. Annibal de

Afflictis

Messanensis

diocesis

Siculus presentatus ac dispensatus. Seguenti die


et insignitus

(I.

P.).

Il

Mongitore

parla di un Annibale de
guel tempo,

ma

Afflictis

Bibl.

Sicula,

panormitanus

fuit

Tomo

approbatus
1"

p. 37^

studente di diritto a Bologna, di

lo dice palermitano.

24
Fuit presentatus

Ott. 1583.

Multum Reverendus

D. Baldassar

culus etc.

Die seguenti approbatus ad insignitus

(I.

P.).

Campi

si-

SICILIANI KELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

215

''

1583-84.

Ad lecturam philosophiae Tomas Baro-

Universitas artistarum.

nius panormitanus (D.

R.).

Maggio 1584.

17

Presentati D. D. Gerardus et Franciscus

Gartia Siculi panor-

mitani fratres.

Premissa

fldei prof. etc.

puncta assignata

fuerunt

P.)

(I.

18

Maggio 1584.
Post recitationem punctorum approbati

fuerunt

(I.

doctorati

et

insigniti

P.).

4.

Giugno 1584.

D. D. Bartholomeus et Augusti nus

panormitani premissa

fidei prof. disp.

de

fratres

fuerunt.

Gavaggis

(I.

siculi

P.).

5 Giugno 1684.
Supradicti approbati fuerunt et insigniti.
11

puncta

signitus

(I.

assig.

P.).

Dicembre 1585.

Presentatus D. Nicolaus Marsimilianus


et

(I.

Et die seguenti

recit,

siculus

panormitanus

punctis fuit approb.

et in-

P.).

23 Aprile 1586.
Premissa professione

fidei fuit

presentatus D. Scipio Interlan-

dus siculus. Die seguenti approbatus et insignitus

fuit

(I.

P.).

17 Marzo 1587.
Precedente prof,

fidei

presentati sunt. D. D. Nicolaus et D. An-

dreas fratres de Fornariis Siculi


approbati fuerunt et insigniti.

(I.

Et die seguenti in utroque iure


P.).

216

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

28 Aprile 1587.
Rev.di
et

admodum

Don Johannes

et illustrissimi

Don Hyeronimus Marchettis

Gottonius Messanenses presentati sunt in utroque

iure et die sequenti approbati fuerunt

P.).

(I.

Sett. 1587.

D. Paulus Siculus puncta recitavit et fuit approbatus

gnitus

(I.

et

insi-

?.).

1589-90.

Ad lecturam voluminis

Universitas iuristarum.

D.

Andreas Mon-

tesorus panormitanus (D. R.).

1589-90.
Universitas iuristar um.

Ad lecturam

decreti D. Gaspar

Monti-

fredus Siculus (D. R).

7 Aprile 1589.
Post professione

fidei fuit present. D.

lohannis Baptista de lu-

decibus Siculus. Die sequenti approb. et insignitus fuit

(I.

P.).

28 Aprile 1589.
Dispensatum

fuit

cum

puncta. Sequenti die

fuit

I).

losepho de Aiuto siculo et fuer. assign.

approb. et insignitus

(I.

P.).

23 Magerio 1590.
Dispensatum

fuit

cum

D.

25
Dispensatum

cum

I>.

Andrea Memiseno Siculo

(I.

Maerffio 1590.

Paulo Matheo Messinensi

(I.

P.).

P.).

SICILIANI NKLLO STUDIO DI

217

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

25 Maggio 1590.
Premissa professione

normitanus

(1.

Petrus de Doininus pa-

fidei pres. fuit D.

P.).

26 Maggio 1590.
Supradictus puncta recitavit et optime se gessit
(I.

fuit

approbatus

P.).

Marzo 1592.
(manca

Disp. fuit D. Petrus

siculus. Die seguenti recitavit et fuit

cognome) panormitanus

il

approbatus

(I.

P.).

16 Ott. 1595.
Disp. fuit

cum

D. Petro

Durante siculo

(I.

P.).

27 Luglio 1595.
Post

ragusa

fidei prof, fuit pres. 111. D.

Guiglielmus de

Cilesiis

de Si-

P.)

(I.

28 Luglio 1595.
Supradictus puncta recitavit et optime se gessit
tus et insignitus

(I.

fuit

doctora-

P.).

13 Ag. 1597.
Present. fuit Mag. D. lohannes
sis (sic)

(I.

Andrea

Milici Siculus mcesinen-

P.).

14 Ag. 1597.

Recitavit et optime se habuit approb. et insignitus fuit in for-

ma

(I.

P.).

13 Ag. 1597.
Presentatus
nensis

(I.

P.).

fuit

Mag. D. Franciscus

Tegitanus siculus mesi-

218

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

14 Ag. 1597.
Franciscus Tegitanus optime se habuit in examine
tus in forma

(I.

et

insigni-

et

insigi4-

P.).

5 Maggio 1598.
Doctoratus D. Mag. D. Ludovicus Blisetus Siculus
tus a R.do D. Monsigliarense

(I.

P).

Niccol Bodolco
Studente di filologia
della R.

Universit di Bologna.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

219

INDICE DEI NOMI

(avendo disposto i documenti per ordine cronologrioo, accanto al


nomi metto solo l'anno in cui questi nomi appaiono nei documenti riportati).

Adam

scalus 1492.

Annibale da Messina 1583.

Afflictis (de)

Agliata Gerardo da Palermo 1435.

Aiuto (de) Giuseppe 1589.

Alexandria (de) Antonio 1462.

Ancona Antonio da Palermo


Andrea

B....

da

Sicilia 1394.

Andrea 1411.
Andrea 1415.
Andrea da Trapani
Andrea 1497.
Andrea 1580.

1418.

Angelo 1494.

Angelo 1505.
Antonio 1392.

Antonio 1404.
Antonio 1431.
Antonio 1443.
Antonio 1476.
Antonio 1541.
Ansaldis (de) Egidio 1487.

1533, 1542-43.

220

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Anselmi Andrea 1499.


Arnoldo 1487.

Asmundo

(de) Niccol 1441.

Aurellio Antonio 1579.

Aurispa Giovanni da Noto 1393.

Avarra Francesco da Palermo 1558.

B
Ballo (de) Sanctio 142o.

Barbazza Andrea da Messina 1439.


Bardi Antonio 1513.

Tommaso da Palermo 1583.


Bartolomeo da Gastrogiovanni 1554.
Baronio

Bartolomeo da Palermo 1450.

Bartolomeo da

Sicilia 1465.

Battista da Sicilia 1451-52.

Battista 1455.

Benedetto 1407.

Benedetto 1456.
Berleonibus (de) Pietro 1419.
Bertuccio 1398.
Biscardi Giovanni di Antonio 1530.

Bologna Antonio 1420.


Bologna Francesco 1555.
Bologna Giuseppe 1554.
Bologna Giliberto di Francesco 1533.

Bologna Ottavio 1573.


Bonacosta (de) Pietro 1453.

Bonanno Matteo
Bonanno Matteo
Bonanno Iacopo

1345.
di

Benedetto 1391.

1444.

Bonbello Matteo 1389.


Bonifaciis (de) Matteo 1394.
Bliseto Lodovico 1598.

Blusco 0. Battista da Palermo 1570.

Branchie Simone 1534.


Baccio de Co de Ci vitella da

Sicilia 1398.

Bardraglio Giovanni Aloisio 1567.

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

o
Camarrano Antonio 1559.
Camerate Girolamo 1562.
Camplo (de) Francesco 1452.
Campi Baldo 1583.
Capice (de) Giovanni 1331.

Capronna

(de)

Guidone

di

Antonio 1446.

Caribdo Alfonso 1514.


Cassetta Salvo 1483.

Cavaggis (de) Agostino da Palermo 1584.


Cavaggis (de) Bartolomeo da Palermo 1584.
Chiotta Giuseppe 1584.
Ciccofello Giuseppe 1583.
Cilesiis (de)

Guglielmo da Siragusa 1595.

Ciro Iacopo da Mazzara 1571.

Clavicha Vincenzo da Marsala 1567.

Compagno

(de)

Antonio di Andrea 1427.

Corsicto Antonio 1479.

Costa (de) Giovanni Martino 1446.

Costanzo (de) Iacopo di Angelo 1434.


Cossitto Giovanni 1468.

Cottonio Giovanni da Messina 1587.

Crescimbeni Andrea 1487.


Crispi

Tommaso

1384.

Cristoforo da Sicilia 1500.

Damiano da

Sicilia 1456,

Dominicis (de) Giovanni Paolo da Patti 1579.

Dominus

(de) Pietro

Dui'ante Pietro 1595,

da Palermo 1590.

221

222

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

E
Emanuele da terra Archaria da Messina
Enrico da Palermo 1422.

P
Falco Orlando da Girgenti 1512.

Faraone Antonio da Messina

1553,

Farfaglia Giovanni 1428.

Fazono Antonio 1558.


Federico da Sicilia 1340.
Felice da Messina 1540.

Ferdinando da

Sicilia 1488.

Ferdinando 1429.
Ferro Pietro da Trapani 1558.
Filippo da Messina 1385.

Filippo da Sicilia 1417.


Filippo 1494.

Firmatura Vincenzo 1569.

Fora Iacopo

1428.

Fornariis (de) Andrea 1587.


Fornariis (de) Niccol 1587.

Francesco da

Sicilia 1408.

Francesco 1422.
Francesco 1475.

G
Gabello Antonio da Girgenti 1571.

Gaberratis (de) Niccol 1346-47.

1579.

SICILIANI KELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Gacio Girolamo d'Aidone 1571.

Gado da

Sicilia 1389.

Gaeta Vincenzo da Mazzara 1571.


Gallo Antonio 1505.

da Palermo 1552.
Garrone Girolamo da Palermo 1553.
Garzia Gerardo da Palermo 1584.
Garzia Francesco da Palermo 1584.
Galli Paolo

Georgis (de) Girolamo da Girgenti 1571.


Giacalone Niccol da Marsala 1566.
Giglio Antonio 1478.

Giorgio da Sicilia 1491.

Giovanni .\ntonio 1569.


Giovanni da Catania 1467.

Giovanni Domenico 1561.


Giovanni da Girgenti 1418.
Giovanni da

Sicilia 1344.

Giovanni 1398.

Giovanni 1405.

Giovanni 1458.
Giovanni 1483.

Giovanni da Trapani 1416.

Girolamo da

Sicilia 1408.

Giuseppe del maestro Andrea 1562.


Giudice (de) Antonio 1468.
Giudice (de) Giov. Battista 1589.
Giuliano da Sicilia 1538.

Gofredo da

Sicilia 1433.

Grazia (de) Alfonso 1580.

Grazia (de) Giov. Pietro da Palermo 1572.

Gregorio Giovanni 1455.


Gregorio da Sicilia 1497.

Grimaldo Francesco da Messina 1558,


Gualterio da Sicilia 1421.

Guglielmo da'Sicilia 1392.


Guglielmo 1394.
Guglielmo 1446.

223

224

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Iacopo da Sicilia 1378.


Iacopo 1393.
Iacopo 1451.
Iacopo da Palermo 1438.
lalona Giov. Battista da Mineo 1566.

Ingrassia Filippo 1535.

Intarlando Scipione 1586.

Lacosta (de) Giov. Martino da Siragusa 1446.

Lampusa

(de)

Leonardo

1429.

Landolino Bentivoglio Sereflno da Palermo 1574.

Lanfranco Dionisio da Palermo


Lanza Girolamo 1580.
Leonardo (de) Bartolomeo 1420.
Leonardo (de) Simone 1424.
Leonardo da Sicilia 1448.
Lilio Vincenzo 1570.
Luca da Sicilia 1431.

1571.

M
Macron Michele

1467.

Mancini Francesco

di

Antonio 1417.

Mangiagatta Matteo 1428.

Maranis

(de)

Francesco 1422.

Marsimiliano Niccol da Palermo 1585.


Marchioti Antonio 1446.

Marescalchi Francesco da Termini 1569.


Marellio Giov. Vincenzo 1566.

Marchetti Girolamo da Messina 1587.

Mario da

Sicilia 1513.

Matteo 1424.

Maaras

1389.

SICILIANI KELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

225

Melanense Francesco da Messina 1564.

Memisem Andrea
Michele da

1590.

Sicilia 1446.

Milici Giov. .\ndrca da Messina 1597.


(de) Ermodoro da Trabia 1579.
Monari Tommaso 1554.

Minerio

Monasterio Pietro 1580.

Montauro Giuseppe 1566.


Montesoro Andrea da Palermo

1589.

Montefredo Gaspare 1589.


Mosbello Antonio da Palermo 1566.

N
Naro Filippo

1417,

Niccol da Sicilia 1364.

Niccol 1382.
Niccol 1388.
Niccol 1412.
Niccol 1420.

Niccol 1465.

Niccol 1541.
Nicoloxius 1408.

Nobile Niccol 1581.

Nuzio

(de)

Annibale da Salemi 1581.

Pace Giovanni Antonio 1416.


Paolo da Sicilia 1422.

Paolo di Benedetto 1494.


Paolo Giulio di Aidone di Catania 1571.
Paolo da Sicilia 1587.

Paolo Matteo da Messina 1590.

Paternione (de) Benedetto 1456.


Pepoli (Sieri) Francesco da Trapani 1567.
Pepoli (Sieri) Antonio da Trapani 1573.

Peronus

1388.

Peruzzi (de) Antonino 1428.


Arch. Stor. Sic. N. S. anno

XX.

15

SICILIANI NELLO STUDIO DI

226

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Pesce (dal) Giovanni 1394.


Pesce (dal) Andrea 1428.
Pietro da Sicilia 1425.

Pietro 1428.
Pietro 1430.
Pietro 1452.
Pietro da Palermo 1592.

Pisani (de) Pietro 1454.


Polastra Niccol da Palermo 1507.
Polito Marsilio 1568.

Pozzo

Corradino di Matteo 1531.

(dal)

Pulcio (de) Filippo 1543.

R
Randazzo Iacopo 1420.
Raynerio da

Sicilia 1395.

Raynerio 1430.

Kaone Iacopo

di

Bartolomeo 1385.

Regitano Giov. Domenico da Messina 1565.

Reggio Pietio da Palermo 1573.


Richo Filippo 1336.
Richo Bertino 1336.
Richo Antonio di Niccol 1428.

Rimbaldo Pietro

1574.

Rinerio da Sicilia 1393.

Rizzo Niccol 1418.

Roberto da
Rodolfo

Sicilia 1428.

149..

Roiua Pietro da Mazzara 1573.

Romano

Scipione da Palermo 1568.

Romansolo Giovanni

1548.

Rossi Giovanni 1513.


Rossi Antonio di Simone 1533.

Rulteo Giuseppe 1569.

s
Sacca Antonio 1418.

Sacca Antonio 1432.

SIOILIAM NELLO STUDIO DI BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Sala Giovanni 1344.

Salamone Antonio 1432.


Salerno Antonio da Messina 1565.

Salimbene da

Sicilia 1390.

Sanobies Ludovico di Luigi 1527.

Sanseverio Francesco 1531.

Sansone Bartolomeo da Mazzara 1570.


Saxo Valerio da Sciacca 1573.
Scalis (de) Peroto 1505.

Scoglio Giovanni 1418.

Sebastiano da Sicilia 1492.

Senatore da Sicilia 1417.


Settimo Niccol 1455.
Settimo Niccol di Giovanni di Aloisio 1528.
Sevalta Giovanni Matteo 1572.

Simone da

Sicilia 1469.

Socino Celso 1551.

Socino Pietro di Andrea 1569.

Soldano Giovanni 1569.


Staiti

Girolamo da Trapani 1572.

Staiti

Vespasiano da Messina 1580.

Stalisco

Andrea

1471.

Stagno Pantaleone 1440.


Strongillo de Federico 1336.
Subtili

Lorenzo 1566.

Taddeo da

Sicilia 1385.

Taglia via Pietro 1300.

Tegitano Francesco da Messina 1597.

Tempio

(de)

Francesco 1441.

Tedeschi Niccol 1432.


Teodessis (de) Giovanni 1430.

Teoderico da

Sicilia 1490.

Terana Enrico di Giovanni 1424.


Terranova Antonio 1444.

Terranova Bartolomeo 1444.


Tirreno Niccol di Vincenzo 1566,

"Tommaso da

Sicilia 1446.

Triccario Leonardo da Terranova 1569.

227

228

SICILIANI NELLO STUDIO DI

BOLOGNA NEL MEDIO EVO

Valente da Sicilia 1476.


Valentino da

Sicilia 1476.

Vincenzo 1539.
Vita (de) Pietro 1420.
Vitali Cde)

Francesco 1369.

Zacchia Giovanni da Palermo 1507.

Zerbino Michele 1567.


Ziotta Giovanni Paolo da

Zordano

(de;

Palermo

Ansaldo 1336.

1566.

MISCELLANEA
BERNARDO TORNAMIRA
Benefattore della Biblioteca di San Martino delle Scale

Unicuique saam.

Tra i benemeriti degli studj in Sicilia, per aver cooperato allo


incremento delle librerie monastiche allorch delle pubbliche si
sono a giusto titolo da' nostri storici annoverati
pativa difetto
,

Stefano D'Amico, Pier Antonio Tornamira, Zaccaria Piatamene,

eonte Gaspare Orioles, Michele Del Giudice e


gelista e Salvatore

Maria Di

cure indefesse

le cui

somma

la

sal

biblioteca di

fratelli Giov.

il

Evan-

Blasi, pe'l cui munifico affetto e

per

gradatamente a ricchezza e importanza

San Martino

Scale

delle

donde poi non

poche dovizie provennero alla Nazionale di Palermo.


Or a quelli vuoisi aggiungere un altro benefattore, fin qui ignoto
non essendone fatta neppur mensione dal secondo de'
del tutto
;

due prelodati Di Blasi

che

di quella celebre libreria

al cui rin-

novellamento tanto contribu, diede fuori una diligentissima relazione

(1).

egli l'alcamese

Giaconia

ci)

ne

di

quella

Bernardo Tornamira
famiglia (2)

quarto

baroni di

Negli Opuscoli di autori siciliani, voi. XII

Palermo 1771, pagi-

1-214.
(2) li

fegho della baronia di Giaconia con titulo di barone era stato

acquistato da sua Gatholica

Maest e R.

C. infeudato et concessoci

Privilegio dal padre di Bernardo, Giovan Vincenzo

me

tra'

quale la biblioteca del mona-

al

dichiarato nel costai testamento

bardo

di

agli atti del

per

Tornamira sicconot. Lorenzo Lom,

Alcamo, con data del 21 ottobre 1644; e ci nel 1633, giusta atto

del 19 dicembre di quell'anno, presso

il

not. Giambattista

Brocco

di

Pa-

230

MISCELLANEA

San Martino non dovette meno che allo infaticabile storico ed agiografo fratello di lui nominato pur dianzi.
Imperocch, se vero che questi, non perdonando a spesa e
fatiche, giunse a formarsi una libreria di oltre a tre mila volumi,
che chiam Gregoriana e morendo lasci al detto monastero, costero

me

di

scrisse

il

Mongitore

disporre appena

nunzia

vero altres che egli,

quale potea

il

nell' atto di ri-

paterna e materna stipulato innanzi alla sua

eredit

all'

(1)

once venti annuali riserbatesi

di

professione monastica (2) , ci fece col concorso e in conformit


a' voleri del barone suo fratello
a cui il ricco censo venutogli
,

dal genitore

dallo

zio

Pietro Tornamira (3) insieme alla dote

recatagli in casa dalla consorte

maso

Anna Vazzio

Segretario del Sant' UflBzio (4)


gl'impulsi del cuore magnifico.
,

Pitacchiolo di

dava modo

come stanno le cose.


Aveva Bernardo una libreria meglio che non

Tom-

assecondare

di

Ecco, infatti,

un

privato
co'

fali

si

per

gli arredi, consistenti in

opere contenutevi

le

ben quarantasei

piedi di cipresso lavorati al tornio

legname parimenti tornito

dello stesso

per

rispettivi

indifferente per

che pu

scaf-

un tavolo

g dodici ritratti di giuristi;


dirsi abbracciassero tutto

lermo. Passato quindi per successione ereditaria al primonato di Giovan


Vincenzo per nome Antonio e poi al costui unigenito Giovan Vincenzo,

pervenne nel 1654 a Bernardo.


(1)

A. Mongitore, Bibi. Sic,

(2)

Ved. quella rinunzia

t.

II,

p. 129.

eh' egli rogava ex eo quia de

proximo

et

infra pancos dies intendit in Religione praeditta et in Monasteri praeditto professionem Tacere, in data del 26

sterium Sancti Martini de Scalis Pan.

dicembre 1641

, agli atti del noi.

apud Mona-

Lorenzo Lom-

bardo.
Dal genitore

ebbe poi

il

p. d.

quanta per una volta. Ved. testam.


(3)

Vedi

il

Vedi

il

cit.

costui testamento, con data del 14

negli atti del not. Giuseppe


(4)

Pier Antonio un legato di once cin-

Lombardo

contratto matrimoniale,

nia in Palermo con

la

dati

il

1648, pubblicato

fitto

agli atli del not. Carlo Cata-

del 25 gennaio 1605, riportato a ce. 314 e

segg. del volarne di minute del not. Giuseppe


indizione.

maggio

15 settembre dello stesso anno.

Lumbardu

del 1054-55, 8^

231

MISCELLANEA

essendovene di legge civile e canonica

quanto

lo scibile

sofia e

matematica,

morale,

di teologia scolastica e

di belle lettere, spirituali

di storia sacra e

di filo-

di santi padri,

profana

di

gramma-

tica e rettorica, e di tante altre materie.

dopo che

Alcuni anni

fratello ebbe

il

Martino, dove avea pronunciato

nome

mo

fermato stanza in San

suoi voti religiosi,

assumendo

il

Antonio da Palermo per essersi dalla nativa AlcaBernardo, in

di Pier

trasferito sin da' teneri anni (1) in quella citt;

segno del suo affetto grandissimo e della sua gratitudine per non
pochi favori avutini, concesse a lui l'uso di quella libreria.
Di

a pochi mesi, poi, novelli beneficj avendone ricevuto, volle

li

con nobile e gentile pensiero la sua riconoscenza sempre pi viva


far manifesta insieme alla sua devozione verso quel Gregoriano

monastero

che in una agli studj occupava dell'animo del diletto

parte maggiore.

fratello la

marzo

atto pubblico dell'll

Pier Antonio
tutti quegli

alla costui

cui la

di

altri libri

fece

appunto donando

1655, l'anzidetta libreria al

quindi

porcile

questo

denaro che a

tal effetto ei gli

all'abbazia di

San Martino.

si

con

padre don

morte ne passasse

con

sarebbe accresciuta merc

il

avrebbe annualmente somministrato,

La donazione era subordinata a varj patti che leggonsi nel


documento precitato di cui omesse alcune formolo notarili , do
qui in sguito il testo, a conferma delle superiori notizie da esso
,

desunte.

Due

fra quelli giova, intanto, osservare:

il

primo, che

nata libreria dovesse intitolarsi Gregoriana e che

la do-

quando

la si

unisse alla libreria grande del monastero, tal titolo avesse a estendersi a questa; e l'ultimo, che, ottenuta dal

nica a

Nel

(1)

male

nome

il

del

sopracitato

cognome

Papa

bolla di

atto di rinunzia all'eredit

Petrus Tornamira

Utriusque duris doctor

stra com'egli si dichiarasse

in San Martino, per

la

il

suo

nome

e.

569).

battesi-

preceduti dal titolo accademico

son seguiti da un

Civis Pan.

>,

che dimo-

palermilano gi prima della sua professione

sua residenza in Palermo sin

dalla sua tenera

et (come scrisse Ignazio Db Blasi nel Discorso storico della

Alcamo, ms.,

scomu-

donante e del donatario contro chiunque da quella

citt di

232

MISCELLANEA

avesse estratto de'

libri, si

dovesse affggervela alle porte, accioc-

vi rimanesse la memoria del suo fondatore


Donde appar manifesto come anco la denominazione

ch

della

li-

breria fosse dovuta a Bernardo Tornamira; e che assegnare a lui

una parte

di quella

benemerenza, con cui

il

nome

del fratello abate

Pier Antonio passato alla storia, sarebbe atto di giustizia

distri-

non men che di ossequio al desiderio espresso dal liberale


magnate che del suo dono fosse durata notizia nel memore pen-

butiva,

siero de' posteri.

Francesco M. Mirabella.

o(^e^<<^|J^i^^^o

233

MISCELLANEA

DOCUMENTO

Die undecimo martij octavae inditionis millesimo sexcentesimo quinqua-

gesimo quinto.

Gum

Don Bernardus Tornamira baro


nimium amorem et raaximam benevoleatiam quem et quam semper gessit et gerit erga Reverendum patrem don Petrum antonium a Panormo eius fratrem monacum ordinis
sit

quod mensibus

praeteritis

laconiae considerans et actendens ad

sancti benedicti congregationis Cassinensi professum in Gregoriano

Mo-

nasterio sancti martini de scalis panormi et ad nonnulla satis grata et

patrem don Petrum antonium


concessit ipsi patri don

accepta servitia et benefltia per dictum


Bibi multipliciter praestita ut

Petro Antonio a Panormo

beneplacitum tunc

dicti

gratus

reddatur

usum unius

Don Bernardi

librariae ipsius

Don Bernardi ad

consistentis dictae librariae vulga-

con

li

suoi piedi di

cipresso lavorati allo torno un boJfettone pure di cipresso

lavorato co-

loquendo in

rit

me

scaffl

sopra et dodici

casse quaranta sei di

ritratti di dottori di lege

libri di lege civile et

canonica in

di Teologia scolastica et

morale

libra

quale libreria consiste in

libri di fllosofla et

in santi padri

in

in libri spirituali in libri di historie cossi sacre


di

grammatica

et benefltia

et rettorica et di altri et

matematica in

libri

libri

di belle lettere

come profane

in libri

etiam ob nonnulla nova servitia

per dictum patrem don Petrum antonium praestita ipsi Don

Iratri volens itaque dictus Don bernardus reddere se magratum erga dictum patrem don Petrum antonium eius fratrem et
praedictum eius Gregorianum Monasterium sancti Martini proprium innatum aflfectum et devotionem quem et quam gessit et gerit dicto Gregoriano ipsius fundatorie propterea ad infrascrittam donationem dictae

bernardo eius
gis

librariae fuit per

modo

dictum Don bernardum deventum prout devenit pr

ut infra.

Ideo hodie praetitulato die praedictus

laconiae huius civitatis

Don Bernardus Tornamira baro

Alcami mihi notano cognitus coram nobis ea

donatione quae dicitur pura simplex et inrevocabilis Inter vivos perpe-

234

MISCELLANEA

modo

tuo valitura et duratara et omni alio meliori

niam

sic voluit itaque

sibi

et

nomine

quo-

et

tamen

Aeri placait et placet preacedentibns

prius infrascrittis pactis clausolis et conditionibus ut infra quibus et eis

praecedentibus

mediantibus ad praesentem donationem intelligatur

et

deventum per dictum don Bernardum alioquin non devenisset nec


deveniret et non aliter nec alio modo pr causis praedittis superius exet sit

pressatis per se suosque sponte donavit et donat et virtute et causa ipsius donationis habere licere concessit et concedit

patri

Don Petro antonio a Panormo

praeditto

eius fratri ordinis

Reverendo
sancti

praeditti

monaco protesso in praeditto Gregoriano Monasterio sancti Martini de scalis panormi nec non et praeditto Gregoriano Monasterio sancti martini me notarlo pr eis et eorum
benedicti consrresrationis cassinensis

quolibet stipulante et recipiente supradittam librariam de qua fuit con-

cessum usura

ipsi patri

Don Petro antonio per dittum bernardum ad


consistntem modo et forma et

eius beneplacitum ut supra declaratur


in libris ut

supra expressatis

et

declaratis

ad praesens in posse

ditti

patris don petri antonij et in praeditto monasterio sancti martini.

Quam quidem

librariam ut supra donatam etc.

de quibus

Pacta clausoles et conditiones

tum Don Bernardum deventum pr

mentio

superius

facta fuit

praesentem donationem per

et eis praecedentibus et mediantibus ad

omni

beantus et censeretur repilogata et replicata in

verbo

et singulo

non aliter nec alio modo videlicet


sudetta libraria imperpetuo s'habbia da chiamare et

et parte praesentis donationis et

Et primo che

la

intitolare la libraria Gregoriana

d'esso donatario

dit-

quae ha-

ut supra sunt infrascritta

come

si

che nel caso che doppo

et

dir appresso

d'esso gregoriano monastero tutta

s'

unir con

la

morte

la

grande

libreria

sudetta libraria s'habbia da intito-

la

lare la libraria Gregoriana.

Cum
di

Pacto che mentre campa esso padre Don Petro antonio n'habbia

bavere l'uso libero senza che ninno

esso monastero
tal

superiore

congregatione cassinese possa

officiali.'

monaco

di

impedirlo privarlo di

uso che habbia di tenere detta libraria appo di se e che sia obligato

ogni anno spendere in compra di

donante

li

libri

tutto

danaro che

quello

d' esso

sar dato questo effetto e questo per l'acriscimento

Gregoriana libraria e che possa e

sia

li

biare vendere e comprare tutti quelli


biare vendere per

impedito da

comprami

altri et

lecito

libri

mentre campa

che

bavr recevuto et

di quello

da

n'havr

cam-

parer deversi cam-

questo senza che ni possi essere

niun superiore inferiore no altro

congregatione et non ni habbia

li

d' essa

di

di

esso

monastere

et

rendere conto ninno del danaro


fatto et partendosi

di

detto

mona-

stero trasferendosi in altro monastero di essa congregatione Ganga et

235

MISCELLANEA

membro

martino che seco possi asportarsi quelli

di santo

cer e parer per uso proprio

nome

col

dummodo

che detti

libri

pia-

li

siano segnati

libri

Gregoriana e monastero di santo martino per

di essa libraria

ritornare nel caso di morte ad essa libraria e gregoriano

Monastero di

santo Martino secondo l'uso et consuetudine d'essa Congregatione che

nome

libri signati al

doppo

la

monastero

del

morte de monaci ancorch

li

professione quello ritornano

di

fuori

sia

il

monastero

di sua pro-

fessione.

Che durante
unire con

vita

la

la libraria

don Petro antonio non

esso padre

di

Che detta libraria da niuno superiore inferiore


in altra persona tanto Ecclesiastica quanto secolare

come

esso monastero

di essa

stolica in tutto

s.

si

moaaco

oileiale

regolare cossi di

Consenso della sede apo-

di

ne in parte tanto in vita quanto doppo

patre don Pietro antonio

Gregoriano di

possi

congregatione Cassinense sotto qualsia pre-

forma tenore ne sutterfugio etiam

testo

si

d'esso Gregoriano monastero.

la

morte

d' esso

possi estraere alienare d' esso monastero

martino essa libraria ne quella transferire ad altro

monastero d'essa Congregatione eccettuato in dui casi primo nel caso


che

si

levasse l'habitatione de monaci

et la libraria

di

le superlettili

monastero in altro monastero

esso

monastero di

d'esso Gregoriano

santo martino et fussero transferite tutte

sacre et profane
in tal caso si

et

possa trasferire et collocare in quel istesso monastero assignato per

nova habitatione
detto patre

del

Convento

Don pietro antonio

rito santo d'esso Gregoriano

di

s.

martino

la

secondo nel caso che

et

facesse residenza nella

Gangia dello

spi-

monastero hospitio che possa esso padre

detta libraria suo beneplacito

quella

in

trasferirla

per

uso

suo per

mentre durir la sua vita e doppo la sua morte debba ritornare al sudetto
monastero Gregoriano di san martino per 1' uso comune de' monaci e
padri di esso monastero a' quali esso donante la dona li quali l'habbiano
ad unire

et

incorporare con

tenerla separata in altro

me

si

d' esso

trova hoggi ben vero che se detto

parer che detta

Gregoriana libraria

si

nel caso che morisse nel monastero di


spirito santo overo ivi
ficio di quelli

si

sendo ancora quella casa


di

si

doppo

trovasse di lasciarla in quel

membro

loro

sua morte

luogo per bene-

uso et Commodit es-

esso monastero et

di

la

martino detta Gangia dello

li

monaci

figli

san martino sia in sua libert di dichiarare o in

vita o in articulo mortis


sciarla in san

s.

padre Don Pietro antonio

trasferisse

padri che ivi risedino et per

parimente professi

za che

Grande d' esso monastero overo


monastero loro ben visto co-

la libraria

luogo

martino o

qual fosse

l'

intentione d'esso donante di la-

di collocarla in quella

possi estraere da quella nel

modo

si

Gangia imperpetuo sen detto dal monastero di

236

8.

MISCELLANEA

martino

medesme

et sotto le

dichiarar qual

habbia facult di

prohibitioni et di pi

fosse la intentione d'esso donante chi bocca

si

l'ha co-

manicato come quella di sopra nel caso che la sudetta libraria Gregoriana s'unisse con quella del monastero di quello se ne deve fare delle
piedi boflfettoni et quadri

scarti

che saranno in ambe


congregatione

si

membro

dello

delli

dupplicati cio di

libri

quelli

a beneficio di qual monastero d'essa

monastero

martino devon cedere

di san

intendano acquistati per uso di quei monaci professi del Gregoriano

monastero

di santo martino.

Che per
riana

la

Conservatione et

martino n'habbia
applicati et

quanto

manutentione

biblioteca Grego-

d' essa

Don Pietro Antonio overo il monastero di san


ottenere scommunica contro li estraenti che pr-

sudetto padre

il

d'

tendessiro estraere libri d' essa

et

le librarie et

l'

tanto

libraria

li

presenti libri quanto

applicandi in futurum cossi di esso

donante ad instanza

d'altri et d'esso

donatario acci in essa libraria vi sia

r habbia d'affigere

la

memoria

alle porte et l'istesso si

unisse con l'altra libraria d'esso

di esso

padre don pietro


donante et di esso

del

suo fundatore et

debba fare nel caso che

monastero. Et nel caso che

venisse in praemissis vel praemissorum

aliquo

da

goriano di san martino et detto padre


l'uso di essa libraria et

Gommodit

per benefcio del quale esso donante

la

modo

li

patti sudetti ipso facto si

si

del-

detto di sopra

dona praesentialiter

esso Gregoriano monastero, o vero dalli superiori non


tare sotto

monastero gre-

don pietro venisse privato

di stud-are nel

si

contro-

de superiori

parte

inferiori officiali et altri ministri d'essa congregatione et

si

et

doppo ad

volesse accet-

intenda acquistata et donata

alli

padri cassinensi canonici regolari del monastero di santa maria di morriale et per loro

comune uso

braria dalla quale non

si

et

che l'habbiano da unire con

la

porte d'essa libraria habbia no da tenere conto et

memoria

li-

di esso do-

nante et della eretione di essa libraria Gregoriana con afflgervi


della prohibitione della

loro

possa alienare ne altrove trasferire et che alle

estratione

de' libri

la

che forse allora sar

nata dalla sede apostolica et ex nunc pr ut tunc

se ne

fa

bolla
otte-

donatione

irrevocabile.

Praesens propterea et sollemniter

etc. etc.

renancians omnibus excep-

tionibus etc.

Et specialiter

cum iuramento

etc. etc.

Volens et mandans dittus donator quod praesens donatio possit et valeat insinaari et registrari etc. etc.

FA praeditta attendere etc.

Et iuraverunt etc.

Unde

etc.

237

MISCELLNEA

Testes Sacerdotes

Don Andreas

et

Don Franciscas de Giacomo

fratres

et notarius baldassar la perna.

Io D.

pra

Bernardo Tornamira Bar. ne di

Giacoma

confirtno

ut

su-

().

(Dalle

Minute

di not.

Giuseppe Lombardo,

1654-55, Vili indizione, carte 380-4).

<SX^^>-

(*)

Autografo.

di

Alcamo

voi. dell'anno

DELLA COSTRUZIONE
Affidata da

UN MOLO

DI

Emmanuele

IN

CEFALU

Filiberto di Savoja

ad Ottavio d'Arag<jna

Fra

Secreteria del regno di Sicilia,

registri della Real

l'Archivio di Stato

in

nel-

Palermo, e propriamente nel registro

di

num. 41 dei dispacci viceregii del 1622-23, a fog. 238, ne trovo


uno del principe Emmanuele Filiberto di Savoja, vicer in Sicilia,
ai giurati di Gefah, in data di Palermo add 9 del dicembre del
1622, per la costruzione da farsi di un molo in quella marina.
vantaggio

Scrisse egli loro pertanto che in servigio del re ed in

del regno e degli abitanti di quella terra, perch vi avessero ap-

prodo e difesa con galere e vascelli, desiderava che si facesse il


detto molo nel sito pi opportuno. Laonde per osservare e considerare all' uopo un tal sito e per valutare preventivamente il

tempo

non che

e la spesa del lavoro,

informarlo
tieri e

Ma
a 5

di

di

quanto

li

appuntino quant'

apprestamenti di pietra,

potrebbero

materiali e altri mezzi, che col

don Ottavio d'Aragona, a cui

gli

detti giurati

aversi, vi

mandava

dovesser prestarsi per

avrebbe richiesti e per eseguir volenscopo avrebbe loro ordinato.

egli a tale

quel molo non fu pi costruito, giacch prima di un anno,

settembre del 1623, cess di vivere

palermitano, che aveva avuto affidata


e prima poi di un

altr'

1624, mor di contagio

anno
il

siccome noto

principe

Emmanuele

che l'aveva ordinata. Del qual principe,


cretano Antonio Navarro de la Rategui
16 del precedente giugno

nel

l'

ma
in

ammiraglio
queir opera,

a 3 di agosto del

Filiberto di Savoja,

a firma

del suo se-

data di Palermo a
dei detti di-

un ordino viceregio

pitano di giustizia della citt stessa, onde


quindici giorni sospenda di togliere

di

num. 42

registro di

spacci del 1623-24, a fog. 123, trovasi

insigne

la direzion

gli

al ca-

s'ingiunge che per

beni del defunto don Ottavio

MISCELLANEA

239

d'Aragona da mano degli esecutori testamentarii del Duca

di

Ter-

ranova.

Vale intanto questa notizia

mostrar pi evidente siccome


pre tendesse a beneficar
vato

ritiro,

darlo ad

il

dell' ideato

molo

giovine principe

la Sicilia, e

come

di

Gefal a di-

savojardo sem-

traesse dal

suo pri-

nell'estremo della sua vita, l'uomo pi idoneo a

man-

effetto.

Gioacchino Di Marzo.

^^^^^M

SOPRA UNA NOTA SULL'OPERA


LA POPOLAZIONE

PALERMO DAL X AL

DI SICILIA E DI

XYIII

SECOLO

4% anno XIX, (1895) ieV Archivio storico siuna Nota del signor Carlo Grispo-Moncada sulla mia
La popolazione di Sicilia e di Palermo dal X al XVIII

fascicoli 3' e

Nei

ciliano trovo

opera

secolo.

Questa Nota
periodo arabo

riodo preso a base del

si

mio

cilia all'epoca

musulmana

quale la

storia

secondo

il

parte

popolazione

della

Monsignor Airoldi, che, tra

della
i

Si-

mano-

lui,

si

rileva dall'avere io riportato a titolo di

casale per casale

pubblic

per

la

prima

Giornale di statistica

nel

di

(1840, p. 234), e per averlo fatto precedere dalle seguenti

parole:
di

di

dotto statistico F, Ferrara

Palermo
per

documento che non ha

discorso certo
statistica

risultamenti finali di questo preteso censimento, che per

intero, citt per citt


volta,

calcolata nel

conserva nella biblioteca comunale.

scritti di costui, si
ci,

me

dice in essa che io abbia per qvcesto pe-

alcun valore

popolazione da

riferisce alla

si

(III)

Questo lavoro non ha alcuna autenticit; frutto


che esagerano la
sulle cose arabe e di calcoli

studio

Musulmana

ma

pure importante.

Hileva inoltre, coscienziosamente


risultamenti finali di esso, mentre
trascrive

parole, con

le

cui

il

che

>

io

Ferrara

questi

fa

riproduco soltanto

l'intero censimento; e

precedere

la detta

pub-

rileva

come

blicazione.

Ed

indi

non mancando

quella statistica
Velia, e che

dovesse

duo

Perni fossero anch'

di

elogi

far parte

verso di noi

celebre impostura del

della

illustri e dotti professori

essi incappati nei lacci

Ferrara o Maggiore-

che

il

Velia avea teso

MISCELLANEA

ai letterati di Sicilia,

241

per vero

ritenendo

non altro privo

o se

d'importanza, ci che era sicuramente parto delle spudorate men-

zogne del Velia.

E, ricorrendo al falso Codice diplomatico di Sicilia sotto

verno degli arabi del Velia e

come

go-

il

introduzione dell'Airoldi, trova

nlla

in detto Codice siano gli elementi su cui fu compilata quella

441 e

statistica, (p.

Indi conchiude

sg.).

che

il

Ferrara ci ignorando

pubblicava di

la

me

buona
ed io
il
mio' lavoro, come documento importante, non sospettando per
fede

nulla che
Velia

E,

Scin e

la

trattasse di dati

si

celebrasse in versi

trovar posto

ne servii per

e precisamente

falsi

dopo aver detto come

avesse potuto

Ferrara

sulla autorit del

il

Meli

in

uno

meraviglia

si

inventati dal

impostura parlasse

di questa

come

pi importanti

dei libri

mio) che siansi pubblicati in questi ultimi tempi

lo

essa
(il

Ringraziando l'autore delle gentili parole a mio riguardo, non


posso
Io

lasciar

passare

non parler

del

senza una risposta, simile accusa.

venerando

Ferrara

ma

me

di

che sono

un documento non vero.


pu formulare in questi due capi:
1" Io scelsi a base del mio studio sulla popolazione siciliana
nel periodo Musulmano un documento falso.
2 Io, ingannato, ignorava che questo documento fosse falso

incolpato di aver fatto uso di

L'accusa

si

e frutto dell'impostura del Velia. Nulla di pi erroneo.


10

non

scelsi quel

documento a base

popolazione di Sicilia e di Palermo


dolo pubblicato

jl

miei

dei

lo riportai

Ferrara, e lo accompagnai

velano apertamente come non vi prestassi

calcoli

per la

da storico, aven-

con parole che

ri-

fede.

Prendere a base un documento importa indurre sopra

di esso

e giungere ai medesimi risultati, o presso a poco.

La

statistica dell'Airoldi fa

ad abitanti 2,773,404 e quella


11

mio

libro

all'

opposto

ammontare
di

la

Palermo a

porta

la

popolazione di Sicilia
353,425.

popolazione di Sicilia ad

Palermo a 250,000, combattendo le esageraporta a 700,000, o al minimo a 350,000.


Quale immensa sproporzione tra le cifre dell'Airoldi e le mie
Quindi non furono per nulla prese a base del mio studio.

1,890,000 e quella di
zioni dell'Amari

che

la

Arch. Stor.

Sic.

N.

S.

anno XX.

16

MISCELLANEA

242

Oltre a ci, io negai al documento ogni autenticit

era implicito che poteva anco ritenerlo

falso,

dendo nel mio studio, dichiarai en^onea


popolazione fra le citt e

casali, e a p.

e quindi

tanto che proce-

distribuzione

la

30, dicendo

della

della

opi-

una
questa opinione non sembra
prevalenza Musulmana, aggiunsi
appoggiata ad alcun documento, sono, delle espressioni vaghe ed

nione

di

coloro

che ritengono

popolazione

nella
:

siciliana

esagerate di scrittori che parlano di migliaja e migliaja e la statistica di cui

abbiamo

le

(quella

cifre

non merita

dell' Airoldi)

fede*.

se a p, 34 dico

musulmani

me

se

un terzo

nostro

col

la statistica dell'Airoldi,

(Visuale coincidenza
di

un terzo

fossero

criterio

quello che

cio

della popolazione,

prendiamo ad

esa-

<i6me per ipotesi

aggiunsi per

una

verremo

agli

la cifra dei cristiani

risultati

stessi

ritenuti

dall'

aumentando

Airoldi 1,316,83P,

riputando per per falsa quella dei Musulmani in una cifra maggiore della met.

Era questo un accenno secondario ad un lavoro non degno di


non importava averlo preso a base della mia calcolazione.
Quella statistica alcerto falsa, ma non per questo pu ritenersi

fede,

un parto

esclusivo della fantasia del Velia

su basi non esatte

ma non

quel lavoro fu calco-

puossi ammettere

che esso non


un elemento qualunque di studio sulle cose arabe.
Chi falsificava un Codice e creava una storia avea interesse acci
il contenuto avesse almeno un'aria di verit, per conservare l'inganno e non si crea una statistica senza appoggiarla anche a
lato,

sia basato su

dubbii elementi, a conoscenze, se vuoisi incomplete, della materia,

e se

suoi risultati sono erronei

egli

perch difettose furono

le basi di calcolazioni.

Ci ho voluto dire non in sostegno

pre reputato
stico riposa

falso

ma

^di

quel lavoro, che ho sem-

per chiarire, che qualunque studio

sopra calcoli e compensi

talvolta imperfetti

stati-

della

materia.

Comunque

sia,

questo documento non fu da mia parte preso a

base per calcolar^ la popolazione siciliana al

8U documenti veri, non

secolo

io

lavorai

falsi.

Io scelsi a base, anzitutto,

il

numero

dello

citt e delle terre

accennate dell'Amari nella sua storia dei Micsulmani

(voi. 2,

pa-

243

MISCELLANEA

gina 430 e

ove

sg.),

dice che in

si

erano 18 o 23

Sicilia vi

citt

una popolazione media


ne dedussi una popolazione 1,825,000,

e pi di 320 rocche, ed io diedi alle citt


di 25,000, ed ai Gasali di

risultato delle

Ma non mi

4000 e

due moltiplicazioni.

un p arbitrario
Musulmani dai 7 ad 8 anni

attenni a questo solo elemento

e scelsi a base di calcolazione

15,000

circoncisi nel 972, per ordine di Moez, e ne ebbi lo stesso

una popolazione

tato, cio

che

di 1,890,000

che ricavai dalla calcolazione sulle

poco avanza

di

risul-

la cifre

citt e terre dell' Isola

a quei

tempi.
fatto della circoncisione dei 15,000 fanciulli

Il

fatto accertato e

preso a base da tutti

Ma

teria nei calcolare la popolazione.

vare

rapporto tra

il

Palmieri nella

musulmani un

un

questa ma-

per rilevarla occorre tro-

popolazione Musulmana e la cristiana.

la

Questo documento serv di base


al

Musulmani

gli scrittori di

Somma

della storia di Sicilia, ove ritenne

deduce una popolazione

sesto dei cristiani e ne

di 1,800,000;

all'Amari nella storia dei

due razze, e ne

rit tra le

me

Musulmani, che ammise una


una popolazione

inferi

di 200,000

nello studio sulla popolazione di Sicilia e di

ove ritenni

la

pa-

Palermo,

prevalenza cristiana di un terzo, e ne ricavai una

popolazione di 1,890,000.

Che
dirsi

ci

entra in tutto ci

che fu da

me

documento

il

preso a base

d erroneamente una popolazione


zione col

numero da me dato

di

2,773,404

dirsi

che

la

Si potr discutere sui criteri miei e degli

giammai

? Come pu
quando esso ci
Quale spropor-

dell'Airoldi

di calcolazione

statistica

dell'

altri

Airoldi

fosse

ma non pu
base del mio

lavoro.

La esposizione
trovare

la

il

processo induttivo del

popolazione siciliana

si

trova da

p.

mio calcolo per


28 a 35 del mio

libro.

Lo

stesso a dirsi del calcolo

sta parte fu

preso a base

lazione a 353,425 ed

laziane

non

io,

il

falso

popolazione di Palermo,

della

della quale parlo da p. 35 a 38 del

mio

lavoro.

documento

riferendola, aggiunsi

ammissibile, nella citt

non

N anco

che porta
s

in quela

popo-

numerosa popo-

sarebbe entrata, e la

244

MISCELLANEA

ridussi a 250,000 sopra altri criterii. Combattei bens l'Amari che

con un bizzarro calcolo, confutato dal Di Giovanni,

la eleva

700,000, che la cifra arrotondata della statistica dell'Airoldi.

Dopo

pare di avere risposto

ci

di avere preso

primo capo

al

a base del mio studio sulla popolazione all'epoca

musulmana un documento falso.


Rimane il secondo Ignorava
:

che questo documento fosse

io

falso e frutto dell'impostura del Velia

Non

di accusa, cio

Ma

l'ignorava.

adesso, dopoch

il

potrebbe rispondere che non l'ignoro

si

me

Grispo-Moncada

signor

lo

ha

cono-

fatto

scere.

Nulla di tutto

Studioso da oltre 30 anni delle cose nostre

ci.

non poteva ignorare la celebre impostura del Velia, di cui parl


lungamente lo Scin nel suo Prospetto della stoica letteraria di
Sicilia nel secolo XVIII, e che fu resa popolare nei versi del
n ignorava che questa staMeli queste cose si sanno da tutti
era altres fattura dello
tistica, di cui lo Scin non si occupa
ed un documento
stesso Velia che mistific Monsignore Airoldi
;

ineluttabile ne prova.
L'Illustre prof. Luigi Bodio, direttore della statistica del Regno,

prendendo ad esame

la

mia opera

e Palermo, e fermandosi

rara

Quel manoscritto
:

di

Monsignor Airoldi

popolazione di Sicilia nel secolo


si

trova

di cui

Chi era Monsignore Airoldi

ma
gli

parla

il

P'er-

e che ella discute a pa-

Vorrei farne

zione nel parlare delle ricerche del Ferrara

io a

del-

gina 27 della sua opera, dove

Ed

Sicilia

statistica

da Piansinatico (Pistojese) cos mi

l'Airoldi a 18 agosto del 1893

scriveva, fra le altre cose

Popolazione di

sulla

specialmente su questa

quando nacque

di
?

una men-

statistica storica.

quando mor

30 ottobre dello stesso anno, cio circa due anni pri-

della pubblicazione

della

Nota

del

Grispo

su questa parte,

rispondeva con lettera, che necessario riprodurre^ quantun-

que contenga

delle peculiarit a tutti noi note,

dare airiUustre professore, che

La parte che
tenore
<

si

riferisce

me
all'

le

ma

che

io

doveva

richiedeva.

argomento era

del

seguente

Ella anzitutto chiede informazioni

tistica della

sul

documento

popolazione siciliana all'epoca araba, che

si

della sta-

trova tra

245

MISCELLANEA

manoscritti, che Monsignore

teca comunale, che

che

Airoldi

nostra

lasci alla

biblio-

Ferrara pubblic nel Giornale di statistica e

mio lavoro giudicai di non avere alcuna autenticit,


e che posso aggiungere di non meritare alcu-

io nel

eh' esagerato

na

il

fede.
Il

manoscritto

si

trova nella nostra Biblioteca ai segni

....

... ed tutto di carattere dell' Airoldi. Il Ferrara avverte che


non vi indicazione di fonti e i numeri crede che potessero
.

da

esser frutto di notizie

a poco a poco

raccolte

lui

nel lungo

corso dei suoi studii arabi, o fondati sopra semplici induzioni.


Io credo inattendibile e

passato non

1'

una

altra opinione. Nel secolo

1'

conoscevano tante opere

si

lavoro completo

arabe da poter

popolazione dei comuni

sulla

fare

con tanto cura in cristiani e musulmani, in maschi e femine


a quei tempi,

gua arabica,

l'

Airoldi

un

siciliani, distinto

che non conosceva assolutamente

n,

la lin-

sarebbe occupato di popolazione; n era da tanto

si

da creare con indicazioni una completa


vera, pure importante, e

si

statistica

che se non

potrebbe avvicinare, tolte

le esage-

razioni, alla verit.

Di chi fattura adunque ? Monsignore Airoldi ne fece la coNessuno prima del Ferrara se ne occup, e il grande ara-

pia.

bista Michele

che

egli della

criterii, basati

su altre

1817.

fior

le

accord alcun valore, trattando an-

popolazione a quei tempi

Monsignore

in Sicilia

nel

Amari non

Uomo

promotore degli

ad

altri

fonti.

Alfonso
in

arabi, e ricorse

Airoldi

Palermo

al

giudice

cadere

del

della

secolo

R.

Monarchia

XVIII e mor

dottissimo nelle cose ecclesiastiche e storiche fu


studii

grande escendente

arabici

presso

in

Palermo. Egli godeva

governo

il

ed era

estimato

dai

di

un

dotti

e dal popolo.

Verso

il

1781 veniva

da Napoli

il

Fraccappellano Giuseppe

Velia, maltese, a cercar fortuna in Palermo. Al 1782 l'ambascia-

Marocco venuto fra noi lo prese come ajuto nel tempo


che si trattenne in Palermo
e visit con 1' ambasciata il Monastero di S. Martino, ove gli furono mostrati codici arabi, e disse

tore del

che questi contenevano delle cose


parti, ed egli

belle e nuove.

cominci a venire in voce d'arabista.

L'

ambasciata

246

Il

MISCELLANEA

Velia mirava all'amicizia

dell' Airoldi

per avere cariche

ed onori e vi riusci per intermedie persone.

mente

L' Airoldi l'ebbe per ignorante e di poca

era cosi; ma, come Maltese, lo cred versato


e

dimandare

gli fece

Velia rispose che un Codice

Il

gomento esisteva nel Monastero

di S.

non

che parlasse

se conoscesse qualche scrittura

dei Afusulmani in Sicilia.

e pure

nella lingua araba

sull'ar-

Martino. L' Airoldi sei fece

consegnare dai PP. Benedittini, avvalendosi della sua autorit, e


il Velia nel 1784 presenta
le prime carte della sua traduzione
del codice, nella quale, con temerit inusitata

sopra lettere di Emiri

e di Sultani,

che non

dopo avere, sulla traccia dello Scin, esposte

qui,

dell'impostura, l'alterazione del Codice


Codice,

creava una storia

esisteva.

trionfi del Velia sino

la

le

vicende

creazione di un altro

nominato professore

ad essere

di

arabo nella nostra Universit, accennai agli sforzi del Gregorio, che
studi da s l'arabo, per iscoprire l'ampostura all' arrivo in Pa,

lermo
il

Hauger

dell' arabista

e allo scoprimento

Velia era condannato con

sentenza

del

15 anni di carcere nel forte Castellamare


usc anzi tempo,

proseguo

Ho

morendo

Palermo

in

del falso

d'

per cui

agosto del 1796 a

29

onde per grazia ne

nel 1814.

raccolto tutto

questo per inferirne che

della popolazione araba di Sicilia deve essere

il

manoscritto
azzardate

parto di

congetture del Velia; e che Monsignore Airoldi ebbe a trascrivere

pugno

di proprio

nei tempi della sua amicizia

con

che dur

lui,

dal 1782 al 1796.

Per

tal

modo

questo

manoscritto

screditato

inatten-

dibile.

Nluno

Caruso, n

dei nostri arabisti,


il

n l'Amari, n

Mortillaro, n

il

Cusa ritennero l'autenticit del documento, che

roldi lasci fra le sue carte.

Conoscevo quindi che


tratta era fattura

del

la

Velia

il

l'Ai-

statistica
,

della

quindi

popolazione

inattendibile

di cui si

come docu-

mento storico. Il secondo capo di accusa cade di conseguenza.


Dopo ci non avendo altro ad aggiungere mi auguro che
mi verr una sentenza assolutoria da parte di coloro che si diavvertendo soltanto
che non
lottano degli studii arabo-siculi
bisogna essere corrivi nel giudicare di uno studio di statistica
,

247

MISCELLANEA

storica

pi

che

dei

alla

e ponderare se

in questi lavori
documenti che si presentano
nuda lettera bisogna tener dietro allo spirito
;

fatti,

a cui

delle cifre che l'autore ne

si

accenna, servirono alla induzione

ha dedotte, o

conoscere quanto sull'argomento

Palermo 10 marzo

si

notarono a fine di far

dato di sapere.

ci

1895.

F. Maggiore-Perni.

^I-I*-

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Alle

Giuseppe Falcone
lermo
tip.

nel giorno

Boccone

del

alunne del R. Albergo

Povere di Pa-

delle

18 Agosto

della premiazione

1894.

Palermo,

del Povero, 1894.

Quantunque, nascosto sotto

il

vani alunne di un Albergo di

modesto

povere

titolo di

un discorso

congiuntura

nella

d'

alle gio-

annua

un'

premiazione, questo scritto del Falcone un gioiello preziosissimo per


la sostanza e per la forma. L'A. fa parte del Consiglio direttivo di questo

Albergo, al quale consacra

le

sue pi affettuose premure; ha senpre col-

l'opera sua contribuito al progresso


citt

di

vice segretario di questa Societ di storia patria, ed noto ai

lettori dell'Archivio Storico Siciliano, per

catovi (1). Questo discorso per


la

la

istituzioni in questa

pubbliche

sua mente e

postuma

il

ci

qualche lavoro da

mette ora meglio in grado

lui

di

pubbli-

valutare

suo cuore. L'A. lo recit prima, e lo scrisse dopo;

scrittura si allontana cos poco, a quanto

mi

si

ma

assicura, dalla

recita fattane nell'occasione suddetta, che possiam quasi ritenere che

caso sia

stato

sempre

al

contrario.

l'eco fedele di

Comunque

sia,

scritto

il

prima o dopo, esso


e di

un animo

poeta

scozzese

una mente onestamente convinta

schiettamente leale.

Rammentando a proposito una poesia

del

Boberto Burns, Il sabato sera del contadino,

(1)

Sono

del tedenco

del

celebre
egli

comincia

Falcono una recensionu dolla traduzione italiana

Rodolfo Gneist

Jl

parlamento

OOD prsfazione ed appendice, (A. XVII

inglese, ecc. fatta

fase. Ili

dal descri-

di un'

pp. 857-378) e

sommarii

delle pubblicazioni periodiche che si leggono nei fascicoli deV Archivio


tieitiano, colle

suu

iniziali

O. F.

opera

da Gius. Coluooi,

storico

249

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

vere l'occupazione consueta

una cristiana famiglia

di

che dopo avere impiegato

zesi,

casa,

e,

dopo preso un po'

di

chiudono

cibo,

Questa

blica e colla preghiera.

di

contadini scoz-

lavoro tutta la giornata, ritornano a

al

giorno colla lettura bi-

il

famiglinola

laboriosa

animata da un

sincero sentimento religioso, morale, e colla soddisfazione della propria


moralit, pacifica

bene
il

il

sacerdote,

Come

Or

tranquilla, contenta.

sono

disse

donna,

la

maestro.

il

donna; perloch ad

una famiglia buona

avere

ma

pagana,

di

femminino

domestico colla formula sepolcrale


continua

sacerdote

l'uomo a Dio,

1'

La

donna.

opera della

anche se

romano che

lanam

mansit,

mezzo unico per imprimere

il

una donna

sinte-

riservatezza e nel lavoro

nella

domum

una donna

mestieri

quel paganesimo virtuoso e

tizz la missione del sesso

Il

fattori

dalle famiglie s'informa la societ, cosi questa s'informa dalla

buona, cristiana, la mulier bona dell'Ecclesiaste


8 voglia,

questa moralit

di

alle sue giovani uditrici, tre

Falcone

fecit.

religione

kgando

precetti della morale

ai

la pi alta sanzione, e delle religioni quella del Cristo la sola efficace,


col suo infinito ideale, a spingere l'uomo sino alla perfezione infinita
estote perfecti sicut

umane

nelle

Pater meu.t ecc.

Cristo (dice

il

il

coscienze l'infinita speranza del meglio e vi accende

finito ardore, che

non

ii cheta,

se

non purifica

trasforma

Falcone) che desta

tutto

un

in'

quanto

tocea e vede.
Il

Ma

maestro completa l'opera educatrice della madre e del sacerdote.

l'opera del

maestro

deve

coadiuvare

non distruggere quella

dei

Oggi

si

usa dar troppo a questo, poco o nulla a quelli

oggi pi che mai

si

deplora uno scadimento morale che abbatte ed im-

primi

due.

pensierisce.

Detto cos della necessit e del modo della educazione morale, l'A.
citando a disegno un'altra poesia dello stesso Burns

/ due cani in

cui

vivamente descritta la miseria che incoglie talvolta le famiglie dei contadini scozzesi,

passa a

dire, in

generale della miseria, triste retaggio lasciato

dalla colpa, insieme con altri mali, all'umana famiglia, e dei mezzi per

evitarla o alleviarla

che citare

le

la carit e

il

parole dello stesso A.

lavoro.
:

La

usa credere che dar pochi soldi al primo venuto


talora con
si

il

pretesto di

non assuefare

non posso

qui

Carit ?

all'ozio

lo

far meglio

so abbastanza

significhi

ed al vagabondaggio

crede esser sicuri in coscienza, quasi che sia facile cosa e di

vissimo istante questa

sottile ricerca,

nemmeno

si

danno

un

si

far carit;

bre-

p)ochi soldi;

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

250

ma

invero questa elemosina non importa che si eserciti la carit. Peggio

poi quando

ficetiza.

non

pochi

un ballo

ciosa di

La

od anche

soldi,

una

o di

le

danno

lire, si

carit che residuo d'uno spasso,

non educa ne sana; anzi


abnegazione,

carit, che essa frutto di sacrifizio, di

di operosit. Parole d'oro, cui seguono molte altre

che mi rammentano

Paolo

quando

ai

ravigliose della carit cristiana. Che pi ?


che
si

forma spe-

sotto

festa che doloroso sentir chiamare di bene-

sopratutto

non meno auree, e

Corinzii spiegava le opere

me-

conchiude La

non

santit

Verosmo della carit, e sol guardando nella profondit dei

pu trovare un

Noi

confine alle sue vittorie.

vedete ? Il Cristo

secoli

passa

sempre beneficando.

Ma

la carit dei henefattori

uditrici

ad essere rassegnate

che

mestieri

nella gratitudine dei beneficati.

trovi

suo

il

riscontro

perci l'oratore esorta le sue giovani

giacche nella dolce virt della

al loro stato,

rassegnazione sta racchiusa la maggiore prova della gratitudine vostra

per

il

bene che vi prodiga

rendendo
di

lieti

e soddisfatti,

V
ci

La

istituto che vi accoglie.

rassegnazione,

rende pi attivi e laboriosi, e povere alunne

un pubblico albergo non possono altrimenti provvedere

al loro

avve-

nire che col lavoro. Per a profittar meglio in un' arte necessaria,

indispensabile la ubbidienza ai superiori che dirigono le menti e

V obbedienza

giovanili e inesperte.

grande soddisfazione

animo

dell'

mentre

Non

una grande

siate obbedienti.

licit

a conseguire

non

siate sovratutto scolare.

desio di femminili vanit, n v'allieti o vi seduca

scendo negli anni,

il

Non

vi

loro dolori

punga

miraggio d'una

disinganni della vita

nare allora ai banchi della scuola, all'officina del lavoro.


quei giorni che avranno

una

credete, vi

li

pervenendo ad et pi adulta Credetelo a

sperimentando

braccia

credete a coloro che vi dicono

che obbedire importa rinunzia della propria volont',

ingannano

le

virt

me

il

fe-

cre-

vorrete tor-

Non

anticipate

e dell' et dell'innocenza godete e

1'

A. rivolge ad una

beatevi. Siate obbedienti, siate scolare.

Chiudo

il

un saluto che

discorso

quale, educata sin da

bambina

porre a pie deWara santa


le
si

imponeva per sempre

il

il

nell'istituto,

ho

letto

il

la

suo nome, giurando fede ed amore a chi

suo e schiudendo

pu legger questa chiusa senza che

quante volle

maestra

ne usciva por andare a de-

le

il

cuore a nuovi

affetti.

Non

lagrime vengano agli occhi, o

discorso del Falcone ho tempro

provato

la

teMa emozione.

Non ho

citato che pochissimi tratti dell'eloquente discorso

se avessi

251

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

voluto citare tutti quelli che segnai nell'ultima lettura, sarei finito per
citarlo tutto.

Un

bravo

adunque

cuore allo

di

Avvocato. Nei

egregio

tempi che corrono, una testa e un animo che pensino e sentano retta-

mente sono rari nantes in gurgite


per queste idee
siano.

non

vasto. Ciononostante, io

crederei offenderlo se potessi sospettare che

Lo lodo invece

e altamente per la franchezza

generale abbassamento o mancanza

carattere

di

lo lodo

non

tali

con

cui in tanto

egli si

fatto a pro-

clamarle e a divulgarle per le stampe.


Aprile, 1895.

Fedele Pollaci Nuccio

Storia del Seminario

lunzi

canonico

parroco

Gaetano Mil-

Monreale per D.

arcivescovile di
e

Siena,

metropolitana.

della

tip.

edit.

Bernardino, 1895.

S.

E uno

splendido volume in

lunghissimo lavoro e

di

uscito

%",

test

alla luce, e frutto

di

Autore e latinista

ricerche del dotto

pazienti

morrealese, gi noto per tante pregevoli composizioni italiane e latine,


e notissimo ora

ancor pi pel suo studio sul Veneziano, letto nella so-

lenne tornata della Societ siciliana di storia patria,

Ed oggi

il

per

aggiunge un altro pi valido

lui e

quanti

il

13 Agosto 1893.

presente volume accresce vie meglio la nostra ammirazione

attendono a studiare e far

titolo alla

meglio

sua benemerenza verso

conoscere

le

cose

di

que-

t'isola.

L'opera dedicata alla Santit di


data dei 20 febbraio 1894

alla quale

Papa Leone
il

XIII, con lettera in

Santo Padre

si

benign rispon-

dere con bi-eve dei 6 febbraio 1895, accettando l'offerta, lodando l'Autore

per la sua impresa ed augurando


altri forti

chiericali dell' isola, ut

Al breve, che

sei capi. Il

morte

di

lui

possa spingere

l'A.

seminarii

alumnis incitamenta optima subiiciantur

finch providentia Ecclesiae in


teat.

che V esempio

ingegni a studiare ed esporre la storia degli altri

sacris

ha unito

primo comprende

del fondatore (1609);

il

il

al

e af-

conditis ephebeis jiraeclarius eni-

volume, segue

periodo

dalla

la

storia

fondazione

divisa

(1590)

in
alla

secondo quello da quest'ultimo anno al

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

252

1704, ossia

Seminario nel secolo XVII;

il

terzo col titolo

nario nella prima met del secolo XVIII, va dal 1704

che

l'A.

Semi-

il

1754;

quarto

il

giustamente intitola l'epoca d'oro, corre dal 1754 al 1773

quinto, che segna

mina

al

al 1801;

il

periodo del decadimento, comincia

il

e ter-

sesto infine, designato pel rettorato di Biagio Caruso,

scende sino al 1844. Seguono in appendice

un elenco

rettori del Seminario e

dello stesso.

1773

al

il

Chiudono

una

cronologica

serie

dei quadri esistenti nella

la storia quattordici

dei

pinacoteca

documenti da servire per

la

continuazione di questa. L'opera tutta costa di pagine 324.


Il

primo a discorrere

sa da tutti e
toria,

il

lo stesso

Millunzi

nella

che eletto

Domenico Rosso, compose una Storia

stampata in

si

dedica-

lettera

taorminese Canonico Mons. Giovanni Di Giovanni

rettore del nostro dall'Arcivescovo


dei seminarii chiericali

come

in Sicilia dei seminarii chiericali fu,

come rammenta

Roma

1747 e dedicata

nel

alla

Santit di Benedetto XIV, da cui venne altamente lodata e raccoman-

data nel parag. XI, libro V, della sua Sinodo diocesana.


o meglio un trattato
della loro

generale

sul

governo

una storia

seminarii: vi

dei

dice

si

prima origine nella Chiesa, della loro fondazione per decreto

del Concilio tridentino e della loro decadenza, dei loro

edifizii

e della

loro dote, della loro interna amministrazione, dei requisiti dei

giovani

chierici, della loro istruzione, della polizia interna di

Occasionalmente

parla anche del nostro e in

l'A. vi

delle novit introdottevi al

indefessa. Nei Capp.

mente sostenuto,

XIV

tempo

XX

e corroborato

particolare

del suo rettorato, e per l'opera

di

con esempii,

l'idea del

De

la necessit pei

aveva appoggiato

Ciocchis

Di Giovanni e queste

rettorato, con vantaggio

in

quanto

furono aperte durante

Catania e

di

dallo stesso Benedetto

il

di

lui

alle scuole gesuitiche.

XIV

al

Collegio dei Gesuiti in Palermo^ fu

concessa al Seminario col breve In super-

eminenti dei 30 aprile 1744; e se le vicende dei tempi


il

stesso

scuole

alle

in teologia, la cui concessione era stata sino allora riser*

bata all'Universit

che

seminarii

Lo

grandisuimo dei giovani, costretti fino a quel

tempo a recarsi quotidianamente

La laurea

infatti

sua

avea gagliarda-

questa Storia egli

di avere le proprie scuole e la facolt di dottorare in teologia.

R. Visitatore

ecc.

istituti

tali

modo

Breve fosse rimasto senza exequatur e che


restasse

torn a confermarlo

breve dei 17 Agosto

con

portarono

indi

privilegio di

con-

morta sino a Pio IX

ferire la laurea teologica

lettera

il

1877 dopo

che

la soppres-

sione dell'insegDamento teologico nnllc universit del regno, non dobbiamo

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

dimenticare che oggi

253

nostro Seminario gode di tanto privilegio, per

il

l'opera appunto di quello stesso Di Giovanni che

suoi contemporanei

palermitani perseguitarono come nemico di Palermo

Del
scrisse

nostro Seminario

particolare

in

poi

un discorso che rest manoscritto

due copie

una nella

un'altra presso

il

Seminario

segni Qq.

ai

Di Gioranni

conservano

si
,

H.

52

6.

medesimo annotata e continuata sino

1849

dal dottissimo P. Alessio

dopo

la espulsione dei Gesuiti nel

del voi. 2 della

e di cui oggi

Comunale

Biblioteca

(1).

stesso

lo

Narbone, durante

al

sua residenza col-

la

1848, come dice egli stesso a

120

p.

sua Bibliografia sicola sistematica.

Oltre al Di Giovanni, altri autori hanno scritto degli altri seminarii,

ma

di

merati dallo

stesso

il

esser pregiati

come vere

Narbone nel volume

1838. Egli adun e compil

al

Scin, che veniva allora

ma

monrealese,

lo Scin,

suo

il

che non mirava

giov solo in parte

si

dopo dimenticati nella biblioteca

citati. II

un seminario

nel 1821 ad uso

componendo

Materiali di notizie riguardanti la storia

Morreale;

pagine

di

esclusivo
,

dal
dello

alcuni

Seminario

del

di

tanto buon occhio la scuola


materiali

che giacquero

seminario

stesso

tempo addietro, quando vennero apposta

periodo

Prospetto

letteraria

di

questi

di

dello

famoso

dopo

solo,

ecclesiastico,

Monreale pel lungo

Biagio Caruso, rettore di quello di

in

storie. Possojio leggersi enu-

Di Giovanni, che abbia scritto a lungo

1801

non meritano

loro saggi, cenni, le loro osservazioni o notizie

modo alcuno

fino

poco

ricercati e fortunatamente rin-

venuti. Cominciano coU'arcivescovato del Testa nel 1754 e scendono sino


al

1821.

Prof. V. Di Giovanni

Il

li

ha salvato da ogni possibile perdita

pubblicandoli, con sua prefazione, nei due fascicoli

meridi per l'anno 1877.

Non contengono

senso della parola, non avendo avuto, in vero,


di

dar fuori un compiuto lavoro storico,

notizie a

un

altro scrittore; sono invece

trascurato nella dizione

(1) Si

legga

palennitcmo
nelle

La

il

facolt

s.

e le sue
Ili,

voi.

stile,

deVa laurea

ma

il

loro autore l'intenzione

un abbozzo

secondo

in

Nuove Effe-

soltanto quello di apprestar

il

teologia

Can. Mons. Giovanni Di Giovanni,

Nuove Effemeridi

Giovanni
177,

e nello

delle

pregi di una storia, nel pieno

un lavoro

molto

suddetto Prof. Di Gio-

conceduta
pi^

Prof. V.

del 1878, Serio III, voi. Vili, p. 301 e

al

Seminario

Di Giovanni,

aegg. Mons. Di

opere pel P. Alessio Narbone, nelle Nuove Effemeridi

V,

p.

280. MiBA, Dizionario bibliografico, voi.

I,

p.

432.

del-

fASSEGXA BIBLIOGBAFICA

20-k

nomo

vanni; notizie scritte da un

gi vecchio ed infermo e senza inten-

zione di pubblicarle e da essere seguite con


tutto ci che

fatti e della cronologia

nota 2 a

secondo

intrapreso una vera storia

adunque

lo'Ie

un Seminario

di

cautela

non

perch

rigorosa esattezza

alla

dei

giudizio dello stesso Millunzi nella

il

137 del suo volume. La

p.

molta

Caruso scrive corrisponde

il

aver per primo

di

di chierici,

va dovuta

allo

egregio morrealese Prof. Gaetano Millunzi che, preso di tanto affetto per
quello della sua citt nativa, ha voluto narrarcene minutamente l'origine,
il

progresso

per diversi

le

regole

rispetti,

I seminarii

dei

vicende, le glorie e gii uomini illustri che,

le

l'onorarono sino

pubblicazione del Concilio

18-44 (1).

al

sursero in Sicilia

chierici
di

a quella generale adunanza delia Chiesa.

non avesse curato

cazione dei giovani


posito

la

quello

di

leviti,

Non

che prima questa, e ab

la fondazione di case particolari per la edu-

il

Di Giovanni e

monasterium clericorum fondato

il

dopo

fondato dal Carlo Borromeo, che fu uno dei Padri intervenuti

di Milano,

antico,

come altrove

Trento nel 15G3, e sull'esempio

Millunzi citano a pro-

il

generalmente come

stino, che viene perci considerato

da S. Ago-

in Ippona, nel 395,

fondatore

il

di

simili istituti. I concilii provinciali, che posteriormente si riunirono nelle


diveriie regioni cattoliche,

tuzione dei

collegi

volsero principalmente le loro cure alla

vescovili

il

Di Giovanni

isti-

nel 1 capo della

sua

storia, fa ricordo di parecchi di tali sinodi e dei loro decreti a questo

riguardo.

11

Concilio tridentino quindi

bene

osserva

introdusse cosa nuova nella disciplina della Chiesa,

il

ma

Millunzi

non

ripristin e re-

gol meglio una pratica tanto indispensabile alla formazione del clero se-

condo

dettami del Cristo e

di

Nel fervore, che ben presto

Paolo.
segu

paesi cattolici per la fondazione

(1)

Del seminario

di

corda

il

Millunzi

altri insigoi

pp. 191-92 riporta

Seminarii. Vi scrive pure

26

qualche po'

uou

dotto

il

di

anche un elenco cronologico dei nostri

occasiunalmonte del Sominario

morrealese col loro valevole e$empio

in tutti

nostra

27, 28; al suo elogio storico

insieme al Vaglica e al Fiorenza

professori, continuano a

Trento

di

Catania ha scritto recentemente

Can. Pasquale Castorina, nolle note 25

MoDS. Ventimiglia. A

Concilio

il

seminarii, la Sicilia

dei

mantenere
e col

alta la

di Murreale, e vi ri-

come

quelli che,

una ad

rinomanza del Seminario

loro splendido insegnamento.

BA88BGNA BIBLI06KAFICA

rest indietro ad alcuno.

seguirono quello

primo a sorgere

Il

cusa nel 1570 per opera

vescovo

del

quello

Guasco

(3)

Marnilo

1575

(2)

1579

nel

quello di Palermo

(4)

Mazzara

di

nell'isola tu quello di Sira-

Giovanni Orosco de Arce

essendo

tempo

1582

nel

vescovo

essendo

cesco Gonzaga; quello

di

Bernardo

arcivescovo

il

Ma-

Cesare

vescovo

del

quello di Cefal nel 1590 durante

(1);

Catania nel 1572 per cura del vescovo Antonio Fa-

di

ragone; quello di Girgenti nel


rnilo

255

vescovato

Cesare
Fran-

di

Morreale nel 1590, reggendo la diocesi mor-

realese Ludovico II Torres; quello di Messina nel 15 jO, per opera dell'

Lombardo

Arciv. Antonio

del vescovo

Luca Cocciglia

quello di Patti nel 1651-52 per Io zelo

quello di Bronte nel 1774 per la coope-

(5);

razione del Venerabile Ignazio Capizzi

insieme

al

quello di Caltagirone nel 1816

vescovato; quello di !Nicosia nello

vescovato; quello di Piazza nel 1818

Trapani nel 1844 insieme

insieme al

Mons. Giov. Guttadauro; quello

settimo in ordine

da questo,
progresso

gli
di

cronologico

Morreale pot

1859 per

opera

Quello

ma

la

di

vescovo

del

1881 per

Morreale

priorit che gli

le

pre-

adunque

negata

largamente compensata dall'importanza che acquist in

tempo

che

il

R.

pot proporlo a modello per tutti

na

al

vescovato; quello di

infine di Acireale nel

mure di Mons. Gerlando M. Genuardi.


il

anno insieme

vescovato; quello di Noto nel 1845 insieme

al

al vescovato; quello di Caltanissetta nel

fu

stesso

ai

visitatore

Testa

tempi del

Filippo

Giorbi

gli altri dell'isola (p.

meritare

il

titolo

nei

1604

47), e la stessa
di

Atene

Sicilia-

164).

(p.

Non

vi

ha cosa notevole pell'efebeo morrealese che

modo come, dopo

scuri. Il

la

fondazione

il

Millunzi tra-

dell'istituto, sianai

andate for-

mando

le varie cariche, le cattedre e gl'insegnamenti poco a poco stabi-

litivisi,

l'istruzione primaria che impartivasi ai giovani nelle scuole della

(1)

Lo affermano

il

Pirri,

il

Narboni^.

Il

Millunzi invece crede sia

quello di Catania, pp. 4-5. Al Millunzi si accorda


di Mons. Salv.
(2)
(3)
(4)
(5)

mosso

Ventimiglia, p.

il

stato

Oaatorina, Elogio storico

188.

successore vescovo Viucenzo Bonincontro lo ampli poi nel 1607.

Il

Fu ampliato noi primi del secolo XVIII dal vescovo Bartolomeo Cantelli.
Fu ampliato ed aperto poi nel 1591 dall' Arciv. Diego De Ahedo.

Ma
al

tu compiuto dal successore Ludovico Alfonso de los Cameros, pro-

vescovato nel 1652.

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

256

Compagnia

di

Ges, l'ingrandimento del primo seminario per l'acquisto

formazione

di altri stabili, la

una biblioteca

di

generosa largizione del Torres,

il

una pinacoteca per

e di

metodo d'interna amministrazione

varii rettori succedutisi nel rettorato sino al 1844, le scuole

ratura e

lette-

di

sistemi filosofici che vi vennero in grido, gli uomini eminenti

per virt e dottrina che vi

sono

si

segnalati

ecc. tutto

e in autori autorevoli

ha trovato

le

minuta-

del seminario e in

mente narrato dal Millunzi, che nell'Archivio stesso


altri pubblici,

ci

prove delle sue asser-

zioni e della sua narrazione.

capitolo poi che ho letto con maggior piacere

Il

che

si riferisce al

periodo

glorioso del

il

IV, quello cio

Testa. Mons. Francesco Testa

arcivescovo di Morreale, e Mons. Salvatore Ventimiglia


di

Catania

proprio paese, uniti agli

arcivescovo

Mons. Papiniano Cusani, arciv.

di

altri

lermo, Mons. Lorenzo Gioeni e Mons.


di Girgenti

che bei nomi per ogni siciliano amante delle vere glorie del

Mons. Antonio Requesenz vescovo

pera zelante ed illuminata

la virt e la sapienza s'irradiano su tutta

Per

o-

l'

seminarii di Sicilia

fari

luminosi dai quali

l'isola

ove trovano onorato rifugio

Siracusa

di

di questi insigni prelati,

divengono nel bel mezzo del secolo XVIII tanti

tanti sacri asili

Pa-

di

Andrea Lucchesi Palli vescovi

si

convertono

in

la dottrina e la morale, e

quanti ingegni cospicui furon d'ogni dove chiamati da quei solleciti Pastori

a preparare uomini
del Santuario.
al

suo apogo

illustri alla societ, e alla

al

tempo

e vi si

del Testa che

nota

che esso vanti nel corso


segno dello stesso Testa

il

Chiesa ministri intemerati

seminario di Morreale tocca

movimento

pi meraviglioso

di tre secoli.
,

il

letteraria

In quell'epoca appunto, e per d-

sorgono entro

il

palazzo Arcivescovile,

con-

il

vitto pei nobili ecclesiastici, sull'esempio dei due pei nobili laici gi esi-

Palermo, e l'episcopio come bupplemento

stenti in

al

seminario

cat-

le

tedre sono accresciute di altre due, una di dritto naturale civile e canonico, un'altra di sacra liturgia;

lopio

vi

di latinit

Carlo,

il

il

P.

insegna rettorica e getta

le

Francesco Murena, savoiardo e sco-

fondamenta

da cui pi tardi uscirono, per non dir

di quella classica
di tanti,

il

scuola

Nasce,

il

De

Vaglica; Vincenzo Flores, da Palermo, discepolo del celebre ma*

tematico Nicol Cento,


al dir dello Scin,

scienze filosofiche e

vi

legge in dritto naturale e canonico e da

prendon norma, aumento


le

discipline eceleaiastiche (1); Saverio

(1) Prospetto eco. Pai 1825, voi. 2, p. 48.

lui,

splendore nei sevivnrii

Romano, da

le

257

KASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Palermo, discepolo anche del Cento, vi insegna geometria; Vincenzo Miceli,


il

da Morreale, discepolo del Flores, e che bast da s solo a dare

nome ad

un'epoca, penetra col suo ingegno speculativo nei pi grandi

arcani della metafisica, e rigettando la scolastica delle scuole gesuitiche


e seguendo e modificando

sistema

di

sistemi di Wolfio e di Leibnitz, matura quel

nel quale, se inclin al

filosofia,

meno

dirsi che fece opera assai

contemporanei che nei seminarii


sismo di Spinoza
nata, in cui

il

Fleres

insegnavano

siculi

Locke (156-57).

e di
,

Romano

il

panteismo

ontologico

deplorevole di quasi tutti gli altri maestri

contemporaneamente, formano in

il

panteismo

e il sen-

questa invero un'epoca fortu-

Murena

il

quell'istituto

il

Miceli

insegnando

un gruppo glorioso

porta la scuola di Morrealo a tal punto da non temere

che

paragone di

il

nessun' altra delle pi illustri fitta di Sicilia (p. 155) e che fa della stessa

Morreale la cittadella della metafisica,


(p.

la

rocca inespugnabile di latinit

156). Sotto questi uomini eminenti intanto si educa e cresce Niccol

Spedalieki,

il

futuro

Testa a proseguire

Diritti delV

scrittore dei

suoi

incaricato a legger prima metafisica

nel

che, invitato dal

seminario, indi teologia dom-

matica; Nicol Lipari legge in lettere umane;

da Torino,

uomo

proprio palazzo arcivescovile

nel

studii

1'

Abb. Secondo

Sinesio

vi professa eloquenza e poesia italiana; Gius. Ant. Guglieri

da Torlona, chiamato anch'egli in Morreale succede


trattato di universale filosofia, combatte

il

al

Romano

e col

Miceli ed a sua volta

suo

com-

battuto dal corleonese Gaetano Berlingeri; Isidoro Bianchi, da Cremona,

succedo allo Spedalieri nella cattedra di metafisica,


dettini,

fa

si

a vuoto

oppugnatore del Miceli e della

abbandona

gli attacchi,

lavora alle sue Meditazioni.

mamente

in

la gara fra

onore
i

le

E memoranda

a sostenere contro

il

di sistemi

nuazione dello Spedalieri


il

massi-

a promuover

utili

che allora vigevano e cozzaivan

Palermo
invece
,

filasi

approvate e stampate in

che ebbe

inoltre

d'onde la guerra

periodo infine in

cui

Arch. Stor. Sic. N. S. anno

per

il

dolore

mossagli

si

di

Roma

a di-

vedere

sa se ad

accanita

cominciano a crescere in

XX.

le tesi teo-

proposta del Di Blasi come infette

stessa rigettato un suo trattato teologico, non

riusciti

controversia che lo Spedalieri ebbe

benedettino P. Evangelista Di

pelagianismo, vengono

Blasi.

ma

Palermo ove

ritira in

a tempo del Testa che vengono

infatti rest la

spetto dello stesso di Blasi

Roma

si

pubbliche dispute letterarie, tanto

logiche, le quali respinto in


di

istigato dai Bene-

giovani, e tanto interessanti perch quei giovani noji eran

che l'eco dei loro maestri e


fra loro.

seminario e

il

e,

di lui filosofia;

in

insi-

dal

Di

reputazione

17

BASSEONA BIBLIOGRAFICA

28

Gius.

Zerbo

Landolina
Testa

manda

Guardi

Saverio

e tanti

altri

fuori

quelle

Caruso

Biagio

onorata

di

opere

Gius.

ricordanza

Saitfca

in

hanno assicurato

che

il

Saverio

lo

stesso

suo

nome

cui

alla posterit.

Ecco

seminario di Morreale ai tempi del Testa

il

tanta ammirazione ed efficacia


giusti,

ci

bisogna soggiungere, che, anche prima

nario morrealese ebbe l'onore


di cui la storia serba

di

eccolo quale con

vien descritto dal Millunzi. Ma, ad esser

questo periodo,

di

albergare fra le sue

ancora memoria cara

ricorder solo

cesco Emanuele Cangiamila. Questo insigne parlermitano


fiscale della stessa

semi-

il

mura personaggi
Fran-

sac.

il

avvocato

fu

Corte Arcivescovile di Morreale ed occup per primo

nel Seminario la carica di Prefetto degli studii, istituita dall'Arcivescovo

Cienfuegos nel 1731 ad insinuazione dello stesso Cangiamila e del ret-

uomo

tore del tempo, P. Giacinto Gaudesi,

anch'egli di eminenti doti e

tanto onorevolmente rammentato dal Millunzi.


della celebre

Il

Embriologia sacra, ossia trattato

Cangiamila l'autore

dell'ufficio dei sacerdoti

circa l'eterna salute del bambini. Quest'opera quasi

e di istruzioni

provvedere

morienza

un codice

mediche e teologiche a un tempo, dettate

alla salute

di precetti

allo

scopo

temporale e spirituale dei bambini nel caso

madri e

di parto cesareo.

Ebbe

onore

di

pre-

di

venir

alta-

mente lodata dal Pont. Benedetto XIV, da molti rinomati medici

e chi-

delle

1'

di

rurgi del tempo, e di essere tradotta in latino e in alcune delle lingue


viventi, e ristampata pi volte.

pi parti del

Lo

Scin, che parla del Cangiamila in

suo Prospetto, rese anche

all'

Embriologia larghi e meri-

tati encomii.

Al glorioso periodo del Testa, per


le

la

vicenda

cose umane, uno ne succede di decadimento

che

governa sempre

per la partenza del

nesio, del Bianchi, dello Spedalieri, del Guglieri, per la morte


celi,

di

del

Si-

Mi-

e pi di tutto, per l'unione dell'arcivescovato di Morreale a quello


di rilasciamento nella

Palermo nel 1775, causa precipua

della introduzione di qualche

abuso, e delle strettezze

seguirono. Professori buoni continuarono


Guglieri ancora per qualche tempo

ad

per la

essercene, e tra questi


filosofa

Nicol Lipari da Morreale per l'eloquenza latina;


Bronte, successore del Guglieri e seguace
Allievi eccellenti pot

disciplina;

economiche che

del

anche allora contarne

e le

matematiche;

Vincenzo

Scafiti,

Miceli, per
il

il

seminario

da

la filosofia.
:

Francesco

Paolo Nasce, Vincenzo Raimondi, Antonino Modica, Demetrio Orlando,

Francesco Ognibene, Giuseppe Saitta, pi tardi Vescovo

di Patti,

G. B.

259

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Castiglia indi professore di lettere latine in questa

E. Universit e in

questo seminario, Andrea Catalano, Benedetto Saverio Terzo, Giovanni


Petralia, e Carlo

Ma

Magno.

in generale

tunque alcuni uomini zelanti ed attuosi


forza a infondergli la vita di una volta
(Saverio),

1781

Giurintano.

il

Il

Murena

1794, e a lui succede

al

nella prefettura degli studii

gi del Murena, del

il

il

regge

Fleres.

seminario intisichiva, quanfossero

adoperati

Murena,

il

Fleres,

Ad Antonino

delle

ma

allievo

e del Miceli e professore di lettere

gli sforzi di questi uomini,,

scuole comunali con

tutta

Guardi

Guardi succede

Giurintano

Il

pubbliche scuole del Comune, succede al Zerbo nella cattedra


fisica

a
il

seminario da rettore dal

il

fratello Saverio.

il

Romano

il

si

causa principalmente

quelle del seminario

anni dello scorso secolo, non giovano a nulla

l'

nelle

meta-

di

la

fusione

occorsa

negli

istituto

continua nel

ultimi

suo decadimento.
Col primo anno di questo secolo principia

minario massime per la nomina a rettore

Napoli da Mons.

Lopez.

Il

risorgimento

il

Biagio

di

Caruso,

ha mente elevata, animo largo e

Caruso

intraprendente. Ricco di relazioni cogli uomini pi valevoli del


egli sa circondarsi del fiore del clero

da Mons. Mercurio M. Teresi


utili

rio.

morrealese
dal

indi

assicurano al semina-

fra queste riforme, la separazione della diocesi morrealese

dalla palermitana

nel

1802;

segue la restaurazione

per la quale ottiene da Ferdinando

anno assegno

di L.

III

637,50 sulle rendite

quale lavora e forma un indice Antonino

una somma
della

De

una casa ad uso

l'acquisto di
di

questa

sti

al

mensa, e per la

Luca, alunno in giovent

concorrono

al

mensa ma

solo per gli anni

risorgimento del seminario,


dello

e alla direzione generale degli studii.

Per

speranze del seminario

del Balsamo,

si

Quantunque amareggiato da

principio del suo governo, pure molte cose egli


-neficio

del

adattamento

suo clericale

istituto.

vacanze. Que-

meglio che ogni


alla

cattedra

allargano ancor di pi all'avvento

prima come vicario capitolare nel 1815,

"vescovo nel 1816.

di

ma

Caruso

stesso

Murena
le

tengon dietro

delle scuole fatto dal re, e lo

altro vi contribuisce la elevazione

del

3825, e un

di L.

stessa

suo scopo a spese anche erariali, al che seguita un altro assegno

L. 4547 sulla stessa


fatti

biblioteca,

della

del seminario, poscia cardinale di S. Chiesa. Alla biblioteca

di

tempo,

coadiuvato prima

Balsamo, reca in atto quelle

riforme che nuova vita e nuova rinomanza

Prima

del se-

fatta in

La suddetta

indi

inaspettati

come

arci-

dolori nel

tenta ed ottiene a be-

rendita di L. 4547 viene ri-

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

260

dotta ad ordinaria per tutti gli anni


rica di rettore
e

rici,

le

laici costretti cos

a frequentare

ma

rivaleggiano colle prime,


delie cattedre

separato

scuole

le

senza toglier

aumentato per

canonico, che vien

Caruso confermato nella ca-

il

scuole del seminario vengono riserbate ai soli chie^

loro

la creazione

dall'

teologico

di diritto

Convitto

il

che

numero-

il

una speciale

di

prima dal Testa pel servizio del

tempio, e poscia venuto meno, richiamato

nuovi

come

altre citt,

vigore

in

considera come fondatore lo stesso Balsamo

da

primato

il

insegnamento

dei Chierici rossi, ideato e stabilito

fessori son fatti venire

Comune

del

che se ne

eminenti

ed

pro-

rinomatissimi Giuseppe

Saitta da Brente invitato a professarvi teologia dommatica, Diego Pia-

neta da Sambuca incaricato a insegnar diritto canonico

nuovamente
ficii

creata, e

professore

di

italiane

di

il

teologia

rettore

Borghi.

Il

suggerimento accolto

tempi

dei

che

Gargallo

al

Ma

seminario.

del

non vantano ancora un professore degno

Mons. Balsamo rivolgersi per consiglio


il

dalla cattedra

sac. Pellegrino Pellegrini, da Napoli, cogli uf-

ritirata di

un

gli suggerisce-

a'

28 aprile

ma, sdegnando accomodarsi

alla vita

istituto di chierici, se

Palermo a vita pi

ne parte subito per

di

ritornare

gi

allievo

Padova, letterato valente e autore

rima, Il Genio d'Italia, e di una romanza


prefetto degli studii in Morreale.

Ma

La

morbo

il

Cesarotti net

del

un poema

in ottava

tavola rotonda
asiatico

dell'

da

a poco,

immediatamente

una volta

a'

marzo 1838,

come

il

Caruso

e ora

anno se^

guente, che tanti egregi rap alla Sicilia, rap anche lo Svegliato.
re,

ini

Al Borghi chiamato dal continente a suc-

libera.

cedere nel 1836 l'abb. G. B. Svegliato

seminario

ed ecco

presto son condotte a termine le

pratiche col poeta toscano, che da Napoli arriva in Palermo

1835. Si reca tosto in Morreale

lettere

le
:

Muo-

carico di 85 anni, e gli

vice rettore sostituito Alberto Matassa, allievo

degno della

dello stesso Caruso, e latinista

scuola

del

Mu-

rena. Trascorrono ancor pochi anni e ai 6 aprile 1841 cessa anche di

ivere

il

Balsamo, e con

lui si

chiude

storia

la

Allievi emeriti di quest' ultimo periodo furono

Cirino, Giuseppe Yaglica,

De

Luca,

ai quali

piacemi aggiungere

egloghe ed elege latine


molti proverbii

Androa Calafato

siciliani,

il

il

nostro

rimasta inedita

suddetto Card. Antonio


scrittore di

una traduzione latina

Pasquale

originali

Millimzi.

Nicol Di Carlo, Nicola

Giuseppe Petralia

lannelli, autore di

alqaanto versioni o composizioni

Bbxedxtto D'AcquisTo.

del

latino

Pizzuto

in

di

autore di

cima u

tutti,

261

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Alla storia del seminario di Morreale quella

connette

si

di

altri isti-

tuti educativi dell'isola,

opportunamente rammentati dal Millunzi

minario greco-albanese

di

Palermo, e

Fondatore del primo, rammenta

il

Millunzi, fu

il

morali

ma

magnanimo Carlo

III e ne

confratelli

XIV

Ma,

lui pri-

pubblico semina-

ne riport

notizie del Millunzi che

Aggiungo a queste

di fondazione.

a rialzare

isolani.

un annuo assegna-

ottenne

rivoltosi indi al Pontefice Benedetto

modo

che una piccola e privata scuola da

acquistasse l'importauza e la vita di un

istituita,

rio, ricorse al

mento

suoi

dei

intellettuali

scarso di mezzi, e a far

se-

P. Giorgio Guzzetta,

questo

che, greco di sangue, di favella e di cuore, intese in

le condizioni

il

collegi di Maria.

la bolla

Senato di

il

Palermo non rest estraneo a quella fondazione. Nel 1737, gi progredito

seminario,

il

Guzzetta pensa lodevolmente

il

di estendere

Siciliani l'insegnamento della lingua e della letteratura greca.

sto scopo, con memoriale dei 9 luglio di quell' anno

nato pregandolo
della capitale

la

tutti

ma

abbonda.

Il

dell'

una terra come questa che

Senato

udito

di tanti greci
,

volume
I

collegi di

f.

285

Maria sono dovuti (per

allo zelo del

monumenti

offerta re-

memoriale del Guzzetta registrato nel

Il

di Provviste, a. 1736-37,

-Sicilia)

ivi s'im-

accoglie la dimanda

-con provvista dei 2 del successivo settembre, e la nobile

cata a pubblica conoscenza.

letterarii

antica scrittura greca,

parere del Sindaco

il

come

della greca favella e delle greche let-

anche quello della interpretazione

cos necessaria in

tutti,

a que-

rivolge al Se-

si

accademici

corpi

sua scuola fosse aperta a

non solo l'insegnamento

partisse
tiere,

notificare

di

come

a tutti

r.

la loro diffusione

morrealese P. Alberto Greco Carlino.

almeno nella

Fu

egli nella

sua giovent allievo del seminario, e avanz tanto nella piet che per
alcuni miracoli da lui operati
del suo

consiglio

Mons.

merit la fama di santo. Giov molto

si

Lorenzo

Gioeni

vescovo

di

Girgenti

tanta allora la sua attivit religiosa da esser considerato

come

e fu

1'

apo-

stolo della provincia agrigentina. Insieme al Guzzetta, all'Intravaja, al

Gaudesi e al Pupella,
ciali

sorretta dall' opera

presto
<(p.

forma

il

disegno

per l'educazione cristiana delle

collegio

il

126)

il

indefessa del
di

Maria

semenzaio per

di

fondare alcuni

Carlino e dei suoi

Morreale

nuovi

di

collegi spe-

fanciulle, e frutto di questa idea,

collegi

che
di

fu,

compagni, ben

secondo

Maria

che si

il

Millunzi

fondano in

seguito nel resto della Sicilia. Se con queste parole intende l'egregio A,
che

il

collegio di Morreale sia stato

uno stimolo

di pi alla

creazione

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

262

mi

degli altri,

stato

taccio

primo fra

il

ma

tutti

nella sua affermazione


lino, sorse nel

1736

che

se al contrario intende
collegi siciliani

giacch quello di Morreale

(1), nel

di S.

Croce (2)

D. Carlo Ebbano

del sac.

morrealese sia

promosso dal Car-

due in Pa-

quale anno ne esistevano gi

lermo, quello deirOlivella eretto nel 1721 per cura

Vanni, parroco

il

non potorio seguire

duolrai

1'

Venne

(3).

Capo

altro al

del

nel

rimanenti

1728 per opera

Morreale

indi quello di

D. Carlo

sac.

e segui-

quattro di Palermo.

La

rono poi

tutti gli altri dell'isola e

legge

soppressione del 1867 rispett questi collegi come stabilimenti

e allorquando nel

pii laicali,

invit

il

1871

la R. Prefettura di questa

provincia

Consiglio Comunale a deliberare sulla riforma dei loro statuti,

questo, nella seduta dei 9 giugno, dopo una lunga relazione del Consi-

Vincenzo Di Giovanni a nome della Commissione

gliere Prof.

nominata, considerando che

non sono

collegi di

Maria

in nulla deviati dallo scopo di loro fondazione

esser luogo ad alcuna riforma

che essi godono

dal

all'

uopo

quali istituti sui generis


,

deliber

non

e aggiunse che, per ragion del sussidio

Municipio a titolo

premio

di

potesse lo stesso

Consiglio delegar due deputati a far parte delle rispettive


solo per quanto riguarda le scuole,

e,

deputazioni,

in generale, l'istruzione e l'educa-

zione delle fanciulle che le frequentano.

Pongo termine a questa recensione con una preghiera

La preghiera
a male

il

diretta allo stesso Millunzi (e

Lo prego

mio ardire nel porgergliela), ed che

di

un voto.

non

togliersi

in altra edizione dell'o-

pera sua, seguendo l'esempio del Di Giovanni (Gov.), dello Scin,


l'Amari e di tanti altri, voglia provvedere

nomi proprii

e di cose notabili. Gl'indici sono

agli studiosi, e la loro

mancanza

in

opere

completa del lavoro.

che voglia presto, a compimento

Il

un valevolissimo sussidio

storiche

lunque memoria riesce insufficiente, un neo


alla utilit

che

voto doppio

della sua storia,

messa, facendo seguire alla sua storia la biografia

(1)

te

I,

p.

(2)

Vito AMico,%Ltricon topographicum

ecc.,

del-

suo lavoro d'un indice di

il

per

le quali

qua-

toglie qualche cosa

uno

allo stosso A.,

mantener la sua proe la bibliografia della

Catania 1759,

Tomo

II,

Par-

874.

Palbbmo, Guida

di Palermo, 1858, p. 126.

(8) Relazione al Coneiglio

data dei 9 giugno 1871.

Com.

di

Palermo

do! Prof.

V. Di Giovanni, nella

263

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

scuola mcrrealese da

promessaci

stesso

lui

prossima pubblicazione.

di

Cos facendo innalzer un altro monumento aere perennius


della sua nativa Morreale

eresse

pi nobile

il

ed

come

monumento

eloquente

seminario

al

1869 Fra Marcellino da Civezza

nel

che avesse potuto

ad

onore della Chiesa e dell'ordine del Poverello d'Assisi colla sua Bibliografia Sanfrancescana. L' altro ai letterati dell' isola e specialmente ai
chiesastici, che, imitando il Millunzi, vogliano darci le storie dei rispettivi seminarii,

almeno

Palermo

dei pi antichi,

racusa, Girgenti. Si avrebbe cos la storia


scritta in
fico all'

vendo

buona

parte, e

il

maggior copia prodotto

si

onora.

Catania, Si-

nostra

inculcando e promo-

Concilio di Trento

l'istituzione dei seminarii dei chierici,

in

dell' isola

comprenderebbe ancor meglio quanto bene-

si

umanit fosse stato

Messina

letteraria

che hanno

semenzai

veri

tanti egregi dei quali

genere

il

umano oggi

Aprile, 1895.

Fedele Pollaci Nuccio

I.

Belooh.

die Phoetiiker

N. P. Bd.

XLIX,

Questa breve memoria


portanti nella

storia

am

pi

chiama

dita,

cio

poi, questa

Mediterraneo ove

scoperto, in tutti

Philol.

modi,

ma

im-

quale

precedenza de' Fe-

la

il

occidente.

di

precedenza stata singolarmente ingran-

ed divenuta press'a poco un pregiudizio

delle coste del

f.

de' punti pi

ed uno de' punti

Greci nelle acque dell'Egeo e ne' mari

Dal Moveg in

uno

in discussione

antica de' Greci

viene generalmente accettato come sicuro


nici sui

Mus.

Aegaetschen Meer. Rein.

pp. 111-132.

si

non

siano stabiliti

sopra tutto per via

teriore stabilimento Fenicio. L'A.

si

di

quasi

e'

Greci, in cui

punto
si

sia

etimologe, un an-

vigorosamente incontro a questa

fa

opinione. Quali sono in effetto le ragioni per cui

si

deve credere che

Fenici commerciassero largamente nell'Egeo e vi avessero stabilimenti,

prima

non ha

ancora

che

vi

si

estendessero

Greci

La

tradizione

valore, essendo fondata sull'epos omerico e su

rotine combinazioni fatte a base di miti e di

nomi

ellenica

evidenti e se-

locali >; l'epos

ome-

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

264

rico

non prova che

alla

seconda met del secolo Vili o la prima del VII. Le fonti egiziane

non

ci

contatto tra

il

dicono nulla

Greci ed

Fenici fosse anteriore

Dal materiale archeologico non

di preciso.

pu

si

trarre alcuna conclusione certa, quello pi antico (stile di Micene) di

provenienza ancora ignota e non presenta che un numero relativamente


scarso di oggetti che possano esser riconosciuti come importazione fenicia

La
il

meno

quello

appaiono

Fenici

antico, si collega colle parti dell'epos omerico in cui

e quindi appartiene anch' esso

fatto che

che

dall'epos.

due popoli fossero pi

Vi ha invece un argomento,

mette in rilievo

parola che

Vili- VII secolo.

de' greci

possa ricondurre ad una voce semitica

ci

che la nomenclatura nautica

Romani,

de'

prova

ci

et segnata

dell'

quale parla in contrario, e che

il

nomenclatura nautica

nella

antiche

giacche

Greci abbiano appreso dai Fenici l'alfabeto non

le relazioni tra

l'A.

all'

non c'insegna nulla su questo riguardo

storia dell'alfabeto

non troviamo

mentre vediamo

quali appresero

da' Greci

ribocca di voci derivate dal greco. Ci dimostra che la navigazione


lenica sorse e

rebbe

a comprendere se

difficile

quando

svilupp fuori di qualsiasi influenza fenicia,

si

Fenici

si

il

Egeo

fossero gi trovati nello

Greci cominciavano ad abbandonare

le

el-

che sa-

coste della loro

peni-

sola per pigliar sede nell'arcipelago, e sulle opposte spiagge dell' Asia

Minore.
Cosi, questa precedenza Fenicia dev'essere ancora provata.

non segue che

il

sola ellenica debba esser gran fatto modificato


dal materiale archeologico
civilt si sia

nici, sia

Per

raggiunta

limitando

questo concetto dato

debitamente la parte dovuta

ci che riguarda

Oallia furono primi

L'urto fra

bacino

il
i

occidentale del Mediterraneo

Fenici ed

in Sicilia, in Italia,
i

sulle

secondo

il

meridionali

coste

della
i

Fe-

due popoli marinari ebbe luogo nel VI secolo in

capitale

quale

sta

nelle

Fenici

si

fenici

di Sicilia

brevi parole

di

Tucidide

stanziarono

tutt'

intorno

ini x^ d'xXdoaig iniXa^vit; xal x inixc(p,8va vT]a(8a.

rilievo la contradiziono

Si-

>

Si sa che per quanto riguarda gli stabilimenti

testimonianza

A.

1'

Greci vi arrivarono quasi con-

Greci: in Africa, in Sardegna, a Tartesso

presso la Corsica ed in Iberia

dxpa^ Tt

Fe-

ai

pure come mediatori fra la Grecia e l'oriente.

temporaneamente

cilia,

ci

rimane ancora a vedere in che guisa questa

viene alla conclusione che

nici.

Da

concetto della civilt degli antichi abitatori della peni-

che esiste tra questa notizia e

la

6,2,6
all'

isola

L'A. mette in

la tradizione della

265

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

greche. Secondo Tucidide stesso, Archia

fondazione delle colonie

fondare Siracusa, ne dovette cacciare

non

dell'isola,

eppure, in tutte le coste

siculi;

v' altro punto che corrisponda cos bene

indicazioni che Tucidide ci d sui punti che

come Ortigia

non

Siculi,

alle

Fenici avrebbero occupati.

Cos parimenti nella fondazione di Megara, Nasse, Zankle,

da fare con

nel

Greci han

coi Fenici.

Tucidide, a parer mio, ha esagerato, o meglio,

guidare

s' lasciato

da una tradizione esagerata sul numero delle colonie fenicie, ed errato


quanto

al

La

loro carattere.

quente, pigliando

come

storia pi antica veniva fatta

come punto

di

di fre-

partenza lo stato di cose qual era al-

l'epoca in cui lo storico scriveva. Gli stabilimenti fenici che esistevano


al

secolo sulle

coste occidentali dell' isola

Solunto, poterono far credere che

ove
e

Fenici

fosse un'isoletta vicina alla costa,

ci

che

le loro fattorie costituissero tante

si

come Motye

un buon porto, un promontorio

tradizione della fondazione di Siracusa, per

non prova che

es.,

uno stabilimento

stabilimento, se mai,

non era una colonia nel senso greco

fenicio

vale a dire, non avea sovranit territoriale


le colonie del

cui gli abitanti

conservavano

prova

nit territoriale spettava ai Siculi,

in quel

che questo

solo

della parola,

quartiere a parte

in

costumanze proprie. La sovra-

quali del

la

esso sarebbe piuttosto da

medioevo, con un
usi, arti e

Ma

comunit indipendenti.

luogo non esistesse

paragonare con

Panormo,

fossero stanziati dapertutto,

doveano

resto

formare

la parte costitutiva della popolazione. Cos, almeno, da pensare della


colonia fenicia che esisteva a Siracusa nel

una colonia fenicia

ai

Siculi e

parole di Tu-

citt, le

non abbiamo nessun argomento

giacch naturale che in tale stato di cose

avessero da lottare con

ed

secolo; che ivi esistesse

tempi della fondazione della

cidide lo farebbero credere, e noi

negarlo

IV

non

co' Fenici; la

(reci

tra

lotta

per

emigranti

Greci

Fenici era decisa col fatto stesso che quelli potevano gi passare

in occidente.

Un

fatto per che merita attenzione questo, che effettivamente nel

materiale archeologico sinora rinvenuto in quella parte della Sicilia, non


si

hanno che poche tracce

il

materiale archeologico, tenuto conto

pu

su

tal

riguardo

di quello

dare

che noi intendiamo per fenicio.


di ci

Ma

che noi ne sappiamo, non

una risposta non dico sicura

ma

soddi-

sfacente.
Cos, in questa parte, le conclusioni dell' A. nt)n

nute da argomenti cos

forti

come

la

prima.

mi sembrano soste-

del resto

il

fatto

che

266

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

le relazioni

tra

nella seconda

Greci e

met

non assunsero importanza

Fenici

dell 'VITI secolo,

non porterebbe

non possano esser passati

questi ultimi

o dopo, quando cio la colonizzazione

tempo

il

in cui

cominciava od era co-

han principio

Fun popolo navigatore

La

via pi naturale per passare in occidente era per

ancora che

il

Fenici la costa

e le loro

mostrano

li

le parti

antiche dell'epos omerico.

Pure
parte

il

cos, le ricerche e le conclusioni dell'autore,

merito di porre freno alle esagerazioni e

scoperta

meno

avranno

Giac-

inesplicabile la colonizzazione ellenica dell'occidente.

che

le colonie fenicie

ponevano

si

sulle coste occidentali del

Mediterraneo erano tante, che, per comprendere


nizzazione ellenica, era necessario

richiamarsi

la possibilit della colo-

avvenimenti della

agli

Fenicia, e trovare una ragione di decadenza di quel paese

coU'Assiria, alla quale dovette in ultimo soggiacere.


trovata, pure, guardando bene, essa

neralmente vien creduta.


dubbio era mosso sulla
espansione in

dentalmente

"

occidente

di quest'

non

avendo

argomento
i

nelle

lotte

La spiegazione parva
come ge-

cos soddisfacente

cinque anni addietro, quando ancora nessun

precedenza fenicia

volevano spiegare

si

in questa

pi cauti nella

di far

Esse serviranno nello stesso tempo a ren-

di stabilimenti fenici.

ch sinora,

cui

potevano

e di qui

commercio

loro

come ce

relazioni co' Greci si facessero cos attivi

dere

rapporti

pu essere determinato con esattezza.

e l'altro

settentrionale dell'Africa, la via tenuta da Herakles

meno

determinazione

la

tra

esser passati in Sicilia prima

non

se

conseguenza, che

che in quel tempo

in occidente

ellenica

argomenti fondata

minciata. Si sa su quali deboli


dell'epoca dei poemi omerici, e

di

fatti

nell'Egeo, e sulla loro vasta

avuto occasione

di

occuparmi

non potei dissimulare che

non mi convinceva molto.

il

"

inci-

modo

in

fuor di

dubbio, scrissi allora, che gli avvenimenti della Fenicia diedero occasione

ed agevolarono la colonizzazione ellenica


quei fatti troppa importanza

ma non

si

pu attribuire a

la colonizzazione ellenica

sarebbe avve-

nuta ugualmente, sebbene meno agevolmente, anche senza


venimenti
Ionio

come avean ceduto

greche della

che

lo

la

maro

l'Egeo.

Sicilia e dell'Italia

sofferto gravi

come

danni

era stata da

dall'

occidente

..

Quando furon fondate

Assiria

le

av-

ellenico lo

prime colonie

meridionale la Fenicia non aveva ancora


:

essa

era

semplicemente

un secolo e mezzo avanti.

Fenicia fiorisse, e che

di

di questi

Fenici avrebbero dovuto cedere allo elemento

ci

tributaria,

non impediva

Fenici potessero contrastare ai Greci

il

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

La

ricerca del

prof.

Beloch risolve

in

267

buona parte

il

dubbio

se vogliamo tener conto anche degli avvenimenti di Fenicia,


si

pu considerare gi come risoluto

in

anzi,

dubbio

il

maniera quasi soddisfacente.


G. M. COLUMBA.

Albert

Mayr

Die

Munzen der

antiken

L'autore premette che

Gozo e
lui

presente opuscolo un

il

ad una monografa intorno

alla storia antica

e spesso

lavoro preparato-

delle

maggior parte

Pantelleria, ed avverte che la

considerate sono state gi descritte

mente

Gozo und

Druck von H. Kutzner.

Pantelleria. Miinchen, 1894.

rio

Malta

Inaeln

ed

esaminate,

isole

di

Malta,

delle

monete da

ma

incompleta-

senza sufficiente critica e senza esattezza nella descri-

zione e nel disegno.

In questo

lavoro

discute le questioni riguardanti

ne d

egli

Cempo

il

il

della loro

catalogo intero e

coniazione e

si-

il

gnificato dei loro tipi.

Contrariamente a quanto

si

mo-

era prima ritenuto, esclude che le

nete portanti iscrizioni fenicie o greche rimontino ad un' et molto re-

mota, cio

al

tempo che queste

affermando che

le

furono sottomesse

dette citt
al

colonie

o greche;

fenicie

dominio romano, allorch ebbero, insieme ad un'an-

gusta autonomia, anche


parte

erano

isole

non ebbero zecche proprie se non quando

diritto di batter

il

moneta,

come

maggior

la

delle citt di Sicilia. Spiega, l'esistenza d'iscrizioni fenicie

medaglie coniate tanto pi

tardi, col fatto

che

non era declinata ancora nel tempo cui esse

V antica

sopra

civilt fenicia

che nella

riferiscono, e

popolazione delle tre isole predominava l'elemento fenicio di fronte ad

una minoranza

ellenica o ellenizzata

degli Atti degli Apostoli

(XXVIII,

tese sono chiamati barbari, cio

1),

quali ultime in seguito furono in

per cedere

il

dove

gli abitanti del litorale

non parlanti greco n

ebbero nel medesimo tempo iscrizioni

scente della greca coltura

ed in proposito ricorda un luogo

fenicie

ed

latino.

iscrizioni

maggior numero per

sinch pi tardi le une e

l'

mal-

Cos

greche

si
,

le

influenza cre-

le altre

sparirono

posto alle latine.

In quanto alle figure che


glie, l'autore ritiene

che

si

osservano sul

la testa

diritto

di

queste meda-

muliebre sin ora creduta di Hera^ sia

RASSEGNA BIBLIOfiBAFIOA

268

una rappresentazione grecizzata dell'Astarte


gio della sua opinione che due di esse

fenicia, e rileva in

le quali

meno

delle

appog-

altre

ri-

sentono l'influsso greco, portano nettamente la testa d'Iside e segni ed


attributi proprii di questa deit. Altri simboli,
si riferiscono al

ed

culto di Baal

altri al culto di

Hamraon

come

identificato

la testa di ariete,

con Giove Ammone;

Melcarte, l'Ercole fenicio, e di Apollo, che era an-

ch'esso un dio propriamente fenicio.

Tutte queste medaglie appartengono al tempo


quista

romana (218

a.

che corse dalla con-

primi anni di Augusto, ne se ne conoscono

C.) ai

di pi recenti,

n con l'immagine dell'imperatore, e sono tutte preziose

perch intorno

al

non

ci

Da

detto periodo ci oifrono notizie e dati, che altrimenti

sono pervenuti.
questi pochi cenni

eruditissimo del

Mayr

si

vede

come

sto la storia che promette

sia

delle

di

quanta importanza

desiderabile
tre

isolette

che
tanto

sia lo scritto

egli pubblichi pre-

strettamente con-

giunte alla Sicilia nostra.

Amilcare Martines.

-^><^^^^@>-

BULLETTINO BIBLIOGRAFICO

Luigi Natoli, La civilt siciliana


nel secolo XVI. Palermo, Remo
Sandron editore; 1895. lu 16',
pp. XXIV, 186.

una

utilit

incontestata

proposito
arti.

e Studj di vario genere venuti fuori

massimamente

nell'

nio in Sicilia,

1'

ultimo trenten-

un qua-

A. traccia

dro che d un' idea generale della


civilt siciliana nel secolo

lineando

condizioni

le

economiche e

XVI, de-

politiche ed
dell' Isola

sociali

le

costituzioni municipali delle grandi

stato

ed

il

morale delle varie

religioso

neficenza

le

e poi

sce allo

vivace una im-

magine abbastanza

netta del

che intende illustrare


;

ma

sbaglio o confusione

sproporzione fra
,

il

risente

qualche

ed una certa

te parti.

lettore

ha fatto benissimo l'egregio Prof. Natoli

a pigliarlo ad argomento

delle,

sue ricerche, delle quali accogliamo


lieti

come primo saggio

volumetto.
tura e
scere

le

il

presente

In ispecie su la lettera-

scienze

non poco

da far cono-

e'

ed

il

Natoli

pu

ben darcene larga copia.


S. S.-M.

trova

Sicile, impressions du prsent et


du passe, par M. G-aston Vuillier. ( t Le Tour du Monde , Paris, 1894-95).

tempo

donde qua e

una qualche incertezzza

questo

ancora poco conosciuto e studiato

La

lavoro, nell'insieme, rie-

fretta

inte-

let-

scopo e presenta in forma

la

risorgere e tra-

il

spigliata e spesso

un po'

e delle

per molti aspetti

classi

tere e delle scienze ecc. ecc.


il

in Sicilia

pie opere di be-

sformarsi delle belle arti e delle

Tutto

XVI

abitudini,

citt, gli usi, le feste, le

lo

e giuste,

argute a

letteratura

della

secolo

Il

ressantissimo

Giovandosi di Storie e Cronache

osservazioni, e riflessioni

Con

tutto

nel libro

Degli stranieri, in ispecie Francesi,

che

simpatia

s'

occupino

anzi

con

di

Sicilia

entusiasmo

con
,

che ne giudichino spassionatamente


e dopo d'averla con
diata, se

ne trovan

coscienza sturari, massime-

270

ai

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

che corrono

d'i

caro

pertanto

ci

vole lavoro di Gaston Vuillier,

attentamente

ha preso

Zammit

di Fr.

tip.

ha girato e studiato

l'Isola nostra,

Biodoro

si

sorpreso

Siciliani delle

varie

classi ne' pi diversi

momenti

16,

intorno la origine

di
di

Netum. Siracusa, Tipografia A.

famo-

1894. In

un passo

interpretazione di

e luoghi

da
Off.

Buccheri Ooncetto. Tentativo di

ha voluto vedere co' proprj occhi


e sentire con i proprj orecchi ha

monumenti

vec-

pp. 58.

familiarit coi letterati e col popolo,

visitato

Una

studiata

G-iuseppe Cassone. Noto,

let-

terato ed artista abile, cuore aperto

e gentile. Egli

controversia

chia

poter segnalare questo note-

il

Neaton Netum.

Neai

Norcia; 1894. In
L'uno e

della

l'altro A.,

pp. 17.

4,

contro

le

con-

loro vita, e tutto ha scrupolosamente

clusioni di antichi e recenti storici,

registrato in quadretti vivaci e veri,

or contradittorie or incerte or affatto

non
la

solo

con

la

matita e con

penna,

ma pur

macchina

la

con
foto-

erronee, sostengono

con

ragioni

Quindi un lavoro ricco, im-

che non

portante, coscienzioso, che con molta

Neaton

grafica.

arte
il

ti

illustra l'antico e

vecchio e

tradizione,

il

nuovo,

moderno,

la storia e la

monumento ed

il

stume popolare. Le
zi,

il

co-

il

figure, gli schiz-

disegni finiti, sono riuscitissimi,

bene

scelti in

genere,

si

che

si

han

sotto gli occhi parlanti e moventisi


le

persone e

attraverso
lier,

ma non

risti ignari
il

le cose.

un viaggio
che

la Sicilia

fa il Vuil-

de' soliti viaggi di tou-

e annoiati o malevoli;

viaggio d' un dotto e

loro

come
come

Palicia fra di

patria di Ducezio
la citt

la

prima

seconda

la

ove Ducezio tramu-

per maggior sicurezza,

tipiano

dell' Alueria, e

l'antica

Netum;

la

sull'al-

che. sarebbe

terza e la quarta,

nuova fondazione di DuL'uno e l'altro A. si rifanno

le citt di

cezio.

dal passo celebre di Diodoro (XI, 88)

lo

studiano criticamente e

ma acume

simpatico

par

giuste)

possono identificare Neai,

Menenon

che debbesi ritenere

tossi

si
,

me

(ed a

validissime e

lo

con

interpretano, aiutati dalle

esatte conoscenze topografiche e dalle

minutamente ed considerazioni storiche a cui la vita


intimamente conoscer prima quello e le azioni e gli intenti del Duce

artista

che vuol

che intende far apprendere agli


tri, in ispecie della

al-

sua Nazione.

Torneremo a dire della bella e


buona opera appena sar compiuta,
e no diremo con pi particolarit;
per ora ci limitiamo a mandare un
caldo ringraziamento

mo

dei Siculi

danno

luogo opportuno.

Le loro ricerche confermano piena-

mente

la tradizione

popolare netina.

S.

S.-M.

al valentissi-

e geniale letterato ed artista.


S. 8.-M.

Pietro Orsi,

Professore di storia

nel R. Liceo Foscarini di Vene-

271

BULLETTINO BIBLIOOBAFICO

La

zia.

da

Giuseppe Travali

contemporanei agli

avvenimenti,
po-Ut.

narrata

Storia d'Italia

scrittori

Venezia,

Stab.

1895. In 16% pp. 256

(fase. 1,

Documenti su

Murat

di re Gioacchino

ti-

M. Fontana;

successore

sbarco, la cattura e la morte

lo

al Pizzo.

Palermo, Alberto Reber, Libreria Carlo Clausen

2%

i895. In

8,

pp. 29.

3, 4").

un metodo
ria che

ha certo

quello

di

narrare

di

far dire

cose

le

A malgrado

la sto-

suo lato buono,

il

con-

a'

temporanei e spesso attori degli av-

zioni,

80

la

ultime pubblica-

le

non esclusa quella del Capialbi,


fine miseranda del Murat, rie-

sce interessante ed utile quest'opu-

scolo del Travali, il quale con brevi


le forme e passiod'ognuno e del tempo ed acconce parole d'introduzione d
ma ha pur il lato fuori un fascetto di documenti (in
cui appartiene
men buono , che quello di aver- numero di nove) che si conservano
sene una narrazione scucita, diffor- nell'Archivio di Stato di Palermo.
me, incompleta, e per di pi non Sono i rapporti ufficiali (non ori-

venimenti, e con

ni proprie

sempre spassionata e perci

allon-

ginali,

ma

copie

ufficiali

fedeli e

tanantesi dal vero. L' A. ha cercato

riserbate) su lo sbarco, la cattura e

riparare al difetto aggiungendo bre-

la

vi legami

narrazione e narra-

fra

esecuzione di

Gioacchino. Quat-

sono rapporti del Maresciallo di

tro

zione, ed opportune note, e chiari-

Campo

menti. Forse nell'epoca moderna e

Ereditario Duca di Calabria, Vicario

contemporanea

il

metodo pu

tor-

nare pi agevole e chi sa fors'anche


pi utile

medio evo

pel

sono maggiori

come

le difficolt

incomple-

la

Debbo dire per che l'Orsi se


cava con garbo ed abilit. Nei fa-

tezza.
la

che abbiam sott'occhio

scicoli

si

da Odoacre e Teodorico sino


pace di Gostanza

son date tradotte,


verte quali ha

le

va

Vito Nunziante al Principe

Generale del Regno

que riguardano

la

Consiglio di Stato per giudicare


rat,

la

partecipazione di

Nunziante,

le notizie

e della fucilazione.
ve,

ma

di

Un

della

1'

A.

Mu-

essa

al

cattura

opuscolo bre-

vero pregio.

alla

scritture latine

ma

altri cin-

gli

deliberazione del

S.

S.-M.

non av-

tradotte egli stesso

e quali riproduce da traduzioni altrui

libro

a ogni

modo

riesce

piacevole

ed da lodare
l'

A.

cosi

com'

il

curioso

la

vasta cultura del-

la critica

conoscenza delle

pi attendibili

Albino Zenatti. La scuola poetica


siciliana del secolo XIII. Prolu-

sione letta nella R.


di Messina

Messina,

fonti.
S.

S.-M.

il

Universit

17 febbraio 1894.

Tipografia

1894. In 8% pp.

29.

D'

Amico;

BULLBTTINO BIBLIOGRAFICO

272

Movendo

dal proposito di restar

imparzialmente

fra

le

due scuole

che, o esaltano e danno troppo o

menomano e niegano
scuola

alla

pressoch tutto

poetica

siciliana

della

venuto

libro

del 1894, ed

fuori su lo scorcio

titolo gli stato dato

il

ha
messo a stampa. Sono 56 sonetti ed
un proemietto in versi cavati da un
egregio

dall'

che

bibliografo

1'

Corte sveva, lo Zenatti con ragioni

manoscritto che contiene molta pi

critiche e giuste osservazioni di fatto

materia, messo

viene a concludere che veramente

nigno

questa scuola siciliana, proclamata

(1743-1815),

da Dante e riconosciuta dalla tradi-

randa rivoluzione ed

zione fino a noi,

si

debbe accettare ed

di

insieme dal P. Be-

Caterina

S".

contro

in pr'

agostiniano

contro

tutti

memo-

la

Francesi, ed

personaggi prin-

che vi figurarono. Son versi,

ammettere n si dee spostare da Palermo a Bologna la fioritura della

cipali

volgar poesia. E dimostra che capo di

mi, in lingua italiana ed in dialetto,

questa scuola

si

pu considerare

il

Notare Jacopo da Lentini ed attorno


a

lui

pi o

men

Pier della Vigna

vicini

il

stanno

Mostazzi

Odo

e Guido delle Colonne, Mazzeo Ricco, Rinaldo d'Aquino,

mico
che

Ruggeri D'A-

Conviene peraltro

ecc.

1'

A.

questa scuola siciliana diede, in

complesso

piuttosto

alla lirica, e fu

miseri frutti

agevolmente supe-

rata da Guido Guinizelli, iniziatore


della
di

nova scuola bolognese

Dante e di quanti mai

d'amore usar

padre

rime

dolci e leggiadre

per

lo pi,

di quelli

apparivano

che

lungo lo

svolgersi delle vicende

della rivo-

luzione e napoleoniche;

come poe-

valgono in genere pochissimo;

sia,

come documento storico


hanno singolare valore

de' tempi,

e pertanto

il

Mondello avrebbe

utile

dando

la

opera pi

fatto

intera raccolta e non.

una parte. Alla quale poi avremmo


desiderato pi ampie note, e sopratutto per le
di parecchi

necessarie
questi

di

indicazioni
sonetti, che

sono gi noti ed a stampa nel Continente

popolareggianti, anoni-

ma

offrono

qui

varianti

delle quali bisogna toner conto. Essi


S.

corsero allora tutta

S.-M.

Sicilia,

venen-

dovi da Napoli e Roma, e in diversi


manoscritti

della

Comunale

lermo so ne trovan pure

Un nuovo

Misogallo, estratto

da un

Ma

detto questo,

di

aggiungiamo

vivi

manoscritto della Biblioteca Far-

ringraziamenti

dellianadi Trapani per cura del

dello per la pubblicazione sua.

Can.

P.

al

Pa-

riportati.

benemerito

P.

Xlon-

Fortunato Mondello.

Napoli, Luigi d' Angelini, edito-

re; i890. In 16, pp.

Bench porti

la

9(5.

data del 1800,

il

S. S.-M.

273

BULLETTINO BIBLIOGRAFICO

Y dicembre MDCCCIVV
MDCCCXCIV.
catore

letterato

cittadino

dicembre

Cesare Canta edustonco

Giudizi

filosofo.

Mons. Isidoro Carini, E.

Bomba

di

nemoria del egregio Sr.

la

Isi-

doro Carini pr e fedo de la BiblioVaticana. Discurso

teca
la

fotoincisione e tavola

tras de

fototipica

leiclo

en

Real Acadetnia de Buenos Le-

pp. 73, con ritratto del Cant in

di

S.-M.

S.

De

In 8,

e C).

di-

lettissimo e veneratissimo.

Marchi, Giovanni Pazzi, Emilio Penco, Encyclopdie Biographique du XIX^ Sicle . T'ormo, Unione tipograflco-editrice
{Gi Ditta

mi era invariatamente

di secolo

Barcelona

dia

et

de

Marzoporel AcadmicoT). Francisco de Bofairull y Sans Jefe

due medaglie.
pubblicazione

del Archivo general de la Coro-

venne offerta all'illustre Storico, test mancato all'Italia, dalla Unione

blecimento Tipografico de Vives

Questa

splendida

tipograflco-editrice torinese

in

na de Aragon. Barcelona,

y Susany , Calle de Muntaner,


nm. 36: i895. In 8% pp. 8.

oc-

casione del novantesimo complean-

no

di Lui.

Noi

la

vogliamo qui

principalmente per

cordata

scorso del nostro

Carini

ri-

il

Di-

uno

stu-

pendo discorso, erudito, ricco di savie osservazioni, equo ne' giudi^ e


pur pieno di rispetto affettuoso pel
scrivendo
Cant. Ma pur troppo
,

queste parole
questa

ci si

schianta l'anima:

r,'<ltima

Esta-

scrittura che ci

Brevi parole, che aflettuosamente

commemorano
mettendone
lit

il

compianto Carini,

rilievo le alte qua-

in

intellettuali e

morali

la

vita

maggior paropere. Dobbiamo essere som-

laboriosa ed onesta, la
te delle

mamente
to

grati a questo insigne dotr

rende solenne

straniero che

o-

ed ottimo cuore

maggio al Nostro, cui conobbe personalmente ed apprezz quand' ei

del nostro Carini, spentosi improv-

recossi in Ispagna a raccogliervi la

viene

self occhio

bilissimo ingegno

visamente

il

del

dotto e

25 gennajo

dove pe' meriti insigni

in
di

adorno Egli saliva sicuro

no-

Roma,

che era

preziosa messe de' Documenti concernenti

il

Vespro

siciliano,

che poi

per cura della nostra

alla glo-

vider

ria ed ai posti eminenti.

Societ di Storia patria. L' A. inse-

degnamente del Carini


nel nostro Archivio; io ho voluto
versare una lagrima in queste ri-

risce

na lasci

ghe per r Amico che da un quarto

nare in

Altri dir

Arch. Star.

Sic.

N.

S.

anno XX.

la luce

una

bella

lettera

a lui diretta (14 luglio

del Carini

1882J appe-

Barcellona e pria di tor-

Italia,

lettera

che

fa

ono-

18

274

BULLETTl.NO BIBLIOGKAFICO

re ad entrambi

degni

uno

1'

Storia delle lettere in Sicilia in i-ap-

del-

porto alle sue condizioni politi-

l'altro.

che dall'origine della lingua sino

S.-M.

S.

1848 per Rosario Salvo di


Volume Secondo.
Palermo. Vittorio Salvo e C. Editori, ViaMontesanto^N. 64; 1895.
al

Pietraganzili.

Vincenzo Di G-iovanni. Onori

resi

a Torquato Tasso in Sicilia dai


suoi anici e ammiratori contemporanei.

Firenze,

della

Ufficio

< Rassegna nazionale

Yia

In 4, pp. 480.

Rosario Salvo di Pietraganzili.


Sempre la Sicilia! Palermo. Tipografa E. Bondi e C. Via Celso. 69; 1895. In Q\ pp. 43.

della Pace. 2; i895. Pistoia. Tip.

Fiori e Biasini. In

Con
vanni
il

la solita

erudizione

conoscere

fa

il

con

illustri

Marchese

delle lettere in Sicilia

procede innanzi con speditezza. In


questo secondo volume, che per ora

contentiamo di annunziare som-

di

Ge-

ci

ed omaggi e rispetto da

let-

mariamente (poich

quale

terati dell' Isola

il

quali

nell'isola stabiliti, quali

degli Oddi

Richiama

Paruta, o

importantissimi su' quali non

il

P. Nicol

fermarsi cosi di volo), va da Arrigo

Monsignor Ludovico

poi,

con

Giuffredi,

unica Censura

1'

Gerusalemme

fatta da Argisto

Madrigali

scritti dall'E-

rdia e da altri sugli Infidi lumi,


intonati

con

ni della

sopra

variazioni

verso tassesco, e

le

un

rappresentazio-

commedia Intrighi

AeW Aminla

periodi

tratta

Torres e Monsignor Diego de Ayedo.

della

La Storia

Di Gio-

relazioni che

le

Tasso ebbe, vivente

siciliani

raci

pp. 21.

8,

d'

amo-

sesto

Federico

II

tempi angioini e del


II,

I,

111),

prosa,

la

lingua

Manfredi ed

Vespro

e poi

in generale che

il

il

teatro, le

offre lacune e sviste

Dicia-

volume

e di esempj

co di notizie

(libri

la poesia lirica, la

scienze giuridiche ecc. ecc.

mo

pu

XIV, XV, XVI e

ai secoli

XVII, studiando

si

ric-

ma pur

ed inesattezze

Palermo

cheson certamente sfuggite per inav-

(quest'ultima musicata dal Maretta),

vertenza e che l'egregio Autore, cosi

re e

ed infine

le

imitazioni e traduzioni

che della Gerusalemme


Sicilia,

cento,

il

dove, sa
il

si

fecero in

cinque-

la fino del

Tasso ebbe solo

grido tra' poeti.

tevasi

in

fatte

aggiungere

zione che nella

la

lirica

questo poimita-

dialettale si

fece della lirica e di motivi e di sen-

timenti dell'infelice Torquato.


S.

S.-M.

supplire e correggere

in fine all'opera.

L'opuscolo: Sempre la Sicilia!

fama

Ja

larga

studioso ed amante della Sicilia, si


affretter

il

grido di un

telligente che
sito della

si

uomo
fa

onesto ed in-

sentire a propo-

ardente questione de' con-

tadini siciliani, della questione agraria e socialista

che ha appassionato

tanti in questi

due ultimi anni. Da

buon conoscitore

ch'egli delle con-

275

BULLBTTINO BIBLIOGRAFICO

dizioni

della Sicilia,

perch egli

proprietario ed stato pubblico funzionario per

anni ed stato

tanti

molto in contatto col popolo,

vo porta

la

il

Sal-

questione sul terreno

Pom-

cesco Franco, Giacinto Agnello,

peo Insenga,

che vollero

solenne corbellatura

avver-

ai loro

Da qui

sarj retrivi o anticronici.

ire violenti del

Monti

che

una

far

le

cre-

si

pratico con gli esempi dell' ieri e

dette gabbato a scopo di guadagno,

mette in rilievo

verit

e l'umiliazione dei tre giovani che,

misconosciute, e torti giudizj di que-

ammiratori entusiasti del suo ingegno poetico


aveano sinceramente

dell'oggi

un opuscoletto che

sto e di quello.

va consultalo

le

meditato per varj

riguardi da chi

occupa della co-

si

creduto di onorarlo con


fazione e non

la

contraf-

aspettavano

ura-

1'

gano. Le curiose particolarit di que-

siddetta quistione siciliana.

aneddoto

st'

S.

s'

S.-M.

1865
il

letterario, sconosciuto

dei Poeta

a' biografi

lo stesso

narr gi al

Giacinto Agnello

Pipitone-Federico

ora

conoscere

le fa

pi minutamente col corredo de' do-

Nozze Pollaci-NuccioGuaetta: XV
ottobre MDCCCXCIV. G. Pipitone-Federico DeW Amalarico,
tragedia attribuita a Vincenzo
Monti. Palermo, Tipografia F.
.

Castellana

Or.

Atrio Ben fratelli ;

cumenti, cio

lettere

le

vertenza

scrissero

Tommaso

Gargallo

gelo Monti,

ca

tre

il

il
,

il

che per

la

Monti stesso,
P. Michelan-

Principe di Villafran-

giovani

Autori

giunge molte notizie su

e vi agle

condi-

1895. In 16, pp. XII, 86.

zioni letterarie e politiche dell'Isola

Pipitone-Federico. Giuseppina
Melazzo Gramignani. 27 dicem-

ed un esame minuto della tragedia.

bre 830-14 ottobre 889.

Paler-

E un lavoretto fatto con diligenza


ed acume
e con la correzione di

mo^

Vena,

qualche svista e con qualche giunte-

Tipografia

Fratelli

Yia Celso 57-50 e Via CandelaJ


84; 1895. In

8",

pp. 55, con

ri-

Amalarico

che come quarta

Palermo

tutto

mitana pianista che gi a nove anni


aveva acquistata una celebrit che
poche raggiungono dopo molti studj

al

1847

(ben-

ed in Sciac-

ca al 1880 (edizione ignota al Pipi,

al

e sotto abili maestri, condotto con

la stessa data)

tone-Federico)

riescir

venne

nuovo

zioni, e poi di

ch con

al

opportuna

1815 in due edi-

tragedia di Vincenzo Monti


ftiori in

rella

completo.
L'elogio della Melazzo, la paler-

tratto litografico.

L'

fu opera di tre va-

lenti giovani cronzce (liberali)

Fran-

abilit e perizia singolare. L'A.

non

aveva che a lodare le virt artistiche (di cui giudici competentissimi


avean gi sentenziato) e le virt
domestiche

della Estinta

egli

vi

276

BULLETTINO BIBLIOGRAFICO

riesce senza eccedere, senza cadere

Nel terzo centenario di San Filippo

comuni, senza riuscir pe-

Neri: poche parole del P. Fr^


Luigi Di Maggio dei Predica-

ne' luoghi

sante.

tori.

S. S.-AI.

Milano,

cero N. 9

Nuove indagini sul Folengo,


Umberto Renda. (Estratto

Giornale storico delia Lettera-

tura italiana

XXIV). In 8%

voi.

con certezza

fatti

messi in

rilievo

le istituzioni

fa Teofilo Folengo, pi noto col no-

ma

han lavorato

Merlin Coccai,

I^ Lumia,

nostro

il

Luzio.

Il

il

Portioli,

il

presente scritto

dell'

parole

che

le

molte di

sionata

giuste osservazioni

Folengo a 8 nov. 1492,

entrata di

nel

lui

Eufemia in Brescia
stesso

dallo

mondana su
cipi

clsl

convento

la fine del

nel

a Brescia, quella

quanto occorre

per l'argomento e lasciano impres-

mente per

la

sobrie e

le

dn

cui

luogo

fatti ricordati.

S.-M.

S.

la

al l09, la uscita

e ingresso

Maccheroniche

s'in-

di S.

vita

nella

1521 o prin-

1522, la composizione delle

1517 e 1521

la

stabilire la na-

Queste poche

altri)

afferma-

anteriori

bene (anzi meglio

dicono

alle incerte

tra

in Ro-

come modestamente

titolano

relazioni

Oratorio

ed in Palermo.

contrariamente

scita del

trat^

Domenicani

condotto con finissima


Renda
viene,
e minuta indagine critica
del

zioni

hanno

nostro saputo

le

buon Santo ed

bizzarro e caratteristico ingegno che

Gaspary,

il

P. Di Maggio ha svolto
due punti opportuni e degni d'esser

stabilire

di

modi)

il

il

la vita di S.-

pi (argomenti che molti

date della vita e delle opere di quel

me

pp. 14.

parlar de' suoi tem-

Filippo Neri

tati in tutt'

Calo-

S.

8,

e facondo

pp. 49.

Via

i895. In

Senza voler tessere

di

dal

Tipografia Ponti-

Giuseppe,

ficia S.

delle

due Paganini

tempo che
dell'

stette

OrZandmo

tra

seconda met del 1522 e prima

del 1526. Quanto al viaggio e permanenza del Folengo in Sicilia, l'A.

In

memoria del Comm. Sansone


Ancona Senatore del Regno.
(Roma, Tip. Nazionale di G.

D'

ma

1895.

In 8

di illustri Italiani.

Pisa

Bertaro).

S.

a.,

gr., pp. 65.

Lettere

Tipografia

Nistri e

T.

C, 1895.

In 8 picc, pp. 25.

Dalla ha potato aggiungere a quel

che finora
nostri

si

sapeva e che da varj

era stato scritto e comuni-

L'una e

l'altra

prima, oltre

cato poi al Portioli.


S.

S.-M.

pubblicazione deb-

bonsi ad Alessandro D'Ancona. Nella


alle

morazione dotto
sidente

Farini

parole di

comma-

in Sonato dal Pre-

o altrove

da altre

277

BOLLETTINO BIBLIOGBAFICO

Autorit

da

Giornali

come importantissime per

notiamo,

Luigi Barbra han messo fuori que-

la storia

sto saggio di

politica e letteraria d'Italia de' tem-

Terenzio

pi nostri, le 22 lettere di

Mamiani a Sansone D' Ancona, che


vanno dal 1839 al 1884 e son date
in appendice:
fatta

per

le

seconda, eh'

nella

nozze

della

Franceschi

Dianora

contessi na

Biccherai

col

un

intendono dar fuori quando

L'importanza

non solo

sta

dirette

fanti

Ricasoli

Mamiani

Mayer, De Sanctis

Enrico

Guerrazzi, Sal-

vagnoli. La Farina, Silvio Spaventa.


alla vita letteraria e

Si riferiscono

e politica

scientifica

che animava

l'Italia in

quegli anni fecondi e at-

tivissimi

di

preparazione al com-

che vanno

pleto riscatto nazionale

le

pi eccellenti opere de' migliori

dare

lettere
al Bar-

illustri

bra, co' ritratti di essi ecc.

11

sag-

occhio af-

sott'

abbastanza suU' interesse che

fida

opera avr massimamente per

nostri.

letteraria

italiana de'

ed animosi

benemeriti

ci illu-

uomini

gio che ne abbiano

che

giudizj

documenti e con

cona entr con onore anch'esso nella


gli studj e le

e tutto

strato con

1'

sua

della

inedite

di

che

intendono

genetica

commerciale

esito

nel fatto

criterj cui fu informata,

se ne portarono

storia

che con

ma

gli editori

storia

la

comparsa,

del 1852 al 1860,, e ne' quali A. D'An-

schiera de'

vita.

rinomanza delle
hanno accolto

nella

per ogni opera

non meno importanti,

di

edizioni Barbra che

baraonte, son messe fuori dieci

ad Alessandro D' Ancona da Cento-

Casa

questa bibliografia

di

ingegni italiani

tere

che

la

compir 50 anni

editrice

nostro Vincenzo Minneci barone d'Allet-

crono-

Catalogo

logico delle edizioni Barbra

S.

la

tempi

S.-M.

opere prepa-

rarono l'unit ed indipendenza della


Nazione.
S.

S.-M.

Corradi.

Alfonso

S.

l.

a.

In 4,

pp. 28; con ritratto in fototipia.

volume

Estratto dal

L'edizione delle

Opere di A. Poli-

ziano curata da G. Carducci e


I.

Del Lungo per

V editore G.

(Vili) degli

Annali

Augusto Corradi,
efficaci

i895. In

tore,

17.

rende

cTie in

Con l'occasione
,

gli

delle

Nozze Bac-

editori

Piero e

poche,

ma

ed affettuose e giuste pagine


il

dovuto

come un

omaggio
Commiato

tore degli Annali.

ci-Del Lungo

dell' illu-

stre Estinto dovuto al figlio Prof.

Barbra. Saggio bibliografico di

pp.

Epidemie^

questo ricordo della vita

Piero e Luigri Barbra. Firenze, Tipografia di G. Barbra;


4,

degli Indici

delle

Si

al Geni-

al let-

aggiunge una

Bibliografia delle opere corradiane,

che va dal 1856

al 1892,

ed un Elen-

278

BULLBTTINO B(BL106RAFIC0

CO delle Accademie alle qnali


radi fa ascritto.

Ora

il

sparsi

paterni

quasi

scienza e per la

gli

tutti

quanto importanti

tanto rari
la

Augu-

volumi

sto attende a riunire in


scritti

Cor-

il

Prof.

per

Lettere ed Arti

to pi volte del

Medico

Museo Termitano

Necroscopo

Termini-lmerese

M. Galati

Tipografia

Comune

della

ecc. Catania,

ecc.

In

1894.

8*,

pp. 16.

storia.

Per

S.-M.

S.

Catania Deputa-

silia

esequie di Francesca Ba-

le

Salamone fondatrice

dello Isti-

tuto Internazionale per le fanciulle

cieche in Palermo

Braanuelis Armaforte.
ab

Idyllia

Hugone Antonio Amico

ce expressa. Panormi
A. Giannitrapani
16",

ex

ita li-

libr.

off.

MDCCCXCV. In

Chiesa di

nella

ottobre 1894. Palermo, Stabilimento

In 8

Tipografico Virzi; 1894.

pp. 33. L'Elogio del

Beccaria,

pp. i5.

celebrate

Francesco d'Assisi a 16

S.

M.r

Epigrafi di

le

gr.,

Can. Q-ius.
Q-.

Di Marzo.
Boschi e pioggie, paludi e fiumi

mico; 1995. In
il

Prof.

Avv.

Messina, Tipografia D' A-

di Sicilia.

8..

pp. 38. (Autore n'

Michele Basile,

ma si lejge

la cui fir-

in fondo all'opuscolo).

Commenti danteschi (Nuove


terpratazioni di alcuni

passi

Gulfl.

Divina Commedia) pel Dott. Med.

Chiaramonte-

in

Ragusa, Tipografia Piccitto e

Antoci, 1894. In i6, pp. 6i.

G-iuseppe Corradi.

in-

della

Espartero Bellabarba.

Le statue bizantine

la storia

studio.

Carlo Clausc.n

Filosofia del-

Torino-Palermo,

1893. In i6',pp. IV,

Giuseppe Bassi. Lucca, Presso l'au- 447.


tore

P.za

S.

Romano, 4

1894.

In

8", pp. 27.

Sul valore fonetico di

antiche

Brevi cenni sulle antichit di

Si-

Roma pel Professore in


Francesco Battagla-

cilia e di

medicina

scritture

Oultrone.
vio

Estratto

glottologico

eh nelle

siciliane

di

dall'

In

italiano).

B.

Archi8",.

pp. 7.

Rizzo da Termini Imerese. Presid<*nte

Onorario dell'Accademia I^ante

Catania Socio

protet-

tone benemerito del Circolo

Parte-

A Hfrhieri

nopeo con Medaglia Sezione Scienze

Napoli

della Reale

Dilania

Socio

corrispondente

Accademia Stesicorea

Socio Onorario di Scienze,

Una

lettera di V. Gioberti a Te-

renzio Mamiani. (Estratto dalla


visla Italiana

di Filosofia

Novembre- Dicembre
pp.

7.

1894).

Tit-

Roma,.

In 8y

stata pubblicata dal Prof..

Vincenzo Di Giovanni.

BULLKTTINO BIBLIOGRAFICO

comunicazione

Trina

ed

Preghiera

illn-

una Croce
Monumentale rinvenuta nel 1067 ad

Paolo La

un miglio da Casteltermini;

In

storica: 1" di

strazioiie

Terra o Citt che

2'*

dovette

ivi

stere o nelle sue adiacenze

nomi

dei Martiri

col

novembre

i88v^,

pp. 42.

i6o,

Francesco La Scola. Osserva-

a m. 500

Tipograta del Boccone del Povero;

Vincenzo

pp. 92.

1895. In 8", pp. 233.

G.
Ceano

Melfi

Ottavio G-rassi Badala. Note


Il

giovi n Signore di fronte

zuso

opere di

De Santis giureconsulto

chiaramontano. Chiaramonte-Gulrt

Ferrante, 1895. In 8^,

Tip. Frat.

La vergine cuc- pp. 28.

ai ritratti degli avi.


cia.

San Giovanni.

di

vita e sulle

sulla

Giuseppe
pariniane.

ma-

zioni sulla origine e su talune

nifestazioni del carattere. Palermo,

S,

di

le

Gaetani. Palermo, Tipografa Boccone del Povero 4 Febbraro 1895.


Jn

Versi

Inapellizzeri,

Ragusa, Tip. Piccitto e Antoci; 1894.

3^ dei

sangue e

circa dell'abitato, pel sac,

madre.

di

Rocca

esi-

dei quali si tro-

varono un vasetto
ossa nel 21

della

279

Acireale, Tip. ed. Rosario Don-

Gaetano Mogavero, Note

1894. In 10". pp. 42.

stetica musicale, c^hopin.

Francesco Guardiono. Tommaso Fazello. (Entratlo dagli Atti e

beer. Mendelssohn.

Rendiconti dell'Accademia di Scien-

fluenza

ze Lellive e Arti dei Zelanti e PP.

Palermo

dello

Studio di Acireale.

1894;. In

Voi.

altri scritti di

Schumann. Mozart MeyerThomas. L' inmusica e

della
,

Tipograta

berti, Via Vitt.

lermo. Alberto Reber, Libreria Carlo


pp. IV,

LXVI,

101.

Elogio

dal

Prancei3co Guardione. Sul do-

palna

dei

tnento

Reber

Re

1895. In

Libreria
8,

di Atene e 2seo-

di Sicilia. {Con docu-

inedito).

Palermo, Alberto
Carlo

pp. 24.

357

Gili-

1892.

In

Clausen

L'opera di

1894.

In

16',

funebre di

pp. XVI,

Mons. Fran-

cesco Ragusa, Vescovo della Diocesi


di

miti io dei Ducati

critica.

Riccardo Wagner. Palermo-Torino,

uno studio critico di Fran- Carlo Clausen;


cesco Guardione ed introduzione i08.
det Prof. G. B. Impallomeni. Pa16,

Emm.

Gaetano Mogavero.

delle

Tomaso Na-

tale con

Clausen; 1895. hi

la

Vittorio

i6\ pp. Vili. 95.

pp. 29. (57-85).

8,

Della efficacia e necessU

pene ed

VI,

Berlioz.

d'e-

Beethoven.

Trapani

Canonico

letto
P.

Cattedrale

nella

Fortunato Mon-

dello addi 27 aprile 1895, e seguito

da brevi parole del Prof. Sac. Pie-

tro Boccone. Trapani


Fratelli

Messina e

Modica-Romano:

C''

Tipograta
Successori

1895. In 4^,pp. 35.

BULLETIINO BIBLIOGRAFICO

280

Luigi Natoli. Donne e Rivoluzioni.

Municipio

Palermo, Tip. F. Barravecchia

MDCGGXGV. In

e Figlio;

16",

casione

dell'

numento a
tembre

Parlamento

al

bastiano Reyea, Segretario medico

in oc-

Nicola Botta

il

Municipio. Cefali!

XX

Lorenzo Salazar. Cronaca mondana del secelo XVII. (Estratto dai


voi.

vari di lette-

dell'Archivio Storico Gentili-

Napoli

Napolitano).

del

zio

Stab.

Tipografico di P. Ruggiano e Figlio,

moderna. Paler-

ratura provenzale

In 4\ p. 143.

zi; 1891.

set-

cura del

Tipografla Salv.

E. Portai. Scritti

Condotta. Pa-

lermo, Stabilimento Tipografico Vir-

In 8^ pp. i5.

Gussio,- 1894.

Direzione della

alla

inaugurazione del mo-

1894. Pubblicato a

vari

sui

servizi che ne fan parte pel Dott. Se-

Alessandro Paterno-

Prof.

medico-

Documenti

e considerazioni

inerenti

vole

Palermo. Storia del-

in Palermo.

chirurgica

pp. 37.

Discorso pronunziato dall'onore-

stro Deputato

di

l'istituzione della Condotta

mo. Alberto Reber, Libreria Carlo


Clausen 1895. In i6. pp. H9.

Purgatorio

Vico Fico

In

1894.

8".

ad Arco,

1.

pp. U.

L'Estetica let-

A. Salinas. Relazione sommaria

teraria e la poesia dell'avvenire con

intorno agli scavi eseguiti in Seli-

M. Puglisi Pico.
note di

Maurizio WUrth.

nunte dal 1887

Estratto

dai Fascicoli XLIII-XLIV del

Pen-

Insubria

dell'

Carlo Aliprandi, Via Stella,


1894, In

di giu-

Editore

Num.

pp. 21 con figure

9;

pp. 22.

intercalate

nel

testo.

Salvatore Raccuglla. L'educaVolume 1.


Palermo, Remo Sandrou editore, via
Vitt. Eman. 324
1894. In 8", picc.

zione pubblica in Sicilia,

pp. IV, 163,

mese

gno 1994. Roma, Tipografia della R.


Accademia dei Lincei; 1893. In 4",

siero Italiano*. .Milano, Stabilimento

tipografico

al 1892. Estratto dalle

Notizie degli scavi del

con ritrailo

in

foto-

Una Montagna

di Corallo

tura trapanese del secolo

XV

scul-

indicata

da Salvatore Salomone-Marino.
In
to

Palermo, Coi Tipi de

Lo Statu-

1894. In 8" gr., pp. 15.

tipia.

S.

Sac. V. Baciti

Romeo.

riano Leonardi dei

P.

Ma-

Predicatori e

suoi manoscritti. Nota bibliograQca.


(Estr.itto dagli .\tti e
l'

Accademia

Arti dei
di

pp.

Scienze

Lettere

Voi.

VI

1894). In

Salomone-Marino.
Siciliana

1818). In
telli

di

L' Acca-

Palermo (1790-

Palermo, coi Tipi dei Fra-

Vena.

MDCCCXCIV. In

S^.pp. 10,

{Per Nozze Pollaci Nuccio- Guaetta).

Zelanti e PP. dello Studio

Acireale.
Ii6.

di

Rendiconti del-

demia

8%

S.
zioni

Salomone-Marino. Le Oradel

Presepe

in Sicilia.

(Uso

popolare). In Palermo, Coi Tipi del

281

BULLETTINO BIBLIOGRAFICO

Giornale di Sicilia

In

8".

>.

MDCCGXGV.

di Diritto ecclesiastico nell'


sit di Napoli.

pp. 8.

Decime

siciliane, dominicali o

SuH'andamento del Circolo Giuridico nell'anno 1894,

XXVI

della

sua fondazione. Relazione di Luigi

Sampolo

sacramentali?

Tipografia editrice

romana,

Via della Frezza, 59-61; 1894. In S


pp. IV, 68.

Presidente. Palermo, Sta-

bilimento Tipografico Virz; 1875. In


8,

Roma,

Univer-

regie, specie

C. Sciuto-Patti.
Chiesa di

pp. i6.
gli

anni

Il

Francesco

Catania

Catania.

Relazione accademica per

S.

l'Etna; 1895.

soffitto della

di

Paola in

Tipografia

del-

In 8% pp. 19.

1889, 1890, 1891, 1892, recitata Alla

R. Accademia di Scienze, Lettere e

Luigi

Sioiliano

Belle Arti Nella adunanza del 19 Feb-

Studii intorno alla

braro 1893 da Luigi Sampolo, Se-

voro

gretario Generale

In

4, pp. 20,

s.

medesima.

della
l.

e a.

-G,

Orazio Fiacco,

letto nel Circolo

1894. In

Versione poetica

8\ pp. 50.

G. Tropea, Prof, pareggiato


degli

Reber, Libreria Carlo Clausen ; 1895.

presso

la

In

Studi siculi e

pp. 65.

antichi

popoli

Scaduto,

Prof, ordin.

di

italici

R. Universit di Messina.
la

necropoli

zanclea.

Messina, Tipografia D'Amico


F.

La-

odi di

storia

Avv.

Giuridico nel-

col testo a fronte. Palermo, Alberto

16,

Villanueva.
Defensa

r adunanza del 26 febbraro 1893.


Palermo Stabilimento Tipografico
Virz

Giuseppe Sapio. Venti

In 8% pp. 27.

1894.

ATTI DELLA SOCIET

SEDUTA DEL

14

GENNAIO

1895.

Presidenza del comm. prof. Andrea Guarneri,


Senatore del Regno, Presidente,

La
e letto

Societ riunita nella sua sede con 38


il

verbale della tornata precedente

soci.

Aperta

che rimane

seduta

la

approvato

il

Segretario generale annunzia l'adesione a soci dei sigg. Curti, Strazzulla.

Commemora
Si

quindi la perdita del socio ing.

presentano vari

Sono

eletti soci

libri

sigg. cav.

Eduardo Bonanno

Orasse, Francesco Mangione, dott. Giacomo

Ganga, prof.

Marco Antonio Fichera.

avuti in dono.
,

prof, dott, Gabriele

Calandra

can. Pietro

La

Visalli, e la signorina Rosalia Majorca-Mortillaro.

socio prof.

comm. Luigi Sampolo legge

cademia Siciliana

Nuove

sul seguente

tema

L'Ac-

Ricerche.

Segretario

Il

Generale

P. Luigi Di Maggio.

SEDUTA DEL

10

FEBBRAIO

1895.

Presidenza del comm. prof. Andrea Guarneri,


Senatore del Regno, Presidente.

Essendo

riuniti nella aedo della Societ

afre la seduta. Letto e approvato

il

quaranta soci

verbale della

tornata

il

Presidente
procedente,

283

ATTI DELLA SOCIET

il

comunica

Segretario generale

1'

adesione

soci dei

Bonanno,

sigg.

Grasso, Visalli e della signorina Majorca-Mortillaro.

Lo

ricordato un lutto

stesso Segretario generale dopo di aver

mestico avvenuto al socio prof. Salomone-Marino, dice


volte comunicando la morte di un socio

il

do-

Se mai altre

"

mio cuore stato commosso,

oggi pi che mai mi sento afflittissimo per l'inattesa' e irreparabile dipartita dell'illustre socio mons. prof. can. Isidoro Carini, Prefetto della

Una

Biblioteca Vaticana.

per le scienze, e pi
Patria.

le

vera sventura per la Chiesa

altri

Societ

per

Siciliana

mai esprimere

potranno

parole

animo mio. Lascio ad

dell'

per la

di tutto

mie meste

per la patria

cordoglio

dare un resoconto delle tante e sva-

il

Sincero, mo-

riate sue pubblicazioni, note abbastanza a voi medesimi.

desto, virtuoso, d'ingegno straordinario e versatile, di memoria

sima, di attivit instancabile


sola branca dello scibile

starco vorr censurare

pubblicazioni

manca

il

le

conosceste mai quale fosse


tieramente compito

la

difficile gli

osservando

Carini

del

labor, a costui

si

una

in

qualche

Ari-

che in molte

potrebbe dire; Voi non

Un

posizione dell'estinto.

lavoro non in-

licenziava alla stampa, e quando le bozze di esso


egli era ingolfato in altro lavoro;

portavano per correggere, gi

gli si

onde

si

opere

Umae

Se

in tante e molteplici.

fertilis-

non gi

scrittore pronto e facile

ma

Storia

la

il

tornava la correzione esatta e

datori del Periodico Archivio Storico,

Prima

finita.

Serie.

Fu uno

Quel che

dei fon-

ei

facesse

a favore del nostro Istituto, come egli arricchisse la nostra stampa

memorie

originali,

appunti

sua missione nella Spagna arricchi


casione del

De

VI

centenario del

rebus regni Siciliae

La

il

Vespro

Amari ne

di

La

lo ignora.

nostro volume, pubblicato in oc-

documenti

siciliano, dei

estratti dall' archivio della

Documenti che diedero nuova luce


chiarissimo prof.

documenti nessuno

storici e

corona

di

epoca

alla storia di quell'

inediti:

Aragona.
;

onde

il

fece tesoro per la ristampa della sua opera

guerra del Vespro Siciliano.


In qual concetto l'avesse

ziale a

me

1'

Amari

lo

mostr

diretta, nella quale diceva, che,

una

lettera

confiden-

dovendosi scegliere un sup-

plente al Delegato presso l'Istituto storico italiano, nessuno meglio del


Carini avrebbe potuto rappresentare la Societ storica

siciliana

e la

rappresent infatti con grande plauso ed onore, particolarmente quando


per

la

fa fedo

morte dello Amari venne da Supplente

una

nominato

Delegato.

Ne

lettera ricevuta test dalla Presidenza dell'Istituto storico,

nella quale, esprimendoci le condoglianze

affettuose

si

encomia alta

ATTI DELLA SOCIET

284

mente

il

caro estinto,

quale avea con alacrit, decoro

il

presentato assai bene la nostra Societ. Grande


difficile

ma non

trovare chi possa egualmente rimpiazzarlo,

ho fede in

colleghi

voi, eletti

l'uomo degno

di tal missione.

quali

scienza rap-

vuoto, che rimane,

il

dispero, ed

tempo scegliere

saprete a suo

ma non

Qui mi fermo, vorrei,

posso dire

una

dippi, e soltanto ripeto che la dipartita del socio Isidoro Carini

grande sventura per

puamente per
Il

"

il

la Chiesa, per la patria

nostro Istituto.

per

la scienza

e preci-

Presidente nella universale commozione prende la parola e dice

Se mai nella morte

di

taluni illustri soci

usanze della nostra Societ non


lenne seduta in onore

che neppure potr


can. prof. mons.

seppe unire

1*

si

colleghi

amore per

Carini.
la

Modello

apposita e so-

oggi sono dolentissimo,

farsi per l'insigne prelato,

Isidoro

una

potesse tenere

di quei nostri

benemerito socio

nostro

sacerdote e

di

dolente che per le

fui

per

religione a quello

la

di

cittadino

patria. Versa-

tissimo nella storia, nella paleografa, nella diplomatica, anzi nel vasto

campo

dello scibile, lascia

un nome

difficilmente potr ricolmarsi.


.^lio

propongo

di

di s

immortale e un vuoto

manifestare

sciogliersi la seduta

in

paese

al

segno

di

ai congiunti le nostre pi aifettuose condoglianze.

La

il

nostro

quale

cordo-

lutto e partecipare

;,

Societ applaudendo alle parole del Presidente

scioglie.

Segretario

Il

il

generale

P. Luigi Di Maggio.

SEDUTA DEL D

10

MARZO

1895.

Presidenza del comm. prof. Andrea Guameri,

Senatore del Regno, Presidente.

Si riunisco la Societ

Si legge e si

approva

con 35 soci nella sua sede.


il

dente addita un mezzo busto

Principe Pietro Lanza

di

verbale della
in

marmo

Scordia, dono

Principe Pietro Lanza di Trabia.

seduta precedente.

rappresentante
fatto

alla

il

Il

Presi-

chiarissimo

Societ dal nipote

ATTI DELLA SOCIEtI

La
voto

Societ accoglie con plauso

dono

il

unanimamente un

e delibera

ringraziamento.

di

Segretario generale dopo di avere

Il

285

avvenuto

socio Rodolico, che un elenco, tratto da


di quei siciliani,

1300

quali dal

conto

Documenti

L'elenco preceduto da una

domestico

lutto

un lavoro

di

del

esistenti e inediti,

1600 furono nell'universit

al

da discepoli o da maestri o da rettori

logna,

un

ricordato

Montalbano

al socio consigliere

di

Bo-

quel rinomato ateneo.

di

Relazione e presto verr

pubblicato

nel'

periodico Archivio storico siciliano.

Sono

eletti soci

sigg. dott.

Ferdinando Cataliotti-Valdina, dottore

Vincenzo Romano, avv. Giorgio Battaglia, Giuseppe Witaker, Alberto


Lecerf, mons. Liborio Di Bernardo e prof. dott. Lotario Heinemann.

un lavoro

Si legge

Aci nella carestia

del

guerra tra Francesi

Vincenzo Raciti-Romeo intitolato

del socio sac.

1671-72

durante

Spagnuoli 1674-78

la

Appunti
Il

storici e

Segretario

P. Luigi

SEDUTA DEL D

14

Messina

ribellione di

APRILE

e la

Documenti.
generale

Di Maggio

1895.

Presidenza del comm. prof. Andrea Guameri,


Senatore del Regno, Presidente

La
duta
Il

Societ con 34 soci

si

legge

morte

Di Natale e Coppola

di tre colleghi

seppe Calvino.

Aperta

sede.

Si

di lui

come

ma

agli Italiani

ricorda

la

se-

quindi con rammarico

prof. Giuseppe Pavaloro, Carlo

ferma sulla perdita del

Cesare Cant, protestando

nome

nella sua

riunisce

Segretario generale accenna in prima a lutti di famiglia accaduti

ai soci Beccaria,

la

si

verbale della tornata precedente, che rimane approvato.

il

di

socio

Somma

onorario

non volerne intessere

1'

venerando

il

elogio

e Giu-

poeta, romanziere, letterato, storico noto

perch

il

non pure

eziandio agli stranieri.

Narra, come avvisata la Societ telegraficamente dalla Deputazione


di Storia Patria

Sindaco

di

Lombarda dell'amara

Milano

alla suddetta

per

dipartita, e pi tardi invitata dal.

funerali, si rispose

Deputazione esprimendo

le

pi

eziandio

vive

con telegramma

condoglianze, e al

ATTI DELLA SOCIET

286

Sindaco,

ringraziandolo

rappresentante della

dell' invito

Societ

gli

si

manifesta

di

mesta ceremonia

nella

il

avere scelto a
Segretario

ge-

nerale della medesima Deputazione storica lombarda.

Lo

stesso Segretario generale annunzia l'adesione a soci dei signori

Lecerf, Witaker, Di Bernardo, Cataliotti.


di

Risparmio

per

la

Palermo concesse

di

grande aula da servire per

Comunica

infine che la

un

alla Societ

la Biblioteca. Si

sussidio

Cassa

di L.

500

un voto

delibera

di

ringraziamento.
Si

presentano vari

Ppesidente.

per

avuti in dono dagli autori

dai soci e dal

Societ ne prende atto e incarica l'ufficio di Presidenza

rispettivi ringraziamenti.

Sono
-e il

La

libri

signorina raarchesina Caterina Firmaturi di Chiosi

eletti soci la

cav. Francesco Mazziotta.


Il

Presidente invita

soci per la elezione

stituto storico italiano in rimpiazzo

Delegato presso

del

mons. prof. can.

dell' estinto

doro Carini, Passato lo scrutinio eletto ad

unanimit

prof,

il

l'I-

Isi-

com-

mendatore Antonio Salinas.


Il

Lagumina legge

socio prof. Bartolomeo

della storia della dominazione

musulmana

Intorno

ad un periodo

in Sicilia.

Segretario

Il

P. Luigi Di

SEDUTA DEL D

GIUGNO

generale

Maggio

1895.

Presidenza del bar. Raffaele Starrabba,


Direttore della 5* Classe.
m

Riunita la Societ nella

sua sede

ed

essendo

presenti

35 soci

il

Presidente apre la seduta.


Letto e approvato

generale partecipa

1'

il

verbale della tornata precedente,

adesione a soci dei sigg.

Mazziotta e della Marchesina Firmaturi

mo

della Societ

mand

Lucio

di Chiosi.

il

Segretario

Lanza

di Scalea,

Dice pure che in no-

lettere di condoglianze ai soci Accardi e Salvo

4U Piotraganzili addolorati per lutto

di famiglia.

Avverte che

il

lavoro

ATTI DELLA SOCIETI

sopra

la

ristampa dell'Ugo Falcando, affidato

ma

Siragusa,

prof.

non pure venne ap-

se ne incominciata la stampa.

Si presentano vari libri avuti

una quantit

di

dono dagli

in

benemerenza per

autori

e dai soci ed

La

opere regalate dal Presidente per la Biblioteca.

un ringraziamento per

ciet delibera

il

donatari e un voto

So-

speciale di

Presidente, che arricchisce continuamente la Biblio-

teca sociale con doni di

Lo

al socio

dalla Societ, e gi

fu spedito all'Istituto storico

provato,

287

libri.

stesso Segretario generale presenta una

cipe di Fitalia, nella quale

si

annunzia

di

lettera del

donare alla

fc'ociet

socio Prin-

il

Codice

Ma-

laterra da lui posseduto, quello stesso prestato alla

Societ medesima

per farne lo studio opportuno in confronto agli

affinch

altri,

affidato allo Starrabba, possa presentarsi all'Istituto storico

da esso pubblicato.

dono

Il

cos prezioso

esternargli tutta la sua riconoscenza.

rano un
perch

il

Sono
Ramirez,
Il

voto

di

che

la

Societ non pu non

per acclamazione

soci

lavoro,

il

per essere

benemerenza da pubblicarsi nei

Periodici

delibe-

cittadini,

nobile esempio venga ammirato e imitato.


eletti

ing.

soci

Pasquale

sigg. cav.

socio can. cav. Beccaria legge in

la seguente Relazione

Egregi

La nostra

Ventiraiglia,

Vincenzo

avv.

Antonio Piraino.

nome suo

e dei

suoi

colleghi

colleghi,

Societ,

come

voi ben sapete e

Generale ha test rammentato, pu a norma


tuto eleggere soci onorari quegli

uomini

come

Segretario

l'illustre

dello articolo 11 dello Sta-

illustri

non

che

siciliani

si

sieno resi benemeriti degli studi storici dell' isola; e ci sulla proposta
di

due

titoli

soci,

quali presentar

devono

in iscritto al Consiglio direttivo

del candidato, e sulla relazione di

scelti dal Consiglio

del proposto

medesimo,

si

di tre

membri

quali, riferendo alla Societ sui meriti

conchiuderanno sulla

Alla Societ quindi

una commissione

opportunit o meno della elezione.

appartiene l'ultima pai'ola.

Cosicch, presentatasi formale proposta al Consiglio direttivo dai due

egregi soci barone Raifaele Starrabba e dottor


elezione a socio onorario del Tenente
scritti

toccato l'onore di riferire sui

Generale
titoli

tunit di eleggerlo a nostro socio onorario.

Giuseppe Lodi
Carlo Corsi

per
ai

la

sotto-

dello stesso e sulla oppor-

ATTI DELLA SOCIET

28S

Stando a quanto prescrive

lo Statuto

compito dei relatori sem-

il

Tenente Gene-

plicissimo; dappoich ove facciano essi risultare che al

convengano questi 3ae estremi, quello cio che

rale Carlo Corsi

uomo

didato sia un

illustre,

can-

il

campo

ossia onorevolmente conosciuto nel

delle scienze, o delle lettere o delle arti, e l'altro che siasi specialmente

e lodevolmente occupato delle cose nostre, basta perch la Societ j^ossa

con coscienza accogliere favorevolmente

Ed

in vero

che

il

Tenente Generale Carlo

nobile schiera di quelli che illustrano

non havvi

dello ingegno

sette volumi

Ke

nostro

ora pubblicati

fin

appartenga

Corsi

paese

proprio

Tenente

di

con

della

traduzione

splendida

"

alla

opere

le

non solo per

ma

Generale,

importantissima opera.

affidata, della

cipe Eugenio di Saooja

il

fra gli studiosi chi l'ignori, e ci

sua cospicua posizione

la stessa

voto dei proponenti.

il

altres

Campagne

pei.

dal

lui

Prin-

del

edita su documenti ufficiali dalla Divisione sto-

Guerra

rica militare dell' imperiale regio Archivio di

dell'

Austria-Un-

gheria.

Che

siasi poi

specialmente occupato della

non essendo pi un mistero che

il

pregevole libro dal titolo Sicilia,

pubblicatosi anonimo nel caduto anno dal Bocca


di lui

pensata e scritta quand' egli

ormai risaputo,,

Sicilia,

comandava

Torino

di

opera

sia

quest' isola

in

XII

il

corpo d'armata. Ed stata appunto questa pubblicazione che ha epintoi

due egregi soci Starrabba e Lodi a pi*esentarlo oggi a

con

riconoscenza

acciocch

voi,

a socio onorario vogliate non solo dare un attestato di

la elezione

all'illustre

uomo che seppe con amore

disinteressato

stu-

diare le cose nostre e giudicarle sinceramente e profondamente senza


soliti pregiudizi e le solite passioni da cui sogliono

farsi

dominare quanti stranieri della

rendere giustizia allo storico,

il

Sicilia

il

pi

parlano o scrivono,

delle

ma

volte
altres

quale ha trattato delle vicende politiche

e civili della Sicilia, del suo passato, del suo presente e dei suoi monu-

menti

e letterarii

artistici

sciarsi

con tanta

molto indietro parecchi degli

Venire allo esame particolare del


Raffaele

fase. III), a noi

libro,

un'appendice

il

libro si

lo

stesso

barone

aompone

di

23 capitoli e

di

primi quattordici capitoli trattano della storia della Si-

a cominciare dai tempi preistorici


,

dopo che

pare superfluo, solo a coloro a cui ha po-

rammentiamo che

tuto sfuggire

1866

scrittori stessi dell'Isola.

Starrabba ne discorse largamente nel nostro Archivio Storico-

(anno XIX,

cilia,

conoscenza e competenza, da la-

sino

con tale verit e sintesi da rendere un

ai

moti

vero

republicani

sommario

del

storica

,,

ATTI DELLA SOCIEtI

quel libro.

nove

gli altri

289

e l'appendice trattano pi specialmente delle

come a

condizioni economiche, morali e sociali dell'Isola,


agricoltura, del suo

commercio

monumenti

della sua coltura, dei suoi

dire della sua

e delle sue industrie; della

alla tattica e alla difesa nazionale

dell'

sua civilt

sua topografia rispetto

della

indole dei suoi abitanti

della

sua delinquenza e delle sue associazioni, per venir finalmente agli


timi moti fascisti,

quali gli

porgono

rimpianti e a giusti auspicii di tempi migliori.


dichiarazione. Allorch

tutarie, le quali

si

benemerenze

del

attengono strettamente alle prescrizioni sta-

impongono solo l'esame

delle opere del candidato

questo in

con pi

libert di pensiero, che se a tutti concessa,

forte ragione dev' esserlo alle persone

di

merito

debbano vederci pi addentro e meglio, che

le quali

presume

si

volgo non dato.

al

sommato, un inno

libro del Corsi, tutto

alla Sicilia

tanto pi

apprezzabile perch non ispirato al solito lirismo sentimentale


cielo e del suo mare,

ma

per

vedute

alle

politiche e agli apprezzamenti che vi si possono contenere.

Il

una

quel che concerne la storia e la coltura, senza punto badare

omaggio a quella

qui cade in acconcio

sottoscritti riferiscono sulle

Tenente Generale Corsi,

ul-

destro a biasimi e a voti

il

del suo

bens temprato al ciclo epico delle sue glorie

e delle sue virt, dei suoi sacrifizii e delle sue grandezze, dei suoi

monu-

menti e della sua gente, in mezzo alla quale son molti che incarnano
e rispecchian tuttavia quella storia che spoglia

Generale, di qul bagliore


catari

eccessivo di cui le

come

scrive lo stesso

fanno aureola

magnifi-

rimane pur sempre gloriosa.

Pertanto in mezzo alla scarsezza dei sinceri lodatori d'oltremare, la


lode del Tenente Generale Carlo Corsi ci

eleggendolo a socio onorario

mento storico

della Sicilia,

di

giunge

graditissima

questa Societ, che rappresenta

mostriamo ancora una volta che

terra forte e gentile, che si ribella all'insulto,

buon grado applaude anche

ai giudizi austeri,

Pbof.

S.

ma

e noi

il

l'isola

movinostra

riconoscente e di

purch giusti e sereni.

Salomonb-Mabiko.

DoTT. Giuseppe Pitb.


Can. Giuseppe Becoabia.

Compita

la lettura

il

Presidente

Arch, Star. Sic. N. S. anno

XX.

invita

per la

votazione.

Passato

19

ATTI DELLA SOCIET

290

lo scrutinio

il

tenente

generale

Carlo

Corsi proclamato socio

ono-

rario.

Si presenta

il

conto del 1894 e sono nominati revisori

soci

Romano

e Serio.
Il

socio prof. Astorre Pellegrini legge

Iscrizione egiziana esistente nel

Museo

un suo studio

Sopra una

di Palermo.

Segretario

generale

P. Luiai Di Maggio

291

ATTI DELLA SOOIKT

CLASSE PRIMA

SEDUTA DEL

AGOSTO

1894.

Presidenza del Can. Cav. Giuseppe Beccaria,


Direttore.

La

classe con 13 socii alle ore 14 si riunisce nel

ciet in S.

approva

Si legge ed
Il

So-

verbale della seduta precedente.

il

Direttore can. Beccaria comunica un documento dell'S novembre 1465,

relativo ad
liseu

locale della

Domenico.

una concessione

lu palaczu, fatta a

disporre

come cosa

fabbricare attorno

un

del teatro antico di


tal

Taormina, detto lu go-

Guglielmo Zumbo, con la facolt

di

poterne

propria, trasmettendolo anche agli eredi, e di potervi

edificii,

badando per

di

non danneggiarlo

in

alcuna

sua parte. JFa anche notare la denominazione di goliseu ossia Colosseo,


data

Da

a somiglianza del notissimo anfiteatro Flavio di

al teatro,

quel documento

conservavansi
Il

si

desume principalmente

monumenti

classici nel

socio mons. Gioacchino Di

la

curiosa maniera

medio evo in

Marzo

fa osservare

Roma.

come

Sicilia.

che tale denomi-

nazione era comunissima in Sicilia ad indicare cotal sorta di monumenti


e cita in proposito l'atto della Pinta di Teofilo Folengo, da lui pubblicato

nella sua Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia,

chimato Coliseo Pastorale, appunto perch

il

il

quale atto viene pur

luogo dove

si

rappresentava

era a forma di anfiteatro.


Il

socio Fedele Pollaci Nuccio legge

nato di Palermo
Alle ore 15

Sul favore accordato dal Se-

alle lettere nei secoli scorsi.


'/j

tolta la seduta.

Pel Segretario

Rosario Dottobb.

ATTI DELLA SOCIET

292

SEDUTA DEL

SETTEMBRE

1894.

Presidenza del Can. Cav. Giuseppe Beccaria,


Direttore.

La

classe alle ore 13

Letto ed approvato

riunisce nel locale della Societ in

si

^j^

Domenico con l'intervento

di

20

verbale della seduta precedente

il

San

soci.
si

passa allo

svolgimento dell'ordine del giorno.


Direttore can. Beccaria comunica ed illustra quattordici documenti

Il

che lavorarono nella Grotta

inediti relativi agli artisti

sul

Monte

Santa Rosalia

di

Pellegrino, mettendoli in riscontro con quelli gi

pubblicati

dal Di Marzo, dal Salomone Marino e dal Pollaci, rispettivamente nella

Nuove Effemeridi

Biblioteca Storica, nelle Spigolature Storiche e nelle


Siciliane.

Questi nuovi documenti sono

di

Palermo

di

muratura e

altri

medesimi per

e gli artisti

di architettura

ornamenti, che

Grotta dopo

il

della

quali

fra'

delle statue

dispose

varie

opere

delle pitture e di

in

avvenuto

di questi

e attribuita a
,

quella
il

15

nuovi do-

la statua in

suoi dubbi intorno a tale attribuzione

perch non vi sono altre opere e mancano


il

Senato

facessero

si

non ve n'ha alcuno che riguardi

Vergine Immacolata esistente nella Grotta

Sozzi, manifesta

delle
,

delle ossa di S. Rosalia

mons. Di Marzo, a proposito

luglio del 1624. Il socio

cumenti,

il

contratti stipulati tra

la esecuzione

non che

Senato suddetto

rinvenimento

il

marmo

Giuseppe

specialmente

documenti che provino che

Sozzi fosse anche scultore, oltre di essere un bravo pittore, per non dire

che l'epoca in cui

fior

il

Sozzi mal combinerebbe con quella che dovrebbe

assegnarsi a quella statua.

Il

seguire le sue ricerche, nella

perch prega

speranza

Il

trovare

di

statua della Madonna, e cos accertarsene

can. Beccaria a voler pro-

il

il

il

contratto per

la

vero autore.

socio Pollaci-Nuccio a sua volta s'interessa di ci, e promette di

praticare minute indagini nei registri dell'Archivio comunale, dove esi-

stono

n
lui

conti por le opere nella Grotta di S. Rosalia.

socio

Patema domanda

comunicati

pelletta e ad

fra'

al can.

quali ve n'

una lampada che

pa anche desumersi che

le

Beccaria se mai dai documenti da

ha qualcuno dove accennasi ad una capvi si

teneva accesa sin dal secolo XV,

ossa fossero state

ivi

rinvenute.

293

A*Ti Della sooietI

can. Beccaria risponde che ci

Il

pu sospettarsi,

ma non

affermarsi

sicuramente allo stato dei documenti.

Lanza

socio Pietro

Il

Scalea legge un suo lavoro

fondata da Francesco Branciforti

teca di Militello,

del quale lavoro

minata

di

aveva

la lettura

il

in altra seduta

Sulla Biblio-

Giovanna

comunicato

soli

d^ Austria,

documenti. Ter-

socio prof. Leonardo Di Giovanni fa notare che in

memoria

Militello vive tuttavia la

di

questa

famosa biblioteca e

della

stamperia che vi era annessa, pur

fiorita sotto gli auspicii dello stesso

Francesco Branciforti, principe

Pietraperzia

stero dei Benedettini ancor si

di

ammirano

come pure

nel

Mona-

ad olio dei fondatori

ritratti

anzidetti.
Il socio benef.

Giovanni Cozzucli legge un suo studio su

Schifaldo, umanista del secolo

Alle ore 15

^/^

XV,

Tommaso

corredato di documenti inediti.

tolta la seduta.

Il Segretario

Pietro Lanza Di Scalea.

SEDUTA DEL

14

FEBBRAIO

1895.

Presidenza del can. cav. Giuseppe Beccaria,


Direttore.

La

classe

con

14

soci si

riunisce

nell'

Archivio

comunale

alle

ore 13 Va-

Letto ed approvato

il

verbale della seduta precedente

si

passa alle

comunicazioni.
Il

del

Direttore can. Beccaria comunica un documento del 10 settembre

1393 da

lui

nell'Archivio

trovato annesso ad un registro di Atti, Bandi

Comunale

di

e Provviste,

Palermo, dell'anno indizionalo 1497-98;

il

quale

documento va a completarsi con un brano esistente nel fascicolo


fogli

sparsi del secolo

XIV,

dello stesso Archivio. Il

dei

documento riguarda

l'assegnazione di onze sei annuali che la citt di Palermo, per espressa


licenza e beneplacito di Enrico Chiaramente, Rettore della citt, faceva

ad Arduino

di

Geremia, atteso la sua indigenza, per andare a studiare

e addottorarsi in diritto civile in

uno degli

studii generali pi celebrati

ATTI DELLA SOCIET

294

del continente.

ma

poich l'assegno servir

compra

altres per la

doveva non solo pel

vitto,

dei libri e per tutte le spese allo studio

oc-

aveva come ripararvi del proprio, ingiungeva

correnti, n l'Arduino

Tesoriere che le suddette onze

al

solite assegnarsi agii studenti, fos-

sei,

sero corrisposte al riferito Arduino, o ad altri per

lui

qualunque

su

introito dell'universit stessa.

Dal documento

vicariato

fare senza

il

che anche in momenti

essa pensava a sussidiare

diflicili

Palermo in

politicamente

suoi cittadini per andare a studiare

che l'Arduino, di cui

fuori; e

la citt di

Chiaramente nulla poteva

o rettorato di Enrico

beneplacito di lui

ed addottrinarsi
sere

desume principalmente, che

si

quei d di

potrebbe anch'es-

si parla,

padre del beato Pietro Geremia, quando per sar meglio stabi'

il

data della nascita di quest'ultimo per ora fissata, pi da tradizione

lita la

che da documenti

13S1

a 1 agosto

ma

contradetta

ad avviso del

Beccaria cos dailu assegno fattogli dalia citt di Palermo per andare

a studiar legge fuori

dell'isola

dute agli studetti

dal

nicano

non certo

Cita,

voi.

quando risaputo

come pure

della sua

di

aprile del

secoli

1419 (vedi Di Giovanni,


Frovvisioni conce-

e sulle

XIV

^K

eh' egli entr giovanissimo

nell'ordine

dalla sua effigie scolpita nella sua

uomo

in Filologia

IV, pag. 302), cio a dire a trentotto anni

tomba

dome-

in Santa

settantenne, qual dovrebbe essere giusta l'anno

morte indiscutibilmente _ conosciuto.

La poco

chiara locuzione del documento d

discussione, a cui prendon parte

Nuccio e

laci

ti

comune nei

Lettekatd&a Siciliana,
di et,

il

pubblico in Falermo

iotizie sull'insegnamento

il

il

luogo

una vivace

ad

can. Beccaria stesso

il

socio Pol-

socio Gnoffo, circa l'interpretazione delle parole uncias

sex consuetas stuUentibus duri prooisas ecc., se, cio, era consuetudine
delia citt di dare agli studenti, qualunque

mero, onze sei annuali per ciascuno per

ne fosse in un anno

il

nu-

cinque anni, tempo

lo spazio di

assegnato pel compimento degli studii; ovvero se vi aveva un assegno

annuale

di sole

guitolo uno

same per
prof.
vi

del

onze

di altri

destinato

sei

non poteva

altri

agli studenti

in

modo che conse-

conseguirlo per quello stesso

documenti congeneri,

Vincenzo Di Giovanni nel lavoro

fra'

quali quelli pubblicati dal

citato,

accertano che in un anno

avevano pi studenti provvisionati dal comune, e quindi

documento deve

riferirsi alla

trattasse di

una

somma annuale

consuetas

destinata in genere

cifra stabilita in bilancio, in

gnata ad uuu non |)oteva ad

il

quantit della provvisione per ciascuno,

e non alla quantit assoluta della


quasi

anno. L' e-

altri assegnarsi.

modo che

asse-

295

ATTI DELLA SOCIET

Il

socio

sfuggite al

Dottore

comunica

Narbone ed

alcune

notizie

al Mira, le quali egli

opere

bibliografiche di

promette

di accrescere e

raccogliere insieme con le altre precedentemente comunicate per la va-

gheggiata Appendice
Il
*

Il can.

di

al

Dizionario bibliografico del Mira.

socio cav. Fedele Pollaci Nuccio legge un suo lavoro

Giovanni Di Giovanni,

Palermo

comunicando

il

suo

codice

diplomatico

in fine quattro importantissimi

dal titolo
e il

Senato

documenti in

corredo della sua lettura, esistenti nell'Archivio Comunale.


Alle ore 15

'/j

tolta la seduta.

Pel Segretario

Rosario Dottobb.

^I^

^P"^

MEMORIE ORIGINALI
NOTA SOPRA UN'ISCRIZIONE
DEL MUSEO

Fra

DI

PALERMO

pochi monumenti egiziani

nostro Museo

e poco

EGIZIA

che

si

conservano nel

piccolo busto

discosto dal

porfido

di

che contiene sul dorso un' iscrizione frammentaria di Psammetico

(a.

C. 664-610), edita a

Londra

nel 1878 nelle

Tran-

sactions of the Society of hiblical Archaeology da Miss Ger-

trude Austin,

si

osserva un grosso frammento d'una lastra di

pietra nera durissima, che l'analisi mostr essere diorite anfibolica

nella

(1).

Questo frammento, che misura in altezza m. 0,435,

larghezza

m. 0,065

maggiore m. 0,250, ed ha

contiene

due

nei

lati

levigati

zione geroglifica ancora inedita, assai

(1) Fatta

il

seguente parere:

parte

difficile

da persone competenti analizzare

questa Universit, ne ebbi

lo

spessore di
d'

una

iscri-

e di molta ira-

la pietra nei gabinetti di


t

La sua durezza

rappre-

sentata dal 6 grado della scala di Mohs; la fusibilit dal 4 di quella di


Kobell;

un

il

peso specifico 3,007. Inoltre, all'analisi, risult costituita da

silicato polibasico di allumina, ferro, calce e

magnetico. Per ultimo,


dagli acidi.

si

magnesia, con poco ferro

trov leggermente idrata, e quasi inattaccabile

Tutte queste caratteristiche fecero ritenere che

vera orneblenda compatta, e che perci


o diorite anfibolica
Arch. Stor.

Sic.

la

si tratti di

nostra roccia sia un'anflbolite,

N.

S.

anno

XX

20

NOTA SOPBA un'iscrizione egizia del museo di PALERMO

298

portanza, vuoi per l'et pi che remota cui

perch conferma

ed

offre

col

conosciuto d'una delle loro piramidi,

quello d' un' altra. Oltre a ci

non

la storia religiosa dell' antico Egitto

numerose

zioni

di feste e di

inutile
,

alla

suo studio per

il

contenendo essa indica-

meno

cerimonie sacre pi o

Finalmente, anche non parlando della sua


spetta

vuoi

cronologica di cinque Faraoni,

la successione

nome ben

riferisce,

si

utilit

note.

per ci che

metrologia, essa aggiunge nuovi segni grafici a

quelli che la scienza gi possedeva.

Nessuno ha potuto dirmi come questa pietra singolare sia


venuta in Palermo

n quando. Solo resulta da un Registro

del Museo, ov' contrassegnata col n. 1028, che essa fu donata


al

Museo

stesso

il

diano or defunto

19 Ottobre 1877

dall' Avv.

intelligente raccoglitore di cose antiche

benemerito del Museo per

altri

doni pregevoli. Dalla cortesia

del cav. Nicol Pensabene, nipote di lui, che


il

Ferdinando Gau-

mi

assicura avere

Gaudiano ereditato questa pietra dal padre, ho potuto avere

una

delle

impronte litografiche che suo zio

aveva ricavato da questa

pietra.

verso

il

1865

Molto probabilmente una di

queste impronte, se pur non trattavasi d'un semplice calco di


carta, fu quella inviata

da Michele Amari

g, che se ne giov per le sue

al

Visconte de Rou-

Recherches sur

les

monumenis

qu'on peut attt'ibuer aux six premires dynasties de Manethofiy inserite nel

1866 nel tomo

XXV

de Vlnstitut imperiai de France


fi

il

2."

p.^'

delle

(pp. 225-375). Il

primo che parl del nostro monumento, da

venne dopo chiamato

la pietra di

Palermo

Mmoires
de Roug

lui e

da chi

ma, certamente

per imperfezione dell'impronta inviatagli, non pot leggere

il

NOTA SOPKA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO

nome

del

re Snefru

rissimamente

che inciso per ben tre

nel lato

(1).

Ecco

il

contr dans

toutes

'Ases-kaf, mais

il

ce

Je n'ai

nom

le

Roug

in

pas ren-

de la pyramide

figure sur un fragment de diorite appar-

tenant, je crois, au

Tempreinte par

lgendes

ces

volte, e chia-

passo del de

cui pi specialmente discorre dell'iscrizione

299

PALERMO

DI

muse de Palerme,

les soins

et

dont

regu

j' ai

de M. Amari. Ce monument trs-

curieux, et sur lequel je reviendrai plus d'une

fois,

constate

toutes sortes d'ofifrandes, fondes pour diverses ftes par les


rois Ases-kaf,

Use^-kara^

Sdhura

et

Nefer-kara

(2)

qu'

il

introduit, successivement et sans lacune, dans leur ordre hi-

storique. L'inscription mentionne le


la forme suivante

tombeau

Ases-kaf keb. Ce

nom

OH Ases-kaf

sous

rpondrait exac-

tement l'expression locus refrigera, car keh signifle fra

cheur, rafrachir.

la srie

Gette trouvaille complte heureuseraent

des pyramides de la

IV'^

dynastie. p. 291. Altre

menzioni del nostro monumento occorrono

Memoria

del de

Roug a

pp. 294, 299, 304.

Un semplice accenno
p,

di volo nella stessa

alla pierre

de Palermo trovo

15 delle Recherches sur la chronologie gyptienne d'aprs

les

listes

nel 1873.

vide

il

gnalogiques del Lieblein, pubblicate a Cristiania


L' autore si serv dei dati del

monumento,

non

Faraone Ahies. V. ancora

Anche

il

prof. Rossi

lo cita
la

de Roug

che pel

nome

ma non

del presunto

sua Tav. V.

alla cui cortesia

(1)

V. in fine Tav.

(2)

Leggi Nefer-ar-ka-r o Nefer-ar-qa-ra.

I.

debbo schiarimenti

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

300

e consigli, ebbe notizia di quest'iscrizione, da

per

lui definita

un registro di offerte e di feste, dove ripetuto pi volte


cartello di

Snefru

Non pubblic

nulla in proposito;

ma

il

da

questo brevissimo cenno che ne fece, a pag. 4 della sua Illu-

una

strazione di

stela

funeraria

dell' XI

dinastia del

Museo

di Torino y Torino 1878, chiaro apparisce che allora non co-

nosceva, o che, per l'imperfezione del calco, non pot decifrare


la materia contenuta nel lato B.

Neppure

l'Eisenlohr, che vide questo

monumento, aggiunse,

nulla di nuovo a quanto prima se ne sapeva. In

Stem

allo

inserita nella Zeitschrift

und Alterthumskunde
Al

mio ritorno

mo. Nel

del

1885

Museo

dell'

lettera

fur gyptische Sprache

egli

si

limita a scrivere

ancora la

(dall'Egitto) visitai

una

ultima citt trovai una

Sicilia e Paler-

tavola interes-

sante, che tratta delle pie fondazioni dei costruttori delle pi ramidi Sahura, Snefru

volta. p. 58.
schi,

il

Ma

Userkaf

per quanto

dotto professore

ecc.

me

Ne

riparler un' altra

ne scrivono amici tede-

non ha avuto ancora

il

tempo

di oc-

cuparsi di questa epigrafe.

Per ultimo

il

Wiedemann

chiaro

autore

dell'

gyptische

Geschichte, Gotha 1884-1888, pot esaminare con qualche co-

modit den Stein von Palermo^


nostro Museo

nella

in

una

visita

che egli fece

primavera del 1885. Non mi

risulta

che

ne facesse copia; certamente determin con pi precisione


concetto generale

dell' iscrizione

al

il

riconoscendo Eliopoli come

sede delle consacrazioni reali di cui v' ricordo; e correggenda

un'erronea lezione del de Roug, cancell dai


gia

il

nome

libri d'egittolo-

d'un Faraone che, per quell'errore, vi s'era inde-

bitamente introdotto.

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

il

Il

pi antico dei re mentovati (in questa iscrizione) , scrive

Wiedemann

zur gyptischen Geschichte

nei Beitrge

seriti nella Zeitschrift sopraccitata

anteriore

nel lato

poco ben conservati,

zioni

(Weihungen)

queste, fin dove

1885 pp.

inscritto in caratteri chiari

Nel rovescio, in geroglifici

le

an.

77, 78,

si

ci

ed eleganti.

non del pari accurati

enumera una

(1),

e an-

serie di consacra-

Le pi antiche

in ordine cronologico.

almeno

in-

rappresenta una parte maggiore

Snefru, che specialmente

che

301

di

consente leggere la pietra spez-

ie

zata nella parte superiore, spettano ad Ases-ka-f; poi ven-

gono quelle

<

di User-ha-f; quindi di

r-ka-ra. Nell'ultima parte, pur troppo assai frammentaria,

che tratta di questo principe

dell'iscrizione

Sah-u-ra, infine di Nefer-

nome

di re finora sconosciuto,

che

il

apparisce un

de Roug lesse Ahtes,

e che pass in questa forma nelle opere d'egittologia.


nel Supplemento della sua Storia, p. 19,

questa

lezione

vale a dire

il

il

Wiedemann

nome

secondo

Un

attento

nome

contro-

del re Nefer-r-qa-ra.
il

verso mi ha indotto ad abbandonare

le

accettare l'importante correzione del

Wiedemann.

pochi

monumento; che

autori
se.

non

bilmente alla grande

me

prime esitanze, e ad

noti che trattarono

fu pubblicato fin ora, si

difficolt di

La poca conservazione

ratteri di quello che forse

di questo lato fa

non

di questo

deve proba-

ottenerne per intiero un fac-

simile. Inciso in caratteri assai minuti, spesso

(1

rigetta

e non esita a leggere Suhtes o Suten HeteSy

e ripetuto esame del cartello reale contenente

Ecco

Ma

molto vicini fra

parer meno accarati

lo siano realmente.

ca-

802

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

loro, e

poco profondi, quasi

B, la fotografia,

il

illeggibili in

pi luoghi del lato

calco di carta, o la riproduzione in gesso

non eran mezzi adeguati; neppur poteva bastare, specialmente


pel lato pi frusto, l'ardimento poco corretto della

litografia.

Occorreva una copia possibilmente

con molta

pazienza; n forse

fedele, disegnata

trov alcuno che avesse

si

tempo o

il

la

voglia di sottoporsi a una fatica di questo genere, certamente

facile

n grata.

Ajutato da un poco di buon volere, e lusingato dal pen-

non

siero di far cosa

affatto inutile alla scienza

mi posi

al-

l'opera nell'ottobre dello scorso anno, e per due mesi d'assi-

duo e

faticoso

lavoro tentai disegnare tutte le parti per

me

leggibili dell'iscrizione, ora lucidando, ora calcando con carta

velina, ora copiando

segno per segno, noto o ignoto che

colla miglior esattezza che seppi o potei.


alla nostra Societ

miei disegni

(1); il

Son

lieto di

primo

fosse,

presentare

nitido e chiaro,

senza lacune o incertezze grafiche, perch nitide e chiare son

forme di quasi

le

tra;

il

altri

me

tutti

geroglifici incisi sul lato

secondo con parecchi segni molto


per

me

della pie-

sbiaditi, altri incerti,

affatto obliterati nell'ultime tre fascie. Dico

per

perch riconosco pur troppo la mia insufficienza, e son

certo che chi

ha molta pratica

mente quei passi che a

me

di geroglifici legger agevol-

parvero disperati

come trover

da correggere qualche segno che mi parve sicuro.

(1)

coi disegni

Vedi io fine

del vero.

non

le

vi sia discaro

Tarde

II

dove

conoscere per

le iscrizioni

sommi

capi

son ridotte alla met

contenuto

il

ranno

feste, di

dell'iscrizione, della quale

come

contiene,

un elenco d'offerte,

fu detto,

costruzioni e consacrazioni spettanti,

a Snefru. Nella prima fascia superstite,


formi figure reali ornate del
nenti in

mano

come

tra

pi competenti da-

traduzione completa.

la

lato

Il

il

nex o

nella Tavola

sexen-t

almeno

generi

in parte,

disopra delle uni-

al

o doppia corona, e te-

d'Abydos
per

si

notano

distinte in varie

mancanza o incertezza

la

terminativo, non sono molto chiare. Ci vedrei

bench diversi per

d'offerte,

di

pagello, schierate l'una accanto all'al-

caselle, alcune voci che,

nomi

303

MUSEO DI PALEKIIO

NOTA. SOPRA UN'ISCRIZIONK EGIZIA DEL

lo pi

del de-

nondimeno dei

da quelli

di liste

con-

(1).

Segue poi

in quattro fasce

celebrate dal Faraone

sia a)

elenco delle feste istituite o

1'

per santificare

dei e delle dee pi venerate, sia b) per

la nascita degli

commemorare

giorni

dell'incoronazione reale, sia finalmente e) per altre occasioni.

Limitandomi solo

prima categoria
quella delle

d'Ammone
di Sefei-t

meno

alle
la

nascita d'Anubi

due dee gemelle


itifallico (5),

(7),

di

(2),

menzionata due

Sepei

(8).

menzionata due

Luno

quella di

(3),

(4),

volte,

quella

volte, quella di Set (6),

seconda categoria spetta

Alla

Con molto riserbo vorrei leggerle:

(l)

trovo fra quelle della

incerte

-u

la

seqa uu(a) tau tea


o

en seqa uah mxa(n) ...

mes-t

vero

cio

.[della] raccolta, carne, orzo, of^

tes della raccolta, pesce, offerta

feria
(3)

-a,

ter-ti.

ams.

stando

al

(6)

(4)

mes-t

mxan...

mes-t aah
set.

(7)

(?).

(8)

mes-t sepet.

(5)

mes-t anp.

mes-t xem, ov-

mes-t sefex-t mefed.cio,

determinativo, lonza o pantera, e secondo

tosto che lince.

(2)

il

Rossi leonessa, piut-

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERSIO

804

riunione dell'Alto e Basso Egitto sotto un solo dia-

festa della

dema

questa

(1);

che menzionata due volte sul lato

festa,

della nostra iscrizione, e preceduta

giorni

(2),

da due date

mesi e di

di

senza indicazione dell'anno, vien sempre seguita da

un gruppo con determinativo un

po' dubbio

nel quale pos-

siamo leggere rer ha, cio letteralmente facendo


della sala (Rossi); con cui

giorno

percorrevano

si

si

quattro

zionata

angoli della sala

Basso Egitto

(5)

l'

menzionata

sei volte.

nella 4.* casella della 5.* fascia.

noto per ben

successore d' Horo

diciassette

(7)

Tra

Credo

due potest

mt

(9),

sexet-x.

(7)

hor-es,

(11)

beh sed.

barca del

la festa della

nave zat

(10). Inoltre la /"^sto

scala {2\ la

(2)

(13),

prima

lagrande

abt-u 4 hru 13, abt-u 2 hru

23, cio

mesi 2 e giorni 23. Questo date sono contrassegnate

da una rotta verticale che


(4)

che trovo

(6),

volte quella della

(11), la festa dioildi

sam-res-ha.
i3,

abbia qui a

quattro volte la festa della barca sacra

(8),

tre volte quella della

4 e giorni

men-

le feste della terza cate-

e la seconda volta della corsa circolare d'Hapi

fnei

(4),

cio la barca del re divinizzato, che si

panegiria trentennale

(1)

ipostile.

dell' Alto e

s'

usava nelle sacre processioni; due volte occorre

sacra navicella

giro

menzionata

incoronazione del re

collocare anche V incoronazione delle

goria

(3),

Y incoronazione del re del Basso Egitto

cinque volte

il

vuol indicare che in quel dato

Inoltre V incoronazione del re dell'Alto Egitto


tre volte,

(5)
(8)

(12)

si

prolunga in

alto.

(3;

suten-xa sexet-xa.

heb xer.
xet.

(13)

(9)

(6)

heb mat.

sep tep

sep

suten x.

x-sexeni-ui.
(10)

zat heb.

pehrer hepT.

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

305

apparizione di Sefe^-t e la corda agrimensoria dei luoghi


sacri

(1),

distender la corda agrimensoria pl tempio del

il

Nome-d'-Horo

(2)

ne dei templi

(3),

corda agrimensoria per

la

ed

altre, la cui

fondazio-

la

menzione, intercalata a non

chiari cenni di costruzioni, ed a note di pesi o misure, espres-

sa in gruppi di

complicati dei quali non oso per

geroglifici

ora dare la traduzione.

maggior parte

Sotto alla

questo lato del-

leggon poi notazioni metriche, che credo indi-

l'iscrizione si

(remen-u)

care misure

delle caselle di

o di campi

di terreni

(hesep-u)

donati dal Faraone nell'occasione di queste solennit.

Finalmente nell'ultima

nome

di Snefru,

blema

memoria

ove per tre volte occorre

accompagnato nei due primi

due corone

delle

fascia,

dell'Alto e

il

cartelli dall'em-

Basso Egitto,

si

contiene

costruzioni e doni del Faraone, quali un bacino

di

di 100 cubiti, navi e battelli, giardini, palazzi, piantagioni di


alberi, porte, fortificazioni nel

il

Sud e nel Nord.

notevole, sotto la terza fascia,

nome

divino, re del

d'oro

(4),

il

il

di scabrosissima lettura

(1)

sefex-t

Horo d'oro o sparviere

divino sparviere d'oro

Del secondo lato dell'epigrafe


,

(6),

(5).

che dal mezzo in gi

rimangono ancora cinque

un ur ped seser neter-u se-u

seser hat-ran-hor

Faraone Horo

che una forma allargata

del titolo cosi frequente dei Faraoni

d'oro, od anche

titolo del

(3)

(?).

fascie. In

(?).

(2)

seser neter-u hat-u s-men

ped
(?).

(4)

hor neter en ran neb...

sparviere trionfante.

(5)

forse meglio col

(6) V. in fine Tav. IL

Brugsch

KOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

806

luogo d'un'enumerazione prolissa di


son rammentate anzitutto

lato A,

feste e d'offerte,

costruzioni

le

come

nel

propriet e

consacrazioni dei Faraoni.

Nel residuo della prima fascia superstite, dopo l'indicazione

...

dell'anno 24, mesi

e giorni 11

del

regno

Sepses-qa-ff e dopo la menzione d'alcune

ronazione del re
l'*

dell' Alto e

Alto e Basso Egitto e

rammenta

de, ecc. si

frescante

Vinco-

Basso Egitto, la riunione del-

giro della sala ipostile, la festa pa-

luogo della sua piramide detta la Rin-

fascia

si

Nord User-qa-f

e del

me dono

il

st^a-

(1).

La seconda

apre colla nota formula

agli Spiriti d'Eliopoli

corda

(5)

(3),

il

re del
(2).

Co-

a i?a ed a Hat-hor trovo

di bacini (4), di

campi misurati

appezzamenti di terreno

d'

fece le sue consacrazioni

rammentato un dato numero


colla

feste, quali

trentennale, la nascita dei due apritori delle

negiria

Sud

il

Ases-qa-f

di

(6)

esistenti in

varie localit del suo dominio. Al santuario degli dei son destinati

Le

due olocausti

due oche ogni giorno

altre tre fasce, assai pi logore delle prime,

analoghe memorie della divozione


poli. Il

Basso Egitto

(1)

(8).

un

verso

se-t sep-ses-qa-f qeb.

saten

(6)
.

se-u.

(3)

(7)

un

7."

(2)

ba-u an.

le

contengono

n od

Elio-

sue consa-

luogo di caccia del

luogo coltivato a

Nella frase della

em mennu-f.

u-aet.
(8)

queste rammentato

dell* Alto Egitto

nef

d'altri re

re del Sud e del Nord Sah-Ur-ra fece

crazioni. Fra

re

(7).

vite del

re del

colonna: tempio d'Hat-

suten sexet user-qa-f ar(4)

neter-n sep ses

a-u.
2 set 2

nexeb sexet saten uaz-t pe hes.

(5)

ha-t-

ra-neb.

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

hor della piramide di Sah-u~ra

me

avviene

nome

(1) il

Nelle colonne 12. e 13.* dalla terza fascia


frase

la

tempio d' Hat-hor nel santuario

orientale della piramide

l'anima) di Sah-vr-ra

campi misurati

del Faraone, co-

non rinchiuso nel consueto

alle volte,

xa-ba

Vengon

(2).

cartello.

legge ben chiara

si

(o trse

Sorgere,

{il

307

nel lato)

oV Apparire

del-

poi le solite donazioni di

colla corda, e d'appezzamenti di terreno, colle

indicazioni delle relative misure.

colonne

Nelle

3.'

della fascia quarta,

4.

consacrazioni di Nefer-ar-qa-ra,

mi par

Si nota
i

suoi

il

titoli,

(4),

rone

bench manchi
di

seguito dai

la solita

qa-^a fece

le

Re

titoli

formula

re del

il

ai

Spiriti d'Eliopoli; inoltre al

due

Horo splendente

(nezes-t).

hor hez xa-u.


(7)

(6).

e del

Nord Nefer-r-

indi,

come

nelle fasce pre-

cicli

di

hat-hor du-ma sah-u-ra mer.

uaz xa em heb.

di co-

Sud

tempio

sah-u-ra ro-pe ab xa-ba...


(5)

il

delVAlio e Basso Egitto, Si-

sue consacrazioni;

x-u.

Come

che apparisce nella panegiria

appezzamenti di terreno,

neh

di

e di tehen.

rettangolo oblungo.

campi misurati e

cedenti, vien l'enumerazione dei doni di

(1)

cenno

Sah-u-ra Roro signore delle coro-

gnore dei due diademi


Segue

il

cosi quello di Nefer-ar-qa-ra

(5),

(3)

il

cosiddetto cartello-stendardo del Faraone, con tutti

cartello-stendardo

ne

di leggere

Arabia

un'offerta d'un dato peso d' incenso d'

spettante alle

(3)

degli Dei (7)

Ra

(2)

ed agli

e a quello d'Hat-hor

hat-hor du-ma^

pun-t anti.
(6)

di

(4)

em
hor

suten sexet nexeb

paut neter-u (aa-t),paut neter-u

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

308

un

altare

Neirultima fascia rammentata la cava di pie-

(1).

Casa-dell'oro

tre della

necropoli

Vs-hat-^a o piccol tempio

egli abbia gratificato

divinit tutelare di Menfi, se

tima colonna va

nb-ur
anch'egli

prest
e,

letto,

il

almeno

il

(3).

costruzioni anche

utili

la

principio della penul-

come mi propone

il

ptah

prof. Rossi,

muro

riunitore della corona del

omaggio

come

con

res, cio Ptah dal gran


,

della

ed un campo misurato dello stesso Faraone

Pare che

(2),

Ma

meridionale.

Nord

e del

Sud

ad Horo, ad

agli Spiriti d'Eliopoli, a Ra,

(4),

Iside;

suoi predecessori, volle celebrate le feste delle due

incoronazioni e quelle della barca

Ecco per sommi capi quanto

mat.

di pi notevole

mi parve

leg-

gere in questa interessante iscrizione; sulla quale, se n'avessi


l'autorit, vorrei

ravvivata V attenzione dei

dotti.

Ora non

vi

siano discare due parole sui Faraoni che vi son rammentati


affinch

sempre meglio possiate apprezzare

l'

importanza di

questo monumento.
Spettano
si

tutti

costoro airantco impero menfitico; e se non

succedono con rigoroso nesso cronologico, perch tra Snefru

e Sep-ses-qa-f

monumenti registrano quattro re, non possiamo

affermar tuttavia che chi inscrisse questa pietra abbia peccato


d'anacronismi, o
babile

che

la

commesso omissioni; giacch non

materia

incisa sui

due

malgrado notevoli differenze, ad un

(l)

ra hat-hor du-ma xa-t.

bat-set.

(4)

sam

aaz-t res.

(2)

impro-

lati spetti in

testo

solo.

hat-nub.

origine,

Cosicch

(3)

si

suhtes

NOTA SOPRA

avrebbero
gi in

UN'iSOKIZIONI:: EGIZIA

in sostanza

DEL JIUSEO DI PALEKMO

309

due frammenti d'una stessa epigrafe, che

resa in pi luoghi di poco agevol lettura per

antico

l'azione delle intemperie, o per l'attrito, fu riscritta posterior-

mente nel

lato opposto della pietra. Solo

avrebbe

basse la parte che riguarda

il

Faraone pi

Se questa mia congettura coglie nel segno


che

antico. V. Tav.

altri

il

pochi re intermedi non abbiano vogli

culto d'Eliopoli. Questo testo avrebbe quindi contenuto

interruzione

senza

III.

non allora ne-

per una ragione o per un'altra, gratificare come

luto,

al-

questa seconda trascrizione la pietra ser-

lora voluto che di

cessario supporre

caso

il

per

meno

lo

la successione

Nefer-ar-qa-ra, cio, d'accordo con altri

da Snefru a

monumenti, avrebbe

annoverato la successione di nove sovrani dell'Egitto, mentre


ora non ne rammenta che cinque
qa-f,

Sah-u-ra e Nefer-dr-qa-ra.

tano alla

IV

Snefru^ Sep-ses-qa-f, UserIl

primo e

dinastia; tra costoro la

il

secondo spet-

Tavola d'Abido ed

altri

monumenti collocano xw/w o Gheope, Ra-ded-fy xd-f-ra o


Chefren, Men-qa-u-ra o Micerino. User-qa-f 2C^tq la V* dinastia,

e gli succedono, per testimonianza della storia e dei

numenti, Sah-u-ra e Nefer-r-qa-ra.

Siamo dunque

riodo pi glorioso dell'antica civilt menfltica,

sorsero le grandi piramidi

il

la bellezza di circa

mo-

nel pe-

periodo in cui
sessantacinque

secoli fa!

Ma

intendiamoci bene, o signori: ci non significa che la

nostra iscrizione appartenga necessariamente ad et

Vedremo

in seguito

rasse in Egitto

come

fino

scendere a quest' et

al
,

il

remota.

culto di Snefru e di Sah-u-ra du-

tempo

Anche senza

dei Tolomei.

relativamente recente

della

di-

quale p-

310

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

trebbe trovarsi qualche indizio nel nostro testo, non possiamo


escluder

l'

che questo elenco non sia che una copia

ipotesi

una redazione meno antica d'un

testo spettante al periodo

e conservatosi, attraverso ai secoli, in

fltico,

un tempio

men-

di quel-

l'An od Eliopoli, che, bench piccola e modesta citt, fu non-

dimeno per lunghissimo volgere d'anni una

delle

metropoli

religiose d'Egitto, tranquilla sede d'una scuola di scienze cos

celebrata presso gli antichi che Solone, Pitagora, Platone, Eu-

dosso la visitarono

studiarono. Chi conosce a fondo la

vi

lingua e la paleografa egizia, e pu aver agio di ricerche e


confronti, sapr affrontare e risolvere

me

il

problema. Quanto a

Museo se uno

sarei lietissimo pel nostro

studio definitivo

su quest'iscrizione potesse confermare davvero l'opinione del

Wiedemann, che
recente

cio dessa appartenga ad un'et alquanto pi

etwas jungeren

{einer

l'ottavo re della

V"

TE. V.

della

(1).

quella del re Assa,

dinastia.

Di Snefru la tradizione

primo re

Zeit) di

IV

si

occup con amorosa cura.

il

dinastia, vissuto circa 4875 anni avanti

Regn 24

anni, e fu molto caro al suo popolo.

papiro Prisse cos parla di

lui

In quel

tempo mor

la

Il

mae-

st del re Huni, e sorse la maest del re Snefru, per essere

(1)

la

data approssimativa proposta dal

egittologi si

5121,

oscilla

WiLKiNSON

prima 3886, poi


3405;
4076.

cfr.

fra

2123,
3733,

WiBDEMANN

il

5121 e

BGKH

Unobr
A. Q.

il

4933,

Wiedemann; per

2123, quindi: Ghampollion-Figeac

Bunsen

3209, Lepsius 3124, Brugsoh,

4845, Lieblbin 3114,


II

733.

gli altri

Il

Mariettb

Masprro propone

4235,

gli

Lauth

anni 4100-

NOTA SOPRA UN'iSCEIZIONB EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

un sovrano benefico su questa terra intiera


narra che sotto

troburgo

mu, gente

degli

il

. Il

311

papiro di Pie-

suo regno avvenne un' invasione

semitica dell'Asia poco diversa dai Bedaini.

Con questo

fatto si collega forse la costruzione di fortezze al

confine del

Delta verso l'Asia, che perpetuarono

questo

C).

Fu

ne dom

gli

(3336-3310
Sinai, e

Magharah

a.

mostra

ci

dei diademi,
il

do

regioni flnp al

quelle

re in

grande

Un

abitanti.

il

le

miniere di rame e

incerta, se

Wiedemann non

et

si

parire

le

v'

il

',

due piramidi

cio,

secondo

il

signore

capegli un barbaro pro-

mazza

di guerra. Snefru fece

cave di turchese del Sinai.

leggenda che sotto

la

culto solare

An. Secondo

di

nessun fondamento per ammettere in

remota un rapporto fra

Si costru

III

basso rilievo della Wadi-

non addirittura favolosa,

di lui s'introducesse nell'Asia


il

di

di giustizia, l'Horo vincitore, Snefru,

strato ai suoi piedi l'abbatte colla

scavare

Usertesen

re dell'Alto e Basso Egitto,

che afi'errando pei

di

nome

re guerriero; conquist la penisola del

maestro

il

tempo

il

l'

Egitto e l'interno

una chiamata xa

la teosofia egizia

'

Asia.

Sorgere, l'Ap-

sepolcro in cui

il

il

dell'

il

Faraone, morto e confuso col sole, risorge o riappare per


tutta l'eternit;

nale
il

'.

1'

La prima

altra
si

chiamata xa-Hsi

'

il

Sorgere meridio-

vuole situata verso Dasur;

l'altra,

che fu

vero sepolcro del Faraone, e che in parte ancor conser-

vata, a

Meidum. La camera mortuaria ne

trafugato

il

fu violata, spezzato

sarcofago, spogliata e distrutta la

reverenza divina che

il

mummia. La

popolo egizio ebbe per Snefru, come

generalmente pei Faraoni pi insigni, incominci subito dopo


la sua morte. Cos un'iscrizione di quel

tempo rammenta un

NOTA SOPKA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

312

del tempio di Snefru. Pi tardi su di

soprastante
di

Saqqarah apparisce

a quello del re Assa.

il

invocato accanto

Perfino sotto

suo culto attestato da stele e sarcofaghi

quale regnarono

non parla

Ases-qa-f,

altare, accanto

del regno dei morti.

Dopo Snefru, con un

visto,

monumenti

In altri

a Sokeri, dio menfitico

Tolomei

nome sopra un

suo

il

una pietra

salto di forse

la nostra pietra,

come

Erodoto

sce, Sep-ses-qa-f.

come

si

preferi-

nome

avvalo-

rate fino ab antiquo dai testi egizi. Egli, scrive Erodoto

innalz nel tempio di Hephistos


,

pi

belli

ed

(o

Ptah

propilei hanno, vero, figure scolpite

e infinita

variet di costruzioni,

Nell'intenzione
lasci

superare

di

ma

(ex idfv6(ov), sulla

perch tanto

dimenando

(1)

io le supero,

(TroxTcrovxes)

Per queste
ecc.,

questi

mota che

notizie, e

alle

quanto Giove

II,

li

superan

tutti

tutti...

costrutta in mattoni

una stanga
alla

perocch,

nel fondo d'una palude, e

stanga aderiva, se ne fecero mat-

per quelle sui re posteriori,

Lieblein, Recherches ecc.,

136, 2.

piramidi di pietra,

gli altri dei;

cfr.

de Roug,

Wiedemann, gypt.

Maspero, Histoire anc. des peuples de VOrient


(2) Lib.

perch

quale scolpita in pietra questa iscrizione:

non disprezzarmi paragonandomi

Recherches

(2),

propilei

re dell'Egitto suoi antecessori,

raccogliendo la

{xTzou<;...'f(ty'k\)\L\i.iyo\jc,)

memoria una piramide

per sua

di Menf),

pi grandi di tutti

s'

chiama Asychis ('Aaux te), Diodoro

lo

Sasychis (Souxte), varianti fonetiche d'uno stesso

orientali

il

troviamo in essa rammentato

leggeva una volta, o come oggi

si

(1).

un secolo, durante

quattro re sopraindicati, dei quali,

classique.

Gesch.,

NOTA SOPRif un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

mi

toni, e cosi
il

edificarono

de Roug lesse

Rinfrescante

nome

il

certamente

piramide

altri

padre,
Se

il

(3).

sul prestito,

non

di

0e(5v

xfiiv

promulgata

Dasur

(1).

curiosa

la

mummia

del

prestatore l'uso del proprio sepolcro.

al

si

(2).

in-

xiii'/jv),

tempo d'imbarazzi

in

Ogni privato poteva impegnare

consentendo
debito

la

questo re avrebbe regolato con cura gran-

lui

ventato la geometria, e la scienza astronomica

finanziari

cinque grandi legislatori del-

dissima le cerimonie religiose (x uepl x^v

una sua legge

di cui

monumenti, e

non ha molto a settentrione

Diodoro pone Sep-ses-qa-f fra

secondo

la

sulla nostra pietra, cio qeh o

non rammentata finora sopra

',

forse quella ritrovata

l'Egitto;

313

estingueva,

il

debitore non poteva otte-

nere sepoltura n per s n pei suoi, sia nella tomba paterna,


sia in

nessun altro sepolcro. Sep-ses-qa-f regn 22 anni, secondo

l'Africano;

ma, come abbiamo veduto,

menta l'anno

nostra pietra

la

ram-

24" del suo regno.

Di User-qa-f che fu

il

primo re

V dinastia, suc-

della

ceduto immediatamente a Sep-ses-qa-f, non sappiamo nulla di


notevole. Scrive
dei re al

sume
si

il

Wiedemann

passaggio

La successione cronologica

dalla quarta alla quinta

dall'iscrizione sepolcrale del principe

dinastia

si

de-

Ra-sechem-ka, che

qualifica per impiegato di Ghafra, Mykerinos, Aseskaf, User-

kaf, e Sahura; e

mera

istituzioni "di feste dei re Aseskaf, Userkaf,

ferrkara

(1)

da un'iscrizione esistente a Palermo, che enu-

Op.

cit.,

V. nondimeno

d'Erodoto.

Arch. Stor.

(2)

Sic.

la

I,

p.

195.

La sua piramide

nota dello Stein

I,

94.

(3)

N.

S.

anno XX.

(4* ed., p.

Erodoto,

1.

Sahura e Nesi

150) al

chiamava

passo citato

e.

21

314

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

la Pi-pura-delle-sedi

ab-se-Uj cio

ma

tata nel nostro testo,

Ra

sacerdote di
qor-f ab-se-u

d'User-qa-f

'

Saqqarah. Cosi un

di

tal

Fef,

nel tempio di Sep, chiamato ancora ab user-

piramide

purificatore della Pi-pura-delle-sedi

un Neqaanx

lo pi volte, coi suoi sacerdoti e

tombe

nelle

purificatori-capi,

rammen-

essa non

'

Ra

purificatore-capo di

nel tempio

di sep-rtty sacerdote di Ra, e sacerdote di Hat-hor nel tempio


di ds-hat-ra

era del pari ab-shez , cio

della stessa piramide

(1). Il

tempio

pur rammentati nella nostra

di

"

purificatore capo

sep-ra e Vds-hat-ra son

iscrizione.

Eran

che sorgevano in vari punti delle necropoli

adoravano o Ra od Hat-hor, o l'uno e


Il

Saladino e

ma

le iscrizioni

ci

insegnano

canto alle piramidi della

generalmente

mide tronca
l'obelisco

l'altra

piccoli santuari
,

e nei quali

l'

V e VF

qualche volta

manca, e non

si

tutti;

che sorgevano per lo pi acdinastia, e che presentavano

una pira-

aspetto d' un obelisco addossato ad

(2);

si

simultaneamente.

suoi successori gli distrussero pressoch

'

come

vede che

nella nostra iscrizione,

la

piramide tronca sulla

sua crepidine.
Il

successore di User-qa-f nelle

come pure

nel nostro

monumento,

liste

epigrafiche dei re

Sah-u-ra,

il

Sephres di

Manetone. Questo re ha lasciato memorie storiche di molta


importanza.
della

Wadi-Magharah

(1) Cf.

Lincei
(2)

Guerreggi nella penisola del

III,

ScHiAPARELLi,

Mem.

lo

Il

cit.,

stela

rappresenta come Snefru, in atto di

signf. simbol. delle

voi. XII, p. 149.

SciiiAPARKLLi op.

Una

Sinai.

pp. 135, 136.

pram.

eg.

in Atti dei

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO

nomade

debellare un nemico del popolo

315

PALERMO

DI

dei Mentu. Nell'Alto

Egitto fond una citt detta Pa-sah-u-ra, e in Menfi un tem-

pio alla dea Sex et. Della sua piramide al nord d'Abusir, chia-

mata x-&a,

ossia

'Apparire-dell'

monumenti

sacerdoti sui

soliti

1'

anima

della

rammentata coi

',

necropoli di Saqqarah,

troviamo ora bella conferma nella nostra iscrizione.


funerario
(a.

Sah-u-ra continu fino al tempo di Ramsete

di

G. 1463-1396),

come vuole

il

Wiedemann;

avrebbe trovato la continuazione

Ad

eccezione

fin sotto

il

Tolomei.

Qaq qual

della tavola di Seti I, che offre

Saqqarah, e

Manetone

pietra

accordano

s'

diatamente seguire

sappiamo

Nulla

predecessori

al

onori

chiamava ba Y

colla

nome

nostra

'

iscrizioni delle

nome

sulla nostra pietra;

imme-

Nefer-arsuoi

La sua piramide

si

e la troviamo mentovata pi volte

tombe

nelle

fare

non che ebbe, come

divini e sacerdozio.

Anima

nel

la lista di

di Sah-u-ra quello di

di lui, se

II

de Roug ne

successore di Sah-u-ra, la tavola di

qa-ra.

culto

Il

di

Saqqarah,

mentre

vi

ma

non ne vedo

11

leggo ben chiaro quello

del santuario di as-hat-ra che certamente l'era vicino.

Il

de-

terminativo di questo nome, consistente qui nel solo obelisco

su crepidine,
(p.

variante di quelli

dallo

ritenti

Schiaparelli

135) nella sua bella Memoria.

Questi rapidi cenni varranno, o signori, se non m' illudo

a dimostrarvi l'importanza d'un


scurato

simo

fin qui; che,

monumento

forse troppo tra-

anche quando possa essere non antichis-

certamente favella di tempi antichissimi

conserva

nomi

dei re, delle loro divinit

e di questi

delle feste

offerte, dei templi, dei santuari, dei sepolcri; di

delle

quei sepolcri

NOTA SOPRA un'iscrizione EGIZIA DEL MUSEO DI PALERMO

316

giganteschi e maravigliosi dinanzi ai quali


tore

come

chivi del

opre

clto

tempo

siffatte

gli

da paurosa vertigine;
dei

quali Filone

uomini

s'

discendono fino agli uomini

il

pensiero del via-

di quei misteriosi ar-

di Bizanzio diceva

per

innalzano fino agli dei, o gli dei


.

Palermo, Giugno, 1895.

A. Pellegrini.

-<o^o>-

ACCADEMIA SICILIANA
iTQO-ieia

NUOVE RICERCHE
Giudizio
IV. Periodi
Primo periodo V. Continuazione VI. Della
Accademia
Rinascimento
lingua Siciliana VII. Lavori di Fr. Sampolo

SOMMARIO

del prof.

I.

Introduzione

II.

Occasione del lavoro

III.

Salomone-Marino suU' Accademia Siciliana

dell'

Vili.

IX. Ufficiali dell'Accademia

me

dell'Accademia

Xll.

Accademia. Sonetto del Meli contro

zr.

Languore

XIII.

XV. La

XI. Nor-

Lavori di

Censura Del-

Censori. Risposta di Q. Alco-

Accademia
XVI, Adunanza per la morte di
Sampolo e di Scimonelli.
XVII. Fusione dell'Ac-

dell'

G. Meli. Sonetti di

ufficiali

S'inaugura l'Accademia

1808-9 XIV. Seguito

essa negli anni 1807-8,


l'

X. Notizie intorno agli

cademia Siciliana con quella del Buon Gusto.

XVIII. Notizia intorno

a Fr. Sampolo.

APPENDICE
sutta

Liggi

e costituzioni pri l'Accademia Nazionali da stabilirei

l'auspizj di Sua Eccellenza signur Principi di Trabia, n. I

Iscrizione ed

Alcozr, n.

Ili

epigramma

Sonetti

poeti siciliani, n. IV

n. II

Gapitulu

Sicilianu di |D. Giovanni

di G. Meli a lu Conti Castelli, centra alcuni

Favula

XXIX Lu

Tessituri

di

Giovanni Al-

cozr, n. V.

I.

libri

denti,

In altra sala, entro l'Ateneo

fra

larga

suppellettile

di

e in compagnia di avvocati, magistrati, professori, stu-

me

richiamano pi assiduo

mia giovinezza mi sono


Palazzo Pretorio, ove

(1) L' A.

applicato

si

gli
(1).

raccoglie

studi

a'

quali fin dalla

In altra pi maestosa nel

l'Accademia

Presidente del Circolo Giuridico.

di

Scienze,

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

318

Lettere ed Arti

non meno assiduo mi

fa

1'

ufficio

onde sono

investito (1).

Qui ci aduna V utile e dilettevole studio della storia patria


merc il quale s'interrogano i secoli antichi, si decifrano pergamene, monete e sigilli, si rischiarano le oscure, si correggono le mal note pagine della storia; e qui conveniamo volentieri d'

ogni ordine persone

mune ad ogni uom

perch la storia studio co-

colto.

non penetrano le ire di parte, n il


procelle umane, si vive in pi spirabil aere, e

In questa sede, dove

rumore

delle

ci consentito

per brevi ore gustare

Io vi parler oggi

di

scorcio del secolo passato

nostro

della quale fu

le dolcezze dello spirita

una nostra Accademia sorta sullo


e durata quasi un ventennio del
parte non ultima Francesco Sampolo,
,

mio padre.
In appendice al

II.

il

arti, diedi

mio

discorso: Sulla origine, le vicende

Accademia di scienze
un cenno sull' Accademia Siciliana,

risorgimento

dell'

a ripulire e tenere in onore

il

lettere e belle

la quale

poesie stampate, e la fusione avvenuta nel 1818 con

demia

Buon Gusto, quando questa

del

mirava

nostro vernacolo, e ricordai le

quella

1'

Acca-

erano

rette

dallo stesso presidente che fu Ignazio Scimonelli.

Recentemente

il

chiaro professore e mio amico Salvatore

Salomone-Marino, pubblicava

in occasione delle

Guaetta una particolareggiata notizia

stampava, per

la

prima volta

Nozze

Pollaci-

quell'Accademia

atto della

fusione

del

(2),

che

dovuta speciale lode.

gli

Rifrugando ora fra


fu socio di

L* A.

(1)

e Belle
(2)

1'

di

ambe

le

le

carte

di

Francesco

Sampolo, che

Accademie, e nelle miscellanee del Conte

Segretario Qenerale della R. Accademia di Scienze, Lettere

Arti.

Accademia

Siciliana, 790-8i8

Tipografia

Fratelli

Vena

1894.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Castelli,

ho trovato

liana

parmi

all'Accademia Sici-

altre notizie attinenti

per la storia della medesima.

utile pubblicarle

L'Accademia, afferm l'egregio prof. Salomone Marino,

III.

vivacchiava, n per quanto sfrzi facessero


pino,
lo

Gueli,

il

Scaduto

Meli,

319

il

Sampolo,

r Alcozr

il

Lamanna,

lo Scimonelli e

non risplendette come dovea

il
l'

il

Castelli,

Mondino,

il

il

Tap-

Catinella,

immortale Giovanni

sul soglio a cui fu elevata,

non seppe o non pot raddrizzarsi rinsanguarsi mostrare


qualche giorno, anche qualche ora, di quella vitalit che tutti
,

soci predicavano e speravano, o per lo

Affermazione vera

meno

in parte, e in parte no,

desideravano.

secondo

le risul-

tanze delle mie ricerche.

La

IV.
il

vita di

quest'Accademia pu partirsi in due periodi:

primo dalla sua origine (1790)

dal suo
del

risorgere

fino

a che

si

suo scadimento, l'altro

al

all'Accademia

riun (1818)

Buon Gusto.
Il

primo periodo ebbe principio

al

1790 per cura e zelo

Francesco Paolo Diblasi pubblicista e letterato


cenzo e nipote
gelista

degli

a'

figlio

di

a Vin-

due Cassinesi Salvatore e Giovanni Evan-

autore della

memoria Sulla egualit

uomini in rapporto

e diseguaglianza

alla loro felicit; del Saggio sulla

legislazione di Sicilia-, e compositore dell'importantissima raccolta delle

A
lingua

sonetto
bella

Prammatiche Sanzioni.

18 ottobre 1793 fu tenuta


e poesia siciliana.
il

ode

sac.

Vi

un'

accademia

in

Gaetano Russo. Ignazio Scimonelli

saffica,

che

si

chiude cosi

Nun mettu peccu

a Greca o Germanisi
N a Toscu o Franca, a Latina o Spagnolo

Ma

lode della

recit per chiusura ed offerta

bedda carta mi canta in cannolo

Lingua

e paisi.

vi lesse

un

una

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

320

E pri sta lingua sugna tanta vana


Ca morta e prima d' essiri arvicatu
Lu miserere

lu

vogghiu cantata
'n siciliana.

Sarr in latina ben fatta e ben ditta,

Ma un

miserere in lingua nostra misu

L'arma mi

la fa jiri

'nparadisu
Dritta pi dritta.

Altra adunanza ebbe luogo nel 1794 per festeggiare

bilimento in salute del principe di Garamanico, e

una raccolta di poesie


una bella introduzione

Siciliane, alla quale

il

rista-

pubblic

Diblasi premise

il

(1).

Morto per mano del carnefice

maggio

aspirante a riforme politiche

ricadr nel prossimo

si

il

illustre

l'

fondatore

perch

centenario del cui supplizio

si

scuorarono

1796

soci, e la vita

Accademia
medesimo intento della precedente volle fondare il principe Lanza e da lui appellossi Lama. Le leggi della quale
dell'Accademia illanguid.

Difatti

nel

altra

col

furono scritte in Siciliano da Giovanni Meli col

V Accademia Naziunali da

e custituzioni pri
li

auspizii di

E. lu signur principi di

S.

V. Tornarono

gli

e in quella Casa,
padre.

e,

cultori del

titolo

Liggi

stabilirsi sutta

Lanza

(2).

amici del Di Blasi a raccogliersi in questa

come afferma

il

Gallo,

nostro leggiadro

anche presso mio

dialetto

erano

lieti

di

potersi adunare e scrivere in versi e in prosa nel patrio lin-

guaggio. Dett

che di sicuro

in

si

quel torno

cavano un luogo qual

(1)

fosse per adunarsi

nomi

del Catinella, Cari, Occhiuto,

Scaduto, Ouoli, Lamanna, Russo, Rubini, Grasso, Fernandez,

Bellini, D' Affronti,


(2)

si

Figarano in quella raccolta

Coglitore

Sampolo i seguenti bei versi


tempo in cui quei letterati cer-

il

riferiscono al

Sampolo, Pagano-Leone, Niceforo.

Vedi queste leggi neir Appendice n. L

321

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Nun picchari echi Sicilia mia,


Nun stari cu la lingua arritirata,
Nun dubbitari sciogghila talia,
:

Ca

la

tua sorti, e d' idda gi Ganciata.

Nni vidi 'ntra stu locu arricugghiuti ?


Sai chi facemu ? Pri tia travagghiamu

la

tua lingua

damu

Chiddi onuri, chi ad idda su duvuti.


Ridi tanticchia, statti allegramenti,
Li nostri versi senti

Ca Minerva ed ApoUu misi in gana

La lingua usanu gi

Siciliana.

L' hai addisiatu tantu

gi spuntau

Stu iornu di piaciri, e cuntintizza;

Gi lu tempu passatu

si ci

si

scurdau

nun nn'aviri

pensi,

Riscialati lu cori.

stizza.

Vanni Meli

Cu sta tua lingua t' ha


La fama supra 1' ali

fattu immortali.

L' ha suUivatu pri sina a li celi.


Nui cu r esempiu so nichi ocidduzzi

Sparmamu gi Taluzzi
E sbulazzannu ntra sti viddi vaddi
Avemu espostu lu pettu a li baddi.
Tanti corvi, e ociddazzi di rapina
S'

hannu 'mpignatu a scipparinni

Nni hannu pistatu comu


Nn* hannu stracquatu

1'

occhi,

la racina,

di nidi, e crafocchi;

M' allurtimata s' asciau gi si' agnuni,


Nidu sicuru di li novi soru
:

Cc

lu

Sicanu coru

Letu cuncerta, e spara

ce' flautu, o

li

canzuni.

sampugna, o ciaramedda,

Gitarra, o bifaredda,
Friscalettu, o liutu fora tonu,

Pirch

ApoUu uni accorda

Ebbe poi r Accademia onorato


forte,

onde

il

Meli disse

e cantu, e sonu.

ricetto nel

palazzo

Rocca-

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

322

Sia lu merita vostro, o vostra sorti,

Vi

ora vi trova

lasciai invaddunati,

Appiccicati ntra na Rocca Forti.

Da
togli

trasmigr poi nella Casa del principe Furnari. Se ne

li

il

nome

di

Accademia, poteva meglio

letterati cui piacesse coltivare

dirsi un' accolta di

vernacolo che allora chiama-

il

vasi lingua Siciliana.

VI.

quistione se

gravi argomenti

dovessero trattare

si

in dialetto.

Io

padre

scriveva

non ignoro
(1)

il

Costantini neVElogio di

pareri sul genio della siciliana favella

mio

cio se

conceduto penetrare negli arcani misteri della natura e

le sia

se pur anche levar possa

il

grido pari alle trombe

non qui tempo n luogo a tanta

animose:

solamente e

lite;

quasi

per cenno dir che ninno avanti Giovanni Meli avrebbe imaginato che

uom

Bione negli
pi

nato avesse potuto essere emulo di Mosco e

Idillii,

difficili di

e di Anacreonte negli amori, sicch

come

leggieri espresse nel suo,

altri

modi

avea fatta

neir attico idioma.

solo

il

Meli cant le

Polemone a pi
sventure dell' uomo.

nel

Ma

e'

alta

campagne

vernacolo

ma

si

lev

amaritudini e le

gravi argomenti.

Neir Accademia dei Pastori


rifiorire col titolo di

ma

ingentilirlo

Accademia

discorsi

Siciliana si ebbe

l'

si

Oretei

che

Siciliana,

si

volle

poi

poetava

in

farsi

ver-

scrivevano in italiano. Nell'Accademia

intento di

ripulire

il

nostro

come

scrisse

il

vernacolo

ma

anche

sommo

Scin.

scrivendo non solo in poesia,

disegno antico e vano

(1)

le

altra questione intorno alla convenienza di trattare

in istile sciolto nel

nacolo,

e gli amori,

meta cantando

in prosa,

Elogio funebre di Francesco di Paola Sampolo, scritto da Costan-

tino M. GOITANTINI.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-lSlS

XVI

Nel secolo
opuscolo
tuire

il

il

siracusano Claudio Mario Arezzo nel suo

Osservazioni sulla lingua siciliana, tent di resti-

sua pristina dignit e di formarne

siciliano dialetto alla

Ma

una lingua.
lia

il

323

nostro ha

vana

riusc

il

Se tra

la impresa.

primato, se ne togli

secondare la vanit nazionale e pretendere che


a dignit di lingua e

si

contrapponga

dialetti d' Ita-

toscano, non possiamo

il

nostro assurga

il

alla lingua italiana.

Se

qui alla Corte di Federico lo Svevo, rimatori e dicitori diedero^

forma aulica

volgare, onde Siciliano

al

volgare illustre
scritta

formatasi di poi la

ed intesa da un capo

divenne un
Presso

all'

da Dante

disse

si

lingua

italiana

il

che fu

altro del Bel Paese, la nostra

dialetto.

popoli

la popolare.

L'

civili si

una

parlano due lingue

usa nel

si

scienze, di lettere e di arti;

1'

trattare

altra si

la

illustre

argomenti di

nobili

adopera nel conversare

familiare e col popolo.

Cicerone, Tito Livio, Tacito, fra

gli

Varchi, Guicciardini, Botta, Colletta,

fra'

orazioni, le storie nella favella nobile, e

antichi; Machiavelli,

moderni, scrissero

quando talora
padovano

incorse in qualche maniera del linguaggio

il

le

Livio
fu ac-

cusato di patavismo.

Un oratore sacro parler

minette, ai popolani accorrenti a sentire


gli

ammonimenti per ben vivere da

ad un' adunanza

di

borghiggiane fem-

in dialetto alle

gente colta e

misteri della fede,

cristiani.

di

Ma

elette signore

lingua nobile. Similmente far l'avvocato nel foro,


nelle scuole,

il

socio nelle Accademie.

in istile sciolto

Il

parler

se

il

user la

professore

linguaggio vernacolo

lasciamolo dunque pei conti, per

le

novelle

popolari e le comedie.

Ricordo aver

letto

due novelle

dei Canti Siciliani fatta dalla

sono di squisita fattura

in

vernacolo nella raccolta

signora Laura

sono pur belle

Gonzebach, che
le

novelle

edite

dal Pitr.

Ai tempi in cui visse mio padre ritenevasi che


dialetto fosse lingua e atta a tutti gli

occorresse

ai Siciliani

adoperarne

argomenti

altra.

il

nostro

e che non<

ACCADEMIA. SICILIANA 1790-1818

824

VII.

Riveniamo

all'

Francesco Sampolo
tra

1798

Accademia.

egli

uno dei

fu

suoi scritti trovo

discorsi

soci pi fervorosi di essa, e

versi

letti

quella. Nel

in

leggeva un discorso su questo argomento: Si sia

cchi dignu di lodi cui ha illustratu Vintellettu o puru cui

ha regulatu

lu cori cu

scienzi pratici.

li

Nel 1801 ne recitava altro nel quale esaminava: Vanticu


e lu
li

mudernu metudu

dui la preferenza

pens dare in luce,

ma

di fari

V amuri pri dari ad unu di

Questo

discorso

riveduto

corretto

rimase inedito. Era dedicato alla donna

1802 divenne

di cui era innamorato, e che nel

sua moglie.

Era Teresa Sortino mia madre, donna di gran cuore che tenne
il governo della famiglia, e, novella Niobe, sopravvisse alla
perdita di numerosa figliuolanza, spenta quasi tutta di morti
e pi diverse e crudeli.

Nel 1805
ciliana;

il

Sampolo imprese a ragionare

ne disse

le lodi e

ne dimostr

la

della lingua si-

convenienza

di par-

larla e di scriverla.

In quella occasione

Meli dett

il

il

seguente sonetto

Vivi la matri vostra. Iddio la guardi

Amatila e 'un circati 'na matrigna,


Sia cura e triddu di muli bastardi

Lu zappari

di

1'

esteri la vigna.

L' istintu di natura anchi a

Anchi a

li

li

pardi,

tigri stu duviri insigna.

Urla lu lupu quannu fami o s'ardi,

N 8' impresta lu gergu di la signa.


Lu sulu pappagaddu 'nfurgicata
S' avi 'na lingua pri

Facennu

d'

parrari a matti

oceddu-omu capriata

Multi accademii eu sacciu accussi

fatti

Greci-itali-latini. Allurtimata

Chi aviti ntisu

'na sciarra di gatti.

L'Accademia, vuoi perch mancasse


amorosamente, vuoi perch sede

stabile

di

chi

la

reggesse

non avesse, vuoi per

altra cagione, si disperse e cess di vivere.

325

ACCADEMIA. SICILIANA 1790-1818

Non and guari

Vili.

e l'Accademia rinacque nel 1807 sotto

migliori auspicii diretta dal Conte Vincenzo Castelli.


Il

Conte Castelli,

ultrogenito

figlio

dell' illustre letterato,

archeologo, numismatico Gabriele Lancellotto, allievo del celebre

Francesco Cari, seguitando

esempi paterni,

gli

ma

lettere e specie alla storia,

rimase

di

si

molto

applic alle

minore

al

padre per dottrina e per fama.

Era gi noto per varii lavori suU' ordine di San Giovan


Gerusalemme, per le memorie storiche dell' Ammi-

Battista di

raglio Federico Gravina, e di Giovanni Castelli, preposito dell'

Oratorio.

1796 e

si

Fu

segretario

dell'

Accademia

Buon Gusto

del

adoper nel 1801 perch ad essa

si

apportasse una

riforma con la costituzione approvata nel settembre di

r anno. Pi tardi egli pubblic

il

Conte die un pranzo:

e in quella occasione Giovanni Meli scrisse un sonetto,

chiude cos

quel-

Fasti di Sicilia.

Ai fondatori della nuova Accademia

si

nel

il

quale

Conti, vai nostra Romnln,

li

mura

Diflnniti d'attorna da l'audaci

Esterni insulti d'ignoranza oscura.

dintra

si di

Reggia di

Pertanto
fatti

di

uomini

amor

un qualchi Rema.,.. Oh

Musa, rispetta

Taci

li

to'

som

scriveva

il

la

taci

futura

e di la paci.

Sampolo

(1)

dallo

esempio

di sif-

(Meli e Scimonelli) la giovent studiosa ed accesa

di patria, a coltivare si diede la nostra lingua.

E adu-

natasi nel palagio del Conte Vincenzo Castelli, poscia principe


di

ad

Torremuzza, una

scelta

illustrarla, principe

mano

di

giovani oratori e poeti

dell'Accademia Siciliana,

special suffragio degli Accademici,

il

fu,

quasi senza

rinomato Giovanni Meli

che vi presedette pi anni e degnossi recitarvi delle sue poesie.

(1)

Francesco

Palermo, 1832.

di

Paola Sampolo

Elogio

di Ignazio Scimonelli

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

326

Non accennando al passato n alle vicende sofferte, parla


dell' Accademia come se nata primamente nel palazzo del CaInvece

stelli.

scrisse che

Gueli che fu lo

il

storiografo

dell'

Accademia,

Conte Castelli riun ntra la propria casa la

il

smarruta e quasi dispersa Accademia Siciliana, ed ora da


principi r ha volutu magnificari cu F atti dimustrativi di la
sua naturali magnanima generosit.

premi mensuali per


mise avrebbe dato
accademie

di

Infatti stabil

gli autori dei discorsi

medaglie come

le

Europa

in prosa o in verso.

si

Castelli

praticava nelle celebri

componimenti

agli autori dei migliori

il

accademici, e pro-

importa, all'Accademia

quel che pi

die stabile ordinamento pari a quello dell'Accademia del

Buon

Gusto.
IX.

Da una nota

scritta

da mio padre, datata 2 agosto 1807

e firmata dal Conte Castelli,

Accademia e
medesima per

l'

L'

nomi

si fa

manifesto l'ordinamento del-

degli ufficiali perpetui e annuali della

anni 1807-1808.

gli

Accademia ebbe un

protettore,

otto censori, dieci consultori,

un

un principe,
un segretario,

direttore,

uno storiografo

un vice-segretario.
Protettore ne fu Mons. Gabriele Gravina Vescovo

Accademia

viopoli, Direttore dell'

Maggiore

del

Re

delle

Due

del

Sicilie, e

Buon

di Fla-

Gusto, Cappellano

Direttore

il

Conte Ca-

steUi.

Principe a voti unanimi venne

sopra

tutti

poeti siciliani

Censori furono
Sarapolo,

il

Mattia Gueli

sac.
,

l'

il

come

eletto

quel

grande, che

aquila levavasi, Giovanni Meli.

benedettino Girolamo Zappino, Francesco

Giovanni Alcozr, Giuseppe Oddo, Francesco


avv. Vincenzo

Simonelli

ed

sac.ti

Gaetano

Mondino e Stefano Susinno.


Consultori: Francesco Nasce, sac. Antonino Contreras, Gi-

rolamo Bertolino, Francesco Martorana, Michele D'Anna, Pietro

La

Placa, Salvatore Coglitore, Antonino Scaduto, G. B. Cutelli,

Alessandro La Manna.
Censori per l'anno 1807-1808: Zappino, Sampolo, Alcozr,

327

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Oddo.

storiografo,

Gueli.

il

segretario,

Francesco Riolo

vice-segretario, Francesco Salinas.

X. Mi piace dare un cenno

mincer dai pi

intorno a cotesti uomini. Co-

conti.

Giovanni Alcozr, che fu poi parroco

Castellammare,

di

poetava con grazia nel vernacolo. Di lui, oltre


neir Accademia, che ricorder,
liane

si

ha un volume

lavori

letti

di poesie sici-

Pari ecclesiastico del Regno nel parlamento del 1848,

(1).

vot la decadenza dei Borboni, e quando poi

il

ristaurazione obblig deputati e pari a disdirla,

gnosamente, e fu rimosso dallo

Governo
si

della

ricus sde-

ufficio parrocchiale.

Francesco Mattia Gueli, dopo

il

Meli, levossi in

fama

fra'

pi valenti poeti in vernacolo, segnalandosi spezialmente nella


feivola (2).

Il nome di Francesco Nasce assai chiaro come latinista


come lodatissimo maestro in letteratura latina e italiana nel

nostro Ateneo ad una gagliarda generazione, della quale fecero


parte

il

Perez,

il

Baita,

anche di verseggiare

neWAnnu
nura

poeticu

Dimarco ed

il

altri valenti. Dilettossi

in vernacolo, e di lui leggonsi tre poesie

(3),

pubblicato nel 1808

da Giuseppe Bo-

(4).

Tragico e

satirico,

tragedia, cavandone

l'

Michele D' Anna pubblic nel 1810 Dirce,

argomento, come

dalla storia dei Messeni. Scrisse

inedito; dett

I militari

anche

la quinta

anche

satire, delle quali

Villa

Giulia

Aristodemo del Monti,

l'

il

Giugurta che rimase

la

e la

quarta intitolavasi
sesta

Le donne

(5).

Falermo 1815 e 1836.


Alcozr Poesie Siciliane
Favuli Siciliani
M. GuMLi
Palermo 1815.
Lucio
L'Armunia.
(3) Eccone i titoli: L'Immortalit dell'anima
(4) Vedi SciBONA Gius., Elogio di Francesco Nasce, Palermo 1830,
Benedetto Mondino, Vita sacerd. Frane, de Paula Nasce, premessa
alle Inscriptiones et carmina, Palermo 1833.
(5) Queste notizie traggo da una lettera del D'Anna a Ferdinando Per(1)

G.

(2) F.

ricone da

me

posseduta.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

328

la famosa ode di Saffo. Non dispregiato poeta, come


medesimo scriveva ad un amico, die mano alla traduzione
in versi sciolti delle satire oraziane, quando ancora quella
promessa dal Gargallo non era venuta fuori: ma della sua
traduzione non si ha notizia.

Tradusse

egli

G. B. Cutelli, amico dello Scin, del Nasce, del Ferrara,


dello Scrofani, scrisse bei versi latini,

e poi una seconda volta nel 1835

Francesco Riolo poetava in

Carmina,

editi nel

1828

accoppiando alla

flui-

(1).

siciliano,

dezza fulloniana una maggior dose di sale

di focu

arguzie. Si

di

come lepidissime le composizioni Lu jocu


Lu Musaicu La pazzia La filosofia Lu munnu

ricordano di

la riversa

lui,

La

festa di

orasti

li

(2).

Antonino Scaduto scrisse un poemetto, Supra la


chia (1799) e

Lu munnu

ripubblicato nel 1864 col titolo

Cagliostro in

tnunnu rivutatu, poema tragi-comico


Compil nel 1810-12

siciliana.

diresse per lunghi anni

Munar-

rivutatu in lingua siciliana (1815),

il

Francia

32 canti

in

in

o lu

lingua

Giornale politico letterario;

La Cerere ,

giornale officiale per la

Sicilia.

Di Francesco Sampolo dir in fine pi particolarmente.

Seguono ora

nomi

degli altri minori.

Girolamo Zappino dell'Ordine

di S. Benedetto,

che fu Vi-

cario Generale della diocesi di Monreale e vice-presidente del-

l'Accademia del Buon Gusto, era dotto

nelle scienze e nelle

lettere e coltiv la poesia (3).

L'

Oddo

fu dei migliori

allievi

celebre Michelan gioie

del

(1)

Vedi Carlo Mortillaro, Elogio di G. B.

(2)

Queste poesie sono ricordate da Francesco Franco in

manoscritto da
nel i8ii.
(3)

Il

me

posseduto, che ha per titolo

Cutelli,

Palermo 1856.

un lavoro

/ poeti siciliani fiorenti

Riolo morto nel 1839 di quasi cento anni.

Vedi Appendice, Iscrizione ed Epigramma,

n.

II.

329

ACCADKMIA SICILIANA 1790-1818

Monti e Segretario dell'Accademia del Buon Gusto. Era nel


1830 Cancelliere circondariale.
Il

mo

de-Contreras,

una biografia

il

della letteratura (2)

effetti

alla successione della


il

Bertolino,

del Meli (1);

ritorno

dei

l'

il

Martorana scrissero,

secondo un Capitolo, /

il

ultimo una

Spagna e

memoria

il

pri-

tt'isti

sul diritto

una canzone per


all' Accademia del

delle Indie, e

Sovrani in Napoli

recitata

Buon Gusto (3).


I nomi di Alessandro La Manna,

di Salvatore Coglitore (4)

figurano nelle raccolte di Poesie siciliane pel ristabilimento

in salute del principe di Caramanico

maggior grido che furono

il

Catinella,

il

accanto
Gueli, e

insieme con Martorana compariscono anche

sopra ricordato, accanto

Con

siffatti

che

di valenti,

uomini
la

al

Nasce e

Buon

del

Soci di

quelli

loro

neWAnnu

di

nomi

poeticu

al Cutelli.

parecchi dei quali ebbero nominanza

proteggevano, dirigevano, coadjuvavano, la

seconda vita dell'Accademia Siciliana ebbe anni

XI.

essa

dovevano appartenere

di splendore.

all'

Accademia

Gusto. Si scriveva in versi e in prosa nel linguaggio

siciliano, ed era obbligo di serbare la

maggiore castigatezza

nei componimenti. V'era un magistrato censorio diviso in tre

Collegi che esaminava gli scritti da leggersi e da pubblicarsi.

XII. S'inaugur l'Accademia nel 1807 con


di D.

(1)

cato

un bel capitolo

Giovanni Alcozr che sirviu di offerta *ntra V apirtura

Nella raccolta di biografe d'illustri Siciliani compilata dall'avvo-

Emanuele

(2) Nella

Ortolani.

Nuova

raccolta di opuscoli siciliani, tom.

1.

(3)

Pubblicata pei tipi di D. Salvatore Sanfllippo, 1791.

(4)

Salv. Coglitore scrisse unpoema

ArcK

Star. Sic. N. S.

anno XX.

La Luna. Mor

nel 1837.

22

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

830

di l'Accademia Siciliana chi

Conti Castelli di

n
il

li

tinn 'ntra la

si

Turremvzza

principi di

capitolo chiudevasi incoraggiando

timone

Gravina.

dell'
Il

Accademia

sotto

Gueli vi leggeva

il

il

casa di lu

(1).

Castelli a

prendere

patrocinio di Mons. Gabriele

seguente sonetto:

il

Ntra riva ed arca immobili ammurrata

La nostra navi nun

E da

1'

putia varari;

unni abbattuta e accravaccata

Paria sula e spiruta un scogghiu a mari.


Da li venti cc e dd strantuliata
Da un latu a nautru si vidia abbuccari;
E di prua finn a puppa scancarata
Scruscia tutta e gi stava pri afifunnari;

Quannu lu Geniu di la Turri Muzza


Chiamau li flggbi di virt pr' ajutu,
E lu primu ntra l'acqua si sammuzza.
La navi in portu amici. Ora a nui resta
L' onuri di rifarila. Oh tributu
Caru a

la

patria

La mia vela

lesta.

XIIL In quel primo anno fu scelto a tema Damane e Pizia,


argomento che ispir allo Schiller il bellissimo Canto,
o-

staggio,

stupendamente tradotto dal Maffei. Lesse

suir amicizia Francesco

ottave Li 2iinzeri di

zara

Damuni

Nello stesso anno

fama angusto

(1)

(2)

recitarono

si
il

(2),

il

Castelli

celebrarono

Gueli alcune

il

Meli un

una canzone.
Archimede

le lodi di

alla

mondo.

Vedi questo Capitolo nelT Appendice,

n.

III.

Questo sonetto nella raccolta del Dimarzo

V Accademia Siciliana in cui lu


un discursu supra V amicizia di Damuni
tatu ntra

il

discorso

ostaggiu di Pizia ntra la car-

di Dionisiu, e un'ode saffica per offerta

bel sonetto all'amicizia

cui

Sampolo

il

Sig.

il

XXII, e

si

dice reci-

Franciscu Sampolu

e Pizia.

fici

331

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Non

so qual socio abbia tessuto l'elogio.

epigramma

al lodatore un grazioso
Il
il

Meli indirizz

Il

(1).

Gueli lesse in quell'adunanza un'ode saffica; mio padre

seguente sonetto magistrale:

La menti assuttigghiari
Problemi

all'astraibili,

francamenti sciogghiri,

forti

Fari tuttu cu un organu muvibili,


Focu ntra specchi industrinsi cogghiri;

Dari unu sulu 'na guerra terribili,

Cu

calculi lu celu catacogghiri,

Sfera e cilindru renniri capibili,

Li scienzi cu

Su

d'

l'

arti

Archimedi

li

amichi accogghiri

vanti ammirabili.

Di Siragusa principali gloria

Lu ncegnu
Ntra

la

di

Archimedi inavanzabili.

passata e la

Sicilia sarr

moderna

storia

sempri invidiabili;

Porta Archimedi bannera e vittoria.

Altro

fu:

tenie)

La

Sicilia considerata

L'Alcozr ragion in

difisa

di

la

come

Sicilia

isola.

conU^a chiddi

chi la disprezzanu pirch isula. Antonino De Gontreras recit

un

sonetto, e Francesco Riolo


Il

Riolo imagina che

il

una terza rima.

vecchio Giove andasse in cerca

degli abbracciamenti dell'amata Semole, e non

(1)

Ecco l'epigramma
Pri ludari a duviri un Archimedi
La mia Musa uun tantu valenti;
Ci voli un geniu di la prima sedi,
Un geniu di lu miu multu maggiuri;

Ma

pri 'un ristari scausu

Dicu

Fu tantu

d'un pedi

in iddu gloria e onuri,

Chi 'na gran parti nni trabucca e cedi

Supra

di lu egregiu lodaturi.

trovatala

se

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

3d2

ne corrucciasse, e mandasse

in aria

il

suo cappello che ca-

duto nel Mediterraneo stava per congiungersi a Reggio,

ma

una folata di vento lo allarga e ne forma una isola.


Compivasi cosi, dice il poeta, il decreto espresso in queste
fatidiche parole: Ci sia un cappeddu in isula mutatu.
Riolo cos dipinse

Il

dente r isola nostra

le bellezze

onde Giove

f'

lieta e ri-

Un clima

un ventu

duci,

salutari,

Un'aura grata

frisca e di piaciri

Cuntinuamenti

ci

Di vini d'oru

farro spirari.

la

vogghiu arricchiri

Di diaspri di quarzi e minerali,


D' agati d'alabastri e di zaffiri;

Di tant' antri prudutti naturali


D'orii, ligumi, d'ogghi,
Sulfari, pici, alumi,
Sita, cuttuni,

manna

gumma

e lini

e sali.

furmentu, racini,

Fisca di tunni a

li

vicini

mari

Curaddi bianchi, niuri e purpurini;


Genj sublimi di talenti rari;
Poeti d' agitata fantasia,
L' arti e scienzi ci far rignari;

E musica e scultura e astronomia


E chimica e bottanica e pittura
E r eloquenza divina magia. (1)
Lesse in queir anno medesimo

Lu

per

voi e lu

la

viddanu

il

un'ode

Gueli una graziosa favola


saffica,

ch'era una satira

fondazione dell'Universit degli Studi. Recit Giuseppe

Bonura un

idillio sul

XIV.

secondo

Il

con l'elogio

mese

di settembre.

anno 1808-1809 ebbe incominciamento

di Teocrito letto dal Gueli.

Su quel tema mio pa-

dre recit un sonetto.

(1)

Questa poesia del Riolo esiste inedita presso di me.

333

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Morto a 13 giugno del 1809

il

sommo

pubblicista Rosario

Gregorio, Y Accademia volle onorarne la memoria. Mio padre

ne disse F elogio.

un

bel sonetto del Meli che

credo sia

stato letto in quella adunanza.

Nel medesimo anno fu indetta a 19 novembre un'adunanza per


rappresentarsi: I filosofi Siciliani all'Ateneo di Girgenti

Le parti furono divise fra'


Minerva supra li mini di

soci in questo
lu

tempiu

modo

(Sampol);

Archimedi Siracusanu (2) pri la matematica

ghituri)

. (1)

{Cug-

Garonna Gatanisi

pri

(3)

la

legislazioni

pulitica

iBonura)
{Oddu);
Empedocle girgentanu pri la fisica (4)
Erodicu lintinisi (5) pri la medicina.... {Gueli);
Andria palermitanu pri la storia naturali (6) (Alcozr);
;

Aristocli missinisi

(7)

Iceta siracusanu pri

l'

astronomia

versi di

[Scaduto)

(8)

Se quell'adunanza ebbe luogo non so;


trovo

{Scimonelli);

pri la metafisica

che non

certo

mio padre.

Recit lo stesso Direttore Conte Gastelli un discorso


Sicilia nelli scienzi

nun

la cedi all'antica Grecia e

La

Roma {9).

mio padre.
ad Archimede. Palermo, 1823.
Caronda. Tomo I
ed
(3) Ortolani, Biografie d'uomini illustri.
Alessi Gius. Discorso intorno a Caronda e alle sue leggi, Catania, 1826.
(4) Sgin, Memorie sopra Empedocle, 1813.
(1)

Ci rilevo da una nota di carattere di

(2)

SciN, Discorso intorno

(5)
(6)

Ortolani, Biografie. Erodico Leontino per Pasquale Panvini. V. L


Ortolani, Biografie, Andrea Palermitano, Medico e Chirurgo,

per Pasquale Panvini


(7)

>.

Ortolani, Biografie.

Aristocle Siracusano lilosofo e

storico.

Voi. IV.

astronomo

M. A.

(8)

Ortolani, Biografie.

(9)

Nella Biblioteca Comunale, fra le Miscellanee del Conte Castelli,

Iceta Siracusano

Qq. H. 217, serbasi questo discorso manoscritto

incomplete sono

le

innumerevoli note.

ma

Voi.

I.

incompleto

L.

come

ACOADEUIA SICILIANA 1790-1818

334

Piacerai qui riferire un' ottava estemporanea che dett al-

lora

Meli in lode del Conte.

il

Aviti signur Conti perorata

Pincennu cu vivissimi riccami


Di

la Sicilia lu filici stata,

E r arti

Ma
Si

Ed

li

prisenti

brami

me' patri gucciddatu

mi mora

di

fami

'/

(1).

cicalate si fecero in quell'Accademia: l'una nel 1808

Lu

Sampolo,

pare che

Burgisi;

Sampolo

temi

si

iu fratantu

divisa in varie parti

stesso

scienzi in vari rami.

nan appaga

Chi vali

Due

li

a chi nni servi la vanta passata

fu

la

venne

sesta

affidata

al

l'altra forse nell'anno seguente; e allo

commessa

trattati nei
l'

delle quali

parte del Medico dei Matti.

la

due primi anni riguardano

Accademia abbia avuto

lo

scopo

la

Sicilia;

d' illustrare le

no-

stre antiche glorie e le recenti.

XV.
Conte

Il

Meli in un

Castelli, nel

siciliani,

momento

1808 o 1809,

che incomincia

di cattivo

un

umore

indirizz al

sonetto contro alcuni poeti

Scavai di pnddicini na ciaccata

alludendo,

cademia

come

leggesi in nota, al Comitato Censorio dell'Ac-

Siciliana che sedeva in scranna e

osava levarsi

contro lo stesso Meli frammettentesi per comporre


L' Alcozr, che era

uno dei censori nell'anno

anche nell'anno seguente, egli che sentiva

(1)

Qaesti vei'si trovo in un

traduzione dell* ode

III

del libro

foglio,,
1

di

dissidi.

1 807-8

e forse

di seguire pi

posseduto da

me,

fin

da

nel quale la

Orazio fatta da Alcozr; nell'ultima,

pagina questa ottava estemporanea del Meli.

335

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

presso

il

grande maestro, punto da questo sonetto, scrisse una

favola
chi favula

Comincia

cosi

nun

Te cc

Iettar]

A moda

accomuda

e gustu t

Sta favula chi favula

Chiamari nun

si p.

Pri cui rimorsu o scrapulu

Liggennula nun ha.


Gridimi, sempri favula
Sta favula sarr.
Si tu ti senti

nun

Zittu,

punciri

diri b,

Rispetta chista favula

Chi favula nun

Ma

e.

pigghia colira,

si ti

Fai scopriri accussi,

Ca

di la stissa favula

La favula tu

In questa favola

l'

s.

Alcozr loda

l'

altissimo poeta, e poi, di

s parlando, accenna al sonetto di lui e dice

Forsi pi puddicinu lu pigghiau

e pi gi gli d acerbo biasmo di quel pungente sonetto:

Gaddu

di

bona razza

nun duna,
N pigghia a pizzuluna
Pidacciati

Li flgghi puddicini
Di

(1)

ai

li

ciocchi

Vedi neir Appendice

numeri V e

VI.

il

muggheri

e concubini (1).

sonetto del Meli e la favola dell' Alcozr,

336

Certo
le

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

come

mani quel

fu affermato (1)

sonetto, che era

che dal di che corse per

una

staffilata, molti poeti sco-

raggiati e quasi atterriti non zittirono pi


i

migliori:

il

Gueli, l'Alcozr e

Adunque, vuoi per

il

anche

ma

non tacquero

Sampolo.

il

sonetto del Meli, vuoi perch

divenuto principe alla morte del

il

Conte,

non pot pi atten-

fratello,

dere con r usato zelo al governo delle cose accademiche, quel


sodalizio letterario illanguid,
'O'

ma

non

si sciolse.

XVI. Nel 1815 a 15 dicembre moriva


vanni Meli. Due Accademie ne dissero

le lodi

Palermo Gio-

in

quella del

Buon

Gusto, della quale era Censore, e l'Accademia siciliana, di cui

era Principe.
In questa lessero due sonetti

mio padre e

l'

illustre Ignazio

Scmonelli, successore al Meli nel principato dell'Accademia.


I

versi di

mio padre furono

ispirati al dolore

che la perdita

del grande poeta avea eccitato nell'animo di quanti

avevano

prelibato la soavit della lirica pastorale e delle odi di lui ; lo

Scimonelli invece al

dolore trov

schiera di bravi poeti ormeggianti

caro riferire

1'

uno e

l'

una
sommo maestro. Mi

conforto
il

altro sonetto

nel

vedere

Sonetto di Francesco Sampolo.


Pasturi di

Musi chi

Fama

li

siculi

capanni.

la Sicilia prutiggiti,

chi curri pri ssi banni banni

Trattinitivi cca, cu

mia

chianciti.

Cadiu gi fattu vittima di l'anni,

Ncaggbiau

di

morti ntra

la

cruda

riti

Giuvanni Meli, ddu Poeta granni,

Dd'omu

(1)

Vedi

F*.

a cui paru ccu sa

Inzenoa

quannu

avriti

nella rassegna sulle Poesie siciliane di G. Alco-

ser nel Giornale di Scienze, lettere ed arti

Voi. 55, p. 70.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

337

Spinnati l'ali tutti l'amurini


Stu novu Anacreonti arripitaru

Veneri

vagnau l'occhi

si

Meli, o

nomu

Dintra e fora

Oh perdita

li

a tutti duci e caru

Siculi cunflni

fatali

la

la

Cui nni

li

jisan

mpasta cchi

Lu so lamenta
Tistiannu parrau

eh' in

li

li

vuci:

li

cosi duci?

Parnasu acchiana,

manu

a cruci

Zittu babbana,

Metti Ugna a lu focu e

ti

Scimonelli.

I.

putia cui cerni e scana,

L'ascuta Apollo e cu

Meli

Puisia siciliana

Quannu Meli muriu,


Ora ntra

casu an^aru

Sonetto di

Ccussi

divini.

adduma

luci.

nni lassau bravi garzuni,

Gunsignaccilli ad iddi in

fidi

mia

Li crivi, la majidda e la sbriguni,

Chisti farannu onori e a Meli e a Tia.

Dunati d'arma e 'un fari cchi catoni,


Sarria vrigogna chiujiri pata.

Sarebbe ingiustizia dire che T Accademia abbia vivacchiato


nel secondo periodo di sua vita, e specie nei due anni. 1807-

1808 e 1808-1809 nei quali essa fu bella palestra

meggiante

il

Meli, oratori e poeti di

nelli, l'Alcozr,
il

il

Gueli, lo Scaduto,

in cui pri-

minor grido,
il

lo

Scimo-

Sampolo, esercitavano

loro ingegno, parlando e scrivendo nel patrio linguaggio.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

)88

Nel 1818 per opera dello Scimonelli l'Accademia siciliana


cess di vivere fondendosi coll'altra pi antica del

XVII. Ragionando deir Accademia Siciliana,

Buon Gusto.
ho assai

io vi

intrattenuto di Francesco Sampolo. Lasciate ora al figlio che

rinverdisca ancora pi la

memoria

padre

del

letterato

non

volgare, valente causidico nei primi sette lustri del secolo.

Egli fu allievo di Francesco Vesco e di Michelangelo Monti,


insegnanti di lettere latine e italiane

illustri

demia

degli studi, e del Gregorio, del Bisso e del Drago, pro-

fessanti nella

mano

medesima

diritto

pubblico siciliano

diritto ro-

e canonico, ed ebbe reverente dimestichezza col Vesco.

Nel foro, ove corse


trina,

R. Acca-

nella

lo

arringo

per integrit ; e presso

fra' causidici,

emerse per dot-

le curie ecclesiastiche levossi in

grido di valentissimo.
Di lui resta

inedita

un' importante

memoria

Bella cosa

giudicata in materia di censure ecclesiastiche.

Non ancora ventenne

suo

il

nome apparve congiunto a

tempo poetassero in dialetto,


Raccolta di poesie siciliane per il ristabilimento in sa-

quello dei migliori che in quel


nella

Caramanico.

lute del vicer ptHncipe di

Pubblic bei versi latini pel ritorno di Ferdinando III al


governo dello Stato nel 1814, quando lottavano fra loro costituzionali e anticostituzionali

numero

ne die

Altri

in luce

ed egli

per la

straca moglie a Ferdinando

testano

come

il

Meli

era nel

di questi.

III,

morte

della

principessa Au-

e altri ne dett, secondo at-

suoi biografi, per la morte di Maria Clementina

Du-

chessa di Calabria, moglie a Francesco Borbone, di cui dissero


le lodi

il

De Cosmi

nella Cappella della

Solidad, e

nella Cattedrale, e altri ne lesse all'Accademia del

per

la

Ugo

morte del

Piazzi, e in lode del

il

Nasco

Buon Gusto

Luogotenente Marchese

delle Favare.

Poet molto,
italiana, e lasci

ma

assai meglio nel dialetto che

egloghe, sonetti, canti, un

in

lingua

poema bernesco

339

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

per una ottobrata


sopra vi ho

al

riferito,

Monastero di San Martino. Dai

ben

versi,

che

rileva quanta venust egli sapesse

si

adoperare nel linguaggio materno.

Pieno

d'

ogni grazia lo epitalamio recitato da

nozze di Maria Cristina Borbone impalmata

lui

per

le

Real principe

al

Sardo Carlo Felice, epitalamio per cui fu detto

il

poeta del-

l'albero; imperocch descrisse mirabilmente F origine e le vir

cende della famiglia borbonica, rappresentandola


che con innesti fecondi rinverdisce

un albero

in

e da altri a vi-

altri steli,

cenda riceve novello e vigoroso alimento.

Fu

nel

Sampolo l'ardore

della nostra lingua, che

intenso nel coltivare

volle con scelto giudizio dettarne le

sapendo che per opera dei

regole, ben

pregi

dotti

viene in flore

ogni linguaggio, e senza grammatica sempre povera, imperr


fetta e

Fu

malconcia qualunque

favella.

socio dell'Accademia del

classificati.

Quando

Buon Gusto

cinquanta

e dei

venne rinnovata,

nel 1822 essa

adoper

si

quanto meglio pot, insieme col presidente Sciraonelli, affinch

onze ventiquattro,

la dotazione di
si

elevasse ad onze 66. In quel

fattale dal

tempo non

comune
si

nel 1793,

pensava a can-

cellare la dote all'Accademia, che reputavasi ed era onore e

vanto di Palermo, anzi di

Sicilia

bens decretavasi

scesse di quasi due terzi defia prima assegnazione

accre-

si

(1).

Pubblic r elogio di Ignazio Scimonefii, presidente dell'Ac-

cademia del Buon Gusto e

lasci manoscritto quefio di

Fran-

cesco Vesco.

Se a voi potr parere che


reverenza

al

nome

veva nel 1835

(1)

Il

l'

al

mio giudizio

ifiustre letterato e

Queste parole scriveva

l'

A.

quando

la

missione del Bilancio avevano soppresso

cosi sia

il

velo la

poeta Costantino Costantini.

nostro Francesco poet anche esso

Fortunatamente

faccia

paterno, io vi riferir ci che di lui scri-

Consiglio

per l'avvenire.

Comunale

la

la

e se non

Giunta Comunale e
dotazione

all'

ombr

la

Com-

Accademia.

conserv nel bilancio 1895. E

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

340

da presso

la gloria del Meli, segu

volo del

il

nobile cigno;

fu per valente a scrivere nello stile sciolto e senza

esempio

tra noi, perch lo stesso Meli, volendo premettere ai suoi car-

mi

proemii e

le

dedicatorie, non

dignit nel patrio linguaggio,

Quanto

confidando

scriverle con

rec in pretto italiano.

li

valse nella lingua dell' orator d'Arpino

a conoscere

le orazioni inedite,

nonch

il

danno

le epistole e le

iscri-

non

vol-

gare, tenendosi negli epigrammi ai motti eloquentissimi

del

zioni funerali che restano di lui; fu similmente poeta

Catullo, e nelle elegie ai versi del Tibullo.

Francesco Sampolo lodarono, oltre

Ragusa

nella Chiesa del Rosario di S.

Garofalo nelle iscrizioni

funerali

cademia del Buon Gusto


elogio del

gionato dei
al

libri di

il

Costantini, Salvatore

Domenico

(2j,

Ad Ferdinandum

Francesco Sampolo

padre

quel

Can. Pennino nel suo Catalogo ra-

prima stampa

della Biblioteca Nazionale

quale piacque chiamarlo insigne cultore

carme

il

frai molti letterati di

come

giuridiche, cosi della eloquenza e della poesia, e


il

(1),

Agostino Gallo nell'Ac-

Gaetano Di Giovanni nel suo

(3),

De Cosmi, nominandolo

tempo, e recentemente

il

il

(4),

delle scienze

riprodurne

111 Bo^honium.

cui

nome

carissimo, verr narrato e conto

oltre ogni

agli

avvenire

dire

me

fra' letterati

non volgari del secolo XIX.

-C^j^pi?

(1)

L'Elogio rimane inedito.

(2)

Vennero pubblicate nel giornale La Cerere.

(3)

Rimane

(4)

Pbnnino, Catalogo ragionato dei

^pag. 386.

inedito.
libri di prima

stampa^ volume

II,

->

AI^PE]N^DICE

I.

Liggi e Costituzioni pri V Accademia Nazionali da stabilirsi

suda r

Sua Eccellenza Signor Principi

auspizj di

di

Trahia.

Chi sia autorizzata di

1.

da

ministri chi a

li

vernu
2.

di

nomu

Chi nun

tracti o in materj di politica di statu,

si

nemmenu
si

pri metafori, o

cavami

gravi, e seriu, e

4.

Chi nun

si

non

si

ma

tratti

si

cu

sia berniscu.

pozzanu rappresentari composizioni chi of-

fendanu, anchi da lontanu,

costumi

allusioni.

scegghianu per temi punti teologici

occurrir di citari gualchi passu di sana morali


stili

lu gu-

Sua Maest presedinu a

Chi n in prosa, n in poesia, n seriamente, n per

cuvernu

3.

Regia approvazioni o almenu

stu Regnu.

ischerzu passaggeru
di

di

la

la

publica decenza, F onest, lu bon

la riputazioni di qualchi individuo

anchi ignobili e

vili Gitatinu.
5.

Per

evitari con chi sicurizza

li

supraditti inconvenienti

ogni composizioni sia di prosa, sia di poesia prima di rappresentarsi tra la publica
di

li

6.

adunanza

si

divi suttamettiri all'occhi

Censuri.

Li temi chi duvrannu trattarsi in prosa, in poesia

divinu esseri analoghi a lu titulu di

1'

accademia

vrannu raggirarsi supra suggetti pertinenti a


vinu

essiri scritti nella

lingua nazionali.

cio

du-

la Sicilia, e di-

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

342

7.

mai lunghi

nun

pri

ricari tediu

chiddu di sentiri a longu


lu

nun divanu essiri


a F ascutanti e si non autru

Li composizioni pri quantu boni sianu,

tempu

ed insiemi pri lassar!

la stissa vuci

air antri di diri la sua

mai qualcheduno

si

si

un poema, lu p rappresentari a pezzi


cu Tobligu di non oltrepassari mai li deci stanzi per vota;
eccettu lu casu chi vi fussi l'espressa licenza di lu maggiur
prefiggi di componiri

numeru
8.

di

li

cumpagni.

L'accademici sianu pochi e

scelti,

chi vennu pri fari numeru; chi sianu

menu supra

li

escludendu

d'

tutti

chiddi

un'et consistenti ai-

25 anni, autrimenti in canciu d'accademia saria

scola normali, chi sianu beni apprisi pri costumi, pri entit

e pri cudutta in tuttu lu Paisi, giacchi basta unu sulu a discre-

un corpu interu d'una societ o d' un' accademia. Chi


sianu ricevuti per voti comuni a bussulu chiusu, bastannu una

ditari

quarta parti di palli cuntrarj per escludirli.


9.

Li jorna di

1'

adunanzi sianu ad arbitriu di lu Mecenati,

pregandulu, chi nun


diari,

si

dia tantu spissi

e'

ed insiemi pri lasciari lu tempu ad

diggeriri, e limari

li

taricci frutti acerbi,

finitaraenti chi

nun

ncutti per

ogn' unu

soi temi, e composizioni, e

di

te-

ben

non presen-

ed immaturi; giacchi da valutarisi in-

un sunettu perfettu,

eh'

un poema maccarro-

nicu, e scurrettu.

IL

Iscrizione ed

Fra

Epigramma.

mio padre ce n' una


fu dettato per lui proepigramma
un

le iscrizioni latine inedite di

in lode dello

Zappino; e

babilmente dal grande latinista Biagio Caruso


(1)

(1).

Questo epigramma mi fU cortesemente trascrtto dall'illastre Mon-

signor Domenico Lancia di

rendo qui pubbliche grazie.

Brolo

arcivescovo di Monreale

al

quale

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Stimo opportuno qui pubblicarli come

ho potuto attingere

le notizie

le sole fonti

intorno allo Zappino.

(Iscrizione)

HiERONiMO Zappino
ORDiNis Divi Benedigti

CONGREGATIONIS CASINENSIS ABATI SANCTISSIMO

MONTEREGALENSIS ANTISTETIS VICE SACRA

APPRIME CARO

SCIENTIIS LITTERIS MUSIS

MORUM SUAVITATE

INSIGNI

SCIENTIARUM AC BONARUM ARTIUM

PANHORMITAN^ ACADEMI^
PRESIDIS VICES OPTIME GERENTI

SEXAGESIMUM ^TATIS ANNUM AGENTI


VITA FUNCTO

FUNEBRE AMICI CARMEN.

{Epurammo)
Alta ego Parnassi conscendens culmina, Musas

Zappinum audivi toUere ad


Urania ante

alias

astra

Sophiae dicebat

Dogmata sacra Dei noscere

meum.

alumnum

cui licuit.

Elapsi Clio quae temporis acta recenset

Omnigenae lumen nuncupat

historiae

omnes vatum decus esse fatentur


Ob laudes docti carminis eximias

Pierides

His

facilis,

quod vere canunt, assensit Apollo

Atque suum cuncti plausibus excipiunt.

343

a cui

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

344

HI.

Capitulu Sicilianu di V Ab. D. Giuvanni Alcozr, chi sirviu

V Accademia Siciliana chi


si Unni 'tra la casa di lu Conti B. Vincenzu Castelli di
Pater mu 1807 pri Barra-^
li Principi di TurHmuzza.
vecchia, stampatuH di VEcc.mu Sinatu:
d' offerta ^ntra V apirtura di

flgghiu d' azzardusa fantasia

Nicareddu pinseri, chi scavasti


Dintra la nidu di

Ancora nun

si

la testa

mia, (a)

natu, e gi cuntrasti

Pri moviri l'aluzzi, e nudulidda


'Ntra

li

confusi idei

Gi di lassari

La

veni la tridda

nida, unni t'aggiaccili, e

Pricchi

Ma

ti

'mbrogghi, e 'rapasti.

ti

si

la

ti

ti

rannicchi,

cridi cha si spantalidda;

gala

ti

fa nnicchi-nnicchi,

Si ta spiani di fari

na vaiata,

Adaciu; senti a mia, grapi l'oricchi.

chi nesci, va porta 'na 'mmasciata

la conti Castelli, cha

Chidda eh' ha' a

ti

fari, e ti

dica

'nsigna

la strata.

Chi pozzi aviri venta friscu, o nicu

Flgghiu di

Lu

la

mia

testa, e

an

ti

sminnassi

pizzuluni d'oceddu nimica.

Vidi, cha d' anni pigghi, e d' unni passi

Buturi travirai, chi a sbarda a sbarda

Varrannu

chi 'nnarreri riturnassi.

Faccinni dari tu tanti


Mettiti

Cha

e'

un cardu,

sempri lu pizza a

si ti

la ventu,

scanti cci fannu la larda.

(&)

1 790-181

ACCADEMIA SICILIANA

Nun

mancu

pigghiari

ti

845

di spaventa,

avaru Cacciaturi,

Si vidi gualchi

Chi s'accosta calata a passa lenta,

Ma

tira avanti, cha la so farari

Certa nun durir,

Nun mi

si

cu

Si poi ti 'ncontri

tu cci dici

sugna ammasciaturi.

tuccari;

li

cigni amici,

Chi supra di lu Siculu Parnassu

Hannu
Fatti

lu nidu siciiru e

cumpagnu

Stari di

li

(e)

filici,

n troppa arrassu

so,

soi pinni, e

vasciu vola,

senza fari strepitu, e fracassu.

Chista sarr pri tia na bona scola;

E quannu
Dicci,

ma

sapirrai ciuciuliari
sutta vuci, 'na parola

Di la mmasciata, chi tu divi fari

A r erudita Conti, e vidirai,


Cha tutti ti vurrannu accumpagnari.
Tu

certa ancora

nun

Ma

nun hai a

pri truvarlu

Sta a r erta, cha

Spersu

Truvari nu lu

Mancu

vai

si

di cc e di

Chi amanu
E su nimici

suUi
di

mannu

ti

tampasiannu

dd

mmenzu

li

strati,

un annu.

li

sfacinnati,

la

galantaria,

li

fari assai.

poi, si cerchi

lu trovi cu

mai

ha' vista

Sta dotta Cavaleri, unn' iu

littirati.

Si lu vo' asciari, pigghia pri la via

Di l'a-ddauru onoratu, e gluriusu, {d)

E
Arch. Stor.

si

nun

Sic.

sai qual' ,

N. S. anno

dumanna,

XX.

spia.

28

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

846

Camina

dritta, e truvirai chi 'nsusu

Lu tempiu

cunsagratu

la Pietati

marmura

Di culonni di

(e)

sfrazzusu,

ranti ranti pri lu dritta lata

Cc' di

la

Turri mazza la Palazzu,

(f)

'Nfaccia la Greca porta situata, (g)

luncisti

acchiana, 'un

'Ntra sta casa


la

Tu

scantari

ti

nn'

"'un cci

ti

nni

umbra

tua

Metti sta vota

1'

ti

t'

scanti,

appanna,

ma

st'

a cura,

affruntu di banna.

Sfacciati tanticchedda, cha

li

mura

Spiranu paci, garbu, e curtisia

Anzi dda dintra cuntenti, e sicura

Avi lu tronu so

ma

Seria,

filosofia

grata, a cui fannu

La Sicula eloquenza
S'accostanu

Tennu

lu

curuna

e poesia;

Musi, e ad una ad una

li

Gei vasanu la

manu,

carru

e 'ncatinatu

di la ria

Furtuna,

Di dda Furtuna, chi s'avia pistatu


Sutta

li

pedi lu Sicilianu

Genia, chi pari gi risuscitatu

Da

sta locu

L'

manna

superbia, o la livuri pazzu.

si aflfruntusu, lu ciatu

Di r

sfrazzu

Omu

nun

(/i).

tantu luntanu

chi cerchi tu,

1'

aspettu stissa

Nobili, e saggiu, la parrari

umanu,

Di libra 'na catasta, ed un'abissu

D'operi eoi di generi diversa


Ti dirana a

tale, lu Conti chiss.

847

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Accostaticci, e si lu trovi spersu

'Mmenzu li Musi, chi


Raccama cu lu friciu

Nun

l'

idei severi

di lu versa, (t)

pipitari, leniti 'nnarreri,

Pricchi, si tu lu cogghi a la strasatta,

Rumpi

lu fllu di

li

soi pinseri.

tavuli, e brunzi, e petri appatta

si

Pri leggiri
D' una

cifri arrusicati

li

lapidi vecchia, e scuntrafatta,

Sacci, cha di

(t).

tempi trasannati

li

L' utili cogghi disastrusa storia,

Ricchizza

Dd banna

immensa a
mari

di lu

la

la

futura etati.

memoria

Fama nni porta, ciusciannu la trumma,


E gloria agghiunci a la paterna gloria.
Tu

assumma
'mmenzu li carti,
Pinsireddu, e comu 'na Palumma

grapi r

Di

a picca a picca, e

ali

la filosofia

Orientali, chi ha 'mparatu l'arti.

Di purtari

'ntra

Jiletti

Di

la

carta sutta l'ali,

porta scritta

li

li

li

soi

la

manu

siculi nostri

canti, e

mentri chi
Sciogghi

la

li

li

'mmasciata, e parti,

tali

quali

amici cigni

lodi universali.

carti cci cunsigni,

lingua muzza, e dicci a vucca,

Cha r accugghissi cu manu benigni.


Dicci, cha 'mmest, si fracassa, e abbucca

La Sicula varcnzza, e la caverna


Di lu funnata mari si l' ammacca,

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

348

un

S'

nun

Pilota

S'un

ce'

oc' chi la

caverna,

na stidda, chi ntra

timpesta

la

Gei sirvissi di guida e di lucerna.

Ma

cha

cci poi diri,

Gi cumparisci, e

da

Jisa

La stidda

l'

acqua

lu

la stidda lesta,

'mmenzu

la

marina

la lucenti testa.

Gran Geniu

Chi alluntana da nui

di Gravina,

(m)

nuvuluni

li

Signali di burrasca, e di ru|na.

Dunca, chi

pigghiassi lu timuni

si

L' arnicu Conti, di la nostra varca,

N
N

sdegna

timissi lu

d' Aquiluni,

la forficia aperta di la Parca.

NOTI
pri la chiarizza di lu precedenti capitulu.

(a) St' idea di

parrari cu lu

miu

pinseri

cummissioni di

e daricci

pnrtari na mmasciata, ha data, chi diri a gualchi criticu nun tantu


scretu.

M'hanno accusata

di plagia, e dicinu

Meli, In quali parr cu lu so libru 'ntra

Figghiu miu

Ma

libriceddu rispittusu.

ddu capitulu
si

di-

cha l'arrubavi da l'Abati


,

chi

accumenza:

fussi accuss, chi

mi avirria

ad affruntari d'aviri fattu stu latruciniu, si Meli iddi stissu imitau l'elegia d' Ovidio chi principia

Di la restu

1'

pnrr vidiri
(b)

si cci

littori

nn'

Parve, nec invideo, sine

me

liber ecc.

ligennn la min capitulu, e chiddu di Meli^

iota.

Li nimici di la lingua Siciliana.

(e) Li

(d)

accortu

Poeti Siciliani.

La strata

di

l'addauru, chi porta a la Palazzo

Turrimuzza.
(e)

La chiesa

(f)

Lu Palazzu

di lu

Munasteriu

di

di lu Principi di

la Piet.

Turrimuzza.

di

la Principi di

349

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

(g)
(h)

La Porta di li Greci.
L'Accademia Siciliana prima

d' essiri stata

chiamata ntra

la casa

di lu Conti Castelli avia avuto tanti disgrazii.


(t)

Sparti di

1'

autri boni qualitati lu Conti Castelli avia

una inclina-

tioni particulari pri la poesia,


(l)

La continuazioni

di la storia di

iscrizioni

l'

di Sicilia fatta

da lu

Conti Castelli, a chidda di so Patri la Principi di Turrimuzza.


(m) Munsignuri D. Gabrieli Gravina, viscuvu di Flaviopoli, di
cipi di Muntivagu.

IV.
Sonetto di G. Meli.
Scavai di puddicini 'na ciuccata,

allura

Cu
Mi

la

sintii ciuciuliari

li

scorcia a

Ma

mi nn'avia

ora eh' annu

mettinu 'ntra

Si

frinzi 'mpiccicata,

li

lusingai chi

la

a prigari.

cricchia gi spuntata,

d' iddi

ad aggaddari,

N trova a cuntintarli nudda


N 'nsemmula, n suli vonnu

strata,
stari.

Cerca ognun cumpagni a sala oggettu


Di putiricci dari pizzuluni;

Dicinu chisti

appara tu e

ti

eci metta.

Gai s'arrisica staricci in comuni,


Si a

Pri

mia

chi pri accurdalli

la facci

conti

mi tiranu

miu patruni

La censura, pri quantu

di pizzuliari lu

Da chistu

iu

Chi pri caitari

La manza

m' intrometta,

a bastuni ?

iu viu e senta,

strumentu.

nn'argumentu
sti

sautampizzi

di tagghiarici

li

pizzi.

li

Prin-

ACCADEMIA SICILIASA 1790-1818

350

V.

Favula
Te

XXIX Lu

oca, (1) letturi

A modu

Tissituri.

"

accommuda

e gnstu t (2)

Sta favula, chi fa vaia

Cbiamari nun

p.

si

Pri cui rimorsu, o scropulu

Liggennnla nun ha,


Gridimi, sempri favula
Sta favula sarr.

Si tu ti senti punciri
Zitta,

nun

diri b;

Rispetta chista favula,

Chi favula nun

Ma

si ti

pigghi colira,

Fai scopriri accussi,

Gha di la stissa favula


La favula tu si. (3)
Tutta

Sicilia fa

Nascinu genii,

Cui nu lu sapi?

S' scarsa

tutta p fari

eroi,
(4)

ntra

li

flgghi soi.

di dinari.

Ricca di 'ncegnu, di scaltrizza, e cori


Sapi fari tesori
Surgiri da

La vantanu

(1)

Prendi, ecco qui.

(2)

(3)

Tu

(4)

Chi noi sa?

(5)

Dalle zolle.

tuo piacere.
sei.

(6) Oli eeteri.

li
li

petri e

li

timpuni

(5);

stranii (6) cu ragiunl

;.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Coniu amica

di Cereri, e

Pomona,

Di Minerva, e Bellona,

milli voti diri

Cha

la Sicilia

l'

haiu 'ntisu

nostra un paradisa.

Superba invidia
Fa quantu voi;
Ti strudi 'mmatula;

Matri

(1)

d' eroi

In ogni seculu
Sicilia fu.

S'havi cuntrariu
'Nflussu di Luna,

'

Si la persecuta

Mala furtuna.

Mai nun p speddiri


La sua virt.

Campava tempi

Un

arreri

(2)

certu tissituri,

Chi stupenni lavuri


Facia 'ntra drappi di varii manieri,

Da

li

siciliani, e forasteri

Stimati preziusi

Divintaru famusi

(3)

rici reati foru,

Pirchi r argentu, e l'oru

Cu sita, e lana, tessiri sapia


Cu tantu gustu, cu tanta mastria,
Chi lu panuu d' arazzu
paraguni di chisti un caunavazzu (4).
Di cammara nun cuntu un apparatu (5)
'

(1) Invano.
(2)

Viveva tempi addietro.

(3)

Divennero famosi.

(i)

Canovaccio, ruvido pannolino.

(5)

Tapezzeria.

851

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

352

Chi

l'artifici siculu tissiu,

E cu

certu 'mmiscugghiu travagghiatu,

Chi lu sublimi a lu gruttiscu uniu,

Unni

descritta fa tutta la storia

Di la bona

memoria

Di lu spagnolu cavaleri erranti

Don

Ghisciotti famusu,

Chi forti e curaggiusu


Jia sfldannu

notti e

l'

incanti,

juornu armatu

Di spata, scutu, e lanza

(1)

E sempri accumpagnatu
Da

lu fidili accortu Sanciu

Panza

Morali fllosofcu scuteri,


Fici cosi di vera cavaleri.

Sfidava a duellu

Mulini di ventu,

Purtava spaventa

Ora

cc,

ed ora dd.

E jennu circannu
La sua Dulcina,
Trimari faca
Casteddi, e cita.

Mancu

Cd) vi

parru cca

di lu

famusu

Pezzu tissutn cu studiu profunnu,


Di la preesistenti

Vecchia Caos tempestusu


D' unni nasciu la

munnu

(3),

'Npastu di cosi di natura varia,

di forza contraria,

Ordinata disordini chi resta


In embrioni 'ntra

(1)

Lancia.

(2)

Neppure.

(3)

Nacque

il

mondo.

1*

umana

testa.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Nun

858

baia tempu di fari parola

Di ddu pezza di

stoflfa

rabiscata,

Unni si vidi un picciottu di scola (1)


Cu na galanti fata,
Jiri pri r aria, e visitari a casu
Lu Tartara, l' Olimpo, e lu Parnasu,
Ed osservar! 'ntra li patrii inara
La gran sconfitta di la siccatura.

La travagghiu

per, chi detti

1'

ali

mastra

lu siculu

E chi senza disastra


Lu sullivaa pri fina a l'immortali
Tempia di gloria, fu chidda pittura
Cu fila dilicati,
E culuri accurdati,
Unni ad

imitannu

arti

la

natura

tessiri si misi (2)

Viduti di campagna, e di paisi.


Rocchi, capanni, voscura, iardini,

(3)

Orti, ciumi, funtaui,

Riconchi

ameni, laghi

(4)

cristallini,

Frischi vallati, sulitarii, umbrusi,

Unni

ninfl

amurusi

Allegri, iuculani (5)

Crapara, piscaturi
Pari

Cca

comu
si

cantassiru d' amuri.

vidi na vigna

Unni un gruppu

E
E

curnuta

la

varva bicchigna

Curunari

di

'Nzunzarisi

Dda ntra

(1)

Scolare

(2) Si pose.
(3)

Boschi, giardini.

(4)

Luoghi reconditi.

<5) Festevoli.
(0) Lordarsi.

di Satiri fa festa,

la

la

testa,

pampini, e di inasta
(6)

hannu gustu.

cauda

stati

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

354

Li ninfi brigghiuteddi

Ma chi vaiu dieennu


Tempu nun bastiria,
descrivennu

Pri

jiri

Cu
Cu

quali siraitria,

rifandati

(1)

(2).

(3)

quali dilicata, naturali

Esattizza l'artiflci tissia,

Cu

quali fantasia

E r

occhi di

li

nnamurati,

ninfi

Chi parinu animati,

la

magica labra

Sfumatu

di cinabru,

chiddu gigghiu, chi scocca

Chi fa straggi, e vinnitti

Cosi tutti tissuti a

oru

fila d'

D'Aracni invidia, e

di

li

saitti,

novi soru.

Viju (4) natura strinciri


Estatica

li

Guarda, e

gigghia
si

maravigghia,

Chi l'arti tantu p.

'Ntra ddu tissutu amabili


Jucannu va Cupidu,
Gei forma lu so nidu,

Svampa

lu foca so.

Stu mastru industriusu appi un scularn,.


Chi travagghiava a parti

E
Di

ci circa va d'
li

arrubbari

periti stissi

Chi d'una accussi

Avia la 80 tilara

(1)

AUegrette.

(3)

Con la gonna raccolta


Andar descrivendo.

(4)

Vedo.

(2)

dissi;

(5)

(5) Telaio.

alla cintura.

'arti.

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Alci

355

gualchi cosa a l'ammucciani.

Li primi cosi di la so garzuni


Vitti (2) lu

mastra, e nun ni

(l)

fici

canta,

Tanta in aatu era jantu.


Senza parrari, ridia, massiaa

(3)

Porsi pri puddcina lu pigghiau, (a)

Ma

l'onorata artifici valenti

'Ntra ddu

prima buliu

(4)

scurdau veramenti,

Si

forsi a diri

megghiu, *un

Chi la cricchiutu

Lu

(o)

quali avi a lu pedi

Ma

canta, cu tri uri di matina,

li

spiruna,

aspetta a juornu chiaru,.

nasc'iu tutta

'nsemmula accussi;

Porsi diri putia chichirichi

Discepolo.

Vide.

(3)

Torse

(6)

'na paparina (7)

La
N

Nun

(1)

puddaru

quali porta 'ntesta *na curuna

Comu

(2)

riflittia,

re di lu

(8)

la bocca.

(a) Si allude al sonetto del Meli del quale

scienze, lettere ed arti

per

nel Giornale di

parola

la Sicilia, N. 136, tom. 55, an. 14, lug. 1836

Scuvai di paddicini *na cioccata.

Questo sonetto del Meli, mai non fu dallo Autore pubblicato finch
ma fu dato alla luce da alcuni editori, altronde di buone inten-

visse;

opere postume del gran Poeta

zioni, fra le

perch non

si

perdesse.

Il

giornalista per altro ottimamente osserva, che da queir epoca molti che

coltivavano

la

poesia siciliana,

si

tacquero,

giati e quasi atterriti dal faceto mal'

umore

E come no

furono scorag-

del poeta classico, che

ve-

neravano.

Noia dell'Editore
(4) Estro.
(5)

Crestato.

(6) Pollaio.

(7)

Papavero.

(8)

Voce del piccolo

gallo.

delle favole di G. Alcozr..

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

356

prima nn'abbiccava

Si

E r ovu nun

lassava

Appi ad aviri para tanta bedda


La sua scorcia appizzata a la vudedda.
Anzi diri vurria,

Rimittennumi sempri a

li

chi granni

D' esperienza, e d' anni,

'Na certa fantasia


Chi 'ntra la ciriveddu

Gadda

di

mi svulazza

bona razza

nan duna, (1)


N pigghia a pizzuluna (2)

Pidacciati

Li figgbi puddicini

Di

ciocchi muggheri, o concubini.

li

Russa facennusi

Comu

curaddn,

Li flgghi a pasciri

'Nsigna lu gaddu,

Fina chi dicinu

Cucuruc
Surci,

mai

Si

(3).

baddottula
cci

(4)

'ncugna,

(5)

Assicotannula

Cu r ali, e r ugna
La vidi mettiri

tu pri tu.

Ma

lu garzuni

nun

fu prusuntusu,

Sicutau a travagghiari,

Dintra lu nenti so
Di

li

sol forzi

(2)

Non d colpi di piedi.


N d colpi di becco

(3)

Voce del gallo adulto.

(1)

(4) Sorcio,
'(5)

Vi

donnola.

si accosta.

un

si
si

stava chiusu.
valla fldari,

ACCADEMIA. SICILIANA 1790-1818

Qualchi cosa chi

fici

Avia un oggettu
propria, o di

di
1'

divertimentu

amici.

Senz' ora, e senz' argenta

Sulu cu varii culuri di sita


Li costumi, la vita,
Li vizii,

li

virt di alcuni armali,

Di certi bestii di ssu

munnu munnu,

Chi cci foru, o cci sunnu,

(1)

Discriviri sulla

Cu
Cu

simplici

manera naturali

certa mascarata allegoria,

Chi

si

a qualcunu la peddi punciu (2)

Accetta fu a lu pubblicu, e piacu.

lu vizia si 'ncignau (3)

La

farfanti (4) ria visera

Di jisari cu manera,

Cu prudenza,

e civilt.

Si rudiu, (5) si

Di canterchiu

muzzicau

(7)

(6)

ippocrisia;

Poi dicennu: 'un parr a mia,

Comu

fici

ancora

fa.

Successi quasi a chist' epoca stissa.

Certa mutazioni
(Letturi

miu permissa
mi sia digressioni).

Chista brevi

'Ntra lu spirita e l'indoli morali

Di lu vecchiu Palermu, capitali

(1)

Vi sono.

(2)

Punse.

(3)

S'ingegn.

(4)

Menzogniera.

(5) Si alter

(6) Si

(7)

per

morse.

Di soppiatto.

ira.

357

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

858

Di lu siculu regna,

Mutazioni, chi fa tanta onuri

la stadia, a lu

'mpegnu

Di tanti omini dotti, e

(1)

littirati,

Di tanti patriotici signuri,

Chi cu libra stampati


Jeru 'nsignannu, e cu gridari spissu

Palermo

l'

amuri

di s stissu.

'Ntra l'et giuvanili,

Minni rigordu

Da

(2)

cu

cu

stizza, e

bili,

saggi anziani

li

Avi, e bisavi mei palermitani,

nun su chi

Ch' ora

vivi,

'Ntisi diri chi voti, e lu Uggivi,

Chi Palermu si
Cu na culovria,

pinci

Pirch

addeva e

li

Mentri a

Nun

stranii
li

li

nutrica

(3),

proprii figghi

nun

sulu

Ma comu

chi a lu pettu strinci,

fa noliti (4), e

mizzigghi

(5),

fussi parrastra (6), e 'nnimica,

L'opprimi,

disprezza, l'avvilisci.

li

L'energia cci ammurtisci,


Si

li

vinni,

cancia,

li

simili a Saturno si

Ma comu

li

mancia

(a)

vosi Diu

Ghistu tempu finu;

Barbaru tempu antica

Di l'aquila e lu cani

La generusu

ed ospitali amica

Misi pinseri gi, misi giudiziu;

E ad onta
Chi

(1)

Impegno.

(2)

Me ne

dici,

di lu multa,

cba nan perdi mai la vizia

rigordo.

(3) Alleva, e nutrisce.

(4) Vezzi.
(5)

Carezze.

(6;

Matrigna.

(a) < Alienoa natrit, se

dirorava

ipsum deverai.

proprii Agli maschi.

Salarne

secondo

la

Avola,

S59

ACCADEMIA SICILIANA 1790-1818

Lu lupu ancora, cha

pirdissi tutta

amurusa

Fin' a r ultimu pilu, ora


SoUicitu, e glasa

di

cui 'na cosa duci,

A
A

cui flcu, a cui nuci

flgghi,

li

li

metti a

la scola,

cui na mustazzola,

Va prumittennu,
Cu
Fa

duna

giustizia opportuna.
cosi

granni a cui vidi chi attenta,

A cui mustra talentu,


Ama lu sangu so;
poviru, ma fa chiddu

chi p.

Bench l'antica gusta


Pri

li

Nun

cosi di fora

s'ha livatu ancora,

Diventa chi economicu, e chi giusto

La

vidi e tocca cu

li

manu

spissu,

Chi quantu voli lu trova in se stissu.

manca?

Sicilia, chi ti

Chi 'un
Di

la

ti detti la

natura.

terra inglisa, e franca

Si chi

fertili

si

tu

Prof. Luigi Sampolo

S^^/S^^S-

"S^^^f^

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO

DI

MONETE ARABE

DI

TBOVATO A PALERMO
{Con una tavola)

Alquanti anni addietro fu offerta in vendita


nale di Palermo un ripostiglio di qualche
arabe, tutte
si

rub'

come

o,

Museo Nazio-

al

centinajo

direbbe, quartigli

si

dissero rinvenute presso Porta

di

Termini, in

lavori di fontanieri. Escluse le pi sconservate

oro, che

occasione

se

monete

di

di

Meno

sessantacinque, le quali furon acquistate pel detto Museo.

una

dell'

ottavo emiro aglabita

Muhammad

b.

di

ne scelsero

'Ahmad

(250-

261; Cr. 864-875) esse abbracciano l'ultimo periodo della domi-

nazione

aglabita, e

'Ibrahim

b.

primo

il

'Ahmad

ad

della

tesoretto rinvenuto a Palermo

monete non conosciute

Ma

quale

il

liquefarsi nel crogiuolo degli orafi

dai collezionisti.

Mahd.

'al

Que-

dimostrare di quanta importanza sia

sto solo basterebbe a

di quelle

fatimita; vanno, cio, da

'Ubayd 'Allah

dove vanno

molte

finire

non

generalmente

il

non and a

stavolta

ricercate

pregio principale di quel ripostiglio sta

il

precisamente in questo

che vi

contengono

si

alcuni

pezzi di

capitale importanza per la numismatica araba in generale, e per

quella della Sicilia in particolare:

'Allah

lo sciita, e quelle di

le

'Ahmad

in Sicilia, la cui esistenza fin ora


tata. Io

monete

cio di

'ibn

^A b

Qurhub

'

Abd

coniato

non era stata neppur sospet-

dunque indicher sommariamente

la parte del ripostiglio

conservato nel Museo Nazionale di Palermo, e ragioner in particolare delle

monete

dello Sciita e di

'Ibn Qurhub.

DI

1.

Muhammad
r

2-3.

uba

'Ahmad

b.

Idem
Idem

del 268.

10.

Idem

del 270.

11.

Idem

del 272.

12-13.

Idem

del 275.

14.

Idem
Idem

del 276.

15.

16-18.

Idem

del 27x.

19-21.

Idem incompleti.

23-26.

del 277.

*Abd 'Allah b. 'Ibrhlm (289-290; Cr. 902-903);


rub' del 2a;a?.
Zidat 'Allah b. *Abd 'AlTah (290-296; Cr. 903'

del xxx.

27.

'Ab 'Abd 'Allah

28.

Idem

'Ubayd 'Allah
Idem

lo Sciita;

rubM

del 296.

del 297.

rub'
35.

(261-289; Cr. 875-902); ru-

del 269.

909) r u b

29-34.

(250-261; Cr. 864-875);

del 266.

9.

22.

'Ahmad

b.

del 2xx.

'Ibrhm
baci

4-8.

361

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

'al

Mahd

(297-322; Cr. 909-934);

del 298.

del 313.

36-42. Idem del 315.


43.

Idem

del 320.

44-53. Idem incompleti.


54-58.

'Ahmad

Qurhub; rub'

b.

del 302.

59-62. Idem del 303.


63-65.

Idem

del

302

(?).

'Ab 'Abd 'Allah

'Ab *A b d 'Allah

lo Sciita fu

stia fatimita, dalla quale fu

pagato

lo Sciita.

il

vero fondatore della dina-

colla morte. I casi di lui furon

estesamente narrati dai pi riputati annalisti arabi


Arch. Star.

Sic.

N.

S.

anno XX.

ed esposti
24

362

DI

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO

nelle nostre lingue da

da Fournel che

De

MONETE ARABE

Slane, da Amari, e pi recentemente

proposito

di

DI

tratt

Partito dall'oriente da semplice

conquisto

del

missionario

dell' Africa.

d', come

si

diceva nel linguaggio della sua setta, venne in occidente a gittare la semenza in terreno che altri due missionari avean pre-

La semenza

parato.

celato a Salamia, e che a


larsi.

Dal 288
296

tamii, al

(Cr.

(Cr.

che tenean

l'

il

degli emiri aglabiti

gli eserciti

come

Sicilia,

vassalli del califo

Zidat 'Allah,

parricida

ultimo

RaqUbayd

ad entrare trionfante nella capitale

Alle nuove delle vittorie

'Allah

opportuno dovea rive-

e luogo

Africa propria e la

di quella dinastia; e
.

teneva

si

abbassida; a mettere in fuga

qd ah

tempo

che

901), quando prima giunse in mezzo ai Co909) non f' che guerreggiare e di vittoria

pervenne a debellare

in vittoria

'imam

della dottrina dello

'imam

1'

occulto

avea lasciato l'oriente, e senza punto rivelarsi s'era

Sigilmessa

munque

si

camuffasse a mercadante,

dr r

Ma

co-

sospetti caddero su di lui;

onde fu messo in prigione, dalla quale

'Allah, che

Bn

capitale dei

ridotto

il

trasse

'Abd

'A b

venne ad investire

col grosso dell'esercito

Sigil-

messa, ad espugnarla, ad annettere agli stati aglabiti e rustimiti

conquistati quello

teste

'Allah

Bn Midrr. *Ubayd

dei

fu cos prodigiosamente salvo

rivelarsi, di

assumere

il

nome

venne per

Mahd

di

cipe dei credenti. Cos fu fondata la dinastia fatimita


tardi, per
in

opera del siciliano

Egitto, e di

Ma

prima che

mato pontefice e

f'

Gr'awhar

tremare

re,

si

il

come discendente

governo del paese. Or fra

noverato quello

come

della fabbricazione

nel sigillo, non mise

il

nome

trapiant la

che pi

sua sede

rivelasse e fosse procla-

'Ali, corsero dei mesi; nel qual tempo


tenne

ora di

abbassidi.

califi

'Ubayd 'Allah

1'

lui

e di proclamarsi prin-

dritto o a

torto

di

'Ab *Abd 'Allah

gli atti del

delle

suo governo, va

monete

nelle

suo, ne quello del

quali

Mah di,

che altrimenti sarebbe stato ancor pi compromesso. Tali monete


furon

coniate, una nel

(Or. 909-10)

296 (Cr. 908-9),

e son ricordate

si

direbbe

un'altra nel

meglio descritte

297
,

la

DI

363

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

prima da 'Ibn 'Ad ari,

e la seconda

da 'Ibn

Haldn.

Per

fortuna tutte e due son comprese nel ripostiglio scoverto a Pa-

lermo e acquistato dal nostro Museo

e son di tal pregio e ra-

Lane Poole^ compilando

rit che Stanley

il

catalogo delle mo-

nete orientali del Museo Britannico, manifesta

che

detto

il

suo dispiacere

Museo non ne possedesse alcun esemplare. Ne

Museo a

altro

il

dir vero ne possiede, tranne della Biblioteca

zionale di Parigi

dove

monete musulmane

come apprendiamo

dal Catalogo

nadelle

di detta Biblioteca, di recente pubblicato dal*

compianto Henry Lavoix

se

ne

una copia imperfetta

trova

dell'anno 297, la quale dovrebbe pur conservarsi nel medagliere


di

Milano

blicata,

(1);

mentre

l'altra dell'anno

296 non stata mai pub-

avendosi solo notizia di un esemplare esistente nella col-

lezione di H. Sauvaire al Cairo,

il

quale ha promesso di com-

prenderla nel Catalogo delle monete fatiraite


incaricato di compilare per la

nuova edizione

che egli
delle

stato

Numismata

Orientalia del Marsden.

Ci premesso, vengo alla descrizione delle monete

I.

Anno 296
Leggenda

Dr.

(1)

I,

della

La

908-909)

(2).

Gastiglioni, Monete cufiche dell'I. R. di Milano, p, 307, tav. xv,

(2) Si
t.

circolare

(Cr.

veda

la

Tavola. Cfr. 'Ibn 'Adr,

'Al

Bayn

'al

1.

Magpife,

dove si dice che 'Ab 'Abd 'Allah affid la coniazione


moneta ad 'Ab Bakr, il filosofo inteso col nome di 'Ibn Qamd.

p. 148,

Nigholson: An account of
Dynasty in Africa, Tubingen, 1840,

notizia ricavata da 'Ibn 'Arb, edito da

the establiskement of the Fatemite

pag. 95-96. Cfr. Catalogue of orientai

Coins in the British

Museum,

364

DI

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO

Nel campo

DI

MONETE ARABE

Rov. Nel campo

Leggenda
(sic)

cr^^

circolare

""J^

O^- L5^W

(J^^

*J-5'

^x^^

y^j

Diam. min. 13; Peso

Oro

*J^;5

gr.

1,

05.

va tradotta:

Dr. Leggenda circolare

[Nel nome di Dio], fu coniato questo

dnr

l'anno dugen-

tonovantasei.

Nel campo

Lode a Dio
Maometto
di

l'apostolo

Dio

Signore dei mondi.

voi,

IV,

pag. vili,

ris 1881, pag.

89

London
D. 2, il

1879, e

Fournel, Les Berbers,

mentre Tannalista arabo non

fa

ricordo di essa,

quale fu coniata, come vedremo, nel 297.


t

Lode a Dio Signoro

dei

voi. II,

quale cita per queste monete 'Ibn

mondi

La

ma

Pa-

Haldn,

della seguente, la

formola

del

> presa dal Corano, sura

I,

dritto:
2.

DI

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONBTB ABABE

365

Rov. Nel campo:

Non v'ha

divinit fuori

di Dio, unico,

senza compagni.

Leggenda

circolare

Maometto
e

nella

vera

V apostolo di Dio, inviato da


religione, per farla

lui nel

trionfare

buono indirizzo

sopra {ogni altra)

religione.

n.

Anno 297

(Gr. 909-910) (1).

Dr. Leggenda circotare;

Nel campo:

Si

(1)
t.

II,

p.

veda

la

Tavola.

preuve de Dieu),

et

sur une des faces

les

mots Hoddjat-Allah

sur l'autre tefarracc ad Ollah (que

de Dieu soient dispersa).


I,

'Ibn Haldn, Histoire des Berhres,

520 della traduzione di De Slanb: d'aprs ses ordres, on frappa

des monnaies portant

t.

Cfr.

Cfr.

les

(la

ennemis

Sact, Expos de la Religion des Druses,

Introduction , p, cclxiii.

Catalogue

of orientai Coins in the

Museum, voi. iv, p. vm. La Voix, Catalogue des Monnaies


Musulmanes de la Biblioteque nationale, Paris 1891, pag. xl e 399.

British

366

DI

Xm PREGEVOLE EIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

Rov. Leggenda circolare:

Nel campo

^!

Diam. mm.

Oro.

Ossia

!!

12;

li

Peso

gr.

1,

05.

Dr. Leggenda circolare

Nel nome di Dio fu coniato questo

dnr

l'

anno

du^gento-^

novanta) sette.

Nel campo:
Siano dispersi

Maometto
di

Maometto

V apostolo

Dio

nemici di Dio.

Rov. Leggenda circolare

V apostolo di Dio, inviato da

lui nel

buono indi-

rizzo e nella vera religione, per farla trionfare sopra {ogni altra)
religione.

Nel campo:
Sia evidente

Non

v ha divinit, fuori
di Dio, unico

senza compagni
la

prnova

di Dio.

Sulla prima delle

monete, quella del 296, non

dette

altro da osservare che la formola del Dritto

mondi

dei

"

ci

Lode a Dio signore


mentre

presa dal Corano, sura I, v. 2;

367

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

DI

sulla se-

conda, del 297, dobbiam fare due considerazioni: una filologica,


cronologica
t.

II,

le

1'

Haldn,

'Ibn

altra.

520 della traduzione

formolo comuni alle altre monete musulmane, ne ricord

iscrizioni

K^

JJI

la data della coniazione,

omettendo

Berbres

des

Histoire

le

se non che rifer incompletamente quella del rovescio

pruova di Dio; omise quindi la parola che la preil primo rigo del campo. Or su

la

cede e che nella moneta occupa


questa prima parola

Sacy

Druses

accompli

Ne
tai

le

t.

orientalisti

gli

CCLXXII

p.

non sono

temoignage de Dieu; lesse

diversamente

lesse

quindi:

Coins in the Br. Mus. voi. IV, p. Vili

the witness of

musulm. de

gino lesse xU! iL^

lxS\^

XL

pag.

hSjS

accordo.

frase: J' ai

K^

^iiotJb.

1 have accomplished

La Voix,

God. Pi recentemente

la Bihl. nat.

di

Lane-Poole, Cat. of orien-

tradusse

stati

tradusse tutta la

Cat. des

e 399, nell' esemplare

e tradusse: la gioire est

Monn.
pari-

une des preuves

de Dieu. Io non insister punto a confutare la lezione dell'illustre

numismatico francese per

la

semplice ragione che non trova ap-

poggio nell'esemplare del Museo palermitano, nel quale la prima

parola di quella frase senza alcun dubbio v^oJj.


zione per del

La Voix debbo

esiste altra copia della detta


la Tavola),

precisamente

giustifica-

osservare che nel nostro Museo

moneta,

ma

la stessa edita dal

di conio diverso (vedasi

La Voix, n

da quella pubblicata assai prima dal Castiglioni e da

differente

lui attribuita

agli aglabiti, nelle quali copie tutta la frase in quistione, special-

mente

la

prima parola, non

molto chiara.

Stabilita quindi la lezione ootJb,

la quale dall'

lermitano indiscutibile, resta a dare


frase

\]Jt

x^

c>.iL. Essa,

nel senso ricevuto dal


io

come a me

De Sacy

ho compito la prova di Dio;

*Abd 'Allah,

non ostante

le

il

esemplare pa-

significato a

la

pare, non pu intendersi

e dagli altri che lo

la.

tutta

seguirono,

quale idea in bocca di

'Ab

sue strepitose vittorie, sarebbe

)68

UN PREGEVOLE BIPOSTIGLIO

DI

BI MONETE

ARABE

sempre molto esagerata. Credo adunque che quella


posizione ottativa, precisamente
dispersi

nemici di Dio

maniera

xUI

a^

Dio

che la prova di

A me

evidente.

iotJLJt

a^I

*JL5

non pare dubbio che

una proche sleno

traduco nella seguente


sia

evidente

Corano, sura VI, 150 con leggiera variazione di tempo

desima espressione

sia

l'altra del Dritto

Epper leggo

oL

come

si

ha

Dio [appartiene]

Nel

me-

la

la

prova

'Ab *Abd 'Allah

abbia

voluto esprimere appunto quella sentenza coranica.

L' altra considerazione che la moneta in esame

e'

induce a

fare riguarda la data del 297, la quale contrasterebbe coli' altra

'Ubayd 'Allah, accaduta,


come generalmente ammesso, la domenica 7d-l-higgahdel

della

solenne proclamazione di

296 (27 Agosto 909).

N
che

il

a giustificare quella data del 297 e


vincitore degli

comando

cio al 29 di rab* secondo del

Mahd a Raqqadah

non c'era pi ragione che

il

nome

del

7 d-1-higgah

il

sospirato

nuasse a rimaner nascosto nella moneta.

Una

mese

di

296

Mahd conti-

circostanza

potrebbe spiegare quella data: la circostanza cio che


il

il

sino

297 (15 gennajo 910); perch se

nuovo sovrano fu proclamato

il

fatto

il

aglabiti tenne interinalmente

eserciti

sino al solenne ingresso del

veramente

sufficiente

sola

essendo

d-1-higgah l'ultimo dell'anno musulmano, non im-

probabile che 'Ab *Abd 'Allah sulla fine del 296, anche prima
della liberazione di
coniarsi la

Biblioteca

del-

trovano monete del califo fatimita 'Az Zhir coniate in

549 col

giorni del

principio

(1).

Sicilia nel 428 dell' Egira,

tari del

la disposizione di

nuova moneta per trovarsi pronta a

l'anno nuovo

(1) Cos'i si

'Ubayd 'Allah, abbia data

nomo

del

bench

sia

morto nel

re Ruggiero

E pur occorrono
morto negli ultimi

427.

normanno

5'iS. Cfr. il mio Catalogo delle


Monete arabe
comunale di Palermo, pag. XIII e XIX.

esistenti nella

369

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

DI

Se questa giustificazione parr insufficiente, allora bisogner


che

conchiudere

il

primo

califo fatimita

e proclamato sovrano nel

veramente liberato a Sigilmessa

ma

bene nell'anno appresso, nel 297.

fermare la data che

Makn

Tgn, e 'Al

hanno

297. Anzi

il

del Mahd,

come

del 297

accettata

1'

quali tre

ultimo dei

di Gr.),

e sei giorni,

a differenza di tutti gli altri,

Makn, segnando

tre, 'Al

tutti, la

(1).

stesso 'Al

la

morte

notte del 14 rab' primo del

nota espressamente che egli regn 24


il

che

ci

riconduce al 7 d-1-higgah

precisamente un anno dopo della

Lo

296,

che verrebbe a con-

Il

quegli avvenimenti danno 'Al Bakr, 'At

ammesso da

322 (3-4 marzo 934


anni 3 mesi

di

non fu

'Ubayd 'Allah

Makn segna

il

generalmente

data

principio della

domina-

Mahdi a Raq-

zione fatimita nel 298, ossia all'ingresso di 'Al

qadh. Ci parrebbe confermato dalle monete, perch a quanto

DB so non

si

bene del 298;

conoscono monete fatimite colla data del 297


le quali,

essendo

le pii belle

fan sospettare che esse furon coniate a

pi numerose

le

principio

nuova

della

dinastia.

'Ahmad

La

'ibn

Qurhub.

rivoluzione che sbalz dal trono di Africa la casa agla-

bita in Sicilia si comp senza spargimento


si

ridusse a sostituire un emiro con altro

di
,

sangue

tutto

e a far solenne di-

chiarazione di sudditanza verso la nuova casa regnante. Ci d


la

misura della impotenza a cui era ridotta la

mana

di Sicilia alla

fine

del

secolo

terzo

colonia musul-

dell' egira.

Che se

avesse avuto maggiore vitalit e non fosse stata travagliata da


intestine discordie fra arabi e berberi

(1)

FouRNEL, Les Berbers,

t.

II,

pag. 93.

fra cittadini e

militari,

DI

370

UN PREGEVOLE EIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

avrebbe avuto

il

destro di proclamare la propria

a cui avea mirato

dall' Africa,

dai primi anni del conquisto.

fin

L'occasione adunque stavolta sfugg, ina


a capo di qualche anno, quando
stia

'TJbayd 'Allah

ripresent ben presto

si

fondatore della nuova dina-

il

obbligato a domare

era

indipendenza

armi la

colle

ribellione delle trib berbere che dianzi l'avean acclamato.

beri

adunque ed arabi dimentichi

dei dissidii che

sangue, furon di comune intesa, e scacciato l'emiro

san

'Ahmad

b.

a nome della dinastia fatimita,


l'

misero

Africa e

hub

cui

di

per assumere

fin

pericoli. Cos

dn 299 (luned 18 maggio 912) fu fondata

va dinastia
sarebbe

non aglabita

stata

chiamata

Qurhub

'Ibu

manc

non fatimita

ove
la

avesse

solenne

di Sicilia.

azzufifaron

mano

all'

qurhubita

meno

che

emiro fatimita, che

'Ibn

I fasti della quale,

Qurhub
lo f'

Qurhub

chiamiamoli

fu

nacque e
cos,

Bayn

pletamente che altrove, nel

deposto

alla
si

di Sicilia di Amari, voi.

onde
di

io

II,

in Sicilia, dal

299

al

non^insister punto nel

il

il

nome

dei

dato

in

dominazione afri-

spense una dinastia.

posson leggersi, pi com-

Magri b,

'al

nella Cronaca

Musulmani

pag. 147 e segg. Gli avvenimenti adun-

un fatto sinora sfuggito a

durante

venne

pi crudeli mar-

arabo-sicula di Cambridge, e quindi nella Storia dei

que occorsi

Ne ad

alla aspettazione dei

morire fra

nuovo soggiacque

tini; e la Sicilia di bel

cana. Cos con

gli

come

Se non che nel bel meglio berberi ed arabi

nuovo; 'Ibn

di

una nuo-

preso consistenza.

avendo nel tempo del suo emirato tenuto alto

suoi^

ma

co-

il

28 rama-

il

in Sicilia

investitura

dal califo di Bagdad, n egli venne

musulmani

Sicilia

'Ahraadibn Qur-

governo

previde

allora

fin

la

dichiararon indipendenti dal-

si

del

quale, riluttante da prima,

il

mando

capo

Ha-

'Al

'abi Hinzr, che reggeva

b.

Ber-

portavano nel

304

(Cr.

912-916) sono conosciuti,

narrarli

tutti, cio

suo emirato in Sicilia

che

coni

ma debbo occuparmi
'Ahmad 'ibn Qurhub,

delle

monete. Cos di

quell'importante periodo della storia di Sicilia sotto la dominazione

musulmana

ci

resta un pregevole ricordo;

ci

resta la

mo-

DI

UN PREGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

'Ibn Qurhub,

neta di

la sola

veramente

meno

altre tutte coniate in Sicilia

avr occasione

appartengono

cane

all'

di ragionare,

forse

371

siciliana;

una sola
alle

perch

le

della quale

dominazioni afri-

aglabita cio ed alla fatimita.

Ecco pertanto

le

monete

dell'

emiro siciliano

(1)

I.

Anno 302

(Cr. 914-915).

Dr. Leggenda circolare:

Nel campo

^JLi

Rov. Leggenda circolare

Nel campo

(1) Si

ometto

veda

la

la

Tavola. D

traduzione perch

solamente
le

stesse di quelle indicate nelle

dano

nella

misura e nel peso.

il

testo

arabo delle monete e

formolo del dritto e del rovescio sono

monete

dello Sciita, colle quali

si

le

accor-

372

Nel

DI U PBEGEVOLE RIPOSTIGLIO DI MONETE ARABE

dr. e nel rov. cerchio di puntini.

n.

Anno 303

Dr. Leggenda circolare

Come

{Cr. 915-916).

meno

la precedente,

il

punto nel campo del Dr.

m.
Anno

Dr. Leggenda circolare

^fO

jJDt

f,.N^

Nel campo:

Oj
iS

^EtoT.

Leggenda

^
Il

circolare:

Ut ^yHj

O^^

DI

UN PREGEVOLE B1P08TIGLI0 DI MONETE ARABE

Nel campo

^t

Come

vede, tre sono

si

Qurhub

It

monete

tipi delle

'Ahmad

di

'Ahmad

aglabita

la quale attribuzione io

(1);

ho seguito nel mio Catalogo delle monete arabe


Biblioteca comunale di Palermo
addirittura

Manca per

la parola

aglabite, e in sua vece


nelle

monete

emiri che ne

quando

trova

quella

dina-

monete

precisamente come

tempo

e in quelle degli

riconoscevano la suprema autorit.

da

tipo

'Ahmad,

distintivo delle

11 a h

dei califi abbassidi di quel

ad 'A

di solenne

comando

Muqtad

'Ahmad

investitura

dell'

i 1 1

emirato

ah

La

quale au-

Qurhub,

'ibn

da cui ottenne

insieme

bandiere nere, toghe nere, collana

Restami a fare qualche


delle monete, le quali,

tura, alle aglabite

si

dissi

che ne rende un po'

agli
d'

osservazione

alfei*a

come

difficile la lettura;

voi.

Ili,

cit.,

pag. 133, tav.

sulle

iscrizioni

cosa di

dalle

pi

prime

raffinito

dove un cerchio

pag. 348, moneta VI (tav. n. 6)

9.

(2) Catalogo

emblemi del

specialmente nelle leg-

poi nel Medagliere arabo-siculo della Biblioteca


pag. 6, N.

diploma

oro e smaniglie.

gran fatto

qualche

circolari scritte in caratteri minutissimi,

Mortillaro, Opere,

il

somigliano quanto alla fat-

dififerenziano

fatimite. In generale per havvi

(1)

1 i

di

il

nello staccare la Sicilia dall'Africa e dal califo fatimita,

8 rivolse

gende

emiro

galab,

>JLc

si

sesto

il

appunto riconosciuta

fu

torit

(2).

nella

esistenti

Perch a dir vero

leggendo visi chiaramente

non potea essere che

questo
stia.

aglabita;

'ibn

prima stata pubblicata da Mortillaro

delle quali la

ed attribuita ad

873

I.

comunale di Palermo,

374

DI

UN PBEGEVOLK RIPOSTIGLIO DI MONETE ABABE

di puntini sottostante fa

parola due dell'anno 302 nelle monete segnate al N.


trascritto

^^y^

forse

servare che la parola


scio molto confusa.

monete
^y>*j

va
^JiJt

letto Liot

che ho

da os-

leggenda nel campo del Rove-

della

del 303, nelle quali si noti la

le

leggende delle

forma del ^ della parola

nella formola profetica.

la

ravvisare pure

leggenda circolare assai confusa

che tanto nel dritto quanto nel rovescio


l'

I,

e nelle stesse pure

Pi chiare in generale sono

Nella moneta N. 3 mi pare di

ma

La

corpo colle singole lettere.

quasi

emiro 'Ahmad

scritto per

1'

mm

trova

Rovescio

'alif del

ortografia, da farlo confondere con

ha questo

si

ma

tura xX*sA 'Ahmad, precisamente come al N.

il

il

anno 302,

1'

di proprio,

nome
con

nome

del-

diversa

addirit-

2.

Gan. B. Lagumina.

MISCELLANEA

IL

VERO NOME DEL COLLE


IMPROPRIAMENTE DETTO

r>iA.NTO DEI rom:a.ni

Il

campo, nel quale

pitanando
niche che

il

15 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi, ca-

Mille e le squadre siciliane

gli

vinse le truppe borbovennero incontro da Galatafimi, trovasi nel territorio

di questa citt; e

per questa battaglia stata a buon

Battaglia di Calatafimi. Per

il

colle,

diritto detta

dove propriamente

battimento ebbe luogo, e sul quale sorge ora un Ossario

inaugurato con molta solennit

opera architettonica del

nostro egregio

nome

amico, prof. Ernesto Basile, ha un

Questo nome invano

com-

che fu

maggio 1892, ed insigne


Socio e mio carissimo

15

il

il
,

storie di Sicilia, pubblicate

speciale.

cerchereste nelle

lo

prima

geografie

nelle

del 1860, invece lo troverete in

molte monografie, cronache e poesie scritte dopo quell'anno, ed


quello di Pianto Romano, e pi generalmente Pianto dei Romani.
Giuseppe Garibaldi, il Duce dei Mille, nelle sue Memorie, gli
d appunto questo nome. Ecco le sue parole
L'alba del 15 maggio ci trov in buon ordine sulle alture di
Vita, e dopo poco il nemico, che io sapeva a Galatafimi, usciva in
:

<;olonna dalla citt alla direzione nostra...


I colli di

Vita sono fronteggiati

Romani, dove

il

nemico spieg

latafimi cotesto alture

facilmente

le

dalle

hanno un dolce

ne coron

tutti

sono invece formidabilmente

alture

del

Pianto dei

sue colonne. Dalla parte di Gadeclivio. Il

vertici,

scoscesi

nemico

che dalla parte

le ascese

di Vita

MISCELLANEA

376

Anche Eliodoro Lombardi

di cui

deploriamo

morte

la

avve-

nuta nei primi mesi di quest'anno, nel Poemetto lirico intitolato


Galatafimi, d lo stesso nome al colle, che fu campo della batta,

quando, dopo avere parlato delle squadre siciliane

glia,

Monte

Giuliano e da

S.

altre

erano andate a raggiungere

citt

della

Mille, scrive

Ora son qui. Commisti

al

Roman

Pianto

Spingon con ansia

Roman

Alle parole

drappel forte

immane

piede

fede.

Pianto,

Pianto dei Romani

ebbe luogo

il

il

poeta mette questa nota

il

nome

chiamarsi Pianto dei

Romani

La

"i

risposta

lach la Bolina (Vittorio Vecchi) nel libro che ha per


le

gesta di Giuseppe Garibaldi

Galatafimi e Vita c'

masto

il

nome

sero la polvere

di
i

un

titolo

vita

Tra

scrivendo a pagina 147

colle ripido ed

arduo

la

La
:

all'ascesa, cui ri-

Pianto dei Romani per cruda zuffa, in cui morprima guerra punica.

nostri avi latini nella

Anche Francesco

Grispi,

che nel giorno della battaglia

latafimi era gi Ministro di Giuseppe Garibaldi,


di

campo ove propriamente

del

la battaglia.

Ma perch
e

che dal

Dei Mille, ardon. Con essi al poggio


Del

Provincia di Trapani

avendo questi

precedente assunto a Salemi la Dittatura della

discorso pronunziato qui a

Palermo

il

di Ga-

Sicilia, in

27 maggio 1892 mostr di

credere che davvero su questo colle avessero

una sconfitta, quando disse; Il


pi gran popolo del mondo, avete onorato

Romani

sofferto

15 m,aggio sulla collina sacra


i

ma

di

questa battaglia, che

si

al

caduti nella battaglia

di Calataflmi. Potrei citer molti altri scritti,

Ora

il

un

ma mi

pare

inutile.

dice combattuta durante la pri-

guerra punica, nessuno storico, nessuno scrittore fece mai

menzione pria del 1860. un racconto immaginario, inventato insieme col nome di Pianto dei Romani il 15 maggio del detto anno.
Darei prova d'indiscretezza se a voi, o egregi Soci, degli studj
jtoiici cultori appassionati, raccontassi tutte le gesta dei

Romani

prima guerra punica. Per, avendo

detto, e

in Sicilia

durante

la

sostenendo che questa battaglia, di cui reputati scrittori coiitem-

MISCELLNEA

377

ci parlano come di un avvenimento


un racconto immaginario, sento il bisogno di

poranei

dando alcuni
nascere

il

prima guerra punica

fatti della

dio Cudice
i

Romani

venti mila

vennero

Romani

ai

Siracusani ed

capitanati dal Console Appio Clau-

due fortunate batta-

in Sicilia, e vinsero in

Cartaginesi, costringendo gli uni e gli altri

a togliere l'assedio 61 Messina, e riparare

primi nella loro

citt,

secondi nei vicini castelli.

Diodoro Siculo, nell'Estratto XXIII


il

dai quali potrebbe

che questa battaglia sfavorevole

sospetto

non che

noto anche agli scolaretti del ginnasio che fu nell'anno 264

A. C. che

provare, ricor-

ci

davvero combattuta.

siasi

glie

storico

Console

Romano

p. 3,

dopo avere detto che

liber Messina dall'assedio, aggiunge che

and

ad oppugnare Egesta ch'era in potere dei Cartaginesi.

Ma, essendosi avveduto che il suo esercito assottigliato per


tante battaglie, non era bastevole ad espugnare questa Citt, se
ne ritrasse e fece ritorno a Messina.
Diodoro non

fa

cenno

alcun combattimento

di

presso

Egesta,

quindi non poterono esservi n vittorie n sconfitte.

Nessun altro storico fa menzione di questa impresa del Console Appio Claudio, ed il nostro dotto socio prof. Pais crede aver
ragione

il

Neuling,

torum fontibus
XXIII 3

il

quale nell'opera

dice che

siasi letto

De

belli

erroneamente negli

punici pri7ni scripestratti

di

Diodoro

Egestan.

non riportano questo brano dell'estratto XXIII


il Di Blasi, seguendo
Polibio che diligentemente e
minutamente narra i fatti della prima guerra punica, dopo avere
raccontato le due fortunate vittorie dei Romani sopra "i SiracuI

nostri storici

di Diodoro, e

sani ed

Cartaginesi, dice che a causa di esse

sciolto l'assedio di Messina,

padrone
visi,

le possessioni dei

essi collegati, e fece

non solamente fu

Console romano rest anche


di

oppor-

beni che erano nei campi. Scorrendo perci

dappertutto questi vasti luoghi,

mente

il

campagne, giacche niuno ardiva

di tutte quelle

di difendere

ma

il

suo

esercito

devast impune-

Siracusani e di coloro che

un ricco

bottino. Si

erano con
determin allora ad assi

sediare Siracusa.

momento ad Appio Claudio


grande e vicina Siracusa che della

, del resto, evidente che in quel

premeva pi l'impresa
Arch. Star. Sic. N.

della

S. uiino

XX.

25

MISCELLANEA

378

piccola e lontana Egesta.

Ma

vuoisi prestare fede intera a quanto

leggesi nell'Estratto XIII-3 di Diodoro. Sia pure, dico


glie presso Egesta

non

si

Intanto Polibio scrive che

quest'anno in
il

Sicilia,

felici

essendo

L'anno 261

a.

G.

Romani ed

ed

essi

di Appio Claudio in
fama rapportati in Roma,
!

guerreggiarono

Cartaginesi

credevano che tra

gli Egestani, i quali

Romani intercedessero

Di batta-

eventi

stati dalla

giubilo fu ivi grande. Altro che pianto

presso Egesta; dappoich

io.

alcun cenno.

fa in esso

vincoli di affinit

etnica

reli-

dopo avere ucciso la guarnigione cartaginese, fecero spontaneo omaggio ai Romani. Allora Amilcare con un esercito cartaginese cinse Egesta di assedio e la ridusse alle strette. Ma il Congiosa,

sole Duilio, che dopo la gloriosa vittoria di Milo

comando

rere l'amica

ad essa,

romano

dell'esercito

il

citt;

aveva preso

il

and con esso a soccorarmi romane comparvero innanzi

nell'Isola

ed appena le

generale cartaginese stim opportuno levare l'assedio,

e ritirarsi.

Egesta strinse allora alleanza coi Romani


dichiararono citt

immune

che in appresso la

sempre fedele

fu

ai

Romani, dai

quali fu prediletta, a causa della supposta origine trojana.


Il

quei

nome

di Ej^esta le fu

dinanzi ad

cambiato in quello

di Segesta,

perch

(sono parole di Cesare Cant) impaurivano

fieri superstiziosi

un nome malaugurato, come era quello somigliante ad

egestas.

Sui rapporti tra Segesta ed

danno
che

gli storici,

gli scrittori

ma

Romani un mondo

nessun cenno

odierni dicono

ci

fanno

di notizie ci

questa battaglia,

di

avere avuto per campo

il

colle

che sorge tra Calatafimi e Vita.

Ma come

dunque, sento domandarmi, nato questo

Pianto dei RoTuani

come

si

immaginato

nome

racconto

il

di

di

que-

sta battaglia?

come ed

quando lo ha detto l'erudito prof. Biagio Ingroja,


una lettera di recente pubblicata nel Lambruschiai, ottimo periodico scolastico che si pubblica a Trapani, ed
io lo riferisco con le stosse sue parole
* Al bivacco, dopo il glorioso combattimento
Garibaldi volle
sapere il nome del sito di quella sua nuova e decisiva vittoria, il
Il

il

Galatafiraaro, in

379

MISCELLANEA

cui ricordo

morendo,

com'

Un mio

concittadino, d'onorata

gli

Pianto

Romano
li

per

li,

memoria il quale era l sul


Romano.
perch appunto
,

domand

Generale con cipiglio

il

sullo stesso colle, e vinta

con'o dei Romani,

un' altra

di

Segestani

dai

quali sarebbero stati

coi

disfatti

Cartaginesi,

ed
la

pianse al Varo, n a Ticino, n al Trasimeno, n

da oggi (soggiunse

il

Generale) lo

il

dialogo

Perch mai, mi direte

annientati

non
Canne! Ma
dovr chiamare Pianto

si

quale

fini...

voi,

il

l'eroe della giornata gli diede,

Romani ha messo

combattuta

battaglia

alleati

cos maledettamente, da piangerne quella Roma,

degli sgherri.

sorpresa.

di

quello entusiasta sciorinargli una leggenda tutta

immaginaria ed improvvisata

dei

l'avrebbe,

rispose chiamarsi Pianto

campo,

Ed ecco

Memorie

sue

ei lasci scritto nelle

fatto sorridere l'ultima volta di orgoglio.

nome

non

radice, e lo

Pianto degli sgher^H, che

di

attecchito, e quello di

ha accettato

Pianto

Generale

lo stesso

Garibaldi, ed ora leggesi in monografie, in cronache, in canti di


poeti, e perfino in leggi del Parlamento ed in decreti reali?

La ragione

c',

anzi ve ne sono due.

Generale Garibaldi, se in un momento


lotta, si lasci sfuggire quel

lo
si

nome

La prima

di eccitazione

che lo stesso

per

recente

la

ingiurioso al vinto nemico, che

aveva chiamato filibustiere, il domani, generoso com'egli era,


penti di averlo detto, e difatti nell'ordine del giorno che il 16

maggio

scrisse a Galatafimi,

italiani e

li

lod con

le

chiam

soldati

seguenti parole

borbonici, soldati

Deplorando

la dura necessit di dovere combattere soldati


dobbiamo confessare che trovammo una resistenza
uomini appartenenti ad una causa migliore.

italiani, noi

degna

di

L'altra, e pi forte ragione

lina

quello

terazione

di

Chianti di

che

sincopale della particella

lettera della parola chianti,

a tradursi in pianto

il

Rumanu
di,

mutarono
romano.

vero nome

che

di

questa col-

contadini

per

al-

e per metatasi della ultima


in

chiantu

romanu

facile

Non

avvi al certo alcuno tra Voi che ignori, nel nostro dialetto chiamarsi chianta la vite giovane, e questo
nome darsi talvolta anche alle vigne adulte di

un podere o

di

una contrada, per

rispetto ad altre che ve ne sono pi vecchie. Pertanto


sito o contrada delle Piante di Romano (chianti di Rumanu)
si

denomin

380

MISCELLANEA

Capo di Fiume e Monchiamano) per la piantagione di un

sin dal 1600 questo tratto delle contrade

tagna (come ancora oggid

si

vigneto, ora distrntto, che vi fecero

Romano; probabilmente miei antenati


anche l'ottimo Padre mio, erano

Romano

signori
,

perch

di Vita.

quale paesetto

Il

pochi chilometri da Galatafimi, e quando due secoli

sono fu fondato dall'insigne giureconsulto

e Colonna

miei Nonni

ed

dista

mezzo or

Sicomo, che per

Vito

importanti servigi resi allo Stato ebbe la Baronia di Vita, in gran


parte fu popolato da Galatafimari.

Che

manu

il

vero

nome

di questo colle fosse quello di Chianti di Ric-

avevo sentito dire pi volte da Vitalori e da Galatafimari

Romano

miei parenti, e ricordo che mio zio Girolamo


Vita indicando a
dirci

me

ed

ai

miei

notare a

collina

soleva

Questo terreno apparteneva ai nostri antenati signori Ro-

mano, che vi piantarono una vigna, ed


nomina Chianti di Rumanu.

Ma

questa

fratelli

ho saputo

quello che per tradizione

ora trovo confermato in tre

per questo che si de-

notarili

atti

nella

che

mia giovinezza,
suliodato

il

prof.

Ingroja ha reso pubblici nel Lambruschini. Eccoli.

primo del Notare Zichichi da Galatafimi, in data del 10


febbraio 1601. Con esso Martino Morsellino deposita il suo testamento, in virt del quale fonda una cappellania di messe, e tra
le altre rendite le assegna un canone enfiteutico di onza una e
tari quattro, dovuto dai signori Romano e Colonna-Romano, sopra
terre a Capo di Fiume (nome che, come ho detto, mantiene tutIl

tavia la limitrofa

dieta delle Piante di

Un

convalle)

sottostante

contrada vulgo

nella

Romano.

altro atto notarile del 20 settembre 1801, stipulato presso

Notar Giuseppe Cascio da Alcamo

prima quota divisionale spettata

ed

ritata in Santoro, tra le altre partite

quindecim,

in

esso

detto

alla signora Rosalia


si

assegna quella in tarenos

gro,nos septem et piccolos tres,

per haeredes Leonardi Aguanno,

che alla

Romano, ma-

et hodie

annualiter debitos

per Leonardu7n Crapa-

rotta, super loeo in contrata delle Piante di

Romano. Ed

in

capo

alla partita assegnata alla signora Marianna, maritata in Zuccaro,

decem et odo, annualiter debitos per sacerdotem Philippum Agueli, super loco in contrata delle 1 tante di

quella in tarenos

Romano.

381

MISCELLNEA

Malgrado
il

falso

la

nome

nome vero

di

evidenza di queste prove a

Pianto dei

Piante di Romano.

la fortuna si dipinge cieca,

meno per

Romani

rico un fatto
mai avvenute.

pare

nomi hanno

difficile

falso,

non

battaglia

si

Ma

ripeta pi

cio

ed

una

che

come

al-

sto-

sconfitta

Salvatore Romano.

-i-^S^S^^-

che

posto al

il

la loro fortuna; e

perch agisce ciecamente.

un nome
immaginario, una

giustificare

me

possa ora cedere

DIARIO MESSINESE
degli anni

Il

1766

1767

manoscritto del Diario, che qui vien pubblicato per la prima

volta,

si

compone

di

un grosso quinterno

mente, dovea esser preceduto da

in 8",

il

quale, sicura-

altri quinterni, lasciando

tracce

prime pagine, alquanto corrose dalla tarma ed ingiallite per


macchie d'umido, di avvenimenti relativi all'anno 1765. Mi son linelle

mitato di trascrivere, con pazienza e con fedelt


notizie

che vanno dal gennaro 1766

termina

il

fascicolo.

al

pubblicandole ora, mi conforta

di far cosa grata ai cultori delle patrie

diando l'ambiente del piccolo

avranno occasione
e religiose,

di

di ortografia, le

dicembre 1767, con


il

le quali

pensiero

memorie, ed a quanti, stu-

mondo messinese

di quei

due anni^

rilevare gli usi, gli spettacoli, le feste civili

pregiudizi, le dicerie di piazza, gli aneddoti,

retro-

scena della vita pubblica e privata, ed altre cose che reser lieta,

o amareggiarono, la vita dei nostri antichi.


Scritto questo Diario per ricordo personale, conserva

il

pregio

della spontaneit nella forma, della sincerit negli apprezzamenti,

nel giudizio

che

contemporanei davano su uomini e cose.

riescono altrettanto ad onore dell'autore di esso le frasi d'indegnazione

rivolte

ad ambiziosi, o a potenti consorterie, che, in quel-

l'epoca di decadenza politica ed economica,


delle

loro

private fortune

mirando

restavano indifferenti

al

vantaggia

e travolgeano

sempre pi in rovina gl'interessi del nostro comune. Ma, difficilmente, io credo, l' autore
bench in lui abbia ragione di scorgere uno dei pi disinteressati ed animosi cittadini di quel tem-

r>o.'>

ooo

MISCELLANEA

p
le

(1)

avrebbe

serbato tanta austerit in certi giudizi, ove mai

sue pagine fossero state destinate per

spetto che

un

stampe

le

o al solo so-

giorno, ancor lontano, lo zelo di qualche indiscreto

pubblica ragione.

le avesse rese di

Bench rigoroso giudice

di fatti e di

persone

1'

sente tutta l'influenza dell'ambiente; e per questo

rende ancor pi interessante

mostrandoci

lo

il

autore ne

ri-

suo Diario

si

svolgimento della

La cacciata dei Gesuiti, per esempio, che deve


essere annoverata come uno dei pi importanti avvenimenti di
quegli anni, oltre ad essere minutamente descritta, ricca di tutte
pubblica opinione.

le dicerie di

seguirono,

ma

piazza, di tutti

nanzi alla realt dei

cede

il

pregiudizi, che la precorsero o la

che l'autore, non per


fatti,

tali,

accetta in

buona

fede.

per, dei quali egli ne fu spettatore,

suo animo imparziale.

se,

come

Din-

non

pi di quell'epoca, egli

abbia visto male la espulsione di quell'ordine, anche consideranla ignoranza e trionfer il libertinon
nega che li padri Gesuiti e loro
;
fratelli ebbero tempo bastante di poter vendere e donare il vino,
oglio et altH cotnmestibili e bestiami che tenevano in Messina e
nel suo territorio e vicinanze, e nascondevano, con fare trasportare di notte tempo nelle case de' loro parenti et amici, quantit

oltremodo

dosi che crescer

naggio

d'altra

parte, egli

(1) Il diario scritto tutto

e da altre circostanze a

me

da una mano. Se dalla scrittura autografa

fosse dato di indagarne l'autore

dovrei

ri-

un mio omonimo e buono antenato,


il quale spese lunghe fatiche nel raccogliere stampe e manoscritti riguardanti la storia del paese, ordinandoli in molti volumi sotto il titolo Mi-

conoscere sotto

le

spoglie di questi

scellanee di Messina e di Sicilia, taluni dei quali, per avventura scampati alla catastrofe dei tremuoti del 1783, che distrusse

il

palazzo di

mia

famiglia, che ergevasi sull'attuale largo dell'Annunziata, al Corso Cavour,

son pervenuti

sino

Arena-Primo e

Belli dei

me. Fu questi

il

patrizio messinese D. Giuseppe

baroni di Montechiaro e di Roccadoro, senatore

Messina nella gestione degli anni 1760-67, console di mare e terranei

1758-59, 1766-67, 1769-70, governatore della Tavola Pecuniaria nel 175354,

Deputato del Peculio Fromentario nel 1765

vergini riparate dal 1754 al 1756


della

rettore della casa delle

tenente della Milizia Urbana, e socio

Accademia dei Pericolanti Peloritani

di Messina.

MISCELLANEA

384

d pr^etiosi giocali, argenti et altri mobili di valuta, in quel


loro sloggiamento

neW

che precedette

il

di

stanno facendo

si

vede che m.ancano assai robbe

tempo

nventarj che
,

arredi

si

statue

di argento e cose delle chiese e che sono stati estratti libri dalle

Casa Professa e Collegio Primario.

librarie della

Ho

curato, inoltre, di aggiungervi talune annotazioni perch

il

lettore abbia pi precise notizie sui pi cospicui personaggi ricor-

dati, sui luoghi, gli edifizi e sulle loro destinazioni attuali, e su

talune usanze non ancora illustrate.

Messina, settembre 1895.

G.

Arenaprimo

d Montechiaro.
/>J^A/\/\AA''

i8 gennaro

1766.

Agitatasi

nella Regia Audienza la causa

criminale, furono condannate a morte da tutti

li

giovane vedova Mannara, che aveva avvelenato

mamente
la

fu complice che

il

gente

marito, et

ulti-

notar Reazzi avesse fatto avvelenare

moglie, e quella donna che

rire la

tre giudici quella


il

e la vendette a

componeva l'acqua che faceva modetta Mannara per far morire il

marito, e poi vendette detta acqua per far morire la detta moglie
di

Reazzi

(1).

Ma prima che

si

avessero da portare in Cappella le

(1) Sulla strana morte della moglie del uotaro Gaetano Reazzi e sulla
donna che componeva il veleno, la quale ricorda le gesta di una Cicca
Falarda, periti salma venefica, che venne appiccata in Messina, in sulla
piazza della Pescheria, il 17 agosto 1671, e di una Giovanna Bonanno, la
celebre vecchia dell'aceto, che fini sulle forche in Palermo il 30 luglio

1789, trovo le seguenti notizie in

un

foglio

a extra, alquanto logoro e

corroso, dal quinterno del suddetto Diario:


sera mori

la

moglie di notir Reazzi doppo

di vermicelli, nelli quali vi stava posto

il

rata dal marito et abitava in casa a solo,

di

i5 novembre i765,

veleno. La sudetta era


si

la

aver mangiato un piatto


sepa-

sospett di essere morta av-

velenata da una donna che aveva amicitia col notaro, e che abitava con

385

MISCELLANEA

gravame fatte veuna incre-

dette due donne, furono presentate le lettere di

Gran
non pu

nire da Palermo, sbrigate dalla Regia

Corte, et

patione che in Messina la giustizia

fare

il

suo corso.

Febraro. Le comedie napolitano in musica sin dalla estate erano


teatro della Monitione per tutto questo car-

seguitate a farsi nel

novale

medie

per

detto teatro

tre sere in

....

defonta

la

nelli ultimi tre giorni si rilasciarono dette

bench

Si era nascosta

si

fece

il

morto pochi mesi a

in questa occasione

poneva

il

dietro, fosse stato

il

com-

(1).

Nel

....

dentro una Chiesa fuori porta

estratta e portata nelle carceri. Si sospetta ora che


lora,

Ridotto

fa

marito delia lina-

pure avvelenato, mentre che

ebbe cognitione che in Messina una donna com-

si

veleno, e la persona alla quale

si

dava a bevere se ne moriva

senza alcun segno di morire avvelenata; fu in seguito scoperta questa

donna,

la

quale revel l'erba dalla quale estraeva detta acqua

and fuori

sbirri d'ordine delli Giudici

e con

della porta della Bozzetta e

str detta erba et assai persone vittime di questo malefcio

li

mo-

Le serate del Ridotto trovano riscontro nei veglioni del nostro


tempo. I ridotti del teatro delle opere della Munizione riuscivano splen(1)

didissimi durante la fine del secolo XVllI, e per l'intervento del Senato,
della Piazza

del Governatore

dame

e cavalieri.

11

rose, con satira fine


i

e delle altre autorit, e pel concorso

di

nostro D. Pippo Romeo, che, da Parini all'acqua di


onesta e briosa

cerc correggere

le

debolezze ed

costumi del suo tempo, nella cicalata la difesa delle donne, recitata nel

carnevale del 1781

descrive

anacreontiche riverenze e sdolcinature

le

usate nei balli dalle signore eleganti e dagli imparruccati all'ultima

da

quali

Alla galanteria, sfoggiavano in

Btrascico; o

il

braccio, o

Io ti

femminei accompagnamenti,

ventaglio, alle signore

il

vorrei al ridotto, o pure

Per annotare
In apparir la

le

chiassi,

dama;

Chi corre per


Chi attento

si

alli

festini

che fan quei Parigini

affollano diciotto,

la sedia, chi levale

conserva

la

scatola e

il

il

cappotto.
ventaglio,

Chi guanti e fazzoletto, per evitar l'abbaglio;

tutti gli altri

Cui non tocc

mo-

sussiego spagnuolo alla leggerezza francese

tragittati dal

poveri dolenti Ganimedi,


la

sorte di custodir gli arredi,

in reggere io

386

MISCELLANEA

collegio delle Scuole Pie

rappresent in questo carnovale una

si

comedia con concorso grande

Per

di gente.

strade vi furono in

le

questo anno alquante maschere.

12 fbraro, primo giorno di Quaresima, cominci

diche nel

Duomo

padre Fra

il

le

da Napoli

(1)

cino, e nel seguente giorno l'altri predicatori quaresimali

in questo

sue pre-

cappuc-

che sono

anno: nella chiesa del Gran Priorato un sacerdote ca-

labrese, nobile di Reggio, di casata Span, nella chiesa del convento


di

San Domenico un padre calabrese,

Professa de' Gesuiti

il

padre

e nella chiesa della Gasa

messinese.

(2)

La mattina del luned 10 di questo mese nel casalotto delli


Gammari un villanotto ammazz con una scopettata un altro vii,

lanotto, che lo aveva minacciato di accusarlo, stantech

rubbate alcune olivarotte


provatosi

il

delitto

essendoli stato dato

termine

di 24 ore, allo spirare di detto

Regia Audienza a mezza ora


nato

a morire

sulla forca

li

aveva

essendo stato preso e carcerato e

et

termine straordinario

il

cominci

si

la

causa nella

di notte del sabato, e fu poi

condan-

detto villanotto, chiamato Giuseppe

il

Cacciola del casalotto delli Gammari.

Si stanno quali statue a

verso

contemplar

le

ore

tri di notte

le belle

Fattezze della dama, e a far le sentinelle.

Prestato

il

primo ossequio, dopo qualche intervallo

Prevenzioni a

folla si

fanno per

il

ballo,

Se pur non sieno fatte da molti giorni prima,

fortunato

Lo troverete

E
Non

gli si

il

primo

si

reputa in gran stima;

gonfio, quanto

legge in fronte

cos lieto in volto

va

il
il

un pallon
giubilo e

di vento,

contento;

il

vincitor del lotto,

Quanto quel gran fanatico, sporcato gi


Le custodisce
Se

lo

il

loco, vigila,

di sotto;
:

pretende un altro, chiassi, rumor, disfide

Raccolta di Cicalate di

Don Pippo Romeo,

Gaetano Bracconieri, Messina,


(1) Manca nel ma.
(2)

brilla e ride

In quelito punto

il

>.

Placido Arenapritno e

dai tipi di Fr. d'Angelo, 1885, pag. 88-89.

ms. danneggiato dalla tarma.

MISCELLANEA

387

dello stesso sabato, fu posto nella Cappella per essere poi afforcato
la mattina

del luned 17

l'omicidio,

e si

mentre
sabato

che era

ottavo dacch segu

giorno

il

forca fuori la porta Imperiale

la

(1).

medesima notte

detto afflitto era nella Cappella, la

il

si

piant

del

spedirono a Palermo lettere di raccomandationi fatte da

molti titolati di questa nostra citt allo spettabile D.r D. Bartolo-

meo Serra

(2)

messinese

che

ritrovava

si

missario generale mandato da Sua Ecc.

del Real Patrimonio.

si

alla forca, e

confraternit aspettare molto tempo


risoluzione

nelle

carceri

usato dallo spettabile

di

il

convenne
fiscale

furono ammesse

ognuno questo maltratto

marmo,

di decorazioni in

mura a sud

sina,

21 ottobre 1535

il

memoria
,

dell'

di sculture

della citt, nelle vici-

nanze del grande Ospedale Civico; da essa uscivasi per


eretta nel 1621, in

alla detta arci-

Serra alla sua patria.

di trofei, si apriva nella cortina delle

Fu

dell'Az-

condannato fu uscito dalla Cappella

e dispiacque ad

La Porta Imperiale, ricca

(1)

ma Compagnia

nelle strade, aspettandosi la

giudici et avvocato

dalli

dette lettere di gravame, et

e sceso

l'Ili.

era portata per andare a prendere quel-

accompagnarlo

et

Com-

pel Tribunale

capitarono in Messina la

le quali

mattina del luned, nell'ora stessa che

l'afflitto

nelle universit

Vicer]

detto spettabile di Serra condiscese a far

sbrigare le lettere di gravame,

zurri di S. Basilio (3)

[il

la

via del

ingresso fatto da Carlo

venne demolita poco dopo

il

1860.

compresa fra i torrenti Portalegni e Zaera, conserva tuttavia


Porta Imperiale.

Dromo.
in Mes-

La strada
il

nome

di

Questo insigne nostro concittadino, nominato nel 1758 giudice della

(2)

Reale Udienza, pervenne in seguito ad occupare

le

importantissime ca-

riche di giudice della G. Corte Civile, di ministro togato della R. Azienda, di avvocato Fiscale della R. U.

generale del vicer.


nel

marzo

citt di

di regio consigliere e

tip.

Giannini, 1877, pag. 160.

Egidio Romano, Agostiniano, fra


glianza della
sistere
il

commissario

1779. Si ha distinto elogio di lui in Galluppi, Nobiliario della

Messina. Napoli,

La nobile confraternit degli Azzurri,

(3)

dopo

Essendo giudice delle Appellazioni mor in patria

Compagnia

le

istituita nel 1541

del Bianchi di Palermo, avea anco quella di as-

condannati a morte. L'uso durato fino


1870.

da un frate

sue missioni di beniflcenza, a simi-

alle ultime esecuzioni

388

MISCELLANEA

di fuori Regno venuta la notitia


morte del duca Landolina (i), ha eletto Sua Maest
per nuovo Reggente Consultore nella Giunta di Sicilia nella Real
Corte di Napoli lo spettabile D.r Don Domenico Pensabene, il quale
nella piazza di Messina fu giudice della Regia Audienza e del Tribunale della Regia Gran Corte, e per il suo gran merito era pre-

i8 fbraro. Colla staffetta

che, per la

sentemente avvocato
Real Patrimonio

il

bene giorni addietro

li

rario

mastro razionale del Tribunale del

fiscale e

et

Re sentendosi ben servito da detto Pensaaveva mandato il titolo di Presidente ono-

(2).

Sin da quando

erapre sin'ora

delli affari di Sicilia, fra

sono

ci

stati

il

la

Vicer aveva nominato

roldi, palermitano, attuale

li

Suprema

reggenti consultori

due giurisconsulti ex-togati

Per

sinese, l'altro palermitano.

dolina

nella Real Corte di Napoli la

si stabil

Giunta Consultiva

uno mesdi Lan-

morte suddetta del duca


lo spettabile D.r D.

Stefano Ai-

presidente del Concistoro

per nuovo

reggente consultore, e come tale risult detto Airoldi nella Giunta

ma

Napoli,

di Sicilia in

nella

nucci volle a detta carica

(1) Cess di vivere in Napoli

nella

Reggenza

del

Re,

il

ViLL ABI ANCA, Diart

marchese Ta-

23 dicembre 1765, in et di 77 anni,

reggente consultore della Giunta

carica di

il

nostro Pensabene; sicch vi sono ora

il

della citt di

Palermo

consultiva di Sicilia.

nel voi. XIII della Biblioteca

itorica e letteraria di Sicilia per cura del Di Marzo, Palermo, Luigi Pe-

done Lauriel

ed.,

(2) L'atto di

fu dato in

1874, pag. 243.

nomina

dello stesso mese. Nota

ta occasione
in sua casa

della

carica di consultore al Dottor Pensabene

Napoli agli 8 di febbraro 1766


il

fu egli visitato

d 2 aprile 1766;

il

registrato in Palermo a' 28

Villabianca, Diario
per questo

cit..

pag. 253, che in que-

ufficio dal

Senato di Palermo

ed intervenne pure in sua casa

detta visita del Senato, gran nobilt, invitatavi dal principe di

ca

Il

per

la

Rammac-

re Ferdinando IV, grato dei servizi prestati dal Pensabene, con

diploma spedito

|il

ottobre detto anno,


cai seguirono

gina 141.

giorno 9 settembre 1775, esecutoriato in Regno a 9


lo

innalz al titolo ed alla dignit di marchese, in

suoi discendenti. Ualluppi

Nobiliario di Messina

pa-

MISCELLANEA

due messinesi reggenti consultori


menico Pensabene

Domenico Gardillo

e D. Do-

(l).

3 marzo. Per una

causati

D,

389

forte sciloccata e venti furiosissimi furono

grandissimi danni alle campagne

una tartana

et inoltre

napolitana, carica di grano, che partiva per Napoli, spinta dal vento,

cercava

di

ripararsi vicino ad

una nave inglese

nella bocca del porto di Messina,

cacciarono

la

tartana e

li

Ma

l'inglesi

tagliarono

che

si

trovava

armati con accette

alberi et antenne e vele

1'

dal che la tartana ebbe ad andare ad investire in terra et arren


nella spiaggia fuori porta Reale, di

perdita

del

San Francesco

bastimento e del frumento

quell'incontro praticarono con l'Inglesi,


dal Levante

non avevano pratica

e di pi
li

di

li

Paola

con

napolitani in

quali perch venivano

libera, per

il

nemmeno

che

li

napolitani possono avere libera pratica.

8 marzo. La sera nel teatro della Munitione

cipio a rappresentarsi la Passione di

per molte sere della Quaresima

A
si

si

dato prin-

Nostro Signore, che

si

segu

(2).

24 marzo, lunedi santo, nel dopo pranzo un mastro harbiero

affog da se stesso nella propria casa.


Il

(1)

tempo patisce

nostro Monsignore Arcivescovo

(3)

Non pare che

messinese per nascita, avendo

il

Pensabene

sia stato

da molto

avuto un privilegio di cittadinanza per duclionem uxoris

dato dal Se-

nato a 3 aprile 1742, registrato nel voi. Diverso dell'anno 1741-42, foglio 201.
(2)

L'uso delle rappresentazioni di argomento biblico durante

della settimana santa o della

zione sino

al

primo ventennio

di questo secolo.

Conserviamo nella no-

stra raccolta di opuscoli alquanti libretti di cotesti

drammi sacri,

componimenti che, per la circostanza, venivan


demie ed in quella dei Pericolanti Peloritani.

letti

tri

(3)

Monsignor

D. Gabriele

giorni

quaresima durato nel teatro della Munied

al-

in private acca-

Maria Di Blasi e Gambacorta, patrizio pa-

lermitano, gi abate benedettino cassinese e prima dignit dell' Arcivescovile chiesa di Morreale, prese possesso della dignit di Arcivescovo

MISCELLANEA

390

con

la

sciar di

ma

sua abituale indisposizione,

prender parte

27 marzo, gioved

la-

santo, la mattina [l'Arcivescovo) tenne

Pontificale e fece l'olio santo, port

lavanda

non vuole

lo dissimula e

alle funzioni ecclesiastiche.

il

SS.,

ma

delli piedi alli dodici poveri, sicch

da diacono nella messa

pontificale, lav

li

il

non potette fare

il

la

canonico, che fece

piedi a detti poveri col

consenso delle dignit del Capitolo.

ha

detto Monsignore Arcivescovo

Il

D. Gio. Evangelista di Blasi,


rio Generale

fanno

avanti

il

monaco

di

lui le

simo Capitolo hanno

il

nostro Senato et

il

il

che

si

di-

revendis-

rimostranze a questo Arcivescovo

Palermo.

di

31 marzo, luned di Pasqua

militari

per suo Vica-

cause della Diocesi di Messina,

fatto forti

per levare quel vicario

si

suo fratello, padre


(1),

quale tiene tribunale nella citt di Palermo e

spiace grandemente in Messina, et

istituito

cassinese

nel doppo pranzo due

officiali

batterono con le spade nella nostra marina e restarono

ambidue gravemente
guente se ne mori.

feriti, et

uno

di detti officiali nel

giorno se-

di Messina nei primi di agosto 1764, accolto con entusiasmo dai cittadini

pari

alle

preclari

virt

di

lui.

Vedi: Oliva G., Annali della citt di

Messina in continuazione a quelli di

C.

D. Gallo, voi.

Messina, Tipo-

I,

grafia Filomena, 1892, pag. 53.


(1)

Fu

questi

il

celebre storiografo siciliano, autore della Storia cro-

nologica dei Vicer di Sicilia e della Storia civile del Regno di Sicilia,

Ferdinando

scritta per ordine di


il

III.

Alle controversie fra

Senato di Messina contro l'Arcivescovo Di Blasi ed

sti,

abate D. Evangelista,

dominato anche

il

municipali dei tempi,

ha stimato di

che ha creduto poter essere


per tutto nella sua Storia

il

Capitolo ed

fratello di que-

nostro annalista Caio Domenico Gallo

lui dalle rivalit

gione perch questi

il

rilevare

di dispiacere

d' espressioni

a'

pre-

fa risalire la ra-

ogni qualunque minuzia

Messinesi

servendosi da

poco dicevoli quando

si

trat-

quaP Messina, dove pur riposano le ossa dell'Arciveicovo suo fratello >. Annali di Messina, voi. Ili, Messina, per le stampe
di Litterio Fiumana e Giuseppe Nobolo socj, 1804, pag. 199, nota.
tato di

una

Citt

391

MISCELLANEA

6 Aprile, domenica in Albis, li Padri Domenicani sollennizzarono la festa del gran taumaturgo S. Vincenzo Ferreri (1) e

come

nel doppo pranzo fecero per questa volta,

si

far per l'anni

processione per la citt conducendosi la nuova statua

da venire,

la

di argento,

che

si

fatta in questo

anno

del detto glorioso Santo

Patrono.

22 Aprile. Nello romitorio

a miglior vita un buon servo


montese,

25

di

di

Santa Maria dell'Angeli pass

Dio chiamato fra Giacomo, pie-

quale prima era soldato e poi

il

che in Spagna

aprile. Si saputo

vatione contro

il

marchese

fece fratello eremitano.

si

ci fu

una gran soUe-

Leopoldo Di Gregorio,

di Squillace D.

mese di marzo, domenica delle Palme,


marchese partirsene dalle Spagne (2).

nel giorno 23 dello scorso


e convenne al detto

30 naggiOf giorno

del festino reale di S. Ferdinando, si fe-

cero nel piano di Terranova

li

militari delii soldati alle

esercitj

usanze prussiane, essendosi introdotto nelle truppe

golamento
ficiali

fatto dal re di Prussia,

nel teatro della

Monitione

con voto

atto del notar Diego

dell'
li

santi

Chiavi, registrato a 23 agosto 1726 nel

nato (voi. suddetto, fog. 55

laci,

Anche
1,

il

parte

grande

marchese

II,

di

patroni della

arcivescovo Migliaccio a 9 luglio 1726

verso dell'anno 1726-27. fog. 51, confermato a

tomo

tal reuf-

ripigliarono le comedie

si

Vincenzo Ferreri fu dichiarato fra

S.

di Messina

(2)

M.

ad apprenderlo.

La sera

(1)

di S.

dove furono mandati alcuni

citt

e per

Di-

voi.

settembre 1726 dal Se-

r.).

di Villabianca

{Appendice alla Sicilia Nobile

pag. 482-86) in un lungo elogio del marchese di Squil-

Spagna, ed asceso alle pi alte cariche di quella monar-

chia, afferma che,

essendo questi nell'ufficio di consigliere di stato

nel

un ammutinamento della plebe madrilena, che gP imputava la


introduzione di nuovi usi ad essa non confacenti, torn in Italia, fu in
Messina, in Catania, in Palermo, dovunque accolto con onori quasi re1766, per

gali
6i

L'autore di questo Diario afferma in altra pagina che

suppongono complici

Gesuiti

di quella soUevatione dell'anno passato successa

in Spagna, per la quale se ne dovette fuggire

il

Marchese

di Squillaci

392

MISCELLANEA

in musica, ancorch oggi

parve che
comeda nel giorno di
fu una gran rivoltura di

fosse giornata di venerd, e

a Sua Divina Maest dispiacque

farsi la

il

detto venerd, perch in quella notte vi

tempo con spaventosissimi lampi


gente e specialmente a tutte

e tuoni che fecero atterrire la

persone che erano nel teatro della

le

comedia, che restarono sbalordite e non

31 maggio. Continuando

ni cadde la

poppa

Durante

(1)

marmorea

le feste della

dell' Assunta dal

religiose

vili

piazza di

S.

l'ira di Dio, nel

piano di

Giovan-

S.

si

(2).

Sacra Lettera, nei primi tre giorni di

giu-

12 al 15 agosto, o in altre ricorrenze solenni

era solito rivestire

comedia.

della galera solita della festa (1) e con essa

precipit la fontana

gno, o

fin la

si

la

fontana della beveratura

ci-

nella

Giovanni, da una enorme ed alta carcassa di legno a forma

di galera, ricca all'esterno di dorature, di altorilievi, di statue e di ban-

due o tre torri altissime, adornandosi


le vele da copiose lumiere accese

diere, e sulla quale costruivansi


i

pennoni,

al

gli alberi

numero

ed

il

sartiame e

di oltre mille e trecento, e di fuori tutte

ad una foggia

in-

castonate con nobile maestria e con vari dipinti, apparati, trasparenti,

che spargevano per tutto

nare un'intera

van

citt.

Le

un

di luce

diluvio

solo

ad

bastevole

allu-

artiglierie della galera di tratto in tratto face-

salve. Nei primi del secolo XVIII cominci l'uso di collocare su di

essa, oltre alle

statue a

tutto rilievo

concerti, o d'incendiarsi, in fine,

primi anni

Era questa

(2)

anche

l'

orchestra per

la

pubblici

fuochi d' artificio. L' effetto era sor-

qualche vecchio ricorda di averla ammirata

prendente;
volte, nei

per

ultime

le

di questo secolo.

gran lontana della beveratura, che sorgea nel cen-

tro della vasta piazza di S. Giovanni,

questo

fonte

lo

descrisse

il

BoNFiGLio nella sua Messina nobilissima Hn Venetia, 1606, pag. 8 r.)


nella
di struttura francese di molta bellezza , eminenza e prospettiva
,

coi cima locata


ella

sbranandosi

qua

'li

la
il

fatto

per

il

Messina, sostenuta da quattro leoni, et

petto dimostra nel cuore l'interno della sua fede. L'ac-

questo fonte

et indi nel pilo, a

statua di

si

riversa da quattro

meraviglia bello per

la

cannoni nella tazza di

sotto,

sua grandezza e libramento,

bere dei cavalli. In testa di questo pilo uua Sirena dal ven-

un Bellino con Arione


forma che descritto da Horodoto

tre spilla l'acqua, et al dirimpetto, nell'altro capo,


sul dorso, sonante la lira in quella

anticbissimo storico

*.

La vasca

di

marmo

rosso, della lunghezza di 150

393

MISCELLANEA

1 giugno.

assai

serena e

Seconda sera della luminaria

ore due di notte

(1),

al

ci

principio fu

doppo

le

fu una dirotta pioggia, che dur per tutta

la

replic la comedia nella Monitione

si

notte e buona parte del giorno seguente, con furiosi venti che

gran danno

fatto

2 giugno.

alle

campagne, e pare che

sia castigo del

padre D. Ignazio Denti dell'oratorio

Il

hanno

Signore.

di S. Filip-

poneri, eletto da Mons. Arcivescovo per protettore del conservatorio di Santa Elisabetta, con altro titolo di S. Paolello, dove

prima

stavano donne maritate separate da mariti, e vedove et altre donne,

ora ha

fatto

conservatorio

detto

fece uscire in processione

reclusorio di figliole vergini e

Sacra Lettera, nel doppo pranzo,

fanciulle, e nella vigilia della

con

li

tamburi

et

andarono

le

Duomo

al

a venerare la Beatis.ma Vergine.

3 giugno

La mattina Mons. Arcivescovo,

(2).

assistito

da due

canonici, pontificalmente fece la solenne funtione di benedire e get-

prima pietra

tare la

nelli

fondamenti della nuova chiesa da co-

Andrea Avellino dei RR. PP. Teatini (3).


Nel doppo pranzo nella marina ci fu la solita corsa dalli palij.
La sera ad ore due di notte si spar il gioco di fuoco della ga-

struirsi della casa di S.

palmi, fu collocata nel largo di Porla Reale^ dopo che

Giovanni fn adattata a pubblica

villetta (1832).

la

piazza di San

Fu demolita dopo

(1) Della pubblica illuminazione in ricorrenza delle

il

1860.

feste della Sacra

Lettera.
(2)

Giorno sacro

alla

Madonna

della Lettera, patrona principale della

citt.
(3)
il

La gran fabbrica dei PP. Teatini

Grosso Cacopardo, Guida della

seppe Pappalardo, 1826, pag. 95


regolarit

stit e

Roma

la scala

Carrara

compita

di

di

cilt di

S.

Andrea Avellino

scrive

Messina, Messina, presso Giu-

merita d'esser visitata, perla sua va-

dispgno, architettura, sul modello fatto venire da

veramente magnifica

La chiesa, a forma

di

tutta di

marmo

bianchissimo di

Pantheon, rimasta per lungo tempo non

fu completata nel 1851 sotto la direzione dell' architetto Anto-

nino Tardi, essendo preposito della casa teatina D. Carlo Vittore Papardo.

ricca di belle pitture. L' ediflzio della casa dei Teatini stato de-

stinato sin dal 1890 a sede dei Tribunali.

Areh. btor.

Sic.

N.

S.

anno XX.

26

394

MISCELLANEA

come

Ci fu la luminaria

lera nel piano di S. Giovanni.

nella vi-

gilia della festa.

Poco tempo a dietro era venuto da Palermo il prosegue (1)


che esercitava il Principe di
Castellaci D. Francesco Balsamo, al quale ordine viceregio non fu

alla carica di Sindaco di questa citt,

posto Vexequator dal Senato a supplica fattali dal rev. D.r D. Antonio Gemelli procuratore delli interessati sopra

campo

gio

dere

Messina

di

interessi

li

li

bimestri e re-

perch detto principe, invece

(2),

di

difen-

unione del

della citt, cerca di distruggerli in

principe di Villafranca, Governatore, a favore delli impresarii delle


il che le parti fecero uscire un ordine viceregio, che
prima aversi ubidito a Sua Ecc. il Vicer, il senatore pi giovine,

truppe, per

che era

il

Palermo,

Principe dello Palco,

et

il

si

dovesse portare a sue spese in

rev. D. Antonio Gemelli ancora dovesse andare

audiendum verbura regium; ma, per


in

Palermo quanto

cer; anzi

cooperationi

le

non ebbe

in Napoli,

fattesi,

tanto

effetto l'ordine del S.r Vi-

Corte di Napoli usc un biglietto reale

dalla Real

retto al detto Vicer, che

Maest che un Senatore

non

di

ad

di-

mai intentione di Sua Real


Messina dovesse andare a Palei'mo.
stata

Sino dalli ultimi giorni di aprile era venuta da Napoli la notitia

delle

nomine

fatte dal

Protonotaro

delli

nuovi Senatori di

(1)

Prosegue, atto di conferma di nomina in una carica.

(2)

Coi

nome

di

Regio Campo chiamavasi in Messina l'amministra-

zione del Pecnlio Fromentario e delle gabelle che gravitavano sulla im-

portazione dei grani; e per analogia

rendatari o bimistranti

si

diceano campisti, granatari^ ar-

coloro che avevano azioni sulle rendite delle

gabelle, per precedenti prestisti fatti al

Comune, o per

azioni. Intorno allo svolgimento storico,

nistrazione del Regio

sommo

profitto le dotte

cesco Crispi
del

Campo

Comune

di Messina,

il

campo
Demanio

Nella causa pel regio


contro

ti

dell'

ammi-

lettore potr consultare

ed elaborate monografie di

di Messina

acquisti di dette

economico e legale

delle

S. E.

il

con

Cav. Fran-

vettovaglie e Ragioni

dello Slato

ed

il

Fondo pel

dell'Avv.

Cav.
Culto, in due parti, Roma, stab. tip. ital., 1880,
GiusErPB Sergi, Ragioni del Comune di Messina contro V amministrarnione del Fondo per il Culto in causa pendente presso la Corte di Apin 8,

pello, Messina, tipografia

Filomena, 1879, in

8.

395

MISCELLANEA

Messina, che erano

D. Scipione Migliorino,

Giuseppe

spagnuolo D.

Gonzales

marchese

D. Giuseppe Ardoino

di

il

commissario

di

guerra

D, Orazio Turriano cittadino

Roccalumera, D. Domenico Gar-

mesino e D. Antonino Ruffo principe della Scaletta.

Ma

in Napoli

persona che rappresent alla Giunta che D. Orazio Turriano


non poteva essere Senatore perch era parente stretto dell'assentista delle truppe, col quale la Citt ha un gran litiggio, et segretario del Senato; il Gonzales, come commissario di guerra, se
il Garmesino
pr segretario del
la sente col detto assentista
vi fu

Senato

il

Migliorino, zio dell'Arduino e Ruffo

elessero altri nominati

Regno

nella

nomina

nella stessa lista per empitura, et con

sero essere stati


staffetta

fatti

una

Senatori alcuni personaggi,

seguente venne la notitia di essere

il

che

si

Protonotaro del

dal

fatta

come

suoi nipoti,

parenti stretti non possono essere Senatori assieme, per

staffetta si dis-

ma

poi in altra

stati eletti

il

castel-

lano del SS. Salvadore, Montauban, D. Francesco Marchese, D. Giu-

seppe Arena-Primo, D. Antonino Ruffo principino della Scaletta,


et

il

barone D. Bartolomeo Natoli.

Suprema Reggenza risultarono

finalmente nella

et uscirono

due

biglietti reali;

cilia e l'altro al

primo

si

uno

diretto

al

li

Presidente della Giunta di Sicilia in Napoli; nel

diceva che esaminate dal

Re

nomine,

le

fatte dal Proto-

notaro del Regno, non pot firmarle in numero, perch


bili si

nelli no-

incontrato ostacolo di parentela et incompatibilit di ca-

riche, e nelli cittadini


la

Senatori

S.r Vicer di Si-

parentela con

1'

si

opposto al primo

assentista

delle

nominato Turriano

truppe e

1'

esercitio

della ca-

riche di segretario dello stesso Senato. Onde, sospesane la scelta,

ha

risolto S. M. e vuole

Senatore cittadino con

li

sugli opposti ostacoli al


si

mand

la

nomina

che, continuando a esercitare

nuovi Senatori,

primo nominato

degli

eletti e

li

Turriano, e pervenne al Protonotaro


sto.

Nel biglietto

avendo avviso

S.

al

attuale

Protonotaro informi

il

D. Orazio Turriano,

che

recorsi
il

1'

nuovo informe su

Presidente della Giunta

si

da

onde

riguardano

la

il

di que-

notitia che,

M. che per D. Bartolomeo Natoli concorrevano

gli stessi ostacoli di obblighi incompatibili

l'anno passato aveva escluso

il

per

li

quali la Giunta

barone Giuseppe Maria

di Amico,'

bench proposto in luogo elegibile, non era stato eletto


Senatore, ha creduto che fosse escluso il primo e nominato invece
sua il d'Amico.

il

quale,

396

MISCELLANEA

Questo

di

Amico

un

con nuova sentenza

railazzese, ascritto

favorevole di Nobilt Messinese dall'Assessore del

Ed

sina.

como

spiaciuto a tutti

prosegue

il

D.

di

Mes-

di

Gia-

di

Senatore Cittadino, perch questi impegna tissinio a

di

vore dell'Assentista et impresario delle truppe, e

deva e

Senato

Francesco

si

diceva,

si

si

fa-

cre-

desiderava, che fosse risultato per senatore cittadino uno

dell' altri

nominati

erano D.

che

Pietro

D. Placido

Spadaro.

A
dato

28 giugno. Sabato mattina


possesso dal

il

nella

Governatore

sig.

grande aula

senatoria

nuovi Senatori

alli

il

fu

Mon-

tauban, francese passato per spagnuolo, castellano del SS. Salva-

Francesco

tore, D.

Giacomo

di

che prosegue senatore cittadino,

D. Francesco Marchese, D. Giuseppe

Arena

M.a d'Amico, rustico melazzese, e

Antonino Ruffo, Gentiluomo

di

Camera

di S.

M.

D.

primogenito del principe della

L'Arena e Primo non voleva accettare

ma

tempi cosi scabrosi,


il

e Primo, D. Giuseppe

la carica

di

Scaletta.

Senatore in

alcuni Paesani lo persuasero a prenderne

possesso.
Il

Principe del Palco,

appena dismise

sceso dal palazzo senatorio, e senza che

la

carica

nemmeno

si

di Senatore,

fosse portato

una piccola barca per andare


le gran perdite e danni

in casa, noleggi e s'imbarc sopra

a Napoli a rappresentare alla Real Corte


causati dall'Assentista, impresario

rozza al Regio Erario di Sua


suoi interessati Arrendatarj;

delle truppe, D. Giovanni Car-

Maest
che

il

et

la

a questa

nostra Citt e

sera pervenuto all'orecchie

del sig. Principe di Villafranca, nostro Governatore, sped

luga armata con dodici soldati granatieri

andare

alla sequela e

uno delli
che aveva cercato

il

la

essendo

fautori e protettori dell'Assentista

non fare andare prima a Nariusc alla detta feluga, manGover.e, ad arrivare a sorprendere nel mare di Tropea

Carrozza, et

detto Principe del

data dal

fe-

.... per

prendere detto Principe del Palco

detto S.r Villafranca

poli

coli' Aiutante,

una

Palco.

barca col detto del Palco,

il

di

quale fu preso e con mali tratti

usateli condotto

a primo

luglio,

marted

rato nella Cittadella, sotto

il

mattina
frivolo

in

Messina

pretesto

che

e posto
si

carce-

era partita

397

MISCELLANEA

senza

Passaporto

solito

il

preso in Scilla

il

ma

detto Principe

cerato nell'Arcivescovado un sacerdote

compagnia

Palco

del

che

avea

si

Fu ancora

passaporto per andare a Napoli.

car-

era imbarcato in

si

del Palco, e furono ancora carcerati

marinari della

li

sua barca.

condoglio di questa

indicibile l'universale

Citt,

che tutta

rest funestata per tale occorso, e non ci persona di ogni ceto,

conditione et et, che

fortemente non mormori

Carrozza e

il

Principe

violenze, e

si

sono mandati corrieri

di

Villafranca

detto sig. Villafranca et

Il

il

serij

contro

il

detto

delle loro prepotenze e

a Napoli e Palermo.

Principe di Castellaci, Sindaco di

questa Citt, fautori dell'Impresario Carrozza, non hanno lasciato

che fare contro

il

dall'interessati nel

somme

certe

di S. E. sig.

di

Rev.do D. Antonino Gemelli, Procuratore eletto

Regio

Campo

e Bimestri,

ultimamente, per

et

denari regalate in Palermo, venuto un biglietto

Vicer a questo Secreto

acci

non riconoscesse

detto Gemelli per procuratore dell' interessati,


stico

ma

il

sig.

Vicer doveva sapere cbe Sua Maest nelle Reali

sue Istrutioni ordin che ci fossero


l'interessi del
Il sig.

al

essendo Ecclesia-

Patrimonio

di

due Deputati

Ecclesiastici

per

questa Citt, Peculio e Regio Campo.

Governatore Villafranca, per autenticare

le

sue scioc-

chezze, vuole che ogni persona che andasse, o vero ritornasse, da

Messina nella bassa Calabria, dovesse pigliare

con pagare grana

sei,

quandocch nelle Reali

suo passaporto

il

Istruttioni della De-

putaz.ne di Sanit in tempo del Vicer Laviefuille,

per

le

si dispone che
persone che vanno e vengono dalla bassa Calabria non si

deve pigliare passaporto.

La sera si sparsa voce per la Citt che venuto ordine di Sua Ecc. sig. Vicer che il Principe del Palco
si

luglio.

dovesse trasportare

carcerato

in

Palermo

Perch nell'anno passato

al

che

si

rattrist

una grande estrattione di frumenti dalla Sicilia per fuori Regno et in quest' anno
il raccolto del frumento del nostro Regno fu scarso, si teme perci di una nuova carestia e nelli paesi a noi vicini si discatutta la Citt.

ci fu

lato

il

peso del pane, per

jpane di Messina.

il

che quelle genti

si

prenderanno

il

398

MISCELLANEA

Per talune sere scarseggi

loglio.

il

pane

questa Citt, e la nostra gente per ingordigia

ma

dinaria provisione di pane,


capitati

li

cess poi la costernatione essendo

bastimenti, che portarono

li

grani comprati per servi-

gio di Messina; e per ovviare che di novo non


sina,

nelli forni di

faceva estraor-

si

per portarsi fuori territorio,

il

sig.

uscisse da Mes-

si

Governatore ha

fatto

chiudere in questi giorni

a i9

ch molte persone

nare in

una di notte, sicche dovevano ritor-

luglio, tutte le porte della Citt all'ora


nobili, e d'ogn'altro ceto,

dovettero restare fuori le porte Imperiale e Reale,

Citt,

e fu d'ordine del Governatore carcerato uno che sparlava per la


mancanza del pane.

La nostra

Citt

si

ritrova con grossi debiti contratti nel tempo

della carestia del 1764, per


rastieri,

per

li

li

frumenti presi

bastimenti

dalli

fo-

quali la nostra Citt venne condannata dalla Real

Corte di Napoli e dalla Corte di Sicilia a si5disfare a prezzi carissimi detti frumenti, et aggiungendosi ora una annata sterile fu,

ron( intimati

li

Nobili,

li

delle Maestranze per farsi

20

capi

di

Religioni

un congresso

di luglio, nel palazzo Senatorio,

per disgravarsi la Citt, e

si

la

e tutti

Consolati

li

domenica doppo pranzo,

per trovare

il

modo

pensato a discalarsi

il

e remedio
pane altra

oncia meno.

A
nella

20 luglio. Sicch nel doppo pranzo di detta domenica si un


marina e nelle strade contigue al pnlazzo Senatorio una

gran

folla di

mastranza e

di gente, e

venuto

preso da tanto numero, fece mettere su

le

il

Governatore, sor-

armi molta soldatesca

di questa Citt, e salito in Senato fece sentire a tutti, col

del Senato, conforme


di tanto

numero

si

era premeditato, che non

di gente;

persona per venire

quanto conveniva

iri

ma

Senato

ci

parere

era bisogno

che ogni ceto poteva eleggere una


la

domenica vegnente per trattare

in servizio di questa Citt

quel congresso, e non tutta quella gente

si

e cos

aveva

fu

disciolto

fatto salire nel

palazzo Senatorio!

22

regio per

luglio.
il

La notte

si

posto in

osecutione

quale fu estratto dalla Real Cittadella

l'

il

ordine vicePrincipe del

3*^9

MISCELLANEA

Palco, e posto sopra una feluga, con dodici

soldati granatieri, fu

per dare sodisfatione

portato carcerato in Palermo, e questo

al

Vicer, avendo detto Principe scritto e parlato con poco de-

sig.

coro

Signor Vicer in questi affari

di detto

Assentista

dell'

delle

truppe.

Dalla Real Corte di Napoli non sono sinoggi venute le risolu-

che

tioni,
sati,

si

credeva dover venire a favore della Citt

Palermo

Napoli

et a

somme

considerevoli

et interes-

che ha mandato

stante la prepotenza della parte contraria,

denaro

di

oltrech

personaggi grandi in Napoli e Palermo tengono interessi coll'Assentista delle truppe. In verit il sac. D. Antonino Gemelli, procuratore generale

dell' interessati

il

Citt et

non si hanno
hanno oprato con una mala condotta, che

ceduto col metodo regolare,

caco

questa

il

Principe

saputo regolare in questi importanti

del Palco,
fari, et

di

si

af-

se avessero pro-

avaria rimosso dalla carica di Sin-

Principe di Castellaci, protettore dell'impresario delle truppe

contro l'interessi Reali e di questo Pubblico, e detto Principe del

Palco sarebbe andato a Napoli a rappresentare quanto conveniva


alla

Real Corte.

A 24

Luglio. Gioved mattina una persona fece sentire al Se-

nato che per

vegnente

sabato

il

Popolo

il

nel doppo pranzo, e che averia presentato

un suo memoriale da

tore

alla

farsi

torcie accese, et avrebbero gridato

al

Senato e Governa-

Gran Signora

un dosello

Lettera, e che avrebbero alzato

averebbe sollevato

si

Viva

della

Sacra

col ritratto del Re,


il

Re !

e fuori

il

con

mal

governo ! Per il che il Senato stim anticipare il congresso che


si dovea tenere nel palazzo senatorio la domenica ventura, e lo
,

intim per

la

mattina seguente del venerd

ancorch giorno

di

funtioni ecclesiastiche.

Da alcuni

una inventione

Governatore e del Sindaco questa cosa della

del sig.

sollevatione del Popolo,

per

sensati

si

secondi

loro

che fosse

giudicato

fini,

per discreditare

questa Citt.

Nel detto giorno


sina

sig. D.

glie,

di gioved, nel

venendo da Napoli con

Leopoldo

un

tadella

figlio et

di Gregorio,

una

figlia,

la

doppo pranzo

capit in Mes-

Navarella Napolitana

marchese

di Squillace,

e dalli

cannoni

Ecc.mo

con sua mo-

e fu salutato dalli cannoni

come Tenente Generale,

l'

delli

della Cit-

bastimenti

MISCELLANEA

400

genovesi, che

ritrovavano in porto

si

Elia.

Questo signore, per

posti

li

figlio

cariche

palazzo della

nel

et abit

Regia Dogana, essendo Regio Segreto suo

principe di S.

il

che aveva

credito

nelle Reali Corti di Napoli e Spagna, poteva, se voleva, sollevare

quale riconosceva

la nostra Citt di Messina, dalla

ma

mento,

25

stofaro,

lui

non

Venerd mattina,

luglio.

prima

suo avanza-

il

lo fece (1).

di portarsi

tenne nel palazzo Senatorio

Giacomo e

festa di S.

di

gettarono varie propositioni di risparmi]

modo

parve a proposito

il

il

farsi

Crisi

congresso, dove intervennero molti

il

capi di Religioni et alcuni cavalieri et onorati cittadini, e

varsi in qualche

S.

Senato alle funtioni ecclesiastiche,

il

grosso

debito

due sorte

di

pubblici
della

pane

Citt, e fra

una

si

pro-

per disgra-

di

V altri

pane

pii

grosso, con restare al solito peso di oncie quindici la coppia, per

servigio dei Popolo, e l'altra di pane pi delicato

al

peso di on-

grana quattro, per servirsene le persone


nobili e facoltose e chi se ne volesse servire, conforme si costuna nelle principali citt d'Italia, la qual cosa non fu intesa con

cie tredici la coppia a

sodisfattione dalla gente, per

discalasse oncia

una

Citt ad oncie quattordici a

che dal Senato

il

con panizzarsi

di pane,

grana quattro

che

si

pane per tutta

la

conforme

si

si

il

risolse

la coppia,

cominci a praticare dal giorno

(1)

Questo illastre messinese

nenti del
il

lo

Regno

delle

due

in vero,

Sicilie e di

ascese alla cariche pi emi-

Spagna. Quando Carlo IH, lasciando

regno di Napoli, and a cingere la corona di (luella vasta monarchia,


condusse con lui in Madrid, insignendolo del grado di tenente gene-

rale degli pserciti, e di altre onorificenze, ed in seguito delle cariche di


segretario di Stato e governatore generale della reale azienda e delle fi-

nanze del regio erario,

di

sopraintendente delle zecche, di direttore del

commercio e della R. Giunta del tabacco. A 13


ottobre 1763 ascese al mnggiore ufficio di Segretario di Stato per il dispaccio universale di guerra, e a 15 febbraio 1764, al grado supremo di

supremo magistrato

del

consigliere di Stato, mentre che, quasi

contemporaneamente, otteneva

le npreme onoriflcnze dei Regni delle due Sicilie


dell'ordine reale del cordone rosso di S. Gennaro e

e di Spagna, quella
di

grande

di

Spagna.

401

MISCELLANEA

30

luglio

e per

grana quattro oncie

casali a

li

tredici la cop-

pia di pane.

Agosto. Si saputo che

Governatore Principe

principe del Palco sino che

Palermo

cesse andare in
tire all'infretta

con

sig.

il

ma

detto

un

soldati et

li

di potersi

signor

al

che mandasse in sua casa


Villafranca

sig.

officiale,

il

e poi lo fa-

in salute,

ristabilisse

si

del S. Vicer, e di pi lo fece

non ebbe tempo

Vicer aveva scritto

di Villafranca

lo fece

par-

contro la intentione

andare con tanta sollecitudine, che

portare in Palermo con

sue bian-

le

cherie. Si inteso poi l'arrivo di detto sig. Principe del Palco in

Palermo, e

carcerato nel Castello, dove ha ricevuto assai

di esser

complimenti dalla nobilt

di

Palermo.

una rinomata GongregatioVomohono, nel chiostro del convento di S. Girolamo, ed una Compagnia sotto titolo di S. Alberto nel convento
Li sartori di questa Citt (1) avevano

ne sotto

titolo di S.

del Carmine, e disgustatosi con

li

Religiosi

care, sotto titolo

(1)

conventi,

La maertranza dei

sin dal 13 ottobre 1513,

tembre

di detti

una chiesa imperfetta che aveva


di S. Demetrio, la compagnia delli

solsero di pigliarsi

1 Ind. 1522,

ri-

fatto fabri-

Calafati (2)

ebbe i suoi statuti in Messina


vennero modificati ed ampliati a 20 set-

sarti, custureri,

quali

per volont di trentasei honurabili fra consoli e

maestri di detta arte, e che vennero approvati dal Senato e dal Vicer
D.

Ugo

inediti

Moncada a 30 ottobre

di

stenti in

Nobile Citt d Messina,

la.

infra, ecc.

quali

li

capitoli della loro confraternita,

bono, hanno
(2)

Ne conserviamo

detto anno.

Capitoli, contratti e firmalo infra tutti li

la

gli statuti

Mastri Cusloreri

esi-

Mastri sunno nutati ut


sotto

il

titolo

di

S.

Omo-

data del 20 ottobre 1760.

La maestranza dei Calafati ebbe regolari statuti a 14 novembre


il culto in una cappella, dedicata a S. Demetrio, nella

1532, ed esercitava

chiesa di

S.

Giovanni Gerosolimitano.

Gallo, Apparato agli Annali della

Poscia, verso

volle erigere una propria Chiesa, col titolo


sito dirimpetto

perfezione,

gregarono

ma

il

monastero

per

il

contaggio del 1743

coi Zingai'i,

alla Vergine,

di Santa Elia,

li

il

1730

scrive

il

Messina, ed. 1756, pag. 119

citt di

questo santo, e prese

di

il

dove ridotta l'avea a qualche


ridotti a

poco numero,

quali nella stessa chiesa dedicarono

che col Bambino fugge in Egitto

si

ag-

un altare

ed attualmente stanno

402

MISCELLANEA

nella contrada di S. Elena,

che

detti Calafati se

Santa Chiara e

di

ne andarono dalla chiesa

quartiere di Terranova

simo numero, diedero

et

ora detti Calafati


chiesa

la loro

tarono a perfettione e la finirono


apertura

20 agosto.

Si preso

22

li

ora per la Citt

una per ogni coppia

oncia

la

coppia di oncie tredici, e

grana quattro

casali di oncie dodeci a

cia di pane, si voleva dal

che possedono

li

lochi di

supplica al Senato, la quale


della impositione sopra

che

opposero

tutti

campagne

e presentarono

una

il

si

il

salma

di

ma

si

si

lasci

si

al

discalo

debito della Citt

per

Granatarj

li

Regio Campo rilasciassero tari


frumento,

divenne

frumenti nel tempo della carestia,

sopra

questa altra on-

di

di vino, al

fu accettata

vino e

pensava ancora che per

si

de'

il

E per non

Governatore e Senato imponere per un

per ogni salma

altri tari sei

nobili,

per com-

e questo

frumenti.

li

disgustare la povera gente colla diminutione

anno

nuova

per la morte

Nobilt

dalla

lutto

il

prarsi presentemente a carissimo prezzo

li

quali la por-

vedova delle Spagne, madre del Re Cat-

agosto. Si discalata altra

di pane, restando

per

li

di tutto punto, e si fece la

ava del nostro Re.

tolico, et

di S. Restituta nel

che sono in pochis-

sartori,

alli

doppo

domenica 10 agosto.

di detta chiesa nella

della Maest della Regina

di S. Elia

il

parere

del pane,
le

compre

delle rendite

sei delli N. 21

sopra ogni

soprasedette.

di marmi e stucchi, non essendo per anche dall'intatto comCome afferma l'autore del Diario^ la confraternita dei sarti la
port a perfettione e la fini di tutto punto verso il i766. Questa chiesetta di S. Omobono
venne demolita dopo il 1848, insieme a quelle di

adornandola

pita

S.

Chiara, di

S.

Eiena e Costantino, della Candelora e ad altre, che sor-

geano

nella contrada di

Indi

sarti trasferirono la sede della loro

di S.

nelle

M. dell'Andria, trasportando in essa

titolare, di

mano

le

chiesetta

nella

pregevoli pitture

pi un quadro del santo tutelare

buona scuola del secolo

chiesa.

vicinanze del palazzo reale.


confraternita

il

del celebre lonzo Rodriquez, e la Vergine con

berto, opera dello Scilla


di

Terranova

XV 11,

da costoro lasciato

ai sarti

santo
S.

Al-

dei Calafati,

insieme alla

403

MISCELLANEA

30 agosto.

Il

Senato fece publicare Bando che ogni persona,

che volesse portare in Citt qualsiasi commestibile, frumenti, pasta, orgi, legumi et altri, lo potesse portare con pagare le solite
gabelle e dazi.

6 settembre. Sabato mattina, nel piano di Terranova, fu moun giovane soldato disertore, uscito a sorte alla morte
gioco con un altro soldato disertore.

schettato
col

8 settembre. Festa della Nativit e Sacra Lettera di noIl nostro Monsignor Arcivescovo iersera cant li Vespri solenni, e questa mattina la messa pontificale
e doppo l'Evangelio fece una predica in siciliano, e doppo la messa diede la
di

stra Signora.

solenne Benedittione Papale.

trova indisposto,

ma

Il

da pi mesi

detto prelato

lui dispreggia

la

malattia

et

si

ri-

ultimamente

Modica un buon medico.


medesimo malveduto da tutta la Citt per due motivi,
volendo
cio per non volere dare l'ordine alli preti Messinesi
che andassero a studiare prima nel Seminario, et inoltre per vofece venire da
Il

lere sostenere che suo fratello

il

padre D. Evangelista, tacesse da


Diocesi di Mes-

Vicario Generale in Palermo tutte le cause della


sina,

per

il

che

il

ha

nostro Capitolo

forti

fatto

rimostranze

al

Governo.
Il

Principe del Palco, doppo che pi

nel Castello di Palermo,

ordine dal
lazzo

il

sig.

Vicer, che andasse carcerato

trova indisposto, non

si

potuto

e perch
effettuire

Principe di Castellace ebbe dal

altro
tutti

anno nella carica


li

stiede

nel

carcerato

venuto

castello di Mi-

sacerdote D. Antonino Gemelli, che era Procuratore delli

interessati rendatarj di Messina

Il

tempo

tiene ancora in quella citt.

si

buoni

cittadini,

di

sig.

Sindaco

di

il

detto

Vicer

Messina

Gemelli

si

ri-

sua carcerazione.

la
il
,

prosegua per
con

un.

dispiacere di

che sanno molto bene quanto detto Castel

lace sia destruttore et inimico del bene della Patria.

21 settembre. Domenica

lenne sponsalitio della

la

sera

segu la funtione

dello so-

Marchese di Squillace col


e nipote del Marchese D. Giuseppe-

del

figlia

sig.

figlio del

Marchese

Asmundo

e Paterno, Presidente del Tribunale del Real Patrimonio,.

di

Sessa

404

et

MISCELLANEA

Procuratore dello sposo fu

il

Governatore

nostro

il

cipe di Villafranca, e la benedittioue la fece

Arcivescovo, et

il

gioved seguente vennero da

sina lo sposo col Marchese suo padre

il

26

Principe del Palco dal

(1),

otton^e.

Ora

Vicer

sig.

venuto al

vanno

alla peggio,

tiene in Palermo.

si

Senato biglietto di detto

Vicer per levarsi di deputato ecclesiastico del Peculio


bate D. Ferdinando Pistorio, nipote
melli,

Prin-

Palermo in Mes-

Ottbre. L'affari della Citt e suoi interessi

mentre

sig.

Monsignor

nostro

il

dell'

il

sig.

rev. ab-

Antonino Ge-

abbate D.

quale era un ottimo deputato, e guardava l'interessi del

il

Peculio.

31 ottbre. Venerd mattina presero possesso

dici della

Regia Audienza, che sono

giudice delle Prime Appellationi, D. Francesco


vio Verardi, quali stavano in Palermo, et

li

nuovi Giu-

Mondio

D. Pietro

che era

Ghinig, e D. Sil-

nuovo Giudice

il

delle

Appellazioni D. Giuseppe Allio.


Questi Giudici sono giovanetti et alquanto ignoranti et perci
il

Governatore Villafranca aveva

sig.

ma

essi,

invano. Ritard a venire

scritto in Napoli

resulta dalli nuovi Giudici, per causa che

il

sig.

minato per Giudici della Regia Gran Corte per


sina in

(1) Il

1750

la

sua dote ascese a 28 mila scudi.


;

cipe di
gliani,

in

signori

signori Paterno, siccome

di

Giunse ndi

e per questa circostanza

feste e serate in casa di molti


li

di

Mes-

ma

di Villabianca {Diari palermitani . voi. cit. pag.


avvenimento in data del 20 settembre, giorno di sa-

lermo a 27 ottobre 1766


tare

la piazza

marchese

La sposa chiamavasi Maria Angela, vergine


;

Vicer aveva no-

primo luogo D. Gaetano Montalto, nobile siracusano,

287), nota questo

bato.

contro di

da Napoli in questo anno la

vi

anni 16 nata nel


la

sposa in Pa-

sono state molte

che hanno voluto complimen-

signori marchese di

Longarini, prin-

Paterno Moncada, duca di Pratoameno ed il signor vicer Fosposa, una di giorno


il quale anche fece due visite alla signora
,

forma semipubblica o

gine 287 e

88.

l'altra di sera

Villabianca, Diario

cit.,

pa-

MISCELLA>A

per privilegio messinese,

min

D.

et in

iOl

secondo luogo

Barone

il

di Sica-

Francesco Avarna, nobile messinese, quale prima nomina

era fatta buona nella Giunta Consultiva di Sicilia in

Ma

Napoli.

Domenico Cardillo, il quale


fece una consulta separata a favore del Barone Avarna, allegando
che nelle cariche toccanti ai Messinesi, si devono preferire li naturali e non li privilegiati. Sicch, discussosi 1' affare nella Reggenza Suprema, fu determinato da Sua Maest a favore delli nase

li

oppose

Reggente Consultore

il

turali contro

privilegiati

li

Gran Corte Messinese


quale prese

il

detto

il

D.

risult

per

Barone

Giudice della

possesso in Palermo, dove

Regia

Avarna

D. Francesco

trovava, e fu dal

si

il

sig.

Vicer fatto dell'Aula Criminale.


Il

Protonotaro

Real Corte

per esser

di questo

di Napoli,

fatto

Regno, per l'informe richiestoli dalla

avendo

una favorevolissima consulta

fatto

Senatore cittadino D. Orazio Turriano

era stata

accolta ed accettata nella Giunta Consultiva di Sicilia in Napoli;

ma

il

prete messinese, che ha maneggiato questo

poli, si

Suprema Reggenza e fece riclamori contro il


modo che dalla detta Reggenza fu risolto di esclu-

port nella

Turriano, di

dersi dall' intutto


fatto

in Na-

affare

il

Turriano e

di spedirsi

Senatore cittadino D. Placido Spadaro

era stato posto in secondo luogo nella

il
,

biglietto

che

nomina

in

per essere

questo anno

del Senatore cit-

tadino dal Protonotaro. Venuta questa notitia in Messina

marono contro

Spadaro

lo

cesco di Giacomo,
scrissero, et

il

Turriano

rappresentarono che

allar-

si

Senatore cittadino D. Fran-

l'attuale
li

personaggi suoi aderenti, et

lo

Spadaro non poteva essere

Senatore, perch interessato in una causa frumentaria che ora

Senato vuole ripigliare,

et inoltre fecero

il

che dal Protonotaro fosse

mandata al Senato una lettera, acci intimasse al detto I). Placido


Spadaro che subito prendesse possesso della carica di Console cittadino dell'arte della Seta, che fu obbligato ad accettare, essendo
stato

nominato in secondo luogo

era scusato. Et
daro,

il

il

giacch

il

primo nominato

Senato fece una ingiuntione penale

quale prese

il

possesso, et

possesso al Protonotaro,

il

il

Senato mand la

quale se ne valer per

si

al detto Spa-

fede

del

non fare

riu-

sopra

Ca-

scire Senatore lo Spadaro.

Novembre. Per una lunga contesa

di giurisditione

il

406

MISCELLANEA

sale di Gastanea, tenimento di questa Citt, tra

li

Monsignori Ar-

Gran Priori Gerosolimitani di Messina rest per


civescovi e
un grandissimo tratto di tempo detto Gasale nullius diocesis, et il
Papa eliggeva un Delegato Apostolico per fare da ordinario del
loco in quel casale, e soleva essere un Ganonico della Protometropolitana di Messina. Sicch nell'anno 1762 si fece una concordia fra il fu Monsignore Moncada, Arcivescovo, et il Gran Priore
di S. Gio. Battista di Messina
per mezzo del suo luogotenente
Commendatore Gargallo, Ricevitore della Sacra Religione Gerosoli

limitana in questa; quale concordia, consistente in molti capitoli,


fu confermata in quell'anno 1762 dal
sta Bolla Pontificia

non pot avere

Sommo

Ma

Pontefice.

que-

Regio Exequatur per molte

il

oppositioni e difficolt incontratesi, e finalmente dalla Real Corte


in Napoli fu ordinato di farseli dare

rono dal

sig.

Vicer

con suoi

Arcivescovo, al luogotenente
Messina,

il

biglietti,

del

Regio Exequatur
date

le

Gran Priorato

et al

che ebbe qualche ingerenza in questo affare

seguito, in questo

mese

di

novembre,

si

port

il

notitie a

sig.

e fu-

Mons.

Senato di
(1).

Et

in-

Commenda-

tore Gargallo con la sua corte al casale di Gastanea a prenderne


il

possesso della spiritualit in detto

casale,

cordia, e perch anticamente la Sacra

a tenore della con-

Religione

Gerosolimitana

pretese qualche giurisditione temporale in quel casale,


del

medesimo hanno

li

naturali

fatto ricorso al nostro Senato, acci si

vedesse che nelli tempi da avvenire non

si

prov-

facesse qualche pregiu-

ditio alla nostra Citt.

La Compagnia

di

Santa Caterina Vergine e Martire, nominata

delli Bottegari, solennizz

in questo

sua fondatione, con l'espositione

di

anno un centennario della

cinque giorni del Venerabile

delle quarant'ore, e ci furono vespri,

messa cantata da un cano-

nico e la sera del giorno della festa

(1)

Da una Giuliana di scritture

Messina, rilevo

la

esistenti nelV

seguente indicazione

del

Archivio Senatorio di

(iocumento suddetto, regi-

strato nel voi. Diverso dell'anno i767, fog. 131,

r.

sotto la data del 27

aprile di quell'anno; Bolle Potitificie per la giurisdizione ecclesiastica

fra

il

Priorato della Religione Gerosolimitana e V Arcivescovo sopra

casale della Castanea.

il

407

MISCELLANEA

25

novembre

di

vi fu la

processione

cinque con(raternite, e portava

SS.

il

nico, e sostenevano le aste del baldacchino

infine veniva

il

uscirono

quale

nella

Sacramento

detto cano-

il

Senatori

li

togati, et

Governatore con torcia in mano, e si fece il giro


Citt, et in ultimo si spar un castello di

per buona parte della


gioco di fuoco,

alzato

nel

piano avanti

detta

chiesa

di

S.

Ca-

terina.

nostro Monsignor Arcivescovo

Il

doppo aver

fatto

una villeggiatura

fare la visita della stessa citta, et

una

notitia

ritrovava in

si

capo

nel

Milazzo

di Milazzo

and a

essendo pervenuta in Messina

che Monsignore stava gravemente ammalato in quella,

furono per ordine del Regio Segreto fatte apponere le guardie


nel palazzo arcivescovile, ma poi furono levate perch non seguit
la gravezza del male.

26 novembre. Fu frustato per la Citt con le bastonate un


di Bordonaro perch aveva mescolato del gibiso nelli
sacchi della farina, che macinava e portava al farinaro di questa

molinaro

Citta, et

il

li

sacchi della farina mescolata

Essendo vacato

l'officio di

di questa Citt,

li

col gibiso.

Governatore Magazziniere del Peculio

Senatori pensarono

di grossi debiti del

di

Peculio

prezzo andasse in beneficio del

che parte

Senatori e Sindaco

giorno seguente, accompagnati da

furono gettati a mare

medesimo

farne
et

vendita, et

la

il

in disgravio in qual-

consulta a

la

fattasi

Sua Ecc.a per via del Tribunale del R. Patrimonio fu approvata la risolutione del Senato, e fu venduto questo officio per
,

onze 700.

29 novembre.

partiti

da Messina e

Il

Marchese

si

portarono

di Squillace
nelli

pochi giorni prima di tale partenza

il

loro
detto

e sua
stati

di

moglie sono
Calabria, e

Marchese fu

eletto

Governatore deirill.ma Arciconfraternit del SS. Rosario de' Bianchi e della Pace, e fu concluso il matrimonio tra il Marchesino
D. Leopoldo, figlio del Regio Secreto Principe di S. Elia, e nipote

con la figlia del Prinmorte del detto Marchese lo


Squillace resta al suo primogenito in Mes-

primogenito del detto Marchese

di Squillace,

cipino della Scaletta, e cos doppo la


stato e

marchesato

di

408

con disgusto della sua seconda moglie

Sina,

che

MISCELLANEA

lo lasciasse alli figli del

Giorni a dietro capitato

Compagnia

lirsi la

Tare questa Citt


tecip

del

il

che avrebbe voluto

letto.

tanto sospirato

Commercio

(1),

dispaccio di abo-

quale invece

la

di solle-

apport grandissimi danni, de' quali ne par-

le

Regno, e per ora

il

secondo

si

restituita

uno e mezzo per cento

interessati la quarta

all'

parte del loro capitale, de' quali non han

percepito se non che

l'anno.

7 dicembre. Perch han successo molti furti in tempo di


promulgato un bando che ogni sorte di persone che
avessero da caminare per la Citt doppo le ore due e mezza di
notte, si

andare col lume acceso, e trovandosi senza lume


fossero prese dalle ronde e portate nelle carceri e si cominciato a fare uscire le ronde, composte dalle Maestranze, per annotte, dovessero

dare tutta

(1)

Fu

le sorti

la notte

per

istituita allo

commerciali

di

le strade della Citt (2).

scopo di rialzare

Messina dopo

sotto gli auspici del governo,

la catastrofe della

e principalmente per ristabilire l'industria


fiorente.

Ne

un capitale

fu
di

promotore nel 1752

il

delle

peste del 1743,

un tempo tanto

sete,

vicer duca di Laviefuille, ed ebbe

300 mila ducati, in azioni di 500 ducati, sottoscritte da

negozianti e da nobili messinesi. Nel 1753. nella regia stamperia di Francesco Gaipa, se ne pubblicarono gli statuii, in

compagnia di commercio, prom.ossa dalla


plare

citt di

Messina

sotto

4*

nobile,

Capitoli della

nuova

fedelissima ed esem-

benigni auspici e protezione del glorioso

augusto monarca Carlo Borbone re delle due

Gerusalemme, eie.
duca de Lavienel tempo
fuille, vicer e capitan generale in questo regno di Sicilia
in
Messina.
Con
l'aggiunta
dell'ordini
rendenza
e
statuti
indi
sua
della
pubblicali d'ordine del governo per le grazie e privilegi alla riferita
dal

sommo

Sicilie,

zelo dell'eccellentissimo signor D. Eustachio

compagnia conceduti
(2)

in questo regno fin' oggi.

Sino alla met dello scorso secolo

la citt, di

notte, restava

pletamente al baio. Solo scorgevasi qualche lume dinnanzi


icone.

Fu

il

vicer Duca de Laviefuille che Istitu

la

alle

comwolt

Deputazione della

notturna illuminazione, facendo assegnare sul patrimonio urbano scudi


loco annuali per

il

mantenimento di molti fanali,

collocati

distanza, con bella simetria per tutte le strade principali,

in

debita

oltre

ad

409

MISCELLANEA

Monsignor Arcivescovo ha voluto proseguire per la sacra visita delle terre da Melazzo in qua
e lo ha fatto sopra le sue
forze perch veramente ammalato, e si strapazzato a bastanza,
et a quantit grande di persone ha conferito il sacramento della
,

Cresima, et ultimamente

trovava in Calvaruso.

si

14 dicembre. Quest'oggi

si

retti

per spararglili,

erano uscite

et

da entrare

aspettava che avesse

in Messina, et erano stati apparecchiati in diverse


le

strade morta-

carrozze con

personaggi

per incontrarlo, quando vennero genti che riferirono che Monsi-

gnore in detta terra


suo male

e che

Calvaruso aveva avuto

di

stava

medici da Messina

et

aggravato.

altri

\isulti

del

Furono mandati a chiamare

essendo rinvenuto,

portato in Messina

fu

nella lettiga, et alle ore quattro di notte arriv

al

palazzo arci-

terra

di

Calvaruso fu

vescovile

detto Prelato, al quale

il

nella

data la estrema untione. Alcuni preti promovendi agli ordini eb-

bero

le lettere

nati da quel

per andare a Patti per essere ordi-

dimissoriali

Monsignor Vescovo.

19 dicembre. Si ordinata nella messa la colletta pr in-

firmo per

Non

nostro Arcivescovo,

il

Spadaro,

si

quale non peggiorato.

era pensato in Napoli che fosse fatto Senatore D. Vin-

cenzo Ajello,

messa

il

essendosi fatto riuscire per Senatore cittadino D. Placido

di

il

nuovo

onze 60 pef

la

quale anni a dietro era stato posto in nomina; ma,


in

campo

la

nomina

di D.

illuminazione della marina

Orazio Turriano, doppo

da

corrispondersi dalla Do-

gana, dal Regio Appalto del Tabacco, e dal Senato. La inaugurazione di


questa illuminazione fu a 20 settembre 1752.

restavano buie e non mancavano

incombenza

atlldata

per

tennio di questo secolo.


il

lo
Il

pi

delitti.

ai servitori,

Ma

L' uso

malgrado
di

ci

portare

dur sino

al

il

le

vie

fanale,

primo quaran-

nostro D. Pippo Romeo, nella briosa

cicalata

conto senza Voste (1787), ricorda questa usanza a proposito di doversi

ritirare

una sera senza servo

e lume, perch

il

suo servitore

Matteo non benignossi, com'era sempre l'uso,


Di ritrovarsi in casa del Prence Calvaruso.

Arch. htor. Sic. N.

S.

anno XX.

27

MISCELLANEA

410

molti dibattimenti super di averne questi lo intento.


dalla
si

Regenza

sbrig

il

biglietto Reale, dal

e poi

biglietto

il

la

Protonotaro

Patente di Senatore

persona del detto D.n Oratio Tardano,

speditosi

di questo

Regno

Cittadino

in

quale la mattina del

il

sabato,

17 gennaio 1767, prese


cesco di Giacomo,

che non poteva essere

coli

un'altro, stantecch

un

ma

il

il

Senatore

detto Turriano

Turriano sopragiunsene

il

aveva ottenuto o comprato

Barone, sicch non poteva essere Senatore Cittadino,

titolo di
il

possesso, con dispiacere di D. Fran-

quale ha proseguito sinora. Oltre quelli osta-

il

medesimo Turriano non

fa

uso di tale titolo di Barone, e

super di avere la Giuratia.


L'affari dell'interessi di

gono

critici,

questo Publico

avendo ultimamente

d'arme una parte

di Citt,

il

Sig.

maggiormente diven-

Vicer stabilito per Piazza

che mai stata tale

in pregiuditio

delle giurisditioni del Senato e della Regia

Audienza;

nato di Palermo

non

alcuna per

le

il

Principe dello

Palco

si

et ritor-

feci

cause contro l'Impressario delle Truppe,

un zelante Senatore vuole che si


que Senatori non consentiscono.
Essendo disperata

pi cosa

ancorch

facesse tale causa, e l'altri cin-

la salute del noslro

Monsg.e Arcivescovo di

23 gennaro, venerd mattina, si fatta la publica Fundi darseli il SS.mo Viatico a tenore del Ceremoniale di Ve-

Blasi a
tione

scovi, e dalla Chiesa Protometropolitana uscirono

in

processione

con torcie accese in mano tutti li Seminaristi, tutto il Clero del


Duomo, e li Rev.mi Canonici, con tocchette e cappa di lutto, con
torcie in

aste del

mano, e portava il Santissimo il Rever.mo Decano, e


Baldacchino erano portate dalli Senatori, et andarono

le

al

Palazzo Arcivescovile e nella stanza del Prelalo, che era in letto

con mezzetta e stola, fu letta la Professione della Fede da un R,eligioso, non potendola leggere da se stesso l' infermo Monsignore,
il quale bens fece un sereno discorsetto, et il Decano poi
lo comunic. Ritornata la processione al Duomo, fu poi esposto il Venerabile nell'altare maggiore siccome si torn ad esponere nel
doppo pranzo, e si recitarono le Litanie de Santi, facendosi preghiere per Monsignore per tre giorni, e per tre mattine si espose
,

411

MISCELLANEA

il

Santissimo

Parrocchiali, e delli Regolari

Chiese

nelle

Mo-

niali.

Al 31 gennaro, sabato mattina

tutte

femine povere della

le

furono dall'Arcivescovo portate al Duomo, dove sentirno una


messa, e pregarono la Beatissima Vergine per la salute del PreCitt

lato,

l'ammalatia del quale stata assai stravagante, e l'altro ieri

stava per spirara l'anima, e


nerale,

ma

sono date

si

ora pare alquanto

respirato.

le dispositioni

dubitava

Si

per

il

fu-

che forse

veramente avanti che avesse venuto Arcie si dice se pure vero, che

fosse stato fattorato, e

vescovo teneva molte indispositioni


essendo sempre stato un

era stato av-

ottimo e zelante religioso

velenato da suoi Monaci.

Al primo
di questa

feltravo 1767, domenica.

notte passata, se ne pass

Rev.mo Monsignore

I).

Alle ore sette e tre quarti


all'

Gabriele Maria

eterni riposi

civescovo di Messina, e questa mattina alle ore undeci

rono a sonare

le

Campana grande

campane
e poi

Duomo con

del

del

segno

del

le

Ecc.mo e
Ar,

comincia-

nove tocchi della

li

Pontificiale, et

mortorio a lungo, e sequitarono poi tutte

l'

Benedettino

di filasi,

campane

infine col
della Citt.

Et essendo stato imbalsamato il suo cadavere si venne in cognitione della sua vera infermit, che mai fu stata prima conosciuta
dalli Medici. Li suoi intestini

furono portati per sepellirsi

Chiesa della Maddalena de suoi padri Benedittini


affettionatissimo, e questi Padri

li

nella

de quali era

corrispondevano generosamente.

Egli mor in et di anni 54, mesi 10 e giorni 20, essendo nato in

Palermo a 10 marzo

dell'

anno

1712.

Govern

Chiesa di Mes-

la

sina anni due, mesi sei e giorni tre, avendosi verificato appuntino

una Profetia

fatta

essere Arcivescovo

da una serva
di

di

Dio in Palermo, che aveva da

Messina per anni due e mezzo. Riusci un

ottimo prelato, mansueto, umile e di bel cuore


tutte le funtioni ecclesiastiche, e
feste si

Coro

quando era

messagrande sopra

il

Soglio

tutte le fatighe vescovili, strapazzandosi

rono

la

indefesso a fare

portava alla Cattedrale, assistendo alle ore canoniche nel

et alla

travagli

in salute in tutte le

li

averanno accelerato

sua condotta e

li

la

et era instanchevole

molto

che forse

li

suoi

morte. Due sole cose oscura-

conciliarono poco

amore

di questo Po-

412

polo

MISCELLANEA

una

persona

la costitutione di

di

suo fratello

un Vicario Generale

Padre D.

il

nedettino, per tutte le cause della

eretto

un Tribunale

in

Evangelista

Grio.

Diocesi

di

Palermo
di Blasi,

Messina

in

Be-

avendosi

in Palermo, et alle rimostranze fatte dal Ca-

pitolo e Senato diede sua Ecc.a S.r Vicer

minatione; e

l'altra

la convenevole deterche non volle promovere alli ordini sacri

alcun Messinese, perch

li

Messinesi non vollero

andare nel Se-

minario, conforme nelli suoi Editti Monsignore avea prescritto.


In Messina

il

nostro Monsignore era

da Procuratore
ancora Benedettino,

assistito

Generale, da un altro suo fratello religioso

Padre D. Salvatore di Blasi, soggetto assai degno e dotto e dotato


di una gran prudenza e maneggio (1). Aveva intentione il prelato di conferire

li

posti

vacanti a persone di

delle cariche, et invigilava

per

il

qualit, e

degne

Catechismo. Mor in tempo che

aveva sodisfatti li gran debiti contratti per le spese che


dovette fare quando fu eletto Arcivescovo e pensava ora di fare
di gi

cose alla Chiesa e di accrescere le limosino.


Il Rev.mo Capitolo, congregatosi la mattina, conferm primieramente tutte le patenti delle confessioni e fece dare pleggeria
,

al Segretario del defonto


bili del

suo

officio,

Arcivescovo per molti defetti imputa-

e se detto Segretario

vemente indisposto sarebbe

stato posto

non

si

nelle

avesse trovato gracarceri.

Il

Capitolo

cass et abol gualsivoglia titolo fuori la Diocesi sentendo del vicariato in Palermo.

mandata ambasciata da parte del Rev.mo Capitolo a Monsignore Arcidiacono D. Corrado Deodati e Moncada di desistere
Si

dalla carica esercitata di Vicario Generale di Mons. Arcivescovo,

Gran Corte Arcivescovile stata portata in casa


Rev.mo Decano del Capitolo.
Si port poi il Rev.mo Decano al Palazzo Arcivescovile e

e la verga della
del

chiuse e sigill l'archivio e la Segretaria

et altro sigillo si

pose

per ordine del Regio Segreto dal Mastro Notaro.

(Ij

Nacque

in

Palermo nel

plioe e particolarmente

la

1719.

Coltiv

le

storia patria siciliana.

sacre e profane

Fu valente

disci-

nella Ar-

cheologia, paleogralla e bibliografla, o pubblic molte dotte memorie. Mori


in et di

'J5

anui nel 1814.

413

MISCELLANEA

Nel primo gran salone del palazzo Arcivescovile, apparato

domasco cremesi, si alz attaccato al muro u


ascendeva con scalini al di sopra stava
un dosello arcivescovile di lama di oro, e sopra il letto, coperto
con una grandiosa coltre di domasco bianco con tre flabal di
tutto con falde di

alto talamo, al quale si

color rosso, et

al

di

sopra

la coltre vi

stava la coltre

dell'

opera

de' sacerdoti, et un'altra coltre di tersanello torchino dell'Arcicon-

fratemit delli Azzurri. Stava esposto

con

vestito pontificalmente,

le vesti

pettorale e pallio Arcivescovile, con


scini, et alli piedi ci

con

le

stava

banderuole con

le

il

il

cadavere dell'Arcivescovo

da messa violacei, con croce


bacolo e croce sopra

il

Cappello Prelatitio, e 4 paggi

armi

li

co-

erano

gentilitie del defonto, et alli fian-

chi vi stavano molti candelabri con

torcie accese. Nel

detto

sa-

celebrarsi le messe le mat-

lone furono eretti cinque altari per

quadro della Beata Vergine


della Sacra Lettera, ardevano tutto il giorno continuamente domaggiore altare con

tine, e nel

lo

candele per altare.

deci torcioni, et nell'altri altari ardevano sei

doppo pranzi li regolari andavano a cantarli l'officio de'


morti. La galleria era con falde nere e con torcie, siccome nella
scala vi stavano torcie per illuminarsi le sere e ci andavano
Nelli

tutte le genti

r altra

si

per vedirlo, e per una

descendeva, e per

scala

ascendeva e per

si

non succedere disordini

vi

stavano

soldati.

A
si

3 febbraro. La mattina

li

reverendi Sacerdoti dell'opera

portarono all'Arcivescovato e dissero

in suffraggio dell'anima del prelato.

Rev.mo Capitolo

Il

tato per fare alcuni atti capitolari concernenti

(1),

messa cantata

l'ufficio e

giun-

presente sede

la

vacante, e ricevette alcuni Cavalieri fratelli mandati al Capitolo


dall'Ili.

(1)

ma

Arcicon fraternit degli Azzurri per concertare

Col titolo di

San Pietro alV Opera

preti, fondata di sacerdoti

dale, affinch

intende

confraternita dei

cui

mancasse

la

dovuta as-

ed aiuti a spese della comunanza.

chiesa, sotto l'antico titolo, trovasi nel largo del

palazzo Arcivescovile,

la

cere-

messinesi nel 1642, e che aveva pure un Ospe-

confrati poveri ed infermi

sistenza, avessero ricovero

s'

il

Campo

La loro

dirimpetto

il

414

MISCELLANEA

moniale delle funtioni da


Fatta notte segu

uscendo
Dispersi

dimani mattina.

sera e

solenne trasporto del cadavere alla Cattedrale,

il

processione primo

nella
(2),

questa

farsi

li

veniano dodeci clerici

di

figlioli

Angelo

S.

(1) e

li

che portavano dodeci croci

delle Parrocchie della Citt, e poi le tre croci delli tre cleri Greco, Latino e Gerosolimitano; tutto

Protopapa con
conventi,

li

le vesti sacre,

soliti

il

seguivano

vennero in questa processione

per questa sol volta, a motivo che

snesi,

della stessa loro Religione

mano, veniva poi


civescovile,

il

il

il

il

seguitavano

Padri

li

li

di

Rego-

Il

la verga
ceremonie del Rev.mo Capitolo et il
detto Crociferario e Mastro di ceremo-

armerlino,

et

ma

le

gramaglie nere,

sic-

capitano dell'Arcivescovato e mazziero avevano le grama-

Venivano poi a due

li

Rev.mi Canonici con

li

tenevano

paggi, e

li

morto Arcivescovo era


Musici con torcie in

col cappuccio in testa, e

glie.

tutti

Benedettini Cas-

capitano della Gran Corte Arcivescovile con

mano, et il maestro
mazzero del medesimo.
nie non avevano cotta

tit

loro stendardi, e

li

Crociferario, che portava alzata la Croce Ar-

in

come

tutti

col suo

Cappuccini, e poi tutti

li

uscire alle processioni, con

con torcie accese, e cantavano salmi. Doppo

tutti

lari

clero della Cattolica

li

canonici non portavano

grande

di torcioni

veniva

la

la

la

cappa

di coro,

coda della cappa

torcie. Attorniata poi

li

loro

da quan-

bara col cadavere del Prelato, e

bara era portata con due coltri, cio quella grande di


domasco bianco e la piccola torchina di San Basilio. Li angoli della prima erano sostenuti dalle tre dignit, dalli Rev.mi
la detta

di

Decano, Cantore et Arcidiacono, e dal Canonico pi anziano, che

erano pure con


fifatelli delli

(1)

la

cappa

di

coro e cappuccio in testa

Azzurri tenevano

li

Intendi della confraternita di

5.

Angelo dei Rossi

ceto dei cittadini dell'Ordine Senatorio nel 1542,


zioni Jippiovate dal vicer D. Ferrante

800 principale scopo

di

educare

le

e quattro

angoli della coltre torchina della

e regolata

istituita dal

da costitu-

Gonzaga a 15 marzo 1543. Era

fanciulle ed

fanciulli

orfani

di

IkoigUe civili cadute in bassa fortuna. La istituzione dura tuttavia nella.

aa

antica dimora, nella contrada del Paraporlo, oggi via dei Verdi.

{2)

Oggi Convitto La Farina.

415

MI8CELL>

loro Arciconfraternita. Immediatamente alla bara venivano quattro


clerici,

che portavano inalberati quattro Crocefissi denominati di

morte, e Capitolo, veniva dietro

il

nato togato senza torcie in mano,


della IH. ma

Compagnia

gentina tutti

li

San

di

Governatore della
mezzo di loro

et in

Citt,
il

il

Se-

Crocefisso

con la loro sercon torcie accese in mani, e

Basilio, et infine

fratelli di detta, tutti

seguiva in ultimo la carrozza prelatitia, et ogni cosa spirava una

pompa

grandiosa

funerale, che tutto

ammirarla. Et in arrivare

minata tutta
si

la

machina

ha da esponere

4
con

feyraro,
le

popolo a

vidde illu-

si

o sia castellana

accorse ad

folla

Duomo

quale

nel

cadavere; dove la seguente mattina,

il

mercord,

due menzionate

alli lati, e

tumolo

del

il

processione al

la

si

vidde esposto sopra

coltri,

capello prelatitio

con

alli

talamo, coperto

il

bacolo e croce Arcivescovile

il

piedi

ardendo

all'

torcie e blandoni con 4 paggi con le banderuole

intorno assai

e tutti

machina funebre,

paggiotti clericotti assistevano nella

li

suoi

e sopra la

stavano

porta maggiore della Cattedrale et attorno al tumolo vi

che facevano mentione delle eroiche virt


gesta
grande
Arcivescovo
estinto (1). L'altare maggiore
del
e
era con sei blandoni sempre accesi, e molte candele accese erano

ben adatte

avanti

il

iscrittioni,

quadro della Beatissima Vergine, coperto. Tutti li altari


candele sempre accese e dalia

della Chiesa erano con quattro

mattina a buon ora sino alle ore venti sempre

messe in suo suffraggio.

Il

soglio

arcivescovile

si

era

celebrarono
col

dosello

violaceo alzato.

Al tempo d cantarsi la messa fu illuminata tutta la grande


machina del tumolo, e venne il Governatore con li Senatori togati, e cant la gran messa il Rev.mo Decano della Protometro-

(1)

Le

iscrizioni che

blicate dal dottor

D.

adornavano

il

Michele di Garbo

che egli ne recit nel monastero

di S.

tumulo, vennero raccolte e pub,

insieme

alla

orazione funebre

Martino delle Scale

di

Palermo

Orazione per la morte di monsignor D. Gabriello Maria Di Blasi e Gambacurta, gi abate della congregatione Cassinese, arcivescovo di Messina, recitala dal sacerdote dottor D. Michele di Garbo nel Sacro Gre-

goriano monastero di

S.

Martino

delle Scale ecc.

Palermo

nella stam-

peria de' SS. Apostoli, per D. Gaetano Maria Bentivegna, 1768, in

fol.

MISCELLANEA

416

politana, e

mano,

in

il

doppo la messa recit la oratione funebre, con la carta


Padre lettore di Teologia D. Gio. Battista Gardena, si-

ragusano, monaco Benedettino,

quale anni a dietro fu discepolo

il

Roma del prelato, che allora era Lettore col; et il predicatore


aveva una giacca, o sia gramaglia, nera. E poi si fecero le cinque
assolutioni al tumolo dal Rev.mo Decano, e dalli Rev.mi Cantore,
Arcidiacono e due Canonici pi antichi, e nel tempo delli sopra-

in

fossi
il

li

restanti Canonici l'estaro nel coro colle

accese, et

torcie

Bancone con le torcie acvenne l'Arciconfraternita


Azzurri con le torcie accese, e li re-

Governatore e Senatori nel

di loro

cese nelle mani. Finite queste funtioni

primaria

di S. Basilio delli

cit l'offlcio de morti, e poi calato

il

cadavere dal talamo fu

ri-

posto nella cassa foderata di piombo, coU'assistenza di detta Ill.ma

Compagnia,
la quale
gli

la cui coltre di seta

Rev.mo Decano

il

torchina fu rinchiusa nella cassa,

aveva due chiavi e due frmature

una chiave

della Chiesa, e l'altra

se la pi-

Governatore

il

Azzurri. Detta cassa col cadavere fu sotterrata vicino

il

delli

muro

del

della Chiesa, in fronte dell'altare del Signore Resuscitato, dove

Te

star sino a che

si

far

il

mausoleo

marmi

di

avendo disposto

nel suo testamento Mons. Di Blasi che, a sue spese, dalla sua eredit si facesse

civescovo D.

mausoleo

il

Tomaso

di

marmi con

cada, e di Mons. Arcivescovo D. Gabriele


daglioni e retratti di tutti e tre prelati

(1)

di

depositi di Mons. Ar-

li

Ignoriamo su quale autorit

il

M.a

nel voi.

XIX (Iella

scrive,

di Blasi,

(1).

nostro autore abbia potuto affermare

questa disposizione del defunto arcivescovo

priore delli Cimbri

Fra Tomaso Moncon li me-

Vidal, Mons. Arcivescovo

invece,

Di

Blasi.

Dal

padre

Villabianca, Diario Palermitaro,

il

Biblioteca Slorica e letteraria di Sicilia del Di

Marzo,

Palermo, Luigi Pedone Lauriel ed. 1875, pag. 3. D. S;ilvatore Di Blrsi,


fratello del fu degnissimo monsignore, fu curato intanto di erigersi alla

memoria
l'altare

del difonto prelato

un superbo mausoleo

maggiore del Santissimo Sacramento e

Lettera del riferito

duomo messinese >.

alla localit precisata dal Villabianca

Il

di

in

un

de' pilastri del-

Nostra Signora della

monumento, contrariamente

venne eretto

ed ammirasi tut-

tavia, in tino della navata destra del tempio, vicino la porta laterale dei

prospetto principale,

opera

di

commendevole esecuzione

palermitano Ignazio Marabitti. Leggesi


nel

tomo primo

di esso

una

dello scultore

minuta descrizione

delle Notizie de' letterati di Sicilia, pag. 199 e seg.

417

uisgellkea

Tutte

con

riuscirono con tutta la possibile magnificenza

le funtioni

la diretione

dell'Ili. e

diede l'incombenza

il

morte

rispetto della

marchese

Gamporotondo,

di

al

quale

fratello dell'Arcivescovo. In questi giorni

non

del nostro Pastore

si

per

fecero comedie nel

Teatro, e nelle strade non vi furono persone mascherate.

A 5 fbraro, gioved mattina si radun nelle sue stanze il


Rev.mo Capitolo, e fattisi li scrutinj secreti, presedento il Rev.mo
Decano coU'assistenza di due degni reverendi sacerdoti, risult per
Vicario Generale Capitolare della Gran Corte Arcivescovile per
tutto il tempo che durer la sede vacante il Rev.mo Dottor D.
,

Pietro Paolo di Stefano, canonico della Cattedrale


l'atti

capitolari delli precedenti giorni stabilito

cario G.le Gap.e

si

avendosi nel-

che

il

nuovo Vi-

facesse per tutta la durala della sede vacante,

e ci a pluralit di voti, perch molti canonici sensatamente vo-

levano che

eliggesse

si

il

Vicario per mesi

levano eliggere per Vicario

Arena Primo
la carica,

ma

il

sei.

Molti canonici vo-

Rev.mo Can.co Decano D. Alberto

e giorni a dietro lo pregarono di volere accettare


lui

generosamente

Capitolo elesse tutti

l'officiali

la rifiut. Il detto Ill.mo e

dell'Arcivescovato

della G. C. Arcivescovile furono eletti

li

per assessori

extogati della Regia

Corte che sono in Messina e due canonici.

Non

si

tolo notific

li

ecclesiastici diocesani.

con sue lettere a

a pieno tutta la

torato,

li

la

sua conferma, e sino a

Rev.mo Capitolo ed suo Decano esercita


giurisdi tiene ordinaria, e nel tempo della sede

tanto che verr tutto

vacante

per non agRev.mo Capi-

Vicer questa eletione di

S. E. sig.

Vicario Generale Capitolare, et aspetta

Il

Gran

fece alcun Vi-

cario Generale che andasse alla visita della Diocesi

gravare maggiormente

Rev.mo

il

bacoli di argento delle due dignit, del decanato e can-

non tengono attaccato

6 fbraro 1767.

Il

lo fazzolettello bianco.

Senato

di

Messina diede parte

al S.r Vi-

cer della morte del nostro Arcivescovo, e lo preg che nella no-

mina aver da fare de soggetti per questo Arcivescovato


piacesse nominare a S. M. soggetti Messinesi.

11 fbraro,

fece fare

il

mercord mattina,

il

funerale con musica per

si

com-

Rev.mo Capitolo a sue spese


il

defonto

Arcivescovo di

418

con

Blasi,
il

MISCELLANEA

'

celebrare molte messe, e cant

farli

messa grande

la

Rev. Canonico Decano, prima dignit del Capitolo.

Essendo venuta
onorifici biglietti,

approvatione fatta dal S.r Vicei' con due

la

uno

diretto al

nuovo Monsignore Vicario

G.le

Rev.mo

Capitolo, e l'altro per

Canonico

il

prese questi

di Stefano,

possesso di questa carica

il

16 febraro, lunedi mattina, portandosi alla Cattedrale, associata

da

tutti

li

assessori et attuarj della G. C. Arcivescovile,

carrozze, e dalla sagrestia del

Rev.mo Capitolo

col

Sacra Lettera,
ceregii,

il

et

Duomo

si

portarono
notaro

Vicario, inginocchiato, lesse avanti

sione della Fede, poi

Decano inton

il

il

li

biglietti vi-

Decano

Beum

Te

il

assieme

Congregatione delle

all'aula capitolare nella

avendosi letto dal mastro

con molte

tutti

la profes-

e disse

tione et ascesero in seguito alla protometropolitana per

l'ora-

adorarsi

Sacramento et all'altare maggiore della Beat.ma


Vergine, e sonarono le campane del Duomo e li canonici erano
col ferraiolo et accompagnarono sino alla porta maggiore della
chiesa il Vicario, che, postosi in carrozza, collo stesso assodamento
all'altare del SS.

di Assessori et attuarli, se

ne ritorn a casa, e nel piano del

una grandiosa quantit

fu sparata

mortaretti.

di

Duomo

Nel seguente

giorno

febraro 1767,

si

vidde un editto stampato

dove Mons. Vi-

cario Capitolare ordina alcune cose concernenti al

buon governo

spirituale.

venuto in Messina

il

Rev.mo

Battista, generale de' Padri

et

P.

Mercedarj

Fra Raimondo da
scalzi,

il

S.

Gio.

quale messinese,^

rimarchevole che in questa religione egli solo

si

trova Mes-

sinese.

27 fbraro. venuta

uni nuovi Gentiluomini


e fra questi

ci

Elia, messinese,

Marchese

(1)

fu rill.e

di
I).

la notitia

Camera

Francesco

Regio Segreto

che Sua Maest ha

fatto al-

Cavalieri della Chiave di oro,


di

di Messina,

Gregorio Principe

di

S.

primogenito dell'Ecc.mo

di Squillaci (1).

Gentiluomini di camera con esercizio nominati furono: Francesca

MISCELLANEA

4 9
I

In questo Carnovale, oltre le comedie in musica

per tutto l'anno nel teatro della Munitione

che

sono

ci

sono

ci

molti

stati

giochi della Papara, in diversi giorni e strade, e molte buone

schere nelle strade, e nel Collegio


tata

ma-

rappresen-

delli Scolopij ci fu

una comedia.

A 4 marzo

1767

primo giorno di Quaresima fu dato prinDuomo, dove in questo anno predica l'a-

cipio con la predica nel

bate D. Giovanni Cicala, messinese, per la seconda volta,

teneva

l'altro atto di eletione di

aveva

ottenuto dal S.r Vicer un biglietto

il

quale

predicatore per l'anno 1772,

per

nostro

il

ma

Senato,

che essendoci vacanza, in questo tempo avesse in consideratione


di far predicare

da predicare
napolitano,

ramo

nel

il

il

detto Cicala. Occorse che in questo

Quaresimale in Messina

ma non

Regno

il

anno aveva

Sambiase,

P.

pot venire perch fu eletto Vescovo

ebbe

di Napoli, sicch

il

pulpito

il

detto

teatino
di

Te-

Cicala.

Nella chiesa de' PP. Domenicani predicava un Padre Calabrese,


nella chiesa della Casa Professa de' Gesuiti predica
copio, palermitano, ottimo predicatore

Priorato

di

di S.

il

e nella chiesa

San Giovanni Gerosolimitano

Monforte, dell'ordine de' Minimi

il

del

Gran

Padre Miraglia da

Francesco

10 marzo. Giorno quarantesimo doppo

Padre Pro-

di Paola.

morte dell'Arcinel quale il defonto prelato averla compito


l'anni 55 della sua et, essendo nato a 10 marzo dell' anno 1712,
nella chiesa della Maddalena del Monasteri de' PP. Benedettini
la

vescovo, e giorno

se

li

celebrarono solenni esequie, con una politissima castellana,

mezzo la
Chiesa, e la messa grande fa ponteficata dal Rev.mo Padre abate
Arezzo, doppo la quale recit una oratione funebre il Padre Saricca di cera, con iscrittioni e retratto del prelato

Antonio Bonanni e Borromei, Principe

in

di Roccaflorita, figlio

primogenito

del Principe della Cattolica, e Vincenzo Ventimiglia ed Agliata, conte Ven-

timiglia e barone di Gratteri

monte, nobili palermitani.

Principe di S. Elia fu nominato gentiluomo-

di

camera

Il

figlio

primogenito del Principe

di entrata, Villabianca, op. cil., pag. 5.

di

Bei-

420

MISCELLANEA

Ionia, siracusano, Lettore di Teologia, et infine

fecero le cinque

si

monaci graduati.

assoluzioni al tumolo dall'abate e

A 20 marzo, venerd, alle ore undici pass a miglior vita il


Rev.mo Padre D. Emmanuele Patti da Messina, abate di questo
monasterio de PP. Benedettini, e per essere
Patriarca

S,

Benedetto,

il

vigilia

la

del

gran

cadavere del padre abate non fu esposto

nella chiesa della Maddalena,

ma

per tutto

il

giorno stiede esposto

nel Capitolo, vestito ponteficalmente.

26 'marzo, giorno settimo dopo

D.

Emmanuele

se

li

fece

il

Patti da Messina, nella chiesa

non

solenne funerale, che

morte per essere stata

della sua

morte del Rev.mo

la

si

retratto del defonto, e cant la messa

nel giorno

Bene-

con
il

iscrittioni attorno

Rev\mo P. abate Arezzo,


Lettore Sail Padre

messa recit l'oratione funerale

lonia e doppo

pranzo

fare

la vigilia della festa di S.

illuminata con torcie e grosse candele,

la

de PP. Benedettini

pot

mezzo della chiesa una benintesa castellana

detto, e si alz nel

e finita

P. abate

dalli

si

fecero le cinque assolutioni al tumolo; e nel doppo

Regolari

de morti e per tutto

delli

il

sonarono a mortorio tutte

A 28 maggio

conventi della Citt

dissero l'ofRcj

si

giorno cominciando dalla sera antecedente,

campane

le

della Citt,

i767. Ritorn in Messina dal suo stato di Squil-

laci in Calabria l'Ecc.mo D. Leopoldo di Gregorio con tutta la sua

famiglia. Li Padri minori conventuali di S. Francesco tennero in

Messina

il

vinciale,

Capitolo per l'eletione del di loro

con aver venuto una quantit

sono state

famose prediche e panegirici e conclusioni

in chiesa

publiche di Teologia,
tecedenti,

doppo

Padre ministro Pro-

di religiosi graduati, e ci

come

costume di farsi per tre giorni an-

de' quali la

mattina del venerd,

di detto mese, fu eletto ministro Provinciale della

Rev.do P. Maestro Reggente Greco

di

processione nella chiesa, fatto un giro


Citt, es.sendo stato

Presidente

gente Prestandrea

messinese

4utta la Provincia.

il

per

alcune

strade

della

molto Rev.do P. Maestro Reg-

il
,

Sicilia

Terranova, e fu portato in

il

quale tiene

il

dispotico sopra

421

MISCELLANEA

Nella presente sede vacante

Vicer

sig.

11

avanti

sollecit

il

nomina a Sua Maest delli soggetti


degni per questo Arcivescovato, e nomin in primo loco il Padre
di fare la

tempo accostumato

secondo

Spinelli, teatino, nobile palermitano, ottimo predicatore; in

loco

D. Scipione Ardoino

Padre

il

teatino

nobile messinese, vi-

cario generale dell' Archimandritato di Messina

l'Arcidiacono della Chiesa

Moncada.

et in terzo

Messina D. Corrado

di

Deodati

loco
e

de

nostro Senato aveva fatto forti suppliche al Vicer et

Il

a Sua Real Maest per essere eletto Arcivescovo qualche soggetto


messinese, e diede l'incombenza all'agente della citt in Napoli,
abate D. Giacomo Bottari, di dare

risposta per

quale abate Bottari ha insistito appresso

appresso

et
si

Ministri della

li

discusse l'affare, e

li

questo

effetto, il

S.ri Consiglieri di Stato

Suprema Giunta Consultiva

di Sicilia;

parl ancora dei Padre Maestro, Fra Giu-

si

seppe M.a Ermanno, Messinese, ex provinciale del terz'Ordine di


S. Francesco, il quale nemmeno era stato compreso nella nomina
fatta dal vicer, e
riti li

con

tutti

li

motivi che dovevano essere prefe-

Messinesi, e con tutto che nella Giunta ci sono due Reggenti


di meno si fece
meno per perve-

Consultori messinesi, Gardillo e Pensabene, non


la consulta a favore del Padre Spinelli; non di

nuta detta consulta nel Consiglio di Stato di Sua Rea! Maest


stata sospesa l'eletione dell' Arcivescovo, et stato insoffribile la

importunanza del Padre

Spinelli,

che

si

ha travagliato

maggior

al

segno per scippare l'Arcivescovato, che ha recato nausea


Ministro et a

tutti

quei signori della Corte.

Giorni a dietro venuta la notitia che

anno

sto

per

il

alli

di aprile di que-

Spagna cacci da tutti li suoi domiuj li Gesuiti


stato, e si suppongono complici di quella solleva tiene

Re

affari di

Primo

al

di

dell'anno passato successa in Spagna, per la quale se ne dovette

fuggire

il

Marchese

di Squillaci. Li Gesuiti di

Napoli e di Sicilia

stanno in grandissima costernatione e dubbio, non sapendo di quel


che loro succeder, e sentono grandi dispiaceri delli disastri della
venerabile Compagnia di Ges.

Per

la festa della

un apparato pi
giore, e si

per

il

Gran Signora

della Sacra Lettera

sfarzoso delli anni passati per

venne ad accrescere

che giorni addietro

in Senato e dissero che

si

li

la

la spesa assegnata

si

fatto

Chiesa Mag-

per tale

festa,

Consolati delle Maestranze andarono

contentavano che per quelli giorni della

MISCELLANEA

422

festa si levasse oncia

una per coppia del pane,

che

dasse per abbono della spesa; sicch

si

ricaverebbe

si

che

denaro

il

si

co-

pane ad oncie dodeci la coppia dalla mattina


del sbato 30 maggio, e per altri tre seguenti giorni, et il popolo
minci a calare

non

lasci di

il

mormorare

e lamentarsi

di

scalamento

questo

di

oncia una.

31 maggio, domenica mattina nel palazzo Senatorio, con

solite formalit, dal Sig.r

Governatore

diede

si

le

possesso ai cin-

il

que nuovi Senatori: D. Giovanni Ardoino, Marchese

di Sorito, D.

Oratio Turriano, cittadino

aggregato D.

confirmato

Nicol Merenghini, D. Giovanni Stagno


Battista

Balsamo Viperano.

Il

per tale rinunzia

capitano

Marchese D. Gio.
il Duca D. Gioquale non volle accettare
,

et

il

sesto sarebbe stato

vanni Ruffo, Principe della Foresta,


la carica, e

il

il

in Napoli dove si
Bartolomeo Natoli, si pro-

fatta accettare

trovava D. Michele Natoli, padre


pose questi, non ostante che, per

di D.

suoi precedenti, fosse stato

li

conosciuto incapace di poter avere la giuratia per


bilit delli offlcj

che

tiene.

Non

di

meno

si

detto Natoli,

il

quale attende che

li

si

facesse Senatore

venisse da Palermo

glietto e la patente, quale essendoli pervenuta, prese


toli

il

ri-

incompati-

maneggi fortemente

nella Corte, che fu scritto al S.r Vicer che


il

la

il

il

bi-

detto Na-

possesso della Giuratia nella vigilia del Corpus Christi.

Giugno 1767. Qualche tempo

a dietro la Rea! Corte ordin al

Vicer che facesse fare la nomina del nuovo Sindaco di Messina,

non appi'ovando Sua Maest il prosiegue del Principe di Castellaci; ma il Vicer non volle fare il nuovo Sindaco
e seguita il
Castellaci, sicch vanno alla peggio l'interessi della Citt, maggiormente per la mala riuscita et oscitanza delli Senatori,
Per la coUatione delli ordini sacri nelli quattro tempi di Pentecoste molti preti, parte col Breve Pontificio dispensando all'anno
,

del lutto, e parte per ^vere beneficij, ebbero la dismittoria di an-

dare ad ordinarsi in Tortorici da Mons. Vescovo Gerbato,


fu data facolt dal

Quando

si

Rev.mo

al

quale

Capitolo.

stava a.spettando che forse venisse qualche corriere

da Napoli con l'avviso

di essere stato eletto per Arcivescovo di


Messina Mons. Ardojno, conforme facevano sperare le ultime let-

423

MISCELLANEA

tere venute da Napoli colla solita staffetta delle

lettere

Regno

stato

capitata la notitia da Napoli di essere

Arcivescovo di Messina

il

Padre

Giovanni Spinelli

D.

fuori

di

per

eletto
(1),

Palermitano, de' Chierici Regolari Teatini, quale avviso

nobile

fu

rice-

vuto In Messina con universale dispiacere, e l'Ardojno fu pregiudicato dalle rappresentanze fatte in Napoli di essere ignorante.

Una buona

notitia

per venne da Napoli colla medesima

fetta, che propostosi nel Consiglio di Stato a

staf-

Sua Real Maest,

la

consulta aveva fatto la Giunta Consultiva di Sicilia in Napoli a

favore del Rev.mo Capitolo di Messina per


tione alle due dignit del
cidiacono, nelle

medesmo,

prime vacanze

suo dritto della

di quelle dignit,

dosi in tutto al sentimento della Giunta


al Sig.

il

Vicer di Sicilia per spedire

ot-

cio del cantorato e dell'ar-

li

si

il

Re uniforman-

drizzato

1'

ordine

convenienti biglietti

et

canonico Mannamo, che fu quello che smosse queste acque

il

non

pot conseguire l'Arcidiaconato.

Doppo

morte del Principe

la

dova, da Milazzo,

si

di

Bucchieri la Principessina ve-

port in Palermo, dove risiede la Principessa

vecchia di Villafranca, et ambedue sono capitali inimiche di questi

Sig.r Principe e Principessa di Villafranca, e questi

vano che

li

loro nipoti

si

allevassero in Messina

domanda-

sotto la di loro

educatione.
Si dibatt questo punto, et in

diose spese, et alla fine questo

Palermo
S.r

et in Napoli,

Principe

di

con gran-

Villafranca

potette ottenere altro che per ora venisse in Messina

il

non

primoge-

nito solamente, e che non stasse assieme con li S.ri suoi avi, ma
che stasse nella Casa della S.ma Annuntiata de PP. Teatini sotto

educatione e cura del Padre Granata, teatino Messinese, il quale


and a prenderlo in Gefal, e per terra facendo il loro viaggio,

la

entr oggi.

(1) Monsignor Giovanni Spinelli e Lanza, dei baroni della Scala, nato
Palermo a 12 settembre 1717, chierico regolare teatino e valoroso
predicatore, succeduto nella carica di Arcivescovo di Messina al defunto
Monsignor Di filasi, moriva anche lui in detto ofHcio, li 30 marzo 1770,

in

di anni 52 di sua et.

Secondo

il

Villabianca

Op.

cit.

pag. 22

egli

fa

consacrato arcivescovo di Messina dall'emenentissimo cardinale Brandforte con altri

dri teatini.

due vescovi

assistenti, nella chiesa di S. Silvestro dei pa-

MISCELLANEA

424

28 Giugno,
trare

doppo pranzo,

nel

di

domenica in Messina, e

furono sparatine di mortaretti e gran

ci

nell'en-

folla di gente.

Per quanto occorso per li Gesuiti di Spagna, questo G-overno


modo fece che le congregationi segrete che in ogni setti-

di bel

mana

tengono nella Gasa Professa de PP. Gesuiti,

si

dell'oratorio di S. Filippo Neri, non

porte serrate,

ma

PP. Gesuiti

fratelli

li

si

Gasa

Congregatione

a porte aperte, cosi nella


congregati non

e nella

facessero per l'avvenire a

si

mettono pi

il

sacco

de'

come

solevano praticare.

Con la staffetta sono venute lettere da Napoli scritte dal nuovo eletto nostro Arcivescovo al Senato e Capitolo di Messina, dandoli conto della promotione a questo Arci-

4 Luglio

i767.

vescovato.

luglio, lunedi,

il

doppo pranzo nel piano

fu fatto morire appiccato sopra le forche


fu tagliata dal boia la mano,
poli,

il

quale fu disertore et

12 luglio.

Il

Terranova fu

di

e poi

che fu morto

nostro Ill.mo e Rev.mo Capitolo ricevette

glietto di S. E. S.r Vicer,

il

li

un soldato dei Reggimento Real Naammazz un sergente.

partecipa la sovrana risolutione, che annuendo

il

il

Real ordine,

quale, in seguito di

Re

bili

alle instanze

del Capitolo vuole che nelle future vacanze delle dignit di Can-

tore e di Arcidiacono, faccia

il

Capitolo uso della legge

della

o-

zione a favore de Canonici pi anziani. Simile biglietto fu mandato

da

S. E. all'eletto

avvenire

di

nostro Arcivescovo in Napoli, per astenersi nello

conferire

furono drizzati sopra

le

dette

questo

due

dignit, et altri

duo

biglietti

affare all'Arcidiacono Deodati e ca-

nonico Mannamo.

Fra tanto
della

la

nostra Citt resta al maggior segno mal contenta

del

eletione

Padre Spinelli a nostro Arcivescovo

il

quale

riputato per un personaggio ambitioso, simoniaco, e superbo; e

doppo che fu

eletto in Napoli arriv

una

lettera del

che voleva che fosse Arcivescovo di Messina


dell'oratorio di San Filippo Neri di Palermo,
della Cattolica,

Il

il

Re

Spagna,

Padre Bonanno

fratello del Principe

detto Mons. eletto Spinelli acceler

in Roma, non curandosi dello intenperio

di

dell'aere

ad

andai*e

con questa

425

MISCELLANEA

andata pregiudic una tale quale pretesa delli Vescovi di


di non portarsi pi in Roma ad esaminarsi e consacrarsi
li

oltramontani

Vescovi

verebbe aderito
il

nostro Monarca

il

come

quale pretentione facilmente

alla

Sicilia

ma

per

a-

perdere tempo

non

nostro Monsignor eletto lasci queste contese, premendoli assai

che avesse

la Bolla Pontificia

per potere prendere possesso quanto

pi presto pu dell'Arcivescovato, maturandosi


agosto

il

cattedratico,

giorno non

per

si

il

15 dell'entrante

alli

quale toccheria al Capitolo, se in quello

trovasse aver preso possesso. In oltre,

sua

facilitare la

vescovo non ricus


l'anno, che ora se

di accettare

una pensione

Arci-

onze due

di

che

dice,

cento

impose sopra questo Arcivescovato, con grave

li

Chiesa e Citt

pregiuditio di questa

stantech

accompagnando

precedente

nella

sede vacante l'Arcivescovato di Messina fu reputato


bile

si

pretentione e desiderio di essere fatto

impensiona-

istanze al Senato di Messina. Si disse

le

cora che per scippare l'Arcivescovato


fatte a' Principali Signori di Napoli,

oltre

le

an-

grandiose offerte

vedendo che

Real Corte

la

prendeva a fare l'Arcivescovo qualche soggetto messinese, finse


una lontana descendenza che teneva da una delle famiglie antiche
patrizie Messinesi.

25

luglio

capitata la notitia che la mattina

mese

nelli fu in

Roma

della

dome-

Monsignor D. Giovanni Spiconsecrato Arcivescovo di Messina dall'Eiuinen-

nica, dodeci di questo

di luglio,

tissimo Sig. Cardinale Branciforte, ancora Palermitano, e la fun-

tione

il

si fece

nella Chiesa di S. Silvestro de' PP. Teatini, dei quali

nuovo Prelato

Et apport gran meraviglia che in

(1).

in pochissimi giorni fece quanto in molto tempo, doppo

termini, che dovea passare l'altri Prelati doveano


forse sar stato

Romana

facilitato

per

il

servizio

presenza in

di portarsi di

Roma

li

Roma

ordinapj

dimorare

che prest

alla

ma

Corte

per essere esaminato e

consecrato.

Questa sera

drammi

in

Musica

musica denominate

(1)

Teatro della Munitione

nel

si

cominciarono

di

Vedi nota precedente.

Ardi. btor. Sic. N.

li

non rappresentandosi pi comedie in


Cappa e Spada alla Napolitana. Sono ve-

all'eroica,

S.

anno XX.

28

MISCELLANEA

426

nute in porto due galeotte napoletane, quali portarono un sciabecco

mari di Sicilia.
venuto in Messina il Rev.mo Padre Gorrittore Generale de
Padri Minimi di S. Francesco di Paola, il quale un padre palercon Turchi, frodato

nelli

mitano.

Agosto 1767. Le cose del nuovo Arcivescovo sono seguite con

maggior sollecitudine e fretta che non si averebbe crequando si dubitava che le Bolle Ponnon avessero passato per andare a Palermo per esecuto-

tutta la

duto, e successero a volo; e


tificie

vennero da Palermo dette Bolle esecutoriate e venne ancora la procura fatta dal Prelato in persona di Mons. Canonico
di Stefano a prendere il possesso in suo nome di questo Arciveriarsi,

scovato, et
il

il

detto canonico di Stefano ebbe da Mons. Arcivescovo

prosiegue di Vicario Generale, quantunque

che

si
dava per certo
nuovo Vicario Generale aveva da essere Mons. Arcidiacono

il

Deodati, e cosi prosieguono tutti

Gran Corte Arcivescovile sino

ministri

l'altri

alla

nuova

officiali della

et

dispositione che far

il

prelato.
^

agosto, marted doppo pranzo, giorno festivo del li

nostri

Santi Protettori Principali Placido e Compagni, la nostra Nobilt

con

visita si

port in casa di Mons. Vicario Canonico

dove fu dispensata quantit di rinfreschi, e venuto


gato, e passati

sua carrozza

il

li

convenevoli complimenti

il

Vicario Generale Procuratore

il

di Stefano,

Senato to-

Senato port nella


quale

il

era

col

rocchetto e cappa rossa violacea canonicale. Al Iato della carrozza

andava
zata,

il

Capitano della Gran Corte Arcivescovile colla verga

perch perdurava

il

al-

Vicariato Generale Capitolare nel Cano-

nico di Stefano; seguitava una carrozza col tiro a quattro vacante,

propria del Vicario, et indi un altra carrozza


piene di

di

mandata dal Duca Spucches e poi


nobilt. Per dove si passava sonavano

a quattro,

Duomo

a gloria. Arrivati al
Duomo, dove si trovarono

il

si

rispetto col tiro

carrozze tutte

le

tutte le

tutti

li

Rev.mi Canonici, ancor

col rocchetto e cappa rossa e violacea canonicale,


pitolo, si assisero nelli loro

tione,

che rappresentava

campane

portarono alla Congregatione sotto

banconi,

postali

in

il

essi

Senato e Ca-

detta Congrega-

l'aula Capitolare, e sopra l'altare

mag-

427

MISCELLANEA

giore

sederono alla destra Mons. Vicario Generale Procuratore,

si

il Rev.mo Decano con li coscini sotto li


Gran Corte Arcivescovile col Capitano

et a sinistra
lati tutta la

mastro notare della stessa furono

alzata, e dal

le Bolle Pontificie

dirette

all'Arcivescovo

polo della Citt e Diocesi, et a tutti

questo Arcivescovato.
et

il

Senato

si

leggere

finite di

verga

ad alta voce

lette

suffraganei

di

Procuratore

Vicario

il

posero in carrozze, et andati alla Chiesa Protome-

tropolitana entrarono per la porta maggiore, ricevuti


tolo,

et

Capitolo, Clero, Po-

sudditi

li

piedi

colla

e Mons. Vicario,

assistito dal

Capi-

dal

Rev.mo Canonico Decano, and

a baciare l'altare maggiore, e poi detto Vicario qual Procuratore


si

port a sedere nella

dossello, e

li

Arcivescovile sotto

cattedra

canonici stiedero nel coro et

cone e dal detto Mastro Notare sopra


gere tutte

e poi

di mortaretti nel

si

tornarono a

andava

alzata la verga.

il

leg-

sparata

la lettura fu

piano della

Cattedrale,

Senato ricondusse Mons. Vicario alla sua casa, et

il

della carrozza

sfarzoso

il

Senato nel suo Ban-

soglio

doppo

le dette Bolle Pontificie, e

una grandiosa quantit

il

il

a'

fianchi

Capitano dell'Arcivescovato, che portava

La nostra

Citt resta

dispiaciutissima

di

questo

Arcivescovo, che lo sa per un Corteggiano, amante delle Gonversationi; e

li

nostri canonici lo

guarderanno

di

mal occhio per

il

Cattedratico che perdettero, che ci averla toccato per ogni cano-

nico da onze cinquanta in circa

doppo

alli

il

avesse preso

si

possesso

il

fortuna

di

questo

16 di luglio seguir dovesse la solenne Gano-

nizatione di sei novelli santi, et

meroso l'intervento
et

si

15 di agosto. Si incontr, per buona

li

Arcivescovo, che

perci

se

delli

il

Papa desiderava che

fosse nu-

Arcivescovi e Vescovi in questa funtione;

diedero le dispositioni per accelerarsi

disbrigo delle Bolle del nostro Prelato.

Fu

la

consecratione

fatto

Procuratore

Generale delle rendite et introiti dell'Arcivescovato D. Francesco


Guardavaglia, mercante messinese.
Sino
luoghi

nostri ultimi tempi era Commissario Generale delli


Terra Santa un padre minore osservante di natione

alli

di

spagnuolo,

il

quale sempre resedeva

pochi anni a dietro

li

nel

convento

di

Messina, e

Padri Palermitani cercavano di non depen-

dere da questo padre Commissario Generale, quando, per


tenza che fece da questo Regno

la

par-

Padre Commissario
Oenerale spagnuolo, riusc ad un religioso Palermitano di avere
di Sicilia

il

hiscellnea

428

Commissariato Generale di Terra Santa, conferitoli dal Rev.mo


Padre Fra (Clemente da Palermo, Ministro Generale de' Minori
Osservanti dell'ordine di San Francesco, et apr la sua residenza
et avendo ora venuto a morte in Palermo questo
in Palermo
il

Padre Commissario Generale, un Padre minore osservante messinese, che era vice Commissario in Messina, ottenne di essere stato
eletto dal Rev.mo Padre Ministro Generale per Commissario Generale di Terra Santa e cos ritorn al Convento di Messina, la
residenza del Commissario Generale di Terra Santa.
,

Settembre i767.

modi perdurare

Principe di Castellaci ha volsuto in tutti

Il

nell'oflElcio di

grandioso discapito dell'interessi della


nella carica di

il

Citt, et

ora

di

Amico

che fossero pi amministrati, conforme

sicch
il

non

giusto

che

si

farina,

che

vi speranza

Patrimonio e

il

Peculio della Citt, et ogni cosa tende alla rovina,

sperare cosa

subentrato

li

Sindaco un' altra persona della stessa

Barone D. Giuseppe M.

li

Sindaco del Senato di Messina con

non si pu
buono da questo mal nato melazzese, e si vede

di

prescelgono a bella posta per Senatori, Deputati e Sindaco,

persone proprie

et

atte a distruggere

ammiserire

et

il

Patrimo-

nio e Peculio.
che, per ordine della Real Corte di Napoli,,

Erano molti giorni


si

era levata la pratica libera della Sicilia con la Calabria e Re-

gno

di Napoli, e

Malta

vi

era

beramente in

il

non

potette andare dalla gente di Messina alla

si

perch

festa di Reggio,

era inteso in Napoli che nella isola di

si

male contaggioso e che

Sicilia.

Ma

li

Maltesi

praticavano

li-

poi,

a 4 ottobre 1767, venne l'ordine di aprirsi il Lazzaretto.


tempo che avevamo la prattica chiusa le nostre
lettere della Sicilia non si ricevevano in Calabria, perch non le
sapevano profumare, e si mandavano in Palermo
et avendo in
In questo fra

questi giorni approdato in Siragusa

alcuni

Cavalieri

provenienti

da Malta non furono ricevuti, siccome altri Cavalieri che venivano da Malta non furono ammessi in Messina e d'ordine della
,

nostra Deputazione di Sanit furono apposte guardie per tutto

nostro littorale, e

le

felugho

ohe

ieano pigliare parecchie di bovi,

venivano da Catania

come

solito,

il

non poe ne meno li ma-

429

MISCELLANEA

felughe poteano scendere in

ri nari di dette

terra a tirare con le

corde le felughe.
Nel giorno 17 febraro

dell'

condanna

di

dursi

Cappella

quel

dalla

anno passato 1766 non si potette


di forca, dove stava per con-

morte

eseguire la

ragazzo

villano

Gasalotto

del

delli

Cammari, per avere arrivato le lettere di gravame spedite dal


Commissario Generale D. Bartolomeo Serra, e passato molto tempo si venne ad esaminare e discutere questa causa nel Tribunale
della Regia Gran Corte Criminale dove non furono fatte buone
le lettere di gravame dell' officio dello Spettabile di Serra (1), e
,

fu determinato che

delinquente Giuseppe Cacciola

il

mettere in Cappella per poi morire su

tione a tutta Messina tale risolutione della

ch

si tornasse a
Rec ammiraRegia Gran Corte, per-

la forca.

teneva per massima che chi una volta avesse entrato in

si

Cappella non poteva di nuovo entrarci


essere afforcato

e fu compassionato

il

quale non ebbe in Palermo chi facesse

condennato a morte per

caso di questo giovane,


le

il

sue parti in Gran Corte,

dove, al contrario, molti facinorosi hanno avuto la fortuna di liberarsi dalla morte, alla quale erano

Audienza
ra,

di Messina, e

che nel mese

stati

condannati

dalla Regia

pochi giorni a dietro quella donna Manna-

gennaro era stata condannata a morte in Mes-

di

sina per avere avvelenato

il

proprio marito, et era stata compli-

ce dell'avvelenamento che aveva fatto della propria moglie

Reazzi

(2),

nel Tribunale della Regia

Gran Corte scapp

per validissimi mezzi interposti in Palermo, e fu

il

notar

morte
condannata ora
la

a carcere perpetuo con essere stata frustata col capestro al collo


in Messina. Quelli titolati che l'anno passato scrissero allo spettabile
di

Serra per avere

vore

il

gravame, vollero seguitare

di questo reo, e si

cooperarono che

si

lo

impegno a

postergasse

fa-

qualche

giorno a farlo rientrare in Cappella, e spedirono un corriere serio


a Palermo con

supliche a Sua

Eccellenza

per ammettersi una

revisione di questa causa, e furono mandate lettere di raccoman-

datione al
di

sig.

Marchese

ottenere la gratia.

di Squillace
fattosi

il

per parlare col

conto che

il

sig.

Ci)

Vedi in questo Diario, sotto

la

data i2 febraro i766.

(2)

Vedi in questo Diario, sotto

la

data i8 genyiaro 1766 e

tiva nota.

Vicer

corriere poteva ri-

la rela-

MISCELLANEA

430

tornare mentre che

perch, secondo le regole,

Saa Eccellenza
Sicch

darva.

la giustizia si

per potere arrivare

del sabato

sig.

ottobre, e

dovea eseguire

mattina

la

corriere con la gratia

il

Vicer non fu concessa quello che

ma da
doman-

si

con

10 ottobre fu eseguita

la

giustizia

doppo pranzo

di

detto sabato

stato condotto al tardi del

ancora

era in Cappella senza aversi

l'afflitto

afforcato, fu posto in Cappella la mattina del gioved

essere
l'afflitto

Cacciola alla forca, alzata al di fuori della Porta Imperiale, dove


fa fatto morire afforcato.

lo

ottobre.

Dal Banditore a cavallo, con

Tamburinari a cavallo,

promulgarono

si

festeggiarsi per tre giorni lo

D. Ferdinando con

la

li

Trombettieri e

Sovrano Re

del nostro

sponsalitio

date per

le dispositioni

Reale Arciduchessa D. Maria Giuseppa,

del fu Imperatore Francesco Primo, e sorella del presente

figlia

Impe-

ratore Giuseppe Secondo.

18 ottobre, domenica mattina

del Governatore e Senato,

messa
le

et

il

Te D&um, et

il

il

Duomo

nel

coli'

intervento

Rev.mo Canonico Decano cant

la

squadrone de soldati nel Piano fece

sue scariche delli archibugi. Nelli tre giorni consecutivi di do-

menica, luned e marted,

nelli

doppo pranzi

Militari nel piano di Terranova, e verso

noni della Cittadella, e

le

il

furono

ci

retratti de Reali Sposi

li

tardi le salve de can-

li

Si

palazzi dell' Arcivescovo

vernatore e del Senato, della Regia Audienza

del

retratti del

li

Un

Re

del Go-

li

doselli

sacerdote messinese chiamato D. Rosario Conti, cappellano

Una

ti;

e Regina (1).

della chiesa di Santa Maria della Previdenza

titolo

appararo

Ministro della

Reale Azienda e dell'appalto del Tabacco, che avevano

con

esercizi

sere ci fu qualche luminaria nella Citt,

e le comedie in musica nel Teatro della Monitione.

con

li

relazione

di siffatti

festeggiamenti

Relazione dellu solenne gala e

tale del

Regno di

Sicilia,

per

feste

fti

da qualche tempo

data alle stampe

celebrale

lo sponsalizio del re

in

col

Messina, capi-

Ferdinando Borbone

nostro sovrano, con l'arciduchessa Maria Carolina d'Austria, nostra novella regina, che

per

la

vedova

unitamente Dio conservi per luoghi anni. Messina^

di Oajpa, 1768, in 4.

431

MlSCELLAr-EA

un

sopraffatto da

forte male, cerc nell'anno scorso di annegarsi

20

in mare, e questa mattina

ottobre

si

affog da se stesso con lo

cingolo appiccato alla porta della Sagrestia.

Quando
pagnia

la

che

aspettava sentire

si

posto in viaggio per

la

Regina

nostra

dove ancora

l'Italia,

si

Maest Cesarea dell'Imperatore Giuseppe,

avesse

si

portava per

com-

farli

fratello, s'in-

tese che era stata sorpresa dal vajolo, e passati alcuni giorni,
ottobre,

Maest

sparse

si

con barca venuta da Napoli che la


Giuseppina di Austria fosse

voce,

la

di detta nostra

morta per detto vajolo

a 30

Regina Maria
in Vienna,

il

giorno 15 di questo mese di

ottobre in et di anni sedici.

nostro Monsignore Arcivescovo Spinelli, doppo la sua

Il

sacratione,

trattenne qualche tempo in

si

giorni dello scorso settembre ebbe

il

Roma,

sino a che

denza ander in Palermo per ringraziare

nomin

questa

in
si

carica

(1).

Et

vidde appizzata per

Lettera Pastorale stampata in

in

questo

il

di lui

vembre, a sepellirsi

fogli,

e data in Napoli.
dell'

Compagnia

cadavere fu portato questa mattina 3 di no-

nell'

Oratorio della Candelora

(1)

Candelora e da due

della

al Crocefisse della

Nota

il

l'arcivescovo

ViiiLABiANCA

ebbe

cui casa fu

sudetta

{op. cil.,

fatta visita

associato dal-

Militia

Urbana.

fi*atelli di

della

officiali

detta

Militia.

Arciconfraternit vi erano

il

pag. 22), che essendo in Palermo

gratulatoria da

questo eccellentissimo

novembre 1767, sabato


ed il barone
D. Antonino Spinelli, fratello germano di monsignore, nella
celebrata la funzione, invit per la medesima gran numero

nostro Senato in forma


della Scala

Cittadinanza

antica

Li quattro angoli della coltre erano tenuti da due

Attorno

lo

giorno 2 di novem-

Arciconfrafernita e da due compagnie di detta

Ill.e

che

che era Sergente Maggiore della Militia Urbana di

di Messina, e

l'

il

sua resi-

Vicer

Sig.

chiese e luoghi publici la sua

le

Essendo morto D. Domenico Calabro,


questa Citt,

nelli

Pallio Arcivescovile, e poi si

portato in Napoli, da dove prima di venire in questa

bre 1767,

con-

il

di

28

di nobilt finanziaria di questa citt, trattato

avendola con

lauti rinfre-

schi e preziosi dolci.

Il

sabato seguente, 5 dicembre, monsignore Spinelli

sita al senato;

per Messina

ed

alli

14 di

detto

mese

di

restitu

la

vi-

dicembre 1767, se ne part

MISCELLANEA

432

Principe di Sperlinga, Comandante


della sudetta, e nel

bani facevano

il

tempo che

dalla

con

Militia,

celebr la messa

si

li

li

capitani

soldati ur-

disparo della loro moschettarla.

Essendo morto monsieur Giacomo Francesco Danse genevrino,


Olandese

console della Natione

religione Protestante

di

uomo

per altro caritatevole, a 15 novembre fu appostata una martin-

gana francese,

quale nella marina,

la

detto Console nel Teatro

casa dove abitava

sotto la

Marittimo, ogni

quarto di ora sparava

una cannonata, e poi alle ore cinque della notte il di lui cadauna cassa, fu portato iu carrozza coiraccompagnamento di altre cinque carrozze con quantit di staffieri con tor-

vere, posto in

Fu

cie a vento accese.

in

un luogo vicino

condotto ad essere sotterrato fuori

la citt

Marta, e furono regalate onze venti

S.ta

al

signore padrone di quel luogo.

Da un mese a questa parte


dicerie che
sti

li

due Regni

cuni accidenti

s'

maggiorrnente

accalorarono

le

Padri Gesuiti avessero da essere discacciati da quedi


si

di Sicilia, e con la combinatione di aldava pascolo a queste voci. Ma in Napoli soprav-

Napoli e

vennero alcuni disastri primieramente un fulmine casc in una


camera dove si trovava il Re secondariamente ci fu la morte
della sposa Regina, e per terzo succedette una orribile eruzione
dal monte Vesuvio che i fiumi di fuoco, accostandosi a Portici,
;

fecero fuggire da col

fuoco alla

citt di

il

Re e

Napoli,

il

cessione colle Reliquie di S.

nanti e

si

ritir. Il

fossero scacciati

li

tutta la Corte

et avvicinandosi

Gennaro

et

et

il

non pass

fuoco

il

Segretario di
scacciati

S.

Maest

Gesuiti

li

timamente da Napoli il Vicer di Sicilia intese che il Re


gna rescrisse al nostro Re, suo figlio che non si facesse
dasse passo contro

li

Gesuiti di questi luoghi, et

di Sicilia;

ma con

ricominci di
Gesuiti.

tutte

parlare

cosa, o

nostro Vicer

Padre Provinciale de Gesuiti

queste assicuranze non


della

il

fa-

et uldi Spa-

fece consapevole di tutto questo al

in-

andava gridando che non

popolo Napolitano

Padri Gesuiti,

cea sentire al Popolo che non sarano

si

il

Cardinale Arcivescovo usc in pro-

si

prossima espulsione

sa

il

come

di detti

si

Padri

433

MISCELLANEA

A 26 di novembre (1). Entrarono nel nostro porto tre navi da


guerra Napolitane, le quali giorni a dietro partirono da Napoli
con ordine che nelli mari di Sardegna avesse il Comandante da
aprire
dare,

Dispaccio Reale per vedere dove fossero destinate ad an-

il

che eseguito, vennero in Messina cosi avendo osservato

il

nell'ordinationi Reali; queste navi portano seco alcuni pichetti di

soldati.

per

tali

armamenti,

avevano avuto ordine


termine,

mente

si

li

e perch

di trattenersi

temeva che fossero per

li

ceva che in Napoli furono ordinate

Ma, finalmente

si

venne a

Regni per

Gesuiti,
di farsi

consueto

il

ma sempre

forte-

tanto pi che

si di-

moltissime

tenevano pronte nel porto

quanto

tutto

verificarsi

Compagnia

della cacciata de Padri della

Napolitani

sciabecchi

specolativi tenevano molti discorsi

da ponere nelle tartane, che


poli.

li

Messina oltre

in

Ges

di

di

si

diceva

questi

in

Nadue

la loro espulsione.

27 novembre. La mattina approd bastimento proveniente


la notitia che il giorno 20 di questo mese di

da Napoli e port

gi erano stati mandati da Napoli tutti quei Gesuiti, e nel giorno


di oggi

vennero nel nostro porto molte tartane e due

becchi, e

attendono

si

che dar

le dispositioni

Frattanto la sensata e giuditiosa

gente resta

giata di essere priva delli Religiosi

della

che crescer oltremodo

considerasi

la

il

Vicer

altri sciadi Sicilia.

oltremodo amareg-

Compagnia

ignoranza

di

Gies e

e trionfer

il

libertinaggio.

La nostra

nobilt

si

veste

Vienna, del male del Vajolo,


di Austria,

di

per

lutto

la

morte
seguita in
Maria Giuseppa
,

dell' Arciduchessina D.

che era per venire in Napoli sposa del

nostro Re D.

Ferdinando.

(1)

Le pratiche per

la

espulsione dei Gesuiti furono condotte con se-

gretezza ugualmente e contemporaneamente


Il

gli eventi e le dicerie

Ferdinando

morie

Palermo ed

in

Messina.

seg.

che precorsero e seguirono quell'energico atto di

IV, o meglio del suo ministro

dell' espois ione

da Palermo,

in

nostro autore d ampli ragguagli sulla loro cacciata da Messina, e su-

il

Bernardo Tanucci. Per

le

me-

generale de' Gesuiti dalla Sicilia, e particolarmente

lettore potr consultare

il

Villabianca

op. cit.y pag. 44

MISCELLANEA

4S4

29 novembre. Le tarlane Napolitano

di otto, se

ne uscirono da questo porto,

per imbarcarsi quei Padri Gesuiti.


questa citt non

da venire
et in tutto
et

andare

in

che erano

et

andarono

Intanto

Messina

Regno

tutti

li

Padri Gesuiti in

averanno

dice che

si

Puglia

Padri Gesuiti che erano in Palermo,

di Sicilia,

per

tutti poi

al loro destino, che

non

si

il

alli

fatta alcuna intima, e

si

numero

al

alla

partirsene da Messina

sa per dove

bench alcuni

dicono per la Repubblica di Ragusi et altri suppongono per Civitavecchia e Piombino.


Il

padre Placido

le

cose,

usci da Messina, et and a Lipari

non sapendo
tempo da incognito
pigliarsi un imbarco

messinese

di Stefano, Gesuita

come potessero succedere

notte

di

per

ivi

per portarsi a Roma; et essendo oggi, secondo il circolo, la solita


espositione del SS. Sacramento per le quarantore nella Chiesa
della Casa Professa della
li

Padri di fare

conforme era

Compagnia

solito, e

Ges

di

non tralasciarono

consuete del 40 ore per tre giorni,

funtioni

le

non tralasciarono

del glorioso S. Francesco Saverio

con

di sollennizzare

la festa

Vespri e messa cantata

li

e panegirico, coll'intervento del Governatore, e Senato.

Dicembre. Anni assai a dietro

Marchesa Zappata

la

dama

messinese, divota della Compagnia di Gies, don all'altare mag-

un Tosone

giore nella chiesa della Casa Professa


prezzo, et oggi

li

Padri Gesuiti della

come

al

Principe e Principessa di Villafranca

di

Saponara, nipote di detta Marchesa Zappata,

oro, stante Tiraminente andata de' Gesuiti.

stimato per politica che


di

vacanze a
Sei Novitij

conto

ma

si

tutti

li

il

vava un

Regno
Re che

novitio,

assolutamente non
ciali militari

In

li

lasciare
alle

l'

Duca

Tosone

di

questi frangenti

si

il

detto

case.

voleva

spogliare,

e lo fecero uscire.

Il

Vennero dalli
non essendo

pigliarseli,

restassero quei Novitij, e

un defonto

nessun
Compagnia,

de' Gesuiti in

abito della

loro

loro parenti per

figlio di
si

eredi del fu

scolari delle Scuole de' Gesuiti.

furono obbligati ad andarsene

intentione del

oro di gran

Senato facesse dare quattro giornate

che erano in questo Novitiato

volevano spogliare

loro paesi del

di

Casa Professa ritornarono

ft*a

questi

officiale militare

ma

si

ritro-

il

quale

andarono molti

offi-

Padre Vasquez, Gesuita Troi-

nese, attualmente rettore del Collegio di S. Francesco

Messina, scomparve, non sapendosi dove avesse andato.

Saverio di

435

MISCELLANEA

2 dicembre.

Deodati

la

venuta a Monsignore Arcidiacono D. Corrado

patente di "Vicario Generale

Arcivescovato,

questo

di

dove

mandatali dal nostro Mons. Arcivescovo da Palermo,

si ri-

trova.

Questi Padri Minori Conventuali di


steggiare la santificatione

del

Francesco vogliono

S,

Gopertino, ultimamente con altri santi canonizzato in

Roma

passato agosto. Sicch sabato sera, 5 dicembre, nella loro


si

cant

il

cantarono
di

Deum

Te
li

domenica

vespri

cant

si

la

seguente

giorno

il

messa soUenne

nello

chiesa

sua Immagine, e poi

allo scoprirsi della

sollenni, et

fe-

Giuseppe da

Glorioso Santo

loro

e da

si

6 dicemdre,

un Padre Maestro

francescano fu recitato un dotto panegirico in

lode

novello

del

Santo.

Con

lettere

venute da Palermo con

la posta, s'intese la espul-

erano

sione seguita delli Padri Gesuiti, che

in quella

ventarii, e d'ordine del

stare in molti conventi

Governo

li

citt,

furono

essere stati cacciati dalle loro Case, nelle quali

con

fatti l'in-

erano ripartiti a

detti Gesuiti

per poi partirsene con

le tarlane, ivi

tal'effetto andate.

Si

sperava che

suiti, si fosse

il

afFettionato alli

Padri Ge-

per dare qualche interpretatione all'ordine Reale, e

fare qualche consulta

in

unione della Deputatione del Regno a

favore della Compagnia di Gies


Gesuiti di

come

Sig. Vicer,

ma

la cosa sorti cos. Li

Padri

Palermo pochi anni a dietro sostennero una guerra

teraria contro

il

Muratori per

il

voto di

l'Immacolata Concetione della Beatissima Vergine,

novena della Concetione furono

cacciati, e

let-

difendere col sangue

sempre

ora nella
devono ado-

et
si

rare et ammirare l'imperscretabili Giudizi di Dio.


Questi Padri Gesuiti consignarono
gregationi tutti

li

argenti

della Gasa Professa, e

e giocali

alli

superiori delle loro con-

proprii

congregationi

delle

non poterono celebrare

il

rinomato

otta-

vario della Concetione Immacolata nella Congregatione della Sciabica.


Il

Padre Longobardo, gesuita Caltageronese, e lettore

questo Collegio, se ne andato nascostamente


Gesuiti, fattori nelli poderi e
fuggiti. Si dice

che

il

Vicer

ria a Napoli per sentire da

campagne
di Sicilia

Sua Maest

delli

et

alcuni

fisico

in

fratelli

collegi, se ne

sona

avesse mandato feluga sese potessero

li

Gesuiti se-

MISCEUANEA

436

colarizzarsi

demesso

abito

1'

Compagnia, e tornarsene nel

della

Regno.

8 dicembre. La notte della sollennit dell' Immacolata Goncetione della Gran Signora Maria, della quale erano divotissimi
e forti propugnatori e difensori di quel mistero

Padri Gesuiti,

li

venne a rappresentarsi in Messina un atto della corrente tragedia della veneranda Compagnia di Gies. Sicch in esecutione delli
dispacci reali venuti in Sicilia, in questa

Reale Azienda D. Francesco


litari e soldatesca
il

Gemelli

port al

si

notte

con numero

Grande

Collegio

di officiali

e soldati and alla Casa Professa

et

soldati et officiali

giudice D. Silvio Verardo

il

suiti.

li

officiali militari

cero sloggiare tutti

giudice D. Francesco Mondio

al Collegio di S.

Saverio

F.

che in quella scorsa notte furono


dalli soldati, cio

Gesuiti vecchi et ammalati al convento di S. Domenico,

Padri non Sacerdoti e tre novizi alla casa


Padri Teatini,

altri

Padri

vatore de' Greci, e tutti

li

port al Novitiato de' Padri Ge-

si

mandati con carrozze e seggette, associati

de'

officiali

e soldati e detti ministri e giudici, fe-

Gesuiti,

li

il

condusse

si

mi-

PP. Gesuiti

de'

giudice della Regia Audienza D. Francesco Chinig con

con

li

Ministro della

il

di S.

Salvo de' Padri Minori Riformati

Gesuiti
di S.

Sal-

SS.

del

convento

al

alcuni

Andrea Avellino

Gesuiti al raonasterio

fratelli

tutti

di

Porto

Francesco.

Indi furono chiuse subito le chiese di detti Padri Gesuiti, nelle

quali di

che

buon mattino

fu levato

il

SS.

celebr, e furono chiusi tutti

si

li

Sacramento

furono

de' Gesuiti (1), alli quali nel giorno seguente

loro bauli e casse con le loro robbe usuali e

(1)

Gesuiti tenevano in Messina cinque case

istituito nel 1547, sin dal loro


di

ed

primo arrivo

cui ediflzio, bello e spazioso, serve ora

degli Studi.

La

dopo l'abolizione
nita dei Verdi.

la

il

lo

li

mandati

li

letti.

Collegio

FrimariOy

chiama

il

Samperi,

sede della Universit

da

espulsione dei gesuiti

delle corporazioni

loro

li

Casa Professa nell'antica chiesa

tiluomini, ceduta dopo

una messa

in Sicilia, eretto su disegno

un padre Natale Masaccio, fainoao architetto


il

in

Colleggi e le Case suddette

ai

di S. Nicol dei

gen-

padri Girterclensi, e

monastiche nel 1867

alla confrater-

Noviziato, sontuoso edilizio alle falde dell'altura della

Vignazza, o della vigna del re

oggi quartiere

militare e che conserva

437

MISCELLANEA

Tutta

la Citt, a

riserva delli libertini

rucciata di questa disgratia de' Gesuiti,

rest

oltremodo scor-

quali erano tanti ottimi

li

opei-aj nella Chiesa di Dio, e di questa espulsione altro

causa se non che

il

Re

cacciato dalle Spagne

suo

Sicilie,

figlio,

li

fu la

Spagna, padre del nostro Re, che aveva

di

li

non

volle che

Gesuiti, e cos

cacciasse da questi

il

Re

Due

delle

Regni senza alcuna ra-

gione.

Questi Padri Gesuiti, nelli conventi dove

possono parlare con


guardia

ebbe

che

delegatione

la

Valdemone

Messina e del

messinesi,

suiti

si

ministro

11 dicembre.

que Padri
vadore

Reale

della

per questo affare de' Ge-

et altre

parti.

Due Padri Ge-

ritrovavano in campagna per mutatione

di aere, ritornarono in citt, e dal ministro

conventi, dove sono

non

stati posti,

loro parenti e a tal fine ci sono soldati di

nelli corridori di detti conventi. Il

Azienda, Gemelli
suiti di

li

sono

furono mandati

alli

l'altri.

Furono

trasportati in Messina

Gesuiti, e furono posti nel

da Reggio

cin-

SS.mo

Sal-

monasterio del

de' Greci.

Oggi fu promulgato, d'ordine del R. ministro D. Francesco Ge-

un Bando concernente li presenti affari delli Padri della


Compagnia di Giesi e questo Bando fu stampato et appizzato
melli,

nelle strade pubbliche.

A
suiti

12 dicembre. In seguela delle Reali ordinationi

non

sacerdoti, cio mastri

di

scuola,

studenti

tutti

li

Ge-

e fratelli, si

dovettero per necessit spogliare e lasciare l'abito de' Gesuiti per

conseguire

gna

il

il

tari

uno

Re lasciando

l'

al

giorno durante

la loro vita

che

li

rebbero avuto detto tari uno

al giorno, e

comparvero

quest' oggi

spogliati dell'abito Gesuitico e con l'abito secolare o clericale.

l'antico suo titolo


S.

La

asse-

abito; perch se restavano Gesuiti non ave-

Per

casa di S. Francesco Saverio in sulla piazza di

Giovanni, dove ebbe sede

la

R. Casa di educazione per la bassa gente,

oggi ospizio provinciale Cappellini

La

casa di probazione, fuori citt,

sull'altura di Carrubbara, ceduta in seguito ai Padri Filippini

propriet del banchiere Leila

Sififredi

cav. Pietro Giovanni.

ed oggi

MISCELLANEA

438

li

Gesuiti Sacerdoti professi, o di questo novo

tano l'oracoli

di

Sua Maest

anno

professi, si aspet-

se possino|secolarizzai'si. Di detti Pa-

dri Gesuiti Sacerdoti possono restare

in Sicilia

tutti

vecchi et

li

ammalati e li procuratori sino al mese di maggio, e poi se ne


doreranno andare in quei paesi dove anderanno quei Gesuiti che
ora doreranno partire.

nome

14 dicembre. Essendosi incorporati a

beni e stabili della Compagnia

r inventarj

Gies

di

Re

del

di tatto quello si ritrova nelle chiese

collegi

di detti

Padri Gesuiti, andando a fare questi Inventarj

Gemelli

al Collegio

fessa,

giudice Verardo al Novitiato, et

il

legio di S.
Ieri,

Primario

giudice Ghinig

il

il

tutti

li

principiato a fare

si

il

e case

Ministro

Gasa Pro-

alla

giudice Mondo al Col-

Francesco Saverio.

domenica, nella chiesa di

Francesco

S.

de'

PP. Conven-

messa sollenne e fu recitato un dotto panegiun Padre maestro francescano per San Giuseppe da Coet il doppo pranzo si fece una piccola processione.

tuali si cant altra

rico da
pertino,

16 dicembre. Ritornarono in Messina due sciabecchi

avevano andato

tuno Padri Gesuiti, che erano


labria, e trasportati in

li

quali

dove furono imbarcati ven-

al Pizzo in Calabria,

nelli Collegi di quelle parti di

Messina furono parte posti

al

Ca-

monisterio

del SS. Salvadore de' Greci, et in parte in S. Francesco di Paola


et nel casino collaterale.

vano

in questa

li

E precisamente

Gesuiti, cio nel

monisteri del SS.mo Salvadore et in


ogni giorno mutano

le

guardie

in questi luoghi

convento

de'

S.

di S.

con

e nelli

di Paola,

dove

officiali, li

quali

Francesco

soldati

si ritro-

Domenico

sono trattati a pranzo.

17 diceynbre. Questa notte

partirono

da questo

porto due

delle tre grosse navi napolitano per trasportare in Messina


suiti del Collegio di Catania, Siragusa

vettero ritornare per

li

e del

Ge-

ma

do-

di

po-

venti contrari.

Li Padri Gesuiti e loro fratelli ebbero

tere vendere e donare

Valdinoto

li

il

vino

oglio

tempo bastante

et altri

stiami, che tenevano in Messina e nel suo

commestibili e be-

territorio e vicinanze,

e nasconderono, con fare trasportare di notte tempo nelle case

439

MISCELLANEA

de' loro parenti et amici, quantit di pretiosi


altri mobili di valuta, in quel

argenti, et

tempo che precedette

sloggiamento, e nell'inventarj che

mancano

giocali

si

facendo

stanno

loro

di

il

si

vede che

assai robbe, arredi, statue di argento e cose delle chiese.

Oggi

18 dicembre.

che un

discoperto

si

gesuita

fratello

sagristano dello Novitiato, ora secolarizzato, aveva molti lampieri


di

argento

furono

et avanti altari pretiosi, e

be, et

il

che quelle cose

fratello si difende

carcerati detto fra-

erano ripostate dette rob-

tello et altre persone, in casa de' quali

le

aveva

fatto

con suoi

proprij denari, e che ora se le poteva ripigliare. Et avendo avuto

piena cognitione

Regio Ministro che

il

nelle

case di molti parti-

colari vi furono riportati assai giocali et utensili delli Gesuiti, ce


lo

ha

fatto a sentire di rivelarli

altrimenti

si

passer contro di

loro.

22 dicembre.

carcerato

stato

teneva in sua casa alcune statue

non ebbe

tore del Collegio

Regio Ministro che

per

But perch

negotiante

il

di Santi Gesuiti, et

difficolt

fare a

di

il

padre ret-

sentire

al detto

le necessit e bisogni del Collegio

da vendere alcune statue

di

argento della

Chiesa,

quefatto r ostensorio di oro del SS. Sacramento

ebbe

siccome fu

della

li-

chiesa del

Collegio e le dette statue dal detto But.

22

dicem^bre. Questa mattina fu

promulgato un bando e stam-

pato fu affissato nelle strade d'ordine dello Sp.le Ministro Gemelli,


in forza del quale

si

comanda che

tutti

coloro che in alcun

modo

possedessero e tenessero attualmente in di loro potere, per qua-

lunque

titolo e

gento

merci

tempo
sina,

fare

delli

come
il

maniera
ogli, vini

si

fossero,

mobili, giocali

mobili sacri

di

oro

et ar-

appartenenti a chiese un

padri Gesuiti delle cinque case che tenevano in Mesaltres

revelo fra

mandre
il

et animali di

termine

similmente debbano revelarsi

di
li

qualunque

specie,

debbano

giorni dodeci sotto alcune pene, e


stabili e rendite trasferiti da'

Pa-

dri Gesuiti in questi ultimi tempi in altre persone.

In seguito di tale bando furono revelate molte robbe, e fu con-

signata quantit

di libri

che erano

stati

estratti

dalle

della Gasa Professa e Collegio Primario de' Padri Gesuiti.

librarie

Per

al-

MISCELLANEA

440

cuni mobili e giocali allegano alcuni

come

ripigliare,

dicono

li

fatti

con loro denari proprj

23 dicembre. Mercord,
D.

per

li

volevano

altri giocali

superiori averli venduti.

nendo da Palermo per


scovo

che se

Gesuiti

terra,

Giovanni Spinelli

palermitano,

il

alle ore

arriv in

18

Messina, ve-

nuovo Monsignor Arcive-

nostro

il

regolare

(1) chierico

quale and a posentare

nel

teatino, nobile

monasterio

Padri

de'

una gran salve di mortaretti


e sonarono le campane del Duomo e doppo pranzo si port il
Senato togato a complimentare il Prelato, et un poco doppo and6
a farli lo stesso complimento l'IlLmo Rev.mo Capitolo, e li Cano-

Benedettini della Maddalena, e

ci

fu

nici

erano con mantelletta e rocchetto.

andarono assai Cavalieri, li quali erano stati convitati per


accompagnare lo ingresso, il quale fu differito per la seguente
Ci

mattina, e

24

togato

si

ci

furono dispensati rinfreschi.

dicerabre, vigilia del Santo Natale.

trionfale, e pigli

l'associamento

vano

La mattina

il

Senato

port al monastero della Maddalena con la sua carrozza

tutte le

di

il

detto

Monsignore Arcivescovo e colnel mentre sona-

nostro

altre carrozze della Nobilt

campane

della Citt; si portarono

alla

Chiesa Pro-

tometropolitana, dove alla porta maggiore, sopra un gran tappeto


in terra, ci stava sopra

un cessino un Crocefisso di argento et


il Prelato, et and all'incontro

un'altro cessino per inginocchiarsi

e cappe di coro, et

Rev.mo Capitolo col rocchetto


Canonico Decano con piviale e mitra,

tutto

il

assistito

dalli

condari preti con loro apparati, diede a baciare


fisso

all'Arcivescovo e poi inton

rono
e l'accompagnarono sino
l' altare maggiore, dove
le orationi solite, et

il

il

quale andava l'Arcivescovo,

Sacramento e di l all'inno Te Deum il Decano disse

all'altare del SS.


finitosi

Prelato

si

assise

ponteflcalmente con due Canonici, con

nel suo

trono e

Vedi nota otto

la

data giugno i767.

vesti

si

tonicelle e mitra, e

itarono preci et orationi prescritte dal Ponteficiale

(1)

Canonici se-

SS.mo Croce-

Te Leum. Li Senatori piglia-

il

le aste del baldacchino, sotto

il

Rev.

il

si

Romano,

ret-

441

MISCELLANEA

nite le funtioni

Senato condusse l'Arcivescovo

il

vescovile coU'accompagnamento di Cavalieri

Arcivescovato furono dati rinfreschi, e

Duomo

retti nell'arrivare al

furono salve

ci

Duomo

le funtioni di

morta-

Cattedrale

quella santa notte.

25 dicemWe, giorno

scovo nella sua

di

cant ponteficalmente

Vespri sollenni, e per essere stanco non and alla

per

in detto

quali

ed all'Arcivescovato.

Nella sera Mons. Arcivescovo nel


li

Palazzo Arci-

al

alli

festivo

Monsignor Arcive-

Natale.

di

la sua prima
una dotta omelia,

Chiesa Protometropolitana cant

messa ponteficale, e doppo

1'

Evangelio recit

essendo egli un celebre predicatore.

27 dicembre. Monsignor Arcivescovo


.... il Padre D

elesse

28 dicembre. A ore

della

tore del monistero

furono

sei e tre quarti

Li padri Gesuiti che erano


lo Stato Pontifcio,

Papa

Roma

in nessun conto

dove

Re

il

di

Il
li

Re

si

li

li

Papa

li

di

aveva mandati

1'

abito

della

Spagna, quali

li

convenne

sino a che poterono

ma

ci indarno,

si

poter

li

Gesuiti in Messina lo

anzi

che

nemmeno

Sic.

N.

li

potessero trattenere sino al mese di maggio.

''-f^^^:^!^^-

Arch. Stor.

in

perch Sua Maest assolutamente

volle che tutti sortissero dalli suoi Regni

ammalati

stateli fatte di

Compagnia e potere fermarsi

questi Regni, e giorni addietro a tal fine

li

basti-

ricevere, al con-

nell'isola di Corsica.

Gesuiti portare

vecchi e

fa

Stato Ecclesiastico, et in

reso insensibile alle preghiere

supplicarono,

li

Padri Gesuiti

nello

volle

^Spagna

il

mare per lungo tempo,

stare sopra le navi in

avere ricovero

passata ci

Palermo partirono con

in

dove

trario di quello che successe con


il

notte

terremoto.

forti scosse di

menti per

per nuovo ret-

messsinese.

S.

anno XX.

29

STUDI DI EPIGRAFIA SICILIANA

I.

Notizia di due epigrafi cristiane


scoperte nelle catacombe di S. Giovanni presso Siracusa.

Entrando
trandosi

nelle

una

in

catacombe

ad una rotonda intitolata


trovato
comitis

destra di chi

arcosolio, in

razioni
di

si

mezzo a due

Adelfia, conpar Baleri

illustrato

ed ocgi custodito nel

avanza
anditi,

in quell'ambulacro, sotto

il

prqf. Orsi nelle sue esplo-

ha segnalato un sepolcro bisomo, incavato nella roccia,

qualche importanza

ora sbiadito

che spetta probabilmente ad una fami-

un affresco verdastro

(1).

Nel mezzo
iscrizioni

della pittura

un po'

difficili

verso

1'

arcosolio

nelle loro lettere

esistono tuttora

nel testo, a causa di qualche lacuna

rimastavi per umidit o devastazione,


esatto

visitatore giunge

di

glinola, ornato, dal di fuori e nell'arco, di

due

il

Valerio e Adelfia, poich quivi fu

di

da diversi archeologi

Giovanni in Sirncusa ed inol-

famoso sarcofago marmoreo

il

R. Museo.

un

di S.

delle gallerie meridionali

e notevoli

ma nondimeno

perch

riferibili

chiare ed

a qualche

illustre famiglia cristiana del quinto secolo.

(1)

Un

lavoro del prof. Orsi su questa od altre scoperte in

s.

Giovanni

d stalo or ora pubblicato dalla R. Accademia dei Lincei, Notizie

bre 1895: estratto

p. 14-16, n. 173-174.

dcccm-

44o

MISCELLANEA

Son

formando come due fasce curve

graffite su forte cemento,

e tra loro parallele; ed ancora vi resta qualche vestigio rossa-

massime

stro,

nell'epitaffio superiore

ove pi

a fissare

difficile

la seconda parte del testo.

FLAVIVS PACIVS B^^t^^pANVS

(I)

quiescit

hic in

pace re-

[ovv. bibas in aeternum ?]

Questa epigrafe

si

legge a distanza

dalla inferiore: l'una e l'altra

formano

centimetri

di circa venti

cos

due archi oblunghi

elissoidali.

Prima

del testo qui trascritto scorgesi

pendicolare, vestigio, forse, del


di Flavius

ora dalla parte superiore

versa. Nella parola beteranus

quattro

della linea

di

monumento

il

netra dal pozzo

di aria

ora vicela

B;

le

sotto, mostrano

indizio per dare la lezione che sopra

Indi la calce profondamente scrostata,

servare intatto

sicuramente leggibile

seguenti, sebbene spezzate

lettere

tuttavia chiaro
lito.

appena una linea perL{uciiis); la lettera

alquanto sgraffiata, la seconda met di Pacius

frammentaria

prenome

ho stabi-

non potendosi con-

poich l'acqua piovana

che pe-

{luminare cri/ptae {!)) costruito in mezzo

all'abside della rotonda, ha

oramai prodotto un accentuato sco-

lorimento dell'affresco e degli epitaffj ancora.

ci

aggiungi

Musulmani ne ha

che

la

distrutto

mano
il

violenta e rapace dei barbari

resto a colpi di piccone. Difatti la

lezione hic in pace requiescit, o l'altra,

meno

probabile, bibas in

aeternum, non che meramente ipotetica, stante alcuni segni in-

Girolamo, In Ezech., LX, e Prudenzio, Peristeph., XI, 153come la luce penetra, pei luminaria cryptae, nei viali
catacombe: vd. specialmente in Prudenzio i vv. 161-162:

(1) Gf. S.

168, che descrivono


delle

Occurrunt caesis immissa foramina

Quae

tectis

iaciunt claros antra super radios

444

HISCELLANEA

decifrazione che

certi e di diffcile

si

rinvengono nella parete

cui intonaco in istato deplorevole.

il

L'altro titolo, pi lungo e interessante, ha


testo di un rigo

nome Marina

(cf. il

ap.

il

seguente con-

Momnisen, X*,

n.

DOMNAFIDELISSIMAFEMMARINA
TEODVLIINPACEDVKALLMART

PATRICI

(li)

Un

1229)

po' scrostata la calce dalla parte superiore della linea

Domna

nelle due prime lettere di

e nella

in Fidelissima. In

queste due parole lo studioso nota l'esattezza della grafia spet-

mano

tante a

esperta nel disegno e nella scrittura;

partiene forse al

collocatovi

cussato
iscrizioni

Siciliane

e che
I,

p.

70 sg. [Patrici Narsetis);

adque

{vir gloriosissimus

cius),

Il

n.

8174,

De

con ep.

di Blera,

4059

3, 4,

p.

X^

rileva dal

dava ad

si

93 (piombo

excellentissimi cons.

si

apde-

il

unico in

Ma

persone.

alte

Rossi, Bull. A. C.

a.

1882,
1887,

Patrici);

V. R.,

n.

I,

Mommsen,

1057 {VUisarii viri


C. I. L.,

XIV,

n.

Narses ex praeposito sacri palatii Patri-

etc.

dubbio per nasce appunto nella spiegazione delle tre

tere susseguenti

cfr.

di CTcpavo? uaxf'xtos); a.

C.

I.

titolo

monogramma

patricms

fine e dall'epiteto di

in
,

Variae,

Cassiodorio,

come

secolo,

che possono interpretarsi FEM(irta)

let-

quantun-

que dubbiamente, poich a destra dell'asta perpendicolare della

prima lettera

si

trova una notevole sgraffiatura che accresce la

difficolt della lezione; e la

seconda lettera (P) ne anche certa,

potendosi scambiare con un E.

Una

ma

(1),

prettamente

laudatio

dovuto a Marina,

(1) Cfr. Civ.


xX)e{qp (Jixaptc,

Catt.,

15

elt.

cristiana

consimile agli

1894, p. 713 sgg.,

l'

aggettivo

fidelissi-

elogi funerari

(Syios,

(xfi -f\D%\i)xd-z-Q ot)|iPi(p

(E6-

dulcissimae coniugi Eucliae Psycharis: vd. anche la stessa

epigrafe in Bull.

Arch. Comunale

Crist.f 1888-9, p. 36.

L'epiteto

allusione al batlesimo, onde

si

di

Roma,

fdelis^

a. 1880, p. 210;

Bull. Arch.

ovvio nell'epigrafia cristiana, fa

distinguo la persona rigenerata per l'acqua

445

MISCELLANEA

yvs, GB\iwq, hUcaoc,, atixppcov, ^fpa.;, ^tov 5[ie[iuTov (n. 81, cfr. n.

134; Kaibel), xaXv

memoriae

licis

|iaxap:a?

(1), xaXfj?

hvtjJyj;

141

(n.

154

fe-

K.),

Ili, 130, 189 e 197 K.) ed altri affini.

(n.

|ivi^j|xy)?

551 K.),

^rpccQ (in titolo catanese, n.

^l'ov

benememorie

Sull'onomatologia di queste due

degno

iscrizioni,

nota

di

l'appellativo Pacius (derivato da pax; in epigrafi avellinesi leg-

gesi Paccius), che in epoca pi tarda dovette dare Paciunus, ti-

pure

tolo di martire. Cos

Theodulus

il

uso prettamente cristiano e biblico

della vita e della luce

(^xia\iL<x.,

catecumeno

neofito e dal

di

origine greca, di

(2).

illuminatio; S. Paolo, Hebr., VI, 4) dal

huius enim sancii chrismatis (scrive san Ci-

rillo Gerosolimitano dei due sacramenti che impriraono


carattere di cristianit)

Dictionnaire des Antiq. Chrt., Paris 1877, pgg. 81

ha

si

Ed

devotus; n. 7173 F)lorentina pia bona crestiana.


B. DE Rossi, B. A. C. 1876, p.

battesimo

di

una

seguente epigrafe
fidelis
(1)

fanciulla, scoperta presso le

De

di vetro

Terme

elegit

B M (6onae

R.,

MDGGGLVII-MDGGGLXI,

memoriae); e

vescovo

di

oeCoDC v.xl

il

<iji,|inx(ig;

n.

69 e 105 K.

n.

67

8,

nello

Kaibel,

n. 112, di Siracusa, 3w-

187 [iaxdpis

il

n. 745,

I,

11

TiapO-voi

(P. Orsi,

oep-v

Kap^vot i^oaos piou xaXoO (detto di due sorelle sepolte insieme);


epitaij siracusani

Rossi,

Prassede con

Marini, Papiri, p. 387,

MDGGCXG,
n.

LIX:

597,

De

voi.

s.

Lodi, legge sancte memoriae.

Inscr. Or. Sic. et Italiae, Berohni,

oaoa YVwg xal

il

Dominus pausai in pace

Lyon, Lyon, 1846-54,


Il
pace bone memorie Prelecta.

Romae,

Vrbis

epitaffio di Projetto,

(>.

Diocleziane, lesse la

trascrive un'epigrafe scoperta nell'ipogeo della basilica di


le iniziali

ov' effigiato

Septembres.

iescet in

\\

Deo suo

ch.mo comm.

il

Boissieu, Jnscr. ant. de

In hoc loco requ


Inscr. Christ.

quem

Innocenti spirito

X Kalendas
Cfr.

una tazza

8, in

Momm-

n. 7171, di

7167 ..

n.

il

Martigmy,

Nel

e 321.

leggenda Desiderius Fedelis; pure

la

MDGGGLXXXIII,

SEN, Corpus Inscript. Lai., voi. X, Berolini


Siracusa,

confermano

dono accepto, appellamini Ghristiani

dy^*

cfr. in altri

Notizie d. Scavi,

luglio 1893) Cioaoa oejivcbc 7ia(p)d'4voc.


(2)

San Paolo

infatti,

Bom.

cons. la Silloge epigrafica del


cusa, ed

il

servus Dei.

I, 1, chiama
Dott Kaibel,

Roller, Les Catacombes,

In

una

tav.

se stesso fioOXoc IrjooS XpiaxoO:


n. 64. 74. 78. 158-9

XXII,

iscrizione illustrata dal

n. 8,

comm. de

Crist., 1879, p. 108, riscontrasi l'aggettivo otivSooXo;,

di Sira-

SoOXo; toO

(d-to)O,

Rossi, Bull. Arch.

conservus (in Christo),

MISCELLANEA

44G

Nel beteranus

consonante b una leggiera variante, con-

la

suetissima, della

avvenuta per influenza della pronunzia gre-

V,

ca; similmente potrebbe affermarsi del verbo acclamatorio bibas,

ove

siffatta lezione fosse presumibile.

Nel secondo

epitaffio

degna

di

nota l'acclamazione cristiana

esprime con

in pace, che nei titoli cemeteriali greci si

od anche

v eJpVTQ,

166 K.,

Ci^j<^ (2) v -Q^p (cfr. n.

adoperato spesso
Coloss.,

alcuni libri

in

Nuovo Testamento;

del

san Giovanni, Apocalipsi, XI,

7, e IV, 7;

I,

sEpYjVY] (1),

Maxpc, v

di Siracusa,

-S-e) C""^'

San Paolo,

v.

XIX,

11;

parole

le

v -S-ew, ovvero, se si voglia, v O-eou

20, e

XXII,

9.

Gir. P. Orsi, Esploautem sunt in pace.


razioni nelle Catacombe di S. Giovanni ed in quelle della Vigna Cassia
presso Siracusa, in Notizie degli scavi , Roma, luglio 1893; cfr.
titoli
37. 59. 67. 74 e 80: e nel Corpus Inscr. Lat. del dott. Teodoro MommSEN, citato innanzi, vd.
n. 7167-8.
Parimente nel Kaibel 1. O. S. et
(1)

Vd. Sapienza, IH.

illi

3,

i.,

139 ha la sentenza

n.

il

ouvov atvtov
tafj

Esodo,

(cfr.

ej

iSva

III, 15,

iisx

twv

memoriale ...

pax

nella nota

e nel

Un

comune

tlpi^virj

Tifiotv,

ftjiv

ed

il

n.

Gr.

catanese

titolo

ufioiv v 6-(6)(p

525

pace;
(2)

n. 910,

9650

(n.

pax

V. R., o. e,

zioni ono queste altre

(B. A. a, 1884-5):

XIV,

Mttxdpt, v

roti,

7-8.

cfr.

Nel

f^ WoDC

Ili,

t-scp,

n. 744, in

romana
pace;

n.

cons.

p. es.

de

906, deposita in

Crist., a. 1884-5, p. 63, n. 11; a. 1886, tav.

due

n. 47,

p. 96);

(cfr.

146 K.,

I,

crediamo

Agape

Wo^JC (cio

vi-

IJi^oats,

ottativo, poich,

l'acclamazione citata,

n. 9673).

come

Filippo Buonar-

Ci^ottac)

un congiuntivo

scrive Servio,

apiari potsunt, non imperari bona, Civ. CatU,

1894, pg. 713 sgg.

l'in-

17; VI, 2; VI, 10-11; Vili, 13;

di Siracusa, notasi

Corpus Inscr. Gr.


il

I,

acclama-

Aemiliane, Romane, vibatis in Beo

san Paolo, Rom.,


n.

Simiglianti

in epitallQ del cimitero di Priscilla:

Vetri, p. 206, reputa

(W*15). "^" no' lo

neid..

oot v

epivr)

dormii in pace.

Vd. Bull. Arch.

vas in Deo {Bull. A. C, 1886,

5;

lesu

omnibus in Beo ; il n. 540


bona pax omnibus.
Comune

cisione dell'epigrafe; a. 1888-9, p. 23, tav. V, n. 5.

X,

IX

15

tibi in

vobis

nell' epigrafia
I,

incontrasi

in epi-

legge nella

si

pax

jvyjh-

),

541 K.) ha la lezione non tanto

&fa.9-^ epi^vrj n&at,

la stessa acclamazione in pace

Bossi, Jnscr. Christ.

n.

sg

{Civ. Catt.,

oo)t v 'IifjooO Xp(toT<^)

1), (epi^vY)

Corpus Inscr.

Ubi in Beo.

Etpi^vr)

179

n.

in generationem

Roma

iscrizione scoperta nel cimitero di Priscilla in

Christo

il

Bellissima poi la frase acclamatoria che

di Siracusa.

'94, citata

ed

yieav,

ad Ae-

15 IX

447

MISCELLANEA

Macari,

OTQs,

Deo

iti

vivas),

K>'fp'i^c,

de Rossi, B. A. C, 1876, pag. 25,


(Orsi, Notizie, sett.

v Kupftp, v 'IyjooO XptoTf (vd.


vj^jas fw

Xp.),

tic,

f^oi

zl^r^vriv

1893, in un titolo catanese).

Sebbene nella tomba non

si

vegga posto

distinto che per

due

individui, dalle epigrafi studiate si rileva che quello poteva es-

sere

sepolcro di un'intiera famiglia, essendo consuetudine, nei

il

tempi postconstantiniani

sovrapporre

di

pii

defunti

attese le

strettezze dei fedeli.

Aggiunge importanza

prima epigrafe

alla

tria no-

l'uso dei

mina, nel caso che l'ipotetico prenome L{ucius) fosse attendibile;

ma

certo l'iscrizione comincia con vestigi di lettere indistinte.

Sopra

r affresco

certamente

al

scorgono

si

XVI

XVII

alcune

lettere rubricate

dovute

secolo e derivanti da qualche visi-

tatore delle catacombe.

Di tutte

le iscrizioni cimiteriali

prodotto un lavoro apposito

Siracusa ho gi

cristiane di

{Studio Critico sulle

Iscrizioni cri-

stiane di Siracusa, Siracusa, tip. A. Norcia, 1895, di p. Ili) (1).

II.

Di un* iscrizione greco

cristiana

rinvenuta presso Augusta.


Nel predio

Ppara

del signor

quattro chilometri da Augusta


addietro

un masso calcare

mentali e con una semplice


al

di

ma

Domenico Omodei Ruiz, a un

venne acoperto

forma trapezia

circa tre

anni

con fregi orna-

delicata i-^crizione greca riferibile

secolo di Cristo (2).

(l Vii.

Theologisches Literaturblatt,Lpi., 25. X. 1895; Rmische Quar-

ta! schrift, 1895, p. 519-520.


(2) Gfr.

cusa,

Strazzulla, Studio Critico sulle iscrizioni cristiane di Sira-

p. 38.

448

MISCELLANEA

li^NOrCTIwN

XPHT^KAI
AM6NTexeP
ZHCf

BevouTc'oDV
|ifj(va;)

gersi;

5.[it{\nz)xt

ma

grecit,

pur sempre vi

la cristianit e

^"^"^

""iX?)

e di

oxiavi;)

3L\it\inzoq

scoperte

La

Qualche

e 81).

grafi cristiane,

aggettivo

consonante

tc

Corrispondendo

ha pure

piccolo

monogram-

defunto Venustione

al

ne

ri-

(1)

ovvio in

onesto;

cf.

Xpt<^x?

diverse iscrizioni di

e Xp^-

Sira-

due volte, 66, 69

dott. Orsi (n. 61

dimenticanza, non rara, del resto, nelle epi-

ha

si

in

per trascuranza che


l'altro

il

lingua appartiene alla bassa

{buoio,

Xpi'J^'c;

1893 dal

nel

possono facilmente leg-

l'illibatezza.

L'uso dell'aggettivo

co, si

^C^'^-(v)

rivela l'animo schietto dell'autore,

si

un saluto acclamatorio

che, con

e cosi l'epsylon;

del 5 verso crociforme.

cusa

X(aOP*

qualche lettera

sigma lunato,

il

corda

P'.

caratteri, tranne

ma

xal

'/.pri{o)x

'

si

|jievT

e la

|i

Xp>]'c^,

ove

lapicida fa a

(cfr.

del a,

Orsi, n, 66, jie^ixe) trasandata la

che doveva precederla in

luogo della

una corrotta pronunzia

restringimento del dittongo

il

meno

manifesta pure nella scorretta grafia; nel-

idiotismi ad

tali

il

in

cci

v.

del gre-

un semplice

e nell'acclamazione Xpe, salve (2), che nell'epigrafia cristiana,

in tenso lato, vale v K(up)(p Xa-pe^v (Kaibel, n.

Ci) Notevole, Ini gli altri,

dai

Kaibel aggiunto

notinfji

xP>i(<')ti

(2) Simili

Kaibkl, in
8lov);

alla

xal

esempi

si

hanno

in altri

epitafij

prima dall'ORSi, e
n.

45 a):

cristiani dei bassi tempi. Il

titolo siracusano, n. 139, citalo, tva (ava,

n. 257, epigrafe di

xflO^

titolo siracusano, edito

grandiosa Silloge (Add. et Corrig.,

|i8|i7:x x(*)^P'

Acrae, ptppapitc (aie) e 4{

xXiv8t( 8txvPpU(, dativo

per

il

947-48 e 950),

di

acvum)
(jial;);

ixsfiCv

(reai-

e l'Ousi, n. 77,

tempo, oltre xi^ usatissimo anclie in IvAinsL

449

MISCELLANEA

ovvero care refrigera,

[vtjijivsuI

B. A. a,

p.

1884-85,

a.

jjlou,

66).

Incerto l'anno della morte

grafe

si

ha traccia

la lettera

Ma

anni.

Bevouaxtwv

di

poich nel!' epi-

due verticali che vorranno forse indicare

di

un fanciullo

e quindi quel defunto sarebbe

tj,

ci che attira la curiosit del lettore

derivato dal latino venustus, con


cizzante in cwv

la

corpo (Martigny, Didionnaire


invece di ou (osservisi

p.

il

di otto

nome nuovo,

desinenza comparativa gre-

una qualit del

Vetustianus), ed esprimente

(cfr.

(De Rossi,

ispiritus in (rene

La consonante

512).

p, usata

beteranus del titolo siracusano), ha molti

il

riscontri nella lingua greca della decadenza. Cosi ^aSi^w e ^avco)


{Patvo)) in

Roma

cristiani, s greci

trovano
che

promiscuamente

usato

latini,

Clemente Alessandrino)^

(in

legge diversamente;

altri simili

b e v: bixit

H^ti^caoc,

(Kaibel

n.

181,

confr. Orsi, n. 64) e Privatus, Benerius

C, 1876,

p.

con moltissimi

33),

(1).

L'insieme
nei pressi

ma

(de Rossi, B. A.

Venerius

equivalenti vado e venio, e nei titoli

Bictor e Victor, BaXepe^a (Orsi, n. 54) e Oa-

vixit, obiit e oviit,

Xptoi;

gli

di

dell' epitaffio

Augusta

mi pare

un buon indizio perch

possano scoprire dei sepolcri e sepol-

si

creti cristiani aventi delle iscrizioni pi o

meno

importanti, do-

vuti gli uni e le altre al quinto secolo.

Quanto a
tivi
il

ci, la storia di

fasti cristiani,

Augusta non ha

ricordi di primi-

tranne la costruzione delle catacombe presso

fiume Molinello, che furono sin oggi appena visitate. Ma, sen-

^a dubbio

ci che tace la storia

dell'archeologia.

potrebbe sapersi

Al presente sappiamo

di sicuro

che

col
si

sussidio

trovata

-casualmente questa epigrafe nel predio Ppara, appunto l dove

ora costruita una noria.

(1)

Anche

Ma

fino

a quando non vi

trovasi diversamente: diascore vibe in eterno,

des Orig. du Christianisme,

ed.

mazioni nelle lingue romanze:


trobaire, trobar.

si

faranno

Jhan,

Dict.

Migne, 1856, pg. 599. Cfr. simili trasfor-

p. es., nel primitivo

provenzale, trobador,

450

MISCELLANEA

degli scavi

non pu avventurarsi alcuna ipotesi e molto meno

campo

prodursi delle asserzioni nel

dell'archeologia sacra.

in.

Della nomenclatura del sepolcro cristiano


specialmente secondo l'epigrafia siracusana

Nei

(1)

cemeteriali cristiani greci di Siracusa generalmente

titoli

vM5e wSe

dopo vMSe,

vxauO-a, vO-St

verbo

usato pure idioticamente in xxe

xetxoti,

vd-cx.

w5e

leggesi

il

xlxai, xetxe, xTxs^

xlvxe (xevxat), per imperizia dell'epigrafista e per influenza della

corrotta pronunzia.

Ma

r uso del verbo

pagani e

pw

si

si

xcpov del n.

(1) Il testo

me

da

giaccio

ovvio anche nei titoli

riferisce piuttosto al riposo del

come

polcro,

xecfiac

corpo in apposito se-

nota pi esattamente nella perifrasi awjiaxi

192 K., che vuole significare

pure

col corpo riem-

Mommsen, C. 1. L., voi.


Kaibel Inscr. Gr.

7123, 7149 e 7167-87; per le greciie quello del


Jt.,

tzIt]-

pi autorevole delle epigrafi cimiteriali cristiane di Siracusa,

seguito, , per le latine, quello del

citalo, n.

giungano

"

59-201

qualche

altre 150 (delle quali

edite dall'Oasi nelle

altra.

una decina note

Notizie degli Scavi

altra dimenticata dal dott. Kaibel, che

si

cit.,

n,

Sic. et

queste epigrafi se ne ag-

ma

1893

emendate), scoperte ed
p. 276-314

pu leggere presso

e qualche

gli altri

rac-

(meno esatti, ed antichi) di epigrafi siracusane e sicule quali il


Mirabella, il Gualtherus, il Gaetani (Cesare, conte della Torre), e nel
Bull. Arch. Crist. di G. B. de Rossi: cfr. specialmente a. 1877, p. 149159. Indico sempre, come innanzi, con K. le iscrizioni pubblicale dal Kaibel
coglitori

con

0.

quelle dell' Orsi, Nei pochi epitaffj latini di Siracusa editi dal

MoMMBEN non
semplici

altra consimile

Cfr.
il

scorgesi

tituli,
:

nome

tomba;

ma quando

essi

non siano

avvi solamente locus, col significato di sepolcro, al n. 7176.

Strazzulla, Studio

prof.

riferenleHi a

adottata l'espressione positus, depositus hic, hic iacet, od

Orsi (151-269)

Critico, p.

59 sgg.

Altri

119

titoli

ha pubblicato

nelle Notizie d. scavi, die. 1895, ai quali debbono-

aggiungersi quelli scoperti nel 1895 e ancora inediti.

451

MISCELLANEA

pio la sepoltura
i

Invece, in altri epitaffi cristiani

verbi vaTrao), ^w, xeXeuto)

xofpnrjots

sieme

sonno

e vaTiauots, che in

191 K.). Noto

(n.

in

xoffirjacs

di

un

titolo

mondo.

Infatti, nella epigrafe

Tcavx? ^l'ou Xatv SaXe, cio

va

simigliante

quali due sentenze

si

in-

" si

il

e ci

sia sciolto dai lacci del

si

140 K.

con un bel giro,

mondo che

distacc dal

forma vIXuae 5 xv

alla

derivati

siracusano vanno messi

cristiano del risorgimento dello

riposa in Dio, quando

si

adottano

si

sostantivi

dello spirito in vTcauac?

pi conformemente al concetto
spirito che

pi che in questo caso indicato

sollievo

il

xocp.(i)

completano con

lega-

159 K.);

pfov (n.

altre che qui cito:

le

ha

si

lo

le

Xpi^j-

OT? xk fievTiTo; SteXGbv [x]v pcov ntxiBri xxX. (0., 188), che si

riavvicina

de

al

terra sumptus

humandus (De

terrae traderis

Rossi, Bull., 1884-85, p. 73), xeXeuxrjoaoa 7cpoX()p'/(aao(a) p? xv

154

%(ptov) (n.
(puX'/i

(diiviog

xal
to),
si.

K.,64

181

(n.

K.), 7roX)wp'/jaaa(a) (v) *(e)w

Xpe

e simili. Cfr.

Chr.

PaotXefav

V. R.,

jjiex

(nel titolo

od anche

(114 e 124 K.)

ejjiotpet

(134 K.), Xp^ox XaTpe (174 K.,

5[jie((i7t)xe

/.

0.),

61 e 81

cf.

me

augustano da

^^X^

I,

CXVI,

p.

xwv y^wv

^uXr] 5

e;

Xat'pet

0.), Xpi^(a)x

innanzi illustra-

bellissimo esempio di un'ep. romana,

il

et-6|icc

De Ros-

opviov Xpcaxo5

veX^cpGirj, e la frase di

un

titolo sco-

perto nel cemetero di Priscilla, v

Ma. IH. XP. PaoiXe&c, che

De

paatXer(?), Bull., 1882, p. 105.

Rossi leggerebbe v

Prima

di

nominazioni

eeip

IH.

XP.

passare ad opportune osservazioni, aggiungo


dei sepolcri

secondo

Siracusa. Spessissimo vi si adotta

(20 0.); e

non raramente

il

de-

le epigrafi greco-cristiane di

la

voce xko (73, 79, 83, 91,

110 e 113 K.; 54, 79*, 101, 129 e 147


Tioq

le

il

0.),

luogo

una volta o5xos

e la propriet

t6-

vengono

espressi insieme con xuos eT5cog (TScog classico) (n. 87 K., 71 0.),

siccome nelle iscrizioni sepolcrali pagane.


cus infatti

(cfr.

XXo?, giaciglio, agguato)

Il

senso di

xtzoc,

indifferente

o lo-

da ogni

intendimento pagano o cristiano, poich ci soltanto indica ubi

quidquam

consistit,

L.Lat., IV,

2).

secondo

la

spiegazione dataci da Varrone {de

Nelle iscrizioni adoperato, in conseguenza, per

voler dire un luogo ove giace

il

morto.

MISCELLANEA

452

Nel

titolo

189 K,, l'espressione votiva 50? aOx^

v^v (cpwTctvTjv) xTiov va']^'j^0); (v4"J^t?,

X<i)pav cpwxt-

sw? nel N. Test.;

clas-

per hanno comunemente vatpuXiQ) tutta d'indole cristiana,

sici

un'aspirazione affettuosa dell'epigrafista, volta a Dio, perch

conduca l'anima cristiana alla splendente abitazione, luogo

conforme

storo, al cielo, ovvero,

di ri-

cantore del Paradiso,

il

Nella profonda e chiara sussistenza


Dell'alto

Oltre
-il

lume

verbi xot|i(o e vaTiauo), qualche volta, per indicare

come ho

riposo d'oltretomba, adottato,

risponde a

xoc[iirjTr^poov

dormitio

suU'Appia, su lettere graffite


a.

servano pi ad indicare

tivi

pure

il

il

1886,

'/.o([Ly]aic,

Roma, presso

30).

dormiis in

Quantunque

tali

zione di

siffatti

mere

(Orco

yf^c,,

un

(Tiyatov,

sotterra). Pei gentili l'ado-

vocaboli era armonicamente opportuna ad espri-

la sede dei Jethaea oblivia del defunto, giusta

ziano, che qui cade in acconcio riferire, Od.,

lam

sostan-

quello che loro poteva dare

pagano, pel quale era pi consueto l'aggettivo neutro


sostantivato hi/pogeum

De

sepolcro che la magione celeste,

il

loro senso diverso da

TwyEiov)

Sebastiano

s.

De Rossi leggeva:
p.

che

dormitorium, coemeterium

Rossi, Bull., 1884-85, p. 70; cos in

somno pacis (B. A. C,

detto,

te

I,

4,

il

passo Ora-

16-17:

premei nox fabulaeque Manes

Et domus

exilis

Plutonia

Pi segnatamente Catullo, piangendo la perdita del fratello


>morto nella Troade,

si

dimostra

afflitto e luttuoso

Tecum una totast nostra sepulta domus,


Omnia tecum una perierunt gaudia nostra,
Quae tuos in vita dulcis alehat amor.
Cuius ego

Haec

interitu tota

de mente fugavi

studia atque omnis delicias animi.

(LXVIII, 22-26):

453

MISCELLANEA

Ma

pei Cristiani, invece,

erano dei
funta

voleva indicare

si

quando

che riportavano

tituli

il

rennem

fecit in

pace

{=

la

tomba,

riposo

il

Vibi). D{o)nn{it). D{eces-

Mommsen, X^,
De Rossi, Inscr.

8247, quietem pe~-

n.

il

(cfr.

sepolcrali

della persona de-

^aoiXda. dell'epigrafia

211 0. designata

n.

K{al.) S{e)pL; e cos

sit)

epigrafi

nome

l't-vaTOi;

giorno della morte: Locus Bibi

il

le loro

solo

eterno amplesso di Dio in perpetua

1'

pace, od anche l'atwvto? awxyjpta,

romana. Nell'epitafio

Chr.^ v.

Nelle iscrizioni funerarie scoperte in Siracusa

I,

355).

n.

rinvengono

si

sentenze acclamatorie, che ispirano piet e non raramente tro--

vano

ristiche

roner

te

(1),

[iaxt

supplichevole

wva

hc,

174 K.)

ax^ Xwpav

caratte-

Iddio

co-

vat|;u-

(pwxtVYjv xttov

'laax x(al) 'laxw^ (n. 189

'A^pajx

axo x

aYtcDV

pii

(j;uXtv

v v-

(4iuXtScov)

Xptaxou (139 K.).

'lyjaoO

89 K.)

accanto a

xwv

jiex

Qualche volta
xa^^j (n.

(xXuou^)

xXcpous
de,

riporto le

ae ^-th^q) oxecpavwaei (n.

eXo{Jtv7]v

^ews dq
K.)

Ne

loro raffronto nei libri sacri.

il

nell' epigrafia cristiana

e x^os (n.

xoi^^oc,

pure usato

192 K.j, xuv^os

(n.

nome

il

116 e 185 K.)

(116 K.), pure d'uso classico [vj^^oq).

Ma

anche

in tre iscrizioni pubblicate dal prof. Orsi si scorge l'uso del so-

stantivo

|xvy][AeTov

32-33, 76 ed altri ultimamente scoperti)

(n.

che nel significato

nota

di sepolcro ovvio,

lui,

delfisola,

fuori

prima volta nell'epigrafia funeraria

e qui appare per la

di Si-

racusa.

Tra
rono

jxvyjfielov,

significare

tone scrive

rone

(1)

antichi, Erodoto, Platone ed altri

gli scrittori

{p.

oppure, in dialetto ionico,

bene spesso ci che


:

x TratSwv

Archia,

1)

"

jiatr^jiaxa

Abraham, Isaac
et Deus lacob ;
v XXTlOlg.

^au[j.aaxv l^zi

|xvirj|jieIov,

Jacob

per

e (Cice-

quoad longissinie potest meus mea respi-

Esodo,

cfr. l'iscrizione

III,

15

meam Deus
quam iuravit

Post mortem

ascendere vos faciet de terra ista ad terram


et

{AVf^fJia

Latini con memoria. Cos Pia-

Vd. lo stesso pensiero nel Genesi, L, 23:

visitabil vos, et

|xv7]|x/^tov,

adopera-

Deus Abraham

catanese n. 536 K.

Deus Isaac

'A3p|i (xa)l ('lox)

MISCELLANEA

454

praeteriti temporis et pueritiae

cere spatium

ultimam

dari

Ma

,.

sett.

1893

cfr.

0.

un

185

n.

tumulus

lo stesso dicasi di

volte

monumentum

Greci ed

titolo

al

448

n.

comparavit

(sic)

di

m e-

sibi

cubiculum depositionis

Latini

servirono di

si

{pietra sepolcrale, tumulo), e nel

spesso occorre di leggere

alla cripta di san

cfr.

tumu-

un gradino della scala che con-

Marziano

Siracusa)

(in

marmo, Momrasen,

st'iscrizione incisa sul

{JtVTjiieTov

Nuovo Testamento

nel senso identico

^ivTjfisrov

42. In

Y,

in Verg., EcL,

duce

loculus

cella coe-

e quies perennis.

Talune

lus,

recor-

funebre (Orsi, No-

edifizio

identico

E>oma pubblicato dal De Bossi, Sussana

moriam) :

memoria e

sostantivi

meterialis sono atti ad esprimere


,

memoriam

se con questi esempi ci allontaniamo dal si-

nondimeno

gnificato di tomba,

tizie

si

leggeva que-

C. 1. L., n.

7149

MEMORIA DOMINICI MACE


DONIS LEGE ET RECEDE
aMICI NOLITE TRISTARE QVIA

oMNES MORITVRI SYMVS


L'etimologia
dal verbo

ta,

giata la u in

con

tal

di tale

{c}ivt?jOxw,

sostantivo

monimentum,

i,

vocabolo

(1)

come

moneo

da

libri,

in

quanto

o
si

can-

vuole,

annali, cronache, storie, statue,

monete

sepolcri, titoli, tempii, epigrafi,

e simili. Ci in-

pure riportata dal Gualterus, dal Muratori, dal Tjrremuzza

ed anche dal siracusano Gius. M. Capodieci

racusa,

vede a prima giun-

si

monumentum

esprimere tutto ci che ammonisce e ricorda

qualche cosa passata, come


edifizi,

ricordo; quella di

(1)

Sir. 1813, voi.

I,

pg. 264, che

Antichi Monumenti di Si-

ha qualche notevole variante:

MEMORIA DOMINI MAGEDONIS


LEGE ET RECEDE AMICI NOLITE TRISTARI
QVIA OMNES MORITVRI SVMVS
.

MoiCMSEN,

1.

c, dubita che

({ucsta epigrafe

non

sia di et

romana.

455

MISOELLAKKA

tendevano anche

Nonio Marcello,

136)

I,

conferma

memoriam

neor, ad

spiegazione quando

la stessa

Sed ego quae monumenti

'*

scrive

poich Cicerone (vd. Fragm. presso

gli antichi,

ratio

nomine ipso admo-

sit,

quam ad
monumentum e me-

raagis spectare debet posteritatis,

praesentis temporis gratiam

che l'uso

di

moria sia promiscuo, appare da diversi esempi. Tacito, nella Ger-

mania
apud

( 2), degli antichi

memoriae

illos

Oltre

|i.vf]|jia,

annalium genus est

et

avvi

carmi dei Germani asserisce

"

quod unum

,.

195 K.), consimile ad

6u|xv7)[xa (n,

uTcnvirjat;,

usato nello stesso significato di ricordanza o notizia, come


cedenti vocaboli, ed
di

detti

memorabili

fatti

La

(Senofonte).

XpioTO) di una epigrafe catanese (Orsi, Notizie


n.

1464 K.,

che

di

ripete in

si

Roma)
un

la

domus

pure Bull. A. C,

n. 354; cfr.

De

oI-koc,

aJwvtos v

1893

sett.

pre-

racconto

cfr.

aeternalis dei Latini,

aeterna,

romano

epitafio

"

nel significato di

Troiivrijivcufia,

Rossi

C.

I.

V. R.,

I,

1880, pag. 19, e M., X*, 8174.

a.

debbo aggiungere che delle denominazioni antiche dei

Infine

sepolcri, xTTot, Xavot (n.

150 K.),

[xvf^[ita,

Xayve?

(cfr. n.

19 0.),

pare l'uso fosse promiscuo tanto pei sepolcri terragni che per

parietali (Orsi, Notizie, 1893, p. 278).

Ma
minare
per

talvolta

'Aext'ou)

compra o

la

altri

adopera pure

si

Bi'xxwp

83

(n.

la

vocabolo yopaoioc per deter-

il

pertinenza

xuov

fjypaaev

meglio

(forse

116 K.), yopaa'Ja

164

xtio; (n.

79

0.), cio l'indicazione della sepoltura e della propriet

insieme. Parimente nel

142 K.,

n.

'Aepi'ou

K.), yopaac'a Suwv ttcwv (cio Suolv xuotv) (n.

K.), Tuvpos 6 xuXfwvos Yopaata (n.

K. e 147

del sepolcro fatto costruire

iz (1)

n.

83 leggesi xnoq

J^Stos xTios Yopaot-vxos

bI^'.oq

citato

Xoxoxc'vou; cfr. n.

e nel

153 e 159

K.; n. 4 e 11 0., simili all'esempio dell'ep. 165 0., dove detto

che la compra del

sepolcro

fu fatta dal inedico Felice per

un

aureo, auv|JiapxupoOvxo(; Xlxpoo xal Mapxivou xal MeG-'oo. Sull'espressione Xoxxcvoc, cfr.

(1)

cit

Mommsen, Hermes, XXV,

n in questo caso pare che

non sono

rari a riscontrarsi

stia

esempi

invece di k

p.

26, n. 5.

e nella bassa gre-

di siffatte variazioni filologiche.

MISCELLANEA

456

Un'epigrafe

compra e

Con

voce

la

tomba

della

^*- BaXspecai; t^s

neptYV''^(?)
f|[iaiTapa.

54) edita dal doU. Orsi contiene l'indicazione

(n.

del riposo, della

tempo

in pari

auioO 'Ayopaasfa

\i-^\i-fc,

y.oi\irioi(;

xoO xuoo

adunque, s'indicava dagli antichi

yogocoicc,

cristiani l'esclusiva propriet del compratore, per assicurare tante

volte

possessione alla sua famiglia, e quindi per fare

diritto di

il

che nessun altro v'avesse pretesa

marmo

d'incidere sul

La

di sorta.

funerario o sulla calce

consuetudine, poi,

nome

il

del parente

sopravvissuto che taceva la spesa del sepolcro, era comune, non

che
il

anche

ai primitivi fedeli,

n.

222

0., xTzoQ 'Ayer^s

Avviene talvolta che


loro servo

come

era battezzato
Tip

'-jXtj(?)

Un

ai

pagani: notevole

padroni costruiscano' la tomba per

K.

nel n. 179

ove indicato che

.... ^(w)v eX(w)v uSwp

(1).

simile esempio quello della stupenda e classica epigrafe


(n.

63 K.)

At?j^a O-avwv [lex xf^pa

Ncxoaxpxou vO-Se

xal TzixpoizoQ

^E''j6\iri'^

'

ouvojxa (2) S'rjv

ZeiXcaoc, 'AYaS-wv, SaxpuetQ

Segue

data consolare e l'epoca della morte.

la

C(v) lx(o)v 08(op;

morie del papa

Etisebio,

vita in

cfr. Id.

Le Catacombe

Roma

il

pg. 511, legge:

1890, p. 31, ove traduce

memoria perenne, per

medesimo

1,

me-

di san Giov. in Sir. e te

che ha l'ac-

la preghiera dei suoi padroni

Evidentemente, se tanfo nella lezione del Kaibel


conserva

{lot

'^ioxo^.

Carini, Archivio Storico Siciliano. 1873,

(1) Il

xelfiai

TToXXufjievo? SeaTixou |X9' Svir].

odocl

axou yp

si

atviov

[jiv7]|x6auvov

de,

il

defunto

il

xwv SeaTioxwv axoO Tyelvoi; xal revvStc; (?),...

metrica del 410

qua di

tra gli altri,

veSe xTxe 'levapfas; cfr. K., n. 166.

quella del Carini-

clie in

significato di battesimo, la differenza dei

due

testi

sarebbe che nel primo indicato un vivente che aveva ricevuto V acqua
del battesimo e nel secondo

venuto a Castellammare
<ptt>-ci3iia),

Vacqua che contiene

di Stabia

Bull. A. Cr., a. 1876,

(2j oOvona,

forma

i).

il

De

la vita. In

un

titolo rin-

Rossi legge, luce renobatus

36 sgg. e 1879,

p.

ionica, usata invece di vo|ia;

121

cf.

(cfr

vd. M., X*, 8142.

l'eolico e

dorico vujia.

MISCELLANEA

457

Subito morto per sventura di Nicostrato, io qui giaccio, ahim

perito con dolore del (mio) padrone, poich io fui amministratore

di lui;

il

mio nome era misero Agatone,

non

lagrimosa

la vita

rado accade pure di determinarsi nell'iscrizione la

di

del sepolcro, che potrebbe essere

postura specificata

fago bisomo, trisorao, quadrisomo (Martigiiy, Dict.

uuXwvt

xTxe

quinta;

xpcTO)

ma

R. R.,

I,

vicinanza

2.

Cos

di

un sarcoAnt. Chrt.

100

simigliante

OtXoXoyfcu

uaSa

il

andron, Varr.,

redattore specifica la

xTcot Suo)

si

{sic)

upwxos xol

legge nella collezione epigrafica


17, v.si 3-4

f.

Xaiv oiYZuv Xtlpa xeO-vra,

5e^i5av S'x^r) y^P*^

'l7r7co|A5a)v.

// figlio posto sulla Sinistra di chi entra, sulla destra


il

vecchio

Ippomedonta

(1) Il

Carini,

Le

polto

Cat. di

o.

e, diverge anche qui dal Kaibel,

dell' epitalfo

con

Dione. Misera dei buoni e lagrimevole la vita


Critico, p. 51-52. Studiando atfentaraenfe
di Siracusa, trovo pi sicura la

che quella del Carini

|iot)

ta. In
(9^

fine del v.

(Aijvrj),

Di una

il

lezione del

Arch.

St.

le [)arole:

uno

Sic,

Sic.

1864,

I,

a.

p. 469.

p. 14.

Il

cfr.

Spughes

XX.

nome

(mio)

516,

11, se-

3oc.

Nel
,

p.

1894, p. 19, no-

Kaibel

trovo, al n.

fratello e sorella

forse

Bull. d. Commiss, di Antich. in

n. 187 riferibile a

Arch. Star. Sic. N. S. anno

1873,

Roma

4 bisogna leggere col Carini,

stesso sarcofago

Il

marmo, conservato nel Museo


Kaibel in fine del v. 3 (8'^v

epigr. metr. gr.,

Vd. Civ. Catt., 20 maggio 1893,

Strazzulla, Studio

Cfr.

139, la vicina collocazione di Kupiax? e Kuptaxi^


in

fu se-

(2).

Giov.,

s.

poich interpreta la chiusura

guito da G. CozzA-Luzi,

tomba

166 K.

0., n.

esempio

(lv q

corsia

un sarcofago distinto dagli

pure nell'ep. 179 0.,

tombe

due

Giovanni Zarattino Castellini,

di

terza

al significato di tcuXwv, cfr. Eaxwv e

Seiepos, cfr. n.

Un

Xavi Ttlvrcno, giace nella

in questo caso trattasi di

Quanto

altri.

d.

polisono. Nel Kaibel s'incontra la leggenda (n. 150):

715)

p.

(1).

duo

sorelle vergini

^ctxivtj

30

MISCELLANEA

458

anche qui

nota

si

il

gelosamente

diritto di propriet

ri-

servato alle persone congiunte. In altre epigrafi, oltre a ci


pi accentuata
che.

Una

Vyopixoicc, e

sentita comminazione, fatta apposta per guarentire la

intangibilit dell' avello

Siracusa,

y-fplq

di

si

SXkoq , nessun altro v abbia di-

divieto di vendita, di pegno, di dono, di co-

il

seppellimento

guente filatra

riscontra nell' epitaffio n. 79 K., di

i^ouacoTQ

(jirjSel?)

Questo era

ritto.

munanza

come meglio pu

in un'iscrizione gallo-cristiana

rilevarsi dalla se-

Hoc monumentum

neque mutabitur neque vaeniet neque donabitur neque pignori


gabitur neque ullo
p.

dimostrata con minacce caratteristi-

modo

obli-

abalienabitur (Le Blant, p. chr. en Gaule^

5).

Quando poi

come

meno

sent

si

epigrafia vennero

il

rispetto verso

defunti

nella

adottate alcune formolo di imprecazione (1)

nella leggenda del n. 187

K.

due vergini Fo-

riferita alle

tina e Filomena .... pxoD (cio pxw) ae (notisi la lezione del


Carini

pxoOat) xax xoO

Tiavxoxpxopos [irjSlva

9'eoij

(ouXav; cfr. axOXov e aOXov) ttote, che in volgare traduco:

giuro

(o, col

Carini, [le vergini'\ scongiurano)

che nessuno

le viol

che nessuno

le

violi

(ma preferisco

0., (Svoyvos

trovano raffronti nel De Rossi,


Cr.,

a.

1874,

vaXwpi

Roma

(cfr.

sott., I,

p.

K., 196),

arcam) post eorum niortem voluerit aperire, dabit

pondo quinque

Inoltre, talora sulle

xi

l'epigrafe

il

(1)

cristiane

si

rie del

Carini,

Le Catacombe

papa Eusebio

1.

2 sgg.

dell' Accad. di

Paler-

Vd.

205 O.,

p. 493.

ohe contiene

il

n.

editti in proposito.

di san Giovanni in Siracusa e

pg. 34. Per le multe e le

M., X, Ind. XVII, p. 1186.

ar-

trovano collocati dei

mentovata dall'HoLM, Atti

Cod. Theod,, LX, XVII,


I.

fisco

eam

nudo nome della persona defunta,

mo, 1875, V; Gahin), Archivio St. Sic, 1873, III,


che rammenta tre Ciriachi di una intera famiglia.
Gens.

che

di Julia Concordia).

tombe

epigrafici contenenti

*iXou|iivif];

Una

quis

si

(cio

(iscriz.

ti

105; e in Bull.

135, ove ardita la minaccia,

p.

%a[T xoO

pxi^co

genti

marmi

l'interpretazione del Carini,

leggesi nell' ep. 225 0.

248

6eoO] xxX., e nel n.

A.

per Dio Onnipotente

"

mai, giacche axOX infinito presente).

comminazione

simile

axOX

(xxc,

le

memo-

minaooe in generale vd.

4r)9

MISCELLANEA

e Prudenzio accenna quest'uso di ricordare

quando dice

Plurima

pi,

signata sepulchra locuntur.

litterulis

defunti tumulati avevano un culto, e le iscrizioni cos fatte

venivano chiamate
ch

hymnus

{Peristeph.,

morto senza

il

XI):

come innanzi ho dovuto

tituli,

stesso Prudenzio, dal quale

lo

Titulumque

si

ricavano molto notizie di

bene a proposito

antichit cristiane, canta

et frigida

osservare, poi-

saxa liquido spargemus odore.

Sicch, nell'epigrafia cristiana, anche attenendoci con diligenza

comunemente sono adoperate

alle iscrizioni funerarie di Siracusa,


le diverse nomenclature di

tomba

e riposo per esprimere la se-

poltura e niente pi, talvolta per determinare


no, e

non

rado per significare

di

un tempo; distinta
un

la

il

il

celeste soggior-

sepolcro ed

menziono del paradiso

il

paradiso ad

e del sepolcro in

titolo napoletano, M', X', 8174.

IV.

La

critica dell'Iscrizione di

nelle

L'anno 303,

Catacombe

Atanasio e Alessandro

di S. Giovanni.

tra' diversi cristiani martirizzati

da Diocleziano

(284-305) e Massimiano (286-305) imperatori, mentre in Siracusa


Pascasio

era prefetto

furono condannati alla crocifissione set-

tantanove fedeli coi santi Atanasio e Alessandro, padre e

come

rileva dagli

si

Ma

siiBfatti

ricevono

Ada

documenti

Sanctorum
storici,

se nel

conferma dai monumentali

di titoli

identificazioni

figlio,

Martyrum.
maggior numero

edifizi

danno tante volte incentivo

dall'epigrafia,

appagandosi

et

dall'

dei casi

archeologia e

alla critica, che,

dubbi e non accettando cos

non

di leggieri

le

archeologiche e storiche, discute, con raffronti e

460

MISCELLAKBA

analisi,

valore delle notizie tradizionali e l'importanza epigra-

il

fica e artistica.

Cos, l'iscrizione dei martiri Atanasio e Alessandro, che leg-

gesi nel quintultimo arcosolio sul lato destro di chi percorre la

catacombe

II galleria settentrionale nelle celebri

ha fatto pensare

d,

zione

al

sepolcro

quel

di

Gaetani

Brolo

di

(3)

ed

comm. G.

il

discorso

mentre

il

ch.mo

d'accordo con Mgr. Lancia

(2),

B. de Rossi

congettura che

(4.)

Atanasio, originario della Siria, avrebbe messo

XMF,

l'iscrizione 'A^avaafou e le iniziali

nente

san Giovan-

la probabilit dell'identifica-

(1)

coi santi in

Isidoro Carini rigetta tale opinione

di

il

bollo conte-

uniche nell'epi-

grafa occidentale cristiana.

Oltre a ci,

il

Carini, che se

che l'Atanasio non figulo

ne occupa

nell'arcosolio,

lui
il

della Siria, che cur la sepoltura e vi impresse,

proprio suggello.

(ma

e che anzi la lapide

tempo

steriore al

probabilmente

di 'AX^avSpog,

Brolo, poi, nota che nell'epitaffio non

Il

martire

passaggio, osserva

n proprietario della Aglina, bens

un congiunto, compatriota od amico


oriundo anche

di

ci

sono

calce graffila)

delle persecuzioni

e Atanasio

segni del

sarebbe po-

ben lungi di

essere sepolto con Alessandro, ne cur piuttosto la sepoltura di


quello.
Il

conte Cesare Gaetani piglia per f (croce) la consonante X,

dove che

il

de Rossi giustamente legge Xptat?, a cui segue MF,

cio MtXa^X ra^pcTjX

non

(1)

che, lo

formola

stesso Gaetani

Raccolta

d'

si

del resto

ferma

Antiche Iscrizioni

al

propria alla Siria. Se

nome

di

Siracusane

Conte della Torre; ms. della Bibl. Arcivescovilo

Alessandro scritto

Cesarb Gaetani

di

Sic,

di

f.

53.

Gfr. Orsi,

Notizie, 1895; Strazzulla, Studio Critico, p. 107-8.


(2)

Le Catacombe

di

s.

Oiov. in Sir.,

o.

e,

p. 14.

(3) Storia della Chiesa in Sicilia nei primi dieci secoli del Cristiane-

simo, Palermo, Lao, 1880; voi.


(4) Bull.

L, n.

74; P.

Arch.

I,

p. 175-6 o nota.

Crisi., 1870, p. 22-25.

Gfr.

G. Kaibel,

Orsi, Notizie degli scavi, Koma, 1893, in

7.

Estratti

O. S.
,

p.

et

12.

461

MISCELLANEA

nel cartello di calce e ai quattro sigilli


angoli, e in ci trova

che

poi

una distinzione

Mancaruso

il

identici

collocati

del defunto, e ricordando

13 febbrajo assegna

(1) al

agli

santi Ales-

sandro e Atanasio, non teme di congetturare che quell'epigrafe

appartenga

La

XMF

formoirt

mondo,
sa,

martiri omonimi siracusani.

ai

rappresentando Cristo

il

Salvatore del

e Michele e Gabriele, gli arcangeli protettori della Chie-

riconduce, credo, alla imagine dell'Apocalisse di Giovanni

si

(XII, 7)

"Et factum

est

proelium

cum

et Angeli eius proeliabantur

La

angeli eius.

magnum

in coelo:

Michael

dracone, et draco pugnabat et

simbolica delle trascritte iniziali potrebbe, in

conseguenza, significare una certa protezione che

martiri Ata-

nasio e Alessandro potevano aversi dal Nazareno (X), per la cui

causa

si

esponevano

e Michele (M);

al martirio,

e dagli arcangeli Gabriele (F)

quali, siccome, uniti cogli altri angeli di

nella ribellione di Lucifero e degli altri spiriti ribelli

Dio

combat-

terono arditamente la battaglia del Signore, e ancora corabatte-

Tanno, secondo

il

vaticinio dell'Apocalisse, nel finimondo, contro

tempi del Cristianesimo, sim-

l'Anticristo; similmente, nei primi

boleggiano

essi

Anche Dante

pure

difensori della Chiesa e dei suoi campioni.

Allighieri

sostegno, ove canta

{Par., IV, 46-47)

contrassegna questo

santa Chiesa con aspetto

umano

Gabriele e Michel vi rappresenta ecc...

Niente

di

pi insigne per una

tomba

bolo rappresentante la difesa degli


frire

il

di martiri,

spiriti,

poich,

che

il

sim-

dovendo sof-

martirio per l'odio dei feroci persecutori della fede, ave-

vano bisogno della grazia

di

Dio e del soccorso dei suoi ar-

cangeli.

(1)

Kalendarium Sandorum Urbis Syracusarum,

ha trovalo,

in

altri

scavi

calce, conservati ora nel R.

(1894)

dei

medesimi

Museo, vd. Notizie,

Syr. 1764.L'Orsi

bolli circolari

die. 1895, p.

su pezzi di

39 (Estratto).

MISCELLANEA

462

Ma,

oltre

bollo

il

caratteristicamente notabile^ e

lettere

le

rubricate, e la specificata paternit di Atanasio, sonvi pure nel

secondo verso segni

mente

non potendosi

che vorranno probabil-

di lettere in rosso,

significare 'A-Q-avaai'ou

(?)

sicch, escludendo ogni ipotesi e

fissare la cronologia della iscrizione, che,

me, sarebbe posteriore

propendo a

al sepolcro,

fago bisomo ai martiri Alessandro e Atanasio.


zione e
zione

quattro

insigni eroi siracusani.

tacombe
il

allora la iscri-

si

potevano professare verso

due

studia infatti la povert delle

ca-

fedeli

Se

sarco-

Siracusa e la breve e rozza dicitura di quelle epigrafi,

di

monumentale

segnalato

secondo
il

sarebbero una conferma di venera-

suggelli

culto che

di

riferire

epitaffio di Atanasio e Alessandro resta unico e

fra tanti oscuri e in

massima parte

qualche ragguardevole affresco, come quello

catacombe della Vigna Cassia, e

Marcia

di

se

(1) nelle

disgraziatamente scon-

l'altro,

servato, di Marina (2) in san Giovanni,

Che

negletti.

si

trova pure in Siracusa

sotterranea, esso va notabilmente segnalato perch dovuto a doviziosa famiglia cristiana, e

meno a persone

distinte per santit.

Per, nell'epigrafe in discorso rilevasi, in prova dell'assunto, la

coincidenza della paternit di Alessandro, espressa al genitivo


incisa in chiare lettere; ed inoltre, ai margini della calce, v'ha

un rozzo

ornamento a musaico

ed agli angoli della scritta

il

bollo che potrebbe essere della famiglia di Atanasio padre; e in

conseguenza adoperato pel sepolcro comune a

lui col figlio

Ales-

sandro.

(1)

Vd.

le

stupende

Archeol. Cristiano,

a.

osservazioni del
1877, p. 149-159;

comm. G.

B.

de Rossi

Bullett.

Lefort, Mevue ArchoL, gennaio

1878, p. 43 8gg., ed anche Etudes sur le

monuments primitifs de

la pein-

ture chrtienne en Italie, Paris, Plon, 1885; Armellini, Oli antichi cimiteri di

Roma

e d'Italia^ Fioma, 1893, p. 722

Carini,

Il

dotL G. FUhrer di

nimetria delle catacombe Siracusane.


(2)

Vd.

il

cap.

Le

Catac. di san

Strazzulla, Studio Critico, p.


Monaco promette un lavoro sulle pitture e

Oif/v. in Sir., o. e, p. 16-17; cfr.

di questi stu^j epigrafici (iscriz. II).

7-8, nota.

sulla pla-

463

MISCELLANEA

Laonde

ammettendo

questo titolo e

gli

che esiste

tra

altri delle necropoli cristiane di Siracusa,

pu

che

inferirsi probabilmente

martiri ricordati {confesso

De

distico (Menaeis.,

IlaTYjp av

Tnp

che

in latino

ha

ataupixv TraXet

seguente versione

TiO-oc,

Pro patre qui Filium

ad Pass io ne in.

Ne

propugnatori manca

di cotali strenui

la

Chiesa siracusana

da' suoi primordi, e con essa la storica Leontinoi,

fin

famoso

TtfJ-o?,

dq

(2) i^v

Pater cum Filio crucis patitur poenam,


dedit

il

uatp? ToO Svxt?

la

pu applicarsi

quali

ai

?),

(1)

differenza

sarcofago proprio dei due insigni

il

Angel.)

f^o)

notevole

la

il

cui

mar-

tirologio presso che ignoto agli studiosi di antichit cristiane.

Dir con Prudenzio, Peristeph., XI


Sunt

et

multa lamen

Carini

ai dotti,

dell' Orsi

signi fica nt

numerum.

venga appagato

Io spero, in conseguenza,

nota

martiri insigni

(1)

si

che la Sicilia sotterranea cristiana sia

riferiscono.

oblationarium)

^^

idiotismo, per

test scoperto in

uEsl

(epico

ult,

Sanctorum, Antverpiae, MDGLVIII,


martiri, ai quali

monumenti che a

si

riferisce

il

cfr.

Giovanni e forse spet-

s.

v.l. -^v

utcp);

distico,

voi.

II,

p.

650

nel secondo verso.

Bollano,

Il
,

negli

Acta

opina che questi due

potrebbero essere Bastemone ed Eu-

cfr.

quanto gregiamenle osserv, nello scorso

caruso, Kal. SS.

V. Syr., o. e, pg. 37-38, sulla scorta di G.

Sicilia, p. 14, n. 104.

tanti

Per un sepolcro a mensa (Tiapaxp-

suffisso alla latina, per vxog.

(2) 8vTtc, col

demone. Per

voto del de Rossi,

il

specialmente indigeni, mettendo in pieno accordo

la storia coH'archeologia, e investigando

Tiel^ov,

tumbas

tacitas claudentia

Marmer quae solum

del

il ManGualtherus,

secolo,

MISCBLLANEA

464

tante a un martire, cons. Orsi, Notizie, luglio 1893; A.


in Boni. Qunrtalschrift, a.

gie d. altch. Kunst,

1895,

1894,
p.

p.

124,

De Waal,

157; V. Schultze, Archolo139-140.

Cos questo mio tentativo, in riguardo alla tomba dei santi

Atanasio ed Alessandro, possa, dopo ulteriori ricerche, ricevere


conferma, e mi procuri compagni assidui, perch
cristiane siano

da noi ammirate

le glorie siculo

e studiate.

Siracusa.

Sac. Dott. V. Strazzulla.

DI

ALCUNE RECENTI PUBBLICAZIONI


su

LA SCUOLA POETICA SICILIANA


del secolo XIII

SOMMARIO
f

'G-.

A. Cesareo. La Poesia siciliana sotto gli Svevi. Catania, N. Gian Albino Zenatti. Ancor-a della scuola siciliana, Messina,
V. Di Giovanni. Il nome di Ciulo d' Alcamo,
tip. D'Amico 195
notta 1894

Firenze,

uff.

della

Rassegna Nazionale, 1894

Id.

Guido della Co-

lonna, in Rendic. della R. Accademia dei Lincei, 1894

P. Torraca.

Giacomo da Lentino ; La poesia provenzale alla Corte di Federico ;


scuola poetica siciliana, in Nuova Antologia , ottobre- dicembre 1894 L. Biadene, in Rassegna Critica di Leiterat. Hai., II, 1894
O. de Lollia in Giornale Storico di Letteratura Italiana, XXII, fascicolo 29
P. E. Restivo. La Scuola Siciliana e Odo della Monna, Messina, tip. Nicotra 1895. Id. Sopra alcuni versi di Giacomino

La

Pugliese, Trani, V. Vecchi 1895.

I.

Il

Signor Leandro Biadene,

<3esareo,
il

si

in

una sua recensione sul

libro del

maravigliava quasi, che, dopo lo studio del Gaspary

quale aveva dato fondo alla materia,

si

potesse discorrere ancora

della scuola poetica siciliana del secolo Xlil.

La maraviglia
condizioni

della

del

signor Biadene

critica

italiana

di

si

spiega benissimo

con

questo ultimo ventennio.

le

La

una poesia letteraria, con


una lingua letteraria, sull'aprirsi del duecento, in Sicilia piuttosto
^he in Toscana o in Bologna; incoraggiata dalla incertezza delle
quale, colpita forse dalla singolarit di

notizie e dalla scarsezza dei documenti

dizione e dalla ignoranza di certi

fatti

non sgomentata

dalla tra-

indispensabili a sapersi,

pose fieramente addosso a quella povera poesia

siciliana

non

si

la

MISCELLANEA

466

non quando,

lasci se

ha da essere.

rifatta ogni cosa,

esclamare

pot

Cos

Certo questa critica fece molto bene

cancell

tolse incertezze,

errori, rec in luce documenti, schiari dubbi, lesse meglio nei codici

una parola studi

in

con

fatto,

che poteva, e sorpass

come ancora non

materiale

il

ma

metodo;

rigore scientifico di

dal piacere della

segni. Si lasci vincere

Dante e

distruzione, per negare alla Sicilia quell'antico vanto, che

Petrarca

riconobbero, e che ancor vive in una frase tradizionale

le

dei Trentini.

perch di questa furia demolitrice

Il

malcelata con cui

critici

bene per che


delle lettere

sono vantati

si

poesia

quell'altra cosa alla

d'

della gioia

aver tolto

questa o

duecento, io non so

del

siciliana

so

tutte le volte che dalla Sicilia qualche dotto cultore

ha richiamato V attenzione dei

cumento, che

in alcun

modo potrebbe

di certe affermazioni, o

son levati

si

era

si

volle dir pi di quello

potrebbe indurre a nuovi

dilegio

col

non so se per disdegno

su qualche do-

critici

scotere la creduta saldezza

con

la violenza

studi;

non confessare

o per la vanit di

critici

hanno taciuto

propri

errori.

Le
che

le

vit,

conclusioni di questa critica,

formularono

per l'autorit di coloro

vuoi

da noi riconosciuti maestri

canoni indiscutibili e
ancora, specie

infallibili;

onde

si ritenne, e

ceto venerabile di tutti

il

all'opinione dei dappi, che

dopo

il

Federico

II;

che dopo

lo studio,

coloro

libro del

tornare a discorrere sopra la poesia e

la

no-

a Ciulo d'Alcamo; che,


si

infine,

ritengono

molti

che

si

acconciano

Gaspary non

poeti aulici

dei

si

possa

tempi di

acuto e dotto per altro, del D'An-

cona, sia cessata ogni ragione di discutere

non

vuoi per

vuoi pel metodo scientifico che loro diede valore, diventarono

dopo

le

intorno

al

ricostruzioni

Contrasto e
del

possa riprendere con nuove indagini e nuovi criteri

Monaci
la qui-

stione della lingua dei poeti siciliani.

Certo
condotti

lavori or ora citati sono magistrevolmcnte

ma

maestri hanno

il

Gaspary ebbe n
dono dell'infallibilit; e non far
il

compianto

credere che le loro conclusioni, scientifiche quanto


di convincimenti
stib

judice

gior fervore,
giudizio.

si
e,

profondi

abbiano

egregi

torto a loro

il

voglia e frutto

lasciato le discussioni ancora

che dopo parecchi anni


quello

si

concepiti

gli altri

che pi importa

vengono riprese con mag,

con

maggior serenit di

467

MISCELLANEA

Lo

studio

Cesareo non

del

Gi intorno a Ciulo

solo.

Di

il

Giovanni ha recato in questi anni nuovo e considerevole contributo di studi e su Guido delle Colonne hanno discusso il Monaci
;

Di Giovanni medesimo

il

comino Pugliese discorse


per
i

suoi allievi

il

sana

critica

il

sulla

studj

Messina su

dell'Universit di

ducento

ciliana del
di

signor Restivo;

il

Colonna e su Gia-

della

Zenatti noto

prof.

suo bel lavoro sopra Arrigo Testa, l'anno scorso trattenne-

il

tanti

Odo

su

Torraca,

la scuola

poetica si-

acume

scuola lavora con

e intorno a questa

ha pubblicato tre impor-

che intanto

poesia provenzale alla coite di Federico, sulla

scuola poetica siciliana, su Giacomo da Lentino ....

Tutto ci dimostra che


di maravigliarsi

il

signor Biadene non ha molta ragione

maggior maraviglia dovrebbe fare invece

quetarsi di molti critici e letterati a quelle


discutibili, e

marsi

alle

il

dar loro posto per fino nei

prime conclusioni

ripetere

il

mente; il lasciarsi trascinare pi


ammirazione pei maestri, anzich

giudizi

il

fer-

cieca-

devozione e di

spirito di

ragione e dalla verit.

in

recenti

vengono annullati

molte aifermazioni

della critica dubitosa e

quanto che coi

inappellabili,

molte cose dubbie diventan certe

altrui

dalla

ora maravigliare

studi molti giudizi che parevano

scuole;

le

dallo

tanto pi questo ostinarsi nelle conclusioni

negativa dovrebbe

per

ac-

pi son

che

opinioni

libri

l'

che pare-

vano verit profonde, ora paiono supposizioni pi ingegnose che


serie.

nella critica su quella

prima poesia d'arte un rinnovamento,

che lungi dall'andar cancellando

aveva

zione

vi

lungi

dall'

inscritto

approvare

avrebbero spostato

il

le

dalla

come

storia

altri

sperava

nomi che

ve

supposizioni

ipotesi e le

l'ingegno

umano

vamento

critico oggi riconosce

relega

Questo rinno-

dubbi dovrebbero acquistar

forza solo se confortati non tanto dall'autorit di chi

quanto da legittime ragioni

le

dove pu giungere

nelle sue ricostruzioni fantastiche.

che

novissime che

centro della prima poesia letteraria,

tra le fantasie e le trovate, atte a mostrare fin

la tradi-

conferma

li

le ipotesi,

li

concepisce,

siano pure ingegnose e

di persone autorevoli,

dovrebbero valere contro la tradizione coquando questa non venga dimostrata falsa anzi chi voglia
negare una tradizione dovrebbe egli portare prove convincenti constante,

non pretendere da chi non ha dubbio alcuno


prove della verit della tradizione *

tro di essa, e

le

4G8

MISCELLANEA

II.

La prima domanda che


questa: chi furono
<r

sero

ma

usciti

Musulmani

di

ma

Palermo,
la

che

sotto

il

che

opina

conte-

si

regno

di

Fe-

la poesia latina permane


nuova poesia volgare sici;

Se non che poco appresso aggiunge che

tempo

dello studioso

Cesareo

Il

poesia araba e la latina

la

sorge e vigoreggia da canto

le

liana.

letterati?

plauso della corte siciliana

il

Hierigo

poeti

normanni

fino agli ultimi re

mente

si affaccia alla

primi

gi la poesia si-

Era dunque gi nata


prima che Federigo cingesse corona; e sotto lo Svevo sorse e vigoreggi questo parmi voglia dice il Cesareo il che, se non sbaciliana al

Federigo

di

II era nata.

glio,
'

anticiperebbe l'apparizione della lirica cortigiana di alcuni de-

cenni innanzi alla data comunemente assegnatale dalla


lora

dove

e per

impulso

di chi

nella corte di Arrigo VI, che la furia del

disperse o interruppe

il

critica.

Non

ebbe cominciamento?

movimento

al-

certo

secondo vento di soave

letterario

cominciato

fin dai

primi principi normanni.

un

errore credere che la coltura siciliana abbia avuto splendore

solo con Federico II


rico II fu

rebbe
tuali

il

col

grande imperatore invece

si

spense. Fede-

continuatore di una tradizione gi gloriosa; e non lo sa-

non avesse ereditato dalla madre

stato, se

caratteri intellet-

dell'avo, che modificarono in lui la ferit e la violenza degli

Hohenstaufen.

con Buggeri

movimento

Il

II

letterario e scientifico cominci

evo seppe trovare

il

modo

di tenere in equilibrio e fonderle

tre civilt, l'araba, la bisantina, la latina, fu

studioso anch'egli.

promotore

queste tradizioni letterarie

spente, neppure tra quelle tribolazioni che

il

s'

come

dicare la Sicilia

in Sicilia

il

hanno a credere

Torraca credette

palagio della filosofia.

un grado

potuto

trovare

perocch

profane, erano qui coltivate

santina

si

incontrava con

le
;

le

scienze

madre

sacre

qui la sottile

sfa-

poteva in-

Federico

di civilt e di cultura,

parte d'Europa, neppure in quella Bologna,

insieme

di studi e

vorevoli alle lettere, se nel 1192 Arrigo da Settimello

dunque

da noi

questo acuto e profondo politico, che in pieno medio

II

trov

che in nessuna
di studi,

e profane
dialettica

avrebbe
pi

sapienza

le

bi-

scienze positive degli Arabi; qui le

469

MISCELLANEA

correnti ascetiche latine si perdevano nel sensualismo

musulmano:

un grado di agiatezza nuova e


palazzi marmorei, portici ornati di mu-

qui la vita civile aveva raggiunto


inusitata

strade lastricate,

cupole dorate; ville lussureggianti di vegetazione,

saici, torri e

rigate da fiumi, bagnate da laghi

samente

moschea,

la sinagoga.

catanti toscani. Cavalli bardati d'oro e di

la

il

gemme

un costume
;

co' suoi

servire

fama

come termine

onde

re vestiti

fra

bmni

e taglienti profili
in

dei siciliani e

mezzo a

della reggia di

Palermo,

dotti

legisti,

ad

Volava

astrologi, a poeti arabi, latini e greci, siciliani e stranieri.


la

orientale, circondati di eunuchi neri, di oda-

disputatori, a storici, a geografi, a grammatici, a

da per tutto

il

lettighe meravi-

di ogni cosa

balde e vigorose figure dei cavalieri franchi

sottili

rosso dei mer-

lucco

lische tenere e rosee

strade l'ondeggiar

le

un lusso una ricchezza una profusione


reggia di Palermo andava famosa per tutto,

di seta, in

le

Per

degli Arabi e la rotella gialla dei Giudei

sciamma bianco

giaco di maglia dei cavalieri normanni, e

fondaci e ban-

porto gremito di navi d'ogni paese; l'una accanto

il

all'altra la chiesa, la

gliose

ir-

campagne feconde maraviglio-

industrie sconosciute altrove, qui fiorenti

chi numerosi;

dello

le

che essa poteva

si

iperbolico di confronto al trovatore.

Questo ambiente Federico


del periodo svevo non si

II

pu n

non
si

lo

creava

la

cultura siciliana

deve considerare che come

la

continuazione di un movimento cominciato assai prima. Certo sotto

Federico II
le

la

cultura divent pi italica; l'assorgere del volgare,

condizioni della

corte, le

tendenze politiche

il

movimento

in-

tellettuale dell'epoca favorirono lo sviluppo della letteratura nuova,


la disciplinarono

sarebbe stato

le

diedero

possibile

lustro e diffusione

neppure

al

ma

questo non

genio di Federico II

non

se

avesse trovato un terreno fecondo e gi preparato.

III.

Mancano,
in

mezzo

canto

al

vero

documenti sicuri

per poter determinare se

a tanto splendore pot nella corte

metro

normanna risonare

latino e alla nenia araba, la strofe volgare.

Ma

ac-

nes-

suno potrebbe veramente dubitare che col risorgere dell'elemento


latino, e con la nuova societ italica che s'andava sovrapponendo

MISCELLANEA.

470

musulmana, non sorgesse anche

alla bisantina e alla

gare. Sar stata, dicono, poesia popolare

riconobbe

il

fridericiana

la

poesia vol-

tracce di popolarit infatti

Gaspary nelle rime dei trovatori siciliani dell' epoca


credette il Contrasto di
e il D' Ancona, non a torto
,

Ciulo d' Alcamo avanzo di un' antica

ragione sufficiente per supporre

poesia popolare. Ci parsa

esistenza di una poesia popolare,

la

anteriore alla cortigiana, e di cui forse

possono rintracciare

si

Ma

vestigia in alcuni canti tradizionali del popol nostro.

le

per for-

marsi un concetto esatto di quel che pot essere questa poesia popolare

bisognerebbe

nelle citt siciliane

anzi

determinare quale

tutto

cospicue

pi

era

il

popolo

e segnatamente in quelle della

costa.

un errore credere

una popolazione indigena


forte e numerosa. Cinque secoli di dominio greco e arabo avevano
quasi trasformato 1' antica razza latina, e ne avevano relegati gli
alla esistenza di

avanzi nelle regioni montuose, o tra


della popolazione cristiana,
co.

al

tempo

le famiglie dei servi. Il

del conquisto

L'elemento latino cominci a prevalere con

la

lonie italiche, che furono segnatamente liguri

grosso

normanno, era greimmigrazione di co-

aleraraiche, toscane

Quando mancassero prove e documenti' di queste


immigrazioni, basterebbero
nomi di strade, luoghi, edilzi ricordati
nei diplomi di quel tempo. La popolazione delle citt siciliane o
e meridionali.

una vera mescidanza di genti diverse, o era


lica, specialmente della marca aleramica.

era

Le

cosidette

monferrine
all'epoca

lombarde

colonie

piedimontane

liguri e

oggi

ristrette

normanna occupavano gran parte

verisimilmente fu colonia ligure

Bufera,

ita-

pi propriamente

che erano

tutta di stirpe

a quattro

citt,

Caltagirone

dell'isola.

Randazzo, San Fratello,

Aidone, Piazza Armerina, Nicosia, Santa Lucia, Vicari, Capizzi fu-

rono od ebbero colonie lombarde


Castrogiovaimi, Patti, Corleone
genti. Trapani,

secondo

di

Mazzara

L'Amari, discorrendo
le quali

citt

corrispondenza fra

lombarde popolarono
Cefal,

Catania, Gir-

marittime di terraferma.

di queste larghe e continue

s'andavano sovrapponendo

fondevano nuovo sangue

e colonie

e Palermo,

rifornirono nel corso del secolo decimo-

si

uomini delle

ai

Greci e

ai

alle scarse popolazioni

nomi

di alcuni

indigene

e in-

not la

con altri d
Lombardia) e della

luoghi di Sicilia

terra ferma, specie dell'alta Italia (Piemonte e

immigrazioni

Musulmani,

MISCELLANEA

471

bassa. Ci proverebbe ancor meglio, che

Ma?ca aleramica,

pi delle colonie venne

il

Piemonte e dalla Lombardia. Not


Musulmani che la maggior parte dei
latini firmatari o delle persone nominate nei diplomi, non di si<;iliani. Tra cinque canonici di Girgenti notati in un diploma del
un lucchese un bre1127, troviamo un romano, un policastrino
sciano e un francese, oltre un genovese ed un di Bisignano soscritti tra' testimoni. In un diploma dato il 1094 di Messina o di
Patti veggiamo tra' testimoni con pochi nomi francesi e alcuno
dalla

ancora

l'

dall'alto

illustre storico

dei

greco

arabico, Ildebrandus lombardus, Rogerius de Torceto

quinus,

Ugo de

Putheolis

Gualterius de Canna

oltre

Ac-

casati di

Maledocto, Ruffo, Strato, Minoartino, Astari, Bonelli, Marchisi.


^Itro diploma del 1095 presenta tra' testimoni,

con qualche

Un

nome

Odone Bono

francese o dubbio, que' di Arrigo fratello di Adelaide,

marchese, Roberto Borello Aquino, Riccardo Bonella e Ruggiero


Bonella. L'onorato

cittadini e

un

giano,

il

di

vescovo, ha

cosa di singolare

dello

oggi, o

v'

il

al

il

quale

gli

fenomeno
si

di

gli

alti

di-

clero raccolto d' ogni


il

solo che

della lingua letteraria dei poeti siciliani,

sono ingegnati

siciliano,

erano

italica e ve-

francese o italica;

per lo pi stranieri

un parmi-

con

necessario fermarsi su questo punto, perch

un popolo

v'erano

nomi tutti
aveva dunque qual-

di Patti

come

surta tra

lite

genovese

siciliana

erano volghi

la nobilt era

stato

possa spiegare
intorno

v'

chiesa di Patti,

e greca; la borghesia era di stirpe

nuta d'ogni parte,

v' era

della

un

testimoni

La popolazione

non

musulmana

gnitari

tra'

Potenza e parecchi uomini

di conio italico

parte.

Uno

del 1136.

1133, risguardante la composizione d'una

il

razza

di Alfieri si legge tra' notabili della terra

un diploma

di S. Marco, in

dato

nome

non

elementi indigeni,

tanti

v' era

ma

valentuomini.

Come non

ancora un dialetto siciliano

sopraffatti dagli

immigrati. Po-

polo e lingua erano per tutto

il secolo decimo secondo in elaboraandavan fondendo in quel gran crogiuolo che fu la monarchia normanna.
Date queste condizioni etniche non parmi che si possa parlare

zione;

si

propriamente

una poesia popolare siciliana anteriore alla cortiPi probabilmente quelle che paion tracce di poesia poposono gli avanzi di composizioni poetiche se non del tutto
di

giana.
lare,

letterarie,

non certamente del

tutto popolari

al

modo

che oggi

si

472

MISCELLANEA

intende

dovute a quella societ media che venivan formando

elementi immigrati e

gli

Se pure
tosto

siano

cosiddette tracce di poesia popolare non siano piut-

le

riflessi della

gli

gli indigeni.

poesia giullaresca anteriore alla fridericiana;

avanzi della poesia volgare semi-letteraria

che poi sotto

Federico II modellandosi sulla provenzale, divent pi aristocratica,.

ebbe determinati

ed

criteri

Cesareo la

d'accordo col

De

altri

termini

al

trono di Federico

sono

ebbe comin-

poesia letteraria siciliana

ciamento prima dell'avvenimento


il

In

artistici.

II;

per quanto

Lollis respinga questa ipotesi.

La critica non trova altra ragione di opporsi che la mancanza


memoria
alcuna di rimatori siciliani anteriori all' epoca sveva.
di
Certo il non trovar documenti che confermino l'esistenza di essi,
ma non sufficiente per negare in modo as argomento serio
soluto. Del resto ancora non sufficientemente assodata la cro;

nologia dei poeti

me

non assolutamente certo che

siciliani, e

conosciute appartengano tutte proprio

poeti

ai

cui

le ri-

dai codici

sono assegnate. Pu darsi che tra esse ce ne siano di poeti anteriori, dei quali s' perduto il nome, e che i menanti, non avendo
sottocchio

vero autore,

il

attribuirono

le

questo o a quell'altro

poeta. I critici cos scettici neiraccogliere la tradizione, cos sottili


nell'interpretar le testimonianze degli antichi,

verchia fede

ai codici, e

copisti antichi ignoranti e

hanno prestato

so-

non hanno mai discusso la infallibilit dei


frettolosi; il che veramente poco scien-

tifico.

Perch nella corte di Sicilia si udisse una poesia letteraria volgare, non era necessario attendere la tarda imitazione dei trovatori
provenzali

n l'avvenimento

potere di Federico IL

al

Innanzi tutto non bisognerebbe dimenticare che la prima stirpe

regnante era francese, che francesi erano

con

le relazioni

manna, erano
a Federico

II,

la

Francia e con

Goffredo Malaterra,

Guglielmo

di

Blois

di versi e di tragedie. Francesi

se

bene
in

vescovo

di

grandi feudatari, e che

frequenti. Nella corte siciliana erano vissuti, innanzi

millio, Pietro e

francesi

l'Inghilterra, allori con(|uista nor-

alla spicciolata

Dopo
Rouen mand
Sicilia.

Ugo Falcando, Gualtiero


;

Offa-

quest' ultimo autoie di prose,

erano

prelati ed officiali pubblici;

venivan d'oltre monte continuamente

la

morte di Guglielmo

alla corte

di Sicilia

il

Malo

trentasette

l'arci-

giovani

473

MISCELLANEA

La

francesi dotti e di nobil sangue.


coi dotti

maso

di

di

Francia e

d' Inghilterra

1'

venivano in

Sicilia;

de Guglielmo
tica poesia

era raro

Grispin, cacciato via

quale ricordo in una an-

quali versi

ci

li

outre

lai

altrui,

infatti si

parlava

eran

ma

forse

la lingua
si

non erano ignoti


si ha da torre,

lai

francesi

francese

adoperava

radicato e necessario l'uso, che,


le redini del

canti e

testimonianza non

ogni fede.

questi canti

la latina, l'arabica,

lais

vielle....

apprendono che

alla reggia di Sicilia, se all'antica

per far piacere

le palais

ou sonnait

cantait et

Li un arpe,

si

studiavano

Unguam

se

ignorare,

la greca,

era cosi

la lingua natia; anzi

quando

governo, Arrigo

corte nor-

nella

di

il

conte Stefano di Perche

Navarra

della Re-

fratello

gina, istigato da' cortigiani a levarglielo, si scus col dire

rum

il

Ou

prese

vaghezza, o perch espulsi,

del

Robert Grispin entre

Questi

inglese.

come quel Robert du Bec

Gonquistatore

il

regina reggente di Si-

la

Palmer,

suo ministro Riccardo

caso di cavalieri normanni, che o per

manna

abate di Gluny e San To-

Canterbury corrispondevano con

cilia e col

teneva corrispondenza

corte
;

quae 'inaxime necessaria

francoesset

in

curia.

Non

logico,

non

ammissibile, che le genti francesi

non

non ab-

pu suptradizionali,
menporre che esse dimenticassero
canti nazionali e
tre conservavano la lingua, e tenevan frequenti e vivi gli scambi
bian seco recato la poesia fiorente della patria;

si

Le memorie

col paese di loro origine.

alcuni luoghi di Sicilia,

non

ma

non

il

di

nomi

epici

francesi in

potrebbero spiegare che per

normanni

dizioni nazionali recate dai

francese era epica, mentre

si

le tra-

fra noi. Si dir che la poesia

poeti siciliani furono

lirici,

genere per ora che importa notare,

il

e sta bene;

fatto

che non

pot mancare in corte l'esempio di una poesia volgare cantata da


poeti cortigiani. D'altronde se le immigrazioni
cesi soltanto, l'osservazione sul genere di poesia

ma

le

fossero state fran-

avrebbe gran peso;

maggiori immigrazioni vennero dalla marca aleramica, dove

la poesia dei trovatori provenzali

Arch. Stor.

Sic.

N.

S.

anno XX.

aveva culto e seguaci.


81

MISCELLANEA

474

Qui giova avvertire un errore grossolano in cui caduto, certo


il Cesareo. Egli ammettendo che dal Monferrato

per inavvertenza,

possano essere venuti trovatori

una Matilde

Adelaide o Adelasia, figliuola

marchese

Monferrato;

di

in

moglie

Manfredo e cugina

di

quale venne sposa

Ruggero

conte

al

Raimondo Berengario. Voleva

figliuola di

forse dire

di Bonifazio

Conte nel 1089,


del primo letto del

la

al

non gi nel 1080. Matilde invece fu figliuola


Conte Ruggero, e maritata, appunto nel 1080, a Raimondo conte
Tolosa e

Provenza. Adelasia

di

ed anche

grosse colonie monferrine e pedemontane.

con sicurezza che

gente

si

nell'esercito dei venturieri

di francesi

uomini

gli

con loro

pu affermare

ma

normanni,

era composto in gran parte di

verisimilmente vi furono genti aleramiche.

italiche,

que, tanto

Ma non

immigrazione dalla marca aleramica sia co-

la

minciata in quella occasione

che non era tutto

di

trasse dietro cavalieri e cortigiani,

che ebbe in Sicilia vasti feudi

fratello Arrigo,

il

si

come

di corte

Comun-

monferrine re-

popolazioni

le

carono seco usi e tradizioni patrie.

La

esistenza in alcuni frammenti poetici

velle, della

leggenda degli Alenimici

chiarissimo Salomone-Marino, dimostra

sarono

leggende

in Sicilia tradizioni e

pu negare che

cortigiane. Chi

che passata

in certi

provenzali

reggia di Ruggero
al

II,

gare; forse

valere

tico

mo
li

elementi

degli

Buono

buoni

tori, e

ma

un riscontro

spense presso

si

per cui prendeasi di-

di Sicilia,

Questa consuetudine vivissima nella

poeti.

ma

successori,

di

italiani,

quivi

re verludioso

et

delle

il

volgar

la

d'

persone

onesto.

ogni

((uivi
d'

Si

erano

volle

si

ma

tra-

non

poi col pre-

che s'andava formando

alla lingua straniera. L'an-

perfettione

ogni

ma

poesa vol-

corti italiche,

Dante afferma che nella corte

rima,

erano

moda

sostitu

si

trovava

dicitori in

la

naturalmente francese;

ceppo siculo,

commentatore
il

non

dapprima seguendo

vecchio

posto della poesia araba s'and sostituendo

nel volgare del paese,

sul

popolari

aleramidi non sia an-

degni di nota, e in altre testimonianze. Anzitutto le

fatti

letto nel sentir cantare

quelle genti pas-

non

allora

dei versi citati pi sopra, trova

usanze arabe adottate nella corte

mut

recentemente dal

come con

coi cavalieri

la poesia lirica dei

La testimonianza

e in tre o quattro no-

resa nota

li

di

Gugliel-

gente. Quivi erano

excel lentissimi

sollazzo
toglier

che

si

canta-

pu pensa-

valore a questa

te-

475

MISCELLANEA

stimonianza pel fatto che

dopo

Guglielmo.

di

una tradizione viva

Ma

il

commentatore visse pi
avesse ricordato

e costante

della testimonianza del

commentatore soccorre

slituzioni di Guglielmo, nel quale si proibisce


gli abiti sacerdotali ai

La

di Dante.

rima

favore

capitolo delle co-

il

travestimento ne-

il

di

Guglielmo, sfuggito finora

ogni dubbio sulle parole del commentatore

corto

taglia

in

joculatores.

Questo paragrafo delle costituzioni


,

un secolo

dicitori di

penultimo principe normanno. D'altronde

alla corte del

ai critici

d'

non distrugge che per un secolo e pi

ci

parola latina joculatores

la

precisa corrispondente

come si pu vedere dai documenti


Essa dunque serviva a indicare i giul-

delle altre jouglars e jongleurs,


e dalle scritture dell'epoca.
lari,

che erano novellatori, rimatori, e precisamente,

Non

uomini

di

ogni

buon Guglielmo avesse comminato pene contro persone che nella corte o nel paese non esisollazzo.

stevano

supponibile che

giacch

certi bisogni

le leggi

nascono dalla necessit

necessario

glars e jongleurs.

Ma

se

ammettere

e'

punto che abbiano in

biti

il

eran

essi,

Sicilia

la

di

provvedere a

presenza in

Sicilia di jovr

ragion vuole che non

poetato in volgare

si

du-

come poe-

tavano e novellavano altrove, in Francia, in Provenza, in

Italia,

IV.

Tutto ci che abbiamo detto,

ci

pare bastevole per dimostrare

una poesia volgare, non popolare, ma cortigiana


non potevano mancare anzi ci sembra pi ragionevole che in
una corte come la normanna, in un paese ove gli studi fiorivano
che

gli

esempi

di

questi esempi avessero esercitato


lo

la loro

svolgimento di una poesia volgare

come

gli

grazioni,

influenza e determinato

cortigiana

elementi tradizionali del paese,

sua parentela con

Ma

modo

stesso

immiformando un popolo nuovo, formavano anche una poesia

popolare nuova, che nei motivi, nelle tendenze, nei


la

al

rinsanguati

la

dalle

metri, mostra

poesia popolare delle altre regioni italiche.

quale non avrebbe potuto altrimenti somigliare

dopo quattro

secoli di separazione e di servaggio orientale.

Ma
Sicilia

altre

ragioni

occorrono

che dimostran meglio

non pot mancare movimento

letterario

come

anteteriore

in

a F-

476

MISCELLANEA

derico

II.

volgare

Finora

abbiamo

noi

senza definirne

leggenda

Art

di re

Tilbury in

modo

al

Etna per

nell'

e Ghilperico

venisse tra

stesso che

quale

sistenza, lirica;

venzali.

Come

si

nomi

potrebbe indurre a

di paladini

Ma

ha contezza, e quella

ed ha attinenza con

dai quali

II,

carolingio.

ciclo

cui si sospetta l'e-

hanno documenti

si

poesia fiorita

la

di

poesia dei trovatori pro-

la

spiegar questo, se non

cosa del ciclo

imposti ad alcuni

vatori provenzali venuti in Sicilia, prima e durante

derico

La

toccate-

raccolta da Gervasio

noi qualche

essere che qualche cosa sia venuta.

Sicilia, della

poesia

di

le ferite

supporre a tradizioni del

luoghi, potrebbero far

Pu

generale

in

che non cosa possibile.

Sicilia sul finire del secolo XII,

credere che coi normanni


brettone

condannato

combattendo contro Modredo


di

parlato

genere

il

cortigiani siciliani avessero

il

di tro-

regno di F*

potuto attingere'

forme della loro poesia?

le

Cesareo non dubita che la

lirica

anteriore al regno di Fede-

rico sia stata trovadorica. Egli aterma che

in et di quattro anni, fu coronato

maggio 1198> era gi cominciato

il

re

di

Regno sapevan bene che

Palermo

Palermo

il

II

il

rinnovamento poetico; cio a


1 giudici,

dire la scuola lirica provenzaleggiante.


del

quando Federico

Sicilia a

notari,

frati

ne' castelli di Puglia e alla corte di

provenzale non era inteso, e che la poesia v'era gustata

il

e ricompensata

fors'anche....

provarsi a rallegrare

volgare plebeo

la corte

avevano udito

rozzi poeti del luogo

con qualche loro ingenua trovata in

imaginarono subito tutto l'onore e

avrebber potuto ritrarre dall'idealizzare


teraria, levigandolo

con

dialetto a

il

l'aiuto del latino,

il

profitto che

convenienza

introducendovi

bei

let-

modi

della lirica provenzale, riordinando la disposizione delle stanze delle

rime

Ma

versi, su l'esempio dei celebrati maestri

dei

precisamente

quest'esempio dei

pe, che la critica vuol sapere

derico

quando

poeti siciliani l'ab-

scuola

te8i,

II.

Come
la

Alpe.

d' oltral-

non trovando essa relazioni tra la corte di Sicilia e


Provenza, ovvero trovandone alcune, solamente a tempo di Fe-

biano avuto
la

come

d' oltr'

celebrati maestri

che

il

poeti

dei

del

tempo

provenzali

fridericiano

volle

spiegare

Cesareo accoglie e segue,

ma

abbiano
il

potuto

seguire

Monaci, con una ipo-

che non

d'accordo con la cronologia adottata dal Cesareo.

Il

si

troverebbe

quale, per con-

477

MISCELLANEA

ciliare

suo concetto deiranteriorit della poesia aulica all'epoca

il

con

di Federico,

l'ipotesi del

Monaci, transporta

secolo XIII una poesia di Jacopo da Lentino

seguenza l'incontro

una fortuna insperata, parler appresso


questa poesia che

Federico

svolse innanzi alla coronazione di

si

anche

sto caso, eran necessari

con

diretti e frequenti

suppone per con-

Monaci che ha avuto


mi rivolgo due do-

qui io

anch'essa provenzaleggiante

II fu

primi anni del

Jacopo con Pier delle Vigne e col Mostacci

di

negli ultimi anni del secolo XII. Della ipotesi del

mande

ai

se

non

ci

2"

Provenza per aver

la

dato anche que-

rapporti

fossero stati

notizia di quella poe-

sia e seguirne l'indirizzo ?

domanda

Alla prima

si

detto pi innanzi circa la

plebea

come dice

il

pu rispondere con ci che abbiamo


esistenza di una poesia volgare, non gi

Cesareo

ma tra popolare e letteraria. Si pu

rispondere col Contrasto di Giulo d'Alcamo, avanzo di una poesia


giullaresca anteriore
fiorita innanzi alla

cortigiana dell' epoca

alla

La

sveva.

scuola del secolo XIII non fu dunque

zoleggiante e s'ispir probabilmente alla vita giullaresca;

trebbe

poesia

provenche po-

il

per avventura, mettersi in relazione coi jouglars o coi jon-

gleurs, cui

si riferisce

Nulla dunque

di

in certe frasi,

che non

paragrafo delle costituzioni di Guglielmo.

il

provenzale

dei poeti provenzali,

si

o forse

possono

perch

in

il

liscontro in certi soggetti e

modo veruno

appartengono

alla

credere esclusive
poesia

di

tutti

popoli.

Ma

imaginiamo anche che

la poesia anteriore alla cortigiana del

secolo XIII, abbia seguito la maniera dei poeti provenzali.

quando e dove

Siciliani

trovatori occitanici ? Per

cano due cose


regione su cui

avrebbero potuto conoscere

l'una che relazioni dirette e indirette

si

la

muovere questa obbiezione

estese la poesia provenzale

ci

Come,

poesia dei

si

dimenti-

con tutta la

furono; l'altra la

posizione politica e commerciale della Sicilia in quei tempi.

Le

relazioni cominciano fin

da quando Matilde,

figlia del

Ruggero, and in moglie a Raimondo Berengario conte


tra

re

(tiers, la

di

Sicilia

il

conte di

Barcellona

il

conte

di

Poi-

corte d'Arles, la Navarra e l'Aragona, vuol dire con tutta

la zona dove

conte

di Tolosa;

si

estese la poesia in lingua d'oc

non teniamo conto

Aquitani in

non mancarono mai.

della venuta continua di Navarresi, Spagnuoli,

Sicilia; tutti gentiluomini o

uomini di chiesa che p-

MISCELLANEA

478

tevan bene recare la coltura,

la poesia, le

usanze cavalleresche delle

corti meridionali della Francia.

D'altra parte la Sicilia posta tra l'Oriente e l'Occidente, nel ba-

tempo pi che una

cino del Mediterraneo, era in quel

commerci

luogo ove convergevano

maggiori

citt

commerciali

pellegrinaggi

d' Italia

avevano

vano

pellegrini

gli eserciti dei crociati

ad

e forse

il

Le

appunto per questo,

fondaci e banchi nelle citt marittime dell' isola

nivano ordinariamente

stazione,

spedizioni.

in Sicilia si riu-

approda-

in Sicilia

concorreva la pro-

attirarli nell'isola

tezione che indirettamente questi pellegrini ricevevano dall'armata


siciliana, che,

per

le

imprese

d'

Oriente

mari. Nulla di strano che la via fatta da

seguendo Arrigo VI in
tori e avventurieri

Certo che
cilia,

percorreva sempre quei

Baimbaut de Vaqueiras,

abbiano fatto anche quanti trova-

Sicilia,

navigavano per recarsi

Tripoli o in Soria.

in

trovatori conoscevano gli splendori della corte di Si-

se Bertrand de

Born poteva

l'amore della sua dama, neppure

Tutte queste

ragioni

ci

dire che

non avrebbe cambiato


de Palsmie.

s'ieu fos rei

paiono

sufficienti a

mostrare che per

prima che Fede-

volgare,

sentir risonare nell'aula regia la strofe

rico II desse vigore e fama alla scuola poetica

per aver conoscenza della poesia provenzale

suoi tempi, e

dei

innanzi alla venuta

certa di trovatori occitanici nella corte sveva, non era mestieri

correre ad ipotesi pi o

meno

ri-

speciose.

V.

Fra

le quali,

come ho

detto,

Monaci, seguita dal Cesareo,

ma

ebbe maggior fortuna quella del


combattuta, e valorosamente, dal

Torraca. L'ipotesi del Monaci mira a spiegare

nere della poesia


poeti siciliani.

e per

Suppose

il

il

fenomeno

del ge-^

conseguenza della lingua adoperata dai


dotto professore di

Roma,

che in Bolo-

gna, centro di studi, siansi trovati a studiare, Jacopo Mostacci, Pier


della

Vigna

Jacopo da Lentino

tori provenzali dalla vicina

indirettamente

per

quali o direttamente da trova-

Ferrara facilmente andati a Bologna, a

la vicinanza delle

corti

ove

si

poetava

in pro-

venzale, avessero appreso l'arte di trovare; e che tra loro, o per


la

mescolanza

di lingue diverse, o pel fatto stesso

che

tre poeti

479

MISCELLANEA

appartenevano a tre regioni diverse


avessero trovato

nando

recarono

in patria, vi

la

nuova poesia:

cammino

la scuola poetica siciliana. Il

sarebbe stato

e parlassero

forme della lingua poetica.

le

non da Palermo

alla

diversi,

dialetti

tre poeti, ritor-

e cosi ebbe origine

dunque,

della poesia aulica,

ma

terraferma,

da Bologna a

Palermo. Questa ipotesi, sorretta da argomenti non privi di valore e da grande erudizione, per la novit sua e per V autorit di
chi se ne faceva sostenitore

plausibile;

menti

che

quasi

certi della

dimora

La contemporaneit
sata fra
si

tre poeti

di

Jacopo da Lentini

Jacopo da Lentini

ho

Ma

detto, fa

47. Se Pier delle Vigne,


non furono insieme, come

dove avrebbero potuto

non a Bologna, dove studiarono?


sua questa

si

pu adduri-e

in

Bologna

documento prova che Ja-

suo

rulficio

n a sostenere questo as-

perch in quei tempi,

di notaro,

per esercitarlo, non era necessai-io addottorarsi nel

mora dunque
l'altro, e

di

tre

non pu avere valore

non era necessario

ebbero

uffici

La

diritto.

di-

Jacopo da Lentini a Bologna una ipotesi e nulscientitco.

Torraca argutamente

Il

osserv che per far conoscere e condimorare insieme


ciliani,

tro-

Cesai eo, co-

1!

ipotesi.

anzitutto osserviamo che nessun

copo da Lentini sia stato


sunto

poeti.

XLV.

Jacopo Mostacci

avrebbero potuto tenzonare d'amore?

me

data anche que-

e,

dimora a Bologna e la relazione pasMonaci provata dalla tenzone tra loro,

e!"a al

Bologna docu-

in

della

trova nel cod. Barberiniano

varsi insieme se

spiegazione pi

la

dimora contemporanea dei tre

sta certezza, della

che

come

accolta

fu

Monaci avesse trovato

il

atjdare a

farli

nella corte imperiale,

sieme con Federico,

lo

Bologna

tutti

e tre

seguirono nelle sue

tre poeti si-

perch

si

tutti

trovarono

in-

per la pe-

escursioni

nisola: onde pi naturale, pi vero, che la tenzone sia avvenuta

dove
Per provare che

nella corte di Federico,


cini di fatto.

gnerebbe trovare

la

tre poeti si
la

conobbero e furono

le

suo opinioni, anteriore all'epoca

tre poeti si trovarono alla corte di Federico, cio

Ma

qui che la cronolt^gia zoppica.

segnare

al

come

data delle tenzone, e crederla,

sareo per accordare

Il

per certi caratteri ritmici d'assai


la

posteriore.

maniera trovata

in

fi

il

Ce-

in cui

prima dal 1220.

Cesareo crede

1205 una poesia di Jacopo da Lentini,

1205 poetava secondo

vi-

tenzone avvenne a Bologna biso-

di

poter as-

che d'altronde

Ma

posto che nel

Bologna, o non era

MISCELLANEA

480

il

che

Bologna, bisogna aianiettere

a studiare

in

nacque dopo

il

anni o poco

pi

modo

in ogni

doveva essere

Vigna. Se dunque

trovasse

si

Pier della Vigna

meno

di venti

pi giovane di Jacopo e

era

a Bologna.

ini

andava a Malta

nel 1240,

meno

Ma

il80; e a quell'epoca poteva avere

poteva trovarsi con

tore,

per lo

egli

Bologna qualcho anno innanzi.

non

quanto a Jacopo Mostacci, se

in cerca di falconi, per conto dell'Impera-

pi giovane

:issai

Jacopo

di

Pier della

e di

come mai

tanta differenza di anni,

fra' tre c'era

poterono trovarsi scolari a Bologna nel tempo medesimo? dato an-

che che
per

Mostacci fosse stato necessario addottorarsi in utroque,

al

1'

esei-citar

Monaci,

Il

tica di questi

cosi essi

ufficio di falconiere.

pone

pi logico,

lo

svolgimento

avrebbero appreso

come dice

Cesareo

il

non troppo discorde richiamo

Ma

tremito della nuova poe-

il

quarantanni

egli siasi trovato in

Ma

latina,

il

Vigna entrava nella

dialetto

corte,

di lui.

abbiano avuto

poeti siciliani

cognizione della poesia

e non prima. Perch mai


nuova arte a Bologna, e non avreb-

provenzale solo ai tempi di Federico

II,

avrebbero dovuto attingere

la

bero trovata da loro stessi

l'arte di rilevare

lingua

a dignit di

perch

Sicilia,

non

il

Dice

letteraria?

memoria

vi

e non verosimile che

innalzare

di trovatori

Siciliani

municipale

dialetto

il

Monaci, e con

il

lui tutti gli

provenzali

andati in

potuto da soli

avessero

loro dialetto, accostandolo alla lingua.

Anzitutto non vero che nessun trovatore sia venuto in

Se per
che

via di induzioni,

dopo quanto abbiamo

col seguito di Adelasia, coi dotti e coi

glesi, coi giullari,

con

la

con

II;

certezza storica la

Arrigo VI, e

la

dimora

di

colle

l'arte

venuta

di

detto, si

Sicilia.

pu ritenere

cavalieri francesi e in-

le relazioni frequenti

regione letteraria occitanica,

commerci, possa esser venuta

rico

ed

sembra dunque assai inverosimile che


Bologna, quando poteva esserci il Mostacci pi

a parte la cronologia, a parte ogni altra considerazione, po-

niamo che

altri,

medi-

col

letteraria,

forma

della

nel 1220 Pier della

municipale.

avea quasi
giovane

poe-

sarebbero trovati in Bologna nel primo quarto; ed ivi

si

sia trovadorica e l'arte di rilevare a dignit

tato e

dell' attivit

secondo quarto del secolo XIII;

rimatori, nel

tre

con

la

marca aleramica,

crociate,

pellegrinaggi,

trovadorica, prima di Fede-

llaimbaut de Vaqueiras con

Peire Vidal

nella corte

di Enrico di

48

MISCELLANEA

Malta nel 1205.


che

vece

Ma

anche senza

era necessario assolutamente

ci,

Non potevano

trovatori provenzali venissero in Sicilia ?


Siciliani

andare in terra ferma


per

della sua vita nella penisola,

corte sua.

Nota acutamente

Torraca

il

contro

papato e

il

ovunque condusse

in-

pi

il

la

bisognerebbe dimostrare

non fu nessun Siciliano, nessun

dell'Imperatore

-che nel seguito

guerre

le

Lombardia

Guelfi della Toscana e della

Federico II pass

Napoletano... dimostrare che Pugliesi e Siciliani non potevano aver


notizia dei trovatori e della lor poesia da alcuno dei tanti

non

gliesi e

Ma

fatti

cun suo

Siciliani

dai quali V Imperatore era

dicono che Jacopo da Lentini fu notare imperiale, e

da Polidoro

atto datato

in Basilicata

Rinaldo d'Aquino fu con


seguivano

l'

>

al-

Pier della Vigna

e Arrigo Testa andarono pi volte con Federico

ciliani

non Pu-

accompagnato.

nella

penisola;

Se dunque

imperatore a Faenza.

pi

la corte nella penisola, nulla di

facile, di

Si-

pi

naturale che vi avessero incontrato Elia Gairel e Folchetto da Ro-

mans, della

cui

dimora nella corte

nessuno ha mai dubitato

Beausen

Bertran

d'

Alamon

Augier

Pegulhan, Guglielmo Figueiras

avrebbero appresa

rico

contatto

Vienne

de

Rambaut de
Aimerigo de

poeti siciliani dell'epoca di Fede-

arte

l'

Diez fino a oggi

che vennero anch'essi nella corte

dunque

-dell'imperatore. Perch

di Federico, dal

avessero incontrato

e vi

lingua a Bologna, e non nel

e la

immediato dei poeti provenzali e nel peregrinar per

la

penisola ove l'arte trovadorica era diffusa;


curioso dell'ipotesi del Monaci questo, che nega ai Siciliani

Il

la idoneit e l'abilit di fare ci

Quali

difetti fisiologici,

tar!, gli abati e

che

Bolognesi poterono. Perch

quale inferiorit intellettuale avevano

no-

cavalieri delia pi splendida corte d'Europa, per

non poter compiere quella trasformazione che gli studenti di noin Bologna potevano? La cosa non mi capacita. D'altra
parte, per ammettere che i Siciliani avessero appreso l'arte a Bo-

tariato

logna, bisognerebbe provare prima l'esistenza di


tica in

LoUis

Bologna anteriore
fa al Cesareo,

alla siciliana.

filtri

trovarono

colpisce

da s

ostbro? e se trovarono

anche

Perch o

sua teoria.

della

il

De

che cio non vi ha notizia alcuna di una poe-

sia preistorica in Bologna,


stenitori

una scuola poe-

La obbiezione che

da

se
s,

il

tre

appresero
perch a

Monaci

da

altri

tutti

so-

appresero da

rimatori
,

dove sono

Bologna e non nella

MISCELLANEA

482

corte

medesima dell'imperatore ?
a una cosa; che cio

tendeva

severe discipline, e che

alle

vi scrivessero

pi facilmente

le

dotti, in latino, anzich in volgare

poteva diffondere tra

la

ancora parmi che non

si

sia

Bologna

si

at-

studio

nello

riflettuto

dato

che poesie

gli scolari

componessero nella lingua dei


e se una forma di poesia si
;

tumultuosa, varia

paese era piuttosto quella dei

di

clemci

colta giovent

la

goliardica,

d'ogni

per

la

sua

natura e per la lingua pi conforme all'indole degli scolari di quei


tempi.

Il

che not anche

il

La

Monaci,

poesia trovadorica era in-

vece per sua natura cortigiana e cavalleresca; ed assolutamente


assurdo darle
denzi,

per culla

piuttosto che

Come

vede, dunque

si

menta sotto

una

scuola dei notai,

la

come vuole

il

Gau-

corte.
,

l'

Monaci cade

ipotesi del

colpi della critica; e cade pi

dalle fonda-

rovinosamente se

si

pensa

che per trentanni tra la corte imperiale e la Provenza, furono rapporti frequenti, che la Provenza,

calquier

matrimonio
trighi

la

contea di For-

che Federico vi tratt anche

Corrado con Beatrice,

la

quale and poi, per

Innocenzo IV, moglie a Carlo d'Angi.

di

ste, che,

di

regno di Arles,

il

erano feudi dell'Impero

il

gli in-

Tutte cose que-

aggiunte alle altre, dimostrano sempre pi

come per aver

conoscenza dell'arte dei trovatori provenzali non fosse per nulla


all' intermediario dello studio di Bologna. Del
Monaci cade per altre ragioni letterarie.
Non possibile infatti che una poesia, sia anche d'imitazione,
apparisca nello stesso tempo bella e compiuta nelle forme, nei rit-

necessario ricorrere
resto, la teoria del

mi, nella lingua,


vicini,

in tutta

una generazione

non sempre

di poeti,

senza una preparazione anteriore, senza una serie

tativi e di esperienze,

per elaborare e dare

di ten-

sveltezza e sicurezza

a quella forma, a quei ritmi, a quella lingua.

Crederemo noi che Pier


da Lentini

si

tica agli altri rimatori,

ro ? Sarebbe

della Vigna, Jacopo Mostacci e Jacopo

siano messi a fare

maestri di

lingua e d'arte poe-

con alcuni dei quali foise non

commodo, ma non

ritenere che prima di Federico II siano cominciati

conobbe-

verisilraente, per le relazioni con la

dunque

tentativi, le prove,

sia incominciata la poesia siciliana a entrar nell'aula; e


lui,

si

certo verosimile. Bisogna

Provenza, e

che sotto di

coi poeti pro-

venzali e per la conoscenza dell'arte trovadorica diffusa nell'Italia,


la poesia

abbia assunto quel carattere trovadorico e cortigiano che-

483

MISCELLANEA

siciliani noti

troviamo nei rimatori

forme

sia arricchita di

prendesse

artistico
i

modello

tolte al

nobile, e abbia raggiunto

di Siciliano

che tutto

di

movimento

il

e Siciliani fosser detti tutti

poeti d'ogni parte d'Italia, che scostandosi

modo

lare, fecero della poesia cortigiana a

ripulirsi si

al

sia diventata cosi

V arte

splendore

tale

nome

lingua oltre

la

maniera popo-

dalla

dei poeti di Federico II.

questa opinione in fondo, sebbene contraddicendosi e ten-

tennando, fra argomenti poco solidi vorrebbe

essere anche

il

Ce-

sareo.

Ma

e perch di questi poeti anteriori

nome ?

vive neppure un

ai

Il

progrediva e pi cresceva

pili l'arte

non

sa nulla, non sor-

si

Monaci osserv argutamente

numero

il

meno

cominciava dal metter fuori

erano

men

spietatamente decimati, e

famosi, poi

dall'ostracismo, finalmente

tunato.

il

si

nu-

non erano

stati colpiti

faceva nau-

rime che se n'erano salvate, restavano senza nome o

passavano ad arricchire

nome

il

riduceva

si

stesso dell' autore

delle poesie anche di quei pochi che

fragio, e le

un nuovo can-

in quel canzoniere restava di spazio pei ri-

matori gi vecchi. Cosi questi

mero

Quanto

dei rimatori novelli

quali si voleva dar posto nella compilazione di

zoniere, e tanto

il

il

patrimonio poetico di un

Cesareo aggiunge

Or bene

altro pi for-

miglior parte dei

la

pi antichi poeti, Lanfranco Maraboto, Garibo, Inghilfredi, l'abate


di Tivoli,

Pisa

Odo

Colonne

delle

Percivalle

Dor

Buggerone,

Tiberto

Paganino da Serezano

Galliziani

da

Gompagnetto da

Prato, Jacopo Mostacci, Arrigo Testa d' Arezzo, dei quali occorre

appena qualche canzone o sonetto ne' codici del secolo decimoterzo,

decimoquarto

son gi spariti in quelli del secolo

recan pochi nomi dei pi famosi, quali

il

re Federico,

il

quali

re Enzo,

Pier della Vigna, Giacomo da Lentino, Buggeri d'Amici, Rinaldo


d'Aquino, o dei pi

recenti....

Ma come

il

meglio

ciascun

di

ma-

noscritto della fine del secolo decimoterzo lasciato a Guittone e


a'

suoi discepoli, cosi

il

pi di ciascun codice del secolo

quarto occupato dalle rime dei poeti dello

sta benissimo.

Ma

allora

la

stil

novo.

decimo-

maraviglia di quei

critici

che

hanno chiesto dove sono i poeti anteriori al gruppo svevo, senza


fondamento. E ben naturale, che al sorgere di una scuola famosa
la cui poesia
.illustre

di

riproduceva nel

quei tempi

la

contenuto e nei ritmi

provenzale

la

lirica

pi

per la lingua rispon-

484

MISCELLANEA

deva a un'ideale

letterario

dimenticanza.

in

-duti

riportano air epoca


si

sa nulla;

vissuti.

Di

pare, e

non a

si

sa

meno

si

di

tutti

Del

resto

come

Federico,

pu dire con coscienza

torto,

cano in generale

si

pu

epoca di Federico

documenti o

fatti

secolo XIII, che diedero fama

dunque se dei meno

Ranieri

Manfredo Maletta conte

siciliano,

all'

per

alla

tutti

ca-

rime

cui

le

si

non

qual tempo siano


cognome al Cesareo

in

dal

ancora. Se per via di induzioni

alcuni poeti appartenenti

poeti

Inghilfredi

come quel Maraboto, che

altri,

fossero

anteriori

poeti
alcuni

di

di

Mineo,

stabilire l'et di

man-

Manfredi,

poeti celebrati del

scuola siciliana; imaginiamo

celebri, anzi degli oscuri rimatori isolani an-

poteva restare una qualunque memoria!

teriori

VI.

Le

notizie biografiche intorno ai poeti della scuola siciliana

scai-se. Il

Cesareo non ha potuto far

di

poche raccolte dal Gaspary e dal Monaci, accettandone


gia:

il

Torraca va pi

in l nella

sono

meglio che seguire quelle


la cronolo-

documenti,

ricerca dei

ma non

gi nell'accertare l'identit dei poeti. In verit, fuor che di pochi,

abbastanza noti

e dei quali o

si

conoscono

fatti,

o,

anche igno-

non occorre alcun dubbio sulla esistenza, degli altri la


oscura e incerta. Il Biadene nota che nello elenco dei

randoli,
grafia

vatori siciliani

il

biotro-

Cesareo dimentic Arrigo figliuolo di Federico,

Zeno aveva trovato una poesia, che serb gelosamente,


non comunicando al Mongitore che il principio, pubblicato poi dal
Crescimbeni, sulla fede del Mongitore. Veramente il Cesareo ha
fatto bene a non tener conto di questo Arrigo; anzitutto perch di
lui non rimangono che tre versi, e poi perch, non conoscendosi il
-codice, n la poesia, n avendo alcuna notizia sul proposito, non si
pu ragionevolmente sulle malsicure notizie del Mongitore assai
di cui lo

credulo, affermare la autenti<;it della poesia.

Piuttosto era da tener conto del re Giovanni suocero di Federico II, romanzatore

documento
ch
degli

del 12^0.

come

Di

la sola poesia del

lo

lui

chiama

v'

il

Secreto di Messina in un

un discordo, notevole anche per-

genere trovadorico che ricordi

amor di Tristano ed

Isotta.

la

storia

485

MISCELLANEA

non cade alcun dubbio sono Federico II, Pier


della Vigna, Giacomo da Lentini, Guido della Colonna, Compagnetto
da Prato, Semprebono e qualche altro di tutti gli altri, oltre che
non si pu precisare la persona tra perch
non si sa nulla
tra per le frequenti omoninei codici occorre appena il nome
I poeti sui quali

mie che rendono incerto il critico pi sottile. Di Rinaldi d'Aquinoce n' per esempio una mezza dozzina. Alla fine del XII secolo
,

un Rinaldo d'Aquino possedeva Roccasecca, che difese contro Arrigo VI; ma di lui non si hanno notizie posteriori al 1201. Nel
corso del secolo XIII v' un Rinaldo d'Aquino fratello del conte di
Caserta poi un altro Rinaldo d' Aquino vescovo di Martono un
;

Rinaldo fu

altro

Manfredi

di

nel 1240

Ma

forse

fratello del conte di Acerra,

il

partigiano di Carlo sono la stessa persona.

il

a credere che costui sia


si

conte di Acerra,

chiama

traditore-

il

un Rinaldo d' Aquino era falconiere di Federico


un Rinaldo d' Aquino si trova nel 1266 partigiano

Carlo d'Angi.
e

Tomaso

fratello di

in fine di

falconiere,,

il

Torraca propende

Il

poeta, e forse ha ragione. Infatti

il

una sua poesia

il

II
di

Montellese

poeta

il

ora ^lontello

luogo vicinissimo a Nusco feudo dei conti di Acerra. Cosi ancora,,

sono parecchi
che

il

gli

Arrigo Testa;

poeta sia quell' Arrigo

accordano nel ritenere

critici si

nato a Cignano fra Arezzo e Cor-

Parma

tona, amico di fra Salimbeni, potest di Siena di

e di

Lucca

per Federico, morto nel 1247 nello scontro del Rorghetto alla ghiara
del Taro;

ma

matori nostri

una

blicato dal Monaci,

sarebbe uno dei pi antichi

ipotesi. Costui

se nel 1219,

come

si

avea oltrepassato

ri-

un documento pub-

rileva da

venticinque anni.

Ma

bisogna

notare che anche in Messina nel secolo XIII esisteva una famiglia

nome

Testa, e che questo

Aragona.

ricorre frequente, negli atti di Pietro di

a tacere che in alcuni codici le poesie attribuite

Arrigo Testa sono attribuite ad Arrigo Divitis,


tici

un errore

Messina,

di copisti,

fin dal

non

altro, di

potrebbe fare due personaggi

barone

di

che parve

lui

il

ai cri-

apprendere in

Arrigo Testa e di Arrigo Di-

distinti.

Un Rosso Rosso

Spcrlinga e di Martini, familiare di Federico

aver sovvenuto
che sia

il

facile

secolo XII fiori e grandeggi una famiglia de Vitis

d'Avitis. Ci che, se
vitis

mentre sarebbe stato

ad

il

suo Signore di duemila

poeta

chi

fiorini

Ruggiero d'Amici

Cos, parimenti ignoto Percivalle

Dor

ma

cavaliere,

II,

noto per

chi

pu dire

che

al

cognome

par-

486

MISCELLANEA

rebbe genovese. Finora se ne conoscono quattro che hanno

nome,

fra

sebbene

ben

quali

difficile stabilire

Torraca attribuendo a un solo

il

quattro Percivalle, ne ricostruisca quasi

Non

sa nulla

si

che sia stato

di Inghilfredi.

Rovemburg

essere Gilfredo di

Il
,

tutti

una compiuta

maresciallo di Manfredi

fu nipote di Pietro Ruffo e

ma

derico II,

il

sa chi.

o chi

Un

La

di

primo
con

il

che

di Calabria

il

nome

malamente

storpiato, altro
di

Pironto

non

si

ma

su

documento, non

stessa oscurit regna intorno a Mazzeo di Rico e a To-

Sasso da Messina e a Ruggerone da Palermo. Quanto

al

Torraca dubita che originariamente Rico sia stato scritto

la cediglia.

Matteo

si

trova firmato nel testamento di Fe-

si

Torraca proporrebbe di leggere Stefano

maso

toscano

Folco

questa proposta che non avvalorata da alcun


insiste.

po-

poeta? Di Stefano Pronto notaio, o Stefano

Protonotaro, fuor che


sa. Il

ma

Rovemburg

anche essere queir Inghilfredi

dimor a Bologna nel 1275

biografiia.

potrebbe essere uno dei pi antichi

fin dal 1194;

rimatori e potrebbe

ai

Torraca congettura che possa

trebbe anche essere un antenato di costui, perch

trovano nel reame

attribuiti

fatti

lo stesso

rimatore,

il

di

Rigo; nel qual caso

il

rimatore potrebbe essere quel

Riso potente e prepotente, che prese parte

di Milazzo,

alla battaglia

and oratore per Carlo d'Angi a Messina

il

28 aprile

1282, e vi fu ucciso a furia di popolo. Di Ruggieri Apugliese da

qualcuno messa
ficarlo

in

dubbio

l'esistenza, e c' chi

propone

di identi-

con Giacomo Pugliese e con l'Amici; Iacopo Mostacci,

rite-

nuto pisano, dal Torraca, con maggior probabilit, costituito a


Lecce.

Quanto a Odo

e a

Guido

fermare che furono romani

della Colonna,
,

come

volle

il

nessuno oser pi

Monaci

af-

dopo che

il

Di Giovanni dimostr luminosamente che le leggi non s'apponevano


a che Guido fosse giudice in patria, e il Restivo richiam l'attenzione sopra un documento di re Ruggeri del 1129, nel quale, fra
gli attri nominato un Giovanni Colonna giurista e senatore in
Messina. Il che prova che
Colonna di Messina non. ebbero origine
i

col cardinal

Come

si

Giovanni andatovi arcivescovo nel 1255.


vede, l'identit dei poeti, fuor che per alcuni uomini sto-

veramente non bastano per aflui. Questo


quando
nella
confusione
dei
attribuiscono
diciamo, perch
codici che

rici,

affidata alle congetture, che

fermare

l'et del

poeta e l'autenticit dei versi attribuiti a

MISCELLANEA

a uno quando a un altro


anzi nella

mancanza

487

medesimo componimento;

il

nella scarsezza,

poco lume che pu

di indicazioni precise; nel

fornire la critica estetica, sia per la indole stessa della poesia, sia
pel fatto che tutte le poesie

sono state dai copisti ridotte a uno stesso

non possibile una vera

tipo;

ponimenti. N, pertanto,

classificazione dei poeti e dei loro

com-

pu con sicurezza assegnar loro un

si

periodo di tempo. Si visto che

1'

et dei poeti stabilita da do-

ma

cumenti che ricordano persone fornite dello stesso nome;

casi

di doppioni sono tali e tanti, che probabile essere la persona no-

minata nel documento


Si potrebbe tentare

per

et,

rebbe
bero

dividendo

con poco profitto

poeti in gruppi;

il

una

classificazione

primo dei quali comprende-

maniera popolare,

e che sareb-

rappresentanti della poesia anteriore allo Svevo;

conterrebbe
provenzale,
il

ma

poeti che si accostano alla

i
i

che quella del poeta.

tutt' altra

poeti dell'epoca fridericiana,

ma

conservano qua e

quali

secondo

il

seguono la scuola

qualche lampo di spontaneit;

terzo gruppo sarebbe quello dei poeti dell'epoca manfrediana che

sono pi servilmente provenzaleggianti

pi freddi

pi conven-

zionali.
Il
i

Cesareo ha

in parte

proposto questa divisione, distinguendo

ma

poeti vissuti sotto Federico da quelli vissuti sotto Manfredi;

avrebbe dovuto anche considerare a parte quelli che seguono

la

maniera popolare. Questa classificazione dimostrerebbe che a mano


a

mano che

la poesia siciliana si

approssima

alla

sua fine, diventa

come avviene

in tutte le

decadenza; quanto pi spontanea e pi sentita

tanto pi

pi convenzionale e pi vuota,

sue

alle
tichi

origini.

rimatori

Il

che

ci

condurrebbe a considerare che

quelli che

siciliani

epoche di

come Rinaldo

si

accosta

pi an-

Aquino

d'

per

mantengono fedeli alla tradizione poetica paesana sono


gli ultimi del primo gruppo
quelli cio che segnano il passaggio
da un gruppo all'altro. Ma questa classificazione e queste induzioni
si appoggiano su criteil estetici, sui quali non si pu veramente e
esempio,

si

rigorosamente insistere.
VII.

Le

discussioni pi famose per stabilire la persona e l'epoca del

poeta sono quelle che

si

riferiscono a Ciulo

d'Alcamo

le quali

par-

48S

MISCELLANEA

vero chiuse dopo

la dotta e

fessor D'Ancona.

Ma

fondamenta

scussioni, e scotono dalle

nuto

il

D'Ancona. Gi qualche dubbio

Cesareo circa

codice del Colocci

nome

il

che

che

segno che quei

Monaci e

il

il

si

e la e si
:

Fu

e che

un
non

la let-

osservato ancora che fra

la

l'altra;

che la

interruzione materiale fra

non essere

al

le

pa-

l'

e la

il

filetto

inchiostro

corso

onde fosse da leggere piuttosto dalcamo che dal camo.

Malgrado per queste gravi osservazioni,

il

se

nel manoscritto del Colocci la distanza che

deve attribuire

larono pi di Ciullo

che

scritto in

camo

qualche esperto paleografo

frammette fra una parola e

sono troppo vicine


sulla carta

lessero cielo dal

dotti lessero e, a

camo non corre

invariabilmente

mente del

dubbi, se invece non dovesse leggersi v, onde

lasci forti

della

penetrato nella

questo poeta occorre

di

D'Ancona

tura dubbia fra civlo e cielo.


role dal

conclusioni a cui era ve-

le

lettura del manoscritto colocciano. Si sa che nel

la

modo
il

profonda monografia dell'illustre pro-

recenti ricerche e nuovi studi riaprono le di-

Ciulo d'Alcamo,

non par-

storici e critici

ma

di

un Cielo

Camo^

dal

Gaspary, troppo corrivo, giunse perfino a dire destinato a

sparire dalla storia letteraria.


Gli argomenti del D'

erano che

il

nome

Ancona

di Ciullo fu

nuovo battesimo del poeta

pel

una invenzione

l'Alacci e delI'Auria, e che innanzi al secolo

in Sicilia; che

chiunque

si

dell'

XVII

Ubaldini, del-

esso non occorre

non possibile dare Alcamo per patria

fosse,

poeta,

al

perch Ibn Giobair viggiatore arabo della fine

del secolo XII afferma di avere trovato ad Alcamo popolazione


musulmana: onde se Alcamo era borgo di musulmani non possibile vi sia nato un cristiano. Il Cesareo si accommoda a queste,
come alle altre argute osservazioni del D'Ancona, ma tuttavia non
accoglie la lezione dal camo, e legge invece dalcamo, che scrive
con l'iniziale maiuscola come fosse un cognome, e non piuttosto il

paese

di origine.

Travede

la

verit,

per non aver conosciuto in tempo

ma

le

non osa affermarla, forse

ultime pubblicazioni

dell' in-

Di Giovanni che recano nuova luce nella quie distruggono gli argomenti del D'Ancona, o per lo meno,

faticabile professor

stione,

ne mettono
Infatti

in forse la validit.

non vero che

il

nome

di Ciulo sia

dini, dell'Allacci e delI'Auria; sar

logia di Vincenzo, VincenciuUo;

invenzione dell'Ubal-

invenzione dei

ma

il

nome

siciliani la

Citdo, no.

Il

etimo-

nome

in

489

MISCELLANEA

Sicilia era antico fin dal secolo

serie di

quali

il

XII stesso.

Il

Di Giovanni

documenti del XII, XIII, XIV e gi gi fino


nome di Ciulo, Ciula occorre con frequenza
,

cita

una

XVII, nei

al

ci baste-

vole a dimostrare ehe il nome del poeta pot essere Ciulo e non
Cielo, come vogliono leggere. Del resto se i toscani avevano i mes-

ser Ciclo, perch in Sicilia non potevan trovarsi i nisser Ciulu, che
la versione vernacola del nome toscano ? I documenti dunque

primo argomento della critica.


maggiori non dovrebbero aver nessuna
i critici
lezione
d'Alcamo, perch essa, secondo il
difficolt ad accettare la
loro modo di ragionare, non dovrebbe significare in modo assoluto
distruggono

il

D' altra parte

che Ciulo sia nato in Alcamo. Il Monaci non sostenne forse che
Messina che segue nei codici il nome di Guido della

l'aggiunto de

Colonna

indicava

non

gi la patria

esercitava l'ufficio di giudice

ma

residenza ove Guido

la

non neppur vero che nel secolo XIII Alcamo fosse borgo musulmano. un errore che deriva o dall'aver
letto male il testo di Ibn Giobair, o da falsa interpretazione. Nelle
Quanto

alla patria,

parole del viaggiatore arabo da intendere pi verisimilmente che


in

Alcamo

come

in altri borghi di origine

una gran parte

araba

in quel

tempo,

musulmana.
Ma che ci fossero cristiani, oltrech si dovrebbe ammettere per la
politica dei principi normanni che, ove eran musulmani, gittavan
cio nel 1187,

della popolazione fosse

grosse colonie di cristiani per trasformare a poco a poco senza violenze

gli

elementi musulmani,

come

a Giatu e in altri grossi bor-

ghi di quella l'egione; oltre che per queste ragioni, dico, provato
dal fatto che nel l'222, cio soli trentacinque anni

dopo

il

viaggio

beato Angelo di Rieti fondava proprio in

Ibn Giobair,
Alcamo
un convento di francescani. Ora certo che se nel 1187 Alcamo era
borgo musulmano, non poteva in trentacinque anni diventar cridi

il

stiano

e che

beato Angelo non avrebbe eretto

il

il

suo convento

Alcamo popolazione cristiana. Onde a


Alcamo, come in tutta la Sicilia, fin dai tempi stessi

se non avesse trovato in

credere che in
di

Ibn-Giobair fossero cristiani e musulmani.

Ma

se c'era una po-

polazione cristiana, nulla di strano che vi fosse nato Ciulo.

Per tanto

tutti gli

argomenti che avevano persuaso

adottare la lezione Cielo dal


gliardo; e Ciulo

Camo

Sic.

N.

S.

anno XX.

ad

critici

d'Alcamo, piuttosto che sparire, ritorna

posto nella storia della letteratura


Ardi. Stor.

ricevono un contraccolpo gaal

suo

italiana.

32

MISCELLANEA

490

Circa all'et in cui fu scritto

il

esso

pel fatto che in


la quale e

si

trovano

citati la

Defensa

quali furono decretati quell'anno.

D'Ancona, con

il

non pu essere anteriore

indagini, conchiuse che esso

tili

Contrasto

sot-

1231,

al

e gli Agostari;

La defensa

fu codi-

Federico promulgate nel Parlamento di

ficata nelle Costituzioni di

non sorge dubbio; resta per a vedere se Federico ne


sia veramente l'autore o se non l'avesse trovata nel diritto siculo.
Pel D'Ancona, seguito da tutti e anche dal Cesareo la defensa
un fatto nuovo, una creazione legislativa di Federico, della quale
di Melfi, di che

niun cenno fatto in leggi anteriori.


fermazione

Ma

il

invero

Pertile

il

primo a imaginare
ch

si

non disse mai che Federico

la defensa; e

sostenere questo

il

non

diritto siculo

Perch nessuno pu affermare


i

In appoggio della quale

af-

II sia stato
fatto, solo

il

per-

trova nelle Costituzioni fridericiane del 123i, dimostra poca

conoscenza del

gano

dotto professore di Pisa cita l'autorit del Portile.

varii

titoli

solo,

in

ma delle

modo

assoluto a chi

Costituzioni di

delle

stesse Costituzioni.

Federico

apparten-

quali

disposi-

zioni siano

veramente sue e quali siano prese

dalle leggi

normanne. Lo stesso Federico nella introduzione

sono

pi

le

al

suo

codice dichiara di avervi transfuso tutte le sanzioni dei suoi predecessori

<

omnes Regnum

p?xiecedentes

Siciliae et sanctiones

nostras qu/is servavi decernimus jussimus esse transfusas.


,

questo hanno constatato


dal secolo

XIV

1231

si

di

nostri commentatori del giure siculo

in poi; cosicch affermare in

defensa sia ereazione


bero

tutti

modo

assoluto che la

Federico una prosunzione che non eb-

di

E che la defensa esistesse innanzi al


documenti pubblicati dal Di Giovanni, anteriori

maestri della materia.


rileva dai

molto a questa data; nei quali

stesso valore che ha

nelle

la

defensa mentovata e con lo

Costituzioni fridericiane.

se

si

tien

conto delle frequenti corrispondenze fra queste Costituzioni e quelle


di

Guglielmo

li

lungi dall' essere

si

pu sospettare con qualciie fondamento che

una creazione

di Federico, egli abbia tolto la de-

fensa da una di quelle tante leggi sparse, delle quali al dire del
dotto monsignor Testa, Federico volle essere il Giustiniano. Se
dunque la defensa indubbiamente anteriore al 1231, il trovarla
,

ricordata nel Contrasto

non documento sicuro per

stabilire l'et

di Ciuio.

Lo

stesso dicasi circa

gli

Agostari,

quali furono ordinati nel

491

MISCELLANEA

1231

secondo

non sono noti innanzi a quell'anno. Il doil D'Ancona la cronaca di Riccardo

critici,

cumento al quale
da San Germano.

si

appoggia

Il

Di Giovanni gi

not

che se

agostari in

gli

Sicilia fossero apparsi per la prima volta in dicembre 1231 e nel 1232

furon

non

diffusi,

si

troverebbero mentovati nelle costituzioni

fri-

dericiane, che, trattate nel 1230 furon promulgate nell'agosto del 1231,

mesi prima che

cio quattro

moneta appaia

la

assurdo che, per esempio,

il

in corso.

governo minacci oggi

contrav-

ai

ventori una pena pecuniaria da soddisfarsi con una moneta che non
che s'ha a coniare; nel qual caso i contravventori dovrebesiste,

bero attendere

la

coniazione per soddisfare

loro debito

il

assurdo per non stato sufficiente a persuadere


ricordare

gli

cessario che

Questo
che, per

critici,

Agostari nello stabilire una pena pecuniaria, era negli

Agostari esistessero; e anche ora

scrive alle conclusioni del D'Ancona. Ora a

me

Cesareo sotto-

il

pare che la discus-

sione derivi da una falsa interpretazione del passo

cronaca

della

di Riccardo, in cui si parla della coniazione degli Agostari.

passo

11

mese di dicembre 1231 niimni aurei qui Augustales


de
mandato Imperatoris in utraque Sicilia, Brundusis
vocantur,
et Messenae cuduntur; e appresso, che nel 1232, nel mese di
giugno, novani monetan auri, quae Augvstalis dicitur, ad sancdice che nel

tum Germanum
Ora

detulit etc.

novam

precisamente su quel

affermare che

gli

che

critici si

furon moneta ignota per

Agostari

fermano per
l'

innanzi

creata da Federico.

Lasciando stare

le

prove copiose del Di Giovanni, e

calchi fatti

eseguire, che dimostrano la preesistenza dell' Agostaro al 1231, a

pare che nel tradurre

mente

sia posto

duciamo
si

al

nummi

aurei,

che

si

mano

La nuova moneta, che

si

chiamano Agostari,

coniano in Brindisi e in Messina per ordine dell'Imperatore.

appresso

me

Germano non

passo di Riccardo da San

valore logico che hanno certe voci verbali. Tra-

testo latino

il

il

detta Agostale, a

San Ger-

ecc.

Ora,

io

non so leggere, o panni che nessuna

dia per una novit

gli

Se Riccardo avesse detto


ai quali si
altri critici

posto

delle

due

frasi

Agostari.

nome

Vengono

Agostari,

avrebbero ragione

ma

coniati nuovi

allora

egli dice

il

nummi

aurei,

D'Ancona e gli
numni aurei che

492

si

HISCELLAKEA

chiamano Agostari

il

che significa che

nome

e Riccardo si serve di quei

nummi

quali

fossero stati

vani in Riccardo da

ma

nuova,

sia

S.

Agostari eran noti,

gli

volgare, per determinar meglio

nuovamente

Germano non

coniati.

che l'aggettivo no-

moneta

significhi che la

nuova la coniazione si vede benissimo dagli


D'Ancona medesimo, nei quali si parla di

monete

coniare dall'Imperatore.

fatte

nuovi, che nel 22 sono cassati] nel 25

Nel 1221
sono

ci

Bimndusini. Invent Federico


perfino nei tempi arabi

II

se oggi

si

d'argento da una

denarii novi

danari, che esistevano

che se ne rifece

significa

dicesse che
lira,

tareni e

la conia-

governo fece coniare nuovi pezzi

il

e fece ritirare, o dichiar fuori corso quelli

coniati,

per esempio, nel 1865

da una

lira

ci

non

significa certo

sono creazione del governo

che

peggio bisogna confessare

che

il

testo latino

pezzi

Tutto ci rende

d' oggi.

dubbia l'aff'ermazione solenne del D'Ancora; perch

assai

tareni

Evidentemente quel nuovo


;

sono

ci

altre

denarii novi, qui

Imperiales vocantur, e sono cassati veteres, nel 28

zione

altri

passi, riportati dal

sia

ambiguo

alla
,

meno

pu dar

luogo a due interpretazioni, e non pu, ragionevolmente servire di


testimonianza.

Allo stato presente, dunque,


poeta,

all'

et del

dall'avere avuto

ed

Contrasto

non

si

defensa e
al

Agostari

agli

cio

si

del

lunge

loro punto di partenza

che della maggior parte dei poeti


sa

nome

le quistioni relative al

una soluzione, ritornano

di Ciulo quello

quel tempo

alla

siciliani di

pu affermare nulla

di

sicuro

Nel qual caso, piuttosto che accogliere ipotesi, e darle


per certezze, la sana critica, se non vuoisi attenere alla tradizione,
che pur vale qualche cosa, si chiude in un prudente riserbo e conintorno a

lui.

fessa la propria ignoranza o impossibilit di distrigare la matassa.

Vili.

Il

Torraca ha sollevato un dubbio, se cio

la

scuola

poetica

dell'epoca aveva s'abbia a chiamare veramente Siciliana. Egli trova

strano che
liani
lari.

le si dia

questo nome, quando

poeti propriamente sici-

maggior parte delle regioni peninsu-

non sono che dieci; la


prima giunta l'osservazione pare giusta:

il

battesimo di

493

MISCELLANEA

sicilianit dato

a tutta una

massima parte non

generazione e una scuola di poeti

da Dante

trio dei critici e dei letterati


si

ingegnata di spiegare

fino al Cesareo.

dubitato della sua convenienza; e tuttora non

la

ragione del numero;

rissimo critico

me

un

trovato che

mai

lato

me sembra

consenta, nel

lo

incorso in un grave
gruppi, da

ma

errore. Egli

ha posto
sono

siciliani

meno abbiano

dato

il

infatti

la

che

suo

inferiori di

nome

come una

penisola

mo-

il

cosa non quadra per


Torraca, e

il

chia

il

calcolo aritmetico sia in-

ha diviso

numero, e

si

Ma

il

alla scuola.

poeti

in

continentali;

chiesto

due
ha

come

dotto letterato

napolitano non ha pensato che egli considera in questo


la

critica

parla che di poeti

si

siciliani, dall'altro

in

ha mai

chiamare tutto

di poesia siciliana, e siciliano si continua a

vimento poetico dei tempi svevi. Al Torraca

La

ma non

perch dell'epiteto,

il

crederebbe un capriccio o un arbi-

siciliani, si

modo

tutta

sola regione da contrapporre alla Sicilia. Se

invece egli avesse confrontato

il

numero dei

poeti siciliani con quello

dei poeti napolitani, dei poeti pugliesi, dei poeti toscani, e che so
io,

che appartengono alla stessa scuola, avrebbe trovato dy poeti

pugliesi (se Ruggeri Pugliesi

uno

due

una persona

distinta dall'Amici),

calabresi, cinque toscani, {quattro se

cese, tre se

il

cuno d'incerta

Testa

siciliano), tre delle

patria, dieci

Arrigo Testa, e dodici se

il

il

Mostacci

lec-

provincie napolitane, qual-

{undici se Arrigo Divitis e tutt'altro da

Testa siciliano)

trovato che nessuna provincia diede tanti

siciliani;

poeti

avrebbe cio

quanti la

Sicilia;

onde bene a ragione, pel numero superiore e per la qualit dei


poeti poteva bene dare il nome a tutta la scuola. Cosi il Torraca
avrebbe dovuto stabilire il suo confronto numerico, dato che esso
da solo avesse potuto bastare

alla classificazione di quelle scuole.

Certo egli non avrebbe potuto chiamarla toscana o pugliese, o napolitana; n solo per la esiguit numerica
gioni,

ma

ancora per

altri fatti

non

privi di valore, anzi validissimi.

indubitato che centro intorno al quale

-di

qualunque patria fu

Sicilia;

d'Italia,

d'

che

il

regno di

dei poeti di queste re-

si

raccolsero tutti quei poeti,

la corte dell'imperatore,

Sicilia era lo stato pi

che era anche re di

importante, non solo

ma in quell'epoca, per le vicende politiche con la Chiesa, anche

Europa; che dalla

Sicilia s'irradiava la cultura laica

per tutta la

penisola. Ci sarebbe stato sufficiente, anche se esiguo fosse stato


il

numero

dei poeti siciliani, a far chiamare siciliana la poesia della

corte sveva.

MISCELLANEA

494

Queste considerazioni dovettero sfuggire certamente


quale

il

nome

ripensandoci meglio

al

Torraca;

non trover strano o immeritato

il

di siciliana dato a tutta la scuola.

Potrebbe

egli obbiettare

che non

ragione di chiamarla sici-

e'

come non s'ha da chiamare toscana, o pugliese; non c' ragione di darle una patria, come se quella poesia avesse avuto oriliana,

gine in una regione

determinata

cui designiamo quel

movimento

ma

scuola con

la stessa parola

poetico,

mostra

ci

la necessit di

aggiungere un qualitcativo che specifichi di quale scuola

Del resto

vocabolo siciliana, pu ritenersi come

il

ove maggiormente

centro letterario
poeti

estrinsec

si

ove anzi se ne determinarono meglio

teri estetici. Il

Ma

le

1'

opera di quei

tendenze e

da noi addotte

ci

sono appunto anche quelle

per cui r Alighieri chiam siciliana la poesia anteriore

tiche.

del dolce

Not

stil

aliis asciscere; eo

caniur

nuovo

quod quicquid poetantw

e poco appresso

studiavano di

rinnova-

sibi famarri

Itali

prae

Sicilianwn vo-

dopo aver lodato Federico e Manfredi

e aver notato che gli uomini

al

e sono le ragioni filologiche ed este-

grande poeta Sicilianum Vulgare

il

carat-

che intu con la sua mente maravigliosa l'Alighieri.

oltre alle ragioni

mento

si parli.

riferibile al

di

gran cuore e dotati

di

grazie

conformarsi a quei grandi principi, aggiunge

eorum tempore quicquid excellentes Latinorum

si

che

enitbantu", pri-

mitus in tantorum Coronatorum aula prodibat. Et quia regale


solium erat Sicilia, factum est, ut quicquid nostri praedecessores

vulgaHter protulerunt, Sicilianum vocetur : quod quidem


mus et nos, nec posteri nostri permutare valebunt .
Alle quali parole fa riscontro
dice

Ma

Siciliani

il

retine-

noto verso del Petrarca, dove

primi a poetare, e un passo delle sue epstole.

siciliano

non solo pel genere

della poesia,

ma

ancora per la

lingua poetica, perch non a dimenticare che Dante tratta principal-

mente

della lingua e dello stile. Tutti

poeti della scuola siciliana si

rassomigliano non solo pel materiale poetico, pei caratteri dello

ma

ancora

per
ci

le

in certo

qualmodo per

forme convenute

conduce

dei Siciliani

la

che costituivano

alla quistione della lingua in


,

stile,

lingua poetica, o vuoi meglio,


il

linguaggio poetico. Ci

che furono scritte

e per conseguenza alla tesi del

senza (gualche contraddizione, dal Cesareo.

Monaci

le

poesie

seguita,

non

dico non senza con-

traddizione, perch se la ipotesi del Monaci, che la lingua poetica.

495

MISCELLANEA

ossia le forme tipiche del linguaggio poetico adottate dalla scuola

ebbero per culla Bologna, pel Cesareo certezza, cade

siciliana

da

tesi

lui

sostenuta, che cio,

ma ognuno

ciascuno nel proprio dialetto;


rava, lo nobilitava,

dirozzava, lo tempe-

lo

corrispondente

la

poteva e sapeva; e v'innestava le forme

pi adatte del hnguaggio amoroso


.

esemplando ciascuna forma su

Jatina, quanto meglio ei

cese

della poesia provenzale e fran-

appresso, pi esplicitamente

fama

Salita in

della corte siciliana di Federigo e di Manfredi, anche


ciliano, ripulito, trascelto dal

meno

due lingue

dell' altre

pi antichi

letterarie

siciliani, foss'egli

s'

altri dialetti
>

poco dopo, acutamente nota

poeti siciliani

un solo

generalmente

esempio certo d'influsso


trionale

tutti

che

italiani,

degno

di

scrisse

Petrarca, e che

il

alla corte di

gior

numero

ma

Palermo

gli stessi ufficiali

pi che potevano,

il

si

mentre nei

veramente

o setten-

derivaron

alla loro poesia.

furon primi*

la poesia

italiana nac-

la tradizione,

mag-

il

anche in Curia, tutto insom-

venuti d'altre provincie, a riformare,

la nascita della poesia italiana,

trova con

Co-

siciliani

dialetto nativo su quello della capitale.

Tutto questo a parte


in quali termini

dove l'ambiente,

di Siciliani e Meridionali

costringeva

Bologna

non

occorre un solo

di cotesti paesi, all'opposto,

desta la prova lampante, che veramente

que

primo

quali ancor

nota

meridionali non

largamente forme e voci del dialetto siciliano

come

il

studiasse e

la

d'altri dialetti dell'Italia centrale

trovatori

In tutto questo concorso d'abi-

fatto
,

come

Italia,

intende

avevano celebrit

si-

dopo

chi scrisse in versi

imitasse a preferenza degli

tudini e di tendenza

poesia

la

volgar

Toscano, Bolognese o Lombardo, dov

di lingua poetica nostra

letteraria.

il

gusto dei trovatori ebbe l'autorit, non

considerare quella poesia gi famosa per tutta

modello

la

poeti di quella scuola scrivevano

la tesi del

Monaci

1 e

vero

ma

che cosa c'entra

e le scuole notarili con tutto questo ?

IX.

il Cesareo vien dopo una lunga, accurata ma


non sempre felice disamina della lingua adoperata dai poeti siciliani.
Nessuno ha raccolto tanto materiale quanto lui, e dei critici attuali.

queste conclusioni

496

MISCELLANEA

nessuno meglio

di lui, siciliano,

avrebbe potuto giovarsi del materiale

accumulato. Se non che talvolta


liano, o trae

deriverebbero dai
nel

difficile,

Cesareo o dimentica

il

il

volgare

sici-

conseguenze che non sarebbero quelle che legittimamente

minuto

premesse. Dir ancora che riesce

o dalle

tatti

non sempre ordinato esame

di forme, giun-

Cesareo vorrebbe affermare, e bisogna andar

gere a capire ci che

il

cercando qua e

sue conclusioni. Nelle quali parmi notare qual-

l le

che incertezza, perocch mentre dimostra con ragioni valevoli che


i

potevano formare una lingua poetica, ingentilendo

Siciliani

prio dialetto e riportandolo

non contraddice

toscani pi di quello che

Gi

attribuire loro.

latino e al provenzale

al

alla ipotesi del

Monaci

ragionevolmente

si

pro-

dall' altra

e attribuisce

il

menanti

ai

dovrebbe

e potrebbe

Monaci stesso dovette riconoscere che l'opera

il

dei copisti toscani si restringe a scarse modificazioni; e la sua tesi


circa la formazione della lingua letteraria,

spiegare

nacque dalla necessit di


fenomeno singolare della lingua adoperata dai poeti sifatto stesso di forme proprie dei poeti siciliani, e che si ac-

il

ciliani. Il

costano

al

dialetto, usate

anche dai poeti toscani, fino in tempi pi

dovrebbe rendere pi

tardi,

cauti quanti

danno gran valore all'opera

dei copisti.

Del resto un esame accurato della poesia

siciliana ci

dimostra

chiaramente che essa nacque presso a poco nella lingua in cui fu

rima o

trascritta nei codici; e che fuori di qualche


il

poeti siciliani cosi

come

si

si trova.

potrebbero ridurre in forme

del testo,

che

quando

dialettali;

ma

questo reintegramento

il

non

le

antichi poeti alla stregua delle raccolte popolari

continua

la

di storia e di psicologia.

stessa cosa che

giani di Federico li scrivevano


d'allora

riconobbero pi,

dialetto.

Cesareo dice, che un errore giudicare

doppio errore

penna dei

fu tentato, svis siffattamente le poesie dei siciliani,

n riconobbero pi
il

qualche pa-

Se cos non fosse quelle poesie

illustri e dotti critici e letterali nostri

Ma

di

resto s'ha da ritenere uscito dalla

rola toscaneggiata

il

il

il

siciliano odierno

siciliano antico;

come parlavano

degli

dialetto

moderne
n

un

poeti corti-

o scriveva la plebe

ci sta

bene

ma

bisognerebbe anche notare che

le scritture

di cui si servo, a cominciare dai dialoghi di S. Ch^egorio che egli

ritiene la scrittura siciliana schiettamente pi

antica,

come

forse

497

MISCELLANEA

anche

non sempre

le scritture di altre regioni,

e in ogni caso ren-

dono l'imagine vera e precisa della parola parlata, per l'incertezza


onde una stessa parola, in un medesimo scrittore si trova

della grafia,

resa in due o in tre maniere diverse. Fidarsi dunque della grafia


cos fluttuante, incerta, indeterminata, per trarne leggi fonetiche, e

modo

affermare in qualche
tro,

Si

parlavano

letto nel

senso pi rigoroso della parola,

di

dialetto

il

il

dialetto doveva

un

d'altra parte, se

dialetto parlato

nelle formule,

ma

di consonanti.

Molte

poeti

se

pure

si

essere diverso da quello che

appare nelle scritture; n soltanto diverso nella

sintassi, nello stile,

ancora un poco nel vocalismo e in alcun gruppo


di quelle,

che son parse alterazioni dei copisti

toscani sono forse torme proprie di quel dialetto che allora

lava non solo in varie contrade dell'isola,

ma

par-

le

immi-

commerci dovevano naturalmente produrre.


corte
per opera dei poeti riceveva un certo

grazioni, le colonie e

qual dialetto nella

numero

lustro e atteggiamento di lingua letteraria; e pel

per l'autorit e per

si

anche nelle corte di

Federico, per effetto d quella mescidanza di parlate che

Il

al-

modellandolo sulle due lingue

provenzale

la latina e la

pu parlare

un

piuttosto che in

scrittori

siciliani raggentilivano
illustri

modo

mi sembra che sia un correre un p lesti.


una imagine del dialetto, ma non il dia-

gli antichi,

pu avere dagli

che in un

lo

dei poeti

splendore e per l'importanza delle corte

si

diffondeva e diventava la lingua poetica di quel tempo. Io non so


capire, per esempio, che
i

pronomi

lui e

ch se ad esse
la

lei,

si

quando

poeti nativi di Sicilia adoperano

queste forme siano introdotte dai copisti; per-

dovessero sostituire forme

dialettali si

tenuto all'antico dialetto, e siano sparite subito

non

si

incontrano pi.

in

N posso

forme

Siccome
dialettali

il

sole

che

Lo

lettali,

le

momento che

quand' colto tosto


suu spera sia stato scritto
avremmo un dialetto che dalla

manda

perch allora

gilglio

la

lingua illustre non sarebbe differito per nulla.

esaminare

dal

capire ancora che qualche sonetto

Iacopo da Lentino, per esempio

passo,

schiettamente siciliane di qualche secolo dopo

nelle scritture pi

perderebbe

misura del verso; n posso capire neppure che abbiano appar-

rime per accorgersi come molti

n siano opera dei

copisti,

gua poetica elaborata dai poeti

ma

del resto basta

di essi

non siano

appartengano invece

basta

morfologia della lingua adoperata da

Ma

esaminare

essi,

dia-

alla lin-

la sintassi e la

per accorgersi che essa

MISCELLNEA

498

non

differisce dal dialetto, e che

si

pu assolutamente

attribuire ai

menanti.
C' un ideoma letterario, la formazione del quale opera dei
poeti; ai quali

non riusciva

difficile

sia per le condizioni

etniche

e linguistiche delle maggiori citt siciliane, e della corte di


rico; sia

per

le

che Dante avrebbe voluto codificare nel secolo XIV.

allora, ci

Cesareo, sebbene non sempre esatti

I materiali raccolti dal

lettura attenta delle poesie dei siciliani a

mia idea

Fede-

condizioni generali d'Italia che rendevano agevole

la quale in

fondo

si

me

la

confermino

pare

la

accorda con alcune atermazioni del

geniale letterato messinese. Dal secolo

XIV

in poi in tutte le scrit-

ture siciliane c' uno storzo visibile di modellarsi su quelle toscane;

cronache, capitoli

regole

riscontro nell' andamento

hanno

versioni di opuscoli ascetici

nello stile

che dimostrano chiaramente l'influsso

tale

in certe forme grammaticali

di simiglianti scritture toscane,

e l'azione esercitata dalle colonie pisane e fiorentine nell'isola. Nulla


di strano che questo sforzo di innalzare

raria l'abbian fatto anche

il

dialetto a dignit lette-

poeti cortigiani di Federico

veniva tanto pi agevole in quanto

il

dialetto era

zione di una serie di immigrazioni considerevoli

appartenevano a varie regioni

II; ai

quali

ancor sotto
e

l'a-

poeti stessi

italiane.

In conclusione parmi che tutti questi studi recenti sulla poesia

e sui poeti del periodo svevo, senza risolvere interamente le varie


quistioni, indichino

conclusioni.
in

parte

abbandonato

essere entrati in

ricalcare le

nuove vie

di ricerche, che

questo ancora non

orme

si

pregiudizi

cammino quando

della

il

ma l'avere

critica

che

in tutto

demolitrice,

gi pareva che

altrui, indizio sicuro

tenta e che bisogna rifare

mettono capo a nuove

arrivati

la critica

non con-

lavoro.

Luigi Natoli

-<5X^^^-

fosse inutile

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

G. Pipitone-Pederico. Nozze Lanza di Scalea Drogo. 8 dicembre 1895. Lettere inedite d'illuItaliani del sec.

stri

XIX. Pa-

lermo, Tipografia Fratelli


na, 1896. In

Ve-

per la storia delle lettere, del

del

1848,

ed

dopo quanto

il

Pipitone-Federico,

nella introduzione disse,

in rapporto ai tempi ed alle relazioni

personali dello Scordia, aggiunge ad

pp. 67.

8.,

resse,

pensiero liberale e della rivoluzione

esse lettere delle speciali annotazioni

Nella introduzione a queste Lettere

Pipitone-Federico discorre con

il

biografico-critiche

Ma

qualche larghezza del Principe Pietro

Lanza

di

Scordia e di Butera, nobi-

lissima figura di gentiluomo e di pa-

nobihssimo ingegno

triota,

che

at-

tende ancora e meritamente una


lustrazione

ampia

Lettere sono
P.

Ugo

Le

di

di

cio: due del

scoppio

della

del '48!

L'Inno

1843;

Fihppo Cordova, 17 febbrajo

lettere

non

indispensabile

asa-

rebbe stata una alla lettera del Vigo,

22 giugno e 18 agosto 1838; una

che audacemente

25 giugno 1837 e

Michele Amari, 25 agosto

una

vrebbe guastato

completa.

18 agosto 1838; due di Giuseppe Borghi,

qualche noticina in pi, a

qualche luogo delle

otto,

de' Bassi

il-

primi cinque

su'

autori.

merito

si

arroga tutto

preparazione

della

rivoluzione
di

Ugo

il

dello

siciliana

de'

unito alla lettera 25 giugno

Bassi,

'37,

po-

teva omettersi, e perch misera cosa,


e perch gi

primi

fin

1837 stesso, o

dal

mesi del '38, era venuto a

1848; una di Lionardo Vigo, 20 feb-

stampa con poche

brajo 1848; e tutte queste dirette allo

qualche noticina nel volumetto Ugro

Scordia; una, in fine, dello Scordia a

de' Bassi

Francesco Paolo Perez,


1849.

Sono

tutte

di

de'

22 marzo

non poco

inte-

modificazioni e
:

a S.

P. Barnabita

E.

Campo/ranco

Il
\

Sig.

poetava

Principe di

Luogotenente di S.M.

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

500

Sicilia

in
I

1.

a'

Dedicava. (In
e

e a.).

t.

Palermitani suoi

16." picc, pp. 50,

Questo volumetto an-

che importante perch contiene


del

versi

celebre

secondo Inno

dopo

s.

altri

Barnabita ed un

a S. Rosalia,

le stragi del colera in

scritto

Palermo.

giate. Nell'inventario

nanzi
e

velluti e

zendadi e

coltri di

le

nozze

MDCCCXCV.

In 8, pp. 40,

bre

valore, e con essi gli

alto

che
il

ci

da navigazione

ed altro ancora

fanno rivivere

lusso

privata del secolo


nezia soltanto

gale

le

XV,

ma

cose

me-

della vita

non

alla

Ve-

di

di tutte le citt

italiane e d'altre nazioni.

edizione fuori commercio. (Paler-

mo, Tipografa Fratelli Vena).

pan-

(portolani e bussole) e oro in verghe

moria

XVIII settem-

in-

e le sete

ciambellotti ecc. ecc.

da pesca

e in cannelli

BetUnali-Ragusa.

sfilano

ci

damaschi

cappe, e tabarri, e altre vesti, e

ni, e

tutte

Giuseppe Beccaria. Per

de' pi svariati colori e artifizj, e

arnesi
S. S.-IVL

pi ricche e pre-

tessuti e delle stoffe

L' infaticabile nostro

sempre

faccia

di

Beccaria

ci

simighanti regali,

che alla storia del costume sono tanto


Il

Beccaria illustra acconciamente

in quest'opuscolo

num.

otto docu-

menti ricavati dall'Archivio


di

preziosi.

di Stato

S. S.-M.

Palermo, dell'anno 1491, e riferen-

tesi alla

cattura che

corsaro bisca-

il

glino Giovanni de Orlan fece d'

nave veneziana

di

una

Francesco Vassal-

G-iuseppe
del

lo diretta in oriente e carica di ric-

da

il

corsaro ed

con la Prin-

lermo, Alberto Reber

suoi legni

Libreria

Carlo Clausen, 1895. In 8. pa-

quelli del Re, a Solanto, nei pres-

si di

Le nozze

IH

cipessa Antonia Del Balzo. Pa-

Catturato a

che drapperie e merci.

sua volta

Cosentino.

Re Federico

Palermo, la preda consegnata

gine 102.

in questa citt al Console dei Veneziani,

per esser restituita al legittimo

padrone. Tutto

questo

ci

appreso

dagli otto documenti, de' quali

zo di singolarissima

come quello che

tutti di

ter-

importanza,

contiene l'inventario

degli oggetti tutti della

na depredati

il

nave venezia-

recuperati

oggetti

mollo valore, che mostrano


della

Laguna,

fornitrice principale a que*

tempi dei

l'opulenza della citt

breve episodio delle nozze di

Il

Federico

III

con la Principessa An-

tonia del Balzo in questo

libretto

esposto su la scorta di pochi

menti
di

Palermo,

locato in
altri

docu-

estratti dall'Archivio di Stato

ma

lumeggiato poi e col-

un quadro

documenti

che, in base

ad

pi intimamente

ci fa

conoscere la vita di

questo pitocco

degenere nipote di Federico

II

ara-

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Questo prezioso monumento

gonese, senza ingegno, senza dignit,

senza valor personale, sempre selciavo


de' bisogni,

Baroni

de'

de' suoi Dignitarj,

Antonia ebbe

Regno,

del

La povera Regina
meschine

feste nuziali

liano, che giaceva obliato in

scritto e spiegato

di vista

pezzo

l'incoronazione, paure

per

dolori

popolari commozioni e rivolte, e in-

morte quasi improvvisa dopo

fine la

appena un anno dal matrimonio,


appunio

conseguenza
de' ribelli

pel quale

d'

un

in

assalto

costretta a

fu

fuggire seminuda, di notte, dalla galea ove stava innanzi a Reggio.


invidiabili nozze in vero

Non

non pochi documenti raccolti ed


han portato
nuova o pi ampia luce ad uno de'
I

usufruiti dal Cosentino

pi

miseri e dolorosi

periodi

della

storia siciliana, ed a rallegrarsene

con l'egregio Professore

di

Paleografa

nel nostro Archivio di Stato. Segnalo

sopratutto

che parmi netta-

fatto,

il

mente dimostrato contro

ammessa

opinione

la

sof-

de-

magistralmente dal

cronologico e storico.
scultura su pietra

di

un

calcare,

rappresentante nella zona superiore

due gruppi

di satiri

stra e a sinistra

danzanti, a de-

mentre

molto corroso appaiono

centro

al

le tracce di

un'altra figura reggente un'oinochoe;

zona inferiore due

nella

volgono

pa

il

ai

sfngi

che

si

dorso e tengono una zam-

sollevata.

Il

monumento

si

pu

con quasi assoluta certezza,

riferire,

sici-

Prof. Pais principalmente dal punto

nissimo, insoddisfatto

desiderio del-

una

del Liceo di Caltagirone

fitta

anzichen, assegno personale meschiil

501

primi decennj del secolo VI; pro-

babilmente

di carattere architettoni-

pu senza contestazione consi-

co, si

derare

come

frutto dell'arte dorica di

Gela.

Quindi r A. ricerca qual colonia


di Geloi sia stata quella

monte

Mauro, ove

S.

mento

fu

fondata sul

l'insigne

monu-

rinvenuto; e cetmato ad

che Federico e la

Echetla ed Erycke, che esclude, di-

non cinsero la regia corona


a Palermo, come speravano e vole-

gantina, Galerina, con erudizione ed

qui

fin

consorte

vano.

Omphake, Maktorion, Mor-

scute di

oculata critica, e conclude in favore


dell'ultima, con moltissima probabiS.

S.-M.

non con assoluta

lit se

certezza.

da augurarsi che sul monte S.

Mauro

si

intraprendano degli

regolari ed oculati, perch


Il rilievo

greco arcaico di

ro presso

Caltagirone e

Mau-

S.

le citt

Nota
Roma, TipograR. Accademia dei Lin-

antiche dell' altipiano ereo.

80 e

non

inutile frutto

regione che

fertile

non

scavi
iscar-

pu dare una

di svariati og-

getti d'antichit.

di Ettore Paia.
fia della
cei,

i89o. In

8,

pp. 23, con

zincotipia inserita entro

il

una

testo.

S. S.-M.

502

BOLI-ETTINO BIBLIOGRAFICO

Insigne Epigrafe del


S.

Paolo Orsi Direttore ff. del


R. Museo Archeologico di Siradi

Roma,

cusa,

Tipografia della

Pace di Filippo Cuggiani


della Pace,
8.

Via

Nwn. 35; 1895.

pp. 12, con

una

Lavoro

Cimitero di

Giovanni in Siracusa. Nota

In

zincotipia in-

tercalata nel testo.

ma

pur

gran parte

in

indagini

di

di

critica,

originali

che

viene a conclusioni importanti ed a


risultati chiari, sicuri.

Nasso

La

origine di

sicula, le sue vicende, la ubi-

cazione ed estensione,

sopravvivono,

de' varj pe-

sufficientemente

riodi, tutto

avanzi che

gli

monete

le

illu-

con abilit e diligenza; co-

strato, e

sicch oggi chi recasi a capo Schis

Insigne epigrafe davvero

perch

testimonia irrefragabilmente del eulto


di

Santa Lucia e della sua

fine del

festa alla

quarto secolo o prima met

del quinto

mentre

testimonianze

le

pu, con

le

ampie nozioni che questa

monografia

fornisce, ricostruire

gli

mentalmente

noscere con precisione

suo

Naxos

la citt di
i

ha portato

sua parte

egregia, ed

tenevano al secolo settimo ed ottavo.

di

L'Orsi interpreta ed illustra dotta-

della storia antica di Sicilia.

la

lodevole contributo alla conoscenza

mente da par suo l'epigrafe, che si


riferisce ad una Euskia, una buona
che mor

il

giorno

del

Rizzo ha fatto opera

territorio. Il

pi antiche accertate sin qui appar-

cristiana

e co-

confini

S.

S.-M.

della

Santa. Ci rallegriamo vivamente col


dotto Direttore del

Museo

pel notevole e ricco

siracusano,

contributo

a questo porta di continuo, e con

che

Della vita e delle opere di Raffaello

gli

Busacca per Luigi Sarapolo.

8ca\n sapientemente indirizzati e con


le

magistrali illustrazioni

de' cimelj

Palermo, Tip. F. Barravecchia


: 1895. In 8. pp. 52.

e Figlio

che rinviene.

Del palermitano Raffaele Busacca

sempre firm,
non Raffaello), insigne economista,
(dico Raffaele, com'ei

S. S.-M.

uomo

politico intemerato ch'ebbe no-

movimenti del 1848

tevole parte ne'

Prof.

Doti.

siceliota.

Pietro Rizzo. Na^os


Storia,

topografa, a-

vanzi, monete. Con due fotoincisioni e

due carte topografiche.

Catania,

Monaco
geppe al

Tipografa sicula
e Mollica.

Duomo

pp. IV, 157.

Via

S.

di

Giu-

1894. In

8.

e del 1859-60
illustri

stimato assai dai pi


e

patrioti

morto Senatore

scienziati italiani,
al

1893

mancava

uno studio completo che no mettesse


in rilievo la

virtuosa

dell'ingegno e delle

vuoto
Prof.

questo

vita,

opere.

libretto

meriti

Colma

dell'

il

egregio

Sampolo, compilato con amore

503

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

e diligenza dietro la guida degli scritti

Busacca

del

delle carte

famiglia.

Ed opportuna

fecero

mente

e del

quel che

opera

merc

le

virt

Memorie

Bernardino 1895. In

editrice S.

433 (Le pp. 417-422

16." pp. IV,

ripetono per errore la impagina-

nostri

secondo ma-

reggine e calabresi. Siena, Tip.

l'andar ricordando

agli obliosi nepoti

padri

e santa

XJn

nipolo di Monografie e

documentarie fornite dalla

, ai d presenti,

De Lorenzo.

A.

personali,

ricordi

de'

zione 401-406).

della

cuore e del braccio, per

darci questa Italia

una ed indipen-

dente, eh' ei volevano grande

pura,

onorata, com' era l'anima loro.

dotto Vescovo

Il

tra le attive cure

di

Mileto, pur

sua diocesi

della

che regge con zelo e carit, non lacontinuare

scia di

S. S.-M.

prediletti

volume contiene

presente

Sant'Agata di Reggio, /ram-

1.

Vaticana e Mons.

Il

menti di storia, monografa

La Biblioteca

studj

ha buon nome.

storici ne* quali

avendo

pur

che,

delle lacune

(non imputabili

doro Carini, Ricordi per Oarlo

all'A.), offre preziosi

ragguagli topo-

Orispo Moncada. Palermo, Vin-

grafici, archeologici,

statistici, eccle-

cenzo

Davy

ti'pografo,

Isi-

1895. In

'

Le

2.

L' egregio Gav. Crispo mette,

questo

scritto, in rilievo

1'

opera as-

sidua, intelligente, utilissima del

pianto Mons.
della

Carini

Biblioteca

con

come

Vaticana e

com-

Prefetto
le

pub-

blicazioni che in proposito fece, pro-

mosse, aiut. Pigliando occasione dalle quali, l'A. s'intrattiene

critica

con garbata

a notare errori e sviste del-

l'edizione del

cemento dantesco

di fra

Giovarmi da Serravalle, dell'indice


dei Godici arabi ch'

ha gi lavorato

il

da

rifare (e vi

Grispo stesso)

poi di censure inopportune ed errori


di fatto che

si

sono stampati a pro-

posito della morte del Garini.

Calabrie e la Giornata di

Lepanto, ben noto lavoro

inteso

rivendicare alle Galabrie quella parte


di

gloria

che non poca

esse dovuta in quella

che ad

memoranda

Qui rimesso fuori con am-

vittoria.

pliamenti e correzioni, che dimostrano


il

chiaro A. sempre intento

ci che alla giornata

cando intorno

alle

si

tutto

vien pubbli-

vicende della pa-

Mi occorre, a questo luogo,


notare una svista del De Lorenzo

tria.

documento
(e

ch'egli inserisce

ringrazio

dell'

che gentilmente

documento
ferisce
bi'esi

S. S.-M.

guerreschi

massima importanza.

ecc. della

pp. 49.

8,

siastici, civili, industriali,

gli

ei

ho fornito) non

che montarono

che non

giornata

fu,

ma

le

di

il

214

me, che quel

a due compagnie di

liane nella

p.

menzione

onorata
fa di

di
:

si

ri-

Gala-

galere sici-

Lepanto,

a due che

le

il

monta-

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

504

rono appunto per la giornata^


fruttuosa, del 1570;

fatto

in.

in-

paga-

il

mento ha la data del28 febbrajo 1571.


3. Reggio nei tremuoti del 1783;

Maremoto di

4. Il

due

Cronaca inedita
scoli del

tempo

due

e di

uiemo-

tratUi

opu-

rari

tremendi

di quei

di-

Seguono

in

Appendice

agli xdtimi

rie intorno

Angioini

pubblicati

Riccio; ed

Accademia

il

bozzetto

ma

intenti morali e civili,

ha questo che
:

il

campo

il

abbastanza ben

poema narrativo n cronaca


ma narra la vita di An-

della Contessa Matilde, e ricorda gli

Bo-

avvenimenti del tempo solo di volo,

il

di storico

del

quadro
d'un

capo Peloro

con

l'intento

precipuo di

Faro.

Il

volume

del

De Lorenzo

fa

molte

questi

ideali

il

carattere

poema,

ch' Rangerio, italiano, successore

Anselmo da Baggio

ne dilucida e corregge, istruisce e

dimenti, energica.

che

suoi giorni
ci

apparisce

colta, di elevati

inten-

Queste notizie riassumo dal

sempre.

ad

nel vescovato di
fin

a 25 gennajo 1112,

come persona

letta

questo

segue appunto V autore del

cose nuove conoscere, altre parecchie


di-

esaltare

carattere e gl'ideali di Gregorio VII.

Lucca, ove vecchio

il

fatti

selmo da Baggio, l'intimo consigliere

di terra calabrese, qual' la

riviera che fronteggia

Madrid.

di

al 1097, risulta di

Regesti

una illustrazione topografica

angolo

di Storia

Minieri-

Presso

distici,

sco-

lo

conserva nella

si

in pura lingua (in rapporto al secolo)

in versi;

dal

in

ma fortunatamen-

Villanueva quando

Composto intorno

non

sforo di Sicilia, ch' uno scritto di

ed

R.

dAquino,

principalmente da'

ritratte

il

due anni

Tommaso

della vita di S.

Memo-

le

di Ri poli

rinvenuta la copia che n'avea

perse, e questa or

3658

sastri.

1806 nel

al

Maria

saccheggio del 1835;


te si

su la guida di una

S.

di

Ispagna, fu distrutto nell'incendio e

1783;

Scilla,

ed interessanti

diligenti

riette, redatte

neasi perduto. Trovato

Monastero

dili-

gcntissimo ed erudito lavoro del CoS. S.-M.

lucci,
i

quale esamina minutamente

il

cinque

libri del

poema, facendo

la

illustrazione storica dei fatti e delle

persone, che ivi

Giuseppe Ooluooi. Un nuovo poema


latino dello

XI secolo. La vita

Anselmo da Baggio
fra

il

Roma,
late,

Sacerdozio

e
e

il

di

conflitto

l'Impero.

Tipografia delle Mantel-

1895. In

8.

pp. IV, 284.

abilit e valore

Qaesto poema, ricordalo dal Dodell' A.,

rite-

dico

pensatamente ammirevoli, perch


Colucci, Prefetto or in

provincia del

Regno

una or

il

in altra

e de' migliori e

pi zelanti delle pubbliche amministrazioni, sa trovar

eruditi

nizone contemporaneo

menzionano, con

si

ammirevoli.

geniali

tempo per

'studj

ohe egregiamente

compie.

Con

gentile pensiero l'A. intitola

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

il

SUO libro Alla Societ Siciliana

fco Cav.

Aurelio Tocco,

per la Storia Patria in testimonio

a Maiella 3i, 1895.

di grato animo; e noi

gine 63.

gli

attestiamo

Volumetto

tudine.

raccolte con

S. S.-M.

utile

ricco di notizie

diligenza, di aneddoti,

di curiosit, di dati storici,

reggono errori

tempo

nel

Gaetano Capasse. Don Ferrante


Gonzaga all' impresa di Ptcglia

di S.

Da

documenti

Bocca

Fratelli

M.

il

Re

Pietro

dovuta grati-

qui, a nostra volta, la

del 1529.

S.

In 16. pa-

inediti.

Librai

editori,

Torino-

d: Italia.

Firenze-Roma, 1895. In

pa-

8."

stesso che dilettano.

spigolato in Storie e Cro-

nache, e

si

specialmente giovato

dei Registri parrocchiali del Castello

per presentarci
stellani

la

cronologia de' Ca-

dall'anno 1538 al 1798 e la

storia loro e delle loro famiglie,


si

capisce,

quello che fu

Accurato studio e sobrio, condotto

Sa-

Il

lazar ha

completa,

gine 33.

che cor-

modificano giudizj,

illustrare,

ma

possibile

non

con tutto

ritrovare

che non poco.

su minute di lettere del Gonzaga, in


cui nettamente dimostrato

come

di

Vicer di

giovane d'anni

di

Sicilia,

S. S.-M.

il

Carlo V, futuro

famoso capitano

ma

senno maturo e nelle armi esper-

tissimo,

govern abilmente

per la

prima volta un corpo numeroso


truppe quantunque si trovassi":
continuo
bili,

come

ste, la

con nemici

alle prese
il

soldati

dei

impresa di Puglia fu a

Don

Alfonso Capecelatro Presbytero

La

Ferrante

me-

utilissima scuola e principio di

Bi-

di

terri-

latina

Vaticanae

bliothecae

bisogno, la fame, la pe-

indisciplina

Monumenta papyracea

di

Cardiali S.

R. E.

praeside

Sedis

Apo-

stolicae Bibliothecario recensuit


et digessit

Horatius Marucohi

eiusdem Bibliothecae

Acceda de Aula

Scriptor.

Vaticana Pa-

pyrorum epistola losephi Cozza

ritata riputazione.

Luzi

S. S.-M.

S.

R. E. vice Bibliothecario.

Ex
MDCCCXCV.

Romae

typis

vaticanis

In 4.' pp. 57, con

tre tavole in fototipia.

Lorenzo

Salazar.

Castellani

di

Santelmo. {Su documenti inediti).


Estratto dal Giornale La
del Bene,

Anno X, N. 39

Napoli, Stabilimento
Arch. Star.

Sic.

N.

S.

Lega
e seg.

Tipogra-

anno XX.

papiri descritti ed illustrati ac-

curatamente dal Marucchi sono XXIV,


la pi parte frammentarj, tutti latini,
che quelli

egizii illustr

gi innanzi

33

506

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

lo stesso valoroso archeologo. In

prefazione egli fa

una

fototipia del busto di Beatrice di

Aragona.

l'impor-

rilevare

tanza di questi monumenti e per la


storia e per la topografa di

romano

dell'agro

leografici, e

Roma

e per gli studj pa-

ne segna la provenienza

e la storia.
descrive

storica-

mente ed artisticamente la tanto ammirata, ma non abbastanza nota,


Aula dei papiri in Vaticano, cominciata

da Clemente XIV

da Pio

VI, diretta ed

pittore Ant. Raifaele

vato in

parte

suoi studj

Spagna

Italia e

tra

aggiunge nuove ricerche importantissime, e storicamente e filologicamen-

Cozza -Luzi

11

Croce, continuando

11

sulle relazioni

te,

con quest'altro opuscolo, ordina-

to,

erudito, chiaro nella esposizione,

gue

catalana

e terminata

dal sec.

eseguita dal

tiche e

Mengs, coadiu-

alemanno

dall' altro

Esamina

piacevole alla lettura.

XV

alsec. XVll, le

gramma-

spagnuoli ad uso

dizionarj

le lin-

e castigliana in Italia

degli

Italiani

che

servirono della lingua spagnuo-

si

scritti di

gli

Italiani

Cristoforo Unterperger. L'A. con mi-

la,

nuziosa precisione e maestria descrive

questa ebbe sull'italiana e

ed interpreta

parole che vi lasci. Intorno a que-

gran quadro della

il

ben scarsa in vero, che

l'influenza,

volta, l'epigrafe, le pitture laterali e

ste, l'A.

le parti accessorie prospettiche. L'il-

dialetto siciliano

lustrazione degna

Aula

che a dir

della

proprio

che ne' moderni tempi pu

le frasi e

avrebbe potuto usufruire


con esempj eh'

il

egli

sontuosa

avrebbe facilmente trovati in copia

la sola

discreta.

ramente biblioteca o deposito di pa-

La stampa del Memoriale di Diomede Carafa, composto nel 1476,

piri.

importante e dal lato filologico e dal

dirsi ve-

com'

lato storico, scritto

gare italiano

S. S.-M.

in

un vol-

misto a voci dialettali

ed a latinismi e ricordante idee e co-

stumanze proprie del tempo.

varj

opuscoli o memoriali del Carafa, po-

Benedetto Croce. La lingua spagnuola in

Italia.

Appunti, con

un'Appendice di Arturo Farinelli.

Roma

E. Loescher e

C.

Corso, 307. 1895. In 8, pp. 87.

Memoriale a Beatrice d' Aragona


Regina d' Ungheria di Diomede

litici

militari

morali

composti in

volgare per lo pi a richiesta di

Ferrante

ili

Principi e

pesse della real casa,

che in

parte

non sono

noti

tradotti in latino

guasti e raffazzonati

sarebbe

Re

Princi-

nella dicitura

bene che rivedesser

la luco

Oarafa Conte di Maddaloni, pubblicato con introduzione da Be-

nel genuino testo antico, oh' nell'uni-

nedetto Orooe. Napoli, MDCCCXCV. In 16 gr., pp. 47, con una

ha tratto questo a Beatrice d'Arago-

co codice donde

il

benemerito Croce

na, e venissero illustrati

con quella

507

BOLLETTINO BIBLIOGKAFICO

diligenza

scrupolosit

con cui questo

Giugno

di ricerche

Ma

illustrato.

ed erudito

ingegno del Croce

meglio che

altri

da

che

MDCCCXCV. nella

demia dei Lincei

spetta giustamente al geniale

fatica

na

MM.

LL.

delle

ci.

e delle

Un tarantino

tiis.

LXXVll

Conte di To-

In

pp. 17.

4,

illustre della

L'argomento

olimpiade, lece medi-

co-ginnasiarca.

il

Ernesto Monaci. Roma, Tipografia della Reale Accademia dei Lincei, 1895.
rino, dal socio

S.-M.

Eduardo De Vincen-

Cav. Prof.

presenza

alla

Re e la RegiLL. AA. RR. il Prinil

cipe di Napoli e
S.

tor-

nata solenne della Reale Acca-

tale

Appunti

Scuola Italica. Trani,

sulla

V. Vecchi,

Tipografo-Editore: 1895. In

16,

di

questo discorso

bello e degno, e sopratutto utile; che

molto

parlato sin

si

espansione che, durante

ad oggi della

medio evo,

il

pp. 168.

ebbe

La

che in quell'et medesima ebbe

Francia in Itaha; pochissimo

la

al contrario si parl della espansione

ampia del quaanzi quasi da sola forma il qua-

dro,

cornice pi

dro; che di Icco, ricordatoci

chi

come

Eliano,

con po-

da Platone, Pausania ed

righi

celebre medico ginnico

che fu nella vita temperantissimo


niente

si

sibili si

ipotesi pi

o meno pos-

vuol dimostrare come fon-

datore della ginnastica medica innanzi

ad Erodico.
to

volumetto quasi

Il

tut-

occupato da studj ed osservazioni

(non per originah, n


valore) su la

ra e

il

Magna

tutti di

ugual

Grecia, Pitago-

Pitagorismo, la medicina e la

ginnastica dei tempi di Icco ed anche


dell'

Francia

evo medio e moderno.

mentre,

Monaci dimostra

come

l'Ita-

Prof.

il

con la valentia e

ben co-

l'erudizione e la critica in lui

nosciute, questa espansione italiana fu

non poca

dice di nuovo, e sol per in-

duzioni ed

lia in

e nella

mercatura

e nei

commerci, e nelle Banche, e nelle Fi-

nanze dello Stato, e


striali, e

nelle arti indu-

nelle arti liberali

come

la

scrittura, la musica, le lettere, le scienze. Il

Monaci

condensando

fatti

ed

opere degli Italiani, fa vedere, con


preziose ricerche,

come

l'

Italia

con-

tribu efficacemente alla rigenerazio-

ne sociale

e politica della Francia; e

se al cadere

secolo

del

dodicesimo

vediamo improvvisamente

la lettera-

tura volgare della Francia dilagare


S. S.-M.

modo

vi

una

magine

di torrente in Italia e destar-

letteratura

ancora che
Oli Italiani in Francia durante

medio

eoo.

Discorso

letto il

il

IX.

nuova

fatta

e similitudine sua,
si

ad im-

veggiamo

italianizza nella nostra

Penisola, mette

nuove propaggini,

modifica sensibilmente.

si

508

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

discorso del

Il

Monaci

oltre al

valore storico e letterario, ha

raro

il

merito della eleganza e purezza della

quetare a certe lezioni cos guaste ed


erronee

strane

Tutto questo

il

eh' incredibile.

Mestica dimostra lu-

lingua e della semplicit efficace dello

minosamente con

stile.

diligentemente studiando
e
S.

le

prove

mano,

alla

autografi

gli

con molto acume

segnando

le re-

dazioni prime e le ultime, e vaglian-

S.-M.

do

pesando quelle che possono

la-

sciar dubbj e incertezze.

Dell'opera sua utilissima

Le Rime

di

restituite

fessore

nelV ordine e nella

breve introduzione accurata, che com-

col sussidio

aiUografi,

le-

pendia un lungo studio, che duole non

di altri

veder qui riportato, stante la mole

di stampe e corredato

da Giovanni

di varianti e note

Mestica. Edizione critica. Firenze, G. Barbra, editore. 1896.


16

In

pp. XVIII

701

Mestica d ragione in una

siigli

zione del testo originario

codici e

Pro-

il

Francesco Petrarca

con

volume; per

del

parte

tandovi

il

ci

promesso a

attendiamo ansiosi

e lo

trat-

chiaro Professore varie im-

portanti questioni petrarchesche.

Le Rime

ri-

del Petrarca

nel pre-

sente testo veramente critico, forme-

tratto in fototipia.

ranno oramai
Segnaliamo questo splendido volume, che vien fuori per

le sapienti

cure del nostro socio e professore nella

la sola
tare,

che

ai

la

vulgata nuova,

potr e dovr consul-

perch sola rappresenta

te e l'arte del

sommo

la

men-

cantore di Laura.

palermitana Universit Giovanni Me-

come

stica,
si

ha

il

Rime

veramente

quello in cui

testo

S.

S.-M.

vero e genuino delle

che l'immortale Poeta lasci

all'ammirazione dei posteri, e che sin


qui ha

corso

variamente deturpato

Doti.

Oamillo Manfroni. La Ma-

Dopo

rina militare del Granducato Me-

un decennio

di assiduo, paziente, ocu-

lato lavoro

su

diceo. Parte 1: La Marina da


guerra di Cosimo I. Roma, Forzani e C. Tipografi, del Senato,

e sconvolto nella disposizione.

gli

autografi petrar-

cheschi, sui codici pi antichi e autorevoli

su

accreditate,

le
il

1895. In '8, pp.

stampe prime e pi
Mestica

ci

Lavoro

l'opera in maniera, che chi la scorre

pu assolutamente

dire

Ecco

il

Pe-

trarca! e si maraviglia come, pel passato

uomini anche dottissimi o

alto senso artistico

159.

presenta

di

siensi potuti ac-

ti,

di

coscienzioso, ricco di fat-

documenti importantissimi,

poco valore.

di

non
Lo annunziamo ora sem-

considerazioni

e cliiarimenti di

plicemente, per chiamarvi su l'atten-

509

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

zione dei nostri lettori

mo

ma

ne dire-

Note

quanto occorre non appena ver-

r fuori

la

seconda parte

nunziata prossima.
re Maijfroni

Francesco ManTipografia Lo

1894. In

pp. 165.

16.,

bravo professo-

Il

abbia intanto

si

Palermo,

Statuto

an-

eli'

letterarie di

go.

Sono quattordici note

nostri

letterarie,

diverse per intendimento, per epoca,

rallegramenti.

per valore,

S. S.-M.

ma

che tutte recano qual-

che contributo e non ispregevole alla


storia delle lettere italiane ed alla critica,

Que-

Note e Considerazioni sulla

vuoi che trattin

Dante e

di

stione degli Zolfi in Sicilia per

delle

March. Francesco De Seta


Prefetto di Palermo. Palermo,

del Marini, o dell'ultimo Idillio

il

Stabilimento

i895. In

Lao

tipografico

rime del Boccacci, o dell'adone


del

Leopardi, o di rime volgari e latine


del secolo

XV.

Voglio additar qui lo studiolo: Zi-

8. gr. pp. 20.

baldoni del sec

Non

di

codici danteschi, vuoi che discutano

in questo periodico

il

posto

XVI,

che

occupa

si

della importante Biblioteca

Se-

del

pi adatto per trattare la importante

minario di Monreale e della impor-

e viva questione degli zolfi in Sicilia;

tantissima collezione di opuscoli del

ma

segnaliamo

nostri que-

a' lettori

Note

sto libretto, e perch le

Con-

siderazioni hanno serio valore (per

quanto non

accostino alle idee de'

si

pi competenti Siciliani su la materia), e

perch

pi alto

sembra degno

ci

encomio un Prefetto

del
che,

appena entra nel governo d'una Provincia, studia

con vero amore

le

que-

secolo

XVI

lasciata dall'Arcivescovo

Ludovico de Torres. Le

notizie sul

Seminario e su la Biblioteca potr


l'egregio Prof.

Mango

com-

far pi

plete e pi esatte giovandosi del bel

lavoro, che poco lascia a desiderare,


del

Parroco Gaetano Millunzi

Storia

del Seminario Arcivescovile di

Mon-

reale ecc. (Prato, 1894).

stioni vitali di essa e cerca risolverle

nell'intento di procurare

amministrati.

suoi

Seta, sposando

a risolvere

il

il

bene

S. S.-M.

de'

De

dell'industria

porta con

questo

contributo del suo penetrante

e colto ingegno

amministrativa che
-che

il

Marchese

lodevole interesse

problema

solflfera siciliana

libro

Il

della
lo

esperienza

distingue.

Il

Domenico Panciera.
e la Scuola.

Barravecchia
16.,

Il

Socialismo

Palermo,

Tip. F.

e Figlio,

1895. la

pp. 115.

non poco.
S. S.-M.

L'indole del nostro Periodico

consente intrattenerci di

non

libri di spe-

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

liO

intendimento,

ciale

questo volumetto
varj aspetti
storico.
ricoli

il

ma

annunziare

par

ci

civile

il

per

utile

morale

lo

L'A. ha additato mali, e pe-

maggiori, e quindi parla chiaro

sa

marzo

di 16

il

grafia della

Pace

Roma, Tipo-

1892.

di Filippo Cuggiani,

Via della Pace num.

In

35, 1892.

pp. 40, con una tavola in

4."

fototi-

pa.

e forte, con coscienza, con vero pa-

come padre e come


come educatore.

triottismo, e

tadino e

Omaggio

cit-

alla Societ Storica Vol-

Sopra

siniese.

Epigrafi dei

quattro

Ganulei e Bolsena. Appunti

critici di

Giuseppe Oozza-Luzi. Roma,

S. S.-M.

pograla della Pace di Fihppo


giani,

In
Giangiacomo de' Medici Castellano

Musso

(1523-1532). Saggio biblio-

grafico di

Solone Ambrosoli. Mi-

di

lano, Tipografia Fratelli Treves, 1895.

Jn

16.0 pp.

XVI, 79.

Via della Pace num.

Di una Epigrafe metrica greca


Calabria. Dissertazione letta alla
tificia

putali.

Camera

De-

dei

Catalogo metodico degli

contenuti nelle pubblicazioni

Accademia Romana

di

Scritti biografici e critici.

In

XXXn,

Romana

Terzo

Roma

del-

Benedetto Cipollina.
Stamperia pro-

vinciale-commerciale

di

Salvatore

Montes, 1895. In 8." pp. 30.

Museo

Disserta-

Osservazioni

Accademia Ro-

mana

di

Archeologia dal Socio ordi-

nario

Censore P. D.

Oozza-Luzi Abate
27 aprile 1894.

della

Pace

Romana

Roma

pp. 58, con

una

Chiesa,

Tipografia

Cuggiani, Via

di Filippo

Pace num.

Giuseppe

Basiliano, Sotto-

bibliotecario di Santa

della

Vaticana.

Epigrafe blasfema

Vaticano.

lette alla Pontificia

il

Di un nuovo papiro ravennate


nella Biblioteca

Sulla celebre

Giovanni Caruselli. Osservazioni


Girgenti, Premiata

19 gennaio 1894.

il

1895.

338.

Sulla storia della Sicilia antica di

Ingegnere

Chiesa,

Tipografia della Pace di Fi-

hppo Cuggiani, Via della Pace numero 35, 1894. In 4" pp 39.

del

l'

Censore

Giuseppe Oozza-Luzi Abate

P. D.

perio-

Giugno

dei Deputati.

4." pp.

Archeo-

Basiliano, Sottobibliotecario di Santa

Supplemento. Roma, Tipografia della

Camera

di

Pon-

scritti

diche italiane e straniere. Parte pri-

ma.

in fo-

totipia.

logia dal Socio ordinario e

Biblioteca della

35, 1893.

pp 46, con una tavola

4.

Ti-

Cug-

35,

1894.

In 4.%

tavola in fototipia.

zione letta nella Pontificia Accademia

Romana

d'Archeologia dal P. Abate

busiliano D. Q-iuseppe
Sollobibliotecjirio di S.

Oozza-Luzi

Romana

Chie-

R. Dottore. Giuseppe Garibaldi


alla

Fontana Pretoria

pario

di

Giuseppe

in

Palermo.

Bagnasco.

Si-

Pa-

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

lermo,
1895.

Tip.

Giornale L' Greto,

del

In 8 pp.

Un

511

Contrasto Sicilien et la Ghan-

De

son de Magali

8.

Gommunication

Paolo La Rocca Impellizzeri.


Per

il

XX

Oblungo

23 V2

{cent.

stampate per

Tip.

Settembre 1895.

e Antoci,

Piccitto

16,

Settembre. Ragusa

le

Frdric

Mistral.

a l'Acadmie

faite

d'Aix dans la sance du 2 avril 1895,

Par

le

Emmanuel

Ghev.

Portai,

Associa correspondant. In 8." pp. 8.

10 V?) VP-

sole pagine di-

spari (sestine decasillabe).

Su Giovanni

E. Portai.

Atti

dagli

(Estratto

Meli.

Rendiconti

delI'Accaderaia Dafnica in Acireale.

Xaverius

Gan.

Carmen augurale

latino-italicum. Pa-

nhormi excud. Ant.

MDCGCXGV. In

Montalbano.

4.",

Anno

Natale,

pp. 34.

Voi.

Anno

111.

1895). Acireale, Tipo-

Vincenzo Micale, 1895. In

grafa edit.
8." pp. 15.

<

Sigillo greco di

Pietro Orsi, Professore


nel R. Liceo Foscarini

La

di

agli

Venezia.

nino Salinas.
vio Storico per

avvenimenti. Fa-

scicolo sesto. Venezia, Stab. tipo-lit.

Successore

da

p.

M. Fontana,

321 a

1895.

In

Estratto
le

(Di

Anto-

dall'Archi-

Province Napo-

XIX, Fase. IV). In S.

letane, A.

pp. 4.

16."

A. Salinas. Piombi

384.

p.

un Mansone, Pa-

di Amalfi.

trizio e

Storia d'Italia narrata da scrittori

contemporanei

Doge

di Storia

antichi rinve-

nuti in Reggio Calabria. Estratto dalle

Ettore Parri. Antonio Ronquillo


Luogotenente
nel

Regno

Storico Italiano, Serie

Tomo XVI, Anno

Coi Tipi

Generale

di Sicilia (a. 1651). Estratto

dixV Archivio

V,

Capitan

di

M.

lileiana, 1895.

R. Accademia

dei

Lincei

Ga-

8.0 pp. i8.

Il

Terremoto del 1726,

polari

Portai, Socio Corri-

spondente della R. Accademia araldica italiana.

Massa

di Sicilia Prin-

cipi di Gastelforte. (Estratto dal

Gior-

nale Araldico

Diplo-

matico.

Genealogico

Anno XXIII, N.

4) Bari, Di-

rezione del Giornale Araldico, 1895.

In

4." pp. 4, con annesso

genealogico.

In

4." pp. 21.

in

poesia

un albero

storie po-

siciliana

annotate da Salvatore

Emanuele

della

1895.

1895. Firenze,

Gellini e C. alla

In

Notizie degli Scavi del mese di di-

cembre 1894. Roma, Tipografa

edite

Marino. In Palermo, Coi


< Giornale di Sicilia

ed

Salomone-

1895.

tipi

del

In

5.*

pp. 26.
Sui matrimonj tra

Comunicazione

Marino.

consanguinei.

del Prof.

(Estratto dal

Salomonevoi.

Lavori

dei Congressi di Medicina interna:


Sesto Congresso ecc.

vembre

1895).

In

Roma, 25 No-

8." pp. 4.

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

512

La
pel

sieroterapia nella

Dott.

tubercolosi

Salvatore Salomone-

Marino, In Palermo, Coi Tipi de


Lo Statuto . 1895. In i6.* pp. 16.

Carlo

{sic)

Clausen

Reber, Libreria Carlo

Palermo

In 16."

1895.

VI, 107.

pp.

Godices Urbinates Graeci Biblio-

Alcuni documenti

relativi alla Ri-

thecae Vaticanae

Praeside

descripti

bellione di Messina (1669-1679). Let-

Alfonso Cardinali Capecelatro Archie-

Salvatore Salomone-Ma-

piscopo Capuano S. R, E. Bibliothe-

tera di

rino. In Palermo, Co' Tipi de' Fra-

cario.RecensuitOosimusStornajolo

Vena, 1895. In 8." pp. 20.

eiusdem Bibliothecae Scriptor. Ac-

telli

G-iuseppe Sapio. Appendice


versione delle

venti

odi

di

alla

Orazio

Fiacco (gi pubblicate col testo


fronte).

Saggio

Palermo

cedit

Index vetus Bibliothecae Urbi-

natis

nunc primum

editus.

ex Typographeo Vaticano,

XCV. In

4.0

Romae,

MDCCC-

pp. CCl V, 354.

di traduzione metrica.

Alberto

Reber

Libreria

Carlo Glausen, 1896. In 16." pp. 32.

Sac. Prof.

Dottore

in

Vincenzo StrazzuUa,
Lettere.

Studio

critico

sulle Iscrizioni cristiane di Siracusa.

R. V. Scaffldi. Tyndaris. StoriaTopografia. Avanzi archeologici.

una carta topografica

Con

dell'antica citt.

Siracusa, Tipografa di
cia,

1895.

In 16."

Andrea Nor-

gr., pp. 113.

ATTI DELLA SOCIET


-<--.-

SEDUTA DEL

DI 10

LUGLIO

1895.

Presidenza del prof. comm. Andrea Gtmrneri,


Seoiatore del Regno, Presidente

riunita la Societ con 38 soci nella sua sede.

Letto ed approvato

il

verbale della tornata precedente

il

Se-

la morte di due colleghi il cav. Domenico De Micheli-Maniscalco e l'arciprete Giovanni D'Ajetti, del
quale ricorda un lavoro inedito sull'isola di Pantelleria. La Societ

gretario generale comunica

ne prende atto e incarica

la

Presidenza per manifestare alle fami-

glie rispettive le proprie condoglianze.

Lo

stesso Segretario generale partecipa quindi l'adesione a soci

dei signori

Ventimiglia e Ramirez. Parla infine di una lettera di

ringraziamento del generale Corsi per l'elezione a socio onorario.


Si

presentano vari

libri

ricevuti

in

dono dagli

autori,

stessi

dal signor Presidente e dal socio Rosario Dottore.

Sono

eletti soci

signori prof. ing. Francesco Bottino, sac. Gae-

tano Finocchiaro e cav.

Tommaso Palamenghi

avv.

deputato

al

Parlamento.
Si

rimanda ad altra seduta

la

nomina

dei Delegati per

il

pros-

simo Congresso storico in Roma.


11

Vice-Presidente can. prof. Vincenzo Di Giovanni legge

le fortificazioni della citt di

Sopra

Paleremo nel secolo XVI.


Il

Segretario gene-rale

P. Luigi Di

Maggio.

ATTI DELLA SOCIET

514

SEDUTA DEL

AGOSTO

D 11

1895

Presidenza del prof. comm. Andrea Giiameri,


Senatore del Regno, Presidente

Si riunisce la Societ nella sua sede


Si legge e si
Il

approva

il

con 45

soci.

verbale della tornala precedente.

Segretario generale partecipa la morte del socio

particolarmente

nasio Schir e ricorda

Monastero

blicato, sul

denza per

le

di

suo studio

il

cav. Atagi

pub-

Calatamauro. La Societ incarica la Presi-

doverose condoglianze.

comunica l'adesione a soci dei signori Bottino e Piraino.


Sono eletti soci i signori Empedocle Restivo, e i canonici Anto-

Si

nino Lauricella e G. B. Castagnola.


Il

Presidente invita

dovranno rappresentare

soci per l'elezione di quattro Delegati,

la Societ nel

che

prossimo Congresso Storico,

che avr luogo in Roma.

Compito

lo scrutinio

sono nominati Delegati

signori professori

Giuseppe Cosentino, Salvatore Romano, Alfonso Sansone, Gaetana

M. Columba.
Il

socio prof.

comm. A.

Salinas d ragguaglio delle ultime sco-

perte archeologiche fatte a Salemi e a


1

lucidi e le fotografie del

Musaico

Marsala.

Mostra da pria

rinvenuto nella via Da-

test

guirre a Salemi, rappresentante una figura virile in piedi con un


calice in

mano

rilevandone

l'

accompagnata da

importanza per

delfini e dall'iscrizione

la storia antica di

poscia sui lavori di scavo da lui

diretti a

Marsala

dall'esame della iscrizione di Sesto Pompeo, dove ora

propone

di

leggere

portam

la

principiando
il

Mommsen

parola incompleta POR...M, dal

ferente gi supplita POR(tu)M. Descrive

alcune delle quali

XAIPE,

Salemi. Riferisce

le

[muraglie

ri-

rinvenute

di origine cartaginese; le necropoli di varie

epo-

che; la forma dell'antica citt con la sua trincea di difesa; gli oggetti rinvenuti negli scavi; e, in ultimo

pinte con emblemi di culti cartaginesi,

ma

Monumenti

le

questi della pi alta importanza

edicole sepolcrali di-

con

iscrizioni greche.

non essendosene

fin

515

ATTI DELLA SOCIEtI

qui rinvenuti altri simili in

Italia, e

comprovanti

il

singolare mi-

scuglio di razze che fu proprio dell'antica Lilibeo.

Compita

la lettura, la seduta si scioglie.

Segretario Generale

Il

P. Luigi Di

SEDUTA DEL
Presidenza del

DI 8

"prof.

SETTEMBRE

Maggio

1895

comm. Andrea Guarneri

Senatore del Regno, Presidente

Si

Sono presenti 44

Si riunisce la Societ nella

sua sede.

apre

verbale della tornata precedente,

la seduta e si legge

il

soci.

che rimane approvato.


Si presentano vari libri ricevuti in dono.

Il

Segretario generale

partecipa l'adesione a soci dei signori Castagnola, Restivo e Lauricella.

Parla di un sussidio straordinario

di lire

500 avuto dal Mi-

nistero di Pubblica Istruzione per l'adattamento della grande aula

da servire per Biblioteca. La Societ delibera un voto di ringraziamento.


Si presentano le dimissioni del prof.
di socio.

La Societ delibera

Siragusa

di Consigliere e

non accettarle

e di pregare

signori professori G. B,

Rosano V.
non che

di

il

detto

Professore a ritirarle.

Sono

eletti soci

Gaetano Cappellani

i
,

Francesco Paolo Favaloro

cato Giovanni Leone e

il

Scaffldi,
1'

avvo-

conte Salvatore Mosto-Longarini,

Salomone-Marino legge talune sue osservazioni sopra un documento che parla di Una scena di pirateria in
Il

socio dott. prof.

Sicilia nel 1572.

SegretaHo generale
P. Luigi Di

Maggio

ATTI DELLA SOCIET

516

SEDUTA DEL

OTTOBRE

DI 13

1895

Presidenza del comm. prof. Andrea Guarneri,


Senatore del Regno, Presidente

Essendo
soci

il

la Societ riunita nella

presidente apre la seduta.

Si legge e
Il

sua sede con l'intervento di 35

si

approva

il

verbale della tornata precedente.

Segretario generale riferisce

Cappellani,

Romano

1'

adesione a

Parla quindi della morte del comm. Filippo Linati

Regno e Presidente

dei

soci

signori

Vincenzo, Scaffidi, Rosane e Mosto-Longarini.


della Societ storica parmense,

recente lutto domestico avvenuto

al socio Giulio

Verdura. La Societ affida alla Presidenza

di

senatore del

come pure

del

Benso, Duca della

manifestare

le

sue

condoglianze.

Lo
prof.

stesso Segretario generale

comunica un telegramma del

Romano, Delegato al Congresso, con cui si annunzia essere


Palermo con plauso ed entusiasmo universale

stata la citt di

eletta a sede del futuro congresso storico.

Sono

eletti soci

bino Zenatti,

signori Alessando Lalla Paternostro, prof. Al-

comm. Oreste Tommasini, comm. Giovanni Nota,

cerdote dott. Alfonso Padreoostro, Gaetano Mogavero e

p.

sa-

Giovanni

Pandolflni.
Si

presentano vari

libri ricevuti in

dono dal Presidente da

vari soci.

mons. Gioacchino Di Marzo legge Alcune MeIl socio comm.


morie di Pietro Ruzzolone pittore palermitano del secolo XV-XVI^
Il

Segretario generale

P. Luigi

Di Maggio

517

ATTI DELLA SOCIKTA

SEDUTA DEL

DI 14

NOVEMBRE

1895

Presidenza del prof. comm. Andrea Guarneri,


Senatore del Regno, Presidente.

La Societ riunita nella sua sede. Sono presenti 50 soci e


non poche distinte persone, fra le quali il marchese Francesco De
Seta Prefetto di Palermo.
Il

Presidente apre la seduta e dice

Signori,
Alla vigilia di spirare

triennio del suo onorevole officio,

il

questa Presidenza adempie al suo compito di rassegnare


vori

ed

progressi di

questo patrio

Ed

Istituto.

il

la-

nostro

egregio Segretario, che l'anima di questa Societ, vi legger

un suo

analitico rapporto sull'importante tema.

E da

esso rileverete,

stazionaria

come questa

Societ lungi dall'essere

progredisca ogni anno di pi.

Il

numero sempre

crescente dei suoi membri, l'aumento delle sue risorse finanziarie

ricchezza delle

la

sue

pubblicazioni

per iscambi da molti congeneri sodalizi


gioni del

mondo

come questa

della loro

Societ cresca in

e veda sempre pi elevarsi

la

di tutte

loro
le

ricerca

varie

re-

spaccio sempre in aumento delle

civile, e lo

stesse (pruova innegabile

il

importanza), dimostrano

attivit

ed in considerazione,

suo rango nella grande

fami-

glia delle Societ storiche d'Europa.

L'unanimit dei voti con cui questa Citt tu acclamata a sede


del novello

guari a
vi

Congresso storico

Roma,

dimostrano

neir ultimo tenuto non

quanta stima e simpatia

starsi questa Societ,


di eletti ingegni,

Signori,

d'Italia,

e gli applausi coi quali fu accolto quel voto,

abbia

merc l'opera continua

saputo acqui-

di quella pleiade

che vi collaborano.

un fenomeno

mi ha sempre

colpito; ed

che

518

ATTI DELLA. SOCIET

quanto pi

rinsaldano

si

grande Patria
il

vincoli che legano questa isola alla

appo noi l'amore ed

italiana, tanto pi cresce

culto per le nostre patrie

Ci che prova, che

si

memorie.

pu essere

essere Siciliani; e che anzi

si

senza cessare di

italiani,

pu amar

ed adorar la

l'Italia,

Sicilia.

questo culto per noi un

mondiali la

gli annali storici

volume

dovere

patrio

Sicilia

giacch ne-

non ha una pagina,

ma

un

di ricordi.

Qui vissero e lottarono


co, la Greca, la Fenicia e la

le tre

grandi civilt del

Romana; qui

la cultura

mondo

anti-

araba lasci

tracce indelebili della sua durata di tre secoli; e qui la dina-

Normanna

stia

ed una

e la Sveva

fondarono un trono

cultura, che si irradi nel continente; qui

eccetto la

Gran Brettagna, viveva

sotto

il

una lingua

quando l'Europa,

regime

delle

monarchie

assolute, furono conservate le nostre vecchie franchigie

di

li-

bert. Dubito signori, che a condizioni uguali di territorio

trovare in Europa una regione

di popolazione si possa

che

abbia avuto un'eguale importanza storica, e di tanta durata.


Ci senza dubbio

Ma
di

ci ci

impone

il

al

nostro orgoglio, e la nostra gloria.

tempo

stesso

un dovere

conservare queste grandi tradizioni

e di

ed quello

renderci emuli

dei nostri padri.

Ed

questo appunto lo spirito che

e che da quest'Aula

^ara
i

Isola.

Ed

si

anima questa Societ,

irradia per tutti gli angoli della nostra

a questa scuola. Signori, che

si

creano

veri,

non

falsi patriotti d'Itaiia.

La Societ
Il

fa

plauso alle parole del Presidente.

Segretario generale legge a sua volta la seguente Relazione

Onorev.mi Signori, Egregi Colleghi,

Quantunque

volte

il

^dovere mi

impone

di

presentarmi a

-Voi per darvi un Rendiconto della posizione scientifica ed eco-

519

ATTI DELLA SOCIETX

ne

della nostra Societ Siciliana per la Storia Patria

nomica

vengo sconfortato e trepidante: non perch prospero non


lo stato del nostro Istituto, si

vel dissi,

un tema,

perch

campo assegnatomi, e non vorrei


manca ogni aria di novit e F

il

cui

penoso da

dire forzata in un crogiolo

cosi

verun modo arrecare

Questo

diletto.

generale

Segretario

mentre triennale ve

dovere di una

il

presento

la

il

con

infastidirvi

stessa del

non potere

in

per cui ho

quale prescrive

annuale,

relazione

gennaro 1892

dal 1

sia

altra volta

arte

motivo

il

violato lo Statuto, di che venia vi chieggo,


al

come

sterile,

al

31 di-

cembre 1894.

tutti

noto

come

la vita e la gloria d'ogni Societ scien-

e indefessi e nelle serie e dotte

tifica sia e negli studi diligenti

pubblicazioni

per questo

il

giusta lo scopo

nostro

al

questo triennio

nostri colleghi

dei quali di gi pubblicati, e molti ben presto

prege-

storici importanti e

hanno dato

ci

intende.

orgoglio, non a

con

Istituto, lo dico

veruno secondo. Non pochi lavori


voli in

quale ciascuna

vedranno

molti

la luce.

ritardo della loro pubblicazione dovr ad altro attribuirsi,

il

fuorch

all'

stampa,

il

immensa mole

N solamente

soci

ma

quattro

contenersi nei

fascicoli annuali del nostro periodico

liano.

approvato per la

materiale

del

quale non pu pi

1'

grossi

Archivio storico

sici-

eziandio gli estranei, sapendo

a qual punto di rinomanza sia la nostra Societ, hanno fatto


a gara
diti

per sottoporli

reputeremo
alle tornate

XIX

memorie originali e documenti inenostro esame e vederli


se degni li

per presentarci

nei

al

nostri

volumi

mensuali della Societ e svolto

stampati in questi

tre

Chi

pubblicati.

anni pu

ha

assistito

volumi XVII, XVIII

attestare

quanto

io

affermo.

Non incombe a me un esame


trattato nelle generali

critico di tutto quello

sedute o pubblicato

volumi; sarebbe un peso superiore ai miei

il

mio compito. Mio debito raccogliere

si fatto nel triennio

negli

che

si

anzidetti

omeri, n questo
in

breve quanto

per presentarvelo come in un quadro e

ATTI DELLA SOCIET

)20

richiamare

mente e

tutto alla vostra

il

ammira-

alla vostra

zione.

socio prof. can. Vincenzo Di Giovanni, collo studio

Il

documenti,

ritorio della Chiesa di

Monreale

ziata a Porta S. Giorgio.

Marino

Lanza

ci

Il

e della Chiesa

Borghi e Michele Amari

Parnasso

lesse

ms. del 1634

siciliano,

sopra una montagna di corallo, scultura trapanese del


Il

Annun-

dell'

riguardanti Pietro

lettere inedite

Giuseppe
il

socio dottore professore Salomone-

present diverse

di Scordia

taluni suoi studi sopra

colo.

dei

parl dei Casali esistenti nel secolo XII nel ter-

ci

XVI

se-

socio ing. Enrico Salemi ci parl della Torre del Conte

Federico e della antica Porta di Mazzara. Nuove osservazioni


sulla Popolazione antica della Sicilia ci forn
loch, e

il

il

prof. Giulio

Be-

compianto collega cav. Antonio Flandina discorse sul-

l'Origine della nobile

Compagnia

lermo. Dal socio Di Martino

ci

ospitaliera della Carit di

avemmo

memoria

^a

Pa-

della disfatta

degli Ateniesi sull'Asinaro, e dal socio sac. Calderone

un Brano

del suo studio critico sulle condizioni politiche, tributarie, eco-

nomiche e civili delle antiche citt siciliane sotto la Repubblica romana. Ragion il socio prof. Pipitone sopra il Testamento inedito di Manfredi Chiaramonte in data 8 settembre
14* indizione 1390 e, per vari documenti anche inediti tratti
dall'Archivio comunale di Palermo, sopra Marco Antonio Colonna vicer di Sicilia. Al socio prof. Luigi Natoli dobbiamo
,

il

Saggio storico bibliografico

notizie sopra

Studi Danteschi in Sicilia e le

Gaggio prosatore

XVI, come

siciliano del secolo

socio prof. Vittorio Rossi quelle altre sopra Cajo Ca-

pure

al

loria

Ponzio e

colo XVI.

la

poesia volgare letteraria in

Sicilia

nel se-

Studi questi, o Signori, che meriterebbero di essere

assiduamente imitati per mettere


bri siciliani dell'et di

mezzo;

in luce tanti

quali

dormono

umanisti celeil

l'oblivione aspettando chi vorr e sapr illustrare

sonno deli

loro

nomi

e le loro opere.
Il

socio prof. Salvatore

comunanza

della

loro

Romano

origine coi

tratt ora dei Siculi e della

Liguri

cogli Iberi e con

ATTI DELLA SOCIET

altri

abitanti primitivi del Mediterraneo; ora, distrugg-endo la

leggenda popolare, svolse


dei
il

521

Romani, ed ora

la

vera origine del Colle detto Pianto

die notizia delle congetture del Butler,

ci

quale, prendendo occasione dallo scoglio del Mal Consiglio

in Trapani,

opina che

un Trapanese

la

famosa Odissea fosse stata

Omero

e che

fosse

nario. In senso diverso del prof.

stato

uno

Romano

il

scritta

da

scrittore imagi-

socio cav. Rosario

Salvo di Pietraganzili parl dei Siculi e degli abitanti primitivi del

Mediterraneo.

N meno

dobbiamo ai due soci professori canonico Bartolomeo Lagumina e coram. Antonio Salinas per
averci parlato il primo di una iscrizione araba di Re Ruggiero
scoperta di recente nella Cappella Palatina di Palermo, e di
una moneta preziosa di Federico Re e Costanza imperatrice
del 1198;

busto in

il

grati esser

secondo

marmo

di

di averci dato varie notizie

Eleonora

di

ora sopra un

Aragona moglie a Guglielmo

Peralta, trasportato dal Monastero di S. Maria del Bosco di Cala-

tamauro

al

Museo nazionale

di

Palermo, lavoro stupendo del

1400; ora sopra tre bellissime metope ritrovate negli scavi di

quando presentandoci una serie di piombi di varie


epoche ritrovati in Reggio di Calabria, alcuni di epoca clasSelinunte;

sica, altri del

periodo Bizantino e Normanno,

ressanti per la Sicilia


tiche inedite dello
gillo

quando discorrendo

ottavo e nono

secolo

per inte-

tutti

diploma-

di bolle

mostrandoci un

si-

anche inedito dell'ammiraglio Giorgio Antiocheno; e quando,

suir esito degli scavi

fatti

in

Salemi nel 1893, disse opinare dai

ruderi della Chiesa scoperta in contrada


la pi antica in Sicilia col

Michele che essa sia

S.

suo cimitero, da attribuirsi

al

quinto

secolo dell'era cristiana.

Vi ricordo

le

Nuove osservazioni

lette dal socio

Siragusa sulla Brevis Historia liberationis

moria sopra
caria,

professore

Messanae,

la

me-

Consolati artigiani in Sicilia del socio can. Bec-

documenti

inediti della

Brancacciana

di

Napoli sulla

Rivoluzione palermitana del 1647, e gli appunti e


zioni, ricavati dall'Archivio

Arch. btor. Sic. N. S. anno

le

osserva-

Vaticano, di cose spettanti alla Si-

XX.

34

ATTI DELLA SOCIET

522

cilia;

materia svolta con tanto senno e tanta accuratezza da quel-

rinsigne socio, che sar sempre desiderato con lagrime,

mon-

signore prof. Isidoro Carini.


Il

comm. mons.

socio

Di Marzo

parl di alcune dipinture

XIV

di pittori continentali in Sicilia nei secoli

XV. Su

Gio-

vanni Aurispa e sulla Cronologia di alcune sue lettere vi intrattenne

il

socio cav. Giuseppe Salvo-Cozzo.

Il

Sam-

socio prof.

polo lesse un suo lavoro: Contributo alla Storia della R. Uni-

Palermo (1824 a 1865);

versit di
sul

matrimonio negli

Mango

socio prof.

XV

secolo, e

Sopra una Biblioteca siciliana e alcuni

N dobbiamo dimenticare
di

Antonio

si

divisero

il

zi-

XV.

baldoni del Torres del secolo

del centenario

Garufl: Ricerche

socio

il

usi siciliani dal XII al

le

due tornate, una

Veneziano e

1'

altra

occasione

in

in

quella del

Maurolico.
Nella prima
ilMilluiizi, e
Il

del
il

il

il

compito

Veneziano e della leggenda popolare intorno

Millunzi

il

Pitr

Pollaci-Nuccio.

Pitr tocc di tutto ci che a diritto o a storto

sulla scorta dei

vicende del poeta

il

documenti

Veneziano non

fu

raccolse

al

si

detto

medesimo:

la

e le

vita

Pollaci, intessendo la storia dell' origine

e dell'uflcio di Segretario del


il

tre nostri soci

Comune

mai utflcialmente

di

Palermo, prov che

a quel

posto

bench

probabile l'avere scritto per incarico speciale non pochi editti


dello stesso

comune.

Il

socio prof. Guardione, nella tornata per

l'insigne Maurolico, intessendo l'elogio del dotto siciliano parl


di taluni

documenti

N solamente

inediti e ignorati.

gli scritti letti in

questa aula formano

il

nu-

cleo dei nostri lavori, altri e non pochi, che voi leggeste nella

Miscellanea del Periodico, addimostrano abbastanza quanto siano


fra noi progrediti gli studi storici. Discaro

rammenti questi

lavori.

Richiamo quindi

non torni che a volo


alla

vostra mente:

Il

Contributo alla studio delia Diplomatica siciliana nei tempi nor-

manni

del socio barone Starrabba, in cui

si

svolgono

Diplomi

delle chiese episcopali in Sicilia: Gli Studi sulle fonti della storia

ATTI DELLA SOCIET

del

IV secolo per

socio prof. Coluraba

il

Temistogene siracusano fosse


pseudonimo, e

ove

un personaggio esistente o un

prima volta dal Gutter

La

dal socio Briquet al socio Giorgi, nella quale

materia

sono

in cui

scritti

fram-

lettera scritta

si

ragiona delia

membranacei o

di

Documenti ricordati dal socio comm. Di Marzo

riguardanti Ottavio
ritorio di

due codici arabi della nostra Bi-

blioteca nazionale per istabilire se cartacei,


altra materia:

esamina se

si

parla del Filisto descrivendo le opere e

si

raccolti per la

menti

523

d'

Aragona:

due sepolcri

di Acrilla illustrato dal socio

Corrado Melfi:

Il

nel ter-

siculi

Siragusa descritti dal socio prof. Paolo Orsi

Il

vaso

Diario Messinese

dal 1655 al 1661 del notaro Giuseppe Zanghi, ricco di pregevoli notizie,
dell'

per

socio barone

il

insigne Bellini per

prof.

Arenaprimo

La Lettera

per

il

inedita

Drago La Raccolta di
socio dott. Lionti La Nota

socio Palazzalo

del 1647

cartelle sediziose

del socio cav.

il

Grispo-Moncada sull'Opera pubblicata dal socio

Maggiore-Perni intorno

mo dal X al XVII

la

popolazione di Sicilia e di Paler-

emendazioni

secolo. Ricordo eziandio le Note ed

Diodoree del socio Di Martino

Documenti

bella sugli scrittori siciliani del secolo

raccolti dal socio Mira-

XVI, Giacomo

Pini, Salario,

Baldassare Massa e Gian Battista Garrabio, quelli raccolti dal


socio Sciuto-Patti sopra

le

pi antiche

campane

di

Catania e

Mu-

fondatori di esse, e quelli dal socio Pietro M. Rocca sulle

Alcamo, sopra

raglie e Porte della citt di

pace del secolo

XV

'Ciliano del secolo

secolo

due contratti

fra privati, inediti, sul Sirena pittore

XVI

e Mario

Giambruno anche

di
si-

pittore del

XVIL

Non posso, n devo passarmi dal render lode ai signori


Oliva, Romano, Carrara, i quali, bench non soci, diedero il
loro contingente alle nostre pubblicazioni. Scrisse

due edizioni incunabili messinesi, ignote


opra

l'iscrizione napolitana di

pra due documenti

inediti,

in Sicilia,

nista del secolo

XV.

portando nuova luce

il

il

di

secondo

Domizia Callista e l'ultimo soalla spedizione

condotta da Alfonso d'Aragona nell'isola di Gerbe


^spedizione ebbe gran parte

primo

il

nella quale

siciliano Guiniforte Bazzizza

uma-

ATTI DELLA SOCIET.

524

mia relazione manifestai

Nella precedente

glio che dalle sedute generali,


di

grave mole molto pi

dante, e

da

in Sicilia,

ove

messe abbon-

la

si

ma

il

Il

lavoro individuale sempre lavoro

lavoro collettivo di persone abili e volente-

intendano, che mirino allo stesso scopo lavoro

possente. L'adagio non falla Vis imita fortior.

la loro vita,

Basta leggere

verr

la terza

verbali pubblicati

Oramai

mio
seconda Classe hanno

voto stato soddisfatto. La prima e la


ripreso

me-

di tanti documenti inediti non ancora del


donde molte epoche non sono tuttora onnina-

svolte e studiate.
solo,

rose, che

esse,

potranno aversi opere storiche

campo

il

tutto spigolato

mente
di un

desiderio di

il

ravvivarsi la riunione delle Classi, convinto che

meno

delle

il

al

suo compito.

sedute

diverse delle

due Classi per rimanerne convinti.


Si

deplorava da moltissimi che

il

Archivio Storico

nostro

difettasse di recensioni e di notizie bibliografiche; tutt'altro

avvenuto nei tre anni, donde ragiono, e dobbiamo esserne


conoscenti alla Direzione

per

stampa

la

Lodi, Salomone-Marino e Falcone,

ai soci

abnegazione e diligenza ne hanno avuto


Intorno l'antica
cato, e
l'

il

ne imprese

al Periodico, affidandone la cura

ancor tutto.

cui debba mirare


riosa,

ma

si

del-

il

la

stampa,

Le memorie

in

Appendice

prof Sampolo.
originali, gli

non sono

la

scritti

parte precipua,

nostro Istituto. Vi una meta pi

labo-

pi interessante, ed lo spolverare vecchi e sdru-

volumi,

nuovi e

era pubbli-

si

un lavoro inedito

al socio

vari, le recensioni, le bibliografie

citi

con vera

Terranova, Notizie sopra Iccarl e Carini,

offerto dal fratello di lui:

X questo

quali

la cura.

Carini pochissimo

Consiglio direttivo accettava

signor

estinto

citt di

ri-

modo

in particoJar

il

ricercare con

inediti,

correggono

perciocch
i

fatti

amore
da

le date,

e senno critico documenti

essi e
i

per essi

si

confermano

nomi e quanto possa con-

tribuire a scrivere una storia esatta, imparziale, che sia, al dir


di Tullio, vindice del vero, testimonio fedele dei tempi.

abbiamo

veduto non

noi

pochi soci addirsi a questi studi. Loro

525

ATTI DELLA SOCIET

merc
rie

il

in questo triennio

De rebus regni

Siciliae:

l'Archivio della

Corona

rini

abbiamo pubblicato

fascicolo XII (Appendice)

Aragona

Prima Se-

Della

estratti

raccolti

dal-

compianto mons. Ca-

dal

IX continuazione

fase. 3, del voi.

il

Documenti

di

ultimo del voi. V, che tratta

Diploma-

del codice

Federico terzo di Aragona per cura del socio professore

tico di

Cosentino,

fascicoli 2, 3, 4, del

XII, continuazione del

voi.

codice diplomatico dei Giudei di Sicilia per cura dei due soci

Lagumina

sacerdoti fratelli

fascicoli 2, 3, 4 del voi. XIII,

continuazione dei Capibrevi di Giovanni Luca Barberi per cura del socio

comm.

del voi. IV,

Seconda Serie

Silvestri. Della

e 2

fase. 1

quali trattano delle Consuetudini siciliane con

il-

lustrazioni storico-giuridiche per cura del socio Luigi Sicilia-

no. Altri documenti sono in corso di stampa,

Collezione

di

Diplomi

inediti

relativi

propriet fondiaria in Sicilia sotto

cura
l'Ili.""

avv. Giorgio

socio

del

all'

Battaglia:

quali ^una

ordinamento

Normanni

fra

cerimoniale

il

della

e gli Svevi per

Senato Palermitano per cura del socio prof.

del-

Salvatore

Salomone-Marino.
In quale stima siano tenute le nostre pubblicazioni lo

strano evidentemente e

gli

scarabi

accresciuti

le

mo-

vendite

eventuali aumentate dentro e fuori d'Italia. Nei primordi della

nostra vita eravamo noi a stendere la mano, a chiedere amicizia e fratellanza

ora sono

gli

che

altri

e non pure dall'Italia, dall' Europa,

ma

si

rivolgono a noi

eziandio

dall'

Africa e

dall'America. Lasciando da canto lo scambio in questi tre anni

accordato a tanti

lamente

abbiamo

le

altri periodici scientifici

Accademie

e le Societ con le quali, oltre le antiche,

stretta fratellevole relazione.

putazione di Storia Patria per


dell'Umbria;

Rozzi

di

le

le

Sono esse

la

Regia De-

provincie delle Marche, quella

Nuova Fenice di Orvieto, dei


Arcadi di Roma, dei Zelanti di Acireale;

Accademie,

Siena, degli

o storici, ricordo so-

la

e la Societ di Storia Valdese, quella di Studi storici pugliesi


in Bari, la Societ storica della Provincia di Posen, quella di

Algeri, quella dell'Assia

superiore

la

Societ

letteraria di

526

ATTI DELLA. SOCIET

Upsala nella Svezia. Le vendite delle nostre opere aumentano


di

anno

in anno.

La

decennale dal 1885

Contabilit

1894,

al

ci

dal

ha dato uno

quale

infatti nel

1891

le

vendite furono in L. 512,89, nel 1892

a L. 1682,89 e nel 1894

ascesero

da sperare che saranno

Curare

L. 1887,12. Maggiori,

in questo e negli anni

avvenire.

conservazione dei monumenti storici e

la

esatto

abbiamo

aumento progressivo;

incassato nette Lire 11437, per con un

mentre

stato

che

risulta

artistici,

far di tutto perch fossero onorate le ceneri dei nostri illustri

compito

fu

scienziati

assegnato

dal seno della Societ.

nella Chiesa di S. Marta, oggi demolita ,

arabista ab. Morso, e saputo che

rivolgemmo

al Municipio,

Commissione

ad una

venne meno

si

il

corpo

ma

ligenti,

si

dell' illustre

quella doveasi diroccare, ci

perch prima di mettere mano

demolizione fosse invitata la Societ per fare


portune. Le ricerche

eletta

scopo. Sepolto

allo

le

ricerche

alla

op-

fecero vero, ricerche accurate e di-

invano, perch troppo tardi

la

Chiesa era gi in-

Non incolpo nessuno,


ma voglio che non cada sospetto di incuria sulla Commissione
sociale e sulla nostra Societ. Fu una sventura e fa duopo conteramente demolita e

le

sepolture aperte.

tentarci di

un modesto medaglione, collocato

menico,

quale ricorder ai posteri Fillustre uomo, che non

il

N appena

pi.

che dinanzi

seppe,

si

eseguendosi taluni lavori municipali

tempio

nel

la

Porta

20 coperto a volta

reale,

garsi ad un livello pi basso


l'antica citt, la nostra

uno dei suoi membri,

il

ed

S.

un

Do-

Agata,

diretti dall'ingegnere

stiglia, a metri 15 di distanza fosse stato scoperto


di metri

di s.

Ca-

tratto

che quegli reputava prolunessere

Commissione

un

sotterraneo del-

fu sollecita

prof. Patricolo,

d'

incaricare

perch ne facesse

gli

studi e riferisse.

Non niego che


gliare

di pi

estinti,

vare

ma

io

ascolto

per

Commissione avrebbe potuto vemonumenti e le memorie degli illustri

la detta
i

credo
presso

per non tro-

che essa sia scoraggiata


coloro,

ai

quali

Reclami non pochi e istanze ripetute

si

spetta

il

provvedere.

son fatte per la con-

527

ATTI DELLA SOCIET

servazione di monumenti

ma

invano. Forse,

Ma
le

economie, hanno

severe

pi

spese necessarie per

portano

il

vane

reso

duopo convincerci, n giova

il

concetto delle

il

tracollo nei bilanci; vi

hanno

le partite,

duopo volgere

vincie e governo; su di esse

me

spetta

sola parola io voglio

dire

blica. L'Italia, invidiata dallo

primato fra

per

le

straniero

luogo di

sapremmo

uscire.

cosa pub-

avuto sempre

ha

il

il

nazioni per la sua storia, per le sue arti belle,

monumenti

pi rigorose

le

reggitori della

ai

che danno

comuni, Pro-

n questo poi

entrare in un laberinto, donde difl^cilmente ne

Una

di arte

operose e scientifiche, che

alle societ

la scossa nelle finanze e precipitano nel baratro

economie. Per n a

dimando.

nostre

le

nasconderlo, che non sono

conservazione degli oggetti

la

o per l'incoraggiamento

anni andati,

classici e storici negli

le ristrettezze finanziarie e

classici

il

deperire

farli

distruggerli un vero parricidio,

il

che attenta

deturparli,

allo

il

splendore

e alla gloria della patria comune.

Non manc

nostra Societ di essere rappresentata nelle

la

feste centenarie

per Galileo Galilei

Padova dal nostro

in

si-

ciliano, professore in quella Universit, Pietro Spica, e dal quale


ci

avemmo una

tanza

completa relazione. Affidammo

ai nostri soci

Genova,

in

dettagliata relazione dei

notare che

rico, fece

in

due sedute

due Congressi,

quello

in

occasione delle feste Colombiane,

Romano. Quest'ultimo

nesi e

architetti tenutosi

quello geografico e

in

rappresen-

Marvuglia, Patricolo, Coppola

ingegneri

nel Congresso internazionale degli

lermo nel 1892:

la

e,

in

Pa-

storico di

Pen-

ai professori

sociali ci die'

una

parlando dello sto-

temi spediti da noi per discutersi fu-

rono dichiarati importantissimi; mancando


gerli esattamente furono

raccomandati

al

il

tempo per

isvol-

Congresso storico di

Roma,
Presso

mo

di lui
il

l'Istituto storico italiano sin

per Delegato
,

nome

illustre

il

dal nascimento

avem-

chiarissimo prof. Michele Amari. Alla morte

mons. Isidoro Carini. Entrambi tennero alto

della nostra Societ

da entrambi

ci

furono date

le

ATTI DELLA SOCIETX

528

pi dettagliate relazioni

incoraggiavano

giorno in cui una eletta di

primi furono

del Malaterra e del

primo

con a capo

soci,

sta aula si riun per deliberare

Come

Rammento

quel

Carini, in que-

il

lavori da studiarsi e presen-

scelti la

ristampa dell'Ugo Falcando,

Cronicon siculum anonimi] affidando

Siragusa, allo Starrabba

al socio

ci

presentare lavori seri e interessanti per fare

parte delle pubblicazioni dello stesso Istituto.

tarsi.

entrambi

ed

varie tornate,

sulle

secondo e

il

il

terzo al

il

Cosentino.

si stette

inoperosi. Si fecero tosto venire in

Palermo

quattro codici della Biblioteca nazionale di Parigi riguardanti


il

Falcando.

Il

socio prof. Siragusa

studi, e trovatevi varianti di

compiti su di essi

grave momento,

dute sociali ne diede un resoconto.


dal Consiglio Direttivo, fu spedito

suo lavoro,

Il

Istituto

all'

approvato, gi comincia a pubblicarsi.

verr del Malaterra e del Cronicon,

tendono

gli altri

Mancava

due nostri

sollecito a

compiere

Con decreto

del

ad ente

tuto

allo studio

giuridica, che era

vostro Consiglio Direttivo fu

soci, e

l'

opera iniziata

22 maggio

il

1892

anni

negli

fu elevato

e ben lo meritava

per

dei quali at-

colleghi.

morale,

scientifico, si

lante,

non perch possediamo milioni

lo stato delle

precedenti.

nostro

il

per

si

ma

arredarla

ci

ha dato

doveri sociali, e mettere da

sempre pi

la localit

che sia non superfluo e lussoreggiante,

ma

sobrio e dignitoso.

utile,
I

ci

di

tutti

migliorare

per

suo svi-

perch abbiamo

quel tanto, che, bene e onestamente amministrato,

quanto basti per adempire

il

Isti-

sue finanze. Esso bril-

luppo

canto qualche cosa

approvato
esso anche

da

suoi

delle se-

che parimenti av-

Il

alla nostra Societ l'esistenza

nel desiderio di tutti

una

in

resoconti ufficiali

strato

come

letti

in

qnest' aula

vi

nel triennio le entrate sieno state

previste in Bilancio, minori


infatti, dei tre

le

uscite.

anni fu in L. 27,612,45

ma

Il

hanno addimomaggiori delle

Presunto di entrata,

l'eflettivo in L.29,977,35,

cio L. 2304,90 in pi: e dell'uscita in L. 27,012,45,


fettivo in L. 21,494,04 cio L. 0117,81 in

meno.

ma

l'ef-

ATTI DELLA SOCIET

innegabile

quasi tutte

che questo

duopo ricorrere a
in

nostra

la

avremmo

di pi

onori

Mentre

il

mutui,

gli aiuti di taluni

le

vantare

entrate maggiori

riscosso se non

corpi morali,

in

le
i

entrate

Bilanci

ad operazien finanziarie,
meglio piaghe

pu

Societ

nostro

ai di nostri,

onde a ripianare

debiti, e a dir

avere anno per anno

esso.

le uscite,

tasse, a

sono

fondo

insanabili,

di

amministrazioni private e pubbliche,

le

sono minori e maggiori

che

altamente

fatto

amministratori

Istituto e gli

529

ci

profonde e

con orgoglio
minori

meno

venuti

fossero

di

le uscite.

quali interpetrando a loro

agio la legge 23 luglio 1894, spese facoltative, con un colpo


di

penna

tolsero dai loro Bilanci, abbonamenti, sussidi, e azioni

assunte.

Che

stupire;

ma

stanziati in Bilancio

convinto

milioni: ci non

come sono che

di azioni sia di

poche

lire

abbonamento, un attraversare

Per da sperare che

in alto,

il

da

nulla

ove sono

entra nelle mie idee:

diniego di

il

scienze senza mai ottenere

il

comuni

piccoli e poveri

ci facessero

comuni, provincie, ed anche pi

annue, sia

gli studi

e le

desiderato equilibrio finanziario.

tutto ritorni allo stato primitivo

dopo

decreto del 4 agosto 1895, in cui detto a chiare note che

Comuni

le

Provincie

sono autorizzati a mantenere nei

loro bilanci le spese aventi per oggetto V istruzione, la beni-

ficenza, l'agricoltura,

il

tiro

a segno, la Societ di Storia Pa-

iHa od altri uffici o servizi di evidente utilit pubblica.

bramo che

si

noti,

perch ci direttamente

la Societ di Storia Patria

ci

riguarda,

come

espressamente nominata nel

lo-

dato decreto.

Meraviglia pertanto non se la nostra

contava nel 1894 500 soci, 485

Societ, la quale

e 15 onorari; che ha

effettivi,

pubblicato sino alla fine del detto anno 19 grossi

volumi del

Periodico l'Archivio storico e 25 di documenti in parte


piti e in

parte vicini al compimento; che trovasi in uno stato

invidiabile e scientifico

suo

com-

nome non pure

frica e neir America.

ed economico

in Italia, in

abbia

Europa,

ma

reso illustre

il

eziandio nell'A-

Per questo nome glorioso

il

Ministro

ATTI DELLA SOCIET

530

della Pubblica Istruzione

Regolamento sull'esportazione degli oggetti


osservazioni

nostre

le

all'invito. Ci incaric

siglio Direttivo

hanno

di gi rovistato

studiato, e fra

li

il

Con-

quali

di soci,

hanno diligente-

non guari avremo una Relazione

ne avvanteggier

quali

dalle

dell'e-

la storia civile, politica, letteraria, ecclesiastica,

essendosi ritrovate notizie di


precise,

Palermo,

quelli di

mancammo

Parrocchiali, e

una commissione

tosto

queste ricerche;

immensamente

noi

di

chiedendo

di arte

lumi.

nostri

per gli Archivi

mente

sito felice di

nomin

un Progetto

invit all'esame di

ci

nomi, la nascita,

fatti

avvenimenti con

morte

la vita e la

di

date

le

uomini co-

spicui nelle lettere, nelle arti e nelle scienze.

nome

Al

e alla gloria dei nostro Istituto,

dobbiamo

doni ricevuti in questi tre anni. Lasciando da canto

magnifici
molti og-

che erano nella Sala dei Ricordi Patri nell'Esposizione na-

getti

zionale di Palermo, oggetti che


positare,

Diploma

il

morative attribuiteci
tato della

di

proprietari qui han voluto de-

benemerenza

in

premio

due medaglie comme-

e le

nificenza di S. M.

il

Re Umberto, che

pagnato da un telegramma

di

Gomi-

della sala suddetta dal

medesima Esposizione, non posso tacermi

volle regalarci,

encomio per

busto di Ferdinando di Savoja

Duca

di

la Societ,

Genova.

accomil

mezzo

Taccio dei

sussidi straordinari avuti dai Ministri dell'Interno, della


blica Istruzione, di Grazia e giustizia,
grafi, dalla

delle Poste

e dei tele-

il

di alcuni soci e Mecenati.

Vero che

ancora ottenuta e molto

vincia e dal nostro Municipio,


io

l'

il

si

isola

classica terra

nostra.

Signori

per
l'

quale

ci

le patrie

aula

scopo

la cifra necessaria

non

attenda dai privati, dalla Pro stato

ho fede nell'avvenire e nell'amore

in questa

l'a-

restauro della grande aula da servire per Bi-

blioteca. Taccio delle contribuzioni volontarie allo stesso

ma

Pub-

Cassa di Risparmio Vittorio Emmanuele per

dattamento e

si sia

mu-

della

dovr

sempre

di quanti

memorie
farsi e

di ajuto;

siamo nati

e la storia del-

presto

il

Con-

gresso storico futuro, che dovr avere sede in Palermo, ce lo

impone.

531

ATTI DELLA SOCIET

Ritornando

pertanto

bibliotecario cav. Lodi

ai doni, lascio

parlarci a suo

il

nostro benemerito

al

tempo

della quantit

opere regalate dal nostro egregio Presidente, di tanti

di

libri

donati e dai soci e dagli stessi autori, e solo mi fermo a ren-

dere un tributo di ringraziamento


XIII,

quale volle largirci un esemplare del Dante Alighieri

il

pubblicato a spese della

menti

Supremo Gerarca Leone

al

inediti

bench

dell' Alighieri,

stato di

Sede colla versione latina e

dono non

il

Serravalle.

com-

parlando

nel triennio

entri

ma

sia

recente, un doveroso ringraziamento a nome della So-

esprimo

ciet io

S.

del Frate Giovanni di

Augusta persona

alla

M.

di S.

Re Umberto

il

che nella sua munificenza degnossi farci tenere una copia della

Divina Commedia pubblicata a spese della Corona

mento inedito
ricordare

il

socio Giulio Benso,

col

comr-

da Ricaldone. N posso non

di Stefano Talice

Duca

Verdura, per l'esem-

delia

plare dello Inveges e la copia degli Atti della citt di Paler-

mo

dal 1401 al 1411, edizione

Chiaramonte barone

socio

folio dell'

lusso fatta a sue spese

di

Bordonaro per

di

fascicoli

opera pregevolissima Herculanensium volumina;

socio Castelli principe

di

Torremuzza per

il

in
il

145 volumi degli

Atti del

Parlamento sulbalpino e della Camera e del Senato

Italiano.

Pi di

tutti sia

lode e portiamo gratitudine a quella

figura di gentiluomo perfetto, di cui

Lorenzo Cott marchese


stamento leg

alla Societ tutti

sua ricca biblioteca


tori
la

siciliani.

tuttora le ceneri, a

quale

nel

suo

te-

libri di storia siciliana della

alla

stupenda

Sicilia

scritti

da au-

opere pregevolissime,

di

quanti

amano

il

nostro Istituto!!

Societ in riconoscenza di cos prezioso dono deliber col-

locargli

Dal
nio

il

mille e quattrocento volumi. Possa l'esem-

pio di lui essere imitato da

La

o attinenti

Collezione

quale sorpassa

lumano

di Roccaforte,

di

una lapide commemorativa nella Biblioteca.


fin

come

qui detto chiaro

cui

ragiono

Se non che accanto


la sventura.

Il

sia

stata

la

nostra Societ nel trien-

coronata

alla gioja

il

di gioje

dolore, accanto

cipresso funebre di morte ci

e di onori.
agli onori

rammenta un nu-

ATTI DELLA SOCIET

532

mero considerevole

breve

di soci in

spariti,

benemeriti

tutti

e per l'amore agli stadi storici e per V incoraggiamento dato


e al progresso

allo .sviluppo

ognuno

ma

intessere l'elogio,

resta che darne

di

me non

tempo mi strigne e a

il

amare perdite

le

professore Francesco

il

Vorrei

Societ.

nomi, e mandar loro un mesto saluto. D'al-

tronde sono troppo fresche


ricorda

nostra

della

sco Bellomo, Vincenzo

Orlando,

Francesco

Schir,

e ciascuno di noi

sacerdoti France-

Di Blasi

Mariano

Accardi, Domenico Di Marzo, Giuseppe Grescimanno, Bernardo

Camarda, Gaetano Coglitore,


bartolo di

mento

Giovanni,

S.

Predicatori

dei

Erice,

prof.

il

il

quale ebbe tanta parte nello adatta-

il

di questa localit

Lucio Tasca vero mecomm. Emraanuele Notar-

conte

il

cenate delle arti e delle lettere,

il

dottore

p.

Giuseppe Gastronovo

volumi della storia di

cinque

dei

scrittore

Girolamo Ardizzone esperto cultore della

ratura e della storia,

cav. Ernesto

il

Lanza

di Trabia,

mendatori Gjuseppe Mario Puglia e Simone Cuccia,

Carmelo Arezzo

Trifleti

com-

avvocati

onore del foro Palermitano,

giureconsulti di polso,

principi,

lette-

maggior generale Alfonso

Scalia,

mons. Gaetano Briuccia, comm. Francesco Nobile Presidente


di Sezione

Cassazione

della

Roma,

in

ing.

Marcantonio Fi-

chera, cav. Eliodoro Lombardi poeta e letterato, e nella storia di Sicilia versatissimo,

diede

il

ricordo

suo

comm.

Chatenet
Spina,

il

Codice

consigliere

Crisafulli

V avvocato e poeta

due

1'

alla

avv.

le

quali

il

Codi-

Aristide Battaglia,

Corte

appello

di

lo

estemporaneo comra. Gaetano

patrizi test lodati Principe di

chese di Roccaforte,

per

Speciale,

quale

il

nostre pubblicazioni, fra

Capitoli e gli Statuti della Citt di Polizzi,

ce Filangieri e
il

Antonio Flandina,

cav.

il

contributo alle

quali mostrarono a

Torremuzza
fatti

il

loro

Mar-

amore

la Societ.

colleghi estinti,

mandato a tanti nostri


permettete che almeno dica una parola dei

due nostri soci

effettivi

Epper se un semplice saluto ho

onorari,
illustri,

il

la

Corradi,

il

il

Meli ed

Bartolotti,

il

il

Cusa e dei quattro soci

Boffarull,

il

Frman, nomi

cui dipartita stata da tutti compianta.

ATTI DELLA SOCIET

Giuseppe Meli pittore e cultore

prof.

Il

533

conosceva a

Belle, la cui storia

esimio

Amoroso

dito.

Arti

delle

della Sicilia e

apprezzatore delle opere classiche di pittura, di scultura, d'architettura, rovist archivi pubblici e privati, studi

iscoprire una buona parte

nomi

di

tanto per

degli artefici nostri; lasci

vari lavori di pittura, illustr vari punti della storia artistica

mostr

siciliana e sino agli ultimi giorni di vita


al nostro

dobbiamo

dalla quale sono

mentare

Sicilia,

fra

studi di critica

stupenda

nel

raccolta

valorosi
quali

discepoli

mi

si

come

la

di Stato,

che diven-

permesso ram-

sia

sopra lodato monsignor Isidoro Carini,

il

scuola

della

Archivio

nostro

diplo-

Diplomi

dei

fondazione

la

lui

tanti

usciti

vol d'ogni dove per

Al Cusa

la

diplomatica

maestri;

tosto

noi degli

fra

dovuta

lui

paleografia e

nero ben

Salvatore Cusa arabista e paleografo, cui

progresso

il

ed arabi di

greci
di

comm.

matica.

affetto

Istituto.

prof.

Il

suo

il

sua morte fu da

la cui

tutti

fama

lagrimata^.

deve eziandio d'avere avuto parte nella Direzione

del periodico V Archivio Storico Siciliano,

Prima

generoso pensiero venne pi tardi ceduto

in propriet al nostro

con

Istituto,
11

cav.

Stato di

variante:

la

uff.

Nuova

vita rovistando

Direttore

di studi

Archivi,

indefessi

dello

Archivio di

che pass

la

sua

frugando codici e pergamene, pub-

blicando documenti e notizie

inedite.

Fu uno

dei nostri soci

mandandoci

onorari, che arricch le nostre pubblicazioni

che egli ritrovava di bello e di buono spettante


Il

che con

Serie.

Antonio Bartolotti

Mantova uomo

Serie;

tutto

alla Sicilia.

professore Alfonso Corradi notissimo a noi quando egli

sue lezioni nel nostro Ateneo; conosciuto ed apprez-

dettava

le

zato in

Italia e fuori, arricch la

sue opere
Tasso,

gli

fra

le

quali

repubblica letteraria di tante

ricordo

antichi statuti degli

italiane, l'antica metaplastica

Le infermit

speziali

le

di

Torquato

prime farmacopee

italiana, la Storia della Chirur-

gia, la storia della Ostetricia, e

sopra tutto

gli

Annali delle

Epidemie occorse

prime memorie

fino al 1850.

in Italia dalle

534

Emmanuel de

D.

rona

ATTI DELLA SOCIET

Boffarul, direttore dell'Archivio della Co-

fama

di Barcellona in Ispagna, lasci

tissimo nella Diplomatica

meno arduo

compito

sione in Ispagna

Non

lui

pubblicate sul lodato Archivio.

si

prest

quanto erudito,
il

peri-

nella Storia, nell' Archeologia.

poche monografe furono da


Cortese, per

come

di se

gentilmente a rendere

mons. Carini, quando nella sua mis-

di

raccolse

Documenti De rebus Regni

Si-

ciliae e tante altre notizie riguardanti l'isola nostra.

Eduardo Frman noto a


opere

Geografa storica dell'Europa,

tomana

in

tutti

Europa,

per

In lui

non

morte

sua

fatale

perdemmo uno
restano

ci

due stupende

che

venne

duro

morte.

Societ,

di

il

non pure

l'affetto

con

in

cui a noi

eziandio delle

numero

legava.
falc di

decoro della nostra

il

Sar con-

scienze e delle lettere.

dei colleghi

si

dalla cruda

breve personaggi cos cospicui,

splendore e

lo

forto che nel nostro seno

che

posto e sor-

il

non sono pi

sar con-

non manchino personaggi eminenti,

celebri nella diplomatica, nella storia, nelle scienze,


dite

imma-

contemporanei e

forto per noi che nuovi soci abbiano occupato

passato

della

averlo avuto a socio e

le fila dei soci

durissimo perdere

ma

elezione

a contristarci amaramente.

ricordanza

vedere diradate

che formano

nuova

lettere autografe, nelle quali sia l'encomio della

nostra Societ e la stima e

onorario

la

dei pi insigni storici

la

conferenze sto-

Non passarono che

nostro

elezione a socio

storici, la

sulla potenza ot-

la raccolta di lezioni e di

che egli gradi con vero compiacimento, e


tura e

saggi

suo Studio

il

riche tenute in Inghilterra e in America.

pochi mesi dalla

sue elaboratissime

le

normanna,

della conquista

la storia

ma

le

per-

sono sempre amare e irreparabili.

Ho

detto

conoscere

la

abbastanza

-stra Societ dal


"Siglio Direttivo

1'^

gennaio 1892

crede

5ta a voi giudicarlo.


lare di

colleghi

illustri

e voi

avete potuto

vera posizione scientifica ed economica della no-

meglio, n

il

di

al

Forse

altri

Consiglio

31 dicembre 1894.

adempito

avere

colleghi

il

Il

Con-

proprio dovere.

avrebbero

vorr arrogarsi

il

potuto

vanto di

535

ATTI DELLA SOCIET

dato

avervi

molto a

generale

la

quale

se negli anni andati diede

che mai, perch la responsa-

gravissima.

bitit

Voi

in questo pi

riflettere,

sarete chiamati

Nella prossima seduta

otlimo.

l'

per r elezione

lo sapete

che nel novissimo Congresso storico

con plauso unanime

fu

preparare e disporre
mento, e

tutto

al felice esito del

non devono servire

Palermo a sede del Con-

deliberato

gresso avvenire. Spetter a coloro

quali sceglierete a reggitori,

che necessario

sono

al

buono anda-

medesimo. Le cariche

Congresso

agli uomini;

Romano

gli

uomini che devono es-

sere adatti per servire alle cariche. Al vostro senno mi affido, a


voi che amate
stra.

me

d'Italia

nostro Istituto e siete orgogliosi della isola no-

il

Badate che

la nostra Societ

che

la Sicilia

gode fama

nostra

di essere fra le pri-

ha sempre

tenuto alto lo

stendardo della sua gloria. Per opera vostra adunque


cresca

il

nome

magnificenza e

il

decoro del nostro

splendore alla Sicilia

Istituto,

nostra

di civilt, di sapienza, d'eroismo, la quale

si

si

ac-

dia lustro,

a questa terra

meglio sarebbe ap-

prezzata, se fosse meglio studiata e conosciuta.

La
Il

lettura del Segretario generale applaudita.


socio

comm.

prof.

Giuseppe Pitr discorre Sull'esercizio della

Chirurgia nei secoli XIV-XVIII.

Le parole

del Pitr riscuotono gli applausi.

Segretario generale
P.

SEDUTA DEL

D 8

Luigi Di Maggio

DICEMBRE

1895

Presidenza del can. prof. Vincenzo Di Giovanni,


Vice- Presidente.

La

Societ riunita nella sua sede. Sono presenti

numero 52

ATTI DELLA SOCIET

536

soci. Si

leggono due verbali uno della tornata

di quella di
Il

di ottobre e l'altro

novembre, che rimangono approvati.

Segretario generale comunica l'adesione a soci dei sigg. Pa-

drenostro, Zenatti, Tommasini, Nota e Pandolfini.

che

la

Provincia di Catania dopo

Dice in seguito

decreto dell'agosto ultimo non

il

solo pose in Bilancio le L. 100 di sussidio alla Societ per l'anno


1896,

ma

non posto

1895, bench

Lo
il

imprevedute deliber

sulle

per l'anno

lo stesso sussidio

in Bilancio.

stesso Segretario generale parla delle pratiche

Presidente del Consiglio e

il

fatte presso

Ministro delle Finanze per la ces-

sione alla Societ della magnifica scala dell'ex convento di

menico e

di

Do-

s.

grande aula da servire per


cose sono a buon porto avendo fa-

un salone, che precede

Aggiunge che le
vorevolmente risposto a viva voce
la Biblioteca.

la

le

LL. EE. Crispi e Boselli al

nostro Presidente.

Parlando del Presidente annunzia con dispiacere che egli, ritornando da Roma, oltre di aver avuto un accidente di essere scivolato nel mare,
tanza, ebbe

il

ammalata e

fortunatamente senza alcun sinistro

impor-

di

dolore di trovare una delle sue sorelle gravemente

in pericolo

di

vita.

La Societ esprime

il

suo cor-

doglio ed incarica lo stesso Segretario generale di recarsi da


e personalmente manifestargli la

parte che prendono tutti

lui

soci

facendo voti per la guarigione dell'inferma.


Il

socio cav.

cav. Salvatore
il

Simone Serio in nome anche del suo collega prof,


Romano, entrambi Revisori eletti dalla Societ per

conto 1894, legge

la

seguente Relazione:

Onorevoli Signori,

Chiamato da questa Spettabile Societ assieme


fessore Salvatore

Romano

al

conto dell'anno 1894, reso dal Tesoriere


ciliano, con

lo stato

sempreppi

Dovremmo, per come

si

pro-

esame

del

comm. Napoleone

Si-

piacere ne abbiamo accettato

terza volta, perch in verit con questo

conoscere

al cav.

delicato incarico dello

lo incarico

mezzo

per la

c' dato

poter

florido del nostro sodalizio.

fatto altre volte, tributare delle lodi

537

ATTI DELLA SOCIET

a quanti

si

cooperano studiando

ma

Societ prosperi;
le

tutti

mezzi onde

la

nostra

superfluo ogni volta ripeterle, e quindi

precedenti valgano anche per quest'anno, dappoich la nostra

accresce

il

come

amore e
suo patrimonio non solo

Societ, assistita

con

Italia

ma

nere quella importanza che

come ancora

continua a mante-

acquistata

si

sempreppi

disinteresse,

cosi

nella nostra

all'Estero.

Dal conto presentato rilevasi che

gl'introiti,

tanto di parte

ordinaria quanto estraordinaria, complessivamente

ascendono a

L. 14716,23

Operando la deduzione

compensi

dei

in L.

216,60

e della resta di Cassa a 31 Dicembre 1893 in 498,22


resta l'effettivo

che

si

1"

compone

introito dell'anno

1894

in

714,82

L. 14001,41

dalle seguenti partite:

Contribuzione dei Soci

2 Ministeri della Pubblica Istruzione ed

coltura Industria e

4 Municipii

L.

Agri-

Commercio

30 Provincie

....
....
....

5**

Biblioteche

Rendita sul Debito Pubblico

7"

Associazione al Periodico e Documenti,

Vendite eventuali del Periodico e Documenti

9. Interessi sulle

di

somme

Risparmio
10 Sussidi straordinari

depositate alla Cassa

....

4825,

ATTI DELLA SOCIET

538

Riunendo poi
essi

ammonntano

la parte ordinaria all'estraordinaria degli esiti

L. 14716,23

Deducendo ugualmente

che figura per

la parte

compensi che bilanciano esattamente con

216,60

L.

attivi, in

quelli

e la resta di Cassa a 31 dicembre 1894 8050,30


resta l'esito effettivo in

che

si

compone

dalle seguenti partite

Gabella e curazia

d'

acqua per

8266,90

L.

6449,33

locale so-

il

85,

L.

ciale

2^ Stipendi agl'Impiegati: Esattore e Distributore

810,03

3 Generi di scrittoio, stampe, registri e circolari


4<*

Acquisto e rilegatura di

libri

134,80

230,

373,44

135,

400,

5" Spese postali di corrispondenza e spedizione


del Periodico

6 Ritenuta provvisoria suU' assegno

stero della Pubblica Istruzione


7 Spese d'incisione ed altro
8.

del Mini-

...
...

Provista di carta e pubblicazione del Perio-

dico Archivio Storico Siciliano, documenti ed altro


9" Spese imprevedute

IO Pubblicazioni della Societ ed altro


il*'

Per

l'esito effettivo

l'esercizio

1894 abbiamo quindi

1250,90
16,10

L.

6449,33

seguenti risultati:

Introiti

L. 14001,41

Esiti

si

ottenuto un avanzo pel 1894 in

che unito

214,06

Mobilia ed arredi dei locali della Societ

ammonta

2800,

alla esistenza di

Gassa

al

bilancia esattamente con la resta

di

dal conto al 31 Dicembre 1894 in

>

6449,33

L.

7552,08

498,22

31 Die. 1893

Cassa portata
.

L.

'

8050,30

ATTI DELLA SOOIETI

Ci prova evidentemente che

procedute esattamente non solo,


si

le

539

operazioni di

ma

che

il

Cassa sono

Consiglio Direttivo

attenuto strettamente agli stanziamenti del Bilancio pre-

suntivo procurando, per quanto stato possibile, dei risparmi


sugli esiti regolarmente deliberati dal Consiglio, per

portunamente abbiamo osservato

sulle

come op-

colonne delle

osser-

vazioni.

Non avendo

nuli' altro

da

dire,

dappoich l'andamento ge-

nerale dell'amministrazione stato inappuntabile, proponiamo

l'approvazione del superiore conto.

Simone Serio

Salvatore Romano
Compita questa lettura il Presidente chiede se alcuno abbia qualche cosa da osservara Nessuno chiedendo la parola, si invitano i
soci per la votazione il conto unanimamente approvato. Si delibera un voto di ringraziamento per i due Revisori.
Si legge il Bilancio dell'anno 1896, che del tenore seguente
:

ATTI DELLA SOCIET

540

SOCIET SICILIANA PER LA STORIA PATRIA


Bilancio Presuntivo 1896
Stanziamento

Numero

DESCRIZIONE
Per Articolo

PARTE PRIMA

TITOLO

ATTIVIT

I.

Rendita ordinaria

Contribuzioni sociali

Per

N. 970 azioni annuali


ogni azione

Sodi

Ministeri

- Ministero

della

alla

ragione di L.

5,

per
4,850

Pubblica Istruzione per N. 400


L.

azioni

Agricoltura Industria e

Ministero di
per N. 5 azioni

2,000,-

Commercio

^^'

L. 2,025,

PrormcicProv. di Palermo
,

Caltanissetta

20
10

20,

270;

270

Riportarsi L.

7,145

100.

100,

r>0,

Girgenti
L.

A.

2,025

L.

perN. 20 azioni

Catania

Per Capito!

ATTI DELLA SOCIET

Jumero

DESCRIZIONE

511

ATTI DELLA SOCTEtI

542

Numero

DESCRIZIONE

"o
CB

Riporto L.

Rendita sui fondi pubblici:


Direzione Generale del Gran Libro d' Italia per la Rendita
acquistata sugli avanzi di questa Societ, giusta il Certificato al latore portante

il

N. 154,883

dissociazioni al Periodico e

.5

Guerra

re
a
a o g
s CU o

Parma

9
10

L.

32,

32,
32,

32,

Biblioteca Labronica di Livorno


,

Classenze di Ravenna

Comunale

di Strasburgo

di Caltanissetta

Castelvetrano
.

Archivio di Stato di Firenze


Napoli

32,

Archivio di Stato di Palermo

32,
Sh

dei Deputati.

Biblioteca Palatina di

o-

degli Affari Esteri

Camera

Documenti

Ministero dell'Interno
della

L.

543

ATTI DELLA SOCIET

\ mero

Stanziamento

Il

DESCRIZIONE
Per Articolo

<;

Per Capitolo

"ai

TITOLO

IL

Rendita Estraordinaria

Resti dell'anno 1894:


11

Esistenza in Cassa a 31 Dicembre 1894

12

Residui attivi per contribuzioni ordinarie a 31 Dicembre 1894


cio
a)

L.

e) Dallo

d) Dai

Provincie

Municipi

e) Dalle

70

235

....
....
fuori

Palermo

150

460

78
572

Biblioteche ed altri Enti

Per vendite eventuali di libri e carta


Residui attivi per contribuzioni estraordinarie
f)

al 31

55

9,671

14

E straordinarie

77

Dicem-

bre 1894

Entrate

30

Dai Soci residenti in Palermo

b)

13

8,050

07

9,671

07

Contribuzioni e sussidi estraordinari per

la

Grand'Aula

della

4,000

Biblioteca della Societ

Totale Rendita Estraordinaria L.

4,000

13,671

07

544

ATTI DELLA SOCIET

Numero

Stanziamento

DESCRIZIOxNE

"o
ce

Per Articolo

PARTE SECONDA

PASSIVIT

TITOLO

I.

Spesa Ordinaria.

Monumenti

e Pubblicazioni

15

Fondo per

16

Fondo per la stampa del suddetto Periodico e Documenti

Fondo per le spese d'incisioni ed altro, spettanti a lavori


di monumenti artistici
Fondo per acquisto e ligatura di libri per uso della Biblio-

17
18

la provvista di carta da impiegarsi per la pubblicazione del Periodico VAi-chivio Storico Siciliano, Documvnli ed altro .
L

....

teca della Soeiet

'

'

'

L.

Gabella e curazia d'acqua


19

20

Ragioniere

21

Assistente alla Segreteria

22
23

Barandiere
Esattore

200

spedizione

altro

di

85

160

la

3,450

160

Indennit

Pondo por generi

200

L_

d'esazione al 6 p,
dovuta sulle consi riscuotono in Palermo
Distributore
Indennit fissa per la distribuzione del Periodico i'Arc/nvio Storico Siciliano agii associati in Palermo
e per

25

500

tribuzioni sociali che

24

1,550

Gabella e curazia di penna una d'acqua che defluisce nei locali


della Societ
I^.

Spese d'Amministrazione

1,200

scrittojo

250

50
,

stampe

registri

circolari

Riportarsi

ed

250

!..

i.070

Per Capitolo

ATTI DELLA SOCIET

545

^mero

Stanziamento

DESCRIZIONE
Per Articolo

26

Riporto L.

1.070

corrispondenza e spedizione
dei Periodico VArchivio Storico Siciliano e Documenti,
marche da bollo per le ricevute ed altro

550

Fondo per

le

spese postali

1,620

27

28

Tassa di Ricchezza mobile sulla Rendita del Gran Libro del


- Debito Pubblico
,
Tassa di Ricchezza mobile sulle L. 2,000, e di assegno del
Ministero della Pubblica Istruzione
,

Fabbrica e Manutenzione

20

335
355

355

4,000

4,000

51

51

Manutenzione dei locali della Societ e riparazione ed adattamento della Grand'Aula per uso di Biblioteca della Societ

Imprevedute
30

1,620

29

3,535

di

Imposte e ritenute

Per Capitolo

Fondo per

tutte le spese casuali,

imprevedute ed

altro, nell'in-

teresse della Societ

9,561

Totale Spesa Straordinaria L.

TITOLO

II.

Spesa Estraordinaria.

Monumenti
31

Fondo per

e pubblicazioni

far fronte alle pubblicazioni della Societ.

L.

Riportarsi L.

3,000)

3,000

3,000

3,000

546

Numero

ATTI DELLA SOCIET

547

ATTI DELLA SOCIKT

Terminata la lettura il Presidente invita per la discussione.


Nessuno avendo delle osservazioni da fare il Bilancio una-

nimemente approvato.
Si passa all'eiezione di soci

sono

eletti

Juan Fedro

signori

Griado y Dominguez, sac. Giovanni Marcen, sac. Paolo Culotta,


Il Presidente invita la Societ per l'elezione dei nuovi ufficiali.
Il

Segretario generale annunzia che dovranno eleggersi

sidente,

due Vice-Presidenti,

tari generali, tre Consiglieri,

loro triennio e sono


cav, dott.. Vittorio

due

perch hanno compito

dei quali

Emmanuele Orlando
il

ritirare le dimissioni stato

tutti

I soci

terzo per le dimissioni del

il

nome

della Societ, per

fermo nel suo diniego. Per se anche

sommo

volesse ritirarle sarebbe di

piacimento

col leghi.

applaudono a queste parole.


dimanda la parola

prof. Siragusa

II

il

quale pregato caldamente, tanto dal

Presidente che dal Segretario generale in

momento

Pre-

professori dott. Salvatore Salomone-Marino e

cavaliere prof. G. B. Siragusa,

in questo

il

Segretario generale, due Vice-Segre-

il

licato ripiego del Segretario generale,

il

e dice

che ammira

il

de-

sino al fondo

quale sa

motivi della sua rinunzia, onde egli non pu annuire a ritirarla.


Segretario generale risponde che non suo costume ricor-

Il

rere a ripieghi

ma un

quel che ha detto non perci un ripiego,

sentimento franco e sincero da parte sua,

come reputa

da parte dei colleghi. La Societ ritorna ad applaudire

eziandio

alle

parole

del Segretario generale.


Il

prof. Siragusa allora aggiunge,

che a tanta manifestazione

fettuosa della Societ egli costretto desistere dal suo

e fare

il

piacere dei

soci,

ai

quali gratissimo

af-

proposito

ritirando le sue

dimissioni.
Il

Segretario generale ripigliando la parola aggiunge, che oltre

alle suddette cariche, restando


di tre consiglieri

ora mai che

dovranno eleggersi
i

il

ferma
il

Tesoriere,

tre Segretari delle Glassi.

la elezione d

due e non gi

prof. Siragusa resta al suo posto,


il

Bibliotecario,

Gonchiude dicendo che

potranno essere confermati, eccetto

due

tre Direttori e
tutti gli uscenti

consiglieri.

Si passa all'elezione del Presidente ed eletto ad

prof.

comm. Andrea Guarneri, Senatore

dei due vice-Presidenti risultano

unanimit

il

del Regno. Nella elezione

eletti a

grande maggioranza

il

548

ATTI DELLA SOCIEXX

prof. can. Vincenzo Di Giovanni e

il

nobile Girolamo Settimo Prin-

cipe di Fitalia; eletto ad unanimit Segretario generale

il

padre

Luigi Di Maggio dei Predicatori. Sono pure eletti a grande mag-

gioranza Vice-Segretarii generali

cada e

il

il

gioranza consiglieri

il

Grispo Mon-

cav. avv. Carlo

cav. avv. Giuseppe Falcone.

Sono

eletti

grande mag-

cav. prof. Giuseppe Patricolo e

il

commen-

datore Francesco Varvaro Pojero.

Sono confermati

al posto di

liano e di Bibliotecario
Il

Presidente avvisa

e passare alla nomina

Tesoriere

comm. Napoleone

il

Sici-

cav. dottor Giuseppe Lodi.

il

per

soci di dividersi

dei

le rispettive

classi

Segretari. Compito lo

Direttori e dei

rimangono eletti a Direttori il cav. can. Giuseppe Beccaria per la prima Glasse, il barone Raffaele Starrabba per la sescrutinio

conda, e
il

il

prof.

comm. Antonio

Salinas, per la terza

parimenti

nobile Pietro Lanza Principe di Scalea a Segretario per la

Classe,

il

dott. cav.

Giuseppe Travali per

nonico Bartolomeo Lagumina per

la

seconda,

il

prima

prof, ca-

la terza.

Alle ore 15,45 la seduta sciolta.

Il
P.

Segretario generale

Luigi Di Maggio.

INDICE
DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOLUME

Elenco degli

L.

La

e soci della Societ per l'anno 1805

ufficiali

commemorazione

del

Pag.

Centenario della nascita

Fran-

di

cesco Maurolico

Francesco Maurolico nel secolo XVI.


Una pregevole moneta di Federigo re

GuARDiONE F.
Lagumina B.

Pellegrini

RoDOLico N.

Costanza

imperatrice

Beloch G. Nuove osservazioni


Rocca P. M,
Due documenti

iii

sulla popolazione antica della Sicilia

sul pittore Giuseppe Sirena


Siciliani nello studio di Bologna nel medio evo.
A. Nota sopra un'iscrizione egizia del Museo di
.

58
63

71

88

Pa-

lermo

L' Accademia Ciciliana 1790-1818, nuove ricerche


Di un pregevole ripostiglio di monete arabe trovato

Sampolo L.
Lagumina B.
a Palermo

297

317

360

MISCELLANEA

Mirabella
di

Di

F. M.

Bernardo Tornamira, benefattore della Biblioteca

San Martino delle Scale

Marzo G. Della costruzione di un molo in Cefal


Emmanuele Filiberto di Savoja ed Ottavio d'Aragona

Maggiore-Perni

S.

Sopra

Palermo dal

Sicilia e di

Romano

F.

Il

vero

nome

una nota sull'opera

al

del

dei Romani
Arenaprimo G.

Strazzulla
Natoli L.

XVllI secolo
colle

La popolazione
.

alcune recenti

238

di

240

siciliana del secolo XllI

229

da

impropriamente detto Pianto

Diario messinese degli anni


V. Studi di epigrafia siciliana

Di

affidata

1766 e 1767
.

pubblicazioni su

la

375

382

442

scuola poetica

465

550

INDICE

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Pollaci Nuccio F.
delle

Povere

di

Giuseppe Falcone

Palermo

nel

Alle alunne del R. Albergo

giorno della premiazione 18 AgoPag. 248

sto 1894

Idem Storia

del Seminario arcivescovile di

Monreale per D. Gae-

tano Millunzi, canonico e parroco della metropolitana

Die Phoeniker

/. Beloch
CoLUMBA G. M.
Albert May)
Martines a.
Gozo und Pantelleria

Bollettino bibliografico

Atti della Societ.

am

Aegaetschen Meer

251

263

Die antiken Miinzen der Inseln Malta,

...

267

269-499

282-513

ARCH. STOR. SICILIANO

N. S. A.

XX.

Tav.

SCRIZIONE EGIZIA DEL MUSEO


(lato

A)

DI

PALERMO
ROUA. FOTOTIPIA DANESI

./A

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..

!.

V.-.

ARCH. STOR. SICILIANO

N. S. A.

XX.

Tav.

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II.

ARCH. STOR. SICILIANO,

Lato

N.

S.,

A.

XX.

coU'iscrizione pi antica

Tav.

II

bis.

ARCH. 3T0R. SICILIANO

N. S. A.

XX.

Tav.

IH.

ABV ABD ALLAH

a. -295

a. 207

a. 237

'VBAYD ALLAH ALMAHD

^m^J
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a.

AHMAD

298

IBN

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W?}:

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a.

302

a.

303

a.

302}

MONETE ARABO-SIGULE

ROUA rOTOTtPIA DAKBSt

RAFFAELE STARRABBA

MONSIGNOR ISIDORO CARINI

COMMEMORAZIONE

PALERMO
TIPOGRAFIA

LO STATUTO

1895

MONSIGNOR ISIDORO CARINI

Se tardi
con

role,

io do'

le quali

per la morte

fuori queste disadorne,

intendo esprimere

di Isidoro Carini,

il

ma

sincere pa-

mio profondo dolore


che

egli

me

ne manc

l'animo in sulle prime. Legato a lui di affetto veramente


fraterno per quasi continua consuetudine
lustri

adusato a ricoiTere

emergenza

per

me

al

luttuosa

amorosamente concesso, e

di cui

cara la rimembranza), io rimasi

denza

scafo, dov'ei

morto

ed aitante
;

(1)

cos,

una

sempre

fu

serbo e serber sempre

come

inebetito al triste

mi negai a prestarvi

cre-

cui da

Ottavio,

morto a

sperare,

il

alla pro-

non sarebbe pi ritornato


avevo

1'
;

come mai mi pareva

visto sano

averlo visto

per lo

conversato un buon pezzo

di studi

avevo

espresso

noi

si

Documento indimenticabile

la bella lettera

alla patria diletta

avevamo

e di lavori

mi

prendeva imbarco per fare ritorno

pria residenza, e donde, ahi

passato

che

d'

L'avevo visto quattro mesi innanzi, qui, sul piro-

(1).

vivo, n

pi che sei

di lui aiuto in pi

(aiuto

ed inatteso annunzio, e quasi

di

attendeva

dell'affetto

che ebbe per

che fu stampata nel Ricordo del


soli diciotto

me

il

Carini

mio carissimo

figlio

anni e sul punto in cui tanto lasciava di s

26 gennaio 1887 (Palermo,

tip.

Statuto

).


i]

disegno di visitarlo in

vera

come

Roma

nella teste scorsa prima-

adunque creder

che tutto ad nn

possibile

cinquantadue anni

tratto, a soli
vita,

IV

mancato

egli fosse

paese, alla scienza?...

al

Era nonpertanto sacro dovere della redazione


sto periodico

parte

alla

fondazione

alla

del

que-

di

ebbe precipua

quale

Carini, era dovere della nostra Societ, di cui

il

Carini stesso fu

ornamento e

gloria imperitura

il

ren-

il

dergli l'ultimo vale su queste stesse pagine, che s di so-

vente furon dei di

dempimento

di

eruditissimi lavori fregiate.

lui

l'a-

tanto dovere ho io assunto con quel cuore

che ciascun pu intendere, dedicando


stinto carissimo amico, tanto nel

memoria

alla

nome

dell'e-

della Societ Sici-

liana per la Storia Patria, quanto in quello della redazione

oiV Archivio Storico Siciliano, la presente commemorazione^

Di

ha detto

lui

distinzione,

stampa d'ogni colore

la

pi reputati periodici

sentite parole di rimpianto

per

l'

hanno avuto

ancora

e van ricordati

senza

belle

e-

diplomatista e

illustre

paleografo che fu non solo onore e vanto di


d'Italia tutta

tutti,

Sicilia

ma

tra tanti altri

cenni necrologici del Pollaci, del Paoli, del Cian, del Pipitene- Federico, non che quello di D. Francisco de Bofarull

Sans, letto alla R. Accademia di Belle Lettere di Barcellona.

Codesti cenni, qual pi qual meno, ricchi di notizie, soddisfano

il

desiderio di chi volesse saper di lui

ed per

questo, che invece di stendere una notizia biobibliografica

ho pensato limitare
notizie

poco o

infatti,

con

lui

il

nulla

mio compito a raccogliere alquante


note

alla

medesimezza

di

comune. Avendo
vedute e

avuto

di aspirazioni,

anzi essendomi a lui associato in parecchi disegni, ben

V
naturale che io possa essere in grado di rilevare dei fatti

e delle circostanze

donde

viva luce viene a proiettarsi

sulla di lui splendida fronte,

una

bella aureola

ed a formarsi

da attorniarne

quasi,

dissi

care e venerate sem-

le

bianze.

Lasciando da parte

le

prime armi da

stampa quotidiana {VA?nico

1869

Iblea,

la

1866

della Religione,

V Ape

1871, impresa a stam-

Cattolica,

Sicilia

fatte nella

lui

pare coesistendo VApe Iblea sudetta

per note e

passata

deplorate vicende in altre mani, prima ancora che ne as-

sumesse

la direzione

nell'aringo

saggio

bel

della
di se

(cio dei fratelli


sio

NarbonO; che

del sapere, fu

spettale.

patria

Cuoceva

morto
al

gesuiti). Ales-

porte del tempio

le

in su lo scorcio

Nostro

al

1860

dose

di

coraggio non

fino al

che ninno

infatti

comune

si

di l,

fosse

che
ci

e della Bibliografia Sicola

nella Sicilia (anno II, pag.

Avendo ricordato

il

mosso a
sussegui-

voleva

una

un

sistematica

letteraria di
!

Carini,

assennate ed acconcie parole

356,

a.

Narbone qual uno

1865)

(1).

dei maestri del Carini,

parrebbe ingiustizia non ricordarne un altro, di quello non


tato,

all'o-

a proclamar benemerito

pur questi Tautore della Storia

ma

1860

del

negli anni

1865 e gi

adunque, ne disse brevi,

(1)

Siciliani^

dottissimo ed erudito impareggiabile

rono

Sicilia

due benemeriti

su

Nostro dischiuse

al

noter che

cominci a dar

egli

Carmelo e Alessio Narbone

lacrimarne la dipartita

gesuita, fosse

letteratura

nei Cenni

uomo

delle patrie cose,

P. Giuseppe Orlando)

il

meno

mi

ripu-

che l'am di amore veramente paterno, e che l'ebbe in quel conto

VI

Verso

1871, cio quando

il

Sicula del Sig. Luigi

pensiero

Pedone Lauriel

un periodico

di

studi storici su la Sicilia.


lia,

sorgeva

esclusivamente

Non

me

in

dedicato

come ognun

era,

la Rivista

sa,

il

agli

in Ita-

a quel tempo, effemeride esclusivamente storica,

fiiori

ridi

meno

veniva

all'in-

dell'arcamo Storico Italiano del Vieusseux; che effeme-

chiamar non potevansi

Miscellanea

la

di

Storia

Italiana edita dalla R. Deputazione per gli studi di storia

patria in Torino, n altre pubblicazioni consimili. Codesto

disegno

che

comunicai

al Carini,

il

La Lumia e a qualche

al

suadeva per una specie

Non

stiracchiata.

derazioni che

si

far

obbiezione

e'

il

non

La Lumia ce ne

dis-

convenienza in

verit

un p

pareva opportuno, quasi pareva un atto

ride storica regionale !

ciascuno

di

a quel tempo,

di secessione,

Ma

quale aderiva.

altro,

Non hanno

prestano

senza

mano

dar

il

il

effeme-

qui luogo cento consi-

spontanee

dubbio

a una

mente, e che

alla

fatto

indusse a metter da parte

che
il

quella tale

careggiato di-

segno, del quale pi non s'ebbe a parlare, avvegnach, alla


Rivista Sicula succedevano le
le quali
pili

Nuove Effemeridi

furono asilo ai nostri studi

ragione

di

lamentar

la

non avemmo

e per

mancanza

Siciliane^

periodico del

del

Pedone Lauriel.

ch'ei meritava, vo' dire

il

P. Luigi Previti,

il

cui

nome

vale un elogio.

Leone XIII e la
pubblicazione dei Regesti Vaticani, inserito nel quaderno 823 della Civilt Cattolica ( VII). Oh
se il Previti fosse stato ancor tra i vivi
quando il Carini chiudeva gli occhi allo luce Per certo egli lo avrebbe
SI

vegga comeiil Previti parl del Carini nell'articolo

degnamente commemorato

in quell'autorevole

tributo di lacrime e di compassione

neirauDunzio che

ivi

che

io

ne Ai dato (quad. 1072

periodico, e resogli quel

mi

attesi

p. 491-493).

invano trovarvi


Ma

Nuove Effemeridi subirono

le

ed

sosta

VII

qualche

anch' esse

intanto spuntava nella nobilissima citt regina

Veneto per cura dell'indimentica-

dell'Adriatico l'Archivio

amico mio ab. Rinaldo Fulin e dell'insigne cav. Fe-

bile

derico Stefani. Oh, perch (diss'io allora) non potr sor-

gere, adesso, un Archivio Storico Siciliano ?

venne

siero

mia mente

nella

camente a convincermi
femeride

mente
sto

merita

che

essere

mio

comunicai

pensiero

La Lumia,

additata

1873 pot

mano

darsi

Cusa

al

non

quale

il

r inopportunit del medesimo


del

quella

di

ef-

ed vera-

modello delle effemeridi storiche regionali. Que-

il

stesso

ribadito, tostoch ebbi prati-

degl' intendimenti
di

questo pen-

ebbe

Carini

al

ad

pi

allo

obbiettare

e fu cos che nel gennaio

stampa

alla

prima

della

di-

spensa del nostro Archivio Storico, dispensa che, modestia


a parte, riscosse
tinente Italiano

il

comune applauso

in Sicilia,

nel con-

Estero

per

memorie

ed

all'

specie

del Cusa, del Di Giovanni, del Pitr

gioielli:

sono

la

memoria

degli Eremiti, e la
della Storia dei

sul

Monastero

prima parte

di

Salomone Ma-

del

rino. Quella dispensa portava incastonati

le

dir

cos,

due

San Giovanni

di

una lunga recensione

Musulmani dell'Amari: appartengono en-

trambe ad Isidoro Carini. E l'Amari stesso

cos ne scri-

veva a noi compilatori (da Firenze 17 Aprile 1873):


Parecchi contrattempi che non occorre qui partico-

mi hanno

lareggiare,

ch

il

l*'

ricapitato
la

tolto di scriver pria

d'

ora

fascicolo dell'Archivio Storico Siciliano

come prima

io giunsi qui

ritornando

ancor-

mi fosse
da

Roma

settimana passata.
Della

periodica

raccolta

animosamente

intrapresa

vili

dir

soltanto

anco

la

mi

che

primo

il

speranza ch'io ne aveva concetto sentendo

La

dei compilatori.

cominciati. Sarebbe

un

meglio

sposto la prima

no-

articoli

di

appena

in-

compierne uno e poi princi-

Pure chi resta

altro.

sola osservazione che oso fare,

che mi spiace a veder tanti brani

piare

conferma e sorpassa

saggio

boccone

col

volta a perdonarlo

in

gola di-

grazia

in

della va-

riet di cibi che gli imbandita.


*

Ringrazio particolarmente
destinato

tico,

mosse

ai

Hartwig)

a'

de' quali

lunghe e grosse

Grazie poi a tutti

intraprenditori e

Siciliano

ad un tempo

fu

bens

cure

del

efficaci

la

eW Archivio
che die vita

venerato suo

memoria sar

cui

in benedizione, dell'infaticabile suo segretario ge-

nerale P. Luigi Di Maggio, non che

compilatori

quel medesimo

presidente Marchese di Torrearsa

sempre

Beilage

nostra Societ per la storia patria, og-

alla

gid si florida grazie alle

nucleo dei compilatori e degli scrittori

Storico

(i)

nella

aprile.

auguri e cordiali saluti (1)

lieti

g'

le

un 0. H. (credo Otto
colonne

zur Allgemeinc Zeitung del 5 e 6


"

cri-

miei Musulmani. Egli ha guadagnato

critici tedeschi,

da' sei

Carini dell'articolo

il

in altra lettera del 4 agosto dello stesso

Ed ora abbiatevi

Sictila (s'intenda

A. S.

benevolenza della sua

benemerito suo

del

anno

ci

scriveva

miei ringraziamenti pel 2 fascicolo della Rivista


S.}.

Son tenuto particolarmente

critica.

Ed aspetto

la tino del

al

Carini per

la

suo lavoro per veder

qaello ch'ai di certo non dimonticher, cio di segnare

le cifre

del bilancio.

Musulmani e Normanni che ci ho aggiunto io ? Questo mi sembra il principale argomento che i miei umici potranno sentir
con piacer, e che i nemici e detrattori non potranno forse negare.

Che era

la

Storia de'

IX

presidente odierno, voglio dire

drea Guarneri. Tra


additato
il

pi segnalato servizio, qual fu senza

il

messo

l'aver

alla

conoscenza di

tesori conservino gli archivi


in ordine

ancora

terraferma

della

lui avello

sorte io possiedo un bel

pu
di

di lettere,

peregrinazione per l'Iberica

lui

se rettamente

chiara la

memoria

io

giudico

quanto

nelle quali

storia della

penisola, nulla di

me-

giover a renderne

pi

presentare

il

lettori dello

ai

stesso Archivio Storico le lettere anzidette

accompagnan-

me

dirette

Sartorio

Diret-

dole degli opportuni chiarimenti. Son lettere a

Don Manuel

insigne

dall'

di

e avvegnach per

narrata quasi giorno per giorno la

dirsi

glio

numero

da

quanto deporre sul

ghirlanda

pi splendida

la

me

ma

quanto

Ricordare

Italiana.

Spagna

di

non solo

storia dell' Isola nostra,

alla

quali e quanti

tutti

biblioteche

e le

fu fatto a tant'uopo, vai per

lui

medesima va

soci pi operosi della

Carini, cui la Storia siciliana^ dopo l'Amari e

il

La Lumia, deve

fallo

Senatore An-

dell' illustre

de Bofarull

tore dell'Archivio della Corona d'

Aragona

in

Barcellona,

da Michele Amari, l'immortale scrittore della Guerra del


Vespro Siciliano
lia,

estinto

Musulmani di

Storia dei

della

Marco Tabarrini

Senatore

dall'illustre

stesso

amico mio,

nonch

piangiamo

del quale

la

Sici-

dallo

recente

perdita.

Ricorder

conoscere
della

anzitutto

tesori

Corona

di

dell

Aragona

ridetto

rico Siciliano,

nell'

intendimento

di far

conservati nel teste ricordato Archivio

ne pubblicai un elenco

Lumia

come

in

ordine

nostra^ io

sommario gi comunicato

Don Manuel de

prima

alla storia

serie,

anno

al

La

Bofarull {Archivio Sto-

III,

(1875) pag. 139).

numeri

di

conservazione 53 e 54,

bus Regni Siciliae, che

si

non che

Siciliano,

N. 323

annotati, coi

due registri de Re-

famosa

della

anni 1282-83,
sollevazione

1295

l'altro registro del

Revocatonum

col titolo

riferiscono agli

vai quanto dire, agi' inizi

Vespro

appunto

sono

In capo a quello elenco

gonsi le lettere di richiamo

seg. di

quale conten-

Siciliae, nel

spedite

del

Re Giacomo

da

ai

Catalani che in Sicilia e in Calabria ne tenevan le parti,

determinossi a fare

allorch costui

gran

il

della

rifiuto

corona di Ruggiero di Hauteville.

Quei registri erano ben degni

richiamar l'attenzione

di

chiunque avesse per poco rivolto

di

Invero

delle cose nostre.

neo

la

voce del Precida camuffato da

ranco

chiariti

sotto

l'

impulso

della

messa

frate, fu dall'Amari

recchi punti oscuri rimanevano

tevano essere

ciarpe vecchie

le

studio

allo

leggenda del moto simulta-

a giorno ed ora prestabiliti

a buon dritto tra

mente

la

ma, non ostante, pa-

e codesti punti solo po-

da documenti

non

coevi

resi pe-

di pubblica ragione, anzi affatto sconosciuti.

Certo,

nulla di meglio, all'uopo, che lo studio di quelle fonti officiali,

marsi
ci

le
il

danno

quali

se non ci offrono

quanto occorre a

concetto dell'opera popolare in se stessa, almeno


l'idea dell'opera del potere regale, e ci rivelano

per via indiretta l'andamento,


circostanze che gli

stessi

lo

fatti

sviluppo dei

fatti

e delle

accompagnarono.

Quindi

fu che, essendo io chiamato a far parte

sione creata dal Consiglio direttivo

per

la

come

Storia patria
la

for-

Societ

degnamente

con

mandato

di

della
di

una Commis-

nostra

proporre

Societ
il

modo

medesima concorrer dovesse a celebrar

dalla sua parte

il

sesto

centenario

del

Ve-

spro, proposi la pubblicazione dei documenti contenuti nei

detti tre registri.


i

signori

prof.

ceva sua

la

suo

dal

tornata

Antonino Salinas,

mia proposta;

Segretario

dell'

Commissione

Giuseppe Pitr,
riferita

generale P. Luigi

maggio 1881,

Comm. Giuseppe

prof.

quale

la

fecer parte

di cui

Vincenzo Di Giovanni

prof.

Silvestri,

la

Di

fa-

alla Societ

Maggio

nella

unanimamente ap-

veniva

provata.
Si era,

via da

posato un buon principio;

cos,

cercare

mezzi

per

ma

era tutta-

attuazione. Si trattava di

1'

procurarsi la trascrizione di due volumi in foglio grande,

minuta e

di

difficile

scrittura

contenenti

ben dugentoquarantasette carte

in complesso

ed era questo uu lavoro

da non potersi compiere se non da una sola persona.

uopo

tant'

la

Presidenza della Societ invocando

la

coope-

razione della Soprintendenza del nostro Archivio di Stato,

suggeriva che

si

tentassero delle

degli Affari esteri, affinch per

sciata presso la K. Corte di

messo
un

di far trascrivere

copista adibito

cellona
iu

registri

pratiche

mezzo

Spagna

della

si

col

Ministero

Regia Amba-

ottenesse

il

per-

con la possibile sollecitudine da

dal R. Console generale d'Italia in Bar-

onde qui parola

(1).

Tale proposta era,

massima, dal Ministero dell'Interno favorevolmente ac-

BofaruU mi trasmise copia


mano, che gelosamente conservo insieme a non pochi altri
materiali da lui gentilmente trasmessimi. I documenti tutti in esso reDel registro del 1295 lo stesso amico

(1)

tutta di sua

gistro contenuti, furono da

(nuova
nella

serie,

anno

me

VII, (1882)

pubblicati nell' Archivio Storico Siciliano

pagg.

275-293)

con breve introduzione,

quale accennai parimenti all'origine della missione

Carini.

dell'amico


colta; ond' io stesso

Don Manuel de
di

secondare

con

mi

XII

a pregare

feci

Bofarull, perch

nostro

il

desiderio

amicissimo mio

1'

volesse trovar
;

ed egli

il

mi rispondea

seguente lettera, data del 4 novembre 18S1

la

Aunque basta ahora no he

modo

recibido rden alguna del Gobier-

que deseais sacar de

los dos voluminosos


Rebus Regni Siciliae, no me
cade duda que acceder la pretension que le haga vuesti'o Embajador; pero debo advertiros que lo mas practico, mas breve,

no relativa

la cpia

registros de este Archivo titulados de

y mas economico para vos otros seria que vuestro Gonsul en est
Giudad buscase una persona inteligente en paleografia que sacase
la cpia,

porque

hubieren de sacar

si la

pleados, que estan siempre

del Gobierno, seria

cho dinero, porque

un

los

muy

oficialmente

estos

em-

ocupados en servicio del pblico

trabajo interminable,

derechos oficiales son

os costarla

muy

crecidos.

muHa-

ceos cargo de que se trata de la cpia de dos volumenes en folio

mayor de

letra

muy

pequeiia

3^

de

dificil

lectura en lengua latina,

que ocupan nada menos que 247 foleos, y os convencereis de que


no solo no bastarian ciuco meses de trabajo asiduo de dos copistas inteligentes para sacarla, sino que probablemente no bastarian dos

anos de trabajo continuado. Siento che no podais for-

maros vos mismo cargo de la exactitud de mi calculo vien'dolo por vuestros propios ojos. Si vuestro Gonsul pudiera proporcionaros

los

copistes

inutil

es

deciros

y aseguraros que

nos otros los dirigiriamos para que su tarea se desempeiase con


prontitud

yo mismo

no fuese de tanta importancia y extension,


hubiera practicado com basta aqui, pero me seria

y esmero.
lo

Si

materialmente imposible. Si recibo alguna comunicacion del Ministerio os la trasladar imediatamente.

Sciogliendo poscia la promessa, cos mi scriveva


dello stesso

mese

il

28

Ed Gonsul General de

Italia residente

en est Gindad

me

-favoreci con su visita hace dos tros dias, se enter niinuciosa-

xin

mente de todo cuanto concernia a vuestro pedido, y estuvo completamente conforme con mi opinion y con mis observaciones.
Hoy, que he pasado su despacho devolverle la visita, ha tenido

vuestro Gobierno,

que tambien
porcionado
educacion

y me he cerciorado de

he

le

comunicacion que ha dirigido

de leerme la

amabilidad

la

su acuerdo eoa la mia,

leido. Estas entrevistas Ofciales

conocimiento de una persona

el

reune otras

me han

muy

verdaderamente

cualidades

pro-

que a su esmerada
apre-

ciables.

Amigo mio, en

Insisto,

alguno de vos otros, por


ella, hariais el viaje

la

conveniencia de que vengais

la cpia,

vos,

puesto que con lo que costaria

lograriais vuestro objeto.

Tengo

el

conven-

cimiento de que desechariais muchos documentos de los que encierran estos registros, por que entro bastantes escelentes, halla-

muchos superfluos. A lo que es preciso renunciar de todos


modos es a su publicacion por Marzo. Vos otros que conoceis las

riais

con
cuau deseoso Inmismo he procurado ea-

dificultades de la paleografia, debeis persuadiros de la latitud

que

se llevaria gabo est copia. Bien sabeis

teresado estoy en complaceros,

y por

lo

contrar persona inteligente y apta para este genero de trabajo,


encontrarla. Siento tambien la mucha extension

y no he podido

perentoriedad de la tarea, porque

com

lo

he hecho otras veces

otras personas

mas poderosas que nos

I quesiti fatti al Bofarull

copie dei due registri


gati

da

lui

mezzo ogni
forma

yo

la

otros.

eran due:

l**

Se

potesser commettere

si

chieste

le

agi'

impie-

dipendenti, o in altri termini, se a toglier di


difficolt,

convenisse

richiederne

legale; e 2, nel caso affermativo, a

ammontato

hubiera ejecutado

pero non possumus corno dicen

il

costo.

guente risposta

siffatte

domande

le

copie in

quanto ne sarebbe
egli

dava

la se-

Gopiosos interesantisimos documentos custodia este rico Archivo de mi cargo concernientes la historia del antiguo Reino de Sicilia, con motivo de su adquisicion y gobernacion por los Reyes-

XIV

de la dinastia Aragonesa,

nuas relaciones

con

aquel pais,

literarias

y especialmente

est circunstancia debo

mas

los

entre ellos

mis conti-

historiadores de

notables

con

el preclaro Miguel
malogrado historiador y Archiver de Palermo Isidoro
La Lumia y el erudito infatigable Baron Starrabba, otre de los

Amari,

mas

el

activos redactores de la celebrada revista

de la mencionada

Isla se publica bajo el titulo

que en

la Capital

de Archivio Sto-

y muchos otros conobras los mas sentidos testi-

rico Siciliano. Todos estos celebres escritores,

signan

repiten en sus respectivas

monios de gratitud los valiosos y desinteresados servicios que


aqui se les han prestado. Mientras las demandas de los escritores
Sicilianos

se

han concretado consultas

histricas

literarias,

y documentos aislados pertinentes sus estudios especiales, instantaneamente han quedado complacidos con la imediata remision
de informes y cpias, que yo mismo he extendido con la mira de
no distraer estos subalternos de los trabajus mas perentorios y
ordinarios del servicio, hasta que ultimamente mi estimado amigo
el

Baron Starrabba me

signific vivisimos deses de publicar los

dos registros que este Archivo conserva con

Regni

Siciliae n. 53

el titulo

De Rebus
y 1283

de

54 correspondientes los anos 1282

proximo ms de Marzo con motivo de las festas que en


tratan de celebrar en conmemoracion del secentesimo
aniversario del famosisimo hecho histrico conocido vulgarmente

en

el

Sicilia

con

la

denominacion de Visperas Sicilianas. Como

tales registros

son dos volumenes en gran foleo, que cuentan en co nj unto 247


hojas comprensivas de un gran

en letra pequena ds

numero de documentos

diflcil descifre,

escritos

y redactados en lengua

manifeste con mi habitual franqueza

al

Baron

latina

la imposibilidad

material de hacer por mi mismo tan largo trabajo, y tambien la


de encargarlo alguno de estos subalternos en perjuicio de otros
servicios

mas

preferentes, encareciendole al propio tiempo la con-

veniencia de que viniese practicarlo l misio

o de que comi-

sionase algun otro literato palegrafo siciliano para llevar cabo


est tarea con superior criterio,

historia de aquel pais.

mdio pudiera adoptarse,

mico

el

de trasladar

el

para
le

y
el

son

indiqu

encargo

al

mayor conocimiento de

caso de que ni uno

com mas

prctico

Gonsul general de

ni

la

otro

econ-

Italia

que

reside en est Ciudad. Recientemente he recibido su visita, inspec-

XV

y convencido de la oportunimis observaciones, j apreciaciones, ofreci

cion detenidamente los registros,

dad y exactitud de todas

transmitirlas a su Gobierno. Tales son los antecedentes de aste asunto. Fijr el coste de la cpia qua

solicitan

resultar
pia del

mas

menos aproximado. Al
primer documento inserito an

Sici-

sacar c-

que ocupa an
ocupa plana y media de 25
muestra que se acompaiia. Est opera-

y en

lineas una, cual se ve en la

literatos

objeto he hecho

l la mitad de la plana,

los

un clculo que podr

lianos no es facil tarea, pero he ensayado

registro

el

la cpia

cion d por resultado triple extension en la cpia de la que tiene el

originai,

si

triplicamos los 247 foleos da este, resultaran para la

cpia 741 hojas.


sellala

Ahora

que

bien, el Arancel

para cada hoja de

los

rije

cpias que se expiden, la cantidad de Pesetas

2, 50,

cadas por las 741 hojas de la cpia daran est

de Pesetas 1852, 50.

si

la

tal

en este Archivo,

que se libran, de

testimonios

las

que multipli-

un

coste

total

copia pretendiase darsele el ca-

ractar da testimonio legai, tendria que aiiadirse la cantidad ul-

timamente expresada
que exije

jamas

el

el

importa del papel sellado da sello onceno

Arancel en este caso. En

investigacionas histricas

todas las

recinto da est Archivo

el

ha presentado un caso anlogo

se

al

los

que nos ocupa, porque


damas trabajos litera-

han llevado cabo por si mismos los literatos interesados, por sar generalmente reconocido
que su indola especial no consienta subrogaciones de critrio ni
rios

qua an

l se

han

solicitado, los

apreciaciones de persona axtraiia ideales


Estos ampleados han

debido concretarse,

cretado, siempre, dirigir con clo


cia

y con

auxiliar con su experien-

sus conocimientos especiales, las tareas de los investi-

gadores, mereciendo constantemente

y planes preconcabidos.
y en efecto se han con-

de astos

los

mas axpresivos

ancarguan trabajos ageelogios


nos. porque no lo considero decoroso, y si siempre perjudicial al
servicio pblico, pudiendo en caso de aglomeracion de pedidos
;

no estimo conveniente se

les

llegar ser imposible su realizacion.

Era chiaro pertanto che


rebbe costata non

meno

tante delle nostre Lire

di
alle

la sola spesa di copiatura sa-

1852, 50
quali

pesetas, cio altret-

aggiungendo

il

costo

da bollo

della carta

sarebbe

si

L. 5000. Per quanto altrove

conseguenza a scopo

gior

da noi

scientifiche,

si

cosa guardavasi

la

la Societ Siciliana

ne va

in

dere

cinquemila

mezzi

allora di

legale ed autentica

non

del bilancio,

patria

permettessero
copiare

di

due

spen-

registri ^

di farne eseguire

Governo, tra

il

non dispo*

gli

aculei

sarebbe di leggieri sobbarcato ad una

si

spesa relativamente
si

che
far

ne

era tutti in grande per-

si

mai pensato

avrebbe

in ogni caso

una copia

per

lire

esplorazioni

diversamente

di Storia

tali

la

missioni o di

di

vo' dire che a torto. Pertanto


plessit

somma di
spendano somme di magraggiunta

si

ingente

sopratutto niuno davvero

sarebbe indotto a consigliarla con la certezza di man-

care allo scopo, avvegnach, non potendosi avere la detta

non

copia, se
dell'

dopo

18S2)

agosto

marzo

del 31

nove mesi (vale a dire

lo

scopo

dello stesso

non prima

eh' era di stamparla

anno, non

si

'prima

sarebbe mai as-

seguito.

In

tal

condizione di

Isidoro Carini,
proprie spalle

pagassero
torno

le

si
l'

cose

modesto sottoarchivista

il

fa innanzi offerendosi di

immane

assumere

a condizione

lavoro,

che

sulle
gli

si

sole spese di viaggio per l'andata e pel ri-

spese

che appena ammontarono

Nel mentre comunicavasi


opportuna e generosa

offerta

al
,

alle L.

600

Ministero dell'Interno la
attive

pratiche venivano

avviate presso personaggi influenti affinch interponessero'


la loro

cui
si

non

autorevole
si

f'

mai

raccomandazione.

Michele

assegnamento invano

Amari, su

allora

quando

trattasse di cosa che interessasse evidentemente l'onor

del paese, fu pregato all'uopo da

me,

dal Torrearsa, dal


da

Salinas, e forse

memoria

alla

stimonianza

che

altri

esito del nostro

lettere

le

quali lettere ben


13 Dicembre

1881

dirette a

opportuno

Egregio

Carini in Barcellona mi par che


sta mattina

mi

rinvi

il

ho parlato

col

Depretis. Egli

ch

io

difficolt,

disegno. Di che fan te-

me

la

Sig.

possa rimediare presso

io

un 500

lire

firma del

il

il

missione

del

Que-

Segretario Generale,

avvertirmene

di

Ministro. Cos superato

il

Divisione

la

1'

affin-

osta-

quale

si

peso su la Pubblica Istruzio-

Ora

Baccelli.

il

lasciamo partire

la Societ di Storia Patria

per andare

un saggio

La

Barone

era disposto a pregare fieramente

Segretario Generale firmer

mettiamo su

amici, delle

per arrivare in porto.

sia

mi ha promesso

potea sospettare volesse rigettare

Ed

ed agli

offrire qui

colo che io temeva, cio l'avarizia della

ne.

ricorrono

Capo Divisione degli Archivi, al quale


mi ha detto che la Ministeriale di ap-

provazione gi disposta per


e se incontrasse

non mi

adesso

ed egli cooper energicamente e con tutta

buon

efficacia al

XVII

il

se

il

P. Carini, e poi

che domandi

al Baccelli

Carini a Saragozza, o dove che

alla

sia,

ricerca della storia in versi di Bartolomeo de Neocastro. Se la So-

non volesse, me ne occuperei io qui, sia col Baccelli


con altro Ministro che non dovrebbe tardare a succedergli
ciet

Si scorge dalla lettera

primo espresse

in parte

mente

quanti

di tutti

surriferita

me

di

principali

cogliere

la

pel

un concetto, che era invero nella

avevamo

del Carini, e questo era di


zioni ai

come l'Amari

sia

caldeggiato

estendere

archivi di Spagna.
palla

al

le

la

missione

di lui esplora-

Parve

balzo, e tornai

pertanto a
a scrivergli

per impegnarlo a farsene sostenitore. Su di che l'insigne

uomo

cos

rispondevami

23 Dicembre 1881.
dico che in vero

Rispondendo

all'amorevole sua lettera, le

mi parrebbe pi regolare che quella

posta per continuar la missione del Carini,

anzich

tale

pro-

da un solo,i
2

XVIII

muova

Se a Lei

dalla Societ di Storia patria.

accertasse subito, scriverei

valorare la domanda presso

me

paresse, e

Ministro. Se poi noi volesse

il

ne

profferendomi ad av-

Societ

alla

io

il

Sig.

non ostante la ripufavori


non personali (che
domandare
anche
sento
a
gnanza che
pei personali non mi sforzerebbero nemmeno i tratti di corda, n
Barone, parlerei addirittura

Non

la cuffia del silenzio)

mentre

si

io col Baccelli

so quanti errori abbia fatti scrivendo

rappresenta in Senato

commedia

la

discussione

della

dei bilanci....

in altra dell'

che

* al

lire

concedute

8 febbraio 1882 mi faceva conoscere

Ministero della P.

I.

non

Ma

rebbe mica meraviglia ....


Carini abbia ricevuto

il

rallegrer

prima

il

(soggiungeva) non mi faaspetto da Lei la notizia

denaro.

imprudenza

sarebbe

Allora

Ritornando adesso

tempo, e

di

come vedemmo

cinquemila

due

copia

legale

desto

sott'archivista

600

all'offerta del Carini,

dei

lentia

le facilitazioni

lire

me

ne

bugia

sappiamo co-

palermitano

che

si

operosit
gli

parlato di nove mesi

per ottenere una

di spesa,

registri del

d'altro lato la nota

la

dal Ministero dell' Interno sollecitamente

fosse dessa

accettata. Si era
di

perch

non stata ancora bandita da questo mondo

me

2000

sa nulla delle

Carini per ricerche storiche in Spagna.

al

L'ignorar quel provvedimento

che

si

1282

Invece

il

mo-

limitava a chiederne
di lui

verrebbero

la di lui

accordate

vasul

posto dall'amorevole Direttore dell'Archivio Barcellonese,


affidavano che l'assenza del Carini

nostro non fosse

dal

per durar troppo a lungo. Sicch, senza


vuoisi, delle favorevolissime
egli

a ribocco dotato, grazie

condizioni

tener conto, se

speciali

ond' era

alla portentosa erudizione di

cose patrie acquistata in diciotto anni di vita archivistica,

XIX

era evidente, che niuno avrebbe mai potuto sostenere incarico siffatto, al par del Carini. I fatti d'altronde prova-

rono ad esuberanna come

mamente

cembre, con

opera. L' amico

all'

Garisimo

4 Gennaio 1882.

il

susseguente

il

seguente lettera

la

partivasi

20

di-

di Lire trecento, anticipa-

promesse; e

naio poteva mettersi

informava con

Carini

il

modesta scorta

la

seicento

sulle

tegli

Pertanto

fondate.

fossero otti-

previsioni

siffatte

Bofarull

4 gen-

me

ne

Amigo.

Gracias

Dios que

al-

fin han seguido V. SS. mi consejo mandando este Archivo una


persona inteligente que sepa explotar est dea mina, V. SS. tocarn

muy

en breve

Ics

provechos resultados de tan acertada medida,


el buen tacto de confiar est deli-

mayormente habiendo tenido

cada comision una persona tan erudita y competente, corno


realmente lo es el ilustre Ganonigo, y distinguido profesor de PaDiplomtica,

leografia

puesto en contacto,

ha

sido,

y deseo

para que en

Amigo en

esa tierra

Senor Isidoro Garini. Hoy nos hemos

el

mi

serie tan simptico, corno i

adelante

pueda yo contar con un

hermana de

Sicilia.

parte de esto

lo

nuevo
reco-

la

mendacion vuestra es tan efcaz para mi, que este S. Ganonigo es


ya desde hoy un nuevo colega mio. Supongo que en adelante el
Seiior Garini os ir

dando cuenta de lo que adelante en su tarea,


comunes amigos de mi parte, que esten

decid esos nuestros

seguros del brillante resultado que obtendr vuestro comisionado


de su viaje Barcelona.

In pie

giungeva

della

sopra

Carissimo Sig. Barone.

Ho

lettera

Carini sog-

il

dall'esimio Signor Bofarull


lettera.

trascritta

ricevuto oggi

mostro Soprintendente e

Accetto
di

con piacere V offerta fattami

aggiunger due paroline alla

ansiosamente aspettata

lo ringrazio.

Gli scriver

sua

la lettera del

domani

dopo

XX

collazionati

primi documenti che invier subito in Palermo.

che assai poco

registri sono talmente importanti,

due

quanto

(a

me ne pare) quel che pu mettersi da parte. Son persuaso


che questa missione archivistica dar molti e copiosi risultati. Non
ora
le

posso dire quale amichevole, cortese ed affettuosa

accoglienza

mi abbia fatto il Sig. Bofarull, n poco il mio contento, ed anche il mio vantaggio, di trovarmi in relazione con persona cos
erudita e distinta. Mi dia notizie delle cose sue domestiche, che
tollerabili almeno e meno amare al
le auguro, se non prospere
ossequi
mi
e saluti un per uno i nostri cari
suo
cuore,
e
povero
compagni
,

Si
di

mise air opera con

modo che

lo

stesso Bofarull

mane, poteva scrivere


La mision confada
nada con

attivit

al

el satisfactorio

conocimientos especiales,

en

efecto

due

setti-

profesor Carini sera

ilustre

desempe-

resultado que prometen su ilustracion

todo, su prodigiosa incansable

y sobre

cotejos

los

intelligenza,

dopo appena

puedo prestarle, y

actvidad, concretandose el ausilio que


sto

pari alla

facilitarle

bajo de las prevenidas por nuestros

le pre-

mas horas de
Para

reglamentos.

tra-

el seiior

Carini desde su presentacion en aste Archivo han sido laborables


todas las horas que la luz naturai permite dedicar este gnero

de trabajo

mura

del

si el

tempo

resultado no

fuese

tan

rapido

com

la pre-

porque nosotros no nos es dado deDe todos modos puedo asegurar desde

exije, sera

tener el curso del Sol.

luego, que nadie podria aventajar al seiior Carini en exactitud

velocidad en la transcripcion de antiguos manuscritos.

Qui
rull

si

delle

ha l'espressione del concetto


singolarissime

matiche del Garin


credersi

improntato

attitudini

eh'

ebbe

il

Bofa-

paleografiche e diplo-

e codesto concetto per quanto voglia


di

desso che tutti avevamo

meridionale
di

lui.

Ma

entusiasmo
del

modo

quel

e del te-


iiore

del di lui lavoro si

XXI

hanno minuti ragguagli nella se-

me

guente lettera dallo stesso Carini a


braio susseguente

modo

si

connetta con influenze

che

quali

le

ritardo a riil mio


non potrei in verun

un amico quale Ella


non comunicare con

accettare, specialmente verso

vero che mi fu raccomandato

di

missione

questo dee intendersi circa alla

continuer a mandare

infatti, e

3 feb-

il

mi conosce troppo per credere

Ella

spondere

diretta

bens

per

Ho mandato

ricevuta.

documenti

altri;

copiati, e taluno

(me-

con larghi sommari, colle opportune note, ecc., e invier anche, di questi giorni, gli elementi per
una breve Prefazione. Per che vuole ? Non sono io che pubblico;
Gom' Ella ha potuto vedeil mio nome sar soltanto ricordato.

no importante) transuntato,

tutti

primo de' registri comincia dal Settembre, dunque giustissua osservazione, che conviene pensare a' mesi precedenti.
Ma non si pu far tutto in una volta. Per ora prudenza limitarsi a' due volumi de Rems Regni Siciliae, e dire che si pubblicano questi due. Oli antecedenti e i susseguenti non concernono
re,

il

sima

la

risola sola, e le ricerche devono

mancano

glio di Lei,

valgono assai poco.

Ha

nostri,

ha voluto trascrivermi

documento importante, e me ne cerca

ancora

de' quali far l'uso

tato nella Prefazione.

Il

che a

signor

me

che tiene

il

Bofarull

suo piccolo

me

ne trascrive

come son tratun uomo impareggia-

parr, visto

bile. Dotto senza sussiego, n pretensione

infaticabile,

poich
sa me-

supplito e supplisce per la

perizia e la bont del signor Bofarull, che

talun

come niun

per foglio

foglio

farsi

gl'indici alfabetici: del resto

ma

archivista amoroso ed

importantissimo archivio

con un ordine, una pulitezza, un'abilit da non credersi

pi che

buon Catalano e non troppo simpatico


non senza un gracol Governo e co' Castigliani; buon cristiano
non insavio
e
ben
inteso)
liberalismo
(per
nello di liberalismo
cortese,

amico affettuoso

vido,
il

ma

generoso

nostro rimpianto

Mi trattengo

indipendente e spregiudicato di carattere

La Lumia,

mi ricorda

eh' egli

in Archivio dalle 9 Vj o 10 sino

pi, perch per mala sorte

il

sole vi

si

alle 3

^/g

o 4

vede poco. Allora

gnor Bofarull mi dice: Vamos a tornar

el

come

in tante cose.
;

il

non
si-

sol, e facciamo una

ho pregato

bella passeggiata, nella quale

l'

francese (com'egli amerebbe)

ma

non parlarmi in

di

fare qualche progresso, e gi trovano ch'io parlo

abbastanza bene

che mi

il

che

Ho

fo capire.

da

passato ad occupare una bellissima

e son

un prete

additata

l'ha

significa

a dozzina.

stanza, ove star

Me

Calle del Asalto N. 14, 3" piso.

Spagnuolo

Albergo o Fonda

1'

ieri

lo

complimento)

(fatta la tara del

lasciato

ho potuto

Cosi

castigliano.

in

tede-

sco, che dimora sulla medesima casa, tenuta da una buona signora
catalana con sua famiglia. Ieri sera abbiamo fatto una bella con-

versazione;
si

so

tedesco

il

sforzava a spiegarsi in castigliano, e poi

si

aiutava col francese; io facevo


e le donne

mie armi in castigliano

le

non parlavano che

il

La

catalano.

stes-

sera passo

un

ed
p di tempo
una libreria
ove si ha un locale magnifico una societ scelta
compiuta, tutto ci che pu desiderarsi di riviste, periodici, giornali, illustrazioni
buon fuoco e buona illuminazione, e gente che
fa i fatti suoi, senza intorbidare i vicini. Leggo un paio d'ore, e
poi mi ritiro. Il sabato fanno anche delle conferenze. Se avessi

che Gasino

utile all'Ateneo,

Biblioteca,

Caff

a giudicare di Barcellona, vera Marsiglia spagnuola, direi che, dal


lato
cia.

pur materiale,

la

Spagna non

Dal lato morale, non

sua quasi

e'

totalit, cristiano, e le idee

fatto strage

come

gressi che vi

in Francia.

La

il

paese, nella

rivoluzionarie non vi

vista

di

non hanno nulla da invidiare

a'

hanno

Barcellona, e de' pro-

quel che d'altronde era nelle mie convinzioni


cattolici

qui

fanno ogni giorno, mi ha fornito

si

Fran-

per nulla inferiore alla

da far paragone

una prova

cio

paesi

che

di

paesi

protestanti o do-

minati assolutamente dal liberalismo.

DalV Atuco del Popolo e dalla Sicilia Cattolica, non che dalla
sua lettera, ho potuto desumere

del paese nostro: fuga


Che ne pare a Lei del programma altisonante del Gomitato de' Vespri ? Le solite tirate contro de' Papi, con tanta ignoranza e malafede; quando dovea farsi
una .solennit grave, patriottica e non settaria, senza ferire i no-

del Sindaco, crisi municipale,

stri sentimenti cattolici.

Mi duole

al

Ma

lo stato

etc.

che c' da aspettarsi da certa gente?'

cuore ripensando

le

non

da' delle sue domestiche cose. Coraggio

cattolici

notizie

ch'Ella mi

mio caro amico, e fede

sempre, nelle cose avverse, al bel


tedeschi: Per crucem ad liccem. Uno"

nella Provvidenza! Io penso

motto preso da*

liete
,

XXIII

sguardo alla croce, ed

il

compendio della nostra

cuore

si

rinfranca.

l tutto

il

sublime

religione, e la guida del nostro viaggio in

questo tristo deserto.

Oh se
Come ben
!

chivista di

dice

me

con

Ella fosse qui

quanta msse a raccogliere

signor Bofarull, sarebbe

il

Sicilia

ne rimanesse

se

che un ar-

necessario

permanenza

di

Barcello-

Quanto a me, come Canonico della Cattedrale di Palermo,


non posso a lungo protrarre la mia dimora. Far tuttavia una
corsa a Simancas ed a Madrid, se pur vero che mi hanno accordato le duemila lire di sussidio (1), delle quali non si sa nulla
na.

al

Consolato qui, ne alla Legaaione di Madrid,

Terr presenti

le

sue indicazioni e

Relazioni de' Vicer, alle

Epistole

quanto alle

suoi desideri

Lucio Marineo ecc. Circa

di

grammatica catalana credo non ce ne sia alcuna perch il


signor Bofarull non me ne sa indicare alcuna.
ha un diziona-

alla

rio catalano francese, per voluminoso e di pco merito. Tuttavia

torner

parlarne meglio col signor Mila e

coli'

egregio giovane

signor Balaguer, che, poverino, sempre infermiccio di salute.

Come

s'

visto,

in Barcellona

due

il

ma

era assegnato

cui riportati fossero altri diplomi antecedenti o sus-

marono, com' naturale,

(1)

si

bens nello spoglio di altri regi-

seguenti, immediatamente al 12S2.

rini

Carini

il

non solo nella trascrizione dei

consisteva

ripetuti registri

stri in

lavoro che

giustizia ricordare che

la di

il

Ini

tacer d'altro, richia-

attenzione,

sussidio cui accenna qui sopra

fu accordato dal Ministro, Baccelli, grazie

dell'on Grispi,

il

quale, e per

1'

massimo calore

al

buon

esito

ma, relativamente
spregevole.

alle

sempre

delle

ottenne che sul bilancio della P.

alla

affettuosa amicizia

legavalo, e per l'amore che serba

I.

documenti

agli

pratiche
gli fossero

condizioni finanziarie

che

studi

per

efficace

la di lui

cooper col
missiwie, ed

assegnate L. 2000
nostre

Ca-

detto Carini

al

patri

il

insistenza

som-

non ertamente


che riferisconsi

XXIV

famosa

alla

disfida ira Carlo d'Aiigi e Pie-

Tanta congerie

tro d'Aragona.

di siffatto

immane

lavoro

di materiali fu

da

letta,

lui

tempo relativamente breve,

studiata, copiata, illustrata nei

che scorse dal 4 gennaio

alla fine di

giugno 1882. Perch

abbia una idea pi concreta,

si

dir che alla fine di febbraio egli aveva trasmesso di gi le

copie di circa quattrocento documenti, aveva percorso quasi


altri

centotrenta registri conteneuti, commisti ad

natura diversa

altri

di

preziosi e sconosciuti diplomi di data, s

pilato larghi e chiari riassunti

aveva comdocumenti raccolti

1282-88;

anteriore, che posteriore agli anni


dei

aveva dettato brevi ed opportune annotazioni a chiarimento


dei

medesimi. Cos, grazie unicamente

pot essere adempiuto a tempo un voto, che fu

attivit,

anche una promessa, che

voghe

direbbe temerariamente fatta,

si

dire la pubblicazione della prima parte del materiale

a giorno

(1)

alla di lui prodigiosa

V.

il

fisso,

cio

31 marzo 1882. (1)

il

volarne intitolato:

XXXI Marzo MDGCCLXXXII.

Ricordi e

documenti del Vespro Siciliano pubblicati a cura dellv Societ Siciliana

per la Storia Patina nella ricorrenza del


ma, con X tavole in fototipia e litografa,

Centenario

sesto
di pp.

XXIV,

Parte pri-

220; Parte se-

conda, di pp. XVI, 311, Appendice di pp. segg. amm. Dopo


I segue una carta non num., nella quale, al verso,

si

legge:

Finita di slampare nella tipografia del giornale Lo Statuto

il

giorno

della parte

XXX Marzo mdccclxxxii

e bench

tal

nota a prima vista sembri

rirsi alla sola prima parte, piuttosto che alla seconda,

de, che la detta carta


il

quale comprende

me

le

dipende dal foglio

di

si

stampa cou

della seconda

e dal frontispizio

della

220

rife-

scorge, d'altronla

segnatura i5

pagine 216-220 della detta prima parte, e

due carte non numm.

ro'.'C/tj'o,

la p.

le

pri-

occupate dalla ripetizione del-

medesima seconda

parte. Nella quale

contengonsi, oltre ravvortinjonto ai lettori (pagg. iii-xvi) sottoscritto


dal Soprintendente

degli

Archivi della

Sicilia

Giuseppe Silvestri, ben

V
Prima

di

seguire

Carini nel rimanente della di

il

lui

peregrinazione, credo opportuno aggiunger qui tre altre di


lui lettere

date da Barcellona 18 Maggio e 18 e 22 Giu-

gno. Le riferisco testualmente, anco nelle parti che non

connettono con

si

gnach,

tali

1'

oggetto della

di

missione

lui

quali esse sono, son pur pregevoli

dell'animo e della coltura di

lui

avve-

documenti

oltrech offrono notizie

non certo prive d'importanza.


Barcellona 18 Maggio 1882.

La sua ultima

del 13 corrente

mi

consegnata dal

stata ieri

nostro ottimo signor Bofarutt, e quel po' di attico sale che vi era

dentro mi ha ravvivato

il

rimorso

di

dovere tuttavia una risposta

alle sue graditissime del 4 e del 5 aprile

lettere

mi cascano da ogni parte, ed

io,

Ma

Le

poverino, non posso

ri-

(!!).

che vuole

scontrarle, che poche per volta. Se sapesse quante lettere ho scrit-

mi darebbe

to,

che

patente del pi esatto e laborioso epistolografo

la

siasi visto al

mondo

dannato a copiare

poi

non sa Ella

ch'io

sono stato con-

fino alle pi insignificanti circolari di

due euor-

quattrocentoventiquattro diplomi, riportati per esteso, o in estratto, non

che una appendice

di diciotto

documenti

desunti in parte dai ripetuti registri e

relativi alla gi cenuata disfida,

dalle carte

in parte

sciolte dei

tempo, che nell'Archivio Barcellonese conservansi.

Le particolarit qui sopra indicate comprovano

onde

il

Gakini die mostra

in tale

la

prodigiosa attivit

emergenza. Egli fornir pot tanto ma-

due mesi e mezzo o poco pi; n a questo limitossi l'opera


avendo come stato gi osservato di sopita accompagnato le tra-

teriale in

sua,

scrizioni di opportune note e di larghi e giudiziosi sunti, e corredato la

raccolta di copiosi indici alfabetici.

La seconda parte dei documenti (dal 425

ma, compresa

nella Serie

al 743) la,

insieme

alla pri-

Diplomatica dei Documenti pei' servire alla

Storia di Sicilia (Voi. V, di pagg. 790 oltre Verrala corrige non


-e l'indice

num.

crouologico con numerazione romana separata di pagg. xxviii).

XSVI

mi

registri

Circa

e devo passar la vita intiera

benemerenza

ai lrevetti di

mondo

dovendo

starci

che

lontano

? Cos va il
rendiamo amico. In-

lo

tanto mi congratulo della sua urbana causticit. Molt b

Avea

fatto gi

da molto tempo

gio signor Balaguer

conformarsi

la

commissione

sua

che se n' persuaso

posso dire

le

bisogna che ce

dalla Sicilia

e procurer

!.

coli'
,

egre-

potendo,

Per questo egregio, pio ed ottimo giovane malaticcio, e deve oltracci lavorare per vivere. In
questi giorni ha sofferto la suprema sventura di perder la madre.
In grazia

suoi consigli

a'

sua mi

(1).

mostrato affezionatissimo. In queste con-

si

tinue affermazioni di Catalanismo, poltiche e letterarie, che non


si

limitano alla roja barretina

ma

si

estendono a tutte

le

mani-

mi ha condotto amabilmente ai Jochs Flov'als,


ad una tornata dLeVAcademia de Buenas Letras (di cui Ella gi
festazioni della vita,

antico socio) ad un'altra ^q\V Associad d'excursions Catalana (at-

mio ritorno (conforme alla sua commissione) le porter grammatica ed un


magnifico dizionario. Non pu immaginare quanto moto si diano
Catalani e Provenzali a far rivivere i tempi della ilenguad'Oc e

tivissima) etc. etc.

Gay

del

saber.

Il

Lamartine bench

Son divenuto Catalano

celebre poeta Federich Mistral, lodato tanto dal

y estrenyentnos

la

lo veli parla roma


guardiana de nostra llengua,

ma

Arborm trovadors

* Intropits
*

Migdia:

sia codino, ripete ai popoli del

Dels Alpa al Pirineus


"

anch'io, ed al

Guardemla franca y pura

Ci pi seriet che fra

tan clara

oh gent

com

l'argent.

regionisti della nostra cara Sicilia.

Andrs Balaguer y eherino, cui qui si accenna^


aspirava ad essere nominato socio della nostra Societ per la Storia di
Sicilia, e ne aveva espresso a me il desiderio. Prevenuto dalla morte in
assai giovane et, e quando meglio lasciava sperare di s, non arriv a
(1) Il

eompianto

D.

coDsegnire l'ambita nomina.


Il

Carini allude appunto

alle pratiche fatte

nato signor Balaguer. Del quale una lettera a

cumento

inedito

relativo

a una icona

falla

con

me

me

dal sopra nomi-

diretta

sopra wn do-

dipingere in Catalogna

da

Pietro di Queralt per la Cattedrale di Monreale^ fu pubblicato in questo

Archivio Storico^ N.

S.

anno

IV, (1879) pp. 458-468.

Gol signor Bofarull parliamo

spesso

di Lei. Egli

una

stato

settimana in campagna, avendo una discreta propriet presso Tar-

ragona, ed ora tornato. Facciamo una piccola passeggiata insie-

me

ogni giorno.

pianto

Ama

Gastigliani,

La Lumia amava

quanto

epoche

in certe

povero e sempre rim-

il
,

continentali.

fratelli

Con me d'una amabilit rara, come pure il suo figliuolo En Paco,


diminutivo di Francisco. Veda un po' che libert si pigliano i diminutivi, che

qui

si

Melo

vedon

Francisco fan Paco, e gl'Ispano- Americani

il

tanti)

Pancho

e Panchito

(di cui

e fin Mito. Meglio

si fa

Carmelo.

di

In salute sto bene. Abbiamo

il

bel tempo, ed oggi fo' unica ec-

cezione alle mie abitudini ed alle mie obbligazioni: smetto l'abito


ecclesiastico per poter vedere la corynda de toros nel
di Barcellona

il

famoso matador Lagartijo

gran circo
prima espada di

Spagna. Se potr resistere allo sbudellamento, torner ancora do-

Che

menica allo spettacolo.


la povera Baronessa? e

dicono

suoi ragazzi

do scrive loro. Vorrei notizie

dell'

sue domestiche cose

le
?

Me

Archivio

pubblicata,
lazione,
ta.

Nella
ma

Prefazione che io avevo scritto

spero

si

l'osse-

dice in

e che non fu

avevo minutamente reso a Lei la parte che Le va dovuMi sarebbe utile sapere quali sono i documenti

Pazienza

La cronaca ritmica

non trascriverli anch'io inutilmente.

del Neocastro finora

non spnnta; ma son tante

le pratiche iniziate, cbe, se esiste, si scover.

tri

si

pubblicher se non altro in forma di Re-

del 1295, ch'Ella possiede, per

di

Me

Che

qui tanto, sebbene io speri scrivergli oggi stesso.

che

tanto quan-

saluti

li

ottimo prof. Gusa

andare all'Escuriale,

Mss. e libri del Surita.

Se avr

probabilmente che l'incontrer con al-

Ho

provato un disinganno

cronaca del 1413, che credevo avere scoverto, pare che


sione catalana

fortuna

la

poich la

sia la ver-

eW Anonimo e del suo continuatore, con qualche


Ma non ne faccia parola sin che io non ne

altro capitolo inedito.

possa fare

il

confronto, avendo intanto scritto al Soprintendente

che veda modo d'inviarmi


sibile a

fogli della raccolta

gregoriana impos-

trovar qui.

Le avverto che
Notarile,

ma

vi

il

Balaguer non Conservatore

va spesso a studiare. Mi saluti

dell'

Archivio

colleghi

1'

a-

mico prof. Salinas a cui scrissi, ma non mi rispose. Eppure non


Ella veramente un sant cristi, che vuole
si chiama P. Garini
!

Mi scriva cos lungamente eome ho fatto


pungere il prossimo
mi dia notizie di cost e gradisca un affettuoso abbraccio.

io

Barcellona i8 Giugno 1882.

Se

rispondo con

io

tanto ritardo alla pregiata sua lettera del

mi condoner facilmente il peccato di non aver


impiegato soverchio tempo nelle lettere, allorch avr visto, al
mio ritorno, come si pu impiegar bene il tempo nell'Archivio di
Barcellona. Avendo stabilito i primi di Luglio come termine della
mia dimora in questa citt ho dovuto lasciar da parte i 337 registri del Regno di Giacomo col relativo accompagnamento di lettere e pergamene sciolte i registri e le lettere del regno di Alfonso (non gi le pergamene, interessantissime, che le ho suntate)
e limitarmi ad un lavoro completo pel regno di Pietro, che fluir
registri di Pietro, oltre le pergamene
(spero) col mese. Sono 25
24 Maggio

ella

e le lettere.
lia e la

Ho puntato

guerra

di

e punter tutto ci che concerne la Sici-

Aragona, e

che della copia de' due

di

registri.

questo lavoro sono assai pi lieto

una nuova

e preziosissima sor-

gente dischiusa agli studiosi di quell'epoca memoranda. Comprende


benissimo

che se volessi guardare ad altra roba

Barcellona di-

mia patria adottiva. Se Dio mi lascer vivo potr


piuttosto tornare altra volta, con sapere oramai dove metter le
mani e con un po' di vecchia esperienza, poich dice un proverbio catalano che il demonio ne sa pi come vecchio che come demonio Lo dimoni sab Tnes pei' veli que per dimoni.
verrebbe

la

A me giungono
Sicilia

ne,

per
gli

la

fin

morte

di

qui le agitazioni che scuotono l'Italia e la


Garibaldi.

Non era

certo

un uomo comu-

manc grandezza. Di questa importante

figura

che

scomparsa dal gran teatro del mondo, pu dirsi con una parola
di Sant'Agostino Magna passus sed extra viam. E se egli non era
nella via del Maestro, anzi trovavasi nell'opposta, ammiriamo pure
:

gli bruciamo l'incenso. Per me tolgo


omnes, ego non. Certo sale ogni d pi
e vires acquirit eundo.
la gran mara della rivoluzione sociale
Mi scrivono da cost che vari ecclesiastici sono stati insultati per
le vie di Palermo, prendendo occasione dalla morte di Garibaldi.
i

suoi pregi naturali,

la divisa dei

ma non

Maccabei: Et

si

In certi momeut l'orizzonte mi appare

buio, che

mi

si

stringe


il

XXIX

cuore. Poi mi conforto colla profezia di Daniele, e penso che

comminuet

il

consumet
omnia regna haec, et ipsum stabit in aeternum. Facciamo un po'
di bene, e tiriamo avanti. Lo mal y' 'l be (perdoni la mia smania
di catalanizzare) qui 'l fa se 7 te.
Tanti saluti del buon signor Balaguer, che, poverino, va male
regno

di

Ges Cristo

ossia

la

Chiesa

et

In salute, e dell'egregio amico signor Bofarull, che vive dalla mattina alla sera

ove nacque

ma

stro,

cio dalle 5

crebbe e morr

m.

alle

m. nel suo Archivio


comparato al no-

p.

piccolo Archivio

senza borra. Pria di partire procurer di servirla per la

versione della Divina


sibile)

a.

per

Commedia pubblicata

le epistole di

dal Vidal: e (se pos-

Lucio Marineo, che non mi stato dato

di rinvenire.

Per

la

Cronaca catalana

risulta dal confronto

Capitoli inviatomi da Madrid, che press'a

Y Anonimo e

Indice de'

coli'

poco una veraone

del suo continuatore nella raccolta gregoriana

qualche cosa di nuovo. Dica

che

al D.r Pitr

gli

qui sono in tutto com'erano quelli di Palermo

del-

con

orvi musicanti di

che

vi

sono certe

caratteristiche maniere di abbanniari, ugualissime in Sicilia ed in

Catalogna, e che vi sono pescatori rinomati nella corsa, che por-

tano

il

pesce dell'istesso

quelli di

modo

e coll'istesso passo a cadenza

Le

Sferracavallo. Prego Iddio ohe

suoi domestici affanni.

miei saluti

come

accordi pazienza nei

ottimo amico D.r Lodi

all'

cui spero rispondere domani, a Cosentino, Bona, Travali etc.

Barcellona 22 Giitgno 1882.

Le sono affettuosamente grato

di quel

che ha

nuazione del mio incarico in Ispagna. Non

si

fatto

per la conti-

poteva diriger meglio,

e la sua pregiata letterina del 16 mi sar sempre testfmone del suo

animo

alto,

generoso, amico degli studi e del paese. Io dir e pub-

blicher in ogni occasione la parte che torna a Lei di ragione in

questa missione,
la ricchezza di

questo mese

il

cui risultato era sicuro,

questi Archivi.

Dunque

non per me ma per


cosa va e se per

se la

verr a capo del mio lavoro completo sul regno di

Pietro, partir

il

1" luglio

per Madrid e cambier

la capitale della

Catalogna colla capitale della Castiglia e del regno. Le due rivali

!.

Le voglio trascrivere

ci

che leggo oggi nel giornale catalano

YTT

una poesia indirizzata a Don Victor Balaguer depuCortes ed autore di una storia di Catalogna in
pi volumi. Il poeta invita il Balaguer che ora il beniamino
del paese, a lasciare Madrid e tornarsene a Barcellona. A Madrid
non si pu vivere. Al icern fa un fret glacial
y ofega 'l cal

Lo Nunci

in

tato di qui alle

al estiu (e questo vero). Dicono clie

cuore

il

di

ma

Spagna,

Diuhen

que es lo cor
veu
vost
hi
Es miracor
d'Espanya ;
Y lo qite li falla es
y
eie etc. Quanto diverso dal carattere finto e depravato de' MaY aqui V amistat es d' or No es
drileni il carattere catalano
il

cuore appunto che

non

si

trova

falsa, es de Calala
t'eslreta de cor.

Con

Qwe qiuin un

questi sentimenti

D. Antonio de BofaruU, cugino di

st'Archivio ed

eslreny la

ma Li

comprendo che

il

Don Manuel, impiegato

don

signor
in que-

autore di un' altra pregevole e voluminosa Storia

critica e generale di Catalogna,

Madrid per

li

antipatia. Infine

non abbia mai voluto andare a

per mostrarle la mia gratitudine della

sua letterina, Le trascrivo quest'epigramma del signor Baldov, co.me mio congedo per Madrid, e conchiudo
:

Lo qui a Madrit no haja

No

vist

sab per cert lo qu' es bo

Alli tot ea gent de to,

May
Tot

Ees

se veu ningi trist,


lo

mon com

voi se vist,

{nulla) fa als altres novetat,

Cada cant es un mercat,


Sobran, diners, menjar, roba,

per

Tot

fi

alli tot

manco

se troba

la vertat.

Veda dunque che noi Italiani non siamo


Mi voglia sempre bene, ecc.

soli!

Stava per aver termine la dimora del Nostro in Barcellona,

quando l'amico Bofarull scriveva:

Vuestra atenta coraunicacion del corriente junio me recuerda


que se balla ya prxima su termino la honrosa y utilisima cosabio, inxnision historica tan acertadamente confiada al egrgio,

XXXI

y consumado palegrafo, el Ganonigo Isidoro Carini, despues de sacada j remitida a aste centro diplomtico la exacta,
perfecta y autorizada cpia de los dos registros que en este Archivo se conservali bajo el titulo general De Rebus Regni Siciliae,
el primero de los cuales ha sido ya dado al pblico en Palermo
para conmemorar el sexto centenario de los clebres Visperas Sifatigable

dlianas.

Con pena verta abandonar est ciudad este mi ilustre amigo


la seguridad tal
si no me consoler la esperanza
companero,
y
vez, de su pronto regreso, aconsejado instado de todos los literatos sicilianos, cuando de su autorizada boca oigan que aqui exi,

sten

y que

estan todavia por explotar las verdaderas

clarisimas

fuentes de la historia de su patria.

Interesado corno

bien en que se
-el

titulo

el

que mas en que no quede olvidada

utilizo tanta riqueza,

antes

ya que hourado me habeis con

de socio honorario de esa Sociedad Siciliana para la hi-

storia patria,

he hecho conocer nuestro dignisimo consocio

to-

das las manantiales que la fecundan. Asi tambien, terminar mis


cansados aiios no necessitare ya el Seiior Carini, todavia joven,
,

un

nuovo guia que dirija sus ulteriores

nes, mientras

de

que en

lo

que

me

reste

y provechosas

investigacio-

aun de vida, de direccion

este riquisimo Archivo, hallar siempre este distinguido litera-

do, si regresa,

mas

fraternal

Ho

y todos cuantos de
y generosa acogida.

gi rilevato

che

il

Sicilia

vengan y a

acdan, la

estendere la mis-

concettx) di

sione del Carini, oltrech all'Archivio di Barcellona, agli

Archivi e

alle Biblioteche principali di

primamente dall'Amari

Dicembre 1881.

mento

L'

Spagna, fu espresso

nella lettera a

me

diretta

Amari era impegnatissimo

della cronaca ritmica di

al

li

23

rinveni-

Bartolomeo de Neocastro

cronaca che ad onta delle pi minuziose ricerche non fu


poi dal Carini trovata.

Il

Carini stesso in una cartolina

postale del 26 marzo avvisavami del ritrovamento in

drid di una cronaca su

fatti del

Ma-

Vespro, datata del 1413

XXXII

"

non so (soggiungeva) se l'opera o

quale, tornava a parlarmi


del

esemplare

1'

nelle lettere del

18 giugno 1882, mostrando,

della

18 maggio e

risultar dal confronto del-

da Madrid, che essa presso

l'indice de' capitoli, inviatogli

a poco una versione dell'Anonimo e del suo continuatore


nella Raccolta del Gregorio. Io stesso l'aveva invogliato,

prima

ch'ei

mandavano

periodiche che

si

verno centrale

in

sola

Palermo

partisse da

cercare

le

relazioni

dai Vicer di Sicilia al go-

ordine all'andamento delle cose dell'I-

ed a tale ricerca egli allude nella lettera del 3 febnella quale

braio,

mancas

promette

si

a Madrid

hanno accordato

le

duemila

lire

sussidio.

di

che non occorre indugiare a cercare

una scorsa

jBchino

una corsa a

Senza

di

motivi che giust-

un ItaHano negli archivi e

di

Si-

vero (soggiunge) che mi

se pur

"

di fare

nelle bi-

blioteche di Spagna per rfutracciarvi materiali inerenti alla


storia del proprio paese

posto che

il

fatto universalmente

notorio della quatrisecolare dominazione spagnuola su pi

che met della


farci

nostra penisola

conchiudere che

cherebber piuttosto

il

ivi,

pi che

sufficiente a

a uno anzi a pi studiosi, man-

tempo

e la vita, che la materia alle

ricerche.

codesto concetto faceva buon viso

stero dell'Interno; se

canza

di

non che, da una

invero

il

Mini-

parte per man-

pi precise notizie, e da un'altra in omaggio ai

regolamenti discipHnari (giusta

un impiegato

stia assente

quali

non

si

ammette che

per tempo assai lungo

avventura indeterminato, dal proprio

ufficio)

il

e per

prelodato

Ministero dichiarava ritenere che bastasse all'uopo prolun-

gare

la

missione a tutto Giugno. Cosi veniva stabilito nel

XXXI II

precedente Maggio

ma

sua provata operosit


stalgia (di che, s'io

nelle precedenti

bast appena

al

prov che

fatto

il

malgrado qualche

mal non avviso,

lettere

di

Carini per compiere

lui

sintomo

mese

il

mia parte mi

l'Amari,
barrini,

ma
il

prorogata

di

no-

di

tracce

le

di

la

Giugno

lavoro in Barcel-

non a Luglio incomin-

Pertanto nuove istanze furono inoltrate,

missione fosse

dalla

malgrado

scorgon

quel

lui)

lona, donde non pot partirsi se


ciato.

si

onde"" la

almeno due mesi

studiai di avvalorarle,

ed io

non solo presso

eziandio presso l'illustre senatore

quale cos gentilmente risponde vami

Roma

di

Marco Ta:

7 Giugno i882.

Mio pregiato Signore,


Rispondo subito alla grata sua per darle prova del
vivissimo che avrei di favorire

la

desiderio

sua idea giustissima sul pro-

lungamento e sulla estensione da dare alla missione in Spagna del


bravo Carini. Ne parler subito al Correnti per vedere di fare
qualche cosa anche prima che

Anche

il

si

aduni

il

Ministero dell'Istruzione pubblica

questa missione, ed invocher

il

Consiglio degli Archivi.

mi pare interessato a

suo concorso.

Spero che il Prof. Gelli Le avr scritto per mia commissione,


che V Archivio Storico Italiano accoglier volentieri la recensione
da Lei promessa delle pubblicazioni storiche
occasione delle feste del Vespro. Se
abbia ora da

me

questa assicurazione

In ogni sua occorrenza

si

ricordi

non

lo

fatte

in Sicilia in

avesse fatto

il

Gelli,

(1).

sempre
del suo devoto

M. Tabarrini.
(1) 11 Gelli me ne aveva scritto a 19 Maggio. Non potei tenere la promessa per ragioni indipendenti dalla mia volont, ed anche perch l'a-

XXXIV

Sullo stesso proposito scrivevami

13

dello stesso

Le

mese

rAmari

in data del

riferisco caldo caldo

il

discorso avuto col

sig.

V. su la mis-

sione del Carini. Io gi ne avea fatta parola al Tabarrini


vini in qual posto

vento indiavolato, e noi


Il

indo-

Caprera, gioved passato, mentre tirala


si

aspettava che cominciasse

il

un

funerale.

Tabarrini mi riferi aver detto al Consiglio degli Archivi, che

sarebbe stata una demenza e un vandalismo troncare a mezzo


una commissione s importante, dalla quale si eran gi cavati s
bei frutti. Or il V. dal quale son andato per sentire da qual canto
venissero gli ostacoli, lesse dinanzi a me un lungo rapporto del
Silvestri, il quale insistea per lo compimento della missione in
tutti gli Archivi di Spagna. 11 V. mi disse che cost non lo avean
capito! Egli, ossia il Ministero, non si oppose al desiderio della

Soprintendenza

vuole soltanto che tutto

si

con ordine del

faccia

mai contrastato? pensai tra me:


ed aggiungo che forse non piace al V. che il Min. della P. I. abbia dati i denari, che quel dell' Interno lesinava. Io replicai che
bisogna profittare della presente occasione piuttosto unica che

Ministero dell'Interno. Chi l'ha

rara

Carini abilissimo e gi pratico della lingua e degli archivi

Spagnuoli ecc. ecc. L' Archivio


ostante la sua assenza.

deva

il

V.

Ed

Starrabba. In

io, di

Ma

Palermo va bene sempre non

di

per la scuola

ripicchio, che

somma mi sembra

tanto brontolava che

il

si

di

paleografia

di

ripren-

potea commettere al barone

averlo lasciato persuaso

sol-

Ministero non ha danari. Proffersi di par-

lare al Depretis, e lo far la prima volta ch'egli venga al Senato.

Intanto ho preparata

un' altra spinta al

Min.

dell' Istruzione.

Alla prossima discussione del suo bilancio io lo debbo

sollecitare

ad assegnare fondi stabili (e non

su

d'

il

incerto

sussidio

incoraggiamento) alle Societ di Storia Patria

l'ultimo Congresso di Milano per

mico

Doti. Pitr

mezzo mio

provenne in gran parte

il

fondi

come propose
come il Baccelli
,

mio disegno con

la bella

Di-

blioyrafla delle pubblicazioni che ebber luogo nella ricorrenza del sosto

centenario del Vespro.


in seguito ad

mi promise

XXXV

una interpellanza

fattagli

in Senato. Io

gli voglio rimproverare eh' egli non abbia fatto ci che gli si chiedea ma pur loderollo delle 2000 lire date alla Societ Storica
di Roma, e delle altre 2000 date al Carini. Con questa occasione
;

riparler delle Societ, e de' buoni risultamenti delle ricerche in

Barcellona. Tanto in risposta alla Sua


la

quale mi arriv

il

graditissima lettera del 5,

giorno eh' io partiva con la

Commissione

parlamentare per Caprera. Le ho gi detto che ne parlai


Tabarrini.

Non ho

farne

voluto

parola al

di sapere che cosa si fosse


che non occorre farmi rac-

praticato al Ministero. Ella sa bene


gli affari di

questo genere. Io terr dietro alla

proposta, e parler anche al diavolo per sostenerla. Duolmi,


il

al

mi premeva

l'ho veduto, perch prima

comandazioni per

Correnti jersera che

si,

che

30 giugno dovr partire con la famiglia per Pisa, dove trasfe-

risco

il

mio

domicilio. Se

scusso in Senato

occasione solleciter

non

il

sar fatto imlla,

si

Bilancio della P.

il

ritorner a bella posta in

non sar stato diRoma, e con questa

I.

prolungamento della missione Carini, se


il che spero non avvenga.

Essendo stato consentito

prolungamento della mis-

il

come

sione, io ne informava

il

dalla di lui lettera dei

22 giugno pi sopra

mevami
fatto,

Carini

la propria gratitudine

onde

il

ed

egli

vedo

si

riferita, espri-

per quel tanto eh'

io

aveva

di lui giustissimo desiderio fosse secondato.

L'Amari mostra vami

la

sua soddisfazione

tera del 14 Luglio, nella quale scrivevami

in

una

let-

A un tempo quasi mi viene recapitata la sua lettera del 2, ed


una del Carini data di Barcellona il 3 entrambe con la fausta
nuova del permesso dato al nostro amico per continuare il viaggio in Spagna. una vera fortuna per gli eruditi Siciliani. Gli
,

aiuti

(sic)

alle Societ storiche

sono

stati

stesso capitolo di bilancio che contiene


zioni, e cosi io

ho

differito

il

finalmente

iscritti nello

assegni

delle Deputa-

gli

mio speech

al

Novembre, intendendo

XXXVI

domaDdare l'aumento

allora

dello aiuto, e

fondo pe' lavori comuni di tutte

3 1 luglio

in altra del

Ho avuto

deputazioni

di rispondere a Madrid fermo in posta,


Veggo ch'egli lavora con grande ardore, e sem-

con avviso

fatto.

Ho

pre pi mi rallegro della missione prolungata


il

(i).

alcune settimane addietro una lettera del Carini data

di Barcellona

e cosi ho

assegnazione di un

1'

le societ e

pregato

Carini di fare una bibliografia delle pubblicazioni arabiche

etc.

che sono uscite in Spagna da una ventina d'anni a questa parte,


sarebbe ottima cosa di far acquistare alle biblioteche di

le quali

Palermo

prolungamento della missione del Carini non dur

Il

che tre mesi. In uno spazio di tempo cos relativamente


breve, egli visit

Saragozza, patria del celebrato annalista Geronimo Sue la sua

ri ta,

Capitolare

Biblioteca

masta, come per tutto altrove,

con la speranza

delusa)

di

ritrovarvi la

tanto desiderata cronaca in versi di Bartolomeo de


castro

fondatovi nel 1858

Madrid e

1866

il

il

suo

Archivo

storia

centrai

la Biblioteca

del

general

suo Archivo Histrico Nacional costituito


de la R. Academia de la Historia^

la quale conserva, tra tanti altri cimel!,

nota

Neo-

Alcal di Henres

nel

(ri-

un esemplare della

Neocastro, datato dell'anno

magnifico codice membranaceo del sec.

XV

1539;

un

dal titolo Co-

Questo secondo tratto ha relazione con quello che si legge nella,


lotter direttami dallo stesso Amari il 13 giugno, e di sopra riferita.
(1)

XXXVII

leccion de

documentos y Reales Cedulas pertenecientes a Me-

dove trovansi

sina; la Biblioteca nacional,

greci di Costantino Lascaris,

testo cata-

carte del Patronato

delle

conservano nell'Archivio

si

famosi codici

gi ricordato

il

lano dell'Anonimo, l'inventario

Regio che

di

Smancas

Valladolid; e la celebre biblioteca dell' antico Collegio


di

Santa Cruz, ricca

di preziosi

Tolomeo

storia Ecclesiastica di fra

Simancas, e
stilla,

Hi-

celebrato Archivo de la Corona de Ca-

il

niente-

Cardinal

Granuela, e una serie di carte specialmente importanti


Sicilia

tra le quali

Visite di Sicilia in

ciano un periodo
scritture

dell'

di

sofferto

al

1736

dalla

consumati dalle fiamme

di

106

che cominciano dal

Sicilia

liani,

e recativi

per giovano a

V,

di

Tunisi (1535);

manoscritti

gici di rito

la

le

riparare

essere

stati
alla

famosa Biblioteca, nella

manoscritti sottratti ai Monasteri sici-

del

Surita,

Toledo, e la ricca Biblioteca


ecclesiastiche di

per

nostra

da Don Gonzalo Perez segretario

lo

1686),

al

archivi locali, in seguito

San Lorenzo deW Escuriale, e


i

che abbrac-

fasci

di

soppressione di quel famoso Tribunale

quale moltissimi

li-

1538

storia
gli

anni (dal

Inquisizione

1533 ed arrivano
danno

non meno

148

a dir poco, tutti

Marchese Tanucci (1737-83),

bri della corrispondenza del

al

Lucca

tutta la corrispondenza del notissimo

per Napoli e

le

di

fondato da Carlo V, nel quale conservansi

meno che
di

codici, tra' quali la

Spagna

il

diario della

Capitolare,

di

Car-

spedizione

prima tra

segnalata pe' suoi codici

le

litur-

mozarabico, come per le collezioni canoniche,

patristiche, di storia ecclesiastica, di classici greci, latini.

XXXVIII

non che

italiani,

di libri chinesi,

talmudici, giuri-

copti,

dici ecc.;

Burgos, e Leon, dove non mancano eziandio ragguardevoli codici, d'indole per avventura pi speciale.

gi troppo per soli tre mesi

come non

gli

sia bastato

tempo per

il

Maiorca, Salamanca, Siviglia e


dias,
dell'

dove son

America,

riunite

le

e ben

Oviedo,

comprende

visitare Valenza,

suo Archivo de las In-

il

concernenti la scoverta

carte

Archivo General de Galicia

1'

si

Universit

non che

le

Salamanca, di

Biblioteche

di

Cordova,

Capitolare di Siviglia, ov' la Colombina (ed

ove

si

la

dell'

crede che l'Arcivescovo Palafox,

sede di Palermo,

avesse

ivi trasferito dalla

alquanti de' volumi

depositato

raccolti con tanto studio dal nostro

di

Antonino Amico),

la

Biblioteca capitolare di Valenza ricca anch'essa di pregiati

manoscritti ecc. ecc.

Di codesti viaggi
die'
le

e delle notizie raccolte

largo ragguaglio nel volume intitolato

Biblioteche di

Spagna in rapporto

generale e di Sicilia in particolare.

Carini, archivista,

Statuto

oltre pp.

Archivi

Relazione

di pp.

in|

di Isidoro

diplomatica

Comm. Giuseppe

Siciliani.

1894. Parte prima,

Carini

Gli Archivi e\

professore di paleografia e

vestri Soprintendente agli

il

alla storia d'Italia

nell'Archivio di Stato in Palermo, al

dello

Palermo,

Siltip.,

vm 547

civ contenenti Vindice alfabetico dei

nomi

delie-

persone, dei luoghi e delle cose notevoli contenute nella Relazione.

Parte

seconda, di pp. 240 finora stampate,

quale contcngonsi
lazione.

Documenti ed

allegati annessi alla

Dir qui appresso quali sono

gli

allegati

nella.

Re-

pubbli"

XXXIX

cati a tutt'oggi,

che

quelli

non peranco stampati, quali

quali quelli

desiderano.

si

Anzitutto mi piace

come codesta Relazione,

rilevare

Superiore per

al Consiglio

trasmessa in originale

Ar-

gli

chivi, riscosse l'unanime applauso delle dotte persone che


lo

componevano;

teriale raccolto, e la diligenza impiegata dal relatore.

come

ma-

quali rilevarono l'importanza del

le

sic-

dal tenore istesso della detta Relazione traspariva chia-

ramente

per non dir

la opportunit,

com-

la necessit di

piere quella visita, che la relativa ristrettezza del termine

assegnato avea lasciato come strozzata,

poneva
prima

il

lo stesso Consiglio

quesito deirutilit di una seconda missione; e,


deliberare, faceva chiedere al Carini

di

fosse

s' ei

disposto ad accettarla, invitandolo nel caso affermativo a

formulare

il

programma.

relativo

spondeva dichiarandosi pronto

Egli dal canto

suo

ai desideri del Consiglio,

osservando che credeva opportuno intraprendere


viaggio, tostoch fosse terminata la

stampa

il

ri-

pur

secondo

della detta

Re-

lazione.

Comunque

la

parte finora pubblicata di questo impor-

tantissimo lavoro porti la data del 1884,

il

volume

fu terminato di

contenente

stampare che

prima parte

la

sullo scorcio

del

non

1887

cio

Carini era stato chiamato ad occupare in


di

Sottoarchivista

perch

si

sia andati

fosse atteso

si

Ma

pervenisse

S.

Sede.

Ci

dopo che

Roma

spiega

il

il

posto

il

parte

in

con troppa lentezza, non ostante che

impazienza

con

cos segnalata.

non

della

vero che

il

compimento

di un'

opera

era scritto pur troppo, che a codesto


o per lo

nisse vivente l'autore

meno che non

vi si

perve-

stancherei

per seguo

tutti

che

contrattempi

per

volessi narrar qui

lettore, se

il

impedirono

la

filo

conti-

nuazione della stampa della seconda parte del lavoro.

Mi

limito a notare, che la pubblicazione del primo fascicolo della

medesima non pot esser


l'

1890

anno

che riguarda

sicch

che

fatta

nel cominciare

non tuttavia

precedenti e

compiuta

del-

la parte

susseguenti del Vespro. Esi-

stono

le

bozze dei notamenti desunti dall'Archivio di Al-

cal

le

notizie sui Mss.

di

Madrid

gh appunti

presi

Archivio

nell'

(Segreteria e Consiglio di Stato

Consiglio

Segreteria di Camera degl'Inquisitori),

eW Escuriale,
ledo

altro di

Cruz

le

in

della

notizie

Valladolid.

le pratiche

me

da

gli

supremo e

appunti su' Mss.

minore interesse.

appunti su' Mss. della

gli

drid, su quelli della Biblioteca


citt,

e codicilli,

catalogo dei Mss. della Biblioteca di To-

il

non che qualcos'

cano invece

Simancas

Segreterie provinciali,

Visite

la Historia

di

Testamenti

Roma,

Negociacion de Espana, de
Inventario delle medesime

Academia de

della

Posso

fatte,

Nazionale di Ma-

degli Scolopi

Biblioteca

del

Man-

nella stessa

Collegio

di

Santa

soggiungere che non ostante

non stato possibile rintracciare

materiali teste cennati; e faccio voti perch codeste pecorelle smarrite ritornino
di

Palermo

cui si

all'ovile, cio all'Arehivio di

appartengono

il

che

non dovrebbe

tornar guari disagevole, avvegnach per quanto


della cornacchia soglia di sovente ripetersi,

risimile che

una dramma
gli

una cornacchia

nulla,

qualsiasi, fornita

la

favola

non par veche fosse di

discernimento, aspiri a farsi bella di que-

di

scartafacci,

Stato

quali, isolatamente presi, significano

mentre, portati

al

poco

posto che ad essi compete, ac-

quistano un valore impareggiabile.

Sanno
in

tutti

Ispagna

come

voi, 4).

giovato

siasi

della Gueri'a del

e quanto dei lavori fatti dal Carini


1'

per

Anmari

nona edizione

la

Vespro Siciliano (Milano, Hoepli, 1886;

Egli stesso, nella prefazione alla precitata edizio-

ne, confessa essere stato costretto, anzi sforzato a farla dai

documenti venuti fuori dal 1876


de' diplomi raccolti

"

in poi,

in

primo luogo
del Cano-

nell'archivio di Barcellona

nico Isidoro Carini e parte pubblicati in Palermo

parte notati per sommari ed estratti


dichiara aver avuto per le

egli

Codesto materiale

mani

1882,

il

(prima ancora che

fosse stampato) per ordine del Ministro dell' Interno

Depretis)
rini fosse

modo

il

quale dispose che

mandato all'Archivio
prima

di studiarlo

menti erasi fatto


e greci di

con

le

Musulmani

date fuori per

le

La Relazione

compianto
l'

Ca-

del

dargli co-

Non

altri-

diplomi

arabi

;,.

prof.

Salvatore

insigne autore della

di Sicilia, prima ancora che fossero

stampe.

del Carini, splendido

genza, e di operosit unica


del genere.

'^

trascrizioni dei
dal

"

per

di Pisa,

Cusa, delle quali giovossi eziandio


Storia dei

originale

della pubblicazione

dettate

Sicilia

Ms.

il

(on.

anzich

monumento

rara,

di dili-

un modello

Oltrech manuale utilissimo per chiunque in-

tenda studiare

il

materiale concernente

la storia

d' Italia

e di Sicilia nel basso Medio evo e nell'et moderna, che


si

trova raccolto negli archivi Spagnuoli, essa eziandio

una piacevolissima

narrazione di viaggio

non solo senza alcuna


fitto.

questo

il

fatica,

ma

carattere per cui

ture del mio incomparabile amico

che

si

legge

con diletto e con prosi

distinguono le scrit-

istruire

dilettando

XLII

per sar sempre ben detto, che pochi

pero obbedire all'Oraziano precetto

al

par di

lui

sep-

Cielo che

non

Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci,


Lectorem delectando, pariterqu^ monendo.

pertanto, se bisogna

ci tolse

il

ringraziare

il

beneficio di giovarci della Relazione anzidetta^

pur troppo da lamentare che incompleta essa


per la interrotta stampa degli allegati

rimanga

ci

ed a far caldi

voti perch sien dati fuori, nello stato in cui si trovano,

che tuttavia inediti

quelli

conservano, e perch

si

sessori di quelli che per anco

nel nostro Archivio di Stato

non

pos-

sono stati depositati

vogliano quivi depositarli

integrando cos una raccolta, della quale l'Autore avrebbe


tutto

il

dritto di dire

Exegi monunentuTYi aere perennius

Sebbene mio principale proposito


concernenti

fornire, qui, le notizie

per

quello di

sia stato

del Carini

viaggio

il

Spagna, non so astenermi dal richiamare

la

moria

taluni

meno

estesi,

per cui

il

g'

tra

ma

Imperocch, se

nome

innumerevoli

tutti

la
di

scritti

di

alla

lui

me-

pi o

degni della maggior considerazione.

Relazione di quel
Isidoro Carini

passare alla posterit, non


altri,

men

viaggio

ha
vero

tutto

il

il

lavoro,

dritto di

che per

quegli

che diremo secondi per mole, non certo per intrin-

seco valore, egli ha pur dritto all'ammirazione


dei Siciliani in ispecie

dei dotti,

che della sua attivit intellettuale

XLIII

gran

parte

precipuo

impieg a vantaggio

egli

se non

esclusivo^ degli studi patri.

Pertanto limitandomi ad accennare appena l'eruditissima

memoria

"

sulle

Scienze occulte nel Medio Evo

l'Accademia Palermitana
nella

Rivista Sicula

Tommaso

" S.

e la Sicilia

letta al-

Scienze e Lettere (pubblicata

di

non che

1872),

proposito

l'altra intitolata

un prezioso

di

codice della Secunda Secundae posseduto dalla nostra Co-

munale Biblioteca (Arch.

voglio fermarmi alquanto su

quali,

mo

come ognun

sa,

Serie,

anno

Catacombe

oltrech

monumento

sono degne

per

Prof

benemerito

il

D^

Antichit di Sicilia

gi Direttore delle

De

loro

il

le

importantissiriferire,

certo dello

archeologi, ed aspettano tuttavia

Nel 1872

1874)

Siracusane

per l'evo classico (cui voglionsi da taluni

forse a torto),

II,

lavori concernenti le recenti

celebrate

scoperte fatte nelle

Stor. Sic.

n-

studio degli

Rossi!

Savei-io Cavallari,,
,

rifrugando nelle

Catacombe anzicennate, imbattevasi nel famoso sarcofago


detto

"

di Adelfia .

importanza,
l'epitafio
il

Questo monumento,

per la storia

che vi

si

dell' arte

specialissima

di

cristiana,

e s per

legge, richiam l'attenzione del Carini;

quale fu sollecito a darne

notizia

data del 19 Giugno 1872, diretta

al

in

una

lettera con

amato mae-

nostro

stro Prof. Salvatore Cusa (Palermo, Giliberti). Vi tornava"

su in certe
* Bollettino

di Sicilia

osservazioni
della

che vider

Commissione

la luce nel n.

di Antichit e belle arti

(Agosto 1872), dove correggeva

mitiva lezione

dichiarava

presentanze che rendono

il

5 del

minutamente

la
le

propria prisacre

rap-

sarcofago siracusano degno di

XLIV

esser

messo a paro

non men

col

celebre sarcofago tro-

Roma

vato nel Cimitero Vaticano gi pubblicato nella


terranea dell'Aringhi.
volta,

Ne

parlava

finalmente una seconda

dopo aver dato un resoconto della memoria

desimo dettata

Le Blant membro

dell'Istituto {Arch. Stor.

sul

me-

Edmondo

archeologo francese

dall' illustre

sub-

Sicil. n. s. ITI,

252-270).

Le fortunate scoverte
a questa.

Egli rinvenne

un buon dato

del Cavallari

quelle

in

d'iscrizioni

non

si

classiche

sepolcrali,

in

limitavano
"

latomie

massima parte

greche, oltre alcune latine, tra le quali una di importanza

relativamente maggiore,

Rinvenne

logiche.

altres

comech

fornita di date crono-

un arcosolio dipinto, che

richia-

l'attenzione e lo studio dell'antesignano dell' Archeo-

logia cristiana, vo* dire del non

Comm.

G. B.

alla luce le

De

Rossi.

prime

il

mai abbastanza rimpianto

Carini che aveva gi dato

sei iscrizioni rinvenute

ed una latina) in calce

alle

"

(cinque greche

Osservazioni

date fuori

nel citato Bollettino della Commissione di Antichit e belle


arti,

pubblicava a riprese

di sessantaquattro,

le altre, fino al bel

numero

totale

teWArchivio Storico Siciliano. Codesti

splendidi risultamenti delle esplorazioni del Cavallari, confortati dalle illustrazioni del Carini, del

son

tali

Rossi, del

Le

Blant,

per fermo da invogliare ad ulteriori ricerche. Ma, per

una delle

solite contraddizioni, noi

te, oggi, chi si desse,

meno

De

troveremmo pi facilmen-

a corpo perduto, a rintracciare un pi

ipotetico cranio preistorico di duemila secoli addietro,

anzich uno studioso che intendesse a scrutare quei venerandi

entro

monumenti
ai

quali

delle origini del cristiano incivilimento,

non sarebbe guari impossibile rinvenir qualche


traccia del passaggio

XLV

storico

che

postolo Paolo, e dove pur certo

primi secoli

dell'A-

e non ipotetico

avanzi dei

altri

Ma

nostra ra son da mettere a luce.

di

non

divaghiamo.

Son degni
filologici
"

di

essere ricordati, tra

non

pochi lavori

del Carini attenenti all'Isola nostra, la

greco di Sicilia

sul dialetto

a proposito

memoria
un opu-

di

scolo del Signor G. Arens; alla quale fa seguito l'elenco


di

ben cinquantadue parole, tralasciate dal

sco, ciascuna seguita

zioni {N.

Eff. Sicil.,

XV

allo Idillio
tri

da opportune

1870)

il

ed

sul

ma, 1889) non che

teriali

mitologico

di Teocrito corredato di opportuni

un nuovo discorso

et

osserva-

erudite

Commento

con usanze tuttavia vigenti presso

mediae

filologo tede-

di noi

riscon-

(Roma, 1889);

Dialetto greco di Sicilia

(Ro-

saggi di supplemento al Glossarium

infimae latinitatis del Ducange, desunti da

diplomatici siciliani, e talvolta del

liano {N. Eff. Sicil, voi. IV, p.

ma-

continente Ita-

74, 205, 280, e V, 23).

L' insegnamento della paleografia e della diplomatica,


in virt di

un Regio

Decreto del

agosto 1843,

1*^

nel nostro Archivio di Stato, impartito da

aggregato

fin d'allora

R. Universit

di

era,

un professore,

alla facolt filosofico-letteraria della

Palermo. Primo, ed unico titolare ne fu

l'insigne Prof. Salvatore Cusa, in questo scritto ripetuta-

mente

ricordato,

alla posterit

il

cui

nome passerebbe legittimamente

per essere

davvero fortunato

egli

stato

maestro

il

del Salinas

del

affettuoso

Pollaci

del

nostro Carini, e d'altri parecchi; pur non tenendo conto

XLVI

della di lui

Arabi di

stupenda collezione

Sicilia .

Ma

nel

"

dei

Diplomi Greci ed

1875, riordinati

degli Archivi di Stato, fu disposto che

mento

regolamenti
insegna-

detto

un semplice impiegato presso

fosse affidato a

scuna Soprintendenza

il

e pertanto

chiamato

cia-

Cusa

il

ad

insegnare lingua e letteratura x^raba nella sopradetta Universit

fu prescelto

il

incombere

per

Carini

a quelle

funzioni.

Costum

egli fin dall'inizio

con una prolusione; e


dell'anno

difatti

inaugurar tale insegnamento


dar principio

nel

1877-78 s'intrattenne a

rilevare

portanza dei codici e dei diplomi


storiche, e a ricordar le vicende
d'essi

forman Tobbietto. Notevole

il

pregio e l'im-

come

considerati
subite

fonti

e gli studi on-

in essa

quale con belle ed affettuose parole

corso

al

il

principio,

annunziando

nel

allon-

l'

tanarsi dalla cattedra dell'amoroso maestro, ne ricordava


i

titoli

luminosi e le benemerenze

acquistate

Nelle

(1).

susseguenti, anzich vagar per le generali, prese a trat-

tare uno speciale argomento

attenente alle diplomatiche

discipline, sicch in sostanza, siffatte prolusioni riuscirono

vere e compiute monografie. Ricordo ad esempio


* sulle

materie scrittone adoperate in

cominciar del corso dell'anno 1878-79

porpora e

mente

colore porporino

il

siciliana

l'anno 1879-80

con cui die


(3),

presente

(t) Inserita in

N. Effem.

(2) Inserita in

N. Eff.

(3) Inserita in JV.

nella

Sicilia
(2);

quella

detta nel

e l'altra

"

sulla

diplomatica, special-

principio
il

alle

lezioni del-

rinomato Guglielmo Wat-

Sicil., serie ITI, voi. VI, p.

149.

Sicil.y serie III, voi. Vili p. 218.

Eff. Sicil., serie III, voi.

IX pag. 297, e

pag, 3,

XLVII

di paleografia e diplomatica

tenbach professore
versit

Berlino.

di

lamentata

morte

la

poich recentemente

mai

non

del

La Lumia Soprintendente

Isidoro

Oarini che

gli

allora

abbastanza

si

era

rimpianto

Archivi Siciliani,

agli

congiunto

fu affettuoso

Uni-

nell'

cominci

il

quella

prolusione con belle e pietose parole alla di lui memoria,

come

ricordando opportunamente

aveva commemorato

degnamente

benemerenze come

lievi

e perch

il

come

scrittore e

Sommo

determinato a nominare

nostro

della Santa Sede e Consultore


nalizia per gli

(scriveva

studi

storici.

Leone XIII

Carini

della
"

Il

pubbhcazione dei Regesti Vaticani)


bastanza arduo.

Dopo

Innocenzo

compito a

affidato

lui

gi citato sulla

per dir vero, ab-

lavori del Jafif e

III

fosse

Sottoarchivista

Potthast,

del

che vanno, l'uno da San Pietro a Celestino III


l'altro da

si

Commissione Cardi-

P. Luigi Previti nell'articolo

il

cittadino (1).

bastevole a spiegare

Pontefice

il

non

e con giudizio, le

Ci che ho premesso pi che

come

altrove ne

stesso

egli

(....

1198),

XI (1198-1304),
Potremmo sul pro-

a Benedetto

nuovi documenti son venuti

alla luce.

posito citare le opere o monografie speciali del Cardinale

Bartolini sul

Papa Zaccaria, dell'Ewald sopra san Leone IX,

del Liverani per Onorio II, dell'Arndt per

ecc.

(1)

Serie

Ma

La
III,

basta sopratutto

citata
voi.

commemorazione

IX pag.

11

percorrere

Iter

Innocenzo

IT,

Italicum del

fu parimenti inserita nelle N. Eff. SiciL,

e 123. Era stata letta dinanzi l'Accademia Pa-

lermitana di Scienze e Lettere nella seduta destinata alle funebri ono-

ranze per r estinto La Lumia. Allo stesso Carini appartiene

che fu premessa

Bimo (Palermo,

all'

ultima edizione delle Slorie

tip. Virz'i,

1881, voi. 4).

la biografia

Siciliane del

mede-

Pflugh-Harttung,
versit di

norum

748

dal
ci

al

nonch

Tubinga,

inedita,

insegnante

privato

Ada

gli

Storia

nell'

1198, per convincersi

Harttung ha messo

lo

in

periodo

il

dell'ampia msse che

tuttora a raccogliere in questo campo. Tra

che

Roma-

Pontificum

medesimo, che comprendono

del

Uni-

luce teste, vi

cimeli,

un

e.,

p.

mutilo frammento papiraceo di Papa Formoso, conservato


negli Archivi Nazionali di Parigi
ch'essi,

due

fogli,

papiracei an-

ed assai danneggiati dal tempo, appartenenti

Biblioteca pubblica di Dijon, che contengono

Papa Giovanni XV;

vi

Hannover,

in

cui quel

nell'

di

Archivio

Roma, come

piere

il

lavoro

la

documenti

non

supplementi

menzionati

sultare Codici

ma

nelle

dal

e piena

neppure

istituire

svariate

a comJaff

segnatamente pei Papi pi

limitarsi ai soli Archivi Vaticani, e

ticana Biblioteca,

esistenti,

in Italia e dappertutto. Invero,

dei

convenendo

il

pi diligente

analoghi

dal Potthast, lunga purtroppo l'opera


colt

Stato di

di

raccolta dei Regesti Pontificali, volle

vi si unissero pure tutti


sia in

cono-

Hildesheim.

Sua Santit Leone XIII, ordinando

ricerca e compiuta

si

approva e privilegia

Pontefice

Monistero di San Maurizio


"

privilegi di

infine Tunica bolla che

sca di Benedetto X, custodita

alla

di

diffi-

antichi,
alla

Va-

opportune indagini, e conbiblioteche di

la

Casanatense, l'Angelica,

la

Barberina, ecc., nelle altre d' Italia

la Corsiniana,
,

la

Roma, come
Vallicelliana,

come

ziana di Firenze, l'Ambrosiana di Milano,

la

la

Lauren-

Marciana

di

Venezia, e nei pi nobili Archivi ecclesiastici della penisola,

p. e., quel di

silica Collegiata di

Sant'Ambrogio

della Ba-

Monza, dell'Arcivescovile e

della Ca-

in

Milano


Ravenna,

pitolare di

Che anzi

fa

XLIX

Santa

di

Scolastica a Subiaco

d'uopo estendere anciie fuori d'Italia

ecc.

studi

gli

e le ricerche, perch anche l giacciono sepolti nel silenzio degli archivi e

grandemente

potrebbe

mo

che pure

parziali lavori,

tri

con intendimento

(p.

e.

pei pontificati

colmare

di

di

di

n breve,

gi indicate

le

ani-

dopo avere

van facendo da

si

Gregorio

di S.

vanni Vili, di Gregorio VII, di


rio III,

di cui

degna del gra/ide

e della regia liberalit di Leone XIII

ricordato

tesori

come ognun vede

poca mole, e perci stesso

di

tanti

avvantaggiarsi la storia dei Papi

Impresa

e della Chiesa.

biblioteche

delle

il

Grande

al-

lacune,

Innocenzo III,

di

Gio-

di

Ono-

Gregorio IX, di Innocenzo IV, di Alessandro IV,

Nicol IV, di Bonifacio Vili e di Benedetto XI) con-

tinua

'^
:

Ci che rimane adunque dopo tutti questi lavori

ce l'aspettiamo dal prof. Carini. Egli

mente

oltre

IV, Urbano IV, Cle-

degli altri Papi, Alessandro

mente IV, Gregorio X, Nicol

III,

occuper natural-

si

Martino IV, Onorio TV,

brevissimi pontificati di Celestino IV, Innocenzo V,

Adriano V, Giovanni

XXI

Celestino V.

lui,

editore dei documenti aragonesi riguardanti

spro,

riuscir

Pontefici; che

gradito

il

rivolgere

accompagnano

la

suoi

il

Siciliano,

famoso Vea questi

studi

caduta della dinastia sve-

va e dell'angioina, avvenimenti che s'intrecciano con

quelli

dalla sua Isola nativa. 11 compito, l'abbiam gi detto,

n breve n leggiero
vaticani, vi sono

anche

tanto pi

che

documenti

ficia

hanno meglio

Diekamp

oltre

sparsi

raccogliere e pubblicare. I recentissimi


del Kaltenbrunner, del

sulla

classificato le varie

studi

non

registri

qua e

da

del Sickel,

diplomatica pontispecie di epistole


4

papali,

che uscivano da queiroperosa Cancelleria. Cos vi

sono

Privilegi

che distinguonsi

suggello pendente ed attaccato a

vantaggi

formato, al

di seta rossa e gialla;

fili

e fra queste le gratiosae che conferi-

le semplici Lettere,

scono

ampio

all'

Mandata che

trasmettono

ordini

le

Lettere chiuse, che naturalmente scarseggiano adesso, ben-

ch
le

Papi ne facessero sin d'allora un uso frequente, e

aperte ossia patenti.

che ben poche lettere

naturale

chiuse ci siano sopravanzate, perch, non contenendo ge-

neralmente disposizioni
cilmente distrutte.

stessi

gli

durevole, andavano fa-

Esse erano per

da messaggieri

viati speciali,

erano

di effetto

che

poi

pi portate da in-

lo

di fiducia,

che soventi volte

Per

riportavano le risposte.

quel che rimane tuttavia deve tenersi senza dubbio presente per inferire quello

che soggiacquero

di tal sorta,

di

quaggi

che dovevano
al fato

il

Leone XIII, e

compito non breve n leggiero


il

Carini

lo

assunse senza
ardor

cinse all'opera con quello stesso

ma

gli

comune

le

lettere

delle

cose

Tal era

intraprese

essere

il

affidatogli

esitare.

febbrile,

da

Si ac-

con cui

lavoro memorabile nell'Archivio Barcellonese;

effetti,

attesa la

immensa

tese le innumerevoli distrazioni

senza interruzione

gli

vastit del disegno, at-

attese

le

richieste,

che

piovevano da amici, da conoscenti, da

ignoti ben anco, tendenti ad ottener notizie da attingere

a quella inesauribile fonte, che sono


gli

effetti,

ripeto non potevano

stava senz'altro

il

gli

archivi Vaticani,

mica essere

gli stessi.

Ba-

dovere attendere all'insegnamento della

paleografia, della diplomatica e della

critica storica nella

Scuola Vaticana, per togliergli gran

parte di quel tempo

LI

che avrebbe dovuto

destinare

agli studi e

Quell'insegnamento, di carattere aifatto


riore,
s

alle ricerche.

e supe-

speciale,

da impartirsi non gi a giovani imberbi ed inesperti,

ad uomini

e gi iniziati, se non altro, alle disci-

fatti

pline storiche e critiche, dovea dargli, e davagli di fatto,

molto da pensare e da lavorare; imperocch ben s'intende

come

dovesse prepararsi a ben altro che

egli

elementare

quando

trattavasi di dovere

alla lezione

rispondere con

soddisfazione ai dubbi e alle obbiezioni di persone sapute,

e gi erudite nei principi

della scienza,

che

doveva

egli

loro esplicare in tutti gli aspetti.

Ma

dinanzi a tanta mole di lavoro egli

imprendeva

vasi, anzi

confacevasi a
il

vo' dire

lui,

papa contemporaneo

Siciliano.

Clemente IV,
Vespro

allo scoppio formidabile del

tempi

cosiffatto lavoro,

dovevano

studi gi fatti negli archivi di

gli

sicch da credere

teriale riferibile ai

che meglio

la parte

pontificato di

il

ben condurre un

mirabilmente giovargli

Spagna

gran cuore

di

non arretra-

di

che nel raccogliere

il

ma-

quel famoso Pontefice, nulla

o ben poco possa essergli sfuggito. L'importantissima raccolta,

per quanto

punto; anzi

la

io

ne sappia, deve esser fornita

stampa erane molto

inopinatamente troncato

Laonde a

Mi tocca adesso a
distendermi

di

piti

di

oltre

di

tanto pregio

compiutane

la

pubblica ragione.

far semplice

Carini come insegnante


:

degna

e che presto o tardi,

stampa, possa esser fatta

allorch fu

di quella vita preziosa.

far voti, che un'opera

non vada perduta

ticana

stame

lo

inoltrata,

di tutto

cenno dell'opera del

Paleografia nella Scuola Va-

non potrei se non oltrepas-

Lll

saodo troppo pi

quel che convenga

di

limiti

assegnati

a questa commemorazione.

La Prolusione

Corso di Paleografia

inaugurato nella

rica,

come a

al

la

dire,

Vaticana

scuola

il

Critica

sto-

16 marzo 1885-

colonna milliaria della nuova via aperta

agli studi storici nell'alma

Pontefice Leone XIII, e

Roma, per volere

come

il

Sommo

del

un nuovo e

principio di

vastissimo lavoro di esplorazione in un campo, nel quale

oggi pu chiunque impiegare la propria

quando

attivit,

per l'innanzi era esso aperto soltanto hmitatamente a poprivilegiati. In

chi

essa nettamente

ammirevole tracciato
in

due

la

prima

disegno dell'insegnamento distinto


Diplomatica,

Paleografia e Critica

parti:

insegna a conoscere

che

il

con semplicit

antiche

le

scienza,
scritture,

scienza, la seconda, che importa lo studio metodico e

gorosamente
sto disegno
leografia,

scientifico dei

monumenti

doveva essere svolto

Diplomatica

primo fascicolo

manuale di

Scritture varie

(1886), e poi

(1)

ed

"

Il

chio

Signum

Conosco tre edizioni

la 3' (1888) di pp. 113;


la 2 edizione.

abbreviazioni

il

iniziato con

(2),

"

un,

Epigrafia

14

il

"

monumenti

e-

Piccolos
classica-

dell' epigrafia

Christi ne'

del

Me-

di questo 1 fascicolo la 1' (1886) di pp. 86;.

la 4' (1889)

Noto che

la

di pp. 144.

1' ediz.

vissimo delle lezioni di Paleografia


fica

Pa-

Corso di

Scrittura latina (1).

Papa Damaso (1887)

sigle

Critica Storica

Dei fascicoli susseguenti conosco


Paleografia del

diplomatici. Code-

un

in

ri-

ha

il

Non ho avuto

titolo

sott' oc-

Soninario bre-

e che nelle susseguenti

la

quali-

brevissimo omessa, e con ragione.

(2)

pp. 63.

Ristampato, senza numero, nel 1889. La

1* ediz.

ha pp.

57, la 2-

La

dio evo (1888), Il papiro (1888),


bri

neW

antichit

Le

e forse

rio (1889),

me non

che a

sovvengono. Fi-

nalmente abbiamo, senza data, un fascicoletto


nel quale

dinotano

si

"

gli

Critica Storica trattati nella


tre corsi
"

1886

1885,

del

li-

(1888), // Commercio libra-

recite

altri

pubblicazione de'

Argomenti

di

1887,

quali

pp. 11,

Paleografia e

Vaticana ne*

Pontificia scuola

di

distinguonsi in

(scrittura, con appendice dell'epi-

corso Paleografico,

grafia classica e cristiana) e

"

corso

di

diplomatica

(ma-

terie scrittone).

Non

mio assunto, ripeto, prendere in

del Carini

come insegnante

ne sarebbe
quanto

l'opera

Non

Scuola Vaticana.

luogo, n potrebbe darsene giudizio adequato

il

metodo,

al

nella

esame

sventuratamente,

postoch,

arriv a colorire che in parte

vasto disegno

il

mani. Certo per che in quel che

che avea

ha

per

le

gli

ha addensato tanta materia da sbalordire

ci

non

egli

lasciato,

e se per

avventura lascia qualcosa a desiderare per quanto delle


.proporzioni, ovvero dell'indole di certe trattazioni, le quali

sembrare troppo

posson talvolta

speciali,

non sempre

dicevoli a un

Corso nel quale son da svolgere pi o

estesamente

principi

generali

di

una data

disciplina

^purtuttavolta da considerare che la scuola, ove

insegnava, aveva quel carattere che proprio

gnamento
zione

superiore,

ammesse

avvegnach,

in

nel quale

le trattazioni

simili casi

di
pii

menti onde una data scienza


destrare

discenti,

si

sono
siffatti

per

lor

Carini

comune acce-

che a dichiarare

onde divengano a

il

dell' inse-

argomenti

compone,

meno

si

speciali,
gli

ele-

mira ad ad-

volta

tori e maestri delle dis<;ipline prese a studiare.

osserva-

LIV

mole

Quasi tanta

lavoro non fosse adequata alla

di

mirabile di lui attivit,

Carini a ben

il

altri

studi atten-

deva, ad altre opere rivolgeva la mente. Ascritto all'Ac-

cademia

di Religione cattolica,

leggeva in una delle adu-

nanze della medesima (26 marzo 1885) un dotto discorso


nel quale

addossatimi

cominciava

(cos

simo insegnamento
gnit

tempo

suo dire) ed

voleri vostri

a'

Discorso

lavori

dalla beni-

per

il

mio

ai desideri, o

ed eccomi a sdebitarmi col pre-

primo

il

recentis-

il

affidato

tutto reclamino

regesti

Bench

"

non ho saputo, n potuto sottrarmi

meglio,

sente

il

lettere e

che mi stato

Padre

Santo

del

" le

ordine al loro primato

Papi in

dei

a considerare

toglieva

con cui ho

onore

1'

tratte-

di

nervi, dacch vi degnaste aggiungere questo povero Iso-

come sono

lano al vostro nobiHssimo consesso. Dedito


studio delle fonti storiche che riguardano

il

Papato,

allo

non

ho bisogno .volgermi altrove, ne andar cercando argomenti


opportuni

pi

tempi che corrono

ai

o di pi prossima

importanza. Povera, digiuna, sterile per vero

la

storia

(seppure storia pu dirsi) ove non giovisi de' monumenti


coevi. Senz'essi,
cos

nativo

la nobile

non

si

dei fatti

mala fede

di

medesima
la

non

si

ed austera magistra

sospetto di parzialit, n

ranza

coglie l'aspetto genuino

il

dotto

si
.

dir

saluta neppur dalla soglia


vitae,

non

convincono

si

tardi dinanzi alla

ed assennato discorso su

" i

Lapsi e

deportazione in Sicilia dei Papa S. Eusebio (1886)

argomento

che

Catacombe

di S.

papa

a trattare in un discorso su

torn

Giovanni

Eusebio (1890)

in

il

avversari d'igno-

gli

Leggeva pi

cessa da s

Siracusa e

le

"*

le

memorie del

Allo stesso tempo contribuiva ai

non gi come un Frugoni o uno Zappi,

lavori deirArcadia,

come un

si

LV

geniale erudito, di quella vasta e gentile eru-

dizione che ninno saprebbe contestargli


divisa

dettame del Liberto

il

Nisi utile est

Augusto

di

quod facimus,

il

quale ha per

stulta est gloria.

tenute dinanzi quella famosa

cos nelle conferenze

Accademia

egli

nare or

Benedetto da Norcia e di Gregorio Magno, or

di

Romano,

e del Sacro impero

Carolingi

dei

venne intrattenendo V uditorio

or della Cul-

tura nell'evo Carolngio, or della Civilt nel

eW Occidente

Oriente

nei

VI

secoli

che
cui

piti

Secolo,

VII, or

Origini della sovranit dei Papi, ed or di

col ragio-

altri

or

delle

argomenti

richiamano l'attenzione de' contemporanei; e la

modo

trattazione in

moltissimo

a sfatare

gli

dir cos
errori

popolare

conferisce

a diffondere le

buone e

sane idee, e nello stesso tempo a far passare con diletto


e profitto, ben altrimenti che altrove
nata. Un'Arcadia intenta a uno scopo

ben diversa da quella


ciamente,

le

perch meglio

si

aggregati

narrarne

la storia,

lume (Roma, 1891,


gini (1690)

forse

ai

per certo

non sempre accon-

modo

pi conforme

alle inclinazioni degli

uomini odierni.

a ogni

sapesse qual fu in origine codesta Ar-

cadia, quali le sue vicende

ad essa

utile,

di cui parlano,

storie letterarie

ai bisogni dei tempi,

un'ora della gior-

il

quali gli uomini che furono

Carini divis

di

raccogHerne e di

della quale pubblic


di pp.

612

in

S.'^)

il

solo

che va dalle

primordi del secolo XVIII.

a guardar solo quel grosso libro

primo vo-

pi

ori-

d'uno

sarebbero scap-

LVI

pat

bocca parole

di

Messer Lodovico Ariosto

Ippolito d' Este a

questi gli presentava

pensa che
dice

"

si

generale

compone

ogni

se racchiude,

anche minuta, collegata con

e che

altre

tanza, che non avrebbe per se

che

verit

in

ralista

come

"

neppure

vi

istituti

per

data da tale aspetto,

storia

notizia

spregevole pel natud'

interesse per

umano

riflesso dello spirito

la

ecc. che

una

''

conchiuder col Carini,

nulla vi di

il

si

acquista quell' impor-

fatto storico privo

chi cerca dapertutto

se

una Nazione (come ben

documentati degV

studi

in

di

ma

che

delle sue storie locali, e que-

ste di appositi
citt

nell' atto

suo immortale poema

il

la storia

Nostro)

il

a quelle rivolte dal Cardinale

simili

Guar-

dell'Arcadia ha tutta l'im-

portanza, ed degna dello studio di un erudito come


Carini,

il

quale, del resto, seppe farne un libro di lettura

attraente e profittevole,
di

un catalogo

romane che

comunque

di

la presidenza tanto

lo

enumerare

oltre ad

altre

ricordare com' egli fu

una Societ Romana per

dissimo

citazioni al par

di

accademie

vollero ascriverlo al ruolo dei loro soci,

omettere

prediletti

irto

librario.

Senza fermarmi

posso

il

del

che

Nostro

non

fondatore di

il

gli studi bibhci, della

quale tenne

visse. Codesti studi erano tra

egli

ne seguiva con amore

svolgimento, e non era, pu

dirsi,

getico, filologico, apologetico, polemico, su

gran-

lavoro eselibri

santi,

venuto fuori da un trentennio a questa parte, ch'egli non


conoscesse almeno nelle sue linee generali. Indi

bene augurato pensiero


istituzione,

di

in

lui

il

quella nobilissima ed utilissima

che aver dovrebbe

le

sue ramificazioni daper-

LVII

tutto,

a somiglianza (non qui fuor di proposito esprimere

questo desiderio, poich pi avanti ho cennato

liV Arcadia)

a somiglianza, dico, delle Colonie Arcadiche che nel secolo

scorso
.che

sparsero

si

Appennin

per la intera superfcie del

parte, e

mar

il

circonda e l'Alpe.

bel

paese

Non

posso

qui citare tutti gli scritti ch'egli ebbe a leggere dinanzi

a quella nobile assemblea


lavoro

su

"

ma

non debbo omettere

Ugdulena e

Gregorio

gli

bel

il

studi biblici

Di

Gregorio Ugdulena valentissimo orientalista cui dobbiamo


e

la

memoria

celebrata

sulle

monete punico-sicule

primi due volumi di una versione volgare dei sacri

libri

dell'Antico Testamento, condotta sugli originaU, e corre-

data di note eruditissime

il

Carini aveva detto

1'

elogio

dinanzi l'Accademia palermitana di scienze e lettere nel

giorno destinato a rendergli solenni funebri onoranze. S


questo, che lo scritto posteriore pi sopra ricordato, fu-

rono additati a ragione come modello


xptpsta, lode

non piccola, chi pensi

troppo invalso

presso moltissimi

al

di

equanimit e

di

malvezzo che pur-

a sentire

quali

si

dovrebbe giudicare del merito delle persone, non gi per


quello che

hanno

fatto di bene,

per quello che non han fatto

Non

Roma
gio

ma

ed esclusivamente

dimenticare altres che

il

Carini inizi in

parecchie pubblicazioni periodiche, quali lo Spicile-

Vaticano (1888) e

il

Muratori, nelle quali venne in-

serendo pregevoli documenti rinvenuti negli archivi e nelle


biblioteche dell'alma citt. Similmente egli

collabor alla

Rivista internazionale di scienze sociali dell'illustre prof. Toniolo,

dove pubblic tre

articoli

stupendi intorno ai

fatti

LVIII

luttuosi avvenuti in Sicilia sullo scorcio del

cominciando

scuno

gua

il

1894; ne' quali

il

eppure ne

come

fatto suo,

ritrasse

gli

come

esclusi,

il

pelo alla

tanto degli amici

ben s'intende, coloro.

lui

ancora una volta

de hoc iterumf Finalmente va notato che

Audiemtcs

vista di scienze ecclesiastiche e storiche della quale

programma. Quel programma che fu

per in-

egli,

vito speciale del Pontefice, intendeva a fondare

il

lin-

fu detto all'Apostolo Paolo dinanzi all'Areopago

Ateniese, non dissero a


te

applausi

in-

egli disse a cia-

suol dirsi, senza

quanto degli avversari ....


che,

articoli

1893 ed

una Ri-

avea steso

l'ultimo scritto del

Carini, doveva esser pubblicato giusto l'indomani della di


lui

morte

Esso (ben dice

il

proposito l'insigne

Fumi) basta per

mendatore Luigi
cerdote e

al

Carini scienziato

definire

il

com-

Caeini sa-

e per gli uomini saggi e

temperati valutarne coi meriti letterari, l'animo equihbrato,

mentre

uomini

fra gli

di

poca fede e pusillanimi

fra le

nature passionate, sembrer a chi un romantico, a chi un


rivoluzionario (Bollettino della societ
tria,

di storia pa-

genn. 1895).

Nel 1887

il

della Biblioteca

che

Umbra

lo

S.

P.

Leone XIII

lo

eleggeva a Prefetto

ApostoHca Vaticana, nello stesso mentre

nominava suo Prelato domestico e Canonico

Basilica Vaticana. Del

modo come

egli sostenesse la co-

spicua carica novissimamente affidatagli cos scrive

gnor

E. Salvador!

Nostro ha
lui

nella bella

fatto dinanzi

lacrimata fine

"

della

il

commemorazione che

si-

del

l'Arcadia pochi giorni dopo la di

Quella grand'aula della Biblioteca io

l'ho assomigliata pi volte

ad una sala di scuola e d'esa-

LIX

mi

dove

maestro
erano

che

fossero

lettori

tanto intime

di

gli

Mons. Carini

fiduciosa
lui

il

deferenza

notevole per

alunni fossero tutti, o quasi, pro-

scrittori e storici insigni, celebrit talvolta

fessori valenti,

mondiali

cordiali e

questa scuola

in

alunni

degli studiosi con

relazioni

le

gli

Insediatosi nel nuovo officio, rivolse

il

pensiero a scru-

tar l'origine e le vijf^ende di quello inestimabile tesoro alle

sue cure

come

fu l'estremo

telligente
cos,

affidato.

la

Ma

era scritto che quelka

campo,

cui mostrar dovevasi la in-

in

Nostro

e prodigiosa attivit del

causa innocente della di

disegno

biblioteca

fosse

a dir

morto inaspettata. Cos

lui

da Lui concepito, di dettarne una

storili

re-

golare e completa, rimase poco pi che in embrione;

ed

il

gran ventura che


"

sulla

rimasta una

Biblioteca Vaticana

egli illustr

specialmente

la

nel quale,

come

naturale,

acquisti fatti per essa

da Giulio II a Leone XIII.

passato, quasi senz'avvedermene, a rassegna

di

prin-

mio compianto amico, e rileggendola mi

cipali lavori del

accorgo che

delle varie vicende e

traslazioni da essa subite, e degli

Ho

storica

parte storica delle origini e

svolgimento della medesima

dalla munificenza dei Papi,

memoria

"

propriet della Sede Aposto-

(Roma, 1892) abbozzo,

lica

dello

ci sia

molti e molti che son pur degni di atten-

zione e di plauso non ho fatto alcuna menzione. Di que-

sta omissione
di leggieri, si

grafia (gi r

una

lista

larga purtroppo

perch

il

ho detto) e

completa degli

mio
s

scritto

mi

si

accorder venia

non una

biobiblio-

ancora perch, solo a fornire

scritti del

Nostro, d pensarvi

LX

due e tre

volte.

glia Gullotti

Per

altro io so che

come

Secondo quel catalogo

le

pubblicazioni

di

487

dico

desumo
vador!

postume

(?),

Sac. Paolo Mira-

gli

pare, dallo stesso Ca-

ascenderebbero

all'

al

comprese

numero

bel

Questa

commemorazione

pur soggiungendo

ha riguardo

Lui

scritti di

quattrocentottantasette !

sullodata

dalla

mile, se si

il

ha pubblicato recentemente un catalogo com-

pleto dei medesimi redatto


rini.

del

che se non vera

notizia io

signor Sal,

verisi-

amico

attivit prodigiosa dell'

mio carissimo, e meglio ancora

alla

di

lui

(mi

si

condoni

la cacofonia) fehcissima facilit nello scrivere.

Non debbo per


di

'^

Aneddoti

Siciliani

che

son

si

venute pubblicando

Archivio Storico (1888-1891).

nostro

nel

tralasciar di ricordare le quattro serie

Son

una

essi

considerevole raccolta di notizie raccolte da diplomi e da


codici

(talvolta

nostra

Sicilia.

benanco da

libri

stampati) concernenti la

h dentro un tesoro a disposizione

di

chiunque voglia e sappia giovarsene.

Del Carini, uomo e sacerdote,

ci

da empirne un giusto volume. Della


basta

ribile

debiti

una sola prova

egli

sarebbe da dir tanto


di lui carit inesau-

morto lasciando dei

tuttoch raccogliesse una pingue prebenda

che

le

mansioni

lui

disimpegnati.

gli

spettavano

in

codesti debiti

causa degli

non da

oltre

uffici

da

altro derivavano

se non da soccorsi ai tapini, ai derehtti, che a lui ricor-

rendo, sapevan purtroppo di non piatire invano. Tutt' altro

Egli

fornir

di

che non esit

un

a disfarsi del proprio letto per

paio di materassi una poco bene avventu-

rata coppia, che avea messo


dell'intervento

sii

mnage, facondo a

del parroco e del sindaco

meno

studiandosi in

LZI

tal

modo

rimetterla in carreggiata

di

con Dio e con

gli

negarsi a chiunque

Tempo

fosser date

Canonico

propria

la

Carini

convegno

il

sapevano che

sospetto,

p.

abitaziohe del buon

nell'

guai a colui, che

fosse attentato di metterlo

si

sulla sincerit pi o

e.

asserti bisogni

di certi

rini andava su tutte le furie

meglio

era spacciato

egli

ricorrendo

lui

certe conversioni, sulla realt pi o

bile di

numerosa

pi o meno,

fu in cui parve, che le perico-

vi

esse

mosso da qualche
ravviso

da cinque o

biglietto

qualcosina avrebbero sempre ottenuto.

in su

ne poteva

ventiquattro ore non avea gustato bric-

famiglia che da

lanti si

il

rappaciarla

e di

non sapeva

egli

chiedesse

gli

da dieci per isfamare

ciolo di pane.

uomini

meno

attendi-

meno

fondata

buon Ca-

il

e conchiudeva che

amava

canzonato da un imbroglione, an-

di riconoscersi

zich correr pericolo di veder morire un affamato autentico !

Quanto all'adempimento dei doveri sacerdotali sarebbe


superfluo soggiungere, ch'ei n'era rigido e scrupoloso osservatore.

Ma

non va dimenticata

interrotta per lunga serie d'anni

dove poteva menar vanto


di quei trionfi

re

in

vizio,

persona

lottavano

quando
ci

noi

in

tempi

al

carcere giudiziario

avere riportato dei

le

trionfi

sacerdote cattolico sa riportae

di

donne invecchiate nel

nei misfatti
in cui

il

come

non va

malandrinaggio

cittadini della

permettevamo

senza aver preso

sua assistenza, non

alzata contro le autorit

visiera
tutti

il

uomini

di

nella turpitudine

menticato che

non

che solo

di

la

e la

di-

mafia

costituite

fehce citt di Palermo

di uscire dalle porte dell'antica citt

opportune precauzioni

che

bene

voglio dire negli anni che


1866 in quei tempi, dico,

spesso Don precavevano nulla


di
il

poco seguirono

fatale

il

Carini recavasi tutto solo, d'inverno, verso

suburbana

alla chiesa parrocchiale

tina,

4 di mat-

le

Falsomele, od

di

in altra chiesa dell'agro palermitano, a predicarvi la no-

vena del Natale

sacerdotale

co'

spalle
il

andare

doveri di

la predica agli

l'agio di ascoltar

dovevano

o per ascoltar

tanto per conciliare l'adempimento del do-

le confessioni,

vere

o gli esercizi spirituali

buscarsi

il

quei buoni contadini

Padre Carini,

il

1'

ufficio

quanto per dar

operai che

pane con

di giorno

croce

la

amavan perci

venuto a rimpatriare, fu a visitarmi

Villagrazia,

il

da centinaia
letizia nel

di lui passaggio
di

Senza

di

in

una

bene

citati articoli

su

la

argomentarne l'interesse

sociale in Sicilia, per

la loro

colmavano

lo

dicevano averne

che

che basta leggere

mai sempre

salutato

campagnuoli che addimostravano

pel

volta,

campagna, a

per quelle vie fu

rivedere l'antico concionatore, e

di benedizioni

cuore

quale oltrech predicatore, e confessore,

facevasi tutto a tutti. Ricordo in proposito, che


ch'egli,

di

delle

ricevuto.

questione

ch'ei prese

cam-

pel miglioramento della nostra gente di

pagna.
Taccio dell'assistenza, amorosa ed efficace, prestata da

Lui

ai

poveri colerosi

nelle

epidemie che han desolato

purtroppo, a non lunghe riprese la nostra citt.

va

dimenticato

Roma

nel

egli qui

1885, mentre

cooperarsi in

Verso

com*

gli

tutti i

si

recasse di

infieriva l'asiatico

modi a vantaggio

ultimi dello scorso

Ma

non

proposito da

morbo, per

dei poveri sofferenti.

Dicembre un

tale

cha

LXIII

asseriva chiamarsi

Biblioteca

nella

rini

codici, e

tutto

il

Rapisardi,

prof.

si

suo

ma

svolgerli ed esaminarli

agio

al

Ca-

Vaticana. Chiedeva studiare taluni

ebbe prontamente, non solo

li

presentava

fu lasciato

Carini

il

con

quella fiducia eccessiva con cui usava con tutti, non so-

spettando di aver a fare con un traditore, non pens nem-

meno

da

a tenerselo

troppo bene

fatto suo

il

circa

una parte

esse

di

fosse offerta

presentate, riconobbe

tantosto

il

Caso volle che

vendita

al

Ministero

che erano di provenienza


di

Sicurezza pubblica,

state tolte a due codici della Vaticana,

erano

si

riusciva a ricuperare

il

mal-

Carini ne dava notizia per mezzo ^eW* Osservatore

Bomano con
"

in

lire.

le

Carini. Cos da una parte fu assodato

mentre da un'altra parte


Il

codici

e poich l'impiegato cui furono

ne tu avvertita l'Autorit

ne fu avvertito

tolto.

strapp da quei codici

sessanta delle miniature medesime, e

della Pubblica Istruzione;

che esse

compi pur-

traditore

il

a rigattieri per ben 7000

vendette

furtiva,

pregio, appunto per le miniature ond' erano

del pi alto

adornati

presso.

Una

la

seguente lettera

notizia dolorosa a tutti, a

diffuse nei giornali

....

me

dolorosissima, si

cio che taluni preziosi fogli mi-

niati fossero stati sottratti dai codici Vaticani. Il furto era

vero e recente
Questura) tutto
alle carceri

La prego

il

fortunatamente per
si

ne

sia

lode alla

oggi riconquistato, ed stato tradotto

ladro,

il

sedicente Prof. Giacomo Pardo

{sic).

pubblicare queste due righe per rassicurare

pubblico. Di pi nou

dell'animo

(e

mi consente aggiungere

il

l'agitazione

LXIV

Queste ultime parole


cienza

preso

mio povero amico a causa

il

di cui fu

che

inconsciente

vittima

trata

modo

ii

un Siciliano,

gliel'

di lui, di lui

aveva

dovevano esser

barbarico e vigliacco. Autore n' era stato


il

quale

aveva svergognatamente abusato

siciliano,

quasi sotto

ei

affidato

ne

noi

gli

occhi

stessi

che avrebbe dovuto risponderne non solo a Chi


l'inapprezzabile deposito,

Qual maraviglia adunque che

intero.

pena,

avrebbe detto

tomba? Una sottrazione era stata perpe-

'della fiducia di lui,

'del

Chi

infame attentato

fosser quelle del paradiso terrestre,

quelle della sua

gli

dell'

chiavi della Vaticana eh' ei diceva avere ricevuto

le

come

suffi-

amareggiamento, onde dovette esser

profondo

il

comprendere a

lasciano

sia

morto

di

crepacuore

ma

al

mondo

dopo un mese ap-

?....

non resta che sparger lacrime e

tomba

fiori sulla

nostro Isidoro Carini, martire del dovere. Al disgra-

ziato.,

che fu causa potissima della morte dell'uomo im-

pareggiabile, non dovrebbe essere stata inflitta altra punizione che lo sputo della infamia e del disprezzo

lunque
to

!....

altra

pena

non

proporzionata

sarebbe

al

quadelit-

(1).

R. Starrabba.

(1)

Mentre dettavo

la

presente mi venuta a mano, per cortesia del-

4'amico D.r Giuseppe Lodi,

Nostro

l'aleltuosa e

pregevole commemora/ione del

letta dinanzi all'Arcadia dal Sig. E.

18 Febbraio

u. 8.

(Boma,

4;)eriodico L'Arcadia).

Il

tip. ed.

lettore

Romana,

Salvadori nell'adunanza del


1895, di pp. 35

avr visto ch'io

me

ne sono

estratta dal
,

quando

LXV
a quando, giovato: qui non mi resta che rendere, come siciliano e come

amico del Carini,

pi vivi ringraziamenti all'autore della medesima,

pur riconoscendo con viva soddisfazione che egli ha di Lui molto degnamente ragionato. E perch questa nota non paia una piacenteria, mi permetter rilevare qualche lieve inesattezza sfuggita
p. e., l'aver

annoverato

cos crudamente, <


sotto

<t

(a p.

15 dell'estratto) tra

diplomi greci ed arabi di

r Historia diplomatica Regni

Signor Salvador!

al

gli scritti del

Sicilia

Siciliae di

Carini,

Pai. 1868 e pi

Bartolomeo de Ca-

porsa. > In quanto alla prima parte, cosi com' enunciata, darebbe a cre-

dere che

la collezione dei

Diplomi greci ed erabi di

mentre

del Cusa, dovesse attribuirsi al Carini,

vor

alla trascrizione

arabi,

ne

sempre

avemmo

sotto

che

il

dei diplomi greci

dettato del

com'

della Historia diplomatica

signe e venerando Collega

Sicilia,

Siciliae,

Comm. Bartolomeo Capasse

la-

a quella degli
noi due

non

alla seconda,

me-

sicch

Quanto

che nella specie

Regni

che fu opera

vero che questi

io lavorai

comune maestro

la parte, a dir cosi, materiale.

rita esser chiarita in questo senso, cio

recensione

il

si tratta

della

opera del mio


(e

in-

non de Capor-

sa^ come, forse per errore tipografico, fu lascialo correre nel luogo so-

pra

indicato).

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