VOLUME SETTIMO
"•' 731-870
FIRENZE
SlABll.lMKNTO Tll'OGIlAKlCO K. AlilANl
Via 8. Ottll.) N. 3S
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3310
SOCIETÀ ITALIANA
PKR LA RICERCA DEI PAPIRI GRECI E LATINI IN EGITTO (1)
(1) La SocietiV fa costituita nel 1908 per ini/.iativa di Angiolo Orvieto (v. 'Marzocco'
del 19 Gennaio di quell'anno). Nella primavera ilelPauiio stesso furono fatti scavi ad Asch-
minièii (Ilermupolis Magna) per conto della Società, sotto la direzione, di Ernesto Schiapu-
relli e del coinpiniito Francesco Unllcrini, In segnilo, hanno scavnto a Behnesu (Oxyrhynolios)
il prof. Pistoni noll'inverno del 1910, 1912, 191H e 1914 ; il dott. Farina nell'inverno del 1911.
CoHÌ lo Soliiiipnrelli conio il Pistelli acqniHiarono anche papiri od ostraka da negozianti e
da contadini «li vari luoghi dell' Egitto. Nuovi acquisti furono fatti negli anni 191.5 e I9IK
dal prof. G. Gentilli, e nel 1923 e 1924 dai prof. G. Capovilla.
IV PAPIRI BELLA SOCIETÀ ITALIANA, VOL. VII
N. 15. - Con generose offerte contribuirono anche la signora marchesa Adele Alfieri di
Sostegno, il signor Edward Bullaugh, 11 dott. Alberto Geissir, il siguor Aldo Weill-Schott,
la signora t Eleonora Duse.
In tutti questi nostri vohuni, ora per una ragione ora per un' altra, non
potemmo mai ordinare metodit'amente i testi, letterarii e documentarii, se-
condo il Nel presente volume il disordine è anche maggiore.
loro contenuto.
Anche questa volta, dunque, dovranno i lettori rassegnarsi a riordinare men-
talmente i singoli testi documentarii non riordinati neppure nell' elenco che
fa seguito a queste poche parole di prefazione.
r<'cehi altri papiri e frammenti di papiri, dei quali non pcjchissimi sono uti-
lizzabili li pubblicheremo in un
: prossimo fascicolo, che ci auguriamo possa
esser stampato nel corso di pochi mesi. Forse è inutile aggiungere che sarà
nostra cura non demerirare della fiducia che si è avuta nell'opera nostra.
Molto dobbiamo anche al prof, (iiovanni Capf)villa, che ci ha generosa-
mente donati i n' 731-744, e parecchi altri testi o ci ha egualmente donati
o ha per conto nostro acquistati in varii luoghi dell'Egitto. I più sono pub-
blicati in questo volume, altri compariranno in seguito, talvolta dallo stesso
poco altro di nostro abbiamo che per valore ed estensione valga la pena di
inserire nel fascicolo di papiri del Museo del Cairo, che, come or ora dicevo,
prossimamente pubblicheremo se vecchi e nuovi Socii non concorreranno a
:
fornirci i mezzi por nuovi acquisti. Pare a me, che la buona volontà da parte
loro non dovrebbe mancare. In ogni caso, possiamo vantarci di aver fatto
coscenziosamente quanto ci era possibile per rispondere al desiderio loro e no-
VI PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA, VOL. VII
stro, che in fatto di pubblicazione di testi papiracei l' Italia non restasse troppo
indietro alle nazioni che meglio vi hanno contribuito.
Di coloro che collaborarono ai precedenti volumi ricompaiono qui Eaf-
faeUo Bianchi per il n° 829, Aristide Calderini per i n' 80<). 801. 823, Teresa
Lodi per il n° 762, Medea Norsa non per i soli testi dove compaiono le sue
sigle. Poiché in realtà, nonostante le frequenti assenze per ragioni d' ufficio,
anche questo voliune nel suo complesso deve moltissimo alla sua dottrina pa-
pirologica e alla non ordinaria sicurezza paleografica. Per i n' 745-747. 751.
753. 754. 784 vi ricompare anche Matilde ^Sansoni, che questi testi aveva già
preparati per il voi. VI, e non poterono esservi compresi. Nuovo e valente
collaboratore abbiamo avuto il Dottor Goffredo Coppola, e anche la collabo-
razione sua si estende ben oltre? i testi accompagnati dal suo nome. Final-
mente, è tornato a noi in queste ultime settimane il Dottor Angelo ì^egré, e
ognuno intende quale e quanto aiuto ci abbia dato anche la sua dottrina
giuridica e tecnica. Molto utile mi è stato, né poteva non essere, il consiglio
del Wilcken per il n» 766, del Eostovzev per i n' 787 e 797.
Non ho altro da dire per quel che riguarda la composizione del volume.
Ma non posso non aggiungere che, mentre noi si lavorava a prepararlo, è
scomparso un uomo la cui memoria durerà a lungo fra gli studiosi di papi-
rologia, così per i resultati delle sue ricerche scientifiche, come soprattutto per
i mirabili lavori d'abnegazione da lui compiuti ad utilità di noi tutti Fede- :
maggiori meriti sono, è vero, in altro campo di studi dell' antichità classica,
ma noi l'avemmo volenteroso e dottissimo editore di due nostri papiri astro-
logici (n' 167. 158), e anche per questo non deve esserci negato di ricordarne
qui, addolorati, l' ingegno e la dottrina squisitissima. Un eminente papirologo,
Giovanni Lesquier, é venuto anche a mancare in questi ultimi anni : molti dei
suoi lavori saranno sempre adoperati con riconoscenza degli studiosi di papi-
rologia, da questi e da molti altri il suo libro monumentale L'armée romaine
eti Égypte. E poche settimane fa (Dicembre 1924) abbiamo poi perduto il no
stro carissimo Pietro Stromboli, che la '
Società italiana dei papiri ', come del
resto altri sodalizii di cultura e di studii in Firenze, ebbe zelantissimo ed ope-
rosissimo socio. Aggiungo qui il suo nome, sulle bozze di stampa : ma molto
più ampiamente dovrei parlar di lui, se volessi ricordare tutte le sue bene-
merenze verso di noi. Mi basti dire che per lunghi anni, dalla morte di Gia-
como Levi in poi, egli fu il nostro cassiere e il nostro economo, sempre pronto
a generosi contributi per promuovere il nostro lavoro.
TESTI LETTERARII.
DOCUMENTI.
s. II/IIF?).
738. ISTRlTMENTO DI QUIETANZA {Philadelpheia ; a. 100?)
739. Affitto di terreno (Oxyrhynchos a. ; 163'').
a. 581?).
787. .AFFITTO DI UN MULINO («. Arsinoitcs : S. IIP).
a. 222/3P).
764 e 765. Oroscopi (a. 277p o a. 314p?); il primo prov. da Behnesa (0.vy-
rhynchos), il secondo di provenienza ignota.
741. 742. 821-843 (v. anche 783 e 804) lettere
(e frammenti di lettere)
private romana e bizantina.
; dell' età
854-869 Dall'Archivio di Zenon Phlladelpheia (s. 111"). m
870. Frammenti di corrispondenza VFFiciAi,%(Oxyrhyiuhos^ s. II/IIF).
785 Introd. p. 10. Allo stato degli atti non sembrava davvero temerità supporre che la riu-
nione delle due fiegide; sotto nn solo strategos coincidesse con l'avvento di Autonino
all' impero. Ma un papiro del Museo del Cairo, che pubblicheremo prossimamente,
diniostra lulsa quella ipotesi, h una querela per furto, indirizzata
ed ba la data ineqnivoca
L xa aiioxgaioQot xaiaagos
Tgaiarov ASgiayov at^aarov,
'Entì(p a. 9 Luglio 137''.
Il X dopo L e rotto, ma non può essere che x (per Adriano del resti) non potrebbe
essere se non i, o non ò di corto). Si spieghi comunque che nel papiro di Vienna
'•
S if <'> — 73 l. AvgtjUov — 741 n. 14 /. ò<fliii\ji]ata — 744 8 l. :igo{^.]eXOov > — 745 1«
l. Oeois — 746 t>25 l. yroaoiv — (i32 n. /. hi/hen — 761 n. 4 sq. I. tpv^fjs f] Sià9taiv —
766 n. 3 e 5 dopo n'. 22 aggiungi 812 — 767 n. 4 r. 2 iitoi. l. vnoò. — 772 2 l. àidtfi-
3o«>[s| — 778 correggi la numerazione dei righi — 774 11 l. ftegùiv — 777 3 ?. 4 maggio —
781 lutrod. r. 3 /. 788) — 787 Introd. r. 7 e n. 19 r. 5 correggi I< in P — 708 Introd. r. 6
160 3 l. 160 3. 458 1 — n. 33 dopo per es. aggiungi PF — 708 2 ;. ìgjvg" — p. 9fi r. 2
cancella in parte -righi — 802 n. 6 r. 5 /. pleonastico — ib. le note tegnate 8 e 9 ranno «e-
gnate 9 e 7 — 808 6 l. Aovl— 14 sq. n. r. 2 cancella e — ib. n. r. 27 l. UtfiÀtitiyov —
809 n. 3 correggi jiXtvdofpógot — 828 u. 5 l. vfuiégar — 826 11 correggi 29 in 28 — 882 i
Heraklidfts h iincora, nel seguente Agosto, stratego» della sola (~)ifi. fiegig, Niiniìsia
1108 ad ogni modo non fu, come si credeva (per es. N. Hohlwein, Le Mnsée Belge 1924
p. 141), il primo strategos delle due ftugiòss riunite.
Cfr. Kiihncr Gertli I )>. 22 sq. A. Nauck, Ohn. crii, de trag. gr. fragni, p. 1.5. Diels,
lìerl. Silzungsber. 1910 p. 1149 n. 3.
774 3 adn. Un EÀeràg occorre ora in PLond 1914, H.t (ap. Hell, ./««•« and Christiaim in
Egypt p. 60).
778 Introd. Altri ' Libelli '
ora aii. P. M. Meyer, PUanib 61 Introd. e negli Addenda p. 269.
788 Introd. Risulta ora che Bsqxv col suo monastero era nell' Oxyrhynchites (almeno nel
secolo VI) : PO 1913, 58 toXs /loràCovat Btgxv. 2025, 23. 2032, 49. K il nostro Ge-
rontios (r. 7) sarà identico ali' IXXoyi/twTaTOs oxoi.aaTixòi <PX. l'egóntog di PO 1913, 56
(dell'a. bóò^ all' incirca). Per le varie specie di ayiai jiQoa<po(>ai v. Wenger-Heìsenberg
a PMonac 8,5 (pii lasciti come nel nostro papiro adn. PO 1898, 23). Cfr. 89 1 sq.
787 Introd. Un documento analogo di Oxyrh.vnchos, dell'a. 508'', è pubblicato ora in PO 1890,
dove gli editori (voi. XVI p. 100 n. l) si domandano :
'
ean the obscurc tax jicÀm-
Xtxóv (y. 787 16) he brouglit into connoxiou witli m).a ? '. Per i /itvXoxó.-iot del r. 17
V. ora anche PO 1983, 18.
788 19 adn. Per le t'ifiégai osfiaaiai v. ora anche Bell o. e. (adn. PLond 1912, 29 sq.).
20 adn. Poiché ho rimandato alla nota a 343 3 avrei dovuto aggiungere anche Lewald
a PFraukf 1, 33 (= 85 sq.).
801 2 adn. Esempio antico (a. 83') di questo uso del nominativo òutódoais ora in PUamb 5H, 9.
809 Sarà piuttosto del VI secolo, come PO 1911 sqq. Nel r. 4 l. xvx/.(dda) e correggi quindi
la nota (ci. PO 1899, 4 etc.) ; e nel r. 6 l. xarayiria/iòv) ci. PBaden 29, 8. PO
voi. XVI (Indice s. v.).
819 3 Nuove menzioni di questo sjioixiov Oarjoiog, sempre di età bizantina, offre ora il vo-
lume XVI di PO (p. 302).
820 16 adn. Kastorion forse VAvQriliog Kaazogiwv ènifie!Lì]tìjg xii'>oo" (PThead 33) nell'a. SU'"
«3
e poi più tardi (324'' etc.) imfi. ègyarwv rò)»' xaià rijv àia^aatgivtjv fieyaXr/v (PThead
34 e 35).
824. Forse è da confrontare PO 1835, dove si tratta di mogli di funzionarli trattenute iu
prigione, alcune delle quali si chiede sieno rilasciate.
839 4 adn. Oltre i lessici, v. T. Mommsen, Beiirage zu der Lehrc ror den griech. Prà'posi-
tionen p. 502 sqq.
844 Introd. p. 148 (nella nota) Accennando a 2'iberius liiliuK Alexandei- come autore del De
nmndo pseudaristotelico, ho voluto dire soltanto che la ipotesi del Bernays (Gee.
Abhaudt. II 278 sqq.) non mi pare si possa così uategoricameuto escludere come
ADDENDA ET COBIilOENDA, VOL. VII xiii
870 19 Uopo cfa^eu^^; sarìl stata indicata la merce di esportazione, per es. oixov.
PAriRI GRECI E LATINI
n' 731-870
731-744.
Papiri Capovilla.
Nel 1922 il prof. Giovanni Capovilla, allora come oggi insegnante nel
Liceo italiano del Cairo, ci consegnò un manipolo di papiri greci che egli
aveva acquistati da negozianti egiziani e in parte aveva trascritti e studiati
sul posto, pur senza sussidi papirologici di sorta. Di tali papiri e di quanto
sopra di essi aveva lavorato egli fa ora generosamente dono alla nostra So-
cietà ; e qui gliene rendiamo pubbliclie grazie.
Abbiamo ristudiato in Firenze alcuni di quei testi che è parso utile
pubblicare. E, come suole avvenire in sifl'atti casi, non sono ora in grado
di indicare con precisione quanto si debba alla collaborazione di M. Norsa
e mia ; e se tentassi di farlo, fluirei certamente col far torto al primo
trascrittore ed illustratore. Invece non perdo proprio nulla a dichiarare
che, se qualcosa di buono abbiamo fatto, si deve in massima parte all'aver
potuto mettere a frutto il primo lavoro del Capovilla. Che se poi, come è
sicuro, sono dovuti a noi errori che egli avrebbe saputo evitare, quando
avesse avuto agio di riesaminare qui insieme a noi gli originali, ben s' in-
Intanto, anche del secondo dono gli aieno rese le nostre grazie migliori.
'HQax[k
[
xcù]
5 ^ifik(io(pvka$iv)
] « . [
]»»ov yvfivaalov
[ , ],[,],, .xtj? ,
[ ]<,.va
20 [ ].
cken {Chrest. n" 217), alla cui Introduzione possiamo rimandare anche per le
15 \av\TOXQàxoQa xaiaaga
2. Maei htL da riferire ad (ìgtcov (adot- sloiv. Anzi non ci è noto altro documento
tato dallo zio paterno Aioyérijs Ilaoicorog). con formula cosi semplice come questa,
In PO 493 (del tempo di Traiano od poicbè meno semplice (èmxoiaecos ró>v
Adriano, a quanto sembra ; v. gli Edi- siQOofiairóiTcov elg rgetaxaidexasrù;) è an-
tori) compare come testatore un Ilaaiwv che quella del sopra citato Papiro di
SaQonluìvos rov Ilaolmvog e come figlio Lipsia (v. Introduz. del Wilcken). Simil-
à(pfjh^ di lui un dioyévrjg. Probabilmente mente intendi 6wdexd8Qaxfio%' r. 12. — In
questi nostri personaggi appartengono generale, v. Wilcken, Grundz. p. 189.
alla snccessiva generazione della mede- 8 sq. Ua/ifih'ovs JiagaSeiaov : v. 53 187. adn.
sima famiglia, anzi il nostro Atoyéyrjs può 457 12. 70 > 9.
anche essere identico a quello del PO. 9. lyL =
jQeiaxaiòexaexij.
6 sqq. Cioè ènixQioeoyg TQeioitaiòexasi&v fj 12 sq. òi' ófioXóyov XaoyQaipias ' v. adn. PO
(=^ el V. P. 781 12 adn.) fiìjrgojioiXrai 1452, 21. PRyl. 209, 10 (p. 286 sqq.).
dcùòexàÒQixiiot dai, mentre altrove si ba Inoltre Sauimelbuch u. 5223, 7 (negli Add.
la formula meno semplice d «f àfiipoxé- voi II p. 463).
Qcor fovéoiv fitjXQoytoXiiwv òcode>cadsàxfio)v 17 . Oppure àlri&ij elyai za ^igoytyQafifiéva sim.
738. BESOCOJSTI DI PRAKTOMES ALLO STBATEOOS 5
1. 34. Aurelios Leoniiles compariva già co- uani imperatorie Hpisiulae eto. p. 83 sqq.).
me strat dell' Oxyrhynohites in due do- Gli aiefpanxà sono /ega, perchè vanno
cumenti (PO 890, 5 sq. 1405, 14 sq.). "he all'erario imperiale (cf. hqòv àrafìoXixóv,
solo per ragioni paleografiche erano attri- leQWTaTor xa/jetor etc).
buiti al secolo HI : risulta ora dal nostro . 40 sq. Il nome della toparchia è &/toi-
papiro che egli era in carica nell'a. 234-5. aetfuì (PO 721, 11. 808. 1262, 13. 1285,
5. 16. !)S. hi 8q. La letteratura suU'oitrum 122. 1433, 9. 39 ; di.ioiaaq>(ós ò stampato
ooroiKirium è indicata in Preisigke, Faeh- in PO 62^ 8) : Ofio'', come nel nostro r. 7,
worler p. 15S. PO 1441 Iiitrod. (e del- PO 1659, 86. Nel nostro r. 40 sq. (/. -ae<pà})
l' eilitto imperiale PFay 20 v. ora la Bfioi è corretto ; si era cominciato a scri-
nuova edizione in Cumout e Uidez, lit- vere <9/<«.
6 PAPIRI DELLA SOOIETÀ ITALIANA
Toi; xat,,,,.
"
2-6(^5 <?> S .—
30 yt{vovTat) èn{l zò amò) S vy
Ti^o;^' è/^ow [tov] \\-iò' av\zoHQà[zó\Qog
o
[xaiaaQog MaQxov] AvqtjUov
I
etc. 1..
II.
17. 64. aivitavzi: cfr. PO 513, 20. 1734, 3. toparohia (PO 1285, 125) ; ma a che pro-
PRyl 98, 9 otc. (così sarà anche PO 574). posito ì O forse o' era un ànò nel r. 28 f
21. Pare si sia voluto « = (cioè 5 dr. e 56. 'Aoaiyàt]s (ovv. -vo^s) nominativo fem-
2 ob.). minile (V. PTebt 413, 1).
di Severo Alessandro il 5 Aprile 235, generale Wilcken, Ostr. I p. 799 sq. (spe-
qnando Alessandro era morto da un pez- cialmente p. 805).
polites. I frammenti dei righi 1-12 sono della scheda precedente quella meglio
conservata (rr. 13 31); tracce della prima lettera dei righi della terza scheda
si hanno a destra dei rr. 26-28.
Tali dichiarazioni sono indirizzate allo strategos del nomos, e si riferi-
avevano presentato essi i due Jiotafio(pvXaxeg per tale ufficio (1), e però ne .sono
garanti. Analogamente nella prima scheda due Jiorafioipviaxe? del villaggio
Tooii Nf.avioxoìv giuravano di fiir la guardia in un altro tratto, dal luogo x al
luogo //, in vicinanza {avvoQiacì) del villaggio z etc. Auguriamo(!Ì che presto
altri documenti vengano a farci intender meglio tutta l'organizzazione di tale
(1) Cfr. PStrassb 55 (sec, IIp, dopo l'a. 137-8), dove due jrgeafivuQoi xd/tt/i 8mòfk<plai
presentano allo stratego» due persone eli àifeooqivXaxlay, anche qui por un determinato tratto
(orò aTÓ>/iaJos (sic) 0tva ft»f ytt'i/icnot xtX.).
8 PAFIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
cfr. Oertel, Liturgie p. 272 etc. Preisigke, Fachwiirter (s. v. norafioqwXaxlg etc).
P. M. Meyer, Oriech. Texte p, 100.
Quanto alla datazione, il documento è da riferire ad anni di Eliogabalo
solo regnante.
I.
2 ]
8 ]evQ», *„»,,.
5 MaQy.ó\v AvQrjUov 11 ].
6 ^Evxvxovi; aejiaoTov 12 L
IL
1 sq. 13 nq. Combiuando insieme ciò che 2ap. <5 X. 'AnoXXwrw; Paoùixò; yga/ifioTcvs
rimane di questi righi, abbiamo un Av- e facente funzione di strategos dell' Her-
QTjXioi Zaganlrnv ó xal ' AnokXmviaróg stra- mopolites in alcuno degli anni di Cara-
tego» dell' Hermopolites. Conosciamo un calla solo regnante (cfr. V. Martin, Aichiv
Avo. 2aQ. & X. 'AnokX. che uell'a. 235 è 6, 174 n. 1). Ma d'altra parte, per quel
detto yv/j(raaiaoxvoae) ^ovX{svti^s) di Oxy- che riguarda quest'ultimo, la tentazione
rhynchos (Sammtlbnch 5806, 8 sq.), ed evi- d' identilicarlo è grande, e però ho in-
dentemente non può essere identificato col terrogato il Bell se nel PLond 934 (Ca-
nostro. Invece un Sag. 6 x. '
.^jioXX. com- tal. Ili p. XLVII) è possibile leggere
pare in PFlor 317, 1 come strategos del- A^okXwvtavo} invece di A:toXX<ovi(o. Egli
l' Arsinoites (Oe/tilaiov xal IloXéfi. fieg) il cortesemente mi scrive (8. 12. '22) che
31 Luglio 210; e può essere identico al 1' ultimo o> non è interamente sicuro, e
nostro, divenuto Aigijhos per la Con- dopo vi è bensì spazio ma nessuna trac-
sliliitio Anloiiiniana e passato poi alla cia di scrittura. Sicché a lui parrebbe non
strategia dell' Hermopolites. Essendo poi probabile la lettura A:toXXwyiar[a>'].
sicuro 'AjioXXcoftanò nel r. 1, non si può 4. Toov Neay : v. a r. 16.
identificare il nostro col 2ag. ó xal 'AjioX- 9. avt'ogt'a;. Cfr. Archiv II 439 in. e adn.
koìvioe strategos dell' Hermopolites nel- 284 2. In BGU 831, 9 si vuol leggere avy-
l'a. 192 (PEyl 77, 1. 41. 47), oppure col ógia (v. Preisigke, Berichtiguiigiliita 1 70).
785. RENDiaONTJ DEGLI ISPETTORI DELLA PESCA 9
Ifi. tlaxi) : PFlor 50, 57 (v. ailn. 55 sq.)- Anche in Oxyihynchos è comparsa una
PLips 99 II I7. Bau 553 B III 11, della tluir/ih XavQtt (l'O 1449, (i).
toparchia Tlaie/ùi xàiai (così anche Toov 19. Sembra scritto (i;!;o/)v)« [: avremmo nspct-
Neariaxoiv r. 4 e 20). A proposito di qne- tato o)toiVtots x.
sto nome lìairiUx (-l'r'), fe notevole come 22. Kiqxù : v. adn. PFlor 75, 8. 385, 34 sqq.
gli editori di papiri si ostinino a decli- 26 sqq. 8i aspetterebbe tùy oviipalrij ri, .-rgò,-
uarlo TlaTefiiii]';, -hov etc, nonostante »//<às «ìi; »5 "^g' roviov tJ/n/oif. Cfr. PO
l'osservazione già fatta a PFlor 50, 8. 513, 45. 57 etc.
HioXsjuallov] Evòaifiovog
15 x^ S id f, xy S iCf, xò S xfì,
stessa persona del UtolffiaToi Atodo'tgov /légov). Per tale uso di :ifgtyiyeodai v. P.
lov nai Aioox{ÓQOv) del 160 2 (cfr. anche M. Meyer a PHamb cit. p. 21. Sospetto
787 Introd.). Del resto, per i nomi di che anche in BGU 478, 7 sia da leggere
questi èjctTrjorjTui cfr. Aegyptus 1 p. 101 sq^ 7i\eQiyc]\yorérai, ad onta della conferma
5. Non può leggere SafÌElvov Moax'oivos,
si che il Wilcken {Archiv 4, 144) ritiene di
ma naturalmente non siamo sicuri del ror. aver trovata nel papiro di Strassbnrgo
8. [t'o]iii(òr pare si possa leggere anche (ib. p.- 14.S), dove qualcosa d'incerto e'»*
160 5, sebhene sia ivi indicato spazio perche il W. stesso trascrive /irjòkv èmyt-
jier maggior numero di lettere (rcòi' vo/àcò>> yovivai.
.avevano proposto gli editori di PRyl 98 a, 14-16. 11 conto in questo documento torna
negli Addenda p. 423). Cf. BGU e PStrassb benissimo calcolando la drachme a 6 oboli
citati nella nota seguente. (ma si veda, invece, la nota a 160 14 sqq.f) :
10 e 16. Anche in 160 9 e 16 è da leggere (dr. 18, ob. 2 + 14,3 -f 14,4 -f- 22 -(- 11,3) =
Twr [ji]eQiyeyovó[T'](or (of. PHanil> 6. 11) e dr. SI.
786. FRAMMENTO DI XOTIB'IOAZIONK (ALLO STKATE608) 11
18 sq. jSo»/i>off :
' dello strategos ', verrebbe ^otjdò; àXiéior (cfr. BGU 756, 6 ete.)i '"
alla ]irìmaìn mente. Ma perchè cousegnare quanto la corporazione degli àluU aveva
a lui la '
copia' di un originale indirizzato interesse a controllare tali resoconti. Cfr.
allo strategos f Possibile, pare, intendere, adn. 160 19 f
iàv ntQi<bai\v, el dk fit], xXrjQovó/notg avxòjv reXeioi?, iàv de x[ai àq>r)liKe? (boi,
VO/lijUOl?
5 Kov xv]gt(ov, Me%eÌQ. aeoijfi{sio)fiai). xovxov òvxog d|ic5 t^v HEtdd[oaw xov
vnof.ivrjfxaxog ì yevéa&ai 26 Geno. -25 Febbr. 208''
1-2. Forse anche qui tìjv Sk [/netadooty yiré- xuit.ù.) v.l^.ìlvyer, tìriech. Texien" 6, 21.
a&ai T(ò "Qqcjì xal x Iàv ixegiwai'])'. 5-6. Forse non e' era la speoificaiiioiie roD
5. aeatj,u(ei(ofiai) : r. P. M. Meyer o. o. 46,2 vxoftnjfiaio? o Bini., e r4> naiegfiov^iq)
adn. (p. 1,")2). Per jovxov Svio; (altrove (cfr. r. 14) era premesso a xat]rq> "iigip.
12 FA l'ini DKIjLA società ITALIANA
Màqxov
Avq\)]Ì.ìov 'Avzcovlvov evaefiovg asfiaarmv \xal Hoi'fiU[ov Zentifiiov Féia
naiaaQ\o? ae/?[aaT]oiJJ, (Paaxpi xu. <m'> 'Qgog Hafiftaiaiov {1} xai //[ I8 0tt. 208i'
.S-9. Le i)areutesi j
indicano lineilo che nel del resto, sembra dovesse essere //[«rfo-
j
PFlor tìS, 12 adn.). Nella menzione di Gela 13-14. Per es. 'Amcoi' i[/cr]t)éitjs fUTSòoina rò
del r. 12 non c'è traccia di analoga cau- VTiófivtjva roC'Jro f
9-10. Forse xai [ó òùva tov òcìra è'oxo^tey aSn. (p. 160). — Xoia[;< il X sembra per
Toviov TOV v:TOfirtj/iaT']oe rò Tony. Il nome, correzione, e la lettura della parola è
multo incerta.
era naturalmente già nella intestazione {Tm òelva jiagà IhoÀefiaiov xiL), quindi
ó jiQoyeyQafijuévog nella sottoscrizione (r. 17): cfr. per es. PRyl 116 r. 3 e 23.
Quale torto egli avesse subito, se dagli àhelg o da altri (p. es. èmttìorjTal o
]..[ *'-?]
i ari. .^fv^t]\|^eQov oppure jtev&ììlfitQovI Vh. 18 sq. èipsTtlovi = ènexeiovi (gr. mod. <féro
10. Néjion : il r è corretto da 5 ; /. Némmi. offrono mezzo di supplire con qualche si-
12. ft difficile dire se sia scritto qui hjyàTov curezza.
oppure hjydrov. Ma cfr. r. 28 sq. 20. .T£g(' r<ù>' fKà<fiot[i (f t) ò<peiXofitvcof ì xa-
18. Non pare si possa leggere xaizlr/r a('r;)]v. dóxi .^QÓxeiTai ì fi]tjdc .^tegi SXkov xiX.
17. Probabiliiieiito jievirjxovia è la cifra com- 21. Cfr. per es. BGU 394, 17 (a. 137''). PRyl
plessiva delle artabe di grano e di altri 174, 19 (a. 112''). 174 a 17 (a. 139) eto. etc;
cereali, che costituivano il canone di af- ma l'inclinazione del frammentino di let-
fìtto. Naturalmente si aspetterebbe qual- tera dopo ójiXòìs porta a supporre piut-
cosa come <5v yecogyeì avriji àoovQMV S ai- tosto ti[ che non ,T[gd;7(aioj (ovvero ò[>'o-
/trjòefuà, fiero, [
Mefifiia[?] Tv/ri? .[
22. Forse c'era anclie posto per tifiégag ronmo loga a quella di Lucretius, riprendesse la
iirjSer]ì ; ma la lettera dopo la lacuna non ni^. Forse perchè questo scriba aveva di-
sembra né ; né i. menticato, oltre la dichiarazione di scri-
23. Pìnttosto fxevov[^- che /(fio)[- (cioè fié- ver lui per Lucretius illetterato, qnalche
vovItos tov Xóyov sim.). altro particolare f Ma non riusciamo nep-
25-32. I Hiipplcnienti, incerti nei particolari, pure ad immaginare un contesto ragione-
non pare possano esser molto diversi per vole dove Aovxts » possa capitare sotto
quel clie rignarda il senso. Il male è ohe aW nSeXijf^o , del rigo precedente.
abbiamo anche nn piccolo frammento 2B 8(|. l. xaTaXet^\<pi^e{oas,
(cm. 2X2) vagante, con scrittura della 30. l. èvxaXùt (lo stesso errore per es. in
stessa mano di questi righi 25-32 (m') : PLond 301 [II p. 99], che è del secondo
']adeX<fOv[''] tAorxis, [| j'g]a/i/(ar«[ |iV]fH/«u anno di Tiberio). Per il valore della for-
Ti'LI-]' - [. «love è difficile non supplire ovh mula, che del resto qni ha significato non
eìòvTo; (tlSvirjs) y^àfifiaia oppure yQti/i/iaTa «oggetto a contestazione, v. P.M.Meyer,
OVH eld., mentre è altrettanto difi9cile col- Griech. Texte p. 113 e 181.
locare tale frammento nella i)arte man- 82. Se è proprio cosi come ci è parso di
cante dei rr. 2.")-32. Né riusciamo a per- poter trascrivere, forse koì àv/j] (o piut-
suaderci che dopo i righi dellam' (33 sqq.), tosto àvet- V. adn. PFlor 51, 17 otc.)| Q)j-
cioè dopo la dichiarazione di Memmia ana- /mi' aoi (= jrnnn aov f) c5? xrX. ?
S. 20. SfQV(pts : villaggio della hfiòg To.-rag- 22. <ós : xai è in PO 1474, 15 ; forse per
Xia PO 1285, 71. errore di lettura ?
(i. Mov/ji'a^óji anche esso della medesima 24. .laoahj/iTriy.cJt : v. la nota del Greufell
toparchia (v. la Berichtigungsliste del Prei- a PO 1474, 16 (p. 222 sq.).
sigke a PO 1052, 14. 1285, 79). 24 sq. Per Io spazio forse sarebbe preferi-
12. La formula solita è rwf (t^s yfjs sim.) bile -T/x[o5 oov ror'] e ròir :Tag[a oov], ma
òrjfioolcor Svxcov xrX. Qui con l'aggiuuta non è probabile che lo scriba (Plntiou),
xaì avvxàiea>[v] si indicano gli altri gra- non ignorante, proprio in qnesti due luo-
vami aecessorii (cfr. Waszinski p. 116 sq.) ;
ghi soli abbia stilizzato soggettivamente
(ivvta^tg è, in fatti, parola di vario e gè- il contratto.
nericosignifieato(v. PreÌ8Ìgl»o,P«c/iir. s.v.). 27. Per es. PO 912. 30 sq.
740. FRAMMENTO DI DOCUMENTO 17
41. Abbiamo Inngaiiieute esitato se leggere abbiamo ora in mente altro esempio di nn
EvTvxvi (ovv. Eìnvxfji) àjieÀ^ev)&eQOs oj)- liberto di dne patroni. Frequenti sono ad
pure a nev&eoòs. In questo secondo caso, ogni modo i casi di propriet<\ di parte di
« vorrebbe dire jigmoi e distinguerebbe uno schiavo (per es. PFlor 4, 17. 19.23 etc.
Knt.vches da altri fratelli dello stesso xnrà rò rg/roc; ap. Wilcken, C'Ac««/. n'>206).
nome. Ma la pviniii letteradopo tute ci fc perf) notevole che qni uno dei due pa-
sembra piuttosto k, e però siamo de-
ci troni, Sarapion, sarebbe di OxyrliynohoH,
cisi per àiieX.(ev)&eQoi;, quantunque non e l'altro, Diogenee, di Servphis.
(refi} {"Erovg) tallxal i x{al) y rtór xvqìcov ^fi[cbv Atoxitjrtavov xal Ma^if^uavov]
syQayta vneg avrcov fit] elò&ia){v yQa/i/xara, {m*) 'O Selva x(ù ?]
AvQrjho? ZaQaJii[u)\v » ^ . , »
— evòoxov/nEv?
[
:rràai\
5. Cfr. PFlor 118, 6 sq. s}io\-ipó^erog rà jrag' 7. Le indicazioni degli anni sono proble-
v/ùv egya. Per la forma ètpiòTv v. adu. 466, matiche (specialmente strano è il segno f
e 10. — In seguito saril Htato per es. lù che abbiamo trascritto con y), ma non
ifjs èitiaxéy>eu>s {cioè un genitivo indicante vediamo come pensare ad altre cifre di-
la natura del contratto ; cfr. PO 1206, ci i5 sembrato di po-
verse da quelle che
16 etc.) yQa/ii/iaTa ajrXà yQafrvra xzX. tere ammettere.
6. pr. ilnoyQacptjucor, corretto dalla stessa 10 e 13. Avgrikiog: così, non AvgriXtoi, come
mano iu -(prjviuor. Che debba esseve vjio- si aspetterebbe. — Invece di evSoxovftev
potrebbe essere rjQxéaàrjfifv etc.
7iajQi[ ]xai\QSiv]
1.2. Negli spazii [] dopo 'AXéSavSgos e ::ta- che del x(" "6l ''' ^ vediamo solo qualche
rgi non vediamo traccia di scrittura. An- incerta traccia.
742. LETTERA 19
ò(pkn{»\,za anoò\
12 sq. Avrà forse voluto ^é).\).(av, ma non X^/nara) e poi una forma del verbo àao-
né basta supporlo errato per néji.iea&ai. 16 sq. Cioè JI(agà> KX(av6iov) 'Ale^àvÒQov \
742i Lettbba.
(cui 3oxai) Saec V-VP.
/?
+ Kal TiQoXapàìv ehtov zfj afj dóeXq)ózrizi (hg àXX)]v yvcófirjv eìg f/iàg xéxztjzai
djucjg o[
zotg ygafpeìaiv fioi jiag' avi^g. el de xeXetmg, nQÓ&eaiv àya&rjv xaì vvv èv-
deixvvaaa&ai xaza^ila)aov,?\
1. /) : ofr. PKlor 803, 1. l'O 95, 1 etc. eto. 3. Forse da intendere come ae fosse i<Sv
2. ngoXa^óiv =. aulea PFlor 213, 12. Her- (cioè
yQarpévtoyv diversa da quello che
'
werden s. v. .TooXanPdreiv. Cfr. anche :igo- tu lui scrivevi '). — Meglio, auclie per lo
Xa^ovoav r. 12 f — efiai : l. ìjftàs. — 6 spazio, xata^ilóaij oùrij] ,,8cil. ij ai/ àóeX-
6 iWmv. zaino de. evyalooìg òvvi] yviovai nagà xov v'iov Tla^uiiov uvzò? yaQ
njv 7iàaa[v nEQioraaiv ?]
oìÒEv Tov jiQayfiaiOs xal rò rivo? evexev <5j'^At9ev xaì onovòaiaig fieiaÒovvai
avròv fiera yga/tijLidrcov, d)g dnov t/) ai] XafuiQÓrrjri èv rò) jigaircogup xal\
àóxvog fcaì òià rd^ov? jiaQaaxevdaai fie rama yvòivai. M^avfiaoa òk nò)? reo
vo/iixà} owey/os
10 )'Qd(pEig xai neg) rwv vnoòeixvvEig fiera ygdfifiarog cog oov firj ygdxpavrog
xaì ngód-eaiv
ovv, òéanora, fiov xal vvv xarà ràxovg xal ygdyjov vfùv //
i. TÒ Sta ti: ofr. C lò xhog evsxfv. Si di- 10. ^tjàè fità : ' neppure mia sola volta' !
rebbe che il nostro scriba, abbastanza (^i'r. òtto /iiàg 286 22 sq. (v. indice del
tera di un terzo rigo dopo quello che è nella nostra trascrizione il 17°), uno
piccolissimo con due lettere incerte abbiamo trascurato. 1 frammenti a e e
748. TRASCRIZIONE 1)1 UN TESTO GRECO ly ('A R ATTERI LATINI 2]
sono priucipii di colonne (il margina superiore è di cui. 3,5), mutile iu fondo ;
Gli accenti acuti (') nei rr. 2. 4. 11. 13 pare sieno adoperati ad indicare
una vocale lunga (egcóra, rj, xovs, nQo'na); ma, come vedesi, solo sporadica-
mente, e perciò per es. to zen può essere egualmente rò Cfjy e reo C»]?'- ^è
occorre dire che ignoriamo che cosa sia l'accento nel r. 19. Incostanza e' è
anche nell' uso dell' aspirazione (h) : per es. hoson ed hemera, e invece o ed
ina. Nella parola poei (rr. IO. 12) l' i, a differenza degli altri, è un '
i lon-
gum ' che si prolunga ad uncino molto al di sopra del rigo. I punti sembrano
adoperati esclusivamente, e anche essi sporadicamente, per separare parola
da parola.
A quale scopo questa trascrizione in lettere latine di un contesto greco
(e che un contesto ci fosse, sembra dimostrato dal parallelismo iva òaiv e tra
fiì] Jjoiv rr. 10. 12), ci sfugge. Ed è, per questo, pericoloso ritrascrivere in greco.
Ad ogni modo diamo nelle note quello che ci sembra sicuro o probabile.
a. b.
jlos • e apothnes [
]penpton • eróta 7 ]. •
ph[
]oton gegone ]'gra.[
]é • hemera ] . th .
[
5 ]ten nyctan •
ep[
Jpori • o • alexan[
1. Per es. f^r xajicùs »; à.^oSy^o[xtir\. i, ]?) oppure J^ tjfteQa oppure piuttOHto rjp
2. Il confrouto con r. 18 consiglia di iu- fìf^ef f 6. 'ìtì/y vvxxav en[ (dove il Tolga-
tendere qni penpton per pempton : [-tòv] riamo nyctan sembra sicuro, perchè il se-
néfuiToy èQoUa, aia nel rigo seguente non gnente e ha iuuuuisi la piccola sbarra che
sappiamo come intendere (se è proprio ( fa da interpunzione).
la seconda lettera, forse ^{]otov yéyove 1). 6. à]:tOQ(i')T 6 'AUSav[dQOt tj
22 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
]•• on [
e.
20 liti[
tote.[..]uto • pr[
tutu •
ocrites • e[
leucion sition •
[
catacrinato
25 eandeme pha[
*a**cata[
10 sqq. Alla fine della colouua precedente 20. ^ti:^[ : cioè un caso di Xirga etc, oppure
ci sarà stato jier es. [^ /th yéveais rov; di A('rg[ov ?
ovjioì ovias]\ (e si continua qui) jzoeì ira 22. Toviov ó xgizfjs «[ùiev 1
moiv, I
6 6ì &àvaxos toh; Svza{g\ \
noeì iva 28. Aevxtov 2'iV(r)ioj'f e 24 avrà voluto xa-
fii] (àoiv. texgivaro (in ohe senso t). Chi sia questo
18 sqq. Il confronto con r. 2 porta a sup- Lucius SUtiu» non ci è noto. Né vediamo
porre henaton errato per enaton : zòv è'va- connessione di qnesto frammento e con
zov igcóza ooov xeóv(ov) àvèQai.i[o)\
|
|
xaXóv a e e.
ioTiv rò iijv. 25. Forse èày Sé fiìj ^a[, ma può esseve an-
16. Tovs ì ó oh hiev {6' eùtev) cóf Sv[dgo):iOi] 1 che oc /<£ ovvero ò' è/iè <pà[axo)ai ?
Nella colonna 1' mvaxk sembra adoperato nel senso di ' quadro '
tableau
(mva^, mvàxiov) ; diverso è certamente il soggetto nella colonna li* dove (r. 19)
744. FRAMMENTO DI DISQUISIZIONI ETICO-ESTETlGEEt 23
esso è detto evvovq (cft. anche adn. r. 21 sqq.). Le dne colonne sono mutile
alla fine del r. S abbiamo trovato il segno riempitivo (cfr. 121 40. 58 etc).
I. II.
òvvaiievov t]da>a
10 I
, \aioau>rd£i[, , ]ieiaxa xaie[v](pt]jMaon}Taai
\f\Qa<naae.x^i7toXXovc:
•
30
15 l,]aixoa.\ , .]at)d,avTij
[,]aiB7ia\
3 sq. Cioè rty»" xar«|[T]ò)' /ìi[or è]gymv. 18 sqq. ì'j S', «5o|.Tf[g fìxlós, fvvovs xa(|;i;»[
7. Sarà certo /«[]. (non paro possa essere j;e[>;orij], perchè
8 sqq. ^oo[a'\eidov \[otji:] «/[i] tutfieXleiyts \
la lettera dopo ^ non sembra g, per qnanto
[x]aì òaior ^eì[rn]i eh xalTaaxFvìj[v] ntra- non si possa assolntamente escluderlo).
xelg I
ivxovaa. 21 sqq. Può essere av^ei fiìr xal .igù; |
//o-
18- uivijràc sembra al Pasqnalì, e non a torto, toj'rt xal Xu/iTi^^oóllrega éxaorov jÒv |
/g(u/<f-
glossema. vov diaiyé\g[^e]t (ovv. òray. t), <5d4[ijff f>]i
versi. Il verso è bianco. La scrittura non sarà più recente del s. IP. Oltre
il doppio punto sulP e {?.miov, oio), vìft, 'iva), e' è due volte l'apostrofo (295-296) ;
Eiòereeivai (dove l'« sembra corretto ovvero cancellato), 231 e 293 em ov&i-
òavoiaiv e ov9iòavo? (forse per falsa analogia con oMafuvó?, ov&aftós etc.
PFlor 170, 7. Croenert, Mem. herc. p. 158; ma cfr. v. 245 no-&c = tiotì), 232
AtqeiÒìjvvvv, 234 (pvXa, 235 237 /uè, 238 jiaXn/ntj cpEoovai, 241 òvvìjaerai,
ra,
244 xooJjuevo?, 278 noi, 281 e 288 avaaoeig, 297 ev, 298 eive, 302 fii],
m. H,
Col. I.
],Ta(i. . . ^ia\
Col. II.
244. fiBioas (uoii rnaas). lettere « raU . sia qni al ano posto : in ogni
261. eq^{tinxoioi (eie ; o sembra cancellato). caso, non si può leggere ii}rraòe.
252. Forse ii possibile iQtiu\roiaiv, ma non 277. I^a stessa prima mano ba fatto fiaot-
siamo sicuri clie il frammentino con Io Xìi'i da Pani/.ei (oorr. n in i/ e apg. i').
Col. III.
296. Marg. km^, se non è macchia soltanto. e>'. Pare insomma che abbia voluto rcDr
801. X non <^ sicuro (ma piti probabil-
Il ov/^ fr ti <ptQois ùv éxwr àéxorrog ifttìo (ovx
mente x che non x) sicuro è il segnonte
; er ri tpégon àr iXwr Bentley).
746, HOM. B 625-SSó. 27
Verso.
\ioeaaav
]g /j,eya^viu<)v?-
, , ]fjde nvkt]vi]v
Beeto.
655 \o\i Poòov aii(pe[ve]iJ,ovio- òià\ 660 nsQoag aarsa noXXa AiozQE(p{
Aivòov- IrjXvaór ze- xai aQyiv[ TXi}noXEfi\ó\g ò enst ow rQa<p[
aixj^ia de vtjag ejirj^e 7co[. ,]v[ G75 àXl' àÌMTiuòvo? ei]v Travgl
665 fit] (p£vyu>[v] ejii jiovxov an[ 01 ó' aga NlavQov t' e«;f|o»'] Kga[
v'ieeg vi[(o\voi ze Piiì[? HQ]axh][ xai K(ov EvgvnvXoio nohv- v{
vv. 56. 61. 63. Nel v. 63 &eoi il grave sull' e indica l' acuto sull' oi (cfr. la
nota al v. 46, e 130 Introd.) ; ma altrove esso è adoperato così come l'usiamo
noi, nel contesto, per le parole ossitene, a cominciare da jtmxgà v. 34. Nel
nostro n° 11 (voi. I, p. 27) abbiamo trovato i vv. 50-66, anche lì con la
lezione tiiel^ojuev nel v. 62 {= Apollon. Syntax. p. 123, 13). wi. «.
]jutj xovxó ys véìxog 07itaa[o:>\ ]«)' TÒv e/j,òv lóXov 'aXXà [i maai
748. UOM. E 724-35. 744-65. 29
Recto f Verso f
Verso. Recto.
OxyrhynChOS (fr. l cm. 3,5 X9 ; fr. 2 cm. 10,5 rall'iiicirca] X 10) SeC. P?
stanza che va lasciata tra essi. Accenti e apostrofi sembrano di prima mano.
Si noti la lezione àyyekiag nel v. 640. Il v. 578 è omesso, come in altri mss.
m. H.
Fr. 1.
575 J4
]MeH '
Fr. 2.
]e(pet[
C33. r/^orr/ioi : nnu paro ci fossero altre lettere, sebbene niaiiclii il papiro.
]
\t\ veixe erptjTixai ]v xai fimvvxa? iM
jkovg ayoQsvov \vQavov evQvv ix\
Frammento di volumen (il verso è bianco), in due pezzi, dei quali il primo
contiene la prima parte dei vv. 166 e 167. Bella scrittura onciale. Tutti i
ìlt. s.
]qv&os Mev[
]? vio? Efior ò[
]oXiv e^nkojidl
» »[»|«[
]!^o/j,evog rdò[
]v /iì]òe[
\xs a etQCol
ov xaxog \o\vò[
cdX E7l[
Il foglio di papiro, che così nel recto come nel verso contiene due colonne
di interpretamenta, è mutilo in fondo, senza che si possa stabilire quante
glosse manchino alla fine di ciascuna colonna, perchè non egualmente sono
interpretati i versi di Virgilio: a volte cioè sono glossati parola per parola.
756. INTERPBETAMENTA VERGILIANA (Aen. II 443 sqq.). 85
altre volte è glossata soltanto qualche parola, altre volte ancora sono tm-
scurati versi interi (per es. 500. 53.3).
È ovvio pensare che si abbia qui lui esercizio scolastico, e le frequenti
coincidenze coi varii Glossarla che ancora abbiamo (ne abbiamo citata qual-
cuna, ma è facile aumentare il numero delle citazioni valendosi del Thesaurus
glossarum emendatarum del Goetz) vorrebbero dire che a Olossaria analoghi
ricorse il giovane studioso. Ma fa qualche difficoltà che, mentre sono glos-
sate parole semplicissime e tali da non potere essere ignote a nessuno sco-
laro por principiante che fosse {ultima, has, uimque, addere etc), altre parole
meno comuni sieno interamente trascurate. La stessa difficoltà si presenta
suppergiiì per il testo analogo PO 1099 (Aen. 4, 659 sqq.), che gli editori
Recto: Col. l.
443 tQÌÒOVTa[l]
TÓtg fiadei[a/no]Tq
TR? àQiarelgjèg
nQoSefìXtjinévoi
ÒQaooovxai
e V
rói Jtogyotg
TÒ? ÒQO(pag
» pastus
» [tr]Ì8ulc[i]8 xQiavXa^i
» [f]enes[tr]am
Verso : Col. I.
u
494 trucidai afpaxrovoiv
497 exiit
\n\eòl(OV
» sacr[a]uerat àfpeiSQWHEl
» [igni]s nvQOÓ?
604 ]barb\arico auro xà) ^agfìaQixw XQ^^^
81. 1. luaivovta aìa^vvovia (cfr. CGloss II ignis) ; cfr. ignia jii'gaóg CGloss II 426, 47.
756, INTERPRETA MENTA VERGILIANA (/le», li 443 sqq.). 39
'506
40 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
526
757, BARNABAE EPIST. IX 1-6 41
Verso.
5 [
xa]i jiaXtv Xeyet axo[>] a\
2. xal pG: oni. SC. 7 sq. Non pare ci sia spazio per il jrsgirfitj-
6. noQQiodcv è cbiaro ; non b sicuro che sia 10-11. xal-jtQoqitjTcvst y con GL om. .SC". :
proprio CI) la lettcrasoprascritta. Inseguito 17. Uopo fiagrigiov non sembra un punto,
xal CUI. B, ma '
el quae feci scleut '
L. ma piuttosto una lineetta.
Recto.
35 jr.eQixfxr]'ih]xe xo a[xXì]Qov]
ó qvve[i]xe. jiaXlv[
24. tÒv p : om. B. Se dopo niaievoleofisv ci 81. <5 i?(«ò«) p : xvQios ó i9fòf B :
' dominns
fosse o non ci fosse >jficTs, non si pnò dire, dens ' L.
perchè, essendo varia la estensione dei ri- 33. Tòt xvQi'cp CGL : Tòi &ecp S : rimane in-
glii nel terso (rr. 1-21), è da supporre certo se p ebbe i>' ovvero x-
fosse tale anche nel recto. Ad ogni modo, 84 sq. Non escludiamo xal ri Xé[yei ; xai]|
'
^fieìg è omesso anche in G, col qnale p 7ifQtXfi)'i9tjrt.
va piti spesso d'accordo. 38. Non si può leggere altrimenti che qv-
25. [àjA^à xai i) pSC : fj («) yaQ G. vtne. Il Q apparo tagliato nella gamba,
27. eìgtjxey corretto (pare dalla stessa mano) ma la lineetta che la attravev8a non è
in shiev. altro che la pavagraphos (cfr. il 5 del mar-
29. <5 TiovriQÒ; p : jiovtjgns B. gine). — Tj' accento grave sul ì.ir indica
75». FRAMMENTO DI OMELIA 43
il parossitono nóXiv (cfr. 180 Introd.). — certo di più il frammento di lettera dopo
;
Per la lezione (forse :iaXiv [de Xeysr] <cfr. xag bì adatterebbe meglio ad un /i clic
L), e niente altro) v. l'App. Crit. di B non ud un S.
e Bopra la nota al r. 24. 42. jiegliltlérfiriTat] con SOL (' cìrcumcisus
41. Se xaQÒli'i} ovvero xaQÒ[tas, rimane in- est ') ovvero 3ieQ[t]i[éfiveTat] con Gf
]etvos e[\
Può darsi che 1' omelia o altro testo, a cui il nostro frammento appar-
tiene, sia noto; ad ogni modo, non ci siamo molto attaticati ad identificarlo.
44 l'Armi DELLA SOCIETÀ ITALIANA
TixTOjue^a (r. 13) e fjds' (= rjòeì r. 4). Errato si direbbe lo spirito aspro (sempre
nella forma •-) nel terzo rigo, dove si dovesse intendere ?) <?> jigòg zóvòe »y
TÓvde. 11 punto, che nel r. 4 è in basso, in tutti gli altri luoghi (5. 8. 9. etc.)
è in alto (in realtà è intermedio fra il punto in alto e il punto fermo .
Becto.
[
\a- ra rifi[m]Q[o]vfi[e]va ?, , ,
[
\xt]atg f) ngog zovòe f} tovÒe
5 [
]i?a rt] rov xoajuov vkt]' ovx
\
][ieOa de xr) zwv fjòovav vh]
[,no]vò[ev] ovrjaei ->]fiag f) anorayi]' kov
[....,...]« xa eav[
4 sqq. Certamente « yàe àjr«|[rafa/«e]d« t^ 7. Koiso [«V oji'iij'èj'] orbati i)/ià; xtX.
loìi xdofiov vXr), ovx|[à^TCTaf a ]/««!?« 6i ijì 10. i'aa. =^ eìaaafitr.
Twv fjòovwv vXfj xtk. Cfr. per es. Lue. 15, 14 sq. Cfr. Psalin. 7, 15.
33 eto. 16 sq. Cfr. Mattli. 19, 29 etc.
760. FRAMMENTO DI ROMANZO? 45
Verso.
(a quanto pare).
E (juindi più g;iù, dopo circa 3 cm. :
La scrittura del recto (frammenti di documento) sembra del III secolo (l).
(1) Vi leggiiiiiio Aio]vvot'ov e nello stesso rigo ]ov AiUov 'Afifi(ovio[v1, o poche altre
sillabe.
]''T[....]«'^owr,.,]«o,[
1 sq. C era indubbiameute la definizione 3 sqq. Cfr. Apollon. ap. Bekker Anecd.
dell' ovofia. p. 882, 21 sqq. ; Ulilig adn. ad Dionys.
2. l. lòiav. Anche nel r. seguente sarà stato Thr. p. 46, 4 sq. Sopbron. Excerpta e
],ox,[^]a,\[,,]ev To<?
20 ]»aw zaig
4 sq. Data la varia densitil della scrittura l. <up(o/«év(f/)v) jiaQttaraiixtj. Per questa
(> difficile colmare le lacune, ma forse lo forma della definizione v. Uhlig p. 63 sq.
spazio non è sufficiente per ore de;([«rai ApoUou. De pron. p. 9, Il Schneider etc.
Tìjv rijg yvx'ìi ' Sui&eatr. 12 sqq. Cfr. Dion. Thr. p. 69, 4 sq. Nel r. 13
5. l. ftero/ij laii. — Per le parole arri yi'jfi. si è inteso di correggerò àavyaQ&goi, dopo
jiaQ. cfr. Uhlig p. 60 sq. (Prisc. guae prò di che le due lineette oblique valgono
verbo acvipiliir). solo come riempitivi dello spazio.
0. Sembra dunque corretto noirjaai in Inoiì)- 14. oTov ó È/tós Dionys. (Innanzi l. avvag-
aaro (l'ultimo < infatti fc stato mutato in r). &(jot fiéy).
In seguito anche untrixi. vale fjriSFxrixì/ 15 sq. Non deriva da Diouys. (v. Uhlig
(non èmSeixT.). in Indico s. v. èxeTros e oSxoe).
7. Volle cancellare tutta la parola S>]Xot, 17. Diouys. p. 70 sqq.
ma per svista non cancellò 1' <. 18. Cfr. Bekker, Aneod. 8U, 3 sq. Ma forse
10. l. àgtOiioìs. In segnito (àfnpt[fió t]/loi'C la prima lacuna è insufficiente per 22 let-
etc.) non intendiamo. tere.
48 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Recto.
h.
765. FIUMMENTO DI UN MAy UAL ETTO DI MATEMATICA 49
—— \a]ya9ov<; ajiKÒfi-
zione fra i righi 15-25 non ci riesce chiara) si jìassa alla somma di frazioni,
concretata in parti di drachma :
'
Considera anzitutto quant' è ^/^ di drachma '.
— '
È un obolo e mezzo '. — ' E ^'l2 quant' è ? ' — 'È mezzo obolo'. — '
Somma
dunque insieme un obolo e mezzo più il mezzo obolo, che fanno due oboli,
e considera che parte delia drachma sono'. 'Sono i/,'. —
'Dunque V<i —
più \\.^ sommati insieme fanno ^[^\ — Ci corrono spontanei alla mente i
versi della epistola oraziana (II, 3, 327 sqq. ) : IJicat filius Albini, si de
quincunce remota est uncia, quid superai 1 etc, per cui il nostro frammento,
che ci pone sott' occhio il procedimento didattico allora in uso, è un ottimo
confronto.
Nei vv. 36 sqq. pare si tratti di estrarre da nna somma di frazioni la
frazione maggiore in essa somma contenuta
il 12 rap- : ^/^ (U 30 sono 12 ; e
presenta nella sua parte maggiore (10) appunto V3 di 30; nella parte rima-
nente (2) rappresenta V15 <li 30. La frazione maggiore contenuta nei ^5 «^ '/g-
Un altro problema, da risolversi collo stesso metodo, è proiwsto in fine.
)». H.
l'iijK Soc, itat.t VII. 7
50 PAPIRI BELLA SOCIETÀ ITALIANA
Col. I.
]vsyfia
]Tai eanv de ov
]ia>iO}v avv de
5 \a^ev a òìg avo
a]y[oi]vicoi énatòv
JTerQdymvoi' òq-
yejyga/xfiéva Trjg
]v fiEQÙyv avva-
]oe,[,,.]^o? axé-
2. 8. Per es. ^']/itjiXiv\[&iov1 Nel rigo prec. 12. 16. Il nesso .t + »/ vorrà indicare nn
sarà forse da dividere ]v eyfta\, cioè ex /<a|. caso di ^ij[xvs].
763. FllAM MEDITO 1)1 UN MAN I/A LETTO DI MAT EMATICA 51
Col. II.
[xo\i[ya]Qovv xà P é ek fiéyi-
\av\vaaye <8ic>
\ÒQaxtArl5 /MQt] ,\
J P'
55 ]y
1<5'
764. Oroscopo.
Oxyrhynehos (cm. 6,5xi3) A. 277^.
,»,,, AlyóxeQO)
Aq)Qoòkt] 'Ix'&vai
AievTvxei.
765. Oroscopo.
•? (cm. 10X14,5) A. 314 P?
Tfjg evzvyriaxàxr]g
5 Aionhjttarov Baai/mg
ovrmg èj^pvaiv ol
3 e 6. Così dopo iyev^&^s come dopo ^aai- cleziano sono datati gli oroscopi pnbbli-
X{e)tas c'è spazio senza scrittura, dove si cati nel primo nostro volume (n.' 22 sqq.).
c'è invece nel verso (r. 20) ma incerta, 0. l. /itjvi. — xar' : così (con apostrofo) p.
né sulla nostra lettura (LA a) è da fare 6 sq. Cfr. Wilcken, 0$tr. I 792 sq.
765. OROSCOPO 53
(bQ[oa\x\Ó7io<;ì — ].
Verso.
cup(rt) ? vvxtÓi;
mente allo strategos) che un tale, dennuziato dai ngàmogeg oinxòjv del luogo
come èm. ifji; àjian^aeojg àq^avìjg, non possiede nulla nei villaggi di loro giu-
risdizione. Come mi spiega il Wilcken, quel tale era debitore dello Stato di
tasse in natura, e dovevano i)erciò esser confiscati e venduti suoi beni, i
\
itj avzoxQÓroQog xaiaagog T\Qa\iavov 'AÒQia[vov]
10 aePaazov, Su)§, Agosto-Sett. 133^
4. àipavijs èyérezo per cs. BGU 163, 6 ctc. 6 sq. nÓQov : clr. Preisigke, Fachwiirter
467, 15. PGen 28, 16. PLond 3 2, 9 sq. p. 153. Oertel, Die Liturgie p. 144 n. 2.
4 sq. stQoa(fWvovfiev : cfr. P. M. Meyer, 11. Forse t>;s x[<ó,«]i;(f ) t Né pare ci si» al-
14. Sarà [èvjagjfco? (l. -xa) xco[fioyQa(iifia- "[ojv, ni.a la lettera precedente non è al
ifì'ff) nomo del villaggio] xal xù>v àXXwr x di sopra del rigo, come dovrebbe C8aere
Cfr. Oertel !>. l.'>7. PFlor. 8, 5 adii. (jiqo").
15. Wilcken mi propone ò[/<a>/«o'xa/(e»'] tòi' 16. Il nome del villaggio è 0£»'f(o[.]«)f o
:Toox[eiiuvov) oQxor. Kd è po8sil)ile u[q\- piuttosto Sfteta-.
sua firnui ; dopo h. e. un funzionario autentica le due copie (r. 52). La ver-
tenza pare consistesse in questo. Seuerhios aveva contratto dei debiti con
la condizione che, in caso di mancato pagamento, fosse personalmente respon-
sabile in seguito a manits iniectio (cfr. r. 33). Contro l'esecuzione dì tale
clausola si rivolge egli al prefetto, narrandogli le speciali, e i)er noi poco
chiare, circostanze che lo avevano ridotto all' indigenza, e chiede che il ter-
mine ]trcfisso al i)agamento dei debiti sia esteso a cinque anni. Ma, natural-
mente, per tutto ciò ci rimettiamo al giudizio di giuristi competenti.
Quello che, ad ogni modo, non intendiamo è come la data del r. 2 possa
essere anteriore (di un giorno) a quella apposta alla fine dell'ordinanza del
?M}'imt'ji (r. 7). In tutti e due i luoghi la lettura del nome del mese non ò
sicurissiiiui, ma diciamo nonostante che anche nel r, 7 ci pare piuttosto ".liW^)
Col. I.
15
] , , , à^i(~>v (paveQUì&rivni
Elaì de'
20
[..... i
i^àyiQog
&eoòa)\Q\o[g .,.],.. ou
1. 'lovri'ov : v. Bilnbel a PUeid 28, 1. 11. Cfr. PO 66, 17 (;i. 357) ov àvi,rryxa ).i-
resto né per ijioX. né per vnod. sappiaiuo 14. Probabilmente è yQau/iareia (= -no) se-
X?.t]Q° Ev[,],,,,,
] , IflOV
25 ]
, rjTU
2G 2:M]fiavÓ5
\eiòov
Col. II.
"
TTxéaavrag xijv xv^ip' l'j evasala xcov xmgcòv xal t) q^iXav>OTil 17-20 11. ]
40 xal òt]/Liórt]g xaì ttjv zwv fJUxyiQCov àv[ri^nQod\é\i.ievog £pj'aa/ar[ 17-20 11.]
òia.rQO(pù)v evexEV àvadixaaàfievog vn[èQ] òvva/uiv xQÉaza zj] o,[ 17-20 11.]
.... ,^«^a>. ..[....],. .'<a' z&v zQOtpcóv xdi òanazàìg sxQr]aàfii]v olriveg
nXeloveg nagà zovg avvxexcoQtjjuévovg zóxovg IxnQazzovzeg elg èaxàirjv zai èjuè
aózr]z[i]
àXkà nàXiv xaì zovg ngoa'&évzgg mg a7i[, , , ,]ov xazanejiovfja'&ai /te Ò'&ev elg
..... ,Xov
ìwv è/iavzòv Tiagadovvai avv^épijxev yag /loi alzin ziri zv^tjg 'j(^Qrjaaa&ai
novrjQov
dai/iiovog nQoafiokdig òéofiai ne^'zaezfj xQ^^ov èxzaòla (?) .ò(r&rirai fioi ngòg
ànóòoaiv àoxTa-
&ai xaì zovg ,,,vzag zcò xe(paÀaiù) zai zolg vojui/uoig zóxoig loyo'&eoiov yivo-
fiévov
50 Jjv vnedéx[o]vzo xaì zovzov (iorji^, » fioi òodrlvai o Èàv ij ai] zvp] òoxifiàafi
xaì x<ÌQitàg
39. Tornito conto della varia densità della — nQoa&évxag ; frequentemente così xéo-
scrittura, sarebbe possibile i5i5y[aa^a( sùep]- aageg v. adn. PFlor 51, 6 etc). — Dopo
yerrj&érras, non sembrasse piuttosto
se èoyàtrjv (e nel r. 49 innanzi a tois) il xai
(lai righi meglio conservati che si trattava di una decisione (ìnW t'y.Òixoq.
ìli, n.
\a/i.[
a\vT(tì ivTeika/uevo\
5 ]
(tracce insiiftìcienti) [
[
— xov avv]ì]y6gov
<m*> [JJ/erù] tijv vnaxeiav (PUS 'Povaxixiov xal 'OXvjÌqìov x<àv /.afuigioxdxcov),
8. Non pare tìaxióiito;, olio del resto su- 16. Forse a;(oXaaiixòi xal fxhxof (ci. BGU
r.bbe un femminile. 1094, 1. 790 2). Per V Fxòixog adn. 787 3.
16. 17. Per \' àriioxoi^ag v. Mltteia, Chreitt, E por la eorapeten/.a dell' ìxS. voii Drnf-
71 Introd. (p. 80). Ai'ot'ihog 'AmiXcòs Ila- fell, Vapyi: Sliid. p. 37 sq. Stud. l'ai. XX
:iynv9ioL< ò la Htes.'^a pcrsiina del papiro n" 129 ctc. P. M. Meycr, Jurùliche l'ap.
di Lipsia ed. dal Mitteis 1. e., e nel r. 18 p. 282 sq.
di quel dooiinienln anrìi appunto da seri- 17 »q. So è letto bene Ji^j/ógoo, si aspette-
vere làritoxìyiifìas) 'Eeitov:iti/.fUK eU'. Cfr. reblie forse zfi\[t^o(yxo'>an (ovv. iioftxioei ;
von Druftel o. e. p. 3!» si]. cfr. .Mitteis, CAce»*. 71, 11) tov ony^/yógov.
60 FA Fini DELLA SOCI ETÀ ITALIANA
2. nioayia è scritto, non orgaria. 7. Per ts. oov ijj Tv/i] ofio/.oytjaw suo.
\à\7iò TOV vvv fjù tÒv dei yQ[ó\vov «e arj/iatv[, , ,], ,\c. 12 11.]
lo |.l»?a( è:x' orò fiati alni]? ami òn'ijc; f.T<T, |, , , ]jto, |c. 10 11.)
I
, , |tw nei 'EnEÌi^ òià xovòe zov ygatpeiov , [<•. 20 U.J
|,,|à;iò TW)' èm zò alzò àQovQ<b\v Tf.o\oàQi(n' ì]ij\i\aovg zàg h iyXo\yfj 1 3-4 U.|
\, ,\S, , , , ,zw dia TOV koyvazr]Qiov negì «iit|,|v a^oivUo ov,[A-ìì 11.|
|, . . ). .01'. ,«^À«s yiTviug XHi'kòig vmjyÓQevaav o>g xal ò\ià zov zfjg àno-\
[dolfiÉvrjg ytoj^iaziofiov StjÀovzai xal (hté\a\^tjxi;v avz\^ fi niokovaa]
'(AnoU.o>\vàQiov jiagà zrjg tò»')»;)//eV»y? SaiaaQÌo\v\ zrjv iaz[aiuévr]v xai1\
PZeiion n" 77 Iiitrod. (e 2 adii. p. 189). ci. Mitteis, Ckreat. n. 201, 37, dove ^
7. t; distinta così Memphis dal villaggio stampato «V òrófiari. Nel nostro doeuraeiito
oiiionim» dell' Ar8iii()it<:s. Quanto al xi- se sia é.^' oppure èv, ma
è difticile dire
Qioc di Aiiinioiiarioii, 1' ipotesi più prò- »d ogni modo abbiamo preferito l^'.
babile è clic Ascklepiade.s sia il padre di 10. Dopo (hrijs nessuna delle parole che più
esso xtgioi. Diciamo questo, perdio alla facilmente vengono in mente (àrayrygafi-
prima c'eri parso di trascurare la lacuna ,,^,f , (ìva<iFgofiir,ìs, yivotiénig, èrretày/té-
di 2-3 lettere dopo Uviri[g (r. 6) e legger ,,,^., rfXetmi/eioi/i, itirhuo/téviìs eto.) è pos-
qul, ad es., y,],ìjg<Kràtoeos 'AoxXij.-jiàdov. »i|,il,!. E rimane anche dubbio che
il le
8. Dopo nf^iQuxévtu c'era spazio, per es., lettere no, segnate in seguito, non appar-
per avxfi. Probabilmente il copista (v. In- tengano a questo rigo.
trod.) ha prima della parola .tr-
saltato, 11 sq. Forse 'Aio-] |
[/}at]i^i'(Ot; : le trocce in-
noaxiviu, un intero rigo dove era il nome iianssì ni 9 sono, però, tropi>o incerte,
della compratrire in dativo (dnn(|iie Hai- 17. /. Xoyioxi/tjt'of.
aagi'ii) ioì> órìva fifrà xvoiov xit..). 20. (!o;i;(if()«r«ifo«iT<>s : viceversa àg^^gcvs
» «q. Per es., ut (se. àgnvgas' oij/iati{ei òii- Hammelh. I.">49, 2.
62 PAI'IBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
l'Yjiaieiag riov òeanoTibv ij/*]còv Aixiviov ae^aarov xò cj" xal Aixmov lov
Zo<pia\
s\7iàvayxeg[
\,7tgó? ae a\
Siuà. Pai. XIII p. 6 sq. per ea. Dittenb. Syll}' 281, 7 otc. — hi :
2. 'Evìag (noli si può leggere 'Oria?) E/mga- cfr. PO 486, 5 etc. — Kaixiviov xtX. :
viov sono nomi per me enigmatici. (O forse cfr. 112 4. Wilcken, Archiv 3, 382 sq.
sa; ma c/^jigariov ovv. t^tirgaviov è chiaro 7. Kwvatavxiov sarà errato invece di Ka>r-
in p). — ovfifìefiaimTov v. PO 1208, 6
: aianirov ; o la data sarà forse quella del
ailn. — Forse xaì rf/ tdi'a jiiotfi xehi'onog, primo consolato simultaneo di Costantino
come BGII 887, 4. e Licinio (312'') ? Per la mancanza della
3. Si^c- 3iàvTU>v è/i]!iodioftiòv ? — ?.eyià)ros par cifra di iterazione v. PFlor 1 p. XI s(j.
sicuro ; si tratterà allora di uu congedato (Aid. a 36, 31).
della cavalleria legionaria (Lesqiiier, L'ar- 15 sq. Per es. nagé^o/tai ao[i ^e^alav òu'i .tav-
lire rom. p. 134 sq.). Ma la legione di zòg dsTÒ .tdyrtoy nàoìj (ìefìaHÓoei xal xa&a-
staui!i> in Bostra (Ijosquier p. (ì3. Hcnziii- (>àv ànò .Taaiis Ai//(on«]//j xaì TtoAcntxijg xaì
ger in Paiily-Wissova III 790) era la tertia liovkevtix[ijs /.Ftrovgyiag otc. Cfr. PO 1208,
Cyrenaica, e nulla di simile ai legge innanzi 19 sqq. (dove v. la nota dell'editore al
a keficòrog (neppure per es. xijs èxeT X.). r. 21) e adn. 684 7.
773, FRAMMENTO DI CONTRATTO B' AFFITTO 63
[
n\TO?.ejLiaicp 'OvvuxpQiog
[
— fiégog — ]àQ0VQà>v TeaaàgcDv
4 e 7. r<T i nomi locali (doll'Oxyihvnohites) v. adii. 105 1. 187 7 hii. 4<J0 8 sq. aU:.
non sappiamo.
-f-
\'Ev ò]v6/ia[Ti] rov xvqìov xai dEa7tó[tov]
]t( ) jió?.e(og,[
Nel verso :
10 fiia^a>(ms) 'Avaara[aiai;
fi\niav fiégog, ah de
15 ]eQ,[ ].,a»',[.]e[
BGU 591, 12 non è nome di persona, e (cioè erroneamente si volle mature noi^-
in 1053 I 50 sq. per giunta la scrittura aaa&at in :ioirjoai).
Ilovóytos pare fosse HrjnovQÓg di mestiere. pagar lo mercedi del xèxxuiv etc.
775. QUIETANZA DI DEPOSITO 66
\xa>/iii]? EaoTiQEiov ,[
\AvQiy.kp 'Ale\^\àvÒQCo , , |
vare supplementi plausibili per i rr. 6 sqq. In tutto e per tutto enigmatico
ci è il documento b.
a) Recto.
(iiPhòiq) vnoygdrpovzog [
1. Forse 5([à xov ScTya xtX. ; ina si aspette- 7. àvavSots : è chiaro. Vorrà dire ' taciti ",
ZaQonódcoQog àq?fi[h^ ?
20 !.]..[
b) Verso.
ATos ùqx'
""
yvvrj
, „ .
liQantvov
Kaaarr] àXa^aQx' ^àv Xà^w èeyaaiij-
Ugornvog l^rjy S t]
'EnixTt}Tog àyoQ S fi
0eQfxov{^àQiov 'AgxiyijQ
30 rgocpòg Naxogi,v
'Anmv S s"
[,]rjfiarag znfdag Sg
[,]a,avo«
25. 15 noto un Jcovvatoi stratcgos della 'Hga- 29. àvTtyQa{(péa>{) sembra ; cfr. Proisigke,
xXtlSov fiegig negli auui 207-8'' (Panlus Fachwoerter p. 22.
n. 453). 88. Fare [n]ayavoi.
riusciiiiiio a leggere ciò che resta del r. 14 (nella lacuna doveva esserci,
oltre il resto, la cifra del giorno del mese) ; sicché rimangono insolute le
difìfìcoltà che offre nel luogo corrispondente (r. 30-32) il papiro di Berlino.
Essendo, a nostro avviso, sicuro il èev%]ÉQOv del r. 12, notiamo che anche
nel nostro documento l'intervallo fra le due date, del r. 1 e del r. 12 nel
nostro e del r. 1 e del r, 26 nel testo di Berlino, è di 13 anni (13 anni e
quasi 5 mesi nel pap. di Berlino, 13 anni e suppergixi 4 mesi nel nostro):
non e' è dubbio, dunque, che si tratti del giovane IJeron, denunziato come
dell' età un anno nell' SS"" e
di inscritto come TQtiaxaidey.aeTijg nel 96^ (cfr.
[il fi è corretto] = yévvrjfxa !) dei due coniugi, ma non sembra i)iù possibile
sottintendere un ànoyQafpójue'da o àneyQdxpavTO. Che sia possibile, in una forma
piìi schematica, àyQlàqjOK' r&v avrmv] yév{v)ri[jia "Hqcov xzL ?
Suppongo che documento nostro fu estratto dai registri nell'anno stesso 9%^
il
\
10-15 11. ]et^Te»;,[,]o,,,[.]
15 I
per es. "-'^.^'J^ló^^ov.
6. Ajiollonios è nome troppo ooniune, per 10. 'Ago. xiX. : cfr. Bell, Jychiv. 7, 21 sq.
dedurne che i coniugi fossero fratello e 11-16. In ciascuno di questi righi la lacnna
sorella (cfr. r. 4). è snppergiii eguale, ma per la varia den-
7. Nel doenniento di Berlino marito e mo- sità della scrittura sono possibili supple-
glie sono della stessa età (30 anni), qui menti notevolmente diversi di estensione,
il marito è pifi giovane della moglie. Sic- da rigo a rigo. Nonostante temo che ne! '
ché anche qui pnò essere la ragione di r. 13 non ci sia spazio per hós, per cui
età quella per cui la donna non ha come ho avventurato a, visto che la seconda
xigios il proprio marito. Ma, cosa note- lettera de! rigo è probabilmente v, e non
vole, anche qui si tratta di matrimonio pnò essere r («[wy-]). Cfr. lutroduz. Vi-
àygÓKpcog (t. 11); e non si può allora esclu- ceversa non è da far caso che nel r. 10
dere neppure questa ragione. lo spazio pnò sembrare un po' piti ampio
9. reaaoQa- pare risponda allo spazio me- di quello che richiederebbero le nove let-
glio di ncrtt)- cto. tere supplite.
TÓìg \'9eóìs t
'aio?,,,[
vaiog Ti[
òÓtcov YQàju/naTa.
6 sq. 12 sq. Avrebbe dovuto scrivere à^tov- 10. Il nome Tancnvais di una delle due
oa< VIA.. V7i. rjfùv e jiì] etSviwv. Ma appunto donne sembra indìzio che il documento
in questi libelli sono frequenti tali errori. provenga dal Fajùm. Cfr. BGU 706, 14.
La formula col participio (à^iòjv) occorre Stud. Pai. i p. 29. 710 12 (anche questo
nel n" 15 del Meyer o. e. docum. può essere del Fajùm).
Il frammento è per noi oscuro. Nei primi righi sono indicate 853 arure
di xmjurjux}] vnóoraoig (patrimonio territoriale del villaggio) ; ma in che rela-
zione ciò sia con l' m'ofiohxov Uvov non sappiamo, anche perchè è incerta la
cifra nel r. 5. Così ignoriamo che cosa possa essere xeeyyia nel r. 6 : si indica
una vicinanza col villaggio Sephtha ? Per 1' anaholicnm v. Eeil, Beitriige etc.
àgovQai covy
Uvov àva^ohxov
5 zcó{v) ixazòv àgov-
Qwv X lo zEsyyia
esso (per circa J6 ein.) rimane vuota; non c'è scritto nulla neppure nel verso.
Si sarà l'orse avuto in mente di farvi apporre le quietanze ancbe negli anni
successivi. Cfr. 473 Introd.
Un qualcLe indizio che il documento sia di Oxyrbynclios può essere
1' (r. 7) e non òiehjXv&óroi; (v. adn. PFlor 4, 6), ma questo
uso di òieXdóvTO?
non è più un semplice iudizio (non è di Oxyrhynchos PO 1458, 8 e in
di ;
1270, 42 òiektikv&ÓTog è supplito dagli editori). Cfr. anche adn. 807 10.
Ricevute analoghe: 163. 302. 462.
fiys/MÓvog
(
xai v7i{eQ) rov dis?:&ortos
rsiQaxooiag ^v / ^ ftv j
i e 10. .Sono .anni dì Costanzo e Galerio, 3 sq. Prefetto in questi anni era Clodius
Severo e Massiuiiuo Daia ; nel r. 8 poi Culciauu» (cfr. 716 Introd.).
erano naturalmente anni di Diocleziano 6 axoiyas ' sopra il a macchia d' inchio-
(20) e di Costanzo e Galerio (12). Pro- stro (f). Sarà un nome Sxotràg (il gen.
priamente nel r. 8 sì aspetterebbe a. 20 di sarebbe SxoivS) t
per èa§ì]g di reclute, così troviamo anche in PLips 34' 8 Xóyov èvòv/xaicov
ziQióvatv. Nel r. 9 del verso del documento nostro è scritto indubbiamente
<m^> enei^.eyi? ^ri,,v,r] òvvafug rmv agy etg yjQag uvog nageòo rcov òiEarri,^,
5 eixoaioxtm xai ògay^ òiaxihag (m^) / Xvxì] g/? agyvgiov zaXavia Tergay.ooia
/ V ^ni^> uoroiv Tfi^ai'Ttnv dianonnov jieviìjy.ovra ajzo zi-
.
8 (m^> H xara^olrf rcov agyvgimv zrjg ea-dritog si rivi eòo ovxmg nageòo di e/xov
,««,«a» dt]/u^ 'p«S' ^' ejuov etg koy' vavxoxigojvoìv t':^ vjV xai etg prtpa?
^
UxoXefxaiov
anaixrjxr] Exxaxxaiv agy t tA/^ (ì
1. Forse ènei s)r{e)tg ìjiis svi »/ Svva/iisì aggiunta non vediamo che cosa altbia a
2. Intendi 3igoyo{ì]Tij). fare col resto. — I.e parole ftóvcov etc.
8. rea{jiéiij) 8rìfi{oaia) (cfr. r. 9) XQV sono scritte con inchiostro diverso, ma
(t = yQrjfj.aTioxixfj ? cfr. Preisigke, Giro- sembrano di m'.
1)686)» p. 32. 279. 334. 417). Che voglia 1. Intendi: anno 35» dell'era di Costan-
intendere 5ià drifioaiae TQamÌr}sì tino (dal 306-7); anni 17» e 8» dei re-
4. Nel principio del rigo sono chiare al- ^ gnanti Costanzo (Cesare 8 Novembre 324)
cune delle sette lettere {xTtjoiòi'^), ma non o Costante (Cesare 25 Dicembre 333) : v.
In segnito dopo zr] sembra Ira (che sia seni- 707 Introduz.).
plicemente ta, il giorno 11 ?) e quindi nu 10. l. ànairtjTov e unisci cuTaxrcov {' fuori
782. Conti.
(chi. 7 X 12) A. 340-lP.
(attraverso le fibre)
]/ ófiov al V aidll
]to«V fita^ xal à/m' ,,5' (!)
b.
(lungo le fibre)
12 ]avayxauo? [
Sono due pezzi di papiro che erano cuciti l'uno con l'altro, PubblicLiamo
quel poco che siamo riusciti a leggervi (il fr. h è della stessa uiano dei rr. 1-8
del fr. a), solo in grazia della data, la cui lettura è certa. Non e' è difficoltà
ad attribuire la scrittura al quarto secolo, e però intendiamo 1' a. 51° come
dell'era di Costantino (v. 781 782 11), clie giustamente, a quanto sembra,
7.
il Grenfell suppone fosse abbandonata verso il 360, mentre finora non era
attestata se non fino all' a. 47" 353 (PO 1632, 9). =
Fr. a : (cni. U x 12).
q}Qov?]riaTov avve'&ia[
1. cpQOVTis rov oppure fpQovTiarov. E sarà 4. ftero^v : adu. 466 14. Si vegga anche
(pQOVTiaiov se il seguente ovr^^mC è grafia Mayser p. 61 u. 1.
errata per avvt)&eia.\_ ' remunerazione ' ' sa- 8. PO 113, 30. adii. 568 5 sq. Cfr. 236 36.
lario' etc. (v. adu. PJaudau 37, 7). 17. Parrebbe òX[iy]oi.
785. APOQUAPHE DI ASINI 76
m. s.
("Erovs) ^>] C< Tvfii xy. '0 amò? aearj^emjuai. 18 Gennaio 362i>
m. n.
1. La parola òVa)(>') dopo la lacuna escludo questa seconda formula è possibile, pur-
il snpplenieuto ToTs [ygar|^ovot ròv vofiòr'] ché si supponga abbreviato f^aòga):/iìay
o sini., come potrebbe esser suggerito da por es. in ?5 ("^f'- '"'"• '82 5 sqq.).
PO 246 che è una àsioYQa<pi'ì di agnelli. 2 sq. Kndaimou presbyteros Hermaiu e suo
Dobbiamo, dunque, ricorrere all' una o tìglio (r. 17) Nearchas sono già noti da
all'altra delle due ÙTioygarpai citato nella altri documenti (v. PKlor IH indice di
Introduzione, cioè ToTs [ffeiAj/ij'o'oi rò te- persone PSI 88 eto.). Euduiuiou
; fa qai
lo; (o forse fióof) t<ò»'] óvco v) oppure Tois la denuncia per sé e per il tiglio.
[è^eil.. tijy è^adgaj^fttay ttùi'] òvoy^v . Anche 7. /. Evdai'fto{vo;).
76 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
tgeìg, ncóX{ov) ago era [x{al) jià)]X{ov) di]{Xeiar) a, xal eig Neagxlàta)
viòv òro{v) &riX{eiav) ^«[/Jar. òi' 'Egjuaio{v).
8. l, agoEva, purché non abbia voluto (cfr. 12. Avrebbe dovuto scrivere yeovx<o. Né ci
Il villaggio Begnv (r. 10 e 27), del cui monastero si dice monaco Kollu-
tbos, per sicura attestazione di PITeid (Bilabel) 26, 41, era dell' Hermopolites;
credo perciò che il pezzetto di pergamena PO 1720 (vi ricorre il nome del
villaggio nel anche se realmente trovato a Behnesa, provenga dall' Her-
r. 2),
mopolites. L' annua 7igoa<pogd dovuta al monastero derivava verosimilmente
da un pio lascito di Gerontios scholastikos, i cui eredi sono rappresentati
' '
dal loro amministratore Anup (v. nota al r. 8). Per altre specie di ciyiat ngo-
a(pogai v. P. M. Meyer, Or. Texte p. 97. Il papiro ci è stato donato dal Ca-
povilla (v. p. 1).
8. òiotxj : \\ il ò ad una ([tialclie distanza 10. Intendi è:tXtjod>&t]v, 1!) »q. xvQi'a ovoa
dal resto. Lo gupponiamo dovuto a di- <tjTÌ.tjyoaqmaa etc, 23 àSta)9eis.
|
gtrazione dello scriba ohe aveva in mente 14. là algovvia /wi cfr. 66 4. 696 10. 787 14.
:
Gfr. PO 278 (Mitteis, Chrcst. 1G5). PEyl 167. BGU 1067. PLond 335
(II p. 191 sq. = Wilckeu, Chrest. 323): tutti, tranne il primo, dfll'Ar8Ìnoite.s.
AU'Arsinoites ci riportano anche le formule contrattuali del nostro documento,
la menzione dei vofxaqxiy.à (cfr. Oertel, Die LiUtrgìe p. 165 sqq. ; aggiungi
PE ap. Wessely, Stud. Pai. XXII n° 177, 34) uel r. 17, e la forma del nome
'Iejuov'&t]g. Per la datazione v. la nota ai rr. 26 sqq. — Cfr. Bliimner, Tech-
noi. 1* 22 sqq.
].[ ].7r,,,[
1 sq. C'era in dativo nome, paternità, ti- 7 sq. Se si riuscirà a leggere la prima pa-
toli etc. del proprietario (o della proprie- rola del r. 8 (dopo la lacuna è possibile
taria ; V. adn. 18 sq.). tanto OS quanto cog), s' intenderà anche
8. La prima lettera del nome di luogo non questo àvri xòiv etc. Per ora sarei tentato
pare potesse essere altro che X (e la let- di supporre che 1' affitto anteriore fosse
tera innanzi ad tov, dopo la lacuna, sem- di drachme 160... (naturalmente dopo éfi}-
bra fosse )') : nessun uomo locale dell'Ar- xovra ci potè essere ancora un numero,
sinoites, fra quelli finora noti, è possibile. per es. Tiérre, f'f etc), e l'affitto stipulato
4. a{{n(S) : ^ pap. col presente documento 6 di drachme 200.
5. Ricompare qui in nominativo la parola t(ò[v rijg /iio&waecog r^f] |
jiQoitQog ?
xo7rr[o]!)(ia (la lettera innanzi all' v p>iò 9. Per es. àlXXtjv nnaXertx^v] ci. BGU 405,
essere anebe a, s etc), il cui acousativo 7. 11. — C'fr. r. 21. Xenoph. Cyrop. 6,2, 31.
occorre nella forma xohitoqui' W. Ohresf. due de/.-
10. Forse Te[t]à«o[)'ra. I seguenti
323, 22. — Dopo roìg non si adatta allo q>axegsembra debbano esser dati in com-
tracco j^Q)]o[rìjoloig nàoiv, c.T('j. Piuttosto : penso, diremo come interesse, del prezzo
avv TOÌs [oX]j.io[ig xal xmiiatg, èjti] oppure della firjxat'ìi ; ne sono distinti gli s^ai-
[SX]fio[ig Xi&ivoig, èm}. Qcra. Per es. ie[i]axo[»ia jzérte, v:ieQ ì)s} t
787. AFFITTO DI UN MULINO 79
20 |,,,] Tzda^] ehm 7i[QÒg i/^]è tÒv 'Tsjuovl^rjv xal /.lerà tòv\
25 <in2> 'Iefiov[ihìg . ].
affitto (cfr. r. 13 sq. ; àva<fOQai in questo svox>'ì!iora (cfr. PFlor. 16, 20. 27 sq.).
senso per es. Sammelbuoh 5252, 27. Spohr 19. Il supplemento oX]ft(oi' è naturalmente
a P.Iand 26,18 sq. : adu. 814 12 sq. etc). molto incerto. Dubito poi molto che il
In tale presnpxiosto bo avventuralo il seguente fivXoxÓ!t[<ov t — ] indichi qui gli
supplemento r[ov avtov ipÓQOv. operai ariotatori di mole (Reil, Beiirage
16 sq. Per i:nf).}(oitxov v. adu. PRyl 167, etc. p. 27 sq. 150). Bliimucr 1* p. 30 sq.
20. Una tassa è indicata anche con SmXw- 21 sq. oltt-rQi'tf>e(os : cfr. adn. PRyl 154,
ftdrwv (cfr. ora anche ap. Wessoly PR cit 28 sq. Per la formula analoga èji' ovdevt
177, 21 toB xaXov/iévov zeXéofittrog òinXió- xnrapXdyag jiXfjv zij; /yf/ocftjf v. Berger
/laios legòiv) e pare da riferire alla «grò p. 399.
jiotla (Rostovzev propone addirittura [wa 28. xX(£)tai è[^oòiois ci. BGII 606, 15 t Ma
p. 161 sq.) cfr. (póXeroa ro/iaQxi'ci SI 17 ghi per es. i[jil rfp /le rovtoig] |
àxoXovàeìy.
(a. 164P). 21. l. <ìr[aìrrix]at.
18. xaiaoxevt'i (a ditterenza di cjttaxevri ' ri- 26. Per es. ftefiloùcolfiiflt).
80 PAPIRI BELLA SOCIETÀ ITALIANA
2(J sqq. Innanzi ad avTa\>cQàto(>og e' è nn Forse la scrittura era più densa alla fine
apice ('), il che fa Hupporre clie ci fosse del r. 26 in modo da contenere tutte le
nna cifra numerica (per es. «]f'), ma le parole che nella lacnna abbiamo poste ;
tracce anteriori snperstiti sono troppo in- e similmente innanzi a /7agi?([xoD nel
certe per assicurare che sieno della pa- r. 27. Ad ogni modo, mi pare quasi si-
hovs (che potè essere anche in sim-
rola curo che si tratti di anni di M. Aurelio
—— — ———————— àgov-]
2. Dopo xal manca elg (per es. PAmh 87, insistere sulla condizione in cui dovessero
15). Probabilmente dunque [«]i(?) onogàv. essere lasciato). Ma, per quanto noi non si
Cfr. PR 39, 11. Nieole adn. PGen 69, 8. sappia supplire altrimenti, sorprende in
5 sq. A Magdola Mire nell' Hermopolites, questa parte del contratto la clausola xa-
secondo PAmh 87 (a. 125»), per 12'/, anire &aQàg y.rX., per giunta insolitamente abbre-
coltivate a chortos e arakos (Geutilli, An- viata e introdotta col verbo 7i'/.ijQ(!}ooiier
sola arura) sipagano 250 drachme, cioè concepibile che codesta spesa tocchi al
circa 20 drachme per arura. Qui invece proprietario. Seuonchè è probabile che lo
se ne pagano 28, evidentemente perchè scriba abbia avuto o presente o in mente
il terreno è di qualità migliore. un contratto redatto in nome del proprie-
7 sq. La lettera innanzi alla lacuna è cer- tario {'Efiia&moev xrX.), e ne abbia ripe-
tamente X, per quanto sciupata : dunque tuto meccanicamente le formule. E come
òx[r<«, vale a dire le otto arurc seminate a qui ha dato oov per f(ov, così nel r. 17
frumento (per le altre pare non occorresse aveva dapprima dato moòs èfii per jrgòf aè.
788. AFFITTO DI TERItENO 81
l."> oxro) l
à^^ [S«»/, Aa]' " [j], ^o ti ofi. xcù ówaojuev /iia&onixòv
13. Dopo IleXwios c'era, credo, il nome del Gentili! p. 289 sq.) ; anche piìi incerto è ae-
padre ; del fiétgov 'A&tjvaTov si pattuisce ^aaxijt (v. adu. -IO 16. 282 6. Schubart, £t»-
che sia adoperato 1' esemplare di Peloia fiihr. p. 451. P. M. Meyer, Gr. Texte p. 155).
(segue il nome del padre f). Non vedo, 19 s<iq. 'Eàv òè etc. è nu poaitcriptum (efr.
cioè, nessuna relazione con l'iwÈg rov jie- per es. PFIor 85, 21-23). Se abbiamo letto
Xcóios come vogliono intenderlo iu PAuili bene jiagade^i/ l'ifteTy, vuol dire che in
56, 7 sq. (che sia, del resto, auclie li Ue- esso contemplava nno dei casi in cni
si
gettura del Wuszinski Uodenpacht p. 125) { 20. l. ngoiov e v. adn. 848 3 (e PF. 136,6);
per PAmh S8, 27, già accolta dal Mitteis Sophokles Lexikon.
(Chreal. 150). 21. Deve essere roù; xagnov;.
IO. Il nome del mese 6 molto incerto (cfr. 21 sq. Forse ò possibile (yi|o'feo]v.
Cfr. PFlor SO e 101. Senza alcun dubbio anche questo documento è del-
l' Hermopolites, sebbene sia problematica l' integrazione del nome locale nel
r. 3 sq., e sia non altrimenti noto quello del r. 12 dopo jiegl). l proprietarii del
terreno da mietere sono due figliuoli di Eudemos, uno dei quali si chiamava
Pop. Soe. Hai. VII. U
82 fAPIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Xoyovjuev — J
re nvgivovg ojrófjovg èv toh Ila-
[rgriaEig ev róìg Uavvi] xal 'EnEicp jurjoi to\v\ av\To]v hovg fiEZQì]ai
]fia>v\
1. L' ultima lettera visibile del rigo sem- 10. Naturalmente sono possibili f)'i5f]x«T(/?,
3 sq. Per es. èv rwi 77a|[ox<ù( jrsgl Mróx'^] Nexoav (nome di villaggio).
ci. PFlor 380, 3. 10. 385, 38. PAmh 88, 12 sq. Sarà stato detto che la mietitura
8 sq. etc. Ma naturalmente sono possi- delle tre arnre sarebbe eseguita alle con-
bili altri supplementi. dizioni stesse indicate per gli altri ter-
9. Anche PFlor 101, 12 è scritto erronea- reni in questo contratto (l. av/t<f(ori'ai nel
'
mente PFlor 80, 12). 14 sq. /(«tg»;o{«)i jiQ(ór}j : v. PAmh. 88, 25.
Questa petizione
all' Èxòixog (v. le indicazioni che abbiamo date sopra,
n" 767768 17) è redatta in termini molto semplici e senza la solita loquacità
S.
dei documenti dell'età bizantina tanto piìi è deplorevole die essa sia mutila
:
700. PETIZIONE ALL' EKDIK08 83
cfr. 467 Introd.) cbe la sorèlla non aveva voluto comprare lei stessa. Do])0
la vendita, costei accampa dei diritti verso il compratore, perchè a sua volta
lustos sia dal compratore chiamato in giudizio. Il fratello quindi si rivolge
all' exòixog, affinchè questi faccia attestare dalla sorella come realmente
stieno le cose, ed emetta sentenza (rvnog r. 17) che lo liberi da ogni respon-
sabilità rispetto al compratore. È probabile che i giuristi formulino diversa-
mente e meglio il contenuto dei it. 15-18; ma suppergiù il senso sarà questo
che abbiamo detto. Il fiuQxvQa del r. 15 ci ricorda che V èxfiaQTVMOv tocca'
proprio aìV èxòixo? (von Druflfel p. 39),
Mettiamo poi in guardia il lettore per quel che riguarda i rr. 21-25.
Attendibili sono soltanto le parole e sillabe non indicate come incerte ; tutto
quello che è puntato è stato da noi stessi letto diversamente tutte le volte
che a leggere ci È chiaro ad ogni modo che sono anni di un
siamo provati.
imperatore del sesto secolo abbiamo sup])l)to 'Tovoriviavov, perchè il supple-
;
[ (pXnf,,,
ì^f^ ^eorjvfo tw èUoYifi{undTq>)
1. È pitiprobabile 0Xaov{(i} che AÌQtiUq>. /um;v e òficóonoav (posto che sia letto bene
7 sq. Avrebbe doviito scrivere ;i;(>e(ooroi'- a^eiaj-).
8* PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
EHÒlXE XVQte. I
* # « GtC.
10 8q. Avremmo capito tvexàXtoev \ im àyo- 12. Per l'uso di cràyeiv (cfr. èvay(oyri) v. per
Qàoavzi. E una qualche forma di èyxaXeìv es. PFloi-93 (=Mitt. Chrest. 297), 25. 28.
crediamo ci sia. Stiul. Pai. XX n» 122, 6. 11 etc.
Per l'ufl9cio e competenza deìVExòixog v. adn. 767 3. 768 17. Introd. 790.
1 sq. Cioè ;fet'a{ov) ^agsxo/iéHov) to3 &eo- ^d. ro(fuofiata) & H{egdTtor) a;
àyi{ov) etaa-
10 /(ori Kaiaaqiov • • • • v fi xj fi
fiov\ Aajuaoon'og v ^ xj fi
fiovi Aì]/ir]TQÌov V a xj a
l'i fioì'S Ilaytjviov (ì) v a xj a
ToiJ àyiov Koofià . • v a x/ a
yi/ V lu xl ta
ov
20 ixx?.' àfiftà 'leQaxicovos v a xj a
10 sqq. nov{>j) ovvero ftoviaorrJQiov). 9 e 19. ov(T(og). Cfr. 804 2. 15. 807 3.
Non conosco altro dociuuento aualogo a questo, clie pur troppo è mu-
tilo e iu fondo, e per giunta qua e là con scrittura svanita. La
a destra
cifra C in cima ci porta a credere cbe esso sia una pagina del registro te-
nuto da un funzionario (sitologos ì o i)iuttosto funzionario di grado più
elevato), nel quale egli riassumeva conti della sua gestione, e segnava le i
cata iliiW dvréyQmpa del r. Perchè poi a principio del resoconto sieuo intro-
12.
dotti, iu carattere più piccolo, rr. 4-0, non so spiegare. I conti, ad ogni
i
imi ÒR-
?
yEvt]fj.aw(; njS —^ariaUiì «?S — [
Trjv jrQÓaoòo[v Ti]g] qpogokoyiag tov >cS 'ASgiavov x(ai}[aaQog tov xvqìov
àvxéyqaxpa xo ^g [
CoL I.
UetEEvg 0[ ]v .
1, j» f j;
I
Col. VI.
54 /7[,,,,],..,o? \,e
/Zerf , , ? 'A(pQoòiaio{v)
, . ] }j ^
Ne(pe\Q]rù)s NeqoeQco 'iegécog h fi
Ilane'iQ 'Aniiovog ta
Uaaicov Ilaamvog taL
Ihrenovxiog) Ilwwi ìroL
00 IIvEfpeQmg 2'ajr,,.»* isgécog l, fi
Col. VII.
68 UdrvQog 2afiivov V [
'
Zaq&g ZaQcmmvog t [
TQvtpmv 2afiivov t . [
fP0.i7t7io(g) 'A(pQoòiaio(v) t [
fPikwtag TijiioxS h [
[01ìa[.,]g Alda [
l fuQì]}'OQÌov HfQafiéotg.
^aù)qH v7iofa'ì]fiatoyQd((pf{))
Pei" fi ix S a ^
90 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
/
10 dg xoà naQaò\(t)aw TÓìg oTeX\Xojusvoig
xci)fi>]S X). In questo rigo pare sicnro àgra^/jv ftiav tj/ivovr (sic) xal yoirtxas
ùv\va>ras, invece nel r. 7 è altrettanto si- òvo- / "S" etc.
cnro àrrwì'rj (cioè -rtjs), dove si aspetta 18. eh zò dvo/ia rov sim.
xd)/Ài]g WevvQecog
òioixriaemg XtififiaziC
,[ e. 12 11. ]. exl,.\f\'.,]j L
Di altri quattro righi rimangono soltanto le prime
lettere :
f, a, t (ovv. n ? n ?), a,
17 I .... I
/*"' «^^«
in Psonyris f Posto dio afttpoò" valga à/t- E non pensare a xai' 'O^VQÌyx{<ov)
difflcilo
10 sq. èXai'xoì'i xai ipoivixtxovi xagnovi. V. adn. PO 154» (voi. XH p. 271 sq.).
92 PAPIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
vuota (almeno nella parte di papiro rimasta non c'è traccia di scrittura), e
con frammenti di scritto per noi illeggibile. A sinistra dei rr. fi-28
tre righi
non sempre ed in tutto manca il papiro, ma abbiamo nonostante messo fra
[] anche tutto ciò che è interamente o quasi interamente svanito. Nel verso
conti di mano più recente.
Il documento sarebbe senza dubbio molto intei'essante se si riescisse ad
integrarlo almeno nelle parti essenziali, e speriamo possa riescire. Sopra una
prima trascrizione M. Norsa siamo ritornati piti volte, e sempre con scarsi
di
resultati. In non tutte le nostre letture sono attendibili.
tali condizioni,
Quanto al contenuto abbiamo qui un resoconto di contribuzioni, in ge-
neri e in danaro, al vettovagliamento di soldati, probabilmente per una non
ordinaria spedizione: un resoconto, in somma, non della solita annona mili-
iarù, per quanto la contribuzione sembri attribuita e distribuita col solito
sistema. Ignoriamo a quale funzionario sia diretto, e da quali esso emani
(dicendo ngay/nan-^ol in fondo non si determina nulla; cfr. per es. PGrenf I
48, 10). Il prof. Kostovzev, che vide fugacemente il papiro, ci suggerì 1' ii)o-
IV secolo). Si confronti anche G83 (per cui veggasi ora Wilken, ArchU- 7, 84).
5 ]tjnaTàX-
[
]xov y(jafifiaréwg
7. Se fu [^aaiXt]xov, bisognerà 8ni)porre che la scrittura fosse qui molto meno densa.
797. RESOCONTO DI UN VBTTOVAGLIAJ^IENTO MlLlTAliE 93
10 \nQmà^eco<; rov
20 \ÒQaxfi{àg) jievcàxi?
9 a([. ^yefio\[nxijs1 Ma Qon sappiamo unirlo Itt. nQooiiftov nel senso di ' tassazione '
a
con ciò che segue, dove non si può leg- cui ò sottoposto il villaggio? Poiché quasi
gero jiQoora^eMi. Innanzi a questa parola sicuramente si tratta di un villaggio (v.
c'era parso di vedere ta; (per es. «ai Introd.). l'or significati analoghi della pa-
Ocias, die in questa età non sembra pos- rola ^QÓattfwv V. Berger, Sirafklauteln
sibile) ; ma le tracce sono troppo tenui. p. 4 sqq. (e specialmente p. 10 sqq. 38 sqq.)
Per il senso basterebbe imo tìjì ìjyefio\v{as e l'indico del Rostovzev, Kolonat p. 415.
(come ad eiiempii) nella troppo famosa let- 17. Se xotarofai o ftezaTa^ai non riesclauio
tera di Psenosiris, PGrenf li 73, 10 = a distinguere.
Ghodini, Lettere crist. XI) àjiò (ovvero 11). Non escludiamo qx ii (invoco di Qt xfi ;
a.
]QtQV
]rov zekcov VI
]eg Ti] Jiokei ncoXeiv
\t]X'&oaav oi akieig
10 ]..f ]iXi'h'o
(p Evti'xVf 6 nel r. 17 q' IIqio'\ in parte per la posizione che occupano nei
rispettivi righi, in parte per la posizione che occupano nei rispettivi righi,
in parte per la maggior densità di scrittura, sembrano parole aggiunte. Senza
di esse si avrebbe Tò Zrécpavog IIuttov ixìjtQÒg [#]»;g<o? j
» ,xuTu\yi{r6^iEvo?) ir
Uè'-] hòjv xe \
a] 0EQjuov\'&ig ?] 'Aksi firjXQÒg \
Aiovvalag ànò Ile'- |
i^ Ilajiovzcóg
'AjToXkmviov fOjTQÒs I
©egftovid-swg) etc. ; cioè dappertutto il solo nome della
madre di ciascuno come in tutti i righi seguenti (19. 21. 23. 25. 28?). Con
esse, invece, si dovrebbe intendere che il nome della madre fosse seguito da
quello dell'avo materno. Ma se questo non oiì're difficoltà per [,]ìjQiog Oeayé-
vovg e per ' HQcoòhaivrjg ovv. -laòog) ©eQftovi&àiog o sim.), non si adatta più
ad Emv^iì? (genit. di Emv^i] ? e in ogni caso nome della madre) Aiovvaiag,
perchè dovrebbe essere Aiowalov ojjpure xQrifiaxiì^ovorjg /itjrgòg Aiovvaiag (adn.
450 50 sq.). E del resto, anche Oeg/uò può certamente intendersi come nome
maschile, ma le probabilità maggiori sono per nn nome femminile (Oeg/iov^ig,
OsQfxovdiov, &eQ/nov'&aQiov etc). In conclusione (1), le aggiunte marginali del
nome dell'avo vanno collocate (anche nei rr, 15 e 17) dopo il nome della
madre: [,]»ygtos Oeayévovg, Aiovvaiag Evrvxfìr{og^), 0SQfioi>(ésa)g) 'Hqu){òov ovv.
-lavov).
Non sappiamo poi dire che cosa sieno nel r. 13 le due lettere in nesso
(si direbbero FL, cioè rgizo) nei sim. che qui non avrebbe senso), tanto più
che con esse sembra abbia qualche relazione la lineetta sottoposta al seguente
xaral. Bel resto, anche il xaiayiivó/ievog) che qui e in seguito abbiamo dato,
si adatta benissimo dove o e' è addirittura iv Ile' (r. 19) o si può supplire
(r.13); ma
ne è singolare l'uso dove occorre assolutamente, col significato
di 'ivi residente', cioè nel luogo in cui la lista fu scritta, sia esso IJéka od
altro villaggio.
Finalmente non sappiamo spiegarci un grosso A' fra i rr. 15 e 10 (simil-
mente, nella parte non trascritta, fra i rr. G e 7 e innanzi al r. 10).
(1) Ben si accorda con la nostra ipotesi il fatto clie anche nel r. 8, della parto non
trascritta, si ha A}jfia[Qovxog ovv. -qìov etc] e innanzi in scrittnra piìi fine ',4.W.^w/ (n)'f>t'f),
Oeayévovg xatalyl ev uè ?J L xe
W. 16. 19. 22. néla nella h^òg xoTiaexla del- 81. 1659, 40. 1717, 22. Cfr. 291 2. Sam-
rOxyrh.vncUites: PO 24.5, 12. 20. 1285, «id/)«cA liU."), 24. PRyl ir.9, H PHil. 13, 3.
7»». LISTA DI NOMI 97
aXirfi
TaaxMeto? xmay' er Ih
20 L »/
xatay' L xs
a]ji[o\ AX£iov
xe ArQtjg Ano fi'> [I]sQaxia[i\v'i
17. He'HQw dovesse essere im femminile (v. seguito da xQV^^i P*' errore è registrato
Ititroil.'), intendi 'Hocoò{ialrrjg) —
come come femminile.
r. 28 'IeQa>ciatvi]{s) — ovvero magari 'Hqco- 27. ALerov (se letto bene) : nome di villag-
d-eia rj? x{
'^Qconlas x[al
4. Se l'ultima parola era x[s^'c^'>'t "on sem- rr]g navioiav jiqóooòov - ùxigmov ovaav xaì
bra adatto il supplemento è[}teoxofi]évriv xadaoàr xxX. — l. vne^aigeaiv : similmente
ovv. è[mxeifi\irr)v. BGU 840, 4 {xps^aigeìodai oe. — Con que-
6. Cfr. PCiiiroMasp. 67169, 12-15 n/yrar- sto rigo terminava la supplica.
nel mese Pharniuthi, e segna inoltre una chiusa di conti (per dr. 148) con
Ptollis; sotto la data (l>a/uevò)§ a sono segnate similmente ad Heron figlio
di Hippomaclios 72 drachnie e un prestito (?) di due artabe di grano, che
dovranno essere restituite nel mese Payni.
Aristide Calderini.
Mex^ÌQ ^
AioaxÓQCp AEioxX\£ovg\ S Qvfi ano ^aQfiovv{i)
IJxókhg /o//,[»,J naìtòg }.óyo{v) avyt]Q/iiévo{v) em
5 0afiEvù)& a
[ji]
e _
"IIqmvi 'Innof^ia S ofi x{al) XQV (tJ- ^vqov) o y? ano flavvi
8, 11 etc.) ; cfr. PHeidclb fBilabel] 27v f segnate dopo uno spazio vuoto molto mag-
8. navzòg X. a. : PFlor 372, 13 sq. 97 In- giore di quello che intercede fra i righi
2. àorpahia; : P. M. Meyer a PGieBs 97, 6. 8. Doveva dunque, nella parte perdnta del
C. Si aspetterebbe I' indicazione del mese docnmento, esser detto anche che Plu-
e del giorno. Questa invece è omessa. E tarchosi, Bglinolo del mntnatario, si fa-
sicvonie la lettera dopo /VofiavixoC può ceva garante della àjióòooig.
essere a, congetturiamo à[)r]ì .targòf, 9. Sembra scritto (ìoaòeuoi I. ^oaòftog.
:
quantuuiiue ciò sia pleonatico poiché c'è 10. Avrà voluto xa9ò>;. In segnilo (ov ò
dopo vnfg atnov. Ma piti corretto sarebbe corretto da oy, ma gli altri errori gradci
stato òrti Tov JiaTQÒg. non sono corretti.
100 PAFIBl DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Nell'estremo margine destro del verso rimane im 6>, e ti;e o quattro ceu-
timetri più gin il principio di un'altra lettera. Eisulta, dunque, che questo
nostro pezzo, ora mutilo da ogni parte fuorché a sinistra del Uyo^ èvi^Xarmv,
è tagliato da un papiro la cui scrittura, attraverso le fibre, si estendeva oltre
il margine sinistro attuale. Gaffrfdo Coppola.
Aóy(o?) òvr]kar{à>v)
10
804. SOSTITUZIONE NULLA CABIOA DI FliFTANIS 101
(1) Il HOJHe/i ptH'altro console Fiiciiixliis sappiamo ora elio 6 Th'rwg (v. adii. PO 901
[ Mitteis, C/ne«(^É|0], 1\ non Tstitio;, conio avevo letto io coiifoiulendo l'apice alluugato
(9) con un I ; la sjtsa forma di apice è per es. in èxjiQdz'iot'ieg 767 44.
^
\h ovv. elg x] evexev avvkoyrjg
\oia I
imràyjuaTa diavvofjs ngòg zò
10 [èv] fiì)òevi xò xfjg ngvxaviag
[à^yómaxov <f> /ie/ii(p§fjvai. (in?) 'Eqqcó-
3t]àxEQ XVQie.
B. ovyXoyijg : si tratterà di ovXXoyi] per es. 4 sq. Stj!to\[alov ^aXareiov]: per els viióxav-
di xaXa/ios o di Sxvgov {àxvgov sembra aiv cfr. BGU TtiO, 10 sq. Wilcken, Olir.
possibile nel r. 4) per 11 riscaldamento I p. 163.
(cfr. PFlor 127, i sqq. BGU 760, 9). 8 sq. dtjft. èmt.: PO 900, 9.
102 PAPim BELLA SOOlETl ITALIANA
]f x(bv kafinQoxàroìv,
14. Suppl. ['yjraref'a? (non è probabile Mera 15. [roC Xafi(3zgoxdxov) indg^ov tov uqov jrQat-
n. 103 sqq. p. PO
1543 etc), sottoscritta da Hermes che, se ab-
133 sqq.
biamo bene intesa l'abbreviazione sm/i, è appunto un èmfie?,i]Tr]g àyvgov (PO
43" III 11 Gelzer, Byz. Verw. p. 47. 48 etc. Oertel, Die Liturgie p. 214 sqq.).
;
\
x&S'l i^S'l taV' /SS", MexeÌQ «?". U Febbr. 335''
1. jto7(>': Alessandria o metropoli del uomos. ponendo nel r. 2 sq. U{TQag) &e]\xai^,
2. Il nome della donna è Tavfjipis piatto- nel r. 3 sq. XiizQas) òiaxooiag è^Softijxor-
sto che Tavijrpie (come dapprima ci era laxéooaQag Sià]\ 2ùparov, e nel r. 4 sq.
rire dinanzi al prefetto per far testimonianza in una vertenza giudiziaria con
altra persona.
/ìieqIIò]ù)v
nagà Ihlokeftaio^v A[
rov >caì AioaxÓQOv àjiò x[
A(OQÌa)v yeyvfivamaQxijlxà)?
l. Ei8a>g(i> xzk.w.Ptinìus, Pio»opogr.\>. 52S. 8 sq. Non saprei a che altro pensare ol-
Martin, Arckiv fi, 169. Cfr. 4«8 1. tre àaj(oXov/iér€i> ; in:i ho aggiunto — e for-
4 sq. Può c8.soro T{, cioè l'iniziale del vil- se per tale supplemento non basta lo spa-
laggio donde Pt[oleni;iio]n proveniva. Nou zio — liti rò yQairffTor) solo rxempli causa.
è necessario che egli l'o.s.te dcll'Arsinoite», Se era proprio così (v. Wilcken, Jirhiv .">,
5 sqq. lnU'ììtVi»m«"Ere>cey ov Jir^ohjiai xai' 10. èmfiiSco/ii 8<'. lò v/tó/trtjfia (per cs. PO
èfiov lyxh'iiiaiog (n sini.) AmQ. yey. (della 1550, 34). Cfr. 807 21.
città x) fiot/Xofiai /laQtvgiar (yQÓijpciv 1 nel 18. nagéaea&ai ovv. siageoófuvov : cfr. Mit-
senso di 'deferire', o sim. xai jiagay}- teis, Chrt»t. 50. 20 e 52, 18.
ytìkai etc. Possibile fiaQTvgiar T[ot;roiit jr«- 14 sq. Era allora prefetto Marcu» Sempro-
gaylyeìXai f Cfr. del resto 790 In sq. niii» Liberali»,
104 PAPIBI BELLA SOCIETÀ ITALIANA
17 sqq. Per le formule v. P. M. Meyer adii. 20. Dopo òiaaxoXij potè anche esservi sol-
PHanib i, 7 sqq. Qrìech. Texte 21, 8. Cfr. tanto d>g >ia^ri>cEi (per cs. PO 68, 36).
anche PHamb Inv. n" 356, 20 ap. P. M. Del resto, v. P. M. Meyer, Jiirist. Pap.
Meyer, ZeUschr. f. rgl. Reehtstcisaenschaft p. 156.
37, 409 sq. 25. Forse /naQTv]\Qle^ias ì
Aurelios Herakles, per ordine dei òe>iànocoToi (v. Oertel, Die Liturgie
p. 211 sqq. 132 sq.) della uveo ronagxM dell' OxyrhyncLites, era stato impri-
gionato come in mora per tasse sopra terreni a lui non appartenenti ne per
eredità né come coltivatore {^aadixò? yecoQyógì) o colono. Domanda perciò al
heneficiarius del Prefetto la libertà personale.
11 papiro è di proprietà del J&useo del Cairo {Jotirnal d'entrée n. 48022),
al quale siamo grati per la cortese concessione di pubblicarlo in questo
volume. Giovanni Capovilla.
2. l. ÈjiaQXov, o per (ier. m. Aly. cfr. iidu. 7 sq. PO 1255, 5. 1285, 56 (donde risulta
469 4. Samnwlb. 4078, 3 ? — Per la for- che il villaggio apparteneva alla arco ro-
ma 'Hgaxh'jov (r. 4) v. adn. 468 25. jiag/j'a . 1502^ 1. 1522, 4. 1687, 13. 21.
6 S(j. 'loiov Ilay'yS : cfr. adn. 165 1. 469 ndn. 1488, 28.
807. ISTANZA AL BENEF1C1AR1U8 DEL PREFETTO 105
xgvy^aecog S ,"
(pogàg S .
51 y{ivovxat) S«',,
o
52 Xo(i}ial) S fi , , etc. etc.
808. Conti.
Oxyrhynchos (cm. 10X16,5) Sec. HIP?
Col. ir.
Verso
Col. I.
(yivovTm) àvaXiwfiarog) x(óqxov ?) d{Éajnai) xy XoiJi{al)
ir
ek avTOVQy[ ) ngog' fieydk{u)) «Tj;^(aT«) ixei{à) na\
Aswviòji eig iòioanogiav {tivqov) (à^Ta/3-)[
{yivovxai} al 7iQox{ei/^ievai)
[
<»;
2. TTQo&fiaQlfp = !ioQ&/!teT ì Ma non vi è al- 9. Iftoo^oglav : PAmh 131, 10, PEyl 143,
cuno accenno, in quenti conti, a trasporti 18 (v. la nota degli editori, anclie per
per fiume ; né ci è nota una forma 3toQ&- Wilken, Archiv 4, 449 [a PFlor 64, 33]).
/iógioe', a meno che in PO 1146, 20 jtgo- RostovzeT, Solonat p. 55.
&ixaQÌci> non sìa jigod'/iaQc'fp. Ad ogni modo 10. Che sia T>]sr <== TtigeT cfr. PO 121.5,
per metatesi de) q (anche in papiri let-
la 1. 10> jrai'' {cioè naxrjixfj)') , o anche jta-
terarii Romanzo di Herpyllis r. 27 La-
: T>;(rars)> t
vagnini) v. Mayser p. 189. 433. Piimh. 11. Ma non per questo intenderei PHeid
110, 16. PFIor 387, 33. PO 118, 6. 732, 18, 8, con Bìlabel, a/-"» {ai' nàaat) = al
2. 4. 1421, 6. PStrassb 41, 38. W. Chrest. }i'goxti/urat).
392, 10. Oatr. ap. Milne, Archiv 6, 134 12. ae^evt'rov : v. Thes. Paris, a. v. ; PLond
n, XIV etc. Cfr. Beitzenstein, Di« griech. 923, 23 (II p. 42 ; v. adn.). 1164 h 10 (II
lefiiutlegende p. 5. p. 164). 131'' 610 (Ip. 188). 13l« 1 sqq.
8. Sarà etg aÌTOvgy{ìaf)^ piuttosto che av- (I p. 189). — Per cs. (cfr. r. 8) iv T(f))
vovQy{oìis), o jiQÒi t{tp) /xsyaX[<i)) Hxrjfi{azi). fielyàkci) HT^/iatt f — ].
808. CONTI 107
Recto
La maggior parte di ciò clie rimane della pagina è bianca; nella metà
inferiore tre righi di scrittura (diversa, sembra, da m^ e in^; e in direzione
opposta alla scrittura del recto), mutili a sinistra e a destra:
14. Se fosso xoero:;raTTjTov,U iiomiiiiitivo sareb- (ino al tempo di Alessandro Severo. Per
be j;aero7iatj/r>Js (' pigiiitcìro di fieno' siili.), xirioCv. 7112. Pl''lor267, 5eadn. 321,47.
ma nel Inogo analogo (r. 7) e' è in geni- 18. fiOvXa = fioisia (PO 173», 4 adii.)f =
tivo, a quanto sembra, Xaxaroa:téQii(oìi). fiwta (v. Preisigke, Faohw. a. v.) t
Dnnque, avrà voluto anche qui piuttosto 19. Non intendo. Non è probabile die i'5i<"
Xoot°, cioè x^Qto{v), nairirov i nominativo sia i(5('(u(f). Piuttosto l'dio>(zix). Si pensa
XÓQXOS naxtjTÓg). Cfr. adn. PO 1142, 3. subito ad 'tSico{iixi]) yfj, ma il contesto t
PFIor 388 5 sqq. naiijoai \ ex to{v) xoi- Nel redo si parla, è vero, di Stj/twaia yij,
809. Conti.
Oxyrhynchos ? (cm. 17,5X11,5) Seo. IV/VP.
739, 2 e 746, 13 (con le note degli editori). 1189. 1210. 1256, 1453 etc.
m. n.
2-5 e 8. Dopo il simbolo di òrjvaQta (il so- 6. Per TtXaaztj (-oi^f anche nXdztj) enXaazd-
lito X con un taglio orizzontale) c'è il Qiog cfr. PSI voi. Ili p. 170. PKlor III p.
simbolo (Ielle miriadi (cfr. le annotazioni 192. PO lt>31, 10 (adn. p. 21). PHamb68, 21.
a PLond 984 voi. Ili p. 237 sq. ; e la 6. l. Jiia(a)tjs. Largo uso di pece nella pre-
nota a 818 3 dove la forma del simbolo parazione di vasi vinari! è attestata, per
è più chiara); dunque St]vaQt(ov /.ivQiàdtg esempio, in più capitoli del IV libro dei
e etc. Geoponica. Sarà forse da intendere eig
3. l. nXiv&ocpÓQov . In seguito zò or. r. òqó- xazay{coyfj)r xxì.., ' per rimettere (per col-
/lov (SQWfiov pnp-) — ' la stalla della posta '
locare in vasi) il vino della vendemmia
(r. Preisigke s. v. Sgóiios 2) ; nel senso, della seconda indizione'. — oìvovQ.zr\g
dnnque, di tov ò^écos Sgófiov. /?// ho. : cfr. 166 3. PFlor 65, 11. PO
8 e 8. ?. $oi^ófi/:icari. — eìg zf/v >ivxX{evoirì) 1326 e 1327. 1735, 1. Spiess a Pland 61,
Herwerden
8o&{eTaar). s. v. xvxhveiv e 1 etc. — L' indicazione x«vt(iyvdg(Ov) na-
xvxhvzTjs; PKylands 157, 15. PCairo turalmente va riferita alla pece.
67151, 117 (II p. 93 Masporo) xvxXevzij- 7. Forse è /Sa/< S, <la intendere ^(ififiazos
8. Ctrtamento Kvr<ó v) n{6kiv). Ma forse il nóXiy (per es. PO 127'' 8). E in seguito
segno T è casuale (il n in ti(jièg), por es., tÒ ;i;'«)g(o'j'gayov) f
àio^TQcuv o acr
xQaxóa{i)m S }.g
ìl^toQuad-ì] ì] òvog S q C
SaQOJiiiOv KeQHEoov%ixov
1. Può venire in niente qualcosa come 'Ey nella pronunzia egiziana non differiva
z(>axóa(i)at 1 Probabilmente (r. 3-4) pr. ticata l'origine del nome, non fu neces-
t£|rga«o'o(<)<"< 8 poi volendo inserire Sè- sario l'articolo (loO Kegx.).
on{ai) si è servito erroneamente del xc ohe 10. Intendi tgiaxorTasis-
no PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
'Enayà&ov
811. Conti.
/ ex (ÒQax/J-òJv) {ÒQaxfiai) —.
Px<:—
\^ EO^ov o(l')vov xegà/ua ifi ex {òoaxfimv) i(i~ (òoayjioì) g/id.
ano xoTtQuov 2!ao/x') lai" ntf' ù" óiareivovreg Xifia vti anìf eni io ngw <?•)
x{ai) jLiegog ev tzvqoìi to ajiìjXiìonxov riov <PtXoSarog ye" /n7jvog AÒQiav(o)v <t 13 Die.
«co? coQug ?
/? noxiofwv x'" yeoìQyo vno Nagcoò ^afi' g ò,\ ef" •& cog"~ g 2-5fM»rzo
y noxiofiov x'" ye"' vno xov d Nagcoò <Pafi.' xa e" o)g*~ ^ xò 17-20 Marzo
2. i^éfi{ijaav) 0/ )'£a>(eyoJ ?), ma 3 t(ò(v) ysmg- PTebt 50, 29. — PaoiX(ixiji t se. y!ji) 'Eq-
Yo(v/iévù>v), come 11 tàs yeco{QyovfiÉyas} fioB (cioè del proprietario a cui fu attri-
vn' avtov (àgovga;) /J (cfr. 13 sqq.). biiitaf).
4. r;i : così, non en. — In seguito sembra 13. ^a/ie(và)&} ? .; ico(g) i? (cioè il 9 Pha-
nga" piuttosto elio ngaY; non cschuliamo menoth) wg(a;) i, ma nei <lue righi se-
che fra il .T e il
e vi sia una lettera. gueuti sembra chiaro <f>agfi(ov&i) xa iws
6. È scritto ejioxtoOri oar^evmr, né del re- wg{at) j xò (cioè del 24 Fharm.) ete.
sto sappiamo spiegare il nominativo del Innanzi ad la); avevamo letto ài {=òfi-
gingoliiro (5tV(tìf). — th (pvXXov ; v. adn. Xtjsl), ma non pare (cfr. r. 19).
112 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
15 é Jtorca/iov UsaovQiog ^aju' j<i ecog oìq^ <; x'& 22-25 Marzo
jur] necpvxOTog xov Xa^avoa'^ ex" nona'' ano xfi h~e ò e"' xò 18 20 Aprile
Nel marg. sinistro dei rr. 14-21, di traverso (cioè con scrittura attra-
verso le fibre del papiro) :
17. Come c'è óuiò ij {àgovgcòv) i, così si do- e lo ha soprascritto (cfr. 6 e 14). In se-
vrà intendere in seguito à(jrò) r [àgov- guito x^q'^S ''ov fietà ><aTaoji{ogàv) fiij jte-
[Jlagàaxojv xà> vnrjQéxf] rù> òiatpéQovxi xw xvqìo) juov xà> koytaxfj àgyvQiov
1. Non pare Eiaati] (cioè Eloàn ovv. 'laàzi). .adn. e correggi la nota a 694 4). Per itjv.
2. La piti antica menzione del Xoytaxrjs è uve- V. adn. PO 1431, 3. 1656 Introd.
del 288 (in Herakleopolis ; BGU 928), la . Una datazione con tre cifre di date, di
piti recente è del 363 (in Oxyrbynchos ;
cui laprima è per noi indecifrabile, la se-
PO 1116, 3). Cfr. Oertel, Die Liturgie conda è di lettnra incerta, la terza sem-
p. 349 sq. ; adn. PO 1426, 3 ; Jougnet, bra y. Sarà nna data del IV secolo, pint-
Vie Munic. p. 462 sq. tosto inoltrato.
8. XO, cioè dtjvaelcov fiveiddes{ofi. 809 2 sqq. . &eóSù)Qos è nn §Qaòéo)S yQatpwv.
814. FRAMMENTO 1)1 KARPOXEIA 113
Ufr. PO 728, dell' a. 142" (la parola xagnoma PLond 168, 7 [II p. 190j;
xaomurr]? PFlor 134" 12 [= PF 13.'}]. 251 3). San Nicolò, Vercimwesen I 75.
Non sembra i)Ossibile restituire la parte frauiinentaria del nostro documento,
anche i)ercliè in esso le condizioni della xagncoveia sono evidentemente diverse
da quelle del documento di Oxyrliyuclios, il che non toglie che da Oxyrhyn-
chos provenga anche il nostro. Quanto alla <lata, v. le annotazioni al r. 22.
1. ],,.[, 2. ]}<ai aoi\, 3. ]i'ara[, 4. ](5wa|, 5. >eaQn]o)veia[ — Ini reo lòv xf-],
a.'
' •
I • « • « I
I I
èmiiftor «AAos àQy{vQÌov) (òga^fiài;) éxaròv xa\l
\elg tò òt]\fi(^aiov xàg ("oa?' xal >) tiqù^ic: eaxwi \xù)\
6 8q. Sarà isti tw zùv xe]\><aQ7io>vrìfi[h'ot' r. 11 si abbia aoi e nel r. 12 avito, può
ol. PO 728, 10. dipendere dal fatto che il xfxagjtiorri/iéros
10 s(\. za di zoiaxii.ia etc. Oltre i pagiimmiti qui, come in PO, aveva doppia respon-
iu dauaro, dei qiiuli è tiasata la scadenza sabilità, cioè verso il coltivatore che ave-
nei rigbi precedenti, si ha qui un paga- va venduto i frutti e verso il proprietario
mento in generi (in una misura il cui del terreno.
nome era di genere neutro) da (Corrispon- 12 nq. Si tratta di uno di quei pagamenti
dere tfù òéorii xaiQ(7}, cioè al tempo nor- rateali indicati nei righi 8 sqq. ;
perciò
male di quel prodotto, nell'anno 2", po- abbiamo supplito cii'a9<oou)'(v.adn. 787 12).
sto oho ci sia davvero ^L. Che poi nel 15 sq. [xaoJzo)\rei'nv}J
Pap. Soe. Hai., VII.
lU PAPIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
[
— avrip. x,vQ\ia f} xagncoveta.
]v xaiaagog
Agoato-Settembre
{va?) ]»vo,,.o,,,
25 \,qìOQOVt»v
òoain\ù)v zeaaagd-
[xovTa TJóir zQiayiU-
30 [
— yqd fidata ]/i^ £ldÓTo{<;
[
\izov
27J«/?aoro[£' ? ,
22. Ben si può supplire per es. |_ ^ Né(j<o- 23. Se la scrittura della m' cominci in que-
ros KXavdt'o'lv xaioagog, ma nel rigo se- sto rigo o nel seguente, rimane dubbio
guente mancherebbe lo spazio per gli altri per noi.
titoli ; viceversa tov xvqi'ov non lo occu- 29. Non 'AQ]xsipiog.
perebbe tutto. Ivi del resto, nou siamo 30. Ma naturalmente può essere anche ]/*»)
6. PLonvr 63 col. 8, 1 (p. 369) ìjyvwfiovrj- 10. à[vri/l»//<i/'E(os : niu putó essere «[(V o-iaira
fiivoe vnó aov. B6U 1256, 25. Cfr. Pas- tòv fiiov art., oppure ji[ao»;{ /Jojj^eiaf etc.
AiaaroXrji
EvrjjueQEia? i^ L
^Agqyarjmg 'Qqeìcovo?
TiQO^ Ti Sjufìc^
5 JZQoa^ S a /" (/ 7 S a
uoites: gli anni (17° e 18°; cfr. conto tornerebbe cosi (r. 4: Dr. 42 ob. l/j,
r. 7)
saranno di Traiano o Adri.auo. r. 5 : Dr. 2 ob. 4 I/2, Totale Dr. 44 ob. 5);
5. Intendi jiQoo8{iayQa(p6fura). ma non sappiamo a che titolo è la seconda
I due frammenti, senza dubbio della stessa mano, non attaccano 1' uno
con l'altro: il verso di a è bianco, nel verso di h c'è un indirizzo come di
lettera. Dai ir. 3-4. 7 risulta che tanto in a quanto in b manca a destra ben
iwco (una lettera, o parte di una lettera), e il margine inferiore dopo il r. 7
è tale da assicurare che non c'era altra scrittura. Sorgono quindi difficoltà
nella forma ilella datazione in h, quale che sia la relazione con la ricevuta
compresa nei righi di a. L' anno 33° non può essere se non di Oommodo, e
i suoi nomi (quali che essi fossero) dovrebbero essere immediatamente dopo
818. ItlOEVUTA D' INTERESSI 117
xaiaagos nel 8. Il quale r. 8 non doveva finire con evaefiovg, poiché, ^e non
J'.
datazione è per noi enigmatica, pur non ignorando che appunto nei nomi e
nei titoli di Commodo c'è varietà molta.
(5 h. "Ex[o\vg \, Xy \a\vzo)t[Qà.xoQog
10 vovg v'iov.
Nel margine sinistro rimangono per molti righi le lettere finali di una
precedente colonna. Anche a destra c'era altro scritto, come risulta dal r. 29. —
Ì5 probabile che, come la formula mv xò xax' àvòga larrga ha il papiro r. 1
e 18) nel r. 18 è preceduta dalla testata Hcófitjg 'AMxewg con la cifra com-
plessiva delle artabe, anche alla fine della precedente colonna ci fosse la cifra
riguardante nn altro villaggio.
Nel verso framiueiiti di 27 righi, mutili a destra e a sinistra (m* rr. 1-14,
m^ rr. 15-27), di due diversi documenti.
O. Coppola.
118 PAPIRI DELLA SOOIETA ITALIANA
'
(hv rò xiix fivToa [
Oa^aiog \
wv noXsncdv \
10 xcojutjiàv [ \,^„
xQv&fjg ó/ioicog [
~o" |
tjuò xij
(bv Jiokeixcóv [ ],
xcourjTcóv [
~o~ J
TfiÒ xrj
mv noXeitiòv [ |
xa}/j.t]TÒ}v ófioicog [ ]
Ilavfjoig ovezQavóg
'
~o~ ^
'ATQTJg FeQfiavov
~3~ xa b xò
'Hgàg "Qqov "5" xé i^
27 , ,, etc. tracce [ ]
2. Abbiamo supposto che dopo ènotKÌov non 1146, 19); ma fe d'altra parte difficile che
manchi altro, e, sì debba unire sjioixiov avesse posto qui un nome di donna (Qa^oif).
0a»Jo(of. Questo nome di luogo è attestato 17. .'li'>i';!;«ft>f : della arco To^iagx'" {^- 'idn.
solo iu papiri del VI secolo (PO 998 e PO 1659, 15).
820. QUIETANZE DI KPIMELETAI 119
Papiro del Museo del Cairo (Journal d'entrée 18027), dove è attualmente
conservato sotto due vetri (a. I-III b. IV- V) col. I è in una pagina a sé,
; :
col. 11-111 e IV-V rispettivamente in due altre pagine. Ma si vegga più giù
quel elio riguarda l'ordine delle colonne. Alla direzione di quel Museo, ed
in particolare a C. C. Edgar, siamo molto grati di poter pubblicare questo do-
cumento per più rispetti interessante. Ne abbiamo avute anclie le fotografie;
ma le trascrizioni fatte, principalmente da M, Norsa, sulle fotografie, hanno
molto guadagnato per la revisione che il prof. Capovilla, assistito cortese-
Firenze con nuove e non rapide revisioni al Cairo, pubblichiamo senz' altro
il testo, utile anche se in qualche particolare non sarà interamente esatto.
Nella scrittura vanno distinte, se non e' inganniamo, cinque mani m^ :
m^ 74-83. Sono diversi, come vedremo, gli ijrifiehjTw; ma sono sempre le stesse
le persone (1) che hanno fatti i pagamenti, in danaro {adaeratio; cfr. Wil-
cken, Grndz. 362 sq.) o in generi. Queste sono Thermutharion e Muses, '
ziana del fratello forse dalla madre Eulogia provenivano i beni su cui pa-
;
gano le tasse. Ma codesti pagamenti sono spesso fatti con la formula meq
xcófiTj? X (38. 49 sqq. 57. 09), senza dir poi che la prima ricevuta (1-13), del
(1) Nella ricevuta dell' 8 Agosto SU, pivga in loro nome Aiir. Didyiiios (r. 67 e 73).
(2) Tutti i villajtj^i, indicati qui e negli altri luoghi sopra citali, nono della nieduHiina
regione, dell'Arsinoites, anzi della IIoXéfKovoi [isqU lAphrodites polis è naturalmente quella
indicata col n» 2 PTebt li 371 sq. ;
per Bubastos v. «6. 373 sq.). Memphis villaggio sarebbe
del medesimo distretto. Ma nel r. 22 (cfr. 34) è indicata Memphis città e se nei rr. ; G9 e 74
Aur. AthauasioM e Aur. Ammon si qualificano ijniifh]ml otrov Méfi()itoi;, non è possibile si tratti
del 'villaggio', anche perchè essi incassano per altri villaggi (Aphrodites polis r. 69, Hu-
bastos r. 7«).
120 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
nelle ricevute indicati. Gli anni l>i'>-2'2° non possono essere se non anni di
Galerio, cioè 3()1(/ 10-3 13/4. È Injn vero che Galerio morì nel Maggio 311, cioè
prima che finisse il suo 19° anno di regno; ma evidentemente, i)er comodo
di contabilità, si continuò (almeno in questo documento) a riferirsi a quelli
che sarebbero stati anni suoi, se non fosse morto : senza che per questo si
stabilisse un'era di Galerio, come si stabilì poi per qualche tem])o un'era di
Costantino (v. 783 Introd.), e durò per secoli in Oxyrhynchos un'era di Co-
stanzo II e di Giuliano. Tutte le volte che si dovevano indicare arretrati
degli anni immediatamente anteriori al 313/14, la semplice cifra degli anni
o di Massimino e Costantino (e Licinio) o di Costantino e Licinio induceva
confusione, mentre ogni equivoco era evitato col riferimento ad anni di Ga-
lerio. Quando, dunque, troviamo (r. 55) l'equazione o sariv tiell'a. 21° — —
con gli anni 7" e 5°, e (rr. 68 e 77 sq.) quella dell'a. 22° con gli anni 8° e 6°,
(= 311/12); III. vnÌQ sm^oXiig degli anni 8", 6°; IV. vjiso bii^oArj? dell'a. 18°
di Galerio (=- pagamento fossero di Costantino e
309/10). Se gli anni del 3°
Licinio saremmo nell'a. 313/14, 4° pagamento ci riporta da capo
mentre il
indietro all' a. 309/10. Qui dunque 8° e 6'' sono anni di Massimino e di Co-
stantino (= 311/12), sebbene, intenzionalmente o per errore, sia stato omesso
l'anno di Licinio (1). E poiché la ricevuta rr. 33-45, datata col 17 Febbraio 314,
è dello stesso epimeletes Serenos, interpreteremo allo stesso modo nei rr. 38
(1) Omissioni più o mono aiialogho 302 3. PO 1499, 7 etc. Cfr. 780 8.
8Ì0. QUIETANZE Di KPIMELETAI 121
e 39 ^S' xal eS' e ì]S' xal sS' come anni di Massiniino e di Costantino (310/11
e 311/lli), non come di Costantino e di Licinio.
Qnollo che in nessun modo riesciremmo ad intendere sarebbe la equa-
zione degli anni o^S xul yS xal uS del r. 5 sq.,come ci fu comunicata; poicLè,
essendo necessariamente di Galeri© l'a. 18» (= 309/10), gli anni .3° e 1° non
si adatterebbero a nessun regnante. Ma nella fotografìa ci parve clie la seconda
cifra fosse piuttosto ?S, e però abbiamo scritto anche òS invece di aS che nella
fotografianon è riconoscibile; e il prof. Capovilla ci assicura ora che l'originale
ha quello che avevamo supposto. Sono, dunque, anni di Massimino e di Co-
stantino, e sono omessi anche qui gli anni di Licinio.
BovPdoTov
Kafieivu>(v) x{d)fi}rj?
10 Aixaiov 'AgiaT[àQxo\v
II.
25 'j^oiQiov k fiiuv lÀa. xal v7i{èQ) i]S xal cS xal òS / Jiev- 311/12''
r. 14, per non dover mutare tutti nu- i cit. p. 215 sq. PLips. 58, 9 etc.
meri seguenti. In realtà, dunque, tutto 22. Avrebbe dovuto scrivere AvQt)}.iote (cfr. 35).
il documento è di 82 (non di 83) rigbi. 25. Perchè una libbra sola nell'a. 21* t
16 e 18. Anche Kastorion e Seueros saranno 31. 46. 72. SI. Datazione con questo con-
stati Aurelioi e buleutai (cfr. Oertel, Die solato PGen. 13,8. PFlor. 54, 16. BGU
Liturgie p. 219; e paesini per gii è:!ii/iehjrai 411, 9. CPR 233 etc. Ma sei giorni prima
in genere) èjii/ieXtjiat di quiilclie derrata (17 Febbr. ; r. 45) Serenos ignorava an-
(forse }ivQov ovv. ohov, se r. 16 itvQov è cora i nuovi consoli e datava col post-
letto bene). Un indice delle varie specie consolato di Costantino e Licinio.
8g0. QUIETANZE DI EPIMELETAI 123
III.
Evkoyia? %aÌQSiv.
40 em'sa "
/ éfiov tov avfifi(óXov) X qxi"^.
IV.
52 xovxaéi' / S t 5^ o ^.
58 exarov eixoaf t aS
x(d rfi avrfj ^fiéga'/. Oegfiovi'^àQtov xal Movorjg 28 Giiiguo 314'
61 rerQa(xo)aiag' j X, y S a v.
V.
naQé?.aftov Jiagd aov vnsg xfiS o èariv tjS xaX g'\ l' 313/14''
'Yjiaxlag 'Povqpiov xal 'Avviavov xcòv XafinQWv, Meoogì] lè. 8 Agosto 314''
AToi<aijri yaiQeiv.
•
"Ea^ov jiaQ vfiòìv vnkg xjìSn o iax[ivl 313/14''
80 yi '
f/ V ". "AfifivDv aear]{fieiu>/xai).
10-11. Più giù, dopo imo spazio di 4,5 cm., due rr. di scrittura, nel primo
dei quali di sicuro distinguiamo solo Oémn ;(«ej(oT^e ?)
3. Uopo ego forse r. la tìue3»V(o(tv) i/yf Per 8. xaxejifiyFi : efr. 888 7. PPlor 218, 15.
YÓjioi e àytuyai' V. Wiloken Ottr. I 754 sq. PO 1141, 5 eto.
126 PAPIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
TifManàrcoi yaifyeiv.
1. Un nome noto sarebbe Tt&orjilcùv. avToTs ovv. TiQÒs avToi'S ; cfr. il volgare
3. neata : il r è sicnro (non è possibile fid/eadcu /nera zivos), fiedéoiaxav (trans.)
fUoXa). T. xÀ. èm kiégovs àv^gcó^iovs xiX.
4. àXafiaargcóv, ' miniera di alabastro ', co- 9. Non intendiamo forse da intendere
:
Sammelbuch 4639). Gli àlaPaai(iiOì'ctTai 13. Per es. PFlor 209, 10 (cfr. 236, 18) tra
sono gli operai che vi lavor.ano, ed ai cjé/iy'jjg /lot (paoiì' xrX.
quali pare fosse assegnato un xXijgog. 14. r^cartjxa (e sembra sicuro che sia scritto
6 sqq. Parrebbe avesse dovnto scrivere ot, cosi) sarà nel senso di c^émaxa (cfr. r.
àfitpia^r/Ttjaavrós /lov fter' avTwr (fi. avi. = 6. sq.) ovvero è^roTtjoa.
822. DIDYMOS A TOTHETION IVI
tò ì\v vofm()jirj\v\
25
],, TW X,[
823. A Theodosianos.
[,,.] Kdojiov ròv yecoQYÒv xov ovv v/ùv òeanÓTo(v) /iio(v) tov vfieT\éQ\o(v)
VÌ0{v) T0(v)
1. Forse niente altro elio /7' (-- jiuqù) : v. légav. Alla iiue del rigo jiagaòóìoij non è
adn. 742 1. P. M. Meyer a PGie.s8 57 inconciliabile con le tracce.
(p. 101 sq.). 6. Non pare ci già spazio per un nome come
2. Per es. nioXc/iatos ó o[TgaTi<utrìi], 6 oli- [IloXrlxagnoy ; non raro nei papiri è Kàg-
roftexQìjs] etc. nog, ma potrebbe essere 'Enixngjiog Tlay- ,
xal ovx olòa dia t( eig rj/iàg ,e\^ , ,]^Tt]rm emÒFiy.vvrai nkìjv òfj
/loi
Ttjv àa(pdXstav. ìdo (1. òiò) àve&éfirjv tÒv avròv yecoQyòv ng rtjv òrjfwoi\av]
\
8 11. ],,»owTo ovx eygaym .,,,, etc. {frammenti di lettere)
8. Volle forse èniòsiHvvvat ? — òfj (se abbiamo letto bene) = òw : adii. 288 8.
+
+ 'O yoa/Lifiazi](pÓQog tjh^Fv Myoìv ozi èxei? zrjv yvvàìx\a avrov]
eig zrjv (pv/Mni/v xaì eAa/^e? tÒ à?.a <sic> za avzov. §s?.r]a\ov ovv]
8. Prima della correzione forse <pvXa^ai, • 4. Per es. BGU 1027, 27, 10 xà xgcwaxov-
poi avrà voluto (pvXax&ij(vai). fiera v(p' fjfiòiv.
Tileiaza laiqeiv.
3 sq. l. kxaaiijv e vytairovn. Per sv&vftovrtt [ — cijio'ìdo&ijfs aoi. Si veda anche PLond
cfr. PO 1593, 2 sq., dove puoi supplire 405, 4 sq. (II p. 29J).
825. JyiDYMOa A SKUEJiOS 129
-T. <«.. xrjg ?hQa? t '^^, àyógaaor òvo Uxqaq. y.nì xòv
[nn\yù>v Tj.
XaiQsiv.
frammenti [
3. Se aisTtxixov è ben letto (e non sembra 8 sq. Non intendiamo. Volendo si pnò forse
possibile leggere altrimenti), si dovià far- leggere 'Hoati oppure tjoay; ma con che
ne dipendere ' Poicpov; ma ohe cosa sia senso ? Egualmente oscuri sono per noi i
10 xis aoi SyQoipa, ori ttjv à^i- òìj fitjòkv eyQoipag, Hai' mi
av Tifirjv òiòoìoi xoù. zò itàv aqyódga 0é(ova (pÙM.
27. l. Jalfiova.
<m2> èx,[ 7-8 11. ]oog /j.ov laS' xal t' xal yS'
l
'Aévo xà 17 Nov. 294'.
àclóaxoQog ] x'^^Qf"'-
1. Anni di Diocleziano etc, Cfr. per vx. 3. Innanzi ad 'A&vg non ci sarà stato altro.
740 7. Innanzi non so che cosa possa es- 8. Le dne lettere dopo la iHCuna wnilirano
sere: èxofi[{iaa/trjv) 3t(aQa) zov naijgo; /lorf ao non è impossibile lijs t4[tlteó]s ami.
:
132 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
15 ... f l.,ov
2. Cfr. 208 1 Xatgc iv x(o (^= kvqìci)') xtX. media, che sembra jragfs ? — KviSimr :
15 e 21. Intendi kafle. 26. :ioìXol yào xtX. Non pare che qui gieno
17. Cioè «OS (flQta^wv) 1. considerati equivalenti Kviòta e Xayvvoi
19. Mòwiii nel senso di S(óoo). (Wilcken o. e. p. 767 n. 1). Per èxkào&i)-
21. o«/</?rti!>a: cfr. PO 1290, 1 on/(a(?ov «7«'[o- aav cfr. r. 8.
«.]. Dnnqne, una misura di liquidi. 20. Il resto del rigo è bianco, e il papiro
28. Innanzi a Xig sembra o corretto da to manca dopo questo rigo. Verosimilmente
(TitolTg ~ nwXcìi%). c'erano altri righi, almeno perii saluto
24. Cioè «Off iieoi&v) Q. • [ÌQQioo&ai oe svxoftai o sim.).
'AvTcòviog xotQeir.
[(pavovg
1 sqq. l. èxTckaysls e vfiTv à/ioXóyrjoa. 16. Avrà volato diro òjitog déxrjTai o siiti.
1. Il nome della madre sarà stato Svgìaiva pure, come il seguente xa''o(eytv richiede,
piuttosto che ^vQatra. Non so poi so si xvgi't l'i/iùir /tijiQÌ —vgai'rfj.
sia voluto HVQÌa rjiiiàv fi^teg Svgtuva op- 2. l. Mixrj (ci. 7 e 22).
881. EVTHALI08 E MIKE A SYRAINA 185
27. l. òvvàfie&a e zòv. Così anche Eirene in ci sono ancbe le lettere iu principio del
PO 115, 9 sq. ov&ir òvvazai xtg nQÒt xà r. seguente, dove poi l. 6 vlóg fiov Aco-
Toiavra. QÓùeog.
28. oTScs: per es. BGU 923, 11(8. I/lI') ; 30 l. xigtóv. E forse dove abbiamo tra-
Croenert, Mem. heicul. p. 270 n. S. scritto Ilanov c'è anche lì erroneamente
28 sq. Dopo ori si aspetterebbe àné^ater o Jla-^o). — ^aofiovOii per 'Pagfiovdi, come
sim., ma non riesciamo a leggere. Oscnre viceversa ota&fiia&rl per -ari 459 11 sq.
Trascrizione di G. Coppola.
'Rqu^IeìÒì]? llexo-
'AanovòdaxciK èygri-
5 £,,[»]«, /OJ'OV,,[
oxpi]i nofiiaàfievog
tÒ ÈniaxóXiov.
10 rcov xanàoecov io
833. Ad Apollonio?.
? (cm. 8 X 7,5) S. 111».
I
vneQ&é/ievog, ài?.?.à xai, èàv fjòém?
8. Forse anche qni àrcui]efiy'Ov (cfr. r. 5). fi. à/.Xà n.: PFlor 171, 9. 228, 24 sq. etc.
4. Cioè jidvta ]rafgi?É/(fvof, come spesso (per 7. Cfr. adii. 821 8.
es. PLipg 107, 7). 8 sq. cv nQaoooyia : v. adii. 834 5.
J
, , , , axEvòn' firixe
rà jiaiòla ne nQoaayoQsvei
TiàtTai
3. tcòi' (bto&hon'-. PRyl 116 10 (cfr. 153, 16). p. 223. Gir. 207 2. 2»» l. PLoiid 232, 3
6. ev ngdiTorza (nou .^QÙooofia) : ' eine lite- (II p. 296) etc. ; ma v. anche 41 7. 12.
rariscbe FeinUeit '
Schubait, Einfiihr. Invece ev Tiqàooorta 833 8.
yv/iivaaiov !
15 /iaoiaiìjecaiT]vxo)firjv
TmxvQimxaixifMu>raz(o7iazQ(ovi
xairo'&e?.t]aajioiovvra
qjikoievovyeovxovxaiQrj/Li/icovxaiQieiv) CI
oiraayaQoruioX?.cmQay
AÌuoxaiJiaQa>ca?xoòiaTa>v/M
/j,aaoioi^oì]ziaa/iaTOv
xQovaiTaQaeòeòcoxaaiTov
'&e(oveave?,'&esiaTt]v
aQTafiaòòexaP.omoisixoaiE^
20 xmixifjì'favd^eXeig
aQia^aaovxsvQMaòovvou
Tt}rTifi)]V7iaQexei
oiTayaQS&avjuaaicoTaTOvoti
ea)'éeXt]aa/J.avrv
nolXaaoii-uaaqìE , , . , »
novazvjiovvxa
snifiartovdecovoxQaoiv
EQQOìaó'&ai
10 evxoxovxaTaiicoaovoJiea
25 aot£<ti>;i;OjM(at) noX?.oig
rdoJiaQa^oifiainfKov
XQovovxvQomazQOìv
ra)vjiQovot]Tr]vyQafijua^ ,
XVQIOI
avvyojQiaaTaaeixoaiei
aQTa^aoEioael'&rjO'&av
Recto.
1 Ka&òs eyqaipÉv fioi fj arj EvxEVEazrj dia Maxagiov zov ijiiov (pQOVQov
yeÓQyiov
èòiì?mae [ e. 11. 8 ]
9 tracce
Verso.
xm agimonovi
11 noirjaai iieXdeìv u/.i/ia zìo §av^iaoiozàz<o 'lÌQaxXeiòov xal Maxd-
Qtov zòv (pQovoòv eiva
12 zeXetùyaai zòv kdxxov ènei zaxéog elg nàaav anovò[riv\ — (tracce e spazio
13 fU)-; Tiefxmrj xai eixag aneatiXag aoi xQvodfpiv (tracce e spazio suppergiti
14 TiQoaayoQevo) zi] a»/ qdia xai t»/? xXixiazijg zexva fiov ndvzcov zco sjum
4. Forse rò óXoxómyov (il prezzo del x°Q' 6-6. tva (off. 11) yetogyfj rò aviò yewgyiovl
tof (eiV) oireg/iol^vjfto/.iav ?), o toD xó/itios 6. naiei ~ mih v) f
(così anche 7). 10. Tijiode sarà per i<' jtoir. In lino <lcl rigo
5. Con xaiogyev^ai avrà voluto yaoigy^oat f àpioro.Torer
140 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
16 ^A(povTi 0X1 fu: fievet exxog rfjg 7i,,zQifìr) eav ti erte ;jao»' xai'}ò>?
1(». eav ZI evTt etc. : sic. vuoto per circa 15 lettere, uè seguivano
17. Forse tQta {di che cosa 1) fitjSèr Xvnri- altri righi di scrittura. L'abbozzo di let-
aatl —
Dopo ooio»»» c'è ancora spazio tera rimane dunque incompleto.
o di un s, diverse l'una e l'altra lettera 11 sq. Per ègeiSia {Soidia) v. Sopliokles Lex.
da quelle usate in questo testo. — dea/ti- PPetrie 11 36 (d) 9 sq. (secondo Wilckeu
Stov (di oxminiov ? di xàXafios i) : PGrenf ib. p. XIV : in connessione coi xaaonoiol,
li 77, 22 [cfr. 34]. 13GU 837, 26 sqq. PO per cui V. Eeil, Gewerbe p. 102K BGU 48,
1130, 14. 1288, 9. 15. Le alte cifre di 13. 14. PO 1767, 2. Meyer, Orieck. Texte
drachnie (4000, 5003, 460) non fanno me- 20, 36 Tov nóxov TÒìr èoeiSi<o{y) ; v. la nota
raviglia nel IV secolo. Il male è che uè a q. 1. p. 88.
qui né in seguito rìesoiamo ad intendere. 15. ov/ : sic.
887. APHÌACHIOS A SARAPWN 141
J
y.ai t'a^v-
Q. Coppola.
8. drnHà: di vino. Cfr. per es. IBft H. Holitu negioTeed : si teuga oouto che qui
10. Non ricordiamo se scrittori del genere jmò essere anche TltXtAòtt (v. il NamenhHck
di questo usino della parola .ifitióf per il del Preislgke).
142 FAPIBI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
0. Coirpola,
\exai[go]v ev}.o\y
noto. — Intendi Tò jiqò ficr etc. Ma oc- 4. Intendi Sfia TIèxqov zov jiaiSiov etc. 5. l, «f
corre altrove la formula jzqò /iÈv htX. pre- fifidr.
I frammenti del verso (rr. 1-7) sono certamente di una lettera di Alypios
ad Heroninos o ad altro dei suoi agenti : la scrittura e le parole (v. per es.
PFlor voi. II nell'indice s. v. vm^geaia) non lasciano dubbio, E però diciamo
cbe il papiro ci proviene da Tlieadelpbia (cfr. ih. p. 41). Ma Alypios scriveva
probabilmente dalla metropolis ; e si servì, come spesso, del terso di volumina
documentarii divenuti inutili. Mentre, dunque, la scrittura del verso è sup-
pergiù degli anni di Gallieno, quella del recto sarà anche di un secolo più
antica. Ohe cosa propriamente fossero i due documenti (a e b), del primo dei
quali rimano la fine di 16 righi e del secondo il principio di 12 righi, non
sappiamo dire: in cima alla prima colonna si vede il n° |>^ (che può, dunque,
essere stato Itj etc.) ; in cima alla seconda non e' è ora nulla, perchè manca
la parte del margine dove il numero poteva essere.
840. FRAMMENTO DELLA CORUISPONDENZA DI IIEBONINOS 143
Verso
]avQtov jiav
\aXXr]v vTiì]-
a\v de 7toii]oov
]av ovv
]sQyaCo
Recto
25 Iaida)Qa)[
<21-24 frauimenti)
1. Nel margine superiore, verso destra, 15. ^(>ót{fqov) fièv, se è letto bene.
prova ili penna i'«o(i;i»«», e sotto di 25. Poiché non è Avg. 'laiSwgq), può essere
nuovo Sagq.. magari 1 '
/o/5co{)Oi- stratego» del distretto
10 »q. Per la Ty. diwyvS cfr. 689 Introd. Theni. o Poi. noli' a. 144 (Panlns n» 657).
144 PAPIBl DELLA SOCIETÀ ITALIANA
zeTQaxoaiag nakaiov
vofiiaiiarog x'^q'^?
10 ygdcpov a èveyvtjaag.
'EQQ<ho{}ai nai
evx\o/Aai
5- '. oncog òóìoeis (o magari òtóo-jjg^. in qnesto tempo (s. IlI/lV) v. PGrenf
7. na/.aiov : ma la lettera dopo jia non mi II 77, 7 sq. 30 sq. PO 1773, 26. Wes-
pare sia X, neppure di quei ?. che facil- sely, Mitlhtil. IV 144 sqq. A. Segrè in
mente si confondono con t ; e tntto il re- '
Memor. dei Lincei ' XVI (1920) p. 99 etc.
sto è molto incerto. Per naXaiòr ró/uiafia . lóxoi; : le lettere >cov sembrano corrette.
ovnoì Evay6h]aa
èh'^éìv avrùv
àtjjurJTQiog 'IyvaTi\q}] yaQir. dcò yvcó-
10. Sembra piuttosto Toda , , che iooa.« forse non è d;i escludere tóS' av\oiov, per
vesoludiumo, ad ogni modo, rò aiiiie\(>ov): ()uanto ci sia ignoto nn tale uso del jóòe.
848. DEMETRIOS Al) IGNATT08 14S
15 •
yÙQ 07Qmi(órr)v aoTiafieX. ,
- - <?> T0[,.).0f,],Ot'J<f
11. SivaQv : nella xmo> ro:taQj(^lu dell' Oxy- possiamo dire quanti righi mancano. Può
rhynohites. Cfr. adn. 71 4. PO 1281, 15. darsi anche che non manchi nnlla.
1285, 134 otc. 20 sq. Sembra possibile «o[ì] |
Sqii àfiei.ù>g (t).
16. orsatiióirjv.cfr. PFIor 151, 9sqq. (137*, 7 22. « E accordati con essi ». Cfr. PO. 1061, 3.
== PKein 52). Wilckcu, ()8lr. 1, 021 etc. P. Strassb, 20, 7 (negli Add. X p. 6).
17. Dopo (mosto rigo il papiro 6 rotto, n^ 28 sq. Forse si pnò leggere àg',To[xó]:iolv
Xaigeiv
\oea7i6xrjv
18. Trjs'Egfiov, scil. rj/négae ' cioè Mercoledì die Datierung vach Tagen der Planeteii-
(già ap. Gleni. Alex. Stroni. VII 12, 75, 2 Woche in iceiten Kreisen iihlich gcwesen).
[p. .54 Stiihliii]). Sull'uso dei nomi dei — àsiò tcòv àéooìv :
'
dalla parte jiiù alta
giorni della settimana secondo i pianeti della casa ' ? '
Dal solaio ', diremmo noi.
in Egitto V. K. Scliiirer in Zeitschr. Per l'uso di à>](> v. ad es. Bry, JCsaai sur
f. die neutesiam, Wisaenschaft VI [1905] ìa venie dans les papyrus etc. p. 185. Wen-
p. 23 sqq. ; e per quel die riguarda i ger-Heisenberg a PMonac 8, 12 etc.
cristiani ib. p. 35 aqq. (Ber Kuìtus der 15. rò xvQtaxór : 'la chiesa', se pure qui
Planeten-Giilier musste von ihr (cioè dalla non è piuttosto '
l'appartamento padro-
Chiesa), sofein sie sich selbsl trtu hlieh, aìs nale '. Ma, poiché è un cristiano colui che
etivas Fremdarligen ahgelehnt irerd<iu. Troie- scrive, la seconda ipotesi non è probabile.
dem i8t ini neriem und fiinften Jahrhundert Cfr. Deissmann, TAihtron Oslen^ p. 268 sq.
senza di spondei nel terzo piede (di soli dodici versi !), né la maggior fre-
ad escludere una tecnica di versi molto più lìbera. Gli è perciò che anclie
nei tentativi di integrazione potremo ignorare le piìi severe regole Alessan-
drine e Nonniane.
Quanto al contenuto, non abbiamo una ipotesi soddisfacente da proi)orre.
V ex aéo e Vi>c oé&ev (rr. 5 e 10) portano facilmente a supporre che il 'poeta'
apostrofi una Divinità, per t-s. Helios (e naturalmente è possibile allora in 5
è'oxieac ed in G i(pé?.K[eig ovvero ^9 é/x[ea«) ; ma t'djusv ed ix?.vofiev (da xXvu))
non favoriscono codesta prima impressione. Il poeta celebra, se non m'in- ' '
ganno, —
con enfasi magari eccessiva un dotto filosofo della natura che, — ,
almeno a giudizio del jweta stesso, aveva spiegato le maraviglie del xóa/tiog
così nell'ordine tìsico come nell'ordine morale (r. 13!). Non occorre né che
il poeta fosse un Lucrezio, né che l'altro fosse un Epicuro o un Posidonio :
Comunque sia, ai vv. 2-4 e 8 sq. dette lo spunto Omero (C 43-45. O 191 sq,);
(1) Aggiungo ({Ili in nota uno di tali tentativi, col solo intendiraeuto di mostrare come
m'immagino, all'ingrosso, il contenuto dei versi franiraentarii.
Non è facile adattare i vv. 2-1 alla nostra ipotesi. l'"acilo sarchile introdurre forme
participiali, di ogni numero e di ogni caso, in 2 e * (per cs. Ttvaaoo/i[érov; àréfiotaiy] e lat-
rofuro[v( (pgéyag uvyuìg']; V. la nota a q. v. 4); ma in H consideriamo necessario àXairo/itr
148 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Nel verso^ di traverso, qualche parola e segui clie uon intendiamo; pos-
sono essere del sec. IP.
a.
] 4 \M
oint: fia(jvyòovno.l' Tivaaaofi[
dell'asta verticale, se pure non è sem- (>. Comunque si supplisca, fjxi è usato per
plice macchia d' inchiostro. quo, piuttosto che per quomodo.
4. Non dopo 'i(at)-
è sicura l'abbreviazione 10. Dopo §Q il segno in alto non è un v,
in alto ad uncino O), né ci riesce di ve- vali). Dei due segni seguenti il primo è
der bene ciò che segue (o f hi). Se è un analogo (in dimensioni piìl piccole) al za
(anche questa parola indica dimestichezza con Euripide) e nessuno si vorrà, spero, avvalere
soggetto è, dunque il medesimo dei verbi ìòiuv ed ÈxXvofiev dobbiamo cioè rassegnarci a dire :
che la spiegazione si avrebbe dai versi precedetif.i, ora perduti. Nel v. 10 abbiamo sup- —
plito secondo Hes. Theog. 72 (cfr. Ap. Kb. 4, 597) avremmo potuto xseavt\_(àr i' aWaXóev ;
<pmg ovvero mq] secondo Eurip. Phoen. 182 sq. (cfr. Tro. 80. Ale. 129. Baccli. 288). Per
ftqovràs V. la nota a q. v. Non abbiamo osato fìgàaras (Ps.-Aristot. De mundo 4 p. 396» 3;
Apul. d. m. e. 18). Ma, se non altro a titolo di curiosità, aggiungerò che iu questa tratta-
zione filosofico-cosmologica pseudoaristotelica sono anche citati (6 p. 400* 11 sqq.) i versi
dell'Odissea sopra indicati, e che, se l'Alessandro, a cui è dedicata, fosse davvero Ti6e-
rius luUus Alexander prefetto d'Egitto, non sarebbe temerità supporre che in Egitto essa
fosse molto nota. — Finalmente nel v. 7 ho preferito xeUv&ov (Honi. x 86. Arat. 225. 372 etc),
per evitare jia?.t'ryoaTos noQfli] che è del frasario favorito di Nonno (1, 176. 2, 467 etc. ; 4, 279
naXnfóaroto 2>/.i/r//?) /léyu areva/wr i' in Quinto Sm. 7, 22. Per la personificazione valga
;
come esempio Arat. 408-19; e per la costruzione col genitivo v. gl'interpreti ad Enr. Iph.
Ani. 370. Herc. 1114 etc.
844. FUAMMKNTl DI ESAMETRI EPICI 149
exivofi '
fiaxag '
te cpvaiv ^\
14 ],,,aexoafj.,[
b. finali di 6 versi (13-20), dei quali 19 ]ftS <cioè -era*) oaaa re ?.ovei e 20
del r. precedente (evgcoevia), l'altro è nua 18. Il primo segno sembra a' (non ò', come
strana l'orma di s, se è tale. Cfr. la nota c'era sembrato dapprima). Si richiede qnasi
all' Introd. necessariamente una parola trocaica, e
11. Non pare possa essere avs/i{iov), come credo sia à(Xkà). Nel papiro Berlinese di
suggerisce il Coppola ; ma che lettera sia Hierokles per questa particella occorre
dopo «)'«, non so dire. talvolta a^ (Arniui p. 4 . Cfr. 849 3.
m. n.
150 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Verso.
9 òevQO ov xai
Recto,
, , Q(mo[ . J
Evvoaiymog en Aiyvm\ ,,,.), fjoa
15 \,,,vaeiev ayapgoor oj',[, |, ,,|,],,r
] » » «
'
exei xai aitojiQO'&i jnovvog egvxet
2. àa&ftaia
fioljirjs Nomi. Dioii. 2, 18 etc.
: 7. La Htruttnra del verso suppergiù come
4. Sembra deSàaat prima della correzione. Nonn. Dion. 1, 114. 7, 298. 8, 79. 149.
Cfr. Orpli. 11. 61, 5 Abel {dedi'aot corrotto 11, 319 sq. 323. 454. 458. 12, 164 etc.
in deòdaai). 40, 14. 42, 242. 48, 482 etc.
6-6. l- dTjXvréQijt (ma può essere genitivo 18. vfieralovg, -oig, -cor, con altisonanti epi-
del singolare v. ad es. il Lessico del Pape
: teti, spessissimo in Nonno (6, 156. 164.
e Nonn. 42, 147 òsiòie ^rjXvxégtjv a;i<Uo'- 8, 71, 234. 290. 313. 331. 12, 87. 42, 118.
Xeoa. Orph. Litli. 367 Aliel tìifAvrigr]? Xé- 43, 394. 48, 237 etc).
j(,og (pcvyeir) e OQfpfiij (se. Xvq/j). 10 ii'Oia()>v?.os è citato solo dal cosi detto
6. Jióvtlos àjieiQcor] ovvero 3ión[ioe aXfitj] Lessico di Cirillo ; frequente è jioXvoTd-
o Bim. <pvios.
846. FRAMMENTI DI COMMEDIA 151
piri V. Oalderini 8t. Pap. voi. I p. 78 sq., aggiungendo adn. 12S 12. PO
1787 fr. 3, 13 etc. etc.
Nel verso scrittura documentaria del III secolo: paiono conti, e vi si
legge ad es. 'A:ro/./.u>viov — , vn(ì;Q) TlQonàoxoiv) — , v7T(è.Q) I!aoa7i(oj(roi;) etc.
G. Coppola.
Col. I.
w ixo\yi&ìjQe av ]o,,,e,.OJia)5
]/iijde ev 15 \v ,,,j/ovjjj;t
8. ?.oyoiotv va riferito al primo emistichio tov ai: Per es. Scliol. Ar. Nub. 1170 tò
di questo verso, in sostituzione <li nou Sé X ^QÒi lòr ox'ì/'C^'Of'^'' "/S ^fi^fog. Cfr.
sappiamo quale altra parola. Le annota- Wilamowitz, Berliiier Klatsikerlcxle V 2
zioni degli scoliasti sono di regola a de- p. 64 eto,
stra dei versi cui si riferiscono (ufr. adn. 17. Forse fra il s e yyio&i c'erano i soliti
\,a,[ I
28. ],t<f',[ I
29. ]xiorov [{cioè rayiaiov ovv. VA^iarov ovv.
Pgdxiaxov).
Col. II.
30 3TQ0[
35
Tr]\
evi
40 _Sel
~~v[
Tr]aó[
V[
45 X >««.[
ew.[
righi (cm. 4 circa), nel quale si vede qualche segno d'inchiostro con in fondo
un piede (?) rozzamente disegnato (lo indichiamo con un grosso asterisco).
Era quindi uh volumen illustrato (cfr. Pauly-Wissowa III 963 sq.), ne è dub-
bio che i frammenti supèrstiti di trimetri appartenessero ad una commedia
(o di Menandro o di altro poeta della commedia nuova). 0. Coppola.
847. FRAMMENTO DI GOMME DIA 153
l'hior 7ieQc[
ij Jtoi^cv a, I
PlEJlU) òe\
xai ravra d\
l(t
\r f
]
*
\vderi ,et ,r] ,'
20 ],,.. tjX&o/nelv
] lov vvv /tevoj[
1 ì]riv,\
Pezzo (li papiro donatoci dal Capovilla (cfr. sopra i>. 1), che lo acquistò
nel Febbraio 1921 a Medinét-el-Fajum. Margine inferiore di 4 centimetri (dopo
r. ampio è ancbe il margine destro del recto e
7' e L'i'); sinistro del verso.
Invece è largo soltanto un centimetro il margine sinistro del recto, e in li-
fiv'&ov del r. 7 doveva seguire, nella parte ora perduta del verso, in greco la
favola corrispondente ad Aes. 63. Babr. 394. Avian. 24, della quale abbiamo
solo la fine, in latino, nella parte del verso conservataci. Si è perduta dunque
tutta la favola greca, e buona parte di quella latina. Sennonché, mentre la
favola precedente terminava in greco [v^QiCovTai), bisognerebbe supporre che
nella seconda favola fosse invertito l'ordine delle redazioni greca e latina.
Ma è troppo meschino il pezzo di papiro giunto fino a noi, per ipotesi sulla
composizione del volumcn o libro che fosse ; anche perchè non garentiamo
che sieno proprio latine le lettere superstiti delle altre colonne. Abbiamo
quindi riprodotto, per quanto con la stampa era possibile, la disposizione
della scrittura nel papiro, augurandoci che altri vegga quello che non sap-
piamo veder noi.
La scrittura greca non sembra più recente del IV secolo, e tale è sem-
brata a L. Schiaparelli anche la latina (1): probabilmente, come è naturale
in questo caso, greco e latino sono dello stesso scriba. Non è, dunque, senza
interesse la testimonianza così antica di un testo che andò formandosi già
nel III secolo (v. la lucida esposizione del Goetz, De Glossariorum lat. ori-
gine et fatis [CGL voi. IJ p. 18 sq.), e che, a nostro giudizio, solo più tardi
fu spezzettato in quella forma, diciamo così, colometrica in cui comi)aiono gli
Hermeneumata Pseudo- Dositheana.
Il testo del nostro papiro pare si accordi più spesso con P che non con
L : notevole è sed si et leo nel r. 13, mentre 1' et òk xal Xécov è interpretato
si autem leo in L e quod si et leo in P. Cfr. anche r. 11 adn. Inutile sarebbe
il confronto con redazioni medievali (Hervieux II p. 150 n° 52. 231 n" 17.
510 n° 37 etc).
(1) L'ima e l'altra diiferiscoiio note voi mente «la quella ili PAnili 26.
848. AESOPICA (FS.-DOSlTHEOa 155
Recto.
vfiQÌCo\vrai
Aiow7io\? èn£oan]t]&is
olà ti al yvvlatxeg]
tótq àvògaaiv
jiQOÌHa òiòóaaiv
Verso.
]um
]"
e
10 P [,,., rejspondit a
ha[ec] alt pictura a,
15 suffueabat homine «M
2-7. ' Vix pertiuent ad fabuhuu qiiae seqni- omerico) dotale, in base ai versi del-
tiir ', arterma il Crusins (Babr. \>. 205 sq.). l'Ippolito Euripideo (v. 628 sq.).
Ma il Crnsius stesso, nelle annotazioni ;{ sqq. al e zoTg oni. LG, che hanno jrgoìxa.
a Babr. 194 aveva ricordato Io
(p. 177), 8. Sarà testimoin]um oppure quemadmod^um
scolio ad Eur. Med. 424 sqq. (èjifi ànd- (46, 9 sqq. L: 100, 39 sq. P).
Xtjo' av vfivov àgaévcov yérvff), dove espres- 9 sq. Potè esservi scrittura in caratteri
samente lo seoliasta (p. 167, 24 Schwartz) piti minuti : tale almeno è il p superstite,
indica qnesta favola: xarà tÒv rop Xéov 10. ned leo renpondil LP.
log /cv&ov XT/.. Conio i leoni, se dipinges- 11. AH ci pare di poter leggere : inquU
sero, dipingerebbero l'noino strozzato dal (<prjai) P : oni. L. — pictura etc. : iv yQa<pfi
leone e non viceversa ; cosi le donne, se anche Scbol. Eur. ; cfr. Crnsius, De Ba-
avessero avuto il governo degli uomini, frrii aelate (Leipz. Sludien II) p. 186 sq.
avrebbero stabilito chegli nomini e non 15. Cfr. CGL ni 153 40 aq. suffugo e «i//-
le donne apportassero la dote. Si pnò fiiga. Non sono in grado di stabilire se
confrontare anche ÌViener Apophthegmen- 1' u presupponga già un suffòeo (cfr. it.
tatnmlung 171 (Waclismuth p. 30) 'Aanaaia '•sóttbco ') o si abbia qni un suffuco, co-
^proprio lei !) èQoizrj&etoa dia ti xarà /lèv me per es. annua ^ annoa, matrunae =: ma-
zcòy j'uj'aixtòv &àvaióg èoziv, èàv à),X(x> jiXr}- tronae (l'uno e l'altro già nel 3° secolo),
oiaacaai, xarà de zòiy àrSgcor ov, ehtev inliilua = inlotua (anche qni, come in «u/-
' àrSgeg yàg ijaav ol zavza vofioffezyaarzE; fOco, o da a») etc. etc. Cfr. Schuchardt,
àXX' ov yvraìxcs '. Nessuna favola esopica, Vocaliauiu» Il 96 sqq. Quanto — all'ab-
del resto, si presta, che io sappia, a con- breviazione dell' d, cfr. Micon di S. Ri-
fermare la spiegazione misoginica quale guicr ap. Manitins p. 474 u" 1 Xe :
'
dubito-
si potrebbe dare del costume storico (post- ria, leclor, sntlboat dicere penultima longa '
156 PAPIRI DELLA SOCIETÀ ITALIANA
è' = olà, X- = èazi (ovv. elvai?, ma diversamente Ali, PO. 1086 j = èoxi, \-=
ehm. Il = slai), D = t]?, x' = xai (ma in PO. 1086 y- e in PO. 663 anche x^),
X = xaTÓ, // (anche nel corpo della parola) = fiev, fi = /^era, — spscr. = v finale,
o --= -ovv, JT (r. 2) - nagà, a = ovv, r — jìp', x = xiov (PO. 856 t == Tfw). Fre-
quenti sono anche le abbreviazioni per sospensione: ad esempio, r. 17 aq^ cioè
o
ò.Q%{6)xtva) (invece àq^W e àoyy\<; per segno speciale r. 6 e 60), r. 54 a^cp cioè àfi-
(poiTÉQ"), ofi cioè ofio(iM?ì), 55 t' aogev cioè ròjv rtQQéva>\v] ; ma a volte, man-
cando il contesto, non possiamo dire se si tratti di abbreviazione o se la
lettera è soprascritta solo per risparmiare spazio (1).
Non si può stabilire quale dei due frammenti debba tenere il primo posto
e neppure se il recto di ciascuno di essi debba i>recedere il verso, o Vice-
(1) lutonio al sistema di abbreviazioui uei pap. cfr. Schubart, Oae Biich, Berlin 1921,
p. 78 sq. È notevole che il PO 1086 del sec. 1° conteuga segni rimasti sempre gli stessi in pap.
del II e del III. Nel UGU 1141 contenente la lettera di nn liberto al patrono, e scritta in
Alessandria n<il 17° anno di Augusto (cfr. Pap. Graeci Berol. Tal). 13;, ricorre spesso la li-
Frammento I.
\n x ò T >; xX /u] no
]Qt] X y xa a T o ag
],vai' o^.*.;r j'j'eAI ]a)xiaxco,{1) p^apaxlt]»^
(pwv.
i
],cov ag xo .*,«'
]q
Verso.
il verso come il recto conteueva trenta righi, ma i primi diciannove del verso
sono pressocliè svaniti. Gli altri sono : 31 ro ag[, 32 xo[, 33 »;[, 34 x[> 35 vixa[,
Frammento II.
\xaxe , I
jia{^ tjyxixa x' fwgi an a/iqpoxe
co o o
],«)? dte/)i(joaav x xi\ flOJQl CUI aficp ofi yevvo)
]...I.|.. . .[.].o.[
J
, tOOTe 710?Jm\
]ov/Liov òaxQvov X z\
,\»,,]v,ovarj,,7iox,t],\
65 , ,[ ,\avaaTQoq)m ne,a,[
TvlyJxavet i y exeiv \
y»[<,,] 7io,[