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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

ELEMENTI CARATTERISTICI DELLA CITTA’ DI ROMA

Gli obelischi localizzati davanti alle chiese formano un vero e proprio itinerario per i
pellegrini. L’architettura del ‘800-‘900 è ancora influenzata dalla precedente disposizione
(assetto) della città. Le influenze del cattolicesimo vanno man mano estinguendosi, la città
si sta laicizzando. La toponomastica cambia radicalmente.

È necessario conoscere gli elementi caratteristici della città di Roma da cui gli
architetti moderni prendono spunto.

Le prime mura, quelle serviane (di Servio Tullio) vennero iniziate nel 378 a.C. ed
erano lunghe 11 km con un’altezza di 10 m e una larghezza di 3-4 m. Molte parti furono
demolite e i materiali ricavati riutilizzati o addirittura c’era chi ci costruiva sopra
utilizzandole come base d’appoggio molto resistente. Nella parte pianeggiante e perciò
meno sicura veniva scavato un fossato di ingente profondità.

Le mura aureliane risalgono alla seconda espansione della città di Roma. Queste nel
caso incontrassero una struttura preesistente la inglobavano al suo interno, come
l’anfiteatro castrense. Le mura hanno passato continui interventi di innalzamento,
ampliamento, di modernizzazione. Esiste tutta una sequenza di porte che permettono
l’accesso ma costituiscono anche punti di chiusura per quarantena. Il monumento più
eclatante che venne inglobato fu la piramide di Cestia, elemento molto robusto e ottimo
per tale pratica (di inglobamento). L’ultimo tratto che viene aggiunto è quello
cinquecentesco, mura gianicolari.

Le mura a Roma continuano a funzionare fino al 1870 dopo la Breccia di Porta Pia,
un vero e proprio edificio caratterizzato da una facciata di fine ottocento e da una porta
michelangiolesca.

A partire dal 300 a.C. vengono costruiti 11 acquedotti. Il punto di raccordo per
questi acquedotti è a Porta Maggiore, una delle zone più alte di Roma. Molti acquedotti
trasportano acqua non potabile proveniente dai laghi e fornivano acqua alle fontane della
città che erano più di mille e ai grandi complessi termali.

Porta Maggiore è sì una porta celebrativa, ma anche punto di raccordo di 8 degli 11


acquedotti. Venne costruita dall’imperatore Claudio nel 52 in travertino e poi inglobata
nelle mura aureliane. Elementi decorativi vennero riutilizzati per il restauro della porta. La
porta ha tre canali (selloni) di passaggio dell’acqua che hanno una pendenza ridotta per far
sì che la pietra non si logori, pietra trattata attraverso un’operazione di pressaggio del
materiale.
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Nel 537 d.C. gli acquedotti vennero tagliati dai Goti in assedio e gran parte di essi
vennero ripristinati durante il Rinascimento.

La stazione Termini prende il suo nome da una botte detta di termini che portava
l’acqua alle terme di Diocleziano.

Le terme, oltre ad avere una funzione di bagni pubblici, erano anche un luogo
d’incontro dove si discuteva di politica. I più grandi complessi di terme sono tre:
Diocleziano, Traiano e Caracalla.

Le terme sono formate da un recinto esterno ed un corpo centrale occupato dalla


chiesa di Santa Maria dell’Angelo nel caso delle terme di Diocleziano. Tale corpo centrale si
divide in calidarium tepidarium occupato dal grande museo delle terme insieme al
frigidarium. Le terme di Diocleziano hanno maggiormente avuto un processo di
inglobamento nell’assetto urbanistico di Roma.

Per riqualificare le aree delle terme malfamate, parti di esse vennero adibite a luogo
di culto e Michelangelo, sempre nel caso delle terme di Diocleziano, è il responsabile dei
lavori. Michelangelo nel 1500 apportò modifiche all’assetto creando un tipo di chiesa detta
traversa. Nel 1700 sarà Vanvitelli ad intervenire; il suo progetto era quello di avere per la
chiesa un solo ingresso centrale e chiudere i due laterali. Realizza così due colonne in
muratura stuccate identiche alle originali per creare un percorso.

La parte delle terme abbandonate nella parte retrostante venne data ad un


convento, ma poi viene occupato dai Francesi e utilizzata come armeria. Infine nel 1889 gli
ambienti vengono destinati a museo delle terme. Molte aule di grandi dimensioni sono
state adibite a sale espositive.

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XVIII – XIX SECOLO

IL DILEMMA DELLO STILE, LE GRANDI ESPOSIZIONI UNIVERSALI E L’AFFERMAZIONE


DEI NUOVI MATERIALI

Un grande evento per l’architettura del ‘700 fu il ritrovamento della città di Pompei.
Tale scoperta, che ha fornito informazioni importanti sull’architettura romana, influenzerà
moltissimo gli architetti dell’età contemporanea.

Tutto il mondo si forma studiando e vivendo l’architettura europea, in particolare


Francia e Italia saranno i principali punti di riferimento.

Giovanni Piranesi sarà uno degli architetti più importanti che parteciperanno al
fenomeno di diffusione degli elementi tipici dell’antichità. Piranesi fu famoso per le sue
incisioni come “Carceri” (1745-50), queste carceri vengono prese come immagine per
descrivere la vita degli operai, una sorta di denuncia sociale.

Thomas Cole dipinge “Il sogno dell’architetto” (1840), il titolo può essere anche il
dilemma dello stile del XIX secolo. Nel quadro vengono rappresentati gli stili dell’antichità
per fare sì che l’architetto sviluppi uno stile nuovo per il secolo, secondo il desiderio delle
nuove nazioni di dare un’identità architettonica al paese.

Ogni nazione prenderà la sua strada, come la Germania con Schinkel, che riprenderà
l’architettura greca e romana con l’Altes Museum (1823-1830, Berlino). Il museo è una
fusione dei canoni greci nella disposizione delle colonne e nella sua enorme somiglianza
con i templi greci e romani, in quanto la sala centrale è una copia/imitazione del Panteon
romano.

Nel 1854 Parigi sarà la prima a modificare il suo assetto urbano intervenendo non
sui singoli edifici ma sulla disposizione e sugli spazi della città. Vengono fatte costruire
strade molto più grandi, i boulevards, lo sviluppo della città segue un preciso progetto di
Haussmann. L’“Opéra”, il teatro dell’opera di Parigi, è un esempio di ibrido, infatti il
palazzo ha tendenze romane e greche rielaborate in chiave rinascimentale, nelle
decorazioni vengono ripresi gli elementi tipici delle architetture dell’antico. Il palazzo è
tripartito in una base, una sezione nobiliare e una copertura decorata, tipico del
Rinascimento.

Cristal Palace: l’immagine architettonica è il risultato dell’assemblaggio di più


elementi architettonici. All’interno è possibile leggere facilmente il sistema costruttivo e
comprenderne lo stile che è tipico dell’architettura vittoriana e proviene dalla tradizione

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della costruzione di serre. È un palazzo interamente fatto da ferro e vetro, eretto per
ospitare l’Esposizione Universale di Londra nel 1851. I singoli elementi nella loro semplicità
sono facilmente riconoscibili all’interno dell’enorme complesso. Questo è un esempio di
edificio costruito conoscendo ben poco le leggi fisiche che reggono la struttura. La regola
era di costruire dei modelli e fare delle prove su di essi, tutto ciò prima della diffusione
della materia di Scienze delle costruzioni. La base viene rinforzata attraverso degli elementi
di tenuta per rendere meno rigida la struttura.

E’ da questo periodo che tra gli architetti nacque una lotta tra chi sosteneva
l’artigianato e chi invece credeva fermamente nella costruzione di elementi in serie.

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LA CHICAGO SCHOOL

E’ un movimento che nasce durante gli ultimi decenni dell’’800. Non corrispondeva
a una vera scuola, ma ad un gruppo di architetti che cercavano di dare una nuova forma
alla città di Chicago. Questa esigenza nasce in seguito allo scoppio di un incendio che ha
dato l’incipit per far sì che la città venisse ricostruita ex novo.

Il sistema costruttivo adottato dagli americani è chiamato “balloon frame”, un


sistema costruttivo in legno tipico dell’edilizia domestica. Questo sistema si rivelò
semplice, versatile e veloce. Gli architetti di Chicago fecero un uso frequente dell’acciaio,
cercando di usarlo per qualsiasi costruzione in quanto avevano l’esigenza di trovare un
materiale ideale che avrebbe potuto risolvere problematiche strutturali ma anche in fatto
di sicurezza, e che rispondesse ad un gusto e a delle esigenze in fatto di adattamento
all’ambiente.

Si diffuse la concezione che la casa doveva corrispondere ad un’automobile abitabile


costruita in serie. Tutte le innovazioni vennero tradotte e si espressero nei nuovi palazzi
che però ancora avevano su di essi influenze dell’architettura europea.

La città si evolve e si modifica in base alle invenzioni fatte durante il secolo. Nascono
così nuove esigenze, come la costruzione di edifici dedicati completamente a uffici.

L’incendio avvenuto nel 1871 fece sì che Chicago diventasse nel giro di vent’anni
(1898), la città più importante per uffici del Nord America. La zona adibita agli uffici era
chiamata “Loop” ed era la più costosa della zona in quanto i lotti erano molto costosi.
Questa zona infatti nasce secondo un interesse privato di coloro che amavano
l’industrializzazione.

Il grattacielo è il tipico esempio di costruzione americana nata a Chicago


interamente dedicata agli uffici.

L’architettura rimanda sempre alla società che rappresenta. Su questi edifici è


facilmente individuabile un’influenza europea che guarda alla tradizione degli antichi archi
strombati che hanno una prospettiva all’interno.

I problemi principali dei grattacieli sono il ricircolo dell’aria e l’illuminazione solare.


Gli architetti però si impegnano a risolvere tali problemi.

Gli architetti Burnham e Root risolvono la questione dell’illuminazione con la


fuoriuscita delle finestre dal profilo, rendendo più visibili gli interni della struttura. Gli
ascensori e i corridoi all’interno di un grattacielo occupano ancora uno spazio ingente per
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irrigidire la struttura ma anche per far sì che l’aria circoli. Questi due elementi venivano
posti o nel blocco centrale del grattacielo o ai bordi (nel perimetro) della struttura. Sempre
Burnham e Root liberano le facciate da quel rivestimento pesante e costoso, alleggerendo
la parte in muratura e inserendo tutta una fila di finestre decorate con vari elementi per
rendere l’edificio più sontuoso e leggero.

Il grattacielo si evolve, cresce di altezza, scale e ascensori vengono estraniati


dall’edificio. Si parla di ordine gigante quando si ha un elemento architettonico rinchiuso in
un sistema più grande.

Con Sullivan è ancora possibile dividere l’edificio in fasce, cosa che si perdeva con i
grattacieli più moderni.

Più si sale, più cresce l’esigenza di luce.

Si fa spazio molto anche alle decorazioni, capitelli che rimandavano a livelli di fine
‘800 o motivi che seguono una geometria precisa. Queste decorazioni fungono da guida
per indirizzare i flussi di persone verso gli ingressi principali dell’edificio in quanto manca
una gerarchia propria, donando identità al grattacielo.

L’ultima operazione che Sullivan fa per dare un’identità è l’inserimento nella maglia
dell’angolo di un elemento importante poiché più in vista e che viene modellato e lavorato
dando all’edificio una forte frontalità come se fosse un centro sacro.

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NEW YORK

Dal 1915 cominciano a nascere i primi grandi grattacieli newyorkesi e nel 1916
venne istituita la New York City Building Town Resolution, un insieme di norme che
regolano la costruzione dei grattacieli, vincolando fortemente le regole costruttive e il
profilo di questi.

Una legge dello stato dice che i confini del lotto non sono più l’unico limite, l’altezza
degli edifici viene fissata in base alla grandezza della strada: un edificio su una strada larga
80 piedi può essere alto 2,5 volte la larghezza della strada.

Più si sale in altezza e più sorge il problema della luce, perciò per risolvere tale
problema si ricorre a costruire il grattacielo con un profilo a scala: esso, man mano che si
sale, arretra e si restringe (“set back”), ad ogni tot metri il grattacielo di restringe sempre in
proporzione alla grandezza della strada. La profondità del set back determina l’altezza del
volume successivo. Quando un set back riduce l’area di ¼, si viene svincolati dal seguire
altre regole ed è possibile alzare il grattacielo con un unico blocco.

Venne indetta una gara per chi innalzasse il grattacielo più alto del mondo.

Uno dei primi ad accaparrarsi questo primato fu il Chrysler Building, che venne
definito il più bello del mondo con i suoi 319 metri di altezza compresa tutta la lunghezza
dell’antenna. Il grattacielo rispecchia l’immagine della società automobilistica. Il progetto
venne affidato a Van Alen. Il rivestimento del grattacielo è in pietra al contrario della parte
superiore in acciaio.

Il primato del grattacielo più alto venne dopo un anno attribuito all’Empire State
Building costruito negli anni dal 1929 al 1931 dagli architetti Richmond H. Shreve, William
F. Lamb e Arthur Loomis Harmon. Tutta la struttura è fatta in acciaio rivestita con lastre di
pietra con infissi in acciaio.

80 piani è l’altezza “economica”, ovvero quell’altezza oltre la quale non conviene


economicamente costruire. In un grattacielo il piano terra viene sempre lasciato libero per
il parcheggio delle macchine in quanto per motivi di sicurezza non è possibile parcheggiare
a ridosso della strada. L’ultimo piano viene adibito a terrazza, che riscuote un successo
esagerato.

Nel caso della cultura americana, l’altezza del grattacielo permette un


avvicinamento all’entità divina, rispecchiando la facoltà che Dio ha dato agli uomini di
costruire elementi così imponenti.

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A Washington, Thomas Jefferson promuove un piano urbanistico estraneo alla


tradizione americana, che riprende la tradizione ottocentesca. Nel suo progetto prevedeva
l’inserimento di grandi piazze da cui si diramano le strade. L’edificio più rappresentativo è il
Campidoglio che ricalcava la tradizione costruttiva antica. Le Arts and Crafts cercano di
opporsi all’industrializzazione della produzione di elementi di competenza dell’artigianato.

Nel 1965 l’Art Nouveau funge da punto di passaggio: propone di non guardare
all’architettura del passato ma di ricollegarsi direttamente alla natura come fonte di tutti i
riferimenti artistici. La natura viene stilizzata come spazzata dal vento.

Con l’Hotel Tassel inizia l’architettura dell’Art Nouveau. Elementi in acciaio vengono
affiancati da elementi in muratura, tutto fortemente decorato e modellato secondo motivi
che ricordano elementi naturali.

Queste prime sperimentazioni danno vita a un vero e proprio ordine architettonico.

ART NOUVEAU IN EUROPA

L’Art Nouveau si diffonde anche in Italia. A Napoli le entrate della metro ma anche
le stazioni stesse sono diventate delle vere e proprie opere d’arte.

Henry Van De Velde trasforma l’opera architettonica in opera d’arte. Gli arredi
finemente decorati sono in accordo con gli spazi architettonici. Egli progetta il teatro per
l’Esposizione del Werkbund. Un’architettura che fa riferimento alla natura e alle sue forme.
Il teatro sembra che sia un elemento stesso della natura. Il moto di Van De Velde era
“opera d’arte totale”, ciò significa che gli interni, gli esterni e l’arredo devono essere opere
d’arte e concorrere a formare un organo unitario.

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L’UNITA’ D’ITALIA E ROMA CAPITALE

1870 LONDRA 3.500.000 abitanti (nel XIX triplica la sua popolazione)

1870 PARIGI 1.850.000 abitanti

1700 ROMA 141.000 abitanti

1871 ROMA 245.000 abitanti

Roma fino al 1871 era ancora una città agricola, aveva una bassa intensità di abitanti
e il suo spazio di 1470 ettari circondato dalle mura era per i 2/3 occupato da campi. Nel
momento in cui diventa capitale si è cercato di porre un rimedio, la città aveva bisogno di
modernizzazione. Il 20 settembre 1870 ci fu la breccia di Porta Pia. Era necessario trovare
un’architettura per il nuovo stato italiano.

All’interno della città di Roma inizia una fase di cambiamento. Per far sì che la città
fosse ben collegata si crearono dei raccordi. Tali raccordi vennero creati con l’apertura di
varchi all’interno delle mura che non furono demolite perché ancora in grado di contenere
la popolazione.

L’elemento più caratterizzante dell’assetto urbanistico di Roma erano le tre vie


principali di via del Babbuino, via di Ripetta e via del Corso, che partivano da Piazza del
Popolo e mettevano in raccordo molte zone della città.

La città era ormai diventata una città per i pellegrini, perciò organizzata per
accoglierli. Lo sviluppo della città era guidato da norme urbanistiche precise coordinate
dalla Chiesa Cattolica. Le strade finivano sempre in piazze dove veniva eretta una chiesa.

Il centro della città si sposta gradualmente dai Fori in età romana al Campidoglio in
età medievale al Campo Marzio in età settecentesca. Nel 1830 la città non è molto
cambiata, la prima linea ferroviaria viene realizzata sotto Pio IX ancora prima dell’Unità.

Fatta Roma capitale, viene disegnato un piano che assegna gli spazi all’interno della
città senza progetti di ampliamento. L’area delle Terme di Diocleziano completamente
libera viene occupata dalla Stazione Termini. Cambia l’assetto urbanistico della città, infatti
facendo riferimento a Torino con la sua disposizione dei palazzi a scacchiera vengono
costruiti nuovi edifici tutti intorno alla stazione. Se si costruiva al di fuori delle mura, non
c’era bisogno di pagare dei dazi e ciò favorì lo sviluppo delle periferie e quindi la
formazione di nuovi quartieri. Le grandi strutture lavorative vengono edificate nella zona di
Testaccio, viene anche costruito il mattatoio.

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La centrale Montemartini è la prima grande centrale elettrica della città, costruita su


via Ostiense sarà in funzione fino agli anni ’60 e verrà poi abbandonata. La centrale adesso
è sede del nucleo di Arte Statuaria e ha mantenuto l’assetto di una centrale.

LA STAZIONE TERMINI

Nel 1939 venne fatto il concorso per la Stazione Termini. Questo venne vinto da
Angiolo Mazzoni, architetto che ha progettato la maggior parte delle stazioni degli anni
’30. La guerra però ha portato al blocco dei lavori e, finito il regime, il progetto si rivelò
inadatto all’epoca anche perché Mazzoni e il suo progetto erano strettamente legati al
regime.

Durante il dopoguerra venne indetto un nuovo concorso per la costruzione del


fabbricato viaggiatori che corrispondeva al nodo fondamentale per smistare gli ingressi e le
zone commerciali. Il progetto doveva essere finito entro l’arrivo del Giubileo del 1950. Il
concorso fu vinto da un gruppo di architetti e ingegneri che disegnarono la pensilina e la
zona retrostante adibita a uffici e a zona commerciale.

L’obiettivo è rielaborare la città storica utilizzando lo stesso linguaggio e


riprendendo la struttura dei palazzi rinascimentali. I ministeri vengono edificati su via XX
settembre, molti palazzi vengono demoliti per favorire l’inserimento di questi nuovi edifici.
Alberghi e sedi importanti vengono edificati su via Nazionale, simbolo dell’Italia.

Giuseppe Sacconi progetta il monumento a Vittorio Emanuele II. Il concorso vide


presentarsi più di 300 architetti provenienti da vari paesi. Questo viene vinto da un
francese. Tutto ciò poteva essere un controsenso perciò il concorso venne annullato e
venne indetto un nuovo concorso nel 1880 su scala nazionale. Il soggetto del concorso
richiedeva il progetto di un monumento a Vittorio Emanuele II su base a scalea. Per
costruire questo edificio vennero demolite opere di architettura piuttosto importanti come
il palazzetto di Piazza Venezia ma anche edifici abitati.

Dario Carbone progetta la Galleria di Piazza Colonna dedicata ad Alberto Sordi.


Questo edificio nasce come una galleria commerciale e rappresenta uno dei pochi esempi
di architettura del ferro e del vetro in Italia. In Italia questa tipologia costruttiva ha uno
scarso successo appunto per l’esigua capacità di utilizzo di questi nuovi materiali.

La grande opera che viene edificata in onore dell’Unità d’Italia sono i muraglioni del
Tevere, progetto iniziato nel 1879. Questi muraglioni sovrastano le rive del Tevere per
tutta la sua lunghezza di 8 km, realizzati dall’Ing. Raffaele Canevari. Per la costruzione dei
muraglioni fu necessario demolire molte strutture preesistenti sulla riva del Tevere, come i
vari porti stanziati su di esso, uno tra questi il porto di Ripetta. In tale progetto era prevista
la demolizione dell’Isola Tiberina che creava problemi per il corso del Tevere.
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Tutte le nuove costruzioni in programma per la città di Roma dovevano essere


edificate entro il 1911, anno dell’Esposizione Internazionale. Uno dei nuovi edifici in
programma era il Museo d’arte moderna a ridosso di Villa Borghese. In questa zona
vennero fatte costruire le sedi degli istituti stranieri per far sì che si diffondesse la cultura
degli altri paesi. La zona di Prati comincia a urbanizzarsi gradualmente in quanto la maggior
parte della sua area era occupata appunto da prati.

IL CEMENTO ARMATO

Nel 1892 François Hennebique, rifacendosi ad alcuni brevetti francesi in materia di


cemento armato, brevettò il primo sistema di trabeazione in cemento armato. Grazie a
Hennebique il sistema è arrivato ad essere conosciuto a livello internazionale. Fu il primo
ad utilizzare il cemento armato per opere edilizie.

Il cemento prima di Hennebique veniva impiegato per la realizzazione di barche o di


piccoli elementi di arredo. Tutta una serie di teorici si impegna ad analizzare e studiare il
comportamento del cemento per poterne apprendere le modalità di utilizzo.

La prima grande opera fatta in cemento armato ovvero con l’integrazione di sistemi
contorti di ferro e getto in opera di cemento fu la chiesa di Saint-Jean de Montmartre. La
cosa interessante è che essendo il cemento un materiale facilmente modellabile, vengono
riproposti assetti di chiese antiche fatte però in cemento armato. La struttura si presenta
più leggera e funzionale e i pilastri che sorreggono le volte sono più snelli e rarefatti. Le
pareti in cemento vengono decorate con più facilità attraverso l’integrazione con la tecnica
dell’annegamento di elementi in ceramica come facevano i Bizantini.

In Italia la tradizione del ferro non si sviluppò tanto quanto quella del cemento, il
materiale più usato nell’edilizia. L’attenzione quindi si sposta su questo nuovo elemento
sul quale è necessario fare degli studi accurati sulle sue resistenze. Le prime grandi opere
in cemento armato in Italia nacquero principalmente nella zona del centro-nord della
penisola grazie alla ditta Porcheddu che, acquisito il brevetto di Hennebique, favorì lo
sviluppo e la diffusione del cemento.

L’opera più importante ed una delle prime fu il Ponte Risorgimento. Questo ponte
venne progettato da Hennebique nel 1909 ed era indispensabile per il collegamento della
zona Prati e l’altra sponda del Tevere. Inizialmente il ponte era stato pensato il acciaio, ma
Hennebique si offrì di costruire il ponte in cemento armato senza costi aggiuntivi con
l’aiuto della ditta Porcheddu. L’arcata supera i 100 metri e si presenta come un progetto
innovativo: l’idea era quella di realizzare due arcate che funzionassero come due mensole
che si incontravano su una cerniera plastica. Gli studi sulla capacità di carico vennero fatti
su dei modelli sui quali venivano testate le sue capacità di tenuta. Appena costruito acquisì

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il primato di ponte in cemento armato più grande del mondo e mantenne tale primato per
circa 30 anni. La costruzione avvenne con l’utilizzo di ponteggi in cemento armato che a
fine cantiere venivano demoliti. La struttura viene poi ricoperta da lastre di pietra su cui
vennero fatte decorazioni varie.

Il padre della costruzione in cemento armato fu Auguste Perret che, al contrario di


Hennebique che si impegnava sull’aspetto teorico delle costruzioni in cemento, si dedicò
pienamente alla costruzione di edifici (più pratico). Iniziò con la realizzazione del cemento
artistico ovvero disponeva le lastre di cemento finemente decorate sui palazzi. Avendo
un’impresa, Perret cerca di diffondere il cemento armato nell’edilizia più ricorrente, ovvero
quella degli edifici abitabili.

L’utilizzo del cemento favorisce una lenta flessibilità della struttura altrimenti
avremmo dei muri spessi e pesanti. L’edificio arretra e viene modellato. Con questo
materiale nasce la possibilità di costruire grandi finestre, che permettono alla luce di
entrare. Tutto lo spazio interno viene colpito dalla luce. Le decorazioni sono possibili in
quanto il cemento ingloba bene gli elementi in ceramica, vetro ecc.. Si ha così la possibilità
di creare dei veri e propri motivi decorativi come quello coricato.

Perret avrà il suo studio proprio in un palazzo fatto in cemento armato a prova della
sua durabilità nel tempo e resistenza, al contrario di come la pensavano gli architetti del
tempo, fino a quando non capiranno che la struttura in cemento armato è una delle più
affidabili. La prima grande opera di Perret in cemento armato che ha il cemento vivo in
vista è l’autorimessa di Rue Ponthieu. La struttura è divisa in spazi; anche se non ce ne
fosse un motivo strutturale, un rosone è posto al centro dell’edificio.

Van de Velde, nel 1911-1913 viene incaricato di progettare il Teatro sulle Champs
Elysee. Venne chiamato Perret per il progetto strutturale. Progetto strutturale di Perret e
progetto architettonico di Van De Velde dovevano andare insieme, ma Van De Velde
abbandonerà il progetto. Il teatro è interamente ricoperto di marmo in quanto il cemento
ancora non aveva la dignità di essere esposto a vista. La struttura aveva al suo interno
tutto uno scheletro di travi solai in cemento armato.

Una delle opere più importanti e famose in cemento armato fu la Chiesa di Notre
Dame. La tipologia è quella della più classica aula allungata con una navata centrale, due
laterali, una parte rialzata per il presbiterio e delle cappelle dietro il coro. Esternamente
elementi vetrati si stagliano tutt’intorno alla struttura. Pilastri dividono le navate
sovrastate da piccole volte contro quella unica della navata centrale. È una chiesa
realizzata con elementi che si ripetono realizzati con le stesse casseformi. Perret inventa la
“claustra”, una soluzione architettonica funzionale. Si da spazio anche alle decorazioni
degli stessi elementi portanti in cemento come la dentatura dei pilastri o le balaustre.
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TRADIZIONE INGEGNERISTICA E IL CEMENTO ARMATO

Il 1892 è la data convenzionale che segna il punto d’inizio in cui viene depositato da
Hennebique il primo brevetto ufficiale del cemento armato. Ciò ha dato l’input per la
diffusione del cemento armato.

La formazione di Gustave Perret contiene ancora colonne scanalate ed elementi


decorativi nella sua architettura. Perret progetta una vera e propria città portuale a Le
Havre nella quale gli edifici dovevano essere costruiti interamente in cemento armato. La
città non è una sequenza di edifici in fila, ma include spazi aperti e grandi viali alberati.

Lo sviluppo dell’aeronautica pone delle questioni su dove parcheggiare gli enormi


mezzi. Vengono così costruiti enormi hangar in cemento armato precompresso. Per lo
studio di questo materiale vengono eseguite delle prove direttamente su manufatti perché
non esistevano ancora delle teorie che descrivessero il comportamento del nuovo
materiale, perciò le opere di questi anni sono tutte sperimentali.

Il cemento armato precompresso è una tecnologia più avanzata del cemento armato
sul quale vengono fatte operazioni più complesse. In Italia si diffonderà negli anni ’50 e
diventerà la soluzione strutturale più utilizzata. Veniva costruita una cassaforma nella
quale si introduceva un tubo cavo per tutta la sua lunghezza, all’interno del tubo si fa
passare un cavo e successivamente viene gettato il cemento. Si comprime la trave nel
senso opposto al carico che dovrà sopportare per compensare il peso. Nel cemento armato
precompresso è necessario sapere con precisione il carico dei pesi che andranno a gravare
sulla trave, così che la trave sia sottoposta a due forze, quella del carico e quella del cavo,
che si annullano. Le travi in cemento armato prefabbricato hanno profili più snelli.

Eugène Freyssinet realizza l’hangar per dirigibili a Orly nel 1916-1921 in cemento
armato precompresso. Questi hangar di enormi dimensioni sembrano delle cattedrali con
la loro propensione verso l’alto dandoci la sensazione di potenza.

Robert Maillart progettò il Ponte Salginatobel tra il 1929-30: è un tipico ponte ad


arco, tale arco copre una luce di 92 metri ed è costruito in cemento armato. Concepisce
dei pilastri che terminano all’estremità con una soluzione a fungo. Ciò comporta un
aumento della capacità portante. Maillart studia l’andamento delle sollecitazioni, va a
togliere il cemento dove non serve, va ad assottigliare i vari elementi strutturali rendendoli
oggetti scultorei, elementi che si rifanno al corpo umano. Il cemento non va usato solo
come una muratura ma ci da la possibilità di sbizzarrirci e decorare.

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Nervi realizza una delle opere più famose in cemento armato, un’aviorimessa a
Orvieto. La struttura si trova in un aeroporto perciò non necessitava di decorazioni, ma
comunque Nervi si dedica alla tecnica estetica. La copertura ha una sua simmetria, il resto
è asimmetrico, anche la distribuzione dei pesi dalla parte aperta dei pilastri sorreggono la
copertura dall’altra dei muri.

Dal 1858 a Vienna viene demolita la cinta muraria interna, nei contenuti del bando
dell’area Glacis iniziano i lavori per la costruzione della Ringstrasse. I 4/5 dei terreni del
Glacis sono dedicati ai monumenti, agli spazi e agli edifici pubblici, alle strade, ai parchi.
Solo 1/5 dei terreni è riservato agli edifici privati. La città si rinnova e diviene nuovo
capoluogo di grande importanza. La Ringstrasse è il più grande anello di collegamento
circolare il cui percorso venne tracciato intorno al centro di Vienna. È composto da una
serie di viali alberati ottocenteschi.

Nella scelta architettonica per il municipio viene scelto un neogotico e per


parlamento un’architettura che richiama quella greca.

L’architetto Otto Wagner lavorerà a Vienna ed è responsabile di tutte le iniziative


pubbliche a Vienna. “Ciò che non è pratico non può essere bello”. L’opera d’arte del futuro
deve essere permeata dal realismo del nostro tempo. Wagner conosce benissimo la
tradizione strutturale del passato. La sua villa è piena di elementi di Art Nouveau. Cerca di
inventare una nuova architettura monumentale di qualità. Si troverà a progettare più di 30
stazioni della metro. Come Roma, anche Vienna ha il problema del fiume e quindi del
controllo del suo corso, controllo che viene fatto con la costruzione di ponti e dighe come
quella di Nussdorf.

Un progetto importante che si distaccherà dal revival gotico delle neo architetture
medievali sarà l’Accademia delle Belle Arti. Wagner diventa imprenditore acquistando,
rivedendo e affittando edifici cittadini per residenze per un’alta borghesia. Tale
architettura deve mettere in luce le caratteristiche di questa classe sociale, si ha così una
grande cura nella costruzione, nobile nei lineamenti.

Ne è un esempio la “majolikahaus” (casa delle maioliche). Con questo complesso di


edifici, Wagner fa uno studio della distribuzione dei percorsi di incanalamento che
garantiscano una semplice organizzazione interna per un movimento più facile. Firma
dell’architettura viennese sono le decorazioni in oro che danno eleganza all’architettura.

Il portale in alluminio su telaio in ferro per la sala dei telegrafi del quotidiano “Die
Zeit” (Il Tempo) è un’opera del 1902.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Realizzata anche la Chiesa di San Leopoldo, la parte dedicata all’ospedale


psichiatrico. La chiesa è sormontata da una grande cupola dorata poggiata su una base
rettangolare. Vengono utilizzati materiali come cemento, vetro e ferro, rielaborati in stile
prendendo elementi del passato e trasformati attraverso un nuovo linguaggio. La chiesa è
impostata a una sezione ridotta. La cupola è realizzata con una struttura in ferro
rifacendosi alla tradizione delle chiese venete, tutta la struttura è rivestita da lastre di
marmo che hanno bisogno di chiodature che vengono lasciate in vista come una sorta di
decorazione, una firma dell’architetto. La chiesa ha influenze orientali.

L’opera più importante è la Postsparkasse, la sede della banca postale. Una sede
aperta al pubblico che abbia una monumentalità, un’architettura che infonde fiducia. Si
presenta come una cassaforte. La facciata ha tutti puntini che sono gli elementi di tenuta
del marmo.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

ART NOUVEAU

Victor Horta: Hotel Tassel (Bruxelles)

Henry Van De Velde : opera d’arte totale (Bruxelles)

Gaudì : natura e spiritualità (Catalogna)

Mackintosh: ogni elemento è finito in sé (Scozia): School of art di Glasgow: rigorosità


e art nouveau congiunte – tutto integrato: architetture + arredi

Otto Vagner: non amava la pomposità dell’arte classica ma neppure la decadenza


dell’art nouveau. Tutta l’arte sta nell’uso di norme vecchie modificate individualmente.
Ufficio postale della banca di risparmio: rigorosità, razionalità di dadi e bulloni avevano
sostituito la dinamicità dell’art nouveau; solennità, ciò che non è pratico non può essere
bello.

Adolf Loos (Vienna) poco influenzato dall’art nouveau. Cercare la bellezza solamente
nella forma e non nell’ornamento. Scatole bucate da aperture senza punti né cornici.
Semplicità drastica.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

RAZIONALISMO

La ricerca di un autentico stile moderno consisteva nel potenziamento della


semplificazione formale nelle forme coerenti con il moderno stato industriale e nelle
potenzialità creative dei nuovi sistemi di costruzione. Logica. Funzione e struttura.

Eiffel: Pont Du Garabit

Roebling: Ponte di Brooklyn

Anatole de Baudot: Chiesa di Saint-Jean-de-Montmartre : vaghi accenni art nouveau


con idee costruttive assolutamente inedite attraverso l’uso del cemento armato.

Auguste Perret: appartamenti in rue Franklin 25 bis a Parigi. Cemento. Grande luce
per le finestre. Garage della Società Ponthieu. Non si deve mai introdurre in un edificio un
elemento che funga soltanto da ornamento ma convertire in ornamento le parti destinate
al sostegno.

Freyssinet: Hangar per dirigibili, “cattedrali”. Precompresso.

Charles Edouard Jeanneret (Le Corbusier): primi progetti influenza art nouveau.
Lavorò nell’atelier di Perret. Sistema domino fu concepito come una casa. Riprodurre un
campionato base di componenti. Semplice scheletro in cemento armato con sei punti di
supporto e solette a sbalzo.

Gustav Klimt decora tutta la parte interna del palazzo della secessione a Vienna.

Nel gruppo degli artisti della secessione viennese avrà un ruolo importante Josef
Hoffman che chiuderà l’esperienza di questi artisti. Grande opera di Hoffman è il Palazzo
Stoclet. Stoclet era un banchiere e collezionista d’arte. La villa è del ‘900 e ospita una
grande collezione d’arte, è una casa aperta agli artisti, a tutta la cultura locale ed ha degli
spazi appositi per le manifestazioni culturali. L’elemento centrale (torre) fa riferimento a
quella del palazzo della secessione.

Klimt decora l’enorme sala da pranzo. La villa, che si trova a Bruxelles, diventerà un
secondo palazzo della secessione, una casa-manifesto dove è possibile leggere le scelte
architettoniche dei progettisti.

Il progetto base era molto semplice: una struttura in muratura con una copertura in
solai d’acciaio. Da questo progetto poi Hoffman svilupperà il progetto rendendolo più
accurato e complesso, è possibile riconoscere gli stessi elementi adottati da Wagner.

Gli spazi riprendono gli elementi della villa rinascimentale rielaborata in stile. Delle
cornici, finemente decorate, rilegano le finestre e tutti gli elementi esterni. “La preziosità
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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

di questa architettura spoglia”. Verranno decorati a dovere anche gli arredi, modellati
secondo lo stile della villa. E’ possibile trovare le pareti decorate con alabastri e marmi ma
non è un’architettura fondata su materiali solidi ma un’architettura che valorizza i
materiali utilizzati.

WRIGHT

Frank Lloyd Wright (1867-1959) non riceve una formazione accademica robusta ma
sarà principalmente un autodidatta. Comincia la sua formazione con i blocchi educativi di
Froebel. All’Esposizione colombiana di Chicago, il “The Ho-o-den Temple” influenzerà la
sua architettura, ad esso farà continuo riferimento.

Comincia a lavorare nello studio di Sullivan con il quale stringe una grande amicizia.
Quando lascerà lo studio di Sullivan si porterà dietro tutti i clienti dello studio.

Per la Winslow House Wright ridisegna lo spazio e lo riveste di una forma nuova, in
questa opera è possibile riconoscere elementi dell’architettura giapponese (tema del
Tokonoma). Il cento della casa per Wright è il focolare, un elemento aperto, un fulcro
intorno al quale la casa gira. E lo ha paragonato al Tokonoma facendone la controparte
occidentale.

Sarà il primo vero architetto che si forma in America e sarà esponente


dell’architettura organica, quelle architetture che entrano a far parte della natura. Si
ragiona secondo l’ordine di Tatami, elemento preso come unità di misura
(orientativamente il tatami è lo spazio occupato da una persona sdraiata).

Wright inserisce un tetto spiovente e tra questo e la base un piano rientrante che
valorizza il tetto come se questo fosse staccato e si elevasse dall’edificio.

Wright dà una serie di regole del buon costruire, arriverà a tali soluzioni dopo aver
progettato più di 100 case. L’architettura di Wright prevede elementi d’arredo che
corrispondono all’architettura stessa. La cura del dettaglio sarà molto importante. Non si
fanno mai toccare due materiali ma tra essi si interpone un divisore.

Il palazzo per uffici più importante da lui progettato è il Larkin Building di New York
(1902-1906), ora demolito, che riprende l’assetto del palazzo per uffici di Wagner,
un’architettura fatta da grandi blocchi che si rifà alla tradizione antica egiziana. E’ un
edificio basso perché Wright pensa che il grattacielo ammassi tutto in un unico blocco
senza anima.

C’è sempre una rielaborazione, un’evoluzione degli elementi costruttivi caratteristici


delle epoche precedenti.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Wright dà vita all’architettura organica e se l’ambiente è ostile, l’architettura si


chiude e si sviluppa all’interno.

Wright sarà un grande intenditore e venditore di stampe giapponesi. Dal 1932 fonda
una serie di scuole, delle case studio situate in zone isolate e soggette a problematiche
strutturali.

L’architetto Morassutti si trasferisce in America per frequentare la scuola Taliesin


finanziata dai principali architetti, ingegneri, fisici ecc. del tempo.

Tale casa era il quartier generale di Wright. Le lezioni iniziavano alle 6 fino alla sera e
si viveva in comunità per concorrere ad una formazione artistica e architettonica.

Le ville di Los Angeles di Wright si rifanno alla tradizione giapponese.

Progetta anche un edificio per uffici ritenuto il più bello, il Johnson Building.

Progetterà la villa sulla cascata dove la natura entra all’interno della casa e tutto
ruota intorno al focolare. I piani sporgenti si affacciano sulla cascata che penetra come un
elemento architettonico.

Caufman è il finanziatore della casa, egli pensava ad una casa che affacciasse sulla
cascata e invece architettura e natura diventano un tutt’uno.

Il suo progetto più famoso è il Guggenheim di New York. Qui fa la stessa operazione
dell’Archin Building, in un luogo dove non c’è la natura l’edificio si chiude creandosi il suo
ambiente. Si innalza nella 5th avenue, la zona più costosa di New York. È un museo
costruito per ospitare la collezione di opere della famiglia Guggenheim. Il primo progetto
era molto più squadrato e rigido. È anticonformista in quanto non costruisce su tutta l’area
del lotto ma lascia una piazza davanti al palazzo che dia lustro all’edificio e decide di
costruire un edificio molto più piccolo rispetto ai giganti intorno. L’edificio sembra avere
una scocca esterna che protegge gli interni silenziosi e armoniosi.

Il museo si articola in un blocco centrale che sale a spirale, si restringe alla base e si
allarga nella parte finale con il centro vuoto e una cupola che chiude la spirale. Si prende
l’ascensore, si sale al piano superiore e si visita scendendo. Nella sezione del blocco
centrale è possibile vedere le pareti inclinate che conferiscono la forma a spirale.

La struttura è in cemento armato, una struttura che si staglia intorno ad una zona di
edifici in ferro e vetro. Non c’è la ripetizione degli stessi elementi architettonici andando
completamente contro la tradizione costruttiva americana. Ogni progetto deve essere
fatto per quel luogo e si evolve per esso.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Adolf Loos (1870-1933) cerca di ideare una architettura universale e facilmente


riproducibile. E’ originario della Repubblica Ceca, sarà colui che aprirà la strada
all’architettura di Le Corbusier. Si trasferisce in America dove lavorerà come pianista. Visita
Chicago e le principali città americane. Sarà un grande stimatore di Wagner ma si scontrerà
contro le ideologie portate avanti dai sostenitori della secessione viennese.

La sua formazione inizia come scalpellino. Una delle sue prime opere è l’American
Bar, 1908-09, fa una grande polemica contro l’ornamento, scriverà anche un libro
“Ornamento e delitto”, dove accusa chiunque inserisca un ornamento superfluo. In questi
bar gli ingressi sono tre, divisi da quattro colonne. Nega l’ornamentazione ovvero
l’aggiunta di ornamenti che siano fini a se stessi. Egli pensa che l’elemento architettonico
deve essere ornamento, intende rendere monumentale lo spazio attraverso soluzioni
architettoniche come il pavimento a scacchiera che inoltre fa sembrare gli spazi più grandi.

L’edificio Goldman & Salatsch fece molto scalpore in quanto inserì un’architettura
spoglia e semplice in un ambiente con architetture tradizionali del ‘800. La parte inferiore è
composta da un colonnato in marmo sormontato dal restate edificio in muratura con una
serie di finestre posizionate in maniera omogenea. Ritroviamo tutti quegli elementi che
provengono dalla tradizione antica. L’obiettivo è quello di annientare la decorazione e
mostrare la capacità di gestione degli elementi e degli spazi.

Nella Villa Steiner a Vienna (1910) non sono presenti stucchi o decorazioni, non ci
sono più quegli elementi che caratterizzavano la villa rinascimentale. L’architettura non
deve ostentare all’esterno il lusso, ma è l’interno che deve essere decorato, ma
l’architettura stessa è decorazione. Le finestre non sono allineate, un’anomalia che
diventerà la sua firma.

Un vincolo della città di Vienna era quello di non poter costruire più di un piano che
affacciasse sulla strada principale. La pianta è una sorta di più avancorpi (due) avanzati per
il retro come le ville rinascimentali. Non c’è più un tetto a falda ma è piatto.

Partecipa al concorso per il Chicago Tribune Tower, la sede del giornale Tribune.
Loos fa un progetto irriverente tornando alle origini: una colonna gigante che si rifà
all’ordine dorico. Anche se il progetto non venne considerato, sarà uno dei più famosi.

La Villa Muller (1928-1930) è diventata una casa museo: è l’espressione più sincera
dell’idea che Loos aveva dell’architettura e di come doveva essere, non c’è una classica
divisione di piani. Quando si arriva sulla terrazza il panorama viene incorniciato/inquadrato
dall’architettura stessa. Introduce la tecnica del “raumplan ” ovvero ragionare per
ambienti. Ciò si traduce in una sovrapposizione di spazi e piani. Lo spazio di un piano non è
necessariamente quello del piano superiore.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

ANTONI GAUDÌ

Farà degli studi specifici sulle strutture e le loro capacità portanti, in quanto i
modelli e i sistemi che ritroveremo nella sua architettura saranno sistemi di verifica.

La Sagrada Familia è la sua opera più imponente che lo terrà occupato per gran
parte della sua vita.

La Casa Milà è l’edificio più famoso da lui progettato.

ANTONIO SANT’ELIA (1888-1916)

Le architetture del futurismo influenzeranno in maniera rilevante quelle del ‘900,


Sant’Elia influenzerà, attraverso alcuni ritratti cittadini (centrali soprattutto), tutta
l’architettura del ‘900. Firmerà anche il manifesto del Futurismo.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

CHARLES EDOUARD JEANNERET (LE CORBUSIER)

È un architetto di origine svizzera, la sua carriera inizia proprio in Svizzera come


disegnatore di casse di orologi. Intraprenderà la carriera di pittore (la mattina si dipinge e
la sera si progetta). Durante il suo viaggio in Italia si fermerà a Pisa dove inizierà a
disegnare alcune vedute del Battistero di Pisa per analizzare tutti i suoi elementi. Tutte le
sue tavole si trovano in un taccuino dove sono riportati tutti i suoi schizzi fatti durante i
viaggi in Oriente e Occidente.

Lo studio dell’architettura antica serve per studiare le proporzioni e gli elementi


primari, anche gli effetti che la luce ha su di essi, di come essa “mangi l’architettura” in
base a come colpisce le cose, snellisce o ingrassa tali elementi.

I primi committenti della sua carriera sono i familiari per i quali progetterà le
abitazioni seguendo lo stile tipico della tradizione svizzera, quindi fatte in pietra,
introducendo alcuni degli elementi della sua architettura, ancora in fase di elaborazione,
come la fluidità degli spazi non più divisi per piani e stanze. Le pareti si snelliscono e solidi
corrispondono a volumi semplici e geometrici. Non c’è più il tetto spiovente come nel resto
delle abitazioni.

Villa Turque. Si rifarà soprattutto alla tradizione costruttiva di Palladio per la


costruzione di ville. Per la divisione degli spazi non c’è una geometria longitudinale ma
trasversale. Punta a diventare un artista: prende dei solidi, elementi di uso quotidiano, per
trasformarli ridipingendoli in solidi puri geometrici.

Fu un grande pittore cubista in quanto era solito rappresentare oggetti con rigore
geometrico, figure che verranno riprese nella sua architettura.

E’ da quindicenne che inizia la sua formazione cercando di incontrare chiunque


possa insegnargli nozioni di architettura.

Con Max Du Bois nel 1914 metterà a punto la casa domino, un modello
semplicissimo della struttura. Il nome deriva da domus/domino, un progetto di una casa
che possa risolvere i problemi di abitazione per coloro che dopo la guerra si ritrovavano
senza dimora. Modello fatto per essere costruito in cemento armato. Esso comprendeva
tre piani con 6 elementi verticali con 6 cubi poggiati a terra, una sorta di casa da montare
in poche settimane, come un domus kit. Questo modello non sarà mai realizzato ma darà
l’incipit per la costruzione secondo nuove regole.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Progetta anche un insieme di case seguendo tale tecnica, in quanto tale sistema
permette di incastrare gli edifici come delle tessere di domino. Proporrà un altro progetto
abitativo, la casa citrohan, che fa riferimento alla Citroen, una casa che è macchina per
abitare, nella quale gli elementi possono essere costruiti in serie. Il modello citrohan è
meno precario e si avvicina piano piano al modello architettonico ideale di Le Corbusier.

Nel 1920 si trasferisce a Parigi dove avrà come committente il suo amico pittore
Ozenfant con il quale formerà il gruppo dei puristi. Per lui progetterà un atelier.

Anche gli arredi sono progettati accuratamente, arredi e architettura seguono lo


stesso stile, la loro caratteristica è l’assenza di ornamenti e decorazioni ma sono le
strutture stesse che si modellano. Ricercherà le proporzioni perfette studiando
l’architettura antica. Metterà in relazione la sua architettura con le grandi del passato.

Metterà a punto 5 punti dell’architettura ovvero le norme secondo cui bisogna


costruire. Regole che l’architettura deve rispettare. Esse sono una diretta conseguenza del
costruire in cemento armato:

1) I pilotis (pilastri)
2) Toit terrasse (tetto a terrazza)
3) Plan libre (pianta libera)
4) La façade libre (facciata libera)
5) La fenêtre en longueur (la finestra a nastro)

L’architettura deve essere sempre sollevata da terra.

Villa Savoye a Poissy 1928-1931: casa manifesto dell’architettura di Le Corbusier.


Poissy si trova a 30km da Parigi. Essa diventerà la sua architettura che meglio materializza i
suoi 5 punti dell’architettura.

Descrive tale struttura facendo riferimento al Partenone. Inserisce nella sua


architettura la 4° dimensione, il tempo scandito dal percorso che è necessario fare per
visitare questa casa. Come arrivare sul Partenone per il quale è necessario fare alcune
tappe. Le finestre sono dei tagli nell’architettura ma non sempre tali tagli corrispondono ad
un interno, spesso questi si affacciano lungo le rampe di accesso.

Il piano terra è un parcheggio. Nel piano terra ci sono elementi verticali che
evidenziano la presenza di strutture, come le scale. Sono qui presenti anche le abitazioni
della servitù, che non devono intralciare il percorso verso la casa, raggiungibile attraverso
una rampa che rende il percorso più fluido, poiché percorrere una rampa è come srotolare
una pellicola di un film, al contrario delle scale che avrebbero fatto distogliere l’attenzione.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

C’è un continuo avvicendamento tra interni ed esterni, la rampa ne è un esempio, in


quanto ci porta dentro passando da fuori.

Le immagini geometriche delle sue opere pittoriche qui si traducono in architettura.


L’ultimo elemento di chiusura è il tetto giardino/terrazza. I bagni sono gli unici che escono
dal rigore delle stanze. Il piano terra è una grande vetrata circolare che definisce il garage e
il varco di accesso alla casa.

Oggi è una casa museo restaurata più volte. Gli spazi interni del paesaggio si
inseriscono in quelli interni attraverso i tagli a nastro sulle facciate.

E’ un’architettura fatta di forme scomponibili in forme pure geometriche. I pilastri si


differenziano tra circolari e quadrangolari, quelli circolari indicano il percorso da seguire.
C’è un gioco all’interno che è scandito dai colori, che fanno sì che l’architettura venga
annientata.

Perriand e Le Corbusier collaborano per la produzione degli elementi d’arredo.


Colori prevalenti: grigio, bianco e blu.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

LE UNITA’ DI ABITAZIONE (UNITÉ D’HABITATION)

Passaggio importante dell’architettura per edifici abitativi. La Francia sarà uno di


quei paesi che si porterà avanti nella ricostruzione delle città devastate dalla guerra.

Per ottimizzare gli spazi si sceglie di ricorrere a determinate soluzioni


architettoniche per far sì che vengano ricostruiti edifici abitativi in maniera veloce e capaci
di contenere un gran numero di persone. Tra le varie proposte messe a punto, un’edilizia
residenziale capace di essere riprodotta facilmente.

La prima e più importante unità abitativa prodotta fu quella di Marsiglia del 1947
(subito dopo la guerra). Marsiglia era una delle città francesi fortemente devastata dalla
guerra in quanto porto strategico.

L’edificio deve essere sollevato da terra da pilastri. I piani sono tra loro collegati da
vere e proprie strade interne che si affacciano sempre all’esterno per far penetrare il
paesaggio e la luce, si cerca di far entrare la natura sia alla base che in copertura.

Tutto ciò era spiegato in uno schizzo presentato alla committenza. A questo schizzo
Le Corbusier affianca un grande transatlantico come doveva essere l’unità di abitazione.
Esso corrisponde ad una città racchiusa all’interno di un piccolo spazio attraverso l’incastro
di caselle/nuclei per risolvere al meglio le esigenze di tutti i giorni. L’edificio non deve
essere un blocco/barriera ma deve essere attraversabile al piano terra.

La natura estinta dal lotto viene recuperata in copertura. Il progetto era realizzato in
12 piani che contenessero 1800 persone e comprendeva residenze per una o più persone,
c’era una grande varietà di tipologie abitative.

E’ possibile dividere l’edificio in sezioni, ognuna diversa in facciata. Gli ambienti


sono strutturati in più piani, il duplex è un appartamento strutturato in due piani.

Il tetto giardino diventa uno spazio di servizi con piscina e pista d’atletica.

Sono presenti tutti i servizi per il fabbisogno di ognuno (asilo, teatro, centri
commerciali).

Sarà il modello ispiratore dell’italiano Corviale.

Il duplex è un nucleo abitativo a doppia altezza a forma di L che si incastra


perfettamente con l’altro lotto. L’edificio è sorretto da tutta una serie di pilastroni alla
base. Vengono utilizzati tutti i colori primari per decorare le singole abitazioni.

Il piano dei servizi, il settimo, è facilmente riconoscibile per il taglio compatto della
facciata e per il fatto che ha un linguaggio geometrico completamente diverso dal resto.
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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Le Corbusier introduce una nuova unità di misura, il modulor, un uomo con il


braccio alzato alto circa 1,80 m. Sarà il punto di riferimento per il proporzionamento
dell’edificio, tutti gli spazi avranno misure che sono multipli del modulor (regola di
dimensionamento come l’uomo di Leonardo), all’interno delle abitazioni ci sono degli spazi
filtro tra interno ed esterno.

Cappella di Notre-Dame Du Haut a Ronchamp (1950-54) : a Le Corbusier venne


commissionata una cappella che fosse la ricostruzione di una chiesa distrutta dalla guerra.
Chiesa che era una delle tappe del pellegrinaggio di Santiago.

Come aveva studiato con il Partenone, impara che è necessario curare l’esterno
poiché l’interno non è progettato adeguatamente grande per contenere un gran numero di
persone, perciò, come il tempio greco, è necessario curare molto l’esterno dell’edificio.

L’idea del percorso è importante. Un’architettura fatta per stupire per essere vista
soprattutto dall’esterno. Non è possibile riconoscere un fronte principale come Gaudì, non
è possibile sintetizzare tale architettura in un’unica sezione. Una facciata che ha una
copertura curva e delle finestre che hanno una strombatura e nastri, con delle forme
geometriche ben precise. Sembra che gli infissi corrispondano a delle note messe su
spartito.

Un prolungamento del tetto permette di celebrare al di fuori dello spazio, il


cemento all’interno è lasciato scabro. La copertura è alleggerita notevolmente e alzata
rispetto al perimetro del muro, rendendolo alla vista più delicato e soffice.

Durante il viaggio a Villa Adriana analizza delle soluzioni architettoniche e le


ripropone per la chiesa, come il pozzo solare.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

BAUHAUS

Walter Gropius e Adolf Meyer: Fabbrica Fagus ad Alfeld (1911-12)

La Germania era valutata come una delle ultime file nell’ambito dell’architettura
contemporanea/moderna. Il Deutscher Werkbund ("Lega tedesca artigiani") è
un’associazione di artigiani e industriali che permette la costruzione di centri industriali
moderni.

Walter Gropius progetterà la sede del Werkbund. La Germania in seguito agli ottimi
risultati ottenuti, promuove una scuola per far sì che le menti artistiche si formino
adeguatamente.

Ciò si tradusse nel Bauhaus. La prima sede è del 1919 sita nella sede del granducato
a Weimar. L’obiettivo è quello di fare un’architettura che sia il risultato di un sentiero
comune degli artisti. Facendo riferimento alle sedi gotiche del Manifesto del Bauhaus viene
riportata l’immagine della cattedrale del socialismo, punto di riferimento per la diffusione
delle ideologie. Essa nasce come se fosse un tirocinio continuo.

La formazione avveniva attraverso sei mesi di un corso propedeutico e tre anni di


scuola a fine di tale corso. Si affrontano materie artistiche di tutti i tipi. Nel primo semestre
si affrontavano regole rigorose che venivano imposte al fine di formare lo studente, come
la necessità di fare una dieta rigorosa per l’intelletto così da rendere le menti libere per
poter ricalibrare la vita e renderle delle persone nuove, senza le barriere che hanno
acquisito. Il colore diventa uno degli elementi fondamentali per gli studi di architettura.
Alla scuola partecipano gli architetti più famosi del ‘900 come Paul Klee e Kandinskij.

Si facevano opere di tessitura nei laboratori di artigianato dove gli studenti


progettavano e creavano le proprie opere. Si cercava di semplificare le fasi costruttive di
produzione degli elementi sempre rimanendo nell’ambito dell’artigianato. Si cercava di
prendere sempre la natura come modello per trasformare in qualcosa di concreto.

In contemporanea in Italia comincia nel 1914 il Futurismo per l’arte, a ridosso della
prima guerra mondiale. Alcuni esponenti rappresentano immagini di una città fondata sul
colore e sul dinamismo.

Il vero promotore e architetto che si dedica alla scuola è Walter Gropius, lo vediamo
partecipe al concorso per il Chicago Tribune insieme ad Adolf Meyer nel 1922.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

La scuola rimarrà a Waimar dal 1919 a circa il 1925. Lo stesso logo della scuola è la
sovrapposizione di forme, con giochi di ombre che composte formano un profilo. Gli allievi
ideano anche uno stile di scrittura detto appunto “Bauhaus”.

Gropius negli anni in cui insegna si dedica alla progettazione. Nei suoi progetti cerca
di trasferire la modernità con materiali diversi come il legno (poco utilizzato nelle opere
contemporanee), opere che saranno realizzate in co-collaborazione con i suoi allievi con
una grande cura per ogni dettaglio.

Una delle opere più famose è la casa sperimentale per l’esposizione del Bauhaus.
Siamo negli anni in cui si sperimenta la prefabbricazione, una casa che deve essere
costruita con poche risorse, capace di essere composta attraverso elementi concatenati.

La scuola non è soltanto istituto, ma diventa un centro per la diffusione di ideologie.

La sede si trasferirà a Dessau nel 1926, il cui sindaco regala uno spazio per la scuola
e una grande quantità di materiali che possono essere utilizzati per la costruzione della
nuova sede. Nel 1925-26 vengono realizzati i progetti per la nuova sede, nei quali il colore
e le forme si trasformano in architettura. Il progetto ha la forma a manovella ed evidenzia
dei volumi che apparentemente sembrano uguali ma modellati in maniera diversa.

Gropius si inventa un edificio a ponte che passa sopra la strada, ogni cosa è fatta per
una determinata funzione ed assume una forma in base ad essa.

Gli studenti avevano una palazzina per poter abitare, al contrario degli insegnanti,
che alloggiavano in case al di fuori del blocco centrale. Ogni edificio ha la sua funzione e
perciò cambia di forma, immagine e soluzione architettonica. La residenza degli studenti si
riconosce dal fatto che ricorda la forma di una palazzina con i balconi, le finestre in acciaio
nascondono la struttura in cemento armato. Ogni blocco mantiene la sua identità. Tutte le
sedi pubbliche e comunali vengono arredate con i risultati ottenuti dalla scuola. Se si vive
in un’architettura di qualità che contenga oggetti di qualità, ciò dà qualità anche alla vita
quotidiana.

I pilastri in cemento armato sono inscatolati in una copertura completamente fatta


di vetro e acciaio. Tutto accuratamente decorato. Ogni dettaglio è costruito come un
oggetto di design in grande scala.

Nella scuola vengono studiati i colori che ci indicano il percorso e permettono


l’orientamento, scanditi da elementi architettonici (pilastri ecc.), pannelli sul soffitto o sul
pavimento colorati.

Dopo i primi tre anni di scuola di diventava giovani maestri. L’ultimo direttore prima
della chiusura della scuola sarà Mies Van Der Rohe.
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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

L’architettura americana riceverà delle influenze degli architetti europei fuggiti a


causa della guerra. Lo stesso Mies andrà in America dove diventerà direttore del Illinois
Institute of Technology – IIT, dal 1931 al 33.

La scuola verrà spostata a Berlino, ma sarà una sorte di classe fatta dagli allievi di
Van Der Rohe. La scuola viene così riformata. Vengono tolti i corsi propedeutici e gli
insegnamenti sono incentrati maggiormente sull’architettura.

Da questa scuola prenderanno spunto tutte le scuole di architettura. La scuola in


tutto il corso della Bauhaus non avrà più di 130 studenti. Ciò fa comprendere che
l’architetto deve essere una personalità aperta a tutti gli ambiti dell’arte, non deve saper
fare tutto ma deve conoscere tutto.

Nel ’45 la Bauhaus è completamente distrutta, fino a circa 20 anni fa e in tempi


piuttosto recenti viene ricostruita.

Van Der Rohe farà molti studi sui grattacieli che rispondono sia a forme geometriche
precise sia a forme libere. Progettò una villa in mattoni nel 1923, è un’architettura che
mostra la stretta connessione tra arti astratte e architettura. Architettura che nasce da
modelli che hanno sezioni scomposte.

Van Der Rohe progetta un ampio padiglione tedesco per il Deutscher Werkbund
all’Esposizione di Barcellona. Il suo motto è “less is more”, ovvero nell’architettura si parte
da un progetto per poi togliere tutto ciò che è superfluo e rifinire tutto ciò che è
necessario. In tale padiglione il progetto viene irrigidito. La pianta è rialzata e la struttura è
ricoperta in travertino. I pilastri sono in acciaio rivestiti e a forma di croce, firma
dell’architetto.

L’architettura si compone di pochissimi elementi, i materiali sono ornamento


dell’architettura, gli arredi sono i risultato di grandi studi di design, come la sedia
Barcellona.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

MAESTRI DEL CEMENTO ARMATO IN ITALIA

A partire dagli anni ’30 l’Italia è un punto di riferimento per l’ingegneria e


l’architettura. Quando in un paese ci sono tanti bravi professionisti, si deduce che ci sia una
tradizione, un modo di lavorare in maniera efficiente così che tutti possano prendere
spunto anche dal lavoro degli altri.

A partire dagli anni ’30 cominciano a sorgere opere di grande ingegneria e bellezza
nelle forme fatte in cemento armato. Grandi progettisti di questo periodo sono: R.
Morandi, S. Musmeci, S. Zorzi e P.L. Nervi.

Con la tecnica del cemento armato precompresso si ha la possibilità di avere profili


sottilissimi che donano sinuosità e leggerezza alla struttura. È possibile arrivare a soluzioni
sempre nuove e diverse grazie alla facilità di modellazione del materiale. Queste
architetture vengono messe in relazione agli oggetti di design in quanto la forma, oltre a
rispondere alle esigenze strutturali, riporta forme mai viste fluide e sagomate. Queste sono
opere realizzate con una grande artigianalità.

Durante gli anni del fascismo, periodo in cui tale materiale si stava maggiormente
evolvendo e diffondendo, Mussolini imposta un regime di autarchia, ovvero l’obbligo di
utilizzare materiali unicamente italiani, per la precisione tutto ciò che proviene da altri
paesi viene vietato. Ciò porta a grandi problemi perché durante la guerra il ferro doveva
essere utilizzato per l’industria bellica, perciò si rivelò necessario trovare delle soluzioni per
sostituire tale materiale.

Nervi sceglie di utilizzare materiali di scarsa qualità, come gabbie per uccelli, che
venivano inglobate nel cemento. Morandi invece cerca di ampliare e studiare la soluzione
del ferrocemento che secondo lui corrispondeva alla soluzione migliore. Entrambi
ritenevano che il cemento dovesse essere abbandonato.

Nervi arriva a Bologna dove frequenta l’Università, nella quale conosceva Attilio
Muggia, uno dei possessori del brevetto Ennebique. Una delle opere più importanti di
Nervi sarà lo Stadio di Firenze, costruito dalla sua stessa impresa di costruzione. Lo
scheletro in cemento armato risulta pulito, inserisce un’enorme pensilina sopra gli spalti.
Realizza inoltre un’innovativa scala di accesso a questi ultimi. Questa scala esterna è del
tipo a torsione bilanciata, ovvero libera da oggetti che la reggano; essa risulta quindi
indipendente, l’unico elemento che la sorregge è un pilastro.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Per la costruzione dell’Aviorimessa (1936) Nervi dovette costruire un’enorme


cassaforma che contenesse la struttura, che risultò essere molto elastica. I pilastri sono
rivestiti e rinforzati da elementi in ferro che ne garantivano la stabilità. Per tale struttura,
sempre realizzata dalla sua pista, Nervi, in particolare per la copertura, propone un
brevetto che descrive le modalità di costruzione dei vari elementi che compongono
l’enorme struttura. Progettare una struttura di questo tipo richiede un’enorme
manodopera che proprio in questo periodo manca a causa della guerra. La stessa tecnica
viene applicata per la costruzione di barche in cemento armato integrato con una struttura
interna in legno. Una di queste barche si trova davanti alla facoltà di Ingegneria a Tor
Vergata.

Quando abbiamo una modularità, una simmetria, un disegno che può essere
ripetuto più volte, il cemento e le casse funzionano in maniera efficiente.

Nervi avrà l’incarico per la costruzione di una manifattura di tabacchi. Più si trovano
soluzioni diverse da quelle convenzionali e più si vincono i concorsi, così da competere in
ambiti internazionali. Nervi va a sottrarre dalla struttura tutto ciò che è superfluo per
alleggerire il profilo. Per la realizzazione della struttura per la manifattura di tabacchi lunga
svariati metri, pone dei binari all’interno per tutta la sua lunghezza. Essendo l’architettura
composta di elementi uguali, fu necessario riproporre la stessa cassaforma per tutta la sua
lunghezza; così, messa sul binario, arrivati in corrispondenza della sezione da costruire, si
procedeva con il getto, fatta presa si staccava la cassaforma che avrebbe potuto avanzare
e ricominciare il procedimento con un’altra sezione.

Roma nel 1960 si aggiudica le Olimpiadi, così vengono creati nuovi spazi per le
manifestazioni sportive, ma essendoci pochi spazi ne vengono riutilizzati di vecchi, come il
Foro. Tra tutti i cantieri che partono per le Olimpiadi, Nervi si aggiudica la maggior parte
dei cantieri aperti per l’evento. Per la realizzazione del Palazzetto, Nervi collabora con
Vitellozzi, che conosce i vincoli per poter edificare tale edificio.

Il CONI commissiona a Nervi il palazzetto come prototipo per realizzare un progetto


che fosse facilmente ripetibile per poter essere costruito nelle altre città d’Italia. I cavalletti
sono 36 posti ogni 10 gradi e ricordano la forma di un uomo che sorregge la copertura. Il
palazzetto risulta facile da progettare perché composto da una successione di stessi
elementi. Elementi romboidali compongono la struttura, sono più di 1600. Tutti gli
elementi non devono pesare più di 12 tonnellate. Gli elementi sono in ferrocemento e le
travi sono in cemento.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

RICCARDO MORANDI

Riccardo Morandi fu un ingegnere vissuto dal 1902 al 1989.

Morandi dagli anni ’50 in poi sceglie di costruire unicamente con il cemento armato
precompresso. Ciò però gli permetterà di esprimersi solo in un determinato modo.

Un’opera fu il Ponte di Maracaibo (Venezuela), ponte con una luce di 200m,


grandezza necessaria per far sì che ci potesse essere un traffico continuo di petroliere. I
piloni dovevano inoltre resistere agli urti delle stesse. Il cemento a stampella diventa una
firma dell’ingegnere romano.

Il Ponte di Catanzaro fu un’altra importante opera in cemento armato


precompresso, materiale che secondo Morandi avrebbe sostituito definitivamente il
cemento armato tradizionale.

Il Ponte della Magliana fu un’altra sua opera realizzata in C.A.P.: realizza una
struttura a stampella formata da un grande arco sorretto da delle travi tiranti, anch’esse in
cemento armato, elementi solitamente realizzati in ferro come nel caso del Ponte di
Maracaibo.

Si laurea nel 1927 ed appena laureato viene mandato da Aristide Giannelli a


lavorare in Calabria e in Sicilia, dove fa tutta una serie di progetti in C.A., opera anche
progetti di ricostruzione dei manufatti colpiti dal terremoto.

Le prime opere di grande successo riportate anche su riviste famose come


“Architettura” saranno opere minori, ovvero la realizzazione di tutta una serie di garage
interrati. A Roma realizzerà tutta una serie di cinema intorno al 1933. Dopo la realizzazione
di Cinecittà vengono promosse tutta una serie di opere per la realizzazione di cinema.

Il Cinema Augustus è l’esempio di un intervento aggiuntivo su un palazzo dell’’800


mantenendo inalterate le abitazioni preesistenti al suo interno. Realizzerà anche il Cinema
Maestoso.

Progetterà il centro civico di Colleferro (1934-1935). Esso nasce come centro


industriale finanziato dal regime per la produzione di polvere da sparo. Di questo centro
progetta ogni singolo edificio, e se qualcosa non è progettato da lui, viene revisionato. La
pianta del centro ha una forma a punto interrogativo.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

A Firenze tra il ’48 e il ’50 vengono fatti tutta una serie di concorsi per ricostruire dei
ponti e degli edifici distrutti dai bombardamenti. Progetta il Ponte San Nicolò, criticato da
molti ma grande esempio di architettura in C.A.. qui utilizza una soluzione a tre cerniere. Fa
tutta una serie di sperimentazioni sul cemento armato precompresso.

Intorno agli anni ’50 costruisce una serie di centrali idroelettriche come quella di San
Paolo. All’interno inserirà una serie di strutture in c.a., realizza delle opere sperimentali
utili per capire come progettare tutte le grandi strutture.

Piccola passerella pedonale sul torrente Lussia in Garfagnana (1952-54).

Brevetta martinetti per realizzare la precompressione. Ad esempio realizza il primo


ponte in Italia utilizzando la tecnologia del C.A.P.. Per il ponte farà tutta una serie di studi
sulle travi facendo dei progetti a grandezza naturale.

L’opera più famosa è il Viadotto Polcevera, per l’autostrada Genova-Savona. È una


struttura che alta 40 metri da terra all’interno del reticolo urbanistico. Il concorso
nazionale fatto nel ’60 viene vinto da Morandi. Con questo ponte viene fatto un passo in
avanti nelle costruzioni in precompresso. Sulla struttura vengono fissate le dimensioni per
il passaggio della linea ferroviaria. La sua idea era quella di costruire grandi strutture
principali, 3 a stampella, seguite da strutture più piccole.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

FORO MUSSOLINI

“Mens sana in corpore sano”. Il corpo sano deve essere costruito in un’area
dedicata allo spost.

Enrico Del Debbio è un architetto che riprende le tradizioni e alle quali rimarrà
legato, non sarà uno di quelli che farà architetture moderne.

Il Foro Mussolini doveva essere un’area che avrebbe dovuto contenere le adunate
del regime. Il primo progetto che fa per la realizzazione di tale spazio fu un abbozzo di
come doveva essere organizzata l’area. I primi edifici progettati furono l’Accademia di
educazione fisica e gli edifici delle piscine, progettati in maniera speculare. Insieme ad essi,
si impegnerà nella realizzazione dello Stadio dei Marmi, tutti iniziati nel 1928 e terminati
nel 1932.

Quello che Del Debbio cercò di mantenere furono gli assi prospettici stradali, uno
che puntava verso San Pietro, uno verso Villa Madama e uno che guardava verso l’area
dello sport. Tutto il Foro viene denominato come “area verde protetta”, per evitare che si
andasse a costruire su queste zone verdi.

Mussolini inizia il suo progetto di salute nazionale diffondendo filmati attraverso


l’Istituto Luce, che descrivessero le norme igieniche da seguire per evitare che si
diffondessero malattie.

Da Carrara il Duce fa arrivare/trasportare un enorme monolite che verrà eletto nel


centro del complesso, tale monolite gli venne regalato dai marmisti di Carrara affinché il
Duce risolvesse il problema dell’esportazione nazionale di marmo, fonte di guadagno a
causa del blocco da lui indetto.

In questi anni l’Italia diffonderà delle regole di riferimento dell’architettura. Questa


architettura del regime presenta ancora ornamenti, statue e cornici marcapiani.

Enrico Del Debbio è il progettista della facoltà di Architettura di Valle Giulia, iniziata
nel 1925-26. Tale architettura presenta pezzi di architettura tradizionale nonostante fosse
costruita in cemento.

Lo Stadio dei Marmi è stato pensato come uno stadio all’antica, tutto rivestito in
travertino, ogni opera del regime è pensata affinché potesse coinvolgere tutti
immediatamente. Tutte queste opere vennero inaugurate nella date simbolo per Roma e
per il regime. Il monolite impiega due anni ad arrivare a Roma attraverso il Tevere e il
mare.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

In tutta Italia vengono realizzate grandi opere per dimostrare che il regime non
pensa solo in modo centralistico ma pensa a tutti gli italiani, ogni provincia perciò doveva
avere edifici simbolo del regimi. Mussolini cerca soprattutto di puntare sui giovani con
l’Opera Nazionale Balilla, un Ente di Stato del Regno d’Italia.

Ad un certo punto passerà a Luigi Moretti l’incarico di continuare l’impresa di


edificare il Foro. Moretti ridisegna tutto l’assetto del foro. Grandi edifici saranno la casa
della scherma. All’interno della piazza ideata per contenere le adunate del regime, è
contenuta una serie di blocchi che creano un percorso ripercorrendo le tappe storiche
dell’impero. Proprio per questo venne denominata via dell’impero. Sui pavimenti sono
presenti dei mosaici che si riferiscono a immagini che evocano la grandezza di Roma e del
regime.

La Casa Balilla fu una casa sperimentale (casa delle armi - 1933-36) fatta da Moretti
che dà un’identità più moderna all’edificio mantenendo la cura del dettaglio, come il
rivestimento in marmo cipollino.

Nelle opere del Foro l’arte nasce insieme all’architettura, ne è parte integrante.

Il palazzo della scherma rappresentava gli edifici più importanti del regime, il blocco
secondario, adibito a caserma, venne distrutta.

Moretti realizza un’opera sofisticata, che non piaceva a Mussolini. Moretti ridisegna
e studia, come tutti i grandi architetti, le opere dell’antico. Grande passione di Moretti è
Michelangelo, la storia viene utilizzata per imparare le proporzioni dell’architettura.

Per l’Opera Nazionale Balilla realizzerà la Casa Balilla a Trastevere, dei luoghi
d’incontro per i giovani dedicati allo sport. Questa casa conteneva degli spazi aperti
all’interno dell’edificio. Ora l’edificio è irriconoscibile perché tali spazi sono stati
tamponati.

Tali edifici si immergono pienamente nel contesto dell’architettura del ‘900. Il 1922
è l’anno zero per il regime fascista, le date perciò vengono riportate in relazione all’anno
da tale data.

Nella sezione vediamo che ogni piano rappresenta delle decorazioni sulle pareti.

Alla fine di viale dell’impero c’è una piazzetta con al centro una sfera che convoglia
tutte le linee al suo interno, tale piazza è detta Piazzale della Sfera.

Per la realizzazione del Palazzo del Littorio (1934 I grado) sono stati indetti due
concorsi, uno di essi nel 1934.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

LUIGI MORETTI

CASA “IL GIRASOLE” 1947-50 ROMA – VIA BRUNO BUOZZI (PARIOLI)

È una palazzina di lusso progettata da Luigi Moretti, diventata un’icona dell’edificio


per appartamenti di lusso.

La facciata è tagliata a metà, nel mezzo di essa di erge lo spazio per l’androne delle
scale. Il basamento è in travertino e sembra distaccato dall’interno edificio per l’ingente
arretramento che dona alla parte sottostante un particolare gioco di ombre. Sembra
un’opera d’arte astratta, sono ripresi molti degli elementi della tradizione.

Al piano terra Moretti inserisce un oggetto che rimanda alla tradizione romana,
come se vedendolo si ritrovasse un reperto archeologico ma in realtà viene messo
integrato alla struttura in cemento armato.

VILLA “LA SARACENA” 1954-57 ROMA – SANTA MARINELLA

Questa villa è detta saracena perché ricorda tanto il profilo di un fortino in quanto è
totalmente delimitata da un muro perimetrale e la facciata che si alza al di sopra di tale
muro non presenta finestre, ma piccole fessure, non permettendo a nessuno di vedere o
studiarne l’interno.

Nelle ville di Moretti c’è sempre l’utilizzo di pareti scabre e la presenza nella
muratura di spazi vuoti, piccole feritoie, alternati a spazi pieni, coperti. Anche se queste
piccole feritoie non occupano assolutamente uno spazio rilevante, sembra che invece basti
una piccola fessura o foro messo in una determinata posizione a dargli un senso di
grandezza.

La villa al suo interno è divisa in spazi, uno per i servizi e uno per la committenza.
All’interno la villa affaccia sul mare, infatti la facciata che ci si apre presenta tutta una
fascia vetrata.

PARCHEGGIO DI VILLA BORGHESE

Alla fine degli anni ’70 realizza il parcheggio di Villa Borghese. All’interno, i pilastri
che reggono il soffitto hanno una particolare forma a fungo, sul soffitto si aprono enormi
cupole e al suo interno c’è un effetto eco molto particolare.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Il regime finanzia la costruzione della Città Universitaria, vengono scelti gli architetti:
Arnaldo Foschini per i propilei, che dà un impianto retorico alla facciata; a seguire
Giuseppe Pagano che realizza l’edificio di Fisica, che ha un’articolazione molto complessa, il
basamento in travertino e un arretramento degli spazi, un rivestimento il laterizio;
l’architetto milanese Gio Ponti realizza l’edificio di Matematica, che realizza a Roma solo
questo edificio.

Tutti gli edifici che si affacciano sul viale interno devono essere rivestiti in laterizio,
quelli sul piazzale possono scegliere il travertino come rivestimento. Gio Ponti fa la facciata
seguendo le regole impostegli da Mussolini, il retro invece lo progetta a pianta circolare
con una corte al centro, al contrario della facciata, che dà l’idea che l’edificio abbia una
forma squadrata a parallelepipedo.

Marcello Piacentini progetta il Rettorato, secondo un’impostazione romana classica.

Giuseppe Capponi progetta l’Istituto di Botanica.

Il regime finanzia inoltre la costruzione di quattro Palazzi delle Poste costruiti in


cemento armato. Tra i più importanti troviamo quello di Piazza Bologna e quello di Via
Marmorata, tutti rivestiti in travertino e tutti basati sull’esempio di Wagner.

Giovanni Michelucci progetta la Stazione di Firenze Santa Maria Novella, secondo un


progetto finanziato dal regime, che puntava a riavviare il turismo. La stazione non è
pensata come un blocco chiuso ma la città cresce al suo interno, viene inserita una piazza,
gli spazi sono ben disposti, il retro presenta una specie di cascata di luce che punta verso
l’uscita.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

EUR

Per il regime le date sono importanti. A Roma si costruisce su due fronti: cantieri che
si costruiscono e cantieri che si demoliscono, e la prima picconata è sempre di Mussolini.

Al quartiere creato per l’Esposizione Universale viene attribuito il nome di E42


(Esposizione del ’42), nome che poi verrà cambiato in EUR (Esposizione Universale di
Roma).

Il Mausoleo di Augusto aveva un’importanza strategica per Mussolini, il Duce voleva


stabilire un legame con il più illustre tra gli imperatori romani per incrementare la sua
fama, ma il progetto fallì.

L’esposizione doveva verificarsi nel 1941 ma Mussolini riuscì a farla spostare al


1942, prevedeva di costruire un grande arco, per il quale gli ingegneri più illustri del tempo
stavano facendo studi accurati, ma l’opera non venne costruita.

L’esposizione doveva avere tutta una serie di spazi espositivi, si decide di non
costruire padiglioni contemporanei, ma di costruire un intero quartiere con edifici
amministrativi che in seguito sarebbero dovuto entrare in funzione.

Dalla pianta della città di Roma, l’EUR appariva come la coda di una cometa che
puntava verso Ostia, infatti tale ampliamento puntava ad unire Roma con Ostia.

L’area è complessa e vasta e segue lo schema di cardo e decumano. Alle teste degli
assi ortogonali sono posti gli edifici più rappresentativi dell’esposizione. Si comincia a
lavorare al progetto già dal 1937. Tutto il piano urbanistico viene studiato nei minimi
dettagli. Nel ’39 con lo scoppio della guerra i lavori si bloccano e l’esposizione non ci sarà.

L’area dove doveva nascere il quartiere non era assolutamente urbanizzata, ciò
comportava un lavoro di bonifica delle zone da occupare. L’unico edificio che venne
completato fu il Palazzo del Lavoro. Nell’“E42” il tema dell’esedra venne ripreso come
accesso al quadro espositivo. L’elemento principale di tutto l’E42 è il rivestimento in
travertino, tutta una serie di colonnati nello stile antico rivestiti di questo materiale.

Sul Palazzo del Lavoro vengono fatti dei bassorilievi sullo stile della Colonna di
Traiano, che narrano le vicende del regime.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

Sugli assi principali troviamo Palazzo dei Congressi di Adalberto Libera, il palazzo
della civiltà italiana nel quale la ripetizione dell’elemento dell’arco fa sì che venga chiamato
Colosseo quadrato.

La parte interna presenta tutta una passeggiata che ne riduce lo spazio effettivo
progettato da Guerrini, Lapadula e Romano. Il palazzo ha un enorme dislivello.

L’edificio verrà completato negli anni ’50 come il resto dell’EUR.

L’architettura dell’EUR viene affiancata ai quadri di De Chirico, perfetti nelle forme


ma privi di vita.

Adalberto Libera vince il concorso per il palazzo dei Congressi. Un colonnato ne


evidenzia l’ingresso principale dietro il quale si alza un’enorme volta di copertura in acciaio
e vetro, c’è una piccola pensilina sulla quale doveva essere posto un quadriga.

Ci sono tutta una serie di soluzioni architettoniche come la sala a losanghe sia
all’ingresso che sul retro. All’interno erano previsti tutta una serie di affreschi tipici della
tradizione romana. Il grande arco doveva essere più alto della cupola di San Pietro.

L’area del laghetto artificiale doveva contenere alle estremità una serie di
architetture, come il teatro all’aperto di Giovanni Michelucci, mai realizzate.

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APPUNTI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA MODERNA E CONTEMPORANEA

GIUSEPPE TERRAGNI (1904-1943)

Fu uno degli architetti più illustri, appena laureato progetterà grandi capolavori di
architettura nazionalista.

Uno dei suoi progetti più famosi sarà il Novocomum, un edificio residenziale che
costruisce a Como insieme al fratello ingegnere. Il primo progetto presenta una facciata
elevante con colonne, timpani e archi che donano sontuosità all’edificio. Tetto piano che si
trasforma in un luogo abitabile. La pianta è a forma di E con le scale agli angoli.

Il progetto convenzionale viene ripulito da tutti quegli elementi decorativi.

La struttura si rifà molto alla modernità di Le Corbusier.

Un nastro corre da una facciata ad un’altra. Negli spazi interni entrano nuovi
materiali come vetro e acciaio. Lo spazio interno diventa di grande modernità, anche il
cemento armato entra a far parte dell’architettura.

La Casa del Fascio a Como è un edificio che contiene uffici e spazi per le riunioni, la
pianta deve rispettare specifiche regole ovvero il numero degli spazi interni è stabilito
secondo le necessità.

L’edificio si presenta come una casa di vetro per far sì che tutti possano vederne
l’interno, l’immagine sembra perfettamente pensata sulla regola della sezione aurea, ma in
realtà ogni spazio è unico nella sua forme, le facciate sono diverse tra loro.

Il fronte bianco in facciata era pensato per l’inserimento di scritte propagandistiche.


Gli elementi si inseriscono come una sorta di elemento pittorico che gioca sui colori e sulle
ombre. È una sorta di scatola scavata e ritagliata da finestre profonde.

La corte centrale non è completamente aperta ma presenta una copertura in vetro.


L’edificio si confronta con il Duomo davanti al quale è costruito. Per molte sale si è deciso
di decorare gli interni. La copertura diventa una sorta di grande telaio che si apre davanti ai
palazzi illustri. Ripropone in forma architettonica un omaggio a Sant’Elia.

GIOVANNI MICHELUCCI (1891-1990)

E’ l’opposto di Terragni. Parteciperà a tutti i concorsi per la partecipazione di


importanti edifici. Fa un’architettura fortemente del passato. Sarà uno dei più importanti
architetti di chiese, ne progetterà più di 20 e progetterà anche tutta una serie di ville per
famiglie e personaggi illustri.

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