Sei sulla pagina 1di 8

LE GRANDI ESPOSIZIONI: CITTÀ partecipazione a più nazioni – caratterizzandosi Londra 1851

E ARCHITETTURA così come “internazionali” o “universali” – Vista interna del Crystal Palace
cercheranno e troveranno nelle opere di con in primo piano due araldi
Maurizio Gargano architettura la dimensione e gli spazi più che attendono l’arrivo della regina,
consoni e sintoni a quelle determinate litografia conservata nei London
esposizioni di prodotti e di merci d’avanguardia. Metropolitan Archives di Londra.
...affinché ogni modernità sia degna di diventare Una sintonia che, spesso, trova addirittura nelle
antichità, bisogna che la bellezza misteriosa stesse configurazioni architettoniche di singoli
che la vita umana vi infonde involontariamente padiglioni o di articolati fabbricati sorprendenti
ne sia stata estratta. (Charles Baudelaire) analogie e sovrapposizioni tra la mostra di quei
prodotti innovativi e le varie soluzioni formali
Il nuovo ha carattere di apparenza e coincide e tecnologiche adottate o sperimentate nelle
con l’apparenza di ciò che si ripete in eterno. forme architettoniche di quelle strutture e
L’apparenza dialettica del nuovo e del sempre di quegli spazi destinati all’Esposizione delle
uguale è il presupposto della «storia della conquiste industriali e tecnologiche.
cultura». (Walter Benjamin)

Nel XIX secolo e, in particolare, a partire dalla Verso l’irruzione della modernità
seconda metà del secolo, le Grandi Esposizioni
trasformano il loro originario carattere di Una emblematica sovrapposizione di prodotti
evento pubblico nazionale (Londra 1756: industriali d’avanguardia e di innovazioni
prima Esposizione di macchine e oggetti d’uso, tecnologico-formali, che hanno coinvolto
sponsorizzata dalla Society of Arts inglese, o l’universo peculiare del fare-architettura,
Parigi 1798: Exposition Publique des Produits si è soliti scovarla nella Esposizione “moderna”
de l’Industrie Française) in manifestazioni su di tipo “universale” che ha avuto sede a Londra
scala internazionale. Eventi espositivi nazionali dal 1° maggio al 15 ottobre del 1851: si allude
che assumono progressivamente una dimensione al Crystal Palace, un singolare tipo di edificio
sovranazionale, con ambizioni a carattere così denominato dal «Punch» – importante
“universale”. Esposizioni, in ogni caso, rivista satirica del periodo – non senza toni
organizzate per presentare al grande pubblico ironici. Un’opera ideata e progettata da Joseph
internazionale le principali scoperte e le Paxton (1803-1865), architetto appassionato
innovazioni nazionali raggiunte in ambito di botanica e costruttore di serre, situata
commerciale, industriale e nei più ampi ed provvisoriamente in Hyde Park, in occasione
eterogenei settori tecnici e artistici. Scoperte di quella Esposizione. Nota come The Great
e innovazioni destinate inevitabilmente Exhibition of the Works of Industry of All
a intrecciare rapporti con il territorio, con Nations, inaugurata dalla regina Vittoria,
le dimensioni urbane e con le architetture promossa dal principe consorte Alberto e
preesistenti delle città promotrici di queste “gestita” da un’apposita commissione reale,
Grandi Esposizioni. Eventi che, nello specifico l’Esposizione intendeva dare rilievo alla fase
architettonico e urbano, tendono a scandire e culminante dell’espansione e della
determinare marginali o sensibili trasformazioni trasformazione industriale della nazione
delle varie tipologie edilizie, così come che, anche grazie al sostegno del suo grande
contribuiscono a trasfigurare o riqualificare impero coloniale, era divenuta la potenza
le aree e i quartieri coinvolti nella realizzazione economica più prospera del mondo occidentale.
dei singoli edifici o dei complessi architettonici La “nascita” delle moderne Esposizioni
destinati, per l’appunto, a ospitare le Grandi Universali trova dunque in quell’edificio,
Esposizioni Internazionali e/o Universali. per identità e coincidenza, un esemplare
L’originaria mostra/esposizione di prodotti e significativa tappa aurorale del percorso
industriali innovativi o tecnologicamente indicato dalle motivazioni e dagli obiettivi
evoluti, sovrappone allora sempre più la ragione di quel genere di eventi. Il Crystal Palace
e le finalità di tali ostentazioni di modernità venne, infatti, approvato dai responsabili
e progresso con edifici o complessi edilizi che dell’organizzazione dell’Esposizione londinese
inevitabilmente coinvolgeranno le peculiarità per le sue caratteristiche di edificio innovativo,
e specificità dell’architettura. E proprio rispetto ai tradizionali modi di concepire i
quelle Esposizioni industriali, che assumono manufatti architettonici, in quanto connotato
dimensioni sempre più grandiose estendendo la e configurato dal solo impiego di strutture in 201
Expo 1851-2015. Storie e immagini delle Grandi Esposizioni Le Grandi Esposizioni: città e architettura

ferro e ghisa, tamponate con ampie superfici corpo centrale voltato a botte, smaterializzava realizzata in occasione dell’Esposizione di Parigi diffondere, per l’appunto, in ambito internazionale
vetrate: un palazzo di cristallo, per l’appunto. la massa muraria tipica di quel tradizionale del 1889, è un esempio significativo di tali le più recenti acquisizioni scientifico-tecnologiche
Il progetto di Paxton venne dunque prescelto, e antico impianto religioso, creando una consacrazioni. Una “consacrazione” raggiunta e i risultati raggiunti dall’industria e dal
tra i vari presentati, proprio in virtù di una volumetria “trasparente e riflettente” allusiva a dispetto di architetti, critici dell’arte, commercio delle nazioni ospitanti o di quelle
sorta di “modernità” espressa dalla qualità a quanto caratterizzerà l’aspetto dei futuri intellettuali, letterati o ben pensanti del periodo, invitate a partecipare.
effimera della sua architettura, rispetto alla più grattacieli. che si scagliarono furiosamente contro la Tra quanti si ergevano a tessere le lodi di questa
“classica solidità” e durabilità nel tempo delle Il ferro, osteggiato da quanti – nella sua monumentale Torre parigina: alta 312 m circa, “moderna forza disgregatrice”, non mancava
usuali opere in marmo o muratura. Una combinazione con il vetro – gridavano alla con una massa che sfiora le 8000 tonnellate di chi si opponeva a una tale irruzione del ferro
concezione e una peculiarità che quindi lo “distruzione” della natura solida e massiva ferro, assemblata in 18.038 pezzi tenuti insieme in ambito architettonico. Tra i critici più
assimilò alla novità di quei prodotti industriali propria degli indiscutibili stili e dei principi da 2.500.000 bulloni/rivetti, progettata intorno agguerriti verso questa intrusione tecnologica
che la sua stessa ampia dimensione accoglieva costruttivi, indicava, di contro, nuovi possibili al 1884 ma sorprendentemente realizzata e offensiva dell’aulicità dell’architettura
all’interno (era lungo 500 m, largo 150 m, alto orizzonti per la concezione dell’architettura, in poco più di due anni, dal 1887 al 1889. tradizionale si levarono figure quali John Ruskin
50 m circa, per più di 70.000 m² complessivi). conferendo una rivoluzionaria leggerezza all’idea Opposizioni violente, analoghe a quelle o William Morris nel caso del Crystal Palace
Una “effimera leggerezza”, dovuta anche a stessa del volume architettonico: un aspetto provocate dalla rivoluzionaria concezione londinese, e Guy de Maupassant, Émile Zola
un originale ed economico sistema costruttivo leggero, ingentilito anche dall’impiego dei colori del Crystal Palace londinese, rivolte alla o Tony Garnier che, dalle pagine del giornale
caratterizzato da elementi modulari primari per le membrature e per gli stand conformazione della Tour Eiffel ma destinate, «Les Temps» (14 febbraio 1887), lanciarono
prefabbricati e standardizzati, che consentì espositivi, allusivo anche a quel sistema di vetrine comunque, a non avere effetti concreti. una lettera di protesta contro la costruzione Parigi 1889
Parigi 1889 il suo pratico e possibile “smontaggio” – dopo che caratterizzerà tutti gli spazi e le strutture L’efficacia della torre parigina nel consentire della Tour Eiffel. Lettera che, tradotta in Fotografia della Tour Eiffel
Incisione di una scena con alcuni l’Esposizione –, garantendo la possibilità di un commerciali o i singoli negozi che verranno eccezionali radiotrasmissioni effettuate italiano, in alcuni passi tuona così: «La Torre che è stata realizzata
operai che scendono dalla cima suo eventuale “rimontaggio” recuperandone gli progressivamente adibiti alla vendita delle merci. dall’arma francese, in virtù della sua altezza Eiffel, che non vorrebbe per sé neppure la dall’ingegnere Gustave Eiffel
della Tour Eiffel nel dicembre 1888, elementi costitutivi: con un implicito e sensibile imponente, ha contribuito a impedirne commerciale America, è il disonore di Parigi. in occasione dell’Esposizione
durante la costruzione risparmio dei costi e dei tempi di lavoro. la demolizione programmata per la fine [...] Una torre vertiginosa e ridicola [...] per celebrare il centenario
dell’edificio per l’Esposizione. Una ricostruzione che avvenne puntualmente Architettura da esporre: costruzioni dell’Esposizione Universale. L’imprevista gigantesca e scura ciminiera d’officine, tutti della Rivoluzione francese.
nella località di Sydenham Hill, in uno spazio effimere e simboli permanenti funzionalità della Torre e l’originale, sorprendente i nostri monumenti umiliati, tutte le nostre
verde aperto nel sud di Londra: l’edificio rimase ingegneria monumentale del progetto di Eiffel architetture rese piccole [...] odiosa colonna
in piedi fino al 30 novembre del 1936, quando Concepito come “contenitore” per l’esposizione hanno permesso a quella realizzazione effimera, di ferro imbullonata». Disappunti a cui si Lisbona 1998
un incendio ne distrusse l’impianto. di prodotti commerciali e industriali, il Crystal assai criticata e derisa dall’intellighenzia associò, trasversalmente, anche Victor Hugo Nelle pagine seguenti,
La straordinarietà del Crystal Palace risiedeva Palace trasformò se stesso in un prodotto da francese, di trasformarsi in monumento con il suo Notre-Dame de Paris, in particolare Gare do Oriente, stazione
nella sua capacità di aver innescato molteplici esporre, al punto da divenire addirittura il permanente: da allora divenuto il simbolo nel capitolo Ceci tuera cela, in cui sentenzia che ferroviaria disegnata dall’architetto
questioni e sollevato aspri dibattiti intorno simbolo dell’Esposizione londinese. Una più rappresentativo della città di Parigi. «l’architettura è morta, morta irrimediabilmente», Santiago Calatrava nella zona a est
della città sulle rive del fiume Tago,
alla sua facies architettonica, senza trascurare sovrapposizione di ruoli e funzioni che, oltre criticando particolarmente le trasformazioni
dove vennero allestiti i padiglioni
quanto quell’idea progettuale e costruttiva a quanto già posto in risalto – va ribadito –, della città ottocentesca, che con l’irrompere
dell’Esposizione.
di Joseph Paxton, con le sue eccezionali inaugurò dunque la stagione delle architetture Uso del ferro e architettura: origini dell’architettura del ferro stavano disgregando
soluzioni-invenzioni tecnologiche, avesse effimere, di organismi da progettare di un acceso dibattito e “uccidendo” la natura di Parigi: il suo essere
conseguentemente determinato e suggerito. appositamente per simili occasioni. Opere «una cronaca di pietra».
L’uso prefabbricato degli elementi costruttivi che in virtù di queste finalità peculiari, assai Nei processi di ideazione e realizzazione delle A tali opposizioni letterarie o storico-artistiche
di quella sorta di moderna cattedrale espositiva più degli edifici destinati a funzioni e ruoli opere di architettura e ingegneria, l’irrompere va ad aggiungersi anche quanto il celebre
delle conquiste industriali e delle merci ospitate tradizionali e duraturi, si rivelarono altresì delle potenzialità del ferro con la sua ventata architetto tedesco Peter Beherens – maestro
al suo interno, la standardizzazione degli capaci di dare voce a nuove tendenze espressive: di modernità giunge a “disgregare” le di alcuni dei più importanti protagonisti
elementi costitutivi dell’edificio fabbricati sperimentando e sottoponendo a verifica tradizionali certezze statiche e le forme dell’architettura del cosiddetto Movimento
altrove e in serie, nelle fonderie, trasportati materiali innovativi, aprendo il campo a stilistiche storicamente acquisite. L’irruzione moderno – sosterrà, sentenziando che «il ferro
e montati in loco, indicavano modalità ideative ricerche linguistico-formali d’avanguardia, di questo nuovo materiale da costruzione, e il vetro sono sprovvisti per la loro natura della
e realizzative tali da rendere obsoleta la quando non addirittura spregiudicate. Opere così magistralmente impiegato e ostentato voluminosità delle pietre sovrapposte» e, ancora
tradizionale prassi operativa in uso nei cantieri “temporanee” che hanno talvolta conquistato in occasione delle Esposizioni Universali di nel 1910, dalle pagine di Arte e tecnica (Kunst
edili. La precoce standardizzazione degli una consacrazione “permanente”, proprio Londra e di Parigi, in particolare nei due und Technik), ribadirà: «La tecnica costruttiva
elementi architettonici entrava così in collisione attraverso la promozione di segni o simboli esemplari casi citati, al pari dei fermenti del ferro è espressa dalla linea, ma la linea
con la creatività dell’operare artigiano e con spesso provocatori, ma che, comunque, hanno che agiscono sulle materie organiche, innescò – evidentemente scagliandosi contro l’uso del
le più consolidate pratiche progettuali e avuto una tale intensità comunicativa da l’inarrestabile processo decompositivo delle ferro fatto dalla cosiddetta Art Nouveau – è
costruttive. Il ferro, la ghisa e il vetro, materiali riuscire ad assumere connotati monumentali nel consolidate teorie accademiche e delle inconsistente e l’architettura invece, consiste
moderni impiegati – nel caso in questione – tessuto urbano che le ospitava, conquistando architetture di classica osservanza. Il ferro nel volume. L’architettura non ha il compito
per dare forma a un impianto ispirato a uno addirittura un duraturo ruolo iconico- assunse dunque, nel dibattito internazionale, di svelare, ma di formare spazi».
schema basilicale a cinque navate digradanti, rappresentativo per talune di quelle città questo ruolo metaforico. Quello di un “agente Da queste accese prese di posizione a favore
addirittura comprensivo di un transetto ligneo che hanno organizzato le Grandi Esposizioni. disgregatore” dei principi accademici più della presunta o reale modernità del ferro (come
ideato proprio per non abbattere un imponente Il caso della famosa Tour Eiffel, che conserva conservatori, a cui le nuove Esposizioni pure della contemporanea ghisa e, poi, dello
albero di olmo coincidente con il sito destinato il nome dell’ingegnere-progettista (Alexandre- Universali contribuiranno a dare sostegno con stesso acciaio) affiora quindi la decisiva portata
202 al Crystal Palace, dotato inoltre di un ampio Gustave Eiffel, 1832-1923) che l’ha ideata e la loro connaturata natura: mostrare e storica delle due Esposizioni Universali su cui ci 203
Expo 1851-2015. Storie e immagini delle Grandi Esposizioni Le Grandi Esposizioni: città e architettura

si è lungamente soffermati. Una dimensione e la stessa organizzazione della vita della città. Across the Universe: nuovi mondi di sapore accademico, di dimensioni notevoli e
storica di rilievo che proprio dal confronto Ulteriore testimonianza, in tal senso, si riscontra e tradizioni a confronto con azzardati e confusi accostamenti linguistici
tra la tipologia del Crystal Palace londinese nell’altra Esposizione Universale parigina di derivazione rinascimentale e barocca. Una
e quella della Torre parigina, fa emergere una tenutasi nel 1900, snodata lungo le sponde della L’Esposizione Universale di Chicago del 1893 inconcepibile “abdicazione” alla tradizione
sensibile variazione di tendenza relativamente Senna: con le emergenze del Grand e Petit Palais – benché inaugurata in ritardo di un anno europea, per quanti erano allora alla ricerca
allo sviluppo architettonico e urbano che e con l’inaugurazione del Pont Alexandre III rispetto alle volontà celebrative della scoperta di un’identità nazionale. Una sorta di complesso
assumeranno le successive Esposizioni (primo ponte sulla Senna a campata unica). dell’America (1492) – va sicuramente ricordata di inferiorità che, invece, l’America stava
Universali. Una ulteriore occasione espositiva che, come per insistendo sull’intreccio architettura e città che cercando di superare, autoaffermando le proprie
quella del 1889, anche in questo caso supererà tali eventi hanno determinato. La cosiddetta conquiste tecnologiche e produttive: così come
Barcellona 1929 il perimetro di un singolo enorme padiglione, ci si aspettava da un’Esposizione programmata
Scuola di Chicago, concentrata essenzialmente
Veduta esterna del padiglione
Modelli da Esposizione ramificandosi sul territorio attraverso la nello studio professionale dell’ingegnere- in una delle città più industriali e d’avanguardia
della Germania realizzato
presenza di molteplici costruzioni: riaffermando architetto William le Baron Jenney (1832- del Nuovo Continente. Ma al “tradimento”
dall’architetto e designer tedesco
Ludwig Mies van der Rohe.
L’Esposizione londinese contribuì alla istituzione e riproponendo, in tal modo, un modello 1907), stava infatti diffondendo nel mondo di Burnham fece da contrappunto quanto
e diffusione di un genere e di un modello espositivo a scala urbana, assai diverso rispetto un’ulteriore conquista tecnologica e tipologica un giovane architetto – Frank Lloyd Wright
caratterizzato dalla presenza di un fabbricato a quello – pur determinante – rappresentato per i destini della storia, della teoria e della (1867-1959), parzialmente impegnato
unico: analogamente a quanto sarà poi dalla Esposizione londinese. In tale ottica, per pratica dell’architettura. L’attività di ricerca nell’Esposizione – stava elaborando: e non
realizzato nel caso dell’Esposizione Universale le due Esposizioni Universali parigine vennero e sperimentazione svolta in quello studio certo attraverso l’ammirazione per i padiglioni New York 1939
di Parigi del 1855, con il Palais de l’Industrie quindi realizzate una sorta di “cittadelle” contribuì decisamente alla nascita e all’articolato accademici quanto – piuttosto – per l’impianto Copertina della rivista
o in simili mostre d’arte o esibizioni industriali. dal sapore “effimero” nelle citate aree tra sviluppo dei cosiddetti skyscrapers: edifici alti, distributivo e per la concezione spaziale «DuPont Magazine» del giugno
La presenza della Tour Eiffel, di cui si è appena Champ-de-Mars e la collina dello Chaillot, mostrata da un padiglione giapponese 1939, raffigurante la struttura
rispetto agli standard tradizionali, resi
cercato di sottolineare il dibattito che ha sull’Esplanade des Invalides, sul Trocadéro, (l’Ho-o-den: un piccolo tempio ricostruito della DuPont realizzata
edificabili grazie all’evoluzione di “gabbie
per l’Esposizione in corso.
suscitato e l’effetto prodotto e raggiunto in e lungo gli Champs-Élysées. All’Esposizione strutturali” in acciaio, ideate e progettate su un’isola artificiale). Soluzioni compositive,
termini simbolico-monumentali, ha generato parigina del 1900 va anche fatta risalire la in quello studio. Strutture che consentivano da cui Wright trarrà forte ispirazione per le
una sorta di landmark posto a contrassegnare realizzazione, per l’occasione, della Gare de di raggiungere altezze superiori ai dieci piani, sue altrettanto originali concezioni della casa
Hannover 2000
e rendere visibile da ogni punto della città Lyon e della Gare d’Orsay (ora Musée d’Orsay): superando i tradizionali cinque livelli e unifamiliare americana: le celebri “case della Nelle pagine seguenti,
l’ampia area destinata all’Esposizione del 1889. le va inoltre assegnato il merito di aver illustrato valorizzando, nel contempo, le aree edificabili prateria” (le Prairie Houses poi realizzate a Oak la curiosa struttura a petali mobili
Un catalizzatore urbano capace di guidare i le conquiste tecnologico-costruttive derivate in quanto moltiplicavano, per ogni nuovo piano Park, un sobborgo a ovest della stessa Chicago), del padiglione del Venezuela.
visitatori verso il nucleo principale dell’Esposizione dalla diffusione e dalle prime applicazioni degli raggiunto, il loro valore fondiario. Sistemi che tanto rivoluzioneranno gli schemi
parigina, snodata tra Champ-de-Mars – in cui studi sul cemento armato dovuti all’ingegnere strutturali innovativi che traevano comunque distributivi di classica e simmetrica derivazione.
venne realizzata la celebre Galerie des machines francese François Hennebique (1842-1921). origine da quella irruzione del ferro nelle Una ricerca tipologico-spaziale che contribuirà
progettata dall’architetto Ferdinand Dutert È, comunque, intorno alle emblematiche tradizionali soluzioni stilistiche e costruttive. agli sviluppi di quelle moderne concezioni
(1845-1906) – e la collina dello Chaillot. Esposizioni di Londra del 1851 e, in particolare, E si deve, infatti, a uno degli allievi e dell’abitare che la stessa Europa con le giovani
La città venne, infatti, coinvolta dalla di Parigi del 1889 che vanno rintracciate collaboratori di William le Baron Jenney, generazioni di architetti stava sviluppando.
realizzazione di diversi padiglioni distribuiti le principali tessere che condizioneranno e Hudson Daniel Burnham (1846-1912), la “Tradito” l’uso del ferro e vetro o quello delle
in varie aree urbane, trasformando l’aspetto caratterizzeranno il complesso e vasto mosaico paternità delle soluzioni e dell’impianto messo grandi strutture in acciaio rivestite di laterizi
di un’importante parte di Parigi: con la Tour delle varie, successive, Esposizioni Universali. a punto per l’Esposizione del 1893. Questi, o maioliche decorate e colorate, l’Esposizione
Eiffel destinata, nella sua imponente presenza, Un vero e proprio mosaico, certamente in debito in collaborazione con John W. Root, ricevette di Chicago venne soprannominata White City
a rivestire un ruolo analogo a quello svolto dai con quelle due esemplari Esposizioni, che pur infatti l’incarico di provvedere alla progettazione proprio per la rinuncia all’uso dei colori – pure
vari obelischi fatti erigere da papa Sisto V nella nelle ovvie singolarità organizzative, e nelle dei padiglioni espositivi. Gli spazi relativi previsti dal collega di Burnham, John W. Root,
Roma della fine del XVI secolo per orientare relative specificità architettoniche e urbane, furono concepiti come una sorta di “città nella morto prematuramente – ostentando infatti
i pellegrini negli itinerari religiosi. ha comunque conservato e trasmesso quello città” e trovarono luogo, non senza contrasti, un aspetto totalmente imbiancato, conferito
L’emblema della Torre fece quindi da suggello spirito originario: uno stimolo costante per nell’area di Jackson Park: destinazione concordata uniformemente ai vari padiglioni neoclassici
a questa innovativa impostazione a padiglioni, le nuove strutture architettoniche e per le su suggerimento dello stimato architetto o neobarocchi. In ogni caso, quella Esposizione
sparsi in vari quartieri: particolarità che, trasformazioni urbane delle città che a partire paesaggista Frederick Law Olmsted (1822- consolidò l’idea di una “città autosufficiente”,
ovviamente, comportava l’esigenza di interventi dalla metà del XIX secolo hanno promosso 1903), scelta con l’auspicio di contribuire allo alimentando i cosiddetti city planning
infrastrutturali a scala urbana. Una i numerosi eventi finalizzati a quel genere sviluppo dell’area anche dopo l’evento movements, a cui lo stesso Burnham diede
“ramificazione”di singole architetture che espositivo. Uno spirito originario mai espositivo. Ma l’organizzazione delle soluzioni sostegno con il Plan of Chicago, da lui
quindi necessitava di peculiari collegamenti, accantonato dalle Esposizioni che hanno fatto stilistico-architettoniche e costruttive dei pubblicato ed elaborato nel 1909-10.
da elaborare in una sempre più attenta seguito a quella londinese e a quella parigina, padiglioni incoraggiate da Burnham venne
pianificazione del sistema dei percorsi e da e che, analogamente, alimenterà anche le additata come una sorta di tradimento di
tenere conseguentemente presente nella numerose Esposizioni Universali che si sono quanto veniva sperimentato e diffuso attraverso Building the World of Tomorrow:
progettazione di questa raggiunta e articolata snodate e articolate nel corso del XX secolo la rivoluzione strutturale e formale dei immaginando il futuro
dimensione espositiva. Un modello di nuova e all’inizio del XXI: verosimilmente fino a grattacieli promossi dallo Studio Jenney:
concezione, insomma, che stimolò e fornì quella di Milano del 2015 o a quelle, previste, l’aver invitato numerosi architetti francesi Tra le significative Esposizioni Universali
occasioni per interventi che spesso divennero ad Astana in Kazakistan (2017) o a Dubai provenienti dall’École des Beaux-Arts contribuì messe qui in risalto, per ragioni squisitamente
206 permanenti, trasfigurando il tessuto urbano negli Emirati Arabi Uniti (2020). alla realizzazione di padiglioni in stile neoclassico architettonico-urbanistiche, merita una 207
Expo 1851-2015. Storie e immagini delle Grandi Esposizioni Le Grandi Esposizioni: città e architettura

particolare citazione l’Esposizione Universale di sono riuscite, pienamente, a rimanere in vita rispetto alle Grandi Esposizioni Nazionali o a Montreal (1967) con la partecipazione di
New York del 1939: la New York World’s Fair. dopo quegli eccezionali eventi. Esposizioni quelle squisitamente artistiche o architettoniche, 62 nazioni, va ricordata come una delle
Senza dimenticare, ovviamente, i numerosi visitate comunque – ed enormemente ammirate già nel 1928 venne istituito il Bureau International più vaste e costose: distesa su 400 ettari,
simili o analoghi eventi artistici e commerciali, – dai milioni di persone che hanno sempre des Expositions (Bie, effettivo dal 1931) che, comprendeva sistemazioni lungo il fiume
nazionali o internazionali che sono stati affollato quelle manifestazioni. Impulsi attraverso vari “protocolli” (1933, 1972, 1988), Saint Lawrence, il parco dei divertimenti
realizzati a partire dalla metà del XIX secolo determinanti per la costante modernizzazione regolò progressivamente i differenti tipi e le nel bosco della Ronde, le isole di Saint Helen
e per tutti gli anni Trenta del XX alternandosi, dell’architettura e delle città sono derivati, gerarchie di Esposizione da organizzare: la loro e Notre-Dame. Un ulteriore caso di territorio
nella sequenza cronologica e geografica, a infatti, da quelle Esposizioni che hanno avuto frequenza e la selezione delle città ospitanti. progettato e urbanizzato per l’occasione,
quelli emblematici di Londra, Parigi o Chicago. come oggetto specifico la dimostrazione Dopo l’inevitabile pausa dovuta alla Seconda che divenne successivamente, e con opportune
Comprendendo, anche, le varie manifestazioni concreta di quanto le più innovative idee di guerra mondiale, la prima Esposizione risistemazioni, una nuova parte della città.
tenutesi in Italia in quello stesso arco progetto, puntualmente realizzabili e realizzate, Universale associabile ai modelli ottocenteschi Alcuni padiglioni offrirono soluzioni tecnico-
cronologico: Roma (1874, 1887, 1911), Milano potevano suggerire e proporre in ambito di Londra e Parigi, venne inaugurata a architettoniche assai interessanti, destinate
(1881, 1894, 1906, 1931), Torino (1884, 1898, architettonico o urbanistico. Casi esemplari, Bruxelles solo nel 1958, ben tredici anni dopo a rimanere nella memoria e in usi successivi. Osaka 1970
1902, 1911), Bologna (1888) o Genova (1892). per le indicazioni fornite in quest’ottica, furono: quel conflitto. Il tema Progress and Mankind. In particolare: il padiglione Usa dell’architetto La particolare struttura
All’Esposizione newyorkese va comunque l’Esposizione Universale di Barcellona del Balance for a more Humane World, in sintonia Buckminster Fuller (1895-1983) e dello studio architettonica del padiglione
riconosciuto il ruolo di aver incrementato la 1928 (in cui la Germania presentò il proprio con il genere di argomenti che saranno Cambridge Seven Associates che ostentò dell’Australia.
Bruxelles 1958 dialettica tra una visione “tradizionale” delle padiglione realizzato magistralmente da Ludwig costantemente concordati-approvati dal Bie, un’avveniristica cupola geodetica, con struttura
Fotografia di un interno Esposizioni e quella relativa ad aspetti più Mies van der Rohe, poi demolito ma considerato orientava l’Esposizione verso l’ottica di un in metallo e pannelli ricurvi in plexiglass;
dell’Esposizione con in primo esplicitamente funzionali e tematici: l’effetto come uno degli esempi più significativi universo più umano. L’Atomium, una il padiglione tedesco, con una superficie di circa Shanghai 2010
piano visitatori e sullo sfondo provocato da questa seconda tendenza fu una dell’architettura razionalista del XX secolo, costruzione alta 102 metri – rappresentante 3000 m2, che sperimentava una tenso-struttura Nelle pagine seguenti,
la struttura simbolo, l’Atomium, specifica ostentazione di attenzioni rivolte al tanto da essere fedelmente ricostruito nel 1986), un atomo di ferro ingrandito 186 miliardi di ideata da Frei Paul Otto (n. 1925), idea veduta notturna del padiglione
che rappresenta una molecola di così come, pure, le più specifiche e settoriali della Corea del Sud.
“futuro”, tanto che il suo motto distintivo- volte, invenzione dell’ingegnere belga André riproposta a Monaco nel 1972 per i collegamenti
alluminio composta da nove sfere.
connotativo divenne Building the World of Esposizioni del Deutscher Werkbund di Colonia Waterkeyn (1917-2005) – divenne il simbolo e le coperture degli impianti olimpici; Habitat
Tomorrow. L’area scelta fu, ancora una volta, (1914) e, in particolare, quella di Stoccarda della manifestazione: una evidente allusione 67, una costruzione permanente contraddistinta
esterna al nucleo urbano centrale: una zona (1927). Quest’ultima, affermatasi per la a quanto innescato dalla famosa Torre Eiffel. dall’aggregazione di cellule residenziali
paludosa – Flushing Meadows – “rifiutata” realizzazione della Weissenhofsiedlung, delineò Definita «Fiera dell’esibizionismo» dallo storico prefabbricate “a grappolo” (150 appartamenti
dalla città ma che, da quell’occasione e dopo una consistente e straordinaria parte di città: dell’architettura Manfredo Tafuri, tra i vari di 15 tipi diversi), riproposte a New York e
la necessaria bonifica, divenne un nuovo polo di di nuovo sotto la direzione di Mies van der Rohe padiglioni impegnati ad affermare i progressi a Puerto Rico negli anni 1968-71, non senza
sviluppo urbano (il Flushing Meadows-Corona (1886-1969) – e anche attraverso il contributo tecnologici raggiunti, in tema con lo spirito di utopistiche intenzioni. L’Italia, con un
Park, che ospitò anche l’Esposizione del 1964, di numerosi protagonisti e “pionieri” questa Expo, si distinse quello gigantesco degli padiglione articolato in tre settori (la poesia,
affermandosi pure come futura sede di dell’architettura del cosiddetto Movimento Stati Uniti – realizzato dall’architetto Edward la musica, l’industrializzazione, rispettivamente
manifestazioni sportive e culturali). Tra i moderno – prese infatti forma un complesso Durell Stone (1902-1978) – provvisto di una ideati da C. Scarpa, L. Ricci e B. Munari, con
padiglioni simbolo: il Trylon e il Perisphere, residenziale che, privilegiando l’autonomia ampia copertura circolare semitrasparente, con la partecipazione di E. Vedova), concentrò
destinati a dare risalto ed enfasi alle linee del fare-architettura, affidava unicamente impluvium per la conservazione delle alberature la sua offerta sulla corrispondenza tra materiale
geometriche particolarmente propagandate alle soluzioni e alle tipologie architettoniche esistenti. Analoghi considerevoli risultati furono esposto e “involucro” architettonico,
dall’Esposizione, e quello – maggiormente la capacità di fare-città, in spregio delle teorie offerti dai padiglioni dell’Unione Sovietica proponendo un’architettura caratterizzata
apprezzato e visitato – concepito dall’architetto e dei principi urbanistici che, pure, per e della Francia: quest’ultimo realizzato per dall’innalzamento di una vela bianca
e designer industriale Norman Bel Geddes controllare le caotiche crescite e sviluppi la Philips da Iannis Xenakis (1922-2001) sormontata dalla sfera di Arnaldo Pomodoro.
(1893-1958), il Futurama, con cui si intendeva della città stavano offrendo il loro specifico e Le Corbusier (1887-1965), e caratterizzato Nel 1970 venne organizzata a Osaka la prima
descrivere l’avveniristica dimensione della città contributo, in quegli stessi anni. Analoga da una soluzione formale di notevole Esposizione Universale in Oriente con il motto
e della società americana (idea riproposta situazione di fiducia nelle potenzialità complessità costruttiva, raggiunta attraverso Progress and Harmony for Mankind: sotto la
nell’enorme padiglione della General Motors dell’architettura sarà alla base di iniziative la progettazione di sottili paraboloidi iperbolici direzione artistico-manageriale dell’architetto
realizzato per l’Esposizione del 1964, già quali l’Internationale Bauausstellung di di consistenti dimensioni. Il padiglione dell’Italia Kenzo Tange (1913-2005), con la prevalente
segnalata). Esposizione in cui, tra l’altro, Berlino, a cui parteciparono numerosi eminenti (progettato da un gruppo di architetti, tra cui presenza di varie conquiste tecnologiche.
spiccò il padiglione finlandese realizzato da architetti internazionali, coordinati da Otto I. Gardella, L. Quaroni e E. N. Rogers), L’impianto urbanistico, sorto a 15 km a nord
Alvar Aalto (1898-1976), accolto dalla storia Bartning (1883-1959): nota come Interbau ’57 inizialmente criticato per la rinuncia all’uso della città, era progettato per realizzare a scala
dell’architettura per la forza dell’immagine o International Building Exhibition (tenutasi di tecnologie d’avanguardia e per aver ostentato territoriale un centro satellite di collegamento
fissata dal suo grande muro ondulato. nel 1957). la propria tradizione culturale – al pari di tra la città commerciale e i due centri culturali
L’incidenza, insomma, che alcune Esposizioni quanto similmente proposto dalla Finlandia di Nara e Kyoto. Occasione pretesto – secondo
Universali hanno avuto nel dibattito e dall’Austria –, raggiunse, invece, consensi i disegni di Tange – per realizzare una serie
architettonico e nelle trasformazioni urbane è Il Bureau International e le Esposizioni finali proprio per aver rispettato la “scala di edifici permanenti (teatro, museo, stazione
senza alcun dubbio rilevante. E ciò nonostante del secondo dopoguerra umana”, ricreando le condizioni architettonico- ferroviaria, uffici, un vasto giardino giapponese,
alcuni “abbandoni”, smontaggi e rimontaggi topografiche di un «paese in collina». un lago artificiale ecc.). L’Italia, su progetto
o demolizioni dei diversi padiglioni realizzati Ma proprio al fine di evitare discutibili Tra le varie altre Esposizioni organizzate dopo dello Studio Valle, con la consulenza
per quelle occasioni, così come nel caso di taluni sovrapposizioni tra le motivazioni originarie che il 1958, del tipo “a padiglioni sparsi” in aree ingegneristica di Sergio Musumeci (1926-1981),
210 rifiuti insediativi per quelle aree urbane che non hanno contraddistinto le Esposizioni Universali, urbane satelliti, quella canadese allestita a realizzò un padiglione temporaneo ricordato per 211
Expo 1851-2015. Storie e immagini delle Grandi Esposizioni Le Grandi Esposizioni: città e architettura

la sperimentazione linguistica dell’high-tech e Associati), ulteriore occasione per realizzare mentre le Esposizioni di Aichi (2005), dal tema Bibliografia:
italiano. Un’architettura temporanea, come nuove infrastrutture, una stazione ferroviaria, Nature’s Wisdom (Saggezza della Natura), L. Aimone e C. Olmo, Le Esposizioni Universali,
doveva anche essere quella del padiglione e recuperare alla vita della città l’area del di Saragozza (2008), incentrata su Agua Torino, 1990.
italiano realizzato dall’architetto Giampaolo fiume attraverso la realizzazione del Ponte M. A. Crippa (a cura di), Expo x Expos. Comunicare
y Desarrollo Sostenible (Acqua e sviluppo
la modernità. Le esposizioni Universali 1851-2010,
Imbrighi (n. 1948) e Associati per l’Expo di dell’Alamillo, di Santiago Calatrava (n. 1951) sostenibile), e di Shanghai (2010), dal tema Milano, 2008.
Shanghai del 2010 centrata sul tema Better e del ponte del Quinto Centenario, realizzato da già ricordato Better City, Better Life, sono Esposizione, in Enciclopedia Italiana di Scienze Lettere
City, Better Life. Dopo adeguate ristrutturazioni José Antonio Fernández Ordóñez (1933-2000) state caratterizzate rispettivamente sia dalle e Arti, Istituto della Enciclopedia Italiana “Giovanni
e ampliamenti, l’edificio è stato conservato e e Julio Martínez Calzón (n. 1938). attenzioni rivolte alla sostenibilità ambientale, Treccani”, 35 voll., Roma, 1929-37, in partic. vol. XIV,
inaugurato di nuovo, diventando il cuore del Un’Esposizione, il cui programma sottolineò sia dall’interrogarsi su pianificazioni tese a p. 361, e Appendici: I, p. 562; II, I, p. 877; V, II,
nuovo Shanghai Italian Center: donandolo alla essenzialmente la nuova concezione del mondo riqualificare i tessuti urbani degradati, senza p. 142; VI, I (Appendice 2000), p. 602, con relative
Saragozza 2008 Cina, si è trasformato in una sorta di vetrina scaturita dai viaggi di Cristoforo Colombo. trascurare la ricerca di adeguati sviluppi bibliografie.
Visitatori all’interno del padiglione commerciale permanente dello stile e delle In proposito, sempre nello stesso anno ecologici e tecnologici per le nuove aree cittadine. A. Macaluso, Fonti e percorsi bibliografici, in R.
Acciona, uno spazio di oltre mille innovazioni italiane. (maggio-agosto 1992), Genova partecipò alle Le attenzioni, dunque, tendenzialmente rivolte Dell’Orso (a cura di), EXPO. Da Londra 1851 a
metri quadrati diviso in zone che Shanghai 2010 verso Milano 2015, Milano, 2008,
Al 1985 risale un’altra Esposizione Universale celebrazioni colombiane con un’Esposizione a queste particolari valorizzazioni ambientali
rappresentano la terra, l’acqua pp. 282-289.
in Giappone (a Tsukuba), il cui tema era: Internazionale dal titolo Colombo, la nave e paesaggistiche hanno, tuttavia, sollevato M. C. Maiocchi, L’esposizione universale: modelli
e l’aria. La struttura è stata Dwellings and Surroundings - Science and e il mare, utilizzando l’area del porto, alcuni interrogativi, scaturiti proprio dagli e committenza, in A. Negri (a cura di), Arte e artisti
concepita come una spirale, Technology for Man at Home. L’area venne riqualificata con un progetto dell’architetto eccessi spettacolari o immaginifici ostentati nella modernità, Milano, 2002.
simbolo di trasformazione, prescelta con la finalità di incoraggiare lo Renzo Piano (n. 1937). Siviglia e Genova, da numerosi padiglioni nazionali: architetture Mostre ed esposizioni d’arte, in Arte, Le Garzantine,
e ha vinto la Gold Medal Best sviluppo industriale della zona: l’uso delle dunque, come luoghi storici dell’epopea che, con l’impiego di tecnologie d’avanguardia Milano, 2002.
Pavilion attribuita dal Bureau conquiste tecnologiche più avanzate, ancora colombiana. Tra i 95 padiglioni nazionali o con soluzioni formali o strutturali avveniristiche,
International des Expositions.
una volta denotava lo spirito generale, di rilievo, oscillanti tra celebrazioni etnico- hanno sempre più frequentemente invaso e
condizionando la concezione dei singoli nazionali, soluzioni neorazionaliste o esibizioni caratterizzato le Esposizioni Universali.
padiglioni e la costruzione dei vari servizi tecnologiche, nell’Esposizione di Siviglia il La conflittualità scaturita da queste
(come nel caso della ruota gigante del padiglione giapponese (Tadao Ando, n. 1941) contrapposte tendenze – pur rievocando
“tecnocosmo” o del Jumbo Sony). L’Italia riuscì esemplarmente a coniugare la tradizione stupore, meraviglia o accese contestazioni,
presentò due padiglioni: Casa ambiente e nipponica con la tecnologia contemporanea, come già originariamente avvenuto nei
Scienza e tecnologia per la vita dell’uomo attraverso la realizzazione di un’imponente confronti delle Esposizioni londinese e parigina
(P. Sartogo e N. Grenon per l’allestimento, struttura in legno lasciato a vista, ed eseguita della metà del XIX secolo – dovrà scegliere
M. Bellini, G. Origlia e C. Pedrazzini per con innovative tecniche di lavorazione. Su e valutare verso quale di quelle tendenze
l’architettura). questa linea “tradizione-innovazione” è il orientare lo spirito delle future Esposizioni.
Ancora fuori del continente europeo: padiglione della Finlandia (Juha Jääskeläinen Valutare, insomma, le ragioni di una possibile
l’Esposizione Universale del 1989 tenutasi a e collaboratori). Con maggiori aspirazioni sopravvivenza di tali eventi espositivi,
Brisbane, in Australia. L’allestimento tecnologiche il padiglione britannico e quello rintracciando le modalità attraverso le quali
dell’evento – ideato dallo scenografo John francese o il padiglione del Futuro / padiglione misurarsi con l’irruzione e la velocità delle
Truscott (1936-1993) – servì, di nuovo, come dell’Energia di J. M. Martorel, O. Bohigas, conquiste scientifico-tecnologiche del XXI secolo
pretesto per interventi di ampia dimensione D. Mackay e P. Rice. e con quella rivoluzione informatica che ha
nella città, concentrandosi essenzialmente sul L’Esposizione Universale di Lisbona (1998), già modificato sensibilmente – e sta sempre
restauro di insediamenti edilizi fatiscenti, con inaugurata sul fiume Tago o Mar da Palha, più tras-formando – i vari linguaggi e le
lo scopo di promuovere sviluppi urbanistici aveva come tema prescelto L’oceano, un molteplici modalità comunicative.
di rilievo. Strutture a vela di supporto a grandi patrimonio per il futuro. Tra gli argomenti Alla Esposizione Universale di Milano (2015)
schermi per spettacoli luministici e musicali e le architetture ispirate al rapporto tra il dal tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita,
corredavano gli effetti cromatici ricercati, “mare” come “fonte della vita” e la storia va dunque lasciata l’opportunità di rispondere
come per rendere omaggio ai colori suggeriti dell’uomo, spicca l’Oceanário (Peter a quegli interrogativi per indicare verosimilmente,
dal paesaggio locale. Chermayeff, n. 1936): un edificio contenente con la sua ragione d’essere, i sentieri da
un grande acquario con quattro coperture percorrere per le future Esposizioni Universali,
ad ali “sospese”, isolato nell’acqua e collegato del resto, già in programma.
Le Esposizioni Universali: dal alla terra con una passerella sopraelevata.
“moderno” al “contemporaneo” Il padiglione portoghese con la sua leggera
e bianca “vela/tenda” distesa tra due corpi
Per celebrare la conclusione del XX secolo, di fabbrica (Alvaro Siza, n. 1933) e la stazione
e nel quinto centenario della scoperta d’Oriente (Calatrava), arricchiscono l’offerta
dell’America, nell’aprile del 1992 venne squisitamente architettonica o il virtuosismo
inaugurata l’Esposizione Universale di Siviglia tecnologico dell’Esposizione portoghese.
(ospitata sulla deserta isola della Cartuja sul Il terzo millennio si è aperto con l’Esposizione
fiume Guadalquivir: allestimento generale Universale di Hannover 2000), basata sul
214 dovuto all’architetto Emilio Ambasz [n. 1943] programma Humankind, Nature, Technology, 215

Potrebbero piacerti anche