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Il progetto della bellezza

L'oggetto moderno d'uso ha subito nel tempo svariate trasformazioni: si passa infatti da un oggetto raro e prezioso,
d’impronta aristocratica, a oggetti funzionali e di serie, di matrice borghese. Fu la Francia ad avviare le iniziative più
significative allestendo già nel 1798 le prime mostre dei prodotti delle principali manifatture francesi.
Fu organizzata un Esposizione a Parigi dove oggetti di vario genere (arredi, sete, orologi, arazzi...) furono mostrati al
pubblico generando molto interesse. Fu però I' Inghilterra a cogliere in particolare questa trasformazione dell'oggetto
d'uso (da sacro e unico a merce, in quanto prodotto industriale) che acquisti dunque un valore di mercato.
Cole nel 1849 propose di allestire una mostra internazionale che accolse prodotti di tutto il mondo. Egli conferiva
dignità artistica a tutti i generi di utensili, anche a quello più semplici e banali di uso quotidiano.
Sosteneva anche la nascita di una nuova figura professionale, Art Manifacturer, e allo stesso tempo fu tra i primi ad
assegnare agli oggetti non solo un valore funzionale ma anche artistico e culturale. Questa mostra fu finanziata da
capitali privati e preveda la costruzione di un apposito edificio all'interno del quale i prodotti erano divisi in 4
categorie: materiali grezzi, macchinari e invenzioni meccaniche, manifatture, sculture e arti plastiche. Si parla così di
Great Exhibition dove uno dei concetti chiave è quello dell’internazionalismo. Si inizia anche a parlare di design per cui
l'arte non era tanto associata al concetto di tecnica, utilità e funzionalità ma soprattutto associata alle leggi del
mercato. Stabilito il programma inizia il concorso per la realizzazione dell'edificio. Il quale doveva essere molto ampio,
luminoso e realizzato in tempi assai brevi. Fu Paston a vincere il concorso e a lui fu assegnata la realizzazione
dell'edificio. Era un progettista di serre e sfruttava materiali come vetro e ferro. Aveva in precedenza realizzato una
serra vetrata e costruire questo edificio si ispirò appunto alla serra vetrata, traendo ispirazione dalla natura delle sue
foglie: sostenute da robuste nervature che permettono alla foglia di non cadere in quanto partono dal centro fino a
raggiungere l'estremità della foglia. Si basò sugli stessi principi la costruzione dell'edificio. Per rispettare i tempi molto
ristretti fece ricorso a pezzi standardizzati da realizzare fuori opera e da assemblare in un secondo momento. Tutti
pezzi eseguiti a macchina in vari stabilimenti industriali erano tra loro intercambiabili. Venne così costruito il Crystal
Palace o palazzo di cristallo e la sua importanza non era solo architettonica ma soprattutto era legata alla
standardizzazione, alla rigida programmazione dei tempi, la meccanizzazione della produzione. Era infatti un oggetto
concepito con gli stessi criteri della produzione in serie ma al tempo stesso dotato di grande bellezza e funzionalità.

Great Exhibition : l'esposizione fu inaugurata il 1° maggio 1851 alla presenza della regina Vittoria ed ebbe un successo
strepitoso. Al tempo stesso suscitò dubbi e paure: l'esplicito internazionalismo poteva rappresentare un pericolo
«l'identità britannica, la presenza di tanti stranieri fece temere epidemie di peste e altre malattie, infine il fatto che un
evento così importante avrebbe potuto essere un pretesto per un attentato in quanto all'inaugurazione erano stati
invitati molti personaggi di spicco e di notorietà. La cerimonia si concluse senza problemi. Grande parte della mostra
fu occupata da opere artistiche, arredamenti, tessuti, suppellettili, oggetti soprattutto di produzione artigianale.
L'industria moderna con le sue macchine e utensili occupò uno spazio ridotto. La regina Vittoria registrò giorno a
giorno le sue visite all'interno dell'Esposizione, analizzando settore per settore, nazione a nazione e oggetto per
oggetto. Il rischio era però anche quello di confondersi, di scambiare il kitsch per artisticità, l'imitazione per
raffinatezza. Con questa esposizione si inizia a parlare di oggetto moderno inteso sia come “oggetto di tecnica” e
quindi positivo, sia come “oggetto caratterizzato dal cattivo gusto”. Fu il concetto di gusto a rappresentare per anni
un grosso problema. Furono infatti proprio gli oggetti nuovi a indurre il pubblico a riflettere sull'estetica degli oggetti
stessi e a parlare quindi di stile, gusto e bellezza. La modernità si impose all'Esposizione non tanto alla qualità degli
oggetti esposti, quanto per la loro quantità. Le nuove tecnologie potevano essere accettate ma solo se la loro
ornamentazione creasse una continuità con il passato.
Parlando di oggetto moderno sono tanti gli interrogativi che sorgono: in quale direzione la comunità industriale deve
muoversi e con quali mezzi deve procedere?

La Great Exhibition aveva infatti rivelato la bruttezza dei prodotti industriali che sono stati definiti deprimenti e di
cattivo gusto da molti letterati e artisti. Si inizia a parlare di arte applicata all’industria dove l'uomo non occupa più
una posizione centrale nella produzione.
Questo concetto è stato elaborato fondamentalmente per due motivi:
1. Il fatto che l'industria e il commercio volevano creare prodotti per competere sul mercato
2. Il fatto che artisti e letterati si opponevano al concetto di cattivo gusto e miravano a dare anche agli oggetti
d'uso una certa bellezza che fosse sia strumentale sia funzionale.
Si parla quindi di applicazione dell'arte al prodotto industriale. È da qui che si consolida la definizione di design inteso
come ornamento, decorazione.

L'oggetto fatto a macchina: ciò che con la Great Exhibition si voleva mostrare era la capacità dell'industria di realizzare
oggetti a partire dalle loro parti componenti, standardizzate e intercambiabili, da assemblare poi alla fine del processo
produttivo. Era un procedimento che da tempo era già stato adottato nell’industria bellica ovvero la produzione
standardizzata delle armi. In America, nel Connecticut, infatti sorsero anche fabbriche di fucili in cui i vari pezzi
venivano prodotti separatamente e poi assemblati per ottenere il prodotto finito. Così facendo si poteva eliminare il
costoso lavoro manuale. Tutti questi aspetti furono presenti all‘esposizione sia I gli oggetti mostrati ma anche e
soprattutto nella struttura stessa del Crystal Palace che segnava la nascita di un nuovo paradigma basato sulla
normalizzazione e la fabbricazione separata delle parti. È vero che oggetti creati appositamente e artigianalmente
potevano rappresentare oggetti di maggior valore e conformi alle norme ma è altrettanto vero che i costi non
permettevano loro di essere competitivi. Le presse invece consentivano di produrre in serie gli oggetti (introdotto il
concetto di serialità) e questa serialità riguardava anche gli ornamenti, le decorazioni e tutto ciò che riguarda l'aspetto
estetico ed esteriore dell'oggetto d'uso. Il concetto di macchina è visto da qualcuno come sinonimo di modernità e
progresso, da altri come strumento di oppressione.

Bellezza e funzionalità: a decidere della bellezza degli oggetti è soprattutto la loro funzionalità. Più è funzionale e più è
bello. Il concetto di bellezza si coniuga con quello di verità. Si parla infatti di meccanicismo cosmico I indicare una
concezione del mondo che evidenzia la natura corporea e meccanica di tutti gli enti unita al loro comportamento
motorio di tipo meccanico. Il concetto di verità influenzò molto gli inglesi.
Violet-le-Due sosteneva che per lui la verità era nella costruzione architettonica, una verità rispetto al programma e
rispetto ai metodi costruttivi ovvero nei confronti della funzione e dei materiali impiegati. In Paton (Crystal Palace)
prevale l'utilitarismo e non l’organicismo che invece è ciò che sostiene le-Duc.

Biedermeier: uno stile diffuso in Austria a metà del XIX secolo. Stile spontaneo che riguarda sia il disegno dei mobili sia
oggetti decorativi e pittura. Non è certificata la sua origine: Bieder significa sempliciotto e Meier uno dei cognomi più
comuni in quell'area geografica. Fu un modello abitativo, uno stile di vita proprio del ceto borghese austriaco.
Si dava molta importanza agli interni. Uno stile destinato ad appartamenti di piccole dimensioni in quanto sfruttava al
meglio gli spazi a disposizione e li riempiva con oggetti funzionali ma al tempo tesso pratici, sobri e discreti. Tutti
realizzati in legni locali ed economici, con colori chiari. Simmetrie, ornamentazioni delicate, superfici decorate con
morivi neoclassici. Questo stile si diffuse anche in Germania e nell'area boema.

Shaker: (mobili) nel XIX secolo negli USA erano una setta religiosa nata in Inghilterra e trasferitasi successivamente in
America. Predicava la separazione dal mondo e un ideale di vita semplice, povera ascetica. Gli Shaker fondarono una
fabbrica di sedie caratterizzate dalla semplicità e da un'onesta manifattura. Fu un successo commerciale.
L’arredamento delle case doveva essere semplice, senza aggiunta di elementi superflui. Le sedie erano umili ed
essenziali.

Michael Thonet: ebanista prussiano che sperimentò la tecnica della curvatura del legno fino a creare una fabbrica per
la produzione in serie di sedie e poltroncine. Mise a punto un procedimento che consisteva nell’inumidire a vapore
elementi di legno in modo da renderli elastici e poi sagomarli in stampi metallici che grazie al processo di essiccatura
permettevano di ottenere e dare al legno la forma desiderata e ricercata. Realizzò così sedie dalla struttura lignea
tubolare sottile ed elegante ottenendo un successo strepitoso.

L'oggetto fatto a mano William Morris: rifiutò di andare al Crystal Palace perché riteneva che tutto ciò che era
mostrato fosse brutto. Egli fu designer, organizzatore, propagandista di un'estetica progettuale e di un'ideologia
sociale. Era in netto contrasto con la produzione industriale e per questo insieme ai suoi amici si proclamò operaio
delle belle arti in pittura, incisione, arredamento e ferro battuto. Puntava ad una produzione artigianale e del tutto
manuale. Secondo lui l'importanza dell'arte nella produzione degli oggetti d'uso era fondamentale infatti riteneva che
la produzione industriale e capitalistica non potesse fare altro che produrre oggetti brutti, anche se si trattava di
oggetti prodotti e creati per l’élite. Con Morris si parla quindi di arte applicata ovvero applicare l'arte agli oggetti
utilitari sia per aggiungere ad essi bellezza sia per dare gioia al lavoro umano.

Arts and Crafts Exhibition Society: incaricata di organizzare delle esposizioni e di mettere in contatto i produttori sia
con i consumatori che con gli industriali. Società che diede il nome al movimento delle Arts and Crafts. Tendenza
avvertita nella seconda metà XIX secolo soprattutto in Inghilterra. Netto rifiuto di ogni forma di produzione industriale
e meccanica degli oggetti. Grande importanza invece all'artigianato. Per loro la bellezza doveva essere anche nei
prodotti più semplici, banali e umili e questa bellezza doveva essere assicurata da un progettista artista ovvero il
designer che doveva definirne i caratteri formali e doveva occuparsi della sua realizzazione. Per questo movimento
grande importanza alla manualità e al prodotto artigianale. I principi affermati da questo movimento sono quelli di
semplicità, utilità e democratizzazione dell'arte.
Liberty: a partire dagli anni 70 del XIX secolo. Una tendenza artistica, un modo di arredare gli ambienti, una
rappresentazione del modello storico ovvero della condizione in cui ogni nazione si trovava. Uno stile nervoso,
serpentino, scattante con immagini dinamiche e capricciose. Il Liberty o Art Nouveau (stile floreale) fu un movimento
artistico filosofico del 800-90” che influenzò arti figurative, architettura e arti applicate (disegno industriale, design,
grafica.). Stile ad ampio raggio che abbracciava diversi campi: architettura, decorazione di esteri o interni, gioielli,
mobili, tessuti, utensili.
Questo movimento trae origine dall'ideologia delle Arts and Crafts che aveva posto l'accento sulla libera creazione
dell'artigianato come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti. L'art nouveau a
partire da questi concetti apri la strada al modero design e all'architettura moderna.

 Gran Bretagna: nasce lo stile prendendo spunto da Liberty ovvero magazzini londinesi che esponevano
oggetti d'arte e tessuti.
 Francia: Art Nouveau
 Germania: Jugendstil
 Austria: Sezessionstil
 Spagna: Modernismo catalano
 Italia: Stile floreale
 Usa: Liberty

Il Liberty si sviluppò in modo diverso da nazione a nazione, assume terminologie differenti e peculiarità
differenti.

Gran Bretagna: qui nascono le radici dello stile Liberty quando nel 1875, Liberty fondo a Londra la Liberty & Co,
specializzata nell'importazione di prodotti orientali. Egli non era del tutto contrario alla produzione a macchina dei
pezzi ma nonostante questo decise di raggruppare attorno a sé un gran numero di specialisti e progettisti britannici a
disegnare prodotti artigianali di diverso genere. Inclinazione per forme morbide e curvilinee, ricorso a schemi
geometrici e ortogonali. Forme sobrie e severe ma al tempo stesso ornamenti molto preziosi. Non ebbe grande
successo il Liberty qui e fu definito un gusto formale e corrotto. Dressar è ritenuto il primo disegnatore industriale e
disegnò oggetti d'uso in metallo, vetro o ceramica. Curve sinuose e continue. Più importante è però Macintosh che
progettò una serie di mobili, ambienti e architetture nelle quali segui il naturalismo e storicismo della tradizione
inglese. Modellò i suoi arredi sfruttando figurazioni rettangolari, allungate e verticali.

Belgio e Francia: qui non si parla di vero e proprio Liberty ma di Art Nouveau. Victor Horta fu considerato insieme ai
suoi edifici l'esempio principale di Art Nouveau. Egli adottò il ferro come elemento strutturale. Altro progettista
importante in questo ambito fu Henry Van de Velde (soprattutto nel campo del design). Egli era entrato nel gruppo
LES XX (un gruppo di 30 artisti belgi pittori, designer, scultori, che organizzavano esposizioni annuali e svolsero
un'attività di promozione delle nuove tendenze dell'arte. La voce del gruppo fu la rivista L'Art Moderne e cominciò a
dedicarsi al design e a produrre arredamenti caratterizzati da una maggiore semplicità e sobrietà rispetto a quelli di
Horta. Progettò anche la sua abitazione a Uccle nella quale volle realizzare il principio dell'opera d'arte totale: non
disegnò solo le strutture architettoniche ma anche i mobili e tutte le attrezzature (coltelleria e anche gli abiti che la
moglie avrebbe dovuto indossare). Riprese dal Liberty l'andamento sinuoso e parabolico.

Egli inoltre distingueva tra:


 Ornamentazione: abbellimento applicato all'oggetto;
 Ornamento: scaturisce dal corpo stesso della natura dell'oggetto;

Per molto tempo. Van de Velde lavorò e collaborò con la Maison de l'Art Nouveau aperta a Parigi, un negozio che
grazie al suo successo e notorietà, permise al Liberty di diffondersi e di farsi conoscere anche in Francia con il
nome di Art Nouveau appunto. Qui in Francia nacque anche la tendenza che culminò nel "movimento del manifesto"
(manifesti pubblicitari sempre più elaborati) cui tra i principali esponenti vi è Toulouse-Lautrec. I muri delle
città francesi si riempirono di immagini dinamiche e sinuose, pronte anche a riverberarsi nelle testate dei giornali e
delle riviste, nelle illustrazioni dei libri e sulle insegne dei negozi. A cavallo tra il XIX e il XX secolo maturò l'esperienza
di Guimard (uno dei più rappresentativi progettisti dell'art nouveau francese) a cui venne chiesto di progettare e
disegnare le stazioni della metropolitana parigina. L'impatto del suo design fu talmente dirompente che si arrivò a
parlare di style metro.

Non fu Parigi a rappresentare il centro dell'art nouveau francese bensì una piccola cittadina che era stata la
capitale della Lorena ovvero Nancy. Divenne un centro produttivo nel quale la manifattura di mobili, vetri e ceramiche
aveva acquistato grande importanza soprattutto grazie a Gallé e Majorelle. Majorelle produsse mobili di grande
plasticità rispettando in tutto lo stile Liberty: Gallé aveva studiato filosofia, botanica e disegno.
Progettò vasi in vetro azzurro pallido, sperimentando forme e composizioni chimiche per ottenere pezzi di raffinata
bellezza. Amore per le forme vegetali e amante del simbolismo letterario tanto da incidere nei suoi prodotti i versi di
alcuni letterati. In questi suoi pezzi vi era sempre la sua firma inscritta in un intreccio floreale. Insisteva anche su figure
come quella del ciclamino, della farfalla e della libellula. Venerazione per la natura.

Germania: 3 sono le zone in cui lo stile si diffuso maggiormente: Monaco, Darmstadt, Weimar. Il Liberty si diffonde qui
con il nome di Jugendstil (versione tedesca del Liberty) prendendo spunto dal nome della rivista Jugend di Monaco di
Baviera.

Monaco: questo stile appare nel 1897 con 'Atelier Elvira, uno studio fotografico famoso che rappresenta il nuovo stile.
L'obbiettivo era creare un'arte decorativa, a contare era la precisa intenzionalità estetica, la volontà di dare forma e
immagine a un corpo architettonico altrimenti privo di vita. Qui il l'arte applicata era sostenuta da un sistema
industriale abbastanza robusto.

Weimar: molti laboratori artigianali e piccole manifatture spinsero le autorità a promuovere iniziative volte a elevare il
livello artistico dei prodotti per sostenere la concorrenza. A coordinare tutto fu Vian de Velde (già noto in Germania) il
quale aveva esposto alla mostra della secessione di Monaco uno scrittoio in quercia e ottone che divenne famoso» la
sua struttura curvilinea. Qui a Weimar egli disegnò e progettò molti articoli per fabbriche di ceramiche e lavoratori vari
rimanendo sempre fedele al concetto di bellezza. Egli progettò anche l'edificio della Scuola di arti e mestieri
che aveva il compito di preparare i futuri disegnatori artistici per l'industria. Fu poi chiamato a dirigere la scuola stessa.

Darmstadt: (terzo polo dello Jugendstil tedesco) il granduca d’Assia per promuovere le arti organizzò una mostra
d'arte e a realizzare l'impresa furono chiamati progettisti, tra cui Olbrich e Behrens. Il primo realizzò l'Atelier e molte
ville cercando di usare questo stile in modo semplice e naturale. Il secondo realizzò la sua abitazione (esterni superfici
bianche e scontornature a mattoni, interni caratterizzati da verticalità delle strutture, sagome paraboliche, intrecci
curvilinei...)

Vienna: negli anni tra il XIX e il XX secolo l'impero asburgico visse un arrestabile tramonto, un'enorme disgregazione.
La Secessione Viennese consiste nella creazione di un'associazione di 19 artisti, pittori e architetti, che si staccano
dall'accademia delle belle arti per formare un gruppo autonomo, indipendente e con una sede ovvero il palazzo della
secessione viennese. Questo gruppo di artisti diede quindi vita a un nuovo sodalizio intorno alla rivista “Ver Sacrum"
aperta alle nuove tendenze internazionali.
Ciò che determina questo nuovo stile, definito in Austria come Sezessionstil, è la ricerca di una relazione tra la cultura
artistica e quella progettuale. Prese le distanze dalla ornamentazione e puntò su figurazioni geometriche di sapore
quasi classico, fondate soprattutto su sagome quadrate o circolari, sobrie e razionali, forme libere e capricciose.
L'ideale è dunque quello di un'opera d'arte totale, ovvero la progettazione, decorazione, pittura, tutto in vista di una
fusione completa delle arti. L'obiettivo è quello (come per gli altri movimenti contemporanei sviluppatesi nel resto
dell'Europa e ognuno con il proprio nome) di recuperare la trazione ma utilizzano materiali e tecniche nuove. Il
palazzo della secessione fu progettato da Olbrich e si distinse I i suoi volumi articolati su blocchi squadrati, con grandi
rientranze e sporgenze che riprendono in parte l'ispirazione classica con una decorazione appena accennata. L'artista
che meglio di tutti interpretò lo stile del movimento fu Klimt. L'apice della secessione è però rappresentata dall'opera
di Hoffmann ovvero il palazzo Stoclet, anche se è stato progettato e terminato nel momento di maggior declino del
movimento. Dinamica composizione dei volumi, superfici tinta unita, le geometrie sono caratterizzate da colori scuri.
Anche i mobili interi sono scuri e massicci. Caratteristica peculiare del design di Hoffmann: gli elementi quadrati.
Tendenzialmente questo stile e questi progettisti rifiutano lo stile floreale e prediligono strutture geometriche
elementari come il quadrato o il cerchio.

Spagna: riferimento a Barcellona. Chiamò questo stile "arte Joven" dal nome di una testata di una rivista. Personaggio
di spicco di Gaudi. La sua interpretazione del Liberty fu soggettiva irripetibile. Condivide con il movimento del
modernismo catalano, i presupposti tematici ideologici ma li interpreta in modo del tutto personale. Movimento che
aspira al rinnovamento della cultura, della società e della politica catalana. Si cerca di recuperare e dare forma alla
cultura tradizionale catalana utilizzando però nuove forme architettoniche. Si dà importanza alla ricca borghesia
catalana che voleva modernizzare il paese con riferimenti culturali internazionali.
Italia: visse una stagione breve ma molto intensa. Definito come vero stile floreale. Questo stile trionfo con
l'esposizione di Torino del 1902 in cui furono esposti i progetti di designer provenienti dai maggiori paesi europei, tra
cui oggetti e stampe dei magazzini londinesi di Liberty. Soggetti di spicco furono Quarti (nei suoi mobili c'era grande
attenzione verso la secessione viennese. Uso di legni scuri e grande geometricità delle strutture. Usa però anche un
florealismo decorativo) e Bugatti, che produsse arredi in cui ornamenti di ispirazione moresca e ricavati da diversi
materiali. Pezzi di raffinata sapienza tecnica. Per lui i mobili non occupano solo uno spazio ma lo modellano. Il
Liberty italiano tramontò nel 1906 con l'esposizione di Milano.

Usa: si diffuse come articolazione del movimento inglese delle Arts and Crafts. Importanti furono Sullivan che decorò i
primi due piani dei grandi magazzini a Chicago (emblema della prima architettura moderna americana) e William
Bradley che disegnò manifesti in stile art nouveau. Infine, Tiffany rese popolare il nuovo stile: realizzo vetri di vivace
colorazione e caratterizzati da disegni astratti e fluenti. Vetri del cosiddetto fabrile ossia un impasto ottenuto
esponendo il vetro fuso ai vapori di metalli sublimati. Questi vetri acquistarono talmente tanto fascino che quando
Tiffany cessò questa attività per dedicarsi ai gioielli, essi divennero oggetto di collezione.

Bauhaus: fu una scuola di architettura arte e design che operò a Weimar, a Dessau e a Berlino. Questo termine era
stato ideato da Gropius per indicare la loggia dei muratori. Rappresenta un punto di riferimento fondamentale I tutti i
movimenti di innovazione nel campo del design e dell'architettura legati al razionalismo e al funzionalismo.
Gropius nei principi della produzione del Bauhaus stilò gli obbiettivi del movimento: la forma di ogni oggetto viene
determinata sulla base delle sue funzionalità e del suo condizionamento naturale. Bisogna quindi prima di progettare
un oggetto, indagare sulla sua natura per garantirne il corretto funzionamento. Un oggetto d'uso deve essere
conforme alle sue finalità, deve essere bello, durevole ed economico. La bellezza delle cose insieme alla funzione era
l'obbiettivo principale del design. Non dovevano esserci particolari abbellimenti, non colori particolari ma semplici. La
bellezza delle cose doveva scaturire dalla loro autentica natura. La bellezza deve essere quindi progettata
consapevolmente. A Dessau ci si chiese come poter produrre in serie oggetti che mantengano comunque una certa
bellezza. Gropius nel 1928 si dismise dal Bauhaus per dedicarsi all'attività di architetto. Meyer divenne così direttore
del Bauhaus di Dessau. Abbandonò ogni ricerca legata alla produzione di oggetti rari, di serie e di lusso per puntare a
creare un legame con l'industria e a puntare a una produzione seriale di massa. Le officine sperimentavano e
realizzavano gli oggetti, il design si limitava a rispondere a esigenze strettamente funzionali. Questo però andava
contro l'ideologia del Bauhaus quindi Meyer fu costretto a dimettersi e gli succedette Van der Robe. Una volta
trasferito a Berlino il Bauhaus inizio il suo declino.

Streamlining: nell' esposizione di Parigi di 1925 gli Usa erano assenti. Il governo inviò solo un gruppo di osservatori
con l'incarico di fare una relazione. È in questi anni che iniziò a svilupparsi uno stile tutto americano che venne
chiamato Streamlining in quanto la tendenza era quella di dare ad ogni macchina e ad ogni oggetto una forma filante
e aerodinamica. Il movimento di progettazione più significativo nella cultura tecnica degli Usa. È uno stile di modernità
e si affermò soprattutto nel settore dei trasporti (motori aerei, ferroviari, nautici e automobilistici). Grande contributo
del design moderno. Lo streamlining fu inizialmente usato per migliorare le prestazioni di aerei, macchine, locomotive.
Negli anni 30 poi, molti progettisti lo usarono più a ragioni funzionali ovvero per rendere gli oggetti più attraenti, dalle
forme più eleganti che catturassero maggiormente l'attenzione del consumatore. Con la crisi della borsa di Wall Street
i produttori americani preferirono migliorare o riprogettare i prodotti già esistenti in modo da farli sembrare nuovi.
Si è infatti spesso sostenuto che questo stile fosse una risposta da parte dell'industria alla crisi del 2009, si affermò che
esso fu uno styling destinato a rendere meglio vendibili dei prodotti che in realtà erano scadenti. La spettacolarità e la
comunicazione costituirono le premesse culturali di questa tendenza.
Teague progettò il Bluebird (apparecchio radio dalla sagoma essenziale e innovativa dal colore azzurro).
Geddes invece aveva progetti talmente ambiziosi che sembravano ed erano spesso irrealizzabili. Voleva per esempio
progettare un treno che in un certo senso anticipò l'attuale IGV. Il più geniale e pragmatico esponente di questa
tendenza fu Loewy: progettò treni, auto, autobus, yacht, frigoriferi. con questa tendenza si passa da una semplice
concezione di design al vero design industriale.

International Style: organizzata nel 1932 nel museo di arte moderna di NY una mostra intitolata “The International
Style". Mostra che presento per lo più oggetti per l'arredamento. Espressione per indicare i rinnovamenti dei caratteri
architettonici, della progettazione e dei principi dell'architettura. Alcuni caratteri primari di natura strutturale:
scomparsa dei massicci volumi, proponeva esilità, levità, trasparenza, modularità e sobrietà. Tutte queste espressioni
sfociano nel Movimento Moderno. Il fulcro del movimento di è manifestato nei CIAM (congresso internazionale di
architettura moderna nati dal bisogno di promuovere un'architettura e un 'urbanistica funzionali).
Qui nel 1928 i principali architetti europei parlarono della casa (nodo cruciale dell'edilizia che avrebbe dovuto
realizzarsi attraverso 'industrializzazione e la standardizzazione dei materiali e dei procedimenti).
Nel 1933 il Ciam spostò la sua attenzione sull'urbanisti. Affrontati, esposti e progettati oggetti di vario genere, dalle
cucine, alle poltrone, tipo quella disegnata da Van der Rohe, una poltrona di altissimo costo ma tuttavia scomoda.
Altro esempio può essere la veranda progettata da Alvar Alto che presentò all'esposizione di Parigi del 1937.
Arredamento chiaro e leggero, la lice filtra e la vegetazione si rispecchia. Interamente in lamina di legno curvato.
La sedia si impose come icona della modernità e materiali come il metallo e il legno furono figura stessa della
Modernità. Negli anni o in Italia i settori di punta della modernità furono il cinema, l'architettura e il design, tutti
setton legati alla fruizione di massa. Nel :928 nacquero due riviste di architettura e design: "Domus" e “La casa bella”.
Ci fu tra le due riviste una differenza di atteggiamento nei confronti della standardizzazione industriale delle
componenti di architettura e di arredo: Casabella (cambiò diverse volte il nome ma si è sempre occupata di
architettura razionalista) concepita la casa e l'ufficio come un sistema fortemente integrato nei quali i mobili
dovevano costruire un continuum funzionale omogeneo; Domus (nata come organo divulgativo legato allo
stile della casa e dell'arredamento) faceva dell'arredamento un 'aggregazione di episodi isolati dove i mobili
risaltavano per il loro carattere stilistico individuale. La prima insisteva sulle abitazioni di carattere economico e
sull'organizzazione dei luoghi di lavoro, la seconda seguiva con maggiore attenzione gli sviluppi dei modelli abitativi
borghesi. Si inizia a parlare di rapporto tra design e industria soprattutto nel settore dei nuovi materiali l'arredamento.

Triennali di Milano: avevano sostituito quelle di Monza. Si sono trasferite nel palazzo dell'arte realizzato da Giovanni
Murio. La triennale è un 'istituzione culturale internazionale che produce mostre, convegni ed eventi legati all'arte, al
design, alla moda, all'architettura, al cinema, comunicazione e società. Organizza mostre di grande visibilità in quanto
sono dedicate ad artisti, designer. sia nazionali sia internazionali.
L'oggetto tecnico moderno inizio a imporsi non soltanto nelle case ma anche e soprattutto nei luoghi di
lavoro, sia negli uffici stessi sia nelle fabbriche. Il caso della Olivetti è esemplare. Per esempio, Nizzoli disegno la
calcolatrice Summa che fu esposta alla VII triennale di Milano. Adriano Olivetti riprende molto dal Bauhaus. La bellezza
dei loro oggetti era legata alla loro realtà tecnica, alla loro funzionalità e soprattutto al contesto nel quale essi
venivano impiegati. Per esempio, nel settore dei trasporti toccò alle automobili il compito di rappresentare questa
nuova bellezza e ciò riguardo I esempio il disegno della carrozzeria, quello dell'abitacolo o del cruscotto. Nel settore
dell'aeronautica fu l'immagine aerodinamica a imporsi; in campo ferroviario invece Giuseppe Pagano si limitò ad
accentuare la sagoma filante dell'ETR200, il primo elettrotreno italiano. In Italia come abbiamo detto uno dei temi
cruciali era la questione dell'abitazione. In seguito alla guerra non erano tante le case ad essere state distrutte ma
quello che premeva non era tanto la ricostruzione quanto il fatto di indicare nuovi modelli abitativi.
Nel 1947 ci fu l'VIII triennale di Milano dedicata alla ricostruzione con la quale si puntava ad una società di
massa e si diede molto risalto a oggetti di serie prodotti dall'industria. Questa Triennale propose la costruzione di un
intero quartiere economico e residenziale a Milano il QT8. Sia la sua concezione architettonica sia i suoi interni e arredi
erano ispirati al razionalismo italiano, ai criteri di igiene, funzionalità e decoro.

Razionalismo: corrente architettonica che si è sviluppata negli anni 30-40 del IX secolo in collegamento con il
Movimento Moderno internazionale, seguendo i principi del funzionalismo. Si paria, dunque, di equità sociale che
imponeva nozioni quali serialità, economia, riproducibilità illimitata. Nel 1945 apparvero i primi esemplare della Vespa
che montava un motorino d'avviamento per aerei di cui la fabbrica aveva ancora parecchie scorte ed era realizzata sul
modello di una specie di monopattino pieghevole, “Motor”. Lo schema progettuale prevedeva grande semplicità sia =
quanto riguarda la carrozzeria, sia I il motore posteriore che era coperto, sia I la possibilità di guidarla stando seduti e
soprattutto la sagoma aerodinamica. Tutto ciò portò la Vespa ad ottenere un enorme popolarità. Anche la Lambretta
sempre un tipo di motorino ebbe grande successo. Entrambe avvicinarono gli italiani a una realtà industriale di massa.
Fu poi organizzata dalla Fiera Campionaria di Milano, una mostra dedicata all'Arte ed estetica industriale
con la quale si sottolineò il valore del prodotto industriale inteso in tutte le sue implicazioni, dalla progettazione
tecnica dell'oggetto fino alla sua realizzazione e alle modalità pubblicitarie utilizzare per distenderlo.
Fu con l'avvento delle Fiat 600 e Fiat 5oo che si inizia a parlare di utilitarie, appellativo che va a sottolineare la loro
funzionalità assoluta e minimale. Allo stesso tempo la loro diffusione di massa attribuisce loro un valore
estetico. Si inizia così a parlare di DISEGNO INDUSTRIALE ovvero l'uso di arti applicate e di scienze applicate I
migliorare l'estetica, l'ergonomia, la funzionalità e 'usabilità di un determinato prodotto. Il ruolo è quindi quello di
sviluppare e concretizzare soluzioni = problemi di forma, usabilità, ergonomia, marketing, sviluppo del brand e
vendite. Questo significato di progettazione è spesso definito come Industrial Design (design - progetto o disegno).
Il concetto di Design ha un significato molto più ampio e comprende anche il rapporto tra prodotto e il suo
utilizzatore. l'intero progetto di un prodotto compreso il suo ciclo di vita. Il design di un prodotto è quindi il risultato
dell'analisi di tutte le caratteristiche progettuali che definiscono il prodotto stesso. Il design di un oggetto, quindi,
racchiude in sé un elevato insieme di studi come l'ergonomia (scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi di
un sistema e la funzione per cui vengono progettati). L'usabilità, la produzione, i costi, la scelta dei materiali.
Si inizia così a parlare di un'economia fondata sulla produzione e sul consumo di massa. La X Triennale di
Milano ospitò il Congresso Internazionale dell'industrial Design e questa rassegna insistette sull'arredamento e
sull'architettura estesa all'urbanistica. Si affronta qui la questione del design, ormai divenuto disegno industriale. Da
qui il problema del rapporto tra industria e design. Il design industriale divenne una vera e propria disciplina e
professione. Non si voleva né fare del designer un semplice artista (portatore solo di valori estetici) ma al tempo
stesso non si voleva fare del design una semplice strategia di marketing. Ma Bill disse che il design deve occuparsi sia
di oggetti utili ma allo stesso tempo questi oggetti devono essere di assoluta bellezza. La natura dell'oggetto d'uso si è
quindi trasformata in prodotto industriale e in bene di consumo di massa.
È nel 3956 con la nascita della fondazione Adi (associazione I il disegno industriale) che si ha il definitivo distacco tra
design e architettura. Associazione che riunisce attorno al tema del design italiano internazionali progettisti, imprese,
critici, ricercatori. con lo scopo di promuovere, valorizzare e difendere il design italiano e internazionale. L'industrial
designer non sarà più necessariamente un architetto ma dovrà avere una preparazione culturale specifica.
Il più significativo evento culturale nel campo del design del XX secolo fu quello della scuola di Ulma, una
scuola di progettazione grafica e di disegno industriale. L'obiettivo era quello di dare n carattere scientifico
e accademico alla professione di progettista e architetto.
Inizialmente fu diretta da Max Bill, architetto e grafico che prese spunto dallo spirito del Bauhaus e del
funzionalismo. Sosteneva infatti il primato della forma dell'oggetto, mentre era contrario al concetto di
styling in quanto vedeva nello Stremlining il sostituto e rappresentate del vecchio ornamento. Secondo lui le forme
dovevano essere belle, oneste, stabili e non soggette alle oscillazioni del mercato. La direzione passò poi a Maldonado
il cui obbiettivo non era più sviluppare un'impostazione plastico-formalista ma linguistico-informativa. La scuola di
Ulma, infatti, oltre a curare l'aspetto tecnico-scientifico del disegno, svolse ricerca nel campo della comunicazione
visuale e scritta. La scuola ripropose la conciliazione di forma e prodotto di Bauhaus arrivando a coinvolgere anche la
Corporate Image operare coordinando il disegno del prodotto con l'immagine dell'azienda). In questa fase la scuola
fondò l'insegnamento sulla metodologia del progetto strutturata secondo principi scientifici. Si parla quindi di learning
by doing (imparare facendo). Nel 195: a Londra il Festival of Britain (esposizione nazionale il cui tentativo era quello di
dare ai cittadini britannici la certezza della ricostruzione abbinata all'idea di ricostruire delle città più moderne ed
efficienti. Era infatti appena terminata la Seconda guerra mondiale che intese ricordare il centenario della Great
Exhibition. Si inizia a pensare che anche le produzioni di massa potessero avere con sé qualità tecnica ed
estetica elevata. Fu la Braun una delle prime industrie a sostenere questa affermazione, la quale istituì un
proprio dipartimento mil disegno industriale e si affidò a designer di spicco e fama mondiale. La sua produzione rivela
modernità grazie all'uso dei nuovi materiali.
Esempi di creazioni furono:
 Transistor I° (radio portatile)
 KMga" (un elettrodomestico polifunzionale, tritacarne,frullatore,miscelatore ).

Si inizia così a parlare di stile Braun caratterizzato da rigoroso funzionalismo.


In Francia invece l'apparizione della Citroen DS rappresenta una vera e propria innovazione: incremento
delle superfici vetrate, separazione del tettuccio dalla carrozzeria, posizioni rientrate dei far... (la DS
divenne La dea").
La XI Triennale di Milano concentrò la sua attenzione sull'architettura. In Italia in questo periodo crebbero
le esportazioni dei prodotti, aumentò la mano d'opera occupata dall'industria, aumentò il prodotto
industriale. Tutti questi cambiamenti però accentuarono gli squilibri geografici e sociali tra nord e sud e tra
città e campagne. Esempio fondamentale fu Olivetti: chiamò a collaborare con lui intellettuali di diversa
progettare macchine I scrivere e calcolatrici. Nizzoli l'esempio progettò la Divisumm innovativa da ricevere il Premio
Kaufmann per il design (premio assegnato ai prodotti maggiormente innovativi dell'anno).
Materiale innovativo fu anche la plastica. Una materia inerte, amorfa, indecifrabile che sostituì i materiali naturali e la
prima azienda che si rese conto delle possibilità offerte dalle materie plastiche fu la Kartell che progetto il secchio in
polietilene (secchio casalingo) che ottenne il premio Compasso D'Oro (il più antico e autorevole premio mondiale di
design per mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano).
Olivetti e Kartell sono due esempi di grande utilizzo del design italiano. Per quanto riguarda le cucine invece si affermò
l'idea dei mobili componibili. I modelli sperimentati negli USA costituì un preciso punto di riferimento e infatti all'inizio
si parlò di cucine all'americana. Questi modelli furono poi ovviamente reinterpretati. Nel settore dell'illuminazione
invece furono progettate le prime lampadine fluorescenti racchiuse nell'apparecchiatura "Tubino" che immersero gli
ambienti domestici in una luminosità fredda e pervasiva.

Susanlanger: il design è in grado di conciliare la funzione presentativa (propria dell'arte) con quella rappresentativa
(propria dell'oggetto tecnico). L'oggetto prodotto dal design è sé stesso e al tempo stesso è rappresentazione di sé
stesso.
Maldonado distinse 3 fasi nell'evoluzione della figura del designer:
1. era costruttore, inventore e progettista
2. era artista
3. nel terzo periodo il designer sarà coordinatore.

Design: termine inglese utilizzato in italiano come sinonimo di progettazione (attività alla base della costruzione e
realizzazione di un oggetto complesso) e di disegno industriale (progettazione in vista di una futura produzione
industriale).

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