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Natura;
Individualismo, il potere dell’uomo che sta nella natura, che costruisce la
sua casa nella natura. C’è una volontà di prendere forza in questa natura e
poterla dominare da vero americano. Perché siamo in questo paese che tra
il rapporto natura e individuo mette un sistema politico, che è la
democrazia: siamo tutti uguali, possiamo tutti raggiungere una posizione
dominante e lo facciamo attraverso la nostra forza, attraverso il nostro
rapporto con la natura.
HOLABIRD&ROCHE
Vogliono codificare uno standard, grattacielo tipo: fonde la ricerca strutturalista
di Jenney con la ricerca tipologica del grattacielo “colonna” di Post. Riducono la
tipologia del grattacielo alla sua vocazione primaria: apparire alla città come puro
segno, prodotto di rapporti economici e di oggettive trasformazioni produttive e
sociali, al quale l’architettura rinuncia a sovrapporre messaggi soggettivi.
DANIEL BURNHAM, che era protagonista del tentativo della White city, a NY è un
architetto importante soprattutto anche perché aveva capito del suo fallimento.
Iniziamo ad entrare nel gruppo di protagonisti di questa storia, cioè coloro che
volevano assolutamente creare un’architettura americana. Il primo fra questi è
Henry Hobson Richardson interpreta un angoscioso rapporto con la storia, teso
a esaltare nelle forme urbane lo “spirito dell’era commerciale” “romanesque
architecture”: Interpreta liberamente (individualismo americano, democrazia) il
Romanico Europeo, superando il rigorismo classicista. I complessi temi della città
non possono essere risolti con soluzioni pre formate ma solo affrontati da un
linguaggio continuamente rinnovabile, elastico, non codificabile, il quale si articola
nelle libere aggregazioni volumetriche neo romaniche. La sintassi richardsoniana
permette un’interpretazione organica delle nuove tipologie.
Aspirazione ad esprimere la preminenza dei valori individuali, ad esaltarne l’epica
lotta soggettiva contro le contrattizioni della società. Una lotta che si manifesta
nella volontà di forma, espressa dagli oggetti architettonici orgogliosamente
contrapposti al caos urbano che li accoglie. La formazione avviene nelle Beaux
Arts Parigi traduce gli insegnamenti in conquista naturale.
edificio deve avere, dall’altra parte vuole fare un po’ di questa manifestazione di
potenza, come la torretta che viene portata in alto, e da una altra parte ha anche
dei meccanismi per stupirci un po’, per sorprenderci, come questi tre grandi archi
con il loggiato.
La grande forza che può avere l’edificio dall’esterno si confonde con il
dettagliato, raffinato lavoro e la scelta dei materiali che, soprattutto accade con
Sullivan, può essere realizzato all’interno (preziosità nella volta dell’auditorium).
Edificio della borsa è stato distrutto negli anni ’50, di cui solamente un pezzo è
stato ricostruito: la porta, ricostruita davanti all’Art Institute di Chicago. Edificio
per uffici, basamento, sviluppo in altezza e cornice.
Di nuovo il grande arco che si appoggia direttamente a terra, di nuovo quel
fogliame che gli sta intorno, i due tondi e poi la chiusura. Una figura precisa e
perfetta.
“Le condizioni pratiche, in senso lato, sono queste: occorre in primo luogo un
piano sotterraneo che contenga le caldaie, l'impianto di forza motrice, di
riscaldamento e di illuminazione; secondo, il pianterreno destinato a negozi,
banche e ad altri esercizi per i quali necessitano vaste aree, ampi spazi,
luminosità diffusa e ingresso agevolmente praticabile; terzo, un secondo piano
facilmente raggiungibile per mezzo di scale, di solito con grandi suddivisioni,
ricco per spazio strutturale, per larghe superfici vitree e per ampie aperture
esterne; quarto, un numero imprecisato di piani al di sopra di questo, costituiti
da uffici sovrapposti, una fila sopra l'altra, ogni ufficio uguale a tutti gli altri,
ciascuno simile ad una cella di alveare, un puro e semplice scompartimento; da
ultimo,in cima, uno spazio, o un piano, di natura puramente fisiologica rispetto
alla vita e all'utilità della struttura: l'attico. In esso il sistema circolatorio si
conclude e compie il suo imponente giro ascensionale e discendente”.
Louis Henry Sullivan, L.P. Smith, Bayard Building, New York, 1897-99:
Basamento, numero indefinito di piani, archetto in alto con addirittura degli angeli
scolpiti che sono quelli della cattedrale di Notre Dame.
Dopo il 900 la sua ricerca si sposta fuori da Chicago, opera nelle città di periferia.
Il rapporto con il Loop di Chicago è spezzato. Fase finale, ormai questa forza
dell’ornamento è andata a finire in una vicenda tutta sua che è quella della
necessità di essere architetto che disegna ornamenti che ormai non capisce
nessuno. Interni meravigliosi, molto ricchi e molto eleganti: geometria purissima
con decorazioni.
Per finire, poi, c’è il suo racconto contro Chicago del 1901. C’è sempre una vena
antiurbana in tutti gli architetti citati sin ora, fino a Wright. Sullivan, dopo essere
andato altrove, non rinuncierà a tornare a Chicago quando negli anni ’20, in pieno
clima di modernità europea, fa questo edificio:
Louis Henry Sullivan, William P. Krause Music Store, Chicago, 1922:
Un negozio di musica, magazzino sotto, piano di abitazioni. Una perfetta partitura
tutta geometrica più in alto, in basso per esporre pianoforti ecc. A questo punto fa
un prolungamento, per la volontà di tessere il coronamento diventa quasi una
nota musicale messa su un pentagramma.
Wright si affaccia al ‘900 a 40 anni., rispetto agli architetti americani che avevano
successo a 20 anni.
Oak Park luogo lontano dal centro di Chicago immerso nella natura, scenografia
spettacolare della sua formazione. Stesso luogo dove sposa con Catherine Tobin
e in cui ha incominciato ad esprimere sé stesso attraverso la sua stessa
architettura.
In questo luogo troviamo non solo la sua casa e studio ma anche tutta quella serie
di ville che si chiamano “the praire houses”, cioè “le case della prateria”, su
cui Wright cominciò la sua prima fortuna.
Oak Park è un luogo in cui la nuova borghesia americana dei primi anni del ‘900
aveva bisogno di esprime un’identità particolare: un’identità che era fondata
sull’America prima di tutto, su tutto ciò che ruota attorno alla bandiera americana,
ma con un elemento in più: la natura, il voler abitare nella natura, il voler avere
un’architettura che fosse in mezzo ai boschi.
Wright antitesi accademismo delle belle arti, ogni materiale antieuropeo è nel suo
repertorio:capanne indiane o monumenti maya, radici del pionerismo o
all’universo precolombiano
Larghi tetti sottolineano la linea orizzontale che alludono al motivo della capanna
protettrice.
Integrazione tra arte ed industria: non è inteso come tipologia seriale, ma come
invenzione di attrezzature tecnologiche ( riscaldamento, illuminazione…)
È antiurbano:
è antiurbano: larkin building è un fortalizio verso la città
Frank Lloyd Wright, Home and Studio, Oak Park, Illinois, 1889:
Residenza e studio dell’architetto, oggi museo, che quando venne costruita, il
sobborgo era praticamente vuoto. La facciata presenta un grande timpano
triangolare, un grande tetto che si abbassa, che quasi si schiaccia su questo
territorio naturale, pieno anche dei suoi colori (alberi e la natura) che sembrano
quasi architettura.
Ha un ingresso definito dal muro di mattoni che ha una cornice in alto finale in
pietra bianca, più chiara. Sono presenti delle colonne decorative che non hanno
alcuna assonanza con altri storicismi europei sono un apparato figurativo che non
abbiamo visto da nessun altra parte; qui che si esprime il genio.
Wright ha abbandonato quel decorativismo sopraffino di Sullivan ma poco
aderente alle esigenze del momento.
Esprimere una forza dell’architettura volumetrica, strutturale, materica, ma
sempre con la necessità di dare un linguaggio personale soprattutto nella pianta.
Abolisce i muri interni, lavorando sui muri perimetrali. Fa delle piante sembrano
quasi delle cose prese da absidi di chiese gotiche e romaniche che vengono
allungati e strappati, alcuni transetti che diventano delle biblioteche e luogo in cui
le piante si compenetrano volume dopo volume, si cercano quasi, un volume
dedicato alla sala giochi, un volume dedicato al soggiorno, lo spazio notte un po’
separato. Però le piante, e quindi l’artificio del disegno, rispetta perfettamente la
natura: Addirittura quando il corridoio incontra un albero secolare li presente, lo
tiene in ricordo. E’ dunque una pianta che non vuole assolutamente disturbare ciò
che la natura ha già disegnato e si sta adeguando, anche dal punto di vista del
disegno.
Ad esempio, guardiamo la biblioteca ottagonale. L’elemento geometrico va a
finire più avanti, si accede con un corridoio e c’è uno spazio completamente
nuovo, aperto all’esterno, geometrico, perfetto.
Materiali tradizionali: mattone, legno e la pietra. Nulla di complicato dal
punto di vista strutturale, tutte case ad un piano, massimo due.
Allora Wright usa materiali tradizionali, quasi come se lavorasse a tutto con questi
materiali per renderli moderni, perché hanno bisogno di questo tema della
macchina che in quel momento cominciava ad occupare il territorio americano.
Interno il tema della geometria diventa in sezione grandi spazi.
La grande stanza è il centro della casa, è lo spazio giochi per i bambini. La
famiglia è fondamentale. E’ presente il camino, per il raccoglimento intorno al
focolare domestico. E’ uno spazio con una struttura semplicissima, i materiali
sono legno, mattone e pietra. Molto legno, con colori naturali (soprattutto
l’autunno). E’ presente il rossiccio che poi ritroveremo nel Guggenheim Museum).
Grandi aperture con vetri che a volte sono decorati con motivi geometrici: quelle
piombature semplici e geometriche che faranno la fortuna di Wright. Questo è il
suo spazio, uno spazio nuovissimo, non c’è nessuna indulgenza verso qualcosa
che abbiamo già sentito, uno spazio nuovo, naturale, domestico per eccellenza
perché anche gli interni vengono precisamente e perfettamente disegnati
dall’architetto. Interni difficilmente spostabili. Ogni misura di uno spazio interno è
fatta per accogliere il suo ambiente.
Sembra una necessità e volontà di abbassare la dimensione dello spazio, come se
fosse tutto a misura d’uomo, grazie a un particolare notevolissimo presente in
ogni interno Wrightiano, cioè la linea orizzontale fortemente marcata con un
colore più scuro rispetto al colore pastello, più tenue e più leggero, delle pareti.
L’esito di tutto questo lavoro, di questa “lotta” che l’architetto ha nei confronti del
committente, e’ questo risultato finale:
House for Ladies Home Journal, 1901
Sulla rivista dedicata alle signore della borghesia, che potevano avere una
disponibilità economica notevole, esce una rappresentazione di una casa della
prateria, o meglio, nelle due pagine:
Nel 1901 presenta alle famiglie americane una bella casa americana, che costa
poco, con tanto spazio a disposizione; perfettamente corrispondente alle esigenze
di una società che in quel momento sta crescendo, vuole spazio, vuole la sua
privacy domestica e vuole spendere poco.
Wright crea la sua fortuna con questo stile: “Praire Style”, lo stile della prateria:
fa abitare gli americani laddove questi volevano: una casa dei pionieri che si può
abitare.
Wright si esprime con una teoria:“Per la causa dell’architettura”, sono 6 punti:
1. Semplicità e Quiete sono le qualità che danno la misura del vero valore di
qualsiasi opera d’arte;
2. Dovrebbero esserci tanti tipi (stili) di case quanti sono i tipi (stili) di persone ,
e tante differenziazioni quanti sono i differenti individui. Un uomo che ha
personalità (e quale l’ uomo non l’ha?) ha diritto di esprimerla nel proprio
ambiente;
3. Un edificio deve dare l’impressione di crescere senza sforzo dal luogo,
essere modellato in modo da armonizzare con l’ambiente, se la Natura vi si
manifesta; in caso contrario cercate di renderlo altrettanto quieto,
essenziale e organico, come sarebbe se la Natura si fosse trovata in
circostanze favorevoli;
4. I colori esigono lo stesso processo di stilizzazione per renderli adatti a
convivere con forme naturali, perciò cercate nei boschi e nei campi le
combinazioni dei colori.
5. Mettete in risalto la natura dei materiali, rendete il vostro progetto
intimamente partecipe della loro natura.
6. Una casa con un suo carattere ha buona probabilità di crescere di valore
mentre invecchia, mentre una casa di gusto corrente, qualunque esso sia, è
presto fuori moda, stantia, né dà più alcun profitto.
E allora qui iniziamo con la stagione delle Praire Houses, case in cui si raccontava:
difficile trovare l’ingresso, non c’è l’ingresso in facciata come la Winslow house,
quasi senza portici. Bisognava entrare in modo un po’ labirintico, dalla natura.
Nell’entrare siamo accompagnati da muri in mattoni che diventano sempre più alti
fino a conservare e preservare la privacy domestica.
Guardando i disegni di queste case notiamo notiamo che sono rappresentate
come abitazioni già vissute, in cui la natura ha già fatto il suo corso. C’è sempre in
primo piano in queste prospettive l’albero, il fogliame. Addirittura le piante che
sono già cresciute sul balcone. Questo è importante, è straordinario perché è “la
casa dentro la natura”. E’ il modo con cui Wright presentava il suo lavoro. E’
come se abolisce tutta la concezione piana, sezione, prospettive ecc... fredde e
rapide, come si fanno in termini esecutivi.
schiaccia il tutto.
Sotto il tetto c’è la zona notte, tetto molto aggettante in modo che la pioggia non
caschi dentro le finestre e quindi protegge tutta la zona notte; e poi quella zona
giorno e soggiorno è protetta dall’esterno da una sorta di struttura quasi a
labirinto. Sotto il tetto ci sono ampie finestrature.
L’ingresso è, come abbiamo già detto, nascosto. Ci arriviamo da dentro; un
corridoio di mattoni che ci porta all’arco d’ingresso. Arco d’ingresso e arco del
camino sono i due elementi, esterni e interni, che ci raccontano la casa, la forza
che deve avere ogni casa della prateria. Davanti al camino si svolge la vita
domestica e nell’arco d’ingresso c’è il suo rapporto con l’esterno.
Nel 1909 diviene l’architetto più importante di Chicago, grande fama, famiglia
numerosa, grandi collaboratori intorno, tra cui il figlio, molti incarichi professionali
nello studio.
I due tornano negli Stati Uniti, ma si devono allontanare da Chicago che li aveva
condannati entrambi e trovano un luogo, non molto lontano, dove Wright
costruisce una casa per la sua nuova compagna, a Taliesin, Spring Green,
Wisconin, 1911.
Un giorno, uno dei domestici, appiccò il fuoco alla casa e uccise la compagna.
Tragedia dalla quale Wright non si riprese mai.
Siamo negli anni ’20 e finisce anche qui questa ulteriore stagione.
Wright, da solo, cerca sempre un luogo dove ricreare quell’atmosfera che
assomigli alla sua prateria.
Più avanti ci sarà tutta la sua carriera e la sua vita. Continua a elaborare progetti
che sembrano dischi volanti, che hanno forme arrotondate.