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di Mauro Corsetti
Questo breve articolo intende offrire una breve, e non esaustiva, cronologia
delle esperienze del Ventesimo secolo, sul tema della “Casa del Futuro”, al
fine di valutare i singoli contributi dei progettisti in materia, del ruolo
dell’industria nello sviluppo di materiali, tecnologie e prodotti e degli spunti
creativi che il cinema ha collaborato ad alimentare.
Alla IV Triennale di Monza del 1930 Giò Ponti invita il Gruppo 7, un gruppo di
giovani architetti, tra cui figuravano i nomi di Figini, Pollini, Libera e Terragni,
che sostengono il Razionalismo e la modernità su ispirazione lecorbusieriana.
Il tema della mostra è "La villa moderna" ed i partecipanti sono invitati a
presentare abitazioni modello da costruirsi nel parco della Villa Reale.
L'idea di riproporre la casa elettrica piace a Giò Ponti, che approva il progetto,
ed alla società elettrica Edison, che decide di finanziarlo.
La casa elettrica della IV Triennale di Monza si configura come una villa, una
casa di campagna e non si propone come un padiglione pubblicitario.
Il nome del progetto deriva dalla sintesi delle due parole “Dinamismo” ed
“Efficienza”, proprio ad evidenziare la componente innovativa dell’operazione.
Negli anni 1938-40, Buckminster Fuller continua nelle sue ricerche sulla
prefabbricazione delle componenti edilizie, brevettando un bagno
industrializzato, realizzato in metallo e, nel 1945, con il finanziamento di
un’industria aeronautica statunitense, riesce a sviluppare un nuovo prototipo
della della Dymaxion House, nota con il nome di Wichita House.
Anche in questo caso si tratta di una serie di blocchi attrezzati intorno ad un
asse centrale che contiene gli impianti, ma, a differenza del vecchio modello,
la casa è di forma cilindrica con cupola, del diametro 12 m e dal peso
complessivo di circa 3 T. La struttura è ad ombrello, in metallo rivestita in
alluminio e le finestrature in plexiglass corrono lungo la circonferenza.
Nel 1933 i fratelli Keck presentano la Tomorrow House alla Fiera di Chicago.
Questa nasce dalla volontà di reagire al clima generato dalla crisi della
Grande Depressione del 1929 e propone l’immagine ottimistica di un futuro
radioso.
Per la prima volta nella storia si realizza un progetto di casa tutta in vetro, in
cui, tra l’altro, la componente tecnologica assume un ruolo predominante,
attraverso l’uso di sistemi di climatizzazione, nonché di apparati per il
controllo dell’umidità e della polvere.
Negli anni della seconda guerra mondiale, le previsioni sul futuro si fanno
difficili ed anche la ricerca architettonica, per motivi sia economici che sociali,
subisce bruschi rallentamenti, ma nel Dopoguerra, già agli inizi degli anni ‘50
si cerca di reinventare l’architettura per la rinascita.
Nel 1956 Alison e Peter Smithson presentano alla Daily Mail Ideal Home
Exhibition il prototipo di casa del futuro, composta da componenti
prefabbricati tridimensionali, realizzata con materiali nuovi, anche plastici, e
fortemente influenzata dalle teorie di Buckminster Fuller.
Anche la mentalità in quegli anni va mutando, la rivoluzione culturale avanza
ed i giovani sentono la necessità di ribellarsi al passato.
Le proposte dei giovani progettisti del periodo riflettono il nuovo “style of life”
basato su una maggiore libertà dal conformismo, dal nomadismo e dalla vita
in che si stacchi dalle convenzioni dei padri.
Nel 1966, influenzati dalle ricerche che a breve avrebbero portato l’uomo a
conquistare la Luna,gli Archigram progettano il Living Pod, un capsula
avitativa di mt 8x5x4, composta in due parti: la scocca e le attrezzature.
Le attrezzature sono due bagni con sistema di pulizia automatica del corpo,
distributori per oggetti di toilette e per vestiti usa e getta, armadi silos rotanti,
distributore di cibo preconfezionato.
Interessante l’analogia con il Lem lunare, per cui per entrambi l’appoggio
avviene attraversoi piedini regolabili.
Anche il cinema si lascia affascinare dalla cultura Pop e nel 1968 i Beatles
“partecipano “ al lungometraggio animato Yellow Submarine, disegnato
dall'artista tedesco Heinz Edelmann, che offre una visione favolosa della vita
in una casa-sottomarino.
Ovviamente il cinema di quegli anni non poteva trascurare gli spunti che
offrivano le scoperte in campo astronomico, sia per l’attualità dei temi, che dei
possibili sviluppi per l’umanità, e così anche Stanley Kubrick nel 1968
immagina quello che per lui sarebbe stato il Terzo Millennio.
Nel 1972, al MoMA di New York si inaugura una mostra che segnerà una
svolta per l’Italian Design - Italy: The New Domestic Landscape.
Nel 1973 Woody Allen gira il film comico “Il Dormiglione”, una parodia delle
classiche visioni futuriste alla Orwell.
Il set che viene scelto per la “casa del futuro” in cui si trova a vivere il
protagonista è la Sculptured House, realizzata in Colorado da Charles Deaton
negli anni 1963-65, al fine di farne la propria casa studio.
La casa nasce da una visione organica della vita, non bloccata nelle logiche
funzionaliste, bensì sugli ideali rivoluzionari di Archigram e dalle immagini
aerodinamiche di Hollein.
A meno di dieci anni dalla sua costruzione però l’edificio si trova in stato di
abbandono e viene perciò adattata, con qualche “licenza” a casa dell’anno
2173.
Dagli anni Ottanta la fiction ci offre visioni del futuro cupe e pessimiste, in cui
gli uomini sono costretti a vivere in spazi squallidi ed angusti.
Sia in “Blade Runner”, di Ridley Scott, del 1982, che nel più tardo “Nirvana” di
Gabriele Salvatores, del 1997, si assiste ad una visione decadente del futuro,
in cui i protagonisti vivono in spazi di alienazione.
Un progetto realizzato del 1999 dai Future Systems, la Holiday House nel
Pembrokeshire, Galles, ci riporta invece alle seperienze degli anni Settanta,
riveduto e corretto sulla base delle tecnologie e delle necessità del 2000.
Il film del 1999 “Matrix” ci offre una visione totalmente nuova degli spazi
abitativi del futuro, attraverso una teoria fantascientifica per la quale nulla
esiste più e le persone si trovano di fronte solamente ad interfacce grafiche
che simulano la realtà.
In realtà ciò che veramente sta mutando all’interno delle nostre abitazioni è il
nostro modo di vivere, funzionalmente alle nuove attrezzature tecnologiche di
cui disponiamo - e di conseguenza necessitiamo - e dei cambiamenti nelle
abitudini e dello stile di vita.
Nel 1999 l Philips ha presentato la “Casa prossima futura” ai Saloni del Mobile
di Milano, in cui mostrava la Smart Home, una casa intelligente nella quale i
benefici offerti dalla tecnologia sono al servizio di bisogni personali ed
individuali.
Anche nel progetto successivo, la “Casa del 2000”, la Philips presenta nuovi
media domestici per la comunicazione, l'informazione e l'entertainment per la
casa di domani, con lo slogan di “New Objects, New Media, Old Walls”.
1934. La Casa Usa Ieri. Dalla casa si esce per raggiungere le varie attività della città.
1934. La Casa Usa Oggi
L’abitazione diventa luogo indipendente, attrezzato per il tempo libero, autosufficiente ed in
grado di comunicare con l’esterno.
1964. Archigram.
I Collagessono l’espressione delle teorie progettuali promosse dal gruppo di progettisti.
1964. Archigram.
Il Nomadismo è visto come il nuovo stile di vita, che condiziona anche il concetto stesso di
“casa”.
1964. Archigram Plug-in City
1968. Stanley Kubrick. 2001 Odissea nello Spazio. L’hotel Hilton sulla stazione orbitante.
1963-65. Charles Deaton. SCULPTURED HOUSE. Casa studio del progettista in Colorado.
Quest’abitazione nel 1973 ospiterà il set del film “Il dormiglione” di Woody Allen.
1963-65. Charles Deaton. SCULPTURED HOUSE. Casa studio del progettista in Colorado.
Pianta.
1990. Charlee Deaton e Praxis Design. Restauro e ampliamento della Sculptured House
1997. Luc Besson. Il Quinto Elemento. Nella cellula abitativa gli spazi sono ridutti al minimo. Il
frigorifero scompare nel muro per far spazio alla doccia.
1997. Luc Besson. Il Quinto Elemento. Il letto dispone di un meccanismo per cui dopo ogni
“uso”, si autodistrugge per far posto ad un nuovo letto.
1999. Future Systems. Holiday House in Pembrokeshire, Galles.
L’edificio si mimetizza perfettamente con l’ambiente circostante e si propone come una
capsula autosufficiente.
1999. Philips. “La casa prossima futura”, presentata ai Saloni del Mobile di Milano.