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Timeline di riferimento

1851 → The great exhibition → La prima esposizione internazionale fu l'Esposizione Universale di Londra. Venne
organizzata nel 1851 al Crystal Palace in Hyde Park ed è conosciuta anche come la Great Exhibition. Ciò nacque
grazie ad un'intuizione del Principe Alberto, marito della Regina Vittoria e divenne il riferimento per tutte le successive,
influenzando numerosi aspetti della società quali le arti, l'educazione, il commercio e le relazioni internazionali.
1853/56 → Guerra di Crimea → La guerra di Crimea fu un conflitto tra l'Impero russo da un lato e un'alleanza
composta da Impero ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna dall'altro. Disputa tra Russia e Francia
sul controllo dei luoghi santi della cristianità in territorio turco. Vittoria della coalizione e sconfitta della Russia.
1885 → Invenzione pellicola cinematografica → opera di George Eastman, mentre la prima ripresa cinematografica è
ritenuta essere Roundhay Garden Scene, cortometraggio di 2 secondi realizzato nel 1888 da Louis Aimè Augustin Le
Prince.
1895 → L. & A. Lumiere
1899 → Freud è stato un medico neurologo e fondatore della psicoanalisi. Freud è noto per aver elaborato la teoria
psicoanalitica secondo la quale i processi psichici inconsci influenzano il pensiero, il comportamento umano e le
interazioni tra individui.
1905 → Einstein è stato un rivoluzionario nel campo della fisica e della filosofia, colui che ha interpretato la realtà in
maniera inedita, trovando la famosa formula della relatività. Uno scienziato ed un uomo fuori dagli schemi, noto anche
per il suo carattere scherzoso, la sua forte curiosità e il suo eclettismo.
1914/18 → Prima guerra mondiale segnerà la fine di ben quattro grandi imperi: russo, asburgico, tedesco, turco. gli
Stati Uniti si affermarono nel ruolo di superpotenza mondiale al posto della Gran Bretagna. La Prima Guerra Mondiale
determina l'avvento definitivo della moderna società di massa.
1917 → Rivoluzione russa Lenin fiutò l'occasione e tornato clandestinamente a Pietrogrado, preparò la sua scalata al
potere. Una volta convinti anche i più dubbiosi all'azione, Lenin ed i suoi fedeli organizzarono i Soviet bolscevichi e il
24 ottobre 1917 scoppiò una nuova rivolta.
1929 → Wall Street Crash ci si riferisce alla crisi economica che alla fine degli anni Venti colpì l'economia mondiale
riducendo su scala globale produzione, occupazione, redditi, salari, consumi e risparmi.
1939/45 → Seconda guerra mondiale vide contrapporsi, tra il 1939 e il 1945, le cosiddette potenze dell'Asse e gli
Alleati
1954 → convegno italiano sul Design si inaugura la X Triennale di Milano, i cardini del programma sono l’unità delle
arti e la collaborazione fra il mondo dell’arte e quello della produzione industriale, le soluzioni proposte sono quelle che
derivano da un unico filone di ricerca, quella della funzionalità dell’arte.

Arte come merce.


Great exhibition of the works of Industry of all nations
Londra 1851 → La Grande esposizione delle opere dell'industria di tutte le Nazioni di Londra, è considerata la prima
esposizione universale ed ebbe luogo a Hyde Park. Ad essa seguì la lunga serie di esposizioni universali di cultura e
industria, dall'Ottocento ad oggi.
Crystal Palace → Il Crystal Palace (palazzo di Cristallo) era un'enorme costruzione di vetro in stile vittoriano, che fu
eretta a Londra nel 1851 per ospitare la prima Esposizione Universale. Fu installato a Hyde Park, si trattava di uno
degli esempi più celebri di architettura del ferro[1] ed ispirò la costruzione di molti altri edifici. Fu distrutto da un
incendio nel 1936; il quartiere dove era ubicato il palazzo prende ancora il suo nome.

Machinery Hall → le "opere dell'industria di tutte le nazioni". E' stato ospitato nello specifico Crystal Palace, la prima
struttura prefabbricata su larga scala in ferro e vetro, progettata dal giardiniere e dall'architetto Joseph Paxton. La
progettazione prefabbricata ha reso la costruzione, e successivamente lo smantellamento dell'edificio, più facile e
veloce. L'artista è sconosciuto.

La statua di argilla originale in mostra ad Hyde Park durante la Grande Esposizione → Richard Coeur de Lion è
una statua equestre classificata di Grado II. La statua fu prodotta per la prima volta in argilla ed esposta alla Grande
Esposizione nel 1851, dove si trovava fuori dall'ingresso ovest del Crystal Palace. All'epoca fu ben accolta e due anni
dopo la regina Vittoria e il principe Alberto guidarono una lista di illustri iscritti a un fondo che mirava a raccogliere
fondi per la fusione della statua in bronzo.

Eugène Louis Lami - Apertura della grande esposizione, 1 maggio 1851 → Una intelaiatura modulare metallica
sosteneva la costruzione, divisa in cinque navate nel senso longitudinale. In alzato l’edificio si sviluppa su tre piani,
sovrapposti secondo uno schema a gradoni. Al centro, era posto trasversalmente un transetto voltato. Pareti e
coperture erano realizzate in vetro. A dispetto della volumetria l’edificio si caratterizza per ariosità e leggerezza, quasi
fosse una teca delicata, adagiata su un giardino senza alterarne l’aspetto, inglobando i prati, gli alberi e le fontane.

Dickinson una serie completa di immagini del grande ex. 1854. Una galleria espositiva che rappresenta l'India.
Immagine presa da Dickinson una serie completa di immagini del grande Esposizione del 1851. Originariamente
pubblicato/prodotta nel 1854.

Acquerello di Henry Clarke Pidgeon → La corte russa alla mostra del Crystal Palace nel 1851. Acquarello
raffigurante una veduta topografica interna della Galleria delle Vetrate alla Grande Esposizione del 1851. Siglato e
datato in basso a destra: J N 1852. Metà dello spazio espositivo era dedicato alla manifattura britannica e l'altra metà
era offerta a paesi stranieri per mostrare i loro successi e specializzazioni.
Questo è uno di una serie di quarantanove acquerelli commissionati dalla regina Vittoria e dal principe Alberto che
illustrano le varie sezioni nazionali e le esposizioni di materiali e oggetti dell'Esposizione. Joseph Nash ne fece
quarantatré e Louis Haghe ne dipinse sei. Gli acquerelli furono commissionati allo scopo di riprodurli come
cromolitografie, e quindi costituivano una registrazione visiva permanente dello spettacolo temporaneo.

John RUSKIN (1819-1900), Tomba di Mastino II della Scala (Verona) e San Michele in Foro (Lucca), acquerelli di
opere gotiche italiane, 1846

Londra, House of Parliament (arch. C. Barry & A.W.N. Pugin, 1835)  per ridisegnare il Palazzo fu vinto dall'architetto
Charles Barry, nato a Westminster. A quel punto, il quarantenne Barry era già un architetto piuttosto famoso, avendo
costruito diverse chiese e vinto concorsi per il suo lavoro. Tuttavia, lo stile architettonico di Barry era più classico del
gotico. Barry ha chiesto assistenza nei suoi disegni per il concorso ad Augustus Welby Pugin, un dotato architetto e
disegnatore cattolico di 23 anni che si era dedicato interamente alla ricerca dell'architettura gotica.

Londra, Tower House (W. Burges, 1875-78)  La Tower House, 29 Melbury Road, è una residenza tardo vittoriana,
costruita dall'architetto e designer William Burges come sua casa. Progettato tra il 1875 e il 1881, in stile revival gotico
francese, è stato descritto dallo storico dell'architettura J. Mordaunt Crook come "l'esempio più completo di interno
secolare medievale prodotto dal revival gotico, e l'ultimo". Il suo esterno e l'interno riecheggiano elementi dei primi
lavori di Burges, in particolare Park House a Cardiff e Castell Coch . È stato designato edificio di interesse storico
culturale di I grado nel 1949. Bourges acquistò l'affitto dell'appezzamento di terreno nel 1875. La casa fu costruita
dagli Ashby

Molti oggetti, tra cui la Great Bookcase, lo Zodiacsettle, il Golden Bed e il Red Bed, sono ora in musei come l'
Ashmolean a Oxford, l'Higgins a Bedford e il Victoria and Albert a Londra, mentre altri sono in collezioni private.

Decanter per vino di William Burges  una singola "cosa" vittoriana eccezionale per la sua bellezza, utilità o entrambe
Il Gabinetto Yatman di William burger  aspetto più sorprendente di questo armadio è la sua forma architettonica, che
suggerisce un edificio con un tetto spiovente, camini alti e abbaini ha basato il progetto su una combinazione di due
armadi medievali (armadi), uno a Bayeux e uno a Noyon (distrutti durante la Prima guerra mondiale), entrambi nel
nord della Francia. Il mobile è in realtà una scrivania con ribaltina per scrivere celata dietro il pannello inferiore ad
arcate dipinte.

Gomma vulcanizzata 1842-43 da Charles Goodyear  ha scoperto il processo di vulcanizzazione della gomma,
procedimento chimico che ancora oggi viene utilizzato per la produzione degli pneumatici. riesce a rendere la gomma
elastica e resistente al tempo stesso in un modo del tutto casuale: mentre sta mescolando gomma liquefatta e zolfo
rovescia per sbaglio parte di questa soluzione su una stufa rovente. Una volta raffreddata la sostanza si rivela morbida
ma anche robusta: nasce la vulcanizzazione

Spilla 

Tintura dei materiali | Colori sintetici: Malva di Perkin (1856)  Da esperimenti, si passò alla produzione del colorante,
che fu chiamato mauverine: color malva. Le mauveine, noto anche come anilina viola e malva di Perkin, si dimostrò
perfetto per la tintura di fibre naturali come la seta, attraverso un processo semplice ed economico. Il grande
vantaggio, rispetto ai coloranti naturali, non era solo nella facilità di produzione, ma nella resistenza del colore, che
non sbiadiva facilmente e si replicava sempre uguale.

Unternehmen Gebrüder Thonet Vienna, 1853  Forme flessuose, leggere, eleganti. In questa seduta, disegnata da
Michael Thonet nel 1849, la tecnica del faggio massello curvato a vapore viene esaltata in una fioritura di curve. Si
delinea già la filosofia progettuale incentrata sulla semplificazione degli elementi compositivi in vista di una produzione
seriale che unisce solidità, bellezza e adattabilità.

William Morris (1834-1896)  sempre in vivace polemica con la produzione industriale del suo tempo a causa della
quale, come ebbe a scrivere, “le arti minori erano in completo degrado”, tessuti e arazzi. Né si limitò a biasimare l’età
contemporanea sotto questo aspetto: nelle sue conferenze pubbliche, condannò le diseguaglianze fra le classi e
auspicò che si rifondasse la società secondo principi più giusti.

Ma l’eterogeneità della produzione artistica di Morris non poggiava sugli stessi fondamenti sui quali si basa la
leggerezza appassionata dell’amatore. Lo spirito è un si provi a dividerlo, come cerca di fare la moderna civiltà
industriale, si taglierà, appunto, l’aria. Sotto questo aspetto, Morris era un romantico né più né meno di Goethe. E non
è un caso che i due fossero accomunati dalla fascinazione per le piante nella cui morfologia l’uno trovava quasi
l’emblema dello sviluppo organico d’ogni vivente, mentre l’altro una inesauribile fonte di spunti decorativi.

William Morris and Philip Webb, Red House, 1859-60, Bexleyheath, UK  . Fu con simili auspici che la Morris,
Marshall, Faulkner & Co venne costituita nel 1861, quale associazione d’artisti accomunati dalla stessa complessione
d’animo, per così dire, e fu sempre sulla base di questi medesimi principi vide luce la prima residenza della famiglia
Morris, la Red House, così chiamata dal colore di suoi mattoni. Casa oltremodo bizzarra questa che vediamo
documentata nel libro, con la sua pletora di guglie, abbaini, torrette e finestrelle – ve ne erano d’ogni foggia e misura di
rotonde, di quadrate, di rettangolari – che dovevano far da sfondo al matrimonio tra Morris e Jane Burden,
ripetutamente allegorizzato nei molti affreschi, quasi trasfigurazioni araldiche di amori borghesi in teorie di cavalieri
genuflessi e di dame allampanate in atto di riceverne il devoto omaggio.

Come le parti dovevano armonizzarsi nell’edificio, così questo doveva integrarsi col giardino, quasi che l’intera villa
fosse chiamata a farsi specchio di quell’ideale di un umanesimo pre-industriale vagheggiato dal proprietario: “La casa,
il giardino e gli interni”. Fu ispirata da una medesima concezione d’armoniosa corrispondenza fra individuo, natura e
società, al punto da apparire in una forma idealizzata nel romanzo utopistico News from Nowhere.

«la prima casa concepita e costruito come un tutto unificato, dentro e fuori, il primissimo esempio nella storia
della casa moderna»  Hermann Muthesius, 1904

Edward Burne-Jones (1833-1898), The Tale of Sir Degradant: The Wedding Feast, 1860, tempera su muro 
Uno dei tre dipinti o affreschi realizzati direttamente su intonaco. L'intenzione originaria di creare una serie di sette non
è stata realizzata. Il soggetto è tratto da "The Tale of Sir Degrevaunt". 'Il banchetto nuziale', gli ospiti seduti al tavolo
servono donne che portano cibo e vino a sinistra, due figure sedute in primo piano a destra leggono un libro di
canzoni. Le due figure sedute che indossano corone sono William e Jane Morris. La storia di Sir Degrevaunt fu
pubblicata nel volume di Thornton Romances della Camden Society nel 1844. Era una delle preferite di Morris e
Burne-Jones

George Cabinet, mogano dipinto e dorato, pino e quercia con montatore di rame  con lo specifico intento, di
riformare le arti applicate integrandole con «la qualità ornamentale che gli uomini adottano per aggiungerla agli oggetti
utilitari». In altre parole, ricucire la frattura tra arti "pure" e arti "applicate" verificatasi dopo il Medioevo. Nel 1888 si
tiene a Londra la prima mostra dei loro lavori: la Arts and Crafts Exhibition Society.

Yinka Shonibare MBE, The William Morris Family Album,  l'artista ricrea fotografie della famiglia di Morris loro
indosseranno un costume vittoriano, rimodellato da un tessuto batik di ispirazione africana creato appositamente per il
progetto. Il lavoro incoraggerà gli spettatori a riflettere sulle opinioni politiche di Morris collegando i suoi ideali socialisti
con la storia dell'Impero britannico.

Esposizione universale dei prodotti dell'agricoltura, dell'industria e delle belle arti di Parigi (1855 )  stata una
mostra internazionale tenutasi nella città di Parigi, la seconda esposizione universale dopo quella di Londra. l motivo
fondante fu la promozione dei prodotti dell’industria, dell’agricoltura e delle Belle Arti, e l’esposizione fu organizzata a
Parigi al Champ-de-Mars.

la Francia volle stupire il mondo con un nuovo Palazzo di Cristallo, il terzo, quindi, dopo quelli di Londra e New York
(Expo 1853 New York): cambiò il nome, ma non il concetto, e fu così eretto il Palais de l’Industrie.

- Questa Esposizione Internazionale fu la prima ad avere previsto un padiglione interamente dedicato alle Belle
Arti: furono messi in mostra agli occhi dei fortunati visitatori ben cinquemila dipinti provenienti da tutto il
mondo, grazie alla partecipazione di ben 28 Paesi. Tra le mirabili opere esposte, vanno citate quelle di
Eugène Delacroix (35 dipinti), Dominique Ingres (40 dipinti), Camille Corot (6 dipinti), Jean-François Millet (un
dipinto), tra gli altri.
- Una delle opere più scandalose della carriera di Courbet: gli spaccapietre. Dimensioni del quadro, dipinto
enorme rispetto al soggetto rappresentato, le tele di grandi dimensioni appartenevano solo alla pittura di
storia o a quella religiosa, qui si dà la stessa dignità a degli spaccapietre. Gli uomini non sono proporzionati
(vd. gambe).

Giapponismo  Hokusai, Hiroshige

Spesso si parla di giapponismo per intendere sostanzialmente una moda estetica, ma la storia delle esposizioni
universali dice proprio il contrario: il giapponismo è l’abito fascinoso di qualcosa che ha i suoi fondamenti nella
geopolitica, negli scambi commerciali e nel bisogno di stabilire una egemonia dell’Occidente sulle aree nelle quali ha
da tempo cercato le sue colonie.

Vaso e coperchio

- Di solito erano disposti su camini, con quello più grande al centro. Questo vaso è insolitamente allungato.
- Sia la gamma di colori che lo stesso motivo dipinto sono stati ispirati da un tipo di porcellana giapponese noto
oggi come "Kakiemon", da Sakaida Kakiemon (1596-1666), un produttore di porcellane giapponese la cui
decorazione fu ampiamente copiata in Europa nel XVIII secolo.
- La maggior parte degli articoli Kakiemon (prodotti per l'esportazione) che trovarono la strada per la Gran
Bretagna furono realizzati prima del 1700.
- Erano molto apprezzati nella Gran Bretagna della metà del XVIII secolo, quando venivano spesso descritti
come "l'antico Giappone".
- Materiali e realizzazione. La fabbrica Bow produceva un tipo di porcellana rinforzata con cenere d'ossa.

Shiba Kokan: Asukayama, 1800 ca., Museo di Koriyama

- Nel 1800 ha prodotto la prima acquaforte del Giappone. Ha anche svolto il ruolo di educatore di scienze
naturali con spirito intraprendente socializzando con studiosi di studi occidentali, come Gentaku Otsuki, un
eminente dottore della medicina olandese, e mostrando interesse per la conoscenza occidentale, come il
commercio estero e coloro che sono coinvolti in esso a Nagasaki in quel momento.
- Kōkan è andato contro il grano artistico giapponese durante il periodo Edo. Questo riguarda la fine del
Settecento.

Non era solo l'Europa. In Giappone, il termine Rangaku (letteralmente insegnamento olandese, implicitamente
europeo) descrive il fenomeno dell'assimilazione delle innovazioni tecnologiche in Giappone nonostante la politica di
isolamento. Rangaku: si trattava di discussioni con gli olandesi, acquisto da loro di libri scientifici, strumenti come
telescopi, orologi e termometri, utilizzo dei servizi di medici olandesi o persino assaggio di cibi sconosciuti ai
giapponesi. Nelle città più grandi c'erano persino negozi speciali che vendevano articoli dall'Europa a caro prezzo.
Anche le tecniche pittoriche sono state adattate dall'Occidente.

Delegazione giapponese visita l’Esposizione Universale di Londra del 1862

- La missione è stata inviata per saperne di più sulla civiltà occidentale, per ratificare i trattati e per ritardare
l'apertura di città e porti al commercio estero. I negoziati si sono svolti in Francia, Regno Unito, Paesi Bassi,
Prussia, Russia e infine in Portogallo.
- A Londra, la missione visitò l’Esposizione Universale del 1862 . Cinque anni dopo, il Giappone partecipò
ufficialmente all'Esposizione Universale del 1867 a Parigi.
- Il Taïchiou ha chiesto ed ottenuto un sito dove si accumulano tutti i più meravigliosi prodotti dell'industria
giapponese

Types nationaux à l’Exposition universelle – Japon, Le Monde illustré, le 28 septembre 1867

- Gli espositori dal Giappone hanno presentato il loro paese e le sue merci.
- Hanno offerto anche spettacoli acrobatici giapponesi, intrattenimento di tre geishe con servizio da tè e
dimostrazioni di vita quotidiana in una casa da tè appositamente costruita
- All'Esposizione Internazionale di Parigi hanno persino costruito una fattoria nel giardino giapponese del Palais
du Trocadéro (Palais de Chaillot). La partecipazione all'Esposizione Internazionale ha rafforzato la
reputazione del Giappone, che ha acquisito più prestigio, ha ampliato l'industria delle esportazioni attraverso
l'immagine attraente della cultura giapponese e un maggiore interesse.

Félix Henri Bracquemond

- È stato un pittore e incisore francese. Ha svolto un ruolo chiave nella rinascita dell'incisione, incoraggiando
artisti come Édouard Manet, Edgar Degas e Camille Pissarro a utilizzare questa tecnica.
- L'arredamento di Bracquemond per il Service Rousseau in maiolica Creil-Montereau, introdotto nel 1867
circa, per l'editore François-Eugène Rousseau, è accreditato della prima espressione di Giapponismo in
Francia.
- Bozze venivano ritagliate e poste sull'argilla per ricevere la decorazione. Nel forno, il calore faceva sparire la
carta, lasciando solo l'impronta del disegno. Poi è stato ridipinto e il pezzo è stato posto nel grande forno.
Presentato per la prima volta all'Esposizione Universale del 1867, questo servizio è stato un grande
successo. Era nel terzo gruppo “mobili e altri oggetti per la casa”, classe 17 “porcellane, maioliche e maioliche
di lusso”.

Decorative arts in the Musée d'Orsay

- In effetti, fu lui a riconoscere la bellezza delle xilografie di Hokusai utilizzate come imballaggio per un carico di
porcellane giapponesi, una scoperta che contribuì a cambiare l'aspetto dell'arte della fine del XIX secolo.

Exposition Universelle 1878

- Parigi, Exposition Universelle, 1878, facciata d’ingresso al settore delle gallerie del Giappone
- La rivelazione, a un pubblico più vasto, dell'arte giapponese fu all'origine di un movimento artistico – il
Japonisme – che avrebbe avuto un'influenza duratura sugli artisti europei.
- I contributi regolari del Giappone alle fiere mondiali, in particolare quelle di Parigi (1867, 1878, 1889 e 1900),
godettero di un grande successo popolare e plasmarono la comprensione e il gusto europei per l'arte e la
cultura giapponesi.
Emile Galle' - Vaso "La carpe"

- vetro soffiato e modellato detto "clair de lune", Musée des Arts Décoratifs de Paris
- una visione romantica di quei mondi (che va alla pari con il Cult of Decadence che sfocia, se vogliamo,
nell’esperienza liberty e secessionista e attraversa, in Inghilterra per esempio, il pensiero Art and Crafts e la
visione umanista dell’arte come artigianato evoluto: il giapponismo si può trovare, per esempio, nel design di
Charles Rennie Mackintosh o nelle raffinate linee delle suppel-lettili e degli oggetti disegnati da Christopher
Dresser).

Le gallerie retrospettive estere del Trocadero, India, Cina, Giappone, all'Esposizione Universale del 1878,
Parigi, da 'Le Monde Illustre'

- l'arte giapponese è stata oggetto di un ricco programma di mostre all'interno dell'Unione Centrale.
- Si è anche distinto nell'ambito delle Esposizioni Universali, nelle gallerie o durante le vendite delle collezioni.
- Il periodo fu quindi cruciale per la costituzione delle collezioni giapponesi in Francia. Accademici e curatori di
musei partecipano a questi momenti di scoperta di opere d'arte, teatro, religione, vita quotidiana e storia del
Giappone.

Edmond de Goncourt LA MAISON D'UN ARTISTE

- un'opera di genere completamente nuovo, in cui descrive minuziosamente ogni stanza della sua casa.
- Da collezionista esperto, ha accumulato qui disegni e sculture del XVIII secolo, là libri bibliofili che aveva
rilegato in pelle eccezionale, e là ancora oggetti dell'Estremo Oriente. Sebbene affermasse di essere
all'origine dell'ondata di japonismo che travolse la Francia – il che non è del tutto corretto – fu comunque uno
dei primi collezionisti occidentali di stampe giapponesi, elsi di spade, netsuké e altri oggetti allora sconosciuti.
La nuova edizione qui proposta riprende i testi dell'opera in relazione alle arti dell'Estremo Oriente.

Propagande artistica del museo Reiber

- L'onda d'urto si propagò senza soluzione di continuità dall'Impressionismo all'Art Nouveau

Madame Desoye, “prima donna importatrice” di arte giapponese nella Parigi del XIX secolo

- Il negozio gestito da Madame Desoye al 220 di rue de Rivoli a Parigi è leggendario negli studi di Japonisme
grazie agli scritti di Edmond de Goncourt e Philippe Burty, eppure l'identità della donna nascosta dietro questo
nome da sposata, come l'entità della sua partecipazione a attività japoniste, è rimasta a lungo un mistero. Il
presente articolo attinge a nuove ricerche d'archivio per fornire informazioni sulla vita di Louise Mélina
Desoye, nata Chopin (1836-1909) e sui suoi importanti contributi alla prima ondata del japonisme francese.

Volantino di Emporio Janetti con riferimento al Giappone”, 1866-1871

- Queste prime acquisizioni si concentrarono su articoli in linea con l'attuale gusto europeo per i prodotti
giapponesi, come ceramiche, oggetti laccati, avori e tessuti. Tuttavia, dal 1872, il collezionista rivolse la sua
attenzione alle armi e alle armature giapponesi.
- Janetti fu il primo a fornire a Stibbert il 7 marzo 1872 un set completo di armature giapponesi da arciere.

Il Museo Stibbert di Firenze, una meraviglia unica in Italia

- E' la prima grande collezione monotematica che nasce in Italia ed è una delle prime al mondo al di fuori del
Giappone. Nelle quattro sale giapponesi del Museo Stibbert di Firenze potrai osservare circa 1800 oggetti
composti da armi, armature, else, corredi di spada, oggetti d'arredo, rotoli dipinti, tessuti e costumi.
Koshotan-Nari-Zaboshi Bachi Kabuto, elmo con elaborata decorazione (maedate) in legno
dorato a forma di polpo, periodo Edo (1603-1868), Giappone, fine XVIII secolo.
Kimura Toun, Brucia profumi (incense) 1800 - 1870 Musée Cernuschi

Il fascino del Giappone nell’Impressionismo

https://paolamagni55.medium.com/esotico-3f52b6f498cf

https://www.diariodellarte.it/arte-giapponese-impressionismo/

Il Ritratto di James Tissot è un dipinto del pittore francese Edgar Degas, realizzato nel 1866-68 e conservato al
Metropolitan Museum of Art di New York.

- James Tissot veste i panni del raffinato dandy parigino siede nel suo atelier, con un gomito poggiato su un
mobile e il bastone puntato a terra. Lo scenario, ricostruito per l'occasione, contiene elementi che mettono in
evidenza la personalità, gli interessi e il mestiere di Tissot: sulla parete, infatti, figura una tela azzurrata di
Lucas Cranach e, sopra quest'ultima, una monumentale tela dal sapore orientaleggiante. L'Estremo Oriente,
infatti, ha rivoluzionato il concetto di prospettiva e la percezione del colore nella pittura occidentale, e riveste
un ruolo fondamentale nell'ascesa della nuova pittura impressionista.

James Tissot Young Woman Holding Japanese Objects

- l tema giapponese è stato ripreso con distacco attraverso una rappresentazione “espositiva”. Una sorta di
vetrina con oggetti, abiti e acconciature, come se il Giappone fosse un posto turistico e poi ritornare alla
propria abitazione.

Tissot, Young ladies looking at japanese objects, 1869

La giapponese al bagno,1864,James Tissot

- Questo dipinto fu il primo ed unico nudo eseguito da Tissot. Nella sua forzata idealizzazione femminile, senza
alcun dubbio europea, l’attenzione è rivolta al kimono slacciato che ella indossa, all’inquadratura fotografica
della casa tradizionale in legno, dei fiori lunghi e delicati ai piedi.

James Tissot, Children in a Garden (c. 1882), Rame con smalti cloisonné, Musée des Arts Décoratifs, Parigi

- Tissot espose questa giardiniera con oltre venti pezzi di smalto cloisonné, tra cui una grande scultura, vasi,
giardiniere, vassoi, teiere, targhe e pezzi di prova alla Dudley Gallery, a Londra nel 1882. Non ricevettero
molti consensi e nessuno fu venduto.
- Si noti la somiglianza della forma del vaso di Tissot, Children in a Garden , rispetto al vaso che ha mostrato
sul tavolo in Jeunes femmes regardant des objects japonais ( Giovani donne che guardano oggetti giapponesi
, 1869), sopra. Le immagini che ha usato per decorare il suo vaso modernizzato erano basate sui suoi dipinti
del periodo

Camille Monet con costume giapponese, 1876, Claude Monet

- Ispirato alle stampe giapponesi il dipinto esplicita il crescente interesse europeo per l’Estremo Oriente.
L’assenza di prospettiva,il taglio quasi fotografico e la tendenza decorativa con i tipici ventagli sono gli
elementi innovativi del dipinto.
- Monet ha deciso di inserirla in una sorta di gioco teatrale in cui si presta ad interpretare un’attrice dallo
sguardo languido e ironico (forse una geisha?). Tuttavia, il legame con l’arte giapponese è molto più profondo
ed è visibile nella verticalità delle composizioni e nel movimento delle stoffe.

Edgar Degas Le tub (La tinozza) 1886

- Dipinge nudi in pose fino a quel momento insolite; esalta la schiena, il collo, i fianchi, i piedi. Il volto del
soggetto è relegato in secondo piano, quando non addirittura nascosto: quelli di Degas sono corpi liberi, che
si muovono liberamente.
- Degas assimila i concetti dell’asimmetria e del decentramento dell’immagine che, spesso, continua ad agire
anche al di là della cornice. Si affida, inoltre, alla veduta di scorcio, inventando rapporti sorprendenti tra i pieni
e i vuoti della superficie.

Mary Cassatt, La toilette, 1890-1891  Mary Cassatt, The Letter (1890-1891)

- si avvicina alle stampe giapponesi attraverso una immagine senza profondità

Alfred Stevens, La Parisienne Japonaise, 1872, La Boverie, Liegi

- Mostra una giovane donna vestita di blu chimono davanti a uno specchio. Il lavoro è stato nella raccolta del
Museo di arte moderna e contemporanea per signore.

Giuseppe De Nittis, Il kimono color arancio, 1883

Autumn/Winter 2017, by Christian Louboutin

Spring/Summer 1995, by Yohji Yamamoto

Le arti tra artigianato e industria all’inizio del Novecento

L’impressionismo  L'Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi nella seconda metà dell'Ottocento,
precisamente tra il 1860 e il 1870, e durata fino ai primi anni del Novecento. Nasce in contrapposizione all'arte
accademica dell'epoca sfidando la critica con opere apparentemente incomplete, spesso realizzate in poche ore.

IMPORTANZA  Il fondamento della tecnica impressionista è lo studio della luce e del colore; per conferire la
massima luminosità ai dipinti gli impressionisti accostano direttamente sulla tela i colori puri; aboliscono l'uso del nero
per realizzare le ombre, che vengono rese combinando diversi colori.

L’occhio, la luce, il colore


Il nostro occhio vede oggettivamente ogni dettaglio sul quale si sofferma. Ma la ragione opera una sintesi e
comprende la realtà nella sua sostanza. E questo è un altro punto fondamentale, dal quale gli autori impressionisti
traggono le conseguenze più estreme. La luce è l’elemento indispensabile per la visione : tutto ciò che è davanti ai
nostri occhi è visibile solo se illuminato. Tutto ciò che noi vediamo è luce e colore. Da qui lo studio accurato che gli
impressionisti dedicano alla luce e al colore, basandosi sulle nuove scoperte scientifiche e constatando come non
esiste il “colore locale” ossia quello di un singolo oggetto perché ogni colore che vediamo nasce dall’influenza del suo
vicino in un concatenamento reciproco. L’impressionismo è il trionfo del colore. Le ombre, sono anch’esse formate da
color, per lo più complementari. L’uso dei complementari o meglio l’accostamento di un colore al suo complementare
diventa consapevole e sistematico negli impressionisti e genera la straordinaria luminosità dei loro quadri. Essi
giustappongono i colori sulla tela, frammentandoli in tocchi di misura variabile. Ogni impressionista ha un proprio
mondo interiore, e anche rappresentando la stessa opera alla stessa ora, da una stessa prospettiva con un unico
punto di vista usciranno opere completamente diverse.

Claude Monet

È stato uno dei fondatori della pittura impressionista francese e il praticante più coerente e prolifico della filosofia del
movimento di esprimere le proprie percezioni davanti alla natura, soprattutto se applicato alla pittura di paesaggio
all'aria aperta. Il termine impressionismo deriva dal titolo del suo dipinto Impression, Sunrise.

Il ponte di Argenteuil di Claude Monet

Durante il suo soggiorno ad Argenteuil, Claude Monet si soffermò a studiare gli effetti della luce sull’acqua. Il ponte di
Argenteuil fu un soggetto che l’artista dipinse più volte.

Il ponte raffigurato in questo dipinto del 1874 si trova in prossimità del paese di Argenteuil e traversa la Senna. Sullo
specchio d’acqua, a sinistra, si trovano ormeggiate alcune piccole imbarcazioni con le vele abbassate. In acqua, in
primo piano, un catboat e due "Argenteuil clipper", barche a vela da diporto, all'ancora vicino al pontone del Cercle de
la Voile de Paris (CVP). Tra il 1850 e il 1893 questa parte della Senna tra il ponte Argenteuil e il ponte Bezons sarà la
Mecca della vela nella regione parigina, conosciuta come il bacino di Argenteuil. In questo sito si svolgeranno le
regate organizzate durante le mostre universali del 1867, 1878 e 1889. A destra dell'immagine, il ponte della strada a
pedaggio di Argenteuil, costruito nel 1822, sarà distrutto durante la guerra del 1870 e ricostruito a partire dal 1871.
All'inizio dei lavori, una passerella temporanea in legno, rappresentata da Claude Monet e Alfred Sisley nel 1872,
sostituì il vecchio ponte. Sulla tela si vedono quindi gli archi del nuovo ponte con le due torri del casello sullo sfondo.

Berthe Morisot

Donna di grande talento della borghesia, Berthe Morisot aveva tutti i crismi dell'eroina di un romanzo rosa del XIX
secolo. Tuttavia, a causa del suo temperamento ribelle e del suo talento precoce, ha invece contribuito a scrivere una
delle pagine più belle della Storia dell'Arte.

Appendere il bucato ad asciugare

contorni che svanivano a favore del rimescolamento di luci e colori mutevoli. Come Degas, Monet o Pissarro, non
esitò ad affrontare temi molto lontani dalla sua classe sociale: il lavoro della gente comune, come nel suo Percher des
blanchisseuses (1875), o il mondo dei lavoratori difeso dallo scrittore Emile Zola - una tendenza che faceva storcere il
naso ai frequentatori dei circoli conservatori, ma che fu applaudita dal poeta Stéphane Mallarmé. Le vendite iniziarono
a progredire in modo significativo, specialmente a Drouot, e il gruppo impressionista tenne mostre dopo mostre fino al
1886.

Edouard Manet

https://www.finestresullarte.info/arte-base/edouard-manet-tra-realismo-e-impressionismo-vita-stile-opere

L'ispirazione però è classica (Tiziano, Raffaello), quindi più che altro disturba non tanto il soggetto, ma la sua
attualizzazione. È stato un pittore francese di grande importanza nel momento di passaggio dalla corrente realista a
quella impressionista. I suoi dipinti vennero molto criticati dal pubblico a lui contemporaneo in quanto risultavano
decisamente diversi rispetto a quanto già si conosceva e spesso provocatori. Il pubblico, infatti, restava disorientato
nel vedere sulla tela scorci di vita reale di Parigi e persone ai margini della società a cui veniva data la stessa
importanza riservata precedentemente ai grandi temi storici e a figure eroiche.
Argenteuil

Nell’estate del 1874 anche Manet fu fra i frequentatori di Argenteuil: per lui fu l’occasione per conoscere le innovazioni
degli altri artisti e soprattutto per entrare a contatto con la tecnica della pittura en plein air (En plein air (letteralmente
all'aria aperta) è una locuzione in lingua francese che indica un metodo pittorico consistente nel dipingere all'aperto
per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare.)

Da questi contatti, nasce l’opera più impressionista di Manet: impressionista per le pennellate, impressionista nel la
scelta dei colori, impressionista per l’atmosfera creata et per la presenza di alcuni dettagli come il mazzo di fiori che la
donna tiene sulle gambe o le leggere nuvole bianche. La sua tecnica è nuova, pur non rinunciando alla forma, ai
volumi e alla netta separazione fra primo piano e sfondo, elemento che, invece gli altri impressionisti hanno cercato di
superare.

La tela rappresenta una coppia seduta sul pontile di ormeggio del molo di Argenteuil, sulle rive della Senna.
Dall’abbigliamento si capisce che l’uomo è un canottiere e a posare come modello fu il cognato dell’artista. Nei
confronti della donna egli ha un atteggiamento premuroso e di familiarità, mentre lei, una modella venuta apposta da
Parigi per l’occasione, sembra essere un po’ irrigidita, tant’è vero che il suo sguardo è immobile e fisso davanti senza
alcuna particolare espressione. La luce è quella del pomeriggio, molto chiara e crea numerosi riflessi e ombre. Come
al solito, anche questa tela suscitò molte critiche negative; a Manet fu rimproverato di aver esposto un’opera non finita
e non piacque soprattutto lo sfondo perché privo di prospettiva e paragonabile ad un miro dipinto.

Henri Rousseau

Lotta fra tigre e bufalo  La lotta tra una tigre e un bufalo è dipinta nello stile di arte naïf o primitiva. L'uso di
Rousseau di colori vivaci e forme semplificate è caratteristico di questo stile. Il dipinto presenta un lussureggiante
paesaggio della giungla con una feroce battaglia tra una tigre e un bufalo in primo piano.

Quando Rousseau dipinse Lotta tra una tigre e un bufalo nel 1908, viveva in un periodo di grandi cambiamenti e
sconvolgimenti in Francia. Il Paese stava vivendo una rapida industrializzazione e urbanizzazione e molte persone si
sentivano scollegate dalla natura. I dipinti di Rousseau rappresentano una fuga dal mondo moderno e trasportano gli
spettatori in luoghi fantastici ed esotici.

Quando Rousseau dipinse Lotta tra una tigre e un bufalo nel 1908, viveva in un periodo di grandi cambiamenti e
sconvolgimenti in Francia. Il Paese stava vivendo una rapida industrializzazione e urbanizzazione e molte persone si
sentivano scollegate dalla natura. I dipinti di Rousseau rappresentano una fuga dal mondo moderno e trasportano gli
spettatori in luoghi fantastici ed esotici.

Pascal Dagnan-Bouveret

Les Bretonnes au pardon 1887

È un bell'esempio di naturalismo in cui i soggetti erano collegati alla descrizione minuziosa della vita urbana e rurale.
Era una forma d'arte molto popolare alla fine del 1880 e quest'opera ottenne un grande successo per l'artista al Salon
del 1889. Quando ho visto quest'opera, ho pensato che fosse di Gaugin ma in realtà l'artista, che l'ha dipinta nel 1887,
era il pittore francese Pascal Dagnan-Bouveret. È una rappresentazione magnificamente realizzata di una tradizione
rurale, ma ciò che mi ha affascinato anche è stato, cos'è o era un perdono? La raffigurazione è definita etnografica,
nel senso che si riferisce alla descrizione scientifica di popoli e culture con i loro costumi, abitudini e differenze
reciproche.

Alla fine del 1880, il naturalismo raggiunse l'apice della sua popolarità. L'interesse per i temi legati alla minuziosa
rappresentazione del mondo rurale spiega l'enorme successo ottenuto da questa oggettiva composizione al Salon del
1889, dove ricevette un premio. Rappresentazione etnografica di pie usanze, il dipinto evoca la cerimonia del
Perdono, indulgenza concessa dalla Chiesa ai fedeli, e funge da pretesto per gettare uno sguardo analitico su un
mondo che fatica a resistere ai cambiamenti di fine secolo . All'epoca, la Bretagna era al centro di un'attenzione
particolare da parte di artisti che lavoravano in vari movimenti e uno dei contrappunti più stimolanti a questo dipinto fu
creato da Gauguin. Le fotografie scattate da Dagnan-Bouveret a Rumengol ei successivi tentativi di realizzare ritratti di
modelli isolati hanno contribuito al risultato finale del dipinto. L'opera finale, raccolta dal pittore nel suo studio, è quindi
il risultato di un notevole lavoro preliminare e di un complesso processo di sistemazione scenica.

Emile Bernard

Donne bretoni su un prato verde 1888

Nel 1888 Emile Bernard dipinse questo quadro che avrebbe segnato un punto di svolta nello stile pittorico dei suoi
amici, Paul Gauguin con il gruppo dei pittori di Pont Aven e, soprattutto, nella storia dell’arte. Flavio Caroli lo include
nei venti capolavori che formano i pilastri culturali del volto dell’occidente (“Il volto dell’occidente”, ed. Mondadori).
Gauguin ne fu fulminato, e si affrettò a dipingere, da maestro qual era, “Visioni dopo il sermone”, indirettamente
ispirato al rivoluzionario lavoro dell’amico; Van Gogh ne trasse un acquerello che attualmente si trova alla Collezione
Grassi della Galleria d’Arte Moderna di Milano, “Les bretonnes et le pardon de pont Aven“.

Era la soluzione ai problemi estetici, il punto di svolta che Gauguin cercava da sempre, ma è il giovane, geniale Emile
Bernard a trovarlo: i colori sono puri e accesi, contornati da una linea scura; la prospettiva quasi ignorata a favore di
una maggiore bidimensionalità, le forme definite e incuranti della verosimiglianza, l’impatto emotivo fortissimo.
Purtroppo, l’abile e navigato Gauguin tende ad attribuirsi i meriti della nascita del cloisonnisme, così viene chiamato il
nuovo movimento, e il giovane Emile Bernard decide, in aperta polemica, di abbandonare l’ex-amico e tutto il sistema
dell’arte della nuova avanguardia che gravitava intorno a lui. Invece Vincent Van Gogh, che insieme a Toulouse-
Lautrec era stato compagno di Bernard nell’atelier di Cormon, ha sempre mantenuto un atteggiamento sincero e
corretto nei confronti dell’amico. Emile lo ripagherà dipingendo, dopo che Vincent si era sparato un colpo di pistola al
cuore, Il funerale di Van Gogh. Gli organizzerà anche due mostre personali postume, ed è da lì che parte il mito del
grande olandese.

Cloisonnisme

Termine mutuato dall´arte degli smalti e delle vetrate medievali da Paul Gauguin, a definire le campiture di colore
delimitate da bordi, proprie della pittura espressionista, in funzione della valenza di ciascun colore in rapporto con i
contigui.

Quasi tutte le figure sono contornate con un profilo nero scuro, da qui nasce la terminologia che viene a volte
chiamata cloisonnismo che deriva da cloisons, cioè degli alveoli contornati da elementi metallici che vengono utilizzati
in oreficeria oppure nelle vetrate. Sono tutti aspetti che in quegli anni vengono anche studiati, non vuole che abbiano
un riflesso in pittura, però Bernard è il primo a immaginare che questa tecnica orafa possa essere tradotta in pittura, e
a seguito dell'opera di Bernard molti imitano il suo percorso, imitano questa sua tecnica. Questo dipinto fa si che lo
stesso Van Gogh ne esegua una copia che si trova alla collezione grassi al museo di Villa reale in via Palestro; quindi,
alcuni sono colpiti da questo dipinto. E il primo riflesso di questo nuovo approccio è:

PAUL GAUGUIN

Era un agente di commercio che lavoraba in borsa che subisce dei crolli pazzeschi e perde il lavoro e quindi l’arte è un
ripiego ma diventa anche un’esigenza e un modo di trasferire la sua esperienza personale sulla tela. Realizza anche
delle ceramiche e mobili. L’opera d’arte di questo pittore supera molto la concezione che è legata alla tela e che quindi
può includere anche le altre arti

e la Scuola di Pont-Aven I soggiorni di Paul Gauguin (1843-1903) saranno determinanti per la sua pittura, nel 1886 nel
villaggio di Pont- Aven in Bretagna dove già dagli anni sessanta si era formata una colonia di artisti attratti dalla
bellezza incontaminata del luogo e dalla cultura primitiva.

Gauguin che conosciamo è l’esito di un processo che passa attraverso varie esperienze, partecipa anche alle
precedenti esposizioni, passa dalla pittura impressionista al pointillisme, sperimenta vari modi di fare arte. Da una
parte c’è un’esigenza personale ma dall’altra c’è l’urgenza di mantenersi e quindi la necessità di incontrare il gusto del
pubblico. Approccio che non guarda più al vero simile ma all’evocazione. Non ci sono più rapporti proporzionali tra
loro, con la tela (escono dal dipinto). Ci parlano anche di un pittore che guarda altrove. Di una cultura altra. Si trova in
Francia, in Bretagna e sono zone periferiche rispetto a Parigi, sono percepiti come luoghi in cui la natura è rimasta
incontaminata, in cui sia possibile avere un rapporto diverso con il reale.

La visione dopo il sermone, 1888


“La visione dopo il Sermone (Giacobbe che lotta contro l'angelo” (1888). oltre che per le campiture ampie e piatte che
risentono indubbiamente dell'influenza delle stampe giapponesi il sintetismo che si rappresenta nelle opere di Gauguin
in contrapposizione all'oggettività ottica dell'impressionismo che si caratterizza per il mettere insieme elementi reali e
visionari e per l'attribuzione ai colori arbitrari e innaturali. Tale linguaggio si riscontra in La bella Angèle (1889), ritratto
di una ragazza a Pont Avent dove si nota anche che i tratti del volto sono caricaturali. Oltre ai motivi decorativi nel
quadro compare una cermaica peruviana che ricorda l'infanzia dell'artista trascorsa a Lima. L'impianto compositivo
che vede la figura della donna iscritta in un semicerchio è un elemento di derivazione dell'arte giapponese.

La struttura cromatica del dipinto La visione dopo il sermone di Paul Gauguin è innaturale. Sono presenti in particolare
i tre colori primari. Il suolo infatti è dipinto violentemente di rosso. Il bovino è rosa e i colori dell’angelo sono brillanti e
molto saturi. I riflessi delle cuffie sono azzurro molto acceso così come le loro ombre. I colori assumono infatti un
valore simbolico ed espressivo per Gauguin. La tavolozza del maestro influenzerà i pittori definiti Fauves. La luce
proviene da destra ma si tratta probabilmente di una luce mistica. Infatti i volti delle donne in primo piano sono
illuminati da un bagliore che si diffonde dalla lotta biblica.

Le innumerevoli
suggestioni che stanno alla base del dipinto di Gauguin hanno riferimenti molteplici che vengono dalle stampe
giapponesi: Hiroshige per l'albero e per la diagonale; Hokusai per i combattimenti che vengono resi noti attraverso le
stampe e le pubblicazioni. In realtà in quest'opera di Gauguin riprende un soggetto realizzato e dipinto da De la Croix
qualche anno prima, e i due dipinti messi a confronto sono totalmente diversi; l'elemento di novità nell'opera di
Delacroix, consiste nella totale incoerenza tra la scena del combattimento in primo piano sulla sinistra e il corteo a
destra.

Samuel Siegfried Bing (1838-1905)

Una persona che ha reso grande l'Art Nouveau in Europa, sarebbe Siegfried Bing (1838-1905). Durante tutta la sua
vita, Bing ha riunito intorno a sé giovani artisti con nuove idee, li ha ispirati con l'arte giapponese e alla fine ha dato
loro una piattaforma per mostrare e vendere il loro lavoro nel posto più centrale d'Europa, Parigi!

Nel 1876, Bing organizzò la sua prima vendita all'asta e, in occasione dell'Exposition Universelle di Parigi del 1878,
aprì la sua prima galleria al 19. Rue Chauchat. Il Giappone era ben rappresentato all'Exposition Universelle e la gente
andava pazza per l'arte giapponese. Bing, tuttavia, è stato incuriosito dal vero Arte giapponese e partì per il Giappone
nel 1880, per vedere di persona. Ha viaggiato per il Giappone per un anno, acquistando tutto ciò che riteneva degno
di essere trasportato. Una volta tornato in patria, si impegnò a promuovere il giaponismo in Francia e nel resto del
mondo.

Convinto che la qualità degli oggetti d'arte prodotti industrialmente in Francia si stesse deteriorando, Bing supplicò di
dare nuova vita alle arti applicate francesi abbracciando le moderne tecnologie, il marketing aggressivo e la
disponibilità ad adottare idee artistiche provenienti da culture non francesi, e in particolare da Giappone. Collegando
l'immaginazione giapponese alla tradizione francese, Bing avrebbe realizzato il suo sogno... la creazione di un 'nuovo'
stile decorativo L'Art Nouveau .

Per diffondere il più possibile la conoscenza dell'arte giapponese, Bing decise di pubblicare una rivista chiamata “Le
Japon Artistique” in francese, inglese e tedesco. E Bing ci è riuscito davvero! Molti artisti famosi come Claude Monet ,
Vincent van Gogh , Edgar Degas , Auguste Renoir , Paul Gauguin , Henri de Toulouse-Lautrec , Aubrey Beardsley ,
Alphonse Mucha , Gustav Klimt , sono rimasti affascinati dal Giappone , così come famosi architetti come Frank Lloyd
Wright , Charles Rennie Mackintosh e Stanford White .

Le attività di Bing furono importanti, forse cruciali, per l'influenza giapponese sull'Art Nouveau. Soprattutto, l'arte
giapponese è stata ispirata dalla natura. Altre caratteristiche dell'arte giapponese, come l'asimmetria e l'irregolarità,
hanno influenzato tutti i pittori e gli architetti di cui sopra e più europei. Elementi di stile giapponese come disposizioni
decentrate senza prospettiva, luce senza ombre e colori vibranti su superfici lisce sono stati adottati anche dalle arti
applicate, dai mobili, tessuti e gioielli al design grafico.

Gauguin e Bernard PARADISO IN TERRA 1888. Combinazione tra mondo


bretone e mondo del Perù e del centro America. Il tramite per la recezione della cultura giapponese è Samuel Bing
che fonda una rivista “Le Japon Artistique”. Ma è il proprietario anche di un’altra importante istituzione: la Maison de
l’Art Noveau. (casa dell’arte nuova). È un negozio dove vende oggetti giapponesi ma anche di arte decorativa
contemporanea, che diffondono il gusto dell’art noveau. Mondo che guarda all’altro, alla cultura extra europea ma
anche alla natura (elementi floreali diventano elementi di forte potenza evocativa). VAN GOGH riprende le stampe
giapponesi copiandole. Quando arriva a Parigi lo mette in contatto con una realtà nuova. Lavora inizialmente in una
mostra prima in olanda e poi a Parigi e quindi viene a contatto con il mondo dell’arte parigino di quel momento. Passa
da pitture scure a pitture con colori più luminosi. Ritratti dal 1886 al 1887, modo diverso di approcciarsi, tonalità
cambiano, cambia la tecnica, passa per fasi diverse, uso della linea, progressiva rarefazione della forma e delle figure.
Assorbe tutta la cultura che si trova di fronte.

Maison de l’Art Nouveau (Louis Bonnier 1895)

La Pianta e le sue applicazioni ornamentali sotto la direzione del Sig. Eugène Grasset

Contiene 72 tavole a colori di motivi vegetali, per ciascuno dei 24 tipi di piante rappresentate, una tavola botanica
tratta dalla natura è seguita da 2 tavole di interpretazione ornamentale

ART NOUVEAU ALL'ESPOSIZIONE DI PARIGI DEL 1900

https://www.langantiques.com/university/art-nouveau-at-the-1900-paris-exposition/

https://tumblrpics.com/pics/3168486.html

Nel 1900, il mondo ha assistito a una grande esposizione di gioielli, oggetti e architettura Art Nouveau all'Exposition
Universelle di Parigi. Questo articolo tenterà di creare un'istantanea di questo momento speciale nella storia del
design e di inserire l'Esposizione nel suo più ampio contesto sociale e politico. ostenitori dell'Art Nouveau miravano a
evocare l'eterno e sempre presente nell'esperienza umana concentrandosi sulla natura, non sulla cultura umana.
Tuttavia, a differenza di molti dei loro predecessori vittoriani, non si preoccupavano di replicare gli oggetti naturali nel
modo più fedele possibile. Gli schemi di classificazione scientifica ei recenti studi biologici non erano la forza motrice
dietro le loro rappresentazioni del mondo naturale. Il romanticismo e la fantasia lo erano. I gioiellieri Art Nouveau
prendevano oggetti naturali e li trasformavano in espressioni di idee astratte: la Bellezza, l'Eterno, il Femminile, il
Fantastico. I gioielli risultanti erano piccole opere d'arte.

Henry van de Velde

Architetto, scultore, pittore e designer, fu considerato da subito fondatore, insieme a Victor Horta, del movimento Art
Nouveau.
http://www.fermoeditore.it/blog/henry-van-de-velde-centocinquantanni-di-art-nouveau/

Sala da pranzo, 1895

Ispirandosi al già noto movimento inglese Arts and Crafts di William Morris, si oppose allo stile dominante del revival
vittoriano e al design industriale: vera e propria pietra miliare dell’Art Nouveau è la sua abitazione di Uccle, in provincia
di Bruxelles, il cui successo gli portò moltissimi lavori; fra le sue opere più significative segnaliamo l’arredamento della
Maison de l’Art Nouveau, negozio d’arte a Parigi.

ha disegnato i mobili per la galleria d'arte di Siegfried Bing . Van de Velde non era francese, ma belga. Non sorprende
che Bing scelga un artista straniero per progettare la sua galleria d'arte; dopotutto era un importatore/esportatore
d'arte.

Donna seduta vicino alla finestra

Contadina che gira il fieno, affresco su tela, H.Van de Velde

Gartenpartie in Kalmthout

Henry van de Velde, La veglia degli angeli.

Van de Velde cambia registro e diventa interprete dell’art noveau in cui la linea diventa l’elemento principale del
mondo di cui si assimila l’essenza lineare e geometrica. La linea diventa sinuosa, continua e serve a demarcare i
personaggi. Per questo tipo di immagine viene ispirato dalle stampe giapponesi che sono immagini bidimensionali.
Nella Composizione astratta del 1893, supera la rappresentazione reale della natura che diventa astratta con
campiture colorate. Il suo contributo alla grafica si sviluppa attraverso tanti manifesti, copertine, riviste di vario tipo, in
cui ogni particolare è curato con estrema attenzione. I disegni sono lineari con contrasti bianco-nero e le
campiture servono anche per inquadrare le scritte. I caratteri curati si sposano alla composizione della copertina con
una integrazione fra elemento pubblicitario e decorativo. Nel candeliere si può trovare una struttura legata alla
decorazione e all’ornamento con un processo di astrazione dal dato naturale. La poltroncina è di ispirazione
giapponese in cui la continuità formale strutturale è assoluta in quanto si nota l’onesta nel mostrare la struttura come
l’accordo fra staffa e struttura stessa. Le sezioni della struttura sono ispessite.

H. VAN DE VELDE (1863-1957), Casa Bloemenwerf, Uccle Bruxelles, 1895

Uno dei principali autori incaricati di guidare questo processo evolutivo fu Henry Van de Velde () la cui coscienza gli
spinse una missione, quella di creare un "nuovo stile". È davvero notevole che per Van de Velde l'insieme e il dettaglio
dovessero armonizzarsi organicamente, e in particolare nelle arti applicate, per questo motivo la sua missione era
quella di dare origine all'integrazione delle arti e dei mestieri come un unico mestiere, per creare un mezzo degno
della natura dell'uomo, attraverso la rappresentazione artistica del suo ambiente.

Senza essere un architetto specializzato, costruì la sua prima casa, la casa Bloemenwerf, che ebbe un notevole
influenzato dal movimento "Arts & Crafts". "Van de Velde in un opuscolo intitolato "Aperçus en vue d'une Synthèse
d'artes" (Appunti per una sintesi delle arti) consegnava impetuosamente la sua critica della pittura contemporanea,
delineava la sua visione del futuro di una nuova bellezza basata sull'armonia delle arti”. Nella casa Bloemenwerf Van
de Velde ha potuto mettere in pratica i suoi principi per la prima volta. “Una concezione unitaria comprendeva tutto:
casa, mobili, utensili e persino il guardaroba del padrone di casa. Un'eleganza purificata da ogni imitazione è stata
raggiunta dalla riflessione logica e dal punto di vista funzionale. il risultato fu la semplicità e la stessa intensità fu data
all'insieme come al dettaglio”.

la casa Bloemenwerf esprima in modo trasparente l'ideologia di Van de Velde, rendendo evidente l'unione tra
dettaglio e tutto, armonizzando bellezza e ragione, e integrando in modo nuovo le arti, questo fatto fu forse il
fondamento simbolico del movimento 'Art nouveau' nome che deriva dalle stesse parole di Van de Velde nelle
sue monografie "Il nuovo stile"

Henry Van De Velde (1863-1957), Silvered bronze candelabra.


Wallpaper design, 'Volutes' ( c . 1895), Henry van der Velde, pubblicato in Dekorative Kunst , n. 3 (1899). Per gentile
concessione di Richard Hollis

Design per il packaging per la compagnia Tropon , 1898  ll’inizio del 1900 si assiste in Francia alla diffusione dello
slogan, una breve frase incisiva, ad effetto, che rimane impressa nella memoria. La parola deriva da un’antica voce
gaelica “sluagh-ghairm” che significa “grido di guerra” e richiama come un grido, l’esercito di consumatori pronti a tutto
pur di avere l’ultimo modello di un qualsiasi prodotto, all’ultimo grido appunto. L’affermazione negli anni seguenti dello
slogan è la conseguenza dell’abbandono nei manifesti pubblicitari dei lunghi testi con funzione descrittiva. Nei
manifesti parigini di Toulouse-Lautrec, l’immagine accattivante identificava talmente il prodotto, da renderne superflua
una lunga descrizione e da semplificarne la comprensione anche ad un analfabeta. Un testo sintetico, una frase da
ricordare poteva essere utilizzata a sostegno della riconoscibilità del marchio.

La diffusione dell’Art Nouveau, come viene chiamata in Francia, la corrente artistica diffusasi in tutta Europa, ovvero il
Liberty italiano e il Modern Style in Gran Bretagna, inizia ben presto ad influenzare anche la grafica pubblicitaria dei
manifesti, in particolare il rapporto tra testo e immagine, fino a confondere l’uno con l’altra. L’esempio più evidente di
questa nuova tendenza artistica è il manifesto della marca “Tropon”, del belga Henry Van de Velde, del 1899: la figura
umana è assente, sostituita da un disegno astratto, realizzato con il segno grafico floreale tipico dell’epoca, nel quale
assumono invece parte preponderante il nome del prodotto e lo slogan “l’alimentle plus concentré”.

Gli elementi stilistici orientalizzanti ricordano le contemporanee esperienze pittoriche dei quadri di Gustav Klimt (1862-
1918), come il famoso Giuditta I, conservato nell’Österreichische Galerie Belvedere a Vienna.

Immagine di abiti riformatori femminili, disegnati dal professor Henry van de Velde. Darmstadt,
Germania, 1902

Kunstmuseen Krefeld Museo dell'Imperatore Guglielmo in Germania

La fondazione del Kunstmuseen Krefeld fu gettata nel 1897 con l'apertura del Kaiser Wilhelm Museum a Karlsplatz.
Ben presto si trasformò in uno degli istituti più progressisti attivi nel campo del design, delle arti applicate e
dell'architettura. Poster esemplari, ceramiche, xilografie giapponesi e oggetti di uso quotidiano, ad esempio, sono stati
presentati con l'obiettivo di influenzare le correnti stilistiche e promuovere un nuovo senso del “buon gusto”.

Friedrich Deneken (1857-1927) Primo direttore del Kaiser Wilhelm Museum.

I poster per l’inagurazione del Kaiser Wilhelm faceva richiamo all’art noveau.

INFORMAZIONE GENERALE:
1. Prende un nome diverso in ogni paese dell’Europa, si chiama “Art nouveau” soltanto in Belgio e Francia.
2. Periodo: 1880 - Prima guerra mondiale, “Belle epoque” = periodo di grande cambiamento sociale e
tecnologico, e pace tra le nazioni. Si caratterizza dall'ottimismo e fede nel progresso scientifico, ma la
borghesia si arricchisce sfruttando i lavoratori. In risposta a questo, per evadere la materialità volgare
della realtà, nasce il decadentismo, che si rifugia in un mondo raffinato, immaginario ed intimo.
3. Si diffuse molto grazie a un magazzino inglese chiamato Liberty & Co. che diventó uno dei punti di vendita più
influenti di articoli dell’Art nouveau
4. Scopo: unificare le belle arti e arti applicate (come tappezzeria) per essere “L’opera d’arte totale” per cui era
presente ovunque, includendo le stazioni ferroviarie.
5. Caratteristiche:
a. Linea curva e simmetrica
b. Ricerca nuova bellezza
c. Si ispira alla natura
d. Colori luminosi e stesi in modo piatto
e. Sesualità
f. Ornamenti floreali
g. forme geometriche
h. Figure simboliche, organiche ed eleganti.
i. Influenza dello stile d’arte orientale, islamico, e bizantino nei colori e forme.
j. immagini femminili

 Origine: ha come radice il movimento delle Arts and Crafts promosso in Inghilterra da WIlliam Morris, che
pensava che l’arte e la produzione industriale avessero l’obiettivo del bene comune. Non vuole soltanto
possedere e utilizzare oggetti, ma anche aumentare il senso estetico

Ispirazione dalla natura: usano forme floreali e organiche per riportare la natura nella vita moderna, in forma di vetro,
ceramica ed illustrazioni. Il punto di riferimento più importante in questo ambito è stato lo zoologo tedesco Haeckel chi
ha partecipato nella spedizione British challenger per le profondità marine, e fece degli acquerelli e disegni dei suoi
viaggi = fascino degli artisti visive sulle creature esotiche delle profondità

MANIFESTO DELL'ESPOSIZIONE DI PARIGI UNIVERSELLE 1900

Nel 1900, il mondo ha assistito a una grande esposizione di gioielli, oggetti e architettura Art Nouveau all'Exposition
Universelle di Parigi. Questo articolo tenterà di creare un'istantanea di questo momento speciale nella storia del
design e di inserire l'Esposizione nel suo più ampio contesto sociale e politico.

Nell'Art Nouveau non si trova alcuna celebrazione del nuovo, della tecnologia e dei suoi prodotti. Piuttosto, si trova un
rifiuto delle tecniche moderne e meccanizzate. I pezzi sono splendidamente progettati e il lavoro è lavorato a mano e
intensivo. Gli artisti erano considerati creatori: un ruolo speciale in un'epoca in cui i beni prodotti in serie e una rigida
divisione del lavoro tendevano a estinguere il rapporto uno a uno tra il produttore e l'oggetto prodotto.

René LALIQUE  Artista e disegnatore francese (Hay, Marna, 1860 - Parigi 1945). Formatosi a Parigi all'École des
arts décoratifs, si perfezionò a Londra (1878-80). Dal 1885 a Parigi iniziò a creare gioielli, fra i più famosi dell'art
nouveau.

René LALIQUE (1860-1945), Femme ailée, ca. 1899-1900, bronzo a cera persa

René LALIQUE (1860-1945), Peigne Muguet, 1900, corno biondo, oro

René LALIQUE (1860-1945), Dragonfly-woman, 1897-1898, oro, smalto, diamanQ, pietre di luna, crisoprasio,
calcedonio.

Una bocca di stazione della metropolitana realizzata da Hector Guimard (1867-1942), Parigi
 Scritte sono testimonianze uniche dell'architettura Art Nouveau dell'inizio del XX secolo. Le sue opere rompono con
la tradizione haussmanniana dell'epoca, ispirandosi alla natura e utilizzando materiali semplici.

Parigi, Esposizione Universale 1900 Louis Majorelle (1859-1926) mobile con dettagli fiori Cabinet  Questo
armadio alto è in cuore viola massiccio e impiallacciature di kingwood su una struttura di quercia, faggio e legno
tenero, costruito come una singola unità ma che mostra un armadio inferiore con due ante, separate da una rientranza
aperta, rivestita di seta rossa pieghettata, da un armadio superiore ad un'anta, l'anta di questo set con un pannello di
intarsio in diversi tipi di legno, sia europeo che tropicale, che forma una scena di un uomo che naviga su una piccola
barca su un fiume. Il mobile è incastonato sui fianchi e sul fronte inferiore con montature in ferro battuto patinato. Il
gabinetto è stato mostrato all'Exposition Universelle di Parigi nel 1900. Ha contribuito a stabilire Louis Majorelle come
il principale produttore di mobili nell'elegante stile Art Nouveau. Lo aveva ripreso intorno al 1890, sotto l'influenza di un
altro designer ed ebanista di Nancy, Emile Gallé (1846-1904). Piante e fiori hanno ispirato i disegni di Majorelle, e le
forme naturali stilizzate e le curve a colpo di frusta che decorano questo mobile sono tipiche del suo lavoro. La forma
insolita non ha un vero predecessore storico, il che aiuta a mettere in risalto il motivo dell'albero che cresce dalla base.
L'azienda di famiglia di Majorelle a Nancy produceva una serie di armadi molto simili, di solito per clienti benestanti
della classe media, e spesso come parte di una suite di mobili.
Émile Gallé e i vasi in vetro Art Nouveau  Le fonti d’ispirazione del giovane erano la natura e l’Oriente, tanto che
alcuni critici d’arte dell’epoca cominciarono ad apostrofarlo come “un giapponese a Nancy”.

Lui ebbe due importanti periodi:

- Il primo periodo: soggetti ornamentali e storici


- Il secondo periodo: i vetri opachi

Gallé fu uno dei maggiori ideatori e promotori dell’Art Noveau, movimento artistico che, con declinazioni diverse, si
diffuse in Europa e negli Stati Uniti tra il 1890 e il 1910, e che interessò in particolare le arti applicate e l’architettura.
Perfino il destino delle sue opere sembrò essere, in un primo momento, legato a quello dell’Art Noveau, che
decadendo oscurò il successo del maestro. Nel tempo, la bellezza delle sue opere riprese la scena riacquisendo il
meritato valore. Oggi vengono vendute a prezzi fuori dall’ordinario, come d’altronde fuori dall’ordinario era la sua
capacità: da un oggetto semplice e di uso comune sapeva ricavarne l’anima e trasformarlo in una vera e propria opera
d’arte.

Émile Gallé (1846-1904), Victor Prouvé (1858-1943), Les Hommes noirs, 1900, vetro inciso all’acido, intagliato e
intarsiato

Émile Gallé (1846-1904), Vaso vetro smaltato, inciso all’acido e dorato, 1900

Parigi, Esposizione Universale 1900 Le théatre de Loïe Fuller  Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento,
la cultura europea è stata profondamente affascinata dal dinamismo come sinonimo di progresso scientifico. Il teatro
ha reagito a questa consapevolezza con spettacoli di varietà basati sulla combinazione di unità drammaturgiche brevi
e flessibili. Il saggio propone una mappatura, che correla, alla luce del paradigma della velocità, fenomeni teatrali in
senso stretto e spettacoli di una spettacolarità più ampia, come il circo. Le allusive interpretazioni di Yvette Guilbert, le
ipnotiche coreografie di Loïe Fuller, le illusionistiche trasformazioni di Leopoldo Fregoli, i rapidi atti unici del Grand
Guignol e le convulse pantomime di Hanlon-Lees sono gli esiti di nuovi metodi compositivi basati sul movimento
accelerato, riproducendo inoltre il vortice dei ritmi imposti dalla società moderna.

LA SECESSIONE VIENESE

La Secessione viennese (Wiener Secession) o Secessionstil fu un movimento artistico austriaco nato nel contesto
dell’Art Nouveau. Il movimento si sviluppò tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento a Monaco di Baviera, a
Berlino e soprattutto a Vienna in Austria. Diciannove artisti e architetti proclamarono una secessione dall’ambiente
culturale dell’Accademia di Belle Arti formando un loro gruppo. Nacque così la Wiener Secession, in italiano
Secessione viennese con sede presso il Palazzo della Secessione Viennese. Gli artisti elaborarono quello che viene
definito Sezessionstil, cioè Stile Secessione.

La mostra intitolata Arts and crafts organizzata nel 1888 a Londra

- La diffusione dell’architettura Art Nouveau fu favorita da una ricca committenza di borghesi e amministratori
statali. Così sul modello delle Rosenhäuser, ville museo, si edificarono abitazioni in città fuori dal centro che
diventarono anche salotti culturali molto frequentati.
- Per Sezessionstil si intende lo stile tipico della manifattura e dell’architettura elaborato nel contesto della
Secessione viennese. Nell’ambito più ampio dell’Art Nouveau nelle diverse nazioni si determinarono diversi
linguaggi indicati con i nomi di: l’Art Nouveau in Francia, Jugendstil in Germania, Liberty in Italia, Modern
Style in Austria, e Modernismo in Spagna

Ver Sacrum  fu il titolo della rivista ufficiale della Secessione viennese. La rivista nacque nel 1898 a Vienna. Il
titolo Ver Sacrum in lingua italiana si può tradurre come Primavera sacra e sottolinea il carattere innovativo del
movimento. I fondatori di Ver Sacrum furono gli artisti Gustav Klimt e Egon Schiele, e gli architetti Koloman Moser,
Otto Wagner, Max Fabiani, Joseph Maria Olbrich, Carl Moll, Josef Maria Auchentaller e Josef Hoffmann.

- riuscì ad elaborare nuove forme di progettazione, illustrazione composizione tipografica e editoriale.


Fondamentale perché gli esiti, cioè la ricaduta di quell'insegnamento, furono uno dei «fondamenti» della
Modernità dell'arte occidentale.
- includendovi anche la costruzione del «tempio della Secessione», progettato dall'architetto Joseph Olbrich sul
terreno concesso dal comune di Vienna, le 23 esposizioni di arte, grafica ed arte applicata, delle quali ci
rimangono gli splendidi manifesti e soprattutto la fondazione, nel 1903, del laboratorio di arti applicate (le
famose Wiener Werkstätte) con le quali si cercò di evitare l'eccesso di decorativismo al di fuori di una logica
funzionale del prodotto.
- Fu grazie alla rivista, e quindi alla sua ricaduta nel laboratorio, se si sviluppò quello specifico linguaggio per il
quale la Secessione viennese è oggi universalmente conosciuta. Linguaggio percepibile sin dai primi numeri
che furono veri e propri manifesti programmatici. La rivista, infatti, si reggeva sul concetto che l'insieme
doveva essere superiore alla somma delle sue componenti

Joseph Maria Olbrich,1898. Palazzo della Secessione, Vienna  Nella faccia c’è

l Palazzo delle Secessione presenta una pianta a croce greca e una struttura rigorosa ed elegante, costituita
essenzialmente da parallelepipedi compatti con superfici bianche ravvivate da elementi decorativi floreali dorati incisi
nell’intonaco.

- copertura è dominata da una originalissima cupola: circondata da quattro basse torrette, ha una forma quasi
sferica, rivestita di foglie d’alloro in ferro battuto ottonato che creano un contrasto netto con il candore delle
murature.
- Nella facciata c’è scritta “Ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà”

Gustave Klimt  La sua pittura mantiene negli anni alcuni caratteri di fondo costanti: il ricorso a una miriade di
elementi simbolici; il gusto della rivisitazione dell’universo artistico classico ed ebraico. Il suo stile privilegia una linea
morbida, elegante, sinuosa, una definizione quasi fotografica e iperrealistica dei corpi ad elaborazioni bidimensionali
incrostate di colori e oro; si orienta verso il recupero della concezione dei mosaici romano-cristiani e bizantini. Lui
evoca tre grandi elementi:

- Filosofia
- Medicina
- Giurisprudenza

Le opere della La Secessione viennese

Max Klingen, Beethoven  La scultura fu realizzata in occasione della XIV esposizione della Secessione viennese.
L'obiettivo dichiarato era riunire le arti separate - architettura, pittura, scultura e musica - sotto un tema comune: l
'"opera d'arte" doveva emergere dall'interazione tra il design delle stanze e i dipinti murali e le sculture.

Il gigante Tifeo e le sue figlie, le tre Gorgoni 1902  Il “Fregio di Beethoven” è articolato in una sequenza ritmica di
episodi: il lungo viaggio dell’individuo alla ricerca della felicità, tra forze del bene e del male, ispirandosi alla filosofia di
Schopenhauer. Per realizzarlo Klimt si servì dello spazio chiuso della navata al fine di svolgere un rapporto simbolico
unitario, seguendo una stilizzazione concisa, pregnante. Dopo la definitiva collocazione nel nuovo spazio espositivo, è
mutata la sequenza allegorica del ciclo, almeno in parte. L’anelito alla felicità” (prima scena), continua con “L’ostilità
delle forze avverse” (seconda scena), successivamente si presenta “La Musica” (terza scena) infine “L’inno alla gioia”
(quarta scena). !

Gustav Klimt, Giuditta 1901  La donna è l’ossessione di Klimt attraverso gli anni, nei suoi dipinti la donna occupa
la maggior parte del quadro. Una delle opere più inquietanti dell’artista viennese, è la prima versione della Giuditta
ispirata a una rilettura in chiave freudiana dell’eroina biblica. La sua città natale venne assediata da un esercito
capeggiato dal generale Oloferne. Giuditta andò nel suo accampamento, lo sedusse e durante la notte gli tagliò la
testa. Vediamo qui il potere della donna rispetto all’uomo, la superiorità è grazie all’eros, alla seduzione. Giuditta
diviene il simbolo del terrificante potere di seduzione che la donna, esercita sull’uomo: il desiderio che il suo corpo
armonioso ispira è l’eros che il suo sguardo ammaliante e le sue labbra possono divenire una trappola di morte.
Questo è ciò che Klimt manifesta nell’immagine della vedova ebrea in una notte in cui brillano d’oro le palme d’Israele
rappresentata con veli semitrasparenti ricamati in oro che la copre con elementi circolari e favolosi gioielli esaltano un
corpo sensuale, il tutto prepara all’orrore della testa mozzata di Oloferne, appena visibile nell’angolo in basso a destra.

Il Bacio, Gustav Klimt 1907 il trionfo della potenza vivificatrice dell'eros, capace di trascendere le antitesi tra sesso
maschile e sesso femminile. Queste differenze sono evidenti nell'opera attraverso alcuni dettagli visivi. Abbiamo il
fondo in oro, la figura dell’uomo ha poca importanza perché non lo si vede nel volto, evidenziando sempre la
superiorità della donna. Le due figure sono in ginocchio, su un prato, questo non è altro che l’aspetto terreno.
Abbiamo qui le figure tridimensionali mentre il tutto è bidimensionale. Le vesti sono caratterizzate da simboli che sono
diversi dai 2 vestiti evidenziando la differenza tra i 2 sensi. Alla base di tutto c’è il concetto della femme fatale, l’idea di
un eros, dove amore e morte sono uniti.

Gustav Klimt, Giuditta ll 1909  II rappresenta l'eroina biblica che aveva ucciso Oloferne decapitandolo (tiranno che
aveva sottomesso il popolo ebraico). Giuditta si era recata nella tenda di Oloferne e fingendosi disponibile uccise il
tiranno. Giuditta ha in mano la testa di Oloferne; il volto e il corpo sono delicatamente chiaro-scurati e pieni di luce. Il
seno nudo e il volto hanno sensualità e ricordano l'idea della “femme fatale” che poeti e letterati idealizzano. Appare
come un godimento sadico nel macabro trofeo che simbolicamente può alludere al binomio amore/morte. La figura
pallida contrasta con i capelli neri che alludono simbolicamente alla morte; la donna ha bracciali e ornamenti che
esprimono raffinatezza che contrasta con le mani che sembrano artigli. Questi contrasti simboleggiano l'opposizione
tra eros/morte.

Stazione della metropolitana Karlsplatz di Otto Wagner  architetto d'avanguardia durante il periodo Liberty,
condusse dal 1894 al 1901 i lavori di costruzione della metropolitana. La metropolitana viene quindi considerata nel
suo complesso un'opera d'arte. Le linee della Stadtbahn rispondevano alla ri-chiesta del governo di collegare le grandi
stazioni di testa e quindi di migliorare la funzione di Vienna in quanto "fulcro" della monarchia.

Wiener Werkstätte  L’obbiettivo dichiarato del circolo artistico Wiener Werkstätte (1903-1932) era quello di
introdurre anche nella vita quotidiana oggetti di elevato valore estetico ed artistico. I suoi progetti pionieristici
lasciarono un’impronta indelebile nella storia del design; il MAK - Museo di Arti applicate di Vienna custodisce il suo
archivio e propone una vasta rassegna del suo operato.

- Nel 1903 l'architetto Josef Hoffmann ed il grafico e pittore Koloman Moser, sotto il patrocinato dell'industriale
Fritz Waerndorfer fondarono la Wiener Werkstätte secondo il modello del movimento inglese e scozzese Arts
and Crafts. Questa comunità di produzione formata da artisti figurativi era tipica del periodo a cavallo tra
Ottocento e Novecento, la fase di avvio del Modernismo. Allo Storicismo, che non faceva che riprendere
all'infinito lo stile del passato, si contrapposero oggetti semplici, pratici ed eleganti.

Koloman Moser

Fu tra i fondatori della secessione viennese, svolse gran parte della sua raffinata attività nel campo delle arti applicate,
dedicandosi in particolar modo alla realizzazione di stoffe, mobili, vetrate, manifesti, complementi d'arredo, monili.

Trama di pesci che richiama il Japonisme Koloman "Kolo" Moser (1868–1918) - Gioco delle onde – 1902

Poltrona Purkersdorf poltrona disegnata per il sanatorio Purkersdorf, Coppia di sedie disegnate da Josef
Hoffmann con Koloman Moser nel 1903 per il sanatorio di Purkersdorf, produzione Wittmann anni ‘70. Come si vede
dalle foto le sedie necessitano di restauro, in particolare la seduta in nastro intrecciato.
Koloman Moser, Gabinetto di scrittura di Berta Waerndorfer, 1903

Josef Franz Maria Hoffmann

è stato uno dei maggiori architetti austriaci, attivo fra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo.

impossibile separare il destino delle WW da quello di Hoffman stesso, i cui prodotti sono oggetti di tecnica raffinata
che guardano alla perfezione estetica ma anche alla trasformazione sociale dell’ambiente domestico e urbano.

Pendaglio 1907

Servizio di Posate 1904/08

Friedrich Fritz Wärndorfer  fondatore Wiener Werkstatte.

Hope è un dipinto a olio del pittore austriaco Gustav Klimt del 1903. Questo dipinto simbolista presenta una donna
nuda e incinta con abbondanti. Fissa lo spettatore dell'opera tenendo le mani giunte sotto il petto e sopra il ventre
generosamente arrotondato. Si trova al centro della stanza, sulla parete di fondo, nella stanza creata per Koloman
Moser, nell'armadio attraverso il quale si intravede il dipinto

Nel 1903 il collezionista d'arte Fritz Waerndorfer (de), mecenate principale della Wiener Werkstätte, acquistò l'opera.
Come suggerisce una lettera che Klimt gli inviò, è possibile che abbia continuato a lavorare al dipinto tra il 1905 e il
1909. In questo periodo il collezionista rinchiuse l'opera in un armadio a doppi sportelli progettato da Koloman Moser
in modo che gli occhi profani non potessero guardalo.

Tapezzeria per Wiener Werkstätte, richiama l’art noveu.

Le avanguardie artistiche e la nuova idea di arte

Louis-Jacques-Mandé Daguerre e la fotografia

- la nascita della fotografia viene collocata nel 1839 quando all’accademia delle scienze a
Parigi venne presentata una riproduzione fotografica ottenuta attraversi una nuova
tecnica. Questa tecnica, che è il perfezionamento di quella di Nicèphore, è opera di Louis Daguerre. In questa
tecnica Daguerre utilizzò una lastra di argento trattata con vapori di iodio. Si andava poi, dopo l’esposizione, a
trattare la lastra con vapori di mercurio che si depositavano sulle zone in luce, annerendole. Nonostante si
ottenga un buon prodotto finale, i risultati, per lo meno inizialmente, non sono quelli sperati, per via dei tempi
di creazione lunghissimi. Questa è una delle immagini create da Daguerre con il nuovo metodo. In questa
fotografia Daguerre rappresenta una natura morta (soggetto tipico della pittura).
Come detto in precedenza però nel 1839, dopo un lungo periodo di sperimentazioni, venne presentata
all’accademia delle scienze la prima fotografia.

François Arago annuncia la scoperta di Daguerre nel corso di una seduta pubblica dell’Accademia delle
Scienze di Parigi, 10 agosto 1839. “The wonders of science”, di Louis Figuier  è stato un artista, chimico e
fisico francese, riconosciuto universalmente come l'inventore del processo fotografico chiamato dagherrotipo.

Il dagherrotipo è un processo che fornisce un’unica copia positiva, non riproducibile, su supporto in argento o rame
argentato, precedentemente sensibilizzato in camera oscura, mediante esposizione ai vapori di iodio. Il dagherrotipo
(chiamato anche lo specchio dotato di memoria) è un tipo di immagine che contiene nella stessa copia il positivo e il
negativo. Infatti, a seconda dell’angolazione con il quale viene colpito dalla luce, l’immagine appare sia positiva che
negativa, creando l’effetto della tridimensionalità. La straordinaria ricchezza di dettagli rende, inoltre, la visione del
dagherrotipo un’esperienza magica e surreale.

Il parallelismo più stringente del rapporto tra pittura e fotografia lo abbiamo con il realismo

Gustave Courbet (1819-77) si avvale molto spesso delle fotografie in particolare quelle di Gurtave Le Gray (1820-84).
Nell’esempio riportato possiamo vedere la foto di Le Gray del 1856 con la quale rappresenta un faggio, che diventò
poi la base con la quale Courbet andrà a dipingere “la quercia di Flagey”, 1864.
Quadro famoso The Epsom Derby da ispirazione a Edward James Muggeridge

- fotografo inglese importante per il suo lavoro pionieristico negli studi fotografici del movimento e in movimento
-proiezione di immagini.
- Gli esperimenti di Muybridge nella fotografia il movimento iniziò nel 1872, quando il magnate delle ferrovie
Leland Stanford lo ha assunto per dimostrare che durante un momento particolare nell'andatura di un cavallo
al trotto, tutte e quattro le zampe sono sollevate da terra contemporaneamente.
- EADWEARD MUYBRIDGE (1830-1904). Fotografo americano (di origine inglese) e pioniere del cinema.
Muybridge mostra il suo studio di un cavallo in movimento al Royal Scoiety di Londra. Incisione su legno,
inglese, 1889.
- Lo studio fotografico di Eadweard Muybridge di un uomo che salta su un cavallo
- Muybridge realizzò i suoi più importanti studi fotografici sul movimento dal 1884 al 1887 sotto gli auspici
dell'Università della Pennsylvania . Si trattava di fotografie di varie attività di figure umane, vestite e nude, che
dovevano formare un compendio visivo dei movimenti umani ad uso di artisti e scienziati.
- rappresentare il movimento, fino all’invenzione del cinema. Si tratta di fotogrammi che posizionati uno a fianco
all’altro ci danno l’impressione della corsa di un cavallo. Quello che interessava all’autore è verificare la
posizione del corpo del cavallo in corsa.

Edgar DEGAS (1834-1917), Ballerine dietro le quinte, 1897

- usa fotogrammi diversi di ballerine e le riassesta per ottenere l’opera pittorica. “Ballerine dietro le quinte”, con
l’idea che la fotografia sia un vero supporto per la pittura, e che possa essere manipolata

Ètienne Jules MAREY (1830-1904), Cronofotografia

1882 fu realizzata una delle prime macchine fotografiche per immagini in movimento a forma di pistola

È stato realizzato da uno scienziato francese di nome Étienne-Jules Marey - morì il 15 maggio 1904 a Parigi, in
Francia - due anni dopo la misteriosa avventura di un film fantascientifico di Georges Méliès: A Trip to the Moon
(1902) . Le prime immagini in movimento realizzate da Marey utilizzavano una cronofotografia a lastra fissa e le
immagini. Successione di fotografie a intervalli di tempo prestabiliti; realizzata con speciali macchine da ripresa, è
usata per ottenere una visione chiara di fenomeni rapidissimi (per es. il moto di un proiettile) o lentissimi (per es. lo
schiudersi di una farfalla dal bozzolo o lo sbocciare di un fiore).

Étienne-Jules Marey – Salto con l’asta

Sigmund Freud

- è definito il padre fondatore della psicoanalisi; la psicoanalisi è lo studio dell'inconscio, e secondo Freud il
sogno è la via privilegiata di accesso all'inconscio.

Gli «Studi sull’isteria» di Sigmund Freud 1895

- Alla Salpêtrière, con il suo primo maestro Freud aveva assistito ad una grande rivoluzione in campo medico:
l’isteria
- Charcot aveva dimostrato che i fenomeni isterici obbediscono a leggi specifiche, dunque i suoi sintomi, sotto
ipnosi, potevano essere eliminati dal medico tramite l’uso appunto della parola.
- Questo si basava sull’idea che i sintomi isterici nascondessero dei ricordi «ritenuti» che, fatti affiorare alla
coscienza sotto effetto della suggestione ipnotica, potessero essere riconosciuti dalla malata e dunque
scaricati ed eliminati.
- È sufficiente leggere i casi trattati negli Studi Sull’Isteria per rendersi conto che nel suo punto di vista Freud
sente esserci qualcosa di più: che si può andare al di là della rispondenza dell’essere umano al suggerimento
verbale del medico si può forse auspicare ad una parola più autentica da parte del paziente.

L'interpretazione dei sogni 1900


- L'opera segna il passaggio del metodo psicoanalitico dalla semplice tecnica della libera associazione di idee
al nuovo metodo che privilegi l'attività onirica per accedere ai contenuti inconsci della psiche.
- All'uscita di quest'opera il sogno era relegato ai margini degli interessi psicologici e gli veniva negata
addirittura una validità psichica; ciò aiuta a comprendere quanto il volume freudiano fosse rivoluzionario,
accolto parimenti con interesse e con sprezzanti critiche dal panorama culturale e scientifico dell'epoca.

Importanti proprio perché aprono nuove prospettive e nuovi paradigmi. Abbiamo già visto come la fotografia sia
uno strumento importante per l'arte, per permettere agli artisti di non dover per forza rappresentare il reale ma
anche altro. Questo altro assume una propria identità con la riflessione che fa Freud, sull'io e la profondità
sull'essere umano. Gli studi sull'isteria di fine 800, ad esempio, lui li compie in alcune case di cura e ospedali
francesi insieme ad altri scienziati. Questi studi, anche se realizzati da più persone negli stessi anni, acquisiscono
notorietà grazie al nome di Freud e al suo testo capitale "L'interpretazione dei sogni". Sono tutti elementi
importanti perché vanno a confluire nella cultura contemporanea in termini di immaginare l'arte come strumento
attraverso il quale attingere nel profondo, attingere a una realtà che non è più solo quella visibile, è anche una
realtà invisibile. Il suo stesso studio era arricchito da tappezzerie e statuette che si rifacevano all'arte africana e
micenea e che quindi offrivano ai pazienti che si presentavano per le sedute un contatto con queste culture.

Einstein e la Teoria della relatività ristretta 1905  La teoria si basa su due postulati: le leggi della fisica sono
invarianti in tutti i sistemi di riferimento inerziali; la luce si propaga nel vuoto a velocità costante indipendentemente
dallo stato di moto della sorgente o dell'osservatore.

Jacques Doucet  era uno stilista francese e collezionista d’arte. Jacques è noto per i suoi abiti eleganti, realizzati
con materiali traslucidi in sovrapposizione di colori pastello.

- L'appartamento parigino di Jacques Doucet di Eileen Gray alla fine degli anni '20 contiene forme e pitture
particolari del movimento cubista dovuto a che nel 1927 chiese ad artisti e scultori cubisti di decorare il suo
Studio House in rue Saint-James, Neuilly-sur-Seine. Si chiamava “hôtel particulier”: fu progettato
dall’architetto Paul Ruaud e comprendeva opere e progetti di Laurens, Csaky, Lipchitz e Marcoussis.
- Nella parete salendo le scale si trova il quado di Picasso Les demoiselles d’Avignon

Il cubismo  risolvere e superare il problema dello spazio senza ricorso all'illusione prospettica: è caratterizzata dalla
scomposizione delle forme e dall'accentuazione delle forme geometriche.

 Proto cubismo: caratterizzato da forme grandi ampie, volumi potenti, e colori “concreti” come l’ocra, il bruno, il
verde e il grigio. (Demoiselles d’Avignon)
 Cubismo analitico 1909: introduce il formato ovale e una frantumazione più minuta della visione, i colori usati
sono solitamente terrosi e di tonalità neutre, i quadri sono caratterizzati dalla piattezza dei volumi e dalla
perdita del chiaroscuro. (Ritratto di Ambroise Voillard)
 Cubismo sintetico 1912-1917: ricompare il colore e viene introdotta la tecnica del collage

Les demoiselles d’Avignon 1907

- È considerato come il suo primo capolavoro cubista e fa parte del cosiddetto “periodo africano” dell’artista, a
cui sarebbe seguito anche il celebre “periodo rosa”.
- Picasso conosce Matisse e scopre l’arte africana, lo approfondisce insieme a Braque, con lui sviluppa la
concezione delle visioni multiple e simultanee su cui si fonda il Cubismo.
- l'artista elabori la visione simultanea degli oggetti, rappresentando nelle due figure femminili di destra la
scomposizione delle immagini, per mezzo di forme che si sovrappongono variamente, creando l'effetto della
quarta dimensione, cioè il tempo.
- rappresenta delle donne all’interno di un bordello a Barcellona, riprende i canoni africani anche attraverso la
fotografia. Picasso crea questo quadro dopo aver visitato il Museo dell’etnografia “El Trocadero”, che si
occupa di mostrare dei manufatti che vengono considerati nel valore della testimonianza delle popolazioni, le
avanguardie in questo spirito le trasformano in opere d’arte da considerare come valore formale che era insito
nelle opere.
- Propone un modello classico che rappresenta, come esprime in una sua citazione: il suo “primo esorcismo”.
- In alcuni acquarelli si vede come l’approdo finale non è analogo ai primi schizzi e idee che elabora:
Riprendendo anche la pittura, utilizzando il pendaggio, rileggendo il classico o pittori contemporanei (Ingres e
Cezanne, nel moto di torsione delle figure).
- L’opera di Picasso, il “manifesto della pittura Cubista”, rimane nell’atelier di Picasso e rimase girata e quindi
non era sicuro all’inizio della sua opera, poi venne comprata e venne posta a casa di J. Doucet nel 1924, uno
stilista che rimane affascinato dalla novità della sua opera e la espone. Nel 1939 l’opera viene acquistata dal
MOMA di New York che era stato appena aperto. È un’opera contraddittoria, rappresenta delle prostitute e lo
fa senza lo stile accademico, ma usando come modelli delle donne africane.

Ingres  scena di nudi in un interno derivata dal Bagno Turco di J. A. D. Ingres. Picasso
cominciò allora a pensare a un grande quadro di composizione, in concomitanza con una
riflessione su P. Cézanne e sulle sue Bagnanti.

In particolare, Picasso ha ereditato la lezione logico-astratta di Cézanne (la natura secondo


"cubo cilindro e sfera"), ma non vuole sentirsi un suo discepolo, perché vuole creare qualcosa di
inedito

Ritratto di Ambroise Vollard Picasso, 1909-1910

- collezionista d’arte uno dei primi sostenitori del cubismo e di Picasso, pennellata non stesa
uniformemente, sono pennellate nevrotiche, una accanto all’altra come se si trattasse di un
mosaico.
- Opere importanti perché introducono l’idea della scomposizione della figura, del tentativo di
raccogliere l’assenza delle persone, fino all’astrazione, che non ha più niente a che fare con la
realtà ma si muove su piani totalmente diversi. Picasso sarà un faro per tutta la pittura astratta che si
svilupperà in Russia.
- Tentativo di rappresentare il reale non attraverso una riproduzione verosimile ma rappresentandone tutti gli
aspetti e tutte le vedute, punti di vista risentizzandoli sulla tela e dando al guardante la facoltà e la possibilità
di sintetizzarli concettualmente nella propria mente.
- L’arte contemporanea ci coinvolge, diventa più evocativa, ci obbliga a interagire con l’opera stessa

Ritratto di Ambroise Vollard Cezzane, 1899

Vollard, Cézanne compie una estrema semplificazione delle forme. Il volto del collezionista è, infatti, un
semplice ovale. Anche il suo busto è semplificato e le maniche sono simili a dei cilindri, come anche le
dita della mano. Inoltre, la piccola composizione in alto a sinistra è formata da semplici figure
geometriche.

Pablo PICASSO (1881–1973), Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler

- Il maestro postimpressionista, infatti, scompose lo spazio attraverso una semplificazione geometrica definita
analitico-induttiva. I due artisti cubisti si concentrarono poi sulla componente spaziale lasciando da parte la
ricerca cromatica di Cézanne.
- I loro dipinti analitici sono infatti monocromatici, risolti con toni in ocra e grigio. Nel Ritratto di Daniel-Henry
Kahnweiler, Picasso tentò una sintesi volumetrica all’interno della superficie bidimensionale della tela. Il
termine analitico indica l’intenzione di affrontare la soluzione in termini scientifici al problema concettuale di
rappresentare la quarta dimensione.
- Molto spesso le pitture dei cubisti, soprattutto del primo periodo, hanno delle tonalità ocra, giallastre perché
questi pittori eseguivano le loro opere alla luce di una lampada a gas.
- La scomposizione della forma che la pittura cubista porta avanti passa non solo per una scomposizione della
realtà, ma anche per la figura umana. Introducono l’idea della scomposizione della figura, del tentativo da
parte degli artisti di non cogliere la vera somiglianza ma l’essenza delle persone e conducono all’astrazione,
non ha più niente a che fare con la realtà ma si muove su piani completamente diversi.

Pablo Femme à la mandoline 1910


- Donna con mandolino (Fanny Tellier) di Pablo Picasso rappresenta un esempio di cubismo analitico elaborato
dall’artista insieme a Braque.
- furono i dipinti di Paul Cézanne ad ispirare Picasso e Braque nella loro ricerca spaziale e formale.
- La necessità di elaborare un nuovo linguaggio spaziale portò così i due artisti a voler inserire la quarta
dimensione sul piano bidimensionale.
- Il risultato del processo concettuale che portò l’artista a osservare da più angolazioni il soggetto fu una
superficie frammentata. Infine, tramite un deciso chiaroscuro Picasso in Donna con mandolino creò una
frantumazione delle forme e dello spazio che risulta formato da schegge formali.

NATURA MORTA CON SEDIA (1912)

- fatta con una forma ovale, che rappresenta un vero e proprio tavolo, su cui si trova un giornale, un bicchiere,
un cucchiaio, un limone, una pipa ed un guscio d’uovo.
- Proprio come accade con tanti altri lavori di Picasso, il punto di vista non è uno solo, ma sono molteplici con il
passare del tempo, ed in questo caso la visuale adottata è quella dall’alto.
- L’opera si propone come un “ibrido”, perché i precetti stilistici, (come la prospettiva) richiamano alle
caratteristiche del cubismo tradizionale, mentre la superficie utilizzata e rappresentata, è completamente
innovativa, ed aprendo la strada ad un nuovo cubismo, ovvero quello sintetico.

Georges BRAQUE (1882–1963), Le Quotidien, violino e pipa, 1912

- Opera emblematica del Cubismo Sintetico, vale a dire la radicalizzazione del Cubismo Analitico
- la inevitabile “deriva” verso l’astrazione, di un certo genere di astrazione, e la rifiutarono. La logica è quella di
evidenziare la essenzialità delle forme e la loro sublimazione, quasi una trasfigurazione: colori brillanti, tagli
netti, inserimento di materiali eterogenei che proiettano l’osservatore in frammenti del reale.
- Il quotidiano, infatti, è reale ed è incollato sulla tela, la pipa è ritagliata da una illustrazione e dunque non è
una pipa, è la forma di una pipa (e qui si capisce Magritte) il violino non è un violino, è la forma di un violino
ritagliata in un cartone e dipinta, è la forma di un oggetto, non è reale.
- Il tavolino è visto dall’alto, mentre gli oggetti sono frontali, ritagli in finto legno e l’ovale disegnato ci fanno
capire che è un tavolino-non-tavolino, nonché la cornice delle immagini.

Umberto BOCCIONI (1882-1916)

- è stato l’esponente più significativo del Futurismo nonché teorico del movimento con la sua fitta attività
scrittoria.
- conosce Gino Severini e Mario Sironi con i quali si avvicina al Divisionismo, un movimento pittorico che
indagava i principi scientifici che stanno alla base della diffusione della luce e della percezione dei colori.
- Si stabilisce infine a Milano dove si interessa alle dinamiche della società industriale e alla filosofia di Bergson
da cui in parte assume i concetti di simultaneità e dinamismo.

Umberto boccioni riot in the galleria 1909

- Basata su un movimento circolare di tutte le figure coinvolte nella zuffa e che spingono il nostro sguardo a
osservare il punto centrale in cui due forme indefinite (una verde e l'altra blu) sembrano essere il centro di
tutto e i veri protagonisti della mischia.

Serie I, Museo del Novecento (Milano) 1911

Gli Stati d’Animo rappresentano i tre momenti (sono dei trittici) di un addio in una stazione ferroviaria, vi sono persone
che si abbracciano avvolte dai vapori delle locomotive, l’uomo nel treno appena partito che guarda fuori dal finestrino
le case che sembrano volare via, le persone che si allontanano dalla stazione

1. si denota una pittura dalle linee orientate obliquamente e con una scomposizione cromatica tipica del
divisionismo (pennellate minute e filamentose volte a dividere la tessitura quasi pettinata dei colori che, non
sovrapponendosi al disegno, costruiscono le figure con un andamento striato) Queste linee lasciano
intravedere delle figure appena delineate mentre si uniscono in un abbraccio (il saluto prima della partenza).
2. In ‘Quelli che Vanno’ queste figure sembrano volare via davanti agli occhi del passeggero seduto nel vagone,
mentre il treno è da poco partito dalla stazione; ad esso, linee oblique blu, viole ed azzurre conferiscono un
senso di accelerazione dinamica.
3. In ‘Quelli che Restano’, invece, vi è la predominanza di colori freddi, di blu e verdi; qui delle sagome appena
riconoscibili si muovono da sinistra verso destra. Nella seconda versione Boccioni risente dell’influenza
cubista, riconoscibile nella scomposizione dei volumi, nelle forme sfaccettate e nella moltiplicazione dello
spazio.

Serie lI, MOMA (New York)

1. una locomotiva domina il centro dell’opera; essa sembra smontata e rimontata per frammenti, sia
frontalmente che di profilo; al centro, leggermente spostato verso destra, domina la scena il suo numero di
serie, mentre ai lati vi sono le figure di coloro che si salutano, i vapori, lo stridio dei freni, i tralicci e le
coperture metalliche della stazione.
2. In ‘Quelli che Vanno’ vi è una dominanza del blu, che rappresenta lo stato d’animo della malinconia; si notano
anche una serie di teste incastonate, tipicamente cubiste, nel vagone.
3. In ‘Quelli che Restano’, che è dominato dai toni freddi del verde e dell’azzurro, le figure si muovono da sinistra
a destra, chiuse nei propri cappotti.

Elasticità da Umberto Boccioni 1912

- la sua opera fu subito riconosciuta come il paradigma di distinzione tra futuristi e cubisti.
- La coiche del titolo 'Elasticità' per la rappresentazione di un cavaliere a cavallo al galoppo su sfondo urbano,
rivela il nuovo interesse per le proprietà delle materie, e in particolare per la capacità elastica degli oggetti e
dei muscoli, anticipando l'interpretazione muscolare del movimento tipica della scultura 'dinamismi'.

IL FUTURISMO

Parigi 1912, Marinetti in foto: anno della mostra della pittura futurista a Parigi, città più pronta a cogliere le novità.
Interessate vedere il catalogo della mostra perché si parla del parallelismo tra pitturi cubisti e futurista. “Pur
ammirando l’altro valore dei pittori cubisti, noi ci sentiamo e dichiariamo opposti e contrari a quest’arte. Incarnano, si
affannano a dipingere l’immobile, il ghiacciato e tutti gli stati statici della natura. Punti di vista futuristici al contrario noi
cerchiamo una rappresentazione del movimento che non è mai stato cercato prima di noi, noi siamo il nuovo che
avanza”. Ci presenta universo sentire, che guarda ai modelli del passato e lo sguardo per il futuro, anche perché
sono giovanissimi, e perché si vogliono porre come innovatori, e il passato va buttato alle spalle per guardare al futuro.

Giacomo Balla

Le mani del violinista 1912

- è uno dei tre dipinti che Balla progettò dopo una meticolosa indagine sul movimento organico.
- Si nota che la ripetizione delle immagini è ritmicamente regolare e procede dall’alto in basso. Le diverse
rappresentazioni delle mani che agiscono sulle corde dello strumento si susseguono e si sfumano le une nelle
altre.
- Balla, inoltre, realizzò tre importanti dipinti con questo intento, Dinamismo di un cane al guinzaglio, Bambina
che corre sul balcone e appunto Le mani del violinista. Successivamente si dedicò poi al movimento
meccanico.
- lontano ormai dal periodo del Realismo, si interessò essenzialmente alla ricerca tecnico-rappresentativa.
- Infatti, in seguito all’adesione al Futurismo, nel 1910, l’artista fu completamente assorbito dalla sua poetica.
- Insieme ad altri artisti e a due dei suoi studenti, Umberto Boccioni e Gino Severini, si impegnò nella
dimostrazione che la realtà andava indagata nel movimento.
- La tecnica utilizzata da Balla per rappresentare le forme in movimento fu ispirata dalle sperimentazioni
fotografiche di Eadweard Muybridge e Étienne-Jules Marey.

Bambina che corre sul balcone 1912

- mappa il movimento di una figura che ci viene rappresentata con una frequenza di fotogrammi di cui però
alcuni elementi scompaiono, come il volto che si intuisce solo, e soprattutto pennellata molto rapida e veloce
che diventa sintesi tra la pittura innovatrice e quella illusionista e divisionista.
- Si arriverà a opere in cui non si rappresenta solo figura umana ma anche la macchina, oggetto per
eccellenza della cultura futurista perché rappresenta il cambiamento, la velocità, idoli che la
pittura futurista sembra apprezzare.

Velocità d’automobile 1913

- il soggetto che si vuole catturare è la velocità piuttosto che la macchina, movimenti delle ruote riproposte in
sequenza allo stesso modo in cui la fotografia affama.
- Negli stessi anni stessa riflessione di Balla che rappresenta un violinista nell’atto di suonare, nella sua
mobilità, nell’impeto artistico, attraverso la sequenza delle mani ripetute una dietro l’altra e che cambiano
posizione a seconda del suono che si deve riproporre. Si mappa un cambiamento ma evoca anche un suono
musicale.

Dinamismo di un Cane al guinzaglio 1913

- immagine potente non solo perché rappresenta il movimento, ma il taglio stesso dell’immagine: Balla è
interessato ad altro, taglia la figura della donna che porta il cane, vediamo solo il passo, e il cane
affianco

Luigi RUSSOLO (1885-1947), Dinamismo di un’automobile, 1912-1913

- Era l’auto che si distingueva come simbolo della velocità e del progresso che il processo di modernizzazione
apre.
- Ha utilizzato metodi cubisti per presentare un’automobile aerodinamica. Russolo divide l’immagine in sei
campi diseguali a forma di freccia.
- Questi campi orizzontali avevano lo scopo di creare l’illusione dell’alta velocità a cui si muove l’auto
raffigurata.
- La frammentazione così concepita aveva anche lo scopo di indicare la direzione in cui la macchina si muove.
Per ottenere l’effetto di velocità pulsante, utilizza un approccio divisionista al colore.
- Separando nettamente i campi di diverse tonalità di blu da quelli di rosso, Russolo ha composto l’autentica
vivacità della macchina ad alta velocità.

Fotodinamismo futurista di Anton Giulio Bragaglia

- è un dei libri fondamentali del Novecento, il testo teorico che inaugura la fotografia d’avanguardia e no,
l’emancipazione dell’arte fotografica rispetto alla pittura.
- ha rappresentato in immagine il “dinamismo effettivo, realistico, degli oggetti in evoluzione di moto reale”.
- aveva come ” .. scopo il ricordo della sensazione dinamica di un movimento e la sua sagoma scientificamente
fedele, anche nella dematerializzazione ..”.

A.G. Bragaglia, Ritratto polifisiognomico di U. Boccioni, 1913

Anton Giulio BRAGAGLIA (1890-1960), Giacomo Balla in sequenze dinamiche davanti al suo quadro
Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1913

La macchina è l’oggetto per eccellenza protagonista delle opere della cultura futurista
perché è uno di quei dispositivi che meglio di altri rappresenta il cambiamento, la
velocità. Tutto ciò è possibile non solo alle fotografie, ma anche ad una fonte di
sperimentazione che il futurismo applica anche alla fotografia, in cui l’esito sarà il foto
dinamismo (Bragaglia) anche se in questo periodo tanto boccioni come balla non
credevano che la fotografia fosse un arte dovuto alla semplicità di essa, era soltanto un
scatto e non poteva essere totalmente riconosciuta o più importante che l’arte.
Duchamp fu ispirato dalle cronofotografie di Étienne-Jules Marey e dai lavori di
Eadweard Muybridge. Per questo motivo ricorda le invenzioni dinamiche futuriste.
Queste ultime infatti condivisero le fonti ispiratrici con Duchamp. La fonte ispiratrice del dipinto di Duchamp fu con
molta probabilità la cronofotografia intitolata Figura umana che scende una scala di Muybridge.

La figura che si nota somiglia piuttosto ad un manichino di legno. Anche la direzione del movimento è chiarita nel titolo
che guida alla comprensione dell’opera.

G. Balla e F. Depero, 1915 Ricostruzione Futurista dell’universo

«Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè
ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all'invisibile, all'impalpabile, all'imponderabile, all'impercettibile.
Troveremo degli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo, poi li combineremo insieme,
secondo i capricci della nostra ispirazione, per formare dei complessi plastici che metteremo in moto.» Balla porta la
sua arte a superare i limiti della tela e invadere l’ambiente.

Giacomo BALLA (1871- 1958), Progetto per un villino futurista, 1925, inchiostro su carta. Collezione privata

1. Sulla cultura dell’arte Futurista, i pittori portano alle estreme conseguenze l’opera d’arte, estendendosi al di
fuori della cornice (Preraffaelliti; Seurat), lo fa Balla e occupando l’architettura con la sua arte a Roma nella
Villa Huffer, Bal-Tic-Tac del 1921,
2. venne portato alla luce nel 2020 tramite un esito di studi e restauri, ci danno l’idea di un pittore che porta la
sua tela su uno spazio, mettendo insieme svariati sensi nell’opera.
3. “Casa Balla” a Roma viene aperta ai visitatori, rendendo pubblico uno spazio privato; è uno spazio vissuto
dove la casa cambia fino alla morte di Balla, ma in questa casa si sottolinea il contributo degli altri abitanti
della casa, come la moglie. Si ha uno spazio pittorico sulle pareti, mobili e stoviglie, volendo tradurre nella
tridimensionalità quelle istanze futuriste, arrivando ad esiti astratti.

Kensuke Koike 1980

Il fotografo Kensuke Koike si appropria di fotografie che trova e acquisisce negli archivi fotografici dove si hanno
materiali mai ritirati, li recupera manipolandoli e dando un nuovo significato, tagliando le fotografie e ricomponendole,
in queste immagini di paesaggio, in alto si ha la “Fortezza” e al centro dell’immagine si hanno dei tagli che vengono
riproposti creando delle forme rettangolari e abbandonando il tema reale per prefigurare altro, come nella foto degli
sposi. Egli, inoltre sfigura anche i volti umani, come in queste fotografie, ricomponendolo in forme astratte, che
rappresentano altro.

Anna Ridler crea Myriad Tulips nel 2018

un'installazione di migliaia di fotografie di tulipani etichettate a mano; queste fotografie sono state successivamente
utilizzate come set di dati per Mosaic Virus 2018 e Mosaic Virus 2019 . Scegliendo di trasformare il set di dati in
un'opera d'arte, attira l'attenzione sull'abilità, il lavoro e il tempo necessari per costruirlo, contribuendo anche a esporre
l'elemento umano nell'apprendimento automatico, solitamente nascosto da processi algoritmici. Ovviamente avendo
come riferimento ed essendo conapevoli di tutto il percorso creativo da Marey ad oggi.

Anna Ridler, Bloemenveiling, 2019

I Balletti Russi

Sono un’iniziativa dei primi 30 anni del 1900, dove si intrecciano le diverse arti. Ultimi 20 anni del 1800 in Russia
succede che ha un desiderio di autopromozione e si verifica un cambiamento dell’assetto sociale che sfocerà nella
rivoluzione del 1917.

- La maggior parte della popolazione è nella classe sociale ancora di stampo medioevale (“la servitù della
gleba”); invece si aveva una parte di popolazione che diventava sempre più ricca e guarda all’Occidente e
crea uno sfondamento nella società del popolo.
- L’incoronazione di Nicola II avvenne nel 1896 e Henri Gervex ne riproduce la scena su tela mostrandoci la
sontuosità antica e un desiderio di novità e modernità nel capo dell’aristocrazia, poiché fu la prima
incoronazione ad essere ripresa tramite video, mantenendo la memoria del momento.

Mostra sui ritratti russi, palazzo Tauride, San Pietroburgo, 1905


- All’inizio del 900 inizia a cambiare qualcosa, gli artisti russi cominciano ad interrogarsi sulla possibilità di
sviluppare un’espressione artistica che in qualche modo si differenzi e che sia maggiormente identitaria di
quella che è l’anima russa. Tendenza alla promozione degli artisti russi man mano inserendo elementi propri
della cultura russa.
- impresa rivoluzionaria che attenta le ideologie socialiste e la tanta differenza tra i vari strati sociali, questa
rivoluzione si risolve in un bagno di sangue, ma in un tentativo di dimenticare e riprendere le cose da dove si
erano lasciate.
- Serge Diaghilev, crea in lui l’interesse delle arti, capisce di essere capace di creare cenacoli artistici,
promuove l’arte russa organizzando delle mostre, come quelle del 1905, dedicata alla ritrattistica.
- Mette insieme artisti russi, provenienti dall’area settentrionale (vicino la Finlandia) e quando la si inaugura nel
1905, era da poche settimane che era finito il moto rivoluzionario e lo Zar chiude il capitolo della rivoluzione e
Serge promuove la mostra e decanta la grandezza espositiva e mette in luce le personalità che facevano
parte della mostra.
- I cenacoli che egli creava si chiamavano “Mir Iskusstva” - “il mondo dell’arte”, dagli ultimi anni del 1800
promuovono l’arte russa e diventa poi una rivista che critica l’arte russa contemporanea, questo passaggio da
gruppo artistico a rivista fa sì che abbiano un’auto riconoscimento o presentazione al di fuori dell’ambito
russo.

Mir Iskusstva (= il mondo dell’arte).

- Artisti differenti e critici d’arte possono, attraverso gli articoli pubblicati nella rivista, interrogarsi su quello che
può essere un contributo ad un’arte. Su questa rivista si pone l’attenzione sul “che cos’è l’arte russa? Che
cos’ha di diverso?” con, ad esempio, una nuova attenzione al mondo della tradizione contadina.
- Se il mondo della corte è talmente impregnato ormai da secoli nella cultura occidentale, tanto da non
distinguersi, in realtà un’arte originale russa emerge in quella che è la realtà popolare: creazione di temi
ricorrenti che sono presenti nelle decorazioni, nei prodotti delle arti applicate. Tutti questi elementi vengono
ripresi e vengono messi a fuoco.

Ivan Bilibin, Illustrazione di «Arte popolare del nord della Russia» su Mir iskusstva, 1904

Il salotto d’Automne 1906

- L’occasione che di fatto cambia un po’ le sorti dell’arte russa all’inizio del 900 è che a Parigi si decide di
realizzare un secondo salone autunnale
- ospita una grande mostra monografica al mondo russo: 750 pezzi tra dipinti, sculture e opere di grafica,
ceramiche e porcellane, illustrazioni, icone, ricami, vetri.
- Quest’arte russa, che fino a quel momento era letta come un’arte in continuità con l’arte europea, in
quest’occasione mostra un mondo diverso.
- Come il giapponismo, anche la Russia diventa un elemento di interesse nuovo che in qualche modo può
essere avvicinato a quello dell’interesse verso l’esotico. Questa mostra ha due protagonisti: Serge Diaghilev e
Léon Bakst.

Diaghilev

- è stato un nobile russo e grazie alla sua passione per le arti e per il teatro comincia a diventare consulente
per l’opera di teatro di San Pietroburgo ed è uno dei fondatori della rivista Il mondo dell’arte.
- Diventa il promotore dell’arte russa al di fuori dell’arte russa. Nel 1906 quando arriva per la mostra del salotto
d’Automne, ha in mente un progetto: vuole mettere insieme le diverse arti, fondazione dei balletti russi.
- Lui ha una grande cultura musicale e artistica e decide di realizzare un progetto nuovo che riguarda le arti
performative e non solo ma : Il balletto.
- Già alla fine dell’800 è un’occasione teatrale molto amata e che in un qualche modo influenza i gusti e i
costumi della società. Quello che lui fa è di mettere insieme delle arti in una maniera del tutto nuova che si
identifica con questa modalità, insieme a Bakst, inventa questo mondo di favola legato ai balletti, viene
stravolta completamente l’idea dell’arte del balletto.

Nijinsky come fauno, 1912, foto del barone Adolf de Meyer


- Le produzioni dei balletti russi scardinano il mondo dell’arte performativa in molti sensi, ci sono altre sfide con
altre musiche, altre storie che vengono raccontate attraverso il balletto e quindi un nuovo immaginario da
creare attraverso le scenografie, coreografie e di messe in scena che vengono ogni volta stupire.
- I costumi dei balletti russi diventano degli elementi paradigmatici per la moda del tempo e anche per il
mercato del lusso. Molti elementi dei costumi riprendono i costumi tradizionali russi (abiti tradizionali del
folclore russo)

Illustrazione del costume di Léon Bakst per L’uccello di fuoco, 1910, Igor Stravinsky

- Questo è stato un balletto rivoluzionario , non solo perché lo era Stravinsky’ primo balletto popolare , ma
perché è stato il primo balletto in cui stravinsky ha collaborato con sergei diaghilev , Bakst , e il ballet russes .
- questa collaborazione porterebbe anche alla produzione di petrushka e the rite of spring , che sono stati
entrambi ammirati per i loro costumi e scenografia . accanto a leon bakst , alexandre benois è stato anche un
designer di spicco per Stravinsky’s ballet’s producendo molti progetti per le produzioni del ballet russes.
- Si tratta di un abito smanicato, lungo e dalla linea trapezoidale, con spalline con tanti dettagli e colori

Léon BAKST costume per Shah Zeman 1910

Costumes for brigands in Fokine's ballet Daphnis and Chloé, designed by Léon Bakst

Comoedia illustré, copertina, edizione speciale 1911 capellino con corna fatto da Leon Bakst

Ancora una volta illustrazione semplice bianco e nero Léon Bakst, le festin, costume disegnato per l’Oiseau
d’or, 1909 con tanti dettagli e piume.

Léon BAKST , La sacra di primavera, 1913

I Ballets Russes in posa nell'Alhambra di Granada  La troupe di ballerini russi di Sergei Diaghilev non si è mai
esibita in Russia. Parigi è generalmente considerata il loro hub: è qui che la compagnia si è formata per la prima volta
nel 1909 e dove si sono svolte la maggior parte delle sue anteprime. Parigi è stata la fonte di gran parte dell'estetica
dei Ballets Russes e molti dei loro contributori erano francesi o stranieri con sede a Parigi. In questo caso queste
ballerine nel 1918 si stavano esibendo in Spagna.

Serge Diaghilev e Igor Stravinsky in Spagna

Le scenografie e la pittura

Importanti artisti come Picasso vengono chiamati per realizzare le scenografie, le quali vivono nel momento in cui
sono messe in scena, hanno solo un senso e un valore nel momento in cui sono rapportate ad una storia, una musica,
una coreografia che avvengono in un momento preciso al di sopra del palcoscenico. Fu coinvolto anche un artista
italiano: Fortunato Depero. Furono coinvolti anche Matisse, Balla e Coco Chanel.

Il teatro e l’arte performativa riguarda direttamente anche le avanguardie. Il Futurismo, che vuole essere l’arte che
abbraccia tutte le arti, ha un manifesto legato al teatro futurista sintetico, un’esperienza di teatro radicale dove il teatro
è interpretato come il luogo di azione per eccellenza.

Natalia Goncharova, set scenografico per il finale de L’uccello di fuoco, 1926

Pablo Picasso, set scenografico rappresentante una città spagnola per Le Tricorne, 1919

Pablo Picasso (con il cappello) e scenografi sul sipario per Parade, 1917

Illustrazione da Les choses de Paul Poiret, 1911

Giacomo Balla, bozzetto per la scenografia del balletto Feu d’Artifice composto da Igor Stravinskij nel 1908.
L’opera fu messa in scena il 12 aprile 1917 a Roma, al Teatro Costanzi (l’attuale Teatro dell’Opera)

Costume per il prestigiatore cinese per lo spettacolo Parade, disegno di Pablo Picasso, 1917 che richiama
appunto questi colori aranciati e gialli forti. Con dettagli che chiamano l’attenzione.
L’arte astratta tra razionalità e spiritualità. Le avanguardie in Russia e il dialogo con l’Occidente.

I diagrammi di Alfred Barr, direttore del MoMa

Poiché la mostra voleva presentare i risultati più salienti dell’arte moderna italiana al grande pubblico americano, il
catalogo si apriva con una mappa concettuale ideata dallo storico dell’arte Alfred Barr, allora direttore del MoMa. Barr
disegnò altre volte diagrammi relativi a movimenti artistici: uno dei più famosi, ad esempio, è quello sul cubismo e
l’arte astratta, pensato per un’esposizione allestita nello stesso museo pochi anni prima, nel 1936.

Leon Plarr. La Francia e Mosca

- Esposizione de 1891. Parigi.


- d'arte e industriale francese, tenutasi a Mosca nel 1891, fu un evento importante nel riavvicinamento tra
Russia e Francia.
- Per la prima volta uno stato straniero ha organizzato una simile esposizione in Russia. Inoltre, il pubblico
russo ha potuto conoscere direttamente la maggior parte delle mostre dell'Esposizione mondiale, tenutasi a
Parigi nel 1889.
- La mostra di Mosca è stata onorata della sua attenzione e della visita dell'imperatore Alessandro III.
- Questo catalogo è diventato una pubblicazione commemorativa dedicata a questo evento. L'esposizione si
trova sul campo Khodynka. Quindi, per la prima volta, le opere degli impressionisti C. Monet ed E. Degas
sono state esposte in Russia.
- La mostra francese era poliedrica: sembrava una sfilata di moda parigina, una dimostrazione del progresso
tecnologico e una sede di concerti. Tutto questo si riflette pienamente in questo catalogo pubblicato dagli
espositori francesi.
- L'autore ha presentato il suo libro alla coppia imperiale. La prima parte caratterizza lo stato e la dignità
dell'esercito russo. Le informazioni statistiche sul livello di sviluppo industriale della Russia sono fornite con
indicatori per diversi anni, fino al 1891, sulla diffusione della rete ferroviaria.
- La seconda parte presenta un elenco completo dei partecipanti francesi, descrive i padiglioni espositivi.
- Alcuni dei reperti sono mostrati in fotografie. Si evidenzia anche la cerimonia di apertura della mostra, che è
stata visitata da molti rappresentanti delle autorità ufficiali.
- In una serie di sezioni, l'autore introduce i lettori a Mosca, caratterizzandone l'aspetto e i pregi architettonici;
parla della storia dell'organizzazione della mostra, dei membri delle varie commissioni che si occupano di
questo tema; sugli sforzi diplomatici che hanno portato al riavvicinamento franco-russo degli ultimi anni.

Claude MONET (1840-1926), Meules, fine estate, 1891

- Nell’estate del 1890 Claude Monet iniziò a dipingere la serie dei covoni, tra i quali Covoni, fine dell’estate. Si
recò in un campo poco distante da Giverny e lavorò per diversi mesi. Registrò fedelmente il mutare della luce
e delle condizioni atmosferiche dipingendo per la prima volta una serie dello stesso soggetto.

«All’improvviso mi trovavo per la prima volta di fronte a un Dipinto rappresentante un pagliaio, come diceva il
catalogo, ma che io non riconoscevo come tale […] La pittura mi apparve come dotata di una potenza favolosa,
ma inconsciamente l’Oggetto trattato nell’opera perdette per me la sua importanza». Vasilij Vasil'evič
KANDINSKIJ

WASSILIJ KANDINSKY (1866-1944)

- In una sperduta provincia di Russia, entra in una casa di campagna e viene folgorato da colori intensi e
disordinati di oggetti e immagini appese alle pareti; da questa esperienza impara ad entrare nell’arte e a
diventarne parte di esso.
- Pochi anni dopo incontra Monet, o meglio i suoi Covoni, esposti a Mosca in una mostra dedicata
all’impressionismo; con questo avvenimento capisce il valore dell’arte.
- Un concerto di Wagner che portò a termine questa trasformazione, portandolo a lasciare l’economia e il diritto
e prendere la strada dell’arte.

Primo acquerello astratto 1910


- si apre un capitolo nuovo nell’arte occidentale. Gli artisti si esprimono attraverso gli elementi fondamentali del
linguaggio figurativo.
- rinuncia alla rappresentazione della realtà fisica. Viene eliminato qualsiasi riferimento al mondo visibile.
Questo genere artistico viene chiamato non figurativo o astratto.
- Cerco di comunicare stati d’animo ed emozioni. È quindi una ricerca non legata, esclusivamente, ad una
intenzionalità formale di rinnovamento linguistico.

Non solamente i pittori cubisti come Picasso e Braque o futuristi come Boccioni e Balla si spinsero a creare immagini
al limite comprensione visiva. Anche l’impressionista Monet, nei suoi ultimi anni, con i quadri sulle ninfee, riuscì a
creare dipinti che si avvicinavano ad una resa astratta.

Impressione III

- esegue questo dipinto subito dopo aver assistito, nel 1911, a un concerto a Monaco dove vengono suonati
brani di Arnold Schoenberg, il grande sperimentatore della musica atonale e della composizione
dodecafonica.
- L’impatto di questa musica sul pittore è tale da spingerlo a inviare al compositore una lettera di elogio a
seguito della quale nasce tra i due una lunga e feconda amicizia.
- Quest’opera, a differenza di Primo acquerello astratto dell’anno precedente, non esula completamente dalla
rappresentazione di fatti reali, in quanto raffigura il concerto al quale Kandinskij aveva da poco assistito.
- Vi si riconoscono infatti il pianoforte (la macchia nera al centro), l’esecutrice (identificata come Etta
Werndorff), il pubblico (in basso) e altri musicisti (sulla sinistra).
- Il pittore risolve tuttavia la rappresentazione mediante la stesura rapida e movimentata di semplici macchie di
colore puro: la tavolozza è infatti ridotta ai soli tre colori primari (giallo, rosso e blu) con l’aggiunta del nero e
del bianco di fondo.

“Sergej Šchukin” di C. Cornelius Krohn, Norvegia 1916, San Pietroburgo, Ermitage

- COLLEZIONISTA VISIONARIO NELLA RUSSIA DEGLI ZAR"


- Magnate russo che alla fine dell’Ottocento scoprì l’avanguardia francese a Parigi da Durand-Ruel e Vollard,
poi ne fece il segno distintivo del suo Palazzo Trubeckoj.
- Dapprima si concentra sugli impressionisti (Monet, Renoir e Degas); poi, a partire dal 1900, è la volta di
Cézanne, Gauguin e Van Gogh.
- Šchukin sceglie gli artisti senza criteri precisi: «non sono io a scegliere il quadro, è lui che sceglie me». In
anticipo sui francesi, ma anche sugli americani, Sergej porta a Mosca le ultime tendenze, intuendo le
evoluzioni dell’arte del suo tempo.

Henri Matisse 1869–1954

Inizialmente è fortemente influenzato dalla pittura post-impressionista di Paul Cézanne, Gauguin e Paul Signac, ma
anche dall’arte giapponese, nei quadri che dipinge dal 1899 al 1905 il colore è il protagonista.

- viene considerato il più grande esponente della corrente del fauvismo

Quei pittori furono definiti in modo spregiativo i Fauves, le "Belve", per il loro netto rifiuto delle regole accademiche e
per il forte impatto dei colori.

La Danza di Henri Matisse 1910

- Suscitò la riprovazione del pubblico a causa dei colori forti e aggressivi. I Fauves iniziarono ad azzannare la
critica artistica francese.
- I corpi sono sbilanciati e in torsione per assecondare il movimento rotatorio.
- Le pennellate sono applicate in modo confuso e veloce.
- I corpi, il cielo e il prato sono resi attraverso semplici campiture monocromatiche.
- Le figure de La Danza sono disegnate con segni circolari semplificati ispessiti, a tratti, con colore marrone.

La Musique, 1910
- Il dipinto si trova in Russia poiché venne acquistato dal mecenate e collezionista d’arte russo Sergej Ščukin,
con cui il pittore francese instaurò un rapporto di amicizia.
- Questo dipinto è molto simile alla Danza, infatti, le due opere hanno delle particolarità analoghe, come l’uso di
tre soli colori: il rosso, il blu e il verde, il rosso per i corpi dei personaggi, il blu per il cielo e il verde per il prato.
- Entrambi, Musica e Danza nascono come pannelli decorativi, Matisse inizialmente aveva pensato a tre
pannelli decorativi per la casa di Sergej Ščukin, uno in ogni piano dell’abitazione, i tre pannelli dovevano
raffigurare le tre età del collezionista, ma Sergej Ščukin alla fine decise di acquistarne solo due: Musica e
Danza.
- Questi due pannelli sono tra le opere più grandi realizzate da Matisse, nel primo piano si trova Danza, mentre
nel secondo era collocato Musica, questo andava a rappresentare la seconda età del mecenate russo e
simboleggiava la passione.

Enrico Matisse, La gioia di vivere 1906

Questa tela monumentale, un tempo appesa nella famosa collezione di Gertrude e Leo Stein, è uno dei dipinti
spartiacque nella storia del modernismo europeo. Quando Matisse lo espose per la prima volta a Parigi nel 1906,
il pubblico rimase scioccato. Il problema non era il soggetto; il tema dell'arcadia sensuale, con figure che danzano
e suonano in un ambiente naturale, è stato uno standard per secoli. Era l'esecuzione: i colori audaci, i
cambiamenti di scala stridenti e le anatomie distorte. Come scriverà in seguito Gertrude Stein, "Matisse dipinse Le
Bonheur de vivre e creò una nuova formula per il colore che avrebbe lasciato il segno su ogni pittore del periodo".

Boris TERNOVETZ su Matisse

- soggiogarci è stata la magnificenza dell’accordo finale, trionfale, rappresentato dal nuovo affresco di Matisse,
La Ronde. Quell’opera mi ha letteralmente inebriato: un girotondo di fanciulle su sfondo blu... Il cerchio si è
appena spezzato, tale era il trasporto con cui danzavano. Ma ecco che subito riprende a girare e la danza di
quelle figure rosse solcate di nero, riparte con una forza nuova. Impossibile trasmettere a parole la
perfezione, l'esattezza, la compiutezza di quella composizione. Quelle membra tese e contorte all'estremo
non scioccano in alcun modo lo sguardo. Tanto l'insieme risulta magistrale e intriso di una implacabile
tensione interiore. Se lo si osserva nella semioscurità, socchiudendo gli occhi, si ha un'impressione fantastica,
incantata: ogni cosa si anima, si mette in movimento, contagiata da uno slancio irresistibile e selvaggio. È la
cosa migliore che Matisse abbia realizzato e, forse, che il XX secolo abbia prodotto finora. Non è pittura
(perché non c'è forma) non è un quadro: è qualcosa che appartiene a un'arte decorativa di tutt'altro genere,
mille volte più sconvolgente, più potente».

Marinetti in Russia

- Già nel 1905 la rivista letteraria simbolista di Marinetti, "Poesia", era letta in Russia e promuoveva scambi
letterari tra i due Paesi.
- comparvero su riviste russe molti articoli sul futurismo italiano. In quegli stessi anni Balla espose le sue opere
in quattro città russe.
- Nel 1911 e poi nel 1912 vennero in Italia diversi artisti cubisti russi che cominciavano a essere contagiati
dal futurismo ( si consideravano dei cubofuturisti), tra cui Kamenskij intenzionato a imparare "l'arte futurista
del pilotaggio".
- Nel 1911 era uscita in francese una ampia raccolta di manifesti futuristi che rese accessibili a un largo
pubblico in Russia le teorie di Marinetti e compagni.
- nel valorizzare le possibilità espressive del linguaggio al di là del significato più ovvio, giocando sui vari echi
presenti simultaneamente nelle parole, sulla traccia delle assonanze, con creazione di neologismi, linguaggio
infantile asemantico, ecc. Su un piano di ricerca strettamente formale, antiaccademica, i russi erano molto
avanzati.

L’ultima mostra Futurista del 1915 a San Pietroburgo e si intitola ”0.10”, si pone in maniera nuova nei
confronti dell’arte e delle esposizioni ed è l’esito di vicinanze delle avanguardie russe e italiane.

- La Sala Malevic viene dedicata a lui ed è importante perché è un compendio dell’arte Astratta di Malevic,
rinnovando i canoni espositivi e i criteri espositivi, facendo della sala un’opera d’arte. Le opere vengono
esposte con un ordine che non segue i canoni tradizionali e la prima opera astratta viene posta sull’angolo
della sala; questo ci dice di una nuova volontà e lui stesso ci spiega che quel luogo era quello delle icone,
quindi un tramite con una realtà altra, formale e legata alla spiritualità ortodossa con dinamiche di novità e
rivoluzione nel panorama Russo ed Europeo
Kazimir Malevič, Quadrato nero su fondo bianco

- forma più semplice tra quelle costruite dall’uomo, stava a rappresentare un nuovo sole creato dall’uomo, una
fonte di energia fisica e spirituale non debitrice né alla religiosità né alla natura.

Vigliacco

- riseguendo questo obiettivo, Malevič realizzò opere in cui la rappresentazione di cose e persone lasciò il
posto all’intransigente essenzialità della forma pura, alla composizione di figure geometriche elementari,
autonome rispetto a qualunque esperienza sensoriale: il rettangolo, il triangolo, la linea, il cerchio.
- In Quadrato bianco su fondo bianco, del 1918, l’artista giunse a dipingere forme bianche su fondi bianchi, per
«esprimere il potere della statica attraverso un’essenziale economia della superficie»
- Attraverso queste ricerche, la sua pittura si avviò sempre più verso la rarefazione stilistica, sino alla solitudine
della tela bianca, sino a quasi la negazione di sé stessa. Queste opere di Malevič vanno lette in chiave
puramente simbolica: è chiaro, infatti, che non rappresentano nulla. Esse “sono” di per sé.

Composizione con la Gioconda, 1914

Cubismo sintetico, si riprende il collage e le forme geometriche.

Suprematismo di Malevic

- Nel 1927 Malevič si reca a Varsavia per presentare una mostra dei suoi dipinti; successivamente è a Berlino,
dove le sue opere sono esposte alla Grosse Berliner Kunstausstellung. Durante la permanenza in Germania
conosce Jean Arp, Kurt Schwitters, Naum Gabo e Le Corbusier, e visita il Bauhaus
- Suprematismo deriva da "supremazia", nel senso che Kazimir Malevič, nel fondare il Suprematismo,
auspicava la supremazia assoluta della sensibilità plastica.
- Malevič lo spiega chiaramente: "Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell'arte. Dal
punto di vista dei suprematisti le apparenze esteriori della natura non offrono alcun interesse; solo la
sensibilità è essenziale. L'oggetto in sé non significa nulla. L'arte perviene col suprematismo all'espressione
pura senza rappresentazione".
- Esistono due distinte epoche del Suprematismo:
1. La prima, del Suprematismo Meccanico, va dal 1913 al 1915, ed appartiene al periodo cubo futurista,
2. è del Suprematismo Cosmico, il cui manifesto apparve in 1915. Per una serie di circostanze non si
conosce ancora bene la traiettoria completa del Suprematismo. Vari scritti di Malevič non sono stati
ancora tradotti, altri lo sono stati in maniera inesatta e confusa. I suoi quadri e i documenti sono rimasti
custoditi in cantine, inaccessibili o non pienamente accessibili fino ad ora, del Museo Russo di San
Pietroburgo e infine la confusione si aggrava per non avere egli stesso datato varie delle sue opere.

Kazimir Severinovič MALEVIČ (1879- 1935), Composizione suprematista: bianco su bianco

Bollitore con coperchio Kazimir Malevic

- Progetta questo bollitore avendo sempre in mente le figure geometriche come il quadrato e il rettangolo.
- Teiera che sembra fruibile ma non lo è, creata da una sovrapposizione di geometrie

Modelli suprematisti 1919

- Architettura che de una tridimensionalità se si guarda da una diversa prospettiva.


- Non sono vere e proprie architetture (non si hanno porte o finestre), ma una declinazione di geometrie, con la
sovrapposizione di forme geometriche.

Vladimir E. TATLIN (1885-1953), Contro rilievo, ferro, legno, pietra e corda, 1914-15

Al contrario del Suprematismo, il Costruttivismo opera su un piano di relazione fra avanguardia e dimensione politico-
sociale. Gli artisti che vi aderiscono intendono la loro missione come intervento sociale: l’astrazione non è quindi da
interpretarsi come un’esplorazione di individualità ed emotività, ma come linguaggio capace di relazionarsi con la
società di massa. In quest’ottica ci si batte per una democratizzazione dell’arte che superi la concezione borghese
dell’opera collegata a un mercato e a un collezionismo per i ceti più abbienti in direzione di una dimensione allargata e
multidisciplinare dell’arte, che ne assicuri una funzione utilitaria e una destinazione sociale.

- Il termine “Costruttivismo” è utilizzato per la prima volta per descrivere i Controrilievi di Vladimir Tatlin (Mosca
1885-1953) esposti nel 1915. Si tratta di assemblaggi realizzati con materiali diversi – fogli di alluminio, legno,
cavi d’acciaio – che nascono sulla scorta dei collage cubisti e delle esperienze polimateriche futuriste,
aprendo la strada a una nuova arte che oltrepassa i generi canonici di pittura e scultura. I Controrilievi
diventano di fatto oggetti che vivono in relazione allo spazio fisico che li accoglie e la loro natura è
imprescindibile dalla relazione opera-ambiente.

Guitar di Pablo Picasso 1914

- I piani della costruzione in lamiera ingaggiano un gioco di materia e di vuoto in cui il volume è suggerito, non
raffigurato.
- In una drammatica dimostrazione del modo flessibile in cui le forme visive possono essere lette nel contesto,
la buca della chitarra, che normalmente si allontana dalla superficie liscia dello strumento, qui si proietta nello
spazio.
- I primi visitatori dello studio di Picasso rimasero sconcertati da quest'opera: "Che cos'è?" hanno chiesto,
secondo il poeta Andre Salmon: "Poggia su un piedistallo? È appeso al muro? È un dipinto o una scultura?"
Apparentemente, Picasso ha risposto: "Non è niente, è 'la guitare!'" Per Salmon, uno degli amici più intimi di
Picasso durante gli anni cubisti, l'effetto è stato di importanza radicale: "Siamo stati liberati dalla pittura e dalla
scultura, liberati dalla tirannia imbecille dei generi». Con il suo centro aperto allo spazio, la chitarra di Picasso
è stata una svolta radicale.

Vladimir E. TATLIN (1885-1953)  Letatlin

Era una sottile ed elastica armatura di legno, da azionarsi a pedali, nella struttura dello scheletro di un uccello,
sapientemente lavorato da Vladimir Tatlin stesso e ricoperto da una membrana di seta.

Monumento per la Terza internazionale

- Il monumento alla Terza internazionale è stato un progetto per un grande edificio monumentale dell'artista
russo e architetto Vladimir Tatlin che non fu mai costruito.
- Fu progettato per essere eretto a Pietrogrado dopo la Rivoluzione d'ottobre del 1917, come quartier generale
e monumento del Comintern.
- A Tatlin venne affidato il progetto di una costruzione che mostrasse l'importanza del nuovo orizzonte storico,
ma che fosse, al tempo stesso, priva di retorica celebrativa.

Divano Tatlin

Tatlin è un imbottito da centro stanza con struttura in legno multistrati per il piano di seduta, spirale in tubolare
d’acciaio per lo schienale. L’imbottitura è in poliuretano espanso con rivestimento in velluto fisso (ampia scelta a
catalogo). Disponibile anche nella versione Tatlin Diamond.

La pubblicità di Valentino sul divano Tatlin. una sorta di dialogo di icone tra il mondo del fashion degli
anni 90 e un’ idea che doveva essere talmente ideale che la rese impossibile dal poter essere
realizzata; dimostrazione di idee di Tatlin talmente visionarie che possono avere più chiavi di lettura

El Lissitzky (1890–1941), Révolution russe: Armée rouge / Frappez les Blancs avec le coin Rouge, manifesto
1919

- Per El Lissitzy l’arte visiva non è superiore all’architettura, semmai è il suo punto d’innesco, il supporto per un
dialogo costante che invade tutto il quotidiano. Non a caso i proun sono definiti come “stazioni di transito dalla
pittura all’architettura sulla via costruttiva della nuova configurazione”. Le illustrazioni non sono quindi
riduzioni della realtà a figure piane, ma la messa a fuoco dell’origine geometrica di tutte le cose e un modello
che avrebbe dovuto realizzarsi in progetti architettonici: “Il proun comincia dalla superficie, procede verso la
costruzione di modelli spaziali e quindi verso la costruzione di tutti gli oggetti della vita comune. In questo
modo il proun oltrepassa il dipinto e il suo artista da una parte, e dall’altra la macchina e l’ingegnere, e
cammina verso la costruzione dello spazio, lo articola attraverso gli elementi di tutte le dimensioni e costruisce
una nuova multilaterale, ma organica forma della nostra natura”.
- grafica innovativa ed evocativa, ha un richiamo futurista, la grafica di questi anni si rappresenta in manifesti o
copertine

Poster per la casa editrice Gosizdat

- Per un americano sapere che il manifesto più famoso, replicato (e bello) del mondo è di marca sovietica deve
suonare come uno smacco. Tanto più che non reclamizza hamburger o cellulari, ma libri.
- Gli venne commissionato da una casa editrice moscovita, Gosizdat, ed ha un claim di assoluta semplicità:
“Libri!” grida, infatti, la ragazza mettendo la mano alla bocca. Non si trattava di una ragazza qualunque,
perché per realizzare il manifesto Rodchenko si era rivolto alla compagna di Vladimir Majakovskij, Lilya Brick.

Varvara Stepanova, 1923

- L'arte astratta, spesso considerata l'apice dell'elitarismo e dell'alta arte, era invece impiegata dagli artisti come
banco di prova per idee che promettevano di cambiare in meglio la società.
- Nel 1928, l'artista russa Varvara Stepanova (1894-1958) disegnò un'uniforme sportiva unisex con un
sorprendente disegno geometrico che accentuava il movimento dell'atleta.
- Con linee audaci che riecheggiavano il salto, la corsa, l'abbassamento e la tessitura di chi lo indossava, la
forma squadrata, il design utilitaristico e i colori a blocchi hanno precipitato l'aspetto minimalista delle etichette
di moda contemporanee come Alpha 60, Kuwaii e Above.
- Il design di Stepanova faceva parte di un movimento artistico russo sperimentale, il costruttivismo , che
aspirava nientemeno che alla rivoluzione della società.

L’operaio e la kolchoziana di Vera Mukhina

- è la più importante opera del Realismo socialista ed è oggi un simbolo del passato sovietico della Russia.
- L’operaio rappresentato nel gruppo scultoreo solleva un martello mentre la donna regge una falce. Insieme i
due attrezzi rappresentano la collaborazione delle due componenti sociali e produttive dell’Unione Sovietica
cioè il proletariato e i contadini.
- La protagonista è indicata nel titolo come kolchoziana, contadina del kolchoz, una zona dell’Unione Sovietica.
- Nel 1937 la scultura fu esposta di fronte al padiglione sovietico a Parigi in occasione dell’Esposizione
Universale. In tale manifestazione Pablo Picasso espose Guernica presso il padiglione della Repubblica si
Spagna.
- Come altre opere del periodo condivide elementi di altri contesti estetici quali lo stile art déco. Lo stile del
monumento si avvicina alle forme classiche di opere quali Armodio e Aristogitone e la Nike di Samotracia.
Inoltre, ricorda il gruppo scultoreo che François Rude scolpì per l’Arco di Trionfo di Parigi intitolato La
Marsigliese.

Piet Mondrian (1872-1944). L’arte e la relazione con il tutto

- Esprime la vita da artista attraverso diversi elementi, un primo è il suo studio, luogo dell’abitare ma anche
della sua arte, mantiene l’idea di uno specchio della sua creatività.
- Dal punto di vista della spiritualità è legato alla filosofia, teorie che riportano la riflessione umana a
chiedersi che dimensioni esistano che possono essere al di fuori della realtà tangibile. “Blossoming apple”:
partito con il desiderio di una ricerca, di cercare che cosa può raccontare la pittura.
- Si forma guardando le tendenze delle avanguardie espressioniste (Van Gogh). Rappresenta il paesaggio
olandese
- tendenza alla bidimensionalità con colori contrastanti, violenti e stesi a pennellate divise.

Il quadro Rosso, blu e giallo è frutto di una ricerca linguistica che Mondrian condusse a partire dal 1910. L’artista,
trentenne, avvicinatosi alla disciplina spirituale chiamata Teosofia fu spinto a praticare una pittura rispondente ai
principi della dottrina. Partendo da opere figurative simboliche come Evoluzione del 1910-1911 Mondrian cercò
nelle Avanguardie un esempio di linguaggio nuovo. Albero rosso è un esempio di opera vicina alle esperienze
Fauves. Con Albero grigio, l’artista, abbandona il colore e cerca una sintesi formale attraverso il Cubismo.

Cesto con mele datato 1891

Trittico Evoluzione 1911

- l’opera testimonia il crescente interesse di Mondrian per gli elementi geometrici del disegno → i capezzoli e gli
ombelichi presentano dei triangoli e dei rombi.
- Le figure ieratiche, immerse nell’oscurità e dai toni freddi volevano comunicare un contenuto simbolico
della dottrina teosofica di cui Mondrian era allora seguace: i nudi femminili sono cosi mascolini perché
la filosofia teosofica riteneva che il principio maschile e femminile non sono altro che due polarità di realtà
opposte che si attraggono.

Bloossoming apple tree 1912

- è un quadro astratto, da un titolo materiale per mantenere il contatto con il reale.


- In Mondrian si nota l'idea di creare nei suoi quadri una griglia di forme geometriche quadrate, in
COMPOSIZIONE troviamo linee e colori contrastanti, le linee sono sempre più rigide e i colori pian piano
svaniscono e diventano sempre più grigi, usa colori molto denaturati fino a giungere a una semplice

Scoperta del mondo del Jazz e De StJL

- Parigi diventa capitale, centro importante anche per un motivo particolare, ovvero che se negli stati uniti
esiste ancora una decisa emarginazione degli afroamericani, a primi maggiore libertà, molti artisti si
traferiscono e diventano centro del Jazz.
- Mondrian segue quel concetto di musica, come interpretazione, ogni volta possono portare a qualcosa di
diverso, una sorta di trascendenza della musica.
- Il jazz arriva nella stessa direzione dei canoni musicali del 900, partendo da una radice bluse. Negli anni di
ritorno in Olanda, anni della Prima guerra mondiale, Mondrian ha sodalizi con artisti che vanno nella sua
stessa direzione, come Doesburg che cerca di rappresentare qualcosa al di fuori del tempo e del reale.
- Insieme fondano una rivista, che si chiama “De Stijl” diventando manifestazione di questi artisti. Si cerca di
portare la pittura al di fuori del tempo, e attraverso l’uso degli elementi essenziali, trovare una sorta di
equilibrio, non matematico, ma definito di armonia, un equilibrio di quiete. Uscire dal tempo e dal reale.

Bart van der Leck, La tempesta 1916

- abbiamo un soggetto ben definito: persone identificabili con un paesaggio tutte geometrizzanti, la
gamma cromatica è molto limitata. Siamo in un momento di passaggio verso l’astrazione pura, ma non è
ancora il momento. Si è raggiunta una certa sintesi dei colori e prevalenza di linee rette, ma con alcuni piccoli
tratti di linee curve.

La riflessione intorno al movimento del de stijl ha già fatto dei progressi, c’è stata una condivisione di sintesi:
dalla sintesi appunto estrema, portare l’arte ad un livello di rappresentazione dell’uno. Le opere iniziano ad essere
chiamate composizioni: di fatto anche dal titolo non deve emergere alcuna relazione con il mondo reale, ma
deve apparire come traduzione in arte dei loro concetti centrali.

Bart van der Leck, Composizione n. 4, 1916

- Come vediamo gli elementi sono ridotti all’osso, rimane una composizione legata al trittico e si evoca un
linguaggio tipico della pittura tradizionale, ma è tutto slegato da un interesse figurativo. Nel trittico emergono il
fondo nero e differente delle due ante alterali rispetto ad un centro con fondo bianco. Le linee sono elementi
che hanno diversa lunghezza e medesima larghezza, posizionate con un andamento differente nella
composizione (dalle orizzontali, alle verticali e le diagonali)

Theo van Doesburg, Composition VIII (The Cow)c, . 1918, MOMA

- il titolo dell’opera mantiene sia un richiamo alla realtà, ma anche un titolo molto asettico che cerca di
staccarsi anche da essa. Mantenere un richiamo significa voler arrivare ad un’astrazione totale
attraverso un punto di partenza concreto. È un processo in cui inizio a togliere tutto quello che io intendo
troppo, riduco i colori, le forme che uso sono solo quadrate e rettangolari, esse sono messe in posizioni
standard anche dell’elemento diagonale si fa a meno. Per cui, dalla mucca si arriva ad una composizione

Theo van Doesburg, Composizione e aritmetica, 1929

- sintetizzano una maggiore perfezione: la forma del quadrato presente nel supporto e nelle parti geometriche.
Le parti rappresentati il quadrato hanno delle proporzioni geometriche molto precise. Possiamo vedere una
corrispondenza di riflessione tra questo quadro ed una che parte dal mondo antico: pensiamo al rinascimento
urbinate ed italiano dove gli studi sulla prospettiva portano alla luce le relazioni tra matematica e forme,
che sono molto significative in arte come la sezione aurea o alcuni numeri che sono molto
interessanti. Questi elementi nel rinascimento hanno dato luogo ad un linguaggio, anche qui vi è una
riflessione sugli stessi temi. L’immagine suggerisce anche un altro punto importante: la rottura tra
Mondrian e Van Doesburg avviene proprio

Mondrian Tableau I, 1921, Kunstmuseum, l’Aia

- Composizione con rosso, giallo e blu di Piet Mondrian è un dipinto realizzato nel periodo di tranquillità fra le
due guerre mondiali.
- primari, giallo rosso e blu disposti secondo un ordine compositivo che ricerca l’equilibrio formale e cromatico.
La ricerca spirituale di Mondrian lo portò a considerare come guida l’equilibrio universale.
- Così in Composizione con rosso, giallo e blu, questa urgenza è rappresentata dal grande quadrato bianco in
alto a destra che viene equilibrato dalle campiture colorate nei diversi e opposti angoli.

Rietveld

- per capire che questo mondo non è ridotto al mondo del stijl oppure è un mondo chiuso e riservato a sole
poche persone (pseudo-religiosi). È un movimento che abbraccia diverse arti, Rietveld partecipa al mondo del
De Stijl. Trova una sua espressione di arte fondata sui principi di essenzialità attraverso l’architettura e diversi
elementi di arredo.

CASA RIETVELD SCHRÖDER, 1924

- Questa è l’unica casa rimasta, non è stata tutelata e, infatti, nel suo spazio retrostante sono stati posti
degli edifici che la mortificano. La realizza mediando ed utilizzando le potenzialità date dai nuovi
materiali: elemento che vedremo esplodere e svilupparsi attraverso ad un’artista ed architetto che lavora su
questo tema, le Corbusier. Usare il calcestruzzo armato dà la possibilità di realizzare delle strutture modulabili
in maniera differente, maggiore possibilità di strutturare l’edificio secondo un disegno prestabilito e che
non necessiti di elementi di corredo come pilastri per sostenerlo. In questo caso abbiamo degli elementi
puntuali che utilizza anche le Corbusier: i pilotis. Gli elementi che possiamo ricondurre al de stijl sono diversi:
infissi con i colori tipici (rosso, giallo e blu), elementi portanti verticali come i disegni di Mondrian neri, per cui il
disegno intero costruttivo è basato su forme essenziali.

Gerriet Rietveld LA SEDIA ROSSA E BLU, 1917:

- Opera molto famosa. È la traduzione in una forma e prodotto funzionale dei principi del de stijl. Essi
sono restituiti dai colori e dalle forme che la compongono, queste ultime non sono forme integrate fra loro: lo
schienale e la seduta non sono uniti; infatti, tutti gli elementi sono incastrati nel telaio nero portante che
rappresenta l’essenzialità della forma modulare.

Mondrian ed il nuovo linguaggio

- Tutte le opere che lo caratterizzano e lo hanno reso famoso arrivano circa dal 1919 in poi. Abbiamo egli
elementi formali che sono ridotte all’essenziale: le forme sono caratterizzate da un forte brodo nero, il disegno
stesso diventa forma, il nero segna una scansione dello spazio ed esso è suddiviso attraverso linnee solo
verticali e orizzontali; anche la gamma cromatica è ridotta al minimo: bianco, nero, blu, giallo e rosso. Sono
pochissimi elementi che Mondrian acquisisce come la sintesi, per lui quanto di più si avvicina all’unità, a
quello che rappresenta il tutto e che ha generato il tutto. Mondrian stesso dice: “provo a modificare le
composizioni fintanto che ne ho la possibilità, nonostante la gamma cromatica e le forme ridotte io ho una
possibilità infinita di composizioni”. Lavora tutta la seconda parte della sua vita su questa nuova idea.

STUDIO DI PIET MONDRIAN, RUE DÉPART, 1926

- Lavora nel suo studio ed ha la possibilità di sperimentare e trovare la sintesi perfettadella sua opera. Cerca
di farlo anche riverberando nella sua casa questi elementi dell’essenzialità.
- A parte gli arredi essenziali per la sopravvivenza, tutto il resto è spoglio, ed anche tutte le pareti sono piene
dei suoi dipinti.
- Desiderio di tradurre la sua vita in arte e tanti artisti immortalano il suo studio. Mondrian sperimenta e si
riescono a vedere opere di tipologia diversa: utilizza elementi dove la gamma cromatica è più presente
oppure dove i colori lo sono meno… Tutti i personaggi che entrano nel suo studio cercano di capire
quest’uomo ascetico e la sua forma artistica.

Mondrian allo stesso tempo non è un personaggio che si reclude per produrre arte come un monaco eremita,
anzi, ha un circolo di amici che condividono con lui alcune idee dell’arte e di semplificazione dell’arte, tra cui
anche Rosie Ney, Georges Vantongerloo (è un’artista di origini olandesi che vive a Parigi e frequenta molto
Mondrian), Lancelot Ney, Tine Vantongerloo, Michel Seuphor (artista molto importante perché fonda una rivista
“cercle et carré” che sarà molto importante per gli artisti suoi contemporanei)...

MICHEL SEUPHOR:

- Riprende dal Mondrian quest’idea della semplificazione e traduzione dell’arte in qualcosa di nuovo e libero da
orpelli, ma fu meno radicale nella credenza religiosa e filosofica. Potremmo confondere le opere di Seuphor
con quelle di Mondrian per la gamma cromatica uguale e ristretta, lui fu il fondatore insieme a Garcia della
rivista “cercle et carré”.

“CERCLE ET CARRÉ”

- è nata nel 1929 a Parigi ed intende proprio raccogliere dei contributi scritti di critici d’arte di personaggi
di diverse discipline artistiche, che stavano producendo un linguaggio artistico di semplificazione delle forma.
- A Parigi fu attiva solo per un solo anno. L’altro fondatore, Garcia che era uruguaiano, tornò in patria negli anni
’30 e continuò a pubblicare la rivista.
- In Uruguay durò fino al 1943. Fu una rivista molto importante perché tra le persone che scrissero in essa ci fu
anche le Corbusier, un’esperienza diversa che nasce negli stessi anni e nella stessa cultura, un background
condiviso da personalità forti e differenti.

MONDRIAN A NEW YORK

- negli anni ’30, verso i 60 anni, Mondrian si trasferisce a New York. Parigi in quegli anni inizia a sentire i venti
di guerra e non è più il luogo adatto dove portare avanti un discorso artistico.
- Se dovessi attuare un’analisi di mercato della vita di Mondrian vedremmo che nella parte iniziale della
sua vita, quando dipinge fiori ed elementi naturalistici, ha una certa fortuna e riesce a vivere bene, mentre nel
periodo parigino vive con grande attenzione e non vende a causa di un mercato che non lo apprezza.
- A New York tutto cambia: ha un grande fortuna per il suo linguaggio nuovo e così interessante. In una città
così nuova e frizzante Mondrian fu in grado di captare elementi nuovi rispetto alla sua esperienza artistica
europea: il caos e la frenesia lo colpirono, entrando nella sua mente come la traduzione di desiderio di
semplificazione.

L’estetica delle vie ortogonali che si intrecciano può essere riassunta in una ritmicità. Musica della prof:
Thelonious Monck, un musicista jazz che frequentò molto Mondrian come amico.

Mondrian in questo periodo bazzicò sempre in molti circoli jazz sia a Parigi che a New York: è una musica con
un nuovo linguaggio con espressioni che colgono il suo interesse. Arriva a voler tradurre attraverso una sintesi
pittorica anche l’elemento fondante della musica: il ritmo.

La caratteristica delle opere di New York è quella di tradurre il senso del ritmo della città nei dipinti, che viene
dichiarata proprio da lui stesso: i titoli sono “Broadway Boogie Woogie”.
BOOGIE WOOGIE, 1942-43 Il nome arriva da un ritmo ostinato, originario del blues, che si ripete. Nella sua opera è
un ritmo che si ripete sia della musica che nella città. Le righe nere di contorno vengono abbandonate nei dipinti di
questi anni. Ci sono diverse opere che riportano il nome di “Boogie Woogie”, non è unica. Purtroppo, non finì un
dipinto diagonale: è l’opera rimasta nel suo studio al momento della morte. Al Moma viene chiamato un pianista che
suona prendendo ispirazione dal suo dipinto.

Collezione Vestiti Yves Saint Laurent prendendo inspirazione a MONDRIAN

La nascita della modernità


Episodio legato alla colonia di artisti di Mathildenhohe viene istituito a Ernst Ludwig von Hessen finanzia un ludo dove
le arti possano collaborare insieme.
Viene fatta questa retratta F. von stuck guarda a un modo metodologico nuovo a una estetica retorica diversa alla
secessione viennese.
 Cura grafica che rappresenta una corte reale (edificio di ingresso, grande finestre, non essente si
monumentalitá,valore primordiale dello spazio) → non una produzione per tutti.
Peter Behrens → importanti architetti tedeschi e viene chiamato a lavorare nella colonia, progettazione della propria
casa nel 1901. Non ci sono corrispondenze, dipendenza delle facciate dell'edificio, definito dalla clinker verde,
elemento decorativo che sottolinea lo spigolo. tentativo di provare ad avviare delle soluzioni nuove. Scritta “sta salda,
mia casa nella tempesta del mondo”
 Stanza della musica progettata con una ampia vetrata, il candeliere, la tenda, il pianoforte, l'idea non è solo di
progettare l'architettura ma la decorazione interna nell’arredo mobile, e dargli la stessa importanza e
rilevanza. Ci vengono mostrate attraverso una serie di immagini, ognuna delle immagini sia scandita con le
ditte che avevano prodotto i diversi oggetti, guida e catalogo della casa illustrando il pensiero e l'ideologia
dell'architetto come un veicolo di produzione degli oggetti. Parte dalle esclusività → Influenzato dall’art
nouveau.
 Nel 1903 Behrens diventa direttore della scuola di arti e mestieri chiamata “Kunstgewerbeschule” capacità di
farsi interprete di una nuova era e produzione".
 Nel 1904 la scuola è stata oggetto di una riforma da parti di Muthesius è legata all'idea del art and crafts
inglese che ancora guardava il mondo medievale (società ideale dove i valori si potevano incarnare) ideali
che la progettazione debba interessare tutti gli oggetti del quotidiano trovando una loro identità giardino
davanti verso il futuro.
 1907 → Deutscher Werkbund viene istituito la lega di lavoro tedesca da una serie di architetti che iniziano a
collaborare con le industrie per poter presentare un prodotto nuovo e aggiornato per i bisogni della nuova
società.
 L'esito più importante é una esposizione che consacra uno stile mostrare come il vetro veste una sua estetica
permette di filtrare dalla luce ricoperto da mosaici. Creare un repertorio che potesse essere di grande
interesse per il pubblico.
1. Glaspalion → Bruno Taut
2. Muster Fabrik → Walter Gropius, integrando elementi di cemento con vetro e acciaio per
caratterizzare l'edificio.
3. Werkbund Theater → Henry van de velde, spigoli snussati in fasciata.
 Nello stesso succede anche un evento importante Behrens viene assunto come designer dell AEG →
produzione dell'elettricità, porta in questo progetto la sua competenza nella decorazione e produzione per
determinare un modo di operare la fabbrica Turbinenfabrik dandogli una dignità come in un tempio utilizzando
un tempio poligonale (olimpo greco) sta l'emblema della fabrica, della modernità. L'importanza di Behrens si è
occupata di tutto e la comunicazione, i poster, cataloghi, giornali per presentare il prodotto, i singoli oggetti o
elementi alla produzione metallica.
1. La teiera → risponde a una precisa funzione
2. il ventilatore → non esisteva, disegno con una forma moderna, diventa un oggetto con una sua
estetica non e più qualcosa funzionale ma un oggetto in cui di fondo il bello ha una forma estetica
conferita. Richiede una visione complessiva curando l'intera produzione l’Apice e dato dall'istruzione
di Bauhaus.
3. hhd
4. dhdhd
 1919 -1925 → Weimar, segna il momento della ricostruzione della Germania dopo la guerra. Necessità di
riprendersi dopo la distruzione politica e sociale, si cerca di dare corpo proponendo un nuovo modello
didattico strettamente legato all'industria. La prima sede si è formata insieme alla scuola di storia di arte
applicata( Kunstgewerbeschule) + con l'istituto superiore delle belle arti (Hochschule für Bildende Kunst)
quindi arte e industria fusse all'interno della stessa istituzione.
1. il direttore più importante fu → Henry van de velde viene chiamato a dirigere walter gropius che dice
che architetti, pittori e scultori devono innalzarsi per riformare la scuola e la società attraverso le
diverse espressioni e forme artistiche. Luogo sacro e cristallino di una nuova fede che sta
nascendo.
2. Il motivo per cui uno dei primi emblemi dell'istituto é che va a corredare il manifesto del Bauhaus e
quest xilografía di Feininger che rappresenta la cattedrale del socialismo, viene definita da prismi in
cui la luce riprende art and craft l'idea di poter trasformare la societa ritornando a un modello di
società collaborativa del medioevo, differenza appunto cercando di guardare al futuro come
esigenza. Immagine tradizionale come luogo sacro come esigenza, incisione con lusso nel legno
guardando al rinascimento non che più alla novità, proponendosi come innovativo.
3. Johannes Itten → in dimostrazione che la scuola non era solo di forma e di estetica uno dei primi
collaboratori del corso fu questo signore. Sorte quasi sacerdote come insegnante legato a principi
religiosi, aveva fatto della scuola il proprio stile di vita. La sua visione legata non solo all'industria ma
anche alla fede lo porta alla rinuncia come docente della scuola.
4. 1920/21 → Haus Sommerfeld a Berlino una casa che costituisce un episodio perché è data dalla
collaborazione di studenti e professori attivi, gropius e meyer progettata, i colori vengono
attentamente curati da Schipper gli arredi realizzati da Breuer che in quel momento era allievo, i
rilievi da Schmidt etc. idea complessivo da opera d'arte totale, dove la manifestazione artistica
 La novità: Pensarsi unitariamente da un lato e pensarsi come una struttura prefabbricata,
prodotti e assemblati all'interno dell'edificio fatta insieme da allievi e professori della novità
alla scuola del Bauhaus.
 Edificio viene distrutto nella Seconda guerra mondiale
 La prima esposizione dedicata all'arte russa tenuta a Berlino nel 1922 molte delle opere di pittura e
scultura astratta a quel punto in Europa non era ancora trovata espressioni significative. Creazione
nella pubblicità di manifesti e composizioni determinate dall'uso di figure geometriche piane riproposti
da artisti. Importante per i professionisti di aggiornare il proprio modo di lavorare consapevolmente.
 1925/32→ Dessau la scuola viene trasferita in questo posto. Per essere più legata al mondo dell'industria, la
novità è il fatto che l'edificio è ex novo costruito secondo gli ideali di Gropius, totale abbandono di simmetrie
sotto il tentativo di progettare uno spazio funzionale alle attività che si svolgono dentro la scuola. Ci sono vari
professori all'interno che cercano ovviamente di innovare lo stile di esprimersi un importante professore è
Oskar Schlemmer noto per aver rivoluzionato la storia del teatro e del costume per il Balletto Triadico
Metropoli theater, Berlino 1926. In questa scuola si ha una idea di pluridisciplinarità l'idea che le discipline
devono concordare con la formazione delle personalità attive nell’ambito della produzione artistica e
industriale.
1. il curriculum che viene richiesto nella Bauhaus ha forma concentrica, che si legge secondo una
preparazione che avviene lungo il corso di tre anni e che vede il primo anno la formazione degli
studenti all'interno di un corso preliminare, dove vengono date le basi comuni dell’operare, si vanno
sempre più specializzando con corsi volti a preparare lo studente a 360 gradi, avvengono con il
nucleo centrale del cuore di un percorso in cui sono previsti una serie di attività. Metodo progettuale
del generale uniforme
 innovazione: apertura delle scuole alle donne, specifici laboratori → tessili e di ceramica.
2. Ripensando comunque alla scuola e alla volontà del Bauhaus c'è un importante evento nel corso di metalli
per volontà di Moholy Nagy e nel 1926 impone la presenza di una signora chiamata Marianne Brandt che
crea un'importante la lampada a globo e la strepitosa icona teiera del 1924 della scuola, semplicità del
metodo bassata dal cerchio e della geometria. Trovare elementi costitutivi nuovi per creare un prodotto
nuovo.
3. Marcel Breuer modello B3 poltrona Wassily → ispirato alle famose sedute rilavorato attraverso il legno.
Estetica dell'era industriale. Vari tentativi e bozzetti per creare la sedia. Un tentativo non apprezzato e
valorizzato e all'african 1921 chair disegnata per la parte in legno da Breuer e dalla parte “artistica e di ricami”
Stolzl come capo stipite della seduta. Passo necessario nell’approvare un nuovo progetto che approderà con
la poltrona modello b3 non occupando con la loro massa lo spazio. Provocazione della seduta che non fosse
invasiva, e la leggerezza.
4. Modo in cui la Bauhaus faceva vedere i propri elementi, catalogo fatto di merce presentati per quel che
sono.
5. Black Mountain College → Innovativa negli stati uniti 1933 formato Albert si trasferirà negli stati uniti,
basata in una formazione nei progetti della Bauhaus multidisciplinare dignità data a tutte le discipline
di teatro, ballo, musica, etc. Gropius verrà insegnare a Harvard, e crea una propria casa nel 1938
ritrovo della personalità dell'arte e del mondo del design.
6. L. Mies van der Rohe fugge anche agli stati uniti nuove dimore della cultura Bauhaus che trasporta e
creò Farnsworth House al Plano, Illinois. struttura creata insieme agli arredi che ha dentro.
7.
Parigi 1925: le nuove tendenze artistiche
LA ART DECO
- Anno importante perché mostra nuove tendenze artistiche in campo della pittura, architettura, ecc.
- Anno dell’Esposizione dedicata alle arti decorative (Parigi), durante la quale si imporrà il gusto dell’Art Déco e
che segna il culmine di questo momento.
Per poter capire l’Art Decò bisogna ricordare un evento molto importante per il tempo:
1923, Carter (archeologo inglese) scopre a Tebe
- tomba di Tutankhamon, una grande scoperta archeologica avvolta dal mito (coloro che contribuiscono agli
scavi muoiono pochi anni dopo). Lusso ed estrema ricchezza emergono dalla scoperta dei sarcofagi d’oro,
apprezzati anche per la qualità dell’esecuzione.
- Questa scoperta a livello mondiale influenza l’arte e ad essa viene dedicata persino una copertina della
rivista Life nel 1923, caratterizzata da colori accesi e disegni semplificati, compromesso tra realtà e gusto
dell’epoca.

scoperta  ha fornito delle suggestioni che hanno un riflesso sulla produzione artistica. Alcuni artisti iniziano a
considerare la cultura egizia non solo come un patrimonio culturale ma anche come veri e propri elementi di
riferimento per la nuova arte.
- es. Alberto Giacometti, uno dei più sensibili a queste nuove suggestioni. Prende ispirazione da una lampada
egizia per realizzare in gesso (l’originale era in alabastro) una lampada chiamata “Egyptienne Lamp”, 1933.
Cattura la struttura dell’oggetto iniziale, ma mancano la trasparenza e le luci dell’opera originale.
- Giacometti realizza “La femme qui marche” (1932), ispirandosi ad una statua di una divinità egizia.
Riprende la frontalità, la rigidità del busto superiore e la posizione delle gambe che allude ad una camminata.
Si realizza anche una mostra dedicata a Giacometti e all’Egitto.
- es. H. Zipcy, realizza cinema-teatro a Parigi chiamato “Louxur”, che riprende alcune strutture (colonne,
vetrate, ferro battuto), decorazioni (mosaici) e colori (blu lapislazzulo) della cultura egiziana. es. influsso sulla
produzione Cartier, per esempio negli orologi e gioielli.
La cultura egiziana viene quindi esplorata nei valori estetici, decorativi e nell’uso dei materiali. Si parla di
EGITTOMANIA
- Questa nuova tendenza però si manifesta soprattutto durante l’Esposizione di Parigi del 1925, in cui molti
padiglioni costruiti risultano seguire questo gusto eccessivamente ricco ma giustificabile dal periodo in cui si
svolge (prima esposizione universale dopo la guerra, quindi un momento di fiducia nella ripresa). I padiglioni,
quindi, sono caratterizzati da questo iperdecorativismo (es. padiglione “Printemps”).
-

Art Decò
Termine usato per designare lo stile diffuso in Europa e negli Stati Uniti dagli anni 1920, caratterizzato da forme
classiche e misurate, di gusto modernista, geometrico e prezioso.
Dall’Esposizione emerge quindi un Art Decò che non consiste solo in decorazione, ma anche in decorazione che si
spinge fino alla geometrizzazione delle forme, all’irrigidimento e alla simmetrizza zione. Rossana Bossaglia scrive il
libro “Il Giglio, l’Iris e la Rosa”, tre fiori che sottolineano la differenza dei tre stili che prende in considerazione.
- Giglio = tradizione settecentesca Iris = art nouveau (linee morbide, curvilinee, asimmetria)
- Rosa = art déco (andamento più geometrico)

ART DECO’: ritorno ad una condizione precedente, nella misura in cui non investe la struttura delle cose, l’architettura,
ma si limita alla superficie, poco chiaroscurata (no rilievi, per favorire la linea).

R. Lalique

- anche se indicato come portabandiera dell’Art Nouveau, si interesserà anche all’Art Decò grazie alla sua
capacità di plasmare la sua arte secondo il gusto dell’epoca

“jet d’eau” in vetro 1925

- Ispirata alla fontana presente nell’Esposizione e realizzata sempre da Lalique. In essa la naturalezza viene
ricondotta alla geometrizzazione, alla regola che il nuovo gusto impone. Quest’idea di rimanere in superficie,
dare poco contrasto chiaroscurale, e la sovrapposizione di elementi sono alcuni elementi decorativi che si
trovano nella cultura Déco.

Edgar Brandt: artigiano, realizza paravento sempre ispirato alla fontana e realizzato in ferro battuto.
- Emerge un altro elemento regolare, geometrico.

Brandt ha anche una galleria di arti decorative


- R. Subes: artigiano attivo nel settore del ferro battuto. Realizza una “Console”, che fa parte di questo
padiglione
- Padiglione gestito dalla Società degli artisti decoratori, caratterizzato dal tema “la casa dell’Ambasciatore” 
la cosa più famosa del padiglione sono gli ambienti: di rappresentanza, dedicati alla vita privata o una galleria
di opere d’arte. Tre temi su cui gli artisti si mettono alla prova. Contestualizzano le loro opere d’arte e trovano
soluzioni innovative.
- Rapin, servizio da tavola con roselline sui bordi, inserito nello stesso padiglione
- j. Ruhlmann, ebanista che lavora su questo padiglione, famoso per l’uso di materiali preziosi. Egli gestisce
anche un padiglione a suo nome, dedicato al padiglione del collezionista, la cui porta è realizzata da Brandt in
ferro battuto.

Edificio di Picaud, il “Folies Bergere” di Parigi

 rilievo al centro della facciata in metallo, che riproduce una donna che danza. Per quanto riguarda la grafica, vi
sono diversi manifesti pubblicitari che promuovono la vita nuova, nuovi prodotti, in cui emerge quel processo di
schematizzazione delle figure e i caratteri tipici dell’Art Decò.
 Un altro aspetto messo in mostra nell’Esposizione del '25, che ha a che fare con la modernità, con un messaggio
diverso, è un tentativo di presentare oggetti che non siano legati solo al mondo del lusso ma a quello della
produzione industriale:

1. P. Henningsen: designer danese, realizza il padiglione della Danimarca ed è interessante perché propone un
linguaggio diverso non distante da quello del laboratorio di metalli di Brandt in Germania. C'è la
consapevolezza che l’industria utilizza materiali diversi rispetto a quelli tradizionali, e che quindi i prodotti
dell’industria abbiano caratteristiche proprie.
“Lampada PH”, in cui l’artista lavora sul diffusore, ossia il modo in cui la luce si propaga nello spazio attraverso degli
elementi che riprendono gli elementi floreali dell’Esposizione ma in maniera più schematizzata, geometrica. Viene
premiata per le novità che introduce.
2. R.Mallet-Stevens: realizza il Giardino dell’Habitation moderne, nel quale al posto di alberi normali ci sono
quelli che definisce alberi “cubisti”, caratterizzati da una chioma semplificata secondo incastri e forme
geometriche e realizzati in cemento armato. Novità: la soluzione formale proposta e la scelta dei materiali
diversi dal solito.
3. Padiglione dell’Esprit Nouveau, progettato da Le Corbusier e Pierre Jeanneret. È la vera novità tra tutte.
Quando viene costruito gli organizzatori costruiscono intorno ad esso una staccionata di legno alta, per
impedire alle persone di osservarlo in quanto era considerato un orrore. Solo l’intervento di alcune personalità
ed intellettuali fa si che la palizzata venga rimossa e che il padiglione possa essere osservato dal pubblico.
Il padiglione è diviso in due parti, una vuota (patio esterno), in cui presenta i suoi progetti urbanistici, ed uno
spazio interno nella parte destra del padiglione. L’interno è decorato da diversi dipinti realizzati dall’amico di
Le Corbusier, A. Ozenfant, insieme al quale scrive anche un’opera nel 1918 chiamata “Oltre il cubismo”,
idea che il cubismo sia finito e che bisogni andare avanti.

In Le Corbusier non c’è solo una progettazione di semplificazione formale ma anche una teorizzazione di cosa
secondo lui è una casa moderna, ossia un edificio basato su 5 punti:
1. erigersi sopra delle colonne, avere quindi uno spazio vuoto che permette di avere un sistema puntiforme;
2. una pianta libera, data dal sistema puntiforme;
3. una facciata libera, per la mancanza di muri portanti;
4. la finestra che diventa a nastro, continua, e che occupa tutta la parete;
5. il tetto-giardino, edificio che partecipa del proprio intorno.

Un esempio di opera di Le Corbusier che riassume tutti questi punti è la Villa Savoye, vicino Parigi. È un’opera
talmente carismatica e circondata da valenze simboliche, che viene utilizzata nel 2018 per un’installazione progettata
in occasione del Floating Art Festival, che vede la villa che affonda nell’acqua.

Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand Chaise longue basculante B 306, 1929  Sedia per
sdraiarsi.

La promozione delle arti italiane negli Stati Uniti nel ventennio fascista
METAFÍSICA E ARTISTA METAFISICI
Entro gli anni 20 del Novecento
Protagonista Giorgio de Chirico
 Padre e un ingegnere che si occupa delle ferrovie in Grecia
 Nasce in Grecia in una famiglia Borghese e alla morte del padre si trasferiscono in Italia e inizia il corso della
musica.
 Anni molto importanti perché a Monaco conosce l'esperienza del simbolismo e della filosofia tedesca come
Nietzsche.

Autoritratto del giovane pensoso nel 1911 → affinità elettiva con il filosofo
L'incertezza del poeta 1913 → Racconta che in età giovanile si trovava convalescente di una malattia, e indebolito
per questa malattia si trova davanti alla chiesa di Santa croce dove la piazza era deserta e come una sorte di delirio li
fa percepire lo spazio come un qualcosa di trascendente dalla sperienza popolata da tante persone. Fonde elementi e
sostanziali, come il legame con la Grecia e con la mitologia, l'avvicinamento alla cultura tedesca, passaggio da pittura
e simbolismo e alla pittura di Brooklyn. Progetto alimentato da una alta classicità. Esprime nella sua arte elementi del
linguaggio metafisico.

Differenza degli artisti astratti → con non intende allontanarsi dalla immagine figurativa, che rimane una nota
persistente e costante in tutti i suoi dipinti. Posti in un contesto che non è reale.
Lo spazio è totalmente stravolto, l'architettura ha la forma dell'architettura ma perde la funzione non si intende di
spazio abitato o monumentale.
Treno riporta al continuo rimando autobiografico come memoria del padre e allo stesso il torso marmoreo dell'infanzia
in Grecia. Casco di banana che sembra fuori contesto in realtà ci richiama un mondo differente “quello della pittura". Il
casco di banane inserisce nella composizione un elemento esotico; l’uno simbolo classico, il permanente, l’altro
elemento organico, il temporale. Queste sono le due facce contrapposte dell’apollineo e del dionisiaco nietzschiane -il
pittore attinge costantemente dal suo pensiero filosofico-, la doppia radice dell’arte, le due possibilità che causano
l’incertezza del poeta.
Giorgio De Chirico, Ariadne, 1913, MET, New York → Treno, scultura, architettura particolare e immaginata. Il
significato non ha significato e in sé, è essenza e parla metafisica, raffigurazione o strumento che metto in scena
utilizzando dei richiami ad un mondo delle idee a quello che, come umano, conosco, vive solo nella pittura. Non voglio
che leggiate un significato in sé e per sé per i miei dipinti.
 Inizia un pellegrinaggio a Parigi dove si avvicina a vari artisti come Picasso.
Giorgio de Chirico, La stazione di Montparnasse, 1914, MOMA, New York → Questo lavoro nacque durante il
primo soggiorno di de Chirico a Parigi. Il motivo della stazione ferroviaria ricorda il primo viaggio: la partenza dalla
Grecia dopo la morte di suo padre. L’opera si distingue per la perfetta semplicità geometrica, che non lenisce lo
spettatore, ma al contrario migliora la sua ansia, ansia e nervosismo.
 “Stazione Montparnasse” si riferisce al periodo metafisico dell’artista. De Chirico incarna i suoi pensieri sul
tempo.
 Il grande arco a sinistra è un elemento di architettura classica. Si oppone alla costruzione che occupa la parte
centrale dell’immagine, ovvero la piattaforma o la terrazza appoggiata sulle pile.
 Il fumo rigorosamente verticale dal camino di una locomotiva congelata in un paesaggio tranquillo suggerisce
che il tempo si è fermato. E le bandiere sulla torre e nelle profondità del paesaggio tremano nel vento. Lo
spazio dell’immagine è diviso in due parti contrastanti, che simboleggiano due mondi diversi.
Giorgio de Chirico, Ritratto di Guillaume Apollinaire, 1914, MOMA, New York → Il poeta francese viene ritratto
come un’ombra e proprio il problema dell'ombra accomuna il pittore al poeta. Per De Chirico l'ombra corrisponde
all'assenza dell’uomo e quindi ai traslati della sagoma. La silhouette di Apollinaire sembra una sagoma di tiro al
bersaglio con il centro proprio sulla testa, nel punto dove Apollinaire verrà ferito durante la guerra. Il motivo per cui De
Chirico ha posto il ritratto di Apollinaire sul fondo è che la statua in primo piano è la rappresentazione del musico e
poeta Orfeo. Gli occhiali da sole sono un espediente per visualizzare la qualità accecante della luce poetica. La statua
classica di Orfeo è quindi una rappresentazione indiretta dell'amico poeta Apollinaire.

Giorgio de Chirico, Il doppio sogno di primavera, 1915 → Dipinto nel periodo di guerra. Presenta il quadro dentro il
quadro, che tanta influenza avrà sulla pittura dei surrealisti. Sul cavalletto al centro della composizione dove sono
raccolti, come in un fulmineo repertorio che ha l'ambiguità evanescente delle immagini di un sogno, tutti i fantasmi
metafisici di de Chirico. Tra gli archi e i portici ormai trasparenti e ridotti a semplici linee, appaiono la locomotiva, il
drappeggio della statua di Arianna addormentata, la torre con la corona di bandierine agitate dal vento, le due
enigmatiche, minuscole figure umane, l'aguzzo acroterio d'angolo, come non se ne vedevano sugli edifici neoclassici
della Grecia della sua infanzia. Copre in parte il paesaggio primaverile rischiarato dalla luce mattutina.

 Durante la guerra la madre si trasferì a Ferrara e i figli fanno il servizio militare. Giorgio De Chirico era arrivato
con il fratello Alberto e con la madre nella città estense, dopo aver lasciato la vivace Firenze.

Giorgio De Chirico, Il pomeriggio soave, 1916, → Caratterizzato dalla rappresentazione di ambiente chiusi, oggetti
che hanno a che fare con la dimensione domestica. Incorniciate dei biscotti che sembrano sospesi su un vassoio blu.
Un quadro nel quadro. Il vassoio è parte di una piazza nella quale si sovrappongono squadre. Una nota dolce in un
dipinto inquieto e indecifrabile. Il ribaltamento prospettico è portato alle estreme conseguenze: il dipinto non ha più
nessun rapporto con gli aspetti naturalistici, tutto diviene metafora di solitudine ed eterno simbolo dell’enigma, un
quadro metafisico.

Giorgio De Chirico, The Evil Genius of a King, 1914-15 → Fa un riferimento alla pittura rinascimentale, dallo studio
delle prospettive. è un ottimo esempio dello stile, con il suo uso prominente dell'architettura, oggetti geometrici sparsi
sulla superficie e l'uso intenso della luce solare. Il dipinto sfida le nostre percezioni dello spazio e delle relazioni
distorte. L'aereo è talmente inclinato da rendere fisicamente impossibile la scena, ma la sfera resta ferma e non rotola
giù dalla rampa. Il dipinto è sospeso in un punto insostenibile nello spazio e nel tempo, precario, ma eternamente fisso
per la nostra visione. Spariscono i treni e le sculture antiche introduce manichini e figure geometriche.

PERIODO FERRARESE
Giorgio De Chirico, Le muse inquietanti, 1918 → conformazione urbanistica ed architettonica rinascimentale,
unisce spazi urbani vuoti con prospettive deformate a manichini al posto di persone.
Gli elementi rappresentati sono entrambi presi dalla vita ma non vivono assolutamente.
 vuole rappresentare l'eternità immobile e misteriosa che va oltre l'apparenza delle cose ricordando che la vita,
dopo che è passata, ha lasciato solo come traccia delle forme vuote. Cogliere il mistero che si nasconde
dietro la conoscenza delle leggi fisiche e che ci porta ad interrogarci sul senso ultimo delle cose e sul perché
della loro esistenza.
Castello estense di Ferrara e sulla sinistra vi sono invece delle alte ciminiere di una fabbrica. Questi due elementi
rappresentano la polarità antico-moderno, ma entrambi gli edifici sono vuoti ed inutilizzati.
 In primo piano si ergono invece i due manichini: quello di sinistra ci riporta all'infanzia del pittore trascorsa in
Grecia, quello di destra, con la testa smontata e appoggiata ai suoi piedi, ricorda le maschere africane.
Definisce “inquietanti” le sue muse in quanto deve indicare quella strada che va oltre le apparenze e devono
quindi farci dialogare con il mistero.

Ciò che De Chirico rifiuta sono il concetto di modernità e il concetto di progresso mostrando che per lui è più
importante ispirarsi al passato che al presente e polemizzando con coloro che hanno fatto del tempo e della velocità
l'ispirazione dell'arte moderna. Per De Chirico, infatti, il vero senso delle cose sta oltre il tempo.

Evocazione con la città ideale, utopica con edifici perfetti.

Giorgio De Chirico, La malinconia della partenza, 1916 → Inserisce un nuovo elemento che é la carta geografica
(utilizzate per scopi bellici) carta immaginata. Segnalava altresì nella produzione immediatamente precedente la
Prima guerra mondiale «il punto più alto» raggiunto dalla loro ricerca alimentando la polemica che aveva motivato la
rottura con il gruppo surrealista -, ma soprattutto poneva in rilievo la qualità del rapporto che nelle opere. Instaura «tra
gli oggetti nuovi… e quelli vecchi, abbandonati o meno. Appartiene proprio al 1914, l’arcano dipinto Enigma della
partenza. Opera pienamente metafisica. L’enigma, il mistero che la lettura dei filosofi aveva insegnato a scorgere
dietro le apparenze più consuete, e la partenza, il momento mitico per eccellenza, quello che trasforma l’uomo in eroe,
in errante, in esploratore dell’ignoto, teso a cogliere l’identità profonda della realtà circostante che solo si rivela a uno
sguardo metafisico, ossia capace di andare al di là della realtà fisica → condizione dello spirito.
 Quella, per esempio, in cui si è compiuta la metamorfosi che ha reso il pittore un veggente nell’episodio
fondante del 1910, quando in piazza Santa Croce, a Firenze, era riuscito a restituire «quel forte e misterioso
sentimento … scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle
città italiane».
 Zarathustra, il «grande meriggio» di cui parla il cantore dell’eterno ritorno.
Si raddrizzano le prospettive dei palazzi e delle strade, si collegano passato presente e futuro nelle forme geometriche
dei blocchi di pietra e nel monumento scolpito rivolto verso il mare lontano, memoria che sfida il tempo.

Giorgio Morandi → Trova una affinità all’arte di de Chirchio, confronto con persone e stranie, natura morta.
Mezzatesta interrotta che coinvolge la interpretazione dello spazio.
Giorgio Morandi, Natura morta (metafisica), 1918 → una lunga pipa, e un manichino, elemento del tutto nuovo, qui
dipinto dimezzato. Morandi impiega il linguaggio della Metafisica in senso puramente intimista, contemplativo e
sentimentale. Rimane nell'opera un senso di sospensione temporale, tuttavia privo del simbolismo enigmatico e
sottilmente ironico di de Chirico.

Giorgio Morandi, Natura morta, 1920 → realizzò composizioni di gusto metafisico caratterizzate da un impianto
severo e dipinte quasi a monocromo, tanto è evidente il privilegio accordato ai toni di terra rispetto alle altre gamme
cromatiche. realizzò composizioni di gusto metafisico caratterizzate da un impianto severo e dipinte quasi a
monocromo, tanto è evidente il privilegio accordato ai toni di terra rispetto alle altre gamme cromatiche. La pittura lenta
e concentrata di Morandi si avvale di una tavolozza di colori contenuti e "umili", di toni smorzati e pallidi che sembrano
privare gli oggetti della loro fisicità, quasi fossero sagome, e creano esili vibrazioni intorno alle forme.

Carlo Carra → futurismo


Artista che attraversa diverse fasi, alla ricerca di una sua via. Opera d’arte vista stessa che deve rivoluzionare ogni
elemento della realtà. Mondo reale che non ha niente che fare, forme che hanno vita all’interno della pittura. Vediamo
elementi non distinguibili, como elementi legati alla pesca che richiama il gusto alla pesca. Richiama ai manichini di de
Chirico.
Carra rispetta e richiama i manichini di de Chirico, mostra l’Istria in una rappresentazione cartografica. Momento di vita
contemporanea che gioca tennis. Una realtà concreta, stanza riconoscibile, dipinto che gioca con la non
corrispondenza estetica con il dipinto delle architetture. Gioco alterato, ha ulteriori passaggi, dura poco tempo.
Riproposto in una piazza aperta, senza alcun senso di relazione, che stravolge lo spazio con il triangolo. Elemento
concreto che segna uno stacco con la tridimensionalità, tagliato.
Carra diversa, stanza moto riconoscibile come la finestra e la figura umana, abbandono graduale della metafisica.
La rivista dove la metafisica trova dove esprimersi → Valori Plastici 1918,1921 a Roma, luogo letterario dove si
confrontano vari scrittori, esprimono il loro arte.
De Chirico fa la prima mostra a Roma.

Anton giulio Bragaglia → Protagonista per film e fotografia futurista, galleria culla degli artisti metafisici.

Carlo Carra → immagine che porta al d di là della pittura metafisica ma indicano un collegamento, nella bibbia
chiedono di salvare alle figlie di Lott. Diventa una statua di sale. Annunciazione, do un titolo ma rappresento
qualcos’altro. Cosa c’entra un cane, architettura completa perché?
Passaggio a una nuova arte, mette l’attenzione a quell’aspetto sintetico como quella di Giotto, semplificazione delle
pitture. Figure ben definite che richiamano al primo rinascimento e alla cultura italiana sulla forma. Negli anni Venti
trova una manifestazione del Novecento Italiano, carra si stacca negli anni 20, realizzazione di un’arte italiana
significativa.

Mario Serroni → valore legato a una tradizione, non ha nessun tipo di derivazione o internazionale, arriva soltanto dal
passato. Vediamo il paesaggio concreto che ha senso in sé, palazzo, vie, macchine etc. Realtà attraverso del
Novecento.

I metafisici si trasferiscono a Parigi, e questa corrente.


Giorgio de Chirico abbandona il linguaggio metafisico e invece si avvicina al legame del mondo classico, avrà la
messa in scena di alcune opere musicali insieme a suo fratello e realizza i costumi. Uno dei dipinti tipici degli anni 20 e
30, reinterpreta al mondo della antica greca in una pittura “moderna”.

Il confronto delle arti, vediamo una conferenza sulla pittura contemporanea a Parigi.

Savini realizza diversi dipinti ancora con un po’ di elementi metafisici nel 1929 e 1932, dove la madonna non ha una
figura definita e l’angelo con una faccia grandissima.

Ascolto il tuo cuore città → descrive Milano dopo i bombardamenti.


Collezione di Paul Guillaume → grande collezionista di artisti tra di questi Modigliani e sotto c’è un’opera di Savino,
artista che mise in scena dell’opera teatrale di grande importanza, l’arte ha deciso delle strade.
Stati uniti prendono in occhi le pitture di de Chirico, nel 35 e il 36 c’è una grande mostra di de Chirico a New York.
Interesse di mercato fortissimo che richiede l’opera metafisica. Richiamo diretto come anticipatore del surrealismo.
Vive e si sviluppa prescindere del surrealismo, attenzione al processo.
Influenza di de Chirico nel design lo vediamo nella conica architetture geometrizzanti di de Chirico. precinzione
progettuale che ci richiama l’opera d’arte.

Le ultime avanguardie europee tra provocazione e negazione

ELENCO AVANGUARDIE EUROPEE:

- 1905 Fauves e Die Brucke


- 1908 Cubismo
- 1909 Futurismo
- 1910 Metafisica
- 1911 Der Blaue Reiter
- 1916 dadaísmo

Nei luoghi tradizionali non potevano avere posto perché il loro modo di fare arte non corrispondeva con l’accademia. I
cafè diventano i luoghi di ritrovo dell’arte dove può essere esposta, posto dove direttamente in contatto autore con i
possibili acquirenti. Si spostano dai saloni e le case private ai luoghi pubblici.

- Cafè volpini  Collocato di fronte all’esposizione universale del 1889 e il luogo dove Paul Gauguin
organizza una esposizione di artisti a lui affini.
- Le prime proiezioni cinematografiche dei fratelli Lumiere si svolgono all’interno del cafè del salone
indiano di Parigi.
- Cabaret Fledermaus cafè di Vienna 1907 che conosciamo solo le foto che ci mostrano l’esposizione
degli artisti del loro movimento.

Si svolgono nello stesso momento del 900, non è caso che si influenzino uno all’altro, risposte diverse a un sentire
uguale che riguarda la crisi dell’uomo. I paradigmi del 800, frammentazione della visione e l’unita dell’uomo (Einstein e
Freud). L’ultimo dei movimenti è il movimento Dada che ha la sede in svizzera all’interno del Cabaret Voltaire, è un
cafè dove si incontrano gli artisti sotto il capello dada.

Immagine di una copertina  Verse ohne Worte in kubistischem Kostüm (Versi senza parole in costume
cubista), 1916.
Gli origini del Dadaismo sono sconosciuti perché non c’è una risposta univoca che hanno dato i critici di arte
alcuni lo hanno riferito al cavallo dondolo, ai versi pronunciati dai bambini piccoli. Ci dice che il nome è un
approccio che hanno suggestioni che hanno poco a che fare con la razionalità e con l’inconscio, questo si
vede nelle loro opere. Il personaggio dell’immagine da una definizione “Chiamo dada una farsa del nulla in cui
sono implicate tutte le domande più̀ profonde. L’orrore del nostro tempo, il contesto paralizzante degli eventi,
si è fatto visibile”  PRIMA GUERRA MONDIALE.

La guerra spiega perché si incontrano a Zurigo nel 1916, dovuto a che questo paese era l’unico neutrale. Tenere
conto cella casualità come linea guida di come fare Dada sia una filosofia, porsi nei confronti dell’arte con un
approccio che tenga conto della casualità.

- Hans ARP (1887-1966), Secondo le leggi del caso, 1916-


1917. Fogli di dimensione diversa, l’ha composta secondo
le leggi del caso.
- Marcel DUCHAMP (1887-1968), 3 stoppages étalon (3
Rammendi-tipo), 1913, scatola di legno  L’operazione
che fa è prendere tre fili che li lascia cadere a terra e vano
a creare una forma che viene riproposta dalla dima in alto.
 Se un filo orizzontale rettilineo lungo un metro cade da un'altezza di
un metro su un piano orizzontale attorcigliandosi a suo piacimento
crea una nuova immagine dell'unità di lunghezza.
- Kurt SCHWITTERS è un artista che fa del caso un
elemento, casualità degli oggetti che lui trova in strada e
diventano parte della composizione. Ci dicono la realtà e del quotidiano che non diamo importanza,
assume un significato nel mondo dell’arte. Costruzioni emerse che emergono dalla camera della
banca del commercio che rientra nell’opera.
1921 Merz Bild 5A A, Das Kegel Bild
1923 Merzbau la costruzione emersa, una delle sue opere più famose inizia a raccogliere tutte le tracie del suo
affare artistico. Viene distrutta nella guerra.

Artisti che prendono spunti dal reale ma implicano il caso e gli aspetti nascosti della realtà, diventare parte dell’arte
stessa. Tanti artisti che si erano riuniti confluiscono naturalmente il calderone che chiamiamo surrealismo che ha
come data inziale il 1924.
- Manifesto del surrealismo Parigi 1924 scritto da Andre Breton. Mettiti nello stato più passivo o
ricettivo che puoi... scrivi velocemente senza un soggetto preconcetto, abbastanza veloce da non
trattenerti e non essere tentato di rileggerti. Appoggiarsi all’istinto e l’inconscio, l’irrazionale con il
razionale. Questo riguarda tutte l’espressione dell’arte come la letteratura, scultura etc. È significativa
che prova di mettere le proprie forme d’arte.

- Man Ray, Joan Miró, Max Morise, Yves Tanguy, Cadavre Exquis, 1928  Casualità e fatta a vare
mani, tante persone che fanno gli acquerelli. Idea importante perché ci dice una condivisione di idee.
- Simone Breton  Il gioco di queste collaborazioni erano così vive e surrealiste che facevano
stimolare l’arte a vicenda, era una specie di droga. Fu un delirio che produceva dramma fantastico.
- Marcel Duchamp mette dei baffi alla gioconda, come sfida di quella cultura Borghese, come se fosse
una muffa o un gioco.
- Anche Salvador Dali che denigra l’arte ellenistica della architettura mettendo nella Venus delle palle
nel 1936.
- Le Corbusier appartamento Beisteguie congiunga la passione per il 700 con la sua arte decorativa
priva di orpelli. Crea un evento a Venezia in un ballo surrealista nel 1951, maschere nere che
coprono i volti. Vestiti ingombranti e pieno di accessori, vuole proporre un linguaggio nuovo,
introducendo, l’esterno è uno sterno dominato dal cemento armato.
 Sfilata di Chanel 2014 elementi caratterizzanti dell’appartamento Beisteguie, elementi premianti della sfilata. Il
mondo della moda pesca moltissimo dal mondo del surrealismo
- Ballo Surrealista Château de Ferrierese 1972, all’interno del quale si svolge organizzato dalla moglie
dove l’icona di Hollywood si presentano ogni una parafrasando una saltazione surrealista (gabbi,
mela (Magritte) riprendono le icone leonardesche (faccina della Gioconda, dama dell’Armellino
diventano maschere) il menu anche era surrealista che rimandava delle nuvoline, zuppa lucida e
organizzazione un po’ macabra, ambientazione suggestiva)
- Si supera la concezione tradizionale di arte nel senso che non solo cambia il contenuto e le modalità
ma difronte un’arte immersiva dove è importante il coinvolgimento dello spettatore. Arte si traferisce
dalla tela al contesto come forma di puro divertimento.
- Esposizione internazionale del surrealismo a Parigi si svolge nel 1939 introdurre ogni strategia per
stupire i visitatori une delle più famosi definita da sacchi di carbone è di M. Duchamp, 1200 sacchi di
carbone.  Grammofono speciale con una mano, il cafè per i visitatori, erano eccentriche e
sembravano fuori contesto. Al di là della realtà.
- Sezione Ville Surréaliste, Exposidon Internadonal du Surréalisme, Parigi, Galerie des Beaux-Arts di
Rue du Faubourg Saint-Honoré, 1938  Troviamo dei manichini poco vestiti, con una gabbietta, e
blazer strani. Artisti che vestono di forma del tutto insolito in una sorta di opera d’arte collettiva opere
di Man Ray e Salvador Dali volevano stupire i personaggi con accessori poco convenzionali come
delle lampadine.

MAN RAY (1890-1976), Ritratto di Edward James, 1937  sostiene tutto il movimento surrealista.
RENE MAGRITTE (1898-1967), Le Principe du Plaisir (The Pleasure Principle), 1937  principio del piacere,
piacevolezza dell’arte che può essere

«I titoli delle immagini no


le spiegazioni e le immagini sono
non illustrazioni di titoli. IL
rapporto tra titolo e
l'immagine è poetica, cioè solo
cattura alcuni degli oggetti
caratteristiche di cui siamo
di solito inconscio, ma quale
a volte intuiamo, quando
avvengono eventi straordinari
quale logica non è ancora riuscita
chiarire.

Cerchiamo di dare una spiegazione razionale ma lui dice che non c’è, il titolo cattura solo alcune caratteristiche degli
oggetti dei quali non siamo inconsapevoli ma che ogni tanto possiamo intuire.
- Monkton arch. Christopher Nicholson, ass. Hugh Casson, dal 1932 House West Sussex è surrealista
tanto all’esterno come all’interno, le colonne diventano palme, allude alla facciata che è di un colore
viola scandescenze. Dentro c’è una stensione di elementi decorativi colorate, come anche le poltrone
e gli arredi, brair chair  dentro una scultura di Dali, proprio una sedia che ha dei bracci.
- Dali realizza elementi di arredo per la casa come divano in forme di labbra, le lampade che sono
costituite dalle coppe di champagne per creare il fusto, The Lobster Telephone, 1938. Necessità di
fuga dalla realtà ci stiamo avvicinando alla seconda guerra, e si cerca di indagare nei sentimenti e
nella mente dell’uomo. Artisti provano consolare.
- Gli elementi troneggiano all’interno del ritratto di Mae West  diva di Hollywood, con colore sfacciato
che non era apprezzato dalla società dell’epoca, i capelli sono i quinti teatrali che aprono un
ambiente domestico, gli occhi incorniciati che che sono dei quadri, naso che è un camino coronato a
un orologio. Queste idee vengono riprese da Carlo Mollino nella casa Devalle, ci mostra un elemento
contratto ma con degli elementi trasparenti e riflettenti. Lo stesso atteggiamento che l’arte surrealista
aveva adottato.
- Alcune delle manifestazioni artistiche che le arte avevano sviluppato confluiscono non solo nelle
mostre ma a New York del 1936 e 37 in uno spazio a New York nel Moma. Le avanguardie che si
mostrano sono le arte fantastiche, il dada e il surrealismo. È GENIALE NELLA SUA MODALIT´A non
si focalizza in unico movimento artistico, le epoche che della fantasia hanno fatto il proprio porta
bandiera.
- Ci sono delle opere di Hieronymus Bosch, altre tradizioni di Picasso, arte metafisica, serie di
minotauro perché pur esprimendosi di modi diversi sono la stessa cosa, il mistero, il sogno, la realtà
etc.
 Pablo PICASSO (1881-1973), La Minotauromachie, 1935
 André MASSON (1896-1987), Battle of Fishes, 1926, sabia
 Giorgio DE CHIRICO (1888-1978), Enigma del Giorno, 1914,
- Max ERNST (1891-1976), Deux Enfants sont menacés par un rossignol, 1924,  superare la
tradional opera dell’arte, è fantastica due bambini minacciati da un pettirosso, i due bambini scapano,
uno cade e l’altro scappa. Pericolo che noi non riusciamo capire sembra incomprensivi. Arte
sintetizzante nella tela ma che trasborda la realtà. Arte fuori degli schemi.
- Marcel DUCHAMP (1887-1968), Fountain, 1917  catastrofe dell’arte. Una delle catastrofi ce un
punto di non ritorno, opera che viene rifiutata fa una dei suoi aspetti più importanti, scritta a una
amica di Duchamp elsa von freytag, fa i propri abiti. Anche fa delle opere dissacranti come la sua
opera del 1917 intitolata God, vengono assemblate da forme falliche dalla corrispondenza con
questa amica emerse l’idea.
- Peggy Guggenheim  Importante donna per il contributo della diffusione dell’arte, proprietaria di
1936-37 | New York, The Art of This Century gallery. Progettata da Frederick KIESLER con degli
allestimenti inconsueti in cui le persone si sentono emerse nell’opera d’arte. Ombre si moltiplicano
con abito di Poiret. Ambiente totalmente surrealista, collezionista più importante di questo periodo,
che poi porterà a Venezia del palazzo venerdì leone, prime opere con la biennale di dopo guerra
verrà sposto al pubblico italiano che contribuiranno a portare il gusto delle nuove generazioni di artisti
del dopo guerra.
- La culla della strega realizzata all’interno dell’anno scorso riprende e ripensa il mondo surrealista
evidenziano il ruolo femminile che hanno contribuito all’arte.

La pittura murale come pittura sociale


- Idea che la grande possibilità di dipingere grandi superfici, manifestare studio iconografico che
consente di creare le narrazioni complesse. Vedono nella pittura di creare i racconti in chiave
narrativa ed emblematica.
- Esiste un manifesto della pittura murale Sironi, Campigli e Carrà.
 “La pittura murale è pittura sociale per eccellenza […]. L’artista deve rinunciare a quell’egocentrismo che
ormai non potrebbe che insterilire il suo spirito, e diventare un artista militante, cioè un artista che serve
un’idea morale e subordina la propria individualità all’opera collettiva.  significato di messaggio, instrumento
capace di istruzione.
- Anche se questi artisti appartengono a movimenti diversi si esprimono e abbracciano movimenti
diversi come la pittura murale classica.
- Giornale dove viene esposto il manifesto è in COLONNA
- Fascismo fa della pittura murale uno degli strumenti utili per la propaganda e anche per enfatizzare
italica volontà di portare una continuità gloriosa.
- V Triennale di Milano, Salone delle Cerimonie del Palazzo dell'Arte, Galleria della pittura murale,
1933, foto Crimella  la parte architettonica è accompagnata da un progetto iconografico ricco. Gran
parte di queste opere sono state distrutte. Le grandi vetrine dove viene presentata.
- Cerimonia inaugurale della V Triennale di Milano, 10 maggio 1933 Sulla parete Giorgio de Chirico, La
cultura italiana, 1933 in questo caso il tipo di pittura utilizzata per l’italico valore del fascismo anche
se erano lontani in qualche modo trovano un ambito per esprimere il loro arte. Si trovano i cavalli, le
architetture e i simboli caratterizzanti del pittore.
- Massimo Campigli, Le madri, le contadine, le lavoratrici, Salone delle cerimonie  esaltazione della
figura femminile madre, contadine, lavoratrici coloro che portano la forza all’interno di un contesto di
un paese che esta progredendo.
 Questa esaltazione del senso patrio richiama una tradizione italiana radicata nella antichità pensiamo al buon
governo di Ambroggio Lorenzetti, analoga funzione della pittura murale.
- Carlo Carrà, Italia romana, particolare, vestibolo del Palazzo dell'Arte. Una pittura figurativa, immagini
monumentali che hanno richiami diretti ai corpi del Quattrocento italiano come per esempio Giotto, fa
parte di un linguaggio di grande interesse. Ha un significato che deve essere raccontato e spiegato,
l’opposto dell’arte surrealista. I surrealisti mettono un titolo furiante dove si capisce che non devo
trovarli un senso in quelle opere perché la ragione è esclusa apriori. Invece con questa pittura la
ragione è emessa ma ce tutto un messaggio sotteso, racconta una tradizione, un orgoglio nazionale
e l’esaltazione del fascismo.
- Gianfilippo Usellini, Le quattro età, vestibolo del Palazzo dell'Arte  Composizione che ci ricorda al
rinascimento, rappresentazione allegorica che ci rimanda a una tradizione, pittura moderna che ha
delle radici del 400.
- Leonora Fini e Achille Funi, - Mosaico "Cavalcata di amazzoni”, V Triennale - Palazzo dell'Arte – Atrio
 non esclusivo all’affresco ma anche i mosaici, tecnica che si era persa nel 500, soltanto
integrativa. In questi anni si riscopre che è importante collegata a una collezione italica antica,
istituisce grande dimensione delle superfici che possono riprendere temi sperduti.
- Mario Sironi, L’Italia corporativa, mosaico, 1936, Palazzo dell’Informazione, Milano (realizzato per
l’Esposizione Universale di Parigi del 1937)  è ancora esistente evoca epoca medievale, evoca
linguaggi del fascismo dalla parola “corporazione”, lavoro organizzato e fruttuoso perché i lavoratori
sono uniti in corporazione e portano avanti il saper fare italico dego della grande arte del
rinascimento. Uomini e donne laboriosi rappresentati, l’Italia rappresentata più grande, come per dire
che da piccoli si crea una Italia grande.
- Achille Funi (con l’aiuto di Felicita Fra), Sala dell’Arengo, Ferrara, 1934-1938  Dipinti a Ferrara che
richiamano episodi importanti della storia Ferrarese utilizzando elementi che richiamano alla
rappresentazione figurativa antica, oggetti della allegoria contemporanea, armati a Cavallo, angeli
ambasciatori, rappresentazione città ideale della architettura antica. Es. caduta di Icaro, scena
erotica dove il dipinto esce dalla cornice.
- Fascismo riconosce questi apparati decorativa all’interno del palazzo che nel 42 esce una legge che
fissa nel 2% deve essere riservato alla realizzazione di opere pittoriche., riconoscimento
dell’importanza artistica.
- Università di Padova, Palazzo Liviano, 1937-38, progetto di Gio Ponti  l’apparato decorativo sono
murales. Operaio che mostra del materiale negli artefici: Carlo Anti, Gio Ponti e Massimo Campigli,
messi sopra di sculture antiche, significa che questa opera moderna non lavorano nel nulla ma
fondati su una tradizione antica italica.
- Centrata su tito Livio, allegorici, al centro si trova lo storico con l’abito antico romano, agli allievi con
BITI MODERNI, la storia che diventa maestra, studiando l’antico nelle tavolette di argilla. Sotto il
lavoro dello storico che lavora per trovare e scopre archeologicamente che fa emergere i reperti
antichi. Lavoro contemporaneo
 Diego Rivera (Guanajuato, 8 de dicembre de 1886–Ciudad de México, 24 de novembre de 1957) 
Protagonista come uno dei padri fondatori dell’arte sudamericana, comincia come grande pittura di porre
all’esterno, istrumento che comunica elementi messi insieme, portare avanti un discorso politico. Promuove la
causa comunista ce una volontà di parlare a tutto e di uscire del museo, contrapposizione che è fatta perché
arte non doveva essere legata soltanto a poche persone. Opere più note. L’epopea del popolo messicano,
Palacio Nazionale, Città del Messico, 1929-35. Racconta la storia del Messico
- Diego Rivera, L’industria di Detroit, murale nord (1933; affresco; Detroit, Detroit Institute of Art)
troviamo dettagli ancorandosi alla storia precolombiana  conquistadores, indigeni, frusti, controllo
religioso.  Orgoglio nazionale.
- Diego Rivera, La costruzione di una città (1931; affresco; San Francisco, San Francisco Institute of
Arts) --. Pitture murali al di fuori della città del Messico, grande capitalismo significava correre dei
rischi, perché lui era contrario al movimento, suddividendo e raffigurando simboli di Lenin e altri
simboli che richiamano le ideologie. Allegoria dei grandi valori universali del lavoro che portano la
costruzione di una città.

Il Design a regola d’arte


Made in Italia qualità, storia del territorio percepita in maniera armonica. Uomo immerso al paesaggio, non è
casuale che associ questo periodo al rinascimento, come età dorata della nascita dove l’Italia si rispecchiava.
Concetto continuo in qui l’Italia si propone.
Italia geniale del 1950 ha la stessa genialità della cultura rinascimentale.
Le correlazioni con il mondo dell’arte e legato alle arte di lusso e il design in sé. Nel dopoguerra si concentrano in una
alta qualità estetica e di materiale, sollevare l’artigianato italiano distrutto durante la guerra.
- House of Italian Handicraft 1947 a New York  per sollevare la sede produttiva fu fatta in
collaborazione con americani, che avevano l’obbiettivo di rivendere i prodotti. Negli stati Uniti.
Indirizzate a presentare il nuovo artigianato al popolo americano, scandagliando i documenti,
controllando disegno e qualità, si preoccupano che non entrino in competizioni con i made in usa che
non siano troppo costosi  offrire prodotti alla classe media, attraverso le mostre. Promuove
l’artigianato progettato da artisti.
- Bruno Munari  catalogo dove sono illustrati le produzioni degli artisti disposti nella mostra, bisogno
di essere tutelato e confermato. Specie di gabbia che viene realizzata da Munari, come imaginari
uccelli, che all’interno colloca un oboe immaginario dove si supera il visibilissimo e da sfogo alla
fantasia.
- Vita All’aperto  restituire e mettere in scena come un teatro dove gli oggetti vengono messi in
dialogo e in un contesto. Non sono in maniera seriale ma legati al contesto dove presumibilmente
sono collocati immersivamente, sopraffatto dal clima di queste stanze. Il progettista di queste stanze
è
- Fabrizio Clerici  scenografo che viene chiamato a progettare la stanza dove colloca oggetti di
grande natura (vasi) sguardo alla tradizione e alla modernità, amico di grandi artisti surrealisti e ci da
una idea del perché i suoi allestimenti permettano all’incongruenza di mettere il nuovo con il
tradizionale.
- Arte Italiana couture New York Moma 1949  si parla dell’arte prima della guerra, cultura futuristica,
metafisica, sull’onda della tradizione.
- Italia al lavoro 1950/53  artigianato di lusso, che costituisce un prototipo importante perché è
itinerante che gira per stati uniti e che udite non è più ospitata in un contesto preparato per gli oggetti
ma ai luoghi deputati considerata come una grande arte. La mostra copre tutti gli stati del est,
Hutson, san Francisco e Seattle. La mostra si trovano in quell’area è legato a che li era concentrata
la popolazione italoamericane che erano migrati li e finanziati da loro. Segue un format e il modello di
riferimento era la mostra di Chicago dove venivano fatte tante foto (Chicago Illinois 1951) raccolte e
mandato in anticipo alle diverse sedi, sono studiati e customizzati, dare una linea e iniziativa di dare
una linea e proporre modalità espositive e poi di lasciare a ogni sede la possibilità di esporlo in un
certo modo che sia “unica” proporre uno stile di vita (quello italiano).
- Lucio Fontona  avanti nella produzione, dover giocare con il pubblico americano, ceramica legata
alla terra, preferisce proporre un vaso correlato alla cultura religiosa italiana, pubblica il manifesto
tecnico dello spazialismo, ricostruzione dell’universo.
 spazialismo Tendenza artistica (detta anche movimento spaziale), le cui basi furono poste da L. Fontana (➔)
con il Manifestò blanco, stilato a Buenos Aires nel 1946, in cui si auspica un'arte integrale che rifiuti
l'immagine naturalistica e si serva di media quali la luce, il suono, il vuoto spaziale.
- Il tentativo di superare i vincoli della tradizionale opera dare, consapevolezza che ogni media può
essere legittimato e fa parte dell’ambiente stesso.
- L’ambiente spaziale a luce nera riflessione di Fontana che emerge non a caso (come la mela che
cade sopra la testa) ma per situazione che sono capitati, esistiti e risultati che sono successi in
precedenza.
 Nel gennaio del 1949 si realizza a Milano alla Galleria del Naviglio il “primo Ambiente spaziale” nel mondo, né
pittura né scultura, forma luminosa nello spazio – libertà emotiva dello spettatore» Superare la tradizionale
gerarchia delle arti e esperimentarli con le luci, plasmabile come opera d’arte, non e caso che nella triennale
lui crea una scultura nel neon, dare una valenza estetica all’opera d’arte 1951, nel 49 Picasso aveva fatto una
cosa simile, insieme a Gjon Mili aveva disegnato con la luce, l’otturatore veniva lasciato aperto e cosi lui
riusciva a muove un corpo luminoso nel area e componeva una scultura
 Il concetto spaziale l’inizio di una espressione nuova, dove aveva creato una decorazione nuova, propone
l’improponibile. Nasce dalla volontà di rendere accessibile a tutta la cittadinanza un’opera d’arte che dialoga
con il contesto e la società. Non ha bisogno soltanto di una cornice.
- All’interno dell’esposizione di Italy Work ci sono 5 modi di interpretare arte italiana che si esprimono
attraverso la progettazione di 5 ambiente, idea geniale commissionato a cinque architetti, un
ambiente progettato come un interno e una struttura in qui collocare gli oggetti, i progettisti diventano
i registri che si impegnano in una performance teatrale.
- Uno è Luigi Cosenza  progetta una logia mediterranea, vita all’aperto riproposto in questo contesto,
pavimento ceramico che rappresenta il golfo di Napoli, rimando alla tradizione del sud dell’Italia e poi
la parete e immagini con fiori, si vede come queste opere pittoriche sono introdotte in un contesto
dove non si sovrappone ne prevale rispetto al messaggio veicolato.
- La cappella privata fatta da Roberto Menghi, Italia identificata con il vaticano e la religione cattolica, è
proprio legata alla cultura religiosa intrinseca all’Italia. Struttura in cui l’Altare e realizzato in rame
dorato da Anzù, uno degli scultori più importati del dopo guerra, completa questo senso del sacro che
doveva essere veicolato tramite la cappella.
- Ambiente che presentano caratteri innovativi, per soggiorno e pranzo Carlo Mollino, ambiente per
una casa modesta, consapevolezza della possibile clientela a cui ci indirizza, necessita di compattare
una determinata funzione, compattate in unico spazio come un monolocale che prima non era
concepito (tavolo che si può piegare ed è abbastanza contratto) la innovazione è la flessibilità che
hanno gli arredi con un occhio alla tradizione e alla modernità, presenta degli elementi sorpresa,
armadi che vengono mossi e implicano un cambio di colore. L’interno doveva essere como l’interno
di casa Lucano detto casa di Fantasia del 1952 fatto da Gio ponti, voleva creare una cromia e una
dinamica creata in questa stanza di italy work, creare spazi diversi in un spazio contratto, plasmare
superfici di dare un senso alla profondità e alle possibili combinazioni.
- Il teatrino di Fabrizio Clerici, scenografo che viene chiamato, sedute dei bambini con idea da un lato
pescare la comedia dell’arte italiana, coinvolgere il pubblico all’interno dell’iniziativa, I bambini
vengono rappresentati giocando con il carretto siciliano e la gondola, stereotipici condensati in
questo tipo di iniziativa.
 1953 progetta da bruno Munari Zizi 1953 per Pirelli progetta un gatto in gomma piuma, che succeda all’altro
gato meoromeo del 49 le stesse persone e attori che propongono un’immagine del tutto tradizionale negli stati
uniti, in Italia, affrontano e cercano di sperimentare novità del tipo materiale in quanto tradizionale possa
esistere. I giornali sono pieni di fotografia di bambine e donne che guardano gli oggetti bambola Cristina, tutti
gli stereotipi che si coinvolgono in una iniziatica che non può che vedere le donne come protagoniste.
 Allestimento surrealista, contesto spaesante, rifletto nelle scelte della cultura.
 Questa idea nasce nel salotto di un marchese Giovanni Battista Giorgini → imprenditore italiano dei marchi
francesi per darli ai signori e non ai magazzini.
 Italia in questo periodo copia la sartoria, non crea i propri disegni. Completare l’esposizione con una
sfilata. Capi di moda rinascimentale e contemporanea.
 vuole proporre ai sarti di fare le proprie sfilate.
 quindi a Firenze la culla della cultura italiana, mostrano gli artigiani italiani nella Sala bianca di
palazzo pitti la prima sfilata di Haute couture con i propri disegni.
 Contemporaneamente si svolgevano delle vendite
 Uno dei più importanti magazzini americani Italy and Macy’s, viene riempito da oggetti di made in italy, gli
oggetti che si vedano in mostra potevano essere comprati. Anche il cibo e ha le pareti della comedia dell’arte,
contemporaneità si fondano strettamente.
 Olivetti nel 1952 viene dedicata al Moma a new York nel 1952 una mostra, poco dopo nel 1954 viene aperto
un negozio e decorato da Costantino attivo nella casa dell’artigianato, consapevolezza delllo spazio e del
prodotto.
 Moder by Singer dall’Italia agli stati uniti, il rinascimento e la retorica è immagine della tradizione italiana.
 Triennale di Milano del 1951 che ha come proprio tema architettura a misura dell’uomo, vitruviano di Da vinci.
Partecipa anche le Corbusier, famoso spaghetto di fontana, non solo arte ma riguarda una sperimentazione
artistica che viene esperimentato dai designer, presentata nella triennale tubino di Giacomo Castiglioni e
Achille nel 1949.
 Antonia Campi con toro 1951 artisti e design che applicherà arte ceramica al bagno di tipo artistico e non
convenzionale, rivoluzione dove in un fondo si apprezza anche un spazio esteticamente piacevole.

La ceramica come forma d’arte 


 Manlio Trucco, Vaso, esecuz. La Fenice, 1928 lavorata su una micromia tradizionale che ha origini del
medioevo, ondata dall’esposizione alle arte rinnovate e applicate si accende un nuovo interesse. Art Deco lo
applica affiancata alla produzione tradizionale, qualche cambiamento che riguarda l’aspetto decorativo.
Fenici.
- Diversi dove diverse figure fungono per creare nuovi prodotti con nuoci tipi di decorazione. Si va
anche ad avvicinare
 Arturo Martini e Manlio Trucco, Gesù abbeverato dal fiele, 1927, MIC  adesso è come sculture, ma anche
degli oggetti che hanno una funzione di scultura, in questo caso abbiamo una stazione della via crucis.
Resistente che si presenta per modellare scene animate.
 Cassa ceramica Mazzotti che si specializzava in pittura e poi nella loro cittá prendono le redini della fabbrica
di famiglia di ceramica e iniziano a immaginare una produzione nuovo. E amico di Marinetti e insiemi
ragionano e sviluppano una produzione ceramica futurista. Nuova arte futuriste che deve investire la vita
dell’uomo. Scrivono il manifesto della ceramica futurista, desiderio di rompere la tradizione e proporre questo
materiale tradizionale stravolgendo la forma.

«Voglio fare delle ceramiche che rovescino la tradizione. Forme policentriche, antimitative, meccaniche. Strati colorati,
futuristi, violenti, abbaglianti, luminosi. Tecnica perfetta, ottenuta con materie locali, italiane, anche se povere,
curandone accuratamente l’esecuzione» Tullio D’Albisola (Tullio Mazzotti)

 Interessati prima della guerra mondiale, gruppi di artisti passavano ad Albisola condividendo punti di vista
artistici, fanno delle loro produzioni e si confrontano nell’arte in comunità artistica allargata. Passavano in un
edificio il tempo in una struttura moderna creata da Nicolaj Diulgheroff rappresenta una novità, la produzione
tradizionale non ha piu una sede in una fabbrica vecchia tradizionale ma in una architettura moderna.
«L'architettura è bella e superiore alle altre arti, perché crea degli organismi viventi e armonici in tutto... Il progetto
della nuova fabbrica Mazzotti è di stile moderno e futurista, ma di un futurismo di cui non bisogna spaventarsi molto
perché "siamo molto, ma molto lontani dal futurismo prampoliniano". Nel nostro progetto non c'è che "semplicità,
logica, proporzione, economia" il resto è armonia e buon gusto.» Nicolaj Diulgheroff
 Esiste anche una produzione di vasi tradizionali, richiesti da un pubblico che desidera avere ancora l’arredo,
le due cose convivono e si manifestano insieme.
 Tullio d'Albisola, Fobia antimitativa, Boccale Policentrico, terracotta decorata e smaltata,1929  Opera
ceramica futurista, forma di un vocale ma che di fatti nella sua forma non si spira a nulla di esistente.
 Tullio d'Albisola, Portacandele Buona Notte, Terracotta decorata e smaltata, 1930-31 ca  mantengono il
loro uso originario
 Tullio d'Albisola e Farfa, Vaso Formichiere, Terracotta decorata e smaltata, 1931-32 ca.  se pure ha una
forma particolare ha una funzione contenitore che può essere utilizzato come porta fiore. Esperimentazione
sulle ceramiche e i materiali, decorazioni ed elementi metallici nelle vernici, si tratta di esperimentazione che
vano in qualche modo a creare delle nuove possibilità.
 Tullio d'Albisola, L'Anguria Lirica. Illustrazione di Bruno Munari, 1932  libro di scardinare quello che e
l’Ideale poetico ma la caratteristica principale è che di latta, disegni fatti da Munari affianca questa
sperimentazione del secondo futurismo. E il rumore quando si gira la latta che appartiene ad una estetica
futurista e coinvolgere sensi diversi.
 Fortunato Depero, Campari, 1932 ca utilizzano la ceramica come forma artistica in particolare si vede queste
ceramiche per l pubblicità della campari, naturalmente sono delle piastrelle ceramiche disegnate.
 Enrico Prampolini, Bottiglieria Bulloni, 1933 ca., Milano  realizza la fornella ceramica come strumento d’arte.
 Arturo Martini e Mariano Baldantoni, Le collegiali, 1927, (riedito nel 1936, anno in cui la Manifattura Giuseppe
Mazzotti di Albisola produsse una variante del gruppo plastico rivestita con riflessi metallici dalle tonalità rosso
violacee), MIC, Faenza  si va ad inserire il gusto anche per la grande pittura murale, piastrellata che
determina un apparato decorativo. Un’opera interessate che mostrano una novità tecnica di un effetto
cangiante.
 IX TRIENNALE, 1951 Fausto Melotti, vaso a tubo  dopo seconda guerra, abbiamo un settore dedicato alla
ceramica curato da gio punti, elementi di tipo funzionale è un vaso, non è una scultura, realizzato con
tecniche ceramiche, forma e la decorazione nuovo.
 Lucio Fontana, Cristo  Anche lui faceva elementi d’uso ma troviamo anche delle opere che si presentano
come opre di vera e propria scultura, diventa una media interessante per realizzare le proprie opere, la
ceramica gli consente fare queste sculture dinamiche.
 Lucio Fontana, Esa, 1953, collez. Privata  produzione di piccola arte decorativa, troviamo nella triennale
delle statue che rappresentano pagliacci, strada di mezzo dove l’elemento decorativo con l’intenzione di
ampliare il proprio mercato. Anche Picasso tra gli anni 60 si avvicina alla ceramica e inizia ad realizzare delle
opere annuncia con l’intento e la volontà rendere più diffusa la propria arte. Opera che non vuole essere
intessa per un vario mercato ma come completa.
 Lucio Fontana, Ballerina  Fa diverse sperimentazioni, mercato più ampio con intento di tipo decorativo in
forma ridotta
 Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1960, MIC, Faenza  Forma bidimensionale di un disco con l’apertura
d’una dimensione diversa all’interno di una superficie piana.
 Lucio Fontana, Sfere, 1957, MIC  forme più complesse di sfere dove il racconto artistico viene sviluppato
attraverso la forma della ceramica.
 Andare ad Albissola per trovare questi artisti per poter confrontarsi con i grandi artisti uno degli artisti che ha
frequentato Albisola è stato Aligi Sassu, è ha creato Cavallo, 1958, Collezione Paglione. Trova nella ceramica
un modo di rappresentare le opere delle guerre e forma di rappresentazione delle sue opere. Grandi
dimensioni, si rivolge a collezionisti.
 Aligi Sassu, piatto, 1960 ca., collez. Privata  piatto decorativo.
Oggi lo strumento ceramico viene utilizzato come per esempio Francesco Raimondi, Sirena Partenope e geisha, 2022
Francesco Raimondi, Sirena Partenope e geisha, 2022, contesto ibrido tal arte e l’artigianato, homo Faber si svolge a
Venezia e una manifestazione che pone la propria attenzione e focus nella produzione artigianale.

Bouke de Vries, Sculture di cocci, 2020 ca.  Utilizzano la ceramica e gli ricompone in un’opera d’arte. Rottura delle
ceramiche che sono riparate. Kintsugi, Valore ad una corsa che sembra persa.
Grégoire Scalabre, The ultimate metamorphosis of Thetis, 2022  enorme vaso di due metri a distanza colpisce per
la forma e colore che richiama le anfore, se si guarda l’opera di vicino è stata realizzata componendo piccoli vasi in
ceramica.
Ancora oggi ce una attenzione all’strumento ceramico come forma d’arte, tecnica che tutti i giorni incontriamo nella
nostra realtà.

La Pop Art tra consumismo e arte

Quando si parla di realtà è molto attento al particolare, repertorio e il modo in qui gli elementi sono costituiti sono di
iperrealismo. Parliamo di esiti e intenzioni molto diverse, in quanto al periodo ci ricorda l’uomo stacca pietre, nella
storia dell’arte quando si parla di realismo si associa questo termine a COURBET e al momento in cui al 800, pittura
non rappresenta solo i soggetti mitologici per rappresentare e fissare sulla tela la realtà concreta di contadini.
Letteralmente prelevare dalla realtà degli oggetti per iscriverli all’interno del mondo dell’arte uno dei primi che fa
questo nel 1914 è stato Duchamp con la Bottle Rack e la ruota di bicicletta nel 1913 scardinando la storia dell’arte,
non è più il pittore che rappresenta la realtà ma una realtà trasferita dalla scelta dell’altista all’interno dell’opera d’arte.

Non necessita la sua riproduzione ma passa direttamente dall’oggetto all’interno, rivoluzione che segna una tapa del
mondo in cui noi siamo immersi oggi. La dove in fin quel momento dove le accademie, cronisti e gallerie, ci troviamo
difronte alla figura dell’artista che diventa protagonista egli stesso, andava a sostituire i ruoli che avevano determinato
il significato di opera d’arte.

Vivre et laisser mourir ou la fin tragique de Marcel Duchamp Eduardo ARROYO (1937-2018), Gilles AILLAUD
(1928-2005), Antonio RECALCATI (n. 1938), 1965, olio su tela  Un’opera più mani, che rappresentano appunto la
morte da Duchamp. Da un lato gli assassini, e dall’altra la scelta di opere cardine di Duchamp, identificate come le
opre principali di questo artista, famoso nudo del 1913, rappresenta la sintesi di Duchamp che viene intitolata il grande
vetro.

Marcel DUCHAMP (1887-1968), Grande Vetro, ovvero La mariée mise à nu par ses célibataires, même, 1915-1923,
olio, vernice, foglio di piombo, filo di piombo e polvere su 2 pannelli di vetro (277.5 × 177.8 × 8.6 cm).  tema
alchemico, trasformazione della materia ville in materiale prezioso (oro) il tema viene sviluppato con una storia di
vestiti appesi dalle grucce che viene mosso da un trita cacao, messo in moto permette l’elevazione di elementi
superiori che sono identificati con la sposa stessa. Processo attraverso il quale si supera la materieta per ascendere a
un livello superiore. Perché questa opera è importante?
Permettono all’anima di muoversi, è trasparente e questo crea confusione, ci troviamo difronte un’opera che utilizza il
vetro non come supporto, ma facendone vedere appunto la sostanza, traguardare all’occhio al di lá dell’opera d’arte
stessa, è un passaggio di 360 gradi nell’istoria dell’arte, non ha piu bisogno di cornice, ha una concretezza e necessita
di uno spazio ed entra in interazione obbligando l’spettatore riguardante farsi delle domande, senza dare risposte
chiare, del tutto personale che ancora oggi non si riesce ad in criptare di maniera oggettiva.

Otto anni per lavorare a quest’opera, decide di regalarla alla sua amica, nel trasferimento il vetro viene spaccato, e
non rifà l’opera applicando un atteggiamento di operare tipica del mondo Dada “il caso ha voluto che il vetro si
rompere quindi deve rimanere, la polvera che si deposita quando non interviene l’opera, deve rimanere”

Questo da suggerimento all’opera teatrale chiamata Walkaround Time, gli artisti guardano le opere e li trovano nuove
perché scardinano il mondo dell’arte, ogni uno degli elementi che lui aveva immaginato nel grande vetro viene
riproposto all’interno di questa produzione di Merce Cunningham diretta da Dir. Jasper Johns, 1968. Ci dice che non
solo l’idea di opera tradizionale è superata, non solo l’opera d’arte supera i confini per includere lo spazio che la
circonda ma supera l’idea di arte in senso che altre arti sono coinvolti all’interno dell’opera d’arte, performance,
musica. Si puó esprimere in ambiti diversi e tutti sono validi, questo è stato possibile dovuto a tutta una serie di
insegnamenti che vengono impartiti dal Bahuaus e Albert. Multi disciplinaritá che matura grazie a esperienze
didattiche che si sviluppano negli anni 30 e 40, e fanno germogliare questo evento. Permette all’arte e artisti americani
di abdicare rispetto alla tradizione europea.

Ultima scena avvolto nella bandiera americana (lui era francese) che viene trasportato da una serie di artisti degli anni
60.
Sepelliscono Duchamp e che lo hanno ucciso Robert Rauschenberg Claes Oldenburg Martial Raysse Andy Warhol
Pierre Restany Arman  portano avanti e vengono ripresi da questi artisti. Loro sono gli eredi, prendere un oggetto
dalla realtà e lo portano al mondo dell’arte. La realtà non è più naturale né il mondo del lavoro, ma la società del
business, e nasce e si afferma nel dopo guerra.
Punto di avvio della pop Art  filmato “this is tomorrow” esposizione dedicata al nuovo modo di abitare, dove
l’industria e i nuovi meccanismi attraverso le ricostruzioni le dispositivi tradizionali non eran più adeguati e un
rinnovamento doveva essere riproposto e si parla di struttura, architettura e pittura ma anche c’è una dinamica legata
alla grafica.

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