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Il British Museum

Il British Museum (in italiano: Museo britannico) è uno dei più grandi e importanti musei della
storia del mondo.[1] È stato fondato nel 1753 da Sir Hans Sloane,[2] un medico e scienziato che ha
collezionato un patrimonio letterario e artistico nel suo nucleo originario: la biblioteca di Montague
House a Londra, in seguito acquistata dallo Stato Britannico per ventimila sterline e aperta al
pubblico il 15 gennaio 1759.[3]Il museo ospita circa 8 milioni di oggetti che testimoniano la storia e
la cultura materiale dell’umanità dalle origini alla contemporaneità. Si trova a Great Russell Street,
nella città di Londra.
Anche se il museo è principalmente incentrato sull’antichità e la storia delle culture, alla nascita il
British Museum venne pensato come “museo universale”. La sua nascita è dovuta alla volontà del
medico e naturalista Sir Hans Sloane (1660-1753). Durante la sua vita Sloane riunì un’invidiabile
collezione di curiosità ed oggetti e, non volendo che venisse smembrata alla sua morte, ne fece
dono a Re Giorgio II per la cifra di 20 000 sterline. La collezione di Sloane consisteva a quel tempo
di circa 71 000 oggetti di ogni tipo, inclusi circa 40 000 libri stampati, 7 000 manoscritti, un’ampia
collezione di esempi di storia naturale inclusi 337 volumi di piante essiccate, stampe e disegni tra
cui quelli di Albrecht Dürer e antichità dall’Egitto, Grecia, Roma, dal Vicino Oriente antico,
dall’estremo oriente, dalle Americhe e dall’Oceania.La fondazione del museo (1753)Il 7 giugno
1753 Giorgio II diede il suo assenso formale alla legge che creava il British Museum. L’atto di
fondazione univa due biblioteche alla iniziale collezione di Sloane: la Cottonian Library, riunita da
Sir Robert Bruce Cotton e risalente all’età elisabettiana, e la biblioteca Harleiana, riunita dai conti di
Oxford. A queste venne aggiunta nel 1757 la “Royal Library” fino ad allora conservata al Palazzo di
Westminster, composta dai libri acquisiti da diversi monarchi britannici e già aperta al pubblico dal
Seicento. Queste quattro “collezioni fondative” includevano molti dei preziosi libri ora trasferiti
presso la British Library, incluso l’evangeliario di Lindisfarne e l’unica copia sopravvissuta di
Beowulf.Per la sua fondazione venne lanciata una lotteria che fruttò 300.000 sterline utili quindi
non solo per l’acquisizione delle collezioni di Sloane (20.000 alle sue figlie ed eredi) ma anche
10.250 per l’acquisto di Montagu House, una delle più lussuose residenze di Londra che era stata
affrescata da Charles de La Fosse, uno dei più importanti pittori francesi del Sei-Settecento
(affrescò la Cappella di Versailles) per dare una degna sede al nuovo museo. Il Palazzo era poi
dotato di grande parco, utile per costruire nuove ali all’edificio originale in caso di bisogno per
l’accrescersi delle collezioni.Il British Museum fu il primo museo di nuovo tipo; nazionale e
autonomo, non collezioni di proprietà ecclesiastica o del Re o di un’università (come l’Ashmolean
Museum di Oxford aperto nel 1683). Fu aperto al pubblico nel 1759 anche se con forti limitazioni
(solo tre ore al giorno e su prenotazione) per poi ampliarsi sempre piu e gratuitamente (dal
1810[5]) e teso a conservare tutte le produzioni umane. Le variegate collezioni riunite da Sloane,
rispecchiavano i suoi peculiari interessi. L’aggiunta delle biblioteche Cottoniana e Harleiana
introdussero elementi letterari e antiquari, facendo del museo anche la biblioteca della nazione.Le
“Stanze delle Meraviglie” (1753-78)Venne deciso di stabilire la sede nel museo in un palazzo del
XVII secolo convertito per l’uso, Montagu House. Venne invece rifiutata Buckingham House, nel
sito ora occupato da Buckingham Palace, a causa del costo eccessivo e della località poco
conveniente.[6]Con l’acquisizione di Montagu House le prime gallerie e la stanza di lettura per gli
studenti vennero aperte il 15 gennaio 1759. Nel 1757 Giorgio II aveva ceduto la Old Royal Library e
con essa il diritto a ricevere una copia di ogni libro pubblicato nel regno, assicurando così la crescita
perpetua della biblioteca. Il predominio di oggetti correlati alla storia naturale, libri e manoscritti
iniziò a diminuire quando nel 1772 il museo acquisì i primi pezzi antichi degni di nota, ovvero la
collezione di ceramica greca di William Hamilton. Durante i primi anni di attività il museo ricevette
altre donazioni, tra cui la Collezione Thomason di opuscoli risalenti alla guerra civile inglese e la
biblioteca di David Garrick, formata da circa 1 000 opere teatrali a stampa, ma iniziando anche a
contenere oggetti antichi tuttora visibili ai visitatori del museo.Indolenza ed energia (1778-
1800)Dal 1778 vennero esposti una serie di oggetti provenienti dai “Mari del Sud”, portati in
Inghilterra dai viaggi intorno al mondo di vari esploratori britannici tra cui James Cook. La vista di
questi oggetti affascinò i visitatori mostrando le culture di terre prima sconosciute. L’acquisizione di
una collezione di libri, gemme intagliate, monete, stampe e disegni da Clayton Mordaunt
Cracherodo
aumentò ulteriormente l’importanza del museo e iniziò a rendere evidente la necessità di una sede
nuova e più ampia per contenere le collezioni di recente acquisizione e il crescente numero di
visitatori.

William Hamilton, ambasciatore britannico presso il Regno di Napoli, vendette altri reperti al
museo nel 1784, tra cui un colossale piede di Apollo in marmo.[7] Era uno dei due pezzi riprodotti
per Hamilton da Francesco Progenie, allievo di Pietro Fabris, che offrì anche una serie di disegni del
Vesuvio inviati alla Royal Society.Crescita e cambiamenti (1800-25)La stele di Rosetta esposta al
British Museum.All’inizio del XIX secolo iniziò ad aumentare l’interesse per le collezioni greche,
romane ed egizie, che iniziarono a dominare gli spazi espositivi. Dopo la fine della Campagna
d’Egitto guidata da Napoleone e la sconfitta francese nella battaglia del Nilo del 1801 il museo
iniziò ad acquisire numerosi pezzi di scultura egiziana e nel 1802 re Giorgio III presentò la stele di
Rosetta, chiave per la comprensione della scrittura geroglifica. Doni e acquisti da Henry Salt,
console generale in Egitto, portarono al museo opere come la statua colossale di Ramesse II,
acquisita nel 1818, segnarono la nascita della collezione di scultura egiziana. Nel 1805 era stata
acquisita la collezione di Charles Townley, composta prevalentemente di sculture romane.Nel 1806
Thomas Bruce, ambasciatore presso l’Impero ottomano tra il 1799 ed il 1803, rimosse le
sopravvissute sculture marmoree del Partenone, sull’Acropoli di Atene, trasferendole quindi in
patria.Nel1816 questi pezzi vennero acquisiti dal British Museum in seguito a un’apposita legge ed
esposti nel museo. A questi si aggiunsero i fregi del Tempio di Apollo Epicurio, parte della antica
città greca di Phigalia. La raccolta di una collezione riguardante il medio oriente antico iniziò nel
1825, con l’acquisto di antichità Assire e Babilonesi dalla vedova di Claudius James Rich.Nel 1802 si
iniziò a studiare una possibile espansione del museo, resa in seguito più urgente dalla donazione
della King’s Library, la biblioteca personale del Re Giorgio III, ricca di 65 000 volumi, 19 000
Pamphlet, mappe, carte e disegni topografici. All’architetto neoclassico Robert Smirke venne
richiesto un progetto per ampliare il museo nella zona ad est “… per accogliere la Royal Library e
una galleria di pittura sopra di essa…”, oltre ad ulteriori disegni per l’edificio quadrangolare ancora
visibile. La vecchia Montagu House venne demolita e i lavori per la King’s Library iniziarono nel
1823. L’ala est venne completata nel 1831 anche se, con la fondazione della National Gallery
avvenuta nel 1824, l’idea di utilizzare un piano per esporre opere pittoriche venne abbandonata, e
lo spazio utilizzato per esporre le collezioni di storia naturale.

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