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1.

INVENTARE L'ARTE ROMANICA: LA COSTRUZIONE DI UNA DISCIPLINA


La costruzione di una disciplina
Il Medioevo è ritenuto transitorio tra l'arte dell'antichità e quella del Rinascimento. Dal Rinascimento
all'Ottocento nessuno voleva interessarsi all’arte romanica o gotica, poiché non ci si curava che delle
produzioni antiche. Infatti, il periodo alla fine della romanità, epoca dei cristiani e non cristiani. Alle
soglie dell'età carolingia detta "arte delle invasioni", insieme all’arte bizantina, arte tardoromana,
arte franca, di arte visigota o arte lombarda. L’espressione arte carolingia rimanda a una nozione
storico-politica piuttosto che artistica, l'arte di un periodo in rapporto a un sovrano. Definire l'arte
del X secolo, periodo delle invasioni e per l'assenza di creazioni. L'arte del X secolo si possa collocare
tra l'arte carolingia e l'arte romanica dell'XI sec. Vi sono altre terminologie "preromanico". L’arte
preromanica non esiste se non in rapporto a quella di arte romanica. Problemi terminologici apparsi
nel XIX sec. È stato infatti Charles de Gerville ad inventare tale espressione. De Gerville sosteneva
che quest'arte derivasse dagli antichi romani, anche se i rimandi all'antichità sono presenti in tutti i
periodi dell'arte. Si definisce "architettura romanica" un certo tipo di costruzione: un'architettura
soprattutto religiosa, in muratura, con delle coperture che possono essere o travature lignee o volte
a botte o a crociera. L'edificio è dotato di aperture, strette nelle chiese voltate, che rendono
ombroso l'interno. Gli storici dell'arte hanno sentito l'esigenza di dare delle scansiono temporali, la
prima arte romanica dall'XI sec., un muro costituito da piccole pietre, da arcate decorative esterne
cieche e da lesene, da piccole finestre volta a botte nella navata maggiore. Successivamente si
divisero come "prima arte romanica meridionale" e la "la prima arte romanica settentrionale". I
periodi successivi, "seconda arte romanica" seconda metà dell'XI sec. e dell'inizio del XII. In seguito
"tarda arte romanica", che designa la fase in cui arte romanica e arte gotica di sovrappongono. Le
diverse terminologie differiscono a seconda dei paesi: in Francia formule come "prima arte gotica",
"radiante", in Inghilterra "stile perpendicolare". In Germania "pieno medioevo". Il termine arte
romanica in quanto l'arte non si sviluppa né allo stesso modo né con la medesima velocità in tutte le
aree. All'Alvernia, per la coerenza della sua produzione artistica e per il carattere che conferisce la
grana molto grossolana del materiale. Viene utilizzato "scuola" gruppo di monumenti romanici a tre
navate, con transetto sporgente dotato di un'absidiola innestata su ciascun braccio, un
deambulatorio a cappelle radiali, un elevato con tribune a crociera del transetto sormontata da una
cupola su trombe. Tra le botteghe romaniche di scultura si realizzano i capitelli della testata del
transetto della cattedrale di Le Puy. Nell'estremità meridionale della Gallia la scultura romanica
conosce uno sviluppo autonomo e la scultura costituisce un altro Gruppo. I capitelli
dell'ambulatorio di Cluny potrebbe definire lo stile regionale, le opere borgognone
occupano un posto tra arte romanica e arte gotica. Le sculture gotiche dell'Ile- de-France,
accusa la penetrazione di uno stile venuto dall'area di Parigi. Questa diffusione di
caratteristiche borgognone si riflette nell'ambito della scultura. Lione occupa un posto
originale tra l'arte borgognona e quella provenzale. L'introduzione dello stile delle botteghe
provenzali si ritrova nelle figure degli apostoli nei piedritti del portale di Saint-Barnard de
Romans. La produzione artistica della Media Valle del Rodano e dei suoi centri come la
Cattedrale di Avignone testimonia rapporti con l'Italia, gli artisti fossero a conoscenza di quel
che si faceva altrove. L'architettura borgognone tocca anche la Provenza. Gli edifici
dell'architettura provenzale sono dotati di un'unica ampia navata, rafforzata da contrafforti
e conclusa con un'abside semicircolare. L'abside reca una decorazione ad arcate cieche
poggianti su colonne ornate da capitelli. Nell'Íle-de-France o nella Champagne, le sculture
romaniche hanno avuto vita breve, per l’emergere dell'arte gotica. In Francia gli stili si
influenzino e si sovrappongano, le caratteristiche che in Francia si definiscono romanico non
si trovano altrove in maniera identica, all'interno del medesimo arco di tempo. Roma
presenta una continuità con l'arte della tarda antichità. Venezia con i suoi frequenti contatti
con il mondo bizantino non ebbero un tocco originale alla produzione artistica che si
sviluppa in epoca romanica. Si usa il termine bizantino per qualificare architetture come San
Marco, mentre romanico a sculture e mosaici. Difficile è classificare i rivestimenti a San
Marco, i Santi Maria e Donato a Murano o Santa Maria Assunta Torcello. Venezia possiede
costruzioni che presentano caratteristiche simili a quelle delle opere dell'Italia del Nord. La
datazione si fonda su convinzioni basate su elementi storici archeologici. Lo storico dell'arte
utilizza questa adozione per stabilire una comparazione tra differenti contesti architettonici.
Da un luogo si applicano confronti con altri monumenti che presentano caratteristiche simili
e che di conseguenza sono stati collocati in date vicine. La concatenazione degli studi ha
contribuito a fissare una cronologia per l'arte romanica.
Architettura romanica o architettura del XIX sec
L'arte medievale è frutto delle modifiche dei restauri del XIX e del XX secolo. All'inizio
dell'Ottocento, diversi paesi dell'Europa non sanno nulla del patrimonio superstite. Dal 1820
che si tenta di comprendere gli elementi di un monumento per definire lo stile romanico. La
presa di coscienza nel periodo in cui la Francia riscopre il proprio passato medievale
attraverso dei viaggi di ispezione. Mérimée scopriva i monumenti; poi osserva loro stato;
infine, si decideva i restauri che occorreva intraprendere. L'intervento si decideva in
funzione della condizione strutturale dell'edificio, il suo ruolo storico, archeologico e
monumentale. A Conque trova l'Abbazia chiusa e danneggiata. Gli storici-archeologi
dell'Ottocento ci sono trovati di fronte a un patrimonio medievale in pessimo stato. Le
decisioni assunte in quell'occasione saranno determinanti per la percezione del
monumento. L'approccio romantico all'arte si è sviluppata nel momento in cui nascono i
nazionalismi, ogni paese cercava le proprie origini per distinguere le forme artistiche proprio
di ogni paese. Il Medioevo affascinava per i suoi aspetti che hanno nutrito l'estetica del
romanticismo. Ciò ha dato vita a società erudite che hanno elaborato una cultura locale.
L'Inghilterra, attraverso personalità come John Ruskin, fu uno dei primi a prendere coscienza
dell'interesse del patrimonio medievale. Egli fu fondamentale nella creazione delle strutture
di conservazione del patrimonio medievale e fondatore della Société française
d'archéologie. Dal 1834 il Congresso si riunisce in una diversa regione francese per fare il
bilancio dei monumenti conservati e studiarli. Grazie a loro seguire progressi delle
conoscenze archeologiche in una determinata regione. L'Ècole de chartes apportò un nuovo
approccio fondato sull'osservazione del monumento, e lo studio di documenti che
consentissero conservazione dei suoi edifici proporre datazione e classificazioni. Questa
differenza tra le due istituzioni ha continuato a sussistere vedendo gli studiosi in contrasto
sulla datazione dei monumenti. Edifici misconosciuti divennero improvvisamente mete. Si
sviluppò l'idea di un museo dei monumenti gessi, copie di pitture e di sculture, per far
comprendere l'arte medievale. Il concetto di museo di riproduzioni fu messo in piedi da
Alexandre Lenoir. L'idea dei musei ha riscosso un notevole successo nelle esposizioni. Si
mostravano i progressi realizzati in tutti gli ambiti. Alcuni oggetti erano mostrati per spiegare
l'arte del Rinascimento e del medioevo. Anche il clero contribuì alla riscoperta dell'arte
medievale. La maggior parte dei monumenti conosciuti e studiati erano edifici religiosi.
Sembrava necessario che i membri del clero fossero in grado di spiegare il cristianesimo
attraverso i monumenti religiosi. Ci si rese conto che era indispensabile prima di tutto che
questi la studiassero, fu necessario riconsiderare i manuali di insegnamento per adattarli alle
esigenze del clero. Negli anni Trenta dell'Ottocento furono istituiti corsi di archeologia
monumentale destinati al pubblico cristiano. Si affrontò anche il tema del restauro, sui modi
di costruire una piccola cappella o aggiungere una sacrestia: insegnava come fare
correttamente dell'arte religiosa. Queste opere mettono l'accento sull'interpretazione dei
monumenti, l'architettura e l'arte romanica si prestano per l'illustrazione dei valori del
cristianesimo. La creazione di cattedra di archeologia cristiana nei seminari aveva un triplice
obiettivo: formare il clero sulla storia del cristianesimo, partecipare all'elaborazione di
questa nuova disciplina e cercare un ancoraggio regionale in opposizione al carattere
generale. L'Italia ha studiato e salvaguardato per molto tempo il suo patrimonio antico i suoi
monumenti romani; più tardi l'Italia, riscoprendo il patrimonio medievale, seguì l'approccio
francese. Questo movimento diede luogo a diverse teorie sul restauro. Davanti a un
monumento in rovina erano possibili interventi ma due principali distinsero. Il primo
tendeva a lasciare edificio nello stato in cui si era; il secondo proponeva di completare
l'edificio per rifare un monumento romanico. Tra le personalità che hanno svolto un ruolo
all'interno di questi dibattiti figura Prosper Mérimée, si mostra favorevole a conservare lo
stato archeologico. Eugène Viollet-le-Duc era favorevole alla ricostruzione. Rifacimenti
realizzati da Viollet-le-Duc hanno provocato un cambiamento nella maniera di procedere di
fronte a una costruzione medievale, non sempre i rifacimenti hanno dato vita a
caratteristiche tipiche del romanico, come "fondaco" dei mercanti turchi nel 1621, non
aveva torri angolari di facciata. Gli architetti decisero di sostituire alcuni elementi, con
sculture nuove, copiate. Nella facciata di Notre Dame, gli originali di alcune sculture
conservate nel Musée National du Moyen Âge di Parigi mentre sulla facciata ci sono delle
copie. Nella cattedrale di Le Puy-en-Velay, l'architetto oltre a completare la Chiesa
sostituisce alcuni capitelli romanici con opere nuove. La storia di questa cattedrale è un
esempio della relazione tra storia e storiografia nello studio dell'arte romanica. L'edificio,
dotato di cupole e ornato di arcate, ha alimentato delle teorie sui contatti tra l'arte francese
e l'Islam. Si era riconosciuto dell'influenza islamica sull'arte romanica francese, ma nel 1975
Marselle Durliat, dopo aver studiato i documenti si è reso conto che l'architetto del restauro
aveva rifatto l'edificio. Durliat ha insistito sull'aspetto del falso. I lavori svolti dal 1995 hanno
consentito di rimettere in discussione quelle accuse, e di provare che gli architetti
ottocenteschi erano stati rispettosi dell'originaria situazione. La cattedrale di Modena nel
dibattito sulle riscoperte medievali. Nel 1872 la cappella del Santissimo Sacramento,
decorata sul modello del mosaico absidale di San Clemente a Roma. Nel 1888 l'abside
centrale ricevette per la cupola fu il mosaico dell'incoronazione della Vergine mentre per la
parte inferiore il mosaico absidale. La città del mosaico per una precisa scelta di gusto. Dal
punto di vista dei restauri gli scambi tra Francia e Italia dovettero essere reciproci.
Identità nazionale, politica e arte romanica
Dal XIX secolo lo studio dell'arte romanica è stato legato al servizio delle ideologie politiche
nazionalistiche. La riscoperta dell'arte romanica all'inizio dell'Ottocento è collegata
all'emergere di nazionalismi che hanno cercato di dimostrare che la propria arte medievale
fosse diversa da quella dei paesi vicini. Da queste sono nate le scuole regionali, un sistema
che tendeva ad affermare le peculiarità locali. Le ideologie nazionalistiche sono all'origine
delle teorie sull'arte delle vie di pellegrinaggio, tra Francia e Spagna. Il dibattito si orienta se
l'arte francese fosse anteriore all'arte ispanica oppure il contrario. Secondo Émile Mâle la
cultura monumentale riapparve sotto l'influsso della miniatura, come centro Tolosa. Ma lo
storico dell'arte Porter affermò il primato della Spagna. Nel corso del Novecento Catafalch,
le sue idee testimoniano la volontà di mettere in valore un'arte romanica mediterranea.
Catafalch comprese che per costruire un'arte romanica nazionale era indispensabile studiare
monumenti in maniera sistematica. L'ideologia nazionalistica ha giocato un ruolo importante
per la riscoperta delle pitture romaniche pirenaiche. Gli studiosi discutevano delle origini
dell'arte romanica francese, chiedendosi se le influenze fossero importanti nella formazione
di quest'arte. Per l'Italia, Adolfo Venturi e il suo approccio all'arte romanica non possono
essere separati dalle vicende politiche. Venturi afferma che l'arte segna la sua nazionalità
nell'arte romanica e l'arte romanica nel secolo XI in Italia con caratteri locali. Venturi cercò
le origini dell'arte romanica nello studio dell'arte romana. L'arte romanica italiana non
doveva essere considerata come riflesso di quella nei paesi transalpini, ma arte nazionale.
Egli fu sostenitore dell'idea che la Francia ebbe un'importanza fondamentale nello sviluppo
artistico del meridione italiano.
Generazione spontanea e sviluppo delle forme
Forme di impegno nazionalistico sono state individuate da Henri Focillon, il quale affermò 4
fasi: "l'età sperimentale, l'età classica, l'età del raffinamento, l'età barocca". Egli associa l'XI
secolo all'età sperimentale dello stile, il periodo classico tra l'ultimo quarto dell'XI e il primo
quarto del XII secolo. Determinanti nella formazione della decorazione romanica furono due
tipi di contatti: le forme artistiche del passato e l'esistenza di scambi. I rapporti tra l'arte di
diverse regioni hanno condotto all’arricchimento reciproco delle forme artistiche e allo
sviluppo della loro scultura. Nell'età romanica la scultura monumentale vuol dire un
arricchimento alla chiesa. La scultura come decorazione permanente. I capitelli scolpiti si
trovano anche dipinti nelle miniature. L’ esperienze regionali costituiscono uno degli aspetti
essenziali della nascita della scultura monumentale romanica. Esperimenti regionali senza
legami tra loro, si produce la rinascita delle forme d'arte. La struttura del capitello corinzio è
ripresa. Il processo che conduce dal capitello antico al capitello romanico non è unico.
L'abbazia di Saint-Benoît-de- Fleury è uno dei più rilevanti luoghi di conservazione della
cultura antica. Quest'edificio su una pianta quasi quadrata, la torre-portico possiede, un
piano terra e un piano superiore. Ognuna delle facciate esterne e traforata da 3 aperture
per piano. La porta centrale, inquadrata da due nicchie, è fiancheggiata dalle porte delle
scale, che permettono di accedere alla parte superiore. Ogni livello è suddiviso in nove
campate, grossi pilastri affiancati da semicolonne: i pilastri sostengono volte a crociera. Il
monumento è eccezionale per i capitelli che lo decorano. Capitelli di grandi dimensioni nei
quali si riflette la cultura, si può osservare l'utilizzo dell'arte antica e la volontà di creare
nuovi schemi. In un secondo gruppo di capitelli l'acanto scompare e lo stile di viene più
lineare.

2. DAL PREROMANICO AL GOTICO: UN PERCORSO EUROPEO:


Precedenti e preparativi
Il periodo di Carlo Magno contiene il sogno di rifondare l’Impero Romano, unendo il gusto
per l'antico con apporti di altre popolazioni. Attraverso l'arte nacque volontà di ricollegarsi
con l'immagine e il concetto Imperiale. Lo studio dell'eredità greco-romana è incoraggiato,
la volontà di creare un'arte espansionistica e il desiderio di fermare la produzione artistica
dei vinti. Insieme agli edifici di culto sono state costruite anche residenze regali tra VIII e il IX
secolo. Nel 794 Carlo Magno decide di stabilire ad Aquisgrana la sede del potere. Il palazzo è
strutturato secondo precise esigenze, diviso in quattro parti: abitazione, ricevimento, rituale
religioso e amministrazione. Di questo complesso si conserva la Cappella Palatina, presenta
una pianta centrale. Il suo nucleo ottagonale è separato dal deambulatorio da arcate
poggianti su pilastri. Le arcate sostengono la tribuna anulare e suoi archi, oltre la cupola
ottagonale. La torre-portico era fiancheggiata da due scale che consentivano l'accesso alla
tribuna. Abside rettangolare a due piani prolungava la cappella. La concezione di questa
pianta è influenzata dalla architettura dei palazzi imperiali come San Vitale di Ravenna. San
Vitale è a due piani, con una tribuna destinata all'imperatore. La pianta centrale a due livelli
è adottata nel Medioevo per le cappelle Palatine. Il tipo di struttura utilizzato ad Aquisgrana
e la presenza di un piano adibito per mettere in relazione alle cappelle alte situata nelle
torri-portico delle chiese altomedievali romaniche. La situazione delle cappelle alte riflette
con il simbolismo, una maniera di accostarsi al Santo riservata al sovrano. Un piano situato
in una posizione dominante consentiva al signore di rivolgersi alla folla. La cappella di
Aquisgrana traduce la volontà di riallacciare il legame con la tarda antichità, ad Aquisgrana
sono introdotti anche nuovi elementi plastici. Aquisgrana era un luogo di culto, di governo e
centro di cultura. Viene il progetto di riunire tutte queste istanze, consentendo un controllo
dell'Impero. Il Palazzo comprendeva un lato la sala per le udienze si aggiungevano le terme.
Nel palazzo proliferano le botteghe, l'atelier di miniature finanziate dal sovrano. Oltre agli
elementi classici si incontrano elementi carolingi. Il complesso era formato da edifici pubblici
concepiti per soddisfare le esigenze del potere imperiale. Era anche espressione di una
funzione politica e traduzione di un concetto simbolico. Il palazzo è nato sulla base di una
concezione del potere con fondamenta antiche, romane e cristiane. I primi edifici cristiani
presentano una pianta basilicale con una larga navata. Le chiese di epoca carolingia si
caratterizzano per la moltiplicazione degli altari lungo la navata. Il santuario sormontato da
una torre, si eleva al di sopra di una cripta. Centula-Saint-Riquier si organizzava intorno ad
un chiostro. La chiesa abbaziale presentava tre navate e due transetti, con un'abside
semicircolare. Per quanto riguarda la produzione di oggetti preziosi si sviluppò sotto la
dinastia carolingia. I Maestri collaborano per eseguire opere. Le botteghe più importanti
sono quelle imperiali. Tra i libri miniati c’è l'Evangeliario di Godescalco, rottura con il passato
merovingio e apporti di modelli italiani e Bizantini. Con Eginardo fa la sua comparsa uno stile
illusionistico che rinnova le forme plastiche di tradizione ellenistica. Lo stesso stile sotto
Ludovico il Pio, nei Vangeli dell'Incoronazione. Si moltiplicano gli atelier di miniatura, ogni
sede episcopale ne possiede una. Nella scuola di Reims si percepisce una volontà di
differenziarsi. L’arcivescovo Ebbone fa realizzare un gruppo di manoscritti la cui particolarità
nella violenza del movimento, forte luminosità e uso dell'oro. È da questo scriptorium di
Reims che proviene il salterio di Utrecht. A questa produzione miniata va affiancata la
decorazione esterna. L’oreficeria ha goduto di grande successo nell' VIII nel IX secolo. Gli
oggetti in metallo illustrano il ruolo rilevante nei confronti della scultura monumentale
come la statua di Carlo Magno o le porte alla Cappella Palatina di Aquisgrana. Il rivestimento
in oro e argento dell'altare di Sant'Ambrogio a Milano, per l'arcivescovo Angilberto II, è
importante sul piano della tecnica e monumentalità dell’iconografia. Il potere è il promotore
della produzione dei contesti artistici. A partire da Aquisgrana si è costituita un'architettura
imperiale, ma molti territori d'Europa non hanno accolto l'arte dell'Impero. Il decimo secolo
è stato considerato il periodo più oscuro del medioevo dal punto di vista artistico. Per poter
avviare le campagne edilizie era necessario disporre di mezzi finanziari. In Europa la seconda
metà del X secolo è contrassegnata da un risveglio architettonico, intorno ai centri di potere
che si sviluppano molte cattedrali, chiese e monasteri. Le città si sono estese oltre le mura.
Nel X secolo nascono i principati che prendono il posto dei poteri centrali. Il 987 segna
l'ingresso nel mondo feudale. Nel corso del X secolo si sviluppano delle innovazioni in campo
architettonico, nasce il deambulatorio a cappelle radiali, si moltiplica il numero delle
cappelle, si predispongono percorsi per migliorare la circolazione dell'edificio. Anche le
cripte cominciano ad essere più profonde. Le ricerche architettoniche vanno verso la messa
a punto dalla copertura a volta. Il passaggio della volta in muratura costituisce una delle
differenze tra il X e l'XI secolo, prodotto dei cambiamenti nella concezione architettonica
degli edifici, l’ispessirsi dei muri e l'uso dei contrafforti. La scultura è poco presente.
L'essenziale dell'arte romanica
Gli inizi del Medioevo artistico sono nel momento in cui fa la sua comparsa lo stile romanico.
L'arte romanica comporta sfumature regionali e il peso dell'eredità antiche e le innovazioni
dalle nuove strutture sviluppatesi. La creazione artistica è legata alla società. Lo sviluppo di
un'arte romanica in tempi diversi a seconda dei diversi territori. Tra il 919 e il 1024,
l'architettura ottoniana mette in scena un'attenzione alle forme antiche unita ad una
volontà di inclusione di nuovi elementi. L'Europa è divisa tra territori meridionali, con
l'architettura basata sul valore della muratura, e territori settentrionali, con modelli
paleocristiani e carolingi. Il monastero di Quedlinburg resta solo la cappella di San Viperto.
La pianta è a tre navate separate da colonne alternate a pilastri, con capitelli ornati da
modanature. Le chiese ottoniane presentano un transetto coperto da travature lignee con
grandi finestre. Si concludono con un doppio presbiterio a due torri. A Gernode la chiesa di
San Ciriaco presenta tre navate terminanti in un transetto carolingio, su quale si aprono due
cappelle separate da colonne e pilastri. Le navate laterali sono sormontate da tribune aperte
sulla navata attraverso due gruppi di 6 arcate separate da un pilastro. Il presbiterio
sormonta un'alta cripta, due absidi si aprono sul transetto. Il corpo occidentale funge da
contro-abside. Verso il 1010 si costruisce la chiesa di San Michele a Hildeshame con tre
navate separate da pilastri alternati a colonne, concluse da due transetti, fiancheggiati da
torrette, che creano una crociera regolare sormontata da una torre. La chiesa è coperta con
travature lignee e larghe finestre. Una contro abside integrata una cripta deambulatorio
dotato di nicchie che si contrappone al presbiterio orientale. Decorazione architettonica ad
arcate cieche anima l'esterno le superfici piane delle navate laterali, l'interno è decorato
dalla policromia. A Paderborn la cappella di San Bartolomeo, con elementi bizantini: tre
navate separate da colonne sormontate da capitelli a fogliame e maschere, reggono volte a
calotta. A Colonia a San Pantaleone la pianta presenta una navata unica terminante in un
transetto e preceduta da un corpo occidentale. Santa Maria in Campidoglio conferma
l'importanza della decorazione architettonica romanica della Renania. La Chiesa mostra una
certa fedeltà ai partiti carolingi è una concatenazione di volumi che annuncia l'arte
romanica. Pianta a tre navate separate da pilastri compositi, il presbiterio triconco aperto
sul transetto presenta tre absidi a deambulatorio. La cattedrale di Spira presenta volumi
immensi e l'estetica dei pilastri è rinnovata con l'inserimento di semicolonne addossate. Le
arcate inquadrano le finestre alte. All'esterno dell'edificio, scandito da torri ottagonali sopra
il blocco occidentale e della crociera del transetto, e due coppie di torri in facciata e nella
testata absidale. L’ arte romanica meridionale si sviluppa coprendo una vasta area,
appartengono chiese costruite con muri spessi e rare aperture. La pianta con una o tre
navate, terminanti in un’abside elevato al di sopra la cripta. La copertura con una volta a
botte lanciata e il transetto con volte a crociera. La decorazione con fasce esterne e arcate
cieche. La chiesa di Ripoll presenta cinque navate con transetto sporgente. La chiesa di San
Pere de Rodes, dotato di una navata centrale con elevazione a due ordini sovrapposti. In
scultura si ritrova una forte contrapposizione tra sud e nord. Gli architravi in marmo di Sanit-
Genis-des-Fontaines con le facciate decorate e iconografia monumentale all'ingresso. Gli
architravi con Cristo in maestà attorniato da Apostoli e angeli. Nell'Europa settentrionale la
continuità tra l'arte carolingia e l'inizio dell'arte romanica si manifesta nell'arricchimento del
presbiterio e valorizzazione dell'altare maggiore. In marmo, pietra o metallo. Nel sud
dell'Europa la decorazione dei capitelli non consegue il medesimo livello della produzione di
bronzistica e oreficeria. Il capitello ottoniano a forma cubica, con gli angoli arrotondati.
Altrove si trovano tentativi. Il capitello corinzio antico che scultori romanici cercano di
imitare. Gli intrecci ricoprono il blocco del capitello. Tra Venezia e Trieste, le foglie d'acanto
e le volute sono prodotte in botteghe che introducono anche le forme delle palmette
romaniche. Passo successivo è l'introduzione della figura umana nel capitello. Cattedrali e
monasteri giocano un ruolo privilegiato nella diffusione delle forme architettoniche e
artistiche. I legami tra il clero e le ricche famiglie assicurano i mezzi per le costruzioni.
Questo sviluppo appare a Cluny II. Iniziata nel 1088 la nuova basilica permette di studiare
l'organizzazione e l'evoluzione dell'architettura monastica. la chiesa costituisce l'elemento
essenziale del monastero. Nella testata della Chiesa troviamo il deambulatorio, che circonda
l'altare consente la circolazione di pellegrini. Cluny III si caratterizza per un presbiterio ampio
dotato di cappelle radiali, un doppio transetto, volte, pilastri articolati, e un portico. Le
chiese che accolgono i fedeli hanno la facciata che s'innalza con le due torri quadrate, la
testata presenta un rapporto di volumi articolato. La navata centrale è alta e coperta di una
volta a botte con archi trasversi, le navate laterali, sono coperte da volte a crociera e
sormontate da tribune aperte de arcate. L'interno è luminoso grazie alle aperture delle
tribune. Gli edifici con un doppio transetto e un contro-abside. L'evoluzione della
decorazione dei muri o la tribuna attestano l'esistenza di punti di contatto tra regioni del
Nord e arte romanica del sud. L'origine in questa pianta nella conoscenza dell'Oriente. In
Italia il frazionamento politico produce uno sviluppo architettonico regionale diversificato. Si
trova l'uso del laterizio in edifici con grandi navate e ricca decorazione parietale. La
Lombardia usa un'architettura sobria con elementi analoghi a quelli del sud della Francia. In
Italia centrale e privilegiata una decorazione abbondante. Anche la scultura varia da regione
a regione. La decorazione scultorea invade l'intero edificio, coprendo i capitelli, ornando le
facciate e i chiostri. La presenza di timpani e di facciate decorate all'esterno fu uno dei
fenomeni più peculiari della produzione artistica insieme alla copertura volta. Il chiostro di
Moissac con capitelli decorati immagini dell’Antico del Nuovo Testamento e vita dei santi. Le
opere più tarde, intorno al 1200, si caratterizzano per la pienezza delle forme, il ritorno
all'antico e uno stile incisivo. La maggior parte delle opere scolpite proviene da edifici
religiosi. Gli scultori romanici lavoravano anche per la decorazione delle dimore private. Lo
scultore non lavorava da solo, ma con la sua equipe. Nel romanico si moltiplicano anche gli
scriptoria nei quali i copisti illustrano i testi con miniature. Gli artisti realizzano le
decorazioni parietali degli edifici ispirandosi ai copisti. Le chiese erano destinate a ricevere
una decorazione che rivestiva di colori l'intera costruzione, le volte e le pareti si coprono di
cicli narrativi o di immagini. Temi in ambito religioso dominano su tutti gli altri, i vizi e le
virtù, i lavori dei mesi dell'anno, si incontrano sulle superfici secondarie. Lo sviluppo della
pittura romanica differisce da paese a paese. In Italia vi è la combinazione di forme bizantine
e forme più antiche. L'abate di Montecassino Desiderio avrebbe chiamato artisti provenienti
da Costantinopoli. Questi artisti avrebbero segnato l'arte di ampie zone dell'Italia
meridionale. Desiderio si è fatto raffigurare con in mano il modellino della Chiesa al di sotto
del Cristo in maestà dell'abside centrale. La pittura murale a Roma costituisce uno degli
aspetti più originali di elementi decorativi improntati al repertorio antico. Il complesso di
maggiore interesse è San Clemente. Lo stile di San Clemente testimonia i motivi
antichizzanti. Dal XII la presenza bizantina contrassegna la produzione della pittura italiana.
La Sicilia nelle mani dei Normanni manifesta propensione per le forme artistiche bizantine.
Vettore di arte bizantina anche Venezia. Il linguaggio bizantino si ritrova anche nelle pitture
romaniche di Francia. Lo stile trasmesso attraverso una mediazione italiana. I mosaici
parietali erano una tecnica utilizzata in Francia, Renania, Italia, Catalogna. Il pavimento viene
a completare la decorazione delle pareti e delle volte. I punti più importanti dell’edificio
sono decorati da mosaici con scene dell'Antico Testamento, vita dei santi o animali. Le
vetrate funzionano come la pittura per trasmettere un messaggio. Le chiese romaniche
comprendono l'ambone, il trono per il vescovo o l'abate, candelieri, baldacchini, pala
d'altare. Oggetti realizzati in marmo, pietra, legno o metallo. Le grandi chiese presentano un
tesoro di oggetti liturgici e reliquiari. Il legno è usato nella costruzione, e nella scultura. Le
vergini Maestà costituiscono la produzione più diffusa. Seduta in trono con il bambino, la
Vergine la saggezza del dogma dell'Incarnazione. La maggior parte delle chiese romaniche
possedevano Vergine col Bambino, alcune Vergine col Bambino presentano preziosi
rivestimenti. La forma più alta di espressione artistica romanica è Cristo sulla croce, ancora
vivo, vestito per illustrare un momento particolarmente del Nuovo Testamento.
Il trionfo del gotico
Nella seconda metà del XII secolo nasce il gotico, seguendo le scelte dei committenti. L’arte
gotica in un'unica tipologia: la cattedrale. Nelle cattedrali si elaborano i progressi
dell'architettura, come l'arco a sesto acuto, le volte costolonate, l'arco rampante, la statua-
colonna. La scultura tende a coprire le facciate e marcare la divisione in piani con i frontoni,
le gallerie e i rosoni. Sulla facciata troviamo le gallerie dei re. Statue-colonna sono state
tagliate nello stesso blocco delle colonne, quali sposano la forma e funzioni. Un altro aspetto
è il culto della Vergine Maria. La Vergine occupa un posto più privilegiato: presente scene
cristologiche, protagonista nell'illustrazione degli episodi dell'infanzia di Cristo e poi della
sua stessa vita. L'arte gotica si sviluppa in Francia, l'architettura tende all'arte radiante. Il
muro è smaterializzato, la parete di vetro trasparente. Un dialogo tra la pietra e il vetro.
L'inesistenza è posta sulla verticalità, colonne e pilastri segnando la divisione in campate. Il
rosone porta una nuova visione del transetto, una architettura dinamica nella quale i volumi
e luce sono moltiplicati. La scultura segue uno sviluppo parallelo a quello dell'architettura.
Una delle creazioni più importanti è la facciata, le chiese più semplici riprendono il modello
delle facciate a due torri, con gli contrafforti che la dividono in registi verticali e proiettano il
portico in avanti, accentuando la profondità degli strombi dei portali. Una galleria nel quale
si scrive il rosone nella parte superiore della facciata. Essa è ricoperta di sculture. L'interno
dell'edificio è rivesto di statue, i capitelli sono ornati ad uncini e foglie. Nel Trecento si
moltiplicano le botteghe artistiche. Nuove tendenze di stile capovolgono le relazioni tra
sacro e profano, tra pubblico e privato. L'arte e dominata dall'opera di Giotto. La raffinatezza
delle nuove forme corrisponde ad una clientela di piccoli mecenati. La committenza
contribuisce a perpetuare la memoria di coloro che possono farti allestire una cappella. Lo
sviluppo delle arti ruota intorno ai papi, ai re o i vescovi. Il ritratto adotta una grande
realismo e l'individuo diventa oggetto di riflessione artistica. Il lusso si esplicita nella
costruzione di castelli o di palazzi. I funerali di costituiscono eventi di grande ampiezza e le
sepolture divengono monumenti fastosi. I grandi si fanno costruire tombe monumentali. Il
defunto era raffigurato dormiente, la sua effigie svelata da angeli che aprono le cortine. Il
tutto permette lo sviluppo di un'iconografia varietale che completa la tomba, occupata dalle
figure piangenti e dolenti.

3. ERRORI STORIOGRAFICI:
Entusiasmi romantici
L'immagine del Medioevo come periodo oscuro ci deriva da interpretazioni ottocentesche.
La diffusione dell'immagine di un Alto Medioevo popolato da rovine è appoggiata al testo
del monaco Rodolfo il Glabro, che nei suoi libri voleva provare che la Francia aveva subito
devastazioni. In edifici come la chiesa di Saint- Michel-de-Cuxa testimonia l’esistenza di
grandi cantieri come la chiesa di Saint-Germain e l’oratorio di Saint-Michel, conosciamo
questi edifici grazie al monaco del monastero Garsias: Saint-Michel presenta pianta a 3
navate, transetto basso e sporgente e testata a 5 absidi. Le teorie delle invasioni hanno
contribuito a veicolare l'immagine di un X secolo oscuro. È difficile misurare il livello di
influenza delle arti orientali sull'arte romanica, l’influenza per altre culture e il prestigio
dell'Oriente e il fascino dalle crociate sono presenti nell'Occidente medievale; il gusto per
alcuni elementi venuto dall'Oriente attraverso la mediazione italiana. Ahmad Fikry afferma
che l'influenza araba sia chiara per la presenza delle cupole, la policromia e dagli archi.
Durliat dimostrò che le cupole di Le Puy erano confrontabili con quelle di Lione quelle di
Tournus. Le cupole abbiano giocato un ruolo nell'immaginario collettivo e che siano state
usate come motivo legato all'Oriente, per evocare Gerusalemme e il mondo islamico, anche
se la cupola esiste in Europa sin dall'antichità.
Un'architettura in bianco e nero, o dell'oblio della policromia
La policromia ha giocato un ruolo rilevante nell'estetica dell'edificio religioso medievale. I
restauri hanno consentito di conoscere la policromia dei monumenti romanici e gotici. Le
facciate erano policrome e dipinti. Vi erano arazzi, tessuti, tappeti, mosaici, oltre agli oggetti
preziosi sull'altare. Tra gli elementi che hanno indotto a pensare che le chiese romaniche
fossero spoglie vi sono le modifiche che hanno provocato il danneggiamento. i restauri
hanno preso parte a questo; a Notre-Dame di Parigi le facciate erano pulite con getti
d'acqua che rimuovevano lo sporco e i resti di colore. Nell'800 gli architetti francesi vennero
in Italia per studiare la policromia e introdurla nei monumenti che costruivano. Revoil
concepì un programma di restauro per la cattedrale di Nimes, voleva completare l'edificio e
intendeva presentare la cattedrale policroma. Il dibattito vide due tesi: quella archeologica
che proponeva di non completarle; l’altra di ridipingere le chiese. Dal 1841 Duban aveva
chiesto di ripristinare la Saint-Chapelle di Parigi, lo stesso a Saint-Sernin di Tolosa, Notre-
Dame di Poitiers Clermont. In questo periodo si cerca di reintonacare i monumenti:
Dauvergne lo ha fatto a Le Puy, Flandrin a Saint-Paul di Nimes. Per evitare la perdita delle
pitture, Mérimée, commissionava di eseguire rilievi ad acquerello su carta. Nel 1889 Gélis-
Didot e Laffilée pubblicava La Peinture décorative en France du XI au XVI siècle. L'opera servì
nello sviluppo di un movimento per le copie di numerosi complessi pittorici murali. Anche in
Catalogna cominciò la copia delle pitture romaniche prima del loro trasferimento a
Barcellona.
Un'arte di cattedrali
Anche l’arte romanica è un'arte di cattedrali e le principali novità architettoniche sono nate
nei complessi episcopali. La cattedrale era destinata ad essere modificata e adattata al gusto
del tempo. La maggior parte dei monasteri rimasero romanici per mancanza di fondi. I
complessi urbani romanici derivano dalle strutture della tarda antichità. Le costruzioni
antiche continuano a modellare lo spazio urbano; il centro della città è occupato edifici civili
e amministrativi. La cattedrale era costruita vicino in una zona periferica perchè i defunti
erano sepolti all'esterno della città in prossimità dei cimiteri. Con lo sviluppo della città le
cattedrali si sono ritrovate nel centro dei nuclei urbani. La città romanica si sviluppa attorno
alla cattedrale. Per tutto il Medioevo si riscontra che il palazzo del potere domina la piazza
principale di fronte alla cattedrale, un'opposizione fra potere civile e religioso. La cattedrale
di Puy-en-Velay è costruita alla sommità della collina. Questo luogo di culto ha determinato
la struttura stessa della città arroccata. i vescovi vollero ridare alle cattedrali la loro
preminenza, per rispondere al crescente sviluppo dell'architettura monastica. A Reims,
l'arcivescovo Adalberone unificò lo spazio interno della cattedrale con il riallestimento
dell'area anteriore della chiesa, la cripta e il piano pavimentale da questa sostenuto. Ad
Auxerre il vescovo Ugo di Chalon fece costruire una nuova cattedrale di Saint-Etienne,
l’importanza del progetto testimonia le ambizioni dei vescovi. Alain Erlande-Brandenburg ha
dimostrato che la cattedrale romanica e gotica hanno ereditato il senso dello spazio unitario
delle basiliche paleocristiane. In Italia molte cattedrali romaniche si ergono nella maggior
parte delle città italiane, raramente sostituite da edifici gotici, Roma rimane fedele alle
forme paleocristiane. Il gotico italiano non era mai riuscito a sostituirsi alle modalità
costruttive preesistenti riletti in chiave umanistica. Nel contesto romanico ci sono poche
differenze fra una cattedrale e un'architettura monastica, da ciò la presenza di due elementi
comuni alle cattedrali e ai monasteri: i cori riservati e la gerarchia liturgica con la figura
dell'abate o del vescovo. La vita comunitaria esige la presenza di un chiostro e di dipendenze
a esso associate. Il chiostro delle cattedrali è più aperto verso l'esterno rispetto a quelli dei
monasteri.
Tutte le strade non portano a Compostella: il sogno di Roma e di Gerusalemme
San Giacomo di Compostella è uno dei pellegrinaggi più prestigiosi del medioevo. Principali
mete sono: Roma con Pietro e Gerusalemme Cristo. Dai tempi di Costantino i fedeli
partivano per Gerusalemme per le reliquie. Lo stesso imperatore aveva fondato la basilica
della Natività di Betlemme e il santo sepolcro di Gerusalemme. Monumenti costruiti per
accogliere un gran numero di fedeli. Dall'alto medioevo conobbe un grande successo il
pellegrinaggio verso Roma, dal VI al X nuovi centri di pellegrinaggio come San Giacomo di
Compostella, e San Michele nel Puy-en-Velay. Gerusalemme e Roma rimangono le più
prestigiose. Nell'iconografia medievale Gerusalemme è rappresentata in maniera ideale:
simboleggia il paradiso. Il Santo Sepolcro era ispirato all'architettura romana. Roma è la più
importante sede episcopale occidentale, essa rappresenta la fonte del cristianesimo. Sin
dall'epoca carolingia i principi desiderano farsi incoronare a Roma dal papa. Gli artisti
cercano di formarsi i maestri del primo cristianesimo. Gli scultori prendono a modello
sarcofagi e capitelli della prima antichità, gli architetti si rivolgono alle grandi basiliche. Il
viaggio a Roma era anche occasione per osservare i monumenti non cristiani. L'abate Oliba
di Ripoll di ritorno da Roma, abbia deciso di imitare San Pietro facendo innalzare un'abside
con 6 absidi impostati sul transetto, la cattedrale di Vic si ispirò al Pantheon. La facciata di
Saint-Gilles-du-Gard o la colonna bronzea di Hildesheim mostrano come la cultura antica sia
servita da modello. La policromia delle facciate fosse legata all'esigenza di imitare Roma,
anche se le facciate erano in calcare, vengono rappresentate con colonne di porfido o
marmo. La sepoltura di Giacomo Maggiore nel luogo detto Compostella, una chiesa indicava
la presenza del santo, poi una cattedrale venne consacrata nell'899. Da questo momento il
pellegrinaggio aumenta. Il pellegrinaggio verso Gerusalemme è legato all'idea di espansione,
Roma costituisce un riferimento per l'arte occidentale. Con le crociate si determina
un'esportazione dell'arte cristiana verso Oriente. L'influenza bizantina nell'arte romanica, o
quella islamica, è avvenuta anche in senso opposto. L'esportazione dell'arte francese è
legata a un'idea di espansione, attraverso l'Italia meridionale, avvengono i contatti fra
Oriente e Occidente. Le forme occidentali arrivarono in Oriente con i pellegrini, le forme
orientali in Occidente con i Crociati. L’autore del Aimery Picaud di Parthenay, ricorda le vie
di pellegrinaggio verso Compostela. Le vie erano ritmate da numerosi santuari, i tracciati
hanno spesso inciso sul futuro di questi luoghi. Lo sviluppo di questo sistema ha permesso il
miglioramento delle condizioni sanitarie lungo il cammino, la costruzione di luoghi di
accoglienza, lo sviluppo dell'urbanesimo, la manutenzione delle strade. Le origini della
scultura romanica potrebbero essere ricercate a nord a sud dei Pirenei. Tra gli edifici più
antichi va annoverata l'abbaziale di San Salvador de Leyre, con i due gruppi di capitelli della
cripta e della chiesa superiore. La decorazione a fiori e palmette come tema della scultura
romanica. San Giacomo a Compostella e la basilica di Saint-Sernin a Tolosa sono analoghe
per le piante e data d'inizio dei lavori, 1070. Viene realizzato grande programma scultoreo.
La mensa d'altare firmata da Gilduino viene consacrata nel 1096. Tra Tolosa e Compostella
solo qualche capitello presenta uno stile analogo, ma tra i due edifici non vi sia alcun
rapporto diretto, ma la teoria delle strade viene proposto un sistema di comunicazioni di
livello europeo. Si diffonde una tipologia di chiesa che presenta tratti comuni derivanti da un
unico modello. Il modello presenta una pianta a 3 o 5 navate, con un transetto, un
deambulatorio a cappelle radiali, altre cappelle sul transetto e un elevato a due piani con
tribune. Una facciata monumentale con torri quadrate, mentre la testata, un rapporto di
volumi graduato. Il tipo di elevato rafforza l'idea che questi edifici abbiano una pianta
comune: la navata maggiore è coperta da una volta a botte su archi trasversi, le navate,
sono voltate a crociera e sormontate da tribune, aperte sulla navata centrale. La costruzione
è luminosa: alle aperture si aggiunge l'illuminazione indiretta delle navate. Molte chiese
importanti sulle strade per Compostella non hanno scelto questa pianta. A Compostella il
monumento venne iniziato nel 1078, I capitelli più antichi ricchi di decorazione animale.
Nella torre “Panteon de los reyes”, un complesso scultoreo attribuito alla committenza di
Urraca figlia di Fernando. Leon, Tolosa e Compostella ritenuti cantieri avviati poco dopo il
1070. Le tribune costituiscono uno degli elementi caratteristici, offrono un grande spazio
utilizzabile il piano di calpestio non è pavimentato e vi si accede attraverso una scala stretta
all'estremità del transetto. A Compostella le tribune erano pavimentate e larghe scale
facilitavano l'accesso, si usavano quando la chiesa era piena di fedeli. È chiaro che queste
tribune avessero funzione strutturale, si appendevano tessuti durante le celebrazioni. Gli
scambi artistici, il ritrovato prestigio della scultura architettonica gli ultimi decenni dell'XI si
caratterizzano per gli investimenti alle costruzioni. Mont Saint-Michel costruita dal vescovo
di Avranches Aubert. Di fronte alla crescita del pellegrinaggio venne costruita una chiesa
completata dalla cappella Notre-Dame-sous-Terre. Nell'XI l'afflusso di pellegrini imposero la
costruzione di un edificio più vasto insiema alla scoperta delle reliquie di Sant'Aubert. Venne
allestita una piattaforma sostenuta da 4 cripte. Si distingue per l'assenza di ballatoi
all'altezza delle finestre, il ricorso ad archi di scarico collocati le finestre. Appare dotata di
una pianta a tre navate e transetto sporgente, alla sommità dei muri laterali sono disegnate
le arcate. La navata principale è illuminata da finestre a tutto sesto. Una porta si apre su un
portico. Tra le novità è la conferma dell'esistenza di vetrate.
Soltanto un'arte di chiese?
Nel nord Europa palazzi urbani e case in pietra a più piani dall'anno 1000 anche fuori dalla
cinta muraria. Nel sud le città presentano una struttura ancora all'antica, e i monumenti
dell'antichità costituiscono un aspetto del paesaggio. Roma è un mito urbano per tutta la
cristianità. Il peso del papato e gli ordini monastici generano trasformazioni. Le residenze
papali diffondono modelli palaziali. La casa dei Crescenzi è manifestazione di lusso urbano.
Sorgono nuove chiese e nuovi quartieri, il Campidoglio è destinato ad abitazioni. Nell'XI
nuove città compaiono in Europa. Lo sviluppo lineare lungo un fiume o concentrico attorno
ad un edificio, la pianta a scacchiera con intersezione della piazza pubblica o la pianta
radiale nata da un mercato. La cattedrale o il complesso episcopale possono costituire nuclei
urbani autonomi. Ai margini delle città con i monasteri si genera borghi che possiedono una
propria cinta. In altri casi un monastero isolato è si origina un borgo indipendente dalla città.
I monasteri alla periferia della città, il legame tra monastero e città, la convergenza di più
strade verso il monastero o l'avvolgimento del monastero da parte della città. Il castello può
contribuire allo sviluppo dei borghi, in funzione del territorio, si dispongono attorno ad esso
o a un livello più basso. La città e il castello si dispongono in relazione a un corso d'acqua
oppure il castello può essere circondato dalla città. Le fondazioni si prolungano al di là del XII
con un processo di sviluppo delle fortificazioni. In Inghilterra lo sviluppo urbano si verifica
dopo la conquista normanna. Nella Penisola Iberica l'attività urbana presenta aspetti che
traggono origine dalla coesistenza della civiltà cristiana e musulmana. Dopo la Riconquista
appare un nuovo tipo di urbanesimo. Nei regni cristiani le creazioni si intensificano.
Numerose città si sono impiantate sulla via per Compostella per interesse economico. Nelle
città di più antiche il “cammino” modifica la struttura urbana. Altro fenomeno i quartieri
residenziali separati; essi sono protetti da una cinta muraria interna, si impiantano nelle città
quartieri indipendenti o isolati, riservati a certi mestieri o a certi gruppi sociali. Vi sono
anche palazzi civili con una grande facciata ad arcate, a due piani. Lo sviluppo
dell'architettura ha trasformato il palazzo in un castello, la residenza principesca medievale,
fortificata o non. Il palazzo è riservato all'accoglienza del principe, comprende un nucleo
abitativo, ambienti di servizio, un luogo pubblico e una cappella. La residenza principesca è
centro amministrativo e politico, il secondo polo era la cappella palatina. Qualche volta la
residenza era completata da una torre di difesa. Man mano che le città iniziano a
rivaleggiare con quelle dei signori e dei dignitari ecclesiastici, appaiono sempre più dimore
cittadine dotate di facciate e giardini. A fine XI la torre ingloba i differenti elementi del
palazzo: l'aula, le zone abitative, la cappella e i sotterranei. Le aperture sono rare e le porte
collocate in alto. Le residenze sono più fortificate e gli ambienti si dispongono lungo la cinta
muraria. La disposizione antica, con le stanze poste attorno a una corte, si ritrova in Italia e
Sicilia. Lussuose residenze urbane sono realizzate sulla spinta della borghesia cittadina. I più
agiati avevano ville in campagna, mentre le case di città erano dotate di facciate, a due
piani, con un grande portale e bifore. Il pianoterra è semplice, con due o tre stanze che si
aprono le une sulle altre, mentre il primo piano è destinato alla residenza e alle funzioni
della vita sociale. Le abitazioni furono costruite a lungo legno, prima della pietra. A Venezia
le dimore presentano la facciata che da sul canale e gli edifici accostati l'uno all'altro,
prevedono una sala in cui entra l'acqua, che funge da portico di accoglienza. L'architettura
religiosa romanica come la sinagoga e i bagni rituali, sono conosciuti grazie a testimonianze
scritte, ma non materiali per due motivi: la distruzione degli edifici o il riutilizzo. I documenti
menzionano l'esistenza di monumenti ebraici nelle città, la sinagoga era costruita in un
quartiere preesistente all'interno di una comunità già formata. Le differenze fanno pensare
che non ci fosse un modello generale. Talvolta si trova la suddivisione in due parti destinate
ad accogliere separatamente uomini e donne. È stata scoperta a Rouen una sinagoga
all'interno del palazzo di giustizia; con decorazione analoga a quella degli altri monumenti
normanni. Ciò conferma l'appartenenza a uno stesso ambiente di artisti e artigiani e la loro
capacità nel lavorare per edifici religiosi e civili. Anche edifici pubblici e privati erano ornati
da rilievi, le case private sono ornate con capitelli decorativi al piano terra e al primo piano, i
timpani scolpiti non sono prerogativa delle chiese o delle cattedrali, ma ornano anche le
case cittadine.
Arti minori che sono maggiori
Definiti come “arti minori” gli oggetti del tesoro delle chiese funzionali alla liturgia. La
presenza di frontali d'altare in metallo in Europa sin dal X. L'altare è il principale polo di
attrazione. Tra X e XI il più celebre altare in metallo è quello di Basilea. È formato da placche
d'oro sbalzato e placche in rame dorato. Sotto la figura di cristo vi sono delle figure
inginocchiate identificate come Enrico II e la moglie Cunegonda o l'altare di Sant'Ambrogio a
Milano, voluto da Angilberto II. Altro elemento è la pala d'altare, la Pala d'Oro di San Marco
a Venezia, con placche d'oro smaltato incastonato di pietre preziose, la pala deve la sua
composizione a Paolo di Giovanni di Boninsegna, con l'aggiunta del pannello del
Pantocratore. La tipologia di produzione in legno è la scultura con il Cristo crocifisso e la
Madonna con Bambino. Sono scolpite in un unico blocco, e spesso sono anche dei reliquiari.
Tra le opere vi sono i busti-reliquiario, numerose comunità fecero eseguire dei reliquiari a
imitazione della parte del corpo della reliquia. Ci statue romaniche a tutto tondo ricoperta di
colore o rivestita in metallo. L'avorio è un altro materiale prestigioso soprattutto per le
placchette di rivestimento. Il bronzo è il metallo più usato per porte, troni o fonti battesimali
realizzati da maestri specializzati nella produzione di campane, esperti di stampi di grandi
dimensioni e nella lavorazione di enormi quantità di metallo. Diversi bronzisti quali Renier
de Huy, al quale sono attribuiti i fonti battesimali; Oderisio di Benevento, autore delle porte
bronzee del duomo di Troia e quelle di San Giovanni a Capua e San Bartolomeo di
Benevento; Barisano di Trani realizza le porte della cattedrale di Ravello, Trani e Monreale;
Bonanno Pisano realizza le porte della cattedrale di Pisa e di Monreale. I fonti battesimali di
Renier de Huy, illustrano scene del battesimo con personaggi che si distaccano dal fondo,
realizzato in un solo pezzo. Per la monumentalità e la finezza, quest'opera documenta la
priorità accordata dai dignitari ecclesiastici per dimostrare la potenza economica e spirituale
della chiesa. Nicolas de Verdun noto per le sue opere come la pala d'altare in Sant'Agostino
a Klosterneuburg, costituisce l'opera in smalto più notevole della sua epoca, la cassa della
Vergine della cattedrale di Tournai. Intorno al 1200 Nicolas de Verdun incarna la transizione
fra arte romanica e gotica e la sua opera è l'apogeo e conclusione dell'oreficeria mosana.

4. LA PERSONALITÀ DELL'ARTE ROMANICA:


Un'arte organizzata
La realizzazione dei progetti artistici necessita mezzi economici necessari, ma anche
strumenti intellettuali. Da questa organizzazione dipende ritmo delle attività, le forme dei
contratti, i prezzi, i materiali, l'organizzazione delle Botteghe artigiane, i modellini: sono
aspetti da cui dipende l'opera compiuta. Le pietre erano tagliate nel cantiere da squadre,
una volta collocate erano dipinte unificandole e dando vita a personaggi. Roma, nel periodo
romanico, è celebre per la produzione di sculture. I marmorari a Roma e nel Lazio sono stati
classificati in base alle iscrizioni. Definiti "cosmateschi", questi maestri realizzano chiostri e
campanili, arredo liturgico, monumenti sepolcrali, mosaici. Chi firma è il capo di una bottega
collettiva impegnata a tutti i livelli di elaborazione. Lui dirige il lavoro e la posa in opera.
L'esecuzione e da attribuirsi ai tagliapietre e collaboratori. Roma e i dintorni offrivano di
reperire i materiali: colonne, capitelli, pronte ad essere rimosse e tagliate in più pezzi. Ogni
bottega disponeva di propri fornitori. I chiostri romani sono fabbricati con marmi di
reimpiego ed eseguiti in bottega per essere poi montati sul posto. Il chiostro era preparato
prima della posa. Il Chiostro di Subiaco conserva le testimonianze dei segni tracciati dai
marmorari sulle pietre, i pezzi sono numerati. I chiostri predisposti nelle botteghe prima di
essere spediti e montati. I timpani romanici mette luce un’organizzazione del lavoro. Il
problema principale era la coincidenza tra il taglio e la disposizione iconografica. I timpani
erano sempre smontabili, in alcuni casi, non si posa il timpano fino a quando non ti termino
la copertura per poter far uscire più facilmente le impalcature e le macchine del
sollevamento. Tutto frutto di un'organizzazione complessa del cantiere, e differenti
specializzazioni e una posa in opera che richiede organizzazione. Il timpano concentra
l'attenzione dello spettatore come se fosse una proiezione dell'abside presenta una ricca
iconografia. Al problema dell'organizzazione interna si aggiunge quello dell'esportazione. Il
trasporto della pietra costoso via terra sì preferì per le vie fluviali. Un altro materiale
fondamentale è il legno. Gli edifici religiosi e civili, i ponti e le mura sono molto spesso
costruiti in legno, come anche la mobilia e alcune parti architettoniche, sono elementi che
raramente si sono conservati. Due categorie di artigiani si occupano di questa produzione: i
falegnami e gli scultori del legno. Gli oggetti di oreficeria prima di ricevere il rivestimento o
l'anima dei reliquiari o delle statue era in legno. La decorazione e l'arredo liturgico
costituiscono i principali aspetti della sua lavorazione. Utilizzato nelle costruzioni urbane e
rurali interviene come elemento dell'armatura o della copertura, anche nella fabbricazione
dei muri. Una volta tagliato è concepito per ricevere un rivestimento in pittura, stucco o
metalli preziosi. Talvolta serve da supporto per tecniche diverse: pittura su tavola, anime in
legno per vari oggetti. L'assemblaggio è la qualità principale del mestiere. Le porte sono
concepite per ricevere elementi in metallo. Questo tipo di porte sono collocate nelle chiese
e vengono decorate o nei palazzi pubblici e vengono rinforzate anche come elemento di
difesa.
Immagini religiose e politiche per le facciate delle chiese.
La facciata si presenta piena di decorazioni scolpite o dipinte. Portali, timpani, capitelli
scolpiti, porte costituiscono un messaggio destinato a trasmettere la dottrina cristiana e
segnare la soglia della dimora di Dio. Elementi ritenuti caratteristici in quanto riflettono
l'espressione dell'arte di un'epoca. Grandi facciate costituiscono un fenomeno del XII secolo.
A partire dalla fine del XI si sviluppano grandi programmi iconografici, elemento per il
rafforzamento del potere della Chiesa. In molte chiese il ruolo dell'immagine comporta la
realizzazione di grandi complessi scultorei. A differenza delle pitture le sculture prevedono
un aspetto permanente, l'utilizzo della pietra assicura una visione del mondo sia eterna.
Sovrapponendo vita quotidiana e terrena, i rilievi scolpiti offrono la spiegazione dei testi
sacri e traducono l'ordine del mondo e dell'aldilà. La composizione della facciata romanica è
la presenza del timpano, attira l'attenzione dello spettatore. La sua iconografia si coordina
con quella del portale e con quella dell'intera facciata. Il senso delle immagini è chiarito
dalle iscrizioni, che identificano elementi o offrivano la chiave interpretativa. Illustrazione
del Bene e del Male, la presentazione dell'ordine sociale, i modelli per essere un buon
cristiano, della ricompensa riservata ai giusti e dei castighi sono i principali temi insieme a
molte scene non ancora interpretate. Le forme sono le più varie l'iconografia trae
ispirazione da fonti testuali, e si serve dei testi apocalittici. Negli anni 1120-30 la scultura si
organizza attorno al timpano, la chiesa Madeleine di Vélazy con tre portali istoriati danno
accesso all'edificio. Sono affrontati tre temi: l'Ascensione di Cristo, la Pentecoste e
l’evangelizzazione il mondo. Il timpano centrale presenta Cristo, isolato in una mandorla, di
dimensioni superiori. Sull' archivolto e sull'architrave sono presentati i popoli della terra; sui
piedritti gli apostoli; nelle arcate interne il calendario solare. I portali laterali di stile
differente costituiscono un'estensione dell'iconografia. Le immagini divine si pongono in
relazione con il mondo reale che rendere visibile ciò che si immagina dell'aldilà. Si sviluppa
la rappresentazione di un contesto terreno che manifesta la volontà di conoscere il mondo
fisico, richiamano avvenimenti precisi della vita quotidiana. I tormenti dell'inferno sono
associati ad un cattivo comportamento. Contrapposte si trovano i modelli positivi.
Attraverso queste immagini si evidenzia il conflitto di una società che separa i buoni dai
cattivi. Queste facciate possono essere utilizzati modelli biblici. Ricorrere ad episodi
agiografici riconosciuti da tutti per permette ai fedeli di fare un confronto immediato.
Ulteriore integrazione è il ciclo dei mesi, che mostra la vita degli abitanti. Il registro
intermedio è un campo preservato al rapporto della chiesa locale al Santo locale. Il
simbolismo della facciata si esprime anche nella progressione verso l'alto, l’immagine di
Cristo sovrasta la composizione, si organizzata in mode che l'Onnipotente occupa la
sommità. L'idea di tradurre in facciata una decorazione proviene dalle formule degli archi
trionfali o dalle porte urbiche. All'utilizzazione dei modelli antichi si aggiunge la scelta dei
materiali, come il marmo. Il ricorso alle strutture antiche rafforza l'idea della Chiesa come
una città, gli archi di trionfo, presente nelle strombature dei portali, e di verticalità. Questa
verticalità fa appello ad una struttura che si ritrova nei timpani, la cui forma consente di
sviluppare l'idea di irradiamento. Saint-Gilles-du-Gard si articola in tre portali che integrano
timpani, archivolti, architravi e strombature. In Italia il concetto di facciata decorata è
diverso da quello di Francia. Assenti nella penisola i timpani decorati ma vi sono portali
ornati con figurazioni narrative ed iconiche. Le lunette dei portali sono decorate da pitture o
da mosaici. Alla metà del XII secolo Rainaldo firma la facciata del Duomo di Pisa ideando una
decorazione strutturale, con una sequenza di arcate cieche e marmi policromi. A inizio
Duecento, a Venezia, il portale maggiore di San Marco è decorato con allegorie dei mesi.
Grandi complessi scultorei hanno preso posto nell'ambito della decorazione delle chiese. La
facciata permette di esprimere i principi del clero e i poteri della feudalità. Questo tipo di
decorazione si trova anche negli edifici civili e nei palazzi. Le facciate costituiscono uno
strumento di propaganda imitando l'antichità. Le facciate sono importanti in quanto
destinate a tutti, la decorazione interna è rivolta ai cristiani. L'esterno funziona come un
manifesto, richiamando le regole della società.
Il chiostro luogo aperto o chiuso
Il chiostro è una delle novità del periodo romanico per il suo ruolo che svolge all'interno
della vita comunitaria. Costituisce un modo di organizzare l'architettura in funzione della
collettività. Il chiostro è una corte porticata situata nel cuore della vita comunitaria dei
chierici, intorno al quale si distribuiscono gli edifici dalla vita quotidiana. Funge da galleria,
luogo di passaggio, incontro, lettura e meditazione. Il chiostro non è mai chiuso, prevedendo
4 gallerie a uno o due piani di altezza. Il suo sviluppo dipende dai mezzi finanziari, ma anche
dagli obiettivi del monastero. Può comprende una galleria fiancheggiante la chiesa, o 4
gallerie con giardino centrale anche a due piani. I più importanti centri dispongono di più
chiostri, per gestire la distribuzione degli edifici. Nel periodo romanico il chiostro ha la
funzione di distribuire gli spazi del monastero attraverso le sue gallerie. Esiste una logica
architettonica l'accesso alla sala capitolare, si trova al centro di una delle gallerie, nei
monasteri si trovano altri spazi come la biblioteca, il refettorio. L'architettura deve facilitare
il ritmo della vita monastica. Quando le gallerie del chiostro hanno due livelli, il dormitorio è
al primo piano. Il Chiostro rappresenta la soluzione per collegare tutti gli spazi e assicurare la
circolazione al monastero. Per quanto riguarda i monasteri minori una delle gallerie è di
solito affiancata alla chiesa con gli edifici attorno. L'elemento dei monasteri romanici è
l'aspetto chiuso. Il chiostro della Cattedrale è aperto, si può attraversare la Cattedrale per
spostarsi da una parte all'altra, evitando di girare intorno al vasto spazio che occupa. Solo il
coro è chiuso al pubblico, il sagrato era un luogo rilevante della vita urbana, era elevato per
distinguerlo dalle piazze pubbliche. Questa sorta di podio è un luogo di vita pubblica per
eccellenza. Nei villaggi questi spazi sono costituiti da un portico, l'edificio religioso cerchi di
imporsi nel cuore del contesto urbano. Il chiostro romanico deriva, dall'atrio delle case
romane e delle prime basiliche. In età paleocristiana, è posto davanti alle chiese, mentre in
seguito assume una posizione centrale. Vi si trovano immagini ornamentali, fantastiche,
tratte dai bestiari o dalla vita quotidiana, come uno sguardo verso il mondo esterno, dipinte
sui muri o sugli sfondi delle gallerie. I monasteri inseriti in una struttura urbana di piccole
dimensioni possiedono una porta accessibile dall'esterno. L'iconografia non era destinata a
essere vista solo dai monaci, ma anche da un pubblico più ampio. Infatti, l'iconografia era
anche su archi e capitelli. Le tombe dei benefattori ornano le gallerie. La sala capitolare è la
più decorata e partecipa alla decorazione del chiostro, la vasca o fontana centro. Serve alle
abluzioni dei monaci raccoglie l'acqua. Le fontane possono essere decorate con mascheroni
o colonnette.
Un ritorno ossessivo alla tarda antichità: lo specchio italiano
Gli scultori e gli Architetti medievali guardano alla tarda antichità per apprendere i modi
della scultura, i materiali, l'iconografia classica e quella cristiana delle origini. In Francia la
necessità del marmo costituisce un bisogno ideologico, legato alla volontà di ritorno
all'antichità. Il prestigio della tarda antichità passa per il prestigio dei materiali, per il colore
e la provenienza. Anche i mosaicisti cercano di creare un'arte che sia della loro epoca, ma
che si ispiri alle tecniche del passato. Per realizzare un capitello si riutilizza un frammento di
marmo antico, per realizzare un mosaico si riusano le tessere antiche, assemblando secondo
uno stile romanico. Oltre al marmo, anche il porfido estremamente raro. In città come
Verona, l'arcivescovo Raterio fece realizzare varietà di edifici che si distinguono, per
dimensioni e importanza delle iscrizioni, anche la presenza di monumenti antichi, tra i quali
l'anfiteatro. Raterio ha probabilmente voluto cristianizzare l'antichità e sovrapporre una
città simbolica alla città reale, con le torri della propria cattedrale. Si tratta di un modo per
ricreare la storia utilizzando la presenza monumentale dell'antichità e la continuità della
romanità attraverso la tarda antichità. Il reimpiego dell'antico costituisce una pratica nei
periodi preromanico e romanico.
La sola avventura riuscita: il modello cistercense
Il monastero costituisce un elemento essenziale della società romanica, funzionano secondo
le regole della vita comunitaria. Il monastero è un insieme che vuole isolarsi dal mondo,
essere autosufficiente. Svolge un ruolo analogo un polo di attrazione economica che genera
l'esistenza di un villaggio. Esso è il punto focale della struttura monastica. La regola di San
Benedetto determina la pianta tipo del monastero. La pianta di Cluny II trova il chiostro,
come elemento centrale e circondato da cucina, cantina, refettorio sala capitolare. Un altro
chiostro serve per gli edifici riservati ai novizi. L'infermeria è posta alle spalle della chiesa,
l'ospizio si trova all'entrata del monastero. Nei monasteri cistercensi il dormitorio, una sala
comune, si apre sulla Chiesa. Presso la chiesa, si pongono i luoghi di cura. La maggior parte
dei monasteri possiede anche dei luoghi dedicati al lavoro intellettuale dove si realizzano i
manoscritti, o nelle botteghe di pittura e scultura. Botteghe artigiane sorgono in funzione
delle diverse esigenze del monastero. Il monastero prevede elementi anche della città. La
valorizzazione delle strutture religiose è analoga: la cinta muraria, crea uno spazio chiuso; La
chiesa svolge un ruolo di unificazione degli edifici, soprattutto grazie al chiostro. L'intensità
della vita all'interno dal punto di vista del lavoro induce a pensare che esistessero dei legami
tra le botteghe. La riforma cistercense promuove il ritorno all'austerità e alla purezza della
regola di San Benedetto: l'obbedienza all'abate; l'umiltà; e il silenzio. I monaci dividono le
giornate in tre fasi: lavoro manuale, preghiera, lettura e della meditazione. L'Abbazia
Cistercense è collocata in un luogo isolato, in un ambiente propizio alla vita silenziosa. Le
chiese presentano una pianta a croce, con testata a terminazione rettilinea e cappelle
aperte sul transetto, dalle linee molto regolari, e navate dai muri spogli, i capitelli, sono
tornati da motivi geometrici. Nell'ottica cistercense l'eccesso di lusso conduce ad
allontanarsi dalla purezza divina della Chiesa. San Bernardo pone il problema
dell'iconografia, gli scultori abbandonano le scene storiche i temi zoomorfi per un repertorio
più sobrio, con motivi vegetali e geometrici. Vetrate, pitture e manoscritti vedono
ricondurre la loro ornamentazione. Di fronte al successo del pensiero cistercense i laici più
potenti volendo dar prova di austerità, richiedono di farsi seppellire proprio in questi
monasteri. Allo stesso tempo l'interesse da parte dei più ricchi si traduce in donazioni che
arricchiscono l'ordine.
La fede, l'estetica, l'oro e l'argento
Il tesoro è espressione della prosperità dell'abbazia e simbolo contenente le reliquie. Con
l'avvicinarsi del Mille i tesori acquistano prestigio. L'impiego dei metalli preziosi dà alle
chiese un prestigio, ma possono essere venduti o fusi. Questa pratica è stata l'origine della
perdita e della scomparsa dei tesori. Nel corso del Medioevo alcune comunità religiose
decisero di prelevare quantità di metallo, per finanziare nuove costruzioni, o per
sopravvivere in tempo di povertà. Il tesoro è costituito dai donativi dei principi e dei
pellegrini. Ai tesori formatisi in occasione della consacrazione di chiese, si aggiungono i
donativi e dunque all'ampliamento del capitale. Il clero compresse l'importanza che poteva
rivestire la valorizzazione delle reliquie, collocate in preziosi reliquiari al fine di attrarre
pellegrini e doni. Le reliquie più significative sono quelle legate alla vita di Cristo. Il flusso
crescente dei pellegrini rappresenta una posta in gioco cruciale sul piano economico. Con le
donazioni più ricche si poteva consentire di farsi seppellire con i corpi dei santi. Così la
tomba è espressione della società medievale. Il culto e la devozione si manifestano
attraverso la visita alle tombe dei santi. Recarsi a Roma significa andare sulla tomba di
Pietro; a Compostella sulla tomba di un apostolo; a Gerusalemme sulla tomba di Cristo. Si
instaura una vera corsa alle reliquie, ottenere le più celebri, per attrarre più pellegrini. La
passione per le reliquie spinse a moltiplicare, il numero degli altari. Uno degli aspetti della
gestione dei tesori era preservarli dal furto e incendi. Gli oggetti Santi subivano la
diminuzione di quantità per una riduzione del peso e del valore. L'ambiente sicuro erano le
nicchie che durante l'esposizione, delle sbarre mettevano il reliquiario al sicuro.
Camminare sulla terra, volgere lo sguardo al cielo
Le costruzioni religiose e civili erano ornate con varie tecniche, il mosaico si applicava alle
pareti e pavimenti. La decorazione pavimentale costituiva una parte del programma
iconografico negli edifici. In Francia, Italia, Renania o Catalogna le costruzioni presentavano
pavimenti a mosaico. Questi mosaici presentano un'iconografia tratte dall'Antico
Testamento, delle vite dei santi, cosmologia, mondo fisico o dagli animali reali o fantastici.
La realizzazione era affidata a una bottega di mosaicisti. Il programma iconografico è
determinato in funzione della volontà del committente. L'iconografia è concepita come una
progressione dall'entrata verso l'altare. I creatori ti ispirano anche alla letteratura del
tempo, alle leggende o alla vita quotidiana. I pavimenti medievali di Roma si distinguono per
l'uso di una tecnica originale, cosmatesca. Pavimento composto di grandi lastre nelle quali
sono inseriti cubetti dorati o di pasta vitrea. I motivi sono geometrici o intrecci. Sulle coste
adriatiche la produzione del mosaico ha inizio nel XI secolo. Il decoro del soffitto fu oggetto,
di attenzione da parte dei committenti, negli edifici religiosi e civili. La decorazione dei
soffitti trae spunto da diversi registi iconografici con illustrazioni ispirate ai bestiari, le
immagini e si riferiscono al proprietario della dimora, i complessi decorativi geometrici o
vegetali. Questi presentano un'attenzione speciale, verso l’Antico e del Nuovo Testamento,
e le vite dei santi. Vengono illustrati principalmente episodi della Genesi, l'infanzia di Cristo
fino alla Passione. I soffitti civili accolgono iconografia varia: temi animali e avvenimenti
storici. L'uso della cupola per raffigurare il Paradiso oppure il cielo stellato con gli astri.
Il ricamo di Bayeux
Utilizzati per decorare le mura si usavano le tappezzerie. L'uso dei tessuti si accostava i cicli
della Bibbia o temi poetici o storici. Il ricamo di Bayeux è uno dei rari pezzi conservati,
famoso per la ricchezza dal punto di vista della vita quotidiana che della testimonianza. Il
ricamo di Bayeaux è 70 metri di lunghezza per 50 centimetri. Il tema svolto è quello della
conquista della corona d'Inghilterra da parte del duca di Normandia Guglielmo. Il ricamo
propone una spiegazione di un certo numero di avvenimenti con una doppia lettura storica
e moralistica. Harnold aveva giurato sulle reliquie della cattedrale di Bayeaux sottomissione
fedeltà a Luca Guglielmo, promessa che ruppe prendendo il potere alla morte di Edoardo il
Confessore, che troverà risoluzione nel corso di una battaglia. Il tema del tradimento incita a
riflettere sulla santità degli impegni presi ie e sul danno provocato dalla rottura della
promessa. La correttezza del racconto grazie alle insegne, e i gesti dei protagonisti.
L'architettura il paesaggio monumentale sono trascritti per illustrare le scene della battaglia:
la rappresentazione dei castelli, dei palazzi e delle chiese, costituisce un elemento
importante per la storia dell'architettura. Alcune illustrazioni di edifici sottolineano
l'utilizzazione della schematizzazione e della sintesi: l'Arco di Trionfo e le torri sono
giustapposti sul medesimo piano, le finestre sono viste lateralmente. Nel caso di Mont-
Saint-Michel, la verosimiglianza è importante per la conoscenza del monumento, è possibile
ricostruire la facciata oggi scomparsa. Gli animali accompagnano le scene inseriti anche nelle
fasce esterne di cornice. 3 tipi di immagine: animali isolati, le favole e episodi principali che
escono dai margini. Alcuni animali sono associati a un luogo e un paese. Alcuni personaggi
sono raffigurati frontalmente, una posizione che si ritrova nei timpani romanici,
sottolineando la contemporanea al ricamo. Nelle scene di combattimento o caccia, il ricamo
di Bayeux presenta aspetti della vita quotidiana: l'abbigliamento, usi e modi di fare e
l'immaginario del momento.
La trasmissione della cultura: i libri manoscritti
In un monastero o in una corte principesca, i manoscritti erano parte del tesoro, le scuole di
scrittura erano religiose, ma ve ne fossero di civili. Si conosce poco delle biblioteche
dell'epoca. I manoscritti viaggiavano durante il periodo romanico: li si acquistava. È difficile
sapere se questi manoscritti fossero messi a disposizione degli artisti o se fossero
abbastanza visibili per poter esercitare un influsso sullo stile di altre produzioni. Dal VI al XII
la produzione di manoscritti era in mano al clero, i cui centri erano i monasteri e le scuole
capitolari tramite negli scriptoria. La maggior parte dei manoscritti sono riproduzioni di testi
antichi e religiosi ma anche trattati scientifici. In Lombardia e Piemonte mostrano un
particolare gusto per il disegno più che per il colore, il libro di preghiere di Arnolfo vescovo
di Ivrea. Questa produzione caratterizzerà i manoscritti miniati dell'XI e del XII. Le immagini
in cui si vede un Santo o un personaggio biblico usate per evocare il lavoro dello scriptorium.
Tra i più importanti sono: due rotoli di Exultet che parlano dell’evoluzione a Montecassino
sotto Desiderio; un altro nella Biblioteca Vaticana come l'Exultet di Bari. Roma e il Lazio
costituiscono un caso per il legame tra la cultura latina, la tradizione cristiana e il prestigio di
capitale del cristianesimo. Tra i manoscritti vi sono le Bibbie atlantiche, la Bibbia di Santa
Maria del Fiore per il formato monumentale e la sua decorazione. Il problema tra
l'illustrazione e le pitture murali si pone sia per le sequenze narrative che per le
raffigurazioni di personaggi. I manoscritti miniati potevano viaggiare e in queste occasioni
potevano essere visti, copiati, o fornire ispirazione. Nella seconda metà del XII, la miniatura
italiana abbia recepito forme di provenienza bizantina. La dinastia normanna era affascinata
dallo splendore della civiltà bizantina. A Palermo, Monreale e Messina, gli artisti hanno
saputo definire uno stile con forme latine ma un repertorio proveniente da Bisanzio. La
Bretagna prende in prestito dagli evangeliari irlandesi e lo stile della composizione, il
repertorio iconografico, le lettere ornate, gli intrecci e le figure animali. Gli evangeliari del IX
nei monasteri bretoni hanno subito una doppia influenza: l'editto di Ludovico il Pio impose
l'abbandono dei costumi scoti, favorendo la tradizione insulare; poi da Tours, aveva accolto
nei manoscritti con queste influenze. La miniatura bretone testimonianza la resistenza della
cultura carolingia. La relazione tra miniatura e arte monumentale romanica, oltrepassa il
quadro delle trasmissioni culturali dei manoscritti. La relazione che ha potuto verificarsi tra
un manoscritto miniato e le opere monumentali. I rilievi di Ripoll sono paragonati alle Bibbie
del monastero nell’ periodo dell'esecuzione della facciata.
5. QUESTIONI APERTE E CONTROVERSIE:
L'invenzione di un Cristo morto o vivente
Il volto di Cristo oggi è un'invenzione iconografica medievale. Nei quattro Vangeli, non vi si
trovano sui tratti distintivi del viso di Cristo. Le uniche fondi “veritiere” sono il mandylion di
Siria; il velo di Santa Veronica, e la Sacra Sindone di Torino. Nel periodo romanico sono state
fatte delle scelte. Si doveva fornire una precisa rappresentazione. Nei primi sarcofagi
paleocristiani appare l'immagine di un giovane che compie miracoli. Nel periodo romanico si
pone il problema della rappresentazione di Dio. Si tratta di complessi monumentali con
figure autonome eseguite a tutto tondo. A seconda delle regioni, Cristo in croce è
presentato in una posizione che corrisponde a momenti diversi della storia sacra: ancora
inchiodato, con una mano o entrambe già schiodate. Il più antico è il Cristo della Badia di
Sant'Antimo in Toscana. Le crocifissioni romaniche mettono in scena un Cristo vivo, a
differenza del periodo gotico, che lo raffigurerà morto, sofferente, in una composizione
drammatica. In Occidente Cristo è vestito di una tunica stretta alla vita e inchiodato. Il Volto
Santo di Lucca ha influenzato Italia, Francia, Catalogna e paesi germanici.la maggior parte
delle raffigurazioni sono fatte in legno, ma vi sono anche in metallo.
Un’arte locale, e non itinerante
L’idea di circolazione di artisti era legata alle vie di pellegrinaggio. Si basa su elementi
individuati in diversi posti come Francia, Catalogna, Italia. L’espansione dello stile si pensa
che sia avvenuta attraverso i viaggi, eppure sono poche le testimonianze. Infatti, oggi si
accoglie l’idea della circolazione di modelli locali, copie o riproduzioni e i confronti stilistici
tra le sculture sembrano attestare la diffusione di uno stile. Sicuramente circolavano i
modelli. È più facile trovare i nomi dei committenti che dell’artista, le firme dell’artista sono
per la maggior parte dipinte. Alcune iscrizioni che troviamo nel portico della Gloria di San
Giacomo da Campostella sono del Maestro Matteo alla fine XII sec. Il Maestro non imita
l’antico, ma prende in prestito alcuni elementi come la gestualità, espressione dei volti e
movimenti. In Italia la facciata di Modena dello scultore Wiligelmo e Lanfranco. Dello
scultore sono i rilievi della Genesi, profeti, degli evangelisti, capitelli e mensole. Forse si
ispirò ai sarcofagi per realizzare le immagini di mostri, sirene e centauri. Nei mosaici ci sono
delle firme. I luoghi per le firme erano le absidi, pavimenti, facciate, timpano e porte. La
scultura romanica era sempre legata alla pittura, statue e elementi architettonici venivano
dipinti, le scene complesse erano spiegate attraverso didascalie dipinte. Anche le donne
lavoravano spesso nei monasteri realizzando opere in ogni settore. Alcune firme come
quella della suora copista Ende che firma come il Beatus di Girona.
La donna: dall’anti-modello al modello
La scultura di Eva di Autun descritta da Odilone abate di Cluny che secondo cui la bellezza
delle donne risiede nella pelle e al di sotto c’è carne in putrefazione e i loro corpi sono
“sacchi riempiti di escrementi”. Molti si basano su questa ambiguità della donna e del
peccato: Eva è bella, ma è peccatrice. I chierici sfruttano la donna per spiegare i vizi. Unica
eccezione è Maria. Maria ed Eva sono il bene e il male. Nel Giudizio Universale gli artisti
rappresentano il corpo bello della donna eletta e quello deforme della donna punita
all’inferno. L’Eva di Autun è raffigurata come un serpente e il fedele passa sotto di lei in
segno di penitenza. Maria è il modello di donna da seguire. Tra le due figure di Eva e Maria
vi è Maddalena: nel timpano di Neully-en-Donjon c’è Eva col serpente, la Vergine
nell’Epifania e Maddalena nell’Ultima Cena ai piedi di Cristo: lei è il modello penitenziale in
una posizione intermedia tra l’anti-modello e il modello. Il modello sviluppato delle statue
lignee è realizzato singolarmente e poi assemblato e colorato: Maria presenta la tunica
rossa, colore chiaro delle mani e volto, mantello blu con bordi dorati. È frontale mentre il
bambino può variare. La Madonna è il sostegno di Gesù, che non si volge, ma questo
cambiamento avviene nelle rappresentazioni in cui Gesù si gira verso di lei. Per quanto
riguarda le Madonne e il Cristo nero: si pensò che l’annerimento fosse dovuto all’origine
orientale o al fumo. Si pensa anche che il colore nero serviva ad avvicinare la Vergine alle
donne.
Un certo rifiuto del gotico
La difficoltà di definire una cronologia è dovuta all’esistenza e sovrapposizione di più stili. La
scultura romanica tra la fine del XII sec e l’inizio del XIII sec, con uno stile vario che si apre al
gotico. L’innovazione comincia alla fine del XII con personalità come Antelami Benedetto,
nel pontile della cattedrale di Modena fa comparire un naturalismo, oppure la Deposizione
dalla croce della cattedrale di Parma il passaggio dal romanico al gotico. Nel battistero di
Parma riferimenti all’antico ma anche dei prestiti del gotico. Una scultura romanica tarda è
documentata dall’Italia alla Galizia e Renania. Nella Penisola Iberica gli artisti cercano di
superare l’isterilimento dello stile, presentando formule permeabili al gotico come fece
Maestro Matteo nelle statue degli apostoli a Campostella. Il rifiuto del gotico è voluto alla
voglia di continuare il romanico. Questo dipende anche dalle caratteristiche e dalle usanze
delle varie regioni.
Ridipingere l’arte romanica
La pittura serviva anche ad istruire e insegnare. L’abside accoglie un’immagine che
racchiude una teoria o teologia, le pareti della navata cicli narrativi, serie di santi o
processioni, la controfacciata presenta il Giudizio Universale mentre il soffitto e volte
proiettano l’aldilà dei cieli e il pavimento presenta cicli vari: Nuovo e Antico Testamento, vita
dei santi, cicli cosmologici, geografici e storici. Agenti atmosferici, distruzioni e cattivi
restauri li hanno distrutti quasi tutti. Eccezioni le cripte e le absidi, il restauro portò al
rifacimento degli affreschi sfruttando i modelli delle pitture paleocristiane italiane: in Francia
prima si realizzavano delle copie e poi si ridipingeva, in Catalogna sono state distaccate dalle
pareti e conservate nei musei.

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