Sei sulla pagina 1di 5

Il Diario di Sigerico

e il ruolo della Via di Roma


nella storia anglosassone
Giovanni Caselli

Dapprima monaco a Glastonbury e poi abate di St. Agostino di Canterbury, Sigerico


era stato consacrato vescovo di Ramsbury nel 985, dove fo soprannominato The Serious e
divenne vescovo di Canterbury o alla fine del 989 o all'inizio del 990, come successore
dellArcivescovo Aethelgar.
La fonte principale di questo breve saggio il lavoro di Veronica Ortenberg (V.
Ortenberg, "Il viaggio di Sigerico a Roma nel 990", in: Anglo-Saxon England / Volume 19 /
Dicembre 1990, pp 197-246, on line.)
Part per la citt di San Pietro (come Roma era chiamata dagli anglosassoni) nel
mese di luglio 990 per ricevere personalmente il pallio della sua investitura dalle mani del
papa come era diventata consuetudine inizi in quel secolo. In precedenza il pallio veniva
inviato assegnadolo ad un corriere inviato dallArcivescovo al Papa o viceversa.
Il fatto rilevante riguardo di questo viaggio: uno tra decine di simili viaggi a Roma
compiuti da re e prelati delle isole britanniche, che questo fu meticolosamente registrato
da Sigerico in un diario di mano propria o di un chierico del suo seguito, infatti un tale
personaggio viaggiava accompagnato da una scorta armata e da un consistente seguito di
chierici. Questo prezioso testo, noto come il "Itinerario di Sigerico" sopravvive conservato
nella British Library di Londra (MS Cotton Tiberius B. v, 23v - 24r); il testo pervenutoci
per una copia successiva risalente agli inizi del 11 secolo e pubblicato pi volte, ma solo
due volte per intero, da Hook (W.F. Hook, Vite degli arcivescovi di Canterbury, 12 voll.
Londra, 1860-1876) I , 434. E da Stubbs (W. Stubbs, RS (Londra 1874), p.391, n.1.).
Una discussione conclusiva riguardante la data del testo si trova in una
Miscellanea Anglosassone Illustrata dellundicesimo secolo, ed. McGluck et al., pp. 57 e
74 . 5. Il primo autore, V.F. Hook, non ha identificato nessuno dei toponimi delle stazioni.
Stubbs, da parte sua non ha identificato alcuna delle 23 chiese romane visitate
dall'arcivescovo durante il suo soggiorno in citt, mentre Miller ha pubblicato solo il testo
che riguarda il viaggio di ritorno. F.P. Magoun ("La Roma di due pellegrini del Nord:
l'arcivescovo Sigerico di Canterbury e abate di Nikolas Munkathvera", Harvard Theological
Review, 33 (1940) 267-89) catalog e dat le chiese nel suo primo articolo e discusse il
viaggio di ritorno nel secondo ("Il diario di un pellegrino").
L'importanza di questi testi riposta nella luce che gettano sulle chiese visitate da Sigerico
alla fine del X secolo. Altre fonti notano che la scelta di queste chiese possa fornire una
chiave di lettura per comprendere gli interessi di un religioso anglosassone sia dal punto

di vista devozionale sia dal punto di vista artistico. Il tour all'interno di Roma
storicamente e scientificamente pi importante dellitinerario del viaggio dall'Inghilterra a
Roma, che essendo un viaggio di ritorno fu il pi rapido possibilie.
Questo itinerario si aggiunge al famoso documento inglese del dodicesimo secolo
"De mirabilibus Urbis Romae" di Maestro Gregorius e il diario di viaggio dellabate vichingo
Nikolas di Munkathvera, il quale partendo dallIslanda fece un pellegrinaggio a Roma e
Gerusalemme nel 1154. La scelta delle 23 chiese fatta da Sigerico non fu casuale,
probabilmente egli consult, direttamente o indirettamente, un gran numero di pellegrini
che in quei giorni andavano continuamente avanti e indietro da Canterbury a Roma nel
corso della loro vita. Queste ventitr chiese sono state scelte tra le centodiciassette esistenti
a quel tempo a Roma, per una serie di motivi assai precisi, potremmo ipotizzare che in
primo luogo siano state scelte per il loro significato spirituale, poi a causa delle reliquie e
ricordi dei martiri in esse contenute, e infine per la loro arte e architettura, ma i motivi
potrebbero essere anche altri.
Dalla scelta di Sigerico e dalla direzione del suo percorso di ritorno attraverso
lItalia, la Svizzera e la Francia, siamo in grado di congetturare le connessioni geografiche
tra la Chiesa anglosassone e alcuni siti del continente, in particolare con monasteri e
cattedrali. Questi ci dicono molto sulle reliquie, sulle tendenze artistiche e sul carattere
della devozione e della liturgia importati in Inghilterra.
Dall'arrivo di sant'Agostino a Canterbury allinvasione normanna il pellegrinaggio
a San Pietro era molto in voga, questo evidente da un gran numero di fonti, come stato
osservato da molti studiosi, tutti elencati dalla Ortenberg. Alcuni elenchi nominano
cinquantaquattro pellegrini, ma quasi certo che ce ne furono centinaia dal VI allXI
secolo. Da Benedict Biscop a Wilfrid, a Ceolfrid, numerosi prelati subirono il fascino di
Roma, dove si recarono numerose volte per conoscere le pratiche liturgiche, o per ottenere
i libri e reliquie da portare a casa loro. I re sassoni erano attratti dalla cultura classica e dal
fatto che la tomba di San Pietro, il Principe degli Apostoli, era da loro sentita come una
porta per il Paradiso. Diversi re di et avanzata rimanevano a Roma, trattenendovisi a
volte per anni, coltivando la speranza di morirvi, e alcuni ci riuscirono, da allora i loro
resti giacciono nelle chiese del quartiere inglese nel Borgo, chiamato Schola Saxonum.
Chi non poteva permettersi il lusso di andare a Roma, per motivi di salute od
economici, poteva avvicinarsi ugualmente a San Pietro recandosi a Peterborough, dove si
trovava il pi antico monastero dInghilterra al quale era sta attribuita lappartenenza a
San Pietro, ovvero al Papa. Dal IX secolo in avanti I re sassoni raccoglievano tra i loro
sudditi lobolo per San Pietro, che consisteva in un penny doro che regolarmente
trasportavano in sacchi durante il loro pellegrinaggio oppure li inviavano per corriere. Tra
i re sepolti a Roma ricordiamo Caedwalla del Wessex, che fu battezzato a Roma ed ebbe
come padrino il papa stesso. Alla morte fu sepolto all'interno della Basilica di San Pietro.

Anche re Ine del Wessex mor e fu sepolto a Roma nel 726. Nellanno 856 re Aethelwulf
del Wessex, si rec a Roma con suo figlio Alfred che fu battezzato l allet di 7 anni. Agli
inizi dellXI secolo sia re Macbeth, di Scozia che Canuto di Danelaw si recarono a Roma
portando a San Pietro grandi quantit di oro vichingo al papa.
Il Venerabile Beda racconta che Benedict Biscop di Wearmouth e Jarrow, riportava
in Inghilterra da Roma libri, reliquie degli apostoli e dei martiri, la "archcantor di San
Pietro: una lettera di privilegio per i suoi monasteri, e dipinti, immagini sacre, e vari testi
scritti, per arricchire i suddetti monasteri in Northumbria. Era diffusa in Inghilterra una
venerazione speciale per San Pietro e per Gregorio Magno, che aveva voluto e causato la
conversione degli anglosassoni al cristianesimo.
Pietro veniva sentito fisicamente presente in Roma, la sua citt, dove il papa era
sentito come la reincarnazione di Pietro, come Sigerico dimostra definendo Dominus Papa
Giovanni XV quando fu a cena con lui. San Pietro e il Papa, la sua rappresentazione, erano
i custodi delle "chiavi del Paradiso e cos gli addetti allammissione delle anime.
Secondo le situazioni politiche e lesistenza o meno di territori proibiti, la rotta
seguita non era anche in apoca sassone, sempre il percorso di Sigerico, che divenne pi
sicuro solo dopo che il Franchi sconfissero i Longobardi in Italia, nel 774. Per il ritorno in
Inghilterra, oltre percorso di Sigerc troviamo altri due itinerari nei documenti. Uno il
percorso seguito dallArcivescovo Theodore, e dagli abati Adrian e Benedict Biscop: da
Ostia a Marsiglia via mare e quindi per la valle del Rodano. Il secondo quello seguito da
San Wilfrid quando si rec a Roma, ed il percorso d a Londra a Gerusalemme descritto
da Matthew Paris, qualche secolo pi tardi: Parigi, Lione, Chambery, Moncenisio, Torino,
Vercelli. Troviamo anche un percorso che sembra essere stato studiato appositamente per i
pellegrini provenienti dalla Gran Bretagna: St Josse, Ponthieu, Moutiers-en-Puisaye, a sud
di Auxerre, poi Besanon e la via di Sigerico sino a Roma.
Una volta a Roma, il pellegrino anglosassone sarebbe andato dritto al quartiere
inglese del Borgo: la Schola Saxonum (poi Schola Anglorum), dove era finanziato, sostenuto e
protetto dal papa in virt del rapporto speciale che questi eveva con la Chiesa inglese.
Quello inglese non era il solo quartiere straniero nellattuale area del Vaticano. C'erano
anche una Schola Longobardorum, la Schola Francorum, e la Schola Graecorum. La scuola
sassone era il quartiere che poi sarebbe stato fortificato diventando il Borgo Leonino,
quando le mura di difesa del Vaticano furono erette da papa Leone IV, tra l848 e l852.
La Schola Saxonum fu fondata nel momento in cui re Ine si rec a Roma nel 726, e il
suo ruolo stabilito fu quello di essere il luogo di residenza dei pellegrini e viaggiatori
inglesi. L cera un ostello noto come Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Tra l817 e l824,
vi fui un incendio devastante, ma il papa ne finanzi la ricostruzione durante la quale
assist personalmente i pellegrini inglesi. Un secondo incendio ebbe luogo nell847 e
questa volta Papa Leone IV aggiunse al ripristino la Chiesa della Schola: la chiesa di Santa

Maria in Saxia. La Schola Saxonum non era certo una scuola nel senso moderno, essa
consisteva in una comunit di pellegrini provenienti dallInghilterra. In realt, stato
riportato che la comunit vantava di un capitale sostanzioso, gestito da un'organizzazione
centralizzata di carattere monastico centrata sulla chiesa di Santa Maria in Saxia di
pontificia fondazione e dipendente dal Capitolo di San Pietro. L'Arciprete di Santa Maria
era il papa stesso. Adiacente alla chiesa cera un cimitero in cui tutti i Sassoni, ricchi o
poveri, nobili o plebei, morti entro i confini della Schola, avevano il diritto di essere
sepolti. Qui, per la prima volta, troviamo citato in una Bolla un "ospizio per i pellegrini",
anche questo adiacente alla chiesa di Santa Maria in Saxia.
Fin dai tempi di re Aethelwulf del Wessex, padre di Alfred, (839 858) compare
una tassa in Inghilterra imposta con una certa regolarit, chiamata "Obolo di San Pietro" o
"Romescot", che veniva inviato a Roma come elemosina per il Papa, per San Pietro e per la
manutenzione di la Schola. I documenti raccontano di viaggi regolari per Roma di
elemosinieri sassoni che portano la 'Romescot'. E 'ovvio pensare che Sigerico debba aver
alloggiato nella Schola, come facevano tutti gli arcivescovi di Canterbury e York, che erano
tenuti a predere il loro pallio personalmente, tra i secoli X e XI.
Il pellegrinaggio alla citt di San Pietro stato di fondamentale importanza per
l'intero periodo sassone, dato il pericolo che il pellegrino doveva affrontare sul percorso
col rischio di non ritornare. Il decimo secolo fu unepoca particolarmente pericolosa,
tormentata dallidea della fine del mondo, da problemi reali di successione nella
monarchia, dalle numerose incursioni vichinghe che avevano luogo non solo lungo le
coste ma ancor pi verso l'interno, dove i Vichinghi penetravano risalendo i fiumi e
trasferendo le loro navi per "portage" da un fiume all'altro. Dopo la morte di Carlo Magno
divenne pericoloso attraversare l'Impero Carolingio, numerosi piccoli potentati di signori
locali situati nel nord est della Francia erano imprevedibili. Altri pericoli aspettavao i
pellegrini inglesi sui passi alpini, banditi islamici che erano stati spinti fuori di La Garde
Freignat in Provenza erano rimasti attivi sui versanti italiani dei passi alpini fino al Gran
San Bernardo.
Roma stessa era diventata un luogo molto pericoloso all'inizio del X secolo, sia per
la gente comune e per papi. Alberico un aristocratico di una delle pi potenti famiglie
romane governava la citt e fece papa suo figlio con il nome di Giovanni XII. Ottone I, il
Sacro Romano Imperatore dalla Sassonia, venuto a Roma, depose papa Giovanni XII, e
consacr un suo amico come nuovo papa, dando inizio ad un terribile periodo di massacri
che martirizzarono la citt dal 965 a 998. Sigerico ebbe la fortuna di arrivare in un
momento di tregua sotto Giovanni, un patrizio, fratello di Crescenzio II. Sigerico ottenne il
pallio dalle mani di questo Papa Giovanni XV. Quanto tempo Sigerico sia rimasto a Roma
rimane da stabilire ma il tour delle 23 chiese deve essere durato almeno due giorni e
mezzo.-

E 'stato elaborato da alcuni autori che larcivescovo sia arrivato nel pomeriggio, e
deve avere prima visitato San Pietro, quindi la Schola Saxonum dove avr trascorso la
notte, poi deve aver trascorso i due giorni seguenti per visitare non solo le 23 chiese ma
anche le tante imponenti rovine della citt.
Questo un riassunto di quello che Veronica Ortenberg ha estrapolato quando, nel
1990 ha deciso di dedicare del tempo ad una ricerca celebrativa nel millenario del viaggio
di questo ormai famoso pellegrino. Allo stesso tempo chi scrive pubblic la guida
dellitinerario, gettando la basi di quella che doveva diventare la Via Francigena ufficiale
del Consiglio dEuropa. Cosa questa ricerca stabilisce, al di la di ogni polemica, il fatto
che la cosiddetta Via Francigena in realt la "Via dei Sassoni", un'arteria fondamentale
nel sistema circolatorio della cultura europea.
Giovanni Caselli

Brooks, Nicholas (1984). The Early History of the Church of Canterbury: Christ Church from 597 to 1066.
London: Leicester University Press.

Chaplais, Pierre (1985). "The Royal Anglo-Saxon 'Chancery' of the Tenth Century Revisited".
In Mayr-Harting, Henry and Moore, R. I.. Studies in Medieval History Presented to R. H. C. Davis.
London: Hambledon Press.

Fryde, E. B.; Greenway, D. E.; Porter, S.; Roy, I. (1996). Handbook of British Chronology (Third revised
ed.). Cambridge: Cambridge University Press.

Hindley, Geoffrey (2006). A Brief History of the Anglo-Saxons: The Beginnings of the English Nation. New
York: Carroll & Graf Publishers.

Knowles, David (1976). The Monastic Order in England: A History of its Development from the Times of
St. Dunstan to the Fourth Lateran Council, 9401216 (Second reprint ed.). Cambridge, UK: Cambridge
University Press.

Knowles, David; London, Vera C. M.; Brooke, Christopher (2001). The Heads of Religious Houses,
England and Wales, 9401216 (Second ed.). Cambridge, UK: Cambridge University Press.

Mason, Emma (2004). "Sigeric (d. 994)". Oxford Dictionary of National Biography. Oxford University
Press. doi:10.1093/ref:odnb/25536. Retrieved 7 November 2007.(subscription or UK public library
membership required)

Ortenberg, Veronica (1999) [1965]. "The Anglo-Saxon Church and the Papacy". In Lawrence, C.
H. The English Church and the Papacy in the Middle Ages (Reprint ed.). Stroud, UK: Sutton Publishing.
pp. 2962.

Williams, Ann (2003). Aethelred the Unready: The Ill-Counselled King. London: Hambledon & London.

Potrebbero piacerti anche