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Indice
Voci
Papa Onorio III
Papa Gregorio IX
Papa Celestino IV
11
Papa Innocenzo IV
14
Papa Alessandro IV
18
Papa Urbano IV
22
Papa Clemente IV
27
Papa Gregorio X
34
Papa Innocenzo V
45
Papa Adriano V
49
53
59
Papa Martino IV
62
Papa Onorio IV
65
Papa Niccol IV
69
Papa Celestino V
74
84
Papa Benedetto XI
104
Papa Clemente V
107
112
118
Papa Clemente VI
120
Papa Innocenzo VI
123
Papa Urbano V
126
Papa Gregorio XI
132
Papa Urbano VI
136
Papa Bonifacio IX
140
143
147
Papa Martino V
151
Papa Eugenio IV
157
Papa Niccol V
163
169
Papa Pio II
173
Papa Paolo II
179
Papa Sisto IV
183
187
Papa Alessandro VI
191
203
Papa Giulio II
208
Papa Leone X
220
Papa Adriano VI
231
236
250
260
Papa Marcello II
268
Papa Paolo IV
271
Papa Pio IV
280
Papa Pio V
286
295
Papa Sisto V
303
311
316
Papa Innocenzo IX
321
326
Note
Fonti e autori delle voci
335
339
344
Elezione
18 luglio 1216
Successore
papa Gregorio IX
Nome
Cencio Savelli
Nascita
Albano, ?
Morte
Sepoltura
Onorio III (Albano, 1150 circa Roma, 18 marzo 1227) fu il 177 papa della Chiesa cattolica dal 1216 alla sua
morte. Che appartenesse alla famiglia Savelli una leggenda.[1] Onorio III, fu anche detto Cencio camerarius, per
avere ricoperto dal 1189 la carica di camerlengo. Scrittore fecondo, redasse una raccolta di Decretali, la Compilatio
Quinta, considerata il primo testo ufficiale di diritto canonico, e il Liber Censuum, censimento delle propriet della
Santa Sede terminato sotto l'impulso di papa Celestino III.
Biografia
Gli inizi
Nacque in data sconosciuta, nei pressi di Albano. Per un periodo fu canonico nella Basilica di Santa Maria Maggiore,
divenne quindi ciambellano pontificio nel 1188 e fu elevato alla porpora cardinalizia da papa Celestino III quale
cardinale-diacono di Santa Lucia in Silice nel 1193. Sotto Papa Clemente III e Papa Celestino III fu tesoriere della
Chiesa Romana.
Nel 1197 divenne tutore del futuro imperatore Federico II di Svevia, che era stato dato in tutela a papa Innocenzo III
dall'imperatrice vedova Costanza d'Altavilla. Innocenzo III elev Cencio al rango di cardinale-presbitero dei Santi
Giovanni e Paolo nel 1200.[2]
Elezione a Papa
Il 18 luglio 1216 diciannove cardinali si riunirono a Perugia (dove Innocenzo era morto due giorni prima) con lo
scopo di eleggere un nuovo Papa. Il problematico stato delle cose in Italia, l'atteggiamento minaccioso dei Tartari, e
la paura di uno scisma, indussero i cardinali ad accordarsi per un'elezione di compromesso. I cardinali Ugolino da
Ostia (futuro papa Gregorio IX) e Guido di Preneste, furono incaricati di nominare il nuovo Papa. La loro scelta
cadde su Cencio, che accett la tiara papale con riluttanza e prese il nome di Onorio III. Venne consacrato a Perugia
il 24 luglio, incoronato a Roma il 31 agosto, e prese possesso del Laterano il 3 settembre.
I fedeli romani furono molto contenti della sua elezione poich Onorio era romano e grazie alla sua estrema
gentilezza ne seppe conquistare il cuore. Come il suo predecessore Innocenzo III, si era prefisso di raggiungere due
grandi obiettivi: la riconquista della Terra Santa con la Quinta Crociata e una riforma spirituale dell'intera Chiesa; ma
in modo contrastante rispetto al suo predecessore, cerc di conseguire questi risultati con la bont e l'indulgenza,
piuttosto che con la forza e la severit.
Quinta crociata
Per approfondire, vedi Quinta crociata.
La quinta crociata fu avallata dal Concilio Laterano IV, del 1215, e i suoi preparativi iniziarono due anni dopo. Per
procurarsi i mezzi necessari a questa colossale impresa, il Papa e i cardinali avrebbero contribuito con la decima
parte, e tutti gli altri ecclesiastici con la ventesima, delle loro entrate, per tre anni. Anche se i soldi raccolti in questo
modo formavano una cifra considerevole, non fu comunque sufficiente per una crociata generale, cos come era stata
pensata da Onorio III. Cerc quindi di creare un clima di accordo fra gli stati europei, il che avrebbe favorito la
costituzione di un esercito adeguato alla riconquista di Gerusalemme. Cerc quindi di comporre il dissidio fra
Filippo II di Francia e Riccardo I d'Inghilterra (i due infatti condussero la crociata). Prospettive pi ampie
sembrarono aprirsi quando incoron Pietro di Courtenay (aprile 1217) come imperatore latino di Costantinopoli; ma
il nuovo imperatore venne catturato durante il suo viaggio verso est e mor in prigionia.
Onorio III era conscio che c'era un solo uomo in Europa che poteva portare alla riconquista della Terra Santa, e
quell'uomo era il suo ex-pupillo Federico II di Germania. Come molti altri governanti, Federico II aveva prestato
giuramento di imbarcarsi per la Terra Santa nel 1217. Ma Federico si tir indietro e Onorio rinvi ripetutamente la
data di inizio della spedizione. Nell'aprile 1220 Federico fu eletto imperatore e fu incoronato a Roma il 22 novembre
1220. Nonostante l'insistenza di Onorio, Federico rinvi ancora e la campagna egiziana fall miserabilmente con la
sconfitta di Damietta (8 settembre 1221).
Molti dei governanti europei erano impegnati in proprie guerre e non potevano lasciare le loro nazioni per periodi
lunghi. Andrea II d'Ungheria, seguito tempo dopo da una flotta di crociati provenienti dalla regione lungo il basso
Reno, part infine per la Terra Santa. I crociati presero Damietta e pochi altri luoghi in Egitto, ma la mancanza di
Altri conseguimenti
Ma Onorio ebbe probabilmente un compito troppo grande: oltre alla liberazione della Terra Santa, si sentiva
obbligato a portare avanti la repressione dell'eresia albigese nella Francia meridionale, la guerra per la fede nella
penisola iberica, la diffusione della cristianit nelle terre lungo il Baltico e il mantenimento dell'Impero latino di
Costantinopoli.
Di questi compiti, lo sradicamento dell'eresia era il pi vicino al cuore di Onorio. Nel sud della Francia egli port
avanti il lavoro di Innocenzo III, confermando il quinto Conte di Leicester, Simone di Montfort, nel possesso delle
terre di Raimondo VI di Tolosa e riuscendo, dove aveva fallito Innocenzo, a trascinare la casa reale francese nel
conflitto. Il pi importante avvenimento del periodo fu l'assedio e la cattura di Avignone. Sia Onorio che Luigi VIII
non prestarono orecchio alle pretese imperiali di Federico II su quella citt.
Onorio diede l'approvazione pontificia alla Regola di san Domenico il 22 dicembre 1216, con la bolla Religiosam
vitam, e quella di san Francesco il 29 novembre 1223, con la bolla Solet annuere. Sempre nel 1216 istitu, su
richiesta del santo francescano, la solennit del perdono d'Assisi.
Durante il suo pontificato presero vita anche molti degli ordini terziari. Il 30 gennaio 1226, approv l'Ordine
Carmelitano con la bolla Ut vivendi normam. Approv inoltre la congregazione dei canonici di Val-des-coliers
(Vallis scholarium, Valle degli studiosi), che era stata fondata da quattro pii professori di teologia all'Universit di
Parigi.
Essendo uomo di studi, Onorio insistette sul fatto che il clero dovesse ricevere un'intensa formazione, in particolare
in teologia. Nel caso di un certo Ugo, che il capitolo di Chartres aveva eletto vescovo, ritir la sua approvazione
perch il neo-eletto non possedeva una cultura sufficiente, quum pateretur in litteratura defectum, come dichiar in
una lettera datata 8 gennaio 1219. Un altro vescovo venne addirittura privato del suo ufficio a causa del suo
analfabetismo.
Onorio confer diversi privilegi all'Universit di Bologna e a quella di Parigi, le due pi grandi sedi di apprendimento
dell'epoca. Allo scopo di facilitare lo studio della teologia nelle diocesi che erano distanti dai grandi centri del
sapere, ordin nella sua bolla Super specula Domini, che alcuni tra i giovani uomini di talento dovessero essere
inviati a una riconosciuta scuola di teologia, con lo scopo di insegnarla in seguito nelle loro diocesi.
Conclavi
Il cardinale Cencio Savelli partecip a due conclavi:
1198, nel quale fu eletto papa Innocenzo III
1216, nel quale fu eletto papa egli stesso
Scritti
Liber Censuum Romanae Ecclesiae
Per approfondire, vedi Liber Censuum.
Il pi importante dei suoi scritti il Liber censuum Romanae ecclesiae, che la pi preziosa fonte riguardo alla
posizione della Chiesa medioevale circa la propriet, e serve inoltre parzialmente come continuazione del Liber
Pontificalis. Esso comprende una lista di entrate della sede apostolica[5], un registro delle donazioni ricevute, dei
privilegi garantiti, e dei contratti stipulati con citt e governanti. Venne iniziato sotto Clemente III e completato nel
1192 sotto Celestino III. Il manoscritto originale del Liber Censuum esiste ancora (Vaticanus, 8486)
Altre opere
Onorio III scrisse inoltre una vita di Celestino III, una vita di Gregorio VII, un Ordo Romanus, che una specie di
cerimoniale contenente i riti della Chiesa per varie occasioni, e 34 sermoni.
A Onorio III viene attribuito dalla tradizione esoterica un grimorio magico per l'evocazione demoniaca che, secondo
quanto dice la sua bolla che introduce il libro, serve a insegnare come schiacciare il demonio in nome di Cristo.
Naturalmente la filologia non crede che detto grimorio sia opera del pontefice Onorio III, ma di qualcuno che voleva
diffamarlo.Wikipedia:Uso delle fonti
Note
[1]
[3]
[4]
[5]
Bibliografia
(EN) Pope Honorius III in Catholic Encyclopedia (in inglese), Encyclopedia Press, 1917.
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989,
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990
Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 2005.
ISBN 88-384-1060-7
Altri progetti
Collegamenti esterni
Ovidio Capitani, Onorio III (http://www.treccani.it/enciclopedia/onorio-iii_(Federiciana)/), Enciclopedia
Federiciana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Sandro Carocci, Marco Vendittelli, Onorio III (http://www.treccani.it/enciclopedia/
onorio-iii_(Enciclopedia-dei-Papi)/), Enciclopedia dei Papi, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Mariano Armellini, Il Catalogo di Cencio Camerario (http://www.medioevo.roma.it/html/letteratura/cencio1.
htm), in Medioevo.Roma
Il catalogo di Cencio Camerario (http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/
Lazio/Roma/Rome/churches/_Texts/Huelsen/HUECHI*/1/4.html) da Le Chiese di Roma nel Medio Evo di
Christian Hlsen (in basso latino)
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Cencio (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1193.
htm#Cencio).URL consultato in data 30 giugno 2010.
Il Liber censuum (http://www.archive.org/search.php?query=Le Liber censuum de l'glise romaine),
edizione di Paul Fabre, 1859-1899
Cardinali nominati da Onorio III (http://www.araldicavaticana.com/creati da onorio_iii_12161227.htm)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Gregorio IX
Predecessore
Successore
1189 - ?
Predecessore
Successore
1193 - 1201
Predecessore
Successore
1200 - 1216
Giovanni
1216-1217
Controllo di autorit VIAF: 41848773 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 41848773) LCCN: n82241900 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n82241900)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Gregorio IX
Papa Gregorio IX
Papa Gregorio IX
Elezione
19 marzo 1227
Incoronazione
21 marzo 1227
Fine pontificato
22 agosto 1241
Cardinali creati
vedi categoria
Predecessore
Successore
Nome
papa Celestino IV
Ugolino dei conti di Segni
Nascita
Morte
Sepoltura
Gregorio IX, nato Ugolino di Anagni[1] (Anagni, 1170 circa[2] Roma, 22 agosto 1241), fu il 178 papa della
Chiesa cattolica dal 19 marzo 1227 alla sua morte.
Biografia
La giovinezza e il cardinalato
Nato ad Anagni intorno al 1170 (e non intorno al 1140 come fu supposto nei secoli scorsi), era figlio di Mattia di
Anagni, ed era legato da parte di madre ai Conti di Segni,[3] e quindi imparentato con Innocenzo III: alcune fonti lo
citano come nipote di Innocenzo, altre come suo cugino. Proprio in relazione a questo legame, sono comunemente
ma erroneamente attribuiti a Ugolino-Gregorio IX, sia l'appartenenza in linea diretta alla stirpe dei Conti di Segni, sia
lo stemma dell'illustre casato.
Inizi gli studi presso la cattedrale di Anagni; successivamente studi probabilmente legge all'Universit di Bologna
e sicuramente teologia in quella di Parigi. Fu monaco camaldolese. Il suo primo incarico ecclesiastico di rilievo fu
quello di uditore presso il Tribunale della Rota Romana, comunemente noto come Sacra Rota.
Fu nominato cardinale diacono da Papa Innocenzo III nel dicembre 1198, con titolo di Sant'Eustachio. Divenne
cardinale vescovo di Ostia e di Velletri nel 1206. Fu inviato come Legato pontificio in Germania, in Lombardia e in
Toscana, ed ebbe modo di conoscere l'Imperatore Federico II. Riusc anche in tali occasioni a mettere pace con
Papa Gregorio IX
autorit tra i diversi Comuni guelfi e ghibellini in lotta tra loro.
Grande rispetto e perfino amicizia dimostr nei confronti di Francesco d'Assisi che sempre protesse, aiutandolo
inoltre ad avere da papa Onorio III l'approvazione della Regola per il nascente Ordine Francescano. Uomo di grande
sensibilit teologica, ebbe anche una significativa amicizia con Domenico di Guzmn, sostenendo parimenti l'Ordine
Domenicano. Nel 1219 divenne Decano del Sacro Collegio ed alla morte di Onorio III fu eletto papa.
Pontificato
Onorio III era deceduto il 18 marzo 1227, ed il giorno successivo il cardinale Ugolino di Ostia fu eletto pontefice.
Fu consacrato nella Basilica di San Pietro il 21 marzo. In continuit con la tradizione, e convinto assertore della
superiorit morale e autoritaria del Papato, riprese l'azione teocratica dei suoi pi recenti predecessori, che
comportava la necessit di indebolire la potenza dell'Impero con ogni mezzo. Segu in ci la tradizione storica di due
grandi pontefici: Gregorio VII e Innocenzo III. Venne considerato spesso il fondatore dell'Inquisizione, di cui istitu i
primi tribunali nel 1231, anche se in realt l'Inquisizione trova le prime origini nel pontificato di papa Lucio III (con
la sua bolla Ad abolendam del 1184) e in quello di Innocenzo III (con il Concilio lateranense del 1215).
La prima scomunica a Federico II
Uno dei primi atti del suo pontificato fu l'invio a Federico II della comunicazione di mantenere le promesse fatte al
suo predecessore (di disinteressarsi dei territori dell'Impero nel nord Italia e di accettare le nomine dei vescovi
incaricati dal papa stesso) e infine di organizzare un nuova crociata, la Sesta Crociata, per liberare la Terra Santa,
entro l'agosto dello stesso anno.[4]
Federico II, sistemate le questioni dell'Impero, invit i crociati nel luglio a Brindisi, per imbarcarsi e salpare alla
volta della Terra Santa. Lo scoppio di un'epidemia decim numerosi crociati e lo stesso imperatore si ammal.
Convinto di poter guarire allontanandosi dall'epidemia, Federico salp, ma aggravatasi la sua malattia, ordin di
ritornare in Italia sbarcando ad Otranto. Gregorio IX non credendo completamente alla malattia dell'imperatore,
decise di non far dimenticare la promessa della crociata e scomunic l'imperatore dalla cattedrale di Bitonto. La
scomunica, tuttavia, come era lecito attendersi, non fu seguita dalla deposizione, perch l'autorit di Federico II era
notevole e la scomunica suscit il malumore tra molti sovrani europei. Federico II intanto si recava a Pozzuoli per
rimettersi in salute e nel dicembre 1227 rispondeva al pontefice che entro il maggio 1228 avrebbe avviato la crociata;
ma il Papa, non credendo alle sue dichiarazioni, ribad la scomunica per l'inadempienza del trattato stipulato con il
precedente pontefice. Pochi giorni dopo, in occasione di un'omelia contro Federico II, la potente famiglia dei
Frangipane e i ghibellini di Roma, si ribellarono al papa e lo costrinsero a fuggire dalla citt e a rifugiarsi prima a
Viterbo e poi a Perugia, da dove Gregorio IX scomunic i sudditi ribelli.
La sesta crociata
Federico II decise comunque di onorare l'impegno di organizzare e indire una crociata in Terra santa. Nel giugno
1228 si imbarc con il suo esercito a Brindisi diretto ad Acri, in Terra Santa. Qui trov il Sultano disposto alla
mediazione e nel febbraio 1229, stipul un trattato che concedeva Gerusalemme ed i luoghi Santi all'Impero; fu
quindi incoronato nella chiesa del Santo Sepolcro re di Gerusalemme (era, infatti, tale in virt del matrimonio con
Isabella di Gerusalemme, morta appena l'anno prima) e torn in Italia nel giugno 1229, per domare le insurrezioni
dei baroni nel regno di Sicilia, appoggiati dal Papa.
Papa Gregorio IX
Papa Gregorio IX
aumentando ulteriormente le ostilit con il pontefice. A questo punto Gregorio IX emise una nuova scomunica per
Federico II, la Domenica delle Palme del 1239. Da questo momento si apr un netto conflitto tra Papato ed Impero,
ma il grande carisma che Federico II aveva presso la Cristianit rendeva poco efficace il tentativo di Gregorio IX di
isolarne l'autorit, ed il pontefice stesso rischiava di perdere l'appoggio di tutte le potenze laiche ed ecclesiastiche.
L'Imperatore, che ora si sentiva investito dell'impegno di difendere l'impero dal "papa eretico" - alleato con gli eretici
lombardi -, cominci a conquistare possedimenti dello Stato Pontificio con l'intento di isolare progressivamente
Roma. Gregorio IX chiese aiuto a Venezia, dove si progett l'invasione nelle terre di Puglia, e convoc a Roma un
concilio ecumenico per la Pasqua del 1241 con lo scopo di deporre l'imperatore. Alla fine di aprile del 1241 le navi
di molti alti prelati, salpati da Genova, furono bloccate o affondate dagli imperiali tra le isole di Montecristo e del
Giglio.
La fine
Gregorio IX si dimostr con l'imperatore intransigente e nemmeno il pericolo mongolo, che a quel tempo stava
affacciandosi, lo indusse a riappacificarsi con Federico II. L'impero era in pericolo, ma Federico II non poteva
lasciare l'Italia, memore degli eventi accaduti durante la crociata del 1228.
Nel frattempo Gregorio IX band una crociata con partenza da Lione nel 1240, ma a causa dell'alleanza con Venezia,
fece sabotare qualsiasi partenza per la Terrasanta e proib la lotta contro i saraceniAiuto:Chiarezza. Solo Federico II
credeva ancora di poter tenere Gerusalemme, in quel momento tra l'altro in preda ai contrasti tra Giovanniti e
Templari, e l'imperatore aiut con tutti i mezzi i crociati a partire dalla Puglia.
L'autorit e la potenza imperiale era tale che sembrava prossima l'invasione della stessa citt di Roma da parte degli
imperiali, quando il 22 agosto 1241 Gregorio IX moriva improvvisamente, a un'et comunque ragguardevole (non
quasi centenario, come si pensava collocando erroneamente la nascita intorno agli anni quaranta dell'XI secolo[2]).
Federico II lasci l'assedio di Roma e prosegu il suo personale conflitto contro la Chiesa di Roma con Innocenzo IV
(il successore di Gregorio, Celestino IV, regn solo pochi giorni).
Note
[1] Indicato anche come Ugolino dei Conti di Segni (cfr. Ovidio Capitani, (http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems.
jsp?pathFile=/ sites/ default/ BancaDati/ Enciclopedia_dei_Papi/ VOL02/ ENCICLOPEDIA_DEI_PAPI_Vol2_000210. xml), Enciclopedia
dei Papi, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani)
[2] Ovidio Capitani, (http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems. jsp?pathFile=/ sites/ default/ BancaDati/
Enciclopedia_dei_Papi/ VOL02/ ENCICLOPEDIA_DEI_PAPI_Vol2_000210. xml), Enciclopedia dei Papi, Istituto dell'Enciclopedia Italiana
Treccani
[3] (G. Marchetti-Longhi, Ricerche sulla famiglia di Gregorio IX, in Archivio della Deputazione romana di Storia patria, LXVII-LXVIII (1944),
pagg. 275-307).
[4] Due erano i principali motivi di attrito fra l'imperatore e il pontefice. Anzitutto, Federico non aveva mai adempiuto agli obblighi che si era
assunto in ordine alla separazione tra impero e regno di Sicilia; secondo, egli aveva promesso al clero dei suoi domini una libert che, nella
pratica, era ben lontano da concedere: per esempio non esitava a intromettersi sistematicamente nelle elezioni episcopali cercando di favorire
persone a lui fedeli o di ostacolare nomine di suoi avversari. (Franco Cardini e Marina Montesano, Storia Medievale, Firenze, Le Monnier
Universit/Storia, 2006, pag. 286)
[5] Fu questo il primo nucleo di quello che sar, sotto Pio X, l'Acta Apostolicae Sedis.
[6] In quell'occasione il cardinale Raniero Capocci, vecchio amico di Gregorio, speriment la fine doppiezza politica di Federico II e ne divenne
un acerrimo e pericolosissimo nemico; vedi Norbert Kamp, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani on-line Capocci (http:/ / www.
treccani. it/ enciclopedia/ raniero-capocci_(Dizionario-Biografico)/ ''Raniero).
Papa Gregorio IX
10
Altri progetti
Collegamenti esterni
Ovidio Capitani, Gregorio ix (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/
default/BancaDati/Enciclopedia_dei_Papi/VOL02/ENCICLOPEDIA_DEI_PAPI_Vol2_000210.xml),
Enciclopedia dei Papi, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Ovidio Capitani, Gregorio ix (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/
default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL59/
DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol59_016489.xml), Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Ovidio Capitani, Gregorio ix (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/
default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000282.xml), Enciclopedia Federiciana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Documenta Catholica Omnia (http://www.documentacatholicaomnia.eu/01_01_1227-1241-_Gregorius_VIIII.
html).URL consultato in data 6 luglio 2010.
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Segni (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1198.
htm#Segni).URL consultato in data 6 luglio 2010.
Cardinali nominati da Gregorio IX (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_ix_12271241.htm)
Norbert Kamp, Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani on-line Capocci (http://www.treccani.it/
enciclopedia/raniero-capocci_(Dizionario-Biografico)/''Raniero)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Celestino IV
Predecessore
Successore
Gianfelice
1198-1206
Predecessore
Successore
1206-1227
Predecessore
Successore
Nicola de Romanis
1211-1219
1219 - 1227
Controllo di autorit VIAF: 91013639 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 91013639) LCCN: n84101535 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n84101535)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Celestino IV
11
Papa Celestino IV
Papa Celestino IV
Elezione
25 ottobre 1241
Insediamento
28 ottobre 1241
Papa Gregorio IX
Successore
Papa Innocenzo IV
Nome
Goffredo Castiglioni
Nascita
Milano, ?
Morte
Sepoltura
Celestino IV, al secolo Goffredo Castiglioni o Castiglione (Milano, ... Roma, 10 novembre 1241), fu il 179
Papa della Chiesa cattolica nel 1241. Con soli 17 giorni, il suo il terzo pontificato pi breve della storia.
Giovent
Era figlio del nobile milanese Giovanni Castiglioni e di Cassandra Crivelli e, quindi nipote di Uberto Crivelli cio
Papa Urbano III. Gi Vescovo e Cardinale di Sabina, con il titolo di San Marco, era stato un monaco cistercense
nell'Abbazia di Altacomba nella Savoia, dove aveva scritto una storia del Regno di Scozia. Nel 1228 introdusse
l'Inquisizione a Milano.
Papa Celestino IV
Severo. Il clima, in pieno periodo estivo, fu molto torrido, e le condizioni igieniche divennero presto precarie, ed
inusuali per dei nobili e anziani cardinali: linglese Roberto di Somercotes, gi gravemente malato, mor durante il
conclave stesso. Non riuscendo una parte a prevalere sull'altra, l'accordo fu raggiunto su un candidato neutro,
appunto il Castiglioni, uomo malato e quindi considerato di transizione, e che fu eletto all'unanimit il 25 ottobre
1241. I cardinali elettori, esausti per il durissimo conclave, non attesero neanche la consacrazione e si allontanarono
da Roma, forse temendo ci che poi effettivamente accadde: la morte repentina del Papa e la necessit di un nuovo
conclave.
L'insediamento e la morte
Il Castiglioni, gi seriamente malato, comp l'insediamento a San Giovanni in Laterano il 28 ottobre. Aggravatosi,
anche a causa del conclave, mor il 10 novembre successivo, dopo 17 giorni dalla nomina e 13 dalla consacrazione.
Sorsero, tra gli studiosi, i dubbi che il Castiglioni mor senza essere effettivamente consacrato, in quanto mor senza
emblema e senza sigilli. Secondo i Gesta Treverorum Goffredo Castiglioni mor "avvelenato. Perci i cardinali
lasciarono la Santa Chiesa per molti giorni priva di un capo e come deserta, perch temevano una fine simile".
Conseguenze
Nel 1241 l'esercito dell'Imperatore Federico II, colpito da scomunica nel 1239 da Papa Gregorio IX, cingeva
d'assedio Roma. Infatti, in seguito del conflitto che s'era prodotto nella disputa su chi avesse pi potere tra Chiesa e
Impero, l'elezione del successore di Celestino IV divenne una questione complessa e il Papato rest con la sede
vacante per quasi due anni. Dopo violente vicende, fra le quali il tradimento del cardinale Giovanni Colonna e la
scarcerazione di Giacomo da Palestrina, ad Anagni, dove si erano rifugiati i cardinali, venne eletto il genovese
Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna, che scelse il nome pontificale di Innocenzo IV e regn per oltre 11 anni, dal
1243 al 1254.
Bibliografia
Claudio Rendina, I papi, storia e segreti volume secondo, Ed. Newton Compton, Roma, 2005. ISBN
88-541-0213-X
Voci correlate
I 10 pontificati pi brevi
Federico II
Altri progetti
12
Papa Celestino IV
13
Collegamenti esterni
Biografia di papa Celestino IV [3] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Predecessore
Successore
Papa Gregorio IX
Papa Innocenzo IV
Predecessore
Successore
1227-1238
Predecessore
Successore
1238-1241
Portale Cattolicesimo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
Papa Innocenzo IV
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Papa Innocenzo IV
Papa Innocenzo IV
Elezione
25 giugno 1243
Consacrazione
28 giugno 1243
Fine pontificato
7 dicembre 1254
Cardinali creati
vedi categoria
Predecessore
Successore
Nome
Papa Celestino IV
Papa Alessandro IV
Sinibaldo Fieschi
[1][2]
Nascita
Manarola
Morte
Sepoltura
, 1195 circa
Cattedrale di Napoli
Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna (Manarola, circa 1195 Napoli, 7 dicembre
1254), fu il 180 papa della Chiesa cattolica dal 1243 alla sua morte. Era figlio di Ugo Fieschi, conte di Lavagna e
della nobile Beatrice Grillo (di Amico)[3].
Biografia
Apparteneva alla nobile famiglia genovese dei Fieschi. Venne educato a Parma e a Bologna e divenne uno dei
migliori canonisti dell'epoca.
Nel 1226 menzionato come uditore della Curia. Creato cardinale prete da papa Gregorio IX il 23 settembre 1227
con il titolo di san Lorenzo in Lucina. Il 28 luglio fu nominato vice-cancelliere di Roma. Nel 1235 divenne vescovo
di Albenga e legato per l'Italia del Nord. Fu tra gli otto cardinali che vissero l'elezione papale del 1241 che port
all'elezione di papa Celestino IV. In quei giorni i cardinali, segregati nel Settizonio dal Senatore di Roma Matteo
Rosso Orsini, non riuscendo a trovare un accordo tra gregoriani e filo-imperiali, elessero un uomo molto anziano e
gi malato che mor dopo diciassette giorni dall'elezione. Si era in pieno contrasto tra il Sacro Romano Impero e lo
Stato della Chiesa e le rispettive fazioni dei ghibellini e dei guelfi. Passarono due anni prima di una nuova elezione
Papa Innocenzo IV
per le precarie condizioni di sicurezza in cui viveva la citt di Roma, sempre minacciata da un possibile assedio
dell'esercito dell'imperatore Federico II, e per i numerosi tentativi che gli otto cardinali fecero per ottenere la
liberazione dei due cardinali fatti prigionieri dall'Imperatore.
Gli otto cardinali si riunirono nel febbraio 1242 ad Anagni e dopo molte trattative riuscirono a far rilasciare i due
prigionieri, con l'accordo del loro ritorno in prigionia al termine dell'elezione. Il Sacro Collegio pot quindi riunirsi
nel giugno 1243. Sinibaldo Fieschi fu eletto all'unanimit pontefice il 25 giugno 1243 ad Anagni grazie anche
all'avallo di Federico II, forse fiducioso che il nuovo papa fosse pi arrendevole alle sue mire espansionistiche. Fu
consacrato ad Anagni il 28 giugno con il nome di Innocenzo IV, in chiaro riferimento alla linea politica di Innocenzo
III. Federico, di stanza a Melfi, gli invi una lettera di felicitazioni, elogiando la sua famiglia. Lo scontro tra papa e
imperatore comunque continu, non avendo Innocenzo IV alcun timore per il sovrano tedesco ed essendo
intenzionato a riavere i territori che Federico aveva conquistato in precedenza. Si narra che alla notizia della sua
elezione Federico II, intuendo che un papa non poteva che difendere gli interessi della Chiesa, disse di aver perso
l'amicizia di un cardinale e guadagnato l'inimicizia di un papa.Wikipedia:Uso delle fonti
Si aprirono subito i negoziati: il Papa invi una delegazione guidata dal cardinale Oddone da Monferrato con la
richiesta di rilasciare tutti i prelati imprigionati, ricordando la scomunica ancora vigente, ed invitando Federico a
rientrare nella Chiesa. L'imperatore poneva condizioni e si lamentava di non voler trattare le questioni relative ai
comuni lombardi. Accadde poi durante queste trattative un episodio che port ulteriore conflitto: il cardinale Raniero
Capocci, biasimato per questo dallo stesso pontefice, foment una rivolta contro Federico nella citt di Viterbo, che
all'epoca era vicina all'imperatore. Federico pose sotto assedio la citt, ma non riusc a conquistarla, anzi, i soldati
viterbesi guidati dal Capocci, in un furioso contrattacco, sconfissero e misero in fuga l'esercito imperiale[4]. Si
addivenne quindi alla pace stipulata in Laterano il 31 marzo 1244: l'imperatore si impegnava a restituire i prigionieri
ed alcuni dei territori dello Stato Pontificio, ma nulla veniva stabilito sui diritti imperiali nei confronti dei comuni
lombardi. Quando i delegati imperiali giunti dal Papa chiesero a quali penitenze dovesse sottostare Federico per
vedersi annullata la scomunica, il Papa richiese l'immediata restituzione di tutti i territori da lui usurpati allo Stato
della Chiesa.
Federico ovviamente non accett: si dichiar disposto a cedere solo una parte di tali territori, e solo dopo la revoca
della scomunica. Essendo di stanza a Terni invit il Papa nella vicina Narni per colloqui diretti. Probabilmente sotto
questo invito vi era una trappola tesa al pontefice, al quale per arrivarono voci in proposito che lo spinsero, durante
il viaggio verso Narni, a cambiare improvvisamente direzione, recandosi prima a Civita Castellana e da qui a
Civitavecchia, da dove salp per Genova. Colpito da malore durante il viaggio, rimase tre mesi nel convento di
sant'Andrea presso Genova per rimettersi in forze; quindi si port a Lione. Qui convoc un concilio generale che si
riun nel 1245 con l'unico obiettivo di scomunicare Federico, sciogliere i suoi sudditi dal giuramento di fedelt e
riprendere tutti i possedimenti imperiali.
Al Concilio di Lione, che inizi il 28 giugno 1245, l'Imperatore fu rappresentato da Taddeo da Sessa, che offr a
nome dell'Imperatore la restituzione di altri territori pur di evitare la scomunica, ma Innocenzo IV non accett e nella
seconda convocazione del 5 luglio 1245, port nuove accuse all'Imperatore, aiutato in ci da due libelli -fatti
circolare a Lione dal cardinale Raniero Capocci acerrimo nemico di Federico II- nei quali il sovrano svevo veniva
descritto come un eretico ed un anticristo; finalmente, nella terza convocazione del 17 luglio, lo scomunic e lo
depose dal trono. La notizia fece notevole scalpore in tutta Europa. Essa comportava automaticamente la destituzione
del sovrano e quindi i principi germanici si riunirono per eleggere un nuovo imperatore: Enrico Raspe, langravio di
Turingia, eletto il 22 maggio 1246. Molti principi comunque si erano astenuti e quelli fedeli a Federico non lo
riconobbero come re. Subito Corrado, figlio dell'imperatore, tent di battere il Raspe con la forza delle armi, ma fu
invece sconfitto a Francoforte il 5 agosto. Pochi mesi dopo per, il 17 febbraio 1247 Enrico Raspe mor: alcuni mesi
dopo i principi tedeschi elessero imperatore Guglielmo II d'Olanda.
Nel regno di Sicilia nel frattempo dominava il caos, mentre Federico II vagava nell'Italia settentrionale con il figlio
Enzo ed il feroce Ezzelino III da Romano, guerreggiando contro i Comuni che non accettavano la sua supremazia.
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Papa Innocenzo IV
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Parma ad esempio fu passata a ferro e fuoco, ma si dimostr indomabile e si rivolt fino ad attaccare lo stesso
accampamento dell'imperatore poco fuori la citt, il 18 febbraio 1248; Federico a stento pot mettersi in salvo e
riparare a Cremona, mentre trovava la morte Taddeo di Sessa. Il 26 maggio 1249, attaccando Bologna nella battaglia
di Fossalta, suo figlio Enzo fu fatto prigioniero dai bolognesi che lo misero in stretta prigionia fino alla morte.
Ezzelino III da Romano intanto otteneva con la sua ferocia molte
vittorie sempre nel nord-Italia; Federico, dopo la sconfitta contro
Bologna, si port a sud. Qui il partito ghibellino filo-imperiale era
ormai esiguo e Federico si sent sempre pi isolato, tanto da sospettare
anche delle persone che lo circondavano. Giunse ad accusare di
tradimento anche il suo stretto collaboratore, il cancelliere Pier delle
Vigne che fece prima accecare e poi mettere in prigione ove il
malcapitato si suicid.[5][6] Il 13 dicembre 1250 Federico II, all'et di
cinquantasei anni, mor di febbre intestinale a Castel Fiorentino in
Puglia, con grande esultanza del suo avversario Innocenzo IV, come
del resto egli aveva gioito alla morte del papa Gregorio IX. Il sogno di
ricreare un grande impero che andava dalla Germania all'Italia
meridionale era fallito miseramente, con lo stato pontificio ed i comuni
italiani non disposti a cedere le loro autonomie.
Innocenzo IV lasci Lione dopo la Pasqua del 1251 ed a novembre si
port a Perugia dove rimase oltre un anno. Doveva ora affrontare gli
eredi di Federico: Corrado IV, figlio legittimo, in Germania, e
Manfredi, il figlio nato dalla relazione con la contessa Bianca Lancia,
in
Puglia. Nell'ottobre 1251, Corrado IV scese in Italia invitato a
Innocenzo IV al Concilio di Lione attorniato da
vescovi, miniatura del XIII secolo.
Verona da Ezzelino da Romano, e si port in Sicilia dove Manfredi gli
consegn simbolicamente la sovranit sul regno, trattenendo per s il
principato di Taranto. Il Papa non accett che uno svevo potesse di nuovo avere la sovranit in Italia, e cominci a
contattare diversi possibili candidati: dapprima Riccardo di Cornovaglia fratello di Enrico III di Inghilterra, poi Carlo
d'Angi, fratello di Luigi IX di Francia; infine il cardinale Ottobono Fieschi suo nipote e futuro papa Adriano V
riusc a stipulare un patto con Enrico III d'Inghilterra sulla persona del principe Edmondo allora di soli nove anni.
Nell'aprile 1254 scomunic Corrado IV, accusato di aver commesso gravi soprusi contro la Chiesa; Innocenzo IV
confer ufficialmente l'investitura del feudo della Sicilia al principe inglese il 14 maggio 1254, ma undici giorni dopo
Corrado IV moriva a soli ventisei anni ed, avendo egli affidato secondo testamento il figlio di due anni Corradino
alla custodia della Chiesa, tutto torn in discussione e l'accordo con il principe inglese fu sospeso. Innocenzo IV, a
questo punto, doveva accordarsi con Manfredi. Per questo si rec ad Anagni, ai confini dello Stato Pontificio, dove
ricevette una delegazione inviata da Manfredi. Questi chiese che venisse accettata subito la sovranit del piccolo
Corradino, ma il Papa ribatt che si sarebbe dovuto attendere che questi divenisse adulto e che nel frattempo
avendone lui la custodia era lui ad avere la sovranit sulla Sicilia. Manfredi prese tempo e si sottomise inizialmente
al Papa, venendo, tra l'altro, nominato vicario pontificio nel sud e principe di Taranto.
Il Papa si rec quindi a Napoli dove fu accolto trionfalmente il 27 ottobre 1254. Cominci a concedere le prime
autonomie e ad impartire i primi atti amministrativi, quando fu informato del tradimento di Manfredi che stava
organizzandosi per attaccarlo militarmente arruolando anche truppe saracene. Il Papa gli invi contro il suo esercito:
a Foggia avvenne lo scontro che per vide, il 2 dicembre, la vittoria di Manfredi. La notizia giunse ad Innocenzo IV
a Napoli, nel palazzo che era stato di Pier delle Vigne e qui, gi ammalato, Innocenzo si spense cinque giorni dopo, il
7 dicembre. Fu sepolto presso la chiesa di Santa Restituta e successivamente traslato nel Duomo di Napoli dove fu
eretto il monumento funebre nel 1318.
Papa Innocenzo IV
Le opere di Innocenzo IV
Oltre al conflitto con l'impero, il Papa dovette occuparsi di altre questioni. Nel 1243 aveva indetto una crociata
contro i Turchi che avevano riconquistato Gerusalemme, ma a tale crociata ader solo il sovrano francese Luigi IX
detto il Santo, a testimonianza della lenta decadenza dell'autorit pontificia nei confronti dei regnanti europei.
Singolare l'attivit missionaria di questo Papa, che invi esponenti dei francescani (ad esempio Giovanni da Pian del
Carpine) e dei domenicani in missione fino a Karakorum, capitale dell'impero mongolo.
Con la bolla Ad extirpanda del 1252 approv che l'Inquisizione si servisse della tortura[7] come in quel tempo
avveniva nelle sedi investigative secolari.
I suoi studi giuridici diedero al mondo l'Apparatus in quinque libros decretalium, commentario sulle decretali di
papa Gregorio IX.
La lotta tra imperatore e papa port alla reciproca accusa di essere l'Anticristo. In particolare, la parte avversa al
pontefice sostenne che la tecnica della Ghematriah applicata al nome "Innocentius papa" avrebbe dato come risultato
il numero 666, ossia quello tradizionalmente associato all'AnticristoWikipedia:Uso delle fonti.
Note
[1] http:/ / www. settemuse. it/ viaggi_italia_liguria/ la_spezia_manarola. htm
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
Bibliografia
Voci correlate
Cardinali nominati da Innocenzo IV
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Innocenzo IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Innocenzo IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da innocenzo_iv_12431254.htm)
17
Papa Innocenzo IV
18
Predecessore
Successore
Papa Celestino IV
Papa Alessandro IV
Predecessore
Successore
1227-1243
Predecessore
Vescovo di Albenga
Successore
1235-1243
Controllo di autorit VIAF: 100162520 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 100162520) LCCN: nr89012767 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/nr89012767)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Alessandro IV
Papa Alessandro IV
Elezione
12 dicembre 1254
Incoronazione
20 dicembre 1254
papa Innocenzo IV
papa Urbano IV
Rinaldo dei conti di Segni
Nascita
Morte
Papa Alessandro IV
19
Sepoltura
Papa Alessandro IV, nato Rinaldo dei Signori di Jenne (Jenne, 1199 circa Viterbo, 25 maggio 1261), fu il 181
papa della Chiesa cattolica dal 1254 alla morte. Rinaldo era probabilmente figlio di una sorella di Gregorio IX, della
quale ignoriamo il nome, e di Filippo II, signore di Jenne. Questa parentela ha fatto s che molti storici, nel corso dei
secoli, lo abbiano considerato erroneamente del casato dei Conti di Segni.[1]
Biografia
Dagli inizi alla porpora cardinalizia
Membro di una famiglia ricca e potente fu inizialmente per diversi anni canonico presso la cattedrale di Anagni e
successivamente, certamente prima del 1221, complet i suoi studi all'Universit di Parigi ove consegu il titolo di
magister. Nel 1221 prese parte con lo zio Ugolino di Anagni ad un'importante ambasceria a Milano. Quando poi
Ugolino, nel 1227, divenne papa Gregorio IX, cre Rinaldo cardinale diacono, assegnandogli la diaconia di
Sant'Eustachio, titolo che mantenne fino al 1231 (o 1232), allorch divenne cardinale-vescovo di Ostia e di Velletri.
Fu consacrato vescovo nel 1235. Il papa lo invi pi volte come suo legato ad Anagni, Perugia, Viterbo ed in
Lombardia; conobbe in quegli anni Federico II, con il quale ebbe un rapporto amichevole. Nel 1244 divenne Decano
del Sacro Collegio. L'unico incarico importante che ebbe sotto papa Innocenzo IV fu quello di cardinale protettore
dell'Ordine francescano.
Conclavi
Il cardinale Rinaldo di Jenne partecip a tre elezioni papali:
1241, che elesse Papa Celestino IV
1241-1243, che elesse Papa Innocenzo IV
1254, quando sal sul trono di San Pietro
Il papato
Dopo il decesso di Innocenzo IV il cardinale Rinaldo di Jenne, nonostante la sua et avanzata, venne eletto
all'unanimit papa a Napoli il 12 dicembre 1254. Fu incoronato il 20 dicembre ed assunse il nome pontificale di
Alessandro IV.
Alessandro viene descritto come un uomo robusto, buono, allegro, ma non molto brillante: nell'azione politica e
curiale si avvalse con ogni probabilit dell'esperienza del potente cardinale Riccardo Annibaldi, nipote di Gregorio
IX e dunque suo consanguineo. Successe a Innocenzo IV come tutore di Corradino, l'ultimo degli Hohenstaufen,
promettendogli la sua benevola protezione; ebbe viceversa un rapporto di dura e difficile contrapposizione con lo zio
di Corradino, Manfredi di Sicilia.
Tale comportamento contrastava con l'atteggiamento benevolo verso Federico II Hohenstaufen che Rinaldo aveva
tenuto quando era stato cardinale.
Alessandro scagli la scomunica e l'interdetto contro Manfredi e il suo partito, ma invano. Tantomeno pot arruolare
i Re d'Inghilterra e di Norvegia in una Crociata contro gli Hohenstaufen. Roma stessa divenne Ghibellina con il
Senatore Brancaleone degli Andal, e il Papa fu costretto (1257) a trasferire la sede pontificia a Viterbo, dove mor
nel 1261, venendo sepolto nella Cattedrale di San Lorenzo; la sua tomba and purtroppo dispersa, forse in occasione
di imponenti opere di restauro e ristrutturazione eseguite nella Cattedrale nel XVI secolo.Da vari anni sono peraltro
in corso lavori, con importanti interventi internazionali, per la ricerca ed il recupero del sepolcro del pontefice.
Il pontificato di Alessandro IV si segnal soprattutto per i tentativi di riunione della Chiesa Cattolica Romana con la
Chiesa Ortodossa Orientale, che ebbero un significativo successo con la riunione formale con la chiesa maronita, per
Papa Alessandro IV
20
l'istituzione dell'inquisizione in Francia, per il favore mostrato agli Ordini mendicanti, e per il tentativo, non
realizzato, di organizzare una Crociata contro i Tartari.
Bibliografia
Stanislao Andreotti, La famiglia di Alessandro IV e l'abbazia di Subiaco, Ed. Monastero S. Scolastica, Subiaco
1987.
John N. D. Kelly, Grande Dizionario illustrato dei Papi, Ed. PIEMME, Casale Monferrato, 1989 ISBN
88-384-1326-6
Giovanni Faperdue, "I Conclavi Viterbesi", Viterbo, 2004
Voci correlate
Battaglia di Ain Jalut
Note
[1] La famiglia dei Conti di Segni aveva gi dato alla Chiesa due illustri pontefici, cio Innocenzo III e Gregorio IX e, vari secoli dopo, dar alla
Chiesa anche Innocenzo XIII.
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Alessandro IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/
) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Alcuni testi di Alessandro IV (http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT702.HTM) da http://www.
intratext.com
The Cardinals of Holy Roman Church - Conti (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1227.htm#Conti).URL
consultato in data 7 giugno 2010.
Cardinali nominati da Alessandro IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da alessandro_iv_12541261.
htm)
Palazzo dei Papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo IV
Papa Urbano IV
Papa Alessandro IV
21
Predecessore
Cardinale-diacono di Sant'Eustachio
Successore
Robert Somercote
1234 o 1239-1251
Predecessore
Successore
1227 - 1254
Predecessore
Cardinale-vescovo di Ostia
Successore
Predecessore
Cardinale-vescovo di Velletri
Successore
Predecessore
Successore
Jacques de Vitry
1237-1240
1240 - 1254
Odo di Chateauroux
1254-1273
Portale Cattolicesimo
Papa Urbano IV
22
Papa Urbano IV
Papa Urbano IV
Elezione
Incoronazione
29 agosto 1261
4 settembre 1261
papa Alessandro IV
Successore
papa Clemente IV
Nome
Jacques Pantalon
Nascita
Morte
Sepoltura
Urbano IV, nato Jacques Pantalon (Troyes, ca. 1195 Deruta, 2 ottobre 1264), fu il 182 papa della Chiesa
cattolica dal 1261 alla morte.
Biografia
Jacques Pantalon nacque a Troyes in Francia, nella regione della Champagne-Ardenne, in un anno imprecisato tra il
1185 ed il 1195; era di famiglia agiata, anche se non nobile, essendo figlio di uno stimato artigiano calzaturiere.
Dopo aver studiato teologia e giurisprudenza a Parigi, arrivando a conseguire il titolo di magister in diritto canonico,
fu canonico a Lon e arcidiacono a Liegi. Nel 1251 papa Innocenzo IV, che in precedenza lo aveva gi nominato
proprio cappellano, lo cre vescovo di Verdun e lo impieg come legato pontificio in Germania. Alessandro IV lo
nomin invece Patriarca latino di Gerusalemme, in un difficile momento per la Terra santa, che aveva visto
l'esplosione di un forte contrasto tra genovesi e veneziani. Dopo la morte di Alessandro IV, avvenuta il 25 maggio
1261, i sette, o forse otto, cardinali che si trovavano a Viterbo[1] e dovevano eleggere il suo successore, non
riuscendo a far convergere i voti su nessuno di loro, incaricarono i due pi potenti porporati del tempo, Riccardo
Annibaldi e Giangaetano Orsini, di scegliere il nuovo pontefice. Alla fine di agosto i due fecero cadere la loro scelta
proprio su Jacques Pantalon, estraneo al Sacro Collegio, che si trovava casualmente a Viterbo, come Patriarca di
Papa Urbano IV
Gerusalemme, per dirimere una questione riguardante i Cavalieri di San Giovanni, ai quali Alessandro IV aveva
concesso, tra molte polemiche, un'abbazia in Betania. Seppur stupefatto, il prelato accett la nomina, scelse il nome
pontificale di Urbano IV, e non manc di ringraziare i due grandi elettori, dopo pochi mesi, con opportune nomine
cardinalizie di loro consanguinei in occasione dei suoi due ravvicinati concistori[2].
Fin dall'inizio del suo pontificato Urbano IV si dimostr continuatore della politica contraria agli Svevi dei suoi
predecessori e quindi acerrimo nemico di Manfredi di Sicilia[3]. Questa sua linea fin per coincidere con i piani del
cardinale Annibaldi, che mirava a creare senatore di Roma, cio governatore della citt, Carlo I d'Angi, fratello del
re di Francia Luigi IX, per ristabilire la supremazia del partito guelfo, messo in grande difficolt negli anni
precedenti dall'opera di Brancaleone degli Andal che aveva stretto un forte legame con Manfredi. Per trattare con
l'Angi fu inviato in Provenza -come legato pontificio- l'arcivescovo di Cosenza Bartolomeo Pignatelli, che nutriva,
per ragioni personali, un profondo odio per il sovrano svevo[4]. Inoltre, per rafforzare ulteriormente la sua posizione,
il papa -il 6 agosto 1262- rinnov la scomunica a Manfredi, dichiarandolo altres decaduto dal trono di Sicilia. A
questo punto lo Hohenstaufen intraprese, tramite alcuni capi ghibellini a lui fedeli, una serie di iniziative militari
volte a isolare e, possibilmente, imprigionare il pontefice; furono cos impegnati Percivalle Doria nel ducato di
Spoleto, il conte Giordano d'Anglano nella marca anconitana, Tedaldo Annibaldi sul litorale laziale e Pietro di Vico
nella stessa Roma. Queste operazioni ebbero complessivamente un esito incerto[5], anche se il papa, per sfuggire alla
possibile cattura, fu costretto a lasciare Orvieto, dove si trovava, ed a rifugiarsi a Perugia; da questa citt invi un
messaggio urgente a Carlo d'Angi, sollecitandone la discesa in Italia. Urbano non ebbe per la possibilit di vedere
l'arrivo delle armi francesi poich il 2 ottobre 1264, mentre si trovava in un convento di Deruta, mor per un
improvviso malore, dovuto forse ad un'indigestione[6]. Da notare che non stabil mai la sua sede pontificia a Roma,
ma risiedette tra Viterbo ed Orvieto, oltre ad un breve periodo trascorso a Perugia, prima della morte. Fu sepolto
nella stessa Perugia, nella cattedrale di San Lorenzo[7].
La leggenda di Tannhuser
Il poeta tedesco Tannhuser -che era coevo di Urbano IV-, nella nota leggenda che lo vede protagonista, e che ispir
anche la celebre opera di Wagner, vive per un anno nel regno sotterraneo di Venere lasciandosi andare a sfrenata
lussuria con la dea. Vinto dai rimorsi, il poeta si reca in pellegrinaggio a Roma per chiedere l'assoluzione di papa
Urbano IV. Il pontefice per gli ricorda la gravit dei peccati commessi e gli promette il perdono solo davanti ad un
miracolo: la fioritura della sua ferula, o bastone pastorale[9]. Dopo alcuni giorni Tannhuser riparte per Vienna ed il
pastorale del papa miracolosamente fiorisce[10]. Per inciso va notato che Urbano IV, come sopra meglio precisato,
non risiedette mai a Roma.
23
Papa Urbano IV
1. Enrico da Susa (o Segusio, o Ostiense, o Bartolomei), arcivescovo di Embrun, Francia. 25 ottobre 1271.
2. Anchero Pantaleone (o Antero),Cardinale presbitero di Santa Prassede, 1 novembre 1286.
3. Guillaume de Bray. 29 aprile 1282. La sua tomba nel convento domenicano di Orvieto.
4. Guy (o Guido), Ordine Cistercense, abate of Citeaux. 20 maggio 1272.
5. Annibale Annibaldi (o degl'Annibaldi, o Annibaldeschi della Molara) Ordine Domenicano, dottore in teologia.
1272.
6. Giordano Pironti, Vicecancelliere di S.R.C. ottobre 1269. La sua tomba nella Basilica di San Francesco alla
Rocca in Viterbo.
7. Matteo Rubeo Orsini, nipote del futuro papa Niccol III. 4 settembre 1305.
24
Papa Urbano IV
Note
[1] Il numero esatto dei Cardinali che parteciparono a quell'elezione papale viterbese ( corretto usare il termine 'conclave' solo dopo la
costituzione apostolica Ubi Periculum di papa Gregorio X del 1274, anche se molti storici considerano come Primo Conclave proprio quello
viterbese che elesse Gregorio X) controverso: il Miranda nella sua celebre opera on-line dice infatti, riprendendo una notizia fornita dal
Burkle-Young in Passing the keys, che il cardinale Bncsa si trovava all'epoca in Ungheria; viceversa il Pinzi, nella sua documentatissima
(spesso su fonti manoscritte del tempo) Storia della Citt di Viterbo -vol.II,pag.89- cita espressamente la presenza del cardinale ungherese,
che chiama 'un Ungaro'.Data la correttezza ed onest di entrambi gli autori si pu forse presumere che il cardinale magiaro non sia stato
presente alla fase iniziale dell'elezione papale, poich si trovava in Ungheria, come scritto dal Burkle-Young, mentre sia invece intervenuto
successivamente (l'elezione dur circa tre mesi) ed abbia partecipato alla conclusione, come indicato dal Pinzi.
[2] Francis Roth O.E.S.A., Cardinal Richard Annibaldi, First Protector of the Augustinian Order, Augustiniana PA, 1952-53. La monografia
dell'agostiniano Roth sul cardinale Annibaldi contiene molte informazioni assai ben documentate sulla storia della Chiesa in quei decenni ed
in particolare sul pontificato di Urbano IV.
[3] La posizione politica di Urbano IV analizzata con attenzione nella Storia della Chiesa di Hubert Jedin, vol.V/1, Civitas Medievale, articolo
curato da Hans Wolter S.I.. In conclusione si osserva che Urbano IV, in qualche modo, diede inizio alla dominazione della casa
angioina...nella penisola italiana(pag.286).
[4] L'odio nutrito dall'arcivescovo Pignatelli nei confronti di Manfredi dar lo spunto a Dante per scrivere alcuni celebri versi: v. Purgatorio Canto terzo vv.125-133.
[5] In realt solo Pietro di Vico ottenne alcuni successi con le sue milizie tedesche, mentre gli altri fedelissimi di Manfredi andarono incontro a
pesanti sconfitte e Percivalle Doria fin addirittura annegato mentre guadava il fiume Nera; v. M.Koller, Manfredi,Re di Sicilia, Dizionario
Biografico degli Italiani, Treccani.
[6] Sar il successore di Urbano, Clemente IV, a sollecitare ripetutamente e poi a salutare -nel 1265- la discesa in Italia di Carlo I d'Angi che in
soli tre anni, con il determinante aiuto del pontefice, spazzer via la casa di Svevia, sconfiggendo ed uccidendo prima Manfredi poi Corradino;
v.Ferdinand Gregorovius - 'Storia della Citt di Roma nel Medioevo'- Torino, 1973:
[7] Della sua tomba rimangono, nella cattedrale di Perugia, solo alcuni resti.
[8] Il testo del Tantum Ergo (ultime due strofe del Pange Lingua), composto da San Tommaso in questa occasione su richiesta di Urbano IV, ha
ispirato in ogni epoca moltissimi musicisti, Sono infatti innumerevoli i compositori che hanno scritto musica idonea ad accompagnare le
parole del teologo aquinate, da Haydn a Pierluigi da Palestrina, da Couperin a Verdi, da Mozart a Rossini (cui si deve un'interessante versione
per organo e tenore), da Bruckner a Bellini che ne compose addirittura nove versioni, da Liszt a molti altri autori anche rock e pop. Peraltro la
versione pi conosciuta e di gran lunga pi eseguita in ambito liturgico rimane quella in canto gregoriano; Versione del Tantum Ergo in canto
gregoriano (http:/ / it. youtube. com/ watch?v=ngWJ6NDeeQE).
[9] Il termine liturgicamente corretto per il bastone pastorale del papa ferula; la locuzione pastorale compare nella traduzione italiana del
libretto della celebre opera di Wagner (atto III-scena III): in realt sia nel libretto originale dell'opera che in varie versioni della leggenda il
termine tedesco usato Stab, che si traduce bastone o asta (v. in proposito la splendida pubblicazione -nota come libretto di sala- curata dal
Teatro La Fenice di Venezia nel 1996, ricca di articoli e riferimenti bibliografici molto utili per la conoscenza dell'opera wagneriana e della
leggenda).
[10] Secondo un'altra versione della leggenda il poeta, davanti al rifiuto del papa, torna disperato tra le braccia di Venere (v. voce Tannhuser su
Enciclopedia biografica universale - Treccani).
[11] Sulla problematica relativa al numero dei cardinali presenti si veda la nota 1.
Bibliografia
Annuaire Pontifical Catholique, Maison de la Bonne Presse, Parigi, 1935
Ex Urbani IV registro. In: Monumenta Germaniae Historica, Epistolae saeculi XIII e regestis pontificum
Romanorum selectae. Teil 3. Herausgegeben von Karl Rodenberg. Berlino, 1894, pp.474 626
Francis Roth O.E.S.A., Cardinal Richard Annibaldi, First Protector of the Augustinian Order, 1952-53,
Augustiniana PA.
Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, 1889, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati.
Hubert Jedin, Storia della Chiesa, 1999, Jaka Book., Civitas Medievale,vol.V/1, articolo di Hans Wolter S.I..
Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel Medioevo, 1973, Torino, Einaudi.
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Papa Urbano IV
26
Voci correlate
Corpus Domini
Giuliana di Cornillon
Manfredi di Sicilia
Riccardo Annibaldi
Carlo I d'Angi
Tannhuser
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Urbano IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/urbano-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Urbano IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da urbano_iv_12611264.htm)
Visitare il palazzo dei papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church (http://www2.fiu.edu/~mirandas/conclave-xiii.
htm#1261)
Tannhuser (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/
BancaDati/Enciclopedia_online/T/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_T_163432.xml) da Enciclopedia biografica
universale dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Programma di sala (http://www.teatrolafenice.it/public/libretti/68_4081tannhauser_rw.pdf) relativo
all'allestimento del Tannhuser curato nel 1996 dal Teatro La Fenice
Manfred Koller MANFREDI, re di Sicilia (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.
jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL68/
DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Bio_volume_68_-_rtf_spezzettati_026786.xml), Dizionario
Biografico degli Italiani, Vol. LXVIII, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
Peter Herde in Dizionario Biografico degli Italiani, I d'Angi (http://www.treccani.it/enciclopedia/
carlo-i-d-angio-re-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/''Carlo)
Predecessore
Successore
Papa Alessandro IV
Papa Clemente IV
Predecessore
Vescovo di Verdun
Successore
1253-1255
Predecessore
Patriarca di Gerusalemme
Successore
Roberto di Nantes
1255 - 1261
Guglielmo II di Agen
Controllo di autorit VIAF: 40171486 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 40171486) LCCN: n88646336 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n88646336)
Papa Urbano IV
27
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Clemente IV
Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia
[1]
Papa Clemente IV
Elezione
5 febbraio 1265
Incoronazione
15 febbraio 1265
papa Urbano IV
Successore
papa Gregorio X
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Clemente IV, nato Gui Foucois o Guy Le Gros Foulquois o Foulques, italianizzato in Guido il Grosso Fulcodi
(Saint-Gilles-du-Gard, 23 novembre tra il 1190 ed il 1200 Viterbo, 29 novembre 1268), fu il 183 papa della
Chiesa cattolica dal 1265 alla morte.
Biografia
Nacque in Linguadoca, a Saint-Gilles-du-Gard, da una buona famiglia della borghesia, in un anno imprecisato tra il
1190 ed il 1200. Fu in giovent soldato e combatt contro i Mori, si diede quindi agli studi e si laure in diritto
civile, divenendo successivamente un celebre avvocato e giurista. Nel 1239 spos la nobile figlia di Simon de
Malbois, che gli diede vari figli, dei quali solo due femmine -Mabilie e Ccile- erano ancora in vita alla morte della
madre, intorno al 1250. Rimasto vedovo, Guy decise di prendere gli Ordini e fu ordinato sacerdote nel 1255. Data la
Papa Clemente IV
sua fama ebbe una fulminea carriera ecclesiastica e fu nominato vescovo di Puy nel 1257 ed arcivescovo di Narbona
nel 1259. Negli stessi anni divenne anche fidato consigliere di Luigi IX e di Urbano IV, che lo cre cardinale
vescovo nel 1261 con titolo di Sabina. Legato pontificio in Inghilterra per una difficile mediazione tra Enrico III ed i
suoi baroni e prelati, era in viaggio nel febbraio 1265 quando, morto Urbano IV, il Sacro Collegio, riunito a Perugia,
lo elesse Papa, forse per assecondare Luigi IX, o, pi probabilmente, per affidare ad un uomo abile ed esperto la
guida della Chiesa in un momento di grande difficolt.
Da oltre un decennio, infatti, la Santa Sede era impegnata nel conflitto contro Manfredi di Sicilia, definito
"l'usurpatore di Napoli" poich si era impadronito del Regno di Sicilia contro la volont della Chiesa, tanto che
Clemente -a causa del blocco navale delle coste italiane operato dalla flotta siciliana- fu costretto ad entrare in Italia
in incognito. Il papa scomunic immediatamente Manfredi e, concludendo le trattative iniziate dal suo predecessore,
si alle con Carlo I d'Angi[2], il pretendente francese al trono di Sicilia, che, grazie al determinante aiuto del
Pontefice[3], fece ingresso trionfale in Napoli, dopo aver sconfitto e ucciso Manfredi nella battaglia di Benevento
(1266), insediandosi con determinazione sul trono del regno di Sicilia[4]. Quando, due anni pi tardi, nel 1268,
l'ultimo rampollo degli Hohenstaufen, Corradino, tenter a sua volta di impadronirsi del Regno di Sicilia, sar
sempre Carlo d'Angi a sconfiggerlo nella decisiva battaglia di Tagliacozzo (23 agosto) e quindi a farlo decapitare a
Napoli il 29 ottobre, con l'approvazione del papa[5].
Clemente IV sin dai primi tempi del suo Pontificato, non apprezzando gli ambienti romani, ritenuti troppo ghibellini,
aveva trasferito la Corte Papale a Viterbo, insediandosi nel Palazzo Vescovile, che fece ristrutturare e rinominare
Palazzo Papale; proprio a Viterbo, un mese esatto dopo l'uccisione di Corradino, il papa ebbe un improvviso malore
e mor il 29 novembre 1268. Tra la commozione profonda del popolo viterbese, che lo considerava un uomo
superiore, misticamente ispirato, cio morto "in odore di santit"[6], venne inizialmente sepolto nella Cattedrale di
Viterbo, quindi, come da lui stesso indicato, nella chiesa domenicana di Santa Maria in Gradi in un bel monumento
funebre, opera dello scultore Pietro di Oderisio; peraltro la tomba di Clemente IV ebbe nei secoli molte vicissitudini:
fu pi volte spostata, profanata, insozzata (anche ad opera dei connazionali francesi napoleonici), finch nel 1885
venne trasferita nella francescana Basilica di San Francesco alla Rocca, ove si trova tuttora, vicino alla tomba di
papa Adriano V[7].[8]
28
Papa Clemente IV
29
Il Pontificato
Un altro rapporto importante fu quello con il francescano inglese Ruggero Bacone (ingl.Roger Bacon), filosofo,
scienziato ed alchimista, al quale il papa chiese di riunire in un unico trattato tutta la sua opera e le sue scoperte:
nacque cos l'Opus maius, testo fondamentale di Bacone, che -tra l'altro- segnal anche al pontefice la necessit di
riformare il calendario giuliano, di cui lo scienziato aveva gi rilevato gli errori rispetto all'anno solare. Solo la morte
di Clemente interruppe questo proficuo rapporto. Va quindi senz'altro citata la straordinaria e lunghissima amicizia
con Luigi IX, re saggio, illuminato e dotato di grande fede (verr canonizzato nel 1297 da papa Bonifacio VIII), che
conobbe Clemente IV in giovent e gli fu sempre molto vicino. Meritano infine menzione i prolungati rapporti
epistolari che il papa intrattenne con Michele VIII Paleologo e con Abaqa, khan dei Tartari, volti soprattutto ad
ottenere l'appoggio dei due sovrani all'ottava crociata, combattuta da Luigi IX in Tunisia.
Elementi controversi
Gli storici hanno spesso avuto difficolt nel giudicare la figura di Clemente IV che, accanto ad aspetti indubbiamente
positivi e lodevoli come quelli sopra indicati, ne presenta altri che suscitano non poche perplessit. Nel 1265
autorizz, ad esempio, nelle cause d'eresia, l'uso della tortura, peraltro gi usata in larga misura in tutti i tribunali
laici del tempo; fu inoltre severissimo nei confronti degli "ebrei recidivi", per i quali chiese a Luigi IX castighi
esemplari. Anche se parzialmente giustificato dalle crociate di quegli anni, ebbe un atteggiamento di totale chiusura
nei confronti dei musulmani e dell'Islam: poich nella zona di Valencia vi erano insediamenti arabi, scrisse a
Giacomo I d'Aragona di esiliare quelle genti fuori dei confini del regno poich non era tollerabile che vi fossero
dei musulmani in un regno cristiano.
Papa Clemente IV
30
Molti dubbi hanno parimenti determinato negli studiosi i pesantissimi attacchi e la dura scomunica a Corradino
lanciati il 5 aprile 1268, durante le funzioni del gioved santo, dalla Cattedrale di Viterbo[11], mentre causa
addirittura sbigottimento l'episodio della lettura del biglietto scritto di pugno del papa, inviato a Carlo I d'Angi poco
prima della decapitazione di Corradino e contenente le lapidarie parole Mors Corradini, Vita Caroli. Vita Corradini,
Mors Caroli[12][13][14]. Tuttavia, alcuni storici ritengono l'episodio pretestuoso ed ideato dalla corte di Carlo per
mostrare come l'esecuzione, decisa dopo il processo e la condanna di Corradino, voluta solo dal sovrano angioino,
fosse avallata anche dalla Chiesa.[15].
Papa Clemente IV
Un giudizio in chiaroscuro
Si pu in definitiva arrivare alla conclusione che
Clemente IV sia stato un papa dotto, austero, pio,
onestissimo, tutte qualit importanti e rare in quel
difficile scorcio del XIII secolo; suscita invece
sconcerto al giorno d'oggi l'atteggiamento durissimo e
molto severo da lui assunto nei confronti di nemici e
avversari, religiosi e politici, veri o presunti che
fossero. Per meglio comprendere il carattere di questo
pontefice, cos importante nella storia di quegli anni,
occorre ricordare la lunga ed amichevole
frequentazione che egli ebbe con san Luigi, il re
crociato, e con san Tommaso, il teologo di "fede e
ragione", frequentazione che lo port, con ogni
probabilit, ad elaborare il concetto di un papato inteso
come "teocrazia razionale", in cui la ricerca del "vero"
fosse perseguita con rigida fermezza fino alle estreme
conseguenze, sia nell'ambito politico che in quello pi
strettamente religioso. In un simile pensiero era
ovviamente assente ogni riferimento alla spiritualit
Clemente IV e Carlo I d'Angi- affresco del XIII sec. nella Tour
francescana, che stava permeando il mondo cristiano in
Ferrande a Pernes-les-Fontaines(Vaucluse,Francia)
quell'epoca, grazie anche agli scritti ed alle predicazioni
di san Bonaventura; mancavano insomma a Clemente
IV quell'amore assoluto per il prossimo e quella bont d'animo che caratterizzeranno invece il suo successore papa
Gregorio X[16].
Note
[1] Dante:Purgatorio - Canto terzo, vv.125-133: chi parla Manfredi.
[2] Le premesse di questa alleanza erano state poste, come detto, dal predecessore di Clemente, Urbano IV, grazie anche all'opera del potente
cardinale Riccardo Annibaldi; cfr. Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, 1887, p.156 e segg. e Francis Roth, Cardinal Richard Annibaldi
first Protector of the Augustinian Order (http:/ / www. ghirardacci. it/ annibaldi/ indicean. htm).
[3] Il Papa impegn, per sostenere l'impresa di Carlo d'Angi, i fondi della fiscalit pontificia (v. C.Pinzi, op.cit.).
[4] Va detto che i napoletani accolsero con entusiasmo Carlo, mentre i siciliani mostrarono verso di lui costante diffidenza, che sfocier, nel
1282, nella celebre rivolta dei Vespri siciliani.
[5] Ornella Mariani: Corradino di Svevia in: http:/ / www. italiamedievale. org/ sito_acim/ personaggi/ corradino. html -La Mariani cita
espressamente il biglietto inviato a Carlo dal Papa che recita: Mors Corradini, Vita Caroli. Vita Corradini, Mors Caroli.
[6] C.Pinzi, op.cit., lib. VII, pag.247.
[7] Andrea Scriattoli: Viterbo nei suoi monumenti, p. 297 e segg.
31
Papa Clemente IV
[8] Interessante il fatto che i 19 cardinali riuniti a Viterbo per scegliere il successore di Clemente IV abbiano impiegato ben 33 mesi per
eleggere papa Gregorio X, causando la nota reazione dei viterbesi, con scopertura del tetto della sala dove i porporati erano stati segregati, che
port alla creazione del conclave (v.elezione papale del 1268-1271).
[10] Gli storici sono pressoch concordi nel riconoscere che questa operazione sia stata ideata autonomamente dall'arcivescovo Pignatelli,
nemico giurato di Manfredi, al quale Clemente IV avrebbe dato soltanto il consenso (F.Gregorovius, op. cit., p. 1333 e C.Pinzi, op. cit., lib.
VI, p. 178)
[11] C.Pinzi, op.cit., lib. VI, pp. 208 e segg.
[12] O.Mariani, op.cit.
[13] Antonio Parlato: Corradino di Svevia. L'ultimo ghibellino. pp. 124 e segg.
[14] Ferdinand Gregorovius, Storia della citt di Roma nel Medioevo, lib. X, cap.3, pp. 1358 e segg.
[15] Che Carlo volesse ammantare questo delitto ("necessario" per eliminare un legittimo pretendente al trono e un pericoloso avversario, crimine
inevitabile secondo la logica applicazione della lotta per la successione e secondo le conseguenze giuridiche della meticolosa applicazione
delle norme stabilite da Federico II nelle sue Constitutiones) dell'idea che Corradino fosse una minaccia, non per le sue ambizioni o per la
corona di Sicilia, ma per l'autorit della Chiesa, testimonato da una lettera che l'Angioino invi a Clemente IV e in cui gli disse che la fine
riservata al giovane era degna dei "persecutori della Chiesa"; v. S.Tramontana: Il mezzogiorno medievale pp. 86 e segg.
[16] Paolo Brezzi, La civilt del Medioevo Europeo, pp. 257 e segg.
[17] Salvador Miranda: The cardinals of the Holy Roman Church in http:/ / www2. fiu. edu. / ~mirandas/ cardinals. htm
Bibliografia
Hubert Jedin, Introduzione alla Storia della Chiesa, Brescia, Morcelliana, 1973.
Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati, 1887.
Antonio Parlato, Corradino di Svevia, Bari, Ed.Adda, 2002.
Paolo Brezzi, La civilt del medioevo europeo, Roma, Eurodes, 1978.
Andrea Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, F.lli Capaccini, 1915.
Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel medioevo, Torino, Einaudi, 1973.
Raffaello Morghen, L'et degli Svevi in Italia, Torino, Einaudi, 1973.
Laurent Ryder, Le Pape, le Roy et l'Alchimiste, Paris, Dragon d'Oc, 2009.
Norbert Kamp, Clemente IV (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/
default/BancaDati/Enciclopedia_dei_Papi/VOL02/ENCICLOPEDIA_DEI_PAPI_Vol2_000215.xml),
Enciclopedia dei Papi e Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, 2000.
Voci correlate
Carlo I d'Angi
Luigi IX di Francia
Hohenstaufen
Viterbo
Altri progetti
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Papa Clemente IV
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Collegamenti esterni
Biografia di papa Clemente IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/clemente-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1261.
htm#Foucois
Palazzo dei Papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Carlo I d'Angi in Diz. Biogr. Italiani Treccani- http://www.treccani.it/enciclopedia/
carlo-i-d-angio-re-di-sicilia_%28Dizionario-Biografico%29/
Ornella Mariani, Corradino di Svevia http://www.italiamedievale.org/sito_acim/personaggi/corradino.html
Francis Roth O.E.S.A., Cardinal Richard Annibaldi first Protector of the Augustinian Order (http://www.
ghirardacci.it/annibaldi/indicean.htm), Augustiniana PA, 1952-53 (traduz.it. di Angela Marziali, ediz. a cura di
Mario Mattei O.S.A.).
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Urbano IV
Papa Gregorio X
Predecessore
Vescovo di Le Puy-en-Velay
Successore
Armand de Polignac
1255-1257
1256-1259
Guillaume de La Rue
1260-1282
Predecessore
Arcivescovo di Narbona
Successore
Jacques
1257-1259
1259-1261
Maurin
1263-1272
Predecessore
Successore
1261-1265
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Gregorio X
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Papa Gregorio X
Papa Gregorio X
Elezione
Consacrazione
1 settembre 1271
27 marzo 1272
papa Clemente IV
Successore
papa Innocenzo V
Nome
Tedaldo Visconti
Nascita
Piacenza, 1210
Morte
Sepoltura
Duomo di Arezzo
Beato Gregorio X
Nascita
1210
Morte
10 gennaio 1276
Venerato da
Chiesa cattolica
Beatificazione 1713
Ricorrenza
10 gennaio
Gregorio X, nato Tedaldo Visconti (o Tebaldo o Teobaldo) (Piacenza, ca. 1210 Arezzo, 10 gennaio 1276), fu il
184 papa della Chiesa cattolica dal 1 settembre 1271 alla morte (10 gennaio 1276). A lui si debbono il Secondo
Concilio di Lione e la costituzione apostolica Ubi Periculum, che regola tuttora, con poche modifiche, l'elezione dei
papi. stato beatificato da Clemente XI nel 1713.
Papa Gregorio X
L'Inghilterra e la Crociata
Lasciata Liegi Tedaldo prese nel 1267 la croce di crociato a Parigi[9] e fu quindi inviato da papa Clemente IV in
Inghilterra per assistere il cardinale Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V, in una delicata e difficile missione di
cui faceva parte anche Benedetto Caetani, il futuro Bonifacio VIII, missione che si concluse nell'autunno del 1268.
Cos, in quel fatale 1268 in cui la morte di Corradino aveva segnato il tramonto della Casa imperiale di Svevia,
Tedaldo Visconti, pur avendo solo gli ordini minori, era buon amico del papa, di vari cardinali e futuri pontefici, di
teologi del calibro di san Bonaventura e san Tommaso, ed era stimato in tutta la Chiesa come uomo saggio, retto ed
onestissimo; proprio allora, il 29 novembre 1268, mor improvvisamente Clemente IV e si riunirono a Viterbo i
cardinali per dare inizio alla pi lunga e difficile elezione papale della storia della Chiesa[10]. Intanto Tedaldo,
all'inizio del 1270 aveva raggiunto Edoardo I d'Inghilterra per predicare la nona crociata a San Giovanni d'Acri; fu
35
Papa Gregorio X
qui che, all'inizio dell'autunno del 1271, lo raggiunsero i messi del Sacro Collegio per informarlo che i cardinali,
dopo una Sede vacante di ben 33 mesi, lo avevano eletto Sommo Pontefice della Chiesa di Roma[11].
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Papa Gregorio X
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Papa Gregorio X
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Papa Gregorio X
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Papa Gregorio X
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Papa Gregorio X
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Gli storici sono pressoch concordi nel ritenere non veritiera la notizia di un secondo concistoro, che si sarebbe
tenuto nel 1275 e nel corso del quale Gregorio X avrebbe creato altri due cardinali, Giovanni Visconti e Teobaldo da
Ceccano; in realt non vi sono notizie di due cardinali con questi nomi che, soprattutto, non risultano poi aver
presenziato a nessun conclave in quegli anni.
L'elenco dei cinque cardinali creati da Gregorio X nel 1273 importante ai fini della sua successione perch due (o
forse addirittura tre) di quei cardinali furono tra i suoi diretti successori. Infatti, alla morte di Gregorio X, fu eletto
papa Innocenzo V cio Pietro di Tarantasia, che regn dal 22 gennaio al 22 giugno del 1276; gli succedette
Ottobono Fieschi, vecchio amico di Gregorio X, che scelse il nome pontificale di Adriano V e regn dall'11 luglio al
18 agosto del 1276. Alla sua morte sarebbe stato eletto il 5 settembre 1276, secondo alcune fonti[29][30], Vicedomino
Vicedomini che avrebbe anche scelto il nome di Gregorio XI, ma che sarebbe poi improvvisamente morto il giorno
seguente, 6 settembre, prima ancora che la sua elezione venisse ufficialmente proclamata; va peraltro osservato che
non vi alcuna notizia di un simile evento nei documenti ufficiali[31][32]. Comunque, il 15 settembre 1276 fu eletto
papa Giovanni XXI, cio Pietro di Giuliano, destinato a regnare fino al 20 maggio 1277; il successore di quest'ultimo
sar infine, dopo una sede vacante di ben sei mesi, Niccol III, ovvero il potente cardinale Giangaetano Orsini.
Papa Gregorio X
Curiosit
Gregorio X fu il primo papa eletto da un Conclave, tenutosi a Viterbo in una forma molto simile a quella
odierna[33].
Note
[1] Cesare Pinzi,Storia della Citt di Viterbo, vol. II, Tip. Camera dei Deputati, Roma, 1889, pp. 299 e segg.- L'opera del Pinzi di rilevante
importanza per tutte le notizie relative alla vita di Gregorio X, considerato anche che cita, spesso integralmente, fonti manoscritte in latino; a
proposito del nome di battesimo del Visconti, Pinzi riporta il testo latino del decreto del Sacro collegio che comunica l'avvenuta elezione del
nuovo papa e delle lettere indirizzate dai cardinali al neo-eletto con il termine Tehaldus, che l'autore traduce in Tedaldo; l'accezione Tedaldo
quella del resto indicata dalla maggior parte degli storici, da Ludovico Gatto a Paolo Brezzi, da Norbert Kamp a Ferdinand Gregorovius.
[2] Ludovico Gatto: Gregorio X, in Enciclopedia dei Papi, 2000, Treccani.it http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems.
jsp?pathFile= .
[3] L. Gatto, op. cit.
[4] Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel Medioevo, vol. II, Einaudi, Torino, 1973, p. 1258.
[5] Paolo Brezzi: La civilt del medioevo europeo, Eurodes, Roma, 1978, p. 105.
[6] L. Gatto, op. cit.
[7] C. Pinzi, op. cit., lib. VII, p. 300
[8] Joseph Daris: Histoire du diocse et de la principaut de Lige, Demarteau, Liegi, 1890, pp. 381 e segg.
[9] L.Gatto, op. cit.
[10] C. Pinzi, op. cit., lib. VII, pp. 265 e segg.
[11] F. Gregorovius, op. cit., pp. 1363 e segg.
[12] C. Pinzi, op. cit., pp. 365 e segg..L'opera del Pinzi contiene una descrizione precisa ed attenta dei lavori del Conclave viterbese, basata su
fonti originali di grande interesse.
[13] In realt la causa diretta di questa ribellione dei cardinali alla Ubi Periculum nel luglio 1276 fu il trattamento durissimo loro riservato da
Carlo d'Angi nel conclave che elesse Adriano V; per costringere i porporati ad eleggere un papa a lui gradito (cosa che poi in realt non
avvenne), il sovrano angioino sottopose i membri del Sacro Collegio ad una serie di vessazioni ed angherie (vedasi in proposito F.
Gregorovius, op. cit., p. 1371)
[14] Atti del Convegno di studio nel VII centenario del 1 Conclave (1268-1271), a cura di AACST Viterbo, Ed. Agnesotti, Viterbo, 1975. La
raccolta degli Atti di questo convegno costituisce un documento fondamentale sia per il Conclave viterbese che per la Ubi Periculum,
considerato anche il livello dei relatori: Paolo Brezzi, Raoul Manselli, Ludovico Gatto, Norbert Kamp, Enzo Petrucci, Daniel Philip Waley,
Ovidio Capitani, p. Ilarino da Milano OFM, Eugenio Dupr Thesider, V. Ludovisi.
[15] F. Gregorovius, op. cit., p. 1364.
[16] C. Pinzi, op. cit., lib. VII, pp. 301 e segg.
[17] C. Pinzi, op. cit., lib. VII, p. 322.
[18] P. Brezzi, op. cit., pp. 106 e segg.
[19] F. Gregorovius, op. cit., pp. 1365-66.
[20] La Reggia giornale della Societ per Palazzo Ducale di Mantova 1995 (http:/ / www. societapalazzoducalemantova. it/ La_Reggia/
archiviopdf/ 1995/ febbraio1995-8. pdf)
[21] Antonino Franchi OFM: Il Concilio di Lione II (1274) secondo la 'Ordinatio concilii generalis lugdunensis, LIEF, Roma, 1965. Il testo del
Franchi contiene una delle pi accurate analisi di questo Concilio, essendo basato sulla citata 'Ordinatio, che costituisce la raccolta
manoscritta dei lavori conciliari..
[22] Lettera apostolica di Paolo VI per il VII centenario del Concilio di Lione II, in http:/ / www. vatican. va/ holyfather/ paul
vi/letters/1974/documents/hf_vi_let_19741019_centenario-concilio-ecumenico_lt.html -Si tratta di un documento di notevole interesse poich
illustra, in latino, la valutazione pressoch attuale della Chiesa su questo Concilio.
[23] L. Gatto, op. cit.. Il lavoro di Gatto valuta in modo puntuale gli esiti del Concilio.
[24] F. Gregorovius, op. cit., p. 1370.
[25] C.Pinzi, op. cit., lib. VII, p. 329.
[26] L. Gatto, op. cit.. Gatto molto attento nell'indicare tutte le frequentazioni di Gregorio X, nel corso della vita.
[27] Si vedano in proposito le opere citate di: Pinzi, p. 329; Gregorovius, p. 1370; Brezzi, p. 106; Gatto. Gli storici sono concordi nel giudizio
positivo del pontificato di Gregorio X, a volte con accenti addirittura di grande entusiasmo.
[28] Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church, 2010, on-line su http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ cardinals. htm -Il lavoro
del Miranda, storico cubano che lavora da tempo in USA, uno dei pi attenti e documentati sulla Storia della Chiesa on-line.
[29] Pietro Maria Campi, Historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza, 1651, p. 307(a. 1276); quest'opera interamente visibile on-line(google
books).
[30] Agostino Ceccaroni, Dizionario Ecclesiastico Illustrato, Vallardi, Milano, 1898, p. 669, voce Gregorio XI -1-. L'opera del Ceccaroni,
munita di imprimatur della Curia di Milano, pure reperibile on-line(archive.org).
[31] C. Pinzi, op. cit. p. 340, nota 4; il Pinzi, che cita il Campi, liquida la notizia come un buffo di vanit municipale.
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Papa Gregorio X
44
[32] Andrea Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Tip. Capaccini, Roma, 1915-20. Lo Scriattoli, nel descrivere il sepolcro del card. Vicedomini
(che si trova a Viterbo nella Basilica di San Francesco, vicino alle tombe di Clemente IV e Adriano V) cita il Ceccaroni ed nettamente
possibilista in merito alla possibile elezione di Vicedomino, riportando anche l'epitaffio funebre in latino che era presente sul sarcofago.
[33] http:/ / www. youtube. com/ watch?feature=endscreen& v=MkvcrB2QP8Y& NR=1
Bibliografia e fonti
Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, Roma, Tip.Camera dei Deputati, 1887-1889.
Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel Medioevo, Torino, Einaudi, 1973.
Ludovico Gatto, Gregorio X in Enciclopedia dei Papi, Treccani.it on line, 2000.
Paolo Brezzi, La civilt del medioevo europeo, Roma, Eurodes, 1978.
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Antonino Franchi, Il Concilio di Lione II (1274) secondo la Ordinatio concilii generalis lugdunensis, 1965,
Roma, LIEF.
Salvador Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church, http://www2.fiu.edu/~mirandas/conclave-xiii.
htm, 2010.
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Ludovico Gatto, Biografia di papa Gregorio X (http://www.treccani.it/enciclopedia/
gregorio-x_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Scheda su Papa Gregorio X (http://www.santiebeati.it/dettaglio/36775) in Santi, beati e testimoni Enciclopedia dei Santi. SantieBeati.it
Cardinali nominati da Gregorio X (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_x_12711276.htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/papa-gregorio-x_(Dizionario-Biografico)/
)
Palazzo dei Papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Salvador Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church, http://www2.fiu.edu/~mirandas/conclave-xiii.
htm, 2010.
Predecessore
Successore
Papa Gregorio X
Papa Clemente IV
45
1 settembre 1271 - 10 gennaio 1276
Papa Innocenzo V
Controllo di autorit VIAF: 78778341 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 78778341) LCCN: n82093763 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n82093763)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Innocenzo V
Papa Innocenzo V
Elezione
21 gennaio 1276
Incoronazione
2 febbraio 1276
papa Gregorio X
Successore
papa Adriano V
Nome
Pietro di Tarantasia
Nascita
Morte
Sepoltura
Papa Innocenzo V
46
1224 o 1225
Morte
22 giugno 1276
Venerato da
Chiesa cattolica
Beatificazione
14 marzo 1898
Ricorrenza
22 giugno
Biografia
Nacque tra il 1224 ed il 1225, probabilmente nella piccola cittadina di Champagny-en-Vanoise, presso Motiers,
nella valle della Tarantasia, in Savoia; peraltro, secondo una suggestiva ipotesi segnalata anche da storici francesi,
potrebbe essere nato sul versante italiano delle Alpi, nel villaggio di cours, appartenente al comune valdostano di
La Salle[1]. Entr nell'Ordine domenicano intorno al 1240 nel convento di Lione, che era frequentato dai pi noti
religiosi del tempo. Nel 1255 fu mandato presso lo Studium del Convento di S. Giacomo a Parigi, dove consegu il
titolo di magister in teologia nel 1259, anno in cui, insieme a confratelli del calibro di Tommaso d'Aquino ed Alberto
Magno, cur la riorganizzazione degli studi dell'Ordine domenicano[2].
Sempre nel 1259 gli fu affidata, presso l'Universit di Parigi, la celebre cattedra dei francesi che gli diede grande
notoriet, tanto da fargli guadagnare il titolo di Doctor famosissimus. Nel 1268, dietro espressa richiesta di Clemente
IV, predic la crociata con grande passione. Due volte provinciale dei domenicani di Francia nel 1264-1267 e
1269-1272, proprio nel 1272 papa Gregorio X, che lo aveva conosciuto molti anni prima nell'ateneo parigino e che
aveva con lui rapporti di stima e di amicizia, lo fece eleggere arcivescovo di Lione e l'anno successivo lo cre
cardinale vescovo con titolo di Ostia e Velletri[3].
Ebbe un importante ruolo nel corso del secondo Concilio di Lione, convocato da Gregorio X nel 1274, anche in
ragione del suo incarico di arcivescovo della citt lionese; proprio in funzione di questa carica fu lui a tenere l'elogio
funebre di Bonaventura da Bagnoregio, morto improvvisamente durante il Concilio. Terminato il concilio nel luglio
1274, Pietro fu molto vicino a papa Gregorio nei mesi successivi, quando il papa incontr a Beaucaire Alfonso X di
Castiglia (maggio 1275), e a Losanna Rodolfo I d'Asburgo (ottobre 1275); cos, alla morte di Gregorio X ad Arezzo
nel gennaio 1276, i cardinali riuniti in quella citt per eleggere il nuovo pontefice secondo le regole innovative della
costituzione apostolica Ubi Periculum, elessero papa al primo scrutinio il teologo domenicano, che scelse il nome
pontificale di Innocenzo V (21 gennaio 1276).
Mentre si recava a Roma, il nuovo pontefice ebbe un lungo incontro a Viterbo tra il 7 ed il 12 febbraio con Carlo
d'Angi[4], che nei giorni successivi conferm nelle cariche di senatore di Roma e vicario di Toscana[5], mentre, su
Papa Innocenzo V
consiglio del sovrano angioino, rinvi l'incoronazione di Rodolfo d'Asburgo, in attesa della restituzione delle
Romagne[6]. Uomo di notevole sapienza e religiosit, modesto e buono, non aveva grande esperienza di politica e
diplomazia e si lasci consigliare dall'Angi, anche se si impegn per tentare di pacificare l'Italia dai molti conflitti
che la soffocavano.
L'idea che comunque domin il suo breve pontificato fu, sulla scia del suo predecessore, quella della crociata per
liberare la Terrasanta, come indica chiaramente il suo documento programmatico Fundamentum aliud[7]; in questa
ottica va vista la sua attivit finalizzata all'unit con la Chiesa di Bisanzio ed i contatti con Michele VIII Paleologo,
in prosecuzione di quanto fatto da Gregorio X durante il secondo Concilio di Lione. Mentre per si faceva sempre
pi serrata la pressione angioina sul pio pontefice, questi mor, abbastanza all'improvviso, a Roma il 22 giugno 1276,
dopo soli cinque mesi di regno; qualche tempo pi tardi, durante il pontificato di Giovanni XXI, i suoi resti mortali
furono sepolti nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Purtroppo il sepolcro venne distrutto ed i resti furono
dispersi in occasione di un grave terremoto che colp la Basilica nel XVIII secolo. Innocenzo V stato beatificato da
Leone XIII il 14 marzo 1898, per conferma del culto ab immemorabili; la sua memoria religiosa cade il 22 giugno.
Opere
Teologo di notevole spessore, fu un autore molto fertile e scrisse, tra l'altro, anche opere di filosofia, diritto canonico,
etica, che lo fecero chiamare Doctor famosissimus. Molti suoi lavori sono purtroppo andati perduti; tra quelli ancora
reperibili vanno ricordati:
Curiosit
Il conclave che elesse Papa Innocenzo V fu quello col maggior numero di futuri papi, ben 5 su 13 cardinali (38.5%)
[8]
:
e questo senza tenere conto della vicenda del cardinale Vicedomino Vicedomini, definito da alcuni storici il papa di
un solo giorno.
47
Papa Innocenzo V
48
Note
[1] Jean Prieur, Hyacinte Vulliez: Saints et saintes de Savoie, Edit. Le Vieil, Annecy, 1999, pagg.87-88. In relazione a questa ipotesi, una via di
Aosta intitolata a Innocenzo V Papa.
[2] Paolo Vian: Innocenzo V,beato, in Enciclopedia dei Papi, Ist. Encicl. Ital. Treccani, Roma,2000, vol. II, pagg.423 e segg..
[3] Salvador Miranda: The cardinals of the Holy Roman Church, 2010, on-line su: http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1273. htm . L'opera
del Miranda costituisce una vera miniera sia per le notizie che per la corposa bibliografia.
[4] P.Vian, op. cit., pag.324.
[5] Cesare Pinzi: Storia della Citt di Viterbo, tip,Camera dei deputati, Roma, 1889, lib,VII, pag.330. Il Pinzi ricostruisce con precisione i fatti di
quel 1276, svoltisi spessissimo a Viterbo: tra questi fatti vi sono anche le vicende del pontificato di Innocenzo V.
[6] Ferdinand Gregorovius: Storia della Citt di Roma nel Medioevo, Einaudi,Torino, 1973, pag.1371. Il Gregorovius fornisce un'attenta analisi
del rapporto non semplice di Innocenzo V con Carlo d'Angi.
[7] P. Vian, op.cit., pag.325.
[8] http:/ / www. lanazione. it/ arezzo/ cronaca/ 2013/ 03/ 12/ 857818-arezzo-papa-conclave-cardinali-elezione-vaticano-chiesa. shtml
Bibliografia e fonti
Paolo Vian, Innocenzo V, beato in Enciclopedia dei Papi, Treccani.it on-line, 2000.
Salvador Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church, on-line, 2010.
Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel Medioevo, 1973, Torino, Einaudi.
Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, 1887-1889, Roma, Tip. Camera dei Deputati.
Voci correlate
Tarantasia
Ordine domenicano
Gregorio X
Concilio di Lione II
Carlo I d'Angi
La Salle (Italia)
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Innocenzo V (http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Scheda su Papa Innocenzo V (http://www.santiebeati.it/dettaglio/90783) in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia
dei Santi. SantieBeati.it
Predecessore
Successore
Papa Gregorio X
Papa Adriano V
Predecessore
Arcivescovo di Lione
Successore
Filppo II di Savoia
1272-1273
Aymar de Roussillon
Papa Innocenzo V
49
Predecessore
Successore
Enrico da Susa
1273-1276
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
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authorities/names/nr96036497)
Papa Adriano V
Papa Adriano V
Elezione
11 luglio 1276
papa Innocenzo V
papa Giovanni XXI
Ottobono Fieschi
Nascita
Morte
Sepoltura
Adriano V, nato Ottobono Fieschi (Genova, 1205 circa Viterbo, 18 agosto 1276), fu il 186 papa della Chiesa
cattolica nel 1276. Era il sesto figlio di Teodoro Fieschi, conte di Lavagna, e della di lui consorte Simona.
Papa Adriano V
Biografia
Apparteneva alla ricchissima ed antica famiglia genovese dei Fieschi, discendenti dei Conti di Lavagna. Poco si sa
della sua giovinezza, se non che intraprese presto la carriera ecclesiastica, ricoprendo in Francia incarichi di canonico
e arcidiacono; prima del 1250 fu arcidiacono presso la diocesi di Parma. Nel 1251 suo zio Innocenzo IV lo cre
cardinale diacono, assegnandogli la diaconia di Sant'Adriano. Ebbe importanti incarichi come legato pontificio sia
con lo zio che, successivamente, con Alessandro IV e con Urbano IV, venendo spesso inviato all'estero: durante
queste missioni si mise in luce per le sue capacit di fine diplomatico.
Nel 1259 venne nominato arciprete della Basilica Liberiana, carica che mantenne fino alla sua elezione al Soglio
Pontificio. Nel 1265 papa Clemente IV gli affid un incarico di estrema importanza, inviandolo prima in Francia,
presso Luigi IX, e quindi in Inghilterra, per mediare nella difficile vertenza che contrapponeva Enrico III ai suoi
Baroni. Pur appoggiando il sovrano, il cardinale Fieschi svolse comunque un'appassionata opera di pacificazione a
tutto campo, che gli provoc l'ostilit di Robert di Glover, il quale lo imprigion per alcuni giorni nella Torre di
Londra.
Liberato dal re, continu il suo impegno, ottenendo infine la pace tra le due parti. Nella parte finale di
quest'ambasceria (1267) fu raggiunto da altri due ecclesiastici: Tedaldo Visconti, il futuro papa Gregorio X, e
Benedetto Caetani, che diventer papa con il nome di Bonifacio VIII. Partecip successivamente al lunghissimo e
celebre Conclave viterbese che port all'elezione di papa Gregorio X, per il quale svolse ancora alcune missioni
presso la corte di Carlo d'Angi, nonostante la sua salute fosse peggiorata. Morto Gregorio all'inizio del 1276, e
deceduto a Roma dopo soli cinque mesi il suo successore Innocenzo V, nella citt capitolina ebbe inizio a fine
giugno di quel 1276 il conclave per eleggere il nuovo papa. Carlo d'Angi, che era senatore di Roma, assunse
l'incarico di Custode del conclave e, per influenzare i cardinali, li sottopose a varie angherie, segregandoli
pesantemente in Laterano e riducendo loro drasticamente il cibo[1], ma commettendo al contempo varie parzialit in
favore dei cardinali francesi.
Il fatto fece indignare i porporati italiani ed il potente cardinale Giangaetano Orsini riusc a convincere la
maggioranza degli elettori a scegliere un "papa di transizione" che li facesse uscire al pi presto da quella
situazione:[2] fu cos eletto (11 luglio 1276) il malandato Ottobono, che prese il nome di Adriano V in onore di
Adriano IV, unico papa inglese nella Storia della Chiesa, e della diaconia di cui era stato insignito 25 anni prima.
Alcuni storici riferiscono che, a coloro che si congratulavano con lui per l'elezione, il nuovo papa abbia detto: Di
che vi rallegrate?..non era meglio per voi lo avere un Cardinale sano, che un Papa moribondo?..[3][4] Come suo
primo atto il papa convoc in Laterano, nella stessa stanza dove era il suo letto d'infermo,[5] un concistoro segreto,
nel quale, ricordando le vessazioni subite durante il conclave, sospese la costituzione apostolica Ubi Periculum,
contenente le norme per l'elezione papale, riservandosi di riformarla successivamente (cosa che per non ebbe il
tempo di fare).
Quindi, non sopportando pi la canicola romana, il pontefice malato si rec, con la sua corte, a Viterbo[6] ove prese
dimora nel grande convento francescano adiacente la Basilica di San Francesco alla Rocca. Pochi giorni pi tardi
mor, senza essere stato ordinato sacerdote n tantomeno incoronato papa, dopo soli 39 giorni di regno (18 agosto
1276). I suoi resti mortali, per volont della famiglia, riposano nella stessa Basilica di San Francesco alla Rocca, in
uno splendido monumento sepolcrale, disegnato, con ogni probabilit, da Arnolfo di Cambio e realizzato da uno dei
Vassalletto, nota famiglia romana di scultori[7]. Nell'elezione papale, convocata dopo la sua morte, sarebbe stato
eletto papa, prima di Giovanni XXI, il cardinale Vicedomino Vicedomini, che avrebbe anche scelto il nome
pontificale di "Gregorio XI" il 5 settembre 1276, ma lo stesso sarebbe morto dopo poche ore, il 6 settembre, prima
che l'elezione potesse essere proclamata ufficialmente[8].
50
Papa Adriano V
Conclavi
Durante il periodo del suo cardinalato Ottobono Fieschi partecip ai seguenti conclavi ed elezioni papali:
Adriano V in letteratura
Adriano V stato "vittima" di due curiosi equivoci:[9] egli viene infatti citato nella Divina Commedia da Dante
Alighieri, che lo identifica con precisione e lo colloca nella quinta cornice del Purgatorio fra gli avari e i prodighi[10],
anche se in realt non sembrano esservi conferme di questa presunta avarizia, e nel medesimo equivoco cadde
Francesco Petrarca nel suo Rerum Memorandum Liber,[11] ma il poeta ne fece successivamente ammenda
rettificando il suo errore in una delle epistole raccolte nel Familiarium rerum libri.[12] Tutto questo avrebbe avuto
origine da una cronaca di Giovanni di Salisbury, filosofo e scrittore inglese che fu vescovo di Chartres nella seconda
met del secolo XII, che ascrive a Nicholas Breakspear (divenuto papa con il nome di Adriano IV) il vizio di una
grande avarizia accompagnata da una smodata sete di potere, vizi che, sempre secondo il citato cronista e filosofo
inglese, sarebbero scomparsi con l'ascesa al soglio pontificio. L'identit del nome pontificale scelto da entrambi i
pontefici sarebbe all'origine dei due equivoci.[9]. Amara ironia pu suscitare il fatto, gi citato, che Adriano V abbia
scelto il suo nome proprio in omaggio al suo antico predecessore inglese e in ricordo del suo importante soggiorno in
Inghilterra, oltre che in omaggio al titolo cardinalizio che 25 anni prima aveva assunto.
51
Papa Adriano V
52
Note
[1] In realt Carlo d'Angi applic alla lettera -ma solo per i cardinali italiani- le
norme introdotte da Gregorio X con la costituzione apostolica Ubi Periculum nel
1274; si veda F. Gregorovius, op. cit..
[2] Ferdinand Gregorovius: Storia della citt di Roma nel medioevo, Einaudi, Torino,
1973, pag.1371. Il Gregorovius descrive bene le vessazioni cui Carlo d'Angi
sottopose i cardinali ed il clima che port a questa scelta.
[3] Cesare Pinzi: Storia della Citt di Viterbo, Tip. Camera dei Deputati, Roma,
1889, lib. VII, pag.332. Il Pinzi riporta anche il testo latino della frase di Adriano
V, ripreso dalle Cronache del Pipino.
[4] Ludovico Antonio Muratori: Rerum Italicarum Scriptores, Roma, 1738, T.XI,
pag.723.
[5] C.Pinzi, op. cit., pag.333.
[6] Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church, 2010, vedi (http:/ /
www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1251. htm)
[7] Andrea Scriattoli: Viterbo nei suoi monumenti, F.lli Capaccini, Roma,1915-20,
pagg.290 e segg.
[8] Molti sono gli storici favorevoli a questa tesi: v. Alfonso Chacn, Vitae, et Res
Gestae Pontificum Romanorum etc., Roma, 1677, ed anche A.Ceccaroni,
Dizionario Ecclesiastico Illustrato, Milano, 1898.
[9] Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990. p. 422
[10] Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio - Canto diciannovesimo
vv.88-145
[11] Francesco Petrarca, Rerum Memorandum Liber, III, 95
[12] Francesco Petrarca, Familiarium rerum libri, IX, 25-28
Bibliografia
Voci correlate
Fieschi
Gregorio X
Carlo I d'Angi
Viterbo
Altri progetti
Papa Adriano V
53
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Fieschi (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1251.
htm#Fieschi).URL consultato in data 25 giugno 2010.
Ludovico Gatto: Biografia di papa Adriano V (http://www.treccani.it/enciclopedia/
adriano-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Visitare il palazzo dei papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo V
Predecessore
Successore
vacante
dal 1245
1251 - 1276
vacante
fino al 1288
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Elezione
Incoronazione
papa Adriano V
Successore
Nome
54
Nascita
Lisbona, ?
Morte
Sepoltura
Giovanni XXI, nato Pedro Julio detto Petrus Iuliani o Pietro di Giuliano o Pietro Ispano o Petrus Hispanus
(Lisbona, circa 1205-1220 Viterbo, 20 maggio 1277), fu il 187 papa della Chiesa cattolica dal 1276 alla morte.
Formazione e insegnamento
Petrus Hispanus o Petrus Iuliani nacque quasi certamente a Lisbona in un anno imprecisato tra il 1205 ed il 1220;
fu forse figlio del noto medico Julio Rebelo[2], anche se recentemente gli storici portoghesi pi accreditati fanno
notare come le notizie pi attendibili sulla sua vita siano posteriori al 1250[3]. Studi probabilmente all'Universit di
Parigi, dedicandosi alla teologia, con un'enfasi particolare sulla dialettica, la logica, e soprattutto la fisica e la
metafisica di Aristotele. Studi quindi medicina a Montpellier, o forse a Salerno. probabile che, tra il 1235 ed il
1245, abbia insegnato logica in Spagna e quindi in Francia, forse a Tolosa.
Dal 1245 al 1250 un Pietro Ispano risulta essere stato presente a Siena come medico e docente di medicina presso lo
Studium comunale universitario di quella citt, dove, con grande probabilit, avrebbe anche scritto molte opere
importanti tanto da essere definito dai suoi contemporanei magnus sophista, loycus et disputator atque
theologus[4], soprattutto per il suo compendio di logica formale Summulae Logicales, che fu il manuale di
riferimento sulla logica aristotelica in uso nelle universit europee per pi di 300 anni. Divisa in sette parti l'opera
nelle prime sei esponeva i principi fondamentali della logica aristotelica cos come l'aveva sistemata Boezio e nella
settima, De proprietatibus terminorum, trattava dell'apporto che la nova logica medioevale aveva portato a quella
classica.
Di Pietro Ispano sono anche i commentari al De anima e al De animalibus sempre di Aristotele. Tra gli scritti di
medicina si ricordano i Problemata, la Summa medicinae, il Liber de conservanda sanitate, il trattato di oftalmologia
De oculo ed il celebre Thesaurus pauperum (Il tesoro dei poveri), famosissimo manualetto di cure mediche ad uso
dei meno abbienti.
Raggiunse intorno al 1250 il culmine della sua attivit accademica, quando gli fu conferito il titolo di magister
presso la prestigiosa Universit di Parigi, come riconoscono concordemente gli storici, anche se non ben chiaro in
quale disciplina abbia svolto il suo magistero.
Alcuni storici hanno recentemente ipotizzato che, viste le rilevanti difficolt di attribuzione, solo pochissime delle
opere attribuitegli sarebbero state scritte effettivamente dal Pietro Ispano divenuto papa[5]
55
consacrato sacerdote.
Nel concistoro del 3 giugno 1273 Gregorio X lo cre cardinale come cardinale vescovo con titolo di Frascati. Con
questo titolo partecip ai lavori del secondo Concilio di Lione: le indicazioni conciliari sull'unit con i cristiani della
Chiesa d'Oriente saranno presenti in maniera significativa nel suo pontificato. Morto Gregorio X nel gennaio 1276,
partecip al breve conclave aretino che elesse Innocenzo V e quindi, morto anche quest'ultimo dopo soli cinque
mesi, prese parte al conclave lateranense che elesse Adriano V, conclave che vide i cardinali sottoposti a pesanti
vessazioni e restrizioni a opera di Carlo d'Angi, che voleva influenzare i porporati per far loro scegliere un papa a
lui gradito[6]. Dopo un brevissimo pontificato di 39 giorni anche Adriano V mor a Viterbo, il 18 agosto 1276, e i
membri del Sacro Collegio si ritrovarono in quella citt per procedere alla terza elezione papale in meno di nove
mesi.
Va osservato come, dopo l'importante regno di Gregorio X, che - per la prima volta dopo decenni - aveva restituito
alla Chiesa e al papato un ruolo centrale al di sopra delle parti, i cardinali si trovassero nuovamente in difficolt, in
quei mesi, per le forti pressioni del sovrano angioino, intenzionato a riportare la chiesa dalla sua parte. Cos, anche
quel conclave viterbese, svoltosi tra la fine di agosto e i primi di settembre 1276, ebbe luogo tra problemi di vario
genere: anzitutto i cardinali non volevano essere rinchiusi, visto che Adriano V aveva sospeso la costituzione
apostolica Ubi Periculum relativa all'elezione papale, dopo le angherie subite in Laterano da parte di Carlo d'Angi;
in realt la decisione di Adriano era giunta in un concistoro segreto tenuto nella camera da letto del papa appena
eletto e non era mai stata formalizzata con un documento ufficiale, vista anche la precoce scomparsa del pontefice: il
popolo viterbese dunque non ne voleva sapere e pretendeva che il conclave iniziasse quanto prima[7]. A questi
malumori popolari non era probabilmente estraneo lo stesso Carlo d'Angi, che, dal canto suo, si era portato con tutta
la corte nella cittadina di Vetralla, a soli dieci chilometri da Viterbo, con l'evidente intento di tenere sotto pressione il
Sacro Collegio.
I cardinali furono cos costretti a riunirsi in conclave; a questo punto, secondo diversi storici, sarebbe stato eletto
papa rapidamente, nel pomeriggio del 5 settembre, il cardinale piacentino Vicedomino Vicedomini[8], un umile e
modesto francescano, nipote di Gregorio X, che per, ritenendosi indegno della nomina, avrebbe chiesto una pausa
di riflessione preannunciando che, in caso di accettazione, si sarebbe chiamato Gregorio XI, ma sarebbe poi morto
56
Il nome
Prima di lui il nome di Giovanni era stato scelto nel
1024 da papa Giovanni XIX (che in realt in vita si
chiam "XVIII" e non "XIX") mentre non mai esistito
un papa Giovanni XX perch Pietro Ispano, come gran
parte degli storici della Chiesa del suo tempo, era
convinto che, dopo Giovanni XIV (983-984), tra
Bonifacio VII (984-985) e Giovanni XV (985-996),
fosse esistito un Papa Giovanni in pi, Ioannes XIV Bis
(985), e che l'Antipapa Giovanni XVI (997-998) fosse
stato vero Papa, tra Gregorio V e Silvestro II.
Gli storici corressero successivamente i nomi dei Papi
Giovanni XVI, XVII e XVIII in XVII, XVIII e XIX,
Tomba di papa Giovanni XXI conservata nella cattedrale di Viterbo
cos come li conosciamo oggi; lui poi corresse i nomi di
Giovanni XV, XVII, XVIII e XIX in "XVI", "XVIII", "XIX" e "XX" per inserirvi Ioannes XIV Bis come "Papa
Giovanni XV", e cont l'Antipapa Giovanni XVI come "Papa Giovanni XVII", per rimediare a quello che
considerava un errore: l'esclusione dalle liste di Ioannes XIV Bis era dovuta al fatto che sarebbe morto dopo soli
quattro mesi di papato, prima di essere consacrato; perci Giovanni XV, consapevolmente e legittimamente, ne
avrebbe ripreso il numerale (come accadde al prete Stefano e a Papa Stefano II nel 752). Cos divenne "Giovanni
XXI" anzich, come sarebbe stato giusto, "Giovanni XIX". Comunque sia il nome pontificale di Giovanni rimane
quello maggiormente scelto dai papi della Chiesa cattolica.
Note
[1] Dante, Paradiso - Canto dodicesimo, vv.134-135
[2] Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church,2010, testo on-line http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1273. htm -Il testo
del Miranda costituisce come sempre una ricchissima fonte sia di notizie che di bibliografia.
[3] Jos Francisco Meirinhos: Giovanni XXI in Enciclopedia dei Papi,Ist. Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, 2000, vol. II, pagg. 427-28, testo
on-line su Treccani.it. Il lavoro del Meirinhos costituisce una delle pi corpose e precise biografie di Giovanni XXI, con un'attenta distinzione
tra le notizie certamente documentate e quelle meno sicure.
[4] In Raffaello Franchini, Le origini della dialettica, Rubbettino Editore, 2006, nota 4, p.25
[5] J.F. Meirinhos, op. cit., pag.435.
[6] Ferdinand Gregorovius: Storia della Citt di Roma nel Medioevo, Einaudi, Torino, 1973, pag.1371. Il Gregorovius descrive con puntualit il
clima creato da Carlo d'Angi nel conclave lateranense che elesse Adriano V.
[7] Cesare Pinzi: Storia della Citt di Viterbo, Tip. Camera dei Deputati, Roma, 1889, lib. VII, pagg.336 e segg.. Questo episodio storico svoltosi
a Viterbo viene descritto dal Pinzi con dovizia di particolari e grande attenzione alle fonti bibliografiche.
[8] Gaetano Moroni: Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica, Venezia, 1835, vol. XXXII, pagg.278 e segg.. Il Moroni, nella sua
monumentale opera, fornisce un'attenta analisi della vicenda, indicando anche le posizioni degli storici fino ai suoi tempi.
[9] C.Pinzi, op.cit., vol. VII, pag.341.
[10] C.Pinzi, op. cit.,vol. VII, pag.342.
[11] John N. D. Kelly, Grande Dizionario illustrato dei Papi, Ed. PIEMME, Casale Monferrato, 1989 ISBN 88-384-1326-6, pag.510
[12] C.Pinzi, op. cit., vol. VII, pagg. 344-45.
[13] C.Pinzi, op. cit., vol. VII, pag.344.
[14] Canto XII, v. 134 e 135
[15] Carlo Carletti: Biografia di papa Damaso I (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ damaso-i_(Enciclopedia_dei_Papi)/ ) nell'Enciclopedia
dei Papi Treccani. Carletti, nella sua importante opera biografica su san Damaso, precisa come, in base a numerose epigrafi, si debba
considerare Roma come citt di nascita del papa, ove il padre era emigrato dalla penisola iberica prima della nascita di Damaso.
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58
Bibliografia e fonti
Claudio Rendina, I papi, storia e segreti, 2005, Roma, Ed. Newton Compton.
Jos Francisco Meirinhos, Giovanni XXI in Enciclopedia dei Papi, 2000, Roma, Ist.Enciclopedia It.Treccani
anche on-line.
Cesare Pinzi, Storia della Citt di Viterbo, 1887-89, Roma, Tip. Camera dei Deputati.
Salvador Miranda The Cardinals of the Holy Roman Church 2010, The Cardinals of the Holy Roman Church Biographical Dictionary - Consistory of June 3, 1273 (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1273.htm#Juliao)
Ferdinand Gregorovius, Storia della Citt di Roma nel Medioevo, 1973, Torino, Einaudi.
Voci correlate
Gregorio X
Cattedrale di San Lorenzo (Viterbo)
Ubi Periculum
Altri progetti
Collegamenti esterni
Jos Francisco Meirinhos, Papa Giovanni XXI (http://www.treccani.it/enciclopedia/
giovanni-xxi_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Visitare il palazzo dei papi di Viterbo (http://www.culturalazio.it/musei/colledelduomo/index.php)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Adriano V
Predecessore
Arcivescovo di Braga
Successore
Martinho II Geraldes
1273-1275
Sancho III
Predecessore
Successore
Odon de Chteauroux
1273-1276
Ordoo lvarez
Portale Cattolicesimo
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Elezione
25 novembre 1277
Insediamento
26 dicembre 1277
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Niccol III, nato Giovanni Gaetano Orsini (Roma, ca. 1216 Soriano nel Cimino, 22 agosto 1280), fu il 188 papa
della Chiesa cattolica dal 1277 alla morte. Era figlio di Matteo Rosso Orsini e di Perna Caetani.[1]
Biografia
Era un nobile romano appartenente alla potente famiglia Orsini. Fu nominato cardinale diacono piuttosto giovane,
nel concistoro del 28 maggio 1244, con il titolo della diacona di San Nicola in Carcere da papa Innocenzo IV. Fu
uno dei cardinali che accompagnarono Innocenzo IV nella sua fuga a Lione (28 giugno 1244), ove avrebbe tenuto un
concilio l'anno successivo, concilio al quale partecip anche il neocardinale Giovanni Gaetano Orsini. Fu legato
papale a Firenze nel 1252, in Francia nel 1258, nella provincia della Sabina nel 1262 ed in Viterbo nel 1276. Fu
storicamente rivale dell'altrettanto potente cardinale Riccardo Annibaldi, al quale contese ripetutamente, in quei
decenni, l'elezione al soglio pontificio.
Conclavi
Il cardinale Giovanni Gaetano Orsini partecip ai conclavi che elessero:
Non prese parte invece al conclave che il 21 gennaio 1276 elesse Papa Innocenzo V.
Pontificato
Giangaetano Orsini fu eletto papa a Viterbo nel novembre 1277 come successore di papa Giovanni XXI, in gran
parte grazie all'influenza della sua famiglia, dopo un periodo di sei mesi in cui la Santa Sede era rimasta vacante:
scelse il nome pontificale di Niccol III. Poich era cardinale diacono, fu subito consacrato sacerdote e creato
vescovo dai membri del Sacro Collegio nella Basilica Vaticana in Roma. Il suo non lungo pontificato (33 mesi)
venne segnato da diversi eventi importanti. Politico nato, rafforz notevolmente la posizione del Papa in Italia.
Concluse un concordato con Rodolfo I d'Asburgo, nel maggio 1278, con il quale la Romagna e l'Esarcato di Ravenna
venivano concessi al Papa; mentre in luglio eman una costituzione (Fundamenta militantis ecclesiae) per il governo
di Roma che avrebbe fatto epoca, la quale vietava agli stranieri di assumere incarichi civili e che dava al papa
l'incarico di regolamentare la nomina dei senatori, fermo il diritto del popolo romano ad eleggerli.[2] Niccol III
pubblic la bolla Exiit qui seminat il 14 agosto 1279, per appianare la contesa interna ai Francescani tra le fazioni di
osservanza stretta e lasca.
Fece riparare il palazzo del Laterano e il Vaticano ad un prezzo enorme, e fece costruire, tra il 1277 e il 1278, attorno
ad un palazzo-torre preesistente, una imponente fortezza (nota ai nostri giorni come Castello Orsini) che domina
ancora oggi l'abitato di Soriano nel Cimino, nei pressi di Viterbo. Bench uomo di studio e dal carattere forte, si
attir biasimi per i suoi sforzi nel cercare principati per i suoi nipoti e per altri consanguinei. Infatti nei suoi progetti
vi era quello di creare un grande stato o signoria nell'Italia settentrionale, comprendente la Romagna e la Toscana,
che fosse governata dagli Orsini. A tal fine nomin legato pontificio in Toscana e Romagna suo nipote, il cardinale
Latino Malabranca Orsini, ed invi a Forl, come assistente di questi, un altro nipote, Bertoldo Orsini, col titolo di
Conte di Romagna. Entrambi riuscirono ad ottenere nel 1279 una pacificazione delle contese armate della regione,
pacificazione che peraltro dur poco, poich l'anno dopo si riaccesero i conflitti. Il 22 agosto 1280 Niccol III mor
per un colpo apoplettico all'interno del castello da lui fatto erigere a Soriano nel Cimino, luogo amatissimo dal
pontefice. Il termine nepotismo, oggi largamente in uso, va ricondotto ai criteri adottati da questo Papa per nominare
nipoti e parenti in importanti incarichi.
Dante colloca Niccol III nella terza bolgia dell'ottavo girone infernale, riservata ai simoniaci.[3]
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Note
[1] La famiglia Caetani era uno dei casati pi eminenti in Roma; da essa provennero numerosi cardinali e due papi: Giovanni Caetani, detto
Coniulo (1082), diventuto papa con il nome di Gelasio II e Benedetto Caetani (1281), diventuto papa con il nome di Bonifacio VIII.
[2] Claudio Rendina, I papi, p. 490
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church - Orsini (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1244.
htm#Orsini).URL consultato in data 25 maggio 2010.
Biografia di papa Niccol III (http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-iii-papa/) nell'Enciclopedia dei
Papi Treccani
Cardinali nominati da Niccol III (http://www.araldicavaticana.com/creati da nicola_iii_12771280.htm)
Predecessore
Successore
Papa Martino IV
Predecessore
Successore
Ottone di Monferrato
1227-1244
1244-1277
Portale Cattolicesimo
Papa Martino IV
62
Papa Martino IV
...ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia:
dal Torso fu, e purga per digiuno
[1]
.
Papa Martino IV
Elezione
Consacrazione
22 febbraio 1281
23 marzo 1281
Successore
papa Onorio IV
Nome
Simone de Brion
Nascita
Morte
Sepoltura
Martino IV, al secolo Simon de Brion (Andrezel, 1210 circa Perugia, 28 marzo 1285), fu il 189 papa della
Chiesa cattolica dal 1281 alla morte.
Papa Martino IV
Biografia
Simon de Brion era nato in Francia, nel Castello di Mainpincien (Andrezel), Brie, attorno al 1210, figlio di Jean de
Brion, grand maire di Donnemarie-en-Montois.[2] I suoi fratelli Gilles e Guillaume avevano ricoperto importanti
incarichi con Luigi IX.
Presbitero e cardinale
Simon fu, per un breve periodo, semplice prete a Rouen, quindi divenne canonico e tesoriere presso la chiesa di St.
Martin a Tours. Nel 1260, fu nominato da Luigi IX Guardasigilli, cio Cancelliere di Francia.
Nel concistoro del 17 dicembre del 1261, venne creato cardinale prete, con il titolo di Santa Cecilia, da Papa Urbano
IV.
Simon ebbe l'incarico di legato per Urbano IV e per il suo successore Clemente IV nei negoziati per l'assunzione
della corona di Sicilia da parte di Carlo d'Angi, al quale fu sempre profondamente legato dal punto di vista politico
e personale. Successivamente, papa Gregorio X lo invi nuovamente come legato in Francia, per condannare gli
abusi della Chiesa Cattolica in quella nazione; qui indisse, a tale scopo, diversi sinodi riformatori, il pi importante
dei quali fu quello che si svolse a Bourges nel settembre 1276.
Sei mesi dopo la morte di Papa Niccol III, avvenuta nel 1280, Carlo d'Angi intervenne indirettamente nel conclave
di Viterbo, facendo imprigionare dai cittadini viterbesi i due pi influenti cardinali italiani, che si opponevano alla
fazione francese e furono accusati di interferenze illegali nel conclave. A questo punto, Simon de Brion, il 22
febbraio 1281, venne eletto papa all'unanimit e prese il nome di Martino IV. Va detto che Martino, subito dopo
l'elezione, e per dare alla stessa legittimit giuridica, scagli l'interdetto sulla citt di Viterbo.
Per quanto riguarda il nome, anche se egli, dopo Papa Martino I, fu solo il secondo papa a scegliere quel nome, si
verificarono degli errori perch i papi Marino I e Marino II furono conteggiati come Martino II e Martino III,
credendo, erroneamente, che Marino fosse una variante di Martino.
Come cardinale Simon de Brion partecip ai conclavi che elessero:
Papa Clemente IV (1264/1265)
Papa Gregorio X (1268/1271)
Papa Niccol III (1277)
mentre manc i tre conclavi del 1276 che elessero:
Papa Innocenzo V
Papa Adriano V
Papa Giovanni XXI
Il pontificato
La sua prima decisione, come sopra precisato, fu l'interdetto per la citt di Viterbo a causa dei tumulti e dell'arresto
dei due cardinali durante il conclave. A Roma per il popolo e la maggior parte del clero non erano assolutamente
inclini ad accettare un francese come Papa, perci Martino venne incoronato ad Orvieto il 23 marzo 1281 e si stabil
successivamente a Perugia.
Descritto come uomo molto pio ed intelligente, ebbe per il peso della sudditanza al re Carlo d'Angi, che lo aveva
fatto eleggere e del quale si sentiva comunque debitore. A lui trasfer la carica di senatore romano, perci il re fu
ulteriormente legittimato ad influenzare la politica papale. Seguendo gli interessi di Carlo d'Angi fortemente ostile
all'impero greco-ortodosso, e nonostante i pacifici segni che gli erano giunti dalla chiesa ortodossa, Martino IV
decise di scomunicare l'Imperatore greco Michele Paleologo. Questo port alla rottura con la chiesa ortodossa
nonostante la conciliazione che si era attuata gi in precedenza nel secondo concilio di Lione del 1274.
L'annus horribilis di Martino IV fu probabilmente il 1282:
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Papa Martino IV
64
Nel 1282, si svolse la battaglia di Forl: Martino invi un agguerrito esercito di francesi contro la citt di Forl,
rimasta forse l'ultima roccaforte ghibellina in Italia. I Francesi, dopo aver a lungo assediato la citt, furono infine
pesantemente sconfitti, anche grazie all'abilit strategica di Guido da Montefeltro, allora a capo delle milizie
forlivesi, e del suo consigliere, l'astronomo Guido Bonatti: l'episodio ricordato da Dante Alighieri.[3]
Sempre nel 1282, Carlo d'Angi venne rovesciato in una violenta e celebre rivolta nota come i Vespri Siciliani. I
siciliani avevano eletto Pietro III d'Aragona come loro Re; Martino IV us tutte le risorse materiali e spirituali a
sua disposizione contro di lui, cercando di conservare la Sicilia alla Francia. Scomunic Pietro III, dichiar sciolto
il suo Regno di Aragona, e ordin una crociata contro di lui, ma ogni sua decisione non ebbe alcun riscontro
pratico e Carlo perse la Sicilia.
Martino IV mor a Perugia il 28 marzo 1285 e venne sepolto nella cattedrale di quella citt.
Dante lo ricorda nel canto XXIV del Purgatorio: lo pone nella sesta cornice, tra le anime dei golosi, a causa della sua
famosa passione per le anguille del lago di Bolsena e per la Vernaccia di San Gimignano.[4]
Tra i sette cardinali nominati da Martino IV vi fu Benedetto Caetani, che in seguito ascender al trono papale come
Bonifacio VIII.
Note
[1] Dante Alighieri, Divina commedia, Purg., XXIV, 21-24
[3] Dante Alighieri dice di Forl:
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church - Brion (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1261.
htm#Brion).URL consultato in data 25 maggio 2010.
Biografia di papa Martino IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/martino-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Martino IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da martino_iv_12811285.htm)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Onorio IV
Predecessore
Successore
Simon de Sully
1262-1281
Jean Cholet
Portale Cattolicesimo
Portale Storia
Papa Onorio IV
65
Papa Onorio IV
Papa Onorio IV
Elezione
Insediamento
2 aprile 1285
20 maggio 1285
papa Martino IV
Successore
papa Niccol IV
Nome
Giacomo Savelli
Nascita
Morte
Sepoltura
Onorio IV, al secolo Giacomo Savelli (Roma, 1210 Roma, 3 aprile 1287), fu il 190 papa della Chiesa cattolica
dal 1285 alla sua morte.
Giacomo era membro della ricca ed influente famiglia dei Savelli. Era infatti figlio del senatore Luca Savelli e della
di lui consorte Giovanna Aldobrandeschi dei Conti di Santa Fiora. Era inoltre un pronipote di papa Onorio III.
Cardinalato
Nel 1261 venne nominato cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin da papa Urbano IV, che lo nomin anche
prefetto papale in Toscana e capitano dell'esercito pontificio. Per ordine di Papa Clemente IV, lui e altri tre cardinali
investirono Carlo d'Angi come re di Sicilia, a Roma, il 20 luglio 1265. Fu uno dei sei cardinali che elessero con un
compromesso papa Gregorio X, il 1 settembre 1271, a Viterbo.
Papa Onorio IV
Nel 1274 accompagn Gregorio X al concilio di Lione.
I conclavi
Il cardinale Giacomo Savelli partecip ai conclavi che elessero:
Il pontificato
L'elezione
Martino IV mor il 28 marzo 1285, a Perugia. Giacomo Savelli venne unanimemente eletto come suo successore il 2
aprile e prese il nome di Onorio IV. La sua elezione fu una delle pi rapide nella storia del papato. Il 20 maggio
venne consacrato vescovo e incoronato papa nella basilica di San Pietro a Roma. Onorio era gi in et avanzata e
cos gravemente affetto dalla gotta che non poteva n stare in piedi n camminare. Quando recitava messa era
obbligato a sedere su uno sgabello e, al momento dell'elevazione, le sue mani dovevano essere sollevate con l'aiuto
di un sistema meccanico.Wikipedia:Uso delle fonti
Il conflitto in Sicilia
Le questioni siciliane richiesero l'immediata attenzione di Onorio. In precedenza, sotto Martino IV, i siciliani
avevano rifiutato l'autorit del Papa detronizzando Carlo d'Angi e scegliendo Pietro III d'Aragona come loro re,
senza il consenso n l'approvazione del pontefice.
La rivoluzione del 31 marzo 1282, nota come Vespri Siciliani, aveva precluso ogni riconciliazione con Martino IV.
Questi aveva posto un interdetto sulla Sicilia e su Pietro, il quale venne privato anche del suo Regno d'Aragona, che
venne affidato a Carlo di Valois, il figlio di Re Filippo III di Francia. Martino, inoltre, assistette Carlo d'Angi nei
suoi tentativi di riprendere la Sicilia con la forza delle armi. I siciliani non solo respinsero gli attacchi di Carlo, ma
catturarono anche suo figlio, Carlo di Salerno. Il 6 gennaio 1285, Carlo d'Angi mor, lasciando il suo figlio
prigioniero come successore naturale.
Tali erano le condizioni in Sicilia quando Onorio IV ascese al trono papale. Egli era molto pi incline alla pace di
Martino IV, ma non rinunci alle pretese della Chiesa e della Casa d'Angi sulla corona siciliana, n tolse la severa
punizione ecclesiastica imposta sulla Sicilia.
D'altra parte, non approvava il governo tirannico al quale i siciliani erano stati sottoposti da Carlo d'Angi. Questo
risulta evidente dalla sua saggia legislazione, cos come viene incarnata dalla sua costituzione del 17 settembre
1285.[1] In questa costituzione, egli dichiara che nessun governo pu prosperare se non fondato sulla giustizia e la
pace, e promulgava 45 ordinanze, intese principalmente a proteggere le genti di Sicilia contro il loro re ed i loro
ufficiali.
La morte di Pietro III, avvenuta l'11 novembre 1285, cambi in qualche modo la situazione in Sicilia. Gli
succedettero i suoi due figli; Alfonso e Giacomo; il primo come Re d'Aragona, il secondo come Re di Sicilia. Onorio
IV, naturalmente, non riconobbe nessuno dei due. L'11 aprile 1286, scomunic solennemente Giacomo di Sicilia ed i
vescovi che avevano preso parte alla sua incoronazione a Palermo, il 2 febbraio 1286; ma n il re n i vescovi se ne
preoccuparono. Il re invi addirittura una flotta ostile sulla costa romana e distrusse con il fuoco la citt di Astura.
66
Papa Onorio IV
Carlo di Salerno, il legittimo re di Sicilia, che era ancora prigioniero dei siciliani, si stanc della sua condizione e
firm un contratto il 27 febbraio 1287, nel quale rinunciava alle sue pretese al Regno di Sicilia, in favore di Giacomo
d'Aragona e dei suoi discendenti. Onorio IV, comunque, dichiar nullo il contratto e viet tutti i futuri accordi simili.
Mentre Onorio IV fu inesorabile nella posizione presa nei confronti della Sicilia e del suo Re auto-imposto, le sue
relazioni nei confronti di Alfonso d'Aragona divennero meno ostili. Tramite gli sforzi di re Edoardo I d'Inghilterra, i
due diedero il via a dei negoziati di pace. Il Papa comunque, non visse abbastanza a lungo da portarli a termine, ma
si giunse ad una soluzione pacifica della questione aragonese, cos come di quella siciliana, nel 1302, sotto Bonifacio
VIII.
Roma
Roma e gli Stati della Chiesa godettero di un periodo di tranquillit sotto il pontificato di Onorio IV, cosa che non
accadeva da diversi anni. Onorio ebbe la soddisfazione di ridimensionare il pi potente e ostinato nemico
dell'autorit papale, il conte Guido da Montefeltro, che per molti anni aveva resistito alle truppe pontificie. L'autorit
del Papa era ora riconosciuta in tutto il territorio pontificio, che comprendeva l'esarcato di Ravenna, la marca di
Ancona, il ducato di Spoleto, la contea di Bertinoro, le Terre Matildine e la Pentapoli (ovvero le citt di Rimini,
Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona).
I romani furono lieti dell'elezione di Onorio IV, in quanto era un loro concittadino e fratello di Pandolfo, senatore
romano. Le continue intemperanze, che non avevano permesso a papa Martino IV di risiedere a Roma, cessarono ed
i romani invitarono Onorio a fare della citt la sua residenza permanente. Durante i primi mesi del suo pontificato
visse in Vaticano, ma nell'autunno del 1285 si spost nel palazzo fortificato che aveva fatto erigere sull'Aventino.
Altri conseguimenti
Onorio IV eredit i piani per un'altra Crociata, ma gradualmente si disinteress di questo progetto ereditato da
Gregorio X e si limit a raccogliere le decime imposte dal concilio di Lione (1274), accordandosi con le grandi
banche di Firenze, Siena e Pistoia perch agissero come sue agenti. I fondi raccolti per finanziare la crociata furono
usati, invece, per realizzare gli obiettivi politici della curia, come la guerra con l'Aragona ed il ritorno della Sicilia
sotto il potere degli Angioini, operazioni che furono chiamate "crociate".
I due pi grandi ordini religiosi dell'epoca, i domenicani ed i francescani, ricevettero molti nuovi privilegi da Onorio
IV, documentati nel suo Regesta. Egli spesso ne incaricava i membri per missioni speciali o ai vescovati dando loro,
inoltre, l'incarico esclusivo dell'Inquisizione. Nomin tra le loro file anche diversi vescovi, cosa che dimostrava
quanto fosse un appassionato sostenitore degli ordini religiosi.
Onorio approv, inoltre, i privilegi dell'ordine carmelitano e di quello degli eremiti agostiniani, permettendo ai primi
di cambiare il loro abito a strisce con uno bianco. Era anche particolarmente devoto dei Guglielmiti[2] e concesse ad
essi numerosi privilegi, oltre a quelli che questi avevano gi ricevuto da Alessandro IV e Urbano IV. Oltre a affidare
loro alcuni monasteri Benedettini abbandonati, concesse loro il monastero di San Paolo ad Albano, che era stato
fondato da Onorio stesso e riccamente dotato quando egli era ancora cardinale.
67
Papa Onorio IV
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L'11 marzo 1286 Onorio condann come eretici, con la bolla Olim felicis recordationis, i "Fratelli Apostolici", una
setta che predicava idee estremiste sulla povert evangelica, fondata da Gherardo Segarelli a Parma nel 1260.[3]
Salimbene, il cronista di Parma, afferm che Onorio era un nemico degli ordini religiosi.Wikipedia:Uso delle fonti
Ai tempi dell'Universit di Parigi egli sostenne la fondazione di cattedre per le lingue orientali, allo scopo di dare
l'opportunit di studiarle a chi aveva voluto adoperarsi per la conversione dei musulmani e per la riunificazione delle
Chiese scismatiche d'oriente.
Note
[1] Constitutio super ordinatione regni Siciliae in Bullarium Romanum, Torino, IV, 70-80
[2] Quello dei Guglielmiti era un ordine fondato da Alberto, primo discepolo di San Guglielmo d'Aquitania ( 1157). L'Ordine fu sciolto nel XIX
secolo.
[3] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL), ISBN 88-384-1326-6, p. 519
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Onorio IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/onorio-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
(EN) The cardinals of the Holy Roman Church - Savelli (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1261.
htm#Savelli).URL consultato in data 25 maggio 2010.
Cardinali nominati da Onorio IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da onorio_iv_12851287.htm)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Martino IV
Papa Niccol IV
Predecessore
Successore
1261-1285
Portale Cattolicesimo
Papa Niccol IV
69
Papa Niccol IV
Papa Niccol IV
Elezione
15 febbraio 1288
Incoronazione
22 febbraio 1288
papa Onorio IV
Successore
papa Celestino V
Nome
Girolamo Masci
Nascita
Morte
Sepoltura
Niccol IV, al secolo Girolamo Masci (Lisciano, 30 settembre 1227 Roma, 4 aprile 1292), fu il 191 papa della
Chiesa cattolica dal 1288 alla morte nonch il primo pontefice appartenente all'Ordine Francescano.
Figlio di un chierico, nacque il giorno della festa di San Girolamo a Lisciano viculus o villa a tre chilometri da
Ascoli, membro della famiglia de Maxio, di Mascio, Massi, Massei, che avrebbe i suoi capostipiti nella stirpe de
Lixiano, i cui domini loci, Berardo e Guglielmo, furono fideles della casa di Svevia.
Papa Niccol IV
Biografia
Gli inizi
Non si hanno notizie circa la prima formazione di Girolamo Masci, detto Girolamo d'Ascoli, che tuttavia potrebbe
essere legata ai maestri della cattedrale di Ascoli, come sembrerebbero indicare le parole con cui lo stesso Niccol
IV accompagn il dono del prezioso piviale (oggi esposto nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno) alla chiesa della
cattedra vescovile.
Girolamo ader al progetto di vita proposto da San Francesco (che si era fermato nella citt di Ascoli nel 1215)
entrando nel convento Sancti Laurentii de Carpeneta.
La sua ascesa in seno all'Ordine francescano fu rapida grazie alle sue doti morali e dottrinali, anche se il suo
cammino di servizio fu arduo e faticoso. Dapprima predicatore di chiara fama, divenne lettore per poi conseguire il
titolo di Magister theologiae nello studio di Perugia insieme a Corrado d'Ascoli.
Legato pontificio
Nel 1272 fu inviato da San Bonaventura in Dalmazia quale Ministro Provinciale per poi essere, nell'autunno del
medesimo anno, investito da papa Gregorio X della delicata missione ad Graecos. Accanto alla questione del
recupero di Bisanzio, che rendeva inquieto l'imperatore Michele VIII Paleologo, il pontefice intendeva, infatti,
risolvere le divergenze tra la Chiesa greca e quella romana in vista dell'apertura del Concilio di Lione indetto per il
maggio del 1274. Nel 1274 succedette a Bonaventura da Bagnoregio nella carica di Ministro Generale dell'Ordine,
che tenne fino al 1279. Il neoeletto papa Innocenzo V, nel 1276, confer a Girolamo un nuovo incarico per rafforzare
i risultati politici gi raggiunti con l'imperatore Michele VIII e per definire le questioni liturgiche e dottrinali con il
patriarca Giovanni XI Bekkos. Con la precoce morte del pontefice la missione fu per affidata dal nuovo papa
Giovanni XXI a due vescovi ed a due domenicani. Girolamo invece fu inviato a Parigi (con Giovanni da Vercelli,
Ministro generale dei Domenicani) per la questione della successione al trono di Castiglia e Len, retto da Alfonso
X. La pace risultava basilare in vista dell'auspicata crociata, secondo le indicazioni del Concilio di Lione del 1274.
L'abilit diplomatica dei due inviati papali port alla stipula di una tregua fino all'autunno del 1277.
La porpora cardinalizia
Girolamo torn a Parigi su incarico del pontefice Niccol III, dato che la tregua non era stata rispettata, quando gli
giunse la notizia della sua elezione in data 12 marzo 1278 a cardinale presbitero di Santa Pudenziana e Patriarca
latino di Costantinopoli, da parte di papa Niccol III. Papa Martino IV lo nomin poi cardinale vescovo di Palestrina.
Vacante la Sede Apostolica a seguito della morte del sommo pontefice Onorio IV, il cardinal Masci si trov da solo
ad accogliere Rabban Bar Sauma, ambasciatore dell'imperatore di Persia e del patriarca della Chiesa Nestoriana, per
le questioni attinenti possibili accordi in funzione antiaraba. Nell'estate del 1287 il Conclave, riunito per l'elezione
del nuovo pontefice, mostr tutte le divisioni generate dalla difficile situazione in cui la Santa Sede era chiamata a
muoversi. Solo il 22 febbraio 1288 il Sacro Collegio, decimato da epidemie e febbri malariche, con la presenza di
sette cardinali che avevano svolto compiti delicati quali ambasciatori, considerata l'esigenza di riaffermare la libertas
ecclesiae, elevava al soglio di Pietro Girolamo d'Ascoli che, dopo un reiterato rifiuto, assunse il nome di Niccol IV.
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Papa Niccol IV
Il papato
Eletto papa all'unanimit il 15 febbraio 1288, dopo una vacanza del
soglio pontificio di undici mesi, rifiut ma, eletto una seconda volta il
22 dello stesso mese, fin con l'accettare.[1] Egli fu il primo religioso
francescano della storia a diventare papa.[2]
Secondo l'agiografia cattolica fu "un frate pio e amante della pace,
senza altre ambizioni se non il bene della Chiesa". Si dedic con
particolare zelo all'"estirpazione dell'eresia", organizzando crociate
contro i "nemici della Chiesa". In politica interna intraprese una via
equidistante dalle varie fazioni romane. In politica estera raggiunse
importanti successi che accrebbero l'autorit e il prestigio del papato.
All'inizio del suo pontificato, che dur quattro anni, Niccol IV invi
una lettera ai sovrani, vescovi e abati indicando le linee guida della sua
azione di governo con le parole: ... provvedere alla Chiesa e ad un
mondo gravemente turbato dalla moltiplicazione delle guerre, non
Niccol IV
differire di porre rimedio ai pericoli che minacciavano la Terra Santa,
priva di ogni sostegno. Egli fu nominato dai romani "senatore a vita"
ma lasci subito la carica nominando senatori prima Orso Orsini e poi Bertoldo Orsini. Appoggiatosi inizialmente a
questa famiglia romana ed accortosi che questa non riusciva mantenere l'ordine nella citt, dilaniata da continue lotte
tra fazioni, si affid ai Colonna[3] Tra i suoi primi atti di governo vi fu quello di trasferire la sede della Curia da
Roma a Rieti e privilegi ed incentiv il traffico lungo la via Flaminia, la strada che assicurava a Roma i
collegamenti pi veloci verso il nord e che peraltro era sempre transitabile anche in inverno.
A Rieti, il 16 maggio 1288 giorno di Pentecoste, Niccol nomin sei cardinali, con lo scopo di costituire un
manipolo di fidati collaboratori per le questioni pi urgenti che assillavano l'amministrazione dello Stato della
Chiesa. Il primo di essi, gi vescovo di Osimo, era l'amico Bernardo o Berardo Berardi da Cagli, che diviene
cardinale vescovo di Palestrina (gi prima detenuta dallo stesso Niccol IV ai tempi del suo cardinalato) e l'ufficio
plenae legationis con facolt di ... sradicare, distruggere, dissipare, disperdere, edificare e piantare e fare qualsiasi
cosa ad honorem Dei et prosperum statum ..., nel Regno di Sicilia subito dopo la risoluzione del contrasto e
l'incoronazione di Carlo d'Angi.[4] Al neo-eletto cardinale Pietro Colonna fu assegnato invece il compito di paciere
a Roma, e ai novelli cardinali Benedetto Caetani (futuro papa Bonifacio VIII) e Matteo Rosso Orsini nel maggio
1288 fu dato l'incarico di pacificare Perugia.
Tra i cardinali eletti in quel giorno figuravano anche il francescano Matteo d'Acquasparta, allora Ministro generale,
creato col titolo presbiterale di San Lorenzo in Damaso, magister insigne di Parigi e Bologna e il domenicano Ugo
Aycelin de Billom di Alvernia, colto lector, col titolo presbiterale di Santa Sabina.
Niccol IV, reduce da un'intensa quanto spesso proficua attivit diplomatica, era fermamente convinto che per
difendere efficacemente la Terra Santa su cui gravava la minaccia araba, fosse propedeutica la composizione dei
contrasti tra le maggiori potenze cristiane. Per tale motivo il suo primo anno di pontificato fu focalizzato a sanare le
divergenze quando non anche gli accesi contrasti tra le parti generati dall'azione politica caratterizzata da scarso
realismo dei pontificati precedenti (come quello di Martino IV, che commin la scomunica al Paleologo).
Nel maggio 1289 incoron Re Carlo II di Napoli e Sicilia, dopo che questi aveva riconosciuto espressamente la
sovranit papale, e nel febbraio del 1291 concluse un trattato con Alfonso III d'Aragona e Filippo IV di Francia che
puntava all'espulsione di Giacomo II d'Aragona dalla Sicilia. La perdita di Tolemaide nel 1291, provoc il rinnovato
entusiasmo del papa per una nuova Crociata in Terra Santa.
Per la crociata occorreva motivare le persone e reperire i mezzi necessari. Per tale motivo, instancabilmente, si
rivolse ai monarchi, ai patriarchi e ai responsabili degli ordini cavallereschi Templari, Gersolomitani e Teutonici. Il
71
Papa Niccol IV
1290 reca il segno della propaganda per la crociata in Terra Santa attraverso l'esortazione rivolta a tutti i fedeli ad
suscipiendum Crucis signum. Per la predicazione il pontefice si affid ai Francescani ed ai Domenicani di Lombardia
e della provincia romana nonch agli Agostiniani, mentre al patriarca di Gerusalemme fu domandato di predicare la
Croce nelle terre a lui soggette. La predicazione ebbe notevole successo nella Marca tanto che la sola Camerino (al
cui vescovo il pontefice invi lettera di encomio) aveva arruolato ben quattrocento crocesignati. Di fronte per alla
scarsezza dei mezzi finanziari, Niccol IV si attiv con forza cercando di coinvolgere le citt di Acri, Tiro e Ciro, del
Gran Maestro dei Templari, degli Ospedalieri e dei Teutoni, dei Consoli di Pisa e del Baiuolo di Venezia. Ma
rimaneva ferma la posizione contraria del re di Francia Filippo IV. Infine, stante il rifiuto francese, il pontefice trov
l'adesione di Edoardo I d'Inghilterra, che promise di partire il 24 giugno 1293, giorno di San Giovanni. Ma il tempo
era scaduto: il 15 maggio 1291 San Giovanni d'Acri fu assalita e tre giorni dopo giunse la notizia della sua
capitolazione. Dopo il forte sconforto iniziale del fallimento di un progetto accarezzato per anni, Niccol IV torn a
rielaborare l'idea della crociata facendo esperienza degli errori. Insieme ai rinnovati contatti con Filippo il Bello, cui
sottopose l'idea di unificare gli ordini cavallereschi, egli avvi una febbrile attivit per coinvolgere Balcani,
Armenia, Marocco, Africa, Tartari e Cina. A tale scopo furono mandati predicatori, tra i quali il famoso francescano
Giovanni da Montecorvino, ad operare tra i Bulgari, i Tatari e i Cinesi. Mentre le lettere del pontefice erano ovunque
accolte con benevolenza, le asprezze giungevano proprio dall'Europa cristiana. L'animosit e i conflitti d'interesse
fecero naufragare il grande progetto di Niccol IV, della cui valenza spirituale solo ora si inizia a comprendere la
reale e profonda portata.
Nel 1288 organizz una crociata anche contro il re d'Ungheria Ladislao IV, allora intento a rinforzare lo Stato
ungherese con l'aiuto dei Cumani (da poco giunti nel paese), verso i quali mostr eccessiva tolleranza pur essendo
musulmani e pagani, ovvero praticanti la loro religione tradizionale animista - sciamanica. La crociata si trasform in
una guerra civile interna all'Ungheria e alla fine Ladislao IV fu assassinato.
Il 18 luglio 1289 Niccol IV emise un'importante costituzione (Bolla pontificia Coelestis altitudo, del 18 giugno) che
garantiva ai cardinali la met di tutte le entrate della sede di Roma, nonch una parte della gestione finanziaria,
spianando la strada a quell'indipendenza del collegio dei cardinali che, nel secolo successivo, sarebbe tornata a
sfavore del papato stesso.
Niccol IV mostr un interesse misurato verso la sua terra d'origine. Tra i primi atti del suo governo figura, il 27
giugno 1288, la nomina del Rettore della Marca nella persona di Giovanni Colonna, famiglia romana alla quale era
particolarmente legato, tanto che la satira del tempo lo raffigurava racchiuso entro una colonna. Inoltre annett
Urbino, con il suo comitato e diocesi alla Marca d'Ancona il 25 giugno 1288, e dispose la rifondazione della citt di
Cagli, distrutta dal fuoco purificatore appiccato dai ghibellini nel settembre del 1287 mentre tentavano di conquistare
il governo del libero comune a guida guelfa. In proposito l'attenzione del pontefice, nonostante i molteplici e
pressanti impegni, fu quanto mai forte. Egli, con sue bolle emanate dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, non esit
ad entrare anche nei dettagli della ricostruzione d'imperio, impartendo al Colonna direttive spesso minuziose. Per
disegnare l'impianto della nuova citt, che per la data del 9 febbraio 1289 battezz con il nome di Sant'Angelo
Papale, il pontefice, stando all'attribuzione della Scoccianti, avrebbe chiamato Arnolfo di Cambio il quale import
avanzate soluzioni in parte tratte dalle bastides francesi: soluzioni che, si ipotizza, avrebbero poi ispirato Leon
Battista Alberti. Con un avanzato progetto urbanistico la citt abbracciava la chiesa di San Francesco (la pi antica
delle Marche) che nel 1234 era stata costruita extra-muros'.
Niccol mor il 4 aprile 1292, nel palazzo che aveva fatto costruire a fianco della Basilica di Santa Maria Maggiore,
ove raffigurato, implorante, nel mosaico del catino absidale ai piedi della Madonna. Nella stessa Basilica vi pure
il suo monumento funebre, che ne sormonta la tomba, realizzato circa tre secoli dopo da Domenico Fontana.
72
Papa Niccol IV
I conclavi
Il cardinale Girolamo Masci partecip ai conclavi:
Conclave del 1280-1281, che elesse Papa Martino IV
Conclave del 1285, che elesse Papa Onorio IV
Conclave del 1287-1288, nel quale fu eletto egli stesso.
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
Bibliografia
A. Franchi, Nicolaus Papa IV. 1288-1292 (Girolamo d'Ascoli), Ascoli Piceno, 1990.
F. Mariano e S. Papetti (a cura di), I Papi marchigiani. Classi dirigenti, committenza artistica mecenatismo
urbano da Giovanni XVIII a Pio IX, Ancona, 2007.
A. Mazzacchera, Una citt per la chiesa di San Francesco. Il caso della traslazione di Cagli voluta da papa
Niccol IV in Arte francescana tra Montefeltro e papato 1234-1528, Electa, Milano, 2007, ISBN
978-88-6130-350-8
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church - Masci 25 maggio 2010 (http://www2.fiu.edu/~mirandas/
bios1278.htm#Masci)
Biografia di papa Niccol IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Niccol IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da nicola_iv_12881292.htm)
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Papa Niccol IV
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Successioni
Predecessore
Successore
Papa Onorio IV
Papa Celestino V
Predecessore
Successore
Bonaventura da Bagnoregio
1257-1274
1274-1279
Bonagrazia da Bologna
1279-1285
Predecessore
Successore
1278-1281
Predecessore
Successore
1281-1288
Bernardo Berardi
1288-1291
Portale Cattolicesimo
Papa Celestino V
Papa Celestino V
Elezione
Incoronazione
5 luglio 1294
29 agosto 1294
papa Niccol IV
Portale Storia
Papa Celestino V
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Successore
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
1209 circa
Morte
19 maggio 1296
Venerato da
Chiesa cattolica
19 maggio
Patrono di
Celestino V, nato Pietro Angelerio (o secondo alcuni Angeleri) e detto Pietro del Morrone (Molise, fra il 1209 ed
il 1215 Fumone, 19 maggio 1296), fu il 192 Papa della Chiesa cattolica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294.
Eletto il 5 luglio 1294, fu incoronato ad Aquila (oggi L'Aquila) il 29 agosto nella Basilica di Santa Maria di
Collemaggio, dove sepolto. Celestino V fu il primo Papa che volle esercitare il proprio ministero al di fuori dei
confini dello Stato Pontificio e il sesto, dopo San Clemente I[1][2], Ponziano[3], Silverio[4][5], Benedetto IX[6][7] e
Gregorio VI[8][9] ad abdicare.
venerato come Santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio. patrono di Isernia e
compatrono de L'Aquila, di Urbino e del Molise.
Biografia
La vita eremitica
Di origini contadine, penultimo di dodici figli,
certo che Pietro da Morrone nacque tra il 1209 e il
1215 (la fonte pi accreditata la cosiddetta Vita
C[10] che racconta che aveva 87 anni al momento
della morte avvenuta il 19 maggio 1296 e ci
vorrebbe dire, come dicono altre fonti, che sarebbe
nato nel 1209) in Molise. La sua nascita
tradizionalmente rivendicata da due comuni:
Isernia[11] e Sant'Angelo Limosano (dei quali
patrono). In seguito altre due localit ne hanno
anch'esse rivendicato i natali: Sant'Angelo in
Grotte (frazione di Santa Maria del Molise)[12] e
Castrum Sancti Angeli de Ravecanina[13], nel
casertano.
Papa Celestino V
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Papa Celestino V
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Sopravvenne un'epidemia di peste che indusse allo scioglimento del Conclave. Nel corso dell'epidemia il cardinal
francese Cholet fu colpito dal morbo e mor, per cui il Collegio cardinalizio si ridusse ad 11 componenti.
Pass pi di un anno prima che il Conclave potesse nuovamente riunirsi, perch un profondo disaccordo si era creato
circa la sede in cui convocarlo (Roma o Rieti). Finalmente si riusc a trovare una soluzione sufficientemente
condivisa, stabilendo la nuova sede nella citt di Perugia; era il 18 ottobre 1293.
I porporati per, nonostante le laboriose trattative, non riuscivano ad
eleggere il nuovo Papa, soprattutto per la frattura che si era creata tra i
sostenitori dei Colonna e gli altri cardinali. I mesi si susseguivano
inutilmente e il permanere della sede vacante aumentava il malcontento
popolare che si manifestava attraverso disordini e proteste, anche negli
stessi ambienti ecclesiastici.
Si giunse cos alla fine del mese di marzo del 1294, quando i cardinali
dovettero registrare un evento che, probabilmente, contribu, forse in
maniera determinante, ad avviare a conclusione i lavori del Conclave.
Erano in corso, in quel momento, le trattative tra Carlo II d'Angi, Re di
Napoli, e Giacomo II, Re di Aragona, per sistemare le vicende legate
all'occupazione aragonese della Sicilia, avvenuta all'indomani dei
cosiddetti vespri siciliani, del 31 marzo 1282. Poich si stava per giungere
alla stipula di un trattato, Carlo d'Angi aveva necessit dell'avallo
pontificio, la qual cosa era impossibile, stante la situazione di stallo dei
lavori del Conclave. Spinto da questa esigenza, il re di Napoli si rec,
insieme al figlio Carlo Martello, a Perugia dove era riunito il Conclave, con
lo scopo di sollecitare l'elezione del nuovo Pontefice. Il suo ingresso nella
sala dove era riunito il Sacro Collegio provoc ovviamente la riprovazione
di tutti i cardinali e il re fu cacciato fuori, soprattutto per l'intervento del
cardinale Benedetto Caetani. Questa vicenda, con molta probabilit,
indusse i cardinali a prendere coscienza del fatto che si rendeva necessario
chiudere al pi presto la sede vacante.
Nel frattempo, Pietro del Morrone aveva predetto "gravi castighi" alla Chiesa se questa non avesse provveduto a
scegliere subito il proprio pastore. La profezia fu inviata al Cardinale Decano Latino Malabranca, il quale la present
all'attenzione degli altri cardinali, proponendo il monaco eremita come Pontefice; la sua figura ascetica, mistica e
religiosissima, era nota a tutti i regnanti d'Europa e tutti parlavano di lui con molto rispetto. Il Cardinale Decano,
per, dovette adoperarsi molto per rimuovere le numerose resistenze che il Sacro Collegio aveva sulla persona di un
non porporato. Alla fine, dopo ben 27 mesi, emerse dal Conclave, all'unanimit, il nome di Pietro Angelerio del
Morrone; era il 5 luglio 1294.
L'elezione unanime da parte del Sacro Collegio di un semplice monaco eremita, completamente privo di esperienza
di governo e totalmente estraneo alle problematiche della Santa Sede, pu forse essere spiegato dal proposito
attendista di tacitare l'opinione pubblica e le monarchie pi potenti d'Europa, vista l'impossibilit di eleggere un
porporato su cui tutti fossero d'accordo.Wikipedia:Uso delle fonti
possibile che i cardinali fossero pervenuti a questa soluzione pensando anche di poter gestire, ciascuno a modo
suo, la totale inesperienza del vecchio monaco eremita, guidandolo in quel mondo curiale e burocratico a cui egli era
totalmente estraneo, sia per reggere meglio la Chiesa in quel difficile momento, sia per vantaggi
personali.Wikipedia:Uso delle fonti
Papa Celestino V
Il pontificato
La notizia dell'elezione gli fu recata da
tre vescovi, nella grotta sui monti della
Maiella, dove il monaco risiedeva.
Sorpreso dall'inaspettata notizia, il
monaco, forse anche intimorito dalla
potenza della carica, inizialmente
oppose un netto rifiuto che,
successivamente, si trasform in
un'accettazione alquanto riluttante,
avanzata certamente soltanto per
dovere d'obbedienza.
Appena diffusa la notizia dell'elezione
del nuovo Pontefice, Carlo d'Angi si
mosse immediatamente da Napoli e fu
il primo a raggiungere il religioso. In
La basilica di Santa Maria di Collemaggio, eretta per volere del santo
sella a un asino tenuto per le briglie
dallo stesso Re e scortato dal corteo
reale, Pietro si rec nella citt di Aquila (oggi L'Aquila), dove aveva convocato tutto il Sacro Collegio. Qui, nella
chiesa di Santa Maria di Collemaggio, fu incoronato il 29 agosto 1294 con il nome di Celestino V.
Uno dei primi atti ufficiali fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l'indulgenza plenaria
a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella
citt dell'Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu cos istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa
che anticip di sei anni il primo Giubileo del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
In pratica, Celestino V istitu a Collemaggio un prototipo del Giubileo, e forse sia lui sia Bonifacio si ispirarono alla
leggenda della "Indulgenza dei Cent'Anni" di cui si avevano testimonianze risalenti a Innocenzo III[15].
Il nuovo Pontefice si affid, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angi, nominandolo "maresciallo" del
futuro Conclave. Ratific immediatamente il trattato tra Carlo d'Angi e Giacomo d'Aragona, mediante il quale fu
stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini.
Il 18 settembre 1294, indisse il suo primo e unico Concistoro, nel quale nomin ben 13 nuovi cardinali, nessuno dei
quali romano:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
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Papa Celestino V
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In questo modo Celestino V, su consiglio di Carlo d'Angi, riequilibr a suo favore il Sacro Collegio, dandogli una
forte connotazione monastica benedettina.
Dietro ulteriore consiglio di Carlo d'Angi, trasfer la sede della Curia da L'Aquila a Napoli fissando la sua residenza
in Castel Nuovo, dove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto semplice e dove egli si ritirava spesso a
pregare e a meditare. Di fatto il Papa era cos protetto da Carlo, ma anche suo ostaggio, in quanto molte delle
decisioni pontificie erano direttamente influenzate dal re angioino.
Probabilmente, nel corso delle sue frequenti meditazioni, dovette pervenire, poco a poco, alla decisione di
abbandonare il suo incarico. In ci sostenuto forse anche dal parere del cardinal Caetani, esperto di diritto canonico,
il quale riteneva pienamente legittima una rinuncia al pontificato.
La rinuncia al pontificato
In effetti Pietro da Morrone dimostr una notevole ingenuit nella gestione amministrativa della Chiesa, ingenuit
che, unitamente ad una considerevole ignoranza (nei concistori si parlava in volgare, non conoscendo egli a
sufficienza la lingua latina[16]) fece precipitare l'amministrazione in uno stato di gran confusione, giungendo persino
ad assegnare il medesimo beneficio a pi di un richiedente.[16]
Circa quattro mesi dopo la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi per dissuaderlo avanzati da Carlo
d'Angi, il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un concistoro, diede lettura della rinuncia all'ufficio di
romano pontefice, il cui testo originale andato perduto ci giunto attraverso l'analoga bolla di Bonifacio VIII.[17]
(LA)
Ego Caelestinus Papa Quintus motus ex legittimis causis,
idest causa humilitatis, et melioris vitae, et coscientiae
illesae, debilitate corporis, defectu scientiae, et malignitate
Plebis, infirmitate personae, et ut praeteritae consolationis
possim reparare quietem; sponte, ac libere cedo Papatui,
et expresse renuncio loco, et Dignitati, oneri, et honori, et
do plenam, et liberam ex nunc sacro caetui Cardinalium
facultatem eligendi, et providendi duntaxat Canonice
universali Ecclesiae de Pastore.
(IT)
Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umilt e
debolezza del mio corpo e la malignit della plebe [di questa
plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di
prima, la tranquillit perduta, abbandono liberamente e
spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al
trono, alla dignit, all'onere e all'onore che esso comporta,
dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la
facolt di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di
un pastore la Chiesa Universale.
[18]
Gli storici hanno poi dimostrato che tale formula era gi stata utilizzata nelle Decretali da Innocenzo III per le
rinunce episcopali[19], mentre altri hanno ipotizzato che una bolla pontificia, contenente tutte le giustificazioni per
un'abdicazione del Papa, fosse stata compilata ad hoc proprio dal cardinal Caetani, il quale, vista l'impossibilit di
controllare il Papa come aveva auspicato, impedito in questo da Carlo d'Angi, intravedeva in questa vicenda la
possibilit di ascendere egli stesso al soglio pontificio con notevole anticipo sui tempi che egli aveva preventivato al
momento in cui aveva aderito all'elezione di Pietro da Morrone.[20]. Di fatto l'unica fonte storicamente certa del
sommario contenuto della bolla celestiniana rimane ad oggi la decretale Quoniam aliqui inserita nel Liber Sextus per
volont del suo successore Bonifacio VIII[21].
Undici giorni dopo le sue dimissioni, infatti, il Conclave, riunito a Napoli in Castel Nuovo, elesse il nuovo papa nella
persona del cardinal Benedetto Caetani, laziale di Anagni. Aveva 64 anni circa ed assunse il nome di Bonifacio VIII.
Caetani, che aveva aiutato Celestino V nel suo intento di dimettersi, temendo uno scisma da parte dei cardinali
filo-francesi a lui contrari mediante la rimessa in trono di Celestino, diede disposizioni affinch l'anziano monaco
fosse messo sotto controllo, per evitare un rapimento da parte dei suoi nemici. Celestino, venuto a conoscenza della
decisione del nuovo papa grazie ad alcuni tra i suoi fedeli cardinali da lui precedentemente nominati, tent una fuga
verso oriente fuggendo da San Germano per raggiungere la sua cella sul Morrone e poi Vieste sul Gargano, per
tentare l'imbarco per la Grecia, ma il 16 maggio 1295 fu catturato presso Santa Maria di Merino da Guglielmo
Stendardo II, connestabile del regno di Napoli, figlio del celebre Guglielmo Stendardo, detto "Uomo di Sangue".
Papa Celestino V
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Celestino tent invano ancora una volta di farsi ascoltare dal Caetani chiedendo di lasciarlo partire, ma il Caetani
rest fermo sulle sue decisioni al riguardo. Gli storici narrano che Celestino si rese conto dell'inutilit delle sue
richieste e mentre veniva portato via sussurr una frase rivolta al Caetani che sembr essere un presagio[22]:
(LA)
Intrabis ut vulpes, regnabis ut leo, morieris
ut canis
(IT)
Hai ottenuto il Papato come una volpe, regnerai come un leone, morirai
come un cane
La morte
Raggiunto dai soldati, questi lo rinchiusero nella rocca di
Fumone, in Ciociaria, castello nei territori dei Caetani e
di diretta propriet del nuovo Papa; qui il vecchio Pietro
mor il 19 maggio 1296, fortemente debilitato dalla
deportazione e dalla successiva prigionia: la versione
ufficiale sostiene che l'anziano uomo sia morto dopo
aver recitato, stanchissimo, l'ultima messa. A proposito
della morte si sparsero subito voci e accuse. Anche se la
teoria secondo la quale Bonifacio ne avrebbe ordinato
l'assassinio fosse priva di fondamento, di fatto il Papa ne
ordin la segregazione che, in qualche modo, lo port a
morte. Il cranio di Celestino presenta un "foro" che,
secondo alcuni, potrebbe essere la conseguenza di un
ascesso di sangue.[23] Due perizie sulla salma datate
1313 e 1888 rilevarono la presenza di un foro
corrispondente a quello producibile da un chiodo di dieci
centimetri,[24] Bonifacio port il lutto per la morte del
predecessore, caso unico tra i papi, celebr una messa
pubblica in suffragio per la sua anima e diede inizio,
poco dopo, al processo di canonizzazione.[25]
Il 5 maggio 1313, fu canonizzato da papa Clemente V, a
seguito di sollecitazione da parte del re di Francia
Filippo il Bello e da forte acclamazione di popolo,
accelerando moltissimo l'iter avviato da Bonifacio.
Tuttavia Clemente V non lo canonizz quale martire,
come avrebbe voluto Filippo il Bello, ma come confessore[26].
Fu sepolto nei pressi di Ferentino, nella chiesa di Sant'Antonio sita nell'abbazia celestina che dipendeva dalla casa
madre di Santo Spirito del Morrone. Nel febbraio 1317,[26] le spoglie furono traslate a L'Aquila, nella basilica di
Santa Maria di Collemaggio, dove era stato incoronato Papa.[27] Sulla data e sulle modalit di traslazione delle
spoglie vi sono tuttavia altre versioni.[28]
Il 18 aprile 1988 la salma di Celestino V fu rubata. Due giorni dopo, venne ritrovata nel cimitero di Cornelle e
Roccapassa, frazioni del comune di Amatrice. Non si sono mai scoperti i mandanti o gli esecutori.[29]
A seguito del terremoto dell'Aquila del 2009, il crollo della volta della basilica ha provocato il seppellimento della
teca con le spoglie, recuperate poi dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile e con la collaborazione della Guardia
di Finanza.[30][31]
Papa Celestino V
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Considerazioni controverse
Controversi sono i pareri sulle dimissioni di Celestino V.
Se si d credito ad un'interpretazione molto popolare, ma contestata dai critici moderni e contemporanei, Dante
Alighieri quello che, forse, si espresse nella maniera pi critica nei suoi confronti. Dante Alighieri avrebbe
contestato a Celestino V di aver provocato, abbandonando il pontificato, l'ascesa al soglio di Bonifacio VIII, del
quale egli, in quanto guelfo bianco, disapprovava profondamente le ingerenze in campo politico. Secondo questa
ipotesi, infatti, sarebbe proprio Celestino V il personaggio nel III Canto dell'Inferno di cui si dice che:
Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l'ombra di colui
che fece per viltade il gran rifiuto.
(Dante Alighieri, Divina Commedia: Inf. III, 58/60)
Occorre per precisare che Dante applica il concetto di vilt a personaggi tanto diversi da Celestino (ad es. Esa e
Ponzio Pilato) e i versi sono soggetti a diverse interpretazioni.
Per approfondire, vedi Che fece per viltade il gran rifiuto.
Francesco Petrarca invece diede di questo gesto un'interpretazione diametralmente opposta, ritenendo che si dovesse
considerare ...il suo operato come quello di uno spirito altissimo e libero, che non conosceva imposizioni, di uno
spirito veramente divino.[32]
Ancora oggi, la storiografiaAiuto:Chiarezza fornisce pareri controversi sul gesto di Celestino V.
Celestino V in letteratura
La figura di Celestino V stata trattata da:
due suoi discepoli, che hanno scritto la sua biografia, la pi antica ed accurata, nota come Vita C;
Jacopone da Todi, che al momento dell'elezione, gli dedic una nota lauda, in cui si domandava cosa avrebbe
fatto il nuovo papa e se fosse stato all'altezza del compito e che inizia cos:
Que farai, Pier da Morrone?
i venuto al paragone.
Vederimo l lavorato
che en cell'i contemplato.
S'el mondo de te 'ngannato,
squita maledezzone.
Vincenzo Spinelli, che fu abate e procuratore generale dell'ordine, scrisse la Vita di S. Pietro del Morrone Papa
detto Celestino V nel 1664;
Ignazio Silone, che alla vita di Celestino V ha dedicato il libro: L'avventura di un povero cristiano;
L. Ceccarelli e P. Cautilli, che hanno dedicato ai supposti segreti di Celestino V il libro: La Rivelazione
dell'Aquila;
Angelo De Nicola, che alla sua figura ed al suo messaggio di pace, nonch alla Perdonanza, ha dedicato il
"romanzo storico virtuale": La missione di Celestino.
Il titolo di un famoso romanzo new age degli anni novanta che sembra alludere a questo personaggio, La profezia di
Celestino, frutto in realt di un errore di traduzione dall'inglese The Celestine Prophecy (letteralmente "La Profezia
Celestiale").
Papa Celestino V
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Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Note
[1] C. Rendina, I Papi. Storia e segreti, pa. 30.
[2] Biografia di papa Clemente (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ clemente-i_(Enciclopedia_dei_Papi)/ ) nell'Enciclopedia dei Papi
Treccani
[3] Biografia di papa Ponziano (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ ponziano_(Enciclopedia_dei_Papi)/ ) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
[8] C. Rendina, I Papi. Storia e segreti, pa. 30.
[10] Scritta dai confratelli del Papa, ne esistono tre redazioni la pi antica delle quali codificata con Vita C. Le redazioni A e B sono dei
rimaneggiamenti successivi.
[11] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 524; Claudio Rendina, I papi, p. 502
[12] Un documento parla della nascita di Celestino V ... in un castello di nome Sancto Angelo..., tradizionalmente interpretato come
Sant'Angelo Limosano, ma gli abitanti di Sant'Angelo in Grotte ritengono si parli del loro borgo
[13] A met dell'Ottocento, per l'esattezza in virt di un Regio Decreto del 22 gennaio 1863, al suo posto sono sorte due diverse amministrazioni:
Sant'Angelo d'Alife e Raviscanina. Riferimenti a queste rivendicazioni sono in:
Domenico Caiazza, Il segreto di San Pietro Celestino delle origini e formazione di Pietro degli Angeleri Papa Celestino V, quaderni
campano-sannitici VI, ed. Ikona, 2005
Archivio dell'Abbazia della Ferrara (http:/ / www. amicideiborghi. it/ HOME/ storia_archivio/ ABBAZIA_FERRARA. htm)
[14] Sede suburbicaria
[15] Claudio Rendina, La vita segreta dei Papi, Mondadori, Cap. 17: "L'invenzione dell'Anno Santo", p. 87,
[16] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 526
[18] Tratto da www.operacelestiniana.org (http:/ / www. operacelestiniana. org/ public/ index. php?CS=19& CI=189) (versione italiana) e da
http:/ / www. ghirardacci. it/ (http:/ / www. ghirardacci. it/ torelli/ 1294. htm) (versione latina)
[19] Cfr. Martin Bertram, Die Abdankung Papst Clestins V. und die Kanonisten in "Zeitschrift der Savigny-Stiftung fr Rechts-geschichte",
Kanonistische Abteilung, 56, 1970: 1-101; Valerio Gigliotti, Fit monachus, qui papa fuit: la rinuncia di Celestino V tra diritto e letteratura in
"Rivista di storia e letteratura religiosa", 44. 2008: 257-323.
[20] Claudio Rendina, I papi, p. 505
[21] Martin Bertram, Die Abdankung... cit.; Valerio Gigliotti, Fit monachus, qui papa fuit; John R. Eastman, Papal Abdication in Later Medieval
Thought, Lewiston, New York, 1990.
[23] (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ celestino-v_(Enciclopedia-dei-Papi)/ )
[24] Ottorino Gurgo, Celestino V e gli spirituali, 1998, ISBN 8887303002. pp. 7-8
[26] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL), ISBN 88-384-1326-6, p. 526
[27] Claudio Rendina, I Papi, Newton Compton Editori S.r.L. Roma, 1990, p. 506
[28] Secondo altri autori (vedi ove si fa riferimento ad un anonimo autore del XIV secolo, ripreso dai Padri Bollandisti in un volume del 1897) le
spoglie di Celestino V, dopo esser state trasferite dalla chiesa abbaziale di Sant'Antonio alla chiesa di Sant'Agata a Ferentino, sarebbero state
trafugate e trasferite nottetempo alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila e ci sarebbe avvenuto nel 1327 anzich nel 1317 (per
la precisione, le spoglie sarebbero state accolte a L'Aquila il 13 febbraio di quell'anno).
[29] Una lapide marmorea nel cimitero di Cornelle e Roccapassa ricorda cos l'evento: A ricordo di Papa S.Celestino V, Pietro da Morrone
1215-1294. Uomo umile le cui spoglie mortali trafugate dalla Basilica di Collemaggio dell'Aquila hanno riposato in questo luogo Sacro nei
giorni 17, 18 e 19 aprile 1988. I cittadini di Roccapassa e Cornelle
[32] Citato in: Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990, p. 505.
Papa Celestino V
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Papa Celestino V
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Altri progetti
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Opera Celestiniana (http://www.operacelestiniana.org/)
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Portale Cattolicesimo
Elezione
24 dicembre 1294
Incoronazione
23 gennaio 1295
Portale Medioevo
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Cardinali creati vedi categoria
Predecessore
papa Celestino V
Successore
papa Benedetto XI
Nome
Benedetto Caetani
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Bonifacio VIII, nato Benedetto Caetani (Anagni, 1230 circa Roma, 11 ottobre 1303), fu il 193 Papa della Chiesa
cattolica dal 1294 alla morte.
Fu discendente di un ramo dell'importante famiglia longobarda pisana Caetani (o Gaetani), che pot acquisire
ulteriori ricchezze e grandi latifondi sfruttando la sua carica pontificia.
Biografia
Nascita e studi
Per lungo tempo si ritenuto che l'anno di nascita di Benedetto Caetani fosse il 1235: in epoca recente stato
peraltro rinvenuto un documento del 1250 nel quale si fa riferimento ad un canonico di Anagni di nome Benedetto.
Poich non si conosce alcun altro omonimo che sia stato canonico ad Anagni nel decennio 1250-1260[2], il
riferimento al futuro papa appare inequivocabile. Non sembra peraltro credibile che il Caetani fosse gi canonico
all'et di quindici anni. Ci ha indotto a retrodatare la nascita di alcuni anni. Si trova conferma di questa ipotesi in
una lettera a firma di papa Niccol IV datata 1291, nella quale il pontefice, riferendosi al cardinale Benedetto
Caetani, usa il termine ad senium che, a quei tempi, stava ad indicare i sessantenni. La combinazione dei due
documenti porta a concludere, quindi, che Benedetto sia nato intorno al 1230[3], molto probabilmente in Anagni; era
figlio di Roffredo (o Lofredo) Caetani e di Emilia Patrasso di Guarcino[4][5], legata a sua volta da parentela ai conti
di Segni. La famiglia Caetani aveva gi dato alla Chiesa un papa, Gelasio II, tra il 1118 ed il 1119.
Nel 1260, con il permesso di papa Alessandro IV[6], assunse un canonicato a Todi, dove era vescovo suo zio Pietro
Caetani, ed possibile che nella cittadina umbra abbia iniziato gli studi di diritto, poi approfonditi e completati con
ogni probabilit all'Universit di Bologna, con una specializzazione particolare in diritto canonico. La sua successiva
carriera ecclesiastica nella curia romana fu rapida e prestigiosa, e lo port a prendere parte a missioni diplomatiche
molto importanti, prima, nel 1264, presso la corte di Francia al seguito del cardinale Simon de Brion, futuro papa
Martino IV, e quindi, dal 1265 al 1268, in Inghilterra, con il cardinale Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V[7];
all'ambasceria in Inghilterra prese parte anche Tedaldo Visconti, il futuro Gregorio X[8][9]. Fu creato cardinale
diacono con titolo di San Nicola in Carcere nel 1281 da Martino IV, all'et di circa cinquantuno anni. Nel 1291, sotto
il pontificato di Niccol IV, opt per il pi prestigioso titolo presbiterale dei Santi Silvestro e Martino ai Monti,
mantenendo peraltro, come gi aveva fatto in passato, tutti i canonicati, prebende ed altri benefici che aveva man
mano acquisito negli anni; riusc in tal modo ad accumulare un ingentissimo patrimonio che, sommato con i beni gi
posseduti dai suoi, fece diventare i Caetani una delle pi potenti famiglie del tempo[10].
In quegli anni ebbe un grande rilievo la legazione svolta in Francia nel 1290, insieme al cardinale Gerardo Bianchi,
per dirimere un dissidio tra clero secolare ed ordini religiosi, in cui mostr aggressivit, determinazione, grande
competenza giuridica e beffarda eloquenza, che gli procurarono certamente successo, ma anche molte antipatie tra i
francesi[11].
Partecipazione a conclavi
Durante il suo cardinalato Benedetto Caetani partecip a 4 conclavi:
La rinuncia di Celestino V
Il Cardinale Benedetto Caetani fu
certamente tra le figure pi vicine a papa
Celestino V nel momento in cui quest'ultimo
meditava di rinunciare al soglio pontificio.
Si favoleggi, tra l'altro, che Celestino V,
subito dopo l'elezione, avesse udito, nel
silenzio della propria stanza, la voce di un
angelo che, per ordine divino, lo invitava a
rigettare la propria nomina pontificia[12];
peraltro, occorre dire che il Caetani, essendo
un profondo conoscitore del diritto
canonico, offr effettivamente la propria
assistenza a Celestino V per trovare le
necessarie ragioni legali per abbandonare il
Statua di papa Bonifacio VIII all'esterno della cattedrale di Anagni.
soglio di Pietro. Celestino affid al Caetani
ed a un altro cardinale, anch'egli
notoriamente esperto di diritto canonico, Gerardo Bianchi, il quesito sulla legittimit dell'abdicazione per un papa: ne
ebbe risposta positiva, cosicch emise la bolla Constitutionem, con la quale stabiliva che le norme da seguire per
l'elezione di un nuovo pontefice, in caso di dimissioni, fossero le medesime stabilite per il caso di decesso dalla Ubi
Periculum, e tre giorni pi tardi si dimise.[13]
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fosse condizionata dal popolo o dai nobili, ma anche ad impedire che l'elezione stessa si trasformasse in una lunga ed
estenuante trattativa basata su operazioni di mercimonio, come frequentemente avveniva in quei tempi. Questa
Costituzione venne peraltro sospesa dopo soli due anni, nel 1276, da papa Adriano V, su richiesta di diversi
cardinali, e quindi addirittura abrogata da papa Giovanni XXI[14], ma fu ripristinata quasi completamente da papa
Celestino V, che voleva evitare le lungaggini ed i problemi che avevano preceduto la sua elezione. Curiosamente, fu
proprio Bonifacio VIII ad inserire integralmente la Ubi Periculum nel Liber sextus del Corpus iuris canonici nel
1298[15].
Il pontificato
La segregazione e la morte di Celestino V
Come primo atto del suo pontificato, dopo aver
riportato la sede papale da Napoli a Roma per sottrarre
l'istituzione all'influenza di re Carlo II d'Angi, annull
o sospese tutte le decisioni assunte dal suo predecessore
Celestino V, riconoscendo valida soltanto la creazione
dei dodici nuovi cardinali[20][21].
Immediatamente dopo, a causa dell'ostilit dei cardinali
francesi, ebbe timore che il suo predecessore, Pietro del
Morrone, ritornato semplice frate, potesse essere
cooptato dai porporati transalpini come antipapa e, per
evitare ci, si rendeva necessario che il vecchio eremita
rientrasse sotto il ferreo controllo del Pontefice.
Bonifacio VIII, quindi, mentre Celestino V tentava
prima di tornare al suo eremo vicino Sulmona, poi sentitosi braccato - di fuggire verso la Grecia, lo fece
arrestare da Carlo II d'Angi[22], lo stesso monarca che
pochi mesi prima ne aveva sostenuto l'elezione
pontificia, e lo fece rinchiudere nella rocca di Fumone,
di propriet della famiglia Caetani, dove rimase fino
alla morte.[19] Nonostante si siano formulate varie
ipotesi, non sembra che la morte di Celestino V sia
Statua di Bonifacio VIII, Arnolfo di Cambio, Museo dell'Opera del
Duomo (Firenze)
stata violenta o, tanto meno, avvenuta per mano di
Bonifacio VIII. Lo stato di detenzione voluto dal
Caetani pu tuttavia aver peggiorato la salute di un ottantasettenne gi debilitato dalle fatiche dei precedenti mesi.
L'ampio foro rinvenuto sul cranio dell'eremita molisano sembra dovuto non ad un chiodo conficcato a forza, ma ad
un ascesso cerebrale. Alla sua morte Bonifacio port il lutto per lui, caso unico tra i Papi, e celebr una messa
pubblica in suffragio per la sua anima. Poco dopo diede inizio al processo di canonizzazione, che fu accelerato e
concluso pochi anni dopo da papa Clemente V[23] su pressione del re di Francia Filippo IV il Bello e dei fedeli.[24]
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La distruzione di Palestrina
Le cronache dell'epoca riferiscono che, dopo lunghe trattative, condotte soprattutto attraverso la mediazione del
cardinale Giovanni Boccamazza, molto vicino ai due Colonna, questi ultimi, nel settembre del 1298, si recarono al
cospetto del papa, nella citt di Rieti, nelle vesti di umili penitenti, in abiti da lutto, a piedi nudi, con la corda al collo
e la testa scoperta[31].
Chiedendo perdono e sottomettendosi all'autorit pontificia, riconobbero la piena legittimit di Bonifacio quale unico
vero pontefice della Chiesa cattolica. Il papa accolse con benevolenza le dichiarazioni di contrizione dei Colonna e
accord loro il suo perdono, non senza aver prima preteso che i due cardinali restituissero i loro sigilli che furono
debitamente distrutti. Inoltre tutta la famiglia fu inviata al soggiorno obbligato nella citt di Tivoli in attesa delle
decisioni definitive del pontefice.
La tregua tra Bonifacio ed i Colonna fu peraltro di durata assai
breve, tant' che il tribunale dell'Inquisizione della citt di
Bologna, facendo seguito ad una decisione del pontefice, datata 12
aprile 1299, ordin la confisca del palazzo del cardinale Giacomo
Colonna. Di fatto, la conflittualit tra il papa ed i suoi avversari
non si attenu in alcun modo ed i Colonna, alla fine, dovettero
riparare in Francia.
Nel corso dei negoziati che avevano preceduto l'atto di
sottomissione dei Colonna al papa in Rieti, era stato stabilito, tra
l'altro, che la citt di Palestrina, fulcro e roccaforte dei
possedimenti dei Colonna, entrasse nel pieno possesso del papa.
Non appena per il papa entr nel possesso materiale della citt,
diede ordine di distruggerla e la fece radere al suolo
completamente nella primavera del 1299: egli fece passare l'aratro
su tutto il territorio della citt, ne fece cospargere il suolo di sale e
ne fece perfino cancellare il nome, trasferendo la popolazione in
Arnolfo di Cambio, monumento a Bonifacio VIII,
Museo dell'Opera del Duomo di Firenze
una nuova citt pi a valle, denominata Citt Papale. La
motivazione del suo gesto contenuta in una lettera datata 13
giugno 1299, nella quale Papa Bonifacio cos si espresse: ...perch non vi resti nulla, nemmeno la qualifica o il
nome di citt. La distruzione della citt ebbe come conseguenza anche la perdita del privilegio di essere una delle
sette diocesi suburbicarie di Roma, che venne trasferito alla nuova citt. Da notare che, proprio durante la distruzione
di Palestrina, fu fatto prigioniero Jacopone da Todi, che si era rifugiato nella citt e che scont la sua storica
avversit per Bonifacio con cinque anni di carcere duro, oltre alla scomunica[32].
Lo sbigottimento degli storici davanti al comportamento tanto feroce di un pontefice contro un'intera citt, che, per di
pi, era stata consegnata a lui dopo un negoziato, espresso molto bene dal Gregorovius che parla di vero odio del
papa contro i ribelli, di un diluvio d'ira e di una folgore che schiant realmente una delle citt pi antiche
d'Italia, paragonando le terribili distruzioni operate da Bonifacio con le demolizioni e gli eccidi attuati da Lucio
Cornelio Silla nell'82 a. c. contro la stessa citt, allora chiamata Praeneste: il papa voleva cos distruggere una stirpe,
quella dei Colonna, che considerava tirannica[33].
A conclusione della contesa con i Colonna, i due porporati, come sopra accennato, dovettero riparare in Francia sotto
la protezione di Filippo il Bello, e i loro beni furono confiscati e divisi tra un ramo dei Colonna vicino al papa[34] e la
famiglia degli Orsini, anch'essi acerrimi nemici dei Colonna.[35]
Il 3 ottobre 1299 Papa Bonifacio accett dal libero comune di Velletri l'elezione a podest per una legislatura (6
mesi), sia perch il comune di Velletri, da sempre fedele ai papi, aveva un rapporto di amicizia con Bonifacio, che da
giovane aveva studiato per un certo periodo in questa citt, sia perch la stessa Velletri doveva difendersi dai nobili
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(soprattutto dai Colonna) che la volevano sottomettere, e avere Bonifacio come podest, oltre ad essere un motivo
d'orgoglio, era anche un'ottima alleanza ed un valido deterrente per i nemici; lo stesso valeva per Bonifacio, che
poteva cos contare sull'alleanza di un comune agguerrito e forte come quello di Velletri.
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La morte
Bonifacio rientr a Roma il 25 settembre sotto la protezione degli Orsini. Aveva, per, perduto l'immagine del
grande e potente Pontefice che si era illuso di essere ed era fiaccato anche nel fisico per le molte sofferenze dovute
alla gotta e, soprattutto, alla calcolosi renale che lo affliggeva da anni[53][54][55]. Mor l'11 ottobre del 1303 e fu
sepolto nella Basilica di San Pietro, nella Cappella costruita apposta per lui da Arnolfo di Cambio, rivestito da
sontuosi paramenti sacri, con una splendida mitria ed un anello preziosissimo all'anulare destro[56]. Attualmente non
vi traccia alcuna di questa cappella, che venne distrutta in occasione della edificazione della nuova Basilica
avvenuta per mano del Bramante prima e di Michelangelo poi. Le spoglie del pontefice, invece, furono sistemate
nelle Grotte Vaticane, dove si trovano tuttora, nel bel sarcofago funerario realizzato da Arnolfo di Cambio.
Queste parole son messe in bocca dal Poeta a Niccol III, anche lui condannato da Dante per simonia, che, mentre
nella terra con i piedi all'aria, non potendolo vedere, crede che Dante sia Bonifacio VIII. Grazie a questo artificio
Dante quindi colloca Bonifacio all'inferno sebbene quest'ultimo fosse, in quel momento, ancora in vita.
Pure Jacopone da Todi nella canzone O papa Bonifazio, molt'ai iocato al mondo critica il pontefice dicendo
addirittura
Punisti la tua sedia da parte d'aquilone, escuntra Deo altissimo fo la tua entenzione [...] Lucifero novello a ssedere en
papato, lengua de blasfema...
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(Jacopone da Todi)
I concistori
Nel corso del suo pontificato convoc cinque concistori per la nomina di nuovi cardinali, e in questo non fu esente da
nepotismo. Nomin in tutto quindici nuovi Cardinali:
I Concistoro - data incerta, tra il 23 gennaio e il 13 maggio 1295
1. Benedetto Caetani iuniore (1297), nipote del Papa.
II Concistoro 17 dicembre 1295
1.
2.
3.
4.
5.
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Note
[1] Dante, Inferno - Canto diciannovesimo, vv.53-54: chi parla papa Niccol III, che Dante colloca tra i simoniaci, e che - alloggiato in una
buca con la testa in basso ed i piedi in alto - crede di vedere proprio Bonifacio VIII, arrivato prima del previsto tra quei dannati, e che era
invece regnante nel periodo in cui il Sommo Poeta ambienta questi versi (marzo-aprile del 1300).
[2] La notizia riferita con precisione da Pascal Montaubin, Entre gloire curiale..., 1997, op. cit., pag.346.
[3] Il problema dell'anno di nascita di Benedetto Caetani approfondito da Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, Torino, Einaudi, 2003,
cap.I, pagg. 3-4.
[5] Si veda in proposito anche Eugenio Dupr Thesider, Bonifacio VIII (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/
bonifacio-viii_(Enciclopedia_dei_Papi)/ ), , in Enciclopedia dei Papi, Treccani on-line, op. cit.
[6] Benedetto Caetani era, molto probabilmente, parente di papa Alessandro IV, la cui madre era della famiglia dei conti di Segni, come la madre
di Benedetto.
[7] V. in proposito Eugenio Dupr Thesider, Bonifacio VIII', op. cit..
[8] Per la presenza di Tedaldo Visconti in questa importante ambasceria si veda anche: Ludovico Gatto, in Gregorio X (http:/ / www. treccani. it/
enciclopedia/ gregorio-x_(Enciclopedia_dei_Papi)/ )
[9] La missione in Inghiterra fu, secondo molti storici, di grande significato per il futuro di Benedetto Caetani: in quel periodo, infatti, il Caetani
ed i suoi compagni furono rinchiusi nella Torre di Londra ed ottennero la libert solo grazie al determinato intervento del futuro re Edoardo I
d'Inghilterra, per il quale, da quel momento, il Caetani manifester aperta simpatia, e da questo potrebbe certo essere derivata ostilit per lo
storico avversario di Edoardo, Filippo il bello(v. E. Dupr Thesider, op. cit.).
[10] Si veda in proposito: Giorgio Falco, Sulla formazione e la costituzione della signoria dei Caetani (1283-1303), "Rivista Storica Italiana", 45,
1928, pp. 225-78
[11] V. E. Dupr Thesider, Bonifacio VIII, op. cit..
[12] Indro Montanelli Roberto Gervaso, L'Italia dei secoli d'oro - Il Medio Evo dal 1250 al 1492, in Storia d'Italia, Milano, 1967, Rizzoli Editore
- pag. 60
Stando a quanto viene riferito, la "voce" udita da Papa Celestino V, che sarebbe stata quella dello stesso cardinale Caetani, affermava: Io
sono l'angelo che ti sono mandato a parlare, e comndoti dalla parte di Dio grazioso che tu immantanente debbi rinunziare al Papato e torna' ad
essere romito.
[13] Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, p. 155
[14] L'abrogazione scritta della Ubi Periculum da parte di papa Giovanni XXI avvenne nell'ottobre 1276 con la bolla Licet felicis recordationis;
cfr. : Jos Francisco Meirinhos, Giovanni XXI, papa, in Enc. Treccani (http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/
papa-giovanni-xxi_(Dizionario-Biografico)/ )
[15] Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, p. 156
[16] Francesco Ronci e Nicolas de Nonancour furono creati cardinali da Papa Celestino V il 18 settembre 1294, il Ronci con il titolo di cardinale
presbitero di San Lorenzo in Damaso e il Nonancour con quello di San Marcello, ma alla morte del cardinale Francesco Ronci, il Nonancour
opt per il pi prestigioso titolo di San Lorenzo in Damaso. La data precisa in cui mor il Ronci non nota, ma si sa che avvenne dopo il 13
ottobre 1294. Tutto questo accadde mentre era in corso il conclave che elesse al soglio pontificio Papa Bonifacio VIII. ( - )
[17] In merito alle vicende relative a quel conclave, Agostino Paravicini Bagliani, nel suo fondamentale e documentatissimo lavoro (Bonifacio
VIII, Einaudi, Torino, 2003, op. cit., cap. V, pag. 71, nota 13), ci informa che un cronista tedesco dell'epoca, Sigfrido di Ballhausen, dice (ed
il solo a dirlo) che vi furono tre scrutini, nel primo dei quali il cardinale Matteo Rubeo Orsini avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti
richiesta, rifiutando peraltro l'elezione. Tale notizia (ripresa anche, senza indicare la relativa fonte, dal Miranda, http:/ / www2. fiu. edu/
~mirandas/ bios1262. htm#Orsini ) da considerare, secondo lo storico italiano, molto sospetta per vari motivi: primo, il Ballhausen scrisse in
un periodo in cui era gi esploso con violenza lo scontro tra Bonifacio ed i Colonna e ricevette molto probabilmente l'informazione dagli stessi
Colonna, che avevano allora tutto l'interesse a contrastare la legittimit dell'elezione del pontefice; secondo, non appare credibile che il
cardinale Orsini abbia rifiutato l'elezione, dopo che lui stesso, pochi mesi prima, aveva fatto di tutto per essere eletto nel lungo conclave che
aveva portato all'elezione di papa Celestino V; terzo, infine, visti i contrasti esistenti all'interno del Sacro Collegio, non era pensabile che
l'Orsini avesse potuto conseguire la maggioranza richiesta (pagg. 68-69). In relazione a questa notizia, sulla stessa posizione molto perplessa
dello storico italiano si era gi collocato il grande storico tedesco Peter Herde, Die Wahl Bonifaz' VIII. (24.Dezember 1294), in Cristianit ed
Europa, Roma, 1994, pagg. 131 e segg..
[18] L'elezione sarebbe avvenuta con una buona maggioranza: infatti solo i cardinali francesi avrebbero espresso qualche perplessit, mentre i
due Colonna, bench fossero storici avversari dei Caetani, manifestarono inizialmente una buona disposizione verso il nuovo papa; vedi E.
Dupr Thesider, Bonifacio VIII, op. cit..
[19] Indro Montanelli Roberto Gervaso, L'Italia dei secoli d'oro - Il Medio Evo dal 1250 al 1492, in Storia d'Italia, Milano, 1967, Rizzoli Editore
- pag. 61
[20] Con la bolla Olim Celestinus dell'8 aprile 1295 Bonifacio VIII sostenne che lo stesso Celestino V gli avrebbe chiesto di porre rimedio alla
confusione da lui portata nella curia con la sua inadeguatezza. Si veda in proposito Eugenio Dupr Thesider, Bonifacio VIII (http:/ / www.
treccani. it/ enciclopedia/ bonifacio-viii_(Enciclopedia_dei_Papi)/ ), op. cit..
[21] Nel suo concistoro del 18 settembre 1294 papa Celestino V aveva in realt creato 13 nuovi cardinali ma, come sopra precisato, il cardinale
Ronci mor presumibilmente subito prima del conclave; v. in proposito Salvador Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church, op. cit..
99
100
(Nella frase Pensavi per augurio / la vita perlongare il termine "augurio" potrebbe indicare letteralmente -dal latino
augurium, cio arte divinatoria, presagio- le pratiche magiche alle quali Bonifacio VIII si sarebbe sottoposto per
salvarsi dalla morte corporale.)
[62] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 530
[63] Cos citata in: C. Rendina, I papi, p. 515
[64] Si veda: Letizia Bernazza, Quel simoniaco di Bonifacio VIII: lo schiaffo di Anagni, http:/ / www. tuttoteatro. com/ numeri/ a1/ 9/ a1n22pap.
html
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102
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Voci correlate
Filippo IV di Francia
Sciarra Colonna
Celestino V
Famiglia Caetani
Schiaffo di Anagni
Altri progetti
Collegamenti esterni
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Agostino Paravicini Bagliani, Clemente V (http://www.treccani.it/enciclopedia/
clemente-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Predecessore
Successore
Papa Celestino V
Papa Benedetto XI
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Papa Benedetto XI
104
Papa Benedetto XI
Papa Benedetto XI
Elezione
22 ottobre 1303
Insediamento
27 ottobre 1303
Successore
papa Clemente V
Nome
Niccol di Boccassio
Nascita
Morte
Sepoltura
Beato Benedetto XI
Romano Pontefice
Nascita
Morte
Venerato da
Chiesa cattolica
7 luglio
Benedetto XI, nato Nicola (o Niccol) di Boccassio (o di Boccassino, Boccassini)[1] (Treviso o Valdobbiadene,
1240 Perugia, 7 luglio 1304), fu il 194 papa dal 22 ottobre 1303 alla morte. Apparteneva all'ordine domenicano.
Nel 1736 papa Clemente XII lo ha proclamato beato.
Papa Benedetto XI
Biografia
Prima del Papato
Al di l delle dettagliate agiografie, le notizie attorno all'infanzia e alla giovinezza del papa sono assai scarse. Figlio
di Boccassio e di Bernarda, nacque a Treviso o, forse, a San Vito di Valdobbiadene (dove alcuni avrebbero
individuato la sua casa natale[2]). Era di origini estremamente umili: il padre, notaio, era alle dipendenze dei conti di
Col San Martino secondo un rapporto di semiservit[3].
Dopo la morte prematura del padre, avrebbe avuto una prima formazione presso lo zio paterno Boccasino, sacerdote
presso la chiesa di Sant'Andrea in Riva a Treviso. La prima menzione scritta in un testamento del 2 ottobre 1256;
nel documento, Castellano di Col San Martino offriva a Niccol 25 libbre veneziane purch si facesse frate
domenicano. Finalmente, nel 1257, entr nel convento trevigiano dei Frati Predicatori[3].
Nel 1264 divenne priore del convento di Treviso in Italia. Fu professore di teologia a Treviso, a Venezia ed a
Genova. Nel 1286 fu nominato maestro provinciale di Lombardia. Quando divenne Maestro Generale dell'ordine, nel
1296, eman alcune ordinanze che proibivano, a qualsiasi domenicano, la discussione pubblica sulla legittimit
dell'elezione di Bonifacio VIII. Nel gennaio 1297 fu inviato, insieme al Ministro Generale francescano Giovanni de
Murro, come legato pontificio nelle Fiandre per ottenere un accordo di pace fra Filippo IV, detto il Bello, re di
Francia, Edoardo I, re d'Inghilterra ed i fiamminghi.
Nel concistoro del 4 dicembre 1298, Papa Bonifacio VIII lo nomin cardinale assegnandogli il titolo di cardinale
prete di Santa Sabina; nel 1300 opt per i titoli di cardinale-vescovo di Ostia e quindi di cardinale-vescovo di
Velletri. Nel 1301 fu inviato come legato pontificio in Ungheria per appoggiare l'ascesa al trono di Carlo Roberto
d'Angi, nipote di Carlo II di Napoli[4].
All'epoca dello Schiaffo di Anagni (settembre 1303), Boccasini fu uno degli unici due cardinali che difesero il partito
papista all'interno del Palazzo Laterano. Ma con la sua elezione a papa, egli liber Filippo il Bello di Francia dalla
scomunica che gli era stata lanciata da Bonifacio e praticamente ignor la bolla Unam Sanctam. Cionondimeno, il 7
giugno 1304 scomunic l'implacabile ministro di Filippo IV, Guglielmo di Nogaret, e tutti gli italiani che avevano
partecipato al sequestro di papa Bonifacio ad Anagni.
Il pontificato
Nel corso del suo pur breve pontificato egli mantenne un saldo legame, anche affettivo, con la propria citt d'origine,
Treviso, di cui progett ampi lavori di ristrutturazione e di abbellimento, rimasti inattuati per la morte improvvisa, a
soli 64 anni: in particolare a Benedetto si deve la costruzione della monumentale chiesa domenicana di San Nicol,
fulgido esempio dei grandiosi progetti predisposti dal pontefice.
Nel dicembre 1303 assolse i cardinali della famiglia romana dei Colonna ed i loro parenti dalla scomunica a suo
tempo loro comminata da Bonifacio VIII. Tuttavia, non prevedendo tale assoluzione la restituzione dei beni a suo
tempo confiscati, la famiglia Colonna si volse contro di lui, cos come per opposti motivi la fazione fedele al
precedente pontefice: i violenti tumulti che ne seguirono in Roma convinsero il papa a trasferirsi temporaneamente a
Perugia (1304)[4].
Dopo un pontificato di solo otto mesi, Benedetto mor improvvisamente a Perugia. probabile che il pontefice sia
morto di banale indigestione di fichi[5]; all'epoca si sospett, tuttavia, che la sua morte improvvisa fosse stata causata
da avvelenamento da parte di agenti del Nogaret. Il successore di Benedetto, Clemente V, e i papi che lo seguirono,
regnarono sotto l'influenza dei re di Francia e spostarono la sede papale da Roma ad Avignone.
Benedetto XI fu sepolto nella chiesa di San Domenico. Alcune guarigioni avvenute presso la sua tomba e ritenute
miracolose[6] fecero s che nel 1736 Papa Clemente XII lo proclamasse beato. La ricorrenza relativa celebrata il 7
luglio.
105
Papa Benedetto XI
106
Opere
Benedetto XI fu l'autore di un volume di sermoni e commentari sul Vangelo secondo Matteo, sui Salmi, sul Libro di
Giobbe e sull'Apocalisse di Giovanni.
La scuola elementare di San Vito in Valdobbiadene, a poche centinaia di metri dalla quale possibile notare la casa
che, secondo alcuni autori, gli avrebbe dato i natali, a lui dedicata.
l'unico papa di quel periodo per cui Dante Alighieri non espresse nessun giudizio negativo.
Note
[1] Gli studi pi recenti non hanno provato l'esistenza di una famiglia Boccassini, quindi il cognome semplicemente un patronimico. La forma
pi corretta "di Boccassio", come si chiamava il padre, e non "di Boccassino" che era invece lo zio paterno.
[2] Valdobbiadene.com - Casa natale del Beato Nicol Bocassino (http:/ / www. valdobbiadene. com/ turismo_desc. asp?id=14).
[3] BENEDETTO XI, papa - Treccani (http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems. jsp?pathFile=/ sites/ default/ BancaDati/
Dizionario_Biografico_degli_Italiani/ VOL08/ DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol08_004778. xml).
[4] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 532
[5] Focus extra, Morte ed Immortalit n 41, p. 64.
[6] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 533.
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6
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Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Benedetto XI (http://www.treccani.it/enciclopedia/
beato-benedetto-xi_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Scheda su Papa Benedetto XI (http://www.santiebeati.it/dettaglio/61050) in Santi, beati e testimoni Enciclopedia dei Santi. SantieBeati.it
(EN) The Cardinals of The Holy Roman Church - Niccol Boccassini (http://www2.fiu.edu/~mirandas/
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(http://www.araldicavaticana)
Predecessore
Successore
Papa Clemente V
Predecessore
Successore
Stefano di Besanon
1296 - 1298
Alberto di Chiavari
Predecessore
Successore
Papa Benedetto XI
107
1298 - 1300
Predecessore
Successore
Leonardo Patrasso
(amministratore apostolico)
1298 - 1299
1300 - 1303
Predecessore
Successore
Leonardo Patrasso
(amministratore apostolico)
1298 - 1299
1300 - 1303
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Papa Clemente V
Papa Clemente V
Elezione
Incoronazione
5 giugno 1305
14 novembre 1305
papa Benedetto XI
papa Giovanni XXII
Papa Clemente V
108
Nome
Bertrand de Got
Nascita
Villandraut, 1264
Morte
Sepoltura
Clemente V, nato Bertrand de Got (Villandraut, 1264 Roquemaure, 20 aprile 1314), fu il 195 Papa, dal 1305
sino alla morte.
passato alla storia per aver sospeso l'ordine dei Templari (1307) e per aver spostato la Santa Sede in Francia.
Clemente V infatti port la sede papale, in particolare la Curia, nella citt di Carpentras nel 1313, quasi un anno
prima di morire, poich Carpentras si trovava all'interno del Contado Venassino, feudo papale non soggetto
all'autorit di Filippo il Bello. Dopo la sua morte (1314) ed il lungo Conclave di Lione, il suo successore Giovanni
XXII, nel 1316, prefer ritrasferire la sede papale e la Curia nella vicina Avignone, dove gi risiedeva la Corte
pontificia.
Biografia
Nativo della Guascogna, Bertrand fu vicario generale del fratello Brard, arcivescovo di Lione, che nel 1294 venne
nominato cardinale-vescovo di Albano. Bertrand era un cappellano di papa Bonifacio VIII, che nel 1297 lo fece
diventare arcivescovo di Bordeaux.
Venne eletto papa il 5 giugno 1305 da un conclave tenutosi a Perugia, dopo ben undici mesi di sede vacante, dovuta
sia alle continue ingerenze di Filippo il Bello, sia alle dispute tra cardinali francesi e italiani, che avevano
praticamente lo stesso peso all'interno del conclave.[1] Invece di ritornare a Roma, che allora era dilaniata dalle lotte
tra le diverse fazioni, Clemente V fiss la sua dimora in Francia, prima, provvisoriamente, a Poitiers, quindi in
Provenza, presso Avignone, mettendosi praticamente sotto la tutela del re Filippo il Bello.
Bertrand non era n italiano n cardinale, e la sua elezione pu essere considerata un scelta in direzione della
neutralit. Il cronista dell'epoca Giovanni Villani riport una voce secondo la quale egli si era legato a re Filippo IV
di Francia con un accordo formale fatto prima della sua elezione a St. Jean d'Angly in Saintonge.[2] comunque pi
probabile che il futuro papa abbia preso accordi con il re tramite un intermediario, forse il cardinale Napoleone
Orsini, prima della sua elezione[3]. A Bordeaux Bertrand ricevette la notifica formale della sua elezione e venne
pressato perch si recasse in Italia; ma egli scelse invece Lione come luogo della sua incoronazione, che si svolse il
13 novembre 1305 e venne celebrata con magnificenza alla presenza di Filippo. Tra i suoi primi atti ci fu la nomina
di nove cardinali francesi.
All'inizio del 1306, Clemente abrog di fatto molte parti sia della Clericis Laicos che della Unam Sanctam, le due
bolle di Bonifacio VIII che risultavano particolarmente odiose per l'ambizioso re Filippo. Clemente, durante tutto il
suo pontificato, ag sempre a stretto contatto con la monarchia francese, segnando un cambiamento radicale nella
politica pontificia. Inoltre istitu le annate, tasse sui benefici ecclesiastici delle sedi vescovili a ogni mutamento di
titolarit, che dovevano essere versate alla santa Sede.
Il 13 ottobre 1307 arriv l'arresto di tutti i Cavalieri templari in Francia, un'azione apparentemente dettata da motivi
finanziari e intrapresa dall'efficiente burocrazia reale per incrementare il prestigio della corona. Filippo fu
l'incoraggiatore di questa mossa spietata, ma anche la reputazione storica di Clemente ne risult macchiata. Fin dal
giorno dell'incoronazione di Clemente, il re aveva accusato i Templari di eresia, immoralit e abusi, e gli scrupoli del
papa vennero meno quando si rese conto che il fiorente stato francese poteva non attendere la Chiesa, ma agire
indipendentemente. L'ordine dei templari fu definitivamente dichiarato sospeso dagli Stati Generali del 1308
convocati da re Filippo il Bello.
L'8 settembre 1308, con la Bolla papale "Super Specula", istitu lo Studium Generale oggi Universit degli Studi di
Perugia.
Papa Clemente V
Nel 1313, l'intera corte papale si spost da Poitiers (dove era rimasta per quattro anni) in Provenza, ad Avignone, ma
Clemente V prefer risiedere assieme alla Curia nella cittadina di Carpentras che era nel vicino Contado Venassino,
feudo papale e quindi assai meno soggetto alle pressioni del re di Francia. Ammalatosi nel 1314 (probabilmente di
tumore intestinale) e sentendosi prossimo alla fine, tent di farsi trasportare dal suo ritiro di Monteux (borgo
vicinissimo a Carpentras) a Villandraut, suo paese natale e feudo della sua famiglia in Guascogna. Ma, raggiunto il
paese di Roquemaure nel Gard il 5 aprile, dovette sostare, e ripar nella casa del Cavaliere Guillaume de Ricavi, che
lo ospit ormai morente. Infatti, pochi giorni dopo, il 20 aprile 1314, Clemente V si spense e le sue spoglie furono
ricondotte a Carpentras per i funerali solenni. Fu sepolto a Uzs (oggi nel dipartimento del Gard).
Nel 1316, Giovanni XXII, eletto successore di Clemente V dal lungo Conclave di Lione, riport la sede papale e la
Curia ad Avignone, che all'epoca non era parte della Francia, ma un feudo imperiale retto dal re di Sicilia.
Il trasferimento della sede del papato in Provenza venne motivato dagli apologeti francesi dell'epoca con il perdurare
dei tumulti di Roma, dove l'antagonismo tra gli aristocratici romani e le loro bande armate aveva raggiunto ormai
l'apice e la basilica di San Giovanni in Laterano era stata distrutta da un incendio.
Clemente V si dimostr dunque il precursore del lungo papato avignonese, la cosiddetta cattivit avignonese come la
definirono i contemporanei del Petrarca.
Nel frattempo, i legati di Filippo fecero pressione per riaprire le accuse di eresia mosse da Guillaume de Nogaret
contro Bonifacio VIII, che erano circolate nella guerra di pamphlet sviluppatasi attorno alla Unam sanctam.
Clemente dovette cedere alle pressioni per questo processo straordinario, iniziato il 2 febbraio 1309 ad Avignone e
trascinatosi per due anni. Tale processo fu sancito nella riunione degli Stati Generali del 1308. Nel documento che
chiamava i testimoni, Clemente espresse il suo personale convincimento che Bonifacio fosse innocente e, allo stesso
tempo, la sua determinazione a soddisfare il re. Alla fine, nel febbraio 1311, il re scrisse a Clemente lasciando il
processo al futuro Concilio di Vienne. Da parte sua Clemente assolse tutti quelli che avevano preso parte al
rapimento di Bonifacio ad Anagni.[4]
Nel perseguimento dei desideri del re, Clemente convoc il Concilio di Vienne del 1311, il quale stabil che i
templari non erano colpevoli di eresia. Il Papa a ogni modo, pur asserendone l'innocenza, sospese l'ordine, in quanto
godeva di cattiva reputazione e aveva perso la sua utilit come banchiere pontificio e protettore dei pellegrini a
Oriente (bolla Vox in excelso del 3 aprile 1312, approvata unanimemente dai partecipanti al concilio). Le propriet
francesi dell'ordine vennero concesse ai Cavalieri Ospitalieri, ma in realt Filippo IV le tenne per s fino alla sua
morte,[5] ed espropri inoltre anche le banche dei Templari.
Messe da parte eresia e sodomia, la colpevolezza o l'innocenza dei templari uno dei problemi storici pi difficili, in
parte a causa dell'atmosfera di isteria che si era creata nelle generazioni precedenti, del linguaggio intemperato e
delle stravaganti accuse scambiate tra governanti temporali e clero, e in parte perch l'argomento stato abbracciato
da teorici della cospirazione e pseudo-storici.
Il 5 maggio 1313 canonizz il predecessore Celestino V, a sguito di sollecitazione da parte di Filippo il Bello e per
forte acclamazione di popolo, accelerando moltissimo l'iter avviato da Bonifacio VIII. Tuttavia Clemente non lo
canonizz quale martire, come avrebbe voluto Filippo, ma come confessore[6].
Il pontificato di Clemente fu un periodo disastroso per l'Italia. Gli stati pontifici vennero affidati a un gruppo di tre
cardinali, ma Roma, il campo di battaglia dei Colonna e degli Orsini, rest ingovernabile. Nel 1312, l'imperatore
Enrico VII entr in Italia, stabilendo i Visconti come vicari a Milano, e si fece incoronare dai legati di Clemente a
Roma, prima di morire nei pressi di Siena nel 1313.
109
Papa Clemente V
110
A Ferrara, le armate pontificie si
scontrarono con Venezia. Quando la
scomunica e l'interdetto non produssero
l'effetto atteso, Clemente proclam una
crociata contro i Veneziani, il che
sintomatico di quanto fosse ormai svalutato
il portato religioso di quel tipo particolare di
campagna militare.
Papa Clemente V
111
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, XVII, 82)
Ma tu che sol per cancellare scrivi,/pensa che Pietro e Paolo che moriro/per la vigna che guasti ancor son vivi./Ben puoi tu
dire: "L'ho fermo il disiro/s a colui che volle viver solo/e che per salti fu tratto al martiro,/ch'io non conosco il pescator n
Polo".
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Par., XVIII, 130-136)
[9]
Del sangue nostro Caorsini e Guaschi /s'apparecchian di bere: o buon principio,/a che vil fine convien che tu caschi!
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Par., XXVII, 58-60)
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
Bibliografia
Sophia Menache, Clement V, ISBN 0-521-52198-X
Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990
Voci correlate
Cattivit avignonese
Altri progetti
Collegamenti esterni
Agostino Paravicini Bagliani, Clemente V (http://www.treccani.it/enciclopedia/
clemente-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Clemente V (http://www.araldicavaticana.com/creati da clemente_v_13051314.htm)
(EN) Biografia di Clemente V della Catholic Encyclopedia (http://www.newadvent.org/cathen/04020a.htm)
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church (http://www2.fiu.edu/~mirandas/cardinals.htm)
Papa Clemente V
112
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Benedetto XI
Predecessore
Vescovo di Comminges
Successore
Bertrand de Miremont
1295 - 1299
Boson de Salignac
Predecessore
Arcivescovo di Bordeaux
Successore
Boson de Salignac
1299 - 1305
Arnaud de Canteloup
Portale Cattolicesimo
Elezione
Incoronazione
7 agosto 1316
25 settembre 1316
Papa Clemente V
Papa Benedetto XII
Jacques-Arnaud d'Euse
Nascita
Cahors, 1249
Morte
Portale Medioevo
113
Sepoltura
Giovanni XXII, nato Jacques Duze o d'Euse (Cahors, 1249 Avignone, 4 dicembre 1334), fu il 196 Papa della
Chiesa cattolica dal 7 agosto 1316 alla morte. Era figlio di un ricco borghese, Arnaud Duze, signore di
Saint-Felix-en-Quercy, e della sua consorte Elena di Brail. Ebbe tre nipoti cardinali, creati da lui stesso: Giacomo
de Via[1] e Gaucelme de Jean,[2] creati cardinali nel concistoro del 17 dicembre 1316, ed il fratello del primo,
Arnaldo di Via,[1] creato cardinale il 20 giugno 1317.
Biografia
I suoi studi ebbero inizio a Cahors, poi all'Universit di Montpellier, addottorandosi infine in utroque iure
all'Universit di Orlans. Ricopr numerose cariche ecclesiastiche fino a giungere all'episcopato nel 1300 allorch
venne nominato Vescovo di Frjus. Dieci anni dopo divenne arcivescovo di Avignone, carica che mantenne fino a
che venne nominato vescovo di Porto e Santa Rufina. Il 23 dicembre 1312 papa Clemente V lo nomin cardinale,
assegnandogli il titolo di Cardinale presbitero di San Vitale. Lasci questo titolo nel 1313 per quello di Cardinale
vescovo di Porto e Santa Rufina. Eletto papa, lasci il titolo riprendendo la carica di Arcivescovo di Avignone,
lasciata vacante dal nipote Jean defunto, insieme a quella di papa.
Conclave
Papa Clemente V si era spento il 20 aprile del 1314. Qualche giorno dopo, il 1 maggio, ventitr cardinali si
riunivano in conclave nel palazzo vescovile di Carpentras, dove il defunto pontefice aveva trasferito la sua sede poco
prima di morire. Dal conclave erano emerse tre correnti opposte tra di loro: quella dei Guasconi, quella degli Italiani
e infine quella dei Francesi (gli italiani erano solo 6 su 23[3]). Nessuna candidatura era riuscita a raccogliere
l'adesione unanime, si giunse cos ad una situazione di blocco. La situazione era drammatica al punto che a luglio
1314 Bertrand de Got, nipote del defunto pontefice, fece irruzione con i suoi scherani guasconi nel palazzo papale
ove si era riunita l'assemblea dei cardinali e ne cacci i cardinali italiani, determinando la sospensione della
elezione.[3] A nulla erano inoltre valsi gli appelli del mondo cattolico, fra i quali quello di Dante Alighieri, che
esortava i cardinali ad operare per la Chiesa, Sposa di Cristo, e per Roma.[3] Dopo due anni Filippo V di Francia
riusc infine ad organizzare un conclave di ventitr cardinali a Lione. Essi elessero puntualmente Giovanni XXII, che
venne eletto il 7 agosto 1316 ed incoronato a Lione il 25 settembre successivo. Giovanni stabil la sua residenza ad
Avignone, come il suo predecessore.
Pontificato
Fu un Papa, per l'epoca, molto anziano essendo stato eletto all'et di 67 anni.
La sua amministrazione fu caratterizzata prevalentemente da politiche economiche tanto da o attribuirgli l'appellativo
di "Papa banchiere"; infatti egli eredit una situazione finanziaria della Santa Sede piuttosto malconcia a causa della
trascuratezza della gestione del suo predecessore. Cur molto l'efficienza dell'amministrazione. Impose il divieto di
godere pi di due benefici, ma ne aument molto il numero, istituendo anche la prassi della concessione diretta.
Modific il sistema fiscale, imponendo il versamento delle rendite dei benefici minori alla Santa Sede per i primi tre
anni e impose nuovi tributi.[4]
Redasse, e applic quanto in esso contenuto, il libro Tasse della cancelleria apostolica e della sacra penitenzieria, in
cui erano elencate le somme da pagare per avere lassoluzione dal relativo peccato, comprendente lomicidio (anche
di bambini) e lo stupro (anche di vergini). Il testo venne successivamente rielaborato, durante il pontificato di papa
Leone X, per adeguare al peccato il costo rivalutato dellargento[5].
Fu anche un amante dell'arte e chiam ad Avignone artisti allora rinomati; per la sua concezione di Chiesa ricca fece
rappresentare Cristo in Croce sempre con un sacchetto di monete al fianco per dimostrare che anche in questo Ges
sarebbe potuto essere superiore.Wikipedia:Uso delle fonti
114
Intervenne direttamente anche sulla politica della penisola italiana. Infatti, quando nel 1317, Federico I conte di
Montefeltro guid la grande sollevazione ghibellina in Italia centrale, con lo scopo di sottrarre una serie di citt al
controllo della Chiesa, il Papa chiam il guelfo nero pi ligio e fedele di allora, Cante Gabrielli, ponendolo alla guida
delle milizie guelfe federate sotto le insegne pontificie, con il titolo di Capitano generale della Lega guelfa. Durante
questo incarico, Cante Gabrielli riconquist per il Papa tutte le citt e le terre precedentemente occupate dai
ghibellini.
Questi fatti resero Giovanni XXII all'epoca un Papa molto controverso, tuttavia oggi si sottolineano di pi le
decisioni ecclesiali. Al suo Pontificato si deve l'introduzione della processione del Corpus Domini e della festa della
Santissima Trinit, la prescrizione della recita dell'Angelus ogni giorno, al tramonto, in onore della Vergine.
Canonizz San Tommaso d'Aquino ed istitu il tribunale della Sacra Rota (cos chiamato dal tavolo rotondo a cui
sedevano i giudici incaricati dei processi), osteggi le comunit miste come quelle degli Umiliati in cui nello stesso
edificio c'era sia la comunit maschile che quella femminile[6].
Con la sua bolla Quoniam nulla, del 25 ottobre 1317, rinnov la promulgazione delle Clementinae , parte terza del
Corpus iuris canonici, dovuta al suo predecessore papa Clemente V.
Promosse inoltre le attivit missionarie in Medio Oriente ed in Asia, fondando vari vescovadi con l'appoggio dei
missionari Francescani e Domenicani. Tra le diverse diocesi istituite si ricordano in particolare: l'arcidiocesi di
Soltaniyeh in Persia; l'arcidiocesi di Saraj nel Khanato dell'Orda d'Oro; la diocesi di Quilon in India, senza
dimenticare il rafforzamento della missione in Cina, dove il suo predecessore aveva eretto l'arcidiocesi di Khanbaliq.
In seguito della definitiva sconfitta dei cristiani contro i musulmani nelle Crociate, avvenuta nel 1291, concesse ai
Frati Minori della Custodia di Terra Santa di inviare due suoi frati nei Luoghi Santi, ogni anno, tra il 1322 ed il 1327.
Il capitolo francescano, riunitosi a Perugia nel 1323 emise una circolare a tutti i confratelli, dichiarando ortodossa la
teoria che sosteneva l'assoluta povert di Cristo e dei suoi apostoli. La teoria era gi stata bollata come eretica
dall'Inquisizione e con questa lettera il Ministro Generale dell'Ordine Francescano, Michele da Cesena, rimetteva in
discussione tale presa di posizione. Giovanni XXII reag quindi con due provvedimenti: abrog quanto indicato da
papa Niccol III nella bolla Exiit qui seminat del 1279, secondo la quale i Francescani non possedevano nulla n
come singoli, n come conventi, n come Ordine, ma era la Santa Sede a detenere la propriet di tutti i loro beni che
poi venivano gestiti per mezzo di procuratori ed il 12 novembre 1323 condann come eretica la tesi espressa a
Perugia con la lettera circolare del Capitolo francescano. La cosa cre grande scandalo nel mondo francescano che
divenne ostile al pontefice, ma nel 1325 la maggioranza del medesimo si era gi allineata all'obbedienza al papa e
solo una minoranza molto attiva continu la battaglia.[4]
Michele da Cesena venne convocato ad Avignone nel 1327 ma il 22 maggio 1328 venne rieletto dai Francescani alla
carica di ministro generale. Papa Giovanni XXII gl'impose una residenza forzata ad Avignone, ma nella notte tra il
26 e il 27 maggio Michele fugg dalla citt con un piccolo gruppo di frati, tra i quali il filosofo e teologo Guglielmo
di Ockham e il canonista Bonagrazia da Bergamo, rifugiandosi presso Ludovico il Bavaro, accampato nei pressi di
Pisa.
Giovanni XXII depose Michele dal suo ruolo di ministro generale con la lettera bollata Cum Michal de Caesena del
28 maggio 1328 e il successivo 6 giugno, con la lettera bollata Dudum ad nostri, Michele, Bonagrazia e Guglielmo
vennero scomunicati, condanna che venne successivamente rinnovata (Bolla Quia vir reprobus Michal de
Caesena). [4]
115
116
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[6]
Figlio della sorella di papa Giovanni XXII, Maria, e del di lei consorte, Pierre de Via.
Gaucelme de Jean era figno di un'altra sorella di Giovanni XXII, di nome ignoto, e del marito N. de Jean.
Claudio Rendina, I papi (1990), p. 523.
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 539
1327 (http:/ / books. google. it/ books?id=UCk19VJ63qEC& pg=PA534& dq=umiliati+ misti& cd=1#v=onepage& q=umiliati misti&
f=false)
[7] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, pp. 539-540
[8] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 540
[9] Andrea Vaccaro, Il dogma del paradiso, Lateran University Press, Roma, 2005
[10] Qui Dante si riferisce rispettivamente a Papa Giovanni XXII, che era nativo di Cahors (Caorsini), ed a papa Clemente V, nativo di
Villandraut in Guascogna (Guaschi)
Voci correlate
Cattivit avignonese
Disputa sulla povert apostolica
Ma tu che sol per cancellare scrivi
Papato di Avignone
Spondent Pariter
117
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989,
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Euse (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1312.htm#Euse)
Biografia di papa Giovanni XXII (http://www.treccani.it/enciclopedia/
giovanni-xxii_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Giovanni XXII (http://www.araldicavaticana.com/creati da giovanni_xxii_13161334.
htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-giovanni-xxii_(Dizionario-Biografico)/)
Predecessore
Successore
Papa Clemente V
Predecessore
Vescovo di Frjus
Successore
Bertrand V Comarque
1300 - 1310
Bertrand VI d'Aimini
Predecessore
Arcivescovo di Avignone
Successore
Guillaume II de Maudagot
1310 - 1313
Jacques II de Via
Predecessore
Successore
1312 - 1313
Bertrand de La Tour
Predecessore
Successore
1313 - 1316
Bernard de Castanet
1316 - 1317
Predecessore
Arcivescovo di Avignone
Successore
Jacques II de Via
1317 - 1334
Jean II de Cojordan
Controllo di autorit VIAF: 32005351 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 32005351) LCCN: n50057518 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n50057518)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
118
Elezione
Incoronazione
20 dicembre 1334
8 gennaio 1335
Successore
papa Clemente VI
Nome
Jacques Fournier
Nascita
Saverdun, 1285
Morte
Sepoltura
Benedetto XII, nato Jacques Fournier (Saverdun, 1285 Avignone, 25 aprile 1342), fu il 197 Papa della Chiesa
cattolica dal 1334 alla morte.
Biografia
Gli inizi fino alla porpora cardinalizia
Nato da una famiglia modesta della Contea di Foix, divenne un monaco cistercense a Boulbonne, e in seguito a
Fontfroide da suo zio, Arnaud Nouvel, che lo invi a studiare a Parigi al collegio Saint-Bernard. Maestro di teologia,
successe a suo zio come abate di Fontfroide nel 1311. Vescovo di Pamiers nel 1317, persegu attivamente la lotta
contro i seguaci del Catarismo. Fu allora che pratic di persona una politica inquisitoria molto attiva contro gli
eretici. I registri dei suoi interrogatori, che teneva scrupolosamente, serviranno allo studio dei comportamenti e delle
mentalit, soprattutto all'interno del villaggio di Montaillou[1]. Nel 1326, divent vescovo di Mirepoix e cardinale
con il titolo di Santa Prisca nel 1327.
Soprannominato il cardinale bianco poich aveva mantenuto la sua veste da cistercense fu un uomo austero e
ardente, che intervenne con autorit in tutti i dibattiti teologici del momento: povert evangelica, fraticelli, visione
119
beatifica. Su quest'ultimo punto, fiss la dottrina nella sua Benedictus Deus del 1336.
Il Soglio pontificio
Eletto Papa il 20 dicembre 1334 alla morte di Papa Giovanni XXII, non prosegu con le politiche del suo
predecessore. In pratica fece pace con l'imperatore Luigi IV, che era stato precedentemente scomunicato, e per
quanto possibile scese a patti con l'Ordine Francescano, che era all'epoca in contrasto con la sede romana.
Tentato di riportare la sede pontificia a Roma nel 1335, alla fine si accontent di dimorare ad Avignone, dove costru
il primo palazzo pontificio, la cui austerit architettonica ben riflette la personalit di Benedetto XII. Non rifiut
comunque di dare un certo decoro all'edificio, motivo per cui chiam presso di s il pittore senese Simone Martini.
Benedetto fu un Papa riformatore e cerc di limitare il lusso degli ordini monastici, ma senza molto successo. Mise
ordine nel sistema di collazione dei benefici e di conseguenza il fisco pontificio.
Condann a morte Francesco da Pistoia, Lorenzo Gherardi, Bartolomeo Greco, Bartolomeo da Bucciano, Antonio
Bevilacqua e altri dieci frati Francescani, arsi vivi per predicare la povert di Cristo (Venezia 1337). Stessa sorte a
Parma per Donna Oliva anch'essa perch seguace di S. Francesco.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Cfr. Emmanuel Le Roy Ladurie, Storia di un paese: Montaillou, Rizzoli 1977, ISBN 88-17-11289-5
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Benedetto XII (http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-xii_(Enciclopedia_dei_Papi)/
) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Benedetto XII (http://www.araldicavaticana.com/creati da benedetto_xii_13341342.
htm)
Predecessore
Successore
Papa Clemente VI
Predecessore
Abate di Fontfroide
Successore
Arnaud Nouvel
1311 - 1317
Predecessore
Vescovo di Pamiers
Successore
1317 - 1326
120
Predecessore
Vescovo di Mirepoix
Successore
1326 - 1327
Pierre de Piret
1327-1348
Predecessore
Successore
Simon d'Archiac
1327 - 1334
Controllo di autorit VIAF: 89709525 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 89709525) LCCN: n85088928 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n85088928)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Clemente VI
Papa Clemente VI
Elezione
7 maggio 1342
Incoronazione
19 maggio 1342
Successore
papa Innocenzo VI
Nome
Pierre Roger
Nascita
Maumont, 1291
Morte
Sepoltura
Abbazia la Chaise-Dieu
Clemente VI, nato Pierre Roger (Rosiers-d'gletons, 1291 Villeneuve-ls-Avignon, 6 dicembre 1352), fu il 198
Papa della Chiesa cattolica dal 1342 alla morte (quarto dei Papi di Avignone). Era figlio di un cavaliere, Guglielmo
Papa Clemente VI
Roger, divenuto nel 1333 signore di Rosier d'Egleton, nel Corrze, e di Guglielmina de la Monstre.
Biografia
Gli inizi
Entr all'et di 10 anni nell'Abbazia di Chaise-Dieu[1] e divenuto monaco benedettino, studi a Parigi. Maestro di
teologia e forte di una grande cultura classica e sacra, divent presto noto come predicatore.
Abate e vescovo
Divenne abate di Fcamp nel 1326, vescovo di Arras nel 1328, arcivescovo di Sens nel 1329 e di Rouen nel 1330. Fu
consigliere e a pi riprese ambasciatore di Filippo VI di Francia in Inghilterra e ad Avignone. Nel 1329, fu portavoce
del clero all'assemblea di Vincennes sulle giurisdizioni ecclesiastiche. Nel 1333, venne incaricato da Papa Giovanni
XXII di predicare per la Crociata. Nominato cardinale nel 1338, venne eletto papa il 7 maggio 1342.
Il suo pontificato
Come i suoi immediati predecessori fu devoto alla Francia e fece mostra di questa sua simpatia rifiutando un invito
solenne a far ritorno a Roma, ed acquistando la sovranit su Avignone dalla regina Giovanna I di Napoli per 80.000
corone. La somma non venne mai pagata, ma Clemente potrebbe aver ritenuto di aver corrisposto l'equivalente
assolvendola dall'omicidio del marito Andrea d'Ungheria.Wikipedia:Uso delle fonti
Il 21 novembre 1342, nel primo anno di pontificato, Clemente VI sanc il definitivo riconoscimento pontificio della
Custodia di Terra Santa, provincia dell'Ordine dei Frati Minori, nata nel 1217 per volont di San Francesco di Assisi
e suddivisa nel 1263, per una pi efficace opera di evangelizzazione, in pi sottocircoscrizioni dette Custodie. In
particolare Clemente VI riconobbe l'operato del francescano Re di Napoli Roberto d'Angi che aveva ottenuto, dal
Sultano di Egitto, il riconoscimento del diritto dei Frati Minori di rappresentare la Chiesa cattolica in Terra Santa.
Gli altri principali eventi del suo pontificato furono le dispute con Edoardo III d'Inghilterra a causa dell'intromissione
di quest'ultimo nella giurisdizione ecclesiastica, la scomunica dell'imperatore Ludovico il Bavaro, i negoziati per la
riunificazione con la Chiesa d'Oriente, e l'inizio della rivolta di Cola di Rienzo a Roma.
La sua famiglia svolse nella Chiesa un ruolo che i suoi contemporanei giudicarono eccessivo: quattro dei suoi nipoti
divennero cardinali (uno di questi diventer papa Gregorio XI e un altro arcivescovo). Un altro nipote fu Maresciallo
della Chiesa.
l 19 maggio 1346 la dottrina di Nicola d'Autrecourt fu condannata da papa Clemente VI come eretica. Il teologo
condannato a bruciare i suoi libri e ritrattare, cosa che egli fece a Parigi nel 1347.
Durante la peste nera del 1348 egli diede esempio di coraggio e di lucidit: rimase ad Avignone in piena epidemia,
condann il fanatismo dei flagellanti, e protesse efficacemente gli Ebrei.[2]
Nel 1350, con la bolla Unigenitus Dei Filius, indisse un giubileo in Roma, disponendo inoltre che per il futuro esso
venisse celebrato ogni 50 anni anzich ogni 100, come aveva stabilito il suo predecessore Bonifacio VIII.
Mor il 6 dicembre 1352, lasciando di s la reputazione di ...un distinto gentiluomo, un principe munifico fino alla
profusione, un patrono delle arti e dello studio, ma non un santo. (Gregorovius).
Fu sepolto nell'Abbazia di Chaise-Dieu, ove aveva iniziato la sua vita monastica, ma nel 1562 gli ugonotti, che
avevano saccheggiata l'abbazia, ne profanarono la tomba e ne bruciarono i resti.
121
Papa Clemente VI
122
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 548
[2] John N.D. Kelly, op. cit., pp.550-551
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6
Voci correlate
Cattivit avignonese
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Clemente VI (http://www.treccani.it/enciclopedia/clemente-vi_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Clemente VI (http://www.araldicavaticana.com/creati da clemente_vi_13421352.htm)
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo VI
Predecessore
Abate di Fcamp
Successore
1326 - 1328
Predecessore
Vescovo di Arras
Successore
Thierry d'Herisson
1328 - 1329
Predecessore
Arcivescovo di Sens
Successore
Guillaume de Melun
1329 - 1330
Guillaume de Brosse II
Predecessore
Arcivescovo di Rouen
Successore
Guillaume de Durfort
1329 - 1342
Aimery Guenaud
Papa Clemente VI
123
Controllo di autorit VIAF: 51660071 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 51660071) LCCN: n88103263 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n88103263)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Innocenzo VI
Papa Innocenzo VI
Elezione
18 dicembre 1352
Incoronazione
30 dicembre 1352
papa Clemente VI
Successore
papa Urbano V
Nome
tienne Aubert
Nascita
Beyssac, 1282
Morte
Sepoltura
Certosa di Villeneuve-ls-Avignon
Innocenzo VI, nato tienne Aubert (Beyssac, 1282 Avignone, 12 settembre 1362), fu il 199 papa della Chiesa
cattolica dal 1352 alla morte (all'epoca della cattivit avignonese).
Papa Innocenzo VI
Biografia
tienne Aubert nacque nel 1282/1295 nel villaggio di Monts, nella parrocchia di Beyssac, Corrze, in Francia, figlio
di Adhmar Aubert, originario di Pompadour ed appartenente alla piccola nobilt locale.
Studi legge all'Universit di Tolosa ed ottenne la licenza nel 1321 e probabilmente il dottorato tra il 1329 ed il
1330.
Durante i suoi primi anni entr nell'amministrazione reale francese e venne nominato giudice ordinario nel 1321.
Luogotenente del snchausse di Tolosa e guardiano dei sigilli di quella corte, nuovamente rimase in carica nel
1328-1329 per poi divenirne primo giudice dal 1330 al 1335. Canonico del capitolo della cattedrale di Parigi, re
Filippo VI di Francia lo richiam alla propria corte e gli concesse un'ambasceria per papa Benedetto XII nel 1337 e
poi nuovamente nel 1338 e nel 1341. Uditore della Sacra Rota durante il pontificato di Benedetto XII, ricevette
numerosi benefici minori, canonicati ed arcidiaconati.
Eletto vescovo di Noyon il 23 gennaio 1338, facendo costruire la cattedrale locale. Nell'ottobre del 1340 venne
trasferito alla diocesi di clermont, incarico che mantenne sino alla sua promozione al cardinalato.
Creato cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo nel concistorio del 20 settembre 1342, fu quindi legato in
Francia ed in Inghilterra col cardinale Annibale Gaeatani da Ceccano per scongiurare il conflitto tra i due monarchi
di quelle nazioni ed ottenere la firma di un trattato di pace; gli sforzi fallirono in questo senso e le ostilit iniziatono
con la Battaglia di Crcy il 26 agosto 1346 e l'occupazione di Calais il 4 agosto 1347; il 28 settembre 1347 venne
siglato un armistizio ed i cardinali fecero ritorno ad Avignone. Gran penitenziere dal 1348, divenne amministratore
della sede di Avignone in assenza del suo vescovo. Opt quindi per l'ordine dei cardinali vescovi e per la sede
suburbicaria di Ostia e Velletri ove venne assegnato il 13 febbraio 1352.
Il pontificato
In quello stesso anno prese parte al conclave svoltosi subito dopo la morte di Clemente VI, dopo che ognuno dei
cardinali si era vincolato da un accordo solenne a seguire una particolare linea politica se fosse stato eletto, venne
scelto Aubert (18 dicembre 1352) ed uno dei primi atti del suo pontificato fu quello di dichiarare illegale e nullo il
patto.
La sua politica susseguente fu migliore rispetto a quelle degli altri papi di Avignone. Innocenzo port a molte
riforme di cui si sentiva la necessit nell'amministrazione degli affari della Chiesa, e tramite il suo legato, cardinale
Egidio Albornoz, che era accompagnato da Cola di Rienzo, cerc di riportare l'ordine a Roma, dove nel 1355, Carlo
IV venne incoronato imperatore con il suo permesso, dopo aver in precedenza giurato che avrebbe lasciato la citt il
giorno stesso, a cerimonia conclusa.
Dal 1355-56, inizi a far bandire, in varie parti d'Europa, una crociata contro i Forlivesi, a causa dell'inefficacia
dell'azione di Egidio Albornoz nel tentativo di recuperare l'irriducibile citt di Forl, allora governata dagli Ordelaffi,
al dominio papale.
Fu in gran parte grazie alle esortazioni di Innocenzo che si giunse al trattato di Brtigny (1360) tra Francia e
Inghilterra. Durante il suo pontificato inoltre, Giovanni Paleologo offr di sottomettere la Chiesa greca alla sede
romana, a condizione che gli venisse fornita assistenza contro Giovanni Cantacuzeno. Le risorse a disposizione del
Papa, comunque, erano tutte richieste per esigenze pi vicine a casa, e l'offerta venne declinata.
Mor il 12 settembre 1362, e il suo successore fu papa Urbano V. Venne sepolto nella chiesa cartusiana di
Villeneuve-ls-Avignon.
124
Papa Innocenzo VI
125
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Voci correlate
Cattivit avignonese
Egidio Albornoz
Cola di Rienzo
Monza
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Innocenzo VI [2] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Innocenzo VI [3]
Dizionario biografico Treccani [4]
Predecessore
Successore
Papa Clemente VI
Papa Urbano V
Predecessore
Vescovo di Noyon
Successore
Guillaume Bertrand
1331-1338
1338 - 1340
Pierre DAndr
1340-1342
Predecessore
Vescovo di Clermont-Ferrand
Successore
Raymond D'Aspet
1336-1340
1340 - 1345
Pierre Andr
1342-1349
Predecessore
Successore
1345-1352
Portale Cattolicesimo
Papa Innocenzo VI
126
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
Papa Urbano V
Papa Urbano V
Elezione
28 settembre 1362
Insediamento
6 novembre 1362
papa Innocenzo VI
Successore
papa Gregorio XI
Nome
Guillaume de Grimoard
Nascita
Morte
Sepoltura
Urbano V, nato Guillaume de Grimoard (Le Pont-de-Montvert, 1310 Avignone, 19 dicembre 1370), fu il 200
Papa della Chiesa cattolica dal 1362 alla morte; nel 1870 papa Pio IX lo proclam beato. Apparteneva all'Ordine
Benedettino.
Papa Urbano V
127
San Urbano V
Nascita
Le Pont-de-Montvert, 1310
Morte
Venerato da
Chiesa cattolica
Note biografiche
Nacque intorno al 1310 nel Castello di Grizac.
Fu monaco benedettino in giovanissima et, quindi teologo insigne e dottore in diritto canonico, insegn
successivamente a Montpellier e ad Avignone. Resse l'ufficio di abate di Saint-Victor a Marsiglia. Si distinse in varie
missioni diplomatiche come inviato in Italia della curia avignonese nel decennio 1352-1362. Pur non essendo
cardinale venne eletto papa il 28 ottobre 1362, succedendo a Innocenzo VI.
Il periodo avignonese
Fu severo e ligio alla disciplina, pose freno alla pompa e al lusso dei cardinali, introdusse notevoli riforme
nell'amministrazione della giustizia e fu un patrono liberale degli studi. Nel 1363 proclam una crociata che sfoci
nella spedizione di Pietro di Lusignano, Re di Cipro, che prese Alessandria d'Egitto (11 ottobre 1365), ma dovette
abbandonarla poco dopo. Segno distintivo del pontificato di Urbano V fu lo sforzo di riportare il Papato in Italia e di
sopprimere i potenti rivali alla sovranit temporale che vi si trovavano. Urbano ad Avignone cominci a sentirsi
sempre meno sicuro ed aspettava con impazienza che il cardinale Egidio Albornoz riuscisse a completare la
restaurazione dello Stato della Chiesa: aveva serie intenzioni di sottrarre la Santa Sede alle ingerenze del re di
Francia. Lui del resto conosceva bene l'Italia e quindi non era prevenuto come i suoi colleghi francesi. Anche se
l'Albornoz aveva fatto un buon lavoro nel centro Italia, in Toscana e in Emilia, in Alta Italia la situazione era pi
difficile e complessa. Nonostante fosse riuscito a farsi molti alleati (Este, Gonzaga, ecc.), trovava un ostacolo nei
Visconti che spadroneggiavano a Milano e imperversavano nel Modenese, nel Bresciano e nel circondario di
Bologna. Essi, inoltre, rappresentando l'ultimo baluardo ghibellino in Italia, non riconoscevano la sovranit
temporale del papa e, armi in mano, avevano incamerato i beni ecclesiastici di cui erano venuti in possesso.
Gi Innocenzo VI, aveva fatto dei tentativi di conciliazione e, uno dei due ambasciatori inviati dal pontefice a
Bernab Visconti a Milano, era proprio Guglielmo de Grimoard, latore di due lettere pontificie. Incontrarono il
potente signore milanese sul fiume Lambro; quando gli finirono di leggere le lettere, questi, in modo sprezzante,
chiese loro se volessero mangiare o bere, e alla risposta affermativa, fece loro mangiare le due lettere papali. Sarebbe
bastato questo episodio per giustificare e spiegare i sentimenti poco favorevoli che Urbano V nutriva per Bernab.
Lo stesso mese della sua consacrazione cit il Visconti a comparirgli davanti entro tre mesi e, poich il signore di
Milano non ubbid all'intimazione, il 3 marzo 1363 emise la scomunica contro di lui. Il Visconti non temeva la
scomunica, fra l'altro da un papa che non riconosceva; quindi per altri tre anni mise a soqquadro citt lombarde,
piemontesi, liguri e altre senza che l'Albornoz ed i suoi alleati potessero fermarlo. L'anno seguente fu costretto a
firmare una pace umiliante ritirando la scomunica e facendo molte concessioni al suo avversario.
Si era cos giunti al 1366, cio al quarto anno di pontificato di Urbano V, senza che si aprisse uno spiraglio per il suo
ritorno a Roma come lui desiderava fin dal primo giorno. Ma Urbano aveva deciso e aveva perfino dato ordine al suo
vicario a Roma di allestirgli l'appartamento nel palazzo pontificio. La voce non si era sparsa solo a Roma, ma buona
parte dell'Italia esult nell'apprendere la notizia che aspettava da 60 anni. 23 galee inviate dalla regina Giovanna di
Napoli, dai Veneziani, dai Genovesi, dai Pisani raggiunsero Marsiglia per far la scorta al Papa nel suo rientro a
Roma.
Papa Urbano V
128
Il ritorno a Roma
Il 30 aprile 1367 Urbano prese la via di Marsiglia e qui si imbarc con tutto il suo
seguito (solo tre cardinali francesi si rifiutarono) approdando a Corneto, sulla costa
laziale, il 3 giugno. Ad attenderlo c'erano l'Albornoz, tutti i Grandi dello Stato
Pontificio e una moltitudine di popolo, che da giorni aveva dormito in spiaggia per
non perdersi lo storico avvenimento. Appena giunto a terra Urbano celebr una
toccante messa; l'indomani, giorno della Pentecoste, ne celebr un'altra, ricevendo
tutti i rappresentanti della citt di Roma, poi si diresse a Viterbo, dove avrebbe
dovuto fare solo una breve sosta prima di raggiungere la citt eterna. A Viterbo per
il cardinale Albornoz, braccio destro di Urbano in Italia, cess di vivere, forse colpito
dalla peste o da una febbre malarica. Dopo quattordici anni passati in Italia con lo
scopo di rimettere un papa sulla cattedra di San Pietro, non riusc a vedere il
compimento della sua opera.
Cos, solo il 16 ottobre 1367, Urbano si decise ad abbandonare Viterbo per fare il suo
trionfale ingresso a Roma. Il primo anno romano di Urbano fu molto attivo: si
impegn a ridare vita a una citt da anni in decadenza; le costruzioni di inizio secolo
erano come antichi ruderi romani, quelle nuove devastate o svuotate dai
saccheggiatori, le strade senza manutenzione da anni erano diventate degli acquitrini.
Urbano sapeva che Roma era una citt in decadenza, ma quando la vide di persona si
rese conto che era una citt in disfacimento e vederla faceva tristezza. Fu infaticabile
nel ricostruire chiese e basiliche, forse fu anche troppo zelante nel riformare il
governo mettendo al posto dei sette eletti dal popolo tre funzionari della Santa Sede
ed eliminando cos quella democrazia che il popolo era convinto di aver ottenuto.
Iniziarono in questo modo i primi malcontenti. I cardinali francesi che Urbano si era
portati dietro non si erano adattati all'ambiente e si lamentavano delle offese che
ricevevano dai romani, che ricambiavano l'antipatia.
Urbano V
Nella primavera del 1368 scese a Roma l'imperatore Carlo IV, per ossequiarlo e per esserne incoronato; ma in questa
incoronazione non ci fu molto entusiasmo. Anche il Papa, che perso il valido Albornoz, credeva di poter contare su
un aiuto militare del tedesco in quelle contrade ancora in fermento, fu giocato. L'imperatore, presa la corona, risal in
fretta e furia la penisola lasciando al loro destino gli Stati della Chiesa e lo stesso Urbano.
All'inizio dell'anno seguente sal a Roma l'imperatore d'Oriente Giovanni V Paleologo a rendere omaggio a Urbano e
ad abiurare lo scisma, ma il vero scopo della visita era quello di implorare un aiuto per il suo impero pericolante
ormai quasi tutto in mano ai Turchi, bandendo una crociata. Il Pontefice fece un appello, ma nessuno si mosse, salvo
Amedeo VI di Savoia che per arriv solo fino a Gallipoli. In Italia tutti gli Stati erano impegnati a difendersi dalle
scorrerie delle compagnie di ventura, che con la massima indifferenza passavano al soldo ora di uno ora dell'altro
potente signore per dedicarsi a scorrerie, guerriglie e assalti. In Francia era cominciata la guerra dei cent'anni con
l'Inghilterra. E la Germania era in mano a Carlo IV e ai suoi principi.
L'abbandono dell'Italia
La presa in giro di Carlo IV, la mancanza di un valido condottiero come l'Albornoz, la situazione critica negli Stati
della Chiesa, quella sempre pi caotica di Roma, dove di riflesso per colpa dei francesi anche Urbano V era
malvisto, riempirono di amarezza il Pontefice che era sceso a Roma con tanto entusiasmo. Quando poi la stessa
Viterbo, Perugia e altre citt tornarono alle vecchie rivolte e il Visconti riprese a minacciare le terre pontificie,
Urbano lasci Roma per Montefiascone e manifest l'intenzione di tornare ad Avignone. I cardinali francesi, zelanti
nell'incitarlo, fecero presto a tramutare l'intenzione in una vera e propria volont di abbandonare Roma. Molti
Papa Urbano V
supplicarono il Papa di riconsiderare la sua decisione: il Petrarca gli scrisse per persuaderlo a rimanere in Italia; una
pia principessa svedese che da vent'anni soggiornava a Roma, Santa Brigida, venne a Montefiascone a manifestare al
Papa una rivelazione avuta dalla Vergine, secondo la quale gravi disgrazie lo attendevano se tornava nel luogo
dov'era stato eletto; i romani gl'inviarono un'ambasceria per supplicarlo a rimanere. Ma Urbano non si lasci
smuovere dalla decisione presa e il 5 settembre 1370, in quello stesso porto di Corneto dov'era approdato tre anni
prima, s'imbarc con tutta la sua corte sulle navi inviategli dai re di Francia e d'Aragona, dalla regina di Napoli e di
Pisa. Il 16 dello stesso mese sbarc a Marsiglia, il 24 settembre fece il suo solenne ingresso in Avignone. Ma
nemmeno due mesi dopo cadde ammalato ed il 19 dicembre dello stesso anno mor. Vestito del suo saio monastico,
venne deposto nella cattedrale di Avignone, dalla quale fu poi traslato per essere sepolto nel monastero marsigliese
di cui era stato abate. Gli successe papa Gregorio XI. Nel 1870 Pio IX lo onor come Beato.
129
Papa Urbano V
130
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Bibliografia
Annuaire Pontifical Catholique, Maison de la Bonne Presse, Paris,1935
Papa Urbano V
131
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Urbano V [2] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Urbano V [3]
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo VI
Papa Gregorio XI
Predecessore
Successore
? - 1352
Predecessore
Abate di Montecassino
Successore
1366-1369
Bartolomeo da Siena
Portale Cattolicesimo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
Papa Gregorio XI
132
Papa Gregorio XI
Papa Gregorio XI
Elezione
Insediamento
30 dicembre 1370
5 gennaio 1371
papa Urbano V
Successore
papa Urbano VI
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Gregorio XI, nato Pierre Roger de Beaufort (Rosiers-d'gletons, ca. 1330 Roma, 26 marzo 1378), fu il 201
Papa della Chiesa cattolica dal 1370 alla morte.
Fu l'ultimo dei Papi di Avignone, poich nel 1377 riport a Roma la sede papale.
Papa Gregorio XI
Biografia
Giovinezza e studi
Nacque tra il 1329 ed il 1331 nel Castello di Maumont, presso Rosiers-d'gletons, nella regione francese del
Limosino, figlio del conte Guglielmo di Beaufort e di Marie du Chambon e nipote (ed omonimo) di papa Clemente
VI. Fece una precoce carriera ecclesiastica e studi all'Universit di Angers. Nel 1342 canonico del capitolo della
cattedrale di Rouen, poi di quello di Rodez e quindi di quella di Parigi, di cui divenne anche arcidiacono.
Il cardinalato
Nel 1348 lo zio lo fece cardinale diacono della diaconia di Santa Maria Nuova. Mentre era cardinale comp diversi
importanti studi in teologia ed in giurisprudenza anche presso l'Universit di Perugia sotto la guida di Baldo degli
Ubaldi ed effettu moltissimi viaggi in Italia, ove nel 1367 fu anche accompagnatore di papa Urbano V. Fu arciprete
della Basilica di San Giovanni in Laterano dal 1348 al 1370 e dal 1368 al 1370 anche di quella di Santa Maria
Maggiore. Nel 1368 divenne cardinale protodiacono.
Conclavi
Durante il suo cardinalato Pierre Roger de Beaufort partecip ai conclavi:
conclave del 1352, che elesse papa Innocenzo VI
conclave del 1362, che elesse papa Urbano V
conclave del 1370, che elesse lui stesso
Il pontificato
Morto papa Urbano V nel 1370 venne eletto suo successore con voto unanime. Non essendo ancora divenuto
sacerdote, dovette essere ordinato presbitero e vescovo prima dell'incoronazione ufficiale,[1] consacrazione cui
procedette il vescovo e cardinale Guy de Boulogne.
Durante il suo pontificato vennero prese misure vigorose contro le eresie che avevano preso piede in Germania,
Inghilterra, ed altre parti d'Europa; venne inoltre fatto uno sforzo sincero di portare ad una riforma dei vari ordini
monastici. Le diciannove proposizioni di John Wyclif e i tredici articoli del Sachenspiegel vennero condannati
formalmente da Gregorio XI nel 1373.
Nel 1371 promosse una lega contro i Visconti di Milano che cercavano di impadronirsi del Piemonte e della
Romagna, concludendo poi con essi la pace nel 1375.
Fu convinto assertore della necessit che il Papa dovesse risiedere a Roma: questa convinzione venne in lui
ampiamente stimolata dalle parole evocanti di Caterina da Siena, alle quali si deve quasi completamente il ritorno
della sede pontificia in Italia, avvenuto il 17 gennaio 1377.
Gregorio non sopravvisse molto al ritorno, morendo il 27 marzo 1378. I suoi resti riposano in un pregevole
monumento sepolcrale situato nel transetto di destra della basilica di Santa Francesca Romana, che all'epoca era
conosciuta come chiesa di Santa Maria Nuova.
Alla sua morte fu eletto pontefice a Roma Urbano VI (Bartolomeo Prignano, vescovo di Bari ed ultimo papa scelto
fuori dal collegio cardinalizio). Cinque mesi dopo, in un successivo conclave convocato a Fondi, pressoch gli stessi
cardinali - dopo aver dichiarato invalida la precedente elezione[2] - elessero al suo posto il cardinale Roberto di
Ginevra, innescando lo scisma d'occidente, che dur una quarantina d'anni e termin soltanto con il Concilio di
Costanza; nel corso di esso (1415) avvenne la rinuncia del Papa dell'obbedienza romana (simultaneamente all'atto
con il quale riconvocava il Concilio) e la deposizione di quelli delle altre obbedienze, aprendo la strada all'elezione
di Martino V ad unico pontefice della Chiesa cattolica.
133
Papa Gregorio XI
L'altro Gregorio XI
Secondo molti storici, durante il conclave che segu la morte di papa Adriano V a Viterbo, nel pomeriggio del 5
settembre 1276 sarebbe stato eletto papa il cardinale francescano Vicedomino Vicedomini, il quale peraltro, essendo
un uomo mite ed umile e per di pi di salute cagionevole, avrebbe chiesto un giorno di tempo prima di accettare,
comunicando comunque che -in caso di accettazione- avrebbe assunto il nome pontificale di Gregorio XI, in onore
del suo illustre zio, papa Gregorio X. Il cardinale Vicedomini mor tuttavia nella notte successiva, prima ancora di
poter essere proclamato ufficialmente papa; pertanto, correttamente, gli Annali ufficiali non riportano il nome di
questo pontefice.[3]
134
Papa Gregorio XI
135
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990. p. 542
[3] Pietro Maria Campi, Dell'Historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza, 1651, II, pagg.280 e segg; Gaetano Moroni, Dizionario di Erudizione
Storico-Ecclesiastica, Venezia, 1845, XXXII, pagg.278 e segg; Frances A. Burkle-Young, Passing the keys, Lanham Md, 1999.
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6
Voci correlate
Cattivit avignonese
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Gregorio XI (http://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-xi_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Gregorio XI (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_xi_13701378.
htm)
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Roger (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1348.htm#Roger)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-gregorio-xi_(Dizionario-Biografico)/)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Urbano V
Papa Urbano VI
Predecessore
Successore
1348-1370
Predecessore
Successore
Giovanni Colonna
1342 - 1348
1348 - 1370
Ange de Grimoard
1370 - 1388
Papa Gregorio XI
136
Predecessore
Cardinale protodiacono
Successore
Nicolas de Besse
1368 - 1369
1368 1370
Rinaldo Orsini
1370 - 1374
Controllo di autorit VIAF: 44329137 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 44329137) LCCN: n79059155 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n79059155)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Urbano VI
Papa Urbano VI
Elezione
8 aprile 1378
Insediamento
18 aprile 1378
papa Gregorio XI
Successore
papa Bonifacio IX
Nome
Bartolomeo Prignano
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Urbano VI, nato Bartolomeo Prignano (Itri, ca. 1318 Roma, 15 ottobre 1389), fu il 202 Papa della Chiesa
cattolica dal 1378 alla morte.
Papa Urbano VI
137
Biografia
Nato a Itri, all'epoca Regno di Napoli, fu un devoto e un colto casuista. Divenne arcivescovo metropolita di Acerenza
e Matera nel 1363 e, nel 1377, arcivescovo di Bari.
Trasferitosi nel 1368 ad Avignone grazie all'ottima fama di cui godeva presso la curia francese, alla morte di
Gregorio XI, mentre il popolo di Roma richiedeva con clamore un papa italiano, in un conclave confuso, venne
scelto all'unanimit (8 aprile 1378) dai cardinali convinti da un lato, di avere fra le mani un uomo della loro parte,
dall'altro, di accontentare i romani con la scelta di un napoletano. Al contrario, il nuovo papa mostr
inaspettatamente un temperamento cos arrogante, dispotico e autoritario nei confronti degli stessi cardinali che
l'avevano votato, che cinque mesi dopo, la quasi totalit di essi (tranne uno) si incontr a Fondi, dichiar non valida
l'elezione del Prignano e procedette all'elezione di Roberto da Ginevra (20 settembre) che assunse il titolo di
Clemente VII. Questo episodio diede il via al Grande Scisma, che divise la cristianit per quasi quarant'anni.
Il motivo dell'elezione di Clemente VII tuttavia non era stato di carattere esclusivamente religioso. Seriamente
intenzionato ad eliminare i mali che ormai da tempo affliggevano la Chiesa, primo fra tutti la simonia, Bartolomeo
Prignano si era rifiutato categoricamente di concedere privilegi di varia natura ai suoi cardinali (come per tradizione
era solito fare il Papa dopo l'elezione per ringraziare i cardinali che l'avevano eletto), che di fronte alle loro richieste
vennero invece obbligati dal papa a stabilirsi a Roma e a finanziare di tasca propria la ristrutturazione delle maggiori
basiliche della capitale. Bartolomeo Prignano si rivel perci assai diverso da come i porporati se l'erano immaginato
al momento dell'elezione mostrando comportamenti tanto scomodi quanto inusuali per un Papa, e fu cos che essi
procedettero dunque all'elezione di Clemente VII, immediatamente scomunicato da Urbano e designato come
l'anticristo; ventisei nuovi cardinali vennero nominati in un solo giorno, e con un'arbitraria alienazione delle
propriet della Chiesa, vennero raccolti i fondi per una guerra aperta.
Castel Sant'Angelo venne assediato e preso, e l'antipapa Clemente VII costretto alla fuga, mentre Carlo di Durazzo
venne investito con la sovranit di Napoli, abbandonata dalla Regina Giovanna. Questa alleanza si consolid
ulteriormente con il matrimonio di Francesco Prignano, nipote del papa, con Agnese Ruffo, parente stretta di Carlo
di Durazzo.
Papa Urbano VI
138
Marino del Giudice, Arcivescovo di Taranto, Camerlengo di Santa Romana Chiesa e cardinale presbitero di Santa
Pudenziana
I cardinali passarono all'azione: avrebbero attirato il papa nel convento di San Francesco, ai piedi della collina sulla
quale sorgeva il castello. Qui l'avrebbero processato, dichiarato eretico e condannato al rogo, procedendo subito
allesecuzione. Il giorno fissato era il 13 gennaio 1385, ma il papa fu avvertito dal cardinale Tommaso Orsini e
quando i congiurati giunsero al castello, furono arrestati e torturati e quindi deposti e sostituiti.
Il papa riusc a conquistarsi l'appoggio del popolo, che si diede al saccheggio e all'assassinio di tutti i suoi presunti
nemici. La rivolta dur pochi giorni in quanto arrivarono a Nocera le truppe regie guidate dal condottiero Alberico
da Barbiano che il 3 febbraio occuparono la citt e posero lassedio al castello.
Lassedio dur oltre sette mesi, e il papa rifiut qualunque proposta di accordo, sperando nellaiuto promessogli dai
genovesi e dal conte di Nola, Ramondello Orsino, originario di Nocera e capo del partito avverso al re Carlo.
Ramondello Orsino riusc a portare nel castello un certo numero di uomini darme che rafforzarono la resistenza. Il
papa approfitt della cattivit per maltrattare e torturare i cardinali prigionieri.
Carlo fu costretto a porre una taglia di 10.000 fiorini sulla testa del papa, mentre il suo avversario quotidianamente
affacciandosi alle finestre del castello lanciava scomuniche sugli assedianti e invitava i buoni cristiani nocerini a
combattere per lui e per la chiesa. Alla fine per i nemici riuscirono a superare la prima e la seconda cerchia di mura
della collina e a penetrare nella rocca, dove solo il nucleo centrale della fortificazione resisteva ancora.
La fuga da Nocera
Quando ormai era chiusa ogni via di scampo, sopraggiunsero in aiuto le truppe dellOrsini che ruppero lassedio e
portarono in salvo il papa con la sua corte, il tesoro e i cardinali prigionieri attraverso le localit di Sanseverino e
Giffoni per poi rifugiarsi un giorno nel castello Gerione e poi nel castello di Buccino[2][3]. La fuga si concluse alla
marina di Paestum, dove il papa si imbarc su navi genovesi, pagando il loro aiuto con tutto il suo tesoro. Dopo aver
toccato la Sicilia, il papa si diresse a Genova e l, alla Commenda di San Giovanni di Pr, fece eliminare i cardinali
prigionieri, con la sola eccezione del benedettino Adam Easton, che ebbe salva la vita grazie all'intercessione del re
d'Inghilterra, Riccardo II.[4]
Alla morte di Carlo, si pose alla testa delle sue truppe, con l'intenzione di conquistare Napoli per suo nipote
Francesco Prignano, essendo chiaramente l'unica persona di cui Bartolomeo potesse realmente fidarsi, il quale era
diventato nel frattempo principe di Capua, duca d'Amalfi e Signore di Nocera.
Il Giubileo mancato
Per raccogliere fondi proclam un Giubileo, anche se solo trentatr
anni erano trascorsi da quello indetto da Clemente VI, ma mor
prima di dare il via alle celebrazioni, a Roma, a seguito delle ferite
riportate da una caduta dal suo mulo, il 15 ottobre 1389. Gli
succedette Bonifacio IX.
Papa Urbano VI
139
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
The Cardinals of the Holy Roman Church-Amelia (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1378. htm#Amelia)
A.V. Rivelli, Memorie storiche della citt di Campagna, 1894
Costanzo-Collennui-Paesano, Anonimo delle storie di Napoli
The Cardinals of the Holy Roman Church-Easton (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1381. htm#Easton)
Bibliografia
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Vol. LXXXVI. Venezia: Dalla Tipografia
Emiliana, 1857, pp.2236, ( on-line (http://books.google.it/books?id=pmgAAAAAMAAJ&pg=PA22))
Mario Prignano, Urbano VI, il papa che non doveva essere eletto, Casa editrice Marietti 1820, 2010. pp.59,
61-81
Voci correlate
Scisma d'Occidente
Antipapa Clemente VII
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di Urbano VI (http://www.treccani.it/enciclopedia/urbano-vi_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia Treccani Online
Cardinali nominati da Papa Urbano VI (http://www.araldicavaticana.com/creati da urbano_vi_13781389.htm)
Predecessore
Successore
Papa Gregorio XI
Papa Bonifacio IX
Predecessore
Successore
Giovanni Corcello
1343 - 1363
1363 - 1377
Niccol Acconciamuro
1377 - 1388
Predecessore
Arcivescovo di Bari
Successore
Niccol Brancaccio
1367 - 1377
1377 - 1378
Landolfo Maramaldo
1378 - 1384
Controllo di autorit VIAF: 24610819 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 24610819) LCCN: n86095888 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n86095888)
Papa Urbano VI
140
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Bonifacio IX
Papa Bonifacio IX
Elezione
2 novembre 1389
Insediamento
9 novembre 1389
papa Urbano VI
papa Innocenzo VII
Pietro Tomacelli
Nascita
Morte
Sepoltura
Bonifacio IX, nato Pietro Tomacelli (Casarano, circa 1350 Roma, 1 ottobre 1404), fu il 203 Papa della Chiesa
cattolica dal 1389 alla morte, e venne eletto a trent'anni di et. Durante il suo pontificato l'antipapa Clemente VII
continu nel suo ruolo di papa ad Avignone sotto la protezione della monarchia francese.
Biografia
Piero (Perino, Pietro) Tomacelli discendeva da un'antica ma impoverita famiglia baronale di Napoli. Pur non essendo
n un esperto teologo, n abile negli affari della curia, si mosse con tatto e prudenza in un'epoca difficile. Germania,
Inghilterra, Ungheria, Polonia e gran parte dell'Italia lo accettarono come papa (lui e il Papa di Avignone, Clemente
VII, si erano scomunicati a vicenda), ma il giorno prima della sua elezione, Clemente aveva incoronato un principe
francese, Luigi II d'Angi, Re di Napoli.
Papa Bonifacio IX
Il giovane Ladislao era l'erede di diritto di Carlo II di Napoli e Margherita di Durazzo, discendente da una linea
nobiliare che aveva tradizionalmente appoggiato i papi nelle loro lotte a Roma, contro il partito anti-papista della
citt. Bonifacio fece s che Ladislao venisse incoronato Re di Napoli (a Gaeta il 29 maggio 1390) e lavor con lui nel
decennio successivo per espellere le forze angioine dall'Italia meridionale.
Nel corso del suo regno Bonifacio riusc a far cessare l'indipendenza del comune di Roma e stabil il controllo
temporale del Papa, anche se ci richiese non solo la fortificazione di Castel Sant'Angelo, ma anche dei ponti sul
Tevere, e per diverse stagioni fu costretto a risiedere nelle pi tranquille Assisi o Perugia. Egli inoltre prese il porto
di Ostia al suo cardinale-vescovo. Negli Stati Pontifici Bonifacio riottenne gradualmente il controllo delle principali
citt e castelli e rifond gli Stati nella forma che avrebbero mantenuto per tutto il XV secolo.
Clemente VII mor ad Avignone, il 16 settembre 1394, ma i cardinali francesi elessero prontamente un successore
(28 settembre), il cardinale Pedro de Luna, che prese il nome di Benedetto XIII. Nel corso degli anni seguenti
Bonifacio ottenne alcuni successi sul campo: ad esempio, per opera degli Orsini e del condottiero Mostarda da Forl,
riusc a scacciare gli avversi Colonna da Roma; per venne invitato ad abdicare persino dai suoi pi forti sostenitori:
Riccardo II d'Inghilterra (1396), la Dieta di Francoforte (1397), e l'imperatore Venceslao (a Reims, 1398), ma
Bonifacio rifiut. Crebbe inoltre la pressione per un concilio ecumenico, come unico modo per ricomporre lo Scisma
d'occidente, ma il movimento conciliare non si fece strada durante il papato di Bonifacio.
Durante il pontificato di Bonifacio vennero celebrati a Roma due giubilei. Il primo nel 1390, era stato dichiarato dal
suo predecessore Urbano VI, e fu molto partecipato da Germania, Ungheria, Polonia, Boemia, e Inghilterra. Diverse
citt della Germania ottennero i "privilegi del giubileo" e vennero chieste delle indulgenze, ma queste diedero vita ad
abusi e scandali. Il giubileo del 1400 attir a Roma grandi folle di pellegrini, in particolare dalla Francia. Nonostante
una disastrosa epidemia di peste, Bonifacio rimase in citt.
Nella seconda met del 1399 sorsero gruppi di penitenti flagellanti, noti come Bianchi, o Albati, specialmente in
Provenza, dove gli Albigesi erano stati sterminati meno di un secolo prima, che si diffusero poi in Spagna e nell'Italia
settentrionale. Questi evocarono scomodi ricordi delle processioni di flagellanti erranti del periodo della Morte Nera
(1348-49). Si spostavano in processione di citt in citt, indossando vesti bianche, con i volti coperti e una croce
rossa cucita sulla schiena, seguendo un capo che portava una grossa croce. Le voci di un imminente giudizio divino e
le visioni della Vergine Maria abbondarono. Cantavano un inno divenuto rapidamente popolare, lo Stabat Mater,
durante le loro processioni. Per un momento, mentre i "penitenti bianchi" si avvicinavano a Roma, Bonifacio e la
curia appoggiarono il loro entusiasmo penitenziale, ma quando questi raggiunsero la citt, Bonifacio fece bruciare
sul rogo il loro capo, e questi si dispersero rapidamente. "Bonifacio framment gradualmente queste folle vaganti,
facile preda di agitatori e cospiratori, e infine le dissolse." come viene riportato nella Catholic Encyclopedia.
In Inghilterra le prediche anti-papali di John Wyclif appoggiarono l'opposizione del Re e dell'alto clero all'abitudine
di Bonifacio di garantire i benefici inglesi alla curia romana, man mano che questi diventavano vacanti. Bonifacio
introdusse una novit nella forma di entrate note come annates perpetu, trattenendo met delle entrate del primo
anno di ogni beneficio garantito alla corte romana. Il Parlamento inglese conferm ed estese gli statuti di "Provisore"
e "Prmunire" di Edoardo III, dando al re potere di veto sulle nomine pontificie in Inghilterra. Bonifacio venne
sconfitto da un fronte unito e la lunga controversia venne infine appianata, per la soddisfazione del re inglese.
Cionondimeno, al Sinodo di Londra (1396), i vescovi inglesi si riunirono per condannare Wyclif.
In Germania gli elettori avevano deposto a Rhense (20 agosto 1400) il poco valido Venceslao, e scelsero al suo posto
Roberto, duca di Baviera e conte del Palatinato Renano. Nel 1403 Bonifacio approv la deposizione ed incoron
Roberto. Nel 1398 e 1399 Bonifacio si appell all'Europa cristiana in favore dell'imperatore bizantino Manuele,
minacciato a Costantinopoli dal sultano Bajazet, ma ci fu poco entusiasmo per una nuova crociata a quell'epoca.
Santa Brigida di Svezia venne canonizzata da Bonifacio il 7 ottobre 1391. Le Universit di Ferrara (1391) e Fermo
(1398) devono la loro origine a Bonifacio, e quella di Erfurt il suo riconoscimento (1392).
Nel 1404 Bonifacio mor, dopo una breve malattia.
141
Papa Bonifacio IX
142
Bonifacio IX fu un politico franco, visto che fu interessato al denaro come gli altri principi europei, in quanto il costo
della guerra moderna cresceva e i sostenitori dovevano essere incoraggiati con doni, poich i governi del XIV secolo
dipendevano da tutti gli appoggi personali che un governante poteva raccogliere e mantenere. Il traffico in benefici,
la vendita di dispense e simili, non coprivano le perdite di fonti locali di reddito causate dalla lunga assenza del
Papato da Roma. Le entrate dall'estero diminuirono a causa dello scisma, delle spese per la pacificazione e la
fortificazione di Roma, delle guerre costanti provocate dall'ambizione francese e dalla riconquista degli Stati
Pontifici. Bonifacio certamente si prese cura generosamente della madre, dei fratelli e dei nipoti, cos come era nello
spirito dei tempi. La Curia fu forse parimenti responsabile per i nuovi sistemi finanziari che erano destinati nel
secolo successivo a far sorgere amari sentimenti contro Roma, particolarmente in Germania.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Voci correlate
Cattivit avignonese
Scisma d'occidente
Antipapa Clemente VII
Antipapa Benedetto XIII
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Bonifacio IX [2] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Bonifacio IX [3]
Predecessore
Successore
Papa Urbano VI
Portale Cattolicesimo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
Portale Medioevo
143
Elezione
Insediamento
17 ottobre 1404
11 novembre 1404
papa Bonifacio IX
Successore
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Innocenzo VII, nato Cosimo de' Migliorati (Sulmona, ca. 1336 Roma, 6 novembre 1406), fu il 204 Papa della
Chiesa cattolica dal 1404 alla morte: regn durante lo Scisma d'occidente, mentre il papa rivale (antipapa), Benedetto
XIII, regnava da Avignone.
Migliorati proveniva da una nobile famiglia della cittadina di Sulmona in Abruzzo. Era zio del cardinale Giovanni
Migliorati.
Biografia
Studi ed episcopato
Si distinse per i suoi studi sia nel diritto civile che nel diritto canonico, che insegn per un certo periodo nelle
Universit degli studi di Perugia e di Padova. Il suo insegnante, Lignano, lo sponsorizz a Roma, dove Urbano VI lo
fece entrare nella Curia, inviandolo per dieci anni come collettore pontificio in Inghilterra, e successivamente lo
nomin arcivescovo di Ravenna (4 novembre 1387), consacrandolo vescovo il 5 dicembre del medesimo anno, ma
Cosimo non pot mai insediarsi per l'opposizione del signore di Ravenna, Guido da Polenta, che era seguace
dell'antipapa Clemente VII. Nel giugno del 1389 fu trasferito alla sede di Bologna.
Il pontificato
Migliorati venne scelto all'unanimit da otto cardinali (17 ottobre 1404) e prese il nome di Innocenzo VII. Ci
fu una rivolta generale del partito ghibellino quando giunse notizia della sua elezione, ma la pace venne mantenuta
con l'aiuto di re Ladislao di Napoli, che corse a Roma con un gruppo di soldati per assistere il Papa nel sopprimere
l'insurrezione. Per i suoi servigi il Re estorse diverse concessioni ad Innocenzo, tra queste la promessa che non
avrebbe raggiunto nessun accordo con il Papa rivale di Avignone, che avesse compromesso le pretese di Ladislao su
Napoli, le quali erano state sfidate fino a poco prima da Luigi II d'Angi. Questo stava bene a Innocenzo, che non
aveva alcun'intenzione di scendere con Avignone a patti che compromettessero le sue rivendicazioni sugli Stati
Pontifici. Innocenzo venne cos a trovarsi costretto a obblighi imbarazzanti, dai quali si liber alla prima occasione.
Innocenzo aveva commesso il grave errore di elevare al cardinalato un suo nipote decisamente inadatto al ruolo,
Ludovico Migliorati, un pittoresco condottiero, in precedenza al soldo di Giangaleazzo Visconti di Milano, la cui
violenta carriera di soldato di ventura gli stava ancora in gran parte innanzi. Un atto di nepotismo che avrebbe pagato
caro. Nell'agosto 1405, il cardinale intercett undici rappresentanti della chiassosa fazione romana avversa al Papa,
che erano di ritorno da una conferenza col Pontefice, e li fece assassinare nella sua casa, facendone poi gettare i corpi
in strada, dalle finestre dell'ospedale di Santo Spirito. Ci fu una sollevazione. Papa, corte e cardinali, assieme alla
fazione di Migliorati, fuggirono verso Viterbo. Ludovico prese l'occasione per portare via del bestiame che pascolava
fuori dalle mura, e il partito del Papa venne inseguito dai romani inferociti, perdendo trenta membri, i cui corpi
vennero abbandonati nella fuga. Tra questi vi era l'abate di Perugia, colpito sotto gli occhi del Papa.
Il suo protettore Ladislao, invi una squadra di soldati a sedare la rivolta, e per il gennaio del 1406 i romani
accettarono nuovamente l'autorit papale, e Innocenzo si sent in grado di fare ritorno a Roma (in marzo Innocenzo
nomin Ludovico Marchese e Conte di Fermo). Ladislao, non contento delle concessioni fattegli in precedenza,
desiderava estendere la sua autorit su Roma e sugli Stati Pontifici. Per ottenere i suoi scopi aiut la fazione
ghibellina di Roma nei suoi tentativi rivoluzionari. Un contingente di truppe che re Ladislao aveva mandato in aiuto
della fazione dei Colonna occupava ancora Castel Sant'Angelo, in apparenza per proteggere il Vaticano, ma
compiendo frequenti sortite su Roma e sul territorio circostante. Solo dopo che Ladislao venne scomunicato cedette
alle richieste del Papa di ritirare le sue truppe.
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Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Bonifacio IX
Predecessore
Arcivescovo di Ravenna
Successore
Pileo da Prata
1387 - 1389
Amministratore apostolico fino al 1400
Predecessore
Vescovo di Bologna
Successore
Filippo Carafa
1389 - 1390
Rolando da Imola
Predecessore
Successore
1389 - 1404
Francesco Lando
Predecessore
Successore
Stefano Palosio
1394 - 1396
1396 - 1404
Portale Cattolicesimo
147
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
Elezione
30 novembre 1406
Insediamento
19 dicembre 1406
Fine pontificato
4 luglio 1415
Cardinali creati
vedi categoria
Predecessore
Successore
papa Martino V
Nome
Angelo Correr
Nascita
Morte
Sepoltura
Cattedrale di Recanati
Gregorio XII, nato Angelo Correr (Venezia, ca. 1335 Recanati, 18 ottobre 1417), fu il 205 papa della Chiesa
cattolica dal 1406 al 1415. stato uno dei pochissimi pontefici ad aver rinunciato al ministero petrino,[1] il settimo
dopo Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI e Celestino V. Ad oggi, dopo la sua abdicazione,
solo un altro pontefice, papa Benedetto XVI, ha rinunciato al ministero del Soglio Pontificio. Proveniente dalla
nobile famiglia veneziana dei Correr, era figlio di Niccol di Pietro e di Polissena. Era zio del cardinale Antonio
Correr, C.R.S.G.A. e del cardinale Gabriele Condulmer, il futuro papa Eugenio IV.
Biografia
Studi, episcopato e cardinalato
Ottenne il magistero in teologia e ne divenne professore all'Universit di Bologna. Fu canonico del Capitolo della
Cattedrale di Venezia.
Nell'ottobre del 1380 fu nominato vescovo di Castello, carica che mantenne per dieci anni, allorch venne nominato
patriarca di Costantinopoli. Fu legato pontificio in Istria e Dalmazia per conto di Urbano VI nel 1387. Nel 1399 fu
legato pontificio per conto di Bonifacio IX a Napoli, presso il re Ladislao. Nel 1405 venne nominato governatore
della Marca anconitana. Nel concistoro del 12 giugno 1405 venne nominato cardinale da Innocenzo VII e ricevette il
titolo di cardinale presbitero di San Marco.
Pontificato
Successe a Innocenzo VII il 30 novembre 1406, essendo stato scelto a Roma da un conclave composto da soli
quindici cardinali, con l'esplicita condizione che, se Benedetto XIII, il papa rivale di Avignone, avesse rinunciato a
tutte le pretese al papato, anch'egli avrebbe rinunciato alle sue, di modo che potesse essere svolta una nuova elezione
e si potesse porre fine allo Scisma d'Occidente.
I due pontefici aprirono dei negoziati prudenti, per incontrarsi su suolo neutrale a Savona, ma presto la loro
determinazione cominci a tentennare. La famiglia Correr, parenti di Gregorio XII, e Ladislao di Napoli, sostenitore
di Gregorio, e del suo predecessore, per ragioni politiche, usarono tutta la loro influenza per impedire l'incontro, ed
oltretutto il timore di ciascun Papa di essere catturato dal partito del rivale facilit le cose.
I cardinali di Gregorio XII mostrarono la loro insoddisfazione sul suo modo di procedere e diedero segno della loro
intenzione di abbandonarlo. Il 4 maggio 1408, Gregorio XII riun i suoi cardinali a Lucca, ordinandogli di non
lasciare la citt per alcun motivo, ed increment il suo seguito nominando quattro nuovi cardinali, di cui due suoi
nipoti (Antonio Correr e Gabriele Condulmer, il futuro Eugenio IV) e due molto vicini a lui (Jacopo del Torso e
Giovanni Dominici); tutto questo nonostante la promessa fatta al conclave che non ne avrebbe creati di nuovi. Sette
di questi cardinali lasciarono Lucca in segreto e negoziarono con i cardinali di Benedetto, riguardo alla convocazione
di un concilio generale, nel corso del quale i due Papi sarebbero stati deposti e uno nuovo eletto. Di conseguenza
convocarono il Concilio di Pisa ed invitarono entrambi i pontefici ad esservi presenti. N Gregorio XII, n Benedetto
XIII si fecero vedere. Gregorio rest presso il suo leale e potente protettore, principe Carlo I Malatesta, che si rec a
Pisa di persona, durante lo svolgimento del concilio, allo scopo di appoggiarlo presso i due gruppi di cardinali. Nel
corso della quindicesima sessione, il 5 giugno 1409, il Concilio di Pisa depose i due pontefici come scismatici,
eretici, spergiuri e scandalosi; pi tardi verso la fine del mese elesse Alessandro V come nuovo papa.
Gregorio XII, che nel frattempo aveva ordinato altri dieci cardinali, tra cui anche il nipote Angelo Barbarigo
(concistoro del 19 settembre 1408), aveva convocato un concilio rivale a Cividale del Friuli, nei pressi di Aquileia;
sebbene pochi vescovi vi partecipassero, i cardinali di Gregorio dichiararono Benedetto XIII e Alessandro V
scismatici, spergiuri e devastatori della Chiesa.
La situazione venne infine risolta con il Concilio di Costanza. Gregorio nomin Carlo I Malatesta e il cardinale
Giovanni Dominici di Ragusa come suoi delegati. Il cardinale convoc il concilio e autorizz i suoi atti di
successione, preservando cos le formule del primato papale. Quindi Malatesta, agendo in nome di Gregorio XII,
pronunci il 4 luglio 1415 la rinuncia all'ufficio di romano pontefice di Gregorio,[1] che i cardinali accettarono, ma in
base a precedenti accordi, accettarono anche di mantenere tutti i cardinali che questi aveva creato, dando cos
soddisfazione alla famiglia dei Correr, e nominando Gregorio vescovo di Frascati e legato pontificio ad Ancona. Il
concilio mise inoltre da parte anche l'antipapa Giovanni XXIII (1415) succeduto ad Alessandro V e lo Scisma
d'Occidente giunse a conclusione.
148
149
Gregorio spese il resto della sua vita, due anni, in una tranquilla oscurit ad Ancona. sepolto nella cattedrale di
Recanati; dopo di lui tutti i papi sono stati sepolti a Roma.[2]
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 579
Altri progetti
Questa voce inclusa nel libro di Wikipedia Papi che hanno rinunciato al ministero petrino. ( versione
epub (http://www.wikilibri.it/Papidimissionari.epub))
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989,
ISBN 88-384-1326-6. pp.577579
Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990
Collegamenti esterni
Biografia di papa Gregorio XII (http://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-xii_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Correr (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1405.
htm#Correr)
Cardinali nominati da Papa Gregorio XII (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_xii_14061415.
htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-gregorio-xii_(Dizionario-Biografico)/)
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Martino V
Predecessore
Vescovo di Castello
Successore
Nicol II Morosini
1380-1390
Giovanni Loredan
Predecessore
Vescovo di Corone
Amministratore apostolico
Successore
150
Antonio
1390 - 1413
Vescovo effettivo
1395 - ?
Bartolomeo, O.P.
1413 - 1417
Vescovo effettivo
Predecessore
Patriarca di Costantinopoli
Successore
1390-1405
Luigi di Mitilene
Predecessore
Successore
vacante
dal 1386
1405-1406
Antonio Calvo
1409 - 1411
Predecessore
Successore
Pierre Girad
1410 - 1415 (antivescovo)
1415-1417
Baldassarre Cossa
23 giugno - 22 dicembre 1419
Predecessore
Successore
1415 - 1417
Controllo di autorit VIAF: 25394064 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 25394064) LCCN: nb2007017459 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/nb2007017459)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Martino V
151
Papa Martino V
Papa Martino V
Elezione
11 novembre 1417
Insediamento
21 novembre 1417
Successore
papa Eugenio IV
Nome
Oddone Colonna
Nascita
Genazzano, 1368
Morte
Sepoltura
Martino V, nato Ottone (o Oddone) Colonna (Genazzano, 1368 Roma, 20 febbraio 1431), fu il 206 Papa della
Chiesa cattolica dal 1417 alla morte.
Fu eletto dal concilio di Costanza, che doveva risolvere lo scisma prodottosi all'interno della Chiesa a seguito del
trasferimento della curia da Avignone a Roma.
Biografia
Figlio di Agapito Colonna signore di Genazzano e di Caterina Conti (a sua volta figlia di Giovanni Conti e di
Margherita Colonna), nato a Genazzano "capitale" dello stato feudale paterno non lungi da Roma, nel 1368,
apparteneva a una delle pi antiche e importanti famiglie di Roma. Studi all'Universit di Perugia. Divenne
protonotario apostolico sotto papa Urbano VI; poi uditore papale; quindi fu nominato il 12 giugno 1405 cardinale
diacono di San Giorgio in Velabro da papa Innocenzo VII. Fu anche amministratore della sede suburbicaria di
Palestrina dal 1401 al 1405 e per un breve periodo nel 1412.
Nell'estate del 1408 abbandon Gregorio XII e nel 1410 fu uno dei delegati dell'antipapa Alessandro V all'audizione
dell'appello portato al papato da Jan Hus. Ebbe sempre parte nell'attivit conciliare durante l'elezione dei due papi
dell'obbedienza "pisana" Alessandro V e Giovanni XXIII. A quest'ultimo fu sempre fedele, anche a Costanza, fino
Papa Martino V
alla sua sconsiderata fuga.
Egli fu eletto unanimemente papa dopo un conclave di tre giorni, l'11 novembre 1417 nel giorno di San Martino,
durante il Concilio di Costanza da un conclave formato da ventitr cardinali e trenta delegati del concilio, che, dopo
aver deposto Giovanni XXIII, avevano manifestato molte perplessit sulle rivendicazioni di Gregorio XII nel suo
conflitto con Benedetto XIII. Benedetto fu deposto contro la sua volont mentre Gregorio, riconosciuto ancora come
unico e vero papa dai pi (ma non da Oddone), fu convinto ad una onorevole abdicazione. L'elezione di Oddone (che
scelse il nome Martino in quanto eletto il giorno del santo), che si considerava successore di Giovanni XXIII, mise la
parola fine allo Scisma d'Occidente.
Durante il suo pontificato, tent di riedificare e ripopolare l'antica citt di Ferento nella Tuscia viterbese, distrutta dai
viterbesi nel 1172. Fu stimato per la sua moderazione, cultura (nel 1425 fond a Lovanio una delle pi antiche
universit cattoliche tuttora esistenti), rettitudine e abilit nel trattare, ma fall nell'ottenere, come avrebbe potuto,
l'onore di diventare un papa riformatore. Il suo primo atto, dopo l'elezione, fu pubblicare una nota che confermava
tutti i regolamenti dei suoi predecessori riguardanti la cancelleria pontificia, regolamenti che erano da tempo oggetto
di giuste lamentele. Quando le "nazioni" del concilio spinsero i loro piani di riforma, Martino propose un piano in
gran parte alternativo, e alla fine entr in negoziati per concordati distinti, vaghi e illusori, con Germania, Inghilterra
e Francia.
Martino lasci Costanza alla chiusura del concilio (maggio 1418), ma viaggi lentamente attraverso l'Italia: Torino,
Pavia, Milano, Mantova (ospite di Gianfrancesco Gonzaga e del vescovo Giovanni degli Uberti sino al febbraio
1419), Ferrara, Ravenna, Forl, Firenze; qui si sofferm quasi un anno e mezzo, e non si avventur a entrare a Roma
fino al settembre 1420, quando il suo primo compito fu cercare di ristabilire la prosperit e l'ordine ai quali la citt
era diventata estranea. Nel frattempo, si era tenuto a Forl, nel 1418, un celebre concilio ebraico, che aveva deciso di
inviare a Martino V una delegazione con la richiesta di abolire la legislazione anti-giudaica voluta dall'antipapa
Benedetto XIII (Etsi doctoribus gentium). Martino ne accolse le richieste.
In accordo con il decreto di Costanza, confermato da lui stesso, che prevedeva che si dovesse tenere un concilio ogni
cinque anni, nel 1423 Martino ne convoc uno che si riun a Pavia e successivamente a Siena; la partecipazione fu
abbastanza scarsa, e la circostanza diede al Papa il pretesto per scioglierlo non appena giunse alla conclusione che
l'unione interna della Chiesa per mezzo della riforma deve avere la precedenza sull'unione esterna. Il concilio
venne rinviato per sette anni e si riun infine a Basilea; poco dopo l'apertura Martino mor per un colpo apoplettico, il
20 febbraio 1431.
152
Papa Martino V
Francia:
Germania:
Italia:
Spagna:
Diego de Anaya y Maldonado, vescovo di Cuenca.
Nicols Divitis, Ordine Domenicano, vescovo di Dax.
153
Papa Martino V
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Papa Martino V
Concistoro dell'8 novembre 1430
1. Juan Casanova, O.P., vescovo di Elne + 1 marzo 1436.[4].
2. Guillaume Ragenel de Montfort, vescovo di Saint-Malo + 27 settembre 1432.[4].
Pseudocardinali creati dall'antipapa Clemente VIII
1. Gil Snchez, nipote dell'antipapa[5]
2. Franois de la Rovre[6]
155
Papa Martino V
156
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Creato in segreto, il giorno del suo decesso; non fu mai pubblicato ma i messi papali, inviati per annunciargli la notizia, provvidero ad
adornarne la bara con le insegne cardinalizie.
[2] Creato in segreto e pubblicato nel concistoro dell'8 novembre 1430
[3] Creato in segreto e pubblicato nel concistoro dell'8 novembre 1430
[4] Creato in segreto e pubblicato da papa Eugenio IV
[5] Sottomessosi a Martino V dopo l'abdicazione dell'antipapa Clemente VIII (26 luglio 1429)
[6] Sottomessosi a Martino V dopo l'abdicazione dell'antipapa Clemente VIII (26 luglio 1429)
[7] Zuffi, cit., pag. 200.
[8] Elena Capretti, Brunelleschi, Giunti Editore, Firenze 2003, pagg 22-23. ISBN 88-09-03315-9
[9] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 13.
[10] John T. Spike, Masaccio, Rizzoli libri illustrati, Milano 2002 ISBN 88-7423-007-9
Bibliografia
Annuaire Pontifical Catholique, Maison de la Bonne Presse, Parigi 1935
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Martino V (http://www.treccani.it/enciclopedia/martino-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Martino V (http://www.araldicavaticana.com/creati da martino_v_14151431.htm)
Predecessore
Successore
Papa Eugenio IV
Predecessore
Successore
1405-1417
Prospero Colonna
Controllo di autorit VIAF: 9881869 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 9881869) LCCN: n50080636 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n50080636)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Medioevo
Papa Eugenio IV
157
Papa Eugenio IV
Papa Eugenio IV
Elezione
3 marzo 1431
Insediamento
11 marzo 1431
papa Martino V
Successore
papa Niccol V
Nome
Gabriele Condulmer
Nascita
Venezia, 1383
Morte
Sepoltura
Eugenio IV, nato Gabriele Condulmer (in latino: Eugenius IV; Venezia, 1383 Firenze, 23 febbraio 1447), fu il
207 papa della Chiesa cattolica dal 1431 alla morte. Apparteneva ai Canonici Regolari di San Giorgio in Alga.
Biografia
Nacque a Venezia da una ricca famiglia di mercanti, sua madre apparteneva alla famiglia Correr. A differenza di
quanto supposto in passato, quando lo si indic come appartenente alla Congregazione dei Celestini, si oggi
accertato come Gabriele, nel 1400 sia entrato nei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga, che osservavano la
regola di Sant'Agostino[1]. Il Condulmer acquis particolare importanza durante il pontificato dello zio, papa
Gregorio XII, dal quale fu nominato vescovo di Siena. Qui la classe politica locale contest la scelta di un vescovo
ventiquattrenne forestiero e, data la situazione, Gabriele lasci l'incarico e divenne tesoriere pontificio dello zio,
protonotaio e quindi, nel 1408 fu creato cardinale prete con titolo di San Clemente; nel 1424 opt per il titolo di
Santa Maria in Trastevere.
Papa Eugenio IV
158
Elezione a pontefice
Egli si rese utile anche durante il pontificato di papa Martino V e venne
prontamente eletto a succedergli. Venne incoronato in San Pietro l'11
marzo 1431, con il nome di Eugenio IV. Per un accordo scritto
stipulato prima della sua elezione, accett di distribuire ai cardinali la
met di tutte le entrate della Chiesa, e promise di consultarsi con loro
su tutte le questioni di importanza spirituale o temporale. All'atto della
sua elevazione a pontefice, Eugenio prese misure violente contro
diversi esponenti della famiglia Colonna, cui apparteneva il suo
predecessore Martino V, il quale aveva concesso terre e castelli al suo
numeroso clan. Questo coinvolse Eugenio in una grave contesa con il
potente casato dei Colonna, che ufficialmente appoggiava i diritti locali
di Roma contro gli interessi del Papato. Venne ben presto organizzata
una tregua.
Ma la caratteristica di gran lunga pi importante del pontificato di
Eugenio IV fu la grande lotta tra il Papa e il Concilio di Basilea, parte
dello storico movimento conciliare. Il 23 luglio 1431, i suoi legati
aprirono il concilio, che era stato convocato da Martino V, ma poco
fiducioso dei suoi scopi e incoraggiato dalla scarsa partecipazione, il
Papa emise una bolla il 18 dicembre 1431, che scioglieva il concilio e
ne indiceva un altro che si sarebbe riunito diciotto mesi dopo a
Bologna. Il concilio resistette a quella che ai pi sembr una prematura
espressione della prerogativa papale. L'azione di Eugenio IV diede
qualche peso all'opinione secondo cui la curia si opponeva a qualsiasi
reale misura di riforma. Il concilio rifiut di sciogliersi; e invece
rinnov le risoluzioni rivoluzionarie con le quali il Concilio di
Costanza aveva dichiarato che il concilio era superiore al Papa, e cit
Eugenio IV perch comparisse a Basilea. Un compromesso venne
preparato da Sigismondo del Sacro Romano Impero, che era stato
incoronato imperatore a Roma il 31 maggio 1433. In base all'accordo il
Papa ritir la sua bolla di scioglimento e, riservando tutti i diritti alla
Santa Sede, riconobbe il concilio come ecumenico (15 dicembre 1433).
Papa Eugenio IV
159
Papa Eugenio IV
160
Tale esito del conflitto non piacque al papa, secondo il quale tutta l'area dei Balcani avrebbe dovuto essere liberata
dal controllo degli Ottomani. Furono invalidati i trattati fino ad allora sottoscritti. Il re d'Ungheria fu convinto a
riprendere la guerra e, all'inizio della "crociata", Venezia dispieg subito in mare la sua potente marina, disponendola
tra i Balcani e l'Asia minore, in modo da presidiare i Dardanelli e da dividere in due l'Impero ottomano. Quando
Murad II venne a conoscenza delle manovre dei cristiani, non esit a radunare tutto il suo esercito e a farlo sbarcare
nei Balcani; questa impresa fu favorita dalle avverse condizioni atmosferiche oppure fu aiutato, forse, dalle navi dei
genovesi[3].
Il 10 novembre 1444 le forze turche, circa il triplo di quelle nemiche,
affrontarono i crociati presso Varna, lungo il Mar Nero. Le forze
crociate furono sbaragliate: perirono il re Ladislao ed il cardinal
Cesarini; solo in pochi riuscirono a salvarsi e a ritornare in Ungheria.
La battaglia di Varna.
Papa Eugenio IV
161
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Indicazioni precise, con ampia bibliografia, si trovano, come d'abitudine per gli storici della Chiesa, sul Miranda: v. The Cardinals of the Holy
Roman Church - Biographical Dictionary - Consistory of May 9, 1408 (http:/ / www2. fiu. edu. / ~mirandas/ bios1408. htm#Condulmer)
[2] Leone Cobelli, Cronache forlivesi dalla fondazione della Citt siano all'anno 1498, Regia Tipografia, Bologna 1874, p. 182.
[3] Giorgio Ravegnani, Bisanzio e Venezia, Il Mulino, Bologna, 2006 - ISBN 978-88-15-10926-2 pag. 181
[4] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 64.
[5] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 67.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 76.
Bibliografia
Salvador Miranda, The Cardinals of the Holy Roman Church,2010, http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1408.
htm#Condulmer
Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, 2008, il Cerchio, Rimini, ISBN
88-8474-164-5
Pierluigi De Vecchi, Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
Papa Eugenio IV
162
Voci correlate
Maffeo Vegio
Filarete
Pio Joris
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Eugenio IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/eugenio-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Eugenio IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da eugenio_iv_14311447.
htm)
Predecessore
Successore
Papa Martino V
Papa Niccol V
Predecessore
Vescovo di Siena
Successore
Guglielmo da Siena
1407-1431
Antonio Casini
Predecessore
Successore
Berenguer d'Anglesola
1408-1411
Branda Castiglione
Predecessore
Successore
Rinaldo Brancaccio
1427-1431
Controllo di autorit VIAF: 12365672 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 12365672) LCCN: n79068430 (http:/ / id. loc. gov/
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Portale Medioevo
Papa Niccol V
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Papa Niccol V
Papa Niccol V
Elezione
6 marzo 1447
Insediamento
19 marzo 1447
papa Eugenio IV
Successore
Nome
Tomaso Parentucelli
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Niccol V, al secolo Tomaso Parentucelli (in latino: Nicolaus V; Sarzana, 15 novembre 1397 Roma, 24 marzo
1455), fu il 208 papa della Chiesa cattolica dal 1447 alla morte.
Origini e formazione
Nacque nella Repubblica di Genova a Sarzana, dove suo padre esercitava la professione di medico. La madre fu
Andreola Bosi della Verrucola di Fivizzano[1].
Il padre mor quando Tomaso era ancora giovane. Trasferitosi a Firenze, divenne precettore nelle famiglie Strozzi e
Albizzi, dove fece la conoscenza dei principali studiosi umanisti. Tomaso studi a Bologna, dove conobbe Leon
Battista Alberti, conseguendo la laurea in teologia nel 1422. Il vescovo Niccol Albergati fu cos colpito dalle sue
capacit che lo prese a servizio e gli diede la possibilit di approfondire i suoi studi, mandandolo in viaggio
attraverso Germania, Francia ed Inghilterra. Egli fu cos in grado di raccogliere numerosi libri, per i quali nutriva una
sincera passione intellettuale, ovunque si rec. Alcuni di questi sono sopravvissuti fino ai nostri giorni, con le sue
note a margine in bella grafia.
Tomaso si distinse al Concilio di Ferrara-Firenze, e nel 1444, quando mor il suo patrocinatore, venne nominato
vescovo di Bologna al suo posto. A causa dei prolungati disordini civici a Bologna, Papa Eugenio IV lo nomin
Papa Niccol V
164
come uno dei suoi legati inviati a Francoforte per negoziare un'intesa tra Santa Sede e Sacro Romano Impero, circa
l'abolizione, o almeno il contenimento, dei decreti di riforma del Concilio di Basilea. La sua azione diplomatica,
coronata dal successo, gli fece ottenere come ricompensa, al suo ritorno a Roma, il titolo di cardinale-prete di Santa
Susanna (dicembre 1446).
Al Soglio Pontificio
Venne eletto Papa come successore di Eugenio IV il 6
marzo dell'anno successivo, prendendo il nome di
Niccol in onore del suo benefattore.
Potere spirituale
Il 20 luglio 1447, con la bolla Pastoralis officii elev il
Terzo Ordine Regolare di San Francesco come Ordine
canonicamente distinto all'interno della famiglia
francescana, dotato di un proprio Ministro Generale.
Nel marzo 1452 incoron imperatore Federico III, nella
Basilica di San Pietro. Fu l'ultima circostanza in cui un
imperatore venne incoronato a Roma.
Potere temporale
Gli otto anni del pontificato di Niccol V furono
importanti per la storia politica, scientifica e letteraria
del mondo. Dal punto di vista politico, fu responsabile
del Concordato di Vienna, o Aschaffenburg (17
febbraio 1448), con l'imperatore Federico III del Sacro
Romano Impero, tramite il quale vennero abrogati i
decreti del Concilio di Basilea contrari alle prerogative
papali per quanto concerneva la Germania. Nell'anno
seguente si assicur un ancor maggiore trionfo tattico,
con la rinuncia dell'antipapa Felice V (7 aprile) e il suo
riconoscimento da parte del Concilio di Basilea, riunito
a Losanna.
Busto bronzeo del pontefice presso Fivizzano
Papa Niccol V
165
sua dichiarazione nel letto di morte, nell'aprile del 1455. Ai cardinali raccolti intorno a s Niccol V dichiar che,
ricevuta la notizia dell'assedio di Costantinopoli, egli aveva deciso di venire in aiuto dei bizantini, ma era anche
consapevole che da solo poteva fare ben poco contro le soverchianti forze militari dei Turchi.
Agli inviati di Costantino XI di Bisanzio, giunti a Roma nel 1452
per chiedere aiuto, egli pertanto aveva dichiarato in modo chiaro
ed aperto che quanto possedeva in oro, navi e uomini, era a
disposizione dell'imperatore, ma gli consigliava altres di cercare
aiuto anche presso altri principi italiani. Gli inviati bizantini si
recarono fiduciosi presso le signorie italiane, ma tornarono dal
papa senza aver concluso niente di concreto. Il pontefice, dunque,
non pot fare altro che dare ai bizantini il suo aiuto cos quale era.
Conformemente a ci, il 28 aprile 1453 Niccol V diede ordine
all'arcivescovo di Ragusa, Jacopo Veniero di Recanati, di
accompagnare come legato a Costantinopoli 10 galere pontificie
ed un certo numero di navi fornite dal Regno di Napoli e dalle
Repubbliche di Genova e Venezia. Questa flotta italiana unita, che
part con grandi speranze, tuttavia non riusc ad entrare in azione
poich il 29 maggio si era gi deciso il destino della capitale
bizantina.
Niccol V ritratto da Beato Angelico come Sisto II
(Consacrazione di san Lorenzo come diacono, cappella
Niccolina)
La caduta di Costantinopoli, insieme alla congiura per rovesciarlo, pesarono sugli ultimi anni di pontificato di
Niccol V, che ebbe a dire: "Come Tomaso di Sarzana, ho avuto pi felicit in un giorno che ora in un anno intero".
Mor il 24 marzo 1455.
Fu suo biografo l'umanista Giannozzo Manetti che descrisse anche il suo ambizioso programma di rinnovo urbano di
Roma.[3]
Arte e cultura
Nel 1450, Niccol tenne un giubileo a Roma, e le offerte dei numerosi pellegrini che vi si recarono gli fornirono i
mezzi per portare avanti la causa della cultura in Italia, che gli stava molto a cuore.
Con il suo generoso patronato, Niccol impresse un decisivo sviluppo all'Umanesimo. Fino al suo pontificato, a
Roma, i nuovi studi umanistici erano stati considerati come possibili fonti di scismi ed eresie, sospettati di un insano
interesse verso il paganesimo. Niccol assunse Lorenzo Valla come notaio ed impieg numerosi copisti e studiosi,
incaricandoli di effettuare la traduzione integrale in latino delle opere greche, sia pagane che cristiane. Arriv a
pagare diecimila fiorini per la traduzione metrica di Omero. Questa impresa, avviata poco prima dell'invenzione
della stampa a caratteri mobili, contribu enormemente all'espansione dell'orizzonte intellettuale cristiano.
Nel 1451, Niccol V con lungimirante decisione, costitu una consistente raccolta di codici (novemila) che divenne il
primo nucleo della futura Biblioteca Apostolica Vaticana. Egli stesso fu uomo dalla vasta erudizione, e il suo amico
Enea Silvio Piccolomini (il futuro Papa Pio II) disse di lui: "ci che non sa al di fuori del campo della conoscenza
umana".
Papa Niccol V
La Roma di Niccol V
Fu con Niccol V che le trasformazioni episodiche dei suoi
predecessori assunsero una fisionomia organica, preparando il
terreno agli ambiziosi sviluppi successivi. Il piano di riassetto
della citt verteva essenzialmente su cinque punti fondamentali[4]:
1. Rafforzamento delle mura;
2. Ripristino delle forniture d'acqua;
3. Risistemazione del Borgo;
4. Restauro o ricostruzione delle quaranta chiese presenti in citt e
ampliamento della Basilica di San Pietro;
5. Ristrutturazione del Palazzo Apostolico.
Dopo aver ripristinato le mura dell'Urbe, il pontefice avvi i lavori
per la costruzione di un nuovo acquedotto. Niccol V era
consapevole dell'importanza dell'approvvigionamento idrico della
citt: la fine della Roma antica veniva spesso spiegata con la
distruzione dei suoi magnifici acquedotti, avvenuta del VI secolo
Beato Angelico, San Lorenzo distribuisce le elemosine,
da parte dei popoli barbari. Nel Medioevo i romani dipendevano
Cappella Niccolina
per la fornitura d'acqua da pozzi e cisterne, mentre i poveri
sfruttavano le acque del Tevere. L'acquedotto dell'"Aqua Virgo",
originariamente costruito da Marco Vipsanio Agrippa nel I secolo a.C., venne restaurato. I romani poterono cos
attingere acqua fresca in un nuovo bacino, progettato da Leon Battista Alberti, che fu il predecessore della Fontana
di Trevi.
Ma i lavori a cui dedic particolarmente la sua attenzione furono la ricostruzione del palazzo del Vaticano e della
Basilica di San Pietro, dove si sarebbero concentrate le glorie rinate del papato. Niccol V si spinse fino a far
abbattere parti dell'antica basilica, e apport alcune modifiche[5]. Per reperire i materiali da costruzione, Niccol non
esit a spogliare le costruzioni di Roma antica, asportando, per esempio, le decorazioni dalla basilica di Nettuno.
L'intento era quello di ottenere una cittadella religiosa sul colle Vaticano, esterna alla citt laica che aveva il suo
fulcro attorno al Campidoglio. A questo progetto si legava indissolubilmente quello di esaltare la potenza della
Chiesa, dimostrando inequivocabilmente la continuit tra Roma imperiale e Roma cristiana[4].
Nell'intraprendere queste opere Niccol fu mosso "per rafforzare la debole fede del popolo con la grandezza di ci
che vede". A causa della brevit del suo pontificato, l'ambizioso progetto non pot essere portato a termine, per il
pontefice fece convergere in citt artisti di pi scuole (soprattutto toscani e lombardi), che avevano in comune
l'interesse per l'antichit e il fascino verso le vestigia romane, che contribuirono a determinare, in qualche modo, una
certa omogeneit dei loro lavori[4].
La presenza di Leon Battista Alberti, sebbene non direttamente collegabile a cantieri effettivi (verso i quali si
dimostr molto critico), fu importante per ribadire il valore del retaggio della Roma antica e il suo collegamento col
papato. Nel 1452 dedico a Niccol V il trattato De re aedificatoria, dove venivano teorizzate le basi per il riutilizzo
della lezione degli antichi, attualizzata con un rigoroso recupero anche di elementi derivati dalla tradizione
medievale[4].
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Papa Niccol V
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Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Memorie storiche d'illustri scrittori e di uomini insigni dell'antica e moderna Lunigiana par Emanuelle Gerini publi par Frediani, 1829 (http:/
/ books. google. fr/ books?id=IuNMAAAAIAAJ& pg=PA109& lpg=PA109& dq=Andreola+ Bosi+ della+ Verrucola+ di+ Fivizzano&
source=bl& ots=cTFTfnCHso& sig=3JRnnuD07qyfjNKP5RwSyP7j0EQ& hl=fr& ei=YlQiSsalGYKNjAeDs43TBg& sa=X&
oi=book_result& ct=result& resnum=5#PPA110,M1)
[2] Leon Battista Alberti la descrisse nell'epistola De Porcaria coniuratione.
[3] Gianfranco Spagnesi, Roma: la Basilica di San Pietro, il borgo e la citt, 2003, ISBN 88-16-40605-4
[4] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 76.
[5] Rimane testimonianza delle modifiche in alcuni affreschi del Beato Angelico (Cappella Niccolina).
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 77.
Bibliografia
Giovanni Sforza, La patria, la famiglia e la giovinezza di papa Niccol V, Lucca, Giusti, 1884.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Milano, Bompiani, 1999. ISBN
88-451-7212-0.
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Milano, Electa, 2004. ISBN 88-370-2315-4.
Stefano Tozzi, Lunigianesi a Roma - Storia di Personaggi illustri ed emigranti dalla Lunigiana alla Citt Eterna,
Roma, Edizioni Mediacom, 2012.
Voci correlate
Elenco dei papi
Lega Italica
Cappella Niccolina
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Niccol V (http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Niccol V (http://www.araldicavaticana.com/creati da nicola V.htm)
Predecessore
Successore
Papa Eugenio IV
Predecessore
Successore
1446-1447
Filippo Calandrini
Papa Niccol V
169
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Portale Cattolicesimo
Elezione
8 aprile 1455
Insediamento
20 aprile 1455
papa Niccol V
papa Pio II
Alfonso de Borgia y Cabanilles
Nascita
Morte
Sepoltura
Callisto III, nato Alfons de Borja y Cabanilles, in latino Callistus III (Xtiva, 31 dicembre 1378 Roma, 6 agosto
1458), fu il 209 papa della Chiesa cattolica dal 1455 alla morte.
Biografia
I primi anni ed il ricongiungimento dei rapporti tra re d'Aragona e Stato della Chiesa
Alfonso Borgia nacque il 31 dicembre 1378 a Torre del Canals, a Jtiva, presso Valencia, in Spagna, figlio
primogenito di un ramo secondario di una delle pi importanti famiglie dell'isola di Jativa. Egli era nello specifico
figlio di Domingo de Borja, piccolo proprietario terriero e gentiluomo di campagna e di Francina Llanol. Alfonso
aveva quattro sorelle: Isabella, Giovanna, Catalina e Francesca. Venne battezzato nella chiesa collegiata di Santa
Maria a Torre del Canals.
Inizialmente, egli studi grammatica, logica ed arti alla scuola di Valencia e poi dal 1392 studi all'Universit di
Lleida ottenendo il dottorato in utroque iure. Spese l'inizio della sua carriera come professore di diritto a Lleida e
quindi come diplomatico al servizio dei re di Aragona, in particolare durante il concilio di Basilea.
Lettore dell'Universit di Lleida, nel 1408 l'antipapa Benedetto XIII lo nomin assessore ed ufficiale della diocesi di
Lleida nonch dal 1411 canonico del capitolo della cattedrale diocesana. Fu a quel tempo che Vincenzo Ferreri,
futuro santo, ne profetizz l'elevazione al papato. Eletto delegato alla diocesi di Lleida al Concilio di Costanza nel
1416, non prese parte all'assemblea dal momento che poco dopo re Alfonso V d'Aragona ascese al trono e si oppose
alla celebrazione del concilio; per questo motivo l'allora canonico Borgia si rec a Barcellona per rappresentare la
propria diocesi al sinodo della chiesa d'Aragona. Nel 1418 venne incaricato col permesso del cardinale Alamanno
Adimari, arcivescovo di Pisa, il quale fungeva da inviato di papa Martino V, di ottenere il supporto di re Alfonso V.
Il Borgia si occup stranuamente di ristabilire l'unit della chiesa e la propria influenza sul monarca aragonese,
comprendendo che questa era una delle parti decisive per la conclusione di un accordo tra il re spagnolo ed il nuovo
papa; come ricompensa, egli ricevette anche il canonicato del capitolo cattedrale di Barcellona. Nel 1418 venne
nominato rettore della chiesa di San Nicola a Valencia.
Dal 1420 al 1423 fu in Italia e dal 13 maggio di quell'ultimno anno fu a Los Alfaques e poi nel dicembre a
Barcellona. Dal 1420 al 1423 fu anche vice-cancelliere dell'Universit di Lrida dando poi le dimissioni dai suoi
incarichi per dedicare tutte le sue energie al servizio diplomatico del re spagnolo.
L'episcopato
Nel 1424 il re aragonese propose di elevarlo a cardinale, ma papa Martino V non accolse tale richiesta. Nel 1425, per
tutta risposta, re Alfonso V lo nomin suo segretario privato e consigliere e fu uno dei principali personaggi politici
del regno d'Aragona del suo tempo.
Nel 1429 il cardinale Pierre de Foix si rec a Barcellona per ottenere la resa dell'antipapa Clemente VIII che ivi
aveva trovato rifugio sin dalla fine del 1424, nella fortezza di Pescola; per ottenere questa rinuncia ufficiale, il
cardinale chiese assistenza al canonico Borgia che con un solo compagno di viaggio venne inviato a Pescola e
riusc nell'intento di far desistere l'antipapa dalle sue pretese e ponendo fine allo scisma interno alla chiesa cattolica
perdurato da lungo tempo. Come ricompensa, Alfonso Borgia ottenne di essere elevato al pieno episcopato e venne
eletto vescovo di Valencia il 20 agosto 1429, mantenendo l'incarico sino alla propria morte (anche dopo la sua
elevazione a pontefice). Consacrato il 31 agosto 1429 per mano del cardinale Pierre de Foix, autorizz Pedro Llorns
a prendere possesso della sede in suo nome. Nel 1432, il re lo chiam dall'Italia per riprendere il suo incarico di
consigliere reale ed addirittura aveva meditato di inviarlo al Concilio di Basilea che stava svolgendosi in quello
stesso anno ma per differenti ragioni il Concilio si svolse senza la partecipazione del Borgia, il quale si trovava
invece a Tarazona, nell'intento di concludere alcuni negoziati con la Castiglia, per poi spostarsi in Navarra. Nel 1436,
ottenne la tutela del figlio illegittimo di re Alfonso, Ferrante, e nel 1439 guid la delgazione aragonese al Concilio di
Firenze, stabilendo i primi contatti con la corte pontificia grazie alla personale amicizia che lo leg ai cardinali
Bessarione e Giuliano Cesarini.
Quando il re si stabil a Napoli nel 1442, il Borgia venne incaricato di riorganizzare il sistema giudiziario del regno e
divenne anche presidente del Consiglio Regio dal 1442 al 1444, resistendo strenuamente al progetto di re Alfnso di
170
171
supportare il Concilio di Basilea di modo da forzare papa Eugenio IV a riconoscere le sue pretese sul regno di
Napoli. A questo scopo venne ad ogni modo inviato presso papa Eugenio IV nel 1443 pr negoziare con il cardinale
Trevisano un accordo finale tra il re d'Aragona ed il papa che culmin nel Trattato di Terracina, siglato nel giugno di
quell'anno ed accettato dal papa il 6 luglio successivo.
Il cardinalato
Alfonso Borgia divenne cardinale dopo aver favorito la
riconciliazione di papa Eugenio IV con il re Alfonso V di
Aragona. Egli venne creato cardinale presbitero nel concistorio del
2 maggio 1444 e fece il proprio ingresso formale a Roma il 12
luglio di quello stesso anno, ricevendo contestualmente il titolo
cardinalizio dei Santi Quattro Coronati. Egli prese residenza
stabile a Roma, in un palazzo presso il Colosseo, preferendo
abbandonare i propri incarichi presso la corte aragonese per
dedicarsi al servizio della chiesa. Il 10 aprile 1446 venne iscritto
nella Fratellanza dello Spirito Santo a Roma e venne introdotto
alla curia romana dal 21 febbraio 1447.
Prese parte al conclave del 1447 che elesse papa Niccol V di cui
segu il concistoro del 27 ottobre 1451.
Il pontificato
Il Borgia venne prescelto quale pontefice nel 1455, ad et molto avanzata,
come candidato di compromesso. Venne incoronato il 20 aprile 1455 sui
gradini della basilica di San Pietro in vaticano per mano del cardinale
Prospero Colonna, protodiacono di San Giorgio in Velabro.
Il principale obiettivo della sua politica fu di spingere per una crociata
contro i Turchi che avevano catturato Costantinopoli nel 1453, ma
nonostante i suoi sforzi i principi cristiani non si mostrarono disposti a
raccogliere la sua chiamata.
Nomin cardinali due suoi nipoti, uno dei quali, Rodrigo Borgia, diverr in
seguito papa Alessandro VI, noto per la sua corruzione.
Fece indire un nuovo processo per Giovanna d'Arco, nel quale venne
postumamente scagionata dalle accuse. Callisto III mor nel 1458.
Mor a Roma il 6 agosto 1458 e venne sepolto in un magnifico monumento commissionato da suo nipote il cardinale
Rodrigo Borgia, nella cappella di Santa Maria delle Febbri, non lontano dalla basilica di San Pietro. Frammenti di
questo originario monumento si trovano oggi nelle grotte vaticane in quanto durante la ricostruzione della basilica i
172
suoi resti vennero trasferiti dal 1586 altrove sempre all'interno della chiesa, ove rimasero sino al 1605.
Successivamente, il 30 gennaio 1610 le sue spoglie assieme a quele di papa Alessandro VI vennero trasferite alla
chiesa di Santa Maria in Montserrato, chiesa della corona aragonese a Roma. Il 21 agosto 1889 i suoi resti vennero
trasferiti in una tomba moderna, opera dello scultore spagnolo Felipe Moratilla, avente sulla parte frontale due
medaglioni raffiguranti i due papi, nella cappella di San Diego, nella chiesa di Santa Maria in Montserrato (oggi
chiesa nazionale spagnola). Nel suo testamento lasci 5.000 ducati per la fondazione di un ospedale nella casa in cui
visse da cardinale.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Voci correlate
Convento dell'Annunciata
Rotta dei Borgia
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Papa Callisto III [1]
Collegamenti esterni
Biografia di papa Callisto III [2] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Callisto III [3]
Predecessore
Successore
Papa Niccol V
Papa Pio II
Predecessore
Successore
Luigi di Lussenburgo
1444-1455
Predecessore
Vescovo di Valencia
Successore
1429-1455
Rodrigo Borgia
Portale Cattolicesimo
173
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
Papa Pio II
Quand'ero Enea, nessun mi conoscea. Or che son Pio, mi chiamano zio.
(epigramma)
Papa Pio II
Elezione
Incoronazione
19 agosto 1458
3 settembre 1458
Nascita
Morte
Sepoltura
Pio II, nato Enea Silvio Piccolomini (Corsignano, 18 ottobre 1405 Ancona, 14 agosto 1464), fu il 210 papa della
Chiesa cattolica dal 1458 alla morte.
Papa Pio II
Biografia
Pio, "il cui carattere riflette quasi tutte le tendenze dell'epoca in cui visse", nacque a Corsignano (oggi Pienza), nel
territorio senese, dalla famiglia nobile dei Piccolomini.
La famiglia aveva scelto questo nome per via di un loro avo di nome Giulius Piccolominis Amideis, che era
imparentato con la famiglia degli Amidei di Firenze. Quando seppero della discendenza degli Amidei dalla Gens
Iulia, decisero di chiamare il futuro Pio II Enea Silvio, in onore di Enea, figlio di Venere, che, come sosteneva la
Gens Iulia, era il primo membro della loro famiglia.
Dopo aver studiato alle universit di Siena e Firenze, si stabil a Siena come insegnante, ma nel 1431 accett il posto
di segretario di Domenico Capranica, vescovo di Fermo, allora sulla strada che lo conduceva al Concilio di Basilea
per protestare contro l'ingiustizia del nuovo papa Eugenio IV, che gli rifiutava il cardinalato al quale era stato
designato da Martino V. Arrivato a Basilea dopo numerose avventure, successivamente serv Capranica e diversi
altri signori.
Nel 1435 venne inviato dal cardinale Albergati, legato di Eugenio al concilio, in missione segreta in Scozia, lo scopo
della quale viene raccontato in vari modi anche da lui stesso. Piccolomini visit l'Inghilterra oltre alla Scozia, e fu
soggetto a diversi pericoli e vicissitudini in entrambe le nazioni, delle quali ha lasciato un prezioso resoconto. Al suo
ritorno si schier attivamente con il concilio nel suo conflitto con il Papa e, anche se ancora un laico, ottenne una
parte importante nella direzione dei suoi affari.
Egli appoggi la creazione dell'antipapa Felice V, ma quando agli inizi del 1442 il concilio elesse Amedeo, Duca di
Savoia, come antipapa, Enea, percependo che la posizione del consiglio era alla lunga indifendibile, trov un
pretesto per ritirarsi alla corte dell'imperatore Federico III a Vienna. L venne incoronato poeta imperiale laureato, ed
ottenne il patrocinio del cancelliere dell'imperatore, Kaspar Schlick, del quale celebr un'avventura amorosa a Siena
nel romanzo Eurialo e Lucrezia.
Il suo carattere era stato fino ad allora quello di un facile uomo di mondo, senza pretesa di coscienziosit nella
morale o di coerenza in politica. Egli inizi a essere pi regolare nel primo aspetto, e nel secondo adott una linea
definita facendo pace con Roma. A quarant'anni, intraprese un profondo percorso di conversione e di avvicinamento
alla Chiesa Cattolica. Essendo stato inviato in missione a Roma nel 1445, con lo scopo apparente di indurre Eugenio
a convocare un nuovo concilio, venne assolto dalle censure ecclesiastiche e fece ritorno in Germania con il compito
di assistere il Papa.
Questo fece, in maniera molto efficace, con la destrezza diplomatica con la quale ammorbid le differenze tra la corte
papale di Roma e gli elettori imperiali tedeschi; ed ebbe anche una parte importante nel compromesso col quale, nel
1447, il morente Eugenio accett la riconciliazione offerta dai principi tedeschi, lasciando senza supporto il concilio
e l'antipapa. Enea per quel tempo aveva gi preso i voti, infatti era gi canonico di Trento e parroco di Sarentino nel
1446. Uno dei primi atti del successore di Eugenio, Papa Niccol V, fu quello di nominarlo vescovo di Trieste nel
1447.
Nel 1450 venne inviato insieme al cardinale Cusano come ambasciatore dall'imperatore Federico per negoziare il
matrimonio di questi con la principessa Eleonora d'Aviz, cosa che riusc a portare a termine; nel 1451 intraprese una
missione in Boemia dove concluse un soddisfacente accordo con il capo degli hussiti, Giorgio di Podebrady; nel
1452 accompagn Federico a Roma, dove l'imperatore spos Leonora e venne incoronato re dei Romani.
Nell'agosto 1455 Enea torn a Roma con un'ambasciata per proferire l'obbedienza della Germania al nuovo Papa,
Callisto III. Egli port con s forti raccomandazioni dell'imperatore e di Ladislao V d'Ungheria per la sua nomina al
cardinalato, ma sorsero dei ritardi a causa della determinazione del Papa a promuovere prima un suo nipote, ed egli
dovette aspettare fino al dicembre dell'anno successivo. Ottenne invece temporaneamente il vescovato di Warmia
(Ermeland).
Callisto III mor il 6 agosto 1458. Il 10 agosto i cardinali entrarono in conclave. Il cardinale di Rouen, bench
francese e dal carattere discutibile, sembrava certo di essere eletto. Enea, come ci dice in un passaggio della sua
174
Papa Pio II
storia dell'epoca, scrisse clandestinamente nel Conclavi de' Pontifici Romani con quale arte, energia ed eloquenza
egli frustr le speranze del cardinale francese. Sembr che l'elezione non dovesse ricadere su Enea, ma nessun altro
candidato sembr averci pensato seriamente a farsi eleggere, n, anche se il sacro collegio probabilmente
comprendeva alcuni uomini di alta morale, vi era qualcuno complessivamente pi degno della tiara di Enea. Scelse
come nome pontificale "Pio" in omaggio pi al tanto amato Enea di Virgilio, il cui appellativo era Pius, che non al
santo Papa Pio I.
Era facolt peculiare di Enea quella di adattarsi perfettamente a qualsiasi incarico venisse chiamato ad occupare; fu
una sua fortuna che ogni passo nella vita lo aveva posto in circostanze che si appellavano sempre pi alla parte
migliore della sua natura, un appello al quale non manc mai di rispondere. Lo scrittore di pamphlet era stato pi
rispettabile del segretario privato, il diplomatico pi dello scrittore di pamphlet, il cardinale pi del diplomatico; ora
l'avventuriero poco scrupoloso e il narratore licenzioso di pochi anni prima, da poco convertito, sedeva in modo
abbastanza naturale sullo scranno di San Pietro, e dalle risorse del suo carattere versatile produsse senza sforzo
apparente tutte le virt e le qualit richieste dal suo nuovo stato.
Dopo essersi alleato con Ferdinando, il
pretendente aragonese al trono di Napoli, il
suo atto successivo fu di riunire un
congresso dei rappresentanti dei principi
cristiani a Mantova, per prendere un'azione
comune contro i Turchi Ottomani che hanno
conquistato definitivamente Costantinopoli
e stanno per prendere possesso di tutto
l'Impero bizantino, guidati da Maometto II.
Fu questo, infatti, il motivo dominante del
suo Pontificato. Egli il 19 gennaio 1459
aveva istituito l'Ordine di Santa Maria di
Betlemme.
Nessun pontefice prima di lui aveva fondato
Il Palazzo Piccolomini voluto da Pio II a Pienza
in prima persona un ordine cavalleresco ma
Papa Pio aveva persino tentato di sciogliere
i pi potenti Ordini esistenti, ordinando loro di confluire in questa nuova Milizia. Il suo lungo trasferimento verso il
luogo dell'assemblea ricordava ora una processione trionfale. Il congresso fu invece un fallimento completo rispetto
ai suoi obbiettivi ostentati, ma almeno mostr che l'impotenza della cristianit non era dovuta al Papa. Al suo ritorno
dal congresso, Pio spese un periodo considerevole di tempo nel suo paese di origine, nel territorio senese, e descrisse
il diletto e il fascino della vita di campagna in un linguaggio molto gradevole.
Venne richiamato a Roma dai problemi causati da Tiburzio de Maso, che venne alla fine catturato e giustiziato. Gli
stati pontifici erano a quell'epoca grandemente disturbati da baroni ribelli e dalle scorrerie dei condottieri, ma questi
mali vennero gradualmente abbattuti. Anche la Guerra Napoletana ebbe fine, col successo dell'alleato del Papa,
Ferdinando. Il Papa tent anche delle mediazioni nella Guerra dei tredici anni tra Polonia e cavalieri dell'Ordine
Teutonico, e quando fall nell'ottenere il successo, scagli l'anatema su polacchi e prussiani.
Nel luglio 1461, Pio canonizz Santa Caterina da Siena, e nell'ottobre dello stesso anno ottenne quello che
inizialmente sembr un brillante successo, inducendo il nuovo re di Francia, Luigi XI, ad abolire la Prammatica
Sanzione di Bourges, per la quale l'autorit del Papa in Francia era stata gravemente ostacolata. Ma Luigi si
aspettava che Pio avrebbe in cambio sposato la causa francese a Napoli, e, quando questo non avvenne, in pratica
ristabil la sanzione prammatica per mezzo di ordinanze reali. Pio venne anche coinvolto in una serie di dispute con
il re di Boemia e il Conte del Tirolo, e la crociata per la quale il congresso di Mantova era stato convocato non fece
progressi.
175
Papa Pio II
Di fronte allo scarso interesse delle potenze occidentali a partecipare ad una nuova crociata "contro il turco", il Papa
fece circolare in Europa, a scopo polemico, una lettera al Sultano, Maometto II, in cui offriva al signore turco - una
volta convertitosi al cristianesimo romano - il titolo di imperatore romano, per il quale in occidente nessuno era pi
degno agli occhi di Pio II.
Pio riusc a riconciliare l'imperatore ed il re d'Ungheria, ed ottenne grande incoraggiamento, oltre a vantaggi
economici, dalla scoperta di miniere di allume nel territorio pontificio, ma si era alienato la Francia; il Duca di
Borgogna non mantenne le sue promesse; Milano era assorbita dal tentativo di prendere Genova; Firenze consigli
cinicamente al Papa di lasciare che turchi e veneziani si logorassero a vicenda.
Pio era inconsapevolmente vicino alla sua fine, e il suo malessere probabilmente port alla febbrile impazienza con
la quale, il 18 giugno 1464, part per Ancona allo scopo di condurre la crociata di persona. Sembr certo che il
risultato di tale impresa sarebbe stato ridicolo o disastroso, ma l'ingegno di Pio II comparve nuovamente e la rese,
quantomeno, dignitosamente patetica. Pio soffriva di febbre quando lasci Roma, l'esercito crociato si sciolse ad
Ancona alla ricerca di un trasporto, e, quando infine giunse la flotta veneziana, il Papa morente pot solamente
vederla dalla finestra. Spir due giorni dopo, il 14 agosto 1464. Nella morte come nella vita fu una figura pittoresca e
significativa pi di quanto non fosse abituale per i pontefici romani. Gli successe papa Paolo II. Il suo corpo fu
sepolto nella Cappella di San Gregorio Magno in San Pietro per poi essere traslato, assieme al corpo di Pio III, da
papa Paolo V nella Basilica di Sant'Andrea della Valle. Il monumento funebre ed il sarcofago permangono, ma il
corpo andato perso durante un restauro nel corso del '700.
176
Papa Pio II
177
Epistole, che egli stesso raccolse, sono anch'esse un importante fonte di informazioni storiche.
I pi preziosi di questi scritti storici minori sono le sue storie della Boemia (Historia Bohemica) e dell'imperatore
Federico III, quest'ultima parzialmente autobiografica. Abbozz dei trattati biografici su Europa ed Asia, e nella
prima parte della sua vita produsse numerosi trattati sulle controversie politiche e teologiche dei suoi tempi, cos
come su soggetti estetici.
Pio fu molto ammirato come poeta dai suoi contemporanei, ma la sua reputazione nelle "belle lettere" dovuta
principalmente all'Eurialo e Lucrezia, che viene letto ancor oggi, in parte per la sua fedelt e in parte per il fatto
singolare di essere un racconto erotico scritto da un scrittore che anni dopo diventer Papa (infatti si ritratter di
questi scritti, dicendo: "Dimenticate Enea, accogliete Pio"). Pio compose inoltre alcune commedie, delle quali solo
una giunta ai giorni nostri. Tutte queste opere sono in latino.
Pio non fu uno studioso eminente, il suo latino spesso scorretto, e conosceva poco il greco; ma i suoi scritti hanno
un'alta qualit letteraria, e verranno sempre premiati come riproduzioni vivide ed accurate dello spirito di un'epoca
notevole.
Rimane celeberrimo il suo detto sul malcostume della raccomandazione: Quand'ero solo Enea / nessun mi conoscea
/ Ora che son Pio / tutti mi chiaman zio.
Pio ispir la struttura urbanistica, forse la prima pianificazione urbana di sempre, della sua splendida citt che oggi
porta il suo nome: Pienza (in Provincia di Siena).
Nella sua produzione storico-letteraria spicca anche un volumetto su usi e costumi della Germania, che intitolasi
appunto Germania ovvero De situ, ritu, moribus et conditione Germaniae descriptio. molto importante poich qui
si possono rintracciare le radici del Luteranesimo, le basi del malcontento dei tedeschi contro Roma.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Opere
Europa
Germania
Historia de Duobus Amantibus (Eurialus et Lucretia) - Storia dei due amanti (operetta erotica)
Commentarii [1], Roma 1584
Epistole (in particolare Epistola ad Mahometem)
Chrysis (commedia)
Libellus dialogorum de generalis concilii auctoritate et gestis Basileensium (genere storico)
Commentarius de rebus Basileae gestis (genere storico)
Papa Pio II
178
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Bibliografia
Voci correlate
Urbanistica di Pienza
Papa Pio III, nipote di Pio II
Libreria Piccolomini
Ordine di Santa Maria di Betlemme, ordine cavalleresco fondato dal Papa per la crociata da lui promossa contro
Maometto II
Maffeo Vegio
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di Pio II [3] nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Pio II [4]
Predecessore
Successore
Papa Paolo II
Predecessore
Successore
Martino di Canale
1436 - 1440
Leonardo da Vercelli
Predecessore
Vescovo di Trieste
Successore
Niccol II Aldegardi
14471450
Predecessore
Vescovo di Siena
Successore
Neri da Montecarlo
14501458
Antonio Piccolomini
Papa Pio II
179
Predecessore
Successore
Guillaume-Hugues d'Estaing
1456-1458
Berardo Eroli
Predecessore
Vescovo di Warmia
Amministratore
Successore
Franciszek Kuhschmalz
Vescovo
14571458
Pawe Legendorf
Portale Cattolicesimo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
[6]
Papa Paolo II
Papa Paolo II
Elezione
Insediamento
30 agosto 1464
16 settembre 1464
papa Pio II
papa Sisto IV
Portale Storia
Papa Paolo II
180
Nome
Pietro Barbo
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Paolo II, nato Pietro Barbo (Venezia, 23 febbraio 1417 Roma, 26 luglio 1471), fu il 211 papa della Chiesa
cattolica dal 1464 alla morte.
Biografia
Pietro nacque a Venezia nel 1417 ed era un nipote di papa Eugenio IV, a sua volta nipote di papa Gregorio XII.
Appartenente a una ricca famiglia di mercanti, era originariamente avviato alla carriera mercantile. La sua adozione
della carriera ecclesiastica venne incentivata dall'elezione a papa dello zio. Le sue promozioni furono rapide: divenne
cardinale diacono nel 1440 e cardinale presbitero con il titolo di San Marco sotto papa Niccol V; posto alla guida
della diocesi di Vicenza dal 1451, sotto i papati di Eugenio IV, Niccol V e Callisto III ebbe notevole influenza e gi
nel 1458 era un papabile; sotto papa Pio II, invece, il suo prestigio diminu considerevolmente; infatti fu a sorpresa
che venne eletto Papa all'unanimit, il 30 agosto 1464, come successore di Pio. Dapprima volle chiamarsi Formoso
II, dal latino formosus, bello, per il suo bell'aspetto; i cardinali lo dissuasero. Volle chiamarsi allora Marco II, in
onore di San Marco, ma i cardinali lo dissuasero di nuovo perch all'epoca lo Stato della Chiesa aveva screzi con
Venezia, di cui San Marco era protettore; scelse allora Paolo II.
Il suo giuramento all'atto di prendere l'ufficio di pontefice lo obbligava ad abolire il nepotismo nella Curia al fine di
migliorarne la moralit, a continuare la guerra ai Turchi e a indire un concilio ecumenico nel giro di tre anni. Ma i
termini di tale giuramento vennero modificati da Paolo a sua discrezione, dichiarando, subito dopo l'elezione, che
avrebbe seguito tali norme solo come direttive e non come obblighi, e impose al sacro collegio un nuovo documento
modificato: questa azione gli fece perdere la fiducia del sacro collegio[1].
Di conseguenza quando, nel 1466, progettando di eliminare gli incarichi ridondanti, procedette ad annullare il
collegio degli abbreviatori, la cui funzione era di formulare i documenti pontifici, Paolo sollev una tempesta di
indignazione, in quanto retori e poeti erano da lungo tempo usi ad acquistare questi incarichi. Uno di questi,
Bartolomeo Sacchi detto "il Platina", scrisse una lettera minacciosa al Papa e venne imprigionato, ma poi prosciolto;
nel 1467 venne imprigionato nuovamente con l'accusa di aver partecipato ad una congiura contro il Papa che ne
ordin la tortura, essendo accusato, assieme ad altri abbreviatori, di avere ideali pagani. Qualche anno dopo
Bartolomeo Scacchi venne riconosciuto innocente da papa Sisto IV, che gli diede vari incarichi tra i quali quello di
primo prefetto della biblioteca Vaticana[2][3]. Per rappresaglia, il Platina, nel suo Vitae pontificum, ritrasse in modo
sfavorevole la personalit di Paolo II.
Inoltre, nel 1468 soppresse l'Accademia Romana, sospetta di coltivare idee e riti paganeggianti, e proib ai bambini
romani lo studio dei poeti non cristiani: ci lo rese odiato in tutti i circoli umanistici. Egli tuttavia non era ostile alla
cultura o all'umanesimo, ma solo alle sue deviazioni pagane e anticristiane: si circond, infatti, di studiosi, fra cui si
ricorda il versatile Leone Cobelli (pittore, scrittore, musico, insegnante di ballo), restaur antichi monumenti e si
procur pregiate collezioni di oggetti artistici. Fu lui a impiantare a Roma la prima pressa tipografica.
Nel 1469 inizi, con il consenso dei cittadini, la revisione degli statuti di Roma, deplorando la corruzione dei
funzionari pontifici che si facevano sviare accettando doni.
Nel 1470 impose alle corporazioni che possedevano benefici una tassa da pagare ogni quindici anni, la quindemia. Il
19 aprile dello stesso anno, stabil che dal 1475 (anno a cui non arriv), i giubilei sarebbero stati celebrati ogni
venticinque anni[4].
La tempra repubblicana e l'ideale anti-papale del cronista Stefano Infessura rendono i suoi diari una testimonianza
ben informata, anche se lontana dalla neutralit, la quale ci dice che Paolo, bench avesse scontri e dissapori con gli
Papa Paolo II
181
umanisti, non fu secondo a nessuno nel fornire divertimenti al popolo, e mostr uno stravagante amore dello
splendore. Amava l'ostentazione e fu un grande promotore dei carnevali, alle cui spese furono costretti a contribuire
anche gli Ebrei. Nella complessa personalit di papa Paolo, questa passione per i divertimenti sfarzosi conviveva con
il suo senso di equit dimostrato nelle sue riforme dell'amministrazione comunale e nella sua lotta contro la
corruzione ufficiale e il traffico degli incarichi di dignit.
Nella gestione degli affari pubblici, per, Paolo mancava di autorevolezza e il suo pontificato non fu significativo per
la storia italiana. Nel suo regno comunque, Paolo pose termine, nel 1465, al regime predatorio dei conti di
Anguillara.
Nella questione della guerra ai Turchi, l'unico sovrano che avrebbe
potuto prenderne la guida, re Giorgio di Podbrady di Boemia,
venne rifiutato dal Papa e perseguito come eretico poich
appoggi la convenzione di Basilea (si veda Jan Hus) in favore
degli utraquisti. Nell'agosto 1465, Paolo convoc Giorgio davanti
al suo tribunale romano e, quando il re non si present, si alle con
gli insorti in Boemia, liberando i sudditi del re dal giuramento di
fedelt. Nel dicembre 1466, pronunci il bando di scomunica e la
sentenza di deposizione contro re Giorgio.
Quando alla fine il buon successo del re stava predisponendo il
pontefice in favore di una riconciliazione, Paolo II mor il 26
luglio 1471 prematuramente (a soli 54 anni), a causa, pare, di un'indigestione di melone[5].
Tomba di Paolo II nelle grotte vaticane
Dopo la morte di Paolo II, il Platina ne diede un ritratto a tinte fosche cos negativo che condizion la storiografia
successiva su di lui, tanto che sorsero leggende, come quella secondo cui uno dei successori immediati (Sisto IV o
Innocenzo VIII o Alessandro VI) proponesse di chiamarlo Maria Pietissima o Nostra Signora della Piet per la sua
inclinazione a scoppiare in pianto durante le crisi di nervi (anche se ci contrasta con la saldezza con cui affront
diverse questioni), oppure a causa della sua peculiare inclinazione a indossare paramenti sontuosi e di grande valore.
Venne descritto dai contemporanei "un collezionista di statue, gioielli e bei giovani". Tutto ci si riferisce alla sua
presunta omosessualit.Wikipedia:Uso delle fonti A proposito della morte di papa Paolo II, Claudio Rendina[6] cita il
Platina (Vitae pontificum), il quale fa correre il sospetto secondo cui Paolo II sia stato avvelenato, "perch il d
precedente alla notte che egli lasci la vita, due ben gran meloni si mangi". Secondo alcuni resoconti moderni,
Paolo II sarebbe morto a causa di un infarto cardiaco durante un presunto rapporto omosessuale.[7]
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[3]
[4]
[5]
[6]
[7]
John N.D. Kelly, Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme Spa, 1989
Enciclopedia Britannica (http:/ / www. britannica. com/ EBchecked/ topic/ 446940/ Paul-II)
Paolo II (http:/ / www. santiebeati. it/ search/ jump. cgi?ID=89211)
22 - Papa Paolo II (http:/ / www. pratodellavalle. org/ prato/ html/ paolo. htm), pratodellavalle.org
I Papi, Storia e Segreti, Newton & Compton Editori, 1999, p. 589
Hans Khner, Das Imperium der Ppste, Classen Verlag, Zrich 1977, p. 254.
Papa Paolo II
182
Bibliografia
Pope Paul II in Catholic Encyclopedia (in inglese), Encyclopedia Press, 1917.
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Paolo II (http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-ii_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Paolo II (http://www.araldicavaticana.com/creati da paolo_ii 1464.htm)
Predecessore
Successore
Papa Pio II
Papa Sisto IV
Predecessore
Successore
Bartolomeo Vitelleschi
1451-1464
Marco Barbo
Predecessore
Vescovo di Vicenza
Successore
Francesco Malipiero
1451-1464
Marco Barbo
Predecessore
Successore
Ludovico Trevisan
1465-1471
Giovanni d'Aragona
Controllo di autorit VIAF: 79066698 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 79066698) LCCN: n82080187 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n82080187)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Sisto IV
183
Papa Sisto IV
Papa Sisto IV
Elezione
9 agosto 1471
Insediamento
25 agosto 1471
papa Paolo II
papa Innocenzo VIII
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Sisto IV, nato Francesco della Rovere (Pecorile, 21 luglio 1414 Roma, 12 agosto 1484), fu il 212 papa della
Chiesa cattolica dal 1471 alla morte. Apparteneva all'ordine francescano dei Frati Minori.
il Sisto da cui prende il nome la Cappella Sistina che in seguito, durante il papato del nipote Giulio II, sar
affrescata da Michelangelo. Porta il medesimo nome una seconda cappella, adiacente alla cattedrale di Savona,
sepolcro dei suoi genitori.
Papa Sisto IV
184
Biografia
Nacque da una nobile famiglia savonese a Pecorile (oggi Celle Ligure) vicino Savona (Imperiale), figlio di Leonardo
della Rovere e di Luchina Monteleoni, sotto la signoria di Sigismondo di Lussemburgo. Entr nell'ordine
francescano e studi filosofia e teologia all'Universit di Pavia. Si dedic all'insegnamento in molte universit
italiane. Venne nominato ministro generale dei francescani nel 1464. Nel 1467 venne fatto cardinale da papa Paolo
II.
Pontificato
Dopo alcune inefficaci sortite contro i turchi a Smirne (dove
l'energia spesa nella raccolta di fondi ebbe pi successo dei
tentativi poco convinti di prendere d'assalto la citt) e alcuni
tentativi di unificazione con la Chiesa ortodossa, il pontefice si
rivolse alle questioni legate al potere temporale e a considerazioni
dinastiche. Sisto continu lo sterile dibattito con Luigi XI di
Francia, che continu a difendere la Prammatica sanzione di
Bourges (1438), la quale forniva il consenso reale ai decreti papali
prima che questi venissero promulgati in Francia e formava
l'inamovibile chiave di volta dell'indipendenza della Chiesa
gallicana. Allo stesso tempo Luigi manovrava per rimpiazzare
Ferdinando I di Napoli con un principe francese, cosa che il Papa,
abile stratega, non poteva permettere.
Il suo pontificato fu caratterizzato da una politica nepotista ancora
pi tenace di quella dei suoi predecessori. Nell'affresco del pictor
Melozzo da Forl, Sisto IV nomina il Platina prefetto
papalis Melozzo da Forl che compare qui sotto, egli affiancato
della biblioteca Vaticana (1477), affresco, Roma,
Pinacoteca Vaticana
dai suoi nipoti delle famiglie Della Rovere e Riario, dei quali
vennero nominati cardinali il protonotario apostolico Raffaele
Riario (alla sua destra) e Giuliano della Rovere, il futuro papa Giulio II (pontefice dal 1503 al 1513) che gli sta di
fronte: Sisto IV contava numerosi nipoti, e ne nomin cardinali sei; si diedero alla carriera politica, invece, Girolamo
Riario, per il quale Sisto IV volle il dominio di Imola e di Forl, e Giovanni della Rovere che fu nominato prefetto
dell'Urbe, posti dietro l'inginocchiato Bartolomeo Platina, autore della prima storia umanista dei Papi. Celebr il
Giubileo del 1475[1].
Durante l'ingrandimento territoriale dello Stato Pontificio, il nipote cardinal Raffaele Riario, per il quale venne
costruito il Palazzo della Cancelleria, fu uno dei capi della congiura dei Pazzi, che mirava ad assassinare Lorenzo de'
Medici e suo fratello per sostituirli a Firenze con quel Girolamo Riario che gi governava Forl e Imola.
L'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, uno dei principali organizzatori del piano, venne impiccato sulle mura del
fiorentino Palazzo della Signoria, e Sisto replic con un'interdizione e due anni di guerra contro Firenze.
In seguito si impegn nell'aggressione del Ducato di Ferrara da parte dei Veneziani, che egli incit all'attacco nel
1482, determinando l'inizio della Guerra di Ferrara (1482-1484). Il loro assalto combinato venne bloccato da
un'alleanza tra gli Sforza di Milano, i Medici di Firenze, e il re di Napoli, suo alleato ereditario e di solito braccio
forte del papato. Per essersi rifiutata di desistere dalle ostilit che egli stesso aveva istigato (e per essere una
pericolosa rivale alle ambizioni papali sulle Marche), Sisto pose Venezia sotto interdizione fino al 1483.
Sisto acconsent all'inquisizione spagnola, eman una bolla nel 1478 che istituiva un inquisitore a Siviglia, sotto
pressione politica di Ferdinando II di Aragona, che minacciava di ritirare l'appoggio militare del suo Regno di
Sicilia. Cionondimeno, Sisto discusse su protocollo e prerogative della giurisdizione, fu scontento degli eccessi
dell'inquisizione e prese misure per condannare gli abusi pi plateali nel 1482. Nelle questioni ecclesiastiche, Sisto
Papa Sisto IV
185
IV istitu la festa (8 dicembre) dell'Immacolata concezione della Vergine Maria e annull formalmente (1478) i
decreti riformisti del Concilio di Costanza.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Pasquinate
Contro Sisto IV furono scritte diverse pasquinate, tra le quali la pi velenosa questa:[2]
Sisto, sei morto alfine: ingiusto, infido, giace, chi la pace odi tanto in sempiterna pace.
Sisto, sei morto alfine: e Roma ecco in letizia, che te regnante, fame soffr, stragi e nequizia.
Sisto, sei morto alfine: tu di discordia eterno, motor fin contro Dio, scendi nel cupo inferno.
Sisto, sei morto alfine: in ogni inganno destro, in frodi, in tradimenti altissimo maestro.
Sisto, sei morto alfine: orgia di sozzi pianti ti dan ruffian, cinedi, meretrici e baccanti.
Sisto, sei morto alfine: obbobrio e vitupero del papato, sei morto alfine, Sisto, vero?
Sisto, sei morto alfine: su, su, gettate a bran le scellerate membra in pasto ai lupi e ai cani!
Papa Sisto IV
186
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] B. Catanzaro, F. Gligora, I Giubilei nella storia, Viviani, Roma, 2000
[2] Claudio Rendina, I papi, p. 594
Voci correlate
Della Rovere
Papa Giulio II
Rodrigo Borgia
Bibliografia
Pope Sixtus IV in Catholic Encyclopedia (in inglese), Encyclopedia Press, 1917.
Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 2003, ISBN 88-8289-070-8
Maurizio Gattoni, Sisto IV, Innocenzo VIII e la geopolitica dello Stato Pontificio (1471-1492), Roma, Edizioni
Studium 2010, ISBN 978-88-382-4124-6
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Sisto IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/sisto-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali creati da Sisto IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da sisto_iv.htm)
Predecessore
Successore
Papa Paolo II
Predecessore
Successore
Jaime Zarzuela
1458-1464
1464-1469
Zanetto de Udine
1469-1475
Predecessore
Successore
Nicola Cusano
1448-1464
1467-1471
Controllo di autorit VIAF: 37712552 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 37712552) LCCN: n86044822 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n86044822)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Sisto IV
187
Elezione
Insediamento
29 agosto 1484
12 settembre 1484
papa Sisto IV
papa Alessandro VI
Giovanni Battista Cybo
Nascita
Genova, 1432
Morte
Sepoltura
Innocenzo VIII, nato Giovanni Battista Cybo (Genova, 1432 Roma, 25 luglio 1492), fu il 213 papa della Chiesa
cattolica dal 1484 alla morte.
Biografia
Nacque a Genova, figlio di un uomo di rango
senatoriale. Spese i primi anni alla corte napoletana,
successivamente si spost a Padova e a Roma per la sua
educazione. In quest'ultima citt, l'influenza delle sue
amicizie gli fece ottenere diversi incarichi, da Paolo II
il vescovato di Savona, e nel 1473, con l'appoggio di
Giuliano della Rovere, venne nominato cardinale da
Sisto IV, cui successe il 29 agosto 1484, mentre era
vescovo di Molfetta.
Innocenzo VIII il primo Papa per la cui elezione
documentato l'utilizzo della formula Habemus Papam;
tuttavia probabile che essa fosse tradizionalmente
usata anche prima di lui, ma solo a partire dal suo
pontificato che essa viene attestata e canonizzata.
Poco dopo la sua elezione a pontefice, indirizz un
vano richiamo alla difesa della cristianit, affinch si
attuasse una nuova crociata contro gli "infedeli"; la
qualit del suo zelo pu essere in qualche modo
valutata dal fatto che nel 1489, in cambio di una
somma annuale di 40.000 ducati e del dono di un
Tomba di Innocenzo VIII.
frammento della punta di lancia che aveva trafitto il
costato del Salvatore, acconsent[1] a favorire il sultano
Byazd II, detenendo Jem, il suo fratello fuggitivo, in stretto confino nel Vaticano. Forse, i suoi richiami alle
potenze europee contro il pericolo turco rimasero inascoltati proprio perch egli fu il primo Papa a stringere rapporti
con l'impero ottomano[2]. Nel 1486, Enrico VII d'Inghilterra venne da lui dichiarato detentore di diritto della corona
inglese per diritto di conquista, ereditariet e scelta popolare[3].
Innocenzo, nella sua bolla Summis desiderantes (5 dicembre 1484) istig misure molto severe nei confronti di maghi
e streghe in Germania; i principi da lui enunciati vennero in seguito incorporati nel Malleus Maleficarum (1487),
dando cos forte impulso alla persecuzione della stregoneria. Fu anche colui che nel 1487 nomin Toms de
Torquemada come grande inquisitore di Spagna e fu un grande sostenitore dell'Inquisizione spagnola; premette
inoltre per una crociata contro i Valdesi, offrendo l'indulgenza plenaria a tutti coloro i quali vi si fossero impegnati.
A questo scopo, nel 1488 emise una bolla apposita contro i valdesi e nomin legato Alberto Cataneo arcidiacono di
Cremona perch intervenisse presso Carlo VIII re di Francia e Carlo II duca di Savoia per convincerli ad approntare
una spedizione armata. Nel 1487 proib[4] con la minaccia di severe censure ecclesiastiche, la lettura delle novecento
proposizioni di Pico della Mirandola (1463-1494): il libro che le riportava fu bruciato.
Nel 1489, il pontefice fece aggiungere sullo stemma di Soriano nel Cimino la parola "Fidelitas" per ricordare la
fedelt degli abitanti della cittadina alle falde del Monte Cimino che con estremo coraggio e grande fedelt verso il
papato, difesero il proprio castello dall'attacco ghibellino portato avanti nella notte dell'11 novembre dal feudatario
della vicina Vignanello.
Girolamo Savonarola, frate domenicano di origine ferrarese che in quel periodo si trovava a Firenze, insult varie
volte Innocenzo VIII dicendo che L'arte la stessa dannazione che sta dissacrando il trono di San Pietro in Roma
[...] Papa Innocenzo VIII, nella cui esistenza, la sola cosa innocente il suo nome.
Un evento importante del suo pontificato fu la caduta di Granada, il 2 gennaio 1492, avvenuta per merito di
Ferdinando II d'Aragona ed Isabella di Castiglia, che venne celebrata in Vaticano con grandi festeggiamenti e fece
188
Nel 1488 commission ad Andrea Mantegna la decorazione di una cappella personale in Belvedere con le storie di
San Giovanni Battista, essa venne terminata nel 1490, ma fu distrutta durante il pontificato di Pio VI, per far spazio a
quello che sar il museo Pio-Clementino. Nel suo breve pontificato non fu capace di esercitare uno stabile controllo
su Roma e lasci gli stati pontifici nell'anarchia, tant' che la sua morte segn l'inizio di un'esplosione di violenza e
di disordini senza precedenti, che il suo successore riusc ad arginare attuando la giustizia con fermezza e
ristabilendo l'ordine in Roma.
Morte
La morte di Innocenzo VIII sarebbe stata predetta pochi giorni prima di avvenire da Ambrogio Varese da Rosate,
famoso archiatra di Ludovico il Moro, governatore di Milano e figlio di Francesco Sforza, a cui il Pontefice si era
rivolto per venire a conoscenza del proprio stato di salute.Wikipedia:Uso delle fonti
In punto di morte Innocenzo VIII tent una trasfusione per via orale, usando il sangue prelevato da tre ragazzini di
10 anni, appositamente acquistati, che morirono la sera stessa per colpa della flebotomia (informazione non
storicamente verificata).
Sulla tomba di papa Innocenzo VIII c' scritto "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo". Tuttavia, la
partenza di Cristoforo Colombo, da Palos de la Frontera, avvenne il 3 agosto 1492, alcuni giorni dopo la morte del
Pontefice.
189
190
Ricciarda Malaspina, ha origine la dinastia Cybo-Malaspina, cui appartenne Giulio I Cybo-Malaspina il congiurato
fatto decapitare per aver attentato alla vita di Andrea Doria.
Ci sono voci che Innocenzo VIII fosse il padre naturale di Cristoforo Colombo.Wikipedia:Uso delle fonti
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
Josef Gelmi: "I papi", TCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano, 1993 - ISBN 88-17-11608-4
John N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, 1986 Oxford University Press, Oxford - New York
John N.D. Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, 1986 Oxford University Press, Oxford - New York
vedi G. Di Napoli, G. Pico della Mirandola, SCV, 1956, pp. 139-187
Gianfranco, Incontri con Pasquino, Roma 2004, p. 24
Bibliografia
Jacob Burkhardt. La civilt del Rinascimento in Italia, Sansoni, Firenze 1899
Maurizio Gattoni, Sisto IV, Innocenzo VIII e la geopolitica dello Stato Pontificio (1471-1492), Roma, Edizioni
Studium 2010, ISBN 978-88-382-4124-6
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Innocenzo VIII (http://www.treccani.it/enciclopedia/
innocenzo-viii_(Enciclopedia_dei_Papi)/) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Innocenzo VIII (http://www.araldicavaticana.com/creati da innocenzo_viii 1484.
htm)
Pope Innocent VIII in Catholic Encyclopedia (in inglese), Encyclopedia Press, 1917.
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-innocenzo-viii_(Dizionario-Biografico)/)
Predecessore
Successore
Papa Sisto IV
Papa Alessandro VI
Predecessore
Vescovo di Savona
Successore
14671472
Predecessore
Vescovo di Molfetta
Successore
Leonardo Palmieri
14731484
Angelo Lacerti
191
Predecessore
Successore
Amico Agnifili
1473-1474
Predecessore
Successore
Niccol Fortiguerra
1474-1484
Controllo di autorit VIAF: 29596770 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 29596770) LCCN: n86142042 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n86142042)
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Portale Cattolicesimo
Papa Alessandro VI
Papa Alessandro VI
Elezione
11 agosto 1492
Insediamento
26 agosto 1492
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Alessandro VI, nato Roderic Llanol de Borja, (italianizzato Rodrigo Borgia) (Xtiva, 1 gennaio 1431 Roma,
18 agosto 1503), fu il 214 papa della Chiesa cattolica dal 1492 alla morte.
Papa Alessandro VI
Note biografiche
Rodrigo, trasferitosi dalla nativa Valencia in Italia
ancora giovanissimo, fu allievo di Gaspare da Verona e
studi poi giurisprudenza a Bologna[1].
Nipote di Papa Callisto III (al secolo Alonso de Borja),
fratello della madre Isabella, fu da questi elevato alla
porpora a soli 25 anni e volle italianizzare il suo nome
in Borgia, cos come aveva fatto in precedenza lo zio
Papa. Successivamente ricopr anche l'incarico di
Vicecancelliere della Chiesa romana.
Rodrigo Borgia era un uomo dissoluto e un libertino
impenitente e come tale si comport per tutta la vita: da
laico, da cardinale e da papa, dopo un iniziale
ravvedimento, ancora di pi, senza minimamente
preoccuparsi di celare agli altri questa sua scandalosa
condotta di vita.
Il suo percorso terreno fu disseminato di numerosi figli,
ovviamente tutti illegittimi. Da una relazione con
Giovanna Cattanei, detta Vannozza, nacquero quattro
Alessandro VI papa (da Pinturicchio).
figli ed altri tre nacquero da una donna sconosciuta. Nel
corso del suo pontificato gli nacquero altri due figli; la sua amante ufficiale fu Giulia Farnese, moglie di Orsino
Orsini, amante segreta di lui dai tempi in cui era cardinale e con la quale continu ad avere relazioni intime dopo
l'elezione al soglio Pontificio. Questa notizia divenne pi o meno di pubblico dominio, era cos risaputa che chi
voleva favori da Papa Alessandro VI si rivolgeva a lei[2].
La storiografia oggi ormai unanime nel ritenere che la scandalosa condotta di vita di Rodrigo Borgia, caratterizzata
da un esasperato erotismo e da una continua ricerca del piacere fisico, debba essere attribuita ad una forma
patologica della sua psiche.
192
Papa Alessandro VI
Il Conclave
Nel 1492 alla morte di papa Innocenzo VIII furono solo 23 i cardinali che il 6 agosto 1492 si riunirono in conclave
nella Cappella fatta costruire da papa Sisto IV pochi anni prima e che gi mostrava i capolavori pittorici di Botticelli,
Perugino e del Ghirlandaio.
Nella notte tra il 10 agosto e l'11 agosto, il Sacro Collegio volle elevare al Soglio pontificio il cardinal Rodrigo Borja
y Borja, valenzano. Fu incoronato in San Pietro il 26 agosto successivo con il nome di Alessandro VI. Aveva 61
anni.
Il Conclave era cos composto:
1. Giuliano della Rovere, O.F.M. vescovo di Ostia e Velletri, arcivescovo di Bologna, amministratore
dell'arcidiocesi di Avignone, (eletto papa con il nome di Giulio II nel secondo Conclave del 1503)
2. Rodrigo Lanzol-Borja y Borja (divenuto poi papa Alessandro VI), vescovo di Porto e Santa Rufina, arcivescovo
di Valencia, Decano del Sacro Collegio
3. Oliviero Carafa, vescovo di Albano
4. Giovanni Battista Zeno, vescovo di Frascati
5. Giovanni Michiel, vescovo di Palestrina
6. Jorge da Costa, vescovo di Albano, arcivescovo di Lisbona
7. Francesco Nanni Todeschini-Piccolomini, cardinale diacono di Sant'Eustachio, arcivescovo di Siena (Eletto papa
con il nome di Pio III nel primo Conclave del 1503)
8. Girolamo Basso della Rovere, O.F.M., del titolo di San Crisogono, vescovo di Recanati e Macerata
9. Raffaele Riario, O.F.M., del titolo di San Lorenzo in Damaso
10. Domenico della Rovere, titolare di San Clemente, arcivescovo di Torino
11. Paolo Fregoso (o Campofregoso), del titolo di San Sisto, arcivescovo di Genova
12. Giovanni Battista Savelli, cardinale diacono di San Nicola in Carcere
13. Giovanni Colonna, cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro
14. Giovanni de' Conti, del titolo di San Vitale
15. Giovanni Giacomo Sclafenati, del titolo di Santa Cecilia, vescovo di Parma
16. Giovanni Battista Orsini, cardinale diacono di Santa Maria Nuova
17. Ascanio Maria Sforza Visconti, cardinale diacono di Santi Vito e Modesto
18. Lorenzo Cybo de Mari, del titolo di San Marco, arcivescovo di Benevento
19. Ardicino della Porta, del titolo di Santi Giovanni e Paolo, vescovo di Aleria
20. Antoniotto Pallavicini, del titolo di Santa Prassede, vescovo di Orense
21. Maffeo Gherardi, O.S.B.Cam., del titolo di Santi Nereo e Achilleo, Patriarca di Venezia
22. Giovanni de' Medici, cardinale diacono di Santa Maria in Domnica (eletto papa con il nome di Leone X nel
Conclave del 1513)
23. Federico Sanseverino, cardinale diacono di San Teodoro
Altri quattro cardinali facenti parte del sacro Collegio risultarono assenti:
1.
2.
3.
4.
Se l'elezione del Cybo, suo predecessore, fu certamente macchiata da trattative simoniache gestite dal cardinal
Giuliano Della Rovere e dallo stesso cardinal Borgia, altrettanto lo fu l'elezione del Borgia, tant' che, non appena
eletto, questi si affrett a provvedere immediatamente a onorare gli impegni contratti nel corso del Conclave.
Il suo principale sostenitore, il cardinale Ascanio Sforza, fu gratificato con la nomina di Vicecancelliere e con la
cessione del palazzo padronale della famiglia Borgia. Ai Colonna furono ceduti la citt di Subiaco e i vicini castelli.
Il cardinale Orsini ottenne i possedimenti di Soriano nel Cimino e Ponticelli, mentre al cardinale Savelli fu ceduta
193
Papa Alessandro VI
Civita Castellana.
Agli inizi del suo pontificato il Borgia attu importanti mutamenti nella disordinata Roma del tempo. Ristabil,
infatti, l'ordine nella citt eterna, caduta nel caos pi totale nel corso della sede vacante e adott importanti
provvedimenti di politica economica per il risanamento della finanza pubblica. Sembrava quindi avviato a un
pontificato decisamente dignitoso e forse anche animato da una ravvivata spiritualit, tramite un promettente
abbandono di quella condotta libertina che ne aveva caratterizzato l'esistenza fino a quel momento. Presto, per,
sarebbe ricaduto nei vizi di un tempo.
Figli
Ebbe quattro figli da Vannozza Cattanei, nobildonna di origine mantovana, nobile di Casa Candia, che a Roma
svolgeva l'attivit di locandiera:
Cesare e Lucrezia
Dei sette figli avuti nel corso degli anni, due
in particolare conquistarono il suo cuore e le
sue attenzioni, e su di essi rivers per tutta la
vita un grande affetto, oltre che un fiume di
ricchezze: Cesare e Lucrezia.
Cesare, figlio di Vannozza Cattanei, era
stato nominato Protonotario apostolico gi
alla tenera et di sei anni da Sisto IV.
Innocenzo VIII lo nomin vescovo di
Pamplona e il padre lo nomin arcivescovo
di Valencia, conferendogli la porpora
cardinalizia nel 1493, a soli 18 anni. Cinque
anni dopo dismise la porpora, contrasse
matrimonio con una cugina del re Carlo VIII
di Francia, fu da questi nominato duca del
Valentinois (da cui proviene il soprannome
Un bicchiere di vino con Cesare Borgia, dipinto di John Collier
"Valentino") e si dedic esclusivamente ad
attivit militari che avrebbero dovuto condurlo alla conquista di vasti territori. E cos fu. Con astuzia e sagacia rare,
Cesare riusc ad impossessarsi di numerosi territori adriatici, creando un importante sbocco ad est per la Chiesa. La
morte del padre segn il declino delle fortune militari di Cesare, che mor a sua volta pochi anni dopo.
194
Papa Alessandro VI
Lucrezia, figlia anch'essa di Vannozza Cattanei, passata alla storia come un personaggio molto controverso, donna
dissoluta e forse incestuosa sia con il padre sia con il fratello Cesare. Cos almeno si riteneva fino a parecchi anni fa;
oggi si persuasi del fatto che Lucrezia fosse una donna sfortunata ed al tempo stesso capace; i suoi rapporti con i
familiari, sembrano agli storici d'oggi una calunnia dei suoi nemici. Contrasse un primo matrimonio, all'et di dodici
anni, nel 1493, con Giovanni Sforza, conte di Pesaro. Alcuni anni dopo, il suo matrimonio fu dichiarato nullo in
quanto non consumato. Una perizia medica accert che a diciassette anni Lucrezia era ancora vergine.[5] All'et di
diciotto anni, and in sposa al principe di Bisceglie, Alfonso, figlio naturale di Alfonso II di Napoli. Ma Alfonso fu
assassinato nell'agosto del 1500 per ordine di Cesare, in quanto poco utile politicamente. Il 30 dicembre 1501
Lucrezia spos in terze nozze Alfonso I d'Este, e si trasfer a Ferrara, dove visse fino alla morte avvenuta nel 1519 a
soli 39 anni a causa della setticemia, dopo aver dato al marito sette figli: Alessandro, Ercole, Ippolito, Alessandro,
Eleonora, Francesco e Isabella Maria.
195
Papa Alessandro VI
disposizione anche il figlio Cesare come guida fino ai confini con il Regno di Napoli, in cambio del giuramento di
obbedienza del Re verso il Papa. La qual cosa avvenne in un pubblico concistoro. Dopo di che il Re francese entrava
a Napoli, senza colpo ferire. Era il 22 febbraio del 1495.
Ma la facilit con cui Carlo VIII era riuscito a conquistare Napoli cominci a spaventare tutti gli altri regnanti
d'Europa, i quali formarono una nuova coalizione antifrancese, la Lega Santa, comprendente il Papa, la Spagna,
Massimiliano d'Asburgo, la stessa Milano e Venezia. E quando gli spagnoli sbarcarono in Calabria, Carlo VIII cap
subito che il vento cominciava a spirare contro di lui, per cui si affrett a riprendere la via del ritorno risalendo la
penisola.
Fu per raggiunto dall'esercito della coalizione al comando di Francesco II Gonzaga, che, in una sanguinosissima
battaglia, combattuta a Fornovo, nel parmense, il 6 luglio 1495, ebbe la meglio sull'esercito francese. Carlo VIII,
bench sconfitto, riusc ugualmente ad attraversare le Alpi e riparare in Francia. Ferdinando II d'Aragona pot cos
ritornare sul trono di Napoli.
La morte di Savonarola
Papa Borgia fu anche moralmente corresponsabile della morte del frate domenicano Girolamo Savonarola,
condannato al rogo per eresia nel 1498 con condanna eseguita nel maggio dello stesso anno in Piazza della Signoria
a Firenze. Le sue ceneri vennero poi sparse in Arno assieme ad altri suoi seguaci. Ironia della sorte, Alessandro fu
corresponsabile della morte di uno dei pochi uomini che seguisse con interesse e stimasse; infatti la scomunica
(falsa) contro il Savonarola non fu mai impartita dal Papa, bens dal cardinale arcivescovo di Perugia Juan Lpez su
istigazione di Cesare Borgia, che assold un falsario per creare una finta scomunica e distruggere il frate. Alessandro
protest vivamente contro il cardinale e minacci Firenze di Interdetto affinch gli fosse consegnato il frate, cos che
potesse salvarlo e farlo discolpare, ma era talmente succube del figlio Cesare che non ag con tutto il potere che
aveva.
Alessandro lasci morire un uomo che riteneva santo, salvo poi lamentarsi col Generale dei Domenicani d'essere
stato ingannato, e assolverlo post mortem dicendo nel suo VII concistoro (4 settembre 1498) che lo avrebbe
volentieri ascritto all'albo dei santi[6]. Certo che Savonarola fu vittima delle sue stesse prediche e di circostanze
politiche pi grandi di un uomo che per "amor di Dio" fu protagonista estremamente discusso e non sempre positivo
196
Papa Alessandro VI
197
L'obiettivo ultimo dei Borgia era quello di trasformare lo Stato Pontificio in uno stato a guida laica sotto la loro
influenza, sottraendolo al potere clericale e dando inizio ad una dinastia; in altri termini i Borgia intendevano
secolarizzare lo Stato della Chiesa.
Per raggiungere quest'obiettivo era necessario eliminare tutti gli ostacoli rappresentati dalle potenti famiglie che
costituivano la nobilt romana; furono quindi confiscati i possedimenti ai Savelli, ai Caetani e ai Colonna e furono
ridistribuiti tra i membri della famiglia Borgia: Giovanni, figlio di appena due anni dello stesso Papa, divent Duca
di Nepi; mentre Roderico, figlio di due anni di Lucrezia, divenne Duca di Sermoneta. Cesare stesso conquist il
Ducato di Urbino. Infine venne attaccata la famiglia Orsini, con l'eliminazione fisica del cardinale Giovan Battista e
il bando decretato contro tutti gli altri componenti della famiglia.
I Borgia mirarono allora alla conquista della Toscana, per cui fu loro necessario ottenere nuove risorse che furono
ricavate da Alessandro VI tramite la vendita di alte cariche curiali e nomine cardinalizie.
Queste azioni spregiudicate portarono all'insorgere di un clima di terrore nello Stato Pontificio.
Papa Alessandro VI
198
Concistori
Per approfondire, vedi Concistori di papa Alessandro VI.
Alessandro VI procedette alla nomina di ben 43 nuovi cardinali, nel corso di 9 concistori:
31 agosto 1492 (I Concistoro)
1. Juan Borgia, nipote del papa, arcivescovo di Monreale.
20 settembre 1493 (II Concistoro)
1. Jean de la Grolaye de Villiers (o Bilhres de Lagraulas), vescovo di Lombez, abate dell'abbazia di Saint-Denis,
nei pressi di Parigi, ambasciatore del Re di Francia.
2. Giovanni Antonio Sangiorgio, vescovo di Alessandria, uditore della Sacra Rota
3. Bernardino Lpez Carvajal, vescovo di Cartagena
4. Cesare Borgia, figlio del Papa, arcivescovo di Valencia
5. Giuliano Cesarini, protonotaro apostolico
6. Domenico Grimani, protonotaro apostolico
7. Alessandro Farnese, protonotaro apostolico, futuro papa Paolo III
8. Bernardino di Lunate (o Lunati), protonotaro apostolico
9. Raymund Prault (o Peraudi), vescovo di Gurk
10. John Morton, arcivescovo di Canterbury
Papa Alessandro VI
11. Fryderyk Jagiellonczyk, figlio del re di Polonia, economo di Cracovia
12. Ippolito d'Este, figlio del duca di Ferrara, Ercole, economo dell'arcidiocesi di Strigonio, creato cardinale a 14
anni
Maggio 1494 (III Concistoro)
1. Luigi d'Aragona (o Luis de Aragn o d'Aragonia), figlio di Enrico d'Aragona, a sua volta figlio naturale del re di
Napoli Ferrante d'Aragona, nominato in pectore e reso ufficiale il 19 febbraio 1496
16 gennaio 1495 (IV Concistoro)
1. Guillaume Brionnet, vescovo di Saint Malo. Deposto e scomunicato da papa Giulio II il 24 ottobre 1511 a causa
della sua partecipazione al Concilio di Pisa (1511-1512)
21 gennaio 1495 (V Concistoro)
1. Philippe de Luxembourg, vescovo di Le Mans
19 febbraio 1496 (VI Concistoro)
1.
2.
3.
4.
199
Papa Alessandro VI
7. Adriano de Castello (o de Corneto), vescovo di Hereford. Deposto per disobbedienza verso papa Leone X nel
concistoro del 5 luglio 1518. Fu assassinato da un suo servo nel dicembre del 1521.
8. Jaime Casanova, ciambellano del Papa
9. Francisco Lloris (o Loriz, o Loris), vescovo eletto di Elne
Nell'Annuario Pontificio Cattolico del 1936, si fa menzione di altri tre Cardinali, nominati in segreto. Giovanni,
ambasciatore del duca di Sassonia presso la Santa Sede, nominato nel 1499 e morto subito dopo. Pietro Ciera,
veneziano, protonotaro apostolico, creato sub silentio il 17 aprile del 1501 e morto subito dopo senza che la sua
nomina fosse stata resa pubblica. Franois Busleiden, arcivescovo di Besanon, creato segretamente nel 1501 e mai
reso pubblico.
Valutazioni finali
Citando Gervaso Alessandro "fu senza scrupoli, senza fede, senza morale", connotazioni incompatibili con il
pontificato, ma che non gli impedirono di essere un politico e un monarca di altissimo livello[10].
Una delle note positive ascrivibili al suo papato si deve al mecenatismo: per esempio sotto il suo pontificato il
cardinale Jean Bilhres de Lagraulas, ambasciatore di Carlo VIII presso la Santa Sede, commission la celebre Piet
a Michelangelo. Gli appartamenti Borgia, nei palazzi vaticani, furono invece commissionati al Pinturicchio, che
realizz un notevole ciclo di affreschi in pieno stile rinascimentale (oggi ospitano la sezione di arte moderna dei
Musei Vaticani).
Tra i suoi sostenitori, dopo la morte, troviamo il Ferrara e il Fusero che arrivarono a definirlo un "buon sacerdote".
Pasquino nella saggezza popolare romana ne traccia forse il giusto epitaffio:
Tormenti, insidie, violenze, furore, ira, libidine, siate spugna orrenda di sangue e crudelt! Giace qui Alessandro
VI; godi ormai libera, Roma, perch la mia morte fu vita per te
Pi recenti ricerche storiche, mentre confermano molte pecche di questo papa rinascimentale, ne attenuano o
annullano altre non meno infamanti.
Si mette in risalto anche la sincera piet religiosa di questo papa che passava facilmente da comportamenti
"licenziosi" a sincere pratiche di piet devozionali e penitenziali. Ha provveduto, tra l'altro, che tra il popolo si
diffondesse la pratica quotidiana del rosario, ha favorito e consolidato il culto verso il Santissimo Sacramento.
Questo contrasto tra il comportamento morale e la piet religiosa ha fatto sorgere il dubbio che Alessandro soffrisse
di qualche anomalia della personalit, come l'ossessione patologica per il piacere sessuale.
L'appoggio dato al figlio Cesare "Valentino" negli eccessi aggressivi per il ripristino della sovranit dello Stato
Pontificio in Romagna era, in Alessandro, orientato a difendere l'integrit dello stato pi che la sua personale sete di
potere. Per conseguire questa integrit dello stato e difenderlo, Alessandro non manc di lasciare capire che era
pronto a invadere territori degli stati confinanti.
Tra i suoi successi di indirizzo politico nelle avverse circostanze del tempo, non va sottovalutata la sua politica di
tolleranza riguardo agli ebrei. Quando questi venivano espulsi dalla Spagna e poi respinti da Firenze, Napoli,
Milano, Venezia, Alessandro VI ne accolse fino a 8000 e mult pubblicamente gli ebrei locali che, timorosi di
perdere il loro status civile, insistettero, anche con regalie, presso le autorit pontificie perch ai loro correligionari
non fosse concesso l'asilo. Aveva anche creato un centro di accoglienza per gli ebrei sull'Appia antica. Per questa sua
tolleranza verso gli ebrei veniva chiamato il papa "marrano"; in un processo contro 180 marrani, egli volle fosse
accettata la loro proposta di riconciliazione: purtroppo uno di questi, ostinatosi, sub la condanna a morte.[5]
200
Papa Alessandro VI
201
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Sarah Bradford, Lucrezia Borgia, Penguin, Londra 2004, pag. 13
[3] Claudio Rendina, I Papi storia e segreti, pp. 486-490
[4] Tomba di Innocenzo VIII Basilica di San Pietro, Roma
[5] Lorenzo Pingiotti, La leggenda nera di Papa Borgia
[6] Arturo Scaltriti, Savonarola e la Scuola di Torino, Arenaria, Anno XXII, giugno 2010, ISSN 1120-6500, p. 29
[7] Claudio Rendina, I Papi storia e segreti, p. 492
[8] John N.D. Kelly, Vite dei Papi, 1995, Oxford University Press, ISBN 88-384-2290-7. p. 617
[9] Claudio Rendina, I Papi storia e segreti, p. 494
[10] Claudio Rendina, I Papi storia e segreti, p. 495
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989.
ISBN 88-384-1326-6
Lorenzo Pingiotti, La leggenda nera di Papa Borgia, Verona 2008. ISBN 978-88-89913-88-8
Claudio Rendina, I Papi storia e segreti, 1993. ISBN 88-7983-155-0
Lorenzo Pingiotti, La leggenda nera di papa Borgia, Fede & Cultura, 2008
Voci correlate
Borgia
Rotta dei Borgia
Nepotismo
Pornocrazia
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Alessandro VI (http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-vi_(Enciclopedia_dei_Papi)/
) nell'Enciclopedia dei Papi Treccani
Alcuni scritti di Alessandro VI (http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT653.HTM)
Cardinali nominati da Papa Alessandro VI (http://www.araldicavaticana.com/creati da
alessandro_vi_14921503.htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-alessandro-vi_(Dizionario-Biografico)/)
Alessabdro Borgia (http://www.storiain.net/arret/num7/aborgia7.html) su Storia In Network
(EN) The Cardinal of the Holy Roman Church-Borja (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1456.htm#Borja)
(EN) Catholic Hierarcy - Pope Alexander VI (http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bdeborjar.html)
(ES) Diario Borja Borgia (http://sites.google.com/site/diarioborjaborgia/Home)
Papa Alessandro VI
202
Successioni
Predecessore
Successore
Predecessore
Successore
Landolfo Maramaldo
Vacante dal 1415
1456-1471
Predecessore
Successore
Domenico Capranica
1458-1492
Predecessore
Vescovo di Valencia
Successore
Alfonso Borgia
1458-1492
Predecessore
Cardinale Protodiacono
Successore
1463-1471
Predecessore
Vescovo di Urgell e
Coprincipe di Andorra
Successore
1466-1472
Pietro de Cardona
Predecessore
Successore
1471-1476
Oliviero Carafa
Predecessore
Successore
1476-1492
Giovanni Michiel
Predecessore
Successore
Guillaume d'Estouteville
1472-1483
1483 - 1492
Oliviero Carafa
1492-1511
Predecessore
Vescovo di Mallorca
Successore
Diego de Avellaneda
1489-1492
Predecessore
Arcivescovo di Valencia
Successore
1492
Cesare Borgia
Controllo di autorit VIAF: 2501524 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 2501524) LCCN: n50058829 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n50058829)
Papa Alessandro VI
203
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Portale Cattolicesimo
Portale Storia
Elezione
Insediamento
22 settembre 1503
8 ottobre 1503
papa Alessandro VI
papa Giulio II
Francesco Nanni Todeschini Piccolomini
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Pio III, nato Francesco Nanni Todeschini Piccolomini (in latino: Pius III; Sarteano, 29 maggio 1439 Roma, 18
ottobre 1503), fu il 215 papa della Chiesa cattolica dal 22 settembre al 18 ottobre del 1503.
Biografia
I primi anni e l'episcopato senese
Francesco Todeschini-Piccolomini nacque a Siena il 29 maggio 1439, figlio quartogenito di Nanno Todeschini e di
Laudomia Piccolomini, sorella di papa Pio II.
Dopo gli studi di legge presso l'Universit di Perugia, divenne protonotario apostolico ed all'et di soli 22 anni il 6
febbraio 1460 venne nominato amministratore della neonata sede arcivescovile di Siena dallo zio Pio II, che gli
permise anche di fregiarsi del nome e del rango dei Piccolomini (era infatti figlio di Laudomia, una sorella di Pio II).
Il 23 aprile 1459 aveva gi ottenuto le insegne arcivescovili ma non aveva ricevuto la consacrazione episcopale che
gli venne conferita solo con la sua elezione a pontefice molto tempo dopo. Per molti anni fu protettore dei regni
204
d'Inghilterra e Germania.
Il cardinalato
Creato cardinale diacono nel concistorio celebrato a
Siena il 5 marzo 1460, Francesco giunse per in citt
solo il 21 marzo 1460 ed in quello stesso giorno, nella
cattedrale locale, ricevette la berretta cardinalizia. Il 26
marzo 1460 ricevette il titolo diaconale di
Sant'Eustachio e venne nominato legato a latere per le
Marche, lasciando siena il 30 aprile 1460 e giungendo
poi a Pesaro. Dopo una breve permanenza a Roma dal 1
febbraio 1461, torn nella sua legazione dal giugno
successivo e fu ancora a Roma dall'8 novembre 1461. Si
rec quindi a Narni coi cardinali Johannes Bessarion e
Alessandro Oliva nell'aprile del 1462 per portare a
Roma il teschio di Sant'Andrea apostolo. Arcidiacono di
Brabante nella cattedrale di Cambrai dal 1462 al 1503,
il 9 novembre 1463 si trasfer a Pienza nel palazzo di
famiglia a causa della peste che imperversava in tutta
Italia. Quando Pio II si rec ad Ancona il 18 giugno
1464, egli nominil cardinale suo nipote quale suo
legato personale a Roma e nello Stato Pontificio per la
durata della sua assenza. Prese parte quindi al conclave
del 1464 che elesse papa Paolo II.
Il 24 dicembre 1468 venne incaricato di ricevere
l'imperatore Federico III del Sacro Romano Impero alle
porte di Roma. Il 15 maggio 1469 diede le dimissioni
dalla commenda del monastero cistercense di San
Salvatore Montisarmati di Siena e ricevette invece quella del monastero benedettino di Quarto, nella medesima
arcidiocesi. Per la sua ampia conoscenza della lingua tedesca, il 18 febbraio 1471 venne nominato legato in
Germania, giungendo a Ratisbona il 18 marzo successivo e prendendo parte alla dieta locale raggiungendo pochi
successi. Il 27 dicembre di quell'anno fece ritorno a Roma e venne ricevuto nel concistorio pubblico indetto da papa
Sisto IV, papa neoeletto al cui conclave egli non aveva potuto partecipare proprio perch impegnato in Germania.
Nell'agosto del 1471 il nuovo romano pontefice lo nomin protodiacono. Il 19 marzo 1483 rinunci alla commenda
del monastero benedettino di Santa Maria inter montes di Geneva. Prese parte al conclave del 1484 che elesse papa
Innocenzo VIII e come cardinale protodiacono ebbe il compito di annunciare l'elezione del nuovo pontefice e di
incoronarlo l'11 settembre di quello stesso anno.
Francesco Piccolomini creato cardinale dallo zio Pio II a Siena, olio
su tavola di Francesco di Giorgio Martini, 1460.
Nominato amministratore della sede di Fermo dal 21 febbraio 1485, il 26 maggio 1494 rinunci a tale incarico in
favore di Agostino Piccolomini. Alla morte di quest'ultimo venne rinominato alla sede di Fermo nel 1496
mantenendo l'incarico sino alla sua elevazione al soglio di Pietro. Il 5 novembre 1488 venne nominato legato a latere
a Perugia, rinunciandovi l'11 novembre di quello stesso anno: durante questo periodo egli si preoccup di pacificare
la citt e regolare i confini tra le citt di Foligno e Spello che da anni erano in conflitto per questioni territoriali.
Torn definitivamente a Roma il 15 novembre 1489. Prese parte quindi al conclave del 1492 che elesse papa
Alessandro VI e lo incoron il 20 agosto di quell'anno, sui gradini della basilica di San Pietro. Il nuovo papa lo
nomin legato a latere presso re Carlo VIII di Francia dal 1 ottobre 1493; il re giunse in Toscana (precisamente a
Lucca) l'8 novembre di quello stesso anno ma il monarca non ricevette il cardinale che prefer invece far ritorno a
205
Roma dal 5 marzo 1495. Il 27 maggio di quello stesso anno si rec ad Orvieto col pontefice lasciando Roma alle
truppe francesi.
Nominato amministratore delle sedi di Pienza e Montalcino dal 31 ottobre 1495, occup tale incarico sino al marzo
del 1498 e venne quindi succeduto da Girolamo Piccolomini. Nell'agosto del 1497, venne nominato membro di una
commissione di sei cardinali incaricati di redigere una bolla di riforme per la chiesa poi sottoscritta dal papa. Il 30
agosto 1497 dimise la commenda del monastero di Santa Maria di Caramagna nell'arcidiocesi di Torino ed il 30
aprile 1498 rinunci a quella del monastero camaldolese di Rocca, nella diocesi di Arezzo. L'8 febbraio 1501 venne
nominato membro di una commissione di tre cardinali incaricati di finanziare una nuova crociata poi mai tenutasi.
Prese parte al primo conclave del 1503 ove venne eletto pontefice.
Il breve pontificato
Gi in precedenza Francesco Piccolomini si era opposto con
coraggio alla politica di Alessandro VI e, in mezzo ai torbidi
conseguenti alla morte di quest'ultimo, fu infine eletto papa, anche
grazie all'interessamento del cardinale della Rovere (che in seguito
diventer papa Giulio II) ricevendo l'incoronazione l'8 ottobre
1503. Accord successivamente a Cesare Borgia il permesso di
rientrare a Roma, ma contemporaneamente mise mano con
sollecitudine alla riforma della curia.
Tra le prime svolte che egli diede, il 30 settembre 1503 si fece
ordinare sacerdote ed il 1 ottobre 1503 venne consacrato vescovo
di Roma per mano del cardinale Giuliano della Rovere, vescovo di
Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali, assistito
da Adello Piccolomini, vescovo di Soana, e da Francesco Erulli,
vescovo di Spoleto. L'8 ottobre 1503 venne incoronato pontefice
sugli scalini della basilica di San Pietro in Vaticano dal cardinale
Raffaello Sansoni Riario, protodiacono di San Giorgio al Velabro.
Durante il suo periodo da pontefice, in memoria dello zio Pio II,
fond la Biblioteca Piccolomini presso la cattedrale di Siena,
dando incarico al Pinturicchio di decorarne gli ambienti.
206
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Bibliografia
Parte di questo testo la traduzione dell'articolo della Encyclopdia Britannica Eleventh Edition, 1911, ora di
pubblico dominio.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Voci correlate
Libreria Piccolomini
Incoronazione di Pio III
Altri progetti
Commons [1] contiene immagini o altri file su Papa Pio III [1]
Collegamenti esterni
Biografia di Pio III [2], sulla Enciclopedia Treccani Online
Predecessore
Successore
Papa Alessandro VI
Papa Giulio II
Predecessore
Successore
1495 - 1498
Girolamo I Piccolomini
Vescovo
207
Predecessore
Vescovo di Fermo
Amministratore
Successore
1485 - 1494
Agostino Piccolomini
Agostino Piccolomini
1496 - 1503
Francisco de Remolins
Vescovo
II
Predecessore
Successore
1460-1503
Alessandro Farnese
Predecessore
Arcivescovo di Siena
Successore
Antonio Piccolomini
Vescovo
1460-1503
Giovanni Piccolomini
Predecessore
Successore
1460-1503
Galeazzo Pietra
Portale Cattolicesimo
Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pius_III?uselang=it
[2] http:/ / www. treccani. it/ enciclopedia/ pio-iii_%28Enciclopedia_dei_Papi%29/
[3] http:/ / viaf. org/ viaf/ 44290886
Papa Giulio II
208
Papa Giulio II
Papa Giulio II
Elezione
1 novembre 1503
Insediamento
26 novembre 1503
Nascita
Morte
Sepoltura
Giulio II, nato Giuliano della Rovere (Albisola, 5 dicembre 1443[1] Roma, 21 febbraio 1513), fu il 216 papa
della Chiesa cattolica dal 1503 alla sua morte. Noto come "il Papa guerriero" o "il Papa terribile", uno dei pi
celebri pontefici del Rinascimento. Era figlio di Raffaello della Rovere, nipote di Sisto IV, e di Teodora di Giovanni
Manirola.
Papa Giulio II
209
Biografia
Giuliano nacque ad Albisola[2]. Sotto la speciale custodia dello zio
paterno, venne educato tra i Francescani e successivamente and
in convento a La Prouse, con lo scopo prefissato di approfondire
la conoscenza delle scienze. Non appare comunque che si sia unito
all'ordine di Francesco d'Assisi, ma che sia rimasto parte del clero
secolare fino alla sua elevazione, nel 1471, a vescovo di
Carpentras, in Francia, poco dopo la nomina dello zio a pontefice
col nome di Sisto IV.
Nello stesso anno venne promosso cardinale, prendendo lo stesso
titolo che era stato retto in precedenza dallo zio: cardinale di San
Pietro in Vincoli. Con lo zio ottenne grande influenza e, in
aggiunta all'arcivescovato di Avignone, resse non meno di altri
Giovanni Filangieri da Candida, medaglia del cardinale
Giuliano della Rovere (1495 circa)
otto vescovati, tra cui quello di Catania tra il 1473 e il 1474 nella
qualit di amministratore apostolico. In qualit di legato pontificio
venne inviato nel 1480 in Francia, dove rimase per quattro anni, acquistando presto una grande influenza nel
Collegio dei Cardinali, influenza che aument, piuttosto che diminuire, durante il pontificato di Innocenzo VIII. Nel
1483 Lucrezia Normanni, moglie del maggiordomo di casa Della Rovere Bernardino De Cupis, gli diede una figlia
illegittima, Felice della Rovere.[3]
L'elezione
Il cardinale della Rovere dovette fronteggiare questo inaspettato evento e riusc, con un'abile azione diplomatica, ad
ottenere l'appoggio di Cesare Borgia (che cos sperava di creare un debito di gratitudine nell'antico avversario di suo
padre), e venne eletto Papa con il voto unanime dei cardinali.
Composizione del Conclave
Il conclave del 31 ottobre - 1 novembre 1503 che elesse papa Giuliano della Rovere era cos composto:[4]
1.
2.
3.
4.
Giuliano della Rovere, vescovo di Ostia e Velletri (eletto papa con il nome di Giulio II)
Jorge da Costa, vescovo di Porto e Santa Rufina, vicedecano del Sacro Collegio
Girolamo Basso della Rovere, vescovo di Palestrina
Oliviero Carafa, vescovo di Sabina, decano del Sacro Collegio
Papa Giulio II
7. Raffaele Sansoni Galeotti Riario, amministratore della diocesi di Viterbo, vescovo di Cuenca
8. Giovanni Colonna
9. Ascanio Maria Sforza, amministratore delle diocesi di Pavia, Cremona, Novara e Girgenti
10. Giovanni de' Medici, futuro Papa Leone X
11. Federico Sanseverino, vescovo di Maillezais e amministratore apostolico di Vienne
12. Giovanni Antonio Sangiorgio, vescovo di Parma
13. Bernardino Lpez de Carvajal, vescovo di Sigenza, amministratore delle diocesi di Avellino e Frigento
14. Giuliano Cesarini il Giovane, amministratore della diocesi di Ascoli Piceno
15. Domenico Grimani, patriarca di Aquileia
16. Alessandro Farnese il Vecchio, amministratore delle diocesi di Corneto e Montefiascone
17. Ippolito d'Este, amministratore delle diocesi di Eger, Capua, Ferrara e Milano
18. Luigi d'Aragona, amministratore delle diocesi di Aversa, Capaccio, Policastro e Lecce
19. Juan de Castro, vescovo di Agrigento
20. Georges d'Amboise, arcivescovo di Rouen
21. Amanieu d'Albret, amministratore delle diocesi di Oloron, Condom, Comminges
22. Pedro Luis de Borja-Llanol de Roman, arcivescovo di Valencia
23. Jaime Serra i Cau, arcivescovo di Oristano
24. Pietro Isvalies, arcivescovo di Reggio Calabria
25. Francisco de Borja, arcivescovo di Cosenza e vescovo di Teano
26. Juan de Vera, arcivescovo di Salerno
27. Ludovico Podocataro, arcivescovo di Benevento
28. Antonio Trivulzio il Vecchio, vescovo di Como
29. Marco Cornaro
30. Giovanni Stefano Ferrero, arcivescovo di Bologna
31. Juan Castellar y de Borja, arcivescovo di Monreale
32. Francisco de Remolins, arcivescovo di Sorrento
33. Francesco Soderini, vescovo di Volterra
34. Niccol Fieschi, vescovo di Frjus
35. Francisco Desprats, vescovo di Len
36. Adriano Castellesi, vescovo di Hereford
37. Jaime de Casanova
38. Francisco Lloris y de Borja, vescovo di Elne, amministratore di Valence e Die, arcivescovo di Trani e patriarca
titolare di Costantinopoli
210
Papa Giulio II
211
Anche gli eventi giocarono a suo favore, tanto che nel 1508 fu in grado
di costituire con Luigi XII di Francia, l'Imperatore Massimiliano I e
Ferdinando II d'Aragona, la famosa Lega di Cambrai contro la
Repubblica veneziana. Nella primavera dell'anno seguente la
Repubblica venne posta sotto interdetto. I risultati ottenuti dalla Lega
andarono oltre le intenzioni di Giulio. Con la sola battaglia di
Agnadello tutti i domini di Venezia in Italia vennero praticamente
persi; ma poich n il Re di Francia, n l'imperatore erano soddisfatti
dal semplice aiutare gli scopi del Papa, quest'ultimo trov necessario
entrare in contatto con i Veneziani per difendersi da quelli che fino a
poco prima erano stati i suoi alleati.
I Veneziani, con un atto di umile sottomissione, vennero assolti all'inizio del 1510 e poco dopo la Francia venne
posta sotto il bando papale. I tentativi di portare a una rottura tra Francia e Inghilterra si rivelarono senza successo;
d'altra parte, ad un sinodo convocato da Luigi a Tours nel settembre 1510, i vescovi francesi si ritirarono
dall'obbedienza papale, e si risolsero, con la cooperazione di Massimiliano, a cercare la deposizione di Giulio. Nel
novembre 1511 un Concilio si riun a tale scopo a Pisa. Durante il Concilio convocato per deporlo, Giulio II venne
definito "sodomita" e accusato di aver infettato la Chiesa con la sua corruzione.
A questo punto Giulio entra nella Lega Santa, con Ferdinando II d'Aragona e i Veneziani, contro la Francia. Alla
Lega si aggiunsero successivamente anche Enrico VIII d'Inghilterra e l'Imperatore Massimiliano I. Giulio riun anche
un Concilio generale (in seguito divenuto noto come Concilio Lateranense V) che si tenne a Roma nel 1512, che in
base al giuramento fatto al momento dell'elezione egli aveva promesso di convocare, ma che era stato ritardato, come
Papa Giulio II
afferm, a causa dell'occupazione dell'Italia da parte dei suoi nemici. Nel 1512 i francesi vennero scacciati oltre le
Alpi, ma al prezzo dell'occupazione da parte delle altre potenze, e Giulio, bench si fosse assicurato stabilmente
l'autorit papale negli Stati immediatamente attorno a Roma, si trovava pi lontano che mai dalla realizzazione del
suo sogno di un regno italiano indipendente. Fu a questo punto che mor, a causa della febbre nel febbraio del 1513.
Non fu mai sepolto nella tomba di Michelangelo a San Pietro in Vincoli, ma nella Basilica di San Pietro senza alcun
monumento funebre. Gli successe papa Leone X.
Le capacit e le ambizioni di Giulio erano regali e militari piuttosto che ecclesiastiche. Fu pi preoccupato per la sua
fama personale, come membro della famiglia Della Rovere, che per l'avanzamento dell'influenza e dell'autorit della
Chiesa. Il suo spirito audace, la sua maestria nello stratagemma politico, e la sua indifferenza morale nella scelta dei
mezzi, lo resero la principale figura politica del suo tempo. Mentre, ad ogni modo, le sue conquiste politiche e
militari lo candiderebbero da sole a figurare tra i pi notevoli occupanti della cattedra di San Pietro, il suo principale
titolo d'onore da ricercarsi nel patrocinio delle arti e della letteratura.
Durante il suo pontificato, a Roma, riusc ad inserire nel tracciato urbano due importanti vie: Via Giulia (al centro
della quale fu edificato il progetto di Bramante, il palazzo della Giunta) e Via della Lungara.
Clemente Grosso della Rovere, nipote di Sua Santit, vescovo di Mende (m. 1504)
Galeotto Franciotti della Rovere, nipote di Sua Santit, vescovo di Lucca (m. 1507)
Franois Guillaume de Castelnau de Clermont-Ludve, arcivescovo di Narbona (m. 1541)
Juan de Ziga y Pimentel, arcivescovo di Siviglia (m. 1504)
Marco Vigerio della Rovere, vescovo di Senigallia, gov. di Castel Sant'Angelo ( 1516)
Robert Guib, vescovo di Rennes ( 1513)
Leonardo Grosso Della Rovere, vescovo di Agen ( 1520)
Antonio Ferrero, vescovo di Gubbio, maestro della Casa Pontificia ( 1508)
Francesco Alidosi, vescovo di Pavia, tesoriere di Sua Santit ( 1511)
Gabriele de' Gabrielli, arcivescovo di Urbino, consigliere di Sua Santit ( 1511)
Fazio Giovanni Santori, vescovo di Cesena, datario di Sua Santit ( 1510)
Carlo Domenico del Carretto, arcivescovo titolare di Tebe ( 1514)
Sigismondo Gonzaga, protonotario apostolico ( 1525)
212
Papa Giulio II
213
Conclavi
Il cardinale Giuliano Della Rovere partecip a quattro conclavi:
1484, che elesse papa Innocenzo VIII
1492, che elesse papa Alessandro VI
primo del 1503, che elesse papa Pio III
secondo del 1503, nel quale fu eletto papa egli stesso
Genealogia episcopale
Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B
Papa Sisto IV, O.F.M. Conv.
Papa Giulio II O.F.M.
Papa Giulio II
214
Bramante
Nel 1503 Giulio II nomin Bramante sovrintendente generale delle fabbriche papali, affidandogli innanzitutto il
collegamento tra il palazzo Apostolico e la residenza estiva del Belvedere, che l'architetto interpret con due ali
laterali che creavano un vasto cortile a terrazze, con scalinate scenografiche e una grande esedra al culmine, di chiara
ispirazione antica (il santuario di Palestrina)[7]. Inoltre, sotto la sua supervisione, venne stabilito un nuovo assetto
viario in citt, con l'apertura di via Giulia e con la sistemazione della via della Lungara, che dai Borghi portava alla
porta Settimiana e che nei progetti avrebbe dovuto innestarsi sulla via Portuense[8].
Nei primi mesi del 1506 il pontefice prese l'audace decisione di abbattere e ricostruire interamente la basilica
vaticana, risalente all'epoca di Costantino. Bramante elabor un progetto a croce greca, con un'enorme cupola
emisferica centrale e quattro cupole minori alle estremit dei bracci, alternate a quattro torri angolari. Dal 1506 al
1514 Bramante segu i lavori alla basilica e sebbene il suo progetto sia stato poi abbandonato dai suoi successori in
favore di una basilica a croce latina, immutati sono rimasti il diametro della cupola (40 metri, quasi quanto quella del
Pantheon) e le dimensioni della crociera[7].
Michelangelo
Burrascosi furono i rapporti tra Michelangelo e il papa, avendo
entrambi personalit molto forti e poco avvezze ai compromessi.
Nel 1505 Giulio II lo convoc a Roma, per affidargli il compito di
una monumentale sepoltura per s, da collocarsi nella tribuna della
nuova basilica di San Pietro[9]. Il primo progetto prevedeva una
colossale struttura architettonica isolata nello spazio, composta da
tre ordini con una quarantina di statue, dimensionate in scala
superiore al naturale[9]. Mentre Michelangelo sceglieva per i
marmi a Carrara il papa venne distolto dall'idea, di cattivo augurio,
di occuparsi della propria tomba mentre era ancora in vita[10]. Fu
cos che nella primavera del 1506 Michelangelo, mentre tornava
carico di marmi e di aspettative dopo estenuanti mesi di lavoro,
fece l'amara scoperta che il suo progetto mastodontico non era pi
al centro degli interessi del pontefice, accantonato in favore
dell'impresa della basilica e di nuovi piani bellici contro Perugia e
Bologna[11].
Ricostruzione ipotetica del progetto per la tomba di
Papa Giulio II
215
Creazione di Adamo
Scuola di Atene
Le prime prove nella volta e nei lunettoni della Stanza della Segnatura convinsero il pontefice a tal punto che affid
al Sanzio la decorazione di tutta la stanza e quindi dell'intero complesso, senza esitare a far distruggere le opere pi
antiche[15]. La Stanza della Segnatura venne decorata con scene legate alle categorie del sapere, forse in relazione a
un ipotetico uso come biblioteca. La Disputa del Sacramento era una celebrazione della teologia, la Scuola di Atene
della filosofia, il Parnaso della poesia e le Virt e la Legge della giurisprudenza, a ciascuna delle quali
corrispondevano anche figure simboliche sul soffitto[15].
Papa Giulio II
216
Nell'estate 1511, quando ancora non erano terminati i lavori alla Stanza della Segnatura, Raffaello stava gi
elaborando i disegni per un nuovo ambiente, la stanza poi detta di Eliodoro, usata come camera dell'Udienza[16]. Il
pontefice aveva fatto ritorno a Roma in giugno, dopo le pesanti sconfitte nella campagna militare contro i francesi,
che avevano significato la perdita di Bologna e la continua minaccia degli eserciti stranieri. I nuovi affreschi
rispecchiarono il momento di incertezza politica, sottolineando l'ideologia del papa e il suo sogno di renovatio. Le
scene di Eliodoro cacciato dal tempio e l'Incontro di Leone Magno con Attila mostrano infatti interventi miracolosi a
favore della Chiesa contro nemici interni ed esterni, mentre la Messa di Bolsena tributa la devozione speciale del
papa verso l'Eucarestia e la Liberazione di san Pietro dal carcere ricorda il trionfo del primo papa al culmine delle
tribolazioni[16].
Francesco Guicciardini nella sua Storia d'Italia sottolinea da una parte l'ambizione e l'energia di papa Giulio II, e
dall'altra il suo carattere sospettoso e manipolatorio. La partecipazione diretta di Giuliano all'assedio di Mirandola
vista dallo scrittore come un evento eccezionale e straordinario, che sembra confermare le critiche rivolte dai
contemporanei alla condotta del suo pontificato. Giulio II, commenta Guicciardini, ...non riteneva [manteneva]
di pontefice altro che l'abito e il nome.[17].
Ne Il principe di Machiavelli, Giulio II il modello di principe fortunato, perch la sua "virt" (la specifica
qualit della sua leadership: nel caso di Giuliano, l'impetuosit) si accorda al contesto strategico in cui si trova ad
agire, producendo sempre conseguenze felici a fronte di una medesima ripetuta strategia. Il contesto inteso da
Machiavelli come l'insieme dei rapporti di potere e delle situazioni contingenti, il quale determina il successo o
l'insuccesso di un'azione politica. Machiavelli rileva inoltre come la breve durata del pontificato di Giuliano sia
stata la causa delle sue fortune ...perch, se fussino sopravvenuti tempi che fussi bisognato procedere con
rispetti, ne seguiva la sua rovina[18].
Varie furono le accuse di omosessualit e pedofilia rivolte a Giulio II: ne scrivono Girolamo Priuli, diarista
veneziano (Conduzeva cum lui li suoi ganimedi, id est alcuni bellissimi giovani [...]); Marin Sanudo il giovane
(Ritorna o padre santo al tuo San Pietro | e stringi el freno al tuo caldo desire [...]) e altri. Ebbe per anni come
favorito il suo stesso nipote, Francesco Alidosi, cui assegn in seguito la carica di vescovo di Bologna.[19]
Papa Giulio II
217
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Concordano con questa data: The Cardinals of the Holy Roman Church (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1471. htm#Dellarovere);
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 620; Claudio Rendina, I papi, p. 608 (anno). Il portale Catholic Hierarcy (http:/ /
www. catholic-hierarchy. org/ bishop/ brov. html) propone invece come anno di nascita il 1453. Nel libro Julius II. The Warrior Pope del
1996, Christine Shaw ha proposto infine come data di nascita il 15 dicembre 1445
[2] Nome dell'antico comune scissosi negli attuali Albisola Superiore e Albissola Marina
[3] Caroline P. Murphy, The Pope's Daughter: The Extraordinary Life of Felice della Rovere, Oxford University Press, New York, 2005.
[6] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 196.
[7] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 197.
[8] Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008, pag. 22. ISBN 978-88-370-6437-2
[9] Alvarez Gonzles, op. cit., pag. 22.
[10] Alvarez Gonzles, op. cit., pag. 128.
[11] Baldini, cit., pag. 95.
[12] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 199.
[13] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 200.
[14] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 201.
[15] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 202.
[16] De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 205.
[17] Francesco Guicciardini, Storia d'Italia, Einaudi, Torino 1971, libro IX, capitolo 13, p.899
[18] Niccol Machiavelli, Il Principe, Milano 1979, p.306
[19] Claudio Rendina, I peccati del Vaticano.
Bibliografia
Barbara Wertheim Tuchman, The March of Folly: From Troy to Vietnam, ISBN 0-345-30823-9, Ballantine
Books, 1984.
Christine Shaw, Julius II. The Warrior Pope , Blackwell Publishing, ISBN 0-631-20282-X, 1996.
Maurizio Gattoni, Leone X e la geo-politica dello Stato Pontificio (1513-1521), Citt del Vaticano,Collectanea
Archivi Vaticani (47), 2000
Ivan Cloulas, Jules II , Librairie Arthme Fayard, ISBN 88-8402-124-3, 1990.
Giovanna R. Terminiello, Giulio Nepi (a cura di), Giulio II: papa, politico, mecenate , Genova, De Ferrari, 2005.
Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
Umberto Baldini, Michelangelo scultore, Rizzoli, Milano 1973.
Marta Alvarez Gonzles, Michelangelo, Mondadori Arte, Milano 2007. ISBN 978-88-370-6434-1
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989,
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990
Papa Giulio II
218
Voci correlate
Della Rovere
Papa Sisto IV
Rodrigo Borgia
Rinascimento romano
Donato Bramante
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Della Rovere (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1471.
htm#Dellarovere).URL consultato in data 12 giugno 2010.
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Concistories (http://www.fiu.edu/~mirandas/consistories-xvi.
htm).URL consultato in data 12 giugno 2010.
Cardinali nominati da Papa Giulio II (http://www.araldicavaticana.com/creati da giulio_ii 1503.htm)
(EN) Catholic Hierarcy Pope Julius II (http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/brov.html)
Predecessore
Successore
Papa Leone X
Predecessore
Vescovo di Carpentras
Successore
Michele anglicus
1471-1472
Frdric de Saluces
Amministratore apostolico
Predecessore
Successore
1471-1479
convertita in commenda
Predecessore
Vescovo di Losanna
Successore
Jean Michelis
Amministratore
1472-1473
Benot di Montferrand
Predecessore
Vescovo di Catania
Successore
Papa Giulio II
219
Guglielmo Bellomo
1473-1474
Francesco Campolo
Predecessore
Abate di Gorze
Successore
Giovanni Jouffroy
1467 - 1473
1473-1486
in commendam
Vary de Dommartin
1487 - 1508
Predecessore
Arcivescovo di Avignone
Successore
Alain de Cotivy
1474-1503
Antoine Flors
Predecessore
Vescovo di Coutances
Successore
Benot di Montferrand
1476-1477
Predecessore
Vescovo di Viviers
Successore
Hlie de Pompadour
1477-1478
Jean de Montchenu
Predecessore
Vescovo di Mende
Successore
Jean de Petit
1478-1479
Predecessore
Successore
1479-1503
Predecessore
Successore
Berardo Eroli
1479-1483
Oliviero Carafa
Predecessore
Successore
Guillaume d'Estouteville
1483-1503
Oliviero Carafa
Predecessore
Vescovo di Bologna
Successore
Francesco Gonzaga
Amministratore apostolico
1483-1502
Predecessore
Vescovo di Savona
Successore
1499-1502
Predecessore
Vescovo di Vercelli
Successore
1502-1503
Controllo di autorit VIAF: 51697938 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 51697938) LCCN: n80030746 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n80030746)
Papa Giulio II
220
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Rinascimento
Papa Leone X
Papa Leone X
[1]
Elezione
9 marzo
Insediamento
19 marzo
1513
[1]
1513
papa Giulio II
papa Adriano VI
Giovanni di Lorenzo de' Medici
Nascita
Morte
Sepoltura
Papa Leone X, in latino: Leo X, nato Giovanni di Lorenzo de' Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 Roma, 1
dicembre 1521), fu il 217 papa della Chiesa cattolica dal 1513 alla sua morte.
Giovanni era il quartogenito (il secondo figlio maschio) di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini e port alla corte
pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Fu l'ultimo Papa a essere semplice
diacono al momento dell'elezione.[2]
Papa Leone X
Infanzia e giovinezza
Venne destinato fin dall'inizio alla carriera ecclesiastica; ricevette la tonsura a sette anni con la nomina a protonotario
apostolico, ad otto reggeva dei benefici quale abate di Montecassino e di Morimondo e prima dei tredici erano in
corso negoziati per la sua elevazione a cardinale. Innocenzo VIII, il Papa regnante, era legato a Lorenzo de' Medici
da ottime relazioni e da una comunanza di interessi e politiche; nel concistoro dell'8 marzo 1489 Giovanni venne
nominato cardinale del titolo di Santa Maria in Domnica con la proibizione di vestire le insegne cardinalizie per tre
anni, in ragione della giovane et. In questo intervallo di tempo tra il 1489 e il 1491 venne inviato a Pisa a studiare
teologia e diritto canonico, e qui era anche Cesare Borgia. Gli impegni di studio di tipo ecclesiastico sembrano che
siano stati meno congeniali al giovane principe della chiesa, rispetto all'elegante letteratura per la quale aveva
ereditato il gusto del padre, e nella quale aveva fatto grandi progressi sotto la tutela di Poliziano e Bibbiena.
Il 9 marzo 1492 vest le insegne cardinalizie presso la Badia di Fiesole e il 22 marzo entr in Roma, mentre il giorno
dopo fu accolto in udienza dal papa. In tale circostanza ricevette dal padre una lettera di consigli[3], che a tutt'oggi
figura tra le pi sagge e di valore nelle composizioni del suo genere.Wikipedia:Uso delle fonti Dopo poco pi di un
mese dovette tornare a Firenze perch suo padre mor e dopo poche settimane fu di nuovo a Roma perch in luglio
entrava in conclave dopo la morte di papa Innocenzo VIII. Nel giro di pochi mesi quindi le sue prospettive vennero
completamente sovvertite, un doppio lutto che anche per l'Italia chiudeva un'era di pace, che la politica prudente di
Lorenzo aveva procurato, e si inaugurava un periodo di invasioni straniere e lotte interne. Nel breve conclave
dell'agosto 1492 fu eletto Rodrigo Borgia al quale egli non era molto legato, e decise di tornare a Firenze.
221
Papa Leone X
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Pre-pontificato
Signoria di Firenze
De' Medici
Cosimo il Vecchio
Piero il Gottoso
Lorenzo il Magnifico
Piero il Fatuo
Giovanni, papa Leone X
Giuliano, duca di Nemours
Lorenzo, duca di Urbino
Giulio, papa Clemente VII
Ippolito
Alessandro, duca di Firenze
Modifica
[4]
Una delle prime conseguenze della fine dei delicati equilibri politici fu l'irruzione francese in Italia, che ebbe come
conseguenza l'espulsione della famiglia Medici da Firenze nel novembre 1494. La caduta dei Medici a Firenze fu
favorita anche dal predicatore domenicano Girolamo Savonarola, che approssimandosi a Firenze Carlo VIII, tuon
energicamente contro la remissivit mostrata da Piero de' Medici il suo fratello primogenito; sembra che il cardinale
Medici avesse dovuto lasciare la citt in incognito vestito da frate minore.Wikipedia:Uso delle fonti A Firenze si
instaur una repubblica, mentre il cardinale, con suo fratello maggiore e il loro cugino Giulio, futuro Papa Clemente
VII, trovarono ospitalit presso la corte di Urbino. Poi il cardinale si rifugi a Bologna e vedendosi, ormai privato,
almeno per il momento, d'importanza politica, oltre ad essere malvisto dal successore di Innocenzo VIII, Alessandro
VI, decise d'intraprendere un viaggio con alcuni fidati amici in Germania, Paesi Bassi e Francia; conobbe molti
uomini illustri ed ebbe anche problemi, come quando a Rouen fu arrestato ed espulso.Wikipedia:Uso delle fonti
Torn in Italia nel 1500 e decise di rimanere a Roma, nel suo palazzo: l'attuale e famoso Palazzo Madama,
Papa Leone X
sottraendosi per quanto possibile all'attenzione, disarmando le gelosie di papa Alessandro VI con la sua completa
devozione per gli studi letterari e quindi raccogliendo intorno a se molti letterati e poeti.
Nel 1503 moriva il fratello maggiore Piero dei Medici e quindi egli diveniva capostipite della prestigiosa famiglia;
contemporaneamente essendo morto Alessandro VI, e dopo il breve pontificato del 1503 di papa Pio III, fu eletto
papa Giulio II, uomo dalle grandi doti politico-militari. Anche i rapporti con questo pontefice, sebbene non fossero
contrastati, non furono neanche particolarmente amichevoli. Quando nell'agosto 1511 Giulio II si ammal
gravemente, Giovanni fu visto muoversi pi di tutti gli altri cardinali in vista del possibile conclave.Wikipedia:Uso
delle fonti Quando poi Giulio II si riprese, egli fu inviato come legato pontificio della Provincia Romandiol (con
sede a Bologna) nell'ottobre 1511. Tale incarico fu svolto senza particolare impegno, almeno a giudizio di Giulio
II.Wikipedia:Uso delle fonti
Nel frattempo gli eserciti preparavano lo scontro. Giulio II, per contrastare i francesi di Luigi XII in Italia, costitu la
Lega Santa alla quale nel 1511 aderirono l'Inghilterra, il Sacro Romano Impero, il Regno di Spagna e la repubblica di
Venezia. Lo scontro avvenne l'11 aprile 1512 nella sanguinosa battaglia di Ravenna dove Giovanni de' Medici, che
assisteva allo scontro, fu fatto prigioniero; i francesi, nonostante le numerose perdite, ebbero la meglio e si diressero
verso Milano, ma sapendo che un esercito imperiale stava scendendo dalla Svizzera, furono costretti ad abbandonare
la Lombardia; i francesi decisero di portare il cardinale de' Medici in Francia come ostaggio, ma il cardinale durante
l'attraversamento del fiume Po, riusc a fuggire, riparando a Ravenna.
Giulio II si rese conto che per ostacolare i francesi in Italia doveva ostacolare uno dei loro principali alleati, cio la
repubblica di Firenze, e quindi favorire l'ascesa dei Medici, che erano stati costretti a fuggire dalla citt dopo la
morte di Lorenzo il Magnifico. Da qui la consegna di alcune truppe al comando del Cardona al cardinale de' Medici.
Entrarono in Toscana ed assediarono la citt di Prato. Alla sua capitolazione segu una tragica devastazione durata 21
giorni (episodio tragicamente noto come: "Il sacco di Prato"). Temendo che al sacco di Prato potesse seguire il sacco
di Firenze il governo fiorentino passo' senza spargimento di sangue alla fazione medicea e cosi i Medici poterono
rientrare in Firenze riprendendone il controllo 14 settembre 1512, pur mantenendone le istituzioni repubblicane.
Giovanni e il fratello Giuliano si prodigarono per sedare le tensioni e gli odi e tentare di rappacificare le fazioni. Ma
in citt lo spirito repubblicano era ancora molto forte e fu scoperto un complotto contro i Medici proprio nel
momento in cui giungeva la notizia da Roma della morte di papa Giulio II, avvenuta il 23 febbraio 1513. Il cardinale,
che non aveva grandi rivali, si port subito a Roma per il conclave che inizi il 9 marzo. Grazie all'abile segretario
Bernardo Dovizi da Bibbiena, che riusc a convincere molti cardinali elettori sulla opportunit di un papa mediceo
dallo spirito conciliante e che probabilmente non avendo buona salute sarebbe durato poco,[1] il 9 marzo veniva
eletto papa. Non essendo che diacono, fu prima ordinato sacerdote e vescovo il 13 marzo 1513 e poi incoronato in
modo solenne come mai s'era visto a RomaWikipedia:Uso delle fonti il 19 marzo.[1]
Raffaele Riario Sansoni, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio
Domenico Grimani, vescovo di Porto e Santa Rufina, sottodecano del Sacro Collegio
Jaime Serra y Cau, vescovo di Albano
Marco Vigerio della Rovere, vescovo di Palestrina
Francesco Soderini, vescovo di Sabina
Giovanni de' Medici (eletto Papa Leone X)
Alessandro Farnese
Luigi d'Aragona, amministratore diocesano di Aversa e Capaccio
Tams Bakcz, arcivescovo di Strigonio e patriarca titolare di Costantinopoli
223
Papa Leone X
224
Pontificato
Questo papa, raffinato e colto umanista in
un'Europa che si stava avviando al
fanatismo religioso e alle guerre di
religione,
provocate
dalla
Riforma
protestante e dalla Controriforma, stato
spesso criticato per le caratteristiche
mondane del suo pontificato e per la
mancanza di zelo riformista. Erasmo da
Rotterdam gli dedic la sua edizione critica
del Nuovo Testamento greco.
In Deputazione toscana di storia patria
(1859) si dice che il filosofo Marsilio Ficino
(1433-1499), che praticava l'astrologia, gli
abbia predetto il Papato quando lui era solo
un giovinetto.
Di lui gli avversari raccontano che quando divenne papa, a soli trentasette anni, l'11 marzo 1513, abbia detto a suo
cugino Giulio: Poich Dio ci ha dato il Papato, godiamocelo.[6] Si racconta viaggiasse attraverso Roma alla testa di
una stravagante parata, in cui sarebbero apparsi pantere, giullari ed un elefante bianco. Avrebbe fatto servire cene
con sessantacinque portate.Wikipedia:Uso delle fonti
Divulg la bolla Inter Sollicitudines, durante il concilio Lateranense V, che proibiva di stampare libri non approvati
dal clero. La pena per chi avesse pubblicato libri non autorizzati era la scomunica, il rogo pubblico dei libri stampati,
una multa di cento ducati e il divieto di stampare per un anno. Qualora si reiterasse nella stampa libri non autorizzati,
erano previste pene pi severe[7][8].
Papa Leone X
Gli obiettivi
Fondamentalmente i suoi obiettivi che emersero gi all'inizio del suo pontificato erano tre:
raggiungere la pace con gli Stati stranieri evitando guerre,
modernizzare lo Stato Pontificio,
difendere gli interessi della sua famiglia medicea a Firenze.
Tra i primi atti vi fu la riapertura del V concilio lateranense (27 aprile 1513, apertura della sesta sessione), gi
iniziato dal suo predecessore, risanando i contrasti che avrebbero portato ad uno scisma. Inoltre richiese con un
libello la liturgia in volgare e la traduzione della Bibbia (confutato poi dal Concilio di Trento che riconferm il
latino). La difesa degli interessi fiorentini nella politica internazionale fu al centro della sua azione fin dall'inizio del
pontificato; nel settembre del 1513, ad esempio, risolse in favore della sua patria un arbitrato con il quale assegn
proprio a Firenze il dominio su Pietrasanta, citt fino a quel momento parte della Repubblica di
Lucca.Wikipedia:Uso delle fonti Il 18 settembre 1520 eresse la diocesi di Sansepolcro, scorporandone il territorio,
per la maggior parte, da quella di Citt di Castello, dal momento che questa si trovava fuori dello stato fiorentino.
225
Papa Leone X
226
Il concordato di Bologna
Per approfondire, vedi Concordato di Bologna.
Leone X, nonostante che i suoi alleati fossero contrari, intraprese, subito dopo la battaglia di Marignano, trattative
con i francesi, che ebbero luogo a Bologna nel dicembre dello stesso anno. Qui, il 18 agosto 1516, egli firm con il
rappresentante del re di Francia, Antonio Duprat, futuro vescovo e cardinale, il Concordato di Bologna, con il quale
rinunciava ai territori di Parma e Piacenza, ma otteneva la revoca ufficiale, da parte del Sovrano francese, della
Prammatica Sanzione di Bourges. Il Concordato fu ratificato successivamente dal Concilio Lateranense V.[9] Il
compromesso insito nel concordato port al riconoscimento della Chiesa gallicana nella Chiesa cattolica, anche se
attenuato rispetto a quanto era stato deciso con la Prammatica Sanzione di Bourges, conferendo tuttavia ai Re di
Francia un potere sulla Chiesa francese, del quale nessun altro Sovrano Cattolico disponeva nel proprio regno, ed
aprendo, fra l'altro, le porte all'introduzione nel regno di Francia del deprecato regime delle commende. Il concordato
di Bologna rimarr in vigore praticamente fino alla soppressione dell'autorit della Chiesa in Francia operata dalla
Rivoluzione Francese.
La congiura
Il Cardinale Alfonso Petrucci, fratello di quel Borghese Petrucci che era stato estromesso nel 1516 dal potere in
Siena da parte del cugino Raffaele Petrucci, Vescovo di Grosseto, ord una congiura per assassinare Papa Leone X
mediante avvelenamento. Per ottenere questo scopo corruppe il medico personale del Papa, Battista da Vercelli, ma
la congiura fu scoperta grazie all'intercettamento di una lettera di Alfonso al suo segretario Antonio de Nini. Il
Cardinale, arrestato e tradotto a Roma, fu giustiziato in Castel Sant'Angelo per strangolamento il 16 luglio 1517,
mentre il suo Segretario e il Medico del Papa furono condannati a morte per squartamento.[10] Altri quattro cardinali
risultarono coinvolti nella congiura, Raffaele Riario, Bandinello Sauli, Francesco Soderini e Adriano Castellesi, che
se la cavarono con il pagamento di una multa.
Papa Leone X
Martin Lutero critic Leone X per la vendita di indulgenze e la predicazione grossolana del frate domenicano Johann
Tetzel, sottocommissario per la predicazione delle indulgenze dell'arcidiocesi di Magonza. Il 31 ottobre 1517 Lutero
affisse le sue 95 tesi sulle indulgenze sul portone della chiesa di Wittenberg e la riforma protestante, con il suo furore
religioso, fu il peggior colpo allo splendore umanistico della Corte papale del Rinascimento, di cui Leone fu uno dei
maggiori esponenti.
Il 15 giugno 1520 Leone X pubblic la bolla Exsurge Domine con la quale vennero condannate alcune delle tesi di
Lutero e con la quale minacci di scomunica Lutero se non avesse ritrattato entro 60 giorni le sue posizioni. Lutero
ignor la bolla e successivamente la bruci nella piazza di Wittenberg. Il 3 gennaio 1521 papa Leone X scomunic
Martin Lutero con la bolla Decet Romanum Pontificem.
Il decesso
Il 1 dicembre dello stesso anno in cui aveva scomunicato Lutero, Leone moriva e fu seppellito nella basilica di
Santa Maria sopra Minerva. Il suo decesso, avvenuto quando aveva soli 46 anni di et, diede luogo a numerose
dicerie e sospetti di avvelenamento, tanto che fu persino arrestato per breve tempo il suo coppiere, ma non si venne a
capo di nulla in proposito.[11]
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Papa Leone X
228
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Leone X
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Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Claudio Rendina, I Papi, p. 612
[2] Biografia (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ bios1489. htm#Medici) sul sito Cardinals (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas) di Salvador
Miranda
[3] http:/ / www. fordham. edu/ halsall/ source/ lorenzomed1. html
[4] http:/ / it. wikipedia. org/ w/ index. php?title=Medici& action=edit
[6] Claudio Rendina, I papi, p. 614
[8] Consultabile integralmente in inglese su Intratex.com (http:/ / www. intratext. com/ IXT/ ENG0067/ _PG. HTM)
[9] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 624
[10] Claudio Rendina, I papi, p. 613.
[11] Claudio Rendina, I papi, p. 618
Bibliografia
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Edizioni Piemme S.p.A., 1989, Casale Monferrato (AL),
ISBN 88-384-1326-6 (pp.623 625)
Claudio Rendina, I papi, Ed. Newton Compton, Roma, 1990 (pp.612618)
Voci correlate
Antemurale Christianitatis
Lettera di Raffaello d'Urbino a Leone X
Altri progetti
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Concistori dei Leone X (http://www.fiu.edu/~mirandas/
consistories-xvi.htm#LeoX).URL consultato in data 9 novembre 2010.
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church - Cardinali nominati da Leone X (http://www.fiu.edu/
~mirandas/bios1517-ii.htm).URL consultato in data 16 giugno 2010.
Cardinali nominati da Papa Leone X (http://www.araldicavaticana.com/creati da leone_x_1513__1521.htm)
Papa Leone X
230
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Giulio II
Papa Adriano VI
Predecessore
Successore
1483 - 1513
Predecessore
Successore
1483 - 1491
Predecessore
Successore
Battista Maletta
1483 - 1501
Federico Sanseverino
Predecessore
Successore
1484 - 1513
Predecessore
Successore
Giovanni d'Aragona
1487 - 1513
Eusebio Fontana
Predecessore
Successore
1488 - 1513
Predecessore
Successore
1489 - 1513
Predecessore
Successore
1492-1513
Giulio de Medici
Predecessore
Successore
1501 - 1513
Predecessore
Successore
1502 - 1513
Predecessore
Cardinale protodiacono
Successore
1508-1513
Federico Sanseverino
Papa Leone X
231
Predecessore
Vescovo di Amalfi
Amministratore apostolico
Successore
Robert Guib
1510 - 1513
Antonio Balestrieri
Vescovo
Predecessore
Signore di Firenze
Successore
Pier Soderini
Gonfaloniere a vita
1512-1513
Controllo di autorit VIAF: 59076958 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 59076958) LCCN: n50080601 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n50080601)
Portale Biografie
Portale Medici
Portale Cattolicesimo
Portale Rinascimento
Papa Adriano VI
Papa Adriano VI
Elezione
9 gennaio 1522
Insediamento
31 agosto 1522
papa Leone X
papa Clemente VII
Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel
Nascita
Morte
Sepoltura
Papa Adriano VI
232
Adriano VI, nato Adriaan Florenszoon Boeyens d'Edel (Utrecht, 2 marzo 1459 Roma, 14 settembre 1523), fu il
218 papa della Chiesa cattolica e il 126 sovrano dello Stato Pontificio dal 1522 alla morte.
Biografia
Nacque a Utrecht[1], figlio di Florens, un ebanista, e Gertrude, e studi presso i Fratelli della vita comune, a Zwolle o
a Deventer.
Il doppio cognome di Adriaan, Boyens d'Edel o Boyens Dedel, deriva dal nome proprio del nonno paterno, Boyens
d'Edel, che divenne cognome patronimico del padre, Florens Boyenszoon, e dal cognome del bisnonno, Jan Edel, che
divenne de Edel quando pass al figlio Boyens d'Edel, poi Dedel quando pass al nipote Florens Boyenszoon Dedel,
diventando il doppio cognome Boyens Dedel di Adriaan e degli altri discendenti.
A Lovanio studi filosofia, teologia e diritto canonico, diventando dottore in teologia nel 1491, diacono di San Pietro
e vice-cancelliere dell'universit. Fu vicinissimo alla Devotio moderna.
Nel 1507 venne nominato tutore del futuro imperatore Carlo V, che all'epoca aveva solo sette anni. Venne inviato in
Spagna nel 1515 in missione diplomatica; Carlo gli assicur la successione alla sede di Tortosa, e il 14 novembre
1516 lo nomin inquisitore generale d'Aragona.
Mentre Carlo era minorenne, Adriano venne associato con il cardinale Jimenes nel governare la Spagna. Dopo la
morte di quest'ultimo, Adriano venne nominato, il 14 marzo 1518, Generale delle inquisizioni riunite di Castiglia e
Aragona, ruolo nel quale ag fino alla partenza da Tarragona alla volta di Roma, il 4 agosto 1522: egli fu, comunque,
troppo debole e confidente per gestire gli abusi che Jimenes era invece stato in grado di controllare.
Quando Carlo part per i Paesi Bassi, nel 1520, rese Adriano reggente di Spagna: e come tale dovette affrontare una
grave rivolta. Nel 1517 papa Leone X lo aveva nominato cardinale presbitero del titolo di Santi Giovanni e Paolo.
1. Bernardino Lpez de Carvajal, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio
2. Domenico Grimani, vescovo di Porto e Santa Rufina, Sottodecano del Sacro Collegio
3. Francesco Soderini, vescovo di Palestrina
4. Alessandro Farnese sr., vescovo di Frascati
5. Niccol Fieschi, vescovo di Sabina
6. Antonio Maria Ciocchi del Monte, vescovo di Albano
7. Marco Cornaro, amministratore apostolico di Verona
8. Sigismondo Gonzaga
9. Pietro Accolti, amministratore apostolico di Arras
10. Achille Grassi, vescovo di Bologna
11. Matthus Schiner, vescovo di Sion e amministratore apostolico di Catania
12. Lorenzo Pucci, vescovo di Melfi
13. Giulio de' Medici, arcivescovo di Firenze e amministratore apostolico di Worcester, Narbona ed Eger
14. Innocenzo Cibo, amministratore apostolico di Torino e Marsiglia
15. Giovanni Piccolomini, arcivescovo di Siena
16. Giovanni Domenico De Cupis, amministratore apostolico di Trani
17. Raffaele Petrucci, vescovo di Grosseto e Sovana
18. Andrea della Valle, vescovo di Mileto e amministratore apostolico di Gallipoli
19. Bonifacio Ferrero
Papa Adriano VI
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Il pontificato
Il 9 gennaio 1522 fu eletto papa praticamente
all'unanimit. Incoronato a San Pietro il 31 agosto,
all'et di sessantatr anni, si avvi sul cammino
solitario del riformatore. Il suo programma era quello
di attaccare uno alla volta tutti i pi noti abusi; ma nel
suo tentativo di migliorare il sistema di concessione
delle indulgenze, venne ostacolato dai suoi cardinali; e
ridurre il numero delle dispense matrimoniali era
impossibile, perch le entrate erano state incamerate
con anni di anticipo da Leone X.
Gli italiani videro in lui un pedante professore
straniero, cieco di fronte alla bellezza dell'antichit
classica, che riduceva molto gli stipendi dei grandi
artisti. Musicisti come Carpentras, il compositore e
cantore da Avignone che era maestro di cappella sotto
Leone X, lasciarono Roma in quel periodo, a causa
dell'indifferenza di Adriano, se non all'aperta ostilit,
nei confronti dell'arte. Gli standard musicali al
Vaticano declinarono significativamente durante il suo
La casa natale di papa Adriano VI ad Utrecht.
pontificato. Perfino la volta della Cappella Sistina
dipinta da Michelangelo Buonarroti rischi di andare
distrutta per la sua ostilit nei confronti dell'arte. Anche come uomo di pace tra i principi cristiani, che sperava di
unire in una guerra protettiva contro l'Impero Ottomano, fu un fallimento: nell'agosto 1523 fu apertamente costretto
ad allearsi con Sacro Romano Impero, Inghilterra, Repubblica di Venezia, ecc., contro la Francia; nel frattempo, nel
233
Papa Adriano VI
234
Adriano VI fu l'ultimo papa non italiano fino all'elezione di papa Giovanni Paolo II nel 1978 e fu l'ultimo papa
proveniente dal Sacro Romano Impero, nonch unico papa di origine olandese.
Gran parte dei documenti ufficiali di Adriano VI scomparvero poco dopo la sua morte. Adriano pubblic
Quaestiones in quartum sententiarum praesertim circa sacramenta (Parigi, 1512, 1516, 1518, 1537; Roma, 1522), e
Quaestiones quodlibeticae XII. (I ed., Lovanio, 1515).
Collegamenti esterni
http://www.fiu.edu/~mirandas/consistories-xvi.htm#AdrianVI
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Adriano VI
235
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Da Historia della Riviera di Salo' di Bongiani Grattarolo 1599 (edizioni Ateneo di Sal, maggio 1978) viene indicato quale luogo di nascita
Renzano, frazione di Sal, sul Lago di Garda. A Renzano resta a testimonianza l'incisione latina sul portale della chiesa dell'epoca dedicata a
San Nazaro. Secondo tale leggenda tramandata da alcuni storici dell'epoca fu un certo Luigi Rampini, famiglia il cui stemma appare simile a
quello papale, che, dotato di notevoli capacit intellettive prosegu i suoi studi seguendo un percorso che lo port in Olanda e proprio a
Utrecht. Il testo completo visibile sul sito 'Archivi del Garda' in file .pdf (http:/ / www. archividelgarda. it/ index. php?page=studi-e-ricerche)
la parte specifica in numerazione originale da p. 81 a p. 83.
Bibliografia
(DE) Karl Mittermaier, Die deutschen Ppste. Benedikt XVI. und seine deutschen Vorgnger, 2006
Voci correlate
Carlo V e i Papi
Altri progetti
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Adriano VI (http://www.araldicavaticana.com/creati da adriano_vi 1522.htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/papa-adriano-vi_(Dizionario-Biografico)/
)
Predecessore
Successore
Papa Leone X
Predecessore
Vescovo di Tortosa
Successore
1516 - 1522
Willem Enckenwoirt
Predecessore
Successore
Luis Mercader
1516 - 1522
Predecessore
Successore
Francesco de Remolins
1517 - 1522
Willem Enckenwoirt
Predecessore
Successore
1518 - 1522
Papa Adriano VI
236
Controllo di autorit VIAF: 76430137 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 76430137) LCCN: n80020628 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n80020628)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Rinascimento
Elezione
19 novembre 1523
Insediamento
26 novembre 1523
papa Adriano VI
papa Paolo III
Giulio di Giuliano de' Medici
Nascita
Morte
Sepoltura
Clemente VII, nato Giulio di Giuliano de' Medici (Firenze, 26 maggio 1478 Roma, 25 settembre 1534),
esponente della famiglia fiorentina dei Medici, fu il 219 papa della Chiesa cattolica e il 127 sovrano dello Stato
Pontificio dal 1523 alla morte.
237
Giovinezza
Nel 1495, a causa delle sollevazioni popolari contro il cugino Piero, scapp da Firenze per rifugiarsi prima a
Bologna, poi a Pitigliano, Citt di Castello e Roma, dove visse per molto tempo ospite del cugino cardinale
Giovanni, il futuro papa Leone X.
238
Arcivescovo di Firenze
Signoria di Firenze
De' Medici
Cosimo il Vecchio
Piero il Gottoso
Lorenzo il Magnifico
Piero il Fatuo
Giovanni, papa Leone X
Giuliano, duca di Nemours
Lorenzo, duca di Urbino
Giulio, papa Clemente VII
Ippolito
Alessandro, duca di Firenze
Modifica
[4]
Il 9 maggio 1513 fu eletto arcivescovo di Firenze dal cugino papa Leone X, che aveva ripreso la citt sconfiggendo
le truppe francesi alleate dei repubblicani fiorentini, e il 14 agosto dello stesso anno Giulio fece il suo ingresso a
Firenze. Alla morte del cugino Lorenzo duca di Urbino divenne anche signore della citt. Sia come arcivescovo che
come governatore si dimostr un abile uomo di governo. Pur ricevendo spesso incarichi e missioni diplomatiche per
conto del Papa non trascur mai la sua arcidiocesi e con la collaborazione del suo vicario generale Pietro Andrea
Gammaro volle conoscere, attraverso i singoli inventari, la situazione di tutte le chiese sotto la sua giurisdizione. Nel
1517 tenne un sinodo di tutto il clero. Da cardinale diacono nel frattempo fu dichiarato cardinale prete con il titolo di
San Clemente (26 giugno 1513) e poi di San Lorenzo in Damaso.
Svent una congiura tramata contro di lui e fu inflessibile contro i suoi nemici (1522).
239
240
241
La Lega di Cognac
Francesco I, dopo essere tornato in Francia, lamentando di essere stato costretto con la violenza ad accettare i patti, si
rifiut di ratificare il trattato di Madrid. Il 22 maggio 1526 a Cognac sur la Charente, stipul con Clemente VII,
Firenze, Venezia e Francesco Maria Sforza, una lega per scacciare gli imperiali dallItalia. I confederati si
obbligavano a mettere insieme 2.500 cavalieri, 3.000 cavalli e 30.000 fanti; Francesco I avrebbe dovuto mandare un
esercito in Lombardia e un altro in Spagna, mentre i veneziani e il pontefice avrebbero dovuto assalire il regno di
Napoli con una flotta di ventotto navi. Cacciati gli spagnoli, il papa avrebbe dovuto mettere sul trono napoletano un
principe italiano, che avrebbe dovuto pagare al re di Francia un canone annuo di 75.000 fiorini. Francesco I non
tenne mai fede ai patti e, per tutto il 1526 non partecip alle operazioni, preferendo trattare con Carlo V il riscatto dei
figli.
Queste notizie si abbatterono come fulmini su Carlo V che defin pubblicamente Francesco I uno spergiuro e
consider imperdonabile il voltafaccia del Papato, il quale nei suoi confronti aveva un debito enorme (infatti Carlo V
aveva condannato Lutero durante il processo per favorire il papa, anche se si era guadagnato l'antipatia di molti
sudditi).
Il fatto pi grave che occorse al papa fu il tradimento del cardinale Pompeo Colonna, questi, incoraggiato da Carlo V
con promesse e ricompense, nella notte tra il 19 ed il 20 settembre 1526, occup con un esercito di 8000 uomini la
porta di San Giovanni in Laterano e Trastevere, spingendosi lungo il Borgo Vecchio fino al Vaticano. Clemente VII
si rifugi a Castel Sant'Angelo lasciando che il Vaticano venisse saccheggiato dalle truppe del cardinale. Il papa,
vedendo che gli alleati non onoravano i patti, concluse una tregua di 8 mesi con limperatore, ma Carlo di Asburgo
non accett l'armistizio.
Il 31 marzo l'imperatore pass il Reno nei pressi di Bologna e si diresse verso la Toscana. Le truppe della Lega
comandate da Francesco Maria I della Rovere e dal marchese di Saluzzo si accamparono vicino a Firenze per
proteggerla dall'esercito invasore, ma questo attraverso il territorio di Arezzo e quindi di Siena si diresse verso
Roma. Lungo il tragitto Carlo di Borbone devast Acquapendente e San Lorenzo alle Grotte, occup Viterbo e
Ronciglione. Il 5 maggio gli invasori giunsero sotto le mura di Roma, che era difesa da una milizia piuttosto
raffazzonata comandata da Renzo da Ceri (Lorenzo Orsini).
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Il Sacco di Roma
Per approfondire, vedi Sacco di Roma (1527).
Lassalto alle mura del Borgo inizi la mattina del 6 maggio 1527 e si concentr tra il Gianicolo e il Vaticano. Per
essere di esempio ai suoi, Carlo di Borbone, fu tra i primi ad attaccare, ma mentre saliva su una scala fu colpito a
morte da una palla d'archibugio, che sembra sia stata tirata da Benvenuto Cellini. La sua morte accrebbe l'impeto
degli assalitori, che, a prezzo di gravi perdite, riuscirono ad entrare in citt.
Durante l'assalto Clemente VII pregava nella sua cappella privata e, quando cap che la citt era perduta, si rifugi a
Castel Sant'Angelo insieme ai cardinali e gli altri prelati. Nel frattempo gli invasori trucidavano i soldati pontifici.
Lesercito imperiale era composto di circa 40.000 uomini, cos suddivisi: 6.000 spagnoli agli ordini di Carlo di
Asburgo, a cui si erano aggiunte le fanterie italiane di Fabrizio Maramaldo, di Sciarra Colonna e di Luigi Gonzaga
"Rodomonte"; molti cavalieri si erano posti sotto il comando di Ferrante I Gonzaga e del principe d'Orange Filiberto
di Chalons, che era succeduto al Borbone; inoltre si erano accodati anche molti disertori della lega, i soldati licenziati
dal papa e numerosi banditi attratti dalla speranza di rapine. A questi si aggiunsero i 14.000 lanzichenecchi
comandati da Georg von Frundsberg, mercenari bavaresi, svevi e tirolesi, tutti luterani esasperati dalla fame e dal
ritardo nei pagamenti, che consideravano il papa come l'anticristo e Roma come la Babilonia corruttrice, attratti dalla
possibilit di arricchirsi saccheggiando la citt.
Furono profanate tutte le chiese, furono rubati i tesori e furono distrutti gli arredi sacri. Le monache furono
violentate, cos come le donne che venivano strappate dalle loro case. Furono devastati tutti i palazzi dei prelati e dei
nobili, ad eccezione di quelli fedeli all'imperatore. La popolazione fu sottoposta ad ogni tipo di violenza e di
angheria. Le strade erano disseminate di cadaveri e percorse da bande di soldati ubriachi che si trascinavano dietro
donne di ogni condizione, e da saccheggiatori che trasportavano oggetti rapinati.
L8 maggio il cardinale Pompeo Colonna entr a Roma seguito da molti contadini dei suoi feudi, che si vendicarono
dei saccheggi subiti per ordine del papa saccheggiando tutte le case in cui ancora rimaneva qualcosa da rubare o da
distruggere.
Tre giorni dopo il principe d'Orange ordin che si cessasse il saccheggio; ma i lanzichenecchi non ubbidirono e
Roma continu ad essere violata finch vi rimase qualcosa di cui impossessarsi. Il giorno stesso in cui cedettero le
difese di Roma, il capitano pontificio Guido II Rangoni, si spinse fino al Ponte Salario con una schiera di cavalli e di
archibugieri, ma, vista la situazione, si ritir ad Otricoli. Francesco Maria della Rovere, che si era riunito alle truppe
del marchese di Saluzzo, si accamp a Monterosi in attesa di novit.
Il 6 giugno Clemente VII capitol, obbligandosi a versare al principe dOrange 400.000 ducati, di cui 100.000
immediatamente e il resto entro tre mesi; era inoltre pattuita la consegna di Parma, Piacenza e Modena. Clemente
VII, per evitare di ottemperare alle condizioni imposte dall'imperatore, abbandon Roma e, il 16 dicembre 1527, si
ritir ad Orvieto.
243
Lo scisma anglicano
Per approfondire, vedi Scisma anglicano.
Clemente VII fu talmente attento alla politica italiana ed europea che trascur e sottovalut il movimento protestante,
in special modo quello inglese. Enrico VIII non aveva un erede maschio e di questo incolpava la moglie Caterina
d'Aragona, la cui unica figlia era la principessa Maria. Dopo numerose relazioni con altrettante dame di corte, si
innamor di Anna Bolena, una delle pi belle signore del tempo, ma protestante. Dal 1527 Enrico inizi a cercare un
modo per far annullare il suo matrimonio con Caterina, prendendo come scusa che il matrimonio con la vedova del
244
245
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Giulio II
Cardinal Raffaele Sansone Riario
Papa Leone X
Papa Clemente VII
Bernardino Lpez de Carvajal, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Francesco Soderini, vescovo di Palestrina
Alessandro Farnese, seniore, vescovo di Frascati (Eletto papa Paolo III nel Conclave del 1534)
Niccol Fieschi, vescovo di Sabina
Antonio Maria Ciocchi del Monte, vescovo di Albano
Marco Cornaro, amministratore di Verona
Franois Guillaume de Castelnau-Clermont-Lodve, arcivescovo di Auch
Sigismondo Gonzaga
Pietro de Accolti
Achille Grassi, vescovo di Bologna
Lorenzo Pucci
Giulio de' Medici, arcivescovo di Firenze, amministratore di Narbona. (Eletto papa Clemente VII)
Innocenzo Cibo, amministratore di Torino e di Marsiglia
Giovanni Piccolomini, arcivescovo di Siena, amministratore de LAquila
Giovanni Domenico de Cupis, amministratore di Trani
Andrea della Valle, vescovo di Mileto, vescovo di Crotone, amministratore di Gallipoli
Bonifacio Ferreri
Giovanni Battista Pallavicino, vescovo di Cavaillon
Scaramuccia Trivulzio
Pompeo Colonna, amministratore di Potenza
Domenico Giacobazzi
Louis de Bourbon de Vendme, vescovo di Laon, amministratore di Le Mans
Lorenzo Campeggio
Ferdinando Ponzetti, vescovo di Grosseto
Silvio Passerini
Francesco Armellini Pantalassi de' Medici
Tommaso De Vio, O.P., vescovo di Gaeta
Egidio da Viterbo, O.E.S.A.
Cristoforo Numai, O.F.M., amministratore di Alatri, amministratore di Isernia
Gualterio (o Guillermo) Raimundo de Vich, vescovo di Barcellona e Cefal
Franciotto Orsini
246
247
248
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Peris Persi, in Conoscere l'Italia, vol. Marche, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1982 (pag. 74); AA.VV. Meravigliosa Italia,
Enciclopedia delle regioni a cura di Valerio Lugoni, ed. Aristea, Milano; Guido Piovene, in Tuttitalia, Casa Editrice Sansoni, Firenze &
Istituto Geografico De Agostini, Novara (pag. 31); Pietro Zampetti, in Itinerari dell'Espresso, vol. Marche, a cura di Neri Pozza, Editrice
L'Espresso, Roma 1980
[2] http:/ / www. ewtn. com/ library/ mary/ ceblesse. htm
[3] Joe Schwarcz, Come si sbriciola un biscotto?, pag. 156.
Bibliografia
Annuaire Pontifical Catholique, Maison de la Bonne Presse, Parigi 1935.
La chiesa fiorentina, Curia arcivescovile, Firenze 1970.
Maurizio Gattoni, Clemente VII e la geo-politica dello Stato Pontificio (1523-1534), Citt del Vaticano,
Collectanea Archivi Vaticani, (49), 2002
Maurizio Gattoni, Pace universale o tregue bilaterali? Clemente VII e l'istruzione a Nicolaus Schmberg,
Arcivescovo di Capua (1524, in Ricerche Storiche, XXX (2000), n.1, pp. 171-196
Altri progetti
Voci correlate
Carlo V e i Papi
Sala di Clemente VII in Palazzo Vecchio a Firenze
249
Collegamenti esterni
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church-Medici (http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1513.
htm#Medici).URL consultato in data 26 giugno 2010.
Cardinali nominati da Papa Clemente VII (http://www.araldicavaticana.com/creati da clemente_vii 1523.htm)
Predecessore
Successore
Papa Adriano VI
Predecessore
Arcivescovo di Embrun
Successore
Rostaing d'Ancezune
1494-1510
1510-1511
Niccol Fieschi
1511-1516
Predecessore
Arcivescovo di Firenze
Successore
1513-1523
Niccol Ridolfi
Predecessore
Successore
1513-1517
Innocenzo Cybo
Predecessore
Vescovo di Albi
Successore
Robert Guib
1513-1515
Predecessore
Arcivescovo di Narbona
Successore
Guillaume Brionnet
1515-1523
Jean de Lorraine
Predecessore
Successore
Federico Sanseverino
1516-1521
Predecessore
Successore
Francesco Argentino
1517
Predecessore
Successore
1517-1523
Pompeo Colonna
Predecessore
Vescovo di Albenga
Successore
Bandinello Sauli
1517-1518
Giangiacomo di Gambarana
Predecessore
Signore di Firenze
Successore
1519-1523
250
Predecessore
Vescovo di Eger
Successore
Ippolito I d'Este
1520-1523
Pl Vrdai
Controllo di autorit VIAF: 90633828 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 90633828) LCCN: n88002890 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n88002890)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Rinascimento
Portale Medici
Portale Storia
Ritratto di Paolo III, Tiziano Vecellio (1543) Museo Nazionale di Capodimonte (Napoli)
220 papa della Chiesa cattolica
Elezione
13 ottobre 1534
Insediamento
1 novembre 1534
Fine pontificato
10 novembre 1549
Cardinali creati
vedi categoria
Predecessore
Successore
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Paolo III, nato Alessandro Farnese (Canino, 29 febbraio 1468 Roma, 10 novembre 1549), fu il 220 papa della
Chiesa cattolica e il 128 sovrano dello Stato Pontificio dal 1534 alla sua morte. Convoc il Concilio di Trento nel
1545.
Biografia
La giovinezza
Nato come Alessandro Farnese, a Canino, nell'Alta Tuscia Laziale (oggi provincia di Viterbo), era figlio di Pier
Luigi Seniore e Giovannella Caetani, discendente dalla famiglia di papa Gelasio II e di papa Bonifacio VIII.
Alessandro era d'intelligenza e modi vivaci, per questo motivo provoc diversi guai alla famiglia. Tuttavia i genitori
decisero di avviarlo alla carriera ecclesiastica, pertanto stabilirono che dovesse avere la migliore educazione
possibile e gi nel 1482 gli procacciarono un posto di Scrittore Apostolico.
I suoi precettori furono: l'umanista Pomponio Leto, per le lettere antiche, la storia e la cultura classica; lo scienziato
Alberto Piglio, per le discipline matematiche e scientifiche. Nonostante l'impegno nello studio, la sua vita era fatta di
stravizi e bagordi (era amante soprattutto delle donne e del vino) per cui la madre, preoccupata per la carriera futura
del figlio decise di chiudere i cordoni della borsa. Alessandro giur, allora, vendetta alla madre.
Non dato sapere con precisione cosa avvenne, ma la cosa certa che fin nelle segrete di Castel Sant'Angelo. Forse
Alessandro fece rinchiudere la madre sull'Isola Bisentina per convincerla a fornirgli il denaro di cui necessitava, in
ogni caso, ella riusc a far pervenire un messaggio al Papa, che fece arrestare e mettere in prigione il figlio.
Alessandro rimase in carcere per un periodo di tempo piuttosto lungo, ma uno zio, dopo aver corrotto una guardia, lo
fece evadere.
Il Papa non fu entusiasta dell'accaduto, ma decret solamente che il ragazzo dovesse stare lontano da Roma per un
certo periodo di tempo. Per salvare la faccia della famiglia questo allontanamento non doveva sembrare un esilio,
cos venne colta l'occasione per mandare il giovane a proseguire gli studi presso la corte di Lorenzo il Magnifico,
dove pot assistere alle lezioni di Marsilio Ficino, conobbe Pico della Mirandola e incontr il fior fiore dei rampolli
della nobilt italiana, futuri papi, re, duchi, cardinali, artisti, letterati e poeti.
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Il Concilio di Trento
Per approfondire, vedi Concilio di Trento.
Sebastiano Ricci, Papa Paolo III ha la visione del Concilio di Trento. Olio su tela,
1687-1688, Piacenza, Museo Civico.
Nonostante la tanto attesa convocazione del Concilio, probabilmente a causa del rifiuto protestante di parteciparvi,
Carlo V si risolse all'uso delle armi. Come alleati egli aveva guadagnato, oltre suo fratello, re Ferdinando, il duca
Guglielmo IV di Baviera, alcuni principi protestanti (tra cui il duca Maurizio di Sassonia), e lo stesso pontefice, il
quale, in cambio, era riuscito ad ottenere l'apertura del Concilio. Il momento sembr opportuno al Pontefice anche
per acquisire per suo figlio Pier Luigi i ducati di Parma e Piacenza. Anche se questi appartenevano agli Stati
Pontifici, Paolo III pens di avere la meglio sulla riluttanza dei cardinali scambiando i ducati con i meno preziosi
domini di Camerino e Nepi. L'imperatore accett, a causa della prospettata ricompensa di 12.000 unit di fanteria,
500 cavalieri e una considerevole quantit di denaro. Il 17 agosto 1545 Paolo III erigeva il Ducato di Parma e
Piacenza in favore del figlio Pier Luigi, del nipote Ottavio e dei loro discendenti maschi e legittimi per ordine di
primogenitura.
I soldati promessi da Paolo III furono inviati all'imperatore sotto il comando di Ottavio Farnese. La guerra
smalcaldica ebbe uno sviluppo molto celere, l'imperatore sconfisse e sciolse definitivamente la Lega nell'aprile del
1547: con questa vittoria l'astro Carlo V fu pi rilucente che mai. Ma in realt il Protestantesimo era vinto solo come
organizzazione politico-militare, non come potenza religiosa.
L'apertura del Concilio (durato complessivamente 18 anni, con due prolungate interruzioni) era stata fissata per la
primavera del 1545, ma a causa di nuove difficolt essa pot celebrarsi solo nella terza domenica d'avvento (13
dicembre) nel duomo della citt. Esso non ebbe particolare influsso sullo sviluppo del protestantesimo come tale e
non ebbe nessuna azione conciliativa con la nuova confessione, ma si pose in chiara azione antiprotestante. I
protestanti, che avevo rifiutato l'invito alla partecipazione, convocarono, nella primavera del 1545, un proprio
Concilio a Worms, dove rivendicarono la propria autonomia religiosa dalla Chiesa di Roma, e, per quanto riguardava
la dottrina e la disciplina, dichiaravano piena libert di decisione.
Ma il luogo del Concilio non era gradito a Roma. In curia si era accettata controvoglia la scelta di una citt
dell'impero germanico; pi volte si tent anche di trasferire il concilio in una citt pi vicina a Roma, ma si dovette
rinunciare all'idea per l'opposizione dell'imperatore. L'occasione giunse nel febbraio 1547 quando un preoccupante
morbo epidemico (febbre petecchiale) scoppiato a Trento, mise in grave situazione i Legati papali, per la partenza di
255
256
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Paolo III offr il cardinalato ad Erasmo da Rotterdam (1466-1536), il celebre umanista, ma questi declin a causa
dell'et avanzata e della salute malferma.
Concistoro del 22 dicembre 1536
1. Gian Pietro Carafa, arcivescovo di Chieti (eletto papa Paolo IV il 23 maggio 1555)
2. Giovanni Maria Ciocchi del Monte, arcivescovo di Manfredonia (eletto papa Giulio III il 7 febbraio 1550)
3. Ennio Filonardi, vescovo di Veroli, prefetto di Castel Sant'Angelo in Roma.
4. Jacopo Sadoleto, vescovo di Carpentras
5. Cristoforo Giacobazzi, vescovo di Cassano allo Ionio, datario del papa, uditore della Sacra Rota
6. Charles de Hmard de Denonville, vescovo di Mcon
7. Rodolfo Pio, vescovo di Faenza
8. Reginald Pole, protonotaro apostolico
9. Rodrigo Luis de Borja y de Castro-Pins, discendente di papa Alessandro VI, chierico romano
10. Girolamo Aleandro, arcivescovo di Brindisi e Oria (in pectore, pubblicato il 13 marzo 1538)
11. Niccol Caetani di Sermoneta, protonotaro apostolico (in pectore, pubblicato il 13 marzo 1538)
Concistoro del 18 ottobre 1538
1. Pedro Sarmiento, arcivescovo di Santiago di Compostela
Concistoro del 20 dicembre 1538
Secondo Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii et Recientoris Aevi. Volumen III (1503-1592), Mnich,
Sumptibus et Typis Librariae Regensbergianae, 1935; ristampa, Padova, Il Messaggero di Sant'Antonio, 1960, p. 27,
n. 12, in questo concistoro il papa cre in pectore un numero indefinito di cardinali.
Concistoro del 19 dicembre 1544
1. Gaspar Avalos de la Cueva, arcivescovo di Santiago di Compostela
2. Francisco Mendoza Bobadilla, vescovo di Coria
3. Bartolom de la Cueva de Albuquerque, chierico della diocesi di Segovia
4. Georges d'Armagnac, vescovo di Rodez, ambasciatore di re Francesco I di Francia a Roma
5. Jacques d'Annebaut, vescovo di Lisieux
6. Ottone di Waldburg, vescovo di Augusta
7. Andrea Cornaro, vescovo di Brescia
8. Francesco Sfondrati, arcivescovo di Amalfi
9. Federico Cesi, vescovo di Todi, fratello del cardinale Paolo Emilio Cesi
10. Durante Duranti, vescovo di Cassano allo Ionio
11. Niccol Ardinghelli, vescovo di Fossombrone
12. Girolamo Recanati Capodiferro, vescovo di Saint-Jean de Maurienne
13. Tiberio Crispo, vescovo di Sessa Aurunca
Concistoro del 16 dicembre 1545
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258
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Bibliografia
Edoardo del Vecchio, I Farnese, Istituto di studi romani editore, Roma 1972
Annuaire Pontifical Catholique, Maison de la Bonne Presse, Paris,1935
Note
[1] Paolo III (http:/ / www. cattoliciromani. com/ enciclopediacattolica/ index. php/ Paolo_III)
Voci correlate
Carlo V e i Papi
Ducato di Castro
Pier Luigi Farnese, duca di Parma
Ambrogio Recalcati, suo segretario
Collezione Farnese
Silvia Ruffini
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Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Paolo III (http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-iii_(Enciclopedia_dei_Papi)/), nella
Enciclopedia dei Papi Treccani
Cardinali nominati da Papa Paolo III (http://www.araldicavaticana.com/creati da paolo_iii1.htm)
Predecessore
Successore
Predecessore
Successore
Pierre de Foix
1493-1503
convertito in commenda
Predecessore
Vescovo di Montefiascone
Successore
Giovanni Tolomei
14991519
Predecessore
Successore
convertito da diaconia
1503-1513
Innocenzo Cybo
Predecessore
Successore
Francesco Todeschini-Piccolomini
1503-1519
Emilio Cesi
Predecessore
Vescovo di Vence
Amministratore
Successore
15081510
Predecessore
Successore
Giovanni Colonna
1508-1534
Ranuccio Farnese
Predecessore
Vescovo di Parma
Successore
15091519
Predecessore
Successore
Philippe de Luxembourg
1519-1523
Predecessore
Successore
Francesco Soderini
1523
260
Predecessore
Successore
Niccol Fieschi
1523-1524
Predecessore
Successore
Niccol Fieschi
1524
Predecessore
Successore
Niccol Fieschi
1524-1534
Giovanni Piccolomini
Predecessore
Vescovo di Sovana
Amministratore
Successore
Ercole Gonzaga
Ferdinando Farnese
Vescovo
Controllo di autorit VIAF: 51803934 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 51803934) LCCN: n82037510 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n82037510)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Portale Rinascimento
Portale Storia
Elezione
7 febbraio 1550
Insediamento
22 febbraio 1550
261
Predecessore
Successore
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Giulio III, nato Giovanni Maria Ciocchi del Monte (Monte San Savino, 10 settembre 1487 Roma, 23 marzo
1555), fu il 221 papa della Chiesa cattolica e il 129 sovrano dello Stato Pontificio dal 1550 alla morte.
Come Papa, Giulio III ricordato pi dagli storici dell'architettura e dagli amanti dell'arte, che dai teologi. Nomin
Marcello Cervini, futuro papa Marcello II, bibliotecario vaticano, Michelangelo Buonarroti, capo degli architetti
della fabbrica di San Pietro ed il compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina, maestro di cappella della basilica
vaticana. Inoltre potenzi la Biblioteca Vaticana e l'Universit La Sapienza di Roma.
Giovanni Domenico de Cupis, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Giovanni Salviati, vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Philippe de la Chambre, O.S.B., vescovo di Frascati
Gian Pietro Carafa, vescovo di Sabina, arcivescovo di Napoli (eletto Papa con il nome di Paolo IV il 23 maggio
1555)
Giovanni Maria Ciocchi del Monte, vescovo di Palestrina (eletto Papa con il nome di Giulio III)
Ennio Filonardi, vescovo di Albano (morto il 9 dicembre 1549)
262
263
Hor di questo nuovo papa universalmente se ne dice molto male; che egli vitioso, superbo, rotto et di sua testa
dove rotto significherebbe "omosessuale". Quando Giulio III nomin cardinale il diciassettenne Innocenzo Del
Monte (1532-1577), la voce che il papa avesse nominato cardinale il suo presunto amante suscit un certo
pettegolezzo tra i cardinali romani e nelle corti europee[2]. Il poeta francese Joachim du Bellay scrisse un
componimento sul fatto, che recita:
Ma vedere uno staffiere, un bambino, una bestia,
un furfante, un poltrone diventare cardinale,
e per aver saputo accudire bene a una scimmia,
un Ganimede avere il rosso [cappello cardinalizio] in testa
[3]
Primi provvedimenti
Come ringraziamento per l'appoggio dei Farnese, Ottavio, nipote
di Paolo III, venne immediatamente confermato come duca di
Parma e suo fratello Orazio venne confermato nel Ducato di
Castro. Entrambi conservarono le loro cariche, rispettivamente, di
Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e di prefetto di Roma. Il 24
febbraio 1550 inaugur, con l'apertura della Porta Santa della
basilica di San Pietro, il X Giubileo, indetto da Paolo III, con la
Bolla Si pastores ovium, e che si concluse il giorno dell'epifania
del 1551 . Per favorire i pellegrini, riport in vigore le disposizioni
sul blocco dei fitti e sulla regolazione del mercato alimentare.
L'afflusso dei pellegrini fu seguito da San Filippo Neri e dalla
Confraternita della Santa Trinit. Nel concistoro del 28 febbraio
1550, stabil delle regole per combattere il nepotismo e gli abusi
della Chiesa. In questo concistoro neg la berretta a Pietro
Aretino, che si aspettava una nomina data per sicura e tramontata
con la morte di Paolo III. Ma solo quattro mesi dopo si ebbe uno
dei fenomeni nepotistici pi scandalosi: la nomina a cardinale del
nipote adottivo, l'allora sedicenne Innocenzo del Monte (1532 1577), che nomin anche segretario di Stato. Innocenzo del Monte
Statua in bronzo di papa Giulio III eretta a Perugia nel
dopo
l'ordinazione a cardinale commise un omicidio plurimo.
1555
Assassin due protettori con i quali ebbe un diverbio; era solito
frequentare meretrici; venne arrestato perch si trovarono due di esse nella sua carrozza e fu appurato che avevano
passato con lui, in casa sua, sia la quaresima che la settimana santa. Circol anche voce a Roma che ebbe tutti questi
privilegi da Papa Giulio III, fino a diventare uno dei cardinali pi ricchi di Roma, perch fosse suo amante; cos
264
testimoniano l'ambasciatore veneto Matteo Dandolo e Onofrio Panvinio[4][5]. Contro tale nomina protestarono i
cardinali pi sensibili alla necessit di riforma dei costumi della Chiesa. Per i protestanti, comunque, non c'erano
dubbi sulle motivazioni della nomina. In ogni caso, Innocenzo si rivel uno dei peggiori cardinali che la Chiesa
abbia mai avuto: rimasto senza guida alla morte del pontefice, fu coinvolto in una serie di fattacci e fu esiliato da
molti dei pontefici successivi. Il 21 luglio 1550, inoltre, Giulio III diede una seconda definitiva approvazione alla
fondazione della Compagnia di Ges (i Gesuiti) nella bolla pontificia Exposcit debitum e, nel 1552, li incit a
fondare il Collegio Romano e il Collegio Germanico, destinato all'educazione dei giovani prelati tedeschi nella
riforma della Chiesa in Germania.
Nel 1550 concesse alla sorella Giacoma (moglie del perugino Francia Della Corgna) il feudo di Castiglione del Lago
e del Chiugi, convertito nel 1563 in marchesato per i nipoti Ascanio della Corgna e il cardinale Fulvio Giulio della
Corgna: il palazzo castiglionese, progettato da Galeazzo Alessi su disegni del Vignola, fu prestigiosa sede di
cenacoli letterari, frequentati da artisti e dotti, tra cui il poeta Cesare Caporali e lo scrittore politico Scipione
Tolomei.
Per approfondire, vedi Della Corgna.
Nel periodo dal 1551 al 1553, Giulio III fece costruire sulla via Flaminia Villa Giulia, opera a cui lavorarono
l'Ammannati, il Vignola e il Vasari. Il complesso della villa, in cui il Papa poteva dar sfoggio di lusso e sfarzo tali da
sconvolgere le idee riguardanti la decenza ecclesiastica, si articola su due cortili separati da un ninfeo, che
originariamente era un vero e proprio teatro d'acque. Internamente la villa riccamente decorata con affreschi,
stucchi, marmi policromi e statue. Tra le altre opere, sul soffitto di un portico affrescato un pergolato ricoperto da
viti, dove dei putti giocano con i rispettivi genitali. Joachim du Bellay il poeta francese al seguito del cardinale du
Bellay, espresse la sua opinione scandalizzata in due sonetti della serie Les regrets (pubblicati dopo la scomparsa del
Papa, nel 1558). Dopo la morte del Papa, la villa fu ereditata dal fratello Baldovino, ma, alla sua morte avvenuta nel
1557, fu confiscata da Paolo IV.
Il Concilio di Trento
Per approfondire, vedi Concilio di Trento.
Su richiesta dell'imperatore Carlo V, fece riaprire il Concilio di Trento sospeso da Paolo III nel 1548. La bolla di
convocazione fu emanata il 14 novembre 1550 ed il concilio fu aperto ufficialmente il 1 maggio 1551. Per rendere
pi comodo il viaggio dei prelati verso Trento, per la prima volta furono usate carrozze dotate di cinghie di cuoio con
funzione di ammortizzatore. In questo periodo Giulio III si imbarc anche nella Guerra di Parma, decisione per cui i
prelati francesi non intervennero al concilio.
Tuttavia erano presenti, per la Germania, gli arcivescovi elettori di Magonza, Treviri e Colonia. Vennero ripresi i
lavori da dove erano stati abbandonati nel 1548 e vennero pubblicati i decreti sull'Eucaristia, sulla Penitenza,
sull'Estrema Unzione e quelli riguardanti l'esercizio dell'autorit vescovile, i costumi del clero e la collazione dei
benefici. Grazie all'intervento dell'Imperatore, dall'ottobre 1551 al marzo 1552, si presentarono anche alcuni inviati
dei protestanti tedeschi: del principe elettore Gioacchino II di Brandeburgo, del duca Cristoforo del Wrttemberg, di
sei importanti citt imperiali della Germania Superiore e del principe elettore Maurizio di Sassonia.
Tuttavia le trattative con loro non approdarono a nulla, perch furono poste condizioni inaccettabili, quali la
sospensione e la ridiscussione di tutti i decreti gi emanati, il rinnovamento dei decreti di Costanza e Basilea sulla
superiorit del concilio sul Papa, e lo scioglimento dei membri del concilio dal giuramento di obbedienza al Papa. Il
28 aprile 1552, per, il concilio venne sospeso a causa dell'inasprirsi del conflitto tra Carlo V e Enrico II di Francia,
che minacciava di trasformarsi in una guerra generale. Verr riaperto dieci anni dopo.
La Guerra di Parma
Poco prima dell'apertura dei lavori conciliari, Giulio III si fece trascinare dall'Imperatore in una guerra contro i
Farnese, che, nonostante fossero sempre stati leali servitori dei pontefici, vedendo il territorio di Parma invaso dalle
truppe di don Ferrante I Gonzaga, si erano alleati con la Francia. Il risultato fu che casa Farnese usc dall'orbita
imperiale e papale per entrare in quella francese. Don Ferrante I Gonzaga, governatore di Milano per conto
dell'imperatore, occup Brescello, zona d'influenza del cardinale Ippolito II d'Este, filofrancese, e si prepar ad
assediare Parma. Orazio Farnese, aiutato anche dalle truppe francesi, fu battuto nei pressi di Mirandola, per cui
Enrico II ordin al generale Brissac di invadere il Piemonte.
Questa manovra costrinse il Gonzaga ad alleggerire la pressione sul Ducato di Parma (settembre 1551) e fece sentire
al pontefice il peso maggiore della guerra. Nel 1551 Giulio III invi il nipote Gian Battista Del Monte ad assediare
Mirandola, tenuta da un piccolo nucleo di francesi, comandati da Piero Strozzi ma l'assedio termin il venerd santo
del 1552, con la morte del nipote.[6].
Giulio III cerc allora di riavvicinarsi alla Francia, ma le trattative furono rotte dalle eccessive pretese di Enrico II.
Tuttavia, quando il Papa si accorse che l'imperatore era in gravissime difficolt, i negoziati furono ripresi e, il 29
aprile 1552, si arriv ad un accordo. Tale accordo stabiliva una tregua di 2 anni, trascorsi i quali Ottavio Farnese
poteva accordarsi col Papa come meglio credeva, e la restituzione del Ducato di Castro ai 2 cardinali Farnese.
All'imperatore vennero concessi 11 giorni per accettare l'accordo. Carlo V ratific l'accordo il 10 maggio
265
Incarichi ricoperti
Apertura del Concilio Laterano quinto il 16 febbraio 1513.
Arcivescovo di Siponto (Manfredonia), dal 18 marzo 1513 (sede lasciatagli dallo zio Antonio Maria Ciocchi del
Monte) al 25 giugno 1544.
266
267
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Lettere di Girolamo Muzio Giustinopolitano conservate nell'archivio governativo di Parma, Deputazione di Storia Patria, Parma 1864, p.
152.
[2] P. Messina, voce: "Del Monte, Innocenzo", Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Istituto dell'Enciclopedia italiana - Treccani, Roma
1990, pp. 138-141
[3] Joachim du Bellay, Les regrets [1558], in: Les antiquits de Rome. Les regrets, Garnier-Flammarion, Paris 1971, sonnet 105.
[6] Gli avvenimenti sono descritti nel romanzo storico di Antonio Saltini, L'assedio della Mirandola, Edizioni Diabasis
Bibliografia
Dizionario biografico degli italiani: "Del Monte, Innocenzo"
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Giulio III (http://www.araldicavaticana.com/creati da giulio_iii_15501555.htm)
Predecessore
Successore
Papa Marcello II
Predecessore
Arcivescovo di Manfredonia
Successore
1513-1544
Giovanni Ricci
Predecessore
Vescovo di Pavia
Successore
268
15211530
Predecessore
Successore
Gasparo Contarini
1537-1542
Predecessore
Successore
Gasparo Contarini
1542-1543
Miguel de Silva
Predecessore
Successore
1543-1550
Luigi II di Borbone-Vendme
Predecessore
Successore
15441550
Controllo di autorit VIAF: 36912739 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 36912739) LCCN: n85216481 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n85216481)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Marcello II
Papa Marcello II
Elezione
9 aprile 1555
Insediamento
10 aprile 1555
Successore
papa Paolo IV
Papa Marcello II
269
Nome
Marcello Cervini
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Marcello II, nato Marcello Cervini degli Spannocchi (in latino: Marcellus II; Montefano, 6 maggio 1501 Roma,
1 maggio 1555), fu il 222 papa della Chiesa cattolica e 130 sovrano dello Stato Pontificio. Venne eletto Papa per
acclamazione dopo un conclave brevissimo il 9 aprile 1555 e consacrato il giorno seguente: mor dopo nemmeno un
mese di pontificato. Al giorno d'oggi, l'ultimo papa ad avere usato come nome papale il suo nome di battesimo.
Biografia
Papa Marcello II nacque a Montefano, sebbene la sua famiglia fosse originaria di Montepulciano. Sua sorella, Cinzia
Cervini, fu la madre di san Roberto Bellarmino, cardinale e Dottore della Chiesa. Godeva di un'alta reputazione per
la sua integrit morale e per le sue grandi doti spirituali.
Nel 1539 fu nominato vescovo di Nicastro, ma si dimise poco meno di un anno dopo. Il 24 settembre 1540 fu eletto
vescovo di Reggio Emilia. Nel 1544 fu eletto vescovo di Gubbio. Durante il Concilio di Trento si mise in luce per il
suo acume e le sue spiccate capacit intellettuali, tanto da essere elevato alla porpora cardinalizia. Fu chiamato anche
alla Segreteria di Stato e alla Presidenza del Concilio.
Quando si tratt di scegliere il nome che avrebbe assunto da Pontefice, il cardinal Cervini conferm il suo nome di
battesimo a voler significare che il prestigio della carica cui era stato chiamato dal Sacro Collegio non avrebbe
minimamente influito sulla sua persona e sui suoi comportamenti futuri i quali sarebbero comunque stati improntati
ad alta moralit e spiritualit.
Il pontificato
Papa Marcello volle, infatti, che anche la cerimonia dell'incoronazione avesse un tono dimesso e umile e privo di
festeggiamenti, devolvendo ai poveri il danaro stanziato dalla Curia per i riti previsti dal protocollo dell'elezione
papale. Gener grandi aspettative tra coloro che auspicavano l'elezione di un papa che riportasse un poco di moralit
nella corte pontificia dopo le tristi esperienze dei suoi pi immediati predecessori.
Era talmente antinepotista da vietare ai parenti di andare a Roma ed era intenzionato a non farsi coinvolgere dalla
politica, intendendo il suo ministero tutto proteso ad avvicinare i popoli, ritenendosi il pastore delle genti. La sua
elezione, insomma, apriva il cuore dei cattolici a grandi speranze di riforma.
Ma queste aspettative andarono immediatamente deluse, poich papa Marcello, poco pi di venti giorni dopo la sua
elezione, mor. Forse per un colpo apoplettico o forse per una piaga segreta a una gamba di natura maligna. Fece
appena in tempo ad impartire ordini per un'impostazione severa e morigerata della vita di corte.
Fu sepolto nelle grotte vaticane in un semplice sarcofago
paleocristiano, cos come egli desiderava. Giovanni Pierluigi da
Palestrina, uno dei massimi musicisti dell'epoca, compose per lui una
delle pagine pi alte della musica polifonica, un vero capolavoro, la
cosiddetta "Missa Papae Marcelli". Il suo successore fu Paolo IV.
Papa Marcello II
270
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Paolo IV
Papa Marcello II
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Altri progetti
Collegamenti esterni
Papa Marcello II su Associazione Eugubini nel Mondo [2]
Enciclopedia dei Papi [3]
Predecessore
Successore
Papa Paolo IV
Predecessore
Vescovo di Nicastro
Successore
Paolo Capizucchi
1539-1540
Giacomo Savelli
Predecessore
Successore
Ugo Rangone
1540-1544
Giorgio Andreasi
Predecessore
Vescovo di Gubbio
Successore
1544 - 1555
Giacomo Savelli
Amministratore apostolico
Predecessore
Successore
1540-1555
Bartolom de la Cueva y
Toledo
Portale Cattolicesimo
Papa Marcello II
271
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
Papa Paolo IV
Papa Paolo IV
Elezione
23 maggio 1555
Insediamento
26 maggio 1555
papa Marcello II
papa Pio IV
Gian Pietro Carafa
Nascita
Morte
Sepoltura
Papa Paolo IV
272
Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa (in latino: Paulus IV;
Capriglia Irpina, 28 giugno 1476 Roma, 18 agosto 1559), fu il 223
papa della Chiesa cattolica e il 131 sovrano dello Stato Pontificio dal
1555 alla morte.
Biografia
Gli inizi e la nomina episcopale
Nacque a Capriglia Irpina (ora in provincia di Avellino) da Giovanni
Antonio dei conti Carafa della Stadera, una delle pi nobili famiglie
del Regno di Napoli, e da Vittoria Camponeschi, figlia di Pietro Lalle,
ultimo conte di Montorio; suo mentore fu un parente, il potente
cardinale Oliviero Carafa, che lo introdusse nella Curia romana quale
cameriere pontificio alla corte di Alessandro VI nel 1500, per poi
divenire, sotto Giulio II, protonotario apostolico nel 1503 ed essere
eletto vescovo di Chieti nel 1505. Sotto il pontificato di Leone X fu
ambasciatore in Inghilterra e in Spagna, e nel 1518 venne trasferito alla
sede arcivescovile di Brindisi.
Ritratto di Paolo IV
Il cardinalato
Nel dicembre 1536 venne creato cardinale e nel 1537 gli venne nuovamente affidato il governo della Chiesa di
Chieti, che nel frattempo era stata elevata a sede metropolitana: nel 1549 venne trasferito alla sede di Napoli. Affid
il governo delle sue diocesi ad ausiliari e rimase prevalentemente presso la Curia romana, dove si distinse per la sua
intransigenza sia nei confronti delle idee protestanti che delle istanze delle correnti riformiste interne alla Chiesa.
Si dedic a riorganizzare i tribunali dell'Inquisizione che erano allora gestiti dalle singole diocesi, essendo stato
nominato prefetto della Congregazione del Sant'Uffizio, con il compito di coordinarne l'azione; fu anche promotore
dell'Indice dei libri proibiti, promulgato il 30 dicembre 1558, e pubblicato all'inizio del 1559. Nel 1553 divenne
decano del Sacro Collegio.
Papa Paolo IV
Bernardino Maffei
Innocenzo del Monte
273
Papa Paolo IV
Il pontificato
Politica temporale
Di carattere rigido, severo e inflessibile, acerrimo nemico dell'imperatore Carlo V, Paolo IV espropri i Colonna e
fece guerra al regno di Napoli, alleandosi con Enrico II di Francia, che invi un corpo di spedizione in Italia
comandato dal duca di Guisa. La guerra (settembre 1556-settembre 1557), parallela al conflitto tra Francesi e
Spagnoli nelle Fiandre conclusosi con la disfatta francese nella battaglia di San Quintino, ebbe esito disastroso, al
punto che le truppe del duca d'Alba, vicer di Napoli, giunsero alle porte di Roma e si temette un nuovo sacco della
citt come nel 1527, e si concluse con la pace di Cave, che inaugur una svolta nella politica pontificia favorevole a
Filippo II di Spagna. Come altri pontefici rinascimentali e come era divenuto usanza, Paolo IV non mostr ritrosia
nel promuovere familiari a cariche onorifiche, in particolare i nipoti: Carlo Carafa fu nominato cardinal nepote e
Giovanni Carafa capitano generale della Chiesa e duca di Paliano; altri parenti ebbero favori e tenute, spesso sottratte
a chi sosteneva gli spagnoli. Ad ogni modo, verso la fine del pontificato, il Papa svergogn in pubblico i nipoti e li
band dalla Corte.
Paolo IV e l'Inquisizione
Il pontificato di Paolo IV ebbe un'importanza fondamentale nello sviluppo dell'Inquisizione Romana, fondata da
Paolo III nel 1542, proprio con l'allora cardinal Carafa come commissario generale. Gi da tempo il cardinal Carafa
si era distinto nella lotta all'eresia protestante, sia per quel che riguarda la politica riformatrice (vedasi il gi citato
documento Consilium de Emendanda Ecclesia) sia soprattutto per la sua opera di repressione della diffusione
dell'eresia. Durante i pontificati di Paolo III e Giulio III la sua forte personalit si impose su quelle degli altri
cardinali membri della Congregazione del Sant'Uffizio, dando un importante e decisivo contributo alla sua
strutturazione durante gli anni '40 e '50. Quando nel 1555 Marcello II mor, si present l'occasione per Carafa di
prendere personalmente in mano la guida della Chiesa per poter continuare e dare ancora pi forza alla sua politica
antiprotestante: il rafforzamento dell'Inquisizione continu e la fermezza di Paolo IV implic che pochi potessero
ritenersi al sicuro, in virt della sua spinta a riformare la Chiesa e combattere l'eresia; i cardinali che gli erano invisi
potevano anche venire imprigionati.
274
Papa Paolo IV
I processi ai cardinali e vescovi "spirituali"
Gi nel periodo in cui presiedeva la Congregazione del Sant'Uffizio, il cardinale Carafa aveva promosso e in parte
anche condotto processi per eresia che coinvolsero grandi personalit della Chiesa di allora. Particolare attenzione fu
rivolta al circolo dei cosiddetti Spirituali, presenti all'interno della Chiesa, che sostenevano tesi vicine a quelle dei
protestanti; tra questi erano Giovanni Morone e Vittore Soranzo. Si erano raccolti corposi, per cos dire, dossier
anche su diversi cardinali che invece non furono mai processati, come Reginald Pole, per la contrariet di Giulio III
ad una politica cos repressiva verso i vertici della Chiesa. Una volta diventato papa nulla pi impediva il suo
progetto di "pulizia" tra le alte personalit della cattolicit, che riprese riaprendo vecchi processi e inaugurandone di
nuovi.
Uno dei vescovi che si trov a dover affrontare un secondo processo fu il vescovo di Bergamo Vittore Soranzo[1], gi
condannato una prima volta e che aveva da anni perso ogni potere nella sua diocesi, sostituito da un vicario nominato
dal Sant'Uffizio. Non sono ben chiari i contorni di questo secondo processo del 1556-1557, per via della carenza di
fonti, ma sappiamo che Soranzo, richiamato pi volte a Roma non si pot presentare perch gravemente ammalato.
Morir infatti il 13 maggio 1558, pochi giorni dopo la conclusione del processo, che lo aveva condannato alla
privazione del vescovado.
Il processo a Vittore Soranzo fu probabilmente il preludio a un processo molto pi importante, quello contro
Giovanni Morone[2], che gi da anni era nei progetti di Carafa e che ora poteva finalmente attuare. Morone fu
arrestato nel 1557 e fu ripetutamente interrogato dai cardinali del Sant'Uffizio (fra cui figurava anche il cardinal
Michele Ghislieri, futuro papa Pio V) durante i suoi due anni di prigionia a Castel Sant'Angelo. Nonostante Paolo IV
premesse per una condanna rapida del cardinale "riformato", egli non riusc a vedere la fine del processo, che si
concluse nel 1560 con la liberazione di Morone da parte di Pio IV in seguito a forti pressioni da parte di Filippo II di
Spagna.
Non furono solo queste importanti personalit, protagoniste della corrente "moderata" e "riformata" del cattolicesimo
cinquecentesco ad essere processate durante il pontificato di Paolo IV: la sua fu infatti un'operazione molto pi
estesa e capillare. Solo per citare alcuni altri vescovi inquisiti: Alberto Duimio, vescovo di Veglia, Andrea Centanni,
vescovo di Limassol, Pietro Antonio Di Capua, arcivescovo di Otranto ed Egidio Foscarari, vescovo di Modena.
Provvedimenti contro gli ebrei
Il 12 luglio 1555 emise la bolla Cum nimis absurdum, la quale, oltre a una nuova serie di vincoli e limitazioni,
istituiva a Roma il ghetto gi presente in altre citt europee; gli ebrei vennero quindi costretti a vivere reclusi in una
specifica zona del rione Sant'Angelo. Anche in altre citt dello stato pontificio gli ebrei furono rinchiusi in ghetti e
obbligati a portare un copricapo giallo, per essere immediatamente individuati.[3]
Inoltre Paolo IV invi ad Ancona due commissari straordinari, Giovanni Vincenzo Falangonio e Cesare della Nave
con l'ordine di arrestare e processare tutti gli ebrei apostati. I marrani imprigionati furono sottoposti ad un processo
dal tribunale dell'Inquisizione e alcuni furono condannati al rogo (altri furono condannati sui remi delle galee a vita):
dopo essere stati torturati, venticinque marrani furono bruciati ad Ancona tra marzo e giugno del 1556[4].
Provvedimenti di censura libraria
Nel 1559 la Congregazione del Sant'Uffizio eman il primo Indice dei libri proibiti valido per tutta la cristianit
(anche se in effetti non fu considerato valido nei territori sottoposti all'Inquisizione Spagnola, che gi da tempo
aveva i propri Indici). Le proibizioni erano divise in tre classi: la prima comprendeva una serie di autori la cui
produzione era proibita in toto, la seconda una serie di titoli, la terza tutti i volumi che non recassero indicazioni
tipografiche, che non avessero ricevuto il permesso ecclesiastico e tutti i libri di astrologia e magia. In tutto,
considerando anche errori e sviste, l'Indice comprendeva 904 titoli, e condannava in toto anche Erasmo da
Rotterdam, nonostante fosse un autore cattolico. All'indice era allegata una lista di 45 edizioni di Bibbie e Nuovi
Testamenti proibiti, nonch di editori messi al bando. Questo primo indice promulgato sotto Paolo IV (detto quindi
275
Papa Paolo IV
paolino) estremamente pi severo dei suoi successori, a partire da quello promosso da papa Pio IV (detto invece
tridentino, poich discusso durante il Concilio di Trento).
La fine
Alla sua morte fu sepolto nella Basilica di San Pietro in Vaticano; le sue spoglie furono in seguito traslate a Santa
Maria sopra Minerva. L'aver sviluppato l'Inquisizione gli port il rancore del popolo romano, che all'indomani della
sua morte, ne decapit la statua in Campidoglio e gli dedic questa pasquinata:[5]
Carafa in odio al diavolo e al cielo qui sepolto
col putrido cadavere; lo spirto Erebo ha accolto.
Odi la pace in terra, la prece ci contese,
ruin la chiesa e il popolo, uomini e cielo offese;
infido amico, supplice ver l'oste a lui nefasta.
Di pi vuoi tu saperne? Fu papa e tanto basta.
276
Papa Paolo IV
277
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
pp. 399-400
pp. 400-402
testo della Cum nimis absurdum (http:/ / www. ariberti. it/ scuola/ ebrei/ documenti_chiesa_ebrei/ cum_nimis_absurdum. htm)
Pier Cesare Ioly Zorattini, Ancora sui giudaizzanti portoghesi in Ancona (1556) (http:/ / books. google. it/ books?id=-km0vGgbbGEC&
pg=PA39& lpg=PA39& dq=paolo+ ebrei+ ancona& source=bl& ots=_vMK4BfZz7& sig=JSnOhabSlNE7WtwcC_TiKHEOImE& hl=it&
ei=AKaxS76lLsTesAa71cmUAQ& sa=X& oi=book_result& ct=result& resnum=6& ved=0CBYQ6AEwBQ#v=snippet& q=ancona 1556&
f=false), in Ebrei: identit e confronti, 2002
[5] Claudio Rendina, I papi, p. 646
Bibliografia
Giampiero Brunelli, Il Sacro Consiglio di Paolo IV, Viella, Roma 2011
Andrea Vanni, Fare diligente inquisitione. Gian Pietro Carafa e le origini dei chierici regolari teatini, Viella,
Roma 2010
Andrea Del Col, L'Inquisizione in Italia: dal XII al XXI secolo , Milano, Mondadori, 2006.
Massimo Firpo, Inquisizione romana e Controriforma. Studi sul cardinal Giovanni Morone (1509-1580) e il suo
processo d'eresia, Nuova edizione rivista ed ampliata, Brescia, Morcelliana, 2005 (I edizione: Il Mulino, Bologna
1992)
Alberto Aubert, Paolo IV in Enciclopedia dei Papi, vol. 3, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 2000 (http://
www.treccani.it/enciclopedia/paolo-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
Alberto Aubert, Paolo IV. Politica, Inquisizione e storiografia, Firenze, Le Lettere, 1999
Pio Paschini, S. Gaetano Thiene, Gian Pietro Carafa e le origini dei chierici regolari teatini, Roma 1926
Gennaro Maria Monti, Ricerche su papa Paolo IV Carafa, Benevento 1923
Ludwig von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo, vol. VI: Storia dei Papi nel periodo della Riforma e
Restaurazione cattolica. Giulio III, Marcello II e Paolo IV (1550-1559), Roma 1922
Voci correlate
Carlo V e i papi
Maledetta nidiata
Carafa (famiglia)
Altri progetti
Papa Paolo IV
278
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Paolo IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da paolo_iv_15551559.htm)
Dispacci di Bernardo Navagero, ambasciatore veneziano a Roma, e altri documenti su Papa Paolo IV (http://
www.storiadivenezia.net/sito/index.php?option=com_content&view=article&catid=41:ricerca&id=87:testi&
Itemid=30.htm)
Voce "Paolo IV" nel "Dizionario storico dell'Inquisizione" (http://halshs.archives-ouvertes.fr/halshs-00408732/
en/)
Voce "Paolo IV" nella "Enciclopedia dei Papi" (http://www.treccani.it/enciclopedia/
paolo-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/)
Predecessore
Successore
Papa Marcello II
Papa Pio IV
Predecessore
Vescovo di Chieti
Successore
Bernardino Carafa
1505-1524
Felice Trofino
Predecessore
Successore
Domingo Idiociz
1518-1524
Girolamo Aleandro
Predecessore
Successore
Francesco Corner
1537
Federico Cesi
Predecessore
Arcivescovo di Chieti
Successore
1537-1549
Bernardino Maffei
Predecessore
Successore
1537-1541
Predecessore
Successore
Girolamo Ghinucci
1541-1543
Predecessore
Successore
nessuno
1542 - 1555
Michele Ghislieri
Predecessore
Successore
Philippe de la Chambre
1543-1544
Predecessore
Successore
Giovanni Salviati
1544-1546
Ennio Filonardi
Papa Paolo IV
279
Predecessore
Successore
Giovanni Salviati
1546-1550
Franois de Tournon
Predecessore
Arcivescovo di Napoli
Successore
Bernardino Carafa
1549-1555
Alfonso Carafa
Predecessore
Successore
Philippe de la Chambre
1550-1553
Jean du Bellay
Predecessore
Successore
Giovanni Salviati
1553
Jean du Bellay
Predecessore
Successore
1553-1555
Jean du Bellay
Predecessore
Successore
1553 - 1555
Jean du Bellay
1555-1560
Controllo di autorit VIAF: 88875623 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 88875623) LCCN: n85143642 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n85143642)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Pio IV
280
Papa Pio IV
Papa Pio IV
Elezione
Insediamento
25 dicembre 1559
6 gennaio 1560
papa Paolo IV
papa Pio V
Giovanni Angelo Medici di Marignano
Nascita
Morte
9 dicembre 1565
Sepoltura
Pio IV, nato Giovanni Angelo Medici di Marignano (in latino: Pius IV; Milano, 31 marzo 1499 Roma, 9
dicembre 1565), fu il 224 papa della Chiesa cattolica e 132 sovrano dello Stato Pontificio dal 1559 alla morte. Era
fratello della madre di san Carlo Borromeo, Margherita Medici di Marignano.
Biografia
Nacque da una famiglia non imparentata con i Medici di Firenze, ma di origine lombarda. La famiglia Medici
lombarda era di umili condizioni e l'orgogliosa famiglia Medici fiorentina dichiarava che nessuna parentela vi era tra
le due famiglie, almeno fino a quando Giovanni Angelo Medici non divenne papa Pio IV, e allora la parentela fu
rivendicata. Suo padre Bernardino era nato a Milano e si guadagnava la vita con la riscossione delle tasse e di piccole
usure. Bernardino ebbe, fra gli altri, due figli molto intraprendenti: il maggiore Gian Giacomo Medici detto il
Medeghino divenne un valente soldato di ventura e, dopo una brillante carriera militare e il comando delle truppe
imperiali che conquistarono la citt di Siena, fu nominato Cavalier del Toson d'Oro. In maniera rocambolesca, molti
anni prima, era riuscito a diventare, da bandito, castellano e poi Marchese di Musso, senza per ottenere il necessario
(e promesso) riconoscimento imperiale; quando, in sguito alla seconda guerra di Musso, fu sconfitto, ottenne nelle
Papa Pio IV
281
trattative di pace il titolo di Marchese di Marignano con tutti i privilegi connessi per s e per i propri discendenti.
Giovanni Angelo, figlio minore, studi legge a Pavia e a Bologna, interessandosi molto anche di filosofia e di
medicina. Divenne un quotato esperto giurista, e a 28 anni decise di entrare al servizio della Chiesa andando a Roma.
Giunse a Roma il 26 dicembre 1527. Da l torn nel 1528 in Lombardia, dove fu arciprete di Mazzo di Valtellina
fino al 1529, quando Papa Clemente VII lo richiam a Roma e lo nomin protonotario apostolico; le sue qualit di
instancabile lavoratore e l'abilit nel gestire gli affari, lo portarono a riscuotere la profonda stima del successore di
Papa Clemente, ovvero Papa Paolo III, che lo nomin governatore di diverse citt importanti, fra cui Ascoli Piceno e
Fano; fu nominato arcivescovo della diocesi di Ragusa di Dalmazia, e infine cardinale nel 1549 con il titolo di Santa
Pudenziana. Contemporaneamente suo fratello Gian Giacomo aveva sposato una donna della famiglia Orsini, sempre
con il beneplacito di Paolo III.
Lo stesso anno, la morte di Paolo III port all'elezione di Papa Giulio III che, continuando a stimarlo, lo invi come
legato pontificio in Romagna e lo pose a capo delle truppe pontificie, conferendogli inoltre alcuni incarichi da
svolgere in Germania e in Ungheria. Al contrario non incontr il favore di Papa Paolo IV, con la cui politica si trov
in disaccordo, ritirandosi di conseguenza a Milano. Fu vescovo di Foligno dal 25 giugno 1556 al 7 maggio 1557. Nel
lungo e contrastato conclave che segu alla morte di Paolo IV, le antipatie di questi nei suoi confronti gli si
tramutarono in vantaggio, poich il 25 dicembre 1559 fu eletto papa come risultato di un compromesso fra i partiti
favorevoli rispettivamente alla Spagna e alla Francia. Fu incoronato il 6 gennaio 1560.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Santo Padre
I trattamenti d'onore
1.
2.
3.
4.
5.
Papa Pio IV
8. Alessandro Farnese
9. Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora, vescovo di Parma
10. Niccol Caetani di Sermoneta, amministratore apostolico di Quimper
11. Robert de Lnoncourt, arcivescovo di Embrun e amministratore apostolico di Auxerre
12. Ippolito II d'Este, amministratore apostolico di Auch
13. Giacomo Savelli
14. Giovanni Gerolamo Morone, vescovo di Novara
15. Cristoforo Madruzzo, vescovo di Trento e di Bressanone
16. Bartolom de la Cueva y Toledo
17. Giorgio di Armagnac, vescovo di Rodez
18. Ottone di Waldburg, vescovo di Augusta
19. Girolamo Recanati Capodiferro, vescovo di Saint-Jean de Maurienne (morto il 1 dicembre 1559)
20. Tiberio Crispo, amministratore apostolico di Amalfi
21. Ranuccio Farnese, arcivescovo di Ravenna
22. Giulio Della Rovere
23. Giovanni Angelo Medici (eletto Papa Pio IV)
24. Innocenzo Ciocchi del Monte
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
Pontificato
Pio IV aveva abitudini e temperamento completamente opposti a quelli del predecessore, essendo affabile, vivace e
cordiale e, nello stesso tempo, astuto, diplomatico ed esperto nel condurre gli affari di stato. Egli diede libero corso
al movimento riformatore, cercando al contempo di porre rimedio ad alcune ingiustizie compiute da Paolo IV (ad
esempio liberando e reinsediando in carica il cardinale Giovanni Gerolamo Morone che era stato imprigionato con
l'accusa di eresia) e mitigando alcuni dei suoi decreti pi estremi. Tuttavia nei confronti dei nipoti di Paolo non
282
Papa Pio IV
dimostr alcuna misericordia: accusati di vari crimini e condannati in base a testimonianze di dubbia attendibilit,
furono giustiziati per strangolamento o decapitazione il 4 marzo 1561 nel Castel Sant'Angelo. Tra di essi il cardinale
Carlo Carafa e suo fratello Giovanni al quale Paolo IV aveva dato il ducato di Paliano. Il Colonnesi, che era stato
uno dei principali accusatori, ottenne l'assoluzione. Tuttavia, sotto il pontificato di Pio V il giudizio fu ribaltato, e la
memoria del Carafa e dei suoi parenti riabilitata e i beni restituiti alla famiglia. Assoluta severit San Pio V dimostr
anche nei confronti di Pompeo Colonna (parente di Marcantonio e del celebre Pompeo Colonna) che aveva ucciso la
matrigna, e per il quale non fece assoluzioni.
Come era consuetudine del tempo, Pio IV non fu immune dall'esercizio del nepotismo, ma, a onor del vero, il
conferimento del cardinalato e della carica di arcivescovo di Milano al nipote Carlo Borromeo, uomo integerrimo e
di elevata spiritualit, conferirono onore e lustro alla chiesa ed al suo pontificato. Con l'Inghilterra uscita
dall'influenza del papato, la Germania in gran parte protestante e la Francia sull'orlo della guerra civile, Pio si rese
conto di quanto la politica anti-spagnola del suo predecessore fosse senza prospettive. Si affrett quindi a riconoscere
Ferdinando come imperatore e si riconcili con Filippo II con la concessione di grandi privilegi ecclesiastici. In
seguito, tuttavia, scontratosi con l'arroganza di Filippo, si rivolse verso la Francia, fornendo truppe e denaro per la
guerra contro gli Ugonotti.
Decret con la bolla In Sacrosancta che i laureandi dovessero dichiarare di essere cattolici, altrimenti sarebbe stata
nulla. Erano pertanto esclusi dalla laurea, di qualsiasi facolt, gli scomunicati, gli atei e chi professasse qualsiasi
religione al di fuori del Cattolicesimo[1][2].
A Roma centrale, estese verso nord il Borgo, costruendo tre nuove strade (Borgo Pio, Borgo Vittorio e Borgo
Angelico), e dotandolo di nuove mura. La nuova zona venne chiamata in suo onore la Civitas Pia. Organizz una
spedizione antiturca a Gerba[3]. Approv anche lo statuto dell'Ordine di Santo Stefano papa e martire nel 1561. Mor
il 9 dicembre 1565 a 66 anni.
283
Papa Pio IV
284
Annibale Bozzuti, arcivescovo di Avignone, chierico della Camera Apostolica (m. 1565)
Marcantonio Colonna, arcivescovo di Taranto (m. 1597)
Tolomeo Gallio, arcivescovo di Manfredonia (m. 1607)
Angelo Nicolini, arcivescovo di Pisa (m. 1567)
Luigi Pisani, vescovo di Padova, chierico della Camera Apostolica (m. 1570)
Prospero Santacroce, vescovo di Cisamo, uditore della Sacra Rota, nunzio apostolico in Francia (m. 1589)
Zaccaria Dolfin, vescovo di Lesina, nunzio apostolico in Austria (m. 1584)
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[3] Alfonso de Ulloa, La historia dell'impresa di Tripoli di Barbaria: fatta per ordine del Serenissimo re cattolico l'anno 1560 con le cose
avenute a christiani nell'isola delle zerbe, in Venezia, Appresso Francesco Rampazetto, 1566, accessibile su google libri (http:/ / books.
google. it/ books?id=9Ts8AAAAcAAJ& printsec=frontcover& dq=La+ historia+ dell'impresa+ di+ Tripoli+ di+ Barbaria:+ fatta+ per+
ordine+ del+ . . . + + Di+ Alfonso+ de+ Ulloa& hl=it& ei=vKK4TOWFFdmT4gbW95WXDg& sa=X& oi=book_result& ct=result&
resnum=1& ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage& q& f=false).
Papa Pio IV
285
Bibliografia
Parte di questo testo la traduzione dell'articolo presente sull' Enciclopedia Britannica del 1911 (http://www.
1911encyclopedia.org) ora di pubblico dominio.
I Cardinali di Santa Romana Chiesa di Salvador Miranda: The Cardinals of the Holy Roman Church - Conclaves
by century (http://www.fiu.edu/~mirandas/conclave-xvi.htm#1559)
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di Pio IV (http://www.treccani.it/enciclopedia/pio-iv_(Enciclopedia_dei_Papi)/), sulla Enciclopedia
Treccani Online
Cardinali nominati da Papa Pio IV (http://www.araldicavaticana.com/creati da pio_iv_1559__1565.htm)
Predecessore
Successore
Papa Paolo IV
Papa Pio V
Predecessore
Arcivescovo di Ragusa
Successore
Panfilo Strassoldo
1545-1553
Sebastiano Portico
Predecessore
Successore
Ascanio Parisani
1549-1550
vacante
vacante
1552-1553
Scipione Rebiba
II
Predecessore
Successore
Francesco Sfondrati
1550-1552
Giovanni Poggio
Predecessore
Successore
1552 - 1558
Carlo Borromeo
Predecessore
Successore
1552 - 1558
Carlo Borromeo
Predecessore
Successore
Durante Duranti
1553-1557
Predecessore
Successore
1553-1557
Papa Pio IV
286
Predecessore
Vescovo di Foligno
Successore
Sebastiano Portico
1556-1557
Predecessore
Successore
Federico Cesi
1557-1559
Jean Bertrand
Predecessore
Arcivescovo di Milano
Amministratore
Successore
Filippo Archinto
arcivescovo
1559-1560
Carlo Borromeo
Controllo di autorit VIAF: 76309925 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 76309925) LCCN: n84133262 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n84133262)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Pio V
Papa Pio V
Elezione
7 gennaio 1566
Incoronazione
17 gennaio 1566
papa Pio IV
papa Gregorio XIII
Antonio (Michele) Ghislieri
Bosco Marengo, 17 gennaio 1504
Papa Pio V
287
Morte
Sepoltura
San Pio V
Romano Pontefice
Nascita
Morte
Venerato da
Beatificazione
Chiesa cattolica
27 aprile 1672 da papa Clemente X
30 aprile
San Pio V, nato Antonio (in religione Michele) Ghislieri (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 Roma, 1 maggio
1572), fu il 225 papa della Chiesa cattolica e 133 sovrano dello Stato Pontificio (1566 - 1572). Apparteneva
all'Ordine dei Frati Predicatori (domenicani). Venne canonizzato da Clemente XI il 22 maggio 1712. La sua
memoria liturgica il 30 aprile.
Biografia
Nacque a Bosco (oggi Bosco Marengo, in provincia di Alessandria), appartenente all'epoca alla diocesi di Tortona e
quindi al ducato di Milano, dalla nobile ma decaduta famiglia Ghislieri (anche se lecito dubitare che la famiglia
Ghislieri di Bosco Marengo fosse realmente imparentata a quella di Bologna, inoltre anche quella Bolognese fu
scacciata dalla citt ben prima della serrata aristocratica, quando cio l'aristocrazia urbana era a tutti gli effetti
borghesia). All'et di quattordici anni entr nell'Ordine dei Frati Predicatori a Voghera. Nel 1519 profess i voti
solenni a Vigevano, poi complet gli studi presso l'Universit di Bologna. Negli anni di preparazione al sacerdozio,
insieme a una solida formazione teologica, facilitata da un'intelligenza vivida, manifest quell'austerit di vita che gli
avrebbe meritato tanta stima negli anni successivi. Nel 1528 ricevette l'ordinazione presbiterale a Genova e presto
diede prova delle opinioni che avrebbero trovato realizzazione pratica nel corso del suo pontificato, sostenendo a
Parma trenta proposte a supporto del seggio pontificio contro le eresie.
Come rettore di vari conventi domenicani si caratterizz per una rigida disciplina e, in seguito a suo espresso
desiderio, ricevette la nomina di inquisitore della citt di Como. Tornato a Roma nel 1550, dove prosegu l'attivit di
inquisitore, fu eletto commissario generale dell'Inquisizione romana. Sotto papa Paolo IV fu consacrato vescovo di
Sutri e Nepi nel 1556 e fu successivamente creato cardinale prete con titolo di Santa Maria sopra Minerva nel
concistoro del 15 marzo 1557, fu infine nominato Grande Inquisitore nel 1558. Sotto Pio IV divenne vescovo di
Mondov (1560).
Papa Pio V
288
Mentre il Ghislieri era Inquisitore generale avvenne la distruzione delle colonie calabre dei valdesi, l chiamati
Oltramontani. I frati domenicani Valerio Malvicino e Alfonso Urbino, inquisitori in Calabria, posero i valdesi di
Montalto, San Sisto e Guardia di fronte all'alternativa fra l'abiura e la morte. I valdesi senza indugio si dettero alla
fuga nei boschi e questo fece scattare l'inseguimento da parte delle autorit politiche della zona governate da don
Pedro Afn de Ribera, duca di Alcal e vicer di Napoli, che fece organizzare nel giugno 1561 una colossale caccia
all'uomo nella zona nord-ovest della regione, dov'erano gli insediamenti valdesi di Guardia Fuscalda, San Sisto dei
Valdesi, Montalto, San Vincenzo, Argentina, Vaccarizzo e Piano dei Rossi, distruggendo interi villaggi e
sterminando le popolazioni. La strage dei Valdesi di Calabria si concluse con la cattura di circa 1.600 persone e
l'uccisione di altri 2.200 uomini, donne e bambini di confessione valdese, con modalit raccapriccianti, anche se non
risultano in effetti prove documentali di una responsabilit del Ghislieri in queste stragi, che sarebbero in realt
dovute ad una iniziativa autonoma del governatore Afn de Ribera, uomo inviso alla popolazione e nemico dello
stesso cardinale Ghislieri, che, una volta divenuto papa Pio V, si vedr rifiutare dal Ribera la pubblicazione della
bolla In coena Domini.[1]
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
Jean Suau
Gianantonio Capizzuchi, vescovo di Lodi
Michele Ghislieri, vescovo di Mondov (eletto Papa Pio V)
Clemente d'Olera, vescovo di Foligno
Vitellozzo Vitelli
Giovanni Antonio Serbelloni, vescovo di Novara
Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, canonizzato da papa Paolo V nel 1610
Ludovico Simonetta
Marco Sittico Altemps, vescovo di Costanza
Papa Pio V
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
Gianfrancesco Gambara
Bernardo Salviati, amministratore diocesano di Clermont
Pierfrancesco Ferrero
Luigi d'Este, arcivescovo di Auch
Ludovico Madruzzo
Innico d'Avalos d'Aragona
Francisco Pacheco de Villena
Girolamo da Correggio
Ferdinando de' Medici
Marco Antonio Colonna, arcivescovo di Taranto
Tolomeo Gallio, arcivescovo di Manfredonia
Angelo Nicolini, arcivescovo di Pisa
Luigi Pisani, amministratore diocesano di Padova
Zaccaria Delfino
Marcantonio Bobba, vescovo di Aosta
Alessandro Sforza, vescovo di Parma
Flavio Orsini, vescovo di Spoleto
46.
47.
48.
49.
50.
51.
52.
53.
Francesco Alciati
Francesco Abbondio Castiglioni, vescovo di Bobbio
Ugo Boncompagni, futuro papa Gregorio XIII
Guido Luca Ferrero, vescovo di Vercelli
Benedetto Lomellini, vescovo di Luni-Sarzana
Guglielmo Sirleto
Gabriele Paleotti
Francesco Crasso
Pontificato
Alla morte di Pio IV, il 7 gennaio 1566, fu inaspettatamente eletto Papa grazie a un accordo tra i cardinali Borromeo
e Farnese e consacrato il giorno del suo 62 compleanno, dieci giorni dopo. La sua elezione fece tremare la curia
romana, niente festeggiamenti e sontuosi banchetti per solennizzare l'evento, infatti Pio V era di carattere rigido e
intransigente.
Cerc con ogni mezzo di migliorare i costumi della gente emettendo bolle, punendo l'accattonaggio, vietando il
dissoluto carnevale, cacciando da Roma le prostitute[2], condannando i fornicatori e i profanatori dei giorni festivi.
Per i bestemmiatori erano previste pene pecuniarie e corporali. Difese strenuamente il vincolo matrimoniale,
infliggendo pene severe agli adulteri. Ridusse il costo della corte papale, impose l'obbligo di residenza dei vescovi ed
asser l'importanza del cerimoniale. Egli cur, inoltre, la pubblicazione del catechismo romano, del breviario romano
riformato e del messale romano. Rafforz gli strumenti della Controriforma per combattere l'eresia ed il
protestantesimo e diede nuovo impulso all'Inquisizione Romana (condanna a morte per eresia di Pietro Carnesecchi e
Aonio Paleario).
Fu rigido oppositore del nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a Roma con la speranza di qualche privilegio, Pio V
disse che un parente del papa pu considerarsi sufficientemente ricco se non conosce l'indigenza. Siccome i cardinali
ritenevano opportuna la presenza di un nipote del papa nel Collegio dei Principi della Chiesa, Pio V si lasci indurre
a dare la porpora a Michele Bonelli, nipote di una sua sorella e domenicano pure lui, purch lo aiutasse nel disbrigo
degli affari.[3] A Paolo Ghislieri, figlio di suo fratello, permise invece di entrare nella milizia pontificia, ma lo cacci
persino dallo Stato, appena seppe che coltivava illeciti amori.[3]
289
Papa Pio V
290
Nel 1566 promosse la costruzione del convento domenicano di Santa Croce
e Ognissanti a Bosco Marengo, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto
costituire il centro di una citt di nuova fondazione, nonch suo luogo di
sepoltura. Nel 1567 fond a Pavia un'istituzione caritatevole per studenti
meritevoli, il Collegio Ghislieri, che tuttora, tramite concorso pubblico,
accoglie alcuni tra i migliori studenti dell'Universit di Pavia. L'11 aprile
1567 concesse il titolo di dottore della Chiesa a san Tommaso d'Aquino.
Nel 1568 lo stesso titolo fu concesso anche a quattro padri della Chiesa
d'Oriente: Sant'Atanasio, San Basilio Magno, San Giovanni Crisostomo e
San Gregorio Nazianzeno.
Tra le sue Bolle papali, l'In coena Domini (1568) ricopr un ruolo primario;
tra le altre, quelle che pi contribuirono a definire la linea di condotta del
suo pontificato - ispirato a ferrea e intransigente difesa della Chiesa
cattolica contro qualsiasi nemico - furono quelle che decretarono: il divieto
di questua (febbraio 1567 e gennaio 1570); la condanna di Michele Baio,
Monumento a papa Pio V, in piazza del
professore di Lovanio le cui teorie precorrevano il giansenismo (1567); la
Collegio Ghislieri, a Pavia.
denuncia del dirum nefas (agosto 1568); la conferma dei privilegi della
Societ dei Crociati per la protezione dell'Inquisizione (ottobre 1570); il divieto di discussione sul miracolo
dell'Immacolata Concezione (novembre 1570); la soppressione dei Fratres Humiliati, accusati di depravazione
(febbraio 1571); l'approvazione del nuovo ufficio della Vergine Maria (marzo 1571).
Mediante la bolla Hebraeorum gens (1569), assunse una posizione rigorosa contro gli Ebrei, con la chiusura di tutti i
ghetti dello Stato Pontificio (tranne che a Roma e ad Ancona) e dei domini ecclesiastici transalpini (con la sola
eccezione di Avignone). Si distinse anche per la lotta ai cristiani eterodossi e ...perseguit con furore ancor pi
sfrenato i protestanti veri e propri...[4] L'intransigenza, inflessibilit e zelo di cui il Pontefice diede prova anche
nelle relazioni con i potenti dell'Europa del tempo, gli procurarono non pochi avversari[5]. Una pasquinata prese in
giro il gesto di Pio V di mettere un'epigrafe affissa a una latrina:
(LA)
Papa Pius Quintus, ventres miseratus
onustos,
hocce cacatorium nobile fecit opus
( Pasquinate
(IT)
Pio V, avendo compassione per tutto ci che si ha sullo
stomaco
, eresse come opera nobile questo cacatoio
[6]
Niccol Franco fu accusato di esserne l'autore e nonostante fosse difeso dal cardinale Giovanni Morone, fu impiccato
a Roma l'11 marzo 1570.[7] In occasione del rogo per eresia del poeta Aonio Paleario, Pasquino riporta i seguenti
versi contro il papa:
Quasi che fosse inverno,
brucia cristiani Pio siccome legna
[8][9]
per avvezzarsi al fuoco dell'inferno
(Roma, 1570)
Papa Pio V
Politica antiebraica
Gli effetti della bolla Hebraeorum gens e della successiva Caeca et obdurata (emanata peraltro da Clemente VIII)
furono devastanti per molte delle comunit ebraiche residenti nello Stato Pontificio. In seguito soprattutto alla bolla
di Clemente VIII gli ebrei di Bologna furono costretti a rifugiarsi nel vicino territorio estense, e, in seguito alla
distruzione di tutto ci che potesse avere dei legami con la comunit ebraica, compresi i cimiteri, furono costretti a
portare con s, nell'abbandonare la citt, anche i propri morti.[12] Prima della fine del Cinquecento si estinsero
definitivamente molte comunit israelitiche situate nello Stato della Chiesa, fra cui quelle di Ravenna, Orvieto, Fano,
Viterbo, Spoleto e Terracina. Gli ebrei residenti nei centri pi prossimi a Roma emigrarono nel gi sovrappopolato
ghetto romano.
291
Papa Pio V
292
Diego Espinosa Arvalo, vescovo di Sigenza, presidente del Consiglio Reale di Spagna (m. 1572)
Jrme Souchier, abate di Clairvaux e di Cteaux, Superiore generale dell'Ordine dei Cistercensi (m. 1571)
Gianpaolo Della Chiesa, referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica di Giustizia (m. 1575)
Antonio Carafa, protonotario apostolico, canonico della Basilica patriarcale vaticana (m. 1591)
5. Carlo Grassi, vescovo di Montefiascone, chierico della Camera Apostolica, governatore di Roma e
Vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa (m. 1571)
6. Charles d'Angennes de Rambouillet, vescovo di Le Mans e ambasciatore di Francia (m. 1587)
7. Felice Peretti Montalto, vescovo di Sant'Agata dei Goti (eletto Papa SISTO V nel 1585)
8. Giovanni Aldobrandini, vescovo di Imola (m. 1573)
9. Girolamo Rusticucci, segretario personale di Sua Santit e protonotario apostolico (m. 1603)
10. Giulio Acquaviva d'Aragona, referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di Giustizia e di Grazia (m.
1574)
11. Gaspar de Ziga y Avellaneda, arcivescovo di Siviglia (m. 1571)
12. Nicolas de Pellev, arcivescovo di Sens (m. 1594)
13. Arcangelo de' Bianchi, vescovo di Teano (m. 1580)
14. Paolo Burali d'Arezzo, vescovo di Piacenza (m. 1578) [beatificato nel 1772]
15. Vincenzo Giustiniani, Maestro generale dell'Ordine dei Domenicani (m. 1582)
16. Gian Girolamo Albani, protonotario apostolico, governatore delle Marche (m. 1591)
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Pio V
293
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1]
[2]
[3]
[4]
[5]
Massacro delle colonie valdesi della Calabria (http:/ / www. eresie. it/ it/ Massacro_valdesi. htm).
Che furono in realt relegate nel cosiddetto Hortaccio; vedi Simona Feci, Pio V santo, op. cit..
Claudio Rendina, I papi, p. 653
Leopold von Ranke, Storia dei Papi, p. 269
...[Pio V] diceva di essere stanco di vivere: procedendo senza rispetti umani si era fatto molti nemici; da quando era Papa subiva soltanto
sgarbi e persecuzioni, vedi: Leopold von Ranke, op. cit., p. 260
[6] http:/ / www. essepiquerre. it/ pasquino/ pasquinate/ pasquinate_02. html
[7] Claudio Rendina, I papi, p. 654
[8] Massimo Firpo, The Cardinal, in Eugenio Garin, Renaissance Characters (http:/ / books. google. com. au/ books?id=0opKKZ3z5EUC&
printsec=frontcover), The University of Chicago Press, 1991, p. 92, ISBN 0-226-28356-9.
[9] Giovanni Da Pozzo, Storia letteraria d'Italia (http:/ / books. google. com. au/ books?id=awlJnh_SF5IC& printsec=frontcover), Tomo 3, p.
1657, Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi, Milano, 1927.
[10] John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, p. 648
[11] Si veda in proposito Fabio Arduino, http:/ / www. santiebeati. it/ dettaglio/ 27000 SAN PIO V
[12] Si veda in proposito Anna Foa, Ebrei dEuropa. Dalla peste nera allemancipazione, Laterza, 1992.
Bibliografia
Antonio Graziosi, Riflessioni sopra la <bolla in Coena Domini, in Venezia, MDCCLXIX in Google libri
Leopold von Ranke, Storia dei Papi, Firenze, Sansoni, 1968 (titolo originale: Die rmischen Ppste in den letzten
4 Jahrhunderten, trad. italiana di Claudio Cesa)
John N.D. Kelly, Gran Dizionario Illustrato dei Papi, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme S.p.A., 1989,
ISBN 88-384-1326-6
Claudio Rendina, I papi, Roma, Ed. Newton Compton, 1990
Maurizio Gattoni, Pio V e la politica iberica dello Stato Pontificio, Roma, Edizioni Studium, 2006
Roberto Renzetti, Inquisizione. Torture, Bracieri, Roghi e Morte. Parte III: L'Inquisizione romana (http://www.
fisicamente.net/SCI_FED/index-1844.htm)
Tommaso M. Minorelli, Vita di san Pio V, a cura di Fabio Gasti, Pavia, Ibis Edizioni, 2012
Anna Foa, Ebrei dEuropa. Dalla peste nera allemancipazione, Laterza, 1992
Altri progetti
Papa Pio V
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Voci correlate
Museo diocesano storico Ghisleri di Vicoforte
Collegamenti esterni
Simona Feci, http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-pio-v_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/PIO V santo,
sulla Enciclopedia dei Papi Treccani Online
Scheda su San Pio V (http://www.santiebeati.it/dettaglio/27000) in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei
Santi. SantieBeati.it
(EN) The Cardinals of the Holy Roman Church - Concistories (http://www.fiu.edu/~mirandas/consistories-xvi.
htm#PiusV)
Cardinali nominati da Papa Pio V (http://www.araldicavaticana.com/creati da pio_v_15661572.htm)
Predecessore
Successore
Papa Pio IV
Predecessore
Successore
Antonio Simeoni
1556 - 1560
Girolamo Gallarati
Predecessore
Successore
1557 - 1561
s stesso
Predecessore
Successore
Gian Pietro
Carafa
1558 - 1566
Diego Espinosa
Arvalo
Predecessore
Vescovo di Mondov
Successore
Bartolomeo Pipero
1560 - 1566
Vincenzo Lauro
Predecessore
Successore
1561 - 1565
Simone Pasqua
Predecessore
Successore
s stesso
1565 - 1566
Michele Bonelli
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Controllo di autorit VIAF: 89607114 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 89607114) LCCN: n79086294 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n79086294)
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Elezione
13 maggio 1572
Insediamento
25 maggio 1572
papa Pio V
papa Sisto V
Ugo Buoncompagni
Nascita
Morte
Sepoltura
Gregorio XIII, nato Ugo Buoncompagni (in latino: Gregorius XIII; Bologna, 7 gennaio 1502 Roma, 10 aprile
1585), fu il 226 papa della Chiesa cattolica e 134 sovrano dello Stato Pontificio dal 14 maggio 1572 alla morte. Per
la storiografia successiva considerato come uno dei pontefici pi importanti dellet moderna, soprattutto per
quanto riguarda lattuazione della Riforma cattolica.
Formazione
Ugo Buoncompagni (o Boncompagni), quarto figlio di Cristoforo, commerciante bolognese, e di Angela Maria
Marescalchi, frequent gli studi giuridici nella prestigiosa universit di Bologna, dove si laure nel 1530 per poi
esercitare l'attivit di docente di diritto negli anni dal 1531-1539. Tra i suoi allievi pi illustri si annotano Alessandro
Farnese, Reginald Pole e Carlo Borromeo.
Carriera ecclesiastica
Dopo una giovent sicuramente lontana dalla religione (ebbe anche un figlio illegittimo[1]), ebbe un'improvvisa
conversione nel 1538; recatosi successivamente a Roma al servizio del cardinale Parisio, intraprese la carriera
ecclesiastica e fu ordinato sacerdote nel 1542, all'et di quaranta anni. Ben presto papa Paolo III gli affid una serie
di mansioni giuridiche. Infatti rivest l'ufficio di primo giudice della capitale e di vice-cancelliere della campagna
fino al 1546, anno in cui il pontefice, lo nomin abbreviatore al concilio di Trento.
Paolo IV, oltre ad aggregarlo come datarius alla residenza del cardinal Carafa, riconoscendone le qualit di giurista,
se ne serv per svolgere diverse missioni diplomatiche. Pur continuando ad impegnarlo presso la Curia romana, nel
1558, lo nomin vescovo di Vieste. Verso la fine del 1561, il vescovo Boncompagni fu di nuovo inviato al concilio
di Trento, da papa Pio IV, come compagno del cardinale legato Simonetta. Grazie alla sua provata competenza di
canonista ed al suo eccezionale impegno nel lavoro, rese preziosi servizi per la risoluzione di alcuni problemi
nellultima sessione conciliare.
Terminato il concilio rientr a Roma e, il 12 marzo 1565, fu creato cardinale, con il titolo presbiterale di San Sisto.
In questa occasione gli fu affidato l'incarico di mantenere relazioni diplomatiche con limportante legazione
spagnola. Grazie a questo nuovo mandato si fece conoscere e ben volere dal sovrano spagnolo, Filippo II, tanto da
conquistarne la fiducia.
Elezione
Alla morte di Pio V, a distanza di sei mesi dalla vittoria di Lepanto e nove anni dopo la chiusura del concilio di
Trento, il 14 maggio 1572, il Sacro Collegio, sotto il forte influsso spagnolo, dopo un brevissimo conclave, durato
meno di ventiquattr'ore, elesse papa il Cardinale Ugo Buoncompagni, che prese il nome di Gregorio XIII.
Il nuovo papa, malgrado i suoi settanta anni compiuti, dimostr subito eccezionale energia e volont inflessibile di
continuare l'opera di radicale rigenerazione della chiesa iniziata da Pio V. Sotto l'influenza del cardinale Carlo
Borromeo, e seguendo fedelmente le orme del suo predecessore, Gregorio XIII si mostr in tutto il suo pontificato
impegnato nel rinnovare il mondo cattolico con la totale e precisa attuazione dei canoni del concilio di Trento. Se
infatti prima di lui la Riforma cattolica fu condotta sostanzialmente solo in Italia e Spagna, grazie al suo pontificato
si svilupp con rapidit e organicit in tutti i paesi cattolici.
Giovanni Girolamo Morone, vescovo di Ostia e Velletri, Decano del Sacro Collegio
Cristoforo Madruzzo, vescovo di Bressanone, Porto e Santa Rufina, Sottodecano del Sacro Collegio
Alessandro Farnese il Giovane, vescovo di Frascati
Otto Truchess von Waldburg, vescovo di Augusta e Palestrina
Giulio della Rovere, vescovo di Sabina
Giovanni Ricci, vescovo di Albano
Niccol Caetani, amministratore diocesano di Capua
296
Luigi Cornaro
Girolamo Simoncelli
Scipione Rebiba
Giovanni Antonio Serbelloni, vescovo di Novara
Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano
Markus Sitticus von Hohenems, vescovo di Costanza
Alfonso Gesualdo, arcivescovo di Conza
Gianfrancesco Gambara
Stanisaw Hosius, vescovo di Varmia
Antoine Perrenot de Granvelle, arcivescovo di Malines
Luigi d'Este, arcivescovo di Auch
Ludovico Madruzzo
Innico d'Avalos d'Aragona, amministratore diocesano di Mileto
Francisco Pacheco de Villena, vescovo di Burgos
Girolamo da Correggio, arcivescovo di Taranto
Ferdinando de' Medici
Marco Antonio Colonna sr., arcivescovo di Salerno
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Politica estera
Per quanto riguarda limpegno per ricondurre allunit religiosa i popoli cristiani dEuropa, Gregorio XIII e i suoi
collaboratori riuscirono a mantenere alta la causa cattolica nei Paesi Bassi, la Polonia torn ad essere completamente
cattolica e in Germania, per lintervento anche dei duchi di Baviera e di insigni principi ecclesiastici tedeschi, il
protestantesimo fu arrestato nel suo espandersi.
Anche l'istituzione di nuove nunziature pontificie contribu a questo scopo. Infatti alle rappresentanze della Santa
Sede gi esistente presso le corti di Vienna, Parigi, Madrid e Lisbona, si aggiunsero nunziature permanenti: a
Lucerna, per la Svizzera nel 1579, a Graz, per lAustria interna nel 1580 e a Colonia per la Germania settentrionale
nel 1584.
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300
Morte
La solenne accoglienza dei primi cristiani
giapponesi svoltasi il 23 marzo 1585 fu una
delle ultime uscite pubbliche di papa
Gregorio XIII, che dopo una breve malattia
mor il 10 aprile 1585, nel pieno delle sue
attivit portate avanti fino alla fine con
energia, malgrado i suoi ottantaquattro anni.
Quattro giorni dopo i suoi resti mortali
furono deposti nella basilica di San Pietro,
in una tomba che soltanto nel 1723 fu
adornata di sculture di Camillo Rusconi.
301
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Papal Library (http:/ / www. saint-mike. org/ Library/ Papal_Library/ GregoryXIII/ Biography. html)
Bibliografia
Ludwig von Pastor, Storia dei papi nel periodo della Riforma e restaurazione cattolica, 9, Gregorio XIII
(1572-1585), versione italiana di Pio Cenci, Roma, Desclee, 1925;
Gregorio XIII, in Enciclopedia Cattolica, vol. 6, Casa Editrice Sansoni, Firenze 1951;
Candido Mesini, Il pontificato di Gregorio 13. (Ugo Boncompagni) nel 4. centenario della sua elezione al soglio
pontificale, 1572-1972, estratto da Strenna storica bolognese, Bologna, 1972;
Knowles M. D. Obolensky D. (a cura di), La Riforma e la Controriforma, in Storia della Chiesa, vol. 3,
Edizioni Marietti, Genova 1992;
Agostino Borromeo, GREGORIO XIII (http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.
jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_dei_Papi/VOL03/
302
Altri progetti
Collegamenti esterni
Agostino Borromeo, GREGORIO XIII, papa (http://www.treccani.it/enciclopedia/
gregorio-xiii_(Enciclopedia_dei_Papi)/), Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 59, Istituto dell'Enciclopedia
italiana Treccani
Papa Gregorio XIII (http://www.newadvent.org/cathen/07001b.htm) sulla Catholic Encyclopedia
"Papal Library": Gregorio XIII (http://www.saint-mike.org/Library/Papal_Library/GregoryXIII/GregoryXIII.
html)
Cardinali nominati da Papa Gregorio XIII (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_xiii_15721585.
htm)
Dario Busolini, Gregorio XIII (1572 - 1585) (http://www.vatican.va/jubilee_2000/pilgrim/documents/
ju_gp_01062000-6a_it.html)
Predecessore
Successore
Papa Pio V
1572 - 1585
Papa Sisto V
Predecessore
Vescovo di Vieste
Successore
Giulio Pavesi
15581572
Antonio Ganguzia
Predecessore
Successore
1565 - 1572
Filippo Boncompagni
Controllo di autorit VIAF: 49209402 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 49209402) LCCN: n85206079 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n85206079)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Sisto V
303
Papa Sisto V
Papa Sisto V
Elezione
24 aprile 1585
Insediamento
1 maggio 1585
Nascita
Morte
Sepoltura
Sisto V, nato Felice Peretti (Grottammare, 13 dicembre 1520[1] o 1521 Roma, 27 agosto 1590), fu il 227 papa
della Chiesa cattolica e 135 sovrano dello Stato Pontificio (dal 1585 alla morte); apparteneva all'ordine dei frati
minori conventuali.
Biografia
Nato a Grottammare nel Piceno[2] il 12 dicembre 1521, visse un'infanzia disagiata dalle ristrettezze economiche. Suo
padre era giardiniere e la sua famiglia non viveva nel lusso; si racconta che Felice da piccolo avesse lavorato anche
badando ai maiali. All'et di 9 anni entr nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali a Montalto delle Marche, paese di
origine del padre e a cui rest legato per tutta la vita.
A 12 anni inizi qui il noviziato dove, come frate, era anche suo zio Salvatore. Comp i suoi studi a Ferrara, Bologna
e Siena; qui fu ordinato sacerdote nel 1547. Diede presto prova di una rara abilit sia come predicatore che nella
dialettica. Nel 1552 si trov a Roma dove fece le prediche quaresimali nella Basilica dei Santi XII Apostoli
riscuotendo molta impressione e guadagnandosi la stima di due futuri grandi e famosi personaggi: san Filippo Neri e
sant'Ignazio di Loyola; acquis inoltre le simpatie di molti prelati influenti, tra cui il cardinal Rodolfo Pio di Carpi
(1500-1564), protettore del suo ordine, il cardinale Michele Ghislieri, futuro papa Pio V, e il cardinale Giovan Pietro
Papa Sisto V
304
Carafa, anch'egli futuro papa Paolo IV; da quel momento la sua carriera ecclesiastica ebbe una svolta decisiva.
Fu inviato l'anno successivo a Venezia come consultore dell'Inquisizione, ma fu cos severo e zelante nel compito
affidatogli che il Governo veneziano chiese che fosse richiamato a Roma; e questo avvenne effettivamente nel 1560.
Tornato a Roma, continu l'incarico di consulente del Sant'Uffizio, e gli fu dato l'incarico di professore all'Universit
La Sapienza, e di procuratore generale e vicario apostolico dei francescani conventuali cio del suo ordine religioso.
Successivamente nel 1565 venne associato alla legazione del cardinale Ugo Boncompagni, futuro papa Gregorio
XIII, che venne inviata in Spagna per investigare sull'accusa di eresia nei confronti dell'arcivescovo di Toledo,
Carranza. La forte antipatia che svilupp per il cardinale Buoncompagni esercit una marcata influenza sugli eventi
degli anni successivi. Si affrett a rientrare a Roma all'ascesa di Pio V, che lo nomin vicario apostolico del suo
ordine, e successivamente, nel 1570 cardinale con il titolo di San Girolamo degli Schiavoni.
Durante il pontificato di Gregorio XIII, il cardinal Montalto, come veniva generalmente chiamato il Peretti, visse in
ritiro, immergendosi nei libri ed occupandosi della villa eretta da Domenico Fontana sull'Esquilino, che sovrastava le
Terme di Diocleziano. La prima parte di questa villa venne ampliata tra il 1575-1580 e successivamente, quando
divenne Papa, pot far demolire altri edifici circostanti nel 1585-1586 per aprire quattro nuove strade; questo,
suscitando le ire dei romani espropriati. La villa conteneva due residenze, il Palazzo Sistino o "di Termini" (delle
Terme) e il casino, chiamato Palazzetto Montalto e Felice. Quasi tre secoli dopo (nel 1869), la decisione di costruire
la pontificia stazione ferroviaria centrale sull'area in cui sorgeva la villa, segn l'inizio della sua distruzione. Uno dei
segretari del Cardinale fu il serissimo e affidabile perugino Scipione Tolomei, raccomandatogli da Fulvio Giulio
della Corgna, che svolse impeccabilmente il servizio, prima di dedicarsi alla cancelleria del Marchesato di
Castiglione del Lago.
L'altro grande interesse del cardinal Montalto era per i suoi studi; uno dei suoi lavori fu un'edizione delle opere di
Sant'Ambrogio che complet durante il suo pontificato con l'ausilio del cardinale Bellarmino. La sua fama di
rigorista e sapiente, associata alla sua discrezione, contribu non poco alla sua elezione al papato il 24 aprile 1585.
Una dei fattori che raccomandarono la sua candidatura fu anzi il suo vigore fisico, che sembrava promettere un lungo
pontificato, sebbene esista la versione secondo cui finse di essere malato e debole al conclave, allo scopo di ottenere
dei voti .
Papa Sisto V
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Guglielmo Sirleto
Gabriele Paleotti, arcivescovo di Bologna
Michele Bonelli
Antonio Carafa
Giulio Antonio Santorio
Pierdonato Cesi
Charles d'Angennes de Rambouillet, vescovo di Le Mans
Felice Peretti Montalto (eletto Papa SISTO V)
Girolamo Rusticucci
Nicolas de Pellev, arcivescovo di Sens
Gian Girolamo Albani
Filippo Boncompagni, Gran penitenziere di Santa Romana Chiesa
Filippo Guastavillani, Camerlengo di Santa Romana Chiesa
Andrea d'Austria, vescovo di Bressanone
Alessandro Riario, patriarca titolare di Alessandria
Pedro de Deza
Giovanni Vincenzo Gonzaga
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Papa Sisto V
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Papa Sisto V
stessa misura determinarono Filippo II a stringere la presa sul suo ondeggiante alleato. I negoziati del Papa con i
rappresentanti di Enrico evocarono un'amara e minacciosa protesta ed una richiesta categorica per il mantenimento
delle promesse fatte. Sisto cerc scampo nella fuga e temporeggi fin quando la morte lo sollev dalla necessit di
prendere una decisione (27 agosto 1590).
La citt sistina
Somme immense furono utilizzate in opere pubbliche e ci che Sisto V
ottenne nel suo breve pontificato, con il fondamentale supporto tecnico
del suo architetto Domenico Fontana - e facendo saccheggiare a man
salva, alla ricerca di marmi preziosi e lavorati, i monumenti antichi - ha
dell'incredibile: il completamento della cupola di San Pietro; la loggia
di Sisto o delle benedizioni a San Giovanni in Laterano; la cappella del
SS. Sacramento (anche detta Cappella Sistina o del Presepe) a Santa
Maria Maggiore; le aggiunte e le riparazioni al Palazzo del Quirinale,
al Laterano e al Vaticano; l'erezione di quattro obelischi, compreso
Sisto V ritratto da Filippo Bellini, collezione
quello in Piazza San Pietro; l'apertura di sei strade; il restauro
privata, Parigi
dell'acquedotto di Settimio Severo ("Acqua Felice") con la mostra
finale della fontana del Mos; oltre a numerose vie e ponti, un tentativo
di prosciugare le paludi pontine, e l'incentivazione dell'agricoltura e della manifattura. Inoltre integr Borgo (sino a
quel tempo autonomo) come quattordicesimo rione nella citt di Roma.
Si deve a Sisto V il primo progetto di sistemazione urbanistica della citt di Roma moderna: il Papa fece tracciare la
nuova via che, attraversando le tre colline del Rione Monti, collegava Trinit dei Monti con San Giovanni in
Laterano e Santa Croce in Gerusalemme: la via Sistina il cui percorso (Quattro Fontane al Quirinale, il Viminale, S.
Maria Maggiore all'Esquilino, fino al palazzo del Laterano) contrassegnato da grandi obelischi egizi.
Sisto mor tra le esecrazioni dei suoi sudditiWikipedia:Uso delle fonti; ma i posteri lo riconoscono come uno dei pi
grandi Papi. Era impulsivo, ostinato, severo e autoritario, ma la sua mente era aperta e di larghe vedute. Si dedic
alle sue imprese con una energia ed una determinazione che lo portarono spesso al successo. Poche persone possono
vantare imprese o conseguimenti pi grandi.
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Papa Sisto V
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E comunque dal papa "rugantino" e "tosto" gli ebrei romani, contro i quali aveva particolarmente incrudelito il feroce
domenicano gi inquisitore Pio V Ghislieri, ottennero grazie alla bolla Christiana pietas, infelicem Hebreorum
statum commiserans, grandi alleggerimenti del regime vessatorio a cui erano sottoposti ormai da decenni[4].
Un'altra curiosit che lega Sisto V alla "vulgata" romana: con la sua riforma delle tasse, non fidandosi dei funzionari
locali, il papa reclut suoi fidati compaesani marchigiani per esercitare il mestiere di esattori. Nacque per tale motivo
il famoso detto, ancora oggi presente nella memoria dei romani:
mejo 'n morto dentro casa
cch 'n marchisciano fori daa porta.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Papa Sisto V
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Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] Cfr. la voce relativa nel sito dell'Enciclopedia Treccani (http:/ / www. treccani. it/ Portale/ elements/ categoriesItems.
jsp?category=Scienze_sociali_e_Storia/ religioni/ biografie/ & parentFolder=/ Portale/ sito/ altre_aree/ Scienze_sociali_e_Storia/ religioni/ &
addNavigation=Scienze_sociali_e_Storia/ religioni/ biografie/ & lettera=S& pathFile=/ sites/ default/ BancaDati/ Enciclopedia_online/
00_Italiani_M_Z/ BIOGRAFIE_-_EDICOLA_S_160863. xml). Anche altre enciclopedie indicano il 1520 come anno di nascita del Sommo
Pontefice, fra cui il Dizionario Mondiale di Storia, Milano, Rizzoli Larousse, ed. 2003, p. 1140
[2] Isidoro Gatti, Sisto V papa piceno. Le testimonianze e i documenti autentici, Ripatransone, Maroni, 1990 e Isidoro Gatti - Raffaele Tassotti,
Ancora su Sisto V papa piceno. Commento ad un recente opuscolo, 1999
[3] Claudio Rendina, I Papi, cit., pag. 662
[4] Ricorda Ferdinand Gregorovius nel suo saggio del 1853 Il Ghetto e gli Ebrei in Roma:
Loro permise di abitare in tutte le citt murate, e castella dellagro romano. Loro fece facolt di esercitare qualunque commercio o negozio,
ad eccezione di quelli del vino, grani, e carni. Loro permise trattare liberamente con i Cristiani, valersi parimenti dellopera di questi,
vietando loro unicamente il tenere persone di servizio cristiane. Si prese pensiero di migliorare le loro abitazioni; lasci in loro facolt lo
stabilire scuole e sinagoghe quante volessero; parimenti permise loro stabilire biblioteche ebraiche. Prescrisse non si potessero chiamare gli
Papa Sisto V
310
Ebrei in giudicio; abol lobbligo di portare il segno distintivo; viet che si battezzassero a forza i bambini degli Ebrei, e che si aggravassero
di spese indebite gli Ebrei in viaggio; diminu le imposte loro assegnate, riducendole ad un modico testatico, ed al pagamento di una somma
fissa per lacquisto dei pallii del carnovale.
Bibliografia
Rendina C., I Papi. Storia e segreti, Roma, Newton Compton Editori, 2005. ISBN 978-88-8289-070-4
Sarazani F., Il papa tosto (Sisto V), Milano 1970.
P. Casimiro Tempesti, Storia della vita e geste di Sisto Quinto (http://books.google.it/
books?id=JeFAsU7SAxUC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false), Roma 1754
Voci correlate
Domenico Fontana
Pontificio Collegio Sistino
Scipione Tolomei
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di papa Sisto V (http://www.treccani.it/enciclopedia/sisto-v_(Enciclopedia_dei_Papi)/), nella
Enciclopedia dei Papi Treccani
Montalto delle Marche (http://www.montaltomarche.it)
Papa Sisto V (http://www.papasistov.it)
Cardinali nominati da Papa Sisto V (http://www.araldicavaticana.com/creati da sisto_v 1585.htm)
I Cardinali di Santa Romana Chiesa di Salvador Miranda (http://www.fiu.edu/~mirandas/consistories-xvi.
htm#SixtusV)
Predecessore
Successore
Predecessore
Successore
1566-1568
Giovanni Tancredi
Ministro generale
Predecessore
Successore
Giovanni Beroaldo
1566 - 1571
Vincenzo Cisoni
Papa Sisto V
311
Predecessore
Successore
Prospero Santacroce
1570 - 1585
Predecessore
Vescovo di Fermo
Successore
Lorenzo Lenti
15711585
Domenico Pinelli
Portale Cattolicesimo
Elezione
15 settembre 1590
papa Sisto V
papa Gregorio XIV
Giovanni Battista Castagna
Nascita
Morte
Sepoltura
Urbano VII, nato Giovanni Battista Castagna (Roma, 4 agosto 1521 Roma, 27 settembre 1590), fu il 228 papa
della Chiesa cattolica e 136 sovrano dello Stato Pontificio per tredici giorni nel settembre 1590. Il suo ricordato
soprattutto per essere stato il pontificato pi breve della storia.
Biografia
I primi anni e l'inizio della carriera ecclesiastica
Giambattista Castagna era di origine genovesi, anche se nato a Roma. Il padre, Cosimo, era un nobile genovese e la
madre Costanza Ricci Giacobazzi, romana. Per parte di madre egli era pronipote del cardinale Domenico Giacobazzi
ed era quindi anche imparentato col cardinale Cristoforo Giacobazzi.
Intrapresi gli studi ecclesiastici, studi in diverse universit italiane per poi laurearsi a Bologna in diritto canonico e
civile. Divenuto chierico della curia romana, fu avvocato concistoriale e referendario dei tribunali della Signatura
Apostolica di Grazia e Giustizia sotto il pontificato di Giulio III. Nominato prelato domestico di Sua Santit, divenne
datario del cardinale Girolamo Veralli durante la sua legazione in Francia.
Governatorati e diplomazia
Prest servizio dunque come governatore di Bologna e come arcivescovo di Rossano (1 marzo 1553); il 30 marzo
1553, a Roma, ricevette gli ordini minori e maggiori da Filippo Archinto, vescovo di Saluzzo e vicario di Roma. Il 4
aprile 1553 venne consacrato dal cardinale Veralli nel suo palazzo personale, assistito da Girolamo Maccabei,
vescovo di Castro e maestro della cappella pontificia, e da Pietro Affatato, vescovo di Accia. Fu nominato
governatore di Fano nel 1555 da papa Giulio III. Nel 1559 divenne commissario apostolico di Citt di Castello e
quindi governatore di Perugia e dell'Umbria intera dal 6 marzo 1559 sino all'aprile del 1560. Prese parte al Concilio
di Trento dal 1562 al 1563 e fu presidente di diverse sue congregazioni. Uditore del cardinale Ugo Boncompagni
(futuro Gregorio XIII) durante la sua legazione in Spagna nel settembre del 1565, rinunci al governo della propria
sede archiepiscopale il 23 gennaio 1573 mantenendone per la denominazione. Governatore di Bologna dal 29
dicembre 1576 sino al 29 novembre 1577, fu quindi nunzio apostolico in Spagna dal settembre 1565 al 3 luglio 1572.
Nunzio apostolico a Venezia dal 15 giugno 1573 sino al 1 luglio 1577. Legato nelle Fiandre ed a Colonia tra il 1578
ed il 1580, rappresent papa Gregorio XIII alla conferenza di pace tra Filippo II di Spagna e le Province Unite.
Tornato a Roma, divenne consultore del Sant'Uffizio e della Sacra Consulta.
Il cardinalato
Come ricompensa per gli ottimi servigi prestati alla Chiesa Cattolica, venne nominato cardinale presbitero nel
concistorio del 12 dicembre 1583 ricevendo poi, il 9 gennaio 1584, la berretta cardinalizia ed il titolo di San
Marcello. Legato a Bologna nuovamente dall'8 ottobre 1584 al maggio del 1585, prese parte al conclave che in
quello stesso anno elesse a papa Sisto V per poi venire nominato dal 19 novembre dell'anno successivo a inquisitore
generale del Sant'Uffizio.
Il breve pontificato
Nel 1590 il cardinale Castagna prese parte al conclave che lo elesse poi pontefice, ma certo che la sua elezione al
papato venne ampiamente supportata dalla fazione spagnola, proseguendo una tradizione che ormai tendeva nel voler
preferire per l'elezione al soglio di Pietro rappresentanti della nobilt di curia piuttosto che membri di potenti
famiglie romane. Venne scelto come successore di Sisto V, il 15 settembre 1590, proponendosi fin dall'inizio come
fedele esecutore dei decreti tridentini e continuatore della politica restauratrice inaugurata dal suo predecessore.
Il 18 settembre si ammal di malaria che lo port poi alla morte poco prima della mezzanotte del 27 settembre dello
stesso anno della sua elezione, prima ancora di essere stato solennemente incoronato. Data la sua improvvisa morte,
gli venne ricavata una tomba nella basilica di San Pietro in Vaticano, con un'orazione funebre tenuta da Pompeo
Ugonio. Il 21 settembre 1606 le sue spoglie vennero trasferite nella chiesa romana di Santa Maria sopra Minerva ove
aveva sede la Confraternita dell'Annunziata alla quale lo stesso Urbano VII, nelle sue disposizioni testamentarie,
aveva lasciato 30000 scudi del proprio patrimonio personale.
312
Conclave
Alla morte del papa il Sacro Collegio dei Cardinali era formato da 67 membri, ma 13 cardinali non parteciparono al
conclave, pertanto il nuovo papa fu eletto da 54 cardinali. Il conclave si svolse fra il 7 ed il 15 settembre. Vi
parteciparono:[1]
Giovanni Antonio Serbelloni, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Alfonso Gesualdo, vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Innico d'Avalos d'Aragona, O.S., vescovo di Frascati
Marco Antonio Colonna, seniore, vescovo di Palestrina
Tolomeo Gallio, vescovo di Sabina
Gabriele Paleotti, vescovo di Albano
Girolamo Simoncelli (o Simonelli)
Markus Sitticus von Hohenems (o Altemps)
Ludovico Madruzzo
Michele Bonelli, O.P.
Antonio Carafa
Giulio Antonio Santorio (o Santori)
Girolamo Rusticucci
Benedetto Giustiniani
Ascanio Colonna
William Allen
313
314
Scipione Gonzaga
Antonio Maria Sauli
Giovanni Evangelista Pallotta, datario di Sua Santit
Juan Hurtado de Mendoza
Federico Borromeo, seniore
Giovanni Francesco Morosini, vescovo di Brescia
Agostino Cusani
Francesco Maria Bourbon del Monte
Mariano Pierbenedetti
Gregorio Petrocchini, O.E.S.A.
Guido Pepoli
Alberto d'Austria
Andrea d'Austria, vescovo di Bressanone e Costanza
Gaspar de Quiroga y Vela, arcivescovo di Toledo
Rodrigo de Castro Osorio, arcivescovo di Siviglia
Franois de Joyeuse, arcivescovo di Tolosa
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
315
Note
[1] The Cardinals of the Holy Roman Church-1590 (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ conclave-xvi. htm#1590)
Bibliografia
Gino Benzoni, Enciclopedia dei Papi, vol. III, Roma, 2000, pp. 222-230
Voci correlate
Papati pi brevi
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia di Urbano VII (http://www.treccani.it/enciclopedia/urbano-vii_(Enciclopedia_dei_Papi)/), sulla
Enciclopedia Treccani Online
Successioni
Predecessore
Successore
Papa Sisto V
Predecessore
Arcivescovo di Rossano
Successore
1553-1573
Lancillotto Lancillotti
Predecessore
Successore
Alessandro Crivelli
1565 - 1572
Predecessore
Successore
1573 - 1577
Annibale di Capua
Predecessore
Successore
1578 - 1579
Predecessore
Successore
Bartolomeo Portia
1578 - 1579
Minutio Minucci
Predecessore
Successore
316
Marcantonio Bobba
1584 - 1590
Benedetto Giustiniani
Controllo di autorit VIAF: 32816676 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 32816676) LCCN: n91126695 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n91126695)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Elezione
5 dicembre 1590
Insediamento
8 dicembre 1590
Successore
papa Innocenzo IX
Nome
Niccol Sfondrati
Nascita
Morte
Sepoltura
Gregorio XIV, nato Niccol Sfondrati (Somma Lombardo, 11 febbraio 1535 Roma, 16 ottobre 1591), fu il 229
papa della Chiesa cattolica e 137 sovrano dello Stato Pontificio dall'8 dicembre 1590 alla morte.
317
Biografia
I primi anni
Niccol Sfondrati nacque a Somma Lombardo, in provincia di
Varese, feudo della sua famiglia che possedeva un castello ancora
oggi presente. Suo padre Francesco, era senatore presso la corte di
Francesco II Sforza, mentre sua madre Anna Visconti apparteneva
direttamente alla nobile famiglia ducale; suo padre dopo la precoce
morte della moglie (20 novembre 1538), abbracci la carriera
ecclesiastica e nel 1544 fu creato cardinale da papa Paolo III.
Il giovane Niccol studi legge a Perugia e Padova e si laure a
Pavia; quindi decise di entrare nella vita ecclesiastica. Nel 1551
ricevette l'ordinazione sacerdotale e divenne abate di Civate. Il 20
Il castello di Somma Lombardo ove nacque Gregorio
XIV
giugno 1552, re Filippo II di Spagna in qualit di duca di Milano,
lo elesse quale membro del senato della capitale lombarda.
Contemporaneamente egli entr a far parte del clero milanese ove fece conoscenza dell'allora arcivescovo di Milano,
il cardinale Carlo Borromeo, la cui figura morale ebbe grande influenza su di lui.
Carriera ecclesiastica
Il 13 marzo 1560 fu eletto vescovo di Cremona, incarico che tenne fino al pontificato, ma rimase titolare della sede
per quattro anni prima della sua consacrazione in quanto venne obbligato a rimanere lontano dalla sua sede
episcopale a causa del Concilio di Trento a cui prese parte. Durante il concilio, il vescovo Sfondrati ebbe un ruolo
importante prendendo parte a tutte le sessioni dal 1561 alla conclusione nel 1563 ed in particolare fu tenace assertore
circa l'obbligo dei vescovi di risiedere nella propria diocesi, argomento che fu accettato solo dopo molti contrasti. Fu
contestualmente membro della commissione pro indice librorum dal 17 febbraio 1562 e dal 21 giugno 1563 della
commissione ad conficiendos canones de matrimonio.
Tornato a Milano, il nell'aprile o nel maggio del 1564 venne consacrato vescovo nella cattedrale cittadina per mano
dell'arcivescovo Carlo Borromeo e fece il suo ingresso solenne a Cremona dedicandosi attivamente
all'amministrazione della propria diocesi.
Il 12 dicembre 1583 venne nominato cardinale da papa Gregorio XIII ed il 14 gennaio 1585 ottenne il titolo di Santa
Cecilia. Prese parte al conclave del 1585 che elesse papa Sisto V e poi ai due conclavi del 1590 che elessero
rispettivamente dapprima Urbano VII e poi lui stesso. Viene descritto come uomo molto pio e religioso, dai costumi
molti rigorosi, ma di salute alquanto cagionevole fin dalla giovane et. Durante la sua permanenza presso la curia
romana come cardinale divenne molto amico di San Filippo Neri e sostenne la sua idea di oratorio.
Pontificato
Alla morte di papa Urbano VII il 27 settembre 1590, il re di Spagna Filippo II invi una lista di sette cardinali
papabili secondo il suo parere, tra i quali figurava anche il cardinale Sfondrati. Il collegio lo elesse papa il 5
dicembre 1590. Il giorno 8 dicembre fu solennemente incoronato e consacrato con il nome di Gregorio XIV.
Come ecclesiastico era stato rinomato per l'integrit e la sobriet della sua vita; era un uomo pi spirituale che
pragmatico, e la sua elezione poteva essere spiegata come un tentativo di conciliare i contrasti nella curia e di
attendere eventuali tempi migliori. Nel compito di direzione della curia, nomin cardinale e Segretario di Stato suo
nipote Paolo Emilio Sfondrati affinch trovasse valido supporto nelle difficili scelte. Il suo breve pontificato non
venne segnato da eventi clamorosi, ad eccezione del fatto che, consigliato dal Re di Spagna e dal Duca di Mayenne,
scomunic Enrico IV di Francia, dichiarandolo un eretico e un persecutore della Chiesa, e quindi tale da essere
Conclave
Il conclave si svolse dall'8 ottobre al 5 dicembre 1590. Alla morte del papa il Sacro Collegio dei Cardinali era
formato da 65 membri, due in meno rispetto al precedente. Oltre a Urbano VII, era mancato il cardinale Federico
Cornaro. 12 cardinali non parteciparono al conclave, pertanto il nuovo papa fu eletto da 53 cardinali.
Parteciparono al conclave:[1]
Giovanni Antonio Serbelloni, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Alfonso Gesualdo, vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Innico d'Avalos d'Aragona, O.S., vescovo di Frascati
Marco Antonio Colonna, seniore, vescovo di Palestrina
Tolomeo Gallio, vescovo di Sabina
Gabriele Paleotti, vescovo di Albano
Girolamo Simoncelli (o Simonelli)
Markus Sitticus von Hohenems (o Altemps)
Ludovico Madruzzo
Michele Bonelli, O.P.
Antonio Carafa
Giulio Antonio Santorio (o Santori)
Girolamo Rusticucci
Nicolas de Pellev, arcivescovo di Sens
Gian Girolamo Albani
Andrea d'Austria, vescovo di Bressanone e Costanza
Pedro de Deza Manuel
Giovanni Vincenzo Gonzaga
318
Girolamo Mattei
Benedetto Giustiniani
Ascanio Colonna
William Allen
Scipione Gonzaga
Antonio Maria Sauli
Giovanni Evangelista Pallotta, datario di Sua Santit
Juan Hurtado de Mendoza
Federico Borromeo, seniore
Giovanni Francesco Morosini, vescovo di Brescia
Agostino Cusani
Francesco Maria Bourbon del Monte
Mariano Pierbenedetti
Gregorio Petrocchini, O.E.S.A.
Guido Pepoli
Alberto d'Austria
Gaspar de Quiroga y Vela, arcivescovo di Toledo
Rodrigo de Castro Osorio, arcivescovo di Siviglia
Franois de Joyeuse, arcivescovo di Tolosa
Jerzy Radziwi, vescovo di Vilnius
Carlo III di Borbone-Vendme, arcivescovo di Rouen, amministratore di Bayeux
Andrs Bthory, vescovo di Varmia
Enrico Caetani, camerlengo di Santa Romana Chiesa
Philippe de Lnoncourt
Pietro di Gondi, vescovo di Parigi
Hughes de Loubenx de Verdalle, O.S.Io.Hier.
319
320
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] The Cardinals of the Holy Roman Church - Conclaves by century (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ conclave-xvi. htm#1590A)
Altri progetti
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Gregorio XIV (http://www.araldicavaticana.com/creati da gregorio_xiv 1590.htm)
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo IX
Predecessore
Vescovo di Cremona
Successore
Benedetto Accolti
Cesare Speciano
Predecessore
Successore
Alfonso Gesualdo
1585 - 1590
Controllo di autorit VIAF: 32336486 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 32336486) LCCN: n90000056 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n90000056)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
Papa Innocenzo IX
321
Papa Innocenzo IX
Papa Innocenzo IX
Elezione
Insediamento
29 ottobre 1591
3 novembre 1591
Successore
Nome
Nascita
Morte
Sepoltura
Grotte vaticane
Innocenzo IX, nato Giovanni Antonio Facchinetti de Nuce (Bologna, 20 luglio 1519 Roma, 30 dicembre 1591),
fu il 230 papa della Chiesa cattolica e 138 sovrano dello Stato Pontificio dal 3 novembre 1591 alla morte, avvenuta
solo due mesi dopo.
Biografia
Giovanni Antonio Facchinetti, di famiglia della Val d'Ossola originaria di Cravegna, nel comune di Crodo (VB)
dove vi tuttora la casa natale, nacque a Bologna il 20 luglio 1519, figlio di Antonio Facchinetti e di sua moglie,
Francesca Cini. Il cognome della sua famiglia pare fosse in realt Nocetti o de Nuce ma che di fatti egli fosse
chiamato Facchinetti dall'umile lavoro svolto da suo padre che per l'appunto faceva il facchino.
Di famiglia piuttosto umile, Giovanni Antonio ebbe modo di studiare e laurearsi in legge nel 1544 presso l'Universit
di Bologna e l'11 marzo di quello stesso anno venne ordinato sacerdote e destinato in qualit di canonico alla chiesa
dei Santi Gervasio e Protasio di Domodossola dal 1547. Divenne quindi segretario del cardinale Niccol Ardinghelli
ed alla morte di questi poco dopo, entr al servizio del cardinale Alessandro Farnese, fratello del Duca di Parma e
nipote di papa Paolo III, uno dei grandi patroni d'arte dell'epoca. Il cardinale Farnese, che era arcivescovo di
Avignone, invi il Facchinetti nella citt francese come suo rappresentante ecclesiastico e successivamente lo
Papa Innocenzo IX
richiam per gestire i propri affari a Parma, dove ag come governatore della citt (1556-1558). Tornato a Roma
venne nominato abbreviatore delle lettere apostoliche e dal 1559 fu Referendario dei Tribunali della Signatura
Apostolica di Grazia e Giustizia.
Nel 1560 Facchinetti venne nominato vescovo di Nicastro (Lamezia Terme) in Calabria dove si distinse per essere
effettivamente il primo vescovo a risiedere nella diocesi dopo trent'anni di sedivacanza, e nel 1562 presenzi al
Concilio di Trento. Papa Pio V lo invi come nunzio pontificio a Venezia nel 1566 per portare avanti l'alleanza con
Spagna e Venezia contro i turchi, che alla fine produsse la vittoria di Lepanto. Rimase in servizio a Venezia sino al
1572.
Nel 1576 divenne priore commendatario di Sant'Andrea di Carmignano di Brenta presso Padova ove rimase in carica
sino al 1587 quando cedette il beneficio a suo nipote Antonio. Tornato a Roma, il 23 settembre 1575 diede le proprie
dimissioni dal governo della propria diocesi per ragioni di salute ed in quello stesso anno venne nominato dapprima
consultore del Sant'Uffizio e poi vescovo del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Il 12 dicembre 1583 venne elevato al cardinalato e nel 1586 divenne inquisitore, ottenendo in commenda anche le
abbazie benedettine di Sant'Elia e Filarete, diocesi di Mileto, e di Santa Maria di Merola, diocesi di Reggio Calabria.
Il 9 gennaio 1584 ricevette il titolo cardinalizio dei Santi Quattro Coronati e prese parte l'anno successivo al conclave
che elesse a pontefice Sisto V. Nominato tra gli inquisitori generali del Sant'Uffizio dal 19 dicembre 1586, venne
incluso tra i cinque cardinali che decisero la punizione da comminare a re Enrico III di Francia per l'uccisione del
cardinale Louis de Lorraine de Guise, ma il successivo assassinio del re di Francia da parte di un fanatico rese il
lavoro della commissione del tutto superfluo. Prese parte al conclave del 1590 da cui usc eletto papa Urbano VII
dopo il cui breve pontificato venne eletto papa Gregorio XIV.
Durante il regno dell'infermo Gregorio XIV, che soffriva di
attacchi di malaria, il peso dell'amministrazione pontificia ricadde
sulle sue spalle. Ancor prima che Gregorio esalasse l'ultimo
respiro, la fazione spagnola e quella anti-spagnola stavano facendo
campagna per il Papa successivo. La pesante interferenza di
Filippo II di Spagna nel conclave precedente non era stata
dimenticata: egli aveva posto un veto su tutti i cardinali meno
sette. Questa volta il partito spagnolo all'interno del Collegio dei
Cardinali, non and cos lontano, ma esso controllava ancora la
maggioranza, e dopo un rapido conclave elesse Facchinetti, che
Tomba di Innocenzo IX, nelle grotte vaticane
assunse il nome di Innocenzo IX il 29 ottobre 1591. Il 3 novembre
di quello stesso anno Innocenzo IX venne solennemente
incoronato sulla loggia della Basilica di San Pietro a Roma dal cardinale Andrea d'Austria, protodiacono di Santa
Maria Nuova.
Appena eletto papa, ricambi il favore alla Spagna mostrandosi favorevole alla sua politica antifrancese. Ma non
pot fare molto, perch gravemente ammalato, trascorse il suo pontificato a letto; per questo fu detto "pontifex
clinicus".
Innocenzo IX mor il 30 dicembre 1591, dopo appena due mesi di pontificato, ed in occasione del suo funerale la sua
orazione venne scritta dal gesuita Benedetto Giustiniani. La sua salma venne sepolta in un sarcofago romano
secondo le mode artistiche dell'epoca e riposta poi nelle Grotte Vaticane ove ancora oggi riposa.
322
Papa Innocenzo IX
Conclave
Il conclave durato dal 27 al 29 ottobre 1591.
Alla morte di Gregorio XIV, il Sacro Collegio dei Cardinali era formato da 65 membri poich, rispetto al precedente
conclave, oltre a Gregorio XIV, erano mancati i cardinali Antonio Carafa, Giovanni Antonio Serbelloni, Gian
Girolamo Albani e Ippolito De Rossi. Dei 65, 9 cardinali non parteciparono al conclave, pertanto il nuovo papa fu
eletto da 56 cardinali. Segue l'elenco[1]:
Alfonso Gesualdo, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Innico d'Avalos d'Aragona, vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Marco Antonio Colonna, seniore, vescovo di Palestrina
Tolomeo Gallio, vescovo di Frascati
Gabriele Paleotti, vescovo di Sabina
Michele Bonelli, O.P., vescovo di Albano
Girolamo Simoncelli (o Simonelli)
Markus Sitticus von Hohenems (o Altemps)
Ludovico Madruzzo
Giulio Antonio Santorio (o Santori)
Girolamo Rusticucci
Ascanio Colonna
William Allen
Scipione Gonzaga
323
Papa Innocenzo IX
324
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
[1] The Cardinals of the Holy Roman Church - Conclaves by century (http:/ / www2. fiu. edu/ ~mirandas/ conclave-xvi. htm#1591)
Papa Innocenzo IX
325
Altri progetti
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Innocenzo IX (http://www.araldicavaticana.com/creati da innocenzo_ix.htm)
Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/
papa-innocenzo-ix_(Dizionario-Biografico)/)
Predecessore
Successore
Predecessore
Vescovo di Nicastro
Successore
Giacomo Savelli
Amministratore
1560-1575
Predecessore
Successore
1566 - 1573
Predecessore
Patriarca di Gerusalemme
Successore
Antonio Elio
1575 - 1591
Scipione Gonzaga
Predecessore
Successore
1576 - 1587
Antonio Facchinetti
Predecessore
Successore
Henrique de Portugal
1584 - 1591
Predecessore
Successore
1584 - 1591
Predecessore
Successore
1584 - 1591
Controllo di autorit VIAF: 33091014 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 33091014) LCCN: n97023692 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n97023692)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
326
Elezione
30 gennaio 1592
Consacrazione
2 febbraio 1592
papa Innocenzo IX
papa Leone XI
Nome
Ippolito Aldobrandini
Nascita
Morte
Sepoltura
Clemente VIII, nato Ippolito Aldobrandini (Fano, 24 febbraio 1536 Roma, 3 marzo 1605), fu il 231 papa della
Chiesa cattolica e 139 sovrano dello Stato Pontificio dal 1592 alla sua morte.
Giovent
Ippolito Aldobrandini nacque a Fano il 24 febbraio 1536, stando al registro dei battesimi della cattedrale di Fano, fu
battezzato il 4 marzo 1536. La data di battesimo importante perch alcune fonti sostengono che sia nato nel 1535,
ma sembrerebbe difficile che all'epoca si fosse aspettato pi di un anno per battezzare un bambino. Era figlio di
Silvestro Aldobrandini, avvocato fiorentino, governatore di Fano, allontanato da Firenze per dissapori con i Medici e
di Lisa Deti. Il cardinale Giovanni Aldobrandini era suo fratello. Comp gli studi nelle Universit di Padova, Perugia
e Bologna, dove si laure in giurisprudenza seguendo gli insegnamenti del futuro cardinale Gabriele Paleotti.
Avendo dimostrato buone doti di giurista, fu nominato avvocato concistoriale e uditore di Rota.
Fu ordinato sacerdote solo nel 1580, forse spinto dal suo consigliere spirituale Filippo Neri, il futuro santo. Fu creato
cardinale-prete nel concistoro del 18 dicembre 1585, ricevendo il titolo di San Pancrazio. Nel 1588 fu inviato come
legato in Polonia per regolare la disputa tra il re Sigismondo III Vasa e la casa d'Asburgo. Il 30 dicembre 1591 mor
papa Innocenzo IX e il 10 gennaio 1592 inizi il conclave per eleggere il suo successore. Nell'arco di circa un anno
327
vi erano stati tre conclavi e i cardinali erano seriamente intenzionati a eleggere un papa che potesse dare garanzie di
longevit.
Alla morte del papa il Sacro Collegio dei Cardinali era formato da 65 membri, ma il cardinale Juan Hurtado de
Mendoza mor durante il periodo di sede apostolica vacante e 10 cardinali non parteciparono al conclave, pertanto il
nuovo papa fu eletto da 54 cardinali.
Alfonso Gesualdo, vescovo di Ostia e Velletri, decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Innico d'Avalos d'Aragona, O.S., vescovo di Porto e Santa Rufina, vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali
Tolomeo Gallio, vescovo di Frascati
Marcantonio Colonna, seniore, vescovo di Palestrina
Gabriele Paleotti, vescovo di Sabina
Michele Bonelli, O.P., vescovo di Albano
Girolamo Simoncelli (o Simonelli)
Markus Sitticus von Hohenems (o Altemps)
Ludovico Madruzzo
Giulio Antonio Santorio (o Santori)
Girolamo Rusticucci
Nicolas de Pellev, arcivescovo di Sens
Andreas von Austria, vescovo di Bressanone e Costanza
Pedro de Deza
Alessandro Ottaviano de' Medici, arcivescovo di Firenze (eletto papa con il nome di Leone XI nel conclave dei
1605)
Franois de Joyeuse, arcivescovo di Tolosa (Entr in conclave il 12 gennaio 1592)
Giulio Canani, vescovo di Adria
Anton Maria Salviati
Agostino Valier, vescovo di Verona
Vincenzo Lauro (o Laureo)
Filippo Spinola
Jerzy Radziwi, vescovo di Vilnius
Simeone Tagliavia d'Aragona
Scipione Lancelotti
Francesco Sforza di Santa Fiora
Alessandro Damasceni Peretti, vice cancelliere di Santa Romana Chiesa
Enrico Caetani, camerlengo di Santa Romana Chiesa
Giovanni Battista Castrucci
Domenico Pinelli
Ippolito Aldobrandini, gran penitenziere (Eletto papa Clemente VIII)
Girolamo della Rovere, arcivescovo di Torino
Girolamo Bernerio, O.P., vescovo di Ascoli Piceno
Antonio Maria Galli, vescovo di Osimo
Costanzo Buttafoco da Sarnano, O.F.M.Conv.
Girolamo Mattei
Benedetto Giustiniani
328
Ascanio Colonna
William Allen
Scipione Gonzaga
Antonio Maria Sauli
Giovanni Evangelista Pallotta, datario di Sua Santit
Federico Borromeo, seniore
Giovanni Francesco Morosini, vescovo di Brescia
Agostino Cusani
Francesco Maria Bourbon del Monte
Mariano Pierbenedetti
Gregorio Petrocchini, O.E.S.A.
Guido Pepoli
Paolo Emilio Sfondrati
Ottavio Paravicini, vescovo di Alessandria
Ottavio Acquaviva d'Aragona
Odoardo Farnese
Flaminio Piatti
Alberto d'Austria
Gaspar de Quiroga y Vela, arcivescovo di Toledo
Rodrigo de Castro Osorio, arcivescovo di Siviglia
Carlo II di Borbone-Vendme, arcivescovo di Rouen, amministratore di Bayeux
Andrs Bthory, vescovo di Varmia
Philippe de Lenoncourt
Pietro di Gondi, vescovo di Parigi
Hughes de Loubenx de Verdalle, O.S.Io.Hier.
Carlo di Lorena, vescovo di Metz
Filippo Sega, vescovo di Piacenza
Il 30 gennaio 1592, dopo 20 giorni di conclave, il cardinale Aldobrandini fu eletto pontefice, grazie ai voti dei
cardinali oppositori della Spagna, con il nome di Clemente VIII. Il 2 febbraio 1592 venne consacrato vescovo di
Roma dal decano del Sacro Collegio e il 9 febbraio fu incoronato dal cardinale Francesco Sforza di Santa Fiora,
protodiacono di Santa Maria in Via Lata.
Politica religiosa
Fin dal momento della sua elevazione si impegn con tutte le sue energie nel tentativo di attuare una riforma del
cattolicesimo in tutti i paesi. Nel 1592, secondo l'esempio barnabita, fece introdurre in tutte le diocesi la pratica delle
Quarantore, istituita a Milano nel 1527. Nel 1594 avoc a se la diatriba sorta tra Gesuiti e Domenicani, nata a causa
del De concordia del Molina, un trattato sulla grazia e sul libero arbitrio, che era arrivata fino al foro della Sede
Apostolica.
Per risolverla istitu una commissione, la Congregatio de auxiliis gratia, che se ne occup per nove anni. Durante il
suo pontificato, Clemente ordin anche la pubblicazione di una nuova edizione della Vulgata, che sar poi chiamata
"Clementina", fece pubblicare la revisione del Breviario romano, del Messale romano e una nuova edizione
dell'Index librorum prohibitorum.
Per approfondire, vedi Unione di Brest.
Politica interna
Il 15 agosto 1592 con la bolla Pro commissa nobis istitu, per controllare pi da vicino le amministrazioni dei
comuni pontifici, la Congregazione del Buon Governo.
Il 19 maggio 1599, con la bolla "Annus Domini placabilis", Clemente VIII annunci il XII Giubileo. Due giorni
dopo, con la bolla "Cum sancti jubilaei", sospese le altre indulgenze e il 30 ottobre invi a tutti i vescovi il breve
apostolico "Tempus acceptabile", con il quale li esortava a prepararsi al Giubileo organizzando pellegrinaggi a
Roma. La Porta Santa fu aperta il 31 dicembre, in contemporanea nelle quattro basiliche patriarcali. Tutte le
campane di Roma suonarono a festa accompagnate dal rombo dei cannoni di Castel Sant'Angelo.
Osti, albergatori, bottegai e negozianti vennero diffidati dal rincarare i prezzi. Furono presi severi provvedimenti per
la repressione del brigantaggio e del malcostume, furono vietati i festeggiamenti carnevaleschi e venne costruita una
casa per ospitare vescovi e sacerdoti poveri d'oltralpe. Per quest'ultima opera la comunit ebraica di Roma offr 500
pagliericci e coperte. Giunsero a Roma, che contava circa 100000 abitanti, tre milioni di pellegrini. Nel solo giorno
di Pasqua ne arrivarono 200000. Ogni pellegrino poteva lucrare l'indulgenza plenaria a patto di visitare 15 volte se
straniero o 30 volte se romano le basiliche. Lo stesso Clemente VIII fu di continuo buon esempio servendo
personalmente a tavola i pellegrini, ascoltandone le confessioni, salendo in ginocchio la Scala Santa, mangiando ogni
giorno con dodici poveri, visitando per 60 volte le Basiliche e recandosi di persona nei luoghi di penitenza per
verificarne le condizioni e il funzionamento. Anche i cardinali, in segno di penitenza, rinunciarono a indossare la
porpora. A causa di un attacco di gotta, che ne aveva anche ritardato l'apertura, Clemente VIII chiuse la Porta Santa
il 13 gennaio 1601, anzich il 31 dicembre 1600.
Politica estera
Clemente VIII fu un abile governante e un saggio statista. Lo scopo generale delle sue politiche fu quello di liberare
il Papato dalla sua dipendenza dalla Spagna. L'evento pi importante del suo regno fu, comunque, la riconciliazione
con la Francia, resa possibile dal cambio di rotta politica rispetto ai suoi predecessori. Il 25 luglio 1595 riconobbe
come legittimo il re di Francia Enrico IV, che nel 1593 si era convertito al cattolicesimo, e annull la bolla con la
quale Sisto V lo aveva dichiarato eretico recidivo.
Dopo lunghe trattative in cui mediarono importanti delegati della Repubblica di Venezia e il futuro cardinale Arnaud
d'Ossat, con l'editto di Nantes del 30 aprile 1598, il cattolicesimo torn centrale nella politica religiosa francese.
Pochi giorni dopo, il 2 maggio, il Papa riusc a far firmare la Pace di Vervins ai sovrani di Francia e Spagna. Con
questo trattato i due stati tornarono entro i confini stabiliti nel 1559 dalla Pace di Cateau-Cambrsis.
Nel 1597, grazie all'appoggio di Enrico IV, Clemente mise le mani sulla citt di Ferrara. In questo anno il potere
estense, durato tre secoli termin. Ormai lo Stato della Chiesa aveva raggiunto il territorio della citt e il duca
Alfonso II d'Este, signore di Ferrara, Modena e Reggio, fu costretto a sottoscrivere un atto nel quale si diceva che se
fosse morto senza eredi il suo ducato sarebbe passato direttamente sotto il controllo pontificio. Nonostante tre
matrimoni, Alfonso non gener eredi, pertanto, per salvaguardare la sua famiglia, lasci, per via testamentaria, tutti i
suoi possedimenti al cugino Cesare, ma il papa, rifacendosi all'accordo sottoscritto annesse al papato il territorio
ferrarese.
In quegli anni Clemente VIII inizi a mediare la disputa tra Enrico IV di Francia e il duca Carlo Emanuele I di
Savoia. Questa fu una impresa pi ardua perch nessuno dei due contendenti voleva cedere: il re di Francia voleva a
329
330
tutti i costi il marchesato di Saluzzo, mentre il duca non aveva alcuna intenzione di cederlo. Approfittando delle
nozze di Enrico IV con Maria de' Medici, il Papa invi in Francia, il nipote, cardinale Pietro Aldobrandini, per
benedire gli sposi e iniziare i negoziati di pace.
Il 17 gennaio 1601, con la firma del trattato di Lione, la disputa fu ricomposta. Carlo Emanuele cedette al Re di
Francia la Bresse, il Bugey, il Valromey, Casteldelfino e altri centri minori sulla riva del Rodano; Enrico IV cedette
al duca di Savoia il marchesato di Saluzzo, le piazzeforti di Centallo, Demonte, Roccasparviera e il ponte di Gresin;
come ultima clausola, il Re e il Duca si restituirono le fortezze e i territori occupati durante la precedente guerra e si
obbligarono a mantenere rapporti di amicizia e di buon vicinato.
Il progetto di occupare Costantinopoli servendosi del capo dell'esercito turco, Scipione Cicala, un genovese che,
rapito dai turchi all'et di quattordici anni, aveva dovuto rinnegare la fede cristiana non gli riusc.
Il mecenate
Come tanti suoi predecessori, anche Clemente VIII si circond di personaggi illustri. Fu grande amico di San Filippo
Neri, dei cardinali Roberto Bellarmino e Cesare Baronio, di personaggi come l'Antoniano, Guido Bentivoglio e
Andrea Cesalpino, ma si lasci pure tentare dal nepotismo: cre cardinali due nipoti, Cinzio e Pietro Aldobrandini.
Fu grande mecenate del letterato pi famoso del tempo, Torquato Tasso, poeta della corte papale e per il quale il
pontefice aveva preparato l'incoronazione in Campidoglio, non avvenuta per la morte stessa del poeta. Grazie a lui
furono costruite, in Vaticano, la Sala del Concistoro e la Sala Clementina, e a Frascati la Villa Aldobrandini,
residenza estiva del pontefice progettata da Giacomo della Porta e completata da Carlo Maderno con i giochi d'acqua
ideati da Giovanni Fontana.
Come il Sangallo era stato l'architetto di Paolo III, il Maderno fu l'artefice delle opere di Clemente VIII. Furono
costruite la Manica Lunga, alloggio delle Guardie svizzere, la Cappella Paolina, l'Appartamento dei Principi, la Sala
Regia, il Salone degli Svizzeri e la Cappella dell'Annunciazione, affrescata da Guido Reni. Sotto il suo pontificato,
inoltre, fu finalmente completata la cupola della basilica di San Pietro e furono cristianizzati tutti gli obelischi di
Roma, ad alcuni dei quali fu anche associata una peculiare indulgenza.
Sotto il pontificato di Clemente VIII ebbero luogo a Roma due processi destinati, per motivi diversi, a passare alla
storia: quello per eresia contro il filosofo Giordano Bruno, arso sul rogo, e quello contro la nobildonna romana
Beatrice Cenci, decapitata per aver fatto uccidere il padre che l'aveva fatta oggetto di abusi e violenze. Il processo di
Menocchio si svolse invece a Concordia, nel Friuli. Tutti e tre i casi videro l'intervento diretto del papa: nel caso di
Giordano Bruno egli partecip alla fase finale del processo invitando i giudici a procedere con la sentenza, cio di
fatto a condannare a morte l'imputato. Stessa cosa fece il Papa con Menocchio (che in realt si chiamava Domenico
Scandella). Anche in questo caso, tramite il cardinale Giulio Antonio Santori, il Papa intervenne per far eseguire
prontamente la condanna a morte per eresia. Nel caso di Beatrice Cenci, preoccupato per i numerosi episodi di
violenza verificatisi in quel periodo, Clemente VIII opt per una condanna esemplare respingendo le richieste di
grazia rivoltegli da pi parti.
331
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.
1. Sraphin Olivier-Razali, patriarca titolare di Alessandria, uditore della Sacra Rota. + 10 febbraio 1609.
2. Domenico Ginnasi, arcivescovo di Manfredonia. + 12 marzo 1639.
3. Antonio Zapata y Cisneros, arcivescovo di Burgos, Spagna. + 27 aprile 1635.
4. Filippo Spinelli, arcivescovo titolare di Rodi, vescovo di Policastro, chierico della Camera Apostolica. + 25
maggio 1616.
5. Carlo Conti, vescovo di Ancona e Umana. + 3 dicembre 1615.
6. Bernard Maciejowski, vescovo di Cracovia, Polonia. + 19 gennaio 1608.
7. Carlo Gaudenzio Madruzzo, vescovo di Trento. + 14 agosto 1629.
8. Jacques Davy Du Perron, vescovo di vreux, Francia. + 5 settembre 1618.
9. Innocenzo Del Bufalo-Cancellieri, vescovo di Camerino, nunzio apostolico in Francia. + 27 marzo 1610.
10. Giovanni Dolfin, vescovo di Vicenza. + 25 novembre 1622.
11. Giacomo Sannesio, protonotaro apostolico. + 19 febbraio 1621.
332
333
Incarichi ricoperti
Avvocato concistoriale, sotto Pio V dal 1566 al 1572;
Uditore della Sacra Rota nel 1569;
Aiutante del cardinale Michele Bonelli, Ordine Domenicano, durante una missione diplomatica in Spagna, dal
1571 al 1572;
Segretario dei memoriali nel 1585;
Datario di Sua Santit dal 15 maggio 1585 all'11 giugno 1586;
Cardinale prete dal 18 dicembre 1585 al 29 gennaio 1592;
Penitenziere Maggiore dal 12 giugno 1586 al 29 gennaio 1592;
Legato a latere in Polonia dal 1588 al 1589;
Eletto papa il 30 gennaio 1592.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo
Note
Bibliografia
Jan Wadysaw Wo, La legazione diplomatica in Polonia del card. I. Aldobrandini in una lettera di Emilio
Pucci, Rinascimento, anno 21 (1970), pp.219234.
Stefano Zen, Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico (La Ricerca Umanistica, 2), Napoli,
Vivarium, 1994. ISBN 88-85239-12-9.
Stefano Zen, Bartolomeo Cambi e la predicazione antiebraica nel Ducato di Mantova al tempo di Clemente VIII,
in La Sho'ah tra interpretazione e memoria. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Biblioteca Europea, 13),
Napoli, 5-9 maggio 1997, a cura di P. Amodio, R. De Maio, G. Lissa, Napoli, Vivarium, 1999, pp.7385.
Annuario Pontificio per l'anno 2003, Citt del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2003.
Voci correlate
Congregazione del Buon Governo
Pace di Vervins
Altri progetti
334
Collegamenti esterni
Cardinali nominati da Papa Clemente VIII (http://www.araldicavaticana.com/creati da clemente_viii 1592.
htm)
Predecessore
Successore
Papa Innocenzo IX
Papa Leone XI
Predecessore
Successore
1586 - 1592
Girolamo Mattei
Predecessore
Penitenziere Maggiore
Successore
Filippo Boncompagni
1586 - 1592
Controllo di autorit VIAF: 100212973 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 100212973) LCCN: n81066128 (http:/ / id. loc. gov/
authorities/names/n81066128)
Portale Biografie
Portale Cattolicesimo
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Licenza
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
//creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/
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