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Rinascita dell'anno Mille

Rinascita dell'anno Mille


L'espressione rinascita dell'anno Mille [1] designa una
fase storica del Basso Medioevo caratterizzata da una
rinnovata religiosit ma soprattutto da uno sviluppo
economico che comport cambiamenti evidenti nella
vita sociale, tanto da determinare quello che alcuni
storici hanno chiamato "Rinascimento medievale".[2]
Onde evitare confusioni con l'omonimo movimento
culturale del XV secolo,[3] si tuttavia preferito
chiamare "rinascita" questa fase di sviluppo culturale
collocata intorno al secolo XI.
Una parte della storiografia medievale non contesta il
fenomeno della rinascita dell'anno Mille, ma ne mette
in dubbio la repentinit e ne vede piuttosto una pi
lunga evoluzione che, iniziata nel X secolo, si espande
con sicurezza nella seconda met dell'XI secolo.[4]

L'Italia nell'anno 1000

Rinascita dell'anno Mille

La fine del mondo


Verso la fine del secolo X le gi travagliate vite dei popoli
dell'Occidente vengono investite da un'ondata di superstizioso terrore
causata da racconti popolari basati anche su testi evangelici.[5] "Mille e
non pi mille" aveva detto Ges secondo la tradizione nei Vangeli
apocrifi. [6] Si avvicinava la fine del mondo con il Giudizio universale.
Cos era scritto nell'Apocalisse:
2 Afferr il dragone, il serpente antico - cio il diavolo, satana - e lo
incaten per mille anni; 3 lo gett nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigill
la porta sopra di lui, perch non seducesse pi le nazioni, fino al
compimento dei mille anni. Dopo questi dovr essere sciolto per un po' di
tempo.

[7]

I quattro cavalieri dell'apocalisse, ovvero guerra,


fame, morte e malattia, incisione di Albrecht
Drer

Per approfondire, vedi Millenarismo.

Nuove energie, ma non diaboliche, infatti prorompono intorno al Mille in tutta l'Europa occidentale, dalle rive del
Mare del Nord alla pianura del Po, nelle valli degli Appennini. Il mondo non finisce; sta invece rinascendo a nuova
vita liberando quelle forze che erano andate lentamente maturando nel corso dei secoli barbarici.
l'inizio di quella espansione dell'Occidente che spinger i popoli tedeschi con i loro pesanti aratri alla ricerca di
nuove terre da dissodare ad Oriente (Drang nach Osten)
L'espansione germanica verso est assume le forme pi diverse: ora pacifica messa in valore di terre incolte, ora
insediamento di mercanti o coloni grazie a privilegi pacificamente ottenuti, ora azione violenta di conquista, spesso
mascherata dietro pretesti religiosi. Gli ordini monastici vi giocano una parte di primo piano.[8]
La colonizzazione di questa pianura settentrionale fu forse la principale impresa dei popoli germanici durante il
Medioevo [] Nulla pi importante nella storia germanica di questa immensa e secolare migrazione, di questa
mobile frontiera di gagliarde famiglie campagnole che avanzano costanti verso oriente, abbattendo foreste,
bonificando terreni, prosciugando paludi.[9]
I popoli slavi dovettero ritirarsi di fronte a questa massiccia ondata migratoria abbandonando le terre vicine al fiume
Elba e spingendosi sino al fiume Oder. Nel loro territorio s'insediarono stabilmente nel secolo XIII gli ordini
monastici cavallereschi dei Cavalieri Teutonici e dei Portaspada.

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L'espansione della "fede"


Urbano II bandisce la crociata (1095)
Popolo dei Franchi, popolo d'oltre i monti, popolo eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del
vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro
discorso e la nostra esortazione... Da Gerusalemme e da Costantinopoli pervenuta e pi di una volta giunta a noi una
[10]

dolorosa notizia: i Persiani, gente tanto diversa da noi


[11]

cristiani

, popolo affatto alieno da Dio, ha invaso le terre di quei

, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio

paese, parte ne ha uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite al culto della
[12]

propria religione

[] A chi dunque incombe l'onere di trarre vendetta e di riconquistarlo [il regno dei Greci] se non a

voi cui pi che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d'animo, agilit di membra, potenza
d'umiliare sino in fondo coloro che vi resistono? Vi muovano e incitino gli animi vostri ad azioni virili, le gesta dei vostri
antenati, la probit e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che
distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del
Signore Salvatore nostro, ch' in mano d'una gente immonda, e i luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente
posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza [] Non vi trattenga il pensiero di alcuna propriet, nessuna
[13]

cura delle cose domestiche, ch questa terra fatta angusta dalla vostra moltitudine

, n esuberante di ricchezza e

appena somministra di che vivere a chi la coltiva. Perci vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso
vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni
dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del Santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e
sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e
[14]

miele.

Saranno queste nuove forze espansive che faranno arrivare un popolo del Nord, forte e guerriero, di abili marinai che
dalla penisola scandinava e dallo Jutland si sposteranno verso Oriente ed Occidente per poi s'insediarsi nella terra
che si chiamer da loro Normandia e nelle fertili terre pugliesi e siciliane, che faranno sognare ai Crociati (definiti
Franchi dai musulmani del Vicino Oriente) le terre e le ricchezze, che il papa promette loro insieme alla salvezza
delle anime. Le crociate, una sorta di pellegrinaggio armato diretto ad aiutare i "fratelli d'Oriente" in cambio del
ritorno della Chiesa d'Oriente nel seno della Santa Romana Chiesa, ma anche una valvola di sfogo alla cristianit
della giovane Europa gonfia di violente energie che rivolgeva contro se stessa. A una sola condizione si poteva
imporre la pace cristiana a un'Europa siffatta, che cio le si offrisse in cambio un'altra guerra, meglio la sua unica
guerra.[15] nella quale avrebbero trovato sfogo le energie compresse dei Franchi che ...abituati a combattere
iniquamente in guerra privata contro i fedeli, [ora] si battano contro gli infedeli... Coloro i quali sono stati finora dei
briganti diventino soldati.[16]
Ad impiantarsi commercialmente al centro del Mediterraneo sar l'Occidente cristiano delle repubbliche marinare
italiche, che svolgeranno una proficua azione mediatrice col mondo islamico proprio nel momento in cui l'Imamato
fatimide, che dominava l'Egitto, si operer col massimo delle sue forze economiche e militari in Siria al fine di
annetterla e strappare poi all'"usurpatore" califfato degli Abbasidi la guida politica e spirituale della Umma (finendo
per con l'ingolfarsi in Siria). Ci facilit non poco i Turchi Selgiuchidi nella loro azione di "tutela" del sunnismo e
del califfato abbaside, ponendo sotto il proprio controllo Baghdad nel 1071 e le regioni che gravitavano sul Golfo
Persico e su parte dell'Oceano Indiano.
Nasce per gli storici il problema di distinguere tra causa ed effetto tra gli elementi che compongono la Rinascita
dell'Occidente, ma ci che conta indicarne le principali manifestazioni.
Quasi non c' aspetto della vita degli uomini dei secoli XI-XIII al quale non sia stato attribuito un carattere
rivoluzionario. Medievisti pi o meno illustri hanno cos parlato di rivoluzione agraria, rivoluzione feudale,
rivoluzione commerciale, rivoluzione industriale, rivoluzione urbana, rivoluzione intellettuale" tanto che da un
Medioevo immobile si passati a uno addirittura rivoluzionario e in effetti "nessuno pu negare che siano avvenuti

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cambiamenti profondi e persino radicati nelle strutture economiche, insediative, sociali, politiche e mentali della
societ europea di quei secoli.[17]

La rivoluzione demografica
L'aspetto pi sensazionale di questa espansione dell'Occidente[18]
, a detta degli storici, l'aumento della popolazione che per non si
pu calcolare in modo certo per l'assenza di documenti anagrafici
ma che risulta evidente da una serie di prove indirette come ad
esempio l'aumento dell'estensione delle terre messe a coltura. Tra
il secolo XI e XII ci sono documenti che testimoniano il
dissodamento estensivo di terre vergini: lo provano le carte
contrattuali con cui i feudatari concedono vantaggiose opportunit
per coloro che si insedino e coltivino le terre incolte. Nei catasti si
trovano piante a scacchiera o a spina di pesce dei terreni coltivati.
Ulteriore prova l'aumento delle decime che la Chiesa riscuote dai
contadini: il prevosto della cattedrale di Mantova alla fine del
secolo XII annota che in meno di un secolo le terre di propriet
della Chiesa sono state truncatae et aratae et de nemoribus et
paludibus tractae et ad usum panis reductae. (dissodate ed arate
risanate dai boschi e dalle paludi e riutilizzate per trarne pane.)[19]
Quando si parla di estensione delle superfici coltivabili si pensa in
genere alle terre strappate alla foresta ma si dimentica che questa
era una fonte di sopravvivenza per i villaggi contadini che in essa
trovavano gli animali da cacciare, la legna per scaldarsi, le ghiande
per i loro animali, spesso un ruscello dove pescare e integrare la
loro povera dieta: la foresta spesso tanto preziosa quanto la terra coltivabile. Dalle foto aeree e dall'esame dei
pollini risulta indubbio che la foresta sia arretrata in quest'epoca, ma piuttosto il suo margine che viene intaccato: il
sottobosco che offre meno resistenza al disboscamento spesso praticato con il fuoco o con mezzi primitivi.
Vengono ora messe a coltura anche le terre meno fertili, le terre fredde. Si realizzano veri e propri dissodamenti
collettivi di grandi dimensioni, di cui il pi vistoso quello che si verific nei Paesi Bassi dai "contadini delle
paludi", gli agricoltori fiamminghi che faranno sorgere dal mare i "villaggi di diga". Il conte di Fiandra Roberto II
doner all'incirca nell'anno 1090 all'abbazia di Bourbourg lo scorre (terra strappata al mare) e tutto quello che i
monaci riusciranno a togliere al mare (quicquid ibi accreverit per iactum maris)[20]
questa l'epoca in cui con sforzi giganteschi viene bonificata dalle paludi e dagli acquitrini la pianura padana e in
cui i versanti degli Appennini vengono dai signori feudali divisi in lotti e assegnati a quei contadini che s'impegnino
a liberarli dalla vegetazione e a coltivarli.
Secondo recenti calcoli questo fu l'andamento della crescita di una popolazione contraddistinta dalla brevit di vita e
dall'elevata mortalit infantile ma anche dalle numerose nascite e formazioni di gruppi familiari caratterizzate dalla
giovane et: verso il 1050 la popolazione europea stata stimata in 46 milioni nel 1100 era di 48 milioni, 50 verso il
1150 e 61 verso il 1200.
Questo imponente aumento della popolazione dell'Occidente cristiano fece crescere di conseguenza i corpi da
nutrire, vestire, alloggiare e le anime da salvare.

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La rivoluzione agricola
Lo sviluppo agricolo gi iniziato nell'et carolingia
causa ed effetto della rivoluzione demografica.
L'aumento della produzione di prodotti agricoli
dimostrato non solo dalla quantit delle terre messe a
coltura ma anche dalla qualit delle pratiche agricole
che si avvantaggiano di progressi tecnici. La prima di
queste innovazioni tecnologiche fu l'uso dell'aratro a
ruote e a versoio, che permetteva di incidere la terra pi
a fondo rispetto al pi primitivo aratro di legno a
chiodo, che scalfiva appena il terreno.
Aratro semplice portato

Si detto che questa dell'XI secolo fu la vera "et del


1. Bure
2. Dispositivo di attacco
ferro", sempre pi utilizzato a partire dal Mille, anche
3. Dispositivo di regolazione
se ancora parzialmente negli strumenti, soprattutto
4. Coltro o coltello
agricoli, che conservano manici in legno. Richiama
5. Scalpello
l'uso del ferro la diffusione nei paesi anglosassoni del
6. Vomere
7. Versoio
cognome Smith (fabbro). Ed questa innovazione che
segna un'inversione di tendenza rispetto alla pi evoluta
civilt orientale e pone le premesse delle moderne innovazioni tecnologiche.
Questo nuovo tipo di aratro, essendo infatti in ferro e pi pesante, permetteva l'aratura anche di terreni freddi e duri:
essendo poi il solco pi profondo, si dava maggiore protezione e nutrimento ai semi che attecchivano meglio e
producevano di pi.
Insieme con l'aratro si adott un nuovo modo di attaccare gli animali, migliorandone l'efficacia della trazione. Sino
ad allora si era utilizzato il cosiddetto pettorale, una cinghia in cuoio che attraversava trasversalmente il petto degli
animali attaccati, che ne venivano quasi soffocati. In seguito si pass al collare di spalla, chiamato anche collare
rigido o collare imbottito, per il cavallo, e giogo frontale per il bue.
Gli animali con il collo libero cos,
respiravano liberamente e ne veniva
sfruttata tutta la forza esercitata dal
collare o dal giogo che faceva
pressione sulle spalle. Si calcolato
che la trazione in questo modo
aumentasse di quattro, cinque volte. La
ferratura degli zoccoli del cavallo
Calendario (l'aratura), 1000 circa, miniatura, Cotton ms. Tiberius B. V., f. 3r., Londra,
permetteva poi di utilizzare questo
British Library
animale finora escluso per l'aratura
perch meno potente del bue. Certo il
cavallo era meno forte del bue, ma pi veloce e soprattutto meno costoso, per cui il suo rendimento alla fine si rivel
superiore del cinquanta per cento rispetto ai buoi. Il cavallo, inoltre, era pi resistente e poteva prolungare la giornata
di lavoro di almeno un paio d'ore, quando ad esempio si doveva profittare in fretta delle condizioni climatiche
favorevoli per l'aratura e la semina. Per i contadini che avevano il loro campo lontano il cavallo era un comodo
mezzo di trasporto che permetteva, inoltre, la formazione di popolose borgate rurali al posto dei piccoli e sperduti
villaggi, permettendo uno stile di vita semiurbano con i vantaggi sociali conseguenti.
Un altro grande cambiamento in agricoltura fu l'adozione di una forma di avvicendamento triennale delle colture che
consentiva uno sfruttamento pi intensivo dei terreni. In assenza di concimi chimici i campi in passato, dopo il

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raccolto, venivano lasciati a riposo perch recuperassero le sostanze nutritive: era la parte della terra non coltivata,
chiamata maggese, che riguardava all'incirca la met del campo coltivabile. L'anno successivo si operava all'inverso,
attuando quello che si definisce avvicendamento biennale. In seguito si introdusse invece la rotazione triennale: il
terreno veniva diviso in tre parti all'incirca uguali e solo un terzo lasciato a riposo: in questo modo la produzione
saliva dalla met all'incirca ai due terzi della produzione possibile con un aumento di un sesto della produzione su
tutta la terra coltivabile e di un terzo rispetto al metodo biennale. Ma non si tratta solo di un miglioramento
quantitativo: cambia anche la qualit delle colture. Una parte del terreno, infatti, viene seminata in autunno per i
raccolti invernali (ad esempio frumento e segale) l'altra seminata in primavera ad avena orzo o legumi per i raccolti
estivi. Solo un terzo del campo viene lasciato a riposo e nell'anno seguente si alternano le colture. Da questo nuovo
metodo deriva un triplice vantaggio: con i raccolti d'avena si nutrono le bestie e gli uomini; in caso di carestie in una
stagione si pu sperare nell'altro raccolto della stagione successiva, ma soprattutto si ottiene una variazione della
dieta e l'introduzione in essa dei legumi, fondamentali per il loro apporto di proteine.
La coppia cereali legumi diventa normale al punto che il cronista Orderico Vitale, parlando della siccit che nel
1094 ha colpito la Normandia e la Francia, dice che essa ha distrutto segetes et legumina, messi e legumi.[21]
Nel corso del secolo X si era poi rotto l'equilibrio tra le terre che il signore amministrava direttamente servendosi
delle prestazioni d'opera gratuite dei servi (pars dominica) e quelle affittate ai coloni, di solito le pi difficili da
coltivare, (pars massaricia). Ora l'antica suddivisione della propriet in pars massaricia e in pars dominica finisce
per scomparire. Anche la pars dominica viene divisa in lotti poich ormai i contadini riservano il pi possibile del
loro lavoro ai loro campi e diminuiscono sempre pi i servi obbligati a lavorare per il signore. Finisce l'economia
curtense e con essa il modo di pensare e di sentire anche se gli usus non hanno perso il loro valore. All'antico
torpido adagiarsi negli schemi della consuetudine orale subentra una smania di mettere per iscritto, di fissare canoni,
di precisare posizioni reciproche. Non soltanto riscossa di ceti bassi. una nuova mentalit che si fa strada, tanto in
alto che in basso.[22]

La rivoluzione edilizia
Un ulteriore sfruttamento della forza di traino degli
animali si raggiunse con la diffusione del sistema
dell'attacco in fila che abbinato, a partire dalla prima
met del secolo XII, con il carro a quattro ruote
permetteva il trasporto di grandi carichi pi stabili e pi
pesanti rispetto a quando si usava il carretto a due
ruote. Si potevano ora trasportare grandi blocchi di
pietra e legnami con cui costruire le grandi chiese che
come diceva un cronista dell'epoca: stanno ricoprendo
di un bianco manto la superficie del mondo.[23] Il
carro e i buoi li troviamo spesso celebrati sulle pareti
delle cattedrali perch si deve alla loro fatica l'erezione
della grande costruzione. A tutto questo si deve
aggiungere il perfezionamento delle macchine edilizie.
Le cattedrali: il posto per risanare le anime ma anche il
luogo d'incontro degli abitanti per le loro assemblee,
dove discutere al coperto dei problemi di utilit pubblica. Somme enormi che impegnano pi generazioni successive
di
signori
feudali
vengono
spese
La nuova carrucola di sollevamento carichi

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per la costruzione di questi edifici che si stagliano da lontano con la loro


massa bianca emergente dalle piccole case che le attorniano. Esse diventano
un luogo di attrazione e di meraviglia e contemporaneamente un luogo di
commerci profani sempre pi intensi e redditizi per il signore e i borghesi che
hanno investito i loro denari nella costruzione della grande chiesa.
all'ombra delle cattedrali, di solito contornate da un grande spiazzo, che si
tengono le fiere dove gli uomini si scambiano merci, notizie ed idee.
Il nuovo spiritualismo emanato dalla riforma cluniacense si esprime anche nel
novo stile romanico delle cattedrali, enormi, forti e massicce come i
castelli.[24] Esse sono infatti l'espressione del potere e della ricchezza della
Chiesa, pi che ad accogliere i fedeli sono fatte per far capire a tutti la gloria
di Dio. E le masse in realt rimangono stupefatte di fronte alla grandezza
dell'edificio ma non capiscono il linguaggio dell'arte romanica utilizzata come
strumento di propaganda. I fedeli nella loro ingenuit non potevano
comprendere l'ermetico simbolismo rappresentato sulle pareti della cattedrale
e la raffinatezza pittorica delle scene sacre rappresentate.

Le nuove tecniche di costruzione


applicate alle grandi cattedrali

Le cose cambiano nella met del secolo XI quando con la rinascita dell'economia e con la riforma spirituale di Cluny
compare una maggiore libert nello stile romanico, indizio di un mutamento che nel permanere di una
rappresentazione sacra tende a divenire pi popolare anticipando l'architettura gotica. La verticalit si accentua ed
ora il fedele capisce il simbolo della tensione verso Dio e il senso di distacco dalle cose terrene.

La rivoluzione "industriale"
Nel secolo XI si comincia ad usare una nuova macchina, il telaio a pedale,
cos importante per lo sviluppo della unica industria medioevale che per la
produzione diffusa di tessuti merita questa definizione. Non sappiamo nulla di
chi adott per primo questo semplice ritrovato di applicare un pedale al
preesistente telaio a mano riducendo cos la fatica dei tessitori e velocizzando
la tessitura. I telai a pedale si diffondono dalle Fiandre all'Impero bizantino. I
tessitori cominciano a contare qualcosa, sebbene molto poco ancora, ma
diverranno a poco a poco i primi nuclei di quella rivoluzione industriale
ancora di l da venire. Si verifica poi l'effetto cumulativo tipico delle
innovazioni tecnologiche: l'accelerazione della tessitura si riflette sulla
velocizzazione della filatura con l'applicazione della ruota a pedale;
cominciano cos ad essere considerate figure ancora pi umili dei tessitori: le
filatrici.

Telaio a pedale

Nello stesso periodo si diffonde un'altra nuova macchina: il mulino ad acqua. Questo era gi conosciuto nel periodo
ellenistico ma non era stato sfruttato a fondo. Ora si verificano le condizioni per suo uso intensivo e conveniente. Il
lavoro umano ha perso sempre pi importanza e si scopre che la schiavit non pi conveniente. Il costo dei servi e
degli animali per far girare le macine troppo alto e il mugnaio deve poter contare su un approvvigionamento di
grano abbondante e continuo. Ci avviene nel momento in cui in Occidente gli schiavi diventano servi e gli uomini
liberi o non liberi di un villaggio sono costretti a far macinare il loro grano nel mulino del signore. Nell'Inghilterra
dell'XI secolo si contano circa cinquemila mulini, quasi uno ogni quattrocento abitanti.
Dopo la scoperta del fuoco l'acqua diventa un'altra grande fonte d'energia per la produzione di beni di massa.

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Il mulino ad acqua, mano a mano che nasce l'esigenza di nuovi prodotti, viene esteso alle pi diverse attivit
manifatturiere. Ce ne si serve nella follatura dei panni e nella triturazione dei colori delle tintorie e delle concerie,
aziona il mantice delle fucine e le seghe nelle segherie. Non si pens ad applicarlo anche alla tessitura e alla filatura
ma forse il lavoro di questi umili artigiani era cos poco pagato e la loro fatica cos poco considerata che non valeva
la pena di trasformare un telaio a pedale.[25]

La rivoluzione commerciale
Sin dalla seconda met del secolo IX compare una nuova classe quella dei negotiantes, i mercanti, che insieme a
quella degli artigiani, si va ad aggiungere a quelle degli aristocratici feudali, del clero, dei liberi coloni e dei servi.
Con l'aumento della popolazione rinascono a nuova vita le vecchie citt romane, mai del tutto decadute e ne sorgono
delle nuove. Sotto le loro mura e dentro si tengono mercati e tornano a circolare quelle monete che in passato erano
tesaurizzate e nascoste.
Si visto che gi negli ultimi tempi della monarchia longobarda son ricordati nell'editto di Astolfo (750-754 d.C.) i
negotiantes come una classe sociale distinta, divisa in tre gradi, di cui il pi alto posto alla pari coi medi proprietari
di terre. Resta il dubbio se con quel termine si voglia indicare, secondo il precedente romano, gli uomini d'affari che
si occupano di preferenza di affari di credito, o invece i mercanti di professione.[26].
Poich nell'et di Astolfo le citt erano per lo pi spopolate sembra logico pensare che con il termine negotiantes ci
si riferisse non agli operatori di credito quanto proprio ai mercanti girovaghi. soprattutto per nell'XI secolo che si
ritrovano concessioni per aprire mercati entro le citt o sotto le loro mura. I mercanti trovano le merci da vendere
nella produzione artigiana ma non solo.
Le merci si distinguevano in "grosse" e "sottili" e in base a questa dizione si ritenuto a lungo che gli articoli ricchi
costituissero il nerbo del commercio internazionale in quanto poco ingombranti erano facilmente trasportabili a
grandi distanze senza notevoli spese, e per il loro alto pregio, anche se trattati in piccole partite, davano alti guadagni
(per esempio perle e pietre preziose, profumi, spezie per la cucina...) Invece per le vie di terra e quelle marittime
circolavano in larga prevalenza carichi di merci povere o comunque pesanti...[27]
Generi alimentari come sale, grano, vino, richiesti da paesi che ne erano privi per carestie o guerre o materiali di cui
si aveva urgente bisogno come legname. Nell'et del telaio a pedale naturalmente si trafficano lana, cotone e tessuti e
quell'elemento indispensabile per sgrassare le fibre e fissare il colore dei panni: l'allume.

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La rivoluzione religiosa
I nobili feudali rimanevano nel loro animo
profondamente superstiziosi e quando sopraggiungeva
la paura della dannazione eterna cercavano di salvarsi
la loro anima con le preghiere di monaci a loro
disposizione. Cos il duca d'Aquitania, dopo aver
saccheggiato monasteri dovunque don a dei monaci
benedettini nel 910 un suo padiglione di caccia a Cluny
in Borgogna. Il monastero avrebbe dovuto esser
soggetto solo all'autorit del papa che per era lontano
e con il suo potere in crisi per la lotta per le investiture
con l'imperatore.
In un mondo sconvolto da disordine veniva di nuovo
creata una zona benedettina che godeva di pena libert
spirituale, questa volta zelantemente protetta sia contro
i nobili in perenne conflitto sia contro i non meno avidi
vescovi della vicinanze.[28]

L'abazia di Cluny

La regola benedettina dell'"Ora et Labora" (Prega e lavora)

Il monastero era un'isola di pace non solo per i suoi


signori benefattori ma per chiunque chiedesse ospitalit
e ricovero. Una sorta poi di turismo religioso affluiva
nei chiostri dove si veneravano preziose reliquie dei
santi. I monasteri si accrebbero dunque di dimensioni e
di numero. Dopo un secolo pi di mille erano i nuovi
conventi nati e tutti erano soggetti all'abate di Cluny
come se ci fosse stato un unico convento diretto
dall'abate, vero capo di una sorta di Stato cluniacense
nato dalla libert spirituale e dal potere politico di
monaci che spesso erano i consiglieri dei principi. Da
Cluny nacquero numerosi altri monasteri specie in
Francia e in Italia dove si accentu quello spirito
iniziale di libert spirituale sino a divenire una sorta di
anarchia con uno stile di vita quasi selvaggio e
condotto in solitudine. Non si credeva pi che la vita
comunitaria potesse veramente avvicinare a Dio,
soggetta com'era ai potenti. Nacque cos l'anacoretismo
quasi di stile orientale, in Occidente dove gli eremiti si
consideravano sciolti da ogni vincolo di obbedienza sia
nei confronti del monastero che di qualsiasi istituzione
feudale rigettando ogni forma di vita spirituale

organizzata.
Il desidero di una vita spirituale assolutamente libera si trasfer dai monaci ai laici dando inizio alla diffusione delle
eresie di coloro che non fidandosi delle preghiere di monaci compromessi con il potere temporale cercavano la
salvezza delle loro anime da soli. Con il tipico modo d'essere medioevale incapace di una moderazione dei
sentimenti e delle passioni, con l'abbandono agli estremi di un comportamento eccessivo e smodato, anche il
desiderio di redenzione assunse queste caratteristiche. Nel 1028 l'arcivescovo di Milano fa arrestare trenta

Rinascita dell'anno Mille

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nobildonne di Monforte in Piemonte che conducevano vita ascetica sotto la guida della contessa di Monforte. La
verginit era il loro ideale, non si cibavano di carne, dividevano tra loro ogni possesso, pregavano e osservavano il
digiuno giorno e notte. Mortificavano la carne in espiazione dei peccati e quando si avvicinava la morte naturale, pi
d'una si faceva uccidere dalle compagne per essere liberata dall'odiato corpo... Dopo l'arresto diedero prova di
estrema fermezza: poste tra una grossa croce di legno e un rogo, preferirono per la maggior parte gettarsi in mezzo
alle fiamme, le mani premute sugli occhi.[29]
Comportamenti cos radicali non potevano trovare molto seguito ed in effetti gi dal 1051 se ne perse traccia ma non
perch erano finite le eresie ma perch finalmente con la riforma gregoriana della Chiesa anche i laici, prima
semplici spettatori, venivano inseriti nella riforma iniziata dai monasteri.
Per approfondire, vedi Riforma gregoriana.

La rivoluzione politica

Ildebrando da Soana, papa Gregorio VII

L'impero era andato sempre pi perdendo di potere di fronte


all'attacco dei grandi vassalli ma ora gli imperatori di Sassonia
decidono che giunto il momento di rendere effettiva la propria
autorit e prendono a conferire insieme feudi e nomine
ecclesiastiche creando cos la nuova figura feudale del
vescovo-conte. Si assicurano in questo modo la fedelt dei nuovi
vassalli ed insieme il ritorno nelle proprie mani delle terre
concesse in possesso feudale. La casata di Sassonia e di Franconia
presero a nominare vescovi senza badare alla loro dignit religiosa
purch fosse sicura la loro fedelt e la loro disponibilit a lasciare
il pastorale per la spada. In fondo gli imperatori tedeschi imitavano
quei feudatari che da tempo in Germania, con l'istituzione delle
"chiese private", avevano preso a conferire in donazione o in
beneficio le terre destinate alla costruzione di conventi, chiese od
abbazie e a nominare loro stessi, fossero religiosi o laici, gli abati
o gli arcivescovi che dovevano loro garantire in preghiere per la
salvezza delle loro anime il buon esito della donazione o della

concessione del feudo.


Si diffusero cos tra il clero la simonia e il concubinato, i mali dell'"et ferrea" della Chiesa. La protesta dei fedeli per
il clero indegno fu cos accolta dai riformatori di Cluny, assecondati dai papi tedeschi, con il sostegno degli stessi
imperatori che non si rendevano conto che una Chiesa cos riformata avrebbe rivendicato non solo la sua assoluta
autonomia nei confronti dell'impero ma anzi il primato sull'Impero stesso. Come infatti avvenne con il grande sinodo
o concilio di vescovi, il Sinodo del Laterano del 1059, ispirato dal monaco cluniacense Ildebrando di Soana,
consigliere di papa Niccol II. Il sinodo viet a chiunque di ricevere cariche ecclesiastiche dalle mani di laici,
fossero pure quelle dell'imperatore e condann nuovamente ogni forma di simonia e concubinato. Stabil inoltre
nuove
regole
per
l'elezione

Rinascita dell'anno Mille

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del papa affidandola ad un collegio di vescovi delle principali


diocesi, chiamati cardinali, poich essi erano i cardini della
Chiesa, ribadendo l'illegittimit delle nomine imperiali dei papi. Si
aprir cos il lungo conflitto tra l'Impero e la Chiesa, una guerra
che vedr persino un attentato ordito da un partigiano imperiale
alla stessa vita del promotore di quel rinnovamento spirituale e
politico della Chiesa: Ildebrando da Soana divenuto papa Gregorio
VII. Il pontefice con il "Dictatus papae" (1075) atto di supremazia
sul potere imperiale, apriva quella "lotta per le investiture" che
vide alla fine soccombere il prestigio di quelle istituzioni
universali, il papato e l'Impero, che erano stati i punti di
riferimento politici e religiosi per gli uomini del Medioevo.

Dictatus Papae, Archivio Vaticano

Il sacrilego attentato alla persona di papa Gregorio VII in Roma nell'anno 1075
Autore del sacrilego attentato secondo le cronache fu Cencio, antico fautore di Cadalo[30] e padrone di una torre sul
Tevere dinanzi a Castel Sant'Angelo. Uomo violento e senza scrupoli Cencio era uno di quei "capitanei"[31] della
Campagna romana che per le sue malefatte era stato condannato a morte da papa Gregorio VII.
Cencio riusc a sfuggire alla pena per intercessione della contessa Matilde di Canossa ma non pot comunque evitare
che la sua torre sul Tevere venisse abbattuta per ordine del papa. Cencio colse l'occasione per vendicarsi nella notte
di Natale del 1075.
Papa Gregorio aveva celebrato messa nella chiesa ad nivem, l'odierna Santa Maria Maggiore, e mentre stava
distribuendo la comunione, Cencio con i suoi sgherri armati si slanci contro il papa e, spogliatolo dei sacri
paramenti, lo caric di peso su un cavallo e fugg nella notte. Ma il popolo romano che amava il suo pontefice si
mobilit all'istante. Si chiusero subito tutte le porte della citt affinch il rapitore non potesse rifugiarsi in qualche
suo castello nella Campagna romana. Mentre il popolo si riuniva sul Campidoglio per decidere il da farsi, si sparse la
voce che il papa era prigioniero in una torre vicino al Pantheon. L accorse il popolo tumultuante circondando la
fortezza.
Cencio che invano con minacce di morte aveva tentato di farsi donare dal papa una somma di denaro si vide perso e
in ginocchio chiese perdono del suo delitto. Il papa con grande magnanimit plac il popolo, copr con la sua stessa
persona il criminale salvandolo dalla furia della folla. Ancora sanguinante per le percosse, il papa poi torn nella
basilica e riprese serenamente il rito interrotto.[32]

Rinascita dell'anno Mille

Note
[1] Cfr. Sapere.it alla voce corrispondente (http:/ / www. sapere. it/ sapere/ strumenti/ studiafacile/ storia/ Il-medioevo/
Strutture-produttive-e-demografia-nel-Medioevo/ La-rinascita-dell-anno-mille. html)
[2] Gianfranco Maglio, L'idea costituzionale nel Medioevo: dalla tradizione antica al "costituzionalismo cristiano", Il Segno Gabrielli Editori,
2006, p.50
[3] Gianfranco Maglio, Lezioni di storia medievale. Dalle origini all'anno mille, Il Segno Gabrielli Editori, 2004 p.122
[4] Gianfranco Maglio, L'idea_costituzionale nel Medioevo, Il Segno Gabrielli Editori, 2006 p. 122
[5] La ... rinascita dell'XI secolo che di per s sembra esorcizzare o comunque attenuare le paure e i timori che attraversavano periodicamente la
"psicologia collettiva" della societ dell'anno Mille (in Gianfranco Maglio, Lezioni di storia medievale. Dalle origini all'anno mille, Il Segno,
Gabrielli Editori, 2004 pp. 122 e sgg.)
[6] il poeta Giosu Carducci menzionava il detto, attribuito a Ges, di "mille e non pi mille", con riferimento alla distruzione finale e al
giudizio universale ritenuti ormai prossimi. (In Rai educational (http:/ / www. educational. rai. it/ lemma/ testi/ millennio/ millennio. htm))
[7] Apocalisse 20,2-7
[8] Le Goff, La civilt dell'Occidente medioevale, Torino 1969
[9] H.A.L. Fisher, Storia d'Europa, Bari 1971
[10] La diversit primo elemento di fondamentalismo religioso
[11] In realt la Palestina non era terra solo di cristiani perch gli Arabi musulmani l'avevano occupata sin dal VII secolo
[12] Alle pretese atrocit dei Turchi (sineddoche per "musulmani") gli storici musulmani contrapporranno quelle altrettanto pretese dei cristiani
[13] Nelle parole del papa il fenomeno della rivoluzione demografica dell'anno Mille
[14] Robert Le Monde, cronista francese del secolo XI in Historia Hierosolymitana
[15] G. Falco, La polemica sul medioevo, Napoli 1977
[16] Foucher de Chartres, Storia di Gerusalemme
[17] G. G. Merlo, Basso Medioevo, in G. Tabacco, G. G. Merlo, Medioevo, Bologna 1989
[18] Marta Fischer, Walter Pedrotti, Le citt italiane nel Medioevo, Giunti Editore, 1997, pag.29
[19] J. Le Goff, Il basso medioevo, trad. di E. V. Spagnol, Milano 1967
[20] J. Le Goff, op. cit.
[21] J. Le Goff, op. cit.
[22] C. M. Cipolla, Storia economica dell'Europa pre-industriale, Torino 1976
[23] Rodolfo il Glabro, Cronache dell'anno mille (storie), Milano 1991
[24] In quest'ambito oper il monaco cluniacense Guglielmo da Volpiano di cui rimasta memoria nelle cronache di Rodolfo il Glabro. Monaco
benedettino, allievo di Majolo, ader alla riforma che ha il suo centro nell'Abbazia di Cluny. Artista ed architetto, lavor tra la Francia e l'Italia
fondando una quarantina di monasteri e chiese. Con l'attivit di promozione dell'edilizia religiosa, contribu anche al diffondersi in Francia
della cultura architettonica romanica e, in particolare, della tecnica della copertura a volta.
[25] Cfr. Daniele Pifferi, La ripresa economica e le nuove tecnologie dopo l'anno Mille: l'importanza del lavoro e delle nuove tecniche per la
rinascita dell'Europa tra il X e il XIII secolo, DFA, Locarno, 2010
[26] G. Luzzatto, Breve storia economica dell'Italia medievale, Torino 1958
[27] A. Sapori, La mercatura medievale, Firenze 1972
[28] Arno Borst, "Monumenti religiosi e spirituali nell'Alto Medioevo" in "I Propilei", Milano 1968
[29] A. Borst, op. cit.
[30] Eletto antipapa col nome di Onorio II con l'appoggio dell'imperatore
[31] Titolo feudale dei signori romani proprietari di castelli nell'agro romano.
[32] Sintesi parafrasata da R. Morghen, "Gregorio VII", Torino 1942)

Bibliografia

Jacques Le Goff, La civilt dell'Occidente medioevale, Torino, 1969.


Herbert Albert Laurens Fisher, Storia d'Europa, Bari, 1971.
G. Falco, La polemica sul medioevo, Napoli, 1977.
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J. Le Goff. Il basso medioevo, trad. di E. V. Spagnol, Milano, 1967.
Carlo Maria Cipolla, Storia economica dell'Europa pre-industriale, Torino, 1976.
Gino Luzzatto, Breve storia economica dell'Italia medievale, Torino, 1958.
A. Sapori, La mercatura medievale, Firenze, 1972.

Arno Borst, Monumenti religiosi e spirituali nell'Alto Medioevo, in I Propilei, Milano, 1968.
Raffaello Morghen, Gregorio VII, Torino, 1942.

12

Rinascita dell'anno Mille

13

Gianfranco Maglio, L'idea costituzionale nel Medioevo, Il Segno Gabrielli Editori, 2006

Voci correlate

Medioevo
Basso Medioevo
Periodo caldo medioevale
Congregazione Cluniacense
Comune medievale
Rinascimento del XII secolo
Portale Medioevo

Portale Storia

Fonti e autori delle voci

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Rinascita dell'anno Mille Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=58386741 Autori:: Al Pereira, Armilio, AttoRenato, Bramfab, Buggia, Castagna, Cloj, DarkAp, Discanto, Dome, Dr
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