Sei sulla pagina 1di 324

e S Y'^^

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STOlllCO-EGCLESlASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORKI

SPECIAL lAI ENTE INTORNO


AI PBINCIPALI SANTI, BEATI, MABTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E più" celebri scrittori ecclesiastici, ai varii gradi della gerarchla
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC,

COMPILAZIONE

DEL CAV.VLIERE G.lETxVNO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXM.

IN VENEZIA
DALLA r l P O O R A F I A EMILIANA
MDCCCLI V.
^"^
•^ .^"* ^
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

SID SID

OIDONE, SI DONI A SAIDE. Sede tissimo ponte, si vuole eretto da tale emi-
vescovile della Fenicia maiillima nel pa- ro. Quantunque Saide sia decaduta, pre-
triarcato irAiiliocliia in Sirin, Ira Tiro e sentemente fa ancora un commercio as-
Berito, cillìi anlichissima e celebre, sog- sai importante, essendo considerata come

getta alla Turchia e suo pascialatico col il porto di Damasco. La maggior partedel-
nome di Saide o Seide, che occupa il silo lecase hanno giardini, e ne'contorni prin-
della vetusta Sidonia, in una pianura di cipalmente coltivasi il gelso. La città va

ciica una lega d'eslensione.ed oltre la qua- soggetta a frequenti terremoti orribili, ed
le s'iiinal7ano montagne scoscese e incolte; "20 la co-
a pesti spaveutose,e quella del i

Rssisa sul fianco settentrionale d'uo'emi- municò un bastimento a Marsiglia che ne


nenza , stendesi lungo il Mediterraneo. restò desolata : il terremoto che pali nei
Buona vi è l'aria, ed i giardini ed i ver- I "85 fece perire molla gente e fu segui-
rieri che la circondano, le danno da lun- lo da peste che quasi rese deserta la cit-

gi grwdevole aspttlo. Dalla parte di terra tà. Sidone die i famoso Zeno-
natali al
ha mi alto muro; la difende a mezzodì e ne, filosofo epicureo. Fu Sidone per lun-
la domina un'alta torre incapace di re- go tempo la metropoli della Fenicia, lin-
sistenza, la cui co«ti ii7Ìoi)e si :ittril)uisce cile venne n disputarle tal ilignilà Tiro
a s. Luit^i I.\. L'nnlico e ma^nilko porto fatta più potente. Mosi' allerina cliefn fib-
formato da grandi inoli è inleramonledi bricala ila Sidun figlia mag^iore di Ca-

strutto, nttribuendosi a Fakhreddin emir naan padre e capo di tulli fenicit e noto i

de'drusi la delìnitiva sua rovina, per im- da Noè: afferma (»ioselfo nelle Antichità
pedire III gransignore di mandai vi forze gin(l4ìichc, cht: Sidone fu la .' Città ('''.) 1

marittime destinate a soggiogarlo; il por- costriittn nel mondo. Il 'ferzi nella Si-
lo attuale è piccolo e quasi colmo ili are- ria sncra,c\ìe ciò 1 iporta, riferisce di più,
na. Il rovinoso castello circondato d'ac che il suo nome Eustatio lo fa detivare
qua, che comunica colla ciltii per stret- da Sida figliuola di Belo che regnò in Ba-
4 SID SID
bilonin ; olti'i nttribuiscono il suo fiome to il più importante commercio dell'an-
all'abhoiuliinza de'pesci de'suoi li(li,in lin- tico mondo, nel medio evo i crociali la

gua fenicia tltlli Sidon. Dice Giosuè clic fecero in certo modo uscire dalle sue rovi-
la cillìi di Sidone era già ricca e posscule ne,sottoBaldovino I,che se ne impadronì
allorché cnlraroiio nel paese di Canaan nel 1 1 I I ; ed avendola concessa in feudo ai
gì' isiaelili j e la Scrittura le dà sovente fiammingo conte Eustachio Gremer, que-
il nome di grande: osserva s. Girelauio sti grandemente la fortificò nelle sue sode

clie toccò in parte alla tribù d'Aser, e la e spaziose mura, ed suoi due castelli fu- i

chiama termine aquilonare de' cananei. rono affidati alla difesa de'cavalieri teu-

]\elioi5 avanti l'eia nostra di[)endeva tonici e templari. Ma soidani d'Egitto


i

già da Tiro, poiché Salomone pregò Iram e di Damasco la rovinarono verso la me-
re di Tiro d'ordinare a'sidonii di tagliar tà del secoIoXIlI,es. Luigi IXrediFran-
sul Monte Libano le legna di cui abbiso- cia la ristabilì: però dopo la ritirala dei
gnava pel tempio di Gerusalemme che vo- francesi la sua decadenza fu progressiva.
leva edificare. Scossero i sidouii il giogo 11 Terzi, che produsse altre notizie su Si-
di Tiro 7?.o anni prima di detta era, e si done, rileva che vi si adorava Baarim e
dierono a Salmanazar,allorchèquel prin- Astharol, per cui Dio rimproverò agli e-

cipe entrò in Fenicia. Lo stesso GioseKo brei il sacrilegio d'aver ammessa in con-
narra, che circa i Scanni dopo entrato A- federazione questa gente idolatra. Il fa-

prie re d'Egitto in Fenicia con potente e- moso Iram colle forme più esalte e pre-
sercito prese Sidone per forza, il che fece gievoli dell'architellura vi rinnovò tem- i

alvinciloreassoggettarelultele altre città pli d'Ercole e d'Astarte, al quale offrì in-

fenicie. Ciro pure la conquistò, però i si- censo Salomone affascinalo dalle lusinghe
donii ottennero dai persiani il permesso di sue concubine. Vanta la città la Sibil-

d' aver il loro re particolare^ ed ebbero la Sidonia, che promulgava precetti che
parte a tutte le spedizioni de'loro nuovi si avvicinavano alla morale Mosaica; fece

padroni, al dire d'Erodoto. Nelle guerre stordire Eraclito e il popolo di Delfo, ed


di Serse contro i greci, secondo Diodoro immaginossiche fosse venula da Elicona,
Siculo, il re diSidone comandava una flot- e fosse stala educata dalle INIuse figlie di

ta di 80 vele, e molto contribuì alla vit- Giove. Gesù Cristo santificò colla sua pre-
toria sui lacedemoni. La città fu rovinata senzaSidone,quando da Tiro passò inGa-
35 anni a vanti
I l'era nostra, sotto il regno lilea;poscia vi sparse primi semi del van- i

di Dario Ooo re di Persia. Partiti i per- gelo s. Paolo apostolo nel recarsi a lloma,
siani, ritornarono i sidouii assenti e sfug- e vi ordinò ili. "vescovo.

giti alla strage, e la riedificarono. Ales- La sede vescovile fu eretta nel i ."secolo,

sandro il Grrt^r/eseneimpossessòquando ma i vescovi nonconoscono sino al IV


si

occupò la Fenicia dopo la battaglia d'Is- secolo, e nel XII divenne arcivescovile o-
so, e 333 anni avanti detta era: il suo fa- noraria, sotto la metropoli diTiro.Nel 5i i

vorito Efeslioue le die per re Ballonimo o nel 5i 2 vi fu tenuto un conciliabolo di


agricoltore, a premura del parente suo o- 80 vescovi eutichiani, d'ordine dell'impe-
spite che avea ricusato la dignità. Dopo ratore Anastasio I e contro il concilio di
la sua morte Sidone passò prima a're d'E- Calcedonia, che voleva obbligare a sotto-
gitto, poi a que'di Siria, finche cadde in scrivere VEnotìco (F.) del suo predeces-
potere de'romani. Augusto per le sue se- sore Zenone, ma senza riuscita. Dappoi-
dizioni la privò della libertà; questa ri- ché opposero costantemente s. Fla-
vi si

cuperala, Sidone nelle medaglie s'intito- viano patriarca d'Antiochia, e Giovanni


lava divina, sagra, asilo, autonoma e na- vescovo di Paltò, perciò dall'eretico im-
vnithide. Sidone dopo aver con Tiro fai- pcmlore confinali nel castello diPetra nel-
SID SII) 5
l'Arabia, ove ili.°.«piiò santamente, e il tre Sidopr», Sidonit'H ,
divenne un titolo
a, "ottenne la libciià dal succe>soie (iiu- vescovile in parlibus sotto l'arci vesc(jvo
slino I. In Sitlone vi furono vari vescovi di Tiro, ed Urbano \ 111 nel iGjo lo con-
greci, maroniti, latini e melcliiti. S'ignora ferì al celebre mg.r Gio. Battista Scana-
coine«li>si il I ."vescovo ordinato da s. l'ao- rolo di Modena, autore della famigera-
lo, e tra'suoi successoli si conoscono: Zc* ta o[tera sulla VisìLì de cai cerali, e ili

oobiu che Terzi dice prete e niarliri/zato cui neli8 J2 ne pubblicò l'Jì/ogioWwv.
nella persecuzione di Diocleziano e Mas- Raggi. Per morte di mg.r Giacomo Frati-
simiano; Teodoro fu al concilio Niceno, cone che ne avea portato il titolo, nel 84^ 1

e pare Amfionepure cliein esso prese par- 0*27 gennaio Gregorio XVI fece vescovo
°
te ili favore d'Ario ; Paolo si lro»ò al i di Sidone e sulfraganco di Sabina mg.'
concilio generale di Costantinopoli; Da- Nicola Abiale di Sommariva del Bosco
miano sottoscrisse i canoni del concilio di nel Piemonte, e poi fu amministratore a-
Calcedonia nel ^'"ìi; Mega firmò la cele- postolico ilella città e diocesi di Terni nel
bre epistola sinodica della sua ()ro»incia I '^.'{f^: nel 1. 1 G, p. 2G ileir.^///H«i di B.o-
ecclesiastica all'imperatore Leone I, re- ma se ne legge la Necrologia. Il regnan-
lativa all'assassinio di s. Pioterò il'Ales- te Pio IX nel concistoro di Gaeta de'?,o
saiulria; Andrea sottoscrisse la lettera di aprile iSf\x) vi preconizzò mg.r Camillu
Epifane di Tiro, contro Severo d'Antio- Monteforte di Napoli vicario generale di
chia; Paolo Anthaki fu autore d' opere fpiel cardinale arcivescovo, dichiarando-
in favore della religione cristiana; Gere- lo suo ausiliare, e lo è ancora. Sida ap-
mia sottoscrisse nel 1673 le risposte che partiene al vicariato apostolico A\llcj)j)0
il patriarca Neofilo die sopra molle que- Bcrieaù\ rito Ialino, i cattolici del (|uale
stioni riguardanti gli errori de'calvinisti; sono in piccolo numero. Vi sono i cap-
Etitimio occupava la sede prima del i '/^o. puccini e le sorelle della carità.
Forse al presente vi risiederà un vescovo SIDONE. Sede vescovile di Tessaglia
greco scismatico, avendone avuti in pas- solto la metropoli di Larissa, nel patriar-
salo. Hi." vescovo maronita di Sidone fu cato di Costantinopoli, istituita con rito
GiuseppeAlipiodel i62G,divenne patriar- latino in tempo delle crociale nel decli-
ca nel !G44iC mori nel 1647 -Giovanni sot- naredel secolo XII. N.neoccn[Kiva la sede
toscrisse nel iGtG la professione di fede nel pontificato d'Innocenzolll;PaoloGau-
che Stefano patriarca de'maronili fece in 44^^ '*J nominò Eu-
fredi francescano nel 1

senso cattolico contro gli errori de'calvi- genio IV; Giovanni morì neli44'^>*^ ?'•
nisti; Giosclfo Benedetti viveva neliG95i, successe Luigi ; iodi Alessandro .Ange-
e Gabriele prima
740. Attualmente del i lo trasferito a Terracina nel 53 ma i
J.
,

è vescovo cattolico òa' Maronili [F.) mg."" l'Lghelli lo chiama Cipriano de Caris;
Ahilalla IJostani. 111. "vescovo de'laliui è GiovanniBracciano francescano eletto nel
l>t-riiai(l(),che as^istè al concilio d'Antio- 1 53 "). Oriens cìuist. t. 3, [ì. i)83.
chia nel I I 3G, e mori verso il i 1
54 ; gli SlDONIOAPOLLINAUKC.uoSoLuo
successe Amalric-onbbatc premostratense (s.), vescovo di Clermont in AIvergna.^ac
consagralo nel I l 'H 7 e morto nel 1 1 7 G, in- ijiie a Lione circa il 43 i ,da una delle più
di Odone in «letto anno, ec. Orient dir. illustri finìiglie delle Gallie , e i »li lui

t. ?., p. 8 Ii3oo. Final-


I , t. 3, p. H7 e padre ed avo liirono prefetti del pretorio.
mente iMclclnli{^y.) pure avemlo avuto
i Studiò belle lettere sotto esperlissimi pro-
in Sidone loro vescovicallolici,dal 835
i 1 fessori, e divenne uno de'piìi celebri jmhjIì

lo è mg.' Teodosio Konjiingi ilcll'ordine ed oi.itori del suo tempo. Comandò per
di s. Ij.isilio e dilla congregazione tlel s^. (pi. delie tempo nelle annate dell'imperi»,

Salvatore ucl Munte Libano (^ )• Inul e sposò Papiamlla, iig'ia di Avituchcfu


6 SID SID
poscia imperatore, e dalla quale ebbe tre vennero a far sì ch'egli ne fosse cacciato.
ligli,uno mascbio e due femmine. Dopo Tornato però presto alla sua chiesa, morì
la morte di Avito, Sidonio Apollinare fu in mezzo alla sua greggia a'2 agosto 482. i

perseguitato dal successore Maiorano, che Il di lui corpo, seppellito dapprima nel-
però conosciute le sue belle prerogative, l'antica chiesa di Saturnino, fu poi por-
s.

gli restituì beni, e gU diede il titolo di


i tato in quella di s. Genesio. La sua me-
conte. In seguito si ritirò in Alvergna,ove moria è in grande venerazione aClermont,
divideva il suo tempo tra lo studio e gli dove se ne celebra la festa con molta so-
ma allorché An-
esercizi della religione; lennità a'23 di agosto. Abbiamo di s. Si-
temio venneinnalzaloall'impero nel 4^7» donio Apollinare 9 libri dileltere,ed una
lo chiamò a Uoma, e creò principe del se- raccolta di poemi sopra diversi soggetti :

Dato, patrizio e prefetto della città. Sido- i principali di questi poemi sono pane- i

nio Apollinare sempre umile, pio e cari* girici degl'imperatori Avito, Maiorano
tatevole, non fece u.so della sua autorità e Antemio. 11 dullo Savaron fece stam-
che per procurare la gloria di Dio e il mag- pare le opere di lui con buone note a Pa-
gior bene de'popoli. Restato vacante nel rigi;ma l'edizione de! p.Sirmond nel 632 1

471 il vescovato di Alvergna, ora Cler- è assai più perfetta.


mont, fu eletto ad occupar quella sede, SIDONIO(s.)abbate,dettoanchei$'/7e/2^.
mentre era laico, e viveva ancora sua mo- Irlandese di nascita, si recò in Francia coi
glie, per cui procurò di esentarsene; ma poi religiosi che s. Filiberto abbate di Jumiè-
per timore di resistere ai divini voleri ac- ges aveva mandati in Irlanda per riscat-
cettò, edi reciproco consenso si divisedalla tare gli schiavi, ed entrato in questo mo-
moglie, la quale morì due o tre anni do- nastero vi prese l'abito. Quivi portò al più
po. Abbandonata la poesia, che fino allo- alto "rado del fervore l'umiltà e la mor-
la avea formato le sue delizie, si applicò tificazione che vi si praticava, e divenne il

agli sludi convenienti al novellosuostato, modellode'fralelli. La sua famalo fececo-


e fu in breve capace di sciogliere le dif- noscerea s.AudoenoarcivescovodiRouen,
ficoltà che dagli altri vescovi gli veniva- non che alla corte del re Teodorico III.
no proposte. La sua mensa era sempre fru- Il pielato colle liberalità di (juesto prin-
gale ; digiunava assai spesso, e praticava cipe fondò un nuovo monastero nel paese
molle austerità. Fu profuso co'poveri, e di Caux verso il 674, che Sidonio
e volle
durante una carestia provvide coli' aiuto ne fosse il 1.° abbate. Egli aveva una te-
di suo cognato Edicio alla sussistenza di nera amicizia per lui, e lo consultava ne-
piìi di 4000 borgognoni, e d'un gran nu- gli alTari più dillicili: lo pregò puie di te-
mero di altri stranieri, a cui la miseria ave- nerglicompagnia in un viaggio che per
va fatto abbandonare la loro patria. Fa- divozione feceaUoma, IMorìs. Sidonio cir»
ceva sovente la visita della sua diocesi, e ca il 689, e la sua memoria è onorata ai
adempiva con eguale 7elo e prudenza tut- i4 di novembre.
te le funzioni del pastorale ministero. Nel SIDROIVIO (s.), martire. Altro noa
^^5 la città di Clermonl fu assediala da si sa di questo santo, se non che versò il

Alarico rede'visigoti,ed essendoslata pre- suo sangue per Roma, durante


la fede a
sa dopo una forte resistenza, il santo ve- la persecuzione diAureliano, cioè dal 270
scovo osò chiedere a quel principe ariano al 270. La sua festa principale è segnala
parecchiegrazie pei cattolici; ma nulla ot- agli di luglio. Verso la fine del secolo
I I

tenne, anzi fu rinchiuso qual prigioniero Xl,Adela mogliedi Baldovino IV di Lilla


nel castello di Liviana presso Carcassona. portò in patria le reliquie di s. Sidronio,
Non mollo dopoAlarico lo rimise su Ila sua delle quali arricchì il monastero delle reli-
sede; ma due preti faziosi -e corrotti per- giose benedettine da leifondatoa Meesse-
SIE SIE 7
Dtt, lungi due leghe da lpii,ìn cui fini i Repelli nell'utilissimo Dizionario della
suoi giorni. Toscanaj è costà dove i due poggi riu-
SIEDRA. Sede vescovile della Cilicia niti tornano a bifurcare i due rami, uno
Trachea, osecoudoaltri della diocesi d'A- dc'fjunli dirigesi verso la porta Romana,
sia, sotto la metropoli di .Sida, eretta nel mentre l'altro verso libeccio sale al fa-
VI secolo, mentre vi fu pure chi l'attribuì moso duomo,edilàsinoaIla porta s. Mar-
alla Licaonia. Ne furono vescovi: Nestore co, donde esce la strada regia Grossetana.

che fu al concilio di Nicea; Seleuco ni- Trovasi Siena distante 40 miglia da Fi-
pote di Traianogeiierale dell'imperatore renze, 3c) da Arezzo e da Massa-Marit-
Valenle;Caio sottoscrisse il concilio diCal- tima, ecirca 4^ da Grosseto. Questa bella
cedonia; Stratonico fu al 2.°di Costanti- città è fabbricata a forma d'una stella a

nopoli SulloMeniia nel 536;Giorgio firmò G punte, in mezzo a colline di aspetto pit-
i canoni in Trullo. Orieiis clinsL l.i, p. toresco, e sembra che sia tutta nel cratere
joo8. d'un estinto vuli^ano, avendo palilo più
SIENA [Sentn). Città con residenza volte terribili scusse di terremoto. Quanto
arcivescovile del granducato di Toscana, al clima, diceva il p. della Valle: Se toc-
antichissima e celebre, già romana colo- casse a me scegliere nella Toscana dove
nia, più tardi residenza di iluegastaldi eco- meglio vivere, darei la preferenza nell'in-
nomico immediatamente sog-
e [)olitico, verno a Pisa, e nell'estate a Siena. Per
getta a're Longobardi (/'.); divenuta in verità il clima di questa città nella calda
seguito sotto il governo de'Carolingi sede stagione è delizioso, mentre nell'inverno
d'un vasto territorio, (|uindi capitale di vi dominano frerjuenleinente i venti, spe-

repubblica nobile e potente del medioevo cialmente quelli di grecale. Le sue mura
nella stessa l'osca Maglina lenente riunita al urbane girano poco più di 4 miglia to-
dettogranducalo fu fatta capoluogodello scane, e contengono più di 22,000 abi-
Stato Nuovo ^ residenza costante d'un me- tanti: ne' tempi andati Siena avea una
tropolitano, di un'università, e d'un go- popolazione di sopra a 100,000 individui.
vernatore civile, con tribunali di [.^istan- E contornata da due sole comunità, cioè
za, uno de' 5 dipartimenti doganali e delle da rpiella delle Masse del Terzo di Città,
camere di soprintendenza comunitativa
/il e dall'altra parte pure delle Masse del
del granduca to.Siena,iScr/i^e,e aulica men- Tei*zo di s. Martino. La I. 'si accosta alle
te Sena e Saena , è vagamente situata n)ura urbane di Siena, che dalla parte di
sulla cresta elevata di duesproni di poijgi, settentrione girano per ponente fino a o-
unode'(|uali diramasi dai monti della Ca- stro; dalla porta di Camullia sotto la for-

stellina del [)ietroso Chianti, dirigendosi tezza, e di là per la porta di Fonte Bran-
per Vagliagli, sulla strada postale sino a da, porta Lalerina, porta s. Marco e por-

l'^on teliecci, dove acco()piasi all'altro spro- ta Tufi, fino alla porta Romana; mentre
ne che slaccasi dal Monte Maggio. due 1 costà, proseguendo a scirocco verso levan-
sproni I iuniti dal Fonte Becci si avanzano te e greco, sollentra il territorio della co-
verso Siena sino verso le sue porte meri- munità del Terzo di s. .Martino, il quale
dionali. A metà circa della città si toc- passa rasente alle mura di Siena per por-
cavano i teriiiini de'3 Terzi di Siena, cioè ta Pispini e porta Ovile, sino a (|uella di
pi)Co lungi ti. dia Croce al Travaglio presso Camullia. Quattro strade regie fanno ca-
alla gran piazza ilei Campo, celebre [>er po a Siena, oltre la subiiibaoa ili Pescaia;
la svelta altissima torre delta del Man- e due sono puntali, una che »i enlra per
gia, pel palazzo pubblico, e pel giuoco il porta Gimullia venendo da Firenze, l'aU
più popolare e piìi allegro di ipianti con- tr.« che esce da porta Romana per Ilu-

tar ne può tutta Italia, come aticrmu il diculàni e Roma. Chi cunsidcravd la pò*
8 SIE SIE
sizionedi Siena come quella d'una città scono il l)ello di sua architettura, sia per
centrale della Toscana meridionaledisse l'amenità del passeggio, da verdi alberi
hene,comebendisseilVillanidicliiarando con simmetria spalleggiato. Da un latodi
la vicifia teri'a cospicua di Poggibonsi e essa sorge nell'interno della città la vec-
16 miglia lungi, situata nel bilico della chia fortezza, colla cui spianata si è for-
Toscana. La posizione della città la pri- mato il pubblico giardino denominato la
va non solo di corsi d'acqua che l'attra- Lizza, che le statue, i sedili,! viali e la ver-
versinOjma ancora di buoni pozzi e di fonti dura coucorrono a rendere giocondo, in-
copiose d'acqua potabile. Per riparare a vitando a piacevole trattenimento; men-
tanta necessità, gli antichi sanesi procu- tre dagli adattali bastioni a terrazzo si go-
raronsi varie fonti pubbliche, ricercando de la vista del sottoposto giuoco del pallo-
acque sotterranee da lungi, mediante std- ne, ed in un angolospazia la comoda scuo-
licidii più o meno profondi, e l'antichità la destinata alla cavallerizza. LaPorta Ro-
di questi acquedotti sotterranei probabil- mana, già Porta Nuova, ha il maestoso an-
mente risale all'epoca della colonia mi- tiporto a guisa di torrione, disegnato dai
litare di Siena, siccome lo fa credere la Agostino e A-
fratelli scultori e architetti

magnificenza e spesa grande di que'lavo- gnolo di Siena neli32o,eheli44o fu in-


ri, che aliuìenta non meno di 9 fontane cominciata a dipingere la paiteesterna del
pubbliche, senza comprendervi la Fonte torrione, colla Vergine incoronata di
1».

Hecci eretta nel 1 2 1 8 tlue miglia dalla por- Ansana Porla s. Marco, che e-
di Pietro.
ta Camullia. Tutte le fonti cedono in fama sistendo nel 1299 ebbe un antiporto gran-
alle due maggiori, Fonte Branda e Emonie dioso del celebre Baldassare Peruzzi,eda
Gaia. La ripartizione di Siena in Terz/ os- ultimo fu costruito l'esterno ampio piaz-
sia rioni, rimonta ad epoca molto remo- zale [)el pubblico passeggio, oltre la va-
ta, chiamandosi uno di essi Terzo di Cit- sta strada per a Grosseto. Porta Pispini
ici^ il i^Terzo di s. Martino, il 3. "Terzo o di s. Vieni è famosa, sia perchè delle più
di Camullia. Ne'tempi della repub-
.'.uà antiche, sia perchè uscì da essa l'oste sa-
l)lica i Terzi di Siena si estendevano an- nese per scendere ne'campi di Montapei lo
che a'suburbii, co' vocaboli di Masse del nel giorno della gran battaglia, sia per-
Terzo di Cilici, di s. fllardno e di Ca- chè di qua parte un 4-" strada per Arezzo,
mtdlia. In seguito le /l/fif^ifi costituirono oltre la Lauretana. Neli32G fu innalzato
3 comunità suburbane dipendenti nel ci- il torrione, dove più tardi il Sodoma di-
vile e nel politico dai magistrati residenti pinse il bel Presepio col meraviglioso An-
in Siena. Attualmente le porte aperte del- gelo; il baluardo a sinistra è del Peruz-
la città residuano a y , oltre la Lalerina zi.La Porta Lalerina fu compita nel 1 528,
che apresi momentaneamente la notte : l'idlima del cerchio attuale ad aprirsi e
meritano ricordo la porta
fra le esistenti la I .'a chiudersi a'viventi, poiché nel 1 784
Camullia delta anche Fiorentina e rifatta lasuburbaoa clausura de'canialdulesi di
più grandiosa nel i6o4,con l'epigrafeiCor Galignano fu ridotta a Camposanto pei
niagis libi Sena pandit. Infatti comtuie defunti cattolici sanesi, al solo trasporto
è la lode che si rende da'forestieri all'o- de'(piali è limitata la notturna apertura
spitalità e grazia de'sanesi, alla
venustà e dellaporta.il tabbiicalodiSiena iionman-
donne, talché lo Schroder te-
ilarità delle ca di grandiosi edifizi, di vaghi palazzi ,

desco nel suo libro, Rlonumenlornm I- fra'fjuali quelli de'Tolomei, Chigi, Picco-
taliae, definì le femmine sanesi, delizie i- loinini, Diancine altri, e di belle ca.se fatte
taliane. La Porla Camullia o Cauiollia con pulitezza e buon gusto artistico. La
offre il più splendido ingresso alla città, piaz/.a del Campo, d'ampia area, è la più
sia per gli ornamenti [littorici che accrc- leggiadra e più grande piazza diSicua,siu -
SIE S I I*:
9
colare per la forma di mezza conchiglia della Fontn, ed il bel colonnatodi recente
incavala, per raicliitetluia degli e«li(izi cnslruito con marciapiede, compiono le

che la contornano, e piìi che alt«o per le decorazioni della superba piazza. Dirim-
gioconde e magnifiche feste e giuochi dei petto al palazzo pubblico sopra la Fonte
fantini delle contrade, che massimamente Gaia esisteva laCuria de'iNlercanti, ridotta
si faimo a'2 luglio e a' 16 agosto, ed as- più tardi ad uso di casino de'nobili, ac-
siste alla sorpiendeiile coisa una lòlla di canto al grandioso pahizzo dei marchesi
po|)olazione talvolta superiore a quella Chigi, slato innalzalo al pari del casino
della città, nelle quali corse entusiastiche con disegnoassai diverso da quellodei pa-
fanno comparsa i i 7 rappresentanti delle lazzi de'secoli X\\ e XV, che rendono
contrade di Siena colie [)roprie insegne, alla gran piazza e ingenerale a tutta la
sotto le (piali il popolo accorreva armato cillà un'impronla singolare. La chiesa me-
al suono della campana pubblica della tor- tropolitana o celebre duomo di Siena è
re de IRIangia. In (piest'ira ponente e gran- lai." sua chiesa, la più bella, più ricca e

de recinto sboccano i i strade. Una delle più ornata anche del suo stalo, fdbbri-
suef.ibbriche più grandiose che decorano cala secondo la liturgia antica colla fac-
la piazza del Campo è (piella del pal;i7.zo ciata rivolta a ponente. Si vuole che l'an-

pubblico, già detto della Signoria, come tico duomo di Siena esistesse nel Castel-
sede de'rappiesentanti sovrani della re- vecchio, che la tradizione appella Sena
pubblica sanese, il quale fu costruito nel /^e/».«, enei cui recinto credesi che fosse la
1184 dai Signori iSove, in seguilo com- residenza de'governatori,de'gastaldi o go-
pito e abbellito con una raccolta di squi- vernatori de're longobardi, e de'conti de-
site pitture di celebri autori d'ogni ge- gl'imperatori Carolingi, ed anco degli an-
nere, in particolare della scuola sanese, tichi vescovi sanesì. Nel 1012 già esisteva
a cui si attribuisce sopra tutte le altre to- l'odierno duomo, successivamente dal se-
scane il primato; non che nobilitato di colo XI 11 in poi riedificalo, ingrandito e
monumenti artistici, riuscendo d'or-
altri sontuosamenle decoralo, e lino dalla più
namento alla città. Della gran sala delle remola eia trovasi dedicato alla B. Ver-
assemblee si è formato il vasto ed elegante gine Assunta, poiché tanla fu sempre la
teatro che disegnò il Bibiena. Un tempo pietà e divozione de'sanesi verso la Ma-
\i fu in esso 1' oliìcina della zecca, sulla dre di Dio, che la città venne per eccel-
quale neh 844 ^^ pubblicala la [jregiata lenza denominata: Senai'ctitsciiiliTi f ir'

storia col modesto titolo di Crani sulla ginis j Città dtlla /ergine avvocata di
zecca sanese. Annessa al palazzo neh 32 5 Siena. Da alcuni è creduto il tempio più
i delti fratelli Agostino e Agnolo incomin- ornato ch'esista dopo il duomo di.Milano,
ciarono la ricordata torre Mangia, alta più e chiamato galleria delle belle arti, per
di I
7 1 braccia, dalla cui sommità si gode quelle che vi li-iplendniio ilall'epoca del
tutta l'adiacente campagui sino a Radi- loro rinascimento, lino a quellodei loro
cofani; a pie della medesima nel 35?. fu 1 perfezionamento. L'Addisson, nel l. 4*^^'
costruita la cappella detta ili Piazza, poi de- siìo\ / iaggi, dopo la sontuo-
confessò che
corata con liegio e bassorilievi allegorici. sissima basilica Vaticana, può vedersi con
Verso il I 3 K) si principiò il propinquo pa- piacere il vasto, ricco ed elegante iluomo
lazzo tielle carceri, giacché innanzi ipiel di Siena. La peste del 1 3 jiS fece sospen-
tempo delinquenti si nnchiuilevano nelle
i dere l'ulteriore suo ìiigiaiiilimento, poi-
torri dc'privati. La l'onte (iaia, maestosa ché dovea essere più ampio. La lunghezza
e ricca di pregievoli sculture eseguile nel totale di (pieslo iirnati'>siiiui tempio è di
l4i<) <li' <»iacoMio dell.i (^ucmci.i, che gli ItiMccia iiuienliiK' I i)3, la larghezza della
(iieriluruuu poi rappcllaiionc di Giacomo cruciata iSq, e delle nuvule 4 *• ^^^ *'•*
IO SIE SIE
angolo, die in questa maestosa chiesa sia teste al dire di Fanucci), ma con tale in-
rimiistonuclo,a(3rincipiaredal pavimento esatta cronologia che rimarcai nel voi.
istorialodelBeccafumiedialtri in musaico XXX, p.
277, laondeildotto Novaes ca-
e in parte intagliato, finoal suofastigio, e nonico della medesima non ebbe corag-
dalla ricchissima facciata finodietro ai suo gio di continuare le osservazioni che a-
coiOjOitre l'acquasantiera di lavoro gl'eco, vea cominciato per sua istruzione. E' as-
e precipuamente il pulpito insigne di mar- sai nota la così delta libreria del duomo
mo africano, delicatamente scolpito nei diSiena,ch'è un vero tesoro, dove il Pia»
Lassi rilievi daiVicolò e dal figlio suo Gio- turicchio a fresco rn 10 grandi spartiti
vanni Pisano; talché non è possibile rin- dipinse le gesta principali di Pio II, per
chiudere in breve descrizione la nota so- ordine del nipote Pio III, con disegni di
lamente delle tante sue singolari bellezze RalTaele, e perciò detta la stanza di Raf-
artistiche, che meritarono giustamente faele. Nel centro di questa gran sala am-
d'essere illustrate anche nella classica e mirasi un antico gruppo di m wvao bianco
nobilissima opera dedicata a Leone XII: di greco lavoro, rappresentante le 3 Gra-
Chiese principali d'Europa. Solo aggi un •
zie, ed alle pareti il cenotafio del beneme-
gerò, che la maestosa architettura è di rito governatore Giulio Bianchi, scultura
perfetto gusto de' goti; tanto l'esteriore delcomm.rPietro Tenerani, situato pres-
sua parte quanto l'interna sono rivestile so l'altro cenotafio di Paolo Mascagni co-
di marmi bianchi e neri; la facciata ri- me principe degli anatomici del suo tem-
donda di statue e nobili ornali, con due po, scolpito da Stefano Ricci. Sono altresì
bellissime colonne di porfido ; la volta pregievoli i grandi libri corali ivi esisten-

dell'interno in azzurro con stelle d' oro ti, specialmente per le belle miniature in
Talea rompere una tal quale monotonia essi fr. Benedetto
eseguite dal religioso
che risulta dalle strisele marmoree bian- daMatera. Oltre il gruppo, altri monu-
che e nere, ed a rallegrare la vista. I mu- menti antichi sono il candelabro esisten-
saici del sorprendente pavimento sono te nel duomo, e l'arcadi marmo scolpi-
ben conservati; gareggiano in sublimità ta ad alto rilievo con figure mitologiche,
i lavori di scalpello de'primi maestri col- lavoro del tempo degli Antonini, scava-
le stupende pitture che abbondano vi
,
la vicino air Opera del duomo, nel cui
ammirandosi fra quelli due statue del vestibolo a guisa d'architrave fu murata.
Bernini, ed in queste due quadri del Ma- In im angolo
o esterno del duomo si vedono

ratta; un capolavoro poi essendo la ma- le pareli marmoree condotte secondo ili

gnifica cappella Chigi, di cui parlerò di- disegno del tempio ch'era assai più sin-
cendo Alessandro Vii che l'eresse, ove
di golare e vasto, ma interrolto falal mente
lussureggiano alarmi e le pietre dure
i rimase per le calamità onde fu Siena al-
colle più ammirevoli disposizioni. Tra la metà del secolo XiV afflitta. L'illu-
tanto complesso di meraviglie ricorderò stre capitolo della metropolitana innan-
pure i monumenti de'sanesi Papi Ales- ziil 000 contava 5 dignità, e dal i-'ecci,
I

sandro ili. Pio li. Pio Ili e Alessandro Stona del vescovado, a^^v^wào ch'era-
Yil, rappresentati in istatue col manto vi il prepostOjl'arcidiacono, il priore del-
pontificale e triregno, in alto di benedi- la scuola, vicedomino, e
il primicerio, \\

re; rimarcherò tra quelli sepolcrali dei come nelle chiese più ragguardevoli d'I-
sanesi, quello del cardinal l'etroni vera- talia, prima e dopo il i 000 i canonici si

mente splenilido. Nella navata di mezzo intitolarono cardinali preti e diaconi;che


t)eli4oo vi fu collocata la collezione dei il vescovo Leone del 1 029 fabbricò loro
ritratti de'Papi in busti di creta (secon- la canonica e il clauslro: forse vi avran-
do Novaes, di rilievo di marmo sono le no menata vita comune, secondo la di-
SIE SIE II

5c'n)lina d' allora. Nel i 2 i 5 fa scrilto II ad istanza del medesimo cardinal Zou-
fiituario pe'meclesiuii canonici per ofll- dadari, in perpetuo concesse alle dignità
ciaie la chiesa saiiese, ed è inleressaiile e canonici della metropolitana l'uso del
per lesile eiudizioni ecclesiastiche, li car- collare, fascia e calze di seta paonazza,
dinal Cbaldini stabilì alcune ordinazio- e fiocco pure di seta paonazza al cappel-
ni concernenti un più perfetto regola- lo, tanto nella metropolitana che utipii
mento del capitolo, d'ordine d'Alessan- icbtaue locorurn, ed eziandio l'uso della
dro IV nel 2 jy, che lapprovò col breve
i bugia o palmatoria nelle messe private
Qitae de mandato. Il vescovo INlormile celebrate in Siena e sua diocesi. Il capi-
nel I 395 riformò ampliò le costituzio-
e tolo adunque della metropolitana ricevè
ni de' canonici, e furono confermate da da Pio VII tali privilegi, anche in con-
Pio II nel 1460 colla bolla Pridcrn ad siderazione della divozione dimostrala
ecclcsiam Senensem. Di altre disposizio- al predecessore Pio VI nel soggiorno che
ni e leggi de'vescovi ne parlerò poi nel fece inSiena, e tuttora si compone di G di-

ri[)orlarue la serie. Pio VII col breve In gnità, le prime delle quali sono l'arcidia-
suniino apostolalits,de22 gennaio 802, i cono e il primicerio, di 1 8 canonici com-
Bidl. Roni. coni, t.i i, p. 28 i, ad istanza prese le prebende del teologo e del peni-
dell'arcivescovo Anton Felice Zondadari tenziere, di mansionari, di cappellani, di
concesse alle 6 dignità e 8 canonici a' 1 chierici. Quanto all'episcopio è prima-
della cattedrale l'uso della mitra bianca mente a sapersi che Siena dopo avere ri-

di tela, da assumersi co'paiainenti sagri cevuta la colonia romana, fu per lungo


nelle solenni funzioni, sia nella metropo- tempod'angusta estensione, perchè il cir-
litana che nella diocesi, presente o assen- cuito di sue mura poco spazio abbrac-
te l'arcivescovo e in perpetuo. Col breve ciando non veniva a comprendere quella
Qnanlum dignUalis, dello stesso giorno, parte che a distinzione degli altri 2 Terzi
282, Pio ^ li per le premine
loc. cit. p. o rioni in progresso di tempo aggiunti
del nominato carduiale in per[)etuo ac- formarono la presente città. Risiedeva-
cordò pure l'uso della mitra di tela bian- no i vescovi nel luogo principale, più an-
ca al preposto della collegiata della Vi- tico e più elevato, chiamato Castel vec-
sitazione della C Vergine <li Provenza- chio, nella cui superstite torre nomina-
no, I.4 dignità della niedesim.i(ora
'delle ta di s. Ansano è tradizione che fosse pri-
il capitolo sembra composto del prepo- gione quel promulgatole del vangelo nel-
sto e di canonici), che hanno l'uso della le contrade sanesi, per cui ivi a suo ono-
cappa magna come canonici della n)e- i re fu edificata una chiesa, che rovinala
lropolitana,da assumersi tanto nella col- verso r88i, nello stesso luogo, per con-
legiata che nella diocesi, presente o as- servarne la memoria, altra ne fu labbri-
sente l'arcivescovo, nelle solenni funzio- cala nel 1437. In appresso i vescovi la-
ni co'paramenti sagri (riferisce Pecci che sciarono la dimora diCastelvecchioelras-
nel I
748 il capitolo di Provenzano com- ferirono la loro sede in luogo più nobile
ponevusi delle dignità del preposto, ar- presso il duomo, somministrato da 4 del-
ciprete e primicerio, di i 1 canonici, 20 le principali fìimiglie, cioè de'casali For-
ca[)pellani e di chierici). Di piìi il l\ipa liguerii, Anlolini, lìostoli e Ponzi, per
permise che la figura (.Iella mitra si [)u- cui quando il nuovo vescovo faceva il suo
tesse usare nelle insegne gentilizie di det- ingresso i capi di tali famiglie ne adde-
te dignità e canonici della cattedrale e stravano il cavallo, l'introducevano nel
del prepoNlodella collegiata. Lo stessoPio iliioino e nel palazzo vescovile di loro pa-
VII col breve lioniannntnt Ponti fìciti», ilronnto, ricevendo in dono il cavallo, e
de' 1 2 giugno 1818, litdt. cit. 1. 1
ì, p. 5 2, venendo ammessi in (jucl giorno dal ve-
12 SIE SIE
scovo a mensa per averlo messo nel pos- abitarono i ss. Tommaso d'Aquino e An-
sesso del vescovato. Minacciando il pa- tonino, ed il b. Ambrogio Sansedoni: fu
lazzo rovina e conoscendosi che colla sua occupato da'domenicani sino al 784,10 i

demolizione s' ingrandiva la piazza del che lo doverono cedere colla chiesa a'be-
duomo, e questo si sarebbe maggiormen- nedettini venuti dal monastero suburba-
te isolato, con autorizzazione d'Alessan- no di s. Eugenio. La chiesa di s. Fran-
dro VII nel i658 si atterrò insieme al- cesco è vasta ed elevata come la prece-
l'oratorio di s. Biagio ch'era la cappella dente, la cui origine risale al 1826, ma
arcivescovile, onde il Papa fece incrosta- ridotta nello stato chesi vededopo la me-
re di marmi quella parte esteriore del tà del secolo XV, ed il convento de'fran-
duomo che prima veniva coperta dal pa- cescani fu abitato da Pio II nell'estate
lazzo. Restato l'arcivescovo senza la pro- 1460. Vi restarono i minori conventuali
pria residenza, la pia Opera del duomo, sino 311782, quando colla chiesa fu da-
a seconda dell'assunto obbligo, adattò to a'domenicani gavotti, poi tornati in s.

per tal uso alcune sue case situate avanti Spirito. La confraternita di s. Bernardi-
J'ospeilale di s. Maria della Scala e con- no contigua ali.°de' 3 clauslri del con-
giunte alla canonica. Fero riuscita l'abi- vento, è ricca di pitture a fresco di ec-
tazione alquanto angusta, l'arcivescovo cellenti artisti sanesi, come il Sodoma, il

AscanioPiccolomiiiiandòastare nel pro- Beccafumijil Vanni e il Pacchiarotto. La


prio palazzo, il successore cardinal Celio chiesa de' religiosi servi di Maria fu ri-

Piccolomiui dimorò nel palazzo Pape- fabbricata del tutto da Peruzzi nel 528, 1

schi, poi luogo del collegio Tolomei, e ora mettendo in opera le belle colonne di ci-
resilienza del regio governo, indi volle a- pollino per sorreggere la navata di mez-
Litarlo mg."^ Marsilj, ma il successore A- zo. La bella chiesa di s. Agostino, già de-
lessandroZondadari indusse l'Opera del gli agostiniani, ha una magnifica clau-
duomo a tenergli a pigione la casa diGiu- sura o convento, convertito nel 18 18 per
lio Cesare Piccolomini nella piazza Po- abitazione del collecfio Tolomei, e rico-
stierla, finché fosse reso più cocuodo ilpa- nosce il suo principio nel i258, indi ri-

lazzo destinato per episcopio, il quale fì- dotta col claustio nello stato grandioso
naltnenteieso conveniente, l'arcivescovo posteriore in due epoche, la i
.'
nel 1 4^^>
andò a dimorarvi, ed in parte l'ornò a la 2.* nel
1 773 con disegno di Vanvilelli.

proprie spese, e così fu formato l'episco- Nell'antico convento furono accolti ad o-


pio alluale.La pieve di s. Giovanni o Bat- spizio Gregorio XII e Eugenio IV, nel
tistero è un tempio antico costrutto sot- nuovo vi dimorò Pio VI nel 1799- L^i

to l'altare maggiore della cattedrale, che chiesa di s. Spirito fu eretta nel i345, poi
lia separato ingresso nella parte bassa del- abitata da'silvestrini, indi da'domenica-
la collina, e ridonda di pitture nella vol- ni gavotti, che nel 468 poterono rifare
1

ta e di bassiri lievi inbronzo nella fonte le mura, ed magnifico Pandolfo Petruc-


il

battesimale. Dice Pecci che al suo tem- ci nel i5o4 vi fece innalzare a proprie
po eran vi dentro la città 4pai"''0cchie,ma spesela cupola. Nel i 782, quando i frati

solo (|uella di s. Giovanni aveva il fonte gavotti furono traslati in s. Francesco, la

batlesimale.e molte più ve n'erano quan- chiesa e convento di s. Spirito fu ceduta


do Siena contava più numerosa popola- all'accademia ecclesiastica, poi al parro-
zione. Le altre chiese principali di Sie- co delia chiesa soppressa di s. Maurizio,

na sono s. Domenico incominciata nel


: finché nel 1843 da s. Francesco vi ritor-

1221, che possiede la celebre tavola del narono domenicani i gavotti. Nel chiostro
i.°pillore toscano Guido da Siena, per- vi è il pregiatissimo alfresco esprimente
chè dipinta ucl 1220, nel cui couveulo il Calvario, opera difr. Bartolomeo del-
SI E SI E i3

1.1 f'ortfi. La Martino è una


chiesa di s. slribiiirc le elemosine a'poveri, n fare al-

delle [)iii aiiliclie di Siena dopo la calle- tre opere di carila cristiana. Nel i4b6
dndc,e die il non»c ad uno de'Terzi del- l'oratorio fuampliato in chiesa, nel i
779
la città e delle IMasse, e piiniadel secolo vi furono riuniti vari spedaletti sparsi per
XII era decoiala del titolo e f|ualità di la città la fabbrica è veramente gran-
:

chiesa canlinale, ossia cuia pariocchiale mar-


diosa, con fioiile«[)izio iiic:ro>lalo ih
con ballislerio, e nel i i(j8 fu concessa ai mi bianchi e neri, e comodissimi sono gl'in-
canonici di s. Frediano di Lucca, da'qua- terni locali; l'annua sua rendila auiinun-
li neli43c) per hreve d'iìuf^enio IV l'el)- ta a lire 1 88,206. L'ospedale di s. Nicolò
hero i (Vali Lcccetani di s. Salvatore, poi degli alienali è un'istituzione moderna,
s«[)pressi nel ("(SS. La fjiii ricordata in- cretto dall'antica Conlialei iiita de'disci-

signe collet;iala di s. INLiria di l'rovenza- plinanti, il cui locale già di monache nel

nu, la cui iuituagine è in t^ran venera- I 8 8I ftt ridotto a custodia tle'|)<tzzi : e>so
zione, fu eretta nel i
594 in forraa di ero- è capace per circa 60 dementi, Diaiite-

cegreca,con capitolo e suo preposto. Tra nuti mediante reti ibuzione mensile del-
le c<iiilral(riiile, rpiella di s. Caterina da lecomuni cui appartengono. Ouasi con-
Siena ha l'oratorio pregievole per le nie- temporaneo suise lo stabilimento di men-
nioiìe della »anta, e per la co[>ia e bel- ilieità, quando cioè i sancsi mossi dalla
lezza delle pitture che l'adornano: fu fab- situazione lagrimevole della plebe, affa-
bricala dal comune nel i 4^' 4> dov'era la mata e oppressa dalla carestia e dal tifo,
Jioltega di tintoria del padre di s. Cate- SI tassarono volontariamente per aprire
rina e la casa in cui ella iiac(|ue; il picco- un asilo alla mendicità, ove ricevervi e
lo clauslro credesi del l'eruzzi. nutrirvi i questuanti della città, e acco-
Se Toscana richiama a se l'atten-
la gliervi per pochi giorni i convalescenti
7Ìone degli stranieri per le numerose isli- che usci vano dall'ospedaledella Scala. La
lii/.ioni d o[)ere di bt.nelìceiiya che la ren- icchisione de'poveri si limita al gioì no,
dono superiore a molle altre parti del- tornando tramontar del sole alle loro
al

I l'^iiro[ia civilizzata Siena ne conta tiiule case. La suddetta compagnia de'tliscipli-


da meritare d'esserequeste più conosciu- nanti o della Madonna sotto le Nolte del-
te, perchè danno saggio dello spirito re- lo spedale già esisteva nel 1 5r)5, ed il suo
ligioso e ci viltà de'suoi abitatoli Lna del- scopo fu sempre r|uello di rendere utili

le istiluzioni di carità per le «piali i sane- a'suoi cittadini i soccorsi, de'cpiali è de-
si lurono sein[>re larghi, sia per anziani- positaria per pie disposizioni de benelat-
tà, sia per lustro, contasi rpiella del ce- tori che cumularono in essa un ricco pa-
lebre ospedale di s. l\Luia della Scelti, !\\ trimonio: conferisce annualmente un uu-
(piale articolo pai lai di sua congregazio- nierodidiiti,sommiiiislia alle partorien-
ne, a cui si aliii;liaiuii() molli altri spedali ti un sussidio pel villo ne' pi imi giorni
diTuscanaedi iillii stali liinitrofì, eo'ie- puerperio, e distribuisce liuiusiue a
liei

ligiosi spedalieri, l'uriginc de'(|uali è con- domicilio n molte persone vergognose ;


trastata, alcuni allribuendola al b. No- ma assai uiìi rilevanti sono i sussiihì che
vello e altri piìi comunemente al b. So- la beneinerila compagnia concede a quel-
loie, ma \i iipii^;na il lìrpcHi, che iile- li che SI dedicano a' buoni sludi Siena
risce la più aulici iiMiiinria i iiiiruitareal tuttora fiorisce negli >labilimeiiti di pub-
Jo88, «piando l'ospedale di s. Maria ora blica islrurionc, e incominriinido dalla
padronato del capitolo ilella caltediale, Sapieuia o università di Siena, si vuole
che in Uligine cicd'esscre stalo un ospi- incuuiincial.i prima del '>'i n piemuia 1
1

zio di pellegrini, esteso piii laidialla cura del eourillailinoCiiiglielmiiToloutci pio-


iU'j^riuli'inn, a ricevere ^li e>p<jsli, a di- levsure in quella di lìulu^iia, il quale cou-
'4 SIE SIE
(ìusse in patria la maggior parie di quel- lì neh 4^19 colla bolla Quonìnm per l'i-

la scolaresca, nella circostanza d'esservi te raruins India, conievmb i privilegi con-


statocondannato a morte uno degli sco- cessi, dichiarando che tutti gli assunti ai

lari. Ma
poco durò, sia perchè il comu- gradi accademici nello studio e collegio
ne non attese la promessa di fare avere sanese godessero tutte le prerogali ve,im-
dal Papa agli scolari i privilegi degli stu- munità, esenzioni e favori che si hanno
di generali e conferir loro le lauree, sia da quelli che nella curia romana e nello
per non aver pagati i 6000 fiorini per studio dell'alma città di Roma sono ele-
riscattare i libri lasciati dagli scolari in vati e promossi a'gradi accademici.! 1 col-
pegno a Bologna, e pernon aver assegna- legio de'teologi di Siena assunse per pa-
to a'professori l'annua paga di 3oo fio- trono il massimo dottore s. Girolamo, la

rini, oltre il fornire per 16 mesi gratuita cui elBgieè impressa nel sigillo della facol-
abitazione agli scolari. Veramente fino tà teologica dell'università, oltre quella
dallai.^metà del secolo XIU esisteva in del ss. CrocefissOjColl'epigrafe in giro: U-
Siena uno studio o liceo, ed una bolla di niversitatis Senarum Tkeologicae Facul-
Innocenzo IV del 12 52 lo dimostra,chia- tatis. L'arcivescovo prò tempore di Sie-
mandolo università e accordando alcune na, non solo è gran cancelliere dell'uni-
esenzioni. Lo studio di Siena sembra ria- versilà, ma anche del collegio de'teologi.
pertosi certamente cogli onori e preroga- CarloIVoltre aver concesso al vescovo prò
tive delle università nel tSSy, per con- tempore\a facoltà di creare dottori in ogni
cessione implorata dall'imperatore Carlo facoltà, eziandio in mancanza di esso l'e-

IV, con tutte le cattedre, meno la teo- stese al capitolo de'canonici:il diploma im-
logia che secondo il Repetti fu accordata periale si legge in Pecci. Dopo tali inco-
da Gregorio XII nel i4o8con 3 bolle de'7 raggiamenti l'università si rese una delle
maggio date in Lucca, al dire di Repetti piùfamigerated'Italià,eper la grande af-
(Pecci ne riporta una In aposloUcae Se- fluenza degli scolari il cardinal Piccolo-
dis, non riprodotta da'compilatori delle mini poi Pio III ebbe in mira d'ingran-
costituzioni teologiche dell'uni versila, di- dire il fabbricato, ed ove avea studiato lo
cendo che nella Sapienza si consei'va l'al- zio Pio II, e il suo apologista Agliotti che
tra bolla, colla quale Gregorio XII con- dice a suo tempo contarsi 600 scolari,con
cesse agli scolari sanesi i privilegi che go- molti giureconsulti e medici insigni d'I-
devano quelli di Bologna e di Perugia,ol- talia che lo erano stati. L'ingrandimento
tre quella di Pio II),oltre la conferma del non si succedute guerre ro-
effettuò, e le
diploma imperiale per l'università, de- vinarono l'università. Sebbene il gran-
putando il Papa in cancelliere di essa il duca Francesco I accrescesse il numero e
\escovoCasini e successori. Inoltre Gre- stipendi de'professori; adonta che Ferdi-
gorio XII incorporò allo studio di Siena nando I neli58o estendesse sino a 35 le

l'ospedale di s. Maria della Misericordia, cattedre, e concedesse all'università tan-


che per scarsezza d'entrate non poteva e- ti privilegi da poter quasi gareggiare col-
sercilare l'ospitalità, e converfi il suo lo- le più famose d'Italia comechè Ferdi-
;

cale a uso d'abitazione e convitto per 3o nando II nel I 655 prescrivesse un nuovo
scolari dello studio generale, a condizio- regolameiitoaffinchè gli scolari si aumen-
ne che si chiamasse Casa della Sapien- tassero, e lo zelo e impegno de'professori
za, concedendo 5 anni d' indulgenza a nell'istruirlisi facesse maggiore;finaImeu-
quelli che gli avessero lasciati beni. Col te e benché Cosimo III nel 1672 ordi-
diploma di Carlo IV ebbe pure origine nasse nuovi provvedimenti con accresce-
il celebre collegio de' dottori della città re gli stipendi a' professori, con lultociò
diSiena, ed a questo ed all'uni versila Pio l'università di Siena non potè giungere
SIE SIE I T

al confronto di quella Pisa. Lcopoitio I approbantc III." aique Rm." D. Joxepìio


nel I 784 "^' » imontai e lo slndio, ordinò JMancinioSenaruin arcliiep. adpont.So-
un orto botanico. Nel 18 16 l'iiniveisilà Unni a.^sist. Apostolica et Cnesarea aii'
fu traslocala nel monastero di s. Vigilio, ctorilate Senen. Sliidioruni Università'
già residenza del presidente del diparti- tis necnon praedicti collegii magno enn-
mento deirOrobrone, d'ordine del gran- cellario. In esso si legge uno splendido
ducn Ferdinando III, il quale nel 1817 albo de'personaggi componenti il colle-
approvòi diritti de'collegi de'dotlori, nel- gio, cioè dell'encomialo Papa, di 2 car- i

le facoltà teologica, legale e medico fisi- dinali, e di un gran numero di vescovi,

ca, e permise che vi fossero ammessi per di preiati e di altri primari ecclesiastici.

ncclamazionei personaggi costituiti in di- JNegli Annali delle scienze religiose, 2.'
gnità ecclesiastiche e secolari, ancorché serie, si riferirono le adunanze tenutedal
non avessero ricevuto la laurea dottora- collegio teologico ed i temi in esse trat-

le nell'università di Siena. Inoltre P'erdi- tali ne' pronunziati ragionamenti; e che


nando III accordò a'componenti il colle- il regnante Pio IX nel 84^ si degnò per-
1

gio teologico il privilegio di usare pub- metlere che il suo nome fosse iscritto nel
blicamente nel cappello T'iolacea villa ruolo del collegio niedesinio,il (juale guile
Clinilemnisco ornati. Pio VII die il suo vantarsi d'essere in ogni teu^po^talo o-
nome al collegio teologico, e gli conferì noralo della supren)a prolezione de'som-
grazie e indulgenze. Gregorio XVI per- mi Pontefici. Notai a Pisa che il regnan-
mise che del suo nome ne fosse insignito te Leopoldo II neli85i unì in una sola
il catalogo, e col breve Cuninohis nihil generale e completa università le due u-
potitis, accrebbe il lustro del collegio dei niversità di Pisa e di Siena, a quesl'ul-
teologi nel 84^, non solo compiacendosi
1 tima riservando le due facoltà di teolo-
che il cardinal Latid^ruschini suo segre- gia e giurisjirudenza, le altre attribuen-
tario di stato e de' brevi ne fosse protet- dole a quella di Pisa. L'imperiale e re-
tore, ma ancora per avere dichiaralo gli gio collegio Tolomei, sebbene ffjsse fon-
arcivescovi diSiena delegati a postoli ci nel dalo pe'nobili alunni dal sanese CelsoTo-
concedere la facoltà di leggere e ritene- lomei con testamento del 61S, destinan- 1

re i chiunque del collegio


libri proibiti a do a tale scopo scudi 5o, 000, pure iWpet-
teologico sanese pubblicamente difenda ti dubita che tale istituzione abbia ori-
la dottrina della chiesa cattolica. Il per- giiie da 100 nobili cavalieri sanesi nel
chè i dottori collegiali con zelo a si no- principio di quel secolo, eil i cui alunni
bilescopo più volte all'anno in adunanza con nome nccatlemico esercitavansi nel-
solenne leggono le loro dissertazioni apo- la ca valici izza e nelle scieii7.e,avendopci'
logetiche delle cattoliche verità, con che capo Ferdinando I, al quale per ingegno
vieppiìisirendono benemeriti dellnC^hie- di Scipione Haigat^li fu dato l'emblema
sa e della società. Essendo il collegio sot- del reileir.Alpicol molto: Maj'e'ttnte tan-
to il patrocinio di s. Girolnnio, il depu- tum. Il nobile collegio Tolomei fu aper-
tato in Roma per gli oiìàri di detto ccjI- to a'25 novembie I 676 sotto In direzio-
legio e suo membro
monsignor Miche- ne de'gesuili, nel casamento contiguo al
langelo Luciani nel medesimo ne pro-
, palazzo (il (piale è maeslosninente con-
nunziò l'elogio con Orazione stampati! in dono iu pielre (piailre ed è il più super-
Roma nel i833. Wel i8.|^co' tipi sanesi bo deprivali edilizi) e piazza Tolomei,
del tipografo dell'università fu pubblica- (piindi fu preso in allillo nel 1788 il pa-
to l'opuscolo: Sanclìoncs Srncnsis Theo- Kizzo i'apesehi de' Piccolomini, dove si
io<;ortini Collrgii A. D. i84'>. Pulntni trasferirono gli alunni e vi restarono si-

jussu damo rrformalac annuente aUjuc no al 1820, epoca della loro lra>lazii ne
3

iG SI E SIE
nel gì;» con^entodi s.Ago<!tlno. Neti774 scrive il Pecci che si contavano t r mona-
furono clii.T(n;iti alla direzione del colle- steri econventi di regolari, e g altri nelle

gio gli scolopi etultora vi sono, occupan- vicinanze della città: que'delle religiose
dosi ancora dell'educazione intellettuale erano 20 compreso il suburbano de' ss.

e morale de'nobili couvittori, il numero Abbondio e Abbondanzio superstite de-


«ie'quali peròoggidìrestainfeiiorea quel- gli altri suburbani; 4 erano conservato- i

lo di 5o limitato per la loro accettazio- rii per vergini nobili e di onorata condi-
ne. I giovani Sono istruiti nelle arti ca- zione. Sebbene l'introduzione degli ebrei
valleresche, nella letteratura, nelle lin- con ghetto sia antica, la sinagoga inco-
gue latina, greca, italiana, francese, in- minciò neh 788, ed maschi hanno scuo-
i

glese, tedesca; nelle scienze morali, nelle la. Siena non manca di cassa di rispar-
fìsiche e matematiche. Da ultimo vi fu in- mio,di sala per gli né di scuo-
asili infantili,

trodotta la scuoia botanico-agraria, e un la d'insegnamento reciproco. Nel 18 16


giardino di semplici per l'istruzione dei Ferdinando III nel locale della Sapien-
giovani signori. Presiede ad esso una de- za istituì l'i. r. istituto delle belle arti, ed
putazioneeconomica composta del prov- ivi fu riunita una quantità di pitture ,

veditore della camera comunitaliva del molle delle quali appartenenti a chiese e
compartimento di Siena, del gonfalonie- conventi soppressi, do ve fu trovato quan-
re della città e di altro nobile sanese. Il to i pittori sanesi fecero di meglio. Sono
reale istituto toscano de'sordomuti può quelle pitture disposte per ordine d'età,
dirsi quasi un miracolo della provviden- eia pinacoteca pubblica sanese dà meglio
za pel suo incremento, dopo il suo corain- a conoscere quanto fosse giusta la senten-
ciamento nel 1828 : pe' maschi dirigono za dell'ab. Lanzi allorché, sia per l'ele-
l'istruzione gli scolopi, per le femmine le zione de'colori, sia per l'aria rallegrante
suore della carità. Ne fu fondatore il di- e gaia de' volti, caratterizzò la pittorica
rettore p. Tommaso Pendola delle scuole sanese: lieta scuola fra lieto popolo. Di-
pie. Le scuole primarie di letteratura la- ce Repetti, che se quivi fosse riunita la
sono aper-
tina, italiana e scienze raorali famigerata tavola esistentein s. Domeni-
te nell'Opera del duomo, nel seminario co, e la miniatura fatta sul mss. del 2 1 1

arcivescovile di s. Giorgio, nella collegia- esistente nella pubblica libreria, intitola-


ta di Provenzano, e nel convento de' do- to: Ordo Offlciorum Senensis Ecclesiae,
menicani in s. Spirito. I conscrvalorii di la delta raccolta di pitture per anzianità
femmine sono 3: 1.
"l'imperiale regio Ri- d'autori sarebbe la 1 .Mi tuttaltalia. A con-
tiro del Refugio istituito nel i 598 per no' servazione poi de'monumenli dell'arte in
bili fanciulle; *.° quello di s. M." Madda- Siena,sia pittorica, sia statuaria, sia archi-
lena delle Montalve; 3.°dis. Girolamo tettonica, il granduca che regna nel 1829

detto dell'Abbandonate. Vi sono pure le istituì una deputazione perché vegli alla
scuole normali istituite nel 1788 per le conservazione e alle nuove costruzioni.
fanciulle. I monasteri in Siena ne'secoli Scrive Tiraboschi, che dopo Firenze non
trascorsi erano talmente numerosi e po- vi ebbe città della Toscana, che in nume-

polali, che per moderarne l'eccedenza vi ro e in fama di letterarie adunanze si po-


fu bisogno d'un breve pontificio. Pio II tesse paragonare a Siena. La pili antica
con bolla del r4G3 inibì di fabbricarne di tutte è quella de' Rozzi, cui successe
di nuovi nella città e sobborghi, perchè l'accademia degl'lntronati, la i
."
nata nel
ve n'erano più di quello che fosse conve- principio del secolo XV, la 2.^ circa aS
niente, autorizzando il vescovo a soppri- anni dopo. L' accademia de' Fisiocritici
nu'requelli che avesse credulo,riunendoli appartiene alla fine del secolo XVII: più
ad alili piupurzionataiuculc. Nel 17.48 giovane delle altre è la Tegea, che fu a-
SIE SIE r7
perla dopo la mela del secolo XVIH dal i i.i nalui'alecdi mineralogia specialmcn'
[)iìi gran(leci:onomislade'suoi tempi l'ar- te patria, e vi si trovano riunite molle
cidiacono Snluslio Bandini patrizio sane- preziose riiccolte fitte nel lerritoi io sane-
se. Vi fu l'accailcmia poetica di dame sa- se. Oltre la scieMtiiicacolle7Ìonede'pidj-
nesi nata e proietta dopo la metà del se- ì)\\cai\ .itti dcll'accaflfi/tin de FisiovrUi-
colo Wll dalla gianduLliessa Vittoria e/, onde si resero celebri nella republ»li-
dellaRovere dopo rimasta vedova diFer- ca letteraria, furono pron)essi due premi
dinando II, lecotnponenli della (juale ten- per tlii ris[ionderà meglio a due quesiti
nero le loro adunanze pubbliche assai fra- d'ai gomenlo indusliiale e agrario per u-
fpientate, lincile visse la principessa prò- tililà del paese; indi venne aggiunta al-
teltrice,dopola cui morte si spense la poe- l'accademia una sezione per la scienza a •

L'accademia de'Rozzi fu sop-


tica società. graria. L'accademia Tegea sebbene col
pressa da Cosimo I, avendo ragione di te- suo nome si tentasse abbracciar cielo e
mere che f|uelle assend)lce fossero dan- terra,pure modesti accvulemici siappli-
i

nose alla pubblica tranquillità per la fer- carono con zelo a promuovere la tecnulo-
videzza de'sanesi assai pronti ad accen- già patria, fondando nel iS.j^ due catte- i

<lersi. Alla sventura de'Rozzi fu soggetta die di chiniica e di meccanica applicata,


l'accademia degl'Inlionati, ma tanto l'u- assegnando medaglie a coloro che meglio
nache l'altra i ivissernal principio del se- ne profittassero, e due [)remi a chi cr-a
colo XVII sotto Ferdinando I. Fiattan- soddi>faziùne risolverebbe qualche (juc-
to l'accademia degl'lntronati non polen- sito ili pubblica economia. L'origine del
do piìi li&orgere all'antico splendore, nel la biblioteca pubblica si deve alla gene-

il)") j.
si associò all'accademia de' Filo- ro^^ilà del suddetto celebre arcidiaconi
mati, nata clandestinamente nel i :'>8f), e IJandini nel i 7 jS, in seguito nolabihnen-
rpiestafuseilsuoiiome neir. dira degl'In- te accresciuta di preziosi mss. eruditi sa-
Ironati, alla quale nelH)/!? fu accorda- nesi, olire i molti libri a stampa e mss.
to il teatro aperto nel palazzo pubblico, de' conventi soppressi. Circa a' pubblici
do\e i soci recitarono una loro protluzio- archivi, reputò il dotto Repetli che du-
ne comica. In due accademie tal guisa le poFiienzenon vi sia città inToscana tau-
unite continuarono sino aliG^.j in una lo doviziosa d'archivi pubblici e di anti-
sala annessa alla Sapienza . sala che in chepergameiiequaiitoSiena,ollrele oiul-
cpiesto secolo fu aggiunta alla pubblica bi- te case nobili che posseggono nuaiero^c
blioteca iviconligua. Lacongregade'Roz- mcnd)rane e preziosi mss. Il Monte dei
yisebbeneinnalzas-enelsuolocaleungra- Paschi fu fondato nel 4 per fienaie i <»2
7ÌONO teatro per le rappiesentan/e «.crit- le usure eccessive che riuscivano a dan-
te da'suoi colleghi, <piesli neliHitilo ri- no dell'induslria territoriale e dellequa-
dussero a teatro d'istrioni e di cantanti, si spente manifatture del paese. Piìt an-
abusivamcntc chiamati virtuosi. L'unica ticoèilMontePioistituilonel 1 .j- i,(|uau-
lia le antiche accademie che conserviin do impreslavu moneta coll'usura del 1 e
Siena il titolo corrispondente allo scupo mezzo peri 00: fu chiuso e poi riapeitu
èipiella de'Fisiocrilici,eretta nel 1 Gq 1 nel nel ìtn^nel fabbncatoilella dogana pi e»-
i

."
localc della Sapienza, trasferita nel 1 S 1 i; so il INIonte de'l'nschi che sussidia il 1

nel soppresso monastero di s. M(i*tiola,il «pialora gl'impiestiti eccedono il suota-


cui locale neliS:x.S fu ridotto e ari in;hi- pitale. La banca Naiiesc fu aperta nel 1S j 1,
tr> d'oggetti di storia naturale per cura ed ha tolta la dilficollà alle persone in
del prof Giuseppe
che procurò Loiloli, dustriali di trovare denaro pronto e |H.'r

rendere la fabbrica confacentc alle odu- poco tempo a (li«<ncto frutto, laonde le
nau/c accademiche, ad un oiusco di blo- sue operazioni lavvivarouo l' indulti la
VOI, LIVI.

BrSemorvfc, (W^j
i8 SIE SIE
iraoifalturiern , commerciale e agraria moria disc, e ninno dopo Tasso (la mor-
non solo della citlàj ma di tutto l'anlico te ne impedì l'effettuazione) e Petrarca,
suo slato. Tra le industrie principali del- meritò fra poeti estemporanei la corona
i

la città primeggiano tessuti di seta, di


i d'alloroche ottenne sul CanipidogUo^F .)
lino e di cotone, i cappelli di feltro, ed in il sanese cav. Perfetti (di cui anche nel
singoiar modo gl'intagli in legno. Altro voi. XVI l,p. 17.5). Non basterebbe un li-

traffico è quello delle granaglie, del mar- bro, se dovessi ricordare tutti gl'illustri

mo Broccatello di Siena, della carta, del sanesi che fiorirono in santità di vita, nel-
cuoio, de'pani pepati, ec. 1 sanesi si sono le dignità ecclesiastiche, per valorose im-
sempre distinti nella vivacità dello spiri- prese nelle armi, pei" le arti, per le scien-
to, e nel loro carattere fianco e allegro; ze e altro; laonde ricorderò i più rinoma-
nemici della simulazione, per spirito e per ti, oltre quelli che vado rammenlandoin
educazione hanno pronto nella lingua, e quesloarticolo.De'santi e beati sanesi del-
lo dimostrano nel volto, cièche sentono la città e stato, e di quelli che meritaro-
nel cuore, carattere che grandemente o- no venerazione per santità di vita , nel
nora i sanesi. In Siena al pari di Firen- Diario snncsese ne legge un copiosissimo
ze e di Pistoia si parla con dolce/za e con Cfitalogo, fregiati anche di dignità, e mol-
grazia il più elegante dialetto della lin- tissimi regolari e monache, di quasi tutti
gua italiana. Comunemente si lodano so- gli ordini religiosi, per cui solo qui ripe-
prattutti i sanesi per parlare con tutte le terò l'eloquente s. Caterina da Siena do-
dolcezze d'una delicata pronunzia, e coi menicana, s. Bernardino da Siena fran-
soavi vezzi dell'arte il più elegante e più cescanOj sebbene nato a Massa Maritti-
purgato dialetto di nostra bella lingua, ma; e fra beati il b. /Ambrogio Sanse-
i

che in bocca loro suona armoniosa. I sa- doni domenicano, il b. Bernardo Tolo-
nesi sono pure industriosi e attivi ne'la- me/ fondatore degli 0//i'f /art/, ed il h. Gio-
\ori d'agricoltura, ma hanno la disgra- vanni Colombini fondatore de' Gesuati.
zia d'avere un territorio quantoabbon- Stefano e Giacomo agostiniani di Leccete
dante di miniere, di cave di marmi e di fiu'ono istitutori della congregazione dei
acque termali, altrettanto poco fruttife- canonici regolari del ss. Salvatore detti
ro a motivo delle crete, toUone il piano Scopettini, di cui parlai nel voi. VII, p.
di Arbia, ch'è di terra buona e fertile. Il 268. Furonosommi Pontefici s. Giovan-
carattere de'sanesi non è molto superio- ni I oà\ Populonia, Bonifacio Flsecon-
re a quello delle donne, le quali oltre il do il Gigli, s. Gregorio f^II che altri di-
pregio dell'avvenenza e della leggiadria, cono di Soana, e altri romano, Alessan-
sono al pari degli uomini piene di viva- dro III che Sot\na pretende suo. Pio II3
citàedi brio,deditealla fatica, industrio- Pio III^ Alessandro FU. Figlio d'una
se e di molta perspicacia d'ingegno; tia sanese fu Giulio III. Oriundi di Siena si
le loro attrattive, si distinguono per buo- leputano Sisto IF, Giulio II, Clemente
na non sen-
grazia, per civiltà di tratto, FUI, Paolo r. Urbano FUI. Si con-
za essere troppo curiose: anche le donne //di Mon-
sidera sanese anche HJarccllo
campestri sono belle, ed hanno maniere te Pulciano. I Papi Eugenio IF, Paolo
gentili, che destano amnnrazione e con- IIj, Innocenzo FIII^ Paolo II le Gre-
fusione a quegl'italiani, il cui dialetto è gorio A/A' derivarono da famiglie aggre-
pronunziato imperfettamente. gate alla nobiltà di Siena. Avendo pro-
E innatone'sanesi un ingegno fervido, cedutonella conipilazione delle biografìe
svegliato e di gran fuoco, per cui eccellen- de'Papi principalmente col Novae>, tan-
ti pittori e poeti uscirono tra loro; talché to eruditode'fasti sanesi, in esse si ponno
niiui pittore prima de' sanesi lasciò me- vedere le notizie de'Papi ricordali e le lo-
SIE SIE '0
roconlraslnle patrie. Grande è pure lino- che sotto governo Mediceo ogni
il trac-
veio de'cartVmali sanesi, ed ecco qi)elli che cia di scuola le venne meno. Sono dell.»

polei registrare per tali, per quanto dis- I.' epoca oltre la miniatura del i2i3 e
si alle loro biografie (avendone scritto pu- la pittura dell 220 già rammentate, i mu
re pe' cardinali vescovi e arcivescovi di saici di fr. Mino da Torrita di cui è quel-
Siena), senza ripetere quelli che furono lodeirabsideLateranen>e,i dipinti di mae-
elevati al pontificato, e quelli che nacque- stroDuccio di Boninsegna, di Simone di
ro altrove sebbene di famiglie sanesi. Vo- Martino o di Simone Memmi. Si distin-
lunnio Bnndinelli, Benedetto (WaconocdiV- sero fra quelli della 2.* epoca il Raggi de-
dinaie di s. Leone IV, Alessandro i>/c/i/, nominalo Sodoma, il Beccafumijil Pac-
Anfonioi?/r/j'jCarlo Z?/Wt/, Vincenzo Bi- chiarono, Baldassare Peruzzi architetto,
chi, Pier iM/ Bors,hese, Flavio Chigi, Si- altro essendo f^ancesco di Giorgio. La 3.'
gismondo C/i/^/, Francesco Ccnnini, An- epoca cominciereltbe col Riccio o Barto-
Kanicro De/c/,Sci pione Del-
tonioCrtii'j/, lomeo Neroni e col Salimbeni, seguitereb-
ci, Uberto Delci, Fiancesco Dclci, Giro- be col Casolani e col cav. Francesco Van-
lamo Ghinncci, Fabio Mignanelli, Gui- ni, cui si deve il ritrovato di dipingere in
do Moricolti, Giacopo Filippo Nini, Ro- marmi, lasciando ne'fìgli i seguaci della
lando Paparoni, b. Giacomo Pasquali^ 4.'^epoca e della scuola nella quale figu-
Riccardo Pe/ro«/, Alfonso Pelrucci, Raf- rò il cav.GiuseppeNasini allievo esso pure
faele Pe/r^rc/, Giovanni Piccoloniini,Ct:- del Vanni. Tra gli scienziati fu illustreli-

WoPircolomini, Enea Silvio Piccolomini turgicoA gesti no Patrizi P/rco/oA/im/, Am-


liiislichini, Pier "M.^ Pieri, Flaminio Ta- brogio Calarino arcivescovo di Gonza fu
/a, Manfredo Tenlonnria, Viviano To- celebre teologo, Sisto da Siena ebreo con-
rnasi, Bernardino de /^fcc/i/, A ntonfeli- vertitoe poi domenicano pubblicò la Bih'
ce Zondadari, e altro Antonfelice Zo/z- hia colla critica de'libri dell'anticoTesta'
r/<7<^r7r/. Gregorio XVI nel i834creò car- mento, Folcacchieii fu unode'[)rimi poeti
dinaleepoi fece vicario di Roma l'odier- italiani.Fra sommi canonisti fiorirono
i

no Costantino Patrizi lomano, ma nato Mariano Sozzini oSocino il vecchio, ma-


in Siena, dalla quale deriva la sua nobi- gnificamente lodalo d.i Pio II, Birlulo-
le famiglia; e neli844*^reò cardinale il meo di Mariano Sozzini o Socino che tra
pur vivente Giacomo Piccolo/nini, pro- i professori di diritto civile non fu infe-
lettore della confraternita della ss. Tri- riore ad alcuno del secolo XV, nel qual
nità inSiena. Grandissimo sarebbe il nu- tempo fra gli altri si distinse il sanese giu-
mero de'vescovi, e innumcrabile quello reconsulto Bulgarino. Citerò fra i sommi
di altri prelati; riporterò soltanto que'di naturalisti e dottori, Mattioli, Bii ingucci,
santa vita insigniti della dignità episco- Badassari, l'ab.Soldani, Giulio Mancini,

pale. Salimbene Salimbeni i patriarca GiuseppeLodoli, benché ad alcuno di es-
d'Antiochia, dopo tolta a' saraceni, Da- si non fosse stata loro culla Siena, ma so-
\ide Patrizi vescovo di Soann, fr. Riagio lo patria d'affezione. Rispetto a'piìi gran-
vescovo carmelitatio, ed i beali Cristnfo- di scrittori di cosepatrie vanno rintarca-
roToloraci vescovo di Sebaste, NicolùFor- ti Orlando .Malavolti, Giugurta Tornasi,
tigucrra vescovo d' Aleria domenicano, CelsoCittadini, Uberto Benvoglicnli,Gio.
Antonio Rettini vescovo di Foligno ge- Antonio Pecci, Ettore Homagnoli. Riiti-
stinto. Quanto al numero degli artefici, lio Brandi istituì le monache Filippine
Siena rispetto alla sua popolazione n'eb- (/^.) di Roma, ed ivi eresse la chiesa di
be molti quandoconlò molli cittadini, sce- s. Fdippo.del sodalizio delle Cinque Pia-
mato però il numero di questi, dinnnuì •
ghe, che descrissi a tale articolo, ma nel
rono ancora i cultori delle belle arti, fin- 18 53 fu tutta restaurata ed abbellita
y,

20 SI E SIE
con eleganza, e con tre altari. Dai sud- Fetus, e nel rovescio la Croce colle lette-

detti Socino con infelice fama discese re Jlfa Et CJO cioè Omegaj la 2.' poco
Lelio Socino eresiarca e fondatore del- differenzia dalla precedente;la 3.^nel mez-
la setta degli And- Trinitari o Sodniani zo tS*, e intorno Civitas Virgo SenaFetus
(F.), nella quale si distinse il nipote Fau- nel rovescio laCroce cowAlpha el 0,Prin--

sto Socino. Non debbo tacere, che la vez- cipiuvi et Finis^ ed in altre invece di Ci-
zosissima Rossellana sanese, fatta schia- vilas Firgo,&i legge Civilas Firginis, co-

va da' turchi, il polente imperatore Se- me volevano appunto dire i sanesi, e co-

lim II la esaltòasua sposa favorita: nel me è nella 4-^ non hanno par-
le altre

Dizionario storico delle vite, di tutti i mo- ticolarità rimarchevoli; r8. Mia la mede-

narchi ottomani, lungamente si tratta di sima iscrizione, e nel rovescio uno scudo
questa celebre e avvenente sultana sane- coir arme di alcuno, e di sopra un G. li
se. Ipiù antichi santi patroni della città sigillo del popolo è un leone rampante ,

sono i ss. Ansano, Crescenzio, Vittore e


prima essendolo camminante. In Roma i
Savino, a'quali furonoaggiunti s. Bernar- sanesi hanno chiesa nazionale sotto l'invo-

dino e s. Caterina. La repubblica di Sie- cazione di s. Caterina di Siena in via Giu-


na usava un sigillo rappresentante la B. lia nel rione Regola, con arciconfralerni-
Vergine col s. Bambino in braccio, e al- ta, trattandone con ispeciali particolarità
l'intorno il verso : Salvet Firgo Senam, riguardanti pure la storia patria Camillo

niiam signatantenam,coTnes\ badai Ben- Fanueci sanese, celebre per avere peli
voglienti nelle Annotazioni alla Cronaca nel 1602 pubblicato un trattato sulle O-
di Siena j nel 15 Rer. Italie, di Mura-
1. pere pie di Roma, cioè a p. 344) cap. 1 3:

tori. Questi crede che qualche parola di Della confraternita di s. Caterina della
più esiga il verso, come Quani Jesus o nazione senese. Narra che nel 5 1 9 sotto 1

pure iV'rtA.*?; nel sigillo con diverse mone- Leone X e a'4 luglio la nazione istituì in

te sanesi riprodottodal (j\^\\, òo\ìO Senani Roma il sodalizio con l'invocazione della

leggo Feterem. In esso la B. Vergine tie- s. concittadina benemerita della s. Sede,


ne colla destra un undra-
fiore, e calpesta il cui corpo riposa nella Chiesa dis. Ma-
go;lateralmente al suo Irono sono due an- ria sopra Minerva [F.) e la testa in Sie-
geli genuflessi e sorreggenti candelliericon na nella chiesa de' domenicani e porta-
candeleaccese.Ne'più antichi sigilli di Sie- tavi ancor vivente la madre. La confra-

na si vedeva il prospetto d'un castello o ternita fu in prima fondata nella chiesa

d'una città conquesto verso intorno: Fos parrocchiale di s. Nicolò (di cui ne' voi.

veleris Senae signum noscatìs amenae. XXIV, p. 277 e 278, LXIII, p. r i4)
IMuratori nella Dissert. 27." tratta delle detta già degl'impiccati ed in Furcis
monete antiche di Siena, e del privilegio perchè ivi si sulfragavano e seppelliva-
e gius dibattere moneta concesso alla re- no i tale estremo suppli-
condannati a
pubblica neh j86 dall'imperatore Enri- zio, poichiamata degl'Incoronati, quale
co VI. Ma che prima ancora di quel tem- giuspadronato della nobile famiglia ro-
po godessero! sanesi tale prerogativa, ap- mana omonima, presso la via Giulia e si-

parisce da un islrumento del i 180 dato tuata presso il Tevere.avendo I confrati

alla luce dallo stesso giuratori, in cui Cri- riunito molte limosine, acquistarono un
stiano arcivescovo di Magouza legato im- bel sito nella stessa via Giulia verso Pon-

periale per l'Italia, in nome di Federico I te Sisto, e nell'anno i5i& vi edificarono

promette al popolo che gli avrebbe con- una chiesetta con oratorio e altre stanze
fermato il gius della moneta. Le monete perabitazionede'sacerdoli cappellani. La
vedute da IMuratori sono 8, ed hanno la : fornirono di utensili sagri e di tutto l'oc-

1 un i^in mezzo e nel contorno Sena


'
correute. Fra le pie opere prescritte alla
SIE SIE 2[
confraternita, vi fu la visita a'confrati in- minandosi la funzione colla benedizione
fermi curali dal medico dalla medesima dei ss Sagramento,e messa nella quale
stipendialo, benefizio esteso a lutti i po- il sacerdote consumava l'Ostia sagra ch'e-
veri sanesi dimoranti in Pioma con limo- ra stata esposta. Ho voluto compendiare
6ine settimanali, ed a quelli che non era- il narrato da Fanucci, perchè si conosca
no bisognosi fu stabilito dare un panetto come ebbe principio la solenne e perpe-
di zuccaro.Àiutavanoa far liberarci car- tua orazione delle Q«rtrrtfl/*ore in Roma,
incominciarono a reci-
cerati, nelle feste che scaltre chiese ne dispulano il prima-
tare ruffiziodeirimniacolata Vergine, ac- to, certamente questa non clev' essere se-

compagnavano morii i alla sepoltura, e se conda. La confraternita, sebbene povera,


privi di mezzi vi suppliva il sodalizio, al nondimeno negli anni santi 'jj'ì e 1600
i

quale elfelto fecero una bara che riuscì la accolse tulle le compagnie che ila Siena
più bella di Roma, cotnechè dipinta da si recarono in Roma per 1' acqui>to del
UaldassaredaSiena eccellente pittore, per giubileo, il che praticò ancora ne'succes-
cui fu poi disfi Ita e delle testiere si for- sivi:andò loro incontro processiooalinen-
marono 4 fina<^bi meravigliosi. Spesso i le fuori delle portediRoma, le albergò di
confrali si esercitavano in orazione conti- tutto punto e supplì a tulle le spese ne-
nua al ss. Sagraraento nelle Qitarani'ore cessarie, accompagnandolecon altra pro-
(/ .), anche con tlispendio nell'esposizio- cessione nella partenza. Solendo tali con-
ne che facevano decorosa nella dellachie- fraternilesanesi lasciarea quella di Roma
sa, poiché atlerma Fanucci clie prima che ciascuna il suo stendardo, molti essa ne
l'introducessero i sanesi non esisteva in venne a possedere e più dell'altre, tran-
Roma tale divozione; ma (juesla gloria ne quella della S!>. Trinità de'pellegrini.
viene conlesa da alili sodalizi come ri- Le compagnie erano composte ciascuna
marcai al citalo articolo. Il Fanucci ripor- di Go, 70 e 100 uomini, e si fermarono in
ta il modo come in principio si eseguiva Roma circa e non meno di 6 giorni, laon-
la di vola pratica nell'oratoi io, ove un so- de grandi furono le spese incontrale per
lo lume nascosto scopriva un ss. Croce- ospitarle con letti e altro. Per la chiusu-
fisso, ma siccome non vi si amnieltevano una voltasi trova-
ra delle porle sante,
donne, fu poi trasferita in chiesa e pub- rono insieme 4 compagnie che in com-
blicamente eseguita col vespero solenne, plesso superarono 4oo indiviilui, olirei
sermone e con processione preceduta dal quali furonoalloggiati e governati nel de-
ss. Crocefisso e seijuila dal ss. Saijrarnen- corso degli anni santi moltissimi sanesi
lo, col quale poi si ilava la benedizione, poveri d'ambo i sessi. Per la sua antica
esortandosi i conlìati e il popolo alla di- divozione al ss. Sagramenlo, nel giovedì
vozione verso il ss. Corpo di Cristo. In se- santola confraternita recavasi in proces-
guito tali funzioni sì fecero la donìenica sione a venerarlo chiuso nel sepolcro nel-
juallioacon messa cantata, e il ss. Sagra- lacappella Paolina del Valicano.Nel gior-
mento reslava esposto anche la notte; ma no della festa di s. Caterina, che traspor-
leilonne vi resta vanoa preg. ire sino all'A- tano alla 2.^ domenict
di maggio, cele-
ve Maria. L'esposizione protraeva sino «i brandola con solennità, portano in pro-
all'ora di nona del martedì, sempre con cessione il suo dito, nel quale Gesù Cristo
tenda tirala altra verso tiella chiesa, fa- le pose l'anello nello sposarla, al dire di
cendo per turno le ore di continua ora- Fanucci; ma avendo voluto vedere tale
zione i confrati, il che si regolava colTo- relitpiia , invece ho trovato che consiste
l'ulogio a polvere e cui Iripicesuono del in un pezzodi costa della santa e di par-
campanello, restando in libertà di rima- te del suo ciliziu. In tal giorno lil)ei.iva-
ucicufaie ulti e ore chi lu bramava; icr- uo dal cjiccrcuu conduunalu alla pena
22 SIE SIE
capitale, e dalle mani del cardinal pro- nel 1458 da Pio II ai deputati della na-
lellore facevano distribuir le doti alle zi- zione sanese,in luogo de'quali supplisco-
telle, lasciate nel i Sy i dalla pia generosi- no i confrati in abitodi città o talare (cioè
tà di Ettore Quercia sanese, comesi leg- i laici vestiti di nero con col lare e ferrai uo-
ge nella chiesa di s. Maria sopra Minerva lonedi seta, gli ecclesiastici sottana e fer-
con epitaffio riprodotto da Fan ucci, ed e- raiuolone neri), ne' voi. IV, p. 58, IX, p.
rello dall'erede arciconfraternila della ss. 58. La chiesa di s. Caterina di Siena in

Annunziata colla descrizione di sue dispo- in Roma fu riedificata e ornata di stuc-


sizioni : ma
ad essa avendo mossa lite il chi e dorature nel 760 con architettura
i

sodfiliziodi S.Caterina, ottenne per se l'e- di Paolo Posi sanese di gran talento, se-
redità del conci Itad ino. GregorioXllIcon- polto nella medesima con monumento e
cesse al sodalizio indulgenze e privilegi, busto marmoreo nella 1." cappella a sini-
vestendo sacchi bianchi con cordone ne- stra, erettogli nel 778 da Giuseppe Pa-
1

ro, e l'effigie di s. Caterina da un lato del lazzi suo scolare ed erede. Prima di que-
petto. A'?, luglio 1594 essendosi in Siena sto restauro si vedeva nell'altare maggio-
rinvenuta nel sito detto Provenzano, già re ilquadio della Risurrezione,opera bel-
abi tal u damerei liei, la sta tua dellaB. Ver- lissima di Gii olamoGenga, e neppure più
gine the subito fece molti prodigi, il so- esistono i dipinti a fresco sulle pareti, la-
dalizio nel settembre 5g5si recò a vene-I voro in parte di Timoteo della Vite da

laila in Siena, con piocessione composta Urbino scolaro di Raffaele, amico e com-
di più che cento confrati e molte conso- pagno diGenga, ed in parte di Antivedu-
relle. Fanucci pubblicò la descrizione del to Grammatica che vi è sepolto. Al pre-
viaggio e del suo solenne ingresso in Sie- sente nel catino dell'abside è una pittu-
na. Il medesimo, ed il Piazza nell'-E'^^e- ra a fresco di m.r Pecheux artista fran-
vologfo romano, trat. 8, cap. 6 Di s. Ca- : cese distinto dell ultimo periodo del se-

terina di Sitna dt senesi a strada Giu- colo passato, che vi effigiò il ritorno di
lia, descrivono le altre opere di cristiana Gregorio XI in Roma, al quale ebbe tan-
divozione in cui si esercita la confrater- ta parte la santa titolare, quando recata-
nita. Dipoi fu elevala algrado d'arcicon- si in Avignone ambasciatrice de' fioren-
fiaternita, e siccome avea trascurato di tini per placarlo e proscioglierli dalla sco-
valersi dell'annuo privilegio di liberare munica contro loro fulminata, con poten-
un condannato a morte, concesso da A- te e grave orazione pronunziata in con-
lessandro VII, come riferisce Venuti, Fa- cistoro e colle sue frequen ti esortazioni per
ma moderna, p. 55o, Clemente XIII lo divino comando, fece elFetluar la risolu-
rinnovò col breve Exponi nobis, de' 18 zione concepita dal Papa di restituire a
maggio I 'j6ì ,BiUl. Rom.coni.t.-i,p. 120, Roma la residenza pontificia (la santa fu
dicliiiirando inoltrechel'abilitava in man- accompagnata in Francia dal b. Stefano
canza di reo dannato all'ultimo supplizio, Maconi, e fu interprete tra lei che parla-
di poter liberare un delinquente condan- va toscano e il Papa che si esprimeva in

nato in galera sia in perpetuo, sia a tem- latino, il b. Raimondo da Capua). Le pit-
po determinato. Notai a Co\fraterm- ture della volta sono di Ermenegildo Co-
Tf, che tali concessioni furono poi a tut- stantini, tranne i chiaroscuri eseguili da
te soppresse. Riferisce Fanucci, che nella Gio. Callista Marchetti. Nel quadro del-
solenne processione del Corpus Domini l'altare maggiore vi espresse lo Sposalizio
che fa il Papa in Roma, la nazione sane- spirituale di s. Caterina con Gesù Cristo
se gode il 2." luogo dopoi romani, in por- il valente Gaetano Lapis scolaro di Con-
lare le aste del baldacchino; con qualche ca. Degli ovali di lela che adornano la na-
dilTereuza registrai il privilegio concesso ve della chiesa, e che rappresentano i fa-
SIE SIE 7.3

sfi (Iella santa, que'ne'lali del presbiterio re d'un 'età assai più antica. Non pare che
sono tli Lapis, i due seguenti di Pietro ripeta Siena da' galli senoni discesi con
Angelelti,gli altri li colorì Stefano Faro- Breiino in Italia il suo principio, come an-
cel, degli ultimi due presso la porla quel- tichi autori immaginarono dalla simili-
lo a sinistra è del Conca, l'altro a destra tudine del nome di Sena ora Sinigaglia,
di Moria. Quanto agli altari laterali, nel la quale fu poi colonia cittadina, mentre

I ."a sinistra di chi entra il quadro è del la colonia di Siena in Etruria fu delle mi-
viterbese Corbi eccellente discepolo di litari. E' questione se la deduzione della
Mancini, il quadro dell'altra che segue è colonia e perchè fu detta Sena Juli if deb-
di Conca. Quello incontro fu fatto da La- ba attribuirsi a Giulio Cesare, o al suo ni-
piccola altro scolaro di Mancini, l'altro pote Cesare Ottaviano ossia al suo triuna-
èdi Salvatore Monosilio scolaro del Con- virato, ovvero a Giulio e dopo aver vin-
ca. La chiesa è di bella forma, con decoro- to Pompeo a Farsaglia. Se la colonia sa-
sa facciata; l'altare maggiore è di marmo, nese in Toscana non precede, fu almeno
con colonne e pilastri incrostati di mar- coetanea a quella di Firenze,la quale più i

mo giallo venato; l'ampio sotterraneo è sostengono ch'ebbe la colonia tlal i." di


grande quanto la chiesa e serve di cimile- detto triujnvirato e dopo la vittoria di
ro,essendovi sepolti alcuni personaggi,co- Farsaglia, o meglio di Filippi , la quale
mei cardinali de Vecchi e Cristaldi, l'ulti- fu riportata da'trium viri. Isanesi sempre
mo abitando il proprioadiacente palazzo. d'indole vivace, per esserestato dalla ple-
Alla chiesa è contigua !a casa e il supe- be battuto in Siena, nell'impero di Ve-
riore oratoriopiultostogrande,nel cui al- sj)asiano,ManlioPatruito senatore roma-
tarevi è ilsuddettoquadrodellallisurre- no consenziente il magistrato, i percusso-
zìone. Il sodalizio tuttora dispensa annue ri ardili e motteggiatori, con nuova ingiu-
doti nazionali, ed ha per protettore il car- d'un mor-
ria gli fecero cerchio e a guisa

dinal Costantino Patrizicome d\ famiglia to lo esequiarono con piagnistei, scher-


oriunda sanese. Diversi Papi gli concesse- ni e contumelie. Il senato romano adira-
rograziee piivilegi, ePio VI che da pre- to, punì lei eammonì con decreto la ple-
i

lato n'era stalo governatore o piimicero, be sanesea com[)ortarsi con più modestia
gli accordò quello insigne di dichiarare per l'av venire. La sua colonia fu di qualche
privilegiati l'altaremaggioreequellodel- importanza , con magistratura propria ,

i'oratoriu, colla liberazione d'un' anima come rilevasi da'monumenti, i quali re-
dal purgatorio al i .°, e di una di quelle cano pure il vero nome della città Siena
de'fratelli e soielle deH'urciconfraternit.i e in latino.^<:c/2^.-ebbe ancora i seviri au-
al?..", nella celebrazione della messa. Pio gustali istituiti da Tiberio, a
onore del
Yilpoi privilegiò l'altare del cimitero sot- prcdecessoie A ugusto.CredeFanucci, che
terraneo, ove celebrandosi una messa per Siena siastata convertita alla fede cristia-
alcuno di (pielli ivi defunti, restasse libe- na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo
roilallepenetlel purgatorio. Nella sagre- apostolo, passanilo per la e ttà quando fu
stia vi è unCrocedsso amico, copia di quel- mandato a promulgar l'evangeloin Fran-
lo che impresse le ó'a'//i/;ia/e(/'.) ins. Ca- cia dallo stesso apostolo, edove ebbe la
terina. corona del martirio. Per la breve sua di-
L'origine di Siena per quanto sia stata mora in Siena la fede non si potè propa-
argomento di lunga contesa fra molti gare, anzi alcuni ritornarono all'idolatria.
conviene con Cellario,
scrittori, Repelti Ma verso l'anno 3oo s. Ansanodi Bagno-
che non apparisce qual sia stata innanzi rea, venuto in Siena, colle sue fervorose
Cesare,fiuucsscndovi memorie dc'suoi in- prediche e buone opere lini di converti-
cunabuli^ sebbene sembra doversi ritcnc- re alla dottrina di Gesù Cristo tulli i su-
a4 SIE SIE
iiesi, e per questo il santo fu fatto mar- aibilnoconsagrato nella chiesa di s.Ansa-
tirizzare da Licia proconsole di Diocle- no a Dofana un altare fabbricato da Gau-
ziano e Massimiano imperatori, vicino al spetto gastaldo sanese ,
senza cognizione
fiume Arbia. Di lui già ho parlato col Pec- e consenso del diocesano Stabile vescovo
ci, quale lo celebra propagatore della
il
d'Arezzo, che perciò ricorse alla s. Sede,
caltolica religione nelle contrade sane- e Anfredo al re Astolfo. Papa Stefano II

si, e narra che il suo corpo in tempo del di concerto con questi delegò la causa a
vescovo Gualfredo 2.°, dal luogo chiama- 3 vescovi, la sentenza de'quali fu a favo-
to Dofana, quasi ^aoF<^«fl!, ove si crede re dell'aretino. Nondimeno successiva-
luartirizzatOjdalla chiesa e monastero del mente ebbero luogo diversi placiti, giu-

suo nome venne trasferito solennemente dizi e disposizioni pontificie, come di s.

in Siena, ove avea diffuso la fede, e come Leone IV e Alessandro II, per la causa
in Arbia era veneralo sino dagli antichi predetta, alla quale finalmente fuimpo-
secoli. Quindi ben presto Siena venne a sto un termine definitivo da Pio II. iNel

possedere pievi e parrocchie, eia sede ve- 774per aver Carlo Magno vinto e impri-

scovile avanti le incursioni de' baibari. gionato Desiderio re de'longobardi, ter*


Mancano documenti perdimostrare le vi- minando il loro regno, incominciò la do-

cende sloriche di Siena ne'ten)pi romani minazione de'Carolingi anche nella To-
e nelle prime invasioni barbariche, sino scana, e Carlo Magno dopo essere stato co-
alla dominazione (ìtì longobardi, sotto i ronalo in lloma imperatore nell' 800 ,

quali la città e il suo contado non dipende- venne a Siena. I nobili francesi giunti ai-

vano da'duchi di Toscana, ma era gover- lora nella regione sembra che preferissero
nata e amministrala direttamente dal re, ad ogni altra città Siena. Tale conquista
come rilevasi dalla restaurata chiesa di s. portò una modificazione nella parte go-
AnsanoeseguitanelG78dalgaslaldoWil- vernaliva, dimodoché a pochecittà tosca-

lerat governatore o giudice supremo di ne fu conservato e a pochissime fu dato


Pertarite re de'longobardi in Siena, in cui un governatore col titolo di duca; le al-

e nel territorio i longobardi fondarono Ire lulleerano presieduteod.ii conti odai

molte chiese dopo la loro conversione dal- gastaldi di origine francese. Quando le ci t-
l'arianesimo. Altra prova della domina- là, oltre il conte, aveauo anche il gastal-

?ione longobarda si apprende dalla con- do, quello soleva presiedere al politico ,

troveisia insorta nel 7 ?. a tempo d'Ari-


i questo all'economico; iU." avea le attri -

perto II, sui diritti diocesani, fra il vesco- buzioni consimili a quelle de'duchi, cioè
vo di Siena e quello d' Aiezzo; e nel 71') di mantenere gli abitanti della sua città

Liutprando da Pavia, a cui era ricorso il e contado ubbidienti alle leggi e fedeli al
vescovo di Siena, vi spedì un messo regio re, punire i malfattori, difendere le ve-

per assistere nel giudicarla il suo maggior- dove e i pupilli; era poi cura del gastal-

domo Ambrogio, nellacorle regia presso do come del conte di riscuotere l'entrate

la chiesa di Martino, essendosi pronun-


s. regie, e alla fine d' anno presentarne in

ziata lasenlenzada 4 vescovi di Toscana, persona il prospetto al tesoro reale. Ciò


Nel principio di questo secolo trovansi in premesso, la città di Siena sotto la dina-
Siena due gastaldi, uno disimpegnava la stia di Carlo Magno fu presieduta da con-
1." carica politica, l'altro economico che ti di origine e legge salica, e pare che e-^
amministrava! beni della corona; il r.° era sercitassero giurisdizione sulla città e con-
indipendentedaiduchie fòrseeraun con- lado,oltregliscabinie altri magistrati: fra

te. Le dissensioni fra i due vescovi con- i conti e governatori di Siena, è indubi-
tinuarono, e nel 752 inasprirono per a- tato che nelTSOS lo era Winigi o Vinigi-
vereAuficdu vescovo di Siena di proprio si. In un placito tenuto iu Siena dall'iiu-
SIE SI E l'i

peralore Carlo III il Grosso ncll'SS r, vi scana, passasse per Siena: è pure cretlibi-
assistè il marchese Berengario poi re d'I- leche vi ritornasse nel qGy reduce da Na-
talia, olire un gran iimncrodi vescovi, di venna e recandosi a Volterra. Nelf)73 fìo-
inagnali, di giudici e di conti; il (piale pia- rirono in Siena due magnali, Lamberto
citulu pronunziato a causa delle (piere- iìgliodel maichese Ildebrando, che alìit-
le rimesse in campo per la 7/ volta fi a i lo 4 J» corti colle loro pertinenze per la vi-
vescovi d'Arezzo equelli di Siena. Nel de- stosa somma di lirei 0,000; l'altro vendè
dinar del IX secolo si dispularono la co- alcune terre di Camp;ignatico
un conte a

rona ferrea il marchese Berengario duca Piidolib.II IMalavolti racconta chenei line
di Friuli,e il marcheseOuido duca di Spo- del secolo X Siena ottenne la libei là sot-
leto d'origine fiancese, il quale nell'iSf) i lo governo degli ottimati, per benelizio
il

fu coronalo imperatore da Papa Stefano dell'imperatoreOltone lll,ilquale ripas-


V. Dopo avere competitori rimessa la
i so per Siena nel ()«)8, quando rimise snl-
contesa del regno d'Italia alla ilecisioiie In seile Gregorio V e
ponlificia l'espulso
delle armi, Guido lino daH'SSc) pulèdo- punì l'antipapa Giovanni XV 11. Le pri-
minare non solo in Siena e nella marem- me mosse d'armi fra città e città comiu-
rna grossetana, ma
ancora nel territorio ciarono per avventura in Toscana, quan-
di Chiusi^ cui allora apparteneva la parte do magnali, vescovi ed popoli dell'al-
i i i

sellenlrionale di IMou'e Amiata. La sua ta Italia due partili, uno


erano divisi in

don)inazioiieperò fu interrotta, sia ()era- de'quali voleva re Arduino principe ita-


ver associalo all'impero il liglioLamberto liano, l'altros. Enrico II re ili Germania,
coronalo in Pioma nelI'Sqi da l'apa For- Sebbene riguaido allo stalo di repubbli-
uioso, sia per avei* questi fitto allielfau- ca questa di Siena propriamente non a-
to neir8c)5 con Aniulloiedi (ieiuiania vesse principio che intorno alla metà del
della stirpe de'franchi, il quale vedendo secolo XII, con tutto ciò le memorie re-
la fortuna favorevole alle proprie armi la lalive al suo governo economico e civile
fece da padrone assoluto sulla peui?ula, seud:)rano risalire un buon secolo innan-
u segno tale che i marchesi di Toscana e come rilevasi da diverse carie antiche,
zi,

di altre provincie italiane si recai 0110 a Che poi le città diToscana anche nel se-
riconosceredal sovrano francese loro feu- i colo Xi fossei'o governale da'conti, lo di-

di egoverni. Però dopoché Arnolfo ab- chiara per lutti un diploma d'Enrico Ut
bandouò l'Italia, il popolo sanese al p ari de'7giugno o52,col(piale ilclerodi Voi-
i

il regime
dirpiellodi Chiusi ritornò sotto terra venne esentato dalla giurisdizione
diLamberto, che regnò in pace sino alla de'marchesi e de'cunti, cui lino allora quei
morte avvenuta nell'SqS. Dopo il ()0() in preti erano slati soggetti. Assai maggiori
Siena eChiuìti dominòLodovicol V WIùiii- furono gli onori cheSiena ricevè nel o )<S, 1

f/»//o(igIio d'Arnoldo, ma nell'agostoqoj (piando vacata la s. Sede per morte di


in Siena si trovano i conti salici e di uno- Sleiano Xin Firenze, con ho le sue inijiun-
voilgovernodi Iìerengari(i I, coronalo [)oi zioni di attendere il ritnriio.deir abbate
da Giovanni X in Pioma nel qi 5 o 9 G. i Ildebrando, poi s. Gregorio / //, da lui
Siena e il suo contado nel ()^o con Chiù- spedilo legalo a Enrico IV, per procede-
si ficevano parte del regno di Derengario re all'ekzione del successore, in Roma le

]I e di Adalberto suo ligi in; ma tiavai^lian- (azioni intrusero nel pontificato Bctfiict-
do essi Papa Giovanni XII, nel ()()2 ri- /o Aanlipapa; laondes. PieiDamiani par-
chiamò in Italia Ottone che I cravi disce- tecipò il disordine nd Agnese madre del

so uel i)') I, e lo coronò im[)eralore. Que- l'imperatore, per fare ritornare in Italia
sii è probabile che nell'in verno di tale a n- Ildebr.iudo. \ eiiuto(|uesli iuToscan.i, le-
uo,c ncireslale(jG4)i^Ui'avci'»audo IjTo- ce adunare nel duuiuu di Siena un cuu*
2(3 S I E SIE
cilio, in cui pronunziandosi la deposizio- ze. E siccome il Malavolti nella Slorìn di
ne del pseudo BenedeltoX, a'-28 dicem- Siena lasciò scritto, che Alessandro III
bre fu eletto Papa Nicolo II eh' mn ve- nel i I
79 fu in Siena, vi consagrò la cat-
scovo di Firenze, e partendo perPtoma ivi tedrale, concesse molte indulgenze e vi si

fu intronizzato e coronato, come affei-ma trattenne più mesi,cosìPecci notò che può
Pagi, più critico del Gigli che lo disse e- avere il Papa spedito le indulgenzeda Ro-
ietto e coronato nel concilio di Siena a'3 ma,senza però recarsi inSiena inrpiell'an-
gennaio i oSg. Sul modo come procede no. Da un processo del i2o5 si rileva il
questa elezione, è a vedersi la biografìa regime politico di Siena e suo contado,
di s. Gregorio VII. Nella penuria di no- già esteso dalla parte di Monte Pulciano,
tizie storiche in quest'epoca, almeno re- durante il secolo XII e con rappresentan-
f,'islrerò che nel 1072 nel Castelvecchio za e magistratura propria: avea il podestà,
di s. Quirico i fratelli conti Cernaidino e il console e rettore dell'arte de'mercanti,
Ardingo col consenso del padre, confer- e Montepulciano era governatoda'reltori
mai onoalcapitolodella cattedrale la do- de'conli Alemanni di Siena, cioè da'teinpi
nazione fatta dal tnedesinio genitore con- anteriori dell'imperatore Corrado III, il
tePianieri. Nel I 074'" IMont'A[)erto l'ar- contePaltonieri reggevaSienaeilsuo con-
ciprete Lamberto, a nome del capitolo di tado; sotto lo svevo Federico I non meno

Siena, die in enfiteusi a Bernardo figlio di 4 conti presiederono al governo di Sie-


di Winigi e a Berta di lui madre diversi na e del suo territorio, compresovi il di-
beni e padronali di chiese. Nel secolo se- stretto di IMonte Pcdciano. Altri 4 conli
guente Siena fu onorala dalla presenza succederono al eroverno sanese come mi-
pontifìcia, e primamenle da Eugenio III nistri d'Eiu'ico VI; e che un conte tede-
pisano,il qualeper la ribellionede'roma- sco sulla fine del secolo XM in nome di
ni arnaldisli nel i i/^-Cy partì da Roma, si Filippo ì).° figlio di Federico I, fatto dal
condusse a Siena , indi a Pisa , e poi in fratello Enrico VI marchese oduca di To-
Francia. Il successore Adriano IV munì scana, resse Siena e il suo contado, com-

di rortificazioni/iflr//co/J7'z/(/^.),cheEuge- preso Montepulciano: fìnalmenteche nel


nio Illavea ricevuto per metà econ quelle I rc)8 circa prima, incominciarono a di-
condizioni narrate a tale articolo, da'mo- laniare la Toscana le funeste fazioni dei
naci di s. Salvatore di iVIonl'An>iata. Vuo- Guelfi e Ghibellini (^.). Comechè Siena
le Fanucci che il concittadino Alessandro col suo contado sino alla morte di Man-
III abbia consagrata la cattedrale di Sie- fredi, naturalediFederico II, nel politico
na, su di che il Pecci conviene, riportan- fosse governata in nome de'nominati im-
do la lapide che ne ricorda la memoria, peratori svevi, contultociòfin d'allora ri-
8 novembre i 79, soltanto du-
colla datai 1 spetto al civile ed economico essa era ret-
bitaquanlu all'anno, siccome occupato il ta da'suoi consoli, che a suono di campa-
Papa per la celebrazione del concilio di na facevano adunare il popolo per deli-
La tera noi li; onde pi ut tosto propende pel berare, o nella chiesa di s. Cristoforo, o
1178, quando da Venezia Alessandro III in quella di s. Pellegrino, come centrali
sirestituì in Roma, e benché si dubiti se della città. Ma il iorno della vera li-

passò per Toscana, e conclude meglio pel bertà sanese sembra datare dall'ottobre
I 177 in cui si ha la certezza di sua ve- I S6,per l'indulto già ricordato e ottenu-
I

nuta in Siena. Nondimeno piace a Pecci to da Enrico VII vivente il suo padre, eoa
aggiungere, riportando l'opinione che la la conferma della loro zecca e la libera e-
consagrazione fosse anteriormente ese- lezione de'consoli e del rettore o podestà,
guita da più vescovi, e per corroborare al quale si accordava la facoltà di esten-

l'asserzione uè produsse le testiuioniau- dere la sua giurisdizione sopra lutto il cou-


SIE SIE 27
taclo liscrvantlo solamenfc ai giudici o
, lo. I sanesi poi chiesero di tornare in gra-
messi dell'intpero le cause in ultimo ap- zia dell'imperatore, il quale dicono alcu-
pello. Simili grazie per altro furono pre- ni che si recasse in Siena neh 18 5, e che
cedute da piìi dure condizioni, alle quali li rimettesse col figlio Enrico VI in pace
i sanesi dovettero soggiacere dopo avere con riuri patti, ed allora fu coucessoal co-
sostenuto un assedio, non sa dire Repet- mune l'elezione libera de'suoi consoli,am'
ti se provocatodall'aver eglino quali ghi- messa però l'investilurada darsi dagl'im-
bellini per un momento aderito al parti- peratori. Frattanto nell'incominciareil se-
to guelfo o della chiesa romana, ovvero colo XIII il comune diSiena non solamen-
per altre cagioni ignote. Quando gl'impe- te andava a poco a poco tarpando l'ali ai
latori facevano guerra ai l*api, capi e di- piìi potenti magnati del suo contado, con
fensori della parleguelfaj i vescovi di mol- obbligarli di fornire milizie alla repub-
te città toscane presiedevano alle delibe- blica, di fabbricarsi casa in città, di abi-
razioni del popolo, onde al vescovo di Sie- tarvi per un determinato tempo dell'an-
na Ranieri, come quasi riconosciuto capo no; ma ancora introdusse un uRlziale su-
della repubblica nellospiritualee teuipo- periore alla direzione del governo milita-
lale, si rivolsero diversi nobili del conta- re e de'giudizi criminali col titolo di po-
do, facendo con diverse condizioni sotto- destà, da prima scelto fra i nobili sane-
missione al comune per essere ricevuti in si, poi fra i pili distinti forestieri. Veh 20 [

accomandigia. Alessandro 111 con diversi seguì la logi fra le repubbliche di Sieni
diplomi dimostrò la sua propensione a'sa- e di Firenze, con patto di aiutare questa i

nesj, sia pe'confini territoriali e diocesa- sanesi a conquistare !Monta lei no,ciò ch'eb-
ni, col territorio e diocesi di Firenze, sia be luogo nel maggio: 202, ed allora rreb-
col concedere al clero della città e borghi be il desiderio d' impadronirsi pure di
di Siena e suoi abitanti alcuni privilegi, IMonle Pulciano,ed a tale effetto si allea-
inbenemerenza d'averes«i aderito al Pa- rono con Orvieto. Ma montepulcianesi i

pa medesimo in tempo della di lui perse- prevenendo il colpo che li minacciava, si


cuzione ricevuta d<» Federico l.Tultavol- collegarono co' fiorentini, sotto pretesto
J:« non pare chela collera dimostrata dil- che Monte I^ulciano non era del vescova-
l'imperatore Federico I contro i senesi a •
to, né del contado di Siena. La guerra si

vesse causa dall'avere essi dimostrato ade- ruppe nel 207, per cui l'oste fiorentina
1

sione al loro concittadino Alessandio III, SIcondusse nel territorio sanese, e presso
né che traesse oi'igine d<dle prime guer- MontaltodellaCerardengaaccadde un fat-
re incominciate neh 170 tra i fiorentini to d'armi a danno de'sanesi,ei 3oo ne fu-
ed i sanesi, le quali ebbero fine neh 173 rono condotti prigioni aFirenze, venendo
per mediazione dello stesso Federico I. disfitto il castello di .Montallo daqli sles-
Onesti però mentre ne\i i83 nella pace si Neh 208 questi ritornando
fiorentini.
di Costanza a molte città italiane conces- sulcontado disfecero Rigomagno, presero
se il sistema per reggersi a repubblica, o Rapolano,e condussero seco gran bottino
confermò lorogoverni raunicipali.ad al-
i e molti prigioni, fioche neh 2 io i sane-
tre ne restrinse il dominio;quindi nel i8ì 1 si, mediante la pace fatta co' fiorentini ,

a tutte le città tusciuie, tranne Pisa e Pi- montepulcianesi e montalcinesi, riebbero!


sloia, restrinse le regalie consuete e il ri- luoghi perduti. Poco dopo i sanesi rifor-
spettivo couludo, ed .iSiena nell'anno pre- marono il loro governo, con determina-
cedente avea mandato l'esercilo ad asse- re ciie il podestà si eleggesse fra i nobili
diarla, secondo altri in vendetta per aver forastieri,e(piindi eslesero il contado dal-
seguite le parti della Chie>ia; ma dal va- la parte tiella provincia inloiioie.
lorede'cilladini fu con islrage sbaraglia Neh 208 fu fallo un accordo con Fi-
28 SIE SIE
lippo di Svevia fratello del defunlo Enri- scomunicato Federico Ilei suoi faulori,
co VI e rede'romani, il quale uvea in mi- prevenendoli di non somministrargli al-
ra d'impadronirsi di Toscana per darla cuna specie d'aiuto, negli prestassero ub-
in dote alla figlia e maritarla con Riccar- bidienza. Per questi avvenimenti politici
do fratello d'Innocenzo ÌU, il quale però e guerreschi, i reggitori del comune as-

eragli contrario, preferendogli per l'iin- sicurarono con migliori difese la città, for-

peroOUonel V. Nel 218 Everardod'Ar- i se perchè fino allora il magistrato crasi


iiestein castellano di Federico II in s. Mi- fidato pili che nelle mura e ne'fossi, nella
nialo comandò al podestàdi Siena di te- posizione favorevole del paese e nel corag-
nere i monlepulcianesi per nemici de'sa- giode'suoi abitanti. Nel i 240, secondo Ri-
iiesi, di perseguitarli e di far loro guerra. naldi, isanesi si sottomisero all'imperato-
Infatti la signoria di Siena nel 1229 man- re Federico II, perchè li difendesse con-
dò l'oste sopra Monte Pulciano, e in con- tro i fiorentini; e ad onta della scomuni-
seguenza i fiorentini mossero le loro for- ca rinnovata da Innocenzo 1 Va quel prin-
ze e quelle degli amici contro i sanasi a cipe, i sanesi continuarono a lui fedeltà,

difesa de'monlepulcianesi loro alleati. Il pagandogli puntualmente le 70 marche


Papa Gregorio IX provò gran dolore per d'aigenlo imposte loro nel i 186 dal geni-
le discordie e guerre micidiali de'fioren- toreEnrico VI, mentre inviavano in Lom-
tini e saiiesi, e per metterli d'accordo tra bardia i soldati designati per servizio di
loro ne incaricò fr. Giovanni di santa vi- Federico II e della sua causa. Intanto che
ta con carattere di legato. Dicesi che nel Firenze riformava lo stato per ripararsi
1232 ill^apa scomunicasse fiorentini co-
i dalle forze de'ghibelli ni, la signoria di Sie-
me tenaci nel loro rancore, i quali ina- na compilò il suo pili antico statuto nel
spriti più che inviliti da lalecensura, nel I 249, indi contrasse lega co'pisani per li-

1233 corsero alle armi e investirono con berare le terre pistoiesi dall'oste lucche-
altre genli dalle 3 pai'li il giro triangola- se. Questa misura impolitica mosse i fio-

re delle mura di Siena; le guerre conli- rentini, con prelesto di difendere i loro a-
juiarononel I 2 34ei235, talché il comu- mici, a rivolgere le armi contro i pisani,
uedi Siena dovè chiederequella pace che e compita che fu la guerra l'esercito nel
ottenne a patti onerosi mediante lodo del 1252 prese la via di Monlalcino, ch'era
cardinal Pecoraria , legato pontificio di stretta da'sanesi,e la liberaronocon bat-
Gregorio IX perottenere tale concordia, 253i sanesi si recarono di nuo-
taglia. Nel I

firujato in Poggibonsi a'3o giugno I235 vo a danno di Monlalcino, e il comune di


iieir accampamento fiorentino. Fra le Firenze ordinò sopra Siena la marcia di
principali condizioni, i sanesi obbligarou- sue masnade, dando il guasto ai dintor-

si a pagare 8000 lire per rifare il castel- ni della città ed a varie terre e castella,
lo diMonte Pulciano, e che il castello ili e poi liberarono dall'assedio Montalcino
Chianciano consegnalo da' sanesi al car- e provigiouarono. Né contenti di ciò, nel
dinale, si dasseagli orvietani per restituir- 1 254 i fiorentini dopo aver soggiogato Pi-
lo a'padroni. Mentre il Papa era in aspra stoia e obbligata di reggersi a parte guel-
dillerenza con Federico II, in Siena fu ri- fa, si avviò contro Siena, e assediò il ca-
formato il governo, cambiandosi il titolo stello di Monte Riggioni, finché sindaci i

ali." magistrato de'consoli, cui al pari di de'due popoli firmarono nel 2 55 la pa- t

altre città fu dato il titolo di priori del ce, a condizione che isanesi non piìi mo-

comune di Siena, aggiuntovi un consiglio lestassero Montalcino e Monte Pulciano.


di 24 individui che si dissero conservato- Ma quando Siena stabiliva con Firenze
ri del popolo. Gregorio IMneli236 av- sili itta lega, in questa dominava il par-

visò il podestà e popolo saucse cheavea liLu ghibellino, capi del quale erano gli
S 1 S I E 2f)

liberti; peiò nel i


> ')8 per le scnppiie lo- sfrnf»e fle'fedrschi, e l'inspgnn cliManfi edi

IO trame contro il po[)olo di parie guel- mandarono in Firenze, ove tornò l'oste,

fa, la plebe furiosa corse alle loro case, ne Sentendo i sanesi la lega guelfa toscana
imprigionò molli,alti decapitò, atteri'an- i che fiorentini preparavano contro
i di lo-

do i palazzi e le torri de'congiurali, cac- ro, ottennero altra cavalleriadaManfre-


ciando da Firenze i superstiti L'berti, in- di. Quindi è clie Firenze, dopo aver rice-

clusivamenteaFarinatadegli UI)erti,for- -vuto l'aiuto promesso dai lucchesi, bolo-

se il più gran politico di sua eia. Laon- gnesi, pistoiesi, sanminialesi, pratesi, son-
de tutti questi fuorusciti, con molli nobi- gemignanesi, volterrani e colligiani, do-
li del contado e di città si rifugiaiono in pò radunata tanta numerosa armala, nel
Siena, dove dai magistrali e dai cittadini declinar d'agosto 1260 s'avviò per Siena,
furono (eslevolmeute accolti, perchè al- menando con pompa il carroccio, e in al-
Joia i sanesi erano retti a parteghibellina campana
tro carro la Marlinella : (juasi

o imperiale. La signoria di Firenze di ciò tutto il popolo segm l'oste coH'insegne dei-
si querelò conSiena in contravvenzione ai le compagnie, e non vi fu casa che non vi

patti della lega del 12 55; ma i sanesi mos- si recasse a piedi o a cavallo,aImeno uno
si non meno dal diritto delle genti, che o due per famiglia. Tutte queste genti si
dalla [)rolezione di Manfredi re di Sicilia, adunarono sul contado sanese in sul fìii-
col qualeavcano concluso alleanza , nou meArbia, nel luogo di Mont'Aperlo, coi
dieronoascolloa tali reclami. Per talepro- perugini e orvietani accorsi in aiuto dei
cedere la signoria di Firenze dicliiarò al dimodoché ascesero a più «li
fiorentini,
comune di Siena quella guerra, che riu- 1000, ovvero 3ooo cavalieri e piìi di ,

SCI per le conseguenze la più memorabi- 3o,ooo pedoni. Per que!>l'iniponen(e ap-
le di tulle le altre nella storia delle re- pai ecchio si vuole che i fuorM>,cili giiibelli-

publiche italiane del medio evo. I fuoru- ni rifugiati inSicna ricorressero ali'ingan-

sciti invocarono il soccorso di


fiorentini no pertradireifiorentini concittadini, ve-
Manfredi, che appena promise 100 cava- dendosi con forzesproporzionate, facendo
lieri tedeschi; ma siccome sanesi gli giù- i loro credere di aprirgli la porla s. \ ieni
rarono fedeltà come a protettore, egli con Mentre ciò allenileva-
ossia porta Pispini.

diploma dichiarò di prendere sotto la sua no fiorentini schiera li sui colli di Moni A-
i

tutela la città, il contado, le persone e i peito, invece a'4 settembre videro uscir-
beni de'sanesi, indi inviò il conte Giorda- ^i i tedeschi e gli allri cavalieri e il po-
lio con titolo di suo vicario in Toscana con polo di Siena verso di loro in alleggia meu-
800 cavalieri tedeschi, che arrivarono in to di combattere. Restarono fòrlemenle
Siena nel dicembre i ajc). Nella seguente sbigotliti,dovendososleneieun immineu-
primavera i fiorentini Iccero oste sopra te a^sallodalorononprevedulo,eciònIag-
Sieua con gran corredo di gente, e dopo giornienle (piando viileio i ghibellini ve-

aver preso varie terre e castella del con- nuli nelcamponell'appressaisi lestpiadre
tado in Val d'Elsa, s'accamparono fuori nemiche Inggire dall'allra parie: tali fu-
di porta Camullia. Durante l'assedio sa- i ronogli Abatie più allri, ad onta che i fio-

nesi promisero untili doni e paghe ai le- rentini non lasciassero co'collegali di lar
dcschidi Manfredi, e fallili Iiene mangia- loro fronte e di attendere alla ballaglia.
re e avvinazzare, a' i 8 maggio li spin>e- Ma sicccime la compagnia de ledcsihi ru-

ro a vigorosamente assalire il campo ne- vinosamente percosse la schiera tie cava-


niico, e tale fu il loro impeto che ne uc- licri fiorentini ov' era Bocca degli Abati
cisero I 3oo e il resto fugarono, perdendo traditore, questi colla spada tagliò la ma-
soli ^'^•o individui: allri ilicono che i fio- no n Jacopo ile Pa7zi di Fireii7e, ilqiia-
reutini riavutisi dalla sorpresa, fecero le teneva l'insegna della cavalle» ia del co-
,

3o SIE SIE
miine, e vedendo i cavalieri e il popolo se in signoria una parte dell'ordine popo-
l'insegna ahijaltuta e il tradimento, si mi- lano e di quellodc'gentiluotnini. Una del-
sero incompleta fuga e deplorabile scon- le prime imprese de' sanesi viltoriosi fu
fìtta. E perchè i cavalieri pe'pritni si avvi- contro Monte Pulciano, che re Manfredi
dero dei tradimento, non rimasero di loro con diploma de'20 novembre rilasciò in
sul campo che 36 nomini tra morti e pre- libero dominioal comunediSiena, in pre-
si. La gran mortalità e prigionia fu del po- mio di sua fedeltà; quindi nel 1 261 asse-
polo fiorentino a piedi, de'lucchesi e or- diato dovè capitolare, e permettere a'sa-
Tietani; ne j imasero piii di 25oo rnoiti e nesi l'erezione della fortezza con libera u-
più di 1 5oo prigionieri, de'migliori di Fi- scila dalle mura castellane. Dopo la me-
renze e di Lucca, perdendo il carroccio, moranda giornata diMont'Aperto, i ghi-
la campana I\Tartinelia emollissimi arne- bellini furiosi e sitibondi di vendetta, si

si e bottino. Di questa famosa battaglia gettarono crudehnente sui paesi, abitan-


\i sono molle descrizioni, oltre quella ri- ti e governi di parte guelfa in Toscana,
portata di Ricordano Malespini contem- e ne fecero scempio, senza perdonare al-
poraneo, che diversificano nelle partico- le persone, alle robe, alle possidenze. E'
larità. Era già tornato l'esercito vittorio- fama doversi alla fermezza del potentissi-
so e trionfante in Siena, e con incredibi- mo Farinata la soppressione del progetto
le letizia dalla popolazione accolto e fe- maturato in Empoli,di distruggere da ca-
steggiato, quando in Firenze arrivò la no- po a fondo Firenze, ciltìi più insigne e la
vella della dolorosa sconfitta , accompa- più eminentemente guelfa diToscana. La
gnata da'reduci e miseri fuggitivi, nunzi rabbia delle fazioni giunse atrocemente
della morte e prigionia de'loro compagni, ad abbatterele sepolture, per inveirecon-
per cui non vi fu famiglia che non lestò tro morti guelfi, benché virtuosi citta-
i

desolala e immersa nel pianto. Così una dini. Quasi tutti paesi e città di Tosca-
i

lunga e accanila guerra politica terminò na,dopotalcstrepitosoavvenimento,cain-


con brevceilisastrosa battaglia.lXc fu con- biarono governo e partito, nel lempo che
seguenza, che nello stesso 260 quasi tut- i Siena salita all'apogeo della sua gloria vi-

ta Toscana fu riformala a sialo gliibf^lli- de umiliati i popoli che furono di lei più
110 imperiale, con principii oligarchioi, e costanti rivali, e per eternale la memo-
fucomposto per la città di Siena un nuo- ria del monete colla
suo trionfo coniò le

vo slalulo prima soltanto dessa, Pi>a e


: doppia leggenda: Sena T^elusC ivi lasf ir-
Massa Marittima erano ghibelline. Mol- ginis. Allora le cose pubbliche de'sanesi
le famiglie fiorentine ripararono a Bolo- vennero rette quasi dittatoriamente da
gna, ma la maggior parte Lucca con quei
a un potente loro gentiluomo, Provenzano
degli altri luoghi tlebellati, onde per qual- Salvaiii, il quale avea mollo contribuito
che tempo servì d'asilo e baluardo de'guel- alla vittoria, perchè al dire di Dante : fu
fi Dal 1282. Siena avea posto al-
toscani. presuntuoso a recar Siena tutta alle sue
la lesta del suo governo repubblicano una mani. Quasi tutta Toscana ubbidì al con -

signoria composta di nove governatori te Giordano, poi al conte Guido i\o vel-
uomini scelli Irai grandi popolani, ma nel lo, un dopo r altro vicari generali della
12G0 essendo intorla qualche turbolenza contrada del ghibellinissimo capoparte
fra il magistrato de'Nove e i nobili delle INLnufiedi redi Sicilia [T' .), mi vicario dei
j)rime famiglie aspiranti al regime della quali risiedeva in Siena, che nel gennaio
città, cjuel malumore si convertì m aperta 1261 convenne a un trattalo di pace con
e ostinata ostilità, nella quale al fine [pre- Firenze. Alcuni lodano Provenzano per
valsero i reggitori dello stato; ciò non o- virtù edisinteresse a favore di sua patria,
stante, questi si conleularoDU cbe entras- perchè dopo la giornata di Mont'Aperto,
s 1
1<: S 1 E 3 .

«lienodi tiianneggiaic i sanesi, non Isde- lii [)res';o Ucnevento, suonò l'ultima ora
ynò lecarsi con altri ciltadini ambascia- per Manfredi, ucciso e vinto dal competi-
tore as. Geniignano, e nel r aGicli andare tore Carlo I. La morte di Manfredi, ap-

podestà a IMonlePulcinno. Diverse acco- pena divulgatasi, recò tanta sorpresa che
iiiandigie accordò Siena, fra le quali anche poche furonolecitlà, lequali avessero co-
la rinnovò con condizioni più dure al con- raggio al raccontode'prosperi successi del-
leBoni fazio degli A Idobrandesclii di s. Fio- l'Angioino di restar fedeli al partito ghi-
ra (della qiial famiglia parlai a Sforza), bellino. Di quest'ultime fu Siena,e ad on-
come ad obbligai lo a compiere il palazzo ta del minacciato interdetto j)ontificio ,

che avea comincialo a edificare in Siena. non oslanleche l'emulasua vicina Firen-
Trovo in Rinaldi, che Papa Urbano IV ze avesse riformato il governo a parte guel
considerando Manfiedi usurpatole di Si- fa, e che persino i pisani cercassero di ri-

cilia ch'era della s. Sede, convenne d'in- mettersi alla disciezionetlel Papa.dal qua-
vestirne Carlo d'A rigiò, e preparò la ro- le erano stali scomunicati, pure il gover-
vina della casa imperialedi Svevia, egida no sanese si mantenne ghibellino. Carlo
e rifugio di tutti i ghibellini d'Italia, e se- I, per abbattere il partito imperiale, spe-
guala niente di quelli toscani. Il partito ini di in Toscana per suo vicario Guido di
perialedifeso esostenuto da'ghibellini, an- MonfortconBoo cavalieri francesi; in con-
dò di mano in mano declinnndo, a segno seguenza nel luglio 2(3^ I il conte e poi lo

di trovarsi costretto di cedere a'guelfi la stesso re con vigorosa oste unita a quella
supremazia politica in Toscana, ove il nu- dei fiorentini ricominciarono la guerra
mero de'liberali fino allora soppressi dal- contro i sanesi e tulli i ghibellini in essa
la forza, ogni gioino piìi si faceva forte e in Poggibonsi rifugiati, e ne predarono
ingiossaiido, iMortonell'ollobi e i 264 Ui'- e arsero il territorio. L'unica speraii7a dei
bano IV, Manfredi co'suoi seguaci e ghi- i ghibellini era riposta in Corradino nalfi
bellinine fecero grande allegrezza;! sa- daCorrado IV fìgliodi Federico II. A lui

nesi mossero verso Orvieto, e infestarono perciò ghibellini di Toscana, e quelli del-
i

il Patrimonio di s. Pietro, per cui il sa- l' Italia superiore e inferiore inviarono
gro collegio de'cardinali li ammoni a ri- messi in Germania persollecitarlodi veni-
tirarsi con gravi minacce, che disprezza- rea riprendersi regno delleSiciliejmeii-
il

rono. Divenuto Papa l'altro francese Cle- tre Clemente IV dopo avere ammonito
mente IV, elVettuò l'investitiua e dichia- Ccjrrndino a non collere alle vane lusin-
rò Carlo I d' Angiò re delle due Sicilie, ghe, fece di lutto per distaccare i po|)oli
che divenne capoparte guelfo; lo che ob- italiani dal suo parlilo, econ bolla degli 1 r

bligò Manfredi a richiamare nel minac- maggio 1267 inculcò al potlestà e signoria
ciato regno il maggior numero di sua ca- tli Siena, afiinchè il popolo ubbidisse a'co-
valleria tedesca, e tutti i soldati sparsi per mandi apo.slolici. Invece nel 1

dicembre
Toscana e per le comune
Marche, ed il i rnppresentanti del comune e della parie
di Siena dovè somministrargli un nume- ghibellina toscana elessero capitano ge-
ro di milizie agli I i febbiaio 12 65. Cle- nerale per 5 anni Enrico figlio del redi
mente IV scomunicalo Manfredi, come Castiglia,allora senalorediPioma,coiran-
aveva fallo il preilecessore, promidgò la mio salai iodi 1 0,000 lire,promellendo o i

crociata contro di lui, concedendo iiubd- solili al giorno per 200 spagniioli. Olire
genza a chi recavasi acombalterlo, e4oo a ciò i sanesi con altri ghibellini inviaro-
cavalieri guelfi fuoruscili fiorenti ni con- no a Corradino calato in Italia 100,000
dotti dal conte Guido(>ueria di Duvndo- fiorini d'oro, e nel 1 2(38 Siena gli somcui-
la si unirono al monarca liancese. A '26 nislrò altri denari. Acciesciiilo ili mezzi
febbraio 126G, nella piuuura di Grundel- e di forze, Con adino da Pisa per Poggi-
3

32 SI E SIE
bonsi si recòa Siena, doveiiifeseil r." fat- venzano Salvani fu preso e trucidalo, e
to d'ai mi favorevole a'suoi accaduto nel ilsuocnpo portato in giro sopra una pic-
Val d'Arno siiperioie. Gran runìore fece ca pel campo de'vincitori. Provenzano po-
per Toscana questa piccola l^atlaglia, per co innanzi per ri/|)arniiare la morte ad
cui ne montarono in supeil:)ia gliibelli- i un amico prigione degli angioini, di>5teso
ni; fu allora che sanesi salili in grandi
i un tappeto sulla piazza di Siena si pose
speranze si dierono a mozzar torri e al- ad accattare 0,000 fiorini pel suo riscat-
i i

lenare palazzi ad alcune famiglie poten- to, e vi riuscì con eterna sua lode.
ti sospette. Corradino senza far caso del- Dopo la vittoria riportata a Colle, i fio-

le scomuniche e deposizione dagli assunti rentini aprirono pratiche pacifiche, afììu-


titoli di Cleuienle IV, proseguì da Siena chè i guelfi fuorusciti fossero ammessi an-
il viaggio ner Pioma, e secondo i pontifi- che in Siena, e l'oltennero nel 270. Per 1

cii prognostici Coriadino trovatosi a fron- tale trattato i sanesi pagarono nel 1271
te di Cai lo I, a'24 agosto presso Taglia- al vicario del re in Toscana 6000 oncie
cozzo fu sbaraglialo, indi fallo prigione, e d'oro per ottenere la grazia e protezione
nell'ottobre lasciò in Napoli la lesta sul di Carlo 1, a condizione che a'fuoruscili
palco, terminando con lui la nobilissima ghibellini non si restituissero i beni senza
casa degli Hohenstauf'endiSvevia. Quan- suo ordine. A' 4 giugno 278 per un sin-
1 i

to precedette, accompagnò e seguì il tra- daco sanesi promisero d'ubbidire agli


i

gico fine dell'infelice Corradino, lo ripor- ordini della s. Sede, onde ollemiere ras-
tai a Sicilia. Giunta in Toscana la nuo- soluzione dalle censure lanciale da Cle-
\a della sconfina di Tagliacozzo e la pri- mente IV per l'aiuto dato a Corradino,
gionia di Corradino, non è a dire in qua- e rinnovate da Gregorio X per non aver
le avvilimento cadessero ghibellini, nel i voluto riconoscere Carlo I da lui nomi-
tempo che grandi feste si fecero da'guelfi nato, come da Clemente IV, vicario impe-
ormai dominanti sulla maggior parie di rialeiu Toscana.Ma non passò gran tem-
Toscana. Due sole città capitali di repub- po che guelfi riammessi in Siena, poco
i

bliche, cioè Pisa e Siena, dopo la morte o nulla curando patti della pace fra le i

di Corradino non solo non innalzarono lo due comuni ristabilita, istigali dal conte
stendardo de'gigli francesi, ma il comune Monfort, cacciarono dalla città gli anti-
di Siena dopo avere raccolto un esercito chi ghibellini. Seiiouchè nel giugno 127
di tedeschi e spagnuoli scampali dalla bat- per opera Gregorio X, mentre egli con
di
tagliadi Tagliacozzo, edopoaver afìidato quel seguilo che narrai alla biografìa, pas-
al comandodi Provenzano Salvani quan- sò per Siena e Firenze onde recarsi a Lio-
ti fuoruscili ghibellini potè radunare, nel ne, i ghibellini furono restituiti alla pa-
giugno 269 dichiarò la guerra a'iìoren-
I tria e posti a parte delle antiche magistra-
tmi,porlando rostesoltoColIe inVal d"El- ture. Per altro pochi giorni dopo la par-
sa. A tale avviso si mosse da Firenze il vi- lenza del Papa, lultociò ch'egli pel bene
cario di Carlo I, accompagnato da'solda- della pace fra le fazioni aveafatto.fu guasto
tidisua nazione, da'dorenlini e altri guel- e rovesciato in guisa che i ghibellini do-
fi toscani. Agli 1 giugno ostinata e teni-
i vettero di bel nuovo abbandonar la città,
bile riuscì la battaglia, nella quale restò per la qual cosaGregorio Xfulnaioò nuo-
rotto e sconfitto l'esercito ghibellino con va scomunica al popolo sanese. Intanto
grandissima perdita de'sanesi, a'quali si gli espulsi ghibellini raccoltisi nella ma-
può dire che il combattimento sull'Elsa remma massetana danneggiavano paesi i

riuscì quasi oltrettanto funesto, quanto del dominio di Siena, laonde reggitori i

quello suU'Arbia era slato disastroso ai della repubblica nel i 276 colle arasi li re-
guelfi. Pochi de'vinti si salvarono, e Pro- pressero, e cominciarono a prender parte
SIE SIE 33
nel regime politico di Massa per assoq- in Toscana, splendidamente ricevuto efe-
gellarne il comuue: nel 1277 Siena rin si cggiato in Siena e Firenze. Avendo Ur-
uovo le capilolazioui con Grosseto, e nel bano IV condannali sanesi al pagamento i

I 280 la pacecnnFirenze,a mediazioiiedel d'8000 marche d'argento (40,000 lire),


legato cardinal FrangipaneOi'sini. Quan- lìuniflicio Vili nel 1299 inviò una bolla

tunque la parte guelia e la più popola- al podestà e ai signori Nove per transi-

re avesse preso il sopravvento in Siena, gere col governo. Frattanto sorgeva il se-
la signoria venne portata al numero di colo XIV, che può dirsi il più bel secolo
I 5 governatori, tutti dell'ordine popola- per le repubbliche ecittà toscane, nel qual
no; non per questo gli altri ordini della periodo fiorirono Castruccio, Arnolfo da
città,né glnbellini di corto rientratisi
i Colle,Giotto, Dante, tre Villani, Petrarca,
erano acquetati, e lanlnessi brigaronoche Boccaccio, Giovanni e Andrea Pisani, ed
furono espulsi da Siena diversi magnati e isanesi Simone iMemmi pittori, e Simone
altri capi ghibellini, per aver tentato d'im- Tondi che forse fu ili.°a darci un'idea
padronirsi del governo. Dopo i vesperi di di statistica nella relazione del dominio sa-
Sicilia, avendo gli angioini perduto quel- neseda lui perlustrato, tralasciando mol-
l'isola, 5 governatori per vedere in To-
i I tissimi altri ingegni tuscani celebri. Nel
scana riaiiinoati ghibellini, dalle loro ma-
i I 3o3 il potente magnateMusciattoFraa-
snade fecero assalire e disfare castelli del i zesi accolse nel suocastello di Staggia l'in-
contadoasilode'ghibelliiii. Finita con Te- degno cav. iVogarel mìiiislro di Filip[)0
lezione in re de' romani di Rodolfo I di i V re di Francia {F'-\ accompagnato da
A bsburg la vacanza dell'i mpero,Mcolòl 1 1 unascliieia di soldati, che recatisi mAna-
Papa indusse Carlo I a lasciar il vicariato gai sacrilegamente imprigionarono e vi-

di Toscana, onde quell'imperatore rivesti li|)esero Bonifacio Vili, ludi neli3o5 il

del titolo di suoi vicari quasi tutte le si- francese Clemente V stabilì la residenza
gnorie delle repubbliche di questa parie papale in Francia e Avignone {f.), con
d'Italia, con annuo tributo o regalia alla tanto danno d' Italia lacerata dalle fa-
corte aulica. Si convennea nuove paci coi zioni, le quali furono assai inasprite nel
ghibellini con diverse condizioni, e prin- i3i I dalla venuta dellimperalore Enri-
cipalmente colle case Salvani, Guinigi, co VII nemico acerrimo de' guelfi. Sie-
Consi ghiliellini, Tolomei, Incontri, For- na e Firenze furono in Toscana le due
tiguerri, Piccolumini guelfi, per cura di cittàch'ebbero il coraggio di chiudere le
ISicolò 111; ma
per sua morte nel 1280 i porte in faccia al troppo ghibellino im-
ghibellini dinuovo furono cacciati, ed il peratole, e il magistrato de' Nove tornò
partito preponderante restrinse al nume- a pubblicar il bando d'esclusione de'no-
10 di nove i5 governatori, chiamandoli
i bili dagli ufììzi pubblici. Avendo Enrico
Noi't Difensori, e(ì escludendovi non po- i VII iiiutilmeiile assediato Firenze, mar-
polani; inili neh 288 »i fecero nuovi statu- ciò verso Siena, ilando il guasto a liitle le

ti. Le guerre di Sicilia e il grave danno ville subuibane; ma reduce da'bagni di

palilo dalle truppe sanesi presso la Pia- Macereto morì in Buoiiconvento, e così
ve al Toppo rianimarono i ghibellini, ma liberò da gravi apprensioni Siena e le al-
la loro audacia fu compressa e fiaccata agli tie repubbliche guelfe di Toscana; laon-
1 I giugno 28c)alla I battaglia di Campai- de signori Nove inandaiuuo l'oste a sog-
i

diuu per opera de' fiorentmi e sauesi di giogare i castelli ue'quali cransi chiusi i

parte guelfa, in conseguenza di che Siena malcontenti rivoltosi. Ma Siena, al pari


s'impossessò di diverse castella nella sua della rivale Firenze, avea dentro ilelle po-
maremma. A rendere più >oleniic questo tenti famiglie ghibclliue, per cui a' iti a-
triouto cuncoisc Curio 11 col suo ai rivo gusto 1 3 1 j,giorno destinato alla festa del-
\UÌ. LWl. 3
34 SI E SIE
fa gioslia e poi della corsa nella piazza del ne!! Altro scrittoreanonimo riferisce, che
Campo , riscontrandosi i Salinibeoi coi di G5,ooo bocche che allora faceva Sie-
guelfi Toloni ci, si affrontarono, ferirono e na,ne rimasero 5,ooo. Intanto menlreaf-
I

uccisero,siccliè niellendosi in arme tulio il fliggeva la carestia, ebbe luogo una nuova
popolo fu un parapiglia. Arrestòalquanto riforma provocata dal popolo minuto per
le ostilità l'arrivo del principe diTaranlo, tacilo consenso di Carlo IV, imperatore
fratello di Roberto re di Sicilia (quello giunto in Siena a'24 marzo 355, sicché 1

dell'isola ebbe titolo di re di Trinacria) nel dì seguente con grandissimo tumulto


capoparte guelfo; ma la vittoria riportata furono cacciati dal palazzo pubblico si- i

a'aq ag(istoi3i5 dal famoso Uguccione gnori Nove, in luogo de'quali entrò alla
della Faggiuola (di cui a Lucca e altrove) testa del governo Ernesto arcivescovo di
sotto Monte Catini, rianimò i ghibellini i*raga col titolo di vicario imperiale, as-
toscani, sebbene non traessero gran pro- sistito di 20 persone,! 2 citta-
da una balìa
fitto da sì favore volegiornata,eniiuia città dini popolani e8 gentiluomini. Questo
di lega guelfa, della quale era allora an- cambiamento di governo forse fu il più fa-
che Siena, ne restò alterata: se il vinci- tale alla libertà sanese,per le gravi conse-
tore e gran ghibellino che rinnovò in Val guenze che ne derivarono; ed a'3 mar- i

di Nievole la sconfìtta di Moni' Aperto, zo 20 detti di balìa ordinarono un ma-


i

fosse stalo accorto politico come si mo- gistrato di 2, quattro per Terzo o rione,
i

strò valente neirarini,poleva'di venir l'ar- i quali con piena autorità doveano deci-
l)ilro di Toscana, ed invece fu espulso da dere gli affari di stato con 1' assistenza e
Pisa edaLuccaovedominava,il che riuscì voto di 12 buoni uomini nobili, scelti 4 per
di sommo conforto a'governi guelfi. Pro- Terzo, che costituirono il collegio de' 2 i

sperando in Siena le cose de' guelfi, va- gentiluomini. Poscia a' 1


7 aprile fu orga-
rie ih miglie nobili lornaronoall'ubbidien- nizzalo un consiglio generale di 4oo cit-
za della signoria, sebbene poi rinnovaron- tadini, de'quali 1 5o nobili e 25o popola-
si i tuuìulti, poco prima che i soldati di ni, il quale consiglio dovea cambiarsi o-
lega guelfa ricevessero in Val di Nievole gni 6 mesi. Così sistemato il regime rap-

olirà più solenne disfalla all' Allopascio presentativo della repubblica di Siena ,

daCastruecioAntelminellisignorcdi Luc- vi fece ritorno Carlo lV,che in Roma era


ca {y.), il capitano e politico più rino- «lato coronato, e trovando la città invol-
mato di sua età. Quindi Siena per inler- ta nelle solite discordie fra la nobiltà e il

posizioncdel vescovo, come Firenze a ven- popolo, stabilì suo luogotenente e gover-
do riconosciuto per vicario il duca di Ca- natole supremo di Siena il patriarca d'A-
labria figlio di re Roberto, a sua insinua- quileia suo parente, e riuscì ad ottenere
zione fecero tregua i Salimbeni co'Tolo- che la balìa, il collegio de' 12 e il consi-
mei, poi pacificatisi. Successivamente fu gliode'4oo linunziasseroal loro uffizio.
preso il castello di INlonlemam, espulsi i Non essendo facile a un patiiarca disar-
mendichi du Siena, ricevuta la dedizione malo poter tenere il giogo sui collo a'cit-
di Massa,enel 343 venneaiulataFirenze
i ladini fervidi e usali a sceglieie i magi-
per cacciar il duca d'Alene; prima del strali, dopo la partenza di Carlo \\ in-
qnal tempo e nel 3 39 la peste bubonica
i sorse il popolOjCoslrinse nel maggio il pa-
fece strage, indi fu di piìi desolala Siena triarca a rinunziare al potere, e rimise il

co'suoi borghi dalla pestilenza del 1 348, collegio de'Dodici, a' quali nel luglio fu
e talmente micidiale che ascriva subilo aggiunto per capo il capitano del popolo,
chi n'era colpito, onde il cronista senese d'ordine di Carlo IV che avea ricupera-
e contemporaneo Angelo di Tura affer- to il dominio sanese. Da tale capitano na-
ma che morirono più di 80,000 perso- zionale ed eletto ogni due mesi dal pò-
SIE SIE 35
polo dipendevano i capitani delle compa- insegna de' guelfi, ovvero per ricordare
gnie, ma essendo queste divenute prive il trionfo riportato su Siena. Per mag-
di valore, si presero soldatesche prezzo- giore sciagura in questo frattempo anche
late ed estranee di venturieri, che tanto il popolo sanese si divise indue sette o
danno recarono all'Italia. Siena fu uno fazioni cittadine, cioè de'Caneschi favo-
de'primi comuni a risentirne dolorosi i rita da'Tolomei,e de Grasselli cheavea
eCfetli, allorché la repubblica fu messa a per capi Salirabeni; e la signoria de'Do-
i

discrezione delia numerosa compagnia dici artificiosamente fomentava ledivisio-


dimasnadieri guidata dal fimiiieralo fr. ni tra famiglie, ravvivando le antiche di-

Morreale cav. provenzale, le cui devasta- scordie. Di che accortisi nobili, armata i

zioni, taglieggiamenti, rapine e iniquità mano cacciarono


Dodici nel settembre
i

deplorai in tanti articoli e a Marca. Cosi i368, quindi fu ordinata una signoria di
cominciò a spegnersi nelle città ricche e i3 personaggi, IO de'quali gentiluomini,
commerciali la virtìi militare; cos'i le re- e 3 dell'ordine Monte detto de'Nove.
pubbliche e signorie d'Italia furono mes- Tosto una reazione suscitata dalla plebe
se a disposizione di turbolenti e rapaci sol e assistita da'soldali di Carlo IV tornato
datesche a piedi, ed a cavallo dette bar- in Toscana, formò altra signoria di Dodi-
bute, le quali terribilmente alterarono la ci con aggiungere a'3 del Monte di >'ove,

quiete e la prosperità de'popoli. A fr..Mor- 5 popolani e 4 geuliluomini; repentine e


reale tenne dietro il non meno infestocon- frequenti mutazioni, che vieppiù minava-
te Landò condoltiere di sfrenati venturie- no la libertà sanese. Pochi giorni dopo ri-
ri, che i Dodici di Siena ebbero la debo- comparveCarlolV^coIl'imperatrice inSie-
lezza ne\io5'j di chiamare al loro soldo, na, e costrinsenuova signoria a riscat-
la

insieme con altra simile compagnia d'in- corona impegnata per


tar dai fiorentini la

glesi nel i363, divenendo cos'i tributari bisognodidenaro.NoneracompitoiI 368 i

di prepotenti e insaziabili ladroni: una di che altra sollevazione riformò il magistra-


queste compagnie detta del Cappello, co- to de Dodici portandolo a 5, con un con- i

mandata dal conte d'Urbino, fu cocnbat- siglio di I 5o che costituì poi un 4-°Monte

tuta in Val di Chiana dalle genti sanesi appellato de' Riformatori. Piitornato nel
capitanate dal con te FrancescoOrsini. Pri- 1369 a Siena ancora una volta Carlo IV,
ma di questo tempo e nel i358, Siena e per sue esigenze indiscrete, nella rivo-
sebbene già alleata di Perugia, le ruppe luzione insorta, la furia del popolo sba-
guerra con vantaggio e vittoria de' pe- ragliò la sua cavalleria di 3ooo uomini
rugini, che come indicai nel voi. LII, p. con combattimento di 7 ore, e l'impera-

149, vollero ricordare ne'nobili portoni tore corse pericolo di restarne vittima; as-
del palazzo delcomune, per cui si crede sediato nel palazzo Salimbeni, il cardinal
che due gravi mensoloni sostenenti o-
i legato di Bologna s'interpose per la sua
gnuno un Griflone di marmo insegna di partenza, e le gravi ingiurie patite furono
Perugia, i quali tengono atterrati trafo- rimesse con molti denari, così essendo uso
ro artigli un animale di non marcata spe- quel principe a ristorare le sue vergogne.
cie,che molti dissero lupa e stemma sa- Gli furono dati 5ooo fiorini e poi altri
nese, altri toro; e siccome lo stemma sud- I 5,000; con eflìcacia si adoperarono per
descritto de'sanesi si componeva del leo- la salvezza di Carlo IV anche il vescovo
ne, pare dunque che la simbolicaallusio- Azzolino e Malatesta LJngaro. I tumulti
ne delle sculture voglia esprimere piut- cagionati nel territorio da' fuorusciti fu-
tosto Perugia in atto di fiaccale l'altrui rono tolti con permetterne il ritorno, ed
potenza. Di sotto vi sono pure due leoni entrare nelle magistrature, fuorché nella
eziandio di marmo^ ed ivi collocati come signoria e nel consiglio generale. In que-
3G SI E SIE
sto pacifico intervallo il comune in poco l'espressa condizione che il Visconti non
lempo riciìperò le tene e castella del suo dovesse intromettersi nelle cose politiche
dominio; di tanto in tanto non mancan- di Toscana. Esso però non cessò dagl'in-
do commozioni cittadine, e riforme go- trighi, pose io sua balìa la repubblica di
vernative che preparavano la morte della Pisaj e nel 1396 con Siena strinse altra
repubblica. Queste frequenti innovazioni alleanza. Siffatto procedere rinnovò l'ini-
rendevano più ardite le ricordate e altre micizia co' fiorentini, le prede e le scor-
compagnie di masnadieri, cui spesso u- reiiene'contadi rispetti vi, e fini colla pes-
nivansi i fuorusciti, per cui il comune piti sima deliberazione de'sanesi di sottomet»
volte mediante gravose somme dovè del tere la loro patria al Visconti aglii i di-

loro appoggio farsi scudo pregiudizievole, cembre 399, indi col .°del seguente gen-
I I

eliberare il contadodalsaccheggioedalie naio il conte Guido di Modigliana come


vessazioni. Fra i ripetuti tumulti, uno dei luogotenente del duca di Milano venne
più fatali fu quello dell 384 contro il reg- a governare Siena. Per sua buona ven-
gimento de'Riformntori che furono esi- tura, di Bologna, di Perugia e di altri do-
liati, e con essi un grandissimo numero mi nii che avea recato in suo potere, Gio.
d'artigiani, in tutti circa 4ooo popolani, Galeazzo morì a'3 settembre 1402; ma i
di cuiappena un 0.° ripatriò nella pace;
i sanesi aspettarono il 4o4 prima di licen-
1

ondeMalavolli alla perdita di tanti artefici ziare il luogotenente per tornare a reg-
attribuisce se non la i .', al certo la più es- gersi in libero comune,ed a'G aprile si pa-
senziale decadenza dell' industrie mani- cificarono co'fiorentini,cedendo loro IMon-
fatturiere di Siena. Neh 384 «itornato il tePulciano e ritenendo Lucignano. Per
magistralode'Riformatori, furono ridotti guisa non soloSiena ricuperò la libertà,
tal

aio col nome di Priori, indi nel 1 387 ac- ma in breve riprese le terre e castella ri-
cresciuto d'altro individuo. Per la ribel- bellate tolte da'fiorentini. Intanto infu-

lione di IMonte Pulciano, e la depredazio- riava gran Scisma (f ) d'occidente so-


il

ne del territorio fatta dalle masnade in- stenuto dall'antipapa Benedetto XIll, il
glesid*Augut,altribuendosi alle mene dei quale simulando di estinguerlo,con astu-

fiorentini, Siena fatalmente cercò appog- zia invitò per un abboccamento a Sa\'0'
gio a Gio. Galeazzo Visconti signore di na Papa Gregorio XII, che per tale ef-

ftliltiiio, e ne derivi) fìerissima guerra spe- fetto [)artì da Roma e giunse a Siena a'4
cialmente in Val di Chiana neh 38g,acui settembre 4^7 con 1 2 cardinali e la corte,
1

si aggiunse furiosa peste e lagiimevole ca- ricevuto con molta magnificenza d'onore
restia, che indusse i fiorentini e i saoesi dulia signoria e da tutti gli ordini de'mae-
a dare ascolto alle proposizioni di pace strati, e accompagnato fino al palazzodei

del Papa Bonifacio IX; ma il popolo sa- Squarcialupi in Postierla poi de'Pecci, a

nese accecato per non conoscere le fine e taleelletto addobbato, e destinato per sua
dolose arti del signor di Milano, pel suo abitazione. IS'ella solennità della Natività
odio pe'fiorentini,a'quali avrebbe prefe- della B. Vergine cantò in duomo ponti-
rito il demonio, antepose alla pace la sog- ficalmente la messa. A' 2 7 novembre vi

gezione milanese. Fu allora che Orlando ricevè un ambasciatore del re di Francia


IMalavolti ealtri guelfi, vedendo la patria in compagnia d'un nunzio dell'antipapa,
soggiacere a certa schiavitù, si dierono in i quali in concistoro richiesero il popolo
accomandigia a'fiorenlini. La guerra de- di Siena ad intromettersi per l'unione e
solatrice, la penuria e i contagi voltaro- concordia della Chiesa. Li signori lo ri-

no animi ai ragionamenti paterni di


gli ferirono in un consiglio di86 eletti citta-
Bonifacio IX, calle premure del doge di dini, e perciò il Papa domandando ullref-
Genova,e segui la concordia nel 1 392, cod tanto furoDO scelti a proporne modo G il
SIE SIE 37
cittadini. Dipoi Gregorio XII nel febbraio ne di Firenze si mostrò gratissimo, perlai
i4o8,secouJo Veca, passo in Lucca (F.), conlegno avendo potuto salvare la sua li-

prima dicbiarando le ragioni per cui non bertà, a cui attentava Ladislao nel coa-
si portava più a Savona, bramando un cettodi voler dominare l'Italia tutta. Per
luogo più sicuro. Nel luglio Gregorio XII la rovina cagionata alle campagne dal re
acconipagnntoda Scardinali pai lì da Luc- senza poter espugnare una terra, beffan-
ca per Ancona, ma essendo slato avvisato dolo toscani lo proverbiarono re g«a-
i :

degli agualicbegli tendeva il cardinal Co- sta grano, ed popoli si unirono per cac-
i

scia legato di Bologna, si ritirò a' iq in ciarlo da Toscana.


Siena, ricevuto cortesemente, e prese al- A* 26 giugno 1409 il concilio di Pisa
loggio presso gli agostiniani. A'aS luglio elesse Alessandro V, dopo aver deposto
acconsenl'i di fare da padrino al figlio del l'antipapa e il legittimo Gregorio Xll,
re di Polonia, ed a' 1 5 agosto nella tnag- perciò da s. Antonino e da chiamato
altri
giorsolennilà della città cantò pontilical- conciliabolo. Nel fine di tal mese in detta
niente la messa con incredibile pompa. città fu concluso un trattato col cardinal
In Siena non volle ricevere cardinali Fi- i Coscia legalo, i fiorentini, i sanesi e al-
largo poi Alessandro V, e Panceiini che tre comunità per difendci^si da Ladislao,
in nome de'colleghi ritirati in Pisa pre- il quale poi nel gennaio i4' ' con buoni
tendevano invitarloalcoriciliocbesi pro- palli si pacificò colle repubbliche di Sie-
ponevano celebrare. Gregorio XII invece na e Firenze, quando già il cardinal Co-

privò della legazione il cardinal Coscia,ed scia col nome


Giovanni XXIIl era suc-
di
a'28 settembre formò un processo contro ceduto ad Alessandro V in Bologna. Da
i cardinali ribelli ch'eransi recati a Pisa questa città volendo Giovanni XXIII re-
per celebrare un concilio contro di lui. Di- Roma e difenderla da Ladislao che
carsi in
morando il Papa in Siena a'ig settem- volevaocouparla, accompagnato da Luigi
bre (e non in altre epoche come vuole Gi- II d'Angiò pretendente al regno di Sici-
gli) creò cardinali Cini, Bonito, Barbadi- lia, per Firenze passò in Siena, e giunse in
go suo nipote, Bandinelli lucchese, Re- Roma aglir i o 12 aprile. Ad onta cheGio-
pinglon, Craco"\v, B.ivo, Morosini, e il b. vanni XXI 11 riconoscesse poi Ladislao in
Manzuoli di Pontremoli e vescovo di Fie- re diSicilia, questi nel i4i3si recòinRoma
sole. Dopo essersi trattenuto in Siena circa coll'esercito e l'espugnò agli 8 giugno, co-
3 mesi, nell'ottobre Gregorio Xll si por- stringendo alla fuga Papa e cardinali. 11

tò in Rii/iini [f.) da' suoi amici i Mala- Ferlone, Fiaggi de Potilefìci, dice che il

testa. Intanto l'ambizioso re di Sicilia La- Papa da Viterbo si ritirò a Siena, e dopo
dislao a danno de'fiorenlini tentò di fare 3 mesi fu ammesso in Firenze. Riferisce
un trattato co'sanesi, i quali in tempo da Xovaes cheGio vanni XXI II ritornò in Sie-
essi avvisati delle regie lusinghe, prote- na a'22 giugno, e mentre vi dimora va, tro-
starono non potere senza l'annuenza dei vandosi in bisogno di denaro, die al co-
fiorentini loro amici; mentre i ministri di mune in vicariato Radicofani (f^-) con
Ladislao tentavanodistornarela fermez- annuo censo da pagarsi nella vigilia di s.

za de'sanesij il re con numeroso esercito Pietro, che a suo tempo ancora soddisla-
era entrato nello stato fino a Buonconven- ceva il comune anche per Camposervoli
to, ove ordinò che si corresse Uno alle por- pure della s. Sede, col tributo ridotto a
te di Siena esi facesse per via quanti mag- scudi 29 e bai. 4<J- Poscia il Papa tran-
giori danni e ruberie A fron- si potesse. sitò a Firenze. Leggo poi nel Pecci, che
te de'saccheggi e arsioni, rabbiosamente Giovanni XXIIl con bolla spetlita da Ro-
coiìimessc da' soldati, sanesi non si ri- i ma a' 2 7 marzo 4' (non pare giusta tale
I i

mossero dal loro proposito, oudc il coui u- data, pcrquaulo dissi sull'ingresso del l'a-
38 S I E SIE
inRoma,cogli storici iomani)dirella ad
j){i vanni XXIII venne deposto, e l'antipapa
Antonio Casini vescovo di Siena e suo te Benedetto XIII sconumicalo ,
quindi fu
soliere, gli ordinò di trovar denari pe'bi- eletto Martino che ridonò V la pace alla

sogni della s. Sede, dovendo p;igare le mi- Chiesa e all'afflitta Italia. Di questo me-
lizie per difesa della medesima, dandogli morabile avvenimento riparlerò all'ar-
facoltà d'obbligaree ipotecaregli stati del- che fece il Pa-
ticolo Sinodo. Nel viaggio
la chiesa romana. Aggiunge,che esiste al- pa per recarsi in Roma, partendo da Fi-
tra sua bolla de'i6 aprile 1 4 i 2, diretta al renze a'g settembre 1420, senza entrare
medesimo vescovo, tesoriere e nunzio a- in Siena pel timore dell'epidemia, fu al-
pustolico, colla cpiale concede alla repub- loggiatoaCuna 7 miglia dalla cillà(ov'era
jjlica di Siena la terra e corte di Piadico- statoneh 386 ospitato Urbano VI quan-
fani con titolo di vicarialo enflleulico, ov- do fu a Lucca), da Giacomo Pecci ricco
vero feudo nobile e onorifico, col mero cavaliere sanese che gli prestò 2 5,ooo fio-

e misto impero, col canone e responsioni rini d'oro, colla rocca di Spoleto per si-

di censo in altra stipulazioneda stabilirsi; curezza. Essendosi ordinalo nella sessione


onde il Casini convenne coreggenti della XLl V del concilio di Costanza a' 19 apri-
lepubbli cai M di verse condizioni, fra le cjua- le 1 4 i H, che si dovesse celebrare un altro
li che egli come nunzio a detto nlFare su- concilio generale, si apri in Pavia a' 22
leuoen»ente costituito, con licenza del Pa- maggioo giugno 423; ma 1 assalita da pe-
pa imponeva una colletta a tutti chie- i ricolosissima peste, per consenso di tutti
non esenti di (jualnn(|ue con-
rici esenti e i prelati e de'Iegali pontificii fu risoluto

dizione della città e stato di Siena, e in doversi trasferire a Siena, dov'era abbon-
tutte le terre raccomandate ecensualidi danza di viveri, quiete e sanità. A questo
detto comune, tianne religiosi mendi-
i edetto mandarono i padri un tedesco dot-
canti; che la collctta ascenda a i3oo fio- tore in legge a riferire il loro desiderio,
rini d'oro, la qual somma
debba con si il ({uale con somma allegrezza di tutta la
vertireuel pagamento convenuto e dichia- città fu dal magistrato e senato ricevuto
rato di 6000 fiorini d'oro alla camera a- e approvalo. 11 mandato col decreto passò
postolica, e che detti chierici abbiano la a da Martino V per ottenerne il
Roma
medesima esenzione e franchigia dal co- consenso, che non soloIodiè,ma promise
mune di Siena che già aveauo nel tem- quanto prima di passare in Siena. Pei- am-
po dello studio generale, pel quale psiga- basciatori i sanesi tutto parteciparono ai
vano 5oo annui fiorini d'oro, la qual fran- che in apparenza ollrirono qua-
fiorenti ni,
chigia duri 3 anni. Dopo che Ladislao oc- lunque soccorso, ma mossi da invidia ce-
cupò Roma, si avanzò coll'esercito a Pe- latamente o per procurare di condurre il
rugia come in atto di minacciare a'sanesi concilio nella loro città, fecero sapere ai
e a'fiorentini nuova guerra. Allora que- Papa che in Siena eravi peste e carestia.
ste due repubbliche spedirono ambascia- 1 sanesi avendo
ciò penetrato fecero pub-
lori al re, e nel campo d'Asisi a'22 giù- blica mostra di vettovaglie, e spedirono
gnoi4i4 conclusero unu lega di Gannì a Martino V
ambasciatori, che in nome
a difesa reciproca. Colla successiva morte pubblico olTrirono la città pel concilio e
del re,leduerepubblicherestarono libere si purgarono dallecalunnie fiorentine. Ar-

da nuovi pericoli, e nel 1 4 6 rinnovarono


• rivati in Siena vescovi, abbati e altri pre-
la lega del i4o8. Profittando Siena della lati inmolto numero, a'2 di luglio si ce- 1

pace ingrandì il suo dominio, con nuovi lebrò nel duomo solennemente la messa
feudatari nobili. A troncare lo scisma si dello Spirito santo, e per 3 giorui i padri
celebrò il concilio di Coslanza,in cui Gre- andarono con di vota processione per la
gorio XII virtuosamente rinunziò, Gio- città; però il coucilio sembra che incomiu-
SIE SIE 39
classe assai più tardi, e alcuni dicono a'2 lere del Papa, e rimossero le guardie che
agosto. Tanta fu la moltitudine de'fore- aveano poste alle porte, lasciando libero
stierijche di continuo giungevanoda tutte il passo, e cos^i partirono malcontenti pre- i

le Provincie cristiane, che cittadini tal- i lati e molti vescovi. Tuttavia molti spa*
volta dubitarono che bastasse la gran co- gnuoli e francesi, e alcuni italiani resta-
pia de' viveri raccolti. Gli ambasciatori rono in Siena con disegno di seguitare il

tornati da Roma riferirono che il Papa conciliOj minacciando che vi avrebbero


pureco'cardinali voleva intervenirvi, per portato Benedetto Xlll. Allora Martino
cui giubilanti i sauesi prepararono Tabi- V inviò a' sanesi per ambasciatore Ma-
tazione pel Papa, pe' cardinali e per la latesta signore diPesaroaccompagnato da
coite. La festa dell'Assunta fu celebrata molti soldati, e più volteinconcistorodo-
colla massima pompa, ma pel caldo ec- mandò di levarsi la materia del concilio.
cessivo essendovi afìiuenza di malattie, si La signoria piegava a) volere pontificio,
cominciò a dubitaredella venuta di Mar- ma il senato ripugnava, finché di propria
tino V. Non pertanto ogni giorno arriva- autorità fece levare tutto l'apparato con-
vano arci vescovi, vescovi,aIjba(i,generaIi ciliare, e con dispiacere de'cittadini e fo-

delle religioni, ambasciatori de' principi restieri tutti partirono. Nelle sessioni te-

e altri signori, chierici e laici, e l'arcive- nute si fece un decreto contro le eresie
scovo di Colonia reduce da Roma assicurò conda una te aCostanza, e contro tutti quel-
che il Papa in setie(nbre ci sarebbe ve- li che dassero aiuto ai wiclefisti e agli us-

nuto. In queste liete speranze de'sauesi, siti. Con altro decreto si trattò della riu-
fra'pre>identi della provincia ci presiden- nione de'greci alla chiesa romana, e fu
ti pontifìcii fuseminata dinìdenza,che ca- rimessa a tempo più favorevole, come pu-
gionò dissensione e discordia, poiché Al- re fu rimessa al promulgato concilio di
fonso V
d'Aragona, nemico del Papa,
re Basilea la riforma del clero e della chiesa
per non aver polnlo conseguire l'investi- nel suo capo e nelle sue membra, giusta
tura del regno di Sicilia, con arte voleva il progetto fatto nel concilio di Costanza.
sostenere l'indegno antipapa Beneiletto Labbé, Condì, t. 12. Dopo la pace del
XIII che vivea in Paniscola [f-), non 1428 tra il duca di Milano, veneziani e i

risparn)iando promesse e doni per guada- ifiorentini, di questi ultimi entrò in dub-

gnarsi pi incipali padri. Conosciute (jue-


i bio il governo sanese.sì pel lorocontegno
ste trame da iMartino V, per evitare al- che per gli avvisi del celebre Francesco
tre calamità alla Chiesa, approvate le ce- Sforza; di che fatti accorti fiorentini che i

lebrate sessioni, pruilentementea'2G feb- assediavano Lucca, prima si lagnarono


braio 1 424 sciolse il concilio, dicendo es- che quel signore Guinigi avesse preso a
sere troppo piccolo il numero de'prela- soldoAntonioPetruccisanese, poi doman-
ti per un concilio generale, pubblicando darono aiuto come alleati, alla quale in»

nello slesso tempo altro concilio da te- chiesta risposero i reggitori di Siena, che
nersi a Bdsilea {f'.). Ciò dispiacque a'sa- l'animo loro era rivolto alla difesa delle

procurarono il seguito in diversi


nesi e ne cose proprie senza far ingiuria ad altri. Nel
modi. Nate nuove incidenze, per l'am- 143 divenuto Papa Eugenio IV già
I ve-
biguità del vescovo di Parigi, Martino V scovo di Siena, ivi mandò il cardinal Al-
per troncare lediscordic e semi d'un nuo- i bergali per esortare i magistrati di man-
vo scisma, a' iJt marzo confermò lo scio- tenere il [)opolo in pace e stare amici dei
glimento, e minacciò scomunica al con- loro vicini. Scopertosi poi il Papa parti-
cilio se non si fosse dismesso. A tal mo- giano de'fiorentini, duca
si stleguarono il

nitorio sanesi ubbidienti, convennero coi


i di Milano e sanesi, e la pace si perde
i

principali prelati acciò si tscgui>sc il \o- allatto in Toscana e Loujbardia, e fin") con
4o SIE SIE
rompersi guerra a' fiorentini. A dispetto sto in mezzo ad una folla e oscura selva

di questi ì' imperatore Sigismondo fu a di lecci e sovrastante un lago poi prosciu-

Siena nel luglio i432,per andare in Iloma gato, fu detto di Leccelo della Selva del
a ricevere la corona. Dopo varie vicende Lago, e con due bolle il Papa concesse
guerresche Ira' fiorentini uniti alla lega molli privilegi a tulio l'ordine agostinia-
guelfa, eil duca di Milnno co'suoi alleati, no : questo essendo diviso in diverse con-
sivenne a trattative di pace quando l'im- gregazioni, la più antica fu quella di Lec-
peratore nel geimaio 1433 era tornato a celo quasi 5 miglia da Siena,f(jndala verso
Siena uno de'capiloli lasciò facoltà a'sa-
:
il 1 386 dal p.ToIomeodaVenezia,il tjuale

nesi di potere intervenire come alleati del eletto generale dell'ordine e volendo ri-

duca, a condizione di ricevere e di lesti- stabilirvi la regolare osservanza, scelse a

tuirelecose reciprocamente perdute o ac- tal fine l'antico convento di Leccelo, e vi

(juistate, e clic .-.uiesi, nel caso che per-


i
elesse un vicario generale che lo gover-

tiòglimovessero guerra fiorentini, non i nasse cogli altri, che unitisi a questo for-
dovessero cssereaiutati dal duca. Termi- marono una congregazione, la quale nel
nati i pericoli esterni, ribollirono gl'in- componeva di 12 conven-
secolo passatosi
terni, esiliandosi gran parte de'cittadini quindi questo grandioso di s. Leonar-
ti;

dell'ordine de'Dodici, nel timore che vo- do fu soppresso nel 1810, ed il suo locale
lessero tentare innovazioni. Eugenio IV venne assegnato al seminario vescovile di
dopo aver celebrato il concilio diFuenze, Siena, per uso di villa, e per di lui conto
contro quello di Basilea divenuto conci- vi furono eseguiti vari ristauri. I religiosi

liabolo, e pacificatosi colla repubblica di agostiniani vi fiorirono in gran numero


Siena, recòda Fiienze, donde partì
vi si per dottrina e santità di vita, e vi riceve-

a'7010 marzo 443 accompagnalo da 24


1
rono ancora Papi Gregorio XII zio di
i

cardinali, ricevuto con ogni onorificenza; Eugenio IV, nonché Martino V, e Pio
prendendo alloggio nel convento di s. A- li con 6 cardinali. A ripararlo dalie in-

gostino, vi lestò per ben 6 mesi, visitato cursioni de'fuoruscili, e dalle compagnie
da diversi principi e da molti andjascia- di n)asnade, lo circondarono di mura, di

lori,e fra'primi nominerò l'Orsini gene- torri e l'altre fortificazioni. Nel distretto
rale de'sanesi e signore di Piombi iio,a cui (li Siena e diocesi di Grosseto, fu pur ce-

donò la/iOJrtf/'oro(nel 144"^ dice INovaes), lebre il con vento de' G </g//e//;j/Vt ( ^.). Eu-
il marchese di IMantova, il conte d'Urbi- genio IV parf] da Siena nello stesso me-
no. A'o maggioessendovi mortoli b. car-
I se, ed a' 28 riloinò in Roma. Neli45i
dinal Albergati nel detto convento, il Pa- arrivarono nella città {)er diverso cam-
pa dopo averlo sovente visitalo nella sua n)ino l'imperatore Federico III, ed Eleo-
malattia, con raro esempio assistè a'suoi nora di Portogallo destinala sua sposa ,

funerali colla corte, dicendo farlo pel con- la cpiale a'aS o 24 febbraio accompagna-
cetto che avea della sua santità, e per sua ta da Enea Silvio Piccolomini vescovo di
divozione volle la pietradidue libbre che Siena che ne avea concluso il matrimo-

fu cavata dal suo cada vere, il rpiale fu tra- nio, da molle matrone e da un drappello
sportato alla ceilosa di Firenze secondo di donzelle, fu incontratada Federico III
la disposizione del defunto. Qui Eugenio all'antiporto di Porta Caroullia con no-
IV a'26 giugno fece un trattato di con- jiilee numeroso corteggio, laonde per me-
cordia e di lega con Alfonso V da lui rico- moria ivi in una colonna ne fu posta mar-

Bosciulo re di Sicilia, per cui da Siena gli morea iscrizione. Di là in mezzoalla plau-
spedì labollad'investitura,eil duca diMi- denle popolazione, l'atigusla coppia lece
lano Filippo M." Visconti. A'6 sellerabre solenMÌssin>a entrata nella città, da dove i

andò al convento di s. Leonardo, che po- reggitori seguendo l'esoinpio del pratica -
SIE SIE 4f
to con Sigismondo (forse per evitare la strato le famigliePiccolominieTedeschini,
rinnovazione del serio tranibuslo incon- nella quale era entrata la sorella del Pa-
trato da suo padre Carlo IV), avcnnocon- pa. Le due famiglie già ascritte all'ordi-
finalo in ptecedenza lungi da Siena tutte ne de'genliluomiiii e come tali espulse da
le persone atte a portar l'armi dell'ordine Siena, il padre di Pio 11 erasi stabilito in
de'gentiluouiini e di quello de'Dodici. Il una sua possessionedi Corsignano che da
\escovo Piccoloniini congiinise in matri- Pio chiamata Pieiizn[f^.)e fatta se-
II fu
monio Eleonora con Federico III, il qua- de vescovile. Uno de'maggiori desideri!
le inSiena prestò il giuramento di fedeltà del Papa essendo quello di riabilitare al

al Papa Nicolò V, secondo il costume de- diritto delle magistrature tutto l'ordine
gl'imperatori prima del loro ingresso nello de'gentiluomini,ed il comune riflettendo
slaloecclesiaslico,e ricordatogli dal Pa[ta a che i naturalmente superbi, non a-
nobili,
niezzo de'due cardinali legati elicgli man- vrebbero potuto mantenere le (jualità ci-
dò in Firenze per accompagnarlo in llo- vili in comune cogli altri cittadini a be-
nia. Sebbene i sanesi aveano promesso ai nefìzio dell'universale, abilitò l'ordinedei
fiorentini di non far lega con Alfonso V, gentiluomini al magistrato con alcune re-
scoppiata tra loro la guerra , coniune
il stiizioni, benefizio die loro cessò col la mor-
dovè somministrare i viveri e permettere te ilei Papa. Forse per l'ottenuto da Pio
il passaggio pel territorio all'esercito re- 11, fece dire inesattamenleal Platina nella
gio neli4'J2- Tutta volta Siena neh 453 sua / ila, che sedate le dissensioni in Sie-
si collegò col re, ma nel 1434 ficcetlò la na ricostituì la repubblica in potere dei
pace o tregua di Lodi, ad onta di sue ri- nobili. Avendo Pio II volto tutta l'Italia
mosli'oiize, cessò d'offendere i fiorentini, al lodevole progetto di riparare alla cie-
e intimò al duca di Calabria figlio del re, scenle potenza de'turchi, convocò il con-
che se continuava a slare nel territorio del- gresso di Alanlova (F.) , a' 11 gennaio
la repubblica non dasse molestia a quello 1439 parfi da Roma per presiederlo, ed
de'lìnrentini. Conquesti nel 14^17 si fece in Corsignano celebrò la festa della cat-
lega difensiva conlroJacopoPicciniuo, die tedra di s. Pietro in Antiochia; indi passò
fattosi capo di masnade e vago di prede in Siena a'240 25 ftrbbraio, ricevuto con
mosse guerra a'sanesi; dopo essere riu- somme dimostrazioni di letizia, l'eresse
sciti inutili maneggi e tentativi di ribel-
i IV domenica di
in arcivescovato, e nella
lione procurali contro la patria da An- quaresima con solenne omelia bened'i nel
tonio l'etrucci e da Ghino Bellanli, po- duomo la Rosa d'oio (/'.) e la donò al
tenti sanesi che volevano ridurla al do- senato sanese, e formalmente fu portala
minio d'Alfonso VjPelrucci fu dichiaralo al palazzo pubblico dai cardinali. n Siena I

ribelle e traditore della pallia, confiscati Pio il ricevè gli ambasciatori dell'impe-
i beni e diroccala la sua fortezza di Pe- latore, e di altri 7 mon-irchi e |)rincipi,
rignano: ad altri congiurali fu troncalo ed a'2 3 aprile parli per Firenze. Nel con-
il capo, altri fuiono confinati, altri mu- giesso di Mantova i sanesi e i fiorentini
tilati. In conseguenza di ciò furono rin- pure promisero i loro soccorsi per la sa-
novati i bossoli degli uflizi, riempiendoli gra guerra, e nel ritorno Pio li nel de-
de'nomi di nomini desiderosi della «piie- clinar di gennaio I 4^0 rientrò in Siena,
te cdella conservazione dell.i libertà e del- dove a'?, febbraio beiiedi edi>lribn"i nella
lo slato. Siena nel 1 4^<^ fo rallegrala dal- metropolitana lecanilelealsenaloe clero,
l'elevazione al pontificato del suo concit- e vi si tralleniie lino a' 1 o settembre per
tadino e già vescovo Piccolouiinichepre-.e premiere i l)agiii di ÌNIiceieto e di Peti io-
il nome di Pio il, e per segno d'esultan- Io, dii'cpiali si restituì a Siena. Ivi accol-
za riabilitò ad essere del supremo ma^^i- se gli ainbasciulori che iiuti erano giunti
4^ S I E SIE
intempo mI congresso di Mantova, ed a'5 tificate da Siena. Terminate le turbolen-
marzo fece lai/ promozione de'segiienti ze di fuori, si ridestarono quelle di dea-
caidinali: Angelo Capranica, BernardoE- tro di riforma e io favore de'ribelli e fuo-
ruli, Nicolò Fortiguerri parentedella ma- rusciti della congiura Petrucci,i quali con
dre, Brocardo Veisbriach che riservò in armati eziandio del duca di Calabria en-
petto, Alessandro Oliva, e il nipote Fran- trati in palazzo foimarono una nuova si-

cesco Todeschini i ."arcivescovo della co- gnoria e un consiglio del popolo a scelta
mune patria, poi Pio HI. Inlìotna il Papa de'rivoltosi. Sottoquesto reggimento po-
canonizzò s. Caterina da Siena, indi per litico avvennero in Siena dentro breve
la peste ne parù nel 1462, e fu anche a periodo numerose alterazioni governuti-
Corsignano ed in Siena ; vi ritornò nel ve e cittadine saii"uinose
o rivolte che su-
i4(^4 prendervi i bagni di Petriolo, rebbe noioso ripetere, descritteda Mala-
P*-''"

e trovandosi in Siena a'6 maggio con so- volti, che asserisce aver perciò molti cit-

lennissima pompa donò alla signoria, che tadini cercato tranquillità e sicurezza fuo-
lo collocò nella cattedrale, il braccio de- ri della patria , tiranneggiata principal-
stro di s. Gio. Battista, ricevuto in dono mente dal ritornato Pandolfo Petrucci il

dal fratello di Costantino XII Paleologo yii^^«//«co,comegran politico e uomo di


ul timo ini pera toregreco,al quale il comu- stato, e sostenitore della parte popolare.

ne di Siena die in quest'occasione 10,000 Nel declinar deli 494 passò pel territo-
fiorini d'oro di camera. Inoltre il comu- rio Carlo Vili re di Francia per la con-
ne ospitò nel palazzo de'Diavoli fuori di quista del regno di Napoli, onde si richia-
porta Cainidlia la vedova dell'imperato- marono inuove cotnnjozioni
fuorusciti e
re ucciso da'turchi nella presa di Costan- ebbero luogo, fomentale segretamente da
tinopoli, e vi fu scolpito P<t/^^'»wj Tur- Pandolfoorganoeparteprincipaledelgo-
carum. Dopo la morte di Pio II (nel par- verno, il quale pe 'dispareri col suocero
lare della seiie de' vescovi e arcivescovi Nicolò Borghesi lo fece ammazzare a'
19
di Siena, dicendo delle bolle da lui ema- luglio I 5oo. Tolto questo ardilo emulo
nate in Siena, si può apprendere l'epo- che nealtraversavai disegni, l'astuto Pan-
che in cui vi dimorò), in Roma fu mos- dolfo seppe confermarsi ogni di più nella
sa persecuzione a'suoi famigliari, e gene- sua tirannide. Mentre Cesare Borgia figlio
ralmente al nome sanese : al dire di Gi- d'AlessandroVI,celebreper perfìdia e am-
gli, i sanesi non corrisposero proporziona- bizione, andava usurpandogli stali altrui,
tamente a' benefizi di Pio II, tuttavia so- per impossessarsi del sanese meditò l'uc-
leva ripetere: Senensibiiseliam inviiis be- cisione di Pandolfo, il quale a premunir-
ìufacìendtim. Altre notizie di lui e del si dalle masnade di sì potente nemico che

Papa nipote, eriguardantieziandio la pa- invadeva le Marche, la Boniagna e la To-


tria e la Piccoloinini famiglia , in questo scana, condusse al servizio di Siena il ca-
articolo e nelle loro biogralìe le riportai. pitano Gio. Paolo Baglioni di Perugia,
Stette Siena per qualche anno quieta collegando insieme le due città. Quindi poi
dalle sedizioni interne e dalle guerre e- maneggi politici di Pandolfo, il governo

sterne; ma accaduta inFirenzela congiura sanese fece lega con Borgia, aiutò con de-
de'Pazzi contro la potente {i\a\\2)\al\lt(lici nari i pisani assediati da'llorentini, e for-
(/'.). SislolV(nella cui biografia difesi dal- nì soldati e altri soccorsi agli aretini ri-
la taccia di complicità) per guerreggiare i bellatisi a Firenze,peroni Pandolfo fu tac-
fiorentini fece lega col re di Napoli, e coi ciato dipromotore delle municipali tur-
sanesi e genovesi, il che ridusse i fiorenti- bolenze di Toscana. Avanzandosi Borgia
ni in critica posizione, e ad implorare pie- con inmiensi danni a Siena, e ponendo in
tà dal re, e alla pace e lega del 14^0 ra- pericolo la città e Pandolfo the vi domi-
SIE SIE 43
nava, a sua istanza dovè co'suoi allenta- mono (le'florentini,que»ti inviarono aSie-
nni'sene nel genna io i 5o2 e licenziar Ba- na il famoso Nicolò Macchiavelli segre-
gliuni. Con Borgia si
sicnul;izioiie, di ciò tario del loro gonfaloniere perpetuo Pier
congratulò con Siena uscita di scliiavilù, Soderini, per disdire la tregua tra le due
l'invitò a dichiarar Pandolfo e suoi a- i repubbliche e riavere Monte Pulciano.
derenti peipetui fuoruscili, e le ofi'rì il suo S' interpose Giulio 11, nel dubbio che i
appoggio. Mentre Alessandro VI collesue francesi amici de'fiorentini non penetras-
miliziedi persona tulseagliAppianiPiom- sero in Toscana, e nel i5i 1 fu stabilita
Lino, ivi chiamò Pandolfo perdar Siena la lega fra le due comuni, restituendo i

al figlio e a lui Fionihiiio, ma il sagace sanesi Monte Pulciano, sebbene fossero


Pandolfo con pretesti d'infermila non a- collegati con Ferdinando \ redi Spagna.
vendo ubbidito, Borgia venne alla narra- Si oppose Pandolfo a romper guerra ai
ta determinazione. Il Papa fu a I\Iassa ai fiorentini, inimicati col Papa pelconcilia-
5 marzo e vi si iraUenne per alcuni gior- bolo che permettevano a Pisa (/^), con
ni, trattato a spese de'sanesi. Intanto Sie- che restò in pace Toscana, e la sua morte
na era governata dagli amici di Pandol- accaduta a'2 maggioi 5 2 non alterò il
t 1

fo, che a'^c) marzoi5o3e per la [)rote- governo sanese retto dal magistrato di Ba-
zione (Il Luigi XII re di Francia con pub- lìa, essendostalo rim[)i:izzatoal padieDor-

blico decreto fu richiiimato, e ritornan- ghese Petrucci suo figlio maggiore. Una
do al potere continuò a esercitarlo con delle ultime operazioni politiche di Giu-
senno e rallinala arte, dimostrandosi ge- lio II, come narra Reposali, Della zecca
neroso, benefico cogli amico de'Iet- artisti, di Gubbio t. 2, p. 44» ^^ quella di aver

terati, e serbando al popolo un'ombra del- segretamente comprato dall'imperatore


l'antica sua libertà. iXeiragostocolia mor- Massimiliano I per 80,000 ducati d oro
te d'Alessandro VI la repubblica sanese i diritti sovrani sulla città di Siena, con

respirò, e Pandolfo potè dominarla con la mira di darla al nipote Francesco M.^

pili sicurezza; e si narra che il successore I della Rovere duca d'Urbino; ma il Pa-
Pio III Piccolomini.già pastore di Siena, pa dopo alcuni giorni morì, .-appena sa- i

ebbe soli 26 giorni di pontificato, pel ve- nesi ciòseppero s'inasprirono per avergià
leno posto in una sua piaga per commis- dato all'imperatore grosse somme, e ri-
sione di Pandolfo e a suggestione suo
ilei messo in Firenze i figli dell'esiliato Pie-
consigliere e segretario Antonio di Vena- tro de .Medici, caccianiloneSoderini. Leo-
fro, perchè il Papa guardava con occhio ne X
Medici che nel 5 3 salì al papato, i 1

bieco l'usurpazione del tiranno, le mac- sebbenesi dichiarò proteltoredella repub-


chine e la malizia d'Antonio. Dipoi Pan- blica sanese, pure i suoi reggitori non fu-

dolfodiè nuova forma a'tribnnali econva- rono lasciati tranquilli dalle trame de'fuo-
lidò maggiormente il suo dominio ([uan- riisciti.E perchè Borghese Petrucci, suc-
do nel 1 jo5 a nome della repubblica fece cessore della grandezza e non della pru-
lega con Giulio li, prorogando quella già dente politica del padre, non mostrava
fatta co'fiorentini, i due più potenti e te- gran perizia nell'arte di governare, il Pa-
mibili vicini dellostatosanese.Sotto ildo- pa volle giovarsi del di lui cugino e suo
niinioili Pandolfo la lepubblica acrpiistò antico amico w^.^ Ralfaele Petrucci ca-
in affitto perpetuo i dotninii che l'abba- stellano di Castel Angelo e vescovo di
s.

zia delle Tre /'O/J^rt/ic possedeva nell'Or- Grosseto, per inviarlo nel marzoi 5i 5 a
belellano ; e Pandoliu con questi e altri Siena con buon numero di fanti e cavalli
acquisii favoriva i suoi aderenti [)er te- sotto il comando di Vitelli, lusingati am-
nerli vicppiìi obbligati n manteneilo in bedue da'fuorusciti e da molti sanesi ne-
seggio. INel i5uc) appena caduta l'i^j in mici di Borghese, quali prometlevano a
i
44 s I E SIE
Leone X che il prelato sarebbe slato ben prie armi, contribuendo perchè Baglioni
accolto da tutta la città per capo del go- riprendesse Perugia. Di più il duca d'Ur-

\ernoin luogo del cugino. Uno de'piiini bino mosse armi verso Siena che segui-
le

passi diretti a ottener l'intento fu quello tava a dipendere dai Medici,accompagna-


di far partire da Siena il fido e accolto to da mw.r Lattanzio Petrucci che Leone
consiglierede'Petrucci Antonio da Vena- X avea privato del vescovato di Soana, e
iVo pei' staccarlo daBorghese; il cpialesen- già taglieggiava il contado quando morì

tendo avvicinarsi suo cugino, abbando- Leone X e gli successe Adriano VI, e qua-
nando lutto partì agli 8 marzo per Napoli si contemporaneamente inBibbiano ter-

col fratello minore Fabio. Non era appe- minò di vi vere il cardinal Raffaele Petruc-
na a' 2 marzo entrato in Siena il prelato,
I ci, oltraggiato nel cadavere pel suo altie-
che convocato il consiglio generale, creò ro governo. In tale circostanza il cardinal
una nuova Balìa di 90 individui, 3o per Giulio de Medici cugino di Leone Xe poi
Monte, da durare 3 anni colla medesima Clemente V 1 1 .accordatosi co'fìorentini al-
autorità dellaBalìa passata; quindi fu con- lora a lui ligi, fece avvicinare a Siena mol-
lìnatoedichiaratoribellcBorghesecolfra* te truppe, e la liberò dal grave pericolo di
telloFabio,e rinnovata la lega Ira laChie- esser preda del duca, che poi fu pacifica-
sa e la repubblica sanese , includendovi to. In questo tempo si ridestarono le .san-

Lorenzo de Medici nipote del Papa, che guinose garesul primato d'Italia tra l'im-
questi tosto fece duca d'Urbino, spoglian- peratore e Francia, nelle persone del pos-
done Francesco M.' I. Che se tanta feli- sente Carlo V e nel suo degno competi-
cità fu ingran parte frenata dalla morte toreilre Francesco I, ed a' 18 novembre
di Giuliano fratello di Leone X, essa però i52 3 Clemente VII. Parendo a
fu eletto

non impedì il progetto del Papa di fareu- questi difficile mutar coU'armi lo stato sa-
110 sialo al nipote Lorenzo, che per poco nesCj sul quale avea preso molta autori-
godè. Alle biografie di Leone Xy ede'car- tà Francesco Petrucci nipote del cardinal
dinali Alfonso e Ralfaele Petriicci, narrai Alfonso, egli ricorso all'industria col chia-
che Giulio li creò cardinale Alfonso figlio mare a Roma Francesco, e trattenendolo
di Pandolfoed'Aurelia Borghese, e Leo- con buone parole, gli sostituì a'26 dicem-
ne XRa(lliele,col mezzo del quale avendo bre nel magistrato di Babà quel Fabio an-
tolto il dominio diSiena al fratello del car- dato a Napoli e figlio minore di Paudol-
dinal Alfonso, questi a faccia scoperta per fo, ma senza i di lui talenti e acume, on-
vendetta cospirò alla vita del Papa, e non de presto dovè rifuggire dalla patria per
essendogli riuscito tenlò avvelenarlo pel opera di quelli dell'ordine de' Nove che
chinu'go Ballista già del iiatello Borghe- l'a veano richiamalo. La sua partenza sem-

se eche allora medicava a Leone X una brò a'sanesi un ritorno a libertà, ma cad-
Scoperta la tremenda congiura, il
fìstola. dero in un male peggiore con aderire al-
cardinal Alfonso fu decapitato, e squar- l'accorto Clemente VII, il quale profittò
tati Battista e Nini segretario d' Alfonso, del passaggio per Siena de'francesi per far
oltre la severa punizione d'altri 4 ^''"'di- cambiare il governo, con nuovo e unico
na li consapevoli della congiura, nel la qua- IMonle de'uobili e reggenti e con altra Ba-
le avea preso parte l'irato Francesco M."" lìa nel gennaio i 5^5, che poi fu ristretta

I, anch' e.sso spogliato de' suoi stali. Al- in 16 cittadini per soddisfare il Papa. Per
lo sdegno del Roveresco si congiunsero i la gian battaglia di P(^ri'ja(/^'.) e prigio-
malcontenti Matatesta, Baglioni e fio- i nia di Francesco I, tutti governi d'Ita- i

rentini; lutto restò assopito dalla morte liadivennero servi del vincitore Carlo V
del duca Lorenzo, edal ricuperoclieFran- imperatore e re di Spagna, dal quale bi-
tcsco M.' I lece dc'suoi doiuinii colle pio- sognò che si redimessero u forza di deua-
SIE SIE 45
ro. Ma i popolani prendendo animo con- senza considerare che la loro sorte era col-
tro il governolorodalodaCleniente VIF, legata colla sua, agli assedianti sommini-
fieramente insorsero , trucidarono Ales- strarono vi veri e artiglierie. Dopo i I mesi
sandro Bichi che primeggiavajC riforma- d'assedio, dopo tanti stenti patiti,Firenze

rono la città a regime popolare nemico a' IO agosto i liSo fu costretta a capito-
del Papa e piuttosto aderente all'impera- lazione, perde per sempre la sua libertà,
tore che lasciò fare. Irritato Clemente VII e s'ebbe ai. "duca Alessandro figlio o ni-
mandòle sue milizie unite alle fiorentine pote di Clemente VII, mentre l'imperato-
per sottomettere Siena, e mosse l'ammi- re volle assumere la prolezione di Siena.
raglio Andrea Doria ad assalire con arma- J^eitanlo a'sanesi ordinò Carlo V di ri-

ta navale i porti della Maremma: resero chiamare i fuoruscili, e di ricevere parte


fallaci gli sforzi pontificii qirelli de'sanesi dell'esercito nel loro dominio, che è quan-
infiammati da fervido amor patrio, e dal to dire soggiacquero al governo assoluto,
caidinal arcivescovo Piccolomini a ricor- rimanendo solto l'influenza imperiale del
rere air aiuto della B. ^'ergine antica e rappresentante d. Lopez di Soria, cheen-
particolare protettrice di Siena ; e tulli Irò in Siena con 4oo spagnuoli e i fuoru-
prendendo armi con breve e sangui-
le sciti dell'ordinede'JVove. Pernuovecom-
nosa battaglia fugarono il nemico, che la- mozioni essendo stali espulsi, nel i53r
sciò il bagaglio e le artiglierie, non senza Carlo V
espressamente ne comandò la
prodigio tlivino. Ciò accadde nell' aprile riammissione, con gravi rimproveri al po-
j 527, epassando pocodopo nel territorio polosanese. Nel i 533 recandosi Cleuìente
l'esercito imperiale di Borbone che mar- VII in Marsiglia per sposare Caterina de
ciavaall'assediodi Roma[F .), isanesi lar- Medici sua nipote col figlio di Francesco
gamente lo presentaronodi viveri e di ar- I poi Francesco II, passò pel dominio sa-
mi:Roma fu presa a'5 maggio e orribil- nese,ed a' 5seltembre pervenne aMonle
1

mente saccheggiata, rifugiandosi Papa il Pulciano, ove trovò il duca nipotees'im-

in Castel s. Angelo ove fu assediato. Que- barcòa L'n'orno.^e\ ritorno, a'5 dicem-
stoslraordinarioavveoimentoavviri fuo- i bre fu a Siena ricevuto con gran festa, e
rusciti sanesi, e incoraggi i fiorentini ei nel dì seguente partì per Buonconvento.
nemici de'Medici che tumultuariamente II successore Paolo III nel i 538 ottenne
dierono bando a quella famiglia. Paci-
il d riunire Carlo VeFrancescoI per un ab-
i

ficato Clemente VII con Carlo V, una del- boccamento in Nizza, ed egli per pacifi-
le prime condizioni volute dal Papa fu Fi- carli vi si recò, passando per Siena a'2 a-
renze per la sua famiglia, ed in Bologna prile; desinò alla certosa di Ponlignano,
lo coronò neli53o, a'quali sovrani la re- e si trattenne alquanto alla deliziosa villa
pubblica sanese mandò 3 oratori con mol- delle Volte de'Chigi, come racconta il Gi-
to decoro. Imperocché, a facilitare l'espu- gli. Si può vedere litinerario del viaggio
gna/ione di Firenze, erasi trattatocelebra- di Martinelli, presso il Gallico, De iti/w-

rc la solennissima e duplice coronazione ribns Rom. Ponlif. p. 182, se realmente


in Sienaj ovvero quivi celebrare il con- ilPapa da Monte Pulciano andò a Siena.
gresso e in Roma la ceremonia; trattato Avendo Callo V neh 54' pregato Paolo
che in favore di Bologna ruppe Carlo V III di recarsi a Lucca, agli 8 setlembie vi

per essere sollecttamenle chiamato iuGer- giunse accompagnalo da G cardinali, i .>.(,

n)ania,e il riflesso dell'iracondia dc'roma- prelati, ambasciatori e cavalieri; nel tra-


ni indispettiti dai sofferti immensi mali. versare il territorio sanese, il Papa si Icr-

In favore di Siena propendeva il Papa mò in Cuna di \ al d'Arhia. Ritornando


e i suoi ministri. Le milizie pontificie e Siena alle inlestinediscordie, nel 1
53o a-
imperiali assalirono Firenze, ed i sanesi vea ricorso alle armi per abbassar la ^i au-
46 SIE SIE
(lezza della nimiglia Salvi favorita dal du- dò aiuto Cosimo I duca di Firenze, ii
a
ca d'Amalfi generale di Carlo V, ma vi ri- quale a'4ottobrei 552 vi mandò 5oo fan-
parò duca co'siioi spaglinoli; laonde nel
il ti, ma nella zullà co'sanesi ebbero la peggio
I54' CarloV mandò un legalo a Siena per in un agli spagnuo!i,onde il duca ritirò i

rifòi'mare il governo in favore dell'ordine suoi,e gli spagnuoli per convenzione usci-
de'Nove, ciò che sembrando a'sanesi trop- rono dalla città. Allora l'ambasciatore dì
pa la loro autorità, cercarono di mettere Francia presso Giulio III, per avere isa-
in sospetto il capitano di giustizia che vi nesi invocato l'aiuto francese, si recò in
era per l'imperatore, e così richiamato il Siena,a nomedel reEnrico II si fececoQ-
Soria nel I 543 gli fu sostituito d. Giovan- segnare la fortezza donò alla si-
e poi la
ni de Luna. Carlo dopo aver assegna- V gnoria con arbitrio di abbatterla come su-
to un nuovo capitano, pur di lui si prese bito eseguì; ma l'accadulodecise CarloV
sospetto come favorevole all'ordine de'No- a distruggere la repubblica sanese. Cosi-
ve, e con libellione del i 54') il popolo ri- mo I per gelosia di stato inviò a'confini
formò il reggimento governativo, licen- 3ooo uomini, perchè il redi Francia ol-
ziando la guardia spagnuola, che poi ri- tre il tenervi il capitano Vecchiano eoa
tornò tuttoché la città si reggesse a tumul- 5oo fanti, avea mandato in Siena mg.'^di
tuaria repubblica. Diego de II perchè d. Termes per governatore, lasciando a'sa-
Mendoza ambasciatore in Roma di Carlo nesi liberamente governare pubblici af- i

V, a questi insinuò pel bene e sicurezza di fari; e ben presto Siena fu piena di sol-
Siena di fabbricarvi la fortezza, e che per dati, artiglierie e vettovaglie de'francesi.
assicurare il suo dominio in Italia sareb- Appena Carlo V potè sbrigarsi delleguer-
be stalo utile dichiarare signore di Siena recheavea Germania e nelle Fiandie,
in
Filippo II suo figlio, acciocché impadro- sul fine dell 552 inviò a d. Pietro di To-
nitosi di quello slato tenesse a freno il Pa- ledosMO viceré a Napoli e suocero di Co-
pa e il duca di Firenze; ritenendo che la simo I, l'ordine di apparecchiare un eser-
fortezza in Siena riuscirebbe come
un cep- cito opportuno per assalire lo stalo di Sie-
po sul un freno al-
collo a'due principi, e na. Il redi Francia mandò a Siena persuo
l'indomabilepopolosanese.Neli 548rim- luogotenente il cardinal Ippolito d'Este,
peralorescrissealla repubblica esorlando che offrì ogni aiuto per difesa e conserva-
il popolo alla quiete, e di fare quanto per zione della loro libertà; ed il Papa Giulio
sua commissione gli veniva comandalo da III sentendo che l'esercito imperiale do-
d. Diego, il quale a suo modo organizzò vea passare i confini dello stato pontifi-
la repubblica, restituendo parte del pote- cio, per evitare a Roma un 1° i52'j, po-
re a'Nove, e rifece la Balìa de'Quaranta. se 8000 uomini alla loro difesa, e spedì
Di più, dopo aver introdotto nella città a Siena per pacificare gli animi il cardi-
in più volle parecchie centinaia di spa- nale Mignanelli legato quale a latere, il

gnuoli, per assicurarsi dell'ubbidienza del d'ordinedelPapa vi richiamò l'arcivesco-


popolo lo disarmò, ad eccezione di poche vo Bandini fratello di Mario che era ca-
artiglieriedel palazzo;indi presso l'attuai po della fazione popolare, ed egli seguen-
Lizza co' materiali delle torri dimidiate, do le sue parti die origine a molte sedi-
ad onta delle rimostranze e preghiere dei zioni e forse alla rovina della repubbli-
sanesi,iimalzòla cittadella, onde il popolo ca, secondochè opitia Pecci. Ma dipoi fe-
sbigottito e malcoutento,con solenne pro- ce non pochi sforzi imparziali pel bene
cessione portaronole chiavi della città al- pubblico, e caduta la repubblica ne partì
la B. Vergine, e fu motteggialo da d. Die- per Roma. Cosimo I mostrandosi neu-
go. Ma recatosi questi in K.oma, levossi trale, sebbene propenso per Carlo V on-
il popolo a rumore, e il presidio domau- de trarne vantaggio, si fortificò e si prov-
S I E S E I 47
vide di molto denaro. Fiallanlo il vice- scana suo allealo; ma non riuscendosi ad
rè giunse a Livorno con 2000 fanli spa- espugnare nèMonfalcino,iièSiena,fusta-
guuoli, 4oo lancie e 1000 cavalleggieii hililo aumentar l'esercito , e di aflldare
napoletani, mentre il figlio d. Garzia ar- l'impresa al generalissimo Giangiacomo
rivava con molta cavalleria e 8000 pe- de Medici marchese di Mariguano, uno
doni sotto Cortona; e morto poco dopo de'|)iìi abili capitani italiani, fratello del
il viceré in Firenze, l'imperatore destinò cardinal de IMedici, poi Pio IN', creduto
d. Garzia generalissimo della guerra, as- derivato da un ramo della famiglia de.Me-
sistitodal valenlecapitanoAlessandio Vi- dici uscita di Firenze e stabilitasi in Mi-
telli. Giulio II! per tutti rpiesli vicini mo- lano, e dal duca pieso perciò al suosol-
ti diguerra tra gli spagnuoli e francesi, do. li marchese tenlòdi prendere per sor-
nel gennaio i 553 passò in Viterbo per presa Siena, ma trovò pronti alla difesa
sedare tali discordie, e non riuscendovi enei'gica gli abitanti e il (ìorenlinn l*ie«
tornò a Pioma,ove pensò a soccoi rereCo- Irò Strozzi generale di Francia e nemico
sinio 1 contro i sanesi,a'quali non era af- di Cosimo 1, onde sfogò la sua rabbia su-
fezionato sebbene figlio d' una Saracini gli abitanti delle Masse e sui prigionieri
sanese. La .Merra presa dagl'imperiali
1 crudchnenle. rs'ellacittù e nelconlado au-
fu Asinaiunga, poi Lucign;ino, edallora elicgli ecclesiastici ed i contadini maravi-
Cosimo I con pre>idiarlo si mostrò nemi- gliosamente alFrontavano qualunque pe-
code'fraocesi ede'sanesi; indi pressoMon- ricolo per difenderla patria. Veilendo il
tefellunico, Pienza, Monlicliiello, mentre marchese impossibile la presa diSiena col-
da altre parti 4ooo tedeschi penetrava- le armi e ripetuti assalti, volle alTamar-
i

no nellalMaremma sanese, 5oo spagnuo- la perchè Cosimo 1 ad ogni rnoilo vole-


li occuparono Orbetello,e4oo sbarcava- va impadronirsene col suo stato, a costo
no a Piombino. Per l'inipresa di I\Ion- di disfarla; mentre la guerra desolava tut-
talcino d. Garzia licevè da Cosimo 2000 ta Toscana |)er le imposizioni, ed anche
fantijguastatori e buone artigliere. In Sie- collacarestia,doventlosi soslenlare2 |,ooo
na fu tratnata una congiura per cacciare fanti e 1000 cavalli al servizio del duca,
i francesi, con intesa diCosimo I, ma SCO- Forse non vi fu guerra esercitata con
perla furono decapitati gli autori. Il per- maggior asprezza e ferocia, usandosi atro-
chè i sanesi d'ogni ceto e sesso si arma- cissime crudeltà, mettendo 1' inimico a
ronodadisperati,ctutliall(ji'a uniti proce- fiamma ogni cosa, forzando le tionne e
derono mirabilmente concordi colla spe- ammazzando gl'innocenti. Per la vittoria
ranzadi riacquistare la libertà diesi vole- de'2 agosto i554 in Scannagallo in Val
va loro togliere per sempre. Si distinsero di Chiana, sopra i sanesi e francesi, riu-
Ic donne sotto il coniando di 3 generose sci facile al marchese d'impadronirsi dei-
gentildonne, ehemarciandocon insegnea le più furti posizioni intorno lo mura di

squadroni, porgevano materiali a'difenso- .Siena: dipoi il duca in memoria di s. Ste-


ri,e lavorando alle fortificazioni della cit- limo I, nel cui giorno successe il combat-
ta,sembra vanonuoveamazzoni. ISell'ot- limenlo, istituì l'ordine equestre inono-
tobie i553 Cosimo si olliì a Carlo V 1 re di cpiel Papa. 11 marchese dopo aver
per l'impresa di Siena, con 4000 impe- fatto tiemolire tutti i mulini de'contor-
riali e 3oo cavalleggei i, n condizione che ni e gli acquedotti che c«)nilucevano l'ac-
quanto aviebbe speso fòsse compensalo (pia in Siena, impose pene severissime
con altrettanto lerritoriotoscano.Con pia- a chi le avesse recalo vettovaglie. Allora
cere avendo l'imperatore accettato l'of- incominciò in vSiena una lagiimevole co-
ferla, neh 554 s'incominciò la guerra in sternazione, e la moitalilà per mancan-
nome dell'impcrutore e del duca di To- za di viveri, per cui dal governo si prese
48 SIE SIE
r inumnna risoluzione di mandar fuori fu privato del comando.
Il savio gover-

gl'iuferriii, i vecchi ed i bastardi impu- natore cesareo d. Francesco Toledo ot-


beri de'clue sessi, i quali restarono a di- tenne da' capi del governo sanesedi ri-
screzione d' un inesorabile nemico. Ve- mettersi senza limiti all'autorità di Car-
nuto meno ogni umano soccorso, per dar lo V, che si trovò sovrano di tutto lo sta-
fine a si spaventevole catastrofe, i magi- to sanese e ne investì il figlio Filippo II
strati sanesi risolvelterodi ricorreread un re di Spagna: per morte dell'umano To-
accordo. La prima risposta dell'orgoglio- ledo, gli dotto cardinal Fran-
successe il

so marchese fu di sottomettersi a discre- cesco Mendoza. In questo frattempoPao-


zione; mafrancesi minacciando
intanto i lo IV, ch'era succeduto dopo 22 giorni
dal Piemonte di scendere in Toscana, in di pontificato a Marcello II, si dichiarò
Lucca e persino in Firenze; mentre sa- i nemico di Carlo V e fautore de'francesi
nesi erano risoluti perire sotto le rovine e de'fuorusciti toscani, onde gl'imperiali
della patria con incendio, anziché accetta- dubitarono che il Papa volesse muovere
re la baibara proposizione del marchese, le sue armi contro il governo assoluto di
il duca di Firenze mandò a'sanesi meno Siena, piena di malcontenti e sfornita di
severe parole,onde governo veduti per- il viveri, ond'erano cadute in miseria le più
duti quasi tutti dominii, che lo Strazzi
j agiate famiglie, sebbene divote al duca,
colle diversioni non era giunto ad allon- per cui alla meglio Cosimo I provvide di
tanare il nemico, che questo rimandava grano, e domandò in prestito 100,000
in città gli uomini e donne espulsi, risol- scudi a Filippo li. Montalcino si continuò
vettero di pregare Giulio Ili eil duca di a governare da repubblica, e coniò mo-
Ferrara a promuovere la pace con men netecol nomedi repubblica sanese. Scop-
dure condizioni; sebbene discrepanti fos- piò la desolante guerra della Campagna
sero pareri,
i considerando per egual
altri romana, tra Paolo IV eFdippo II, che
patria Montalcino che si sosleneva,e tras- descrissi a Sicilia, paralizzata dalla tregua
portarvi lasededel governo, [signori del- fatta con Spagna da Francia, la quale era
la Balìa col maresciallo di Monluc dive- alleata del Papa, i cui nipoti CaralFa a-
nuti arbitri del governo, spedirono defi- spiravano pure al dominio di Siena, laon-
nitivamente ambasciatori aCosimo I per de storici avversi a Paolo IV iuveiiono
trattar la resa, e a' 7 aprile i 555 fu fir-
i con calunnie. Finalmente per le pratiche
mata la capitolazione, e che i francesi ne di Cosimo I, s'mdusse Filippo Ila ceder-
uscissero per entrare a'22 la guarnigio- gli per vendita o compenso de'rimborsi

ne imperiale, con dispetto delia popola- chegli dovea,in investitura Siena eil suo
zione per aver inutilmente sostenuto tut- stalo a'3 luglio! 577, mediante trattato
ti i mali d'un assedio di i5 mesi, doven- di alleanza stipulato in Firenze, non che
do tornare sotto gli odiati spagnuoli , e a'suoi successori, eccettuando i beni della
rivedere fabbricata la fortezza. Dopo in- Marsiliana,eil dominio d'Orbctello, Ta-
trodotti 2000duca spedi An-
imperialijil lamone, Port'ErcoIe,s. Stefano, Moni' Ar-
gelo Nicolini per stabilirvi il governo a gentare, rilasciando al duca PorloFerra-
divozione dell'imperatore. Generale fu il io, a condizione ch'egli avesse restituito
disarmo, come l'emigrazione che a furia alla sua corona l'isola d'Elba, Piombino
di bandi fu vietata: si dice chegli abitanti e altri luoghi. Ciò avvenne quandoMon-
da4o,ooo ch'erano prima dell'assediOjSi talcino guarnito da'francesi ripigliò le o-
ridussero a 6000. stililà, quando gli spagnuoli furono pre-
Gl'imperiali proseguirono a conqui- si da rabbia e dispetto pel convenuto, ed
stai e i luoghi tenuti da'francesi, l'orl'Er- i sanesi restaroni) compresi di tristezza e
cole e Moule Argenluro, onde lo Strozzi cosleruazioue. L' ulieuuzione dello slato
SIE SIE 49
di Siena altamente dispiacque aCarlo V, INIassa Marittima, Soana, Pienza, Mon-
sebbene avesse rinunziato intieramente talcino, Arcidosso, Asinalunga, Radico-
al potere, protestando contro si grave er- fani. Casale, Sarteano, Cetona, s. Cascia-
rore, mentre avea voluto del figlio
egli no de'Bagni, Abadia di s. Salvatore, A-
Filippo II farne un gran sovrano d'Ita- sciano, Chianciano, Cinigiano,Giusdino,
lia. Ma il re saggio e oculato a ciò si mos- Cavorrano, Rapolario, Sovicille, Buon-
se, comechè minaccialo vigorosamente convento,Carapagnatico,CastelnuovoBel-
colla guerra della Campagna Romana, lardenga, Castiglione di Val d'Orcia, Roc-
da Paolo IV e da'francesi a lui uniti, on- casprada, Torrita, Trequanda, Colone,
de avere ilre un principe italianoaffezio- INIontereggioni, Monteritondo, Pari, Pe-
nato e da poterne disporre, anche a con- rda, Radicondoli, Capalbio, Manciano,
siglio del duca di Toledo d. Ferdinando con tutte le loro signorie e dipen-
ec. ec.
figlio del defunto e perciò cognato di Co- denze. Dalla relazione di Vincenzo Fede-
simo 1, non che supremo comandante di li, incaricato della repubblica veneta pres«
detta guerra. Volle poi Filippo II rite- so il duca, si apprende che lo stalo di Sie-
nersi i suddetti luoghi, co' suoi presidi! na avea 36 I fra città, castella e terre mu-
spagnuoli, per avere come un freno sul- numerosissimi era-
rate, gli altri luoglii
la Toscana, e perchè gli servissero a me- no aperti. Che Siena per sito fortissimo
glio corrispondere e custodire gli altri suoi era stata ridotta inespugnabile, avendo
stati d'Italia, onde i toscani dominii già lo stato altre 9 impor-
fortezze di molta
sanesi occupali da Fdippo II, pei presi- tanza. Che sempre emuli de'fio-
i sanesi
dii ricordati furono denominali Stati dei rentini, avendoli per compagni nella ser-
Presidii, che più tardi Filippo V die al villi pareva loro d'essere sollevati assai.
suo figlio Carlo Ili col regno di Sicilia, Siena veniva considerata la provincia più
al modo che narrai in quell'articolo, in- riccadi granaglie dello slato di Cosimo I.

sieme al racconto della riunione alla To- I francesi, i tedeschi, gli spaglinoli lenta-
scana operata daNapoleonel; ivi dissi pure mente sgombrarono i terri torli, non sen-
che perciò i re delle due Sicilie s'inlitola- za azioni ostili, ed i sanesi si lusingava-
vonoduca dello stato dt Presidii, ed an- nosempredi ricuperai e la libertà, invian-
cora rilevai perchè tuttora tali re pren- doalaleetFettoanibascialorialrediFran-
dono il titolo di gran principi ereditari eia, tenendo col duca un contegno soste-
di 7'osc(7«<2. Superate molte difficoltà, nulo. A'4 agosto 5">9 pervenne Cosimo I

dopo non pochi sagrifizi del duca Cosi- I a impadronirsi di Montalcino, alla qual

mo I, a' 1 9 luglio I 557 il suddetto Nicco- consegna seguironoquelle di Chiusi, Ra-


lini divenuto prelato e poi cardinale, co- dicofani, Grosseto, IMontepescali e altri
me luogotenente di Cosimo I e suo go- luoghi; ed in tal maniera dopo S annidi
vernatore dello stato e città di Siena ne operazioni bel licose e diplomatiche, in cui
prese formale possesso ,
giurando ubbi- varie potenze furono impegnate, e dopo
dienza e fedeltà al nuovo sovrano i ma- una guerra che desolòe impoverì la mag-
gistrali della spirala repubblica. Il nuo- gior parte d'Italia, lutto lo stato sanese
vo governo operò un generale disarmo, cadde in potere del duca di Firenze, che
lasciò i titoli de'magistrali in Siena, cioè fra tanti interessati più d'ogni altro vi
la Balìa, il capitanodclpopolo e lasigno- guadagnò, meno i Presidii d'Orbetello ri-
ria; i due [)rimi eletti dal duca, egli al- servatisi tla Filippo II. Tanta fortuna di
tri dal consiglio con sovrana a[)provazio- Cosimo I suscitò non poca gelosia e invi-
ue. L'antico e possente stalo di Siena, co- dia in molti principi d'Italia, e persino
me leggo in Gigli, si componeva delle se- negli spagnuoli rimasti ne' Presidii che
guenti città e luoghi. Chiusi, Grosseto, ccicarono allaigarc. L' acquisto del »a-
\0L. LIVI. • ì
5o SI E SI E
sto territorio sanese,che allora si distinse lo stato sanese, e Ferdinando II tentò di
col nome di Stato nuovo, e la sua unio- far risorgere l'agricoltura e il commercio,
ne allo Slato vecchio ossia il fiorentino, e più tardi concesse a Siena per governa-
la propensione di s. Pio V per Cosimo I, tore suo fratello Mattia. Se Siena nel i6o'j
e maneggi diplomatici di questi, mosse
i fu rallegrata per l'elezionediPaolo V Bor-
quel Papa a dichiararlo e coronarlo a'5 ghese {f^.), di famiglia sanese benemerita
marzo 570 Granduca di Toscana, e a
I delia patria, più maggiormente lo fu nel

donargli la Rosa d'oro benedetta, al qua- i655per l'esaltazionedi Alessandro Vii


le articolo ho eziandio parlato de' doni C/t'g?,nalivodiSiena,della eui nobilissima
fatti da Cosimo 1 a s. Pio V, il quale sep- famiglia riparlai a Riccia e Soriano, ed il

pe resistere alle gagliarde opposizioni del- quale si mostrò tanto munifico colla pa-
l'imperatore e del re di Spagna, perchè tria: egli non solo prese tal nome per rin-
Firenze era considerata feudo imperia!e,e novar la memoria del magnanimo Ales-
Siena feudo di Spagna. Alcuni storici nar- sandro Ili, ma nella basilica Laleraneu-
rano, che avendo già Cosimo I nel l 'ìSg se ov'e sepolto, gli eresse un decoroso mo-
contribuito all'esaltazione al papato del numento con lungo elogio.A Rosa d'oro
fratello del marchese di Marignano Pio descrissi quella e il modo col quale il Pa-
IV, quali ambivano di provare In loro
i pa la donò alla patria metropolitana, ed
discendenza da'Medici fiorentini, divisò a questa accrebbe la magnificenza colla
quel Papa di fare con Cosimo 1 quanto e- splendida cappella che vi eresse, la quale
segul il successore s. Pio V. Rassodandosi con Novaes qui descriverò. Sotto il titolo

il trono Mediceo, a poco a poco si smor- diAdvocata Senenuum, vi era nel duomo
zò ne'sanesi l'antico spirito d'indipenden- un'antichissima immagine della D. Ver-
za, che per lunga età gli avea resi ricalci- gine Immacolata, credula di maniera gre-
tranti alla soggezione d'un principe as- ca, alla quale i sanesi sempie ricorrevano
soluto; il rigore delle leggi, un'oculata e tuttora ne invocano il patrocinio ne'pub-
polizia e la severa osservanza della giu- blici bisogni, che avendolo sperimentato
stizia prevenivano le occulte macchina- più volte a Lei donarono se stessi e la cit-
zioni, sicché la tranquillità di questo stalo tà nel 1260, onde al suo possente aiuto
sotto il i.° granduca potè dirsi assicura- attribuirono poi la vittoria di Monl'Aper-
ta. Cosimo I nel ritorno d'un precedente to. In quei tempo la miracolosa immagi-
viaggio da Pioma si recò a Siena, a fine ne si venerava nell'altar maggiore, allora
di stabilirvi col cardinal Niccolini un si- esistente in mezzo al tempio, donde nel
stema relativo specialmente all'ammini- i3i I fu trasferita nel luogo attuale. A-
strazione della giustizia, nella qual circo- lessandro VII volendo riedificare nobil-
stanza, poco curandosi dell'affezione dei mente la sua cappella, fece collocare tem-
sanesi, ordinò all'architetto Lanci il dise- poraneamente l'immagine nell'altare di
gno di quella fortezza, che venne alzala s. Francesco di Sales, anch'esso apparte-
poco lungi dal luogo dove fu la spagnuo- nentealla famiglia Chigi. Nel 1661 con di-
la,per tenere in freno gli abitanti, che più segno del celebre Kenedetlo Giovanneilj
tardi Leopoldo I aprì a pubblico passeg- architetto e matematico sanese, il Papa
gio quasi in appendice a quellodella con- fabbricò la cappella in figura rotonda, or-
tigua Lizza, onde il comune vi collocò l'i- nata d"8 bellissime colonne di verde an-
scrizione che dice essere stala convertila tico, con proporzionata cupola. L'altare
ÌD delizia per la fedeltà de' sanesi la for- fu vagamente incrostalo di lapislazzuli, e
tezza eretta per sicurezza dell'impero. Nel ornato di bronzi con bassorilievi dorati del
1^79 il granduca Francesco I ordinò un famigeialocav. Lorenzo Bernini, del qua-
nuovo compartimento de' tribunali ucl- le sono pure le due statue marmoree di s.
SIE SIE 5i
r,iif)lamo e dis. M/ Maddalena, essendo Ximenes che cooperarono colla loro
vi

quella di s. Bernardino opera d' Antonio dottrina. Leopoldo I nel 765 divise in due 1

Raggi, e l'altra di S.Caterina d'Ercole Fer- Provincie lo stato sanese, cioè in provincia
rata , ambedue degni scolari di Bernini. superiore, ed in provincia inferiore o del-
A'd uè lati della cappella si collocarono due laMaremma;indi neh 7 74 emanò un nuo-
bellissimi quadri di Carlo Maratta valen- vo compartimento de'tribunali di giusti-
tissimo, uno esprimente la Visitazionedel- zia della provincia superiore, con quelle
la B. Vergine (poi sostituito da copia si- altre utilissime provvidenze per questa e
mile in musaico a spese deL principe d. Si- per quella diMaremma riportate da Re-
gismondoChigi, padre del vivente d. Ago- con altre riforme de' vecchi sistemi.
pelli,
stino, il quale non edettuò la conversione Raccontai a Roma, a Franxia, a Pio VI,
in inusaicodeirallro seguente quadro, co- che i rivoluzionari e repubblicani france-
me pensava a tempo di Novaes, a seconda si avendo di prepotenza invaso lo stalo

dell'asserzionedi questi), l'altro la sua Fu- pontificio e Roma, ove proclamata la re-

ga inEgitto. Altri 4 bassorilievi di marmo pubblica, da questa a'20 febbraio 1798


vi furono posti nel 748,scolpili inRomae
i depoi tarono prigione in Toscana il detro-
rappresentanti la deltaVisilazionCjSColpi •
nizzato Pio VI, seguito da que'pochi fa-
ta da Filippodella Valle; il Transito della migliari notati nella biografia. Il Baldas-

stessa B. V., di Gianìbattista Maini; la sua sari, Relazione delie a^'versilà epatinien-
Presentazione al Tempio, di Pietro Brac- ti di Pio FI^ t. 3, p. 2 I, m'istruisce, che
ci; la sua Natività, di Carlo Marcbionni. avanti che il Papa entrasse in Toscana ,

La cappella ha il cancello di bronzo mi- da Siena sino a' confini era slato diffuso
rabile pel lavoro, sul quale ardono piìilu- un ordine da'francesi, di non fare pubbli-
mi.ed accanto vi è lasua particolare sagre- che dimostrazioni d'onore a qualche per-
stia, la quale fu largamente arricchita di sonaggio eziandio di elevatissima condi-
preziosi utensili sagri dalla generosa pietà zione, che passasse per le terre del gran-
del principe d. Agostino seniore nipote ducato;e cheall'arcivescovodi Siena An-
del grandioso Pontefice fondatore. Questi lonfelice Zondadari poi cardinale, dicesi
inoltre avendo soppresso l'ordine de'Cro- diesi commise che tra conventidella cit-
i

ciferi, col breve Regu/iini, de'9 febbraio tà uno ne trovassecapevole per alloggia-
1G60, donò beni del priorato di s. Ma-
i re il Papa, con tutto il suo seguito, ma
ria del Murello presso Siena al capitolo non pare per quanto vado a dire. Mentre
del duomo, con quelle disposizioni che ri- Pio VI a'23 febbraio entrava nel territo-
portai alla sua biografia, ove feci pure rio toscano, quasiché fosse un qualunque
menzione della bellissima facciata eretta viaggiatore o vi arrivasse d' improvviso,
alla chiesa del Rifugio. Seguendo Siena ninno in nome del principe fece allo d'ur-
i destini e le vicende di Toscana, spei\- bana accoglienza, soltanto gli fu fatto sa-
mento anch'essa i vantaggi economici i- pere di scegliere per tlimora Pisa o Sie-
niziati dal granduca Francesco 11 di Lo- na, senza nominar Firenze ! Il dettaglio
rena, poi im[)eratore e capostipite della del viaggio e del sogi;iorno in Siena, che
ri-gucin te dinastia, ani piamente sviluppati accennai ne'citali articoli, esaltamente lo
did suo figlio Leopoldo I, eziandìo per ri- descrissero Novaes e Baldassari. S. Radi-
donare la salubrità alla Maremma sane- cofani fermò il l'apa a dormire nell'o-
si

se e bonificarla; laonde in pochi anni egli steria in cameia mancante di molli vetri,
operò nelloslatosauese ass.ii più che non guardato da due commissari francesi (u-
si era lutto nel lungo periodo del governo no de'i^uali fu tosto dannato a morte in
Mediceo, narrando lultoìi Rcpctti, con e- contumacia per furto); bensì ebbe il con-
logi ancora all'arcidiacuao Baudmi e al p. forto d'essere raggiunto dall'amato nipote
52 SI E SIE
duca ci. Luigi Braschi, che con lui prose- si recò ad ossequiare Pio VI il marchese
guì il viaggio e Io sollevò ne'3 mesi io cui Manfredini , maggiordomo maggiore e
fece residenza in Siena. A'24 pervenne a ministro favorito del granduca, e d'ordi-
s, QuiricOjOve l'arcivescovo Zondadari si ne di questo pio principe, facendogli di-
trovò ad ossequiarlo, ospitandolo nobil' mettere il proponimento di passare in Fi-
mente nel palazzo de'nipoti marchesi Fla- renze, ma rimanere inSiena, s'intende per
\io e Angelo Chigi. L'egregio prelato non viste politiche. L'indole atlabile e buona
lasciò cure e spese per trattare degnamen- de' sanesi già aveva fatto certo il Papa
te il Papa, e anche gl'infimi della fami- che tra loro avrebbe tranquillo e piace-
glia; celebrò la messa a Pio VI, e gli riuscì vole soggi(jrno, laonde volontieri si con-
dissuaderlo dal recarsi a Pisa, e portarsi formòa rimanere in Siena, e donò al mar-
invece a Siena patria di s. Caterina che chese una bella scatola di corniola con al-
avea procurato che un suo predecessoie cuni brillanti, salvata a caso dall'inven-
tornasse in Roma sua propria sede; per tario fatto da Haller a Pio VI, e seguito
cui gli fece preparare l'alloggio nel quar- dal sacco dato dai francesi e repubblica-
tieredetlo di s. Barbara e posto nel vasto ni al Vaticano. Lo ringraziò della car-
convento di s. Agostino, per addobbare rozza con muta offertagli da Ferdinando
il quale superbamente concorsero le pri- III, continuando a servirsi di quella del-
marie famiglie de' cortesissirai sanesi, de- l'arcivescovo, il quale rese al Papa molti
stinando due cavalieri per fare a vicenda indefessi e utili servigi, econ mg.' Ode-
omaggio nell'anticamera pontificia, col- scalchi si prestò in tutti rami dell'apo- i

r assenso del granduca Ferdinando III. stolico ministero. Imperocché Pio VI se-
Sommo fu il fervore degli abitanti di s. guitò a trattare gli affari che dal mondo
Quirico in vedere il capo della Chiesa, re- cattolicoa luisi rivolgevano, ponendo nel-
pressodal memorato rigoroso ordine, poi la data delle lettere pontificie; DalumSe-
sfogato divotamente in venerarne le ca- nis apiid B. Mariani Virgineni in Cae-
mere appena partito, baciandole suppel- liini Assuniplamj e il nunzio Odescalchi
e le mura, che pur toccarono con
lettili supplì le veci del segretario di stato, e pre-
corone e medaglie. Nella mattina de'aS siedette a tutti gli affari ecclesiastici ed al-
Pio VI partì da s. Quirico per Siena, tro- le corrispondenze cogli altri nunzi apo-
vandosi i religiosissimi sanesi al conven- stolici e con diversi sovrani. Si formò una
to, per dimostrare la gran ventura d'aver segreteria ove prestarono l'opera loro an-
fra loro il vicario di Gesù Cristo e implo- che alcuni agostiniani, spedendosi le gra-
rare la sua benedizione, a fronte dellecon- zieegl'indulti per rescritti gratis. Il Man-
trarie ingiunzioni, che l'impeto della pie- fredini dipoi collocò la tabacchiera nel suo
tà fece trasgredire,benchè il Papa col dito palazzo a Rovigo, con analoga iscrizione
alla bocca fece loro cenno di star quieti dell' ex-gesuita Lanzi per memoria, del
per non esporsi co'francesi. Nello smontar quale sapiente religioso sono pure le la-

dalla carrozza trovò mg.rOdescalchi ar- pidi monumentali esistenti in Siena, a ri-

civescovo d'Iconio e nunzio di Firenze, e cordo di Pio VI. Ma il Manfredini per la

mg." Spina che restò sempre col Papa fi- sua pavida politica previde pure che la

no alla morte e fu poi cardinale,oltre molti dimora di Pio VI in Siena sarebbe sta-
nobili sanesi ed h'ati agostiniani. Subi-
i ta motivo digran concorso di nazionali e
to il luogotenente Martini che governava stranieri, per loche die istruzioni al Mar-
Sienasirecòacomplimentareil Papa, an- tiniche a'venuti non permettesse di fer-
co per partedi Ferdinando Ill,epocodo- marsi più di 3 giorni. Il Baldassari espone
po due commissari francesi avendo ter-
i il metodo di vita tenuto dal Papa in Sie-
minato la loro iacumbenza partirono. Poi na, che ascoltava la messa d'un agoslinia-
SIC SIE 53
no da lui scello a confessore, e soleva tal- si tollerassero più nella vicina Toscana ,

volta egli slesso celebrarla e nelle festCjfìn- ma diesi trasportasse Pio VI in Sarde-
che ebbe forza, e quando quesla gli man- gna, esiliando una quantità di preti e fra-

cò per la sua logora salule, si conlenlò di li. Il Papach'erasi disposto morire in Sie-
ricever la comunione, ma non volle ce- na, e i suoi famigliari ne furono afflittis-
lebrar la Messa sedendo per non dar e- simi, pel pensiero didover vivere rilega-
sempio di domande simili. Quindi dava ti patimento del tra-
in quell'isola, e pel

le sue udienze, e nelle ore pomeridiane gitto, che avrebbe accelerala la morte di

con l'arcivescovo e il maeslrodi camera Pio VI. Il granduca però energicamente


mg/ Caracciolo recavasi a frollare e a vi- si negò di consegnare il Papa, e ne prese

Pio VI d'animo
sitar le chiese di Siena. le difese con Manfredini; laonde e per le

grande,quanto allesuesventure persona- rimostranze del cardinal Lorenzana, ot-


li, viveva rassegnato al volere di Dio, e tennero che potesse abitar nella Certosa
mostrava pazienza, costanza ecoraggiomi- di Firenze, luogo campestre e lungi due
rabile, né mai fu udito lamentarsi delle miglia dalla citlà; ma il duca Braschi do-

violenze e ingiustizie onde i suoi nemici vette dividersi dallo zio. A questa alllizio-
l'aveanooppresso. Lo rattristava la perse- nesiaggiunseal Papa quelle per l'abban-
cuzione on ibile che danneggiava laChie- dono del medico Rossi, del chierico Cal-
sa, la dispersione de' cardinali e prelati, vesi e del Brandi, tutti beneficati e scan-

le calamità di Roma, quelle de'suoi sud- dalosamente ingrati. In (pialche occorren-


diti. Diversipersonaggi e cardinali fuggi- za curò il Papa il celebre medico sanese
ti da Roma recaronsi a prestare i loro af- Giuseppe Lodoli. Intanto a'iG maggio in
fettuosi ossequi al Papa, ma doveano sbri- Siena fu gran terremoto dopo mezzodì,
garsi a partirne, con pena di Pio VI che che con fragore sotterraneo durò più di
ne riceveva sollievo. Appena al cardinal 5 minuti secondi, gli edifizi fcu'ono som-
Lorenzana ministro del redi Spagna, fu mamente danneggiati, come il duomo e
permesso restare in Siena, non a'ministri il collegio Toloinei, molte persone rima-
d^'rediPortogalIoeSardegna, sempre per sero ferite e 3 ciperderono la vita. Il con-
timore d'offendere la repubblica france- vento degli agostiniani fu il più conquas-
se che avea le sue mire per occupare an- sato e fu tenuto per prodigio che le 4
,

che Toscana. Dispeiidiandosi Pio VI nel grandi crepature della camera del Papa
raanteniniento e neglistipendidellafami- non a vesserò fa Ito cadere pavimento e sof-
glia, facendogli inSiena da maggiordomo fino. Tutta Siena trepidò per Pio VI con
il duca nipote, a cui sollentrò mg.*" Spi- eilificante interesse, e fu creduto più si-
na, prestò esaurì i i 0,000 scudi datigli dai curo nel palazzo del nobiieGiuseppe Veri-
francesi in partire da Itoma; laonde ver- turiGalleiani;manou cessando frequenti i

sando in necessità, mg.rDespuigpoi car- sciiolimenti di terra, ilPapa nel dì seguen-


dinale si recò a visitare il Papa, esenta te fu portalo alla villa suhurbana del pa-
dirgli nullasegretamente offrì al maestro trizio Sei'gardi, chiamataTone Fiorenti-
di casa Giacinto Brandi 9,000 scudi men- na, dopo aver ascollato messa nella cap-
sili. Wel voi. LVIII,p. 49 narrai il modo pella Venturi e concessole indulgenza ple-
come Pio VI in Siena riconobbe il culto naria nell'anniversariodel terremoto. Ri-
immemorabile del b. Andrea Gallemui correndo in tal giorno la festa di Pente-
sanese. Nella primavera (n gran tiunuho coste, il Piipa volle che l'arcivescovo, eret-
de'[)opoli ponlillcii contro la tiemocrazia, to un altare nel prato della Lizza, celebras-
ed i iepul)!)licani ne incolparono il clero semessa alla inoltiliidiiie,e compartisse la
secolare e regolare, ed il duca iìrasciii, papale benedizione al popolo conipunlo,
laonde risol veruno che questi e ili'apa non ricordevole quante volte il tiemcudo Ila-
54 SIE SIE
gello avea desolata la cillà, per esservi nei lenza nel 8 1 4j Ferdinando III tornò sul
1

monti sanasi molte tracce vulcaniche. Im- Irono, ed emanò utilissime provvidenze.
mediatamenteFerdinandolIIinvilòi mo- Nel 18 i5per l'evasione diNapoleone dal- 1

naci della Certosa di Firenzea sgombrar- l'isola d'Elba ov'era stato confinato, Pio

la pel Papa, ma questi noi permise e si con- VII si ritirò in Genova, passando per Sie-
tentò di passar tra loro ili. "giugno 1798, na a'25 marzo; prese riposo nell'episco-
in mezzo alia tristezza de'sanesi per s'i do- pio del cardinal Zondadari, vi ammise al
lorosa dipartita; e Pio VI con modi ad'et- bacio del piede il clero e la nobiltà, e seb-

tuosi epaterni,e con reiterale benedizio- bene fosse sabbato santo continuò per Fi-
ni, mostrò loro la sua commozione e il gra- renze, arrivandovi nella sera.Neli82 4 di-

to animo. In Siena il Papa con bolle di- venuto granduca Leopoldo II che regna,
spose pel futuro Conclave, {r.), ed Elezio- sopra un piano pii^i generale e piùeflica-
ne del Papa Pio VI
[F.) successore. Ma ce estese e continuò con felice successo il

dopo aver dimorato nella Certosa g mesi bonificamento della Maremma sanese, 0=
e28giorni,da'francesi fu trasferito in Va- pera veramente grandiosa, per non dire
lenza di Francia, ove mori. Quando poi il di tanti altri provvedimenti utili alla cit-

suo cadavere fu portato in Roma, traver- tà di Siena.

sando la pompa funebre Siena, la città gli La sede vescovile di Siena nella sua o-
celebrò quell'esequie che descrissi nel voi. rigine è contrastata, ed il Pecci che ne fe-

LIII,p.i I i.Dopo la partenza di Pio VI ce bell'istoria, per cui lo seguirò e prefe-


dalla Certosa di Firenze, i francesi inva- rirò a Ughelli, osserva che la città di Sie-
sero la granduca si vide ob-
Toscana, e il na ne'primi secoli dovea,come colonia dei
bligato riparare in Germania. Poco ap- romani, esseredi qualche nome tra le al-
presso uno sciame di gentaglie armale di tre di Toscana, onde se si accordano con

furore contro ifrancesi,a'28 giugno 1799 qualche ragione alle altre città inferiori

entrò in Siena co'così detti aretini e com- della medesima provincia vescovi in quei
i

mise molte prepotenze, spogliando e tru- secoli, oppure la cognizionedella vera re-

cidandola israeliti. Intanto la Toscana fu ligione , molto pili dovrantlo accorda^'si

eretta in regno e dato all'infante duca di anco a Siena, e non controvertersi l'anti-
Parma (F.),sotto la reggenza della regi- chità del suo vescovato. In vece ai Repet-
na M.^ Luisa di Borbone. A Pio VII no- ti, non volendo risalire da Lucifero che

tai, che quando nel i8o4 si portò a Pari- J' Ughelli e molli storici sanesi supposero

gi per coronare Napoleone I, fu ospitato fiorito nel 3o6, fra le tante opinioni e-

in s. Quirico nel palazzo Chigi Zondada- niesse da sommi scrittori sull'origine del

ri, e la sera del \ novembre pervenne a vescovato e diocesi di Siena, piuttosto gli

Siena, ricevuto nel duomo dall'arcivesco- sembra la più ragionevole quella che ha
vo cardinal Zondadari, da diversi vesco- dato alla città un vescovo avanti la disce-
vi vicini, dal senatore Sergardi e da vari sa de'Iongobardi in Italia. Avvegnaché se

ciambellani, oltre la nobiltà. Indi si recò dalla famosa questione fra il vescovato di
al palazzo regio, ove in nome della regina Siena e quello di Arezzo, incominciata fi-

d'Etruria l'ospitò conte Selvatico, e nel-


il no dal 712 e che toccai in principio, si
la mattina seguente progredì per Firen- rileva che il i.° suo vescovo restituito a

ze, ben contento delle dimostrazioni di vo- Siena dopo l'ingresso de'Iongobardi iuTo-
te de'sanesi. Nei 1807 Napoleone I cam- scana appella vasi Mauro II,del649jeche
biò i destini di Toscana, privò del regno reggeva questi la chiesa sotto il regno di
d'Etruria la dinastia Borbonica, e lo die Rotari, non ne consegue che innanzi la
alla propria sorella Elisa, nuovamentecon venuta de'Iongobardi in Toscana non po-
titolo granducale. Terminata la sua pò- tessero avere il loro vescovo. Infatti sem-
SI E SI E 55
bra che ciò dichiarasse il prelato aretino di diocesi, e come notai la lite durò seco-
Luperziano nella controversia snddetln, li, dispulandosi Ira loro sulla giurisdizio-
(juanclo nel yiS afieimava che sino dal ne di molle parrocchie e chiese battesi-
tempo antico, e innanzi la venuta de'Ion- mali, col dettaglio riprodotto da Pecci, e
gobaidi, Siena avea avuto vescovo pio- i relativi molteplici giudicati e sentenze,

[)iio. Quindi Repetli ritiene, che ognuno ampio alquanto essendo allora il territo-
si persuaderà, che il vescovo Eusebio del rio di Siena, che Muratori vorrebbe far
465,che si sottoscrisse nel concilio tornano credere angusto, ed i confini del dominio
di Papa s.ìlaìo, Episcopus Stnensis, (os- secolare non erano eguali a quelli delle
se vescovo di Siena in Toscana, piuttosto due diocesi. Nel 730 fu fondata l'abbazia
thediSinigaglia sulle coste dell'Adriatico, di s. Eugeniode'benedettini io Siena, dal
come prelese il p.Orlendi.Senza entrare in gastaldo Gualnefredo pel reLuitprando.
questioni, e tenendo però presente 1' U- ]Vel 743 fu vescovo Grosso, verso qua! il

ghellie altri storici, io riporterò col l*ecci tempo reRachis fondò il monastero di s.
la serie de'vescovi e arcivescovi di Siena,il Sai va loie diMoot' Amia tajnel 752 Aasfre*
quale procede cogli sloiici patrii estrania- do, non conosciuto come altri da Ughel-
nieri, econ documenti che presso di lui li; nel 761 Giordano sottoscrisse il costi-

si ponno riscontrare. Il ."vescovo di Sie* i tuto di l'apas. Paolo I, per le chiese e mo-
Ila dunque è Lucifero del 3o6, che altri nasteri da questi eretti nelle case paterne.
rilardano di qualche anno, benché nella Nel 776 Feredeo,al cui tempo esisteva nel
Biblioteca santa si ponga peri .° un Dru- luogo di Tufa la chiesa di s. Mai tino, ed
none. Novaes riferisce, che il saiiese s. Gio- i canonici non aveano alcun gius sul ve-
vanni I nel 525 fece Lucifero i. "vescovo scovato. Giovanni fiorì nel792dubbio,e
1

di Siena, appoggiandosi a Sigismondo Ti- piuttosto Rodoberlo e poi Aimone; quin-


zio, die lo sostiene nelle sue Istorie ine- di Andrea Il nel 7f)5, ch'ebbe fiere conte-
dite 1. 1
, p. 44^- Pecci registra per 1° ve- se pe' confini della diocesi con Aripei lo
scovo Floriano del 3 3, che intervenne i vescovo d' Arezzo; Lupo nell'Boo, Ama-
al concilio romuno di Papas. Melchiade; deoi deir8o4) poi Ansifredo il che rice-
per 3." Dodone del 44°) '"'' lodiiedub- vuto dal Papa il Corpo di s. Crescenzio lo
biostbbenerifeiitoda Ugliellijper 4-° Eu- collocò nel sotterraneo o confessione del-
sebio del 465già ricordato, inili i seguen- la cattedrale, sopra un altare eretto a di
ti.Magno I del 52o di santissimi costu- luiouore, dipoi rimosso. jNeir827 Pietro
mi, Mauro I del 565 consagrò in Volter- o Perico che fu romano, nel-
al concilio

ra la chiesa de'ss. Giusto eClemenle,Gual- 1833 Anastasio, ueir84i Gherardo II,


tierano o Gunlerano I, Aimone del 5c)j, neir844 Ganzio,incui favore e contro il

Vitaliano I, Roberto del 6 2, l'eriteo del i vescovo d'Arezzo sentenziarono nel sino-
G28 , Anlifredo o Ansifredo dil G42 di do romano Papa s. l.,eone IV e Lodovico
grande autorità e letterato, Gualfredo I 11 imperatore, alla cui ccrona7Ìone avea
dotto ed eloquente, Mauro 11 del 64c) che assistito, secondo Muratori, giacché altri

intervenne a conci La tera no, Andrea


I 1 io di non credono veridica tale sentenza. ÌVel-
1 del G58, Guallierano II del Gyo, Ghe- 1*8 )5 Gherardo III, neir864 Ambrogio,

rardo I del 674^ \'italianoll del 67C)che ueir88 Lupo I o Lupone, nel 900 U-
1 1 1

fu al sinodo romano. Lupo pure delbji), bei tino, nel rjoli Egidio, nel 913 Teodo-
ma rUghelli nicglio lo pone nel 68q. Nel rico, nel 945 Gherardo IV; quindi Vita-
700 Magno il, indi Causi vio, ma vi ripu- liano 1 1
1, poscia Lucido, nel999l Idebran -

gnaMuratoiijnely 5 Adeodato I, col qua- 1 do, nel looi Adeoilato II, nel 1 o 3 Gi-
1

le e Lupei ziaiio d'Arezzo insorsero gravi selbei to, nel io 29 Leone, nel io3G Ailcl-
e contenziose liti a cagione di esleusioue berlo e fu al siuodo rouiauO; ucl i o3 7 Gio-
1

56 SIE SIE
vanni II. Non pare, come scrissero l'U- gnatiiooo sanasi capitanati da Boemon-
gurgieri e il Gigli, che Gherardo prima do normanno, e da due Gricci pure sa-
d'essere vescovo di Firenze e Papa Nico- nesi. 11 valore loro nell'espugnazione di
lò li lo fosse stato di Siena. Circa questo Antiochia fu segnalato, ed ili.°a salir le
tempo l'imperatoreEniico II concesse un I mura epiantarvi lo stendardo della Croc-
privilegio al vescovo di Siena, dal quale ce fu Salimbene, che fu fatto patriarca
si rilevano i diritti e le prerogative godu- delia città. Il vescovo Gualfredo II fu al

te dai vescovi e poi dagli arcivescovi sul- concilio di Pasquale II nel i io6, e al suo

le loro terre , con dominio temporale e tempo seguì la traslazione di s. Ansano, e


spirituale, onde gli abitanti partecipava- lasciò di verse opere. Gli successe neh 128
no di molte franchigie ed esenzioni, non Banieri I, che con successo si adoprò per
però il tributo annuo della festa dell'As- la liberazioned'Uberto arcivescovo di Pi-
sunta, obbligati a prendere il sa le dal prin- sa, fatto prigione con molti pisani nella
cipe. Ed è perciò che diversi arcivescovi guerra de'sanesi. Già il vescovo di Siena
costumarono di porre nell'arma la spada avea qualche giurisdizione sulla città e
e il pastorale. Sotto Giovanni li nella cat- contado, ed al vescovato nel i 1 38 il con-
tedrale fu celebrato il concilio, ed esalta- te Manente donò la 6.^ parte di Radico-
to al pontificato Nicolò II, e ve ne sono fani : il vescovato già avea i suoi protet-
memorie nella metropolitana e nel palaz- tori o vicedomini, e prima di Ranieri I

zo pubblico. Nel 009 PiolTredo, nel o63 1 1 godeva giurisdizione su Poggibonsi. Par-
Giovarmi III, che in onore della B. Ver- lai di sopra della venuta di Papa Eugenio

gine edificò vicino a Fonte Becci un rao- III a Siena: vi entrò a'i4 maggior i46>
nasterodi monachebenedettine. Nel 1072 incontrato dal vescovo e dal clero alia por-
Amadeo II, in tempo del quale Papa A- ta della città, ricevendolo Ranieri 1 nel
lessandro li confermò con un breve i giu- palazzo vescovile, da dove dopo la dimo-
dicati in favore della chiesa aretina e con- ra di più giorni partì per Pisa. Lungo sa-
tro la sanese. Nel 1 072 eziandio s. Ridol- rebbe il ricordare tutte le donazioni che
fo o Randolfo di Colonia, da dove trasfe- andavano ricevendo pastori sanesi, non i

rì a Siena il corpo di s. Severo e lo collo- che gli acquisti che andavano facendo, che
cò nel sotterraneo della cattedrale, la cui si ponno leggere nell'accurato Pecci, con

confessione era celebre per bellezza e so- gran copia di pregievoli documenti. Mol-
pra molte di quelle d''Italia, ma fu tolta te donazioni di terre e giurisdizioni fu-
nel secolo XIII, quando si rese la chiesa rono complessive e comuni al vescovo,
più grande e più ornata. In quest'epoca chiesa e repubblica di Siena. Neh 16G fu
la chiesa di Siena,come immediatamente vescovo Ranieri che confermò a' ca-
II,

soggetta alias. Sede, fu presa in particolar nonici di s. Frediano di Lucca la chiesa


cura da S.Gregorio Vlljilqualeassol ve dal- suburbana di s. Martino, poi degli ago-
la scomunica il virtuoso s. Piidolfo, da lui stiniani di Leccete. Gunterarao del 76, 1 i

contratta per aver avuto relazione conEn- al cui tempo Alessandro 111 spedì varie
ricolV allacciato da quella censura. Quel- bolle a favore di Siena, come quella col-
l'imperatore nel 1 081 spedì un amplissi- la quale vietò che ninno potesse
in essa
mo privilegio per l'abbazia di s. Eugenio, essere scomunicatoe interdetto se non dal
la quale ne vanta molti altri. Nel io85 vescovo, e in sua mancanza dal capitolo,
trovasi vescovo Gualfredo 11 longobardo, oppure dal Papa o dal suo legato a la-
assai dotto e eloquente in prosa e iu ver- lere, e questo per aver la città a lui ade-
si eroici, ne'quali cantò l'impresa di Bu- rito nella patita persecuzione di Federi-
glione in oriente, perla liberazione di Ge- co I: il vescovo Gunteramo,colmo di me-
rusalemme, Della quale furono crocesi- rìti,fual concìlio di Laterauo 1 1 del 1
1 7 9,
SIE SIE 57
e poiconfermò a'camaldolesi delti in Sie- fredo li : consagrò la chiesa di Leccelo,
na della Rosa la chiesa parrocchiale di s. ribenedì e consagrò quella di Marmora-
Cristina, poi di s. Mustiola. Nel i i Hq gli ia interdetta per l'uccisione del pievano
successe Buono, sanlissimo per costumi, falla da un usuraio per avergli negato i
forzaloda Clemente 111 ad accettar il ve- sagramenti.Nel 2 3^ stallili più leggi e co-
1

scovato, ed acui Onorio III o meglio In- stituzioni pel buon governo e regolamen»
nocenzo ili commise scomunicare i pisa- to del suo clero, riproilotte da l'ecci.Egli
ni, se non ritrattavano gli statuti fatti con- fu zelante tanto deli'onor di Dio e della
tro la libertà ecclesiastica. Da una holla giustizia, che non fu mai ritenuto da al»
a lui diretta da Clemente III si conosce cun rispetto umano; per Ini sanesi rice- i

di quanto maggior estensiotìe fosse in cpiel verono religiosi servili inSiena,ed fran-
i i

tempo la diocesi, e quanto poi fu dimi- cescani. Questi ultimi e i domenicani au-
nuita, sebbene il Papa l'avea presa sotto torizzò d'in(|uisire contro l'eresia, tribu-
la protezione ecustodia della s. Sede. Buo- nale che poi resti) a' soli conventuali. Al
no era molto versalo nella lingua Ialina, vescovo Buonfiglio 73 di santa vita, nel 1 :>

facondo e facile nello scrivere. Fece nella fu surrogato Tommaso


Fusconi nobile
cattedrale fabbricar il sepolcro pe'succes- romano, e insigne teologo domenicano,
sori, evi fu seppellito. Nel 2 6 Duonfi- i i dal capitolo e da' canonici, m3 essendo
glio creduto de' nobili Uigugieri, ricevè stalo già eletto per Cet'alìi, è incerto se
un bieve d'Onorio III acciò si adoprasse venisse a Siena. A'el 1 204 Tommaso Bal-
d'estirpare l'eresia degli albigrsi. penetra- zelli nobile domenicano, dotto e zelan-
ta e propagata in «Siena. Cbbidi il vesco- te onde alcuni lo chiamano beato il
, ;

\o,e non solo pubblicò nella diocesi con- quale colle orazioni e coi conforti di li-
tio di essi l'intei detto fubninalodal l*a- dare nel solennemente invocalo patro-
pa, ma die ampia autorità a' domenica- cinio della Beala Vergine, a cui i sane-
ni e francescani di |iroccdere contro i se- si donarono i cuori e le chiavi delle por-
guaci e fautori dell'eresia; laonde ({uan- te delia città, decretando che nelle mone-
do si recò in Siena il cardinal legato U- te alle parole Sena l'etits s\ aggiungesse
golino poi Gregorio IX, trovò quasi estir- Cwilns f''irginìs,coiì[i\\ni\ alla memora-
pata l'empia setta pel zelo del vescovo, per bile vittoria d'Arbia, onile molti popoli
cui si limitò a sciogliere dal giuramento i recaronsi colla corda al collo in Siena a
settari, ingegnando che non è spergiuro co- domandar misericordia per la patria loro,
lui, che rompe il giuramento fatto contro e la repubblica per molto tempo fu arbi-
la legge di Dio. Il caiclinale con un breve tra il) Toscana, potente in Italia. Parec-
ponlilicio esortò la repubblica e il sena- chi e segnalati benelìzi lece questo vesco-
to a mandar soccorsi a'cristiani di Levan- vo alla diocesi, curò l'azienda economica
te oppressi da' maomettani. Ascoltatane della cattedrale istituendo ministri per vi-
da'saiiesi la lettura con tenerezza e accla- gilare ni buon regolnmenlo e la dotò ,

mazione, il senato subito decretò una spe- smembrando dalla mensa vescovile deco-
di/ione di ()()n de'suoi coraggiosi giovani ro>e entrale, per rendere maggiormente
colle bandiere della città, segnali lutti di ornalo il maest<iSo tempio. Gli successe nel
croce. Sotto la condotta di Guido Bandi- I 273 Bernardo probabilmente de'nobili
nelli parente d'Alessandro III, partirono Gallerani,e fratello del b. Andrea fonda-
per (ierusnlcmme. Acri e Dalmata, eie- tore dello spedale e fiali dell.i Misericor-
cero molle prodezze e arcpiisti. Btionlìgliu dia, conlutaiido Pecci la sua làvolosa uc-
confermòal capitolode'canonici della cat- cisione per opera de Gazzani : esso i\cc
tedrale il possesso di varie ragioni e di- riconoscere dui comune reseniioneerim-
ritti donali dj'predcccssori Leone e Guul- muuilà delle terre del vescovato, e d'or-
58 SI E SIE
dine pontificio l'invitò a pacificarsi colle scono il titolo di bealo. Il capitolo elesse
fazioni. Nel 1282 il capitolo elesse il suo T3onusdei Malavollisanese e canonico del-
canonico econcitlatlino Rinaldo de'nobili la cattedrale, ornatodi profonda erudizio-
MaIavoIti,aI quale fino dagli antichi se- ne,confermato da Giovanni XXII e con-
coli spettava l'eiezione e al Papa la con- sagralo in Avignone. Nel 824 conforme 1

ferma che die Martino IV, ed ebbe litigi all'antico costume de'sanesi, rappresen-
col magistrato della repubblica, per lesio- tandosi ne' giorni di carnevale il giuoco

ne d'immunità ecclesiastica, per cui sco- delle pugna, e incalorandosi ostinatamen-


municòil podestà e giudici; poscia si ven-
i te le parti nella zuffa, dalle pugna passan-
ne a concordia, con que' provvedimenti do da questi alle armi, cittadi-
a'sassi,e i

pubblicati da Pecci. Egli fu che nel 3oo i ni s'impegnarono in fiero civile combat-
benedì e pose ne'fondamenti lai.^ pietra timento con istrage: allora il vescovo mos-
per la fabbrica della nuova facciata del soa compassione, per reprimere l'impelo
duomo. Tenneals. fonteuna figliadi Car- dell'accesa gara, si portò con tutto il cle-
lo di Valois fratello del re di Francia, nata ro preceduto dalla croce alla piazza pub-
in Siena. Nel i3o2 scomunicò i ministri blica , ed esortando ciascuno a posar le

dellospedaledis. M.^ della Scala, per non armi e ritirarsi, i combilteoti per la ve-
averlo ubbidilocome di giurisdizione lai- nerazione e stima che ne facevano si quie-
cale,onde nacque fiera lite tra lui e il Co- tarono e cessò spargimento di sangue
Io
ra une che ne assunse le difese avanti il Pa- civile. Fubenemerito per l'inter-
inoltre
pa, per lo che si rese odioso a'cittadini, e posizione e aggiustamento fatto col duca
la sentenza fu contro il Prima di
vescovo. di Calabria, il quale avea promosso mol-
sua morte, i canonici del duomo, cui si te pretensioni contro la repubblica; come
spettava eleggere il successore, temendo per sua opera si stipularono le condizio-
che non ne venisse loro levato il possesso, ni d'una nuova lega con Firenze, Bolo-
poiché già varia vasi su questo punto la gna e Perugia. Neh 336 celebrò il sino-
disciplina dellaChiesa, ricorsero al consi- do, in cui riunì le costituzioni pel clero
gliogeneraleacciònongli fosse usala vio- fatte da'suoi predecessori; sotto di lui per
lenza nell'elezione e conservato loro il pie- la pace e quiete de' sanesi si accrebbe la

no non rimanessero occupati


diritto, e i città di grandezza e splendore, poiché la

beni del vescovato. Laonde nel dì seguen- maggior parte delle terre e castella per-
te alla morte del vescovo elessero nel 807 ( vennero sotto il dominio della repubbli-
Ruggiero domenicano di Casole ottimo e ca, le più magnifiche fabbriche di chiese e
di santi costumi, indi dopo qualche con- palazzi furono ultimate,e lacittà perven-
traddizione venne confermato daCleuien- ne alla più numerosa popolazione, con-
le V, pel quale poi, stabilitosi in Francia, tando 35,127 famiglie. Fu allora che per
sostenne in Pioma l'incarico di vicario pon- l'accresciuta popolazione, i reggenti della
tificio; e quale inquisitore di Siena e sua repubblica pensaronoerigere con maesto-
diocesi come vescovo, sostituì in suo luo- so disegno un nuovo tempio per loro chie-
go il priore de'domenicani di Siena, dap- sa principale, e scavati fondamenti a'2 i

poiché il prelato molto si dovè affaticar febbraioi 339Donusdei insieraeaGalga-


per estirpare l'eresie che allora affligge- no vescovo di Massa fecero la benedizio-
vano la Chiesa di Dio, e particolarmente ne della I
.° pietra, e subito con indicibile
quella de'//72i<re///. In Siena furono sco- conlento della città dierono con sollecitu-
municati i francescani apostati, scismati- dine principio alla vasta fabbrica, sospe-
ci ed eretici inventori di nuova sella. Mo- sa nel I 348 per la calamitosa peste e non

rì in Roma nel i 3 iGefusepollo in s. Ma- compita pel diminuito numero de'cittadi-


ria sopra Minerva, ed alcuni gli allribui- ni, rimanendo la città spogliata d'8o,ooo
SIE SIE 59
abitanti dicePecci ancora, si lasciò l'altra il capitolo per non pregiudicar l'antico di-
pieesisleute chiesa che fino a quel tem- ritto da piii esempi interrotto, elessero ve-
po pure avea fallo bella ino'lra, come più scovo fr. Michele Pelagalli sanese dome-
che sufiicienle a'superstili sanesi, in ap- nicano, ma Urbano VI non l'approvò e
presso accresciuta con nuovi e stupendi invece creò vescovo Carlo Mmulolo napo-
ornamenti. Ebbe principio in questo ve- letano, ma il possesso gli fu impedito dai
scovolo la certosa di M;iggiano, fondala reggenti della re|)ul)blica sdegnali per non
e dolala dal cardinal Pctroni ; ed il suo elisele stato confermato fr. Michele, né so-
parente Bindo prolonotario die principio stituito un sanese, onde Carlo per questo
al monastero di Pontignano |)ure pe'cer- o per altro motivo rinunziò e ad altra di-
tosini, e dopo finito vi fu sepolto : un 3." gnità fu promosso. Urbano VI nel 1 38 T gli

nìonaslero di tali religiosi lo fondò Nico- suii'ogò Francesco Monnilli pur nobile
lò Cinughi discendente della nobile fami- napoletanOjgià vescovo di Cava, pel quale
glia de'Pazzi fiorentina, il vescovo ri f,ib Pecci corresse vari abbagli d'U;:helli e al-
lìrico la chiesa di Egidio padronato di s. tri. Le antiche vertenze sulle lagioni che
famiglia, poi data alle cappuccine; fondò il comune pretendeva sulle terre del ve-^

l'ospedale di s. Marta pe'poveri sacerdoti scovalo furono accomodate, con sentenza


viandanti, per non dire di altro. Se vo- che le dichiarò obbligale a fir guerra e
lessi riportare tutte le pie fondazioni dei cavalcala a disposizione della repubblica,
vescovi e de' religiosi sanesi non la fini- e contribuire alle spese di ponti e strade,
rei mai. e nelle cause di oialefizi tenute a rispon-
JVeli35l occupò la sede Azzolino Ma- dere agli ufliziali e rettori della repubbli-
lavolti già canonico della calledrale, che ca. Altri accordi del i4oostatuironoiIcen-
convenne coll'Operadel duomo sulle of- so da pagarsi per r.\ssunta dagli uomini,
ferte che si facevano ad esso, di ricevere comuni e terre del vescovato. 11 vescovo
per l'Assunta 36 fiorini d'oro, e i i o lib- corresse e ampliò le costituzioni del capi-
bre di cera. Molto si adoprò il zelante pre- tolo e del duomo, enei 1404 fu in via lo dai
lato per riunire gli animi discordi de'no- sanesi a Papa InnocenzoVII, per ledepre-
bili e popolari, che spessospargevano san d.izioin fatte dalle sue milizie nella Ma-
gue. Nel I 370 Gregorio XI elesse vescovo reinma,onde ottenne 5,ooofiorini di com- I

Jacopo di Giglio Malavolti, quando si re- penso. Passando Mormilli alla sede di Ca-
cò in Avignone ambasciatore di Lucca, e va, nel 1407 Gregorio XII, da lui ricevu-
ivi fu consagrato. Mortone! 37 (, il Papa
I to onoratamente in Siena, a questa die per
da Comacchio trasferì a.Siena Guglielmo ve-.covo il nipote Gabriele Contlulmieri
guascone conventuale, fu legalo a diversi veneto, poi Eugenio IV, elezione che d.ii

principi e neh Syy fatto vescovo Laurien- mal animo tollerala, perchè
sanesi fu di
se. Gregorio XI da Narui vi traslocò il sa- bramavano un vescovo cittadino pratico
ncse o meglio eugubino Luca Berlini, pio, de'Ioro costumi. Nondimeno attesa l'au-
dolio e zel.mte; seguì le parli di Ui bano loi ila pontificia, la prudenza e integrità
VI contro l'antipapa Clemente VII, che di Gabriele, sollersero che prendesse pos-
l marzo esercitava già la giu-
insorto neli37(S fu cagione del gran sci- sesso, ed a' I

sma d' occidente, ed a lutto suo potere Questa data del Pecci fa ana-
risdizione.
si alfaticò acciò da tal peste non fosse in- cionismo con altra pur da lui riportata,
fettato il gregge alla di lui cura couìmes- cioèchea'4''etleinb.e 1
i"'/'! vescovo.Mor-
so. Promosse il cullo divino e nella cat- niilli ricevè in Siena Gregorio Xll, laon-
tedrale celebrò il sinodo, col (piale mode- de sembra doversi assegnare il vescovato
rò le vanità e il lusso a cui allora abban-
si di Gabriele dopo e non innanzi tale epo-
donavano gli ecclesiastici. Per sua morte c;i, sebbene fu brevissimo e dopo un anno
.

6o SI E SIE
iinunziò,dice Novaes, vedendo che i sa- colominl sanese,che con grande apparato
iiesi volevano piuttosto un pastore di lo- prese possesso nel 1 4^0, per cui conUghel -
ro nazione. D'altronde convenendo Pecci li e altri lo dissi nella biografìa eletto ia
che poco dopo fu creato cardinale, e ciò tale anno; ma poco dimorò in patria, per-
seguendo iuLucca a'q maggio i4o8,sem- chècrealo cardinale fu impiegatoingrari-
bra che il vescovatodiGabrielesia durato dialIari.DivenutoPapacol nome di Pio I[

meno d'un anno, tanto più che Pecci do- a' 19 agosto 1458, india' 8 settembre die
f

poaver corretloUghelli sul successore An- alla patria e con suo tripudio per pasto-
tonio 1 Casini sanese, riferisce che questi re il canonico della cattedrale e suo pa-
fu eletto da Gregorio XII nel principio rente Antonio II Piccolomini abbate ca-
del i4o8, trasferendolo da Pesaro; laonde maldolesedi s. Vigilio, di eccellenti qua-
errarono Ughelli e Cardella in dire ciba- lità. Volendo Pio li decorare la sua pa-

•vere fatto Alessandro V, ed io per seguir- tria colla dignità arcivescovile, colla bol-
li dissi altrettanto nella sua biogiafia per la Tliriiimphans Paslor aelernus , data
r.verlo poi creato cardinale Martino V e in a' 19 aprile i4^9> elevò la se-
Siena
chiamato il cardinal Sanese, avendo pur de vescovile di Siena a metropolitana e
notalo della cappella eretta nel duomo a ornò l'arcivescovo col pallio, dichiaran-
e. Sebastiano con dote e de'rari libri do- done sulfraganee le sedi vescovili cWChiu-
nati al medesimo. Di sopra narrai come si, Soana, Massa unita a Populonia, e

Giovanni XXIII deputò Antonio I pel vi- GroMe;o(A^,);decretandoinoltreche tan-


carialo di Radicofani e per l'imposizione to dell' arcivescovo di Siena che de' ve-
della colletta, e del concilio celebratoasuo scovi del suo stato, spettasse la nomina
tempo in Siena d'ordine diMartino V, del de' soggetti alla città di Siena per privi
quale fu tesoriere. Da lui nel i4'i7 t«"a«la- legio, da approvarsi dalla santa Sede, per
to a Grosseto, a preghiera di lutti gli or- cui osservò Novaes che a suo tempo il col-
dini della città il Papa destinò successore legio della Balìa di Siena per ciascuna di
£. Bernardino che ricusò accettare, ed al- delle 6 chiese alla vacanza presentava 6
lora venne eletto Carlo II Bartali sanese soggetti al granduca, che ne prendeva 3
perito nel gius canonico, dichiarato anco- per mandarli al Papa acciò ne scegliesse
ra legato della Sede alla repubblica di
s. uno. Eresse pure Pio II le sedi vescovili di
Siena per affari di molta importanza i , PienzaeIlJontalcino(^f^.),e le dichiarò im-
quali maneggiòcon tanta destrezza e pru- mediatamente soggette alla s. Sede; quel-
denza, che gli riuscì di riconciliare i suoi la di Montalcino la formò con uno smern -

concittadini colla chiesa romana. Fu pre- bramento della diocesi di Siena. In pro-
lato di molta autorità, e dalla patria più cesso di tempo Pienza fu unita a Chiusi,
volte spedito ambasciatore al Papa, alla e soltanto Montalcino è restata soggetta
repubblica veneta e ad altri principi. In- immediatamente al Papa. Tuttora sono
trodusse in Siena le religiose del 3.° or- sulfraganeedelia metropolitana di Siena,
dine di s. Francesco, e fu al concilio ge- Chiusi a cui resta unita Pienza, Soana
nerale di Firenze, Eugenio IV nel i444 a cui fu unita Pitigliano, Massa Marìl'
da Piimini vi trasferì Cristoforo das. Mar- lima, Grosseto, e Modigliana decorala del
cello vicentino, che morto in detto anno, seggio episcopale a'y luglio 18^0 dal re-
in sua vece destinò Neri da Monte Carlo gnante Pio IX, colla bolla Ea quo licei

lucchese, che riuscendo poco grato Euge- //;i/7Je//7o,e perciò essendo già da qualche
nio IV lo nominò governatore della Mar- tempo pubblicata la lettera /]/, non potei
ca e poi del Patrimonio di s. Pietro. Per scriverne l'articolo. Inoltre Pio II con l'o-

sua morte Nicolò V a'24 ottobre trasferì pera d'Agapito Rustici avendo riordina-
da Ti leste il celcbeaimo Enea Silvio Pic- lo la chiesa sauese,rapprovò col breve/zi-
SI E SIE 61
ter caetern, ^e'i ì QprWe ^5cj, eRnalraen- i e perciò, cornea vverlii, di tulli 1 rescovi e
te spedilo in Siena. Antonio 11 [tuco go- arcivescovi diSicna 01 natidi tal dignità a-
dè nuova dignità, morendo
la ngli 8 no- vendo fallo le biografie, nella sua parlo
vembre di detto anno, e Pio f 1 a' i r) feb- delle gesta che lo resero degno d'esseie il

braio 1 460 pubblicò successoieFiancesco principal consigliere di Clemente VII, e


li Tedeschini o Todeschini di Sarleann, legato alatcre alla repubblica sanese do-
figlio di sua sorella e da lui educalo, e a- po morte del cardinal RaHiiele Pelruc-
la

dottato col cognome e stemma de'Picco- cv, si adoprò per quielare le discor-
Qìollo
lomini,ed in Siena a'5del seguentemaizo die che tenevano miserabilmente oppres-
Io creò cardinale. Finalmente Pio li col- sa la patria, stanco delle (|u:ili con regres-
la bolla Ut inttr sanctimonialcs,tn\òì\a- so rinunziò a'7 aprile i52f) a Francesco
ta inSiena a'3i agosto 14^9} esentò mo- i 111 Bnndini (il fratello del (pialeBanilino

nasteri dellemonache di Siena dalla sog- coadiutore era premorto allo zio) figlio
gezione de'regoiari, e li sottopose agli ar- di sua sorella, morì in Siena e fu pi.into
civescovi di Sienajcolla bolla Priiltin ad come padiedella patria. Francesco 111 fu
Eccltsiain, pubblicala in Siena de' q a- 1 molto doltoe versato in vari generi tli let-
gosto 460, autorizzò
I i canonici del duo- teratura, ìndi eletto oialore di Siena per
mo a confermare il rettore dell'ospedale seguire Carlo V in tutte le parti di Ger-
di s. INIaria della Scala. Il successore Pao- mania, nel 546 fu al concilio di Trento,
I

lo li neh 4^5 riunì alla mensa arcivesco- ove le suesentcnzenon piacqueroa'padri.


vile l'abbazia della ss. Trinità di Torri. Bilornato in Siena s'interessò assai negli
Si distinse il cardinal Piccolomini per fer- allari della pei iclitante repubblica, come
voroso zelo, e infaticabile nel sedare i tu- già accennai, ma caduta che fu |)er la ca-
multi cittadini che acerbamente opprime- })itolazlonedel 55^, partì da Siena e giu-
1

vano l'infelice città : donò alla metropo- rò di non più tornarvi. Portatosi in Pvo-
litana paramenti e sagri utensili, riempì ma, vi esercitò diverse cariche, e fu fallo
la sua libreria di preziosi libri e l'abbellì fice-cameilengoe governatore della cit-
di magnifiche pitture, fece un maesloso tà. Pio IV gli assegnò il nipote Germani-
altare di marmo lavoralo con intagli, bas- co arcivescovo di Corinto per coadiuto-
sorilievi e statue, dove ancor vivente si re, che premorìa lui, e altrettanto accad-

fece erigere il sepolcro, facendovi incide- de ad Alessandro Piccolomini arcivesco-


re questa iscrizione: Sep. Francisci Pie- vo ili Pati asso stabili lo da Gregorio XII l.
col. Card.s. Eustachii Arckiep. Sen. Nel- Morì Francesco 111 in Roma dopo 5c) an-
l'archivio dell'Opera delduomo vi è il suo ni d'arci vescovatonel 1 588, egli successe
testamento fatto a' 8 settembre 4^)3, ro-1 1 il 3. "coadiutore Ascanio di Enea Piccolo-
gato nella cappella di s. Biagio dell'epi- mini arcivescovo di Tarso, assai acclama-
scopio, per dispensa avutane da Sisto IV. lo ila'sanesi nella solennissima pompa del
Alla sua biografìa dissi per chi (eceam- suo ingresso, per le sue rare doti e eminen-
ministrare la diocesi, non essendo corisa- ti virtù, atrabile e cordiale, zelante del di-
grato vescovo; a'22 settembre 5o3 fusu- 1 vin culto, caritatevoleco'bisognosi, giudi-
blimalo al triregno, assunse il nome di Pio zioso nella politica e buon poeta lirico. Fu
morì dopo 9J"» giorni tli ponlifìc-nto.
III, e amato tla tulli, come pure dai graiiduclii,
Paie che lino dal To avesse rinunziato
1 i deplorandosi la sua perdita : sotto di lui
l'arcivescovato di Siena al suo nipote Gio- Clemente Vili decimò l'arcidiocesi, quan-
vanni IV Piccolomini figlio d'AndrenTe- do istituì la sede vescovile di Colle, laon-
deschini,efu uomo di glande
ingegno e di de fu ridotta nel territorio a circa 3i) mi-
prudente consiglio, intervenne al concilio glia in lunghezza, e 9,0 in larght/za. Cle-
diLalerauoVjcLeoueXlocreò cardinale, mente VII ludi 5t)7 vi trasferì d' A vigno-
e>-2 s I E SIE
ne il cnrcìinal Francesco M.' IV Tiirugi ed assai compianto nel 628. Urbano Vili1

da Monte Pulciano, slato discepolo ili s. nominò Ascanio 11 Piccolomini d'Arago-


Filippo e relloredella congiegnzione del- na, nato in Firenze, che tanto avea putito
l'oratorio in Napoli, pio e zelantissimo pa- pegli ugonoHi,e governò con indicibile ini
store, ma prese qualche impegno colla cit- pegtio e saviezza, non senza gravi distur-
tà: nel iSgg celebrò nn concilio provin- bi cagionati dalla giurisdizione laicale; fu
ciale, di cui tratta il Malavolti nella Slo- compagno s.igace e accorto nella legazi o •

ria dì Siena^efo stampato con molle co- ne del cartlinui Antonio Barberini, e te-
stituzioni edecreti riguardanti ilclero.Per dialo del mondo rinunziò nel 1670 e in
sua rinunzia Paolo V nell'anno seguente bieve morìinRoma. Gli successe nel 1G7 i

a'4 gennaio 1
607 gli sostituì il proprio cu- il sanese cardinal Celio Piccolomini, che

gino carnale Cam ilio figlio diPierM." Bor- non curando la prepotenza de'grandi am-
ghesi, già vescovo di Castro di Napoli e minisliò con imparzialità la giustizia; mai
e di Montalcino ; prese possesso con sin- si assentò dalla città, se non pel conclave
golar pompa, fu zelante del suo gregge, d'InnocenzoXI, alla cui esaltazione mol-
l'amò e si fece temere. Ben vedutoda'prin- to contribm. Morto neliGSifueleltoLeo-
cipi e da'cardinali, pregarono Paolo V ad nardo Marsilj sanese e canonico Valica-
annoverarlo ni sagro collegio, che non pie- no; dal clero fu amalo e temuto, con tut-
gandosi fu detto da alcuni che ne morisse te le furze sostenne l'immunilà ecclesia-
d'amarezza nel 1612. Paolo V lo fece suc- stica, e stabilì con più sinodi varie costi-
cedere con universale applauso dal car- tuzioni pel decoro di sua chiesa, onde in-
dinal MetelloBichi sanese che fondò il se- corse in vari impegni col principe e col
minario pe'chierici, donandogli rendile pubblico. Dotto nel gius civile e canoni-
della propria mensa e prescrivendogli re- co, nella teologia e in altre scienze, ver-
gole, poi riformale dal successore e da al- salo nelle ceremonie ecclesiastiche, dilet-
tri pastori. Ma essendo intiinodi Paolo V tante della musica e sagre funzioni; con*
rinunziòa'i 3gennaioi6i4> e se la morte sagròin Siena piùchiesee altari, e ricol-
noi rapiva forse sareljbesucccdulo a Pao- mo di uìeriti morì nel 1
7 i 3 con di>pia-
lo V. Questi vi promosse da Massa e Po- ceredi tulli. Nel 1714 Alessandro li Zoo-
pulonia Alessandro Pelrucci sanese, con dadaii nobile sanese, e fratello del cardi-
dolore de'suoi antichi diocesani da lui in nale e suo compagno nelle nunziature,
tantimodi magnificamente beneficati; con generalecontenlodella patria edi Co-
promosse nella sua nuova chiesa lo splen- simo HI, perciò il suo ingresso fu splen-
dore ecclesiastico e il profitto delle anime, didissimo; corrispose pienamente all;i e-
edificando tulli colle opere e coll'esempio. spellazione di tutti per saviezza, soavità
Celebrò il sinodo diocesano con utili co- di modi, circospezione negli allari, alieno
stituzioni, curò il buon governo delle mo- dalle biighe, ulFicioso, caritativo, esem-
nache, e fu vago di fabbricare per impie- plare e in gran repulazione;morìa'4gen-
gare poveri e le arti nelle manuali fali-
i naio nel 1744 con grave pena universa-
che; eresse il grandioso palazzo della vii- le, e fu sepolto presso il fratello. Benedet-
ladis. Colomba, poi villeggiatura del no- to XIV a'3 settembre I 746 destinò arci-
Tolomei, rifece di pianta e pi li
bil collegio vescovo Alessandro III Cervini di Mon-
magnifico r<'piscopio, poi demolilo come te Pulciano e nobile di Siena,o ve fece suoi i

rimarcai. Visitò la diocesi facendo gran studi, fu arciprete del duomo e vicario del
bene, manellecompagoie laicali non po- predecessore; dopo essere stato ripugnan-
tè eseguirlo per essere dipendenti dal ca- te accettò, e fu preconizzato a'29 maggio
pitano del popolo e dal consiglio. Amalo 1747, esemplare e premuroso promosse
da s. Carlo Borromeo, morì sautameule e animò il clero agli studi e alle religiose

«
SIE S I F r,^

osservnii7.e, mostrandosi degno di Marcel- Donna delle Grazie chiam ila V Avvocata
lo II suo antenate. Con questi leraiina il di Siena, che serbasi maestosamente col-
cav. Antonio Pecci la Storia del vesco- locata nell'insigne cappella d' Alessan-
vaio della città di Siena, unita alla serie dro VII dentro la metropolitana, Roma
cronologica de' suoi vescoK>ie arcivescovi, 1716. Diario sanese in cui si veggono al-
Lucca I
74<^- L'Ughelli x\e\\' Italia sacra la giornata tutte le cose importanti sì al-
nel t, 3, p. 523, riporta la serie de'pasto- lo spirituale, come al temporale della cit-

ri sanesi sino e inclusive al Zondadari. tà ^ colle cose notabili accadute in Siena


Continuerò quella di Pecci, e la compirò in (juella giornata, col! indice in ultima
colie Notizie di 1772 Tiberio Roma. JVel di tutti i santi sanesi, efamiglie nobili del-
Boigliesesanese, traslato da Soana succes- la città, Siena 1722. L'Accademia sane-
se al Cervini; nel 1
792 Alfonso IMarsilj sa- se, ovvero scrittori diversi di essa tanto
nese; nel i
79^ Antonfelice Zondadari sa- in prosa che in verso raccolti da Giro-
nese, traslato d'Adana e moito cardinale lamo G/'g//. Orlando Mala volti, iS"/or;rt di
a' 1 aprile 182 3. Leone XII nel concisto- Siena, Venezia 5gq. i

ro de' 12 luglio 1824 precouiz7Ò l'odier- SlENE,iy^e/ie.Sede vescovile della bas-


no rispettabile arcivescovo uig.' Giuseppe sa Tebaide nel patriarcato d'Alessandria,
Mancini di Firenze, Iraslatoda Massa IMa- a'confini dell'Etiopia e chiamata pure As-
iitlima,cl)iaro per letteratura, illustre per souan. Ne furono vescovi, Ammonio mar-
esimie virtù, eperaver gloriosamente sof- tirizzato in Antinoed'EgiltOjcBefam gia-
ferto persecuzione come vescovo e confes- cobita che trovossi all'assemblea de'vesco-
sore di Cristo alle Fenestrelle, sotto l'ini • vi tenutasi a Misra per ordine del visir,

pero francese di Napoleone I. U Osserva- per la riforma de' domestici del patriar-
tore Romano de' 1 7 luglio 85o parla del 1 ca Cirillo nel 1088. Oriens christ. t, 2, p.
sinodo provinciale in quel mese celebralo 614.
in Siena dall'arci vescovo mg/Marti ni, che SlFANTO.Sede vescovile suffiaganea
lo presiedè per l'ecclesiastica provincia sa- diRodisiaodalVIsecolo,nell'esarcatod'A-
nese, coll'intervento de'vescovi d'Arezzo sia, denominata ancora Siphanus e Pisci-
(il quale però è sempre immediataniente na, nell'isola di Sifanto dell'Arcipelago,
soggetto alla s. Sede), di Montepulciano, nelle Cicladi meridionali, all'occidente di
di Montalcino, di Massa e Populonia, di Paro. Anticamente l'isola fu ricca e cele-

Soana e Pitigliann, di Grossctn, di Chiu- bre por le sue miniere d'oro e d'argento,
si e Pienza; oltre i deputati de'tapitoli del- ora abitata da'gieci, con ^o chiese circa
le nominate chiese, e de'leologi dell'arci- e 3 conventi d'uomini e 2 di donne n'è :

vescovo. L'artidiocesi di Siena formasi in capoluogo il borgo dello slesso nome, che
12 vicariati foranei, coni io parrocchie, occupa il silo dell'iinlica Apolhiuia. In og-
i<) delle quali sono in Siena. Oltre i no- gi fa parte del nuovo regno di Grecia, eil

minati autori si pouno vedere: Francesco è residenza d'un arci vescovo greco, da cui
MaselùfNolizieiitoriclie della città diSie- dipendono l'isole di Namphio, Policandro.
na. Le arme delle famigLe nobili di Sie- Nio, Serpho, SicinoSjSlampalia ed Amar-
na, Kon\a 1716. Girolamo Gigli, La città gos. Furono antichi suoi vescovi Teodo-
diletta di Maria ovvero notizie is tanche ^ ro che assistette al concilio di Costantino-
appartenenti all' antica denominazione poli sottoMenna, per l'eresie d'Antimo,
che ha Siena di Città della f ergine, pub- di Severo d'Antiochia e d'altri eretici; e
blicate coir occasione del solenne appa- Atanasio che sottoscrisse nel 167 la pro- i

rato fatto in Siena stessa la tlonicnica in fessione di fede della chiesa d'oriente con-
Àlbis del 7 1 I (i per l'uscita in processione tro gli errori de'calvinisti. Oriens chr. f.

della miracolosa immagine di Nostra I


,
p. 9 Ì9- Commanville dice che fu pure
64 SIG SIG
residenza d'un vescovo latino, suffraganeo tezzato con gran pompa ad Orleans da s.

di Paro o Paronaxia o Naxos. Amando vescovo diMaestricht, e la di lui

SI GAN, oSI GAN FU, o SIGHAN- educazione venne affidala alle cure del
FU. Sede arcivescovile de'nestoriani, me- 1). Pipino o Pepino i^y.) di Landen pre-

tropolitana di tuttala CiV2<7, nella provin- fetto del palazzOjil qualeforzato a cedere
gran città sulla sponda del
cia di Xensi, e all'invidia della nobiltà, si ritirò con esso
fiume Guci, con territorio ameno e ferti- negli stati di Cariberto. Dopo 3 anni Da-
lissimo. I nestoriani vi formarono la i 3/ goberlo 1 ricbiaraò Pipino, e dichiarò
provincia ecclesiastica della diocesi di Cal- Sigeberto re d'Auslrasia. Questi aiutato
dea, ed ebbe i seguenti metropolitani. O- sempre dai consigli di Pipino, dimostrò
lophuen è il cheannunziò il vangelo ai
i.° d'avere coirispostoperfettamenteallesol-
cinesi, giusta un famoso monumento tro- lecitudini che il saggio maestro avea usalo
vato in questa città nel iGsSjindi gli suc- per informarlo alla pratica di tutte le cri-
cessero Giovanni nel Ggq che sodr'i aspra stiane virtù. La sua pietà, prudenza e va-
persecuzione con un compagno per parte lore gli meritarono l'amore e il rispetto
degl'infedeli, ma in seguilo potè esercita- de'suoi sudditi, e resero il suo nome for-
re liberamente e con frutto il suo ministe- midabile a'suoi nemici. Quelli di Turin-
ro, sotto l'imperatore Yuen-Chi-Tao; nel gia ardirono pigliare le armi con Irò di lui;

7 1 mandato alla Cina nel j^S dal


3 Riesco ma egli seppe farli tornare a dovere, e fu
cattolicodiSeleucia con due sacerdoti; Da- questa Tunica guerra in cui siasi impe-
vide nominato dal cattolico Timoteo 1 ', gnato.Amante della pace,dedito alla pre-
Ysu sedeva nel78ojHimciu nelyS ,Toin- i ghiera ed alla pratica di pietosi esercizi,
maso neirSBc), N. verso la metà del seco- impiegò buona parte di sue entrate per
lo XllI, Simone BarKalig nominato dal sovvenire gl'indigenti, per edificare e do-
cattolico Denha,e deposto in seguito dal- tare spedali, chiese e monasteri, de'quali
lo stesso cattolico; Jaballahanominato in ultimi ne fondò i 2. Questo virtuoso prin-
sua vece nel 1281 e poi divenne cattoli- cipe morì nella fresca età di 2 5 anni, il

co; Sergio nel 1288: Marco Polo veneto i.°di febbraio 656, lasciando un figliuo-
vide a Sighanfu varie chiese fabbricate da lo di 7annichiamatoi?<2goZ'e/7o(/^^.),che
tale prelato. 11 titolo di metropolitano del- fu poscia re, ed è onorato come santo. Il

la Cina fu in seguito unito a quello del- corpo di s. Sigeberto, eh 'era stalo sotter-
V Indie Orientali (^.). Oriens dir. t. 2, rato nell'abbazia di s. Martino presso a
p.1272. INIetz, trovalo incorrotto nel i oG3 fu col-
SIGA o SIGEA. Sede vescovile della localo a canto l'altare maggiore,e poscia
a.^Cilicianel patriarcatod'Antiochia, sot- riposto in un'urna d'argento: nel i 552 le

to la metropoli d'Anazarbo, ed eretta nel sue reliquie furono trasferite nella chiesa
secolo XII,secondoCommanville: altri la di s. Domenico di Metz, e di poi alla col-
dissero sede vescovile dell'Africa e nella legiata di Nostra Donna
Nancy. Egli è di
IVlauritiana, dipendente dalla metropoli- onoratocon pubblico culto dalla più par-
tana di Giulia Cesarea. Siga, Sigen, è un te de'paesi che furono a lui soggetti, non
parlibus che conferisce
titolo vescovile in che nelle chiese e monasteri di cui era sta-
iIPapa,ePio VII nel 823vi nominòmg.r 1 to il fondatore, e la sua festa è segnata il

Baines dotto benedettino che fu molto i.°di febbraio.


tempoin Roma, e vicario apostolicod'In- SlGlFRIDO(s.), vescovo ed apostolo
ghilterra,del quale parlai nel voi. XXXV, di Svezia. Era prete di York, e si recò
p. 157, ed altrove, nellaSvezia per farvi rifiorire la religione
SlGEBERTO(s.) re d'Auslrasia. Fi- cristiana, essendo que'popoli ricaduti nel-
glio di Dagoberlo I re di Francia, fu bat- l'idolatria. Datosi con zelo maraviglioso
SIG SIG 61;

a combattere il paganesimo, predicò dnp- tilizie. 1." De' sigilli. 3.' De sigilli ponti-
primaaWex.iownellaGozia meridionrjle, ficii.

ove istituì «ina sede ve,scovile,e scorse po- Cj r.° Degli stemmi o arme gentilizie.

scia pelSiul-Goth land, pel West-Golii land Le insegne gentilizie negli scudi ei sioa-
e per molte altre provincie, che ridusse boli in essi di chi li portava, erano presso
tulle a Gesù Cristo. Fedele iinilalore de- gli antichi il contrassegno del valore, co-
gli apostoli. questo santo missionario per me per lo contrario di codardia,ovvero di
la grandecarità e ammirabile disinteresse soldato novello, erano gli scudi senza im-

venne onorato dagli stessi pagani. Mori magini o cifre. Discordano gli eruditi in-
circa il 1002, e fu seppellito nella cattedrale torno all'origine degli stemmi. Secondo
di WexioWjOve la sua tomba divenne fa- alcuni le armi gentilizie hanno cominciato
mosa per molli miracoli. Papa Adriano col mondo, e ne assegnarono a'figli di Noè,
IV Io canonizzò verso il i i 58, e la di lui a Mosè, a Giosuè, allei 2 tribù d'Israele,
festa è segnata 5 di febbraio. Gli sve-
a' 1 agli assiri, ai medi, ai persi. Il Sarnelli,
desi, sino a che furono cattolici, l'onora- Lettere ecclesiastiche t. 4, lelt. ^7, Del-
rono qual loro apostolo. l'origine delle armi gentilizie,\'\(er'\sce che
SIGILLI PONTIFICII. V. Sigillo. lo slesso vocabolo arme dimostra che pro-
SIGILLOeSTEMMA.il sigillo osug vengono dalla guerra, nella quale gli e-
gello, Sigillum, Signuni, Signaculuni^ è avendo le loro insegne distinte con
sercili

quell'istrumentoper lo più di metallo, nel colori e figure,dairinsegne passarono agli


quale è incavala In impronta, che si efli- scudi, e poi gli scudi slessi si attribuirono
gia nella materia colla quale si suggella : alle famiglie e divennero ereditarli. Gii
sigillo dicesi anche l'impronta fatta col si- antichissimi assiri, egli dice, usarono pei
gillo, e figuratamente per approvazione. insegna la colomba, che a Noè portò il

Lo stqmma o arma è lo scudogentilizio, ramo d'olivo. Presso gli ebrei sebbene 2 i

distinzione di dignità odi nobiltà, impre- erano i duci delle famiglie, nelle com-
sa e insegna di famiglia o di popolo, In- parse si usavano solo 4 ^ essillii^F.)^ cioè

signe o Insignia genti lilin : siccome sullo que' de' primogeniti del loro capostipite
scudo, arma difensiva che tenevano nel Giacobbe, vale a dire Giuda, Ruben, E-
braccio manco guerrieri per Io più si
i
,
fraim e Dan. L'insegna diGiuda era verde
soleva dipingere o incidere o scolpire lein- colla figura del leone, quella di lUiben
.segne della famiglia,chesedi legno o cuoio ora rossa coll'cflìgie dell'uomo, quella il'E-
sidenominò larga, panna, clvpeiis, scu- fiaiin era color d'oro col capo del vitel-

tum; cosi scudo significa anche quell'o- lo, quella di Dan era bianco- rossa coll'a-
vato o tondo, o d'altra forma, dove sono quila avenle negli artigli il serpente. Il

espresse colali insegne, che a quella simi- colore si pigliava d.dle Gemme [f .) for-

litudine anche si dicono arme. Col lasso manti il Razionale [T' .), in cui erano de-
del teiupo i sigilli antichi divenlaiono a notate ciascuna delle 2 tribù, ed avendo i

poco a poco dilferenli dagli anelli sigilla- neli.^di delti articoli parlalodiloroqua
toriio segnalorii, e in essi si rappresenta- lilà e colori, <p>i dirò delle figure scolpite
ronoslemmi,arme, insegne, cifre, emble- che servi va no di militari insegne in tempo
mi, o qualche testa o figura ; cos'i trovo ili guerra. Ailunque nelle i 2 pietre prezio-
conveniente premettere alle crudizioni sui se tielle tribìi d'Israele eran vi: in quella di
sigilli, alcune sugli slemmi per evitare ri- Ruben la mandragora da lui trovala,incisn
petizioni con apposito e speciiile articolo, sul rubino rosso. Simeone avta la gemma
l'crlanlo riunirò le analogìe comuni dcl- delta prasina o marcada verde poi 10, col-
l'argonienlo, con dividere questo orlico- rdìigie diSichcm, in memoria del notoav-
luiii;> parli; {.''Degli iicniniio ainit-gcii- vcuiiuenlo Levi sul carbonchitt osmeral-
\oL IV\(.
66 SIG SIG
dOjCom plesso di colori rosso,bianco, nero, testa di cavallo, i sassoni un corsiere bal-
sanguigno, avca espresso V Urini e Tutu- zellante, i fianchi un leone, i goti un'or-
tnlvì peTonlefici che dovevano derivare sa, i capi de'druidi le chiavi. Le lunette
da luijchepoieljberotaleinsegiia. Giuda la infisse sulle Scarpe (u divisa de'nobili ro-
gemma marcada verdedelia speciedi pras- mani antichi, e formanti la lettera C per
sina, o di color cielo piupureo, con iscol- denotare che traevano origine dai cento
pito il leone, in meuioria della qualifica senatori del senato composto da Romo-
datagli da Giacobbe nella benedizione. Is- lo. Alcuni credono che portassero i ro-
sacbar avea il zaffiro ceruleo che declina mani queste lunette per aver sempre pre-
alpurpureOjColsoleela lana incisi, perchè sente r instabilità delle cose umane, di
i suoi figli fuiono periti nell'astronomia. cui è simbolo la luna, come rilevò ilGua-
Zàbulon nella perla o diamante secon- SCO. A Bulla o'ono dissi di quella che por-
do altre versioni bianco, avca scoljiita la tavano per distinzione appesa al collo gli

nave, per abitare i lidi del mare. Dan antichi lomani, insegna de'lrionfanti, iu
nel topazio o turchina del colore del zaf- cui racchiudevano rimedi tenuti eHl-
si

firo, avea il serpente a tenore del para- anche ornamen-


caci contro l'invidia; era
gone che ne fece Giacobbe nella bene- to de'lanciuUi ingenui e la portavano sul
dizione. Gad avea una pietra quasi simi- petto in forma di cuore. Omero non con-
le alla precedente, ma di colore bianco- tiene alcun passo che si riferisca alle in-
nero, con isqnadra di soldati per allu- segne blasoniche; le prime testimonianze
sione a delta benedizione. Nephtali nel concernenti alla storia araldica de'greci
crisolito o ametista, del colore dell'al- tiovansi ne'Ioro tragici Esehilo, Sofucle,
ga marina, avea scolpilo il cervo giusta Euripide. Tra'Iatini Virgilio è pieno di
la benedizione. Aser sulla gemma krio- tratti curiosi sul blasone delle insegne, u-
lich o giacinto del colore della luce del- sale anche nella marina, sia per le inse-
avea inciso l'olivo secondo la be-
l'olio, gne blasonate che gli antichi collocavano
nedizione paterna. Giuseppe aveva il Ni- alla poppa de'Ioro vascelli, sia ancora per
koli nero, con iscolpito l'Egitto; ed nati i anni e figure scolpile con emblemi sui
da luijEfraim aveva per insegna il bue; rosili, come degli etruschi, de'frigi e di
Manasse il corallo. Beniamino sulla geni •
altri. In tempi meno lontani,edopo la di-
ma jaspisavea scolpito il lupo in mentoria visione degli stali, le nazioni e coloro che
della patema benedizione. Conclude Sar- le governavano adottarono alcuni simboli
nelli, che il Godolia nella sua Galena con- o armi distintive, della cui maggior par-
gettura, che V Insegne e le Bandiere (A^.) te trattai ne'singoli articoli, cos'i di quelli
sieno derivate dalle insegne di (juestei 2 di moltissime città e con)Uni,e d'un gran-
tribù. Se ne'li bri di!\] ose non trovasi quan- dissimo numero di famiglie. Se in ogni
to può riguardare gli slemmi dij)inli o in- tempo si usò di mettere di verse figure su-
cisi sugli scudi, d' altra parte olhono a- gli non furono que-
scudi e sugli stcnimi,
naloghiargon)eiilide'ricami e dipinti sul- ste da principio non che emblemi e ge-
se
le insegne. J\el libro de' Numeri cap.i2 roglifici di capriccio, quali non servi- i

è scritto che gl'israeliti accampavano at- rono mai negli antichi tempia distinguere
torno al tabernacolo, ciascuno sotto i suoi le famiglie, né a indicare la nobiltà. Gli
vessilli ed insegne, secondo le famiglie e stemmi per lo contrario sono segni ere-
le case. Tutti i popoli hanno avuto sim- ditari di casato e di Nobiltà (^'.), rego-
Jjoli o figure o insegne nazionali : perdir- larmente composti di certe figure e se-
nedi alcuni, gli ateniesi avevano per sim- gni caratteristici, e conceduti e autoriz-
bolo la civetta, i traci la morie, i celli la zali da'sovrani come distintivi delle per-
spada, i romani l'aquila, i cartaginesi la sone e delle famiglie. Ignorasi propria-
SIG SIG 67
mente ove pi ima nascesse l'arte cliespìegT lieri. Il De lìue, nel Discorso dell'orìgine
e regola i simboli eioici. 1 più distinti e- dell' araldica. Lodi 846, p.trlando del-
1

rutlili,e fra essi ilMuiatorijiiulicanoi fran- l'origine degli araldi o Re l^^-) d'armi, e
cesi come inventori de'principii di que- del blasone, osserva che la scienza aral-
sta scienza, conosciuta sotto il nome di a- dica desume la sua denominazione dagli
raldica o di blasone, delle quali voci e antichi araldi destinali alla ricoguiziune
significati già parlai a DirtOMA, siccome della nobiltà di quelli diesi presentava-
affine e congiunta con l'arte per conosce- no a' tornei, e che q'iindi presa nel suo
re i diplomi, e coll'ai te diplomatica. Di- vero senso, abbraccia non solo la materia
cesi Araldica l'arte e la cognizione del d'onore, ma altresì la conoscenza dell'ar-
blasone, o sia di ciò che spetta alle armi mi in genere, che detta blasone è l'arte
o agli stemmi, ed alle leggi, siccome an- di descrivere le armi co'termini suoi pro-
che a'regolamenli di esse. Blasone viene pri, secondo le leggi e regolamenli di essa :

nominala l'arte araldica, ed il IMoreri li- il che consiste nel campo dell'arme, nelle
conosce l'oiigine del nome blasone nella figure, negli smalti o colori loro,e negli or-
parola tedesca Z'/tìize/j^ che significa suo- namenli esteriori cheaccompagnano l'ar-
nare il corno o la tromba, e di là vuole me. E poiché gli araldi erano quelli in-
che piglialo siasi il vocabolo dato all'arie caricali al presentarsi i cavalieri ne'torncL
di formare gli slemmi delle nobili fami- di esaminare,oltre le prove della loro no-
glie, e di descriverne e spiegarne tulle le bilia, anche le armi, facendone la descri-
parti con proprietà di termini convenien- zione ad alta voce, vennero a ciò fissate
ti. Gli araldi, la cui origine rimonta sino delle regole. L'introduzione però dell'ar-
a'tempi de'7o/7je/ (/^.), avevano per of- migentilizie (nellequali a termini delle di-
ficio di ricevere i Cavalleria quelle gio- sposizioni araldiche non si hanno gene-
stre, suonando il corno o la tromba per ralmente a comprendere Sigilli, se siano i

annunziare il loro arrivo, e dopo avere semplici segni tendenti ad indicare un pos-
riconosciuto se erano Genliluonviii,%\\o sessore,un'arte,unnegozio,e quando siano
iiavano di nuovo le loro trombe, e gri- essi contornati semplicemente da un suc-
dando ad alta voce descrivevano le ar- cinto circolo), che come proprie d'una fa-
mi e l'insegne di coloro che presento vansi miglia, sono da'maggiori tramandate ai

al combattimento. Altri dicono che i ca posteri; ma la si vuol ripetere dal Mura-


"valieri dopo aver olferto le legali prove tori, dal Paradisi e da tanti altri scrittori,
dell'antica loro nobiltà, essi piiresuona- al pari de' Cognomi (de'quali riparlai a
\ano certe cornette per dar segno del lo- Nome, e da loro talvolta derivarono gli

ro arrivo. Se un guerriero era comparso stemmi o da questi quelli), se non dopo il


due volte nelle giostre solenni, che si ce- 1000. Però Foucemagnes provò che l'o-
I
lebravano in Germania ogni 3 anni, la rigine degli stemmi sugli scudi e sulle co-
nobiltà era sufilcientemente riconosciuta, razze risale fino al torneo che Enrico I

e quindi nel linguaggio di quella nazione VVccellalore istituì nel ^3 [ a Gottingcn


ìdasoiiala, cioè annunziata dagli araldi ner mantenere i nobili nell'esercizio del-
a suono di trombe, donde derivò quel no- le armi in tempo di pace, e che Golfredo
me. In Francia si pigliò anticamente il de Preuillì introdusse in Francia verso il
vocabolo blasone per qualunque sorta di o3(3. Varie forine di scudi s'introdusse
I

descrizione, talvolta per elogio, talallra ro nelle armi, checon dilTerenli numi ven-
per biasimo e maldicenza. Ne'lornei si de- uero spiegali, e non meno clic le pezze
scrivevano tutte le armi, le insegne, i di- onorevoli, tenevano luogo,secondo il loro
versi pezzi e segamenti dello scudo, e si grado, negli armeggi. DilTerenli sono al-
lodavano altresì o biasimavano i cava tresì gli elmi che veggonsi cimati sugli scu-
68 SIG SIG
di,a norma de'giadi rispettivi, tanto per ciascuno per divisa una Croce di forma
materia, quanto per la forma e loro po- e colore difTerente,qual distintivo de'C/o-

sizione, incominciando da quello dell'im- cesigiiali{J^.). I gloriosi fatti delle guerre


peratore, duca, principe, marchese, conte, sagre delle crociate diedero poi cagione
barone, cavaliere e semplice nobile. An- ai discendenti de' crocesignali che in esse
che le Coro«e(^.) che sovrastano gli stem- si segnalarono di perpetuarne la memo-
mi vennero parimenti distinte secondo le ria, introducendo le croci per insegne o
dignità e i personaggi che ne sono inve- distintivi di famiglie, 1 crocesignali ap-
stiti. I colori, i metalli, le figure che s'in- plicavano la croce di stolfa, per l'ordinai io
trodussero negli armeggi, sono altrettanti rossa, sul cappuccio o sulla spalla sinistra
oggetti recanti un loro paiticolare signi- osul petto; d'una croce insignivano le ban-
ficato, nel che meritano distinta osserva- diere, gli elmi,e fregiavano i giachi di ma-
zione gli ornamenti esteriori degli stem- gliacon maniche e cappucci; gli scudi non
mi gentilizi, come i tenenti o sostegni, pa- adornavano con blasone, ma col salutife-
diglioni, motti, divise, mantelli, i quali tut- ro segno della croce, né altre armi por-
ti, ove è in vigore la legge araldica, senza tavano per l'ordinario, che lancia e spa-
una speciale concessione sovrana non pos- da. Il Tesauro nel suo Canocchiale e. 5,
sono essere assunti. I sostegni o sopporti p. 35, opina che la semplice divisa de'co-
in Germania non si permettono che a'soli lori neir arme sia nata principalmente
principi ed ai nobili qualificati: in Inghil- nella spedizione di Terra Santa, i cui ca-

terra sono ristretti a que* soli che chia- valieri furono neliogS da Papa Urbano
raansi nobiltà alla. Dice Nicol che sicco- II nella i.'^ Crociata armati ilpetto d'una
me gli araldi d'arme erano tenuti a ca- croce rossa, metaforicamente significante
ratterizzare learmi di coloro che volevano un fermo consigliodi combattere colla cro-
entrare in lizza ne'tornei,ed a comporre ce fino all'ultimo sangue. E ciascun ca-
gli stemmi d'uno o altro principe o no- valiere con private divise espresse i suoi
bile, svilupparono pomposi significati di privati e generosi pensieri, che rimasero
quegli emblemi, perchè tornassero in elo- per insegne nelle flmiiglie. Si aggiunsero
gio delle persone medesime; accennarono dipoi le fazioni lìe'Guel/ìe GhibelLmi[F .),
talvolta alla ventura imprese ardite e pe- principalmente ne'lempi di Federico li,

ricolose, nelle quali si facevano cretlere che da' medesimi colori presero le divise
trovati que'supposti eroi, e quindi dicen- e soprannomi di
i rossi, ma più di Bian-
dosi versati nella scienza blasonica, per- chi e Neri (^'^.). Che dalle divise e dagli
ciò fu anche nominata araldica. La vol- slemmi gentilizi derivassero le livree, lo

gare opinione degli scrittori, attribuendo notai a Famigliabe e Servo: anticamente


all'imperatore Federico I del i iSa l'in- tutt'i loro abiti erano fregiati degli stenuni
troduzione delle armi ereditarie nelle fa- de'Ioro padroni, al presente Oltre il colore
miglie,e la sua propagazione ini talia, vuole particolare degli abili, gli stemmi sono ri-

piuttosto ch'egli allora istituisse le regole petuti nelle trine, sui bottoni, nelle coper-
dell'arte araldica o della scienza blasoni- ture del capo de'lacchè, ec. IVella Descri-
cajfidandonel'esecuzionea personaggi di- zione della Terra Santa , parlandosi del-
stinti siccome giudici in questa ragione; le Croc/Vz^c intraprese nella medesima, si

ma il blasone, secondo altri, non fu ordi- dice essere comune opinione che il bla-
nato a vera scienza che nel secolo di Lui- sone sia slato in quell'epoca inventato,

gi VII il Giovine re di Francia, quando perchè soldati potessero riconoscerei lo-


i

neli i47 andò alla Crociala [V.) perla ro capitani. Comune è il consenso degli
ricupera di Terra Santa. V'intervennero stemmi propriiimcntedel-
scrittori, elicgli

pure altri mouarchi cristiani, assutueudo ti non erano CQuosciuli aulicamente; fu-
SIG SIG 69
rono i loroei e poi le crociate, che diede- 1
37 1 circa fossero il distintivo de'soli no-
ro origine a'inedesirai, o almeno grande- bili d'origine, dopo la quale epoca i cit-

mente propagarono. Una lancia o li-


si tadini e i plebei cominciarono essi pure
na spada tolta al nemico o al rivale in un ad attribuirseli. Il Muratori nella Disser-
combattimento o in un torneo, un castel- taz. 53.' Dell' istiuizione dcca^'alieri, e
lo, una torre, le merlature o le palizzate chiamiamo arme, af-
dell'insegne che noi
di alcuni baloardi forzati o difesi; le par- ferma chesenza dubbio furono in uso pres-
tizioni, le sbarre, i tagli, le striscic, colle so i greci e i romani le insegne, special-
quali potevano esprimersi i colpi co'qua- mente nelle bandiere e negli scudi, e si

li lo scudo di im cavaliere era stato in ereditavano per discendenza però non ;

diversi modi tagliato e intaccalo, e altre senza ragione fu creduto da molli che l'in-
simili cose diedero origine a'diveisi em- segnegentilizie de'uostri tempi siano pro-
blemi e alle divisioni degli scudi, e quelle cedute per imitazione da'tempi più anti-
divisioni più volte ripetute indicarono so- chi, come i cognomi ei5'o/7ra/j/iom/(F.) coi
vente il numero delle pugne nelle quali quali si distingueva una famìglia dall'al-
erasi trovato un cavaliere, e quindi in al- tra, lìiagli usati oggidisolodopoil loooco-

cuni scudi veggonsi straordinariamente minciarono a introdursi in Italia. Lostes-


moltiplicati. Altri nobili pigliarono inse- so sembra doversi ritenere delle armi gen-
gne d'animali che indicavano la loro o- tilizie, imperocché quantunque se ne tro-
ligine, il loro paese natio, oil valore da vino chiari vestigi presso gli antichi la-
essidimostrato nelle caccie. Quindi lioni, i tini e greci, considerandole nondimeno
gli orsi, le tigri, tanto frequenti negli scudi quali sono oggidì, cioè formate con de-
blasonici; quindi cavalli e buoi, indicanti terminati segni e colori, e passanti per e-
l'ubertoso suolo delle patrie de'cavalieri; redità ne'discendenli della stessa casa, e
quindi le aquile, i falchi e altri uccelli ra- ado[)eratine'sigilli, nelle /l/o«e;e(/^.), nel-
paci, e talvolta i colombi, le gru, i corvi le medaglie (f^), nelle bandiere, pittu-
ec. Altri sostengono la manifesta relazio- re e altri luoghi, per dilFerenziar tra lo-
ne degli stemmi co' tornei, ed essa ne fa ro le dopo
famiglie, pare che solamente
conoscere l'origine e l'analogia. I caval- il X, anzi anche dopo l'XI e par-
secolo
ietti, i pali e le gemelle formavano parte ticolarmente dopo la sagra spedizione dei
dello steccato che chiudeva il campo del latini in oriente, a poco a poco s'intro-

torneo: i combattenti che pigliavano ai ducessero. Laqualsentenza tra gl'italiani


vinti la spada o altre armi avevano di- è sostenuta da più che io scrittori nomina-
ritto di fregiarne i loro scudi e di collo- ti da Muralorijche giudicarono essere la

carveli sopra, quali monumenti del loro più vera. Egli sostiene che avanti il seco-
valore. Aggiungono che l'opinione di co- lo XI non si mostrerà autore alcuno con-
loro che (issano l'origine degli stemmi al- temporaneo, né monumento in cui ap-
l'epoca delle crociate, è d'altronde com- parisca che fossero in uso questi segni e
battuta dal sapersi qual fosse lo stemma simboli distintivi delle famiglie né sigillo, :

della famiglia di Regimboldo preposto del- né monete, uè Sepolcri (7^''.), giacché ili-
l'abbazia diiMouri nella Svizzera dal i 027 ce INIuratori non si ha da badare a' ti
,

al I o')5; quale quello di Roberto 1 conte volosi racconti d'alcuni, che senza prove
di Fiandia nel 1071, e quale (juello dei attribuiscono all'antichità icostumi dei
conti di Tolosa, il che prova l'esistenza de- loro tempi, come i gigli di Francia in
gli stemmi avanti la i
.'
crociata del 1 oi)5; trodotti soltanto dopo il secolo \i. Con-
uia tuttavia concede che cpiesta spt-di
si viene Muratori, che anco sotto 1 lontio
zionc fu motivo che grundemenle si mol- bardi, franchi e germani antichi, le km-
liplicasseio. Gli stemmi pan- che lino al «liere reali fossero ornate di (ju;»Uhc it-
yo S I G SIG
gno,pei' distinguersi dalle straniere e per adoperando specialmente la croce di vari
conlrassegnare le differenti schiere della colori e in vario campo;e perchè con quel
milizia. Ebbero anche romani ne'secoli
i segno acquistarono gran fama cavalieri, i

barbarici questo rito, probabilmente pas- perciò i loro discendenti continuarono a


sato sempre in essi fin dagli antichi seco- usarlo, e quel che dinanzi era arbitrario
li; leggendosi che neli i i i andarono in- divenne distintivo di famiglia nelle guerre
contro ad Enrico V, Stmirophori, /iqid- vere e nelle finte. /4rmi e arme furono
lifevi y Leoniferi, Liip'fcri , Draconari : chiamati que'segni in Italia, Armes o Ar-
simili insegne usò l'antica Roma. Ma que- vtaires in Francia, pel costume di dipin-

ste furono insegne di re, popoli e legioni, gerle negli scudi,nolaudoMuratori che nel
e non già di fan»iglie private e eredita- sepolcro di Marino Morosini doge ili Ve-
rie: che se gli adulatori genealogisti han- nezia, nel 1 25 furono appese
1 in s. ìMar-
no inventato molte favole, non occorre a co le sue insegne, il che venne imitato dai
Muratori di fermarsi per confutarle. Egli dogi successivi. Inoltre al sepoIcrode'[)rin-
vuole ignorarsi se gli scudi adoperati pri- costume di mettervi la
cipi e de'nobili fu

ma del secolo XI pollassero determinali loro immagine, con lo scudo conleneule


segni e simboli, indicanti la persona e fa- l'arme di essi; poscia i principi traspor-
miglia che l'usava. Abbone mouaco di s. tarono un tal distintivo non solo alle ban-
Germano di Parigi nel descrivere l'assedio diere e Stendardi (/'.), anco alle uìo- ma
deirSSy, rammenta gli scudi dipinti; non nete battute col nome loro, onde Mina-
erano difUerenlique'de'popoIi della Breta- tori crede così derivato il nome di Scadi
gna minore neli'8i8, allorché il loro re alle monete^ ristretto poi ad una specie
IMurmannosi scoprì libellea Lodovico I sola: così negli stendardi, ne' Z?e/i(7n(^,),
imperatore.]\Iainqu;d tempo preciso si co- e sigilli de're di Francia, solo sollo Luigi
minciassea mettere negli scudi l'arme gen- VII re di Francia si cominciò a vedere i

tilizie, Muratori restare ancora


asserisse gigli, simbolo adotta toda'successori. L'in-
al buio; sembrargli verosimile che da'pub- segna o arme avita de' marchesi Estensi
blici duelli o da' tornei istituiti in Fran- fu l'aquila bianca, e (|uesta sventolava nel-
cia prima del 066, o pure dalle crociale
i le nSq. Né so-
loro bandiere militari nel i

de'Iatini pel conquisto de'luoghi santi, e lamente i portavano tali


cavalieri armati
continuate per circa due secoli, prendesse segni negli scudi, ma talvolta anche nella
origine il dipingere negli «cudi quel distin- sopravveste e nelle gualdrappe de'caval-
tivo delle persone e case; cioè nelle bat- li; l'uso dell'armi gentiliziesi dilatò tanto,
faglieene'pubblici giuochi, aflìnchè si di- che senza scudo furono dipinte, scolpite,
stinguesse l'un cavaliere dall'altro, fu in- ricamate e stampate. Ne' vecchi tempi
trodotto qualche particola re con trassegno era riservato a'soli cavalieri e nobili il di-
uelloscudo. Ma Muratori ancora non cre- ritto degli stemmi, ma in Italia anche gli
de che tali segni di capriccio nel secolo XI artisti e il basso popolo, purché alquan-
passassero alle famiglie, provandolo col di- todenaroso, dice Giuratori, si usurpò quei
chiara lo dal con te d' A ngiòG a ufrido Mar- pregiOj poco facendosi conto nella bella
tello I nel 1
047 circa, a Guglielmo il Ba- regione dell'arte araldica e sue prescri-
stardo duca di Normandia, notificando- zioni, la quale in altre contrade è iu mol-
gli con quali insegne si sarebbe recato al ta stima. Dichiara inoltre Muratori, che
duello con lui, come praticavano i nobili vi sono di quelli che credono invenzione
cherecavaiisi ne'couibotlimenli con qual- assai moderna Vanni parlunti,c\oè espri-
che segno nellearmiperesserericonosciu- menti col simbolo cognome di chi leiisj,
il

ti. Così nella medesima manierasi servi- ma s'ingannano; dappoiché quantunque


rono i crociali nella diversità di bandiere. egli non sia abbastanza persuaso esser più
SIG 71
antiche di (ulte l'aitni corrispondenti al marito,e a sinistra quello del proprio casa*
cogiionie, non però di meno certissimo è lo; talvolta la malignità, l'ambizione o i'a-

che ancor queste sono d'una granile an- didazione fa distruggere gli stemmi e ne
tichità, e ne riporta gli esempi, lo che pu- sostituisce altri. Tale altra per guadagnar-
re io feci pai landò d'un grandissimo nu- si la considerazione d'ini minislio, si erige
mero di celebri e illustri famiglie, descri- per cose lievi lo stemma <lel principe ch'e-
vendone col cognome gli stemmi^ ed in gli serve, onde pervenire allo scopo di al-
moltissimi spiegando l'origine di loro in- zarvi pure quello del mecenate. Il Car-
segne. Prima di Muratori lo Speimnnn tari nel Prodromo gentilizio, \\b. 5, cap.
avea riconosciuto contemporanea a' co- 2, osserva che non le insegne gentilizie
gnomi l'altra non men lodevole e uti'e si ponno né debbono da due diverse fa-
al politico bene, cioè l'introduzione de- miglie usare, riportando in proposito lo
gli stemmi o arme gentilizie, e con l'au- scherzo poetico dell'Ariosto nell'Or/./u-
torilà di Tilelto ne individua le cagioni do, Canio 2(5, stan.98, ed il fatto storico
e il tempo. Tilettusancnruni no- alt fi ,
sulla diNfida seguita tra L'gone Hardingli
hdes sub Caroi.noruin exilii, hoc est an- nobile ing'ese, e Guglielmo .Seintlouve
no ^raliae 9^3, cognomina sibi adicivis- scozzese, 1 quali per somiglianza d'armi
scj nlero'^nue ab illuslrioribtii suis feii- nel I 3 I 2>(i batterono nellaScozia.Laijuer-
a ininisteriis, et vii-
dis, riisticos, et serx'os ra accesa tra il re di Svezia e Cristiano
lisqnae hahcbant. Soggiungendo però, III re di Diniinarcaj fu a cagione delle
che il costume degli stemnìi avea preso 3 corone, che idue regni usavano [)er ar-
piede (jnu ;d tempo <Ii Ca rio.Magno moito me. E per le monete vi furono divieti di
neir8i4- Osservò Cassio, nella fila di usare le insegne apparlenenti ad altri, co-

.¥. Sdi'ia^notì doversi porre in dubbio, che me argomento assai geloso e delicato.
in Rotna cognomi ne'più alti secoli si-
i Gli stemmi s' incominciarono ad ap-
no pa^sjto il mezzo tempo non f)ssei0 usa- pendersi nelle chiesevei so il 34 1 o i35o I

li, almeno in famiglie principesche, con- da un vescovo d'Utrecht, nel cch'brai-e i

solari, e per altre magi>trature distinte. Funerali [f-^.) a suo fratello. Alcuni au-
Scrive Tiraquello, De Nobilitatec. G* In- loii condannano l'uso di far mettere le
signia annoruni nomine nunciipanliir insegne gentilizie sugli ornamenti e sui
quonianì plcrumque in arniis inscu/pi, et vasi sagi i che si regalano alle chiese , e
antiqui^, et no'iiris temporibus solebanf, proibirono ai ministri dell'altare di ri-
in armalifticie aperta dig'ioscerenlur.
Iti ceverli.Ma sebbene un donatore faccii
Per gran tempo durò in Italia il costu- meglio n non mettere il suo stemma sui
me di chiedere a gì 'i m pera tori e gra n pri n doni ch'egli fa alla chiesa, quest'uso non
cipi l'arme loro,ov vero qualche ornamen- è però cattivo in se stesso, né diventa ta-
todi più perla medesima, e nel 3G Brìi- i 3 le se non che in ragione di qualche cir-
zio Visconte militando in Germania sotto costanza particolaie,coine sarebbe la proi-
iduchi d'Austria, chiese ai mede>imi per bizione promulgatane dai vescovi, l'o-
massima grazia ili porre la corona d'oro stentazione e la vanità de'donalori, l'in-

sulla vi[)era di lui stemma, il the fu con- decenza delle r.ip[)reseiitazioni sugli Ntem-
cesso con molla dinicollà lilido fcudiiU. mi, ed il luogj che occupar potessero. K
Antico è l'uso che le da me porli no lo scudo infatti non sarebbe certa men le con venien-
parliloo accollato dell'arme de'Ioru mari- te il vedere sugli arredi sagri, che ilevono
ti, come <|ucsli ili quelle. Anlicamente in essere collocati al tabernacolo e pre^S() le
Francia signori e iedaine dell. corte fi-
i i s. immagini, le ligure d'un inaiale, d'un.i
cevano ricamare loro slemmi si^li abili;
i nottola', d'una divinità pagana, di una
le donne portavano a destra lo stemma del donna nudi, eo. Fuori di tali circoslau-
72 SIG SIG
ze o altre simili, si potino ricevere gli a- ad usare le arme gentilizie fu Clemente
tensili sagri ornaticon islemini gentilizi II sassone de'signori di Meresleve e Hor-
decenti; così dicasi delle leggende o im- nebuichdel io47, indiDamasollbavaro
prese <lelle stesse armi. Tali insegne ricor- del io4'^,e pois. Leone IX de'conli d'E-

dano la generosità de' pii oblatoii,e pon- gesheira nell'Alsazia del 1049, il quale
no servite d'eccitamento ed eniidazione alzò per arme un leone nero in campo se-

religiosa ad altri; servono ancora a segna- minato d'8 gigli. Inoltre Sarnelli dichia-
lare le epoche in cui furono eseguiti i la- ra, che il Platina nelle File de' Papi v\-

vori e i doni. Il Marangoni, Ddle co'ie portando loro stemmi gentilizi, come il
i

gentilesche e profane trasportale ad ino Ciacconio e altri, ebbe l'avvertenza di ri-


e ornamento delle chiese^neì cap.yy trat- produrre quelli certi, lasciando molti scu-
ta :De'titoli, iscrizioni, o memorie usate di senza veruna insegna per semplice or-

da' gentili ne' loro templi e nelle opere nato, e per non esservi impronto sicuro
pubbliche: e se da'cristiaui nelle chiese da collocarvi, massime de'Papi fioriti a-
possano praticarsi senza nota di vanità, vanti il 1000, perché non si usavano le
dice che l'uso di collocare ne'sagri tem- arme delle famiglie. Noterò, che quando
pli o loro frontespizi le memorie de'Ioro poi le famiglie ch'ebbero Papi e cardi-
fondatori con iscrizioni,o pure erettevi so- nali adottarono uno stemma, questo si

pra armi gentilizie delle loro famiglie,


le adattò ad essi, sebbene epochevissuti in

sembra a molti essere ciò cosa indecente, anteriori, che non sussistevano le armi
ed un costume più proprio del gentile gentilizie, il che però fece credere come a
simo, che de'cristiani seguaci dell'tunil- tempo di essi già fossero introdotte. Tor-
tà di Gesù Cristo. Soggiunge, che è certo nando aMarangoni egli dice che l'uso del-
che le armi gentilizie e delle famiglie so- le armi e de'titoli è tanto oltre proceduto,

no succedute in luogo de'titoli o piccole che ripiene sene vedono le pareti interne
iscrizioni de' gentili, dimodoché al solo ed esterne delle chiese; sovrabbondando
vederle ricorda o la persona o almeno la nelle lapidi sepolcrali, ne'cenotafli, sugli
famiglia di chi fabbricò l'edilìzio su cui a Ita ri, sui palio t ti, su Ile pia nete e al tri sagri
l'arma è soprapposta.il citatoCartari lib. indumenti e utensili anche vescovili e[)on-
1, cnp. 3, dice che tutti gli stetimii dei laonde ripoi ta sentimenti di (|ucl-
lifìcii; i

Papi e cardinali avanti Bonifacio Vili, liche ne biasimano l'uso, e di quelli che
riportati dal Ciacconio,dal Ceccarelli,dal lo lodano e. credono conveniente. Per la
l'anvinio e da altri che scrissero le loro parte negativa in .luogo si osserva non
1

vite, sono lutti falsi, supposti o fatti a ca- esservi esempio nella s. Scrittura d'alcun
priccio; ma Marangoni non può concor- fondatore, ristoratore e benefattore delle
rere in questa opinione, poiché per ta- cose al divino culto consagrate, che v'ab-
cere d'alcuni altri suoi predecessori, In- bia eretto il suo titolo o breve iscrizione
nocenzo 111 dell i()8 della nobile fami- col proprio nome, inclusivamente a Sa-
glia Conti di Segni ebbe la propria ar- lomone edificatore del sontuoso tem|)io
ina gentilizia in Aiiagni e nella casa ove di Gerusalemme. Nella legge di grazia e
nacque coli' insegna dell'aquila, già esi- ne'pnmi 3 secoli della Chiesa nascente,
stente prima che nascesse, ed anco si ve- verun documento ricavasi, o sono molto
de in altri monumenti della cattedrale di rari. Ne'secoli seguenti molti spnli di'uo-
cui era stato canonico; laonde essendo sta- straiono tale uso con abborrimeiito, e s.

to Papa circa loo anni prima di Coni- CarloBorromeo nella sua profonda umiltà
facioVlIl, l'asserto del Cartari non sus- avendo veduto collocare in pittura alcu-
siste. Il Saruelli citato, riferùsce con Fui- ne sue armi gentilizie sulla canonica che
berto vescovo Carnolense, cheili ."Pupa a sue spese fabbricava, ordinò che tosto
SIG blG 73
fossero levale, dicentlo clic l'arcivescovo eìs,ctc. Te aiitrmfarienle elcemo<!ynnni,
di Milano e non Carlo Bonomeo fliceva nencialsini^trafiuidfticwtdrxlemluauit
queir edilizio; ed espressamente proibì sii clceniosynnmaiuabscoiidilo,ft Pater
che si mettesse alcuna sua memoria o del- titus, (jui \>idct in absconclUOy reddetlibi.
lo famiglia sui vasi e paramenti sagri ch'e- Lo stesso rigettasi come al)uso, dal car-
gli donava alle chiese, e sopra rpieili clic dinaie Gabriele Paleolli : De Ininiagiu.
si facevano per propiio uso, ed ove le trovò sac. e prof. lib. 2,cap. 48. Tiitlociò non
subito le fece togliere. iSelle costituzioni ostante, moltissimi altri uomini santi ab-
sinodali del concilio diocesano xi, proibì bondarono nell'altro precetto del mede.si-
come cose profane: Sacris indiinicnlis, et mo Cristo, il (piale nello stesso vangelo
locis,insigréia,stenìtnatai'efarniliai nin.a al ca p. 5 ordinò: Sic litceat lux \.'estra co-
liatjne profana non appign/7nliir,nec con- ratn liominibiis, ut i'ideant opera veslra
textanlur,atit sculpantur.Qiiae vero con- bona, et glorifìccnt Patreniveslruni,qui
texla, apposita, pictave, septeni ab itine in coelis estj sicché purificata la sola in-
annis sunt, ea duarani niensiiini spatio tenzione,non si curarono che apparissero
anioi-eantur , iis tanlunniiodo exreptis le opere da essi falle, e operale a sola glo-
(juncinsepnlchrortim operiinentis inscid» ria ili Dio. E ciò particolarmente ebbero
pia sunt, si modo non cniineant. Nero è a cuore moltissimi ss. Pontefici e prelati
ibe nella chiesa di s. Prassede di Roma, della Chiesa, conoscendosi eglino obbli-
di cui il santo fu titolare, e di suo ordine gali per ragione di maggioianza a dare
venne ristorata e dipinta, si vedono mol- in tali opere esempio anche a' futuri fe-

te sue armi dipinte: ma alcuni credono deli^ e perchè ognuno ne prendesse l'e-
the fossero delineate senza sua sapula, e dificazione dovuta nel vedere impiegate
dopo il'avei le egli vedute, per alcune dif- le rendite ecclesiastiche a beneficio delle
ficollàchegli furonoesposte tollerasseche chiese, come vediamo in tanti anlichis-
vi si lasciassero, e che il simile succedesse simi stemmi di Papi , cardinali, vescovi
sopra alcune porte del palazzo Colonna e altri prelati. Ed il simile sembra con-
ov'egli dimorava in Roma. Il p. Giovanni venevole da cpielle persone nobili,
farsi

Taulero domenicano di santa vita, e Ilo- le quali maggior copia di facoltà e di ric-
lito nel secolo XIV, nel sermone della do- chezze hanno conseguito dalla mano di
menica 8." dopo la festa della ss. Trinità, Dio; allìnchè ognuno si edifichi nel ve-
con sommo
zelo inveì contro tale abuso derequanto bene da loros'impiegano pel
dilatato grandemente a' suoi giorni, con culto divino, e prendano da essi la norma
queste paro le. / is apertiiis i'idere,utsuas di seguitarli, per accrescere la gloria al-
plerifpie elceniosynas sibiappropricnt,et l'Altissinio. Laondeper mellerein chiaro
omnibus cupianl esse maniftslas ? Ad- la verità il Marangoni riportò le memo*
spire, ut fenestras, et aitarla, vtsies sa- rie, i titoli, le iscrizioni sopra le opere sa-
cra': ad templorum usuin conferant, iis- greda'loro primi e santi fondalorrcheso-
demque sua apponant msignia : ut sci- no restale, e molle delle quali ancora su<-
licei omnibus ipsorum munificentia inno- sistono nelle basilidie e chiese di Roma,
tcscat: sedìioc ipso utiipterecepei uni mcr- clieini loiilenterò iraecennare, polemlosi
cedrm suam.ìL rigetta come lìivolo ililire leggere in Marangoni. La più anliciulilut-
<li coloro, i quali dichiarano ciò fare, ac- le le mcmoiie è quella del 324 circa di
ciò sia pregato per loro. Ora nominali e i Costiinlinol il Granile, posta «oltu i mu-
altri santi uomini abbondarono nel sen- salci ilelhi tribuna della baM fica Vaticina
limenlo evangelico di Cristo s. Matteo in da lui cilifiiata, con (pie'ilne >ersi che li-

Ciip. G: /itlendilc estram fa-


nej'ustiliam \ pollai nel voi. XII, p. 25u. l'opa s. P.t-
ciatis coram ltomimbus,ul \nlcamini ab inaso 1 del 3<')7 lasciò molli monumtuli
74 SIG SIG
di sua doltniia, anche eoo epigrammi e<ì versi e suo nome, che pure collocò ia
il

epitafìì ili molti sepolcri de'ss. iMaitiri,«il 8. Pancrazio da lui rinnovalo, olire gli e-
altri luoghi sagri da lui ristorati eabbelli- pitadi a Bonifacio V. Nell'oratorio eretto
li,edappertutto vollecheapparisseespres- al Lateranoda Giovanni IV pe'ss. Mar-
saoiente il suo nome, come scrilloie e au- leggono de' versi col suo nome; ed
tiri, si

tore de'cnedesimi : /^o ne enumerò IMa- avendone compiuto il lavoro Teodoro f,


ringoili, ed alcuni li riportai nella descii- questi vi situò la propria immagine. Pa-
zioiie de'liioglii. Sulla porla della chiesa pa s. Sergio I pose unepitadio alsepol-
(li s. Sabina si legge l'iscrizione in mu- crodi s. Leone I,ecol proprio nome. Gio-

saico e in versi di l'ietro cardinale vesco- vanni Vii nella cappella del Presepio e-
vo d'Iiliria che l'eresse, ed anche il no- retta in Vaticano, vi fece porre la sua ef-

me di s. Celestino I,iiel pontificato del qua- figie colla cappella fra le mani e il no-
le ebbe hiogo la fabbrica. Tuttora si usa me. In più luoghi s. Leone 1 1 1 pose il suo
talvolta di collocare le armi del Papa in ritratto e nome, come nel portico di s.

quelle chiese che vengono edificale o re- Paolo e nel Triclinio. Papa s. Pasquale
staurate nel pontificato, senza che vi ab- I fece altrettanto e colla chiesa in mano
bia contribuito. Per quanto s. Sisto III in quelle di s. Prassede, di s. Cecilia e di
fece nella chiesa di s. Maria Maggiore, s. Maria in Domnica. Cos'i |)raticò in s.
vi pose il titolo di cui parlai a Pieve, e Marco, s. Gregorio IV, in s. M.^ in Tras-
l'isci izioned'8 versi esametri. Papa s. Leo- tevere pose un'iscrizione, e chiamò Grt'
ne I collocò nella chiesa dis. Paolo quei goriopoli la città d' Ostia j come Leopoli
versi che ri()rodussi nel voi. XU, p. 20S. disse Civitn vecchia s. Leone 1 V', e Cillà
A Pieve, a Latkr ano e altrove dissi delle Leonina il Rorgo di Roma. Sergio 111 ri-

iscrizioni da s. Ilaro situate ne'suoi ora- fatta la basilica Lateraiiense, vi pose dei

toriidi s. Gio. Evangelista e dis. Giovan- versi col suo nome. 1 fin qui riportati e-

ni Callista. Papa S.Simplicio con suoi ver- sempi di molti antichissimi Papi, la mag-
si ne'porlici Vaticani ricordò che gli avea gior parte santi, che posero le loro ine-
rinnovati. In contrassegno che Papa s. Fe- inorie sopra edilìzi sagri da loro eretti o
lice 111 fu il fondatore della c/i/(??(7 fZe'.v.?. ristorati, come cose lodevoli i successori
Cosma e Damiano, vi pose la propria im- l'imitarono, e vi unirono i loro stemmi
maginecolla chiesa nelle mani e il suo no- earmi gentilizie. Quindi Marangoni pro-
me, con iscrizione in versi. Anche s. Fe- duce diversi esempi di santi vescovi che
liceIV nella chiesa di s. Stefano al Ce- fecero altrettanto del praticato da'Papi,
lio, per averne compiti i ristami, vi la- e negli utensili sagri posero il loro nome
sciò un'iscrizione per memoria. Papa s, e stemma, come de'ss. Cassio vescovo di
Agapito I pose al sepolcro del predeces- Narni, Auxibio vescovo Solense, e Amalo
sore e col proprio nome un epitadlo in abbate Romaricen«e che in vita si edifi-
1 ?, Pelagio
versi.
o II avendo rinnovato la carono il sepolcro, e vi posero l'iscrizio-
patriarcale chiesa dis. Lorenzo, ne' versi ne. Lo stemma antichissimo della chiesa
che vi musaico si legge il di
fece porre in romana sono PadigUonci^ f-^.)co\\eChia-
il

lui non)e. Ad onta nella profonda umil- vi{L^.) incrociale: le /'J//7/s(>(/'.) pontifi-
tà ili s. Gregorio I, pure si fece dipinge- cie o altre al servigio della s.Sede,per l'in-
re al vivo nella tribuna, e i genitori nel- segna delle chiavi furono chiamate Cla-
l'atrio del suo monastero al monte Ce- disegnale. Dc'colori della sle>sa romana
lio, per (|uaiito rilevai in piìi luoghi. O- chiesa e del senato romano parlai a Ro.\i 1

norio I fece ristorare la chiesa di s. A' e O.MBRELLiivo. A PoRTA iiotai l' Origine
g/ze^e nella via Nomenlana, vi poscia pro- di porre gli slemmi sugli edifizi e sulle

pria immagine colla chiesa in mano^cou loro porte. A Portiera dissi di (juelle con
SIG SIG 7)
islemmì cardi utilizi, che si pongono nelle ceiliHe milre, imitati poi Jai prelati noa
tliiese per feslivilìi,cioè nelle chiese di cui insignili del grado episcopale.L'cirmede-
$0110 titolari, diacunijCoininendalnri, prò- gli antipapi e degli Huticardiaalì, il Ciac-
tetlori.Da un documento prodotto da Co- conio le riporlo semplicemente senza l'or-
lucciin Tie/(ì^.i3S,de'7.'ì n)aggioi367, oamento del triregno e chiavi e senza il

si rileva l'introduzione generale dell'uso cappello. Notò Novaesche Clemente IV,


di apporre sopra le poi te de'luoghi dello morto nel 1268, si dice ili. Papa che al>-
statc pontificio e nelle piazze, l'insegne hia &ul suo sepolcro avuto armi proprie,
di s. Chiesa, del Papa, del suo legato, dei altri lo negano osservando che 6 gigli i

rettori e del comune, per ordine de'«ni- sono piuttosto indizio di sua origine Iran-
nistri di Urhano \', acciò si dipingessero cese, giacché l' insegna di sua cnsa Gioss
tali iirme. Di[)oi principiò il costume di era un'aquila nera in caoipo d' oro.co-
ilipingersi sulle tavole e d' inciilersi in me prova il p. Lodovico Jacopo di s. Cle-
|)ielra, e massime quando il Papa si rese mente nella Bibl. Pont. Nel deposito di
benefico o per altra grata cagione, per- Adriano\',morlonel ^Gyjsi vedeinmez- 1

chèpiii durevole ne fosse la menioriu. Di- zo lo scudo gentilizio di sua famiglia Fie-
chiarai a PoDEST.v'che gli antichi, quaiulo schi (/ .),clie meglio «piegai in quest'ar-
eransi portali hene, venivano regalati dal- ticolo, composto di 3 sbarre (queste non
lecomuuilà con doni fregiali collo stein- si devono confonilere colle bande e le fi-
ma del pubblico, e davano ancora loro sce, come avvertì l'Aimanni, Della fa-
licenza d'inquartarlo nelle armi proprie, miglia Capizucchi, parlando delle seni-
Learniì ostemmi de'Papi sonosovrastali plicissime insegne de'goli) celesti in cain-
dal Triregno (/^'.) e dalle Chiavi {^f., del poargenleo, que>toespi iuiendo la puiità,
sind)olicosignificatodelle quali riparlai a le sbarre le crociate, perchè i crocesignati
Sede apostoiica) incrociate: loro Pd- i le poi tavanone'Ioroscudi infoi ma dicro-
renli inquartano nello scudo gentilizio il ce. A questo slemma soviastava un gatto,
padiglio'ie e le chiavi incrociale; è quc- insegna della fazione guelfa parteggiante
sto il segno che dalla loro stirpe uscì un pel Papa, alla quale i Fieschi appartene-
Papa. Nelle false Profezie [f.) allribuile vano, e col motto Sedens ago. Quello
:

a s. IMalachia sui futuri Papi, molle si fé- è un altro argomento per escludere l'o-
cero sulle oro insegne gè olili zie. Do[)0 eh e
1 pinione,cheBonificio Vili Caetani (/'.)
Innocenzo IV nel concilio di Lione I del fosse ili.°a usaregli slemmi gentilizi. Al-
12.45 determinò a'caidinali rin>eguadel l'articolo FIE^CHInel dire ilell'origine ilei-
cappello rosso, e ne riparlai a Por por \, learmi gentilizie, rip(ji lai il pareredi qiiel-

dice Dernini Del Uibnnale della /loia


, li che credono averle stabilite Federico
p. 32, andarono in disuso nelle arme pre- I per meglio conoscere i suoi seguaci, cioè
lalizie le mitre, e in luogo di esse suben- i ghibellini di parte imperiale, avversa ali.»

trarono prima i cappelli e poi i galeri; guelfa, la quale usava l'aquila rossa priii-

cioè i cardinali che prima ancorcliè di 1- cipalmente per insegna, ed ghibellini 1 l'a-

coni soviasiavano i loroslemmi culle mi- qiiila nera: questa disliiizione si ebbe pu-
Ire, comesi vedenelCiaccoiiio,/^/^7ero'i- re nelle sbarre o li>te, insegna reputala
ii/icnni ci Cardinatiuni, dopo ricevuto il dagli araldici per la piii antica, come più
cappello rosso, conquesto ailornaroiiogli semplice d'ogni altra, laonde i ghibellini
slemmi, e poi C(j1 galero stesso ossia col ponevano nelle loro larghe sbanco liste

cappello ponlilìcale, che ha «pie' fi(jCLhi drille o per[)endicolai i, i guclll le pone-


chesi ra[>preseiilano:adesempioile'cardi- vano a traverso, onde quando Fiesvhi i

nali i vescovi cominciarono a sovrappor- divennero tali,e sebbene concesse loro d.i
le cappelli prelatizi sui loio slemmi in ve- Ftdtiico I,le li volsero da dritte ch'erano.
76 S I G SIG
Nondimeno i guelfi usarono per insegna come luogo che a Giovanni XXIIf pre-
anche il leone, codjc vuole Pielrasanla, stava ubbidienza. Tutlavolta Gregorio
Tesserne genidiliae, il quale dichiara che XII fu quello che poi propriamente re-
dai colori sono originali tutti gli stemmi, se canonica la convocazione di quel ce-
che altro in principio non rappresenta- lebre Sinodo (f^'^.). Dissi altrove che Nico-
vano che fascie o sbarre colorite. Il Bal- lò V del 447I alt'G insegne non usò, che
dassini, Memorie di Jesi p. f)2, dice clie le chiavi apostoliche di s. Pietro poste in
i guelfi spiegavano ne'Ioro Gonfaloni {'ar- croce. Pio IIad adottare nella
fu facile
me antica della Croce, come Jesi, Mace- sua famiglia Piccolomini{F .) molte per-
lata, Firenze, ed i lombardi guelfi. Di al- sone,dando loro il cognome e lo stemma
tre analoghe distinzioni tra le due fazioni di sua famiglia. Come inRoma la plebe fu
ragionai in più luoghi. L'insegna del leo- neh 559 per morte di Paolo IF fomen-
ne, come quella dell'aquila (di cui trat- oltraggiamela ve-
tata da'suoi nemici a
tai a Imperatore, Roma, Russia), sono le neranda memoria spezzando suoi stem- i

piìi antiche del mondo e adottate ne' ves- mi e insegne, lo deplorai in quell'articolo.
silli, nell'imprese e negli stemmi. L'aqui- Nel 1590 eletto Urbano VlI,subito ordi-
la alata e coronala divenne insegna im- nò con gloria del suo nome, non solo la
periale e delle città imperiali: in quella continuazione delle fabbriche incomin-
eli due teste si volle rajlpresentare l'im- ciate dal predecessore Sisto V(come della
pero orientale e occidentale, e pare im- cupola di s. Pietro e de'ouovi apparla-
presa adoltata prima da Costantino I il nienti ne'palazzi Vaticano e Quirinale),
Grande imperatore, per dimostrare riu- volendo per equi là e per moderazione che
nito nella sua persona l'impero orienta- di questo e non già le sue fossero le armi
le e occidentale; e più tardi da Carlo Ma- gentilizieche visidovesseroafljggere.Que-
gno, per riferire alla divisione dell' im- sto generoso tratto di Urbano VII lo ri-

pero. L'aquila d'oro con due leste fu in- marcòanchelautoredella Storia de con-
segna dell'imperogrecod'oriente ne'lem- clavi, con questo grave e veridico rifles-
pi inferiori, nel modo che l'aquila nera so: Cosa di raro esempio, e non mai u-
pure a due teste lo divenne dell'impero sala da altri, d'onorare a spese proprie
d'occidente latino. \ÌGiìrafiì[)\,Sigdlo del' le memorie altrui. Fatalmente la storia

la Garfagnann p. i i8, dice che dell'a- registrò più d' un esempio di rimozione
quila di due tesle nel secolo XIV ne fu dell'altrui armi per sostituirvi senza ra-
fatto ornamento dell'arma e per l'inse- gi(jne le proprie^ e quel eh' è peggio di
gna imperiale. Novaes nella Storia di Cle- porre i propri stemmi nelle operealtrui.
mente /'/del 352, dice che vogliono al-
I Angelo Rocca scrisse: Cotnnientarius de
cuni ch'egli fosse ili." Papa a porre nei Nuce, stemma gentilitiuni Innocenlii IX
diplomi lo stemma gentilizio della pro- P. O. HI ,e stampato Io dedicò allo stesso
pria famiglia Beaufort. Avendo Giovan- Papa protettore de' letterali. A Cappel-
ni XXIII, eletto contro Gregorio XII, de- lo CARDINALIZIO riferii che Innocenzo X
nunziato il concilio di Costanza, per estin- nel 1645 proibì ai cardinali di ornare i

guere lo scisma d'occidente,GregorioXII loro stemmi, eziandio de'sigilii, con co-


\i spedì il cardinal Domenici perchè di- rona reale o ducale, di qualunque forma
fendesse la sua logitlimità, e giunto nel- e benché propria della loro famiglia, ma
la città foce alzare sul palazzo che abita- Solamente coll'insegna del cappello cardi-
va l'arme di Gregorio XII, ma nella i." nalizio: questo ha 5ordini di fiocchi, anti-
notte fu gittata a terra: venne questa cau- camente ne avea 4come pure si vede negli
sa messa in giudizio,e ne uscì la sentenza, Palazzo apostolico di s. /Mar-
stipiti del

che non dovcasi alzare ivi il suo stemma, co (/ •), iucoiuiucialo da i'aolo lluel car»
SIG SIG 77
dìnalato, e perciò il suo stemma sovra- nore gli acquistò di quello che lascia vn.
stalo dal cappello cardinalizio lateralmen- Ad un discendente di sua famiglia Chi-
te ha 4 ordini di fiocchi. Osservò Can- gi fu poi conferita la dignità di Mare-
cellieri nel suo Mercato a^. 2 Sg, che alla sciallo del Conclave (/^.), che fregia lo

legge d'Innocenzo X fu poi derogato, ma stemma gentilizio con due chiavi lateral-
devesi avvertire, che se fu permesso d'im- mente pendenti. Gli successe Clemenlel X
porre sullo stemma gentilizio l'arme im- Rospigliosi jCÌìQ tosto tolse il uì.icinatocol
periale, reale o ducale a que'cardioali che denaro perciò accumulalo da Alessandro
appartengono a tali famiglie sovrane e V I,ma con eroica moderazione non volle
I

principesche, però l'insegna del cappello che nell'editto comparisse il suo nome,
cardinalizio viene soprapposla alle mede- ma quellobensi d'Alessandro VII. Lasua
sime corone. Arrogeil narrato a Porto- modestia gli fece proibire espressainen-
callo, che il cardinal Enrico nel 1 578 di- te, che le fabbriche da lui orilinatein Ro-
venuto re e conservando la dignità car- ma, fossero ornate col suo nome o coisdo
dinnlizia, invece della corona continuò ad stenmia, ed a Sepolcro de'romam Pon-
usare la Berretta cardinalizi a j ed a Spa- TEFici riportai la semplice e breve iscri-
gna notaiche il re Ramiro li, già sacerdo- zione da lui fallasi. Narrai a Punti di Ro-
te e monaco, s'intitolò /?<• e f/e/e.La con- ma, descrivendo Ponte s. J n gè lo, che Cìe-
gregazione ceremoriiale nel 1 82 i rinnovò menle IX volendo abbellirlo colle statue
la proihizione,che non si potesseda'cardi- degli Angeli, non vide terminato il bel la-
nali unire all'arme loro gentilizia lo stem- voro, che compì Clemente X; ma questi
ma d'alcun sovrano, benché fossero na- sebbene consigliato da chi ne amava il fa-

zionali. Protettori (^.),* ministri di Re- vore di far incidere ne'piedistalli il pro-
sidenza {f-''.)', e neppure 'in quel tratto di prio stemma, vece ordinò the si scol-
in

luogo che devono parare a proprie spese pisse quello di Clemente IX e con ono-
per la processione del Corpus Domini che revole iscrizione, e poi gli eresse un ma-
celebra il Papa, eperovepassa,nelIaquale gnifico monumento sepolcrale. Gli slem-
ponnoperaltrOjOltrei lorostemmi, mette- mi dunquecle'Rospigliosi sul Pontes.An-
re l'arma del Papa
sono creature e
di cui gelo sono gloria imperitura della virtù
ancorché defunto. Innocenzo Xdisgustalo di Clemente IX, della saviezza e magna-
col nipote Pamphilj che avea rinunziala nimità di Clemente X. Nel 1690 Alessan-

la porpora per continuare la famiglia di dro Vili vietò agli artisti, a'ciltadini, ai
cui era superstite, soltanto per genialità nobili, seppur non fossero ministri di qual-
adottò per nipote mg.r Astalli, e lo creò che corona, di tenere sulle porle delle loro
cardinale, gli suo cognome e slem-
die il botteghe, abitazioni e Palazzi (l'.), le ar-
ma, le rendile e prerogative di nipote Pa- mi o slemmi pontificii, o di qualsivoglia

rente [F.) del Papa. Il successore Ales- sovrano, aninthé sotto l'ombra dil prin-
sandro VII, in vece del suo stemma, fece cipe non avesse da ricovrarsi la malva-
dipingere su tutte le terraglie della mensa gità, ed abusare tìeW'Ininiunifà {f ) II
il teschio della morte, per averla presente Cancellieri nel luogo citalo narra col Va-
anche nutrenilosi. Questo virtuoso Papa, lesio, che a' 1 4 aprile 708 sicelelnarono
i

e lo notai nel voi. Lll, p. 22f), avendo solenni esequie nella chiesa di s. Giovanni

coDìpifo con grossa spesa la Prigione {^f.) de'Fiorentini al cardinal iNerli priore del-
Innocenziana eretta in Iloma dal piede- l'ordine militare e religione di s. Stefano :

cessore Innocenzo X, si guardò bene di che volevano cavalieri della medesima ag-
i

darle il suo nome, lasciandone al mede- giungere all'ai me del cai dinaie gli spic-
simo l'intiero onore nell'iscrizione ezian- chi della loro croce, ma ripugnandovi •

dio e sleuiinu, modestia che ab»ai più o- Luacst li dulie ccremuuio con asserire the lu
78 S I G SIG
vigore della bolla di Gregorio XV, con- ne XII conoscendo l'abuso che si fa nel-
fermata da Urbano Vili, non era lecito l'erigere Iscrizioni (^f,) e slemmi, anche
altra insegna di religione equestre, se non per cose di poco momento, e la sorte cui
quella GerosoHrnilana{^f'.)coi\\c sogget- talvolta sonoesposte,si mostiòdecisamen-
ta immedialatnenlealla s.Scde.esoggiun- te contrario non meno alle prime che alle
gcndoesserestalo negalo nell'esequie fat- seconde. Pio Vili allorché si ritrovò l'ac-
te nella chiesa di s. Luigi de'Francesi al qua Lancisiana, non permise che al fonte
cardinal della Grange padre della regina erettovi si eri^'esse la sola sua arme, sen-
dil'olonia,di porre nella di lui arma la cro- za che in pari tempo si scolpisse quella di
ce dello Spirito santo ili Francia. Sicco- Clemente XI, al cui tempo si rinvenne; e
me celebra vasi l'esequie a spese di d. Car- siccome ne parlai nel XXV,p.i5g,
voi.
lo Albani cavaliere di s.Slef.mo e nipote per l'ommissione del nome di Clemente
di Clemente Xi, questi pei tnise di porre XI antenate del cardinal Albani, sembra
i contrastati S[)icclii nello sleinuìa c.irdi- che di questi sia lo stemma, ciò che qui
iialÌ7Ìo,anzi sopra il calaCtlco, oltre il cap- rettifico. Osservai nel 240, che voi. L, p.
pello, vi fu posto l'abito solenne di priore GregorioXVl nel palazzoQuirinale da lui
di deltoordme.Chedirebbe il lodevoleze- ristiiurato ripose gli stemmi e le iscrizio-
lo di que'saggi ceremonieri,se oia vedes- ni de'suoi pi edecessori, sulle di ver>e parli
sero l'abuso degli artisti, in a[ipenderea- del palazzo ed annessi, atterrati e tolti dal-
gli stemmi, insieme a quelli de'sigilli,non la straniera invasione. 11 regnante Pio IX
meno de'secolari, prelati epersinode'car- nel decretine le prerogati veonorifìche del
dinali ede'vescovijla sublime dignità dei Senato romano [f^.) dispose. " Lo stem-
quali non ha d'uopo di simili fregi, le de- ma del sena lo e popolo roma no godrà del la
corazioni cavalleresche ricevuleanclieda preminenza sopra gli altri, eccetto quel-
principi acattolici, e in un tempo in cui lo de'soviani e de'cardinali". In detto ar-
siffatti onori hanno n)oItissiino deterio- ticolo ed a P«.oMA parlai di diverse dispo-
rato, per essere divenuti eccessivamente sizioni araldiche, riguardanti la nobiltà
comuni in unoa'tiloli equestri? I Fanno ecittadinanza romana; ma dopo la repub-
poi assai peggio qnegl' inesperti artisti blica francese in Roma (nel qual tempo i

che sulla sagra Porpora (/'.) della I\loz- f malici democratici con vandalico furore
zella (r.) de'carduiali, e sulla njozzetta distrussero gli stemmi, a danno eziandio
de' prelati dq)ingono o scol[)iscono le
vi dell'ai le per le loro belie forme) le regole
Croci di decorazioni (queslri, anco di del blasone poco sono stale apprezzate, e
ordini conferiti da principi eterodossi, per sono insorti gravi abusi, o per leggerezza e
quanto liportai ne' voi. W'ill, p. 265 vanità di chi fa slemmi, o pei
eseguire gli

e 266, X\IX, pag. 260. IMo VII colla ca[)ricci degli artisti, la minu-
ignoranti
bolla Posi diulurnas del 1800 : De Ju- ziosa araldica, la varietà, la forma e gli
°
risdictionihut n r 8, ordinò. «Nella cat- ornali delle corone che si usanosenza qua-
tura de'rei non si abbia assolutamente si disti nzione.egua li abusi a vendo gli stem-

per r avvenire alcun riguardo alle pa- mi riguardanti gli ecclesiastici costituiti
tenti e stemmi de' magnati, salva la so- in dignità, o godenti qualche titolo d'o-
la immunità ecclesiastica, de. jure cano- nore precario. Notai a Pal.ati.no, che an-
nico , e quelle competenti ai ministri e- ticamente i prelati palatini creali cardi-
de jure genùiimj
steri e loro famigliari, nali godevano il privilegio di aggiungere
non intendendo però con questo decreto all'arme propria quella del Papa che gli
di annullare l'esecuzione di que'pochi pa- esaltava, anzi secondo i privilegi de'Pa-
tentati, che per diversi ragionevoli titoli pi, sino e inclusive a Pio \l, come si leg-
si è credulo di conservare".!! saggio Leo* go dal breve da me pubblicalo, poteva-
SIG SIG 79
no inrjuni lare lo stemma ponlificlo l'in- Incela cordone con fiocchi verdi al cap-
lima fiiuiglia nobile del l'opa, dal mag- pello). fvi notai il nuuKM'O de'fiocchi di cui
giordomo agli aiutanti di cameia iuclu è concesso ornare lo stemma a'prelati di
sive; ma da Pio VII in [loi tale onoie è fiocchetti, agli altri prelati ed ai prelati
riservalo a'soH Maggiordomo t Maestro di tnantellone. Il Parisi, Iste tizio rie per
di camera (f^-); ed aggiunsi che lulta- la segreteria 3,p. i66, su questo pro-
l.

\oIta Gregorio XVI nel creare cardinali posito cos'i esprimesi." L'ornato da in-
Altieri, Frezza e Mezzofanti, già prelati cidersi nell'arme cardinalizie e prelatizie
palatini, permise loro d'inquai tare il suo è il cappello co'suoi cordoni e fiocchi pen-
stemma. I Regolari (/'.) creali vescovi G |>er parte,
denti a tre ordini, 1,2, 3, cioè
e cardinali inquartano nel loro stemma benché alcuni assegnino a'caidmali cin-
l'arma del [)roprio ordine, e la ritengono que ord'ui, r, 2,3, 4>3i agli aicive>covi
se elevali al pontificato. 1 I tscovi (/'.) quattro, 1,2,3, 4; a' vescovi e prelati sem-
adornano le armi nel modo e con quelle plici tre, I, 2, 3; ed agli altri ecclesiastici,

insegne che dissi a lettera Pastorale e- che hanno privilegio di portare sulle in-
pistola.e Patriarca, avendociascuna lo- i segne il cappc'llo,come v.gr. i protonotari
ro articoli: alcuni tuttora fiegiano i loro apostolici non [)artecipanti, due ordini, i,

stemmi, sovrastati dal cappello prelatizio, 2, ovvero i ,2,1." Il cardinal Giorgio Co-
colla ìiiilra, col pastorale e colla spada, sta portoghese illustrò i suoi bassi natali
e questa in segno del dominio temporale collo splendore di sue virtù, né avendo
già da loro esercitato. Gli /abbati mitrali veruna insegna gentilizia per usare d'ai--
ornano i loro slemmi col cappello prela me, prese una rota come simbolo del mar-
tizio, colla mitra, col pastorale, e colla spa- tirio solFerlo da s. Caterina di cui era di-
da l'ornarono quando avevano giurisdi- votissimo. Nel voi. XX\ III, p. 54, dissi

zioni temporali. Alcuni prelati leligiosi o degli stemmi mortuari dipinti sulla carta
costituiti in cariche, con)e il Maestro del che si attaccano nelle pareli esterne delle
s. Palazzo, il Commissario del s. O/Jì- chiese o\e si sono tumulati i cadaveri dei
zio, il Segretario dell'Indice ec. sovra- cardinali,e taUoltalo ruriiiioanchea(|uel-
stano il loro stenxna col cappello prela- le delle chieseesponenti, ed anchedelle lo-
tizio per l'uso che godono dc-'nDcchi si- 10 pioletloric; ivi purenotaichegli slem-
mili al cappello usuale, e com gli abbati mi mortuari si attaccano ne' muri este-
mitrati : però i semplici inquisitori dome- riori delle chiese ove vennero eziandio se-

nicani del sebbene per privi-


s. ofllzio , polti principi e altri signori, ed i prima-
legio immemorabile portano al collo, ma ri prelati Sopra quanlo si pratica in ili-

coperta, la croce con cordone nero-bianco versi luoghi coi Papi, può vedere a p.
si

e fiocchi neri pielalizi nel capitello, pu- 41; (|iii [)erò avverto che negli stemmi
re non poimo usare il cappello prclali/io ponlilìcii ilella cassa mortuaria del Pa-
sullo stemma gentilizio. INlolli canonici dei pa, in cpielli del catafilco pe'suoi fune-
capitoli godendo l'uso della mitra, la pos- rali, ed incpielli delle carte mortuarie che
sono mettere anche sopra gli stem mi, qua- si alllggono nelle pareli esterne delle pa-
lora la concessione lo esprmia, come usa- triarcali b.isiliche, e della chiesa dei s».

no quelli di liaveìina (/'.) A CappeiI-O \ incenzo e Anast.isio ove tumulano si i

trattai pure di quelli de' \escovi e prelati Precordi, non ci deve and.uerornamen •

de'diversi collegi, colle distinzioni pel co- todellechiavijperchècolla morte del Papa
lore della fittuccia o cordone e de'flocchi cessa la sua giurisdizione e podestà signi-
(ma come con essi a Ueggejìte dellaCan- ficate dalle chiavi Degli stemmi usali noi
CELLER1A, a questi e non a «picllo della Piirifra li e sulla Sepoltura, \\ quegli ai ti-

peniienzicria spella l'oruamcuto della fil- toli uè parlai. In diversi luoghi per nior-
,

So SIG SIG
te del sovrano si rompono gli slemmi. In me gentilizie, nel quale chichessìa puh spe-
Portogallo dopo la morte del monarca cular l'origine, nobiltà, i corpi e loro si-
si commovente ceiemonia, tolta dal-
f;» la gnificati, i colori e loro allusioni, la de-
le solennità funebri del medio evo, e che rivazione de' propri cognomi, i cimieri,
consiste a rompere sulle piazze delle pria- pennacchi j e tutte le altre particolarità
cipali città lo scudo colle anni del so- dell' arme della suafamigliaf^apoWiGGj.
vrano defunto. Gli uflìziali municipali se- Celso Cittadini, Trattalo dell' antichità
guiti dalle corporazioni d'arti e mestieri armi
delle con le note di Gio.
gentilizie,
si recano sulla piazza su cui si trova un Girolamo Carli, Lucca i 741. Ginnani,
baldacchino coperto di panno nero. Vi è L'arte del blasone dichiarata per alfa-
appeso lo scudo reale e uno degli uffizia- beto, colie figure necessarie per la intelli-
li lo colpisce e lo rompe dicendo a varie genza ec, Venezia 17 56. La sciencehé-
riprese: Piangete, o popolo, il nostro re, raldique traile de la noblesse, de l'ori-
ovvero regina, è morto. Ciò fu pratica- gine des armes, de leurs blasons et syni-
to pure nei i853 per morte della regi- boles,des tymhres, couronnes, cimiers, eie.
na Maria II. Tei'minerò con Vico, Scien- A Paris chez S. Cramoisy. Archives no-
za nuova cap. 3, § nq. » I principii del- hiliaires universelles, Bulletin du Colle-
la scienza del blasone, su' quali all'in- ge archeologiq ne et Itera Idique de Tran-
gegno di taluni si è applaudito finora ce, Manuels P.o-
Paris 843. J. F. Pautet,
I

che le imprese nobili sieno uscite dal- ret. Nouveau Manuel compiei du Blasouj
la Germania col costume de' tornei per ou codehéraldique, Parisi 843.
meritare l'amore delle nobili donzelle col § T.." De' sigilli.
valore delle armi; agli uomini di acre giu- Non v'ha dubbio,che negli studi sìdella
dizio facevano rimorso di acconsentirvi, più rimola antichi tà,che delle cosede'tem
tra perchè non sembrano aver polutocon- pi pilli bassi non tengano onorevolissimo
venirea'tempi barbari ne'quali si dicono luogo i sigilli, il cui impronto serve a ren-

nati, quando popoli feroci e crudi non po- dereautenticii documenti, e giovano per
tevano in tendere questo eroismo di roman- illustrare le storie; poiché se ogni qualun-
zieri; eperchè non ne spiegano tutte le que monumento delle medesime è sem-
apparenze, e per ispiegarne alcune biso- pre importante alle lettere e alle arti, i

gna sforzar la ragione; conchiude, le im- sigilli però hanno tal pregio e tali conse-
prese dellearmi essere parlari dipinti dei guenze, che fra ogni altro pezzo d'anti-
tempi eroici ". Fra'molti che ne trattalo- chità meritano ben distinta e particolare
noqui ricorderò. Albini, Principuni diri- estimazione. Essi ci conservano ritratti i

stianoruni slenvnata. Enrico Stefano, de'[)rincipi, ci additano inomi, gli uflìci,


Slreinni gentium, et faniilinnun ronia- le imprese e le azioni de'più illustri per-
norum stemniaia,i55i^Ava\^i Sie, Trat- sonaggi; stabiliscono le genealogie delle
talo de' colori nell'arme, nelle livree, ec. famiglie, e finalmente danno autorità ai
Venezia 608. L'araldo ovvero
1 dell' ar- diplomi ed agli alti pubblici, da'quali na-
me dellefamiglie. Trattalo compendioso scono poi i titoli de'dominii, de'possessi
di Gaspare Bomhuci, in cui si mostra l'o- e delle prerogative più illustri, anche dei
rigine, la composizione e la interpreta- principi e delle repubbliche. Quanto per-
zione di quelle ^o\o^na 65i. Filippo Pi- 1 ciò sieno stati dai più giudiziosi e diligen-
cinelli. Il mondo simbolico sia univer- ti eruditi raccolti e considerati,èsuperfluo
sità d'imprese scelte, spiegate e illustrate il rammentarlo, poiché i libri loro sono
con sentenze ed erndizioni sagre cprofa- conosciuti, ed i loro nomi sono troppo ce-
«<?_,MilanoiG')3 con incisioni. A ndreaCeh lebri per essere ignorali. Fra essi però
ìotiest'fSpccchio simbolico fivvero dell' ar- giovami di qui principalmente lammcu-
SIG SIG 8i
lare gran Mabillon, De. re diplomali-
il (^.)ch 'erano legatein questi anelli non .

ra\\\). 1, e. i4;Gio. Michele Iliiiercio, De lulte le gioie però furono incise, [)ercliè
^/^////^jGotofiedocJi Bessel abbatediOot- ordinariamente s'intaglia vano le imper-
Avai, Chronìcon Golwicense ; Domenico fette, come non tutte servivano per sigil-

M/ iManni, Ossen'aziotii sopra i sigilli t. li. Servivano per Amuleli^ di cui anche a

1 8;Garanipi, Delsi^dlo della Garfugtia- INIalefizio, ed in essi gl'intagli sono a di-


naj Ilopiiigh, Desi^ìlloruni prisco,clfìo- ri Ilo, ne'sigilli a rovescio acciò venissero
i'o/«rej olire Mmuloii tli cui poi piofit- bene sulla cera. Diverse analoghe erudi
lerò, e tulli gli autori, cliplomalici, e i piìi zioni si poono leggere in Buonarroti, Os-
d'ilici esalti e veritieri scrittori di storie servaz.sui medaglioni antirUi. W lacede-
e genealogie. Lo studio de'sigilii e parti- moni si attribuì l'invenzione dell'arte di
colarmenledel medio evo riesce di gran- scolpire sugli anelli alcune figure, e del-
de utilità, non meno alle privale famiglie, l'arte di scolpire parlai a Scultura. Lno
ciie al diritto pubblico de'prinoipi, de'lno- de'Iorore nominato Arias portava sul suo
ghì,alle storie più interessanti ea'fatli più anello la figura d' un'aquila che teneva
illustri, rimasti altrimenti in pregiudizie- tra gli artigli un drago. Clearco capitano
vole dimenticanza. L'uso de'sigilii risale de'greci che guerreggiavano in servizio di
alla più alta anlichilà. Diodoro Siculo ri- Ciro, avea nel suoanelloo sigillo una Dia-
ferisce, che in Egitto tagliavansi le due na danzante colle ninfe. A lira testimonian-
mani a coloro cheaveano contrafialto il za de'sigilii come contrassegno d'aulorilìi
sigillo del sovrano. Dopo la morte di Da- o guarentigia e di sicurezza, come di con-
rio, Alessandro il Grrt/ir/f servivasidell'a- ferma d'alti pul>blici, lo abbiamo in D.i-
nellodiquel principe per sottoscrivere le rio, che per ovviare alle frodi de'sacerdo
lettere ch'egli spediva nell'Asia, e del suo ti di belo, fece sigillare il suo tempio, e
proprio sigillo muniva quelle che mandar dall'uso che ne fecero i romani. Quando
si doveano in Europa. I sigilli degli egizi gliantichiadottavanoun sigillo,il compo-
erano d'ordinario incisi su pietre prezio- nevano da qualche notabile avvenimento
se, colla figura del principe, o alcuni sim- delleloro famiglie. L'avv. Corsi, Delle pe-
boli. Gli antichi ebrei portavano i loro si- tre antiche, cap. i 5 : Dell'uso moderalo
gilli in dito negli anelli, o sul braccio nei degli anellij cap. i6: Dell'uso delle gem-
braccialetti. Aman sigillò gli ordini d'As- ine negli anelli, dice che innocente e for-
suero contro gli ebrei coll'anello del re. se anche necessario primo uso degli fu il

Lo sposo del Cantico desidera che la sua onelli scolpili in incavo, co'qualiroma- i

sposa lo metta come un sigillo sul suo ni amanti eccessivamente degli anelli con
braccio. L'uso de'sigilii è antichissimo, Pietre {f'^-) bue o gemme, segnavano gli
giacché Giuda Hglio di Giacobbe lasciò il atti pubblici, le private scritture, le lette-

suo sigillo in pegno aTliamar, e ì\b)sè di- re, le anfore, e tuttociò che più si stima-
ce che Dio tiene sotto il suo sigillo gli stro- va, talché si credette che il sigillo accre-
menti della sua vendella. Trovasi in Ge- scesse pregio alle cose. Quinto fratello di
remia una prova dell'uso che aveano gli Cicerone, parlando di questo costume di-
ebrei di fare un duplicato dc'conlralli ci- ce: Ben mi ricordo che mia madre sigilla-
vili, di cui uno reslava aperto nelle mani va i che contenevano vino gagliardo
vasi
deiracf|uirenle, e l'altro sigillalo veniva o debole chefo'^se, perchè tutto si ci edes-
depositato in luogo sicuro, ciò che in pu- se ottimo. Orazio scrisse a Mecenate, che
re praticato da'gieci.iVogli articoli Ankl- alla cena avrtbbe bevuto un vino che lui
i.o notai cogli scrillori,chei sigilli degli an- slesso avea sigillalo, e<]uesloera il vile sa-
tichi erano d'ordinario incisi sugli onelli ìiinum. Né col sigillo si segnavano le sole

ch'essi portavano in dito, o sulle Gemme cose che per lungo tcnipo ilovcanL»guir-
VOL. ixvi. G
82 SIG SIG
darsi, ma quelle ancora che all'uso gior- fu solito contrassegnare le sue carteconnn
naliero erano deslinate. Plauto fu dire a sigillosu cui era scolpita l'immagine di
un attore: sigillate la dispensa e riporla- Giugurta prigione; i! sigillo di Pompeo a-
lemi l'anello. La sola consegna dell'anel- vea un lione che teneva fra le zanqie una
lo era il pegno col quale uno si obMiga- spada; GiulioCesare avea nel sigillo una
va verso dell'allrooper nianlenere la pa- Venere, da cui credeva discendere la sua
rola o per eseguire un conUallo. Teren- famiglia; l'imperatore Augusto adoperò
zio dice, che per intervenire ad un pran- da principio per sigillo una sfinge : egli
zo da farsi a spese comuni, furono da cia- avea trovato fra le gemme della madre
scuna persona dati annuii. 11 giurecon- due sigilli,! quali erano tanto simili, che
sulto Ulpiano pensò che la consegna del- l'uno non si distingueva dall'altro, e con
l'anello valesse per caparra nel contratto l'uno di questi Agrippa e Mecenate sigil-

di compra e vendita;tna più comunemen- liivano lettere, edilli e altri orduii che i

te si adoperavano gli anelli per sigillare tempi richiedevano si insuono-


facessero
le Lettere epistolari (^ •), e tale sigilloera me, mentre egli era assente per le guerre
denominato anulus signatorius o sigilla- ci vi li, e perciò coloro che ricevevano quel-
toriits. E poiché sigilli portavano d'or-
i le lettereusavano dire con arguto mot-
dinario l'impronta della persona la quale to,che quella sfinge recava seco enimmi;
avea scritta lalettera,quellochela riceve- per evitar questo biasimo, in luogo della
va prima di aprirla poteva conoscere da sfinge cominciò a far uso d'un anello sul
chi gli fosse trasmessa. Così Ovidio scri- quale era scolpito Alessandro il macedo-
Tendo ad un amico, gli dice, che dall'im- ne; fìnahnente fece inlagliare da Diosco-
maginedella genima impressa conoscerà ride Usuo ritratto, e di c|uello si valse per
che sua era la lettera; e Sahino fa da U- segnare gli atli pubblici. In allio tempo
lisse rispondere a Penelope, che prima di Auguslofece usod'un anello sul qualeera
svolgere la lettera avea conosciuto l'amato scolpito il capricorno. Mecenate poneva
carattere e la gemma fedele. Era sì grande l'impronto d'un ranocchio a quegli ordi-
l'anlorilà de'sigilli, che secondo un detto ni che portavano il pagamento di qualche
di Seneca, si preslava maggior fede agli straordinaria gravezza, e chi ricevea tali

anelli elicagli occhi propri. Per evitar le fogli avea spavento alla vista del solo si-

frodi che si potevano commettere per u- gillo. Per lungo tempo l'uso degli anelli
so de'sigilli altrui, era legge che fahhri- i si tenne moderalo, e si limitò in quanto
catori non potessero tenere l'impronta di il bisogno richiedeva, poiché presso gli an-
quelli che.iveano venduti. Sulle variefor- tichi riputa vasi infamia il portar dagli uo-
mee usi degli anelli usati per sigilli, scris- mini più d'un anello, come dichiarò Grac-
sero il Galeo, Z^é; aìimiloriun origine j Li- co rimproverando Mevio che come donna
ceto, De annnlis antiquisj Kirckmann, s'ingemmava le dita; Crasso famoso per
De anntilisj Longo , De annulis signa- ricchezza, portava due anelli, e molli ro-
toriisj K^ormaun, De annido triplici. Da mani per gravità di costumi si astennero
prima furono in uso gli anelli formati di dal portarne uno. Questo costume di ven-
solo metallo, ma in seguito vi s'incassarono neun Lusso[/.)ì] piùsfrenato, e crebbe
le gemme: erano anelli guarniti di casto- come nel numero, così nella misura. Un
ni fatti sovente della stessa materia, o di Carino portava 6 anelli per ciascun dito,
pietra preziosa incisa. Plinio dice che il che riteneva dormendo o lavandosi lema-
i.°a portare anello con saidonica fosse lìi; laonde molli erano gli artefici che si

Scipione l'Africano, per cui quella gem- occupavano nel lavoro e nella legatura
ma fu carissima a'romani, e dicesi che vi delle gemme, e Mecenate non solo si va-
era rappresentato Siface; il dittatoreSilla leva de'più valenti artefici, ma vi teneva
SIG SIG 83
sempre impiegalo alcuno de'siioi liberti. nnre, scegliere e marcare le vittime de-
Gli artefici erano di 5 specie, fra quali i stinale a' sagrifizi, cioè attaccavano alle
i sigiiarii e sigillnrii tlie operavano
i i corna dì esse una scorza di papiro, impri-
sigilli : qiie' clic incidevano le pietre per niendcj poi il loro sigillo sulla terra sigil-
uso degli anelli si chiamavano ^/m<//fln/, lala diLenuo che vi applicavano comete-
iquali essendo in gran numero furniava* nula per sagra. I testamenti da' romani
no collegio. Si astenevano d'incidere il ru- erano chiusi con più sigilli che si appli-
bino per uso di anelli odi sigilli, peicliè cavano dopo forati gli alti, e fallo passare
credevano cbe liquefacesse la cera. Tale 3 volle per entro il buco il Imo che gl'iu-
e tanto fu presso romani i l'uso degli a- volgeva : cos'i usò il senato dopo Nerone.
nelli, de'sigilli e delle gemme, che Sesto Tale uso passò in Germania e in Gallia,
lUifo fa menzione di due contrade nelle ove si mantenne fino al medio evo. iSclla
erano riuniti tutti gli artefici che la-
(piali parie esterna del leslamento si scriveva-
voravano, legavano e vendevano sigilli. i no i nomi di ciuelli che vi aveano posto
La contrada nella quale era maggior nu- i loro sigilli. Presso gli antichi la ricogni-
mero di artefici si chiamava ficus sigil' zione del sigillo era necessaria; a'iempi di
larins major, e la contrada ove c,li arte- Plauto e Cicerone riconoscevasi il sigillo
lieierano in numero minore si chiamava applicalo sopra il lino prima di romper-
ficus sigillarius minor. Nardini dimo- lo. L'uso di mettere il sigillo sopra i beni
stra, che la contrada maggiore fosse nel de'defunli era praticato da' romani: A-
luogo che ora dicesi leChia vi d'oro; la con- grippina madre di JNeronefece apporre i

trada minore si fissa sidl' attuale piazza propri sigilli sugli effetti di certa dama A-
de'ss. Apostoli, talché le due conlrade e- ceironia per appropriarseli. I greci e i ro-
rano fra loro vicine, e soltanto sepaiate mani nel sigillare le lettere attorniavano
dal foroTraiano. La festa sigillarla, di cui con un filo la tavoletta intonacata di ce-
feci parola altrove, non era unita ad al- ra contenente la lycr/Wwrrt (al quale arti-
cun rito religioso, ma era un'epoca che in colo parlai delledi verse materiesullequa-
ogni anno ricorreva e nella quale i roma- li si scrisse), ed imprimevano i loro sigilli

ni scambievolmente si facevano donativi sulla cera csleriormenlc applicata ad es-


di anelli, ili sigilli, di gioielli, di gemme sofìlojCoH'anello formato ad uso di chiu-
intagliate, e di altre galanterie, chiamate dere le lettere. L'uso del sigillo per le let-

collellivamente sigilla. La festa sigillaria tere non era conosciuto al tem[)0 dell'as-
cadeva nel Mese (/'.)di gennaio, durava sedio di Troia; allora si chiudevano le let-
3 giorni e seguiva quella de'salurnali: si tere con più nodi. Per timore che sigilli i

può vedeie IN atale, Refana, Carnevale. non venis>erocontrairatti,osi rompessero


Dieesi che le feste Sig'llaria fossero state o cancellassero, venivanocoperlicon con-
istiiuile da Ercole, dopo avere in Roma chiglie o sr|uame di pesci, e più tardi con
eretto il ponte SuI)licio,sudi cheè a veder- scatole di latta, d'argento, d'oro e d'altri
si il voi. LIV, p.io5,i2G. Alili neatlri- melnlli, quando cioè col lasso del tetnpo
buiscono l'isliluzionea'pelnsgi, quali im- i i sigilli diventaronoa pocoa poco dilieien
maginarono che r oracolo non chiedesse li dagli anelli, e in essi si rappresentaro-
loro sagrifiti d'uomini vivi, ma statue e no stemmi, ormi gentilizie, insegne o ci-
lumi, e di fatto presentavano n Saturno emblemi, o qual-
fre; talvolta vi s'incisero
candele, e a Plutone fìgiue umane, dal che che testa o qualche altra figura massime
derivarono le Sigillaric,c parimenti i do- sagra. Plinio ilice che n'suoi tempi non «i
ni cbe accompagnavano la cclehrazionedi faceva uso di sigilli in tutto il rimanente
quella lesta. In Egitto furono delti v.S7ij//- della terra abitata fuorché nell'impero ro-
latori que'sacerdoli incaricali di csauii- mano. Scmbiò ad alcuni, che presso gli
84 SIG SIG
antichi romani non vi avessero sigilli di imperatore. Ed Innocenzo III avendo con
autorità o sigilli che propriamente si po- singoiar sagacilà scoperto vizioso il sigil-

tessero dire pubblici; l'uso di segnar le let- lo d'un privilegio, prodotto dall'abbate
tere con un nome sembra essere stato sta- Scozulense, lo dichiarò apocrifo; né man-
bilitoin Roma dal tempo di Tiberio, co- cano altri esempi di simil frode. Tale è
me il dimostra un passo di Svetonio, in quello del privilegiodiRatchis re de'lon-
cui si legge che l'imperatore qiialifìcavasi gobardi, riportato neirtJghelli tra i vesco-
colnomed'Augusto quando scrivea a're, vi diChiusi, dove si dice fabbricato da quel
come ereditario nella sua famiglia:ciò non re il monastero di Monte Amiato, e ripro-
ostante si conservò pure l'uso antichissi- dotto da altri. Molta circospezione consi-

mo dc'sigilli sotto gl'imperatori romani, glia Muratori quanto ai diplomi antichi


e Caligola tolse ai Torquati monile e- il pontificii e imperiali con bolle di piorobo,
reditario, ed abolì il soprannome <\\ gran- rigettando la supposta da R.inaldi in A-
de ai óisceudenVi di Pompeo. Gl'impera- rezzo e attribuita a s. Silvestro I, e c]uel-
tori greci sottoscrivevano soltanto i loro le de'ss. Leone I e Gregorio I nell'archi-
decreti o ì loro Rescritti [F.^j con un in- vio di Castel s. Angelo. De'sigilli di cera
chiostro (di cui a Scrittura) particolare, si servirono quasi sempre Carlo Magno
del quale i sudditi non potevano far uso e i suoi successori, e ben parecchi esisto-
senza incorrere nel delitto di lesa maestà no negli archivi d'Italia; talvolta li usa-
in 2.° grado. Essendo Teodorico re d'I- rono d'oro, e ne parlai in più luoghi an- :

talia allatto analfabeta,apponeva la sua che Carlo Magno e suo figlio Pipino si-
firma conducendo la penna per le arte- gillarono in oro, altrettanto fecero Gui-
fatte aperture d'una laminetla d'oro, le do e Lamberto. Dopo iliooo comincia-
quali del suo nome le prime 5 lettere com- rono ad essere più frequenti gli aurei si-
ponevano. Del segno della Croce o dello gilli degl'imperatori, il che non è manca-

spacco di questa, in luogo di firma, ne ri- to anche negli ultimi secoli, ne' quali la
parlai a Scrittura: non solo i vescovi po- maggior parte è di cera e talvolta d'oro.
sero e tuttora costumano l'ineffabile se- All'articolo Sicilia parlai d'un gran nu-
gno avanti la loro soscrizione, jna ne'pri- mero di diplomi di que're con sigilli d'o-
mi tempi ed anco non lontanissimi da noi ro massicci e di minor valore, co'quali ri-

ciò praticarono eziandio sacerdoti.! i 1 Mu- conobbero le investiture feudali che rice-
ratori nel t. 2 delle Dissertazioni, CI die- vevano dai Papi. Vedasi Bolla d'oro de-
de 35.^ De' sigi Ili de' secoli bar-
la dissert. gl'imperatori, e Bolla d'oro diCarloI V.
hariy sulla quale qui in breve accennerò De'sigilli d'oro e d'argento mg.i" Marini
il più interessante. Incomincia il grande discorre nel suo Nuovo esame de' diplo-
erudito dall'avvertire, che nel visitare gli mi di Lodovico I, Ottone I e Enrico II
antichi archivi, non senza esame si deb- sul dominio temporale de' romani Pon-
bono accogliere i sigilli de' vecchi secoli, tefici, a p. 82 e seg., e da'quali prende-

e con quelle minuzie che vuole l'arte cri- vano nome i diplomi, chiamandosi bolle
tica, poiché talvolta! sigilli di cera da'sin- d'oro e d'argento, pe'sigilli ch'eranvi ap.
ceri diplomi si trovano trasportati negli pesi, come Sigilli furono dette le lettere

adulterini; che ciò sia succeduto piìi vol- de'principi. L'uso dell'aureo sigillo lo di-
te egli l'osservò, come in quello del 3.° ce derivato dagli antichi ree imperatori
diploma Carlo Magno in favore della
di franchi, ma che forse si usò prima nelht
chiesa di Reggio, e riportato da Ughelli, nuova Roma ossia Costantinopoli, anzi-
nel quale sigillo di cera coU'efllgie di Car- ché in Francia ed Alemagna: diplomi i

lo sono le lettere : Xpe protege Carolum muniti di tali sigilli si dissero Oysohid-
rcgc Franconim, menile già era divenuto lae e Argyrohullae, Non però a luili i di-
SIG SIG 85
jìlorni fu ai^pesa la bolla d'oro, raa a quei III del 1 170 usò il sigillo di piombo ne'di-
|>iinci[)alineiite che contenevano cose di plomi. A Primicerio DELLA s.Sede narrai
^ran luuniento, usandosi dd lutti gl'iiu- che usava ne'suoi alti il sigillo ili piom-
pciatoi non quando erano re de'ronia-
i bo, rimarcando Galletti che non solo Pa- i

ni, ma dopo l'elezione loro io imperatori. pi ei [)rincipi sovrani, anche magnali ma i

1/usarono anche altri principi, Leone re e i personaggi privali costituiti in gran-


degliarmeni scrisse 3 lettere a Papa In- diosi posti adoperarono sigilli osieno bol- i

nocenzo III, una ne scrisse Premislao II le di piombo nelle loro carie; anzi aggiun-
re di ISoemia a Papa Onorio III, <S Bela ge che ne'lempi più rimoti gli abbati be-
I Vd'Ungheria a diversiPontefici, mu-
re ncdellini appesero piombi alle loro carte.
gran sigilli d'oro. Federico
nite tutte di Galletti a p. 36 j del Pr/V/i/cero descrive
II re de'romani prima d'essere coronalo «juellogrande quanto una piastra e bea
iinpeialore autenticò con bolla d'oro le conservato in s. Pietro di Perugia, aven-
donazioni temporali falle alla santa Seile. te nel diritto il Redentore con 7 figure
^cl niedioevosi chiamarono bolle d'oro che intervengono olla sua trasiìgurazio-
quelle scatole di tal metallo e contenenti ne, colla leggenda intorno »! Truus/igU'
.simili sigilli; queste scatole furono pure ratio Domini Nri Ihe Xpi, e nel rovescio
d'argento, e con ripetervi sopra l'incisione un abbate sedente colla regola nella ma-
del sigillo, come suole praticarsi in «luci- no destra, e il pastorale nella sinistra, e
le di argento o metallo doralo che pen- inloi 110 -t^ Garinus Abbas Moiitis Tlia-
dono da'solenui atti sovrani, come i con- bor. Inoltre notai aGER0S0Li.\iiTA>0 ordi-
cordali fra sovrani, e'fra questi e il Papa. ne, che il suo gran maestro eziandio usa-
Racconta IMiiratori che le antiche bolle va la bollaosigillo di piombo. Si può ve-
d'oro portando fiera tentazione, [lochene dere Petra nel Conimenlario alle Costi-
sono restate. Fra lecalamilà cui soggiac- tuziouiaposiolicke.'Sliivalon parlando dei
<Iiie il monastero di Farla nel secolo X, sigilli, de Monogra/nrni [l.) ede'copiosi
rileva che tuonaci immersi in ogni vi-
i diplomi di Monte Cassino, dice che ili."
zili, rubali i sigilli d'oro a'diplomi, vene sigillo di cera è dell'Hjj dell'imperatore
poserodi piombo, il che i]i sospettare che Lotario I : intorno al suo volto si legge
ulti i diplomi che hanno sigUli di piombo Xpe A(ln'\'a II. Lolliariiini/liii^.nesciive

un tempo gli avessero aurei. I principi lon- pure altri sigilli di cera de' re d'Italia, e
gobardi e normanni che dominarono in degl'imperatoriOltouel, Ottone II, S.En-
Uenevento, Salerno, Capua e altre città rico II, Lotario II. Siuiilmeute ivi si tro-

ilei regno di Napoli, talora usarono i si- va una bolla di Papa Vittore II delio55
gilli di cera e talvolta di piombo. Così i circa con sigillo plumbeo, leggendosi nel
dogi di Venezia lìn dagli antichi secoli co- con torno: Tu Lù/dUli Suscipf CLi -
'|' .Xai'c
stumarono di confermare le loro carte col l'I'?; enei rovescio in mezzo Aurea Roma,
sigilluih piombu.EmanueleCumnenoini- e nel contorno f'ictoris Pape II. Cousi-
peratoreile'greci privò ildoge veneto Se- gdlu di piombo e di cera sono vari di-
bastiano Zumi dell 17?. ilei privilegio ili plomi de' suddetti principi longob^irdi e
bollare col |)iombo,prerog.jli va a lui con- normanni, di privilegi e donazioni. Vi è
ceduta dagli nitri imperatori. Anzi ad i- un diploma di Ruggero ducadi Puglia
11

initazionede'veneti, quasiché fosse un pri- e Calabria con bulla di piombo, e altro


vilegio di gran rilievo, la repubblica di con sigillo d'uro del 1 1 3o,od altro di piom-
ì.ncca (/'.) implorò ilal Papa .Vle!>sandru bo già divenuto re ili .Sicilia. Inoltre in
11 la (acuità d'usare un pari sigilh), e l'ul- Monte Cassino vi sono iluc don i/ioiii di
tenne nel loiij. Nel voi \L\II,p ali Uarisuiie re di Saidc;^na, munite col.m-
iiolai, che l'arcivcscuvo di Njpoli Sergio ^illu di piuiiibo. L cj»a uuli^iuia clic uci
86 S I G SIG
sigilli degli antichi re e imperatori, qua- ragiona Muratori, ed anche di due spe-
si sempre si vedala loro efllgie, coll'iscri- cie, valea dire con lettere prominenti per

zione esprimente il nome loro: fu questo sottoscrivere, e delle cavale per sigillare
in uso ne' vecchi secoli anche presso le per- incera. Quindi passa a diredelle variespe-
sone nobili, che cogli anelli imprimeva- da'romani, in gemme e
cie di sigilli usali
no la loro immagine o qualche simbolo. lamine o tabelle, alcune con let-
anelli, in
Descritti Muratori due anelli d'oro tro- tere prominenti, altre con incavate, e ne
vati in Bagnorea nel 727, i goti o longo- produce esempi e alcuni curiosi, comechè
bardi, cheforsefuronosigilli, osserva sul- d' un fornaio colla pala per infornare il

la loro effigie, che fu prerogativa de'no- pane, e de'lavoratori de'mattoni e coppi


bili, tanto romani, che goti e longobardi, che imprimevanocol lorosigillo. Ne'seco-
ed anco de'frauchi, non solo l'usaranelli, libarbarici si costumarono sigilli, ne'quali
ma eziandio di scolpir in essi la propria etano scolpite le testedegli uomini illustri,
romani poi di bassa sfera in luo-
effigie;) distinguendosi i sigilli degli ecclesiastici da
go del sigillo imprimevano il loro nome quei de' secolari per la figura ordinaria-
in una tavolettadi legno o metallo, in una mente ovale; ne riporta alcune descrizio-
stampiglia, e due anelli di bronzo co'no- ni. Dacchès'introdusserofra gl'italiani gli

rai Forhinius e /^/tó//.? pubblicò Boldet- stemmi earme gentilizie, al modo che de-
ti. Le tavolette fatte a guisa d'anello fu- scrissi nel §r, Degli stemmi o arme genti-
rono di due sorte, cioè alcune erano ado- lizie,'] prìncipi cominciarono a usarli nei
perate per formar le sottoscrizioni, non loro sigilli invece dell'effigieiper molli se-
sapendo scriveie (come la ricordata del coli i marchesi Estensi tennero per loro ar-
goto Teodorico), ed altre perchè confer- me l'aquila bianca, e questa comparisce
massero la fede delle carte come si fa coi ne' loro sigilli antichi. I conti di Savoia
sigilli. E ciò praticarono talvolta i mede- per gran tempo usarono ne'Ioro sigi Hi la fi-

simi principi, inducendo inchiostro sopra gura d'un soldato armato conca vallocor-
le lettereo scavate o di rilievo nella la- renle. Degli stemmi e sigilli delle case so-
mina. Dell'ira pera toreGiustinol del 5i 8 vrane, e di quelli de'Ioro stati, ai rispet-

cos'i scrisse Procopio: Ligneaetahellaeper- ti vi articoli non manco di trattarne. Dopo


polilae fonnam qualuorlilerarum , quae che le città d'Italia conseguirono la liber-

legi Ialine possenl, incidendani curante tà, presero anch'esse a sigillare i loro alti;
eaque libello imposila, calamum colore alcune di esse costumarono di far veliere
inibulum,qui scribere ìììos est imperalo- l'iinmagine del santo loro patrono, colla
ribus, huic principi Iradebanl in nianuni. giunta d'un verso leonino; altrettanto ili-

Vedendo Muratori monogrammi de- i casi delle repubbliche e delle semplici co-
gl'imperatori e re, continuati da'tempi di munità : di moltissimi sigilli ne feci la de-
Carlo Magno per qualche secolo da'loro scrizione in tali articoli, e noterò che an-
successori (essendo per altro piùanticol'u- ticamente dalle comuni furonoadoltati si-
sodi tali monogrammi), che servivano u- gilli come simbolo delle società libere e
iia volta per sottoscrizione, conlenendo in indipendenti. Piaccontai a Roma, che nel
compendio il nome di que'monarchi; mol- i4io i romani per segno d'essersi assog-
ti ne osservò che sembravano di lor ma- gettali ad Alessandro V gli mandarono le

no, altri delineati con caratteri sì delicati chiavi delle porle, i sigilli e lo stendardo
e lineesì ben tirale, che non li crede for- del popolo. Qualcuno osservò che ordi-
mali con penna, ma colla stampiglia: for- nariamente le cillà libere ebbero per im-
se furono un'imitazione esalta di loro so- presa nel sigillo una città o palazzo con 3
scrizione, per cui praticarono couie i ro- torri; altri che i sigilli de'patriarchi del-
mani le tavolcUc, e di vaiie superstiti ne l'elàdi mezzo erano di figura rotonda, pò-
SIG S G I
87
chi (li forma ovale o .ncuta, dìstingueiKlo- r87 5, di alcuni esarchi di Ravenna, di due
si clii cjiielli de' vescovi e iibbali ol>Itiiiu;lii, primiceri della s. Sede, e di Teodoro no-

ed ovati quelli degli altri ecclesiastici. La taro. liolledi piombo usarono per sigillo
repubblica ili Genova, aiicorcliè nelle sue i giudici eredi Sardegna, teriuinandoMu-
bandiere portasse la croce rossa in campo ratoricoQ encomiare l'opera di Ficoroni,
d'argento, pure nel suo sigillo mostrava di cui parlerò, con una prodigiosa quan-
un gall(j preso pel colio da ima volpe, e tità di antichi e antichissimi sigilli e mo-
un grilfu tenente sotto i piedi essa volpe nete di piombo, ^'el 1. 1 delle Disserl. ilei-

e gallo; e nel contorno si leggeva questo L'accad. roiaana d' archeologia, a p.3G5,
verso: Grijfus ut has angit, sic fiosles Ja- si pubblicò la Disserlaz. sopra
i piombi

nna frangil. Prin)a anche delle città co- due inediti recente-
pontificii in genere, e
stumarono alcuni vescovi di adopei are so- mente scoperti di d. Giuseppe facili. >'el-
miglianti sigilli. Angelo vescovo di Troia la biblioteca Vaticuia vi è una preziosa

delioSy nelle sue bolle usavano sigillo, raccolta di sigilli antichi, ma la più copio-
dove era l'edigie della B. Vergine col Sal- sa in Romamedio evo è quella del
e del
vatore in braccio, e questo verso: P'ergi- principe !\L-»ssimo, grande amatore e cul-
iieis nienibris genui(,qtieni gessiti/i tilnis. to delle cose antiche. I re di Francia del-
Ad A.NELLo de'vescovi dissi che se ne ser- la I
.' dinastia, tranne Childerico 1 e Cini-
virono per sigillo. Molle città e comuni ileiico IlFj servi vansi per sigilli di anelli
assunsero nei loro sigilli il sagro segno diforma rotonda nel castone, detti orbi-
della Croce, per memoria delle Crociale culari,ad imitazione forse d'antico costu-
a cui mandarono in gran copia crocesi- me. Si pretende che Carlo Magno non si
guati contro i nemici del nome cristiano, servisse d'altro sigillo chedel pomodisua
invasori de'Iuoghi santi della culla di no- spada, in cui era illci^a la figura del suo
stra s. religione. Indi Muratoli rende ra- Sotto Filippo II .Augiislodel 180
sigillo. I

gione d'una bella raccolta di sigdli, già fit- sicredechei sigilli tenessero ancora il luo-
ta dal celebre mg. Francesco Bianchini;
""
go di segnatura, e dispensassero dal sot-
poscia tratta di f|uelli d'alcune città,cume toscrivere gli alti. Il Parisi iieir/!.7r/<:io-
di Udine, ili Cividale, d'Antiochia; quindi ni per la >egreteria, tratta dell'uso, abu-
riparla delle bolle di piombo de'l'api, ma so ed alletto de'>igilli; da chi ȓ usano coii
di multe della stessa raccolta, lai. 'essen- l'arme, da chi con cifra; quanti, di qiial
do di Zaccaria I*apa del 74., la "z.^di
s. forma e grandezza ne occorrono per una
s. Paolo I del 7^7, la piìi recente appar- segreteria di cardinale odi signori cui com-
tenente a .Martino V, l'ultima poi congit- pete il titolo di eccellenza, quanti nelle al-
tura che tosse usata dalla curia romana in tre segreterie inferiori, quanti per un illu-
sede vacante. Nel dritto si vede il triregno strìssimo di 3." rango, ed altre analoghe
Bulla curie dai Ptipac, e
col l'iscrizione nozioni. .Vvvcrte che Cicerone scrivendo
nel rovescio due chiavi colla croce, e le pa- aBriitu,gli notiikò che Labeoiie avea sti-

role Dai c;V/V^i</.s//i'tvi/o'/j>-.Rillelte Mu- lli. ilasupposta una di lui Intiera, per nou
ratori, che non solo i Papi usarono i si- avervi veduto Ira le altre cu>e 1 impioii-
gilli o bolle di piombo, ma ancora altri la del proprio sigillo *, e che nelle segre»
vesco»iepiinci[)i, e magnati cospicui per tene non si devono a>loperare sigilli con
nobiltà, laonde sospetta la ficoltà data co- monogrammi, ma soltanto quelli con ar-
me per privilegio alle repubbliche di Ve- me o impresa propria scolpita : il far uso
ne/.ia e di Lucca, le quali perciò potevanu dei sigillo con cifra (se pure non voglia tar-
usarne senza speciale concessione. A Uri si - si qualche caso per tener segreta l.i per-
in
gilli di piombo delta collezione Bianchini sona che scrive) si lascia ai mercanti ed
souu quelli di Docibilc duca di Gaeta dcl- ai privati. L'uso del torchio facilita i'iui-
88 SIG SIG
pronto del sigillo compresso sulla cialda tali. Eglichiamò cera di Spagna, per
la

o bullijio d'osila. Ver uuH Segreteria [F.) distinguerla dalla gommalacca; rovinato
di principe, di cardiaale,ed anche di qual- da un incendio, colia nuova industria ar-
che prelato in carica primaria, e vescovodi ricchì: inseguitosi formarono diverse spe-

vasta giurisdizione, ponnooccorrereG sor- cie di ceralacca eccellente e con varietà di


te di sigilli. Il I .°è il massimo da patenti e colori. Dice il Parisi, che con sigillare le
da rescritti con lettereatlorno, contenen- lettere colla cialda o ostia o colla ceraspa-
te il nomee le piìi cospicue dignità e or- gna, e con imprimervi bene sopra l'arme
dini del personaggio. 11 2.° è il grande pa- o l'impresa scolpita sul sigillo, non solo
rimenti con lettere per inferiori e subor- sirende dillicile la dolosa apertura delle
dinati, the sono trattati col titolo d'/Y/'t- lettere, ma si viene ad autenticare o con-
òtrissimo. il 3.° è il mezzano pur con let- fermare la persona di chi in esse ha ma-
tere per gl'inferiori non subordinali, che nifestato isuoi sentimenti, poiché le firme
lianoo rillustrissimo di 2.° rango. Il 4-° e il carattere si ponno falsificare, massi-
è il niezzanello, con l'iscrizione o senza ad me dopo i progressi della paleografia, di
arbitrio, di cui i signori di eccellenza fan- cui feci parola a Diploma, sulla quale da
no uso cogl'illustrissin)! di ." rango, ed i ultimo il cav. Sdvestre pubblicò Paleo-
un cardinaleanchecon principi, duchi, vi- grafjkieuiiii'erselte, deWa quale opera re-
ceré ec. Il 5.° è il piccolo senza lettere che se ragione i' ab. D. Zauelli, nel t.
g, p.
si usa con eguali e co'maggiori. 11 6.° poi 234 ócW^lbuni di Roma. Aggiunge Pa-
è minimo per le lettere
il al Papa ed ai risi, che quantunque per sigillare le let-

sovrani. Ora non si usano pili tanti sigil- tere ordinariamentela cialda, ossia
si usi

li, essendostati simplicizzati i trattamenti ostia colorata o la ceraspagna, o piu'e in-


epistolari, e si ponno restringere al £.°e ai ternameute l'ostia, ed esternamente a
due ultimi, meno alcune eccezioni. I si- maggior cautela la ceraspagna, nullame-
gilli sono stati incisi sopra qualunque sor- no co'sovrani e co' signori oltramontani
te di materia, sopra i metalli, le pietre suole adoperarsi la ceraspagna, poiché il

preziose, il vetro, l'avorio, e persino sulla fare l'impronta del sigillo colla medesima
lava vulcanica. Variarono egualmente le si reputa maggiore rispetto. I nobili in
materie destinale a ricevere l'impronta ; tempo usano oltre la carta
di Lullo (/^.)
si adoperarono la creta e la malta, cioè u- orlata a bruno, l'ostia o ceraspagna ne-
iia mescolanza di pece, di cera, di gesso e ra, locché a' principi, cavalieri e prelati
di grasso; ma una cera modificata o alte- suol permettersi anche co'cardinali, ma
rala con qualche sostanza per colorirla e non già co'sovrani, né co'principi del lo-
renderla più dura, fu la materia più co- ro sangue. Avverte però Parisi, che nelle
munemente usata. Difatti ire francesi di- lettere di condoglianza per morte d'un
colisi aver tolto da' romani l'uso de'sigilli sovrano si può usare carta orlata di nero,
di cera; ma quella della cera punica oce- massime dai dipendenti, ma non già nel
ra di Spagna o ceralacca, eh' è una me- partecipare a lui ed a qualunque mag-
scolanza di gomma lacca, di pece, di cre- giore la morte de'propri attinenti, quasi
ta edi cinabro, è as^ai receutejquesla com- che si volesse invitare a condolersi : fra
posizione fu inventata soltanto da due se- eguali e con inferiori può da chi è in lut-
coli incirca in Parigi dal mercanteRous- to usarsi la carta colla grossezza tinta a
seau,e si riduce in bacchetti ne per uso di si- bruno. Si costuma ancora sigillar le let-
gillare. Pare che non dall'oiiente,(na piut- tere con bollini impregnati di gomma, di
tosto dall'Italia egli ne abbia appresa la tutti i colori e con varie figure,ed eziandio
preparazioiie, bensì la gomma lacca e non col pro[)rio stenuua che formasi col pul-
lacmalucca si fabbricava tteiritidie uricu- sune del sibilio, uuche eleganti e coloriti.
SIG SIG 89
Il colore de'sigilli e delle impronte variò corpi politici, giudiziari, araminislralivi,
grandemente al pari della loro materia; scientifici, artistici e benefici. Iconlro-si-
ipiii antichi sono di cera bianca, secondo gilli poi furono stabiliti per guarentire me-
alcuni, ma uou pare, poiché si trovarono glio la virtù de'sigilli; i piìi antichi sono
sigilli di cera mista e varieggata.L'iisodel- del secolo XIII. La carica di guarda-si"il-
ja cera gialla o della cera vergine non ri- che impoita la custodia del sigillo del
li,

sale che al secolo XII, ma meglio è veder- regno, fu introdotta in Francia nel fine
si Lumi e Olio. La bellezza e lo splendo- delsecoloXV, e poscia in altre monarchie,
re della cera rossa o colorita col cinabro e perlopiù allidata al cancelliere della co-
porlòinappressoi sovrani a preferirla per rona. Enrico III re di Francia appose e-
l'impronto de'loro sigilli. Gl'imperatori gli stesso il sigillo alle lettere patenti, che
e i patriarchi d'oriente sigillavano col- il cancelliere di /?/r^£jo(/^.) avea ricusa-
la cera verde le lettere che scrivevano ai to di sigillare, ad istanza del re da Gre-
principi e altri illustri personaggijqiiesl'u- gorio XIII crealo cardinale; ed è perciò
so fu inlrodottoin Francia nel secolo XII, ch'egli dicevasi essere cancelliere senza si-
dopo Germania, e contemporaneamente gilli. Anche le casse che si ripongono nei
l'adottarono le città e altre comuni, e le sepolcri co'cadaveri ùq Servi di Dio, dei
corporazioni: si riguardanoperò rarissi- Papi, de'sovrani e di altri personaggi so-
nai i sigilli improntati in cera verde, non no sigillate. De'sigilli che si pongono in
perchè raro ne fosse l'uso, ma perchè la quelladel Papa parlai nel vol.XLI, p.2f)4,
mollezza della materia non permise che ed a Sede vacante: come si praticò col
si conservassero. In Inghilterra la ceia ver- cadavere di Pio VI, per non essersi potu-
decora riservata per le carte pubbliche, to usare i consueti sigilli, lo raccontai nel
piuttoslo pe'documenti più solenni, co- voi. LUI, p. 108. Per quanto dissi parlan-
me la magna caria contenente la costi- do degli iftemwn', nella cassa mortuaria del
luzione. 11 privilegio di sigillare con cera Papa non vi si pongono le chiavi suH'ar-
azzurra, accordalo nel >24 dall'impera- 1 me. A Sedia de'Papi narrai che nelle an-
tore Carlo V, prova che
si è dalo talvolta tiche ceiemonie del loro Possesso si cin-
quel colore alla cera, ma non se ne ha for- gevano con una zona o cingolo da cui pea-
se che un solo esempio. Alcuni signori nei deva una borsa con 2 pietre preziose chia-
1

bassi tempi si appropriarono l'uso della mate sigilli, simbolo de' i 2 apostoli. Nei
cera nera; essa era stala altre volte ado- codici TeoJosianoe Giustinianeo piìivol-
perata da Geremia patriarca di Costan- le si parla dell'apposizione de'sigilli agli
linopoli, e poi dal gran maestro dell'or- elfelti mobiliari de'defunti, de'condanna-
dinc teutonico nella Prussia; in Francia liapenecapitaliede'falliti.QueU'atlocon-
senefecepurequalcheusonelsecoloXIII. servatorio fu Iraìmesso dagli antichi 10-
1 sigilli furono talvolta grandi, tal altra mani alle moderne n^izioni come salul.ire
piccoli;alcuna volta (juadrati,altraobluu- precauzione ne'casi in cui si vuole assicu-
ghi, altre volle ovali o a fiordi giglio, pre- rare qualche possedimento di oggetti mo-
valse la forma rotonda, l'oblunga e anco bili. Ilmarchio intamante è una pena au-
rottagona.Inprogressodilempoisigillisi tica cpiasi equivalente a un sigillo sulla
n)oltiplicaronoslraordinariamei\te,laon- carne. Gli abitanti di Sainos imprimeva-
de non solo i Papi, gl'inìperatori, i re, i no la figura il' una civetta sugli ateniesi
principi sovrani, ma le città ancora e al- fulti prigionieri; romani imprimevano il
i

Ire comuni, feudatari del


i 1 ."e 2.°ordine, marchio K sulla fronte de'calunniatori e
i vescovi, gli abbati, le chiese, 1 monaste- de'prcvaricatori, alllnchè quel segnale fos-
ri, i sodalizi, le curii di giustizia e i tribù- sepiìjappareiite, e[)iù grande ne risnll.i-!-

uali ebbero lutU i luru aiutili, uuu che 1 sci'i^uoujiuid;pcròCuslanliuuuidiuòclie


9° SIG SIG
ai rei dannali al marchio, questo s'impri- che simbolo o epigrafe, ovvero impresso
messe sulla mano o sulla gamba. Ne'bas- a caratteri, Signunt PP., cioè Signuni Pa-
sitempi questa pena era inflitta in Italia pae, col di lui nome, che serviva tanto per
partioolurmcnte a'ladri,e poi fu adottata privato segno, che per autenticare ne'pub-
da'iVancesi e anche
pe' falsari. Di questo blici alfarileloro lettere in forma Brevis,

vasto esvariato argomento de'sigilli, oltre Questo costume si ravvisa da molti anti-
i citati scriltori, si poimo consultare se- i chi monumenti durato fino aEugenio IV
guenti. Cristiano Schlegelli, De celia ve- del 43
1 che introdusse l'anello pescato-
' >

ieri, inonumentis aeri incisis, numinis ac rio,usato poi ne'bievi pontificii, aldiredel
sigìUis iUustratiim, Dresdae. Agostini, Le già citato Lelli, vale a dire s'incominciò
getniìie auliche con figure, Roma i
647. d'allora a porre ue'brevi il sigillo dell'a-

Boot, Flisloria geiìiniarnni et lapidiun, nello pescatorio preesistente e antichissi-


LugduniBatavorum i647Configure.For- mo, e fino allora erasi usato nelle lettere
tunio Liceto, Hieroglyphica, sive antiqua private con qualche diversità. Leggo pu-
scheiiialagentmaruni annulariuin. Pala- re nello Stellisco, sul sigillo piccolo e se-
viiiG63 con figure. W\co\a\, De sigtis vele- gnatorio usato anticamente da'Papi, che
rum, Lugduni Batav. 703. Abramo Gor- i di questo se ne servivano non solamente
leo, DaciyUolìiecae,seuaniiuloruin sigil- nelle loro lettere familiari e private, ma
quorum apudpriscos lamgraecos
la riunì ancora in alcune di quelle che scriveva-
guani roinanos usus, ex ferro, aere, ar- no come Papi, onde fra le lettere di essi
genio et auro. Cuni expUcat. Jac. Grò- dopo il ooomoltese ne trovano collada-
I

1707 con belle incisio-


«ot'//,LugduiiiBat. ta il parvo sigillo, che
o autentica sotto
ni. DomenicoM. "Ma nni. Osservazioni sto- altronon era se non l'anello, e questo co-
ricele sopra i sigilli antichi de' secoli bassi, stume durò sino a Eugenio IVche intro-
Firenze I 739-84con figure. J. M. Heinec- dusse l'anello del pescatore. Le convali-
ci, Feterum gernianoruni el aliaruni na- dazioni delle firme, rescritti, brevi, bolle
tionum sigillis^et corani usa et praestan- e costituzioni pontifìcie, sono autenticate
ila, Francofurti et Lipsiae i 709 con figu- e firmate con sigilli, bolli e piombi apo-
re. Calogerà, 48, Osservazioni sopra un
t. stolici , i quali danno irrefragabile testi-
sigillo della badessa del monastero che monianza delle concessioni apostoliche, e

fu già presso Treviso di s. Girolamo. D. dell'epoca de'suoi tempi in cui fi.uono mes-
A. Bracci, lìlemorie degli antichi incisori se in uso, le quali mai incontrano oppo-
che scolpirono i loro nomi in gemme e sizione veruna della loro validità per o-
cammei lati no ilalianOfFìieaze i 784coa gni luogo, tempo e circostanza, di cui ren-
figure. Cardinali, Osservazioni d'un an- de ragione la medesima apostolica tradi-

Mg.^
tico sigillo capitolare, V^om^n'Ò'ìS. zione. Non pare che le Lettere apostoli-
Marino Marini, Di un anello e di un cani- che [f^.) chiamale Forniate[f''.) prendes-
ìneo,dissertazioneepistolare,V\oma 1 832. sero questo nome dal loro sigillo, come
§ 3." De' sigilli pontificii. chiaramente dimostra il dotto mg."" Ma-
I romaniPontefici ne'diversi tempi han- rini, Diplomatica pontifìcia ossieno os-

no usalediverse specie di sigilli: i."la Bol- servazioni paleografiche ed erudite sulle


la di piombo, 2.° l'Anello Pescatorio, 3.° bolle de' Papi,che meritò una 1.^ edizio-
il privato sigillo collo stemma gentilizio, ne corretta e accresciuta. Le lettere^br-
in cui sopra lo scudo sovrastano le chia- mate così denominaronsi, sia che si scri-

vi incrociate e il triregno. Più anticamen- vessero con certe e stabilite formole, sia
te usarono i Papi un sigillo inciso nel lo- che fosse in esse inserita la formola,ovvero
ro anello o^/ie//o del Papa {f'^.), ^ eh a- simbolo della fede che si professava. Tut-
malo sigualorio^ia cui eiavi espresso quai- tavia nou si nega che anco le lettere ec-
SIG SIG 91
clesiastiche sicnsi delle un lem])o forma- i brevi e ora le sole bolle, ricorda la gran
te, suggelli j sfrdgidf.s in yreco, bolle j e questione diesi fece fra gli eruditi, chi
che tuie (lenoiniiiazioiie sia loro venula sia stato tra i Papi il i.^a u-are il sigillo
Jair inipiessione del sigillo dalla bnlla di piombo, rigettando s. Silvestro I,dice
pendenle. L'apposizione però de'sij^illi fu chepnre fuori di dubbio averlo usalo O-
poslerioie di mollo airesistcìiza delle let- norio I del G2 j, e Deusdeditos. Adeoda-
tere formale; esse rimontano a'tempi a- to I del 61 5, imperocché assicura Ana-
poslolici, ove si Vogliano considerare una stasio Bibliotecario di aver egli avuto in
cosa slessa coWe Lettere comi/iendatizie e mano il sigillo di piombo d'Onorio I; ed
colle Dirnissorie[F.): e certamente delle il Gori nella prefazionealle I-crizioni del
formale si fa menzione fino da s. Sisto I Doni, p. 22, reca un sigillo di piombo di
dell 32. Ma i sigilli nelle bolle de'Papi, i Deusdedit colla leggenda Deusdedit Pa-
quali certamente precedono quelli de've- pa buon Pastore nel ro-
nel diritto, e col
scovi, non risalgono al di là del III o IV vescio in atto di accarezzar collemani due
secolo, anche volendo credere vero quel- pecorelle, aggiuntevi le lettere A e il. Al-
lo dis. Stefano I del 257, sulla sincerità tri vogliono che Adriano «Jel 772 ab- I

però del quale cade non ingiusto sospet- bia ordinato che le bolle pontificie,chepri-
to; e volendosi pur credere sigillo, e non ma si sigillavano con cera,fos>ero per l'av-
piuttosto medaglia, come opina Baronio, venire sigillale col piombo appesovi. Per
coniata a s. Leone I per la hberazionedi raccogliere in breve il moltoegregiamen-
Boma dal flagello di Attila re degli unni; te scritto da mg."^ Marini sui suggelli del-
altri e per moneta l'attribuirono a s. Leo- le pontificie lettere, loro ir.i[)ressioiii, an-
ne III, come vol.XLVl, p. of).
rilevai nel i tichità e uso, autorità competente come-
E sebbene Rlaurini nel nuovo l^ratlato
i chè antico e peritissimo prefetto degli ar-
di diplomatica, facciano rimontar l'uso chivi segreti della s. Sede, quali sono un
i

de'sigilli nelle lettere pontillcie a tempi vero incomparabile e prezioso tesoro di


più lontani degli accennati dal p. ALdjd- autentica erudizione ecclesiaslica riguar-
lon nella sua Diplomatica, in cui scrive dante le relazioni delle nazioni co'Papi,
di non a ver veduto si gii li de' Fa pi, che pre- mi limiteròa'seguenli cenni, con qualche
cedano pontificati diGiovaimi V del 685
i lieve schiarimen.'o per adattarlo a quan-
e di s. Sergio I del G87, tuttavia gli stes- to qui mi sono proposto di svolgere. Le
si Maurini non ne riportano l'usuai II se- Bolle (^.) trassero il nome d.d sigillo o
colo cristiano, al coniinciamentodel qua- bulla di piombo, di cui si munirono: no-
leappartengono le prime lettere formate. me di bolle fu datoa'pontifioii diplomi pel
Come i sovrani temporali hanno i Papi sigillo di cera o di piombo che fu in uso
talvolta muniti ì propri di|)lumi con un d'apporvi : già dissi di quelle di s. Gre-
bollo d'oro,e per ultimo Clcn)enle XI nel- gorio I del 5c)o , di Giovanni V e di s.

l'erezione del patriarcato di Lisbona, per Sergio I. De'sigilli di cera ne'[)onlillt:ii di-
compiacereGiovanni V redi Portogallo, plomi, dicono anche i .Maiit ini che Gio-
come notai a Bolla d'oro DE'PoxTErif.i. vanni XV del C)S ) sigillasse cpialche volta

Ma per l'ordinario i Papi sigillarono sul- con cera e col suo anello. Crede Polido-
la cera, e luio dai tempi di s. Gregorio I ro Virgilio, chei primi Papi sino e inclu-
in piombo, come vuole il Badosse, e poi sive a s. Agatone del G78, sigillassero con
in ceralacca, oltre quella specie di cera ili anelli impressi sulla cera; con essa certa-
cui parlai a Breve apostolico. Il Zacca- mente in tempi non così rimoli le leltere,o
ria ne'commenlì alla Relazione della cor- hvev'isuhannitlopiscatons: la denomina-
te di Roma del Lunadoro, parlando dei r.ioneiliA'/rir viene parimenti dall'antico,
sigilli di piombo con cui sigillavuusi già per titolo e iJuta,pcr coi to scritto, per ma-
92 SIG SI G
lricoIa,per biglietto cVordine,per atto giu^ billon, ne riporta l'uso a s. Gregorio I, e
tliziale, per istrumento e per lettera, come mg.' Marini lo convalida con critica eru-
rilevasi da pii^unoaiinieuti benché d'in- dizione. I papiri diplomatici olfrono l'im-
ferioreetà. Il Mabillon indica l'uso di det- pronta della bolla in piombo di Giovan-
to anello fief[uente, sin dal pontificato di ni V,che Vittorelli ne'supplementi al Ciac-
Celestino 111 del i 191; ma se Clemente conio attribuisce a Giovanni I, e il Bol-
s.

IV del 1265 non fu ili .° a sigillare in ce- lando a Giovanni Vili deir87 2; e di que-
ra coH'anello del pescatore, egli ne rese sto sigillo parlano Mabillon, Maurini e i

certamente l'uso assai frequentejfrequen- l'Eineccio. Negli stessi papiri anche d'altri
tissimo, anzi comune lo fu nel XV secolo, Papi si scorgono sigilli, che una volta
i

e vi si adoperava cera rossa. Ma che che furono uniti alle loro bolle; uno di essi è
ne sia del sigillare in cera, certissimo egli dis. Sergio l,ed ha scolpito il monogram-

è, che da tempi antichissimi sigillavano ma di Cristo e il nome del Papa. Nel Ciac-
i Pa|)i le lettere loro con bolle di piom- conio si osserva altro sigillo di questo Pa-
bo. 11 Ficoroni (nella bell'opera, 7 p/o//i' pa, colla Croce e in greco nella parte op-
hi antichi, e de'sigilli antichi di piombo posta Cepiioiiy cioè clamor Sergii; il che
d'imperatori e del governo imperiale, dei potrebbe dare indizio che i sigilli antichi
sigilli di piombo latini e greci della ge- fossero statiun giorno depositari de'mot-
rarchia ecclesiastica, de'sigilli di piombo ti ed in altro sigillo pur ri-
o sentenze :

de'primi sommi Pontefici, con le piccole ferito da Ciacconio si leggono nomi di i

crete figurate servite di sigilli agli anti- s. Pietro e di s. Sergio l e sembra che ,

chi, e colle figure di tutti i piombi da lui questo sia ili. "sigillo rimastoci, che offra
illustrati), ne riferisce il piincipio ai pon- ilnomedel principe degli apostoli. Ne'pa-
tificali di s. Teodoro I del G42, di s. Vi- piri si vedono delineati anche sigilli dei i

taliano dei 0^7, di Adeodato li del 672 Papi s. Zaccaria, Stefano II o IH, s. Leo-
(seguendo la cronologia di Novaes, sosti- ne IV dell'847, Benedetto IH dell'855,
tuisco lesuedate), vari anni prima di Gio- s. Nicolò I deir858, e di Giovanni Vili.

vanni V, ed a quello di s. Zaccaria del Un sigillo di quest'ultimo presenta la sua


741 Nondimeno
. il Vittorelli illustrò i si- ellìgie, in una bolla trascritta da Ughelli,
gilli di piombo di s. Stefano l del 257, di che fa menzione anche Garampi: Mau- i

e di S.Giovanni Idei 324, e fanno parte rini parlano dell' efiìgie d'Alessandro li
della collezionenumismatica Va ticana(a[- impressa sopra una sua bolla, e dicono che
le depredazioni da essa patite e indicate ciò basterebbe per convincere d' errore
ne' voi. XLI V, p. 80 e 8 1, L, p. 3o3, de- Eckhart per aver stabilito qual regola ge-
vosi deplorare una recente e grave rapi- nerale di non averci Papi mai effigiati se
na d'un secolareche intendeva a illustrar- stessi sulle bolle. Clemente VI deli342 fu

la!): se però ih. "di tali sigilli appartenga il .°ad imprimervi il propriostemma gen-
I

veramente a s. Stefano I, o piuttosto a tilizio. Ne'papiri dicesi bulla plumbea ma-


Stefano 752,0 a Stefano IH del 768,
II del nitnm il VII del
privilegio di Benedetto
è questione fra gli eruditi. 1 Maurini di- 973, accordato al monastero Bisuldense,
cono che celebri autori (anno limonlar ed ecco una serie di pontificii sigilli che
l'uso de' sigilli nelle pontificie lettere al precedono Alessandro II deh 061, prima
IV secolo, e che i sigilli de'Papi sono più del cui pontificato Pietro Boerio vescovo
antichi di quello gli abbia riputati la più d'Orvietoafferma di non aver mai veduto
gran parte de'critici, e non aver essi dif- sigilli de'Papi. Clemente III del i 187 mu-
licoltàdicredereches. GregorioI nemu- nì con sigillo di piombo la bolla concer-
iiisse le sue lettere : anche il d(jnienicano nente la questione fra il clero di s. Trifo-
inglese p.TominasoSlubbs, al diro di Ma- ne di Iluma e le monache di Campo Mar-
SIG SIC f)3

zo sui diritli parrocchiali Ja esse cnnJra- V secolo, prlnclp.'il mente s'erano pubbli-
slaligli : questo .sigillo e quello del [)ie- che come ì'Iùicii lidie, e Katbodo vesco-
cedenle Pasquale deliogq, presenta le
II vo di Treveri sigillò la sua le Itera yòrmrt-
Teste de' ss. Pietro e Paolo (/^.) separate ta, liane epistolani grnecis liicris Itine in-
da una Croce, nel modo che anco al pre- de munire dccrci'intus, et annido Ecclc'
sente si usa. ]Ma il sigillo in piombo del- iiae nostrae bidlare cen.uiiinìts : per tra-

la bolla di Paolo li deli 47 1 diretta all'ab- lasciar altri esempi raccolti da IMabillon
bate di s. Salvatore di Colle e al preposto e da Eineccio, basti ricordare il 2. sino-
di s. Gcminianodi Volterra, mostra i det- do diChalons sur Saone del ^1^9, in cui si
ti principi degli apostoli in intera Ugni a, stabilì col canone4'> che le lettere de've-
assisi su due grandi scanni, avente s. Pao- scovi avessero et Episcopi et civUatis nO'
lunga spada nella destra e posando la
lo mina plunibo impressa, il che forse in le-

d'un libro chiuso; e s. Pietro


sinistra su se anche il i." sinodo di daga del 563,
tenendo lechiavi nella destra, il libronel- nominando scripta signala. A s. Paolo l
la sinistra. Dall'altra pai le del sigi Ilo è non scrivono i jMaui ini doversi l'uso ne'sigilli
meno elegantemente rappresentalo il Pa- delle immagini de'ss. Pietro e Paolo; ma
pa in abiti pontificali con triregno, sedu- quellod'incidervi lesole tesie loro, a mg.r
to su elevato seggio o piuttosto trono, a- Marini sembra incomincìatoavanti il poir'
vendoa'la ti due cardinali, e prostrati a'pi e- tifìcato di Pasquale 11. L'essere poi mes*
di gli oratori de'principi italiani ricevuti sa la protome di s. Paolo alla destra di
da lui in pubblico concistoro, al glande quella di s. Pietro, ciò non avvenne per
oggetto di collegarli contro i turchi nemi- dareali.°la precedenza sul pi incipe de-
ci del nome cristiano (di cui a Pace); u- gli apostoli: locchè spiegai, descrivendo la
nico sigillo così ben lavorato, che mg. rlNIa- lòrma di loro immagini, ne'vol. XLII, p.
rini vide appeso alle bolle pontifìcie, mo- I 87 e seg., LI, p.i I 3, LUI, p. 22 e 2 3.
numento di storia e di belle arti. Anche Tali sigilli si vedono delineati nel Vetto-
in oro, egli aggiunge, comparvero sigilli ri, Il fiorino rfo/Ojp. i5i e seg. Sillalla
de'Papi, come quello della bolla di Cle- disposizione o provenuta dall'idiotaggine
mente VII del 1 53o,in cui si descrivono le degli artisti, o per essere anticamente da-
ceremonie della Coionazione dtlL'inipe- gli orientali, almeno nelle cose sagre, re-
ratoreCaì\o V, della quale riparlai in al- putata più ilegna la parte siui.slia della
tri articoli. I sigilli furono raccomandati destra, ne'monumeiili non ècostantemeu-
alle bolle con un fìlodi seta violacea, come te osservata, anzi ne'più vecchi presenta-
annunzia il notaro Ognissanti nell'auten- no s. Pietro alla desti a di Paolo an-
s. :

tica del documento papiiaceo d'Agapito che sul sigillo del gran concilio di Calali'

li del 94'jj ora peiò lu rossa, ora gialla za si scorge s. Pielroalla diritta dis. Pao-
e rossa, errando i INIaurini nel sospcllaie lo , ed in quello della bolla di ]\iolo ll[
che di sola seta gialla e rossa si servissero sull'erezione del collegio de' militi di s.

i Papi all'uopo. Da questi sigilli si dedu- Paolo, alla destra di questo è s. Pietro. Su
ce l'antico uso d'autenticare le lettere lU i questo punto ancora belle erudizieni riu-
Papi con bolla di piombo. Antichissimo nì mg.r IVIaiini, per dimostrare non lesa
certamente presso i cristiani Cu l'uso de'si- ne'sigilli la maggiore onoranza dovuta a

gilli,edel libro segnato con 7 sigilli ia men- s. Pietro, né tralascia di rimarcare <juel-
zione s. Giovanni nell' A pocalis.se, e di si- la, che nelle epigrafi circolari delle bolle
gilli usati da'cristiani con simboli impri- il nome di s. Pietro è alla destra , come
menti fa ricordo Clemente Alessontli ino dev'essere .secondo il coslumclalino.econ-
morto nel 2 i 7.I vescovi sigillavano le pio- tempoianeamcnlc nel sigillo di piombo è
prie lettere^ ma qoo forse prima del IV o locato a sinistra, secondo l'uso orieulnic,
f)i SIG SIG
Ibrse ppr essersi voltilo così simboleggia- tcnze o molli non è facile fissarne con
,

le rnnilìi tlelliiCliiesaclie emeige da'ti ne certezza l'epoca. WoAverio e altri ne fan-


1 ilifliveisi latino e gieco, ciò basando sul no rimontar l'esistenza a'primisecoli del-
canto ddVEpislola e (ìdV Evangelo (f ) la Chiesa, altri però li credono posteriori
in Ialino e greco nelle messe solenni del al Leone IX e nel secolo
pontificato di s.

Papa, oltre il Gloria in excelsis Deo, su XI, ma questo Papa ancora si ebbe il suo
quello similmente anticamente praticalo molto: MisericordiaDomini piena est ter-
nelle Lezioni [E.), per significar l'unione rat. Vittore llatlornoalsuocircolo o con-
de'due popoli e delle due chiese. Perchè trosigillo pose : Ipse est pax nostra, nel
poi ne'sigilli di piombo sempre scol-
sia di cui centro quadri parlilo stavano A il,

pita la Croce (/'^.), ciò avvenne o perchè Jesus Chrislus. Ma nel di lui sigillo di
i cristianisino dalla primitivaChiesa dap- piombo si vede s. Pietro in protome, a

pertutto introdussero il glorioso vessillo, cui una manodal cieloconsegna unachia-


come islromenlo in cui si operò la nostra ve, e nella di cui orbicolare epigrafe è
avventurosa redenzione, qual tessera e scritto: Tu prò me navctn liqnisli, susci'
trionfante testimonianza della religione pe claveni j aWuàe aWa vera nave, di cui
che professavano; ovveroper denotare il s. Pietrosi serviva a pescare, la quale ab-
martirio de'ss. Pietro e Paolo, a'quali co- bandonò per seguireGesùCrislo; ma que-
me agli altri martiri in alcuni monumen- sto sigilloera forse una medaglia. Il molto
ti fu posta in mano la croce, conveniva di Alessandro II fu: Exallavil me Deus
adunque che anco ne' pontificii sigilli vi in virtule brachii sui. Nel sigillo, se pure
Finalmente dirò con rog.r
fosse scolpita. anch'esso non sia una medaglia, una ma-
Marini, che allorquando non eravi l'uso no dà una chiave a s. Pietro,
dalle nubi
di apporre sigilli alle pontifìcie lettere,
i che vi si scorge in protome, e coll'epigra-
sembra cosluroasseroi Papi di fare appiè fe Qnod nectes neclam,quod sohes ipse
:

di esse un circolo a tratti di penna, con resoU'am. Scrivea s. Gregorio VII Mi' :

e[)igrofe all'inlorno ricavata da'salmi, o serationes tuae Domine super omnia o-


da altro libro sagro, come Ferhuvi Ca- : peraluaj Vittore III usava il molto: Do-
ro faclnm est; Chrislus regnai, Chrislns mine Deus meus in le speravi. Pasquale
imperai. Tiina\\a già esistevano sigilli i li scrivea nel suo circolo; Eerho Domini
pontificii, mentre Severino Papa del 6^0 caelì firmati sunt, e fu il i

a inserirvi i

usava il circolo nelle sue lettere quadri- nomi de'ss. Pietro e Paolo e suo pro-
il

partito da una croce, ma privo di epigra- prio, collocando quello di s. Pietroa ma-
fe e senza il suo nome; cos'i continuaro- no diritta di s. Paolo. Per non dire di al-
no i circoli a starsi nelle lettere aposto- tri, Sisto V v' inserì : De ventre matris
liche,benché fossero munite di sigillo e meae tu es Deus protector meus. Vari di
nome del Papa, sino al se-
sottoscritte col questi molli sono riportali nel Ciacconio,
colo XV 11. Di s. Nicolò si vede un cir- I FitaePonlifìcuniRomanorum. A Boll/i
colo col monogramma del suo nome, ma ed a Canonizzazione parlai del timbro or-
esso è di quellichea perpetua re la memo- bicolare, che in esse si usa oltre il sigillo
ria deir.-iutoie d'un edifizio si collocava- di piombo.
no in qualche sua parte e principalmen- A Bolla ed a tutti noolli relativi ar- i

te nelle apsidi. Adriano II deir867 pare ticoli ho ragionalo di tulio quanto la ri-
aver usato di scrivere ne'ciicoli alcune guarda, inclusi vamente all'abusi vo/ifjnf/o
volte il solo monogramma di Cristo, altre Exequalur {^l'.) , agli antichi Scriniari
lasciarvi la croce colle solile due lettere F.) custodi delle bolle,agli Scrillori apo-
(

gì eche. Quando Papi i si avessero proprie stoli ci [V.) che le f^cv'wono, a Registrato-
tli questi circoli le epigrafi, ossieno seu- vi delle lettere aposloliche{^F.) che le re-
S ÌCr SI r, c,5

gisfrano,(lii;eiul()piiicile'Regcsli,a Piom- t^Iiardi, 7/J5//7. Cnn. J.8, Imlonico cloii-


lio (/ .) e Presidi file del pioinho[I'.) dei f^olìurdico usalo fin <\.\ r|ijnn(loi l'npi se-
|)inii)I)al()ri o sigilhlori delle iiolle, ed il deiono in Avignone {f .), e l'ordigno o
Milizia, Le vile dcpiìi celebri architetti, punzone vìpik- gelosniucnte ciislorlilo dal
p. I 82, 1 ifiiiisce che Giidio li per limu- jìiesidenle del piombo giù prelato e ora
nerare il celebre architetto Bramante gli depositaiio secolare, e alla moi-le del Pa-
conferì l'oflicio del j)ioniho, per cui I3ra- pasubito viene rollo alla presenza de'car*
mante un ordigno d' improntar le
fece dinnli nella i .^cnngregazionegcneraleclie
bolle con nna vite assai ingegnosa. INIen- celebiano in Sfde vacante {f ). Ma di
tre gl'imperatori cominciarono a bollare lutto meglio è vedersi Colla, ed i ricor-
le loro lettere con sigilli o medaglie pre- dati articoli, sia per le particolarità, che
ziose d'oro con cordoncini di seta, giudi- per l'erudizioni. Sul carattere col quale
carono i Papi più decente sigillare le lo- ftu'onoscritli i diplomi pontificii, ne trat-
ro bolle col piomltoecon fiuiicelli di ca- la il lodalo mg.r Marini, nel ricordalo
nnjie,slimando più decoroso allaChiesn la ]\novo esame de' (linlonii i^.'j'j es('g.,di-
poverlà volontaria, coo^e osservò il Do- cendo che si sdissero in carattere corsi-
\io, La pietà trionfante egli uffìzi della \o romano, anche ne'secoli X e XI in cui
Cancelleria apostolica ,y>.'20Q,c\\L'\iì su- generalmente non si sapeva leggere clie
pcrba comparsa di secolare grandezza; da pochi; quindi nel XII si cominciò nel-
proposizione che non regge jiei" avere a- le bolle a inlrodnire il carattere per la
doperatoanchesigillid'oro,econtra(ldet- sua deformità dello gotico, perciò prese-
ta dallo Slellisco.Fero (|uanto al cordo- ro equivoco De Luca e Petra allennan-
ne, notai a Bolla ed altrove, chea quelle tlu che tal manieia di scrivere piincipiò
in forma gralia è inserito un cordone di (piando i Pa[>i dimoravano in Avignone,
seta o rosso o giallo, o misto di tulle e (he l'attuale scrittura comparve in Ila-
due le specie; alle bolle informa digniim, lia quando Adriano VI fece venire da U-

o di giustizia, un cordone di canape, e le Ireclit molli suoi concittadini, a diversi


due estremità di tali cordoni sono in^e de' quali affidò la scrittura delle bolle,
rile nella grossezza del piombo, il quale col caraltereche usavano tra loro; e quel-
in tal guisa annesso al diploma lo renrle la fu la vera 3. 'epoca, cioè il 1 ^rf.i in cui
autentico. Il bollo che apponesi (piando la Dataria vide cand)iare le sue (òrme di
ilPapa non è ancora consagialo, ha da carattere. Avverte mg.r Marini che il ca-
nna parte l'enigie de'ss. Piclroe Paolo, ratiere beneventano, col qiialesono scril-
c inhiancodall'altra ove deve imprimer- te alcune bolle, cominciò nel secolo X o
si il nome del Papa, ed appellasi mezzo XI. non derivò dal longobardo, ma solo si
bollo, come descrive Badosse. In questo usò nel ducalf) beneventano indeltisecoli
caso e siccome l'anno del Pontificalo [f.) ene'XII e Xlll. ])i più rileva, chesiscris-
incomincia dal giorno della Coronazio- sero diplomi con caratteri d'oroed'ar-
i

7j^ drl Papa (/ .), nella Data (/ .) si e- gento,massimedi piedimazioni e privilegi


sprime a die suscrpli ylposlnlaltts ofji- a'monasteri echi» se,comefeccro.\riperlo
cii. Il Lelli riporta gli esenqìi d'Innocen- re de'Iongobardi colla chiesa romana per
zo III ilei Gregorio X del
I I
-
98, di 1 .».
1 le Alpi Cozie, ed Ottone I e altri impera-
di IN'icolò III del 277, che spedu'ono boi- I tori, confermandole suoidominii tempo- i

le innanzi la \oroCon^a{;razione{^/ '.). Per rali di Sovianità. Culla bolla di piombo i

ren(lercdinicilea'f.dsilicatori d'alleiare le Papi talvolta vi aulenticnrono le s. lieli-

bolle (de'quali parlai anche alìEscniTTn), tjuic {/'.); altre volte Io fecero col sigillo

non solo si scrivono in Pergamena {/.) privalo e in ceralacca. Merita particola-


con carattere non gallico, ma secondo Gn- re menzione il piombo di Clemente Velie
96 SIG SIG
stabilì la stia residenza in
Francia e nel la variazione il Papa ne scrisse a vari ve-
contado Fe.naissinoiJ'.) dominio della s. scovi, a'quali furono rimesse diverse bol-
Sede, che trovo nello Stellisco. Rappre- le segnate col legittimo ordinario sigillo,

senta la testa nuda di s. Pietio e le pa- indicando loro di verse specie di falsità, con
role intorno -t^ Sigillum Domini Pape. additale il modo di riconoscerle, espres-
Dall'altra parte vi sono le chiavi incro- so con opportuno formolario. Sotto i di-
ciate, coll'epigrafe nella circonferenza -^ versi scismi delia Chiesa vengono notati i

In Comitatu P^enaissini. IlLelli di sopra nomi de'pseudo pontefici chiamati /i//«i£-

ricordato, Dissert. sopra i piombi ponti- papi(^F.): questi seguirono le vestigiedei


ficii, diceche il sigillo più comune ne're- legittimi Papi, benché intrusi, anche nel-
nioli tempi usato da'Fapi per firmare i le loro spedizioni di diplomi, brevi e altre
loro Brevi e Diplomi [V.), tradotto fino costituzioni, non trovandosi veruna difle-
a'nostri giorni, è il sigillo volante nella bol- renza nelle loro firme e piombi diploma-
la di piombo. Questo era in uso e serviva tici, come si scorge da'pochi piombi e lo-
di firma fin dal tempo de'greci, e anche ro firmesuperstiti. Fra questi si riconosce
alle altre nazioni nelle loro leggi, costitu- ilpiombo di Clemente III antipapa del
zioni e testamenti, al qual costume nel- io84s nel cui contorno si legge: Jesus
l'airollamento de'loro diplomi uniforma- Chri<itus Domimis Nosterj nell'area del
ronsi i Papi, i quali alle volte usarono la medesimo vi è la Croce col nome di Cle-
bolla d'oro, come
gli altri principi e po- mentis Terlii, nel cui esergo è il molto:
tentati, e principalmente nelle conferme Quodoperatuses in nobis Ferbo Domi-
degl'imperatori romani, e in altre straor- hoc Deus. L'allro dell'anti-
ni, cori firma

dinarie costi tuzioni.La bolla d'Eugenio] V papa Pasquale III del 64) omeglio l'an- i r

sull'unione della chiesa greca e latina nel tipapa Pasquale II del 687 intruso contro
concilio fiorentino,ebbe due sigilli pen- l'allro (i\UoPapa Teodoro, ed ambo de-
denti, uno d'oro e l'altro di piombo, nei posti un altro dell'anlipapaClemen te VII
;

quali era impressa l'immagine del Salva- del iSyS; ed altro di Benedetto IX cioè
tore e dell'imperatore d'oriente. 11 diplo- quando divenne intruso nel 1047: peiò lo
ma di Clemente VII per l'imperatore Car- Stellisco alferma che possedeva i piombi
lo V, ha pendente il sigillo d'oro simile a degli antipapi Pasquale III e Clemente
quello di piombo. 11 Lelli rende ragione VII. Il 1° sigillo de' Papi è ['Anello Pe-
de'sigilli di piombo di molti Papi, avver- scatorio [F.) d'oro col nome del Ponte-
tendoche alcuni furonodi forma quadra- fice intorno, ed in cui viene rappresenta-
ta; e parlando del rompimento della ma- to s. Pietro dentro una navicella in atto
trice del conio de'bolli dopo la morte del di tirar le reti da pescare, il quale anco-
Papa, ne rileva l'esempio dal concilio di ra nella suddetta congregazione di Sede
Costanza, che fece spezzarci coniidi Gio- varante si spezza, e l'oroappartienea'due
vanni XXllI(perchèavendo rinunziato il primi lìJaestri delle ceremonie ( /^.),e già
papato perfinire lo scisma poi fuggì, on- si rompeva a tempo di Leone X del 1 5 1 3:
de fu depostoa'29 maggio i4i 5), costu- Cancellieri riportò vari Diari che narra-
me esattamente osservato per evitare le noil successivo rompimenlodell'anellope-
viziaturedelle false bolle, delle quali mol- scatorio, e dell'impressorio di piombo do-
ti falsari per interesse si sono abusali, co- po morte del Papa. Custode dell'anel-
la
me sotto Innocenzo III e il predecessore lo pescatorio è il Maestro di camera del
Celestino Ili, non ostante le diligenze u- /'<7prt!(F.), dopo la morte del quale il pre-
sate nelle spedizioni delle bolle , per cui lato, previo un rogito del notaro, lo con-
furono severamente puniti gli autori del- segna al cardinal camerlengo pel suo rom-
le stesse falsificazioni; e per dimostrarne pimento. Notai in tale articolo, che nella
SIG SIG 97
segrelerìnde'brevi v'\ è copia di tale sigil- Dellocchio di Fano coppiere di Sisto V,
lo per sigillare i brevi, che egnalinenli; il quale gli voleva grandissimo bene, per-
si rompe morie del l'apa; e perche':
nlla dette il fivore del Papa e la propria ri-

GregorioXVInel 84250811101 all'impres- i putazione, per avergli di nascosto tolto il

sione della cera rossa il colore simile in sigillo dell'anello pescatoriOjalfinedi sigil-

vernice da un lato interno della pergame- lare un fcdso breve, in vigore del quale
na, acciò si verifichi il dello nella data: poteva fare un acquisto vantaggioso nA
sotto l'Anello Pescatorio, mentre prima suo paese; ma scopertasi la frode, Sisto V
il sigillo s'impiimeva nella parte esterna, sdegnato lo condannò a morte, e la sen-
ma facilmente si liqiiefaceva erompeva, tenza sarebbe stata eseguita in Tordino-
col nuovo metodo il sigillo restando inte- na senza l'intercessione de'cardiuali Sa-
gro, si rende più difficile la falsificazione velli e Castrucci,i quali ottennerodal Pa-

del breve. Questo anello era prima usa- pa che gli fosse commutala colla galera
to familiarmente dal Papa e Io teneva in in vita, miseramente suoi gior-
ove finì i

dito, e con esso si sigillavano anticamen- ni. Tullociò premesso, e che ad Anello

te pure le bolle. Delladiversità che passa Pescatorio lo descrissi per sigillarci Bre-
fra il Breve e la Bolla, de'suoi Scrittori vi apostolici, ed io questo articolo pure
apostolici, òt\ Segretario dt' Brevi, parlai narrai quanto lo riguarda, dicendo pure
in tali articoli; distinguendosi principal- del bellissimo anello pescatorio dell'an-
mente le bolle pel titolo N.EpiscopusSer- tipapa Clemente VII, da Gregorio XVI
VHS Servorum Dei, con l'anno dell'Incar- donato alla Biblioteca Vaticana; non che
nazione; ne'brevi si usa l'anno della Na- rammentando il notato aSEGRET.\RiODEi
ti vil;i, e il semplice nomedel Pontefice col- BREVI a'pri.ncipi, che le lettere pontificie

l'aggiunta di P^^rt (^.) uniformemente: scritte in pergamena e da lui sottoscritte

se poinon sono diretti a parlicolaii, e ri- eziandiosisigillano coll'auello pescatorio;


guardano affari pidìblici, la formola del qui poche parole aggiungerò con l'ab.
loro principio è : Ad perpetuarli rei o Ad Gaetano Cenni.Oltreil detto con lui a Bre-
futnram rei memoriam. Inoltre dal 1 43 i ve APOSTOLICO, dipendendo la validità dei
in poi si legge nelle bolle e ne'brevi: Pon- brevi dall' anello del pescatore. Antica-
tifìcatu^ nostri anno, ì, 2, ec, quando tan- mente diplomi i pontificii, che dividevaii-
te antiche bolle hanno la formola del can- si come oggi in bolle, brevi e lettere, non
celliere o bibliotecario ; SS. D. N. anno erano propriamente distinti col nome di
i,2,ec., varietà ristabilita da Eugenio IV, chiamale poi dal sigillo di piom-
bolle,cos'i

e che indusse in errore non pochi distinti bo o bolla, e di brevi muniti del sigillo
eruditi. Sino dall'antichità fu tenuto in dell'anello pescatorio. Questo sigillo nei
tanto pregio l'anello pescatorio, che quan- brevi è molto posteriore a quello della bol-
do Nicolò V ottenne la rinunzia dell'an- la, e molti diplomi diesi solevano sigilla-
liponlificato da Felice V di Savoia C'-), re col piombo ammisero l'anello pescato-

nel concedergli alcune insegne pontificie rio. Cenni divisela dissertazione De Ami-
glielonegò,efu una delle prerogative che lo Piscatoris in 3 capi : parla neh. "del
espressamente si riservò. 1 brevi come le titolo o iscrizione de'diplomi, e della loro
bolle sono vere lettere apostoliche, simi- data. Alla formula o titolo, Scn'us Ser-
lissitue nell'autorità, e diverse solo nel si- vorum Dei {/'.), s. Leone IV fu ili. "ad
gillo; ed è perciò che i Papi severamente anleporvi il suo nome col titolo di Papa,
ne punirono falsificatori, e a'divcrsie-
i aggiunta e formola che nel secolo XI di-

sempi riportati altrove, qui altro neng- venne generale in tulle le lettere pouli-
giungerò.Lcggo nelle Notizie storielle del- ficir, e perseverò sino al secolo XV nelle
la villa Massimo, p. 80, che Domenico lettere pi ivate, e poi ne'brevi cocuiuciòlo
voi. IXVI. 7
98 SIG SIG
stile mocÌPino: Eugenius Papa IV. Le al- nello pescatorio. Tutti convengono che
tre formole: Saliilem ti Aposlolicam he- questo era il sigillo segreto de'Papi, ma
nedictioncm {V.), di cui ragionai anche non esservene memoria sicura, per quan-
a Benedizioni de'sommi Pontefici; e /^<i to dissi ad Anello Pescatorio, più anti-
futuraìiìyOperpetuani rei mernoriam, si ca di Clemente IV del 265, ed il volgo 1

credono naie dopo il eoo, però la sola in


i giudicò invece essersene servilo lo stesso
perpetuam sembra di più antica origine. s. Pietro. La verità si è, che i Papi per
Papa s.GiegorioVIIdel 107 Sripigliò col- mantener viva la memoria d'essere suc-
la data de'diplomi l'antico metodo del- cessori d'un povero pescatore, a cui die
V Indizioni [F.) e delle Calende (/"'.), le GesùCristo la suprema potestà nellaChie-
quali non furono più tralasciale da'suc- sa, una volta introdotto non lo lasciaro-
cessori,benchè in luogo dell'indizioni s'in- no più. Nel 108 s. Gregorio VII scriven-
I

trodusse l'anno del pontificato. Questo do a Roberto duca di Puglia, dice infine:
nuovo stile coll'allro òtW Anno ( F.) del- Dubilainiis hic sigillnm plunihtum po-
l'Incarnazione che trovasi dopo il 1000, nere, ne si illud inimici capcrenl, de eo
specialmente la a.^'epoca.ingannaronocol falsilateni aliquamfacerenl. In tempo di
Mabilion molti eruditi, che Cenni corres- Eugenio IV deli 43 l'anello pescatorio
i

se.Egli alFerma, che dopo Pasquale II perseverò ad essere sigillo segreto, come
che enumerò gli anni del pontificalo, so- lo era a tempo Clemente IV, e conti-
di
lo Adriano IV del 1 54 e il successore A -
1 nuò fino a Calisto III, dal quale Papa s'in-
lessatulro HI l'imitarono qualche volta, cominciò veramente ad usare ne' brevi,
Clemente III deli 187 sempre, e questo ma con diversità in que'principii dall'u-
fu seguito costantemente dai successori : so posteriore. Inoltre avverte Cenni, che
conclude Cenni, che l'epoca giusta dell'e- sebbene con Calisto III il Mabilion fìssi

numerazione degli anni devesi prende- l'epoca dell'anello pescatorio de'brevi, e


re al più al più da Adriano IV; che Eu- che sebbene sotto il predecessore Nicolò
genio IV introdusse nelle bolle e rescritti V e sino ali455 continuòadesseresigil-
pontificii l'anno dell' Incarnazione per losegretode'Papi,nondimeno sotto il me-
consiglio del Diondo, uno de Segretari a- desimo pontificato si adoprò anche fuori
posto/;W(l^.), escludendone S.Leone IX delle lettere segrete, e cominciò sotto il

contro l'asserto di Mabilion, errore de- successore Calisto HI ad appendersi (con


rivato per essersi presa la data del Can- cordoncino di filo o seta bianca, uso che
celliere di s. Chiesa (F.), o del BibliO' poi fu trascuralo), come la bulla, a'brevi
tecario o deY Pro fo<:crinario(^F per quei- apostolici, benché di rado. A tanta autori-
.)
la del Papa. Nel 2.°
capo accennò Cenni tà quindi salirono i brevi, e in tanta co-
alcune cose sulla bolla di piombo. Ben- pia si spedivano, che nel 1 497, come dis-
ché si no dal secoloXV lui te le lettere pon- si VI punì colla de-
altrove, Alessandro
tificie, anche le più minute, avessero la gradazione, colla prigionia perpetua in-
bolla o sigillo di piombo, la cui raccolta vece della morte, e con altre pene il se-
seguendofjuella del Baldini che l'incomin- gretario Florido arcivescovo di Cosenza,
cia con Onorio I, convenendo sul preesi- perquelli falsificati. Imperocché giàsico-
stenleDeusdedit,crede non trovarsene ve- slumava di scrivere i brevi 5;^/; Anulo Pi-
stigio prima del secolo VII; ma già di so- JCfl/or/Vspel tanti a materie di fede e del-
pra dimostrai, che ne esistono anteriori la repubblica, cioè ad reges ,
principeSj
esempi, laonde non trovo qui da aggiun- respublicas, civitates, cardinales absen-
gere a Ilio, per non essere erudizioni espli- tes, episcopos, caelerosqiie magnates rO'
citamente necessarie alle nozioni sui sigil- inani Ponti/ìcis nomine, come'iosegoaCo-
li pontificii. Nel3.°capolratlòCennideira- hellìo (le quali materie poi furono per lo ^
SIG Si G gc)
più tialtate (ia\Segretarìo de brevi a'prin- tro seduto,dice Stellisco. Rappresenta poi
cipi, con informa di bieve, aven-
lettera quella gemma, concui il p. Costadoni ter-
do detto Dreve apostolico del suo im-
a mina la dissertazione, un vescovo colla
portante uso). Termina Cenni la sua dis- mitra, e per piviale un pesce colle squam-
sertazione con quella conclusione che ri- me. Innocenzo V 1 fece coniare scudi d'o-
1 1

portai in fine del § i dell'articolo Breve ro nel 1484, coU'impronla della barchetta
APOSTOLICO, ma pererrore tipografico del del pescatore s. Pietro. Siccome la for-
Novaes da cui lo ricavai allora (mentre mo.'a colla quale si terminano brevi si- i

adesso ho studiato sul Cenni slesso), ad gillati coll'anello ^e%c'!ì\o\\otSiib Anna-


Alessandro VI fu rivoltato il numero, e lo Fisca toris,rte\ 2G4, ri-
voi. XXIII, p.
ne fo emenda. Pretese ilLelIi che l'anel- portai quella diDonifacio IXdel 4o3iy«6 1

lo pescatorio non fu una nuova istituzio- Annulo fluctuantis na^'iculae, per indi-
ne, ma piuttosto restituito all' uso della caie il disastroso tempo in cui era spe-
Chiesa d;iEugenio IV (ma già esisteva sot- dito, turbolento per guerre, fazioni e pel
to Clemente IV), essendo stato più volte grande scisma d'occidente che divideva
rinvenuto nell'antiche gemme, inciso nei l'unità della Chiesa. Finalmente il 3." si-
tempi della primitiva Chiesn; e che sotto gillo de'Papi è quello privato collo stem-
ilpontificato di Gregorio XV^ (in quello ma gentilizio sovrastato dalle chiavi in-
d'Urbano Vili si fecero scavi nella Cliìe- crociate e dal triregno, di argento e di ac-
sa di s. Caio) nel cimiterio di Calisto fu ciaio, con manichi d'avorio, di pietre fi-
scoperto il sepolcro di Papa s. Caio del ne, e di altra materia nobile. Desso si cu-
2q6, nella cui destra mano esisteva an- stodiscesempre presso il Papa, e ne tie-
cora l'anello pescatorio, con alcune me- ne copia chi fa da segretario particolare,
daglie d'oro di Domiziano, forse per in- e vi sigilla le carte che spedisce d'ordine
dicar l'epoca del martirio. Riportata qui pontificio. Con questo sigillo il Papa si-
non intendo garantirla chi
la notizia, io : gilla le lettere autografe e quelle che sot-
narra dice un fatto, e non conferma una toscrive, massime quelle scritte dai pre-
sentenza. Aggiunge Lelli, che il sigillo di lati Segretario de' brevi a' principi ( /'. ), d i

cui parla Clemente IV nel suo breve al verso dal Segretario de' brevi\^V\e(\ il Sc'
nipote, sembra un privato sigillo usato gretario delle lettere latine {^'.), talvolta
da'Papi, essendo incerti se somigliasseal- qualche rescritto autografo, alcuni Chi-
l'odierno anello pescatorio. Dissi anch'io rografi {f^.) e Moto propri (T^.j, e qual-
altrove, che dagli antichi cristiani veni- che altro atto segreto, sulla ceralacca ros-
va Gesù Cristo rappresentato sotto la fi- sa. Nelle lettere segrete nelle quali oggi
gura del pesce e di pescatore, intorno a il Papa usa l'arme gentilizia per sigillar-
che il p. ab. Costadoni camaldolese pub- le, leggevasi sino al secolo XV l'iscrizio-
blicò nel t.Opuscoli del p. Ca-
4' degli ne ch'è ora propria delle sole bolle e dei
logeri: Dissertazione sopra il pesce, co- brevi. Dice Cenni che alle altre lettere,

me simbolo di Geiìi Cristo presso gli anti- pontificie priva te e segrete cominciò ad an-
chi cristiani. Nel cap. 7, della figura del nettersi il sigillo dell'arme gentdizia, ma
pesce scolpita dai cristiani nelle gemme l'origine è incerta. Alberto d'Argentina ri-

di aiiello,parlò d'alcune pietre anulari con ferisce nella sua Cronaca all'anno i3-p,
tale simbolo, fra le quali più delle altre di Clemente VI della nobilissima casa di
sembra pregievole quella posseduta da Beaufort tVancese del Limosino Hic Pa- :

Vallarsi e poi da mg"" Giustiniani vescovo pa quani arnia progeniei suae ìuiberent
di Padova, degna certamente d'aver ser- (jHÌnfjuero<:as{iì\U\ diconoG), contranio-
glande dei
vito d'anello edi sigillo al più reniantecessorum ,tolidem rosasponife-
Pontefici che abbia sulla cattedra di 5. Pie- (jfm tu///j.ClcmenteVlebbe qualche pas-
100 S I G SIG
sionepeiloslemmagenlillzio,menlrenon la casa Piccolomini (^.), e non dubitava
solo ne fece vedere nel piombo ornato il d'asserire che fu di Pio III deli 5o3. Uno
suo nome, aia l'impresseancbe nelle Mo- colle palle Medicee in uno scudo sopra or-
nete ponlifìcie [V.) d'argento, e le ripor- nato colle chiavi incrociate e il triregno,

ta Fioravanti, Ciòebbe peraltro pocosuc- del cav. Gaetano Antinori, lo pubblicò


cesso, poiché non si legge che i successo- Manni nelle Osservaz. sopra i sigilli ^che
ri lo imitassero, cioè nel senso di Cenni, lo crede di Pio IV deh Sdq. Questo però

onde chi afferra questo esempio per dire non può aver servito ad uso delle lette-
che Cleov^nte VI fu il i.° a usar l'arme re, come dimostra la grandezza, anzi ri-

genliliziri ((juasi che da lui traesse l'origi- lieoeStellisco che nousiaunsigillo,ma un


ne talsigillo),s'ingauna;oltre diche aven- impronto usato già ad imprimere a ma-
dola egli posta nel piombo, nulla giova al- no quello stemma in capo o nel frontespi-
l'origine del sigillo privato o segreto, suc- zio di qualche bolla o altra sta mpa,com 'al-
ceduto all'anello pescatorio gli successe : tri egli ne a vea veduti di Papi pi il recen-
esso veramente dopo Calisto 111, o alme- ti e d'altri prelati, ed in modo da potersi
no circa que'tempi. Ma lo Stellisco osser- imprimere non nella cera, ma nel futno.

vò, che oltre Clemente VI,anche altri Pa- Altro sigillo,ma incavato e più grande del
pi ornarono i loro piombi, come Clemen- ricordato di Pio IV, dice Stellisco che lo
te Vili che vi espresse 6 delle stelle di sua possedeva il suo zio, perciò non potè ser-
arme, e prima Gregorio XII vi fe-
di lui vire a sigillare lettere private. lu esso com-

ce porre 3 occhi, ed essi non appartenne- parisce l'arme della famiglia Corraro o
ro al suo stemma, come si può riscontra- Correr colle insegne ponlifìcie al di sopra,

re nel Ciacconio anche altri Papi posero


: ed è notabile ch'esse non sono sopra lo
ne'piombi qualche indizio dello stemma scudo dello stemma, ma nello scudo me-
di loro famiglia, che si ponno vedere in desimo in cui è lo stemma ( forse come
Stellisco , in uno ad altre dilferenze dei quelle de'parenti de'Papi che inseriscono,
piombi pontificii. Novaes trattando nel- siccomeuotai,nelle proprie insegne il pa-
le sue Dissertazioni anche de' tre sigilli diglione e le chiavi incrociate, taluni so-
pontifìcii, dichiara che quello esprimente pra lo scudo, altri dentro di questo); per
1' arme e lo stemma della propria fan)i- lo che dubita che abbia servito a Grego-
giia e casato, i Papi lo adoperano nelle lo- rio XII che rinunziò neli4i5il pontifi-
ro lettere private e famigliari, e crede che cato nel concilio di Costanza, né può es-
probabilmente cominciò ad usarsi dopo sere un suo sigillo privato, ma pubblico
Calisto HI, in tempo del quale il sigillo e quale cardinal legato della Marca, co-
dell'anello pescatorio che Papi mette- i stituito con altre onorificenze dal conci-
vano nelle lettere private, cominciò d'al- lio, per cui nongli conveniva usar più il

lora in poi costantemente a porsi ne'soli sigillo di piombo, confermandosi nell'o-

brevi, e però a questo successe il sigillo pinione, poiché non pare che allora Pa- i

privato o segreto. Inoltre Novaes rilevò, pi avessero introdotto ancora fusode'pri-


che Pio VI sigillò il contratto d'acquisto vati sigilli cogli stemmi delle loro famiglie.
della Mesola,pe'molivi che narrai nel voi. A Recanati, ove descrissi il suo sepolcro,
XXI V,p.45,col sigillo come abbate diiSti- rimarcai che fu rinvenuto ilcadavere or-
i/aco,ov'era incisa l'epigrafe: Pius VIOr- nato degli abiti pontificali. Le Congrega-
dinariusSublacensìs.k\t^KtVkào\xxo\\.\e.à^!ì. zioni cardinalizie, di cui ritiene la pre-
Stellisco, che il più vecchio sigillo priva- fettura il Papa, usano il sigillo coll'arme
lo pontifìcio da lui veduto, è quello che pontifìcia gentilizia del medesimo.Ta li so-
si conservava dal conte Daniele Concina no al presente quella dell'universale In-
nel Friuli, già servilo a uno de'Papi del- f^uisizione, della Fisita apostolica, della
SIG SIG 101
Concistorialf; ed anche quelle che non però alla convocazione del concilio d'E-
hanno il prefetto, come la Congregazione paona, nel quale furono fatti savi rego-
degli affari ecclesiastici, e la congrega- lamenti sulla disciplina. Dopo la morte
zionesullostato de'regolari,di cui feci cen- di Amalberga, dalla qualeavevaavulo un
noanche a Religioso. 1 u sede vacantejCon- figlio nomato Sigerico, prese una seconda

tinuando la congregazionedell'inquisizio- moglie. Questa, essendo avversa al gio-

nea procedere, nella targa dello stemma vine principe, lo accusò di aver macchi-
vi è la sola iscrizione Sede vacante, es- nato di torre al padrela vita e la corona,
sendo sovrastato lo stemma, come quan- per cui Sigismondo pronunziò sentenza
do è vivente il Papa, dalle figure de' ss. di morte contro il figlio, che fu tosto e-
Pietro e Paolo. Oltre i riportati autori, seguita. Presto peròconobbech'era stalo
anche seguenti trattarono de'sigilli pon-
i ingannato, quindi straziato dai più fieri

tificii. Giuseppe ]M.^ Pacciaudi, Lettera rimorsi, ritirossi nel monastero dis. IMau-
intorno agli anelli pontificii, presso il t. rizìo a piangere il suo delitto ed espiarlo
I2,p. 22 delle Memorie per servire alla con austera penitenza. Avendogli poi re i

storia letteraria d' Italia. Stellisco Am- (li Francia Clodomiro d' Orleans, Chil-
brecienze, Ve' piombi diplomatici ponti- cleberto I di Parigi e Clolario 1 di Soissons

ficii Sintagonia ovvero saggio d'una


, dis- mossa guerra, Sigismondo fu fallo pri-
sertazione dell'uso di sigillare in piombo gioniero colla moglie e co'figli; e Clodo-
ne'secoli di mezzo. Francesco Cancellie- miro, capo dell'impresa, li mandò a Oi--
ri, Notizie sopra l' origine e l' uso dell'A- leans,ove furono strettamente guardati.
nello Pescatorio e degli altri anelli eccle- Frattanto Godomaro, fratello di Sigi-
siastici, V^.onwn^iZ. DeBullis.etdeBre' smondo, ricuperò la maggior parte della
vioribus litteris apostolici!, dissertatio- Borgogna; e Clodomiro irritato per tale
iiem historico-canonicam SS. D. N. Pio inaspettalo rovescio, fece scannare tutti i

FI Badasse romanus benefi-


Pliilippus suoi prigionieri e gillaili in un pozzo nel
ciatus pat. eccl. s. M. Majoris D. D. D,, nel villaggiodi San Pere- A vy-la-Colom-
Rouiae 793. i ba, a 4 leghe da Orleans, correndo l'an-
SIGIRÓNE, Cardinale Dell'ordine no 524- Molti miracoli resero celebri le

dei pieli, e probab'lraenle del titolo di s. reliquie di S.Sigismondo: Dagoberto II

Sisto, pel poco diesi conosce di lui, il Car- re d'Austrasia arricchì del di lui cranio
della lo pose tra i cardinali di Calisto II una badia da esso fondata in Ahazia; e
dell 12 3. l'imperalore Carlo IV fece trasportare a
SIGISMONDO (s.), re di Borgogna, Praga le altre reliquie del santo re ch'e-
martire. Figlio di Gondebaldo re de'bor- rano rimaste ad Agauno. Celebrasi la sua
gogiioni, sebbene suo padre professasse festail i.°di maggio, nel qual giorno è

l'arianesimo, ehbe la fortuna d'e<!sere i- menzionato nel martirologio romano.


struito nella vera religione da s. Avito SIGIZZONE, Cardinale. Dell'ordine
vescovo di Vienna, e alla purezza della de'preti e del titolo di s. Sisto, fiorì tra i

fede accoppiò la pratica di tutte quelle vir- cardinali diPasqualelIche morì nel I 1 18;
tù che formano il vero discepolo di Ge- contribuì col suo voto alle elezioni di Ge-
sù Cristo. Nel 5i(') fondò il celebre mo- lasio II e Calisto II, ad una bolla del qua-
nastero di s.Maurizioad Agnuno nel\ al- le sotloscrisse nel 1 i 2 1, in favore dil ve-

lese, ove prima viveano in separate cel- scovo delle Tre Taverne,riporlata da C-
lette molti santi romiti. Successo al pa- ghelli. Il Panvinio dice che morì avanti
dre nell'anno seguente sul trono di bor- il I I 3o, perciò none vero diesi nbell.is-

gogna, fu suo pruno pcnsii ro di purgare .se a Innocenzo II per seguire ranti[».ipa
i suoi stali Uidl'ercsia e da'vizi, e bi ado- .\uaclctu II, come alUi pretesero.
,

102 SIG SIG


SIGNORE, Dominits. Titolo di mag- Nostra Signora (V.) per eccellenza si dà
gioranza e di riverenza, che ha signoria, alla Madonna [V.) ossia a Maria T'ergi-
dominio e podestà sopra gU altri, per Pa- ne (/^.). Dicesi Donna (/'.) per signora,
drone [P^.).ì\ vocabolo Signore, in latino per Dama{V.). Si usa del medesimo ter-
Morcelli lo traduce £>o/7»j/i«^,Dem<2rc/m,v, mine Signore anche parlando a'grao-
di
Dynasta , HtriiSj Toparcha. In greco, di, cui si vuole testificare rispetto ed os-
Kyriosjin ebraico, Adoni o Adonai, od sequio; Signore si chiama il principe so-
Etohinif o Jehovah; gl'interpreti greci e vrano, ed anche Nostro Signore, princi-
latini mettono il più delle volle Domimis palmente il Pc7^rt(/^.).Legso nel De Bue,
(/^), il Signore, come termine corrispon- Dell'origine dell'araldica, § IV, Del pre-
dente a tutti que'nomi. 11 Cancellieri nel- dicalo di Signore, che questa paiola, la
la Lettera sopra le parole Dorninus, Do- quale in latino suona Dorninus, procede
mniis e Don yà\cQf^e. la voce latina iS'efj/o- da Donius, casa, e propriamente dicesia
re è pronunciala dalle nazioni in diverse chi ha il comando della casa, e da tutta
maniere, scrivendosi dagl'italiani Signo- la famiglia è ubbidito; per cui è venuto

re, da (vance^'ì Seigneur, e dagli spagnuoii che doniinus e servus sono relativi: si può
iSenor. Negli arlicoliDoN, Messere, Sebo vedere Servo. Colla parola doniinus in-
Sere, li spiegai per sinonimi di Signore. II tendiamo altresì il padrone di alcuna co-
Donj abbreviativo ò\Signore,(vk dato pri- sa, sia in proprietà, sia in usufrutto. Do-
ma a're calle regine dellei^9^<7g'je e di Por- mini chiamavansi pur quelli ai
in latino
togallo, ]^oì a' \esco\\, indi a'nobili, quindi quali ubbidiva una moltitudineionde can-
a tutti ili luogo di Sigtiore,edagli spagnuo- tò Virgilio Romanus veruni do mino s
:

ii fu introdotto nelle quando


due Sicilie gentemque togatani. Notano alcuni auto-
le signoreggiavano, ove ancora è comune. ri come la parola signore nella legge pren-
Il can. Nardi osserva, che Signore è pa- de un significato equivoco, mentre or va-
rola italiana che viene da Senior, e in al- le quel dominio che riguarda la proprie-
cuni casi è sinonimo di Senator. Seniore tà de'beni, ora non is[)iegachecerta emi-
veramente ne' tempi moderni ricevè un nenza di condizione odignità, sebbenechi
significato assai diirerente da quello che l'usa siasi di quelli spogliato. Un tempo
avea pressoi latini, sebbene tuttora dice- a're davasi il predicalo di donini, e alle
si per vecchio, Senior, come Juniore o Iti- regine quello di doninae. Dissi aDoM,ch'è
niore o Giuniore il pivi giovane, e dicesi parola abbreviata di Dorninus, e fu dap-
per lo più parlando di fratelli, ovvero di prima peculiare del %o\o Dio, a\ quale ar-
quello che avendo il medesimo cognome ticolo riportai alcuna nozione sulla paro-
della famiglia fiorì dopo del seniore. Il no- la Donine, e sul Jube Donine henedicere
me di Signore detto assolutamente con- {f^). In seguito il Donmus si die al Pa-
vieneaD/o(F,)pereccellenza,Z?fa^o/jf/- pa e ad altri, aia il Donmus Apo^toUcus
miis viaximus; e più particolarmente a restò esclusivo del Papa. Nella repubbli-
Gesìi Cristo (/^.), che chiamasi pure No- ca romana non si ha contezza del predi-
stro Signore[V.), come Signore de'signo- cato di signore, tutto proprio soltanto di
ri, Eex regimi^ et Doniinus dominan- Dio, per cui rimarcai a Roma che ne ri-
tium. In questo senso il nome di Signore cusarono il titolo gl'imperatori Augusto e
non deve essere dato, come non è mai da- Alessandro Severo. I romani d'allora, par-
to nellas. Scrittura, ad una creatura qua- lando o scrivendo, usavano il nome pro-
lunque. Talvolta si dà questo nome agli prio diquellocon cui comuni vano; inval-
angeli (de' quali a Coro degli angeli), se però sotto l'impero di Caligola, il pre-
sia che rappresentino la persona di Dio, dicato di signore, e qual titolo di digni-
sia che si considerino come suoi inviati. tà e di eccellenza l'adottarono i successo-
SIG SIG io3
ri; anzi (juegli orgogliosi principi accet- landò delle famiglie nobili napoletane, al
tarono viventi dall'aiiulazìone il titolo di capitolo del messere e del ^/g/zo/e, attri-
Divo eòi DivinissimOy di cui parlai a Di- buisce tal predicato alla dignità, e crede
\irf ITA, ricevendo a vanti la i5V^^o//Hrrt l'a- che la voce dominus, stguove,s\a corrot-
poteosi, di che a quell'articolo dissi altre perchè giuntala legge
ta dal latino 5efi/or^-
parole, li p. Pauli nell'erudito Ragiona- longobarda, succedendo nel possesso dei
mento sopra il titolo di Divo datoagli an - Feudi {^r.) il più vecchio, appellavasi se-
tichi imperatori, che puhblicù negli Opu- niore, il qual vocabolo agevolmente de-
scoli il p. Calogeri» 1. 15, dimostrò che il generò in signore, che altro a sua senten-
titolo di D/Vo non da vasi per pubblica au- za non significa tranne padrone del luo-
torità se non a coloro,che essendo già mor- go, e di là poi in vece di dominns e do-
ti,venivano consagrati e posti nell'ordine niinium, cominciossi a dire e scrivere si-

degli Dii; esaminò le ragioni che mosse- gnore e signoria, dominio cioè di uno o
ro i gentili a sidatla deificazione, cercò in più luoghi. llParadisi,neH\^/eA2eor/e//'</o-
qua! luogo del cielo e in qual ordine de- mo nobile, pone fra i predicati compro-
gli Dii ponevano i deificati, l'incomincia- vanti nobiltà per le scritture pubbliche,
mento del costume, le ceremonie e il cul- anche quello Certamente tal
di signore.
to. Osserva l'anuiilista Rinaldi, an. i, n.° predicato deve ad epoca remota, in
risalir

5g, che i galilei a nessun uomo dicevano cui esso attribuiva all'insignitone una pre-
convenirsi amava-
il titolo di signore, e minenza ragguardevole. A prova di ciò
no megliosostenerequalunque tormento, l'Aldimari, nelle sue Memorie storielle su
che dii;hiararealcunOiS'/g''Jore;ed all'anno diverse famiglie nobili napoletane efore-
58, n.° 33, dice che signore è il titolo soli- stiere, foinisce molti esempi dedotti dal
to a darsi nel Saluto (/'.)sino dall'anti- secoloX II I, per dimostrare in quanto pre-
chità, il quale ora in Italia con leggera i* giosalisseil predicato di signore, che non
milazionesi fa alla straniera; ed allo Siai'- davasi in Francia chea'feudatari amplissi-
nuto (/^^.) non si augura più il maggior mi, imperocché il titolo di signore deno-
de'beni, la sanità, ignorandosi l'origine tava superiorità, preminenza e nobiltà. Il

di tale opportuno augurio, ma si tace con predicato di signore, per quanto si rac-
silenzio assai eloquente per chi con pena coglie da non pochi alti notarili di nobi-
medita sul progresso retrogrado disilFatti li personaggi, duròanche nel secolo XV,
incivilimenti! 11 Ruinarl,/i//t sinceri dei qual distintivodiiVoi/V/àf^/'j, come l'at-

primi martiri, l. 2, p. 4^7,diceche ne'pri- testa Crescenzi nel suo Anfiteatro romano
nii tempi della Chiesa a' vescovi furono da- enei Trattato di nobiltà: laonde domi- i

ti i titoli di Signore, dì Santo e di Beatis- natori di Milano, di Verona, di Padova


simo (f^.). Nel V secolo si attribuì la qua- e di altre città se ne intitolarono signo-
lificazione non solamente agli uomini vi- ri. Gl'inglesi distinguonoqiielli della pri-
venti, ma
ancora a'santi defunti, quali i maria nobiltà col predicato di Lord[f'.),
furono più volte onorati col titolo o pre- parola desunta dalla sassone laford, che
dicato di signore; in appresso si accordò equivale a Dominus. Col volgere dell'e-
pure ai Papi, ai principi, ai vescovi, agli tà, introdottesi quindi altre note onorifi-
abbati, ai monaci; ma lutto questo è re- che, il predic.ito di signoria restringeva
lativamente alla parola dorninu^, che so- si a quelle personeche viveano meramen-
lo in tempi posteriori si è tradotta comu- te in costumanza civile, non deilile ad ar-
nemente col vocabolo di signore. Poco do- ti meccaniche e civili, eil in questi termi-
po Papi per umiltà adottarono il tito-
i ni fu riguardato nel secolo passato iuLora-
lo di Scrvus Servorum Dei ove di- bardia, ove ncliytn) fu derrctato cor) e-
C^'.),
co chi altri l'usarono. L'.\niu)iialo, pai- dillo araldico: 'i Alle persone iaipicgile
io4 SIG SIG
ìd abbietti esercizi non potrà darsi nean- rizzatoda Seneca. Obvios, si nomen non
che il semplice predicato di signore, sotto succurrit,Dom\nQSsalulamus.S(i non fos-
pena di 5o scudi , il qual predicalo sarà sedubbia un'iscrizione greca che conser-
permesso unicamente a chi vive civilmen- vava in Verona Malfei nel suo ricco mu-
te, oppure esercita qualche arte o impie- seo, in un testamento di Epitetto si avreb-
go civile". Temo assai che tale disposizio- be un antichissimo esempio del Signore
ne abbia generale osservanza, poiché per Signore due volte dato ad Iperide; ed al-
la degradazione quasi universale in cui so- lora avrebbe torto Augusto, che noi volle
no titoli onorifici profusi con stomache-
i neppure una volta; ma il Dominus non
vole eccesso, il titolo di signore, almeno se l'ebbe a male. Indi fu poi ben accolto
scrivendo, si dà quasi a tutti. Questo ti- da molti vescovi a'quali fu inviato, come
tolo è soltanto handhooeWe Repubbliche da Fiorenzo e da s. A tanasio a Lucifero di
(f-), ove le ambizioni aspirano a ben al- Cagliari; da s. Paolino a s. Agostino, ed
tre cose, come all'arricchire, al potere, al anche a'cardinali. Si replica poi ordina-
dominare, al signoreggiare di fatto. Ar- riamente il signore colle persone prima-
roge forse la sentenza con cui nell'ultima rie, perchè solendo queste essere colloca-
repubblica francese, nel 1 849 il piesiden- te in siti molto alti, se non l'ascoltano al-
te dell'assemblea Dupin, chiuse in certo la prima, possano sentirlo la 2.' volta e

modo la questione in essa insorta sulle pa- la 3.^ ancora aggiungendosi al Signore Si-
ìo\eSignore eCilladino, e(ii questa: Cliia- gnore il Padrone^ e poi il Colendissimo
ìiiiarnoci pure signori e siamo ciltaduii. (^.), quindinuovamente Signore, dopo
Essa ci fa involontariamente tornar col aver cominciato coW Illustrissimo (/ .) ,

pensiero a cei ti repubblicani che dopo il divenuto Irivialissimo a motivo della co-
24 febbraio 184B in Parigi [F.) ebbero munanza abusiva dell' Eccellenza (f^.)-
iioprattulto il gusto di farsi condurre nel- Non solo in Roma, ma in tutto il mondo
le carrozzedi cor te, banchettare al le men- cattolico parlandosi del supremo Gerarca
se di corte, assistere agli spettacoli nella ^/^), come padre comune de'fedelisi dice
loggia della corte, insomma gettarsi co- Nostro Signore: così scriveva Enrico IV
me affamati su tutti i residui del lusso di re di Francia nelle sue autografe lettere,
corte. Essi aveano propriamente l'aria di parlando di Clemente Vili. L'imperato-
dire : Siamo
signori e chiamiamoci cilla,' re della Turchia^/'.) chiamasi Gran Si-

{lini. Nelgennaio 185411 general Santan- gnore. Aggiunge Parisi, che a suo tempo
na presidente della repubblica del Mes- esci in scena la voce Signoria, e si scrivea
sico ha decretato: Che il direttore dei non già Prostra Signoria^ Vna F^. S., ed
dipartimenti e i membri delle assemblee anche Vossignoria se^i\endof,\ Vannozzi,
municipali di Messico e di VeraCruz pren • uèpretendel'articolo di precedere il pos-
derebbero il titolo di Eccellenza; i pre- sessivo Prostra, neppure nel plurale, noo
fetti de' distretti e i capi politici de' ter- dicendosi la Fostra Signorìa, ma o Fo-
:

ritorii quello di Signorej i membri del- sire Signorie, o\e Signorie Vostre. Potrà
l'assemblee de'diparlimenti e de'terrilo- dirsi bene \diStgnoria Vostra anchequau-

rii quello d' Illustrissimo , e quelli del- do si parla di molti, poiché le Signorie Vo'
le città di minore importanza, di ///«• strc non significherebbe la qualità astratta
sire. Il Parisi, Istruzioni per la segrete- inerente all'animo, per lo quale vi deno-
ria t. 3, de' titoli Signore e Signoria, ri- minate Signori, ma i vostri beni ed ave-
ferisce che abbiamo in Marziale una ma- ri; nel qual senso con minore spesa potre-
iiieradi salutarsi costumata dagli antichi. ste essere signori signorie, come ali 'op-
Sollicìtus doiias, Dominunij Hcgemque posto sihanno signorie senza signoria, che
salutasj'ìì qual complimento viene auto« nel latino Dominalio Qou piace a Parisi;
SI G S I Lir loT
forse perchè Signoria, astratto di siano- Sirc[r.'),non solo divenuto proprio dei
le, bignifìca dominio, podestà, giurisdizio- monarchi e tuttora in uso, ma un tem-
ne, <fomjVmf/o, imperiuiii ,(ìoniiniuiii j Si- po fatto comune a'principi minori e ad
gnoria pergo verno, reginien^eó anche pel altri. Al presente parlandosi in pubblico
supremo magislratod'alcLina repul)hlica. alle regine, si dà loro i titoli di Signora
Tultavolla leggo rìt\Dizionario della lin- e di Madama, oltre quello di Maestà
gua italiana, Signoria, si usa parlando {/'.) e altri.

o scrivendo a uomo di grande all'are, per SIGNORI DELLA MISSIONE, r.


titolo di maggioranza. Trovo nel 1. del 1 Congregazione di s. Vincenzo
]Missio.\E,
citalo Calogerà l'erudila Lettera di Tu- dePaoli,eSoBELLE eSuop.E della Carità".
balco Pa nidi io pastore arcade, in dife- SIGO o SUGO. Sede vescovile della
sa dell uso promiscuo del fostra Siguo- Numidia nell'Africa occidentale, tra Ma-
ria, e del J ai. Conclude, che non è con- codia e Cirta, e di questa suQraganea. Ne
tro le leggi d' un decoroso e ossequioso furono vescovi Cresconiodonalista che nel
tialtamento l'uso del f^oi a persone qua- 4i I fu alla conferenza di Cartagine, Vit-
lificate, nèerroregramcnaticale adopi an- tore cattolico esiliato nel 48-4- da Lnne-
dolo di ia, con
concerto col l'astra Signor rico re de' Vanda II, [)erchè negò solloscri-
T ostra Signoria Illustrissima, o con A^o- veregli errori de'donatisti. Morceili,.,^yr.
stra Eccellenza. Quella lettera è di Do- chr. t. I.

menico M.' Manui. De'lelteruti che con- Si GL'ENZA (iS'fgfm/m). Città con resi-
dannarono il termine di Signoria, parlò denza vescovile di Spagna nella Castiglia
pure il citato Canceilieii. Tra (|uelii che nuova e provincia di Guad ilaxara,a q le-
lo difesero vi è ancora la Lettera di A- ghe daBiihuega e SodaMadrid, presso al
lessandro Ciloliniin difesa della lingua limite di Calatayud o Soria, sul pendio di
volgare, e i luoghi del medesimo, con una una collina o monte Arienca, la cui som-
lettera di Girolamo Ruscelli al Muzio, in mità viene occupata da un vecchio ca-
difesa dell' uso delle Signorie, Venezia stello, alla sinistra della sorgente dell'IIe-
1 ,j5 I .All'articolo NosTRoSiG.voBE feci pa- nares, e cinta d' antiche mura e fortifi-
rola sul Noi costumato dal-
e sul Nostro, cata. Le strade basse sono larghe e bel-
le persone costituite in dignità. Domicel- le, ma le alte scoscese e strette, essendo
lo, donzello, Domicellus, non è che il di- le case per lo più di antica costruzione:
minutivo di Dominus,ì>\'^vnjve. DilFerisce le fonti sono alimentate da un acquedot-
dal signore, inquanto che questo è più to costruito a spese d'uno de'suoi vesco-
grande per ricchezze o per età. Questo ti- vi. La cattedrale di buono stile gotico, e
tolo anticamente davasi in Francia a'ilgli che contiene alcuni belli mausolei, è d'ot-
del re, ed a (juelli de'grandi signori. ÌNel tima struttura, sotto l' invociizione di s.

medio evo i haroni roinani si chianìava- Liberata vergine e martire, patrona del-
no/-?o«j/fe///,e ne parlai altrove.i\elt^/o5- la città, il cui corpo quasi intiero si con-
sarium di Du Gange si legge che Pomi- serva tra le s. reliquie colla massima ve-
ce llaefiìvouo chiamate le liglic nuhili dei nerazione. Il capitolo anticamente rego-
magnati baroni e militi, i cui genitori si lare e già più numeroso, secondo l'ulti-

denominavano Dominus e Dominae. Sì ma proposizione concistoriale, si com[io-


ri[)ortano diversi esempi che le (iglie di neva du) dignità, la .\lelletiualiern ilile-
i

re e altri prìncipi sovrani turouo dette Do- canojdi 24 canonici comprese le preben-
inuelLie,e co.m pure furono ap[)ellate le de del teologo e tlel penitenziere, di S ra-
Canouichrs\e secolari, discendendo IJo- zionari, rationarios et tutidem medios, di
ìnivella tla Domina. Finiìlmente il.i Si- c)c<ipptlldm detti del coro, e ili altri [ite-

gnorc derivò uucura il lilulo auvtunu di ti e chierici uddelli al scrviiiio divino. L)u-
,

io6 SIG SIL


j)o il concordato ilei i 85 r Ira la Spagna VaMez inquisitore e presidente di Casti-
(/^.) e la s. Sede, il capitolo è uniforme glia, morto senza aver preso possesso del
a quello d'altre chiese, al modo che ri- vescovato; Pietro di Tapia domenicano,
porterò in tale articolo. Vi è il fonte bat- ec. Nelle Notizie di Roma sono registra-
tesimale e la parrocchia, la cura d' ani- ti: fr. Giuseppe Garcia minore osservan-
me essendoaflidala all'economo. Alquan- Valladolid nel 1726;
te della diocesi di

to distante e in bellissima situazione tro- Francesco Diaz Sunlos Bullon della dio-
»'asi l'episcopio. Vi sonoaltrecliiese, due cesi di Palencia,lraslato da Barcellona nel
delle quali parrocchiali col battisterio 1750; Giuseppe de Cuesta della dio-
la

cinque conventi, ei più belli sono quel- cesi di Santander, trasferito da Ceuta nel
li dei girolainini e de' francescani, dieci 1761; il cardinal Francesco SaverioZ^eZ-
monasteri non che confrater-
di religiose, gaclo (^.), Iraslato da Canarie nel1 76B;

nite, diversi ospedali, il seminario, un o- Giovanni Diaz Guerra della diocesi di Si-
«pizie, un collegio universitario nel con- viglia, trasferito da Maiorica nel 1777;

vento di S.Antonio, altri stabilimenti, l'ar- Pietro Innocenzo Vexarano di Granata,


senale e la caserma; ma l'università e- ti-asferitodaBuenos-Ayres nel 1 8oi;Em"
retta nel i44i cessò col 1807. Possiede manueleFiayle della diocesi di Palencia
fabbriche di cappelli, stoviglie di terra, nel 18 rq. Essendo morto nel i838, dopo
chiodi, ferri da cavallo, di chincaglieria lunga sede vacante il regnante Pio IX nel
{•rossa, le cui officine sono stabilite nel- concistoro de'4 ottobre 1847 preconizzò
l'ospizio. E" patria del teologo fr.Giusep- l'odierno vescovo «ng.r Gioacchino Fer-
pe da Siguenza e di altri illustri. Vi si nandez Cortina di Pendneles diocesi d'O-
trovano varie antichità romane; ed con- i viedo, già canonico d' Ahneria e di To-
torni amenissimie fertili, pe'rig;tgnoli che ledo, governatore di questa arcidiocesi, e
vi affluiscono, danno pure gesso e marmo di Madrid vicario e visitatore. Ogni nuo-
statuario. Siguenza ricorda una fimosa vo vescovo era tassato in fiorini Sooo. La
battaglia fra' pompeiani ed i sertoriani. diocesi è vasta, estendendosi oltre 80 leU'
Invasa da'mori saraceni, a loro la tolse cas e comprendendo molti luoghi.
Alfonso VI re di Castiglia e di Leon nel SILANDA.Sede vescovile della Lidia,
I 106. La sede vescovile fu istituita nel nella diocesi d'Asia, sotto la metropoli di
V o VI secolo sulFraganea della metro- Sardi, eretta nel IV secolo. La città de-

politana di Toledo, e lo fu sino al ricor- v'essere stata di considerazione, avendo-


dato concordato, io virtìi del quale è ne pubblicato il medaglione, col novero
«ufh'aganea di Tarragona: il vescovo fu de' vescovi intervenuti a'concilii, il Buo-

un tempo signore temporale della città. narroti, ne' Medaglioni. Il p. Le Quien


)l r.°suo vescovo fu s. Sacerdote o Sa- neW Oriens chr. t. r
, p. 48 1 ,
registrò i se-

cerdozio, morto nel Syo: fra' suoi suc- guenti vescovi. Marco fu al concilio diNi-
cessori. Protogene intervenne al 3. "con- cea,AlcimedeaquellodiCalcedonia,Aua-
cilio di Toledo, s, Gienderico arcidiaco- tolio sottoscrisse la lettera del concilio di
no Toledo morì nel 708, il cardinal
di Lidia all'imperatoreLeone, Andrea inter-
Pietro Gandisalvodel/e/i^oza (A^.)gran venne al VI concilio generale, Stefano al
cancellieredi Castiglia, fondatore del col- VI l,Eustazioa quello di Fozio, N. al con-
legio di s. Croce di Vagliadolid morì nel cìlio che condannò Barlaam e Acindino

149^; il cardinal Garzia Loaisia (F.) avversari di Paiamo, sotto il patriarca


confessore di Carlo V; Ferdinando Niceo Calisto.
de Guevara poi arcivescovo di Granata, SILBIO. Sede vescovile della Frigia
patriarca delle Indice presidente di Ca- Pàcaziana, nella diocesi d'Asia, sotto la

stiglia, morto nei i652; Feidioaado di metropoli di Laodicea, eretta nel V se»
SIL SIL »07
coIo,fli cui furono vescoviiEulaliochclio- zio, vi sono tabelle colla parola Silenliuni
vossi al concilio di Calcedonio; Giovanni in grandi caratteri. A Convito parlai del
al VII generale; Nicefoio a quello di Fo- silenzio e della lettura nella mensa : il
p.
rio. Oriens dir. t. l, p. 809. Menochio, nelle Stuore cent. 1 o, cap. 1

S\LE^Z\ MWO, Siltntiarius.B\cesa%\ tratta: sr ne'corn'iti sia meglio lo stare in


anticamente colui, al quale appai teneva silenzio o parlare. Conclude, che deve*
impone silenzio. Alcuni cliiamaiono si- si come in tutte le cose recedere dagli e-
lenziaiio il segielario di stato nella corte slreir.i,nè parlar troppo, né tacere alfat-

di Costantinopoli o di altre corti sovra* lo, per essere discreto convitalo. La mi-
uè, o almeno ilsegietariodi gabinetto im- tologia, fece del silenzio una divinità al.

periale greco: forse così denominato per- legorica, rappresentandolo con un gio-
clièdovea osservare rigorosissimo Silen- vane che tiene il dito alla bocca e con ,

zio (^.) e profondissima segretezza. Di- una mano fa cenno di t;icere; il suo at-
ce il Magri che in delta corte questo voca- tributo è un ramo di pesca, albero le cui
boloavea altra significazione,percliè5'/f/j- foglie hanno forma di Lingua (f.) uma-
tiari evano que'soldati, quali custodiva- i na, ch'è uno degli strumenti del parlare.
no la porla del sagro concistoro imperia- I persi adorarono il silenzio come un Dio,

le, dove avevano l'incombenza di far os- gli egizi lo chiamarono Arpocrate,i greci

servare silenzio, e la loro compagnia era Sigalioue, romani Angerona. Gli anti-
i

chiamata ScìioLa silcnùarioruin. Proco- chi discepoli de'lìlosofì greci peno anni
pio riferisce, che quelli i quali militanilo gli udivano tacendo, poi istruiti parlava*
nel palazzo dell'imperatore intendevano no: savio e bello è il conoscere il tempo

alla cura delle cose pertinenti alla (|uiete, di tacere e quello di parlare. La parola
sì cliiamavanosilenziari. Da questa scuo- talvolta ferisce fieramente l'uomo piùche
la l'imperatrice Arianna nel 49' ele\ò il pugnale , rattrista persone e società ,

all'unpero Anastasio I, senza essere anco- produce animosità e risentimenti eter-

ra salito all'ordine senatorio , e ad onta ni. Il silenzio era comandalo nella cele-

ch'essa fosse l'infima milizia palatina, on- brazione de'misteri pagani, ed un aral-
de dicesi che l'imperatrice erasi invaghi- do l'imponeva colle formole Hoc agej :

ta di lui. Pare che anche la s. Sede avesse i faveto linguam. Questa


liiiguis pascilo

silenziari, e fossero dignitari: trovasi nei parola nella lingua degli auguri signifi-
monumenti antichi Schola devotissimo- cava ciò ch'è senza difetto. Gli oratori e
rum silentiariortim,Silenli(7rius sacnPa- lutti quelli che volevano parlare al po-

latii,Primiceriiim silenliariorum. Meglio polo romano, imponevano silenzio avan-


è vedersi Du Cange, Glossarium. Sem- zando la mano. Il silenzio presso gli an-
bra the Ira'iomani fosse ufiìcio apparte- liclii indicava specialmente il lem[)0che
nente agli schiavi anche Carlo Magno ; scorre dopo la mezzanotte, siccome il [)iìi

avea nella corte il silenziaiio. tranquillo. Gli eretici f^aUnliniani [f\)


SILEÌNZIO, iy//e«fmni.Taciturnità,lo osservavano ne'Ioro riti un silenzio per-

star cheto, il non parlare. Questo voca- petuo: imitavano segreti e gli arca-
essi i

bolo nella s. Scrittura esprime anche le ni degli eleusini, usando gran diligenza

idee di liposo, quiete, rovina, morte. Gli in occultare (piel che [>iedicavano: lutti
antichi ebbero l'ufllcio i\\ Silenziario^f '

.)
i Settari^ f^.) ebbero grandemente a cuo-
per imporre silenzio o parlare sotto vo- re il segreto e l'arcano. Questo la Chiesa
ce nel palazzo imperiale, forse .indie nel osservò lincile credè necosaria tale disci-
patriarchio pontificio, ne'monustei 1, nelle plina, perchè i gentili ignora>sero i sa;;i i

scuole, nel refettorio, per cui in (juesli ul- misteri, e poi abbandonò il silenzio dei

timi luoghi, dovendosi osservare il silcu- sasri riti e delle ccclesiasliclie ceiemooic,
io8 SIL SIL
e le rese cognite apertamente a tutti. I do in lui molto spirito e grande amore
santi per mortificazione e per la vita con- per lo studio, lo consigliò a trasferirsi in

templativa furono assai osservanti del si- Parigi. Oltre il soccorso trovalo in quel-
s. Gregorio Na-
lenzio: ricorderò tra'primi la capitale per sussistere,venne fatto mae-
zianzeno, il quale col silenzio di 4o gior- stro nelle scienze e poi reggente nell'u-
ni represse la tentazione della lofiuacilà; niversità. L'alletto patrio l'indusse a ri-
tra 'secondi «.Romualdo istitutore de'ca- tornar nella Spagna, dove ottenne la cat-

rnaldolesi, onde suoi discepoli di qua-


i tedra di filosofia morale, e poi di teolo-
lunque parola oziosa chiedevano la pe- gia nel collegio di s. Bartolomeo di Sa-

nitenza: questo mirabile silenzio del san- lamanca, ove avendo perseverato lunga-
to celebrò nella sua vita s. Pier Damia- mente, conseguila la giubilazione, si ri-
ni. Molli ordini religiosi sono osservan- tirò nel suburbio a menar vita quieta ap-

ti del silenzio, e lo rimarco a' loro arti- plicata allo studio delle divine Scritture.

coli. Frattanto dovendosi nella Spagna pren-


SILENZIO. Ordine di cavalieri. V. dere a risroroso
o esame la dollrina d' E-
Cipro ordine equestre. rasmodi Rotterdam, fu compreso Ira'de-
sileo oSI \AJ^O^S\lvlum,Syllaeum. potati, già divenuto canonico teologodel-
Sede vescovile della 2.' Panfilia, sotto la la cattedrale di Coirà, ov'erasi preparata
metropoli di Pirgi{f^.), eretta nel IV se- la tomba. Sorpreso Carlo Vdi sua pro-
colo, elevata a metropoli nelI'VIII, ed u- bità e dottrina, l'assegnò a precettore di
nita a quella di Piigi. Si conoscono i se- Filippo II suo figlio, a cui piacque nomi-
guenti vescovi di Sileo. Teodolo nel 38 i narlo in suo elemosiniere e confessore; nel
fu al ."concilio generale di Costantino-
[ qual geloso incarico avendo secondato a
poli; Neone assistè a quello generale di mera viglia le mi re del l'imperatore, in pre-
Calcedonia; Plusianoal VI generalejPao- mio di sua fedeltà lo nominò a vescovo
lo sottoscrisse i canoni in Trullo j Costan- di Carlagena, e nel 543 gli commise ri-
i

tino iconoclasta fu trasferito a Costanti- ceverea Badajox d. Maria infanta di Por-


nopoli; Antonio fu depostocome fautore togallo, destinata sposa di Filippo II. Fu
degl'iconoclasti nell'S 1 1 ; Pietro di cui è quindi trasferito all'arcivescovato di To-
menzione nella vita di s. Giovannicio; ledo primate della Spagna. Collocato ia
Giovanni assistè all'VIIl concilio gene- grado sì sublime, raostrossi difensore in-
rale; altro Giovanni a quello del patriar- trepido della cattolica religione contro le

ca Sisinnio 11 nel 997; IMichele trovossi nascenti eresie, le quali si studiò di sof-
al conciliodiCerulario,nel quale sacrile- focare prima che avessero tempo e agio
gamente furono scomunicali legati di s. i di dilatarsi. Informato Paolo IV del suo
Leone IX; N. fu al concilio tenuto sotto merito e zelo,a'2odicembrei 555, quan-
l'imperatore Isacco Angelo; N. occupava tunque assente da Roma, lo volle onora-

la sede nell'impero d' Andronico I. O- re del cardinalato, dichiarandolo prete dei


riens dir. 1. 1, p. lor 7. ss. IVereo ed Achilleo. Non mancò egli coi

SILICEO o PEDERNALES Gian- fatti corrispondere alle obbligazioni del-


martino, Cardinale. ^acc\\ie. inVillagar- la conferitagli dignità, e dopo avere ri-

Badajox, di oscuri parenti,


zia, diocesi di cuperato molte possessioni di sua chiesa

e siccome dolalo di eccellente ingegno, alienate da'predecessori, stabilì con per-


avanzatosi negli studi destinò recarsi in petuo decreto che ninno discendente da
Roma, ma passando per Valenza gli con- mori o ebrei potesse giammai ottenere
venne per necessità dedi^^arsi per mae- nella metropolitana di Toledo canonica-
stro a'tigli d'un gentiluomo. Ivi strinse li, prebende o benefizi, o esercitarvi al-

amicizia con uu religioso, che aiumiran- cuna giurisdizione o qualsivoglia uflizio^


SIL SIL 109
ed infilili ne escluse con pello forle tulli do nel ministero sotto Adriano VI e Cle-

i cattivi uodiini per mettervi invece sog- mente VII. Pvitornato in Portogallo, fa
getti idonei. Edificò una sontuosa cap- dal re Giovanni 111 fatto suo consigliere
pella alla B. Vergine nella detta chiesa, e segretario particolare di corte, carica
e fondò un collegio per 4u fanciulli pel splendida e autorevole per essere ammes-
servigio della medesima, un conservato- so ue'segreli piìi gelosi del regno. Dive-
rio per altrettante nobili vergini e orfa- nuto vescovo di Viseu neh 539 o i54i
ne, per collocarsi in matrimonio a tem[)o a' 12 settembre iSSg Paolo III lo creò

debito con assegno di sulliciente dote, e cardinale e pubblicò a'2 dicembre i 54 i


stabilipure una casa perle femmine mon- prete de'ss. Xll Apostoli, ad istanza del
dane convertite. Pulsarci da' fondamenti cardinale Alessandro Farnese nipote del
il celebre collegio di s. Bartolomeo che Papa. Sdegnato il redellinipiovvisa pro-
minacciava rovina; nella carestia per un mozione fatta senza sua intelligenza, gli
anno alimentò poveri del grande ospe-
i proibì d'accettarla e di recarsi in Roma.
dale di Toledo, e distribuì i ^,000 scudi Il cardinale però segretamente vi si con-
a' bisognosi della città e diocesi : finché dusse con pochi intimi amici, né volle più
durò la guerra da Carlo V mossa a'pro- tornare in Portogallo ad onta delle pres-
testanti, contribu'i 4o,ooo scudi per le santi lettere del re, percui lo spogliò del-
spese di essa, e somministrògran somma le rendite ecclesiastiche e lo snaturalizzò
di denaro a Giulio 111 e ad altri Papi. Fu a'3 gennaio i 54'2,proibendoa'portoglie-
chiamalo dal Signore, come cigiovaspe- si il commercio con lui anche epistolare.
rare, a godere il premio di sue gloriose Per consiglio di s. Ignazio rinunziò il ve-
azioni, in Valladolid o inToledo nel 57 7, 1 scovato, la cui amministrazione assunse
di 80 anni, e 3o mesi di porpora. Lasciò il cardinal Farnese, che gli lasciò goder-
erede di suesoslanze la pia casa delle no- ne le rendite. Paolo III si prevalse del
bili vergini, dove fusepoltocoa breve me- cardinale, e lo spedì legiito a Carlo V per
moria,sebbene altri lo credono tumulato pacificarlo col redi Francia, ma senza ef-

nella metropolitana. fetto per non essere gradito a quel mo-


SILVA o SYLVA "SlicuELE.Cardina. narca genero di Giovanni III. Nel 1^49
le. Venne alla luce in Evora di Porto- fu fatto vescovo di INIassa e Populonia, le-

gallo, dalla nobilissima famiglia de'conli gato a Venezia, nella I\Iarca d'Ancona e
di Portallegre, avendo sortito dalla na- di Bologna, riuscendo dappertutto ama-
tura un eccellente ingegno e grande in- to e stimato. Dopo essere intervenuto a
clinazione agli studi delle belle lettere, a due conclavi, poiché era assente in quello
meglio coltivarli fu dal le d. Emanuele di Giulio 111, assai avanzato in età morì
mandalo all'università di Parigi, poi in in Roma nel i 556, ed ebbe sepoltura nel-
Siena, quindi a Bologna, e per ullimoa la basilica di s. Maria in Trastevere di-

Ruma, do ve contrasse stretta amicizia coi venuta suo titolo, pi-esso a cui fabbricò
più dotti. Trasferitosi a Venezia, percor- un magnifico palazzo ov'era solito abita-

se le piincipali provincie d'Europa, ri- re, per porgergli sovente occasione di vi-

patriando pieno di cognizioni e insigne- sitare la B. Vergine, di cui era teneramen-


mente erudito cos'i nel verso come nella te divoto, ma ivi il suo monumento se-
prosa,massime nella lingua greca. Il re polcrale non esiste più. Fu autore di va-
contento de'suoi progressi e del suo ma- rie opere singolarmente in verso, che re-
turo senno lo ammise in corte, ove accpii- gistrò ilTorrigio, De scriplonbiis carili-
slatosi pratica e sperienza nel maneggio nalilitts. Olii e d'essere eccellente poeta,
degli affari, lo destinò oratore a Leone X fu insigne matematico, e compose un e-
e al concilio di Lateiauo V, couliuuau* pigromina iu lode del suddetto cardinal
5-

Ilo SI L SIL
Farnese, die il senato romano pose in Miclieie, mentre e veramente ciò fece'H
Campidoglio scolpito sul in:u'ino. suo padre re Giovanni VI. Inoltreddelto
SILVA DE iMOTTA Giovanni, Car- re supplicò Leone XII a tra>ferirlo alla
dinnle, iNobile poi loyliese, nacque da il- chiesa patriarcale di Lisbona, ciò che il

Justii genitori, in Casteibranco nel di- Papa etleltuò nel concistoro de' i 3 mar-
stretto diGuiniaraens, a'i4 agosto 685. 1 zo 1 826. 1 vi morì a'3 gf;nnaio 1 84», d'an-
Fatti con successo gli slutli nell'univer- ni 84 non compili, fu esposto in quella
sità diCoimbra, in cui più volte ne die chiesa patriarcale pe' solenni funerali, e
pubblico saggio e ne riportò la laurea di la sua spoglia mortale fu depositata nel-
dottore, fu da Giovanni V nominato ca- lachiesa di s. Vincenzo de Fora. Questo
nonico della palriarc.iledi Lisbona e suo cardinale fu di dubbie opinioni politiche;
consigliere, indi per le di lui istanze Be- di più si fece appartenere alle società se-
nedetto XI 11 a'26 novembre 727 lo creò 1 grete. Mi duole l'animo in pronunziare
cardinale prete, senza titolo per non es- queste gravi e dolorose parole, ma pur
sersi recato in Roma, né a ricevere le in- troppo è a deplorarsi che il settario mor-
segne cardinalizie, uè a'due conclavi. Pei bo pestifero infettò anche alcuni del ve-
suoi talentiil re lo scelse a suoi. "mini- nerandocelo ecclesiastico, cosa notissima.
stro,eminentecarica cbe disimpegnò con SILVANA. Sede vescovile della provin-
tanta pubblica soddisfazione, che fu uni- cia d'isauria, sotto la metropoli di Séleu-
versalmente compiantoc|uandoa'4 otto- cia, nella diocesi d'Antiochia. Il suo ve-
bre 74? '"0>"J> d'anni 63 non compiti, in
i scovoEulalio sottoscrisse canoni i m Trul-
Lisbona, venendo sepolto nella chiesa dei lo. Oricns dir. io34'
t. 2. p.
carmelitani. SILVANO Questo sanlo è patro-
(s.).

SILVA Patrizio, Cardinnle. tacque no della piccola città di Levroux nel Ber-
nobilmente in Leiria di Portogallo ai 1 ry, che l'onora a'22 di settembre. Una
ottobre 1756, dopo filiti gli sludi abbrac- tradizione popolare, non appoggiata ad
ciò la vita religiosa nell'ordine eremita- alcun solido fondamento, crede eh' esso
no di Agostino, e per la sua dottrina
s. sia il pubblicano Zacheo sotto altro nome.
e talento meritò che Pio VII nel conci SILVERIO (s.),Papa LX. Nacque per
storode'2 febbraio 820 lo preconizzasse
I 1 legittimo matrimonio da Papa s. Ormi-
arcivescovo d'P^vora.II reGiovanni VI che sda (prima che fosse inizialo negli ordini
lo amava lo fece segretario di stalo desìi sagri, come attesta Baronio) di Frosino-
affari ecclesiastici e di giustizia, ed ottenne ne, che alcuni dissero di Troia nella Cara-
da Leone XII che nel concistoro de'2 7 set- pania Felice,ma meglio nella Campagna
tembre 1824 lo creasse cardinale dell'or- oCampaniaRomana nel rioneCampoTra-
dine de'preti; ma per non essersi mai re- iano di Ccccano, e perciò come padre il

calo in Pvoma,neppu re a'due concia vi, non campano e frosinate, per quanto rilevai
ricevè il cappello, l'anello e il titolo car- nel voi. XXVI l, p. 276 e 3o2, originari
dinalizio. Il Papa spedi in Portogallo a ambedue di Prosinone, e che Ceccano o-
recargli la notizia di sua promozione e il ve nacquero fu cinta di forti mura castel-
berrettino rosso, la guardia nobile e aiu- lane con porle d'ordine di s. Silverio, la
tante di questo corpo cav. Michele Alva- cui statua e quella del padre si venerano
rez de Castro, che il re decorò dell'ordi- nella chiesa principale diFrosinone,al mo-
ne di Cristo; fu pure incaricato di porta- do notato a p. 3 1 6. Alcuni dicono s. Sil-
re la berretta cardinalizia per l'ablegato verio cardinale dell'ordine de'pre ti, altri e
apostolico che nominai nel voi. V, p. 1 62, più probabilmente diacono o meglio sud-
ove fui indotto in errore con dire che diacono regionario. Essendo morloin Co-
gl'impose la berretta cardinalizia il re d. staiiiinopuli s. Agapito 1 a'22 aprile 536,
SIL SIL III
(lopoarrivala tale notizia inRom3,fuciea- ro alla famosa Antonina deqna amica e
to Fiipas. Silverio agli ti giugno SSj, se- confidente di Teodora e indegna moglie
condo Novaes , naentre vi è chi sostiene di Belisario, permeglio tirare al suo par-
che gli successe 4ogio''n' dopo la morte tito il qualeciecamentede-
quel capitano,
del predecessore, indi consagi-ato agli 8 feriva alla consorte. Incamminatosi per-
giugno 536. Anastasio Bibliotecario scri- tanto Belisario verso Roma, romani gli i

ve che s. Silverio fosse stato eletto per o- aprirono le porte, gli mandarono le chiavi
pera di Teodato re de'goti che signoreg- della cillà e ne cacciarono goti, che re i

giava Roma, e da lui corrotto con dena- Vilige, successore a Teodalo, a\ea racco-
ro; maLiberalo,che in questo tempo scris- mandali a s. Silverio. Il Pa[)a per impe-
se il Breviario della sua storia, non fa dire un massacro e la depredazione del-
menzione alcuna di questa pecuniaria su- le chiese, si accorcìòcon Belisario, che en-
bornazione, né di violenza fatta da Teo- trò in Roma a' I o dicembre jSy, mentre
dato romano. Olire a ciò, come
al clero i goti Uscivano per altra porla. Ma Viti-

riflette il Caronio negli /énnali ecclesia- ge nel marzo538si presentò avanti A'o-

stici, all'anno 536,n.°i23, non avrebbe 5o,ooo goti e l'assediò; però


/;/rt(/'.)con I

s. Silverio accusalo dello stesso delitto di dopo un anno e 9 giorni avendo perduto
simonia Vigilio (/'.), nella sua intrusio- una liemenda battaglia si ritirò. Fu al-
ne al trono pontificio, nel libello delia sen- lora che Belisario esserido stato in forse
tenza, che scrisse della condanna di Vigi- se dovea ubbidire a Teodora, ebbe la de-
lio, s'egli slesso per questo mezzo fosse sa- bolezza di compiacerla, sebbene dichia-
lito al trono medesimo. Trovandosi allo- rasse che a lui non si dovesse imputare
ra Vigilio nunzio di s. Agapito in Co- I la rovina delPapa,eche l'autore neavreb-
stantinopoli, bramoso di salire al ponti- be reso conto a Dio. Pertanto e vedendo
ficalo fino dal 53 in cui viveva s. Roni-
1 che non cedeva alle pretensioni dell'im-
facio II, il quale con decreto l'avea desi- peralrice,iipugnanle prese occasione per
gnato successore e poi rivocalo, promise deporre s. Silverio, accusandolo d'intel-
a Teodora imperatrice eretica eutichiana ligenza segreta co'goti in tempo dell'asse-

e acefala, ch'egli annullerebbe il concilio dio per dar loro Roma, egli sostituì l'acji-

di Calcedonia (/^'.)in cui furono condan- bizioso Vigilio. Il Papa innocente si riti-

nati gli Eiuichiani (f.), e restituirebbe rò nella chiesa di s. Sabina, ma Belisario


alla chiesa di Costantinopoli Antimo, Se- l'obbligò a vestirsi da monaco, poiché fat-

•vero a quello d* Antiochia , Teodosio a tolo trasportare nel suo palazzo della villa
quella d'Alessandria e gli altri, che quali Pinciana, lo privò di tutte le indegne pon-
eutichianiacefuli n'erano stali deposti e tificie, e dopo i rimproveri di cui lo ri-

separati, qualora ella si adoperasse in far- colmò .Antonina, l'esiliò a Patera o Pata-
lo salire al soglio papale. Adescala l'au- ra cillà della Licia. Allora Belisario fece
gusta con tal promessa, die a Vigilio 700 pubblicare, che s. Silverio era deposto e
pezze d'oro, e commise al celebie Belisa- divenuto monaco; nel giorno seguente fe-
rio questo all'are, nel recarsi con l'eserci- ce procedere all' elezione di Vigilio, che
to tl'ordine di Giustiniano I imperatore entrò in possesso del ponlificatoa'22 no-
a liberare Roma e l'Italia dal giogo dei vembre 537 o 538, perchè alcuni croni-
goti. Tornalo N'igilio in Roma colla spe- sti aiilicipnnod'un anno l'ingresso in Ro-

ranza d'essere ci eato Papa, trovo già e- ma di Belisario e l'assedio di Vilige. Il ve-

lelto s. Silverio; ma non perdendosi d'a- scovodi Patarafece onorevole accoglien-


nimo, si portò in l^avennii a consegnare za a s. Silverio, e ne prese la difesa : a t.i-

a Belisario le lettere in suo favore, «Ile fpia- le elfello il vescovo si condusse dall'i mi-

li uggiuusela promessa di 200 libbre d'o- peratore, gli pailò con libertà sacerdola-
112 S I L SIL
le e lo minacciò de'giudizi di Dio,non se dello luogo del monte Piuclo, già abita-
riparava a Innlo scandalo. Gli disse: V'ha loda Belisario, essendo venutoin proprie-
molti re sulla terra, ma non vi è che un tà de'Medici granduchi di Toscana, que-
Papa nella chiesa di tutto il mondo. Que- sti ampliatovi il palazzo per loro detto di

ste parole in bocca d'un vescovo orientale, f^iUaI\Iedici,\n memov'ìa dell'avvenimen-


sono un'ulteriore prova, ch'era ricono- to vi fecero collocare quella lapide mar-
sciuta universalmente la supremazia dei- morea, che pubblicò Piazza neW Emero-
la sede di Roma. Conosciutasi perciò da /og;/'o<f//ioma a'20 giugno.In questo gior-
Giustiniano I l'innocenza di s. Silverio, lo no e nel 1667 essendo slato elevato alla
rimandò a Roma; onde temendo Vigilio cattedra apostolica Clemente IX, per di-
di rimaner privo del tanto vagheggiato vozione verso s. Silverio fece coniare due
pontificato,con Antonina impegnò Beli- medaglie, i cui coni tuttora si conserva-
sario ad arrestarlo prima che giungesse no nella zecca pontificia. La i." esprime
nella città, ed esiliarlo di nuovo nell'iso- l'effigie di Clemente 1 X con camauro, sto-

la Palmaria, nel mare della Liguria, se- la e mozzelta, e l'iscrizione: Cleni. IX P.


condo alcuni, ovvero e più certamente M. creai, xxjun. 667; 1 nel rovescio: Co/z-
nell'isola di Ponza incontro Terracina, slanlia Silverii adiniitan.proposila^e sot-
dove il Papa consumalo dalla fame, dal to Roniae, oltre lo stemma Rospigliosi:
freddo e da'disastri,come riferisce Libe- allude all'elezione avvenuta nel dì della
ralo in Breviar. cap. 22, p. 776 (il qua- beata morte e festa del predecessore s. Sil-

le attribuisce a Vigilio la morte di s. Sil- verio. La 2.' con iscrizione e ritratto co-
verio),otrafittocolferro,come narra Pro- me nella precedente, nel rovescio è pure
copio, in Hist. arcana, p. 4> '' fli^iale di- ripetuta l'epigrafe di con tipo
s. Silverio,
ceche l'uccisoredi s. Silverio fu Eugenio alquanto di verso. Notai a C uies \ di s. Ste-
servo d'Antonina mogliedi Belisario, finì fano DE'MoRr, che il rettore della mede-
di vivere a'20 giugno del 54o, su di che sima d. Silverio Campana vi eresse un al-
sono a vedersi i Boliandisli die lojunii, tare in suo onore, disponendo che vi si

p. i3. Papa s. Silverio in un'ordinazione celebrasse la festa, e vi è l'indulgenza. Va-


nel dicembre avea crealo 19 vescovi, i3 cò la s- Sede 6 giorni, perchè tenuto Vi-
preti,5 diaconi, e visse nel pontificalo 4 gilio dal clero romano per illegittimo, al-
anni ei2 giorni. Fu sepolto ove morì, e lora lo confermò, e poi si mostrò degno
si venerano le sue reliquie in Roma nel- del pontificato.
la basilica di Maria Maggiore,nella chie-
s. SILVES, iS/A'^z. Città vescovile diPor-
sa di s. Alessio, e pare auche a s. Sabina togallo, provincia o reguo dell'Algarvia,
ov'erasi rifugialo. Venneallameute loda- comarca da Faro, ed
a più che io leghe
to per apostolica costanza, per invitta sol- a più di 6 da Lagos, sulla sponda destra
lecitudine, zelo e fervore ne'travagli. Si del Porliraaò, che vi riceve il fìumicello
oppose all'empia Teodora per ripristina- del suo nome e diventa navigabile, ed il
re Antimo nella sede di Costantinopoli, quale quivi si attraversa sopra un ponte
deposto da s. Agapito l , benché avesse di pietra. Ha una bella chiesa parrocchia-
preveduto che gli sarebbe costata la vi- le, convento, scuola latina, spedale e o-
ta, e si ricusò perciò dal recarsi in Co- spizio. Il suo aspetto è regolare, ha voto
stantinopoli a esaminar la causa dell'in- alle cortes, ed occupa il 3.°banco. I mori
truso. Essendo nell'isola di Ponza, scrisse saraceni l'invasero coirAlgarvia,ed il re
a un vescovo suo amico : Vengo alimen- Saucio l neli 188 la ri prese e nel seguen-
tato col pane della tribolazione, e coll'ac- te anno tolse loro qualche altro distretto,
qua delle angustie, ma non perciò ho tra- per cui sin d'allora assunse il titolo di re
lusciuto d'esercitare il mio cilicio. 11 sud- d'Algarvia, e come tale fu riconosciuto.
SIL SIL 1 3
Altri riferisconoche l'Algarvia era una restò la sede vacante sino ali 844'"'^"'
semplice contea, dovesoggiornavanoi lu- Gregorio XVI nel concistoro de'22 gen-
derlani o laiduii, e che re Dionigi 1 l'e- naio preconizzò l'attuale vescovo di I;aro
saltò al grado di regno, su di che meglio nig.r Antonio Bernardo da Fonseca Mo-
è vedere quanto dissi a Por. TOG ALLO. L'Al- niz, daMoucorvo diocesi di Braga, già vi-
garvia anticamente era un paese più este- cario generale di quell'arcivescovo. Tan-
so del presente, con titolo vescovile, ed il to il vescovo di Silves, comequellodi Fa-
vescovo innanzi l'invasione de'mon del- ro, per tali traslazioni s'intitolarono anche
l'Africa faceva residenza in Ossonoba o vescovi Ossobonpnsis, e /flgarbicnsis dal
Ossonaba,ora vill;iggiod'Estoml)ar,e ciò nome del regno.InoltreaFarosi riunì an-
fin dal 3o8, città dell'esarcato ecclesiasti- che la sede vescovile di Lagos o Lacobri'
co di Spagna, considerabile del la Liisitania g^,erella nel VI secolo, e poi una delle 4 re-
secondo Pomponio Mela e Tolomeo; al- sidenze del vescovo d' Algarvia, laonde Fa-
tri dicono corrispondere all'odierna Faro ro diventò importanfee ragguardevole co-
(^.). Fu snlhaganeadi Siviglia, e poi
già me sede dell'unico vescovo del regno; tut-
lo divenne d'Evora dopoché questa nel tavia Lagos è ancora città considerevole.
secolo XVI fu dichiarata arcivescovato: Trovo ancora che il vescovo d'Algarbia
il vescovo d'Algarvia od'Ossonoba ^ in- fece pure residenza in Tavira,città del rea-
cenzo intervenne nel principiodel IV se- me con porlo sulla foce del Sequa, difesa
colo al concilio d'Elvira, e Pietroa quel- dal castelloeda due baloardi, con super-
lo di Toledo del 4o6. Nel r i88 la sede bo e solido ponte; però Castromarino è il

del vescovo di Algarvia o Ossonaba, da luogo più fortificato di tutta la provincia.


questa città fu trasferita a Silves e vi re- SILVESTRINE. Congregazione di mo-
stò sino al 1590, in cui per l'aria malsa- nache benedettine. Dopo che s. Silvestro
na partirono da Silves il vescovo d. Al- Gozzolini abbate nel 23 istituì colla re- I I

fon*;o di Casleibranco ed principali cit- i gola di s. Benedetto l'ordine de'monaci per


tadini, e si stabilirono in Faro, in esecu- lui detti Sili'e^lrini (f.), fabbricò il mo-
zione del disposto da l'aolo Ili fino dal nastero di s. Beneilelto nel suburbio diPe-
1 53r). Di diversi vescovi di Silvesedi Fa- rugia nel 1 2r)(), donde nel 1 2r)'7 i monaci
ro ho parlato in alcuni articoli, come di furono trasferiti in quello edificalo nella
Alvaro Pelagio vescovodiSilvesdel 3 16, 1 cillà; dipoi il ven. Andrea di (iiacomo da
nel vol.XXI,p. 2-23, e per non dire d'al- Fabriano 4-° generale dell'ordine invece
tri Jacopo de Souza vescovo di Silves dal v'istituì le monache silvestrine, ed in es-
re Emanuele fu spedilo ambasciatore a so le religiose per molt; anni vi perseve-
Giulio 11. Quanto a'vescovi di Faro se- i rarono : siccome alcuni fanno istitutore
guenti sono riportati nelle Notizie di Ro- delle monache il b. Bartolo 3." generale
ma. Nel 74o fr. Ignazio da
I s. Teresa, Ira- dell'ordine, ne parlerò nel seguente arti-
slato dall'ai ci vescovato di Goa; nel 1 7^2 colo, dicendo ancoraché pare originasse-
fr. Lorenzodi s. Maria
mino- di C!oirabra ro nel 12 33 per opera dello stesso s. Sil-
re os<ervante riformalo, Irasleiitoda Goa; vestro abbate in Serra s. Quirico. INIa nel-
nel 784 Andrea Teixeiia Pallia di Hi-ja,
I la guerra scoppiata nel pontificato d'Ur-
succeduto percoadiuloria; nel 787 Giu- i bano Vili nello slato ecclesiastico, e te-
sep[>e M.^ de Mcllo ili Lisbona; nel "89 1 mendosi la propotenz-anìilitare, furono le
Francesco Gonies (ìlippino, della diocesi monache traslocate dal subuil^io in allro
di Lisbona; nel H q (ÌMiaccbino da s. An-
1 i monastero dcnlio Perugia, già degli c-
na (^arvallio, della diocesi di Lisbona; nel remiti di s. Agostino e denominati della
18 >4 Bernardo Antonio ile Fiqucrcido, congregazione di Perugia canìbiandosi ,

della diocesi di Coimbra; morto noli 833 il suo nome di s. Maria Novella in qucl-

VOL. LIVI. 8

a bi'inrvaiw , ru^.
I 1
4 S I L SIL
lo di s. Beneclelto. Si formarono per le presente non esistono più le monache sil-

monache particolari costituzioni, secondo vestri ne.

quelle dell'ordine sii vestii no,airosservan- S IL VESTPilNI. Congregazione mona-


za dellequnli obbligavanocon voto pai
si •
slica,chesegnendo la Benedet-
regola di s.

licolaie nella solenne professione. Nel co- to, vanta a fondatore Guzzo-
s. iS'/Vt'e^^ro

lore però delle vesti differirono dai mo- lini o Gozzolini nobile d'Osimo,e da lui ne
non vestendo il nome. Nacque esso nel 1 1
naci, i quali allora di color prese 77 ed eb-
ceruleo scuro, come alciuii scrivono, ma be perpadre Ghisliero,e prima cheinlui
sibbene di color tanè lionato (ed in fat- rispleiidcsse il lume della ragione, e lino
ti il Compagnoni, Memorie d'Osimo, t. dai piìi teneri anni mostrò di possedere

2, p. 233, e t. 5, p. 72, nelle belle no- tutte le virtù, onde i suoi parenti conce-
tizieche riporta di s. Silvestro, dichiara pironosicura speranza dell'ottima sua riu-
che ven. Andrea di Giacomo scrittore
il scita, e dopo primi studi fatti nella pa-
i

della di lui vita, notò che l'abito del san- tria 0>imo, lo mandarono a Padova e a
to e de' suoi primi monaci era ruvido e Bologna acciò vi apprendesse la giurispi u-
aspro, senza dirne il colore; quindi con di- denza. Conoscendo Sii vestio che quest'ap-
verse autorità stabili>ce, che l'antico co- plicazione lo impegnava negli affari del
lore dell'abito de'silveslrini Uì mustellino mondo, ne'quali avea risoluto di non in-
o lionato, come quello da'^'allombrosani, gerirsi, e propendendo per la vita chieri-

ossia color tanè lionato; indi parla delle cale, si die tutto allo studio della teologia
diverse variazioni e cambiamenti del co- e a quello delle divine Scritture, per pu'i
lore di questo abito), le monache adotta- facilnjente conosceiee amare Dio che ciò
rono quello nero, come le altre benedet- gl'ispiiava. Dividea il tempo in modo, che
tine che vestono così. Convennero però impiegandolo alternativamente nello slu-
nella forma dell'abito, poiché lo stabiliro- dioe nell'orazione, non gli restava neppu-

no composto di tonaca, di scapolare, e di re un momento d'ozio, né per qualche le-


cocolla che assumevano nelle sagre fun- cito sollievo. Ritornato dopo il corso de-
zioni e in circostanze solenni. Sopra il ca- glistudi in patria, incontrò la paterna in*
pOjOltreil velo bianco, sovrapposero il ne- degnazione per non aver atteso alla giu-
ro comuneqiiasi a tutte monache. Del-
le risprudenza che reputava necessaria pei
le silvesfiine tratta Conanni nel Ca-
il p. giungere agli onori e luci del mondo, per i

talogo delle vergini a Dio dedicate, a p. cui non volle vederlo né parlargli per o i

92, e ne riporta la figura, la quale fu ri- anni. Sopportò Silvestro con paziente ras-
prodotta dal Capparoni, nella Raccolta segnazione tale trattamento, ed intanto
degli ordini religiosi delle vergini a Dio di venne canonico onora rio del la cattedra-
dedicate, a p. 34, insieme al narrato dal le, e promosso al sacerdozio si applicò più

p. Eonanni. Dice il p. Helyot che le sil- assiduamente all'orazione, alla contem-


vestrine ebbero parecchi monasteri, ed li- plazione delle cose divine, e agli esercizi
tio anche a Serra s. Quirico, che rimonta delle più belle virtù. Acceso di zelo per
al 1233 poco dopo la fondazione dell'or- la salute delle anime, cominciò a predi-
dine, tutti sotto la direzione de'monacisil- care e riuscì mirabilmente nel ministero
vestriiii; niacoll'andardel tempo riuscen- apostolico, perla gran dottrina di cui era
do ad essi d'imbarazzo la lasciarono, rite- adorno, e per la santità della vita con cui
nendola direzionesolodiquellodis.Bene- confermava quanto diceva. Non istette in
detlo di Perugia. Anche in Firenze, non sul forse di portar con la sua voce ammo-
già in Recanati, furono istituite queste nimenti salutari allo stesso pastore d'O-
monache dal ven. Andrea s. Giacomo, e Simo tralignato dalle sollecitudini di ve-
collocate nel monastero di s. Giorgio. Al scovo, benché gliene venisse per tale uso
~
SIL S I L I I

ili libertà evangelica travaglio d'ingiusta gr)la chedovea abbracciare, gli apparve-
persecuzione. Impugnò la spada de! Si- ro tutti i fondatori degli ordini regolari,
gnore contini vizi, che cercava di rimuo- ntostrandogli ognuno la siia.ech'egli scel-
vere dal cuore de'suoi concittadini, qua- i se fpiella di s. lieiiedelto. Altri poi voglio-

li Io ammiravano avvampante di santo no, ch'egli fabbricasse ili.°suo mnn;isle-


zelo. Pensò poi di ritirarsi dalla patria e ro in ÌMonte Fano (di cui nel vol.XL, p.
di voltare alfatlo lespalleal mondo, esol- 278. ed Recatati) nella diocesi d'Or/-
a
lecitò la risolu/.ione per aver veduto il ca- rno (/ .) e due miglia da Fabriano {f),
davere d'un suo parcnte,cli'erasi fatto am- dedicandone la chiesa a s. Beneilelto, e
mirare per bellezza, in breve sfigurato e che neli23t quivi giltasse fondamenti i

contralTalto, coperto di vermini e putre- del suo ordine, confermato poi con bolla
dine. Pertanto nel i 2 i
7 (epoca la piìi ve- de'27 giugno 1247 da Innocenzo IV in
rosimile, altri avendo scritto nel 227) e
r Lione. Quindi il s. abbate fondò altri mo-
avendo ^o anni, parti segretamente da O- nasteri, come di s. Bonfiglio di Cingoli,
simo, accompagnato da certo Andrea, la- di s. Marco di Ripalta, di s. Giovanni di
sciato il quale sì nascose in un deserto vi- Sassoferrato, di s. Benedetto di Fabria-
cino alla terra di cui era signore Corrai no,di s. Bartolomeo di Serra s. Qnirico,di
do, ove vivendo in istraordinaria peniten- s. Pietro di INIonle Ositno, di s. .Marcodi
za e mortificazione, non tollerando Cor- Sambuco, S.Tommaso di Jesi, e di al-
di

rado, chelo riconobbe, che dimorasse in tri fino al numero di tredici. Dopo ave-
luogo tanto orrido e alpestre, lo condus- re il santo procuralo che i suoi discepoli
se in altro meno disagiato e gli sommi- si avanzassero nella perfezione, pieno di
nistròogni giorno l'alimento, li santope- meriti e chiaio per molti miracoli, in età
rò passò ad altro sito più solitario chia- di c)0 anni morì e restò sepolto in Mou-
mato Grotta Fucile, ove poi fondò un mo- teFanoa'26 novembre 2 ()-, per cui l'or- 1

nastero, e qui cominciatasi a spargere la dine fu anche detto di Monte Fano. Usuo
fama di sua santità, molti a lui si porta- nome fu da Clemente Vili messo nel mar-
rono per esserne discepoli e imitarlo nel tirologio romano, e Paolo V Io canoniz-
rigido tenore ili vita, poiché privo di tut- zò perequipollenza colia hoWaSancloruni
to ordinariamente si cibava d'erbe cru- i'irorum, data in Tusculo a'2 3 settembre
de, bevea acqua pura e dormiva sulla nu- iG 1 7, Bull. fìom. t.4>pf»»'-4>P- 2 36. Nel
da terra. Consii;liatoa determinare (|ual- tempo che il dotto Lamberlini ei a pro-
che regola di vivere, fece edificare un mo- motore della fede, dall'ordine fu fitta i-

nastero a cui prescrisse un'estrema pover- stanza per l'estensione dell'uflizio del san-
tà e la regola di s. benedetto, il quale di- to a tutta la Chiesa, ciò che facilmente si
cesi che in un'apparizione gli mostrasse il concede pe'santi canonizzati e fondatori
colore dcll'idiito de'suoi monaci, che han- di ordini approvati; ma si oppose rilevan-
no lasciato dall' epoca dell'unione della do che i silveslriiii allor.i esistevano sol-

congregazione Sdvestrina colla Valloni- tanto nella Marca ov' erano cominciati,
brosana.inche vestirono e rilenneroquel- nell'Umbria e nella Toscina, con 7. "•mo-
lo di turchino blu in vece del primiero, nasteri in cui vìveano circa 3oo tuonaci,
ch'era di color tanè, come neassicurano onde non convenivo estendete n tutta la
alcune pittin-e, un dipinto del Veronese Chiesa l'ulllzio d un santo fondatore, l.i

rappresentante il fondatore, eijuiinto ri- cui religione era ricevuta in poche pro-
marcai nel [)recedente articolo delle Sil- vincie d'Italia. Quando poi Lambertini
vFsTni.NE. Lo scrittore di sua vita nggiun divenne cardinal vescovo d'.-Vnconn, uni-
gp, che il santo pregando il Signore a ma- to con gli arcivescovi d'I'rbino e di Fer-
nifestare 1.1 sua volonlii intorno alla re- mo, e con diversi vescovi della I\larca, co-
ii6 SIL SIL
me dice nella sua opera, De Canon, ss. ossia di s. il go-
Silvestro abbate. Sotto
lib. 4,pa>'- 2, cap. 6, n.°i r,ollentie a'3o verno de'suddetti generali e de'loro suc-
1729 da Benedetto XIII, die alla
luglio cessori, silvestrini si propagarono sino
i

Marca fosse esteso l'nfTizio di s. Silvestro, a contare 56 monasteri di uomini e mol-


che dipoi Clemente XIV concesse per tut- ti di donne, fondando eziandio un mona-
to lo stato pontificio. La T^ita di s. Silve- siero di monaci in Roma e altro in Na-
stro, %cv\\.\a dal ven. Andrea di Giacomo poli. I non meno che priori dei
generali i

o Giacobi monacosilvestrinodi Fabriano, monasteri anticamente erano perpetui ,


ov'è il monastero principale dell'ordine, ma Paolo III nei 543 li fece triennali. Fu 1

e contemporaneo del santo, fu pubblica- l'ordine neli662da Alessandro VII con


ta in Venezia nel 1 5qq. Abbiamo pure di bolla del 29 marzo unito a quello de' P'al-
Franceschiui, Fila di s. Silvestro abba- lontbrosani[F.), formando una sola con-
te fondatore dell'ordine di s. Benedetto gregazione sotto il titolo di Fallonibrosa
di lìlonle Fano, Jesi 1772. NelisGS fu e Silvestrina dell'ordine di s. Benedetto,
nel capitolo generale di Monte Fano e- ordinando che i generali che doveano e-
lelto per successore del santo nel gover- sercitar l'uffizio per 4 anni, fossero alter-
no dell'ordine, il b. Giuseppe di Serra s. nativamente eletti tra silvestrini e val- i i

Quirico (di cui nel voi. XL, p. 274), il lombrosani;che quando un silvestrino fos-
quale fece delle nuove fondazioni, come se generale avesse due vallombrosani per
anche il b. Bartolo da Cingoli, clie quale visitatori generali, e reciprocamente due
3.° generale dell'ordine dopo il preceden- silvestrini quando fosse vallombrosano; e

te lo governò sino al i 298, secondo alcu- che si compilassero delle costituzioni le

ni istituì le monache Silvestrine[F.), e fe- quali fossero egualmente osservate dagli


ce seri vere la vita del fondatore dal ricor- uni e dagli altri; ma l'unione ebbe breve

dato ven. Andrea da Fabriano poi an- durala e gli ordini furono divisi per de-
ch'esso generale dell'ordine. Sull'epoca creto della congregazione de'vescovi e re-
dell'istituzione delle mouache silveslrine, golari neliG67 sotto Clemente IX, come
e se il b. Bartolo o il ven. Andrea ne so- appiendo da mg.*' Compagnoni, Memo-
no ifondatori, debbo qui dichiarare. Il rie di OsiniOj t. 2, p. 232. Dopo questa
b. Bartolo 3.° generale dell'ordine cessò separazione generali silvestrini contuiua-
i

di vivere nel 1 298, e ne fu immediato suc- rono nel 4 anni, quindi nel ca-
governo di

cessore il ricordato ven. Andrea nel gene- pitolo generale del 1681, in cui fu eletto
ralato e nell'istesso anno. Le monache fu- generale il p. d. Giovanni Matteo Felicia-
rono ospitate nel monastero di s. Benedet- ni, fecero alcuni regolamenti che furono

to di Perugia, pare alcjuanto prima del appiovati nel i(uS3 da Innocenzo XI, il
1299. Inloino al b. Bartolo, non si rac- quale con breve del G85 ordinò che mo- i

conta formata un'associazione di sagre rendo il generale ne fosse continuato il go-


vergini ; ma bensì al ven, Andrea si ri- verno da un vicario generale sino al ca-
concorda col fatto cronologica-
ferisce, e pitolo. Avendo i silvestrini fino dal 1G78
mente considerato, perchè le datesi riu- composto delle nuove costituzioni, Ales-
niscono nel suo generalato. Adunque, se sandro VI II le approvò colla bolla Pasto-
al ven.Andrea nonsidebba assolutamen- ris aeterni, (\e 1 5oltobre 1 6c)0,Bull.Roni.
te il gli si può cer-
nome d'istitutore, non t. 9,p. 48, ove sono riportate. A tenore
tamente contrastare quello di propagato- di esse debbono recitare l'uffizio divino
re, aggregando al monastico vessillo del ne'giorni feriali, e nelle feste semplici ag-
Guzzolinoaltre vergini, che sino dal 233 i giungono in coro quello della B. Vergine,
ebbero origine pressoSerras. Quirico sot- e dopo l'ora di I." dicono le litanie de'san-
to la disciplina del fondatore dell'ordine, ti. Finito il vespero fanno la conferenza
SIL SIL 117
spirituale, dopo compieta un'ora tl'ora- ligiosa; il p. d. Giacomo Mercati da Sca-
zioiie, e ogni giorno si adunano in capito- pezzano diocesi di Sinigaglia, risplenden-
lo. Non puiiuo mangiar carne se non in- te di umiltà accoppiata con una profonda

férmi digiunano dall'Esaltazione delia


, dottrina nelle lingue greca ed ebraica; ilp.
Croce sino a Pasqua, fuorché ne'giorni di d. Giulio Rinaldi di Fabriano, denomina-
Natale e di s. Silvestro loro fondatore, la to VA postolo di Gualdo Tndino, difeso
cui festa è a'26 novembre, ed in altre so- nella fiamma del suo zelo dalla purezza
lennità, nelle quali può dispensarli il su- e dal rigore della povertà, ed altri anco*
periore, con questo che non cadano nei ra che meriterebbero di essere ricordati,
tempi d'avvento o quaresima. Della stessa e proposti quali soggetti degni di tutta ve-
dispensa hanno bisogno eziandio per non nerazione, se la brevità non me lo vietas-
digiunare, quando viaggiano, ne' giorni se. Nondimeno è per me una compiacen-
stabiliti dalla regola. Il loro abito consi- za religiosa, un tributo di giustizi.! trarre

ste in una tonaca legata con una fascia, dall'oscurità dell'oblio le beneficenze e le
ed in largo scapolare sciolto con cappuc» opere di sempre commendevole memoria,
ciò, tutto di color ceruleo scuro o turclii- ch'ebbero culla e sviluppo ue'chiostri, e
110 blìj, com'è ancora la cocolla che assu- indi si riversarono sulla società, che am-
mono incoro e nelle processioni della fuc- miratene le grandezze seppe giustamente
ina degli altri benedettini: portano percit- apprezzarle , e tributargliene doverosa-
là anche un lungo mantello della forma mente stima e riconoscenza, come celebrai
di quello degli ecclesiastici, come è il cap- in tanti articoli. La congregazione silve-
pello. Il generale usa come gli nitri abba- strina vanta pur essa un numero di per-
ti la maiitelletta e la inozzelta, colla cro- sonaggi che quali sperimentati nocchieri
ce pettoialejha l'usodegli ornamenti pon- furono promossi alla dignità vescovile, ed
tificali, e può conferire gli ordini minori in oggi n'è fregiatomg.rGiuseppe^L' da-
a'siioi lelii'iosi.
o Gli altri abbati dell'ardi- vi vescovo diTipasa inpartibus e coadiu-
ne ponilo ullìziare pontificalmente ne'lo» toredel vicario apostolico del Ceylan nel-
ro monasteri 3 volte all'anno, ed è pre- l'Indie orientali, dove si recarono e sono
rogativa forse non posseduta da altre con- presentemente, come altri in epocheanoi
gregazioni monastiche, che la primaria lo- rimote, 3 operai evangelici silvestrini. E'
ro chiesa di iMonteFano,oggi dal nome del sempre celebre la rinomanza di mg. 'Gua-
fondatore detta del s. Eremo di s. Sth-e- rino Favorini vescovo di Vocerà (di cui
Siro, abbia la facoltà d'innalzare la sedia parlai in diversi luoghi e nel voi. IX, p.
pontiiìcale, e di tenerla costantemente e- ic)4)Come il I. "vescovo regolare ad usare
relta sotto apposito baldicchino all'uso di ilHocco verde al cappello, e questo del me-
cattedrale. L'ordine de'silvestrini ha pro- desimo colore), maestro della cattedra di
dotto molti soggetti illustri per dotlrma, Poliziano in Firenze, del quale senza ri-
per virtù e per sinlità di vita, in cui si re- cordare altre opere letterarie, abbiamo il
sero celebri s. Buidìglio vescovo di Foli- riputalis'iimo Lesùco qual capolavoro per
gno che rinunziò il vescovato per tornare introdursi allo studio del greooe qual nor-
alla solitudine, il b. Giovanni del Casto- ma per giudicarne del significalo. Diver-
necelebre per miracoli, il b. Ugoilegli .Vi- si silvestrini sostennero nel Piceno la rap-
ti discepolo ilei fondatore, e molti altri tra presentanza di luogotenenti della <;. Sede.
i quali si contano 12 seguaci del «.abba- Gli storici dell'oriline riferiscono, che l'or-
te; e ne'tempi a noi più vicini ilp. d. Mau- dine eijuestredi Cristo [1'.) nel Portogal-
ro di Uccanali, possente contro gli ener- lo fu istituito colla regola della congrega-
gmnenijil p. d. Aiisovino Rosati di Came- zione sii vestrina, portata in quel regno dal
iiuo, esemplare di osservanza e carità rc> p. d, FruucescodiGesù Maria poitoghe-
m8 SIL SIL
se, il quale la trapiantò pure nell' Indie lo di Fabriano. La volgare denominazio-
occideiilali.equal uomo di Dio non isde- ne ^eZ C^rco sembra impropria, sarà me-
guarono altre case monastiche di averlo glio il dire di s. Stefano sopra Cacco, co-

il provvido l'ifornialote. Lo stemma del- me diciamo di s.Maria sopra Minerva la


l'ordine forma in si un campo azzurrOjCon chiesa di tal nome. Dice il Piazza nell'Zi-

3 montagne verdi sormontate da un pa- merologio di Roma, che la chiesa occu*


storale d'oro posto in mezzo a due rami pa l'area del tempio della dea Cerere, dai
di rose adorni di fiori. Il p. Bonanni nel romanierettoin memoria dell'astutoCac-
Catalogo degli ordini religiosi, tratta dei 00, che rubati i bovi a Ercole, per la co-
silvestiinia p. i33 e ne produce la figura, da li trasse nella sua spelonca, ma il loro
e dice che Sisto V nel i 586 rinnovò l'an- muggito lo fece scuoprire e punire. Il Pan-
tica loro osservanza. Trattano dell'ordi- ciioli, ne' Tesori nascosti di Roma, rife-

ne, il p. Aimibali da Latera, Coinpeiidio risce che ivi era una statua di Cacco poi
della storia degli ordini regolari, 1.
1, p. trasportala in Campidoglio, la quale la-
44j FahriuijZ^/Ti'e cronica dcllacongre-
1 sciò il nome alla piazza e contrada. Finse-
gazione de monaci sdveslrini j il p Helj'ot ro gentili che Cacco fosse
i figlio di Vulca-
tradollo dal p. Fontana, i5"tonVz degli or- no.per le fiamme e fumo che usci va no dal le
dinìnionaslici, t. 6, p. 7 y, ove riporta gli i sue grolle presso l'Aventino, che toccai nel
altri autori che ne parlarono. Dice Bail- voi. LVI il, p. 1 78 e altrove, verso la ripa
let che s, Silvestro fabbricò in Roma un del Tevere, da dove rubava i passeggieri
monastero in un sito datogli da'canonici e i naviganti; quindi ucciso da Ercole per
di s. Pietro, cedendogli pure la chiesa di avergli rapito bovi, onde per memoria i

s.Giacomoalla Longaia presso Porla Set- iromani eressero a Cacco altra statua ples-
timiana (ora iStW^ Agostiniane converti- so la porta Trigemina. Il Vasi, nel Te-
te, delle quali e del monastero riparlai al- soro sagro, narra che questa chiesa fu e-
trove), ch'era stata fabbricata da s. Leo- relta sopra un antico tempio comunemen-
ne lY e unita a detto capitolo da Inno- te credulo dell'egizia Iside Serapide, e
cenzo III, di cui è ancora filiale; ma per- fu atterrato dall'imperatore Claudio in
chè i silveslrini nwn aveano sulla ciiiesa castigo a' sacerdoti che fece morire, per
assoluto dominio , nel i 568 accettarono aver in esso ingannata l'oqeslà di Pao-
l'olierta della chiesa parrocchiale di s.Sle- lina matrona romana, ofiesa da un gio-
fano del Cacce om Crti'O nel rione Pigna, vine nobile che i sacerdoti gli fecero cre-
come più ampia e più bella, onde lascia- dere il loro dio Anubi. Dipoi lo riedificò
rono subilo l'allrache il capitolo Valica- Settimio Severo e l'adornò di figniee sim-
nodiè neli62oa'francescaui del 3.° ordi- boli egizi, parlicolarmenle del Cinocefa-
necoU'annuo canone di scudi 60, quali i lo (scimmia con lunga coda, che gli egizi
poi l'abbandonarono per averli Urbano nutrivano ne' loro templi per conoscere
Vili neli63o trasferiti a s. Maria de'Mi- il tempo della congiunzione del sole e della
i ponendo in s.
acoli già de'conventuali, luna, ed era lo slesso che Anubi) volgar-
Giacomo le suddette monache. mente dello Cacco, donde il luogo e poi
Chiesa di s. Stefano del Cacco , con la chiesa presero la denominazione. La
ampio monastero de'silveslrini cotiliguo chiesa fu edificala ne'bassi tempi, e per-
edaloro fabbricalo, e dove olirei monaci ciò si tiene antichissima, essendovi stali
sono di verse segreterie delle congregazio- in venerazione i corpi de'ss. Abdon eSeii-
ni cardinalizie, essemlo vi la residenza del nen che furono traslocali nella vicina C/i/e-
p. ab. procuratore generale dell'ordine, sa di s. Marco (nel quale articolo par-
che ora è il p.d.llarioneSillani,ed il gè- lai dell'antico monastero che fu già in que-
uerale il p. ab.d.Beuedetlo Maggi in quel- sto luogo), e di cui fa memoria ]Marlinel-
SI L S I L I n^
li, Roma sacra 364 e 4o e detto di
p. i , Nell'ultima cappella edificata con buona
s. Stefano in Baganda , mentre Pio IV architettura e dedicata alla Madonna, nei
dalla porla ilelia chiesa di s. Slefuno tol- lati sonodue quadri del cav. Baglioni. Gli
se due leoni eyizi di basalte che avran-
i altari sono f), e alcuni hanno paliotli di
no appartenuto all'antico tempio, e li col- musaico; nelle pareti e sul pavimento vi
locò al principio della cordonala di Cam- sono iscrizioni e qualche bassorilievo se-
pidoglio {f^.). Leggo nel citato Martinel- polcrale, rimarchevoli per la loro anti-
li: S. Stcphanide Cacalo notainr ah au- chità.
thore an. i5S'^ nane dicilur del Cacco. SILVESTRO (s.), vescovo di Chalons
Alile templuni aderant Anubis, et Sphyn- sulla Saona. Successe nel vescovato verso
glint statiiaeinarmoreae;ilern sepulclirum il 490 al b. Giovanni di Chalons, ed inter-
antiquum, in quo expressa i-aria supplì- venne d'Epaona nel 5 17, tro-
al concilio
eia sen'oruni. Dissi col p. Helyotchela vandosi soltoscriito dopo metropolitani i

chiesa di s. Stefano del Cacco fu data ai s. Avito di Vienna es.VivenzioIodi Lione;

silvestriuinel i SGSjtna Venuti, Zioma mo- locchè fa CI edere ch'egli fosse il più anzia-
derna,(ì\cei56i, altri nel 1 56 5. I monaci no Mori in pace, secondo s.
de' vescovi.
la ristorarono nel 1 607, e la divisero nel- Gregorio di Tours, dopo aver governato
linterno in 3 piccole navi con due oriii- la sua chiesa per 4^ anni. P>.iferi>ce il ci-

ni dii4 colonne antiche, probabilmente tato autore, che i malati ricuperarono la

appartenute al descritto tempio pagano: sanità coricandosi sopra un tessuto di cor-


nel 18 52 vi operarono al tri restauri, e qual- de ch'era stato usato da lui. Girboldo ve-
che abbellimento nella tribuna e nella vol- scovodi Chalons scoprii il di lui corpo verso
ta. Clemente XIV nel 1772 con suo breve 1
'8 7 8, con quel lo dis. Agricola nella chiesa
f.icoltizzò i monaci ad erigervi il t'unte bat- di s. Marcello, ed insieme con questo col-
tesimale, a comodo della parrocchia, che locò una parte delle sue reliquie sull'alta-
LeoneXIIsoppresse nel 182 4- In ogni qua- re dis. Pietro, lasciando il rimanente nel
driennio, per la festa di s. Stetano Goz- sepolcro di marmo ch'era stato trovato.
zolini abbate, il senatoromano fa alla chie- La festa di s. Sdveslro di Chalons è no-
sa l'otrerta d'un calice con patena d'argen- tata a' 20 novembre tanto nel marti-
di
to e 4 torcie di cera. In <juesta chiesa era rologio di Adone e di UsuardOjCome nel
riniarcabile il Cristo morto in grembo al- tornano.
la B. Vergine, dipinto da Pierin del Va- SILVESTRO (s.) GozzoLixi. r.Sii-
ga, nella parete sotto la nave a destra di VESTRI.NF.
chi entra ; ma ora non vi è che una me- SIL\ESTRO(s.), ordine equestre. V.
diocre copia affresco nullameno il volto
: Sperone d'oro.
della Madonna è interessante. Le pitture SILVESTRO I(s.),PapaXXXIV.De-
a fresco della tribuna sono di Cristoforo stinato dalla provvidenza a governare la
Consolano, ili cui sono pine il s. Carlo e Chiesa allorché essa cominciava a trion-
la s. Francesca romana ne'Iati dell'altare f ne dc'suoi persecutori, e ne'primi anni
maggiore, non che dicesi il quadro di es- della sua prosperità temporaIe,nacque in
so esprimente il martirio di s. Stefano prò- Roma da Rufino e da s. Giusta nobilis-
tomiirlire,soltola cui invocazioneè la chie- simi. Pretendono alcuni ch'egli sia come
sa, ove si celebra la sua festa. Il s. Nico- s. Siricio della nobile fiimiglia Onofri di

la nell'altare dopo quello ilei Crocefisso, Foligno, dove passò nel 45 1 \';derio della
sotto l'altra navata, è diGiovanniOdazi: il nobile stirpe Ruffia romana, e che perciò
quadro di s. Slefino che prima slava ap- in Foligno continuasse a chiamarsi col co-
presso il muro, fra questa e la cappella gnome dell'antico roma no, finché da Ono-
seguculc,ei'a della scuola diGio.dcNecchi. iVio celebre vescovo della medesima pru-
120 S I L SIL
sapia,datoa Foligno nell'870 da Adriano ^mo^o/Zf'/^.), acciò primeggiasse e risplen-
II, lo cambiarono con quello degli Ono- desse unica mente quella che vi formò del-
fii, come rileva Ughelli, Italia sacra t. la iS'ef/e<7po5to//crt(^.), fondata vi dal prin-
1, p. 738. Essendo morto di buon' ora cipedegli apostoli ei.°Papas. P/efro^/^.),
il padre.l'adeltuosa sua madre prese cura ilcuicorpoequellodis. Paolo (^.) vuoisi
speciale della di lui educazione, e lo mi- da s. Silvestro I divisi nelle loro patriar-

guida di Carizioo Carino prete


se sotto la cali basiliche, quali propugnacoli del cen-
ragguardevole sì ppr santità che pe' talen- tro del cristianesimo. Il complesso dunque
ti, egualmente alle
aflìnchè lo formasse del memorando pontificalo del gran Pon-
scienzeealla pietà. Taluni annoveranoSil- tefice qui tenterò tracciare, almeno nel
vestro fra' canonici regolari, certo è che più importante, rimettendomi nel resto
fu ammesso nel clero della chiesa roma- ai moltissimi articoli incuilocelebrai. Nel
na e fu ordinato prete da Papa s. IMar- medesimo 3i4 s. Silvestro I nominò 4
Cellino, come attesta s. Agostino, De ha- legati, due preti e due diaconi, per rap-

pLìst. cap, 1 6. La sua condotta e il suo sa- piesentarlo al concilio che gli occidentali
pere in que'tempi di persecuzione Io fece tennero ad ^r/e5: credono che vi as-
altri

universalmente stimare. Egli fu testimo- sistesse personalmente. Visicondannò lo


nio del meraviglioso trionfo che ottenne scisma de'Z)o/m//.y^/(^.), come pure l'ere-
la Croce sopra l'idolatria, allorquandoCo- sia de'Q/<fZ/V0fZec//?/<7///(A'^)sulla celebra-
stantiuo i il Grande, vinse in Roma (/^.) zione della Pasqua (^.), e vi si fecero mol-
Massenzio nel 3 1 2; egli entrò nel gaudio ti cauonidi disciplina ecclesiastica. Il con-

che rienìpl l'animo del suo predecessore cilio ancora adunato scrisse al Papa una
s. Melchiade, quando il vittorioso impe- sinodale lettera rispettosa, e gl'indirizzo
ratore ridonò la pace alla Chiesa, accor- le decisioni ch'esso a vea fatto, esprimendo
dò a' cristiani il libero esercizio del loro i padri ildispiaceredi nonesserestati pre-
culto, e pose il Papa io grado di sostene- sieduti da lui : s. Silvestro I le confermò,
re con maestà la sublime sua dignità. Dopo e volle che fossero pubblicate per servire
la morte di s. Meli hiaile, fu creato Papa di regola a tutta la Chiesa.A Lateravo
a'3i gennaio del 3 14, e pare consagrato ea Palazzo Apostolico LATERANE>'sE,nar-
in giorno di festa o di domenica, per cui rai cosa vi fece il Papa, quando per in-
Novaes osservò che da lui cominciò l'uso tiero l'ebbe da Costantino I; le leggi pro-
di farsi la funzione in tal giorno. Le sue mulgate in Sardica[f".) sull'uso dell'a-
grandi e gloriose gesta, mescolate con at- rus[>icine e di consultare gli auguri, onde
ti ritenuti apocrifi da' critici, sono tali e quelli diUotna incominciarono a insolen-
tante che le sparsi per lutto questo mio tire contro cristiani, per cui il Papa giu-
i

Dizionario, nei quale feci l'analisi delle dicò necessario di ritirarsi nel vicino mon-
azioni e iinprese de'Papi, le parziali bio- te Soratte, detto pure di s. Oreste, di che
grafie non essendo che principali cenni i dubitano i critici ad onta delle memorie
generici riguardanti medesimi e indica- i storico ecclesiastiche che sono di s. Silve-
tivi de'luoghi ove meglio ne trattai; laon- stro in quel celebre monte, che descrissi
de anche ad mi riporto quanto a s.
essi nel voi. LVIII, p. i 29, e dal quale vuoisi
Silvestro I, il forma una
cui pontificato che passasse in Sabina {f'-), non ostante

delle epoche più memorabili per la chiesa l'allermato da Degli Elfetti nelle Memo-
ron)ana,segnatamente per losviluppo del- rie di Soratte e Inoghi vicini, e da altri
le mira bili disposizioni della divina provvi- scrittori; dissi pureche pare supposto sug-
denza sull'eterna Hoi/ia, come dichiarai gerimento degli aruspici a Costantino I
in quel grave articolo, nel clamoroso tras- il bagno di sangue per guarire dalla leb-

fciimealo della sede imperiale in Coslaii' bra, e se s. Silvestro 1 loballe£zasse,uvve-


SIL SIL 121
rociò ebbe luogo presso Niconiedia[F.), sotterraneo il generoso e pio Costammo
in quel luogo del palazzo Lateranense poi I ingrandì, ornò e arricchì di rendite. S.

dall'imperatore convertito nel ballisteiio cagione di sua vecchiezza e di sue infer-


o Chiesa di s. Giovanni in Fonte (F.). niità,non avendo potuto il Papa assiste-
Negli articoli Chiesa DI s. Giovanni IN La- re in persona ah, "concilio generale, che
TERANO, Chiesa di s. Pietro ix Vatica- ad istanza di Costantino I nel 32 5 fece
NO, Chiesa di s. Paolo nella via Osvien- celebrare a Nicea {^.), contro gli Aria'
SE (nel quale articolo rimarcai che pare /i/(/^.)che turbavano la pace della Chie-
consagrala da Papa s. Siricio), raccontai sa, vi mandò i suoi legati per rappresen-
qual parte ebbe il Papa nell' edifica-
vi tarlo in quella i." adunanza della chiesa
zinne fattane da Costantino I, avendone universale. La verità trionfò e quegli e-
consagrato ledue prime e nella i. ^postovi retici vi furono condannati, si Jolsero le
l'altare di s. Pietro, ordinando che ninno dissensioni sul tempo pasquale, si formò
vi celebrasse fuoridel Papa. Inoltreotten- il Simbolo della fede o Crer/o
si pre- ( ^.),
nel'eiezionedella Chiesa patriarcale di s. sero altre determinazioni, massime sulla
Lorcnzofuori le mura ^chepiìie consacrò, disciplina ecclesiastica; il tutto dal Papa
determinando eziandio l'imperatore a confermato colla sua autorità. A Roma o
fabbricare ancora \a Chiesa di s Marcelli-
. vol.LV II I, p. 2 29 e seg. ragionai di quanto
no e Pietro, la Agnese fuori
Chiesa di s. riguarda s.Silvestro I e Costantino I, nel
le mura e altre. Per tutte il Papa ebbe dal trasferirsi che fece questi a Costautinopo-
magnanimoimperalorepinguienlratepel li, se il Papa fu il [."a usarela Tiara[P'.),
decorosoculto, e doni preziosi. A'Ioro Ino- perchè fu ili. "ad essere dipinto con essa
ghi parlai di altre chiese edificate da s. in capo; sePioma con altre provincie furo-
Sil vestro 1 da lui conSHgrate,come (piel- no donate \nSovranilà (/'.) dall'impeia-
la di s. Maria Liberatrice (di cui nel voi. tore alla chiesa romana, ed a s. Silvestro
XLVlIIj p. 20), o erette a sua istanza da le successori. Questi contribuì non poco
Costantino I, avendo notato nel voi. XJ, alle munificenze che praticò colla Chie-

p. 2 J2, che consagrò in onore di s. Pie- sa Costantino 1, il quale edificò il cristia-


tro il C^/cereMamertino(delqualeedel- nesimo cogli alti di venerazione e di af-
le sovrastanti chiese e della sottoposta fetto verso il capo supremo della Chiesa,
riparlai nel voi. LXIII, p.iog, e lo farò e vogliono alcuni che da lui incomincias-
ancora a Università' artisticue, dicendo se l'omaggio, poi praticato da altri iiii[)e-

di quella di Giuseppe de'falegnami, a


s. laloi'i eSovrani {f'.),d\ iiMe da Palafr enie-
cui appartiene), e ciò ad istanza di Co- re (/'.) al cavallo cavalcato dal Papa, il

stanlino 1 che lo visitò e ammirò divo- che rilevai ne'vol. X, p. 293, XI, p. 3 1 :

tamente. Fu s. Silvestro I che dedicò il se il Papa istituì l'ordineequestre col pro-


celeberrimo oratorio e santuario di Az«- prio nome e ne fregiò l'imperatore, ne
da Sanctorum, Ola Ululo aWa Scala san- tratto a Si'erone d'oro. Inoltre s. Silve-
ùi. Sì vuole pure che in onore di Sisto li stro I fu zelantissimo della propagazione
consagrasse la Chiesa di s. Sisto, come del cristianesimo e nell'adempimento dei
rilevai pure nel voi. LV, p.ioj. Sembra suoi doveri; si distinse per somma libe-

indubitato che il Pa[)a abitasse un tem- ralilà e mansuetuiline versoi poveri; egli
pò presso il luogo ove tu poi da s. Sim- ebbe la consolazione di vedere i persecu-
niaco fabbricata la Chiesa de'ss. lìJarlino lori della religione cristiana deporre lear-
c Sdvcstro[F.), ove egli eresse un oralo- mi, sottomettersi al soave giogo della fu-
rio che ora ne torma il sotterraneo, ed in de, e cessare lo spargimento del sangue
cui celebrò due concdii, che pure ram- cristiano ne'diversi paesi del mondo, ver-
iuculdiucl voi. LlX,p. 68; e tale urutunu Sdlucuu ugni sorla di crudeltà dalla furia
Ili S I L SIL
<lel paganesimo: vide dunque il trionfo cuni scrissero col p. Giacobbe, Bill. Pont.
della vera religione, sopra la falsa e iui- p.2i3, né donato da s. Stefano II nel
niorale idolatria; ma il suo pontificato che 753 a! rinomato monastero di Nonanlo-
doveva essere tranquillo e felice, fu ama- la (/^.); ma beni»! da s.Paolo I fu tra-
reggiato dagli errori e dallo scisma de'do- sportato nel 762 nella Chiesa di s. Sil-
natisti e degli ariani. Nondimeno non gli vestro in Capite (P^.),i\a lui edificata. In
mancarono grandi consolazioni, una delle Roma sono altre chiese in cui è vene-
vi

quali certamente fu la venuta in Roma rato li non che ora torli, come quello
santo,
di s.Gregorio Illuminatore apostolo de- propinquo alla Chiesa de'ss. Qaattro^che
gli armeni, il quale col re Tiridate 1 1, ed ricordai ulteriormente nel voi. LXIII, p.
il principe di Siunia (^.), si recarono a 5i. Abbiamo di Francesco Combefis, f^i-

prestare ubbidienza alla suprema sede,as tae s. PP.grecae et latinae, Pa-


Stli-estri
soggettandosi alla medesima. Il Papa li risiisi 660. Vacò la s. Sede 17 giorni.

accolse afiett uosa mente,e con fermò S.Gre- SILVESTRO II,PapaCXLVII. Ger-
gorio nella dignità patriarcale, al modo berto nacque da oscura famiglia inBelliac,
»;lie narrai a Patriarcato armeno. Dice- povero e ucnile villaggio in una valle pro-
si nc\ Libro pontificale, a\eiiis. Silvestro fonda in mezzo alle montagne dell'alta
1 ordinato che V Olio pel crisma fosse fat- AuvergneneldipartimentodiCautal pres-
to solamente dal vescovo, che Sa- il s. so di Aurillac città di Francia, perciò di
gri/izios'i celebrasse con panni di lino, che questa è comunemente creduto nativo,
il capo del battezzato fosse unto col cri- la «juale però fu patria del cardinal Noail-
sma dal sacerdote,ciieniun chierico si pro- les, del maresciallo di tal nome, del ce-
nioves'^e agli Ordini maggiori prima d'a- lebre Guglielmo vescovo di Parigi, diGio-
vere ricevuto i minori, die i diaconi u- vanni Cinqu- Arbres, del poeta Maynard,
sassero la Tonicella e il Manipolo, che di Pigiiaiol de la Force autore d'una de-
niun laico potesse accusare gli ecclesiasti- scrizione della Francia, e di altri illustri,
ci nel giudizio secolare, che giorni della i tra'quali considera suo ({uesto famoso Pa-
Scdifiianajiiiiane il sabato e la domeni- [»a,che fu il 1 ."francese che salì sulla cat-
ca, fossero chiamali ferie. Non è certo clic però è propria-
tetlra di s. Pietro. Egli

tlisponesseche gli /t//^ari fossero di pietra^ mente che significa 5e/ /«oijo
di Belliac,
e che istituisse gradi della Ger/zrc/t/a ec-
i perlafreschezzadellesueombre, per l'ab-
clesiastica, come altri decreti che gli si bondanza delle acque, per l'amenità del
attribuiscono o furono falsificati, in sei sito.La casa in cui visse da fanciullo ri-
ordinazioni nel dicembre creò 62 o 63 mane tuttora in piedi, e la venerazione
ovvero 65 vescovi, ^1 preti e 26 diaco- de' popoli la designa col nome di Casa
ni. Governò 2 anni ei imesi, morendo
i del Papa. Il complesso delle sue gesta, l'u-

in Roma a'3 dicembre 335,giorno in cui


1 niversalità delle sue cognizioni in un se-
se ne celebra la fesla,daGregorio IX ordi- colo di generale ignoranza, rese il suo no-
nata, come atrermaNovaes,e poi soppres- me celebre, ma (u segno ad alti encomii
sa, quanto al precetto della messa e del- eda biasimi. Essendo orfano in tenera età,
l'astenersi dalle opere servili; nel maggio venne con particolare cura allevato dai
J798 da Pio VI; per Pa-
cui fu l'unico monaci di s. Gerando o Geraud dell'ab-
pa, tranne s. Pietro, che ebbe la festa di bazia cluniacense di s. Benedetto in Au-
pi ecetto per (juasi 5 secoli e mezzo gre- : i rillac diocesi di s. Flour, ed ove in età

ci l'onorano a'2 gennaio. Fu sepolto nel assai giovanile si fece monaco secondo il

cimiterio di Priscilla nella via Salara, e barone Henrion, e al dire di Novaes lo fu


quindi trasferito non già da Sergio II nella pure del monastero di Fleury nella Bor-
cinesa de'ss. Marlioo e Silvestro, come ab gogna, il quale ancora lu crede di bassa
SIL SIL ia3
nascita, seguendo JuUi benedettini di s.
i XVI, deve dire sotto), nel giugno e come
Mauro, che nel t. G delia Storia leUera- accetto al re gli fu sostituitoCieiberto. Ar-
ria (li Francia luiigametite trattano di nolfo pentitosi di essersi ritirato, e istiga-
Cerljeito.come il maggior letterato del se- to da'suoi partigiani, cominciò a quere-
colo X. Altri peròcoll'autore dtW'IIisloi- larsi, essere stato dimesso a torto, non po-
re (Ics ConiliiveSy Colonia 1624,1. 2, p. tersi lui vivente eleggere altro arcivesco-
3gr), e col l'zovio, the nella fila di SU- vo, e tutto essersi tatto all' insaputa del
i'tslro //diirusainenle ne descrive la ge- Papa Giovanni X\' detto XVI a cui s[iet-
nealogia, lo fanno della nobilissima ro- tava la degradazione de'vescovi se colpe-
mana Di venne pel suo
fuaiiglia CesH^f'.). voli. Di fatti ne fece a lui formale richia-
meraviglioso ingegno e profondo studio mo; e il Papa inviò a Ileims per esami-
istruito nelle lingue latina e greca, insi- nare la questione Leone abbate di s. Bo-
gne filosofo, egregio uialen)alico, e ver- nifacio di Roma per legato a /<;/r/v'. Que-
salis»'imo nella grammatica, nella retto- stiadunato un sinodo nel 994 ^99^ '"
ricci, nella meccauica, nell' astrononiin, HJousson {^' ), Gerberto |)erorò in suo fa-
nella medicina, nella musica, onde fu de- vore con eloquente e ardila orazione. Il

nominato il 3/iisico ed il Filosofo, e in legalo lo sospese dall'esercizio pastorale


altre scienze: poco però versato nella teo- e dalla comunione de'fedeli, (Incliè non
logia, emollo merjo uePe opere de'ss.-Pa- venisse la risposta del re Lgo, al quale
dri e nelle ss. Scritture. Questa spropor- uvea spedito un suo invialo. Allora Ger-
zione fra lesuecognizioni profane e la sua berto abbandonò le sue pretensioni con-
scienza ecclesiastica, presso una credula tro le pontificie disposizioni, ma ritenen-
posterità valse per avventura ad accie- do indebitamente il titolo arcivescovile,
ditare la storiella^ inventata dall' altrui allontanandosi dalla sede si ritirò in Ger-
malignila, che lo spacciò per un mago. mania da Ottono III, cheascrivea ad ono-
L'Andres, Dell'origine, progresso e sla- re di averlo avuto a precettore. Col ft-
to d'ogni letteratura l.r, p. 1
74, lo dice voie di questo princi[ie, il di lui parente
ilr.Tdosofo che si conosca dopo il risor- (iregorio V nell'aprile del ly^H lo dichia-
giu)ento delle lettere, cioè dopo il ferreo lò arcivescovo di /i^i'^/JAir; (/''.), e cardi-
e oscuro secolo X, e degno d'eterna me- nale, al riferire di Cardella. Per morte di
moria nefasti letterari per l'ardente zelo Gregorio V^, dopo o giorni.a'^ 8 febbraio
i

nel rintiacciare le scienze e nel promuo- del 999, per raccomandazione di Ottone
verne in Francia e in Italia la collina. l't-r 1 Ijdal clero romano fu eletto Papa Ger-
1

opera di Ottone II, che avea conosciuto berto, prese il nome di Silvestro 11 (non
in Roma, diventò abbate del monastero per quanto erroneamente scrisse Iluck,
diUobbio nel Milanese verso il ()70, e fu confondendo s. Silvestro I con s. Silve-
maeslrodiOltone 111 imper.itore,[)el cpia- rio) e fu consagralo nella domenica delle
le fece un singolare Orologio (^ ). liiti- palme a'2 astrile. Nel Golilaslot. i, p. aat»,
ratosiin Reinis presso l'arcivescovo Adal- Constitutionuni i/nperialiiim,iì legge ima
berto suo amico, e incaricato della cele- costituzione in cui Ottone IH dicedi aver
bre scuola, ov'ebbe per discepolo Robei lo egli eletto Silvestro 11, ma è (pie>ta sup-
Il re di Francia, ivi accpiislò grande au- posta e piena di tante falsità (juaiile pa-
torità, diresse le azioni dell'arcivescovo role conliene, come dimostra Pagi all'an-
e ne ricevè ricchezze e signorie. Indi nel no 999, § 3, e prima di lui l'aveano di-
solenne concilio del qr) uleposlo l'arcive- mostrato Raronio all'anno 191, K 4"» i

-scovo Arnolfo o Arnoldo figlio naturale e Gretsero /// .-ipologia Daro'iii ca[ì. 2 1

di re Lotario, di che parl.ii nel voi. LVII, p. 217, mi lib. 2, ro'itra lirplicalorrm
p. 7G e 78 (ma iiivkice di da Giovanni cap. i (),c ucW .4ppvndijL' 2 .' ad Comtnent.
I
-ìi S I L SIL
i/e Principimi in Sedein apostoUcarn mu- lezza loro si conservano Ira'monumenli
ni/icenlia, t. G, p. 6G7. Che Ollone III della liturgia. Una tradizione attribuisce
poleiUemeiile contribuisse all'esaltazione a questoPapa l'istituzione della Com-
<li Silvestro II, 1' alFerma ancora il cav. memorazione dc'fecìeli defunti {V-)- Ad
Ferrucci nelle liwesligazioni sopra Bo- onta che Silvestro II salì al ponlincalo in
nifacio FII,^. 25 e 4'J', chiamando Ger- un'epoca da tutti lamentata e temuta per
beilo usurpatore della cattedra (li Rei in se la popolare credenza della fine del mon-

negroinaiite, irnputatore orribile di Bo- do nell'anno 000, e che dovea essere pie-
i

nifazio VII, e che di questo non si è detto ceduta da guerre, da ribellioni e da re-
tanto bene a'nostri giorni, quanto se ne ligiose discordie; nondimeno inviò per tut-
disse male per 7 secoli. Ma Silvestro II ta la cristianità un'enciclica piena di re-
cippeiiadivenne l'a|)a si mostrò giusto e ligioso ardore, per eccitare principi e na-
moderato, ntui usando de'suoi diritti se zioni alla guerra sociale per liberare dal
iionconsaviczza. Riconoscendo suoi pre- i giogo de'maomettani la Terrasanta ed i

«;edenti torti colla s. Sede, con dignitoso ciisliani d'oriente; e fu uno de'primi im-
breve apostolico riparando al suo ante- pulsi alla CrociViffl, e alla possanza tute-
rioie avverso conle£5no, subito confermò lare de' Papi sull'universo. Pel suo zelo
nell'arcivescovato l'aulico suo rivuleAr- procurò la riforma de'monasteridi R.oma
noifu, che un sinodo di Reiins o meglio che ne aveano bisogno, e promosse nella
Gregorio V avendolo ristabilito, egli se- città l(j studio delle lettere, come si legge
condo alcuni gli avea rimandato il pal- nel p. Caraffa, DeGyninasio romano. Sil-
lio. Inviòal corpoepiscopale una bella en- vestro II soleva ricordare le sue 3 promo-
ciclica, contenente molte fervide ammo- zioni alle primarie sedi vescovili di Reims,
nizioni, o sermone De informalione E- Ravenna e Roma, scherzando colle let-
piscoporiini. Essendosi il l^apa ila privalo tere iniziali delle sedi e con questo verso
scaglialo contro ricorsi alla s.Sede,come
i ripoitatodal contemporaneoElg.ddo Fio-
luminoso esempio di que-
Sii vesti o II die riacense, in f^ita Roberti francoruni H
sto diritto medesimo vendicato ed eserci- re^is : Scandii ab R, Gerbertns ad R, post
tato da lui nel suo pontificato. Eletto arci- Pcipa K'iget R. Inoltre Silvestro li di fre-

vescovo di Seiis (/'.) Leoterico suo antico quente ripeteva : Eit enini Pelro ea suin-
tliscepoloji competitori gliene impedirono maficuUas, ad qnam nulla niorlaliuni
il possesso. Recatosi in Roma, il Papa ac- acquiparari valeat felicilas. Il Papa ve-
colse il suo ricorso, lo confermò nella se- gliò con attento occhio sopra la purità del-
de, e lo dichiarò primate di tutta la chie- la dottrina, e quando Wilgardo dottore
sa Gallicana; trovando Leoterico nuovi scolastico in Ravenna, trasportato oltre i
ostacoli, nuovamente si portò all'appello debiti limiti da un troppo acceso studio
di Silvestro II, che lo rimandò con let- dell'antichità, piegava versogli errori del
tere a'vescovi suliraganei acciò lo consa- gentilesimo, gì' intimò di comparire in-
grassero, e fu ubbidito. Così il Papa pra- nanzi a lui. 1 beni di parecchie chiese e
ticò, (piale intrepido difensore di sue pre- monasteri furono aumentati o conforma-
rogative, nell'alfare di Adalberone vesco- ti dal Papa, e la religione cattolica nel
vo di Laon, e nel difendere i diritti di s. suo pontificato si dilFuse. Una parte della
Bernardo vescovo d' Uildesheim, contro Prussia e della Polonia rinunziò all'ido-
gli attentali del suo metropolitano di Ma- latria; e per avere s. Stefano I duca di
gonza. In mezzo alle turbolenze del suo ZJ/i^lieria {f^) ricevuto il battesimo col-
tempo e sotto il peso d'innumerabili oc- la pili gran parte de'suoi sudditi e con-
cupazioni, Silvestro li compose de'can- vertita tutta l'Ungheria al cristianesimo,
lici spirituali, alcuni Ue'quali per la bel- il Papa gli die la corona e le inscjjne di
SIL ni
re, lo dichiarò re JposioUco, e concesse la quale riraT)bricala nel i G4? con<;a!2rò di

n lui e successori il faisi precedere alalia nuovo l'arcivescovo di Soi lento. Il Papa si

Croce astata, ed il privilegio di nomina- recò in Sabina, e visitò la celebre abbazi.i


re i vescovi del suo sialo qual suo vica- di Farfa. A Porte sante notai che si vuole
rio, onde riunire alia podestà regia l'at- avere Silvestro II celebrato il \ ." siubileo
tività d'nn apostolo. Ad istanza del re si- dell'anno santo; ed il Zaccaria, Dell'au'
slemò le cose ecclesiastiche del regno un- no santo, tra le notizie bibliografiche ri-

garico, confermando la sede arcivescovile porta questo libro, De' giubilei di Sih'e-
di Gnf^/jrt, dichiarando metropoli iV/r/^o- stro II e di Urbano l III, e dì quello

72/Vz,ed istituendo le sedi vescovili di Cho- d' Innocenzo .V, Roma i6jo. Sii vesti o II

nad{^\ cui articolo in vecedi lOoSfu stam- conservò tulle le sue antiche reIa7Ìoni di
pato io3o) o Csnad,(\\ Gia^'arino, e pa- amicizia coirimperalore,e gli prestò assi-
re ancora quelle di Cingile Chiese, f^acia stenza ne'tumulli che disturbarono la pa-
e Vespiim, almeno le riconobbe in uno ce dell'impero. Sotto il predecessore Gre-
a Colocza che pi esto divenne arcivesco- gorio \ ,
per le preghiere di questi e di s.

vato. Questo grande avvenimenlo ebbe Romualdo, l'inìperatore Ottone III si a-

luogo nel loco, quando Stefano! inviò stenne dallo sterminare Tivoli ch'eiasi
ai Papa Aslrico Anastasio i. "vescovo di ribellalo; ma essa insorse ancora contro
Colocza percliiedergli la conferma de've- Sil\ estro II, per cui Ottone III comepro-
scovali,e la corona refle onde con tale di- teitore della Chiesa ne assunse la difesa
gnità compiere l'opera de'suoi grandi di-