DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STOlllCO-EGCLESlASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORKI
COMPILAZIONE
VOL. LXM.
IN VENEZIA
DALLA r l P O O R A F I A EMILIANA
MDCCCLI V.
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
SID SID
OIDONE, SI DONI A SAIDE. Sede tissimo ponte, si vuole eretto da tale emi-
vescovile della Fenicia maiillima nel pa- ro. Quantunque Saide sia decaduta, pre-
triarcato irAiiliocliia in Sirin, Ira Tiro e sentemente fa ancora un commercio as-
Berito, cillìi anlichissima e celebre, sog- sai importante, essendo considerata come
getta alla Turchia e suo pascialatico col il porto di Damasco. La maggior partedel-
nome di Saide o Seide, che occupa il silo lecase hanno giardini, e ne'contorni prin-
della vetusta Sidonia, in una pianura di cipalmente coltivasi il gelso. La città va
ciica una lega d'eslensione.ed oltre la qua- soggetta a frequenti terremoti orribili, ed
le s'iiinal7ano montagne scoscese e incolte; "20 la co-
a pesti spaveutose,e quella del i
gi grwdevole aspttlo. Dalla parte di terra tà. Sidone die i famoso Zeno-
natali al
ha mi alto muro; la difende a mezzodì e ne, filosofo epicureo. Fu Sidone per lun-
la domina un'alta torre incapace di re- go tempo la metropoli della Fenicia, lin-
sistenza, la cui co«ti ii7Ìoi)e si :ittril)uisce cile venne n disputarle tal ilignilà Tiro
a s. Luit^i I.\. L'nnlico e ma^nilko porto fatta più potente. Mosi' allerina cliefn fib-
formato da grandi inoli è inleramonledi bricala ila Sidun figlia mag^iore di Ca-
strutto, nttribuendosi a Fakhreddin emir naan padre e capo di tulli fenicit e noto i
de'drusi la delìnitiva sua rovina, per im- da Noè: afferma (»ioselfo nelle Antichità
pedire III gransignore di mandai vi forze gin(l4ìichc, cht: Sidone fu la .' Città ('''.) 1
marittime destinate a soggiogarlo; il por- costriittn nel mondo. Il 'ferzi nella Si-
lo attuale è piccolo e quasi colmo ili are- ria sncra,c\ìe ciò 1 iporta, riferisce di più,
na. Il rovinoso castello circondato d'ac che il suo nome Eustatio lo fa detivare
qua, che comunica colla ciltii per stret- da Sida figliuola di Belo che regnò in Ba-
4 SID SID
bilonin ; olti'i nttribuiscono il suo fiome to il più importante commercio dell'an-
all'abhoiuliinza de'pesci de'suoi li(li,in lin- tico mondo, nel medio evo i crociali la
gua fenicia tltlli Sidon. Dice Giosuè clic fecero in certo modo uscire dalle sue rovi-
la cillìi di Sidone era già ricca e posscule ne,sottoBaldovino I,che se ne impadronì
allorché cnlraroiio nel paese di Canaan nel 1 1 I I ; ed avendola concessa in feudo ai
gì' isiaelili j e la Scrittura le dà sovente fiammingo conte Eustachio Gremer, que-
il nome di grande: osserva s. Girelauio sti grandemente la fortificò nelle sue sode
clie toccò in parte alla tribù d'Aser, e la e spaziose mura, ed suoi due castelli fu- i
chiama termine aquilonare de' cananei. rono affidati alla difesa de'cavalieri teu-
già da Tiro, poiché Salomone pregò Iram e di Damasco la rovinarono verso la me-
re di Tiro d'ordinare a'sidonii di tagliar tà del secoIoXIlI,es. Luigi IXrediFran-
sul Monte Libano le legna di cui abbiso- cia la ristabilì: però dopo la ritirala dei
gnava pel tempio di Gerusalemme che vo- francesi la sua decadenza fu progressiva.
leva edificare. Scossero i sidouii il giogo 11 Terzi, che produsse altre notizie su Si-
di Tiro 7?.o anni prima di detta era, e si done, rileva che vi si adorava Baarim e
dierono a Salmanazar,allorchèquel prin- Astharol, per cui Dio rimproverò agli e-
cipe entrò in Fenicia. Lo stesso GioseKo brei il sacrilegio d'aver ammessa in con-
narra, che circa i Scanni dopo entrato A- federazione questa gente idolatra. Il fa-
prie re d'Egitto in Fenicia con potente e- moso Iram colle forme più esalte e pre-
sercito prese Sidone per forza, il che fece gievoli dell'architellura vi rinnovò tem- i
fenicie. Ciro pure la conquistò, però i si- censo Salomone affascinalo dalle lusinghe
donii ottennero dai persiani il permesso di sue concubine. Vanta la città la Sibil-
d' aver il loro re particolare^ ed ebbero la Sidonia, che promulgava precetti che
parte a tutte le spedizioni de'loro nuovi si avvicinavano alla morale Mosaica; fece
ta di 80 vele, e molto contribuì alla vit- Giove. Gesù Cristo santificò colla sua pre-
toria sui lacedemoni. La città fu rovinata senzaSidone,quando da Tiro passò inGa-
35 anni a vanti
I l'era nostra, sotto il regno lilea;poscia vi sparse primi semi del van- i
di Dario Ooo re di Persia. Partiti i per- gelo s. Paolo apostolo nel recarsi a lloma,
siani, ritornarono i sidouii assenti e sfug- e vi ordinò ili. "vescovo.
giti alla strage, e la riedificarono. Ales- La sede vescovile fu eretta nel i ."secolo,
occupò la Fenicia dopo la battaglia d'Is- secolo, e nel XII divenne arcivescovile o-
so, e 333 anni avanti detta era: il suo fa- noraria, sotto la metropoli diTiro.Nel 5i i
oobiu che Terzi dice prete e niarliri/zato cui neli8 J2 ne pubblicò l'Jì/ogioWwv.
nella persecuzione di Diocleziano e Mas- Raggi. Per morte di mg.r Giacomo Frati-
simiano; Teodoro fu al concilio Niceno, cone che ne avea portato il titolo, nel 84^ 1
e pare Amfionepure cliein esso prese par- 0*27 gennaio Gregorio XVI fece vescovo
°
te ili favore d'Ario ; Paolo si lro»ò al i di Sidone e sulfraganco di Sabina mg.'
concilio generale di Costantinopoli; Da- Nicola Abiale di Sommariva del Bosco
miano sottoscrisse i canoni del concilio di nel Piemonte, e poi fu amministratore a-
Calcedonia nel ^'"ìi; Mega firmò la cele- postolico ilella città e diocesi di Terni nel
bre epistola sinodica della sua ()ro»incia I '^.'{f^: nel 1. 1 G, p. 2G ileir.^///H«i di B.o-
ecclesiastica all'imperatore Leone I, re- ma se ne legge la Necrologia. Il regnan-
lativa all'assassinio di s. Pioterò il'Ales- te Pio IX nel concistoro di Gaeta de'?,o
saiulria; Andrea sottoscrisse la lettera di aprile iSf\x) vi preconizzò mg.r Camillu
Epifane di Tiro, contro Severo d'Antio- Monteforte di Napoli vicario generale di
chia; Paolo Anthaki fu autore d' opere fpiel cardinale arcivescovo, dichiarando-
in favore della religione cristiana; Gere- lo suo ausiliare, e lo è ancora. Sida ap-
mia sottoscrisse nel 1673 le risposte che partiene al vicariato apostolico A\llcj)j)0
il patriarca Neofilo die sopra molle que- Bcrieaù\ rito Ialino, i cattolici del (|uale
stioni riguardanti gli errori de'calvinisti; sono in piccolo numero. Vi sono i cap-
Etitimio occupava la sede prima del i '/^o. puccini e le sorelle della carità.
Forse al presente vi risiederà un vescovo SIDONE. Sede vescovile di Tessaglia
greco scismatico, avendone avuti in pas- solto la metropoli di Larissa, nel patriar-
salo. Hi." vescovo maronita di Sidone fu cato di Costantinopoli, istituita con rito
GiuseppeAlipiodel i62G,divenne patriar- latino in tempo delle crociale nel decli-
ca nel !G44iC mori nel 1647 -Giovanni sot- naredel secolo XII. N.neoccn[Kiva la sede
toscrisse nel iGtG la professione di fede nel pontificato d'Innocenzolll;PaoloGau-
che Stefano patriarca de'maronili fece in 44^^ '*J nominò Eu-
fredi francescano nel 1
senso cattolico contro gli errori de'calvi- genio IV; Giovanni morì neli44'^>*^ ?'•
nisti; Giosclfo Benedetti viveva neliG95i, successe Luigi ; iodi Alessandro .Ange-
e Gabriele prima
740. Attualmente del i lo trasferito a Terracina nel 53 ma i
J.
,
è vescovo cattolico òa' Maronili [F.) mg."" l'Lghelli lo chiama Cipriano de Caris;
Ahilalla IJostani. 111. "vescovo de'laliui è GiovanniBracciano francescano eletto nel
l>t-riiai(l(),che as^istè al concilio d'Antio- 1 53 "). Oriens cìuist. t. 3, [ì. i)83.
chia nel I I 3G, e mori verso il i 1
54 ; gli SlDONIOAPOLLINAUKC.uoSoLuo
successe Amalric-onbbatc premostratense (s.), vescovo di Clermont in AIvergna.^ac
consagralo nel I l 'H 7 e morto nel 1 1 7 G, in- ijiie a Lione circa il 43 i ,da una delle più
di Odone in «letto anno, ec. Orient dir. illustri finìiglie delle Gallie , e i »li lui
lo è mg.' Teodosio Konjiingi ilcll'ordine ed oi.itori del suo tempo. Comandò per
di s. Ij.isilio e dilla congregazione tlel s^. (pi. delie tempo nelle annate dell'imperi»,
perseguitato dal successore Maiorano, che Il di lui corpo, seppellito dapprima nel-
però conosciute le sue belle prerogative, l'antica chiesa di Saturnino, fu poi por-
s.
Dato, patrizio e prefetto della città. Sido- i principali di questi poemi sono pane- i
nio Apollinare sempre umile, pio e cari* girici degl'imperatori Avito, Maiorano
tatevole, non fece u.so della sua autorità e Antemio. 11 dullo Savaron fece stam-
che per procurare la gloria di Dio e il mag- pare le opere di lui con buone note a Pa-
gior bene de'popoli. Restato vacante nel rigi;ma l'edizione de! p.Sirmond nel 632 1
che fu al concilio di Nicea; Seleuco ni- Trovasi Siena distante 40 miglia da Fi-
pote di Traianogeiierale dell'imperatore renze, 3c) da Arezzo e da Massa-Marit-
Valenle;Caio sottoscrisse il concilio diCal- tima, ecirca 4^ da Grosseto. Questa bella
cedonia; Stratonico fu al 2.°di Costanti- città è fabbricata a forma d'una stella a
nopoli SulloMeniia nel 536;Giorgio firmò G punte, in mezzo a colline di aspetto pit-
i canoni in Trullo. Orieiis clinsL l.i, p. toresco, e sembra che sia tutta nel cratere
joo8. d'un estinto vuli^ano, avendo palilo più
SIENA [Sentn). Città con residenza volte terribili scusse di terremoto. Quanto
arcivescovile del granducato di Toscana, al clima, diceva il p. della Valle: Se toc-
antichissima e celebre, già romana colo- casse a me scegliere nella Toscana dove
nia, più tardi residenza di iluegastaldi eco- meglio vivere, darei la preferenza nell'in-
nomico immediatamente sog-
e [)olitico, verno a Pisa, e nell'estate a Siena. Per
getta a're Longobardi (/'.); divenuta in verità il clima di questa città nella calda
seguito sotto il governo de'Carolingi sede stagione è delizioso, mentre nell'inverno
d'un vasto territorio, (|uindi capitale di vi dominano frerjuenleinente i venti, spe-
repubblica nobile e potente del medioevo cialmente quelli di grecale. Le sue mura
nella stessa l'osca Maglina lenente riunita al urbane girano poco più di 4 miglia to-
dettogranducalo fu fatta capoluogodello scane, e contengono più di 22,000 abi-
Stato Nuovo ^ residenza costante d'un me- tanti: ne' tempi andati Siena avea una
tropolitano, di un'università, e d'un go- popolazione di sopra a 100,000 individui.
vernatore civile, con tribunali di [.^istan- E contornata da due sole comunità, cioè
za, uno de' 5 dipartimenti doganali e delle da rpiella delle Masse del Terzo di Città,
camere di soprintendenza comunitativa
/il e dall'altra parte pure delle Masse del
del granduca to.Siena,iScr/i^e,e aulica men- Tei*zo di s. Martino. La I. 'si accosta alle
te Sena e Saena , è vagamente situata n)ura urbane di Siena, che dalla parte di
sulla cresta elevata di duesproni di poijgi, settentrione girano per ponente fino a o-
unode'(|uali diramasi dai monti della Ca- stro; dalla porta di Camullia sotto la for-
stellina del [)ietroso Chianti, dirigendosi tezza, e di là per la porta di Fonte Bran-
per Vagliagli, sulla strada postale sino a da, porta Lalerina, porta s. Marco e por-
l'^on teliecci, dove acco()piasi all'altro spro- ta Tufi, fino alla porta Romana; mentre
ne che slaccasi dal Monte Maggio. due 1 costà, proseguendo a scirocco verso levan-
sproni I iuniti dal Fonte Becci si avanzano te e greco, sollentra il territorio della co-
verso Siena sino verso le sue porte meri- munità del Terzo di s. .Martino, il quale
dionali. A metà circa della città si toc- passa rasente alle mura di Siena per por-
cavano i teriiiini de'3 Terzi di Siena, cioè ta Pispini e porta Ovile, sino a (|uella di
pi)Co lungi ti. dia Croce al Travaglio presso Camullia. Quattro strade regie fanno ca-
alla gran piazza ilei Campo, celebre [>er po a Siena, oltre la subiiibaoa ili Pescaia;
la svelta altissima torre delta del Man- e due sono puntali, una che »i enlra per
gia, pel palazzo pubblico, e pel giuoco il porta Gimullia venendo da Firenze, l'aU
più popolare e piìi allegro di ipianti con- tr.« che esce da porta Romana per Ilu-
tar ne può tutta Italia, come aticrmu il diculàni e Roma. Chi cunsidcravd la pò*
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sizionedi Siena come quella d'una città scono il l)ello di sua architettura, sia per
centrale della Toscana meridionaledisse l'amenità del passeggio, da verdi alberi
hene,comebendisseilVillanidicliiarando con simmetria spalleggiato. Da un latodi
la vicifia teri'a cospicua di Poggibonsi e essa sorge nell'interno della città la vec-
16 miglia lungi, situata nel bilico della chia fortezza, colla cui spianata si è for-
Toscana. La posizione della città la pri- mato il pubblico giardino denominato la
va non solo di corsi d'acqua che l'attra- Lizza, che le statue, i sedili,! viali e la ver-
versinOjma ancora di buoni pozzi e di fonti dura coucorrono a rendere giocondo, in-
copiose d'acqua potabile. Per riparare a vitando a piacevole trattenimento; men-
tanta necessità, gli antichi sanesi procu- tre dagli adattali bastioni a terrazzo si go-
raronsi varie fonti pubbliche, ricercando de la vista del sottoposto giuoco del pallo-
acque sotterranee da lungi, mediante std- ne, ed in un angolospazia la comoda scuo-
licidii più o meno profondi, e l'antichità la destinata alla cavallerizza. LaPorta Ro-
di questi acquedotti sotterranei probabil- mana, già Porta Nuova, ha il maestoso an-
mente risale all'epoca della colonia mi- tiporto a guisa di torrione, disegnato dai
litare di Siena, siccome lo fa credere la Agostino e A-
fratelli scultori e architetti
Hecci eretta nel 1 2 1 8 tlue miglia dalla por- Ansana Porla s. Marco, che e-
di Pietro.
ta Camullia. Tutte le fonti cedono in fama sistendo nel 1299 ebbe un antiporto gran-
alle due maggiori, Fonte Branda e Emonie dioso del celebre Baldassare Peruzzi,eda
Gaia. La ripartizione di Siena in Terz/ os- ultimo fu costruito l'esterno ampio piaz-
sia rioni, rimonta ad epoca molto remo- zale [)el pubblico passeggio, oltre la va-
ta, chiamandosi uno di essi Terzo di Cit- sta strada per a Grosseto. Porta Pispini
ici^ il i^Terzo di s. Martino, il 3. "Terzo o di s. Vieni è famosa, sia perchè delle più
di Camullia. Ne'tempi della repub-
.'.uà antiche, sia perchè uscì da essa l'oste sa-
l)lica i Terzi di Siena si estendevano an- nese per scendere ne'campi di Montapei lo
che a'suburbii, co' vocaboli di Masse del nel giorno della gran battaglia, sia per-
Terzo di Cilici, di s. fllardno e di Ca- chè di qua parte un 4-" strada per Arezzo,
mtdlia. In seguito le /l/fif^ifi costituirono oltre la Lauretana. Neli32G fu innalzato
3 comunità suburbane dipendenti nel ci- il torrione, dove più tardi il Sodoma di-
vile e nel politico dai magistrati residenti pinse il bel Presepio col meraviglioso An-
in Siena. Attualmente le porte aperte del- gelo; il baluardo a sinistra è del Peruz-
la città residuano a y , oltre la Lalerina zi.La Porta Lalerina fu compita nel 1 528,
che apresi momentaneamente la notte : l'idlima del cerchio attuale ad aprirsi e
meritano ricordo la porta
fra le esistenti la I .'a chiudersi a'viventi, poiché nel 1 784
Camullia delta anche Fiorentina e rifatta lasuburbaoa clausura de'canialdulesi di
più grandiosa nel i6o4,con l'epigrafeiCor Galignano fu ridotta a Camposanto pei
niagis libi Sena pandit. Infatti comtuie defunti cattolici sanesi, al solo trasporto
è la lode che si rende da'forestieri all'o- de'(piali è limitata la notturna apertura
spitalità e grazia de'sanesi, alla
venustà e dellaporta.il tabbiicalodiSiena iionman-
donne, talché lo Schroder te-
ilarità delle ca di grandiosi edifizi, di vaghi palazzi ,
desco nel suo libro, Rlonumenlornm I- fra'fjuali quelli de'Tolomei, Chigi, Picco-
taliae, definì le femmine sanesi, delizie i- loinini, Diancine altri, e di belle ca.se fatte
taliane. La Porla Camullia o Cauiollia con pulitezza e buon gusto artistico. La
offre il più splendido ingresso alla città, piaz/.a del Campo, d'ampia area, è la più
sia per gli ornamenti [littorici che accrc- leggiadra e più grande piazza diSicua,siu -
SIE S I I*:
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colare per la forma di mezza conchiglia della Fontn, ed il bel colonnatodi recente
incavala, per raicliitetluia degli e«li(izi cnslruito con marciapiede, compiono le
che la contornano, e piìi che alt«o per le decorazioni della superba piazza. Dirim-
gioconde e magnifiche feste e giuochi dei petto al palazzo pubblico sopra la Fonte
fantini delle contrade, che massimamente Gaia esisteva laCuria de'iNlercanti, ridotta
si faimo a'2 luglio e a' 16 agosto, ed as- più tardi ad uso di casino de'nobili, ac-
siste alla sorpiendeiile coisa una lòlla di canto al grandioso pahizzo dei marchesi
po|)olazione talvolta superiore a quella Chigi, slato innalzalo al pari del casino
della città, nelle quali corse entusiastiche con disegnoassai diverso da quellodei pa-
fanno comparsa i i 7 rappresentanti delle lazzi de'secoli X\\ e XV, che rendono
contrade di Siena colie [)roprie insegne, alla gran piazza e ingenerale a tutta la
sotto le (piali il popolo accorreva armato cillà un'impronla singolare. La chiesa me-
al suono della campana pubblica della tor- tropolitana o celebre duomo di Siena è
re de IRIangia. In (piest'ira ponente e gran- lai." sua chiesa, la più bella, più ricca e
de recinto sboccano i i strade. Una delle più ornata anche del suo stalo, fdbbri-
suef.ibbriche più grandiose che decorano cala secondo la liturgia antica colla fac-
la piazza del Campo è (piella del pal;i7.zo ciata rivolta a ponente. Si vuole che l'an-
pubblico, già detto della Signoria, come tico duomo di Siena esistesse nel Castel-
sede de'rappiesentanti sovrani della re- vecchio, che la tradizione appella Sena
pubblica sanese, il quale fu costruito nel /^e/».«, enei cui recinto credesi che fosse la
1184 dai Signori iSove, in seguilo com- residenza de'governatori,de'gastaldi o go-
pito e abbellito con una raccolta di squi- vernatori de're longobardi, e de'conti de-
site pitture di celebri autori d'ogni ge- gl'imperatori Carolingi, ed anco degli an-
nere, in particolare della scuola sanese, tichi vescovi sanesì. Nel 1012 già esisteva
a cui si attribuisce sopra tutte le altre to- l'odierno duomo, successivamente dal se-
scane il primato; non che nobilitato di colo XI 11 in poi riedificalo, ingrandito e
monumenti artistici, riuscendo d'or-
altri sontuosamenle decoralo, e lino dalla più
namento alla città. Della gran sala delle remola eia trovasi dedicato alla B. Ver-
assemblee si è formato il vasto ed elegante gine Assunta, poiché tanla fu sempre la
teatro che disegnò il Bibiena. Un tempo pietà e divozione de'sanesi verso la Ma-
\i fu in esso 1' oliìcina della zecca, sulla dre di Dio, che la città venne per eccel-
quale neh 844 ^^ pubblicala la [jregiata lenza denominata: Senai'ctitsciiiliTi f ir'
storia col modesto titolo di Crani sulla ginis j Città dtlla /ergine avvocata di
zecca sanese. Annessa al palazzo neh 32 5 Siena. Da alcuni è creduto il tempio più
i delti fratelli Agostino e Agnolo incomin- ornato ch'esista dopo il duomo di.Milano,
ciarono la ricordata torre Mangia, alta più e chiamato galleria delle belle arti, per
di I
7 1 braccia, dalla cui sommità si gode quelle che vi li-iplendniio ilall'epoca del
tutta l'adiacente campagui sino a Radi- loro rinascimento, lino a quellodei loro
cofani; a pie della medesima nel 35?. fu 1 perfezionamento. L'Addisson, nel l. 4*^^'
costruita la cappella detta ili Piazza, poi de- siìo\ / iaggi, dopo la sontuo-
confessò che
corata con liegio e bassorilievi allegorici. sissima basilica Vaticana, può vedersi con
Verso il I 3 K) si principiò il propinquo pa- piacere il vasto, ricco ed elegante iluomo
lazzo tielle carceri, giacché innanzi ipiel di Siena. La peste del 1 3 jiS fece sospen-
tempo delinquenti si nnchiuilevano nelle
i dere l'ulteriore suo ìiigiaiiilimento, poi-
torri dc'privati. La l'onte (iaia, maestosa ché dovea essere più ampio. La lunghezza
e ricca di pregievoli sculture eseguile nel totale di (pieslo iirnati'>siiiui tempio è di
l4i<) <li' <»iacoMio dell.i (^ucmci.i, che gli ItiMccia iiuienliiK' I i)3, la larghezza della
(iieriluruuu poi rappcllaiionc di Giacomo cruciata iSq, e delle nuvule 4 *• ^^^ *'•*
IO SIE SIE
angolo, die in questa maestosa chiesa sia teste al dire di Fanucci), ma con tale in-
rimiistonuclo,a(3rincipiaredal pavimento esatta cronologia che rimarcai nel voi.
istorialodelBeccafumiedialtri in musaico XXX, p.
277, laondeildotto Novaes ca-
e in parte intagliato, finoal suofastigio, e nonico della medesima non ebbe corag-
dalla ricchissima facciata finodietro ai suo gio di continuare le osservazioni che a-
coiOjOitre l'acquasantiera di lavoro gl'eco, vea cominciato per sua istruzione. E' as-
e precipuamente il pulpito insigne di mar- sai nota la così delta libreria del duomo
mo africano, delicatamente scolpito nei diSiena,ch'è un vero tesoro, dove il Pia»
Lassi rilievi daiVicolò e dal figlio suo Gio- turicchio a fresco rn 10 grandi spartiti
vanni Pisano; talché non è possibile rin- dipinse le gesta principali di Pio II, per
chiudere in breve descrizione la nota so- ordine del nipote Pio III, con disegni di
lamente delle tante sue singolari bellezze RalTaele, e perciò detta la stanza di Raf-
artistiche, che meritarono giustamente faele. Nel centro di questa gran sala am-
d'essere illustrate anche nella classica e mirasi un antico gruppo di m wvao bianco
nobilissima opera dedicata a Leone XII: di greco lavoro, rappresentante le 3 Gra-
Chiese principali d'Europa. Solo aggi un •
zie, ed alle pareti il cenotafio del beneme-
gerò, che la maestosa architettura è di rito governatore Giulio Bianchi, scultura
perfetto gusto de' goti; tanto l'esteriore delcomm.rPietro Tenerani, situato pres-
sua parte quanto l'interna sono rivestile so l'altro cenotafio di Paolo Mascagni co-
di marmi bianchi e neri; la facciata ri- me principe degli anatomici del suo tem-
donda di statue e nobili ornali, con due po, scolpito da Stefano Ricci. Sono altresì
bellissime colonne di porfido ; la volta pregievoli i grandi libri corali ivi esisten-
dell'interno in azzurro con stelle d' oro ti, specialmente per le belle miniature in
Talea rompere una tal quale monotonia essi fr. Benedetto
eseguite dal religioso
che risulta dalle strisele marmoree bian- daMatera. Oltre il gruppo, altri monu-
che e nere, ed a rallegrare la vista. I mu- menti antichi sono il candelabro esisten-
saici del sorprendente pavimento sono te nel duomo, e l'arcadi marmo scolpi-
ben conservati; gareggiano in sublimità ta ad alto rilievo con figure mitologiche,
i lavori di scalpello de'primi maestri col- lavoro del tempo degli Antonini, scava-
le stupende pitture che abbondano vi
,
la vicino air Opera del duomo, nel cui
ammirandosi fra quelli due statue del vestibolo a guisa d'architrave fu murata.
Bernini, ed in queste due quadri del Ma- In im angolo
o esterno del duomo si vedono
.°
ratta; un capolavoro poi essendo la ma- le pareli marmoree condotte secondo ili
gnifica cappella Chigi, di cui parlerò di- disegno del tempio ch'era assai più sin-
cendo Alessandro Vii che l'eresse, ove
di golare e vasto, ma interrolto falal mente
lussureggiano alarmi e le pietre dure
i rimase per le calamità onde fu Siena al-
colle più ammirevoli disposizioni. Tra la metà del secolo XiV afflitta. L'illu-
tanto complesso di meraviglie ricorderò stre capitolo della metropolitana innan-
pure i monumenti de'sanesi Papi Ales- ziil 000 contava 5 dignità, e dal i-'ecci,
I
sandro ili. Pio li. Pio Ili e Alessandro Stona del vescovado, a^^v^wào ch'era-
Yil, rappresentati in istatue col manto vi il prepostOjl'arcidiacono, il priore del-
pontificale e triregno, in alto di benedi- la scuola, vicedomino, e
il primicerio, \\
re; rimarcherò tra quelli sepolcrali dei come nelle chiese più ragguardevoli d'I-
sanesi, quello del cardinal l'etroni vera- talia, prima e dopo il i 000 i canonici si
5c'n)lina d' allora. Nel i 2 i 5 fa scrilto II ad istanza del medesimo cardinal Zou-
fiituario pe'meclesiuii canonici per ofll- dadari, in perpetuo concesse alle dignità
ciaie la chiesa saiiese, ed è inleressaiile e canonici della metropolitana l'uso del
per lesile eiudizioni ecclesiastiche, li car- collare, fascia e calze di seta paonazza,
dinal Cbaldini stabilì alcune ordinazio- e fiocco pure di seta paonazza al cappel-
ni concernenti un più perfetto regola- lo, tanto nella metropolitana che utipii
mento del capitolo, d'ordine d'Alessan- icbtaue locorurn, ed eziandio l'uso della
dro IV nel 2 jy, che lapprovò col breve
i bugia o palmatoria nelle messe private
Qitae de mandato. Il vescovo INlormile celebrate in Siena e sua diocesi. Il capi-
nel I 395 riformò ampliò le costituzio-
e tolo adunque della metropolitana ricevè
ni de' canonici, e furono confermate da da Pio VII tali privilegi, anche in con-
Pio II nel 1460 colla bolla Pridcrn ad siderazione della divozione dimostrala
ecclcsiam Senensem. Di altre disposizio- al predecessore Pio VI nel soggiorno che
ni e leggi de'vescovi ne parlerò poi nel fece inSiena, e tuttora si compone di G di-
ri[)orlarue la serie. Pio VII col breve In gnità, le prime delle quali sono l'arcidia-
suniino apostolalits,de22 gennaio 802, i cono e il primicerio, di 1 8 canonici com-
Bidl. Roni. coni, t.i i, p. 28 i, ad istanza prese le prebende del teologo e del peni-
dell'arcivescovo Anton Felice Zondadari tenziere, di mansionari, di cappellani, di
concesse alle 6 dignità e 8 canonici a' 1 chierici. Quanto all'episcopio è prima-
della cattedrale l'uso della mitra bianca mente a sapersi che Siena dopo avere ri-
demolizione s' ingrandiva la piazza del che lo doverono cedere colla chiesa a'be-
duomo, e questo si sarebbe maggiormen- nedettini venuti dal monastero suburba-
te isolato, con autorizzazione d'Alessan- no di s. Eugenio. La chiesa di s. Fran-
dro VII nel i658 si atterrò insieme al- cesco è vasta ed elevata come la prece-
l'oratorio di s. Biagio ch'era la cappella dente, la cui origine risale al 1826, ma
arcivescovile, onde il Papa fece incrosta- ridotta nello stato chesi vededopo la me-
re di marmi quella parte esteriore del tà del secolo XV, ed il convento de'fran-
duomo che prima veniva coperta dal pa- cescani fu abitato da Pio II nell'estate
lazzo. Restato l'arcivescovo senza la pro- 1460. Vi restarono i minori conventuali
pria residenza, la pia Opera del duomo, sino 311782, quando colla chiesa fu da-
a seconda dell'assunto obbligo, adattò to a'domenicani gavotti, poi tornati in s.
per tal uso alcune sue case situate avanti Spirito. La confraternita di s. Bernardi-
J'ospeilale di s. Maria della Scala e con- no contigua ali.°de' 3 clauslri del con-
giunte alla canonica. Fero riuscita l'abi- vento, è ricca di pitture a fresco di ec-
tazione alquanto angusta, l'arcivescovo cellenti artisti sanesi, come il Sodoma, il
Piccolomiui dimorò nel palazzo Pape- fabbricata del tutto da Peruzzi nel 528, 1
schi, poi luogo del collegio Tolomei, e ora mettendo in opera le belle colonne di ci-
resilienza del regio governo, indi volle a- pollino per sorreggere la navata di mez-
Litarlo mg."^ Marsilj, ma il successore A- zo. La bella chiesa di s. Agostino, già de-
lessandroZondadari indusse l'Opera del gli agostiniani, ha una magnifica clau-
duomo a tenergli a pigione la casa diGiu- sura o convento, convertito nel 18 18 per
lio Cesare Piccolomini nella piazza Po- abitazione del collecfio Tolomei, e rico-
stierla, finché fosse reso più cocuodo ilpa- nosce il suo principio nel i258, indi ri-
lazzo destinato per episcopio, il quale fì- dotta col claustio nello stato grandioso
naltnenteieso conveniente, l'arcivescovo posteriore in due epoche, la i
.'
nel 1 4^^>
andò a dimorarvi, ed in parte l'ornò a la 2.* nel
1 773 con disegno di Vanvilelli.
to l'altare maggiore della cattedrale, che chiesa di s. Spirito fu eretta nel i345, poi
lia separato ingresso nella parte bassa del- abitata da'silvestrini, indi da'domenica-
la collina, e ridonda di pitture nella vol- ni gavotti, che nel 468 poterono rifare
1
battesimale. Dice Pecci che al suo tem- ci nel i5o4 vi fece innalzare a proprie
po eran vi dentro la città 4pai"''0cchie,ma spesela cupola. Nel i 782, quando i frati
1221, che possiede la celebre tavola del narono domenicani i gavotti. Nel chiostro
i.°pillore toscano Guido da Siena, per- vi è il pregiatissimo alfresco esprimente
chè dipinta ucl 1220, nel cui couveulo il Calvario, opera difr. Bartolomeo del-
SI E SI E i3
delle [)iii aiiliclie di Siena dopo la calle- tre opere di carila cristiana. Nel i4b6
dndc,e die il non»c ad uno de'Terzi del- l'oratorio fuampliato in chiesa, nel i
779
la città e delle IMasse, e piiniadel secolo vi furono riuniti vari spedaletti sparsi per
XII era decoiala del titolo e f|ualità di la città la fabbrica è veramente gran-
:
signe collet;iala di s. INLiria di l'rovenza- plinanti, il cui locale già di monache nel
nu, la cui iuituagine è in t^ran venera- I 8 8I ftt ridotto a custodia tle'|)<tzzi : e>so
zione, fu eretta nel i
594 in forraa di ero- è capace per circa 60 dementi, Diaiite-
cegreca,con capitolo e suo preposto. Tra nuti mediante reti ibuzione mensile del-
le c<iiilral(riiile, rpiella di s. Caterina da lecomuni cui appartengono. Ouasi con-
Siena ha l'oratorio pregievole per le nie- temporaneo suise lo stabilimento di men-
nioiìe della »anta, e per la co[>ia e bel- ilieità, quando cioè i sancsi mossi dalla
lezza delle pitture che l'adornano: fu fab- situazione lagrimevole della plebe, affa-
bricala dal comune nel i 4^' 4> dov'era la mata e oppressa dalla carestia e dal tifo,
Jioltega di tintoria del padre di s. Cate- SI tassarono volontariamente per aprire
rina e la casa in cui ella iiac(|ue; il picco- un asilo alla mendicità, ove ricevervi e
lo clauslro credesi del l'eruzzi. nutrirvi i questuanti della città, e acco-
Se Toscana richiama a se l'atten-
la gliervi per pochi giorni i convalescenti
7Ìone degli stranieri per le numerose isli- che usci vano dall'ospedaledella Scala. La
lii/.ioni d o[)ere di bt.nelìceiiya che la ren- icchisione de'poveri si limita al gioì no,
dono superiore a molle altre parti del- tornando tramontar del sole alle loro
al
le istiluzioni di carità per le «piali i sane- a'suoi cittadini i soccorsi, de'cpiali è de-
si lurono sein[>re larghi, sia per anziani- positaria per pie disposizioni de benelat-
tà, sia per lustro, contasi rpiella del ce- tori che cumularono in essa un ricco pa-
lebre ospedale di s. l\Luia della Scelti, !\\ trimonio: conferisce annualmente un uu-
(piale articolo pai lai di sua congregazio- nierodidiiti,sommiiiislia alle partorien-
ne, a cui si aliii;liaiuii() molli altri spedali ti un sussidio pel villo ne' pi imi giorni
diTuscanaedi iillii stali liinitrofì, eo'ie- puerperio, e distribuisce liuiusiue a
liei
lari. Ma
poco durò, sia perchè il comu- gradi accademici nello studio e collegio
ne non attese la promessa di fare avere sanese godessero tutte le prerogali ve,im-
dal Papa agli scolari i privilegi degli stu- munità, esenzioni e favori che si hanno
di generali e conferir loro le lauree, sia da quelli che nella curia romana e nello
per non aver pagati i 6000 fiorini per studio dell'alma città di Roma sono ele-
riscattare i libri lasciati dagli scolari in vati e promossi a'gradi accademici.! 1 col-
pegno a Bologna, e pernon aver assegna- legio de'teologi di Siena assunse per pa-
to a'professori l'annua paga di 3oo fio- trono il massimo dottore s. Girolamo, la
rini, oltre il fornire per 16 mesi gratuita cui elBgieè impressa nel sigillo della facol-
abitazione agli scolari. Veramente fino tà teologica dell'università, oltre quella
dallai.^metà del secolo XIU esisteva in del ss. CrocefissOjColl'epigrafe in giro: U-
Siena uno studio o liceo, ed una bolla di niversitatis Senarum Tkeologicae Facul-
Innocenzo IV del 12 52 lo dimostra,chia- tatis. L'arcivescovo prò tempore di Sie-
mandolo università e accordando alcune na, non solo è gran cancelliere dell'uni-
esenzioni. Lo studio di Siena sembra ria- versilà, ma anche del collegio de'teologi.
pertosi certamente cogli onori e preroga- CarloIVoltre aver concesso al vescovo prò
tive delle università nel tSSy, per con- tempore\a facoltà di creare dottori in ogni
cessione implorata dall'imperatore Carlo facoltà, eziandio in mancanza di esso l'e-
IV, con tutte le cattedre, meno la teo- stese al capitolo de'canonici:il diploma im-
logia che secondo il Repetti fu accordata periale si legge in Pecci. Dopo tali inco-
da Gregorio XII nel i4o8con 3 bolle de'7 raggiamenti l'università si rese una delle
maggio date in Lucca, al dire di Repetti piùfamigerated'Italià,eper la grande af-
(Pecci ne riporta una In aposloUcae Se- fluenza degli scolari il cardinal Piccolo-
dis, non riprodotta da'compilatori delle mini poi Pio III ebbe in mira d'ingran-
costituzioni teologiche dell'uni versila, di- dire il fabbricato, ed ove avea studiato lo
cendo che nella Sapienza si consei'va l'al- zio Pio II, e il suo apologista Agliotti che
tra bolla, colla quale Gregorio XII con- dice a suo tempo contarsi 600 scolari,con
cesse agli scolari sanesi i privilegi che go- molti giureconsulti e medici insigni d'I-
devano quelli di Bologna e di Perugia,ol- talia che lo erano stati. L'ingrandimento
tre quella di Pio II),oltre la conferma del non si succedute guerre ro-
effettuò, e le
diploma imperiale per l'università, de- vinarono l'università. Sebbene il gran-
putando il Papa in cancelliere di essa il duca Francesco I accrescesse il numero e
\escovoCasini e successori. Inoltre Gre- stipendi de'professori; adonta che Ferdi-
gorio XII incorporò allo studio di Siena nando I neli58o estendesse sino a 35 le
cale a uso d'abitazione e convitto per 3o nando II nel I 655 prescrivesse un nuovo
scolari dello studio generale, a condizio- regolameiitoaffinchè gli scolari si aumen-
ne che si chiamasse Casa della Sapien- tassero, e lo zelo e impegno de'professori
za, concedendo 5 anni d' indulgenza a nell'istruirlisi facesse maggiore;finaImeu-
quelli che gli avessero lasciati beni. Col te e benché Cosimo III nel 1672 ordi-
diploma di Carlo IV ebbe pure origine nasse nuovi provvedimenti con accresce-
il celebre collegio de' dottori della città re gli stipendi a' professori, con lultociò
diSiena, ed a questo ed all'uni versila Pio l'università di Siena non potè giungere
SIE SIE I T
ca, e permise che vi fossero ammessi per di preiati e di altri primari ecclesiastici.
ncclamazionei personaggi costituiti in di- JNegli Annali delle scienze religiose, 2.'
gnità ecclesiastiche e secolari, ancorché serie, si riferirono le adunanze tenutedal
non avessero ricevuto la laurea dottora- collegio teologico ed i temi in esse trat-
gio teologico il privilegio di usare pub- metlere che il suo nome fosse iscritto nel
blicamente nel cappello T'iolacea villa ruolo del collegio niedesinio,il (juale guile
Clinilemnisco ornati. Pio VII die il suo vantarsi d'essere in ogni teu^po^talo o-
nome al collegio teologico, e gli conferì noralo della supren)a prolezione de'som-
grazie e indulgenze. Gregorio XVI per- mi Pontefici. Notai a Pisa che il regnan-
mise che del suo nome ne fosse insignito te Leopoldo II neli85i unì in una sola
il catalogo, e col breve Cuninohis nihil generale e completa università le due u-
potitis, accrebbe il lustro del collegio dei niversità di Pisa e di Siena, a quesl'ul-
teologi nel 84^, non solo compiacendosi
1 tima riservando le due facoltà di teolo-
che il cardinal Latid^ruschini suo segre- gia e giurisjirudenza, le altre attribuen-
tario di stato e de' brevi ne fosse protet- dole a quella di Pisa. L'imperiale e re-
tore, ma ancora per avere dichiaralo gli gio collegio Tolomei, sebbene ffjsse fon-
arcivescovi diSiena delegati a postoli ci nel dalo pe'nobili alunni dal sanese CelsoTo-
concedere la facoltà di leggere e ritene- lomei con testamento del 61S, destinan- 1
jussu damo rrformalac annuente aUjuc no al 1820, epoca della loro lra>lazii ne
3
iG SI E SIE
nel gì;» con^entodi s.Ago<!tlno. Neti774 scrive il Pecci che si contavano t r mona-
furono clii.T(n;iti alla direzione del colle- steri econventi di regolari, e g altri nelle
gio gli scolopi etultora vi sono, occupan- vicinanze della città: que'delle religiose
dosi ancora dell'educazione intellettuale erano 20 compreso il suburbano de' ss.
lo di 5o limitato per la loro accettazio- rii per vergini nobili e di onorata condi-
ne. I giovani Sono istruiti nelle arti ca- zione. Sebbene l'introduzione degli ebrei
valleresche, nella letteratura, nelle lin- con ghetto sia antica, la sinagoga inco-
gue latina, greca, italiana, francese, in- minciò neh 788, ed maschi hanno scuo-
i
glese, tedesca; nelle scienze morali, nelle la. Siena non manca di cassa di rispar-
fìsiche e matematiche. Da ultimo vi fu in- mio,di sala per gli né di scuo-
asili infantili,
veditore della camera comunitaliva del molle delle quali appartenenti a chiese e
compartimento di Siena, del gonfalonie- conventi soppressi, do ve fu trovato quan-
re della città e di altro nobile sanese. Il to i pittori sanesi fecero di meglio. Sono
reale istituto toscano de'sordomuti può quelle pitture disposte per ordine d'età,
dirsi quasi un miracolo della provviden- eia pinacoteca pubblica sanese dà meglio
za pel suo incremento, dopo il suo corain- a conoscere quanto fosse giusta la senten-
ciamento nel 1828 : pe' maschi dirigono za dell'ab. Lanzi allorché, sia per l'ele-
l'istruzione gli scolopi, per le femmine le zione de'colori, sia per l'aria rallegrante
suore della carità. Ne fu fondatore il di- e gaia de' volti, caratterizzò la pittorica
rettore p. Tommaso Pendola delle scuole sanese: lieta scuola fra lieto popolo. Di-
pie. Le scuole primarie di letteratura la- ce Repetti, che se quivi fosse riunita la
sono aper-
tina, italiana e scienze raorali famigerata tavola esistentein s. Domeni-
te nell'Opera del duomo, nel seminario co, e la miniatura fatta sul mss. del 2 1 1
detto dell'Abbandonate. Vi sono pure le istituì una deputazione perché vegli alla
scuole normali istituite nel 1788 per le conservazione e alle nuove costruzioni.
fanciulle. I monasteri in Siena ne'secoli Scrive Tiraboschi, che dopo Firenze non
trascorsi erano talmente numerosi e po- vi ebbe città della Toscana, che in nume-
nose alla pubblica tranquillità per la fer- carono con zelo a promuovere la tecnulo-
videzza de'sanesi assai pronti ad accen- già patria, fondando nel iS.j^ due catte- i
il)") j.
si associò all'accademia de' Filo- ro^^ilà del suddetto celebre arcidiaconi
mati, nata clandestinamente nel i :'>8f), e IJandini nel i 7 jS, in seguito nolabihnen-
rpiestafuseilsuoiiome neir. dira degl'In- te accresciuta di preziosi mss. eruditi sa-
Ironati, alla quale nelH)/!? fu accorda- nesi, olire i molti libri a stampa e mss.
to il teatro aperto nel palazzo pubblico, de' conventi soppressi. Circa a' pubblici
do\e i soci recitarono una loro protluzio- archivi, reputò il dotto Repetli che du-
ne comica. In due accademie tal guisa le poFiienzenon vi sia città inToscana tau-
unite continuarono sino aliG^.j in una lo doviziosa d'archivi pubblici e di anti-
sala annessa alla Sapienza . sala che in chepergameiiequaiitoSiena,ollrele oiul-
cpiesto secolo fu aggiunta alla pubblica bi- te case nobili che posseggono nuaiero^c
blioteca iviconligua. Lacongregade'Roz- mcnd)rane e preziosi mss. Il Monte dei
yisebbeneinnalzas-enelsuolocaleungra- Paschi fu fondato nel 4 per fienaie i <»2
7ÌONO teatro per le rappiesentan/e «.crit- le usure eccessive che riuscivano a dan-
te da'suoi colleghi, <piesli neliHitilo ri- no dell'induslria territoriale e dellequa-
dussero a teatro d'istrioni e di cantanti, si spente manifatture del paese. Piìt an-
abusivamcntc chiamati virtuosi. L'unica ticoèilMontePioistituilonel 1 .j- i,(|uau-
lia le antiche accademie che conserviin do impreslavu moneta coll'usura del 1 e
Siena il titolo corrispondente allo scupo mezzo peri 00: fu chiuso e poi riapeitu
èipiella de'Fisiocrilici,eretta nel 1 Gq 1 nel nel ìtn^nel fabbncatoilella dogana pi e»-
i
."
localc della Sapienza, trasferita nel 1 S 1 i; so il INIonte de'l'nschi che sussidia il 1
rendere la fabbrica confacentc alle odu- poco tempo a (li«<ncto frutto, laonde le
nau/c accademiche, ad un oiusco di blo- sue operazioni lavvivarouo l' indulti la
VOI, LIVI.
BrSemorvfc, (W^j
i8 SIE SIE
iraoifalturiern , commerciale e agraria moria disc, e ninno dopo Tasso (la mor-
non solo della citlàj ma di tutto l'anlico te ne impedì l'effettuazione) e Petrarca,
suo slato. Tra le industrie principali del- meritò fra poeti estemporanei la corona
i
traffico è quello delle granaglie, del mar- bro, se dovessi ricordare tutti gl'illustri
mo Broccatello di Siena, della carta, del sanesi che fiorirono in santità di vita, nel-
cuoio, de'pani pepati, ec. 1 sanesi si sono le dignità ecclesiastiche, per valorose im-
sempre distinti nella vivacità dello spiri- prese nelle armi, pei" le arti, per le scien-
to, e nel loro carattere fianco e allegro; ze e altro; laonde ricorderò i più rinoma-
nemici della simulazione, per spirito e per ti, oltre quelli che vado rammenlandoin
educazione hanno pronto nella lingua, e quesloarticolo.De'santi e beati sanesi del-
lo dimostrano nel volto, cièche sentono la città e stato, e di quelli che meritaro-
nel cuore, carattere che grandemente o- no venerazione per santità di vita , nel
nora i sanesi. In Siena al pari di Firen- Diario snncsese ne legge un copiosissimo
ze e di Pistoia si parla con dolce/za e con Cfitalogo, fregiati anche di dignità, e mol-
grazia il più elegante dialetto della lin- tissimi regolari e monache, di quasi tutti
gua italiana. Comunemente si lodano so- gli ordini religiosi, per cui solo qui ripe-
prattutti i sanesi per parlare con tutte le terò l'eloquente s. Caterina da Siena do-
dolcezze d'una delicata pronunzia, e coi menicana, s. Bernardino da Siena fran-
soavi vezzi dell'arte il più elegante e più cescanOj sebbene nato a Massa Maritti-
purgato dialetto di nostra bella lingua, ma; e fra beati il b. /Ambrogio Sanse-
i
che in bocca loro suona armoniosa. I sa- doni domenicano, il b. Bernardo Tolo-
nesi sono pure industriosi e attivi ne'la- me/ fondatore degli 0//i'f /art/, ed il h. Gio-
\ori d'agricoltura, ma hanno la disgra- vanni Colombini fondatore de' Gesuati.
zia d'avere un territorio quantoabbon- Stefano e Giacomo agostiniani di Leccete
dante di miniere, di cave di marmi e di fiu'ono istitutori della congregazione dei
acque termali, altrettanto poco fruttife- canonici regolari del ss. Salvatore detti
ro a motivo delle crete, toUone il piano Scopettini, di cui parlai nel voi. VII, p.
di Arbia, ch'è di terra buona e fertile. Il 268. Furonosommi Pontefici s. Giovan-
carattere de'sanesi non è molto superio- ni I oà\ Populonia, Bonifacio Flsecon-
re a quello delle donne, le quali oltre il do il Gigli, s. Gregorio f^II che altri di-
pregio dell'avvenenza e della leggiadria, cono di Soana, e altri romano, Alessan-
sono al pari degli uomini piene di viva- dro III che Sot\na pretende suo. Pio II3
citàedi brio,deditealla fatica, industrio- Pio III^ Alessandro FU. Figlio d'una
se e di molta perspicacia d'ingegno; tia sanese fu Giulio III. Oriundi di Siena si
le loro attrattive, si distinguono per buo- leputano Sisto IF, Giulio II, Clemente
na non sen-
grazia, per civiltà di tratto, FUI, Paolo r. Urbano FUI. Si con-
za essere troppo curiose: anche le donne //di Mon-
sidera sanese anche HJarccllo
campestri sono belle, ed hanno maniere te Pulciano. I Papi Eugenio IF, Paolo
gentili, che destano amnnrazione e con- IIj, Innocenzo FIII^ Paolo II le Gre-
fusione a quegl'italiani, il cui dialetto è gorio A/A' derivarono da famiglie aggre-
pronunziato imperfettamente. gate alla nobiltà di Siena. Avendo pro-
E innatone'sanesi un ingegno fervido, cedutonella conipilazione delle biografìe
svegliato e di gran fuoco, per cui eccellen- de'Papi principalmente col Novae>, tan-
ti pittori e poeti uscirono tra loro; talché to eruditode'fasti sanesi, in esse si ponno
niiui pittore prima de' sanesi lasciò me- vedere le notizie de'Papi ricordali e le lo-
SIE SIE '0
roconlraslnle patrie. Grande è pure lino- che sotto governo Mediceo ogni
il trac-
veio de'cartVmali sanesi, ed ecco qi)elli che cia di scuola le venne meno. Sono dell.»
polei registrare per tali, per quanto dis- I.' epoca oltre la miniatura del i2i3 e
si alle loro biografie (avendone scritto pu- la pittura dell 220 già rammentate, i mu
re pe' cardinali vescovi e arcivescovi di saici di fr. Mino da Torrita di cui è quel-
Siena), senza ripetere quelli che furono lodeirabsideLateranen>e,i dipinti di mae-
elevati al pontificato, e quelli che nacque- stroDuccio di Boninsegna, di Simone di
ro altrove sebbene di famiglie sanesi. Vo- Martino o di Simone Memmi. Si distin-
lunnio Bnndinelli, Benedetto (WaconocdiV- sero fra quelli della 2.* epoca il Raggi de-
dinaie di s. Leone IV, Alessandro i>/c/i/, nominalo Sodoma, il Beccafumijil Pac-
Anfonioi?/r/j'jCarlo Z?/Wt/, Vincenzo Bi- chiarono, Baldassare Peruzzi architetto,
chi, Pier iM/ Bors,hese, Flavio Chigi, Si- altro essendo f^ancesco di Giorgio. La 3.'
gismondo C/i/^/, Francesco Ccnnini, An- epoca cominciereltbe col Riccio o Barto-
Kanicro De/c/,Sci pione Del-
tonioCrtii'j/, lomeo Neroni e col Salimbeni, seguitereb-
ci, Uberto Delci, Fiancesco Dclci, Giro- be col Casolani e col cav. Francesco Van-
lamo Ghinncci, Fabio Mignanelli, Gui- ni, cui si deve il ritrovato di dipingere in
do Moricolti, Giacopo Filippo Nini, Ro- marmi, lasciando ne'fìgli i seguaci della
lando Paparoni, b. Giacomo Pasquali^ 4.'^epoca e della scuola nella quale figu-
Riccardo Pe/ro«/, Alfonso Pelrucci, Raf- rò il cav.GiuseppeNasini allievo esso pure
faele Pe/r^rc/, Giovanni Piccoloniini,Ct:- del Vanni. Tra gli scienziati fu illustreli-
20 SI E SIE
con eleganza, e con tre altari. Dai sud- Fetus, e nel rovescio la Croce colle lette-
detti Socino con infelice fama discese re Jlfa Et CJO cioè Omegaj la 2.' poco
Lelio Socino eresiarca e fondatore del- differenzia dalla precedente;la 3.^nel mez-
la setta degli And- Trinitari o Sodniani zo tS*, e intorno Civitas Virgo SenaFetus
(F.), nella quale si distinse il nipote Fau- nel rovescio laCroce cowAlpha el 0,Prin--
sto Socino. Non debbo tacere, che la vez- cipiuvi et Finis^ ed in altre invece di Ci-
zosissima Rossellana sanese, fatta schia- vilas Firgo,&i legge Civilas Firginis, co-
va da' turchi, il polente imperatore Se- me volevano appunto dire i sanesi, e co-
lim II la esaltòasua sposa favorita: nel me è nella 4-^ non hanno par-
le altre
Dizionario storico delle vite, di tutti i mo- ticolarità rimarchevoli; r8. Mia la mede-
narchi ottomani, lungamente si tratta di sima iscrizione, e nel rovescio uno scudo
questa celebre e avvenente sultana sane- coir arme di alcuno, e di sopra un G. li
se. Ipiù antichi santi patroni della città sigillo del popolo è un leone rampante ,
tori. Questi crede che qualche parola di Della confraternita di s. Caterina della
più esiga il verso, come Quani Jesus o nazione senese. Narra che nel 5 1 9 sotto 1
pure iV'rtA.*?; nel sigillo con diverse mone- Leone X e a'4 luglio la nazione istituì in
te sanesi riprodottodal (j\^\\, òo\ìO Senani Roma il sodalizio con l'invocazione della
d'una città conquesto verso intorno: Fos parrocchiale di s. Nicolò (di cui ne' voi.
veleris Senae signum noscatìs amenae. XXIV, p. 277 e 278, LXIII, p. r i4)
IMuratori nella Dissert. 27." tratta delle detta già degl'impiccati ed in Furcis
monete antiche di Siena, e del privilegio perchè ivi si sulfragavano e seppelliva-
e gius dibattere moneta concesso alla re- no i tale estremo suppli-
condannati a
pubblica neh j86 dall'imperatore Enri- zio, poichiamata degl'Incoronati, quale
co VI. Ma che prima ancora di quel tem- giuspadronato della nobile famiglia ro-
po godessero! sanesi tale prerogativa, ap- mana omonima, presso la via Giulia e si-
alla luce dallo stesso giuratori, in cui Cri- riunito molte limosine, acquistarono un
stiano arcivescovo di Magouza legato im- bel sito nella stessa via Giulia verso Pon-
promette al popolo che gli avrebbe con- una chiesetta con oratorio e altre stanze
fermato il gius della moneta. Le monete perabitazionede'sacerdoli cappellani. La
vedute da IMuratori sono 8, ed hanno la : fornirono di utensili sagri e di tutto l'oc-
quale elfelto fecero una bara che riuscì la accolse tulle le compagnie che ila Siena
più bella di Roma, cotnechè dipinta da si recarono in Roma per 1' acqui>to del
UaldassaredaSiena eccellente pittore, per giubileo, il che praticò ancora ne'succes-
cui fu poi disfi Ita e delle testiere si for- sivi:andò loro incontro processiooalinen-
marono 4 fina<^bi meravigliosi. Spesso i le fuori delle portediRoma, le albergò di
confrali si esercitavano in orazione conti- tutto punto e supplì a tulle le spese ne-
nua al ss. Sagraraento nelle Qitarani'ore cessarie, accompagnandolecon altra pro-
(/ .), anche con tlispendio nell'esposizio- cessione nella partenza. Solendo tali con-
ne che facevano decorosa nella dellachie- fraternilesanesi lasciarea quella di Roma
sa, poiché atlerma Fanucci clie prima che ciascuna il suo stendardo, molti essa ne
l'introducessero i sanesi non esisteva in venne a possedere e più dell'altre, tran-
Roma tale divozione; ma (juesla gloria ne quella della S!>. Trinità de'pellegrini.
viene conlesa da alili sodalizi come ri- Le compagnie erano composte ciascuna
marcai al citalo articolo. Il Fanucci ripor- di Go, 70 e 100 uomini, e si fermarono in
ta il modo come in principio si eseguiva Roma circa e non meno di 6 giorni, laon-
la di vola pratica nell'oratoi io, ove un so- de grandi furono le spese incontrale per
lo lume nascosto scopriva un ss. Croce- ospitarle con letti e altro. Per la chiusu-
fisso, ma siccome non vi si amnieltevano una voltasi trova-
ra delle porle sante,
donne, fu poi trasferita in chiesa e pub- rono insieme 4 compagnie che in com-
blicamente eseguita col vespero solenne, plesso superarono 4oo indiviilui, olirei
sermone e con processione preceduta dal quali furonoalloggiati e governati nel de-
ss. Crocefisso e seijuila dal ss. Saijrarnen- corso degli anni santi moltissimi sanesi
lo, col quale poi si ilava la benedizione, poveri d'ambo i sessi. Per la sua antica
esortandosi i conlìati e il popolo alla di- divozione al ss. Sagramenlo, nel giovedì
vozione verso il ss. Corpo di Cristo. In se- santola confraternita recavasi in proces-
guito tali funzioni sì fecero la donìenica sione a venerarlo chiuso nel sepolcro nel-
juallioacon messa cantata, e il ss. Sagra- lacappella Paolina del Valicano.Nel gior-
mento reslava esposto anche la notte; ma no della festa di s. Caterina, che traspor-
leilonne vi resta vanoa preg. ire sino all'A- tano alla 2.^ domenict
di maggio, cele-
ve Maria. L'esposizione protraeva sino «i brandola con solennità, portano in pro-
all'ora di nona del martedì, sempre con cessione il suo dito, nel quale Gesù Cristo
tenda tirala altra verso tiella chiesa, fa- le pose l'anello nello sposarla, al dire di
cendo per turno le ore di continua ora- Fanucci; ma avendo voluto vedere tale
zione i confrati, il che si regolava colTo- relitpiia , invece ho trovato che consiste
l'ulogio a polvere e cui Iripicesuono del in un pezzodi costa della santa e di par-
campanello, restando in libertà di rima- te del suo ciliziu. In tal giorno lil)ei.iva-
ucicufaie ulti e ore chi lu bramava; icr- uo dal cjiccrcuu conduunalu alla pena
22 SIE SIE
capitale, e dalle mani del cardinal pro- nel 1458 da Pio II ai deputati della na-
lellore facevano distribuir le doti alle zi- zione sanese,in luogo de'quali supplisco-
telle, lasciate nel i Sy i dalla pia generosi- no i confrati in abitodi città o talare (cioè
tà di Ettore Quercia sanese, comesi leg- i laici vestiti di nero con col lare e ferrai uo-
ge nella chiesa di s. Maria sopra Minerva lonedi seta, gli ecclesiastici sottana e fer-
con epitaffio riprodotto da Fan ucci, ed e- raiuolone neri), ne' voi. IV, p. 58, IX, p.
rello dall'erede arciconfraternila della ss. 58. La chiesa di s. Caterina di Siena in
sodfiliziodi S.Caterina, ottenne per se l'e- di Paolo Posi sanese di gran talento, se-
redità del conci Itad ino. GregorioXllIcon- polto nella medesima con monumento e
cesse al sodalizio indulgenze e privilegi, busto marmoreo nella 1." cappella a sini-
vestendo sacchi bianchi con cordone ne- stra, erettogli nel 778 da Giuseppe Pa-
1
ro, e l'effigie di s. Caterina da un lato del lazzi suo scolare ed erede. Prima di que-
petto. A'?, luglio 1594 essendosi in Siena sto restauro si vedeva nell'altare maggio-
rinvenuta nel sito detto Provenzano, già re ilquadio della Risurrezione,opera bel-
abi tal u damerei liei, la sta tua dellaB. Ver- lissima di Gii olamoGenga, e neppure più
gine the subito fece molti prodigi, il so- esistono i dipinti a fresco sulle pareti, la-
dalizio nel settembre 5g5si recò a vene-I voro in parte di Timoteo della Vite da
laila in Siena, con piocessione composta Urbino scolaro di Raffaele, amico e com-
di più che cento confrati e molte conso- pagno diGenga, ed in parte di Antivedu-
relle. Fanucci pubblicò la descrizione del to Grammatica che vi è sepolto. Al pre-
viaggio e del suo solenne ingresso in Sie- sente nel catino dell'abside è una pittu-
na. Il medesimo, ed il Piazza nell'-E'^^e- ra a fresco di m.r Pecheux artista fran-
vologfo romano, trat. 8, cap. 6 Di s. Ca- : cese distinto dell ultimo periodo del se-
terina di Sitna dt senesi a strada Giu- colo passato, che vi effigiò il ritorno di
lia, descrivono le altre opere di cristiana Gregorio XI in Roma, al quale ebbe tan-
divozione in cui si esercita la confrater- ta parte la santa titolare, quando recata-
nita. Dipoi fu elevala algrado d'arcicon- si in Avignone ambasciatrice de' fioren-
fiaternita, e siccome avea trascurato di tini per placarlo e proscioglierli dalla sco-
valersi dell'annuo privilegio di liberare munica contro loro fulminata, con poten-
un condannato a morte, concesso da A- te e grave orazione pronunziata in con-
lessandro VII, come riferisce Venuti, Fa- cistoro e colle sue frequen ti esortazioni per
ma moderna, p. 55o, Clemente XIII lo divino comando, fece elFetluar la risolu-
rinnovò col breve Exponi nobis, de' 18 zione concepita dal Papa di restituire a
maggio I 'j6ì ,BiUl. Rom.coni.t.-i,p. 120, Roma la residenza pontificia (la santa fu
dicliiiirando inoltrechel'abilitava in man- accompagnata in Francia dal b. Stefano
canza di reo dannato all'ultimo supplizio, Maconi, e fu interprete tra lei che parla-
di poter liberare un delinquente condan- va toscano e il Papa che si esprimeva in
nato in galera sia in perpetuo, sia a tem- latino, il b. Raimondo da Capua). Le pit-
po determinato. Notai a Co\fraterm- ture della volta sono di Ermenegildo Co-
Tf, che tali concessioni furono poi a tut- stantini, tranne i chiaroscuri eseguili da
te soppresse. Riferisce Fanucci, che nella Gio. Callista Marchetti. Nel quadro del-
solenne processione del Corpus Domini l'altare maggiore vi espresse lo Sposalizio
che fa il Papa in Roma, la nazione sane- spirituale di s. Caterina con Gesù Cristo
se gode il 2." luogo dopoi romani, in por- il valente Gaetano Lapis scolaro di Con-
lare le aste del baldacchino; con qualche ca. Degli ovali di lela che adornano la na-
dilTereuza registrai il privilegio concesso ve della chiesa, e che rappresentano i fa-
SIE SIE 7.3
sfi (Iella santa, que'ne'lali del presbiterio re d'un 'età assai più antica. Non pare che
sono tli Lapis, i due seguenti di Pietro ripeta Siena da' galli senoni discesi con
Angelelti,gli altri li colorì Stefano Faro- Breiino in Italia il suo principio, come an-
cel, degli ultimi due presso la porla quel- tichi autori immaginarono dalla simili-
lo a sinistra è del Conca, l'altro a destra tudine del nome di Sena ora Sinigaglia,
di Moria. Quanto agli altari laterali, nel la quale fu poi colonia cittadina, mentre
I ."a sinistra di chi entra il quadro è del la colonia di Siena in Etruria fu delle mi-
viterbese Corbi eccellente discepolo di litari. E' questione se la deduzione della
Mancini, il quadro dell'altra che segue è colonia e perchè fu detta Sena Juli if deb-
di Conca. Quello incontro fu fatto da La- ba attribuirsi a Giulio Cesare, o al suo ni-
piccola altro scolaro di Mancini, l'altro pote Cesare Ottaviano ossia al suo triuna-
èdi Salvatore Monosilio scolaro del Con- virato, ovvero a Giulio e dopo aver vin-
ca. La chiesa è di bella forma, con decoro- to Pompeo a Farsaglia. Se la colonia sa-
sa facciata; l'altare maggiore è di marmo, nese in Toscana non precede, fu almeno
con colonne e pilastri incrostati di mar- coetanea a quella di Firenze,la quale più i
lato n'era stalo governatore o piimicero, be sanesea com[)ortarsi con più modestia
gli accordò quello insigne di dichiarare per l'av venire. La sua colonia fu di qualche
privilegiati l'altaremaggioreequellodel- importanza , con magistratura propria ,
i'oratoriu, colla liberazione d'un' anima come rilevasi da'monumenti, i quali re-
dal purgatorio al i .°, e di una di quelle cano pure il vero nome della città Siena
de'fratelli e soielle deH'urciconfraternit.i e in latino.^<:c/2^.-ebbe ancora i seviri au-
al?..", nella celebrazione della messa. Pio gustali istituiti da Tiberio, a
onore del
Yilpoi privilegiò l'altare del cimitero sot- prcdecessoie A ugusto.CredeFanucci, che
terraneo, ove celebrandosi una messa per Siena siastata convertita alla fede cristia-
alcuno di (pielli ivi defunti, restasse libe- na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo
roilallepenetlel purgatorio. Nella sagre- apostolo, passanilo per la e ttà quando fu
stia vi è unCrocedsso amico, copia di quel- mandato a promulgar l'evangeloin Fran-
lo che impresse le ó'a'//i/;ia/e(/'.) ins. Ca- cia dallo stesso apostolo, edove ebbe la
terina. corona del martirio. Per la breve sua di-
L'origine di Siena per quanto sia stata mora in Siena la fede non si potè propa-
argomento di lunga contesa fra molti gare, anzi alcuni ritornarono all'idolatria.
conviene con Cellario,
scrittori, Repelti Ma verso l'anno 3oo s. Ansanodi Bagno-
che non apparisce qual sia stata innanzi rea, venuto in Siena, colle sue fervorose
Cesare,fiuucsscndovi memorie dc'suoi in- prediche e buone opere lini di converti-
cunabuli^ sebbene sembra doversi ritcnc- re alla dottrina di Gesù Cristo tulli i su-
a4 SIE SIE
iiesi, e per questo il santo fu fatto mar- aibilnoconsagrato nella chiesa di s.Ansa-
tirizzare da Licia proconsole di Diocle- no a Dofana un altare fabbricato da Gau-
ziano e Massimiano imperatori, vicino al spetto gastaldo sanese ,
senza cognizione
fiume Arbia. Di lui già ho parlato col Pec- e consenso del diocesano Stabile vescovo
ci, quale lo celebra propagatore della
il
d'Arezzo, che perciò ricorse alla s. Sede,
caltolica religione nelle contrade sane- e Anfredo al re Astolfo. Papa Stefano II
si, e narra che il suo corpo in tempo del di concerto con questi delegò la causa a
vescovo Gualfredo 2.°, dal luogo chiama- 3 vescovi, la sentenza de'quali fu a favo-
to Dofana, quasi ^aoF<^«fl!, ove si crede re dell'aretino. Nondimeno successiva-
luartirizzatOjdalla chiesa e monastero del mente ebbero luogo diversi placiti, giu-
in Siena, ove avea diffuso la fede, e come Leone IV e Alessandro II, per la causa
in Arbia era veneralo sino dagli antichi predetta, alla quale finalmente fuimpo-
secoli. Quindi ben presto Siena venne a sto un termine definitivo da Pio II. iNel
possedere pievi e parrocchie, eia sede ve- 774per aver Carlo Magno vinto e impri-
cende sloriche di Siena ne'ten)pi romani minazione de'Carolingi anche nella To-
e nelle prime invasioni barbariche, sino scana, e Carlo Magno dopo essere stato co-
alla dominazione (ìtì longobardi, sotto i ronalo in lloma imperatore nell' 800 ,
quali la città e il suo contado non dipende- venne a Siena. I nobili francesi giunti ai-
vano da'duchi di Toscana, ma era gover- lora nella regione sembra che preferissero
nata e amministrala direttamente dal re, ad ogni altra città Siena. Tale conquista
come rilevasi dalla restaurata chiesa di s. portò una modificazione nella parte go-
AnsanoeseguitanelG78dalgaslaldoWil- vernaliva, dimodoché a pochecittà tosca-
molte chiese dopo la loro conversione dal- gastaldi di origine francese. Quando le ci t-
l'arianesimo. Altra prova della domina- là, oltre il conte, aveauo anche il gastal-
?ione longobarda si apprende dalla con- do, quello soleva presiedere al politico ,
perto II, sui diritti diocesani, fra il vesco- buzioni consimili a quelle de'duchi, cioè
vo di Siena e quello d' Aiezzo; e nel 71') di mantenere gli abitanti della sua città
Liutprando da Pavia, a cui era ricorso il e contado ubbidienti alle leggi e fedeli al
vescovo di Siena, vi spedì un messo regio re, punire i malfattori, difendere le ve-
per assistere nel giudicarla il suo maggior- dove e i pupilli; era poi cura del gastal-
domo Ambrogio, nellacorle regia presso do come del conte di riscuotere l'entrate
te. Le dissensioni fra i due vescovi con- i conti e governatori di Siena, è indubi-
tinuarono, e nel 752 inasprirono per a- tato che nelTSOS lo era Winigi o Vinigi-
vereAuficdu vescovo di Siena di proprio si. In un placito tenuto iu Siena dall'iiu-
SIE SI E l'i
peralore Carlo III il Grosso ncll'SS r, vi scana, passasse per Siena: è pure cretlibi-
assistè il marchese Berengario poi re d'I- leche vi ritornasse nel qGy reduce da Na-
talia, olire un gran iimncrodi vescovi, di venna e recandosi a Volterra. Nelf)73 fìo-
inagnali, di giudici e di conti; il (piale pia- rirono in Siena due magnali, Lamberto
citulu pronunziato a causa delle (piere- iìgliodel maichese Ildebrando, che alìit-
le rimesse in campo per la 7/ volta fi a i lo 4 J» corti colle loro pertinenze per la vi-
vescovi d'Arezzo equelli di Siena. Nel de- stosa somma di lirei 0,000; l'altro vendè
dinar del IX secolo si dispularono la co- alcune terre di Camp;ignatico
un conte a
rona ferrea il marchese Berengario duca Piidolib.II IMalavolti racconta chenei line
di Friuli,e il marcheseOuido duca di Spo- del secolo X Siena ottenne la libei là sot-
leto d'origine fiancese, il quale nell'iSf) i lo governo degli ottimati, per benelizio
il
di altre provincie italiane si recai 0110 a Che poi le città diToscana anche nel se-
riconosceredal sovrano francese loro feu- i colo Xi fossei'o governale da'conti, lo di-
di egoverni. Però dopoché Arnolfo ab- chiara per lutti un diploma d'Enrico Ut
bandouò l'Italia, il popolo sanese al p ari de'7giugno o52,col(piale ilclerodi Voi-
i
il regime
dirpiellodi Chiusi ritornò sotto terra venne esentato dalla giurisdizione
diLamberto, che regnò in pace sino alla de'marchesi e de'cunti, cui lino allora quei
morte avvenuta nell'SqS. Dopo il ()0() in preti erano slati soggetti. Assai maggiori
Siena eChiuìti dominòLodovicol V WIùiii- furono gli onori cheSiena ricevè nel o )<S, 1
]I e di Adalberto suo ligi in; ma tiavai^lian- (azioni intrusero nel pontificato Bctfiict-
do essi Papa Giovanni XII, nel ()()2 ri- /o Aanlipapa; laondes. PieiDamiani par-
chiamò in Italia Ottone che I cravi disce- tecipò il disordine nd Agnese madre del
so uel i)') I, e lo coronò im[)eralore. Que- l'imperatore, per fare ritornare in Italia
sii è probabile che nell'in verno di tale a n- Ildebr.iudo. \ eiiuto(|uesli iuToscan.i, le-
uo,c ncireslale(jG4)i^Ui'avci'»audo IjTo- ce adunare nel duuiuu di Siena un cuu*
2(3 S I E SIE
cilio, in cui pronunziandosi la deposizio- ze. E siccome il Malavolti nella Slorìn di
ne del pseudo BenedeltoX, a'-28 dicem- Siena lasciò scritto, che Alessandro III
bre fu eletto Papa Nicolo II eh' mn ve- nel i I
79 fu in Siena, vi consagrò la cat-
scovo di Firenze, e partendo perPtoma ivi tedrale, concesse molte indulgenze e vi si
fu intronizzato e coronato, come affei-ma trattenne più mesi,cosìPecci notò che può
Pagi, più critico del Gigli che lo disse e- avere il Papa spedito le indulgenzeda Ro-
ietto e coronato nel concilio di Siena a'3 ma,senza però recarsi inSiena inrpiell'an-
gennaio i oSg. Sul modo come procede no. Da un processo del i2o5 si rileva il
questa elezione, è a vedersi la biografìa regime politico di Siena e suo contado,
di s. Gregorio VII. Nella penuria di no- già esteso dalla parte di Monte Pulciano,
tizie storiche in quest'epoca, almeno re- durante il secolo XII e con rappresentan-
f,'islrerò che nel 1072 nel Castelvecchio za e magistratura propria: avea il podestà,
di s. Quirico i fratelli conti Cernaidino e il console e rettore dell'arte de'mercanti,
Ardingo col consenso del padre, confer- e Montepulciano era governatoda'reltori
mai onoalcapitolodella cattedrale la do- de'conli Alemanni di Siena, cioè da'teinpi
nazione fatta dal tnedesinio genitore con- anteriori dell'imperatore Corrado III, il
tePianieri. Nel I 074'" IMont'A[)erto l'ar- contePaltonieri reggevaSienaeilsuo con-
ciprete Lamberto, a nome del capitolo di tado; sotto lo svevo Federico I non meno
passò per Toscana, e conclude meglio pel bertà sanese sembra datare dall'ottobre
I 177 in cui si ha la certezza di sua ve- I S6,per l'indulto già ricordato e ottenu-
I
nuta in Siena. Nondimeno piace a Pecci to da Enrico VII vivente il suo padre, eoa
aggiungere, riportando l'opinione che la la conferma della loro zecca e la libera e-
consagrazione fosse anteriormente ese- lezione de'consoli e del rettore o podestà,
guita da più vescovi, e per corroborare al quale si accordava la facoltà di esten-
accomandigia. Alessandro 111 con diversi seguì la logi fra le repubbliche di Sieni
diplomi dimostrò la sua propensione a'sa- e di Firenze, con patto di aiutare questa i
nesj, sia pe'confini territoriali e diocesa- sanesi a conquistare !Monta lei no,ciò ch'eb-
ni, col territorio e diocesi di Firenze, sia be luogo nel maggio: 202, ed allora rreb-
col concedere al clero della città e borghi be il desiderio d' impadronirsi pure di
di Siena e suoi abitanti alcuni privilegi, IMonle Pulciano,ed a tale effetto si allea-
inbenemerenza d'averes«i aderito al Pa- rono con Orvieto. Ma montepulcianesi i
vesse causa dall'avere essi dimostrato ade- ruppe nel 207, per cui l'oste fiorentina
1
sione al loro concittadino Alessandio III, SIcondusse nel territorio sanese, e presso
né che traesse oi'igine d<dle prime guer- MontaltodellaCerardengaaccadde un fat-
re incominciate neh 170 tra i fiorentini to d'armi a danno de'sanesi,ei 3oo ne fu-
ed i sanesi, le quali ebbero fine neh 173 rono condotti prigioni aFirenze, venendo
per mediazione dello stesso Federico I. disfitto il castello di .Montallo daqli sles-
Onesti però mentre ne\i i83 nella pace si Neh 208 questi ritornando
fiorentini.
di Costanza a molte città italiane conces- sulcontado disfecero Rigomagno, presero
se il sistema per reggersi a repubblica, o Rapolano,e condussero seco gran bottino
confermò lorogoverni raunicipali.ad al-
i e molti prigioni, fioche neh 2 io i sane-
tre ne restrinse il dominio;quindi nel i8ì 1 si, mediante la pace fatta co' fiorentini ,
eragli contrario, preferendogli per l'iin- sicurarono con migliori difese la città, for-
1233 corsero alle armi e investirono con berare le terre pistoiesi dall'oste lucche-
altre genli dalle 3 pai'li il giro triangola- se. Questa misura impolitica mosse i fio-
re delle mura di Siena; le guerre conli- rentini, con prelesto di difendere i loro a-
juiarononel I 2 34ei235, talché il comu- mici, a rivolgere le armi contro i pisani,
uedi Siena dovè chiederequella pace che e compita che fu la guerra l'esercito nel
ottenne a patti onerosi mediante lodo del 1252 prese la via di Monlalcino, ch'era
cardinal Pecoraria , legato pontificio di stretta da'sanesi,e la liberaronocon bat-
Gregorio IX perottenere tale concordia, 253i sanesi si recarono di nuo-
taglia. Nel I
si a pagare 8000 lire per rifare il castel- ni della città ed a varie terre e castella,
lo diMonte Pulciano, e che il castello ili e poi liberarono dall'assedio Montalcino
Chianciano consegnalo da' sanesi al car- e provigiouarono. Né contenti di ciò, nel
dinale, si dasseagli orvietani per restituir- 1 254 i fiorentini dopo aver soggiogato Pi-
lo a'padroni. Mentre il Papa era in aspra stoia e obbligata di reggersi a parte guel-
dillerenza con Federico II, in Siena fu ri- fa, si avviò contro Siena, e assediò il ca-
formato il governo, cambiandosi il titolo stello di Monte Riggioni, finché sindaci i
ali." magistrato de'consoli, cui al pari di de'due popoli firmarono nel 2 55 la pa- t
altre città fu dato il titolo di priori del ce, a condizione che isanesi non piìi mo-
visò il podestà e popolo saucse cheavea liLu ghibellino, capi del quale erano gli
S 1 S I E 2f)
IO trame contro il po[)olo di parie guel- mandarono in Firenze, ove tornò l'oste,
fa, la plebe furiosa corse alle loro case, ne Sentendo i sanesi la lega guelfa toscana
imprigionò molli,alti decapitò, atteri'an- i che fiorentini preparavano contro
i di lo-
se il più gran politico di sua eia. Laon- gnesi, pistoiesi, sanminialesi, pratesi, son-
de tutti questi fuorusciti, con molli nobi- gemignanesi, volterrani e colligiani, do-
li del contado e di città si rifugiaiono in pò radunata tanta numerosa armala, nel
Siena, dove dai magistrali e dai cittadini declinar d'agosto 1260 s'avviò per Siena,
furono (eslevolmeute accolti, perchè al- menando con pompa il carroccio, e in al-
Joia i sanesi erano retti a parteghibellina campana
tro carro la Marlinella : (juasi
o imperiale. La signoria di Firenze di ciò tutto il popolo segm l'oste coH'insegne dei-
si querelò conSiena in contravvenzione ai le compagnie, e non vi fu casa che non vi
patti della lega del 12 55; ma i sanesi mos- si recasse a piedi o a cavallo,aImeno uno
si non meno dal diritto delle genti, che o due per famiglia. Tutte queste genti si
dalla [)rolezione di Manfredi re di Sicilia, adunarono sul contado sanese in sul fìii-
col qualeavcano concluso alleanza , nou meArbia, nel luogo di Mont'Aperlo, coi
dieronoascolloa tali reclami. Per talepro- perugini e orvietani accorsi in aiuto dei
cedere la signoria di Firenze dicliiarò al dimodoché ascesero a più «li
fiorentini,
comune di Siena quella guerra, che riu- 1000, ovvero 3ooo cavalieri e piìi di ,
SCI per le conseguenze la più memorabi- 3o,ooo pedoni. Per que!>l'iniponen(e ap-
le di tulle le altre nella storia delle re- pai ecchio si vuole che i fuorM>,cili giiibelli-
publiche italiane del medio evo. I fuoru- ni rifugiati inSicna ricorressero ali'ingan-
diploma dichiarò di prendere sotto la sua no fiorentini schiera li sui colli di Moni A-
i
tutela la città, il contado, le persone e i peito, invece a'4 settembre videro uscir-
beni de'sanesi, indi inviò il conte Giorda- ^i i tedeschi e gli allri cavalieri e il po-
lio con titolo di suo vicario in Toscana con polo di Siena verso di loro in alleggia meu-
800 cavalieri tedeschi, che arrivarono in to di combattere. Restarono fòrlemenle
Siena nel dicembre i ajc). Nella seguente sbigotliti,dovendososleneieun immineu-
primavera i fiorentini Iccero oste sopra te a^sallodalorononprevedulo,eciònIag-
Sieua con gran corredo di gente, e dopo giornienle (piando viileio i ghibellini ve-
aver preso varie terre e castella del con- nuli nelcamponell'appressaisi lestpiadre
tado in Val d'Elsa, s'accamparono fuori nemiche Inggire dall'allra parie: tali fu-
di porta Camullia. Durante l'assedio sa- i ronogli Abatie più allri, ad onta che i fio-
nesi promisero untili doni e paghe ai le- rentini non lasciassero co'collegali di lar
dcschidi Manfredi, e fallili Iiene mangia- loro fronte e di attendere alla ballaglia.
re e avvinazzare, a' i 8 maggio li spin>e- Ma sicccime la compagnia de ledcsihi ru-
3o SIE SIE
miine, e vedendo i cavalieri e il popolo se in signoria una parte dell'ordine popo-
l'insegna ahijaltuta e il tradimento, si mi- lano e di quellodc'gentiluotnini. Una del-
sero incompleta fuga e deplorabile scon- le prime imprese de' sanesi viltoriosi fu
fìtta. E perchè i cavalieri pe'pritni si avvi- contro Monte Pulciano, che re Manfredi
dero dei tradimento, non rimasero di loro con diploma de'20 novembre rilasciò in
sul campo che 36 nomini tra morti e pre- libero dominioal comunediSiena, in pre-
si. La gran mortalità e prigionia fu del po- mio di sua fedeltà; quindi nel 1 261 asse-
polo fiorentino a piedi, de'lucchesi e or- diato dovè capitolare, e permettere a'sa-
Tietani; ne j imasero piii di 25oo rnoiti e nesi l'erezione della fortezza con libera u-
più di 1 5oo prigionieri, de'migliori di Fi- scila dalle mura castellane. Dopo la me-
renze e di Lucca, perdendo il carroccio, moranda giornata diMont'Aperto, i ghi-
la campana I\Tartinelia emollissimi arne- bellini furiosi e sitibondi di vendetta, si
desolala e immersa nel pianto. Così una dini. Quasi tutti paesi e città di Tosca-
i
ta Toscana fu riformala a sialo gliibf^lli- de umiliati i popoli che furono di lei più
110 imperiale, con principii oligarchioi, e costanti rivali, e per eternale la memo-
fucomposto per la città di Siena un nuo- ria del monete colla
suo trionfo coniò le
signoria composta di nove governatori te Giordano, poi al conte Guido i\o vel-
uomini scelli Irai grandi popolani, ma nel lo, un dopo r altro vicari generali della
12G0 essendo intorla qualche turbolenza contrada del ghibellinissimo capoparte
fra il magistrato de'Nove e i nobili delle INLnufiedi redi Sicilia [T' .), mi vicario dei
j)rime famiglie aspiranti al regime della quali risiedeva in Siena, che nel gennaio
città, cjuel malumore si convertì m aperta 1261 convenne a un trattalo di pace con
e ostinata ostilità, nella quale al fine [pre- Firenze. Alcuni lodano Provenzano per
valsero i reggitori dello stato; ciò non o- virtù edisinteresse a favore di sua patria,
stante, questi si conleularoDU cbe entras- perchè dopo la giornata di Mont'Aperto,
s 1
1<: S 1 E 3 .
«lienodi tiianneggiaic i sanesi, non Isde- lii [)res';o Ucnevento, suonò l'ultima ora
ynò lecarsi con altri ciltadini ambascia- per Manfredi, ucciso e vinto dal competi-
tore as. Geniignano, e nel r aGicli andare tore Carlo I. La morte di Manfredi, ap-
podestà a IMonlePulcinno. Diverse acco- pena divulgatasi, recò tanta sorpresa che
iiiandigie accordò Siena, fra le quali anche poche furonolecitlà, lequali avessero co-
la rinnovò con condizioni più dure al con- raggio al raccontode'prosperi successi del-
leBoni fazio degli A Idobrandesclii di s. Fio- l'Angioino di restar fedeli al partito ghi-
ra (della qiial famiglia parlai a Sforza), bellino. Di quest'ultime fu Siena,e ad on-
come ad obbligai lo a compiere il palazzo ta del minacciato interdetto j)ontificio ,
che avea comincialo a edificare in Siena. non oslanleche l'emulasua vicina Firen-
Trovo in Rinaldi, che Papa Urbano IV ze avesse riformato il governo a parte guel
considerando Manfiedi usurpatole di Si- fa, e che persino i pisani cercassero di ri-
cilia ch'era della s. Sede, convenne d'in- mettersi alla disciezionetlel Papa.dal qua-
vestirne Carlo d'A rigiò, e preparò la ro- le erano stali scomunicati, pure il gover-
vina della casa imperialedi Svevia, egida no sanese si mantenne ghibellino. Carlo
e rifugio di tutti i ghibellini d'Italia, e se- I, per abbattere il partito imperiale, spe-
guala niente di quelli toscani. Il partito ini di in Toscana per suo vicario Guido di
perialedifeso esostenuto da'ghibellini, an- MonfortconBoo cavalieri francesi; in con-
dò di mano in mano declinnndo, a segno seguenza nel luglio 2(3^ I il conte e poi lo
di trovarsi costretto di cedere a'guelfi la stesso re con vigorosa oste unita a quella
supremazia politica in Toscana, ove il nu- dei fiorentini ricominciarono la guerra
mero de'liberali fino allora soppressi dal- contro i sanesi e tulli i ghibellini in essa
la forza, ogni gioino piìi si faceva forte e in Poggibonsi rifugiati, e ne predarono
ingiossaiido, iMortonell'ollobi e i 264 Ui'- e arsero il territorio. L'unica speraii7a dei
bano IV, Manfredi co'suoi seguaci e ghi- i ghibellini era riposta in Corradino nalfi
bellinine fecero grande allegrezza;! sa- daCorrado IV fìgliodi Federico II. A lui
nesi mossero verso Orvieto, e infestarono perciò ghibellini di Toscana, e quelli del-
i
il Patrimonio di s. Pietro, per cui il sa- l' Italia superiore e inferiore inviarono
gro collegio de'cardinali li ammoni a ri- messi in Germania persollecitarlodi veni-
tirarsi con gravi minacce, che disprezza- rea riprendersi regno delleSiciliejmeii-
il
rono. Divenuto Papa l'altro francese Cle- tre Clemente IV dopo avere ammonito
mente IV, elVettuò l'investitiua e dichia- Ccjrrndino a non collere alle vane lusin-
rò Carlo I d' Angiò re delle due Sicilie, ghe, fece di lutto per distaccare i po|)oli
che divenne capoparte guelfo; lo che ob- italiani dal suo parlilo, econ bolla degli 1 r
bligò Manfredi a richiamare nel minac- maggio 1267 inculcò al potlestà e signoria
ciato regno il maggior numero di sua ca- tli Siena, afiinchè il popolo ubbidisse a'co-
valleria tedesca, e tutti i soldati sparsi per mandi apo.slolici. Invece nel 1
.°
dicembre
Toscana e per le comune
Marche, ed il i rnppresentanti del comune e della parie
di Siena dovè somministrargli un nume- ghibellina toscana elessero capitano ge-
ro di milizie agli I i febbiaio 12 65. Cle- nerale per 5 anni Enrico figlio del redi
mente IV scomunicalo Manfredi, come Castiglia,allora senalorediPioma,coiran-
aveva fallo il preilecessore, promidgò la mio salai iodi 1 0,000 lire,promellendo o i
crociata contro di lui, concedendo iiubd- solili al giorno per 200 spagniioli. Olire
genza a chi recavasi acombalterlo, e4oo a ciò i sanesi con altri ghibellini inviaro-
cavalieri guelfi fuoruscili fiorenti ni con- no a Corradino calato in Italia 100,000
dotti dal conte Guido(>ueria di Duvndo- fiorini d'oro, e nel 1 2(38 Siena gli somcui-
la si unirono al monarca liancese. A '26 nislrò altri denari. Acciesciiilo ili mezzi
febbraio 126G, nella piuuura di Grundel- e di forze, Con adino da Pisa per Poggi-
3
32 SI E SIE
bonsi si recòa Siena, doveiiifeseil r." fat- venzano Salvani fu preso e trucidalo, e
to d'ai mi favorevole a'suoi accaduto nel ilsuocnpo portato in giro sopra una pic-
Val d'Arno siiperioie. Gran runìore fece ca pel campo de'vincitori. Provenzano po-
per Toscana questa piccola l^atlaglia, per co innanzi per ri/|)arniiare la morte ad
cui ne montarono in supeil:)ia gliibelli- i un amico prigione degli angioini, di>5teso
ni; fu allora che sanesi salili in grandi
i un tappeto sulla piazza di Siena si pose
speranze si dierono a mozzar torri e al- ad accattare 0,000 fiorini pel suo riscat-
i i
lenare palazzi ad alcune famiglie poten- to, e vi riuscì con eterna sua lode.
ti sospette. Corradino senza far caso del- Dopo la vittoria riportata a Colle, i fio-
cii prognostici Coriadino trovatosi a fron- tale trattato i sanesi pagarono nel 1271
te di Cai lo I, a'24 agosto presso Taglia- al vicario del re in Toscana 6000 oncie
cozzo fu sbaraglialo, indi fallo prigione, e d'oro per ottenere la grazia e protezione
nell'ottobre lasciò in Napoli la lesta sul di Carlo 1, a condizione che a'fuoruscili
palco, terminando con lui la nobilissima ghibellini non si restituissero i beni senza
casa degli Hohenstauf'endiSvevia. Quan- suo ordine. A' 4 giugno 278 per un sin-
1 i
gico fine dell'infelice Corradino, lo ripor- ordini della s. Sede, onde ollemiere ras-
tai a Sicilia. Giunta in Toscana la nuo- soluzione dalle censure lanciale da Cle-
\a della sconfina di Tagliacozzo e la pri- mente IV per l'aiuto dato a Corradino,
gionia di Corradino, non è a dire in qua- e rinnovate da Gregorio X per non aver
le avvilimento cadessero ghibellini, nel i voluto riconoscere Carlo I da lui nomi-
tempo che grandi feste si fecero da'guelfi nato, come da Clemente IV, vicario impe-
ormai dominanti sulla maggior parie di rialeiu Toscana.Ma non passò gran tem-
Toscana. Due sole città capitali di repub- po che guelfi riammessi in Siena, poco
i
bliche, cioè Pisa e Siena, dopo la morte o nulla curando patti della pace fra le i
di Corradino non solo non innalzarono lo due comuni ristabilita, istigali dal conte
stendardo de'gigli francesi, ma il comune Monfort, cacciarono dalla città gli anti-
di Siena dopo avere raccolto un esercito chi ghibellini. Seiiouchè nel giugno 127
di tedeschi e spagnuoli scampali dalla bat- per opera Gregorio X, mentre egli con
di
tagliadi Tagliacozzo, edopoaver afìidato quel seguilo che narrai alla biografìa, pas-
al comandodi Provenzano Salvani quan- sò per Siena e Firenze onde recarsi a Lio-
ti fuoruscili ghibellini potè radunare, nel ne, i ghibellini furono restituiti alla pa-
giugno 269 dichiarò la guerra a'iìoren-
I tria e posti a parte delle antiche magistra-
tmi,porlando rostesoltoColIe inVal d"El- ture. Per altro pochi giorni dopo la par-
sa. A tale avviso si mosse da Firenze il vi- lenza del Papa, lultociò ch'egli pel bene
cario di Carlo I, accompagnato da'solda- della pace fra le fazioni aveafatto.fu guasto
tidisua nazione, da'dorenlini e altri guel- e rovesciato in guisa che i ghibellini do-
fi toscani. Agli 1 giugno ostinata e teni-
i vettero di bel nuovo abbandonar la città,
bile riuscì la battaglia, nella quale restò per la qual cosaGregorio Xfulnaioò nuo-
rotto e sconfitto l'esercito ghibellino con va scomunica al popolo sanese. Intanto
grandissima perdita de'sanesi, a'quali si gli espulsi ghibellini raccoltisi nella ma-
può dire che il combattimento sull'Elsa remma massetana danneggiavano paesi i
riuscì quasi oltrettanto funesto, quanto del dominio di Siena, laonde reggitori i
quello suU'Arbia era slato disastroso ai della repubblica nel i 276 colle arasi li re-
guelfi. Pochi de'vinti si salvarono, e Pro- pressero, e cominciarono a prender parte
SIE SIE 33
nel regime politico di Massa per assoq- in Toscana, splendidamente ricevuto efe-
gellarne il comuue: nel 1277 Siena rin si cggiato in Siena e Firenze. Avendo Ur-
uovo le capilolazioui con Grosseto, e nel bano IV condannali sanesi al pagamento i
tunque la parte guelia e la più popola- al podestà e ai signori Nove per transi-
re avesse preso il sopravvento in Siena, gere col governo. Frattanto sorgeva il se-
la signoria venne portata al numero di colo XIV, che può dirsi il più bel secolo
I 5 governatori, tutti dell'ordine popola- per le repubbliche ecittà toscane, nel qual
no; non per questo gli altri ordini della periodo fiorirono Castruccio, Arnolfo da
città,né glnbellini di corto rientratisi
i Colle,Giotto, Dante, tre Villani, Petrarca,
erano acquetati, e lanlnessi brigaronoche Boccaccio, Giovanni e Andrea Pisani, ed
furono espulsi da Siena diversi magnati e isanesi Simone iMemmi pittori, e Simone
altri capi ghibellini, per aver tentato d'im- Tondi che forse fu ili.°a darci un'idea
padronirsi del governo. Dopo i vesperi di di statistica nella relazione del dominio sa-
Sicilia, avendo gli angioini perduto quel- neseda lui perlustrato, tralasciando mol-
l'isola, 5 governatori per vedere in To-
i I tissimi altri ingegni tuscani celebri. Nel
scana riaiiinoati ghibellini, dalle loro ma-
i I 3o3 il potente magnateMusciattoFraa-
snade fecero assalire e disfare castelli del i zesi accolse nel suocastello di Staggia l'in-
contadoasilode'ghibelliiii. Finita con Te- degno cav. iVogarel mìiiislro di Filip[)0
lezione in re de' romani di Rodolfo I di i V re di Francia {F'-\ accompagnato da
A bsburg la vacanza dell'i mpero,Mcolòl 1 1 unascliieia di soldati, che recatisi mAna-
Papa indusse Carlo I a lasciar il vicariato gai sacrilegamente imprigionarono e vi-
del titolo di suoi vicari quasi tutte le si- francese Clemente V stabilì la residenza
gnorie delle repubbliche di questa parie papale in Francia e Avignone {f.), con
d'Italia, con annuo tributo o regalia alla tanto danno d' Italia lacerata dalle fa-
corte aulica. Si convennea nuove paci coi zioni, le quali furono assai inasprite nel
ghibellini con diverse condizioni, e prin- i3i I dalla venuta dellimperalore Enri-
cipalmente colle case Salvani, Guinigi, co VII nemico acerrimo de' guelfi. Sie-
Consi ghiliellini, Tolomei, Incontri, For- na e Firenze furono in Toscana le due
tiguerri, Piccolumini guelfi, per cura di cittàch'ebbero il coraggio di chiudere le
ISicolò 111; ma
per sua morte nel 1280 i porte in faccia al troppo ghibellino im-
ghibellini dinuovo furono cacciati, ed il peratole, e il magistrato de' Nove tornò
partito preponderante restrinse al nume- a pubblicar il bando d'esclusione de'no-
10 di nove i5 governatori, chiamandoli
i bili dagli ufììzi pubblici. Avendo Enrico
Noi't Difensori, e(ì escludendovi non po- i VII iiiutilmeiile assediato Firenze, mar-
polani; inili neh 288 »i fecero nuovi statu- ciò verso Siena, ilando il guasto a liitle le
palilo dalle truppe sanesi presso la Pia- Macereto morì in Buoiiconvento, e così
ve al Toppo rianimarono i ghibellini, ma liberò da gravi apprensioni Siena e le al-
la loro audacia fu compressa e fiaccata agli tie repubbliche guelfe di Toscana; laon-
1 I giugno 28c)alla I battaglia di Campai- de signori Nove inandaiuuo l'oste a sog-
i
diuu per opera de' fiorentmi e sauesi di giogare i castelli ue'quali cransi chiusi i
uccisero,siccliè niellendosi in arme tulio il fliggeva la carestia, ebbe luogo una nuova
popolo fu un parapiglia. Arrestòalquanto riforma provocata dal popolo minuto per
le ostilità l'arrivo del principe diTaranlo, tacilo consenso di Carlo IV, imperatore
fratello di Roberto re di Sicilia (quello giunto in Siena a'24 marzo 355, sicché 1
a'aq ag(istoi3i5 dal famoso Uguccione gnori Nove, in luogo de'quali entrò alla
della Faggiuola (di cui a Lucca e altrove) testa del governo Ernesto arcivescovo di
sotto Monte Catini, rianimò i ghibellini i*raga col titolo di vicario imperiale, as-
toscani, sebbene non traessero gran pro- sistito di 20 persone,! 2 citta-
da una balìa
fitto da sì favore volegiornata,eniiuia città dini popolani e8 gentiluomini. Questo
di lega guelfa, della quale era allora an- cambiamento di governo forse fu il più fa-
che Siena, ne restò alterata: se il vinci- tale alla libertà sanese,per le gravi conse-
tore e gran ghibellino che rinnovò in Val guenze che ne derivarono; ed a'3 mar- i
fosse stalo accorto politico come si mo- gistrato di 2, quattro per Terzo o rione,
i
strò valente neirarini,poleva'di venir l'ar- i quali con piena autorità doveano deci-
l)ilro di Toscana, ed invece fu espulso da dere gli affari di stato con 1' assistenza e
Pisa edaLuccaovedominava,il che riuscì voto di 12 buoni uomini nobili, scelti 4 per
di sommo conforto a'governi guelfi. Pro- Terzo, che costituirono il collegio de' 2 i
olirà più solenne disfalla all' Allopascio presentativo della repubblica di Siena ,
posizioncdel vescovo, come Firenze a ven- popolo, stabilì suo luogotenente e gover-
do riconosciuto per vicario il duca di Ca- natole supremo di Siena il patriarca d'A-
labria figlio di re Roberto, a sua insinua- quileia suo parente, e riuscì ad ottenere
zione fecero tregua i Salimbeni co'Tolo- che la balìa, il collegio de' 12 e il consi-
mei, poi pacificatisi. Successivamente fu gliode'4oo linunziasseroal loro uffizio.
preso il castello di INlonlemam, espulsi i Non essendo facile a un patiiarca disar-
mendichi du Siena, ricevuta la dedizione malo poter tenere il giogo sui collo a'cit-
di Massa,enel 343 venneaiulataFirenze
i ladini fervidi e usali a sceglieie i magi-
per cacciar il duca d'Alene; prima del strali, dopo la partenza di Carlo \\ in-
qnal tempo e nel 3 39 la peste bubonica
i sorse il popolOjCoslrinse nel maggio il pa-
fece strage, indi fu di piìi desolala Siena triarca a rinunziare al potere, e rimise il
co'suoi borghi dalla pestilenza del 1 348, collegio de'Dodici, a' quali nel luglio fu
e talmente micidiale che ascriva subilo aggiunto per capo il capitano del popolo,
chi n'era colpito, onde il cronista senese d'ordine di Carlo IV che avea ricupera-
e contemporaneo Angelo di Tura affer- to il dominio sanese. Da tale capitano na-
ma che morirono più di 80,000 perso- zionale ed eletto ogni due mesi dal pò-
SIE SIE 35
polo dipendevano i capitani delle compa- insegna de' guelfi, ovvero per ricordare
gnie, ma essendo queste divenute prive il trionfo riportato su Siena. Per mag-
di valore, si presero soldatesche prezzo- giore sciagura in questo frattempo anche
late ed estranee di venturieri, che tanto il popolo sanese si divise indue sette o
danno recarono all'Italia. Siena fu uno fazioni cittadine, cioè de'Caneschi favo-
de'primi comuni a risentirne dolorosi i rita da'Tolomei,e de Grasselli cheavea
eCfetli, allorché la repubblica fu messa a per capi Salirabeni; e la signoria de'Do-
i
Morreale cav. provenzale, le cui devasta- scordie. Di che accortisi nobili, armata i
deplorai in tanti articoli e a Marca. Cosi i368, quindi fu ordinata una signoria di
cominciò a spegnersi nelle città ricche e i3 personaggi, IO de'quali gentiluomini,
commerciali la virtìi militare; cos'i le re- e 3 dell'ordine Monte detto de'Nove.
pubbliche e signorie d'Italia furono mes- Tosto una reazione suscitata dalla plebe
se a disposizione di turbolenti e rapaci sol e assistita da'soldali di Carlo IV tornato
datesche a piedi, ed a cavallo dette bar- in Toscana, formò altra signoria di Dodi-
bute, le quali terribilmente alterarono la ci con aggiungere a'3 del Monte di >'ove,
mandata dal conte d'Urbino, fu cocnbat- siglio di I 5o che costituì poi un 4-°Monte
tuta in Val di Chiana dalle genti sanesi appellato de' Riformatori. Piitornato nel
capitanate dal con te FrancescoOrsini. Pri- 1369 a Siena ancora una volta Carlo IV,
ma di questo tempo e nel i358, Siena e per sue esigenze indiscrete, nella rivo-
sebbene già alleata di Perugia, le ruppe luzione insorta, la furia del popolo sba-
guerra con vantaggio e vittoria de' pe- ragliò la sua cavalleria di 3ooo uomini
rugini, che come indicai nel voi. LII, p. con combattimento di 7 ore, e l'impera-
149, vollero ricordare ne'nobili portoni tore corse pericolo di restarne vittima; as-
del palazzo delcomune, per cui si crede sediato nel palazzo Salimbeni, il cardinal
che due gravi mensoloni sostenenti o-
i legato di Bologna s'interpose per la sua
gnuno un Griflone di marmo insegna di partenza, e le gravi ingiurie patite furono
Perugia, i quali tengono atterrati trafo- rimesse con molti denari, così essendo uso
ro artigli un animale di non marcata spe- quel principe a ristorare le sue vergogne.
cie,che molti dissero lupa e stemma sa- Gli furono dati 5ooo fiorini e poi altri
nese, altri toro; e siccome lo stemma sud- I 5,000; con eflìcacia si adoperarono per
descritto de'sanesi si componeva del leo- la salvezza di Carlo IV anche il vescovo
ne, pare dunque che la simbolicaallusio- Azzolino e Malatesta LJngaro. I tumulti
ne delle sculture voglia esprimere piut- cagionati nel territorio da' fuorusciti fu-
tosto Perugia in atto di fiaccale l'altrui rono tolti con permetterne il ritorno, ed
potenza. Di sotto vi sono pure due leoni entrare nelle magistrature, fuorché nella
eziandio di marmo^ ed ivi collocati come signoria e nel consiglio generale. In que-
3G SI E SIE
sto pacifico intervallo il comune in poco l'espressa condizione che il Visconti non
lempo riciìperò le tene e castella del suo dovesse intromettersi nelle cose politiche
dominio; di tanto in tanto non mancan- di Toscana. Esso però non cessò dagl'in-
do commozioni cittadine, e riforme go- trighi, pose io sua balìa la repubblica di
vernative che preparavano la morte della Pisaj e nel 1396 con Siena strinse altra
repubblica. Queste frequenti innovazioni alleanza. Siffatto procedere rinnovò l'ini-
rendevano più ardite le ricordate e altre micizia co' fiorentini, le prede e le scor-
compagnie di masnadieri, cui spesso u- reiiene'contadi rispetti vi, e fini colla pes-
nivansi i fuorusciti, per cui il comune piti sima deliberazione de'sanesi di sottomet»
volte mediante gravose somme dovè del tere la loro patria al Visconti aglii i di-
loro appoggio farsi scudo pregiudizievole, cembre 399, indi col .°del seguente gen-
I I
ondeMalavolli alla perdita di tanti artefici ziare il luogotenente per tornare a reg-
attribuisce se non la i .', al certo la più es- gersi in libero comune,ed a'G aprile si pa-
senziale decadenza dell' industrie mani- cificarono co'fiorentini,cedendo loro IMon-
fatturiere di Siena. Neh 384 «itornato il tePulciano e ritenendo Lucignano. Per
magistralode'Riformatori, furono ridotti guisa non soloSiena ricuperò la libertà,
tal
aio col nome di Priori, indi nel 1 387 ac- ma in breve riprese le terre e castella ri-
cresciuto d'altro individuo. Per la ribel- bellate tolte da'fiorentini. Intanto infu-
ne del territorio fatta dalle masnade in- stenuto dall'antipapa Benedetto XIll, il
glesid*Augut,altribuendosi alle mene dei quale simulando di estinguerlo,con astu-
fiorentini, Siena fatalmente cercò appog- zia invitò per un abboccamento a Sa\'0'
gio a Gio. Galeazzo Visconti signore di na Papa Gregorio XII, che per tale ef-
ftliltiiio, e ne derivi) fìerissima guerra spe- fetto [)artì da Roma e giunse a Siena a'4
cialmente in Val di Chiana neh 38g,acui settembre 4^7 con 1 2 cardinali e la corte,
1
si aggiunse furiosa peste e lagiimevole ca- ricevuto con molta magnificenza d'onore
restia, che indusse i fiorentini e i saoesi dulia signoria e da tutti gli ordini de'mae-
a dare ascolto alle proposizioni di pace strati, e accompagnato fino al palazzodei
del Papa Bonifacio IX; ma il popolo sa- Squarcialupi in Postierla poi de'Pecci, a
nese accecato per non conoscere le fine e taleelletto addobbato, e destinato per sua
dolose arti del signor di Milano, pel suo abitazione. IS'ella solennità della Natività
odio pe'fiorentini,a'quali avrebbe prefe- della B. Vergine cantò in duomo ponti-
rito il demonio, antepose alla pace la sog- ficalmente la messa. A' 2 7 novembre vi
prima dicbiarando le ragioni per cui non bertà, a cui attentava Ladislao nel coa-
si portava più a Savona, bramando un cettodi voler dominare l'Italia tutta. Per
luogo più sicuro. Nel luglio Gregorio XII la rovina cagionata alle campagne dal re
acconipagnntoda Scardinali pai lì da Luc- senza poter espugnare una terra, beffan-
ca per Ancona, ma essendo slato avvisato dolo toscani lo proverbiarono re g«a-
i :
degli agualicbegli tendeva il cardinal Co- sta grano, ed popoli si unirono per cac-
i
tò in Rii/iini [f.) da' suoi amici i Mala- Ferlone, Fiaggi de Potilefìci, dice che il
testa. Intanto l'ambizioso re di Sicilia La- Papa da Viterbo si ritirò a Siena, e dopo
dislao a danno de'fiorenlini tentò di fare 3 mesi fu ammesso in Firenze. Riferisce
un trattato co'sanesi, i quali in tempo da Xovaes cheGio vanni XXI II ritornò in Sie-
essi avvisati delle regie lusinghe, prote- na a'22 giugno, e mentre vi dimora va, tro-
starono non potere senza l'annuenza dei vandosi in bisogno di denaro, die al co-
fiorentini loro amici; mentre i ministri di mune in vicariato Radicofani (f^-) con
Ladislao tentavanodistornarela fermez- annuo censo da pagarsi nella vigilia di s.
za de'sanesij il re con numeroso esercito Pietro, che a suo tempo ancora soddisla-
era entrato nello stato fino a Buonconven- ceva il comune anche per Camposervoli
to, ove ordinò che si corresse Uno alle por- pure della s. Sede, col tributo ridotto a
te di Siena esi facesse per via quanti mag- scudi 29 e bai. 4<J- Poscia il Papa tran-
giori danni e ruberie A fron- si potesse. sitò a Firenze. Leggo poi nel Pecci, che
te de'saccheggi e arsioni, rabbiosamente Giovanni XXIIl con bolla spetlita da Ro-
coiìimessc da' soldati, sanesi non si ri- i ma a' 2 7 marzo 4' (non pare giusta tale
I i
mossero dal loro proposito, oudc il coui u- data, pcrquaulo dissi sull'ingresso del l'a-
38 S I E SIE
inRoma,cogli storici iomani)dirella ad
j){i vanni XXIII venne deposto, e l'antipapa
Antonio Casini vescovo di Siena e suo te Benedetto XIII sconumicalo ,
quindi fu
soliere, gli ordinò di trovar denari pe'bi- eletto Martino che ridonò V la pace alla
sogni della s. Sede, dovendo p;igare le mi- Chiesa e all'afflitta Italia. Di questo me-
lizie per difesa della medesima, dandogli morabile avvenimento riparlerò all'ar-
facoltà d'obbligaree ipotecaregli stati del- che fece il Pa-
ticolo Sinodo. Nel viaggio
la chiesa romana. Aggiunge,che esiste al- pa per recarsi in Roma, partendo da Fi-
tra sua bolla de'i6 aprile 1 4 i 2, diretta al renze a'g settembre 1420, senza entrare
medesimo vescovo, tesoriere e nunzio a- in Siena pel timore dell'epidemia, fu al-
pustolico, colla cpiale concede alla repub- loggiatoaCuna 7 miglia dalla cillà(ov'era
jjlica di Siena la terra e corte di Piadico- statoneh 386 ospitato Urbano VI quan-
fani con titolo di vicarialo enflleulico, ov- do fu a Lucca), da Giacomo Pecci ricco
vero feudo nobile e onorifico, col mero cavaliere sanese che gli prestò 2 5,ooo fio-
e misto impero, col canone e responsioni rini d'oro, colla rocca di Spoleto per si-
dizione della città e stato di Siena, e in doversi trasferire a Siena, dov'era abbon-
tutte le terre raccomandate ecensualidi danza di viveri, quiete e sanità. A questo
detto comune, tianne religiosi mendi-
i edetto mandarono i padri un tedesco dot-
canti; che la collctta ascenda a i3oo fio- tore in legge a riferire il loro desiderio,
rini d'oro, la qual somma
debba con si il ({uale con somma allegrezza di tutta la
vertireuel pagamento convenuto e dichia- città fu dal magistrato e senato ricevuto
rato di 6000 fiorini d'oro alla camera a- e approvalo. 11 mandato col decreto passò
postolica, e che detti chierici abbiano la a da Martino V per ottenerne il
Roma
medesima esenzione e franchigia dal co- consenso, che non soloIodiè,ma promise
mune di Siena che già aveauo nel tem- quanto prima di passare in Siena. Pei- am-
po dello studio generale, pel quale psiga- basciatori i sanesi tutto parteciparono ai
vano 5oo annui fiorini d'oro, la qual fran- che in apparenza ollrirono qua-
fiorenti ni,
chigia duri 3 anni. Dopo che Ladislao oc- lunque soccorso, ma mossi da invidia ce-
cupò Roma, si avanzò coll'esercito a Pe- latamente o per procurare di condurre il
rugia come in atto di minacciare a'sanesi concilio nella loro città, fecero sapere ai
e a'fiorentini nuova guerra. Allora que- Papa che in Siena eravi peste e carestia.
ste due repubbliche spedirono ambascia- 1 sanesi avendo
ciò penetrato fecero pub-
lori al re, e nel campo d'Asisi a'22 giù- blica mostra di vettovaglie, e spedirono
gnoi4i4 conclusero unu lega di Gannì a Martino V
ambasciatori, che in nome
a difesa reciproca. Colla successiva morte pubblico olTrirono la città pel concilio e
del re,leduerepubblicherestarono libere si purgarono dallecalunnie fiorentine. Ar-
pace ingrandì il suo dominio, con nuovi lebrò nel duomo solennemente la messa
feudatari nobili. A troncare lo scisma si dello Spirito santo, e per 3 giorui i padri
celebrò il concilio di Coslanza,in cui Gre- andarono con di vota processione per la
gorio XII virtuosamente rinunziò, Gio- città; però il coucilio sembra che incomiu-
SIE SIE 39
classe assai più tardi, e alcuni dicono a'2 lere del Papa, e rimossero le guardie che
agosto. Tanta fu la moltitudine de'fore- aveano poste alle porte, lasciando libero
stierijche di continuo giungevanoda tutte il passo, e cos^i partirono malcontenti pre- i
le Provincie cristiane, che cittadini tal- i lati e molti vescovi. Tuttavia molti spa*
volta dubitarono che bastasse la gran co- gnuoli e francesi, e alcuni italiani resta-
pia de' viveri raccolti. Gli ambasciatori rono in Siena con disegno di seguitare il
delle religioni, ambasciatori de' principi restieri tutti partirono. Nelle sessioni te-
e altri signori, chierici e laici, e l'arcive- nute si fece un decreto contro le eresie
scovo di Colonia reduce da Roma assicurò conda una te aCostanza, e contro tutti quel-
che il Papa in setie(nbre ci sarebbe ve- li che dassero aiuto ai wiclefisti e agli us-
nuto. In queste liete speranze de'sauesi, siti. Con altro decreto si trattò della riu-
fra'pre>identi della provincia ci presiden- nione de'greci alla chiesa romana, e fu
ti pontifìcii fuseminata dinìdenza,che ca- rimessa a tempo più favorevole, come pu-
gionò dissensione e discordia, poiché Al- re fu rimessa al promulgato concilio di
fonso V
d'Aragona, nemico del Papa,
re Basilea la riforma del clero e della chiesa
per non aver polnlo conseguire l'investi- nel suo capo e nelle sue membra, giusta
tura del regno di Sicilia, con arte voleva il progetto fatto nel concilio di Costanza.
sostenere l'indegno antipapa Beneiletto Labbé, Condì, t. 12. Dopo la pace del
XIII che vivea in Paniscola [f-), non 1428 tra il duca di Milano, veneziani e i
risparn)iando promesse e doni per guada- ifiorentini, di questi ultimi entrò in dub-
nello slesso tempo altro concilio da te- chiesta risposero i reggitori di Siena, che
nersi a Bdsilea {f'.). Ciò dispiacque a'sa- l'animo loro era rivolto alla difesa delle
principali prelati acciò si tscgui>sc il \o- allatto in Toscana e Loujbardia, e fin") con
4o SIE SIE
rompersi guerra a' fiorentini. A dispetto sto in mezzo ad una folla e oscura selva
Siena nel luglio i432,per andare in Iloma gato, fu detto di Leccelo della Selva del
a ricevere la corona. Dopo varie vicende Lago, e con due bolle il Papa concesse
guerresche Ira' fiorentini uniti alla lega molli privilegi a tulio l'ordine agostinia-
guelfa, eil duca di Milnno co'suoi alleati, no : questo essendo diviso in diverse con-
sivenne a trattative di pace quando l'im- gregazioni, la più antica fu quella di Lec-
peratore nel geimaio 1433 era tornato a celo quasi 5 miglia da Siena,f(jndala verso
Siena uno de'capiloli lasciò facoltà a'sa-
:
il 1 386 dal p.ToIomeodaVenezia,il tjuale
nesi di potere intervenire come alleati del eletto generale dell'ordine e volendo ri-
tiòglimovessero guerra fiorentini, non i nasse cogli altri, che unitisi a questo for-
dovessero cssereaiutati dal duca. Termi- marono una congregazione, la quale nel
nati i pericoli esterni, ribollirono gl'in- componeva di 12 conven-
secolo passatosi
terni, esiliandosi gran parte de'cittadini quindi questo grandioso di s. Leonar-
ti;
dell'ordine de'Dodici, nel timore che vo- do fu soppresso nel 1810, ed il suo locale
lessero tentare innovazioni. Eugenio IV venne assegnato al seminario vescovile di
dopo aver celebrato il concilio diFuenze, Siena, per uso di villa, e per di lui conto
contro quello di Basilea divenuto conci- vi furono eseguiti vari ristauri. I religiosi
cardinali, ricevuto con ogni onorificenza; Eugenio IV, nonché Martino V, e Pio
prendendo alloggio nel convento di s. A- li con 6 cardinali. A ripararlo dalie in-
gostino, vi lestò per ben 6 mesi, visitato cursioni de'fuoruscili, e dalle compagnie
da diversi principi e da molti andjascia- di n)asnade, lo circondarono di mura, di
lori,e fra'primi nominerò l'Orsini gene- torri e l'altre fortificazioni. Nel distretto
rale de'sanesi e signore di Piombi iio,a cui (li Siena e diocesi di Grosseto, fu pur ce-
donò la/iOJrtf/'oro(nel 144"^ dice INovaes), lebre il con vento de' G </g//e//;j/Vt ( ^.). Eu-
il marchese di IMantova, il conte d'Urbi- genio IV parf] da Siena nello stesso me-
no. A'o maggioessendovi mortoli b. car-
I se, ed a' 28 riloinò in Roma. Neli45i
dinal Albergati nel detto convento, il Pa- arrivarono nella città {)er diverso cam-
pa dopo averlo sovente visitalo nella sua n)ino l'imperatore Federico III, ed Eleo-
malattia, con raro esempio assistè a'suoi nora di Portogallo destinala sua sposa ,
funerali colla corte, dicendo farlo pel con- la cpiale a'aS o 24 febbraio accompagna-
cetto che avea della sua santità, e per sua ta da Enea Silvio Piccolomini vescovo di
divozione volle la pietradidue libbre che Siena che ne avea concluso il matrimo-
fu cavata dal suo cada vere, il rpiale fu tra- nio, da molle matrone e da un drappello
sportato alla ceilosa di Firenze secondo di donzelle, fu incontratada Federico III
la disposizione del defunto. Qui Eugenio all'antiporto di Porta Caroullia con no-
IV a'26 giugno fece un trattato di con- jiilee numeroso corteggio, laonde per me-
cordia e di lega con Alfonso V da lui rico- moria ivi in una colonna ne fu posta mar-
Bosciulo re di Sicilia, per cui da Siena gli morea iscrizione. Di là in mezzoalla plau-
spedì labollad'investitura,eil duca diMi- denle popolazione, l'atigusla coppia lece
lano Filippo M." Visconti. A'6 sellerabre solenMÌssin>a entrata nella città, da dove i
andò al convento di s. Leonardo, che po- reggitori seguendo l'esoinpio del pratica -
SIE SIE 4f
to con Sigismondo (forse per evitare la strato le famigliePiccolominieTedeschini,
rinnovazione del serio tranibuslo incon- nella quale era entrata la sorella del Pa-
trato da suo padre Carlo IV), avcnnocon- pa. Le due famiglie già ascritte all'ordi-
finalo in ptecedenza lungi da Siena tutte ne de'genliluomiiii e come tali espulse da
le persone atte a portar l'armi dell'ordine Siena, il padre di Pio 11 erasi stabilito in
de'gentiluouiini e di quello de'Dodici. Il una sua possessionedi Corsignano che da
\escovo Piccoloniini congiinise in matri- Pio chiamata Pieiizn[f^.)e fatta se-
II fu
monio Eleonora con Federico III, il qua- de vescovile. Uno de'maggiori desideri!
le inSiena prestò il giuramento di fedeltà del Papa essendo quello di riabilitare al
al Papa Nicolò V, secondo il costume de- diritto delle magistrature tutto l'ordine
gl'imperatori prima del loro ingresso nello de'gentiluomini,ed il comune riflettendo
slaloecclesiaslico,e ricordatogli dal Pa[ta a che i naturalmente superbi, non a-
nobili,
niezzo de'due cardinali legati elicgli man- vrebbero potuto mantenere le (jualità ci-
dò in Firenze per accompagnarlo in llo- vili in comune cogli altri cittadini a be-
nia. Sebbene i sanesi aveano promesso ai nefìzio dell'universale, abilitò l'ordinedei
fiorentini di non far lega con Alfonso V, gentiluomini al magistrato con alcune re-
scoppiata tra loro la guerra , coniune
il stiizioni, benefizio die loro cessò col la mor-
dovè somministrare i viveri e permettere te ilei Papa. Forse per l'ottenuto da Pio
il passaggio pel territorio all'esercito re- 11, fece dire inesattamenleal Platina nella
gio neli4'J2- Tutta volta Siena neh 453 sua / ila, che sedate le dissensioni in Sie-
si collegò col re, ma nel 1434 ficcetlò la na ricostituì la repubblica in potere dei
pace o tregua di Lodi, ad onta di sue ri- nobili. Avendo Pio II volto tutta l'Italia
mosli'oiize, cessò d'offendere i fiorentini, al lodevole progetto di riparare alla cie-
e intimò al duca di Calabria figlio del re, scenle potenza de'turchi, convocò il con-
che se continuava a slare nel territorio del- gresso di Alanlova (F.) , a' 11 gennaio
la repubblica non dasse molestia a quello 1439 parfi da Roma per presiederlo, ed
de'lìnrentini. Conquesti nel 14^17 si fece in Corsignano celebrò la festa della cat-
lega difensiva conlroJacopoPicciniuo, die tedra di s. Pietro in Antiochia; indi passò
fattosi capo di masnade e vago di prede in Siena a'240 25 ftrbbraio, ricevuto con
mosse guerra a'sanesi; dopo essere riu- somme dimostrazioni di letizia, l'eresse
sciti inutili maneggi e tentativi di ribel-
i IV domenica di
in arcivescovato, e nella
lione procurali contro la patria da An- quaresima con solenne omelia bened'i nel
tonio l'etrucci e da Ghino Bellanli, po- duomo la Rosa d'oio (/'.) e la donò al
tenti sanesi che volevano ridurla al do- senato sanese, e formalmente fu portala
minio d'Alfonso VjPelrucci fu dichiaralo al palazzo pubblico dai cardinali. n Siena I
ribelle e traditore della pallia, confiscati Pio il ricevè gli ambasciatori dell'impe-
i beni e diroccala la sua fortezza di Pe- latore, e di altri 7 mon-irchi e |)rincipi,
rignano: ad altri congiurali fu troncalo ed a'2 3 aprile parli per Firenze. Nel con-
il capo, altri fuiono confinati, altri mu- giesso di Mantova i sanesi e i fiorentini
tilati. In conseguenza di ciò furono rin- pure promisero i loro soccorsi per la sa-
novati i bossoli degli uflizi, riempiendoli gra guerra, e nel ritorno Pio li nel de-
de'nomi di nomini desiderosi della «piie- clinar di gennaio I 4^0 rientrò in Siena,
te cdella conservazione dell.i libertà e del- dove a'?, febbraio beiiedi edi>lribn"i nella
lo slato. Siena nel 1 4^<^ fo rallegrala dal- metropolitana lecanilelealsenaloe clero,
l'elevazione al pontificato del suo concit- e vi si tralleniie lino a' 1 o settembre per
tadino e già vescovo Piccolouiinichepre-.e premiere i l)agiii di ÌNIiceieto e di Peti io-
il nome di Pio il, e per segno d'esultan- Io, dii'cpiali si restituì a Siena. Ivi accol-
za riabilitò ad essere del supremo ma^^i- se gli ainbasciulori che iiuti erano giunti
4^ S I E SIE
intempo mI congresso di Mantova, ed a'5 tificate da Siena. Terminate le turbolen-
marzo fece lai/ promozione de'segiienti ze di fuori, si ridestarono quelle di dea-
caidinali: Angelo Capranica, BernardoE- tro di riforma e io favore de'ribelli e fuo-
ruli, Nicolò Fortiguerri parentedella ma- rusciti della congiura Petrucci,i quali con
dre, Brocardo Veisbriach che riservò in armati eziandio del duca di Calabria en-
petto, Alessandro Oliva, e il nipote Fran- trati in palazzo foimarono una nuova si-
cesco Todeschini i ."arcivescovo della co- gnoria e un consiglio del popolo a scelta
mune patria, poi Pio HI. Inlìotna il Papa de'rivoltosi. Sottoquesto reggimento po-
canonizzò s. Caterina da Siena, indi per litico avvennero in Siena dentro breve
la peste ne parù nel 1462, e fu anche a periodo numerose alterazioni governuti-
Corsignano ed in Siena ; vi ritornò nel ve e cittadine saii"uinose
o rivolte che su-
i4(^4 prendervi i bagni di Petriolo, rebbe noioso ripetere, descritteda Mala-
P*-''"
e trovandosi in Siena a'6 maggio con so- volti, che asserisce aver perciò molti cit-
lennissima pompa donò alla signoria, che tadini cercato tranquillità e sicurezza fuo-
lo collocò nella cattedrale, il braccio de- ri della patria , tiranneggiata principal-
stro di s. Gio. Battista, ricevuto in dono mente dal ritornato Pandolfo Petrucci il
ne di Siena die in quest'occasione 10,000 Nel declinar deli 494 passò pel territo-
fiorini d'oro di camera. Inoltre il comu- rio Carlo Vili re di Francia per la con-
ne ospitò nel palazzo de'Diavoli fuori di quista del regno di Napoli, onde si richia-
porta Cainidlia la vedova dell'imperato- marono inuove cotnnjozioni
fuorusciti e
re ucciso da'turchi nella presa di Costan- ebbero luogo, fomentale segretamente da
tinopoli, e vi fu scolpito P<t/^^'»wj Tur- Pandolfoorganoeparteprincipaledelgo-
carum. Dopo la morte di Pio II (nel par- verno, il quale pe 'dispareri col suocero
lare della seiie de' vescovi e arcivescovi Nicolò Borghesi lo fece ammazzare a'
19
di Siena, dicendo delle bolle da lui ema- luglio I 5oo. Tolto questo ardilo emulo
nate in Siena, si può apprendere l'epo- che nealtraversavai disegni, l'astuto Pan-
che in cui vi dimorò), in Roma fu mos- dolfo seppe confermarsi ogni di più nella
sa persecuzione a'suoi famigliari, e gene- sua tirannide. Mentre Cesare Borgia figlio
ralmente al nome sanese : al dire di Gi- d'AlessandroVI,celebreper perfìdia e am-
gli, i sanesi non corrisposero proporziona- bizione, andava usurpandogli stali altrui,
tamente a' benefizi di Pio II, tuttavia so- per impossessarsi del sanese meditò l'uc-
leva ripetere: Senensibiiseliam inviiis be- cisione di Pandolfo, il quale a premunir-
ìufacìendtim. Altre notizie di lui e del si dalle masnade di sì potente nemico che
sterne; ma accaduta inFirenzela congiura sanese fece lega con Borgia, aiutò con de-
de'Pazzi contro la potente {i\a\\2)\al\lt(lici nari i pisani assediati da'llorentini, e for-
(/'.). SislolV(nella cui biografia difesi dal- nì soldati e altri soccorsi agli aretini ri-
la taccia di complicità) per guerreggiare i bellatisi a Firenze,peroni Pandolfo fu tac-
fiorentini fece lega col re di Napoli, e coi ciato dipromotore delle municipali tur-
sanesi e genovesi, il che ridusse i fiorenti- bolenze di Toscana. Avanzandosi Borgia
ni in critica posizione, e ad implorare pie- con inmiensi danni a Siena, e ponendo in
tà dal re, e alla pace e lega del 14^0 ra- pericolo la città e Pandolfo the vi domi-
SIE SIE 43
nava, a sua istanza dovè co'suoi allenta- mono (le'florentini,que»ti inviarono aSie-
nni'sene nel genna io i 5o2 e licenziar Ba- na il famoso Nicolò Macchiavelli segre-
gliuni. Con Borgia si
sicnul;izioiie, di ciò tario del loro gonfaloniere perpetuo Pier
congratulò con Siena uscita di scliiavilù, Soderini, per disdire la tregua tra le due
l'invitò a dichiarar Pandolfo e suoi a- i repubbliche e riavere Monte Pulciano.
derenti peipetui fuoruscili, e le ofi'rì il suo S' interpose Giulio 11, nel dubbio che i
appoggio. Mentre Alessandro VI collesue francesi amici de'fiorentini non penetras-
miliziedi persona tulseagliAppianiPiom- sero in Toscana, e nel i5i 1 fu stabilita
Lino, ivi chiamò Pandolfo perdar Siena la lega fra le due comuni, restituendo i
fo, che a'^c) marzoi5o3e per la [)rote- governo sanese retto dal magistrato di Ba-
zione (Il Luigi XII re di Francia con pub- lìa, essendostalo rim[)i:izzatoal padieDor-
blico decreto fu richiiimato, e ritornan- ghese Petrucci suo figlio maggiore. Una
do al potere continuò a esercitarlo con delle ultime operazioni politiche di Giu-
senno e rallinala arte, dimostrandosi ge- lio II, come narra Reposali, Della zecca
neroso, benefico cogli amico de'Iet- artisti, di Gubbio t. 2, p. 44» ^^ quella di aver
respirò, e Pandolfo potè dominarla con la mira di darla al nipote Francesco M.^
pili sicurezza; e si narra che il successore I della Rovere duca d'Urbino; ma il Pa-
Pio III Piccolomini.già pastore di Siena, pa dopo alcuni giorni morì, .-appena sa- i
ebbe soli 26 giorni di pontificato, pel ve- nesi ciòseppero s'inasprirono per avergià
leno posto in una sua piaga per commis- dato all'imperatore grosse somme, e ri-
sione di Pandolfo e a suggestione suo
ilei messo in Firenze i figli dell'esiliato Pie-
consigliere e segretario Antonio di Vena- tro de .Medici, caccianiloneSoderini. Leo-
fro, perchè il Papa guardava con occhio ne X
Medici che nel 5 3 salì al papato, i 1
dolfodiè nuova forma a'tribnnali econva- rono lasciati tranquilli dalle trame de'fuo-
lidò maggiormente il suo dominio ([uan- riisciti.E perchè Borghese Petrucci, suc-
do nel 1 jo5 a nome della repubblica fece cessore della grandezza e non della pru-
lega con Giulio li, prorogando quella già dente politica del padre, non mostrava
fatta co'fiorentini, i due più potenti e te- gran perizia nell'arte di governare, il Pa-
mibili vicini dellostatosanese.Sotto ildo- pa volle giovarsi del di lui cugino e suo
niinioili Pandolfo la lepubblica acrpiistò antico amico w^.^ Ralfaele Petrucci ca-
in affitto perpetuo i dotninii che l'abba- stellano di Castel Angelo e vescovo di
s.
zia delle Tre /'O/J^rt/ic possedeva nell'Or- Grosseto, per inviarlo nel marzoi 5i 5 a
belellano ; e Pandoliu con questi e altri Siena con buon numero di fanti e cavalli
acquisii favoriva i suoi aderenti [)er te- sotto il comando di Vitelli, lusingati am-
nerli vicppiìi obbligati n manteneilo in bedue da'fuorusciti e da molti sanesi ne-
seggio. INel i5uc) appena caduta l'i^j in mici di Borghese, quali prometlevano a
i
44 s I E SIE
Leone X che il prelato sarebbe slato ben prie armi, contribuendo perchè Baglioni
accolto da tutta la città per capo del go- riprendesse Perugia. Di più il duca d'Ur-
\ernoin luogo del cugino. Uno de'piiini bino mosse armi verso Siena che segui-
le
tendo avvicinarsi suo cugino, abbando- Leone X e gli successe Adriano VI, e qua-
nando lutto partì agli 8 marzo per Napoli si contemporaneamente inBibbiano ter-
col fratello minore Fabio. Non era appe- minò di vi vere il cardinal Raffaele Petruc-
na a' 2 marzo entrato in Siena il prelato,
I ci, oltraggiato nel cadavere pel suo altie-
che convocato il consiglio generale, creò ro governo. In tale circostanza il cardinal
una nuova Balìa di 90 individui, 3o per Giulio de Medici cugino di Leone Xe poi
Monte, da durare 3 anni colla medesima Clemente V 1 1 .accordatosi co'fìorentini al-
autorità dellaBalìa passata; quindi fu con- lora a lui ligi, fece avvicinare a Siena mol-
lìnatoedichiaratoribellcBorghesecolfra* te truppe, e la liberò dal grave pericolo di
telloFabio,e rinnovata la lega Ira laChie- esser preda del duca, che poi fu pacifica-
sa e la repubblica sanese , includendovi to. In questo tempo si ridestarono le .san-
Lorenzo de Medici nipote del Papa, che guinose garesul primato d'Italia tra l'im-
questi tosto fece duca d'Urbino, spoglian- peratore e Francia, nelle persone del pos-
done Francesco M.' I. Che se tanta feli- sente Carlo V e nel suo degno competi-
cità fu ingran parte frenata dalla morte toreilre Francesco I, ed a' 18 novembre
di Giuliano fratello di Leone X, essa però i52 3 Clemente VII. Parendo a
fu eletto
non impedì il progetto del Papa di fareu- questi difficile mutar coU'armi lo stato sa-
110 sialo al nipote Lorenzo, che per poco nesCj sul quale avea preso molta autori-
godè. Alle biografie di Leone Xy ede'car- tà Francesco Petrucci nipote del cardinal
dinali Alfonso e Ralfaele Petriicci, narrai Alfonso, egli ricorso all'industria col chia-
che Giulio li creò cardinale Alfonso figlio mare a Roma Francesco, e trattenendolo
di Pandolfoed'Aurelia Borghese, e Leo- con buone parole, gli sostituì a'26 dicem-
ne XRa(lliele,col mezzo del quale avendo bre nel magistrato di Babà quel Fabio an-
tolto il dominio diSiena al fratello del car- dato a Napoli e figlio minore di Paudol-
dinal Alfonso, questi a faccia scoperta per fo, ma senza i di lui talenti e acume, on-
vendetta cospirò alla vita del Papa, e non de presto dovè rifuggire dalla patria per
essendogli riuscito tenlò avvelenarlo pel opera di quelli dell'ordine de' Nove che
chinu'go Ballista già del iiatello Borghe- l'a veano richiamalo. La sua partenza sem-
se eche allora medicava a Leone X una brò a'sanesi un ritorno a libertà, ma cad-
Scoperta la tremenda congiura, il
fìstola. dero in un male peggiore con aderire al-
cardinal Alfonso fu decapitato, e squar- l'accorto Clemente VII, il quale profittò
tati Battista e Nini segretario d' Alfonso, del passaggio per Siena de'francesi per far
oltre la severa punizione d'altri 4 ^''"'di- cambiare il governo, con nuovo e unico
na li consapevoli della congiura, nel la qua- IMonle de'uobili e reggenti e con altra Ba-
le avea preso parte l'irato Francesco M."" lìa nel gennaio i 5^5, che poi fu ristretta
I, anch' e.sso spogliato de' suoi stali. Al- in 16 cittadini per soddisfare il Papa. Per
lo sdegno del Roveresco si congiunsero i la gian battaglia di P(^ri'ja(/^'.) e prigio-
malcontenti Matatesta, Baglioni e fio- i nia di Francesco I, tutti governi d'Ita- i
rentini; lutto restò assopito dalla morte liadivennero servi del vincitore Carlo V
del duca Lorenzo, edal ricuperoclieFran- imperatore e re di Spagna, dal quale bi-
tcsco M.' I lece dc'suoi doiuinii colle pio- sognò che si redimessero u forza di deua-
SIE SIE 45
ro. Ma i popolani prendendo animo con- senza considerare che la loro sorte era col-
tro il governolorodalodaCleniente VIF, legata colla sua, agli assedianti sommini-
fieramente insorsero , trucidarono Ales- strarono vi veri e artiglierie. Dopo i I mesi
sandro Bichi che primeggiavajC riforma- d'assedio, dopo tanti stenti patiti,Firenze
rono la città a regime popolare nemico a' IO agosto i liSo fu costretta a capito-
del Papa e piuttosto aderente all'impera- lazione, perde per sempre la sua libertà,
tore che lasciò fare. Irritato Clemente VII e s'ebbe ai. "duca Alessandro figlio o ni-
mandòle sue milizie unite alle fiorentine pote di Clemente VII, mentre l'imperato-
per sottomettere Siena, e mosse l'ammi- re volle assumere la prolezione di Siena.
raglio Andrea Doria ad assalire con arma- J^eitanlo a'sanesi ordinò Carlo V di ri-
in Castel s. Angelo ove fu assediato. Que- barcòa L'n'orno.^e\ ritorno, a'5 dicem-
stoslraordinarioavveoimentoavviri fuo- i bre fu a Siena ricevuto con gran festa, e
rusciti sanesi, e incoraggi i fiorentini ei nel dì seguente partì per Buonconvento.
nemici de'Medici che tumultuariamente II successore Paolo III nel i 538 ottenne
dierono bando a quella famiglia. Paci-
il d riunire Carlo VeFrancescoI per un ab-
i
ficato Clemente VII con Carlo V, una del- boccamento in Nizza, ed egli per pacifi-
le prime condizioni volute dal Papa fu Fi- carli vi si recò, passando per Siena a'2 a-
renze per la sua famiglia, ed in Bologna prile; desinò alla certosa di Ponlignano,
lo coronò neli53o, a'quali sovrani la re- e si trattenne alquanto alla deliziosa villa
pubblica sanese mandò 3 oratori con mol- delle Volte de'Chigi, come racconta il Gi-
to decoro. Imperocché, a facilitare l'espu- gli. Si può vedere litinerario del viaggio
gna/ione di Firenze, erasi trattatocelebra- di Martinelli, presso il Gallico, De iti/w-
rifòi'mare il governo in favore dell'ordine suoi,e gli spagnuoli per convenzione usci-
de'Nove, ciò che sembrando a'sanesi trop- rono dalla città. Allora l'ambasciatore dì
pa la loro autorità, cercarono di mettere Francia presso Giulio III, per avere isa-
in sospetto il capitano di giustizia che vi nesi invocato l'aiuto francese, si recò in
era per l'imperatore, e così richiamato il Siena,a nomedel reEnrico II si fececoQ-
Soria nel I 543 gli fu sostituito d. Giovan- segnare la fortezza donò alla si-
e poi la
ni de Luna. Carlo dopo aver assegna- V gnoria con arbitrio di abbatterla come su-
to un nuovo capitano, pur di lui si prese bito eseguì; ma l'accadulodecise CarloV
sospetto come favorevole all'ordine de'No- a distruggere la repubblica sanese. Cosi-
ve, e con libellione del i 54') il popolo ri- mo I per gelosia di stato inviò a'confini
formò il reggimento governativo, licen- 3ooo uomini, perchè il redi Francia ol-
ziando la guardia spagnuola, che poi ri- tre il tenervi il capitano Vecchiano eoa
tornò tuttoché la città si reggesse a tumul- 5oo fanti, avea mandato in Siena mg.'^di
tuaria repubblica. Diego de II perchè d. Termes per governatore, lasciando a'sa-
Mendoza ambasciatore in Roma di Carlo nesi liberamente governare pubblici af- i
V, a questi insinuò pel bene e sicurezza di fari; e ben presto Siena fu piena di sol-
Siena di fabbricarvi la fortezza, e che per dati, artiglierie e vettovaglie de'francesi.
assicurare il suo dominio in Italia sareb- Appena Carlo V potè sbrigarsi delleguer-
be stalo utile dichiarare signore di Siena recheavea Germania e nelle Fiandie,
in
Filippo II suo figlio, acciocché impadro- sul fine dell 552 inviò a d. Pietro di To-
nitosi di quello slato tenesse a freno il Pa- ledosMO viceré a Napoli e suocero di Co-
pa e il duca di Firenze; ritenendo che la simo I, l'ordine di apparecchiare un eser-
fortezza in Siena riuscirebbe come
un cep- cito opportuno per assalire lo stalo di Sie-
po sul un freno al-
collo a'due principi, e na. Il redi Francia mandò a Siena persuo
l'indomabilepopolosanese.Neli 548rim- luogotenente il cardinal Ippolito d'Este,
peralorescrissealla repubblica esorlando che offrì ogni aiuto per difesa e conserva-
il popolo alla quiete, e di fare quanto per zione della loro libertà; ed il Papa Giulio
sua commissione gli veniva comandalo da III sentendo che l'esercito imperiale do-
d. Diego, il quale a suo modo organizzò vea passare i confini dello stato pontifi-
la repubblica, restituendo parte del pote- cio, per evitare a Roma un 1° i52'j, po-
re a'Nove, e rifece la Balìa de'Quaranta. se 8000 uomini alla loro difesa, e spedì
Di più, dopo aver introdotto nella città a Siena per pacificare gli animi il cardi-
in più volle parecchie centinaia di spa- nale Mignanelli legato quale a latere, il
ne imperiale, con dispetto delia popola- chegli dovea,in investitura Siena eil suo
zione per aver inutilmente sostenuto tut- stalo a'3 luglio! 577, mediante trattato
ti i mali d'un assedio di i5 mesi, doven- di alleanza stipulato in Firenze, non che
do tornare sotto gli odiati spagnuoli , e a'suoi successori, eccettuando i beni della
rivedere fabbricata la fortezza. Dopo in- Marsiliana,eil dominio d'Orbctello, Ta-
trodotti 2000duca spedi An-
imperialijil lamone, Port'ErcoIe,s. Stefano, Moni' Ar-
gelo Nicolini per stabilirvi il governo a gentare, rilasciando al duca PorloFerra-
divozione dell'imperatore. Generale fu il io, a condizione ch'egli avesse restituito
disarmo, come l'emigrazione che a furia alla sua corona l'isola d'Elba, Piombino
di bandi fu vietata: si dice chegli abitanti e altri luoghi. Ciò avvenne quandoMon-
da4o,ooo ch'erano prima dell'assediOjSi talcino guarnito da'francesi ripigliò le o-
ridussero a 6000. stililà, quando gli spagnuoli furono pre-
Gl'imperiali proseguirono a conqui- si da rabbia e dispetto pel convenuto, ed
stai e i luoghi tenuti da'francesi, l'orl'Er- i sanesi restaroni) compresi di tristezza e
cole e Moule Argenluro, onde lo Strozzi cosleruazioue. L' ulieuuzione dello slato
SIE SIE 49
di Siena altamente dispiacque aCarlo V, INIassa Marittima, Soana, Pienza, Mon-
sebbene avesse rinunziato intieramente talcino, Arcidosso, Asinalunga, Radico-
al potere, protestando contro si grave er- fani. Casale, Sarteano, Cetona, s. Cascia-
rore, mentre avea voluto del figlio
egli no de'Bagni, Abadia di s. Salvatore, A-
Filippo II farne un gran sovrano d'Ita- sciano, Chianciano, Cinigiano,Giusdino,
lia. Ma il re saggio e oculato a ciò si mos- Cavorrano, Rapolario, Sovicille, Buon-
se, comechè minaccialo vigorosamente convento,Carapagnatico,CastelnuovoBel-
colla guerra della Campagna Romana, lardenga, Castiglione di Val d'Orcia, Roc-
da Paolo IV e da'francesi a lui uniti, on- casprada, Torrita, Trequanda, Colone,
de avere ilre un principe italianoaffezio- INIontereggioni, Monteritondo, Pari, Pe-
nato e da poterne disporre, anche a con- rda, Radicondoli, Capalbio, Manciano,
siglio del duca di Toledo d. Ferdinando con tutte le loro signorie e dipen-
ec. ec.
figlio del defunto e perciò cognato di Co- denze. Dalla relazione di Vincenzo Fede-
simo 1, non che supremo comandante di li, incaricato della repubblica veneta pres«
detta guerra. Volle poi Filippo II rite- so il duca, si apprende che lo stalo di Sie-
nersi i suddetti luoghi, co' suoi presidi! na avea 36 I fra città, castella e terre mu-
spagnuoli, per avere come un freno sul- numerosissimi era-
rate, gli altri luoglii
la Toscana, e perchè gli servissero a me- no aperti. Che Siena per sito fortissimo
glio corrispondere e custodire gli altri suoi era stata ridotta inespugnabile, avendo
stati d'Italia, onde i toscani dominii già lo stato altre 9 impor-
fortezze di molta
sanesi occupali da Fdippo II, pei presi- tanza. Che sempre emuli de'fio-
i sanesi
dii ricordati furono denominali Stati dei rentini, avendoli per compagni nella ser-
Presidii, che più tardi Filippo V die al villi pareva loro d'essere sollevati assai.
suo figlio Carlo Ili col regno di Sicilia, Siena veniva considerata la provincia più
al modo che narrai in quell'articolo, in- riccadi granaglie dello slato di Cosimo I.
sieme al racconto della riunione alla To- I francesi, i tedeschi, gli spaglinoli lenta-
scana operata daNapoleonel; ivi dissi pure mente sgombrarono i terri torli, non sen-
che perciò i re delle due Sicilie s'inlitola- za azioni ostili, ed i sanesi si lusingava-
vonoduca dello stato dt Presidii, ed an- nosempredi ricuperai e la libertà, invian-
cora rilevai perchè tuttora tali re pren- doalaleetFettoanibascialorialrediFran-
dono il titolo di gran principi ereditari eia, tenendo col duca un contegno soste-
di 7'osc(7«<2. Superate molte difficoltà, nulo. A'4 agosto 5">9 pervenne Cosimo I
dopo non pochi sagrifizi del duca Cosi- I a impadronirsi di Montalcino, alla qual
pe resistere alle gagliarde opposizioni del- quale si mostrò tanto munifico colla pa-
l'imperatore e del re di Spagna, perchè tria: egli non solo prese tal nome per rin-
Firenze era considerata feudo imperia!e,e novar la memoria del magnanimo Ales-
Siena feudo di Spagna. Alcuni storici nar- sandro Ili, ma nella basilica Laleraneu-
rano, che avendo già Cosimo I nel l 'ìSg se ov'e sepolto, gli eresse un decoroso mo-
contribuito all'esaltazione al papato del numento con lungo elogio.A Rosa d'oro
fratello del marchese di Marignano Pio descrissi quella e il modo col quale il Pa-
IV, quali ambivano di provare In loro
i pa la donò alla patria metropolitana, ed
discendenza da'Medici fiorentini, divisò a questa accrebbe la magnificenza colla
quel Papa di fare con Cosimo 1 quanto e- splendida cappella che vi eresse, la quale
segul il successore s. Pio V. Rassodandosi con Novaes qui descriverò. Sotto il titolo
il trono Mediceo, a poco a poco si smor- diAdvocata Senenuum, vi era nel duomo
zò ne'sanesi l'antico spirito d'indipenden- un'antichissima immagine della D. Ver-
za, che per lunga età gli avea resi ricalci- gine Immacolata, credula di maniera gre-
tranti alla soggezione d'un principe as- ca, alla quale i sanesi sempie ricorrevano
soluto; il rigore delle leggi, un'oculata e tuttora ne invocano il patrocinio ne'pub-
polizia e la severa osservanza della giu- blici bisogni, che avendolo sperimentato
stizia prevenivano le occulte macchina- più volte a Lei donarono se stessi e la cit-
zioni, sicché la tranquillità di questo stalo tà nel 1260, onde al suo possente aiuto
sotto il i.° granduca potè dirsi assicura- attribuirono poi la vittoria di Monl'Aper-
ta. Cosimo I nel ritorno d'un precedente to. In quei tempo la miracolosa immagi-
viaggio da Pioma si recò a Siena, a fine ne si venerava nell'altar maggiore, allora
di stabilirvi col cardinal Niccolini un si- esistente in mezzo al tempio, donde nel
stema relativo specialmente all'ammini- i3i I fu trasferita nel luogo attuale. A-
strazione della giustizia, nella qual circo- lessandro VII volendo riedificare nobil-
stanza, poco curandosi dell'affezione dei mente la sua cappella, fece collocare tem-
sanesi, ordinò all'architetto Lanci il dise- poraneamente l'immagine nell'altare di
gno di quella fortezza, che venne alzala s. Francesco di Sales, anch'esso apparte-
poco lungi dal luogo dove fu la spagnuo- nentealla famiglia Chigi. Nel 1661 con di-
la,per tenere in freno gli abitanti, che più segno del celebre Kenedetlo Giovanneilj
tardi Leopoldo I aprì a pubblico passeg- architetto e matematico sanese, il Papa
gio quasi in appendice a quellodella con- fabbricò la cappella in figura rotonda, or-
tigua Lizza, onde il comune vi collocò l'i- nata d"8 bellissime colonne di verde an-
scrizione che dice essere stala convertila tico, con proporzionata cupola. L'altare
ÌD delizia per la fedeltà de' sanesi la for- fu vagamente incrostalo di lapislazzuli, e
tezza eretta per sicurezza dell'impero. Nel ornato di bronzi con bassorilievi dorati del
1^79 il granduca Francesco I ordinò un famigeialocav. Lorenzo Bernini, del qua-
nuovo compartimento de' tribunali ucl- le sono pure le due statue marmoree di s.
SIE SIE 5i
r,iif)lamo e dis. M/ Maddalena, essendo Ximenes che cooperarono colla loro
vi
quella di s. Bernardino opera d' Antonio dottrina. Leopoldo I nel 765 divise in due 1
Raggi, e l'altra di S.Caterina d'Ercole Fer- Provincie lo stato sanese, cioè in provincia
rata , ambedue degni scolari di Bernini. superiore, ed in provincia inferiore o del-
A'd uè lati della cappella si collocarono due laMaremma;indi neh 7 74 emanò un nuo-
bellissimi quadri di Carlo Maratta valen- vo compartimento de'tribunali di giusti-
tissimo, uno esprimente la Visitazionedel- zia della provincia superiore, con quelle
la B. Vergine (poi sostituito da copia si- altre utilissime provvidenze per questa e
mile in musaico a spese deL principe d. Si- per quella diMaremma riportate da Re-
gismondoChigi, padre del vivente d. Ago- con altre riforme de' vecchi sistemi.
pelli,
stino, il quale non edettuò la conversione Raccontai a Roma, a Franxia, a Pio VI,
in inusaicodeirallro seguente quadro, co- che i rivoluzionari e repubblicani france-
me pensava a tempo di Novaes, a seconda si avendo di prepotenza invaso lo stalo
dell'asserzionedi questi), l'altro la sua Fu- pontificio e Roma, ove proclamata la re-
stessa B. V., di Gianìbattista Maini; la sua sari, Relazione delie a^'versilà epatinien-
Presentazione al Tempio, di Pietro Brac- ti di Pio FI^ t. 3, p. 2 I, m'istruisce, che
ci; la sua Natività, di Carlo Marcbionni. avanti che il Papa entrasse in Toscana ,
La cappella ha il cancello di bronzo mi- da Siena sino a' confini era slato diffuso
rabile pel lavoro, sul quale ardono piìilu- un ordine da'francesi, di non fare pubbli-
mi.ed accanto vi è lasua particolare sagre- che dimostrazioni d'onore a qualche per-
stia, la quale fu largamente arricchita di sonaggio eziandio di elevatissima condi-
preziosi utensili sagri dalla generosa pietà zione, che passasse per le terre del gran-
del principe d. Agostino seniore nipote ducato;e cheall'arcivescovodi Siena An-
del grandioso Pontefice fondatore. Questi lonfelice Zondadari poi cardinale, dicesi
inoltre avendo soppresso l'ordine de'Cro- diesi commise che tra conventidella cit-
i
ciferi, col breve Regu/iini, de'9 febbraio tà uno ne trovassecapevole per alloggia-
1G60, donò beni del priorato di s. Ma-
i re il Papa, con tutto il suo seguito, ma
ria del Murello presso Siena al capitolo non pare per quanto vado a dire. Mentre
del duomo, con quelle disposizioni che ri- Pio VI a'23 febbraio entrava nel territo-
portai alla sua biografia, ove feci pure rio toscano, quasiché fosse un qualunque
menzione della bellissima facciata eretta viaggiatore o vi arrivasse d' improvviso,
alla chiesa del Rifugio. Seguendo Siena ninno in nome del principe fece allo d'ur-
i destini e le vicende di Toscana, spei\- bana accoglienza, soltanto gli fu fatto sa-
mento anch'essa i vantaggi economici i- pere di scegliere per tlimora Pisa o Sie-
niziati dal granduca Francesco 11 di Lo- na, senza nominar Firenze ! Il dettaglio
rena, poi im[)eratore e capostipite della del viaggio e del sogi;iorno in Siena, che
ri-gucin te dinastia, ani piamente sviluppati accennai ne'citali articoli, esaltamente lo
did suo figlio Leopoldo I, eziandìo per ri- descrissero Novaes e Baldassari. S. Radi-
donare la salubrità alla Maremma sane- cofani fermò il l'apa a dormire nell'o-
si
se e bonificarla; laonde in pochi anni egli steria in cameia mancante di molli vetri,
operò nelloslatosauese ass.ii più che non guardato da due commissari francesi (u-
si era lutto nel lungo periodo del governo no de'i^uali fu tosto dannato a morte in
Mediceo, narrando lultoìi Rcpctti, con e- contumacia per furto); bensì ebbe il con-
logi ancora all'arcidiacuao Baudmi e al p. forto d'essere raggiunto dall'amato nipote
52 SI E SIE
duca ci. Luigi Braschi, che con lui prose- si recò ad ossequiare Pio VI il marchese
guì il viaggio e Io sollevò ne'3 mesi io cui Manfredini , maggiordomo maggiore e
fece residenza in Siena. A'24 pervenne a ministro favorito del granduca, e d'ordi-
s, QuiricOjOve l'arcivescovo Zondadari si ne di questo pio principe, facendogli di-
trovò ad ossequiarlo, ospitandolo nobil' mettere il proponimento di passare in Fi-
mente nel palazzo de'nipoti marchesi Fla- renze, ma rimanere inSiena, s'intende per
\io e Angelo Chigi. L'egregio prelato non viste politiche. L'indole atlabile e buona
lasciò cure e spese per trattare degnamen- de' sanesi già aveva fatto certo il Papa
te il Papa, e anche gl'infimi della fami- che tra loro avrebbe tranquillo e piace-
glia; celebrò la messa a Pio VI, e gli riuscì vole soggi(jrno, laonde volontieri si con-
dissuaderlo dal recarsi a Pisa, e portarsi formòa rimanere in Siena, e donò al mar-
invece a Siena patria di s. Caterina che chese una bella scatola di corniola con al-
avea procurato che un suo predecessoie cuni brillanti, salvata a caso dall'inven-
tornasse in Roma sua propria sede; per tario fatto da Haller a Pio VI, e seguito
cui gli fece preparare l'alloggio nel quar- dal sacco dato dai francesi e repubblica-
tieredetlo di s. Barbara e posto nel vasto ni al Vaticano. Lo ringraziò della car-
convento di s. Agostino, per addobbare rozza con muta offertagli da Ferdinando
il quale superbamente concorsero le pri- III, continuando a servirsi di quella del-
marie famiglie de' cortesissirai sanesi, de- l'arcivescovo, il quale rese al Papa molti
stinando due cavalieri per fare a vicenda indefessi e utili servigi, econ mg.' Ode-
omaggio nell'anticamera pontificia, col- scalchi si prestò in tutti rami dell'apo- i
r assenso del granduca Ferdinando III. stolico ministero. Imperocché Pio VI se-
Sommo fu il fervore degli abitanti di s. guitò a trattare gli affari che dal mondo
Quirico in vedere il capo della Chiesa, re- cattolicoa luisi rivolgevano, ponendo nel-
pressodal memorato rigoroso ordine, poi la data delle lettere pontificie; DalumSe-
sfogato divotamente in venerarne le ca- nis apiid B. Mariani Virgineni in Cae-
mere appena partito, baciandole suppel- liini Assuniplamj e il nunzio Odescalchi
e le mura, che pur toccarono con
lettili supplì le veci del segretario di stato, e pre-
corone e medaglie. Nella mattina de'aS siedette a tutti gli affari ecclesiastici ed al-
Pio VI partì da s. Quirico per Siena, tro- le corrispondenze cogli altri nunzi apo-
vandosi i religiosissimi sanesi al conven- stolici e con diversi sovrani. Si formò una
to, per dimostrare la gran ventura d'aver segreteria ove prestarono l'opera loro an-
fra loro il vicario di Gesù Cristo e implo- che alcuni agostiniani, spedendosi le gra-
rare la sua benedizione, a fronte dellecon- zieegl'indulti per rescritti gratis. Il Man-
trarie ingiunzioni, che l'impeto della pie- fredini dipoi collocò la tabacchiera nel suo
tà fece trasgredire,benchè il Papa col dito palazzo a Rovigo, con analoga iscrizione
alla bocca fece loro cenno di star quieti dell' ex-gesuita Lanzi per memoria, del
per non esporsi co'francesi. Nello smontar quale sapiente religioso sono pure le la-
dalla carrozza trovò mg.rOdescalchi ar- pidi monumentali esistenti in Siena, a ri-
mg." Spina che restò sempre col Papa fi- sua pavida politica previde pure che la
no alla morte e fu poi cardinale,oltre molti dimora di Pio VI in Siena sarebbe sta-
nobili sanesi ed h'ati agostiniani. Subi-
i ta motivo digran concorso di nazionali e
to il luogotenente Martini che governava stranieri, per loche die istruzioni al Mar-
Sienasirecòacomplimentareil Papa, an- tiniche a'venuti non permettesse di fer-
co per partedi Ferdinando Ill,epocodo- marsi più di 3 giorni. Il Baldassari espone
po due commissari francesi avendo ter-
i il metodo di vita tenuto dal Papa in Sie-
minato la loro iacumbenza partirono. Poi na, che ascoltava la messa d'un agoslinia-
SIC SIE 53
no da lui scello a confessore, e soleva tal- si tollerassero più nella vicina Toscana ,
volta egli slesso celebrarla e nelle festCjfìn- ma diesi trasportasse Pio VI in Sarde-
che ebbe forza, e quando quesla gli man- gna, esiliando una quantità di preti e fra-
cò per la sua logora salule, si conlenlò di li. Il Papach'erasi disposto morire in Sie-
ricever la comunione, ma non volle ce- na, e i suoi famigliari ne furono afflittis-
lebrar la Messa sedendo per non dar e- simi, pel pensiero didover vivere rilega-
sempio di domande simili. Quindi dava ti patimento del tra-
in quell'isola, e pel
le sue udienze, e nelle ore pomeridiane gitto, che avrebbe accelerala la morte di
Pio VI d'animo
sitar le chiese di Siena. le difese con Manfredini; laonde e per le
violenze e ingiustizie onde i suoi nemici vette dividersi dallo zio. A questa alllizio-
l'aveanooppresso. Lo rattristava la perse- nesiaggiunseal Papa quelle per l'abban-
cuzione on ibile che danneggiava laChie- dono del medico Rossi, del chierico Cal-
sa, la dispersione de' cardinali e prelati, vesi e del Brandi, tutti beneficati e scan-
che Toscana. Dispeiidiandosi Pio VI nel grandi crepature della camera del Papa
raanteniniento e neglistipendidellafami- non a vesserò fa Ito cadere pavimento e sof-
glia, facendogli inSiena da maggiordomo fino. Tutta Siena trepidò per Pio VI con
il duca nipote, a cui sollentrò mg.*" Spi- eilificante interesse, e fu creduto più si-
na, prestò esaurì i i 0,000 scudi datigli dai curo nel palazzo del nobiieGiuseppe Veri-
francesi in partire da Itoma; laonde ver- turiGalleiani;manou cessando frequenti i
monti sanasi molte tracce vulcaniche. Im- Irono, ed emanò utilissime provvidenze.
mediatamenteFerdinandolIIinvilòi mo- Nel 18 i5per l'evasione diNapoleone dal- 1
naci della Certosa di Firenzea sgombrar- l'isola d'Elba ov'era stato confinato, Pio
la pel Papa, ma questi noi permise e si con- VII si ritirò in Genova, passando per Sie-
tentò di passar tra loro ili. "giugno 1798, na a'25 marzo; prese riposo nell'episco-
in mezzo alia tristezza de'sanesi per s'i do- pio del cardinal Zondadari, vi ammise al
lorosa dipartita; e Pio VI con modi ad'et- bacio del piede il clero e la nobiltà, e seb-
tuosi epaterni,e con reiterale benedizio- bene fosse sabbato santo continuò per Fi-
ni, mostrò loro la sua commozione e il gra- renze, arrivandovi nella sera.Neli82 4 di-
to animo. In Siena il Papa con bolle di- venuto granduca Leopoldo II che regna,
spose pel futuro Conclave, {r.), ed Elezio- sopra un piano pii^i generale e piùeflica-
ne del Papa Pio VI
[F.) successore. Ma ce estese e continuò con felice successo il
dopo aver dimorato nella Certosa g mesi bonificamento della Maremma sanese, 0=
e28giorni,da'francesi fu trasferito in Va- pera veramente grandiosa, per non dire
lenza di Francia, ove mori. Quando poi il di tanti altri provvedimenti utili alla cit-
sando la pompa funebre Siena, la città gli La sede vescovile di Siena nella sua o-
celebrò quell'esequie che descrissi nel voi. rigine è contrastata, ed il Pecci che ne fe-
furore contro ifrancesi,a'28 giugno 1799 qualche ragione alle altre città inferiori
entrò in Siena co'così detti aretini e com- della medesima provincia vescovi in quei
i
mise molte prepotenze, spogliando e tru- secoli, oppure la cognizionedella vera re-
eretta in regno e dato all'infante duca di anco a Siena, e non controvertersi l'anti-
Parma (F.),sotto la reggenza della regi- chità del suo vescovato. In vece ai Repet-
na M.^ Luisa di Borbone. A Pio VII no- ti, non volendo risalire da Lucifero che
tai, che quando nel i8o4 si portò a Pari- J' Ughelli e molli storici sanesi supposero
gi per coronare Napoleone I, fu ospitato fiorito nel 3o6, fra le tante opinioni e-
in s. Quirico nel palazzo Chigi Zondada- niesse da sommi scrittori sull'origine del
ri, e la sera del \ novembre pervenne a vescovato e diocesi di Siena, piuttosto gli
Siena, ricevuto nel duomo dall'arcivesco- sembra la più ragionevole quella che ha
vo cardinal Zondadari, da diversi vesco- dato alla città un vescovo avanti la disce-
vi vicini, dal senatore Sergardi e da vari sa de'Iongobardi in Italia. Avvegnaché se
ciambellani, oltre la nobiltà. Indi si recò dalla famosa questione fra il vescovato di
al palazzo regio, ove in nome della regina Siena e quello di Arezzo, incominciata fi-
ze, ben contento delle dimostrazioni di vo- Siena dopo l'ingresso de'Iongobardi iuTo-
te de'sanesi. Nei 1807 Napoleone I cam- scana appella vasi Mauro II,del649jeche
biò i destini di Toscana, privò del regno reggeva questi la chiesa sotto il regno di
d'Etruria la dinastia Borbonica, e lo die Rotari, non ne consegue che innanzi la
alla propria sorella Elisa, nuovamentecon venuta de'Iongobardi in Toscana non po-
titolo granducale. Terminata la sua pò- tessero avere il loro vescovo. Infatti sem-
SI E SI E 55
bra che ciò dichiarasse il prelato aretino di diocesi, e come notai la lite durò seco-
Luperziano nella controversia snddetln, li, dispulandosi Ira loro sulla giurisdizio-
(juanclo nel yiS afieimava che sino dal ne di molle parrocchie e chiese battesi-
tempo antico, e innanzi la venuta de'Ion- mali, col dettaglio riprodotto da Pecci, e
gobaidi, Siena avea avuto vescovo pio- i relativi molteplici giudicati e sentenze,
[)iio. Quindi Repetli ritiene, che ognuno ampio alquanto essendo allora il territo-
si persuaderà, che il vescovo Eusebio del rio di Siena, che Muratori vorrebbe far
465,che si sottoscrisse nel concilio tornano credere angusto, ed i confini del dominio
di Papa s.ìlaìo, Episcopus Stnensis, (os- secolare non erano eguali a quelli delle
se vescovo di Siena in Toscana, piuttosto due diocesi. Nel 730 fu fondata l'abbazia
thediSinigaglia sulle coste dell'Adriatico, di s. Eugeniode'benedettini io Siena, dal
come prelese il p.Orlendi.Senza entrare in gastaldo Gualnefredo pel reLuitprando.
questioni, e tenendo però presente 1' U- ]Vel 743 fu vescovo Grosso, verso qua! il
ghellie altri storici, io riporterò col l*ecci tempo reRachis fondò il monastero di s.
la serie de'vescovi e arcivescovi di Siena,il Sai va loie diMoot' Amia tajnel 752 Aasfre*
quale procede cogli sloiici patrii estrania- do, non conosciuto come altri da Ughel-
nieri, econ documenti che presso di lui li; nel 761 Giordano sottoscrisse il costi-
si ponno riscontrare. Il ."vescovo di Sie* i tuto di l'apas. Paolo I, per le chiese e mo-
Ila dunque è Lucifero del 3o6, che altri nasteri da questi eretti nelle case paterne.
rilardano di qualche anno, benché nella Nel 776 Feredeo,al cui tempo esisteva nel
Biblioteca santa si ponga peri .° un Dru- luogo di Tufa la chiesa di s. Mai tino, ed
none. Novaes riferisce, che il saiiese s. Gio- i canonici non aveano alcun gius sul ve-
vanni I nel 525 fece Lucifero i. "vescovo scovato. Giovanni fiorì nel792dubbio,e
1
Vitaliano I, Roberto del 6 2, l'eriteo del i vescovo d'Arezzo sentenziarono nel sino-
G28 , Anlifredo o Ansifredo dil G42 di do romano Papa s. l.,eone IV e Lodovico
grande autorità e letterato, Gualfredo I 11 imperatore, alla cui ccrona7Ìone avea
dotto ed eloquente, Mauro 11 del 64c) che assistito, secondo Muratori, giacché altri
rardo I del 674^ \'italianoll del 67C)che ueir88 Lupo I o Lupone, nel 900 U-
1 1 1
fu al sinodo romano. Lupo pure delbji), bei tino, nel rjoli Egidio, nel 913 Teodo-
ma rUghelli nicglio lo pone nel 68q. Nel rico, nel 945 Gherardo IV; quindi Vita-
700 Magno il, indi Causi vio, ma vi ripu- liano 1 1
1, poscia Lucido, nel999l Idebran -
gnaMuratoiijnely 5 Adeodato I, col qua- 1 do, nel looi Adeoilato II, nel 1 o 3 Gi-
1
le e Lupei ziaiio d'Arezzo insorsero gravi selbei to, nel io 29 Leone, nel io3G Ailcl-
e contenziose liti a cagione di esleusioue berlo e fu al siuodo rouiauO; ucl i o3 7 Gio-
1
56 SIE SIE
vanni II. Non pare, come scrissero l'U- gnatiiooo sanasi capitanati da Boemon-
gurgieri e il Gigli, che Gherardo prima do normanno, e da due Gricci pure sa-
d'essere vescovo di Firenze e Papa Nico- nesi. 11 valore loro nell'espugnazione di
lò li lo fosse stato di Siena. Circa questo Antiochia fu segnalato, ed ili.°a salir le
tempo l'imperatoreEniico II concesse un I mura epiantarvi lo stendardo della Croc-
privilegio al vescovo di Siena, dal quale ce fu Salimbene, che fu fatto patriarca
si rilevano i diritti e le prerogative godu- delia città. Il vescovo Gualfredo II fu al
te dai vescovi e poi dagli arcivescovi sul- concilio di Pasquale II nel i io6, e al suo
zo pubblico. Nel 009 PiolTredo, nel o63 1 1 godeva giurisdizione su Poggibonsi. Par-
Giovarmi III, che in onore della B. Ver- lai di sopra della venuta di Papa Eugenio
gine edificò vicino a Fonte Becci un rao- III a Siena: vi entrò a'i4 maggior i46>
nasterodi monachebenedettine. Nel 1072 incontrato dal vescovo e dal clero alia por-
Amadeo II, in tempo del quale Papa A- ta della città, ricevendolo Ranieri 1 nel
lessandro li confermò con un breve i giu- palazzo vescovile, da dove dopo la dimo-
dicati in favore della chiesa aretina e con- ra di più giorni partì per Pisa. Lungo sa-
tro la sanese. Nel 1 072 eziandio s. Ridol- rebbe il ricordare tutte le donazioni che
fo o Randolfo di Colonia, da dove trasfe- andavano ricevendo pastori sanesi, non i
rì a Siena il corpo di s. Severo e lo collo- che gli acquisti che andavano facendo, che
cò nel sotterraneo della cattedrale, la cui si ponno leggere nell'accurato Pecci, con
confessione era celebre per bellezza e so- gran copia di pregievoli documenti. Mol-
pra molte di quelle d''Italia, ma fu tolta te donazioni di terre e giurisdizioni fu-
nel secolo XIII, quando si rese la chiesa rono complessive e comuni al vescovo,
più grande e più ornata. In quest'epoca chiesa e repubblica di Siena. Neh 16G fu
la chiesa di Siena,come immediatamente vescovo Ranieri che confermò a' ca-
II,
contratta per aver avuto relazione conEn- al cui tempo Alessandro 111 spedì varie
ricolV allacciato da quella censura. Quel- bolle a favore di Siena, come quella col-
l'imperatore nel 1 081 spedì un amplissi- la quale vietò che ninno potesse
in essa
mo privilegio per l'abbazia di s. Eugenio, essere scomunicatoe interdetto se non dal
la quale ne vanta molti altri. Nel io85 vescovo, e in sua mancanza dal capitolo,
trovasi vescovo Gualfredo 11 longobardo, oppure dal Papa o dal suo legato a la-
assai dotto e eloquente in prosa e iu ver- lere, e questo per aver la città a lui ade-
si eroici, ne'quali cantò l'impresa di Bu- rito nella patita persecuzione di Federi-
glione in oriente, perla liberazione di Ge- co I: il vescovo Gunteramo,colmo di me-
rusalemme, Della quale furono crocesi- rìti,fual concìlio di Laterauo 1 1 del 1
1 7 9,
SIE SIE 57
e poiconfermò a'camaldolesi delti in Sie- fredo li : consagrò la chiesa di Leccelo,
na della Rosa la chiesa parrocchiale di s. ribenedì e consagrò quella di Marmora-
Cristina, poi di s. Mustiola. Nel i i Hq gli ia interdetta per l'uccisione del pievano
successe Buono, sanlissimo per costumi, falla da un usuraio per avergli negato i
forzaloda Clemente 111 ad accettar il ve- sagramenti.Nel 2 3^ stallili più leggi e co-
1
scovato, ed acui Onorio III o meglio In- stituzioni pel buon governo e regolamen»
nocenzo ili commise scomunicare i pisa- to del suo clero, riproilotte da l'ecci.Egli
ni, se non ritrattavano gli statuti fatti con- fu zelante tanto deli'onor di Dio e della
tro la libertà ecclesiastica. Da una holla giustizia, che non fu mai ritenuto da al»
a lui diretta da Clemente III si conosce cun rispetto umano; per Ini sanesi rice- i
di quanto maggior estensiotìe fosse in cpiel verono religiosi servili inSiena,ed fran-
i i
tempo la diocesi, e quanto poi fu dimi- cescani. Questi ultimi e i domenicani au-
nuita, sebbene il Papa l'avea presa sotto torizzò d'in(|uisire contro l'eresia, tribu-
la protezione ecustodia della s. Sede. Buo- nale che poi resti) a' soli conventuali. Al
no era molto versalo nella lingua Ialina, vescovo Buonfiglio 73 di santa vita, nel 1 :>
\o,e non solo pubblicò nella diocesi con- quale colle orazioni e coi conforti di li-
tio di essi l'intei detto fubninalodal l*a- dare nel solennemente invocalo patro-
pa, ma die ampia autorità a' domenica- cinio della Beala Vergine, a cui i sane-
ni e francescani di |iroccdere contro i se- si donarono i cuori e le chiavi delle por-
guaci e fautori dell'eresia; laonde ({uan- te delia città, decretando che nelle mone-
do si recò in Siena il cardinal legato U- te alle parole Sena l'etits s\ aggiungesse
golino poi Gregorio IX, trovò quasi estir- Cwilns f''irginìs,coiì[i\\ni\ alla memora-
pata l'empia setta pel zelo del vescovo, per bile vittoria d'Arbia, onile molti popoli
cui si limitò a sciogliere dal giuramento i recaronsi colla corda al collo in Siena a
settari, ingegnando che non è spergiuro co- domandar misericordia per la patria loro,
lui, che rompe il giuramento fatto contro e la repubblica per molto tempo fu arbi-
la legge di Dio. Il caiclinale con un breve tra il) Toscana, potente in Italia. Parec-
ponlilicio esortò la repubblica e il sena- chi e segnalati benelìzi lece questo vesco-
to a mandar soccorsi a'cristiani di Levan- vo alla diocesi, curò l'azienda economica
te oppressi da' maomettani. Ascoltatane della cattedrale istituendo ministri per vi-
da'saiiesi la lettura con tenerezza e accla- gilare ni buon regolnmenlo e la dotò ,
mazione, il senato subito decretò una spe- smembrando dalla mensa vescovile deco-
di/ione di ()()n de'suoi coraggiosi giovani ro>e entrale, per rendere maggiormente
colle bandiere della città, segnali lutti di ornalo il maest<iSo tempio. Gli successe nel
croce. Sotto la condotta di Guido Bandi- I 273 Bernardo probabilmente de'nobili
nelli parente d'Alessandro III, partirono Gallerani,e fratello del b. Andrea fonda-
per (ierusnlcmme. Acri e Dalmata, eie- tore dello spedale e fiali dell.i Misericor-
cero molle prodezze e arcpiisti. Btionlìgliu dia, conlutaiido Pecci la sua làvolosa uc-
confermòal capitolode'canonici della cat- cisione per opera de Gazzani : esso i\cc
tedrale il possesso di varie ragioni e di- riconoscere dui comune reseniioneerim-
ritti donali dj'predcccssori Leone e Guul- muuilà delle terre del vescovato, e d'or-
58 SI E SIE
dine pontificio l'invitò a pacificarsi colle scono il titolo di bealo. Il capitolo elesse
fazioni. Nel 1282 il capitolo elesse il suo T3onusdei Malavollisanese e canonico del-
canonico econcitlatlino Rinaldo de'nobili la cattedrale, ornatodi profonda erudizio-
MaIavoIti,aI quale fino dagli antichi se- ne,confermato da Giovanni XXII e con-
coli spettava l'eiezione e al Papa la con- sagralo in Avignone. Nel 824 conforme 1
ferma che die Martino IV, ed ebbe litigi all'antico costume de'sanesi, rappresen-
col magistrato della repubblica, per lesio- tandosi ne' giorni di carnevale il giuoco
pubblicati da Pecci. Egli fu che nel 3oo i ni s'impegnarono in fiero civile combat-
benedì e pose ne'fondamenti lai.^ pietra timento con istrage: allora il vescovo mos-
per la fabbrica della nuova facciata del soa compassione, per reprimere l'impelo
duomo. Tenneals. fonteuna figliadi Car- dell'accesa gara, si portò con tutto il cle-
lo di Valois fratello del re di Francia, nata ro preceduto dalla croce alla piazza pub-
in Siena. Nel i3o2 scomunicò i ministri blica , ed esortando ciascuno a posar le
dellospedaledis. M.^ della Scala, per non armi e ritirarsi, i combilteoti per la ve-
averlo ubbidilocome di giurisdizione lai- nerazione e stima che ne facevano si quie-
cale,onde nacque fiera lite tra lui e il Co- tarono e cessò spargimento di sangue
Io
ra une che ne assunse le difese avanti il Pa- civile. Fubenemerito per l'inter-
inoltre
pa, per lo che si rese odioso a'cittadini, e posizione e aggiustamento fatto col duca
la sentenza fu contro il Prima di
vescovo. di Calabria, il quale avea promosso mol-
sua morte, i canonici del duomo, cui si te pretensioni contro la repubblica; come
spettava eleggere il successore, temendo per sua opera si stipularono le condizio-
che non ne venisse loro levato il possesso, ni d'una nuova lega con Firenze, Bolo-
poiché già varia vasi su questo punto la gna e Perugia. Neh 336 celebrò il sino-
disciplina dellaChiesa, ricorsero al consi- do, in cui riunì le costituzioni pel clero
gliogeneraleacciònongli fosse usala vio- fatte da'suoi predecessori; sotto di lui per
lenza nell'elezione e conservato loro il pie- la pace e quiete de' sanesi si accrebbe la
beni del vescovato. Laonde nel dì seguen- maggior parte delle terre e castella per-
te alla morte del vescovo elessero nel 807 ( vennero sotto il dominio della repubbli-
Ruggiero domenicano di Casole ottimo e ca, le più magnifiche fabbriche di chiese e
di santi costumi, indi dopo qualche con- palazzi furono ultimate,e lacittà perven-
traddizione venne confermato daCleuien- ne alla più numerosa popolazione, con-
le V, pel quale poi, stabilitosi in Francia, tando 35,127 famiglie. Fu allora che per
sostenne in Pioma l'incarico di vicario pon- l'accresciuta popolazione, i reggenti della
tificio; e quale inquisitore di Siena e sua repubblica pensaronoerigere con maesto-
diocesi come vescovo, sostituì in suo luo- so disegno un nuovo tempio per loro chie-
go il priore de'domenicani di Siena, dap- sa principale, e scavati fondamenti a'2 i
nìonaslero di tali religiosi lo fondò Nico- suii'ogò Francesco Monnilli pur nobile
lò Cinughi discendente della nobile fami- napoletanOjgià vescovo di Cava, pel quale
glia de'Pazzi fiorentina, il vescovo ri f,ib Pecci corresse vari abbagli d'U;:helli e al-
lìrico la chiesa di Egidio padronato di s. tri. Le antiche vertenze sulle lagioni che
famiglia, poi data alle cappuccine; fondò il comune pretendeva sulle terre del ve-^
Jacopo di Giglio Malavolti, quando si re- penso. Passando Mormilli alla sede di Ca-
cò in Avignone ambasciatore di Lucca, e va, nel 1407 Gregorio XII, da lui ricevu-
ivi fu consagrato. Mortone! 37 (, il Papa
I to onoratamente in Siena, a questa die per
da Comacchio trasferì a.Siena Guglielmo ve-.covo il nipote Gabriele Contlulmieri
guascone conventuale, fu legalo a diversi veneto, poi Eugenio IV, elezione che d.ii
principi e neh Syy fatto vescovo Laurien- mal animo tollerala, perchè
sanesi fu di
se. Gregorio XI da Narui vi traslocò il sa- bramavano un vescovo cittadino pratico
ncse o meglio eugubino Luca Berlini, pio, de'Ioro costumi. Nondimeno attesa l'au-
dolio e zel.mte; seguì le parli di Ui bano loi ila pontificia, la prudenza e integrità
VI contro l'antipapa Clemente VII, che di Gabriele, sollersero che prendesse pos-
l marzo esercitava già la giu-
insorto neli37(S fu cagione del gran sci- sesso, ed a' I
sma d' occidente, ed a lutto suo potere Questa data del Pecci fa ana-
risdizione.
si alfaticò acciò da tal peste non fosse in- cionismo con altra pur da lui riportata,
fettato il gregge alla di lui cura couìmes- cioèchea'4''etleinb.e 1
i"'/'! vescovo.Mor-
so. Promosse il cullo divino e nella cat- niilli ricevè in Siena Gregorio Xll, laon-
tedrale celebrò il sinodo, col (piale mode- de sembra doversi assegnare il vescovato
rò le vanità e il lusso a cui allora abban-
si di Gabriele dopo e non innanzi tale epo-
donavano gli ecclesiastici. Per sua morte c;i, sebbene fu brevissimo e dopo un anno
.
6o SI E SIE
iinunziò,dice Novaes, vedendo che i sa- colominl sanese,che con grande apparato
iiesi volevano piuttosto un pastore di lo- prese possesso nel 1 4^0, per cui conUghel -
ro nazione. D'altronde convenendo Pecci li e altri lo dissi nella biografìa eletto ia
che poco dopo fu creato cardinale, e ciò tale anno; ma poco dimorò in patria, per-
seguendo iuLucca a'q maggio i4o8,sem- chècrealo cardinale fu impiegatoingrari-
bra che il vescovatodiGabrielesia durato dialIari.DivenutoPapacol nome di Pio I[
meno d'un anno, tanto più che Pecci do- a' 19 agosto 1458, india' 8 settembre die
f
poaver corretloUghelli sul successore An- alla patria e con suo tripudio per pasto-
tonio 1 Casini sanese, riferisce che questi re il canonico della cattedrale e suo pa-
fu eletto da Gregorio XII nel principio rente Antonio II Piccolomini abbate ca-
del i4o8, trasferendolo da Pesaro; laonde maldolesedi s. Vigilio, di eccellenti qua-
errarono Ughelli e Cardella in dire ciba- lità. Volendo Pio li decorare la sua pa-
•vere fatto Alessandro V, ed io per seguir- tria colla dignità arcivescovile, colla bol-
li dissi altrettanto nella sua biogiafia per la Tliriiimphans Paslor aelernus , data
r.verlo poi creato cardinale Martino V e in a' 19 aprile i4^9> elevò la se-
Siena
chiamato il cardinal Sanese, avendo pur de vescovile di Siena a metropolitana e
notalo della cappella eretta nel duomo a ornò l'arcivescovo col pallio, dichiaran-
e. Sebastiano con dote e de'rari libri do- done sulfraganee le sedi vescovili cWChiu-
nati al medesimo. Di sopra narrai come si, Soana, Massa unita a Populonia, e
concittadini colla chiesa romana. Fu pre- bramento della diocesi di Siena. In pro-
lato di molta autorità, e dalla patria più cesso di tempo Pienza fu unita a Chiusi,
volte spedito ambasciatore al Papa, alla e soltanto Montalcino è restata soggetta
repubblica veneta e ad altri principi. In- immediatamente al Papa. Tuttora sono
trodusse in Siena le religiose del 3.° or- sulfraganeedelia metropolitana di Siena,
dine di s. Francesco, e fu al concilio ge- Chiusi a cui resta unita Pienza, Soana
nerale di Firenze, Eugenio IV nel i444 a cui fu unita Pitigliano, Massa Marìl'
da Piimini vi trasferì Cristoforo das. Mar- lima, Grosseto, e Modigliana decorala del
cello vicentino, che morto in detto anno, seggio episcopale a'y luglio 18^0 dal re-
in sua vece destinò Neri da Monte Carlo gnante Pio IX, colla bolla Ea quo licei
lucchese, che riuscendo poco grato Euge- //;i/7Je//7o,e perciò essendo già da qualche
nio IV lo nominò governatore della Mar- tempo pubblicata la lettera /]/, non potei
ca e poi del Patrimonio di s. Pietro. Per scriverne l'articolo. Inoltre Pio II con l'o-
sua morte Nicolò V a'24 ottobre trasferì pera d'Agapito Rustici avendo riordina-
da Ti leste il celcbeaimo Enea Silvio Pic- lo la chiesa sauese,rapprovò col breve/zi-
SI E SIE 61
ter caetern, ^e'i ì QprWe ^5cj, eRnalraen- i e perciò, cornea vverlii, di tulli 1 rescovi e
te spedilo in Siena. Antonio 11 [tuco go- arcivescovi diSicna 01 natidi tal dignità a-
dè nuova dignità, morendo
la ngli 8 no- vendo fallo le biografie, nella sua parlo
vembre di detto anno, e Pio f 1 a' i r) feb- delle gesta che lo resero degno d'esseie il
dottato col cognome e stemma de'Picco- cv, si adoprò per quielare le discor-
Qìollo
lomini,ed in Siena a'5del seguentemaizo die che tenevano miserabilmente oppres-
Io creò cardinale. Finalmente Pio li col- sa la patria, stanco delle (|u:ili con regres-
la bolla Ut inttr sanctimonialcs,tn\òì\a- so rinunziò a'7 aprile i52f) a Francesco
ta inSiena a'3i agosto 14^9} esentò mo- i 111 Bnndini (il fratello del (pialeBanilino
nasteri dellemonache di Siena dalla sog- coadiutore era premorto allo zio) figlio
gezione de'regoiari, e li sottopose agli ar- di sua sorella, morì in Siena e fu pi.into
civescovi di Sienajcolla bolla Priiltin ad come padiedella patria. Francesco 111 fu
Eccltsiain, pubblicala in Siena de' q a- 1 molto doltoe versato in vari generi tli let-
gosto 460, autorizzò
I i canonici del duo- teratura, ìndi eletto oialore di Siena per
mo a confermare il rettore dell'ospedale seguire Carlo V in tutte le parti di Ger-
di s. INIaria della Scala. Il successore Pao- mania, nel 546 fu al concilio di Trento,
I
vano l'infelice città : donò alla metropo- rò di non più tornarvi. Portatosi in Pvo-
litana paramenti e sagri utensili, riempì ma, vi esercitò diverse cariche, e fu fallo
la sua libreria di preziosi libri e l'abbellì fice-cameilengoe governatore della cit-
di magnifiche pitture, fece un maesloso tà. Pio IV gli assegnò il nipote Germani-
altare di marmo lavoralo con intagli, bas- co arcivescovo di Corinto per coadiuto-
sorilievi e statue, dove ancor vivente si re, che premorìa lui, e altrettanto accad-
ria dì Siena^efo stampato con molle co- ne del cartlinui Antonio Barberini, e te-
stituzioni edecreti riguardanti ilclero.Per dialo del mondo rinunziò nel 1670 e in
sua rinunzia Paolo V nell'anno seguente bieve morìinRoma. Gli successe nel 1G7 i
a'4 gennaio 1
607 gli sostituì il proprio cu- il sanese cardinal Celio Piccolomini, che
gino carnale Cam ilio figlio diPierM." Bor- non curando la prepotenza de'grandi am-
ghesi, già vescovo di Castro di Napoli e minisliò con imparzialità la giustizia; mai
e di Montalcino ; prese possesso con sin- si assentò dalla città, se non pel conclave
golar pompa, fu zelante del suo gregge, d'InnocenzoXI, alla cui esaltazione mol-
l'amò e si fece temere. Ben vedutoda'prin- to contribm. Morto neliGSifueleltoLeo-
cipi e da'cardinali, pregarono Paolo V ad nardo Marsilj sanese e canonico Valica-
annoverarlo ni sagro collegio, che non pie- no; dal clero fu amalo e temuto, con tut-
gandosi fu detto da alcuni che ne morisse te le furze sostenne l'immunilà ecclesia-
d'amarezza nel 1612. Paolo V lo fece suc- stica, e stabilì con più sinodi varie costi-
cedere con universale applauso dal car- tuzioni pel decoro di sua chiesa, onde in-
dinal MetelloBichi sanese che fondò il se- corse in vari impegni col principe e col
minario pe'chierici, donandogli rendile pubblico. Dotto nel gius civile e canoni-
della propria mensa e prescrivendogli re- co, nella teologia e in altre scienze, ver-
gole, poi riformale dal successore e da al- salo nelle ceremonie ecclesiastiche, dilet-
tri pastori. Ma essendo intiinodi Paolo V tante della musica e sagre funzioni; con*
rinunziòa'i 3gennaioi6i4> e se la morte sagròin Siena piùchiesee altari, e ricol-
noi rapiva forse sareljbesucccdulo a Pao- mo di uìeriti morì nel 1
7 i 3 con di>pia-
lo V. Questi vi promosse da Massa e Po- ceredi tulli. Nel 1714 Alessandro li Zoo-
pulonia Alessandro Pelrucci sanese, con dadaii nobile sanese, e fratello del cardi-
dolore de'suoi antichi diocesani da lui in nale e suo compagno nelle nunziature,
tantimodi magnificamente beneficati; con generalecontenlodella patria edi Co-
promosse nella sua nuova chiesa lo splen- simo HI, perciò il suo ingresso fu splen-
dore ecclesiastico e il profitto delle anime, didissimo; corrispose pienamente all;i e-
edificando tulli colle opere e coll'esempio. spellazione di tutti per saviezza, soavità
Celebrò il sinodo diocesano con utili co- di modi, circospezione negli allari, alieno
stituzioni, curò il buon governo delle mo- dalle biighe, ulFicioso, caritativo, esem-
nache, e fu vago di fabbricare per impie- plare e in gran repulazione;morìa'4gen-
gare poveri e le arti nelle manuali fali-
i naio nel 1744 con grave pena universa-
che; eresse il grandioso palazzo della vii- le, e fu sepolto presso il fratello. Benedet-
ladis. Colomba, poi villeggiatura del no- to XIV a'3 settembre I 746 destinò arci-
Tolomei, rifece di pianta e pi li
bil collegio vescovo Alessandro III Cervini di Mon-
magnifico r<'piscopio, poi demolilo come te Pulciano e nobile di Siena,o ve fece suoi i
rimarcai. Visitò la diocesi facendo gran studi, fu arciprete del duomo e vicario del
bene, manellecompagoie laicali non po- predecessore; dopo essere stato ripugnan-
tè eseguirlo per essere dipendenti dal ca- te accettò, e fu preconizzato a'29 maggio
pitano del popolo e dal consiglio. Amalo 1747, esemplare e premuroso promosse
da s. Carlo Borromeo, morì sautameule e animò il clero agli studi e alle religiose
«
SIE S I F r,^
osservnii7.e, mostrandosi degno di Marcel- Donna delle Grazie chiam ila V Avvocata
lo II suo antenate. Con questi leraiina il di Siena, che serbasi maestosamente col-
cav. Antonio Pecci la Storia del vesco- locata nell'insigne cappella d' Alessan-
vaio della città di Siena, unita alla serie dro VII dentro la metropolitana, Roma
cronologica de' suoi vescoK>ie arcivescovi, 1716. Diario sanese in cui si veggono al-
Lucca I
74<^- L'Ughelli x\e\\' Italia sacra la giornata tutte le cose importanti sì al-
nel t, 3, p. 523, riporta la serie de'pasto- lo spirituale, come al temporale della cit-
pero francese di Napoleone I. U Osserva- per la riforma de' domestici del patriar-
tore Romano de' 1 7 luglio 85o parla del 1 ca Cirillo nel 1088. Oriens christ. t, 2, p.
sinodo provinciale in quel mese celebralo 614.
in Siena dall'arci vescovo mg/Marti ni, che SlFANTO.Sede vescovile suffiaganea
lo presiedè per l'ecclesiastica provincia sa- diRodisiaodalVIsecolo,nell'esarcatod'A-
nese, coll'intervento de'vescovi d'Arezzo sia, denominata ancora Siphanus e Pisci-
(il quale però è sempre immediataniente na, nell'isola di Sifanto dell'Arcipelago,
soggetto alla s. Sede), di Montepulciano, nelle Cicladi meridionali, all'occidente di
di Montalcino, di Massa e Populonia, di Paro. Anticamente l'isola fu ricca e cele-
Soana e Pitigliann, di Grossctn, di Chiu- bre por le sue miniere d'oro e d'argento,
si e Pienza; oltre i deputati de'tapitoli del- ora abitata da'gieci, con ^o chiese circa
le nominate chiese, e de'leologi dell'arci- e 3 conventi d'uomini e 2 di donne n'è :
vescovo. L'artidiocesi di Siena formasi in capoluogo il borgo dello slesso nome, che
12 vicariati foranei, coni io parrocchie, occupa il silo dell'iinlica Apolhiuia. In og-
i<) delle quali sono in Siena. Oltre i no- gi fa parte del nuovo regno di Grecia, eil
minati autori si pouno vedere: Francesco è residenza d'un arci vescovo greco, da cui
MaselùfNolizieiitoriclie della città diSie- dipendono l'isole di Namphio, Policandro.
na. Le arme delle famigLe nobili di Sie- Nio, Serpho, SicinoSjSlampalia ed Amar-
na, Kon\a 1716. Girolamo Gigli, La città gos. Furono antichi suoi vescovi Teodo-
diletta di Maria ovvero notizie is tanche ^ ro che assistette al concilio di Costantino-
appartenenti all' antica denominazione poli sottoMenna, per l'eresie d'Antimo,
che ha Siena di Città della f ergine, pub- di Severo d'Antiochia e d'altri eretici; e
blicate coir occasione del solenne appa- Atanasio che sottoscrisse nel 167 la pro- i
rato fatto in Siena stessa la tlonicnica in fessione di fede della chiesa d'oriente con-
Àlbis del 7 1 I (i per l'uscita in processione tro gli errori de'calvinisti. Oriens chr. f.
SI GAN, oSI GAN FU, o SIGHAN- educazione venne affidala alle cure del
FU. Sede arcivescovile de'nestoriani, me- 1). Pipino o Pepino i^y.) di Landen pre-
tropolitana di tuttala CiV2<7, nella provin- fetto del palazzOjil qualeforzato a cedere
gran città sulla sponda del
cia di Xensi, e all'invidia della nobiltà, si ritirò con esso
fiume Guci, con territorio ameno e ferti- negli stati di Cariberto. Dopo 3 anni Da-
lissimo. I nestoriani vi formarono la i 3/ goberlo 1 ricbiaraò Pipino, e dichiarò
provincia ecclesiastica della diocesi di Cal- Sigeberto re d'Auslrasia. Questi aiutato
dea, ed ebbe i seguenti metropolitani. O- sempre dai consigli di Pipino, dimostrò
lophuen è il cheannunziò il vangelo ai
i.° d'avere coirispostoperfettamenteallesol-
cinesi, giusta un famoso monumento tro- lecitudini che il saggio maestro avea usalo
vato in questa città nel iGsSjindi gli suc- per informarlo alla pratica di tutte le cri-
cessero Giovanni nel Ggq che sodr'i aspra stiane virtù. La sua pietà, prudenza e va-
persecuzione con un compagno per parte lore gli meritarono l'amore e il rispetto
degl'infedeli, ma in seguilo potè esercita- de'suoi sudditi, e resero il suo nome for-
re liberamente e con frutto il suo ministe- midabile a'suoi nemici. Quelli di Turin-
ro, sotto l'imperatore Yuen-Chi-Tao; nel gia ardirono pigliare le armi con Irò di lui;
co; Sergio nel 1288: Marco Polo veneto i.°di febbraio 656, lasciando un figliuo-
vide a Sighanfu varie chiese fabbricate da lo di 7annichiamatoi?<2goZ'e/7o(/^^.),che
tale prelato. 11 titolo di metropolitano del- fu poscia re, ed è onorato come santo. Il
la Cina fu in seguito unito a quello del- corpo di s. Sigeberto, eh 'era stalo sotter-
V Indie Orientali (^.). Oriens dir. t. 2, rato nell'abbazia di s. Martino presso a
p.1272. INIetz, trovalo incorrotto nel i oG3 fu col-
SIGA o SIGEA. Sede vescovile della localo a canto l'altare maggiore,e poscia
a.^Cilicianel patriarcatod'Antiochia, sot- riposto in un'urna d'argento: nel i 552 le
to la metropoli d'Anazarbo, ed eretta nel sue reliquie furono trasferite nella chiesa
secolo XII,secondoCommanville: altri la di s. Domenico di Metz, e di poi alla col-
dissero sede vescovile dell'Africa e nella legiata di Nostra Donna
Nancy. Egli è di
IVlauritiana, dipendente dalla metropoli- onoratocon pubblico culto dalla più par-
tana di Giulia Cesarea. Siga, Sigen, è un te de'paesi che furono a lui soggetti, non
parlibus che conferisce
titolo vescovile in che nelle chiese e monasteri di cui era sta-
iIPapa,ePio VII nel 823vi nominòmg.r 1 to il fondatore, e la sua festa è segnata il
a combattere il paganesimo, predicò dnp- tilizie. 1." De' sigilli. 3.' De sigilli ponti-
primaaWex.iownellaGozia meridionrjle, ficii.
ove istituì «ina sede ve,scovile,e scorse po- Cj r.° Degli stemmi o arme gentilizie.
scia pelSiul-Goth land, pel West-Golii land Le insegne gentilizie negli scudi ei sioa-
e per molte altre provincie, che ridusse boli in essi di chi li portava, erano presso
tulle a Gesù Cristo. Fedele iinilalore de- gli antichi il contrassegno del valore, co-
gli apostoli. questo santo missionario per me per lo contrario di codardia,ovvero di
la grandecarità e ammirabile disinteresse soldato novello, erano gli scudi senza im-
venne onorato dagli stessi pagani. Mori magini o cifre. Discordano gli eruditi in-
circa il 1002, e fu seppellito nella cattedrale torno all'origine degli stemmi. Secondo
di WexioWjOve la sua tomba divenne fa- alcuni le armi gentilizie hanno cominciato
mosa per molli miracoli. Papa Adriano col mondo, e ne assegnarono a'figli di Noè,
IV Io canonizzò verso il i i 58, e la di lui a Mosè, a Giosuè, allei 2 tribù d'Israele,
festa è segnata 5 di febbraio. Gli sve-
a' 1 agli assiri, ai medi, ai persi. Il Sarnelli,
desi, sino a che furono cattolici, l'onora- Lettere ecclesiastiche t. 4, lelt. ^7, Del-
rono qual loro apostolo. l'origine delle armi gentilizie,\'\(er'\sce che
SIGILLI PONTIFICII. V. Sigillo. lo slesso vocabolo arme dimostra che pro-
SIGILLOeSTEMMA.il sigillo osug vengono dalla guerra, nella quale gli e-
gello, Sigillum, Signuni, Signaculuni^ è avendo le loro insegne distinte con
sercili
distinzione di dignità odi nobiltà, impre- erano i duci delle famiglie, nelle com-
sa e insegna di famiglia o di popolo, In- parse si usavano solo 4 ^ essillii^F.)^ cioè
signe o Insignia genti lilin : siccome sullo que' de' primogeniti del loro capostipite
scudo, arma difensiva che tenevano nel Giacobbe, vale a dire Giuda, Ruben, E-
braccio manco guerrieri per Io più si
i
,
fraim e Dan. L'insegna diGiuda era verde
soleva dipingere o incidere o scolpire lein- colla figura del leone, quella di lUiben
.segne della famiglia,chesedi legno o cuoio ora rossa coll'cflìgie dell'uomo, quella il'E-
sidenominò larga, panna, clvpeiis, scu- fiaiin era color d'oro col capo del vitel-
tum; cosi scudo significa anche quell'o- lo, quella di Dan era bianco- rossa coll'a-
vato o tondo, o d'altra forma, dove sono quila avenle negli artigli il serpente. Il
espresse colali insegne, che a quella simi- colore si pigliava d.dle Gemme [f .) for-
litudine anche si dicono arme. Col lasso manti il Razionale [T' .), in cui erano de-
del teiupo i sigilli antichi divenlaiono a notate ciascuna delle 2 tribù, ed avendo i
poco a poco dilferenli dagli anelli sigilla- neli.^di delti articoli parlalodiloroqua
toriio segnalorii, e in essi si rappresenta- lilà e colori, <p>i dirò delle figure scolpite
ronoslemmi,arme, insegne, cifre, emble- che servi va no di militari insegne in tempo
mi, o qualche testa o figura ; cos'i trovo ili guerra. Ailunque nelle i 2 pietre prezio-
conveniente premettere alle crudizioni sui se tielle tribìi d'Israele eran vi: in quella di
sigilli, alcune sugli slemmi per evitare ri- Ruben la mandragora da lui trovala,incisn
petizioni con apposito e speciiile articolo, sul rubino rosso. Simeone avta la gemma
l'crlanlo riunirò le analogìe comuni dcl- delta prasina o marcada verde poi 10, col-
l'argonienlo, con dividere questo orlico- rdìigie diSichcm, in memoria del notoav-
luiii;> parli; {.''Degli iicniniio ainit-gcii- vcuiiuenlo Levi sul carbonchitt osmeral-
\oL IV\(.
66 SIG SIG
dOjCom plesso di colori rosso,bianco, nero, testa di cavallo, i sassoni un corsiere bal-
sanguigno, avca espresso V Urini e Tutu- zellante, i fianchi un leone, i goti un'or-
tnlvì peTonlefici che dovevano derivare sa, i capi de'druidi le chiavi. Le lunette
da luijchepoieljberotaleinsegiia. Giuda la infisse sulle Scarpe (u divisa de'nobili ro-
gemma marcada verdedelia speciedi pras- mani antichi, e formanti la lettera C per
sina, o di color cielo piupureo, con iscol- denotare che traevano origine dai cento
pito il leone, in meuioria della qualifica senatori del senato composto da Romo-
datagli da Giacobbe nella benedizione. Is- lo. Alcuni credono che portassero i ro-
sacbar avea il zaffiro ceruleo che declina mani queste lunette per aver sempre pre-
alpurpureOjColsoleela lana incisi, perchè sente r instabilità delle cose umane, di
i suoi figli fuiono periti nell'astronomia. cui è simbolo la luna, come rilevò ilGua-
Zàbulon nella perla o diamante secon- SCO. A Bulla o'ono dissi di quella che por-
do altre versioni bianco, avca scoljiita la tavano per distinzione appesa al collo gli
nave, per abitare i lidi del mare. Dan antichi lomani, insegna de'lrionfanti, iu
nel topazio o turchina del colore del zaf- cui racchiudevano rimedi tenuti eHl-
si
è scritto che gl'israeliti accampavano at- rono mai negli antichi tempia distinguere
torno al tabernacolo, ciascuno sotto i suoi le famiglie, né a indicare la nobiltà. Gli
vessilli ed insegne, secondo le famiglie e stemmi per lo contrario sono segni ere-
le case. Tutti i popoli hanno avuto sim- ditari di casato e di Nobiltà (^'.), rego-
Jjoli o figure o insegne nazionali : perdir- larmente composti di certe figure e se-
nedi alcuni, gli ateniesi avevano per sim- gni caratteristici, e conceduti e autoriz-
bolo la civetta, i traci la morie, i celli la zali da'sovrani come distintivi delle per-
spada, i romani l'aquila, i cartaginesi la sone e delle famiglie. Ignorasi propria-
SIG SIG 67
mente ove pi ima nascesse l'arte cliespìegT lieri. Il De lìue, nel Discorso dell'orìgine
e regola i simboli eioici. 1 più distinti e- dell' araldica. Lodi 846, p.trlando del-
1
rutlili,e fra essi ilMuiatorijiiulicanoi fran- l'origine degli araldi o Re l^^-) d'armi, e
cesi come inventori de'principii di que- del blasone, osserva che la scienza aral-
sta scienza, conosciuta sotto il nome di a- dica desume la sua denominazione dagli
raldica o di blasone, delle quali voci e antichi araldi destinali alla ricoguiziune
significati già parlai a DirtOMA, siccome della nobiltà di quelli diesi presentava-
affine e congiunta con l'arte per conosce- no a' tornei, e che q'iindi presa nel suo
re i diplomi, e coll'ai te diplomatica. Di- vero senso, abbraccia non solo la materia
cesi Araldica l'arte e la cognizione del d'onore, ma altresì la conoscenza dell'ar-
blasone, o sia di ciò che spetta alle armi mi in genere, che detta blasone è l'arte
o agli stemmi, ed alle leggi, siccome an- di descrivere le armi co'termini suoi pro-
che a'regolamenli di esse. Blasone viene pri, secondo le leggi e regolamenli di essa :
nominala l'arte araldica, ed il IMoreri li- il che consiste nel campo dell'arme, nelle
conosce l'oiigine del nome blasone nella figure, negli smalti o colori loro,e negli or-
parola tedesca Z'/tìize/j^ che significa suo- namenli esteriori cheaccompagnano l'ar-
nare il corno o la tromba, e di là vuole me. E poiché gli araldi erano quelli in-
che piglialo siasi il vocabolo dato all'arie caricali al presentarsi i cavalieri ne'torncL
di formare gli slemmi delle nobili fami- di esaminare,oltre le prove della loro no-
glie, e di descriverne e spiegarne tulle le bilia, anche le armi, facendone la descri-
parti con proprietà di termini convenien- zione ad alta voce, vennero a ciò fissate
ti. Gli araldi, la cui origine rimonta sino delle regole. L'introduzione però dell'ar-
a'tempi de'7o/7je/ (/^.), avevano per of- migentilizie (nellequali a termini delle di-
ficio di ricevere i Cavalleria quelle gio- sposizioni araldiche non si hanno gene-
stre, suonando il corno o la tromba per ralmente a comprendere Sigilli, se siano i
annunziare il loro arrivo, e dopo avere semplici segni tendenti ad indicare un pos-
riconosciuto se erano Genliluonviii,%\\o sessore,un'arte,unnegozio,e quando siano
iiavano di nuovo le loro trombe, e gri- essi contornati semplicemente da un suc-
dando ad alta voce descrivevano le ar- cinto circolo), che come proprie d'una fa-
mi e l'insegne di coloro che presento vansi miglia, sono da'maggiori tramandate ai
descrizione, talvolta per elogio, talallra ro nelle armi, checon dilTerenli numi ven-
per biasimo e maldicenza. Ne'lornei si de- uero spiegali, e non meno clic le pezze
scrivevano tutte le armi, le insegne, i di- onorevoli, tenevano luogo,secondo il loro
versi pezzi e segamenti dello scudo, e si grado, negli armeggi. DilTerenli sono al-
lodavano altresì o biasimavano i cava tresì gli elmi che veggonsi cimati sugli scu-
68 SIG SIG
di,a norma de'giadi rispettivi, tanto per ciascuno per divisa una Croce di forma
materia, quanto per la forma e loro po- e colore difTerente,qual distintivo de'C/o-
terra sono ristretti a que* soli che chia- valieri furono neliogS da Papa Urbano
raansi nobiltà alla. Dice Nicol che sicco- II nella i.'^ Crociata armati ilpetto d'una
me gli araldi d'arme erano tenuti a ca- croce rossa, metaforicamente significante
ratterizzare learmi di coloro che volevano un fermo consigliodi combattere colla cro-
entrare in lizza ne'tornei,ed a comporre ce fino all'ultimo sangue. E ciascun ca-
gli stemmi d'uno o altro principe o no- valiere con private divise espresse i suoi
bile, svilupparono pomposi significati di privati e generosi pensieri, che rimasero
quegli emblemi, perchè tornassero in elo- per insegne nelle flmiiglie. Si aggiunsero
gio delle persone medesime; accennarono dipoi le fazioni lìe'Guel/ìe GhibelLmi[F .),
talvolta alla ventura imprese ardite e pe- principalmente ne'lempi di Federico li,
ricolose, nelle quali si facevano cretlere che da' medesimi colori presero le divise
trovati que'supposti eroi, e quindi dicen- e soprannomi di
i rossi, ma più di Bian-
dosi versati nella scienza blasonica, per- chi e Neri (^'^.). Che dalle divise e dagli
ciò fu anche nominata araldica. La vol- slemmi gentilizi derivassero le livree, lo
piuttosto ch'egli allora istituisse le regole petuti nelle trine, sui bottoni, nelle coper-
dell'arte araldica o della scienza blasoni- ture del capo de'lacchè, ec. IVella Descri-
cajfidandonel'esecuzionea personaggi di- zione della Terra Santa , parlandosi del-
stinti siccome giudici in questa ragione; le Croc/Vz^c intraprese nella medesima, si
ma il blasone, secondo altri, non fu ordi- dice essere comune opinione che il bla-
nato a vera scienza che nel secolo di Lui- sone sia slato in quell'epoca inventato,
neli i47 andò alla Crociala [V.) perla ro capitani. Comune è il consenso degli
ricupera di Terra Santa. V'intervennero stemmi propriiimcntedel-
scrittori, elicgli
pure altri mouarchi cristiani, assutueudo ti non erano CQuosciuli aulicamente; fu-
SIG SIG 69
rono i loroei e poi le crociate, che diede- 1
37 1 circa fossero il distintivo de'soli no-
ro origine a'inedesirai, o almeno grande- bili d'origine, dopo la quale epoca i cit-
diversi modi tagliato e intaccalo, e altre senza ragione fu creduto da molli che l'in-
simili cose diedero origine a'diveisi em- segnegentilizie de'uostri tempi siano pro-
blemi e alle divisioni degli scudi, e quelle cedute per imitazione da'tempi più anti-
divisioni più volte ripetute indicarono so- chi, come i cognomi ei5'o/7ra/j/iom/(F.) coi
vente il numero delle pugne nelle quali quali si distingueva una famìglia dall'al-
erasi trovato un cavaliere, e quindi in al- tra, lìiagli usati oggidisolodopoil loooco-
carveli sopra, quali monumenti del loro più vera. Egli sostiene che avanti il seco-
valore. Aggiungono che l'opinione di co- lo XI non si mostrerà autore alcuno con-
loro che (issano l'origine degli stemmi al- temporaneo, né monumento in cui ap-
l'epoca delle crociate, è d'altronde com- parisca che fossero in uso questi segni e
battuta dal sapersi qual fosse lo stemma simboli distintivi delle famiglie né sigillo, :
della famiglia di Regimboldo preposto del- né monete, uè Sepolcri (7^''.), giacché ili-
l'abbazia diiMouri nella Svizzera dal i 027 ce INIuratori non si ha da badare a' ti
,
al I o')5; quale quello di Roberto 1 conte volosi racconti d'alcuni, che senza prove
di Fiandia nel 1071, e quale (juello dei attribuiscono all'antichità icostumi dei
conti di Tolosa, il che prova l'esistenza de- loro tempi, come i gigli di Francia in
gli stemmi avanti la i
.'
crociata del 1 oi)5; trodotti soltanto dopo il secolo \i. Con-
uia tuttavia concede che cpiesta spt-di
si viene Muratori, che anco sotto 1 lontio
zionc fu motivo che grundemenle si mol- bardi, franchi e germani antichi, le km-
liplicasseio. Gli stemmi pan- che lino al «liere reali fossero ornate di (ju;»Uhc it-
yo S I G SIG
gno,pei' distinguersi dalle straniere e per adoperando specialmente la croce di vari
conlrassegnare le differenti schiere della colori e in vario campo;e perchè con quel
milizia. Ebbero anche romani ne'secoli
i segno acquistarono gran fama cavalieri, i
ste furono insegne di re, popoli e legioni, gerle negli scudi,nolaudoMuratori che nel
e non già di fan»iglie private e eredita- sepolcro di Marino Morosini doge ili Ve-
rie: che se gli adulatori genealogisti han- nezia, nel 1 25 furono appese
1 in s. ìMar-
no inventato molte favole, non occorre a co le sue insegne, il che venne imitato dai
Muratori di fermarsi per confutarle. Egli dogi successivi. Inoltre al sepoIcrode'[)rin-
vuole ignorarsi se gli scudi adoperati pri- costume di mettervi la
cipi e de'nobili fu
che ancor queste sono d'una granile an- didazione fa distruggere gli stemmi e ne
tichità, e ne riporta gli esempi, lo che pu- sostituisce altri. Tale altra per guadagnar-
re io feci pai landò d'un grandissimo nu- si la considerazione d'ini minislio, si erige
mero di celebri e illustri famiglie, descri- per cose lievi lo stemma <lel principe ch'e-
vendone col cognome gli stemmi^ ed in gli serve, onde pervenire allo scopo di al-
moltissimi spiegando l'origine di loro in- zarvi pure quello del mecenate. Il Car-
segne. Prima di Muratori lo Speimnnn tari nel Prodromo gentilizio, \\b. 5, cap.
avea riconosciuto contemporanea a' co- 2, osserva che non le insegne gentilizie
gnomi l'altra non men lodevole e uti'e si ponno né debbono da due diverse fa-
al politico bene, cioè l'introduzione de- miglie usare, riportando in proposito lo
gli stemmi o arme gentilizie, e con l'au- scherzo poetico dell'Ariosto nell'Or/./u-
torilà di Tilelto ne individua le cagioni do, Canio 2(5, stan.98, ed il fatto storico
e il tempo. Tilettusancnruni no- alt fi ,
sulla diNfida seguita tra L'gone Hardingli
hdes sub Caroi.noruin exilii, hoc est an- nobile ing'ese, e Guglielmo .Seintlouve
no ^raliae 9^3, cognomina sibi adicivis- scozzese, 1 quali per somiglianza d'armi
scj nlero'^nue ab illuslrioribtii suis feii- nel I 3 I 2>(i batterono nellaScozia.Laijuer-
a ininisteriis, et vii-
dis, riisticos, et serx'os ra accesa tra il re di Svezia e Cristiano
lisqnae hahcbant. Soggiungendo però, III re di Diniinarcaj fu a cagione delle
che il costume degli stemnìi avea preso 3 corone, che idue regni usavano [)er ar-
piede (jnu ;d tempo <Ii Ca rio.Magno moito me. E per le monete vi furono divieti di
neir8i4- Osservò Cassio, nella fila di usare le insegne apparlenenti ad altri, co-
.¥. Sdi'ia^notì doversi porre in dubbio, che me argomento assai geloso e delicato.
in Rotna cognomi ne'più alti secoli si-
i Gli stemmi s' incominciarono ad ap-
no pa^sjto il mezzo tempo non f)ssei0 usa- pendersi nelle chiesevei so il 34 1 o i35o I
solari, e per altre magi>trature distinte. Funerali [f-^.) a suo fratello. Alcuni au-
Scrive Tiraquello, De Nobilitatec. G* In- loii condannano l'uso di far mettere le
signia annoruni nomine nunciipanliir insegne gentilizie sugli ornamenti e sui
quonianì plcrumque in arniis inscu/pi, et vasi sagi i che si regalano alle chiese , e
antiqui^, et no'iiris temporibus solebanf, proibirono ai ministri dell'altare di ri-
in armalifticie aperta dig'ioscerenlur.
Iti ceverli.Ma sebbene un donatore faccii
Per gran tempo durò in Italia il costu- meglio n non mettere il suo stemma sui
me di chiedere a gì 'i m pera tori e gra n pri n doni ch'egli fa alla chiesa, quest'uso non
cipi l'arme loro,ov vero qualche ornamen- è però cattivo in se stesso, né diventa ta-
todi più perla medesima, e nel 3G Brìi- i 3 le se non che in ragione di qualche cir-
zio Visconte militando in Germania sotto costanza particolaie,coine sarebbe la proi-
iduchi d'Austria, chiese ai mede>imi per bizione promulgatane dai vescovi, l'o-
massima grazia ili porre la corona d'oro stentazione e la vanità de'donalori, l'in-
sulla vi[)era di lui stemma, il the fu con- decenza delle r.ip[)reseiitazioni sugli Ntem-
cesso con molla dinicollà lilido fcudiiU. mi, ed il luogj che occupar potessero. K
Antico è l'uso che le da me porli no lo scudo infatti non sarebbe certa men le con venien-
parliloo accollato dell'arme de'Ioru mari- te il vedere sugli arredi sagri, che ilevono
ti, come <|ucsli ili quelle. Anlicamente in essere collocati al tabernacolo e pre^S() le
Francia signori e iedaine dell. corte fi-
i i s. immagini, le ligure d'un inaiale, d'un.i
cevano ricamare loro slemmi si^li abili;
i nottola', d'una divinità pagana, di una
le donne portavano a destra lo stemma del donna nudi, eo. Fuori di tali circoslau-
72 SIG SIG
ze o altre simili, si potino ricevere gli a- ad usare le arme gentilizie fu Clemente
tensili sagri ornaticon islemini gentilizi II sassone de'signori di Meresleve e Hor-
decenti; così dicasi delle leggende o im- nebuichdel io47, indiDamasollbavaro
prese <lelle stesse armi. Tali insegne ricor- del io4'^,e pois. Leone IX de'conli d'E-
dano la generosità de' pii oblatoii,e pon- gesheira nell'Alsazia del 1049, il quale
no servite d'eccitamento ed eniidazione alzò per arme un leone nero in campo se-
religiosa ad altri; servono ancora a segna- minato d'8 gigli. Inoltre Sarnelli dichia-
lare le epoche in cui furono eseguiti i la- ra, che il Platina nelle File de' Papi v\-
vori e i doni. Il Marangoni, Ddle co'ie portando loro stemmi gentilizi, come il
i
da' gentili ne' loro templi e nelle opere nato, e per non esservi impronto sicuro
pubbliche: e se da'cristiaui nelle chiese da collocarvi, massime de'Papi fioriti a-
possano praticarsi senza nota di vanità, vanti il 1000, perché non si usavano le
dice che l'uso di collocare ne'sagri tem- arme delle famiglie. Noterò, che quando
pli o loro frontespizi le memorie de'Ioro poi le famiglie ch'ebbero Papi e cardi-
fondatori con iscrizioni,o pure erettevi so- nali adottarono uno stemma, questo si
sembra a molti essere ciò cosa indecente, anteriori, che non sussistevano le armi
ed un costume più proprio del gentile gentilizie, il che però fece credere come a
simo, che de'cristiani seguaci dell'tunil- tempo di essi già fossero introdotte. Tor-
tà di Gesù Cristo. Soggiunge, che è certo nando aMarangoni egli dice che l'uso del-
che le armi gentilizie e delle famiglie so- le armi e de'titoli è tanto oltre proceduto,
no succedute in luogo de'titoli o piccole che ripiene sene vedono le pareti interne
iscrizioni de' gentili, dimodoché al solo ed esterne delle chiese; sovrabbondando
vederle ricorda o la persona o almeno la nelle lapidi sepolcrali, ne'cenotafli, sugli
famiglia di chi fabbricò l'edilìzio su cui a Ita ri, sui palio t ti, su Ile pia nete e al tri sagri
l'arma è soprapposta.il citatoCartari lib. indumenti e utensili anche vescovili e[)on-
1, cnp. 3, dice che tutti gli stetimii dei laonde ripoi ta sentimenti di (|ucl-
lifìcii; i
Papi e cardinali avanti Bonifacio Vili, liche ne biasimano l'uso, e di quelli che
riportati dal Ciacconio,dal Ceccarelli,dal lo lodano e. credono conveniente. Per la
l'anvinio e da altri che scrissero le loro parte negativa in .luogo si osserva non
1
vite, sono lutti falsi, supposti o fatti a ca- esservi esempio nella s. Scrittura d'alcun
priccio; ma Marangoni non può concor- fondatore, ristoratore e benefattore delle
rere in questa opinione, poiché per ta- cose al divino culto consagrate, che v'ab-
cere d'alcuni altri suoi predecessori, In- bia eretto il suo titolo o breve iscrizione
nocenzo 111 dell i()8 della nobile fami- col proprio nome, inclusivamente a Sa-
glia Conti di Segni ebbe la propria ar- lomone edificatore del sontuoso tem|)io
ina gentilizia in Aiiagni e nella casa ove di Gerusalemme. Nella legge di grazia e
nacque coli' insegna dell'aquila, già esi- ne'pnmi 3 secoli della Chiesa nascente,
stente prima che nascesse, ed anco si ve- verun documento ricavasi, o sono molto
de in altri monumenti della cattedrale di rari. Ne'secoli seguenti molti spnli di'uo-
cui era stato canonico; laonde essendo sta- straiono tale uso con abborrimeiito, e s.
to Papa circa loo anni prima di Coni- CarloBorromeo nella sua profonda umiltà
facioVlIl, l'asserto del Cartari non sus- avendo veduto collocare in pittura alcu-
siste. Il Saruelli citato, riferùsce con Fui- ne sue armi gentilizie sulla canonica che
berto vescovo Carnolense, cheili ."Pupa a sue spese fabbricava, ordinò che tosto
SIG blG 73
fossero levale, dicentlo clic l'arcivescovo eìs,ctc. Te aiitrmfarienle elcemo<!ynnni,
di Milano e non Carlo Bonomeo fliceva nencialsini^trafiuidfticwtdrxlemluauit
queir edilizio; ed espressamente proibì sii clceniosynnmaiuabscoiidilo,ft Pater
che si mettesse alcuna sua memoria o del- titus, (jui \>idct in absconclUOy reddetlibi.
lo famiglia sui vasi e paramenti sagri ch'e- Lo stesso rigettasi come al)uso, dal car-
gli donava alle chiese, e sopra rpieili clic dinaie Gabriele Paleolli : De Ininiagiu.
si facevano per propiio uso, ed ove le trovò sac. e prof. lib. 2,cap. 48. Tiitlociò non
subito le fece togliere. iSelle costituzioni ostante, moltissimi altri uomini santi ab-
sinodali del concilio diocesano xi, proibì bondarono nell'altro precetto del mede.si-
come cose profane: Sacris indiinicnlis, et mo Cristo, il (piale nello stesso vangelo
locis,insigréia,stenìtnatai'efarniliai nin.a al ca p. 5 ordinò: Sic litceat lux \.'estra co-
liatjne profana non appign/7nliir,nec con- ratn liominibiis, ut i'ideant opera veslra
textanlur,atit sculpantur.Qiiae vero con- bona, et glorifìccnt Patreniveslruni,qui
texla, apposita, pictave, septeni ab itine in coelis estj sicché purificata la sola in-
annis sunt, ea duarani niensiiini spatio tenzione,non si curarono che apparissero
anioi-eantur , iis tanlunniiodo exreptis le opere da essi falle, e operale a sola glo-
(juncinsepnlchrortim operiinentis inscid» ria ili Dio. E ciò particolarmente ebbero
pia sunt, si modo non cniineant. Nero è a cuore moltissimi ss. Pontefici e prelati
ibe nella chiesa di s. Prassede di Roma, della Chiesa, conoscendosi eglino obbli-
di cui il santo fu titolare, e di suo ordine gali per ragione di maggioianza a dare
venne ristorata e dipinta, si vedono mol- in tali opere esempio anche a' futuri fe-
te sue armi dipinte: ma alcuni credono deli^ e perchè ognuno ne prendesse l'e-
the fossero delineate senza sua sapula, e dificazione dovuta nel vedere impiegate
dopo il'avei le egli vedute, per alcune dif- le rendite ecclesiastiche a beneficio delle
ficollàchegli furonoesposte tollerasseche chiese, come vediamo in tanti anlichis-
vi si lasciassero, e che il simile succedesse simi stemmi di Papi , cardinali, vescovi
sopra alcune porte del palazzo Colonna e altri prelati. Ed il simile sembra con-
ov'egli dimorava in Roma. Il p. Giovanni venevole da cpielle persone nobili,
farsi
Taulero domenicano di santa vita, e Ilo- le quali maggior copia di facoltà e di ric-
lito nel secolo XIV, nel sermone della do- chezze hanno conseguito dalla mano di
menica 8." dopo la festa della ss. Trinità, Dio; allìnchè ognuno si edifichi nel ve-
con sommo
zelo inveì contro tale abuso derequanto bene da loros'impiegano pel
dilatato grandemente a' suoi giorni, con culto divino, e prendano da essi la norma
queste paro le. / is apertiiis i'idere,utsuas di seguitarli, per accrescere la gloria al-
plerifpie elceniosynas sibiappropricnt,et l'Altissinio. Laondeper mellerein chiaro
omnibus cupianl esse maniftslas ? Ad- la verità il Marangoni riportò le memo*
spire, ut fenestras, et aitarla, vtsies sa- rie, i titoli, le iscrizioni sopra le opere sa-
cra': ad templorum usuin conferant, iis- greda'loro primi e santi fondalorrcheso-
demque sua apponant msignia : ut sci- no restale, e molle delle quali ancora su<-
licei omnibus ipsorum munificentia inno- sistono nelle basilidie e chiese di Roma,
tcscat: sedìioc ipso utiipterecepei uni mcr- clieini loiilenterò iraecennare, polemlosi
cedrm suam.ìL rigetta come lìivolo ililire leggere in Marangoni. La più anliciulilut-
<li coloro, i quali dichiarano ciò fare, ac- le le mcmoiie è quella del 324 circa di
ciò sia pregato per loro. Ora nominali e i Costiinlinol il Granile, posta «oltu i mu-
altri santi uomini abbondarono nel sen- salci ilelhi tribuna della baM fica Vaticina
limenlo evangelico di Cristo s. Matteo in da lui cilifiiata, con (pie'ilne >ersi che li-
epitafìì ili molti sepolcri de'ss. iMaitiri,«il 8. Pancrazio da lui rinnovalo, olire gli e-
altri luoghi sagri da lui ristorati eabbelli- pitadi a Bonifacio V. Nell'oratorio eretto
li,edappertutto vollecheapparisseespres- al Lateranoda Giovanni IV pe'ss. Mar-
saoiente il suo nome, come scrilloie e au- leggono de' versi col suo nome; ed
tiri, si
saico e in versi di l'ietro cardinale vesco- vanni Vii nella cappella del Presepio e-
vo d'Iiliria che l'eresse, ed anche il no- retta in Vaticano, vi fece porre la sua ef-
me di s. Celestino I,iiel pontificato del qua- figie colla cappella fra le mani e il no-
le ebbe hiogo la fabbrica. Tuttora si usa me. In più luoghi s. Leone 1 1 1 pose il suo
talvolta di collocare le armi del Papa in ritratto e nome, come nel portico di s.
quelle chiese che vengono edificale o re- Paolo e nel Triclinio. Papa s. Pasquale
staurate nel pontificato, senza che vi ab- I fece altrettanto e colla chiesa in mano
bia contribuito. Per quanto s. Sisto III in quelle di s. Prassede, di s. Cecilia e di
fece nella chiesa di s. Maria Maggiore, s. Maria in Domnica. Cos'i |)raticò in s.
vi pose il titolo di cui parlai a Pieve, e Marco, s. Gregorio IV, in s. M.^ in Tras-
l'isci izioned'8 versi esametri. Papa s. Leo- tevere pose un'iscrizione, e chiamò Grt'
ne I collocò nella chiesa dis. Paolo quei goriopoli la città d' Ostia j come Leopoli
versi che ri()rodussi nel voi. XU, p. 20S. disse Civitn vecchia s. Leone 1 V', e Cillà
A Pieve, a Latkr ano e altrove dissi delle Leonina il Rorgo di Roma. Sergio 111 ri-
iscrizioni da s. Ilaro situate ne'suoi ora- fatta la basilica Lateraiiense, vi pose dei
toriidi s. Gio. Evangelista e dis. Giovan- versi col suo nome. 1 fin qui riportati e-
ni Callista. Papa S.Simplicio con suoi ver- sempi di molti antichissimi Papi, la mag-
si ne'porlici Vaticani ricordò che gli avea gior parte santi, che posero le loro ine-
rinnovati. In contrassegno che Papa s. Fe- inorie sopra edilìzi sagri da loro eretti o
lice 111 fu il fondatore della c/i/(??(7 fZe'.v.?. ristorati, come cose lodevoli i successori
Cosma e Damiano, vi pose la propria im- l'imitarono, e vi unirono i loro stemmi
maginecolla chiesa nelle mani e il suo no- earmi gentilizie. Quindi Marangoni pro-
me, con iscrizione in versi. Anche s. Fe- duce diversi esempi di santi vescovi che
liceIV nella chiesa di s. Stefano al Ce- fecero altrettanto del praticato da'Papi,
lio, per averne compiti i ristami, vi la- e negli utensili sagri posero il loro nome
sciò un'iscrizione per memoria. Papa s, e stemma, come de'ss. Cassio vescovo di
Agapito I pose al sepolcro del predeces- Narni, Auxibio vescovo Solense, e Amalo
sore e col proprio nome un epitadlo in abbate Romaricen«e che in vita si edifi-
1 ?, Pelagio
versi.
o II avendo rinnovato la carono il sepolcro, e vi posero l'iscrizio-
patriarcale chiesa dis. Lorenzo, ne' versi ne. Lo stemma antichissimo della chiesa
che vi musaico si legge il di
fece porre in romana sono PadigUonci^ f-^.)co\\eChia-
il
lui non)e. Ad onta nella profonda umil- vi{L^.) incrociale: le /'J//7/s(>(/'.) pontifi-
tà ili s. Gregorio I, pure si fece dipinge- cie o altre al servigio della s.Sede,per l'in-
re al vivo nella tribuna, e i genitori nel- segna delle chiavi furono chiamate Cla-
l'atrio del suo monastero al monte Ce- disegnale. Dc'colori della sle>sa romana
lio, per (|uaiito rilevai in piìi luoghi. O- chiesa e del senato romano parlai a Ro.\i 1
norio I fece ristorare la chiesa di s. A' e O.MBRELLiivo. A PoRTA iiotai l' Origine
g/ze^e nella via Nomenlana, vi poscia pro- di porre gli slemmi sugli edifizi e sulle
pria immagine colla chiesa in mano^cou loro porte. A Portiera dissi di (juelle con
SIG SIG 7)
islemmì cardi utilizi, che si pongono nelle ceiliHe milre, imitati poi Jai prelati noa
tliiese per feslivilìi,cioè nelle chiese di cui insignili del grado episcopale.L'cirmede-
$0110 titolari, diacunijCoininendalnri, prò- gli antipapi e degli Huticardiaalì, il Ciac-
tetlori.Da un documento prodotto da Co- conio le riporlo semplicemente senza l'or-
lucciin Tie/(ì^.i3S,de'7.'ì n)aggioi367, oamento del triregno e chiavi e senza il
rettori e del comune, per ordine de'«ni- sono piuttosto indizio di sua origine Iran-
nistri di Urhano \', acciò si dipingessero cese, giacché l' insegna di sua cnsa Gioss
tali iirme. Di[)oi principiò il costume di era un'aquila nera in caoipo d' oro.co-
ilipingersi sulle tavole e d' inciilersi in me prova il p. Lodovico Jacopo di s. Cle-
|)ielra, e massime quando il Papa si rese mente nella Bibl. Pont. Nel deposito di
benefico o per altra grata cagione, per- Adriano\',morlonel ^Gyjsi vedeinmez- 1
chèpiii durevole ne fosse la menioriu. Di- zo lo scudo gentilizio di sua famiglia Fie-
chiarai a PoDEST.v'che gli antichi, quaiulo schi (/ .),clie meglio «piegai in quest'ar-
eransi portali hene, venivano regalati dal- ticolo, composto di 3 sbarre (queste non
lecomuuilà con doni fregiali collo stein- si devono confonilere colle bande e le fi-
ma del pubblico, e davano ancora loro sce, come avvertì l'Aimanni, Della fa-
licenza d'inquartarlo nelle armi proprie, miglia Capizucchi, parlando delle seni-
Learniì ostemmi de'Papi sonosovrastali plicissime insegne de'goli) celesti in cain-
dal Triregno (/^'.) e dalle Chiavi {^f., del poargenleo, que>toespi iuiendo la puiità,
sind)olicosignificatodelle quali riparlai a le sbarre le crociate, perchè i crocesignati
Sede apostoiica) incrociate: loro Pd- i le poi tavanone'Ioroscudi infoi ma dicro-
renli inquartano nello scudo gentilizio il ce. A questo slemma soviastava un gatto,
padiglio'ie e le chiavi incrociale; è quc- insegna della fazione guelfa parteggiante
sto il segno che dalla loro stirpe uscì un pel Papa, alla quale i Fieschi appartene-
Papa. Nelle false Profezie [f.) allribuile vano, e col motto Sedens ago. Quello
:
a s. IMalachia sui futuri Papi, molle si fé- è un altro argomento per escludere l'o-
cero sulle oro insegne gè olili zie. Do[)0 eh e
1 pinione,cheBonificio Vili Caetani (/'.)
Innocenzo IV nel concilio di Lione I del fosse ili.°a usaregli slemmi gentilizi. Al-
12.45 determinò a'caidinali rin>eguadel l'articolo FIE^CHInel dire ilell'origine ilei-
cappello rosso, e ne riparlai a Por por \, learmi gentilizie, rip(ji lai il pareredi qiiel-
trarono prima i cappelli e poi i galeri; guelfa, la quale usava l'aquila rossa priii-
cioè i cardinali che prima ancorcliè di 1- cipalmente per insegna, ed ghibellini 1 l'a-
coni soviasiavano i loroslemmi culle mi- qiiila nera: questa disliiizione si ebbe pu-
Ire, comesi vedenelCiaccoiiio,/^/^7ero'i- re nelle sbarre o li>te, insegna reputala
ii/icnni ci Cardinatiuni, dopo ricevuto il dagli araldici per la piii antica, come più
cappello rosso, conquesto ailornaroiiogli semplice d'ogni altra, laonde i ghibellini
slemmi, e poi C(j1 galero stesso ossia col ponevano nelle loro larghe sbanco liste
nali i vescovi cominciarono a sovrappor- divennero tali,e sebbene concesse loro d.i
le cappelli prelatizi sui loio slemmi in ve- Ftdtiico I,le li volsero da dritte ch'erano.
76 S I G SIG
Nondimeno i guelfi usarono per insegna come luogo che a Giovanni XXIIf pre-
anche il leone, codjc vuole Pielrasanla, stava ubbidienza. Tutlavolta Gregorio
Tesserne genidiliae, il quale dichiara che XII fu quello che poi propriamente re-
dai colori sono originali tutti gli stemmi, se canonica la convocazione di quel ce-
che altro in principio non rappresenta- lebre Sinodo (f^'^.). Dissi altrove che Nico-
vano che fascie o sbarre colorite. Il Bal- lò V del 447I alt'G insegne non usò, che
dassini, Memorie di Jesi p. f)2, dice clie le chiavi apostoliche di s. Pietro poste in
i guelfi spiegavano ne'Ioro Gonfaloni {'ar- croce. Pio IIad adottare nella
fu facile
me antica della Croce, come Jesi, Mace- sua famiglia Piccolomini{F .) molte per-
lata, Firenze, ed i lombardi guelfi. Di al- sone,dando loro il cognome e lo stemma
tre analoghe distinzioni tra le due fazioni di sua famiglia. Come inRoma la plebe fu
ragionai in più luoghi. L'insegna del leo- neh 559 per morte di Paolo IF fomen-
ne, come quella dell'aquila (di cui trat- oltraggiamela ve-
tata da'suoi nemici a
tai a Imperatore, Roma, Russia), sono le neranda memoria spezzando suoi stem- i
piìi antiche del mondo e adottate ne' ves- mi e insegne, lo deplorai in quell'articolo.
silli, nell'imprese e negli stemmi. L'aqui- Nel 1590 eletto Urbano VlI,subito ordi-
la alata e coronala divenne insegna im- nò con gloria del suo nome, non solo la
periale e delle città imperiali: in quella continuazione delle fabbriche incomin-
eli due teste si volle rajlpresentare l'im- ciate dal predecessore Sisto V(come della
pero orientale e occidentale, e pare im- cupola di s. Pietro e de'ouovi apparla-
presa adoltata prima da Costantino I il nienti ne'palazzi Vaticano e Quirinale),
Grande imperatore, per dimostrare riu- volendo per equi là e per moderazione che
nito nella sua persona l'impero orienta- di questo e non già le sue fossero le armi
le e occidentale; e più tardi da Carlo Ma- gentilizieche visidovesseroafljggere.Que-
gno, per riferire alla divisione dell' im- sto generoso tratto di Urbano VII lo ri-
pero. L'aquila d'oro con due leste fu in- marcòanchelautoredella Storia de con-
segna dell'imperogrecod'oriente ne'lem- clavi, con questo grave e veridico rifles-
pi inferiori, nel modo che l'aquila nera so: Cosa di raro esempio, e non mai u-
pure a due teste lo divenne dell'impero sala da altri, d'onorare a spese proprie
d'occidente latino. \ÌGiìrafiì[)\,Sigdlo del' le memorie altrui. Fatalmente la storia
la Garfagnann p. i i8, dice che dell'a- registrò più d' un esempio di rimozione
quila di due tesle nel secolo XIV ne fu dell'altrui armi per sostituirvi senza ra-
fatto ornamento dell'arma e per l'inse- gi(jne le proprie^ e quel eh' è peggio di
gna imperiale. Novaes nella Storia di Cle- porre i propri stemmi nelle operealtrui.
mente /'/del 352, dice che vogliono al-
I Angelo Rocca scrisse: Cotnnientarius de
cuni ch'egli fosse ili." Papa a porre nei Nuce, stemma gentilitiuni Innocenlii IX
diplomi lo stemma gentilizio della pro- P. O. HI ,e stampato Io dedicò allo stesso
pria famiglia Beaufort. Avendo Giovan- Papa protettore de' letterali. A Cappel-
ni XXIII, eletto contro Gregorio XII, de- lo CARDINALIZIO riferii che Innocenzo X
nunziato il concilio di Costanza, per estin- nel 1645 proibì ai cardinali di ornare i
che non dovcasi alzare ivi il suo stemma, co (/ •), iucoiuiucialo da i'aolo lluel car»
SIG SIG 77
dìnalato, e perciò il suo stemma sovra- nore gli acquistò di quello che lascia vn.
stalo dal cappello cardinalizio lateralmen- Ad un discendente di sua famiglia Chi-
te ha 4 ordini di fiocchi. Osservò Can- gi fu poi conferita la dignità di Mare-
cellieri nel suo Mercato a^. 2 Sg, che alla sciallo del Conclave (/^.), che fregia lo
legge d'Innocenzo X fu poi derogato, ma stemma gentilizio con due chiavi lateral-
devesi avvertire, che se fu permesso d'im- mente pendenti. Gli successe Clemenlel X
porre sullo stemma gentilizio l'arme im- Rospigliosi jCÌìQ tosto tolse il uì.icinatocol
periale, reale o ducale a que'cardioali che denaro perciò accumulalo da Alessandro
appartengono a tali famiglie sovrane e V I,ma con eroica moderazione non volle
I
principesche, però l'insegna del cappello che nell'editto comparisse il suo nome,
cardinalizio viene soprapposla alle mede- ma quellobensi d'Alessandro VII. Lasua
sime corone. Arrogeil narrato a Porto- modestia gli fece proibire espressainen-
callo, che il cardinal Enrico nel 1 578 di- te, che le fabbriche da lui orilinatein Ro-
venuto re e conservando la dignità car- ma, fossero ornate col suo nome o coisdo
dinnlizia, invece della corona continuò ad stenmia, ed a Sepolcro de'romam Pon-
usare la Berretta cardinalizi a j ed a Spa- TEFici riportai la semplice e breve iscri-
gna notaiche il re Ramiro li, già sacerdo- zione da lui fallasi. Narrai a Punti di Ro-
te e monaco, s'intitolò /?<• e f/e/e.La con- ma, descrivendo Ponte s. J n gè lo, che Cìe-
gregazione ceremoriiale nel 1 82 i rinnovò menle IX volendo abbellirlo colle statue
la proihizione,che non si potesseda'cardi- degli Angeli, non vide terminato il bel la-
nali unire all'arme loro gentilizia lo stem- voro, che compì Clemente X; ma questi
ma d'alcun sovrano, benché fossero na- sebbene consigliato da chi ne amava il fa-
zionali. Protettori (^.),* ministri di Re- vore di far incidere ne'piedistalli il pro-
sidenza {f-''.)', e neppure 'in quel tratto di prio stemma, vece ordinò the si scol-
in
luogo che devono parare a proprie spese pisse quello di Clemente IX e con ono-
per la processione del Corpus Domini che revole iscrizione, e poi gli eresse un ma-
celebra il Papa, eperovepassa,nelIaquale gnifico monumento sepolcrale. Gli slem-
ponnoperaltrOjOltrei lorostemmi, mette- mi dunquecle'Rospigliosi sul Pontes.An-
re l'arma del Papa
sono creature e
di cui gelo sono gloria imperitura della virtù
ancorché defunto. Innocenzo Xdisgustalo di Clemente IX, della saviezza e magna-
col nipote Pamphilj che avea rinunziala nimità di Clemente X. Nel 1690 Alessan-
la porpora per continuare la famiglia di dro Vili vietò agli artisti, a'ciltadini, ai
cui era superstite, soltanto per genialità nobili, seppur non fossero ministri di qual-
adottò per nipote mg.r Astalli, e lo creò che corona, di tenere sulle porle delle loro
cardinale, gli suo cognome e slem-
die il botteghe, abitazioni e Palazzi (l'.), le ar-
ma, le rendile e prerogative di nipote Pa- mi o slemmi pontificii, o di qualsivoglia
rente [F.) del Papa. Il successore Ales- sovrano, aninthé sotto l'ombra dil prin-
sandro VII, in vece del suo stemma, fece cipe non avesse da ricovrarsi la malva-
dipingere su tutte le terraglie della mensa gità, ed abusare tìeW'Ininiunifà {f ) II
il teschio della morte, per averla presente Cancellieri nel luogo citalo narra col Va-
anche nutrenilosi. Questo virtuoso Papa, lesio, che a' 1 4 aprile 708 sicelelnarono
i
e lo notai nel voi. Lll, p. 22f), avendo solenni esequie nella chiesa di s. Giovanni
coDìpifo con grossa spesa la Prigione {^f.) de'Fiorentini al cardinal iNerli priore del-
Innocenziana eretta in Iloma dal piede- l'ordine militare e religione di s. Stefano :
cessore Innocenzo X, si guardò bene di che volevano cavalieri della medesima ag-
i
darle il suo nome, lasciandone al mede- giungere all'ai me del cai dinaie gli spic-
simo l'intiero onore nell'iscrizione ezian- chi della loro croce, ma ripugnandovi •
dio e sleuiinu, modestia che ab»ai più o- Luacst li dulie ccremuuio con asserire the lu
78 S I G SIG
vigore della bolla di Gregorio XV, con- ne XII conoscendo l'abuso che si fa nel-
fermata da Urbano Vili, non era lecito l'erigere Iscrizioni (^f,) e slemmi, anche
altra insegna di religione equestre, se non per cose di poco momento, e la sorte cui
quella GerosoHrnilana{^f'.)coi\\c sogget- talvolta sonoesposte,si mostiòdecisamen-
ta immedialatnenlealla s.Scde.esoggiun- te contrario non meno alle prime che alle
gcndoesserestalo negalo nell'esequie fat- seconde. Pio Vili allorché si ritrovò l'ac-
te nella chiesa di s. Luigi de'Francesi al qua Lancisiana, non permise che al fonte
cardinal della Grange padre della regina erettovi si eri^'esse la sola sua arme, sen-
dil'olonia,di porre nella di lui arma la cro- za che in pari tempo si scolpisse quella di
ce dello Spirito santo ili Francia. Sicco- Clemente XI, al cui tempo si rinvenne; e
me celebra vasi l'esequie a spese di d. Car- siccome ne parlai nel XXV,p.i5g,
voi.
lo Albani cavaliere di s.Slef.mo e nipote per l'ommissione del nome di Clemente
di Clemente Xi, questi pei tnise di porre XI antenate del cardinal Albani, sembra
i contrastati S[)icclii nello sleinuìa c.irdi- che di questi sia lo stemma, ciò che qui
iialÌ7Ìo,anzi sopra il calaCtlco, oltre il cap- rettifico. Osservai nel 240, che voi. L, p.
pello, vi fu posto l'abito solenne di priore GregorioXVl nel palazzoQuirinale da lui
di deltoordme.Chedirebbe il lodevoleze- ristiiurato ripose gli stemmi e le iscrizio-
lo di que'saggi ceremonieri,se oia vedes- ni de'suoi pi edecessori, sulle di ver>e parli
sero l'abuso degli artisti, in a[ipenderea- del palazzo ed annessi, atterrati e tolti dal-
gli stemmi, insieme a quelli de'sigilli,non la straniera invasione. 11 regnante Pio IX
meno de'secolari, prelati epersinode'car- nel decretine le prerogati veonorifìche del
dinali ede'vescovijla sublime dignità dei Senato romano [f^.) dispose. " Lo stem-
quali non ha d'uopo di simili fregi, le de- ma del sena lo e popolo roma no godrà del la
corazioni cavalleresche ricevuleanclieda preminenza sopra gli altri, eccetto quel-
principi acattolici, e in un tempo in cui lo de'soviani e de'cardinali". In detto ar-
siffatti onori hanno n)oItissiino deterio- ticolo ed a P«.oMA parlai di diverse dispo-
rato, per essere divenuti eccessivamente sizioni araldiche, riguardanti la nobiltà
comuni in unoa'tiloli equestri? I Fanno ecittadinanza romana; ma dopo la repub-
poi assai peggio qnegl' inesperti artisti blica francese in Roma (nel qual tempo i
che sulla sagra Porpora (/'.) della I\loz- f malici democratici con vandalico furore
zella (r.) de'carduiali, e sulla njozzetta distrussero gli stemmi, a danno eziandio
de' prelati dq)ingono o scol[)iscono le
vi dell'ai le per le loro belie forme) le regole
Croci di decorazioni (queslri, anco di del blasone poco sono stale apprezzate, e
ordini conferiti da principi eterodossi, per sono insorti gravi abusi, o per leggerezza e
quanto liportai ne' voi. W'ill, p. 265 vanità di chi fa slemmi, o pei
eseguire gli
e 266, X\IX, pag. 260. IMo VII colla ca[)ricci degli artisti, la minu-
ignoranti
bolla Posi diulurnas del 1800 : De Ju- ziosa araldica, la varietà, la forma e gli
°
risdictionihut n r 8, ordinò. «Nella cat- ornali delle corone che si usanosenza qua-
tura de'rei non si abbia assolutamente si disti nzione.egua li abusi a vendo gli stem-
per r avvenire alcun riguardo alle pa- mi riguardanti gli ecclesiastici costituiti
tenti e stemmi de' magnati, salva la so- in dignità, o godenti qualche titolo d'o-
la immunità ecclesiastica, de. jure cano- nore precario. Notai a Pal.ati.no, che an-
nico , e quelle competenti ai ministri e- ticamente i prelati palatini creali cardi-
de jure genùiimj
steri e loro famigliari, nali godevano il privilegio di aggiungere
non intendendo però con questo decreto all'arme propria quella del Papa che gli
di annullare l'esecuzione di que'pochi pa- esaltava, anzi secondo i privilegi de'Pa-
tentati, che per diversi ragionevoli titoli pi, sino e inclusive a Pio \l, come si leg-
si è credulo di conservare".!! saggio Leo* go dal breve da me pubblicalo, poteva-
SIG SIG 79
no inrjuni lare lo stemma ponlificlo l'in- Incela cordone con fiocchi verdi al cap-
lima fiiuiglia nobile del l'opa, dal mag- pello). fvi notai il nuuKM'O de'fiocchi di cui
giordomo agli aiutanti di cameia iuclu è concesso ornare lo stemma a'prelati di
sive; ma da Pio VII in [loi tale onoie è fiocchetti, agli altri prelati ed ai prelati
riservalo a'soH Maggiordomo t Maestro di tnantellone. Il Parisi, Iste tizio rie per
di camera (f^-); ed aggiunsi che lulta- la segreteria 3,p. i66, su questo pro-
l.
\oIta Gregorio XVI nel creare cardinali posito cos'i esprimesi." L'ornato da in-
Altieri, Frezza e Mezzofanti, già prelati cidersi nell'arme cardinalizie e prelatizie
palatini, permise loro d'inquai tare il suo è il cappello co'suoi cordoni e fiocchi pen-
stemma. I Regolari (/'.) creali vescovi G |>er parte,
denti a tre ordini, 1,2, 3, cioè
e cardinali inquartano nel loro stemma benché alcuni assegnino a'caidmali cin-
l'arma del [)roprio ordine, e la ritengono que ord'ui, r, 2,3, 4>3i agli aicive>covi
se elevali al pontificato. 1 I tscovi (/'.) quattro, 1,2,3, 4; a' vescovi e prelati sem-
adornano le armi nel modo e con quelle plici tre, I, 2, 3; ed agli altri ecclesiastici,
insegne che dissi a lettera Pastorale e- che hanno privilegio di portare sulle in-
pistola.e Patriarca, avendociascuna lo- i segne il cappc'llo,come v.gr. i protonotari
ro articoli: alcuni tuttora fiegiano i loro apostolici non [)artecipanti, due ordini, i,
stemmi, sovrastati dal cappello prelatizio, 2, ovvero i ,2,1." Il cardinal Giorgio Co-
colla ìiiilra, col pastorale e colla spada, sta portoghese illustrò i suoi bassi natali
e questa in segno del dominio temporale collo splendore di sue virtù, né avendo
già da loro esercitato. Gli /abbati mitrali veruna insegna gentilizia per usare d'ai--
ornano i loro slemmi col cappello prela me, prese una rota come simbolo del mar-
tizio, colla mitra, col pastorale, e colla spa- tirio solFerlo da s. Caterina di cui era di-
da l'ornarono quando avevano giurisdi- votissimo. Nel voi. XX\ III, p. 54, dissi
zioni temporali. Alcuni prelati leligiosi o degli stemmi mortuari dipinti sulla carta
costituiti in cariche, con)e il Maestro del che si attaccano nelle pareli esterne delle
s. Palazzo, il Commissario del s. O/Jì- chiese o\e si sono tumulati i cadaveri dei
zio, il Segretario dell'Indice ec. sovra- cardinali,e taUoltalo ruriiiioanchea(|uel-
stano il loro stenxna col cappello prela- le delle chieseesponenti, ed anchedelle lo-
tizio per l'uso che godono dc-'nDcchi si- 10 pioletloric; ivi purenotaichegli slem-
mili al cappello usuale, e com gli abbati mi mortuari si attaccano ne' muri este-
mitrati : però i semplici inquisitori dome- riori delle chiese ove vennero eziandio se-
coperta, la croce con cordone nero-bianco versi luoghi coi Papi, può vedere a p.
si
e fiocchi neri pielalizi nel capitello, pu- 41; (|iii [)erò avverto che negli stemmi
re non poimo usare il cappello prclali/io ponlilìcii ilella cassa mortuaria del Pa-
sullo stemma gentilizio. INlolli canonici dei pa, in cpielli del catafilco pe'suoi fune-
capitoli godendo l'uso della mitra, la pos- rali, ed incpielli delle carte mortuarie che
sono mettere anche sopra gli stem mi, qua- si alllggono nelle pareli esterne delle pa-
lora la concessione lo esprmia, come usa- triarcali b.isiliche, e della chiesa dei s».
trattai pure di quelli de' \escovi e prelati Precordi, non ci deve and.uerornamen •
de'diversi collegi, colle distinzioni pel co- todellechiavijperchècolla morte del Papa
lore della fittuccia o cordone e de'flocchi cessa la sua giurisdizione e podestà signi-
(ma come con essi a Ueggejìte dellaCan- ficate dalle chiavi Degli stemmi usali noi
CELLER1A, a questi e non a «picllo della Piirifra li e sulla Sepoltura, \\ quegli ai ti-
peniienzicria spella l'oruamcuto della fil- toli uè parlai. In diversi luoghi per nior-
,
So SIG SIG
te del sovrano si rompono gli slemmi. In me gentilizie, nel quale chichessìa puh spe-
Portogallo dopo la morte del monarca cular l'origine, nobiltà, i corpi e loro si-
si commovente ceiemonia, tolta dal-
f;» la gnificati, i colori e loro allusioni, la de-
le solennità funebri del medio evo, e che rivazione de' propri cognomi, i cimieri,
consiste a rompere sulle piazze delle pria- pennacchi j e tutte le altre particolarità
cipali città lo scudo colle anni del so- dell' arme della suafamigliaf^apoWiGGj.
vrano defunto. Gli uflìziali municipali se- Celso Cittadini, Trattalo dell' antichità
guiti dalle corporazioni d'arti e mestieri armi
delle con le note di Gio.
gentilizie,
si recano sulla piazza su cui si trova un Girolamo Carli, Lucca i 741. Ginnani,
baldacchino coperto di panno nero. Vi è L'arte del blasone dichiarata per alfa-
appeso lo scudo reale e uno degli uffizia- beto, colie figure necessarie per la intelli-
li lo colpisce e lo rompe dicendo a varie genza ec, Venezia 17 56. La sciencehé-
riprese: Piangete, o popolo, il nostro re, raldique traile de la noblesse, de l'ori-
ovvero regina, è morto. Ciò fu pratica- gine des armes, de leurs blasons et syni-
to pure nei i853 per morte della regi- boles,des tymhres, couronnes, cimiers, eie.
na Maria II. Tei'minerò con Vico, Scien- A Paris chez S. Cramoisy. Archives no-
za nuova cap. 3, § nq. » I principii del- hiliaires universelles, Bulletin du Colle-
la scienza del blasone, su' quali all'in- ge archeologiq ne et Itera Idique de Tran-
gegno di taluni si è applaudito finora ce, Manuels P.o-
Paris 843. J. F. Pautet,
I
che le imprese nobili sieno uscite dal- ret. Nouveau Manuel compiei du Blasouj
la Germania col costume de' tornei per ou codehéraldique, Parisi 843.
meritare l'amore delle nobili donzelle col § T.." De' sigilli.
valore delle armi; agli uomini di acre giu- Non v'ha dubbio,che negli studi sìdella
dizio facevano rimorso di acconsentirvi, più rimola antichi tà,che delle cosede'tem
tra perchè non sembrano aver polutocon- pi pilli bassi non tengano onorevolissimo
venirea'tempi barbari ne'quali si dicono luogo i sigilli, il cui impronto serve a ren-
nati, quando popoli feroci e crudi non po- dereautenticii documenti, e giovano per
tevano in tendere questo eroismo di roman- illustrare le storie; poiché se ogni qualun-
zieri; eperchè non ne spiegano tutte le que monumento delle medesime è sem-
apparenze, e per ispiegarne alcune biso- pre importante alle lettere e alle arti, i
gna sforzar la ragione; conchiude, le im- sigilli però hanno tal pregio e tali conse-
prese dellearmi essere parlari dipinti dei guenze, che fra ogni altro pezzo d'anti-
tempi eroici ". Fra'molti che ne trattalo- chità meritano ben distinta e particolare
noqui ricorderò. Albini, Principuni diri- estimazione. Essi ci conservano ritratti i
ra\\\). 1, e. i4;Gio. Michele Iliiiercio, De lulte le gioie però furono incise, [)ercliè
^/^////^jGotofiedocJi Bessel abbatediOot- ordinariamente s'intaglia vano le imper-
Avai, Chronìcon Golwicense ; Domenico fette, come non tutte servivano per sigil-
M/ iManni, Ossen'aziotii sopra i sigilli t. li. Servivano per Amuleli^ di cui anche a
Lo sposo del Cantico desidera che la sua onelli scolpili in incavo, co'qualiroma- i
sposa lo metta come un sigillo sul suo ni amanti eccessivamente degli anelli con
braccio. L'uso de'sigilii è antichissimo, Pietre {f'^-) bue o gemme, segnavano gli
giacché Giuda Hglio di Giacobbe lasciò il atti pubblici, le private scritture, le lette-
suo sigillo in pegno aTliamar, e ì\b)sè di- re, le anfore, e tuttociò che più si stima-
ce che Dio tiene sotto il suo sigillo gli stro- va, talché si credette che il sigillo accre-
menti della sua vendella. Trovasi in Ge- scesse pregio alle cose. Quinto fratello di
remia una prova dell'uso che aveano gli Cicerone, parlando di questo costume di-
ebrei di fare un duplicato dc'conlralli ci- ce: Ben mi ricordo che mia madre sigilla-
vili, di cui uno reslava aperto nelle mani va i che contenevano vino gagliardo
vasi
deiracf|uirenle, e l'altro sigillalo veniva o debole chefo'^se, perchè tutto si ci edes-
depositato in luogo sicuro, ciò che in pu- se ottimo. Orazio scrisse a Mecenate, che
re praticato da'gieci.iVogli articoli Ankl- alla cena avrtbbe bevuto un vino che lui
i.o notai cogli scrillori,chei sigilli degli an- slesso avea sigillalo, e<]uesloera il vile sa-
tichi erano d'ordinario incisi sugli onelli ìiinum. Né col sigillo si segnavano le sole
ch'essi portavano in dito, o sulle Gemme cose che per lungo tcnipo ilovcanL»guir-
VOL. ixvi. G
82 SIG SIG
darsi, ma quelle ancora che all'uso gior- fu solito contrassegnare le sue carteconnn
naliero erano deslinate. Plauto fu dire a sigillosu cui era scolpita l'immagine di
un attore: sigillate la dispensa e riporla- Giugurta prigione; i! sigillo di Pompeo a-
lemi l'anello. La sola consegna dell'anel- vea un lione che teneva fra le zanqie una
lo era il pegno col quale uno si obMiga- spada; GiulioCesare avea nel sigillo una
va verso dell'allrooper nianlenere la pa- Venere, da cui credeva discendere la sua
rola o per eseguire un conUallo. Teren- famiglia; l'imperatore Augusto adoperò
zio dice, che per intervenire ad un pran- da principio per sigillo una sfinge : egli
zo da farsi a spese comuni, furono da cia- avea trovato fra le gemme della madre
scuna persona dati annuii. 11 giurecon- due sigilli,! quali erano tanto simili, che
sulto Ulpiano pensò che la consegna del- l'uno non si distingueva dall'altro, e con
l'anello valesse per caparra nel contratto l'uno di questi Agrippa e Mecenate sigil-
di compra e vendita;tna più comunemen- liivano lettere, edilli e altri orduii che i
anelli elicagli occhi propri. Per evitar le fogli avea spavento alla vista del solo si-
frodi che si potevano commettere per u- gillo. Per lungo tempo l'uso degli anelli
so de'sigilli altrui, era legge che fahhri- i si tenne moderalo, e si limitò in quanto
catori non potessero tenere l'impronta di il bisogno richiedeva, poiché presso gli an-
quelli che.iveano venduti. Sulle variefor- tichi riputa vasi infamia il portar dagli uo-
mee usi degli anelli usati per sigilli, scris- mini più d'un anello, come dichiarò Grac-
sero il Galeo, Z^é; aìimiloriun origine j Li- co rimproverando Mevio che come donna
ceto, De annnlis antiquisj Kirckmann, s'ingemmava le dita; Crasso famoso per
De anntilisj Longo , De annulis signa- ricchezza, portava due anelli, e molli ro-
toriisj K^ormaun, De annido triplici. Da mani per gravità di costumi si astennero
prima furono in uso gli anelli formati di dal portarne uno. Questo costume di ven-
solo metallo, ma in seguito vi s'incassarono neun Lusso[/.)ì] piùsfrenato, e crebbe
le gemme: erano anelli guarniti di casto- come nel numero, così nella misura. Un
ni fatti sovente della stessa materia, o di Carino portava 6 anelli per ciascun dito,
pietra preziosa incisa. Plinio dice che il che riteneva dormendo o lavandosi lema-
i.°a portare anello con saidonica fosse lìi; laonde molli erano gli artefici che si
Scipione l'Africano, per cui quella gem- occupavano nel lavoro e nella legatura
ma fu carissima a'romani, e dicesi che vi delle gemme, e Mecenate non solo si va-
era rappresentato Siface; il dittatoreSilla leva de'più valenti artefici, ma vi teneva
SIG SIG 83
sempre impiegalo alcuno de'siioi liberti. nnre, scegliere e marcare le vittime de-
Gli artefici erano di 5 specie, fra quali i stinale a' sagrifizi, cioè attaccavano alle
i sigiiarii e sigillnrii tlie operavano
i i corna dì esse una scorza di papiro, impri-
sigilli : qiie' clic incidevano le pietre per niendcj poi il loro sigillo sulla terra sigil-
uso degli anelli si chiamavano ^/m<//fln/, lala diLenuo che vi applicavano comete-
iquali essendo in gran numero furniava* nula per sagra. I testamenti da' romani
no collegio. Si astenevano d'incidere il ru- erano chiusi con più sigilli che si appli-
bino per uso di anelli odi sigilli, peicliè cavano dopo forati gli alti, e fallo passare
credevano cbe liquefacesse la cera. Tale 3 volle per entro il buco il Imo che gl'iu-
e tanto fu presso romani i l'uso degli a- volgeva : cos'i usò il senato dopo Nerone.
nelli, de'sigilli e delle gemme, che Sesto Tale uso passò in Germania e in Gallia,
lUifo fa menzione di due contrade nelle ove si mantenne fino al medio evo. iSclla
erano riuniti tutti gli artefici che la-
(piali parie esterna del leslamento si scriveva-
voravano, legavano e vendevano sigilli. i no i nomi di ciuelli che vi aveano posto
La contrada nella quale era maggior nu- i loro sigilli. Presso gli antichi la ricogni-
mero di artefici si chiamava ficus sigil' zione del sigillo era necessaria; a'iempi di
larins major, e la contrada ove c,li arte- Plauto e Cicerone riconoscevasi il sigillo
lieierano in numero minore si chiamava applicalo sopra il lino prima di romper-
ficus sigillarius minor. Nardini dimo- lo. L'uso di mettere il sigillo sopra i beni
stra, che la contrada maggiore fosse nel de'defunli era praticato da' romani: A-
luogo che ora dicesi leChia vi d'oro; la con- grippina madre di JNeronefece apporre i
trada minore si fissa sidl' attuale piazza propri sigilli sugli effetti di certa dama A-
de'ss. Apostoli, talché le due conlrade e- ceironia per appropriarseli. I greci e i ro-
rano fra loro vicine, e soltanto sepaiate mani nel sigillare le lettere attorniavano
dal foroTraiano. La festa sigillarla, di cui con un filo la tavoletta intonacata di ce-
feci parola altrove, non era unita ad al- ra contenente la lycr/Wwrrt (al quale arti-
cun rito religioso, ma era un'epoca che in colo parlai delledi verse materiesullequa-
ogni anno ricorreva e nella quale i roma- li si scrisse), ed imprimevano i loro sigilli
collellivamente sigilla. La festa sigillaria tere non era conosciuto al tem[)0 dell'as-
cadeva nel Mese (/'.)di gennaio, durava sedio di Troia; allora si chiudevano le let-
3 giorni e seguiva quella de'salurnali: si tere con più nodi. Per timore che sigilli i
tessero dire pubblici; l'uso di segnar le let- lo d'un privilegio, prodotto dall'abbate
tere con un nome sembra essere stato sta- Scozulense, lo dichiarò apocrifo; né man-
bilitoin Roma dal tempo di Tiberio, co- cano altri esempi di simil frode. Tale è
me il dimostra un passo di Svetonio, in quello del privilegiodiRatchis re de'lon-
cui si legge che l'imperatore qiialifìcavasi gobardi, riportato neirtJghelli tra i vesco-
colnomed'Augusto quando scrivea a're, vi diChiusi, dove si dice fabbricato da quel
come ereditario nella sua famiglia:ciò non re il monastero di Monte Amiato, e ripro-
ostante si conservò pure l'uso antichissi- dotto da altri. Molta circospezione consi-
talia allatto analfabeta,apponeva la sua che Carlo Magno e suo figlio Pipino si-
firma conducendo la penna per le arte- gillarono in oro, altrettanto fecero Gui-
fatte aperture d'una laminetla d'oro, le do e Lamberto. Dopo iliooo comincia-
quali del suo nome le prime 5 lettere com- rono ad essere più frequenti gli aurei si-
ponevano. Del segno della Croce o dello gilli degl'imperatori, il che non è manca-
spacco di questa, in luogo di firma, ne ri- to anche negli ultimi secoli, ne' quali la
parlai a Scrittura: non solo i vescovi po- maggior parte è di cera e talvolta d'oro.
sero e tuttora costumano l'ineffabile se- All'articolo Sicilia parlai d'un gran nu-
gno avanti la loro soscrizione, jna ne'pri- mero di diplomi di que're con sigilli d'o-
mi tempi ed anco non lontanissimi da noi ro massicci e di minor valore, co'quali ri-
ciò praticarono eziandio sacerdoti.! i 1 Mu- conobbero le investiture feudali che rice-
ratori nel t. 2 delle Dissertazioni, CI die- vevano dai Papi. Vedasi Bolla d'oro de-
de 35.^ De' sigi Ili de' secoli bar-
la dissert. gl'imperatori, e Bolla d'oro diCarloI V.
hariy sulla quale qui in breve accennerò De'sigilli d'oro e d'argento mg.i" Marini
il più interessante. Incomincia il grande discorre nel suo Nuovo esame de' diplo-
erudito dall'avvertire, che nel visitare gli mi di Lodovico I, Ottone I e Enrico II
antichi archivi, non senza esame si deb- sul dominio temporale de' romani Pon-
bono accogliere i sigilli de' vecchi secoli, tefici, a p. 82 e seg., e da'quali prende-
e con quelle minuzie che vuole l'arte cri- vano nome i diplomi, chiamandosi bolle
tica, poiché talvolta! sigilli di cera da'sin- d'oro e d'argento, pe'sigilli ch'eranvi ap.
ceri diplomi si trovano trasportati negli pesi, come Sigilli furono dette le lettere
adulterini; che ciò sia succeduto piìi vol- de'principi. L'uso dell'aureo sigillo lo di-
te egli l'osservò, come in quello del 3.° ce derivato dagli antichi ree imperatori
diploma Carlo Magno in favore della
di franchi, ma che forse si usò prima nelht
chiesa di Reggio, e riportato da Ughelli, nuova Roma ossia Costantinopoli, anzi-
nel quale sigillo di cera coU'efllgie di Car- ché in Francia ed Alemagna: diplomi i
lo sono le lettere : Xpe protege Carolum muniti di tali sigilli si dissero Oysohid-
rcgc Franconim, menile già era divenuto lae e Argyrohullae, Non però a luili i di-
SIG SIG 85
jìlorni fu ai^pesa la bolla d'oro, raa a quei III del 1 170 usò il sigillo di piombo ne'di-
|>iinci[)alineiite che contenevano cose di plomi. A Primicerio DELLA s.Sede narrai
^ran luuniento, usandosi dd lutti gl'iiu- che usava ne'suoi alti il sigillo ili piom-
pciatoi non quando erano re de'ronia-
i bo, rimarcando Galletti che non solo Pa- i
nocenzo III, una ne scrisse Premislao II le di piombo nelle loro carie; anzi aggiun-
re di ISoemia a Papa Onorio III, <S Bela ge che ne'lempi più rimoti gli abbati be-
I Vd'Ungheria a diversiPontefici, mu-
re ncdellini appesero piombi alle loro carte.
gran sigilli d'oro. Federico
nite tutte di Galletti a p. 36 j del Pr/V/i/cero descrive
II re de'romani prima d'essere coronalo «juellogrande quanto una piastra e bea
iinpeialore autenticò con bolla d'oro le conservato in s. Pietro di Perugia, aven-
donazioni temporali falle alla santa Seile. te nel diritto il Redentore con 7 figure
^cl niedioevosi chiamarono bolle d'oro che intervengono olla sua trasiìgurazio-
quelle scatole di tal metallo e contenenti ne, colla leggenda intorno »! Truus/igU'
.simili sigilli; queste scatole furono pure ratio Domini Nri Ihe Xpi, e nel rovescio
d'argento, e con ripetervi sopra l'incisione un abbate sedente colla regola nella ma-
del sigillo, come suole praticarsi in «luci- no destra, e il pastorale nella sinistra, e
le di argento o metallo doralo che pen- inloi 110 -t^ Garinus Abbas Moiitis Tlia-
dono da'solenui atti sovrani, come i con- bor. Inoltre notai aGER0S0Li.\iiTA>0 ordi-
cordali fra sovrani, e'fra questi e il Papa. ne, che il suo gran maestro eziandio usa-
Racconta IMiiratori che le antiche bolle va la bollaosigillo di piombo. Si può ve-
d'oro portando fiera tentazione, [lochene dere Petra nel Conimenlario alle Costi-
sono restate. Fra lecalamilà cui soggiac- tuziouiaposiolicke.'Sliivalon parlando dei
<Iiie il monastero di Farla nel secolo X, sigilli, de Monogra/nrni [l.) ede'copiosi
rileva che tuonaci immersi in ogni vi-
i diplomi di Monte Cassino, dice che ili."
zili, rubali i sigilli d'oro a'diplomi, vene sigillo di cera è dell'Hjj dell'imperatore
poserodi piombo, il che i]i sospettare che Lotario I : intorno al suo volto si legge
ulti i diplomi che hanno sigUli di piombo Xpe A(ln'\'a II. Lolliariiini/liii^.nesciive
un tempo gli avessero aurei. I principi lon- pure altri sigilli di cera de' re d'Italia, e
gobardi e normanni che dominarono in degl'imperatoriOltouel, Ottone II, S.En-
Uenevento, Salerno, Capua e altre città rico II, Lotario II. Siuiilmeute ivi si tro-
ilei regno di Napoli, talora usarono i si- va una bolla di Papa Vittore II delio55
gilli di cera e talvolta di piombo. Così i circa con sigillo plumbeo, leggendosi nel
dogi di Venezia lìn dagli antichi secoli co- con torno: Tu Lù/dUli Suscipf CLi -
'|' .Xai'c
stumarono di confermare le loro carte col l'I'?; enei rovescio in mezzo Aurea Roma,
sigilluih piombu.EmanueleCumnenoini- e nel contorno f'ictoris Pape II. Cousi-
peratoreile'greci privò ildoge veneto Se- gdlu di piombo e di cera sono vari di-
bastiano Zumi dell 17?. ilei privilegio ili plomi de' suddetti principi longob^irdi e
bollare col |)iombo,prerog.jli va a lui con- normanni, di privilegi e donazioni. Vi è
ceduta dagli nitri imperatori. Anzi ad i- un diploma di Ruggero ducadi Puglia
11
zione esprimente il nome loro: fu questo sottoscrivere, e delle cavale per sigillare
in uso ne' vecchi secoli anche presso le per- incera. Quindi passa a diredelle variespe-
sone nobili, che cogli anelli imprimeva- da'romani, in gemme e
cie di sigilli usali
no la loro immagine o qualche simbolo. lamine o tabelle, alcune con let-
anelli, in
Descritti Muratori due anelli d'oro tro- tere prominenti, altre con incavate, e ne
vati in Bagnorea nel 727, i goti o longo- produce esempi e alcuni curiosi, comechè
bardi, cheforsefuronosigilli, osserva sul- d' un fornaio colla pala per infornare il
rai Forhinius e /^/tó//.? pubblicò Boldet- stemmi earme gentilizie, al modo che de-
ti. Le tavolette fatte a guisa d'anello fu- scrissi nel §r, Degli stemmi o arme genti-
rono di due sorte, cioè alcune erano ado- lizie,'] prìncipi cominciarono a usarli nei
perate per formar le sottoscrizioni, non loro sigilli invece dell'effigieiper molli se-
sapendo scriveie (come la ricordata del coli i marchesi Estensi tennero per loro ar-
goto Teodorico), ed altre perchè confer- me l'aquila bianca, e questa comparisce
massero la fede delle carte come si fa coi ne' loro sigilli antichi. I conti di Savoia
sigilli. E ciò praticarono talvolta i mede- per gran tempo usarono ne'Ioro sigi Hi la fi-
simi principi, inducendo inchiostro sopra gura d'un soldato armato conca vallocor-
le lettereo scavate o di rilievo nella la- renle. Degli stemmi e sigilli delle case so-
mina. Dell'ira pera toreGiustinol del 5i 8 vrane, e di quelli de'Ioro stati, ai rispet-
legi Ialine possenl, incidendani curante tà, presero anch'esse a sigillare i loro alti;
eaque libello imposila, calamum colore alcune di esse costumarono di far veliere
inibulum,qui scribere ìììos est imperalo- l'iinmagine del santo loro patrono, colla
ribus, huic principi Iradebanl in nianuni. giunta d'un verso leonino; altrettanto ili-
Vedendo Muratori monogrammi de- i casi delle repubbliche e delle semplici co-
gl'imperatori e re, continuati da'tempi di munità : di moltissimi sigilli ne feci la de-
Carlo Magno per qualche secolo da'loro scrizione in tali articoli, e noterò che an-
successori (essendo per altro piùanticol'u- ticamente dalle comuni furonoadoltati si-
sodi tali monogrammi), che servivano u- gilli come simbolo delle società libere e
iia volta per sottoscrizione, conlenendo in indipendenti. Piaccontai a Roma, che nel
compendio il nome di que'monarchi; mol- i4io i romani per segno d'essersi assog-
ti ne osservò che sembravano di lor ma- gettali ad Alessandro V gli mandarono le
no, altri delineati con caratteri sì delicati chiavi delle porle, i sigilli e lo stendardo
e lineesì ben tirale, che non li crede for- del popolo. Qualcuno osservò che ordi-
mali con penna, ma colla stampiglia: for- nariamente le cillà libere ebbero per im-
se furono un'imitazione esalta di loro so- presa nel sigillo una città o palazzo con 3
scrizione, per cui praticarono couie i ro- torri; altri che i sigilli de'patriarchi del-
mani le tavolcUc, e di vaiie superstiti ne l'elàdi mezzo erano di figura rotonda, pò-
SIG S G I
87
chi (li forma ovale o .ncuta, dìstingueiKlo- r87 5, di alcuni esarchi di Ravenna, di due
si clii cjiielli de' vescovi e iibbali ol>Itiiiu;lii, primiceri della s. Sede, e di Teodoro no-
ed ovati quelli degli altri ecclesiastici. La taro. liolledi piombo usarono per sigillo
repubblica ili Genova, aiicorcliè nelle sue i giudici eredi Sardegna, teriuinandoMu-
bandiere portasse la croce rossa in campo ratoricoQ encomiare l'opera di Ficoroni,
d'argento, pure nel suo sigillo mostrava di cui parlerò, con una prodigiosa quan-
un gall(j preso pel colio da ima volpe, e tità di antichi e antichissimi sigilli e mo-
un grilfu tenente sotto i piedi essa volpe nete di piombo, ^'el 1. 1 delle Disserl. ilei-
e gallo; e nel contorno si leggeva questo L'accad. roiaana d' archeologia, a p.3G5,
verso: Grijfus ut has angit, sic fiosles Ja- si pubblicò la Disserlaz. sopra
i piombi
nna frangil. Prin)a anche delle città co- due inediti recente-
pontificii in genere, e
stumarono alcuni vescovi di adopei are so- mente scoperti di d. Giuseppe facili. >'el-
miglianti sigilli. Angelo vescovo di Troia la biblioteca Vaticuia vi è una preziosa
delioSy nelle sue bolle usavano sigillo, raccolta di sigilli antichi, ma la più copio-
dove era l'edigie della B. Vergine col Sal- sa in Romamedio evo è quella del
e del
vatore in braccio, e questo verso: P'ergi- principe !\L-»ssimo, grande amatore e cul-
iieis nienibris genui(,qtieni gessiti/i tilnis. to delle cose antiche. I re di Francia del-
Ad A.NELLo de'vescovi dissi che se ne ser- la I
.' dinastia, tranne Childerico 1 e Cini-
virono per sigillo. Molle città e comuni ileiico IlFj servi vansi per sigilli di anelli
assunsero nei loro sigilli il sagro segno diforma rotonda nel castone, detti orbi-
della Croce, per memoria delle Crociale culari,ad imitazione forse d'antico costu-
a cui mandarono in gran copia crocesi- me. Si pretende che Carlo Magno non si
guati contro i nemici del nome cristiano, servisse d'altro sigillo chedel pomodisua
invasori de'Iuoghi santi della culla di no- spada, in cui era illci^a la figura del suo
stra s. religione. Indi Muratoli rende ra- Sotto Filippo II .Augiislodel 180
sigillo. I
gione d'una bella raccolta di sigdli, già fit- sicredechei sigilli tenessero ancora il luo-
ta dal celebre mg. Francesco Bianchini;
""
go di segnatura, e dispensassero dal sot-
poscia tratta di f|uelli d'alcune città,cume toscrivere gli alti. Il Parisi iieir/!.7r/<:io-
di Udine, ili Cividale, d'Antiochia; quindi ni per la >egreteria, tratta dell'uso, abu-
riparla delle bolle di piombo de'l'api, ma so ed alletto de'>igilli; da chi ȓ usano coii
di multe della stessa raccolta, lai. 'essen- l'arme, da chi con cifra; quanti, di qiial
do di Zaccaria I*apa del 74., la "z.^di
s. forma e grandezza ne occorrono per una
s. Paolo I del 7^7, la piìi recente appar- segreteria di cardinale odi signori cui com-
tenente a .Martino V, l'ultima poi congit- pete il titolo di eccellenza, quanti nelle al-
tura che tosse usata dalla curia romana in tre segreterie inferiori, quanti per un illu-
sede vacante. Nel dritto si vede il triregno strìssimo di 3." rango, ed altre analoghe
Bulla curie dai Ptipac, e
col l'iscrizione nozioni. .Vvvcrte che Cicerone scrivendo
nel rovescio due chiavi colla croce, e le pa- aBriitu,gli notiikò che Labeoiie avea sti-
role Dai c;V/V^i</.s//i'tvi/o'/j>-.Rillelte Mu- lli. ilasupposta una di lui Intiera, per nou
ratori, che non solo i Papi usarono i si- avervi veduto Ira le altre cu>e 1 impioii-
gilli o bolle di piombo, ma ancora altri la del proprio sigillo *, e che nelle segre»
vesco»iepiinci[)i, e magnati cospicui per tene non si devono a>loperare sigilli con
nobiltà, laonde sospetta la ficoltà data co- monogrammi, ma soltanto quelli con ar-
me per privilegio alle repubbliche di Ve- me o impresa propria scolpita : il far uso
ne/.ia e di Lucca, le quali perciò potevanu dei sigillo con cifra (se pure non voglia tar-
usarne senza speciale concessione. A Uri si - si qualche caso per tener segreta l.i per-
in
gilli di piombo delta collezione Bianchini sona che scrive) si lascia ai mercanti ed
souu quelli di Docibilc duca di Gaeta dcl- ai privati. L'uso del torchio facilita i'iui-
88 SIG SIG
pronto del sigillo compresso sulla cialda tali. Eglichiamò cera di Spagna, per
la
o bullijio d'osila. Ver uuH Segreteria [F.) distinguerla dalla gommalacca; rovinato
di principe, di cardiaale,ed anche di qual- da un incendio, colia nuova industria ar-
che prelato in carica primaria, e vescovodi ricchì: inseguitosi formarono diverse spe-
sovrani. Ora non si usano pili tanti sigil- tere ordinariamentela cialda, ossia
si usi
preziose, il vetro, l'avorio, e persino sulla fare l'impronta del sigillo colla medesima
lava vulcanica. Variarono egualmente le si reputa maggiore rispetto. I nobili in
materie destinale a ricevere l'impronta ; tempo usano oltre la carta
di Lullo (/^.)
si adoperarono la creta e la malta, cioè u- orlata a bruno, l'ostia o ceraspagna ne-
iia mescolanza di pece, di cera, di gesso e ra, locché a' principi, cavalieri e prelati
di grasso; ma una cera modificata o alte- suol permettersi anche co'cardinali, ma
rala con qualche sostanza per colorirla e non già co'sovrani, né co'principi del lo-
renderla più dura, fu la materia più co- ro sangue. Avverte però Parisi, che nelle
munemente usata. Difatti ire francesi di- lettere di condoglianza per morte d'un
colisi aver tolto da' romani l'uso de'sigilli sovrano si può usare carta orlata di nero,
di cera; ma quella della cera punica oce- massime dai dipendenti, ma non già nel
ra di Spagna o ceralacca, eh' è una me- partecipare a lui ed a qualunque mag-
scolanza di gomma lacca, di pece, di cre- giore la morte de'propri attinenti, quasi
ta edi cinabro, è as^ai receutejquesla com- che si volesse invitare a condolersi : fra
posizione fu inventata soltanto da due se- eguali e con inferiori può da chi è in lut-
coli incirca in Parigi dal mercanteRous- to usarsi la carta colla grossezza tinta a
seau,e si riduce in bacchetti ne per uso di si- bruno. Si costuma ancora sigillar le let-
gillare. Pare che non dall'oiiente,(na piut- tere con bollini impregnati di gomma, di
tosto dall'Italia egli ne abbia appresa la tutti i colori e con varie figure,ed eziandio
preparazioiie, bensì la gomma lacca e non col pro[)rio stenuua che formasi col pul-
lacmalucca si fabbricava tteiritidie uricu- sune del sibilio, uuche eleganti e coloriti.
SIG SIG 89
Il colore de'sigilli e delle impronte variò corpi politici, giudiziari, araminislralivi,
grandemente al pari della loro materia; scientifici, artistici e benefici. Iconlro-si-
ipiii antichi sono di cera bianca, secondo gilli poi furono stabiliti per guarentire me-
alcuni, ma uou pare, poiché si trovarono glio la virtù de'sigilli; i piìi antichi sono
sigilli di cera mista e varieggata.L'iisodel- del secolo XIII. La carica di guarda-si"il-
ja cera gialla o della cera vergine non ri- che impoita la custodia del sigillo del
li,
sale che al secolo XII, ma meglio è veder- regno, fu introdotta in Francia nel fine
si Lumi e Olio. La bellezza e lo splendo- delsecoloXV, e poscia in altre monarchie,
re della cera rossa o colorita col cinabro e perlopiù allidata al cancelliere della co-
porlòinappressoi sovrani a preferirla per rona. Enrico III re di Francia appose e-
l'impronto de'loro sigilli. Gl'imperatori gli stesso il sigillo alle lettere patenti, che
e i patriarchi d'oriente sigillavano col- il cancelliere di /?/r^£jo(/^.) avea ricusa-
la cera verde le lettere che scrivevano ai to di sigillare, ad istanza del re da Gre-
principi e altri illustri personaggijqiiesl'u- gorio XIII crealo cardinale; ed è perciò
so fu inlrodottoin Francia nel secolo XII, ch'egli dicevasi essere cancelliere senza si-
dopo Germania, e contemporaneamente gilli. Anche le casse che si ripongono nei
l'adottarono le città e altre comuni, e le sepolcri co'cadaveri ùq Servi di Dio, dei
corporazioni: si riguardanoperò rarissi- Papi, de'sovrani e di altri personaggi so-
nai i sigilli improntati in cera verde, non no sigillate. De'sigilli che si pongono in
perchè raro ne fosse l'uso, ma perchè la quelladel Papa parlai nel vol.XLI, p.2f)4,
mollezza della materia non permise che ed a Sede vacante: come si praticò col
si conservassero. In Inghilterra la ceia ver- cadavere di Pio VI, per non essersi potu-
decora riservata per le carte pubbliche, to usare i consueti sigilli, lo raccontai nel
piuttoslo pe'documenti più solenni, co- voi. LUI, p. 108. Per quanto dissi parlan-
me la magna caria contenente la costi- do degli iftemwn', nella cassa mortuaria del
luzione. 11 privilegio di sigillare con cera Papa non vi si pongono le chiavi suH'ar-
azzurra, accordalo nel >24 dall'impera- 1 me. A Sedia de'Papi narrai che nelle an-
tore Carlo V, prova che
si è dalo talvolta tiche ceiemonie del loro Possesso si cin-
quel colore alla cera, ma non se ne ha for- gevano con una zona o cingolo da cui pea-
se che un solo esempio. Alcuni signori nei deva una borsa con 2 pietre preziose chia-
1
bassi tempi si appropriarono l'uso della mate sigilli, simbolo de' i 2 apostoli. Nei
cera nera; essa era stala altre volte ado- codici TeoJosianoe Giustinianeo piìivol-
perata da Geremia patriarca di Costan- le si parla dell'apposizione de'sigilli agli
linopoli, e poi dal gran maestro dell'or- elfelti mobiliari de'defunti, de'condanna-
dinc teutonico nella Prussia; in Francia liapenecapitaliede'falliti.QueU'atlocon-
senefecepurequalcheusonelsecoloXIII. servatorio fu Iraìmesso dagli antichi 10-
1 sigilli furono talvolta grandi, tal altra mani alle moderne n^izioni come salul.ire
piccoli;alcuna volta (juadrati,altraobluu- precauzione ne'casi in cui si vuole assicu-
ghi, altre volle ovali o a fiordi giglio, pre- rare qualche possedimento di oggetti mo-
valse la forma rotonda, l'oblunga e anco bili. Ilmarchio intamante è una pena au-
rottagona.Inprogressodilempoisigillisi tica cpiasi equivalente a un sigillo sulla
n)oltiplicaronoslraordinariamei\te,laon- carne. Gli abitanti di Sainos imprimeva-
de non solo i Papi, gl'inìperatori, i re, i no la figura il' una civetta sugli ateniesi
principi sovrani, ma le città ancora e al- fulti prigionieri; romani imprimevano il
i
vasto esvariato argomento de'sigilli, oltre Questo costume si ravvisa da molti anti-
i citati scriltori, si poimo consultare se- i chi monumenti durato fino aEugenio IV
guenti. Cristiano Schlegelli, De celia ve- del 43
1 che introdusse l'anello pescato-
' >
ieri, inonumentis aeri incisis, numinis ac rio,usato poi ne'bievi pontificii, aldiredel
sigìUis iUustratiim, Dresdae. Agostini, Le già citato Lelli, vale a dire s'incominciò
getniìie auliche con figure, Roma i
647. d'allora a porre ue'brevi il sigillo dell'a-
fu già presso Treviso di s. Girolamo. D. dell'epoca de'suoi tempi in cui fi.uono mes-
A. Bracci, lìlemorie degli antichi incisori se in uso, le quali mai incontrano oppo-
che scolpirono i loro nomi in gemme e sizione veruna della loro validità per o-
cammei lati no ilalianOfFìieaze i 784coa gni luogo, tempo e circostanza, di cui ren-
figure. Cardinali, Osservazioni d'un an- de ragione la medesima apostolica tradi-
Mg.^
tico sigillo capitolare, V^om^n'Ò'ìS. zione. Non pare che le Lettere apostoli-
Marino Marini, Di un anello e di un cani- che [f^.) chiamale Forniate[f''.) prendes-
ìneo,dissertazioneepistolare,V\oma 1 832. sero questo nome dal loro sigillo, come
§ 3." De' sigilli pontificii. chiaramente dimostra il dotto mg."" Ma-
I romaniPontefici ne'diversi tempi han- rini, Diplomatica pontifìcia ossieno os-
vi incrociate e il triregno. Più anticamen- vessero con certe e stabilite formole, sia
te usarono i Papi un sigillo inciso nel lo- che fosse in esse inserita la formola,ovvero
ro anello o^/ie//o del Papa {f'^.), ^ eh a- simbolo della fede che si professava. Tut-
malo sigualorio^ia cui eiavi espresso quai- tavia nou si nega che anco le lettere ec-
SIG SIG 91
clesiastiche sicnsi delle un lem])o forma- i brevi e ora le sole bolle, ricorda la gran
te, suggelli j sfrdgidf.s in yreco, bolle j e questione diesi fece fra gli eruditi, chi
che tuie (lenoiniiiazioiie sia loro venula sia stato tra i Papi il i.^a u-are il sigillo
Jair inipiessione del sigillo dalla bnlla di piombo, rigettando s. Silvestro I,dice
pendenle. L'apposizione però de'sij^illi fu chepnre fuori di dubbio averlo usalo O-
poslerioie di mollo airesistcìiza delle let- norio I del G2 j, e Deusdeditos. Adeoda-
tere formale; esse rimontano a'tempi a- to I del 61 5, imperocché assicura Ana-
poslolici, ove si Vogliano considerare una stasio Bibliotecario di aver egli avuto in
cosa slessa coWe Lettere comi/iendatizie e mano il sigillo di piombo d'Onorio I; ed
colle Dirnissorie[F.): e certamente delle il Gori nella prefazionealle I-crizioni del
formale si fa menzione fino da s. Sisto I Doni, p. 22, reca un sigillo di piombo di
dell 32. Ma i sigilli nelle bolle de'Papi, i Deusdedit colla leggenda Deusdedit Pa-
quali certamente precedono quelli de've- pa buon Pastore nel ro-
nel diritto, e col
scovi, non risalgono al di là del III o IV vescio in atto di accarezzar collemani due
secolo, anche volendo credere vero quel- pecorelle, aggiuntevi le lettere A e il. Al-
lo dis. Stefano I del 257, sulla sincerità tri vogliono che Adriano «Jel 772 ab- I
però del quale cade non ingiusto sospet- bia ordinato che le bolle pontificie,chepri-
to; e volendosi pur credere sigillo, e non ma si sigillavano con cera,fos>ero per l'av-
piuttosto medaglia, come opina Baronio, venire sigillale col piombo appesovi. Per
coniata a s. Leone I per la hberazionedi raccogliere in breve il moltoegregiamen-
Boma dal flagello di Attila re degli unni; te scritto da mg."^ Marini sui suggelli del-
altri e per moneta l'attribuirono a s. Leo- le pontificie lettere, loro ir.i[)ressioiii, an-
ne III, come vol.XLVl, p. of).
rilevai nel i tichità e uso, autorità competente come-
E sebbene Rlaurini nel nuovo l^ratlato
i chè antico e peritissimo prefetto degli ar-
di diplomatica, facciano rimontar l'uso chivi segreti della s. Sede, quali sono un
i
l'erezione del patriarcato di Lisbona, per Sergio I. De'sigilli di cera ne'[)onlillt:ii di-
compiacereGiovanni V redi Portogallo, plomi, dicono anche i .Maiit ini che Gio-
come notai a Bolla d'oro DE'PoxTErif.i. vanni XV del C)S ) sigillasse cpialche volta
Ma per l'ordinario i Papi sigillarono sul- con cera e col suo anello. Crede Polido-
la cera, e luio dai tempi di s. Gregorio I ro Virgilio, chei primi Papi sino e inclu-
in piombo, come vuole il Badosse, e poi sive a s. Agatone del G78, sigillassero con
in ceralacca, oltre quella specie di cera ili anelli impressi sulla cera; con essa certa-
cui parlai a Breve apostolico. Il Zacca- mente in tempi non così rimoli le leltere,o
ria ne'commenlì alla Relazione della cor- hvev'isuhannitlopiscatons: la denomina-
te di Roma del Lunadoro, parlando dei r.ioneiliA'/rir viene parimenti dall'antico,
sigilli di piombo con cui sigillavuusi già per titolo e iJuta,pcr coi to scritto, per ma-
92 SIG SI G
lricoIa,per biglietto cVordine,per atto giu^ billon, ne riporta l'uso a s. Gregorio I, e
tliziale, per istrumento e per lettera, come mg.' Marini lo convalida con critica eru-
rilevasi da pii^unoaiinieuti benché d'in- dizione. I papiri diplomatici olfrono l'im-
ferioreetà. Il Mabillon indica l'uso di det- pronta della bolla in piombo di Giovan-
to anello fief[uente, sin dal pontificato di ni V,che Vittorelli ne'supplementi al Ciac-
Celestino 111 del i 191; ma se Clemente conio attribuisce a Giovanni I, e il Bol-
s.
IV del 1265 non fu ili .° a sigillare in ce- lando a Giovanni Vili deir87 2; e di que-
ra coH'anello del pescatore, egli ne rese sto sigillo parlano Mabillon, Maurini e i
certamente l'uso assai frequentejfrequen- l'Eineccio. Negli stessi papiri anche d'altri
tissimo, anzi comune lo fu nel XV secolo, Papi si scorgono sigilli, che una volta
i
e vi si adoperava cera rossa. Ma che che furono uniti alle loro bolle; uno di essi è
ne sia del sigillare in cera, certissimo egli dis. Sergio l,ed ha scolpito il monogram-
è, che da tempi antichissimi sigillavano ma di Cristo e il nome del Papa. Nel Ciac-
i Pa|)i le lettere loro con bolle di piom- conio si osserva altro sigillo di questo Pa-
bo. 11 Ficoroni (nella bell'opera, 7 p/o//i' pa, colla Croce e in greco nella parte op-
hi antichi, e de'sigilli antichi di piombo posta Cepiioiiy cioè clamor Sergii; il che
d'imperatori e del governo imperiale, dei potrebbe dare indizio che i sigilli antichi
sigilli di piombo latini e greci della ge- fossero statiun giorno depositari de'mot-
rarchia ecclesiastica, de'sigilli di piombo ti ed in altro sigillo pur ri-
o sentenze :
crete figurate servite di sigilli agli anti- s. Pietro e di s. Sergio l e sembra che ,
chi, e colle figure di tutti i piombi da lui questo sia ili. "sigillo rimastoci, che offra
illustrati), ne riferisce il piincipio ai pon- ilnomedel principe degli apostoli. Ne'pa-
tificali di s. Teodoro I del G42, di s. Vi- piri si vedono delineati anche sigilli dei i
taliano dei 0^7, di Adeodato li del 672 Papi s. Zaccaria, Stefano II o IH, s. Leo-
(seguendo la cronologia di Novaes, sosti- ne IV dell'847, Benedetto IH dell'855,
tuisco lesuedate), vari anni prima di Gio- s. Nicolò I deir858, e di Giovanni Vili.
e di S.Giovanni Idei 324, e fanno parte rini parlano dell' efiìgie d'Alessandro li
della collezionenumismatica Va ticana(a[- impressa sopra una sua bolla, e dicono che
le depredazioni da essa patite e indicate ciò basterebbe per convincere d' errore
ne' voi. XLI V, p. 80 e 8 1, L, p. 3o3, de- Eckhart per aver stabilito qual regola ge-
vosi deplorare una recente e grave rapi- nerale di non averci Papi mai effigiati se
na d'un secolareche intendeva a illustrar- stessi sulle bolle. Clemente VI deli342 fu
la!): se però ih. "di tali sigilli appartenga il .°ad imprimervi il propriostemma gen-
I
zo sui diritli parrocchiali Ja esse cnnJra- V secolo, prlnclp.'il mente s'erano pubbli-
slaligli : questo .sigillo e quello del [)ie- che come ì'Iùicii lidie, e Katbodo vesco-
cedenle Pasquale deliogq, presenta le
II vo di Treveri sigillò la sua le Itera yòrmrt-
Teste de' ss. Pietro e Paolo (/^.) separate ta, liane epistolani grnecis liicris Itine in-
da una Croce, nel modo che anco al pre- de munire dccrci'intus, et annido Ecclc'
sente si usa. ]Ma il sigillo in piombo del- iiae nostrae bidlare cen.uiiinìts : per tra-
la bolla di Paolo li deli 47 1 diretta all'ab- lasciar altri esempi raccolti da IMabillon
bate di s. Salvatore di Colle e al preposto e da Eineccio, basti ricordare il 2. sino-
di s. Gcminianodi Volterra, mostra i det- do diChalons sur Saone del ^1^9, in cui si
ti principi degli apostoli in intera Ugni a, stabilì col canone4'> che le lettere de've-
assisi su due grandi scanni, avente s. Pao- scovi avessero et Episcopi et civUatis nO'
lunga spada nella destra e posando la
lo mina plunibo impressa, il che forse in le-
tica del documento papiiaceo d'Agapito che sul sigillo del gran concilio di Calali'
li del 94'jj ora peiò lu rossa, ora gialla za si scorge s. Pielroalla diritta dis. Pao-
e rossa, errando i INIaurini nel sospcllaie lo , ed in quello della bolla di ]\iolo ll[
che di sola seta gialla e rossa si servissero sull'erezione del collegio de' militi di s.
i Papi all'uopo. Da questi sigilli si dedu- Paolo, alla destra di questo è s. Pietro. Su
ce l'antico uso d'autenticare le lettere lU i questo punto ancora belle erudizieni riu-
Papi con bolla di piombo. Antichissimo nì mg.r IVIaiini, per dimostrare non lesa
certamente presso i cristiani Cu l'uso de'si- ne'sigilli la maggiore onoranza dovuta a
gilli,edel libro segnato con 7 sigilli ia men- s. Pietro, né tralascia di rimarcare <juel-
zione s. Giovanni nell' A pocalis.se, e di si- la, che nelle epigrafi circolari delle bolle
gilli usati da'cristiani con simboli impri- il nome di s. Pietro è alla destra , come
menti fa ricordo Clemente Alessontli ino dev'essere .secondo il coslumclalino.econ-
morto nel 2 i 7.I vescovi sigillavano le pio- tempoianeamcnlc nel sigillo di piombo è
prie lettere^ ma qoo forse prima del IV o locato a sinistra, secondo l'uso orieulnic,
f)i SIG SIG
Ibrse ppr essersi voltilo così simboleggia- tcnze o molli non è facile fissarne con
,
Papa, oltre il Gloria in excelsis Deo, su XI, ma questo Papa ancora si ebbe il suo
quello similmente anticamente praticalo molto: MisericordiaDomini piena est ter-
nelle Lezioni [E.), per significar l'unione rat. Vittore llatlornoalsuocircolo o con-
de'due popoli e delle due chiese. Perchè trosigillo pose : Ipse est pax nostra, nel
poi ne'sigilli di piombo sempre scol-
sia di cui centro quadri parlilo stavano A il,
pita la Croce (/'^.), ciò avvenne o perchè Jesus Chrislus. Ma nel di lui sigillo di
i cristianisino dalla primitivaChiesa dap- piombo si vede s. Pietro in protome, a
di esse un circolo a tratti di penna, con resoU'am. Scrivea s. Gregorio VII Mi' :
usava il circolo nelle sue lettere quadri- nomi de'ss. Pietro e Paolo e suo pro-
il
partito da una croce, ma privo di epigra- prio, collocando quello di s. Pietroa ma-
fe e senza il suo nome; cos'i continuaro- no diritta di s. Paolo. Per non dire di al-
no i circoli a starsi nelle lettere aposto- tri, Sisto V v' inserì : De ventre matris
liche,benché fossero munite di sigillo e meae tu es Deus protector meus. Vari di
nome del Papa, sino al se-
sottoscritte col questi molli sono riportali nel Ciacconio,
colo XV 11. Di s. Nicolò si vede un cir- I FitaePonlifìcuniRomanorum. A Boll/i
colo col monogramma del suo nome, ma ed a Canonizzazione parlai del timbro or-
esso è di quellichea perpetua re la memo- bicolare, che in esse si usa oltre il sigillo
ria deir.-iutoie d'un edifizio si collocava- di piombo.
no in qualche sua parte e principalmen- A Bolla ed a tutti noolli relativi ar- i
te nelle apsidi. Adriano II deir867 pare ticoli ho ragionalo di tulio quanto la ri-
aver usato di scrivere ne'ciicoli alcune guarda, inclusi vamente all'abusi vo/ifjnf/o
volte il solo monogramma di Cristo, altre Exequalur {^l'.) , agli antichi Scriniari
lasciarvi la croce colle solile due lettere F.) custodi delle bolle,agli Scrillori apo-
(
gì eche. Quando Papi i si avessero proprie stoli ci [V.) che le f^cv'wono, a Registrato-
tli questi circoli le epigrafi, ossieno seu- vi delle lettere aposloliche{^F.) che le re-
S ÌCr SI r, c,5
bolle (de'quali parlai anche alìEscniTTn), tjuic {/'.); altre volte Io fecero col sigillo
senta la testa nuda di s. Pietio e le pa- indicando loro di verse specie di falsità, con
role intorno -t^ Sigillum Domini Pape. additale il modo di riconoscerle, espres-
Dall'altra parte vi sono le chiavi incro- so con opportuno formolario. Sotto i di-
ciate, coll'epigrafe nella circonferenza -^ versi scismi delia Chiesa vengono notati i
dinarie costi tuzioni.La bolla d'Eugenio] V papa Pasquale III del 64) omeglio l'an- i r
sull'unione della chiesa greca e latina nel tipapa Pasquale II del 687 intruso contro
concilio fiorentino,ebbe due sigilli pen- l'allro (i\UoPapa Teodoro, ed ambo de-
denti, uno d'oro e l'altro di piombo, nei posti un altro dell'anlipapaClemen te VII
;
quali era impressa l'immagine del Salva- del iSyS; ed altro di Benedetto IX cioè
tore e dell'imperatore d'oriente. 11 diplo- quando divenne intruso nel 1047: peiò lo
ma di Clemente VII per l'imperatore Car- Stellisco alferma che possedeva i piombi
lo V, ha pendente il sigillo d'oro simile a degli antipapi Pasquale III e Clemente
quello di piombo. 11 Lelli rende ragione VII. Il 1° sigillo de' Papi è ['Anello Pe-
de'sigilli di piombo di molti Papi, avver- scatorio [F.) d'oro col nome del Ponte-
tendoche alcuni furonodi forma quadra- fice intorno, ed in cui viene rappresenta-
ta; e parlando del rompimento della ma- to s. Pietro dentro una navicella in atto
trice del conio de'bolli dopo la morte del di tirar le reti da pescare, il quale anco-
Papa, ne rileva l'esempio dal concilio di ra nella suddetta congregazione di Sede
Costanza, che fece spezzarci coniidi Gio- varante si spezza, e l'oroappartienea'due
vanni XXllI(perchèavendo rinunziato il primi lìJaestri delle ceremonie ( /^.),e già
papato perfinire lo scisma poi fuggì, on- si rompeva a tempo di Leone X del 1 5 1 3:
de fu depostoa'29 maggio i4i 5), costu- Cancellieri riportò vari Diari che narra-
me esattamente osservato per evitare le noil successivo rompimenlodell'anellope-
viziaturedelle false bolle, delle quali mol- scatorio, e dell'impressorio di piombo do-
ti falsari per interesse si sono abusali, co- po morte del Papa. Custode dell'anel-
la
me sotto Innocenzo III e il predecessore lo pescatorio è il Maestro di camera del
Celestino Ili, non ostante le diligenze u- /'<7prt!(F.), dopo la morte del quale il pre-
sate nelle spedizioni delle bolle , per cui lato, previo un rogito del notaro, lo con-
furono severamente puniti gli autori del- segna al cardinal camerlengo pel suo rom-
le stesse falsificazioni; e per dimostrarne pimento. Notai in tale articolo, che nella
SIG SIG 97
segrelerìnde'brevi v'\ è copia di tale sigil- Dellocchio di Fano coppiere di Sisto V,
lo per sigillare i brevi, che egnalinenli; il quale gli voleva grandissimo bene, per-
si rompe morie del l'apa; e perche':
nlla dette il fivore del Papa e la propria ri-
sione della cera rossa il colore simile in sigillo dell'anello pescatoriOjalfinedi sigil-
vernice da un lato interno della pergame- lare un fcdso breve, in vigore del quale
na, acciò si verifichi il dello nella data: poteva fare un acquisto vantaggioso nA
sotto l'Anello Pescatorio, mentre prima suo paese; ma scopertasi la frode, Sisto V
il sigillo s'impiimeva nella parte esterna, sdegnato lo condannò a morte, e la sen-
ma facilmente si liqiiefaceva erompeva, tenza sarebbe stata eseguita in Tordino-
col nuovo metodo il sigillo restando inte- na senza l'intercessione de'cardiuali Sa-
gro, si rende più difficile la falsificazione velli e Castrucci,i quali ottennerodal Pa-
del breve. Questo anello era prima usa- pa che gli fosse commutala colla galera
to familiarmente dal Papa e Io teneva in in vita, miseramente suoi gior-
ove finì i
dito, e con esso si sigillavano anticamen- ni. Tullociò premesso, e che ad Anello
te pure le bolle. Delladiversità che passa Pescatorio lo descrissi per sigillarci Bre-
fra il Breve e la Bolla, de'suoi Scrittori vi apostolici, ed io questo articolo pure
apostolici, òt\ Segretario dt' Brevi, parlai narrai quanto lo riguarda, dicendo pure
in tali articoli; distinguendosi principal- del bellissimo anello pescatorio dell'an-
mente le bolle pel titolo N.EpiscopusSer- tipapa Clemente VII, da Gregorio XVI
VHS Servorum Dei, con l'anno dell'Incar- donato alla Biblioteca Vaticana; non che
nazione; ne'brevi si usa l'anno della Na- rammentando il notato aSEGRET.\RiODEi
ti vil;i, e il semplice nomedel Pontefice col- BREVI a'pri.ncipi, che le lettere pontificie
e che indusse in errore non pochi distinti bo o bolla, e di brevi muniti del sigillo
eruditi. Sino dall'antichità fu tenuto in dell'anello pescatorio. Questo sigillo nei
tanto pregio l'anello pescatorio, che quan- brevi è molto posteriore a quello della bol-
do Nicolò V ottenne la rinunzia dell'an- la, e molti diplomi diesi solevano sigilla-
liponlificato da Felice V di Savoia C'-), re col piombo ammisero l'anello pescato-
nel concedergli alcune insegne pontificie rio. Cenni divisela dissertazione De Ami-
glielonegò,efu una delle prerogative che lo Piscatoris in 3 capi : parla neh. "del
espressamente si riservò. 1 brevi come le titolo o iscrizione de'diplomi, e della loro
bolle sono vere lettere apostoliche, simi- data. Alla formula o titolo, Scn'us Ser-
lissitue nell'autorità, e diverse solo nel si- vorum Dei {/'.), s. Leone IV fu ili. "ad
gillo; ed è perciò che i Papi severamente anleporvi il suo nome col titolo di Papa,
ne punirono falsificatori, e a'divcrsie-
i aggiunta e formola che nel secolo XI di-
sempi riportati altrove, qui altro neng- venne generale in tulle le lettere pouli-
giungerò.Lcggo nelle Notizie storielle del- ficir, e perseverò sino al secolo XV nelle
la villa Massimo, p. 80, che Domenico lettere pi ivate, e poi ne'brevi cocuiuciòlo
voi. IXVI. 7
98 SIG SIG
stile mocÌPino: Eugenius Papa IV. Le al- nello pescatorio. Tutti convengono che
tre formole: Saliilem ti Aposlolicam he- questo era il sigillo segreto de'Papi, ma
nedictioncm {V.), di cui ragionai anche non esservene memoria sicura, per quan-
a Benedizioni de'sommi Pontefici; e /^<i to dissi ad Anello Pescatorio, più anti-
futuraìiìyOperpetuani rei mernoriam, si ca di Clemente IV del 265, ed il volgo 1
trodusse l'anno del pontificato. Questo do a Roberto duca di Puglia, dice infine:
nuovo stile coll'allro òtW Anno ( F.) del- Dubilainiis hic sigillnm plunihtum po-
l'Incarnazione che trovasi dopo il 1000, nere, ne si illud inimici capcrenl, de eo
specialmente la a.^'epoca.ingannaronocol falsilateni aliquamfacerenl. In tempo di
Mabilion molti eruditi, che Cenni corres- Eugenio IV deli 43 l'anello pescatorio
i
se.Egli alFerma, che dopo Pasquale II perseverò ad essere sigillo segreto, come
che enumerò gli anni del pontificalo, so- lo era a tempo Clemente IV, e conti-
di
lo Adriano IV del 1 54 e il successore A -
1 nuò fino a Calisto III, dal quale Papa s'in-
lessatulro HI l'imitarono qualche volta, cominciò veramente ad usare ne' brevi,
Clemente III deli 187 sempre, e questo ma con diversità in que'principii dall'u-
fu seguito costantemente dai successori : so posteriore. Inoltre avverte Cenni, che
conclude Cenni, che l'epoca giusta dell'e- sebbene con Calisto III il Mabilion fìssi
portai in fine del § i dell'articolo Breve ro nel 1484, coU'impronla della barchetta
APOSTOLICO, ma pererrore tipografico del del pescatore s. Pietro. Siccome la for-
Novaes da cui lo ricavai allora (mentre mo.'a colla quale si terminano brevi si- i
lo pescatorio non fu una nuova istituzio- Annulo fluctuantis na^'iculae, per indi-
ne, ma piuttosto restituito all' uso della caie il disastroso tempo in cui era spe-
Chiesa d;iEugenio IV (ma già esisteva sot- dito, turbolento per guerre, fazioni e pel
to Clemente IV), essendo stato più volte grande scisma d'occidente che divideva
rinvenuto nell'antiche gemme, inciso nei l'unità della Chiesa. Finalmente il 3." si-
tempi della primitiva Chiesn; e che sotto gillo de'Papi è quello privato collo stem-
ilpontificato di Gregorio XV^ (in quello ma gentilizio sovrastato dalle chiavi in-
d'Urbano Vili si fecero scavi nella Cliìe- crociate e dal triregno, di argento e di ac-
sa di s. Caio) nel cimiterio di Calisto fu ciaio, con manichi d'avorio, di pietre fi-
scoperto il sepolcro di Papa s. Caio del ne, e di altra materia nobile. Desso si cu-
2q6, nella cui destra mano esisteva an- stodiscesempre presso il Papa, e ne tie-
cora l'anello pescatorio, con alcune me- ne copia chi fa da segretario particolare,
daglie d'oro di Domiziano, forse per in- e vi sigilla le carte che spedisce d'ordine
dicar l'epoca del martirio. Riportata qui pontificio. Con questo sigillo il Papa si-
non intendo garantirla chi
la notizia, io : gilla le lettere autografe e quelle che sot-
narra dice un fatto, e non conferma una toscrive, massime quelle scritte dai pre-
sentenza. Aggiunge Lelli, che il sigillo di lati Segretario de' brevi a' principi ( /'. ), d i
cui parla Clemente IV nel suo breve al verso dal Segretario de' brevi\^V\e(\ il Sc'
nipote, sembra un privato sigillo usato gretario delle lettere latine {^'.), talvolta
da'Papi, essendo incerti se somigliasseal- qualche rescritto autografo, alcuni Chi-
l'odierno anello pescatorio. Dissi anch'io rografi {f^.) e Moto propri (T^.j, e qual-
altrove, che dagli antichi cristiani veni- che altro atto segreto, sulla ceralacca ros-
va Gesù Cristo rappresentato sotto la fi- sa. Nelle lettere segrete nelle quali oggi
gura del pesce e di pescatore, intorno a il Papa usa l'arme gentilizia per sigillar-
che il p. ab. Costadoni camaldolese pub- le, leggevasi sino al secolo XV l'iscrizio-
blicò nel t.Opuscoli del p. Ca-
4' degli ne ch'è ora propria delle sole bolle e dei
logeri: Dissertazione sopra il pesce, co- brevi. Dice Cenni che alle altre lettere,
me simbolo di Geiìi Cristo presso gli anti- pontificie priva te e segrete cominciò ad an-
chi cristiani. Nel cap. 7, della figura del nettersi il sigillo dell'arme gentdizia, ma
pesce scolpita dai cristiani nelle gemme l'origine è incerta. Alberto d'Argentina ri-
di aiiello,parlò d'alcune pietre anulari con ferisce nella sua Cronaca all'anno i3-p,
tale simbolo, fra le quali più delle altre di Clemente VI della nobilissima casa di
sembra pregievole quella posseduta da Beaufort tVancese del Limosino Hic Pa- :
Vallarsi e poi da mg"" Giustiniani vescovo pa quani arnia progeniei suae ìuiberent
di Padova, degna certamente d'aver ser- (jHÌnfjuero<:as{iì\U\ diconoG), contranio-
glande dei
vito d'anello edi sigillo al più reniantecessorum ,tolidem rosasponife-
Pontefici che abbia sulla cattedra di 5. Pie- (jfm tu///j.ClcmenteVlebbe qualche pas-
100 S I G SIG
sionepeiloslemmagenlillzio,menlrenon la casa Piccolomini (^.), e non dubitava
solo ne fece vedere nel piombo ornato il d'asserire che fu di Pio III deli 5o3. Uno
suo nome, aia l'impresseancbe nelle Mo- colle palle Medicee in uno scudo sopra or-
nete ponlifìcie [V.) d'argento, e le ripor- nato colle chiavi incrociate e il triregno,
onde chi afferra questo esempio per dire non può aver servito ad uso delle lette-
che Cleov^nte VI fu il i.° a usar l'arme re, come dimostra la grandezza, anzi ri-
vò, che oltre Clemente VI,anche altri Pa- Altro sigillo,ma incavato e più grande del
pi ornarono i loro piombi, come Clemen- ricordato di Pio IV, dice Stellisco che lo
te Vili che vi espresse 6 delle stelle di sua possedeva il suo zio, perciò non potè ser-
arme, e prima Gregorio XII vi fe-
di lui vire a sigillare lettere private. lu esso com-
ce porre 3 occhi, ed essi non appartenne- parisce l'arme della famiglia Corraro o
ro al suo stemma, come si può riscontra- Correr colle insegne ponlifìcie al di sopra,
brevi, e però a questo successe il sigillo pinione, poiché non pare che allora Pa- i
nea procedere, nella targa dello stemma vine principe, lo accusò di aver macchi-
vi è la sola iscrizione Sede vacante, es- nato di torre al padrela vita e la corona,
sendo sovrastato lo stemma, come quan- per cui Sigismondo pronunziò sentenza
do è vivente il Papa, dalle figure de' ss. di morte contro il figlio, che fu tosto e-
Pietro e Paolo. Oltre i riportati autori, seguita. Presto peròconobbech'era stalo
anche seguenti trattarono de'sigilli pon-
i ingannato, quindi straziato dai più fieri
tificii. Giuseppe ]M.^ Pacciaudi, Lettera rimorsi, ritirossi nel monastero dis. IMau-
intorno agli anelli pontificii, presso il t. rizìo a piangere il suo delitto ed espiarlo
I2,p. 22 delle Memorie per servire alla con austera penitenza. Avendogli poi re i
storia letteraria d' Italia. Stellisco Am- (li Francia Clodomiro d' Orleans, Chil-
brecienze, Ve' piombi diplomatici ponti- cleberto I di Parigi e Clolario 1 di Soissons
Sisto, pel poco diesi conosce di lui, il Car- re d'Austrasia arricchì del di lui cranio
della lo pose tra i cardinali di Calisto II una badia da esso fondata in Ahazia; e
dell 12 3. l'imperalore Carlo IV fece trasportare a
SIGISMONDO (s.), re di Borgogna, Praga le altre reliquie del santo re ch'e-
martire. Figlio di Gondebaldo re de'bor- rano rimaste ad Agauno. Celebrasi la sua
gogiioni, sebbene suo padre professasse festail i.°di maggio, nel qual giorno è
fede accoppiò la pratica di tutte quelle vir- cardinali diPasqualelIche morì nel I 1 18;
tù che formano il vero discepolo di Ge- contribuì col suo voto alle elezioni di Ge-
sù Cristo. Nel 5i(') fondò il celebre mo- lasio II e Calisto II, ad una bolla del qua-
nastero di s.Maurizioad Agnuno nel\ al- le sotloscrisse nel 1 i 2 1, in favore dil ve-
lese, ove prima viveano in separate cel- scovo delle Tre Taverne,riporlata da C-
lette molti santi romiti. Successo al pa- ghelli. Il Panvinio dice che morì avanti
dre nell'anno seguente sul trono di bor- il I I 3o, perciò none vero diesi nbell.is-
gogna, fu suo pruno pcnsii ro di purgare .se a Innocenzo II per seguire ranti[».ipa
i suoi stali Uidl'ercsia e da'vizi, e bi ado- .\uaclctu II, come alUi pretesero.
,
re, da (vance^'ì Seigneur, e dagli spagnuoii che doniinus e servus sono relativi: si può
iSenor. Negli arlicoliDoN, Messere, Sebo vedere Servo. Colla parola doniinus in-
Sere, li spiegai per sinonimi di Signore. II tendiamo altresì il padrone di alcuna co-
Donj abbreviativo ò\Signore,(vk dato pri- sa, sia in proprietà, sia in usufrutto. Do-
ma a're calle regine dellei^9^<7g'je e di Por- mini chiamavansi pur quelli ai
in latino
togallo, ]^oì a' \esco\\, indi a'nobili, quindi quali ubbidiva una moltitudineionde can-
a tutti ili luogo di Sigtiore,edagli spagnuo- tò Virgilio Romanus veruni do mino s
:
degli Dii; esaminò le ragioni che mosse- gnore e signoria, dominio cioè di uno o
ro i gentili a sidatla deificazione, cercò in più luoghi. llParadisi,neH\^/eA2eor/e//'</o-
qua! luogo del cielo e in qual ordine de- mo nobile, pone fra i predicati compro-
gli Dii ponevano i deificati, l'incomincia- vanti nobiltà per le scritture pubbliche,
mento del costume, le ceremonie e il cul- anche quello Certamente tal
di signore.
to. Osserva l'anuiilista Rinaldi, an. i, n.° predicato deve ad epoca remota, in
risalir
5g, che i galilei a nessun uomo dicevano cui esso attribuiva all'insignitone una pre-
convenirsi amava-
il titolo di signore, e minenza ragguardevole. A prova di ciò
no megliosostenerequalunque tormento, l'Aldimari, nelle sue Memorie storielle su
che dii;hiararealcunOiS'/g''Jore;ed all'anno diverse famiglie nobili napoletane efore-
58, n.° 33, dice che signore è il titolo soli- stiere, foinisce molti esempi dedotti dal
to a darsi nel Saluto (/'.)sino dall'anti- secoloX II I, per dimostrare in quanto pre-
chità, il quale ora in Italia con leggera i* giosalisseil predicato di signore, che non
milazionesi fa alla straniera; ed allo Siai'- davasi in Francia chea'feudatari amplissi-
nuto (/^^.) non si augura più il maggior mi, imperocché il titolo di signore deno-
de'beni, la sanità, ignorandosi l'origine tava superiorità, preminenza e nobiltà. Il
di tale opportuno augurio, ma si tace con predicato di signore, per quanto si rac-
silenzio assai eloquente per chi con pena coglie da non pochi alti notarili di nobi-
medita sul progresso retrogrado disilFatti li personaggi, duròanche nel secolo XV,
incivilimenti! 11 Ruinarl,/i//t sinceri dei qual distintivodiiVoi/V/àf^/'j, come l'at-
primi martiri, l. 2, p. 4^7,diceche ne'pri- testa Crescenzi nel suo Anfiteatro romano
nii tempi della Chiesa a' vescovi furono da- enei Trattato di nobiltà: laonde domi- i
modo la questione in essa insorta sulle pa- la 3.^ ancora aggiungendosi al Signore Si-
ìo\eSignore eCilladino, e(ii questa: Cliia- gnore il Padrone^ e poi il Colendissimo
ìiiiarnoci pure signori e siamo ciltaduii. (^.), quindinuovamente Signore, dopo
Essa ci fa involontariamente tornar col aver cominciato coW Illustrissimo (/ .) ,
pensiero a cei ti repubblicani che dopo il divenuto Irivialissimo a motivo della co-
24 febbraio 184B in Parigi [F.) ebbero munanza abusiva dell' Eccellenza (f^.)-
iioprattulto il gusto di farsi condurre nel- Non solo in Roma, ma in tutto il mondo
le carrozzedi cor te, banchettare al le men- cattolico parlandosi del supremo Gerarca
se di corte, assistere agli spettacoli nella ^/^), come padre comune de'fedelisi dice
loggia della corte, insomma gettarsi co- Nostro Signore: così scriveva Enrico IV
me affamati su tutti i residui del lusso di re di Francia nelle sue autografe lettere,
corte. Essi aveano propriamente l'aria di parlando di Clemente Vili. L'imperato-
dire : Siamo
signori e chiamiamoci cilla,' re della Turchia^/'.) chiamasi Gran Si-
{lini. Nelgennaio 185411 general Santan- gnore. Aggiunge Parisi, che a suo tempo
na presidente della repubblica del Mes- esci in scena la voce Signoria, e si scrivea
sico ha decretato: Che il direttore dei non già Prostra Signoria^ Vna F^. S., ed
dipartimenti e i membri delle assemblee anche Vossignoria se^i\endof,\ Vannozzi,
municipali di Messico e di VeraCruz pren • uèpretendel'articolo di precedere il pos-
derebbero il titolo di Eccellenza; i pre- sessivo Prostra, neppure nel plurale, noo
fetti de' distretti e i capi politici de' ter- dicendosi la Fostra Signorìa, ma o Fo-
:
ritorii quello di Signorej i membri del- sire Signorie, o\e Signorie Vostre. Potrà
l'assemblee de'diparlimenti e de'terrilo- dirsi bene \diStgnoria Vostra anchequau-
rii quello d' Illustrissimo , e quelli del- do si parla di molti, poiché le Signorie Vo'
le città di minore importanza, di ///«• strc non significherebbe la qualità astratta
sire. Il Parisi, Istruzioni per la segrete- inerente all'animo, per lo quale vi deno-
ria t. 3, de' titoli Signore e Signoria, ri- minate Signori, ma i vostri beni ed ave-
ferisce che abbiamo in Marziale una ma- ri; nel qual senso con minore spesa potre-
iiieradi salutarsi costumata dagli antichi. ste essere signori signorie, come ali 'op-
Sollicìtus doiias, Dominunij Hcgemque posto sihanno signorie senza signoria, che
salutasj'ìì qual complimento viene auto« nel latino Dominalio Qou piace a Parisi;
SI G S I Lir loT
forse perchè Signoria, astratto di siano- Sirc[r.'),non solo divenuto proprio dei
le, bignifìca dominio, podestà, giurisdizio- monarchi e tuttora in uso, ma un tem-
ne, <fomjVmf/o, imperiuiii ,(ìoniiniuiii j Si- po fatto comune a'principi minori e ad
gnoria pergo verno, reginien^eó anche pel altri. Al presente parlandosi in pubblico
supremo magislratod'alcLina repul)hlica. alle regine, si dà loro i titoli di Signora
Tultavolla leggo rìt\Dizionario della lin- e di Madama, oltre quello di Maestà
gua italiana, Signoria, si usa parlando {/'.) e altri.
menico M.' Manui. De'lelteruti che con- Si GL'ENZA (iS'fgfm/m). Città con resi-
dannarono il termine di Signoria, parlò denza vescovile di Spagna nella Castiglia
pure il citato Canceilieii. Tra (|uelii che nuova e provincia di Guad ilaxara,a q le-
lo difesero vi è ancora la Lettera di A- ghe daBiihuega e SodaMadrid, presso al
lessandro Ciloliniin difesa della lingua limite di Calatayud o Soria, sul pendio di
volgare, e i luoghi del medesimo, con una una collina o monte Arienca, la cui som-
lettera di Girolamo Ruscelli al Muzio, in mità viene occupata da un vecchio ca-
difesa dell' uso delle Signorie, Venezia stello, alla sinistra della sorgente dell'IIe-
1 ,j5 I .All'articolo NosTRoSiG.voBE feci pa- nares, e cinta d' antiche mura e fortifi-
rola sul Noi costumato dal-
e sul Nostro, cata. Le strade basse sono larghe e bel-
le persone costituite in dignità. Domicel- le, ma le alte scoscese e strette, essendo
lo, donzello, Domicellus, non è che il di- le case per lo più di antica costruzione:
minutivo di Dominus,ì>\'^vnjve. DilFerisce le fonti sono alimentate da un acquedot-
dal signore, inquanto che questo è più to costruito a spese d'uno de'suoi vesco-
grande per ricchezze o per età. Questo ti- vi. La cattedrale di buono stile gotico, e
tolo anticamente davasi in Francia a'ilgli che contiene alcuni belli mausolei, è d'ot-
del re, ed a (juelli de'grandi signori. ÌNel tima struttura, sotto l' invociizione di s.
medio evo i haroni roinani si chianìava- Liberata vergine e martire, patrona del-
no/-?o«j/fe///,e ne parlai altrove.i\elt^/o5- la città, il cui corpo quasi intiero si con-
sarium di Du Gange si legge che Pomi- serva tra le s. reliquie colla massima ve-
ce llaefiìvouo chiamate le liglic nuhili dei nerazione. Il capitolo anticamente rego-
magnati baroni e militi, i cui genitori si lare e già più numeroso, secondo l'ulti-
re e altri prìncipi sovrani turouo dette Do- canojdi 24 canonici comprese le preben-
inuelLie,e co.m pure furono ap[)ellate le de del teologo e tlel penitenziere, di S ra-
Canouichrs\e secolari, discendendo IJo- zionari, rationarios et tutidem medios, di
ìnivella tla Domina. Finiìlmente il.i Si- c)c<ipptlldm detti del coro, e ili altri [ite-
gnorc derivò uucura il lilulo auvtunu di ti e chierici uddelli al scrviiiio divino. L)u-
,
to distante e in bellissima situazione tro- Francesco Diaz Sunlos Bullon della dio-
»'asi l'episcopio. Vi sonoaltrecliiese, due cesi di Palencia,lraslato da Barcellona nel
delle quali parrocchiali col battisterio 1750; Giuseppe de Cuesta della dio-
la
cinque conventi, ei più belli sono quel- cesi di Santander, trasferito da Ceuta nel
li dei girolainini e de' francescani, dieci 1761; il cardinal Francesco SaverioZ^eZ-
monasteri non che confrater-
di religiose, gaclo (^.), Iraslato da Canarie nel1 76B;
nite, diversi ospedali, il seminario, un o- Giovanni Diaz Guerra della diocesi di Si-
«pizie, un collegio universitario nel con- viglia, trasferito da Maiorica nel 1777;
cerdozio, morto nel Syo: fra' suoi suc- guenti vescovi. Marco fu al concilio diNi-
cessori. Protogene intervenne al 3. "con- cea,AlcimedeaquellodiCalcedonia,Aua-
cilio di Toledo, s, Gienderico arcidiaco- tolio sottoscrisse la lettera del concilio di
no Toledo morì nel 708, il cardinal
di Lidia all'imperatoreLeone, Andrea inter-
Pietro Gandisalvodel/e/i^oza (A^.)gran venne al VI concilio generale, Stefano al
cancellieredi Castiglia, fondatore del col- VI l,Eustazioa quello di Fozio, N. al con-
legio di s. Croce di Vagliadolid morì nel cìlio che condannò Barlaam e Acindino
stiglia, morto nei i652; Feidioaado di metropoli di Laodicea, eretta nel V se»
SIL SIL »07
coIo,fli cui furono vescoviiEulaliochclio- zio, vi sono tabelle colla parola Silenliuni
vossi al concilio di Calcedonio; Giovanni in grandi caratteri. A Convito parlai del
al VII generale; Nicefoio a quello di Fo- silenzio e della lettura nella mensa : il
p.
rio. Oriens dir. t. l, p. 809. Menochio, nelle Stuore cent. 1 o, cap. 1
di Costantinopoli o di altre corti sovra* lo, per essere discreto convitalo. La mi-
uè, o almeno ilsegietariodi gabinetto im- tologia, fece del silenzio una divinità al.
periale greco: forse così denominato per- legorica, rappresentandolo con un gio-
clièdovea osservare rigorosissimo Silen- vane che tiene il dito alla bocca e con ,
zio (^.) e profondissima segretezza. Di- una mano fa cenno di t;icere; il suo at-
ce il Magri che in delta corte questo voca- tributo è un ramo di pesca, albero le cui
boloavea altra significazione,percliè5'/f/j- foglie hanno forma di Lingua (f.) uma-
tiari evano que'soldati, quali custodiva- i na, ch'è uno degli strumenti del parlare.
no la porla del sagro concistoro imperia- I persi adorarono il silenzio come un Dio,
le, dove avevano l'incombenza di far os- gli egizi lo chiamarono Arpocrate,i greci
servare silenzio, e la loro compagnia era Sigalioue, romani Angerona. Gli anti-
i
chiamata ScìioLa silcnùarioruin. Proco- chi discepoli de'lìlosofì greci peno anni
pio riferisce, che quelli i quali militanilo gli udivano tacendo, poi istruiti parlava*
nel palazzo dell'imperatore intendevano no: savio e bello è il conoscere il tempo
alla cura delle cose pertinenti alla (|uiete, di tacere e quello di parlare. La parola
sì cliiamavanosilenziari. Da questa scuo- talvolta ferisce fieramente l'uomo piùche
la l'imperatrice Arianna nel 49' ele\ò il pugnale , rattrista persone e società ,
ra salito all'ordine senatorio , e ad onta ni. Il silenzio era comandalo nella cele-
ch'essa fosse l'infima milizia palatina, on- brazione de'misteri pagani, ed un aral-
de dicesi che l'imperatrice erasi invaghi- do l'imponeva colle formole Hoc agej :
silenziari, e fossero dignitari: trovasi nei parola nella lingua degli auguri signifi-
monumenti antichi Schola devotissimo- cava ciò ch'è senza difetto. Gli oratori e
rum silentiariortim,Silenli(7rius sacnPa- lutti quelli che volevano parlare al po-
star cheto, il non parlare. Questo voca- petuo: imitavano segreti e gli arca-
essi i
bolo nella s. Scrittura esprime anche le ni degli eleusini, usando gran diligenza
idee di liposo, quiete, rovina, morte. Gli in occultare (piel che [>iedicavano: lutti
antichi ebbero l'ufllcio i\\ Silenziario^f '
.)
i Settari^ f^.) ebbero grandemente a cuo-
per imporre silenzio o parlare sotto vo- re il segreto e l'arcano. Questo la Chiesa
ce nel palazzo imperiale, forse .indie nel osservò lincile credè necosaria tale disci-
patriarchio pontificio, ne'monustei 1, nelle plina, perchè i gentili ignora>sero i sa;;i i
scuole, nel refettorio, per cui in (juesli ul- misteri, e poi abbandonò il silenzio dei
timi luoghi, dovendosi osservare il silcu- sasri riti e delle ccclesiasliclie ceiemooic,
io8 SIL SIL
e le rese cognite apertamente a tutti. I do in lui molto spirito e grande amore
santi per mortificazione e per la vita con- per lo studio, lo consigliò a trasferirsi in
templativa furono assai osservanti del si- Parigi. Oltre il soccorso trovalo in quel-
s. Gregorio Na-
lenzio: ricorderò tra'primi la capitale per sussistere,venne fatto mae-
zianzeno, il quale col silenzio di 4o gior- stro nelle scienze e poi reggente nell'u-
ni represse la tentazione della lofiuacilà; niversità. L'alletto patrio l'indusse a ri-
tra 'secondi «.Romualdo istitutore de'ca- tornar nella Spagna, dove ottenne la cat-
nitenza: questo mirabile silenzio del san- lamanca, ove avendo perseverato lunga-
to celebrò nella sua vita s. Pier Damia- mente, conseguila la giubilazione, si ri-
ni. Molli ordini religiosi sono osservan- tirò nel suburbio a menar vita quieta ap-
ti del silenzio, e lo rimarco a' loro arti- plicata allo studio delle divine Scritture.
ca Sisinnio 11 nel 997; IMichele trovossi nascenti eresie, le quali si studiò di sof-
al conciliodiCerulario,nel quale sacrile- focare prima che avessero tempo e agio
gamente furono scomunicali legati di s. i di dilatarsi. Informato Paolo IV del suo
Leone IX; N. fu al concilio tenuto sotto merito e zelo,a'2odicembrei 555, quan-
l'imperatore Isacco Angelo; N. occupava tunque assente da Roma, lo volle onora-
i cattivi uodiini per mettervi invece sog- mente VII. Pvitornato in Portogallo, fa
getti idonei. Edificò una sontuosa cap- dal re Giovanni 111 fatto suo consigliere
pella alla B. Vergine nella detta chiesa, e segretario particolare di corte, carica
e fondò un collegio per 4u fanciulli pel splendida e autorevole per essere ammes-
servigio della medesima, un conservato- so ue'segreli piìi gelosi del regno. Dive-
rio per altrettante nobili vergini e orfa- nuto vescovo di Viseu neh 539 o i54i
ne, per collocarsi in matrimonio a tem[)o a' 12 settembre iSSg Paolo III lo creò
gallo, dalla nobilissima famiglia de'conli gato a Venezia, nella I\Iarca d'Ancona e
di Portallegre, avendo sortito dalla na- di Bologna, riuscendo dappertutto ama-
tura un eccellente ingegno e grande in- to e stimato. Dopo essere intervenuto a
clinazione agli studi delle belle lettere, a due conclavi, poiché era assente in quello
meglio coltivarli fu dal le d. Emanuele di Giulio 111, assai avanzato in età morì
mandalo all'università di Parigi, poi in in Roma nel i 556, ed ebbe sepoltura nel-
Siena, quindi a Bologna, e per ullimoa la basilica di s. Maria in Trastevere di-
Ruma, do ve contrasse stretta amicizia coi venuta suo titolo, pi-esso a cui fabbricò
più dotti. Trasferitosi a Venezia, percor- un magnifico palazzo ov'era solito abita-
se le piincipali provincie d'Europa, ri- re, per porgergli sovente occasione di vi-
Ilo SI L SIL
Farnese, die il senato romano pose in Miclieie, mentre e veramente ciò fece'H
Campidoglio scolpito sul in:u'ino. suo padre re Giovanni VI. Inoltreddelto
SILVA DE iMOTTA Giovanni, Car- re supplicò Leone XII a tra>ferirlo alla
dinnle, iNobile poi loyliese, nacque da il- chiesa patriarcale di Lisbona, ciò che il
Justii genitori, in Casteibranco nel di- Papa etleltuò nel concistoro de' i 3 mar-
stretto diGuiniaraens, a'i4 agosto 685. 1 zo 1 826. 1 vi morì a'3 gf;nnaio 1 84», d'an-
Fatti con successo gli slutli nell'univer- ni 84 non compili, fu esposto in quella
sità diCoimbra, in cui più volte ne die chiesa patriarcale pe' solenni funerali, e
pubblico saggio e ne riportò la laurea di la sua spoglia mortale fu depositata nel-
dottore, fu da Giovanni V nominato ca- lachiesa di s. Vincenzo de Fora. Questo
nonico della palriarc.iledi Lisbona e suo cardinale fu di dubbie opinioni politiche;
consigliere, indi per le di lui istanze Be- di più si fece appartenere alle società se-
nedetto XI 11 a'26 novembre 727 lo creò 1 grete. Mi duole l'animo in pronunziare
cardinale prete, senza titolo per non es- queste gravi e dolorose parole, ma pur
sersi recato in Roma, né a ricevere le in- troppo è a deplorarsi che il settario mor-
segne cardinalizie, uè a'due conclavi. Pei bo pestifero infettò anche alcuni del ve-
suoi talentiil re lo scelse a suoi. "mini- nerandocelo ecclesiastico, cosa notissima.
stro,eminentecarica cbe disimpegnò con SILVANA. Sede vescovile della provin-
tanta pubblica soddisfazione, che fu uni- cia d'isauria, sotto la metropoli di Séleu-
versalmente compiantoc|uandoa'4 otto- cia, nella diocesi d'Antiochia. Il suo ve-
bre 74? '"0>"J> d'anni 63 non compiti, in
i scovoEulalio sottoscrisse canoni i m Trul-
Lisbona, venendo sepolto nella chiesa dei lo. Oricns dir. io34'
t. 2. p.
carmelitani. SILVANO Questo sanlo è patro-
(s.).
SILVA Patrizio, Cardinnle. tacque no della piccola città di Levroux nel Ber-
nobilmente in Leiria di Portogallo ai 1 ry, che l'onora a'22 di settembre. Una
ottobre 1756, dopo filiti gli sludi abbrac- tradizione popolare, non appoggiata ad
ciò la vita religiosa nell'ordine eremita- alcun solido fondamento, crede eh' esso
no di Agostino, e per la sua dottrina
s. sia il pubblicano Zacheo sotto altro nome.
e talento meritò che Pio VII nel conci SILVERIO (s.),Papa LX. Nacque per
storode'2 febbraio 820 lo preconizzasse
I 1 legittimo matrimonio da Papa s. Ormi-
arcivescovo d'P^vora.II reGiovanni VI che sda (prima che fosse inizialo negli ordini
lo amava lo fece segretario di stalo desìi sagri, come attesta Baronio) di Frosino-
affari ecclesiastici e di giustizia, ed ottenne ne, che alcuni dissero di Troia nella Cara-
da Leone XII che nel concistoro de'2 7 set- pania Felice,ma meglio nella Campagna
tembre 1824 lo creasse cardinale dell'or- oCampaniaRomana nel rioneCampoTra-
dine de'preti; ma per non essersi mai re- iano di Ccccano, e perciò come padre il
calo in Pvoma,neppu re a'due concia vi, non campano e frosinate, per quanto rilevai
ricevè il cappello, l'anello e il titolo car- nel voi. XXVI l, p. 276 e 3o2, originari
dinalizio. Il Papa spedi in Portogallo a ambedue di Prosinone, e che Ceccano o-
recargli la notizia di sua promozione e il ve nacquero fu cinta di forti mura castel-
berrettino rosso, la guardia nobile e aiu- lane con porle d'ordine di s. Silverio, la
tante di questo corpo cav. Michele Alva- cui statua e quella del padre si venerano
rez de Castro, che il re decorò dell'ordi- nella chiesa principale diFrosinone,al mo-
ne di Cristo; fu pure incaricato di porta- do notato a p. 3 1 6. Alcuni dicono s. Sil-
re la berretta cardinalizia per l'ablegato verio cardinale dell'ordine de'pre ti, altri e
apostolico che nominai nel voi. V, p. 1 62, più probabilmente diacono o meglio sud-
ove fui indotto in errore con dire che diacono regionario. Essendo morloin Co-
gl'impose la berretta cardinalizia il re d. staiiiinopuli s. Agapito 1 a'22 aprile 536,
SIL SIL III
(lopoarrivala tale notizia inRom3,fuciea- ro alla famosa Antonina deqna amica e
to Fiipas. Silverio agli ti giugno SSj, se- confidente di Teodora e indegna moglie
condo Novaes , naentre vi è chi sostiene di Belisario, permeglio tirare al suo par-
che gli successe 4ogio''n' dopo la morte tito il qualeciecamentede-
quel capitano,
del predecessore, indi consagi-ato agli 8 feriva alla consorte. Incamminatosi per-
giugno 536. Anastasio Bibliotecario scri- tanto Belisario verso Roma, romani gli i
ve che s. Silverio fosse stato eletto per o- aprirono le porte, gli mandarono le chiavi
pera di Teodato re de'goti che signoreg- della cillà e ne cacciarono goti, che re i
giava Roma, e da lui corrotto con dena- Vilige, successore a Teodalo, a\ea racco-
ro; maLiberalo,che in questo tempo scris- mandali a s. Silverio. Il Pa[)a per impe-
se il Breviario della sua storia, non fa dire un massacro e la depredazione del-
menzione alcuna di questa pecuniaria su- le chiese, si accorcìòcon Belisario, che en-
bornazione, né di violenza fatta da Teo- trò in Roma a' I o dicembre jSy, mentre
dato romano. Olire a ciò, come
al clero i goti Uscivano per altra porla. Ma Viti-
riflette il Caronio negli /énnali ecclesia- ge nel marzo538si presentò avanti A'o-
s. Silverio accusalo dello stesso delitto di dopo un anno e 9 giorni avendo perduto
simonia Vigilio (/'.), nella sua intrusio- una liemenda battaglia si ritirò. Fu al-
ne al trono pontificio, nel libello delia sen- lora che Belisario esserido stato in forse
tenza, che scrisse della condanna di Vigi- se dovea ubbidire a Teodora, ebbe la de-
lio, s'egli slesso per questo mezzo fosse sa- bolezza di compiacerla, sebbene dichia-
lito al trono medesimo. Trovandosi allo- rasse che a lui non si dovesse imputare
ra Vigilio nunzio di s. Agapito in Co- I la rovina delPapa,eche l'autore neavreb-
stantinopoli, bramoso di salire al ponti- be reso conto a Dio. Pertanto e vedendo
ficalo fino dal 53 in cui viveva s. Roni-
1 che non cedeva alle pretensioni dell'im-
facio II, il quale con decreto l'avea desi- peralrice,iipugnanle prese occasione per
gnato successore e poi rivocalo, promise deporre s. Silverio, accusandolo d'intel-
a Teodora imperatrice eretica eutichiana ligenza segreta co'goti in tempo dell'asse-
e acefala, ch'egli annullerebbe il concilio dio per dar loro Roma, egli sostituì l'acji-
di Calcedonia (/^'.)in cui furono condan- bizioso Vigilio. Il Papa innocente si riti-
•vero a quello d* Antiochia , Teodosio a tolo trasportare nel suo palazzo della villa
quella d'Alessandria e gli altri, che quali Pinciana, lo privò di tutte le indegne pon-
eutichianiacefuli n'erano stali deposti e tificie, e dopo i rimproveri di cui lo ri-
separati, qualora ella si adoperasse in far- colmò .Antonina, l'esiliò a Patera o Pata-
lo salire al soglio papale. Adescala l'au- ra cillà della Licia. Allora Belisario fece
gusta con tal promessa, die a Vigilio 700 pubblicare, che s. Silverio era deposto e
pezze d'oro, e commise al celebie Belisa- divenuto monaco; nel giorno seguente fe-
rio questo all'are, nel recarsi con l'eserci- ce procedere all' elezione di Vigilio, che
to tl'ordine di Giustiniano I imperatore entrò in possesso del ponlificatoa'22 no-
a liberare Roma e l'Italia dal giogo dei vembre 537 o 538, perchè alcuni croni-
goti. Tornalo N'igilio in Roma colla spe- sti aiilicipnnod'un anno l'ingresso in Ro-
ranza d'essere ci eato Papa, trovo già e- ma di Belisario e l'assedio di Vilige. Il ve-
a Belisario le lettere in suo favore, «Ile fpia- le elfello il vescovo si condusse dall'i mi-
li uggiuusela promessa di 200 libbre d'o- peratore, gli pailò con libertà sacerdola-
112 S I L SIL
le e lo minacciò de'giudizi di Dio,non se dello luogo del monte Piuclo, già abita-
riparava a Innlo scandalo. Gli disse: V'ha loda Belisario, essendo venutoin proprie-
molti re sulla terra, ma non vi è che un tà de'Medici granduchi di Toscana, que-
Papa nella chiesa di tutto il mondo. Que- sti ampliatovi il palazzo per loro detto di
le attribuisce a Vigilio la morte di s. Sil- verio. La 2.' con iscrizione e ritratto co-
verio),otrafittocolferro,come narra Pro- me nella precedente, nel rovescio è pure
copio, in Hist. arcana, p. 4> '' fli^iale di- ripetuta l'epigrafe di con tipo
s. Silverio,
ceche l'uccisoredi s. Silverio fu Eugenio alquanto di verso. Notai a C uies \ di s. Ste-
servo d'Antonina mogliedi Belisario, finì fano DE'MoRr, che il rettore della mede-
di vivere a'20 giugno del 54o, su di che sima d. Silverio Campana vi eresse un al-
sono a vedersi i Boliandisli die lojunii, tare in suo onore, disponendo che vi si
della diocesi di Coimbra; morto noli 833 il suo nome di s. Maria Novella in qucl-
VOL. LIVI. 8
a bi'inrvaiw , ru^.
I 1
4 S I L SIL
lo di s. Beneclelto. Si formarono per le presente non esistono più le monache sil-
licolaie nella solenne professione. Nel co- to, vanta a fondatore Guzzo-
s. iS'/Vt'e^^ro
lore però delle vesti differirono dai mo- lini o Gozzolini nobile d'Osimo,e da lui ne
non vestendo il nome. Nacque esso nel 1 1
naci, i quali allora di color prese 77 ed eb-
ceruleo scuro, come alciuii scrivono, ma be perpadre Ghisliero,e prima cheinlui
sibbene di color tanè lionato (ed in fat- rispleiidcsse il lume della ragione, e lino
ti il Compagnoni, Memorie d'Osimo, t. dai piìi teneri anni mostrò di possedere
2, p. 233, e t. 5, p. 72, nelle belle no- tutte le virtù, onde i suoi parenti conce-
tizieche riporta di s. Silvestro, dichiara pironosicura speranza dell'ottima sua riu-
che ven. Andrea di Giacomo scrittore
il scita, e dopo primi studi fatti nella pa-
i
della di lui vita, notò che l'abito del san- tria 0>imo, lo mandarono a Padova e a
to e de' suoi primi monaci era ruvido e Bologna acciò vi apprendesse la giurispi u-
aspro, senza dirne il colore; quindi con di- denza. Conoscendo Sii vestio che quest'ap-
verse autorità stabili>ce, che l'antico co- plicazione lo impegnava negli affari del
lore dell'abito de'silveslrini Uì mustellino mondo, ne'quali avea risoluto di non in-
o lionato, come quello da'^'allombrosani, gerirsi, e propendendo per la vita chieri-
ossia color tanè lionato; indi parla delle cale, si die tutto allo studio della teologia
diverse variazioni e cambiamenti del co- e a quello delle divine Scritture, per pu'i
lore di questo abito), le monache adotta- facilnjente conosceiee amare Dio che ciò
rono quello nero, come le altre benedet- gl'ispiiava. Dividea il tempo in modo, che
tine che vestono così. Convennero però impiegandolo alternativamente nello slu-
nella forma dell'abito, poiché lo stabiliro- dioe nell'orazione, non gli restava neppu-
talogo delle vergini a Dio dedicate, a p. cui non volle vederlo né parlargli per o i
92, e ne riporta la figura, la quale fu ri- anni. Sopportò Silvestro con paziente ras-
prodotta dal Capparoni, nella Raccolta segnazione tale trattamento, ed intanto
degli ordini religiosi delle vergini a Dio di venne canonico onora rio del la cattedra-
dedicate, a p. 34, insieme al narrato dal le, e promosso al sacerdozio si applicò più
ili libertà evangelica travaglio d'ingiusta gr)la chedovea abbracciare, gli apparve-
persecuzione. Impugnò la spada de! Si- ro tutti i fondatori degli ordini regolari,
gnore contini vizi, che cercava di rimuo- ntostrandogli ognuno la siia.ech'egli scel-
vere dal cuore de'suoi concittadini, qua- i se fpiella di s. lieiiedelto. Altri poi voglio-
contralTalto, coperto di vermini e putre- del suo ordine, confermato poi con bolla
dine. Pertanto nel i 2 i
7 (epoca la piìi ve- de'27 giugno 1247 da Innocenzo IV in
rosimile, altri avendo scritto nel 227) e
r Lione. Quindi il s. abbate fondò altri mo-
avendo ^o anni, parti segretamente da O- nasteri, come di s. Bonfiglio di Cingoli,
simo, accompagnato da certo Andrea, la- di s. Marco di Ripalta, di s. Giovanni di
sciato il quale sì nascose in un deserto vi- Sassoferrato, di s. Benedetto di Fabria-
cino alla terra di cui era signore Corrai no,di s. Bartolomeo di Serra s. Qnirico,di
do, ove vivendo in istraordinaria peniten- s. Pietro di INIonle Ositno, di s. .Marcodi
za e mortificazione, non tollerando Cor- Sambuco, S.Tommaso di Jesi, e di al-
di
rado, chelo riconobbe, che dimorasse in tri fino al numero di tredici. Dopo ave-
luogo tanto orrido e alpestre, lo condus- re il santo procuralo che i suoi discepoli
se in altro meno disagiato e gli sommi- si avanzassero nella perfezione, pieno di
nistròogni giorno l'alimento, li santope- meriti e chiaio per molti miracoli, in età
rò passò ad altro sito più solitario chia- di c)0 anni morì e restò sepolto in Mou-
mato Grotta Fucile, ove poi fondò un mo- teFanoa'26 novembre 2 ()-, per cui l'or- 1
nastero, e qui cominciatasi a spargere la dine fu anche detto di Monte Fano. Usuo
fama di sua santità, molti a lui si porta- nome fu da Clemente Vili messo nel mar-
rono per esserne discepoli e imitarlo nel tirologio romano, e Paolo V Io canoniz-
rigido tenore ili vita, poiché privo di tut- zò perequipollenza colia hoWaSancloruni
to ordinariamente si cibava d'erbe cru- i'irorum, data in Tusculo a'2 3 settembre
de, bevea acqua pura e dormiva sulla nu- iG 1 7, Bull. fìom. t.4>pf»»'-4>P- 2 36. Nel
da terra. Consii;liatoa determinare (|ual- tempo che il dotto Lamberlini ei a pro-
che regola di vivere, fece edificare un mo- motore della fede, dall'ordine fu fitta i-
nastero a cui prescrisse un'estrema pover- stanza per l'estensione dell'uflizio del san-
tà e la regola di s. benedetto, il quale di- to a tutta la Chiesa, ciò che facilmente si
cesi che in un'apparizione gli mostrasse il concede pe'santi canonizzati e fondatori
colore dcll'idiito de'suoi monaci, che han- di ordini approvati; ma si oppose rilevan-
no lasciato dall' epoca dell'unione della do che i silveslriiii allor.i esistevano sol-
congregazione Sdvestrina colla Valloni- tanto nella Marca ov' erano cominciati,
brosana.inche vestirono e rilenneroquel- nell'Umbria e nella Toscina, con 7. "•mo-
lo di turchino blu in vece del primiero, nasteri in cui vìveano circa 3oo tuonaci,
ch'era di color tanè, come neassicurano onde non convenivo estendete n tutta la
alcune pittin-e, un dipinto del Veronese Chiesa l'ulllzio d un santo fondatore, l.i
rappresentante il fondatore, eijuiinto ri- cui religione era ricevuta in poche pro-
marcai nel [)recedente articolo delle Sil- vincie d'Italia. Quando poi Lambertini
vFsTni.NE. Lo scrittore di sua vita nggiun divenne cardinal vescovo d'.-Vnconn, uni-
gp, che il santo pregando il Signore a ma- to con gli arcivescovi d'I'rbino e di Fer-
nifestare 1.1 sua volonlii intorno alla re- mo, e con diversi vescovi della I\larca, co-
ii6 SIL SIL
me dice nella sua opera, De Canon, ss. ossia di s. il go-
Silvestro abbate. Sotto
lib. 4,pa>'- 2, cap. 6, n.°i r,ollentie a'3o verno de'suddetti generali e de'loro suc-
1729 da Benedetto XIII, die alla
luglio cessori, silvestrini si propagarono sino
i
Quirico (di cui nel voi. XL, p. 274), il lombrosani;che quando un silvestrino fos-
quale fece delle nuove fondazioni, come se generale avesse due vallombrosani per
anche il b. Bartolo da Cingoli, clie quale visitatori generali, e reciprocamente due
3.° generale dell'ordine dopo il preceden- silvestrini quando fosse vallombrosano; e
dato ven. Andrea da Fabriano poi an- durala e gli ordini furono divisi per de-
ch'esso generale dell'ordine. Sull'epoca creto della congregazione de'vescovi e re-
dell'istituzione delle mouache silveslrine, golari neliG67 sotto Clemente IX, come
e se il b. Bartolo o il ven. Andrea ne so- appiendo da mg.*' Compagnoni, Memo-
no ifondatori, debbo qui dichiarare. Il rie di OsiniOj t. 2, p. 232. Dopo questa
b. Bartolo 3.° generale dell'ordine cessò separazione generali silvestrini contuiua-
i
di vivere nel 1 298, e ne fu immediato suc- rono nel 4 anni, quindi nel ca-
governo di
cessore il ricordato ven. Andrea nel gene- pitolo generale del 1681, in cui fu eletto
ralato e nell'istesso anno. Le monache fu- generale il p. d. Giovanni Matteo Felicia-
rono ospitate nel monastero di s. Benedet- ni, fecero alcuni regolamenti che furono
to di Perugia, pare alcjuanto prima del appiovati nel i(uS3 da Innocenzo XI, il
1299. Inloino al b. Bartolo, non si rac- quale con breve del G85 ordinò che mo- i
ste in una tonaca legata con una fascia, dall'oscurità dell'oblio le beneficenze e le
ed in largo scapolare sciolto con cappuc» opere di sempre commendevole memoria,
ciò, tutto di color ceruleo scuro o turclii- ch'ebbero culla e sviluppo ue'chiostri, e
110 blìj, com'è ancora la cocolla che assu- indi si riversarono sulla società, che am-
mono incoro e nelle processioni della fuc- miratene le grandezze seppe giustamente
ina degli altri benedettini: portano percit- apprezzarle , e tributargliene doverosa-
là anche un lungo mantello della forma mente stima e riconoscenza, come celebrai
di quello degli ecclesiastici, come è il cap- in tanti articoli. La congregazione silve-
pello. Il generale usa come gli nitri abba- strina vanta pur essa un numero di per-
ti la maiitelletta e la inozzelta, colla cro- sonaggi che quali sperimentati nocchieri
ce pettoialejha l'usodegli ornamenti pon- furono promossi alla dignità vescovile, ed
tificali, e può conferire gli ordini minori in oggi n'è fregiatomg.rGiuseppe^L' da-
a'siioi lelii'iosi.
o Gli altri abbati dell'ardi- vi vescovo diTipasa inpartibus e coadiu-
ne ponilo ullìziare pontificalmente ne'lo» toredel vicario apostolico del Ceylan nel-
ro monasteri 3 volte all'anno, ed è pre- l'Indie orientali, dove si recarono e sono
rogativa forse non posseduta da altre con- presentemente, come altri in epocheanoi
gregazioni monastiche, che la primaria lo- rimote, 3 operai evangelici silvestrini. E'
ro chiesa di iMonteFano,oggi dal nome del sempre celebre la rinomanza di mg. 'Gua-
fondatore detta del s. Eremo di s. Sth-e- rino Favorini vescovo di Vocerà (di cui
Siro, abbia la facoltà d'innalzare la sedia parlai in diversi luoghi e nel voi. IX, p.
pontiiìcale, e di tenerla costantemente e- ic)4)Come il I. "vescovo regolare ad usare
relta sotto apposito baldicchino all'uso di ilHocco verde al cappello, e questo del me-
cattedrale. L'ordine de'silvestrini ha pro- desimo colore), maestro della cattedra di
dotto molti soggetti illustri per dotlrma, Poliziano in Firenze, del quale senza ri-
per virtù e per sinlità di vita, in cui si re- cordare altre opere letterarie, abbiamo il
sero celebri s. Buidìglio vescovo di Foli- riputalis'iimo Lesùco qual capolavoro per
gno che rinunziò il vescovato per tornare introdursi allo studio del greooe qual nor-
alla solitudine, il b. Giovanni del Casto- ma per giudicarne del significalo. Diver-
necelebre per miracoli, il b. Ugoilegli .Vi- si silvestrini sostennero nel Piceno la rap-
ti discepolo ilei fondatore, e molti altri tra presentanza di luogotenenti della <;. Sede.
i quali si contano 12 seguaci del «.abba- Gli storici dell'oriline riferiscono, che l'or-
te; e ne'tempi a noi più vicini ilp. d. Mau- dine eijuestredi Cristo [1'.) nel Portogal-
ro di Uccanali, possente contro gli ener- lo fu istituito colla regola della congrega-
gmnenijil p. d. Aiisovino Rosati di Came- zione sii vestrina, portata in quel regno dal
iiuo, esemplare di osservanza e carità rc> p. d, FruucescodiGesù Maria poitoghe-
m8 SIL SIL
se, il quale la trapiantò pure nell' Indie lo di Fabriano. La volgare denominazio-
occideiilali.equal uomo di Dio non isde- ne ^eZ C^rco sembra impropria, sarà me-
guarono altre case monastiche di averlo glio il dire di s. Stefano sopra Cacco, co-
ne, il p. Aimibali da Latera, Coinpeiidio risce che ivi era una statua di Cacco poi
della storia degli ordini regolari, 1.
1, p. trasportala in Campidoglio, la quale la-
44j FahriuijZ^/Ti'e cronica dcllacongre-
1 sciò il nome alla piazza e contrada. Finse-
gazione de monaci sdveslrini j il p Helj'ot ro gentili che Cacco fosse
i figlio di Vulca-
tradollo dal p. Fontana, i5"tonVz degli or- no.per le fiamme e fumo che usci va no dal le
dinìnionaslici, t. 6, p. 7 y, ove riporta gli i sue grolle presso l'Aventino, che toccai nel
altri autori che ne parlarono. Dice Bail- voi. LVI il, p. 1 78 e altrove, verso la ripa
let che s, Silvestro fabbricò in Roma un del Tevere, da dove rubava i passeggieri
monastero in un sito datogli da'canonici e i naviganti; quindi ucciso da Ercole per
di s. Pietro, cedendogli pure la chiesa di avergli rapito bovi, onde per memoria i
s.Giacomoalla Longaia presso Porla Set- iromani eressero a Cacco altra statua ples-
timiana (ora iStW^ Agostiniane converti- so la porta Trigemina. Il Vasi, nel Te-
te, delle quali e del monastero riparlai al- soro sagro, narra che questa chiesa fu e-
trove), ch'era stata fabbricata da s. Leo- relta sopra un antico tempio comunemen-
ne lY e unita a detto capitolo da Inno- te credulo dell'egizia Iside Serapide, e
cenzo III, di cui è ancora filiale; ma per- fu atterrato dall'imperatore Claudio in
chè i silveslrini nwn aveano sulla ciiiesa castigo a' sacerdoti che fece morire, per
assoluto dominio , nel i 568 accettarono aver in esso ingannata l'oqeslà di Pao-
l'olierta della chiesa parrocchiale di s.Sle- lina matrona romana, ofiesa da un gio-
fano del Cacce om Crti'O nel rione Pigna, vine nobile che i sacerdoti gli fecero cre-
come più ampia e più bella, onde lascia- dere il loro dio Anubi. Dipoi lo riedificò
rono subilo l'allrache il capitolo Valica- Settimio Severo e l'adornò di figniee sim-
nodiè neli62oa'francescaui del 3.° ordi- boli egizi, parlicolarmenle del Cinocefa-
necoU'annuo canone di scudi 60, quali i lo (scimmia con lunga coda, che gli egizi
poi l'abbandonarono per averli Urbano nutrivano ne' loro templi per conoscere
Vili neli63o trasferiti a s. Maria de'Mi- il tempo della congiunzione del sole e della
i ponendo in s.
acoli già de'conventuali, luna, ed era lo slesso che Anubi) volgar-
Giacomo le suddette monache. mente dello Cacco, donde il luogo e poi
Chiesa di s. Stefano del Cacco , con la chiesa presero la denominazione. La
ampio monastero de'silveslrini cotiliguo chiesa fu edificala ne'bassi tempi, e per-
edaloro fabbricalo, e dove olirei monaci ciò si tiene antichissima, essendovi stali
sono di verse segreterie delle congregazio- in venerazione i corpi de'ss. Abdon eSeii-
ni cardinalizie, essemlo vi la residenza del nen che furono traslocali nella vicina C/i/e-
p. ab. procuratore generale dell'ordine, sa di s. Marco (nel quale articolo par-
che ora è il p.d.llarioneSillani,ed il gè- lai dell'antico monastero che fu già in que-
uerale il p. ab.d.Beuedetlo Maggi in quel- sto luogo), e di cui fa memoria ]Marlinel-
SI L S I L I n^
li, Roma sacra 364 e 4o e detto di
p. i , Nell'ultima cappella edificata con buona
s. Stefano in Baganda , mentre Pio IV architettura e dedicata alla Madonna, nei
dalla porla ilelia chiesa di s. Slefuno tol- lati sonodue quadri del cav. Baglioni. Gli
se due leoni eyizi di basalte che avran-
i altari sono f), e alcuni hanno paliotli di
no appartenuto all'antico tempio, e li col- musaico; nelle pareti e sul pavimento vi
locò al principio della cordonala di Cam- sono iscrizioni e qualche bassorilievo se-
pidoglio {f^.). Leggo nel citato Martinel- polcrale, rimarchevoli per la loro anti-
li: S. Stcphanide Cacalo notainr ah au- chità.
thore an. i5S'^ nane dicilur del Cacco. SILVESTRO (s.), vescovo di Chalons
Alile templuni aderant Anubis, et Sphyn- sulla Saona. Successe nel vescovato verso
glint statiiaeinarmoreae;ilern sepulclirum il 490 al b. Giovanni di Chalons, ed inter-
antiquum, in quo expressa i-aria supplì- venne d'Epaona nel 5 17, tro-
al concilio
eia sen'oruni. Dissi col p. Helyotchela vandosi soltoscriito dopo metropolitani i
silvestriuinel i SGSjtna Venuti, Zioma mo- locchè fa CI edere ch'egli fosse il più anzia-
derna,(ì\cei56i, altri nel 1 56 5. I monaci no Mori in pace, secondo s.
de' vescovi.
la ristorarono nel 1 607, e la divisero nel- Gregorio di Tours, dopo aver governato
linterno in 3 piccole navi con due oriii- la sua chiesa per 4^ anni. P>.iferi>ce il ci-
la nell'altare dopo quello ilei Crocefisso, Foligno, dove passò nel 45 1 \';derio della
sotto l'altra navata, è diGiovanniOdazi: il nobile stirpe Ruffia romana, e che perciò
quadro di s. Slefino che prima slava ap- in Foligno continuasse a chiamarsi col co-
presso il muro, fra questa e la cappella gnome dell'antico roma no, finché da Ono-
seguculc,ei'a della scuola diGio.dcNecchi. iVio celebre vescovo della medesima pru-
120 S I L SIL
sapia,datoa Foligno nell'870 da Adriano ^mo^o/Zf'/^.), acciò primeggiasse e risplen-
II, lo cambiarono con quello degli Ono- desse unica mente quella che vi formò del-
fii, come rileva Ughelli, Italia sacra t. la iS'ef/e<7po5to//crt(^.), fondata vi dal prin-
1, p. 738. Essendo morto di buon' ora cipedegli apostoli ei.°Papas. P/efro^/^.),
il padre.l'adeltuosa sua madre prese cura ilcuicorpoequellodis. Paolo (^.) vuoisi
speciale della di lui educazione, e lo mi- da s. Silvestro I divisi nelle loro patriar-
pLìst. cap, 1 6. La sua condotta e il suo sa- piesentarlo al concilio che gli occidentali
pere in que'tempi di persecuzione Io fece tennero ad ^r/e5: credono che vi as-
altri
che rienìpl l'animo del suo predecessore cilio ancora adunato scrisse al Papa una
s. Melchiade, quando il vittorioso impe- sinodale lettera rispettosa, e gl'indirizzo
ratore ridonò la pace alla Chiesa, accor- le decisioni ch'esso a vea fatto, esprimendo
dò a' cristiani il libero esercizio del loro i padri ildispiaceredi nonesserestati pre-
culto, e pose il Papa io grado di sostene- sieduti da lui : s. Silvestro I le confermò,
re con maestà la sublime sua dignità. Dopo e volle che fossero pubblicate per servire
la morte di s. Meli hiaile, fu creato Papa di regola a tutta la Chiesa.A Lateravo
a'3i gennaio del 3 14, e pare consagrato ea Palazzo Apostolico LATERANE>'sE,nar-
in giorno di festa o di domenica, per cui rai cosa vi fece il Papa, quando per in-
Novaes osservò che da lui cominciò l'uso tiero l'ebbe da Costantino I; le leggi pro-
di farsi la funzione in tal giorno. Le sue mulgate in Sardica[f".) sull'uso dell'a-
grandi e gloriose gesta, mescolate con at- rus[>icine e di consultare gli auguri, onde
ti ritenuti apocrifi da' critici, sono tali e quelli diUotna incominciarono a insolen-
tante che le sparsi per lutto questo mio tire contro cristiani, per cui il Papa giu-
i
Dizionario, nei quale feci l'analisi delle dicò necessario di ritirarsi nel vicino mon-
azioni e iinprese de'Papi, le parziali bio- te Soratte, detto pure di s. Oreste, di che
grafie non essendo che principali cenni i dubitano i critici ad onta delle memorie
generici riguardanti medesimi e indica- i storico ecclesiastiche che sono di s. Silve-
tivi de'luoghi ove meglio ne trattai; laon- stro in quel celebre monte, che descrissi
de anche ad mi riporto quanto a s.
essi nel voi. LVIII, p. i 29, e dal quale vuoisi
Silvestro I, il forma una
cui pontificato che passasse in Sabina {f'-), non ostante
delle epoche più memorabili per la chiesa l'allermato da Degli Elfetti nelle Memo-
ron)ana,segnatamente per losviluppo del- rie di Soratte e Inoghi vicini, e da altri
le mira bili disposizioni della divina provvi- scrittori; dissi pureche pare supposto sug-
denza sull'eterna Hoi/ia, come dichiarai gerimento degli aruspici a Costantino I
in quel grave articolo, nel clamoroso tras- il bagno di sangue per guarire dalla leb-
stanlino 1 che lo visitò e ammirò divo- che rilevai ne'vol. X, p. 293, XI, p. 3 1 :
indubitato che il Pa[)a abitasse un tem- ralilà e mansuetuiline versoi poveri; egli
pò presso il luogo ove tu poi da s. Sim- ebbe la consolazione di vedere i persecu-
niaco fabbricata la Chiesa de'ss. lìJarlino lori della religione cristiana deporre lear-
c Sdvcstro[F.), ove egli eresse un oralo- mi, sottomettersi al soave giogo della fu-
rio che ora ne torma il sotterraneo, ed in de, e cessare lo spargimento del sangue
cui celebrò due concdii, che pure ram- cristiano ne'diversi paesi del mondo, ver-
iuculdiucl voi. LlX,p. 68; e tale urutunu Sdlucuu ugni sorla di crudeltà dalla furia
Ili S I L SIL
<lel paganesimo: vide dunque il trionfo cuni scrissero col p. Giacobbe, Bill. Pont.
della vera religione, sopra la falsa e iui- p.2i3, né donato da s. Stefano II nel
niorale idolatria; ma il suo pontificato che 753 a! rinomato monastero di Nonanlo-
doveva essere tranquillo e felice, fu ama- la (/^.); ma beni»! da s.Paolo I fu tra-
reggiato dagli errori e dallo scisma de'do- sportato nel 762 nella Chiesa di s. Sil-
natisti e degli ariani. Nondimeno non gli vestro in Capite (P^.),i\a lui edificata. In
mancarono grandi consolazioni, una delle Roma sono altre chiese in cui è vene-
vi
quali certamente fu la venuta in Roma rato li non che ora torli, come quello
santo,
di s.Gregorio Illuminatore apostolo de- propinquo alla Chiesa de'ss. Qaattro^che
gli armeni, il quale col re Tiridate 1 1, ed ricordai ulteriormente nel voi. LXIII, p.
il principe di Siunia (^.), si recarono a 5i. Abbiamo di Francesco Combefis, f^i-
accolse afiett uosa mente,e con fermò S.Gre- SILVESTRO II,PapaCXLVII. Ger-
gorio nella dignità patriarcale, al modo berto nacque da oscura famiglia inBelliac,
»;lie narrai a Patriarcato armeno. Dice- povero e ucnile villaggio in una valle pro-
si nc\ Libro pontificale, a\eiiis. Silvestro fonda in mezzo alle montagne dell'alta
1 ordinato che V Olio pel crisma fosse fat- AuvergneneldipartimentodiCautal pres-
to solamente dal vescovo, che Sa- il s. so di Aurillac città di Francia, perciò di
gri/izios'i celebrasse con panni di lino, che questa è comunemente creduto nativo,
il capo del battezzato fosse unto col cri- la «juale però fu patria del cardinal Noail-
sma dal sacerdote,ciieniun chierico si pro- les, del maresciallo di tal nome, del ce-
nioves'^e agli Ordini maggiori prima d'a- lebre Guglielmo vescovo di Parigi, diGio-
vere ricevuto i minori, die i diaconi u- vanni Cinqu- Arbres, del poeta Maynard,
sassero la Tonicella e il Manipolo, che di Pigiiaiol de la Force autore d'una de-
niun laico potesse accusare gli ecclesiasti- scrizione della Francia, e di altri illustri,
ci nel giudizio secolare, che giorni della i tra'quali considera suo ({uesto famoso Pa-
Scdifiianajiiiiane il sabato e la domeni- [»a,che fu il 1 ."francese che salì sulla cat-
ca, fossero chiamali ferie. Non è certo clic però è propria-
tetlra di s. Pietro. Egli
tlisponesseche gli /t//^ari fossero di pietra^ mente che significa 5e/ /«oijo
di Belliac,
e che istituisse gradi della Ger/zrc/t/a ec-
i perlafreschezzadellesueombre, per l'ab-
clesiastica, come altri decreti che gli si bondanza delle acque, per l'amenità del
attribuiscono o furono falsificati, in sei sito.La casa in cui visse da fanciullo ri-
ordinazioni nel dicembre creò 62 o 63 mane tuttora in piedi, e la venerazione
ovvero 65 vescovi, ^1 preti e 26 diaco- de' popoli la designa col nome di Casa
ni. Governò 2 anni ei imesi, morendo
i del Papa. Il complesso delle sue gesta, l'u-
ci l'onorano a'2 gennaio. Fu sepolto nel assai giovanile si fece monaco secondo il
nel rintiacciare le scienze e nel promuo- del 999, per raccomandazione di Ottone
verne in Francia e in Italia la collina. l't-r 1 Ijdal clero romano fu eletto Papa Ger-
1
opera di Ottone II, che avea conosciuto berto, prese il nome di Silvestro 11 (non
in Roma, diventò abbate del monastero per quanto erroneamente scrisse Iluck,
diUobbio nel Milanese verso il ()70, e fu confondendo s. Silvestro I con s. Silve-
maeslrodiOltone 111 imper.itore,[)el cpia- rio) e fu consagralo nella domenica delle
le fece un singolare Orologio (^ ). liiti- palme a'2 astrile. Nel Golilaslot. i, p. aat»,
ratosiin Reinis presso l'arcivescovo Adal- Constitutionuni i/nperialiiim,iì legge ima
berto suo amico, e incaricato della cele- costituzione in cui Ottone IH dicedi aver
bre scuola, ov'ebbe per discepolo Robei lo egli eletto Silvestro 11, ma è (pie>ta sup-
Il re di Francia, ivi accpiislò grande au- posta e piena di tante falsità (juaiile pa-
torità, diresse le azioni dell'arcivescovo role conliene, come dimostra Pagi all'an-
e ne ricevè ricchezze e signorie. Indi nel no 999, § 3, e prima di lui l'aveano di-
solenne concilio del qr) uleposlo l'arcive- mostrato Raronio all'anno 191, K 4"» i
-scovo Arnolfo o Arnoldo figlio naturale e Gretsero /// .-ipologia Daro'iii ca[ì. 2 1
di re Lotario, di che parl.ii nel voi. LVII, p. 217, mi lib. 2, ro'itra lirplicalorrm
p. 7G e 78 (ma iiivkice di da Giovanni cap. i (),c ucW .4ppvndijL' 2 .' ad Comtnent.
I
-ìi S I L SIL
i/e Principimi in Sedein apostoUcarn mu- lezza loro si conservano Ira'monumenli
ni/icenlia, t. G, p. 6G7. Che Ollone III della liturgia. Una tradizione attribuisce
poleiUemeiile contribuisse all'esaltazione a questoPapa l'istituzione della Com-
<li Silvestro II, 1' alFerma ancora il cav. memorazione dc'fecìeli defunti {V-)- Ad
Ferrucci nelle liwesligazioni sopra Bo- onta che Silvestro II salì al ponlincalo in
nifacio FII,^. 25 e 4'J', chiamando Ger- un'epoca da tutti lamentata e temuta per
beilo usurpatore della cattedra (li Rei in se la popolare credenza della fine del mon-
negroinaiite, irnputatore orribile di Bo- do nell'anno 000, e che dovea essere pie-
i
nifazio VII, e che di questo non si è detto ceduta da guerre, da ribellioni e da re-
tanto bene a'nostri giorni, quanto se ne ligiose discordie; nondimeno inviò per tut-
disse male per 7 secoli. Ma Silvestro II ta la cristianità un'enciclica piena di re-
cippeiiadivenne l'a|)a si mostrò giusto e ligioso ardore, per eccitare principi e na-
moderato, ntui usando de'suoi diritti se zioni alla guerra sociale per liberare dal
iionconsaviczza. Riconoscendo suoi pre- i giogo de'maomettani la Terrasanta ed i
«;edenti torti colla s. Sede, con dignitoso ciisliani d'oriente; e fu uno de'primi im-
breve apostolico riparando al suo ante- pulsi alla CrociViffl, e alla possanza tute-
rioie avverso conle£5no, subito confermò lare de' Papi sull'universo. Pel suo zelo
nell'arcivescovato l'aulico suo rivuleAr- procurò la riforma de'monasteridi R.oma
noifu, che un sinodo di Reiins o meglio che ne aveano bisogno, e promosse nella
Gregorio V avendolo ristabilito, egli se- città l(j studio delle lettere, come si legge
condo alcuni gli avea rimandato il pal- nel p. Caraffa, DeGyninasio romano. Sil-
lio. Inviòal corpoepiscopale una bella en- vestro II soleva ricordare le sue 3 promo-
ciclica, contenente molte fervide ammo- zioni alle primarie sedi vescovili di Reims,
nizioni, o sermone De informalione E- Ravenna e Roma, scherzando colle let-
piscoporiini. Essendosi il l^apa ila privalo tere iniziali delle sedi e con questo verso
scaglialo contro ricorsi alla s.Sede,come
i ripoitatodal contemporaneoElg.ddo Fio-
luminoso esempio di que-
Sii vesti o II die riacense, in f^ita Roberti francoruni H
sto diritto medesimo vendicato ed eserci- re^is : Scandii ab R, Gerbertns ad R, post
tato da lui nel suo pontificato. Eletto arci- Pcipa K'iget R. Inoltre Silvestro li di fre-
vescovo di Seiis (/'.) Leoterico suo antico quente ripeteva : Eit enini Pelro ea suin-
tliscepoloji competitori gliene impedirono maficuUas, ad qnam nulla niorlaliuni
il possesso. Recatosi in Roma, il Papa ac- acquiparari valeat felicilas. Il Papa ve-
colse il suo ricorso, lo confermò nella se- gliò con attento occhio sopra la purità del-
de, e lo dichiarò primate di tutta la chie- la dottrina, e quando Wilgardo dottore
sa Gallicana; trovando Leoterico nuovi scolastico in Ravenna, trasportato oltre i
ostacoli, nuovamente si portò all'appello debiti limiti da un troppo acceso studio
di Silvestro II, che lo rimandò con let- dell'antichità, piegava versogli errori del
tere a'vescovi suliraganei acciò lo consa- gentilesimo, gì' intimò di comparire in-
grassero, e fu ubbidito. Così il Papa pra- nanzi a lui. 1 beni di parecchie chiese e
ticò, (piale intrepido difensore di sue pre- monasteri furono aumentati o conforma-
rogative, nell'alfare di Adalberone vesco- ti dal Papa, e la religione cattolica nel
vo di Laon, e nel difendere i diritti di s. suo pontificato si dilFuse. Una parte della
Bernardo vescovo d' Uildesheim, contro Prussia e della Polonia rinunziò all'ido-
gli attentali del suo metropolitano di Ma- latria; e per avere s. Stefano I duca di
gonza. In mezzo alle turbolenze del suo ZJ/i^lieria {f^) ricevuto il battesimo col-
tempo e sotto il peso d'innumerabili oc- la pili gran parte de'suoi sudditi e con-
cupazioni, Silvestro li compose de'can- vertita tutta l'Ungheria al cristianesimo,
lici spirituali, alcuni Ue'quali per la bel- il Papa gli die la corona e le inscjjne di
SIL ni
re, lo dichiarò re JposioUco, e concesse la quale riraT)bricala nel i G4? con<;a!2rò di
n lui e successori il faisi precedere alalia nuovo l'arcivescovo di Soi lento. Il Papa si
garico, confermando la sede arcivescovile porta questo libro, De' giubilei di Sih'e-
di Gnf^/jrt, dichiarando metropoli iV/r/^o- stro II e di Urbano l III, e dì quello
72/Vz,ed istituendo le sedi vescovili di Cho- d' Innocenzo .V, Roma i6jo. Sii vesti o II
nad{^\ cui articolo in vecedi lOoSfu stam- conservò tulle le sue antiche reIa7Ìoni di
pato io3o) o Csnad,(\\ Gia^'arino, e pa- amicizia coirimperalore,e gli prestò assi-
re ancora quelle di Cingile Chiese, f^acia stenza ne'tumulli che disturbarono la pa-
e Vespiim, almeno le riconobbe in uno ce dell'impero. Sotto il predecessore Gre-
a Colocza che pi esto divenne arcivesco- gorio \ ,
per le preghiere di questi e di s.
luogo nel loco, quando Stefano! inviò stenne dallo sterminare Tivoli ch'eiasi
ai Papa Aslrico Anastasio i. "vescovo di ribellalo; ma essa insorse ancora contro
Colocza percliiedergli la conferma de've- Sil\ estro II, per cui Ottone III comepro-
scovali,e la corona refle onde con tale di- teitore della Chiesa ne assunse la difesa
gnità compiere l'opera de'suoi grandi di-