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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI FBIXCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI AI VARII GRADI DELIA GERARCHIA
SCRITTORI -ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, Al CONCILH, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOI^
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. £C. EC.

COMPILAZIONE

DEL GAYALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

YOL. XCI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL VI 11.
^^\^. Tj

La prrscnic edizione (• jiosla sollo la salvaguardia delle leggi


vlgcnli. per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
|

i
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

VEN VEN
Continuazione dell' articolo Venezia. cuna piti non esistesse, non intendo d'es-
serne responsabile : presso di esso sond
§ Vili. Decanìe e loro chiese parroc- registrati gl'innumerevoli pievani eleva'i
chiali urbane divise per sestieri. No- vescovilee anche patriarca-
alla dignità
tizie storiche-sagre-artisliche di i^ le.Terrò presente pure l'attuale Stato
chiese parrocchiali esistenti, cowpre- personale del Clero, ed il prete Cappel-
, se la cattedrale e la concaltedrale, singolarmente per
letti, le successive vi-
e quella in cui risiedeva il patriar- cende di soiìpressione e altro, e per l'o-
ca di Grado, e della sua giurisdi- dierne, sì della città eVi della diocesi, con
zione e prerogative in Venezia; di l'ordine da lui tenutode'sestieri civici, ove
29 chiese esistenti, già parrocchiali^ si trovano o esisterono. I pregi artistici
e convertile in succursali, in oratorii più rimarchevoli li dirò col Moschini, no-
sagramentali e non sagramentali, me equivalente a singolare elogio ;e qual-
con pie unioni e benefiche istituzionij che interessante cenno colle Fabbriche
di 19 chiese già parrocchiali demo- di Venezia, e altre opere e nozioni. Si-
lite. Altre notizie da richiamarsi a! no all'annoi 81 o, Venezia contava nella
loro luoghi. Indicazione del clero fo- città 72 parrocchie, alcune delle quali
raneo. anticamente appartenevano alla giurisdi'
zione del patriarca di Grado, altre erano

K lei

mollissimo che
tener proposito
vi
in breve, sul
sarebbe a dire, delle
soggette al primicerio di s. Marco, ed il re-
sto formava la diocesi del vescovo di Ca-
stello. Tutte poi, soppresso quel patriar-
parrocchie e delle loro chiese, priucipal- cato, entrarono a formare la nuova ar-
nieiite procederò col senatore Corner, cidiocesi di Venezia: tranne le ducali, che
luassime per le notizie sloriche, ma de- rimasero sempre soggette al primice-
scrivendo con lui le ss. Reliquie, se al- rio finché questi duiò. Alla sola città li-
4 VE N VEN
mitavasi tutta l'arcidiocesi patriarcale, cania, basilica minore concalledrale, par-
sino al 1818. Si distiriguevaiio le par- rocchia arcipretale, e decanato patriar-
rocchie in matrici e filiali, e per lu mag- cale. Dalla via de* Giardini per tortuo-
gior parie erano collegiate. Per m<itrici se vie alla sinistra,si giunge a questo
s'intendono le Decanie, le cpjali ecco co- venerando luogo. Sorge la chiesa sopra
me sono registrate nello Stalo persO' un'isoletta che forma l'estremila sud-est
naie del Clero. 1.* Decania di s. Mar- della città, congiunta all' adiacente me-
co con 5 parrocchie, compresa la Mar- diante uu ponte di legno che valica lar-
ciana. 2." Decania di s. Pietro di Castello, go canale. Benché tra loro siano discor-
culla quale si contano 8 parrocchie, com- di i cronisti veneti nello stabilire il vero
presa quella del Lido sul Litorale. 3.' sito dell'antico Olivolo, dice ilCorner, al •
Decania de'ss. Apostoli (secondo il Pro- cani ponendolo ov'è l'isola di s. Elena,
spetto riassuntivo dello Slato personale, altri nell'isola incontro, detta della Cer-
mentre nella descrizione figura 4-" De- tosa ; tuttavolta si tiene più probubile
cania e 3.' la seguente), colla quale so- opinione, che il Castello d'Olivolo auli-
no 6 parrocchie. 4-" Decania di s. Silve- camente sorgesse nel luogo, ove sorge
stro, unita alla quale comprende 6 par- di presente questa chiesa col già pa-
rocchie. Maria del Rosario, colla
5."s. lazzo de'paliiarchi, cioè nell'isola chia-
quale, e compresa la parrocchia di Gam- mata ora Quintavalle, denominazione
barare nella prossima terraferma, sono avuta dalla casa Quintavalle padrona
7 parrocchie. Del clero foraneo e delle di gran parte dell'isola. A questo luogo
3 Foranie di Torcello, Caorle e Mura- creduto d'intera sicurezza, e nell'altre
no farò parola nel fine di questo §. Le isoielle delle lagune, rifugiaronsi gli a-
parrocchie hanno chiese succursali, ora- IMaììl'ì d' Aq ai leia, di Concordia, di
toriali sagramentali ed oratoriali non
, Padova, di Aitino, di Oderzo o Opì-.
sagramentali , come dirò parlandone. Le tergio, e gli altri popoli dell'antica ter-
parrocchie, oltre il parroco , hanno coo- restre Venezia, i quali fuggi vano dal fu- J
peratori, confessori, predicatori, sagrista, rore d'Attila re degli Un/ii (f^.J. Adun-
'
altri preti addetti, diaconi , mansionari que padovani e gli altri della Venezia
i

chierici, accoliti e oslìari. Le chiese suc- terrestre, narra lo stesso Corner, dopo
cursali hanno vicari, gii oratorii sagra- aver occupato multe isolette nelle paludi
mentali hanno rettori. Della parrocchia Adriatiche, si riilussero anche a questa |

di s. Marco trattai nel § VI in questo : situata in vicinanza del porto, in essa


descriverò l'esistenti e le soppresse, e nel ritrovarono i vestigi d'anlichissiuie mu-
§ X le altre. Finalmente, delle antiche ra, e compresero questo essere il luogo
70 fraterne parrocchiali, soccorritrici abitato già da'troiani condotti da Ante-
de' poveri, sostituite di recente dalle de- nore dopo l'eccidio di Troia, quali i

putazioni col rispettivo parroco per pre- al loro approdare in Italia quivi fabbri-

sidente,ne parlo ne' numeri 17 e 19 del carono un castello, chia(nato, prima


§XII, dicendo dellaCommissiuuedi pub- Troia per memoria della distrutta famo-
blica beneficenza e degli asili infantili. E sa lor patria, poscia Olivolo, vocabolo
nel fine di detto n. 19 descrivo la pia interpretato luogo pieno j ma di esso me-
società della s. Infanzia^ introdotta in glio è parlarne nel riferire la fondazio-
ogni parrocchia. nedel vescovato nel § XXI coll'ab. Gap- À
Sestiere dì Castello. pelletli, e sono cose tutte appoggiate al-
I. S. Pietro apostolo, già chiesa cat- la tradizione del popolo. In questa iso-
tedrale vescovile, e poscia patriarcale e letta dunque fermò il suo domicilio una
tuetropolilaua primaziale. Ora 2/ de- uou pìccola parte de' popoli fuggiaschi;
VEN YEN 5
e quando già esisteva la chiesa dì s. Ja- gran porzione del suo popolo costruì o co-
copo nell'isola di Rialto (la quale sebbe- me pare più certo ristaurò sui lidi dell'A-

ne oratorio sagranienlale, si ritiene co- driatico la c\Hlì<y Eraclea, e con l'autori-


iniineniente che sia stata la prima chie- tà apostolica vi piantò la sede vescovile.
sia parrocchiale innalzata in questa cit* Fondala tradizione e comunemente rice-
tà ; nondimeno e come dirò nel § XIX, vuta, però c'istruisce, che prima di pas-
n. 2, qualcuno pretende, che prima an- sare alla fondazione o riedificazione d'E-
cora della chiesa di s. Jacopo di Rial- raclea si fermasse egli per non breve
to altre ne sieiio esistite sulle primi- tempo nell'isola di Rialto, dove a spiri-
tive maremme venete), o contempora- tual conforto e assistenza religiosa de'po-
neamente o di poco assai posteriore, al- poli ivi concorsi, fondasse per divina ri-
cuni nobili tribuni, allora Simaohali, po- velazione 8 chiese, la i.* delle quali de-
scia Cavotorta chiamati, nell'estremità dicata a Dio sotto l'invocazione di s. Pie-
dell'isola d'Olivolo vi eresserouna chie- tro principe degli Apostoli, il quale ap-
sa sotto il titolo de' ss, Sergio e Bacco parso al s. Vescovo, mentre era rapito in
martiri, la quale divenuti^ la i.^catte- ispirilo, gl'ingiunse di fabbricare a di lui

«Irale fu posta sotto rimmediata giuris- onore una chiesa in quell'angolo della
dizione de' patriarchi di Grado, insieme città nascente, ove avesse veduta una
con tutte le altre chiese della Venezia mandra di bovi e di pecore pascolare in-
marillima, finché altra incursione de* sieme. Questa fu, secondo il Corner, la

barbari die' occasione al vescovato d'O- prodigiosa origine della chiesa di s. Pie-
livolo, che nel principio del secolo XII o rinnovata o restaurata, o
tro, che poscia
prese il nome diCrf.v^e//o,daquello ricor- meglio propriamente fondala, come al-
dalo e quindi dato a quel sestiere. Noterò tri vogliono ed a suo luogo dirò, da Or-

che nella chiesa ile' ss, Sergio e Racco, il so Partecipazio vescovo Olivolense 4-''>
vescovo d'Oderzo, Magno, da
l'alliiiale s. divenne la cattedrale delta nuova città di
Eraclea vi [)orlò le spoglie di que'ss. Mar- Venezia, e sede de' vescovi Olivolensi, poi
tiri, La detta nuova iiicuoione avvenne detti di Castello, e in fine de'patriarchi
allorché Rotari re de'Iougobardi dal 636 di Venezia. Qui però non devo tacere
al652,quale eretico ariano e giurato ne- quanto leggesi nella Slato personale.
mico non meno del nome romano, che t Questa chiesa vuoisi prima edificata
della religione cattolica, scorrendo furio- nel V secolo o nel VII. Divenuta nel
so per lutto il trailo della Venezia terre- 775 cattedrale, fu più volte incendiata
slie, colmò di stragi e rovine le città, e e restaurala, e finalmente ridotta all'at-
piantò in esse vescovati ariani, dopo aver- tuale forma nel 1624". Delle 8 chiese
ne fugali i legittimi pastori. Prevenendo dell' isole Realline, di cui s. Magno pro-
però molli di questi ultimi le iurie del mosse l'erezione , secondo la tradizione,
barbaro re, ricovraronsi nelle lagune tranne tjuella di s. Giustina che non più
Adriatiche, rifugio sperimentato sicuro esiste, come diiò nel n. io di questo §,
in simili incontri, e quivi trasportando l'altre sussistono e sono: s. Pietro in O-
colla miglior parte del loro gregge anche livolo o Castello, s. Ralfaele Arcangelo,
les'cili vescovili, vi stabilirono i vescovati s. Salvatore, s. Maria Formosa , s. Gio,
della Venezia marittima soggetti al pa- Rallista in Bragora, s. Zaccaria , e ss. A-
triarcato Gradense. Fra quesli s. Magno postoli. Tulle furono edificate cou debo-
circa il 640, vescovo dell'antico Opiter- le costruzione, per cui ciascuna nel IX se-
giojora Of/t'rz.0, sapendo venir minaccio- colo ebbe bisogno d' essere rifabbricata,
so alla sovversione di quella città l'adira- come dirò nel descriverle. 11 vescovo Or-
lo Rotari, prevenne il di lui furore, e cou so ueir 841, dalia chiesa de' ss. Sergio e
6 YEN YEN
Bacco, allora calletlinle, alla nuova di liquia ili cristiana antichità da Michele
8. Piclto, vi Iraspoilò le loro ss. Ossa, le imperatore d'Oriente, figlio di Teofllo
collocò nell'altare al nome consagra-
loro (perciò forse Michele III dell' 84^-67 :

10 in decente orna marmo: per lut-


di ina nel relativo articolo che citerò, coll'o-
to ciò questa cUiesa portò anclie nome il pera originale del Cornaro, dona- la dissi

ile'ss. Sergio e Bacco. Il vescovo Landò ta dall'imperatore doge Gra-


Michele al

del i4'7 l'isarcì a proprie spese il tet- denigoneli 3 io; perciò qui debbo avver^
to cadente, e vi eresse la di vota cappella lire, che in quell'anno regnava Andi oni-

d'Ognissanti, che poi Martino V nel co II Paleologo, figlio e successore di Mi •

1424 arricchì di copiose indulgenze. Il chele Vili Faleologo morto nel 1282),
patriarca Friuli del i5qi promosse con al doge l^ietro Tradonico circa la metà
fervore la rifabbrica della cattedrale di del secolo IX, e l'essere slata tratta dalla
s. Pietro, ed a proprie spese fece co- città d'Antiochia diede motivo all'equi-
struire di marmo il piospetto esteriore. vocojche fosse ella la cattedra di s. Pietro.
11 Corner pubblicò la medaglia per tale Dalle paroleche nel mezzo dello schiena-
rinnovazione, con l'anno i 5q4 nell'iscri- le sono incise, ed esprimono Antiochia
zione e l'immagini de' ss. Pietro e Paolo. Dio con lettere arabiche, chiara-
città di
R^idusse a perfezione l'edifizio il patriar- mente si desume non essere stato esso
ca Tiepolo del 1619, secondo il Corner, marmo lavorato avanti il secalo VII, sì

indi consagrata a' 2 settembre i64a perchè la città d'Antiochia non fu chia-
dal patriarca cardinal Cornaro. Tra le mata Città di Dio, se non nell'anno 528,
ss. Reliquie che vi si venerano, oltre i come attestano Teofiine e Cedreno sto-
corpi de'ss. Sergio e Bacco, vi sono quel- rici greci; come pei-thè la lingua arabica
li del proto-patriarca s. Lorenzo Giù» non si usò mai in Antiochia, se non dopo
fctiniani; di s. Lucilla vergine e martire; l'anno GSy, io cui gli arabi la occuparo-
de''ss. Marcellino e Giulio martiri , traili no anno 28 d' Eraclio imperatore
nell'
dalle catacombe di Roma ; la mano di d'Oriente". Trovo nel Moschini. » Dopo
s. Cipriano martire e vescovo di Carta- il 2.° altare, cattedra di marmo con iscri-
gine, obesi crede già venerata nella sua zione arabo-cufica : il volgo la crede cat-
chiesa abbaziale di Muiano.Giaceinquti- tedra di s. Pietro in Antiochia ; Ira'dolli
sta chiesa il corpo d'Antonio Pizzamano chi la tiene come cattedra d'altro vescovo,
\escovodi Feltre di santissima vita, che chi come cippo d'un principe de' mori ".
rUghelli e altri celebri scrittori decora- Sulla medesima, parlando dellaC(7^/cd//-dJ
no del titolo di Beato, morto in Venezia e festa di s. Pietro in Antiochia, riunii
nel i5i2,e qui deposto, ove 8 anni do- alcune erudizioni e opinioni, dovendosi
po fu trovato incorrotto e illustrato da tener presente anche quanto ho riferito
Dio Con manifesti miracoli. Di più vi so- nell'altro articolo Cattedra e festa di
no sepolti que' vescovi e patriarchi, che s. Roma, la quale veneriamo
Pietro in
dirò ragionando di loro. Aggiunge il Cor- nel tempio Faticano ( F.) per reliquia
ner nelle sue Notizie storiche: « Conser- insigne e qual simbolo della Sede Apo-
vasi pure decorosan)eiile siiuata un'an- stolica. Questa Sedia (F.) d'avorio ser-
tica cattedra di marmo (riportando due vì per molti secoli per l' Intronizzazione
incisioni della parte anteriore e posterio- de' Papi. Quanto alla cattedra marmo-
re della medesiuja, co' caratteri scol[)ili), rea di s. Pietro di Castello, i critici mo-
che per tradizione dicesi es'»ei quella iu derni credono portata da' veneti cro-
cui setlelte l'apostolo s. Pietro, allorché ciati,
la

da Costantinopoli a Venezia, e l'i-


i
\Mi\\ASiria(V.) piantò in Antiochia il suo scrizioni essere in lingua turca. In tanta
pontificalo. Fu douatu questa nobile le- disciepanza d'opiuioni volli consultare
V EN V n: X 7
lii (loKa opera e secomla tra le cufìclie gli piacque di prenderead esame la catte-

Trat-
tleirillustresulloclalo, e intitolala: dra, ne pubblicò miseramente ii disegno
tato iltdle simboliche rappresentanze e l'iscrizione, con esposizione e opinione
Arabiche, e della varia generazione ca[)i icciosa e fantastica. Tosto però sor-
de' Musuhnani caratteri sopra diffe- seSimone Assemani, insegnatore dell'a-
renti materie operati di Michelangelo ^ rabo in Padova (e grave autore d'opere,
Lanci. Parigi dalla stamperia orientale fra le quali: Saggio sull'origine, culto,
di Domley-Dcipré 1846. In essa e nel t. letteratura e costumi degli arabi avan-
2, p. 26, trovasi la tlichiara/ione delle timaometto. Globus coelestis cufico-a-
tavole xvii e xvni, contenuta in 5 pagi- rahus F^cliterni. Sull'injltietna degli
ne in foglio, che qui tenterò restringere, arabi sulla rima italiana. Monete effì'
notando alcun che fra parentesi a mag- già te maomettane. Monete cufiche del
gior onore dell'opera sle*sa. ^Jell'antica museo Mainoni. Rerum Arabicarum col-
basilica di s. Pietro di Castello in Venezia, lectio),n temperare col suo senno la mala

è una marmorea cattedra ohe si credette memoria del r." illustratore Giuseppe;
ne'secoli indietro servita di scnniio alla suo zio; e forzandosi d'impugnare ilTych-
santità eantorità di s.Pietro inAnliochia, sen (la cui sedicente scoperta era assii
per cui i divoli non lasciavanodi piamen- dispiaciuta a' veneziani, specialmente al
te visitarla edi orarvi innanzi. Intraveden- patriarca Giovanelli), pretese aver serviti>
do alcuni essere nel suo dossale, intagliato la sedia a sepolcrale monumento d'illu-
a rilievo, ornamenti a modo di lelternli stre eroemusulmano morto sul campo tli
seiubianze di sconosciuta favella; e fon- guerra. Anche <{uesti due errarono pel ri-
dati sulla tradizione vocale, che Michele levato su questo tesolo cufico dallo sguar-
imperatore d'Oriente avesse donala que- do linceo e sapiente del eh. Lanci, tlopo
sta cattedra a' veneziani nel i3io, col- aver egli ottenuto fedelissintta copia del-
la credenzi che fosse stata di s. Pietro, l'epigrafiche note a mezzo del più volte
se ne mandò copia in Iloma a Giusep- e mai abbastanza lodato Moschini cioè ,

pi Assemani, uno de' più rinomati o- prima mediante impronta di nera tinta;
rientalisli del suo tempo, per saperne il e poscia per aver ancora il Moschini a' 7
coulenulo. Dopo lungo studio, erronea- dicembre! 838,co l'opera del virtuoso ed
mente dichiarò comprendersi in mezzo erudito ingegnereGiovanni Casoni (la cui
alla cattedra e all'intorno, la leggenda che perdita piansi e piango, per l'amorevolez-
snona in italiano: Città di Dio e Antio- za di cui mi fu largo, e ricordo con grati-
chia : chiedi a me e li darò gente in tua tudine e ammirazione, a cagion d'onore),
'
eredità, e il tuo potere sino a'conjini fatto staccare dal muro il marmo scolpito,
della terra. Regger ai qmlli con verga di il che produsse la scoperta del rovescio
ferro e li stritolerai siccome stoviglia dì della pietra (convien dire che prima fosse
vasellaio.Opera di Abdulla servo di isolila pel disegno memorato dcd Cornei*
Dio. La tua sede, o Dio, e a durazione prodotto, e per quanto poc'anzi ho riferi-

di secoli, verga di giustizia si e la verga to, né può dire che sia una riproduziona
si

delregno tuo. Sulla fede di sì autorevole perchè l'opera d'Olao o Olouf Tychsen fu
testimonio,tutti confermarono nella fai-
si impressa posteriormente a Rostock nel
lace vecchia idea: perciò con più di fre- 1787C0I idolo: fnterpretatio inscriptionis
<{(ienza e divozione i fedeli buonamente ciificae in marmorea templi patriarcha-
'
continuarono a baciare le lettere, e con lis s. Petri cathedra, qua s. Apostolus
j.Meci vi strofinavano rosari e coroncine. Petrus sedisse ereditar. Indi nel 1790
Ma viaggiando pe'veneli paesi ilTychsen pure in Rostoik. stampò il supplemento :

(protestante) perito ueli'orieutuiiiuvelie, Appendix adJnscriptiotiis eufìcaef'ena-


-

8 VEN VEN
tiìs in marmorea templi patriarchaliì 7.0 d'una camera onde potersi ibera «nen- I

cathedra conspìcitne ìnterprrtafione/n), ie leggere, per servire al suo Signore, o


as'^iii più del davanti adorno di lettere forse un supremo giudice, un Emiro, un
scidle, e ne inviò copia in Roma allMlu- Soldano; poiché dietro alla parte ove po-
slratoie che celebro. Ed iooltre per ave- sava il suo capo, si legge l'invito coranico
re poi eziandio a lui generosamente man- a clemenza e misericordia. Quanto all'e-

dato quel fior d'ingegno ch'è il conte Tul- tà del monumento, per studiosi riflessi,
lio Dandolo, l'esemplare in gesso del dos- e per la furma delle lettere qualificale
sale della cattedra a doppie scritture, ri- tainurec, congettura appartenere al finir

cavato per cura dell' ora defunto inge- del secoloKl di nostra era, allorquando
gnere Salvatori, fu ficile alla dottrina vieppiù le forme alfabetiche si snatura-
del Lanci trarne accurato disegno si del- vano, e invece dell' originale semplicità
l'uno e sì dell' altro lato, ed inciso pub- sicoprivano disfoggiatis>imi addobbi. In
blicare nellesuddelte 2 tavole,rappiccoli- fine dichiarò,circa alla provenienza, esse-
to il disegno con pantografo alla 3/ par- re probabile, cheal ritorno de' veneti pa-
te del monumento. Pertanto, ripiodot- ladini dalle crociate, essi recassero ([uesto
te le originali iscrizioni, corrisponden- giuridico o soldanico trono in Italia, anzi
ti alle sure lao e ig^ e seg. del Co- assolutamentea Venezia. Pocodopo, pres-
rano, esse dicono nel nostro dolce e so- so idi voti veneti, già possessori in s. Marco

noro idioma. » O
Signor nostro, certa- della vecchia cattedra marmorea, che di
mente noi ascoltauìmo il banditor che sopra descrissi colle magistrali dilucida-
ne invita alla fede dicendo: credete nel zioni del medesimo profondo orientali
Signor vostro; perciò credemmo, oSignor sta Lanci, per le sconosciute lettere, inval-
nostro. Rimettici adunque peccati no- i se la volgare e pia opinione d'essere ser-
stri, e rimondaci da'mnli nostri, e facci di vita a s. Pietro in Antiochia, dalle cui
qua partire co'giusli. Ancora, o Signor parti i loro prodi crocesignati avevano
nostro, fa che ne venga quanto ci promet- in patria portato il monumento. Prima
testi pe'tuoi legati, né ci far coprire di ver- d'abbandonare la meditata scultura tlel

gogna nel giorno della resurrezione. — I(U- marmo, volle il Lanci lodare il bello as-
pertanto rispose ad elli il Signore dicen- setto letterale cogli adorni che lo rive-
do: io non peruielterò che perisca l'opera stono largamente per tutte le vie cui gli

dell'operatore tra voi, od egli sia maschio elementi su la pietra discorrono; e |)iti À
o sia femmina;chè l'uno di voi è dall'altro. che altrove certamente nel mezzo de'la-
Coloro adunque che trasmigrarono di ti, dove il sapiente calligrafo diede stra-

lor patria e cacciali furono delle lor case grande prova di sua virtù. In vero, niua
e malmenati nella mia via, e combatte- altro marmo si vide, egli dice, grande-
rono e furono uccisi, veramente saran- mente fornito di nobili acconcezze negli
no per me rimondi de'Ioro mali, esìgl'in- svariatissimi fregi, come qui per copia e
Irodurròin quegli orti,sotto cui scorrono lusso Irabbondano. Il perchè, ben a ra- ^

i fiumi; il premio è da Dio; e affé di Dio gione, gli gotle assaissidio l'animo d'es-
che appo lui sta la bellezza del premio. sere slato il i.° a farlo spiccare dal muro,
- —'Di' ; o Signor mio, perdona e usa mi- che per mala sorte ce e lo appiattava,
fiericodia dacché tu se' l'ottimo de'mi-
; quindi darne per nuovo intaglio un for-
sericordiosi". Di naturale conseguenza ,
bito disegno, ad allegrar la veduta di co-
appariscono le curiose e balorde (sic) spie- loro che in cosilìatti esolici studi tanto
gazioni d'Assemani e delTychsen, quindi deliziano.Sono però a leggere due erudite
si
i
francamente il perspicace Lanci alkMinò Memorieùtì sullodalo ingegnere archeo-
«bsere un mosieraico lroao,eretlo in niez- logo Giovanni Casoni, l'una del i843.
YEN YEN 9
l'altra dell 84^»piesentate al veneto Islì- secoli della repubblica sino all' olto!)re

Inlo, ed ima leltera d<i lui sciilla al fu 1807, in cui loglieiiclule la cnttedrali-
Cdtite Leoiiaiilo Manin del i85i, nelle là, la sede palimi cale col capitolo venne
quali nanaiiclo la storia di questa cai- trasferita nella basilica priniiceiiale di s.

tedia, esamina quanto disse il cbiaiissi- Maico, di propria aiilorilà dal patriar-

1110 Lanci, e ritiene die tanto questo in ca Gamboui, al modo già riferito. Ora
s. Pietro, quanto un frammento siinilis- gode, insieme grado di concatlediale,
al

«imo da esso Casoni trovalo nel Fonda- quello di basilica minore a guisa di quel-
co de'Turcbi, siano ambedue spettanti a le ili Roma, nel 1821 ambedue beni-
n)onun>enti lurobi sepolcrali. L'attuale guarnente conferiti da Pio VII, dopo la
chiesa di s. Pietro di Castello, è arcbitet- canonica soppressione della precedente
lata nel prospetto da P'rancesco Sine- calledralilà. Fu sempre parrocchia e ina-
raldi, sopra un disegno già stalo fumilo li ice, e da nllimo aveva soggette 22 par-
dal Palladio al patriarca Diedo ; e nel- rocchie filiali al suo decanato. Di pre-
l'interno da Giovanni Grapiglia, ambe- sente la parrocchia di s. Pietro è vasta,
tlue buoni seguaci del ricordalo Palladio, contando q^iT. anime. Queste cifre, co-
IMolle pitture e sculture notabili conile- me tutte le altre, le ricavo dallo Slato
ne questo memorabile tempio. Wagnifi- personale del i858, ed a suo luogo ri-
co èli suomarmoreo campanile. Dopo porterò il computo comj)lessivo. La chie-
il ricodalo 2.° altare, trovasi una gentil sa di s, Pietro è padronato del capito-
tavola del liasaiti, con s. Pietro e 4 ^'tri lo metropolilano, che ne ha la parroc»
pianti; quindi gran tavola, di largo sii- chialità abituale. Si compone il suo cle-
le, del romano Ruschi, con Maiia Ver- ro: dell'economo spirituale; di 3 coo-
giue e Santi, sulla parete vicina una la- peratori pel circondario della parroc-
vola di Paolo Veronese, con s. Giovan- chialc, uno de'quali è sagrista; di 3 coo-
ni Evangelista e due altri Santi. Nel coro peratori pel circondario della succur-
gran quadro, ben aggruppato e di buon sale. Questa è la chiesa di s. Francesco
tono, del Bellucci, con volo della lepub- di Paola, di cui nel § X, n. 64, che ha il
blica a s. Lorenzo Guistiniani. Ha un pò- suo vicario. Ha 3 luatorii non sagrameu-
tente emulo nel quadro in faccia collo , tali. Il i." è (piello de' ss. Pietro e Pao-
stesso santo, limosiniero; coinponimen- lo.in cui si raccolgono ne'<ii festivi i di vo-
to del veneto Lazzarini, giudizioso, ricco li sotto la prolezione di S.Filippo Neri,
di fantasia, di esalto disegno e buon co- Il 2." dell' linmac(jlata Concezione di
lorilo, reputalo dal Moschiui la miglior Maria Vergine, eretto neli856,e bene-
opera della scuola veneta nel decorso se- detto da mg.' patriarca Multi lai.^do-
colo. Nella cappella all'altra parte, lavo- menica di novembre di quell'anno; ed
la del Giordano, con Maria Vergine e ha il rettore litolare. Il 3.° di s. Maria
l'anime purganti. Sulla porta della vici- Assnntadelle Vignole, Biiiiola o Scptern
Ila cappella, altro lavoro, senile, del Da- J^ineae,\n isola, ulliziatoda' minori os-
saiti, mal collocato, con s. Giorgio a ca- servanti riformati, esoggetto alla parroc-
vallo: nella musaico
cappella pregialo cliia. Come 2." decania urbana ha sog-
d'Ar«niuio Zuccato, con disegno di Ja- gette leparrrjcchie di s. Maria Formosa,
copo Tiutorelto. Questo parlare, conci- di s. Zaccaria, di s. Giambattista in I3ra-
.so, sentenzioso, magistrale, è del Mo- gora, di Maria Elisabetta del Lido, di
s.

schini ; anche pel tratto sue-


l'avverto, s. Martino, di s. Francesco della Vigna,

cessivo,onde non si creda che io voglia de'ss. Gio. e Paolo. Voglia il cielo, per
ostentare il tuono di giudice nelle arti, la dignità e decoro della s. Chiesa ve-

Queìita chicsu fu cultedrulo du' primi ueziauu, che aia stalo riaiussu lo slulu di
e

IO V E iN[ YEN
squallore, ìii cui negli ultimi anni ev,\ mrdo Ferruzzi, che r.* di tulli fu Ini-
caduta quest'antica basilica arcipietale, ziato nel sacerdozio a titolo di servitù di
già illustce sede patriarcale, come mi scri- questa chiesa, e fu anche il i." che trat-
veva l'ab. Diclicl» suo cooperatore in cu- to fosse d»l seno della chiesa stessa a go-
rei animamiìi e ceremouiere, a'i 2 apri- vernarla «piai pievano. Imperocché qui
le i84^ dirò col Corner, che Sisto V con breve
2. S. Biagio, presso al temiiue del- de'3o dicembre ^90 (ma il Papa era
1

la riva degli Schiavoni, parrocchia del- morto a'27 agosto), concesse a' chierici
l'imperiale regia marina di guerra. Nel veneziani di poter essere promossi agli
lo^a per irapuUo di divo/Jone un Bou- ordini sagri, anche senza patrimonio, pur-
cigli fece erigere questa cliiesa, e con ché col consenso de' rispetti vi pievani fos-
parrocchia in onore di s. Biagio vescovo sero ascritti ail alcuna delle parrocchie e
e miirlire, in quella [)artedel sestiere di collegiate chiese della dominante. Lad^i
Castello che riguarda la laguna, sito per- ine rimarcata errata data del breve de-
ciòassai comodo per quelli ch'i dalla par- rivò fjrse dairUghelli, che a p. iZii ri-

ie del mare pel porlo di Lido arrivcino porta con essa il breve Roinatmni Pori'
a sbarcare a Venezia. L'opportunità del tificem, pure l'accurato abbata
e la riferì

luogo attrasse a frequentarla molti di Cippe Però con questo aggiun-


lletti.

que'greci, che pe! coiumercio in numero go. ' Benem erilofu pure il patriarca Tre-
considerabile approdavano a qnesta città, visan, per aver ottenuto da Sisto V in
e cominciarono poscia ad ullj?.iarne nni favore della Chiesa veneta che i suoi chie-
parte col proprio rito; atteso il quale rici continuassero ad essere ammessi agli
liso già inveterato, comandò il consiglio ordini sagri a titolo di ser\>itìidi Chiesa;
de Dieci nel 1470, che in ninna chiesa ossia, senza avere titolo di beneficio o di
della «lominante potesse celebrarsi col patrimonio, appoggio del servi-
col solo
rito greco, fuorché in s. Biigio, com'e- gio prestato e da prestarsi ad una chiesa,
rasi anteriormente ordinato. Perchè pe- nel cui clero avrebbero poscia ottenuto
lò il rito o"reco cattolico d' una nazione alla loro volta il titolo ossia il beneficio,
altrettanto celebre che estesa, si conser- entrando a formar parte del capitolo ri-
vasse con mezzi sicuri, si determinarono spettivo.Sapientissi<na determinazione,
i greci d'istituire sotto l'invocazione del perchè cos\ veniva assicurato ale chiese
prodigioso s. I?ficoIò vescovo di Mira una un servizio stabile e decoroso, si nelle sa-
divota confraternita, ed ottennero da gre uffizi ature che nella cura dell'anime:
detto magistrato decreto permissivo nel lo che non avrebbesi p oluto sperare, sa
1498. Cosi questa chiesa si iilllziò con a tenore dell'introdotta disciplina dell'al-
doppio rito sino al 1 5 3, quando la na- 1 tre diocesi, avesserodovuto appoggiare
zione greca trasferissi alla nuova chiesa il titolo della ad un
loro ordinazione
da loro fibbricata sotto il (itolo di s. beneficio ovvero al patrimonio. Ne sia-
Giorgio martire, di cui nel § XIII, n. g. mo testimoni pur troppo, dicohè a'pa-
Sin oltre la metà del XVI 1 secolo fu triarchi fu posto impedimento a valersi
questa chiesa puramente parrocchiale, d'un tale privilegio: sebbene il privilegio
e divenne collegiata per merito di Do- non sia cessato per anco, perchè nessu-
menico Zanolli dal 1664 suo pievano, na bolla pontificia lo abolì, né la potestà
il (juale istituito un titolo presbiteria- secolare ohe vi pose l' imp*dimento ha a

le lo destinò al nipote Gianfrancesco Mo- tanto d'autorità d'abolirlo ". Fu prima I


retti, che poi gli successe. Gli altri due cura del pievano Moretti di rifabbri-
titoli furono istituiti pel diacono e il sud- care l'antica chiesa, che d'ogni parte di-
diucouo, dal beuemeiilo pievano Leo* aioìitrava pericolosi contrassegni di sua
,

VE N VEN I e

Tccchiezza, e ne dispose con magnificen- pilo redificlo, nel i653a'5 febbraio la

za t'ouclamenli, peicliè riuscisse di più


i
consagrò con pompa solenne il patriarca
ninpia e nobile sliulluia della vecclùa Morosiiii. Formavasi il capitolo del pie-
alteirala. Fu rinnovala alla metà del se- vano, di tre preti, diacono e sndiliacono
colo trascorso, e consagrata agli 8 mag- titolati. A'el contiguo oratorio ntl i33'>
gio. Si venerano in questa chiesa nnass, fu istituita la scuola o confraternita di

Spina donata nel SyB, del legno della s«. i s, Martino, di cui si procurò due ossa per
Croce, un osso del braccio di s. Biagio venerarle. Cessato il patriarcato diGrado,
titolare, ed altre ss. Reliquie. Già fdiale divenne soggetta al vescovo di Castello,
di s, Pietro, nel 1810 la chiesa fu chiu- e filiale di «. Pietro. Tuttora è parrocchia,
sa, e la parrocchia venne unita a quella e forma parie della decania di s. Pietro
contigua di Martino; indi nel 1817 fu
s. di Castello, con 2918 anime. Il gran-
riaperta ad uso della detta marina mi- dioso e ricco deposito del doge Erizzo ,

Jitare, e dichiarata sua parrocchia a' 3 è opera del Carmero, Girolamo da San-
ottobre 1818, col proprio-i. r. cappella- ta Croce vi ha qui 2 sue egregie pitture,
no, indipendente dalla giurisdizione del e la tavola del Cristo risorto, al fìancu
patriarca. In questa chiesa, da quella <lelmaggiore altare, ne poi la il nonte.
demolita de'Servi di Maria, vi fu trasfe- Nel parapetto dell' organo la Cena del
rito il deposito del grande ammiraglio Signore lo dimostra un emulo del Gior-
Angelo Emo, ultimo de' Feneziani^ co- gione, onzichè un allievo della vecchia
me alcuno gravemente il chiamò, scol- scuola. Il battisterio, già altare nella or
pito da Giuseppe Fei rari-Torrelti. atterrata chiesa del Sepolcro, è Unissi-
3. S. Martino j contigua all'arsenale fu mo lavoro di T. Lombardo,
fondata da' padovani, opitergiensi e al- 4. S. Gio. Battista in Bragora, in
tri popoli ricovrati in Venezia, e stabi- Branda , sorge dopo breve cammino
litisi nell'isole Zimolle o Gemine, in adiacente alla riviera, Poco distanti dal-
onore di s. Martino celebre vescovo di l' isola d' Olivolo si alzavano di quasi
Tours, e vi contribuirono lefimiglie Val- eguale figura e grandezza due isolette
laressa e Saloniga (tanto dice il Corner; divise da un canale, perciò si dissero Zi-
ma lo Stato personale la vuole eretta molle ossia Gemelle o Gemine, sagre in
nel I 161). Quando i patriarchi di Gra- antico a' Dioscuri. I primi abitatori, fug-
<Io si [issarono in Venezia presso la chie- giti dal fuiorede'longobardi, vi costruiro-
sa di s. Silvestro, fu con alcune altre no le loro case e due chiese parrocchia-
soggettata alla loro giurisdizione, in nu li, delle quali questa fu la più cospicua,
alla parrocchia. In attestato d* osseepiio ancora per essere stata edificata per la
erano obbligati i pievani di presentar a' visione avola da s. Magno. La costruiro-
patriarchi gradesi, innanzi le feste di s, no gli antenati di Giovanni Talonico, pu."
Vito martire e di s. Martino, due am- ulto colla morte neir824 P^'"
l'eccitata ri-
polle di vino, e nella solennità di (pie- bellione; ovvero fu eretta nell'Siy (lo
sto santoimbandire una refezione. In se- Stato personale dice neir824). Il suo fi-
guilo tali dimostrazioni si aggiun-
, a glio Domenico, a vendo da un luogo d'o-
sero 12 grossi di moneta veneta.. Ca- riente detto Diagula portato in Vene-
dente la chiesa, nel i54o fu in più nobil zia le ss. Reliquie del Precursore, con
forma ridotta sul modello elegante del sommo piacere de'conciltadini; fatto poi
Sansovino, per opera del suo pievanoAn- vescovo d'Olivolo, donò a quesl;» chie-le

lonio Conlarini, contribuendovi con ra- sa, ed allora acquistò


il soprannome di
ro e lodevole esempio il capitolo de'tilo- Bragida o Bragola o Bragora. Fu rie-
lali notabile parie di sue rendile. Coiu- dificata due volte, nel 11 78 e nel i^']5,
12 VEN VEN
e soleiinemenle consagrata dal patriarca ornata di belle pìtturedel Cioia,de'Vl»a-
^urìano a'5 novembre i5o5. Possiede rini, del Carpaci:io, delBordone, del Pal-
Spine, una costa di s. Giacomo INI i-
(liie ss. ma ed altri ; ora decetileraetite rislaura-
Dore apostolo, e allre ss. Reliqiiie,la più la diiii'attiial parroco d. Giovanni Me-
raggiiaidevole essendo l'intero corpo del negliini. Era collegiata, ed una delle 22
glorioso patriarca d' Alessandria s. Gio- parrocchie filiali di s. Pietro, al cui de-
\annì Elemosinarìo, la cui traslazione a canato luKora appartiene, e continua.
Venezia segiiuiel 749. Ne stampò la sto-
I ad essere parroccUia, con 4o53 anime,
ria Rocco IJruni, ed il Corner ne riferisce Ila per succursale la cliiesa di s. Anto-
mi cbiaroeslralto, col prodigio di fermar- nino, di culai n.° seguente, notando Io
si la galera che portava il sagro tesoro a Sialo personale, come in allre, anche i

fronle ilella riva che conduce a questa siuerdoti forestieri celebranti nella me-
chiesa, né valse forza umana a rimuover- dcsiuia.
la; anzi non potè dal naviglio rimuovere 5. S. Antonino prete e martire, fon-
il s. Corpoche il pievanodella vicina chic- d, ila nei secolo VII : è una delle chie-
sa; ma mentre si conduceva a quella di se t:relte dalla pia e munifica famiglia
s. Giovanni di Rialto,,dirolta pioggia co- liadoaro, a decoro della cpiale ti fu tra-
strinse a portarlo nella prossiina chiesa sportalo da Costanlitinpoli l'incorrotto
di s. Gio. battista, e poi non putendosi più corpo dell'illustre s. Sabba abbate, da

rimuovere, conosciuta la divina dispo- Pietro Darbolano detto Cenlranico poi


sizione,vi si lasciò. Soltanto piedi, slacca-
i nel 1026 doge, essendovi discrepanza
li dairincorrotlo cadavere, si trasporta- d'epocatra' racconti del Dandolo e del

rono nel Tesoro ecclesiastico di s. Marco. Sanulo, il quale narra pure, come le
Tralascio per brevità altre meraviglie; so- campane di questa chiesa miracolosa-
lo col Corner avverto, che non pare sia mente suonarono mentre con pompa
il corpo di questo santo il donato da Mao- ecclesiastica il Centranico intendeva tra-
meno 11 a Mattia I re d'Ungheria, e che sportale nella sua casa, posta in questa
i venera nella regia cappella di Buda ; il contrada, dalla nave il s.Corpo,cbe dive-
<|uale piuttosto sembra essere il corpo di nulo immobile, si conobbe esser| divino
s. Giovanni il Digiunatore patriarca di volere doversi depositare in questa chie-
Costantinopoli, detto pure Elemosinarlo, sa, confermalo dalla cessazione del suo-
ed a cagione sua s. Gregorio 1 assunse il no appena collocalo sul maggior altare,
titolo di Servus Servorum Dei (f'".), e dall' apparizione d' una colomba che
che I Papi successori conliiiuaiono a [)or si posò sul sagro deposito; dipoi con al-

tare. L'identità di cpiello che possiede tri miracoli Dio glorificando il suo servo,

questa chiesa, il Corner la


riferito dal anche a mezzo della croce di legno del
prova, anche col riconoscimento che ne santo e da lui lavorala nel deserto. Ad
fece Calisto III, nel concedere indidgen- onta del riferito, la famiglia Tiepolo glo-
za nel i455 a questa cbiesa a'divoti visi- riandosi d'aver essa arricchito questa
tanti. Siccome in questa parrocchia nac chiesa del ven. Corpo, vi eresse magnifica

que e al suo s. fonte fu rigenerato Pie- cappella. Per la copia de'miracoliè vene-
tro barbo, divenuto Paolo 11, con diplo- rnlo uno de'proleltori contro la peste. Nel
ma de' 1.5 dicembre i^'jo, costituì i pie- 1
38g fu in questa chiesa eretta la confra-
vani di essa rettori dell'università e col- ternitadi s. Sabba, con permesso del con •

legiodell'arti libeiali, da lui con esso isti- sigilo de'Dieci; vi fiorironoancora quelle
luilo in Venezia. Tuttora il suo parroco de'lMorti,tlu'Filatoi, de'Coronari e altre,
è cancelliere per apostolica aulorilà dello Dell' antica e benefica fraterna grande
studio generale di Venezia. La chiesa è de' poveri vergognosi faccio cenno nel
V Ere \' i: H j
.^.

§ XII, n. 19, e nel precedente nuoieio Cora neir Emeiologio tìi Roma a' 22
elico che in s. Antonino si collocò leii5- gennaio allerma autorevolmente vene-
poiaiieamente il ricovero ile' fanciulli rarsi il capo nella chiesa di s. Anastasio

cleir istilnlo Manin. Verso la inetti del dell' abbaxia delle Tre Fontane f^'.),
secolo XVll facendo temere rovina l'itii- ed il corpo nella cappella tWSancta San-
lico edifìzio, il suo pievano Nicolò lìi li- ctoritm (F.J. In più luoghi registrando
neili rinnovò la due
cappella maggioi e e le simili conlrasti, notai doversi concordare

lotei'ali,ed il successore Domenico David le rispettive prelensioni, nel persuadersi


compì la fabbrica dell' intero tempio e le parli conlendenli, che spesso fu preso
del campanile, e ciò fu nel 1680. Lo per lutto il corpo porzione ragguardevo-
Stalo personale la dice rinnovata nel le di ss. Reliquie (P^.), possedute dalle
I o3 Oj rifabbricala interamente nel 1 680, diverse chiese. In questa parrocchia fu-
e consagrata a' 24 giugno 681. Indie- j rono istituiti due spedali, che dalle fami-
ietta in collegiata nel 1 7 I r. Inoltre qui- glie de'i'ondaUiii presero il nome, l'uno
vi venerano le reliquie dì 8, Spiridio-
si inlilolalo delle Boccole, e l'altro di Scv
ne vescovo di Trenìitunte, e di s. Ilaiio- Nntichicrda dia Chris tian.T)'\ più verso
ne abbate. Fu pure filiale di s. Fielro,ces- ili5oi il patrizio Nicolò Morosiiii, poco
sò d'esser parrocchiale, ed oggidì è si-i- lungi da questa chiesa eresse 3o case per
taulo succursale di s. Gio. Bollirla in Bra- abitazioni e ospizio di nobili poveri. La
gora. La cappella di s. Sabba ha dipinti chiesa era parrocchiale, collegiala,ed una
di Palma giovine, e sculture del Vit- delle 22 filiali di s. Pietro, finché chiusa
toria, e conta un insigne dipìnto di L. nel 1810, indi convertita in magazzinodi
Sebastiani, l'unico che esìsta Delie vene- tavole, nel 1882 fu demolita. Leggo nel
te chiese. cav. Cicogna, che impiegò 295 pagine
6. SS. Trinità e volgarmente Ter- per illnstiarne l'isciizioni, che 7 altari
nila, già eretta da'Sagri-do e Celsi tra il decoravano questa chiesa; che il ss. Cro-
1026 io32, e rifabbricata ne'primi
al cefisso ivi venerato si trasportò in ss. Gio.
anni de'secoli XIII e XVI, olire posterio- e Paolo, e le reliquie de'ss. .Anastasio e
ri ristauri. In essa vencravasi una s<>. Spi- Gerardo Sagredo si venerano nella chie-
na , una mano di s. Menna solitario e sa di s. Francesco della Vigna ; e ch'era
martire dell'Egilto, uno de'fcmori di s. adorna di pregiale opere di pittura, al-
Gerardo vescovo di Chonad in Unghe- cune delle quali furono testé vendute
ria, di cui è celtbialo proloniartire, co- all'incanto.
me pure vuoisi il primo (he illustrò col 7. S. Maria Formosa sorge sul campo
martirio la patria Vene2Ìa,donatoa que- del suo nome, una dell'edificale, giusta la
sta chiesa dal vescovo di Torcello Gri- tradizione, per ingiunzione di s. Maf;no
mani, perchè ne'suoi parrocchiali confini vescovo d'Opilergio, in onore della Ma-
il glorioso santo vi ebbe i nalidi. Di più dre di Dio, a seconda della prescrizio-
in inagnih'ca cappella si venerava il cor- ne licevutane da essa in visione, pre-
po del persiano s. Anastasio monaco e cisandogli il sito mediante candidissima
martire di Cesarea, da dove Irasferito in nuvoletta. Quindi il Santo coli' aiulo
Gerusalemme, 1' inìperatore Eraclio lo degli abitanti dì Biallo, e niassime del-
porlo a Costantinopoli, donde nella sua la famiglia Tribuno, innalzò l'edifizio
conquista uno della famiglia Valaresso sotto il titolo della Purificazione di Ma-
Io condusse a Venezia. Impugna il Cor- ria Vergine, e fu la chiesa della Formo-
ner che Borna si vanti possederlo, con- sa dalla vaga forma con cui la Madon-
tro Martirologio ed il Breviario Ro-
il na si mostrò al s. Prelato. E' certo che
mano che r asseriscono ; e il Piazza aa- questa gode il vanto d'essere lai. 'chiesa
1
4 V i: N VE N
creila in questa cillà in onore tli Maria. collegio capitolare formalo dal pievano,
Convien ciederechefossedi debole slrut- (In 4 pieli, due diaconi e due suddiaconi
poiché dopo due secoli divenuta ca-
ttira, litolati, e 4 chierici o accoliti pur tito-
dente, figli di Maiin Patrizio la riedi-
i lati. Si accrebbe il decoro di questa chie-
ficaiono neir864,come vuole ilCorner, o sa quando nel 1 14^ vi fu istituita la con-
Dell' 842 secondo lo Sialo personale^ e gregazione di s. Maria Formosa, una
dal vescovo d'Olivolo Santido. Divenu- delle IX del clero veneto. Anteriormen-
to nel c)^9 vescovo d'Olivolo Tribuno, te e nel f)33 vi fu fondala la confraternita
memore delle benemerenze di sua fiimi- laica della Presentazione di Maria Vergi-
."
glia per la 1 sua erezione, l'arricclù co* ne, nell'oratorio contiguo. Piìx tardi e nel
corpi de'ss. Saturnino niartire e Nicode- 1604 vi ebbe origine la piissima confra-
mo sacerdote, insieuje al capo di s. Ro- ternita o scuola della ss. Triuità, col ca-
mano martire, i quali poi è verosimile che ritatevole fine di raccogliere limosine per
perissero nell'incendio orribile del o5, i 1 la liberazione degli schiavi crisliani tenuti
the consumò questa e molte altre chiese. da'turchi. Per antico istituto, cominciato
Nondimeno neh iy5 fu ricostrutta, e fece nel 943, i dogi nella vigilia della Purifi-
bèlla mostra di se per 4 e più secoli, fin- cazione dovevano formalmente visitar
ché nel 1492 lu rialzala dall'architetto questa chiesa accompagnati dal senato;
Moro Lombardo; o come il Sanso vino as- ed morte erano obbligati lasciarle un
in
serisce daPaoloBai modello del bella,.??// paliotlo di ricco drappo per ornaaìenlo
corpo di mezzo della chiesa di s. Marco. dell'altare maggiore.La visita de'dogi era
Ma una parte di essa per violento terre- in memoria d'avere i veneziani nel sud-
moto in gran parie allerrata, nel 689, fu 1 detto anno, e specialmente i parrocchia-
dalla pietà di Turriu Tononi, ricco nier- ni di «piesla chiesa , ricuperato le loro
canle, riparata. E (tironvi aggiunte ÙWQ spose rapile da' triestini, o narenlani o
lacciaie marmoree, la prin)a nel secolo istriani, in uno a'ioro ornamenti, come
XVI, la seconda nel XVI 1. Già 1' avea tornerò a dire parlando del doge Pietro
tonsagrata il vescovo di Caorle Super- Candiano II, e narrai nel voi. LXXX, p.
chi, nella S."" douienica di n^aggio i^iS. 245, col cav. Mulinelli, traendolo da'suoi
Il patriarca d' Aquileia Antonio Gri- Annali urbani di Venezia. Come poi
mani a desU:a dell'aliar maggiore eresse anticamente nell' ultimo di gennaio si

h) cappella di s. Giuse[)pe, ove si venera adunavano le zitelle da marito, per rin-


h) miracolosa immagine della 13. Vergi- venirlo, in s. Pietro di Castello, lo nar-
ne, collocatavi a'ag giugno 161 2 solen- ro nel § XVI, n. 4- Al deserto porlo
nemente dal patriarca di Venezia Veu- dell'acque Caprulane, dove furono sor-
dramiu.Nell'allra cappella a sinislra,con presi i ladroni, per memoria si die' il

egual magnificenza costruita dalla fami- nome di Porto delle Donzelle. E sic-
glia Quirini, si conserva il corpo di s. come per tale ricupera e vittoria n'ebbero
Venusto martire, trailo dal cimiteriodi più merito fabbricatori di casse(o meglio
i

s. Priscilla di Roma. Per l'anlichilà di case, come osserva il eh. Gallicciolli nel-
sua origine e [)er l'altre sue prerogative, le Memorie venete antiche e profane,
fu destinala questa chiesa per una delle presso il Mulinelli, poiché a quell'epoca
5 matrici della città, riconosciuta per tale le case della città essendo ancora (juasi
dallefiliali di s. Procolo, di s. Gio. in tutte di legno, e dicendosi cassa [ìevcasa, .

Olio dello Nuovo, di s. Leone, di s. Ma- i fabbricatori erano denominali casse- \


lina, di s. Maria JNuova, di s. Gio. Cri- Ieri) parrocchiani di s. Maria Formosa,
sostomo, de' ss. Apostoli, di s. Sofia, e di oUeunero dal doge l'annua visita della
s. Felice. Fu collegiata con decoroso lucdesìma. Inoltre il Cuiuer riferisce, che
YEN YEN i5
{la lale vllloiia el)be altresì origine la fe- per tutto erano accompagnale dal popo-
sta già tonto celebre delle Marie, la cui lo, il quale con danze, con nmsicbe e

pompa nlliiava aVenezia gran numero di con giira di barche lieUunente le folleg-

forestieri. In principio (si fermarono la giava. Molle altre leggi pel buon ordi-

statuedi legno,come toccai nel voi. XXXI, ne di questo spettacolo prescrisse la pub-
p. ^']5, per figurare le spose ricuperate, bl ira autorità,che ponno vedersi traccia-
alle cpioli datosi il noine di Marie , iS te nell'opuscolo del ca*. Cicogna intitola-

portavano solennemente in giro per la to: La festa (Ielle Marie ec, Venezia
città, dal qnale uso deri\ò presso i vene- 1843 ; finché poi nel 1879 applicala la
li la frase Maria de legno, tjuando si repubblica a più scrii pensieri, per la pe-
voglia insultare o motteggiare una ma- ricolosa guerra dei genovesi, trascurò
gherà, fredda e inf^ulsa femmina: suc- l'applicazione ai divertimenti, onde restò
cessivamente a* fantocci furono sostitui- prima sospesa e poi abolita la festa po-
te le donzelle vere, come leggo nel cav. polare suddescritla. lu essa era tenuto il
Fabio IVIutinelli) si cavarono a sorte la pievano di questa chiesa, mandare a spe-
giovani dalle parrocchie della città, due se del suo capitolo due barche con 8 uo-
per sestiere, e si denominarono volgar- mini al servigio del vescovo, e d'invitar-
mente Marie, ìmVì nel 272 fu ristretto j lo seco a pranzo; ovvero corrispondergli
il numero a 4- Venivano scelle fi a le certo censo stabilito nellecoslituzioni del
più belle della città, e si ornavano con vescovato, al riferire del Corner. Però
tanti ori e gioie, che in mancanza di pri- il cav. Mulinelli narra, che il pievano re-
vali fornimenti, si estraevano dal pub- galava al doge due fiaschi di vino di Mal-
blico tesoro i pettorali e le corone gio- vasia, e due cappelli di carta dorata, col
iellale per addobbarle, ma col debito pe- proprio stemma e quelli del l'apa e del
gno : il tutto a ciu a di óve o quattro uo- doge. Finite I' ecclesiastiche ceremonie,
mini de' [)iù ricchi d'ogni sestiere. L'or- più assai grande diveniva il pubbtìco tri-

dine del solenne apparalo fu prescrit- pudio nel giorno della festa, che già j^er

to noli' anno i43 C( n pubblico decre-


i convili, per danze e per altro eia tuthi
to, nel doga do tli l'olnni. Andavano le quanta sossopra la città, non senza amo-
giovani dette Marie nel giorno della fe- rose licenze e non senza qualche libertà,
sta delia Turificazione ad ora stabilita anche nel gentil sesso festa dispendio- :

al palazzo ducale, ove accolte dal doge sa mollo, costando a ciascuna dell'anti-
e da lui regniate, e on esso si portava- che 72 contrade, non meno di 1 eoo du-
no alla cattedrale di Ca stello, ove cele- cati ossiano zecchini d'oro, per quanto
bra vasi la solenne messa, e lendcvansi ancora lasciarono scritto il Filiasi, nelle
grazie a Dio per l'ottenuta vittoria sui Meviorie storiche de^ Veneti primi e se-
triestini o altri rapitori. Ritornate poscia condi, ed il Sansovìno, nella Penezia
a s. Marco, ricevevano nella ducale ba- città nobilissima e singolare. Per la de-
silica le candele benedette e poscia resti- ploi abile rifornì» delle parrocchie, segui-
tuitesi alle loro barche oinalissime, col ta nel 1810 sotto il regno Italico, cessò
doge stesso e con lungo giro pe'principali c|uesta chiesa d'essere collegiata e matri-
canali, andavano a visilar questa chiesa ce, con q chiese filiali dipendenti, restan-
di s. Maria Foj mesa, anche come l'unica do però come sempre parrocchiale, una
anticamente dedicata alla B.Verginej .so- delle quali essendo stala quella di s. Ma-
lennilà che per la sua lunga durata fu rina, già de' ss. Liberale ed Alessio, nel-
poscia divisa in 3 gif^rni, anzi proknga- la sua chiusura e lagrimevole demolizio-
*asi per 7 e precedenti la Candelora o ne, acquistò il sagro tesoro del corpo di
le»la delia l'uiificazione medesima. Da s. Maiìua che in essa era in gran veue-
1 6 V EN V E N
n>7.ione, per quanto dirò di lei d'inleres- jAfTorle coslonlemeiite crudeli e ingiu-
sanle e singolare, parlando delhi seguen- sle calunnie di commercio peccaminoso
te non più esistente chiesa, culto che ora con una femmina, che la resero eguale
riceve in questa, come già feci cenno a* martiri, restituì a Dio l'immacolato
nella sua biografia. Il deposito del gene- 8uo s[)iriloa*i7 luglio.ed allora con sor-
ral Cappello nella facciata, lo scolpì Do presa de' monaci si conobbe ch'era una
inenico da Salò, ed è opera di buon ef- donna. 11 Boiler riporta la sua festa a'
fello. Nel I." altare la tavola in 6 com- i8 giugno col Martirologio romano e
parli con s. Barbara in mez.zo, qual ca- col Breviario di Parigi come protettri-
polavoro di Palma il Vecchio, è da stan- ce d'una sua parrocchia, le cui reliquie
care qualunque lodatore. Nel vicino aU vi furono trasferite da Venezia; e la fé-
tare la tavola in 3 comparli, diligente e sta della traslazione del suo corpo a det-
di buon gusto, di Bartolomeo Vivari- ta uitinia città a' 17 luglio. Laonde è
Ili. Nella crocerà è di L. Bassano l'ulti- probabile, che il 18 giugno sia il gior-
nia Cena del Signore, ed il coro si de- no del di beato trapasso. Il suo corpo
lei

coro con affreschi bellissimi del fu ca». fu sepolto onorevolmente nel monastero
l^ielro Paolelli. Ora è soggetta alla de- slesso, dove poscia patriarchi de'maro-
i

cania di s. Pietro, nella siui parrocchia nili fissarono la sede loro; e vi riposò
sonoanime 4372. Ha per chiesa succur- finché o per incursione de' barbari, o per
sale quella di s. Leone IX, di cui tratto altra cagione fu trasportato in Romania,
nel n, Cf di questo §, e per oratorio non provincia del greco iujpero. Quanluntpie
sagramenlale l'annesso rislauralo edili- sia ignoto il tempo di tal traslazione,
zio dedicato alla B. Vergine della Salute, pure argomentano alcuni, esser accadu-
8. S. lìlan'na, era parrocchiale, col- ta circa l'VlII secolo, d'ordine d'un'im-
legiata e
s. Maria Formosa,
filiale di peratrice nomala Marina o Maria, che
come ntimero precedente; e
indicai nel perassicurare il sagro corpo dall'incursio-
credesi eretta nell'anno io3o dalla fa- nede'saraoeui, Io volledeposloin luogo vj-
miglia Balbi: la parrocchia fu soppres- cinoalla cillà imperiale, e per divozione
sa nel i bo8, epoca
prima concen- tiella traltenne seco legala in argento una ma-
trazione, ed allora divenne succursale, no staccata dal rimanente del corpo. Co-
indi nella 7,." concentrazione del 1810 nunupie sia il fallo di tale traslazione,
la chiesa fu chiusa, in seguito demolita certo é che dalla chiesa d'un monastero
^
e trasmutata in abitazioni profane. L'ac- situato poco lunge da Costantinopoli nel
quisto prezioso del sagro corpo di s. Ma- 1 2 3, come si legge nel Dandolo, Gio-
1

rina vergine, fece che l'antica chiesa par- vanni de Bora veneziano, corrotti con
rocchiale dedicata a s. Liberale vescovo preghiere e con soldo custodi, rapì il i

di Canne e martire, ed ancora a s. Ales- corpo di s. Marina, e lo collocò in Vene-


sio, fosse poscia col di lei nome coma- zia, nella chiesa allora delta di s. Libe-
iiemente chìauìata. Questa rinomalìssi- rale. Il Sanudo riferisce la traslazione
ma santa, la di cui invitta pazienza vie- da Costantinopoli a Venezia al I23i.
ne egualuienle celebrata dalla Chiesa Alla felicità, colla quale fu acquistalo ii
greca e dalla latina, nacque in Bitinia, sagro corpo, non corrispose però quella
secondo il Boiler, o in Fenicia al dire della navigazione, iu cui corse grave ri-
dei Corner, ed in abito virile di mona- Schio di naufragare per violenta borra-
co da giovinetta fino alla morte, col no- sca ; se non che implorata con fiducia
me Marino, passò tutta l'innocen-
di de'naviganti l'uilercessione della santa, si

te sua vita nel monastero di Chanu- videro a un trailo fuori di pericolo, per
bin nel Monte Libano; ove dopo aver cui i veneziani avendo preso poi la santa
>

l YEN YEN 17
per prolclfi'ice de' viaggi marinimi, fece bile nell'urna ove giace. La pielà tle'fc-

godere a molti che l' invocarono nelle deli abitanti ne' dintorni della demolit.i
tempeste, il valore della celeste sua prò- chiesa di s. Marina, per divota memoria
lezione. Collocato dunque dal Dora ii pose nel prospetto della succeduta abi-
corpo della s. Yergine nella chiesa di s. tazione la sua efiigie con altarino, ed n*

Liberale sua parrocchia, che d'indi in 17 luglio ne celebra la festa coll'addob'


[)oi ciiinniossi di Si Marina, come dissi, ho delie circostanti botteghe e finestre,
nel magnifico altare maggiore, col co- e delle strade ancora, secondo il religio-
stante prodigio di mantenersi incoi rotto so veneziano costume,
e intero, senza umano artificio; però la g. S. Leone IX e \o]gtìrmen{e s^ Lio
mano sinistra separata dal braccio, co- Questo gran Papa si rese benemerito per
perla pur essa di carne e di pelle, non che aver nel concilio romano protetto il pa-
un dito pollice della stessa mano, si cu- triarcato di Grado, contro le pretese di
stodivano in teche d'argento con iserizio- Gotebaldo patriarca d'Aquileia, nel qual
ni greche esprimenti apparleneie al cor- sinodo conferì al patriarca Domenico il

pò della pazientissima s. Marina vergine, pallio, e gli assoggettò i vescovi della


Fu venei abile al popolo di Venezia il 17 Yenezia e dell'Istria, oltre la facoltà di
luglio, solennilà della santa, dopoché ivi farsi precedere dalla Croce inalberata,
ne fu trasferito il corpo (la chiesa greca prerogativa che passò a' successori, Io-

onorandola a' 6 agosto); ma piìi celebre


1 ro confermata dal Pontefice Innocenzo
ancor divenne nel i5i2, per aver in tal II, in uno
all'altre prerogative e quan- 3

gioino l'armi venete, nelle gravi angu- Croce di potersi far precedere
to alla
stie della guerra di Cambray, ricupera- ovunque, lianne in Roma e alla pre-
la l'importante città di Padova, le di cui senza del Sommo Pontefice. Recatosi s.

chiavi giù in memoria del i." acquisto ve- Leone IX a Venezia, accolto con rive-
devansi appese in questa chiesa, vicino al renza e amore dal doge e da' cittadini,
deposito del doge Steno ivi sepolto (come venerò nel sepolcro il corpo di s. Marco,
era sepolto il doge Marcello, monumenti i e concesse alla sua basilica e ad altri pii
de'quali si trasportarono in ss. Gio. e luoghi indulgenze e privilegi ecclesiasli-
Paolo, nella distruzione di questa chiesa), ci. Dopo la beata sua Diorte, avvenuta
Le quali chiavi si collocarono dopo la di- nel i o54, illustrato da Dio con mira-
struzione della chiesa in [)arola,neI chio- coli, i veneziani memori de'benefìcii ri-
slrodei scinuiano di s. M." della Salute, cevuti, eressero a suo onore o riedifica-
li iconoscendo il senato il rilevante ricupe- rono una chiesa che vuoisi slata sagra
10 per l'intercessione della santa decretò as. Caterina vergine e martire, la cui ef-
che il suo giorno natalizio dovesse essere figie è nella tavola dell'aliar maggiore,
per la città tulio festivo, e
doge ac- che il oltre altre autorevoli memorie, che ne
compagnatodalsenalo,esusseguitopoida convalidano la tradizione. Prima era pure
amboi cleri, dovesseaimualmen- portarsi intitolata a s. Leone Magno, Apprendo
le alla sua chiesa in rendimento di grazie, dallo Stalo personciìe che furifubbricata
Benché fin dal 121 3 s. Marina fosse dive- neh 100. Minacciando rovina, neh 52o
unta principal protettrice di questa chie- sirinnovò da'fondamenti e ridusse all'al-
sa, non mancò la venei azione dovuta al- tuale suo stato, con pie limosine, ed a'aa
I antico titolare «.Liberale, nel cui nobi- settembre i6ig la consagrò I' areive-
le altare marmoreo si custodivano due scovo di Zara Luca Stella. Yi si ve-
s.ie coste, oltre le reliquie de' ss. Inno- nera il coipo di s. Faustina martire,
centi e altri santi. Nella chiesa di s. Ma- con altre insigni reliquie di ss. Martiri
ria Forn)osa, il corpo di s. Marina è visi- traili da' eimjlerJL di Pioma. Era parroci
i8 VEN VEN
chiale, collegiata e filiale di s. Maria For- simulacro di marmo rozzamente espres-
mosa, di cui ora ti' è succursale, sop- so, trasportalo da Candia o Creta ilopo
pressa la sua parrocchia nella generale la filiale invasione turca, e che venerava-
concentrazione del iSio.lNel i.° altare si nella cattedrale di s. Tito, siccome d'o-
a sinistra, il s. Jacopo Apostolo è bellis- rigine prodigiosa derivata dalla Spagna.
sima figura di Tiziano, eseguita in vec- Nelle pareti della chiesa, ricca di scelte
chia età con intelletto e mano giova- pietre, eravì un marmo, colla pia ci eden-
nili. za che s. Giustina vi lasciasse ioipi esse le

IO. S. Giustina appartenevo al mo- sue ginocchia, allorché ricevè la palina


nastero dell'agostiniane, che eleggevano del martirio sul ponte Corvo in Padova.
un cappellano curalo per la parrocchia, La facciala marmorea superstite è di mar-
la quale fu soppressa, e la chiesa cambia- mo, e fu eretta coll'oro di Girolamo So-
ta in caserma militare, né sussiste ora che ranzo, e col disegno di Caldassare Lon-
la sola facciata. Questa santa vergine e ghena. Per decreto pubblico, ogni anno
martire padovana apparsa a s. Magno ve- il doge visitava la chiesa, in memoria
scovo d'OpitergiOj secondo la tradizione, delia strepitosa vittoria riportala nel
gli notificò il divino volere che dovesse 1 571 contro turchi. i

innalzarle una chiesa, ove vedesse ger- I I. iS". Giovanni in Oleo, volgarmen-

mogliare unr. vite, ed il santo trovata- te S. Zuanenovo o Zaninovo. L* avea


la nell'angolo estremo della città, ivi co' eretta nel 968 la famiglia Trevisan ia
sussidi! de'fedeli la fabbricò; toslodive- onore del martirio della caldaia d'olio
nendo parrocchiale, e poi collegiata, se- bollente, mirabilmente superato da s.
condo il Corner, nel principio del secolo Giovanni Apostolo ed Evangelista, e per
XIII, il die nega l'ab. Cappelletti, co- corruzione della parola 0//0 in novo, o per
me si ha da un'epistola d'Innocenzo HI. esser la 2.' delle chiese a lui dedicale in
Il suo nipote cardinal Ugolino Conti, e Venezia, fu delta s. Giovanni Novo. Mi-
poi Gregorio IX, la consagrò nel 12 19. nacciando perire, nel principio del se-
Nello slesso secolo divenne priorato, in- colo XV, fu rinnovata colle limosiue
di fu consegnata a'canonici regolari del- de' fedeli sul disegno di Antonio Scarpa-
l'ordine del ss. Salvatore di s. Brigida, gnino (architetto dell' altra chiesa di s.

e vi dimoravano ancora nel 1429. Forse Gio. Elemosinarlo), e consagrata il i."

per mancanza di rendile l'afiidarono a maggio 1 463 dal vescovo di Jesolo An-
un converso e si ritirarono. Di essi riparlo drea Bon. Però l'altare maggiore eretto
nel n. 46, § X. Ad istanza de' parroc- poi con iscelli marmi al santo Titolare,
chiani e del senatore Francesco Barbaro, fu consagrato a'9marzo i65o dal vesco-
Nicolò V nel 1 44^ to'se a'canonici il pi io- vo d'Adria de' Savj. Circa la metà del
rato e lo die' alle monache di s. Maria passalo secolo essendo nuovamente ia
degli Angeli osservanti la regola di s. A- pericolo di cadere, Ìu riedificata più no-
gostioo, parte delle quali vi passarono nel bile e ampia con architettura giudiziosa
i4^3. Rovinatasi la chiesa neli5oo,]a ed elegante di Matteo Lucchesi, secondo il
rinnovarono pii senatori Barbaro, Mo-
i modello del Redentore, ma non fu anco-
rosini, Contarini e Dandolo, contribuen- ra consagrata. Fra le ss. Reliquie di que-
dovi Girolamo di Giovanni. Ridotta a sta chiesa, evvi una prodigiosa immagi-
compimento, neh 5i 4 la consagrò il ve- ne del ss. Crocefisso, custodita dalla con-
scovo di Cìssamìa o Chissamo Domenico fraternita dell'anime purganti. Le altre
Zon. A destra dell'aitar maggioie,erelto sono quelle de' ss. Cosma Damiano, la
e
di preziosi marmi dalla famiglia Dolce, e- tavola del cui altare èdiGirolamoDaule,
lavi quello dedicalo a Nostra Signora eoa discepolo di Tiziano; di 8. Barbara ver:
V EN YEN 19
pince mai tire, diversa An quella di Tor- ne fu poscia accresciuto il decoro verso
cello, e ne riparlo nel § XVI II, n. 28; la metà del secolo passato, rinnovandosi
ili s.Margheiila vergine e martire; de' gli altari con i.scelli marmi.
s<. Tommaso e Bartolomeo Apostoli; di Sestiere di s. Marco.

s. Maria Maddalena; de' ss. Itmocenli; 1 3. iS". Marco, già basilica primicerìale e

di s. Gio. Bat lista. Era parrocchiale e parrocchia ducale, esclusa affatto dalla
collegiata; filiale di s. Maria Formosa; giurisdizione dell' ordinaiio diocesano,
cessò d' esser parrocchia nel 1H08, e di- soggetta immediatamente al doge, matri-
venne nel 18 IO succursale di s. Zac- ce di 3 filiali, sede del primicerio e di sua
caria. curia, ufìiziata da 12 cappellani ducali,
12. S. Procolo o Proculo, volgar- col titolo di canonici, da 6 sotto-canonici,
mente s. Provolo. Era parrocchia delle e da molti sacerdoti e chierici. Da pri-
monache di s. Zaccaria, le quali si face- ma esisteva colà la chiesa di Teodo-
s.

vano rappresentare nell' amministrazio- ro. Al presente è la descritta basilica me-


ne parrocchiale da due ca|)pellani cu- tropolitana con parrocchia e decania, la
da loro eletti. Colla soppressione de'
rali, cui cura è nel capitolo, esercitala in at-

monasteri e colla concentrazione delle to dall' arciprete 2.' dignità del mede-
pairocchiela chiesa nel iSoS fu chiusa, simo.
indi demolila e nella sua area fahhricate 1 4. S. Geminiano, già intitolata anche
abitazioni.Se ne vogliono stati fondato- a s. Menna, collegiata e filiale di s. IVlar-

vi Parlecipazii, che nella loro venula da


i co, a cui era dirimpetto : fu soppressa e
Malamocco a Venezia illustrarono que- poi demolila per cedere il luogo al palaz-
.sia città con tanti sagri edifizi. E' incer- zo reale. Ne
parlai nel § IV, n. 3.
to, ma piohahile, che insieme col mona- r5. S. Moisì' Profeta, prima intitolata
stero eh' erale contiguo di s. Zaccaria, s. Vittore martire, dalle famiglie Arli-
cui fu del tulio soggetta, fosse eretta d'or- geria e Scoparia,nel dogado di Gio. Gal-
«line d'Angelo Partecipazio, il i.^de'do- bajo del 787 perfezionata, dotala e fat-
gi che risiedè in Rialto, forse nelI'Sio o ta parrocchiale. Piiedificala daMoi^sè Ve-
neirS 14, mentre il monastero fu fabbri- tiier , fu da lui fregiala col titolo del s.

calo appunto circa rS 14. Verso l'BSo pa- Profeta, di cui aveva il nome, che secon-
re che vi sia stala trasferita la parrocchia do il Dandolo si deve credere unico ti-

ch'era onnesa alla chiesa di s. Zaccaria, tolare, contro la tradizione in favore di


onde rimuovere il dislurhochene risenti- s. Vittore. Distrutta colla parrocchia nel
va la quiete delle monache nella loro uf terribile incendio deli io5, si rialzò poi
fiziatura ;
gius parrocchiale che tultavol- dalle sue rovine colle limosine de' fedeli.
ta si ritarda per congettiu-a al i i 07, nel Dolala da'suoi fondatori di ragguardevoli
cui precedente anno 1 i o5 tanto la chiesa tendile, secondo il praticalo nell' antica
di s. Procolo, che quella di s. Zaccaria 3
disciplina, nel 1192 furono divise in
erano staledistrulle da va>tissimo incen- porzioni eguali, assegnandosi lai . per la
dio. Ristoratada que'danni con assai an- conservazione dell'edifizio, la 2.' pel so-
gusta struttura, nel declinar del secolo stentamento del pievano, la Z.^ pei preti
XIV trovandosi rovinosa e cadente, la e chierici inservienti al suo culto; tutto
rinnovò nel 389 Amedeo de' Bùongua-
i confermandosi nel I23i. Aumentandosi
dagni cancellieie ducale. Ma per la sua oltre il bisogno il suo clero, senza corri-
poco solida costruzione, le monache nel spondenza di rendile , nel vescovato di
1642 la riedificarono da' fondamenti a Bartolomeo Quirini dei 12 74 fu ridotto,
spese loro, in modesta e decente forma, oltre il pievano, a 3 preti, diacono e sud-
e ne seguì la consflgrazione nel diacono, e due accoliti nondimeno ne'
1
697 ; ;
9.0 YEN YEN
tempi posleiiori potè Bcciesopisi il colle- I C). S. Maria Zohcnigo o
Jtibanìco o
gio. Per la vecchiezza, nel 632 fu 1 oller- Giuhenico, Jiihcniconitn, inoltre detta
lala e insieme gettata la i.* pietra della s. Maria del Giglio. Dalla famiglia (rin-

nuova dal patriarca cardinaleCornaro,in benica, che ne fu la principale fondatri-


uno alla medaglia riprodotta dal Corner, ce, ricevette il soprannome questa chiesa
con due analoghe isci izìoni. In non niol* dedicnlaall'AniiutiziiizionediMaria Ver-
ti anni il leiupio ridu$:>>esi nell'attuale sua gine : la tradizione aggiunge avervi con-
forma, sonluo«>o per magnifirenzadi mar- tribuito anchegli Erizzi, BarbarigliijGra-
mi e nobiltà d'ornamenti, onde si distinse ziaboni e Semitecoli. Si crede antichissi-
fra lutti i parrocchiali della città; indi nel ma, fondala nel principiar di Venezia,
1668 ne aumentò il decoro il procuratore per essere stala una delle 5 matrici, alla
"Vincenzo Fmi,col marmoreo prospetto e- quale erano filiali le chiese di s. Moisè,
steriore e gravissimo dispendio; la sua ar» s. Flautino, $. Maurizio, s. Benedetto, s.

chitetlura imponente e traricca d'ornali, Michele Arcangelo o s. Angelo, s. Vita-


è del Tremignan.La consagrò il i ."dicem- le, s. Samuele, s. Gregorio, ss. Vito e

breirog il patriarca Cornaro. Ivi si ve- Modesto, s. Agnese, ss. Gervasio e l'ro-
nera il Antonino martire trat-
corpo di s. tasio, s. Barnaba, e s. Raffaele Arcange-
to dalle catacombe di Roma, delle ossa lo. Arse la chiesa nel 976 ,
quando il

de'ss. Innocenti e altre ss. Relifpiie; oltre popolo irritato contro il doge Pietro IV
il prezioso tesoro di porzione della ss. Tu- Candiano incendiò il palazzo, e si disle-
nica inconsutìle di Gesìi, rimastale nei sero le fiamme a consumar le chiese e

iBgi dalla metà di quella lasciata da case contigue, sino a s. Maria Zobenigo,
Donato Garoso pievano di s. Lucia alla che restò con gran parie della parrocchia
scuola grande di s. Marco. Dal 1810 non miseramente incenerita. Risorta da tal dì-

è più collegiata, ne parrocchiale, né fi- sastrOjincontrònon molti anni dopo egua-


baie di s. Maria Zobenigo; e nella ridu- le vicenda, cioè nel i io5, allorché ca-
zione delle parrocchie fu aggregala in suale incendio distrusse gran parie della
qualità di succursale alla parrocchia pa- città, restando del tutto consunta. Rile-
triarcale di Marco. Nel 1° altare la Vi-
s. vata anche da questi danni colle carità
sita de'ss. Magi è del Diamantini; nel 2.° de' fedeli, si conservò sino verso la fine
l'Invenzione dellaCroce con parecchiSan- del secolo XVII , in cui per vecchiezza
ti è del Liberi: ambi buoni lavori. INel co- nel 1680 cominciossi a rifabbricarla dai
ro il gran quadro col Castigo de' serpenti fondamenti, riducendosi a perfezione nel-
è la miglior opera del veneto Pellegrini. la forma attuale, in un triennio per la
Altri dipinti sono di Palma giovine e di generosità del suo pievano Lodovico Ba-
J. Tintorelto. Nel parapetto dell'altare di ratti , al cui esempio vi contribuirono ì

sagrestia, è il bel getto in bronzo de'fran- parrocchiani. È nobilitala da 7 altari di


cesi Chenel e Feron , disegno di Rocca- scello marmo , e dall' esteriore facciata
tagliata. Il Coleti nell'aggiunte all'Ughei- marmorea, per la cui erezione assegnò
li, Ilalìa sacra, t. 5, p.i 188, parlando in legato 3o,ooo ducati Antonio Barba-
dell'erezione di questa chiesa e della sua ro, benemerito anco dello spirituale deco-
collegiata, riporta la serie de'suoi pieva- donò
ro della chiesa, a cui i corpi de'ss.
ni, da Cristoforo che fu poi vescovo d'O- Eugenio eAntonio martiri,a lui mentre e-

livolo,sinoe inclusive al 42. "Andrea Tre- ra ambasciatore in Roma concessi da In-


mignan del 1690. Conosco il libro di Ni- nocenzo Xi. Si venera puredel legno del- ^
cola Coleti dedicato a J. R. Moscheni, la ss. Croce, le lesle de'ss. Anastasio e
Monumenta Ecclesiae f^eneiae s. Moy- Pellegrino martiri, e di s. Chiara vergine
sis, Veneliis f758, e martire, oltre altre reliquie di ss. Mar-
YEN V EN 21

tiri tratte da'sngi'i sollenanei dì Roma. nate riedificazioni, altra moderna ebtie
Era aulica consiietudiue di questa chie- questa chiesa. Architettata da prima dal
sa, corne d'altre città, di cantar solenne patrizio Pietro Zaguri sul modello del-
messa all'aurora della festa della ss. An- l'atterrato tempio di s. Geminiano, po-
nunziata con indulgenze di Leone X. Fu scia condotta dal Diedo e dal Selva, o-

consagrata la 3." domenica di luglio 1700 nora il valore de' moderni artefici, e la
dal patriarca Giovanni Baduaro. Non è religiosa generosità di Bartolomeo Pas-

più collegiata, ma non cessò mai d'esser sagnoli. Fu consagrata a'4 '"aggio 1828
parrocchia e conta 2734 anime. L' ar- dal patriarca Monico. Il prospetto archi-
cliileltora dell' esterno è di Giuseppe tettato con grazia e condotto con dili-

Sardi, die quivi parve volesse gareg- genza ha 3 due mi-


bassirilievi, de'quati i

Tremignan, che contempora-


giare col nori sono di Luigi Zandomeneghi, il mag-
neamente innalzava la facciata di s. Moi- giore di Bartolomeo Ferrari. E graziosa
sè, vedendosi egualmente Iraricca d'or- cosa eziandio il cenotafio che al suo mae-
nati e dello stile barocco.' Nella sagre- stro il Selva vi fece porre il grato disce-
stia v' è un quadretto che sembra ope- polo prof. F. Lazzari. Lo scarpellino D.
ra del Rubens, colla Vergine e s. Gio- Fadiga con valore vi condusse lodevol-
vanni di nubile immaginazione e fran- mente ogni lavoro iu pietra.
ca esecuzione. Nel coro è bella l'Annun- 1 8. S. Filale detto Fidai. Ad onore s.

ziala di G. del Salviati. Sulla porta è di tal martire, di cui portava il nome, e-

copiosa e bell'opera di Giulio dal Moro resse una chiesa Vitale Falier doge nel
la Cena del Signore. La tavola col mar- 1 084) tua insieme colle circonvicine case
tirio di S.Eugenio del Loth,e quella col fu anche questa distrutta dal voracissimo
martirio di s. Antonio prete dello Zan- incendio deli io5, e rialzata durò fino al
chi, che dipinse anco comparti del sof- i termine del XVII secolo, onde conven-
fino, sono effetti d' una nobile gara fra ne atterrarla e gettarne le nuove fon-
que' due pittori. Inoltre qua e là sonovi damenta nel 1700, co' disegni di A.
|)itture del Palma groviue e sculture del Tirali, e ridotta all'odierna forma, il

Vittoria e altri. vescovo di Vicenza Priuli la consagrò a*

ì'j. SS. Maurizio e Compagni, già 27 aprile 1755. La fabbrica per indu-
intitolata a s. Adriano. La famiglia Can- striosa diligenza del pievano Teodoro
diano detta Sanudo eresse questa chie- Tessari fu magnificamente compita , e
sa nel 6c)g, perita poi nell' incendio del di più abbellita con facciata di marmo
1 I o5. Risorta dalle sue ceneri, da' fuii- pel pio legato del doge Carlo Contarini.
damenti si riedificò verso il fine del se- Vi si venera una Spina, ed alcune goc-
ss.

colo XVI e consagrò nel 1 5903*17 giu- eie del prodigioso sangue scaturito dal
gno. Tra le ss. Reliquie vi è un osso dei celebre ss. Crocefisso di Berito. Già colle-
i.° Santo titolare, e altro di s. Matteo a- giata, parrocchiale e filiale di s.Maria Zo-
postolo. Contiguo a'muri della chiesa vi benigo sino ali8io, al presente è succur-
fu trasferito l'ospizio della confraternita sale di s.Stefano.Nel maggior al tare è trop-
degli Albanesi istituita da alcuni dì essi po povera di luce la bella tavola esegui-
per la propria nazione nel i44^ nella ta nel 5i 4 dal Carpaccio, che oifre la B.
1

chiesa di s. Severo , sotto il titolo de' ss. Vergine nell'alto. Santi al piano, e un
Gallo e Severo. La chiesa di s. Maiuizio, An"elelto che suona. Nella base del cam-
^ già filiale di s. Maria Zobenigo,
nella con- panile sta incastrata notissima romana
centrazione delle parrocchie fu assogget- iscrizione.
ta, in qualità d'oratorio sagramentale, al- I g. S. Samuele Profeta e già s. Mat-
la parrocchia di s. Stefano. Oltre l'acceu- teo, poiché nel catastioo del vescovo
as» V EN V EN
Ratubeiio Polo del i3o3, Irovasi nomi» tino dalla metà del secolo XI lu chie-
vaio plcbnnuss. Mallhaci Evangclistaf, sa di s. Mauro ave» preso il nome di
qui diciliir esse contrada s. Sannielis. s.Michele Arcangelo, e tultavolta chia-
E' iiicerlo se nel looo quando fu fabbri- mata pure coli' altro titolo. Nel 1290
cata da'Boldù, furono delti ambedue i apparso 1' Arcangelo s. Michele
a Tom»
nominati santi per titolari , oppure un masino Morosini, gli ordinò perfezionai*
solo di essi. Perì nell'incendio deli io5, la chiesa di s. Mauro, e d'iuiporle il pro-

dal quale risorta, e poi minacciando ro- prio nome, siccome fece. Ciò alfennano
vina, neh 683 fu rinnovata quasi per in- alcune non sicure cronachelle, poiché già
tero, ecompita neli685 al modo diesi nel 10G9 portava tale titolo deli' Arcan-
vede. S'ignora 1' epoca di sua consagra- gelo. Cessata l'orribile peste dd iG3 i nel
zione, ma se ne celebra la memoria a'iG dì della festa di s. Michele, il beiieuieri-
luglio. A' pochi suoi pregi suppliscono i to pievano Francesco Lazzaroni v' intro-
tesori di ss. Reliquie ond' è ricca, cioè dusse l'immagine di s. Maria di Loreto,
d'una ss. Spina, di s. Tommaso Aposto- poi trasferita nell'isola di s. Clemente. Nel
lo, s. Spiridione, s. Apollonia, s. Antonio maggior aliare si veneravano, oltre le re-

abbate e altre, oltre il corpo di s. Va- liquie di s. Mauro e altri Santi, il corpo di
lentino martire tratto dalle catacombe s. Clemente martire tratto da'cimileri di
di Roma. Anche presso fjuesla chiesa, co- Roma, e donato dal pievano Lazzaroni. A-
me era in uso di molte altre parrocchie, vea buone pitture, e 3 de'g altari ornali
t-ravi un romitaggio per donne ritirate di beili marmi. 11 contiguo oratorio o
dette Recluse [iìeW'aììlicUe Recluse, e di chiesetta di s. Gabriele, e poi della ss. An-
quelle introdotte in Venezia meglio ne nunziata, i Morosini fondatori nel iSg:!
parlo neln. 2odel§XlJ),ed in questodis. lo concessero alla confraternita de' pove-
Samuele nel i 348 vi si chiuse la pia suor ri zoppi, perciò venne chiamata la ScuO'
13enedetta,nel romitaggio dietro la chiesa, la dell' Annunziata de' Zolli. E vuoisi che
per benefico legato di Beriola Gradenigo, questa confraternita fosse quella pur in-
Era la chiesa sino al 1 8 1 o collegiata, par- dicata dal Corner, instituita per racco-
rocchiale e filiale di s. Maria Zobenigo ! gliere i vecchi soldati, incapaci di servire
oggidì è oratorio sagrainenlale della par- per ferite, mutilazioni od altro.
rocchia di s. Stefano. 2 I .SS. Benedetto e Scolastica, volgar-
2 o. S. Angelo o s. Michele Arcangelo; mente s.^c;/ze^Zo. Fondata da Falier, di- i

ovvero secondo alcuni antichi cronisti s. scendenti Giovanni e Domenico per rime-
Gabriele Arcangdoj prinia intitolata a dio dell'anime loro nel io i 3 l'olfrironoal
s. Mauro. Già parrocchiale, collegiata e monastero de' benedettini di s. Michele
filiale di s. Maria Zobenigo, neliSio fu di Rrondolo, colla parrocchia, che mo- i

soppressa e chiusa, e ne fu trasportata la naci fecero governare da'preti,come pra-


parrocchia a s, Stefano, ove sussiste ed , ticarono i si'cceduti cistcrciensi nel 1229,
ivi fu trasferito il batlislerio di pietra di l'abbate eleggendo il parroco. Altrettan-
paragone; poscia la chiesa venne demo- to praticarono i canonici regolari di s.

, senza che
lita ne resti vestigio. Se ne Spirito, quando in principio del secolo
attribuiva l'edificazione ud 920 alle fa- XV furono sostituiti a' cistcrciensi nella
miglie Morosina, Gumba e Lupanica, ed proprietà del monastero di Brondolo; fin-
altri circonvicini, in onore di s. Mauro ché Eugenio IV nel i435 coli' assenso
martire; così l'altra piccola contigua di de'canonici, dichiarò indipendente la par-
^
s. Gabriele Arcangelo, nello stesso rocchia, assegnandole collegio capitola-
920, il

Ambedue cambiarono poi titolo, e do- re. Leggoalcune varianti nello Stato per^
[ìo aver palilo l'iuceudio deli'auuo 1 1 o5, sonale. Non si conosce l'epocii di sua ru-
VEN VEN 23
raolìssima erezione. I monaci beneJeUinl e ristabilita, nel 1 168 soggiacque a egual
la possederono sino al i ^:^'j(^fne^\ioi^3'j), infortunio; ma la pietà de' fedeli vi ripa-
in cui venne stabilita a parrocchia, tale ri- rò in piìi ornato modo
e con 8 nobili co-
rannenilo sino 1810. Vi sono le reliquie
al lonne di maruio greco trasportate da Co-
tie'ss. Benedetto abbate, Savino vescovo, stantinopoli, perite anch'esse nel4>°iucea*
Gerardo martire, Gregorio Nazianzeno, dio del 1437, indi ancora una volta si ri-

Tiburzio e Valeriano martiri. Il patriar- fabbricò. Dall'accennata città ebbe pure 3


ca Tiepolo nel 16 19 rinnovò l'edifizio, e ss.Spine,rosseggianti di quando in quando
(li poi consagrato a' 19 marzo 1695, dal di vivo sangue, massime nel venerdì sau"
patriarca Badoaro, ed a'9 maggio i694> lo, oltre le reliquie di s. Gio. Battista e
dice lo Stato personale. Già filiale di s. de'ss. innocenti, ed un dito di s. Pater-
Maria Zobenigo, al presente è solo sue* niano, dono d'Alessandro doge Zia- 111 al

corsale di s. Luca. Nel 2.° altare vi è ni. Nell'altare di s. Liberale vi erano delle

una delle opere più belle del Prete Ge- sue ossa, e le leste de'ss. Gordiano ed fi-
novese, con s. Sebastiano medicato dalle pi maco martiri. Nel maggiore le reliquie

pietose donne. Nel maggior altare è della insigni di 7 Santi, provenienti dall'orien-
fictiola del Maratta la tavola con Maria te e con tavola esprimente le loro effigie,
Vergine e Santi. cioè i ss. Prospero, Vitaliano, Vincenzo
9. -2. S. Patcrniano, già parrocchia, col- e Ponziano, e le ss. Maura, Petronia e
legiata e filiale di s. Sdvestro fu soppressa Teodora. Per la vittoria navale riportata
e chiusa, quindi ridotta ora a usi profani. o'io luglio r 65 1 da' veneti sui turchi, or-
NeirSoQ o 890 dalla Marca d'Ancona al- dinò il senato che in tal giorno festivo a
cuni n)ercauti veneziani portarono nell.i s. Paterniano dovessero i musici delia ba-
patria 1' immagine di s. Paterniano ve- ducale recarsi in questa chiesa a
silica

scovo e protettore di Fano, collocando- cantar la messa solenne, a memoria del


la in tabernacolo a'muri di loro abita- benefizio.
zioni. Molli anni dopodiversebuone don- 28. S. Fantino. Alla primitiva chie-
ne vi aggiunsero 1' eflìgie delia B. Ver- sa concorsero per la sua erezione nel
gine e di s. Anna. Da ciò ebbe principio 996 le famiglie Barozzi, Aldicina edE-
in Venezia l'antico culto di quella santa, quilia, indi la rifabbricò quella de* Pi-
in onore della quale adunatesi alcune di- sani con aumento di decoro per la do-
vote femmine in una vicina casa circa il nata prodigiosa immagine della B. Ver-
fine delIX secolo, disposero principii i gine portata d'oriente, e per la copia de*
d'un monastero sotto la regola di s. Be- cui miracoli si poterono colle limosine
nedetto finché concesso loro un mona-
, perfezionare gli abbellimenti; anzi per es-
stero, l'intitolarono a s. Anna e vi forma- iti la chiesa acquistò il nuovo titolo di s.
rono comunità religiosa di benedetti-
la Maria delle Grazie di Fantino, e già
s.

ne. Aumentatosi il culto di s. Paternia- n'era in possesso nel i499- '' munifico
no, la famiglia Andrearda, e altre, gli e- cardinal Gio. Battista Zeno nel i5oi as-
resse una chiesa di legno, che fatta par- segnò 10,000 ducati per l'intera sua rie-
rocchia ebbe possessioni dal doge Pietro dificazione, più ampia e più ornata, eoa
IV Candiano,ma restò incenerita nel sue cupole appoggiate a forti colonne ; al
976 nell'eccidio di quel principe. Risorse compimento della magnifica opera, che
di pietre in più stabile forma nel incominciata nel i5o6, ebbe termine nel
977,6
^ nel 999 ebbe campanile edificalo roz-
il i533, contribuì lo zelo del suo pievano
zamente d'alcuni operai fuggili dalla Marco Rodino, consagrandone l'altare
schiavitù saracena, per rendimento di gra- maggiore Angelo de' Gradi minorità e
zie a Dio. Distrutta dal fuoco del i io5 vescovo di Nona a' 16 febbraio 1498 (te-
- -

a4 VEN VEN
mo errato tale anno). L' altro pievano tcrnita di Girolamo, nel i^5S si un"!
s.

Giovanni Pomelli neh 632 eresse l'alia- all'altra e assunsero doppio titolo. Co-
re in cui si venera la celebrala intuiagine sì aumentato il sodalizio, nel n^ji fon-

della Madonna. La chiesa fu coasagrata dò sontuosa cap[)ella alla Vergine As-


ti' 1 5 giugno, ma non si sa l'anno e da chi. sunta, indi arricchita d' indulgenze e
Sono suoi spirituali tesori, il corpo di s. di ss, Ueliquie nell'altare del Crocefis-
Marcellina martire tratto dal ci niiterio ro- so, in cui Alessandro Vittoria espres-
mano di s. Priscilla; e le relìquie di s. Tri- se in bronzo le due statue della Madon-
fone martire, il cui corpo portandosi dal- na e s. Giovanni, essendo il Cristo in
l' Venezia dentro nave, che
oriente in Croce di altro scultore, le quali statue in*
viaggiava con quello di s. Marco, per di- sieine coir altare di paragone e colla sta-
vina disposizione fu spinta alle spiagge di tua di s. Girolamo, ch'era pure del Vitto-
Catlaro, onde i cittailini con gioia si pre- ria si trasportarono nella chiesa de' ss.

sero il s. Corpo, lo collocarono in magni- Gio. e Paolo. La


Fantino giàchiesa di s.

fico sepolcro, ed elessero a protettore; V^e- collegiata e filiale di s. Maria Zubenigo,


iiezia potè avere un osso del braccio, e di questa è succursale fiuo dal 18 lO.E que-

Vetlor Pisani tolse in Caltaro altro del- sto edifizio,con semplice e molto bello pro-
ia gamba, trasferito pure in questa chier spetto, bella e ornata porta; nell'interno
sa, riuscendo inutili per riaverlo l'amba- distribuito assai bene in 3 navi, opera de*
scerie di Cattare. Inoltre la chiesa nel Lombardi o della loro scuola; tranne la

1 746 ebbe in dono due anelli della cate- ricca e maestosa cappella nmggiore, con-
na a cui fu legato in prigione il santo tito- dotta dal Sansovino. Nella sagrestia è uu
lare Fantino. In questa parrocchia nac- bel <piadretto di Gio. Bellino, con Maria
que e nel suo fonte rinacque a Cristo , il Vergine che tiene il Bambino, e s. Giu-
glorioso Lorenzo Giustiniani. A destra
s. seppe. Il quadro nel coro, colla Croce

della chiesa si edificarono con magnifi- fissione, è del Corona, che bellameur
cenza l'oratorio e 1' ospizio della B. Ver- te imitò il Tintoretlo, col suo genio por
gine Assunta e di s. Girolamo, per la pia tente. Nella già scuola di s. Girolamo,
e antichissima confraternita, istituita per ora Ateneo, e di cui in fine di questo nu-
l'assistenza de'miseri condannati all'estre- mero , si vede 1' architettura con istile

mo supplizio, e nel 1
4 1 1 avea il titolo di scorretto del medesimo Alessandro Vit-
j. Maria di Giustizia. Tanto rilevasi dal toria , ed ivi si raccolsero memorie e
decreto del consiglio de'Dieci , col quale busti di medici illustri, alcuni de' quali
|)ermise a'confratelli d'accompagnar ve- dello stesso Vittoria. Fra molte pitture
stiti di bruno i delinquenti alla morte, di buone mani, quadri i della stanza ter-
consolandoli ed esortandoli alla rassegna- rena sono del Corona e di sua scuola: il

2Ìone,e poscia di tumularne i cadaveri con soffitto è del giovine Pahna, il quale al-

sullragi (i confrati mentre si eseguiva la tro ne dipinse io una stanza superiore, e


capitale sentenza, tra le due colonne del- pressoché quadri co' fatti della
tutti i

la Piazzetta, delle quali riparlo nel § vita di Girolamo. Altra stanza ha pic-
s.

XIX, n. 8, accendevano due candele ne- coli quadri co'f.ilti di Maria Vergine, co-

re innanzi l' immagine della B. Vergi- lorili da Alvise del Friso col tocco di Pao-

ne esistente sul fianco destro esterno del- lo,suo maestro e zio. La chiesa di s.Fantino
la basilica Marciana, verso la stessa Piaz- meritò l'artistica illustrazione nell'opera
zetta; ed ora avanti la Immagine per ss. Le Fabbriche di f^cnezia colle t£|vole di à
pia lascita si accendono due torcie du- sua facciata, spaccato e parti ornantentali
Vanle il suono dell'Ave Maria). E sicco- inlerne,ollre la pianta. Non mi è[)ermes-
tpe itj s. Faulino eiavi pure la con fra SO che rimarcare, essere iuleuta la peri-
VEN V E TV a5
ta desciizione in far trionfare con sobria malici, precipuamente nella parie anali-

nilica i singolari pregi che la rendono tica, quindi senza compilarsi un partico-
niirabìle agl'intelligenti, descrivendo con lare regolamento, si adottò pressoché lo
l'aggiunta il Zanotto alcuni altri belli statuto medesimo immaginato dal Mura-
dipinti, che non ricordai per brevità. — A. tori per r accademia de Solleciti, presso
volere poi dire alquante parole dell' ilio* le Mf^niorìe scientifiche e letterarie del'
sire Ateneo di Venezia col cav. Mutinetli, l'Ateneo di Treviso. L'Ateneo di Vene-
Jiinali (Ielle Provincie f^euete^conv'xenQ ziafondato venne col decreto italico 25
farne precedere altre di quello non men dicembre 8 io, e formato dalle
1 tre socie-

celebre di Transo (f^,), come quello che tà intitolate diMedicina, de'Filareli, e di


fu il primo istituito, a cui nuovamente Belle Lettere, già lietamente da lunga sta-
m'onoro, vanto e pregio d'esservi aggre- gione fiorenti, scegliendo a presidente il

gato legalmente. Sollecita sempre la co- conte Leopoldo Cicognara, ed all' ullizio

spicua e nobile città vescovde e regia di di segretari generali di classe, per le Let-
Treviso, a coltivar le scienze e le lelleie, tere l'ab. Mauro Boni, per l'Arti il prof,
istituita sul declinar del secolo XV dal- FrancescoDu l'ré direlloredell'arli mec-
l' AUiano, nome chiarissimo per gloria caniche, e per le Scienze il prof. Francesco
d'armi e di lettere, l'accademia Liviana, Aglietti protomedico del magistrato di sa--

tpiesla sul finir del secolo seguente si ri^ nità marittima. Nella i. 'sessione de'a i no-
covro a Treviso col nome de* Ptrseve- vembrei8i 2 all' Ateneo Veneto trova van-
lanli. Da quell'epoca sino al termine del si ascritti gl'indiviiluì registrati dal ca».

secolo passato, non poche altre accade- Mulinelli a p. i85. Essi sono classificati
mie successero a' Perseveranti avendo , come segue. Presidente. Segretari. Diret-
precipuamente primeggiato quella de' tori delle sezioni tielle Scienze fisico-ma'
Solleciti, della cui riforma occupossi il tematiche, delle Scienze naturali, della
gran Muratori, ultima di tulle essendo Scienze morali, deirErudizione,deirElo-
slata l'accademia d'agricoltura, la qua- qiien2a,delleArli liberali, delleArli mecca-
le ilopo essersi resa benemerita, peri col- niche. Meu>bii onorari. Membri onorari
la sua rinomanza nel rovescio del più ant esteri. Membri ordinari e di visi ina classi.

tico de' governi, la repubblica di Vene- La I


.' classe divisa in 3 sezioni, cioè delle
zia. Nondimeno ì superstiti accademici rir Scienze, delle Scienze naturali, delleScieO'
masero privatamenteiinitiin società, det- ze morali. La 2,' classe divisa in 3 sezioni,
ta il Gabinetlo Letterario, quali oltre- i cioè delle Lettere, della Eloquenza, delle
ché raccoglievano opere periodiche, gior- Arti. Membri Membri soprannu«
esterni.
nali letterari e politici, settimanalmente tuerari liberi. Membri soprannumerari
leggevano ne'sabali due memorie a vi- atlivi.Membri corrispondenti. Tenuta per-
cenda in quel ramo di scienza cui erano tanto dal Veneziano Ateneo la sua j."*
se-
modesta forma e senza al-
ascritti. In tale zione in detto giorno, egregiauieute die'
cun accademico fasto letterali trivigiani
i relazione delle molte letterarie fatiche di
proseguendo la cultura de'buoni studi e quel 1," anno accademico il prof. Aglielli
Taoiore per le lettere, tanto crebbe il lo- » che sommo medicina valoroso
nella ,

ro nobile ardore, che pe'primi domanda- nelle lettere, amatore e protettore delle
rono al governo e ottennero a'aS aprile belleartì, d'animo assai candido, liberale,
1811 ,che il Gabinetto, non più con qua- modesto, orda'grandi accarezzato, or trar
^ sto nome, ma con quello di Ateneo (vo- sandato, malamente rimeritato da quaL
cabolo di cui a Liceo e altrove) Trivigia- che amico, peggio da alcuni ingrati, per
110 (osse chiamato. Si elesse a presidente lui » morte rapiti, sempre però sliinatq
j^'rapc^scQ Cardinali, di rari l^leuli male- ed amalo dall' universale (suprema « ba-s
a6 V E N V EN
$tevolegIona:clagliZ7omminon ti può pre- giala e parrocchia della decania di s.

tendere e sperare di più): visse lunga vi- Marco; ha per succursale la chiesa di s.

ta sino ali 836, stranamente avvicendata Benedetto, della quale nell' anzidetto n.
."
da onori e da umiliazioni, da comodi e da 1 essendo 3o24 i parrocchiani. Nel
1 , 1

povertà". Oh il fecondo ritratto morale; altare la tavola del Uenieri con s. Luigi

a quanti mai può egli applicarsi , in que- IX Margherita


nell'alto, e le ss. Cecilia e

sta miserabile e temporanea nostra sta- al piano, è d'una vaghezza che riesce ve-
zione?! Cosi in Venezia e neiristiluto e ramente fascino agli occhi. Bellissimo di-

nel suo Ateneo ed Accademia fu dato sta- pinto di Paolo, è il s. Titolare nel mag-
bile e dignitoso ricovero alle arli,alle scien- gior altare. In uno de' quadri laterali,
ze e alle lettere. Tutti poi questi istituti d'Alvise del Friso, si vedeva la testa barba-
sono forniti di pregevole biljlioleca;e nel- la dell'Aretino, per essere quivi sepolto
l'Ateneo ne'gioveilì,appresso il mezzogior- ((|ueslo quadro e il suo corrispondente fu
no, si fanno letture da'soci, che sono ono- levato negli ultimi ristauri, né più si ve-
rati di ascolto da' dotti e studiosi. Nella de). Presso la sagrestia è il deposito di
Cronaca di Milano del i SSy, disp. aio.* Giancarlo Loth, pittore bavaro, pure qui
trovo registrato: Asson, Degli stitcliscien' tumulato, di cui è la vigorosa tavola cou
tifici dell' Ateneo di Fenezia negli an- s Lorenzo Giustiniani al r." altare. E' pu-
ni (852-55 (estratto dali'y^.yeraVrfs/one re a lotiarsi la bella tavola del Politi coi
scientifica e letteraria dclt Ateneo Ve- santi Palerniano, Luigi Gonzaga ed al-
neto, voi. 7, fase. I i), Venezia 1857 ti- tri divi ; ed è eziandio da far noto il bel •

pografia Naratovich. lissimo sodltto col Titolare in gloria, di


24.Luca. Lo Stato personale la
li- questi tempi condotto dal prof S. San-
dice innalzata nel ii47i fi*^ '' Corner ti, del quale sono pure gli altri adreschi
narra, che prima del 1072 fu fabbri- testé coloriti.
cata dalle famiglie Dandolo e Fizzama- 2 5. S. Bartolomeo e anticamente ^.De-
110, altri essendone stati benefattori ili metrio, poiché narra la tradizione che
fondi massime il vescovo di Padova
, neir840 e nel bel mezzo della città presso
Fantino Dandolo nel \^\i. Fu riedi- l'isola (.li Rialto fosse fabbricata la chiesa
ficala più ornata da'* fondamenti, nel- di s. Demetrio
di Tessalonica martire, la
la forma attuale nel XVI secolo, e la di- quale poi rinnovata dal doge Selvo del
vola confraternita di Gesù Sagramentato 107 I, venne allora decorata eziandio del
nel I S'è I eresse nobdaienlea suo onore la titolo di s. Bartolomeo, che in seguito pre -

cappella maggiore, con altare dedicato al valse. Lo Stato personale la dice eret-
8.Evangelista litohue. Fu consagrala a' ta nel secolo X, riedificata nel 1170,6
24 maggio 767 dal patriarca Bragadino.
I ridotta nella forma attuale neh 725, in-
Le sue ss. Reliquie, provenienti dal con- di consagrata dal patriarca Bragadino il

quisto di Costantinopoli, consistono in due I. "maggio 177 I. Sino dall'orìgine fu par-


ss. Spine, in porzione del corpo di s. Lu- rocchia e ragguardevole; ma se Celestino
ca; de'ss. Gregorio Nazianzeno; Adriano, ili la sottopose al vicino monastero di s.

Anastasio e Trifonia martiri; e da Pioma Salvatore, tosto il successore Innocenzo


ottenne un dito di s. Agnese vergine e 111 la restituì nella sua libertà, ed ebbe
martire. A onore del s. Titolare neh 192 diversi cospicui personaggi a pievani. Es -
vi fu eretta una delle IX congregazioni seiido note al Papa Giovanni XXII (me-
del clero. Neh 197 già a vea il collegio ca- glio Benedetto XII) le ristrettezze de'pa- (

pitolare, composto del pievano, due pre- triarchi di Grado, e quanto le tenui ren-
ti, diacono e suddiacono titolati. Era fi- dite fossero insudicienti allo splendore
liale di s. Silvestro , e tuttora è colle- dì loro dignità, eoo diploma del i
." apri-
V E iX YEN 27
le i34'^> ""'* '''• *:hiesa paiTocchiale c!i s. gione la congregazione di Gesù Crocefis-
lùntoloineo, con tutte le sue prerogative so destinala alla liberazione e sollievo de'
e pertinenze, alln mensa patriarcale di carcerati, istituita nel i5if)5 per le fervo-
Grado, e togliendola da qualunque sog- rose insinuazioni del p. Giambattista da
gezione del vescovo di Castello, l'assegnò Pesarominore riformalo, in s. Maria For-
in perpetuo possesso di Domenico (ma se mosa , e qui trasferita pochi anni dopo.
è giusta la dovrà dirsi Andrea Dot-
data, Nel 18 IO cessò il patriarca d'essere il
to) patriarca di Grado, e de' successori parroco prò tempore e co»ì il suo vica- ,

suoi, a* quali concesse pure la facoltà di rio amministratore. D'allora in poi non
poter dopo la motte o alla partenza di è più uè parrocchia, né collegiata, uè fi-

Wicolò Canale pievano vivente (così il liale di s, Silvestro, soltanto succursale


Corner; ma 1' al). Cappelletti dice che la della parrocchia del ss. Salvatore. Neh."
parrocchia nel i 34.2 era restata vacaulejio altare il Crocefisso, è del Barthel; nel 2."
temo che il Cornerabbiaerratonellailata, è delmoderno Querena la tavola colla
per cui aggiunsi Benedetto XII allora vi- morte del Saverio; nel 3.° la tavola con s.

vo), eleggere in ogni caso di vacanza un Michele è del Novelli. Sulla porta della
vicario perpetuo, [-"roraosso il Canal a' sagrestia è del Veranda il quadro colla
u5 luglio alla sede di Bergamo, ad istan- Manna nel deserto, opera di gran carat-
za di Andrea Dotto patriarca gradese, gli tere e di robusto colore. Nel lavoro riva-
esecutori apostolici del diploma elfettua- leggiava col Palma , il quale dipingeva
rono la stabilita unione, e posero il pa- all'altra parte i 1 Castigo de'serpenti, ope-
triarca in perfetto e perpetuo possesso del- ra che manifesta l'onorato studio fìitto

1-1 chiesa, colla competenza dell'elezione std nudo: egli è l'autore eziandio de'di-
del vicario perpetuo. Nel pontificato di pinti della maggior cappella. In ({uella
Uonifaoio IX, alcuni parrocchiani istigati di fianco di essa , il bravo Rotlhnatner
dal vicario Basegiu , assunto falsamente dipinse la tavola coIl'Annunziata, e due i

il nome dell'intera parrocchia, ottennero «piadri laterali colli Nascila di Maria


un suo diploma che tolse la chiesa da Vergine, e il suo Patrocinio. Neil' altra
qualunque giurisdizione del patriarca gra- cappella laterale è d' altro valoroso le-
dese, l'assoggettò alla s. Sede, e concesse tiesco, Gio. d'Aquisgraua, la tavola del-
a'parrocchiani l'autorità d'eleggersi il vi- la B. Vergine in gloria. Nel seguente
cario perpetuo. Ricorseli patriarca Pie- magnifico altare è pregiata opera del C<)-
tro IV Cocco al t'apa, il «[naie con nuo- rcna il s. Mattia apostolo. Le 4 gi"andi fi-
va bolla de'c) settembre i4o2 abrogò la gure, in altrettanti quadri distribuite per
precedente e restituì al patriarcato la la chiesa, sono giovanili lavori di Seba-
chiesa. Il patriarca invitò Basegio a il stiano del Piombo.
riassumere il vicariato, e qual disubbi- 26. S. Giuliano martire celebre di
diente lo depose dall'ullìzio, sentenza che Antiochia, deve la sua originaria edifi-
approvò lo stesso Bonifacio IX a'a8 no- cazione al saggio e pio Giovanni Mar-
vembre t4o4 (era morto il 1
.° ottobre ed lurio, allorché governava la repubbli-
a' 17 eragli succeduto Innocenzo VII). 1 ca con Orso vescovo di Castello, in tem-
patriarchi di Grado quindi goderono pa- po dell' esilio del doge Giovanni Par-
cificamente autorità, e dopo
la restituita tecipazio I dell' 829, impiegandovi rag-
di essi la conseguirono quelli di Venezia, guardevole parte di sue sostanze, in ono-
t i quali egualmente si fecero rappresenta- re d'un santo, che dopo aver conservato
re da un vicario perpetuo. Numeroso era insieme culla sposa s. Basilis^a un'intatta
il capitolo collegiale. Esercitava in que- virginità nel matrimonio', depose per la
sta chiesa i suoi esercizi di carità e reli- fcdudiCrislola testa sotto iu spada dclcur-
28 YEN YEN
iiefice,come si rappresentò ne'due quadri lerapre capriccioso. La tavola del i." al-
laterali della mafjgior cappellfi, Consuma- tare con Cristo morto, sostenuto da A.n-
lo l'eclifizio ncll'incenclio del I IOTI, fu ri- geli e Santi al piano, è di Paolo; sul qua-
fabliricnlo probabilmente dalla famìglia le altare è pure una beila immagine di
Bilbi. Circa la metà del secolo XV di- Maria Addolorata di C. Dolce. Sopra la
venuta la nuova chiesa cadente, fu rin- porta il quadretto con s. Girolamo è di L.
novata come si vede sul modello di San- Bassano. Il 2." altare mostra ancora una
«ovino, dentro e fuori, ed essendo dive- volta il Vittoria tiisto architetto e buo-
nuto veccbio ebbe in aiuto il Vittoria, no scultore. La tavola coli' Assunta è bel
che vi lascifj liacce del suo bizzarro ar- lavoro di Palma giovine, che fece pure
chitettare con facciata in due ordini. So* la tavola dell'altra cappella co'ss, Gio-

sieniie la più parte delia spesa Tocnipa- vanni apostolo, Antonio abbate, e Giu-
Ro FiKdogo ravennate, medico famosissi- seppe. Quella del maggior altare collaCo-
mo, il quale avendo anche alzato di mar- ronazione di Maria Vergine e 3 Santi ,

ino l'esterna facciata, con permesso otte- al piano, è di Girolamo da Santacroce.

nuto nel I 553, epoca della rifabbrica, vi L'altra cappella «oltre danno di sue ric-
collocò la sua immagine in bronzo cava- chezze in silo sì ristretto. Dell'altare ne fu
ta dal vivo, onde restasse peipetua me- architetto Rusconi, gli stucchi si lavora-
moria di sue beneficenze. Dipoi l'H luglio rono dal Vittoria, si condussero dal Cam-
j58o la consagrò con solenne rito Giu- pagna le sculture, fra le quali è gruppo
lio Soperchio vescovo di Caorle. Sino al amorosissimo il Cristo morto sostenuto
i4o5 l'amministrò il solo pievano, nel dagli Angeli; Paolo vi dipinse la Cena del
quale anno Innocenzo VII ad istanza del Signore, Corona la mezzaluna colla Man-
tinge Steno e de' parrocchiani , istituì 4 na cadente, e Palma giovine il Cristo
titoli presbiterali. Possiede le reliquie di catturato nell'Orto. Neil' ultimo altare è
s. Giuliano, de'ss, Floriano e Germano diligente e vago lavoro del cremonese
martiri , il corpo di s. Paolo I eremita, Boccaccino il quadro con Maria Vergi-
n»a senza il capo esistente in Iloma(di- ne in trono, e i ss. Giovanni Evangelista,

viiso tra la basilica Vaticana, e le chiese Giambattista, Michele e Pietro.


di s. Maria in Campilelli,
Marcello e s. 27. iS". Z?(2*.yo, anticamente .?. Sabba,
ni riferire di Piazza,neW'Emerologio di ridotta ad altro uso pel narrato nel § IV,
Jìonin), da Costantinopoli qui recato da n. 3. Rimane, come ivi dissi, superstite
Giacomo Lauzolo, non ostante che altri la facciata, che decora bellamente la
contrastino a Venezia tanto raro tesoro, piccola piazzetta de' Leoni di fianco alla
confondendosi al solito le parti col tutto basilica di s. Marco, il cui architetto è
o almeno maggior parte; gli ungheri e
la reputato G. Benoni.
Clugny vantandone il [)ossesso, al mo- 28. SS. Sahatore. Secondo la tra-

llo distesamente narralo dal Corner. Qua» dizione, surse per averla ordinata egli
(ita parrocchia e collegiata insigne ap- stesso a s. Magno vescovo d'Oderzo cir-

partenne alla giurisdizione del patriarca ca il638, dove vedesse nel mezzo del-
(ti Grado; (ino al iBio era chiesa filia- la nascente città rosseggiare una nuvo-
li; di s. Maico, ed attualmente n'è ora- letta, e le famiglie Carusi e Gattolosi
torio sagramentale. La pregiata statua di sup[)lirono alla spesa. 11 pavimento si

bronzo sulla porta è del Sansovìno e- , formò di grate di ferro, cui passava sot-
^primente il suddetto medico; il quale di to uu meato d' acqua corrente, com' e-
CIÒ non contento, inoltre volle ricordato ra fatto in Gerusalemme quello della
il suo operato da due lapidi laterali in chiesa del s. Sepolcro. Sin dall' origine
greco ed io ebiaico, poiché l' uomo è fu parrocchia, ed uno de' suoi pieva-
VEN VEN 29
ni, il virltioso BonHglioZusto, per desi- tanti. Lucio III, che gli successe, memore
derio il'inleia perfezione volle al)l)raccia- d' aver consagrato quand' era cardinale
ree iiitiodurre nella sua chiesa l'isliluto l'altare diS.Tommaso diCantorbery,nella
de'caiioiiici regolari di s. Agostino, e Tot* sua festa e 8." accordò indulgenza a' visita-

(enne, consigliatosi col patriarca di Grado tori della chiesa, confermando i canoni-
Enrico Dandolo. Laonde col clero, die ci nella protezione di s. Pietro. Danneg-
avea tratto nella sua risoluzione, vesti giato l'edificio dagl'i ncendii, il priore Gre-
l'abito regolare a' 3 maggio ii4'« l^i gorio Fioravanti inti aprese la riedificazio-

ciò sdegnato il vescovo di Castello Pota* ne daTondamenti, con più ampia e deco-
ni, perchè erasi proceduto senza il debi- Confermarono privilegi
rosa struttura. i

to suo assenso, tosto sospese il clero dal- del monastero Urbano III, Gregorio
la celebrazione de' divini unizi. Abban- Vili, Clemente 111, Celestino 111, il qua-
donato Zusto da'suoi, ricorse al patriar- le fece eseguire il decretato da'predeces-
cache l'avea animato all'impresa, il qua- sori nel igS, cioè l'incorporazione della
1

le subito portatosi in U orna,- a' i3 dello chiesa parrocchiale di s. Bartolou)eo a


slessomese prontamente ottenne da In» questa di s. Salvatore. Meglio informa-
nocenzo 11, che la chiesa e monastero lo Innocenzo ili, come notai poc'anzi,
del ss. Salvatore fossero accolti sotto la sciolse l'unione e l'annullò, bensì confer-
protezione della s. Sede, e l'istituto ivi mando a' canonici i piivilegi. Altri nel
fondato dovesse perpetuamente conti- 1288 neaccordòrimperatoreFedericoll.
nuarvi, anzi per consolidarlo, il Papa vi Lunghe furono le controversie tra cano-
mandò due canonici regolari della basi- nici e la chiesa di s. Bartolomeo, riferite

lica Lateranense. Tutto approvò e con- dal Corner.efinahnenlele terminò Nicolò


fermò Eugenio III nel II 4^- Adonta di IV. Frattanto canonici nel 207 01267
i i

questo,il Zusto fu perseguitato con furo- acquistarono il corpo di S.Teodoro marti-


re da' nemici, onde fu costretto evadere re, e videro fondata nella loro chiesa nel
nell'isola di Veglia, ove inseguito da'suoi I2gi la congregazione del ss. Salvatore,
malevoli, venne barbaramente trucidato una delle IX del clero. Dopo interne di-
a' 24 opiile 1 i5i, Dio nianifestaiulo la scordie, Bonifacio IX nel BgS onorò il 1

sua santità con prodigi. Recatosi a Veglia priore coll'abbate di s. Giorgio Maggiore
il patriarca Dandolo, ed ottenuto il ve- dell'aulorilà di visitatori apostolici delle
nerabile corpo, lo condusse a Venezia,e in diocesi di Venezia, Chioggia eTorceilo;
questa chiesa i canonici regolari onore- ed a maggior decoro del priore nel 1
400
vohnetite lo collocarono dietro l'altare gli concesse altri ornamenti pontificali e
maggiore. Co'successori priori si mosti a- di compartire la solenne benedizione;
rono benigni Papi Eugenio i 111, Ana- ma conferì il monastero in comuìenda a
stasio IV, Adriano IV e Alessandro III, Leonardo Delfino patriarca d'Alessan-
sia nella conferma de'privilegi concessi dria, e poi alle rimostranze del senato
da Innocenzo 11, sia per le decime par- reintegrò il priorato. Pel pernicioso e lun-
rocchiali assegnate pel manteniniento go scisma, penetrata la rilassatezza tra 'ca-
della chiesa e sostentamento de'canonici. nonici, il priorato verso il 1 4 8 ' fu ridot-
Dij)iù, Alessandro 111 nel i 168 accor- to in commenda. Nella triste condizione
dò al priore Viviano e successori, l'uso in cui era caduto il monastero, accorse
della mitra e bacolo pastorale. Portato- Eugenio IV a riformarlo coll'opera del
si poi nel I
177 il Papa a Venezia, con- vescovo di Traii Tomassini domenicano
sagrò la chiesa a'at) agosto, concedendo nel i434> ^ insieme curando la confer-
intlulgenze negli anniversari di tal rito, e ma de' privilegi e pontificie concessioni
per la festa della Trasfigurazione^ a'visi- ed i restaun uece»saii agli edilizi della
3o V EN VEN
r.Iiiesa e monnslero. Tntli vi mnndJi 1 8 ca- nella nn<;cente città, e fu n di lui onore
nonici osservanti la regola, della (ìoieule istituita una coufrateinita, il cui ospizio
congregazione del ss. Salvatore di Bolo- divampò insiemecolla scuola di s.Marco,
gna, i quali in l)reve vi ripristinarono e si sciolse l'unione de' confratelli. Tra-
onde il Papa nel
l'esemplarilìi regolare, sportato poi in questa chiesa il corpo di
1442 unì monastero e la chiesa olla
il s. Teodoro, col braccio e la mascella di
congregazione. Inoltre in tale anno il s. Andrea apostolo, fu ristabilita nel 26B 1

l'apa liberò questa cliiesa dalla figliuo- la divnta scuola sotto l'invocazione di
)anza di quella di s. Silvestro. Da Pio s. Teodoro martire; e per aulorilù del
]| t; akji Papi, i canonici ottennero pro- senato nel i45o fu comandato, che la
tezione e privilegi. Intorno all'anno festa di s. Teodoro, legala (sic) come dissi

l5o6, fu rinnovala la chiesa in maesto- per equivoco a' c) novembre, dovesse os-
sa forma e con gravissimo dispendio, servarsi solennemente, come si pratica-
ridotta a perfezione nel 1 665 dall'ab- va cogli altri ss. Protettori della città.
bate Gio. Alberto de Grandis, poiché Quanto alla statua di s. Teodoro eretta
sin dal i635 i priori aveano ottenuto il sopra una delle due colonne della Piaz-
titolo d* abbati. Poscia la riconsagrò a' zetta, nel § 11, fi. 3, seguendo l'opina-
3o marzo 1789 il cappuccino Fiance- mento del eh. Zanotto, la dissi piutto-
sc'Anlonio Cori-er patriarca di Venezia. sto esprimere s. Giorgio, ma nel § XIX,
Fit di decoro a questa canonica il b. Ar- n. 8 in non laccio le ra£;ioni del
fine
cangelo Canetolo, che vi dimorò io an- eh. Romanin, che ritiene rappresen-
ni e ne fu superiore. Il dello corpo di s. tare realmente s. Teodoro, nel parlare
Teodoro capitano di soldati e glorioso cioè del doge Sebastiano Ziani e dell'e-
martire d'Eraclea, fu preso in s. Sofia poca in cui furono erette le colonne.
<li Messembria,dal veneto Giacomo Dau- Cresciuta poi in numero e decoro la

IO nell'espugnazione della città, indi scuola di s. Teodoro, 552, per


fu nel r

portato a Coslanlinopoli nella chiesa di s. decreto del consiglio de' Dieci, annove-
Nicolò d'Embolo, allora posseduta da've- rata in 6.° e ultimo luogo alle scuo-
neziani, da dove io anni dopo Marco le grandi della città. Eresse poi la con-
Dauro lo tradusse in questa chiesa nel fraternita nella rifabbricata magnifica
1767, e dove Dio lo glorificò con copia chiesa di s. Salvatore, un onorevole al-
«li miracoli. Questo santo è veneialo tare al s. Martire suo prolettore con de-
nelle due Chiese Ialina e greca a'7 feb- cente urna di .scelto marmo, in cui a'i3

braio. La Chiesa veneta ne celebra la dicembre 1628 con divota processione,


festa solenne, come di protettore della coll'inlervenlo del doge e del senato, fu
città, a'g novenibre, in cui il Breviario ri[)oslo il s. Corpo dal patriarca Tiepolo,
romano pone la memoria d'altro s. Teo- assistito da molli vescovi eabbali,a deco-
doro soldato e martire sotto Massimia- ro della funzione. Non solamente un no-
no imperatore, il quale probabilmente bile veneziano fondò in Venezia i canoni-
era l'antico protettore di Venezia, ed a ci regolari, ma due altri nobili veneziani
cui INarsele ivi fabbricò la chiesa, di che fondarono in Fiancia, colla regola di s.

più sopra. Comimque sia andata la cosa, Agostino, una congregazione di canoni-
perla pocaatlenzionede'secoli passati. per ci regolari, detta dell'Artigia, probabil-
equivoco di confusione, s. Teodoro che mente o verso il fine del XI 1 secolo o al
qui si venera viene riconosciuto da Ve- principio del Xlll. Il primo prioree fon-
nezia come uno de'suoi protettori. Sino datore nella diocesi di Limoges fu il bea-
da'primi tempi della fondazione di Vene- to Marco nobile veneziano, il quale par-
zia fu preso s. Teodoro per protettore lilo dalla paUia col bealo Sebastiano suo
V EN VEN 3 1

nipote per visitare i sepolcri ile'plìi cele- tiene alla dccania di s. Marco, e nover.i
bri santi, giunsero a quello di s. Leonar- 25 IO anime. La facciata della chiesa è

(lo, ove avendo deteiminalo di fissare la attribuita al Sardi, e le statue del Fai-
loro dimora, alimentati in principio col- doni: ma non è degna di tanto tem-
le liojosine di que'canonici, del luogo det- pio, in cui gareggiano luiilà, setnplicitìi,
to la vecchia Artigia. Marco eresse un o- eleganza e varietà. 11 i." modello lo die
rntorio, austeramente vivendo con conti- Giorgio Spavento, appresso liformalo
nui digiuni, tenendo sulla nuda carne da Tullio Lombardo, e condotto infi-
una lorica di ferro, e santamente morì, ne dal Sansovino, tranne le lanterne nel
dopo aver fatto ordinar sacerdote il nipo- mezzo delle 3 cupole, apertevi dallo Sca-
te a se sostituendolo. Sebastiano fu dun- mnzzi, emendando così un considerabile
que il secondo priore, cui successero al- difetto prodotto dalla scarsezza di luce.
tri, e sotto il governo d'Elia i religiosi Ha 3 crocere formate di 3 grandiosi ar-
canonici abbandonarono l'antica abita* chi. Singolarissima n'è la pianta. Il 1.

rione, per trasferirsi in luogo poi detto monumento a'coniugi Delfino, è architet-
grande Artigia, col permesso di Geraldo tato da G. del Moro, che ne fu anco il

vescovo di Limoges, il quale mori nel principale scultore: le statue de'coniugi


I 177 (noto anacronismo). Ivi Elia fece sono ilei Campagna. Questi è creduloatj-
fabbricare la chiesa e il monastero, e vi che l'architetto del vicino maestoso e no-

riposei corpi de'Deati due fondatori, non bile 2." altare, danno la trista
a cui fa
senza prodigio. Fin qui il Corner. Ma nicchia, ove la statua della B. Verginee
dell'ordine di Artigia, con qualche did'u- certamente di lui. Il monumento del do-
sione ne tratta il p. Helyot, Storia degli ge Francesco Venier che segue, si con-
ordini monastici, t. 3, cap. 21. Questo dusse dal Sansovino,il quale, cpiantun»

non è il luogo di rfìgionarne. Diedi il cen- que ottuagenario, vi travagliò valorosa-


no per seguire il benemerito Corner, e mente come scultore. Del medesimo è
per registrare nna gloria veneta. Solo il mausoleo innalzato ad Andrea Delfi-
dirò, che il Helyot riconosce per fon-
p. no, ed alla moglie Benedetta Pisani. Il

datori i due beali encomiati ; dice morto gruppo della Pietà, la statua coricala ed
il vescovo di Limoges nel 11 77; dunque altre minori cose, sono del Vittoria. Nel-
l'istituzione non fu nell'epoca riferita dal l'altro 3.° altare, disegnalo dallo stesso
Cornei-, ma
Aggiunge, che ne
anteriore. Sansovino, vi è la celebre tavola dell'An-
prese l'abito Favenl vescovo di Limoges, nunziata, dipinta dall'unico Tiziano col
continuando a governar la diocesi, e mo- suo modo spedito degli ultimi anni. Nella
li nel 1226. Riporta l'osservanza de'reli- crocerà, sì il grande e ricco deposito di
giosi; che si accettavano altres'i de' chie- Caterina Cornalo regina di Cipi'0,sì I op-
rici ignoranti,
anche dell'idioma Ialino; posto pe'3 cardinali di sua famiglia Mar-
che l'ordine si estinse poco dopo il i^or, co, Francesco e Andrea Cornare, si di-
e the la grande Artigia divenne un prio- segnarono da Bartolomeo Conlino. La
rato in commenda. Quanto a' canonici tavola del bellissimo e ricco maggior al-
vegoiat i del ss. Salvatore di Venezia, re- tare colla Trasfigurazione, è dessa pu-
starono in questo nìonastero sino al- re di Tiziano, in cui spiegò giaii vigo-
la soppressione di tutti gli altri ordi- re d'immaginare, benché vecchio: le fi-
ni religiosi neh 810. La cura della par- gure sono piene di spirito, mosse con tut-
rocchia fu allora assunta dal clero secola- ta proprietà e maestria. Questa tavola
re, che tuttora la dirige,aveiido perchie- ne copre altra di belle figure, in bassori-
sa succursale quella di s. Bartolomeo de- lievo di finissimo argento in parte dora-
scuUa al u. 25. La parrocchia appar- to, coudolla nel 1230. Per lasciarlo vede-
3« VE N VEN
resi apre la tarola ne' dì solenni. L'al- vi collocarono un braccio di s* Bartolo-
tare ha preziose colonne di verde antico. meo Apostolo, che ottennero in Bene-
fie\ musaico, sopra il vicino aliare del vento da certi monaci greci, a forza di
Sagratuenlo, col doge G. Friuli ed un preghiere e di denaro. Se tali date sono
canonico in atto d' adorazione, si leg- vere, non sarebbe giusta l'asserzione di
ge che fu fatto nel mdxx, tlal prete Cri- quelli che ritardano la fondazione della
sogono, il quale lavorò anche in s. Mar- chiesa al io84- Minacciando la chiesa
co ; e slemmi della fami-
vi sono gli rovina, il doge Sebastiano Ziani, già di
glia. Il gran quadro colla Cena in Eni- lei parrocchiano, rinnovò da' fonda-
la
uiaus, è tale opera di Gio. Bellino, da menti, e pare compila nel I223; dipoi
riputarsi di Giorgione. Snll' altro al- ne consagrò l' altare maggiore il vesco-
tare, lamezzaluna col Padre Eterno, il vo di Castello Pino a' io marzo 1247,
Figlio, Maria Vergine ec, è l'unica ope- e tutta la chiesa l' altro vescovo di Ca-
ra che in Venezia si ha in pubblico di stello Mauro il i ."giugno I 282. Per l'an-
Natalino da Murano, scolare di Tiziano. lichilà pericolando, dopo la metà del de-
iS'el baltiàlero è del Renieri il Battesi- corso secoloo nel i 753, il pievano Giani-
mo magni-
del Signore. All'altra parte il batista Spreafigo, pieno di fiducia nella
fico aliare dichiara il Vittoria, secondo divina provvidenza, dispose tutto per
suo costume. La tavola con Maria Ver- rialzarla in magnifica forma da' fonda-
gine ec, è del Palma. La porta, sotto l'or- menti. La sua consagrazione fu fatta a'
gano, fu condotta dal Sansovino. Delle 16 settembre i83q dal patriarca cardi-
due statuette, di due discepoli di lui, il nal Monico. Possiede pure le reliquie di
s. Girolamo è del Cataneo , il s. Lo- s. Geremia profeta, di s. Irene vergine

renzo è del Colonna. I portelli dell'or- e martire, ed altre,fra le quali primeggia


gano si dipinsero da Francesco, fratel- il prezioso corpo di s. Magno vescovo di

lo di Tiziano. Nel vicino altare bellis- Opilergio, il cui beato transito avvenne
simo di Guglielmo Bergamasco, il s. Gi- in una piccola casa di questa parrocchia;
rolamo fu scolpilo da Tommaso Lom- benemerito delle 8 chiese fondale in Ve-
bardo. 11 deposito de' due dogi Priuli nezia, onde per riconoscenza il senato nel
si vuole disegnato dal Franco, il quale ne 1454 ordinò doversi annoverare la sua
vigilò l'innalzamento. Le due grandi sta- festa fra le solenni a' 6 ottobre, e lo
tue de'ss.Girolamo e Lorenzo, allusivi a' ascrisse fra' principali patroni della cit-
nomi de' dogi nominati, le scolpì G. del tà. miracoloso ss. Cro-
Altro tesoro è il

Moro. 11 monastero contiguo, che ora cefisso, donato nel 1602 dal cappuccino
serve di caserma, fu condotto da Sanlo p. Francesco Da Mula, che collocato in
e Tullio Lombardo: l'interno chiostro magnifico altare, al suo cullo fu istituita
dal Sansovino. Fu architettala dal Sar- ima confraternita per sulTragare l'ani-

di eziandio la vicina fabbrica della cuu- me purganti. Collegiata, filiale di s. Pie-


fraternita che fu di Teodoro. Descris-
s. tro di Castello, continua ad essere par-
se questo magnifico tempio anche il Te- rocchia, però soggetta alla decania de'
manza; e più recentemente la nobile o- ss. Apostoli, e conta anime 3344- N^'
pera. Le Fabbriche di fenezia con ta- suo perimetro è la chiesa succursale di
vole e preziose illustrazioni. s. Giobbe, di cui nel § X, n. 47- ^'^' se-

Sestiere di Cannaregio. guente numero di quel § parlerò dell'o-


2g. S. Geremia ebbe a fondatori nel- ratorio sagramenlale di s. Lucia. Vi sono
r8i3,al riferire d'alcuni, i progenitori di ancora gli oratorii non s-igramentali di
Mauro Torcello e Bartolomeo suo figlio,o s. Giobbe, fondato inpadronato privato
quelli slessi, i quali uelio^S o nei 1047 dall' ubbule Giovanni Coulariui ; e della
VEN VEN 33
Ij. Vergine Addolorala detto de'Figli del- le nel l 'j/^o die altresì il corpo di santa

la Carità, e vi si raccolgono ogni sera Memmia martire tratto da' cimiteri di


circa 200 fanciulli a ricevere l'istruzio- Kotna, unitamente all' iscrizione sepol-
ne religiosa da 3 maestri stabili. La chie- crale. Quivi è pure un dito di s. Erma-

sa di s. Geremia è di grande e nuova gora, le leliquie di s. Andrea apostolo,


forma, compita negli ultimi anni, ed ar- di Teodosia vergine e martire, ed il
s.

chitettata dal Corbellini prete bresciano, corpo di s. Fortunato martire trovato


il quale, semplice, soleva dire d'avere nelle catacombe romane. L'edifizio mi-
nell'arte un gusto suo proprio; e diceva nacciando rovina, nel 1728 cominciò a
il vero. rinnovarsi per assidua diligenza del suo
3o. SS. Ermagora t or limalo, vol- F pievano Bartolomeo Trevisano; fu iu
garmente s. Marcuola. Dal furore de' più grandio>a e ampia forma rifabbrica-
longobardi fuggendo nelle Lagune gli la da' fondamenti, poi nel 1737 consa-
abitanti della Venezia terrestre, popo- crata (o forse benedetta) dal patriarca
larono anche le due isole di Luprio, tra Corraro. Tanto trovo nel Corner. Ma il
loro divise da largo canale, enei VI se- piìi autorevole libro dello Stalo perso-

colo vi fabbricarono due chiese parroc- nale del Clero m' istruisce, che termi-
chiali, una dedicata alla ss. Croce, d'al- nalo il tempio nel 1736 lo consagrò il
tra a'ss. Ermagora e Fortunato martiri patriarca Giovanelli la 2.' domenica di
d' Aquileia; o secondo altri l'edifìcarono seltetubre 1779. Si riedificò ancora il
le famiglie Memmo e Lupaniza, o a me- vecchio oratorio dedicato a Gesù Croce-
glio dire le rifabbricarono ne' princi- fisso, di confraternita zelante di condur-
pii del secolo Xll, allorché spavente- re alla sepoltura i cadaveri degli anne-
vole terremoto nel 11 17 atterrò mol- gati. Nel I 145 vi fu istituita la congre-
te fabbriche della città, e l'acque de'ca- gazione de'ss.Ermagora eFortùnato,una
da quell'in)pelo violento get-
naii scosse delle IX celebri del clero veneto. Ebbe
tarono fiamme di vapori sulfurei, da'qna- contiguo monastero dell' cremile di s.
il

li furono eccitati in diverse parti della Agostino, le quali passando in quello


città improvvisi incendii. Da questi sor- nuovo di s. Giuseppe nel i6g3, ciò ri-
presa la chiesa di s. Ermagora fu in po- cordasi dalla medaglia prodotta dal Cor-
che ore miseramente consumata, restan- ner, coli' efllgie del Salvatore e iscrizio-
do solo illesa dalla forza del fuoco la ve- s. Pietro di Ca-
ni. E' collegiata, filiale di
nerabile mano destra del s. Precursore, stello,non che sempre parrocchia, sog-
dono di Andrea Memmo, la di cui iden- getta alla decania de' ss. Apostoli, con
tità fu mirabilmente autenticata con tal 4490 anime. Ha per chiesa succursale
prodigio. Iiifabbricata la chiesa dalla pie- s. Fosca,di cui nel n. 34 di questo §, men-
tà de' fedeli, fu consagrata con grandio- tre nel n. 32 dirò dell'oratorio sagra-
sa solennità nella i.^ domenica dopo l'S.' mentale di s. Maria Maddalena. Inoltre
del Corpus Domini dt\ i332 dal ve- nel circuito della parrocchia vi è l'ora-
scovo di Castello Delfino, dedicandola torio del ss. Crocefii^so non sagramentale,
a Dio sotto l'invocazione della B. Vergi- mantenuto da una pia unione di secola-
ne, de' ss. Ermagora e Fortunato e di ri sotto il titolo del Suffragio de'Morti.
s. Gio. Battista, la cui ricordata insigne Nella chiesa de' ss. Ermagora e Fortu-
reliquia qui si venera da'primurdi del se- nato, r architettura del Massari è nobile
colo XI, nel quale la chiesa nomìnavasi e grandiosa. A fianco del pulpito vi è un
anco col suo titolo.
Di sua traslazione e quadro delia i. 'maniera di Tiziano, col
invenzione tiene proposilo il Corner. La divi» Bambino Ira' ss. Andrea e Cate-
famiglia Memmo a questa sua pariocohia- rina.
VOL, xci. 3
34 V i: K V r: N
3i. S. LconaiflOf non era ct.llegiala, de'sS.Ermagora e Fortunato, venne lesli-
Leiisì filiale tli s. J'ielio di Caslello;ces:>ò lui la al la pubblica ammirazione. Architet-
il' esser panoccliia, In cliiusa, e serve ail tata, come si disse, dal Temanza, del quale
usi profani. Celebre fti presso i veneti il ivi riposano le ossa, d'elegante figura 10-
jiGine tli s. Leonanlu confessore, a cui loiula, dove il bell'ordine ionico della fac-
flessela famiglia Criloazio la chiesa pai- ciata, semplicissima e d'una purità che
l'occhiale nel lOsS, poscia consagralii nel innamora, mirabilaienle ricorre eziandio
1343. Al cullo del Santo nel 3q5 In 1 neir interno: bellissima è la forma del
i.>liluila una confraleniila. Qui ancora coro; la foggia degli altari è forse unico
t-hhe origine quella poi Irasfeiila a s. esempio, ('he se in opera ricca di tante
Maria della Carila vicino alia chiesa de' liellezze aichilelloniche l'occhio degl'in-
tallonici regolari Laleranensi, e fu una telligenti risconti a qualche sconvenienza,
delle scuole grandi. Vi si veneravano le non potrà mai allribniila a difetto del-
jeliquie del santo Tilolaie, ed allre di l' architetto, della cui morte profittò un
!)S. Martiri, tratti da'ionuuii cìinileii. prcsontuoso ignorante |>er introdurvele.
Zi.. S. Maria lìladdaUna. INel i2'22 La bella sagrestia potrebbe pigliarsi a
)a famiglia Uall'u in onore di tanta peni- inodelio d'oratorio privalo, e v'intro-
lente fondò un oratorio che in bieve tli- dusse la stessa forma d' altare. Quest'e-
>enne chiesa parrocchiale, e nel iG'jS sempio del 'Jeiiianza fu seguilo dallim-
t'ietta in collegiata, cume adeinia Cor- inorlal Canova nel suo tempio a Possa-
ner colle notizie della medesima, e im- gno. Giustamente il ch.Diedo ne rilevò
pugna r ab. Capjx'llelti solo con parola i pregi artistici nell'opera, />f Fahhiielie
lugativu. l'ero anclie lo Sialo persona- di J'cnczra. INe rende altresì raginne,
le alferina clie fu collesiala e parrocchia colla biografia del Temanza, I' interes-
sino al i8io. Accorse a 1 innovai la nel sante opuscolo : Le Belle Jr li ili J'enc-
1701 Francesco Iliccordi, uno de" due r/V/, ivij tipografia di Fiuiiresco Andreo-
titolati preti e poi pievano, con altari di la I 829, editore Giuseppe Oi landelli.
inartuo, e ingrandimento del campanile, 33. ó". DJarziale, volgarmente s. l\Jar-
tbe vuoisi antica Ione in riva ad un ca- ziliniì o 3Iaieilian. ISe' pi incipii del se-
nale, il quale empito poi di lena e mu- colo Vili, allorché \ enezia coll'agginn-
talo in istrada prese il nome di Rio Ter- la dinuove fabbriche e? di più numeroso
jù. Lo Slato personale ritarda al 1760 popolo andava rendendosi grande, la ric-
la rifabbrica da' fondamenti nell'attuale ca lamiglia Bardana slabilitavasi, aiutan-
sua forma. Ma ciò eh' è positivo, fu nel do col denaro ì nuovi cittadini a molli-
1 749 chiamato l'insigne ai chilelto Toni' pi icar abitHzioni, lu la cagione che si fab-
uiaso Temanza a rifabbricarla da'fonda- bricasse tutto il trailo di questa conli-a>
Liieuti, come ve la eresse con iiobii di- tla. Altri la dicono eretta nel q82o nel
iieguo. Possiede le reliquie della San- 1 i33. La famiglia de' Hocchi vi eresse
ta, l'acilìcatesi nel i356 I' tmule Ve- ad onore di s. IMaiziale vescovo tli Li-
nezia e Genova, in memoria si stabilì moges la chiesa, presto lijrmata in par-
festa della città quella della Titolare. E- rocchia. Divenuta cadente, la pia diligen-
ra liliale di s. Pietro di Castello; fu sop- za del pievano Giuse[ipe Pascpiini, col
pressa e thiu.sa, indi riaperta nel 1820, pioprio e l'altrui soccorso, da'fondameii-
serve da oratorio sagram enlale della [)ai- li la rinnovò assai ornatamente e com-
locchia de' ss. Ermagora e Fortunato. pì nel ]6q3, al modo che si vetle, ve-
Poiché dopo essere stala profanala dal nendo indi consagiala dal patriarca Bar-
governo italiano, mercè le cure dell' ot- bai igo a' 28 settembre irsi. Per 3 il-

timo edullissiuioGiovauui Kado,picvauo lusili viltoiìc lipoilalcdu'vcneli bclgior-


V E N YEN 35
no festivo ili s. ìMatziule a Ziii°<) , e nel e l'Angelo [)ienodi grazia e vivacità sem-
golfo (li Romania contro i turclii, e nel bra muoversi. Quegli che prega lontano,
ì'ò'jS contro i padovani, a' 3 luglio di è il buon padie di Tobia. Era stata uifer-

tale anno fu stabilito per rendinientodi ta al pievano nel 8 o 1 1 la magnifica e mo-


grazie aDio.alla Madonna.ed a'ss. Marco numentale chiesa de'Servi di Maria, re-
e Marziale, dover il detto giorno essere stando questa di s. Marziale aperta; ma
che solevano chiamarsi y^.y/e
fra' solenni, non voile aderirvi, amando piuttosto ri-

di palazzo. E celebre per venerazione e manersi nella sua ristretta; perciò fu ca-
miracoli la sua imiuagine della B. Ver- gione, che quella de' Servili rimanesse
gine, di cui riferisce la tradizione, essere chiusa e andasse in seguito deplorabil-
pervenuta da'lididiRimini senza opera u- mente demolita.
inana a questa chiesa, pel culto della quale 34. ^- Fosca. Dell' antica si vuole
si eresse una cnnlraternita.Essa è di legno fondatore nell'anno 873 Crasso Fazi(j
e dicesi scolpita da un pastore e perfe- vescovo d' Oli volo; veramente si esclu-
zionata col ministero degli Angeli, e per de dalla serie de' vescovi dal Dandolo,
loro ingiunzione collocata in vuota bar- dallo slesso Corner e dall' ab. Cappel-
chetta che qui la condusse. Mirabile n'è letti, per cui resta dubbiosa tal fonda -

il racconto del Corner, ma mi è vietato zioiie nelle sue circostanze. E più ve-
dir di più. Pel complesso de' prodigi o- rosimile, che essendosi portato da Tri-
perati fu disposta in magnifico altare. La poli d' Africa a Torcello, dove ha un ce-
chiesa fu collegiata; era Oliale di s. Pie- lebre tempietto,corpo dell' illusile s.
il

tro di Castello, e contìnua ad esser par- Fosca vergine e martire nel secolo X,
rocchia, ma sotto la decania de'ss. Apo- il suo culto si estendesse fino a Venezia,

stoli. Numera 5196 parrocchiani. Quat- e perciò le fosse eretta una chiesa par-
tro chiese sono nel suo perimetro. S. Lo- rocchiale, indubitatamente rinnovata nel
dovico o Alvise, succursale, di cui nel 1297. Minacciando cadere, fu dirocca-
§ X, n. 4i. S. Cristoforo osìia s. Ma- la nel 1679, e poi in più decente forma
ria <leirOrto, oratorio sagramentale, di riedificata da'fuudamenti, venendo cou-
cui nel detto §, n. 38. S.Maria Annun- sagrata a' 25 agosto tySS da Girolamo
non sagramen-
riata de' servili, oratorio Fonda vescovo di Nona ; dopo di che a
tale. S. Girohuno doltt)re, oratorio non con»pimento de' suoi abbellimenti, il se-
sagramentale. Questi due ultimi orato- natore Filippo Donato eresse di marmo
ri! servono per l' istruzione de' fanciul- la facciala e due altari. Qui si venerano
li e sono diretti dal parroco. Vi è pu- le reliquie della ss. Croce, restala illesa

re la cappella di Maria del Carme-


s. iu un incendio, una ss. Spina, una cuslu
lo, eretta nel 1826, ed appartiene ad dellas. Titolare douata nel 1592 dal ve-
una pia aggrega '.ione. Nel 1° altare del- scovo di Torcello Grimani, della terra
la chiesa di s. ALirziale vi è opera pre- inzuppata dal preziosissimo sangue di
giatissima di Tintoretto, con s. Marziale, Gesù Cristo ed altre molte reliquie. Col-
ed i ss. Pietro e Paolo. Nel coro la Ri- legiata, filiale di s. Pietro di Castello,
surrezione è con)pouiuientu s'i bello del- colla parrocchia cessò di esserlo nel 1 8 1 o,
l'Aliense, che il Passiguauo, (jui suo ri- ed oggi è succursale de' ss. Ermagoru e
vale nell'opposto quadro della Crocefis- F'orluualo.
sione, volle possederne il disegno. Al- 35. S. Felice, volgarmente s. Feli-
l' ultimo altare il To-
altra parte nell' se, nel 960, o forse nel 966, fu fondala
bia guidato dall' Angelo è opera celebre dalla famiglia Gallina, e rinuovavasi in-
che Ti/.iano condusse di circa 3o anni: torno il 1267, essendovi poi memoria
la lesta di Tobia non può esier più viva, d' esaere àtulu cuusa^rala a^li 1 1 lui^ho
36 VEN VEN
dell'anno slesso da Leonardo vescovo di lo che onora 1' ora defunto prof. Po*
Jesolo, con fr. Marino vescovo di Caorle e liti.

3 altri prelati. Benché laCliiesa universale 36. S. Sofia. Ad onoredella divina Sa-
faccia a' 4 gennaio commemorazione di
1 pienza i Gussoiii e Giorgio Tribuno nel
s.Felice prete di Nola,col nome di martire 1020 eressero la chiesa, con nome greco
peraver palilo perCristo,qiiesla chiesa eil chiamata s. Sofìa, indi vi fu istituita la
clero veneto ne celebrano la festa come parrocchia. Pkovinosa, quasi la rifabbric?»
di confessore a' 3i agosto. Il suo altare da' fondamenti lo zelo di Tommaso Cu-
e quellodella B. Vergine, dell'antica chie- rini suo pievano, e celeremenle la com-
sa, furono consagrati nel detto 1 267. L'o- pì nel 1698. Quantunque abbia subilo
dierna, come si vede, fu riedificata nel varie modificazioni, porsene vede ancora
]53{ con nobile struttura e disegno di l'aulica forma. Parrocchia, collegiata, fi*

uno de'Lombardi, e non del Sansovino, lialedi s. Maria Formosa,1810 fu nel


come per errore disse il Corner, ed a' 4 chiusa e poi riaperta a'26 giugno 836 a 1

ottobre 1624 '^ ricoosagrò il patriar- merito diGio. Battista Rebeilin, che com-
ca Tiepolo. l'ossiede alcune ss. Reliquie. pratone il fondo lo donò per la celebra-
Parrocchia e collegiata, era filiale di s. zione del culto divino a' parroclii di s.

Maria Formosa, venne chiusa nel 1807 Felice />ro tempore, per cui oggi serve
e la sua parroccbialilà si concentrò in d'oratorio sagratuenlale della parrocchia
quella de' ss. Apostoli. Fu poi riaperta, e di s. Felice.
con patriarcale decreto de* 24 ottobre 37. SS. apostoli, il cui titolo in al-
]8io eretta nuovamente in parrocchia cune cronache antiche si trova indica-
nella decania di detta chiesa, e prosiegne lo per Santo apostolo. L' ultima del-
ad esser parrocchia. Ha 3 1 16 anime, e la le chiese che dicesi per celeste rivela-
chiesa di s. Sofia per oratorio sagrumen- zione fitta fabbricare da s. Magno, iii

tale, che nel seguente numero descrive- onore de' XII Apostoli, i quali a lui ap-
rò, s' intende sempre secondo l' indole e parsi in visione glielo ingiunsero per di-
tra'confini d'un Dizionario. Vi ha pure vino volere, dov' egli trovasse 12 grue
J' oratorio non sagramentale della JVati- insieme congregale. Soccorso nell'injpre-
vità di Maria Vergine. L' edifizio di s. sa dalia cristiana carità, fu in breve per-
Felice è beo compartito e d'ottimo gu- fezionala per quella di Gardoco Gardoli-
sto, con belle porte sullo stile de' Lom- co. La restaurarono gli Erizzo ed Cor- i

moderna ora
bardi. Nel i.° altare è della ner. Vicina a rovinare, fu da'fonda men-
defunta Pascoli Angeli la s. Anna; nel ti rialzala nel 1075 circa, ed a' 6 luglio
2.° dal pur moderno e defunto Querena di tale anno la consagrò Guido vescovo
la favola con parecchi Santi ; nel 3.° è di di Traù. Di poi verso la metà del secolo
J. Tintorello il s. Demetrio con ritratto passalOjSi rinnovò nobilmente e con ben
un principe Chigi, che lo fece eseguire. ideala maniera nell' interno. Calerinu
Kel niaccior
00 altare è nobil lavoro del Cornaro regina di Cipro, per quivi ripo-
Passignaiio la tavola, in campo d' oro, sarvi Tossa cle'suoi auìenali (vi ebbe pur
col Salvatore, il .santo Titolare e due ri- essa la tomba nella cappella di essi, pri-
traili. Le due statuette laterali, come ma che fosse trasferita nel suo mausoleo
anclte le 3 sulla poita niaggiore, sono di a s. Salvatore), le donò il braccio di s.

G. dal Moro. All'altra parte nel i.° al- Ametisto glorioso martire in Cipro, eil
tare la tavola col Saverio, è del moder- nobile di quel regno Chiriarco vi aggiun-
no co. liobustello; nel 2.° Maria Con- se il braccio di s. Ilarione abbate. Vi è
cetta del pur moderno pittore Tona; e pure un dito di s. Anna; i corpi de' ss.

ucir ullituo altare l'Addolorata è dìpìu- Ireneo e Fauslo luarliri, e le teste de'ss.
1

VEW VEN 37
Tibiirzio e Condicio inarliri, estralli da' daConeglianojili. "col cader dellaManna,
romani ciniireii. Il suo collegio capito- è di Paolo. Nella seguente cappella l'ele-

lare divenne numeroso. Parrocchia, dal gante monumento del co. Giuseppe Man-
1810 non è pili collegiata, era filia- gili!, fu disegnato dal Trezza: il busto n'è
le di 8. Maria Formosa, ed è tuttora par- stupendo hivorodel Pizzi, e il monumen-
rocchia con 3344 a'ii'Tie. Ho avver- to che v' è dirimpetto fu innalzato dal-

tito in principio di f|uesto§ che lo Sta- la pietà della vivente contessa Lucrezia
to personale del Clero registra IV de- Mangilli, al defunto suo marito conte Be-
cania la chiesa de' ss. Apostoli, e nel nedetto Valmarana. Il disegno è del va-
]*rospetto riassuntivo la segna per or- lente prospettico Giovanni Pividor, e il
dine in terzo luogo. Sia comunque, le busto è del bravo scultore Luigi Mini-
parrocchie soggette alla sua decania so- tini, non di Luigi Ferrari, siccome mala-

no: s. Geremia, ss. Caiizio, Canziauo ec, mente fu detto. La tavola dell'altare col-

«. Marziale, s. Felice, ss. Ermagora e For- l'Angelo Custode è del Prete Genovese;
tunato. Nel suo perimetro è l'oratorio non e quella de' ss. Titolari del vivente S.
sagramentale de' ss. Filippo Neri e Lui- Santi. La cella del campanile è lodata
t;i Gonzaga, con ospizio annesso per po- opera del Tirali.
vere vecchie e inlermlccie. Questo orato- 38. SS. Caazio, Canzinno, Canzia-
rio un tempo apparteneva a'ieligiosi cro- nìlla e Proto, volgarmente s. Canziano.

ciferi, ed ora è ulllzialo da una pia unione Ad esso ed a'suoi illustri compagni Mar-
di secolari,e dal cappellano. L'etJifiziode* tiri, si vuole innalzata dagli aquileiesi
ss. Apostoli è ampio e di buona forma. 11 fuggiti per timore de' barbari in queste

sodino è ilipinto a fresco da Fabio Ca- lagune. Fu consagrata a'20 maggio 35 1

nal. La cappella de' Corner, dedicata a da Marco vescovo di lesolo: la sua for-
s. Lucia vergine e martire, alla destra, è ma attuale è lavoro del XVH secolo, e
magnifica per ogni rispetto e per la scel- la sua fronte murata nel 1706. Que-
tezza de'uiarmi, e ne fa ammirare la di- sta chiesa con alcune altre della città

ligenza e l'ingegno del suo ignoto archi- per autorità apostolica fu assoggettata
tello e scultore. La tavola dell'altare a' patriarchi di Grado ; ed il Dandolo
con detta santa, è del Tiepolelto. Que- ricorda il privilegio concesso da Alessan-
sta cappella è tra Le Fabbriche di Ve- dro IV al patriarca gradese Maltraverso,
nezia illuslrate ; ed il suo restauro e per l'uso del pallio in certi giorni solen-
il collacamento dell'altare di pietra di ni, fra' quali in que'dis. Silvestro e dis.

paragone, oltre altri recenti abbellimen- Canziano; donde si argomenta ch'essi


ti della chiesa, si eseguì colle copiose of- celebrassero pontificalmente in questa
ferte de' parrocchiani, a cura precipua- chiesa di loro giurisdizione nel giorno
mente di mg."^ Pietro Piantou fabbricie- de'ss. Martiri titolari. L'antica facciala di-
re della parrocchia, e seco lui gareggia- mostrava la sua gran vecchiezza sin da'
rono confdbhricieri conte Carlo Michel
i tempi del Sabellico; ma rinnovata poi
e conte Antonio Zen. La tavola vigorosa e ornata coU'iuterno della chiesa, si ri-

del vicino altare colla Nascita di Maria dusse ad assai decorosa struttura con 7
Vergine, è bell'opera del cav. Contarini. altari di marmo, de'quali quello a destra
Nella sagrestia è saporita opera del Mon- del maggiore era prima dedicato a s.
tem(7.zano, il Cristo morto, colle Marie Veneranda di Tours, il di cui cranio, do-
e s. Giovanni. Nel coro sono degni d'os- no ile'Loredani, qui si venera. Collocata
servazione i due grandi quadri laterali: poi in quest'altare una ss. Spina,^ ne prese
• II. colla Cena del Signore, dipinta nel ilnome,eindi il pievano Sebastiano Pii-
I j8 JijSulla niauieru liziauesca,da Cesare ualdi avendolo decorosanieate rifabbri-
,

38 V !: N VEN
rnlo, pel I
." in Venezia lo dedicò n s. Fi- ni addietro cadde e quindi venne de-
lippo Neri. Anche l'altnie (Iella cappella a molita. L'edificava nel 971 la famiglia
manca tlel maggiore, a vea per litolare s. Borselli d' Aquileia abitante in Rialto ,

Lucia; ma avendola i Vidman ridotta secondo la cronaca mss. Savina. an- L'
con particolare magnificenza, per ripor- tico suo titolo era s. Maria Aisuntn^
vi il corpo incorrotto di s. Magno mar- come neh r io, finché si disse Nuova dal
lire, vescovo d'Opitergio e poi d' Emo- Xlllsecolo. Caduto l'edifizio nel i535,
nia, come si legge nell'iscrizione coll'ef- sub lo la rinnovò a proprie e altrui spe-
figie del Santo che riposa coricato e pro- se Nicolò Negri suddiacono titolato del-
dotto dal Corner, prese la sua denomi- la chiesa, ed è fama con disegno del ?)i\n •

nazione, anche a motivo del solennissimo sovino, inrii consagrata


17 giugno, i- a'

ctillo col quale ivi si venera. E siccome gnorandosi l'anno, rinnovandosi la faccia-
qui è pure il corpo di s. Massimo mar- ta nel17 70. l^ossedeva una ss. Spina, del
lire d'Asia, rapito e drmato da un Ba- prodigioso Sangue del ss. Crocefisso di
doer,si confusero gli alti esiatlrihuirono Berito, dono del doge Contarini nel r 63o
.•tll'altro, di che scrissero diversi, e Gio- qual sua parrocchia ed altre
; ss. Reli-
vanni Sconlebio neW'yé Emonia vìndica- quie. Possedeva pure il ftinoso dipinto
la. Anzi fu supposto che s. Massimo d'A- di Tiziano figurante s. Girolamo, che va

sia fosse il celebre s. Massimo vescovo alle slampe, ora esistente nell'accademia
di Reggio, per cui un prete reggiano ne di Milano. Il suo campanile restaurato
rubò la testa, che Sisto V fece restituire. nel 1498 dall'archiletto M.Uteo Fonta-
Unita sagro Corpo fu portata
a questo na, per volere del picvatio Pietro Canal,
a Venezia, e in questa chiesa, un<a croce si demolire nel 1839.
finì di

di bronzo col Crocefisso e dall'altro la- 4o. S, Giovanni Grisnitomo, e an-


Io alcune figure, il cui disegno offre il ticamente .?. Cecilia, Vuole la tradi-
Corner, forse pettorale per servire al sa- zione, che l'antica ftdjbricata nel 1080
gro Corpo, benedicendosi con essa gl'in- da' Caltanei a questo gran vescovo di

fermi con efficacia. Vȏ pure il corpo di Costantinopoli, fosse situala incontro l'o-
{. Candido martire, forse anche quello di dierna, qtiando fu la cadente atterrala
S.Savina martire, ed altre ss. Reliquie, per r in(tendio del \\']'^, e quindi l'al-
^'tradizione che vicino alla chiesa vives- tra edificatii, dopo i3 anni dal lato op-
sero circa il secolo XIII alcune pie donne posto della prima, con indulgenze d'In-
dette Recluse o Romite, come presso al- nocenzo Vili a'contribuenti. La sua con-
tre. Finalmente sotto 1' invocnzione de* sagrazione si commemora a' 1 3 febbraio,
ss.CanzianoeCompagni martiri vi fu isti- ma non si conosce l'anno in cui fu ese-
tuita l'omonima congregazione, mia del guita. Olti'e un braccio del s. Titolare,
IX del clero, delta anche di s. Cancia- si venerano le reliquie de'ss. Anna, An-
iio, nel i-ìSS. Era parrocchia, collegia- drea Apostolo, Gio, B.itlisfa ed l'ilisabet-

ta, filialedi s. Silvetro, e di presente con- ti sua madre, Stefano, Re IMagi, Biagio,
tinua ad esser parrocchia, con 44'^ a- llarione, Afra, Onofrio anacoreta, del
iiime. Ila per chiesa succwrsale s. Gio. quale q>i è antico il cullo. Fu parroc-
Crisostomo, di cui nel prossimo n. ^o. chia e collegiata, era filiale di s. Maria
E per oratorio sagrainenlale ha la chie- I''ormosa fino al 1810, e d'i» Il ora è suc-
sa di s. Maria Concetta de'Miracoli, della cursale di s. Canzifino. L'edificio per la
quale nel § X, n. 53 r,igiono. sua forma è uuofra' pregiati di Vene-
39. ^V. Maria No\'a fu parrocchia, zia, il cui disegno è di Sebastiano da
collegiata, filiale di Muiia Formosa,
s. Lugano, a cui diede mano I\loro Lom-
li soppresse e chiuse nel j8q8, ed an- bardo. La tavola del i

altare co'ss. Cri-
V E \ V E N 33
sf( foro, Agostino e (iirolnmo bollore, si clemente, snccedevano nel Irngilto del-
c«mlns«e nel iTiS ila Gio. l?ellino: si la laguna fre(|uenli gravissime disgra-
loda h fanlfisifi, In nobiltà del cnrntte- zie di naufragi, fu determinato nel 12^9,
re, la foiva, la vai^hezza e l' armonia in cui per improvviso turbitie perì un
di tinte. I^a tavola del maij^ioi' altare gran numero di persone, onde potersi ve«
con G'ovanni Crisostomo consagra-
s, nerareil sagroCorpo dal popolo con mag-

to vescovo e altri Suiti, si dice comin- gior siciu'ezza, di trasferirlo in Venezia


cinta «la Giorgionp, e compita <la Se- nella chiesa parrocchiale eretta sotto l'in-
bn<>liano. «lei l'intubo, ovvero tutta sua. vocazione della Santa. Seguì la traslazio-
A lato deg'i altri due altari si c«jlloca« ne 8 gennaio! 280, o 1216 come leg-
a'i

rono 4 figure «li Santi, opere di G. Man- go nello Slato perdonale ; giorno me-
sueti. Il bassorilievo dell'ultimo altare è morabile pel 1." arrivo del s. Corpo, Dio
studiata opera di Tidiio Lotidiardo. illustrandola con due prodigi, cioè eoa
41.»^. Lucia, prima intitolata alla v.v. lasciare la Santa una delle sue braccia in
yinnuìiziatn. L'origine di questa chiesa si mano dell'abbate di s. Giorgio, econ ri-
assegna all'anno i ig-J.Si rese celebre per donare la vista perduta ad un nobde che
la traslnzintie in essa del suo s. Corpo, co- ne invocò la grazia. Acccescendosi poi
me ritengono gli scrittori vei.eti e altri, colla «livozione del popolo il culto dell.-»

l'ero il Buller fu d'avvilo, nelle f''ìte(ìc Santa, per solennizzarne con pompa la fe-

principnlì Santi, «he il corpo della cele- sta ebbe origine nel 1284 ""a pia con-
bre s. Lucia vergine e martire di Siracu- fraternita coll'assenso del pievano della
sa, ivi^dopo il martirio patito nel 3o j, S'a chiesa e degli altri suoi preti. Di questo
rimasto parecchi anni, ma fosse poi trasfe- e «la'documenli si deduce, che allora fos-

rito in lt;ilia (ossia nella sua terraferuìa, se anche collegiata. Nel pontificato d'Eu-
ed alciniidicnno neirVI II sec(. lo). Saper- genio IV, ottenne da questi il vescovo
si da Sigeberto di Gemblours, che 1' im- di l'altre Tommasini, che la chiesa «li

peratore Ottone I (re d'Italia nel 961 e e. Lticia fosse unita al monastero delle
nel seguente imperatore, mori nel 97-^) domenicane del Corpo di Cristo, già di
lo fere poi portate a .Metz, dove si vene- circa mez70 secolo fondalo nella stessa
ra nella bella cappella «Iella chiesa di s. parrocchia. Questo si edeltuò alla morte
Vincenzo. La porzione delle relirpiie di del pievano nel luglio «444; ^ d'allora
detta santa, ch'era anticamente a (Costan- in poi i pievani esercitarono la cura sotto
tinopoli, è «li pi'eseutea Venezia, e vi è o- la giurisdizione delle monache. Frattanto
nor.ita con pecidiar divozione ni-Ila chie- alcune religiose, vef-tilo l' abito ilei 3." or-
sa al suo nome intitolata. Ciò premesso dine de'Servi di Marii.solto la regola di s.

colla critica, per le diverse opinioni cir- Agostino, si ridussero in una casa vicino
ca d luogo tfelle traslazioni, seguirò il lin- alla chiesa di s. Lucia, ove vivendo in P)i*-

guaggio della principa'e mia guida per ma (li comunità religiosa riuscirono «li e-
le chiese di Venezia, ch'è il benemeren- ilillcazione.L^ acquistata riputazione vi
tissimo Corner. Neh 20 1, fauiO<o per li trasse tante compagne, che divenuto an-
confpii\fa (li Costantinopoli, da rpicsta fu gusto il luogo, u»olte«li esse trasferironsi
condotto il corpo «li s. Lucia in Venezia, a Padova per fondare un nuovo moni-
e collocalo nella chiesa di s.GiorszioMas'- siero. Le 8 religiose restate in Venezia,
giore de'benedeltini nell'isola omonima, fidando nel divino aiuto, comprarono al-
ov' era sommamenttì veneralo, massi- cune case contigue alla loro, e dispostela
menti giorno consagr.ito dalla viUoiios.i in forma di [iccolo «hioslro, vi entraro-
di lei morte a' i3 dicetubie. Mi perchè no nel 14^9, coU'intendiraento d'istitui-
in (juel giorno per lo più burrascoso e ia- re un monasteio sollo l'iavocazione del-
4o VE W VEPf
la ss. Annunziata, alla quale costruit'ono soppressione, il loro chiostro demolito in
propinqua chiesetta. Elessero quindi una parte, oggidì serve ad uffizi di dogana
superiora, e dal monastero fiorente dis. per merci della ferrovia. E la chiesa
le

Daniele vi passò per abbadessa Orsa, nel- divenne oratorio sagramentale dipen-
le cui mani fecero voti religiosi. Dipoi
i dente dalla parrocchia di s. Geremia ;
Sisto IV concesse loro la chiesa di s. Lu- sempre però essendo insigne santuario
cia e la casa parrocchiale, colla condi- perla divozione di tutta la città, per con-
zione di pagare alle domenicane suddet- tenere corpo intatto della gloriosa s.
il

te annui 5o ducati d'oro, in compenso Lucia. In questo bellissimo e leggiadro


del tolto-, tralasciando di riferire i litigii edifizio, se l'occhio non trova la felicità
tradue monasteri, e il temporaneo ra- delle proporzioni sì propria al giau Pal-
pimento del corpo di s. Lucia fitto dal- ladio, vi riscontra però una certa piace-
le domenicane. Le agostiniane dis. Lu- vole novilà e un non so quale gusto gre-
cia prosperarono,sotlo il governo dell'ab- co, degno degli aurei tempi di Roma;
jjadesse [ìerpertiie, che Gregorio XIII in altissima considerazione è tutto l'in-
la i/ delle quali
ridusse triennali, sotto terno agi' intelligenti dell'arte. Il pro-
il Donato Baglioni, padre d'u-
fiorentino spetto è d'imperito artefice. Il Palma gio»
na monaca, ridusse sontuosamente la cap- vine può dirsi il pittore di questa chiesa ;

pella e il sepolcro di s. Lucia. Avendo eh' egli fece tutte l'opere della cappella
già Bernardo Mocenigo eretta la cappel- della Santa, i portelli dell'organo eie ta-
la maggiore, la sua nobiltà e quella del- vole degli altari, con leSponsalizie de'ge-
la santa non accordandosi colla vecchia nitori della Madonna, col Presepio e s.

chiesa, si rinnovò questa da'* fondamenti Tommaso d'Aquino. La tavola di s. Ago-


con mirabile disegno di Palladio (mira- stino in gloria e Santi al piano, è di L.
bile altresì per le angustie dello spazio ed Bassano. Nella maggior cappella il busto
altre circostanze di sito), eil è l'ultima del Mocenigo è del Vittoria. La cappella
«uà opera, onde fu condotta dopo la sua che segue a destra ha scultiue del Cam*
morte nel 1609. Compita del tutto, a'2 i pagna. Morlaiter lavorò la statuetta di
novembre o 3 dicembre 1617 la con-
1 s.Antonio da Padova e il bassorilievo
sagrò il patriarca cardinal Vendramino. della mula adorante l'Eucaristia. Vi di-
Dipoi Giorgio Polacco confessore per 36 pinsero ancora Maffeo Verona, Ingoli e
anni del monastero, edificò accanto la Pilotti. Illustrarono l'edifizio, il Teuian-
sagrestia la di vota cappella in onore del- za, e Diedo e Zanotto, Le Fabbriche di
la nascita di Gesù e del dottore s. Giro- f'enszia.
lamo, e l'arricchì di copiose ss. Pieliquie; Sestiere di Stinta Croce.
il patriarca Tiepolo ne consagrò l'altare 42. S. Croce, appartenne al contiguo
a'24 novembre 1629; ed egli pure qui- monastero di francescane, le quali elegge-
vi eresse la cappella e magnifico altare vano il pievano ad amministrar la cura
in onore dell'Aspettazione del parto del- dell'anime. La parrocchia fu soppressa,
la Vergine. Ultima di tutte ad esser com- nel 1 8 o per
I diminuzione delle par-
la 2."

pita, fu la cappella a destra del maggior rocchie e delle chiese, la chiesa di s. Grò*
altare de'ss. Gioacchino e Anna nel1628, ce venne chiusa e ridotta a magazzino
e n'ebbe merito Nicola Peetres nobi- privato. Fa poi demolita, e sul luogo
le d'Anversa ivi sepolto. Avendo le a- occupato da essa e dal monastero fu pian-
gostiniane contiguo il monastero alla talo un ampio orto e giardino. Questo
chiesa, facevano esercitare la cura dell'a- posto sul Canal grande a sinistra, pres-
ninie a un cappellano da loro eletto. so il ponte della Croce, appartiene al
Colpite nel 1810 dal generale decreto di conte Spiridioue Papadopoli. E' delizio-
VEN VEN 4i
so, verdeggia e fu bella mostra di lean» donare il monastero. Il collegio capitoI.ii-e

co da lontano. E" pure ricco di piante e- di preti litolati,cheancoin tempo de'clu-


sotiche, ed è il più esteso di quanti fra' niacensi amministrava la cura della par-
particolari ne possiede Venezia. Dell'an* roccliia, assunse quell'intera della chiesa,
lieo monastero non rimane in piedi che lii rinnovò da'funclamenti e fece consagra-
inia colonna di granito egiziano, sorreg- re neli342. Urbano VI neliSyB ridusse
gente l'angolo della fabbrichelta archi- il commenda, e lo goderono al-
priorato a
acuta eretta dagli odierni proprietari, cuni cardinali. Nel i4o5 rovinala lacap-
che vuoisi qui recala da Toiemaide, in pella maggiore, si trovò nella niensa no-
unione del capitello che la coiona, sul labile porzione della ss. Croce. Il prio-
qmile è scolpilo un monogramma quasi rato l'ottenne poi Doinenico Michiel pa-
simile a quelli che si vedono intagliati triarca di Grado del i 44^5 ^ cosi diven-
sugli stipiti eretti esteriormente di fronte ne una delle parrocchie soggette alla giu-
al Battisteio di Marco. Di tutto ri-
s. risdizione del patriarcato gradese, e con
parlo nel § XIX, n.i i.La cinta merlata auloritìi apostolica nella chiesa vi eres-

che circonda il giardino, interrotta nel- se un vicarialo perpetuo. Morto nel i4^ii
l'angolo dall' accennata fid)brichetla ar- fu conferito il priorato ad Eugenio Mem-
chi-acula, e da una lorricella, fa mira- mo canonico regolare Lateranense della
bile contrasto per la varietà delle forme Carità, il quale per impulso dell'animo
e pel verde delle piante da cui pare in- suo religioso, pose ogni studio perchè
coronala, colle fàbbriche circostanti. Ri- accanto la cliiesa fosse eretto un mona-
torno alla chiesa e al monaslerodi s. Cro- stero e vi fossero collocate suore fran-
ce. 1 cittadini dell'antica provincia di Ve- cescane. Quindi alcuni divoti verso il

uezia o delle Venezie, ricoveratisi per ti- 1 460 edificarono dietro la cappella mag-
niore de' longobardi nelle lagune della giore alcune stanze ad uso di povere e-
Venezia marittima, nell' isola di Liiprio remite, ed in esse vi ftu'ono introdotte
fabbricarono questa chiesa, a merito tie' alcune donne del 3." ordine de' minori,
Badoer, altri alti ibuendolo a'AIastropie- e per istruirle furono tratte alcune mo-
ra oggi Malipiero; riferendo la tradizione nache da Padova e da Murano; le quali
averla consftgrata il I ."vescovo d'Olivolo ridussero le compagne a professare la
Obelerio del775,e fu tenuta in tanto pre- regola più austera del 2.° ordine detto di
gio, che nella divisione della città in re- s. Chiara. Il cardinal Riario legato di
gioni col suo nome denominato il se-
fu Sisto IV, portatosi a Venezia, assegnò al
sliere. Nel i 1 09 i Badoer la donarono nìQn(Mleio.d\ ?,. Francesco della x.Crocey
a'benedellini cluniacensi, acciocché ac- nome chegli die', il priorato colla chiesa e
canto vi erigessero un monastero, a'qua- uniti edifizi, con diversi privilegi : lutto
li i fedeli offrirono doni e rendile ; e fìjr- approvò il Papa, ponendo le religiose sol-
se riedificarono la chiesa nel i i 1 i. Ebbe lo la direzione del vicario de' minori os-
il titolo di priorato colle 6 seguenti cine- servanti della provincia di s. Antonio. A-
sesoggelte: s. Gregorio di Capodistria, lessandro VI accordò alle monache la pie-
R,Martino di Sommocolle, s. Andrea di sentazionedel vicario curalo,e loro aflldò
Tombello, s. Marina di Munigo, ss. Ab- la custodia de'beni della chiesa. Nel i5i i

don e Sennen di Trevigiana, ss. Giaco- ilmonastero con altri 4, fn ridotto a ri-
mo e Bartolomeo di Grespignana j de' forma per essersi intiepidito il fervore,
quali solo l'ultimo restò in dominio alle Rovinando lachiesa, determinatasi l'abba-
francescane poi abitatrici del monastero. desvT di rifabbricarla, nel 1 583 il palriar-
Decaduti monaci dall'osservanza, circa
i
ca Trevisau coll'inler vento del doge, po-
ta mela del secolo XIV doverono abbau- se lai.' pietra per la nuova e con meda-
4^. V E N V E V
pili» ripnrtata tlil Cornor, ove si vo.ila hn di» vinno pure quelle ilei celebre «.

(la im J.ito s. Mmco eoi Leone nl.ifo, «lai- Pnutulenne meilico, d.i luì «enerifo ,i

doge genuflesso e sosteuenfe I-i


i';iltro il Cristo. Vi sono anitorr» le reliquie di «.

Croce, con analoqhe legqende. Nel Tc) i


J.
Pietro apostolo e d'altri Santi, oltre mia
il Papa Clemente VII! «sottopose il mo- ss. Spina, e un fraoimenlo della s. Co-
nastero al patriarca, e la chiesa fu con- lonnn,ed tuia qorcia del prezioso ss. .San-
sa£:;rala nel 1600 dal vescovo di Pistoi.i gne che mischiato con acqua usci dal
Ahioso. Nell'antica aveano tomha i do- costato del Redentore, tratto da <piello
gi Malipiero e Domenico Morosini ; e nel restato illeso neil' incendio della basilica
monastero fiorirono suore di santa vita, di s. Marco, e <lono del doge llenieri Ze-
Della concessione fatta da Pio VII alle no. Era collegiata, filiale di «. Pietro di
monache, parlai dicendo di qnelledel ca- Castello; tuttora è parrocchia. L'edifizio
pitolo cattedrale nel § VI. Pel decreto dopo varie vicende bi ridotto allo stalo
de'28 luglio 1806, con cui fa ordinata la presente da Bartolomeo .le Comendà.
concentrazione de* monasteri e conventi L'attuale sua forma fra il moderm f-i

nelle provincia venete, questo venne di- intravedere molto di antico. Li sua con-
chiarato di i.* classe, ed in esso nel no- «agrazione «i couimemoraa' Tingilo. Li r

vembre rSo^ furono concentrate le mo- pirrocchia è soggetta alla decanta di s.


nache di s. Chiara. Nella filale soppres- Silvestro, conta ^\\\ anime, ed hi per
sione del 1810, vi fu compreso anche chiesa succursale (pielh de' ss. Simeone
questo monastero. Apprendo dal cav. Ci- e Giuda apostoli, vulgo ?. .S7wn/j pir-
cogna, cheil p. Domenico Godagli com- roto, di cui nel seguente numero. Nel-
pilò: Compendio dell' origine et de.lle. la chiesa dì s. Simeone profeta, dietro
ffonne illustri di s. Croce di P'enctìa \\ maggior altare h figura coricata in
roniposfo per il p. ecprt'dicafore e con.' marmo, del santo Titolare, è opera di
fcf.wre del monnslero. In Venetia 1610. Marco Romano condotta nel i3t7. Nel-
Se io potessi profittare della miniera d'e- l'altare che segue, è ilei Catena il qm-
nulizione. qua! è l'opera delle /«?rr?'3/o- drelto della Trinità. Neil' altro è ope-
77Ì f^c«f3i'<7«<', potrei tempestare di gein- ra del Gramiccia la s. Famiglia. Il mo-
me bibliografiche queste nozioni, almeno numento al giovine Antonio Dona è del
delle chiese finora in essa opera ilhi- Bosa. La Cen del Signore sul lìaltiste-
1

strate. ro è lavoro del Tintoretto.


43.1?. Simeone Pro/<'if^, volgarmente ?. 44- '^'^' Simeone e GiiultApn^stnli^vrA'
Simon grande. La fabbricarono nel ^6j garmente i.Simonpiccah. Pare l'anterio-
i Ghisì, Aoldo e Briosi, in onore di quello re che fosse sfata fibbricata nel I X seco-
ch'ehbe la sorte di ricevere fra le braccia il lo da'Briosi, intli la riedificata venne con-
hedentore bambino, quello il cui corpo sagrata a'2i giugno layi. Non ostante
v\ fu portato nel i2o5 dalla cappella di molte successive riparazioni, convenne
K. Maria di Costantinopoli, da'veneti Bai- nel 17 [8 demolirla, e poi nel giro di 20
duino e Drusiaco. Nel r3r7 fu soletnie- anniecon grandissimo dispendio,da'f')ri-
nienledal vescovo castellano Alberti de- datnenti si compì, veoeulo cons;igraf;i
posilato sulla mensa del maggior alta- a'27 aprile [738 da (iaspare Negri ve-
re. Pretende Zara di posseder essa il scovo di Cittanova d'Istria e poi di Pa-
corpo incorrotto del santo, ma non ha renzo. Con solenne culto e al proprio
documenti. In delta epoca fu periato in altare, qui sì venera da tempo itnmemo»
questa chiesa il corpo l'insigni reliquie rabile il braccio destro intero colla ma-
di s. Ermolao prete di Nicomedia e mar- no Dorotea vergine e martire di Ce-
di s.

lire, chiaro per roiracoli ; con esse sem- sarca di Cappadocia, della quale, nel
VEN VEN 41
»744>^" cnnrc<!«o il proprio uffizio lìi
q le- Venier ne' primordi del XI secolo, sotto
Vene7Ìa, on- il titolo della Decollazione del Ballixfn^
fioni p<'r la cilià e diocesi di
de in«nfenei-e ed ar.crescere nel popolo la di cui solennità divenne poi di lietft

la peculiare di lei divozione. Benedetto ricordanza a'veneziani per l'illustre vit-

XI V che l'accordò, elargì pure la confer- toria riportata sui genovesi a Negropon-
ma dell'indulgenze concedute da Urina- te. Nel 121 3 i da Pesaro la rinnovarono
no Vili e Alessandro VII alla confrater- da' fondamenti, e nel 1708 fu riedifi-

nita di tal santa eretta in questa chie- cata in più nobii maniera nell'attua-
sa. Inoltre Venezia vanta le suore di s. le forma. Consagrata n 54 lugPKf^ s' i-

Dorolcn (f.), come (i\ìb fìf^]^ Xl,n. i4» gnora l* anno. Gloriasi possedere quel
istituite, coM'altra pia opera dì s. Rnffae' tlito tlel suo s. Titolare, col quale indi-
//'(F.), da' piisimi conti Passi di Berga- cò a'giudeiil Redentore del mondo. Qui

mo, nobile famiglia originaria di Vene- pervenne nel i334 per dono d'Antonio
zia. Non è certo clie il capo e un brac- Colonna confratello del sodalizio di s.Gio.
cio di Simeone, con altress. Reliquie,
s. Battista istituito in questa chiesa, a cui lo
fossero rubale a questa chiesa e portate lasciò un cavaliere boemo reduce di Pale-
in Ansano diChieti. Era parrocchia ecolle- stina e morto in sua casa. Non è sicuro che
giala, filiale di s. Pietro di Castello fino al sia stato pievano di questa chiesa il bea-
1 8 o I ; ed attualmente è succursale di s. lo Giovanni detto Olmi, il cui corpo in-
Simeone profeta. L'edifi/io l'archilellò corrotto veneravasi in s. Sebastiano ; e
Gio. Scalfarolto, proponendosi a mo- soppressa quella chiesa, passò con altre
dello il Pantheon, senza copiarlo servii- ss.Reliquie in mano del fu pittore G.Gres-
mente, ma riducentlolo nelle sin)me- ler, il quale le cesse alla chiesa di Dignano
Irie e nelle decorazioni. Gli altari pure neiristria.oveattualmenle si venera. Par-
sono a tabei'nacolo, come quelli del Pan- rocchia, collegiata, filiale dis. Pietro di
theon. Pesantissima riesce la sovrappo- Castello, fu soppressa nella concentrazio-
sta cupola per l'estremo suo innal/anien- ne generale del 18 io, e chiusa, poi ria-
to. Toltone qualche altro difetto, l'ope- perta culto a'29 agosto 18 18, ed è al
al

ra è degna d'imitazione: tanto è il ge- presente oratorio sagrametale dipenden-


nio e la perizia che vi mostra l'autore. te dalla parrocchia di s. Giacomo dal-
Mella sagrestia il lavatoio è opera assai l'Orio.
giudiziosa, che il Temanza dise<^nò in 46. iS". Giacomo o Jacopo dall'Orio^
gioventù ; il bassorilievo è del Marchiori, ossia di Liipao o Liiprio. Dal sito in cui
rhe vi scolpì pure se slesso. Il Dizionario fu fabbricata la chiesa parrocchiale in
geografico pubblicato in Venezia, chia- onore di s. Giacomo Maggiore apostolo,
ma questo edifizio moderno molto ele- acquistò il detto soprannome de Ltipn'o
gante, con magnifica e ardila cupola co- volgarmente dall' Orioj imperocché il
perta di rame. Lo Scalfarotto nelhi fac- luogo dalla palustre apparenza, fu cogno-
ciala, sopra nobile gradinata, eresse un minato Liiprio, come scrive il Sabelli-
bel vestibolo d'ordine corintio, sul fron- co. Però l'etimologia oderta dal Sanso-
tespizio del quale è un bassorilievo scol- vino, forse dal canale ivi scorrente ab
pilo da Francesco Penso detto Cabianca, antico, dallo Rio, sembra più naturale.
che rappresenta il martirio de' due ss. Un antico marmo posto nella facciala
Titolari. sono
della chiesa, in cui incisi tre S S S,
Giovanni Decollato, volgar-
45. S. fece arguire assai f.icilmente ad alcuni
mente s. Zar, Degolà. La primitiva fu che fosse stala fabbricata nel 5j5; ma
trelta nel VII secolo, secondo lo Sia- osserva il Corner, obese si avesse a desu-
lo personale^ e ol dire di Corner, du' mer l'epoca delia fondazione dulie 3 lei-
44 VEN VEN
tere, dovrebbe credersi piutlo^lo indica- di s. Chiesa, di Paolo Veronese, e più «otto
to l'anno dall'oriniiiedella cittìi, che dal- la Cena in Ematis di Andrea Schiavone.
la redeiizioDe uiiiverside o nostra era. Nella cappella seguente coperà del Lot-
Lcggesi nella cronaca del Sanudo, esser to, fatta neli546, la tavola con Maria
ella siala creila ilalle famiglie Campoli Vergine incoronata, e con parecchi San-
d'Oderzo, e Muli delle Contrade; ma ti. Ne'due quadri laterali, con fatti della

incerto essendo sempre cloche tale cro- vita di s. Lorenzo, il Palma giovine fece

nista scrive de' tempi remoti, si può con ne'suoi primi anni due opere che lo met*
qtiakhe fondamento solamente asse- toiioaccanlo de'piùgrandi maestri. Pres-
nte, che questa chiesa fu in gran parte so il primo altare a sinistra della porta
l'innovata nel i 225 dalle famiglie lìadoa- maggiore, la tavola con Maria Vergine in
roe dal\lida,e che insieme con alcune al- gloria, e al piano i ss. Gio. Battista e A-
tre fu assoggettata albi giurisdizione de' goslino con un chierico, è opera di Fran-
patriarchi di (irado, sotto de'quali rimase cesco Bussano, e vicino ad essa, v'è l'al-

lincile il patriarcato venne unito al ve- tra pala di Paolo figurante i ss. Lorenzo,
scovato di Castello. Per la 2.^ volta fu Girolamo e Nicolò. Dell'accennato Bas-
restaurala la chiesa a' tempi dello sto- sano è pure la Predicazione del Battista,
rico Sansovino, il quale descrlvendoue posta vicino alla ca[)pella delSagramenlo;
Jecose più am mi re voli, singoiar mente no- dove iulrotlusse molte delle ligure che Ja-
ta il pulpito foruiato di scelti marmi, ed copo suo padre mise nel quadro ch'è nel
una gran colonna di verde antico, per la palazzo ducale, col ritorno di Giacob-
sua rarità e grandezza pregevole quanto be in Canaan. Tuttora esistono, e già dal
una gemma. Il coi pò di s. Leandro mar- Sansovino riguardate tra le cose singolari
tire, un osso di s. Agnese vergine e mar- della città, tuttora si pregiano per la lo-
tire, e uìolte altre reliquie de'ss. Martiri ro mole e per quello che l'arte vi ag-
tratte da' sotterranei di Roma, sono gli giunse, i lodati pulpito ottagono di fini

Sj)ii iluali 01 nacuenti di questa chiesa. Fu marmi, e la colonna ionica di verde an-
coiisagrata a' 20 agosto, ma non si cono- tico di straordinaria grandezza e squisito
sce r epoca, e restaurata più volte. Col- hvorodi fronte all'altare del Sagramen-
legiata , era filiale di s. Pietro di Caslel- to. L'organo è ornatissimo per intagli pò-
Ju; prosegue ad esser parrocchia, della de- sii a oro, la cui cantoria è dipinta net
Cfinia di s. Silvestro , con 2g63 anime. prospetto, con 3 falli della storia di Ge-
Ha per oratorio sagramenlale la chiesa sù Cristo e di s. Giacomo ; e di sotto, la-
di s. Giovanni Decollalo, di cui feci cen- teralmente alla porla, con due Profeti,
no nel precedente numero. Il tempio di s. di Andrea Schiavone. Pitture tulle gua-
Giacomo è di stilearchi acuto a tre nava- state da' restauratori.
te. Nella parete a destra della porla mag- ^j.S. Enslachio, volgarmente5..S'tor,
giore sia appesa una tavola del Buon- già intitolata a s. Isaia, e più tardi por-
consigli, con parecchi vSanli : é di buon lo il titolo congiuntamente At'ss. Eusta-
colore, ha armonia di tinte, e biistevole chioed Isaia j e finalmente allorché nel
scorrevolezza di pennello. I 4 Evangelisti 1678 fu rifabbricata da'fondamenti nel-
ue'pcnnacchi della cupola del Sagrauìen- l'attuale sua forma, conservò il solo no-
lo sono buona opera del Padovauino. medi s. Eustachio. La fondazione di que-
L' Addolorala, nella cappella dopo la sta chiesa dedicata a s. Eustachio e Com-
maggiore, è dei Grandccia. La sagrestia pagni martiri , viene comunemente at-
ha soflitto e pareli con opere del Palma tribuita a merito della famiglia del Cor-
giovine. Sulla ujuraglia |)resso la sagre- no, che la fabbricò in tempo ignoto al
aliu, iuuo le Villa teologali e i 4 DoUori Corner. Invece trovo uello Sialo perso-
VEN V E N 45
naie, die tale famiglia, poi eslinlasi nel to detto Corte fìellc monache jaygotYìenl'i
I2q6, la detlicò n s. Caterina. Nella cro- deboli per asserire la Santa 1.* titolare,

naca eli Savina si elice eretta nel c^Q><ò a mentre l'altare fu eretto nelio o dal pie- 1

spese de'Tron, Giusti e Otioaldi. Ma il vano Angelo Filouiati. Esisteva la colle-


Dandolo nel descrivere il vastissimo in- giata nel I 1 88, agli ecclesiastici della qua-
cendio del I io5, nominando tutte le cliie- le Clemente HI confermò le concessioni
se e parrocchie incenerite, dalle f|U>ili è del vescovo di Castello JMarco Nicola.
circondata la chiesa di s. Eustachio, di Minacciando rovina, per l'assidue cure

questa non fa menzione, ond'è prohahiie del Filomali nel piincipio del secolo XVI
che ancora non fosse fabhiicala. Lai." si- o nel iSao fu rinnovala da'fondamenti
cura memoria di essa è del 1290, ed es- con disegno dell'interno di T.Lombardo,
cendo già parrocchia. Nell'anno accennalo e dell'esternodel Sansovinojed all'altare
iGySjabbatlnla l'antica cadente, dal pie- della cappella maggiore fu collocata uiifi
'vano Donato Trevison, fu alzata l'odierna pallad'argento lavorata a manifattura
più grande e magnifica , indi ridotta a greca di cui è fama fosse tradotta da
,

perfezione con nobilissimi altari, ed este- Costantinopoli dopo il 1204, derubata


riore facciata di marmo, per la cui ere- nel I
797 dal gallo invasore. Neil' altare
zione lasciò quanto occorreva il
in legato a sinistra della maggior cappella si ve-
doge Rlocenigo, morto nel 1709 e ivi se- nera la divota immagine del Crocefisso,
pollo. Il patriarca Corraro la consagrò a' trasferita a Venezia da Messina, e prodi-
1 5 luglio I 74^1. JNell'aliare de'ss. Martiri giosamente preservala nel tragitto da
titolari si venerano le lororeliquie,equel- replicate procelle. Il pievano Giovanni Pa-
la di s. Gio. Crisostomo. Fu parrocchia, lazzi la donò a questa sua chiesa e le ftb-
collegiata, e filiale di s. Pietro di Castel- bricò sontuoso altare di marmo, che per
1810. Attualmente è oratorio
lo fino al essere di stile barocco, fu di recente ri-
sagramenlale della parrocchia di s. Cas- mosso, e sostituito da un altro altare
siano. Il diseguo della facciata, d'ordine tolto dalla soppressa chiesa di Maria
s.

composito, è di Domenico Rossi, e quello Maggiore. Indi nel i56i vi fu istituitauna


dell'interno è di Giovanni Grassi. In que- confraternita in onore della ss. Croce. Lu-

sta chiesa si ha ulteriore prova, che la pit- cio vescovo di Sebenico consagrò la chie-
tura in Venezia circa la metà delTaltro sa a'ao luglio 1 540, in assenza del patriar-
secolo avea onorali coltivatori. La tavo- ca.La congregazione di s. Maria Mater
la di s. Lorenzo Giustiniani e vari altri Domini, una delle IX del clero, vi fu isti-

Santi è del Bambini, l'altra col santo Ti- tuita nel I I 3o, secondo il Corner. Non è
tolai-e,del Cameiata, la 3." con s. Osvaldo, più pariocchia, collegiata, e filiale di s.
del Balestra. Neil' altra parte l'Assiuita Pietro di Castello. Trovasi succursale di
è del Migliori, ss. Andrea e Caterina,i s. Cassiano dall'epoca della generale
giovanile lavoro dell'Amigoni. Il Croce- concentrazione delle parrocchie. Questa
fisso in marmo lo scolpì Giuseppe Tor- chiesetta contiene bellissimi oggetti d'ar-
rctli precettore del Canova. te. Il primo altare ha sculture dì buon
48. S. AIaria Ma ter Domini, anti- gusto cominciate da Lorenzo Bregno ,
camente s. Cristina. L'eresse nel c)6o e terminale d' Antonio Minello. La ta-
o 969 alla Madre di Dio la famiglia Cap- vola del Catena dell' altro altare, giu-
pello, essendo tradizione che ne'suoi prin- diziosa, amorosa, delicata e di sapore,
cipii fosse sotto l'invocazione di s. Cristi- oflre s. Cristina in sul punto di esser
na verginee martire, ed udiziala da mo- gettata nel lago di Bolsena : Cristo la
narhe, perchè la Santa vi ha l'altare e il benedice dall'alto e le manda da un
iito di contitolare, ed in vicinanza unsi- Angelo la bianca stola; nel piano vi ha

4f; V E i\ V E N
nllii graziosi AngcIcUi , che nlzanJo la e; vero , die s. Cecilia gode in riiicsta-
fuiie alloitaal collo ilella Santa, nllegge- chiesa cullo e rilo di coritilolaie; e nel-
liscono il peso della gran pietra che vi è l'altare a lei sagro si conserva una te-
nllaccala. Sulla porla è di J. Tintoretto sia con lamina di piombo e inciso il suo
il quadrocoll'Invenzione della Croce, nel nome, perciò si ritiene appartenere alla
fjnale sono ben disposti gli spettatori che s. Verginee Martire; congettura assai de-

(iumo coroi'.a almorto che ricuperò la buie per stabilire l'identità d'una s'i sin-
vita, e graziosissime le donne che corleg- golare reliquia, come giustamente osser-
giano s. Eiena. Nel (piiidro opposto colla va il diligeulissimo e critico Corner. Ver-
Cena del Signore si vede JU)'opera di gran so il fine del XII secolo nominavasi f|ue-
caratleres'i nell'invenzione, si nel disegno, sta chiesa con l'unico titolo di s, Cassiano
di colorilo tizianesco, di teste ben variate vescovo e martire , e Clemente 111 nel
e bellissime e verissime, fra le qu»h è su- 1188 con tal nome la ricevè sotto lu
l)lin)e quella del Redentore. A'quali ca- protezione della santa Sede, confermali
latteri il Zanetti, qui sepolto, che spesso doie i beni e i privilegi. Egualmente
vedealo, lo attribuì al vecchio l'alma, con tal titolo e sotto la stessa invoca-
li carattere invece di esso dipinto fa ere- zione fu consagrata a' 2 j luglio 1867
derlo al iMos(:liini,col Sansovino, piuttosto dal vescovo castellano Foscari. E pe-
«pera del Bonifacio. La Trasfigurazione rò vero, che in altri documenti e car-
iieir ultimo altare è lavoro del Bissolo, te posteriori di mollo tempo si legge
in cui vi mostrò lo studio per allontanar- questa chiesa fregiata del doppio tilo-
si dalle secclie maniere; n'è però di mei- lo de' ss. Cassiano e Cecilia, come da
to vigore il colorito. una sentenza deli 523. Laonde pare ra-

49. S. Cassiano, volgarmente s. Cns- gionevole il concludersi, che sino dall'o-


san, intitolata pure a s. Cecilia. As- rigine della chiesa, s. Cassiano ne fu Tu-
serisce Sansovino, che fu fondala da' nico titolare, e che verso il secolo XVI
Michieli e Minotti, in onore dì s. Ceci- fu aggiunta s. Cecilia a contitolare. Non
lia vergine e martire, ed il Savina as- devo tacere, rlopo il riferito col Corner,
segna l'epoca del 926. Aggiunge il San- che 1' ab. Cappellelli asserisce trovar>l
sovino che nel principio fu ulHziata da meu»oria di s. Cecilia anche nel Catasli-
monache, e perciò vi si conserva il capo co di Polo vescovo di Castello nel i3o3.
di detta santa (sarà porzione, poiché l'in- Dall'incendio deli io5, in cui perde i suoi
tero corpo si venera gelosamente in Lio- documenti, risorse la bruciata chiesa con
ma nella sua magnilìca chiesa, ed il Piaz- nuova fabbrica, alla quale nel 1 232 Gia-
za con autorità, ntW Einerolo-^io di Ro- comò Minolto, discendente da'suoi pri-
ma, attesta che nel dì a lei festivo e sul mi fondatori donò alcune case
,
nel di'
maggior aliare si espone il Cranio insan- stretto della parrocchia. Con una 2." rie-

guinato ov'ella fu percossa dal carnefice: dificazione nel 161 « fu poi rinnovala
riparlai della santa nel voi. LXXXIV, nella forma attuale, in più decorosa ma-
p. i5o e seg., 23 I e seg., in cui si trove- niera e più ampia, e con altari magnifi-
1 anno gli scrittori che ragionarono della ci, in uno de'quali, dedicato al Crocefisso,
celebre invenzione fatta nella propria si conserva il corpo di s. Cassiano mar-
chiesa di Roma del suo
Corpo nel 1099. s. *'"^> "'^" P*^'" vescovo, tratto dalle ca-
li Martirologio romano non registra altra tacouibe di Ptoma. !n altri altari si cu-
sauta omonima. Se pure non sia il capo slodiscuno le reli(piie de' ss. Dionisio A-
d' una santa martire a cui fu imposto reupagita e Lorenzo Levita, ed altre. Era
ilujedesimo uonie); il che però non è parrocchiale, collegiata, filiale di s. Silve-
pruva d'avervi ubitulu religioàe. Ccu^ì sUu; ed è aucura punucchia. Appailleiie
V EN V EN 47
pila cìeconia di 8. SiUeslro, in parte al se posso aggiungere collo Sin fo persona hi
sliere di s. Croce e in parie a quello di che f«i lìedincala nel i6oo (meglio nel
s. Polo, tonlaiido 545^0 anime. Ne sono, i586), rimodernata neli8o4 coll'opera
chiesa siicciusale s. J\Jarìa Malcr Do- tlell'ora defunto prof. D. Bossi, abbel-
mini, e oratorio sogramentale s. Eusta- hta neli83o, econsagiala dal patriarca
rliio, delle quali tliiese parlai ne' prece- cardinal Monico a'aq settembre 83c). La i

denti n. 47 ^ 4^' L'edilìzio di s. Cas- Ione campanaria si compì neh 362: sul
siano è di buona forma. Neli.° aliare la basiimenlo vi sono due Leoni, reputa-
tavola col Eal lista e altri Santi, è del tec- ti sloriche allegorie, le quali per lo piìi

cliio Palma. E' coiupo»ta e disegnata sul- bisognerebbe the spiegassero chi le con-
lo stile antico, peiò giorgionesca nel co- cepì. 11 volgo li vuole allusivi al general
lorilo. ]Nel 3.° altare vi è la pala di L. Carmagnola. Scrive il Quadri: « Ecco
iJassjino,con la Visitazione di IMaria a quanto servono i monnn)enti alla storia
s.Malia Elisabetta. INVIla cappella a lalo delle nazioni ". Con più ragione slorica
della maggiore, \i sono 2 buone opere però devono tenersi come simboli reli-
di L. ]'assano: la Nascila di Maria, e Zac- giosi; imperocché, olire che riscontrarli
caria nel tempio^ e la pala die figura in altre consimili fabbriche, sono opere
l'Addolorata, è bella opera dell'ora scolpite oliremezzo secolo prima del Car-
deliinlo prof. Politi. La cnjipella mag- magnola. Dev' essere stala restaurata
gioie Ita 3 opere bellissime di J. Tin- ila alcuni benefallori. L'altare eia cap-

torello: Cristo lisorto Ira'ss. Cassiano e pella maggiore ebbero assai decoroso
Cecilia; Cristo in Croce; Cristo al limbo, ristoro dalla pietà del pievano Antonio
e nel quale piecipuamente y\ è qualche Gatta nel fine del secolo XVI, e la ricca
nudo per eccellenza dipinto. Nella se- jialla d'argento, che era collocata nello
guente ricchissima cappella la moderna slesso allaie, fu derubala iiclirpG. Tra
j^ascoli Angeli dipinse la tavola con mol- le sue preziose relicjuie, sono le più vene-
ti Santi. La sagieslia è gìoiel'o per la rabili la ss. S|tina, un insigne frammenlo
ricchezza ben comparlili mai mi, del-
(\e della ss. Croce, doni di Marco Desitlera-
le pietre dure e d'altri orniinienti. La ti; e la reliquia di s. Giovanni N'epornuce-
tavola deiralliire con Maria "Vergine e no, a di cui onore fu poi eretto magnifi-
due Santi è opera di G. B. Piltoni il : co altare, dono di Federico di Sassonia
quadio col martirio di s. Cassiano è la- primogenito d'Augusto III redi Polonia.
voro del Balestra il Cristo all' Orto è: L'atrio della chiesa viene formato da son-
di L. Bassano. Tornando in chiesa, è tuoso e divolo oratorio, nel cui altare di
del Ponzone la tavola del primo alia- scelli>simimarmi venerasi il ss. Croce-
re con Cristo in Croce e Santi ; ed è fisso dipinto alla greca , ed all' inlorno
del moderno Querena quella del 2.° con vaghe pitUiie esprimono i viaggi dolo-
s. Antonio di Padova. rosi del Kedeiiloie dal Pieloiio al Cal-
Svi fiat di s. Paolo a s. Polo. vai io, ossia la l'ia CV//f/i, divozione ivi

5o.S.PàolOy\o\^»vmtiì[es.Polo. 1 dogi esercitala con solennità da' fedeli. Quivi


l'ietroTiadonico eGiovanni suofìgliodi- 1228 la congregazione di s.
fu eretta nel
^oti ili Dio, ueir837 presso l'isola di Rial- Paolo, una delie IX del clero veneto. E*
to ad onore di s. Paolo Apostolo fonda- tjna chiesa i di cui pievani pììi dell'altre
lono la chiesa parrocchiale, da cui prese furono elevali alla di"nilà vescovile. Ne'
il nome quella parte della città, che ora tempi antichi iiequenli erano nella piaz-
chiamasi Sesticr di s. Polo. S'ignora za vicina i pubblici mercati , ora ridot-
l'anno iu cui fu consugrata, ma se ne ce- ti a' soli sabati. Fino al 1810 parroc-
lebra i'auuiur&uiiu. Cu»i il Corucr. Ma chia, cuUcgiulu^ ci'u llliule di s. Silve-
48 V EN V E N
slio. Ora è succursale di s. Maria Glo- Foligno; un osso del s. Apostolo litolare;

riosa ile' Frari. Presso 1' organo sono e delle reliquie de'ss. Innocenti. Dice
di J.tcopo Tiiilorello, l'Assunzione della l'ab. Cappelletti,che anticamente era sla-
Bladonna e la Cena del Signore, bella ta chiesa di monache , e intitolata a' ss.

invenzione, piena di genio e di spirito, as- Sergio e Bacco. Fu parrocchia, collegia-


sai ben condotta e studiata. Nella Cfip- ta, era fdiale di s. Silvestro. Oggidì ap-
pella del Sagramentosono di G. del Sai- partiene a' minori conventuali , che vi

viali, 4 quadri co'fatli della vita di Ge-


i hanno contigua l'abitazione, de' quali
sù Cristo. Nel coro vi ha 5 dipinti del parlerò dicendo degli ordini regolari di
Palma giovine, e due statue di bronzo del ambo i sessi, esistenti, o non più esistenti

"Vittoria. Nell'altare seguente la pala è di in Venezia, nel § X, n. 21. La chiesa è


Paolo colle Sponsalizie di Maria Vergi- architettata dal liognolo, e merita osser-
ne. All'altra parte nel i° altare la Pre- vazione la tavola del maggior altare con
dicazione di Paolo è del cappuccino
s. Cristo risorto, opera d'Antonio Zucchi,
Piazza, autore eziandio del quadro pres- marito della celebre pittrice Raulfinan,il
so r organo col Battesimo di Costantuio. quale dipinse in Koma tale opera. Qui
11 s. Giovanni Neponiuceno nell'altare di rammento, aver fallo cenno nel voi.
inezzo è del Tiepolelto. XXVI, p.i33 e i34, nel celebrare le
5 1 .S.Toninìaso,\o\^a\inenles. Toma. benemerenze del mio amorevolissimo
Sopra un fondo della famigIiaTonisto,clie R.mo p. m. Angelo Bigoni, assai caro
religiosamente lo concesse,nel 9 1
7 fi> fab- a Gregorio XVI, qual ministro gene-
bricata la chiesa parrocchiale di s. Toni- rale de' minori conventuali, ch'egli es-
inaso Apostolo,a cui anche la stessa fami- sendo ministro provinciale accrebbe di
glia donò poi rendite e beni. Nondimeno due convenli, cioè uno in Bergamo, e
alcuni attribuiscono il meritodella fabbri- l'altro in Venezia presso quesla chie-
ca a'Miani o Emiliani, come li chiama il sa, ove edificò una magnifica cappel-

Mulinelli, altri a Coriolano Tribuno. Cer- la e vi depose una preziosa e copiosa col-

to è che il fondo e la dotazione devesi a' lezione di ss. Reliquie; delle quali sono a
Tonisti. Fu iSgS, enei
poi rinnovata nel slampa memorie e catalogo, e della cui
i5o8 dilatala dall'angusto suo sito, efi- preservazione in tempi anteriori ebbe pur
naUnente nel 6^5 abbellita con l'esterna
1 merito quell'ab. Vincenzo Zenier, che
[acciaia di marmo, per opera dell'archi- fu per alcuni anni rettore nella chiesa di
tetto C. Longhena. Pe' lavori io diversi s. Torna ; quello stesso ab. Zenier, già
tempi eseguili, minacciando rovina nel morto da qualche anno fa, ch'ebbe il pri-

1742 ne fu intrapresa la rinnovazione da' mo la felice idea di far apporre a sue spe-
fonda Dienti, ne'quali collocò la i.' pietra se iscrizioni latine , scolpite in marmo,
il patriarca Foscaria'22 febbraio dell'an- sulle case di Venezia, che o per nascila
no slesso. Nello scavarli furono trovati ve- d'uomini o per altro fallo degno
illustri,

stigi dell'anlica chiesa. Fu consagrata l'i I di speciale memoria avessero meritalo ,

settembre j 8o3 dal vescovo di Caorle Pe- l'onore di perenne e pubblica ricordan-
ruzzi. Antichissimo e solenne è qui il cul- za; esempio seguitalo dopo lodevolmente
to di s. Teodosia vergine e martire di da altri.

Cesarea di Palestina, al dì cui altare si 52. S. Stefano, volgarmente s. Slin.


X'eoera un braccio e un piede tolti dal Era collegiata, filiale di s. Silvestro;
di lei corpo in Costantinopoli , efficace fu soppressa e demolita, né vi rima-
essendosene sperimentalo il patrocinio. Vi ne al presente che il solo recinto. E-
si venerano ancora le teste de'ss. Abdon sisleva nel i io5 la chiesa di s. Stefano
e SeuueD martiri persiani, pcatate da confessore, ma in quell' anno la cousuu-
YEN YEN 49
se il fiimoso incendio. Pareclie roilgine ne del cardinal Ubaidiui legalo d' inno-
si debba al secolo X o XI, quando gli an- cenzo IV in Venezia, nella città e diocesi,
lichi veneziani frequentando Costantino- 54- SS. Ubaldo e Jgala, volger-
noli, presi da divozione per la rinomanza mente .?. Boldo, parroccliia, collegiata,
tle'prodigi di s. Stefano abbate, qui gl'in- filiale di s. Silvestro, fu soppressa edeino-

nalzaronouna cbiesa e tosto divenne par- lita, solo restandone il recinto. Ebbe ori-

roccbia. La rinnovò nel 129^ Giorgio gineprima del 1088 dalle ftimiglie Giusti
Zancani, e poi ebbe altre ristorazioni. Po- e Tron, in onore di s. Agata vergine e
co conosciuti gli atti del s. Titolare, voi- martire, indi restala incenerila nel i io5,
le Corner in breve riportarli. iVacqne in insieme colie case del suo confine, per la

Costantinopoli miracolosamente , visse maggior parte formale di tavole secon-

santamente nel romitaggio presso la chic- <lo l'uso di que'tempi,fu poi rinnovata con
sa di s. Antipa martire, rovinala la qua- limosine, enei 1 3o5 ampliata con l'ag-

Je dal terremoto, si ritirò in una spelon- giunta della cappella maggioie. Neii2o3
ca a continuarvi le sue austerissime pe- ricevè da Costantinopoli un bracijo della
nitcnze. Si fece poi monaco e divenne ab- s. Titolare. In seguilo introdottosi il cullo
baie del monastero, Dio operando mira- di s. Ubaldo vescovo Gubbio, la chiesa
di

coli a sua intercessione. Do[)0 la beata cominciò ad esser chiamala con doppio
merle fu venerato per sanlo, e qui por- tilolo,e finalmente restò col solo di s. Ubai-
late le reliquie, con quelle di s. Antipa do, almeno dui 1482. Vi fu pure celebre
tanto lodalo nell'Apocalisse. il culto di s. Oojobono. Divenuta rovino-
53. iS\y^g05//«o,pairocchia, collegiata, sa, fu demolita neh ySS, eperla rifdjbri-
filiale di S.Silvestro, fu soppressa nel 808 i ca si pose la ."
pietra a' 5 maggio; com-
i 1

e divenne succursale, poi nel 8 o fu chiù- 1 1 pilo l'edifizlo, si tornò a nthciarvi la nelle
sa, indi convertita in deposito di legna da diNataledel lySg-
fuoco. L'aveano fabbricata verso i!
9^9 55. S. Apollinare, volgarmente .v. A-
o 969 l*ielro Martorio vescovo d'Olivo- ponal. Da Ravenna trasferitasi a Ve-
lo (però l'ab. Cappelletli lo dice morto nezia la famiglia Sciavola, eresse tiell'an-
nel 964) Teodosio suo padre, in onore
e no io34 una chiesa, che falla parroc-
di s. Agostino vescovo d'Ippona, dichia- chia volle dedicata a s. Apollinare mar-
randola colla parrocchia soggetta a'vesco- tire, vescovo e protettore di sua antica
vi successori. Distrutta inleramenle dal patria. Si pretende vi conlribuisse l'altra
luoco.dogando Pietro 11 Orseolodel 99 I, famiglia ravennate Rampaiia, anch' essa
o nìeglioneli io5 neldogado di Ordelnfo stabilitasi nell'illustre città delle Lagune.
Falier, fu in breve rialzata colle limosi- Vacandone da tanto tempo il pievanale,
ne. Consumatada altri incendii nel i
149 e devoluto alla s. Sede, Sicarde vescovo
e nel i G39, la slessa veneta pietà pel i

la di Cremona, nel 1212 nunzio apostolico
fece risorgere in un decennio, pel 2.° nel- presso la repubblica, l'unì all'arcidiaco*
l'anno stesso la rialzò. JNegli scrittori per nato di Grado a sollievo di sue ristreltez-
lali vicende vi è un conflillodi date rife- ze, ilche confi-rmòIimocenzoIILNelprin-
rite dui cav. Cicogna, che 1'
illustrò in cipio del secolo XV già era collegiata, ma
73 pagine. Venne
consagrata nel 1691 con tenui rendile, aumentate dal pievano
dal patriarca Dadoaro, sotto l'invocazione Marco Piacentini, il quale pure rifabbricò
di s. Agostino e di s. Monica sua madre, la chiesa rovinosa, circa la metà di dello

l'ossedè la reliquia di s. Cristoforo, e il secolo; prima di lui l'altre pievano Fran-


corpo di s. Marco martire eslrallo dalle cesco Pavoni eresse il campanile, e forse
catacombe romane. La festa del santo si principiò i restauri della chiesa. Si gloria
celebrava con soleauilk dal) 25o, d'urdi- possedere iu occulto luogo il corpo di •<

voi. xcr. 4
e

So V E N VEN
Gionn profeJa(tiaclizione popolare coiifer- lacredo esatta per quanto dico stilla par-
iiiata (la una scultura col nome del profe- tenza del Papa da Venezia nel G XIX^
ta nelle pareti esterne tlel tempio), il di n. 8).Fu detto anche chiesa e col no-
cui capo veneratasi, prima della sua sop- me cumulativo di s. Giovanni, e per-
pressione, in un altare, con un braccio ciò lo Stalo personale dice la chiesa
di Sigismondo re di Borgogna e martire, consagrata da dello Papa. Tale cap-
un dito di s. Caterina verginee martire, pella era di particolare giurisdizione de'
l'ossa de' ss. Innocenti, olire una ss. Spi- pievani, per cui con doppio titolo di-

na. Tranne pochi avanzi tem- dell'antico ceva nsi pievani dì s. Sih'cstro e jjriori
pio, quelloche si vedefn rifabbricalo qua- d' Ognissanti. Riedificata la chiesa nel
si del lutto neh 583. Il patriarca Tiepolo 1422, più tardi il pievano e priore Al-
la consagrb a'aS luglio 63o, che vi è bel- 1 vise Bagatlo nel i485 riunì ad essa l'o-
lo e scolpilo, ma lo Stato personale dice ratorio. Dopo la sua rifabbrica, consagra
ignorarsi l'anno. Era filiale di s. Pietro di la chiesa a' 24 agosto Delfino patriarca
Castello, fu soppressa la parrocchia nel di Grado, e ad onta dell'assoluta giuris-
1810, chiusa la chiesa, servendo per al- dizione che vi avea, con facoltà di Lan-
cuni anni a diflerenti usi profani, cioè nel dò vescovo di Castello, per averlo questo
1 8 1 3- 4 tempo
1
dell'assedio di Venezia e- ammonito di non poterla consagrare, in
lanvi mulini a mano per macinare il gra- ciò dicendo appartenergliene la giurisdi-
no, poi divenne magazzino d'un rigallie- zione, non ostante quanto sono per rac-
le; finché neh 85 1 fu reslituila al pubbli- contare. Essa era divenuta la loro chie-
co cullo, per la pietà d' alcuni di voti che sa patriarcale, per la residenza che vi fe-

acquistatone il fondo la riparai ono dall'in- cero i patriarchi; essendo del pari colle'
giurie del tempo e degli uomini, desti- giala. Subì nuova ristaurazione nel se-
nandole una dotazione conveniente. Ora colo XVII , e finalmente fu ridotta al-
è semplice oratorio non sagramentale l'alluale suo stalo nel 1 838, e riconsagra«
soggetto alla parrocchia di s. Silvestro. ta a'a i aprile 1 844 ^^^ patriarca cardina
56. S. Sih-fslro, Fra le prime chiese Monico che ne decretò l'anniversaria
,

ch'eressero inKialto i popoli ivi rifuggiti commemorazione la 2.' domenica dopo


per l'invasione de'barbari,deve noverarsi Pasqua. La congregazione di s. Silvestro,
questa dedicata a s. Silvestro I Papa, la sua una delle IX del clero, qui fu eretta nel
antichità rilevandosi dall' aver dato uno 1 192. Molti de' suoi pievani furono ele-
de'suoì preti. Vittore figlio d'Orso Parte- vati a'vescovali,lutli ricordandoli Corner.
cipazio, al patriarcato di Grado ueir884 Sono sue reliquie, una ss. Spina, alcune
secondo Coruer,o neir87 8 ^' *^'*'*^ dell'ab. ossa de' ss. Diecimila martiri crocefissi,
Cappelletti. L' edificazione della chiesa, de'ss. Innocenti, di s, Barnaba apostolo.
Sansoviuo 1' attribuisce alla famiglia An- Prima che fosse collegiata fu sino da
,

drearda o Giulia, e la cronaca in uno al- tempi remoti soggetta la chiesa alia giu-
ia dotazione alle famiglie Ausipiaci, Bat- risdizione de'patriarchi di Grado, i quali
tiocchio, Vilrinaci, Flabianìci, Bennati e in un contiguo palazzo vi aveano fissalo
Caloprìni. Da tempo immemorabile era la loro residenza; e neh 069 il patriarca
matrice, dellei5 chiese filiali enumerale Marengo confermò Vitale Mo-
investì e
da Corner. Ne'tempi remoli contiguo al- ra rio pievano e priore nella basilica di
la chiesa si eresse l'oratorio d'Ognissanti s. Silvestro, che sin da' tempi antichi era

ossia di s. Maria de'Palriaichi e d'Ognis- del seno della s. Madre Chiesa patriar-
lanti, illustre pei essere stato consagrato cale di Grado. Antichissima era dunque
da Papa Alessandro 111 il i." novembre la giurisdizione de'palriarchi gradesi in
1177, festa de' titolari (questa data noa questa chiesa , ed alla medesima eratio
V EN VEN 5i
unite colla slessa soggezione le venete successore Orso Orseolo, per una popo-
chiese di s. Giacomo cii Lnpiio o dall'O- lare sommossa intorno al 1028 fu co-
rio, (li s. Martino nell' isole Gemine, di stretto fuggire dalle lagunein compagnia
8. Matteo, di s. Canziano, di s. Maria de' d' Ottone doge suo fratello, ed a cercarsi
Crocifei'i, e di s. Clemente in Isolo, oltre asilo neir Istria. Profittando di sua lon-
quelle d'oriente ottenute in dono dalla tananza. Popone patriarca d'Aquileia a
pubblica munificenza. Tutte queste giu- mano armata crudelissimamente sac-
confermò al prelato gradese
risdizioni cheggiò e devastò la città di Grado; la
Innocenzo Ili neh 200. 11 Corner quindi quale poi fu ricuperata dall'armi de' ve-
prende argomento dalla residenza che neziani, e il patriarca Orso ritornò alla
presso questa chiesa fecero i patriarchi di sua chiesa, restatnando la città ed i sa-
Grado, di descrivere i nomi e le azioni gri templi. L'irrequieto Popone, colle sue
di quelli che abitarono in Venezia, an- truppecommìse nuove devastazioni e vio-
che per l'operalo de'patriarchi d' Jqiii- lenze sulla città di Grado e vi appiccò il
leifT, la residenza de'quali esseiido termi- fuoco, non rispettando le cose sagre come
nala in Udi/ie, in quesl* articolo ne tenni le profane. L'instabilità del popolo nuo-
determinato proposilo, e perciò devesi vamente depose Ottone, e per sospetto
tenere presente. Ora mi sia lecito accen- cacciò dalla sede l'ottimo fratello Orso.
nare relative nozioni col Corner e coll'ah. Dipoi richiauìato il doge e Orso, ad am-
Cappelletti: queste sono indispensabili al- bedue aflìdò l'amministrazione della re-
la storia ecclesiastica del patriarcato di pubblica; e il patriarca la diresse con tal

Venezia, e per questa città circa alla re- prudenza, che meritò d* esser posto dii

sidenza che vi fecero! patriarchi di Gra- alcuni storici nella serie de* dogi, e di
do, cui successero que'di Venezia, Senza essere dipinto nella attuai sala del Con-
tornare nell'argomento, v'innesterò pure siglio Maggiore nel palazzo ducale. Dipoi
Rlcun'altra notizia che vi si rannoda, co- nel I
04^ divenuto patriarca Marengo, si

me de'Ioro privilegijdiritti e giurisdizioni. die' tutta la premura per l'iparare i tanti


Altre notizie dovrò riferirle ne'§§ XIX e danni che aveano solTerto le chiese e la
XXI. Nel tempo in cui era patriarca di città di Grado, Questa però non potè più
GradoVitale I V Candiano,elello nel 967, risorgere, andò anzi vieppiù in deperi-
ildoge Pietro II Orseolo ristabilì le mu- mento, laonde a poco a poco divenne più
ra cadenti di Grado, ne rifabbricò le tor- gravoso e incomodo il dimorarvi. Sup-
ri, vi rizzò un palazzo perchè servisse di pose l'Ughelli, che il patriarcato di Gra-
albergo al doge all'occasione; restaurò e do, a'tempi del patriarca Marengo, fosse
nobilitò la inelropolitana di ». Eufemia, cambiato in quello di Venezia; per ave-
Kel 989 la chiesa di s. Silvestro di Ve- re s, Gregorio VII chiamalo il Marengo
nezia, eh' era giuspadronato della fami- patriarca di Venezia, o perchè era me-
glia de' Caloprini, e che per essersi que- tropolita della provincia di Venezia, o
sta estinta, era passato il pa<lronato nel perchè in Venezia faceva la sua residen-
fìsco, Uì dalla repubblica aggregata al za. Questa non era allora slabile, bensì
patriarcato di Grado: questa de'Ioro pa- venivano spesso patriarchi a Venezia, a
i

stori ne diventò a poco a poco la residenza. cagione del disagialo alloggio che avea-
Morì Vitale IV nel 1018, avendo per no in Grado e dell'insalubrità di quell'a-
lo più fatto il suo soggiorno in Rialto, ria però in questo lempo non solo il pa-
;

cioè presso s. Silvestro e Rialto, a cagio- triarcatonon era divenuto di Venezia, il


ne della sempre crescente insalubrità del- che avvenne 4 secoli dopo; ma neppure
che rendeva perniciosa e fatale una
l'aria, aveano per anco i patriarchi gradesi filt-
cunlinua diiuora uell' ìsola di Grado. Il rato iu Venezia la loro slubik lestdenza.
52 V E N V EN
Vi venivano allora di quando in quando^ poli, e dovunque veneziani i a vesserò pos«
ne resero in seguilo più IVequenle hi ve- seduto chiese ili loro proprietà. Lo stesso
nula; vi si stabilirono verso metà del la Papa, o il successore Alessandro III, con-
secolo seguente. Il patriarca diGrado Gio- fermò i privilegi e le giurisdizioni tlelia
vanni Gradenigo, eletto nel i i o5, fu ili." chiesa gradese. Il eh. S. Romanin, nella
che fissasse stabilmente la sua residenza Storia flocitmcntata di l enezia, che ivi

in Venezia e in Piiallo; e forse perciò nel cominciò a pubblicare neh 853 co'tipi di
concilio Lateranense di Pasquale 11, a cui JVaratovich, osserva che per le concessio-
fu presente nel i i i 2, si trova nominato ni d'Adriano IV, irritalo contro la re-
nelle l\liscell. del Bakizio , Patriarcha pubblica di Venezia il patriarca d'Aqui-
yeneticiisje nella cronaca delBelgio,preS' leia Ulrico o Ulderico o Voldarico II,

so il Pislorio, .si dice, Patriarcha V^ene- partigiano dell'imperatore Federico I av-


tus, qui et Gradensis imnciipatur. Egli verso a'veneziaiii, con poderosa armata
tenne sinodo provinciale in Venezia nel invasa Grado, «'.ostrinse a fug-
l'isola di

j 127, per ridurre a ubbidienza cano- i gire il patriarca Dandolo, ed a ritirarsi


nici di Torcello, che la negava al loro ve- in Venezia; e che fu allora da lui edifica-
scovo Silveiio. Innocenzo II confermò al to a s. Silvestro il palazzo sul terreno do-
patriarca Dandolo il pieno possesso di lut- mentovato Cornaro.
natogli all'uopo dal
ti i beni appartenenti alla sua chiesa; al- Aggiunge, non sopportando tanta ingiu-
trettanto fece Lucio II, particolarmente ria il doge Vitale II Michiel, fece assalire

perciò che spettava a'possedimenli della da un naviglio il prelato acpiileiese, il «pia-


chiesa di Grado in Costantinopoli , nel- le fu preso e condotto con 2 suoi cano- 1

l'Istria e nella Venezia. Imperocché do- il nici a Venezia. Essi poi furono liberati

ge Ordelafo Falier avea nel 1 i 07 donato con altri 700 principali seguaci del pa-
al patriarca Gradenigo la chiesa di s. Ar- triarca, a condizione che ogni annuii pa»
chidano di Costantinopoli con tutte le triarca e successori dovessero mandare a
rendite, ed altre chiese ad essa annesse. Venezia con grande apparalo 12 pani e
La lite insorta in Muiano tra il clero di 12 grassi porci, per darsi in preda con
s. Stefano e quello della matrice di s. caccia al popolo nel gioved'i grasso, pa- i

Maria, die'occasione ad un sinodo pro- ni dandosi a' carcerati. Di più per me-
vinciale, che Dandolo radunò nel i 1 52,
il moria fu stabilito, che in detto giorno il

Rivoaltiin aula patriarchali Gradensij doge si recasse nella sala pubblica del
cioè nel suo palazzo ch'egli possedeva in Piovego, magistrato istituito nel 1282,
Rialto. Nelr i55 il medesimo prelato ri- ove con verghelle abbatteva alcuni ca-
cevè da Leonardo o Bernardo Cornaro il stelli di legno. L'invio del toro, egli di-

dono d'un fondo in Rialto, per piantar- ce, sembra avere altra origine, ed era de-
vi una chiesa in onore di s. Matteo Apo- capitato dall'arte de'fabbri. Questo spet-
stolo. E neir anno stesso ottenne in Ro- tacolo cessò nel 52 3, continuando la sem-
1

uia d'Adriano IV, che la sua metropo- plice visita del doge a delta sala. Bensì si
litana di Grado venisse innalzata all'ono- surrogarono altre feste, cioè le forze di
re di chiesa primaziale della Dalmazia, e Ercole, e Volo col quale un giovinetto,
il

che le fosse quindi a<soggetlata la chie- raccomandato a grosse funi, dall'alto del
sa metropolitana di Zara colte sue suiira- campanile, veniva a presentare un maz-
ganee, perchè quella provincia era en- zello di fiori al doge nell'esterna loggia
trata ad ingrandire il dominio della re- del palazzo. Dell'anteriore indecente spel-
pubblica di Venezia. Di più Adriano IV laroiOjio ne parlai ne'vol. XXXI, p. 75, i

concesse a'palriarchì di Grado il privile- LXXXII, p. 123. Egualmente del degra-


gio di cuusagrare vescovi in Coslauliuo- dante bìbulo dovrò riparlarne alla sua
VE N V E r^ 53
volta nel § XIX, n. 7. Può vetlersi il cav. Oarozzi confermarono i privilegi Inno-
Mulinelli, Annali Urbani, p. 4'- La di- cenzo 111, Onorio 111 e Gregorio IX. Al
mora che di tanto in lanto,e anclie per lun- patriarca Maltra verso concesse nel i?.55

i
go tempo, aveano finora in Venezia pa- i Alessandro IV onorevolissime prerogati-
triurchi di Grado, non avea ottenuto Tu- ve, specialmente per le chiese d'oriente
poslolic;i sanzione: rottemie il Dandolo, alla sua giurisdizione soggette. Nel i^gc)

nella circostanza che nel i 177 Alessandro Bonifacio Vili sottrasse in perpetuo da

Ili si trovava in Venezia, abitando rpieslo qualsiasi dipendenza e giurisdizione del


palazzo patriarcale, come in asilo di si- vescovo di Castello, sutlraganeo del pa-
curezza, contro le persecuzioni di Fede- triarcato diGrado, il palazzo che i pa-
rico I; sicché da questo tempo soltanto se triarchi gradesi possedevano ed abitava-
ne può ripetere la legittimità della dimo- no, presso e contiguo alla loro chiesa di
iai, inili neli 187. il patriarca assegnò una s.Silvestro in Venezia, dichiarandolo im-
porzione della chiesa di s. Silvestro per mediatamente soggetto alla s. Sede. Il
abitazionede'suoi pievani. Anche al Dan- patriarca Domenico radunò 3 sinodi, due
dolo, Urbano 111 confermò i diritti e i in Grado, e l'altro nel 1327 nel suo palaz-
privilegi della chiesa di Grailo. Il simile zo patriarcale di Venezia, in cui si pub-
fece Clemente ili neh 190, nell'inviargli blicò la canonica unione della chiesa par-
il pallio, al patriarca SignolojaI quale nel rocchiale di s. Bartolomeo di Venezia
I iQi Celestino III concesse tutte le ile- colla mensa patriarcale gradese, dal che
cime che appartenevano alla chiesa di s. ne derivò in seguito il diritto ne'patriar-
Arohidanoin Costantinopoli. Lostesso ot- chi di Venezia, con approvazione di Gio-
tenne nel 1200 da Innocenzo III, e di fai* vanni XXII. Il patriarca Dino del i332,
continuare l'antica consuetudine, che in già vescovo di Chioggia, colla ritenzione
tutte le chiese della diocesi di Castello in commenda della parrocchia di s. Mar-
ossia di Venezia, il nome del patriarca di tino, di cui era stato pievano; commenda
Grado si pronunziasse il sabato santo nel che sembra ritenesse anche dopo fatto
preconio della benedizione del cereo pa- patriarca. Il patriarca fr. Tommaso Fri-
squale, prima di quahmque laica dignità gnano meritò il cardinalato col titolo

e di quella del doge; di essere ricevuto a de'ss. iVereo ed Achilleo, da Urbano VI,
suono campane ogniqualvolta fosse ri-
di e ritenne il patriarcato benché risiedesse
tornato da Grado a Venezia; ed inoltre in Roma: era chiamato// Cardinale Gra-
la fiicoilà d'istituire e destituire canoni- dese. Il celebre fr. Pietro Amelio, già ve-
camente i benefizi ecclesiastici dellechie- scovo d'altre sedi, come di Sinigaglia, nel
se ili s. Sdvestro, di s.Jacopo dall' Orio, iSqi ottenne da Bonifacio IX un'indul-
di s. Martino, de'ss. Canziano e Canzia- genza a favore di quelli che in determi-
nilla, di s. Mai ia de'Crociferi, oggidì de' nali giorni visitassero la chiesa di s. Sil-
Gesiiiii, e di s. Clemente, in Venezia, non vestro, e somministrassero qualche sus-
le

che di s. Aichidaiio in Costantinopoli, e sidio. Nei 1427 divenne patriarca Molin,


d'esigere le decime da'parrocchiani di es- reggente della cancelleria apostolica, ca-
se. Mentre era patriarca Falier, con de- rica che continuò ad esercitare, come a-
creto del 1206 il podestà veneziano di vea fatto essendo arcivescovo di Zara,
Cijstanliiiopoli Zeno assegnò al patriar- Impetrò e olienne da Eugenio IV la con-
cato di Grado ilperpetuo dominio d'un ferma e la rinnovazione di tutti i privi-
lungo traiti) di fabbriche e di terreni fuo- legi del suo patriarcato, prima generica-
ri delle uun-a di quella città, i quali per le mente e poi distintamente di qtielli che
divisioni fatte cogli altri conqnistatori a- avea sulla chiesa di s. Bartolomeo. Essen-
veano toccalo a' veneziani. Al patriarca do patriarca Coudulmcr, soppressa nel
54 V EN V EN
i44o ^^ *^''<^ vescovile dì Cillanuova o Venezia; e queste ne formavano la dioce^
Eraclea, fu aggregata al patriarcato tli si, e da queste siccome dalle suindicate'
Grado. Il successore Micliiel fu rultiaio traevano la loro sussistenza. Anzi, dopo
patriarca che risiedesse presso la chiesa la soppressione del vescovato d' Eiaclea,
di s. Silvestro; ed altres"! fu l'ultimo pa- alcune parrocchie di esso vennero sotto
triarca di Grado, il cui patriarcato fu il patriarca di Grado, altre furetto unite
soppresso neli45i alla sua morte da Ni- alla diocesi di Treviso, e altre a quella di
colò V, e fu saggio consiglio; poiché cpie- Ceneda. Non è poi vero, che i principali
sto pastore nou poteva mai o quosi mai beni del patriarca gradese fossero quelli
recarsi a sedere nella stia cattedra, ed era de'vescovali soppressi di Equilio e di Citr
costretto a dimorare costei ntenienle nel- tà Nova; poiché Equilio fu ealinto iSaut
l'altrui diocesi, esercitando la sua giuris- ni dopo la soppressione del patriarcatq
dizione, ed anche questa rado con- non di di Grado. Soppressa dunque la sede pa-
trastatagli, svdleio pariocchie che pos- triai'caledi Grado, fu allres'i soppressa in
sedeva in Venezia, onde molteplici e a- vescovile di Castello, e fu eretta con esse,
spre furono le controversiegiurisdiziona- mediante una sola diocesi, la nuova scilo
li che patriarchi ebbero co' vescovi di
i patriarcale di Venezia, composta di tutf
Castello. D' altronde non era lieve scon- tociò che alle due chiese apparteneva, e
cio, che in una stessa città sedessero due che formava d'entrambi le giurisdizioni, i

pastori ed avessero in lutti gli angoli e proventi, i privilegi. Colle rendite della
le contrade di e-^sa, frammischiale qua e chiesa di Grado passò ne'patriarchi di Ve»
colà, le chiese a loro soggette; tutte poi, nezia anche il palazzo di residenza conti-
uniche quelle che appartenevano al pa- guo alla chiesa di s. Silvestro, che fu po-
triarcato di Grado e ne formavano la dio- scia dato a livello a' confratelli della cele-
cesi, s'intitolassero indistintamente Cu- bre scuola di s. Rocco nel i486. In esso
stellnnae- Dioecfsis, Le quali chiese ap- dutiqiie il sodalizio risiedè per qualche
partenenti al patriarcato di Grado, in cit- tempo; finché allettalo dall' opportunità
tà furono: s. Giuliano, s. Silvestro, s. Mat- d'un più ampio e più comodo locale nel-
teo di Rialto, s. Jacopo dall'Orio, s. Mar- la parrocchia di s. Pantaleone, là si tra-

lino, Maria de'Crociferi, s. Apollinare,


s. piantò, avendo però lasciato nella chiesfi
s. Bartolomeo, ss. Canzianoe Canzianilla, di s. Silvestro luminosi contrassegni di
s. Croce di Luprio, e ss. Gervasio e Pro- sua divota munificenza. La chiesa tultorf»
lasio. Su quesl' ultima, dopo gravi di- continua ad essere parrocchia, 3.'\iecania
scordie tra il patriarca e il vescovo di Ca- e decanato patriarcale, onde il parrocq
stello, esercitavano entrambi lagiurisdi- è anche decano, parrocchiani essendq i

2Ìone promiscuamente , in vigore d' una 4491- Ha pcf chiesa succursale s. Gio-
transazione del io4i- Su di esse per al- varM)i Elemosinario, di qui nel prossima
tro, come non godeva
nolo il Gallicciolli, n.58; per oratorio sagramentale la chiesa
il patriarca (\\Ci\aòo,ìù' pitna autorità^ di s. Jacopo di Rialto, della (luale parlerò
ni- Utile l'entrale, ma proporzionava sol' nel n. 59 ; e per oratorio non sagramen-
lanlo su queste pel suo soslcntaniento, tale la chiesa di s. Apollinare,discorsa nel
J prelati gradesi, ollie la chiesa di s. Ar- n. 55. Le chiese parrocchiali soggette al-,

chidano in Costantinopoli, possedevano la decania sono: s. Simeone profeta, s.

altre chiese nel Ncgroponte. Ed erano Cassiano, Maria Gloriosa


s. s. Giaco- ,

soggette alla loro giurisdizione anche al- mo dall' Orio e s. Nicola da Tolentit
,

tre parrocchie e monasteri in Grado ed al no. La chiesa di s. Silveslra, ridotta, co-


di fuori ; sui (|uali, per la maggior parte, me si disse, a nuovo stalo nel 1 838, con-
passò poscia il diritto al patriarcato di ta solo ora |c seguculi opere pilloiicUe,
V EN VEN 55
Nel primo altare il Battesimo del Signore tri; e venne consagrata nel 1743 dal pa-
è eli J. Tinloietlo, opera con figure di triarca Foscari.
gran carattere ; nel 2.° altare la Nascita 5S. S. Giovanni Elemosinano, vol-
del Salvatore del Loth. All'altra parte s. garmente s. Zitane di Rialto. S' igno-
Silvestro che battezza Costantino, del vi- rano principii di quest' antichissima
i

vente prof. S. Santi; e nel!' ultimo altare chiesa parrocchiale in Rialto, sagra al
la tavola co'ss. Tommaso di Canlorbei7, s. Patriarca d' Alessandria. La sola me-
Giambattista e Francesco, ed Angelet- moria posteriore alla sua fondazione è
ti, opera di Girolamo da Santacroce. E del 1071, per la caduta del vecchissi-
qui non si può far a meno di declamare mo campanile; e quella de' pievani è del
contro chi, approfittando de' nuovi ri- ii^'i, uno de' quali , Corrado Carac-
slauri cui ultimamente soggiacque que- cioli, divenuto arcivescovo di Nicosia e

sto tempio, fu cagione della perdita d'in- cardmale, fino morte ritenne in com-
alla

signi dipinti del vecchio Palma, di Pao- menda il pìevariato. Nel 144^ Eugenio
io e di altri, i quali furono da alcuni IV volendo istituire nella diocesi Castel-
speculatori venduti a caro prezzo ollra- lana, una Seminario e come a-
specie di
munti. vea fatto in Firenze, cioè un collegio di
57. S. Matteo di Rialto, parrocchia, 12 poveri chierici, con due maestri, l'u-
filiale di s. Silvestro, non fu mai colle- no di grammatica e l'altro di canto ec-
giata ; venne chiusa e demolita, quin- clesiastico, pel mantenimento di essi as-
di ridotta a comuni abitazioni. Nel- segnò unitamente ad altri benefizi anco
le mani d'Enrico Dandolo patriarca di questo pievanato, perchè ledi lui rendi-
Grado offrì a Dio un suo terreno posto le s'impiegassero a vantaggio del nuovo
ne'confini di Rialto, Leonardo Corona- collegio; la di cui istituzione fu poscia con-
rio neli i56, perchè in esso ad onore di fermalf da Calisto IH nel i455, insieme
8. Matteo Apostolo ed Evangelista fosse al giuspadronato della chiesa concesso al
fabbricata una chiesa di perpetua sog- capitolo di Castello. Dispiacque a'parroc-
gezione al patriarcato gradese. Il dona- chiani la stabilita distrazione delle ren-
tore del fondo egli abitanti circonvicini dite di loro chiesa, e presentarono le lo-
s'obbligarono all' erezione dell' edifizio, ro doglianze al magistrato delle Ragion
che ben tosto compintodivenne loro p-ir- Nove , di cui era antica prerogativa il

166 la pia matrona Si-


rocchia. Indi neli presiedere alla cura e governo della chie-
diana Sanudo donò un vicino terreno per sa medesima. Volendo dunque il magi-
fabbricar vi l'abitazione pel pie vano.Fuori strato conservar intatta la pubblica giu-
di esso non avendo pievani con che man-i risdizione sopra una chiesa assai l'ag-
tenersi, l'iuiione o università artistica dei giiardevole, in cui si conserva una reli-
macellai gli stafrib determinati proventi; quia della ss. Croce, ne elesse con soddisfa-
onde meritò nel i436«4^tenerne il gius- zione de' parrocchiani il virtuoso Luigi
padronato da Eugenio IV, colla facoltà Ziija per pievano ; ma tosto si opposero
d'eleggere i pievani. V aggiunse poi ta- i canonici di Castello in virtù de'diplomi
le arte il merito del restauro , rinno- pontificii , che dal magistrato si preten-
vando nel 161 5 in gran parte la chiesa, devano estorti o insussistenti. La contro-
e riparando la debolezza della cappella versia si fece grave, ed il doge col sena-
principale. Bisognosa di nuova struttura, to, d'accordo col legato apostolico depu-
nel 17 35 r intraprese in uno all'abbel- talo alla visita della chiesa, ottennero nel
iimento , al fornimento di ricche sup- 1488 da Innocenzo Vili sciolta l'istitu-
pellettili, il pievano Nicolò Milesi coadiu- zione, la reintegrazione della chiesa nella
vato dalle limosiue dc'panocchiauie ui- sua libertà e la conferma del Zoja. ludi
56 VEN YEN
Alessandro VI neli493 shtbilì le regole di s. Cnlerina è di Palma giovine. Nell'al-
per l'elezione del pievano e tle'litolalidel' tare la tavola con s. Sebastiano, s. Cate-
la collegiala, la proporzionala divisione rina, e s. Rocco al quale un Angelo ad-
delle rendite fra essi, uuinietlendoli alla dita la via, è opera della miglior manie-
cooiparlecipazionede'privilegi ed esenzio- ra del Ponlenone , che qui eguagliò nel
ni godute dal clero della basilica dis. IMar- vigore della tinta, nella forza e nel toc-
co; perciò il doge ebbe la prerogativa di co del pennello , non però nel dare vita
eleggere il pievano e titolali, e venne ì alle figure, quel Tiziano, il quale nella
dichiarato patrono della chiesa, essendo- tavola del maggior altare rappresentò il

sì dal Papa abrogalo il giuspadronato del s. Titolare. Sono due opere pur troppo
capitolo Castellano. Nel i5i3 scoppiato prive di quella luce, di cui ogni cosa eh 'è
fatale incendio nell'isola di Rialto, tutta priva, manca d'anima e di vita. All'al-
la consumò insieme a cpjesta chiesa. La tra parte ne'3 quadri col s. Titolare, s.

rialzò dalle rovine la pietà de'Cedeli, sem- Marco un parroco che dà l'acqua santa
e
pre pronta fra' veneziani. Paolo Ili nel al doge Leonardo Dona che visita la chie-
1 546 confermò doge la ricordata pre-
al sa , Marco Vecellio spiegò tutto il suo
rogativa; e siccome 3 primitivi litolari i genio. Neil' ultimo quadro il Ridolfl rap-
cransi ridotti a due, essendosi aumentate presentò l'adorazione de' Magi.
le rendite del capitolo, neh 554 'l doge 59. S. Giacomo eli Rialto, volgarmen-
Fra ncescoVenier ristabilì per decoro del la te s. Giaco/nello. La più antica chiesa

chiesa il 3. 'titolo presbiterale; onde il col- surla in Venezia, perciò stata lai." par-
legiosi formò del pievano,di 3 preti, d'uu rocchia della medesima, come concor-
diacono e di due suddiaconi titolati. Sem- demente asseriscono i più antichi e ac-
bra impossibile come ciò sia sfuggito al- creditati scrittori e cronisti veneti, de»
l'accurato ab. Cappelletti, nel dichiarare cantandola siccome la prima della città
non aver trovato che questa chiesa fosse ed eretta nel suo nascere ad onore di Dio,
stata collegiata, né filiale d'alcuna ma- sotto l'invocazione di s. Giacomo Mag-
trice, ed in questo ha ragione. Vuole vSan- giore apostolo, nell'isola di R.ialto. Noa
sovino, che questo tempio sia stato rifab- posso occultare ritenere il Gallicciolli, se-
bricato da'Trevisan, e che per la sua rin- guito dal Zanotto peritissimo, non es-
novazione ne formò il disegno l'architetto sere stata propriamente s. Giacomo di
Antonio Scarpagnino. Dopo la sua rie- Rialto la prima chiesa fondata in Ve-
dificazione, fu consagrato a' 28 settem- nezia, come pur dirò nel § XIX, n. 2.
bre 1072 da Daniele Vocazio vescovo Allorché Attila fierissimo re degli un-
Dalaiaziense cioè Dalmata. Nella gene- ni, dopo aver sterminato varie cospicue
rale concentrazione del 1810 cessò d'es- città, e desolati vastissimi paesi, entra-
sere parrocchia e collegiala. Al presente to in Italia minacciava l'eccidio a que-^
la chiesa di s. Giovanni Elemosinarlo è sta provincia, i padovani e gli altri po-
soltanto succursale di s. Silvestro. Il no» poli della terrestre Venezia, dall' esem-
minalo architetto la fòru)ò in figura di pio dell'altrui rovine atterriti, si ricove-
croce greca, e la costruì di pietra Istria • rarono nelle vicine lagune dell' Adriati-
na, l.'i volata a perfezione. Il quadro co- co, per fondarvi ivi un sicuro domicilio a
gli Ebrei che preparano alla Crocefis-
si se slessi calle loro famiglie. Tre consoli
sione del Uedentore, la mezzaluna con s. di Padova ivi rifuggili con gran parte
Nicola fitlo vescovo, il gran <p«adro do- del loro popolo, determinarono di ren-
po l'alture colla Manna, l'idtra mezzalu- derai abitabili una dell'isole chiamata A'i-
na con a. Rocco che risana gli appestali, rrt//t> o Ixivoallo, poi Rialto, ed in essq
&L)iiu del Cotona. Il quadro cui marta io i'elluronu le foiidameula d'una nuova cit-
VE N VEN 57
tà; e slabilirono , che chiunque fosse pe- zlone de' «agramenli fu nella chiesa de-
lilo nella fabbrica o esercizio navale, ivi stinato parroco e custode Felice sacer-
potesse gocleie d' ogni iniinunità. Nar- dote di fede incontaminata. Questo tem-
laiulo l'annalista Miitìnellì all'aiiiio 8iO pio fu rifabbricato in nuova forma dal
la residenza del dof^e trasfei ila tla Mala- doge Selvo, il cui dogalo cominciò nel
inocco, dopo la dislruzioue sua e di Era- 1071 e fini nel I 084, principiato e com-
clea, colla concentrazione di quasi tutta la pito in quegli anni. A Felice, nel governo
popolazione delle due città, come pure successero altri pievani, restali ignoti sino
dt-ll'isole varie in Uialto, questo dal no- a MariniiZane priore di s. Giacomo e ca-
me della riunita nazione assunse quello nonico Castellano, uno degl'iniqui segua-
n>euJoii\ndo,celeberrimodi/'e//esjV/.Noti ci di Dajauionte Tiepolo traditore. Nel

si perde mai lino al cader della repubbli- i34o trovasi Orso Delfino rettore della

ca la gratitudine e la memoria verso Rial- chiesa di s. Giacomo di Rialto, poi nel

Io, di maniera che gli alti della repub- i347 vescovo di Capodistria, e successi-

blica vene?.iana e i notarili cominciava- vaotente arcivescovo di Candia e patriar-


no !.eui[)re così: III Clirisli nomine Amen. ca di Grado. Frattanto essendostate nel-
Aiinu eie. Indici, eie, liivoalli eie, e di Rialto fabbricate nuove chiese,
l'isola di

solto Jcluni Fciietiis. Fra gli altri, che andarono queste talmente dilatando la
ivi concorsero per formarvi il loro domi- giurisdizione parrocchiale nelle convici-
cilio , vi fu il greco Eutiiiopo architello ne case, che l'antica chiesa di s. Giacomo,
e fiibbrica'lore di navi, nella cui casa es- già unica parrocchia negl'inizii della cit-
sendosi acceso fortuitamente un incen- tà, restò totalmente priva di cura d' ani-
dio, rapidamente e consumò in
SI dilatò me, ed il rettore di essa conservò il no-
breve ora 24 case; e già minacciava l'e- me ili pievano come un decoroso testi-

«terminio alle restanti fàbbriche, allor? monio della grandezza della medesima.
che il buon uomo ricorrendo co'suoi con- Rinnovata neli ig4i f" poi con evidente
cittadini all'orazioni, promise con voto a miracolo preservata questa chiesa dal-
pio e a s.Giacomo d'ivi innalzargli una l'orribile incendio, che neli5i3 incene-
chiesa. Appena pronunziato il volo, mi- rì tutta l'isola di Rialto; imperocché le
rabiliiienle si eslinse il fuoco. La chiesa fiamme voraci, nel giungere al sagro e»
venne prontamente edificala e poi con- dilìzio, retrocessero in se medesime e po-
sagrala da'vescovi Severiano di Padova, co dopo si eslinsero, non pern)eltendoDio
Ambrogiod*Allino,Giocondodi Treviso, che fosse dislrulto dal fuoco il luogo, pei'
Epone d'Opilergio a'aS marzo ^7. i; an- cui erano restati inviolali dalle fiamme i

no riportalo dal Corner, che lo Stato primordii della città, e dove erasi eretta
personale dice ignorarsi. Giorno felice la I.'' sua casa. Dì questo insigne prodii
pe'veneziani, di lustro all'Italia, di deco- gio si ha dichiarazione e autorevole te-
ro alla nostra s, Uetigione. Giorno av- stimonianza di Leone X, in quel diploma
venturoso e di fausto augurio alla sorgen- col (juale concesse a questa veneranda
te V^enezia, poiché in (juello pure in cui chiesa alcuni privilegi. Dipoi nel i5i3
avea Dio sublimato l'umiltà dell'Imma- fu rinnovata la facciata, e in qualche par-
colata concepita Maria Vergine, peresaU te anco r interiore struttura, per opera
tarla alla dignità di IMadrc del suo Fi- di Natale Reggia suo zelante pievano,
gliuolo unigenito, volle anche che in u- Tultavolla questi restauri non essendo
nuli e abbandonali luoghi avesse i suoi stati sullìcienti alta vecchiezza dell'ediiì-i
una gloriosa repubblica, da lui
principii zio, la pubblica pietà lo ridusse in piì\
ileslinala in tanti modi a vantaggio e di- quando nel
consistente e decorosa forma,
le^u della sua Chiesa. Per 1' amuiiuislra- iCui luiiedificòda'fuudameuli,noa seQ'<
58 V E x\ V EN
2n conservare la figura precedente, e ta- Tizi, essi piantarono molte abitazioni, in
le è tiiltora. E' tradizione, che nel sog- mezzo alle quali la famiglia Zmcaro-
giorno d' Alessandro 111 in Venezia, pei* la fabbricò nel secolo VII (piesta chiesa
fermare la concordia da la s. Sede e ITtn- al glorioso s. Nicola vescovo di Mira , la

pero, nel 177 deconisse questa chievi


l quale diventando parrocchia di numero-
cl'an)pie indulgenze perpetue, da lucrarsi so popolo, composto per la maggior par-
da' di voti visitanti nel mercoledì santo; te di poveri pescatori, venne chiamala
per cui in tal giorno si recava il doge e comunemente s, Nicolo de' MmidicoU.W
il senato ad acquistare lo spuìtuale te- vescovo di Castello Contarini, allorché dii
soro, e fors' anco per omaggio alla <ua Mira portò a Venezia il corpo del santo,

primazia d' origine. Ad onta di questa, donò un arlicolodellesue


a questa chiesa
non mai collegiata, secondo lab. Cap-
fu dita, il cui conlatto operò miracoli. Dal-
sebbene 1' assei isca alFermaliva-
pelletti, l'oriente gli pervenne il corpo di s. Nice-
mente lo Stato personale. Era giu'spa- ta martire di nazione goto, perito nelle
drunatodel capitolo cattedrale di Castel- fi.iaiine per la fede e diverso dall'altro
lo, e dipoi passfi in quello de'dogi, come santo omoniinoesistente nella chiesa del-
ti trae dal medesimo ab. Cappelletti; il l' Angelo RalFaele, di cui parlo qui appres-
quale inoltre asserisce, che cessò d'avere so. Abitò sotto il portico di questa chiesa
la cura d' anicne e parrocchiani quando per 5 anni, col consenso del pievano, la
1

nel I 3q6 cede al governo tutte le case di veuerabile reclusa Soda, con due compa-
sua giiH'iidizione per fabbricarvi gli udì- gne, dopo aver piantato nell' antico mo-
zi pubblici, che le stanno d'intorno con so- nastero di s. Croce l'istituto francescano.
lidi e magnifici porticati. Lo Stato per so- Favorita da Dio con particolari doni, san-
vale, con error nianifeslo, la dice parroc- tamente mori nel 490- Prima della con-
1

chia prima del 1810. Al presente, questa centrazione del 18 [o parrocchia e colle-
primitiva chiesa di Venezia è soltanto ora- giata, era filiale di s. Pietro di Castello, e
torio sagi'a menta le, di peudeiiletlas. Sii ve- presentemente è succursale di s. Rattaele
slro, di cui era liliale. L'edifizio, ricevuti Arcangelo. Si può vedere il § Xl, n. 21,
filtri ristauri, nel suo interno ha due qua - per le suore obiate filippine educatrici.
dri colla Natività eie vSponsalizie della B. L'edifizio può dirsi antico-moderno, pe'
Vergine, i quali e la tavola dell'altare che ricevuti ristauri, essendo la chiesa una
adornano, sono opera di Marco Vecellio, delle più vecchie della città, però restau-
Nel maggior altare è bel lavoro ilei Vit- rala nesecoli XVI e XVIll, e consagrata
toria la statua di s. Jacopo titolare, posta ih." uiaggioi76i dal patriarca Bragadi-
in una nicchia. Il seguente altare, vera- no. E ornata di moltissime buone pittu-
mente magnifico, è tutta opera, e delle re, anche di Palma il giovine. Vi sono
sue migliori, del Campagna, rimarcando belle opere di Carletlo Caliari figlio di

il Corner la statua in bronzo di s. Aato- Paolo, cioè : nel sofiìlto del presbiterio il

nio abbate. quadro circolare con s. Nicolò portato


Sestiere dì Dorsoduro. in cielo da copiosa e bella gloria d' An-
60. S. Nicolò de MendicoU. Que- geli ; organo 3 gra-
e nel parapetto dell' i

sta parte della citlà, a cui la consisten- ziosi comparti co' fatti della vita di s.

za del terreno die' il nome al suo se- Marta. Sono rimarchevoli 4 colonne di
stiere, e anche Orso Duro, fu
si disse marmo stalattitico, detto goccia di Cor-
abitata da' padovani qui e nelle altre la- fìi, tenute in molto pregio; e 6 altre co-
gune rifuggiti nel secolo VII per timo- lonnedi finissimo marmo con bel lavoro,
re de' longobardi. In questo luogo scor- in singoiar modo collocale per separare
gtiudosi antiche vesligie di ru vinetti cdi- dui corpo della chiesa il presbiterio. Uu
VEN VEN 59
Bllore è di fino maimo, con tavola scol- spizio per povere ricovrale. L' edilìzio è

pila, dello stile de' Lonibarili, uiudellato da Francesco Contini. Neil*


6f. S. Hnffhele Arcangelo, volgnr- cappella maggiore Alvise del Friso assai
menle V Anzolo, Anche questa per di- si accostò a Paolo nel (piailro del Centu-
vina rivelazione fu eietta da s, Magno rione innanzi Cristo; l'altro quadro col
vescovo d'Opilergio, a cui apparse l'Ar- Castigo de'Serpenli è dell' Alieuse. Nel-
cangelo e glielo ingiunse nelsilo ove a- l'altra cappella è opera assai bella di Ba-»
viebbe trovato insieme molti uccelli. Dii nifacio la Cena del Signore. Nell'idtiino

(|ue*la fondata eiminetnondjde tradizio- altare si pregia la tavola del Bonifacio

ne riconosciuta, allontanandosi il Sanso- slesso, colla Predicazione di s. Antonio


vino, fu disapprovato il suo racconto, ti- di Padova.
gli pretende che la chieda tosse fabbrica- 62, S, Baglio, volgarmente a, BU'
ta da Adriana woglie tli Geiiusio lluleno Sfgio, Parrocchia, collegiata e filiale di

principe di Padova, quando co' figli ri- s. Silvestro, fu soppressa nella prima cou-
parò nelle Lagune , l'uggendo la ferocia cenlrazione del 1808 e fatta succursale,
unna , seguendola il marito dopo la di- e neliSjo fu chiusa al culto divino, e
struzione della città, per voto delia sal- di venula magazzino di lei;na, nel iS-X-j.

vezza di esso, il quale in morte la lasciò colla facciata reslQ demolita, né piò ri-

nlle monache di s. Zaccaria, il cui posses- mane vestigio. Avendo <la Malanioccc»
so perderono quando si bruciò nell'Hgp; vecchio Irasportato in Venezia il loro

e che fu rifabbricata per rivelazione di doirwcilio i nobili Basegio, ivi e in que-


s. Magno, dalle famiglie Cjindiana e A- sto luogo ad onore di s. Basilio Magno
riana. Tutlociò con mauifesli anacroni- edificarono la chiesa, che divenne presto
smi, e in contraddizione del da lui slesso parrocchia. L'erezione avvenne, secondr»
riferito altrove, L' incendio che distrus- alcuni, nell'870, o nel 90 5, o nel 970, ed
se la chiesa nelj io5, valse a farla pron- a merito della casa Molin, ed altri l'ai-
tamente rinnovare dalla generosa pie- Iribuiscono agli Acotanti, ed anco i Ba-
tà de' fedeli sino da' fondanieuli, dipoi renghi vi contribuirono. Distrutta dal-
consagrata oel i iq3, Minacciando piìi l'incendio dell io5, fu rifabbricata. Re-
lardi per la vetustà rovina, nel iGiS sa già vecchia, neh 347 g*^»''''"''^^'^ scossa
venne riedificata, e neliyS) ebbe aiicliu di terremf>to nella più parte la diroccò,
la facciata pel stelo del pievano Giambat- e fu merito degli stessi Basegio il rinno-
lista Ghedini, il quale ne procurò la con- varla più solida ed orfiala, finché circa
sagraiione, seguita a' i5 maggio 1740 i principii del secolo XVI dando indizii

dal patriarca Corraro, All'altare di s.Raf- di cadere , fu in gran parte ristorata,


Hiele è il corpo di s. Niceta martire, tra- .Possedeva le reliquie del s. Titolare, di
sferitovi dall'oriente, festeggiato da tutto s, Filippo uno de'7 primi diaconi, diver-
il clero veneto. Si venera pine in questa se reliquie di ss. Martiri tratti dalie ca-
chiesa la reliquia di Antonio abbate, e
s. tacombe romane;e precipuamente si glo-
quella della ss, Croce donata da Sisto V riava de* corpi de'cittailini S.Costanzo
al procuratore Giacomo Foscarini. l'ar- d'Ancona da do»e fu rapito, e b. Pielro
rocchiale e collegiata,era filiale di s. Maria Acotanto, il qu.nle ultimo fu trasportato
^obenigo.econluuia ad essere parrocchia nella chiesa ile' ss. Gervasio e Prolasio,
della decania dis.Maria del Rosario. Con- ove tuttora si venera. D'ambedue il Cor-
ia 3g2g anime. Ha per chiesa succursa- ner ne racconta le notizie, e del 2.° ci die'
le quella di «• JXicolò de'Mendicoli anzi- r elligie.

dcNcritla, e per oratorio non sagrameu- 63. S. Mnrgheritfi. Parroci hia ecol-
talc s. I\lui la Mudduleua, cuu auuesso ui legala, eru tìliulti di :i, SdvciiUo, iù soa^
-

6o VEN VEN
pressa «el 1810 e chiusa, e ne fu il cle- te a' loro neonati nel battesimo il nome
ro Iru'f'erito a s. Maria de! Caitnine, che del celebre martire, gli eccitò pure a fab-
«hvenlò jjariocchia, e di cui parlo al 11. bricare in di lui onore una chiesa par-
(Jq degli ordini regolari, § X. il luogo fu rocchiale. Ignorandosene l' epoca, è cer-
dato [»ri(i»a alla direzione de' tabacchi, e to che venne riedificata verso il 1009, a
poi a (piella del deiiiatiio. Ora serve di spese (Iella famiglia Giordani ; il che esclu-
studio al prof, di pillura Michelangelo de la fondazione che Sanso vino ritarda al
Grigolelli. La chiesa 1' eres>e Geniano io.i5, attribuendola a* Signoli e Dauli.
Busignalo ad onore di s. Margherita ver- Inoltre Corner dice doversi egualmente
gine e martire; nel principato di Pietro rigettare la tradizione popolare e favo-
Tradonico delI'SSy divenne parrocchia, losa, che pretende essere slata questa
e si vuole che fosse consagrata a'26 marzo chiesa un'antica abbazia dedicala a s.

dal già suo pievano Mauro o Maurizio Giuliana vergine e martire, e d'aver esi-
LiKiniacodivenuto vescovod'Olivolo nel- stito sino ni 1111 circa, quando l' ulti-

l'8 j3 circa.Avea la cupola ola vòlta dora- mo abbate commendatario Angelo Se-
ta, sostenuta da 4 gl'iodi coiJnnedi mar- mitecolo l' eresse in chiesa parrocchiale
m(» orienlale. Minacciando rovina, l'ine- sotto l'invocazione di s. Pantaleone; tut-
eaiuihile pietà veneta accorse ariiuiovar- to essendo impugnato docu- d'anteriori
Ja d.t'funilamenli, con ornata struttura, menti. Intanto per donod'AlessiolComne-
compila 1G47, poscia solennemente
nel no imperatore, aiutato dalla repubblica
cons:»grala nel 1790 dal patriarca Giova- contro normanni, ovvero per acquisto
i

iielli. Venerava una mascella della s. Ti- fattone nel 1204 nell'occupazione di Co-
tolare. Nel 1 33o accanto la sagrestia della stantinopoli, pervennero in Venezia mol-
vecchia chiesa fu eretto un augusto romi- te ed insigni ss.Reliquìe,alcune destinale

taggio, in cui visse la reclusa di nome lìi' ad arricchire diverse chiese, e altre ri-
sino, la quale soleva portarsi presso la cu- servale in custodia del Tesoro ecclesia-
pola maggiore e di là per una finestra as- stico de' procuratori di s. M'irco. Tra
sistere a' divini ullìzi; soltanto usciva la esse furouvi quelle di s. Pania leoue, che
notte precedente alla solennità dell' A- neh 3 i4il pretedi questa chiesa Giacomo
scensione, per acquistare i'mdulgenza in Bertaldo, impetrò ed ottenne per la uie-

s. Marco. desiuìa. Aumentandosi le rendite della


64. S. Paiitaleone medico, volgar- chiesa per le pie oderte de' fedeli, e princi-
mente s. Paiilalon. Dacché gli ope- palmente del suo benefico pievauoAngelo
rosi veneziani per ddatare il loro com- Semilecolo,già e fin dal 25icol consenso 1

mercio intrapresero di navigar con fre- del vescovo e del capitolo della collegiata,
quenza a'porti di Grecia, massimamente ordinò che la mensa da lui aumentala
a Costantinopoli, contrassero particolare si dividesse in 3 parli, al pievano, a'pre-
venerazione verso que' santi ch'erano i ti e chierici, pel decoro della chiesa e pe*
più celebri nella chiesa orientale. Fra poveri, il che approvarono Innocenzo IV
questi uno de'principali fu riputalo sem- e Alessandro IV, A merito dello slesso
pre IMlustre s. Fantaleone medico e mar- pievano Semilecolo devesi la rinnova-
tire di INicomedia, il di cui venerabile no- zione della chiesa, poi consagrata a' 18
me imposto per cagion ili divozione a luglio I 3o5 dal vescovo di Castello Piain-
nioltissimide'venezianijdie'poi motivo di perlo Polo, Pregiudicatala fabbrica dal-
chiamarel universaledeila nazione colso- l'età, nel1684 si rifabbricò da' fonda
pran nome di Pantaloni, come ri leva Cor- menti sontuosamente nel corso di 20
ner. Lo stesso religioso impulso, che mosse anni, pel zelo del pievano Gio. Anlo-
gli uuliclu veueziaai a imporre di frequen- uio Zampelli, e riuscì una delle più or-
-

VE iV VEN Gì
naie e magiiinche di ViMiezia, solenne Io. Anche la tavola deiraltroallare con

melile coiisagraiidola il patrimca Fosca- s. Beniiirilino è di Paolo stesso; come pu-

ri a' 29 agosto ij^^-Nell'altare con re è lavoro senile di lui il quadro a sini«


is|)leiidKÌez7.a Pantaleoneecon-
eretto a s. stra di chi entra, collo stesso santo spe-
sagrato a' 4 febbraio 174^^ dal vescovo daiierea Siena. Nel coro il Miracolo de'
di Paienzo Negri, si conservano ledi luì pani e pesci, è copiosa e bell'opera di Mo-
jireziose reliquie in copia. Altre pure de- linari. Nella cappella laterale il quadro
corano questa chiesi?, cioè della ss. Cro- con Maria Vergine coronala è di Gio.
ce, dis. Giuliana vergine e martire di Antonio Vivarini di Murano. E' opera
Nicomedia, delle ss. Maria Maddalena e condotta con amore, ove le figure suno
Apollonia, di s. Tommaso apostolo, e fra bene disposte, e gli Angeletti a chiaro
I' altre il corpo d' uno de' ss. Innocenti. scuro, sì gentili che si direbbero del iMan-
Ora questa chiesa possiede eziandio un tegna. Sull'altare maggiore è raagnilico
ss. Chiudo, che venerasi inuna cappella; il tabernacolo scolpito da (iiusepp«; Sardi,
ed è quello stesso della chiesa e delle non 65. iS". Barnaba. La famiglia Ador-
più esistenti monache francescane di s. ni oriunda d' Aitino nell'anno 8og e-
Chiara, di cui parlerò nel § X, n. 23. dificò ad onore di s. Barnaba apostolo
Ad onore della B. Vergine, circa la metà la chiesa parrocchiale, la quale poi nel

del passato secolo, fu costruita la bellis- disastroso incendio dell'anno io5 re- 1

sima cappella n similitudine della s. Casa stò consumata dalle fiamme. Bil.ibbri-
di Loreto. Molli suoi pievani furono eleva- cata con pie liinosine, fu in seguito con-
ti alla dignità episcopale, ed anche alcuni sagrata a' 6 dicembre i35o da' vescovi
preti del copìtolo. Francesco Grilli pieva- Francesco Mociense de' minori e Agnel-
no, fallo arcivescovo di Coifù, ritenne in lino Sudeiise domenicano. Dando coiiMiiui
commenda la chiesa, ed eresse l'altare indizi di cadere, finalmente nel 1
^49 '^'^"*

d'Ogoissanli, ed in essa sì fece tumulare, corse la pietà de' parrocchiani e di tutta


come il predecessore Morlino de Bernar- la città a disporne un magnifico tempio,
dini sì nel pievanato e sì nella sede. Era consagralo a'23 settembre i 796 dal pa-
la chiesa filiale di s. Silvestro, e continua triarca Giovanelli, che ne stabilì ranni-
ad esser parrocchia, ma sotto la deca- versarla commemorazione la 4''' dome-
nia di s. Maria del liosario, con 1025 nica disetleudjre.Parrocchiasinoal 1810
anime appartenenti parte al sestiere dis. e collegiata, era filiale di s. Maria Zobe-
Croce, e parte a quello di Dorsoduro, nigo : soppressa la parrocchia, diventò ed
Gregorio XVI col breve Exponi nobis, è succursale di s. Maria delCarmine.Ne fa
de' if) luglio i83i, Bull. Rom. cont. archilettoLorenzoBoschelti.Nel 2.''allare
l. if), p. 36: Avipliatio privilegii coti' è opera dibuona mano della scuoia ve-
cessi Ecclesia parochiali s. Pantaleo- neta e delbuon secolo, la tavola con s»
?iis medici cii'ilatis Feiictiaruin proce- Bernardino e due sante. Quella del mag.
lehratione missarnm in su/fragiiun de- gior altare col s. Titolare ed altri Santi,
funclorian. Della chiesa ne fu architet- è buon lavoro di D. Varottari. All'altra
to Francesco Cornino, il quale proponen- parte nel 1." oliare è delicato lavoro di
dosi a modello la chiesa del lledentore, Paolo il quadrello con la s. Famiglia.
non ebbe l'ingegno del Lucchesi usato Nell'allare di mezzo un antico ignoto,
in quella di s. Giovanni Nuovo. 11 sollllto forse Giovanni Martini, condusse la ta-
è terribile opera del Fumiani, nella qua- vola co'ss, Giacomo, Antonio e Diego: la
le però r occhio non trova riposo. Nella mezzaluna con Deposito di Croce, cope-
2." cappella la tavola col s. Titolare che rà quanto mai giorgiouesca.
risana un fanciullo, è bell'opera di Pao- 66. SS. Gevvasio e ProlasiOj voi-
r>2 V E N ven
garmente s. Travaso. L'antica chiesa contitolare. Intrapreso dunque il rial-
era iiiìa di quelle foiulate ne' piincipii zamento abbattuto tempio, per o-
dell'
della nascente cillà, ed essendo vicina a pera del suo pievano Domenico Leonar-*
cadere nel 1028 per la sua vecchiezza, fio, fu collocala la 1." pietra ne' fonda-
piamente la rifabbricarono da' fonda- menti a' 26 luglio I '>84, e in 7 anni con
menti Baibarigo e Caravella. Sino da'
i i disegno d' Andrea Palladio, d' ignoto
remoti tempi con singoiar esempio eia architeltoe sullo stilePalladiano come di-
soggetta a due superiori ecclesiastici, a- ce il Moschini, si ridusse a perfezione e
vendo in essa egual giurisdizione il pa- nella forma attuale, seguendopoi la con-
triarca di Grado e il vescovo d'Olivolo, sagrazione a' 22 luglio 1657 per Pietro
laonde Ira loro insorgevano frequenli li- llossi vescovo d'Ossaro. Era collegiata,
tigi: o propiiamente apparteneva al pa- e filiale di s. Maria Zobenigo, ed ora
triarcato gradese. Sia coniuncpje. per ter- conliniia ad esser parrocchia, ma sotto la
ininaie qualunque dilferenza, il patriar- decanta di s. Maria del Rosario, e conta
ea Orso Orseolo e il vescovo Domenico 2700 parrocchiani. Ha per chiesa succur-
yi Gradonico, stabilirono concor<leuìen- sale Sebastiano, di cui nel § X, n. 4*2.
8.

te di venire a una transazione solenne, La chiesa de'ss. Gervasio e Prolasio con-


e la sottoscrissero nel giugno 1041. Con tiene molle pillure di mani maestre. Nel-
essa riconobbero promiscua la loro giu- l'allare della nave destra è gentile lavoro
risdizione, stabilendo tra l'altre cose, che del Palma giovine l'Annunziata j più gen-
J'elezioiie e l'investitura del vicario, co- tili però, nel loro genere, e assai morbi-
me allora chiamavasi il pievano, dovesse de, e di uno stile che in tal modo di tra-
nppartenere ad ambedue, e parimenti a vaglio non permette che più si brami, vi

ciascuno di loro dovesse l'eletto vicaiio sono le sculture del parapetto dell'altare
prestare il giuiamenlo di fedeltà e ub- nella crociera a sinistra, illustrato dal
hidienza. Perì poi la chiesa nell' incen- Diedo nell'opera, Le Fabbriche di Fé-
dio del I io5, alla cui rinnovazione ac- nczia.^eì maggior aliare è del Lazzari-
corse al solito la divozione de' veneti e ni la tavola co' ss, Gerva'.io e Prolasio
con lai che la nuova riuscì
fervore, la martiri. Nella sagrestia vi é una graziosa
più maestosa e la più nobile, tranne la immagine della Madonna, a pastelli, di
cattedrale, fra tutte le parrocclìiali della Kosalba Carriera. Il Cristo alla colonna
città; a cui accresceva decoro 1* atrio, e è copia diligente, che da Tiziano tras-
)a cupola della cappella maggiore lavo- se il Prudenti ; il Salvatore che benedi-
rata al modo greco. Non passarono però ce, è del Marconi. L'altare del SagrameQ-
5 quando nella notte precedente
secoli, lo, è di bel disegno d' alcuno de' Lom-
a' 12 settembre i583 con improvvisa ca- bardi e tli buona esecuzione, di semplice
duta precipitò l'intera chiesa,econ doppia struttura e insieme ornatissimo con iscul-
disgrazia restò in tal incontro privata del ture e cupolino. I due quadri laterali di
j*iù prezioso de'suoi tesori. Era esso il cor- Tintorello, esprimono la Lavanda de'pie-

po del celebre s. Crisogono o Grisogono di e la Cena del Signore, la quale 2.^ ope-
martire d'Aquileia, qui da'lempi remoli ra più volte incisa, è di nuova e bizzarra
trasferito da Zara, il quale nella funesta invenzione per gli Aposloli messi io vio-
congiuntura, coraggiosamente cercato di lenti altitudini. La più beli* opera però
notte e rinvenuto fra le rovine da un diZa- del Tintorello è la pala dell' altaica de-
ra,quesli lo riporlòalla patria, restando a gira del maggiore, con s. Antonio abba-
(pialche consolazione della grave perdila te, Ricevè adesso nobii ristauro que-
MIX soloosso del braccio, che tuttavia con- sta chiesa per le cure del di lei parroco
sct'Viiìi nella rinnovala chiesa, di cui è Cari.H.t, il quale sjicse del proprio noi»
YEN V E N 63
lieve snmtna e chianìò ad ns'^ìsterlo la nella dernrarione archilf^tfonìci fu e»;'*-

pietà de' veneziani. In questa occasione, guilo negli ulliuii anni del lo scorso secolo,
il sacerdote di chiesa d, Giuseppe Sole- restato non compiuto per le politiche vi-
sin collocava suirulli(no aliate a destra, cende, Harrocchia, collegiata, filiale di

entrando per la porta maggiore, la im- 9. Maria Zobenii^o, fu soppressa, chiusa


magine insigne di Maria, opera di gre- e demolita: da 3 lustri rifabbricata pei'
co artefice, die veneravasi nella chiesa, opera de'benemeriti sacerdoti fratelli cou'
eia soppressa, di Marin Maggiore, del-
s. ti Cavanis, serve ad uso del loro isliluto
la quale parla diffusamente il Corner: delle Scuole di Carila, del quale vado a
immagine dal Soiesin ereditala da una riparlare. La parrocchia al momento del-
sua vecchia parente, monaca di quel ce- la «oppressione fu trasferita alla cliiesa

nobio, da lei raccolta nella soppressione de'domenicani in s. Domenico delle Zat-


del medesimo. tere, detta piM'e s. Maria del Rosario.

67. S. /Agnese. Varie sono l'opinioni Ciò aweiuie nella 2.' concentrazione del-
di sua fondazione,alcuni rallrihuiscono a' le venete parrocchie, «' 1 5 ottobre 18 o, 1

nobili Mellini,altria'patrìzi Molini, certa- ed allora la chiesa fu chiusa. Nell'illustrar-


mente è antichissima la sua origine, che la il cav. Cicogna racconta che nel 1824

rìsale a'principii del secolo XI, conoscen- il tempio di s. Agnese conservava l'auli-
dosi del 1081 J^ietro pievano di 9. Agnese ca forma, ma era stato ridotto a magaz-
vergine e rnartire,il cui aliare dava mag- zino or di legname, or di carbone, or
giore risalto alla sua antichità. Distrutta d'altro.Aggiunge, che nell'anno i836
dal fuoco nel iio5, risorse con nuova sivendè l'aliare maggiore, e nel 1837-
fabbrica, ed a' 1 5 giugno i 32 i fu con- 38 fu demolito il campanile, eretto cir-
sagrata da 3 vescovi Giovanni di Caorle, ca il secolo XIII, sulle cui fondamen-
G. Magno d'Equilio,e Ottonello diChiog- ta l'ora defunto Giovanni Casoni scris-
già. Dopo
ciò restò ari'icchita del corpo se a lui l'artistica e importante lette-
di Venereo martire, tolto nel iS'jg a
s. ra che riporlo ; interessantissima per-
Porto Venere da Lorenzo Dono e da lui chè riguarda l' antico sistema de' vene-
qui collocato nel i3go.Ma in occasione ziani in fondare ben alti e importanti
di nuova riparazione della chiesa fu ils. fabbricati, etlancora per scoigersi con-
Corpo rubato o nascosto, e n'andò smar- fermalo il (ìenomeno del progressivo in-
rita ogni memoria. Bensì con particolar nalzamento «lei mare. Comprarono l'a-

culto erano in venerazione varie reliquie rea della chiesa e sue adiacenze nel 1
83g
della s. Titolare, estratte dal suo sepol- (dunque non esalto il riferito tlallo Sialo
cro nel suburbio dì Roma, e donate nel jx-r.ionale^ ove si legge che tale acquisto
iGiadaFaccìo segretario del duca d'Ur- seguì quasi subito dopo il 18 10), i bene-
bino; ed il corjìo di s. Secondino martire merentissimi sacerdoti veneti fratelli An-
cavalo dal cimilerio romano di s, Calisto. ton-Angelo e Marc'Antonio de'conti Ca-
Abitarono già un piccolo romitaggio con- vanis, fondatori della congrega7Ìone ec-
tiguo alla chiesa alcune donne chiamate clesiastica de' sacerdoti secolari tielle
recluse o romite o pizzochere, dalle qua- Scuole di Carità quale articolo e
f nel
li poi originò
1'
esemplare monastero di nell'altro ivi citato celebrandoli, ne nar-
8. Maria Maggiore, La chiesa nel 1604 rai l'origine, il santo scopo, la [>ubblica
nvea 11 altari assai belli, e Lodovico utilità, il presente stato florido e prospe-
13inz/oni suo benefattore l'abbellì ver- revole. L'acquisto lo fecero eziandio per
so il 1670; l'atrio venendo poi restau- avere sino dal 1806 eretto l'istituto delle
rato nel 1733 da Salvatore Bertella. scuole di carila maschile poco distante
Altro totale restauro con cambiuineati dulia chiesa di s. Agnese, la quale dupo
64 YEN YEN
over subito Tarie restaurazioni ne'iempi e di sentimenti apostolici, con sensi d'ani»
anteriori, lodali fratelli altre ve ne ope-
i mìrazione e con omaggio d'ossequio, si

rarono, riducendola in elegante forma e congratula come da ultimo a perpetua


ridonandola al culto divino a'i5 agosto consolazione della Chiesa, della cara sua
i854.Nel y8 del Diario di Roma del
n. patria Possagno e del povero, fece la ma-
1843 si legge un bellissimo articolo del gnanima fondazione d'una casa religio-
eh. Domenico Zanetti, intitolalo: Le sa, dove i benemeriti padri dell'inclita
Scuole di Carila in P enezia dirette da* congregazione delle scuole di carità a-
chierici secolari. Avendo egli visitalo vessero cura dell'educazione cristiana e
l'islituto, rileva le benemerenze de'fon- civilede'giovanipossagnesi; ulteriore pro-
datori, la preziosità della santa istitiizio* va di quanto ardesse vivamente la fiam-
ne, che ha per oggetto primario la buo- ma nel pastorale suo petto, ed il sapien-
na educazione della gioventù, e per po- le suo zelo pel bene' spirituale e tempo-
terla meglio raggiungere vi sono educa- rale de'prossimi, con ampliazione onori-
ti alla pietà e alle viscere eli paterna ca- fica alla congregazione. Ma dessa fu loc-
rità cjue'cliedevono esserne precettori; i ca in quel punto da nuova mestizia e de-
sacerdoti stretti da voti semplici, viven- solazione, per la dolorosa perdita fatta
ti in comune, e regolati da particolari del valente confratello p.'Giuseppe Mar-
costituzioni approvale da Gregorio XVI, chiori, discepolo ben degno del veneran-
con breve apostolico incoi il Papa chia- do fondatore p. Marco de'conli Cavanis.
mò Venezia seconda sua patria, come Il perchè con elegante e atTeltuosa Can-
rimarcai nell'indicato articolo. Lo stesso zone volle deplorare l'acerbo caso, e in-
Papa col breve Cam Nobis, de 11 marzo sieme colle Notizie biografiche e stori-
1835, Bull. Eom.cont. t. 20, p. 4^), con- che ad illustrazione del testo, registra-
cesse la facoltà di celebrare la messa nel- re le principali memorie si dell'insigne
la cappella della casa della congregazione, fondazione, che del preclaro suo figlio,

con soddisfazione del precetto. L'istitu- questo col n. àe Cenni biografici, (\ne\-
1

to già erasi esteso ancliea beneficio e van- lo col n. II de' medesimi, lo con pena
taggio delle povere fanciulle, ed allora non posso seguirlo. Mi limiterò soltanto
accorrevano alle scuole 3oo giovanetti, a dire, che il eh. biografo ci descrive l'e-
ammaestrati dall'operose cure de'pietosi semplare vita d'ambedue, la dottrina, il

e saggi sacerdoti, unicamente col nobile mirabile zelo per l'eterna salute dell'ani-
sentimento di concorrere all'edificio d'u- me, la loro operosa vita fertile d'uber-
na società veramente cristiana. Di già tosi frulli, a vantaggio della civile socie-

eravi il corso completo di scuole elemen- tà, precipuamente nelle scuole di carità,
tari e ginnasiali, e l'istruzione non è di- meditala e fondata dalla fede del p. Mar-
sgiunta dall'educazione. 11 eh. e fecondo co; in cui, e nel fratello p, Anton-Angelo,
letterato cav. Filippo Scolari, nel decorso risplendevano redivive le virtùde'ss. Vin-
anno pubblicò e dedicò a mg.' Gio. Bat- cenzo de Paoli e Girolamo Emiliani, a-
tistaSartori-Canova vescovo di Mindo: vendo profuso gran parte del loro patri-
In morte del M. R. P. Giuseppe Mar- monio per la pubblica carità, anco per

chiari dell'indila congregazione delle aver aperto nel già monastero dell'eremi-
Scuole di Carità in s. /Agnese di Vene- te di s. Giuseppe, di cui nel § Xll,n.20,

zia, Canzone. Venezia nella tipografia in parrocchia de'ss. Gervasio e Prolasio,


di L. Gaspari iSSy. Nella dedica cele- una casa d'educazione, da dove le zitelle
brando r illustre prelato, che nell' epi- più abbandonate e piìi misere sortissero
.scopalo, come nel regno delle belle arti, ad esser un giorno esempio e decoro di
ha sparso tanta luce di virili, di carità consolale famiglie. lu tale citalo luogo,
VE N VEN 65
io col Rm." p. Sebasliano Casnra attua- resuedoli ed encomiati menti,fu un pian-
le e (lef:;iio pieposilo della congregazio- to vederlo rapito dal cielo ai3 dicembre
ne, celebrerò il suo virtuosissimo confon- 1856, con morte santa e immatura, men-
datore, il servo di Dio p. Anton-Angelo tre la congregazione si riprometteva da
conte de Cavanis. Il p. Marco, miracolo lui e dal suo edificante esempio, grande

di carila dilFusiva, riposò nelle braccia utilità. Oltre queste poche e rapidissime

del Signore a'c) (sic) ottobre853, dopo i parole io debbo farneallresull'incremeu-


una vita integerrima e slupemlamente to della congregazione, colla tanto per
benefica, riposando il suo illustre corpo me onorifica lettera deli'8 dicembre 857 1

nella chiesa di s. Agnese, traslato dal ci- impressa con edizione di soli Co esempla-

mitero comunale ov'era stato tempora- ri, dell'aureo e sempre per me beoiguis-

neamente deposto, di che il cav. Scola- simo autore Della fondazione in Pos-
:

li foce argomento il n. Ili, descriven- sagno di una casa di Chierici secolari


done la pompa fmiebre e trionfale, e fu delle Scuole di Carità, Lettera all'il-
tale per le pubbliche e molteplici dimo- lustre e nobile Sig/ Cav. Gaetano Mo-
strazioni solenni di pubblica venerazione roni a Roma, di Filippo d.' Scolari
e di sincera gratitudine, non meno che Cav. pontificio di s. Greg. Riagno, so-
di sagra esultanza e di religioso entusia- cio del l'accademia di Religione Ca Itoli-
smo, che bene a lui appropriò la divina crt,Venezia tipografia diL. GaspariiSSy.
sentenza Chi si umilia sarà esaltato. S.
: Al rispettabile amico piacque, arrossi-
corona de'funerali, rag/ Motti patriarca sco in dirlo, d' associare il mio nullo no-
recatosi nel coro di s. Agnese dopo la me, con Antonio Canova prin-
quelli d'un
messa di requiem, tenne breve discorso, cipe dell' odierna Scultura, tanto nolo
e con tocchi maestri lodò a cielo il de- che non occorre aprir bocca né scrivere
funto, encomiò la congregazione e la con- sillaba per magnificarne lo splendoreim-
fortò, con dirle ch'ella non avea già per- Diortale che tramanda (la cui memoria
duto il suo padre, il quale in essa avea possentemente scolpita sul dorso del se-
lasciato il suo spirito in prezioso retag- colo che fuggì, possentemente è pure ri-
gio, ed in suo nome ne benedì i figli. Del petuta sulla fronte di quello che corre,
molto poi che vi sarebbe a dire co'cenui qual primaria potenza fra gli umani in-
Giuseppe ÌNIarchiori, ap-
biografici del p. telletti), in uno a quello del venerando
pena appena ricorderò. Per le sue soavi di lui fratello mg.' vescovodi Mindo, che
^irtù, vestite nel 1828 le clericali divise ne copiò le virtù singolari esimostròcosì
nel dì, per l'istituto solenne, di s. Giusep- eminentemente degno di tanto rara cele-
pe Calasanzio, che n'èil protettore, quan- brità. IVed io poteva pretermetterne la
do già era la delizia e l'ammirazione di breve contezza, per la dichiarazione colla
tutti, tosto divenne utile e prezioso opera- qtiale l'eloquente e dotto cav. Scolari die'
io, benemerentissimo nel raccogliere li- principio alla Lettera, vale a dire: Poi-
ntjosine per la riduzione della chiesa di s. ché non avendo io ancora pubblicata
Agnese e nel dirigerne gli svariati lavori, l'articolo Venezia, nel mio Dizionario,
pel suo squisito discernimento in opere che onora d'epiteto troppo lusinghiero
d'archilellura e di belle arti. Gran be- perchè io osi ripeterlo, e delle glorie che
ne fece pure nella casa della congregazione le provennero pur dagli ùltimi tempi del-
in Lendinara, nel materiale e nel forma- la veneta aristocrazia, confidava render-
le. Richiamato a Venezia, fu fatto defiui- mi un grato servigio in ragguagliarmi
lore e vicario della casa, non che confes- dell'avvenuto in Possagno« e questo per
sore del femminile istilli lo dalla congre- due precedenti, che del tutto apparlengo-
gazione soslenutoe diretto. Per le preda- uo a' veneti fasli,quauto ì duegloriosi e ve-
VOI. xci. 5
G6 VEN VE N
iierandi nomi inarchete Antonio Ca-
ilei mente la mela, senza il concoiso d'un ;il-

noi'a,e del p. Marco decanti Cavanis" . ti<>(Fier Alessandro Paravia ciilie': No-
Pel I /fallo, l'a iiloie [)assa al raccoiilo bio- tizie intorno alla \'ila di Antonio Ca-
giaHco. Cile ili." novembre 1757 nacque /io\'a, giiintoi'i il catalogo cronologico
in Possagno AntonioCanova((li lui e della di tutte le sue opere, Venezia 1 822 presso
foilunata pallia, nel cui meraviglioso 7-*^/«- Giuse|)|)e Oilandelli editore co' tipi Pi-
theon riposano onoratacuenle le sue pre- coltiaui). A' 19 maggio 1774 nasceva in
ziose ceneri, col suo cuore angelico, lanlo Venezia il venerando p. Marco de'conti
care e famose, in maruìoreo sarcofago da Cavaiiis fondatore dell' insigne congre-
Jui slesso scolpilo pel maichese Belio di gazione delle scuole di carità, del quale
]V'apoli, e nel quale mg/ Canova aveva spegnevasi la santa vita 1'
i i (sic) otto-
stabililo die vi fossero deposte a suo lem- bre i853. Questo è il 2.° fallo, degno
j)0 le sue, e Io furono adesso, che quel be- d'eterna memoria negli ultimi 5o anni
liedello passò a vita migliore, come di- della veneta repubblica; poiché nel i.°
rò poi, per essere indivisibile dairamato novembre 1857, primo giorno del secon-
fratello anco nella tomba j Ifiuiigeralo dosecolo del natalizio del Canova, anda-
tempio in cui egli slesso il Canova pose vasi a com()iere e diventare perpetuo a
la 1/ pietra l'i luglio 819 e ne fu in
1 1 benefizio spiritualeetemporaledella mil-
venlore earcbllello; in più articoli ragio- le e mille volle avventurosa Possagno.
nai, e da ultimo ne'vol. LXXX,
78, p. Bello sarebbe riprodurre la Lettera, ma
LXXXV, p. I 1 5 e 208, anzi nel decorso sull'ara della necessità, ripugnante, anco
di questo stesso, e nel § X, n. 2 con far i , questo sagrifìzio io debbo iminolare. Di
cenno del mausoleo onorario esisleiile in volo accennerò. La fondazione del tempio
s. Maria Gloriosa di Venezia, perchè que- segnalò la memoria del i,° secolo della
sta gli fu culla e tomba, oveapprese pri- i nascita di Canova, qual prova certissima
mi rudimenti dell'arte e dove ebbe primi i di quella ss. Religione, che l'avea condotto
suoi mecenati, riferiti dal cav. Mulinelli, B collocare in esso il frullo di sue glorio-
Annali Urbani, p. 629), ed in Venezia ee fatiche, onde rendere
a Dio il ricevuto
trovalo mecenate degno di lui nel patri- da lui, insegnando cos'i a'venluri quanta e
zio Giovanni Falier, in Venezia corona- quale gratitudine sia dovuta al Supremo
lo di gloria principe dell'arti belle, chiu- Dalor d'ogni bene. 11 fratello mg.' Gio.
deva l'iulemeiala i3 ottobre vita, a' Battista Canova, degnissimo sacerdote,
1822 (nel campo di s. Gallo presso s. dotto ellenista, che attinse coH'immorta-
Marco, e nella casa dell'egregio Anto* le scultore gli alimenti primieri alla stes-
nio Francesconi, alla cui famiglia lega- sa fonte di vita; che avvezzo ad essergli
vaio beo meritata ed aulica amicizia : per 4o e più anni indivisibile a! fianco,
sulla porla della medesima dichiara l'av- ne raccolse con religiosa cura tulli divi- i

venuto l'epigrafe che il eh. Francesco Ne- samenli benefici che dal famoso Tevere,
;

Ed a'i5 dello stesso ines*;, il fa-


gri dettò. passando a dimorare nella diletta Possa-
condissimo cardinal Mouico, allora arci- gno, nella casa nobilissima de' Canova
pretedi s.Viloin AsoIo,recilò iuFossagno fondava il museo delle domestiche glorie
presenti le mortali spoglie dei veneto Fi- (nella camera in cui nacque il grande ar-
dia, stupenda e commovente orazione, ri-, tista si custodiscono i modelletti in creta
piodolta nel 1 837 colla stampa per lode- che sono i primi pensieri dell'opere da lui
vole intendimento di mg/Giuseppe Laz- appresso eseguile, gli scalpelli ec. Gli stu-
zari), e legava alla sua terra natale il cele- di a matita ed a penna, legali in volumi,
berrimo tempio. Ma questo fallo e questo sono nella già stanza da letto del me-
tempio uon avrebbe raggiunta co rupiula- desimo prelato; quadri dipinti da Cauo*
i
V EN V EN 67
va e il colossale liliatlo di lui, vcolpiJo in notai di sopra. Quindi pubblicò la Civil-
marmo tla perse.adornanolesale terrene tà Cattolica de'2 I agosto. L'istituto del-
delia casa. Nel fregio della galleria si leg- le scuole di carità, foiidalo e riccamente
ge: Gypsolhi'caex Cnnovae operilnsjj dotato dal cuor magnanimo, dall'insigne
die non solo conduceva il tempio a per- pietà e dal santo amor patrio di mg.'
fettissimo termine, ma l'arricchiva di mo- Sartori-Canova, per aver esso aggiunto
numenti preziosi, di sagri arredi cospi- a' sacerdoti che lo dirigono la cura del-
cui, e di splendida dotazione; in fine do- l' anime del paese di Possagno, tale è il

po 35 anni dalla perdita del suo diletto concorso de' fanciulli terrazzani e de'
fratello, divenne l'anello provvidenziale dintorni che lo frequentano, tale quello
e mirabile di con"iunzione tra l'anime degli abitanti del villaggio e degli altri
n
Antonio Canova e del p.
fatte celesti, di circostanti che accorrono al sagro tem-
Marco Cavanis, (]uando cioè nel .° no- ) pio per r istruzione e pe'sagramenti, da
venilire 1857, celebrando a secolare me- destare meraviglia non comune del come
moria della nascita del suo amatissimo sia tanto bene avvenuto nel brevissimo
Antonio, apri il defunto prelato nella periodo di soli pochi mesi, da che i chie-
sua patria adottiva Possagno un nuovo rici delie scuole di carità hanno intra-
stabilimento a'cliierici secolari delle scuo- presa la direzione civile, morale e reli-

le di carità. Qui passa 1' onorevole a- giosa di quella parrocchia. Se una Let-
mico a farmi considerare con adequati tera stampata m'indusse a parlare d'un
confronti, un complesso di disposizioni Antonio Canova e del suo fratello mg/
della divina provvidenza, tutti quanti Sartori-Canova, supplisca qui alla mia
relativi e gloriosi a Canova, al p. Mar- insufììcienza, a' grandi encomi dovuti ad
co, al vescovo di M indo allora vivente; e ambedue al tra Lettera precedentemente
su questo, egli crede, nell'eterna patria le impressa, di cui parlo nel § XVII, n. i,
due sante anime,in quel giorno innalzaro- laquale essendo d' un gran Papa, io la
no all' Altissimo più vivi cantici della i pongo siccome splendido epilaftio del-
gloria ;e pregato insieme che sul veneran- l'onorata tomba che de' germani en-
do capo del prelato fondatore della casa di comiati racchiude le mortali spoglie.
carità iiiPossagno, pio vesserò ognor più co- » Gregorio XFI. Venerabile Fratel-
piose le divine benedizioni. La casa madre lo, Salute ed apostolica benedizione.
di Venezia piessos.Agnese,ha il preposito Abbiamo ricevuto con somma compia-
superiore della congregazione,il vicario, cenza il libro bellissimo che Voi Ci spe-
allri 9 sacerdoti, 2 chierici novizi, 4 fia- diste stampalo in caratteri magnifici e
lelli laici, un laico novizio. I chierici del- fregiato di figure eccellenti: ove si vede,
le scuole di carità esercitano l'insegna- a colpo d'occhio, la grandiosa mole,
mento ginnasiale nella casa filiale di Len- l'ampiezza, la maestà, la leggiadria e l'e-

dinara, mediante 3 sacerdoti con 1*


assi- leganza di quel Tempio, che fu imma-
stenza di 2 fratelli laici; ed altri 2 sacer- ginato ed intrapreso dall' insigne vostro
doti ed un laico in quella di Possagno Fralello uterino Marchese Antonio Ca-
fanno altrettanto. Ma lessi poi nel n. nova di memoria, e che poi con
felice
ib4 Giornale di Roma del i858,
del impiego denaro
di gran parte del di lui
l'annunzio della morte di mg.' Sai tori- (maggiore anche della somma da lui a
Canova vescovo di Mindo, avvenuta in tal uopo disposta), oltreché con zelo e
Possagno a' 18 luglio i858; e che sa- premura singolare, fu da Voi condotto
lebbe sepolto nell'avello marmoreo, ove al perfetto suo compimento, e con le
stanno rinchiuse le ceneri del celebre suo prescritte solennità e ceremonie consa-
fralello Antonio, il che « effettuò, come gialo, dappoiché eravate Voi slato nomi-
68 VEN VEN
nato per tale oggetto vescovo tli IMin- Simo che testé Ci fiiceste presentare. Vo-
do da Leone XII di recente rimembrali, gliamo quindi accertarvi-che per più ra-
za. Composto tal libro con isquisito la- gioni Ci fu graditissima l'Opera soprac-
vorò e con mirabile diligenza, ed illu- cennata, e che per le vostre egregie virtù
strato con corrispondente ricchezza di e- sentirà verso Voi il Nostro cuore un'in-
l'udizione, Ci riuscì vie piìi grato, per- cessante propensione. Vi abbracciamo
chè più vivamente ridestò in Noi la me- pertanto con pari amorevolezza, mentre
moria a tulio il mondo assai cara di quel- cordialmente v'impartiamo, Venerabile
1' Uomo prestantissimo, de' cui rari pre- Fratello, l'Apostolica Benedizione. Dato
gi nessun secolo tacer saprà. Imperoc- in Roma presso s. Pietro sotto 1' Anello
ché reso Egli celebre per tante luminose del Pescatore questo dì 8 febbraio i834,
doti di cuore e di spirito, coltivò l'arte quarto del Nostro Pontificato. Pel —
di Fidia, e la riportò alia più bella ma- sig.' Cardinale Albani, A. Picchioni So-

niera de' Greci e alla verace imitazione stituto. — Al Venerabile Fratello Gio.
della scella natura, spiegandovi un me- Battista Sartori-Canova vescovo di Miu-
rito cotanto eminente che con piena ra- do nelle parti degl' infedeli".
gione fu universalmente slimato e pro- 68. SS. l'ito e Modesto volgar- ,

clamato a' giorni nostri qual principe mente s. Fio. Era sino al i8io par-
dell' arte slessa. Kè soltanto coli' eccel- rocchia, collegiata, filiale di s. Maria

lenza di questa e con tante sue statue di Zobenigo: fu soppressa la parrocchia,


\iva sembianza commendò Egli il suo chiusa la chiesa e iodi demolita, non ne
nome immortalità; ma, ciocché for-
all' resta alcun vestigio. Sono concordi cro- i

ma in vero il suo maggior encomio, con nisti veneti nell'assegnare il 912 per la

la sua esimia pietà e religione, con la fondazione della chiesa parrocchiale de*
divozione sua verso questa Cattedra di ss. Vito e Modesto martiri ; discordano

s. Pietro, con la prolezione delle arti li- però nello stabilirne il fondatore, nomi-
berali e con la sua larga generosità ver- nando le famiglie Magno, Vido e Balbi
so i poveri, talmente si cattivò 1' alFello originari d'Aqdileia. Coll'andar degli an-
generale che da' JNoslri predecessori Pio ni, sprofondato il terreno e pericolando il

VI e Pio VII di piacevole ricordanza, e tempio, la religione del senato io grata ri-

da altri Principi di prim' ordine, fu o- conoscenza aDio,per la conservazionedel-


gnora colmato delle più distinte onori- la pubblica libertà dalla congiura di Baia-
ficenze. E Voi, Venerabile Fratello (che monte Tiepolo nel i 3 i o,assegnò dall'era-
VI trovaste in conoscenza e a parie delle rio della repubblica l'opportuno aiuto per
viste di un tal Uomo, e coslantemenle ristorarla; al quale oggetto destinò pure
in compagnia di tutte le sue mosse, e che le colonne e i marmi tratti dalla casa del
poscia foste anche erede delle di Lui so- Tiepolo fatta demolire in castigo del tra-
stanze), sapeste contribuire assai bene al- dimento, e nel i 3i5 con nuove benefi-
la di Lui fama e celebrità specialmente cenze fece compiere la chiesa e riedificare
con le qualità vostre pregevoli. Sono in- il campanile. Per la slessa cagione si or-
fatti a cognizione Nostra l'estensione de' dinò che il giorno festivo de' ss. Vito e
vostri talenti, la vostra parlioolare pietà, Modesto titolari, fosse solennemente os-

religioue, probità, il vostro amore per servato, e la chiesa annualmente fosse vi-
l'amena letteratura e perle scienze più sitata dal principe,dovendosi poscia te-
sode, non che 1' ossequioso vostro attac- nere a pomposo pranzo il di lui accom-
camento a Noi e a questa Stuìe Aposto- pagnamento. Nel secolo vi abitava- XV
lica. Del qual vostro special sentimento no aìcuue pìzzochere della Madonna di
verso di Noi fa prova il libro eiegautis- s. fio, coir abito delle quali nel i533
VEN VE P( 69
volle esser sepolta nella chiesa di s. Mi- tecipnzlo, il I.' de'dogi clie risiedesse in
chele di Murano la malroiia Maria Lo- lliallo, commiserando le ristrettezze nel-

redan, lasciando in legato io ducati d'o- le quali per l'angustia delle fabbriche vi-

ro alla casa dell'ordine delle Pizzochc- vevano monaci abitanti in s.


tanti divoti
re. Anticamente collegiata, nel 582 vi- 1 i Servolo, donò neir8if) a Giovanni ab-
sitatori apostolici, riconosciuta la ristret- bate l'isola di s. Ilario, luogo posto ne'
sem-
tezza delle sue rendite, la ridussero a confini delle lagunedalla parte delle Gam-
plice parrocchiale e col solo pievano. A- barare, perchè ivi co'numerosi suoi mo-
vea 7 altari di marmo, e fra essi uno de- naci potesse più quietamente servirà Dio.
dicato alla Madonna della Salute, da Imitatore d'Angelo suo padre , il doge
ten)po immemorabile, per la cui inter- figlio e successore Giustiniano, lasciò pei*
cessione piamente si crede esser slati nel sostentamento de'monaci rilevanti rendi-
i63o interamente preservali i parroc- te,ollre l'aver beneficatoli monastero con
chiani dalla peste, che fece orribile stra- amplissimi privilegi d' intera esenzione.
ge nel restante della città. Liberata que- Avendo gli abbati dilatate le possessioni

sta dal gravissimo flagello, stabili il se- ne'territorii di Padova e Treviso , con
nato l'erezione d'un tempio in onore del- jus su quelli di Tresegole, di Gambara-
la Madre di Dio, e con fausto augurio di re e d'Oriago, Pietro abbate de'ss. Ila-
detto nome, nella consagrazione fu insi- rio e Benedetto impetrò e ottenne nel
gnito dello stesso di Maria della Salu-
s. Ilio dall' imperatore Enrico V la con-
te. La chiesa de'ss. Vito e Modesto fu ar- ferma de' privilegi ed esenzioni concesse
licchita delle loro ossa e di altri marti- al monastero da Carlo, dagli Ottoni ed
ri; ed alTaltaredi s. Antonio abbate, tra- Eni'ichi suoi predecessori, con di[)loina,
slatu da quello di s. Giovanni Evagelista, poi confermato e amplialo nel i 36 dal- 1

si venerava il corpo incorrotto della b. l' imperatore Lotario II. Nel monastero
contessa Tagliapielra vergine, nobile ve- furono sepolti 4 dogi, ilue nominali fon-
i

neziana, della cui angelica vita,spenta nel datore e benefattore, Pietro IV Caudu-
I3o8, racconta cose edificanti e meravi- no, e Vitale Candiaoo, il quale nel 979
gliose il Corner; curpo che attualmente rinunziato il principato ivi vesti l'abito e
si venera nella chiesa di s. Maurizio. professò la regola di s. Benedetto. Rolla
69. S, Gregorio. Antica e insigne guerra la repubblica nel i i44 contro i

badia di monaci, a cui era anche an- padovani, per aver questi in vicinanza
nessa la cura dell'anime. Era filiale di del monastero di s. Ilario, nel luogo det-
s. Alarla Zobeuigo ; soppressa nel 1808 to Fusina o Lizza poi canale di Fusini
la parrocchia e aggregala a s. ftlaria ilei checonducea Venezia, introdotto ilBreu-
Rosario, volgarmente s. Domenico delle la con nuovo alveo a danno delle la-
Zattere, la chiesa fu chiusa e ridotta ad usi gune, nella successiva pace il comune di
prof.tni, come laboratorio della zecca per Padova s'obbligò riguardare e protegge-
la Prima che dalla cit-
radlneria dell'oro. re gli abbati di s. Ilario come suoi citta-
là di Mulaojocco fosse Irasl'erila la sede dini, ed a vantaggiodel monastero conces-
ducale in Venezia neli'809 (meglio 8 3), 1 se la 4-" parte de'noleggi di tulle le bar-
già l'ordine di s. Benedetto erasi stabili- che, che da Noventa del Padovano na-
to in un' isolelta delle venete lagune e vigassero per Venezia ne'mesi d'aprile,
presso il loro ingresso, dal nume del san- maggio e agosto. Fin da questi tempi la
to titolare della chiesa ivi fondata, vol- chiesa di S.Gregorio situala in Venezia,
garmente delta Isola di s. Servolo. Non era soggetta all'assoluta giurisdizione de-
è palese l'epoca della fondazione del mo- gli abbati di s. Ilario, perciò essi la chia-
uustcro, bensì è nolo come Angelo l'ar- mavano, secondo lo siile dique'secoli, lo-
70 V E N VEN
10 Ubbidienza ; il die confermò pure nel pella maggiore, indi arcivescovo di Fi*
I 177 Alessandro Ili nel ricevere il rao- ladelfia. Perduta l'abbazia ogni suo lu-
nastei'O sotto la protezione di s. Pietro, stro dopo l'essere divenuta commenda,
con tutte le sue pertinenze. Non è nota circa il declinare dello scorso secolo ne
J' origine dell' antichissima chiesa di s. fu soppresso il monastero, 616110111.° pie-
Gregorio; certamente esisteva neir8c)7, Tano nel 1775, e dipoi auche la chiesa
e si attribuì 1' erezione alla nobile fami- come dissi.

glia Pascasa. Per l'incendiodel io5,che i Eufonia della Giudecca ^


70. S.
divorò con 24
chiese anco questa, poco De Judaica, L'isola di questo nome non
appresso fu rifabbricata. Da' documenti pare che sia stata così detta dalla pre-
sì trae, che dopo 1111776 innanzi la sov- lesa non lunga dimora che in essa fe«
,

versione del celebre monastero de' ss. I- cero i giudei, ma da (|uanto dirò ragio-
lario e Benedetto, la chiesa era uffizìata nandone, nel § XVIlI,n. 2. Degli ebrei
da'benedettini Confermaro-
ivi abitanti. parlerò nel § XIV, n. 5. Anticamente
no i privilegi gl'imperatori Enrico VI chiamavasi Spinalunga, sì pegli spinai
neli 196 e Ottone IV nel 1209, dal cpia- di cui era coperta, che per la sua fi-

le anno infestali gli abbati del monastero gura bislunga, e dalla sua estensione ia
de'ss. Ilario e Benedetto, dalle prepoten- lunghezza, a cui per niente corrispon-
ze di Giacomo di s. An(lrea,nel 12 1 5 ot- deva la larghezza, allora assai mino-
tennero da Innocenzo 111 di trasferirsi nel- re di quello ch'è al presente. Imperocché
r ubbidienza di s. Gregorio di Venezia, circa i principi! del secolo XIV colle con-
lasciando nell'altro de'sagri ministri per cessioni fatte a'privali delle paludi attac-
nfliziare la chiesa, finché dalla diabolica cate all'isola fu ella di multo dilatata coti
furia di Ezzelino III da Romano, giurato V aggiunta di edilizi, d' orti e monosteri.
nemico della Chiesa e del nome vene- Quantunque sieno molte le chiese, che
ziano, restò monastero nel 124? '"'6-
il nell'isola in diversi tempi furono erette,
ramenle atterrato e ridotto ad uso di mi- che ricorderò nel citato n. 2 del § XV III,
li.lare fortezza; così monaci meglio sta- i indicando luoghi ovei le descrissi, una
bilirono la loro permanenza in s. Gre- sola dedicata alle ss.Eufemia,Doro tea, Te-
gorio. Da questo tempo cominciarono a cla edErasma vergini e martiri inAquileia,
portarne il nome, alternandolo colprece- venne stabilita con cura d'anime. Il San-
dentCj ed anco uniti. Corner riporta le so vino descrivendo questa chiesa, la dice
notizie di diversi abbati: Fridiano lo fu fondata nel g52 (o nel 9^)0) dalla fami-
per 40 anni, restaurando la chiesa nel glia Dente; ma poi nella vita d'Orso [

1342 ; e dice che ne fu l'ultimo il dot- Partecipazio deir864, ne ascrive il meri»


tissimo Andrea Bon scelto a vicario ge- lo alle famiglie Barbolani, Iscoli e Selvi,
nerale di Castello da Lorenzo Giusti- s. i quali nobili richiamati dall' esilio in pa-
niani dopo la cui morte il monastero
, tria ebbero per grazia 1' isola di Spina-
decaduto in commenda pervenne in pos- lunga, poi chiamata Giudecca, dove edi-
sesso di Girolamo Landò arcivescovo di ficarono la chiesa di s. Eufemia con aU
Candia, che trovasi in un documento del Iri oratorii. Da una lapide affissa alle pa-
1 45o aiììrninistratore perpetuo dell' ah- reti si ricava che fu cousagrata a' 3 set-
haziadis. Gregorio. Gli altri poi, che tembrei37i da Luca vescovo Cardicen-
successivamente ottennero le rendite del- se e da Bartolomeo vescovo Agiense; e
l'infelice monastero, chiamaronsi abbati 9 anni dopo fu con altri due consagra-
commendatari, de'quali ih. "Bartolomeo to l'altare maggiore, in cui furono ripo-
Paruta del i455, con bella architettura ste le reliquie delle ss.Titolari, ottenute da
l'istoi'ò la vecchia chiesa e fabbricò lacap^ Arjuileia per dono di Giacomo Conte, Si
V E N V E N 71
Tonernno pure in questa chiesa, il corpo chiesa sorgeva nel sestiere di Castello, ed
(Il s. Feliciano marlire, e molte reliquie era stata edificata, insieme a quelle di s.

insigni ili ss. Martiri provenienti da'cimi- Lorenzo e altre, da Angelo Partecipazio
teri romani. Collegiata, era filiale di s. deir8io (gli antichi Farlecipazi oggi so-
l'ictro (li Castello. Ne fu soppressala par- no chiamali Dadoari), i ."doge in Rialto,
roccliialitìi, e trasportata alla chiesa del in onore di s. Severo vescovo di Raven-

ss. Redentore, dopo che vi ftnono tolti i na e presso la quale si fermò il suo fi-
,

cappuccini; questi riammessi, la parroc- glio Giustiniano sdegnato, quando redu-


chia ritornò alla chiesa di s. Eufemia, ov'<ì ce da Costantinopoli intese essere stato
anche di presente. La sua giurisdizione dal padre assunto in consorzio alla du<
pairocchiale si estende per tutta l' isola cea Giovanni suo minor fratello, per cui
della Giudecca, la quale benché disgiun- non volle recarsi al palazzo ducale. Ri-
ta dalla città, ne fu sempre riputata una dotte poi in potere d' Orso Parlecipazio
frazione appartenente al sestiere di Dor- vescovo d'Oli volo, per eredità del suo ge-
soduro. E' soggetta alla decahia di s. Ma- nitore Giovanni nominato, le due chie-
ria delRosario e conta "2847 f'"'"^'?' ^P' se, nel morire neir854 ordinò: Che pres-
particne al commissariato della Gitidec' so dis. Lorenzo si dovesse fabbricare
ca ed isole adiacenti. Il tempio nel se- un (nonastero di monache, nella cui per-
colo decorso fu ridotto all'attuale suo sta- [)etua giurisdizione fosse l'altra chiesa di
lo. Dell'oratorio non sagrauieiiLale di s. s. Severo. La di lui sorella R.omana fab-
Maria del Carmelo parlo nel § X, n. 5j; bricò ((uindi monastero, e le monache
il

e dell'oratorio sagramentale privato del- pacìficamente possederono ancora la chie-


la ss. Trinità delle Terziarie francescane, sa di s. Severo, già fatta parrocchiale, fin-

discorro nel § XI, n. 11. Nella chiesa di ché verso il secolo XII alcuni parrocchia-
s. Eufemia vi è la figura di s. Rocco, di- ni «uscitando ingiuste molestie , negaro-
pinta ueli4i^o da Bartolomeo Vivarini, no al monastero i diritti parrfjcchiali, che
la quale è degna del Mantegna. fino dalla sua origine con legittimo tito-
Oltre alle 70 parrocchie fin qui enu- lo avea posseduto. Ricorsero le tnonache
merate, altre due ne furono aggiunte in a Papa Urbano III, il quale nel ii8t>
tempi assai posteriori, per cui al comin- frenando le pretensioni de' parrocchiani,
ciar del secolo corrente, prima che se ne li costrinse al dovere così per l'esequie
intraprendesse la concentrazione e la de' defunti, che per ogni altro jus par-
soppressione, lai.' avvenuta a'io marzo rocchiale. Non però i parrocchiani desi-
1808, e la 2.* a'i5 ottohrei8io, ed an- sterono da' litigi per sottrarre la chiesa
co con altre date di tali anni, se ne enu- dalla soggezione del monastero; finché
meravano 72. Le quali due parrocchie r abbadessa invocata l' autorità della s.

furono le seguenti. Sexìe, questa deputò Matteo vescovo di


71. S. Sci'ero , la cui parrocchiali- Ceneda ad esaminare la controversia, il
tà apparteneva alle monache di s. Lo- quale nel 198 sentenziò a fivore delle
r

renzo, e la facevano esercitare da un monache, e Innocenzo 111 non solo nel


cappellano curato. Questa fu soppres- 1200 l'approvò, ma nel 12 i4 ricevè il
sa nel 1808, e la chiesa veutit; chiu- monastero sotto la protezione di s. Pie-
sa e per qualche tempo servì a ricove- tro, confermando con ampio diploma il
ro (li poveri lavoranti della casa d' in- giusto possesso della chiesa di s. Seve-
dustria di s. Lorenzo, indi si convertì in ro colle sue pertinenze. Nondimeno i par-
odicina da falegname. Nel 1829 fu de- rocchiani ostinati, coll'appoggio di alcuni
molita esulsuo suolo furono piantate con del clero di s. Severo, procurarono d'in-
nuova fabbrica le carceri di polizia. La trodurre nella chiesa un pievano da loro
72 YEN YEN
elei lo. Allora Innocenzo III. prese nuove gii ebbe dopo il i 720 ; si dovea rifabbri-
provvicìecze, cbe continuale tlal succes- core nel 1763, ma non si effelluò.
soie Onorio III, Gregorio IX che a que- 72. S. flIariaAssnn[a,\o\gHi-mente de
«li succedette, nel 1235 confermò la sen- Gcsuili, la quale parroccbia fu piantala
lenza in favore delle monache. Quietati dacché! gesuiti furono costretti ad abban-
così i parrocchiani, nel fine dello stesso donare Venezia, secondol'ab. Cappellelti,
secolo insorsero i preti della chiesa di s. ma non pare per quanto riferirò collo iS^^rt-
Severo colla pretensione d'essere bene- to personale dal Clero. Fu anche questa
ficiati perpetui inamovibili, perciò ricu- soppressa, servì alquanti anni a succur-
sando ubbidienza oll'abbadessa. Si prò- sale de'ss. Apostoli; pochi anni or sono,
lungo la contesa, e finalmente il vicario riammessi i gesuiti, fu loro riconsegnata,
del vescovo di Castello neli3gi dichia- senza ripristinarvi la parrocchia. La chie-
lò: la chiesa di t. Severo appartenere sa di s. Maria Assunta de'chierici regola-
pienamente al monastero di s. Lorenao, ri della compagnia di Gesti, trovasi nel
e che il suo clero dovesse riconoscere per sestiere di Canalregio. L'antica sotto il

superiore la badessa e ubbidirla. Qiiesla nome ebbe principio non


de' Crociferi
sentenza confern)òneli3g3 Bonifacio IX, prima deh i5oe non più tardi tiei 55. i i

e con altio diploma del i


899 ricevè sol- J^'edificò colla contigua casa pe 'suddetti
lo la protezione della s. Stùe la chiesa e religiosi crociferi e con dotazione, Pietro
clero di s. Severo, esentandoli da qua- omeglio Cleto Grau'soni oGusoni, ezian-
lunque giurisdizione del vescovo di Ca- dio fondatore ivi appresso d'un ospedale;
stello; salva per intero quella della ba- religiosi antichi, eh' ebbero le legole da
dessa e monastero di s. Lorenzo. Il Papa Alessandro 111, e neh «70 nuove rendite
commiseal |>atriarca di Grado l'investilu- da Benavere Grausoni parente dell'altro
ra de'beneficiati eletti dalla badessa; ma loro benefattore. La chiesa restò rovina-
ciò riuscendo poi d'incomodo e ritardo, la dall'incendio del 12 i4, e rifabbricata
con altro diploma del i4oi ordinò che poi da'crociferi in ampia formo, durò si-
i beneficiati nominati dalla badessa do- no al secolo passato, in cui da'gesuiti fu
vesserò tosto riconoscersi come istituiti di magnificamente riedificala da'fondamen-
piena autorità apostolica. Anche la pò- ti quale si ammira. L'ospedale annesso

tleslà laica confermò le prerogative del pai e che fosse albdato alle cure de'croci-
monastero di s, Lorenzo, sulla chiesa di feri, all'uopo avendolo frali laici pel mi-

s.Severo, con decreto emanalo dal sena- ni>tero degl'infermi. Fu accresciuto di


to ne'principii del secolo XV. In memo- renditeda Bertoldo patriarca d'Aquileia,
ria di che, furono aflissi nella facciala e- confermale nel i256 dal successore Gre-
slerioredella chiesa stessae sulle due por- gorio ila Montelongo. E' verosimile, che
te laterali, due Leoni, insegna della re- nell'ospedale da principio fossero accolli
pubblica. Martino V
confermare le
fece uomini e donne, poveri e infermi; ma in
giurisdizioni del monastero, riconoscendo seguito restò ristretto a ricovero di sole
tziandio I antica consuetudine della ba- femmine, e dopo la soppressione de'cro-
dessa di s. Lorenzo, d'eleggere e rimuo- cifeii, i procuratori di s. i\Lirco l'assegna»
vere i cappellani dello slesso s. Lorenzo, rono u vedove de'soldali morti in pub-
T.,-

«enza dipendenza dall'ordinario del luogo, blico servigio; ma non mollo dopo, si
Poscia neh 56 iPio IV confermò i privile- dispose a favore d'ogni condizione di pò-
monastero. La primitiva chiesa di s.
gi del vere. Frallanlo che il monastero e l'o-

Severo perita nell'incendio deh o5, era i spedale miglioravano nell'economico, sì

siala riedificala e consagiala a'5 giugno, pei le ricordale beneficenze, che per al-
tenaa conoscersi l'anno. Alcuni restauri tre pie oU'crle de'fedeli, llallliele Basegio
,

V E N VE N 73
ottenuto In Coslantinopolt il corpo tìl s. suo iplendore, finché Innocenzo sop- X
lìai barn, diversa dalla venernta a Torcel- presse 1 de' loro n)0iiasteri, e ne lasciò
1

lo, lo donò alla chiesa di 8. Maria de'cro- soli 4) de'quali era capo queslo di s. Ma»
ciferi. Decaduti i religiosi dall'antica au- ria, in cui pose la residenza il rettore ge-
stera eseiuplarilà, il 9. Corpo nel i485 fu nerale dell'ordine. Ma anche questi 4
concesso alla confraternita artistica de' furono estinti dal successore Alessandro
sartori , consegnandosi loro una delle 3 VII neh 656, assegnandone i beni alla
chiavi dell'arca chelo racchiudeva. In va. repubblica veneta per la difesa di Can-
ri tempi furono donale a questa chiesa le dia. In tal congiuntura i gesuiti , i quali
seguenti ss. Reliquie. E qui nuovamen- nel 1606 per lefainose controversie ha la

te prolesto, che nel riportare quelle nelle repubblica e Paolo V, per ubbidire al
diverse chiese regislrate dal Corner, non ponliljcio interdetto eransi partiti dalla
posoo asserire, se dono tante politiche vi- loro casa presso la chiesa di s. Maria del-
cende, tulle realmente ancora vi sussi- rUniiltàdi Venezia (la quale essendu sta-
stano. Una ss. Spina, l'arte dèi cranio di la allora data alle benedettine della Vi-
s.Sabina martire, ed un vaso col di lei sitazione, parlando di esse nel § XVIII,
sangue, di cui è memoria che sì liquefa- u. IO, dirò della prima introduzione de'
cesse nell' inverno e si congelasse neh' €• gesuiti in questa città), avendo ottenuta
siale. Una coscia (od osso) di s. Cristoforo la libertà di ritornare nello stato veneto,
di forma gigantesca. Delle ossa de'ss. In' comprarono dal senato a mezzo di Carlo
nocenti. Le leste di s. Lanfranco vescovo Carafa vescovo d' A versa e nunzio ponti-
di Cantorbery, e di s. Massimino marti- ficio in Venezia, pel prezzo di 5o,ooo du-
re. Le reliquie de'ss. Gio.Crisostoino.Gre- cali il monastero de' crociferi, di cui a* 3
gorio Nazianzeno Lorenzo Levita, Cor-
, o nell'i I marzo 1657 prese possesso il p.
Delio Papa, e Cipriano vescovo e mar- Girolamo Claramonti provinciale, a no-
lire, fiancalo l'anlico fervore e inlrodot» me di tutta la couipagnia, istituendo in
la la rilassatezza nell'ordine, la maggior esso la casa professa della provincia di
parie de'Ioro conventi passarono in com- Venezia. Non trascorse molto tempo
menda, e queslo di s. iMaria nei i4'H f^l quando la chiesa ampia, ma debole nella
concesso al cardinal Barbo poi Paolo 11, struttura, cominciò a minacciare rovina.
che vi destinò a governarlo ìSicolò dalle Per cui neli7i5 ne fu intrapresa la rie-
Croci vescovo di Lesina; e collo stesso tito- dificazione in magnifica forma d.»'fì>nda-
lo di commenda l'ebbe il cardinal Bessa- inenti, com'era si vede, e nel breve giro
rione.Dopolisua n)orte,il senato procurò di 3 lustri fu ridotta al suo compimento
presso Sisto IV la riforma del monaste- con tal nobiltà, che può inerilainente an-
ro con l'espulsione de' crociferi, e la so- noverarsi fra'piìi ricchi e ben ornati tem-
stituzione dell'esemplari monache di s. pli di Venezia. L'aliare sontuosamente e-

Maria degli Angeli di Murano. Non fu retto nella cappella maggiore, la ricca in-
esaudito, e il monastero reslò commen- crostatura di tutta la chiesa , e l'eslerior
da. Allenati dall'ampiezza delle fabbriche f.icciata di marmo furono tutte opere
e dall'opportunità del sito,inulilujente lo della famiglia Manin , e gli altri altari
domandarono canonici regolari di s.i Spi- della chiesa furono pure benefizi di di-
rilo nel 48 ed serviti neh 489. 11
1 i , i vec- vote persone , che contribuir vollero a
chio cdifìzio del monastero reslò (juasi decoro d'un tempio, in cui tanto si ope-
interamente distrutto dal fuoco, onde nel rò a santilìcazione dell'anime. ben sin E
1543 con venne a'crociferi rinnovarlo da' dal principio, che ivi pose piede la com-
fondamenli.l'ocoelfello produssero le cu- pagnia di Gesù, si riconol)be quanto i di
re di s. Pio V |Jer ripristinare l'ordine al lei instancabili fi"li utili fossero anco in
74 V E .V YEN
YciirzÌ!! col !oro esemplnre fervore, co- orazione il inc«rdote Giovanni Renier,
me (Inppcitulto, per l'efernii salute <Ie' arciprete della vicina terra ili iMestre (sa-
prossimi; vnn sinf^olarnieiite ciò mnnife- no lieto di poter aggiungere, che questo
sto itppar'i nell'inclefessa carità del p. An- venerando personaggio pel quale d,i ,

drea Alceiiago veroDese ,


uomo di zelo molti anni nutro il più profondo osse-
nposlolico che cogli evangelici suoi su-
,
quio, da' 17 dicembre 855 è degnissimo 1

dori coltivò per ben 7 lustri in Venezia vescovo di Feltre e Belluno), uomo che
la vigna del Signore; prediligendo po- i in sidalli lavori si è omai procacciato un
veri, ie prigioni, le galere, i rpiartieri de* nome distinto. Semplice e piana fu la tes-

soUlali. Ne celebra le mirabili virtù e la situra dell' orazione; che ove la copia di
santità della vita, l'edificante e dotto Cor- falli veramente luminosi le macchine ,

ner, Perla ftitale sojipressione del bene- oratorie non tengono, e sono soverchi gli
merito online de'gesiiili nel 1773, infaii- abbellimenti dell'arte. Narrala in com-
sic preludio della generale, sebbene la pendio la vita del Lojola, e rilevatene la

divina provvidenza e co«i autorità apo- più splendide gesta, l'oratore scese oelU
stolica li conservò sempre, come narrai 1." parte a toccare i fasti dell'Istituto, dal
anche nel voi. LXXXIl , p. 273, cele- Santo immaginato e con saviordinanienti
lìiando il veneto Clemente XI 11 loro am- direttole in questo punto l'orazione trion-
miratore; da allora in poi si considerò fò: e nell'accorta scelta de' fritti, e nella no-
la chiesa di s. Miiria Assunta padronato faconda esposizione di essi, tnostrò il
bile e

regio, e fu manteiuila dalla numificenza Renier quanto sia avanti nella bellissima
del senato, finché a'a marzo 1808 venne disciplina a cui è dedicato. Sulla fine del-
dichiarata succursale de'ss. Apostoli, tale la lunga, fiorila e beu'accolta orazione, il

rimanendo sino all'S luglio 1 844. '" cui Renier volse le parole a' pochi membri
fu riconsegnata a'gcsuiti.iistabiliti in Ve- della Compagnia rinascente, augurando
nezia colia sovrana risoluzione de'2 1 no- loro prosperi inizii, solleciti avanzamenti.

vembre 843, comunicata


1 col governati- Desiderò eh' essa ritorni nel primiero
vo decreto g dicembre di quell'anno. Ri- splendore, che si fecondi di uomini gran-
pristinati dunque i gesuiti per tutto il di veramente tanto nell'ecclesiastiche,
mondo cattolico da Pio VII, dipoi ritor- quantonellecivili discipline: desiderò che
narono a questa casa e chiesa loro. Si si renda utile alla gioventù, giusta uno
legge pertanto nel n.° 70 del Diario di de' principali intetulimenti dell'illustre
Roma del i844- " Venezia io agosto. istitutore.. E noi pure, nel chiudere que-
Presso di noi nel 3i dello scorso luglio, sto cenno, ripetiamo gli stessi auguri!, [ni

giorno dedicato alla memoria del celebre Venezia le scuole ile'gesuili, ancorché da |

istitutore della Compagnia Gesù, s. I- di molli anni soppresse, conservano tutta-


gnazio di Lojola, veime celebrato con so- via un nome onorato, si pe'celebri mae-
iennissima pompa e con insolita frequen- stri chedecoravano e sì per gli elfettiv i
le

za di popolo il ripristinamenlo della me- vantaggi che recavano a Ila giovenlù;laou-


desima compagnia nel magnifico tem- de a ragione il popolo celebrò quel giorno,
pio intitolalo alla Vergine Assunta. Sua in cui vide quella Compagnia ridonata
Eni." liev,'" il sig.*^ Cardinal Patriarca di entro le tranquille e gloriose sue mura,
Venezia inaugurò, nella mattina del det- ed a ragione, quasi ricambio de' prestati
to giorno, la divola ceremonia, la quale servigi, volle mostrarle la gioia d'un ani-
fu più ancor edificante per un eloquente mo con giustizia riconoscente. P, C. ". I
discorso da lui pronunziato davanti a' gesuiti avendo fondato presso la chiesa

nuovi membri ed a molta copia di spet- una casa ad uso di ospizio, in essa vi sono
tatori. Al dopo pranzo disse la panegirica il rettore, il ministro, altri 7 sacerdoti, 3
VE N VEN 75
frafelli. Inoltre per la chiesa trovansl un n di parrocchie o pievi, e sì di collegiale

mansionario, 2 sacerdoli uflìzianli e con- e di matrici, ovvero di filiali, secondochè


ed un chierico ostiario. La chiesa
fessori, indicai ; senza che mai precedentemente
di s. Maria Assunta fu architettata da per vicenda verima o avversità della ces»
Domenico Rossi, ed anclie il Moschini la sala lepubblica ne fosse stato alterato il

riconosce per una delle più ricche della ninnerò o la qualità. Ma quando, sotto
città, per la copia e preziosità de'iuarmi, e il governo napoleonico, lìn decreto iu)pe-

de'Iavori d'arte che l'adornano di scul- riale de'22 giugno 808 ordinava la i.* 1

tura e di pittura sparsi per la chiesa. La deplorabile concentrazione e soppressione


facciata fu costrutta da Gianibaltisla Fat- d'alquante parrocchie in io delle prima-
toretto d' ordine corintio, ornandola di regno Italico, susseguita dal-
rie città del

moltissirae sculture di vari scarpelli, delle la non meno lagrimevole soppressione di

quali può dirsi bosco. Nel 3." altare la conventi e mc.nasleri, anche le parroc-
tavola con Maria Vergine e Santi gesui- chie di Venezia, di 72 ch'erano, furono
ti, è opera di Balestra, bellissima per in- ridotte alle 4» cl>e seguono. S. Pietro
venzione e composizione, disegnata e con- di Castello non ancora canonicamente
,

dotta con grazia e nobiltà, lodevolmente spogliata del suo grado di chiesa catte-
incisa dal Bartolozzi. Nella cappella a drale metropolitana e primaziale, beu->i
fianco del maggiore il Liberi rappreseli- per fatto arbitrario del patriarca Gam-
lo la Predicazione del Saverio. 11 mag- Marco abusivamente e illegitti-
boni. S.
gior altare si disegnòda fr. Giuseppe (An- mamente innalzata dalla podestà laica,
drea?) dal Pozzo, celebre per la guerra secondala dal nominato prelato, all'o-
che intimò alle linee rette. I dipinti del nore e prerogative di cui volevasi spo-
soililto sono del Dorigni. Magnilìco ed gliare la precedente. S. Moisè,s. Martino,
omatìssìino di fini marmi e di sculture è g. F^lntiuo, Autonino, s.
ss. Trinità , s.

tale altare , con tabernacolo ricco di la- Maria Zobenigo, s. Leone,


s. Salvatore,
pislazzoli. Presso r altra cappella il mo- s. Giacomo dall'Orio, ss. Sinione e Giu-

numento deldoge Cicogna si architettò da, ss. Ermagora e Fortunato, s. Gere-


e scolpì dal Campagna. La sagrestia è mia , s. Fosca, s. Marziale, ss. Apostoli,
tutta coperta d' opere di Palma il giovi- 6. Gio. Crisostomo, s. Margherita, s. A-
ne, tranne il quadro cogliEvangelisti,ch'è gnese, s. Paolo, s. Stefano protomartire,
del Fumiani, e quello della Circoncisione s. s. Apollinare, s. Eustachio,
Silvestro,
del Signore, ch'è di Tin torello. Di que- 8. Michele Arcangelo, s. Gio. Battista iu
sto pittore è anche la gran tavola deli, Bragora, s. Maria Formosa, s. Samuele,
altare a destra della crociera, con Maria s. Bartolomeo s. Croce, s. Cassiano, s.
,

Vergine assunta a'cieli.Qui lo stesso Jaco- Sofia, s. Canziano, s. Panlaleone, s. Ni-


po, lasciato suo stile, paoleggia, e usò va- colò, s. Raftàele Arcangelo , s. Barnaba,
ghe e belle tinte e facile andare di pieghe. ss. Gervasio e Prolasio, s. Eufonna. Le

Nell'ultimo altare manca di buon lume il non nominate di conseguenza furono sop-
Martirio di s. Lorenzo, opera assai cele- presse e di alcune ne furono distrutte
,

brata di Tiziano , la quale soggiacque a le chiese, come rilevai nel ragionarne. A


troppi ristauri : fu portata a Parigi e poi questa concentrazione e soppressione di
si riebbe. 11 soffino è brillante lavoro del parrocchie, tenne dietro la concentrazio-
Fontebasso. ne e generale soppressione de'conventi e
73.Dall'epoca,incuì di mano in roano de* monasteri d' ambo sessi, e di questi i

furono stabilite tutte le 71 o 72 parroc- altresì furono nella maggior parte chiuse
chie suddescrilte,siuo all'anno 1807 esiste- le chiese, e non poche eziandio atterra*
louo nel loro giado • nella loro dignità te, Poscia il dello goveruo riputò sovei*
76 VEN VEN
ciiio di troppo anche numero delle no-
il Pagnmizzi con rami, Venezia 1821. Il
minale e il<» lui ridolte ^o pairoccliie, Clero Foraneo si compone di 2 parrocchie
per cui con decreto de' 12 apriIei8io le e di 3 Vicarie Foranee. Sono le parroc-
restrinse a 3o soltanto; le quali fuit)tio chie. 1° S. Giambattista eli Gambara-
quelle stesse che continuarono ad esserlo de Fossa Gambariaed anche Gain-
re,
sino al presente. In princìpio tutte le no- barariarum, comune appartenente al di-
minai, secondo i due gruppi topografici stretlodiDoloprovincia diVenezia. D'an-
in cui dividesi Venezia di qua e <li là dal tichissima data è la chiesa, consagrata nel
gran canale, ciascuno de'(|uali composto 1 5o6, e dedicata a s, Giambattista di
di 3 sestieri. Quindi più sopra in que- Bolleello (come leggo nello Stato per-
sto § Vili ne descrissi le chiese, con no- sonale del Clero), dal nome della fa-
tizie storico-artistiche, tranne però leniio- miglia che ne avea donato il fondo. Ap-
ve parrocchie di s. Gio. e Paolo, s. Zac- partiene però a Venezia solo da'2 i mar-
caria, s. Stefano protou)artire, s. Fran- zo 1572, e quantunque in terraferma,
cesco della Vigna, s. Maria del Carmine, si considera come parrocchia urbana,
s. Nicola di Tolenlino, es. Maria del Ro- perciò col medesimo Stato registro i
sario o volgarmente s. Domenico delleZat- suoi 3783 parrocchiani. Ha per oralo-
tere, non che la temporanea del ss. Re- 3'ii privati non sagramentali la chiesa del
dentore, la quale come già notai, essen- ss.Redentore del Bosco Piccolo, volgar-
do prima de' cappuccini , allorché nel mente // Botteghino j e la chiesa di s.
1819 fu restituita ad essi la chiesa , la Pietro Apostolo del Bosco Grande. 2."
parrocchia si Eufemia da
ristabiPi a s. S. Maria Elisabetta del Lido, in LittO'
dove era stata ivi trasferita. Quanto alle re, voign.mente la Ckiesiola , soggetta
chiese delle nuove ricordate Pietro di Castello, fra-
7 parroc- alla decania di s,

chie, e di quella del ss. Redentore, le de- zione del comune di Malamocco, distretto
scriverò nel § X, dicendo delle corpora- 363,
e provincia di Venezia, con anicne
zioni religiose de'due sessi. Queste dun- Eraanticamenteoratorio dipendente dal-
que sono le parrocchie odierne della cit- la parrocchia cattedrale di Castello, e a'
tà. Inoltre la diocesi patriarcale di Ve- IO settembre 1627 venne eretta in par-
nezia ne possedeva alcuu'altre al di fuori, rocchia dal patriarca Tiepolo, e fu con-
derivatele dal patriarcato di Grado. Di sagrata un 7 giugno. Ne riparlo nel §
queste nel 8 1 1 8 fu disposto, in vigore del- XVIII, n. i3. Ha per chiesa succursale
la holla De salute Dominici gregi's, di Pio s. Nicolò, volgarmente s. Nicoletta del
VII, tli cui ne parlerò descrivendo la serie Lido, di cui nel § XVI II, n. 1 3, Le Vi- '

de' vescovi e [)alriarchi, nel § XXI in fine carie Foranee comprendono vicariati di i

di quest'articolo ; parrocchie che il Papa Torcello, di Caorle, di Murano. Di quello


assegnò ad altre diocesi nella circoscrizio- diCaorle farò parola in fine dopo la serie
ne che ne fece. La diocesi patriarcale di de' vescovi e patriarchi: degli altri due par-
Venezia però, fu allora ingrandita delle lerò nel § XVIII, n. 23eig. Benché non
due diocesi soppresse di Torcello e di appartenga alla giurisdizione diocesana
Caorle. Ebbe da esse i3 parrocchie, le l'autichissiino priorato abbaziale, di cui
quali unitamente a quella di s. Gio. Bat- vadoa ragiouare,siccome esistente in Ve-
tista diGambarare, già di sua antica ap- nezia ed esercitando l'abbate liberamente
pirlenenza, e le 3o urbane, formano il la giiu'isdizione parrocchiale nella sua re-
numero attuale delle 44i di cui è formata sidenza e contiguo ospedale, anch'io qui
l'intera diocesi patriarcale. Abbiamo 1'/- appresso lo colloco, e poi dirò del pure e-

conografia delle trenta parrocchie di sente priorato di Malta.


l'enezia i pubblicata da Gio. Battio tu
-

VE N V EN 77
§ \X. Chiese esenti di Venezia. V nh- V,ne visitò la chiesa e il priorato. Dichia-
baziale prioraledl s. Maria della Mi- rò il Moro di riceverlo in riverenza del
sericordia^ colla serie de suoi albati Papa come suo commissario, ma di non
mitrati , loro preros^alive vescovili e voler alfatto aderire a qualumpiecosa che
giurisdizione. La chiesa di s. Biai/io il prelato come patriarca di Grado aves-
di Castello parrocchia dell'i, r. Ma- se decretato o stabilito in quella priorale
rina di guerra. La chiesa di s. Gio. giurisdizione, il cui padronato era Domi'
Battista del gran priorato Gerosoli- noruni de Cha Moro de Veneliis funda-
mitano del Regno L^onibardo- Vene- tornni et palronoruni. Dunque non dalla
to j e della demolita chiesa di s. Ma- sola famiglia Giulia, ma anche dalla fa-

ria in Broglio detta l'Ascensione. miglia Moro devesi derivare la fondazio-


ne di questa chiesa, e del suo priorato e
Maria della Misericordia^ ossia
I. S. chiostro, come riferiscono i cronisti e ri

priorato abhaziale di s. Maria di Val levò Corner. Né solamente la qualità di


Verde, nel sestiere di Canaliegio, nel si- fondatore, ma di i.° e assoluto fondatore
to detto anticamente Val Verde per es- trovasi attribuita nel detto 1369, a Ma-
sere coperto di terreno assai eiboso, Nul' rino della parrocchia di Simeone pro-
s.

lius dioecesis. Procederò col Corner, col- feta, avo del nominalo Luca Moro, nel
l'ab. Cappelletti, e cogli altri sci il tori che processo o atto di visita apostolica del
nominerò in progresso, essendo tuttora memorato patriarca, insieme al propin-
gìiispadronato della sua fondatrice, la fa- quo ospedale, avendo dotato l'uno e l'al-
miglia Moro, ed immediatamente sog- tra; e riconoscendosi nella famiglia Mcii'o
getta alla s. Sede, aflìgliata nel 1 835 alla il jus di eleggere e stabilire il priore di en-
sagrosanta basilica Vaticana. Sullo pri- trambi. Dalla dichiarazione del patiiar-
nutiva sua origine non ci pervennero si- ca è facile il dedurre, che la fondazione del-
cure lueiJiorie, tranne San- il riferito dal la chiesa e del priorato avvenuta nel
sovino. Egli narra, die nel 989 Cesare 939, per opera delle due famiglie Giulia
Giuli, fuojiglia poi nominata degli An- e Moro, avea dato bensì ad csnc il diritto
dreadi, fabbricò una cliiesa in onore del- giuspadronale; ma poi estinta probabil-
la B. Vergine Maria sotto il titolo della Dìente lai.*, poiché non se ne trova più.
Misericordia, cognominata dal detto suo- traccia, e spenta eziandio la comunità de*
lo di Val Verde; che da eremiti nel suo frali per la detta peste, n'era stata posta in
principio, e poi da'frati professanti la re- dubbio e contrastata da' vescovi di Ca-
gola di s. Agostino, sotto il governo di stello la proprietà nella superstite fami-
particolare priore, fu custodita e udizia- glia Moro, e perciò s'invocò la niediazione
ta; e che periti uella peste, forse in quel- del metropolita di Grado; il quale sicco-
la del 1348, tutti i frali, il priore Pietro me dotto e santo, impetrò e ottenne dalla
Donalo unico superstite da quel conta- s. Sede la facoltà d'operare, coll'autorilà
gio, con autorità pontificia ne costituì e- d' apostolico delegato. Per cui questi, in
rede la patrizia (im)iglia Moro, onde ad vista delle beneficenze largite di recente
essa ne derivò il diritto di cui gode di da Marino Moro e da' suoi figli a questa
pieno e libero padronato. Osserva l' ab. chiesa e al priorato, lo riconobbe e di-
Cappelletti, quanto all'asserto fondatore chiarò primo fondatore e patrono; qua-
ennovo patrono, essere contradiletlo dal- siché in sul cominciar del secolo XIV,
le dichiarazioni autentiche del priore del- quando appunto Marino viveva, se ne a-
la medesima Luca Moro nel 369, al pa- 1 vesse a ripetere la fondazione e l'origine;
triarca gradese b. Francesco Quirini, al- tante e sì generose n'erano state le bene-
lorché qual delegalo apostolico d'Urbano fìceuze e le largizioni; e fot s' anche Mari-
,

-8 VE re VEN
noisliltn l'ospeilale, aldiiedi Corner.Cer- lo di nomina e di presentazione, di cui
to è, die ila quest'epoca in poi la fiimiglia era in possesso la famiglia Moro. E pare
Moro ne possiede inconlraslabiltuente il inoltre, che il vescovo non osando d'agire
dirilto. Quanto a' priori, trovasi nell'ar- direttamente, si valesse del inetropolitano
chivio abbaziale nei isyS un frale Alme- gradese menzionato; onde il Moro fece
rico, qualificato in due diversi strumenti l'accennala protesta, il cui autografo è
col titolo di retlorcj ed egli medesimo in nell'archivio della famiglia patrona, men
nitro dociuìienìo del 127C), è nominato tre la sentenza del patriarca conservasi
goliardia no. Ed in altro documento del ca- nel cataslico abbaziale. Di quest'ultima
tastico dell' ospedale della Ca di Dio si , n'erano i principali articoli. La conferma
trae clie nel 1282 frate Almerico, C«Jto^ alla famiglia di Marin Moro e de'suoi di-
tiomus Misericordiac per se e suoi succes- ,
scendenti del dirilto di padronato, non so-
sori, assicura frale Lorenzo custode della lo per l'antichissima fondazione, ma e-
Ca da quest'ulti-
di Dio, del saldo fattogli ziandio per la recente dotazione del prio-
mo d'ogni e qualùnquedebiloversodi lui. rato e dell'ospedale; e che se ne abbiano
Ed eccomi a riprodurre la serie de'priori a ris[)eltare perpetuamente le ragioni pa-
dell'ai). Cajìpelletli. Fr. Almerico, qua- 1 . tronali; che dalle rendite de'beni si man-
lificalo re^/o/T, guardiano, custode del tenessero 5o poveri, 4 sacerdoti e 3 chie-
priorato della Misericordia , è creduto il ricij3 domestici e 2 domestiche; che la
])riore. ?.. Fr. Jacopo del 1297. 3. i^r. cuia dell'anime appartenga al pievano di
Pietro CÌK'ran nel 1 3o8 concesse licenza s. Marziale; che nessuno possa essere pre-
ad alcuni divoti confratelli secolari di sentato a priore, se non avrà compito i

piantare la loroconiralernilasottogli au- 25.° anno; che per i.° 2.° e 3.° termina
spicii i\\s. Maria della IlJisericordia, che perentorio l'attuale priore Luca Mora
poi divenne una delle 6 scuole grandi di debba entro 1' anno farsi consagrare sa
VeneziajC ne pai lerò poi. 4- Fr.Gio^'anni cerdote, sotto pena di privazione delli
Dona, inconseguenza di delta concessio- dignità e del benefizio priorale. Pare ch'e
ne, di consenso de'suoi due frati, a'confra- gli non ubbidisse all'intimazione, ovvert
telli stabilì e concesse il leirenosucni alza- ne ottenesse una proroga, perchè dagl
re la loro abitazione ospizio e ilcimiterio, alti consta, che i patroni l'elessero a prio
con istrumento de' 4 marzo i 3 o que- 1 1 : re 18 agosto 1378, ed in seguito se n<
a'

sto priore morì nel 348,coinesi legge nel-


I trovano memorie sino ali3q3. 8. Jaco
l'epigrafe sepolcrale che si conserva tra' pò Negro cominciasi a trovare neli4oi
recinti della residenza abbaziale, inforno visse lungamente sino al i454- Con par
alla sua efligie scolpita, ove detto Prior ticolari beneficenze fu favorito da Papa
huiusìiospitalis s. Mariae de Misericor- Nicolò V, che in tale anno, mentre ersi

dia. 5. Albertino d' Argenta. 6. Pier in Pioma anibascialore della repubblica


Bartolomeo Dona, di cui esistono due i- veneta il piocuratore Cristoforo Moro,
slrumenti a favore de' confratelli som- poi doge, ch'era il patrono del priorato,
mentovati, acciocché potessero dilatare la per le sue istanze, col breve F!x patemaè
loro stazione. Esiste l'iscrizione sepolcrale charitatis, acconsentì che d'allora in poi
che lo dice morto nel 1 369, e ivi si legge: ilpriore Jacopo e tutti suoi successori, i

Prioris hospitalis s. Mariae de Miseri- non meno lutti preti secolari che dal! i

cordia de l^enetiis. j Luca 31oro e\et-


. piiore prò tempore fossero slati eletti ei
to a' 1 5 luglio di detto anno, IO giorni pri- approvati, abbiano la facoltà d' ascoltari
ma che morisse il predecessore, forse per le confessioni e di assolvere, e d'ammini-

prevenire qualche atto di giurisdizione strare tulli gli altri sagramenli indipen-'
dei vescovo di Castello, ìd outa del diiit- deuteiueute dal pievano di s. Marziale e^
YEN V E N "9
eia chicclicisla, a qualnnrjue ecclesìnslico netn, ovvero colle e
i\i\ft
, iuizi*ili M. V.
secolare, ilell'iino e ilell' altro sesso; e cominciava marzo, cioè pri-
col mese di

che quanti colà dimorano siano per con- ma a' 9,5 e poi per maggior conioil*» al
seguenza esenti dalla parrocchiale e da i.°di esso: laonde secojido il moie ro-
qualsiasi altra dipendenza. In sostanza, mano, o calcolo comune, mesi di gen- i

come rimarca Cornerai priorato, l'ospC' naio e febbraio appartenevano sempre


dole, i poveri, i ministri de'medesimi, Ni- all'anno precedente a quello del veico-
colò V dichiarò esenti da qualunque sog- lo), fu deposto nella sua chiesa entro

gezione alla chiesa parrocchiale di s. Mar- la tou)ba preparatasi, <li cui si conser-
fiale. Pei" le quali pontificie concessioni, va la pietra coli' epigrafe scolpita. 1 3.

cominciarono sin d' allora i priori ad e- Francesco Moro prete, eletto a' 16 gen-
sercitaie, e tuttora all'uopo la esercita- naio 1554, già uno de'4 cappelbni del
no , libera e indipendente gi«u isdizione priorato, ebbe 9 competitori. \f\. Liii<^i,
parrocchiale nella loro cliiesa ? sulle per- agostini non per anco sacerdote, nomi-
sone dimoranti nella loro residenza , e nalo nel 1571, mori nel gennaio i59a,
addette al servizio della chiesa edell'an* more veneto, cioè 1591, e giace tuttora
nesso ospedale. In seguito, per quante sepolto nella chiesa abhaziale, al i. en-
controversie siano slate promosse o dalla tiarvi per la porta maggiore a sinistra,
curia patriarcale o do'pievani di s. Mar- con onorifico epitadìo. 5. Girolanìo Sa- I

ziale, anche ovanti alle magistrature ci- vina neh 591, uomo celebralo per pietà
vili, i priori di s. Maria della Misericor- ed erudizione, massime per Id sua rinoma-
dia vi rimasero sempre vincitori. Nota la e pregevole Cronaca Savina, come In

il Corner, comunque sia dei titolo della qualifica l'ab. Cappelletti. Per le rare sue
fondazione in discorso, nel riconoscere che doti carissimo a Papa Cleuienle Vili, il

dopo la sentenza del I). Quirini , la fa- quale col breve Roniamis Ponlifcx, de'
miglia Moro continuò sempre [ìacifica- 17 maggio 1600, decorò lui e lutili prio-
uiente ad esercitare la giurisdizione di ri successori di prelatizie insegne, cioè del-
presentare il priore, tutta volta fu assi\n- l'abito e rocchetto de'prolouotariaposlo-
lo pure da altre famiglie, cou)e il Negri hci, e dell'uso de'pontificali come gli ab-
di cui parlo, e il i^avina di cui in appres- bati regolari, cioè anello, bacolo pastora-
so. Ma oltre questi due esempi ,
quanto le, mitra, croce pettorale ec, cioè nelln
alle persone nominateda'Moro, senza che propria chiesa celebrando solennemente
ne portassero il cognome, altri la presen- la ed in es».T
n)es^a e alili divini uffizi,
ne fornisce, g. Andrea era in-
te .serie compartire popolo adunalo la solenne
al

signito della dignità priorale nel 1482 e benedizione, c/uando aliqnis Episcopus^
nel quale trovasi vacante nel
1496} l'I vel antistes, autScdis apostolicae Lega-
149H. IO. Gioi'anni de fico nel 5o8 i titi vel Kuììlins aut aliiis praelaliix su-
concesse in livello alla confraternita del- perior praexcns non fiierit. Si apprende
la Misericordia una casa di proprietà del ancora dal diploma pontificio, che si con-
suo priorato. 1. JMnuro de Zuanne fu
1 tinuavano a celebrare nella chiesa prio-
«letto nel i537.i2. Gio. Matteo de Scur- rale le divine nniziature per mezzo di
9
ri.t, canonico della patriarcale, già fiori- mansionari, di 4 cappellani e di Schierici;
va nel I 544> e morto nel gennaio 1 553, non che il diritto de' priori d'avere ne'si-
more veneto, cioè un anno dopo ossia nel nodi, si provinciali chediocesani, il 2," po-

1554 (l'era veneziana e nazionale, di cui sto dopo il patriarca, ed in essi (iure il Pa-
anche nel § XIX, n. 2, é per conseguen- pa gli autorizzò d'incedervi vestiti di roc-
za l'anno ad uso veneto, nelle carie an- chetto e dell'abito de' protonotari della
tiche 6Ì uola culla frase Ialina more \'e- s. Sede. D'allora io poi comÌDciarono i
8o V E ^'
V E N
pilori di Maria della Misericordia nd
s. le di *. Alarla della Misericordia. Perciò
osare anche il titolo di abbati mitrali, e l'abbate con allo notarile del i(}4^} ti'

di ornare i loro sleiniiii colla mitra e il chiaro e protestò: Che sebbene ha per-
pastorale; ed in vigore del breve de- messo che sia falla la detta esposizione,]
mentino fu rizzato il trono abbaziale.tlie ciò fu per sua divozione e de'cotnpalroni
conlinua sempre a starvi eretto, in sef^no della chiesa ne' correnti bisogni; e noa
della loro giurisdizione. non godè il Ma perchè ordine alcuno di mg.' patriarca
pio e dotto abbate, che per un anno e possa astringerlo a ciò fare , essendo il

pochi giorni l'onore concessogli. A'9 giu- priorato de' Moro libero e non soggelto
gno 160 1, morì d'anni 5o di veleno, pro- giammai alla giurisdizione patriarcale;
pinalo all'altare nel sagio calice, da uno laonde questa novità non possa punlo
scellerato sacerdote per ingiustissima cau» pregiudicare alle ragioni del giuspadro-
.sa; egli però magnanimo , nella gravila nato, né al priore e né a'Moro. 20. Pie-
del male e fra l'angustie mortali, non so- tro Lion o Leoni del 1662, ebbe poi va-
lo perdonò al sacrilego colpevole 1' alro- rie gravi e lunghe differenze co* patroni
ce misfatto, ma fece vive premure pei che a motivo della resa de'conli e dell'osser*
gli fosse condonala la colpa. Piiposa se- vanza degli obblighi inerenti alla sua di-
pollo nella chiesa abbaziale ,
presso la gnità; tanto piij, che nel 1667 fatto ve-
porta maggiore, a destra di chi vi entra, scovo di Ceiieda voleva continuare nel
con onorevole iscrizione che ne celebra possesso dell'abbazia. Indi nel i683 vi
le virtù e deplora il tristo caso. Per la furono litigi anche col pievano dis. Mar-

slima e afiello, che aveano per lui i con- tiale, che pretendeva scemare la giuris-
frali della scuola grande della Misericor- dizione abbaziale nelle cose appartenen-
dia, gli fecero scolpire anch'essi un elogio ti alla cura dell'anime, per dilatarla pro-
e lo collocarono nella medesima scuola. pria; alle quali indebite pretensioni fu
Dopo la soppressione della scuola e la di- imposto silenzio, e n'esistono gli atli io
spersione di tulle le cose ad essa apparte- archivio. Essendo stato deciso incompa-
nenti, l'odierno priore abbate, tanloemi- libilecol vescovato di Ceneda, questo be«^
iieutemenle benemeiitodi quest'abbazia, nenzioabbaziale,che porta con se l'obbli-
fece trasportare la lapide nella sua chie- go della residenza,il Leoni nel 1 686 fuco-
sa e la collocò nel muro sopra la porta stretto, ripugnanle,a riuunziarlo. 0. i. Pie-
che conduce alla sagrestia, da dove passò tro Moro chierico gli fu sostituito nel-
iillimauienle nel museo abbaziale inter- l'agosto, il quale non fu così presto pro-
no presso l'oiatorio di s. Veneranda. 1 6. A- mosso al sacerdozio, perchè dopo 3 aiini
gostino JMoro gli successe a' 6 luglio, e gli fu imposto d'ordinarsi entro un anno,
non essendo chierico ottenne da Clemen- e di dover poi personalmente nella chie-
te Vili di potersi far consagrare agli or- sa abbaziale ogni anno celebrare pontifi-
dini minori e maggiori da qualunque ve- calmente almeno i giorni, .yù'c solennità
scovo cattolico in 3 successive domeni- tulle principali. 22. Per discordia tra
che. 7. Gabriele RJoro eletto nel 62 5,
1 1 gli elettori rimase vacante l'abbazia dal-
fu coiisagrato sacerdote nel seguente an- l'ultimo gennaio 1696, in cui morì l'ab-
iio. I 8. A iiìcenzo Moro eletto priore ab- bate priore, per più di due anni; di che
bate [»er concorso nel 1689. 19. Giovan.' i provveditori deputati sopra gli ospeda-
ni lìJoro lo divenne nel i64i. Accadde li e luoghi pii, secondo il loro debito, por-
5 anni dopo, che il patriarca iVlorosini fe- tarono lagnanze al senato, da cui fu su-
ce porre nella tabella dell'esposizione del bito imposto a'palroni di procedere al-

ss. Sagra mento, per le chiese di sua dio- l'elezione dell'abbate. Nondimeno tergi
cesi patriarcale, anche la chie&a abbazia* versarono alquanto,efina!uieutea'5 mar
YEN YEN 81
zo 1700 elessero Ah'ise Moro, il <|ii<ile con cembre 827. Sotto di lui il benefizio
1

sua lettera de'9 aprile seguente, ne lece sempre più peggiorò. Veniva una volta
rinunzia. 23. Francesco Molili fu eletto la Na-
l'anno a Yeuezia, a pontificare per
a'i4 maggio: s'ignora quanto visse (lo[)0 tività di Maria Vergine, a cui è dedica-
il 1734- 24. Domenico Ti/oro gli succes- ta la chiesa. Tranne tal giorno dimorò ,

se nel I 743,6 visse sino a'5 ottobre! 806.


1 sempie in Padova; qui nella residenza
A suo tempo il consiglio de' Dieci a' 5 abbuziale abitava il rettore , che tenen-
maggio 1769 con decreto dichiarò non done poca cura, la chiesa divenne quasi
couipiesa l'abbazia della Misericordia tra diroccata. Vi nasceva l'erba sul pavi-
i luoghi pii, che un decreto dello stesso mento e sulle muraglie; i topi nell'orga-
consiglio de'7 marzo precedente a vea sog- no vi aveano fatto nidi fecondi; vi pene-
gettati alle visite e alla giurisdizione |)a- trava la pioggia dal rovinalo tetto : de-
Iriarcale. compresa per isba-
Eravi stala stava compassione. Sarebbe giunta al to-
glio anch'essa, ma appena reclamarono tale deperimento, se non avesse fatto o-
l'abbate e patroni, quell'augusla magi-
i gni sforzo a porvi un qualche rimediOj
stialura ne fece diligenleaiente esumina- per salvar la chiesa e i diritti abbaziiili,

re da'suoì consultori /«////<' l'inveterale il benemerito vicario p. Antonio Ciscot-


preiogalive di tanti secoli, riconosciute e to, il quale, e vivente il priore abbate, e
convalidate dalle pontificie concessioni. nel breve tempo della vacanza, seppe di-
Quindi dichiarò anch'essa: » Che non es- fendere questi e quella, colla penna, cul-
sendo slata niente sua nel decreto 7 mar- la lingua, cogl'incontraslabili monuiBeii-
zo di render soggette a tali visite in ri- li, diigl'insulti della longevità egualmen-
guardo de'sagramenti e sagramentali co- te che dell'invidia. Leggo nel Corner, che
se, se non le scuole grandi non fornite di la facciata di marino, che ne adorna l'e-

che l'esentasse-
privilegi e speciosi diritti sterno, fu eretta d'ordine di Gaspare Me
ro, non dovranno perciò la chiesa abba- ro filosofo insigne, morto nel 1671. A
zia le della Misericordia e ospedale di jus- tempo di quel grande scrittore, nell'o-
padruuato laico della famiglia Moro e le spedalecoiHiguo alla chiesa, da esso rico-
cappelle ed aitali acctssoni di essa chie- nosciuto per parrocchia, vivevano raccol •

sa intendersi compresi nel predetto de- tealcune povere femmine. Trovo nella
creto 7 marzo decorso, sicché continuino Guida del Moschiià del i828:« Badia
Meiranlichissimo immemorabilee mai in- della Misericordia, ove tnllo che ne fu il

terrotto possesso dell'esenzione, per ispe- bellissimo Cima, non più giova recarsi".
cial loio e sempre illeso diritto, dalle vi- 26. Dopo r indicale lunghe e perniciosB
site de'veneti patriarchi". Dopo la mor- vertenze, sorsero al fine giorni più lieti

te di questo pielalo insorsero gravissimi per questa chiesa e per la priorale abba-
perchè gli eredi del de-
litigi tia'palroni, zia, allorché la saggezza de' patroni fissò
funto, ch'erano pur essi della famigliaMo- lesue mire sul pio e dotto vicentino Pie»
ro, pretendevano diritti di proprietà an- tra Pianton, già carinelilano scalzo, poi
che sui possedimenli dell'abbazia. La co- canonico di Torrello, doltore in ambe le
sa fu portala a'iiibunali civili, ii.tiiuto la leggi ed imperiale regio censore ora
, ,

sede restò vacante, e gli aniministratori quiescente, benché tuttora ollivissimoe


lasciai ono andare alla peggio i lesti del pieno di alacrità e di spirito nell'età d'84
patri o)onioabbaziale; inoltre suscitarou- anniconqjiuti (n'é splendida prova il re-
controversie sul diritto altresì d'elezio-
si
cenlis^imo di lui libro: Sulla Dissolu'
ne, e passarono.5 anni. 25. Girolamo lì/o- hilità dal Matrimonio rato e non con-
ro canonico di Padova, fu alfine eletlo sumato secondo il sagio concilio di
priore abbate ueli8i4, e nioiì a'i5 di- TrentOj scrittura apologetica in for*
VOL. xci. 6
82 VE N V F.N
ina gravanir di 1)1^.' Fr. Pie fra dnlf.
th' rlfablincala la residenza abl)a7iale , re--
rìanloii aì'hole mitralo di s. Maria del- dento in parie il suo patrimonio, risorta
la Misericordia PC, Venezia nella lipo- dallo squallore e dall'abbandono la chic-
giafìji (li G. Gaspnri i858. Dicliiarò l'il- .sa, decorala di marmorei altari, arriccili-
luslie autore, che il risultuto 1' ariehbe ta d'elegante cappella ad onore di s. Fi-
lotto impiegalo iiellu contiiiuazìnne del lomena verginee martire impreziosita d.i
ii.stauro di sua diletta chiesa abbaziale. numerosi dipinti de'migliori pennelli e da
La Civiltà Cattoliea de' 3 luglio i858 slimate scidlure di valentissimi artisti, ra-
Dell' aDiiuiiziare libro a p- 99, ripeto
il diuiale di qua e di là , tolte dalla noa
l'aureo motivo onde fu mosso mg/ Pian- curanza e dall' abbandono, e disotterra-
tona pubblicare per le stampe questa dot- le persino da' ruderi e dalle macerie....
ta sua scrittura, tanto onorevole per lui Iddio gli conceda di vedere compiute le
e edificante per lutti, siccome commen- generose sue brame nel perfezionamen-
devole eziandìo per sensi di pietà pro- to del tempio, ncll' intiera redenzione
fonda. Consiste il motivo encomiato, nel- o sostituzione dei dilapidalo patrimo-
l'apertamenle dicliiarare l'ingenuità del nio, nella restaurazione perenne dell'ec-
suo pensare cattolico, la sua fermissima clesiasliche ulfizialure e deli* ospi/.io, in
credenza nelle verità eterne, e il suo contemplazione dei quale i' abbaziale
rispettoso attaccamento alia Cattedra ed medesima fu istituita, e fregiata di spe-
al successore visibile del Principe degli ciosissimi privilegi ". Ulinarn ! fiat, fiat!
Apostoli. Con s) esplicite e imperittue A questo splendido e giusto storico elo-
proteste il prelato inlese fare una ulte- gio, che grandemente onora l'illustre e
riore solenne professione di sua costan- benemerentissimo mg.' Pianlon, anche
te divozione alla Sede aposlolica e alla cappellano conventuale commendatore
Chiesa romana ;
per cos'i autplissimamen- delS.M. O. Gerosolimitano del gran prio-
le far cessare qualunque
interaiuente rato Lombardo- Veneto in Venezia, non
contraria dubbiezza, che forse malau- meno che lo slesso eh. patrio edotto scrit-
gurate circostanze aveano quasi fatta in- tore d. Giuseppe Cappelletti, leslin)onio
sorgere presso alcuni scrittori, per nitro oculare di quanto colla sua facondia ha
senz'animo di volerla offendere. L'ope- veridicamente narrato, da qtiesli benigna»
rato del prelato aumentò stima e la
la mente mi condoni se nel fargli rive-
si

venerazione presso le persone dabbene, e rente eco, oso qui aggiungere alquante pa-
ne avrà merito innanzi a Dio premiato- role , che io avea preparale iimanzi di
re della virtù). "Vi fu eletto 1*8 aprile 183 8, ammirare le sue descrizioni (all'insaputa
ed ebbe solennemente nella sua chiesa a' del prelato); e ciò per imperitura dimo-
6 luglio per pontificia delegazione la be- strazione ossequiosa airaifettuosa bene-
nedizione abbaziale dal patriarca di Ve- volenza colla quale l'animo generoso del-
nezia Jacopo Bionico, poi cardinale, cui l'encomiato prelato uìilrato mi onora dal
egli scelse a compierne il sagro rito.»» Sino i83i , per la lunga e frequente corri-
dal suo primo entrarvi al possesso il nuo- spondenza epistolare, passata fra noi, e-
\o abbate misurò coll'ampiezza del suo ziandio nel pontificio noma come con
,

cuore la vastità dell'impresa, a cui do- altri molti personaggi veneti praticai per
vevasi accingere, per es^ere dell'abbazia sì venerata parte. Ed ancora per «pielfa
e della chiesa veramente rigeneratore. E stima ed amore eh* ebbe per lui Papa
\i si accinse animoso, e vi riuscì con tut- Gregorio XVI, da cui fu ricolmalo di
ta felicità , da desiare la meraviglia di particolari e pubblici attestati di singoiar
chiunque in sì pochi anni, paragonando- distinzione; avendolo dichiarato prelato
ne collo sialo piecedenle l'odieruo, vide domestico, protonolaiio apostolico, able-

1
VEN VEN 83
rato per lii pre«eiìln7Ìoiie (ìf Un 7? r).?(7rroro terna soddisfazione per tutto, così per le
hnicdelln (/ .) alla bnsilira iMarcifin», ol- iscrizioni; e di mandargli 100 scudi per
tre altri ouorilìci incariclii , cooie del ri- oblazione, onde corrispondere all'Eccita-
tiro e invio in Roma dell' archivio delhi toria. Questa, eloquente e commovente,
^'ul)7ial^l^a, che ricordai in principio; e principia colle verissime parole.» In una
per non dir altro, seriìpre dal Papa il pre- città, che in ogni suo angolo offre par-
lato accollo, molte volte in Roma e nella lanti monumenti della più viva e radica-

pontificia villeggiatnra di Castel Gan- ta divozione alla Madre Divina: in una


tlolfo, colla più cordiale timorevolezza. iV- città, in cui in aigomenlo così meritorio
dnnqne cooiincerò col dire, che a' 14 fet>- e glorioso gareggiò per 1 4 secoli colla
hraioi compiaceva notificarmi, on-
833 si magnificenza del Principato la spontanea
de parteciparlo anche al Santo Padre,a ve- generosità d'ogni classe di cittadini, non
re ritornato all' antico splendore com- il può alla mente dubbio atjche
offerirsi il

plesso de' marmi che già formavano la solo, cbe un'opera indirilta immediata-
maggi ore cappella di s. Mattia del tempio mente ad onorale la Vergine benedet-
de' camaldolesi di Minano, della quale e ta, e da compiersi in una chiesa intitolata

della chiesa trattonel § XVH, n. 19, ed es- ni più tenero e proprio de'suoi maternali
sere tutto pronto per l'erezione loro nella attributi,non sia per essere spontanea-
sua abhaziale.Mancandogli le foi ze a tanta mente secondata e favorita". Quindi, on-
impresa, aver ideato d'adìdarsi alla divo- de venir tutelalo nel lavoro, che volgeva
rione de' fedeli versola B. Vergine, per in animo d'intraprendere nella sua chie-
venire assistito, mediante Eccitnioria de' sa abbaziale,descri ve le notìzie della chie-

1 1 dello stesso f'd)braio,datala dnH'abba- sa, caduta nell'oscurità e in abban<lono,


rialee stampata dalla tipografia Antoncl- specialmente dopo le fortunose vicende

li,rhe mi rimise edicendomi nellt lettera: de' primi anni del corrente secolo. Di-
»Cheinesprimihilegioia peime, se giungo chiaia il sagro e pio stal)ilimento eretto
n tanto di serbare tanto inonumenlOjd'iu- nel g3g dalla divozione e splendidezza
Maria Vergine, e di poter ren-
titolarlo a della veneta patrizia famiglia Moro, illu-

dere eterna la memoria, che sol lo l'om- stre già per chiaii uomini d' armi e di
bra di s'i da me veneralo supremo Ge- toga. Oltre l'incomodità dell'accesso, con-
rarca rinacque a nuova vita la tanto ber- seguenza del ponte rovinato nel 7 ')2;lan' 1

sagliata mia chiesa ? Nostro Signore li- lo e pel diroccato clauslro, e per le scre-
corderìi l'aitare, le spalliere ec. ma mi ; polate pietre sovrapposte a'molti sepolcri
è dovere far che sappia delle iscrizioni. a pianterreno, e per gli sparsi rimasugli
Appiedi gliele trascrivo, onde non abbia dello smantellato abbaziale palazzo, e per
a saperne per mezzo altrui. Ella nii met- la disacconcia destinazione, ch'era visi fat-
ta supplichevole a'di Lui ss. piedi, e mi ta della maggior porzione dell'area inter-
conforti colla nuova , che gli sforzi miei na; tanto deserto e invilito mostravasi il

vengono con me da Esso Lui benedetti". locale, pacifico albergo un tempo di ve-
Dicono l'iscrizioni: r.* Gregorio XVI- nerandi uomini all'orazione e all'opere
Pont. Max. - Indulgente - A diruta s. della carità soccorrevole consagrati, che
Mattili a e Ap. - Ecclesia - Oliin Mo- meno dispiacevoli al guardo compariva-
nadi. Canio Idul. - Mariani - Transln- no parecchi non cittadini tugurii della
tìim. 1* Petrus Ahhas Ejasdem Pout.- S(|uallida povertà. Per un luogo sì tri-
Praelat. Domest. - Suo Ac Da-otoruin sto, e così malmenato dal volger de' se-
Arre - Reficiendum - Cnravit - An. Rep. coli, dalla non curanza de' suoi custodi,
Sai - nrncccxxxiir. Il Santo Padre mi e più volle dall' insaziabile avidità de'
ordinò di siguificare al prelato lu sua pa- suoi mandatari, non giunse ad iscorag-
84 V li: N V EN
giallo , ben consapevole per esperienza marmi e del menzionato altare occorsero
(juitnlo in Venezia suol oltenere un buon oltre ct5oo fiorini ; essendo ardente pro-
volere operoso perogi^elli al clivinu culto posito del prelato, che nella sua abbaziale
spettanti Entralo il prelato nel ricordato altresì comparisse il tutto ritornato, onde
luglio 1828 nello spirituale e reale posses- il vetusto greco dipinto rappresentante
so del benefizio, si senl'i rinvigorire dalla l'immagine della divina Madre delle Mi-
copia slessa de'gravi ostacoli; e dopo d'a- sericordie, che ivisi onoia su d'una roz-

ver agevolala la ricorrenza de'fedeli col- za e umile ara, dalla maggiore maesto-
J'erezione d'un ponte; dopo d' aver sni- samente adorna si mostri. Quella fu de-
dalo alcune profcinilà con radicali Ira- corata dalle marmoree spalliere forman-
sforniamenti degl'inferni cortili, dedicò ti il coro, chiuso da dette statue.; l'altare
ogni suo studio ni rniglioramenlo della fu pure nobilitato da un prezioso ciborio,
casa del Signore. Conseguenze ne furo- trailo da un magazzino ove neglellogia-
no, per l'abbellimento delle sagre pare- ceva,eda'cui fianchi si collocarono le ri-
ti, i riportati propizi giudizi pel ricupero ferile perenne monnmeulo
iscrizioni a
del loro piùcelebree prezioso fregio, il di- della benignità di GregorioXVI,che l'im-
pinto del Cima
Conegliano, espri-
di presa favoriva, e del luogo primiero da
mente l'Angelo Raffaele e Tobia, incon- cui fu il lutto trasferito, luogo onorato
sultauienle fin dal 1817 alienato; ed il un tempo e carissimo ni medesimo Poii-
migliorato aspetto delle miuaglie, edegli lefice, quando cioè era esemplare mona-
altario di nuovi odi restainali dipinti, co e abbate camaldolese in s. Michele di
e di non volgali arredi adornati ; e la can- Murano, come divotauiente e non sen-
toria e l'organo, all'antica già rovinosa za couìraozione narrerò nel § XVII ,

ed al di«.8rinonico e misero sostituiti, ed n. 18. Indi fu publ)licalo in italiano e


a presidio degli oranti fedeli sulla porta colla traduzione in francese a fronte :

maggiore innalzati; e l'accreditato bas- Sopra un dipìnto di Jacopo Palma Ju-


sorilievo delsecoloXlV, di Maestro Bar- more posseduto dall'IUm° e Rev." 3Ig.'
toIomeoBuono, rappresentante laMadon- Pietro d.' Pianton, abbate mitiyfto di s.

uà che accoglie divoti (il Moschini dice


i Maria della Misericordia, protonotario
che sta va sopra la porla della scuola della apostolico prelato domestico della San-
,

Misericordia, con bell'aria, belle niani e titàdi N. S. Papa Gregorio Xf f, i. r.


giudizioso panneggiamento), e le due sta- censore ec. Parole di G. Passtri-Braga-
tue colossali del Paolo e s.
Vittoria, s. f/m, Venezia co'lipidi Giuseppe Anionelli
Andrea Apostoli, ed un antico medaglio- premialo di medaglie d'oro 184 3. Si de-
neesprimente l'Eterno Padre (altri orna- scrive artisticatìiente e con eleganza il qua-
menti in addietro della prossima scuola dro, fallo litografare dal pi elato, dotto e
grande della Misericordia) dalla genero- gentile amatore delle buone arti, e rap-
sità dell'i, r. militare comando ottenuti ; presentante un soggetto del nuovo Te-
e l'altare maestoso e vago per copia di fini stamento, e precisamente tolto dal Van-
marmi, che impreziosì un tempo la chie- gelo di s, Giovanni, lo stupendo nuraeo-
sa cauìaldolese di s. Matliadi Murano,del lo della Piisurrezione di Lazzaro operata
quale all'ombra tlella clemenza di Grego- da Gesù. Dimostrati sommi pregi di i

rio XVI, si fece dono al tempio abbaziale tal capolavoro del robusto e facile pen-

4/ dal religioso possessore,l'ora defunto scul- nello del giovine Palma, da questi nella
tore Antonio Bosa ; eila ultimo ildispen- sua fiorente età eseguito pe'nobili G ri-
«lioso ueqtiiilo delle nìarmoree spalliere, mani di s. Luca a decorazione dell'ampia
«edili e pavimento, ciie l'accennala cap- sala del loro palazzo, in unione alla tela

pella adornavano, pel rcslauru de' quali iu cui J. Tintoretlu ellìgiò la Maddalena,
V EN V E .V HT
(Inll'ingiiiiie de! tempo del lulfo deperi- re la chiesa ora considerabilmente restau-
ta. Quindi si narra, come possalo quel rata per le pie cure indefesse del prelato.
iiiagiiifico palazzo^ openi sUipeiida del Aggiunge che il eh. prof. Ermolao Paolelli
Saiimicheli, in proprietà del governo, fu Del suo fruttifero Fiore di Venezia, ùo-
la gran tela del Palma, iuàienie all'altra po descritto la chiesa, le pitture, ec.,dopo
di Tinlorello, trasferita nell'altro de'Gri- aver esposte le (alichedell'abbate odier-
inani in contrada di s. Toma, ed ivi di- no, esclama. « Ora se si giunga di ve-

menticate per molli anni «iacquero sen- dere a* nostri giorni tanta impresa con-
z'aria il) una stanza inabitata. Vi si recò dotta al termine, chi non applaudirà che
accidentalmente mg/ Fianton nel 836, 1 dallo stato veramente misero e quasi ca-
ottenne le due tele in dono da' nobili fra- dente, in cui la trovava nel 1828,8 tale
lelli Gì rolamOjLnigi, Pietro eUoberloGri- abbia rialzata l'abbaziale, e per regolari-
mani, a giovatnenlo di sua fiorente abba- tà e dovizia di preziosi oggetti d'arte l'ab-
zia, la quale presso die ignota neli8a8 bia resa non inferiore a molli ammirati
e prossin)a al rovinamento,ora per ope- templi della nostra Venezia! Piaccia al
ra del prelato è resa meritevole dello cielo ch'egli non chiuda gli occhi se non
sguardo dell'intelligente forestiere per la se dopo aver veduti accoQlentatì suoi i

di lui raccolta di quadri e sculture di plausibili voti! Se non che dallo sbozzo
ciliari autori. Ridonato l'eccejlenle dipin- di quanto ha egli in cuore di compiere,
to al primitivo e seducente suo splendo- e da quanto a quest' ora ha già raccolto
re, venne ammirato per uno de'più cele- per riuscirvi, ec." Termina 1' encomia-
bri dipinti della scuola veneziana, e for- to Passeri-Bragadin con riprodurre qua-
se il più distinto e nitido fra' più belli si tutta la discorsa eccitatoria del prela-
dell'autore; quindi posto io veniiita pel to; e finisce con rimarcarne le beneme-
compimento della dillìcile im[)resa del renze per offrire a'forastieri un tempio,
finale i istauro dell'abbazia, per suo esclu- che oltre l'ispirare divozione e santità,
sivo benefìcio o abbellimento, a tal line l'tìcchio diletta e ravviva ; e con invocare
regalato da'precedenti generosi proprie- da Dio, ch'egli possa esclamare con gio-
tari. Indi il Passeri-Bragadin ragiona ia Fio finito. E così
: veneziani bene- i

dell'operato nellamedesima da monsi- diranno vieppiù il nome suo, ed poste- i

gnor Pianlon, con buon gusto e disinte- ri l'uniranno a' molti innumerevoli che

resse, e lo qualifica quasi fondatore della seppero ben meritare della religione e
cliiesadi<. Maria della Misericordia, pa- della patria. Nello stesso anno i843 e
dronato della nobile famiglia veneta Mo- co' medesimi tipi dell' Antonelli fu an-
ru-Lin. Pertanto riporta il riferiLo dal cora impresso : Sulla Tavola di Giani-
eh. Antonio Quadri, nella sua pregevo- battista Cima da Conegliano esprinicn'
lissijna Guida di r'cnezia, ristampala te Tobia guidato dall' Angelo, con li
nei I 84^ co'iipi di s. Lazzaro. Dice la fac- ss. Jacopo e Nicolao, nell' ahhaziale
ciala tiell'abbazia essere fittm-a dell'arclii- di s. Diaria della Misericordia in Ve-
letto Clemente Moli bolognese, clic (io- nezia, illustrazione di Francesco Za-
riva nel 1659, e come per entro ritrovin- notto. Preceile una narrativa dello stes-
si vari preziosi dipinti del Bonificio, di so monsignor Pianton, dalla quale si ap-
Damiano Mazza, di Cima daConegliano, prende. Che nel febbraio 1827 a presi-
del Padoanino,del Palma.del Tiiilorelto, diare un fianco cadente della chiesa ab-
del Maganza, delTrevisan, del ilibera, baziale giudicò opportuno il suo prede-
ei:.e vane sculture di Maestro Buono, del cessore d'alienare per 120 zecchini il det-
Denlone, del Vittoria, delCauipagna,ec., tooapolavorodelCima, esprimente l'An-
chiudendo ladescnzioue con rilevare,esse- gelo ilaffaele e Tobia fru'ilue ss. Jagopo
86 VEN VEN
apostolo e Nicolò vescovo. Mentre l'acqui- marlodal prof. Teodoro Matleini, ìll\rif-
lente avea dato il quadro in cauzione pei' fae Ilo della veneziana pittura. W eh. Za-
lire 4833, non lesliluendo la so ni ni a ,
e nolto da par suo tutti quanti rilevò me- i

stava per vendersi al declinar del 1818 ,


riti singolari dell'eccellente dipinto, per-
allora il prelato intraprese animoso di ciò con incremento di valore e d'ammira-
rivendicarlo, per restituirlo alla sua chie- zione dichiarandolo la gemma più splen-
sa, dov'era sialo ammiralo per oltre a dida dell'abbaziale » già ricca per mol-
3 secoli. Con ardore e fermez/.a nulla ri- le opere d'arte d'ogni maniera, procurate
sparmiò, per ottenere il lodevole intento, dall'ottimo e magnanimo prelato, il quale
anche colla penna contro il valore d'ac- cerio vivrà nella memoria degli uomini
creditati forensi; ed ottenne dopo un de- pe'grandi sagrifizii da lui compiuti a de-
cennio dì calde dimicazioni, coronale da coro della sua sposa, la chiesa abbaziale
1 1 favorevoli gindizii, di poter restituire di Maria della Misericordia." 11 nobile
s.

i83g tanto gioiello


nell'aprile a quelle (iianiacopo Fontana anch'egli con erudi-
mura, che disperalo avevano di riveder- to articolo volle celebrare la cospicua ab-
sene impreziosite. Indi di lanla opera fe- baziale, quale unica aperta in Venezia,u|T
ce eseguireun litograHco disegno, poiché le rovine de'secoli e delle rivoluzioni su-
ilquadro non era mai stalo pubblicalo perstite, avente ancora i vecchi muri che
collestampe, onde ristorarsi in parte dal- da 3 palli la chiudono; la cui facciata ru-
le spese del fo)o e dalla restituzione del stica antica, fu rifalla nel delloiGSgjCol
prezzo della vendila, non che dal nella- sepolcro del senatore Gasparo e il suo

inento del dipinto, il tulio aninionlalo a ritratto in marmo. Le grandi beneme-


oltre i4oo fiorini fini, e senz'essere soc- renzfe di mg.'^Pianlou con giusto e magni-
corso da chi pur lo doveva ! Il generoso fico encomio, tutte enumerandole con
e benefico Giuseppe Antonelli assunse le affetto; e siccome in buona parte già con
spese della litografìa, offrendo il ricava- altri feci il simile anch'io, dal bell'artico-
lo dallo smercio a vantaggio dell'abbazia- lo pubblicato nel Faglio di l-^enczia e
le, bisognosa di robuste provvidenze, per stampalo a parte, ricaverò il non rimar-
ripararla dal sofferto ne'904 anni di sua calo e riferito, oltreché in esso trovasi rie-
esistenza. A questa ventura l'altra segiù pilogalo il detto dagli altri. L'altare mar-
della volonterosa ed ailislica illustrazio- moreo di s. Mallia,ed i simili sedili e spal-
ne del dipinto, del valente e eh, Zauot- liere, costaronoa'camaldolesi 12,000 du-
lo.Coronò l'opera la preziosa condiscen- cali. Nella chiesa abbaziale vi furono inol-
denza dell'arciduca Federico d'Austria, tre trasportali; da quella di s. Maria Mag-
onde la litografia fosse a lui intitolata. Con giore, il monumento di Luigi Maiipiero;
tanti conforti, sperare il prelato, fra non da quella delle Convertite due altari ; da
mollo dare a' veneziani e a'foraslieri, nella quella di s. marmo.
Agostino, i3 croci di
quasi dimenticala e cadente abbaziale,per Che il redento quadro del Cima stava
simmetria di riduzione, e per numero di per ri vendersi 800 zecchini. Che il dipio-
raccolte pregevoli opere di pennello e to del Palma, ossia Lazzaro risorto, per
scalpello, un monumento non disaggra- le sue grandissime dimensioni, da non
devole al guardo degli amatori e cultori capire nell' abbaziale, fu collocalo nella
dell'arti belle. Segue l'illustrazione della gran sala del palazzo Pesaro a s. Eusta-
tavola del Cima, il quale giunse a dipin- chio. Lodò i disegnatori Vason e Masiitli,
gcMC quanto il suo maestro Gio. Delfini, e gli esecutori delle due litografie Fon-
imitando lulle le bellezze di sua i." ma- tana e Azzola, per essere equivalenti a
niera ; non senza avere certi modi suoi incisioni perfette, il ritratto delle quali e
propri, complesso di pregi che fece chia- delle luro illusUazioui veuue impiegala
VEN VE « 87
alla prosecuzione ile'reslauri e perfezio- Madre (li Misericordia nel 3o8, 1 di con-

riaincntu del tempio, in benencio del senso tli Pietro Civran prioie del luogo,

<|iiale intese il prelato (riitnuiitoitire gli col permesso del doge PietroGradeuigoe
iiinatoi i del bello all'acrpiislo del Palmo; suoi consiglieri, si diffuse tosto con ripu-
e così render feconda a vantaggio dei tazione di particolare pietà nome di
il

cnllo l'auiniirazione del genio dell'arti, questa esemplar (uiione. A maggiormente


nell'unica interessante abbadia di Veae- promuoverne 1' incremento, Egidio pa-
ziii, pel cui maggior lustro e chiese e cor- triarca di Grado, iVicola patriarca di Co-
porazioni si resero tributarie. Finirò col stantinopoli, e molti altri vescovi, con-
«lire, che l'aureo prelato, con graziosa let- cessero spirituali indulgenze a chiunque
tera de'3o luglio 1845, '"i mandò due si compagnia, o in
ascrivesse all'istituita
esemplari s'ideile litografie e sì dell'illu- altra maniera ne favorisse Taumenlo, ed
slraxioni in dono, ed altrettanti pel San- suoi pii esercizii, per l'adempimento de'
i

pe'due segretari distatogli


to P.'idie, e quali d priore (ìiuvanni Donato nel 1 3 o 1

Emi. Cardinali Lambruschini e Matlei, assegnò a'confratelli uno spazio di terre-


coil'onorevole incarico di rassegnarli a si no, per la fabbrica dell'ospizio e per la
ulti indirizzi.Di più miscrissecwNe'iy an- formazione del cimiterio de'confrali. Pel
ni dacché mi fìt afiìdata l'abbazia vi spe- quotidiano progreilimenlo del sodalizio e
kì 80 mila lire austriache; ma a com-
oltre numerose aggregazioni, fu uecessariodo-
piere ristauri e gli ornamenti mi man-
i po pochi annidi dilatare l'innalzato ospi-
Cimo le forze. Se il Signore feliciterà la mia zio, al quale oggetto lo stes?o priore Do-
impresa, nella vendita del Lazzaro, delle nato nel I 327 assegnò una casa del prio-
litografie e loro illustrazioni, vedrò pri- rato, col l'assenso di 3 frati del suo mo-
ma di termine im'o-
morire condotta a nastero e professanti la regola di Ago-
s.

pera.che inesprimibilmente mi costa pen- slino. Terminata nel i34i I-'» nuova fab-
sieri, industrie, sagrifizii e coraggio ". brica, riuscì tuttavia angusta per l'accre-
Aini-n. Un veneziano conoscitore assi- sciuto numero de' confratelli ; laonde nel
ciu'a, che nel 854. montato era
1 il dispen- I 36 t s'intraprese l'erezione d'un 3. "ospi-
dio oltre austriache lire i3o mila. La zio piùspaziosOjCon facollùdel priore Bar-
chiesa fu consagrata a' 2 luglio i58G tolomeo Donato, confermata dal vicario
dal vescovo di Caorle Uegazzino, ed an- del vescovo diC'istello.intantoilconfratel-
che lo Stalo personale dice, dovere il loFrancesco di Firenze, esibì alcune case
suo risorgimento dallo squallore, in cui contigue all'ospizio, sì pel suo ulteriore
era caduta, all'attuale priore abbate mi- iograndimenloe sa perl'erezione d'un o-
tralo. Vi è pure il vicario abbaziale, l'as- spedale pe'poveri necessitosi della scuo-
6Ìstenle,iI

to alla scuola
rettoree mansionario.
grande della Misericordia,
— Quan- la. Il guardiano e gli altri superiori della
confraternita pertanto,co'debili permessi
secondo il Sansovitio fu istituita da que' nel 386eressero una casa di carità a rico-
I

mercanti che trasferirono la loro confra- vero de' uiiserabili confratelli, ridotti dal-
ternita di s. Maria della Misericordia dalla la vecchiezza a povera coudizione. Indi i

chiesa di s.Crisloforo OS. Maria dell'Orlo, piiconfrali rivolsero l'animo loroad altra
di cui nel § X, n. 38 {0 meglio da s. Ma- opera religiosa. Imperocché essendo sta-
ria Gloriosa de'Frari, dì cui discorro in ta anlicaiueute accanto al priorato co-
lai §,n. 21). Ma il Corner alFerma che di struita una piccola cappella ad onore di
CIÒ non esiste memoria nella scuola della s. Cristijia vergine e martire, stabiliro-
IMisericordia, i registri della quale anzi no, coH'assenso del priore Giacomo Ne-
manifestano, come
nuovo piantata la di gri e della famiglia Moro, di trasportar-
confrateruiladis. Maria t/o' f\il Fcrdc uc il cullo nella chieiu, fabbricando alla
-

88 VE N VEN
santa più decente cnppciln. Ciò eseguito, rinnovata da! santo pittore e monaco
alaciemenle confi ali si aclo[)raroiio per
i Lazzaro, perciò e per altri simili lavori
ottenere il corpo della santa, che vene- tant<i tormentato tlagl'iconoclusti. La ss.

ravasi nella ciiiesa di s. Antonio eli Tor- Immagine portataa Corone, e presa que-
cello, ma nel i44^ il consìglio de' Dieci sta da'tnrchi, (ii data agli schiavi cristiani
Joproibì.Dopociò, la confraternita quan- ed operò molti n)iracoli. I veneziani a
lun(|ue istituita sottogliauspicii della Ma- vendo noi i665 ripresa Corone, Do meni-
drediDiOjnon avea ancora stabilito quale co Luigi l'ornò riccamente e poi donò
de'.«<noi misteri celebrare ;a'4 agosto 1493 olla scuola di s. Maria di Misericordia,
dichiarò l'Immacolata Concezione sua Questa, come le altre confraternite e pie
prolellrice e patrona, ed ottenuta con- corporazioni, fu soppressa con decreto
ferma da detto consiglio a'20 settembie, de'23 aprile 18 io. Dice l'encomiato Fon-
cominciò nell'istesso anno a celebrarne tana: Sansovino ilisegnò il sontuoso lor-
con grandiosa pompa la solennità. Tanta reggianle edifizio della scuola della Mi-
pietà allettandoi fedeli ad ascriversi alla sericordia,di marmi adorno edi statue, e
divola lujione, fece crescerne di tanto il tutto il pianosuperiore dipinto dalTinlo-
loro nunoero, che 1' ospizio fu incapa- retto, a coujpiersi il quale fu necessaria
ce accoglierli nelle divole finizioni; per un'intera età.
cui i rettori, con facoltà data neli4c)8 2. Altre due chiese non dipendenti
dal consiglio de'Dieci, nel sito ove sor- dalla giurisdizione patriarcale sono in
geva l'ospedale, avendo disposto altre ca- Venezia : quella di .?, Diagio di Castello,
se per ricovero de'confrati poveri, cliia* appropriatasi ad us,o di parrocchia dalla
mi\\\(\o\e Cor le della Misericordia, ti t%' marina militare da guerra, della quale
sero nn magnilìco ospizio o scuola, con come stata anche priu)a parrocchia già
disegno del celebre J. Sansovino. Occor- parlai nel n. 2 del § Vili, e la seguente.
sero 3o anni alla fabbrica del sontuoso 3. Chiesa di s.Giovaìini Ballista, ì\q
edilizio, in cui con festevole apparatosi cavalieri del sagro militare ordineGfroso-
celebrò la 1.' messa 1*8 dicembre i532, ////»7cz«o f*/^.^, poi dalle residenze denomi-
coll' intervento del doge e del senato, nati piu'e di /ior//( A.) e quindi di Mfl//<t
Quantunque l'ospizio fosse con tanta no- (/'.), chiesa detta comunecnente /r/ Coni'
biltà costruito, mancava conveniente al- w?( 'uZrt. La chiesa di s.Gio. Battista coUea-
lare per collocarvi le copiose ss. Reli- diacenli sue fabbriche già della comraen-
quiedel sodalizio;erettol'altare,nel 1 SSg daGerosolimilana,ed ora del gran priora-
conprocessione solenne dall'antico luogo to del regno Lombardo-Veneto, volgar-
dell'adunanzeivi le portarono. Erano es- mente .y. Gfo. Dalli sia del Tempio o s.

se: Una ss. Spina, celebre per molli mira- Zuanc de' Furiarli, \.vova%\ dentro il cir-
coli in Morea, da dove la eco in Vene- 1 condario della parrocchia di s. Francesco
zia Paolo Pi ioli, e Samaritana sua vedo- della Vigna, senza dipendervi, e perciò
va la duiiòalla scuola. Della ss.Croce, del- nel sestiere di Castello. Il Corner ragio-
la Coloima, della Poi pora e del Sopol-
s. nando della chiesa di s. Gio. Dattisla de'
crodel Redentore. Del Velo della 15. Ver- cavalieri di Malia, dice che l'insigne
gine. Un osso di s. Venereo martire. Delle ordine de' cavalieri Templari, gìh laiìlo
ossa tle'ss. Paolo, Andrea e Matteo Apo- celebre nella cristiana milizia, eretto in
s'oli, V. ili altri «s. Martiri e Contèssori, religione nel i i 1 8, sotto Baldovino 11 re
il lutto disposto in nobili reliquiari d'ar- crociatodi Gerusalemme, oHenueìn Ve*
genio. Nella scuola >i venerava pure la nezia due chiese con fabbriche contigue
div(jlis>iuia immagiiiedeliaMadrediDio, ad uso di ihiostroo monastero, l'una delle
dipinta ne! 4?' i" Gerusaleuituc, q ppi quali era chiamala s. Maria in Broglio
VEN VEN 89
ed anche r /ixreri'iìoneXa^i*'^ *• Cin.Dal- per ropportiinìlà che aveanoi pellegrini
lista (/fi Tcinpio, cos'i eletto dal nome di ritrovar in Venezia facile il Iragilloper

tltllii lelii^ione, a cui fu coticeàso. Aggiun- la l'aleslina, ivi si erano pe'cavalieri tem-
ge, igiioiaisi ])cr niancnnza di documen- plari fondale due case coll'aruiesse chie-
ti il Ic-m pò preciso in cui questa inili* se, cioè di s. Gio. Battista del Tempio, e
lare religione, fu inti edotta in Vene- di s. Maria Capo di Broglio, poi cono-
zia, ma sapersi cerlaniente essete ciò av- sciuta sotto il titolo ùeW Ascensione. \Ji\ìV
venuto nel 1187, nel (jiifde Geiard(» ar- lica tradizione vuole fir credere, che per
civescovo di Raveinia donò a' cavalieri essere stala l'antica chiesa fabbricala vi-
templari un luogo chiainalo Fossnpulii- cino all'orlo delle monache di s. Zacca-
di», perchè ivi si eiige^se una chiesa et ria abbia desunta denominazione di la

un ospitale sotto In podestà tifi Prìor di Capo di Broglio j ma constando da


J cìiezia. Dopo la funesta abolizione di pubblici documenti, mai essersi lauto e-
cjuesl'ortiine fitta nel i3ii-i3ia, Cle- slesi i confini di quel monastero, fonda-

inenteV assegnò tulli (aieglio'l)uona par- to ne'lem[)i stessi del palazzo ducale, sot-

te) i di Ini beni all'altra religione militare to il go'erno del doge Angelo Partecipa-
de'cavalieriGerosolimitani,percliè(picsti, zio, è piuttosto credibile che abbia otte-
come gli estinti, erano similmente ad- nuto tal nome dalla vicinanza del luogo,
detti alia difesa de'Luoghi santi di Pale- ove solevano ridursi nobili aspiranti a i

si ina. E' verosimile peiò, che prin»a an- qualche carica per implorare suffragi ; il i

che della soppressione dell'ordine pas- che da'veneziani dicesi brogliare e far
sasse il veneto monastero di s. Gio. Bal- broglio. Qualunque sia la cagione della
lista in possesso della religione Geroso- denominazione, certo è che la chiesa di
iimilana, sì percbèin un diploma di Pa- s. Maria e le annesse fabbriche furono

na INicolòlV segnato nel 1291, viene no- possedute da'cavalieri del Tempio fin al

lu'nato Nicolò priore dell'ospedale di s. i3i i-i3i2, iu cui la loro religione fu


Giovanni Gerosolimitano di Venezia, co- miseramente soppressa da Cleiiieule V
me anco perchè e>sendosi portati in Ve- nel concilio generale di Fienna (f'^.) nel
nezia sul finir del i3i2 Nicolo da Par- Delfìnato, ed i loro beni furono assegna-
intt priore della casa di s. Giovanni li nel i3i2 a' cavalieri Gerosolimita-
Gerosolimitano di Fenezia dell'ordine ni. In esecuzione del pontificio coman-
dell'ospitale Gerosolimitano, altro non do, [)resenlaronsi nell'istessoannoat doge
chiese alla signoria di Venezia, che il Gio. Soranzo a nome della loro religio-
possesso della casa e chiesa di s. Maria ne, Nicolo da Parma priore
della Ca-
in Broglio; dal che si deduce ch'erano sa di s. Giovanni G erosoluìiitano di
già per rmnanzi passale in soggezione del- f^eiiezia e Bonacorso da Treviso, ambi
la religione Gerosolin)itana la casa e chie- dell'ordine dell'ospitale Gerosolimita-
sa di S.Giovanni del Tecnpio, della cui no, e porgendo lettere del Papa implo-
dedicazione si celebra ia festa anniversa- rarono, che loro fosse consegnata iin(i

ria a' I 2 settembre. Parlando poi il Cor- casa posseduta dalla re-
e chiesa già
ner tiella chiesa dell'Ascensione, del se- ligione del Tempio, chiamata s. Diaria
stiere di s. iMarco, riferisce. Chesiccome dell'ordine del l'empio, di Capo Bra-i
l'ordine de'Teoiplari fu istituito per man- glio, la quale ancora era quasi violente-i
tener sicure le strade a'divoti pellegrini, niente occupata da un cavaliere tempia-,
che viaggiavano pe'luoghi di Terra san- re nominalo Emmanuele, che vanta va-
ta, dall' infestazioni degli assassini e de' si priore di essa casa. Rispose il doge,
ni.ilvivenli ;
posseileva nelle città j)iìi co- già esser noto come tanto la casa che U
spicue delli) ct'i&li^uilìt casce u)onasteii,e chiesa erano st^te fabUiicafe dal pub-.
90 VEN VEN
Mico erario e dalle l'unosine de' nobilli lori, i quali alla chiesa 'assegnarono un
veneziani, e poscia concesse alla religio- rettore, finché nel i5i6 la confraternita
ne de' templari, a condizione però che dello Spirito Santo, ivi istituita fin dal
liovessero in essa casa alloggiare gii ani- 17,23 o r Ascensione del
7.33, detta i\e\\'

]>asciatori de'principi esteri, ed altri illu- Signore, rotlenneda'medesimi procura-


sili personaggi qualanqne volta ne fos- tori di s. Marco esclusivamente per uso
sero stati richiesti dalla signoria veneta. delle loro di vote funzioni, obbligandosi a
Che però col patto di tal soggezione non farvi giornalmente celebrar il divino sa-
sisarebbe ricusato dall'aulotità del go- grifizio. Dio benedì il loro fervore, onde la
verno d'ammetterli in possesso de' luo- chiesa cominciò a frequentarsi da nume-
ghi richiesti culi' esclusione del preteso roso popolo, e qualche tempo dopo eoa
priore ivi abitante. Accettarono di buon permesso del senato fu restaurata e ab-
grado i deputati della religione Geroso- forma assai decente, il tutto
bellita in
limitana le condizioni proposte, ed a' a? compito nel i5g8. Prima di tale anno
iiovecnbre i 3 i 2 di tuttociò fu steso pub- e nel 1 5g r da questa chiesa erasi trasfe-
blico documento. Come però avea già rita ins. Vitale la confraternita de'Ciechi,
l'ordine Gerosolimitano Hssata la sua la (piale vi si era ammessa verso ili 5 16;
principale residenza nell'altro più ampìu rimozione avvenuta per le pretensioni
monastero di s. Gio. Battista, così riu- della stessa scuola de'Ciechi, poiché essen-
scendo piuttosto d'aggravio il «nanleni- dosi in detto a»!ao i5gi cominciala la
EQenlo d'un'allra casa, trovandosi l'ordi- riftbbrica della chiesa, erasi audacemea-
lie aggravato di debiti per 98,000 fiori- le opposta al suo proseguimento. Essa
ni, avendo prima ottenuto da l'apa Gio- partita, il sodalizio dello Spirito Santo
vanni XXII la necessaria dispensa, fece compii suoi lavori 0611^97. Fino dal 12 80
delia chiesa di s. Maria in Ca[)0 di Bro- il doge Giovanni Dindolo avea doa alo
glio e de'luoghi annessi, assoluta e per- a questa chiesa un frammento della ss.

petua vendita nel 1824 a' procuratori Croce, ed oltre altre reliquie, visi vene-
della chiesa di s. Marco, detti di Saprà. rava il corpo di s. Bonifacio martire, ca-
Passata dunque la chiesa in possesso del- valo dalle romane catacombe. Questa
la basilica ducale, i procuratori, perchè chiesa, che dal sodalizio avea preso il titolo
in essa non si tralasciasse l'uffiziatura del deM' Ascensione, fu chiusa nel 18 i o, ser-
divin cullo, nel i336 la concessero a vì qiiin;Ii (li magazzino privato, e poi de-
Ciivlo frate Molano e a suoi compagni di molita nel 1824 per sostituirvi un fab-
ignoto istituto, sotto l'obbligo d'un'aa* bricato di abitazioni ad uso del vicino al-
iiua pensione, e di dover essi pure fornire bergo della Luna, il quale era stato per-
d'alloggio gli ambaacialori secolari che messo fino dal i4oo. Tornando alla chie-
arri\>assero a f^enezia secondo il bene sa di s. Gio. Battista, racconta il Corner,
^^tacito del Doniitiioj essendo tenuti an- che molti furono i priori Gerosolimitani,
cora di mantenere per la celebrazione de' tratti dalla nobiltà veneta e massime nel
almeno due preti dal che
divini udizi : secolo XV, che ne governarono il con-
Si deduce che il detto Molano e di lui i vento, e fra questi Lorenzo Marcello, da
compagni, quantunque chiamati frati, cui neli43i si concesse alla confraterni-
fossero di stato laicale. Breve tem[)o vi ta degli Schiavoni il comodo d'un ospizio
riuìasero nel luogo questi frati, ricavan- nelle fabbriche del priorato, e la facoltà
dosi da'docu menti esser poco dopo su- d'erigere uu altare nella chiesa sotto il

bentrali alla custodia della chiesa preti titolo de' ss. Giorgio e Trifone martiri.
secolari; nel declinar del i4oo fu afììt- Di tal sodalizio, detto di s. Giorgio degli
lata la casa per uso d'osleiia du'prooura- Schiavoni, questi furono i priucipii. iNd
VEN YEN 91
145 alcuni
1 coiilalevoli uomini della na» cavalieri veneziaiìi, e quelle gloriose iin-

zione illiiica odalinala, ossia di Schiavo- prese navali ch'ebbero comuni con»
pia, molli de'qiiali erano marinari, mossi tro i liirchi , a tutela del crislianesi.

da lodevole compassione nel veder molli mo, ili che in progresso del § XIX do-
de'loro connazionali, anche benemerili vrò alla »ua volta parlare, della liher«
del pubblico, perire miserainenle o di tìi del mariUiuio commercio e della na-

slento odi fame, né aver di che supplire viga/ione delle potenze cristiane, co»

all' ecclesiastica sepoltura, determinaro- me Codice diplonialico GcrosoUniì^


nel

no d'istituire una caritatevole confraler- ta no, n&Ws File, de gran Maestri del

«ita sotto il detto titolo, col fine di soc- Marulli, nell' Istoria della s. Religio-
correre ne' gravi bisogni d' infermila o ne e Militia di s. Giovanni del Hosio,
vecchiezza i poveri marinari oallridi loro e del suo proseguimento di Dd Pozzo,
nazione, e dopo morti religiosamente tu- Ilistoria della s. Religione ilJilitare di
inularne i cadaveri insepolturedeijtinale, s, Giovanni. Nel Codice si legge come
Costituita la confraternila, si obbligò col i veneziani collegnli col sunnominato re
convento all'annuo censo di 4 zecchini, di Gerusalemme Baldovino II, polente-
due pani e una libbra di cera da othirsi al mente contribuirono colla loro flotta ben
priore il giorno di s. Giorgio. Per infer- corredala alla presa di Tiro nel laS o i

vorare tali divoli fondatori e gli altri fé- nel ^4, nella cpiale espugnazione ca-
i i i

ddi all'aiuto d'opera così sanla, il car- valieri Gerosolimilani si acquistarono

dinal Dessarione, trovandosi nel I 464 le- molla riput.tzione nell'armi. A[)preiido
gaio apostolico in Venezia, concesse 00 1 dal Bosio, chea' 3 gennaio 55g il gran j 1

giorni d'indulgenza a chiunque in certi maestro inviò a Roma il commendatore


determinali giorni visitasse la chiesa del- La Motta, per partecipare a Paolo IV,
la confraternita, e promuovesse con limo- come i cavalieri dell'abito e nobili vene-
sine il proseguimento del misericordioso ziaui, conlìdando appoggio
nel favore e
istituto. Verso la fine del secolo XV, es- della loro repubblica, aveano sprezzalo
tendo vicino a rovinare il vecchio ospi- d'ubbidire alle citazioni generali, colle
zio, deliberarono i coidratelli d'innalzar- quali nel precedente anno erano stali

lieda'fondamenli uno nuovo e magnifico chiamati per andare al presidio di Malta,


sotto l'invocazione di s. Giorgio martire, mentre si credeva che i turchi atlaccaS'
che con sua facciala di maru\o si compi scro l'isola; e non ostante che la citazio»
neli55o-5 .Giàla pietàdiPaoloValares-
1 ne fosse stata confermala dal Papa.On-
ko nobile veneto avea donalo allacordVa- de erano stali dalgran «naeslroe dalcoU'
temila un osso del s. Titolare, ch'egli a- sigilo tulli p ri vati dell'ubilo e delle coui-
vea ricevuto in Corone dopo la morte del mende. Ma il senalo inipediva 1' e-C'
patriarca di GeruNalemme ivi defunto, dizione di sì giusta sentenza. Paolo IV
che lo possedeva. Tra l'ullre reliquie de- ciò senti con mollo di-»piacere; scrisse un
corosaniente conservale nell'altare dell'o- breve al doge e senato veneto, laguan-
spizio, ricorderò un osso di S.Trifone njar- dosi dell'avvenuto, ed esortandoli a ripa-
tire. Della chiesa de' ss. Giorgio e Trifo- j'arvi, secondo l'equità e saggezza della
uè degli Schiavoni riparlo nel 5 XIII, repubblica. Il senato ricevuto il breve,
n. 8. Leggo negli storici dell'ordiue Gè- perseverò solamente a favorire i due ca-
rosolimilano le relazioni Ira di esso e la valieriRaimondi,lasciando procedere con-
lepubblica di V'enezia, la quale teneva liogli altri. Ed avendo scritto caldamen-
iempre il suo ambasciatore quando ri- te al gran maestro raccomandando 1 Pvai-
siedeva in Rodi, e ne inviò anche in quel- mondi, fu risposto che essendo l'ubbi-
la di Malia; olire le uulizie di diversi dieuzci; quella che ha lullu l'ulti-ti a^ca
9^ VEN VEN
conscivnta la religione, per questo nes- siali; e di più tolse il soldo a tutti 1 ca-
sini cklillo eia da essa più severamente vidieri di Malta, eh'erano agli stipendi!
castigalo della disubbidienza. Contiiltociò della repubblica, e quindi gli espulse da'
}i couleinpiazionedei senato, sei Raimon- suoi doniinii. S'interpose il re di Spagna,
di si fossero recati al convento di Malia e persuase il gran maestro a riliisciare il

sarebbero con indulgenza ben trattati, galeone colle sue genti; senza che poi la
Si pregò infine il senato, che per l'av- repubblica rivocasse suoi decreti e das- i

venire i religiosi dell'ordine vassalli lo- se soddisfazione alla religione. Inasprito

10, ubbidissero le citazioni, e pagassero l'ordine,usando la forza, catturò ueil'ac-


Je dovute responsioni e imposizioni. Nar- que Trapani una nave veneziana e la
di

ra Dal Fozzo altro disturbo grave ch'eb- condusse a Malta colle sue abbondanti
he la religione di INIalta nel 1576 col- merci, ordiiìando che egual tratlainenlo
la re()ubblica di Venezia, a cagione del si usasse colle altre,- purché non fossero
bollino fallo dalle galere dell'ordine so- ne'porti del re di Spagna. Si fecero delle
pra un galeonclto veneziano vicino a Ci- trattative senza successo, e le reciproche
prò, di merci appartenenti ad ebrei. Ri- amarezze durarono molto tempo, non la-

corsi questi a'sonatori, da essi fu decre- Sciando la religione di visitare i vascelli

lato che i vascelli della repubblica non veneti, pigliando sopra di loro le persone
fossero visitali dalie galere di Maltaed ; e le robe degl'infedeli. Dall'altro canto la

im[)elrato un breve dal Papa Gregorio repubblica fece rigorose esecuzioni sui
Xlll, fu ingiunto al gian maestro la re- corsari di Malta, e litenne le loro prese,
sliluzione tlelle robe. Indi i senatori se- A troncare queste pregiudizievoli dilfe-
qneslrarono il priorato di Venezia e tut- renze, Sisto V deputò una cougregazio-
te le commende dello stato , per reinte- ne di cardinali, innanzi alla quale i n»iui-
grarsi co'Ioro fruiti. Allora il gran mae- stri della lepubblica e della religione trat-
fctro fece alti richiami a Roma, diuioslran- tarono la loro causa. Avendo la religio-

(lo r universale consuetudine e la dispo- ne in ossequio al Papa ritiralo l'ordine


gizione delle leggi fi>i'cristiaiii, di poter alle galere e vascelli, di visitare quelli ve-

legillimamente pigliare e appropriarsi le neli ; la repubblica levò i bandi falli a


rtibed'inledeli, comedi contrabbando, e-» pregiudizio de'cavalieri di Malta, e libe-
ziandio trovatesu vascelliamici; comeaU rando i sequestri del priorato di Vene-
trellanlo praticavano grinfedeli sui cri- zia e delle commende suo esistenti nel
anche veneziani loro amici, li Pa-
stiaiii, dominio, impose però l'obbligo a'coin-
pa volle che si accomodasse la vertenza mendatori, di depositare nella zecca di
amichevolmente, onde la repubblica le- Venezia tutti i diritti spettanti al tesoro,

vò il sequestro de'beni, e la religione re- per diverse sue pretensioni. Durarono


fclituì il prezzo del bottino. Nel i 584 '"' nondimeno dispareri sino al gran mae-
i

korsero nuove rotture tra l'ordine e la re- Siro Wignacourt, che bramoso di termi-
pubblica, per aver la scpiadra veneta di narli ricorse a Clemente Vili per un fl-
Candia predalo un grosso galeone, prese naie aggiustamento. Il Papa quindi com-
ic robe e imprigionalo l'ecpiipaggio. Riu- mise al nunzio di Venezia di discutere le

fccile mutili le pratiche del gran maestro, ragioni della repubblica e della religio-
per rappresaglia fu presa una nave ve- ne, ed il tutto si accomodò con recipro-
iicta con merci nel porto di Malta, e ri- ca soddisfazione. In seguito vi passò tra
tenute le genti. Gl'interessati reclamando l'una e l'altra buona armonia e sincera
«I senato, questi subito pose il sequestro corrispondenza. In falli si trovano nel
(il gran priorato di Venezia, ed a tutte le 1616 e seguenti anni diverse lettere de'
cotniueude dell' ordine esistenli ne' suoi dogi Bembo e Priulì., de'pregadi e de'
5
,

V EN VEN q3
presidenti ilei collegio tie'snvi, col'e quali gre funzioni nella chiesa della ss. Cro-
s'incaricano rappresentanti
i [)iil)h!ici nel- ce e s. Rouaventura, pel riferito ne' voi.

le città del don)inio veneto, per l'osser- LXXVIII, p. Qj e seg., LXXXIV, p.


vanza de'privilegi della religione ne'beni 60 ei36), in essa a' 10 aprile i836 fece
suoi, rome esenti da qualsivoglia imposi- la solenne professione religiosa il degnis-
zione e gravezza; ed una conlerma in par- simo di lui nipote fr. Gio. Antonio Cap-
ticolare de'fìJcdesimi privilegi del senato pellari della Colomba nobile di Belluno,
de' 5 marzo 1620, ove si fa onorevole
1 domiciliato a Venezia,commendatore del-
menzione della stima grande die fa- l'ordine di s. Gregorio Magno, già a' 2
ceva la repubblica del sagro militare del precedente mese ricevuto Ira 'cavalie-
ordine Gerosolimitano, e dell'ottima in- ri di giustizia nel gran priorato di Ro-

telligenza die tra loro passava. Collo ma, in conseguenza del precedente bre-
sterminio di lutti gli ordini religiosi nel ve d' ammissione nell'ordine, di Grego-
1810, a.icbe cavalieri di Malta per-
i rio XVI, Exponendum noùis, de' iG
dcrono in Venezia chiesa, convento e giugno i835, Ball. cif. p. 6S. Morto
beni, quando già per le precedenti po- a' 16 novembre 1837 il cardinal Gior-

litiche vicende il sovrano ordine era sta- gio Doria Pamphilj gran priore di Ro-
lo [)rivato del suo dominio di Malta e ma, il venerando bali fr. Cai lo Candi-
snc pertinenze. Quindi l'ordine e religio- da luogotenente del niagislero co' cava-
ne ebbe a principale e munifico profeg- lieri dell'ordine sup[>licarono Gregorio
giloreil sommo l'ontefìce Gregorio XVI, XVI a conferire il vacato gran priorato
pel tulio quanto nell'articolo Gerosom all'encomiato nipote. Ma il Papa nel gra-
MiTANO dame narralo. Ivi pmeecon suf- dire la domanda, rispose doversi conferi-
ficienti particolari raccontai, quanto qui re yV/.r/fl! solituni ad un cardinale, e no-
a[)presso n)i limiterò appena ad accenna- minò il cardinal Luigi Lambruscliiiii se-
re; particolari, che precisamente si pon- gretario di stato (morto il quale a'6 feb-
no vedere nel voi. XXIX, p. 283, 284, braio 854) S'' sni^'ccsse il cardinal Adria-
I

285, 298, 299. Vi aggiungerò alcun'al- no Fieschi di Genova, e questi defunto


Ira nozione,e meglio mi gioveròdel Ruo- a'6 febbraioi858, gli fu sostituito il vi-
lo delli Cnualieri. Cappellani conven- venie cardinal Gabriele Ferrelti d' An-
tiialf, e Sciveiiti d' armi rìce\.'ìili lìdia vC' cona, di cui riparlai ne'vol.LXVI.p. 2 I f,

ntrauda li/igun d'Italia, did. Sovrano LXXIX, 216). Intanto, siccome quel-
p.
Ordine CerosoUinitano, e delli Cava He.- la mente sapientissima che neire.'-ercizio
rie Dame di devozione, Cappellani di della scienza politica e nel memorando
ubbidienza, e Donati ne' limili di ciascun impero ('792-'834), l'im-
di 4^ *>"'»'

venerando Gran Priorato, Roma 843. 1 peratore d'Austria Francesco I, supera-


Avendo il Papa trasferito <la Ferrara in va d'assai gl'impeti portentosi dell' arte
Roma il sagro convento, ossia la luogo- bellica, di cui vedemmo campo l'Euro-
tenenza del venerando magistero, nel pa- pa, non si chiuse a'pensieri di questa val-
lazzo dell'ordine medesimo, ed assegna- le di esilio senza trasmettere all'augusto
tagli per chiesa conventuale con l'annes- successore e figlio l'imperatore e re Fer-
se Ospizio e le rendite, la chiesa di s. Fran- dinando I, la cura Ai proteggere e soste-
cesco a ponte Sisto col breve Romani nere possibilmente il sagro ordine cavai'

Ponti/Ices, de' 29 maggio i835, Bull. lereseo dis. Giovanni di Geriisa lemme
Roni. cont., t. 20, p. 63 (invece della il(juale tanto bene merito di una gran
quale chiesa, lolle 1' os[)izio per dispo- parte d'Europa pelcorso della sua lun-
sizione del regnante Pio IX, dal 1 855 ga durata, e tanto sofferse per le vicen~
l'ordine lemporaueatuenle celebra le &a- de de^ tempij cosi l'alta veggenza e la mae-
94 V E N V EN
slìi npn<itolica di Fciflinnndo T (ìnrrplò ««lifo in Tìnmi die il cnnliml,
ni possesso

con vtnenilissitna risol»2Ìoiie di mnssiina Lainbnischini suo collega prese del gran
ile 5 o i5 gennnio 1889, e quindi colla I*rioralodt;ll*alma ciltà, restituitosi a Ve-
sovraita patente de' 5 gennaio i84i, la iiP7Ìn, impiegò le sue cine a restaurare
fondazione d' nn priorato Gerosoliniita- i'()-.pizio e le f.ibhriche adiacenti, e spe-
no nel suo regno Loml)ardo-Venelo, per ciahuenle la chiesa per la reinlegrazio-

radempimentodelle sopraindicateinten- ne dell'uflìziatura e cullo divino; per le


7Ìoni del suo virtuoso genitore, e ^7cr 11- quali opere l'ordine vi spese ciica y, 000 1

tì'le della Nobiltà del suo rc^no stesso, scudi. Per questo gran priorato, Grego-
nonchè di quella de'ducali di Parma, Lue- rio XVI a* i3 agosto i84j istituì due
ca e Modena, che a questo nuovo prio» commende di padronato in favore, I.i

rato associaronsi. Ad arricchire Venezia maggiore per il lodalo gran priore , U.


d'un nuovo nobilissimo fregio, l'impera- minore per l'altro nobile e degno nipote
tore l'elevò al grado di perpetua residen- Piarlolonieo Cappellari della Colombi»
78 primaria del gran priorato dell'or- commendatore dell'ordine di s. (irego*
dine Gerosolimitano nel regno Lombar- rio Magno, domiciliato nella patria Uel-
do-Veneio. non meno pe'ricordati duca- Inno, ora definito, e successivamente in
ti; dovendosi riaprire la chiesa e il con- fìivore de'primogeniti di questi due ra-
wento o ospizio della Commenda di Ve- mi. Avendo professato a'i6 giugno i 843
nezia, le cui fabliriche dopo il cadere del- la religione dell'ordine mg/ l'ietro l'i^ut-
la gloriosa repubblica veneziana erano lon, più sopra encomiato nel n. i, fu tosto

rimaste solitarie e deserte, in conseguen- sodio a cappellano conventuale. e poi d 1

IQ A\ c\\e, a coiìlemplazionc di specchia- maggio 1 84'^ ebbe la commenda l'<ddi


in prudenza, di esperienza molteplice Fepoli. Terminati i restauri delle fnbbri-
Jìegli affari, e di egregie doli dell'ani- che, l'interno della chiesa fu abbellitocoii
via, il ven. bali luogotenente Candida, erigersi nel fondo il mirabile altare di
con bolla de' 29 maggio 1889, nominò marmo, opera impareggiabile del Sanso-
balj e gran priore pel regno Lombardo- vino, già appartenente ad mia delle più
Veneto fr. Gio. Antonio Cappellari del- antiche chiese di Venezia, cioè la siidde*
la Colomba ,
già prescelto a sì cospicua scritta di s. Geminiano, che dopo la sua
dignità dall'imperatore e re Ferdinando ilemoli/ione giaceva <la tanfi anni fra le

1 con sovrana risoluzione de'27 del pre- macerie. Lateralmente s'innalzarono due
cedente oprile. In lai modo e peli." fu e- nobili uno sagro all' Immacolata
altari,

levatoio Venezia a sì altoeonoiificogra- Concezione Maria Vergine, l'altro al


di

do un personaggio le cui doti distinte b. Gerardo oGherai do ,° fondatore dei- i

rendendolo degno, ricevevano un niag- l'ordine (diverso dal b, Gherardo da Vii-


j;ior lustro da'vincoli della natura che lo lamagna del 3." ordine di s. Francesco
legavano sì strettamente al glorioso Pon- cavaliere .^^jr/'/zV/r/o Gerosolimitano, il

lefice Gregorio XVI benemerentissimo cui cullo immemorabile riconobbe Gre-


della religione e militare ordine Gè- gorio XVI a'i8 marzoi833, assegnando
losolimitano. Il bresciano Morcelli dis- il 3i maggio per sua festa), oltre sedili i

se gran priore di Malia


latinamente, tli noce e l'organo. Finalmente a'24 gin*

della lingua di Venezia; obalì di Malta, guoi843, al modo riportato dal supple-
gran priore dell'ordine in Venezia: E- nienlo al n.° 28 delle Notizie del Gior-
tjves Major Dielitensis Magislerinm or- nn di Roma, che riprodusse la relazione
dinis sui apud Venelos virlnte ade- fallanedal mio amico cav. Filippo d."^ Sco-
ptus. Il novello venerando bali e gran lari, tì pubblicala dalla Gazzetta privi-

[iriorc fr. Gio. Antonio, dopo «ver assi- tediata di p^enczi^^h chiesa si riaprì al
VE N VEN (v'y

piiMjIico ilesidei io eil alenilo di tino, sol- ro". Tanta solcnnitii fu in elegante qii;i-

lo l'milica invocazione del Profeta santo drelto egregiau»ente disegnata, coli' in-

pi ima che nato, protettore ile' cavaliei i terno della chiesa, i 3 altari, e hi folla di

(che nel corso di qna<ii 700 anni esoKo personaggi intervenuti, senza confusi<»ii«
il successivo reggimento di 70 gran mae- e distintamente espressi, dall' abile sua
stri, armati di ferro e di fede, alternaro- autore Giuseppe Calieri di i3 anni , il
no cogli esercizi di pietà le guerresche a- <|ualedivenne ed è uno de' più bravi ar-
y.ioni), per la festa medesimo Pre-
del tistinumerosi »be popolano l'illustre Ve-
cursore di N. S. Gesù Anche il
Cristo. nezia. Nobilmente il commendatore .So-
nobile e eh. cat. Giuseppe Manara, com- rella, che vado a lodare, per ossecpiio e
pilando da nllimo la Storia tifi l'Ordine riverente oma""io filiale lo donò al Pa-
DO
iliMalia ne suoi Gran Maentri Cava- r. pa; il quale conoscitore del mio afiVlluo-
lieri, sulle traccia di M. de Saint-Allai* «o trasporto per tuttociò che riguardavn i

(Milano e Lodi lip.Wdmant i84f>,in4-'' suoi e Venezia, si degnò favorirmelo. Mi


fig.) , ha riportata la relazione suddeUa, compiaccio assai di posseder lo. per rappie-
dove appunto fu ricordato che il fausto sentare una dignitosa funzione, il cui pror

giorno del riaprimenlo della chiesa fu in- tolipo è Sua Eccellenza fr. Gio. Antonio
sieme destinato per l' innugurazione e Cap[)ellari della Colomba mio anioi evo-
possesso del gran priore. Si recò a cele- lissimo, e di cui mi glorio goderne d'an-
brarvi lamessa il patriarca cardinal Mo- tico tempo la preziosa benevolenza; e lo
nico, dopo la quale colla consueta graree tengo appeso accanto al grazioso disegno
fiorita eloquenza pronunziò quella gra- colorilo della casa di sua proprietà in
tulatoria e commovente orazione o Di- Venezia, non comune per la spaziosa cor-
scorso, di cui dissi alcune parole nel ci- te scoperta interna (nel sestiere di s. Cro-
tato articolo , descrivendo la splendida ce, presso la già scuoia grande di s. Gio-
e decorosa funzione, ed i cospicui peiso- vanni Evangelista, della quale ragio-
naggiche v'intervennero. Il Di'rorso,Uìn- no nel§ XIII, n. -2), e sempre mi ricoula
to applaudito, impresso con bella edizio- i bei giorni deliziosi nella gran
passati
ne Ai questi stessi tipi, dal proprietario di città in sì nobile e cordiale ospizio. No-
essi cav. Giuseppe Latlaggia , che qua! tai per ultimo nel ricordalo articolo, chg
console pontifìcio fu presente alla solen- il Papa consegnò al nobile veneto Tad-
nità, fu da Ini dedicato al cardinal Lam- deo Scalcila, cavaliere e segretario capi-
bruschini. Cos'i dopo un'assenza di 9 lu- tolare dcll'oidine, per la chiesa del gran
stri il sagro militare ordine Gerosolimi- priorato un calice con patena, tutto d'o-
tano ricomparve in Venezia sotto gli au- ro. E siccome ivi dissi averlo Gregorio
suo celeste patrono s. Gio. Bat-
spici! del XVI grado e insegne di
insignito del
tista; e riprese il posto d' onore che gli commendatore di s. Gregorio e di s. Sii-
conveniva , fra quelle istituzioni che si teslro, qui aggiungo che poi gli conferì
resero più benemerite della religione, pure il primario ordine di Cristo, in pre-
dell'nmanilà e della civile coltura. «Con mio d'importanti servigi a lui resi ed al-
iì fausto rinscimenlo di conlentezza co- l'ordineGerosolimitano; e con testamento
mune, prendevano a rifiorire in Venezia olografo.insieme al cardinal Mario Malici
le virtù e le glorie de'cavalieri di
Malta, sotlo-decanodel sagro collegio, lo dichia-
ch'ebbero già tanta porte nell'imprese e rò esecutore di esso per Venezia e Bel-
nelle vittorie navali de' veneti. E così luno, con quell'onorifico elogio e doni che
po'sa brillare sopra di essi la livce di pubblicò a p. 786 la Gazzella privile-
quegli eccelsi destini, che stanno ancora giata di Venezia nel 1846. Meritò poi,
chiusi nei seno impenetrabile dei fulu- che ad esonerare il zelante cardinale di
gS YEN V EN
sua qualifica d* esecutore leslamenlario del gran priorato Lombardo- Veneto, ed
per l'ionia, e per ricevere in consegna i su- alla presenza d'un assai numeroso stuo-
perniiti eifelti dell' eredità, n lui venisse lo di commendatori e cavalieri, ebbe l'o-
riunito ad istanza de'nobili eredi, con fa- nore di oderire a S. A. ì. R. la serenissi.
coltà del Papa Pio IX, il quale lo dccoiò ma arciduchessa Carlotta (figlia del ré
del suo oidine Piano in rimunerazione del Belgio) la grancroce Gerosolimitana^
di servigi resi alla propaganda fide, lo accettata dall' A. S. con que'modi gra-
non posso nominare sì gentile e rispet- ziosi che mettono in chiara luce i tunlì
tabile signore, senza vantarmi di posse- suoi pregi. Al breve discorso con cui il

derne la piena grazia. Benemerito col suo gran priore esprimeva rjuanto l'ordine e»'
ordine Gerosolimitano, questo di recente questre apprezzasse tale ambita illustra-
gli mostrò la sua riconoscenza con deco- zione, S. A. \. R. il serenissimo arciduct
rosa scatola d'oro adorna di brillanti. iVel (Ferdinando Massimiliano fratello del-
voi. XLIl,p. ^5, narrai i comizi tenuti in l'imperatore che regna), governatore ge-
Roma per l'elezione del nuovo luogote- nerale (del regnoLombardo- Veneto), che
nente del magistero, a'quali intervenne ne vestiva assise, si compiacque di ri-
le

il gran priore Cappellari della Colomba, spondere, manifestando l'aggradimento


col commendatore del medesimo gran dell'augusta consorte ed il proprio, la sua
priorato fr. Filippo Colloredo (nel voi. speciale afìezione a così antico e glorifica-
LXXXIl, p. io3, l'illustre suo ascenden- to ordine cavalleresco, la protezione ad
te conte Ermes lo dissi vivente; qui lodi- esso dell'imperiale sua casa, a fin di pro-
chiaro morto nel 1692, correggendo il muoverne il giovevole incremento, e la
fallo, non del tutto mio. Le ivi discorse sue propria lietezza nel trovarsi circondato
poesie stampale in Udine lai." volta nel da eletto numero di cavalieri, ch'egli be-
1785, confermo die furono ristampate nignamente chiamò confratelli. Le LL.
con aggiunte dal vivente altro poeta fi iii- AA. indirizzarono poi gentili parole alle
lauo e di grido Pietro Zorulti), che restò dame insignite dell'ordine ed a'cavalierij
eletto, ed è il presente veueraiulo luogo- che furono ad uno ad uno presentali, e

tenente. Cos\ da cjuesto gran priorato convitali poscia alla mensa arciducale".
uscì il supremo reggitore dell'ordine. Ac-
cennai nel più volte rammentato artico- § X. Ordini religiosi inlrodold in Ve-
lo a p. 3oo, col Ruolo, il numero de'suoi nezia e in diverse sue isole, per ardi
cavalieri, dignità, commende co'Ioro no- ne cronologico. Notizie storicìie-arli
mi, cappellani, grancroci d'ambo sessi i slichc-sagre delle loro chiese con ,

co'Ioro nomi, ed numero de'cavalieri di


il venti e nionasteri : cioè di ^^ cldest
divozione. Comprendendo dunque anche esistenti^dcllefjunliìS in cura di Imo
questo gl'au priorato lesuedamedecorale na parte de' ripristinati regolari de
della grancroce di divozione persone reali due sessij e di 33 distrutte converti
e altre nobilissimesignore,intendo ingem- te ili altri usi co' loro conventi e mo
mare questo periodo o numero di para- nasteri: essendo le corporazioni clan
grafo,con inserirvi il riferito dal n." 94 del strali soppresse, anco in altri tempi
Giornale (li lìomaàcQ.'j apn\eiS5S."\ìì 52 di uomini e 43 di donne. Pie w
Venezia fu celebrata nell'aule del palazzo nioni e benefiche istituzioni, annessi
reale una solenne ceremonia, che aggiun- a' superstiti chiese e chiostri'. Altri
se un bellissimo fregio all'ordine Geroso- notizie da richiamarsi a' §§ propri
limitano. Il gran priore bali Cappellari
della Colomba , delegato dal magistero Degl'istituti regolari d'ambo i sessi,

dcH'ordine, alla lesta di una depulazioue csislenli e uon più esistenti, nella religio<

1
VE N YEN 97
X.1 Venezia e sua diocesi patriarcale, di* dini regolari d'ambo i sessi, di cui vado
cLiara l'ab. Cappelletti, nel t, g, Le Cine- a parlare, siccome di tutti scrissi articoli,
se d'Italia. » A voler tessere, anche com- ancorché non più alcuni esistano, in essi
pendiosamente la storia de' monasteri e si ponno vederne le notizie. Nel § Vili

de'conventi, che nmneiosissimi uu tempo notai, che lai.' concentrazione, soppres-


esistevano in queste nostre lagune, ap- sione e chiusura di molte chiese segni nel
pena h.isiterebbe un grosso volume qui : I 808, la 2.' e generale nel 18 1 o, in dif-
non farò che annoverai li, riserbandomi ferenti mesi, poi venendone demolite 19
a dirne qualche cosa di più nel cap. XI tra le da me enumerale. La concentra-
della mia Storia della Chiesa di J^ene- zione e soppressione de'convenli e mona-
s/V/, che unicamente a questa materia do- steri cominciata nel 1806, si proseguì nel
vrà essere consecrato. Qui dunque, se- I808, ed ebbe tristo e lagriraevole com-
guendone a un bel circa la cronologica pimento nel 1810, parimenti in vari lem-
fondazione, incominciei'ò dal più antico". pi. Poscia seguì la chiusura di molte lo-

Lo seguirò, quanto all'ordine cronologi- ro chiese , e successivamente la demoli-


co e quanto all'esistenza o non esistenza, zione di quelle di cui vado a tratlarr.
de'religiosi e delle religiose. Ma giovan- S'indemaniarono i beni sì delle chiesedel
domi dell'autorevole Stato personale del clero secolare, e sì delle distrutte de* re-
Clero, col Corner principalmente, e con ligiosi e delle monache, oltre quelli de*
altre notizie ed erudizieni relative, in propri chiostri, a tanta distruggitrice tem-
confronto sarò di necessità assai più pro- pesta solo restando eccettuati i monaci
lisso. Ma forse, sempre riuscirà poca cosa, inechita risii, ed i religiosi ospedalieri ben-
ponendo niente a tanto dotta e autorevo- fratelli , oltre le salesiane. Anche le mo-
le dichiarazione. E siccome andrei per le nache greche esistenti fino al 1829, nel
lunghe, se con tutto il dello dal Corner monastero vicino alla chiesa di s. Gior-
nelle chiese e case d' ogni istituto volessi gio de' Greci, di cui nel § XI II, n. 9,
procedere, pel moltissimo che mi resta a siccome istituto straniero, come gli ar-
dire in questo mio articolo o piuttosto meni raechitaristi, non furono soppres-
cenni del più importante, ad onta che, ri- se : ambedue si considerarono slabili-
peto, l'argonienlo "Venezia pel suo vasto menti nazionali. II cavalier Mulinelli ne-
complesso tulio speciale non si può af- gli Annali delle Provincie Fenete^ ri-
fatto restringere in un solo e di Diziona- porta a p. 55 ei 19 novero della riu- il

rio quasi enciclopedico , e conveniva in nione con altre di molle religiose corpo-
certo modo trattarlo come quello di Ro' razioni ne'dipartimenti ex veneti; ed a p.
ma, questa non formasse un'unica ec-
se 75 e seg. tratta delle corporazioni sop-
cezione; così sono costretto a seguire il presse. Ma egli osservò nt^\ Annali Vr-
metodo tenuto colle parrocchie, e quan- h ani di Fe/iezia,a p. 559, che Alessan-
to all'esistenti ss. Reliquie, qui pure rin- dro VII nel sopprimere alcuni inutili con-
novo l'avvertenza fatta per le chiese di venti, non era contrario agl'interessi veri
esse. Bensì e relativamente sarò più con- della religione , ed applicandone le so-
ciso colle chiese e chiostri de' regolari e stanze a sollievo degli stati è farne un im-
delle religiose, se esse o i loro istituti non piego legillimo e naturale. Sì mostra sor-
più esistono Venezia e sua diocesi pa-
in preso, come si biasimi Giuseppe II per a-
triarcale; però avendone lasciato dovizio- ver egli pure annullato molti conventi
se memorie il Corner, il Cicogna e altri inutili (sic); e come invece si continui a
benemeriti veneti da loro eziandio ricor- lodare a cielo l' antica pietà veneziana ^
dati, che con tanto amore e sapere illu- quando Giuseppe non fece che seguir
II

«Irarono la patria storia. Quanto agli or- gl'impulsi dati peri primi da' veneziani.
vot. xci.
7
98
L'iudore e la
V E N
smanìa della deplorabile un analogo cenno. Fondata
V E N
nel IV
1se-
mania dell'abolizione de'ciiiostri, asili di colo e intitolala a' ss. Ilario e bencdeltc
virtù, di saulilà e di dollrina, di carità e dal doge Angelo Fartecipazio con larga
di pace, di prece e di penitenza, come al dotazione di terre, questa polenlissimaJ
Irove fece disperdere ancora preziose bi- ricca e famosa abbazia, l'altro doge Giu^
blioteche, icu portantissimi archivi, magni- sliniaiio figlio di luì non le fu meno li-

opere d' arte e una moltitudine di


ficile berale in donazioni e privilegi, accresciu*
iHcmorie illustri che impinguarono o , ti poi e confermali dagl' imperatori En-
formarono diverse raccolte o collezioni. rico IV, Lotario II e Ottone IV, ed al-
J dipinti delle chiese atterrate o conver- triaugusti. Tra questi privilegi special*
tite in usi profani del clero secolare e re- mente si deve ricordare quello pel quaU
golare, e delle corporazioni delle mona- non solo monaci, ma eziandio loro co^
i i

che, buona parte si riunirono nel depo- Ioni e vassalli erano dispensali dalle guar'
silo di pitture delle sale superiori del pa* die o vigilie al palazzo de'dogi, eccezioud
lazzo ducale e della biblioteca Marcintiti; singolarissima in im tempo nel quale
altri decorarono il palazzo regio e l' an- tutti monaci indistintamente erano sog-3
i

nesso edifizio della vecchia biblioteca. Al- getti a questa servitù, come qualunque
tri quadri si collocarj)no nell'accademia altro cittadino. Dipendente dalla badia
delle belle arti , altri e con monumenti e poco discosto eravi munita da torre
innrmorei in s. Alnrìa della Salute e in una grossa borgata, ove da' veneziani si
jdtri templi. Molle pitture per acquisti scatnbiavano le preziose merci di Orien-
passarono in proprietà privala, di vene- te colle rozze e semplici mBuifatlure del-
ziani e di strauieri. Altre passarono ad l' allre repubbliche italiane: quindi coU
iiumenlare la galleria pubblica di Vien- sempre copia di Iraflicantiecopia di bar
na, e quella di Brera a Milano. Nel § XI, che, le quali ove fossero scese pel Bien
con lo Stato personale farò il novero , la, navigando verso Venezia ne'mesi d'a
dell'attuale clero regolare ecomunità re- prile, di maggio e d'agosto doveano pai
ligiose secolari di Venezia, urbano e fo- gare la 4-" palle de* loio noli alla l)adia
raneo, richiamandoli liferilo in questo §, In questa guisa pei tributi, per le fiaa
e descrivendo il non dichiarato, colle re- chigie e per la vastità de' |)ossediment
lative notizie. arricchiva essa oltre misura, essendoli
1 . Benedettini , Benedettine , Bene- però tornala fatalmente a danno lanl
fralellidi s. Servolo in isola. F. § XVIII, dovizia. Imperocchèda'venezianial prin^
n. IO. cipio del XIII secolo sgouii:iati in batta
2. Benedettini di s. G regorio.TìtW ah- glia alla torre delle Bebbe, alle foci de
liate del monastero di s. Servolo, trasferito Po, i padovani e i Irevigiani, costoro nel
{I quello de'ss.Benedelto e Ilario in Fusina ritirarsi tutta la rabbia della rìporlnU
nell'isola di s. Ilario, colla più parte della sconfina rovesciarono sopra la badia
numerosa sua famìglia religiosa, e poi pas- spieiatamente ponendola a sacco. Indi s

sando essa in quello di s. Gregorio dì Ve- poco tempo Jacopo da Andiea, regoi s.

nezia, già ne tenni proposilo nel § Vili, n. lo prepotente del Padovano, sperperato
Gg delle chiese parrocchiali, dicendo sop- pazzamente un ricco patrimonio, delibe-
piesso il monastero e distrutta la chiesa. rò eh* essa lo dovesse ristorare della per-
Siponno vedere Temanza, Dissertazio- duta fortuna. Forte adunque di scorri-
ne sopra r antichissimo territorio di s. dori e di sgherri, all'inq^ensata in una
Ilario, il Gallicciolli, ed il Fdiasi presso notte l'assaltò e di morte minaccian
il cav. Muùndì\,Dcl costtane Venezia' do l'abbate Teonisto e monaci lutti, gli i

no. Importa che io cou esso riproduca tolse cou tutto il denaro ogni più ricca
V Ei\ V EN 99
suppellellile. Ridotlosi Jacopo nuova- caria profeta e padre del Precursore, che
mente a poverlìi, disperato si uccise, e ripo'^ava in S.Giacomo Minore di Costan-
Dante nel suo divino pone nel-poema lo tinopoli, con molte oltre ss. Reliquie, do-
l'Inferno. Per questi continui predamen- mandò che ad onore del s. Profeta si e-

ti venne poco a poco la badia a impove- rigesiieun monastero di monache, per la


rire, e già dalla primiera agiatezza deca- cui fabbrica somministrò ragguardevole
duta, esiziali poi le furono lolalniente somma e greci artefici. Il cav. Cicogna
le violenze del feroce Ezzelino III da Ro- osserva , che il monastero fu eretto Ira

mano, e piìi tardi le mosse f5uerresche ili rSoqe r827,e rimarca la liberalità stra-

Francesco I da Carrara signore di Pa- na di Leone V, il quale come iconocla-


dova, in guisa che ridotto allora il mo- sta ninna fede preslava alle ss. Reliquie.
nastero a baslita, e finalmente al ter- Forse l'imperatore con tali doni, tanto
minar del XIV secolo smantellato, ri- preziosi pe'veneziani, cercava di tener fer-
fuggirono per sempre i monaci a Vene- ma la loro alleanza col greco impero.
nezia nell' altra batlia di s. Gregorio, che Aggiunge, che il documento poi che af-
da quella di s. Ilario dipendeva. ferma l'operalo da Leone V, è una del-
3. Benedettine dì s. Zaccaria. La chie- le maggiori prove della dipendenza delle

sa parrocchiale di s. Zaccaria profeta, nel Lagune venete e di que'che l'abitavano


sestiere di Castello, ebbe origine molto in* all'impero d'oriente. Il doge Giustiniano

nanzi al monastero fondato dipoi dalla che poscia Io perfezionò, gli assegnò pel
pietà de'dogi Angelo e Giustiniano Par- mantenimento delle religiose alcune ter-
lecipazio, dal vescovo d'Opitergio s. Ma- re e acque convicine.Soggiunge.il Corner,
gno per ammonizione avuta in visione di che s' accrebbe non molto dopo il deco-
s. Gio. Ballista, sotto 1' invocazione del ro del monastero per la venuta in Vene-

padre suo s. Zaccaria; rigettando il Cor- zia di Papa Denedetto III neir855, fug-
ner altre tradizioni, che t'alsamente pre- gendo la violenza e l'insidie dell'antipa-
tendono farne risalire il principio al pon- pa Anastasio. Accollo nella città dal do-
tificalo d'Innocenzo I del ^01 ; non che ge e da ogni ordine di persone con som-
diverse cose riferite dal Sansovino, e prin- ma riverenza e applauso, si portò indi a
cipalmente le contenute nel libro di Do- visitare il monastero di s. Zaccaria, cele-
menico Bozzoni intitolato: Silenzio di s. bre per le ss. Reli(juie che possedeva, in-
Zaccaria snodalo. Fu dun(|ue la chiesa vitatovi dall'istanze riverenti della piissi-
di s. Zaccaria eretta circa la metà del se- ma abbadessa Agnese Morosini, la quale
colo VII, e fatta parrocchia de'circoslanti diede al Papa le più vive dimostrazioni di

abitanti; benché poi per togliere il distur- filiale alTello e di rispettosa ubbidienza.
bo alla quiete delle monache che l'ulfi- Memore di lultociò Benedetto III, ritor-
ziavano, si ridusse nella vicina chiesa di nato a Roma mandò in dono alla ba-
,

s. Procolo, antico padronato del monaste- dessauna gran parte de corpi de ss.
ro, secondo alcuni verso la metà del seco- Pancrazio martire e Sabina vergine, e
lo IX, ma
più veramente in principio del per particolare venerazione alle reliquie
XII, essendo Domenico neh 107 pievano del .°, il monastero per molto tempo s'in-
I

di s. nominati dogi dell'8 o (o


Zaccaria. I 1 titolò de'ss. Zaccaria e Pancrazio. Que-
soltanto Giustiniano), vi aggiunsero poi sto racconto del diligente Corner, fu con-
il monastero di benedettine , non solo seguenza del già riferito da' cronisti ve-
per istinto di loro pietà, ma per soddi- neti, i quali si accordano nel registrare la
sfare a' desideri! di Leone V V Armeno venula nella loro religiosa città di Bene-
imperatore greco deirSi 3, il quale aven- detto III, esule da Roma per salvarsi dal-
do loro invialo in dono il corpo di s, Zac- la furia della fazione sostenitrice l'anli-
loo YEN VEN •

papa Anaslasio; e virannodano il poste- nedello 111 eletto a' 17 luglio medesinid
riore sagro doimlivo del Papa, ed alcu- per avere Anastasio peisislito nello se
no si estese a convcrlire le parole una stna due mesi e alcuni giorni; ed minisi i

f^ran parie de'corpi, pel lutto e per l'in- imperiali tralasciarono di favorirlo,amu
tero di essi, come praticarono altri nel tivo della costanza che videro nel clero
nominare alcuna parte insigne delle ss. nel popolo in riconoscere Benedetto II
Reliquie {^r^.) di diversi santi.

dispensabile una breve digressione, per


— Qui è in- per vero Papa, presente in Pioma, ov
mo:i tiopo 2 anni, 6 mesi eie giorni d
indagare se vera la gita in Venezia di Be- pontificato. Tra le due epoche vi è an,t
nedetto III, e se le reliquie da lui inviale cronismo. Poiché se lo dice eletto a'i'
furono porzione, ovvero corpi i de'ss, Pan- Ifjglio e consagrato a'29 settembre, qii<
crazio e Sabina. Narrai negli articoli che sto periodo è più lungo del da lui dicliia
indicherò in corsivo, oltre in altri che vi rato. AfTatlo non parlano, che per lo sci
hannorelazionejCome deposto e scomuni- sma d' Anaslasio fuggisse da Roma B
cato da s. Leone IV, nel concilio di Roma nedello HI e che si a Venezia
recasse
tenuto nella Ciùesa di s. Pietro in Va' i seguenti alili scrittori da me possedut
ticano nell'853, Anastasio già cardina* e riscontrali. Anaslasii BibUolhecarit
le del Titolo della Chiesa di s. Mar- De Vilis Roni. Pontificiun , cum noti
tello, per avere si il titolo e la parroc- variornni, l. 1, p. 394- Ciacconio Fi ,

chin abbandonati per 5 anni, egli nella tae Ponlifieum, t, 1, p. 689, cnm novt
morte di tal Papa sturbò V Elezione dei Addilio Oldoini, il quale però riferisci
successore Benedetto III, e favorito da- quanto riporta il Morosini ntW Historic
Lotario
gli .i^rtiZ»fZi^r/V2^o;7 del l'imperatore di /'enetia,e trovandolo in questo a p. 69
],guadagnati daTazionari scismatici, ad ne preferisco il testo italiano e più intero
onta che il nuovo Papa avesse mandato a " Venne a Veuelia nel suo principale
incontrare i messi ia)|)eriali, Adriano Se- (del doge Pietro Tradonico) deir856 Pa
( ondicero eGvaiìauo Stiperista, si volle pa Benedetto HI, che da lutti gii ordin
introdurre nella cattedra apostolica. Però della città con grande riverenza et hono
vedendo gli ambasciatori il popolo oppor- re, comesi conveniva, fu ricevuto. Dico-
si all'intronizzazione deW Antipapa Ana- no alcuni vi venisse per allontanarsi dal-
stasio, lo cacciarono dal Laterunu e rimi- le turbolenze di Roma; essendo egli an
sero in libertà Denedelto III, ch'era stalo dato alla chiesa e monaslerio di s. Zao
dato in custodia a due malvagi preti, e caria dall'abbadessa Agnese di casa i\Io
da questi strapazzato e ingiuriato. L'ele- rusina, fu supplicato ad lionorar il su(
zione era seguita17 luglio 855, e la a' monaslerio delli corpi di s. Pancratio i

Consagraziane ebbe luogo a'24 o a' 29 di Sabina, e ne fu con benignità gran-


s.

settembre dello stesso anno, dilazionata de da S. Santità ritornota a Roma gra


appunto per attendere gli ambasciatori, liala". Per le quali reliquie avverte l'Ol-
che secondo 1' uso invalso per imporre doino Parteni tantum fior uni Sane lo-
:

alle fazioni si doveano trovare presenti; rninCorporuniJ'enetias nnsìsse Benedi


laonde Benedetto 111 non poteva partire cluni af/ìrniare nohis est opus, rum ex
da Roma e poi era stato imprigionalo, Marlyrologio Romano, aUisque fidcdi
come riporta Del Primieero
il Galletti, gnis auctoribus habeanius Roinae sacra
e altri uffiziali del Palazzo, p. 54 e s. linee Lipsana nOftris etiani nisce tempo
97. Il Novaes nella Storia di Benedetto ribus fidclcs cenerari. Il Piazza nell'/
III, riferisce la morte di s. Leone IV a'
17 merologio di Roma a' 2 maggio, festa d 1

luglio 855; vacò la s. Chiesa un mese e s. Pancrazio afferma venerarsi il suo


,

12 giorni, lino alla consagrazioue di De- corpo nella suburbana Chiesa di Roma
V EN VEN lor

v. Pancrazio, e produce ranlorilìidi cnsò e col popolo tornava aJ acclamare


F8|)i« s. Giegoiio I, suir esistenza nella lìenedetlo che riconosciuto dagli am-
111,

i
medesima del s. Corpo. Nana |)iire del- basciatori, Anastasio fu cacciato. Nel mi-
\ l'altre chiese di Roma che ne possiedono nuto racconto non avvi parola, che Be-
! le reliquie, ed il Capo venerarsi nella ha* nedetto III fuggisse, né poi ne partisse du-
silica Laleranense, e che nel grande in- rimte il breve pontificato. Lodovico A-
:
cendio che la bruciò si conservò illeso gnello Anastasio, /s7or/a degli Antipapi,
con l'immagine del Salvatore, ma sudò t.i,p. 166, anch'egli narra l'elezione di
.«angue per 3 giorni conlinai. Notai nel- Benedetto HI a' 1
7 lugfio 855, ripugnan-
iiu biogralìa del santo, che le sue reliquie te per virtù ; poi il decreto dell'elezione

furono nella sua chiesa disperse nelle due fu mandato all'imperatore Lotario I, se-
re|)ubl)liche romane del 1 798 e 1
849 '^'''' condo r abuso che riprovai in tanti luo-
furiosi e sacrileghi repubblicani, e persi- ghi, e derivato per conoscere se canonica-
• no spezzata l'urna che racchiudeva le ve- mente erasi proceduto; quindi l'Augusto
,
nerabili ossa ; e devastato empiamente inviò i suoi ambasciatori perassislerealla
I
tutto il tempio, rapita la s. pisside, fallo sua consagrazione, quali furono incon-i

[
in pezzi il ciborio. 11 corpo di s. Sabina trati da alcuni fautori dello scomunicato
'
matrona romana e martire, si venera Anastasio cardinale deposto, per subor-
nella (Illesa di lìoiiui s. Sabina, sot- narli, e intanto imprigionarono Benedet-

to r.dtare maggiore, rmnovando il qua- to III strettamente legalo. Allora Anasta-


le Sislo V ritrovò le relicjuie del suo s. sio s'intruse nella Sede apostolica e com-
Corpo, e qtiell'allre i\\ cui anche nel voi. mise scelleraggini nella basilica Vaticana,
LXXXVIII, p. 8G: tanto testifica il ci- peggio d'un saraceno. Fece spogliare ii

tato Piazza , anche nella sua Gerarchia Papa delle vesti di sua dignità e iniqua-
Cardinalizia. E ciò basii perora, quan mente battere, oltraggiandolo pure con
lo alle ss. Reli(juie. Il IJaronio negli An- villanie; indi lo consegnò a Giovanni e
nali ecclesiastici^ e il diligente suo coin- Adriano preti, stali deposti anch'essi da
all' anno 855 dicono
pendiatore Rinaldi, s. Leone V, perchè lo legassero e tenes-
i

morto s. Leone IV a' 17 luglio, e senza sero prigione. A tante barbarie alti cla-
dimora di comun volere fu eletto Bene- mori alzarono il clero e il popolo, e giam-
detto III; ma poi alcuni perversi, valen- mai vollero piegare a' minacciosi ordiui
dosi dell'opera degli ambasciatori impe- degli ambasciatori, di riconoscere Ana-
riali ,
posero violentemente nella sagro- stasio per Papa. Allora gli ambasciatori
s.mla sede Anastasio scomunicato. Lodo- usarono la seduzione, senz'etletto, onde
vico vedendo che nell'elezione del Pa-
11, tornarono frementi alle minacce di far
pa non si avea riguardo all'imperatore, mozzare leste. Ricusandosi da' vescovi di
sludiossi, in odio tiel clero romano, il Ostia e d'Albano consagrare T antipapa,
quale procedeva all' elezione con liberi finalmente gli ambasciatori udendo tutti
tuli, di promuovere a tanta dignità quel- i vescovi, il chiericato, il popolo gridare

l'andjiziosu di perduta salute. Ma in vuo' nella basilica Laleranense: Beuedictus


lo andarono i leujerari inlendimenli del Dcatissìmuin Papani volunius, ìpswn-
principe. A lui e al padre Lotario I il qne desideraniusj calmando il loro fu-
clero mandò d decreto dell' elezione. In- rore, tentarono ancora una volta gli am-
tanto i f.uUori dell'antipapa posero in basciatori di favorire Anastasio, e poi ri-
prigione Denedetto 111. Gli aadjasciatori conosciuta la verità si diedero per vinti.
adunalo il clero nella Chiesa di s. Emi- Fu dunque vergognosamente cacciato A •
liana, verginee martire romana, gl'ini- nastasio, e liberalo Benedetto Ili fu por-
posero per Papa Anastasio. II clero ri- tato tnoufalmente uella basilica Liberia-
j

loa
iia, dove gli
VEN
scismatici gli domantlarono
VE
Zaccaria neir855, e l'invio da R.oma de*
N I
neitlono e resero ul)biJieiiza ; il simile Corpi santi di Pancrazio e Sabina ; e for.
fecero gli ambasciatori , ch'erano slati se anche quelli de'ss. Nereo ed Achilleo,
luanilali a Roma per riconoscerlo. Il se ma non essere certo, poiché riconos cendo
tlicente Anastasio li! da' 24 'l's''^ avea conservarsi in Roma, crede venerarsene
usurpato il pontificato nello scisma, che qui una porzione.Anzi essere certo che nel»
termiiiò a'29 settembre colla consagra- la Ceneda sono le leste de*
cattedrale di
zionedi Benedetto III. Nella della Istoria ss.Nereo ed Achilleo; pertanto se cioè
particolareggiata dal diligente e ditFnso realmente vero, ad altri santi del nome
storico, non si fa parola di assenza daRoma stessoapparterrannole teste che si custo-
di Benedetto ili, né di posteriori brighe discono in s. Zaccaria. Conclude pruden
o vessazioni del fuggito Anastasio; sol- temente,clie si di queste reliquie, che del
tanto e penitente tornando in Roma nel- rallre,iu maticanzadi documenti piamea
1*867 sotto s. Nicolò l,ma per nuovi de- te SI deve credere ciò che fu dello da gì
litti funuovamente deposto da Adriano antichi, quand'anche in effettua divers

11 neir868.11 Gusta, Piaggi de Papi personaggi spettassero. Ma di Ben ed eli


ed il Ferlone, Deviagli de Sonimi Pon- 111 nuli' altro ci dice, e della queslion
tefici, affatto non nominano Denedetlo osserva allo silenzio, comprenden do be"
111. 11 Pagi, Breviariuni Poiitificuin ne nella vasta sua eruJizione, non esse
Eoni.: De Benediclus IH, egualmente re argomento da potersi sostenere e prò
non fa parola che il Papa si partisse mai vare. Tolga il cielo, che io pretenda le
tla Ruma
nel suo breve pontificato. Niu- vare una gloria a Venezia, mentre anche
iiamenzione ne fanno il Garampi, De di si(nili ne vanta, come accennai più so
Nuniino Argenteo Benedicti III. Il Pla- pra e riferirò nuovamente poi. Il moti»
tina, Le Vite de* Pontefici. Il Panvinio, per cui feci tali critiche indagini, deriv
Ùa lispetto condiscendenza per un
ppilonic Pontifìcnm Roni.
Jitae Pontificiim Roni. Il
11

Burlo,
S;indinij
Rom. storico veneto,
e
una delle glorie lettera
eli
I
Pontificuni B revis notitia ,\Jiì^vn\on>Slo- rie viventi di Venezia, il quale nel settem
ria de' Papi. Il Muratori, Annali d' Ita- bre i853 degnò corlesemenle interpel
si

lia, racconta negli anni 855,856 e 857, larmi sull'aigomento. Per assoluta man
e importa che io rimarchi, la tnorte di canza di tempo mi scusai, promisi occuf
s. Leone IV, da
lui pure regislrala a' 17 parmene quando avrei trattato di Vene
luglio 855;
tradimento de' portatori
il zia, così vi corrisposi. Egli è il dolio e cr

del decreto d'elezione, che ingannarono tioo S. R^omaniii, autore dell'applaudi


Loilovico II, con dirla [)robabilmente si- la Storia documentata di Venezia, iv
moniaca e violenta; e il trovarsi egli in i8ti3'58 tipografia Naralovich, in cor
Italia suo regno. Che tenendosi anche al- so avanzato di stampa, e di cui mol
lora Venezia qual cosa rara,
la città di to mi gioverò e perciò con imperitur
come fabbricata in mezzo all'acque del riconoscenza. Eruditamente ne ragie
mare, narra la visita che neir856 vi fa na nel l. i,p. i83, e dopo over anch' e*
ce Lodovico II coll'imperatrice Angilber- gli esaminato molti scrittori delle fi-

gasua moglie; nulla dicendo della pretesa te de' Papi e altri autoii, che nouìina,
venuta di Benedetto 111, benché parli di e nulla dissero della venula di Benedetto
questi e di Roma, e persino di traslazio- Illa Venezia e delle reliquie de' ss. Pan-
ni di Corpi santi ; e della visita fatta al crazio e Sabina mandate al monastero di
Papa in Roma da detto imperatore. Il s. Zaccaria, nella cui chiesa sono in parti
cav. Cicogna appena ripete cogli altri colar venerazione; e che neppure fecer
ficiiltoci la fatta visita nella chiesa di s. cenno d'alloutanamenlo del Papa da R
YEN V E N lol

m.'i. Ricorda il liproiloUo dell' OUloìiio s. Leone IV, col comune degli storici
stilla felle dei Rlorosini ; che con un dicesi a* 17 luglio 855, e «lice che subilo gli
l'accenna il iMal)illon,/^/irtcz/t;.Vj-epernon successe Benedetto III ; così escluden-
dire nitro, che Dandolo narra dubbio-
il dosi la favola della Papessa Giovan-
samente il (atto. Laonde conclude, es- na (^^.), la quale alcuni posero nel lem-
sere il racconto una pia leggenda de've- po di mezzo fra questi due Papi, met»-
nezi.ini, colla quale si volle dare mag- tre la favola fu inventala al principio
giore importanza a quelle reliquie , ed del XIV secolo. Osserva ancora con
unirvi una gloria nazionale d'averne al- Anastasio Bibliotecario, che Benedetto
bergato l'eccelso donatore. L'ab. Cappel- III, siccome imniediato successore di s.
letti, trattando de' vescovi d'Oli volo,sa via- Leone IV, l'elezione sua fu nota a Loia-
mente usa un dicesi che Benedetto MI fu rio I, il quale mori a'aS settembre 855.
a Venezia per venerare il corpo di s. Mar- La numismatica produsse una medagliai
co, alloggiato nel monastero di s. Zacca- o moneta dove da un lato ha Benedetto
ria, del qual soggiorno il Corner non trovò III, dall'altra Lotario I,e tolse ogni dub-

memoria ; e che tornato in Roma man- bio sia sull'epoca e sia sulla scandalosa no-
dò in dono alia chiesa corpi de'ss. Ne- i vella ripudiata dagli stessi protestanti di

reo ed Achilleo, i (|uali corpi tuttora ivi sano intelletto. Dichiara inoltre Maran-
si conservano. Siringe il suo dire, quanto goni, Chro/iologia Roni. Pontificum, a
allavenuta del P.ipa e sua dimora nel p. 55 e 5Q, che s. Leone IV morì a'
7 1

monastero, che resta luogo a dubitarne, luglio 855, e Benedetto HI tolto con
anco perchè s. Leone IV vivea sino al 7 i violenza dal suo titolo ove stava orando,
luglio 856. » Come dunque poteva veni- fu tosto acclamato Papa, indi dopo due
re a Venezia nelI'SSS il Pontefice Bene- mesi e 12 giorni venne ordinalo; e che
detto III, il quale non era ancora stato il Garampi colla citata Dissert., in qua
eletto Papa?" E penoso il non potere edam pliira de illius sedis epoclia eru-
talvolta andar d'accordo con chi s'impa- diteexpendit. Di pina p. i85 descrive:
ra, si ammira e si deve gratitudine. Sa- Schisma xii Anno Chrisli dccclf, in
piente, non si oifenderà se io da nulla, quo, cantra Denediclum III ìntrusus
osi esporre, riverente, testimonianze di- est Anastasius presl>yter. Conviene av-
verse, prolesta che intendo estendere vertire, che Lodovico II era stalo asso-
con altri eccellenti veneti scrittori qua- cialo dal padre Lotario I al regno d'Ita-
lora non creda in lutto seguirli. Impe» lia neir844> e come tale venne corona-

rocche gli autori di sopra ricordali, lui* to da Sergio II; e neir85o fu associato
ti assegnano la morte di s. Leone IV all'impero; perciò gli ambasciatori im-
nell'855, e in questo l'elezione di Be- periali furono attribuiti anche a lui.
nedetto III. Qualche vaiiante trovai sul Quanto a'corpi poi de'ss. Nereo ed Achil-
giorno della morte del 1° e dell'elezio- leo, leggo nel Corner. » Benedetto resti-
ue del 2.°, la quale comunemente si ri- tuito alla sua sede di Roma mandò iu
porta 17 luglio 855. Valga per tulli
a' dono alla divota abbadessa una gran
l'autorilà del cardinal Garaujpi, che pre- parte de' corpi de' ss. Pancrazio martire
cisamente discute nella Dissert. De Nitm- e Sabina vergine, de'quali questa vedesi
mo Dcned. HI, V epoca della morie di registrata nel R.omano Martirologio (col
s. Leone IV^, quelle dell'elezione e con- titolo di iìlartyris e non di Firginis)
sagrazione di Denedello 111, e l'epoca di al giorno 29 di agosto, e quegli è vene-
Lolario I, poiché alcuni attribuirono gli rato dalla Chiesa universale con ufilzio
ambasciatori a Lodovico II. Il moderno comune a'ss. martiri Nereo ed Achilleo,
dottissimo HenrioD registra la morte di de'quali pure gloriasi questa chiesa (di s.

io4 VEN VEN


Zn(c«rio)di conservare insigni relir/nìc". (loro, e il c.ipodel loro compagno s. Leo-
JNon ilice corpi. L' allunale Diario Ilo- ne, lasciando in delta isola d suo corpo.
Viano nel ff naie si annunziano le fcslc di Soldati di Costanzo, per conservar pura
Homa, registra a' i 2 maggio: » SS. Nereo la loro religione, eransi ritirati a Samo a
eJ Achilleo fratelli, e Flavia Doinitilla menare santa vita eremitica. Da Roma,
vergine e martire, alla luro chiesa sono i ove fu martirizzato, fa recalo in questa
loro corpi". Altrettanto notai nella bio- chiesa il corpo di s. Lizerio spagnuolo. A
medesimi con poche parole,
grafìa de' così insigni reliquie, si devono aggiunge-
uvendonepiù volle ragionato altrove. Il re nella chiesa di s. Zaccaria, quelle della
piazza neir Enierologio di Roma, a ss. Croce, della Veste della B. V^ergine, già
la maggio narra: » 1 ss. INereo ed Achil- trasmesse col corpo del s. Titolare a' dogi
leo gloriosi fratelli martiri romani, eu- l'arlecipaziodairiniperatore Leone V, di
nuchi di Flavia Douiitilla. ..La fèsta si cui pure si crede dono il Velo di s. Aga-
fa con indulgenza plenaria alla loro chie- li vergine e martire, tanto prodigioso
sa, ove riposano nella confessione anti- contro gl'incendii. Altresì una ss. Spina,
chissima sotto l'altare maggiore i loro ve- alcuni capelli di Maria Vergine, il cor-
nerabilissimi Corpi, con quello della b. po di s. Bonifacio martire, le testeche
Flavia Dumitìlla loro signora. Le Teste dicoiisi de'ss. martiri Slef-mo I papa (ma
loro si venerano in preziosi reliquiari al- può vedersi la sua biografia), Pietro Ales-
laChiesa Nuo\a'(dtì' Filippini). A s. Adria- sandrino vescovo, Claudio, Felice e Sabi-
no, ove sono le loro reliquie, e se ne fa na, oltre alcune os«a de'ss. Innocenti, e-
solenne memoria. A s. Pietro in Valica- giialmente si conservano con ispeciale
no, ovesono loro Sagri pegni. Nella me- riverenza in questa chiesa. Frattanto
desima diaconia dì s. Adriano iposaronu i non essendo passali molti anni ilalla

per molto tempo corpi di questi ss. Mar-


i fondazione del monastero, minacciai!
tiri, cioè dall'anno 1228 sino al 1 Sgy, nel do rovina. Io rinnovò interamente con,
quale furono con celebre pompa, quanta grave spesa la badessa Giovanna, figlia

giammai per avventura si vide ne'tem- ilei doge Orso I Parlecipazio, il qua-
pi andati, in occasioni di Traslazione di le si elesse a sepoltura questa chiesa.
Santi, trasferiti a questa loro chiesa ". Nel suo atrio già vi giaceva dall' 864
Tralascio per brevità di riprodurla, de- riminediato suo predecessore Tradoni-
scrivendosi dal Piazza, il (|uale giù avea co, proditoriamente ucciso nell'uscire da
riportalo le medesime e altre notizie nel- questa chiesa, dopo avere assistilo al ve-
la (^errt re /i/rt Cardinalizia, - — Il Corner, spero de'i3 settembre anniversario di
oltre i riferiti sagri tesori, dice che mag- sua consagrazione. Altri dicono nel dì se-

giori n'ebbe la chiesa di s. Zaccaria ne! guente, altri il 2." giorno di Pasqua ; il

secolo XI, allorquando i veneziani dall'o- cui cadavere abbandonato dal terrore
riente portandoa Venezia preziosi Corpi ilestato dal tragico avvenimento, nella
santi, alcuni ne depositarono in quella notte le pie monache lo seppellirono. Cre-
chiesa, come nel più divoto santuario scendoli monastero in somma ripulaziot
della città. Celebre tra essi è il corpo di ne di santità ancor presso gli estraiiei,con-
s. Tarasio eremita, pel prodigioso suo corsero ad aumentarne le rendile rag-
acquisto, indi solennemente ricevuto e guardevoli personaggi, con ampie dona-
collocato in una cappella sotterranea del- zioni conferinateda imperiali diplomi, ad
la slessa cliiesa, nel cui monastero 200 onta de' quali non mancarono poi conte-
leligiose allora servi vano a Cristo. Da Sa- stazioni vessatorie. Soperate dopo molli
pio in questa chiesa purlarono,aIlri vene- luigi, altri benefallori l'arricchirono di
ziaoi, i corpi interi de'ss.Gregorio e Teo- possessioni, per alimento delle i'erginì e
V E N V EN io5
{Ielle vcdci'c, che nel monastero ritirate memore deiroffuttnoso e rileranle soc-
servivano Dio con regolnr osservanza ; e corso ricevuto tliille monache nella guer-

riuscirono opporliine, per aver il fatale ra eli Lombardia; ed anche pel prezioso
incendio deli i o5 distrutta la chiesa e di- santuario di tante ss.Rcliquie, ed in con*
vorato il MionaslerOj ben tosto riedilica- siderazione chela visitava il doge col
li. Insorti nuovi contrasti, l'imperatore venetosenato nella solennità di l^asqua,
Eolico V nella sua venuta a Venezia, li per antico immemorabile uso, e nella
troncò con amplissimo diplonia. Anche i piìi pomposa Oìaniera. Siill'islituzione di
J*ai)i decorarono il nionastero di specia- tal visita, vari sono i pareri de' veneti
hssimi privilegi, poiché Eugenio 111 nel scrittori. Alcuni la derivano dal dogado
ii5i l'accolse sotto la protezione della di Giustiniano confondatore del mona-
s. Sede, ordinando che vi si conservasse stero; altri dalle ricevutess. Reliquie in*

la congregazione cluniacense dell'ordme viale da Benedetto III, per pubblico de-


di s. Denedetto, stabilitavi per l'avanli, e creto onde venerarle; altri dal principato
che fosse immune da molestie: tutto di Sebastiano Ziani, per gratitudine del-

confermarono Adriano IV, Alessandro l'erronea concessione fatta dalle mona-


Ili, Lucio 111, Uibano HI, Urbano IV, che dell'orlo loro, per ampliare il palaz-
Lonifacio IX. Di Alessandro 111 nel t. 2, zo ducale e la piazza pubblica, tradizione
p. /p8 del Bull. Rolli., vi è la bolla j4- qualificala favolosa da Corner. Anche in
pus lolici modera mini s,con(ermai\\.c lut- questo monastero penetrò la rilassatezza,
li beni e privilegi, data in Tuscoloa'21
i massime nel deplorabile lungo scisma;
marzo i8o, soltoscrilta dal Papa e da
i giunta la corruttela agli estremi, eoergi-
17 cardinali. Non ostante l'interna pace ci provvedimenti ordinò il patriarca Con-
del monastero fu turbala nel 1 278 da al- tarini, considerandolo nobilissiino fra gli

tuni conversi benedettini, servi di esso, altri della città, corrisjjosto dalla bades-
secondo Tuntica consuetudine per la di- saMarina ÌMaicello e dalla parte miglio-
rezione delle rendite, oltre i religiosi per monache, e confermati nel r5i5
re delle
l'amministrazione tie' sagramenti, di- da Leone X, il quale nel i5i8 restituì
nioranli ne' cos'i detti monasteri doppi, alla chiesa di s. Zaccaria l'ampie indul-
c l'ordine del Salvatore di s. Brigida
ss. genze concesse da'predecessori, e sospese
(/ .)hì così fondato, di che liuono fre- da Giulio II per la rifabl)rica della basili-
qiienti gli e>empi ne'uionasteri di Vene- ca Vaticana. 11 sontuoso tempio [)er l'è-

zia, ed il nobile veneto Gio. Agostino norme mancaza di pronti mez-


spesa e la

Gradenigo con una stampata Lettera zi soltanto compito nel i5i5, concor-
provò l'uso de'mouasteri doppi in Vene- rendovi con alquante coloime ujarmoree
zia. Il doge Tribuno IMemmo nel 991 e l'erezione d'una ca()pella il vescovo di
costrello dal popolo a vestir l'abito mo- Brescia Domenichi, fu consagialo a'
27
naslico ne'recinti sagri di s. Zaccaria, ivi maggio 1 Se-
543 da Lucio vescovo di

G giorni do[)0 morì e fu sepolto. La benico, sotto l'invocazione di s. Zacca-


chiesa benché rinnovata dopo l'accenna- ria profeta antico suo titolo, ma se ne ce-
lo disastro, vicina a cadere, le monache lebra raniiiversarioa'7 maggio. In segni-
nel 1456 e 14^7 fecero gettare i fon- lo ebbe altre decorazioni, per la genero-
damenti di quella che s'ammira, più am- silà di diversi divoli. Quesl'am[)lissimo
pia e magnilica,con isceltissirni marmi, i chiostro di benedettine, fu da e>se abita-
cui avaiizantenli furono eccitali da Cali- tosino alla soppressione del nefastoiSio.
sto 111, Pioli e Innocenzo Vili, conceden- Già nel 1806, in cui pel decreto de'28
do larghissime indulgenze a' fedeliobla- luglio visi erano concentrale le religio-
Vi concojse il scuulo,
lori di sussidii. se della Cioce,ede'ss. CusmaeDamia-
I <)6 V E N YEN
no flella Giudecca, fu allora dicliiarato chiesa del s. Sepolcro. Intorno ad essa
nioiiiistero di i.' classe. Tulle le mona- cappelln sono disposti sedili a tarsia la-
che poi sloggiarono a' 3o giugno 1810. vorali nel 14^4 da' fratelli Francesco e
La chiesa per alcuni mesi stelle serrata, Marco di Il maggior aliare, ar-
Vicenza.
flnoal decreto patriarcale de'24 otlohre, con il miglior ingegno, ricco di
chi Iettato
col quale fu dichiarala parrocchia della marmi, ha un elegante tabernacolo. In uno
decania di s. Pietro di Castello, e nel dì de'piccoli altari dietro al medesimo è os-
seguente fu riaperta al divin culto. La servahile il s. Pietro clie piange : soggetto
parrocchia conta 4 1^6 anime, ed ha per che il napoletano Ro«a rappresentò con
chiesa succursale s. Giovanni in Oleo, di forza e tenerezza. Nell'altare appresso, la
cui nel § Vili, n. i f. Il monastero servì Circoncisióne del Signore e s. Caterina ,
parecchi anni a pid^blici ulH/i della ra- è graziosissimo dipinto di Gio. Bellino,
gionateria centrale delle Provincie venete. Vicino alla sagrestia è il Deposito che il

ed oggidìi militari vi tengono il magazzi- ricordato Vittoria scolpì a se medesimo :

»iod'al)|jigliame(ilo. La chiesa è una delle è un monumento fra'piìi illustri che vau-


pili s[>lendide e de'piìi belli ornamenti di liVenezia. Belli sono pure que' del se-
Venezia, perl'eslerior prospetto, interna nature Marco Sanuto, e dell'ambasciato-
strulturaearmonicocompartimentOjScel- re Giovanni Cappello. Sull' altare del-
tezza di marmi, copia e vaghezza di pit- la sagrestia il Cristo in Crocee dipin-
ture. L'archilelto, che tenne lo siile de' to del Farinaio. Nel [."altare in chie-
Lombardi o del vecchio Lombardo Mar- sa è de' più sublimi dipinti di Gio. Cel-
lino, è ignoto: forse fu quel mastro Aii- lino, la tavola di Maria Vergine con
4
tnnlo qu. Marco \no\.o di sua fabbrica, Santi: tornò di Parigi, e fu non ha guari
che nel >477 «l'ordine pid)blico andò in ristauralo con tutta diligenza ed amore.
Levante, La tacciata molloelegante e rie- da A. Togliapietra, che lo redense corn-
ea di marmi, ha la bellissima porta ador- pintamenle. L'altro altare ha una tavola
na di belle scullure; viene sovrastala di G. del Salviati col Salvatore e vari

dalla statua del Profeta, lavoro diligen- Santi. Molle altre buone pitture ornano
tissimo del Vittoria, del quale è poi cosa le pareli e gli altari : nella cappella di s.

meschina il Battista nell'interno. Dopo i Tarasio,con 3 altari di legnocostruiti nel-

due primi altari, con due buoni dipinti loslile archiacutodapochi anni condegna-
del Palma giovine, è osservabile la cap- mente r istaurali e dorati, vi condussero
pellachesegue,deltade'Morti,edera l'an- le migliori opere i Vivarini, ad ulterio-
tico coro delle monache. La tavola al- re prova di quanto la pittura veneziana
la destra con Maria Vergine e parecchi progredì a meritodique'diligenti e instan-
Sanli, opera di molte bellezze, è creduta cabili muranesi. Quest'ampia chiesa a 3
del vecchio Palma. La tavola all'altra navi, pe'molli pregi, soprattutto per quel-
parte, con Cristo all'Orto, è del Desu- to di certa sua singolarità di siile lati-
bleo, concepita con molla ragione, e di no-greco, è tra le illustrale nell'opera: Le
colorilo che piace, Sull'allaie è un pie- Fabbriche di P"enczia,àA\ Wiedo mìx^Ìx-
t(jlo (|Uftdro tiguianle l'Addolorata, at- camente.edalZanolto eruditamente e con
Inbuilo a Tiziano. Sulla parete di fron- intelligenza artistica, il qualedescrive i di-

te al medesimo, è l'antica pala del sud- accennandoquelli di Fntuiani


pinti tutti,

detto, con la nascila del Ballista, ope- cherappresenlòla consagrazione del lem-
la di Jacopo Tintorello, ed una per pio e la visita fatta al monastero dall'impe-
lìanco al medesimo sono due tele gran- ratoreFeilerico 111; e di Celesti che colorì
diose di L. Bassano con falli della vi- 1' altra supposta visita di Benedetto III

la di Maria, provenuti dalla soppressa neir855, e il ricevimenlo del corpo d'uu


V E N V E N 107
«anfo per opera del Papa, (lell'imperato- fu tenuto in venerazione. Qui vi a snu-
re e ilei iloge. Si ha I o[)nscolo inlitolato: linearne le mura ripo&nrono per uiol-
]\'rl riapiiinenlo solenne del sollcrranto li secoli, in antiche urne di n)arn»o e di
in cui si venera l'antichissima Ininiagi- tavola, i corpi di s. Liziero, de'ss. Tarasio
ne di Gesìc Cristo nel Sepolcro nella e Leone, di s. Gregorio, de' ss. Nereo,

parrocchiale di s. Zaccaria profeta in Achilleo e Teodoro C, di s. Pancrazio;


/'enezia. Orazione dell' III." e lìe\.'° I\IgJ ed a venerare questi sugli deposili ed
fr. Pietro d/ Pianlon ec.,\et)e7Ì-Ane\\ue- altie preziose reliquie, non solo porta-
iniato slabiliuìenlo di G. Anionelli i844' vansi ogni giorno in (pieslo sollerraneo
Essendoneslatohenemerito l'egregioGio- elette vergini di regio Sangue, cospicue
vanni Busetto detto Fisola, a lui iutito- per nobiltà e innocenza, u>a in certe pe»

Jò l'opuscolo il zelante [)nrroco della me- culiari circostanze venivano a visitarlo


desuiia d. Andrea De Martini. Ricavo anche nunzi apostolici , and:)asciatori ,

da' Cenni storici intorno aisotterraneo principi, dogi, re d'Italia, imperatori, e


esistente nella chiesa parrocchiale di s. flnanco i Papi Benedetto ili neir855, e
Zaccaria profeta, che precedono Telo- Pio VII nel 1800, il quale |)er due vol-
(piente edotta Orazione pronunziata a' le, cioè a'i4 api'ile a-"" festa di Pasqua e
a4setleu)bre ]843 nel riapriniento del- nella i
.* domenica di maggio, celebrata
l'antico singolare s>otlerraneo tnedesiuio, nella chiesa la messa, discese poi nel sol-
detto ne'lempi andati Confessione. Fre- terraneo medesimo, e quivi per 3 quarti
zioso per la sua vetustà, santo per aver d'ora orò innanzi al corpo tli s. Tarasio,
servilo a custodirvi cose santissime e lui- che solo era ivi rimasto, nientre gli altri
torà la miracolosa iuimagine entro un erano già stati trasportati nel nuovotein-
sepolcro diGesti Cristo, è pur celebre per pio; conceilendo pure in tale occasione,
ji|)partenere a un tempio i.° ritu'o ut oltre a tanl' altre parziali indulgenze,
Venezia di vergini, ed al presente 2.' sua anco la plenaria a tulli quelli che nella
gemma, che dopos. Giacomo di Rialto, tletta i."' douienica di maggio qui fossero
ricorda e nobilita la veneta pietà ne'pn- intervenuti ; e coufermando in perpetuo
niurdi dei suo glorioso dominio, (''osto la bolla dell'indulgenze di Benedetto 111,
più di q piedi sotto l'altare ricchissimo Onorio Ili e l^iu VI, concesse a chi visi-
dei vecchio tempio, e sostenuto da [)iu lava la chiesa dis. Zaccaria nella detta 2.*
archi, i maestrevolmente raccol-
quali festa di Pasqua, » Ognuno può quindi
goiisi a riposare sulla cima di due pila- immaginare in quanta venerazione si te-
slioni e di 4.colunne nel mezzo, largo 22 nesse un si prezioso recinto; e qual pro-
piedi e lungo 29, mostrasi aurora il solo fondo rispetto ispirasse I' entrare in un
avanzo di più terribili incendii, che spe- santuario, che per la forma e per tante
cialmente neh o5desolaiono e chiesa e
1 preziose memorie richiamava tosto alla
monastero, e divenne in tale funesto acci- mente l'idea di quell'antiche catacombe,
dente sepolcro di 100 sante veigiiii,che là dovei primitivi cristiani, nascosti a'guar»
ritiratesi a fuggir la licenza del popolo, ac- di de'tiranni, assistevano al gran Sagrifi-
corso per arrestare i progressi del fuoco, zio oderlo sopra le ceneri de'ss. Martiri e
restarono ivi sotlbcate dal fumo. Fregiato partecipavano alla stessa mensa, arman-
di preziosi addobbi, ricchi doni di prin- dosi così di quell'eroico coraggio, che li
cipi e imperatori, specialmente di Leone faceva nelle persecuzioni trionfanti, e pas-
V; protetto e arricchito d'amplissimi sar dall'altare al mai tirio. " Trasportato
privilegi, di benelicii opulenti, ed insi- poi altrove anche il corpo di s. 'Tarasio,
giii reliquie da' Papi, e particolarmen- e collocata sopra l'altare nel mezzo del
iv da Oooiio 111 e Pio VI, sempre più sollerraqeo una mirabile immagine di
6

I o8 V E N VEN
Gesù nel Sepolcro.si conserva sempre nel fu questa chiesa fabbricata unitamente
popolo In divozione al luogo santo, anzi uè all'altra di 8. Lorenzo, da cui è total-

crebbe di modo, clic per la moltitudine mente distinta, né al monastero; ma


«lii'ledeli accorrenti, fu d'uopo cingere di oltre un secolo dopo nel 1007 al tempo
riisirelli l'iill.Tre. Abbellito l'oratorio, ciie di Pietro Orseolo doge, in occasione
II

conduce al sotterraneo, e riccamente for- che rapi con tal


di (ierissìma pestilenza,
nitorultaredell'Addolorala e promossa la doge grandissima parte degli abitanti. In
sua divozione, u lustro maggiore del san- esecuzione del disposto dal fratello, Ro-
luarìo fu restituito al suo dacoro coll'as- mana ordinò l'erezione del monastero in
si^lenza de' parroccbiaui; e si avvivò la ampio recinto,aggiungendo a'chiostri del-
venerazione per la miracolosa immagine le religiose, altre abitazioni contigue ad
di Gesù nel sepolcro, con onorarne vie|)- uso de' monaci, i quali secondo la ricor-
piìi le gloriose sue Piaghe, mediante l'as- data consuetudine doveano assistere le

fcislenza alla messa ne'venerdi e la recita monache, celebrare i divini ufiìzi e am-
«Iella coronelta, per lucrare l'indulgenze ministrare sagramenti; uso poi vietato
i

cdiigiunte e concesse anco da Gregorio da'Papi e da'concilii, ma duralo lunga-


XVI. mente anche in Venezia. Assunse il go-
4. Benedettine: e Domenicani di s. verno del monastero Romana, la quale
Loienzo, Fra le molle chiese che la pie pare che fosse monaca di s. Zaccaria. Di-
tà tiella fluiìiglia Catloara, ossia Parleci- poi la 3.' o 4-" badessa Tiionessa, verso
pazio,eiesse,uilorchè occupò la sede duca- la fine del secolo XI soggettò il monaste-
le, una delle [)iù ragguardevoli è cpiella di ro di S.Lorenzo alla riforma cluniacense,
s. Lorenzo aicilevila e martire (secondo introdotta nell'ordine di s. Benedetto dal-
lo Stalo personale fu fondata neil'Sog l'abbate s. Oihlone. L'incendio deli io5
e data alle bi'nedeHinencli'84i),cheuni- consumò la chiesa e il monastero di s. Lo-
lameule coll'alti a contigua, non più esi- renzo, e la chiesa di s. Severo: fors'an-
ilenle, fondarono iu onore di s. Severo the (piclla di s. Sebastiano, anzi pure il
iiell'isole Gemelle oZemelleoZimole, nel monastero de'mcmaci,come apprendo dal
sestiere di Castello, i progenitori d'Orso cav. Cicogna. Le due prime chiese ed i
J'arlecipazio ve>covo d'Olivolo, figlio di monasteri furono in breve rifabbricati,
Giovanni e nipote d'Angelo dogi, l'ulti- ed alla chiesa di Lorenzo pare che il
s.

ino de' quali fu probabilmente il bene- doge Vitale II Michieli donasse un piede
merito edificatore d'ambedue. Pervenu- che dicesi di s. Barbara, essendone ba-
te esse per eredità a disposizione d'Orso, dessa la sorella Angela, che magnifica-
ilis[)ose morendo che dovessero restare a mente avea riedificato la chiesa. Le ren-
llomana sua sorella, con autorità d' e- dile aiimeiilaronsi notabilmente, ed 0«
lìgere presso la chiesa di s. Lorenzo un noriolll neli22i dichiarò monastero il

monastero di monache, al quale perpe- libero dalle decime ecclesiastiche. Nondi-


liiamenle fosse soggetta anche l'annessa meno poco dopo caduto in ristrettezze,
«hiesa di s. Severo. 11 vescovo mori nel- implorò e nel 12^0 ottenne da Innocen-
r 8 j4' Unita alla chiesa di s. Lorenzo e- zo IV il premio dell'indulgenze a chi aiu-
ravi altra chiesa di minor mole, dedicala tasse con sii^sidii il monastero; indi da
a s. Sebastiano, cui asserisce il Sansovino Alessandro IV esonerato da qualunque
essere stata pan occhiale, finché la cura imposizione ecclesiastica: e Clemente IV
dell'anime, per maggior comodo de'par- nel I 267 lo ricevè sotto la protezione di
I occhiani, fu trasferita alla chiesa di s. Se- s. Pietro, concedendogli libera 1' elezione
^ L'Ili (la quale, come dissi nel § Vili , n. dell'abbadesse, con facoltà di ricevere nel
7 ijlu demolita a'uoslti giorni j. I\'on pei nioiiaslcrocljiunqne volesse tumularvisi.
V EN VEN io()
'
All' abbatlessii Elisubettn Fl.ihnnico del edificare nella magnifica quadrilatera foi

iT.S'j si deve ascrivere la rifablinca e ma, in cui oggi si vede, in due parti di-
perfezione del duplice monastero, delle visa, l'una esteriore pel popolo, l'altra in-

chiese e degli stabilì, il che alFermasi dal monache. Corner descrive


teriore per le
cav. Cicogna. Alle grazie della s. Sei\e, sì l'antica a 3 navi, con belle colonne di
unì il lispetlo sommo de' vendi per l'e- marmo, e con ornata sotto-confessione,
semplali religiose. Ma ne' piincipii tiel e nel suo sotloporlico era vi sepolto il ce-

secolo XIV insorsero gravissinie dissen- lebre Marco Polo. Nel disfarsi, per mira-
sioni Ira il monastero ed i vescovi Quiri- colo nulla si fecero 4 niuratori nel ca-
ni e Alberlini per volerlo obbligare agra» der la volta della cappella di s. Candida
vi contri biJzionì, però lo protesse Gonifa- romana, vergine e martire, il cui coi pò
ciò Vili. Essendo legalo in Venezia il car- proveniente da Bolsena, era nascosto den-
dinal Migliorati, poi nel i4o4 Innocenzo tro un pilastro, secondo l'uso di que'leni-

VII, partirono i monaci dall'.assegnale a- pi , acciò non si rapisse; fu poi trovalo


bitazioni; e l'abbadessa nel 14^9 ebbe fa- con prodigio, e nel 1629 trasferito nella

colla d' eleggere alquanti sacerdoti lego- chiesa di s. Sebastiano e collocato nell'al-

lari o secolari, per l'ufTiziatura della chie- tare di s. Lorenzo. Più si trovarono due
sa e l'amministrazione de'sagrauienti. In- zareo vasi pieni di monete moresched'o-
tiepidito intanto il fervore delle religio- ro con caratteri arabi, e due ne pubblicò
se, decaddero dalla pubblica estimazione: Corner, colle iscrizioni tradotte in onore
tuttavia l'abbadessa Molin del 1490 po- di Dio odi jMaometlo. Si crederono ric-
tè monastero all' odierna for-
ridurre il chezze ac(]uistate da Domenico Michiel
ma, e cominciare a risarcire la chiesa bi- nell'espugnazione di Tiro, e date diil fi-

sognosa per la vecchiezza; e ne'Iavori del- glio Vitale II alla sorella Angela per a-
la cappella maggiore si trovò nascosto il scondersi mentre il popolo tumultuava e
corpo di Paolo martire patriarca di
s. poi l'uccise nel 1172. La Piiuli compito
Costantinopoli; il Corner riferendo la sto- il magnifico tempio, mori nel 1602 e fu
ria dell'invenzione. Allora la chiesa era l'ultima badessa perpetua; 1'
eletta Cor-
assai frequentala per l'indulgenze concesse naro fu lai.^ delle triennali , alla quale
da Bonifacio Vili, Eugenio IV, Pioli e si deve il maestoso aliare di s. Dai bara
Paulo li; e non essendo sufTicìenti cappel- i martire. La Soianzo che le successe, di
lani alla celebrazione delle messe, massi* contro edificò, simile al suddetto, (pielio
me ne'mercoledì, Alessandro VI nel 499 1
8. Paolo. Fece assai di più la 3." badessa
permise alle ntonache , che con un solo triennale Contarini, poiché fabbricò il

solenne sagrifizio soddisfacessero a lutti superstite maggior altare (dico supersti-


^li obblighi per elemosine ricevute. Con- te, perchè m'istruisce il cav. Cicogna, che
fermarono poi l'indulgenze e preiogatì- gli altri 6 nelle laute volle lagriniale vi-
ve del monastero Leone X, Paolo III e cende furono venduti e altrove collocali,
Giulio 111. Progredendo lentamente ri- i questo restandovi per l'immensa sua mo-
slauri della chiesa, l'edilizio minacciò im- le e pel valore, che non trovò facili coni-
minente rovina, che commossa l'ab-
di pratori e luogo adatto da collocarsi), cusì
badessa Dedo, ordinò nel 58o la rin- 1 magnifico e dovizioso di scelti marmi, che
novazione da'fondaaienti(insiemeal con- a niun altro nell.i città è inferiore di me-
tiguomonaslerodice lo Suiio personale) rito, e nel suo nie7Zo pose il tabernacolo
in luogo più lontano dal canale; ma col- pel Sagramento coperto di marmi
ss.

la dalla morte, ne ellettuò il pensiero la orientali; compi pure nobilmente il sof-


snccessora Paola Priuli ^ sorella del pa- fitto, e lastricò di marmi il |)avimenlo. 11
triarca LorcDzo, la quale nel 1 592 feccia patriarca cardinal Yeudrumiuu nel 16 17
no V EN YEN
consngi'ò (nie innesloso aliare maggiore, la chiesa di s. Sebasliano, oltre il corpo
e i due ile' ss. Paolo e Barbaro a' q gen- di s. Candida, si veneravano (|uelli de'
naio, ed a' i8 anche la chiesa soleiiiic- veneti s. Leone Bembo vescovo di Mo-
lìjenle. Ridolla a peifezione la vaghissi- «lone, che sconosciuto volleservire le mo-
ma chiesa di s. Lorenzo, la Contarini Cu nache nella coltura dell'orlo, morto san-
coslrella nel 1629 a rifabbricare da'fon- tamente nel qy; e del b. Giovanni Olini
I I

damenti la chiesa di s. .Sebasliano, che prete e pievano di s. Gio. Decollato, mor-


stava per precipitare: si compì nel i63a, to santamente circa ìli 349) conservan-
e riuscì non mollo grande, ma di ben orna- doci incorrotto. D'ambo il Corner ripor-
ta struttura. Già il tempio era stalo fatto ta l'edificanti agiografìe, e di s. Leone l'ef-

partecipe de'privdegi df Ila celebre Chie- fìgie e le principali sue nieravigliedipinte


sa dì Sebastiano fuori le mura di
X. sul coperchio del luogo ove fu collocalo.
Jìotna, da Eugenio IV, Innocenzo Vili Della giurisilizione che le monache avca-
e Leone X. In seguito ebbe altri abbelli- no sulla parrocchia di Severo parlai
s. ,

Dienti e vistauri. Oggidì poi trovasi chiu- descrivendone la chiesa nel § Vili, 11.
so e sfornito, servendo per uso della ca- 71 delle parrocchiali, come già dì sopra
sa d'industria. La badessd Molin nel i6c)6 notai. Nell'aprile 1800 prese allogrjio nel
fi'ce restaurare generalmente l'esteriore monastero l'arciduchessaMarianna d'Au-
delia chiesa di s. Lorenzo; e la badessa Siria, badessa di s. Giorgio di Praga, e
15adoaro, sorella del patriarca, nel 1702 sorella dell'imperatore Francesco il, e vi
fece rislaurare il suo interno. Ed il con- fu visitata da Pio Vii agli 8 di tal n)ese.
te Antonio Manin nel 726 regalò al mo- r In conseguenza del decreto de' 28 luglio
nastero le figure «lelRedenloreede'4 An- i8u6 nel medesimo chiostro vi furono
geli, die si vedono sul fronteS[)izio del- concentrate le monacliedi s. Maria del-
J'allare principale. Oltre il prezioso cor- l'Umilia e di s. Anna di Castello, e {yx di-

j)odis. Paolo e il cicdulo piededi s.Bar- chiarato monastero di 2.'^ classe. Vi fio-

J)ara,Corner narra possederequesla chie- rono le monache sino al 1 8 1 o, anno del-


sa le seguentiss. Pielicpjie. Il corpo di s. la generale soppressione de' monasteri.
]3arbaro martire, qui trasportato da Mo- Chiuso il tempio, si riaprì poi a'19 mar-
done; quello di s. Ligorio martire greco, zo 18 17 per le cure di Marco Molin po-
nell'altare del Crocelisso della chiesa in- destà di Venezia, essendo stalo destinalo
teriore del monastero; due ss. Spine , le ad uso della civica casa d' industria che ,

quali con pompa si esponevano


merco- nel si stabilì nel monastero e fu ulTìziato e ,

ledì santo; d corpo di s. Platone martire mantenuto dal benemerito mg."^ Daniel
greco; le ossa de'ss. martiri Teonisto ve- Canal rettore del medesimo, che ne zeiò
scovo, Tahra e Tabrata; un dito incor- assiduamente l'abbellimento e il decoro.
rotto di s. Atanasio d'Alessandria; un os- Dice il Moschini, essere il tempio ar^
so di s. Fiorenzo vescovo e confessore; la chilellato da Simone Sorella, nel cui mez-
testa d' una delle ss. Vergini compagne zo si alza 1' altare maggiore, da lui rico-
di s. Orsola, creduta di s. Cordula, men- nosciuto per uno de' più magnifici altari
tre gloriavansi di possederla i religiosi di che abbia l'Italia, architettato e scolpilo
s. Maria del Carmine, e le monache di s. dal Campagna. Ed esservi nell'antico mo-
Maria della Valverde; una costa e altre nastero stabilita la casa di Ricovero , cioè
reliquie del s. Titolare; un osso di s. An- la delta casa d' Industria attigua alla
drea apostolo; e delle ossa de* ss. Inno- chiesa dì s. Lorenzo, la cui spirituale di-
centi, de' ss. Ermagora e Fortunato, di rezione fu poi affidata a'religiosi domeni-
s. Paolo I." eremita (relicjuie che non cani dell'osservanza, di cui vado a parla-
più esistono). Avverte il Coriier, che uel- re, rìprisliuali io Venezia per lu sovrana
V EN V E \ ni
risoluzione ile'a i luglio 1 84o, fnl)I)ricaii- ospedale civico; rpjello di Maria del Uo-
s.

ilovi a[ij)iesso un piccolo coiivenlo. La ca- sario. volgarmente le Zattere e anche s.


sa (J'iiulustria è uno stabilimento eli mol- Domenico, edificato presso s. Maria della-
la consideinzione, capace di oltre a 2000 Visitazione, ora orfanolrofio maschile ;

individui. Ha per iscopo di togliere dal- quello di s. Domenico a Castello, demoli-


l' ozio i poveri monelli ed esercitarli nel to e compreso nell'area de' pubblici giar-
leggere, nello scrivere e nel lavoro, olire dini. Del i." e di sua chiesa reslitiiiia di
l'istruzione religiosa. Attualmente acco- recente a' frali, parlerò in qnt^slo § nel

gliecirca 4oo poveri. La casa fu aperta nel n.iq; del 2.° e di sua chiesa ragionerò nel
1812 in conseguenza del bando della n. 4^j <^6' 3." e di sua chiesa dirò al-
mendicità, per ricevere a lavoro i poveri quante parole nel n. 3o. In tulli riferirò
che ne mancassero, alimentandone pure i l'introduzione de'domenicani in Venezia,
figli sotto gli anni o. Merita
1 leggersr.iS"»/- Disse la facondia del cardinal Moiiico nel-
le Case d'ìiiduslria,Ricerc1u:del d.' G iu' r encomialo suo Discorso." Grazie iuì-
seppe M.' Malvezzi avvocalo (onsulcn- inortali si rendano a Dio, che anco l' in-
te onorario della commissione generale clito ordine domenicano si rialza oggi
di pubblica beneficenza ec, Venezia dal- ." domenica tl'ottobre
( I e perciò festa <lel
la premiata tipografia di Pietro Naralo- ss. Rosario) fra noi dal suo lungo abbat-

vich 855. Considerando


1 il eli. ed egregio timento, e lorna pomposamente a spie-
scrillore le case d'industria siccome il gare le sue nere e candiile spoglie al co-
nocciolo intorno a cui si aggira il sistema spetto della veneta Chiesa, dopo 33 an-
de'piibblici soccorsi, espone le sue dotte ni dacché il turbine desolatole lo fece
idee corroborale dalla piena cognizione sparire con lutti gli altri dalla pubblica
dell'argomento sia in teorica che in pra- vista; ma non nel tetto proprio de'3 ma-
tica, Dioslrandosi erudito de'sislemi da' gnifici che possedeva, due già ad rivolli
più niodernì econonusti pubblicati. Nel altri usi, del 3.° non rimanendone più
1. 1() degli Annali delle scienze religiose, orma. Doveano religiosi anzitutto (ab-
i

p. 161, leggo con edificazione e religioso biicarsi un convento, e lo hanno fabbri-


piacere, fulgido d'aurea eloc|uenza e ric- calo con tanta rapidità che si avvicina al
co di erudizieni storiche, il Discorso di prodigio, se non con quella grandiosità
Sua Eni.* il sigj Cardinale Patriarca che a tempi migliori era foiniliare al do-
di Venezia, letto nella chiesa dis. Loren- menicano istituto; tuttavia è con tal de-
zo martire il d^i ." ottobre i 843 nell'oc-
1 cenza e buon ordine, che olhe a chi vi
casione che vi fu solennemente ristabilito abita un comodo e salubre soggiorno e ,

V inclito ordine de' pp. Predicatori, E fors'anco più conforme allo spirito del
una gloriosa e autorevole pagina per la loros. fondatore. Questo spirito appunto,
Storia dell'insigne ebenemerito ordine perduta ogni altra cosa, è riuiaslo con
ile Predicatori, e del patriarca s. Dome loro, come l'unica reliquia dell'ordine
uico suo illustre fondatore: Della fede insigne, a cui ap[)artengoiio. Essi lo con-
cristiana ilforte atleta, il Discorso ven- servano gelosamente ne'Ioro pelli, come
ne intitolalo al p. ni. Angelo Ancarani, un germe prezioso di quella mistica pian-
già maestro generale dell'ordine.dal prio- ta die coperse già di grande ombra tutto
re e da'religiosi del convento di s. Loren- il campo evangelico, e che ^f|-ondata ed
zo in Venezia , che lo mandarono alia abbaltuta, ma non estinta, dovea ripidlu-
stampa nel i844co'tipi dell' Anlonelli. I lare anche qui, e rendere ancora felice-
domenicani aveanoinVeuezia 3 grandiosi mente i suoi rami, a lustro e coniòrto di
edilìzi colle rispettive chiese: quello de'ss. una città che le ollierse già in se per tanti
Clio, e Paolo, il cui aulico convento è ora unni UD ferace terreno, e uè raccolse iu
112 VEN V E N
coiilraccambio abbondantissime frultn. Gallo di decente struttura, con 3 altari, il

Quarilo però dovremmo noi e rinma- maggiore sagro a s. Marco. Allora prese
ziare e lodare questi buoni eil iotn^pidi il nome di Priorato di s. Gallo,eiì an-
religiosi per la loro perseverante solleci- che abbazia. Dice lo Stato personale,
tudine in questa non nien didicile che ch'è oratorio sagramentale della parroc-
magnanima itnpresa 1 !\Ia essi non vo- chiale di s. Marco.
gliono uè ringraziamenti, né lodi, e noi 6. Benedettini Cassinesi di s. Giorgio
tiobbiamo rispettare la loro modestia. Ri- Maggiore, volgarmente s. Zorzi in iso-
cerchiamo piuttosto che qualità di ordi- la. /'. § XVIll, n. I.
ne sia questo, e quanti e (juali beni ab- 7. Benedettine e poi Domenicani, de'
comprenderemo a
bia fatti alla Chiesa, e ss. Secondo ed Erasmo in isola. /'. §
un tempo quanto dobbiamo rallegrarci xvni, n. 12.
di vederlo ora risorgere, e quanto rico- 8. Benedettini di s. Nicolò del Lido
noscenti dobbiamo essere agli autori del in isola. F. § XV IH, n. i3.
suo felice risorgimento". Da quel tempo 9. Sacchetti e Agostiniane di s. Ca-
fino al decorso anno iSoy uHiziaronu i terina vergine e martire. Non si conosce
domenicani questa chiesa di s. Lorenzo, l'origine del u)onastero dis, Caterina, nel
il tempio cospicuo, già
e quindi ottenuto sestiere di Canalregio, bensì esisteva nel
di loro ragione, pria della soppressione, secolo Xlj in cui vi presero domicilio i

de' ss. G io. e Paolo , colà si trasportaro- religiosi Sacc/ietti ioHo gli auspicii della
no, ove accomodarono le vicine case ad Santa, professando la regola di s. Agosti-
uso di convento ed ebbero eziandio il
; no, epoca forse in cui ebbe principio l'or-
benefizio e la direzione di quella parroc- dine. Nel ricordato articolo riportai le sue
chia. Ora la chiesa di s. Lorenzo è uf- varie deuou.inazioni, come di Penitenza
ficiata a cura della pia casa d' Indu- di Gcm Cristo e altri, dicendosi pure de*
stria. ù-al'i Sarcati del Monte Sinai, de' Sac-
5. S. Gallo abbate. Priorato e ospe- chiti o Saccliini.Ne fa menzione io un
dale non più esistenti; rimane la chiesa diploma Gregorio IX, e Bonifacio Vili
denominata l'abbazia di s. Gallo. Il doge in una lettera del 1296 li disse soppressi
s. Pietro I Orseolo qual padre de'poveri,a nel 1274 da Gregorio X nel concilio di
favor loro non lungi dal suo palazzo e pres- Lione II, assegnando loro beni in soc i

so ilcampani ledi s.IVJarcOjCircailqyGo nel corso de'crocesignali di Terra santa. Ces


c)8o fabbricòun ospedale per alimentarli, sarouoallora,o meglio prima,anche in Ve-
e si chiamòs. Marco, ponendovi alla dire- nezia, poiché vivendo di limosine e que
zione un priore. Dipoi soltanto era abi- ste minorandosi, furono costretti abban-'
tato da 5 povere donne nominate dal donare il luogo. Questo nel 288 fu com- 1

doge, ove godeano 1' abitazione e 5o an- prato insieme ad una contigua casa, dal
nui ducali ciascuna, 3o de' quali derivanti pio mercante veneto Giovanni Bianco, per
dall'auliche rendite dell' espedale, e gli quindi tutto assegnare ad una religiosa
altri 20 dal pio legalo del priore Gio- famiglia che ivi facesse continuare il cul-
vanni del 364- Durò l'ospedale fino al
I lo divino. Perciò lo consegnò a Borlolot-
i58i , in cui per erigere le Hrocuratie ta Giustiniani, (ìglia del b. Nicolò mona-
."
nuove sull'area dell'ospedale, questo fu co di s. Nicolò di Lido, dichiarala 1 ba-
trasportato nel campo Rusolo, così detto dessa. Soltanto il benefico donatore si ri-

per denominazione corrotta, derivante servò vita durante le rendite, e queste pu-
dalla famiglia Orseola , la quale ivi pos- re cede con teslaujento nel i29i.Borto-
sedeva alcuni stabili, nella parrocchia di lotta voleva professare la regola di s. Be-
s. Geminiano, con oratorio dedicato a s. nedelto nel monastero di s. Adriano di
a

VEN YEN ii3


Coslanzi'ico, isola ora dislrulla, ov' erasi convillo (come pure a Verona), in con-
litirata la nuidre AnnaMicliieli, figlia del seguenza de' decretivice-reali de' i4

doge Vitale li, dopo la separazione vir- marzo e iS luglio 1807, per T inse-
luosa dal marito b. Nicolò Giustiniani, e gnamento delle lingue italiana, latina
vi avea vestito le sagre lane. Ma poi ne e francese; della reltorica, logica e nio-
usci bramosa di stabilire una nuova fon* rale; degli eletuenti delle scienze male-
dazione in Venezia, quando ricevè la del- Dialiche e fisiche, di quelli del diritto ci-
ta olFerta. Radunale molle nobili vergini, vile e del disegno; e per esservi accolti ed
vi formò sotto la regola di s. i^goslino un educali gratuitamente non pochi figli di

monastero, quale si continuò a chiama-


il impiegali benemeriti dello stalo. Dal gi-
re s. Caterina de' Sacchi. Col lempo prò- gante aìilitare di sua epoca, l' imperatore
gredì, aumenlò di rendite, acquistando Napoleone 1, ne fu sceltoa i. "provvedilo-

ancora sagri tesori, come una ss. Spina, re e reggente, padre, vita e gloria, il vir-

che si esponeva nel mercoledì santo, una tuoso e sapiente, l'illustre veneto mg. An-
inano della s. Titolare, ed altre ss. Reli- Ionio M.^ Traversi; insieme profondo e
quie, cioè di s. Eliodoro vescovo d'Aitino industre fisico, teologo e canonista, mae-
e di Tecla vergine e martire la testa
s. , stro di spirilo a perfezione cristiana di
di s. Alessandro martire, ed altra d'uno monasteri di vergini, e reggitore sollecito
de'ss. Innocenti. La sagra si celebra da chediedeincrementoalle scuoledelladol-
tempo immemorabile a' 7 maggio. Le trina cristiana:a nondiraltro,veneraloda
monache agostiniane vi dimorarono sino lutti per inlegritàdi vitajConsiioiata espe-
al 1808 ;
poi foiono aggregale al mona- rienza, maturo consiglio, rara prudenza,
stero di s. Alvise, ed il loro fu ridot- soavi modi, potenza d'intelletto, bontà di
to a pubblico Liceo Convitto, e lo è cuore inalterabile. Non potendo la stia

tuttora, ed a cui appartiene la chiesa, modestia conseguire d' essere dispensato


più volle restaurata e anche ultiuia- dal rilevante incarico, corrispose meravi-
mente. Essa possiede molle e belle pit- gliosamente a sì delicato, geloso e grave
ture. La tavolella del primo altare con ufllzio; e talemodellò un istituto, che si
r Angelo e Tobia, è opera di Santo Za- novera tra gli ornamenti scientifici di cui
go discepolo di Tiziano e buon imita- si fregia Venezia. Egli maestrevolmente

tore. Nel coro vi sono 6 opere giovani- tutto quanto si occupò nel materiale del
li di Jacopo Tinlorelto ne'quadri dell'or- liceo convitto, nell'educazione, nell'istru -

dine inferiore co'falli della vita di s.Cate- alone, scegliendo con senno a sede dello
r"Hia. Primeggia la tavola dell'altare mag- stabilimento il monastero e la chiesa di s.

giore colle Sponsalizie di della santa, ed Caterina tutelare dell' Università degli
è una delle più vnghe e meglio conser- studi, onde sotto i suoi auspicii epatroci-
vote opere di Paolo Veionese, stala più nio lo pose. Quieta è la situazione del luo-
volte incisa. All'allra parte il Palma gio- go, salutifero e benigno il cielo, ampi e
vine fece i 3 quadri co'falli della vita del- corrispondenti all' uopo sono gli edifizi :

la medesima s. Titolare, e In tavola del- tale fu reso lo siabiliroento dal genio di


r altare di s. Antonio. Sopra la porla è mg."^ Traversi, e dalla munificenza del-
il busto di Francesco Bocchetta scolpilo l'imperatore Francesco I dopoché Tono-

dal V illoria. Le pitture storiche nell'alto rò di sua presenza. La disciplina dal Tra-
della chiesa, inambe le parti sono d'An- versi dettata per l'islruzioneel'educazio-
drea Vicenlino. La chiesa dunque col — ne, forma la più bella porzione di sua
monastero contigno furono neh 808 as- corona. Egli compose regolamento per
il

segnati ad uso dell'i, r. Liceo Convitto, questo e pel liceo convitto di Verona, ap-
istituiti il Liceo coir annesso collegio provalo interamente dal lodalo impei

O^ .k CL
ii4 VEN VEN
ture. Dotto e non poteva dal suo can-
pio, da 56 colonne ioniche scanalale, sulle qua-
tlido aniruo derivare che puri insegna- li altrettante minori di bizzarro lavoro si

ineuli per fecondar le menti degli aflìda- eigeano sostenenti un ricorrente cornicio-
tigli giovanetti, circondandosi d'un'elella ne venusto, e sopra d'ognuna mettevano
di valorosi e scientifici cooperatori. Laon- finiu)ento 56 statue d'illustri ne'vari ra-
de in breve il liceo convitto di Venezia mi, della scienza ,
quasi indicatori delle
divenne fiorente, celebrato l'onore del re- materie de'libri negl' interposti cancelli
gno Italico e modello d' ogni altro; e da rinchiusi. Nel disporre e ordinareda per
tutta Italia traevano i giovani delle più se i mg.' Traversi ebbe a dotto aiu-
libri,

cospicue famiglie. Con nobile dono, pose to l'antico e tenero amico, il p.d. Mau-
a pubblico beneficio il suo gabinetto di ro Cappellari bellunese, già abbate della
macchine e d'istruuienti fisico-matema- vicina isola di s. Michele di Murano, il

macchinette astrononìiche del ce-


tici, le cui monastero il Traversi per un teca-
lebre ab. Miotti, e da lui abilmente re- po preservò per amore all' amico, come
staurate, la collezione sua di mineralogia dirò nel § XVI II, n. 18, nel descriver-
e d'altri oggetti naturali. Vi formò po- lo, riparlando di lui. Finalmente mon-
scia un erbario, una scelta collezione di signor Traversi fu pure benemerentis-
zoologia dell'Adriatico, altra d'ornito- simo della chiesa di s. Caterina, poi-
logia; ed il conte Girolamo Ascanio Molin ché fu sua cura peculiare che gli angusti
lasciò erede il convitto della sua preziosa misteri vi si celebrassero con gravila di
collezione mineralogica. Inoltre ilTra ver- liturgia,con magnificenza d'apparalo,con
si si adopeiò perchè l'ab. Stefano Ghie- isplendore d'addobbi, delle quali cose era
reghini diCliìoggia donasse al liceo la sua a dovizia fornita; così acciescendo anch
u[)era originale mss., in i 2 grossi volumi, questo tempio la gloria, onde nell'eslerio
3 di testo e 9 di figure, prezioso lavoro di re cullo religioso va rinomata Venezia
4o anni, con disegni edescrizione di 1
772 Alla sua ingegnosa premura debbesi
pesci tra crostacei e testacei, lodala a cie- il gioiello della pittura e paradiso di bel
d'Europa, per-
lo da'più dotti naturalisti lezze, continuo oggetto di studi e di co
ciò rimunerato dal magnanimo France- pie, che adorna la chiesa, intendo dire i

sco I. Pel Traversi e a vantaggio dell'i- già celebrato quadro di Paolo, non fi

struzione ebbe principio e fioritissimo tratto da mani rapaci a Parigi per fr©
crebbe l'orto botanico a s. Giobbe, di giarueil museo. Tanti meriti, l'esseresta
cui farò cenno nel n. 47 <^' questo §, to candelabro di luce e guida agli alunn
mercè eziandio l'estese cognizioni del th. del liceo convitto mosse la maestà di ,

lluchinger, e la direzione zelante del prof. Francesco I a premiarlo solennementi


Zantedeschi, onde salì a rinomanza eu- colla glande medaglia del merito civile
ropea. Formò pure mg."^ TraveiM nel re- colla collana d'oro. L'onorando suo ami
gio stabilimento la biblioteca, che gli an- co, il p. ab. Cappellari elevato alcardina
tichi chiamavano medicvia deW anima, lato, e neh 83 1 al sommo pontificato co
di circa i4)000 volumi e senza dispendio nome Gregorio XVI, subilo si degnò a
di
dell'erario, eabbracciante vari rami del- i mia grande confusione aHldarmi nel suo
l'umano sapere; indi la rese magnifica e augusto nome il delicato e onorevolissi-
splendida, nella città miracolosa di Ve- mo incarico della corrispondenza episto-
nezia, per l'acquisto degli scartali della li- lare co'suoi nobili parenti e illuslri ami-
lireria magnifica di s. Giorgio Maggiore, ci, come notai a Segretario domestico,
come dirò pure al §X Vili, n. 1, tra vagliali per esserlo slato di fatto, di che feci pure
con finissimo magistero in due piani, da paiola altrove per la storia, ed ancora nel
turuila nughieia divisile c^uesla àorrclla voi. LXIU, p. i8, coU'aulorilà del cardi-
5

V E N V EN 1 1

nai Wiseraan. Perciò assunsi tosto anco gondola, senza verun pensiero di sorta,
quella con mg.' Traversi, e di lui posseg- supplendo a tutto la generosità, V amici-
go 60 preziose lettere a tue cliietle, tutte
1
zia e la clemenza con cui Sua Santità a-

amorevoli eafFettuosissime, non meno che morevolmenle e meritamente lo riguar-


lusinghiere. Recatosi a Roma a'2 giugno dava. Sperare io , che tali annui viaggi
1 832, il Papa gli fece trovare convenien- non gli riuscissero incomodi, anzi vantag-
te alloggio nel convento de'ss. Apostoli, giosi alla di lui sanità, trovando il suo cuo-

plesso il celebre p. Orioli poi cardinale, re la consolante soddisfazione di rivedere


alle cui cure 1' afiitiò. Ivi trovò un mio con tanta frequenza la s. persona del Rea-
biglietto, in cui d'ordine pontificio posi a lissimo Padre. Ma poi ne'primi mesi del
di lui disposizione un servo e cocchieie i835 per comando sovrano, mg.' invitai

con livrea usata da'domeslici del Papa nel Traversi a portarsi godere le in Roma a

suo caidinalato, col suo frullonecardina- funzioni della settimana santa, per quin-
lizio; oltre l'invilo di recarsi al più presto di stabilirvisi con permanenza. Giunto in

possibile al Valicano, onde aver io l'ono- Roma, il Papa cominciò ad esercitare ver-
re di presentarlo al Pontefice che anela- so di lui una serie di beneficenze, d' ono-
va rivederlo. Non è a dire quanto fu com- rificenze e di dimostrazioni amichevoli,
movente per ambedue il rivedersi e il che in parte narrai ne'vol. XVIII, p. 1 06,
riabbracciarsi in Valicano, la reciproca XXVIH, 59, LXXVII, p. 67 , cele-
p.
gioia. Subilo il Papa gli prodigò le più brandoiie a un teQ)po le preclare doti. Di-
amorose e onorevoli dimostrazioni, lo di- rò qui solo, che il Papa finché visse il pre-
chiarò suo prelato domestico e protono- lato lo fece servire quotidianamente di
fario apostolico. A' 28 per coniando pa- carrozza, lo provvide con decoio, 1' am-
pale gli mandai uno sturione, per farne mise ogni giorno al geniale godimento di
parte al suo angelo custode, il p. Orio- sua irititna e familiare conversazione. Gli
li. Ricevuti vari doni dalla pontificia af- conferì onorevoli uffizi, il canonicato nel-
fezione, partìda Roma a' 5 luglio. Nel 1 la ove lo
patriarcale basilica Liberiana ,

successivo settembre mg.' Tia versi fu di- consagrò arcivescovo di Nazianzo, e poi
spensato dal duplice carico di provvedito- promosse a patriarca di Costantinopoli.
re del liceo convitto, e di direttore degli Lo visitò 3 volte nella sua abitazione, già
studi filosofici. Nel luglio del seguente an- del b. cardinal Tommasi, e di tanto o-
no, Gregorio XVI sublimando al cardi- nore il prelato pose memoria marmorea.
nalato il patriarca di Venezia Jacopo Mo- Venuto a tranquilla morte a'2 settembre
i

nico, dichiarò mg.' Traversi abiegato a- 1842, il Papa ne fu dolentissimo, e nella


poslolico per la presentazione formaledel- sua basilica Liberiana a proprie spese gli
Xaherretla cardinalizia. Nel 1 834 il ""o* fece celebrare decoroso Funerale, e eoa
vo cardinale recandosi in Roma , fu ac- iscelli marmi ivi gli eresse un nobile mo-
compagnato dal prelato Traversi, che ri- numeiitOjCol busto al vivo tratto dalla sua
cevette dal Papa nuove dimostrjizioni di maschera, il lutto scolpito dal valente
stima e di amore. Partiti che furono i due commend. Giuseppe de Fabris. Altre so-
personaggi da Roma, nella slessa sera il lenni esequie gli celebrò il liceo convitto,
Papa m'uigiunse di far trovare al prelato nelle quali il eh. prof, del medesimo d.
nel suo arrivo a Venezia una mia lettera, Giovanni Bellomo (defunto nel passa-
che tosto scrissi a' 12 luglio colla venera- lo mese di giugno di quest'anno i858,
la disposizione. Che qualora egli volesse degno continuatore del Dercastel, ed au-
ogni anno scegliere Roma per villeggia- tore benemerito di un completo corso
tura, col restarvi un mese non avea da , di Lezioni di storia universale), pro-
far altro che a montare e smoatare dalla nunziò eloquente e tdreltuosissimo elo-
1 ,

ii6 VEN VEN


gio funebre, che 1' amore pel defunto Busto di mg." patriarca di Costnntinn-
del professore e censore dello stabili- poli Anton M.' Traversi, dono di S. S.
mento d. Lorenzo Gallo pubblicò col ti- Gregorio XFI all'inip. reg. Liceo- Con.'
tolo: Orazione funebre, ec. hf\ ulteriore vitto di Venezia., Discorso dell* ab. Lui-
testimonianza di stima e d'affetto pel pre- gi Dalla Vecchia provveditore, letto il
lato, Gregorio XVI perchè nel liceo con- 3 settembre nella grand' aula del Liceo,
vitto restasse sempre presente e onorata Venezia Andreola tipografo editerei 844-
r«'flìgie del suo benemerito i.° provvedi- Oltreil provveditore vi sono nello stabi-

tore, dall'encomiato scultore fece re[)lica- limento, il censore, il segretario assisten-


re il suo busto in marmo e l'inviò in dono te, r economo, 5 camerata, il
prefetti di
all'i, r, stabilimento, insieme a 5o esem- chierico, l'ostiario, 102 convittori ei4 do-
plari esprimenti il monumento sepolcra- mestici. Il convitto collegio è annesso al
le,oltre il rau)estessodeirincisione,cjualo- liceo, i cui allievi ne frequentano le scuo-
ra se ne volessero trarre nuovi esemplari. le, e quelle dell'unitovi ginnasio.
Mentre questi pontificii doni viaggiavano, 10. Benedettini cluniacensi e Fran^
il rispettabile immediato successore nei cescane di s. Croce, La chiesa essendo sla-
provveditorato, tuttora in carica, mg."^ ta una delle parrocchie, nel n. 4^ del §
Luigi Dalla Vecchia, canonico onorario Vili, parlai de'monaci, delle monache e
delia basilica di s.Marco, grande eslimato- della chiesa,dicendo le religiose levate nel-
re del pianto prelato, dolente che lo sta- la general soppressione, e demolita la
bilimento non ne avesse il ritralto,poichè chiesa e il si formò col suo-
monastero,
la modestia di mg.' Traversi non consen- lo un vasto giardino.
tMuaichesi ritraesse, si fece riverente- 1 Canonici regolari Poituensi e
.

niente a douiandarlo al Papa, a mezzo del poi di s. Agostino di fiacca, di s. Ma-


nobile Carlo Michiel i. r. consigliere inti- ria della Carità. Kel sestiere di Dor-
mo, decorato della croce civile d'onore, e soduro, circa il 120 Marco Zuliani of-
i

fatto commendatoredell'ordioe dis. Gre- fri a Dio e all' apostolo s. Pietro suoi i

gorio dal suo istitutore. Questo egregio averi nelle mani del celebre cardinale
Koma, ed accolto be-
signore recatosi in Pietro vescovo di Porto, a cui pel primo
nignissimamente da Gregorio XVI, espo- fu unita r altra sede delle ss. Seconda e
se le vive brame del lodato provveditore. Rufjìna o di Selva Candìda, nWovsx pon-
«Il San toPadre interrompendolo con quel tificio legato in Venezia, acciocché con es-

sorriso onde tutti ma suoi veneziani


, , i si fabbricasse una chiesa ed un monaste-

(come senjpre gli appellava) peculiarmen- ro pe'canonici regolari, promettendo per-


te riconforta. Ben godo, gli disse, d'aver ciò allacamera apostolica l'annuo censo
jìrevenuto i desiderii di quel provvedito- perpetuo d'un bisanzio d'oro. Il cardina-
re,ed è già in viaggio il busto che brama". le reso tutto noto a Papa Calisto li, que-
E in fatti dopo pochi giorni giunse ni li- sti con lettere lodò Marco e l'animò ali 'e-

ceo convitto col resto. Tanto segnalato secuzione,ìnviandogli una pietra benedet-
dono ,da singolare amorevolezza e libe- ta da collocarsi nelle fondamenta della
ralità accompagnato, richiedeva che pub- nuova chiesa. Questa fu fabbricata col-
bliche azioni di grazie si rendessero all'Ec- l'in vocazione di s. Maria, e venne offerta'

celso Donatore, e ciò esegui degnamente a'canonici regolari di s. Maria in Poi to


l'encomiato odierno provveditore con fa- di Ravenna; ma essi procrastinando d'as-
condo, erudito e cordiale discorso, di cui sumerne il governo, Papa Innocenzo il nel
lui sono giovato, intitolato, con dedica al I 134 ingiunse loro, odi tosto prenderlo

benemerito podestà di Venezia conte Gio- ovvero di ri nunziarvi per consegnarla ad


\auui Correr : Nella inaugurazione dal altri cauoaici. 1 porlueusi accettarono e
VEN V F. N 1(7
vi stabilirono una canonica con Driuluno l'ingresso d'un snltoporlico, ove fu alza-
per priore. Ail essa poi per alimento dei to yin altarino, con iscrizione da ultimo
canonici furono otferte duTeileli renititee restaurata, la quale dichiara: Alessandro
possessioni, sì Venezia cl»e ne' vicini
in I[l Sommo Pontefice fuggendo Harnil di
territorii. Innocenzo 11 la ricevè sotto la Federico J imperatore venendo a f^ene-
prolezione della s. Sede, esentandola dal- tia, (/ni riposò lai!' notte et poi conces-
la contribuzione delle decime ecclesiasli- se varie indulgenze. Nel seguente mat-
cbe; privilegio confermato nel i85 da i tino il l'apa cercato asilo da' canonici re-
Ùrbduo MI. Della famosa venuta tl'Ales- golari Lateranensi di s. Maria della Cari-
sandro Ili in Venezia nel 77, colle ga»
i i tà, ivi ottenne d'esser accolto per cappel-
lere di Guglielmo il il Buono redi Sici' lano. Si aggiunge, da quelli che preten-
Ha, parlai in più luoghi e negli artico- dono occulta la venuta del Papa a Ve-
li die qui vado indicando io carattere sapevano essere Alessan-
nezia, che tutti
corsivo, lìgli partì d' Anagni, si recò a dro 111 scomparso, dopo
la sua parten-

Bcni'i'cnto, indi a Troia, a Siponlo, a zi dalla Puglia, ed ignorarsi il luogo


f^aslo, ove s' imbarcò : approdò prima del ricovero ; finché fu poi riconosciuto
a Zara e poi a s. Nicolò del Lido, da do- al modo indicato, e quindi vestito da Pa-
ve passò ad alloggiare nel palazzo del pa e con ogni maniera d'onori ossequia-
patriarca di Grado a s. Silvestro. Àllret- lo. Esiste V Historia della venuta a F'e-
lauto leggo nel eh. Romanin. Nondimeno, netia occultamente ne li ijj di Papa A-
diversi illustriscrittori sostengono che lessandro III, e della vittoria ottenuta
pervenne in Venezia incognito e travesti- da SebastianoZiani doge,comprobata da
lo, più dicendo da prete, e per cappella-
i d. Fortunato Olmo casinese. In questo li-
no fosse ricevuto da'canouici regolari nel bro, che r autore non critico, monaco di
monastero dellaCaritù. Raccontano ilcav. s. Giorgio Maggiore, dedica a' senatori e
Mutinelli e l'ab. Cappelletti ,
questi che patrìzi della repubblica di Venezia, da lui
fuvvi riconosciuto a'24 «narzoi 177, ed encomiati costanti e divotissirai cristiani,
insieme a quello che vi giunse nel 1 175 e veri figli e difensori della romana cat-
e dopo 6 mesi nel principio del 1
1
76 sco- tolica Chiesa, trovo eh' egli pure seguì il

perto dal francese Comodo, per averlo più riferito dal Dandolo, cioè che nell'SSj si
volte veduto in Roma e in Francia, onde ritirò in Venezia Benedetto III tra così
sollecitamente recossi ad informarne il do- santa gregge, mentre da gran scisma era
ge, che subilo col vescovo di Castello cor- travagliata Roma; e che Alessandro ili,
sero a venerarlo, mentre orava nella chie- a cui molto bene era noto quanto la ve-
Sii di s. Maria. A volerne accennare di ta- neta religione fosse grande verso la s. Se-
le incerto e inveridico racconto alcun- de, e la particolare di lui persona , nella
ché, SI dice. Giunto Alessandro Ili in- lunga persecuzione fattagli da Federico [
cognito in Venezia, pe'molivi che espor- per 18 anni, era stato come legittimo Papa
rò all'anno 1177 nel § XIX dell' indi- dalla repubblica riconosciuto, aiutato e
cazioni sloriche, vagò forse lui.' notte pei* difeso, fece ricorso anch'egli a città tanto
le sue tortuose vie, e sopratfattodalla stan- verso i Pontefici di vota. Dopo avere lo
chezza, si coricò a riposare presso la chie- storico confutato il Baronio e altri , di
sa di s. Apollinare, ove sino al presente se calcoli cronologici; e rigettato il Sigo-
uè conserva la luemoiia nella propiiujua nio per avere giustamente colla verissi-
via delta del Pcrdoii, a cagione dell' ìq- ma storia narrato, essersi Alessandro II(
dulgeiize dalPapa pcji concesse a due recato in Venezia manifeslaraente e eoa
Croci marmoree ivi scolpite e incastrale, pompa, e non in abito occulto, passa a so-
una in un angolo d'una casa e l'ultra al- stenere; i.'Ghe venne il Papa occultanieu-
1

ii8 VEN VEN


te a Venezia, e non con i3 galere, di cui raendalari,ad eleggere il priore della Ca-
non volle servirsi. 2.° che Alessandro llf rità, al quale incarico essendo circa 409
il 1

giunto in Venezia non stette nel mona-


, dal cardinal Sommariva priore commen-
stero della Carità in abito di cuoco, co- datario diRa venna,stato destinalo il vene-
me pretesero alcuni, ma di sacerdote pri- to Francesco Cappello canonico della Ca-
vato,essendoanch'egli canonico regolare rità, questo dubitando della validità di sua
Lateranense. 3." Che Commodo io rico- elezione, per essersi il cardinale nello sci-

nobbe mentre celebrava la messa privata sma sottratto dall'ubbidienza di Gregorio


nella chiesa della Carità, qual cappellano Xll veroelegillimoPapa,a questi ricorsee
della medesimacontinuamente stando
, fu investito del priorato. Vedendo egli di-
in digiuni e orazioni. Invece il Gusta, Del minuito il numero de'canonici, né poten-
^'inggio cV Alessandro Illa 1 ^cnezia,per do trarne dal monastero Portuense rovi-

far pace con Federico I Barbarossa


la noso per l'incuria de' commendatari , si
nel I 77; ed il Ferlone De' viaggi de
I , rivolse a'canonici regolari di s. Agostino
Pontefici, non solamente non fanno pa- della congregazione di s. Frediano di Lnc^
rola che vi si recasse occulto, ma colle ga- ca, acciocché volessero assumere Tudizia -

lere del redi Sicilia, e pubblicamente ri- tiuae governo della chiesa di s. Maria del-
cevuto con dimostrazioni straordinarie di la Carità. .Accettarono essi l'offerta e spedi-
venerazione ed allegrezza. Ma le cose di- rono tosto a Venezia alcuni religiosi,egiuni
scorse son mere favole inventale oltre un sero a! di 3o. Ottenne poi il Cap-
numero
secolo dopo, intorno al quale argomento pello daMartino V, di poter unire il suo!
si può leggere quanto ne scrisse e provò monastero a della congregazione di Luc-
F. Zanolto nella sua opera // Palazzo : ca, di cui egli pure volle abbracciare risli-

ducale di Venezia, ove illustra dipinti i tuto, ma dichiarato i.° priore annuale ri-

della sala del Maggior Consiglio ne'qua- nunziò. Ridottoli monastero a intera per-
li si esprime la storia di Alessandro III, fezione, i nuovi canonici esemplari ne rin-.

Al quale critico scrittore farò eco, col- novaroiio gli edifizi, ed il cardinal Con»
l'altro non meno critico il eh. Romanin^ duhniero, poi Eugenio IV, per la flima
nel citato § XIX, descrivendo il dogado di loro virtù gl'inlrodusse nel monastero
XXXIX. Ad ogni modo è indubitato che abbandonato di s. Salvatore di Venezia,
Alessandro III volle consagrare la chiesa di cui era abbate commendatario. Ma es-
della Carità a'5 aprilei i
77, concedendo sendo esso posto in mezzo a'tumulti del-"
spirituali indulgenze a chi la visitasse nel la città, presto lo rinunziarono per fare
giorno anniversario della dedicazione, o ritorno alla loro quiete. Indi nel i433j
ne'3 giorni avanti e dopo; donde ebbe Eugenio IV^ die' loro il monastero di s,^

origine che il doge accompagnato da'no- Clemente in isola, restato disabitato da^
bili del goveuno portavasi annualmente canonici regolari, e poi nel i438 smem''
in di vota forma all'acquisto delle medesi- brò il monastero della Carità dal Por-
me. Dipoi Innocenzo 111 neh 206 confer- tuense, lasciandolo solo soggetto alla sus
mò gì' indulti de' suoi predecessori ,
per- congregazione. Divenuta ristretta lachie'^
mettendo anche ad ognuno il potersi e- sa pel frequente concorso del popolo, de-
leggere la propria sepoltura nella chiesa terminarono d'ampliarla e d'innalzare
stessa, privilegio allora singolare , come maestosamente la cappella maggiore, per
rilevai eziandio nel voi. LXXXVIII, p. cui il Papa nel i^^Z mandò uua pie-
229. AncheOnorio IV neh 285 confermò tra di porfido benedetta da porsi ne'fon-
e ampliò le pontificie concessioni. Conti- damenti. Crescendo sempre più il credi-
nuando prioriPorluensidi Ravenna laa-
i lo de'canonici,i conti Collallo nel 1 5o li do-
quanto dopo di essi com-
to conventuali, i narono ad essi la chiesa di s. Maria di Mei-
V E N VEN irg
c.'ulello diocesi di Ceneda,con approva- teca di Marco). Dipoi nel i585 vi si
s.

zione di Giidio II. Si aunienlaroMO le ren- ascrissero pure gli ambasciatori del Giap-
dile, e lii chiesa si rese più ragguardevo- pone (/^.), quando passando per Vene-
le pe' suoi interni abbellimenti, avendo zia recaronsi a Roma. Non senza sorpre-
diversi patrizi eretti sontuosi altari di sa rimarco il linguaggio tenuto dal sa-
marmo, fiu'qiiali i dogi Marco e Agosti- vio e rispettabile cav. Mutinelli, negli
no Barbarigo in onore della 13. Vergine Annali di Venezia 4^7, sull' iden-
p.

e con sua divota immagine innalzarono tità di tali ambasciatori, seguendo il Gal-
un magnifico altare di sceltissimi marmi. licciolli e altri, e perciò i più crederli
Fu inoltre arricchita del corpo di s. A- gesuiti vestiti alla giapponese I E col Na-
niano discepolo e successore di s. Marco varro detrarre contro la venerabilissi-
nella sede patriarcale d'Alessandria, por- ma e benemerentissima Compagnia di
tato a Venezia nel 28 e riposto in s. Cle-
i i Gesù ! Ovvero i supposti ambasciatori
mente in isola, donde qui neh 4-53 Io tra- essere mancianisti di certa valle di Lom-
sferirono i canonici. Un dente di s. Gio. bardia confinante co'Reti, famosi ingan-
Ballista, e le reliquie de'ss. Bartolomeo natori!Dunque furono due semplicioni,
e Touunaso Apostoli. Neli5o2 Alessan- ilmagnanimo Gregorio XIII e il gran
dro Vi concesse di potersi cslebrare la Sisto Vy il i.° che pianse in ricevere gli
I." messa nelle prime ore della sera del- ambasciatori, 2.° che li ricolmò d'ono-
il

la vigilia di Natale. Contiguo alle abita- ri. Senato di Roma fu uno


Dunque il

zioni de' canonici fu eretto il grandioso stupido nel porre sotto la statua di Gre-
ospiziodestinaloa'divoti dell'illustre con- gorio XIII nella sala del Senatore in
fraternita ei.' scuola grande, che dal no- Campidoglio V iscrizione marmorea, ri-
me della vicina chiesa prese d titolo di portata ancora con altre analoghe noti-
s. Maria clMa Carità. Essa ebbe origine zie dal Cancellieri, nelle preziose Disser-
nel I 260, fondata col nome di Scuola di tazioni epistolari, a p. 244» '^ quale di-
G/r/Vr) nella chiesa parrocchiale di s. Leo- ce Oh palernam in oinnes gentes ca-
:

nardo, dalla quale fu trasferita alla Giu- ritatem • Qua ex ullinis novi Orhis in-

decca e poi nel detto ospizio. Nell'isola sti lis-Iaponorium Regimi Legatos- Trien-
ora detta i confratelli vi aveano eretto ni navigatione - Oh oìiedientiani Sedi
l'oratorio di s. Giacomo Maggiore A[io- Apost. exilibendam - Primitni venientes
slolo, poi ceduto per ampliar la chiesa di Romani- Pro Pontifìcia dignitate acce-
s. Maria Novella de' serviti, da dove nel Dunque furono mendaci e gonzi ce-
pil. i

I
344 pf>ssarono nell'ampio luogo cedu- lebri storici Bartoli nella Storia del Giap-
to da' canonici regolari collo sborso di pone, Maffei negli Annali di Gregorio
200 ducati d'oro e annuo censo, fabbri- Xniy Tempesti nella Storia di Sisto /^,
candovi magnifico oratorio. Nel i4t i a Novaes nella Storia di Gregorio XIII e
ricovero de'confratelli poveri, la scuola Sisto V, ove riporta il nome e le opere
fabbricò un comodo spedale per alimen- di que' che scrissero degli ambasciatori
tarli, di che edificato il cardinal Bessario- giapponesi. Gonzi ancora un gran nume-
ne legato a Intere di Pio li in Venezia, ro di scrittori delle cose romane che ne
volle ascriversi a questa primaria scuola ripeterono le notizie, inclusi vamente al
grande, e le donò le reliquiedella ss. Cro- famoso Gregorio Leti nella Storia di Si-
ce e porzione della ss. Tunica del Signo- sto V, ed a'sagacissimi componenti la si-
re (ora conservata nel santuario di s. gnoria di Venezia,che gli accolse con gran-
Tommaso), onde i confratelli per grati- dissimo onore e con segni di molta be-
tudine posero il suo ritratto con lapide nevolenza, o per isquisitezza di politica !

nell'ospizio (il ritratto passò alla biblio- Interessante è il racconto del Mutinelli
120 VEN VEN
siiile festose accoglienze loro fatte da* ve- gnani dal portoghese viceré dell' India;
neziani nel I 5S5, e la solenne processione le notizie del viaggio a Roma degli am-
ordinata a loro riguardo in occasione del- basciatori e il loro ritorno, stampate a
la festa di s. Pietro, che pure descrive, Macao ; le allegrezze fatte nel Giappone
cioè si trasferì in tal giorno quella che so- al ritorno da Roma degli ambasciatori,
leva farsi per la festa dell'Apparizione di visitali persino da're; la solenne entrata
s. Marco, con rappresentazioni storiche del p. Valignani e degli ambasciatori in
e simboliche delle scuole grandi. La Macao metropoli dell' impero del Giap-
calunnia ridicola che gli ambasciatori pone , e il ricevimento dell'imperatore.
giapponesi fossero personaggi finti, nac- Gli atti dell'ambasceria. Ora non si ose-
que appena comparvero in Europa, co- rà più dire supposti gli ambasciatori giap-
me dislesarnenle racconta il lodato Bar- ponesi a Gregorio XIII, e che furono, o
toli nella celebre sua storia, che trovo nel gesuiti vestiti da giapponesi, o i paltoni
t.io delle sue Opere, edizione di Torino mancianisti! Mi rimane però a discolpa-
1825, tipografia Marietti. Ivi è la storia re il celeberrimo Navarro, e la beoefi-
della conversione de' popoli giapponesi, centissima e^ewy^reesemplarissima Com-
di diversi principi, e de're di Ariiua, di pagnia Gesù, anzi a ulteriore giuria
di
Bungo, di Tosa e di V'orni; della fonda- della quale e di Clemente XIV, spero e
zione di chiese e seminali, inclusi vamen- mi lusingo che verrà il tempo in cui la
te alla sontuosa chiesa di Macao, allora SLoria manifesterà alcun documento che
capitale del Giappone; delle persecuzioni accrescerà lustro e splendore all' una e
de'bonzi e de'gentili contro i ueocristiaoi, all' altro, colla verità trionfante. Non so
ed i
pp. gesuiti loro evangelizzatori; del- indurmi a credere che il sacerdote e dot-
l'ambasceria di tre principi giapponesi al tore spagnuolo Martino Azpiluceta, detto
Sommo Pontefice per opera del p. Ales- il Navarro Navarra perchè era di Vara-
sandro Valignani visitatore della Compa- scain o Varosain alquanto vicino a Pam-
gnia di Gesù in Cina,e delle ragioni ottime plona già capitale del regno di Navarra,
che velo mossero. Quanto e perchè l'am- abbia potuto accusare la Compagnia di
basceria fu calunniata, come fosse frode Gesù, come dice il Mulinelli » perchè
dellaCompagnia, ambizione e ardimento allora i gesuiti incominciavano a rendersi
d'un troppo volere e potere, ingannando per sagacità famosissimi, onde egli che
óue Papi e tutto il mondo! Il perchè il per essere assai vecchio ben ricorda vasi
p. Valignani le confutò subito coli' evi- de'fondatori loro, diceva che in que'gior-
denza, e di ragione e di fatto, il cui rac- ni ove s. Ignazio fosse tornato al mondo,
conto stampato a Macao, si divulgò eoa non avrebbe più riconosciuto la sua Com-
mille copie per tutto il Giappone. Nel- pagnia, tanto era essa diversa da quella
l'archivio della casa professa del ss. Gesù di prima". Egli fu zio del gesuita s. Fran-
in Ronja , co' miei occhi ho veduto le 3 cesco Saverio per ragione di madre; e
lettere originali de're giapponesi e nell'i- nella raccolta delle lettere delSanto ve ne
dioma loro a Giegorio Xlll, restate a' sono due scritte a lui da Lisbona, men-
gesuiti per averle tradotte d'ordine del tre leggeva all' università di Coimbra,
Papa; alle (piali rispose il successore Si- ove fu l'oracolo del diritto canonico. E'
sto V, che poi fece città vesco\ì[^ Funai vero eh' egli da prima era preoccupato
castello del Giappone. Queste lettere in alquanto rispetto alla Compagnia, non
italiano si ponno leggere nell'encouiiato conoscendo ancora l'istituto di lei, come
MalTei , t. 2 p. 4o5. Di
,
piìi nel Bartoli si rileva dalla 1.' lettera diFrancesco s.

.sono descritte: L'ambasceria all'impera- Saverio: ma poi pare, che dopo aver
lore del Giappone, commessa ul p. Vali- trattato col Sunto dismettesse a0àtto qua-
VEN VEN 121

luDque sinistro concetto. E di fatti desi- missione loro. Giunsero questi in giugno
deiò e chiese di passare all'India col Sa- i585; e siccome il loro viaggio era viag-

verio alla conversione degl'infedeli; pe- giovili ilivozione, e quasi peregrinaggio


rò non fu accettalo per la sua grave età, alla capitale del mondo cattolico, così il

come lasciò scritto egli medesimo al cap. breve loro soggiorno in Venezia fu ac-
24» ••• IO del suo Manuale in Indice. coujpagnato da solenni e continue reli-
Ibi cliaiii ipse vitam fìnissein, nisi ille giose pompe, fra le quali è memorabi-
Xavier j quando Òlysippone disces- le, persiugolarilà, una magnifica e ricca
Cp.
sit, ine iam senescentein , laboribus ani- processione in cui le vite, i raartirii de'

mo suo conceplis iniparem indicasset ; santi, ed i misteri di nostra credenza,


scribens, ut absentiani pari ler erre ni in f vennero espressi con attori parlanti, e
terrisj praesenliani sperans in coelis. con vesti analoghe al carattere di quelle
Che se pure si trovasse qualche espres- divote rappresentazioni ". L'accuratissi-
sione del Navarro non tanto esalta ri- mo e (lilFuso Romanin, mentre nel l. 6, p.
guardo ambasceria de' giovani prin-
oli' 387 descrive la venuta degli ambasciato-
cipi giapponesi, converrà dire, che es- ri, e (ninulamenle le feste e processione
sendo egli allora decrepilo di g5 anni e falla per loro, colla lìelatione della venu-
morto a'22 giugno del medesimo i586 ta degli ambasciatori giapponesi diGui-
in Roma, e sepolto in s. Antonio de'por- do Gualtieri, Venetia i586, e con al-
toghesi, come nel descriverne la chiesa tri storici, non dice affatto parola delle

nolai nel voi. LIV, p. 243, in cui i giap- calunnie che ho confutato. Ed altrettali'
ponesi lasciarono l'Europa di ritorno al to trovo nelle belle notizie sugli amba-

Giappone, avesse dato credito alle calun- sciatoli pidjblicale dal cav. Cicogna nel-
tempo si sparsero: il che
nie che in quel V Inscrizioni Feneziane, t. 5, p. 648 e
però mi sembra mollo improbabile. Im- seg., e de'doni che fecero e di quelli che
perocché il virluosoecarilalevole Navar- riceverono, essendo stati alloggiati da'
ro erasi portato in Roma a difendere l'il- gesuiti, due de'qualili accompagnavano
lustre suo amico Bartolomeo Carranza e facevano loro da interpreti. - Riprendo —
arcivescovo di Toledo {F^'J, si meritò la la descrizione della scuola grande della

benevolenza e la slima di s. Pio V, e di Carità. Di piii l' oratorio ebbe tre ss.
Gregorio XI 1, il quale soleva consultarlo,
1 Spine, un frammento della s. Colonna, e
ne amava la conversazione e lo visitò ac- le reliquie de' ss. Pietro e Bartolomeo a-

compagnalo da diversi cardinali. Aggiun- postoli, di s. Lorenzo levita e di s. Leo-


go in fine, che se il Navarro ha pure nardo confessore; oltre una divota imma-
scritto qualche cosa intorno agli amba- gine della Madonna, di quelle credute di-
sciatori giapponesi, ciò deve aver egli Tut- pinte da s. Luca. Scrisse lo Schiopallalha
to neir ultimo anno di sua vita. Sono il libro pieno di vasta erudizione ed uti-
notissime però le sue opere date alla lu- lissimo agli studi delleantichità cristiane
ce, anche Venezia nel 1602, né tra
in intitolato: Dissertatio in perantiquani s,
esse ve ne ha alcuna che tratti di questa Tabnlani graecam insigni sodalitio s,
materia. Dunque deve essere una finzio- Mariae Charitatis F'cnetiarum, a card.
ne ciò che appropria da alcuni au-
gli si Bessarione dono datani, Venetiis 1767,
tori. 11 eh. Giovanni Veludo nella bio- I canonici regolari e la scuola grande e-

grafia del doge Nicolòda Poaìesaltanto sisterono sino alla generale soppressione;
narra. «Argomento di curiosità e di sor- e nel 1807 la chiesa , il monastero e la
presa fu per Venezia la comparsa di scuola grande,furonodestina ti a sede del-
quattro andiascialori giapponesi, reduci l'imperiale e reale Accademia delle Bel-
da Roma dov'erano slati a canapiere la le Arti^ sostituita all' angusto locale che
laa YEN YEN
Serviva all'antica accademia dì pittura, tanto eretto l'atrio, i due tablini (o luo-
ora residenza dell* oHicio di Sanità ma- ghi per collocare l'icmnagini de'magglo-
rittima; e pai'lo di essa, come delle pre- ri), la scala a chiocciola e parte del chio-
cedenti accademie artistiche, ed eziandio stro; ma
a' 16 novembre i63o fatale in-

di quella di pittura, scultura e architet- cendio consunse il pezzo [iiìi interessan-


tura nel § XIV, n. 2; mentre dell' archi- te. Si crede il fuoco derivato dal teatro

tettura, della pittura, delia scultura e di di legno, che Palladio avea costruito al-
altre belle arti di Venezia, e degl'illu- l'uso antico nel i565 per
rinomata com- la

stri cultori di esse, ragiono nel § XVI, pagnia della Calza; e si suppone che l'a-
II. g. — L'accailen»ia delle belle arti at- vesse eretto nell'atrio ilei convento. Nota
tuale venne istituita con decreto de' 12 il Selva che quest' illustre edifizio dal
,

febbraio 1807, eguale a quelle di Mila- 1797 al 1807 servì di caserma a truppe
no e di Doltfgna.L'edifizio a quest'uso de- di passaggio , e quindi soggetto a molti
stinato, è una unione di f.ibbriche di va- danni. Disposto per sede dell'accademia
rio tempo e carattere. Mirabile è ciò che di belle arti, in unione all'annessa antica
\i rimane del grandioso edifizio eretto chiesa e alla contigua sala, con adiacenze
da Palladio, che nei monastero voleva che apparlenevanoaltacoiifraternitadel-
lasciare un' idea delle case degli antichi la Carità, il solo riflesso di poter conser-
romam; e n' è buona l'esteriore trabea- vare il resto dell'opera Palladiana che
zione modellala dal Selva al fine, che uel- andava a perire, valse a mitigare nel cor-
l'intenio si avessero quelle due nuove po accademico la dispiacenza per le ri-
amplissime sale, ad uso di galleria o pina- gettate sue rimostranze per la disagiata
coteca, la cui I ."pietra si pose il dì 3o apri- situazionee per le molteplici inconvenien-
le 1821. fìileiisce il cav. Mutinelli negli ze alle quali si andava incontro nell' a-
annali delle provincJe venete, poiché di dattare al prescritto oggetto 3 fabbriche
quest' edifizio costituito in 3 fabbriche, cotanto diverse nell' uso, nel carattere e
assai diverse nell'uso, nel carattere e nel- nell'altezza delle loro impalcature. Nel-
r altezza dell' impalcatura far si voleva l'aggiunta del rispettabile Zanotto, rica-
una accademia, opportunissitno a quel- vo il sunto delle seguenti notizie. 11 lato
l'oggetto lo sapeva tale rendere l'archi- rimasto superstite dall'incendio dianzi ac-
tetto Giù. Antonio Selva, discepolo dot- cennato, avea tali danni sofferto, che l'ac-
tissimo del Temanza , raccoglitore di cademia invocò la sovrana munificenza
gran frutto ne'suoi lunghi viaggi, ed au- a porvi riparo, la <juale neli829 vi ade-
tore delle tante opere di cui accurata- rì e die' l'incarico di dirigere la gelosa o-
mente ne dà il novero, e ristaurato dal pera al lodalo Lazzari. Questi per amore
eh. prof, architetto Francesco Lazzari au- all'arte,osservate alcune particolarità nel-
tore: Dell' edifizio Palladiano nel Mo- la fabbrica non da altri avvertite, le rac-

nastero della Carità, Me/noria, Vene- colse nel laudato opuscolo. Disse fra l'altre
zia co'lipi del Molinari 1835,- Nella gran- cose in questo, che l'edifìzio, o almeno il

de opera: Le Fabbriche di Venezia, so- lato in discoi'soa ponente, ebbecomincia-


no riportate 5 tavole, inclusivamente a mento nel i56i. Nel ristauro ridusse In
quella della nuova riduzione, del Con- forma regolare il lato medesimo, perciò
vento della Carità, illustrate dall' enco- distrutti due suoi archi sporgenti, che
i

miato Selva con annotazioni, e aggiunta indicavano il principio de'porlici, che gi-
del eh. Zanotto.
11 convento, o meglio ca- rar doveano sui lati minori del chiostro,
nonica o monastero della Carità, fa la i .' si trovò per quello a destra , ove la fab-
fabbrica ordinatadal l^alludioin Venezia. brica si unisce a quella di recente erotta
Di sì aiandioso e nobile edilizio era sol- della pinacoteca, di costruire un arco con-
VEN VEN 123
forme agli esisleiili, per tale erezione es- gliori pitture de'piìi celebri autori, qua»
sendo cessato l'uso delia pubMica strada, si tutte della scuoia veneziana, e parimen-

lo non posso per l'imperiosa brevità pro- ti doviziosa quella de'modelli di scultiu'a
gredix'e ne|>purecon fugaci egenerici cen- che le tiene compagnia, fra cui quelli ori-

ili. Casti dire die nel i83o il ristaiiro fu ginali del Teseo, del Cavallo e dell'Erco-

compito, pel lodevolissimo scopo di pre- le, lavoro di Canova. Olire a' dipinti ed
servare unmonumento, che il decoro del- a' modelli, sono quivi da osservare molti
l'accademia e il comune desiderio bra- bassirilievi ed altre opere in bronzo, del
mavano vedere ridonato alla primiera e- Donatello, del Riccio, di Vitlor Camelio,
sislenza, d'uu'opera che attesta il valore del Cavino e di altri del buon secolo; vari
del sommo artista che la propose » con- busti e statue e sculture, quali in bronzo
corre mirabilmente ad aggiungere splen- e quali in marmo, e copiosissima serie di
dore a quella Venezia , che superiore a disegni de' più incliti luminari di tutte le
taut'altre rinomate città per copia e ma- scuole d'Europa, non che quella eziandio
gnificenza di fabbricati , a giusto titolo del celebre architettoQuarenghi, Lunga e
meritò d'essere dichiarata una .seconda grave opera imprenderebbe chi, enume-
Roma ". Dovendomi sempre limitare a rando la vasta serie d'oggetti d'artequivi
cenni, trovo opportuno ripetere uu sunto adunati, volesse d'ognuno fare la descri-

del Nuoi'o Dizionario geografico univer- zione, tessere la storia, valutarne i pregi,
sale. L' edifizio destinato all'accademia ed a ciascuno assegnare grado di meri- il

delle belle arti, un tempo Scuola della to sur una scala , che avrebbe in cima
Carità, ha la facciata d'ordine corintio, quel miracolo dellarte, la Vergine As-
disegnata da Giorgio Massari, ed eseguita sunta in cielo delTimniortale Tiziano; pu-
da D. Maccarucci ; l'interno fu comincia- re opera di tanta lena imprese il valoro-
to nel i344> I' monastero annesso, già so e infaticabile, il fecondo e eh. France-
sede de'canonici regolari di s. Agostino, sco Zanotto con gran lode di dottrina
,

ha di particolare il cortile, eretto da Pal- nell'illustrazione con note erudite, corri-


jiidio, e incendiatosi nel j63o, un'ala del sposta dalla elegante bellezza e precisio»
quale da ultimo restaurata, si vede dispo- ne, nelle co tavole egregiamente dise-
i

sta in 3 ordini, dorico, ionico e corin- gnate e incisein rame che l'accompagna-
tio, de'quali idue primi con logge ed ar- no, lodevolujenle compiendo le sue parti
chi di squisito lavoro ; e contiguo a que- ancora il tipografo editore G. Antonelli.
sta si trova il magnifico tabiino, che anti- Fin qui il Dizionario veneto, a cui ag-
camente serviva di sagrestia, pur costruito gi ungerò. Questa classica,artislica e nobile
dalFaliadio, e chesi lieneopera singolare. opera due tomi in foglio porta in fron-
in
L'accademia colle sue doviziosissime te ilPinacoteca dell Inip.Rcg. Ac^
titolo;
collezioni, assistita da proiéssori valentis- cademia Prenda delle Belle Arti illu-
simi, cifre a numero grande di alunni li- strata da F'rancesco Zanotto, Venezia
na istruzione finita d'architettura, pittu- dalla tipografia di Giuseppe Antonelli
sa^scultura, incisione, prospettiva ed or< 1 83o-34. iNel fine del t. 2 trovasi la 1?^-
nato, premi di>tril)ueudo ogni anno a ria della Pittura ^'cnc^iana di Fran-
coloro che si sono fatti meglio distingue- cesco Zanotto. L'autore e il tipografo de-
re; e mercè la stabile organizzazione, an- dicarono il loro lavoro alla couiune pa-
che ogni due anni i grandi premi delle tria diletta Venezia , comechè le palme
medaglie d'oro, a' quali sono allresj am- ricortla da'suoi figli ottenute nella pale»
messi tutti gli artisti anche stranieri. Co- stra de'pittorici studi e che Ainno immor-
piosissima e ricchissima è la collezione tale corona all'augusto suo capo. » Noi
entro queste mura conservala delle mi- lungi dui lueicar uoiuinauzaed onore aii-
124 V K N VEN
cìiomosolo beali per aver conhibullo con e con quanto infine mi fu dato colle mìe
<|uesle pagine e con queste incisioni ad ricerche conoscere, per descrivere possi-
ifiiiiilzaieun monumento non perituro di bilmente lo slatu quo di Venezia e in- ,

{gloria al magno tuo nome. Farà queste sieme rettificare il benemerito Moschini
conoscere alle straniere nazioni, che se per l'avvenute innovazioni e remozioni
grande in potenza, in valore, in
slata sei d'oggetti artistici, massime di pittura e

virtù;grande in terra e nel mare; grande scultura. Ma ripeto , la pregievolissima


in guerra ed in pace, per cui il nome tuo Guida mi giunse troppo tardi, né io po-

innalzandosi dallecerulee acque delle tue teva sugli stamponi rimpastare, per dir
quele Lagune scorse temutoe riverito pel un vasto, ferace e varia-
così, e rifondere
mondo, fosti grande ancora nell'arti so- tissimo argomento olire il vincolo del
,

relle". Questa non è espansione d'animo compendioso da doversi da me osserva-


cittadino entusiasmato dal verso d' Ora- re. Tutto ponderato, mi limitai qua e là

zio: Diilcis Amor Palriaej ma incontra» di sopprimere, senza averlo finora nota-
slabile e veracissima Storia. La magnifi- lo, diverse cose riferite dal dotto Moschi-
ca opera 1'
ho sotto l'ammiro,
gli occhi, ni, o non più esistenti o trasferite altro-
la vijgheggioenou posso profittarne! Sup- ve, altre rettificando pegli studi più pro-
plirò almeno col senlenzioso e magistra- fondi fatti con tanto successo dal Zanot-
le Moschini, più proporzionato al mio in- to, ondeconobbero meglio varie opero
si

lendimenlo. INIa qui io debbo ormai fa- e varie epoche; operazione che prosieguo
re prinja una dichiarazione. Al principio al bisogno nel più importante. Erami
della stampa di quest'articolo, un amo- quindi proposto fare altrettanto, eziandio
revole veneto mi mandò la Nuovissima sulle prove di stampa per l'odierno con-
G uida di Ftnezia e delle Isole della sua tenuto neir accademia delle belle arti in
Laguna, nella quale si sono correlli da discorso, tanto più che dall'epoca del Mo-
oltre 200 errori che s' incontrano nelle schini, ed ancora da quella stessa della
altre Guide, estesa da Francesco ZanoL' pubblicazione della Pinacoteca , è dive-
to membro delia Società imperiale d'a- nula un eu)porio più copioso'di stupen-
gricoltura, scienze edarti di f^ale/wien- de produzioni artistiche, già appartenen-
ues, e socio di altre Accademie e Atetiei ti a chiese (anche delle provincie vene-
Italiani, slanì^ala in Venezia neli856,e te), monasteri, conventi, sodalizii e altri

did brizeghel tipografo editore dedicala stabilimenti, ed a particolari collezioni, di


alla corporazione delle arti edificatorie di che poi farò brevissimo cenno. Laonde e
uìuliio soccorso in Venezia, di cui nel § per tanta ampliazione non poteva aver
XI 11, n. 2. Subito ne conobbi tutta l'icn- luogo la riproduzione del rifiorito dal Mo-
porlanza,e da non potere espiimersi
tale schini.Però, contenendo la descrizione
con [)oche parole, ma troppo tardi; quin- del Zannilo 4^ pagine, oltre moltissime
di provili angustia e pena per trovarmi u erudite note illustrative sulla provenien-
quel punto impolenle di usarne, come za delle pitture , sculture e altri oggetti
receulissiuìa e perciò più precisa di quel- d'arte, la abbondante in
trovai troppo
la giada me adottala ilei Meschini e pub- proporzione compendioso mio lavoro,
al

blicata nel1828. Densi nel continuare con il quale pure contiene un gigantesco com-
essa, ebbi l'avvertenza, come notai a suo plesso di nozioni storiche, ed eziandio di
luogo, di procedere a un tempo con non belle arti, delle quali riparlo ne'citati §§
poche opere pubblicate posleriormenlee e in altri ancora; di più, avrei dovuto nel-
anco di recente, che nel giovarmene va- l'adoltare interamente la descrizione del
do lodando, inclusivumenle ad altre del Zannilo, sopprimere il già stampato per
diligentissimo e laboriosissimo ZanoltO) riordinare la materia tanto copiosa. Il
VE N VEN 125
peicliè e non senza ripugnanza, risdlvet- le più belle tavole del Carpaccio per in-
li consiervaie il giù impresso tanto più gegno e studio; e perchè fosse degna d'o-
rislrello, che se non dice tnllo, serve al- gni sommo nìaeslro non le mancano, che
meno a dare un'idea cosa erano la l'ina- un po'più di delicatezza ne'contornie nel-
coleca e il Museo dell' accademia a tem- l'ouìbre, e più di sangue nelle carni.! 2.

po del RI escili ni ; tjuindi per l' espo- La Chiamata di Pietro e di Andiea: il ca-

sto, e per quanto riporterò poi, rica- polavoro del Basalti, di puro disegno e di
vandolo dalla Nuovissima Guida del colore brillante. i3. S. Francesco che ri-

Zanotto, facilmente si rileverà quan- ceve le Stimmate, nell'alto, e 6 Santi al

to e grande aumento che ha


sia 1' ri- piano, del Beccarucci: sullo stile tiziane-

cevuto. Ecco dunque quanto si legge nel sco, ammirabile per l'espressione del gran
Moscliini. \J Accadevìia delle Belle yJr- fervore del Santo e pel grave carattere
ti di ì- eiiezia , aperta nel tempo del go- delle figure, delle quali alcuna rilralt.i

verno italiano, fu assai cresciuta nella pre- dal vero. i4, >5, 16, 1
7 , di Bonifacio:
sente dominazione. Lai." sala è lolla di cioè Barnaba e Silvestro; crederia-.i
i ss.

opere della scuola veneziana, per le quali di Tiziano: s. Marco, di buon im[)asto e
simostra, che non si teme il confronto largo siilo; ss. Brunoue e Caterina, e
i i

con verun' altra pittorica. Nella faccia- ss. Girolaujo e Margherita di Lione, due

ta alla destra di chi sale alla scala, i. opere del più franco e largo stile. Nella
S. Francesco che riceve Stimmate: fi-
le facciata innanzi la scala. 8, 1 9. LaMor- 1

gura intera, sì ben mossa e precisa, che te d'Abele e la Colpa de' primi padii, di

poche pari ne fece il suo autore il Pal- J. Tintoretlo; argomento che il pittore
ma giovine. 2, 3, 4 t^' l'onifacio: cioè il accarezzò, avendogli anche disegnati in-
Ricco Epulone, delle sue o[)ere più pre- nanzi. 20. S. Cristina condannala alle
ziose si per l'espressione, sì pel colorito: verghe,di Paolo,chevisi mostra gran pit-
i ss. Jacopo e Domenico, di forte colori- tore, quantunque l'opera sia così povera
lo: il Salvatore seduto Ira vuii Sanli, o- di colore e condotta con tanta agilità di
pera di gran merito per ogni rispetto , e pennello, che si direbbe eseguita a guaz-
anche questa delle miglici di lui. 5. Ri- i zo. 21. L'incredulità di s. Toujmaso, di
tratto d'un Doge: mezza figura del cav. Leandro Bassano, benché un po'bassa nel-
Conlarinì, di siile tizianesco. 6. Cristo Ri- le forme e posata nel pennello, è di mol-
sorto, con 3 ritratti di Senatori, del Tin- to effetto, in distanza, pel vigore del chia-
toretlo: di i)uon colorito e di felice ese- roscuro e de' lumi arditi. 22. Assunzione
cuzione. 7. La Vergine fra parecchi Santi di Maria Vergine , di Tiziano: la copia
con 3 Angpletli: delle prime opere di Gio, de'suoi pregi si palesa da se; essa vola da
Dellino, lodata dal Vasari medesimo per se, non è portala dagli Angeli in cielo. Ne
molta scienza di disegno e per buonissi- riparlerò nel n. 21 di questo §descriven-
mo Lorenzo Giustiniani ed
colorito. 8. S. do la chiesa de'Fiari dove stava. Faccia-
altri Santi, del Pordenone: di brillante ta sinistra. 23. Redentore co' ss. l'ie-
11

immaginazione, giudiziosamente compo- tro e Giovanni, del Marconi tavola am- :

sta, dipintacon pennello da maestro. 9. mirabile per grande sapore di tinta ga-
Lazzaro risorto, di Leandro Rassano di : gliarda e vaghissima, dov'egli tentò tutto
colorito forlissiuio, tocco bellissimo e con- per torsi dall'antiche maniere. 24. Ma-
dotta per eccellenza. 10. Malia Vergine ria Vergine Assunta, del vecchio Palma:
fra 5 Santi e due Angelelli, del Cima: di la parte inferiore è degna d' ogni gran
carattere «lelicato, tale dipinta, che potria maestro, e la superiore, benché non com-
credersi e fu creduta di Gio. Rellino. i. 1 piuta, eziandio Gon)e abbozzo, sembra far
La Pitisenlazione di Maria Vergine: del- torlo al suo autore. 25. La Cena cogli Apo.
J26 YEN V E N
stoli, figure glandi al naturale, delle mi- SiiloUo (Ielle Pitture antiche, i. La Pre«
gliori opere di Benedello Caliari, dove si sentazione di Maria Vergine di Tiziano :

sospetterebbe essere di l'aolo, suo fratel- opera copiosa e ricca di ritratti d'uomini
lo, qiialdie peiiiieljala. 26. L'Adorazione illustri , ogni figura vi è posta e atteg»
de'lMagi, di Bonifacio: composizione ric- giala con ingegnosa semplicità; e quella
cliissitTia e coiidotlii con molto amore, 27. vecchietta non vi può essere né più viva,

Cristo che porta lu Croce: di Carlello Ca- uè più vera. L'opera è ridotta fuori d'ar*
liari, figlio dì Paolo, opera molto sapo- monia. 2. La Vergine col Bambino e s.
rita di tinta, e in alcune parti assai vici- Giovannino e 3 Santi: opera graziosa di
na alla maniera del padie. 28. Il Pesca- Bonifacio. 3. Maria Vergine con Gesù ed
tore che presenta a! Doge l'anello ricevu- un Santo: viene attribuita alPinturicchio.
toda s. Marco: di Paris Bordone, opera 4. I Giuocalori agli Scacchi, del Cara-
abbondevole di figure propriamente isto- vaggio, di buon colorito e di espressio»
riate, di buon disegno e bel coloiilo. 29. ne. 5. Piitratto d'un gentiluomo, vestito
La Vergine col Bambino, e 3 ritratti di nero: del Giorgione, di stile nobile e
Senatori: di J. Tintorelto, di stile vago, di buona espressione. 6. Maria Vergine
ina poco grazioso. 3o. Ri ratto d'un Do- I e Santi, di Bonifacio: vi è molto imitato
ge , mezza figura di L. Bassano. 3r. Ri- Tiziano. 7. S. Girolamo innanzi al Cro-
tratto d'un Domenicano , sotto la figura cefisso: grazioso quadretto e di fresco co-
di S.Tommaso d'Aquino: dello stesso Bas- lorilo, del Basaiti. 8. Angeli che volano
sano, di buona espressione. 32. Ritratto per le nubi, del i^ordenone: ben mossi e
d'un Doge, di J. Tintorelto, mezza figu- ben aggruppati, g. Ritratto d'un genti-
ra. 33. L' Adultera innanzi al Salvatore, luomo forestiere: è scuola di Wandich.
di Bonifacio: ricca composizione, bene di- IO. Il Battista nel deserto; figura intera,
•sposla, con sapore di tinta e forza di chia- di Tiziano: opera che mette meraviglia.
roscuro. 34. I ss. Paolo e Francesco, dello 1 r. Matrin)onio pagano: imitazione da
slesso, sullo stile del vecchio Palma. 35. Rembranl, di tocco vivissimo. 12. Sagra
La Vergine in trono e parecchi Santi, di Faujiglia e s. compo-
Caterina: opera ben
Paolo: opera concepita e condotta con at- sta, di Ciro Ferri. i3. Matrimonio ebrai-

tenzione ed autore, e tutta dello stile del- co: altra imitazione da Rembrant, di pa-
l'autore. E bella nel tu Ito e nelle parli, con ri merito. 1 4- Sagra Famiglia con s. Gio-
teste piene di vita. 36. Cana,del
Nozze di vannino: di J. Bassano, tocco di maestra
Padovanino: vi sono ammirabili la mae- mano, 5. i Crocefissione del Signore di :

stà del luogo, i volti del Signore e di Ma- Luca d'01anila,di molta arte e di molta
ria Vergine, pieni di divinità, la nobiltà espressione. 16. Maria Vergine col Bam-
del portamento degli sposi, la gravità de' bino, il Battista e Santi: di Gio. Bellino,
convilati, e quella femmina in piedi la opera che assai sollerse. 17. Le Sponsali-
quale sembra uscir Sy, 38, 3g.
d;i'.'a tela. zie di s. Caterina, un'altra Santa e un Ri-
Tra due Profeti, chiaroscuri di Paolo, fi- tratto: Luca d'Olanda, opera compita
ili

gure ben mosse e dipinte con ogni gra- e morbida. 18. Sagrificio di Diana del :

zia, vie lo Schiavo liberato per l' iiiter- Mola, buona composizione, con molla imi-
cessionedis. Marco: opera di J. Tinloret- tazione della maniera del suo maestro
to, che vi si appalesa il piìi lerribile genio l'Albani. 19. Testa d'uomo con berretto:
della scuola veneziana, ^o. Nel sofiitto il di stile fiammingo. 20. Corsa popolare
quadro con s. Nicolò incontrato dal po- sul gelo: di Gio. Vilden; il soggetto vie
polo di Mira, è di Paolo. 4 Profeti ne-
I bene espresso. 2 1. Bevitore alla taverna:
gli angoli sono di Domenico Campagno- della più cara maniera del vecchio Te-
la: opera Ui &lile grandioso e finitlssiuio. niers. 22. Cuciua con famiglia a tavola:
V E N VEN 127
di l'.'iolo Albani; imitazione del modo En.bleìni della brevità della vita : di

fiaromingo.2 3. Donna addoimentata leg- Wanderbrach, molta finitezza e gran


di

gendo: liei giovane Teniers,amoiosa e con lilievo. 48. L'Addolorala: d'Antonello tla
velili! d'espressione. i^. Testa di giova- Messina. 4c)- La Veigiiiee Santi: opera
ne: sembia uno studio da Antonio Wao- studiata, di carattere brillante, creduta
dich. iS. Mercato campe.>tre: attribuito della i." maniera di Giovnnnì Caiìaiii,
a Joas de Lieie. 26. Studio di testa dor- sullo stile del vecchio Palma. 5o. Ritrat-
miente: di Antonio Wandich. 27. Testa to d'un lelteiato: del Morone (si cono-
di veccbio bai baio, con berretto: d'igno- scono 4 celebri pittori di questo cogno-
lo fianiniingo. 28. Cristo fra'doKoii: at- me: Domenico veronese valente nel colo-
tribuito aGio. d'Udine, di tutta fiesihez- rilo e nel disegno; Francesco suo (iglio,

za, con teste piene d'espressione. 29. Cri- superò d'assai il padre. Gio. Battista ber-
sto in casa di Marta e Maddalena : attri- gamasco, lodalo per invenzione e armo-
buito a Lorenzo Canozio. 3o. Volatili: nia, eccellente ne'ritralli, che hanno vi-
dell'Hondeinler, di molta facilità e veri- ta e p.'irola; che se fosse slato egualmen-

tà. 3i. Gallo vincitore del suo rivale: te diligente nelle mani e nelle vesti, a-

d' ignoto oltramonlniio; c'è verità d'e- vrebbe potuto competere contro Tiziano .

spressione e franco tocco. 3 2. Riposo di Di sua fiimiglia fu Pietro, uno de'|)iìi e-

Pastori : bella tavola conservatissinia di satti e grandiosi disegnatori fiorito sui


Nicola Berclieni. 33. Volatili ed Erbaggi: principio del secolo XVII, né cede a ve-
buon'opera David Conicb, di forte e
di runo nel forte impasto e nella lucentez-
naturale colorilo. 34- Il Prodigo in pae za del colorito). 5 1 . La Vergine col Bam-
saggio: del Franceschi sopiannominato
, bino, e Francesco e Girolamo: del
i ss.

il (iaiumingo. 35. Paesaggio: di Giudorco Catena. 52. Cristo che piange la rovina
Mompart, alquanto annerito nel foglia- futura di Gerosolima: dello Schiavone,
me, cb'è bellissimo. 36. Donna svenula, di piesto, ma dotto pennello. 53. Vene-
che viene aiutata uttiibuita a Girsirdo
: rocoruniila di rose dagli Atnori: del Mon-
Teiburg; ha niolia espressione e le vesti temezziino , colorilo di buon gusto. 54-
assai bene imitate dal vero. Sy. Passag- Cristo catturato: d'ignoto oltraniontauo,
gio e riposo di truppe di Gio. Vower-
: chiaroscuro di gtan forza, colorilo mollo
mann; di molla forza e di cavalli ben at- vivace. 55. Maria in Trono fra' Dottori
teggiati.38. Vista di mare sparso di le- della Chiesa : opera finitissima di Gio.
gni: d'ignoto oltrauionlcino. 3q. Campo Aleniania e di Antonio Vivarini. 56. S.
di baltaglia, che pare trailo dal vero; o- Cecilia, del Zelotti: figura intera, di ca-
pera finitissima di Puvenal. 40. Fiume rattere brillante e felicemente dipinta.
gelato, sparso di gente d'ignoto fiam-
: Stanza delle Pi'Uure moderne, i . Ritrat-
mingo. 4i- Discesa dalla Croce: dello to del canonico Luigi Crespi , dipinto da
Schidone, vigoroso di colorito. ^1. Pae- lui slesso. 2. Comunione degli Apostoli:
saggio con piccole figure: d'ignoto fiam- di Domenico Tiepoletto. 3. La Pittura
mingo. 43. Campo di battaglia, pigliato con altre figure simboliche: del Novelli.
in esame da un geneiale: del l'uvenai. Armida: studio sopra
4, 5. Rinaldo ed
44. Ritratto d'un dottore: del Tinelli, di una testa di Michelangelo , dell' Hayez.
molla forza e di buona attitudine. ^5. 6, 7. Ritratti d'un giovine nobile e di una
Ador.izione de' Magi, di Boniliicio: qua- matrona: a pastelli di Rosalba Carriera. ,

dretto ammirabile per foiza e vivacità 8. Studio sojira una


testa di Tiziano :

di colore. 46- Testa di vecchia, credula del Demin. g. Studio sopra una testa
la madre di Tiziano: pochi colpi di pen- di Bonifacio: di Ferdinando della Vai-
•Bcllo divini di quel gran maestro. 47- le. 10. Veduta di nobile edilizio: cou-
128 VEN VEN
cepimentodel BaUajoli.i i. Morie tli Ra- fissimi per la bellezza e purezza %\ dello
chele: del Cignaroli, osservabile per la stile, sì della composizione. L'altra stan-
positura di Rachele e per la fluidità del za è ornata di numerosissima serie di di-
colorito. 12. Vestibolo di ricco edificio: segni, sì sì moderni. Le sale del-
antichi,
concepimento di Giuseppe Moretti. 1 3. la statuaria offrono modelli che il patri-
i

Paesaggiocon fontana: di Giuseppe Zais. zio Daniele Farsetti fece con regia muni-
i4- Castello con fiori: d'ignoto oltiainon- ficenza trarre da'migliori monumenti an-
tauo, di bellissimo accordo e della mag- tichi e de' bei tempi, che ne hanno Ro-
gior bellezza. i5. Paesaggio con Rlaria ma, Firenze e Napoli. A'qunli appresso ne
Veigine, che dà un fruito a Gesù: del vennero altri uniti, tolti dall'antiche cose
Zucclierelii, e della sua epoca migliore. del Partenone, di Egina, e da quelle de'
l6. Vaso di fiori : d'ignoto oltramonta- Ghiberti, Buonarroti , Lombardi e del
no. 17. Invenzione di prospettive d'un Canova. Di 3 altre opere colossali mo- ,

nobile edifizio: di Pietro Gaspari.18. A- dellate dal medesimo Canova , donate a


jace: mezza figura del Demin.19. Vedu- quest' accademia dal munifico fratello
ta di prospettiva di grande cortde con , uterino di lui, mg."^ Sartori-Canova ve-
architettura : d'Antonio Visenlini. 20. scovo di Mindo, di recente defunto, si
Paesaggio colla Maddalena in orazione: adornano eziandio le due nuove sale ,
d'Antonio Dizioni. 2r. Paesaggio col Bat- destinate altresì ad accogliere altri di-
tista: lavoro senile del Zuccherelli. 22. pinti : sono quelle 3 grandi opere che
Diogene: mezza figura, dellHayez. 2 3. ricordai; Teseo, Ercole che scaglia Lica,
Studio dal Domenicliino: del Baldacci. il Cavallo. ^>i legge poi neh' encomiata
24. La Prudenza e il Consiglio: di Do- ISuovissinia Guida del Zanollo a p. 49^»
menico Maggiotto. 23. Prospettiva d'un e seg. Al fabbricato, nel 182 i furono ag-

edifizio d'architettura: del Joli. 26. La giunte due sale, delle Nuove, alla Pina-
Pittura che si consiglia colla INatura: for- co teca ; poscia bel 1
847 le Nuovissime.
se l'opera migliore di Francesco Mag- La fronte esterna della vecchia scuola
gioito. 27. Piospelliva del vestibolo di della Carità, venne ridotta ad uso del-
grande opera capricciosa, assai
edifizio: l' accadem ia delle belle arti, come ora
pillorica, d'Antonio Canal, cundolta col si vede. L' abside esterna della vecchia
più alto valore. 28. Filosofo solitario che chiesa, di stile archiacuto, rimase intat-
studia: di Pietro Longbi; imitazione dal ta dalla ri<Iuzione che di quel fabbrica-
Rembrant. 29. Studio del Deniin, sopra to si fece nel i446- Sopra la porla d'in-
una lesta del Tintoretto. 3o. Nel sofiìtto gresso è 1' alto rilievo del 1 345 espri-
allegoria e le Virtù Cardinali, del Tinto- mente la Vergine col Bambino, alcuni
rello : ogni fi'gura vi è di bellissimo ca- Angeli e di voli al piede in abito de'fra-
rattere e ben composta. Qui vi ha pure telli della Carità. A' fianchi della porta
i modelli che Canova ollerse pel monu- vi sono le figure de'ss. Leonardo e Cri-
menlo di Tiziano; e fra gli altri busti vi stoforo, bassirilievi del 1377. Segue il
è quello deirimperaloreFraiicescoljd' An- vestibolo che melte nelle logge terrene,
gelo Pizzi, che fu professore di quesl' ac- nelle quali riescono gl'ingressi delle va-
cademia. Stanza delle Sessioni. La i." rie scuole, e sulle pareli s' incontrano i

delle due stanze, colie pareli ornale di busti marmorei de' defunti professori
marmi orientali, messi a buona simme- dell'accademia. Angelo Pizzi di scultura,
tria, ha un fregio di vivacissima opera di Teodoro Matteini di pittura, cav. Anton
Tiziano, di diverso carattere e di diver- nio Diedo d'estetica e segretario, e pres«i
so siile. Inoltre vi si vedono scultute in so la sala di Antonio Selva d'architet^
marmo, bassirilievi iu bronzo, osservabi- tura. Delle belle descrizioni che seguoi
VEN VEN 129
tio, sollanto riferirò le seguenti iiulicazlo- rìs monumentnm - Idem glorine incita'

ni. Girando la loggia terrena a destra, menluni siet. Lateralmente e sulle due
vi è una medaglia ed iscrizione ad ono- porle, vi sono 2 busti di marmo e 2 me-
re dell'altro prof, di prospettiva Tran- daglioni di bronzo con ritratti d'illustri.
quillo Orsi. Indi si vedono alcuni afFre- Qui è una collezione di sculture in bron-

schi. Salita la scala a chiocciola, verso la zo, ed altra di i6g disegui originali de'
nielà trovasi il corridoio d'ingresso alla più celebri maestri di pittura, inclusiva-

Piiiacolc.cn e alla Sala de Gessi, con mente a Leonardo da Vinci ed a Ralfael-

pareti adorne di disegni originali dell'ar- lo d'Urbino. Quest'ultima raccolta sin-


chitetto Jacopo Quarenghi, e il medaglio- golare appdrlenne al celebre pittore e let-
ne del fu preside Leopoldo Cicognara. Per terato Giuseppe Bossi , ed acquistata da
la ." poi la a destra entrasi nelle due Sn!e
I
Francesco I ne fece dono all'accademia,
ile Gessi, nelle quali e nell'abside del- ludi s' incontra la cospicua Pinacoteca
l'antica chiesa si schierano inbell' ordi- Contarini generosamente donata dal
,

ne i gessi delle migliori statue e scultu- conte Girolamo Contarini nell' anno
re antiche e moderne. Girale le sale si 1843. Nella sala maggiore sono iio
esce per la porta della 2." di esse che dipinti, oltre i ricchi seggioloni, trespo-

mette all'alrio introducenle alla Pinaco- li e statue di bosso e d'ebano, opere in-

teca, nel quale atrio sono 6 sculture di signi d'Andrea Bruslolon, ed oltre i va-
busti e statue. Qui cominciano dipinti,
i si pregiatissimi del Giappone, il pu-
tutto

colle pregiewoli notizie di loro provenien- re donalo dal Contarini. Il Gabinetto


za, anche dell'antica Accadecnia di Pit- Contarini contiene altri Q>& dipinti. La
tura, e per doni falli da* particolari be- Sala minore Contarini offre sculture in
nemeriti, fra'quali molti sono del nobile bosso e in ebano, eziandio del Bruslolon,
Girolamo Ascanio Molin. Sala degli an- enumerale in 8 articoli. La Galleria Pal-
tichi dipinti: vi sono 22 quadri. Di pro- ladiana comprende 94 dipinti , oltre 6
spetto alla scala è la Sala dell' Assunin busti in marmo. Lai." Sala nuova, (\!\.\'
e delle pubbliche funzioni, con 4" <T"»- la facciata di fronte all'altra sala, fa me.-
dricompreso quello dell'Assunta diTizia- ravigliosa mostra di 65 dipinti: ha il sof-

no, dal quale capolavoro prende il nome, fitto con pitture e decorazioni ornamen-
essendo il soflìtlo ricco d'eleganti intagli tali. La 2.' Sala nnoi'a, contiene 38 di-
posti a oro, e di pitture. Nella Sala a de- pinti. Seguono le Sale Palladiane. Cel-
stra di chi guarda l' Assunta, per allora iai. ' Sala sonovi 26 dipinti. Noi mezzo
destinata al ristauro de'dipinti dell'acca- ed accosto bu-
alla parete principale è il

demia e delle cinese, erano intanto stati Fer-


sto colossale, scolpito dal prof. Luigi

I
disposti q quadri dell'accademia mede- rari, del regnante imperatore Francesco
sima, oltre quelli di proprietà altrui : nel Giuseppe I. Nella 2." Sala Palladiana
pezzo centrale del solhtto sonovi pitture. si trova la Pinacoteca Renier, che con-

Sala accademiche ; ha g
delle riduzioni i tiene dipinti legati neli85o da M." Fe-
i

:
due dell'ora de-
tavolette di Tiziano,oltre licita Bertrand Helraann, vedova del con-

funto Giuseppe Lorenzi. Nella parete dì te Bernardino Renier (il segretario del-
I

fronte allejineslre, è un vaso di porfido l' accademia marchese Pietro Selvatico


'

colla destra di Canova posto in mezzo ad celebrò la donazione nella Gazzetta di


f un piccolo monumento di marmo, eret- f'enezia de'ig ottobre i85o, con quan-
to dal corpo accademico, coli' epigrafe: to riprodusse il Giornale di Roma a p.
Dextera MagniCanovae.SoWodiWa. men- 1000. Ivi leggo, che la quadreria esiste-
sa che regge il vaso, è uno de'suoi scar- va nel palazzo di Padova, parimenti dal-
pelli coir iscrizione: (^uod mutui amo- la contessa ereditato dal cullissimo do-
voi. xci.
9
1 3o VE N V E N
minato consorte, ma
che prima di pos- rabile costruzione loro hairno sfì(!;)to

sederli) l'accademia di Venezia, la contes- r urto de' secoli ; proferito in un edifl-


sa avta disposto che la godesse in vila il zio con semplice maestà eretto da Palla-
2.°iBarilodi lei, maggiore Giovanni Mell- dio; proferito in un luogo, ove dal ma-
manu, uomo degno di quelle gemme, per- gico pennello di Tiziano colorilo si vede
chè di mente a forti ed elevali sludi nu- il più bel che ci resti di lui (l'inconapa-
trita. Ma egli con rara nobiltà d'animo, rabìle Assunta); molto valse ad eccitare
rinunciava a sì alto benedcin, perchè più negli animi della gioventù, che l'ascol-
prestola [)alria del Renier tributasse nuo- tava e che in queli.° anno avea pur da>
\o e più riconoscente pensiero alla me- to alcun saggio di felici disposizioni , e*
moria dell'ottimo concittadino, e di quel- mulazione a più rapidi e difìicili avau»
la ehe fu tanto conforto a'tardi anni del- zamenli, a più laboriosi esercizii. Ripor*
l'egregio patrizio. Il eh. marchese, nel di- ta quindi il Mulinelli gli elenchi degli
chiarare la riconoscenza dell'accademia, alunni premiati dall'accademia in Vene-

uotifìcò che dessa destinava apposita sa- zia dal 1808 ali 840 inclusive. Erano in
si rammentasse l'elet-
la sulle cui pareli quest'ultimo le scuole: architettura, pro-
todono della liberale leslatrice; chiaman- spettiva, disegno in figura e sue |)arti, in-
do « benemeriti della patria coloio, che cisione, elementi, paesaggio, ornamenti,
i tesori dell'arte italiana vogliono tolti al anatomia. Compiuta fu la riduzione del*
pericolo di crescere invidiabile ricchezza la fabbrica ad uso dell'accademia dal
a terre straniere, concedendoli a que- Selva. Dipoi seguì l'ampliazione della Pi*
gl' istituii nostri, de'quali è primo ufficio nacoteca dell'accademia coli' aggitmgere
istruire la gioventù nelle discipline del al braccio dell'edifizio di Palladio, le due
bello, contemperando il precetto coll'e- discorse vastissime sale destinale a conte-
sempio de'iuonumenti operati dagli avi nere le descritte e insigni opere di pennel-
immortali"): in della sala ve ne sono 29. lo de'primi maestri della veneta scuola,
Nella 3." Sala Palladiana se ne conta- e il collocamenlo in altre due sale de'

no 7. Nella 4>" Sala 22, e nella 5." Sala


I gessi de'[)iù scelli modelli traiti da'raar-

i5. Altri parecchi dipinti si conservano mi del museo Britannico di Londra, ge-
iie'depositorii accademici in attesa d'esse- neroso ilouo accademia del re d' In-
all'
redisposti ncWeSale Nuovissime,che sono ghilterra; quali modelli, diversamente
i

in ristauro.Leggo nel cav. Mulinelli, /^/J- da quelli che d' ordinario si vedono ia
ualidellcProii/icie P e ne te, che dopo isti- ogni altra accademia , dal più colossale
tuita r accademia di belle arti, fu nomi- al più piccolo, ad ogni punto di veduta,
nato suoi.° presidente Alvise Pisani, uo- ad ogni effetto di luce sulle basi loro si
mo non per altro che per l'altezza della aggirano senza uopo d' aiuto robusto, o
sua schiatta destinato alla carica. Mo- manubrio alcuno, ma colla pressione ap-
rendo poco dopo, fu scelto a surrogarlo pena d' un dito. Trovo nel n. io3 del
il ferrarese conte Leopoldo Cicognara, Giornale di Roma del i853, in data di
fornito di molla dottrina e di molta pra- Venezia 2 maggio, che l'eccelsa luogote-
tica nelle belle arti, di natura magnìfico, nenza, sempre sollecita a promuovere il
pronto a giovar tutti. Neil' agosto 1808 lustro e r incremento dell' arie, fin dal
fece la solenne apertura del nascente ve- i85i concesse facoltà all'i, r. accademia
neto istituto, e la i ."distribuzione de'pre- di belle arti d'aprire un concorso ad un
mi, pronunziando un discorso degno di annuo premio di lire 3oo, a favore di que-
lui s\i\[' Orìgine dell'Accademie. Profe- gli allievi di essa accademia, i quali sapes-
rito quel discorso in una Venezia tanto sero condurre lodevolmente a buon fi e-

ricca di chiari mouumeuli,chepcr la mi- SCO (grandiosa pittura, che Miclieiangelc


VE N VEN i3i
grafia Cesare Foucard. 1.° fece sog-
chiamava con fervida iperbole la sola ,
Il

degna degli uomini) soggetti già presta- getto delle sue parole: La necessità di ren-

biliti, eniro a iunelle disposte in rispon- dere il disegno elemento fondamentale di


denza agli archi del portico terreno pal- educazione. Il 2." lumeggiò le vicende
ladiano, nel cortile dello stabilimento. Il della veneta miniatura. D' ambedue i

consiglio accadeoiico quindi con mollo dotti discorsi la Cronaca riporta un


senno statuì, y essendo gli spazii quali i chimo sunto, e da questo ne trarrò al-
potevano essere destinati a tali lunette, quante parole che dirò nel § XVI, n. g
<!ovessero gli allievi risultati da'concorsi in fine. Dal giorno in cui segue la pre-

più idonei all'uopo, rappresentare suc- miazione, ha luogo l'esposizione annua-


cessivamente d* anno in anno , entro a le pegli oggetti di belle arti e dura per

quelle, i principali fatti che servissero a tutto il mese. In pari tempo si pubblica
nianifestare lo splendore dell'antica arte l'Elenco degli alunni premiati pe' la-
veneta. L'argomento scelto pel i.° si vol- vori eseguiti durante l'anno scolastico
le allusivo ai fiorire di quella mirabile 1 856-57 // dì 9 agosto i85'j nell'I. R.

scultura e architettura , di cui è insigne Accademia di Belle Arti in Venezia,


esempio il palazzo ducale. Il 2." tema fu Tro-
tipografia editrice Antonelli 1857.
la scoperta fatta da Gio. Bellino, nel nuo- vo più opportuno di riferire nel n. 2
vo metodo di dipingere d'Antonello da del § XV, ragionando della pubblica i-
Messina, ossia il mescolare a' colori l'o- struzione in Venezia, l'imperiale rescritto
lio di linse(ne, di che ragionai nel voi. de'23 luglio del correnteannoi858, sul-
LUI, p. 3o3 e mi pare anche altrove.
,
la conversione delle accademie di Vene-

Ambo gli argomenti furono benissimo e- zia e di Milano in sezioni degl'Istituti di

seguiti. Si dice inoltre essersi allogato il scienze, lettere ed arti, ivi eretti. Nel pub-
busto di doppia
Gio. Bellino, ch'ebbe la blicare il sovrano benefico rescritto la

gloria di portare ad altissimo segno la Gazzetta di 3Jilano,v\[ìQvlalo dal n. 1 72


Tenete scuola e di educare il colosso del- del Giornale di Roma del i858, frale
la medesima, Tiziano; busto da porsi ìa altre cose disse. " Di grande importan-
cospicuo sito dell' accademia, quasi pie- za alla futura floridezza delle arti in Ita-
tra angolare d'un Pantheon di grandi ar- lia è la trasformazione delle accademie
tisti veneti, nessun luogo ma-
il quale in de'due istituti. A questi, pertanto, è com-
glio che ne! sagrario dell'arti venete do- messo l'onorevole compilo d'operare sic-
vea schiudersi. L'accademia pubblica i come un areopago delle arti, lasciando
suoi atti annualmente conquesto titolo: però, come in antico, quando la gloria
Alti dell'I. R. Accademia di Belle Ar- delle arti italiane fu meraviglia del mon-
ti in Venezia per l'anno iS56, Venezia do, l' istruzione lìbera tra il maestro e
l856 tipografìa Antonelli. Lo rilevo dalla i discepoli a coloro che sono in voce d'in-
Cronaca di Milano del 1857, disp. i.\ signi artisti, a cui i discepoli, ciascuno a
che ne dà la contezza, encomiando lo zelo seconda dell' inclinazione e del talento,
e r uilelligenza dell' accademia pure ne* possono rivolgersi chiedendo 1' onore e
suoi atti. La medesima nella disp. iG.'* la distinzione di esserne alunni, e riceve-
di detto anno ragionando della distribuì sommità artistiche
re da quelle perfette
alone de' premi dell' accademia, esegui- un insegnamento che sia d'un sol getto,
ta a'c) agosto colla consueta pompa e l'in- che emani dell'entusiasmo e che quindi
tervento delle supreme autorità locali, e il ridesti. Per simile via, sperimentata
colla lettura di due discorsi analoghi, uno dalla storia, e che le maggiori celebrità
del segretario marchese Pietro Estense artistiche d'Italia ed Europa riconosco-
Selvatico, l' altro del professore di paleo» no sola diritta, non luancherà l'italia^col-
i32 YEN VMN
r innnlo suo genio artistico, di rioccnpa- le di vino e allte onorificenze, e fabbii. ò
le quel posto clieanticnmeiite le invidia- nello stesso I 38 conveniente monastero.
i

rono le altre nazioni. Nnluialmen'Ie ne Come dipendente da quello di Frullua-


seguirà, che i maestri, per amore della ria, Alessandro ili neh i65 lo ricevè sci-

propi'ia fama, accetteranno soltanto sco- lo la protezione di s. Pietro, e nel i


177
lari di maggiore capacità, persuadendo ne confermò i privilegi e le possessioni;

al contrario il giovane, insufficiente al- fra le quali la chiesa dis. Martino di Tti-

l'arte, diabbandonare questa via, e vol- poli e monastero del Salvatole di Co-
il

gersi ancora in tempo ad altra occupa- stantinopoli, offerta lai." da Arcuino ve-
zione che gli procacci il pane negatogli scovodi CitlàNova neiristria.donatoil 2.°
della fallita carriera dell' arie. Le noie- dalla famiglia Zorzani o Zorzi. Nel visilnr
voli somme di denaro, che lo Stato da questo l'abbatePioaldo, dalla vicina chiesa
lungo tempo assegna alle scuole di belle di Theotocos, nel 1214 furtivamenle vi

arti, ridonderanno via via e con maggior tolse corpo incorrotto di s.Giovanni d'A-
il

vantaggio a prò del vero eserciziodell'ar- lessandria, martire in Cesarea di Bitiniii. e


te, infonderanno quindi vita e vigore al lo portò in s. Daniele, nella quale si collo-

nuovo indirizzo artistico, e aggiungeran- carono pure le sue reliquie e quelle d' al-
no novelli nomi patrii a quelli che già nel- trisanti. A'7 febbraio 2 19 poi consagrò I

la storia del bello rifulgono onore d' 1- solennemente questa chiesa il cardinal U-
lalia". goliiio legato in Venezia, e poi Gregorio

Templari di s. Gio. Battista :


12. IX. Dopo aver fiorito, il monastero de-
Templari di s. Maria in Broglio
1 3. cadde a segno che nel 1387 l'abitava il

o VA scenaiOlle. Ne trattai più sopra nel § solo priore Giorgio, uomo di perverso co-
IX, n. 3, dicendo che cavalieri Ceroso-
i stume e scismatico per riconoscere l'anti-
lìcuilani, tuttora esistenti, ebbero la i.' papa Clemente VM. Lo rimosse neli3Bc)
di dette chiese e case. Urbano VI Papa, sostituendogli Antonio
i4- Cislerciensi e Canonichesse La- Gallina monaco di s. Giorgio Maggiore,
ter anensi di s, Daniele profeta. Nel se- ed i successori furono eletti da'Papi. Vi-
stiere di Castello sin da'primordii della na- cino a rovinare il monastero per incuria,
scente città di Venezia, prima anche del il priore Michele di Sebenico vedendosi
Irasferimenlo del trono ducale da Mala- incapace di restaurarlo e di ristabilirvi
in occo, cioè circa 4a'H)iavanlieneir8o9, l'osservanza, lo cede colle rendile a Chia-

la famiglia Cragadina fondò la chiesa in ra OgnibeneSustan, che con altre virtuo-


onore del s. Profeta, Divenuta soggetta se donne vivea in pio ritiro. Col consen-
al vescovato di Castello, il vescovo Pola- so de'Dragadiu, neli437 EugeniolV ap-
ni nel 1 1 38 la donò colle rendite a Man- provò la cessione, e per esse v' istituì un
fredo abbate cistcrciense di Fruttuaria, monastero di monache sotto la regola di
perchè contiguo ad essa vi fabbiicasse un s. Agostino, coir abito delle monache di

cenobio pe* suoi monaci, a' quali avea s. Andrea di Zirada. Dipoi ad istanza del-
tempo il patriarca di Grado
nello stesso le monache, Alessandro VI le unì alla
Dandolo donato il monastero di s. Gior- congregazione de'canonici Lateraneusi,e
gio del Lido Pineto, soggetto al suo pa- Giulio II permise che all'abito grigio so-
triarcato, costituendovi abbate Daniele stituissero il bianco col rocchetto proprio
Molin. L'assegno di due Molin per primi delle canonichessc,e partecipò loro le gra-
abbati de'due monasteri, die' motivo di zie delle Laleranensi. Neli6o4 Clemente
eqiiìvocia vari scrittori. Leone Molin, che Vili sottrasse il monastero dalla sogge-
fu quello di s. Daniele, si obbligò alla zione della congregazione, e l'affidò alia
cattedrale col censo annuo di dueampoi* direzione del patriarca di Venezia; ed A-

à
,

VEN VEN i33


lessnndro VII nel 1659 dichiaro la pilo- 18. Certosa dis. Andrea in isola. F
la biiclessa. Visse saulameiile nel mona- §XVIII,n. i5.
j
Itero SUOI- M.' Arcangela Salvadoii, mi- 19. Domenicani de' ss, Gio.e Paolo,
'
rabile pe'suoi palituenli e penitenze. La volgarmente^. Zanipolo. Che tra l'altre
chiesa in vari tempi ebbe restauri e ab- cillà d' ftalia abbia colle apostoliche sue

bellimenti. Nella generale soppressione |)redicazioni illustrata anco Venezia, il

In compreso questo monastero. Per- glorioso fondatore da' Predicatori s. Do-


ciò le canonichesse Lateranensi tli s. Da- menico , lo scrivono concordemente gli
niele, pel decreto vicereale de' 28 In- storici del suo celebre e benetnerilo istitu-

glioi8o6 furono concentrate con le mo- to, ha'ijuali il Malvenda co'documenli di


j

nache di s. Maria della Celeslia, e per il questo rinomatissimo convento, lasciò


decreto de'28 novembre di dello anno fu scritto. Nel 1217 s. Domenico si portò a
consegnato questo monastero alla truppa Venezia, ed ivi ottenne per alcuni suoi
di marina, riducendosi poi una- parte a ì. r. pochi frati un piccolo oratorio dello allo-
casa di educazione militare, e l'altra ina- ra s. Daniele, il (piale dopo la canonizz.i-
hitazKme privata. La chiesa chiusa nella zione del b. patriarca fu chiamalo s. Do-
4le|)ìorabileepoca, sfigurala nelle 3 sue na- menico, e dopo il 1567 si disse del Ro-
*i, cheaveanoi2 belle colonne di rosso di sario. Presso l'angusto oratorio il san-

Verona, venne interamente demolita nel to fiibbricovvi un piccolo convento, di


l83c). In questa occasione l'ingegnere cui si vedevano vestigi nel recinto del
i

Casoni fece la scoperta col mezzo della li- nuovo. Nel 1226 tale convento si am-
vellazione, che l'aulico suolo di colto tro- pliò per miracolo, dopo la visione avii-
vasi solamente 3o centimetri sopra l'oris- la dal doge Tiepolo. La tradizione nar-
zontale di comune atta marea; dalla qua- ra, che l'oratorio della vicina piazza di s.

le osservazione dovette concludere che il Daniele,egli vide pieno d'odorosi flori.cou


suolo di questa chiesa o di altra preesi- bianche colombe portando croci d'oro
stente era molto più basso, cioè al disot- sulla fronte e volanti fra essi, mentre due
to ancora dello scoperto, che non è l'an- Angeli con turiboli d'oro profumavano
tichissimo; e quindi, come rilevai altrove, il sito. Allora una voce disse: Questo è
che l'ordinaria alla marea andò nei cor- il luogo, che scelsi a' miei Predicatoli.
so de'secoli progressivamente innalzan- Narrala dal doge la visione al senato,
dosi, non essendo presumibile che siasi questo concesse 4° passi di nuovo sito
fabbricata una chiesa in sito si basso da a'religiosi per l'ingrandimento del cou-
vederla spesso allagala. vento; ed allora cominciò a fabbricar-
i5. Canonici regolari di s. Salvato- si la magnifica chiesa dedicata a Dio
re. ^e ragionai nel § Vili delle parroc- sotto il titolo di Maria Vergine, e de'ss.

chie, n. ad, dicendo soppressi i canonici Giovanni e Paolo martiri fratelli, di che
nel i8iO, e sussistere la chiesa parroc- fu poi fatto istromento nel 1234. Forse
chiale. diedero causa alla leggenda narrata i due
16. Crociferi di s. Maria Assunta.'E- Angeli che con profumieri in mano si ve-
Slinli nel i656, la loro chiesa fu rifabbri- duuo scolpiti sul sepolcro di detto doge,
cala da'gesuiti esistenti, ragionando di essi ed un antico marmo della facciata espri-
e del tempio nel § Vili, n. 72 delle par- n)e il profeta Daniele fra' leoni. Quan-
rocchie, per essere siala cura precaria- tunque indubitabile la venuta in Vene-
inenle, ed eziandio nel n. i o del § XVIII. zia di s. Domenico, per trattarvi alTjri
17. Canonici regolali e poi Oliveta- col cardinalUgolino legato, ne tacciono
ni di s. Elena in isola, detta s. Lena. F. lecronache venete; e la concessione del
§XVllLu. 16. tvrrvno allocato fi'dc*/ Ut/,esclude la pi e-
j34 ven VEN
esistenza dell* oratorio e t'el monastero. grandioso dispendio andava lentamente
Bensì risulta da' dociuuenli, die molto proseguendo. Ad agevolarne il compi
prima del Tiepolo, eletto doge nel 1229, mento, decretò a' 18 dicembre iSgo il
i dojnenicani già aveano fissata sede in maggior consiglio, l'applicazione di die-
Venezia, ove giunti dopo la morte di s. cimila ducali, del pio legalo di Nicolò
Domenico, colla predicazione e gl'inse- Lion, e dell'altro di Marco Delfino, on-
gnamenli mostrarono di quale spirito il de si polè anche erigere la cappella di
fondatore gli avea lasciati eredi, special- s. Domenico, ora della B, Vergine del
mente pel grido di loro eloquenza sagra. Rosario. Dice lo Sialo personale, do- i

La loro 1 /abitazione fu presso la cliiesa di menicani fabbricarono questa chiesa dal


«.Martino, la quale nel 1226 avea il prio- 1246 al 1390. Nel 1393 vi fu celebra-
re domenicano. Indi si meritarono nel to altio capitolo generale, dal p. mae-
1234 la concessione del memorato ter- stro generale Raimondo da Capua, il
reno nel sestiere di Castello, ne' confini quale ad istanza del doge Venier e del
della parrocchia di s. Maria Formosa, senato, ordinò coll'assenso de'capitolari
dalla città e dal doge il cui marmoreo la riforma di questo convento, di molto
sepolcro fu posto nella facciata, in cui decaduto dalla primiera osservanza. Ne
pur giace il doge Lorenzo suo figlio. Ciò eseguì il decreto fr. Giovanni Domenici,
ottenne il priore fr. Alberico, che am- poi cardinale e beato, il quale trasferiti

mise nel noviziato il b. Giacomo Salomo- dal convento osservante di s. Domeni-


Ilio nobile veneto e lume splendido di co, dello stesso sestiere di Castello, i 2 re-
santità, a cui poi in Forlì la repubblica ve- ligiosi, intraprese la rifomae ridusse ben
neta ffce erigere nobile sepolcro di scelti presto il convento a perfetta esemplar di-
marmi al suo altare. De'soggetti insigni sciplina, consolidata dagli eccellenti prio-
per santità di vita e dottrina, fioriti in ri che si successero. Ma l'edificazione del-
questo convento, Corner ne riporta il
il la chiesa per la sua gran mole e piantata
novero, e solo nominerò fr. Paolo Veneto su terreno paludoso, progredì lenlame*i-
compagno e imi latore di Domenico ce-
s. te eandò assai in lungo^ come già notai.
lebre per santità; fr. Gio, Andrea Car- Fmalniente ridotto anche il nobilissimo
ga vescovo Sirense, martirizzato da' tur- lem|)io a perfezione, nel giorno di dome-
chi; un bel numero d'arcivescovi e ve- nica a'i 2 novembre i43o con gran solen-
scovi, un maestro del s. Palazzo, un se- nità lo^consagrò fr. Antonio Corraro do-

gretario dell'Indice, ec. Il priore fr. Albe- menicano e vescovo di Ceneda, ludi furo-
rico dispose la fabbrica d'un ampio con- no qui convocali capitoli generali del
i

vento e d'una magnifica chiesa, per l'e- 1437, del i486, in cui fu eletto maestro
rezione della quale Innocenzo IV con- generale dell' ordine fr. Barnaba Sasso-
cesse nel 1246 indulgenze a'sovventori. ne, e del 487 per la seguita morte di ta-
1

Questi furono tanti, che il vasto conven- le prelato, a cui fu sostituito il veneto
to si trovò capace di ricever il capitolo fr.Gioacchino Turriani. L'ullinio capi-
generale, ivi convocato nel 2g3 dal mae- 1 tolo geneiale ebbe qui luogo nel 1592,
stro generale fr. Nicolò Boccasini, già re- Frattanto la chiesa andava progreden-
ligioso nel medesitiio, poi cardinale, Pa- do negli abbellimenti, de'quali il più rag-
pa Benedetto XI e bealo. Altri capitoli guardevole è l'altare maggiore, eretto
generali adunarono nel i33o e nel
vi si iieli6i9sul modello dell'archilelto Mat-
i335. Benché l'abitazioni de' religiosi teo Carmero, di così scelti marmi e di
fossero da gran tempo perfezionale, pu- tanta ordinata magnificenza, che a niun
re la vasta fabbrica della splendida chie- altro può dirsi secondo. Di nobilissima
sa, e per la sua imponente mole e pel forma è pure la cappella sagra al ss.
VEN i3i;

nome Ji Dio, la quale essendo prima ne d'una pia confraternita. Demolila an-
ilesliiiiita a s. Lodovico vescovo di To- che questa, traspoVtossi quella s. Imma-
losa, mutò poi il suo titolo a causa d'u- gine in una cappella del lempio.Nè minori
na divota congregazione d'uomini, fon- de'materiali sono gli spirituali ornameu-
data già nella Ciippella della Pace e poi li di questa chiesa mirabile. In essa ve-

ivi trasferita nel i 087, ad oggetto d'ono- neransi : la reliquia della ss. Croce, una
rare tanto otinipuleiite Nome, e compen- ss. s. Ca-
Spina, un piede incorrotto di
sare con pie onorificenze gli strapazzi che terina da Siena, un dito simile di s. Pie-
riceve dalle sacrileghe lingue de'bestem- tro martire, un articolo d'un dito di s.

mialori. Di eguale sontuosità si rese pu- Vincenzo Ferreri, e senza dire d'altre,
re la cappella di s. Domenico, i cui uii- due intere ossa delle braccia de' titolari

racoli vi sono rap[)resentati in bronza. La ss. dono fatto nel i66t


Gio. e Paolo,
più ragguardevole poi è la cappella del dal cardinal Giberto Borromeo titolare
«s. Rosario, ornata di pitturee sculture dell'omonima chiesa di Roma, ove ripo-
de' più famigerati artisti, e arricchita sano loro corpi, con beneplacito d'Ales-
i

da preziose suppellettili. Oltre ([ueste, sandro VII. Veneravano nel dì della fe-
che formano colla chiesa un corpo solo, sta le reliquie de' ss. Titolari il doge e
altre 3 cappelle di sodalizi erano aderenti il senato per divota riconoscenza della
al tempio, delle quali una era dedicata a 3 vittoria ottenuta contro i turchi alleCiU"-
gran lumi dell'ordine domenicano: s. Vin- zolari a' 26 giugno i656, giorno dive-
cenzo FerrerijS. Pietro martire, S.Caterina nuto festivo a'fóri veneti. Notò il Corner,
da Siena, la cui confraternita si eresse nel che nella chiesa, oltre 19 dogi (e poscia
i4^B. L'altra era sotto il titolo delle ss. anche Francesco Loredano e Alvise Mo-
Vergini Orsola e Compagne martiri, in cenigo), vi ebbero sepoltura personaggi
c»n fin dal i3oo s'istituì una compa- illustri per gloria d'armi e dignità soste-
gnia di divoti ad onore di sì glorioso co- nute, fra 'quali l'eroe Marc'Antonio Bra-
ro Ji Vergini, delle quali dipinse in gran gadin, che avendo valorosamente soste-
quadro il martirio il celebre pennello di nuta la difesa di Salamina in Cipro con-
Vittore Carpazio e in otto altri la storia tro un immenso esercito di turchi, per-
di quella martire illustre, dipinti, i quali, petui nemici del nome cristiano, final-
soppressa quella scuola, passarono ad ab- mente per mancanza di viveri e di difen-
bellire le aule della r. accademia. La sori avendola ceduta a onorevoli patti, fu
3.* eh' era situata nel fine del chiostro da JMustafà barbaro e spergiuro conìan-
presso la già scuola grande di s. Marco, dante per Selim 11, mutilato nell'orec-
era dedicata alla Beata Vergine sotto il chie e fatto scorticar vivo nel i^yi, so-
titolo della Pace, ed in essa venera va- stenendo egli italiano, veneziano e catto-
si un' antica sua immagine di greco la- lico, intrepidamente fino all' ultimo re-
voro, e si crede esser ({uella avanti a cui spiro, con costanza da martire la crude-
orando s. Giovanni Damasceno ricuperò lissima carnificina. La di lui pelleempiu-
miracolosamente la mano, che per la sua ta di paglia e sospesa all'antenna d'una
difesa del culto delle ss. Immagini, da- galeotta, a ferale spettacolo delle riviere
gl'iconoclasti eragli stala recisa. Portata della Ciliciaedella Sorin,dipoifu traspor-
da Costantinopoli da Paolo Morosini e tata in Venezia, e collocata prima nella
donata a'donienicani, essi la posero nel- chiesa di s. Gregorio, e poscia in questa,
l'altare del capitolo e poi nel 1 5o5 tras- marmo nel mez-
entro nobile vaso di scelto
ièrirono in questa cappella da loro son zo decente mausoleo, eretto in luogo
di
tuosamente eretta, a di cui custodia e cospicuo, ivi espresso scolpito in mezzo
onoranza permisero neh 546 ristituzio- busto con l'elogio di sua militare e cri-
i36
ftliiiua virtù. T
VEN
domenicani cessarono d'es- ch'erano in
V EN
procinto di perire nelle di
I
sere possessori ilei raerav iglioso tempio verse deplorabili demolizioni di altre
e del bellissimo convento, alloicliè fnio- cbiese della città. Non mi vesto delle
no soppressi nel 1810. La chiesa diven- penne altrui. Tale è il giudizio d' un
tò parrocchiale, e il convento fu aggiun- conte Cicogna ra nella Storia della Scid-
to al civico spedale, di cui a suo luogo, ;«rrt. Primeggia fra tulli i dipinti quello
come dell'incorporala scuola di s. Marco, meraviglioso del Tiziano, il Martirio di
cioè nel §X1I, n.i3. Dopo aver soggia- s, l^ietro martire veronese, il quale nel-
ciuto anche questo tempio alle vicende la scuola veneta tiene il posto che ha
delle politiche agitazioni scoppiate verso nella romana la Trasfigurazione di R:«f-

il principio del secolo in corso, restituito faello da Urbino, Venne dipinto innan-i
al culto divino, vi si aggiunsero a'tanli zi di 537, e il domenicano s. Pio V gliela

che già l'ornavano, molli altri preziosi fece ripetere con variazione d' alcune
monutuenti dell'orli, qui raccolti e rista- parli nel 156 6 quando Tiziano contava
l)iliti a merito segnatamente del parro- 89 anni. Questo rarissimo quadro in ta-
co Emmanuele Lodi, poi vescovo d'Udi vola recatoa Parigi nell'infausto per seni»
ne, tratti da altre chiese soppresse e co>'i pre 1797, fu restituito in tela a Venezia
salvati da certa rovina ; e per l'iticessau- nel 1817 dopo la pace generale, lo lo
ti d' uu Cicogna-
studiose sollecitudini vidi; l'ammirai allora con senso di pe-

ra, quand'era presidente dell'accademia na, perch'era alquanto iugi.dlilo; ora lo


delle belle arti. Secolarizzata la parroc- rivedrei più volentieri assai, dappoiché
chia con decreto patriarcale de'24 otto- me lo accerta egregiamente risarcito da
bre 1810, fu sottoposta alla decania di qualsiasi danno a merito distintissimo
s. Pietro; finalmente con altro decrelo dell'egregio pittore Paolo Fabris, la Let-
de' 9.9 maggio 856, per apostolico indul-
1 tera critica del mio amico cav. Scola-
to fu nuovamente creila a parrocchia re- ri, che sulla rislaurazione di questo gran
golare, e restituita la chiesa a' domeni- rpiadro ha pubblicato nel iSltS la tipo*

cani del convento ripristinato de' ss. Gio. grafìa Cecchini. Qui mi si presen la un ap-
e Paolo, soggetto immediatamente al p. parato di nozioni artistiche imponente;
m. generale dell'ordine, che ottenne nn pign)eo,inVenezia, lutto debbo ridurreal-
co il diritto di presentare il parroco reli- lamia misura. Voglia il cielo che l'esegui-
gioso, restando la parrocchialità abitua- sci»col possibile minore strazio. Tempio

le nel convento medesimo. La parroc- notissimo per tanti splendidi e anche co-
chia appartiene a' sestieri di Castello e lossali monumenti di vario stile, che lo

di Cannaregio, conta 7 aii'"'e, ed ha


44 ' decorano e costituiscono una galleria no*
per oratorio non sagramentale la chiesa bilissima, e insieme pinacoteca e museo.
di s. Giovanni Laterano, di cui parlerò Non teme più il confronto del celebre
nel M. 62 di questo §, L'ampio e sontuo- tempio di s. Croce, che abbellisce la capi-
so tempio de'bs. Gio. e Paolo, ricchissimo tuie della Toscana,h nobilissima Firen-
d'ogni sorta di preziosità, forse potrebbe ze. L'architettura di qtiesta sorprenden-»

chiamarsi Pafilhconóì Venezia; tanti


il te chiesa, dello stile del medio evo, di
sonui cospicui monumenti d'uomini illu- cui ignorasi l'autore, è forse di qualche
stri in esso magnificamente onorati. Può domenicano, che molti celebri architet-
anzi dirsi il Pantheon dell' arti venezia- Ictli, scultori, fonditori in bronzo e pitto-

ne, inoltre sagro alla gloria della Fieli- ri fiorirono nell'ordine; anzi tra le sue
gione, ed a quella della storia veneta; religiose ebbe di quelle che coltivaro-
massimamente dopo trasferitivi i gran no la pittura, la miniatura e la plasti-

tuoDumenti di scultura e di pennello, ca in Firenze, Prato e Lucca. Si poQ-


V EN VEN i37
no ammirare nelle pregevolissime, Me- iungliezza fino ul braccio traversale che
morie de niìi insigni piUori, scttUori e segua la croce. Tolto è voltato a cro-

archiltili Joiiiciiicanicoii aggiunta d'al- cerà sopra le colonne, colla dill'erenza,


cuni scrini intorno le belle arti del p. che dalla nave media muovono sopra
L. Fincenzo Marchese dello stesso ima pianta (piasi quadrata, e (pielle del-
istituto, Firenze 845. Ivi ila artista e da
i le ali so[)ra una di disuguali dimensioni.

hiograru il dolio autore ragiona degli ar- Le dà accesso una bella porta adorna di
cliilelli domenicani ch'eressero fabbri- grandiose colonne e di finissime scul-
the in Venezia, in Piulova , in Treviso. ture in marmo. Trenta e piìi moimmen«
Dell'architetto veneziano fr. Francesco ti sepolcrali nobili e stupendi, circa una
Colonna, autore del romanzo artistico: // ventina di altari, una molliliuline di
Sogno di PolifiloDì Ir. Marco Fensahen statue, di bassirilievi, di pitture, di scul-
e di fr. Marco Maraveja pittori venezia- ture, d' intagli, d'ornamenli d'ogni ge-
ni. Siccome all'epoca in cui 'si cominciò nere riempiono, nel rigore del lermiiie,
l'eiezione del tempio de' ss. Gio. e Paolo, questa meravigliosa chiesa. Ma io devo
a del vizia fiori vano nell'ordine de' predi- seguire il breve, il meglio, il sicuro, per-
calori co«'i d'arcliiletli come di scarpelli- ciò piglio r ordinaria mia guida illusire
iii e di muratori, anche Marche- il eh. p. di INloscliini. Peccalo ch'egli da maestro
se crede probabile molto un domeni- ciie con aurea concisione parli 111 essa meglio
cano pel .°ue porgesse il disegno, benché
I a chi vede, e non a chi legge soltanlo ;

ad Olita di sue ricerche non pos'>a stabi- con altre poche parole, pienamente que-
lirlo. Dal suo riferito, appare manifesto, sti pure avrebbe appagato, puiciiè non di

che se veramente IN'icola Pisano, autore tulli gli altari ci dice il nome, uè di tut-
cunleniporaneo del disegno pel magnifi- ti i monumenti c'islruisce degli avanzi
co tempio di s. Maria Gloiiosa dei Frari mortali che racchiudono. 11 visitante
de'francescani, diede pure il disegno de* l'apprende da per se, il lettore resta col-
ss. Gio. e Paolo, come opinò il Cicognarn, la brama di saperlo. Ma egli si propose

non potè vederne eseguila che una pic- scrivere più pel i.^che pel 2.", e di fa-
cola parte (morto verso il ,1270: pe'do- re un libro il più tascabile possibile. Ed
inenicani avea in Bologna creilo il con- io per le proporzioni di quesl' articolo,
\eiito e la chiesa di s. Domenico, e scol- noudiuieno lo trovai il più opportuno e
pila la sua arca meravigliosa). Ma ne'la- adatto, nel tessere le principali nozioni ar-
v<jri falli nel secolo XIV è indubitato tistiche de'templi e altri edifizi di Vene-
vi operasse in quahlà d'architetto fr. Ni- zia, non senza però averne fatte le debile
colò da Imola o fi: Benvenuto da Bolo- modificazioni accadute dal 1 8 1 5,in cui e-
gna, ambedue laici domenicani, e assai gli scriveva, benché ripubblicala nel i 828,
periti in (luell'arle. La chiesa de'sS.Gio. e lino al presente, in grazia della Nuovissi-
Paolo, dite Marchese, misurala nel-
il p. ma Guida del Zanotlo e con quanto di-
la sua lunghezza è piedi 290, nella cro- chiarai nel lì. I I di questo §. Dichiara il

cerà 125: larga nel corpo piedi 80, alla Moschini questo tempio, del genere d'ar-
108; ch'è quanto dire 10 piedi più lunga chitettura che viene detta gotica, de'pùi
del tempio di s. Antonio di Padova. La ampii che se n'abbia, e tesoro di belle cose
forma è cpiadrihinga e tiene della croce Ia- (osservano Diedo e Zanotlo: Se la fron-
lina. Si (livide in 3 navi, delle quali (piel- te del colossale edifizio fosse slata com-
1h di mezzo sorpa.ssa poco meno del dop- piuta in relazione alla magnifica porla,
pio quelle de'fianchi. Cimpie grandi ar- poteva gareggiale in magnificenza co'
chi di sesto aruto ad ambi lati sosleunli
i più cospicui eretti alla sua epoca). Tiil-
da robuile colonne, uè componj^ouo la lu la facciala iuleruà della porla è oc-
è

,38 VEN VEN


da 3 cnomiiiieuli della faiuigliii
fiij).>ta assiste al ruolo della milizia damare,
Moceiiigo. Quello del doge Giovanni fu di G. B. del Moro, il «juale vi rappresentò
condono con maestà e nobillà da Ttd- assai bene il suo soggetto. Al di sopra
lio Lombardo; quello di mezzo, al do- è di buono il deposito del generale
stile

ge Luigi Mocenigo e a Loredana Mar- Nicolò Orsini conte di Piligliano e capi-


cello sua moglie, si aichileUò dal Gra- tano generale degli eserciti della i-epub-
piglia; il 3.° al doge Pietro Mocenigo si blica, la quale l'onorò di splendidi fune-
condusse da Pietro Lombardo e da' suoi rali in s. Marco e in ss. Gio. e Paolo; e
figli Tullio e Antonio, di gusto e siile poiché l'urne de' forti accendono gli ani-
greco, lavoro finissimo. Elegante e ric- mi a cose egregie, ordinò che la metaoria
co è il I." deposilo di Girolamo Canal, dell'illustre condottiero venissequi per-

Il vicino altare ha nella tavola con Ma- petuata con questo mausoleo. La tavola
ria Vergine, s. Tommaso, alcuni Santi e di s. Antonino che riceve suppliche e lar-
Sanie, un lavoro di G, Cellino, che quan- gisce limosine, nel vicino altare, è del
tunque opera giovanile, è ammiratissi- Lotto ; le belle leste di donne sono ri-
mo. Il monumento di M. Lanza, che tratte dal vero. La grande invetriata
vi è presso, è lavoro del Barthel. Qui della finestra, inimitabile per concepi-
trasportato penletle del suo efiello. Ep- nietito e disegno, specialmente nella par-
pure quanto senso non esce da quella te inferiore, è dipinto istoriato del Mo-
<lonna quanlunque ammanierata I Nel- cello. La tavola dell'altro altare col Sal-
r urna del vicino uìoiiumento vi ha le vatore, ed ss. Pietro e Andrea, è buon
i

ceneri del già deplorato e celebrato Bra- lavoro del Marconi. Nella i.^ cappella il
gadin. Vi sta espresso il tragico fallo ricco altare è tutta opera del Vittoria,
dall' Alabardi. La tavola di s. Vincen- eccetto il Cristo, ch'è del Cavrioli, o me-
zo, in 9 comparti, è del Carpaccio, o glio di Jacopo Spada. 1 due quadri, cia-
d' altro contemporaneo, il quale sape- scuno con 3 Santi, sono di Bonifacio: la
va di uotomia e simmetria, e conosce- Maddalena dall'altra parte, non è che
va i princi[>ii dell'ombreggiare. La i.' della scuola. Neil' altra cappella è sul-
cappella ha una bella opera di Lattan- r altare, di Guglielmo Bergamasco, la

zio Qtierena, con la Deposizione della statua della Maddalena. Il" Lazzarini alla
Croce. I due quadretti, sopra le porte, destra dipinse la Manna; alcuni de' Bas-
con Cristo battezzalo e circonciso, sono sanesi la Vergine venerala da s. France-
due gaie opere e le migliori che abbiamo .sco ; Bonifacio i due quadri, l'uno con s.
del Mera, Nella cappellina del Battistero Michelejl'altro co'ss.Gio. Battista e Anto-
lidoUa alla più squisita eleganza, il qua- nio; Tintoretto Maria Vergine con Santi
dro col Ballista è del Lazzarini. Il gran- e senatori : quadro dello stile piti vigo-
dioso mausoleo Valier, scolpito da parec- roso di lui, con teste veramente sublimi.
chi artefici (altri lo dicono di gusto infe- Nel coro il deposito del doge Loredaa,
lice), si architettò dal Tirali, che pure che sciolse la lega di Gainbray, fu dise-
condusse la vicina cappella di s. Domeni- gnato dal Grapiglia. La statua del doge
co; dove i 6 fatti di sua vita, 5 in bronzo fu condotta dal Campagna, assai giova-

e uno inlegno,8ono lodevoli cose del bo- ne, le altre opere dal Cattaneo, assai
lognese G. Mazza, che mori nel corso del vecchio: cos'i lutto vi riuscì mediocre. Il

lavoro. Volgendo alla crocerà, vi ha nel monumento cospicuo del doge M. Mo-
pilastro una figura di s. Agostino: bel di- rosini, è opera insigne del secolo XIV.
pintodiB.Vivarini, di cui quisonovialtre L'altare n»aggiore si disegnò dal Carme-
simili figure, avanzi d'una sua gran ta- ro, e l'Assunta è pittura a guazzo dell'lu-

vola, 11 vicino quadro eoa s. Marco che goli. All'altra parteilraouumeulo deldoge
V EN VEN i39
Venclramin.diflìcilQieiile superabile per retti, sono osservabili quello sulla porta
magnificenza e lavoro, si crede del Leo- colla Sagra Lega, e il vicino colla Vitto»
nardo. Ledile statue di guerrieri,che non ria ottenuta alle Curzolari: opere di Tiu-
gli appartengono, sostituite a due che ne torelto il figlio, sì ricche di pregi che
furono tolle.sono diG.Dergau^asc(J(conlu- vengono Jacopo suo
talvolta riputate di

neluente il mausoleo di Vendrauiiusi tie* padre. Nella i.' si vedono


s. Pio ritratti

ne per l'opera più bella, ricca ed elegan- Y, Filippo II re di e il doge Mo-Spagna


teche nel suo genere si trovi in Venezia ; ceni go, co' loro generali Marc' Antonio
ed il Cicognara rimarcò, segnare l'epoca Colonna, Giovanni d'Austria e Sebastia-
e l'apice cui giunse l'arte dello scarpello no Venier. Quel ritialto d'un guardiano
veneziano. Aggiungerò purech'è bellissi- è vivo. Tinlorelto padre divenuto vec-
mo quello del doge Pasquale Malipiero. chio, si vede nella Crocefissione, quadro
Inoltre il Bregno scolpì la statua del ge- nella parete di fronte all'altare. Ritor»
nerale Dionigi JNaldo, sulla porta a de- nando in chiesa, il quadro con Cristo in
stra della crocerà). E' del Lazzaiìni il Croce, la Maddalena e s. Giovanni, è
quadretto con s. Caterina, ed è del Cate- debole cosa dì G. del Salviati. Ivi ples-
na l'altro con 3 Santi. Nell'altra cappel- so e ben diversa dall'altra è la Cro-
la il miracolo di s. Antonio èdiG. Enz: cefissione, condotta da J. Tinlorelto, pel
la Strage degl'hinncenli è del Lazzarini; buon concepimento, dottrina di lavo-
ilquadro con SSantidiBonifacio.La tavo- ro e amore di pennello. Sulla porta della

la dell'altare con la ss. Trinità, la Vergine sagrestia, condotta dallo Scamozzi, vi ha


e gli Apostoli, è buon lavoro di L. Bas- i busti de'pittori Tiziano ede'due Pahna.
sano, di cui è anche il gran quadro, nel- Nel fornice della sagrestia slessa la bellis-
l'altra parete, col miracoloso disotterra- sima figura di Cristo ful(ninante,è opera
mento del corpo di s. Gio. Damasceno, di Marco Vecellio. A fianco dell'altare il

11 quadro con 3 ^anti è di Bonifacio. Crisloche porta laCroce,è fattura diLuigi


Nell'altra cappella è ben concepito e con- Vivarini. Inoltre nella chiesa il quadro
dotto il fresco d'un Lorenzino, discepolo storialo con Maria incoronata, si attribui-
di Tiziano, intorno il monumento deKon- sce con lode al Carpaccio. Dopo parecchi
doltieroCavalli. Il quadrello cous. Fran- tlepositi, de' quali quello del doge Mar-
cesco èopera delBeccaruzzi.A fianco della cello nou cede in eleganza e gusto all'ai"
cappella del Rosario, il gruppo del gene- tro del Vendramin, si arriva all'altare
rale Vincenzo Cappello giuocchioui in- colla tavola già celebrata di S.Pietro Mar-
nanzi a s. Elena, è ^cultura del Deutone, lire, riputata sempre il capolavoro di Ti-

di largo stile e naturale. La delta cappel- ziano. Sull'ultimo aliare magnifico, eret-
la del Rosario si archilettò dal Vittoria, to pel buon volere di Verde, figlia di Ma-
e con suo onore. Egli vi fece eziandio le stino della Scala, male stanno le aggiun-
due statue principali dell'altare, il quale te opere del Vittoria. Appresso l'altare
si condusse con suo disegno dal Campa- è ildeposito dell'illustre maresciallo de
gna, che vi esegui anco le altre due sta- Chasteller, generale austriaco d'artiglie-
tue mediocri. 1 bassorilievi dietro l'alta- ria e comandante la città e fortezza di
re sbalordiscono il volgo, che vi loda co- Venezia, ivi sepolto. Dice il benemerito
me pregio ciò che non è che difetto a sa- e eh. Quadri nella sua dotta ed eruditis-
no occhio. Ver altro gli scultori, qual sima illustrazione di questo tempio mae-
più, qual meno, vi mostrarono valore stoso, essere ancora campo vastissimo
'd'arte, se dou accortezza di giudizio. alle più profonde meditazioni, trovando-
Tra' dipinti di questa cappella, condotti vi l'osservatore gli elementi per ogni
dal Palma, dui Coroua e da' dueTiuto- svariata sua applicazione, sìa arti;>ta, o
,i4o V E ?c V EN
leileralo, o filosofo, o politico. A questa tanto visse e tanto fece, qua>ii di conti-
coiu peniliosa descrizione può supplire in •
nuo lottando e vincendo le sinistre opi-
Iciaiiiente l'opuscolo, coiileneule anche nioui, i pregiudizi de' tempi, 1'
invìdia
le iscrizioni sepolcrali e ititilolato: Tem- de' rivali, le forze de' più potcflli, e so-
pio de Giovanni e Paolo in Fenezia
ss. stenendo con dignità le procelle che mi-
ilCfWritto ed illustralo dall' autore (il nacciavano d'ingoiarla in vece di stupo- ;

eh. Antonio Quadri) degli Otto giorni re, si troverà in ciò pure argomento per
a Venezia con xix lavolr incise in ra- confermare il principio, che nelle cose
me, Venezia tipografia Audreola i835. Diorali, come nelle fisiche, quali le cause,
IVou ostante dichiarò ntodestamente il tali sono gli effetti. Così senza uscire dal
Quadri, ristretto il suo dire, non corri- recinto di questo tempio, gli uomini do-
spondente all'altezza del sùhhietto, per lali del prezioso tesoro di un giusto crite-
essere scorta nella visita di sì maestoso rio, avranno in esso campo vastissimo alle
tempio, entro il (|uale l'osservatore tro- più profonde meditazioni."Questo tempio
verà gli elen)e(iti per ogni svariala sua V illustrerà da par suo il cav. Cicogna
upplicazione. « L'artista vi leggerà la vi- nella parte che prese a trattare, nella gi-
lla storia delle arti pel giro di circa 6 se- gantesca sua opera A^We Inscrizioni ve-
coli, e saprà scegliervi classici esemplari ìiezinne, intorno a cui da più lustri, con
onde perfezionarsi nello studio del bello, sommo studio, si adopra. Il Diedo e il

li letterato seguirà le vicende della lin- Zanotto, Le Fabbriche di Venezia, ar-


gua del Lazio, dappoiché couìinciòa ri- tisticamente descrissero il sontuoso tem-
jModursi coll'anlica eleganza. II (ìlosofo pio e la sua porta con tavole, unitamen-
rimarrà penetralo e commosso da'senti- te a quelle de'mausolei più magnifici e
menti di cjue' figli e nipoti, quali gran i bellissimi de'dogi Vendraroin e Marcello,
parte delle sostanze ereditate da' loro non che il monumento equestre di Bar-
iii.iggiori impiegarono in opere che la tolomeo Coglioni o Colleoni nobilissimo
memoria ne conservassero e rivolgessero bergan)asco, capitano generale della re-
o publdico lustro; e ammirerà la fecon- pubblica diVenezia, ed erettogli da questa
da riconoscenza d'un senato sì generoso dopo la sua morte avvenuta nel 47^, per 1

in favore del merito, che, non pago di legatodi lui,eper decreto delsenato.a me-
averlo ne' viventi premiato, lo seguiva moria molte gloriosissime azioni.
dellesiie
col munificente suo braccio nell'oscurità Applicatosi con finissimo ingegno al mi-
delle tombe, per onorare le ceneri degli glioramento della stralegia,seppe il ." ac- i

stilili, e continuare le largizioni dilfon- conciare cannoni sui letti, e introdurre


i

dendole sui loro consanguinei. In code- l'artiglieria di campagna. La sua discen-


sta reciprocità di delicati riguardi fra le denza, alcuni collaterali e la repubblica
fiimiglie e la patria ; di privata e di pid)- di Venezia si divisero la sua pingue ere-
])lica gloria; di segnalali servigi e di chia- dità. Lasciò soltanto 4 figlie femmine,
rissime ricompense; in sì nubile gara di partoritegli da Tisbe Martinengoda Bre-
cospicua magnanimità, di grandezza e scia, la di cui antica e nobilissima fami-
di onore, il saggia politico scoprirà colla glia sì gloria e vanta dì molli Servi di
*ua perspicacia l' nodo e il
indissolubile Dio d' amboi sessi, e anche martiri, di
forte cemento che, congiungendo il go- vescovi e altri prelati, scrillori ecclesiasti-
veino co' sudditi, e questi con quello, ha ci, letterali, valorosi guerrieri e altri il-

potuto costituire il saldo edilicio di uno lustri cavalieri, abbati e altri graduati reli-

àStato che conservò una longevità senza giosi, come può vedersi in Ottavio Fer-
esempio. Cesserà quindi la meraviglia de- rai i, Origo et Stemma gcnlis Marlinen-
klala Ualiu storia d' uua repubblica che ghac, Palaviii67 i. Illustre rampollo dei
V E' rv V E N I
i I

roHeoiii e (lellii Miiiliiiengo è il nobile celebrare,massime nel § XIX. Esposto da


Orazio Colleoni l*orto, il quale divenuto ben 3 secoli il monumento Colleoni all'in-
pnitecipe delIViecIilìi Porlo, lakciatii Uer- giurie del cielo e degli uomini,avea soffer-
giinio, si st.ibiPi anni addietro a Viceiizit,. to nelle parti ornamentali grave danneg-
Proporzionato ai tempio, il nionuniento giamento; ma per la munificenza del go-
rtiaesloìtauiente si eleva sidia piazza ilella verno ebbe nel 83 magistrale risl.iuro,
1 i

descritta chiesa de'ss. Gio. e Paolo. Cor- con somma diligenza diretto dal prof.Loz-
risposero gli artisti alla grandezza delCol- zarijCoadiuvato da'prof Borsaio eZando-
leoni e della repubblica, erigendo nel inencghi. Procedei in questa indicazione
1 495requeslre tnonunientocon si mira- del monumento coll'encoroiato Quadri, il
bile magistero, che viene riputalo a ra- quale inoltre sagacemente fa le seguenti
gione una delle migliori produzioni del osservazioni. La statua equestre del Col-
suo genere dopo il rinascimento delle bel- leoni, e ibronzi che ne fiegiano il piedi-
le arti. Il piedistallo lodalissim'o è un ret- stallo, erano originariamente dorati; ma
tangolo di fini marmi intessulo, fregialo la pioggia, il sole e il tempo consumarono
d'ornaoienti esprimenti la potenza in ma- l'oro: tultavolta se ne vedono ancora le

re e in terra della reptd>blica, eseguiti in tracce nelle parti del cavallo meno espo-
marmo e in bionzo, e fìancbefjginlo da 6 Siccome i
ste all'ingiurie dell'atmosfera.
colonne corintie, le quali sostengono l'ar- 4 cavalli di pronao della ba-
bronzo <lel

chitrave su cui poggia il piano che for- silica IMarciana, rimontando ad epoca as-

ma base al sovrapposto cavitilo. Alessan- sai pili rimota, conservano nella massi-

dro Leopardo veneziano ne fu l'archilet- ma parte della doralura; dalle sue in-
lo e scultore. Il cavallo e l'eroe sull'ar- dagini conobbe ciò derivare perchè ca- i

cione sono di bronzo: Andrea da Yer- valli sono composti di rame con alcuna

rocchio toscano ne die' il modello, ma il porzione di zinco, escluso alTalto lo sta-


suo perfezionamento e il getto venne ese- gno; e che in quello del Colleoni si è p'^r-
guito da Leopardo, perciò dello del Ca- duta la doratura per essere il getto di fi-

vallo, uome the prese pure la corte ove nobronzo, materia questa meno atta del
si fuse. Le forine e la vivaciià del caval- rame a ritenere la doratura. Dirò per ul-
lo sono degne d'encomio, ed è ammira- timo, co' suoi illustratori che Colleoni ,

bile che peso cotanto enorme possa esse- avea nel testamenlo pregato il senato a
re sostenuto da sole 3 gambe, alzata la collocar nella piazza dis. IMaico la sua
4-' in allo di movimento. Donatello, che effigie a cavallo in bronzo a perpetua me-
circa mezzo secolo innanzi fuse la statua moria. Il senato l'esaudì, non però in «iet-
equestre eretta in Padova ad Erasmo da ta piazza che per antica costituzione do-
Marni $oprannon>inalo Galtamelala,noQ vea essere «gomiterà da tpiaiunque mo-
ebbe ardimento d'isolare il suo cavallo numento, ma nella piazza o campo della
in egual maniera; e per ecpiilibrarlo, scuola grande di s. Marco, propiurpia e
sottopose una grossa palla alla gamba comune alla chiesa de'ss. Gio. e Paolo.
che si alza, mercè del quale artificio pog- ^o. agostiniane dis. Maria delle Ver-
giano tutte sopra la base. Anche tale mo- gini. Il celebre p. Bona uni nel Cata-
numento si deve alla grandezza d'animo logo degli ordini religiosi delle ver-
de'veneziaoi; poiché non furono giammai gini a Dio dedicate, tratta nel t. 3,
reiribuiti con maggior pubblicità ser- i cap. XII, Monaea
Agostiniana nel mo-
vigi n.ilitari, né si resero giammai OD)ag- nastero delle f^ergini in Venezia, ne
gi maggiori alla gloria dell'armi, quanto riporta la figura, e dichiara il conte-
dal veneto senalo, sempre sagace, munifi- nuto averlo ricavato dall'archivio del-
co e saggio, il che ripelulaaieote dovrò le slesse Agostiniane Fergini, nel qua-
«42 VExN V EN
le alliccio brevcnu'iite lo riprodussi. Ora Marco. Per la direzione e assistenza spi-
però imparo dal Corner, che il p. Bonari- rituale, Gregorio IX alle religiose asse-
Ili per tal modo seguì la volgare e falsa gnò alcuni canonici regolari col priore,
lradizione,di credere fondatore del mona- {Iella congregazione di s. Marco di Man-
siero doge Sebastiano Ziani ad eccila-
il tova, con abitazione contìgua al mona-
Dientod'Alessandro III, mentre devesi ri* stero. Questo riuscendo angusto, il Papa e
conoscere isliliiloreil figlio Pietro anch'e- ildoge ottennero da Pino vescovo di Ca-
gli doge. La vera storia narrata dal Cor- stello luia sua palude per rendere più co-
ner è questa. Intimorito Popa Onorio 111 moda l'abitazione delle monache ede'c*i-
dalle gravi perturbazioni d'Italia, com- nonici. Confermarono e aumentarono i
messe dall'imperatore Federico II per- privilegi e l'esenzioni Innocenzo IV, Ales-
secutore della Chiesa e di sua persona, sandro IV, Clemente IV,GregorioX. Que-
verso il 1224 mandò per legato apostoli- st'ultimo volle, che dell'elezione del |)rio-
co a Venezia il canlinal Ugolino Conti, re di 8. Maria delle Vergini spettasse l'ap-
poi Gregorio IX, perchè persuadesse il provazione alla badessa e all'altre mona-
zelo religioso della repubblica a soccor- che, a seconda del'concesso a istanza del
rei lo, e foruiasse seco lega a difesa della doge dal capitolo generale della congre-
religione e della giustizia. Nel discuter- gazione di Mantova ; e che le rendite del
si ulfare sì grave, il cardinale nel pio suo monastero solo dalle monache si ammi-
zelo s* inlese ispirato di provocare dal nistrassero. Ingiimse ancora alla congre-
doge Pietro Ziani la fondazione d'una gazione, discrezione nel numero de'savi
chiesa in una parte rimota della città, canonici che destinava all'assistenza del;
dove esisteva altra piccola de'ss. Gio. e monastero, onde non gli riuscisse di so-

Paolo martiri, posta sopra una palude verchio aggravio. La condotta de'canonici
poco lungi dalla cattedrale e perciò nel divenendo più riprensibde,Bonifacio Vili
.sestiere di Castello ; ed in uìemoria della neordìnò la rimozione, alle monache con-
basilica dedicata a Maria Vergine in Gè- cedendo la libera elezione dell'abbadessa.
i'usalemaie,e poc'anzi miseramente occu- In seguito il monastero si sottrasse del
pata da'saraceni, si chiaujasse s. Maria tutto dalla soggezione della congregazio-
Nuova di Gerusalemme. Accoltosi dal ne. Nel i365 il fuoco distrusse la mag-
pio doge suggerimento del cardinale,
il gior parte del monastero, contribuendo
non solo edificò la chiesa, ma vi aggiun- alla rinnovazione il doge Coularini, e
se un monastero; e per averlo pure do- Urbano V coU'indulgenze concesse a'sov-
tato, restò padronato perpetuo de'dogi ventori. Poi Bonifacio IX nel iSgS, ac-
successori. Anche il cardinale allora, o cordò quella della Porziuncola per la ri-

dopo divenuto Papa, contribuì al mante- parazione della chiesa, mentre le mona-
nimento delle sagre vergini con sommi- che, sebbene nobili, si privarono dell'uso
nistrare denaro per l'acquisto di posses- del vino per sopperire alle spese. Furono
sioni nel Padovano, che, nel pontificato, benefìci colle monache eziandio Alessan-
col monastero dichiarò esenti d'ogni ag- dro V, Giovatmi XXI li, Martino V,
gravio. Nel fondarsi il monastero, si ro- Eugenio IV, e Nicolò V, il quale liberò
vinò l'antica chiesa de'ss. Gio. e Paolo, interamente il monastero dal vescovo.
poco lungi da s. Pietro di Castello, e la L'incendio del 1487 rovinò il riedificato
chiesa dis. Maria in Jcrusalein fu co- monastero, e il doge Barbarigo indusse
struita in luogo già paludoso. Le vergini senato a risarcirlo. Frattanto alle mona-
il

accolte, tulle nobili,ebberoa norma la re- che non era rimasto che il nome, senza
gola del monastero gerosolimitano,quel- legami di voli e di clausura, contraendo
la cioè di s. Agostino e l'abito detto di s. di frequente matrimoni. Tauti disordi-
YEN V C N 143

ni, comuni anco ad altri monasteri tlella ro alla chieda l'imtn;igine della II. Veigi-

città, mosse lo zelo tU;l palrinrca Conta- ne già venerala nel tempio «li Gerusaleoi*
rmi a munirsi tlell'antorità <li Leone X me, e molle insigni reliquie, olire cor-* i

per correggerli e riformarli. Con perse- pi de'ss. Magno, Pio e Onorato, di uon)i

Teranle cura, divise il monastero delle imposti quando si cavarono dalle roma-
vergini in due parti, in monache osser- ne catacombe. Gli altari della vasta chie-
vanti e conventuali, ed il simile fece con sa a 3 navi, erano 9, distinguendosi il

altri, coadiuvato dal vescovo di Feltro maggiore pel magnifico tabemncolo or-
Campeggi ntuizio d'AdrianoVI in Ve- nato di preziosi marmi, oltre i due situa-

nezia. Ciò non bastando, Clemente VII ti olla mela di essa, del ss. Crocefisso e
neh Dsqdeputòriforniatoredel monaste- del ss. Rosario. Racconta il p. Bonanui,
ro il vescovo di Pafo Giacomo Pesaro, al che per pontifìcia concessione dogi do- i

quale riuscì rendere toltele monacheos- veano approvare la nuova badessa, con
servanti nel iSSy, con alquante tralledal recarsi accompagnati da' ministri e de-
monastero di s. Giustina; indi nel i54i pufali dal senato,nel monastero a far leg-
fu ingiunto alle converse o sorelle serven- gere il breve pontificio di conf.rma. lu-
ti di riprendere l'abito nero, il bianco es- di seguiva la benedizione della badessa,
sendo proprio delle coriste. Paolo III e nel pontificale del vescovo, e dopo il suo
Giulio 111 furono benigni di concessio- giiu'amento, veniva sposata con solenne
ni al monastero. Pel decoro di sua anti- ceremonia dal doge con due anelli d'o-
ca origine, la nobile condizione delle re- ro, uno con l'impronta di s. Marco, l'al-

ligiose, le prerogative elargite al mona- tro con prezioso zaflìro. Tecoiinava la


stero dalla s. Sede e da'dogi, stabilì il se- funzione con orazione latina recitala da
nato nel i6i3che la chiesa fosse ogni una monaca. Alla morie dell'abbailessa,
anno visitala dal principe e dalla signo- le si celebrava il funerale colla pompa si-

ria ili." maggio, giorno in cui Bonifacio mile a quella prescritta dalle leggi della
IX avea concesso l'indulgenza della Por- repubblica pe' dogi defunti. Circa allo
liuncola, confermata in perpetuo da Pao- Sposalizio, forse sarà stala la ceremoniu
lo V nel i6o5. llcav. Cicogna che pub- dell'investitura e possesso che soleva da-
blicò copiose notizie della chiesa, del mo- re il doge,succennala e di cui riparlerò, si-

iiastero e tielle monache, che dice cserci- mile a quella ricordata nell' indicalo arti-
lavansi nell'arte del canto e vi riusciva- colo, praticala pure da alcuni vescovi. La
no a meraviglia, con)e (|uelle<li s. Zac- chiesa e il monastero a'28 luglio 1 806 sog-
caria d'opo aver chiarito anch' egli la
; giacque alla sorte comune, di sciogliere
falsa e volgare tradizione, che fosse sialo le monache, che passarono tra quelle <li
ilmonasleio fondalo dal doge Sebastia- di s. Girolamo e di s. Giustina, e di con-

no Ziani a eccitamento d'Alessari<lro III, vertire ad uso profanò i chiostri e le


quando si recò a Venezia per pacificarsi chiese. Dipoi a' 2g novembre la chiesa
con Federico 1, derivata dail'averlo eret- e il monastero furono assegnati allelriq)-
to l'altro doge Pietro Ziani, figlio del pe della marina italiana; e neh." feb-
nominato, e in tempo di Federico II, il braio 1809 ridotti a bagno de' forzali,
che die'motivo all'equivoco; parla della ossia di ergastolo marittimo. Similmen-
Lettera delle vionaclie al do^e Meni' te fu ridotta ad uso del bagno, come
nio, fjcr la rinno^' azione della solenne corpo di guardia, la chiesetta o orato-
visita alla loro chiesa ih." di maggio a rio della confraternita della Visitazio-
ricevere l'induli^cnza di Papa Alessan- ne della B. Vergine, posta sulle fonda-
dro III, Venelia i6i3. Tanto era radi- menta dell'ingresso del monastero, la cui
cala l'erronea credenza. Forma vuuodeco* erezione risale al 1 399. Siccome nel 1 809
i4i VEN V E N
sì ;i[)r'i neir nrsfinale l.i nuova pnilii <li una sua casa confinante colla chiesa e a-
lume, porzione di quest'isola delle Ver- bilazioni de'religiosi. Ottenuta la della
gini, verso trnmonlana, si disUusse per chiesa e l'anguste abitazioni dell' abban-
dnre nna direzione reità al nuovo canale, donata badia, cominciarono la magnifica
che dalla porla medesima si dirige n chiesa che si ammira, e il convento che
quello de'Marani: l'isola qtiindi alloia poi dilatato per la sua ampiezza si disse
perdelle non poca area d' orlaglia. Della la Casa grande, principiando gli acqui-
chiesa esistono alcuni avanzi, e due ordi- sti pel suo ingrandimento, oltre il ricor-
ni di colonne sostenenti la nave princi- dalo, quelli dei 1255 ei265 falli ad hoc
pale. dal doge Zen pel comune di Venezia a
9, r. Conventitali minori di s. Blaria nome de' frali minori. Intanto disponen-
Gloriosa de' Frari. II gran patriarca e dosi le cose opportune per la fabbrica del-
serafico fondatore del prodigioso ordine la sontuosa chiesa, nelle fondamenta po-
Francesi-ano, s. Francesco d'Asisi, re- se lai," pietra, e da se benedetta, il car-
tUice dall'Egitto per restituirsi in patria, dinal Ubaldini legato apostolico, sotto
npprodfj a Venezia, e rilirossi per amo- l'invocazione di s. Maria Gloriosa, \ìev
re di solitudine nell'isolelta non lungi ila dislingueila dalle molte altre già dedica-
liurano, ove eresse con giunchi e legni te in Venezia alla Madre di Dio, ed as-
tessuti un piccolo oratorio, vi operò mira- segnandole per festa la sua gloriosa As-
coli e ne partì versoi! 1220. L'isoletta per sunzione in cielo. Da' possessori frati fu
lui prese il nome di s. Francesco del De- poi chiamata volgarmente de Frari. Con-
serto,comedirrj nel § XVIII, n.i [.Volato tribuì alla sollecita erezione del gran tem-
al cielo nel 1226, alcuni de'suoi più fer- pio la pietà de'patrizi, e quella del popo-
vorosi seguaci si portarono a Venezia per lo eccitata nel 1280 dal già minorila LN'i-

ivi fondare all'ordine un convento. Per colò IV con indulgenze a chi olfrissesus-
gli esempi di santità e buon odore d'o- sidii. Il più abbondatile, col quale si avan-
gni virtù, spogli precipuamente d' ogni zò al con»[)imenlo l'edifizio, derivò dal,
affetto limano, si conciliarono tosto l'a- pio legalo di Marco figlio del doge Pie-
more e l'ammirazione dello città. Impe- tro Ziani e conte d' Arbe , che ricordai
loctliè, sempre occupali nell'orazione, ed nel voi. XXVI, p. 80, e disposto fin dal
in altri pii esercizii, viveano di semplice 12 53. Così nel corso del secolo si ridus>«
pane mendicato, e spesso dormivano al- a tal perfezione la vasta chiesa, di cui si

l'aperto ne'soltoportici delle chiese di s. resebenemerito con ragguardevole obla-


Silvestro e di s. Lorenzo; finché comin- zione il doge Francesco Dandolo; e fu poi
ciarono ad avere notturno alloggio nelle solennemente consagrala a' 27 maggia
case de'divoti. Acciocché uomini di con- 1492 dal minorità fr. Pietro di Traili
versazione sì santa si potessero slahil- vescovo di Telese. Il campanile comiiv
niente fermare in Venezia a beneficio co- ciato con nobile e robusta architetlurJi
mune del popolo, fu assegnala loro l'an- nel I 36i, da Tommaso Viaro coll'esbop
tica abbazia di s. Maria già de' monaci so d'8,ooo ducati, fu poscia nel «SgG iu'
benedetti ni jUel sestiere di s. Paolo. Quanto teramenle compito da'negozianti milane-
all'epoca varie sono le opinioni, e meglio si e modenesi. Corrispondente alla maC'

pare ne'principii del i236, sebbene già sia dell'altre f ibbriche, si formò la sagre
nel 1282 frati minori trovavansi in co-
i stia , ed il santuario si costruì di scelt
monilà a Venezia come si trae da un , marmi per conservarsi le seguenti reli'

diploma di Gregorio IX; anzi da altro (juie,ornamenti più nobili dello splen-
i

documento si ricava, che Giovanni Ba- dido tempio. Primeggia una goccia de
doaro nel 1234 donò » ^"llo l'ordine prezioso ss. Sangue del Redentore, e di

1
V EN VEN 145
cesi mescolato coll'unguenlo tli s. Maria la discrezione del fuoco e né mori nel-
Rladdalena, portata in Venezia nel 1479 la sua cella il servo di Dio fr. France-
dal capitano generale Melchiorre Trevi- sco, e tuttavia il di lui corpo rispetturo-
san, dalla chiesa di s. Cristina di Costan* DO le fiamme. L' archivio fu distrutto
tinopoli, dalla quale si soleva nel giovedì dal fuoco. Prima di tale disastro, l' am-
santo dall'imperatore e dal patriarca tra- pio convento nel i 346 accolse I 5oo frali

sportare in s. Sofia ove restava esposta convenuti al capitolo generale. Nella rie-
nel venerdì santo. Donata poi dal capi- dificazione fu speso grande somma e vi

tano nel 1480 con solenne pro-


a'frati, s'impiegò quasi un intero secolo , ridu-
cessione fu collocata nella chiesa , dove cendosi a perfezione nel i463. Indi nel
si olFre alla venerazione del nucneroso 1469 il cardinal fr. Francesco della Ro-
concorso del popolo nella domenica di vere genei'ale dell'ordine, e poi Sisto 1 Vj
Passione. Grati religiosi, assegnarono al
i vi fece celebrare altro capitolo generale,
ut)biledonatore e suoi posteri una delle e vi fu eletto per successore fi'. Giovanni
chiavi che racchiude tanto tesoro e la , da Udine ministro della provincia vene-
cappella di s. Michele Arcangelo: l'ulti - ta di s, Antonio. Non mancarono bene-
mo de'Trevisan lasciò la chiave a'procu- fattori ad assegnare rendite pel sostenta
ratori di s. Marco. Nel i5oo dall' espu- mento de' religiosi, i quali nel i4^9 ri-
gnata Corone, provenne il dono del ge- tennero monastero di s. Giacomo di
il

nerale de'conventuali, consistente: in un Palude. II Corner registra 22 religiosi di


frammento della s. Colonna, un dito di questo convento elevali all'episcopato; e
8. Nicolò, e un piede incorrotto di s. Da- riferisce pure che dal 1289 per disposi-
niele profeta. Inoltre vi sono: uno parti- zione di Nicolò IV, risiedette nel mede-
cella della ss. Croce, delle reliquie di s. simo l'uffizio della s. Inquisizione (a
Antonio abbate, de' ss. Innocenti, di s. meglio fu istituita nel 1286; bensì le
Giacomo Minore apostolo, di s. Stefano norme pel definitivo stabilimento del-
protoraarlire,di S.Caterina verginee niar- l'Inquisizione furono assegnate nel i 289,
tire, del cardinale e dottore Bonaven- s. come riporlo nel § XIX nella biografia
tura; due leste delle Compagne di s. Or- del 44-° ^"§6 Marino Morosini), e fra
sola, una mano incorrotta del b. Pacifi- gl'inquisitori fiorirono fr. Lodovico Do

co francescano, il cui corpo riposa in un nato poi generale, che Urbano VI creò
magnifico mausoleo dorato vicino alla cardinale, e fr. Felice Peretli poi car-
porta della sagrestia, fabbricalo da Sci- dinale e glorioso Sisto V : dirò nel n. 3o
pione Bon quando alla metà del secolo di questo §, che dipoi nel i56o Pio IV
XIV presiedeva alla fabbrica della chie- trasferì l'inquisilorato ne'domenicani. Nel
sa, ma dicesi pel b. Francesco Quirini pa- i44o venuto in questo convento il
C''^

triarca di Grado, ed invece nel «437 vi suddetto fr. Francesco Rovere per letto-
fu deposto il detto servo di Dio. In que- re di teologia, e voleva ritornarvi dopo
sta chiesa si venerano pure i corpi del b. il generalato, quando fu crealo cardinale
Gentile da Matelica martire francescano, e indi fu Sisto IV. Rileva Corner, che
e del nominato b. Patriarca, i quali in- nella chiesa sono i sontuosi mausolei de'
sieme furono riposti nell'altare della cap- dogi Francesco Foscari , Nicolò Troii,
pella detta allora di s. Girolamo d' oro, Francesco Dandolo e Giacomo Pesaro;
))er essere l'altare di legno dorato. Nella e due minori si eressero alla memoria
sepoltura comune deposto
de'frati vi fu de'dogi Giovanni Gradenigo nel capito-
il b. Carissimo da Chioggia. Nel BGq un 1 lo, e Giacomo Conlariui nel 1
."
chiostro
incendio avendo consumato quasi lutto del convento. In faccia a questo innalzò
il convento, né polendo fuggire restò al- il suo ospizio la coofraleruita della Pas-
vei, xct. to
VE N
siorie, che fondala [)iesso la diiesn ,
poi cav. Fabio IVlutinelli che lo presiede, di

ivi si tradusse, la cui fabbrica nel l5g3 che verrà occasione di ricordarlo; e iiel-
disti ulta dal fuoco, si rinnovò con deco- r indicazioni sloriche della t illà e della

ro, godendo privilegi. I minori conven- repubblica, all'anno memorabile 1797,


tuali dimorarono presso la loro chiesa si- riporterò 1' indicazione sommaria degli
no alla generale soppressione. La cliiesa archivi veneti generali della legislazione
nel 18 IO con decreto patriarcale de' 24 e costituzione dello stalo veneto, cioè sul-
ottobre , fu stabilita parrocchiale e lo è r interna organizzazione delle magisli.a-
tuttora, sotto la decania di s, Silvestro. lure ed uffizi della gloriosa Repubblica.
Conta 44^0 anime, ed ha per succursa- Siccome ogni udizio avea di necessità il

le la chiesa di s. Paolo, di cui nel § V 111, proprio archivio, il prospetto di tali archi-
11. 5o. Gregorio XVI, ad istanza del ret- vi dà precisa l' idea della sistemazione si

tore parroco Luigi Zenlilli, concesse a degli uffìzi, che della trattazione de'sin»
questa chiesa l'insigne indulgenza della golari art'ari, secondo l'organamento del-
Porziuncola (f\), coi breve de' i4 lu- la sapienza e della saggezza spertissima
glio i835, Bull. Roìv. cotit. t, 20, p. 7 I, del governo veneziano. Né per un Dizio-
il quale comincia con queste parole: /^e- nario j a un di presso enciclopedico, oc-
itela Urhs tot sane ucnùnibus darà et corre di più imperocché della giurisdi-
;

de Christiana acque ac cii'ili reipiihlica zione ed attributi d'ognuno, la Iraltnzio-


summopere merita singnlarem Roma- ne spetta a'giureconsulti, ed all'opere che
ìioruìH Pontifìcimi lencvolentiam jure, ne hanno trattalo fj:^r(T/?'.y.90,come il Fer-
vieriloque sìhi coviparavit. Qiiac qui- ro nel suo Dizionario, il Gallicciolli nel-
dem JJrhs Nohis certe penittis dilecta, le sue Memorie, ed allri illustri scritto-

qui inca midlos per annos sìinimn a- ri.Di questo prezioso archivio generale,
nir?ii Nostri voluptate versati, propen- anzi miniera e tesoro d'importantissimi
sae ISfostrae voliintatis, testimoniisjnni documenti, riguardanti non solamente la«
honestatn postquam ad suhlimem Pria- gloriosa repubblica , ma le sue vaste re-
cipis Jpostoloriim Cathedram inejfa- lazioni cogli allri stati s^i d'Europa e sì di

hili Dii'inae providemiae Consilio ei'e- altre parti del mondo, il cav. Mulinelli
cti fuiniiis. Cimi auleni vehementer o- n'è benemerito pel tempo che lo riguar*

ptemus spirituali illius Urbis hono, at- da,mentre per l'epoche anteriori dal 1797
que utilitati prospicere, tum Ecclesiae in poi è nolorio ed imperituro il primo
thesauris eam di lare censuinms. Si pub- merito da concedersi alle fatiche , agli
blicò del eh. Antonio Quadri: Tempio studi e all'amor patrio del i.° direttore
di s. Maria Gloriosa detta de' Frari di esso, il fu i. r. consigliere Jacopo Chio-
in f'enezia, descritto ed illustrato dal- do, mancalo a'vivi nel 12 gennaio.i84'x
l' autore degli Otto giorni a Venezia in età d'anni 83. Si può vedere la Gaz-
con XVII tai'ole incise in rame, Venezia zetta privilegiata diVenezia, n. 1
7,d.e'23
tipografìa Andreola 1 835. Il convento fu gennaio 1842, che lo colmò d' encomii.
destinalo a deposito di tutti gli archivi Si apprende dal Giornale di Roma de*
dell'antiche e moderne magistrature del- 28 luglio 1 858, che la Gazzetta ufficia*
la repubblica, denominato perciò Archi- le di Vienna reca una serie di articoli!

f/og'fne/'f^/e. Quest'amplissimo fabbrica- sugli archivi di Milano, ne'quali trovasi


to contiene dunque documenti
i del ve- in di Venezia quani
riguardo àgli archivi
neziano governo, immenso deposilo de' lo appresso."Mediante lavori di Ranke^ i

più importanti per la storia moderna, co- dell'Hammer, del Cibrario, del Cicogna,
me sì conosce da quanto a modo di sag- del Mulinelli, del Mas-Latrie del Ga- ,

gio si è pubblicalo dall'opeioso sciiitore chard e del Brown, gli archivi di Vene-
V EN VEN 147
ria acquistarono pegli amici tiella scienza Carisruhe ec, ne* tempi recenti, furono .

storica una fama che quasi non acquistò con grande dispendio costruiti edifizi spe-

nessun' altra simile collezione. Trovansi ciali pegli archivi. Ma que'locali e la di-/
ora nella bella sala da studio di quegli slribuzione di essi non corrispondono a-

archivi tutte le nazioni, rappresentate da gli scopi d'un archivio in modo migliore
uomini, che studiano i%'i ne'car leggi, pro- che «lel convento di Venezia. Lo stesso

tocolli ed aiti dell'antica repubblica la dicasi della custodia, dell'ordine, ec. Inuu
storia del loro paese. Libri, opere ed ar- piccolo archivio famigliared'un principe,
ticoli di giornali tentarono di dare pro- che occupi alcune stanze, si potrà trova-
spetti su quella collezione , che formata re più eleganza. Si potranno trovare ar-
da più 1,000 singoli archivi, contiene
di madi invetriati, buste foderate di velluto
in ciica tra sale e camere, due mi-
400 o di raso per ogni singolo documento im-
lioni di volumi. Gli autori di quegli scrit- portante. Ma, io grandi archivi, trattasi
ti sparsero qualche luce su una piccola soltanto che gli oggetti che loro appar-
parte della collezione slessa, che fu loro tengono, sieno opportunamente colloca-
accessibile. Nessuno di essi è guida sulìl- ti; ed eziandio in questo riguardo l'ar-

ciente in quel labirinto. 1 soli impiegati chivio de'Frari sodtlisfa ad ogni esigenza.
sono in grado d' indicare all'indagatore Anche il profano lo riconosce alla prima
la via, che dee battere per l'oggetto del occhiala; ma ciò, che principalmente l'ap-
eguale si il fanno con tale vo-
occupa, ed paga visitandolo, si è eh' ei può vedere
lojiterosità da rimanere oppresso sotto
, una quantità di documenti autografi e
il peso l'assai scarso loro numero. Po- suggelli, che quasi da per tutto si sottrag-
trebbero più facilmente bastare a quel gono agli occhi de'curiosi". Abbiamo il
bello dover loro se la
rinomanza di quel- libro intitolato: Scorsa d'un Lombardo
proclamato da'ìNIurray e da'
l'archivio, negli archivi di T^cneziadi Cesare Can-
Kadecker, non fosse divenuta troppo no- tìi, Milano e Verona stabilimento Civelli
ia a tutto il modo. L'archivio de' larari i856. Bellissima ed esatta idea dell'/. R.
è riguardato in presente, come cosa, ch'è archivio Generale di Feiiezia è la se-
degna di essere veduta, che ogni viaggia- gtienleche v\cavoAa\\a Nuovissima Già'
tore ritiene dover suo di vedere, perchè da di Zanotto. Nella sua estensione ab-
è segnata con un asterisco ne'nianuali di braccia l'antico convento de'Frari, la
viaggi. Chi andò alla chiesa de'Frari per chiesa soppressa e l'altro cenobio di s. Ni-
vedere il monumento di Canova, non ha colò de'Frari, di cui io questo §, n. 33, e
fare che due passi per andare all'archi- la vecchia scuola di s. Antonio. La fac-
vio. La circostanza, che , in tutti altri ciala però che sorge sul Rio Terrà s'in-
luoghi, gli archivi, guardati come san- nalzò col disegno dell'architetto Loren-
tuari, non sono accessibili a'profani, è un zo Santi, modificato in qualche parte dal
motivo di più per visitare quello stabili- Nobili. L' interno ancora conserva due
mento, aperto ad ognuno. Ed ivi la cu- chiostri, il i.° eretto, dicesi (però senza
riosità, del pari che la brama di sapere, prove), sul modello di A. Palladio, nel
rimangono soddisfatte. L'antico chiostro cui centro elevasi una magnifica cisterna
de' francescani è più vasto del palazzo decorala di arco e di sculture , ed il a.**

Sonbise a Parigi, dove trovansi gli ar- costruito da J. Sansovino. La vastità di


chivi dell' impero, e cede in ampiezza al quest'ampio ricinlo consiste in 2C)8 gran-
solo locale dell'archivio centrale di Na- di sale e stanze, in cui serbansi in bell'or-
poli nel monastero de' benedettini di s. dine disposti e separati in 2,276 archivi
Severino. 1 locali, a Venezia, sono ado- da circa quattordici milioni di volumi,
Ijerali uel più opportuno modo. A Lilla, comprendenti carie che cominciano dal-
i4B VEN VEN
r883 fino al pi-esente. Forse sembreiù te del s. Uf^zìo. Archivi di monasteri^
strnordinaiio il dello enorme numero di conventi, confraternite , scuole pie sop»
volumi, e non verisimile che tulli possano presse , istituti di carità e fraglie delle
esser collocati negli scadali, che si esten- arti, veramente preziosissimi per la pa-
dono a circa piedi lineari 100,000; ma tria storia e per quella delle belle arti,

quando si considera, che libri sono dop- i essendovi bolle pontifìcie e pergamene
pi e posli in profilo, e pieni gli scadali ornale d'eleganti miniature de'XlVeXV
dall' alto al basso delle sale , cesserà lo secoli. 6.° /ìeg/i/n degl'incanti delle ga-
$)ti]pore. Gli archivi sono divisi in 4 l'i* lere,molto interessanti per conoscere il
parli , e ciascun riparto in divisioni , e cotnmercio veneto. j.° Finalmente V Ar-
queste in archivi propri e in sezioni , e chivio Notarile, ove si conservano molti
finalmente le sezioni in classificazioni. Le testamenti di uomini comincian-
illustri

cose più degne di rimarco sono: r.° Re- do dal XIV secolo. — La chiesa vasta e
gistri <lcllaCnncellen'aDiicnle,da\ 1232 magnifica di s. Maria Gloriosa de'Frari,
2.° è onorata struttura del celebre Nicolò Pi-
al 1
794> pregiatissimi per ogni conto.
n Archivio della Cancelleria scgrela, i sano, che il Moschini descrisse così, solo

cui docnnienli sono i più antichi ed i più io aggiungendovi a correzione alcuna pa-
|)reziosi. Serbano 1' ordine cronologico. rola, giacché, ripeto, dal tempo in cui

Molti sono originali; altri copie autenti- scrisse egli la sua riputalissima Guidai
che. Trattano di oggetti politici , diplo- questa parie, accaddero vari mulamen-
matici, ecclesiastici, militari e delle cor- li. Sopra la porla maggiore la statua
rispondenze cogli stali esteri. Quindi vi di mezzo fu scolpita dal Vittoria, ed of-
sono i patti di varie città, i privilegi de- fre il Redentore. Le due sono
laterali

gl'imperatori d' Oriente e d Occidente; contemporanee alla fabbrica del tempio,


lettere originali d' imperatori, di re, di e stimano dello stesso Pisano, scultore
si

principi, di duchi, non che di Papi, car- architetto. Nel vano del vólto è alFresco
dinali, vescovi, maestri d'ordini militari lodato del vivente prof. Santi la Vergii
ec; trattati originali di tregua, di pace, ne immacolatamente Concelta. Quivi ha
di commercio, memorie di fatti impor- ad ogni tratto cose degne d'osservazione^
tanti ec; relazioni d' ambasciatori e di- oltre vari insigni deposili; e i.°ne vienq
spacci , e quindi autografi di Cromwel, quello del Pasqualigo a fianco della porta
di Carlo V imperatore, di Massimiliano 11 i.° altare magnifico con isculture d
11, diMaria Teresa, de' re di Francia Curi gran quadro presso 1' aliare d
: il

Francesco 1 ed Enrico IV; di Andrea Bo- s. Antonio, con un miracolo del Santo,
ria, di Paolo Sarpi ec; e firraani turchi è opera di Francesco Rosa, lodatissima
miniati e coperti di drappo d'oro e d'ar- presso gli scriltori. Dopo l'altare è il ma'
gento. 3." L'Archivio de^ Dieci, che ha gnifico deposito eretto di recente dalia
registri comincianli daliSio, ove sono- sovrana munificenza aTiziano, di cui di
vi memorie doge Mario Fa-
relative al ro in seguito. Nel 2.° altare la tavola delle
lier.a'Cariaresi signori di Padova, al Car- Presentazione della B. Vergine con vari

magnola, ad Agnolo o Angelo Simonetta Santi è opera di gran carattere, di molta


cancelliere o segretario di Francesco Sfor- dottrina e di forza, di G. del Sai viali. Nel<
za, a Jacopo Foscarini e ad altri. Poi in- l'altare seguente la statua di s. Girolam<
venlarii del tesoro e della biblioteca di s. del Vittoria è tale opera, che sembra io
Antonio di Padova, e dalla sala d' armi marmo non potersi raggiungere magi
dei palazzo ducale. ^.° I Libri delle Leg- giore diligenza ed espressione. Di lui son(
gi,%\x\ì.^\a\\ fiuono compilali due volumi, anche le due figure di stucco, ora n»a
uno uelitìyB, l'allro nehGby. 5° Car- collocate. La tavola dell' ultimo altare

I
V EN V E N I ì'j

che >egiie col inailirio di s. Caterina, è Molli anni corsero da che questa tavola
com|)Ouin»eiito nlFastellalo e confuso di meravigliosa era posta in obblio, mentre
Palma il giovine. Quella cassa eli legno il poco lume che riceveva, e il fumo de'
creile il popolo, che abbia la lesta del ge- cerei e quel dell'incenso, fin da principio
neral Carningnola, ad onta che vi sia lo l'aveano ottenebrata. Grazie al genio del
steiuma de'Turriani. Parlando di quel Cicognara, auspice il governo, fu tolta dal

soiiiguralo ne! § XIX del doge GT.", no- luogo e riposta nell' aula magna dell'i, r.

terò che fu deposto in questo chiostro, accademia delle belle arti, ove rifulge fra

e poi trasferito a Milano il suo corpo. gli altri capi d'opera della veneta scuola
Nella parete che forcna la crocerà, vi è qual sole fra le stelle minori. E fu sorte

una tavola dipinta nel i^Si da B. Viva- quella d' esser caduta in tanta oscurità,
rini, con Maria Vergine nel inezio e 4 poiché coll'altre produzioni dell'arti ita-

Santi a'hili. La grandiosa e ricca porta liane avrebbe pur essa, quale alloro splea-
della sagrestia è formata dal monumen- didissimOjSeguito il carro della vittoria; e
to di Ijenedetlo Pesaro. La statua del colla Trasfigurazione e colla Comunione
qual generale è di L. Bregno, e quella di s. Girolamo, tratti da Roma, là nelle

di Marte, di Baccio da Monte Lupo. sale del Louvre avrebbe del paridi quel-

INella sagrestia la tavola dell'altare fatta le insigni pitture.più eloquentemente che


da Gio.Bellino nel 1 488 in 3 comparti,con non sono le nostre parole, dice il eh. Za-
Maria V^ergine, è una delle più insigni di nolto, fatto rilucerne i pregi. (Ilch. epian-

quell'autore. Nel coro i


4 quadri laterali to mio onorevole amico che fu commend.
sono d'Andrea Vicentino; e la tavola del- Filippo Agricola cattedratico dell'accade-
l'altare maggiore con Maria Vergine As- mia di s. Luca, ispettore delle pitture pub-
sunta è bell'opera del ricordato Salviati, bliche di Roma e della galleria Vaticana,
qui posta invece di quella sublime di Ti- e di rettore dello studio delmusaico,quan-
ziano, la quale è all'accademia. L'origi- do gli gran quadro dell' As-
fu allogato il

nale celeberrimo quadro, esprimente la sunzione pel magnifico e risorto Tempio,


Vergine Assunta presenza degli Apo-
alla Fedi, di s. Paolo, si recò prima a studia-
stoli, corteggiata da numeroso coro d'An- re il capolavoro di Tiziano; ed il cardinal
geli e ricevuta dall' Eterno Padre, ispi- Bernetli segretario di stato mi commise
razione divina di Tiziano Vecellio (mi presentare a GregorioXVI il bozzetto per
pregio possedere una magnifica copia in l'approvazione). A' fianchi dell'altare
minori dimensioni, della celebre Pascoli maggiore sono due cospicui mausolei, il
:
Angeli , eseguita secondo il suo metodo grandioso e copioso monumento del doge
I che dichiarai nel voi. LUI, p. 3o3 : col Foscari si travagliò da' fratelli Antonio e
medesimo ed eseguiti dalla stessa valen- Paolo Bregno. Lo stesso Antonio certa- ,

te pillrice, ho pure le stupende copie del mente aiutato da altri scarpelli, condusse
s. Pietro ÌNLutire di Tiziano, e del Servo l'opposto deposito del doge Tron, che de-
liberato du'supplizi da s. Marco di J. Tin- sta meraviglia per la sua magnificenza e
toretto). Dappoiché la figura della Dei- ricchezza e per alcune parziali bellezze. Il

para è riconosciuta la più dotta, la più coro che sta in mezzo a questo tempio,
: celestiale, la più perfetta che possa aver i' ingombra e toglie molto alla sua gran-

I mai prodotto l'antica e la moderna [)it- diosità. I lavori di tarsia e sculture io le-
tura: ascende al cielo da se, non è por- gno, che si condussero
lo decorano,
nel
tata, come rilevai di sopra nel n. i i de- i4G8 da Marco Giampietro di Vi-
di
scrivendo l'accademia ove s'ammira. 11 cenza. Oltreché sbalordiscono pel mol-
I quadro fu eseguilo per questa chiesa e to travaglio, hanno qualche figura di
f iuualzato sul maggior altare net iSiS. SI belle forme, la quale sembra vera-
j

1 5o V E N YEN
mente belliniana j quella coperta esle» contrasti di colore producono il migliore
lioie di marmo, di largo siile, è opera effetto, senza peccar di violenza. Sul pilo
più recente. Lai/ cappella, dopo la mag- dell'acqua santa la statuetla del Battista
giore, ha una tavola di Bernardino Lici- è del Sunsovino. La gran mole del vici-
nio con la Vergine e Santi, la quale nelle no deposito del doge Pesaro si model-
tinte e nello stile del panneggiamento ri- lò dal Longhena : il cavalier Faldoni vi
corda ilPordeoone, e nella foggia del com- gettò in bronzo le due Morti, e i due
porre e nel carattere delle figure rammen- draghi che ne sostentano l'urna; e il

ta Tiziano. Neil' altra cappella è osserva- Barihel vi fece due gruppi di figure
i in
bile per buon concepimento e largo stile marmo. Il vicino monumento eretto al-
il monumento del summenlovato Trevi- la memoria del sommo Canova, col mo-
san: nell'elegante altare di legno doralo, dello che questi avea preparato per ono-
il s. Gio. Battista è scultura del Dona- rare Tiziano in questo tempio medesi-
tello. Neil' ultima cappella la tavola del- mo,è opera di vari valenti artefici. 11 me-
l'altare, con s. Ambrogio
San- e vari daglione sulla porta, cioè l'effigie di Ca-
ti, reca un distico, che la dice comin- nova e le due Fame , è di A. Bosa bas-
ciala da uno de* Vivari'.i, e compiuta sanese ; la statua della Scultura , di B.
dal Basalti. Il quadro alia destra con Ferrari vicentino; Genio che lei segue e il

gli eretici Ariani cacciali di Milano da il Leone, sono di R. Rinaldi padovano; il

s. Ambrogio è vigorosa opera del cav. Genio dell'Adria, di G. de Fabris bassa*


Contarini: due quadri all'altra parte,
i nese; le altre due Arti, di L. Zandome»
con s. Ambrogio che caccia Teodosio I, e neghi veronese; e due Genii che le se- i

8.Carlo nello spedale, sono del Tiziauello, guono, di J. de Martini veneziano. U la-
pronipote di Tiziano Sopra la porla vi- voro tutto delle pietre del monumento è
cina alla cappella è scultura di Jacopo Pa- di D. Fadiga veronese, altro esimio nel-
dovano l'Angelo che ha in mano un car- l'arte sua. Il merito dell'iimalzamento di
tello colla lode di Federico Cornaro. U- tanta opera si deve al magnanimo ferra-
Stendo dalla porta vicina, è osservabile rese cav, e conte L. Cicognara. Ecco in«|
.sulla porta laterale il bassorilievo colla B. tanto la descrizione del monumento ad o-
Vergine e due Angeli; opera purissima noie del Fidia Veneto, che celebrai splen-
e delicatissima, e delle migliori di Ve- didamente in tanti arficoli, ed in quest(
nezia. Sono belli eziandio i due meda- nel § Vili, n. 67, e poi alla sua epoca nel"
glioni laterali alla stesila porta, colle im- le indicazioni sloriche della reptdjblica el

magini di due assai illustri letterali. Ur- della città. Monumento degno del prin-
bano Bolzano e Pierio Valeriane. Ritor- cipe della scultura e da lui immaginato
nando in chiesa si vede nella parete alla pel principe della veneziana pittura, e dij
destra una tavola in 3 comparti con s. preferenza coll'opera esimia di veneziani
Marco nel mezzo , e 4 Santi negli altri artisti , e ciò per essere stati pressoché
due comparti, di B. Vivarini. Nel monu- Canova, e dal
tutti allievi della scuola di
'

mento Orsini Zen, che vi è presso, fan- suo grande e bel cuore amali con tenera
no gara la felicità del pensiero e l' e- affezione. Or sulla fronte d'una gran pii
secuzione finissima. Nell'altare che i.° ramide vedesi dischiusa una porta di
s* incontra, Tiziano le'isciò un' opera del bronzo, che indica esser quello Tuìgressa
suo miglior tempo, ed è la Vergine col ai sepolcro. Al di sopra due Fame sor-
divino suo Figlio, 4 Santi e ritratti di reggono in alto rilievo i'efligie di Cano-
persone della famiglia Pesaro. La com- va, ricinla da un serpe, simbolo dell'im-
posizione, in apparenza semplice, è frut- mortalità, sotto la quale effigie è scritto

to e studio di molto ingegno ; e que' Canova. A destra dell' osservato re le %,


VE N VEN i5i
Arti sorelle monlaiiu i gradi della pira* se r innalzamento del mausoleo, nondi-
niiiie : prima di esse è la Scultura che
, meno riusci decoroso e edificanle il ve-
mostra di recare in un' urna il cuore di dere come tutte le più qualificate perso-
Canova, eaccouìpagnala dui proprio Ge- ne d' ogni supremo ordine civile e mili-
nio con (iiurluaria face accesa. Seguono la tare , non meno che tutta la più cospi-

l'ilturae l'Aicliitellura aggruppale, e ac- cua nobiltà, lutti gli stranieri che allual-
cumpagnate pur esse nel pio uiiìcio da' tuenle abitavano Venezia in gran nume-
Gemi loro. A sinistra sopra limitar del- il ro, e i più insigtii letterati tanto veneti,
la tomba posa sdraiato il Veneto Leone, quanto delle vicine città, accorsero nu-
nel modo sempre figurato quel-
in cui fu merosi a celebrare l'alto col loro inter-

lo ili s. Marco
esprimendo infinita tri-
, vento, tanto più onorevole pel famige-
stezza, e cui piangendo si addossa il Ge- rato defunto, quanto che pienamente
nio ispiratore di Canova la cui face è già spontaneo. Fu per lai.' volta veduto al-

spenta. Sul zoccolo della piramide è scol- la sua conveniente distanza il monumen-
pita rpiesla iscrizione Antonio Catio- : to , che fin allora chiuso ne' ripari da'
vac ' PiìncìpisSculptoriim AetatisSiuie- quali era coperto,non poteva godersi che
Colles;iiitn Fenctuin Bonis Artihiis Ex- partilamente; e l' iusieme maestoso ed
coLihL- Sodali Maximo - ExConlatio- imponente destò tutta quell'ammirazio-
UfEuropae JJnivvrsae.-A. MDCCCXXVll. ne che l'inventore stesso Antonio Cano-
lai mo-
Giusto è avvertire per altro, che va di Possagno , avrebbe oltenuta se il
numento (ideato già da Canova per Ti- modello di quest'opera, da lui immagi-
ziano, e poi da lui stesso eseguito quale nata fino dal 1797 per la gloria del Ca-
si vede nella chiesa degli agostiniani in dore, Tiziano Veceliio, avesse potuto lui
Vienna per la principessa Maria Cristi- vivente eseguirsi. In questa (uemorabile
na) non sortì un elFelto pari a quello del circostanza, venne iaipre>sa l'elegante sto-
Canoviano scalpello. II n. 47 del Dia- rica esposizione di ipauto riguardava la
rio di Roma del 1827, in data di Vene- grand'opera, senza dubbio una delle più
zia 2 giugno, ne narra 1' inaugurazione. cospicue nel suo genere, colla quale con
llr.° giugno si è proceduto nella chiesa singolare e mirabile concorde esecnpio di
di s. Maria Gloriosa de'Frari all' inau- uiaguanimilà, tutti potentati d'Europa i

gurazione del monumento innalzato al- onorarono le modeste virtù del nobilis-
la memoria del celebre scultore Antonio simo animo e il valoroso ingegno d' un
Canova per concorso universale può dir- eminente artista, a ciò pur condotti dal
ei di tutta l'Europa che vi ha contribui- benignamente praticato dall' imperatore
to con ampie largizioni. La funzione fu Francesco I, che peli. "appose il suo no-
splendida per la bellezza della musica me con larga offerta alla colletta per tan-
sagra a tal oggetto composta dal chia- to argomento aperta presso la commissio-
rissimo ab. Marsand (d, Anselmo ex-ca- ne della veneta accademia insigne di bel-
inaldolese di s. Michele di Murano), ese- le arti. Si trovò presente all'augusta fun-
guita con precisione, e dal pubblico gra- zione mg/ Gio. Battista Sartori Cauova
dita ed encomiala. L' affluenza di tulli vescovo di Mindo, che per la commozio-
gli ordini di persone fu quale poteva pre- ne da cui sarebbe slato agitato il suo cuo-
sagirsi in lai circostanza; e benché non re fraterno in tale circostanza, non pon-
fossero particolarmente invitale a que- tificò la messa, riserbandosi farlo nella
sta pia ceremonia le prime gerarchie e consagrazione del tempio di Possagno (vi
più rispettabili, per essersi falla privata- celebrò il i
."
sagrifizio a' i
7 aprile 1 83o),
mente e per sola deliberazione del cor- che ormai era presso al suo fine, mentre
po accademico di belle arti, che promos- già ad iucrcuiento ciei suo splendore e per
i52 V E N V E N
vie[)()iìi onorare 1' estinto germano, uvea sa di s. Maria Gloriosa, nel luogo appun-
allogato a'perilissiiui veneti scollori Fer- to dove giacevano le sue ceneri coperte da
rari, la fosioue in bi onzo del gruppo del- uniil pietra e pressoché dimenticate. Il

la Pietà, ultima delle classiche opere di monumento costò mezzo milione di lire.

Canova, per collocarsi nella sua origina- Mentre si compiva il lavoro, fu contem-
lità punto di sua san-
nel tempie» slesso al plato minutamente dall'arciduchessa So-
lilicazione. (Meraviglioso gruppo esegui- fia madie del regnante imperatore, cogli

to poi egregiamente in marmo pel nuovo altri due suoi figli gli arciduchi P'erdi-

magni(k;o tempio di Terracìna, da uno naiulo Massimiliano, e Carlo Lodovico;


^,\c suoi più degy^i ed esimii discepoli , il notando la diligenza suprema e 1' amore
rnio nobileamico cav. Cincinnato Baruz- cui l'avea modellato Iencomiato sculto-
zi, professore dell'accademia delle belle re, e dal figlio di lui E^ielro, caldissimo
arti di Bologna. Sulla fusione in bronzo emulo delle glorie paterne, tradotto in
di tal gruppo, con amor sommo e con marmo. Terminato il monumento ma-
uno slancio caldissimo dell' animo mo- gnifico pel principe della veneziana pit-
dellato negli ultimi anni da Canova e- , tura, riuscito il lavoro degno in ciascuna
seguita in Venezia dal eh. scultore Bar- sua Del grande alla cui fama e
[)arte:

tolomeo Ferrari, si può vedere la lette- angusto il mondo, e de' potenti scetlrati
ra di Cicognara a Missirini de' io giugno che ne fecero dono a Venezia; si scelse il
i83o, riprodotta dal Mulinelli a p. 4o3 17 agosto 1 852, vigilia dell'anniversario
de' suoi Jniiali delle Provincie t^ene- nataliziodel regnante imperatore France-
te). Al Oìausoleo di Cauova è vicino sco Giuse[)pe], per l'inaugurazione, nella
l'altare del Crocefisso scolpito dal Le stessa chiesa de'Frari, ricco deposito in cui

Cult, e ricco di marmi orientali. Le sì conserva la meraviglia di tanti portenti


Fabbriche di Fenezia contengono le d'arte. Ivi sì avvicendarono ì più nobili
tavole de'moaumeoti di Melchiorre Tie- alFctti, e la religione li santificò. Le som-
visan generale della repubblica, e di Be- me autorità civili e militari, rappresen-
nedetto Pesaro, illustrati dal Cicogna- tanti i monarchi dell'Austria, la cui mu •

ra; e quella del monumento de' coniu- nificenza innalzò la mole trionfale; il mu-
gi Genei'osa Orsini e Malllo Zen, illu- nicipio e r immeuso concorso de'-ciltadi-
strato dal Diedo. Mi gode 1' animo di ni, che esultavano allo spettacolo di due
potervi aggiungere quello grandioso di glorie veneziane, eternate in que'inarmi
Tiziano, a seconda del riferito dal Gior- sotto gli auspicìì ed all' ombra del trono
nale di Roma deliSSa, co' n. 92, 120, imperiale, proteggìtore dell'arti e de'suoi
188 e 194, ossia riproduzione di articoli cultori; il venerando aspetto del patriar-
pubblicati in Venezia. L'imperiale muni- ca mg."^ Multi, che di mezzo alla parte più
ficenza provvide che il sommo de'piltori eletta del clero, vie maggiormente cresce-
veneziani, dopo circa 3 secoli d'immeri- va la pompa solenne del rito, e che nato
tata obblivione avesse l'onored'una loin- a sentire e trasfondere coll'eloquenza del-
ba meglio adequala a' portenti del suo la sagra parola le fiamme più arcane del
pennello, e più di riscontrnrea quella del- bello, vi recava in tributo il tacito omag-

l'iuMiioital Canova. L'imperatore Ferdi- gio del [)roprio inlervenlo; la voce infine
nando epoca che si cinse la fronte
I nell' dell' Antonio Tessaiin
esimio oratore (d.

dell'Italica Corona di ferro, decretò un tuttora parroco della stessa chiesa,onde


culos.sale monumento in Venezia alla me- abl)iamo V Orazione inaugurale pel ino-
moria del gran Tiziano, comiriellendone ninnento a Tiziano P'ccellio eretto nel-
illavoro all'esìmio prof Luigi Zandome- la chiesa di s. Maria de'Frari in Vene-
iicglii. Il luogo prescelto fu l'insigne chic- zia, recitata 1/17 agosto i852 dal par*
VEN VEN i53
roco diexsn chiesa. La -J." edizione s'im- gllo, un impeto di riconoscenza verso i

presse pure io Venezia, dalla tipogra- sovrani, che a sì meritevoli artefici con-
fìa Marlinengo nel 1857), il quale, ac- fidavano il magistero dell' arduo assun-
ceiinnte le ragioni e il merito della festa, to : la venustà, l'eleganza, la vita, che

segnalò la creatrice potenza dell'ingegno dalle scidte immagini traspiravano ; le

italiano, e con vivezza di gratitudine ri- sante inspirazioni dell'immortale pennel-


feri vane a'Cesari il largo favore che le ac- lo,che queste significavano ; le onorificen-
cordavano seinpree le accordano: tutto in- ze cesaree, profuse al Vecellio, e stupen-
somma in s. Maria Gloriosa spirava un damente simboleggiatevi; i mìlitariori-
ricambio di sensi tra il potere ufficiale, calchi, che facevano intanto echeggiare
rimuneratore generoso dell'arte e di chi per l'aria l'inno dell'Impero; le autorità
sa modellarne gl'incanti, ed il potere su- militari, civili, ecclesiastiche, assorte in
bordinato, riconoscente alla patria virtù eloquente silenzio a contemplare la possa
del pensiero che crea, come, all'azione dell'arte italiana : lutto era quivi una
magnanima del sovrano che premia. La gara di sentimenti e d'affetti, una scam-
religiosa Venezia, davanti il mausoleo di bievolezza d'amore, di gioia, di riveren-
Tiziano, benediceva all'eccelso di lui Me- za, d'ossequio: era un popolo tutto, una
cenate, l'imperatore Carlo V^, e salutava intera città, che in que'simulacri parlan-
nel nome di Ferdinando 1 e Francesco ti si comj)iaceva di sè,esi sentiva piùgran-
Giuseppe I gli augusti , i quali innalza- de sotto l egida invitta de' suoi Monar-
rono al prediletto dall'avo loro «m mo- chi magnanimi. Pieno la lingua e il pet-
numento de'più grandiosi, che nel doppio to di quest'idee, il sagro oratore propose
riguardo delle sue proporzioni e dell'ec- a soggetto del suo discorso 1' iscrizione
cellenza, colla quale è condotto, il mon- delmonumento: T/'^wrao Ferdinandus I.
do cristiano erigesse ad onorare le cene- Con sublime facondia,abbondauza d'eru-
ri di preclari defunti. Sulla porta mag- dizione, peregrinità di concetti, forbitezza
giore d'ingresso al tempio leggevasi l'i- di dicitura, vaghezza e splendore d'im-
scrizione riprodotta dal Giornale.'* iVel- magini, favellò di Tiziano, della 2.' sua
la doppia solennità di lai giorno, anziché patria, e fatta ragione de'tempi d'allora,
farci interpreti dell' animata espressione scolpò la materna città dell' iniqua tac-

de'marmi, il cui sensoperennemente ri- cia, onde l'accagionavano perch'ella non


levasi a chi li contempla, ed ha cuore ca- erigesse al suo grande concittadino un
pace d' intenderne il muto linguaggio, degno sepolcro. Era forse, diss'egli, di-
ci giova afferrare e ridire a'iontani le ga- sposizione della Provvidenza che titoli i

gliarde impressioni, la fuggevole estasi, amplissimi, le dignità palatine, conferite


onde furon compresi gli astanti, nell'atto al Vecellio dall'imperatore Carlo V, ri-

che, rimosse le tele, s'affacciò a'Ioro sguar- cevessero poi augumentoe suggello dagli
di la mole superba di mezzo alla qua- augusti nepoti. La gloria di Ferdinando I,
le campeggia e rivive Tiziano. Ineffabile che decretava a Tiziano il triofal mau-
scena Quasi elettrica scossa, alla vista
1 soleo, die' impulso a un felice trapasso
diquel monumento, universale, involon- dell' oratore, digredito a discorrere il

taria, istantanea fu in tutti la meraviglia vanto di F^rancesco Giuseppe J, che in


che il nuovo prodigio in ciascuno operava termine men propizio di tempi, ne volle
per se, che da ciascuno si rifletteva negli affrettala e compiuta l'esecuzione. Tuo-
altri e riconcentra vasi poi, avvigorita dal nò dal pergamo infuocale parole di gra-
rapimento di tutti, piìi poderosa e vee- titudine ed osservanza al giovine Sire, cui
mente in ciascuno. Un' ebbrezza d'am- dee Venezia l' immunità riconcessa al
uiiraziuue,uu entusiasmo di patrio orijo- suo porto, la sicurezza e il dilatameutq
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de'suoi commerci e della sua industria, la i.'portando queste parole: E/ues et Co-
protezione elìlcace all'arti e agli artisti, mes Tiliauus Sii, per alludere all' aver
iiisoinuia, ogni prosperità e floridezza Carlo V ascritto Tiziano ancor vivo alla
che uiiicaiueuteè sperabile dalla fedeltà e nobiltà equestre. L' altro Secolo colla
divozione al suo grande beneftillore,alsuo scritta: Titiano MoiuunentuinEreclum
polente ed augusto Monarca". Non rispar- Sit, per avergli eretto Ferdinando I o-
miò il municipio sollecitudine per ade- norevole monumento. Nel bel mezzo in-
guare la festa all'eminenza del suo dop- fine del zoccolo istesso due Genii in at-
pio motivo: l'apoteosi del sommo pi ttore to di volare sostengono una corona d'al-
e l'omaggio a due Cesari, che la volle- loro e di olivo conlesta, nel centro della
ro elFigiata nel marmo. Il monu(nento qu.ile sta scritto a d'oro: Ti-
lettere
dalla sua base alla somcnilà è allo da tiano Ferdiiiiinilas mdccclit. Al som-
I.

terra ben 1 5 metri, da non temere il con- mo del monumento ed a ricoprirlo que-
fronto per l'ajtezza della gran piramide sto sotto le sue grandi ali, sorge il Leone di
eretta alla memoria di Canova, che le s. Marco, grandiose proporzioni, por-
in
jorge incontro. E' tutto di marmo di tante lo scudo con l'Aquila imperiale ed
Carrara, della più perfetta qualità, e non il nome Ferd. Priinus. Quest'opera in-
di semplici sottili strati rivestito, ma con signe de' professori padre e figlio Zan-
grosse la»)tre quale si pratica in pochi altri domeueghi, per giudizio di som(ni ar-
la vori di questo genere. Sopra una gradi • tisti, Ira cui dir si può inappellabile quel-

naia sorge un zoccolo, sul quale si po- lo di Hayez, è condotta con tale finez-
sano le grandi colonne di stile lombar- za d' accorgimento e purità di spinto
do, ornatissime di fogliami e di Ono classico, quanto a invenzione , eccellen-
intaglio. Su due del centro si volge un za di gusto, perizia e magistero incom-
arco, a guisa di tabernacolo o nicchia, parabili d'arte, quanto ad esecuzione, da
figurante il Tempio dell'immortalità, grandemente onorarsene la storia con-
e sotto il quale è seduta la persona di temporanea della scultura. In qual rive-
Tiziano, di forme colossali, sollevante renza fosse il Vecellio presso lutti i so-
colla destra il velo alla natura, e posan- vrani e potentati d' Europa , singolar-
te la manca sul libro dell'arte, rappresen- mente dell'imperatore Carlo V,lo si de-
tata da due ligure allegoriche di minori duce dall' atto, onde questo monarca ,

dimensioni. Fanno parete dietro a lui, e sopra cui stati non tramontava il sole,
i

fra' due intercolunnii laterali 3 bassiri- degnavasi di raccogliere il suo pennello,


lievi, in che sono ralfigurate 3 maggio- le caduto di mano al prediletto suo ritrat-
ri opere di quel divino, l'Assunta cioè, tista, e con quelle lusinghiere e onori-
S.Pietro Martire, ed il s. Lorenzo. Più in ficentissime parole che riportai nel voi.
alto, e al disopra delle cornici, stanno LXXXVllI, p. 20 4, Finalmente trovo
scolpite lai. "e l'ultima delle sue opere, la a p. 568 A^W Osservatore Romano del
Visitazione di s. Elisabetta e la Deposi- 1852, con data di Venezia. S'immaginò
zione della Croce. Quattro bellissime sta- di coniareuna medaglia in onore de'pro-
tue rappresentano T Arti, stanno a' lati fessori Zundomeneghi, col ritratto del

del gran maestro la Pittura e l'Incisio- famoso pittore. Tre di queste meda-
ne, la Scultura e l'Architettura alquanto glie furono in oro, e destinate una per

più discoste, le quali con belle movenze, l'imperatore Ferdinando I, l'altra per
sembrano venir a far corona al Vecellio. r imperatore regnante Francesco Giu-
All' estremità poi della base si vedono seppe l, la 3.'^ pel prof Pietro Zando-
due grandi statue atteggiate gravemente, meneghi figlio, perchè il padre suo Lui-
econiloroattributiji Secoli XVI eXIX.il gi mancò di vita durante il lavoro della
-

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bell'opera. Se ne coniarono pme una doz- Eravi pnje un ampio collegio, diletto dai
ziua in argento e 1' alti e in Ijjonzo.» Si soniaschi, e denominalo 1' accademia dei
traila d'onorare un nostro concilladino nobili, ove si educavano a pubbliche spe-
cliepose in opera oyni cura per innalzare se in buon ninnerò veneti gentiluomini,

ad un sonioio tra'veneli, splendido e ini- Si vedevano pine due nobilissinii palazzi


perilui o monumento. Le glorie patrie de- ealtri buoni ediiizi, ma divenuti quasi tul-
vono tornare a lutti carissiu»e, ed ve- i li in cattivo stalo, essendo decaduta la

neziani dievanno ricebi di tante, non de- floridezza di quest'isola; la quale conser-
vono trascurare l'occasioni che loro si va però bei giardini eoi taglie fertilissime
porgono per onorare gl'ingegni cb'ebbe- a comodo e delizia degli abitanti di Ve-
ro vita in (|uesle lagune ". nezia, particolarmente nella stagione esti-

22. Benedetliiie de ss. Biagio e Cu- va. Fu quivi da diversi anni eretta' una
/rtWo, nell'isola della GiudeccaoZuecca. casa di forza nel monastero di s. Croce.
Questa è un' isola bislunga, intersecata Gli abitanti si occupano per lo più ne' la-
da vari canali, o piulloslo 6 isoletle con- vori di corde, cuoio, cera, ec. ; e molti at-

giunle insieme col mezzo di ponti, che tendono alla navigazione e alla pesca, e
per lungo a mezzodì, ed a poclns-
steiidesi sono ottin»i marinari. Merita menzione
sima disianza dalla città di Venezia, e lo stabilimento Baroni ad uso di conciato-
quasi gareggiando in lunghezza, si prò- io di pellami, già dichiarala fabbrica na-
lunga purallelamenle ad essa, incurvau- zionale e per cui il proprietario nel iSaS
dosi però alquanto nei mezzo, da occiden- ottenne il premio della medaglia d'oro,
le a levante, termina vicino all'altra
e potendosi asserire positiviimente, essere
isola di S.Giorgio Maggiore, formando lo stabilimento il più vasto e dovizioso di
cosìun canale molto esleso, che chiamasi quanti del suo genere esistono nel regno
volgarmente Canale della Zìiecca, ha Lombardo- Veneto. Vuoisi chea questa
fabbrica più osservabile di (juesl' isola é isola derivato sìa il nome da' giudei che
il cospicuo tempio del Redentore de'cap- un tempo, o pe'primi, vi abitassero (pian
pucciui. La parrocchia di tutta 1' isola è do s' introdussero in Venezia, secondo il
compresa nel numero di cjuelle di Vene- Sansovino; il che però vieneda molti ne-
zia, come notai nel §V1 II, n. 70 delle par- gaio, e recisamente dal Moschini, ilqua-
rocchie, poiché l'isola delia Giudecca, le opina derivare il suo nome forse da
benché disgiunta dalla città, ne fu sempre un borgo di Costantinopoli, non mai dai
riputala una frazione apparteiienle al se- giudei che non vi ebbero soggiorno. E
stiere di Dorsoduro. La chiesa parrocchia- certo che ne' più remoli tempi fu detta
le fu anticamente, e lo è anche adesso, Spina Longa^ a cagione appunto della
quella dedicala alle ss. Eufemia, Doro- prolungata sua figura, quantunque pri-
tea e Tecla, di cui e deli' isola riparlai nel ma del secolo XI V non si estendesse lau-
ricordalo § Vlll,u. 70. Vi é il conserva- lo in larghezza, perchè quel tratto dei-
Iorio delle Zitelle con bella chiesa. Conte- l'isola che riguarda la laguna, sino al
neva quest' isola fino al 1806 altre cine- principio di tal secolo era tulio paludo-
se, ed altri conventi e monasteri, ma più so, e sollanlo nel 1828 fu dal governo
non esistono, coiness. Cosma Damiano,
e diviso in frazioni e conceduto a diversi
bella chiesa e monastero di damejs. Cro- cittadini, a condizione che a loro proprie
ce, monastero delle benedettine ; s. Eia- spese ne alzassero e consolidassero il ter-
gio, in argomento ; s. Giacomo, chic- reno, e vi fabbricassero case e niagazzi-
sa de' camaldolesi ; e s. Angelo, de' car- ni, de' quali ultimi anche al presente l'i-

nielilani : tutte fabbriche adorne di buo- sola é molto ben fornita. Tutti i luo-
ne pitture e circondiile da fertili ortaglie, ghi in cui ragionai di quest'isola, gli ho
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riconlali nel § XV! Il, n. -2. In quest'isola beneiloltlno sotto si santa badessa, la

dunque furono creili la chiesa ed il mo- quale per couilurlealla perfezione die'Ioro
nastero de' ss. vescovi Biagio di Sebaste esempi delle più sublimi virtù, Dio ope-
martire, e Cataldo di Taranto confesso- rando miracoli a sua intercessione, finché
re, dalia sua unica fondatrice e madre volò al cielo nel 1262. Il Corner colia
la b. Giuliana, nata ne! castello di s. Sal- descrizione della beata sua vita, olire la
vatore da Tolberto conte di Collalto e sua effigie che giacente morta
sia vivente,

di s. Salvatore, e da Giovanna de' conti neir urna deposta sopra il suo altare, ve-
di s. Angelo nel i i86. Dando essa sino nerata per beata ; il cui cullo riconobbe
dall' infanzianon oscuri presagi di virtù e meglio stabili Benedetto XIV. L'auste-
e santità, di io anni entrò nel monaste- ra osservanza della regola dis. Benedetto
ro delle benedettine del monte di Sala- così mirabilmente piantata, col decorrere
rola presso l' illustre castello d' Este, ed de* secoli non poco si rilassò. Laonde il
ivi ne professò l'istituto. Per le guerre patriarca Contarini con autorità di Leo-
nel 1222 la badessa b. Beatrice si ritirò ne X, nel i5i9 v' introdusse la riforma
in Geinola con io religiose, insieme a dividendo le monache in osservanti e in
Giuliana, alla quale ivi apparse s. Biagio, conventuali, alle prime essendosi data la
cIk! le prescrisse di recarsi a Venezia, e proprietà del monastero, e poi da A.Uobel-
nell'estremo confine dell" isola di Spina lo Averolo vescovo di Pola e nunzio apo-
Longa un monastero solto la
istituirvi stolico in Venezia, nel i520 ammesse al
sua invocazione, ponendole in dito uu godimento di tutte le prerogative ed e-
anello a contrassegno di sua futura di- senzioni dal monastero d^ Ognissanti, da
gnilà. Nel luogo indicato dal santo era- dove erasi introdottala riforraatrice Ci-
no già slate, nella fine del secolo X dalle priana Landò. Rovinando la chiesa, ne'
nobili fauìiglie Capovana, Pianiga e A- primi del secolo decorso fu rifabbricata
f^nusdei, fabbricate col titolo di s. Bia- da' fondamenti in ornatissima maniera e
gio chiesa e casa o ospedale, per acco- con nobili altari di marmo, uno de' qua-
s;I'\ervi i Terra Santa.
pellegrini diretti a li dedicato alla b. Giuliana col suo sa-
La chiesa fu consagrata nel 188 con in- i gro Corpo (ora trasportato nella sud-
ilidgenze concesse da Marco Nicola ve- detta chiesa di s. Eufemia) : negli altri
scovo di Castello, ad istanza di Filippo furono disposte ss. Reliquie, fra lequa-
prete e ili altri, che nell' ospedale gior- li del s. Titolare e il corpo di s. Gerva-
no e notte servivano al Signore. Altre siomartire tratto da' cimiteri di Roma.
indulgenze accordò il patriarca di Grado Sino alla comune soppressione, o diluvio
Giovanni Signolo, il quale ordinò che politico generale, come il gran
l'appellò
si ponesse marmorea memoria della se- cardinale Consalvi, durò monastero e
il

guita consagrazione; e siccome nel mar- la chiesa, il primo oggidì io gran parte
mo erano scolpite alcune colombe, ne diroccato e distrutto.
derivò la popolaretradizione, che ivi an- 2 3. Francescane di s. Damiano in
ticamente abitassero frati della Colom- i Chiara. Quest'isola di s. Chia-
isola di s.

l>ii)a. Giunta la b. Giuliana in Venezia, ra, essendo congiunta alla città mediante
ottenne in dono dal senato il già abban- un ponte di legrm, qui ne parlo in vece del
donato ospizio per ridursi a monastero, § XVIII dell'isole, soltanto in esso accen-
per essere apparso s. Biagio anche ai nando nel n, 24, in questo numero ragio-
procuratori di s. Marco, com'è fama, narne. Nel 1236 Giovanni Badoaro ia-
onde avvisarli a contribuirvi. Divulgata- siemealle cugine Maria e Lavinia, nel se-
si per la città la prodigiosa fondazione, stieredi s. Croce donarono un ampio spa-
multe pobili vergini vollero vestir l'abito zio di teneno paludoso, per fondare uu
VEN VEN ÌJ7
monastero di francescane, delle dell'or- inonasteri di s. Chiara, di s. Croce, del s.

dine di s. Damiano dall'omonima chie- Sepolcro, di s. Maria Maggiore e di s.

sa «I' Asisi, presso la qnale s. Francesco Maria de'Miracoli perseverarono sotto la


fondò le Clarisse colla sua regola, cullo- direzione de' minori osservanti, finché
ctindovi le conciltadine s. Chiara colla Clemente Vili nel i594 li sottopose al-
sorella b. Agnese. Non ^ cerio che que- la giurisdizione del patriarca. Nel i565
sta b. Agnese si recasse in Venezia a co- le conventuali abbracciarono la riforniii.

stituirvi la I." badessa Auria. Vnolsi pu- Per l'incendio del i574 bruciala la chie-
re che propriamente fondatrice del mo- maggior parte del monastero, l.i
sa e la
nastero fosse Costanza Calbo, le cui figlie carità de' fedeli a tutto riparò, e la rin-
Maria e Gabriela monache di s. Marco novata chiesa a' 27 aprile 1620 consa-
iieir isola d'Ainmìano, poi distrutta, pas- grò il patriarca Tiepolo. Venerabile fu il

sarono in quest' istituto, in principio fu sagro tesoro di questa chiesa, possedendo


intitolala la chiesa s. Maria-Madre del un ss. Chiodo che trafisse sulla Croce i

Signore, indi col decorrere degli anni, piedi del Redentore; ora custodito e ve-
in venerazione dell' islitutrice dell' ordi- nerato nella chiesa di s. Panlaleone. Il

ne, col monastero anche la chiesa fu co- Corner riporta sua figura e quella d'ui»
la

munemente delta di s. Chiara. Grego- anello dati in persona al monastero per


rioIX ne prese la protezione nel laSS, custodirli, da s. Luigi IX re di Francia
enei ìi^ì le concesse di potersi fare in abito da pellegrino incognito, secondo
assistere da un frate minore. Innocenzo la relazione d'una badessa che riprodus-
IV nel 1247 ricevè sotto la protezione se. Nel monastero restarono le francesca-
sua e di s. Pietro la badessa e suore di s. ne sino alla soppressione neli8o5, e po-
Mariadi Zirada, così pure delle dal luo- scia fu ridotto a ospedale militare, conte
go, che dal girar del canale da'veneziani lo è al presente.
dicesi di Zira, quindi Z/V-tìt(^/<z ; confer- 24. Cistcrciensi monache di s. Maria
mando l'esenzione concessa nel isSGdal della Ccleslia. Reniero Zen, poi doge,
vescovo di Castello Pino col consenso del recatosi nel i236 qual podestà a Pia-
capitolo, col solo censo al vescovo d' una cenza, avendovi anjmiralo monastero
il

libbra di cera nella festa di s. Pieli'o, ed al- dell' austere cistcrciensi, tornato a Vene-
tra ne impose Papa a favore dei succes-
il zia diede opera per introdurvele, aven-
sori. Alle monache diresse vantaggiose done ollenute le debile facoltà da' mo-
bolle anche Alessandro IV, GiovanniXXI naci cislerciensi di quel cenobio della Co-
e Martino IV. Il loro fervore ralfredda- lomba che lo dirigevano, e dalla bades-
tosi, ne inlraprese la riforma il patriarca sa 12 scelte suore. Erello nel sestiere di
Conlarini, dividendo le religiose in con- di Castello il monastero nel 1237, su-
ventuali, e osservanti a cui concesse per bito Gregorio IX lo pose sotto la prote-
badessa Domitilla Badoer esemplarissima zione della s. Sede, chiamandolo nel di-
monaca di s. Croce, che vi fece rifiorire ploma s. Maria de Cacleslilnis Code-
l'antica osservanza. Favorirono la rifor- stibus\ perchè la chiesa fu intitolala s.

ma Clemente VII nel 1529 e Paolo ili Maria Assunta in cielo, poi per corru-
nel 535, il quale poi nel 546 commise
1 i zione s. Maria della Ccleslia, ond'è favo-
al suo nimzio in Venezia Giovanni della la che l'aggiunto ottenesse dal nome del-
Casa arcivescovo di Benevento, di scio- la suai." badessa. Pare che vi preesisles-
gliere nìonasleri di s. Chiara dalla sog-
i
se una piccola chiesuola. Rinnovarono e
gezione de' superiori dell' ordine, e di ri- ampliarono l'esenzioni Innocenzo IV nel
ceverli sotto il governo e amministrazio- 1247 e Alessandro IV nel i255. Con-
ne di lui e nunzi successori : lutluvolla i cessero indulgenze a'fedeli pel progredì-
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mento flella fil)hricn della cMesa nel pa ecclcsiaslica e replicnti miracoli il col-
1261 [Jiiico arcivescovo Salisburgo e
(li locamenlo della ss. Iiunuigine, e poscia
Tommaso vescovo di Squillane giunti in a' G aprile 161
1 i la cousagrò il palriar-
Venezia, che fece pure Ugone vesco-
il ca Vendramiu a Dio, sotto il titolo di
vo (li Ijellemme nel 1287. Reso illustre Maria Vergine Assunta al cielo, e de'ss.
il sagro luogo [ter la pietà delle religio- Lenedetto e Bernardo abbati. In essa si
se e pe'ragguardevoli privilegi consegui- conservavano, una ss. Spina che con gran-
ii, accpjislò nuovo splendore per la lun- de apparalo si esponeva il venerdì san-
gi dimora die vi fece il b. Giordano Lorenzo Levita
to, delle relirpiie de' ss.
Forzale abbate di s. Benedettodi Pado- v. Stefano protomartire, io teste delle
va, fuggendo il furore d'Ezzelino III da Compagne di s. Orsola, molle ossa de'
Romano, il cui corpo fu poi portato da ss. iNLirliri crocefiiìsi in Armenia sul mon.
questa chiesa in quella del suo menaste- te Ararat, il corpo di s. Caloandro mar-
10.Ad onta delle pontifìcie esenzioni, le tire con altre ss. Reliquie delle romane
monache continuarono a farsi dirigere catacombe. Frattanto continuando le ci-
da' cistcrciensi della Colomba, ma ag- sterciensi sotto la direzione degli abbati
gravate dall'esigenze dell'abbate Jacopo piacentini, non bastò la loro cura e vi-
e anche interdette, ricorsero a Clemente gilanza a impedire il discapito dell' os-
VI, ed il successore Urbano V nel i36g servauza regolare e della corruttela co-
regolò le visite Terminala
degli abbati. uiinciata nel grande scisma d'occidente j
la sontuosa chiesa, per suo maggior de- però accorse Eugenio IV a provvedervi,
coro vi fu collocata una divota immagi- con salutare riforma e con successo Io-
ne della B. Vergine proveniente dall'o- devole. Nel principio del secolo XVI il

lientej e resa celebre pe' prodigi opera- Papa esentò le monache dalla soggezio-
ti ; come lo attesta un diploma del car- ne de' superiori cisterciensi, e le sotlo-
dinal Nicolò Misqinno Caracciolo legato mise al governo de' patriarchi veneti,
apostolico alla repubblica veneta d'Orba- Ma anch' esse terminarono colla sopres-
no VI, nel concedeie spirituale remissione sione delle regolari corporazioni nel 1 810,
delle [iene de'peccatia'fedelijche negli sta- dopo avere nel 1806 ricevuto nel mo-
biliti giorni visitassero la chiesa in cui la «asterò le monache di s. Maflio di Ma-
ss. Immagine risplendeva per miracoli. Il "zorbo e di s. Daniele già soppresse col-
Corner narra la storia di sua traslazio- 1' altro precedente decreto nel i 806.
ne prodigiosa. Il suo culto si accrebbe Chiusa anche la chiesa, già sepolcro del
nel iS6c) pel vicino incendio dell'arse- doge Celsi e di altri illustri, fu data al
naie, che per lo scoppio della polvere a' propinquo arsenale e convertita in altri
I 3 settembre abbattè il monastero e di- usi. Altre abbondanti notizie si potino
rocco la chiesa, imperocché dopo 5 gior- leggere nel cav. Cicogna,
ni fu trovata accesa fra le rovine la laui- no.AgostiaianeeDencdelliae delle ss.
pada che soleva ardere innanzi al vene- Anna e Caterina, e poi di s. Stefano
rabile simulacro. Le monache si ritira- protomartire. Gli eremitani di s. Ago-
rono nel monastero Jacopo della
di s. stiuo della congregazione Britlina isti-

Giudecca de' serviti, e vi dimorarono 5 tuita nella diocesi di Fano fiorendo, vol-
niuii, fino alla rifabbiica del monastero, lero fondare anche un convento in Ve-
nel quale tornarono nel l5']/\. solenne- nezia, onde il priore generale fr. Andrea,
niente. Da' fondamenti riedificala pure a ciò deputò l'esemplare fr. Giacomo da
la chiesa,con magnifico modello delloSca- Fano. Recatosi questo in Venezia, nel
mozzi poco diverso dal Pantheon di Ro- 12 p nel sestiere di Castello, non lungi
Dia^ a'27 maggio i6o6 seguì con poni' dalla catlediaie, acquistò im sullicieule

1
V E N VEN 159
spazio ili terreno vacuo, e col permpsso conservò. A tanto contribuirono alcune
tlel vescovo Pino vi fabbricò un conven- religiose di S.Giovanni in Laterano. Per
to e la chiesii sotto il titolo (Ielle ss. An- 1' antichità della chiesa nel iG34<'i"no-
na e Caterina. La condotta degli agosl i- vata da' fondamenti, in cui si pose quel-
si meritò l'araoie universale, e nel
niaiii la medaglia di cui offre il disegno il Cor-
1284 ottennero dall'erario, per decreto ner, colle immagini da un lalo di s. An-
del maggior consiglio, quelle limosine e na e dall'altro di s. Marco, poi nel lOoc)
indulti già concessi a' domenicani e a' la consagrò il patriarca Morosini. All'epo-

francescani. Ma come la posizione del ca della generale soppressione, lo furouo

luogo, situato nell'estremo angolo del- eziandio le benedettine di s. Anna, dopo

la città, rendeva difììcile a'buoni religiosi esseie siale nel 1806 concentrate colle
resercÌ7Ìo del zelo loro per l'aiuto de' monache di s. Lorenzo. Quanto a' reli-
|iiossimi, cosìavendo trovato .sito più giosi agostiniani^ nelle case da loro ac-
opportuno nella parrocchia di s. Stefa- quistate fin dal 1274» cominciando a for-
no o meglio di s. Angelo (ambedue no- marvi il convento e proponendosi di fab-

minandosi nelle Notizie), posta nel se- bricare la chiesa in onore di s. Stefano
stiere di s. Marco, determinarono d'alie- protomartire, in un documento del 1 2C)2
nare il convento con facoltà del vescovo già Irovansi nominati fiati eremitani di
di Castello Bartolomeo 11 Quirini,a con- s. Stefano, mentre gettarono lai." pietra
dizione che la faniiglia religiosa nctpii- ne' fondamenti del tempio a'
7 gi'igno
lente restasse soggetta a' vescovi Castel- I
294» ^ mezzo del suddetto vescovo Qui-
lani. Riservandomi di parlar poi del con rini. Compiuto il tempio nel 325, fu poi i

vento di s. Stefano, intanto dirò, che l'al- consagrato a'24 gennaio 1496 da Barto-
tro fu acquistato da alcune donne «li- lomeo vescovo di Sebenico, e se ne ce-
vote, le quali colla dire/ione di Maria domenica
lebra l'anniversario nella 3.'
Zollo, dcsideia vano in liiogo remoto ser dopo r Epifania. Nel convento di s. Ste-
vira a Dio professando la regola di s. P»e fano fiorirono distinti religiosi , diversi
nedello. Scgm
accordo nel 129^,6 le
1' de'quali elevati all'episcopato, ed in con-
religiose ridotto il convento a monaste- siderazione della rara dottrina del cele-
ro vi entrarono verso il fine del i3o4 bre fr. Paolo veneto, il senato nel i4i7
o ne' principii del seguente anno, colla concesse a lui ed agli altri religiosi del
Zotto per badessa. Per le miserie dell'u- medesimo, l'uso della berretta solita por-
inana instabilità, nel secolo appresso de- tarsi da'patrizi; la quale consuetudine du-
cadendo le monache dal primiero fer- rata per molto tempo, per moderazione
vore, ed avendo alcune di esse con pre- religiosa tralasciarono, adottando la co-
lesti ottenuto dal cardinal Pietro Ria- mune clericale. Dipoi nel i443 '1 Papa
rio, legato apostolico in Venezia dello zio unì al convento la cadente chiesa di s.
Sisto IV, di potersi recare alle case de' Maria degli Angeli presso Sacile colle sue
loro congiunti accompagnate da due o rendile. Nella chiesa furono collocate 4
più monache, da ciò ne contrassero sen- teste de'Sanli diecimila Martiri crocefis-
mondani, che facil-
timenti e costumi si, un osso del braccio del s. Titolare, ed
mente comunicarono all' altre. Ridotte altre ss. Reliquie. Vi riposano i corpi del
di solo abito religiose, non eseguendo i b. Rosserablanle agostiniano Paolo ; di
salutari documenti loro dati dal patriar- morto santamente i49'> dopo vita nel
ca Conlarini, qiiesti,con approvazione di penitente per essere stato famoso corsaro
Leone X, oeli5ig con più energici prov- di Candia, meritando che alle sue lagri-
vedimenti ottenne di fare rivivere nel me un divolo Crocefisso piegasse il ca-
monastero l' aulico splendore, che poi po, onde nel chiostro ove stava fu eiet-
i6o VEN VEN
ta una cappella, e vi fu istituiln una osservabile il deposito Ferretto, che ha
pia coiifraleniila. In questa chiesa eb- tulio il carattere Sanmichelesco. Nel
bero sepoltura iu diversi tempi, i dogi 3.° altare all'altra parte, le due statuet-
Andrea Contatini e Francesco Morosi- te de' ss. Girolamo e Paolo sono due
dì il Peloponnesiaco, ed il Ciiidinal Gio- S([uisiti lavori di Pietro Lombardo. Nel-
vanni Bertt-andi, morto oienlre liova- l'ullitno altare la tavola dell' Assunzione
vasi oratore del re di Francia presso la diMaria Vergine è tizianesco lavoro del
repubblica coll'epita/llo riferito dal Ciac- Corona. Presso la porta è mirabile il
conio, t. 3, p. 857. Soppressi gli agosti- mausoleo, concepito lodevolmente e tra-
niani nella cueniorata epoca , la chiesa vagliato diligetileaienle, dell'insigne me-
con decreto patriarcale de' 34 ottobre dico riminese Jacopo Suriani, il quale
18 o fu dichiarala parrocchia e lo è tut-
1 fece condurre il nettissimo getto in bron-
tora, sotto la decanta di s. Marco. Com- zo, che fu collocato di recente presso la

prende la parrocchia 3f)4^^"''"^> ^^^


P^''
porla della sagrestia, rappresentante la B«
chiesa succursale s. Vitale, di cui nel § Vergine col Band)ino e altri Santi. Le
Vili, n, 18, e per oratoriisagramenlali le Fabbriche di Venezia ne pubblicarono
chiese di s. Maurizio e di s. Samuele, il disegno coll'illustrazione di Diedo, che

delle quali parlai nello stesso § a'n.


17 nell'encomiarlo disapprova ilcorredo de'
eig. Mei suo perimetro è pure l'oratorio teschi ne'sepolcri. Nel mezzo del tempio
non sagramentale di s. Maria Annunzia- è la storica magnifica tomba o sigillo
ta. Questo tempio di s. Steflino proto- con ornamenti in bronzo, sculture di Fi-
martire, è uno de'piìi grandi di Venezia, lippo Parodi, del sullodatoMorosini. Di
e della struttura denominata tedesca, os- più nello stesso tempio sono i monu-
sia di stile archiacuto, colla porta mag- menti sepolcrali di 3 celebri generali
giore cospicua per intagli ornamentali, della repubblica, cioè Jacopo del Ver-
compartito a 3 navi sostenute da colonne, me, Bartolomeo Alviano, e Domenico
l'iccodi moltissime cosedisingolar pregio. Contarini, per non dire di quelli d'altri
Sopra la pila è lodata opera del Mosca la illustri.
figura della Carità. Neil." altare la Na- 36. Benedettini di s. Gregorio.^e par-
scita di Maria Vergine è opera del Cam- lai nel § Vili , n. 6g delle parrocchie ,
bini , ben concepita e condotta con dot- non più esistendo né il monastero, né la

trina. Wella sagrestia si ha un'altra ope- chiesa.


ra avente gli stessi pregi, ma del Rizzi, 2 7 Minori osservanti Jrancescain di
.

rolla Strage degl' Innocenti ; vi hanno s. Francesco della Vigna, in Vinea. Per
due quadrelli di Barlolommeo Vivari- impulso di quella di vota propensione, che
iii con due Santi il martirio del Tito-
; nudriva verso il serafico istituto Marco ,

lare, di Santo Peranda V ultima Cena, ; Ziani conte d'Arbe, figlio di Pietro do-
del Tintorelto, e l'insigne dipinto di Pal- ge, volle non solo col pio legato di sopra
ma seniore, con la Vergine e Santi, al- narrato beneficarne gli alunni di s. Ma-
maggiore è
tre volte in chiesa. L'altare ria Gloriosa, ma prescrisse ancora d'es-
magnifica opera architettata da A. Pa- ser sepolto nella tomba comune de'frali.

nizza. L'opere di scultura nelle pareti Assegnò pure , come raccontai nel voi.

del cpio sono del celebre CamelooGam- XXVI, p. 80, una sua vasta vigna po-
belo : i sedili al di dietro hanno il nome sta nella parrocchia di s. Giustina nel se-
del loro autore fr. Gabriele agostiniano, stiere di Castello, in cui era una chiesa
quello stesso che architettò il chiostro, edificata nel 234, acciocché servisse d'a-
1

decorato di affreschi del Pordenone, di bitazione a 6 religiosi frati minori, o do-


cui ora rìaiangoao pochi avanzi. Qui è naenicauì; o cisteiciensi, e maulenuli coi-
V EN VEN iGc
le sue rendile. Nominò pe'piimi 1 france- Però fu conservala l'antica dedicala a «.

81-nni, perchè, dice nel lestaniento, quan- Marco dentro l'orlo, poiché è tradizio-
do essi giunsero in Venezia in principio ne che il s. Evangelista, ivi sorpreso da
dimoiarono in essa vigna. Teslòneli253 biurasca pernottasse, luiperocchè si leg-
e poco dopo morì, perciò lodalo da A- genella Cronacadeì doge Dandolo.'» Ri-
lessandrolV in un diplonaa col quale au- tornando il Sanloda Atjuileia, ove avea
torizzò il provinciale de'minori della Mar- piarilalo l'Evangelo, a Roma, giimse alla
ca Trevisana, di poter in della vigna co- palude chiamata Rivoalto, ove incalzan-
slruire un convento e abitarvi. Tra'eom- do il si fermò ad un luogo eniineu-
vento,
inissarii deputati dal defunto ad eseguir- te nellaLaguna, e rapito in estasi udì dir-
ne la volontà , ostava con frivoli prete- si da un Angelo: Pace sia con te, o Mar-

sti Giovautii Campolo. Ma la vedova del co , qui riposerà il tuo corpo. Credetle
conte Marco, Costanza figlia del marche- r Apostolo che con ciò gli venisse pre-
se d'Esle, ricorse ad Alessandro IV , il detto il naufragio, ma soggiunse l'Ange-
quale nel i 255 indusse il reiiilenle al do- lo: Non temere Evangelistadi Dio, mot-
vere; di più ordinò areligiosi di ricevere to ti ancora a patire. Dopo la tua
resta
il luogo lasciato dal Ziani, e poi ricevu- morte qui si fabbricherà una città, ove
confermò loro nel 256, de-
to da'fi ali lo 1 sarà trasportato il tao corpo, e tu ne sa-
rogando ai disposto del vescovo di Ca- rai il protettore". A questo racconto del
stello e confermato dal patriarca grade- cronista era ferma credenza
prestata sì

se di non potersi fondare in Venezia


, da tutti universalmente veneziani, die i

chiostri se non distanti l'un dall'altro i5o soleva ogni anno, come l'attesta lo sto-
passi, mentre il luogo dato a'frati era vi- rico Sabellico, portarsi il doge e il sena-
cino alle cislerciensi della Celeslia. Ad to a visitare tale antica chiesa, che ere-
onta delle pontificie disposizioni, insorse- devàsi fabbricala nel sito preciso, ove
ro i procuratori di s. Marco, anch'essi l'Angelo apparve all'Evangelista. Abita-
couiraissarii del Ziani, per escluderne i rono nel dilatalo convento i religiosi, ac-
frali minori, col pretesto che non dovea cresciuti non solo in numero , ma in
lui ordine religioso posseder due conven- isplendore di virtù e di dottrina, al che
ti nella medesima città, e che il luogo uf- contribuì mollo una nobile raccolta di
fendeva il monastero della Celeslia e i libri donata loro d'Andrea Bragadin det-
suoi privilegi. A lale prelesa s'opposero gli to Fascella , insigne benefattore, per le
altri commissarii,macon sentenza de'giu- di cui elemosine erasi quasi interamente
dici furono dichiarati frati minori pa- i rifabbricato il convento , come a spese
droni d'abilar nella vigna. Slabililisi dun- della famiglia Marcimana erasi eretta la
que in perfetto possesso del luogo, vis- nuova chiesa. Per l' esemplare vita ivi
sero per lungo tempo 6 frali sacerdoti e menata da'frali, molti erano desiderosi
2 laici colle somministrazioni de' com- d'esservi ammessi per osservare la rego-
mìssarii, finché pel buon odore di loro la nel suo rigore; ed arrivato nel 14*22 a
virtuose azioni avendo tratti molli a se- Venezia 1' apostolico s. Bernardino da
co convivere, convenne ampliar di molto Siena, talmente sotto il suo magisleroau-
il loro ristretto convento ed alzar da' , meotaronsii frati, che convenne loro fab-
fondamenti una chiesa più capace a con- bricare in altro angolo della città il con-
tenere frequenza del popolo , che vi
la vento di Giobbe, del quale parlerò nel
s.

concorreva. Fu eretta la nuova chiesa n. 4? ti' questo §. Fu inoltre decorato


sul modello di Marino da Pisa architetto il convento di s. Francesco della Vigna

celebre, e intitolata a s. Francesco d'A- colla dimora che in esso vi fecero s. Gio-

sisi, che dal luogo fu della della Figna. vanoi da Capìslrauo e s. Giaconìo della
voL. xcr. I i
,62 V E N VEN
Mnrca, luminari dell' ordine, quali i in Orr»alissimi sono gli altari dell'altre cap-
replicati leoipi semiuaronoin Venezia la pelle, fra le quali merita singoiar allen-
divina parola; ed i beali Alberto Sartia- zione quella ch'è dedicala a «.Girolamo,
tense, Angelo da Clavasio, e Bernardino fabbricata da Agnese Cadoaro, moglie di
da Feltra vi dierono illustri testimonian- Girolamo Giustiniani, iiiUnchè riposasse-
ze di loro virtù. Ad essi ponno aggiun- ro in essa le ceneri sue, quelle del marito
gersi il ven. Antonio de Pagani veneto e de' di lui congiunti ; e perciò appellala
fondatore delle dimesse, e il p. Pielio cappellaGiusliniani. Essa è tutta incrosta-
d'Asisi fondatore delio spedale della Pie- ta dì marmi figurali a mezzo rilievo di fini-

tà. Frallaiilo la chiesa di s. Francesco, tissimo lavoro. Oltre però le cappelle, che
dandosegni di non lontana rovino, si pen- magnifican)ente erette e ornale sono nel-
sò a ricostruirla più aoipia e magnifica. la chiesa, altra ve n'è vicino ali.° chio-
Ke'fondanjeoti,a'i 5 agosto 534, fu 8''' 1 stro, che arricchita ili molte indulgenze
lata lai.^ pietra colle medaglie riprodot- e di [)reziose reliquie di santi, vien det-
te dal Corner. Però sono due, una gr-in- ta per antonomasia la Cappella Sniita^

de col prospetto esterno della cliic^sa, e i di cui tesori sono riportati dal p. Gon-
nel rovescio l'enigie del doge Gritti. La zaga nella Storia Serafica, e consistono
minore, che fu propriamente la collocata in una ss. Spina, un dito di s. Paolo apo-
ne'fondamenli, oflie oltre la facciata, un stolo, un pie<le di s. Anastasia, altro di
fianco del len)pio,con in giro il n)otto:Z>/- s. Brigida, e le reliquie de' ss. Pietro di
vi Francisii mdxxxiiii. Dall'altro iato è Alcantara e Pietro Regalato francescani.
il ritratto dello stesso «ioge col suo nome In urna di marmo
ben disposta e rileva-
e l'anno iHDXxrri, epoca di sua elezione. la da terra, vicinaalla cappella maggio-

Egli era veneialore de'frati minori e vol- re, riposa il corpo del b. IMatleo da Ba-
le intervenire alla funzione. Fu formato sci fondatore de' cappuccini (ma convie-
l'augusto tempio d'una sola nave con di- ne leggerequanlo dissi nel voi. LXXXVI,
segno del Sansovino, con semplice e lo- p. io4), il quale infermatosi a Venezia
dalìssimo stile; e l'esterior facciala eretta in casa delpievano di s. Mosè, ivi san-
tutta di marmo, sull'idea esibita da Pal- tamente morì neh 552 a*5 agosto, ma-
ladio, con due getti nobilissimi dell' A- nifestando Dio la sua gloria con prodigi.
spetli nelle statue de' ss. Mosè e Paolo. Insorse quindi contesa Ira il capitolo di s.

La un monumento generoso e
facciata è Mosèei religiosi di Francesco per sep-
s.

pio di Giovanni Grimani patriarca d'A- pellire il di lui corpo, ma ad essi fu ag-
quileìa (al quale non piacque il mo- giudicato. Portato in questa chiesa fu
dello del Sansovino, ch'è 1' inciso sulla deposto nella sepoltura de'frati , donde
medaglia gittata ne'fondamenli. Il rino- per divozione del popolo fu estratto do-
matissimo fr. Francesco Georgi, intelli- po due mesi incorrotto, e collocato nel-

gentissimo d'architettura, pare che pre- l'urna allissa al muro tra la piccola cap-

ferisse il .disegno del Sansovino. Inoltre pella di s. Diego e quella di s. Girola-


questo religioso veneto del convento, die' mo, e vi si legge 1' analoga iscrizione.
ilsuo parere intorno alle proporzioni del Così il Corntr. Due altri servi di Dio so-
tempio, sui dispareri insorti, ed a'quali si no deposti in questo tem|)io'. fr. Bonaven-
attenne il Sansovino. Neppure nell' ere- Una da Venezia, e fr. Lodovico da Berga-
zione di questo tempio si toccò 1' antica mo. Nella biografìa dis, Gerardo Sa-

chiesa di s. Marco, la quale ancora sus- gredOf dissi che in questa chiesa e nella

sisteva neliBio alla soppressione di tul- sua cappella si venera la reliquia del di
li i chiostri), la di cui famiglia eresse pu- lui femore. La chiesa fu solennemente
re la i.^ cappella a tuauca dell'ingresso. coasagrala da Giulio Superchi vescovo <
1

V E N YEN i63
Cnorle 1* i i agosto 582, o a'2
i come vuo- saceidoti, e 3i tra chierici, laici e terzia-
le lo Stnto personale. Verso iliSgS fu ri. Per l'odierno convento, io debbo fa-
annessa a questo convento \a procura re una digressione che vi ha relazione,
generale tle'Ltioghi di Terra Snnta, le di dispensanilomi così di rientrare nell'ar-

cui limosiue raccolte da tolto il dominio gon)ento, ch'è non senza notabile e mol-
veneto ivi si conservavano. Eravi pure teplice importanza. Scrisse Viltorelli nel-

l'ospizio destinato ad accogliere religio- i l'//<^W///oalCiacconio, ritae Ponlificnni


si che recavansi a'ss. Luoghi, e alle con- lìoin., t. 3, p. 8^4) '" quella di Pio IV^:
vicine provincie d' oriente. minori os- I J enetoruni lege/n in Consistorio lauda-
servanti furono compresi nella generale qua cautum, ne qui ex Venetis pa'
vi t^-

soppressione del 1810, ed allora cessaro- tritìishonorem, aut conwìodum, Reipu-


no d'abitare il convento, Uiferisce il cav. hlicae non indulgente ab alio Principe
Mutinelii, Annali ch'Ile Provincie Vene.' arcipiat: Pontilìciai, insignes, aedes a
te, che questo convento già per ben 6 Veneto Pontijice ad s. Marcuni Roniae
secoli avea dato di continuo e custodi i erecta^y eidem Reipuhlicatn donavi tj de
del s. Sepolcro A\ Gerusalemme, e colo- qua re ea in illii exstat inscriptio. La

ro che Sopra le navi delia repul)blica ve- pubblicai nell'articolo che vado a ricor-
neziana doveano ne'senlimentidi religio- dare. Racconta il cardinal Pallavicino,
ne mantenere le ciurme, e incorarle ne' Istoria del Concilio di Trento, I. 4, hb.
pericoli delle tempeste e delle battaglie, 24, cap.i I, dopo aver notato la lodevo-
perciò alle une e alle altre egualmente le contrarietà esternata da'veneziani, ve-
esposti i virtuosi religiosi. Nello stesso ramente italiani, a chi proponeva 1' in-

18 IO la chiesa fu dichiarata parrocchia, decorosa e ingiusta traslazione del seggio


e consegnata al clero secolare con de- , pontificale dal Vaticano oltremonti; do-
creto patriarcale de'24 ottobre, sottopo- po aver encomiato veneziani quali os-
i

sta alla decania di s. Pietro di Castello. servatori dell'immunità ecclesiastica, che


Ristabiliti i minori osservanti nel con- appena terminato il sagrosanlo concilio
vento vicino, che fino al 1810 fu mo- di Trento {V.), Pio IV avendo posto o-
nastero delle suore terziarie, per sovra- gni studio perchè fosse ricevuto da tutti
na ri>olu7.ione de' 4 luglio i835, rias- gli slati, con somma prontezza vi corri-

sunsero il
7 gennaio 1 836.
sagro abito a' 1 sposero i principi italiani, e specialmen-
lleinlegrali nella chiesa, fu loro con- te la repubblica di Venezia , che lo fe-

cessa pure la cura d' anime, onde tut- ce promulgare fra le solennità della mes-
tora s.Francesco della Vigna è parroc- sa nella basilica di s. Marco, e ne im-
chia. Ciò avvenne con decieto dell' 1 pose a' rettori delle sue terre 1' osser-
gennaio i853, accordatane la parroc- vanza. Onde Pio IV in argomento di
chialità abituale al convento medesimo, grande alletto verso il zelo mostrato dal-
e riservata la nomina del parroco reli- la signoria per tutto il processo di quel-
gioso al patriarca dietro proposta del la santa opera, assegnò agli ambasciato-
provinciale. Il parroco attuale è anche ri veneziani in Roma il magnifico palaz-
commissario Terra Santa. La parroc-di zo edificato già per uso degli stessi Pon-
chia contiene 2869 anime, e l'oratorio tefici da Paolo 11 (cioè egli l'edificò da
non sagratnentale di s. Pasquale Baylon, cardinale titolare della propinqua basi-
eretto colla scuola nel secolo XVII, ed lica quasi da lui riedificata, pe'successori
ancora ulliziato da una confraternita di titolari, e compì fatto Papa nel i464; l'a-

laici, che vi si raccolgono sotto la prote- bitò e il simile praticarono diversi altri
zione di esso santo. La famiglia regola- Papi. N'è prova ulteriore V autentica te-
re del chiostro è Dumerosa, essendovi 20 slimoniaoza del Marini, Arcìàatri Pan-
iP4 VEN V E N
tifìcii, t. 2, p. j8o ergg, nominando ol- l.'iZ70 e la piazza di s. Marco presero per-
tre il Mitjano, die ne fu raichilelto, gli ciò e per abitarlo l'ambasciatore veneto,
nllii arcidtelti ch'ebbero parte alla sua ilnome che portano di Palazzo e Piaz-
costiuzione, alla muratura del giardino, za di l'cneziaj e che dal 8 4 '' palazzo 1 1

alla rifcibbrica della congiunta chiesa ed è residenza dell'ambascijilore dell'impe-


erezione del suo portico ;
per la quale ratore d'Austria e sua cancelleria, il qua-
Calisto probabilmente ad impulso del
1 1
1, le come il veneto ambasciatore, per le

cardinal Baibo, avea pubblicalo alcune coise del Carnevale, vi accoglie decoro-
indulgenze a beneficio di quelli che aves- samente nelle stanze corrispondenti alia
sero visitalo, e in qualche maniera pre- via della Ripresa de' Barberi e termine
statoaiuto alla nuova fabbi-ica della chie- della carriera de' cavalli corridori ,
per
sa diMarco, con bolla òe'5 maggio
s. giudicare chi sia stato il vincitore, il pre-
j4^8; e questa indulgenza rinnovarono Iato P ice- Camerlengo di s. Chiesa e Go-
nell'anno stesso Pio Ile nel i46i, e Paolo vernatore di Roma (oggi chiamato direi-
]| medesimo a'4gennaioi 465 conferman- torc getierale di polizia), il Senatore di
do le precedenti, le quali poscia ampliò Roma, ed i Conservatori di Roma, al

a' 17 marzo 1467, e fu allora questa modo narrato in tali indicati articoli, con
sua 9..' bolla scolpita in pietra, la quale si particolarità opportune e interessanti, per
legge tuttora da' periti delle noie com- la formalità cui si recano i nominati ma-
pendiane sotto il detto portico) figlio di gistrati; alle finestre esponendosi i palii
quella patria, presso la chiesa del santo di premio. Né ommisi parlare dell' ora-
loro protettore. E ciò fece con im breve torio adiacente (ed anco della contrasta-
di moto suo proprio ; ornando quivi ta conca marmorea, da pochi anni tra-
di chiare lodi la pietà di que' senatori, spoitata sulla pubblica passeggiata del
e l'egregia loro osservanza verso la Sede Monte Pincio), ne di notare lo recente
apostolica. Di più il Pallavicino rilevò, remozione de'lravi incrociali di marmo
che l'imitazione del senato veneto riu- ad alcune finestre (a croce quadra, secon-
scì di forte scudo all'accettazione del con- doil costume praticato ùa Guelfi ne \oro
cilio. Non solamente io narrai a Palazzo edifizi, che notai pure nel voi. LXXVI,

/posTotico DI 8. Mabco, nel descriverlo p. 76, la cui origine credo a loro ante-
con erudizioni sloriche e artistiche, in riore, bensì adottata per distinguersi dal-
uno alla preesistente J'orrr (già degli An- la contraria f.izione de' Ghibellini) , ri-

nibaldeschi, come notai nel voi. LXXVI, modernatura che fece esclamare al Nib-
p. 171 e altrove), dalla sua erezione si- by, Roma rte/i838, seconda parte mo-
no al presente ; ma feci avvertenza che derna, p. 832: Non so che direbbe il Mi-
rei donarlo Pio IV a' io giugno i564 lizia di questa rimodernatura l Ora ho
alla repubblica di Venezia , ne riservò la soddisfizione di vedere, che le minori

parte per abitazione del cardinal titolare finestre sono state restituite all'antica lo-
della collegiale e parrocchiale Chiesa de' ro forma, e che già si è cominciato a fa-

ss. Marco Eva?) geli.sta e Marco Papa, da re altrettanto colle grandi, per porle in
questi eretta all'altro, laonde sino dal armonia col resto «lell'edifizio e il nume-
336 r Evangelista ebbe pubblico cullo ro macsiore dell'altre che conservano le

in Roma (nel suo suburbio presso la via primitive incrociature marmoree. Qui so-
Appia vi fu la basilica e il cimiterìo di s. lo dirò che l'ejlifizio è ampio e imponen-
Marco, sicuramente anteriore alla roma- te, in forma <li gagliardo castello e coro-
na, che s. Gregorio IH del 781 restaurò, nato di merli. II Marini pubblicò l'epi-

come attesta Anastasio Bibliolecaiio in gramma già posto in frontispicio Hor-


Beneficio III). Che a poco» poco il pa- torum Divi Marci, in memoria di que-
^

VEN VEN «65


sto nriflgnifico palazzo, e del vicino tem- f rotarono il convento di venuto rislrellis-

pio, da l'aoio II uuipliato e grandeiueu- kimo e insuflìciente, e perciò fu dato loro


le risarcito, nel quale sono sepolti non il summentovato chiostro delle terziarie.

pochi illustri veneti, ed alcuni in nobdi Il cav. Pietro Negri (sono grato a questo
ntonuiuenti. Sui quali e de'aiolli esisten- gentile signore, poiché onorevole cugino
ti nell'altie chiese di Roma, si ha di Hier del cav, Giuseppe Battaggia, per la bene-
Luigi Galletti, Inserìpùoiies Fenetaii in- volenza di questo per tue trasfusa in lui,
fimi acvi Roiìiac exUintcs, Pioniaei ySy. nel 1847 gi'i>ziosainenle gli piacque du-

Abbiamo pure V Inscrizioni Fende esi- mandareiu mio favore il diploma di S(i-
slenti in lìonta, pubblicale nel i83S dal cii> d'onore de'Concordi dell'accademia
conte Pompeo Lilta in aggiunta a (|uelle scientdico-letteraria di Bovulenta del di-
del Galletti. Tullociò premesso , la re- stretto di Padova, concessa previa auto-
pubblica di Venezia per nobile gialitudi- rizzazione dell' eccelsa presidenza delia
ne e licacnbio, corrispose con -donare al cancelleria aulica di Vienna, indispens.i-
tVancescano Sisto V per la residenza or- bile pegli estranei) attaccatissimo a' mi-
dinai ia del IVnnzio apostolico in Vene- nori osservanti, sapendo con quanta be-
zia, il maestoso palazzo Gritti, presso il nignità il Papa Gregorio XVI riguarda-
convento di s. Fiaiicesco della Vigna. va l'ordine illustre e benemerito, ed il

Il |)iìi volle encomiato Giovanni Casoni, cav. Giuseppe Catlaggia veneto e con-
nella biografia del doge Da Ponte, lasciò sole pontificio in Venezia, in occasione
scritto.'» La repubblica acquistò dagli e- che questi recavasi in Roma, vivaiuentd
redi del doge Andrea Grilli, morto nel interessò la sua pietà e patrio amore ,

1538, il palazzo posto nella piazza dirim- di rappresentare al Papa l'angustie de'
petto alla chiesa di s. Francesco della Vi- leligiosi e la loro brama di ottenere il

gna, di stile lombaido ed eretto neh 535 vicino palazzodell'antica nunziatura, per
secondo il Zanollo, ed ailiiichè i nunzi di ampliare il proprio convento, disposti per
Koma avessero qui luogo di decorosa resi- l'acquisto anche all' esborso di qnalcliu
denza, ne fece dono al Poulelice Sisto V". somma. 11 cav. Battaggia s' impegnò di
Ciò dev'essere accaduto pocodopo l'elezio- fare tutte le pratiche possibili, e con quel-
ne di Sisto VjSCguita a"24aprilei 585, per- l'amore alla religione, ed euer- attività
chè il Da Ponte ajoiì a'ag del susseguen- gia che lo distinse nel lare bene , di il

te luglio. Questa autorevole testimonian- persona ne supplicò Gregorio XVI ed i


za è da preferirsi a quella, d'altronde ri- ministri della camera apostolica. Egli
spettabile, del Novaes, da me seguita al- trovò favorevole disposizione nel Papa,
trove, il quale nella Storia di Pio IF ma qualche diliìcoltà co' detti ministri
attribuì la donazione fatta a quel Papa camerali, i quali inclinavano a ritenerlo,
per dignitosa reciprocanza. Col cessare restaurarlo e (juindi nuovamente per de-
della repubblica neliygy, cessò pure il coro della s. Sede ristabilirvi la residenza
prelato nunzio apostolico; restarono pe- del console pontificio e sua cancelleria;
rò nel [ìalazzo alcuni individui addetti laonde l'incaricarono di prendere cogni-
alla nunziatura, quindi la s. Sede tolle- zione dell' occorrente. Tornato a Vene-
randoli, vi pose la residenza del console zia e prese le debite cognizioni, rappre-
pontiiìcio in Venezia colla sua cancelle- sentò un^ preventivo che ascendeva a vi.

ria. Siccome dopo la soppressione degli stosa somma, non tacendo l'urgenza di
ordini religiosi, il convento di s. France- «.lar mano all' iitdispensabili riparazioni,
sco tu ridotto a caserma militare, quan- o disporre del palazzo in altra guisa.
do «'ristabiliti minori osservanti fu resti- Essere d'avviso, che non sarebbe oppor-
tuita la chiesa^ per 1» sussistente caserma tuno &US teucre 1' ingente dispendio per
i66 VEN YEN
l'ìpi-ìstìnarvi il coiisohilo, come neppure con amorevoli premure , ottenne dalla
conveniente alla diguilà della s. Sede di clemenza di Gregorio XV''l un assegno
(«lienare un palazzo che avea ricevuto vitalìzio a favore de' suddetti indivìdui
in dono dalla nobilissima repubblica ve- espulsi dal palazzo, compresa la vedova
nela. Inoltre espose che da'veneziani, co- Falconi, in compenso indulgente delle
sì particolarmente amati dal Papa, si sa- perdute abusive abitazioni gratuite go- >

lebbe veduto assai volentieri, che fosse dute fin allora incompetentcmeule. Anzi
ceduto per sempre in uso a' tninori os- il cavaliere si caricò pure delle scossioni

servanti, onde porli in grado di accetta- successive, per la carità che l'animava
tare gli aspiranti all'ordine, i quali alio- verso il suo simile, come ripetutameule
ra erano molti. Mio onorevole e affetluo- praticò con altri, e a me pienamente con-
so amico, m'invitò ad adoperarmi col sta per rinlimità che ci strinse, e me ne

Papa per consolare » religiosi. iNe presi pregio. Tanto dichiaro, nel rendere un
con piacere parte, e dopo carteggio, l'a- pubblico tributo di giuslizia a'suoi meri-»
iiimo munifico e generoso di Gregorio ti, fia'quali primeggiarono la sua solerzia
XV lordi nò che si cedesse in usoper[)eluo e divozione nel servigio della s.Sede, giu-
il palazzo della nunziatura apostolica al stamente premiata con sostituirgli il figlio
convento di s. Francesco, con rescritto Andrea, dimostrandosene ess(j pienameu-
de''24 luglio 1841, all'oggetto di miglio- te idoneo, perciòdecorato in segno di pon-
rare la sua condizione; rescritto che il tificia soddisfazione, col grado di cava-
cardinal Tosti pro tesoriere generale co- liere dell'ordine equestre di s, Gregorio,
inunicò poi d'ullizio al cav. Ballaggia ne' e poi dal regnante Pio IX con quello
primi del 1842, però coU'obbligo a'reli- di counnendatore di s. Silvestro. I fian-
giosi del pagamento delle tasse al proprio cescani resero il palazzo in comunicazio*
governo, e ad ogni altra spesa occorreu- uè col convento e la chiesa mediante de-
le, che era slato formalmente accetta-
il curoso cavalcavia, che attraversa 1' ini-

lo dal commissario proviuciale e sindaco boccatuia del campo di s. Francesco, e


apostolico del convento stesso. Ma sicco- vi disposero da pochi anni la loro ricca
ine ancora il palazzo veniva abitato da libreria. — Ora passando a riferire il più
alcuni superstiti appartenuti alla nunzia- ammirabile che racchiude il vasto lem-»
tura, ed anche dalia vedova e figli del pio di bella forma di s. Francesco dei-
defunto precedente console pontificio En- la Vigna, prima esporrò il giudizio che

rico Falconi, per benignità tollerante de' di esso ne lasciò il critico e sentenzioso
successori che non proflllarooo di quel- Milizia. Dice la facciata tutta d'ordine
la residenza, cioè il marchese Cornelio corintio. L' imbasamento è un continuo
Caudini e lo stesso cav. Baltaggia, vi fu piedistallo, si:^ cui s'alzano 4 colonne di
nialagevole lite per farli sloggiare, accani- poco più di tuezzo diametro , alte circa
paudo essi il diritto di possesso per usu- 4^ piedi, le quali sostentilo il sopraor-
capioue. Finalmenteecon nìerito dei sul- nulo. Neil' intercolunnio di mezzo vi è
lodato cav. Negri, che assistette i religio- la porla ad arco con finestra sopra pari-
si operosamente nella lite, venne riconfer- niente ad arco, ma divisa iu 3 parli. Ne-
malo il possesso di proprietà alla camera gl'intercolunni laterali sono due grandi
apostolica, e l'uso perpetuo al convento nicchie. Fi amezzo a lali intercolunni, sul»
di Francesco della Vigna de' minori
s. la porta e sulle nicchie ricorre un corni-
osservanti ; e da questi fatta costruire clone d' un allr' ordine minore pure co-
con grave spese una galleria di comuni- rìnlio, che serve alle due ali della chie-r
cazioue, unirono pacificamente il paiaz- sa, sulle quali sono due mezzi frontoni,
ico al couveulo. Dipoi il cav. Ballaggia Tutta questa facciata del PuUadiOj lauto
YEN YEN 167
lodala, è ili pietra d' Istria. La chieda, lo, Maria Vergine sopra piedistallo, con
benché nìoltu semplice , lia fallo multo Santi: nella 2.' è de'più vigorosi lavoridi
onore al Saiisovino; non fu però esegui- G. del Sai viali, che vi fece eziandio i di-
ta Ifi cupola, uè la facciala da lui dise- pinti a fresco, la tavola colla B. Vergine
gnale. Contiene 17 cappelle e altrettanti e i ss. Bernardo e Antonio abbati: la 3.

altari. Neh." altare è bell'opera di G. del si architettò dal Temanza, e reca il si-^
Sdlviati, il Ijaltisla con altri Santi. Nella mulac-ro di s. Gerardo Sagredo, scolpi-
2." cappella il quailro con Maria Vergine to da A. Cominelli nella 4-^ : le sculture
nell'atto di ricevere l'annunzio è dipuito sono del Vittoria: nell'ultima i due gelU
sì amoroso del l*ennucchi,chenon farebbe di bronzo li eseguì Tiziano Aspelli, e gli

torto allo stesso suo maestro G. Bellino. adreschi sono del Franco e del Zucca-
^'ella 3." cappella è del Palma giovine la ro. La tavola dipinta ad olio sul marmo
saporita tavola colla B. Vergine e Santi: da Federico Zuccari, fu sostituita, per-

nella 4-^ è celebrato lavoro di Paolo il chè guasta, dalla stupenda copia che ne
Cristo risorto: nella 5.' è del Franco il fece di essa il vivente prof, di pittura M.
Battesimo di Cristo, opera istoriata. II Grigolelli. Aggiungerò :su'pili dell'acqua
Montemezzano fece il s. Marco, sotto il santa sono due statue in bronzo del Vit-
pulpito, e Maria A'^sunla, al di sopra. toria. 1 due monumenti grandiosi della

Kel nobilissimo altare a fianco della por- cappella maggiore sembrano opera dello
la laterale, è lavoro studiatissimo e dili- Sciinozzi. Li fece erigere il doge Andrea
gente in ogni sua parte, di fr. Francesco Grilli, uno perse, l'altro per l'avo Tria-
da Negroponte zoccolante, la tavola con daiio. Altri monumenti sepolcrali sono
Maria cbe adora il Bambino. Nel coro i quelli del doge Alvise Coularini, del do-
quadri colla Manna e Melcbisedecli so- ge Francesco Conlarini, del patriarca di
no due dipinti di M. Parrasio. La cap- Aquileia Ermolao Barbaro, di Domeni-
pella Giustiniani, a lato della sagrei^lia, co Trevisan padre del doge Marc'Atito-
sullo stile de' Lombardi, non ba luogo nio eh' è sepolto in mezzo della chiesa,
in Venezia, il quale 1' adegui per copia il cui cenotafio è sulla porta che condu-
di sculture bellissime, di varia epoca e ce alla sagrestia, deldoge Nicolò Sagredo,
vari maestri de' bei tempi. Nella gran- e del patriarca Alvise Sagredo che hanno
diosa sagiestiu vi è in 3 comparti altro cenolafii nella cappella di s. Gerardo,
dipinto diligentis-iimo di Jacobello del oltre altri illustri. Noterò, che decapita-
Fiore, e negli altri due altari, un dipin- lo il traditore conte Carmagnola, di cui
to ad olio sulla parete di Paolo, con la nel § XIX, dogado 65.°^ il corpo fu por-
Vergine ed alcuni Santi, e la pala di G. talo in questa chiesa, ma saputosi che lo
Angeli, con la Vergine immacolatamente sciagurato erasi lascialo a'Frari, ivi fu
Concetta. Nella cappellaSanta vi è un qua- trasportato e sepolto, finché venne trasla-
dretlocolla B. Vergine, 4Santi e il divoto to a Milano. Però il pennone di zendado
Jacopo Delfino, cbe lo fece condurre uel del Carmagnola, non fu dato a' Frari,
l5o'j da Gio. Bellino. Alla grazia sì pro- ma a' religiosi dis. Francesco della Vi-
pria dell'autore aggiunge la grandezza gna, distruggendosene prima l' innma-
di Giurgione e la verità Tizianesca. Nel gine. Le Fabbriche di Venezia del di-
silo oscuro ove è posto, non si gode. Sul- scorso tempio ci diedero 5 lavole, illu-
r altro pulpito la bellissima figura del strate artisticamente dal eh. Giannanto-
Salvatore è di G. da Santacroce, di cui si dìo Selva, il quale tra le altre cose rilevò,
reputa eziandio il grandioso quadro sol- che se nel centro della crocerà si fosse e-
toposlo col martirio di s. Lorenzo. Nella relta la cupola giudiziosamente ideala dal
."
1 cappella è piegialissinio lavoro di Pao- Saasoviao, come si vede nella medaglia,
i68 VE
sarebbe riuscito mollo luaesldso, poiché
N
sito di vivere nel
V EN
1809 in Marburgo,
I si

SI climiiiiiivn la inosUa di troppa luiigliez recò in Venezia suo competitore Sige-


-
il

za, e si sarebbe sorpassata 1'


uìniltà fimi- (redo nuovamente eletto, il quale fissò;

cocaua, di cui un po'lioppo i!à a vedeie poi la sua residenza in Mariemburgu.


il corpo della chiesa nella piccolezza del- Do[)0 la sua partenza la casa di Venezia'
J'oidine, e nella consegueule eccessiva al- cominciò a decaderedallo splendore a cui
tezza dell' attico per giungeie alla vòlta. eri«ascesa,diminuendosi il numero de'ca-
IVon lascia però questo tempio d'essere valieri. Nondimeno il loro oratorio si con-
molto pregevole, e fra' principali della luiuòa frequentare con concorso di popo-
città. lo, per le copiose indulgenze concesse al

28. Teutonici cavalieri religiosi e mi- nK(lesimoda'Papi.Di()OÌ per l'acquisto di


litari, e oratorio della ss. Trinità, Ave- (iili spirituali tesori,alcuni di voli nel i4'9
vano casa in Venezia nel i2'2i,ovepoi (loii)audarono e ottennero dal consiglio
surse la casa de'soinaschi, di che ragione- tic" Dieci d'istituire nella chiesa una con-
rò nel n. 65 Corner di-
di questo §, ed il fiiiternila in onore della ss.Trinitàje quin-
ce che iu tale anno vi radunarono il capi- di nel 1420 il provinciale di Lombardia
tolo generale, Delqnale vi elessero il n)ae de'cavalieri dimoranti in Venezia, gli con-
Siro generale dell'ordine, lo al loro arti- cesse porzione del monastero pe'spiritua-
colo dissi dell' altro gran capitolo genera- lie>ercizi coll'annuo censo d'S ducali d'o-
le che vi celebrarono per essere morto rfi. Il sodalizio fiorì per numero e obla-
il gran maestro nel i244-'"^i pe' validi zidui per le riparazioni e ornamenlo della
fioccoisi dati dall'ordine alla repubblica cli:esa,a cui furono nel 144^*^'""^'*^ alcu-
di Venezia, e per aver combattuto valo- ne ss. Reliquie, autenticate anche da Dio
rosamente nella guerra intrapresa da con manifesti prodigi. In seguito la coii-
essa circa il 12 56 per reprimere l'ingiu- fraiernita ottenne altra porzione del njo-
ste violenze de'genovesi, doge Remerò
il n.islero a dilatazione dell'ospizio, me-
Zen per gratitudine, Dor-
nel sestiere di diante livello perpetuo stabilito dall'or-
soduro, gli fece fabbricare un monaste- dine, coir assenso di Giovanni Krebel
ro eoo oratorio o chiesa sotto il titolo priore di Venezia. lem-
In processo di
della ss. Trinità, e dotatolo di possessio- p<) dintinuilo ulteriormente il numero de'
ni l'ofiiì all'ordine. Così questo vi stabi- cavalieri, la Sede conferì il priorato in
s.

lì meglio la residenza, la cui origine è con- coniutenda alla famiglia Lippomano, fra'
trastata da alcuni quando propriamen- quali al pioAndiea,come narrai nel§ Vili,
te principiò, facendosi anche risalire a! ìì. 72, e nel §XVni, n. 10, parlando de'
12 IO. Avendo i cavalieri la principale gesuiti, che cede al fondatore loro s. Igna-
loro sede in Toleinaicle o Acri, espugna- zio due altre sue chiese. Ad Andrea nel
ta questa da'saraceni nel 1291 e non nel priorato successe Pietro Lippomano, alla
I 298, il gran maestro Corrado dlFeuchl- cui morte nel «592, l'arciduca d'Austria
wangen, fuggì co' cavalieri e sopra ve- INIassimilianoqual maestro provinciale di
locissime navi approdati a Venezia ivi Germania, lo conferì al conte Sforza Por-
trasportò ildomicdio principale dell'or- zia, contro le leggi della repubblica, la qua-
dine, benché questo avesse case in al- le si oi)pose. Insorta perciò vertenza tra es-
tre Provincie. Però il monastero di Ve- sa d'arciduca s'inlromiseCIemenleVlII e
nezia si continuò a governare dal pro- soppresso il priorato, ne assegnò le rendite
vinciale o priore. Partitone poi il gran- per la stabile fondazione del seminario
maestro, e morto in Praga nel 1
297, il diocesnno patriarcale, secondo le prescri-
successore fu eletto a' i4 settembre in zioni del concilio di Trento, tranne an-
Venezia n«iila persoua d'Holieulohe. Ce»- nuo contributo all'ordine Teulouico, si-
V E N V E re 169
no al corapimeiito (Iella somma di 4,000 1 guanti di camozza, e d'alzare dentro 3
ducali: così anche la chiesa eie fiibbnche anni l'impellala palude. Per sollevale
annesse pervennero in potere del semi- 1' intligenza di queste virtuose henedel-
nario de'chierici. All'erezione di stubili- fine, Eugenio IV nel 1 43 5 concesse in-

niento lauto necessario, già Pio IV nel dulgenza plenaria da conseguirsi in raor-

i5tì3 avea eccilalo il patriarca Gio- te, a chi secondo le proprie forze le sov-
vanni 11 Trevisan, che lo istituì col prò- venisse; e loro unì il monastero benedet-
piio, e con alcnnedecimee benedzieccle' tino e le rendile di s. Giorgio di Fossa-
siaslici nel i585, prima presso la chiesa no thocesi di Chioggia. Continuarono le
ili s. Geremia, e poi lo trasferì negli an- inouiiche nell' eseu»plarilà e ad essere
tichi chiostri di s. Cipriano di Murano, beneficale dalla s. Sede, più volle serveu-
Mon essendo sulllcieuli le rendite pel so- do alcune a fare rivivere la regolare di-
stenlamenlo de' chierici, Sisto V gli con- sciplina ne' monasleri rilassali a cagione
cesse per 10 anni looo ducali di rendila del l'uneslo scisma ; e siccome (juelie dei-
sopra i beni del monastero di s. Spirito, l'isola di s. Angelo di Contorta o Con-
finché Clemente Vili nel 094 ordinò cordia non si poterono ridurre, Eugenio
che tale somnja si cavasse da'benefizi ec- IV fece trasferire le religiose in altri chio-
ciesiaslici dello slato veneto, e vacatoli siri, soppresse il u»onastero e l'unì a cpie-
rlelto priorato glielo conferì. Per la peste sto di s. Croce, il che soltanto si elFeltuò
deli63o il senato .ifilillo dalle stragiche in parte per nuova disposizione di Sisto
nìenava, avendo fatto voto d'erigere un IV ; mentre il monastero di s. Croccila
magnifico tempio col titolo di s. Alarla 36 religiose ch'era a tempo d' Eugenio
deila Salute, nel priorato della ss. Trini- IV, allora ne conlava 100 sotto il felice
tà, ne acquistò il luogo e allora il semina- governo deil'abbadessab. lùifemiaGiusti-
rio tornò a s. Cipriano; ed inoltre fabbri- niani veneta. Di che ojegUo è vedersi il

calasi dal senato una contigua casa, vi n. Sy. Inoltre Sisto IV incorporò al mo-
comprese l'antico oratorio della ss. Tri- naslero di s.' Croce quello de'dooienica-
liilà, e colla chiesa la consegnò a'sotua- ni di Tusculano, ed alcuni luoghi di cer-
schi; soppressi i quali, la chiesa e la casa li eremiti;ed il nipote Giulio II gli assog-
furono date al seminario, l'alluale serven- gettò una parrocchia della diocesi di Pa-
lliasi ad uso ili cappella interna dell'anli- dova e le rendile. Il buon odore di que-
ca chiesa o oratorio de' teutonici, secou- ste religiose, mosse que'di Cipro a bra-
do l' ab. Cappelletti. Non è quindi esat- niare che vi fondassero un monastero,
lo quanto si legge nello Stalo persona- Frattanto l'aulica chiesa indebolita, s'iu-
/(', che l'oratorio della ss. Trinità rima- traprese a rinnovarla da'fon<lamenti,che
ne presso il seminario patriarcale. furono gettali a'aS maggio neliSoB; e
29. Benedettine di s. Croce della ridotta a compimento con inagniOcenza
<;/uf/eccrt. S'ignorano i principii del n)0- d'altari e ricche suppellettili, a'aS roag-
nastero prima del 1828, in cui perdecre- gio i5i i, dice lo Stato personale, ed il

lo del maggior consiglio si concessero, ad Corner nel 1 51 5, la consagrò il palriar-


jilcuni privali, porzioni delle paludi ades- ca Contarini. Essa fu un vero santuario
Mj contigue.per doverle rendere abitabili, per la copia dell'insigni relitpjie che pos-
Lu'ampiapartedi tali paludi giacenti tra sedeva, riferite dal Corner, oltre della
ilmona>lero e quello di s. Giorgio Mag- ss. Croce, e porzione della Porpora pò-
gioie, nel i33o fu accordata all' abba- sta alRedentore nella Passione, non che
tiessa di s. Croce, per rendere piìi vasto ilcorpo incorrotto del celebre s. Atanasio
il circuito del monastero, coli' obbligo dottore della Chiesa e patriarca d'Ales-
di offrire ogni auuo ul doge uu paio di sandria, lu cui traslazione' sulennissima
7

170 V E N YEN
ila CosJanlinopoli nel i4^4 na'ia Cor- kì istituito fin dal 1 286, o nel 1 289 da Ni-
rer (questo sagro Corpo fu Irasferito nel colò IV, come notai a Inquisizione, e della
1810 nella chiesa ilis. Zaccaria, ove tut- posteriore sua moderazione, assegnato al-
tora si venera). No! coro interiore si con- la direzione de'francescani di «.Maria Glo-
servava il corpo (Iella lodata b. Eufe- riosa de' E-'\ari, il che già rilevai al n. 2 i

mia, delle cui eroiche virtù e prodigiose di (juesto §, nel 1 56o da Pio IV fu trasfe-
azioni die* contezza lo slesso scrittore, rito ne'religiosi di questo convento. 11 i."

coll'eflìgie della serva di Dio (soppresso inquisitore domenicano fu fr. Tommaso


il monastero quel beato Corpo fu ritira- da Vicenza, cui successero riportati da i

to dalla famiglia Giustiniani solle Zat- Corner, molti de'quali promossi al gover-
tere, e fu ripostosotto k» mensa della cap- no di chiese vescovili. Nel 1 582 quivi mo-
pella domestica). Le ujouacUequi rimase- ri e con solennissimi funerali fu sepolto
ro sino alla generale soppressione, ed al in monumento di marmo, fr. Paolo Con-
presente la chiesa e il nionastero Irovansi stabile maestro generale dell'ordine. Do-
convertiti per uso delle pubbliche carce- po vari rislauri, massime per 1' incendio
ri, cioè della casa di correzione in s. Cro- tlell'arsenale del 56g, indi nel 1 586 rie-
i

ce alla Giudecca, un cappuccino essendo dificatasi la chiesa da'fondamentie nobi-

il cappellano curato e predicatore. In litata con altari marmorei, dipoi nel 1 609

questa nuova riduzione, non si conser- la consagrò fr. Raffaele da Kiva domeni-

varono che 3 soli altari, il maggiore e cano vescovo di Curzola, e 1' altare mag-
due primo si collocò una
laterali. iVel giore in onore del titolare s. Domenico
bella pala di Damini, da Castelfranco, Iòndatore dell'ordine. Nell'altare della
colla Visitazione, e due stupendi latera- Maddalena si collocarono le reliquie del-
li, opere, una del Bonifazio, l'altra della la ss. Croce; un dito incorrotto di s. Cate-
scuoia di Paolo. rina da Siena, oltre il velo e la sua veste,
3o. Doinenicaiiidi s. Domenico, Mor- donate dal suo confessore il b. Tommaso
to nel 1 3 1 2 il pio doge Marino Zorzi, in d'Antonio senese propagatore del 3." or-
conseguenza di sua benefica disposizione dine di s. Domenico, e dal suo trattato si
nella parrocchia di 8. Pietro di Castello ricava, che a Venezia deve l'ordine de*
fu edificatoun convento per 12 dooieui- Predicatori, non solo i principii dell'uni-
canj, con ospedale per l'orfane abbando- versale sua riforma, ma lo stabilimento
nate, echiesa sotto il titolo di s. Domenico, dello slesso 3." ordine; un dente di s. Do-
prendendone possesso religiosi nel 3 1 i i menico medesimo; e cpieir altre reliquie
qual vicariato dell'altro convento de'ss. registrate dal Corner. Questi inoltre rife-
Gio, e Paolo.Rallentala dipoi l'osservanza risce le notizie de' beali domenicani reli-

iegolare,accorse il b.Giovanni Domenici a giosi del convento e deposti nella chiesa,


lil'ormarlo; lo fece rifiorire, e verso la fine Nicolò da Uavenna, Tommaso Calfarini
del secolo XIV lo rese indipendente dal altro confessore di s. Caterina, e Agosti-
nominato. Indi gli esemplarisuoi religio- no da Biella, lo questo convento a' 12
si servirono alla fondazione o perfezione agostoi668 vi prese l'abito domenicano
di altri, e fr. Giovanni de Benedetti me fr. Vincenzo M.' Orsini primogenito de'

rito il patriarcato di Grado nel i4oo. Il duchi di Gravina , poi cardinale e nel
Corner celebra religiosi più illustri che
i 1724 Papa Benedetto XIII; laonde col
aumentarono rinomanza al convento, e breve Quod iiilcr, de'7 agosto, rispon-
quelli in bel numeroelevati all'episcopato dendo a' frali pei rallegramenti di sua
e al patrio patriarcato. Frattanto l'udlzio esaltazione, ne rinnovò la memoria, e di

del supremo iuquisiloralo contro V ere- avervi deposto il nome battesimale di


tica pravità, che ael domioio veneto era- Pier Francesco; e poscia iuviò io dono
YEN YEN 17,
al convento 6 candellieii (rargento colla limo in Candia. Tornala in patria, nel
croce simile per 1' aliare maggiore, ed i i52i restò vedova senza prole. Passan-
leligio&i per gratitudine gii alzarono una do per Venezia Bona regina di Polonia,
statua di inaruio in sagrestia. Nella chie- il senato deputò Cassandra a riceverla nel

sa fu sepolta la celebre veneziana Cas- luicinlqro, colle più illustri |)atrizie. Al-
sandra Fedele, della quale il eli, Quirino l'etàdigo anni presiedeva alioifanotrofìo
Leoni ne pubblicò colla biografia il ri- di s. Domenico, un avanzo del tpnile esi-
tratto, wtW Album di Roma, t. 2 i,p. i6i. stente presso i pubblici giardini, si preten-
Nacque Venezia verso ili4(J5da Bar-
in de la gran porla gotica, detta per tradi-
bara Leoni moglie d'Angelo Fedele, il zione la porta de V ospeal de le pule,
quale siccome dotto, osservando il raro \ uolsi che pena anni reggesse quell'or-
ingegno della fanciulla, per tempo l'e- fanotrofio, [)lacidamente estinguendosi la
ducò agli studi, e l'anmiaestrò egli stesso sua lunga vita n»;li568, secondo alcuni
nelle linguegreca e latina, riguardate giu- biografi. Fu sepolta nella chiesa di s. Do-
stamente come ili." passo nella via del- menico, e nel chiostro le fu eretto un
l'umane cognizioni. Adoni deliamente, monumento, poi deuiolito nel
1590, al
la natura unì quelli della bellezza, della dire dell'eruditissima Giustina RenierMi-
grazia e delia gentilezza (per altro comu- chiel nella sua Origine delle Feste, f^c-
ni nelle veneziane); e a 12 anni si consa- ìH'zinne (veggasi anche la t'aita che ne
grò allo studio dell'eloquenza, che per- in tracciò Maria Petreltini, impre'>sa a Vene-
venne a sì aito grado in breve, da provo- zia neh 852, nella quale si dice morta nel
care non pochi sapienti a recarsi in Ve- 1 558). Tralascio il magnifico elogio che
nezia, per conoscerla, udirla, ammirar- le rende l'eloquente Leoni, come di accen-

la, e poi celebrarla segnalato prodigio di nar le sue opere. Dirò solamente , che
natura e d'ingegno. Da Gaspariuo Bor- l'ingegno non è una qualità esclusiva de-
ro a[)prese dialettica, quindis'abbandonò gli uomini; molle douue nulla cedono ad
con fervore alla filosofìa , massime alla essi per questo lato, e sono capaci delle
peripatetica, eh' era l'amore del secolo. scienze più sublimi. Citerò tra gli esem-
Vegliando e struggendo*] nella lettura, pi riferi ti in tanti luoghi, quel lo d'un'altra
cercò un sollievo nella musica e nella veneziana, la celebre Elena Lucrezia Pisco-
poesia; e tosto le fu facile improvvisare pia Cornaro, la quale possedeva pressoché
e cantare versi latini, che accompagnava ogni scienza, e ricevette il grado di dot-
col suono di sua celerà. Coltivò pure le toressa in teologia a Padova nel 1678;
scienze sagre, e più volte disputò pub- taa se ella fu un miracolo del suo secolo
blicamente su molle questioni di teolo- pel sapere, non lo fu meno per l' auste-
gia. Neil' università di Padova sostenne rità della vita e per la straonlinarìa sua
pubblicamente lesi su qualsivoglia più pietà. E
d'uopo per altro notare, che es-
arduo argomento; per cui Poliziano non sendo donne destinate ad ammaestra-
le

dubitò d'assegnarle il 1° luogo, dopo il re ne'primi anni della fanciullezza \' Uo-
f.imosi>simo Pico della AJira/ulola. Ue- mo (f.), devono saper bene la religione,
cilò orazioni, scrisse varie epistole a'prin- e conoscerne tutte le verità pratiche. Al-
cipi, molti de' quali invitandola alla loro cuna di esse , fornita di raro talento e
corte, inclusi vaineute a Papa Leone X, posta in ricco stato ,
potrà dedicarsi e-
il senato veneto noi permise, dichiarando ziandio allo studio della letteratura, del-
che la patria non poteva perdere con es- la storia, o di qualche scienza, coltivan-
sa una sua princìpalistìma gloria. 11 pa- do però sopra ogni altra cosa l'umiltà, la
dre la maritò al medico Gio. INI.' Mapelli soggezione all'uomo, eh' è cosa ordinala
da Vicenza^ e cuq esso si condusse a ile- da Dio, e la religione^ donde le leltetQ
,7'i VEN VEN
e le scienze ricevono lume, onore, utilità nome fu chiamato, e così la chiesa. Mi-
e viln. — I domenicani qui restarono si. nacciando essa poi rovina , i44^ si
nel
»io alla soppressione del i<So6, e gli edi- cominciò la riedificazione d'altra più am-
lìiì i'tuono consegnali alle truppe della pia,con ingrandimento eziandio del mo-
veneta marina, i religiosi passando per nastero, e venne consagrata ueh48o da
allora nel convento de' ss. Gio. e Paolo. Antonio Saracco arcivescovo di Corinto,
Decretata poi la costruzione de'pubblici colle reliquie e sotto s. Mar- il titolo di

giardini, furono nel 1807 atterrati chie- ta , fra le qualiuna sua mano incorrot-
sa e convento, e l'aiea che occupavano è ta ,
portata da Costantinopoli e donata
(|uella che dà l'ingresso a'giardini slessi, da Ambrogio Coularini. Oltre quelle del-
de'cpiali parlerò alla sua volta nel § XIV, la sorella s. Maddalena e fratello s. Laz-
«'•4. zaro, ivi erano in venerazione altre ss.

3 1 . Beiiedeltine. poi Jgostinianf di


e. lieliquie, ed il corpo di s. Agapito mar-
s. Marta. JNeil estremo angolo del sestie- tire. ÌS'el tlilatarsi il monastero scemaiir
re di Dorsoduro, dicesi che fino dal 1018 do il fervore delle tuonache benedetti-
la famiglia Centraniga o Barbolana, det- ne, lo riformò il patriarca Antonio Con-
ta poi Salamon , abbia edificato questa tarini,con introdurvi alcune religiose a-
chiesa; anzi a Pietro Centranigo, poi do- gosliniane del monastero di s. Giuseppe;
ge nel 1026, se ne allribuisce il merito, nude poi ritenuto l'abito benedettino pro-
avendo iu questa occasione donalo alcu- fessarono la regola di s. Agostino: tutto ap-
ne possessioni monastero di villa Maer-
al provando Cleuienle V 1 1, le monache pre-
ne. Certo è che Giacomina Scorpioni sero il nome d'agostiniane ; finché nel
nel i3i5 stabilì un ospedale pe'poveri in- i8o5 traslocale nel monastero di s. Giu-
fermi nella sua parrocchia di s iNicolò,con stina e poi soppresse, fu profunata la
« liiesa sotto il titolo di s. Andrea Aposto- chiesa e questa iu parte collo spazio del-
lo e di s, IMarla vergine grand'ospite del l'annesso demolito cenobio dal 1806 ser-

Signore, contribuendovi con molte som- virono ad uso de'militari di terra, ed ora
n)e Marco Saimdo Torsello e Filippo Sa- per magazzino di paglia. Dall'a vere s.Mar-
lanione; indi Giacomina, mutato pensie- la imbandito un esquisilo banchetloalSal-
ro durante la fabbrica, nel 1 3 18 conver- vatore, o forse per celebrare alcuna vit-
tì l'ospedale io monastero di benedetti- toria, nella vigilia di sua festa ebbe ori-

ne, dopo superale le controversie del ca- gine in Venezia quella della sagra not-
pitolo di s. INicoIò di sua parrocchia, che turna, festa popolare consistente iu ban-
le avea mosso lite, attribuendosi la pre- chetti e cene; e nella quale prese parie
rogativa al Salamone e suoi eredi, d'ap- nel i8?.5 l'imperatore Francesco i col-

provare l'elette badesse e l'annuo douo l'imperiale famiglia. Tratta di essa la eh.

d'uYia rosa di seta, e ciò in risarcimento Giustina Ptenier Michiel, nelle sue Feste
del diritto già accordatogli d' instituire Feneziaiie, ed il cav. Cicogna illustrando
la priora dell'ospedale. Ed il vescovo Al- \' Inscrìzioìd della chiesa di s. Marta e
berlini che accordò tali cose, sottotnise il suo monastero.
monastero all'annua contribuzione al ve- 32. Scri'i di Maria, dis. Maria de
scovo y;/'0 tempore^ d'una libbra di cera Scrxùli, detti li Sen'i. Ad oggetto d'otte-
nella festa di s. Pietro. Ma pretendendo nere in questa città uno stabile domici-
poi il Salamene il diritto di padronato sul lio all'ordine de Servi di Maria, fr. Pie-
inonusteru , fu sentenziato in questa pre- tro da 'Todi suo 8.° generale, versoli i3id
lesa contro di lui. Dopoché sulla porta mandò in Venezia alcuni suoi religiosi
«leimonaslero fu eretto neh 338 il simu- di esemplari virlù, colla viva speranza
lacro maiuioreodi s. Marta, col solo suo clic iu uua città così pia e uata sotto gli
VE N
pii«picii (Iella Miulie ili Dio snichliero ac- slose, avea concesso indulgenza plenaria
colli favorevolmcule i di lei servi. iVon nella festa della ss. Annunziata del «476,
niKJò «'di ingannalo nel suo pensiero, per- a chi vigilando la chiesa porgesse limo-
chè quantunque Dio permettesse die al sine. Ma intanto la regolare disciplina a-
i.° loro arrivo fossero trascurali da lut- vea palilo sensibile discapilo, onde i! do-
ti, nondimeno poco dopo il nobile e re- ge Vendramin indusse il senalo a implo-
ligioso Giovanni Avanzo, edificalo dalle rare da dello Papa, che il convento fosse
loro virtù, gli accolse in propria casa, e dato a'servili della congregazione osser-
si dispose alla grand' opera di fondate vante del Monte Senario mirabilmente
un convento stabile e ben ordinalo. Co' propagata in Italia; e fu pienamente e-
suoi denari i serviti acquistato nel sestie- saudito nel 1476, allontanandosi que're-
re di Canalregio un ampio silo propor- ligiosi che non vollero abbracciare la ri-

zionalo, ollenneio a'i6 giugnoi3 16 dui forma, e ponendosi il convento nella di-
vicario dell'assente vescovo- la facoltà di pendenza del patriarca. Questa poi tolse
fondare un oratorio, ove si potè celebra nel I 5i 3 Leone X, dichiarando il con ven-
re la messa a' 26 novenibre da fr. Fran- to soggetto immediatamente al priore
cesco PatrÌ7J da Siena d'esimia santità e generale dell'ordine, a condizione di man-
preposto al^i^tituzione. Il vescovo Aiber- tenersi nella regolare osservanza. Aven-
liiii approvala la Iicenra del vicario, per- do poi s. Pio V abolita la congregazione
mise l'erezione della rhiesa e del cimile- dell'osservanza, il successore Gregorio
l'io, deputò fr. Nicolci agostiniano ve-
e XIII due provincie de'servi di
istituì le

scovo di Scarpanto a collocar la i.° pie- Maria, di Venezia e di Mantova, dichia-


tra e benedire il cimiterio, il che esegui rando capo principale della i." il veneto
a'74 e 25 maggio i3 7. Tanto fu poi il 1 convento di s. Maria, detto comunemen-
credito che i servili s'acquistarono coli'e- te Convento 3I<7ggiore, per distinguerlo
semplaritàe lo zelo,che aiutali dalle obla- dall'altro di s. Giacomo de' Servi della
?ioni de'fiedcli, poterono quindi fabbrica- Giudecca, denominalo Com'enfo Minoic.
re il convenlo capace di accogliere i pa- La magnifica chiesa, una delle più rag-
dri del capitolo generale nel 1 82 1 . In es- guardevoli di Venezia per la vastità, com-
so fu decretalo dimostrazioni di ricono- posta d'una sola nave, giunse ad avere
scenza al lieuefaltore A vanzo , il quale 22 altari; fu pure rinomala per insigni
morendo nel 1826 lasciò a'religiosi mol- opere di scultura, d'architettura e pittu-
le rendile. Da questo nuovo soccorso a- ra, non meno pe'roonumenli di uomini
rimati i servili, intrapresero la fabbrica illustri che racchiuse; ma più di tulio
della magnifica chiesa, di cui sui prece- pe' tesori ecclesi asiici delle ss. Reliquie,
denti si gettarono nuovi fondamenti nel le quali onde collocarle onorevolmente,
33o, ma la sua perfezione non si otten-
1 fr. Anselmo Gradenigo nel i533 eresse
ne che verso la fine del secolo XV, e fu un nobile altare con disegno del Sanso-
consagrata col maggior altare dall' aici- \'ino poi consngralo da Vincenzo Mas-
,

\escovo di Corinto Saracco nel 1 49 jmen- ' sari vescovo di Melipotamo. Dalla chie-
Ire già gli altri
8 altari lo erano slati nel sa di s. Marcello di Roma, residenza del
i4i4- Avendo per la fabbrica i religiosi priore generale e del procuratore gene-
consumato am he il destinato pel loro a- rale , con pei messo di Giovanni XXI 1[
limento, già il cardinal Pietro Riario le- nel i4i3, furono portale in questa : il

gato, al convenlo avea unito il priorato corpo di s. Giovanni 1 Papa e martire


di s. Calerina d'Isola diocesi di Capodi- (che il Z^/flr/o /lOWrtwo dice riposare nel

sii ia colle rendite nel 1 478; e Io zio Sisto Valicano), una mascella di s. Longino
IV per lo slabiliiueDlo delle cappelle mae* vescovo e inarlire; un osso di s. Giovau-
174 V E i\
.
'
VEN
ni vescovo e ruailii e, olire le ss. Reliquie guo alla cljiesa fu dalla pietà il* alcuni
di molli apostoli e matlìri. Il legalo di mercanti luccliesi, venuti a stabilir il lo-

Venezia cardinal Bessarione, nel i46i ro dondcilio in Venezia, fondalo un ma-


concesse i co giorni d'indulgenza a chi le gnifico oratorio in onore di Gesìi Croce-
\isilava ollrendo litiiosine, ne' giorni da lisso, sotto il nome di Volto Santo, pel
lui determinali. In diversi tempi vi fu- celebre die si venerava nella loro cittìi.
rono donate: parte del ss. Titolo della Espulsi essi dalla patria da Castruccio o
C/ocf, concessa da Innocenzo Vili, come da Uguccione, si ritirarono in Venezia
notai in tale articolo, a Giiolamo Donato nel i 3 i
7 o prima, dove molli di essi con-
ambascialore veneto in Iloma, il rpiale e- trassero amicizia co' servili, ne frequeu-
resse per conservarla uu altare dedicato tavnno la chiesa , mangiando l'agnello
alla ss. Croce con pregevoli tavole di
, pasquale insieme, ed in morte sceglien-
Lronzo a mezzo rilievo, poi trasferite nel- dosi la sepoltura nel tempio. Pare che vi
l'altare de'Beati VII fondatori dell'ordine migliorassero e perfezionassero l'arte del-
de' servi; il capo di s. Maria Cleofe, la la Seta, la quale però, come rimarcai in
mano sinistra di s. Andrea Apostolo, un tale articolo, seud)ra introdottavi fin dal
bracciodi s. Luca Evangelista, delle vesti i2o4 dopo la presa di Costantinopoli, e
e reliquie di s. Simeone fanciullo trucida- quindi piesto cominciarono le venete
to in Trenlo dagli ebrei, a di cui onore il manifatture di stolle d' 010 e di porpora,
consiglio de' Dieci permise l'erezione in con utilità somma può ve-
della città. Si
questa chiesa d'una confraternita. Olire dere il cav. Mulinelli, Annali Urhaiii,
alcun'allre reliquie, nella mensa dell'ai- ove traila de'Iucchesi manifittori ripa-
lare della sagrestia fu collocato il cor- rati a Venezia, delle liberali accoglienze
pò del b. Bonaventura Torniello (che no- che riceverono da'veneziani , collocando
lai parlando di questa nobilissima fami- le loro ollìcine in calle della Biscia. Ne
glia nel voi. L, p. 69, ed un discenden- riparlerò a suo luogo, sì de'Iucchesi e s"ì

te degnissitno della quale conte e com- delle manifatture di seta. S'avan/ò poi
mendatored. Giorgio veneto , di cui mi tanto ralFelto de'Iucchesi per s. Maria
vanto ossequiosissimo, ci ha edificati da de'Servi, che nel 1 36o v'istituirono la cou-
ultimo; imperocché restato vedovo della fraternità sotto 1' in vocazione dello sles-
virluosissima contessa Anna Cappellari so Volto Santo, e la prolezione de' ss,

della Colomba,! ."


pronipote di Gregorio Marco Evangelista e Martino ,
pe' soli
XVIjSi ordinò sacerdote!) del ramo fiorito connazionali, a merito principale di Fao>
inForlì.religiosode'servidiMarifljfattoda lo Il senato, che loro ne die' la
Parola.
SistoIV predicatore apostolico in Roma, facoltà,annoverò lucchesi fra' cittadini i

Toscana e oltre parti d' Italia, come in di Venezia. Per aver poi confratelli un i

\enezia con gran fruito acclamato per , luogo sagro per le di vote adunanze, com-
Sanio appena volò al cielo in Udine. 11 prarono da' frali un sito contiguo alla
Corner ne riferisce le notizie, con quelle chiesa, ove eressero nobile cappella, nel
d'altri 3 santi religiosi serviti del conven- i 376 consagrata da'vescovi Piacentini di
to, cioè il b. Taddeo Gei ardi, chiamalo Castello e Natali di Jesolo, e ad essa vi
patriarca d'Alessandria, glorioso martire unirono io case per ricovero de'couna-
nel 1357; il b. Bartolomeo veneto, disce- zionali bisognosi. JN'on mollo lungi dal

polo del b. Torniello e fedele imitatore di convento fu già un monastero di di vote


sue virtù; e il b. Raffaele Calbo. Di più vergini,che senza essere obbligale a clausu-
il Corner riporta un notabile numero de- ra, professavano la regola del 3." ordine
gì' illustri religiosi fiorili in questo chio- de'servi di Maria, dalla forma del loro a-
slio che merilaiouo l'episcopato. Couti- bilo chiamale inaulellale e più comune*
YEN V E ìN 17 7

mcnle plzzocliere. Viveano esse nelle pro- nome , e vi aggiunse poi abitazioni per
prie case sepnralainenlc, ma avenilo nel pochi consegnandone nel i332 il
frali ,

i525 Matteo Iciccliese lasciata in pio le- padronato a'procuralori de Ultra. Tio-
gato nna casa per le suore del 3." ordi- vandosi in Avignone anìbasciatore a In-
ne de'servi, allettate da tale occasione di nocenzo VI neh 353, fece testamento e
servir più quietamente a Dìo alcune buo- lasciò la chiesa e il piccolo convento a'
ne donne seguaci del beneficalo istituto, frali minori che riconosceva benefitlori
si ridussero a convivere insieme nell'a- per la guarigione. La chiesa nel suo in-
bitaziotte loro lasciala, dopo il qtial tem- terno tutta coperta di pitture slinuitissi-

po non fu poi concesso l'abito de'serviti nie,fu consagiata nel 1 582 da Marco Me-
che a quelle sole dcterniinate a voler ivi dici vescovo di Chioggia. Vicino ad es-
servire il Signore. Da questo povero col- sa si fabbricarono due piccole cappelle,
legio ebbero origine due esemplarissimi una dedicata a s. Francesco d'Asisi, l'al-
monasteri, di s. Maria delle Orarie m Du- tra alla B. Vergine della l'ietà, il cui al-

rano,' e di s. Maria del Pianto in Venezia, tare pel [."fra tutti inVenezia fu decorato
istituiti dalla ven. Maria Benedetta Rossi, da Gregorio XI II dell'uHlulgenza plena-
e già esemplarissima manlellala. I ser- ria pe' defunti. Il convento distrutto nel
viti rimasero nel convento sino alla di- I 743 dal fuoco, si riedificò in assai mi-
struzione degli ordini religiosi, indi nel glior forma. Ma anch'esso poi colla chie-
1812 fa demolito insieme nlla chiesa, e sa andò profanato nella soppressione de-
di questa non rimangono che le mura del gli ordini regolari, e da ultimo quanto ne
suo recinto e le due magnifiche porte che rimaneva di fabbricato, andò a far par-
\i danno ingresso. In lai rriodo si perde te dell'archivio generale de'Frari, come
un' ampia mole ed unica per Vene-
,
notai in questo § nel n. 2 r.

zia quanto alla sua costruzione. Preziose 34. Servi di Maria di s. Maria No-
e abbondanti notizie nelle sue i/i. ^cns^'o- vella e poi di s. Giacomo della Giiidec-
ni T^eneziane olTie il cav. Cicogna. Le ca. Marsilio da Carrara, grato alla repub-
ceneri del famoso fr. Paolo Sarpi furono blica di Venezia, col di cui favoreavea ri-
trasferite in s. Michele di Minano, come cuperato la signoria di Padova, con testa-
nairo nel § XVIIl, n. 18. Mentre ripo- mento del i338 lasciò una somma rag-
savano nella descritta chiesa, avvenne guardevole per fondare con dote in Ve-
quanto riportai nel voi. LXIV, p. 162. nezia un nobile convento per 24 servili
33. CoiiK'cìHuolt di s. Nicolo de' f ra- almeno, con chiesa sotto l'invocazione di
ri, dello della Lattuga e s.Nicoiettn. Lan- Maria; concedendoli padronato del con-
guiva oppresso da lunga e pericolosa in- vento aliloge, la difesa e conservazione
fermità iNicolòLion procuratore di s.Mar- a'procuralori di Marco. Nell'istesso an-
s.

co,benemerito della repubblica, massi- no nell'isola delia Giudecca s'intraprese-


me per la congiura da lui scoperta del ro le fabbriche, che compile si consegna-
doge Marin F\dier, quando si senfj invo- rono nel «343 all'ordine, e per esso al i."
gliatodi mangiar lattughe. Ricercale inu- prioie fr. Laml)erto Malascolti, con pre-
tilnjenlein ogni luogo, alfine sitrovarono cedente beneplacito di Benedetto Xlljina
nell'orto de'liati minori di s. Maria Glo- poscia per la rislretlezza delle rendile il

riosa de'Frari;onde gustatele l'infermo si numero de'servili fu di solila. La chiesa


sentì rinvigorire, e ricuperò in breve la si chiamò s. Maria Novella, denomina-

sanità. Grato a Dio, il buon senatoiesui zione cambiata in quella di .y. Giaco/no,
confini dell'orlo, da cui s'erano traile le per l'altare ivi eretto in suo onore e per
lattughe, vi fabbricò una chiesa in ono- essere slata piantala nel sito dov'era uà
re di s. Nicolò vescovo, di cui portava il oratorio dedicato al s. Apostolo , i cui
1 7G YEN V 1-: N
confiafelli passarono a islitnirn In nobile agli esemplari di
Michele e di s. Matti!»
a.

confi aleinifa di s. Maria della Caiilii, i.* di Murano. L'ospedale per mancanza di
fra le scuole grandi. La diiesa nel i 3^1 rendile, in seguito ces>ò. Dipoi il mo-
venne contagiala da fr. Luca servila ve- naslero fu separato da quello di s. Mat-
scovo di Giudice e vieni io del vescovo di tia ed unito
alla congregnzione camaldo-
Castello, soUo 1" invocazione di s. lALuia, lese delta de'lX luoghi,istiluita nel 1496,
di s. Giacomo Maggiore di Galizia e di e poscia aggregato all' altra di s. Michele
s. Daniele profeta. Dìniiiiuile di nuovo di Murano divenne uno de'XVll mona-
Dolabihnenle le rendile e vivendo i re- steri che la componevano, e da quel leui-
ligiosi colle limosina , furono lolli dal- po cominciò ad avere il proprio abbate.
l'angustie neli5i8 da Leoue X coil'ap- Perì nei 18 IO con tulle l'altre comunità,
plicazione della maggior parte delle ren- religiose, secondo l'ab. Cappel letti. Però
cliledel convento rurale di Bagnuoli, Ibn- la monastica fimiglia era già stata sop-
tlalo a'servili da Alessandro Turella. Co- pressa con altre camaldolesi, insieme ad
M religiosi di s. Giacomo poterono am-
i altre regolari, del domiiiTo veneto, per
pliare e abbellire i loro edilizi disadorni, decreto governativo settembre de' 7
contribuendovi il veneto fr. Gabriele Car- 1772, come afferma il p. ab. Zurla nel-
dano figlio del convento, neli6o3 priuie le lìfernoric del p. ah, Nachi camaldo-

generale dell'ordine. Avendo egli a cuore lese, a p. I 2.


la riedificazione della vecchia chiesa , di- 36. Canonici regolari di s. Anlonio

spose lutto per rinnovarla, iha prevenu- abbate di Vienna^ poi di quelli del Sal-
to dallamorte, vi supplirono i religio- vatore. Nell'estremo angolo della città,
sicon 7 altari formali di scelli marmi. sestiere di Castello, che per esser posto
Anche questo convento soggiacque alla rimpeltoall'isola di s. Elena, chiamava-
sorte comune nel i8io, e quindi, uni- si Punta di s. Elena, nel i334 il mag-
tamente alla chiesa, fu demolito. gior consiglio concesse tino spazioso trat-
35. Camaldolesi di s. Gio. Battista to di palude a Marco Catapan e Cristo-
della Gìudecra. Fiorendo per severa os- foro Islrego , con obbligo di riempirla
servanza il rinomatissimo istituto camal- di terra in 3 anni per renderla abitabile.
dolese di S.Mattia di Murano, da cui mol- Adempito l'assunto, dipoi Cristoforo sul
ti monaci in diversi luoghi furono tratti suo fondo avendo costruita una casa di
a fondar monasteri, per Venezia lo dispo- legno, l'olbì in dono a Giotto degli Ab-
seDuonaccorso Benedelli lucchese, ricco bati fiorentino, priore de'canouici rego-
commerciante, da fabbricarsi nell'isola lari di s. Antonio di Vienna in Francia,
della Giudecca,con chiesa dedicata al s. acciocché vi fondasse chiesa e monaste-
Precursore, con dipenden-'.a dal priore di ro in onore di Antonio abbate. Accettò
s.

s. Mattia; non che un contiguo spedale il priore, e conpermesso del vescovo di


in onore di s. F^rancesco, pel ricovero e Castello Morosini, cominciò In fibbrica
loanlenimenlo di 20 poveri. Incominciò della chiesa, e pel suo vicario fr. Stefano
I
il benefico Benedetti le fabbriche nel agostiniano vescovo di Tiro fece gettar-
i333, e morendo nel 33g fedelmen- 1 vi lai. 'pietra nel i346, e benedisse il ci-

te si compirono, terminatosi il monasle- miterio il priore, essendovi presente Ai-


10 nel 344. ove vi si portò il .suo cor-
I mone maestro generale dell'ordine. Vi
po. Fu quindi ampliato nel i 369 ; e dalla contribuirono il sullodato Nicolò Lione
repubblica accolto sotto la sua protezio- la famiglia Pisani, erigendone la ficciata

ne, la fece valere nelle disposizioni di Gio- con ben lavorati marmi Pietro Grimani
tanni XXllI e d'Eugenio IV; e poscia figlio del già doge e gran pi iore Geroso-
ottenne da Alessandro VI, che fosse unito limitano d'Ungheria. Convien credere
VEN VEN 177
die i canonici presto l'abhnndonassero, (ora (joesto quadro esiste nella regia ac-

ovvero si fossero rilassali nella lenniaie cademia di belle arti), ma pel motivo
disciplina, poiché trovasi prima deh 388 da Ettore Ol-
della di lui erezione fatta
allidalo il governo del monastero ad An- toboni e narrata dal Coiner, e dove nel
tonio Gallina monaco benedettino di s. consagrarlo il patriarca Antonio II Con-
Giorgio Maggiore. Dipoi i priori de' ca- tarini ripose le reliquie della ss. Cro-
nonici regolari di s. Antonio ripresero il ce e de' ss. Martiri Crocefissi. Altre insi-
governo del monastero. Era antica con- gni reliquie della chiesa furono, un'incor-
suetudine, col pretesto di riverenza a s. rotta mano di S.Antonio abbate, luia gam-
Antonio abbate, lasciar vagare per la ba e piede incorrotti di Geremia profeta^
s.

città alcimi porci (come altrove per l'erro- de' ss. Bartolomeo e Matteo apostoli, ed
rea credenza, che il porco essendo slato altre. Nella biografìa del cardinal Dome-
caro a s. Antonio, si dipinge con esso e nico Grimani, dopo aver celebrato il suo
volgarmente dicesi: s. ^Antonio s'innn- eroismo col padre Antonio.poi doge, dissi
moro d'un porco l Notai altrove, che d'aver egli donato la sua biblioteca a'ca-
rappresentasi così il santo, per aver egli nonici del ss. Salvatore, poi incenerita
\into le incessanti tentazioni del demonio dal fuoco.Ora col cav. Mulinelli mi piace
che lo affliggeva sotto la figura d'un porco. aggiungere. Seguì il dono in conseguen-
Questi sozzi animali erano poi un parti- za del testamento fatto nel i523. La bi-
colar provento del priore! Altri vogliono blioteca, oltre essere copiosa di volumi,
che i vaganti porci erano graliiitamente era molto insigne per codici ebraici, cal-
cibali dalla popolazione per i poderi ca- dei, armeni, greci, latini e italiani. Nel
nonici di Antonio di Olivolo). Ria olire
s. i685 lavorandosi da Felice Multoni in
il deturpamento che recavano alla città, questo monastero fuochi aitificiali da
ne nascevano gravi disgrazie, massime a spedirsi in Morea per la guerra contro i

danno de'teneri fanciulli (e non pochi mu- turchi, inavvertentemente appiccossi al-
sici derivarono, e fors'anche derivano, per lapolvere la fiamma, che distrusse con
l'operato da'porci), cos'i il maggior con- tremendo fracasso gran parte della fab-
siglio a' io ottobre 1409, risolutamente brica, e incenerì la biblioteca. Così que'
proibì l'abbominevole costume. In fatti onde
libri preziosissimi, gli studiosi do-
dice il decreto » tam cantra pueros, veano andar gralissimi al cardinale, e
quoTii in stratiset fitndaìncTìtis propter pregar pace allospiritodell'uoroo incom-
siiitni rumare. Riuscendo pregiudizievo- parabile" erano orribile e miserando fa-
le ai sagro luogo l'amministrazione de' lò a'funerali d'un secolo, che senza molta
priori de' canonici regolari, il senato che gloria, anzi con alcuna tacca, andava già
sapeva la necessità de* canonici regolari a perdersi nell'abisso interminabile del-
del ss. Salvatore (nel cui monastero per l' eternità ". Quindi si riedificarono le

l'accresciuto numero non potevano più parti distrutte dell' edifizio. Il cav. Cico-
capire), neh 471 ottenne da Sisto IV, che gna occupò più pagine del t. i delle sue
ad essi fosse assegnato quello de'canonici Inscrizioni Veneziane, nel descrivere e-
di s. Antonio di Vienna del Delfinato. I ruditamenfe questa chiesa C' monastero.
nuovi possessori ristorarono cadenti edi- i I canonici regolari del ss. Salvatore vi
lizi, ed abbellirono la chiesa colla magni- rimasero fino al declinar del secolo pas-
fica erezione di molte cappelle ed altari, sato, dicendosi il luogo Motta di s. Anto-
mirabile sopra riuscendo l'altarede'
tutti nio; indi divenuta la chiesa e il monaste-
diecimila ss. Martiri Crocefissi, non solo ro pubblico padronato, con cappellano
per l'arte meravigliosa, con cut il Car- per l'uffìziatura, nel 1806 il luogo fu con-
paccio espresse in pittura la loro passione segnalo alle truppe di marina, e nel 1
807
VOI. xci. 12
S

.78 VEN VEN


cliifsa,monastero e allie fabbriche si cle- incenso circa nell.i festa del s. Titolare.
itiolirono, compi endendosi il suolo ne' pravvissuta liiSoraiizo,ncl i 347 elesseai
pubblici giardini dov'è la montagnola. priora Giaconjina Paradiso, successa da
37. Jgosliniaìie grìgie di s. Andrea altre approvate da'dogi. Nel i383 il v^
Apostolo, volgarmente de Zirada. Con scovo Angelo Correr st-nhifi a!ctinp costi
unanime sentimento di fervorosa carità tuzioni, e per la stima che faceva d«>l m
unitesi le matrone venete Francesca Cor- nastero, divenuto Papa Gregorio XI
ne 1

rer, Elisabetta Gradenigo, Elisabetta So- i4o6, lo ricevè sotto l'immediata prole
ranzo e Maddalena Malipiero, determi- zione della s. Sede, autorizzando la prie-
narono d'erigere nell'estrema parte della ra a imporre il velo nero alle professe,
città,chiamata dall'angolo che forma , e concedendo il proprio confessore con
Cao o Cavo de Zirada o Zira (girala facoltà d'assolvere ne'casi riservati. Pe
di canale), nel sestiere di s. Croce, un o- nefìcate l'agostiniane da Gregorio Xn,gl
spedale nel quale potessero servire a Dio, restarono ubbidienti, come legittimo
esercitandosi nell'esemplare ministero vero sommo Pontefice, ed anche qu.in
d'assistere alcune povere donne, vedove do il senato ordinò a tutti i religiosi rie

e citladitte, ivi per scelta loro raccolte, ed noscere per Papa Alessandro V e poi Gio'
a proprie spese mantenute. A tal edetto vanni XXIII, dichiarando esser contenti
ottennero a'i 8 dicembre i32g dal capi- piuttosto di venir espulse dalla città. Dii
tolo della chiesa parrocchiale di s. Croce poi Papa Martino V confermò le conce!
diLuprio la facoltà di fabbricare la casa sioni del predecessore, evi aggiunse |)lc

di ricovero per povere donne sotto l'invo- narie indulgenze allora singolari. Tuli
cazione di s. Andrea Apostolo, mediante confermarono, con altre grafie, Eiigenii
coDìpenso. Ottennero pure l'approvazio- IV, Calisto III e Sisto IV. Tutto qiips|<
ne del vescovo Delfino, anche per poter prova l'alta riputazione a cui era salili
erigere una chiesa e un monastero con l'esemplarità dille religiose, rendendone
religiose soggette a'vescovi di Castello, e pure illustri testimonianze cospicui sog.
superale le opposizioni delle vicine mo- gelli presso il Corner. L'antico istitnU
nache di s. Chiara. Le pie matrone ne'pii eolimenlare povere donne con
di servire
esercìzi di carità vissero senza osservare tinuò anche dopo la formazione del ma
alcun istituto sino al 1846, quando già nastero, finché nel 1684 la pia opera fi
essendo morte la Correr e la Gradenigo, mutata, col permesso del patriarca, nel
le superstiti Soranzo e Malipiero, unita- l'obbligo di ricevere fra il numero dell
mente ad altre 7 compagne nel caritate- suore converse 12 povere figlie senza dtì

vole determinarono di stabilire


uilìzìo, te. Nella chiesa, fabbricata dalla famiglii
nel pio luogo un monastero regolare, ini- Boncia, si collocarono molte insigni reli

plorando a tale effetto la protezione del quie, cioè notabile parte del corpo di s

\irtuoso doge Andrea Dandolo, che loro e Maria Cleofe, un osso del braccio del Si

al monasterodi s. Andrea di Girada del- Titolare, alcune ossa de'ss. Innocenti, ui


l'ordine di s. Agostino l'accordò con pa- osso di s. Bartolomeo apostolo, due test

dronato de'dogi successori, come di pub- delle Coropagnedis. Orsola, eil corpo d
blica ragione. !Nello stesso 1 346 il vesco- s. Saturnino martire tratto da'romani ci
vo Nicolò Morosini tutto approvò, accon- miteri. Bisognosa la chiesa di dispendi»
sentendo che nell'ospedale si potesse eri- sa restaurazione, considerando il senat
gere un monastero d'agostiniane con ve- essere monasteroantico padronato della
il

sti di color grigio; l'esentò dalla soggezio- città di Venezia, nel 147^^ contribuì ge-
ne de'vescovidi Castello,ma col censo an- nerosa sovvenzione; e compita la rifabbri-
nuo iu favore di essi d'una libbra di scelto ca con 5 altari, il i
."
dicembre 1 5o7 se«
YEN YEN 179
conilo Io Slato pcrso/tatr, consagrò la ro circa la mela del secolo XVI col titolo

nuova chiesa co' suoi 7 altari (il cav. Ci di s. Cristoforo martire (così il Corner
cogna che senta l'aggiunte e le correzio- e il Cicogna, ma lo Stato personale di-
ni impiegò I 59 pagine in illustrarla, dice ce nel 1371, erroneamente perchè nel
che la consagiarione seguì nel 1 5o2) il i37r morì Tiberio, e il monastero era
veneto Giulio Broclietta arcivescovo di stalo fondato assai prima da lui) e mor-
Corinto, e si commemora la r.' «lomeni- to illustre per meriti e virtù nel 1371 fu
ca di maggio. Indi nel secoloXVII la chie- riposto decorosamente nella chiesa non.
sa fu rinnovata e lidotta nell'attuale sua finita ; al cui compinìento nel i 377 per-

forma. Adiacente era vi la confraternita mise il consiglio de'Dieci, ohe sotto l'in-
di s. Andrea; e nella chieda quelle del vocazione del s. Titolare si potesse isti-

Suffragio del Crocefisso, e de'Muschieri, tuire una compagnia onde colle limosino
la cui arte era uno de' io colonnelli che de' confratelli si terminasse interamen-
formavano corpo dell'università arti-
il te. Procedendosi ne'Iavori, nello scavar-
slisca de'Marzeri. Le monache durarono si la terra in orto contiguo al monastero,

sino alla generale soppressione, imperoc- si trovò la divota immagine rozzamen-


ché passale temporaneamente nel mona- te scolpita in marmo, rappresentante
stero le religiose di s. Lucia nel 1806, Maria Yergine col divio Figlio in brac-
di poi l'agosliniane grigie doverono eva- cio, la quale tosto acquistata da' con-
cuarlo nel 1810. Queste monache erano frati di delta scuola la collocarono nel-'

esperte ne'Iavori delle mani, e facevano r oratorio da loro di recente eretto a


hellissime palme con fogliami d'oro, d'ar- s. Cristoforo. Convien credere che di
gento e di seta, che si solevano presen- debole struttura fossero la chiesa e il mo-
tare in s. Marco nella domenica delle Pal- nastero cominciati dal generale Marco,
me al doge, alia dogaressa, agli amhascia- perchè i confratelli della scuola di s. Cri-
tori ed al primicerio. Ora non vi rima- stoforo acconsentirono che la ss. Imma-
ne che la chiesa, la quale sino dal rSio gine si traducesse nella chiesa di s. Cri--
serve di succursale alla parrocchia di s. sloforo, acciò coll'offerle e limosine pei*
Nicola daTolentioo. Nella chiesa di s.An- essa acquistate si potesse cosimi r di nuo-
drca, ne'due altari, al fianco della mag- vo la chiesa e il monastero; indi il mag-
giore cappella, vi ha due bellissimi dipin- gior consiglio nel i 3gg assegnò 200 du*
ti. 11 s. Girolamo nel deserto, è uno de' cati d'oro pel restauro della cadente chie-
nudi più svelli e belli che Paolo condus- sa di 8. Cristoforo. Tradotto il venerabile
se, senon il più bello; nel s. Agostino di simulacro nella chiesa di s.Cristoforo, ove
Paris Bordone si ha una testa sì viva e risplendendo con grandi ed evidenti mira-
vera, che sembra del pennello di Tiziano coli, die' motivo che lai." denominazio-
e di Giorgione. Lamole dell'altare mag- ne si cambiasse io quella della Madon*
giore è r ultima scultura di Giusto le na dell' Orlo, per essere stato trovalo
Curi. Nel coro, nell'organo e altrove vi nel detto orto, cui poi proseguì ad esser
sono dipinti di D. Tintoretto. chiamata. Vaghi di così specioso titolo
38. Umiliati, poi Canonici regolari i confrati, impetrarono nel 14^0 dal
dis. Giorgio in Alga, indi Cistcrciensi di consiglio de' Dieci, che pel merito d'a-
s. Cristoforo martire, volgarmente .f.iJ/^- ver essi acquistata e donata alla chiesa la
ria Madonna dell' Orto, s. Maria prodigiosa immagine, dovesse per l'av-
Odorifera.FvaTìbti'ìo de'Tiberii daPar- venire chiamarsi la loro scuola dis. Ma»
ma generale degli Umiliati, colle limo- ria dell'Orto, titolo che per nuova per-
sine raccolleda'veneziani, nel sestiere di missione dello stesso consìglio accordato
Cauahcgio foudò la chiesa e il mouaiste- 7 giorni dopo, fu cambialo in quello di
i8o VEN VEN I
s.Mnria Odorifera. Da tali uiutazioni di totale del luogo, nella forma in cui oggi-
nome nncque grave discensione I in' con- di si ammira: la facciata forse allora re-
fratelli, imperocliè alcuni di essi per divo- statuata in gran parie, crede il Cicogna
zione a s. Crisloforo,si separarono e stabi- sia l'antica inoiigine eretta da fr.Tiberio, '

lirono la loro compagnia col doppio lito- comesi riconosce dallo stileedaglistemmi
Io f/f 5. Maria dell'Orlo e di s. Cristofo- latera alla maggior porla esteriore. A ca-
li

ro. Accresciute poi le discordie fra le due nonici,AntonioLaurt pievano di s. Marti-


divise confraternite, passò quella à'xs.Rla- no nel i477 cede il suo priorato di s. Mi-
ria Odorifera ad unirsi nella chiesa di s. chele di Mirano diocesi di Padova, che
Marziale, con altra antica scuola già fon- fu unito al monastero. A questo poi il ce-
data nel 1 296 sotto il titolo di s. Maria di lebre cardinal A leantlro protettore della
Grazia. Tale unione permise il consiglio congregazione, lasciò in legalo la cospicua
de'Dieci nel 1424, confermanilo alla scuo- libreria, che trasportata nel monaslerodi
la de' Mercanti il nome di s. Maria del- s. Maria dell'Orto, fu incenerita da fata-

l'Orlo e di s. Cristoforo. A. questa dipoi si le incendio. I canonici vi rimasero due


unì altra antica confralernila stabilita nel secoli, finchèClemente IX avendone estin-
1 26 1 presso la chiesa di s.MariaGloriosa ta lacongregazione a'6 dicembre 166B,
ile'FrarijCol ùloìo di s. lì/aria de' Mercan- applicò i monasteri colle rendite a sussi-
//,solto la protezione di s. Francesco d'A- dio dell'asprissima guerra, che sosteneva
sisi ; onde la scuola di s. Cristoforo assun- la repubblica veneta contro i turchi a di-
se la denominazione di s. Ma-
triplice fesa di Candia, Opportuna fu tale occasio-

ria dell' Orto, di s. Cristoforo e di s. ne pe'monaci cistercieusi della congrega-


Francesco. Intanto gli umiliati deprava- zione di s. Bernardo, detti Borgognoni
ti ne'costumi, divenuti insoffribili pe'pub- di Lombardia, quali con grave incomo-
i

blici scandali, il consiglio de' Dieci dopo do di salute per l'insalubrità dell'aria, a-

processo, nel 1461 ottenne da Fio 11 che bitavano nel rovinoso monastero di s.

il patriarca Bondumiero riformasse Io Tommaso o s, Antonio diTorcello. Avea-


scorrettissimo monastero, con introdur- no essi stabilito trasferirsi in Venezia,
vi virtuosi regolari, essendo fuggiti i rei. nell'acquistala vasta casa nel i594; ma
Pertanto il patriarca nel 1462 l'aflidò a' poi sciolto il contratto, erano rimasti nel-
canonici regolari, o secolari come li chia- la squallida abitazione. Esposto quindi a
ma Corner, della congregazione di s.
il pubblica vendita il monastero della Ma-
Giorgio in Alga esemplarissimi. Tentaro- donna dell'Orto, la congregazione cistcr-
no gli umiliati la ricupera del luogo, e ne ciense lo comprò a'5 settembre 669, con 1

persuasero il Papa,sinoa ordinare al nun- approvazione del nunzio di Venezia Lo-


zio di Venezia di rimetterli in possesso. renzo Trotti arcivescovo di Cartagine.
Però il senato avvertilo loro generale, il Ragguardevole è in questa chiesa il si-
che avrebbe cacciato religiosi da lutti i i mulacro gigantesco di s. Cristoforo, dal
veneti dominii, ed istruito meglio Pio II Morazzone formato sulla proporzione a-
delle commesse iniquità, questi approvò natomica d'alcune sue reliquia veneiate
la loro espulsione e l'immissione de'cano- in diversi santuari della città, fra le qua-
per edificanti costumi. Scar-
nici illustri li porzione d'osso d'una gamba, nel 1470
se essendo le rendite al sostentamento trasferito da Inghilterra a Venezia. Qui
loro, e gli edifjzi bisognosi di notabili ri- sono pure le reliquie de'ss. Innocenti, di
stauri,sebbene pare che la chiesa abbia s.Maurizio martire e di s. Liberale con-
avuto bisognodi rifabbrica nel 1099, ca- i fessore. L'anniversario della consagra-
nonici dopoesserestaticonfermatitlaSisto zione di (juesta chiesa celebrasi da im-
IV uel 1473, peusaronu al rifacimeuto memorabile tempo a' 5 sellembre, dice
y

VE N YEN 18 f

Cornei ; ma secondo lo Sialo personale za, erudizione, non ponno legare


arte,

0*24 ollobre. Dopo la mela dello scorso coli' guadagno, cui mirava
avidità del
secolo, cioè a'i8 marzo 1787, licenziati quella donna, veramente ignobile per uà
dal monastero cistcrciensi, passò la chie-
i privilegialo da Dio, col dono sublime

sa sulto il pubblico padronato dicliiai-ata del talento. Egli in principio benché pa-
chiesa dello slato, e furono posti ad ulli- gato pochissimo, lavorò con coscienza ed
ziiirla il rettore e alcuni preti. Finalmen- amore. Di poi tante meravigliose e nu-
te nel 1810 per la concentrazione delle merose opere, per la rapidità dell'esecu-
parrocchie, la chiesa fu dichiarata regia zione, gli ottennero il soprannome di
e oratorio sagramentale in assistenza alla Furioso. Il Miracolo di s. Marco e la
parrocchia di s. il monastero
]VIarziale,ed Crocefissione, furono da lui giudicate le
si ridusse a magazzino privato. Quest'am- migliori sue opere. Egli non incise che
pia chiesa, di ricca e onorata scultura e ar- il ritratto del doge Cicogna. Ebbe molta

chitettura, nella facciata la statua del tito- arguzia, e l'esercitò spesso contro la mo-
lare s. Cristoforo è diBarlolomeo Buono, glie). Ben rappresentate vi sono quelle
lieggono la nave di niezzoio colonne di 5 Virtù in altrettanti quadri, e la Mor-
marmo sreco venato. iN'eli.°allare è del te che viene data a s. Cristoforo, e la vi-
Cifiia la bella tavola col Ballista e altri 4 sione di s. Pietro eoo Angeli bene ag-
Santi. Sopra di quest'altare è di J.Tinto- gruppati, graziosi, leggeri. Ma soprallul-
retlo, in questa chiesa sepolto, la i^esen- lone sorprendono que'dipinti, di si gran
lezione al tempio di Maria Vergine, ope- mole e sfernjinate dimensioni, i quali
ra bene concepita, di stile grandioso, dili- fece in gioventù e con tutto il calore, fi-
gentemente condotta, e spiritosa soprat- guranti l'eslremo Giudizio, e Mosè che
tutto nel movimento delle figure. La ta- riceve da Dio le tavole della legge, e
vola vicina all'altare, con 5 Santi, è del l'Adorazione del Vitello d'oro. Nel Giu-
vecchio l'alma, ben ristorata. Il ricco de- dizio finale sono ammirabili 1' invcni-
posilo del Cavazza fu disegnalo dal Sar- ziune e la composizione, il gran maneg-
di, e scolpilo dal Le Curt e dal Cavrioli. gio dell' ombre e de' lumi, le mosse vi-
Keil'altare vicino è del Vandich la tavola vacissime e nuove, la sublìuiilà del ca-
col martirio di s. Lorenzo. Avverte il Mo- rattere e la facilità (abituato a godere
schini, conviene vederla al tramonto del di frequente con occhi romani, Io spet-
sole, eh 'è il momento di visitare i dipinti taculoso Giudizio di Michelangelo, tutta-
di (ptesta chiesa onde conoscerne i pregi. via (pieslo di Tiiitorello per la sublimi-
Il ipiadretto dell' aliare sotto l'organo, tà terribile che v'infuse, tarilo mi rapi,
i:on Maria Vergine tenente il Bambino, si grande fu l'iuipressione che ne rice-
è tipera saporita di Gio. Bellino. Ne'qua- vei nell'amuiirarlo, che tuttora dura io
dri del coro si ha grandi prove del valore stupore e l'ho presente. A gloria del gran
pittorico del veneto Jacopo Uobusti, dal- Buonarroti debbo aggiugneie, essere a
la professione paterna chiamalo Tiutoret- tutti noto c|uaulo Tiutorelto studiò le co-
to (che pel traboccante suo fuoco pitto- se di quel divino nell'arte, aspirando tut-
resco, terribile e furioso entusiasmo che tavia alia gloria di pittore originale e a
lo accendeva, ben a ragione fu appellalo formarsi uno stile lulto suo proprio. Egli
ilfiit'iiinc della pitlura, per la prontezza però si accostò nel diseguo più che rt

del di lui operare: ma adoperò 3 pen- tutl'altri a Michelangelo. Come MicheU


nelli, d'oro, d'argento e di ferro, poiché augeìo, fece particolare studio dell' a-
ebbe la debolezza, sì raro e robusto inge- Ucitumia dell' 6o///o, vero seienlifico fon-
gno, di farsi iunueuzare uell' arte dalla damento del pittore e dello scultore. U
cunaurte Faustina assai economa. Scicu- Xiulorcltu ha il vaulo d'aver iutrodot-
VEN
ìSi
to nella scuola veneta
sludiare. Egli disse :
il vero metodo di
studiate gli anli-
VEPC
zioni del Selva. Dice questo sapiente.
Campanili o Torri Cainnanaric, sono
I
clii, ricordale il veio, non dipingete il un genere di edifizi più propri nella lo-
marmo). Nell'altro, con Mosè disceso ro decorazione per 1' architettura della
dal monte colle tavole della legge e l'A- gotica, di quel che per la regolare che
dorazione del Vitello d'oro, mette me- noi professiamo. La limitata misura del-
raviglia che il pittore vi segnasse con le loro basi dì confronto all'estesa loro
tanta diligenza e maestria tjuclle tan- altezza, che si reputa il pregio primiero
te figure in tanta varietà di movimenti. di tali fastose moli, forma
un soggetto
Fu saggio consiglio l'introdurvi nell'al- pe'moderui arcliitetti non il più agevole
to Rlosè die liceve la legge ;
poiché era a sortirne con onorificenza Ionio più :

impossibile in tale forma di quadro of- che greci edi romani non avendo usalo
i

frire quel soggetto in modo, che l'occhio campanili, manchiamo in ciò de'loroe-
d'un colpo Io potesse raccogliere. Bensì semplari. Il più celebre nell'Eru-opa, nel-
l'altro quadro poteva esser diviso in va- lo stile chiamato gotico, è quello diiSV/-rt-

rie scene; cosa che il pittore vi compì sburgo, tanto per la dì lui altezza, ùiag-
assai bene. Nella 2,* cappella, all'allra giore di qualunque altro, che per la pre-

parte, è dello stesso Tintorelto la tavola ziosità del suo lavoro. L'Italia è pure ric-
con s, Agnese, la quale prega perchè sia ca di questi ediQzi che fanno l'ornamen-
ritornala la vista al figlio del prefello, to delle città, vedute particolarmente da
che avea osalo aflissarla ignuda fra'lor- lontano; e rinomati a preferenza sono
menli. E' disegnala con meraviglia, e di- quelli di Cremona, di Firenze e di Pi-
pinta con tale vaghezza, che riconcilia sa. Primeggia in Venezia il campanile
col pittore eziandìo l'anime che atteggia- dì s. ]Marco, e sopraslanno in grandezza
le alle grazie si disgustanodi cjue'suoi di- agli altri quello di s. Francesco della Vi-
j)inti divenuti soverchiamente opachi. gna, di s. Maria Gloriosa e di s. Steftno,
Trasportala a Pai igi fu poi qui restituì- Tranne quello già celebrato dì s. Marco,
lu. Ne'due laterali ricchi depositi, il Vit- gli altri non ispirano interesse particola-

toria scolpì i due busti del cardinal Gaspa- re. Quello però di s. Maria dell'Orto, se
re Contarini, e del procuratore di s. Mar- lascia desiderare al dotto nell'arte una
co Tommaso Conlarini. E" grande dan- più jnoporzionala divisione nelle sue par-
no che non rimangano più le'opere di li principali, si presenta nomlimeno eoo
prospettiva e storia di cui furono i fra- piacevole Vi sono nelle bell'arti
elfetto.

telliRosa di Brescia tenuti in sì gran monumenti, che quantunque non per-


conto da Tiziano, per aver fitto brillare fetti esemplari, aprono però l'adito a ra-

il sodìlto e il fregio di questa chiesa, ora gionate composizioni. Tale fu d'avviso il


del tutto rinnovalo, ^b ungile leonem. Selva, doversi reputare il campauile in
Nella nuova edizione delle Fende Fah- discorso, parlicolarmenle qualora si ri-

hriclie, si comprese pure la facciata di monti alla metà circa del secolo XV, e-
«juesta chiesa, che fti ivi illustrata da poca di sua erezione, ritenendo in esso

Francesco Zanotto. Il campanile eretto in qualche parte del gusto gotico in al-
slaccato alquanto da un fianco della chie- lora non per anco interamente spento, e
sa, u'è ammirabile per la grandiosità, al presente nuovamente in voga. Non
solidità e buona maniera, ch'è condot- sono molti anni che il campanile otten-
to. La
salila n' è facile e trova compen- ne un pieno rislauro dalla sovrana mu-
so non lascia di montarlo. Le Fabbri-
clii nificenza, conservatrice solerle de' mo-
che di Venezia, ora delle, ci dierono due numenti splendidissimi dell'arlì, che or»
tavole dì questo campanile colle illustra- uuuo ad ogni passo quc*la btUissiina e sm^
VEN VEN i83
polare Venezia. La chiesa di Murìa del-
s. lezze, nella metà del secolo XVI, a loro ri-

l' Orlo è uttuiilinente (anno t858) in storo,con unione al monastero, passarono


gicinde tistuiiio; e le pitture niiglioii fu- le monache del già famoso monastero di s.
loiio fralluiito Ita&portatc nell' accade- Adriano dell'isola di Costanzìaco, abban-
mia delle belle arti. donato per r intemperie dell'aria e pe'
3g. /agostiniane o G irolamine di s. serpenti che l'infestavano persino nelle
Giroldino. Cei'uarda Dotto e Girolama celle, con approvazione di Paolo III del

Lero nioriache a^ostiuìane di s. Mafia 1549. Le monache colle loro suppellet-


degli Angeli di Murano, verso ili34osi tilie rendite portarono nella chiesa di
portarono aXreviso per fondar nel subur- s. Girolamo le loro ss. Reliquie, le qua-

biirio un monastero sotto l'invocazione li miseramente perirono nell'incenilio de'


di s. Girolanjodoltoredella Chiesa e col- 29 settembre 1705, che arse la chiesa
la regola di s. Agostino da loro profes- coll'altre sue cospicue reliquie che l'ar-
sata, colle osservanze da s. Girolamo i- ricchivano, ed erano : la testa di s. Ata-
ttiluite per s. Eustochia vergine in Det- nasio patriarca d'Alessandria, parte del
Itrnine. Sopraggiunta l'aspra guerra di corpo di s. Spiridione o meglio s. Siri-
Luigi I re d'Ungheria, collegato co'Car- dione, la mano e un braccio di s. Maria
rara di Padova, contro la repubblica ve- Cleofe, un piede di s. Pietro vescovo Ales-
neta, la badessaBcrnarda eoa altre 7 mo- sandrino, il capo di s. Eufemia e diverse
iiiiebesi ricovrarono iu Venezia neh 364, ossa di ss. Martiri. Di questa deplorabile
ili ima casa a s. Vitale, seguendo vita mo- perdita non poteronsi raccogliere che le
nastica. Aujruirandole Giovanni Coiita- venerabili ceneri riunite in diversi vasi.
riiii, ed ispirato a ridurle in un chiostro, Commossa la città da tanta disgrazia e
comprò alcune case con vasto spazio di dalla desolazione delle monache, la pie-
lei reno nel sestiere di Canalregio, nella tà de' veneziani accorse a rinnovar la chie-
parrocchia Erunagora e Fortunato,
de'ss. sa io forma più magnifica, indiconsagra»
tutto loro cedendo nel 1371, a riseria ta nel lySt dal patriarca Foscaii. Per
d'una parte del terreno per formarsi il immemorabile e fondata tradizione, dice
citniterio a gratuita sepoltura de' pò- il Corner, fra' recioti di questo monaste-
veri. Nel iSyS il vescovo concesse fa- ro fu depositato corpo del b.PietroGam-
il

coltà per l'erezione della chiesa e mo- bacorta da Pisa fondatore de Girolanii-
nastero, e per l'elezione della badessa, ri- ni eremiti (articolo che perciò può leg-
servandosene l'investitura, col censo d'u- gersi), per essere morto nel vicino ospi-
na libbra d'incenso,di due aranci e di due zio di s. Giobbe fondato dal sullodalo
fiaschi di vino. La 1/ fu Bernarda Dot- Contarinieda questi lasciato alla propria
to, cui nel i38?. successe Girolaraa Lero. figlia Lucia, la quale prima l'avea dato
Volendole monache innalzar più ma- al b. Pietro, ma parliti poi i suoi religio-
gnifica chiesa, ricorsero alle limosi uè de' si per ragionevoli cause, allora coll'ora-
fedeli, eccitati dall'indulgenze di Martino torio lo custodiva il buon sacerdote Fi-
V,ed Eugenio IV, ilquale'per l'amplia- lippo. Portatosi a Venezia il beato per af-
zione dell'angusto monastero, gli conces- fari di sua congregazione, che vi possede-
se \\ rovinoso priorato di s. Andrea dell'i- va il convento e la chiesa di s. Sebastia-
sola d'Ammianonel i436. A questo be- no, per le ristrette abitazioni de'suoi re-
nefizio successe nel 456 l'incendio che di-
1 ligiosi preferì di convivere col suo ami-
strusse il monastero di s. Girolamo,e per co prete Filippo, e per essere vicino al-
Je riparazioni souioiinistrò 1000 ducali la chiesa di s. Girolamo suo protettore,

ilsenalo.I'er tal disgrazia l'esemplari reli- ed ivi morendo fu tumulato nella mede-
giose couliauaudo a vivere uelle riulret- sima o oe'suoi recinti. Di poi tutte le
i84 V E iV V EN
più diligenti ricerche non valsero a rin- stile dell'abito di Benedetto, con due
s.

venirne il corpo, e neppure nel «ito dello donne secolari, e quivi perseverò 28 an-
(Iflle qnatlro porte, ov'eia ullaccuta la ni, sempre sperando nella promessa divi-

sua immagine l'iprodolta dal Corner, fat- na, bitanlo ardendola guerra Ira'geno-
preteFilippoper manodi
ta dipingere dal vesi e veneziani, il pio Rabia fece volo
i

Giacomelio dal Fiore: immagine ora esi» a Dio di fabbricare in pietra la chiesa,ler-
stenle nella chiesa di s.Al vise.Le monache minala la guerra. Succeduta a questa la
agosliniane rimasero nel monnslero sino pace,Rabia mantenne il promesso. Resta-
alla soppressione, e la chiesa profana- te orfane Elisabetta e Aodriola Contarini,
la, serve oggi pe' mulini a vapore ; né palcsai'ono al loro confessore b. Giovanni
è a tacere che prima che il locale fosse de Domenici domenicane la vocazione re-
«conceduto ad uso di questi niuliui, la pie- un monastero tlo-
ligiosa e di voler erigere
tà singolare del cardinal patriarca Mo- rnenicano, e siccome il servo di Dio si
nico fece eseguir le più diligenti indagini abboccò con Lucia, facilmente l'indusse
pel riuvenimcntodel corpo del bealo Pie- a mutar la regola di s. Benedetto in quel-
tro ; ma lutto fu inutile. la dis. Domenico, per appagar le sue bra-

4o. Benedelline poi Domenicane e me. Tulio concluso, il beato nel i3g4si
indi Francescane del Corpus Domini. recò a Perugia per impetrarne la facoltà
Essendo la veneta Lucia Tiepolo bades- da Bonifacio IX, il Corner narrando pro- i

sa del monastero de'ss. Filippo e Giaco- digi che accompagnarono la fondazione,


mo d'Ammiano, in estatica contemplazio- prontamente accordata dal Papa, termi-
ue,il divinRedentore le impose di dovere, nandosi la fabbrica a'29 giugno iSgS. In
ad onore e sullo l'invocazione del suo ss. questo vi entrarono 27 donne virtuosee il
Corpo, istituire in Venezia un monastero b. Giovanni die'loro l'abito delle domeni-
di monache,promelteudole la sua assisten- cane, costituendo in priora la fondatrice
za. Recalasi Lucia in Venezia dal patriar- Tiepolo, colla primitiva regola di s. Ago-
ca di Grado b. Francesco 11 Quirini, e slino, secondo lo spirito e le costituzioni
riferitogli l'apparizionee il comando, fu di s. Domenico. Non pare che il benefat-
da lui vieppiù animata a intraprendere tore Rabia riducesse la chiesa in pietra,
con fiducia la grand'opera. Incoraggiata poiché leggo nel cav. Cicogna, che il b.
Lucia dal sant'uomo, ottenuta l'oppor- Dotuenici ottenne pure da Bonifacio iX
tuna facoltà, si ritirò per 6 anni in una di poter fondare nel luogo, ove sorgeva
casa privala attendendo la divina prov- la piccola chiesa del Corpo di Cristo, un
videnza. Ritrovato nel sesliere di Canal- tempio, oltre il monastero. Che la fab-
regio nell'estremo angolo della città un brica del monastero, parte col denaro
silo detto Cao de Zirada, anticamente delle sorelle Tounnasini, e parte col-
tlestiiiato alla fabbrica de' vascelli, si mo- le limosine de' fedeli fu cominciata nel
strarono pronte ad ac<|uistarlo alcune no- iSga e compita in 12 mesi, in bre-
bili vedove olFirlesele compagne nel san- ve monastero delle domenicane del
il

to pioposito. Ma poi mancando all' ira- Corpus Domini fu considerato in Ve-


pegno, furono tosto punite da Dio con nezia modello di perfezione religiosa, si
funesla morte; la povera vergine tutta- aumentarono le sostanze si dilatò il ,

via locompròcollelnDOsine raccolte men- chiostro, si aumentò il numero delle re-

dicando, e vi dispose un'angusta chiesa ligiose, couìpresa la madre del b. Dome-


di tavole sotto l'invocazione del Coipo di mei, da Gregorio XII creato cardinale.
Cristi» nel i SyS. Accanto il nieroanieFran- Questo Papa l)enef]cò il monastero, con-
cescoRabia v'aggiunse 7celle,nelle quali si quassalo da un turbine neli4'o, e per
racchiuse Lucia con uuu compagna, vc- facililarueil risarcimento ìMarlmo V con-
VE N VEN 183
cesse indulgenze a'sovveiilori nel i^'ìj- merci e per la dogana addetta alla strada
II successore Eugenio IV ncli434 •'>'''C* ferrala.
vKi il monastero (.l'indulgenze, e gli con- 4i. agostiniane, e ora Figlie della
fermò e aumentò i privilegi. Neh 436 a Carila delle Canossianc, di s. Lodovico
proprie spese vi fabbricò l' iDferiiieria dello s. Alvise. Una mirabile apparizio-
Toinniaso Tominasitii vescovo di Fellre ne di s. Lodovico vescovo di Tolosa del
e Belluno, oltre altre beuencenze; ed ot- 1 388, fu cagione dell'edificazione della
tenne dii Eugenio IV di sollomellere al chiesa e tlel monastero sotto la sua invo-
monastero la chiesa parroccliialedi s. Lu- cazione. Viveva la virtuosa Antonia Ve-

cia, e io oiorle volle esser sepolto ueila nier vedova, in orazione e pii esercizi, ed
chitsa.Funlino Dandolo, poi arcivescovo ebbe la visione del santo, il quale indi-
di Candìa, rifabbricò più grande e più candole il sito, le ingiunse d'acquistarlo,
ornala la chiesa, indi consagrata neh 444 e di fabbricarvi chiesa e monastero col
da S.Lorenzo Giustiniani allpra vescovo di suo nome, poiché Dio voleva che fosse
Castello, venendo ornata di vari pregevoli glorificalo anche in Venezia. Svegliatasi
quadri, e altre pitture nel coro con inta- Antonia si trovò tra'dubbi, per la recente
gli. Ebbe questo monastero dal 1 444 **' legge del senato vietante l' istituzione di

1476 soggetla alla propria amiriinislra- nuovi monasteri, mentre tanti de' vecchi
ziune la vicina chiesa parrocchiale di s.Lu- andavano in rovina, per cui si credè in-
ciit. Conlinuurono le monache ad esser capace a tanta impresa. In quest'incertez-
direlledaMomeuicani, da'quali le sottras- ze, le ricomparve in visione il santo, pre-
se e rese dipendenti dalla s. Sede, il nun- cisandole il luogo ove dovea elFettuare
zio di Venezia Girolamo Aleandro nel r ordmatole, ed in cui allora abitavano
i534 d'ordine di Cieuìente VII, per di- fabbricatori di corde armoniche,mostran-
scordie insorte tra la priora e le mona- tlole una pietra cenericcia da porsi ne'
che. Dipoi ad istanza del senato, Pio IV foMcìatuenli. Postasi quindi a cerca l'I o , il

sottoniise il monastero a' patriarchi di trovò paludoso del sestie-


in sito esteso e

Venezia. Fra le oiolte ss. Reliquie di cui re di Canalregio. Narrate le visioni a pio
era ricca la chiesa, la maggiore consiste- sacerilole, fu confortala a ubbidire a'di-
va in una mano
Veneranda vergine
di $. vini voleri. Pertanto si recò dal suo pa-
una
e martire, a di cui onore fu istituita rente doge Venier, e ne implorò la pro-
di vota conlVaternita nella medesima. 11 tezione, ma egli mostrandosi propenso,
monastero fu dato poi alle monache le espose la fermezza de' consigli del se-
francescane, come asserisce l'ab. Cappel- nato. S. Lodovico per la 3."" volta riap-
letti , il che sarà avvenuto negli ultimi parve in visione ad Antonia, e 1' esortò a
anni, non facendone menzione il Corner, confidare in Dio pel felice esilo di sua im-
e neppure il cav. Cicogna. Nel 1806 il presa; ed infatti ottenne il bramato per-
monastero fu dichiarato di 2.^ classe, e messo. Comprò dunque il silo, e scavan-
\i furono concentrale le religiose di s. Ma- dosi i fondaoienti per la chiesa fu tro-
ria del Rosario presso s. Martino, e parte vata la pietra mostrata dal santo alla
anche di quelle del s. Sepolcro, non po- fondatrice, e fu posta per basefondamen-
tendo tutte rimanere in quello de'Mua- tale con benedizione. Mentre ciòesegui-
coli; le quali monache del s. Sepolcro era- vasi, uscì improvvisamente da'fondamen-
no francescane, e a quest'epoca forse vol- li un mirabile splendore, in mezzo di cui

le alludere il Cappelletti. Le monache ces- apparve un uomo venerando, il quale do-


sarono colla soppressione del 1810, ed al po aver col grave suo appello ricreali per
presente monastero e chiesa , clje fu at- qualche tempo gli spalatori divoti spa-
terrata, »i ridurranno a magazzii)! per lu rì. Consumatisi da Antonia tulli suoi i
i86 YEN VEil
fabbncb
averi per l'erezione delta chiesa, !e romane catacombe, e le reliquie di s.

poi cuu lavule in ristretta forma il con- Teodosia vergine e martire e d'ajtri san-
tiguo monastero ed entrò in esso con , ti. Reliquie però, che nella soppressione
alcune con>pagoe, a vivervi austeramen- del monastero si trasportarono altrove.
te colla regola di s. Agostino. Dio volle Nella chiesa vi sono alcune buone [>itture

provare la costanza della sua serva, per- di Pietro Vecchia e di altri ; ma è mara-
uictlendo che per lungo tempo niuna viglioso il dipinto di Gio. Batlisla Tie-
domandasse d'entrare nel monastero, on- polo con Cristo che si avvia al Calva-
de temevasi il suo fine poco discosto da* rio, studiato del continuo da* professo-
suoi principii. Nelle sue angustie Anto- ri dell' arte. Le agostiniane vi rimase-
nia accrebbe il fervore, e meritò per suo ro sino alla soppressione generale del
conforto una nuova visita del s. Titola- «8 IO, e la chiesa fu dichiarala succur-
re, il quale le disse: Che passata a vita sale della parrocchia di s. Marziale, e lo
più felice, verrebbero da'oionti, additan- è tuttora. Il monastero servì in seguito
do i vicini di ijerravalle, donne per la cui di asilo alle fanciulle del pio luogo de-
santità monastero s'accrescerebbe anco
il gli Esposti, come dice lo Stalo persona-
iie'futuritempi in odore di soavità. L'e- le. Imperocché la marchesa Maddalena
sito provò il celeste vaticinio. Per le guer- di Canossa, veneranda e benemerita fon-
re del i4i degli ungheri contro la re-
i datrice in Ferona delle figlie della Ca-
pubblica, alcune monache venete del nio- rila, vi aprì uno de'suoi pii luoghi di e-
iiaslero agostiniano di Serravalle, fuggite ducazione tnuliebre, e poi vi furono rac-
a Venezia, fu loro offerto il chiostro di s. colte le fanciulle esposte (ora non sem-
Lodovico, ov'erano restate due sole mo- bra più per quanto dirò della Casa degli
nache , e vi trovarono tante celle vuote Esposti nel § XII, n. 6) in cura delle ,

t|uantc appunto esse erano, verificando- slesse Canossiane. Fondato l* istituto se-
si in lai modo anco la visione che avea condo (|uello delle figlie della Carità di
ricevuto prima una di esse da s. Agostino, Francia, nella pratica temperato a'si'ite-

e in(i>trandole s. Lodovico, il cui mona- mi e all'abitudini italiane, ed approvato


stero l'attendeva. Questo poi ampliato con sovrana risoluzione de' i8 febbraio
con nuove fabbriche, aumentale le reli- iSiQ, lo stabilì in Venezia nel monaste-
giose, nel 436 s. Lorenzo Giustiniani ve-
1 ro di s. Lucia e vi rimase sino al 184B.
scovo di Castello ottenne loro da Eugenio Nel 1849 poi passò ad occupare questo
IV plenarie indulgenze e di potersi eleg- di s. Alvise. Trovo nel Giornale di Ro-
gere il confessore munito di facoltà. Nella ma del 1832, n. 97, in data di Venezia
chiesa celebrasi l'anniversario della dedi- 2 1 aprile, descrivendo la visita fatta alle
cazione a'5 aprile, secondo Corner, dicen- canossiane di s. Alvise dall'arciduchessa
do lo^ytó/opcr^oort/eche fu consagrala a' Sofia mailre dell'imperatore." L'istituto
I 7 settembre; giorno in fatti incili attual- sorge in una parte rimola della città, vi
mente si fa la coinmemorazione.ln diversi conferisce all' infima classe del popolo i

tempi fu arricchita delle seguenti relicpiie, benefizi più salutevoli per la morale e la
in parte proveuienti da Costantinopoli. religione. Raccoglie ogni giorno circa 200
Una ss. Spina, con segni del prezioso San- fanciulle di ([uelloiilano quartiere, le am-
gue che la consagrò, e più volte si vide maestra al ponteggio , allo scrivere, alle
rosseggiare nel venerdì santo. Parte del molteplici industrie dell' ago, le assoda
corpo di s. Basilio vescovo di Natòlia, un negli esercizi della pietà, nell'osservanza
osso di Anna, altro di s. Gregorio Na-
s. delia virtù, le addestra ne'femrainili la-
zianzeno , due coste di s. Maria Cleofe, vori che fruttano onesti guadagni e che,
il corpo di s. Felice Diaitire trovato uel- santo COI redo di povere figlie, sono l'ai*
VEW YEN 187
lìevainento pe'pesi cutiiugali e uiatenii, da Cesena e suoi compagni 1' erezione
a cui vaiiiiu ìiicuiitru più laidi. Vi n'iti- d'un oratorio o cappella, nel fondo acqui-
tiodusse di fresco e vi fu buuiiu pi'uva stato nella stessa parrocchia di s. Raf-
una scuola di sordo- mute , e aW incre- faele. 1 girolamini di quest'oratorio nul
Dieuto di quell'istituto coiitiibuiruiiu re* 455 ottennero da Calisto III di poter
plicali susìidii, largiti dalla casa iinpe- fabbiicare una chiesa, in un fondo com-
l'iale'. Infatti leggo nel inedesiino Stalo prato dal capitolo parrocchiale, con fa-
persunalc del con eute 1 858: Le figlie del- coltà di celebrarvi la divina uniziatura.
la Carità si preatuiio specialmente all' e- L'edifizio in magnìfica forma, sotto l'in-
tlùcazione delle Sordo-niult, di cui ne vocazione di s. Sebastiano mar lire, fu
hanno 4 1 i> couviltu e 4 Avvi il
e>terne. conipito nel 1468, e per fornirlo di sagri
superiore spirituale, il confessore, il cap- arredi Paolo IH ne eccitò i fedeli colle

pellano, la superiora , la vice-superiuru, spirituali indulgenze, i quali aveanu pu-


j 9 figlie, 6 novizie, 2 probande. Du que- re contribuito alla sua erezione. Ad istan-
sta <ii!sa ne dipende altra, che fu aperta u za de'frati nel 1470 '^ consiglio de' Dieci
s. Antonino, nella parrocchia di s. Giù. permise loro l'istituzione d'una scuola u
Battista iu Bragora, 1*8 dicembre i856, confraternita col nome del glorioso s.

e nel § \lll,n. 5, parlai della chiesa, Martire, perchè a sua intercessione la cit-

42. Girolcimini di s. Sebastiano. Fr. tà fosse preservata dalla peste e i finti

Angelo di Corsica del 3.° ordine di s.Fran- provveduti di vitto. Il .sauto si inosliò
Cesco, nel i SgS abbracciò l'istituto degli benefico patrono a quelli che a lui iit

eremili Girolainini dell'ordine di s. Gi- questa chiesa ricorsero nella peste del
rolanto, congregazione fondata dal b. Pie- i63o, conservandoli tra le vittime che
tro Gambacorta di Fisa e con alcuni , fierameute fece; per cui i preservati ne
compagni da Rimini si portò a Venezia posero io essa grata memoria con lapi-
col desiderio di fondarvi un convento. de. Già la chiesa era slata più decoro-
Accollo con plauso da'veneziani, colle lo- samente rifabbricata nel 5oG, e quindi 1

ro limosine nell' i^le^su anno potè com- erasi compila nel 1 548, essendosi cunsa-
prare una casa nella parrocchia di «. iiuf- grata a'ig agosto i562 da Gio. Fiance»
fuele, nel sestiere di Dorsoduro, conce- SCO de Rossi vescovo Aurense ossia d'Os-
dendogli il governo aiuto e privilegi. A saro o Ossero. Dice lo Sialo personale^
i.° rettore fu destinato fr. Arcangelo da che fu consagrata a' 19 aprile, ma se ne
liubbio, e per assicurare stabile pos-esso celebra memoria la 3." dou»enica do-
la
alla casa, questa fr. Angelo nel 896 do- i po Pasqua. Prima di questo tempo re- i

nò all'arcìbasilica Laleraneni>e di Pruina, ligiosi eransi composti sul censo di 6 lib-


I .
'
chiesa del mondo cattolico; e poco do- bre di cera che doveano alla parrocchia,
po ottenne dal capitolo della medesima ed aveano ottenuto neh 493 la commu-
di poter edificare la chiesa sotto il titolo tazione de' privilegi e aggregazione con-
di s. Maria piena di grazia e di misc' cessi dal capitolo Lateranense all' antico
ricordia, concedendo indulgenze a chi oratorio o chiesa di s. Maria, in favoie
vi contribuisse, in vigore de' pontificii in- della chiesa di s. Sebastiano, Inoltre nel
dulti. Indi Angelo rinunziò iu u^auu
fr. i52 2 era stato consagratu l'altare di s.

del b. Pietro da Pisa la casa di Venezia Sebastiano e benedetto monastero, dal


il

e altri 4 romitaggi da lui fondali ne'ter- girolauiino fr. Michele Jorba vescovo Ar-
ritorii di Rimini, Urbino, Pesaro e Fer- cussense;gli altri altari avendoli consagra-
rara; il che confermò Eugenio IV nel ti nel i53 1 GiulioSoperchi vescovo diCaor-
1432. con apoitlolici privilegi , e poscia le,come prova il cav. Cicogna nella illustra-
uet 1438 couces&e il Papu a fr. Gdrtuio zione delle lapidi di s. Sebasliuuu. La ch-u-
i88 VEN YEN
sa fu ari iccliila delle seguenti reliquie. Una Pietro da Pisa ; e più sotto, un piccol»,
ss. Spina , un frammento della ss. Cro- ma prezioso, quadro di Paolo, con la

ce, un osso di s. Sebastiano donato dai vergine s. Caterina ed dei p. il ritratto


celebre patrio storico Marin Sanuto già MicheleSpaventi, creduto confessore del-
della dogaressa Moro di sua famiglia, la l'artista. Nel 1." il gruppo marmoreo con
(jiiale eia slata sempre preservala nelle Maria Vergine e il Battista, è bell'opera
pestilenze. Un osso di s. Procoro marti- finissima di Tommaso Lombardo. Nel 3.°
re e uno de'7 primi diaconi; altro di s. con Crislo in Croce Paolo ci lasciò un ,

Caterina vergine e nuirlire,e altre ss. Reli- s'idegno dipinto che Caiacci lo incise,
,

quie. Fiorirono in questo monastero i ve- il magnifico de[)osito che segue, il quale

neti b. Paolo Quirini, ed il veu. Gio. Bat- sì saggiamente si accorda colla beli' ar-

tista Cornaro, mentre il veneto fi'. Gio. chitellura della chiesa, eretto a Livio Po-
Francesco Coccalini divenne ve*icovo di docalaro arcivescovo di Nicosia , è del
Traìi. Soppressi girolamini nel 18 10, la
i Sansovino. Nella cappella magi^iore vi ha
chiesa fu diclii.irala ed è succursale del- 3 opere di Paolo. Quella dell'altare con
la parrocchia de'ss. Gervasio e Frotasio, Maria Vergine e Santi è prova ch'era di-
il convento essendo quasi lutto demolito. venuto maestro ma sommo maestro e
:

Il tempio giù in gran deperimento e da padrone della sua grande maniera vi si


ultimo restaurato, neliBSy fu occupalo appalesa nell'altre due; l'una tutta anima
da alcune figlie di s. Giuseppe e vi apri- e vita, con s. Sebastiano che mette corag-
rimo una scuola interna, con attendere gio a'ss. Marco e Marcellino martiri, se-
itila direzione adulala loro dalla commis- guiti dallamadre, incontrati dal padre
sione di pubblica beneficenza delle fan- sostenuto da' servi accompagnati dalla ,

ciulle dell' istituto Manin, sezione del moglie e da'figli; l'altro quadro olfre d
medesimo ivi provvisoriamente colloca- Santo preparato al martirio. Al lato del-
ta: ne riparlerò nel § XI, n. 20. E il l'organo stail busto di Paolo, che come

tempio qualificalo un fesorello, archi- dissi è Cannerò:


qui sepolto, scultura del
ila Antonio Scarpagnino, ed ese-
tettato piccolo monumento eminente a tanta
guito da Francesco da Castiglione cre- grandezza e celebrità. Il quale organo fa
monese, siccome d.rdocumenli recati dal lavoralo da Alessandro Vicentino con mo-
cav. Cicogna. L;» facciata avea suo com- dello dello stesso Paolo, che ne fu il pit-

pimento nel 548 con eccellente simme-


1 tore. Neil' esterno de' portelli vi rappre-
tria in due ordini corintii. Gran copia è sentò la Purificazione di Maria Vergine,
in esso di egregie e rare pitture, special- e nell'interno la Probalica Piscina; e ciò
mente di Paolo Caliari Veronese , di tutto condusse con grandezza di stile, no-
cui (juivi riposano le ossa in mezzo alla biltà ili carattere, felicità di esecuzione,
(>ua gloria, pe'molli suoi lavori a olio e beltà di fisonomie e vaghezza di colori-
» fresco che tulio all'intorno vi si am- to. Anche i piccoli comparti nel parapet-
tnirano, e fanno vedere i principii, il to sono opera di lui. Nella sagrestia il

progresso e la sublimità dello siile a cui sollìtto con Maria Vergine incoronata e
pervenne. A lui e sua famiglia i girola- gli Ij vangelisti, è lai.* opera che qui Pao-

inìiii aveano concesso la se[)oltura. Nel- lo ficesse. Vi è il genio di lui; ma il mo-


r altare che presentasi a destra è del ,
do che tenne qui, n'è alquanto diverso.
gran Tiziano il s. Nicolò seduto, figura Non si conoscono gli autori degli altri
iiiaeslosa e di grande carattere. La cap- dipinti (li questo luogo; sono però opere
pella a sinistra ha nell'atrio un bel mu- di queir epoca , né senza pregio certa- :

saico del Zuccato colia Conversione di s. mente ve ne sono di J. Palma, del Tin-
l'uuio. ^elx.° altare è del Bencovicli il b. toreltOjdi Bonifacio. Tornando iu chiesa:
VEN VEN 189
1.1 I.' cappella die segue, lia parecclile se Dio prova di loro virtù, che nel del-
sculture del Vittoria; la a.' una tavola lo anno (ossero accusiili ad Eugenio IV
di Paolo col Baltesiuio del Signore. Il di gravissime colpe; per cui il Papa subi-
sodìtto è opera dove tutto si vede il ge- to spedì a Venezia s. Giovanni da Capi-
nio di Paolo e tutta la ricchezza della sua strano qual delegato apostolico, perchè
fnntasìa. i 3 maggiori comparii olTrono coir ordinario esaminassero la verità dei
Ester condotta ad Assuero, Ester coro- supposti delitti, ma i gesuati dal loro pro-
nata, e Mardocheo trionfante, preceduto cesso risultarono innocenti. Gliene deri-
da Amano. vò tanto credilo, che nel 147^ eletto doge
43. Canonici di s. Giorgio in Alga, il virtuoso Nicolò Marcello, volle egli a
Carmelitani scalzi e altri regolari. JT. ginocchia piegate ricevei e il corno duca-
§XVni, n.25. le da fr. Girolamo Scardena e da fr. Gio-
44- Cistcrciensi e Minori osservanti e vanni Veronese poveri geniali, per l'al-
altri regolari eli s. Spirilo. V. § XVIII, fa stima concepita di loro congregazione,

D. 5. colla cjuale si dimostrò poi sommamente


45. Gesuati di s. Maria della r^isi- benefico. Risolvendo i gesuati di sostitui-
tazione sulle Zatlere, ora de' Somasclii re all'oratorio conveniente chiesa, ne'fon-
e già stata anche de' Domenicani, e s. damenti pose la .* pietra il patriarca Do-
1

Maria del Rosario delia pure


Gesuati i nato (tale divenne nel i49'> '"^' 'i> Stala
e s. Domenico delle Zattere de' medesi- personale dice, che i frali edificarono la
mi Domenicani. Dell'umile religiosa fa- chiesa nell'anno i473). Quantunque di
miglia de'Gesuati, fondata già in Siena mediocre ampiezza e di moderata spesa,
dal b. Giovanni Colombino, si portarono ipoveri frati impiegarono 3o anni a com-
alcuni a Venezia per ivi fissare all'ordi- pierla; poscia consagrala a' 2 dicembre I

ne loro un'abitazione. Dopo essersi fer- i524 dal vescovo di Tiberiade Giovanni,
mati in una casa a pigione nella parroc- in onore di s. Maria della fisilazioiie,
chia di s. Giustina, nell'anno 1392 aven- detta sulle Zattere, i'iiolo che tuttora por-
do ottenute alcune casette nel sestiere di ta, al quale si aggiunse quello del glorio-
Dorsoduro, in contrada s. Agrjese, per so s. Girolamo Emiliani oM\a\\\ veneto,
pio legato di Pietro Sassi, ivi stabilirono dopoché fu concessa a' suoi figli Soma-
il che per mollo tempo
loro domicilio , schi. La chiesa ha bel prospetto e ben in-
chiamossi casa della Compagnia de'pò- tagliata porla, eleganlissima e dello siile
veri Gesuati. Per 3o anni ivi vissero ri- de'Lorabardi. In qtieslo convento fioriro-
slrellamenle, e nel 1 4^3 avendo ricevuto no Ira'gesuati fr. AnlonioBemboefr. An-
da Gio. Francesco Gonzaga .° marchese I tonio Veneziano, fregiali del litolodi bea-
di Mantova una ricca limosina, poterono ti. Alcuni vi noverano il celebre cardinal

con essa e con altre pie oblazioni de' fe- Antonio Corraro nipote di Gregorio XII,
deli atterrare l'anguste casce foiniarenn ma s'è vero, per pochi giorni. Censì vi fece
chiostro non mollo ampio, peròsufllcien- lunga dimora e accrebbe il decoro del
te alla povertà che professavano. Conti- chiostro, il b. Antonio da Tossignano.clie
guo ad esso eressero pure un decente o- vi compì il noviziato, ed amicissimo di
ralorio sollo Tinvocazionedi s. Girolamo, s. Lorenzo Giustiniani, meritò il vescova-
nel quale colla facoltà nel 1 4^4 concessa to di Ferrara, I gesuati restarono sempre
dal vescovo s.LorenzoGiusliniani, dispo- poveri, vissero precipnauienle coll'opera
sero la sepoltura comune de'frali, poi nel delle loro mani, ma per giuste cause e per
1436 benedetta in un all'atrio esteriore soccorrere la veneta repubblica nella guer-
delioralorio dal vescovo di Giovcnazzo, ra di Candia control turchi, ClemeutelX
HeUo Orvieti, ospite de'religiosi. Permi* h soppresse a'6 dicembre 668, assegnan- 1
igo V K N V EN
do le rendile per dello uso. Nel 16^9 la qni'sfa furono collocati nlla venerazione
congregazione domenicani dell'osser-
ile' tle'fedeli, una ss. Spina, il corpo di s. Ma-
Tanza del b. Giacomo Salomoni acquistò riano martire, e un osso intero di s. Gio-
il convento, con approvazione del nunzio vanni di Dio, donato da Clemente X a
di Venezia Trotti arcivescovo di Cartagi- Haltista Nani ambasciatore veneto a l\o-
ne, prendendone possesso a' 1 4 luglio. Di- ma da esso oderto a questa chiesa. In
e
poi domenicani
i avendo sperimentato per essa furono da quella della Visitazione
molli anni esser troppo angusta la chiesa trasffirite l'ossa di due gran serve di Dia

alla frequenza del popolo accorronte alle del 3." ordine di penitenza di s. Dome-
sagre funzioni, delerniinaronoin qualche nico, suor M.' Caterina della Volontà di
piccola disianza da essa edificarne una Dio e suor Fialetta Fialetti , indirizzate
nuova più maestosa e più ampia, archi- nella sublime via della perfezione dal
tettala grandiosamente dal Massari. A* santo religioso di questo convento fr. Re-
17 maggioi726 il patriarca Gradenigo giiialdo M." Panighetti, dalla madre di
benedì e pose ne'fondamenli lai." pietra, 3 anni tolto alle superstizioni del giu-
colla medaglia che offre il Corner, con a- daismo. Nel 1 8 o soppressi anche
1 i dome-
rialoga iscrizione e nel rovescio gli slem- nicani, nello slesso anno la chiesa di.v. Bla'
ini de* regnanti Benedetto XI II e doge ria del Rosario detta i Gesuali, con de-
Mocenigo , del patriarca della congre- creto patriarcale de*24 ottobre fu dichia-
gazione osservante. Fin d' allora fu de- rala parrocchia in sostituzione alla sop-
«licata a f. Maria del Rosario, poi vol- pressa di s. Agnese, destinandosi a sua
garmcMile della anche i Gexuati e s. Do^ succursale la chiesa dello Spirito Sauto,
iiieniro ch'Ile Zallerc. Al dire dello Sta- delia quale discorro nel n. 5i del presen-
to personale^ la chiesa fu fabbricata nel te §. Di più fu in pari tempo elevala a V
1786. Le pie limosine de' fedeli contri- decania colle seguenti parrocchie sogget-
buirono al sollecito compimento, per cui te: ss. Gervasio e Profasio, s. Panlaleone,
con solenne triduo si cominciò aJ uffi- s.Gio. Ballista delleGambarare (che seb-
zìare nel 1743; e ridotta poi a perfezione bene in terraferma e in un comune del di-
di abbelIimeiito,con vaga facciala di mar- stretto di Dolo,sì considera come poiroc-
mo, con 7 magnifici altari eretti di scelli chia lubana come rilevai in fine del §
.

marmi, oltre il bello e ricco tabernaco- Vili), s. Maria del Carmelo, ss. Eufemia
lo, con preziose colonne di lapislazzoli di ec, s. Raffaele. Ora nella parrocchia di
considerabile dimensione, fu consagrala s. Maria del Rosario sono 35 10 anime.

solennemente dal patriarca Foscari in Si ammira nella chiesa, olire il riferi-


una 3," domenica d'ottobre. Pensarono to, il sofiitto co'falli di s. Dotuenico, va-
quindi domenicani a dilatare pure la lo-
i ga opera a fresco del Tiepoletlo, la qua-
ro ristretta abitazione, in proporzione al le diletta l'occhio, ma non accheta la ra-

numero de' leligiosi, e incomoda a' mi- gione, sentenzia il grauMosch'ni.Del Tie-
nisteri del loro istituto, con edificare con- poletlo è anche la lavola del .° aliare con1

tiguo alla nuova chiesa un convento mo- Maria Verginee 3 Santi. L'immagine di
desto e insieme decoroso, in cui il mag- 8. Domenico, nel 2.° altare, 3 Santi do- i

gior ornamento fu la scelta e copiosa li- menicani, nell'ultimo, sono del Piazzel*
breria , riputata la più nobile e nume- la. All'altra parie, neh." altare si ha di
rosa di opere fra pubbliche della cit-
le J. Tintorettocon Cristo in Croce e le Ma-
tà, dopoché generosamente, e ancor vi- rie, dellepiù graziose figure che quegli fa-
vente, gli donò la sua rinootata bibliote- cesse. Nell'ulliuìo altare vi è dell' ultime
ca il dottissimo Apostolo Zeno, che vol- fatture del Rizzi, la lavola con 3 Santi do-
le Qtlla chiesa adiacente esser sepolto. Id Hicuicaui. — Quanto a Ila chiesa di .y. Md»
YEN VEN igt
ria (leJln T'i<;ilazirìiie o onnr«o conven- donala una somma pei- l'alleslimenlo de'

to, i domenicaiii dopo aver fabbricali gli ferri ed attrezzi occorrenti all'officine, già,

nitri due edifi/i clescritti, conlinuaiono a la rispettabile attuale prepositura fu au-


rilencie la chiesa e il convento della A i- torizzata a prestare ogni appoggio possi-
sitazione per uso di propria comodila, bile, e li solloscritli hanno chiamato da
l'eiderono eziandio l'una e Tallio nella Milano , o laici della propria congrega-
soppiessione, restando la chiesa della Vi- zione, od operai industriosi, quali do- i

sitazione chiusa per molti anni, indi nel vessero per ol)btigo di contratto insegna-
i8'22 fu riaperta e data in uso all'orfa- re e dirigere i lavori degli orffini. Ora, a
notrofio maschile fondalo nel convento, giovamento dell' intrapresa pia opera,
il quale veline affidalo alla direzione de' nient' altro manca e nienl'altro s' invo-
pp. somaschi con decreto luogolenenzia- ca, fuorché la pietà de' veneziani, non mai
le de'5 maggio 85 1, quali poi l'assun-
1 i secondi ad altri popoli nel proteggere e
sero rS febbraioi 853, e lo. rilevo dnlla favorire gli orfani, come fu veneziano il

Cniltà Cattolica, serie 3.', t. io, p. 487, santo uomo, che primo istituì gli orfano-
ove annunzia il libro intitolato Delle : trofi in Venezia e gli affidò a' suoi So-
lodi di s. Girolamo Einilinni, Discorso maschi, ». Girolamo Emiliani (del quale
recitato dal parroco Giii.^ppe Lazzari uno de' più recenti che ne tesseva la vi-

nel giorno Sfelibraio S53,pri/ìio da che 1 ta con novità di documenti è il cav. Ci-
i BR. PP. della congregazione di Sonia- cogna nei volume V delle Inscrizioni T'e-
sca riprendevano la direzione del pio neziane, e meglio lo ripeterò nel §XVII,
istillilo degli Orfani in Venezia ec, ivi n. 1, nel riparlare con affello e stima di
nella tipografìa di L. Gaspaii 1 858. Nel- questa tipogiafia Emiliana e de'suoi ti-

lo stessoluogo i somaschi, autorizzati dal- pografi). Se Venezia continua la carita-


la sovrana risoluzione de' 20 settembre tevole opera, iniziata dal suo santo con-
i853, vi aprirono un noviziato loro. La cittadino, gli orfani avranno per cerio il
casa de' religiosi ha il proprio rettore , il lavoro, con cui formarsi lai." dote, ch'è
vice-rettore, il ministro, i padri e altri, r apprendimento del mestiere, e la 2.",
in lutto 21 individui. Sopra poi il ma- eh' è il peculio assegnalo dalla rendila
schile orfanotrofio leggo nell'O^.ver^'rt/o- delle proprie fatiche". Trovo nella Cro^
re Romano del iSSa a p. 4^3, in data di naca di Milano, an. 2.", p. 4^ che in i ,

Venezia i4 maggio. «L'orfanotrofio Ge- quell'orfanotrofio maschile essendo stato


suali, che già nell'agosto i85i fu dalla eretto un bel monumenlo marmoreo a s.
saggia pielh del municipio veneziano af- Girolamo Emiliani, dal valente scultore
fidato alle cure della congregazione So- Gio. Antonio Labus, questi ne'primi del
masca, tiene ora in piena attivila l'offici- i856 ne mandò il modello in gesso all'or-
ne di fabbro-ferraio, di rimessalo, di cal- fanotrofio di cui parlo, siccome della pa-
zolaio e di sarto a beneficio del pio istitu- tria dell' illustre suo patrizio che fondò
to e degli orfani ricoverali. Che questi istituti. Sul merito del-
questi caritatevoli
poverelli apprendessero davvero il me- l'encomiata opera, colla desciizione del
stiere, donde trarre di che vivere alla lo- gruppo in gesso esprimente il Santo che
ro uscita dal pio istituto, e che insieme accoglie e guida un derelillo orfanello,
si provvedessero di una dote di denaro, si riporta una lettera artistica del veneto
loro assegnata dalla rendila de'lavori: ec- esimio scultore Zandoraeneghi, con ecodi
co due fini e due benefìzi a cui mira
i i onore e di affetto all' egregio Gonh'alello
questo nuovo impianto dell'officine, pie- lombardo; giudicando opera degna d'es-
namente approvalo dalle superiori tuto- ser collocala in quel medesimo istituto,
rie autorità. Per corrispondervi già fu che riconosce la sua foudazioae dal bc-
192 VEN V E N
nemeiiro s, Girolarnn Emiliani, nlla cui consiglio. Inolile contiguo alla casa di
imilazione sì degnamente conduce e pa- Carila fece fabl)iicare un oialorio sotto
lernauicnle presiede il rettore p. d. Giro- l'invocazione di s. Giobbe profeta; e
Jamo (Jaspari, al quale è indirizzala la Boinfacio IX, a istanza della repubblica,
ìvÀleva. Leggo nella flicmoria della puh- nel i 890 approvò l'erezione, permise
Idica Beneficenza in Fenezin, del conte la celebrazione della messa e altri divini
Fortunato Sceriman,a p. 44. die la pia ufiìzi, e concesse indulgenze a' visitato-
opera dell' istituto Manin viene a com- ri in designati giorni. Nel i4'^7 nel pas-
piere il numero di 3 istituzioni di bene- sare il Conlarini a ricevere l'eterno pre-
fìcenza consagrate all'educazione del pò- mio di sue beneficenze, lasciò suo erede
vero artigiano e di sventurati fanciulli, universale I' osped de da lui fondato, e
eia I. e piìi antica essere l'orfanotrofio de* fu tumulato iu s. Giobbe con iscrizione
Gesuali. Dicelo ly/rtto^frw/Jrt/e; L'oi fa- sulla toud)a, ove fu incisa la sua effi-

iiotrofìo mascbilealla Visitazionedi Ma- gie. La figlia Lucia ottenne, cbe T ora-
ria Vergine sulle Zattere, è diretto Inter- torio fosse di sua ragione, v'istituì in
iiamente da'ciiierici regolari souìascbi, ed priore il pio sacerdote Filippo, a cui
accoglie e mantiene I 1 5 orfanelli, cbe s'i- consegnò 1' amministrazione del luogo;
slruiscono nella religione e nellostudio,e e poi nel 1422 pei- la fedele esecuzione
si esercitano in vari mestieri sino all'età delle paterne disposizioni vi prepose al
d'armi 1 6, e in vìa di eccezione sino a' 1
8, governo g Concesse poi 1' orato-
nobili.
essendodireltodal rettoieparticolaredel- rio al b. Pietro da Pisa fondatore dei
io stabilimento. La Civiltà Cattolica de' girolamioi, col patto cbe vi dovesse con-
21 agosto i858 riporta lo scrittole da servare prete Filippo. I girolamini abi-
Venezia, quanto ad alcune opere gioì io- tarono nell'ospedale 3 anni, lasciandolo
se alla religione, ed utilissime alla socie- nel 142^ colla condizione cbe dentro un
tàj ivi fiorenti.» Ed in prima 1' Orfa- anno dovesse ricoverarvi poveri, o al- i

ììOlrofio de" Gestiatì, da 5 annida cbe tra comunità religiosa, eh' era l' infen-
lo reggono cbierìci regolari somascbi,
i zione di Lucia. Piitardò fino al 1428 la
è ormai divenuto un istituto modello, sostituzione, in cui vi entrarono i minori
Già fin d'ora alcuni de'poveri orfanelli osservanti con beneplacito di Martino V,
alle loro paterne cure adldali, percliè ne fiorenti in somma riputazione di santi-
siano allevati nella buona morale e nelle là ; ed a' quali nel 14^4 Lucia virtuo-
arti, iianno vestilo l'ubilo de'loro istitu- sameiite cede il padronato assoluto, in-
tori ". sieme all' adiacente spedale pei poveri.
46. Agostiniani eremitani e nitri re- \ religiosi volendo allenare l'oratorio
polari di s. Cristoforo della Pace, Isola e fondarvi cbiesa piìi ampia, ricorsa Lu-
e cimiterio pubblico. V. §XVIIl,n. 17. eia a Eugenio IV percbè l'impedisse,
47. Minori Osservanti di s. Giobbe nel \^\i fu vietato in memoria dell'il-
volgarmente Sant" Jgioppo. Il sacerdo- lustre fondatole, e per aver nell' oialo-
te Giovanni Conlarini, dopo aver ridot- rio celebrato molli cardinali, de' quali
to a compimento il monastero di s. Gi- taluno assunto al pontificato. In venera-
rolamo per ricovero di sagre vergini, nel- zione di cbe, quando frati in dello an- i

la sua inesauribile pietà e carità, volle no cotninciarono a flibbricare la vasta


fondare un ospedale pe' poveri. Nel se- chiesa, lasciarono da un lato intatto l'an-
stiere di Canalregio comprò un sufilcien- lieo oratorio. Morta la pia matrona Lu-
te sito nel 1 378 per ergerlo, ampliando- eia nel i447> fu sepolta in particolare
ne nel i 38q i confini coli' acquisto di deposito nel chiostro. Giunlo intanto a
nuove case e il permesso del maggior Venezia per seminarvi la parola di Dio
V E N VEN 193
5. TJeriiintliiio (Iti Siena, prefen il con- senxa culto. Il Gavazzi, sloricodi s. Giù-
vento lii s. Giobbe per sua umile abitazio- slina, lo crede s. Luca Stipo-
il corpo di
ne, vi attirò miiabil concorso di persone a la sacerdote. Asserisce Diario Romano il

venerili tie la santità, fra le qnaii il sena- a' 18 ottobre, possedere la basilica Va-

tore C^i^lofolo IMorOjCtii predisse il prin- ticana il capo del s. Evangelista,, la Libe-
cipato patrio; laonde canonizzalo n-il i 4'io riana i\n braccio, la chiesa del Gesù una
il santo defunto, nel seguente il Moro e- insigne reliquia. Abbellita la chiesa colle
ressein s. Giobbe io suo onore magnifica munifitenze del Moro, fu consagrata ai

cappella, e con aumento di fabbricbe di- 14 aprile i493, indi essendosi rinno-
latò l'anguste abitazioni de'religiosi,con vata nella più parte, la riconsagrò a' i4
lu.jgbi da lui ac(juislati. Passalo in Uoina aprile i Sg? Girolamo Pvighelti vescovo
ambasciatore a Nicolò V, nel i4'^4 ^^' di Caorle. Si venerano in essa il corpo
tenne alla cappella peipelue indulgenze. di Antonino martire, e si crede quel-
s.

Innalzalo poi al dogado, indusse il se- lo che da carnefice trucidati molli ss.
nato a proclamare a' i5 maggio i470 Martiri, convertitosi fu loro compagno
s. Bernardino tra' proiettori della città, nella gloria, e fu tratto da' cimiteri ro-
e la sua festa solenne, eguale a quelle mani. Un osso di s. Stefano Papa e
I

de' ss. Teodoro e Magno. Già ad onore martire; porzione della mascella e un
del santo erasi eretta sotto la sua invo- dente di s. Calisto I Papa e martire, ed
cazione una confraternita in Francesco s. altre relitiuie. Nel chiostro, oltre il doge

dellaVigna,e altre simili neh 453 in s. Ma- Moro, vi furono deposti il doge Pietro
ria Gloriosa ed in s. Giobbe stesso, onde Loredan, e la dogaressa Alidea Morosini
il convento dell'ultima per alquanti anni moglie di Nicolò Tron. L'antico oratorio
s' intitolò de' ss. Giobbe e Bernardino. di s. Giobbe, nella rifabbrica compreso
Inoltre il doiie
o Moro fece costruire altre neir interno del convento, accanto alla
cappelle nella cbiesa, e morendo le la- chiesa fu mutato in una cappella sagra
sciò ricche suppellettili e 10,000 duca- alla Madre
Dio, con messa quotidia-
di
li,ordinando d'esservi sepolto co' piedi na, secondo volontà del fondatore a
la

nudi e coli' abito francescano. F'iiro- comodo de' poveri del contiguo speda-
no suoi altri doni alla chiesa di s. Giob- le, coir assenso dato nel i5i2 dal colle-
be, la dìvota iu)magine del suo aoiico gio capitolare di s. Geremia. Compresi
s. Bernardino scolpila in cedro, posta i frali nel decreto della generale sop-
nell'antico oratorio, ed ora trasporta- pressione, convento per la massima
il

ta nella sagrestia; ed il corpo asserto parte fu demolito e aggiunto all'orto già


di Luca Evangelista, a lui offerto do-
s. di essi, per la formazione del giardino
po aver Maomello II occupato Jaitza ca- botanico, pel narrato nel n. 9, saggia-
pitale della Bosnia, ove si venerava. I mente introdotto nel tempo del regno
benedettini di s. Giustina di Padova van- Italico, custodito con amore e intelligen-
tandosi di possederlo, sostennero una za. E qui dirò col Sansovino, che un tem-
questione^ ma il cardinal Bessarione le- po Venezia ebbe 23 orli botanici. Dell'o-
galo, nel 1463 dichiaiò idenlìfìco e ve- dierno, per non interrompere la descrizio-
ro il portalo a Venezia. I benedetlini ne, dirò alquante parole al fine di questo
però appellarono a Pio II, il quale de- numero, col eh. Zanotlo. La chiesa di
putò ad esaminar la controversia car- i s.Giobbe sussiste, ed è succursale di quel-
dinali Carvajal ed Eruli, che ordinaro- la parrocchiale di s. Geremia profeta.
no sospendersi ogni culto al prelesocor- E una delle più pregevoli di Venezia per
po di s. Luca riposto in s. Giobbe, per la copia ed eleganza degl'intagli in mar-

cui ueir aliare della sua sagrestia giace mo, e pe' vari suoi belli dipinti. Il i.'
VOL. xci. i3
i94 V E N VE N
di essi, col s. Titolare, è del moderno in area per lo spazio di metri iS.GDi,
Lnllaiizio Querena. Il grandioso depo- compresi i fabbricati e il piazz<de che lo
sito a Renato de Voyer de Palujy, inor- piosp.etta. E" cinto adue lati dall'acciue
lo ambasciatore in Venezia, fu scolpito della laguna, che ivi formano canale.
da Penaucon disegno che gli venne da Contiene [)iù di 5,5oo piante, prime
Ilooia. Neir altro altare Paris Bordone delle quali si notano per dimensioni gi-
dipinse con molto suo onore le 3 grandi gantesche, la Yucca alolfoli a, il Piala'
figure de' ss. Pietro, Andrea e Nicolò. fins orientali.';, il Morus papyrij\ra,\n
J'iltoresco partito è quello di s. Pietro, Gleditschia triacanlcros, due Ginko bi"
elle sembra guardare con invidia il fìa- lohn maschio e femmina, un' Araiica-
lello s. Andrea, a cui un Angelo reca la ria excelsa della Nuova Olanda. Vi è
palma del martirio. La mezzaluna vi fu quindi copiosa collezione di piante gras-
aggiunta nel 1722 da Giovanni Bambi- se spettanti a molte famiglie e generi,
ni, modernamente i-estaurata dal Flo- stimata la più numerosa ora esistente in

rian. Nella vicina cappella la Nascila di Italia ; ed altra collezione ricchissima di


Gesù, è del Savoldo; opera di tinta bel- Camelie saliente al numero di aSo di-
lissima e di condotta diligente. Anclie verse specie. La disposizione di quest'or-
qui alletta il parlilo di que' curiosi pa- to botanico presenta, quando giardini a
stori, inlrodolti con giuoco pittoresco. disegno, con n)olle specie di piante ta-
Nella sagrestia la tavola dell' altare con gliale a piramidi e ad altre forojc; quan-
1' Annunziata, s. Michele e s. Antonio, è do viali fiancheggiati da fitte spalliere
aifatlo Vivarinesca. In faccia all' altare, i\\Laurus nohilisj quando boschetti con
è bell'opera e ben conservata di Gio. cinte di Saxus Laccala j ove recinti, ove
Bellino, il quadretto con Maria Vergi- serre lepidarie e calidarie, ed ove terre-
ne, che ha a'Iati i ss. Gio. Ballista e Ca- ni quadrali, in cui sono disposte le pian-
lerina : di fìanco è il ritratto del decesso te secondo il sistema di Linneo, ed ove
doge benefattore C. Moro, bel lavoro di raccolgonsi le altre piante medicinali,
G. Bellino. All'altra parte della chiesa, divise dalle tintòrie, e da quelle che ser-
la tavola del i.° aliare dipinta in gran bano in sé veleno. Né qui niancano re-
piastra di rame, con Maria Addolorata cessi ombrosi seminati di ruderi anti-
fra' ss. Francesco e Antonio nell'olio, e chi, né canali in cui allignano piante
s. Diego al basso, è opera di Carletto Ca- marine; né un pittoresco rialzo, divisa-
liarj sì bella da sospettare che Paolo vi to a modo di colle, in cima ai quale po-
aiutasse il figlio con qualche col pò del suo standosi, vien fatto dominare la circo*
facile pennello. La penultima cappella il stante Laguna e la prossima stazione
Moschini la congettura scolpita da Pietro della ferrovia. In breve, è uno stabili-
Lombardo: l'ultima lo fu d'Antonio Ros- mento che odie studio e diletto. Conosco
selli fiorentino. L'orto botanico, fondato di Forlunalo Luigi Naccari, Flora Fé-
per disposizione governativa dal fu prof. lieta, Venezia 1826, presso Leone Bou-
Francesco Du Pré, venne poi allargato vecchiato.
e disposto dal padre e da' figli Rucliin- 48. Agostiniane di s. Lucia. Soppres-
ger, e di presente è tenuto in bell'ordi- se le monache nel 1810, la chiesa esiste,
ne dall'espertissimo giardiniere-botanico e la descrissi nel § Vili, n. 4' delle par-
Giuseppe, uno de'Iodati figli. Serve l'or- rocchie. 11 loro chiostro, demolito in par-
loalle lezioni delie pubbliche scuole rea- te, oggidì serve ad iiflizi di ilogana per le

li, a quelle del ginnasio ce, ed è riguar- merci della strada ferrata.
dato unode'più ricchi e ben tenuti d'Eu- 49. Cistercieìisi e Beaedelline d O-
ropa. Di forma quadrilunga, si estende gnissanli, ora delle Cappuccine Con-
V E N VEN ig'?

cctle fi' Ognissanti. Minacciando rovi- pe* trasferimenti, ne pel nuovo mona-
na l'antico monastero delle Cislercirn' stero mai aveano impetrato l'autorità
sì «li 8. iM;»ri;heiita, in Toicello, limo- pontificia, si rivolsero supplichevoli per
rose perciò le monache e affli Ile dall'in- l'assolutoria ad Alessandro VI, il quale
temperie dell'aria, ceic.irono un rico- accogliendo paternamente la dimostra-
veio leligioso in Venezia. Per eredità zione filiale, a' 5 marzo i494 '"S''"'*''^
d'una delle religiose, pervenuta in pro- al vicario generale del patriarca di Ve-
prietà del monastero una casa nella par- nezia, di prosciogliere le monache, qua-
rocchia de'>s. Gervasio e Prolasio, nel se- lora vi fossero incorse, da qualunque vin-
stiere di Dorsoduro,nel 1472 con pubbli- colo di scomunica, e che estinto nel mo-
co [)ermesso le cistcrciensi acquistarono nastero l'ordine cisterciense, vi sostituis-

alcune piccole case contigue, eressero in se quello di s. Benedetto di cui seguiva


forma monastero un ospizio, onde vi
dì la regola. Poi nel 1496 ammise il mo-
abitassero con religiosa risei'va alcune nastero d'Ognissanti alla partecipazione
converse soielle, che u)andavano in Ve- di tutte le prerogative ed indulti concessi
nezia per le provigioni e interessi, indi in da Eugenio IV alla congregazione Bene-
tale luogo, benché ristretto e fabbricato dcltina Cnssinese^ il che confermò nel
nella più parte di tavole, si ritirarono 8 i5oo. In seguito ridotta a compimento
monache col consenso del patriarca Gi- la chiesa, fu consagrata a'22 luglio f 5S6
ranii ; vi stabilirono la loro dimora, e da Girolamo Picgazzino vescovo di Caor-
poi contigua eressero una chiesa di tavo- le ; e poco dopo ne furono accresciuti gli

le sotto r invocazione di Maria Verdine spirituali oruritnenti co'corpi de' ss. Mau-
e di Tutti i Santi, coir aiuto principal- rizio e Demelria martìri, che con altre
mente della pia Corovella IMarzana ma- insigni reliquie vi furono trasportali dal-
dre d' una monaca, e per averle offerti le catacombe di Roma. Le benedettine
lutti i suoi beni per la fondazione del nuo- furono così esemplari, che il zelante pa-
vo nioniistero. Ciò stabilitosi e con facoltà triarca Conlarini nel i5i8con i4di es-

del patriarca, nel i.°del mona- i474 '^ se e Cipriana Landò per abbadessa, vi
che elf'ssero a badessa e fondatrice Eu- rifljrmò monastero de' ss. Biagio e Ca-
il

frosina Berengo cistcrciense di s. Matteo taldo della Giudecca,e vi fece risplendere


di I\lazorbo. Qui vissero molli anni le la monastica osservanza. Le benedettine
buone religiose in somma penuria, fin- soggiacquero alla soppressione deh 8 10;
ché provvidenza soccorse l'estrema
la nel quale chiusa la chiesa si spogliò del-
loro povertà con fare che un'immagine le stM[)ende pitture di Fanlo che posse-
della JNJadonna posta in oscuro angolo deva, le «juali furono trasportate parte
del monastero, prodigiosanjente nella nell'accademia di Venezia, parte in quel-
notte precedente alla festa della Visita- la Milano, e parte altrove. Ora il
di
zione a s. Elisabetta del 1 5o4, tutta si monastero e la chiesa appartiene alle
vedesse ris[)lendere di lume celeste, onde Cappuccine Concelle, le quali avanti
fu trasferita nella povera chiesa e riposta la soppressione dimoravano nel mona-
onorevolmente sopra l 'altare. Seguirono stero di s. Antonio di Castello, come di-
poi tanti e grandi miracoli d' istanta-
sì rò nel n. 74, e ripristinate in Venezia eoa
nee guarigioni, che concorsa la città lolla sovrana risoluzione de' 7 luglio 1820,
a venerarla offri tante copiose limosine, con un ricco legato per 1' educazione gra-
che con esse non solo si potè rifabbricar no- tuita d'un collegio di 12 giovani nobili e
bilmente la chiesa, ma anco dilatare e for- povere. Vi è il confessore, il cappellano,
tificare le fabbriche del monastero. Frat- la badessa, la vicaria, con 27 coriste, i3
tq^to cùusideraudo le cistercieusi, che né converse professe e una novizia.
igr, VEN VEN
5o. Denedeltìne de'sx. Cosma e Da- morte le monache conventuali e soppres-
miano al In Giudecca. La badessa beiie- sa r abbazia, olleime buona parie di len-
flellinaMarina Gelsi del monastero di s. dite al monasteio (la lei fondalo, a cui ^f.'

Malico oMaffiodi Murano, non riuscen- ce ritorno nel 1 52 3, e pochi giorni dopo
do coir esimie sue virtù a ridurlo al pri- piena di meriti uìorì. Di poi la chiesa fu
miero fervore, desiderosa di servire a Dio consagrala nel 1 583 da Giulio Soperchio
in luogo di più severa osservanza, dopo vescovo di Caorle. In essa si veneravano
ripelule istanze, ottenne dal vescovo di le reliquie de' ss. Titolali, un dito di ;«.

Torcello d' essere trasferita al oionaslero Secondo martire, 1' ossa de' ss. lunocenli,
di s. Eufemia di Mazorbo, di cui pure i cor[)i de' ss. Liberalo, Ilaria e Donata
fu eletta badessa. Tosto però s' avvide a- martiri, con tali attribuiti nomi traspor-
ver mutato luogo, rna non la greggia. tati da' cimiteri di Roma. Per la sop
Tentali inutilmente i più forti mezzi |>er pressione de' regolari, le benedettine i.'el

rendere le monache osservanti, pregò 1810 abbandonarono monastero, che il

nuovamente il vescovo di poter vivere colla chiesa furono destinati ad altri usi.
monaslicanienle colla pia religiosa Do- 5 /égoati ninne dello Spirilo Santo.
1 .

nala Trevisati, nella casa privata de' fra- Maria Garoldo monaca di s. Caterina, per
telli. Ottenuto il permesso, nella solitu- r ardenlissimo desiderio di fondare un
dine trovò pace; ma eccitala da Dio alla monastero sotto l'invocazione delloSpi-
fondazione un monastero, colle sue fer-
di rilo Santo, fu aiutata dal halello Girola-
vorose orazioni per conoscerne il modo, mo segretario del senato, e dal pio prete
giacché priva alfalto di mezzi, ebbe in Giacomo Zamboni, i quali comperarono
rivelazione essere volontà divina che nel- nn fondo capace nella parrocchia di s.

l'isola della Giudecca cercasse la divota Gregorio, nel sestiere di Dorsoduio. Ot-
Elena e nella sua casa edificasse la chiesa tennero pei messo e lode dal patriarca Gi-
e il monastero col titolo de' ss. Cosma e rardi, e dal senato 1' autorizzazione a'iy
Damiano martiri. Marina ubbidì, e fat- aprile r483. Indi disposta 1' abitazione
ta ricerca d' Elena, la trovò sulle soglie per monache, il patriarca recatosi nel
le

dell' abitazione festevole in vederla. Ma* monastero y4gostiiiiano di s. Caterina,


liifeslaloil motivo della venula, la pia don- domandò alla badessa Maria Garoldo
na esultante oftrì la propria casaealcun'al- un'altra corista e due converse ; conces-
tre contigue di sua ragione. Allora Marina se non senza ripugnanza, furono trasferi-
implorata I' assistenza del doge Gio. Mo- te a! nuovo chiostro, cosliluilo monaste-

cenigo, il senato neconcesse licenza, e pel ro dello Spirilo Santo. Priucipii così fe-
suo ambasciatore Zaccaria Barbaro otten- lici, furono in breve lurbiili da gravi
ne le bolle necessarie da Sisto IV nel i48 i, aciiuse insorte contro la fondatrice, giu-
colle quali fu autorizzata a fabbricare ridicamente riconosciuta innocente. Ma
chiesa e monastero, e d' introdurvi mo- la monaca Cecilia Vacca, principale ac-
nache osservanti Benedeltìiie, co' privi- cusatrice, appellò alla s. Sede. Fattosi
legi dell'ordine. A' 20 luglio il patriar- nuovo processo, l' abbadessa Garoldo fu
ca Girardi benedisse lai.'pietra da porsi deposta, e rinchiusa in luogo ristretto :

ne' fondamenti della chiesa, e ridotta a ricorse ad Alessandro VI, che nominò
perfezione la fabbrica, a' 2 I marzo 149"^ commissari ad esaminar la causa, ma
costituì Marina Gelsi in i.* badessa, l^cr altro non si conosce. Intanto il monastero
27 anni mirabilmente governò il mona- nel 1492 fu aggregato al celebre ospeda-
stero, e il patriarca Gontarìni se ne servì le e ordine di s. Spirito di Roma, preroga-

per riformare quello dis. Secondo nel tiva confermata da Alessandro Vi nel
iSiQ. Ivifu badessa per 6 anni, Huchè 1493. Bramosi alcuni di voli secolari degli
YEN YEN 197
spiiiltiali beneficii perciò acquistali dal- ta celebre di s. Rocco coli' inlenzione di
le (iiunnclie, i>lituii'oiio la confraternita fabbricarvi un magnifico tempio in ono-
dello Spirilo Salilo in sulliagio dell' ani- re del suo s. Titolare, per collocarvi il

me penanti, ei igeiulo 1' oratorio nel sito corpo da non molto tempo ricevuto da
concesso dalle monache contiguo alla Voghera, e comunemente credulo del
chiesa, con annua contribuzione ; alla celeberrimo s. Rocco di Montpellier. A-
quale poi mancando i confratelli, restan- veaiio perciò comprate alcu-
i confratelli
do disubbidienti quantuii(|ue legahnenle ne case contigue all'oratorio, che servi-
obbligali da'patriarchi e dal maestro ge- vano a mal fìire, e già stavano in procin-
nerale dell' ordine, nei i53o furono to di por mano all'opera, quando venuta
minacciati Continuan-
di scomunica. a Venezia suor Chiara conversa cister-
do i confratelli il mae-
nell'ostinazione, ciense di s. Margherita di Torcello, don-
stro generale Gio. Pietro de Santi nel na pia e d'animo virile, iu traccia d'un
i532 dichiarò la confralerniia priva. di ricovero per le sue angustiate monache,
tulle le grazie e indulgenze, ed in conse- poiché quel chiostro minacciava rovina;
guenza sciolta e annullata qualunque ne inteiessò alcuni pii gentiluomini, i
volta ricusasse adempiere i suoi doveri quali persuasero i confratelli di s. Rocco
col monastero. Colla conferma del decre- di cedere alle monache il luogo dell'ora-
to, fidl.i d>» Clemente Vii, ebbero linai- loiio e r acquistate abitazioni. Subilo si

niente lerujine i dispendiosi litigi. Lo cominciò la fabbrica del monastero, ed


slesso l'apa nel i 533 confermò pure tul- acciò i principii fossero illustri, ed i fetleli

li 1 privilegi del monastero, l^aolo Ili venissero eccitati a concorrere al solleci-


avendo sospeso l'indidgenze dell'ospeda- to proseguimento, fu scelto il misterioso
le di s. Spirilo di Roma, e di tulli gli altri giorno del venerdì santo per dar mano iti

spedali e pii luoghi, di[)oi nel i53g, per esso alla fabbrica con funzione solenne.
«occorrere il inonaslero, bisognoso di In quella mattina il predic-jlore agosti-
pi Olili lipari, le rinnovò a suo favore. Si iiiano Giovanni Signori genovese, del-
fr.

ignora quando fu consagiata la chiesa, la vicina chiesa di s. Stefano, dopo aver

però se ne celebra la dedicazione a^ i


-2 eloquentemente eccitato l'uditorio a me-
luglio. Soppresse le monache nel i8o(ì, ditar la Passione del Crocefisso, inalbe>
furono allora concentrale con quelle ili rata la di lui ss. Immagine, portossi ac-
s. Ginslinn, e poi del lutto cessarono per compagnato ila'supi religiosi e da nume-
l'allro funesto decreto del i8io. La chie- roso popolo al luogo destinato alla fonda-
sa restata chiusa venne ria-
nel i8o6, zione del monastero. Quivi egli animò i

perta nel i8o8, e nel i8io destinala u fedeli all'aiuto della di vota impresa, dopo
succursale della parrocchia di s. Maria di che in quel punto fu eretta una cap-
del Rosario, volgarmente i Casuali, e lo pella di tavole, e pochi giorni dopo il pa-
è ancora. Essa ha un ricco deposilo dei- triarca Girardi a'aS aprile i488 pose ìa
la famiglia Parula, luia bella tavola del I
.'^
pietra benedetta ne'fondaiuenti della
Buonconsigli, esprimente il Piedentore, chiesa, la quale dalle religiose cislercieu-
ed Girolamo e Secondo, ed una non
i ss. sì in grata memoria delle beneficenze ot-
inen bella di G. Bassano con ss. Pietro i tenute dalla confralerniia di s. Rocco, «
e Paolo apostoli. per quel monastero di s. Margheri-
la del
52. Agostiiditiie de ss. Rocco e Mar- ta di Torcello, fu denominala ùqss. Roc-
gherila. Wella parrocchia di s. Samuele, co t Margherita. Aleni re progrediva col
nel sesliere di s. Marco, fu fabbricato iu di vili favore la fabbrica, le monache di

remoti tempi un oratorio a s. vSusanna, Torcello, alle({uaii un beuefaltore avea


in cui nel 1 485 si Irasfcii la confralgrui- risarciti i già pericolsuli edifizi^ ricutaro-
198 V E N VEN
nodi voler passare a \eiiezia, restando non se per nomi
e per le cariche che
i

tiisanimati i governatori della fabbrica. attualmente coprono gli ecclesiastici io


Allora Iddio suscitò la nobile vedova Venezia ; laonde nel giovarmene, come-
Mella Balauzaiio di donar se slessa e le chè d'altronde utilissimo, usai non poca
fcue proprietà al nioiiaslero, laonde i go- cautela, e talvolta con pena non potei a
vernatori rac'celtarono per madre e fon- meno di notarne alcun errore, che sa-
datrice, ed ella scelta la regola di s. Ago- rebbe bene per decoro della gran città
monastero ago-
slino ne vesti l'abito nel eliminare, veramente popolala di dotti
stiuiauo di s. Andrea di Zirada, co\ no- ecclesiastici e secolari. Nella chiesa si

me di Lucia. Ritornala poi al suo non venera una divota immagine della Bea-
perfezionato chiostro, fece la solenne pro- ta Vergine, del cui prodigioso arri-
fessione, ed assunse il governo del mona- vo dà S[),ula, ove riscuoteva divozione
iiteio, nel quale in due anni si chiusero suir maggiore della cattedrale di
altiire

molle vergini anche di patrizie famiglie, s. Zaconia


jNIaria Orlocasta, alla villa di
come si espiime il Corner, fra le quali e collocala nella chiesa appositamente
Lodovica Usnago monaca di Toi cello con fabbricata, da dove fu trasportala a iNa-
suor Chiara snmmentovata, con pontifi- poli di Piomania nella chiesa di s. Teodo-
cia dispensa. L' ab. Ca[)[)ellelli dice, che ro, poi uìiracolosameule passata in quel-
il senato nell' approvare 1' erezione del la de' ss, Apostoli, e finalmente da questa
monastero, circoscrisse la nascente co- nel 54 recala in dono al tem'[)io de*
1 1

ninnilà per le sole figlie di famiglie patri- 6s. Rocco e Margherita da Francesco
zie. Per l'eseuiplare osservanza delle^go- Barbaro fratello d'una religiosa, il Cor-
stìniane, nel 1 490 il senato domandò pel ner riporta la dazione di una cronichet-
1

suo undjascialore Ermolao Barbaro ad ta del uìonastero. Le moiiiiche risentiro-

Innocenzo Vili, l'indidgenza plenaria a no subilo gli edelli della proiezione della
chine visitasse la chiesa e contribuisse li- gran Madie di Dio, essendo stale alcune
inosine al monastero. Nel partire con- i di loro istantaneamente sanale da gravi
fratelli di s. Rocco dal luogo donarono infermità, ed il monastero che penuiiava
jjna mascella di s. Rocco, e dalla catte- sommamente di viveri, fu bentosto dalla
drale di Caorle le monache ottennero provvidenza divina con abbondanza soc-
una mascella di s. Margherita vergine e corso. Nel i59y erettosi nella chiesa i\n

martire. Indi a' 12 settembre i SyS fu la nobile altare di marujo, a' 2 luglio vi fu
chiesa consagrata da Marzio de Medici collocata la prodigiosa ss. Immagine, cul-
\escovo di Marsico Nuovo, coma da r intervento del cardinal Friuli palliar^
epigrafe che vi si legge scolpita; il qua- ca, di 4 vescovi e di numeroso clero. Al-
le vescovo moriva agli 1 1 novembre l'uitercessione della medesima, implora^
ì5'/^, siccome dalle Inscrizioni di s. la dalle monache con fiducia, deve il mo-
Maria dell'Ortodel cav. Cicogna, il qua- nastero la sua manifesta |)reservazioneda*
le notava 1' errore dell' Ughelli, del Cor- due furiosi incendii de'6 febbraio 1744»
naro ed altri che lo dissero morto nel quando bruciarono le contigue case di
iSyS. Ma il libro : Stato personale del tavole, e della notte precedente la i/ do-
Clero di /^c/2ez/^, mentre con precisione menica d'ottobre 1747j che incenerì il
riferisce l'epoche delle coosagrazioni del- vicino teatro di s. Samuele. Essendosi
le chiese esistenti, di questa non dice nul- allora dalla badessa rinnovala quasi in-
la né è a maravigliarsi perchè questo li-
; teramente e in ornata forma abbellita la
bro, come m'istruirono coltissimi vene- chiesa, fu ad onor di Maria edificalo uà
ziani, e mi accorsi in progresso de' miei nuovo aliare di fino marmo, in cui co
studi, pi'oprìameute non fa autorità se pompa solenne fu riposta la prodigio
VEiN V E N 199
sa ti. Immagine lySi dal
1' ii luglio greca, con posticce barbe alterandosi le U-
piitriarca Foscaii. Le monache agosti- sonomie, crederono pili sicuramente ne*
niane finirono nel 1810 colla tlislru- crocicchi nottetempo assalire e ammaz-
zione delle famiglie claustrali, che va- zare. governo rigorosamente proibì le
Il

do aniaraniente deplorando. La chiesa barbe alla greca, ed ordinò che a spese


l'irunse chiusa sino al 1 8 7, in cui il he-
1
dell'erario i parrochi rischiarassero con
nenierilo leste defunto in odore di santi- lumi i sili meno frequentati. I parrochi
tà, e venerando da vero, sacerdote d. disposero fanali con fioca luce innanzi a
Pietro Ciliota la ridonò al culto, gene- sagre immagini, aHinchècol loro aspetto
rosamente fondandovi nell'annesso mo- divoto, i ribaldi maggiormente si tratte-
nastero \' Istituto Ciliola, eh' è mante- nessero di commettere nella notte scandali
nuto dalla carità de' fedeli, ed ha per e delitti. Da queste sapienti vedute politi-

iscopo l'istruzione gratuita di circa i.^o che e morali, derivò («arse il pio costume,
fiiiiciulle povere. Ha il direttore, il con- tanto poi diffuso Delle città e luoghi di
fessore, la superiora, ao maestre e 17 Europa, di erigere negli angoli principal-
fanciulle ricoverate interne. Ahhianio il mente delle strade, tabernacoli e altarini
hhro Intorno alla vita e mi'
intitolato: con ss. Immagini e lumi avanti, anche di
rabili azioni del sacerdote veneziano giorno. » Ecco poi nelle dette Immagini,
d. Pietro Ciliota della parrocchia di avvedutamente ne' canti delle vie poste
s. Stefano, morto in concetto di speda- in dì, ne'quali per una divozione di fede

giorno 11 novembre 1846,


le santità il di continuo miracoli vedevans», l'origi-
morali ragionamenti del sacerdote D. ne di quegli altarucci o capitelli, che tut-
E. D. /4. della stessa parrocchia j Ve- tora e di frequente, quasi domestiche are,
nezia 1857 tipografia di Gio. Battista per Venezia si trovano, innanzi a' quali
MerlOjCon ritratto del servo di Dio.L'au- una lampadelta si ali-
da' religiosi vicini
lore che modestamente ascose il nome, è menta, un mazzolino di fiori si sospen-
d. Eugenio dall'Asta cooperatore di det- de, innanzi a' quali dal pargolo di felice

ta parrocchia, come leggo nello Stalo innocenza, che tratto viene alla scuola, fi-

personale. no all'uomo sviato, indistin ta meo te ognu-


5'i. Francescane di s. Maria Concetta, no, e riverentemente, si china". In piìi

volgarmente i Miracoli. Francesco A ma- luoghi poi narrai, le chiese eh' ebbero 0-
di pio e ricco veneto, per eccitare gli altri rigine dalle ss. Immagini esposte nelle pa-
a quella divozione ch'egli teneramente reti esterne degli edifizi, rispondenti alle
prolessava alla Madre di Dio, ne fece di- vie pubbliche. Quanto all' illuminazione
pingere l' immagine rinchiusa in un pie- della città di Venezia, discorro nel n. i

colo nicchio di tavola, e l'appese al mu- «lei § XVI). La divozione dell' Amadi
ro d' una casa vicina alla sua ahitazione fu secondata da Marco Rasti ivi vicino
nel sestiere di Canalregio,di proprietà del- d' abitazione, facendo ardere continua-
la famiglia Darozzi, nella parrocchia di s. mente una lampada innanzi la ss. Imma-
Marina, sulla puhhlica Strada, secondo gine, a cui ne' sabati aggiungeva candele
il lodevole costume, che aoticafnenle di- di cera accese, il che promosse la divozio-
cevansi Maestà, e lo descrissi ne'due ar- ne pure degli abitatori circostanti. La ve-
ticoli. (Trovo opportuno qui riprodurre nerazione sì aumentò pel miracolo che
quanto di analogo riferisce ilcav. Muti* fece a' 2 3 agosto j48o, ad una buoua
nelli. Annali Urbani di Kenezia, ripe- donna, mentre nella sera vi pregava in-
tendo V origine di costume, con uu
tal nanzi, secondo il suoquotidiano costume;
cronista al 1 1 28. Giovandosi alcuni scia- imperocché assalita da un suoparenle per
gurati della moda della lunga barba alla ingiusta lite, a tradimeolocou diverse fé*
V E N
lite la fece cader semiviva. Invocò ella in !a ss. Vergine giorno e notte, e provo-
suo aiuto a gran voci la ss. Vergine Ma- casse le divine benedizioni sopra i bene-
ria,onde allo strepilo accorsi vicini, tro- i fattori e la repubblica, acquistarono dal
varono la spaventata donna senza lesione lìarozzi quelle case stesse sui muri delle
alcuna. Alla fama del miracolo, col popò «jnali r Amadi avea aflisso la ss. Imma-
lo vi concorsero moltissimi infei mi a in- gine, e nel i483 cominciarono la fd)bri-
vocare dalla prodigiosa immagine il iuo ca del monastero, compita con quella
patrocinio, e ricuperarono la sanità. Mol- della chiesa. Formato il monastero, nel
1487 furono scelte ad abitarlo 12 mo-
'
tiplicatisi i miracoli, Angelo nipote del-
l'Amadi, imitatore di sua esemplare di- nache Francescane di quello esemplare
vozione versola Madonna, fece tosto in- di s. Chiara di Murano, recandosi ii pa-
nalzare contigua alla sua abitazione una triarca Girardi a benedirle insieme al
piccola coppella, in cui collocò la ss. Im- luogo, cosliluendo poi m badessa e fon-
magine, ed ottenne dui patriarca Girar- datrice suor Margherita, in conseguenza
di di farvi celebrare la messa, benché il dell'approvazione del monastero di Si-
Karozzi gliene avesse contrastato il pos- sto IV, consegnando ad essa le chiavi.
sesso. Dipoi il pievano di s. Marina, Mar Dionisio greco vescovo di Mellipotamo,
co Tazza, col consenso d'Angelo Amadi, consagrò la chiesa il i. "settembre 566. 1

costituì alcuni procuratori per l'erezio- Dipoi furono pubblicate: Cronichtila


ne d' una chiesa, a tale effetto acf|uistan- dell' origine, principio ti fondalione del-
tlo nel sestiere stesso di Canalregio alcu- la, chiesa et monastero della Madonna
De casette contigue a' 28 settembre di de.' BJiracoli di f'enetia, Ivi, per li Ba-
detto anno, colle lìmosine raccolte da'^li- bà 1664." Pietro Cechia, Croniche del-
voli, ascendendo a più di 3o,ooo duca l' origine e fondazione del monastero e
li, disegnando nell'area la pianta di oja- chiesa della B. Vergine de' Dliracoliy
tempio. Indi l' 8 dicembre, festa
giiifico Venezia 1742. Le francescane vi dura-
dall'Immacolata Concezione, il patriar rono sino alia generale soppressione; il
ca Giraidi benedisse la (.'pietra e la pose monastero fu tramutato in abitazioni
ne' fondamenti ; e nel seguente i 48 i òì piofine, e la chiesa mirabile venne di-
sto IV approvò 1' erezione della chiesa, chiarala ed è oratorio sagramenlale del-
la ricevè sotto la piotezione di s. Pietro, la parrocchia de' ss. Canzio, Canziano
eia esentò dalla giurisdizione parrocchia- ec. La chiesa de' Miracoli risplende per
le. A '2 5 febbraio la ss. Immagine fa Ira- grande ricchezza di marmi greci e di va-
!«[iorlata in ben disposta cappella di ta- rie ddigenli ed eleganti sculture con :

vole, innalzata nel centro del piano de- disegno che gli fu dato, scelto da quelli
stinato al nuovo edifizio, con pomposa fitti da'più valenti architetti della città,

processione a cui intervennero le scuole r edificò Pietro Lombardo, aggiungen-


grandi. Fialtanlo vieppiìi aumentandosi dovi la maggior cappella e il vólto che
r ollerte de fedeli, in <j anni si potè com- vi uianca vano. Nelle i'^aft/^m'/je di Vene-
pire il sontuoso tempio, che per la copia zia sono 8 tavole illustrate dal Sel-
vi

e preziosità de' marmi fu riconosciuto va, con aggiunta del Zanotto. La pianta
dal Sabellico il piìi cospicuo di Venezia è un rettangolo, ed all' estremità vi è la
dopo la basilica di s. Marco ; decorato cappella con 1' altare isolato nel mezzo,
eziandio di ss. Reliquie, e de! capo di s. coir antica ss. Immagine acni dobbiamo
Teodoro martire tratto dalle catacom- questo bellissimo tempio. Tutti esaltano
be di Roma. Mentre progrediva la fab- come opera di raro pregio per finitezza ed
bricaci procuratori divisando consegnar- eleganza di gusto la cappella maggiore
la a uua comunità che ivi lodasse Dio e con gradinala, balaustrata, altare e or-
V EiM YEN ao f

n.-uTienti Inlti di iDarnin. Nel suo angolo nome assunto «.lidio scultore Lasiaiis,
vi è Hit [)iccolo cuiiip<inile, poligono nel- secondo costume de'suoi tempi, in cui
il

r esterno e inlerriainente ciicolaie. La gli artistiprendevano nomi greci; era


cupola ninestosamente trionfa. La volta, nato meglio a l^adova, che a Venezia.
veracuenteslopenila, è scoinpaititn in 5o Gli ornamenti di scultura, elegantissimi
cassettoni quadrati, riuniti da altri mi- quanto n;ai possa dirsi, sono espressi nel-
nuti di variato contorno. Abbonda di do* le licordale tavole, che rappresentano

lature, e negli sfondati de'cassetloni mag- parte de' principali.


giori vi sono dipinte mezze figure di San- 54- Fraiìccscane dels. Sepolcro. So-
ti del Vecchio e Nuovo Testamento. Di- no discordigli scrittori nel decidere a chi
ce il IMoscbini il gran soffitto è opera del
: opparleiiga il merito della fondazione del
Pennacclii, il quale non seppe raggiun- monastero, ma Corner narra co' docu-
gervi le leggi del sullo in su, perciò priva menti, the Elena Celsi nobile veneta, di-
di elicilo prospettico, come vi seppe tro- venula vedova di Vioiii, si die a vita riti-

vare la bellezza delle forme, vaghezza e rata e pia, esercitandosi nella carità cri-
sopore di colorilo : ma veramente tali stiana. Desiderosa che simili religiosi edi-
leggi poco si conoscevano alla sua epoca, fizi si continuassero dopo morta, con te-

il Canipagna fece le due bellissime sta- stamento del i4oq assegnò la metà di
luelle de' due altari laterali, esprimen- sua casa per abitazione di povere e di vo-
ti ». Chiara e s. Francesco d' Asisi ; e il te donne, delle quali già ne avea accollo
lìubellini due bellissimi galli di Angeli
i qualche numero; e l'altra destinò per
nel maggiore aliare. Qiieslo ten)pio è ospizio di quelle pellegrine, che per 1' ac-
pure magnificamente abbellilo nell'ester- quistodelle ss. Indulgenze porlavausi a*
no da due ordini di pilastri con piedistal- sanluarii sì d' Italia e sì d'olire mare;
li e trabeazione, 1 quali ricorrono in giro frequente essendo allora in Venezia l'ap-
a lutto l'edifizio; decoroso ornamento proilo di quelli che bran>avano opportu-
che converrebbe fosse osservalo in lutti nità di trasporti a' Luoghi santi di Pale-
i templi, perchè il Selva trova disdice- stina. I commissaiii deputali in esecuzio-
vule che l'architeltura sloggi la sua splen- ne della sua volontà, ridotta ad uso di pic-
didezza nelle sole facciale, ed abbandoni coli domicilii e d'ospitale ricetto 1' am-
oi-a i lati visibili ad una non caratlerislica pia casa posta in contrada di s..Giovanni
e troppo neglella semplicilà. il i." di in 13ragora, nel sestiere di Castello, vi fe-
questi ordini è corintio; la fionle de' cero alzar vicina una cappella sotto il ti-

suoi pilastri è scorniciala, ed in quelli tolo di Maria Vergine presentala al Tem-


< he fìanclieggiuno la porta principale e pio, che resa più ampia di poi, fu per un
le due nel lato, vi sono scolpili vari ara- s. Sepolcro eretto in essa a perfetta somi-
beschi. Il 2.° è ionico co' pilastri accan- glianza col vero, chiainata la chiesa del
nellati, e su' loro capitelli iuìposlano gli s. Sepolcro. Non passò molto tempo dal
archi che sostengono la ricca trabeazio- compimento delle fabbriclie, quando dal
ne, sopra cui nella facciala, per quanto regno di IVegroponte, fatalmente soggio-
è larga, gira un maestoso frontone semi- galo da' lurchi, giunsero a Venezia coi
circolare, che ha nel mezzo una gran fi- miseri avanzi delia nobiltà di quel pae-
nestra the dà luce alla cliiesa, e due mi- se, Beatrice Venier e Polissena Preina-
nori laterali cieche, mentre la 3." supe- rino vedova, le (juali prive il'ogni uma-
riore illumina tutto lo spazio frale volte no soccorso furono accolte nel ii^7S nel-
e il coperto. Sulla porta al di fuori è col- la parte della casa destinata a povere don-
locala una mezza figura di INJaria Vergi- ne, ove sanlamenle vivendo disposero i
ne in luaruiu coli' epigrafe Pfigolclcs, piiucipii del nobile monastero in cui pò-
loa V E N V EN
scia si conveitì. Impeiocciiè l'avvenenfe col pievano di s. Gio. in Bragora, pe' pre-
Beutiiceera foggila per conseivaie la sua giudizi derivatigli dalla fondazione del
integrità e si proponeva morire di faine monastero, furono consolatedall' arrivo
piultoslo d' esser vittima della brutalità prodigioso d' una cassa, con entro il si-
de' turchi. Le apparve la D. Vergine, la midacro di legno del Salvatore morto e
Assicurò di sua protezione, le ingiunse schiodato dalla croce, che collocarono
portarsi a Venezia a fondare un mona- sull' altare della cappella del s. Sepolcro.
stero, e ne agevolò il viaggio in modi por- Ma altrimenti avendo disposto la divina
tentosi. La sua virlìie quella di Polissena Provvidenza, per ben tre volte lo trova-

fattasi palese, si unì con esse per servire rono nel Sepolcro stesso situato nell' in-

a Dio la nobile vergine Orsola Usnago, e feriore partedella cappella, ove lo lascia-
il simile fece Maria Canal matrona d' e- rono. Si osservò da quel tempo in poi,

simia pietà. Gli esempi che dierono, che le acque salse, le quali a seconda de'
mossero 6 nobili donzelle ad aggregarsi venti alcune volte stranamente gonfian-
con esse, e questi furono i principii del dosi allagano le strade di Venezia, e si

monastero. Allora Beatrice manifestata introducono sino nelle case, che arrivata
la celeste visione, che andava verifican- al limitare del sagro luogo, quasiché ne
dosi, colle compagne risolse consagrarsi rispettassero la santità, sì fermavano, né
Dio professando la i egola del 3. "ordi- più osavano ollrepassarlo.NeU'altare mag-
ne di s. Francesco, Tutto raccontato a* giore vi fu riposto il corpo di s. Aureli a
commissarii de'pii istituti della Vioui, martire, e molte ossa di ss. Martiri pro-
considerando questi che per le dilatate venienti da Roma. Altre reliquie vene-
conquiste de' turchi non più giungevano rate in questa chiesa erano quelle di s.

a Venezia pellegrini per portarsi a Ge- Ilarioneabbafe,dis. Stefano vescovo d'An-


rusalemme, crederono perfezionare l'in- tiochia, di s. Mercurio, di s. Melitene mar-
concedendo nel
tenzioni della testatrice tiri ; la più insigne essendo quella di s.

1493 alla Premarino e sue compagne Andrea Damasceno arcivescovo di Caa-


r ospedale da ridursi a monastero di dia. La chiesa fu consagrata nell'anno

Francescane del 3." ordine, a condizio- i582 da Ambrogio Capizzi arcivescovo


ne di lasciarne porzione a ricovero delle d' Autivari, primate di Servia. Dopo la

povere pellegrine. Stabilita la fondazio- morte di Beatrice, onorata del titolo di


ne, nel cominciar Beatrice le necessarie beata, resse il monastero la b. Chiara Bu-
fabbriche, dilatò 1' angusta cappella in da
gni veneziana, vergine estatica, favorita
forma di chiesa, e per divina ispirazione Dio con più doni, della cui mirabile vita
la figurò a somiglianza del s. Sepolcro il Corner ne die'il compendio. Le france-

che venerasi in Gerusalemme. Indi invo- scane doverono abbandonare nella sop-
cò all' istituto l'approvazione d'Alessan- pressione il chiostro, che fu ridotto a ca-

dro VI, che la concesse nel 1499 sotto serma militare; il prodigioso simulacro
la direzione de' minori osservanti di s. del Crocefisso fu trasportatoalla pubblica
Francesco della Vigna. 1 frati poi ricu- venerazione nella chiesa di s. Canziano,
sandosi, gli ottennero tuttavia dal Papa e la chiesa del s. Sepolcro venne demo-
ilrimanente della casa destinata alle pel- lita.

legrine, ma doverono continuare nell'as- 5S. Francescane di s. Maria Mag-


sistenza sino al 1546, in cui Paolo III giore, Trasse la sua prima origine da un
sottopose le monache al nunzio apostoli- angusto romitaggio contiguo alla chiesa
co residente in Venezia, finché Clemen- di s. Agnese, nel sestiere di Dorsoduro, ia

te Vili nel 1594 l'assoggettò al patriar- cui viveauo solitarie alcune di vote donne
ca. Le religiose dopo aver sostenuto lite recluse, o romite pizzochere. Tanto
VE N YEN 2o'3

credito s'acquistarono c<jlla santità e l'au- glio (H un amico, la collocava, nel iSSyi
sttMÌtù liti vivere, die il pievano e p;ii* i condegnamente nel primo altare a de-
rocchiaui si delerminarono consegnarlo- tira, entrando, nella chiesa de'ss. Cer-

ro in custodia la chiesa di «.Agnese per in- vasio e Protasio, vulgo s. Travaso, Era
cremento del divin culto, enei 1
4^3 la rinomala la chiesa di s. Maria Maggiore
signoria permise a Paola e EuslacliiaCen- per le magnifiche opere di pittura che
tiitii, Lodovica Usuago e altre recluse di lutto ali'inlorno, e nel mezzo ancora sul-
riceverla e di edificarvi contiguo un mona- le colonne sorreggenti le 3 navate si ain-
stero Fi-ancescane j fondazione già
<li n»ii<ivano, laondesi teneva per una coia-
nel 1433 prenunziata da celesti prodigi, plela galleria d'autori della scuola vene-
l'er allora non ebbe luogo, ma in sito la; le qualì,cume({uelled'allre chiese,an-
più remolo l'edelluò Caterina, altra ere- daronodisperse, parte in altri luoghi pub-
ntita di s. Agnese, nel sito più precisa- blici e chiese della città, parte furono tra-
inente indicato da tali predizioni, dello sportale all' estero. Questo esemplare e

Arzeri novi a s. Aiitlrea, nello slesso seslie- numeroso monastero soggiacque all' iu-
re, col permesso di fabbricare monastero felice sorte di tanti altri. Le monache pri-

e chieselta, in onore ili. "di s. Maria Mag- nia hu'ono nel i8o5 concentrate con
giure e la 2.* di s. Vincenzo, dato dal se- quelle di s. Croce, dell'ordine loro, poi
nato nel i497' Tosto si formò un angu- soppresse nel 8io. 1 Il monastero nel 1806
slo chiostro di tavole con ristretto oralo- fu consegnalo per caserma a' iiìilitari, e
rio. Un buon uomo vicino di nome Ago- parie bruciò nel 1817. La chiesa per
slino con solenne processione vi fece por- qualche anno si continuò ad uHìziare, e
lare un' immagine antica greca della C. poi profanata fu data all' amminislrazio-
Vergine, che tenendola negletta in casa a ne de' tabacchi, e se ne serve per maguz-
ciò fu invitato da voce miracolosa. Que- zino della non lontana fabbrica de' me-
sto prodigio commosse il patrizio Luigi desimi, conservando la sua forma. Ne
]\Iiili[)iero a sosliluire all' oratorio nel parla a lungo il cav. Cicogna nella più
i,jo3 un maestoso tempio sul modello volle accennata sua opera, t. 3.
della basilica Liberiana di s. Maria Mag- Agostiniane di s. Giuseppe, yoì-
5Q>.

giore di Roma, onde conumemenle fu gannente óa/zi'/ie/jyoo. Desiderosi vene- i

detta s. Maria Maggiore, consagrala ziani d'aver nella loro città una chiesa
a' 22 febbraio, non conoscendosi l' anno, dedicata al purissimo sposo di Maria Ver-
Aiiche il monastero fu ampliato con au- gine s. Giuseppe, ne implorarono dal se-
lorilà d'Alessandro VI nel i5o3 slesso, nato il permesso e il concorso, onde a'a^
Le monache vissero mollo tempo sotto la giugno i5i2 ottennero nel sestiere di
direzione de' frali minori, finché furono Castello 1' erezione della chiesa, e d' un
soggettate alla giurisdizione del patriarca monastero di monache, pel cui manteni-
uel 1094 da Clemente Vili. L' immagi- mento furono assegnati beni devoluti al
ne della 13. Vergine è fra quelle del libro fisco producenti 4oo ducali d'annua ren-
'n\ù\.o\a\.o: rcnezia favorita da Maria, dita. Pertanto dal monastero di s. Giù-
Relazione dell' Immagini miracolose seppe di Verona, celebre per l'osservanza,
di Maria conservate in Fenezia, Pado- furono condotte a Venezia due monache
va 1 758 jesoppiesso il monastero echiu- Agostiniane, Monaca corista e Antonia
sa la chiesa, venne raccolta e custodita conversa, cheil patriarca Antonio Conta-

dalia in allora abbadessa. Morta questa, rini autorizzò a procederealla fondazione


e passata in proprietà dell'oltimo sacer- sotto 1' ubbidienza de' patriarchi di Ve-
dute d. GiuseppeSolesin, eccitalo da de- nezia. Istituita poi nel idi 2 peri.' priora
vozione verso la grau Madre, per consi- suor Monaca, il prelato le permise rice-
2oi VEW V Ei\
vere all' ubilo .igosliniano tulle quelle mHle coti' altra risoluzione sovrana dei
\ergiiii clic lo hriimasseio. Queste con- la gennaio iBaS. 11 collegio d'istruzio-
cessioni furono conferipale liu Leone X ne ed educazione delle fanciulle è fìo-
Del 1 5 1 6, dicendo partecipe il nuovo mo- renlissimo. Olire il direttore spiritua-
riiislero dell'indulgenze e grazie accorda- le e superiore, il confessore, il cappella-
le da' Papi all' ordine di s. Agostino. In- no, il mansionario, si compone la comu-
tli nel 1 5 9 concesse particolari ijididgen-
1 nità delle monache salesiane, della su-
ze a quelli clic visitata la chiesa nella festa periora, della vicaria, di 3j coriste pro-
di s. Giuseppe, avessero dato sussiilii pel fesse, di 12 sorelle professe converse, e
compimento de'religiosi edilizi. Essendo di due obande. Nella chiesa trovasi nel
pi

peròi tempi diliiciii per asprissirna guerra, nel i,° altare il s. Michele con un di volo,

ad agevolare il proseguimento delle fab- ritrailo a meraviglia, ed è di J. Tinto-


briche e al neces>ario pel sostentamento retto. iVella cappella maggiore è di Pao-
delle religiose, a'24 febbraio i 53o si uni- lo Veronese la Nascita di Gesù : dipinto
ronoaUpianti tli»oli cittadini e mercanti, concepito con nobiltà e condotto con gra- 1
e con permesso del consiglio de' Dieci e- zia. Ivi a destra è lavoro gentile del f
les^ero nella nascente chiesa una confra- Vittoria il deposilo del benefittore Gi-
ternita col fine ili raccogliere lirnosine ed rolamo Grimani. All' altra il magnifico
erogarle a' detti bisogni. Benedisse Dio il deposito al doge Marino Grimani e alla
7elo loro, e in breve la chiesa fu ridotta a moglie di lui, si archileliò dallo Sca-
perfezione, la di maggiore fu
cui cappella mozzi, non però con purezza di siile, e si

fretta a spe^e di Girolamo Giimani, e ne ornò di sculture e getti dal Campagna


consagiò poi r altare a'
24 S''^'S"*'
i643 ( il Dizionario geografico stampalo in

Costantino de Fiossi vescovo di Veglia. Venezia dice invece, che questa chiesa
Si disposero negli altari molte ss. Reli- contiene due mausolei della famiglia
quie, cioè i corpi de' ss. Pietro e Clau- Grimani, scolpiti uno dal Vittoria, 1' al-
dio martiri, trovati nel cimitero di s. Ca- tro dallo Scamozzi, sic, adornalo di bron-
listo di Roma, una costa e un piede di zi, statue e altre sculture per opera di

s. Policarpo vescovo di Smirne e marti- G. Campagna ). Neil' ultimo altare Mi-


re, una gamba di s. Anastasia martire, chele Parrasio, con disegno di Paolo,
un osso di s. Marcellino Papa e martire, colorì lodevolmente la Pietà e sé stesso.
tli s. Sergio e di s. Menna martiri. In Sy. CarnieUlani Calzali dell' antica
aiuto delle scarse rendile del monastero, osservanza della congregazione di Man-
nel 1,534, Clemente VII unì la chiesa tova, di s. Angelo della Gindeeca^ e Be-
parrocchiale di s. Giuliana di Villa Con- nedettine dell' isola di Concordia o
ti nella diocesi di Vicenza, la cui bolla Contorta, ora s. An^^elo della Polvere,
Paolo 111 confermò e pubblicò nell'istes- e s. Maria del Carmelo e s. Angelo di
so anno. Le agostiniane continuarono a Concordia. F. § XVI II, n. 27.
soggiornarvi, iinchè soppresse nel 18 io, 58. Teatini di s. Nicola da Tolenti-
SI loro furono sostituite 1' odierne Sale- no, voigartuenle / Tolentini. Avea in Ro-
siane, quivi fuggite dalla deplorabile ri- ma fondato neh 524 l'ordine i.\e Chieri-
voluzione di Francia, anteriormente au- ci Regolari, il mio glorioso vicenlino e
torizzate a stabilirsi in Venezia colle so- patrono Gaetano, di cui porlo inde-
s.

vrane risoluzioni 22 aprile e io luglio gnamente il gran nome, impostomi nel •

1801, le quali, olire le greche, sono le Faticano (F.) ove fece il santo la so-,

sole religiose che non furono compre- lenne professione sul Sepolcro di s. Pie-
se, come educatrici, nella generale sop- tro ; avuto a 1° compagno quel Gio-
presMuue, uienlre anzi vennero confer- vanni Pietro Carafa vescovo di Chieli (di
V E N 2oT
riii meglio a Vasto), per cui religiosi i chi mesij avendo ottenuta da' divoli ag-
1(11 Teatini (F.) o Chic-
Olio clenoiiiinati gregati ad una compagnia di s. Nicola d;»
tini, poi magnnnimo Paolo IV, e già per Tolentino il loro oratorio posto nel se-

la faiua della santilà dell'istituto andava stieie di Croce, nella parrocchia di s.


s.

annif iitandosi mirabilmentejallorchè nel- Pantaleone, ivi pi eso possesso a'^c) no-
l'orribile e crudelissimo saccheggio di Ro- vembre e fermata la loro dimora, riuscì
ma del iSay, ambedue pnlirono empi doppiamente felice per l'ordine, e per lo
oltraggi e tormenti, e quindi risolveiono stabdimentodi sua sede in Venezia, e per
recarsi in Venezia, imbarcandosi ad 0>tia l'acquisto del veneto illustre b. Giovanni
nelle navi venelecomatidaie dal capitano IVlarinoni, che dalle mani di s. (iaetauo
i\gustino da RIula, in compagnia di Do- ricevette nel dicembre l'abito de'chierici
menico Venier già ambasciatore della re- regolari. Innanzi di progredire, conviene
pubblica presso Clemente VII; ed «Tppio- dire dell'origine dell'oratorio, da cui pre-
dati a Venezia, ove gli avea preceduti la se denominazione la celebre e magnifica
fama di s. Gaetano, per 1' imnifuso bene chieda e d luogo slesso dello ancor vol-
operatovi, che desciissi nel citato artico- garmente Tolentini, anzi teatini fu-
i i

lo, furono accolti con tutte le dmiostra- rono appellati in Venezia anche Tolcn-
zioni di contento, di all'etto, di venerazio- tmi. Nella chiesa di s. Stefano deglieremi-
ne. Il r. "alloggio loro fu nell'ospedale de- ti agostiniani istituironoalcuni divoli una
gl'Incurabili, fondato dallo stesso s. Gae- congregazione, e riJucendosi sotto i chio-
tano, ove fermatisi pochi giorni, passa- stri del monastero, ov'era un altare de-
rono poi ad abitar una casa non lungi dal- dicato B s. Nicola da Tolentino (f^.) a-
la chiesa di s.Eufemia nell'isola dellaGiu- gostiniano, ivi piamente si esercitavano
decca, e subito cominciarono le loro apo- in orazioni e altre divote opere sotto la
stoliche fatiche. Anche qui celebro Vene- direzionedi que'religiosi. Insorte poi con
lia, che divide con Roma il vanto d'es- essi alcune contese, nel 1490 determina-

sere stata la culla del benemerito ordine rono di portarsi altrove. 1 confratelli, eoa
fondalo dai patriarca de'chierici regola- Jimosine da loro adunale, acquietarono
ri. Era allora preposilo il p. Carafa, che nelt49t^ per 4^0 ducati un terreno, ove
pel credito acquistatosi con ogni ordi- poi nel i5o 5 eressero l'oratoriosoltol in-
ne di persone, il senato lo destinò com- vocazione del loro antico protettore. Do-
ntissario e aibitro, insieme col nunzio a- po pochi anni, il pievano ed i capitolari
poslolico e coll'arcivescovo di Salerno, a di Pantaleone, gelosi dei concorso di
s.

decidere e comporre alcune controversie popolo che nella festa di s. Nicola da To-
ini^orle fra la repubblica e F'erdinando lentino e in altre solennità frequentava
arciduca d'Austria. Frattanto riuscendo r oratorio, gli mossero litigi, tosto però
incomoda alla formata famiglia regolare cessali per l'interposizione di comuni a-
l'abitazione nella memorata isola, sì per niici. I cc-nfralelli dunque dell'oratorio,
la (pialità del sito separato dalla città e ammirando la pietà di s. Gaetano e de'
SI per non aver chiesa a disposizione de' suoi esemplarissimi figli, tutti allenti al
religiosi, passarono questi nell'agosto dello servizio divino ed alla santificazione del
stessoi527 ad abitare nelTabbazia di s. prossimo, e vedendoli privi di sede sta-
Gregorio, ove per avere il p. Carafa ter- bile andare raminghi, .olhirono loro l'o-
minato il triennio di sua prepositura, gli ratorio , nel quale operando essi i mini-
successe nella carica s. Gaetano, a' 1 4 del steri dell' istituto, riuscissero utili pure
seguente settembre. Neppure in questo a' confratelli, dirigendone le coscienze e
luogo chieiici regolari si feroìarono
i promuovendone la divozione. Ciò si ef-

lungamente; poiché passali appena po- felino nell'auno iSag, ed ivi fu poi edi-
7or> VE N V E N
ficaia la chiesa e la rasn con maj^gìnre una delle tante glorie teatine , ed altre
ampiezza. Conoscendo Clemente VII il reliquie di santi. Il Corner celebra il de-
merito della dotliina e pietà della nuo»a coro di questa chiesa per la u)aestà de*
congiegazione,neirannostessocomn>isea suoi altari, per l'esterno prospetto di mar-
s.Gaelano eal p. Carafadi conlribiiiie al- mo, pe* suoi ricchi ornamenti, e molto
la già decretala riFurina del Breviario; e più per l'esemplare pietà de'chierici re-
poco dopo loro ingiunse d' indagare la golari che a suo tea)po l'ulliziavano; dif-
condotta e il dogma de' greci abitanti in fondenflosi nel raccontare le luminose a-

Venezia, ttotandone gl'inconvenienti e zioni del b.Giovanni Marinoni, splendo-


proponendo gli opportuni rimedi. Li de- re di Venezia ove nacque , e de'lealiiii,
stinò ancora, nel Hnir dell'anno, alla ri- in cui santamente visse e felicemente mo-
l'orma della congregazione degli Eremiti rì, dopo aver ricusato l'arcivescovato di

Daln)alini, che istituita da Giacomo Pa- Napoli, olTerlogli da Paolo IV, con voto
\one circa 524, appena morto tal fun-
il 1 difeso e propagalo il mistero deirioima-
tlalore era decaduta dall'osservanza del- colala Concezione, secondo lo spirilo del-
l'isliluto. Questi furono gl'illustri prin- l'ordine suo verso di esso , ora dellniio
cipii della casa de'cliierici regolari in Ve- per dogma. I teatini abitarono la casa si-
Dezia, la qufde può gloriarsi d'esser la no all' infausta soppressione di tutti i re-
I.' che stabilmente possedette l'ordine, golari, e poscia fu ridotta a casernia mi-
e perchè da essa sortirono uomini spet- litare, come lo è al presente. La chiesa
tabilissimi per santità, per dottrina, e per con decreto patriarcale de' 24 ottobre
cariche ecclesiaslii;lie lodevolmente so- 1810 venne dichiarata parrocchia, della
stenute. Kè conienti di quell'aiuto spiri- decania di s. Silvestro, con 23 1 3 anime
tuale, che nel loro recinto prestavano i ne'sestieri di s, Croce e di Dorsoiluro; ed
buoni religiosi a'ioro prossimi, procuia- ha per succursale la chiesa di s. Andrea
lono eziandio di promuoverlo in altri descritta nel n. Sy. Per 1' architellura e
luoghi. Onde coli' esortazioni infervora- per la copia dell'opere di pittura e scul-
rono la divozione de'veneti ad impiegar- tura di molto pregio, che l' adornano, è
si per la rinnovaziotie dell' ospedale de- una delle più insigni di V^enezia; perciò
stinato alla medicatura degl' incurabili, compresa nell'opera , Le Faì>ì>riclie di
sciagurate vittime d'impudiche passioni, leiìczia, con 3 tavole illustrate dal Die-
e per l'erezione del monastero per racco- do, ed aggiunta del Zanolto. La riputa-
gliere le peccatrici convertite. Avendo[)OÌ zione meritamente guadagnatasi coll'ope-
colle oblazioni de' fedeli acquistalo sito re dal vicentino Scamozzi, condusse l'or-
bastante e per la riimovazione della chie- dine fondato dal suo concittadino a ser-
sa e per la fabbrica della casa, diedero i virsi di sì valente architetto per innalza-

primi pensieri al più sagro degli edifizi, re con nobile e maestosa eleganza, sì in

di cui nel i5f)i pose la i." pietra bene- Venezia che in Padova, la loro chiesa e
delta ne'fondamenli il patriarca cardinal casa. Lo Scamozzi premorì al compimen-
Friuli. Siccome il lavoro fu egualmente to della chiesa di Venezia, non avendo ve-
sollecito e magoilìco, potè il patriarca Za- duto a fondarne che un sol pilone; ciò for-
ne a'20 ottobre 1602 solennemente con- se produsse qualche difetto che critici , i

sagrare il tempio col titolo di s. Nicola rimarcarono nel bellissimo tempio; e se


da Tolentino. Ad accrescerne il decoro non fosse caricato d'ornamenti in islucco
ivi si collocarono in diversi tempi, il cor- di siile barocco, si presenterebbe in più
po di s. Marcelliano e la testa di s. Ger- gradevole aspello. La pregiudicarono i

n)ana martiri, provenienti da'roraani ci- cambiamenti introdottivi da chi piesie*


Doileri, una costa dì s. Andrea Avellino, de l'opera. Questa chiesa presenta una
V EN V E N 207
sola navata o croce Ialino col coro die- L. Bassano. Sull' aliare è bel lavoro del
tro olla cappella principale, e di fianco al Peranda il s. Gaetano fia le Virtù. So-
maggior aliare le sagrestie ed allri luo- pra il pulpito il quadretto con s. Antonio
ghi. Sulle tesiate del traverso della croce è del Prete genovese. Nella vicina cap-
vi dovevano essere due tribune rotonde, pella è buon dipinto del Procaccino il

e sopra il centro di essa croce doveva e- Martirio di s. Cecilia. Il sofTilto a fresco

levarsi maesto'^a cupola, la cui sommità è del Zompini. A questa brevità, qual se-
avrebbe arricchito di luce quella parte guace della Guida del Meschini del 1828
del (empio. 11 rimanente della navata fino (compendio dell'altra sua del 181 5, come
alla porta principale è compartito in 3 più confacente alla condizione di mia o-
cappelle, d'ambo i lati. L'elevazione in- pera altra più ampia e pregevole pub-
:

terna consiste in un bell'ordine corintio, blicò nel 1840), può sup[)lire il Zanollo
sul cui sopì aoi nato muove una »ólta ili lodato. Egli ragiona pure de' dipinti del
pieno centro che soperchia nobilmente Bonifitcio, del Damini, d' Alvise dal Fri-

tutta la chiesa. Meritano lode gli altari. so, dell'esimio moderno Querena e d'al-
Lo Scamozzi avea pur dato il disegno tri; osservando che quelli che più lavora-
della facciata , clie non fu eseguita. La rono in questo tempio , perchè compilo
loggia e la scalea che si vede fu condotta nell'età in ctn vivevano, sono Jacopo Pal-
con disegno del Tirali, fiorilo nel secolo ma jtmiore e Santo Peranda, ili. "aven-

passato con distinzione, né fa torlo all'o- do 22 opere qual più e qual meno de-
pera scamozziana. La 2.' cappella, della gne di nota, il 2.° avendone i pure di i

famiglia Pisani, è tutta opera del Procac- qualche merito, e tutte le dichiara. Lo-
cino, con falli di s. Carlo Borromeo. La da il magnifico tabernacolo scolpito del-
3.* ha una buon'opera <Iel Peranda con l'altare maggiore; e i due mausolei falli

l'Adorazione de'Magi. La 4-' ha altra bel- erigere nel I 720 dal dogeCornaro,ove so-
l'opera, ch'è del Palma giovine, con Ma- no cammei con ritraili, e un bassorilie-
ria Vergine in gloria e 5 Santi. Appresso vo figurante la libera offerta del regno di
ha óoe quadri da tenersi in prcgiuecu-
i Cipro falla alla repubblica veneta da Ca-
stodia. L'una è opera bellissima del Fo- terina Corner nel i48q; monumenti di
rabosco con s. Francesco consolalo dalla stile manieralo, e più pregevoli per la co-
celeste melodia; l'ullro con s. Girol.imo pia de'maimieper l'operosità, di {]uello
visitalo da un Angelo, è o^era del Lysio- sia per la purezza de'modi.
delissima, ed il leone ivi efTigiiito è uno 5g. Eremiti Camaldolesi di s. Cle-
«le'più belli espressi in pittura. Kel coio F. § XVIll, n. 4-
tììcnte in isola.
l'Annunziata è buon lavoro del Giorda- 6o.Cappiiccinidelss. Redentore. Bo-
no, li deposilo del patriarca Morosini è naventura degli Emmanueli minore os-
del Parodi, che vi mantenne i difetti del- servante veneto, acceltoall'universalede*
l'arte del suo tempo, con valore di scar- propri concittadini per l'apostolica sua fa-
pello. Nella sagrestia Ìl Deposto di Croce, condia e soavilàdi costumi, eccitato da un
con un divolo, è opeia bellissin.a e fie- in ter no amore alla soliludi ne, verso il i53o
schissima del miglior tempo e di gran ca- escrtò alcune pie mali one di cui ne dirige-
rattere. Qui vi sono pure due copie; l'u- va la coscienza, a fabbricargli in qualche
na del Miracolo di s. Marco per lo Schia- remoto luogo della cillà un'angusta casa .i
vo, traila da J. Tinloretlo, l'altra della (orma d'eremo, onde vivervi con alcuni
Madonna della Seggiola cavata da Raf- compagni in penitenza. Una di esse, Fio-
faele. All'altra parte della chiesa, anziché renza Corner sorella della regina di Ci-
si arrivi ali." altare, il quadro con Maria pro e moglie di Pietro Trevisan, ofFii
Vergine e un s. Vescovo, è bell'opera di considciabile somma e impegnò il suo-
7o8 V E N V E N
cero procuratole l^ielio a prolegneilo e 1 547 rinunT.iò solenuemenle a favore
iinpelrarne la pontificia auloii^zazioiie, della vera fondatrice Fiorenza, tulio con-
come fece. Fiorenza pnò nella sua u- volidando Paolo 111 pel nunzio di Ve-
millà, fece conipariie Teodo^ia Scripia- nezia Giovanni della Casa, e poscia il se-
iia, a tloniandai'e a Paolo III, secondo il nato domandò al generale degli osser-
concesso al defunto procnratore Trevi- vanti ne' luoghi della Giudecca che as-
san, il poter dare ad un ordine religioso segnasse coutpagni a fr. Bonavenlura.
il convejilo e oratorio fabbricati sopra Mentre si la nuova fitmiglia^
disponeva
un fonilo proprio, non che d'erigere una pel solitario Bonaventura, due Con-
fr. i

ciiìesn sotto l'invocazione degli Angeli e tigui convento e monastero di s. Giaco-


de'Santi.con campanile e cimiterio. Tutto mo de' servili e di s. Croce deli' agosli-
il Papa accordò neh 535, e nel i54o ag- riiane, riputando loro pregiudizievole ta-
giunse la facoltà di fabbricare nell' isola le religiosa famiglia, ne ottennero divie-
della Giudecca una casa solitaria con to dal senato, con ingiunziorie a fr. Bo-
chiesa per religiosi eroaiiti. Quesi' id- naventura d'al)itarvi con due compa-
time ridotte a conipiinenlo, con per- gni, e dopo la sua mortesi dovessero ab-
messo del senato nel 54 si conseguaro- i 1 battere (|uellt'abitazioni. Allora fr. Bona-
no al Bonaventtna da Vene-
lodalo fr. ventura, rientrato in se stesso, conobbe
zia, minore osservante ed eremita. Giun- neli'av venuto un castigo divino per lin-
to in Venezia nell' istesso anno per le discrelo iin[)eto col quale avea espulso i

prediche quaresimali fr. Bernardino O- cappuccini innocenti. Penlitodunqiie del-


chino ministro generale del nascente or- l'operato, volle restituir loro l'abitazioni;
dine de'minori Cappucini, fr. Bonaven- ma i cappuccini dubitando di sua inco-
tura rimasto colpito dalla sua eloquen- stanza le ricusarono, limitandosi ad assi-
za, volle donare se e il suo convento al sterlo nel male che l'affliggeva, morendo
tli lui ordine, e vi accolse i cappuccini. Ria nelle loro mani. Temendo Fiorenza Tre-
essendosi nel 542 «eso l'Ochino empia-
i \isan che perciò venissero distrutte le

mente apostata dell'ordine e della catto- piccole chiese e le anguste case da lei
lica religione, fr. Bonaventura riassun- fabbricate con grave dispendio, eccitò i

se I abito de'minori osservanti, e con ec- cappuccini a domandar al senato il luo-


cessivo zelo castigando in tutti la colpa go da cui erano stali ingiuslamente allon-
d'un solo, cacciò dal luogo gl'innocen- tanali, essendo troppo ristretto cjuello in
li ed eseniplarissimi cappuccini. Questi cui vivevano e troppo esposto a' venli ;

si ricovrarono nella casa d'un divoto se- i quali nel i548 lo resero un mucchio'
colare, finché coir aiuto de' fedeli, nel di rovine, pendenti le loro istanze, on-
1 546 si fabbricarono un piccolo convento de di necessità si ritirarono ne' romitag-
di tavole nella stessa isola della Giudecca, gi già a loro concessi da fr. Bonaventura.
in un silo abbietto e chiamalo Monte de' Questo e le virtuose qualità de'cappucci-
Corni peliiferilo al n. 27 del § XVIU. In- iii giovarono all'esaudimento, onde il se-

tanto Teodosia creduta fondatrice di s. nato glieli accordò in perpetuo. Ivi dimo-
Maria degli Angeli, avea in piccola p^rte rando dierono saggio di zelo con predi-
contribuitoairerezionedella chiesa e cou- che e pratiche religiose, onde la vecchia
•venlo; con permesso di Paolo III ne fìib- chiesa riuscendo incapace ad accogliere
bricò altra col titolo di s. Onofrio e de' la frequenza del popolo, nel iSyG pen-
ss.Eremiti e Anacoreti, con piccola casa sarono d'ampliarla, ma furono distralli
per uso degli eremiti; e poi anche una 3.' dalla so[)ravvenula orribii peste che de-
coll'invocazione di s. Martino vescovo e solò la città. Vedendo il sen-ilo in [lochi
di lutle le ss. Vergini ; i quali 3 luoghi nel giorui periti migliaia diciiiadiui, mielu-
VEN VEN 209
le vi fé preziose, fi a cui la preziosissimn lerna struttura, nella facciala marmorea,
del gran Tiziano Vecellio, ormai (emen- negli abbellimenti con pitture do' più
do per se e dell'eslremo eccidio di Ve- celebri autori, e statue di bronzo, a'27
nezia, conosciuto vano^ogni umano ri- sellembre iSc^i la consagrò il patriarca

medio, implorò la divina misericordia, Priuli. Subilo nel chiostro fiorirono in


facendo voto d' innalzare un magnifico santità e dottrina illustri religiosi , fra*

tempio in onore di Gesù Cristo Reden- quali il Corner celebra quel mirabile que-
tore dell'nman genere, e quindi annual- stuante, vittima di puiilà, il patriarca
mente col doge recarvisi a rinnovare i Correr, Giustiniani vescovo di Chioggia
rendimenti di grazie. Propose il pro- e poi di Treviso, Bragadino vescovo di
curatore Tiepolo, a decoro della città e Scardona e poi di Chioggia. 1 cappuccini
perntiiilù della studiosa gioventù, d'in- ullìziarono la chiesa sino al 18 10, in cui
nalzarlo presso s. Vitale e consegnarlo a* neppur essi furono risparmiati nella ge-
non meno esemplari gesuiti, .a vantag- nerale soppressione, ed allora pel decre-
gio dell'educazione de'giovani. Ma consi- to de' 12 aprile la chiesa venne destina-
derando il senatoreDonato, poi doge, che ta a parrocchiale della Giudecca in luogo
per l'erezione del collegio e scuole trop- di s. Eufemia. Dipoi restituiti il conven-
po tempo occorrerebbe all'adempimento to e la chiesa a'cappuccini, con sovrana
del voto, consigliò esser più agevole fon- risoluzione deirS giugno 1822, ritornò
da rio in ampio sito nell'isola dellaGiudep- a s. Eufemia l'anlichissima sua parroc-
ca,e affidarlo a'poveri cappuccini con mi- chialità. Nel convento, compresi i supe-
nore dispendio. Questa opinione prevalse riori, vi dimorano 63 cappuccini. Questo
a'i8 settembre iSyG, onde furono pre- tempio dagl' intelligenti è considerato il
posti alla fiibbrica Agostino Barbarigo e più magnifico, bello e corretto edilizio
Antonio Bragadino, ne' cui fondamenti che l'arte risorta vanti in Italia, capola-
il patriarca Trevisan a'3 maggio iSyy voro del vicentino Andrea Palladio. Leg-
pose solennemente la prima pietra be- go nell'acre Milizia. Il senato veneto or-
nedetta, e la medaglia esibita in disegno dinò aPallailio d'erigere a'cappuccini un
dal Corner, ove vedo espressa l'Adora- tempio semplice. E'd'una sola navata,
lione de'Magi coll'anno 1576,6 nel rove- lunga piedi g2 e larga 46 con 3 cappel-
scio il prospetto e un fianco del tempio,col- le sfondate su cadaun lato, e con tribu-
\'e[>')^iii^t:Redemplori Votum.MDLXXvi. na a croce, coperta al centro di maestosa
Appena cessalo il flagello, il senato rico- cupola. Dietro la tribuna è il coro (d'u-
noscente, religioso e munìfico degnamen- mile struttura qual conveniva a'cappuc-
te si volse a sciogliere il volo, commet- con due sagrestie in ambo
cini), lati, e i

tendo l'eiezione tiella fabbrica al più due campanili rotondi con iscale a lu-
famigerato aicliiteltoj e con allogare a' maca. L'ordine corintio regna per tutta
viventi luminari dell'arte pittorica Pao- la chiesa; ed un minor ordine corintio
lo Veronese, Jacopo Tinloretto, P'rance- regge gli archi delle cappelle, la di cui
sco Bassano e altri, di colorire le tavo- cornice architravata ricorre Ira gì' inter-

le degli allori. Innalzavasi la magnifi- colunni! intorno al tempio. Tutti gli al-
ca chiesa per consegnarla a' cappucci- tari sono d'una rara bellezza e semplici-
ni, quando questi compresi da timore tà (modelli di perfezione), fuorché l'alta-
che tanta sontuosità troppo disconve- re maggiore, eh' è una golTeria del seco-
nisse alla loro rigida povertà, ricusaro- lo XVI 1 (poiché opera sfortunatamente
no d'accettarla se Gregorio XIII non l'a- d'altra mano, dal senato nel 1679 "•'''"
vesse permesso, il quale tosto lo con- nata all' architetto Giuseppe Massa, e
cesse. Ridotta a suo compimento nell'in- insieme scultore de'due manierali bas-
voL. xcr. '4
3tf> YEN YEN
sorilievi del paiopeUo e dietro 1'
aliare. cial chiunque contempla questo prodoltd
Magnifico e ricco per marmi elellieper dell'artCjda se solo haslanlea rendere im-
oro, porla i difetti dell'eia. Non polen- mortale il nome dell'esiuìiosuo autore,
dolo fare rispondente alla pura elegan- e ad nssicurargli ilprimato fra gli archì.^
za del tempio, lo fece ricco, verifican- tclti. Fra gli altri mi piacciale rilievo e gli
dosi l'adagio del greco pitlore, applicato fo eco riverente. Dalle sagrestie esce per

a quest'ara massima e alla Sagrestia Va- sotto una scaletta a chiocciola, iutro*
ticana :Non potendola far bella la fece dotta da Pallatlio con molla industria, e
ricca). La facciala è d'un ricco composilo passando per un andito che s'aggira die
con porla ad arco con frontone sopra. troie braccia della crocerà, perviene il ce-<
Sul frontone di essa porla è un pezzo di Icbrante all'altare senz'aver d'uopo d'al-i

cornicione d' un mezzano ordine corin- traversarla chiesa tra la folla del popola

tio, che adorna l'ale della facciata, e fa confusamente addensalo, con distrazio"
diqua e di là due mezzi frontoni, che d ne degli astanti, e con discapito di quel
vanno a perdere nel gran frontone di decoro che s'addice al sacerdozio ed alla
tuezzo. Le chiese di s. Giorgio Maggiore, maestà de'sagri riti cosa che meritereb-
;

di s. Francesco della Vigna, del Redento- be d' esser proposta ad esempio d' imi-
re, dichiara Milizia, non sono certo esenti tazione, ben degna della mente e dello
d'abusi, e questa delRedentore ha di spirilo religioso di Palladio. L'autore
più sopra il frontone un attico con acro- dell'opuscolo, £f' Belle Artiin Venezia^
lerii all'antica, che col frontone fa a cal- celebrandoPalladio, come WRaJ/he Ilo de-
ci(ma Palladio premorì al termine del gli arcliitcfti, producendo 1' inlenio »li

singolare edifizio, non meno divolo, che q uesIotempio,ri porta le parole dell'arci li"
cospicuo: ov' anche regga la critica, ciò letlo medesimo scritte nel proemio del 4.
devesi guardar come piccolo neo, e non libro della 3ua^n7ii'7c//»/'<7.«Se in fabbri
per questo resta offuscala un'opera d'al- ca alcuna è da essere posta opera ed irt

tronde cospersa di tanta luce, nella sles- dustria, acciocché essa con bella misuri

sa facciala pel complesso di sua grandio- e proporzione sia compartita, ciò,senz'al


silà, eleganza di profili, stupendo elfel- Irò dubbio, si deve fare ne' Tempii, ne
to. Palladio morì in patria nel i 58o, e quali esso fattore e datore di tutte le co
perciò sontuosamente riposa in s. Coro- se D. O. M. lieve essere da noi adorato
na di Ficenza, nel quale articolo tor- ed in quel modo, che le forze noslre pati
nerò a celebrarlo col cav. Scolari e col sconojcdato e ringraziato di tanti a no
commend. de Fahris). Un'ampia sca- continuamente fatti beneficii". Il punl«
ladi i6 scalini le dà però della mae- che oltremodo colpisce è il centro delh
stà. Le Fabbriche di Venezia ci die- crocerà, da cui ovunque s'inoltri il passo,
rono 8 tavole di quest'ammirabile lem- o si giri il guardo, nuova scena si apre,nuo<
pio, illustrale artisticamente da Diedo ve incantatrici bellezze s'impadroniscoa
e da Zanotlo. Sentenzia il .": Ecco il capo i de'sensi,e tutta a se traggono l'attenzione,^
d'opera dell'eleganza e della venustà Pal- lasciando non ben deciso se un talespel
ladiana; ecco il tempio che,se non in ìsplen- taccio abbia alcun che di celeste, comi
dore, almeno in bellezza eclissa ogni al- alcun che di divino l'arte che a tanto ti

tro fra'più decantali e tneravigliosi.Que- spinge. Del resto, oltre la saldezza dell'o
sta non è gratuita asserzione, che ove pur pera, in essa la morbidezza, il contrasto, la
mancasse l'autorevole testimonianza di varietà,raruaonia vi regnano da pei' tutto,

tutti dotti, ne sarebbe prova non dubbia


i Esse ponno gareggiare co'piìi a|>plau(li«

quel magico incanlo,e quella calma soave li esemplari della maestrevole Ruma,
da cui si trova rapilo, e dolcemeute aliac* merilano d' essere additale per testo og
VI5 N V EN 211
sliuliosi dell' arJe. Finalmente col Mo- nella chiesa, eccetto le i 2 della cupola,
scliiiii dirò il meglio dell'opere che rimar- che sono del p. Massimo da Verona. Sul-
cò io questo lempio, dal suo acuto ìnteri- l'altare della vecchia chiesa vi è una tavo-
dimento qualificalo il pia hello (ti Fc- la "ior^ionesca di Gio. Hellino, con Ma-
nezia. Le due grondi statue bellissime ria Vergine e i ss. Girolamo e Francesco.
della facciata, liiltn di marmo istriano, Nel refettorio è buon'opera del p. Piaz-

sono di G. Campagna. La i
.'
tavola col- za laCena del Signore, e 6 P, qua- vi fece i

la Nascita del Signore è di F. Bassano; li significano: Pietro Paolo Piazza Per

l'altra col Battesimo suo è degna opera Poco Prezzo. Di bronzo sono le due fi-
di Benedetto e Carlo, fratello e figlio del gure sovrastanti i pili dell'acqua santa,
gran Veronese die l'avea cominciatala 3.' lavoro di Francesco Terilli. Noterò, che
colla Flagellazione è di J.Tintoretlo. L'al- Ira gl'intercolunnii del corpo del tempio,

tare maggiore di marmo carrarese, pur sono nicchie che legano mirabilmente con
troppo è opera posteriore, disegnata da Tintelo della fàbbrica, e vengono occupa-
Giuseppe Mazza o Massa, che fece anche te da statue in legno colorate a bronzo.
le sculture e i getti del tabernacolo, tranne I cappuccini conservano questa magna
le due grandi fìgin-eeilCrocefisso,in bron- opera del Palladio, con quell'amore pro-
fo, che sono del Campagna; i bassorilie- prio di chi veracemente nutre in cuore
vi medesimo altare sonodi Tommaso
del il decoro de! santuario e il sentimento
Buer. In un armadio della sagrestia sta del bello. Riferisce il lodato Zanotto nel •

chiusa un'immagine di Maria Veigineche la Nuovissima Guida di Venezia. Nel-


ndora ilBambinodoriniente, con dueAn- l'atto votivo erasi stabilito di celebrare
gelelti in atto di suonare. E' opera diGio. ogni anno, nella terza domenica di lu-
Bellino, di tanta grazia e di tanto amor?, glio, una solennità io commemorazione
che non mai sazio di contemplarla.
si è della grazia ottenuta. Quindi, finché du-
II quadro con s. Francesco in estasi è del rò la repubblica, portavasi in tal giorno
Saraceni, opera piena di dottrina pitto- a visitar questo tempio il doge colla si-
resca : è bell'opera di Paolo il Battesimo gnoria, come già dissi. Caduto quel go-
del Signore; e il quadretto con Maria Ver- verno, le magistrature edilizie continua-
gine e i ss. Giambattista e Caterina, è di rono la visita divota, e per facilitare a'
Gio. Dellino. Di questo pittore si dico cittadini il passaggio nell'isola della Giù-
eziandio nell' altra sagrestia il quadret- decca, ove sorge la chiesa, si costruisce
to con Maria Vergine che tiene il Bambi- un ponte temporaneo di barche nella
no. Qui tra molti quadri è osservabile pel vigilia della festa, in cui si attraversa in
buon concepimento e disegno il b. Loren- quella sera e il domani il Canal grande
zo da Brindisi, opera del Corvi, ch'è alle fino alla Giudecca. La notte che prece-
stampe. All'altra parte della chiesa ilPal- de quella solennità è una vera festa pel
ma giovine fece nel i.° altare la Discesa popolo veneziano, il quale in folla si por-
di Croce, F. Bassano la Risurrezione nel ta a piedi, o su barchette illuminate, a
2.", J. Tintoretto l'Ascensione nel 3." So- scorrer 1' isola divertendosi, con cene,
pro la porta : il Vecchia dipinse la mez- suoni e canti popolari. E' il più bel con-

zaluna con Maria Vergine che presenta vegno tripudianle e fragoroso del popo-
Gesù a s. Felice cappuccino, dal Zanotto lo. E' una festa popolare, splendida, vi-

creduto del p. Scipione da Verona, lo vacissima : tutta propria e tutta parti-


slessoargomento ripetuto altrove; e fr. colare di Venezia.
Cosimo Piazza vi fece più alto il Voto di 6 1 . Agostiniane delie le Convertite,
Venezia alla Vergine e a'Santi. Il quale ora delle Suore di s. Fincenzo de Paoli
Piazza dipinse le figure a chiaroscuro, e della Casa di Correzione. Tutti i mo-
2 12 V E N VEN
nasfeii fondali in Venezia per nionaclie vrann determinazione furono con somme
sino al secolo XVI, essendo destinali ad dispendio ristabiliti e l'uno e l'altra nel
innucenli e oneste che si volevano <Iedi- i8'ì6, per accogliere le donne carcerate
ftai'ea Dio, cosi erano afFalto escluse quel- d'una gran [)arte della monarchia, a(lì-J

ledonne che alcuna parie di loro vila dandone la custodia alle Suore di Cari--
aveano sagrificala al liberlinai^gio e al- tà di s. ì incenzode Paoli, v\\e vi si tro-
l'inonesto costume; Perchè poi anco per vano in numero di 16, cioè
y professe e»
queste, quando sinceramente bramassero C) novizie, le quali dipendono dalla supe-
convertirsi, vi fosse luogo ove con religio- riora della lor casa aWe Penitenti, di cui
sa vita compensar potessero i passati er- nel § XII, n. 9. Vi è la suora direllric
rori, circa i priucipii di dello secolo e d'or- e il cappellano confessore. Questo stabi
dine della repubblica fu per loro istitui- limento si chiama la Casa feniniinilc di
to un monastero con regola di s. Agosti- correzione e di pena unita alla cldesd<
no, e piccola chiesa dedicala alla più il- di s. Maria l\l addalena prima appar- ,

lustre tra le penitenti s. Maria Madda- tenente alle agostiniane convertite, la

lena, contribuendovi i lealini e s. Giro- quale venne di nuovo consagrala da mg.'


lamo Emiliani fondatore de' Soinaschi. Antonio Gava già vescovo di Belluno e
Confernìò l'istituto Giulio III, destinan- Fellre a'29 ottobre i857,eciò a causa
do a perpetui proleltori il patriarca di dell'eseguitone radicale risiamo, e della
Venezia e l'abbate di s. Giorgio Maggio- niulazionedi sua antica forma.
re, ed incaricando governatori del mo-
i 62. agostiniane ereinilane,poì Bene-
nastero per lo slal)iliaienlo delle regole : dettine di s. Giovanni in Laterano, Suov
il successore Paolo I V^, nel 1 556, dichiarò Mattia monaca agostiniana nel monaste-
Sj)ellare a'governatori del pio luogo l'e- ro de' ss. Rocco e Margherita, presa da
conomico, al patriarca la direzione delle noia si ritirò in sua casa, ma tormentata
rose spirituali. Concorse il senato al man- da'rimorsi per aver abbandonata la su.-t

tenimento dello stabilimenlocon ragguar- vocazione, Dio l'illuminò a scegliere vila


devoli sussidiinel i5G4 e in segnilo, an- più solitaria ed austera, promovendo col-

che colle multe pecuniarie de'rei ; indi nel l'esempio nell'altre donne il pentimento,;
1601 vi destinò 12 governatori patrizi onde acquistò alcune ravvedute compa
e cittadini, aumentali a 10 neltGrjo. Poi gne. Passarono ad abitare nel sestiere di
il ricco mercante^BartolomeoBonterapel- Castello in una casa nella contrada di s.w
li dal Calice, rinnovò la chiesa in più am- Maria Formosa, contigua all'oratorio din
pia e decorosa forma, consagrata l'8 giù- s. Giovanni in Laterano, il quale esiste-

gnoi57C)dal patriarca Trevisano. Queste va nel 14^5 con rettore, indi annesso a
agostiniane delle le Convertite, che con della parrocchia. Dato in commenda al»
tanto pubblico vantaggio accoglievano le pievano di Marina, nel i474 P^i' sua
s. il

donne di vila scorretta, che professando morte il senato ottenne che più non si
la vila religiosa abbracciavano uno sia- conferisse in commenda; e siccome la
lo di virtù e di perfezione, non furono chiesa divenne poi cadente e bisognosa
1 isparmiale nella generale soppre-ssione, di rifabbrica, nel 149' '' Papa concesse
e non più sussistono né chiesa, né mo- indulgenze a chi vi contribuisse, venendo,
nastero, secondo il pubblicato nel i853 indi unita alla basìlica Lateranense di
dall'ab. Cappelletti nelle Chiese d'Italia. Pioma. Le pie donne vivendo ivi appres-
Però dopo tale epoca, ricavò dallo Stalo so, presero per norma la regola di s. Ago-
personale, che per la della soppressione stino, enei i5o4 ottennero dal capitolo
la chiesa fu profanala e il chiostro fu a- Lalcranense l'uso e il possesso dell'ora-
tloperalo a pubblico uso. Quindi per so- torio cou anuuo censo di 4 libbre di per-

à
V EN V E ?< 2 I 3

fedo znlTerano. ^'el i 5o6 le monache edi- destinato ad uso della r. scuola reale su-
(jciiroiio propinquo un povero monaste- periore e di nautica.
ro, col nome d'eiemite agostiniane. A loro G3. Gesuiti e Benedettine di s. Ma'
istruzione il patriarca Soriano vi poseSco- ria dell' Umiltà. Ne parlo nel n. i del
laslica Borsa già badessa di s. Servolo, § XVIII, e nel u. 72 delle parrocchie o
che condusse seco due monache e due § Vllf.
converse. Ben presto Qorì il monastero 64. Minimi di <!. Francesco di Paola.
nell'osservanza a segno, che il patriarca Nel 1291 Bartolomeo Quirini vescovo di
Contarini nel iSig vi trasse alcune mo- Castello con testamento ordinò, che de'
nache per riformare quello benedettino suoi beni fosse comprala una casa del
di s. Anna, e vi riuscirono egregiamen- fratello Tommaso nel sestiere di Castel-
te. Siccome aveano dovuto professare lo e nella parrocchia della cattedrale, ac-
r istituto e vestir [' abito di s. Bene- ciocché fosse ridotta a spedale per 12 a
detto, tornate nell'anno 1 55 1 al loro 16 infermi della parrocchia, pel cui man-
monastero di s. Giovanni in Lateraiio, tenimento assegnò poderi. Il padronato

ne ritennero l'abito e la regola. A' i4 l'attribuì «'discendenti di swo padre, e


febbraio un fulmine caduto sul
iS'jS poi confermò neh 296 il vescovo Barto-
povero monastero vi produsse uu in- lomeo li Quirini, il quale inoltre permi-
cendio che l'incenerì, onde l'abbades- se al priore del pio luogo l'erezione del-
sa Serafiiia Moliu divise le religiose ne' l'oratorio dedicato a s. Bartoloftieo Apo-
ricoveri de' monasteri di s. Anna, d' O- stolo, per celebrarvi gli uffizi divini. Au-
gnissanti, e de' ss. Biagio e Cataldo, ne' mentò le tenui rendite dell'ospedaleToni-
quali si professava la regola benedetti- maso Quirini, forseilsunnominato, colla
na. Le monache vi si all'eziunarono in S.'partede'suoi beni, e morendo neh 3 0.4.
modo che fecero altrettanto, e quando fu fu sepolto nell'oratorio con iscrizione qual
rifabbricato monastero ricusarono tor-
il fondatore. Dipoi nel i584 il generale de'
narvi, trunne Cletneutina Corona costi- Minimi di s. Francesco di Paola inviò a
tuita badessa e uu'altra religiosa nel i SjS. Venezia due religiosi sacerdoti per pian-
Indi neh 585 furono rinnovati alla chie- tarvi un convento, e dopo G mesi 1' ac-
sa i Lateranense ;
privilegi della basilica cordò il senato. Si trovò a proposito l'o-
ma siccome dalle monache non era stato spedale di s. Bartolomeo, che per l'anli-
notificalo al capitolo Lateranense il loro chilù minacciava rovinare. Protetti i re-
egresso e ritorno, pel godimento delle ligiosi dal cardinal Alfonso d'Este, pel
prerogative, occorse nel i5g5 una bolla, quale Mario Quirini era divenuto vesco-
confermata neh 623. Ma non più vesten- vo di Concordia, per gratitudine egli e
neh 599,
dosi religiose, «noria la badessa i cederono all'ordine de' u:iinimi
fratelli
lo diveiuie laconipagna Ottavia Zorzi u- l'oratorio ela casa del priore, con riser-
nica abitatrice del monastero. Tuttavia, va del padronato. Sisto V neh 585 con-
Dio la beuedì in «nodo, che potè formare fermò la cessioue, e sopì 1' opposizione
un copioso numero di monache, miglio- che al nuovo convento faceva quello di
rare il uìonaslero, anipliare e abbellire S.Domenico di Castello, ludi sulle rovi-
la chiesa, che poi fu arricchita co' corpi ne del demolito oratorio si disposero i

de' ss. Emilio e Felice martiri, e di mol- fondamenti della nuova chiesa, coll'in-
le ossa d'altri ss. Martiri, de' romani ci- vocazione di s. Burtolomeo Apostolo e
miteri. Vi rimasero le benedettine sino di s. Francesco di Paola, e presente il do-
al 1810, e restate soppresse, l'oratorio ge Cigogua, pose nel i588 o prima la
esiste non sagramcnlale nella parrocchia pietra bencdella il patriarca Trevisano.
de' ss. Gio. e Paulo, ed il raouastero è Portata a compi meulo, Giovanuì Perpi«
2i4 VEN VEN
jrnnno vescovo diC!inea,o Giorgio Paimi- rito d'aver potuto resistere agli sforz
^iianOjCome si vuole i\ii\loSlalo persona- tanto formidabde nemico, in ringrazia
A', iitliGig la consiigiò a' ig aprile, o a' mento all'Altissimo decretò a'7 setleui
G ngoslo secondo il iletto libro. Poi vi fu- bre doversi implorare dalPapa un'uidul
rono collocali i COI pi de'ss. Alfonso e Gia- genza per eccitare i fedeli all'oblazionej
cinto martiri, tratti dalie catacoiuhe di fid effetto di cominciare l'erezione d'uB
Roma. Soppressi anche minimi i neh 8 i o, luogo di pietà, a ricetto de'vecchi marinai
il convento fu cambialo in soggiorno de' ri poveri e infermi, sotto il nome di Cesi)
militari, e la chiesa fu dichiarala succur- Ci isto, in qualche remoto sito e col eoa
sale della parrocchia di s. Pieli o. Di ri- Teniente soccorso del pubblico erario
Diarchevole non ha che il softìlto, con- Sisto IV annuì all'inchieste con brevi
dono dal cav. Contarini. del 1475. Fu trovato opportuno quelli
s. Maria della Sa-
65. Somasclii di del canq)0 di s. Antonio nel sestiere d
lute,ora del Seminario patriarcale, il Castello, ove tre anni innanzi lo stessi

nobile veneto s. Girolamo Emiliani o senato vi avea ordinata la fabbrica d'u


Miani appena in Venezia fu eretto l'Ospe- ampio coperto a ricovero de'poveri, chi
daletlo neh 527, ivi mostrò il fervore di non avendo casa propria erano costret
sua carità. Dopo aver profuso a soccorso ti dormire all'aperto sotto i portici e
de'poverieorffjni tulio il suo patrimonio, vólti di s. Marco e di Rialto, con a»stgna-
si dedicò interamente al loro servigio, e mento di due slaia di farina per far loro
introdusse nell'ospedale il misericordioso il pane ogni settimana. Disposto il dise-
i-titutodi raccogliervi gli orfanelli d'am- gno dell' ospedale, il patriarca Girardi
bo i sessi. Egli, oltre ralimenlarli, gli ad- pose la i." pietra ne' fondamenti a'7 a
dottrinava ne^misleri e ne'doveri di no- prilei476, coU'intervenlodel doge Veii
stra fede, facendoli istruire in quell'arte dramino e del senato; poscia innocenzi
che potesse loro procacciare il sostenta- Vili nel 1487 confermò l' indulgenzi
mento, come ora fanno degni suoi figli i plenaria del predecessore, accorduud
nello stabilimento descritto al n. 4^» di privilegi per la fabbrica di esso speda
questo Le sue cure si estesero ancora
§. le, e copiosissime quindi furono le obU
per le donne convertile a vita migliore, zioni. La chiesa sotto l'invocazione di i

olla buona educazione e istruzione della IS'icolò di Bari, fabbricata cou nobile ai!

gioventù d'ogni condizione. Questi fu- chitettura, fu consagrata a' ^5 marzi


rono primordii della benemerita con-
i l5o3, e venne d
affidala all'ullìzialura
gregazione de Som a.scili da lui fondala, Volgarmente fu delta s
preti secolari.
a'quali poi venne affidalo il senìinario Avicolo di Castello. V\ù lardi istituiti
di Castello. Conviene anzitutto sapere, il seminario ducale pe'chierici per la ha
che assediala nel 473 da 100,000 tur- 1 silica di s. MarcOj narrato nel u. 2 del I

chi Scìi la ri neWa Liburnia, allora sogget- VI, fu esso piantalo nell'aulico monaste
ta al dominio veneto, fu difesa con tan- ro de'ss. Filippo e Giacomo residenza de
to valore dal suo rettore Antonio Lore- primiceri di s. Marco, primicerialo e
dano, che sopravvenuti gli aiuti del re chiesa che ivi descrissi ; e poi a' 1 2 luglio
d'Ungheria, que'perpetui e fumatici ne- i5gi il senato lo trasferì nella casa eoa
mici del nome cristiano, nel i474 P^''
tigna all'ospedale di Gesìi Cristo, conca
la singolarissima vittoria riportala da' dendone la direzione a' chierici regola»
veneti, furono costretti abbandonarla, ti somasthi, insieme alla cura della som
dopo 3 mesi d'ostinati tentali vi per e- miuistrazione de' sagramenli agl'inferuii
spugnarla. La religione del senato at- del vicino spedale. Ciò premesso, ricordc
tribuendo alla diviua misericordia il me ancora, che dopo aver nel citalo § \ 1, n
VEN VEN aiS
ilesciillo il capitolo patriarcale, dissi al- eia sì rivolse a implorare la divina mise-
cune parole dell'altro seminario patriar- ricordia, col possente patrocinio della B.
cale; e uel u. 28 dell' argomento di cui "Vergine, obbligandosi con solenne voto
ragiono, raccontai la sua origine presso all'erezione d' un magnifico tempio col

s. Geremia, la traslocazione a s. Cipria- titolo di .V. Maria della Salale, alla di

uo di Murano, da dove passò nel priora- cui visita dovesse poi annualmente por-
to de'Teulonici con l'oratorio della ss. tarsi con divota pompa il principe e il se-

Trinità nel sestiere di Dorsoduro, e del nato. Cessato il desolatore contagio, su-
quale può vedersi il detto n. 28, perdi- bito il senato per rendimento di grazie
sposizione di Clemente Vili, nel luogo si accinse ad adempiere il voto, mostran-
cioè ove 35 anni dopo surse il magnifi- do anche in questa circostanza il suo aui-
co tempio di cui vado a parlare. Tanto mo splendidoe reale, colla spesa d'oltre
riporta il Corner. Ma quanto al governo mezzo milione d'oro ; e per adornarlo in
del seminario, il cav. Cicogna, racconta. ogni maniera di sontuosità, invitò 1' arti
Fino al 1612 continuarono somaschi a i sorelle, pittura e scultura ad arricchire
più elette produzioni 3.' loro
legi-ere il seminario, quando per ignoto colle la

inulivu ne lasciarono il carico, ovvero ne germana l'architettura. Prepose all'ere-


ftiruiio dispensati per alcuna causa da' zione dell'edifizio 3 illustri senatori, i

procuratori di s. Marco; e così tornò la quali come il piìi opportuno tra gli altri

tliiesa col seminario all'antica direzione scelsero per fabbricarlo l'area dell'antico
de'preti secolari per lo spirituale, e di per- priorato Teutonico e dell'oratorio della
sone laiche per l'economia. Ricorso poi ss. Trinità, allora occupati dui seminario
il preposito generale de'somaschi alla si- patriarcale. Per oggetto così nobile e in-
gnoria, i religiosi nel 1627 furono rein- teressante acconsentili patriarcaTiepolo
tegrati nel governo del seminario, me- alla vendita, edopo averne fissato il giu-
diante modilìcazioni alle precedenti con- sto prezzo, e trasportato nuovamente il
dizioni. Per finirla con s. Nicolò di Castel- seminario a s. Ciprian.o di Murano, egli
lo, aggiungerò col medesimo illustratore, stesso il I
." aprile (secondo Corner: Mar-
clieisomaitclii vi durarono sinoal decreto tiuioni dice a'25 marzo) 63 1 gittò la i." 1

de'28 novembre 1 806, pel quale il luogo pietra benedetta ne'fondamenli, insieme
fu consegnato alle truppe di marina, e poi ad alcune medaglie di diversi metalli, la
fu tutto demolilo, ed oggidì forma il pas- cui incisione pubblicò Corner, cioè due.
seggio de'giardini pubblici. La chiesa era Uua ha il busto della B. Vergine coronato
grande, sullo stile de'Lombardi, d'assai di stelle, col motto: Unde Orìgo Inde
nobile architettura, con cupola e 3 altari. Saliis'j e nel rovescio l'edifizio sovrastalo
)l bassorilievo marmoreo dell'Annunzia- dalla Deipara col Figlio in atto di bene-
ta, già pala d'uno di essi, ora adorna la dire, ed il doge genuflesso, intorno es-
sagrestia dell'oratorio del seminario. E sendo l'iscrizione Nicol. Cont. Pr. : Se
bell'accademia delle belle arti fu traspor- iiat. Ex Foto A/zJCXXX/.L'altra medaglia
tata altra Annunziala dipinta da F. Ve- ha da un lato l'intero prospetto del tem-
cellio, e l'imposte della maggior porta, pio col doge in ginocchio, e in giro l'epi-
mirabili pe'lavori d'ornato. Sorpresa Ve- grafe: Nicolao Contar. Princ.SenatusEx
nezia uel i63o da fierissima peste, che Voto jtf/JCXXX/.Nell'opposto lato dal ma-
in poco tempo condusse alla tomba oltre re si vede la Piazzetta di s. Marco co'la-
a 60,000 de'suoi abitanti, non compre- teralì grandiosi edifizi, e in alto lo Spi-
so lo sterminato numero di vittime nelle rito Santo e la B. Vergine perorante a fa-
vicine campagne, il senato a far cessare vore della sua divota Venezia, ripeten-
così aspro e distiulloic flagello, eoo fidu- dosi uel diulorno la scritta : Unde O-
2 l6 V EN V EN
rigo hulc Saltis. In lai modo il venelo nel i65i collocalo in ((uesta chiesa; non
goveiiio,clie per ringraziare l'AItissioio che un osso del braccio di s. Girolamo
delln incitale fugata pestilenza ilei 1376 Emiliani, molli figli del quale illustri fio-
avea innalzato tempio del Redentore,
il rirono in questa casa, la quale come tul-
cesi per ringraziare la protettrice Maria le l'altre andò soppressa nella deplorala
del desolatore fugato contagio del i63o, epoca della generale distruzione. Nella
fece innalzar questo. Progiedendo l'emi- stessa casa a'7 agosto 18 17 fuvvi trasfe-
nente fàbbrica al suo compi mento, decre- rito da s. Cipriano di Murano il semina-
tò il Senato a'ag dicea»bre 656, di do- 1 rio diocesano, e la chiesa, dichiarata esen-
versi consegnare alla congregazione di te, fu al medesimo allìdala per l'ulficiatu-
Somasca, fondata pel raccoglimento ed ra che vi risplende. Si apprende dallo
educazione degli orfani da s. Girolamo Sialo personale del Clero, quello pure
limiliani patrizio veneto,! di cui religiosi, presente del seminario, ch'è il seguente.
figli eredi dell' apostolica carità del san- Disci[)lina ed amministrazione : Ileltore
to padre loro, ivi si esercitavano fruttuo- e amministratore, vice-rettore, economo,
samente nell'istruzione de'cbiericidel se- istruttore de'chierici, confessore de'chie-
tiìinariuconsegnalo alla loro cura. Ac- rici convittori, confessori de' convitlori
colse con esultanza la congregazione so- secolari, bibliotecario, mansionario, pre-
inasua il nobilissimo dono, e tosto ac- fetti delle camerate. Studio teologico: Di-
canto di e»so dispose l'erezione d'un ben rettore, vice-direttore, professori di teolo-
disposto collegio, ne'foiidamenli del qua- gia dogmatica ; teologia morale e pasto-
le collocò lai. 'pietra il patriarca Morosi- rale; diritto canonico ; storia ecclesiasti-
ni a' I
7 febbraio 670, né molto dopo la
1 ca ed eloquenza sagra ; lingua ebraica, ar-
fabbrica si condusse alla sua decorosa cheologia biblica, esegesi sul vecchio e
perfezione.Ridolta poi nel suo intero com- lutovo Testafuento, lingua greca, erme-
pitnento quella pure del tempio, d'ordi- neutica e pedagogia ; catechetica; melo-
ne pubblico nell'altare maggiore vi fu dica; liturgìa sagra; canto gregoriano. Stu-
collocata la celebre immagine della B. dio filosofico: Direttore, vice-direltore,
Vergine, già con somma venerazione cu- professori d'istruzione religiosa ; matema-
stodita nella cattedrale di s. Tito di Can- tica e letteratura italiana; filosofia teorica
dia, e trasferilaa Venezia nel 1672, quan- e |)ralica; fisica; letteratura latina e greca,
do si illustre metropoli soggiacque alla e storia universale. Studio Ginnasiale: Di-
schiavitù ottomana. Altra iinmagiuedel- rettore locale,prefelto, professore d'istru-
la Madre di Dio fu riposta nell'altare de- zione religiosa, capiclasse; professori di
dicalo alla sua Natività, che vuoisi in storia naturale, e di lingua tedesca; mae-
antico stata posta dall'imperaloreEmma- stro delle 3 classi elementari, di lingua
nuele nella basilica di s. Sofia di Costan- francese, di musica. Merita d'esser letto
tinopoli, ed ivi con parlicolar culto ve- li libretto intitolalo : Ragi^uagUo delle
nerata. La maestosa chiesa fu consugra- cose uotnlnli nella Chiesa e nel Semina'
ta a'g novembre 1687 dal patriarca Sa- rio patriarcale di s. Maria della Salu-
gredo. Le principali reliquie che vi si te. Tipografia Alvisopoli, VeueziaiSig.-
posero vSono: il corpo di s. Crescenzione Egli è questa operetta scritta con som-j
martire, quello dis. Giusto martire, ((uel- ma ddigenza e giusta critica, del già lo-
lo «li s. Fabiano martire, porzione del dato, del seminario ancora benenierenlisi
cranio di Cipriano vescovo di Carlagi-
s. simo, come di Venezia, mg."^ Gianuau-
ne, un ossu del braccio di s. Antonio di Ionio Moschini, cavaliere e conouico di
l\ulova al suo altare, tratto dal suo cor- s. Marco. Del grand'uomo si ha pure l'o-^
po e processioualmcute fra gli applaudi poru posluiua: La Chiesa cil Scininuric
VE N VEN 217
di s. Maria (Iella Salute. Venezia 1842 parte la Discesa dello Spirilo Santo, è di
co'lipi di G. Aiilonelli. Il piodolto del- Tiziano: assai bene concepita e composta,
lo liiedesiino, dispose 1' autore, doversi nella sua larda età. Le altre due tavole
im|)iei;are nell'acquisto di lampade d'ar- di Maria Vergine Annunziata e di s. An-
gento pel maggior altare della cliiesa. Di tonio, invocato dalla repubblica, sono del
tò principalmente colla sua Nuova Gui- Liberi : del qual pittore è anche il qua-
da per f ciiezia^ stimata do[)o la sua dretto, tutto amore, collo stesso santo, s.

pubblicazione , la migliore dagli stessi Francesco e Maria Vergine. Gli sta iu


scrittori veneziani. La cliiesa della Salu* fianco un grande Voto fatto dalla repub-
le fu alzata l'anno i63o dalla repubbli- blica nel i687,cesellalo in argento da An-
ca, con diseguo di Buldassare Longbena tonio Boncacina, dove si vede la flotta ve-

nato in Venezia, iu ringraziamento a neziana colla dal morbo contagioso pres-


Maria Vergine,clje cessò nella città la pe- so Castel Nuovo. 11 ricco e grandioso al-
stilenza. K'è si grande la moje, che nelle tare maggiore, con statue ed altre scultu-
lònd<mtcnta s'impiegò 1 milione e20o,ooo re iu marmo di Carrara, fu scolpito da
pali (il Marlinioni continuatore del San- Giusto le Curi. Si compone delle ligure
sovino scrisse, che a'6 settembre i63i di Maria della Salute, dellaPeste cacciata
si [)iincipiò a gittar i fondamenti, ne' dall' Angelo, e dalle statue de' ss. Marco
quali vi andarono un milione 1 56,6)7 Evangelista Lorenzo Giustiniani. U
e
pali, fra di rovere, cnaro, larice e altri gran candelabro di bronzo, d' oltre 6
legnami, e che nel 1660 non era ancora pieili d' altezza, stimatissimo per esatto
compito il tempio. Da questo si |)renda disegno e morbida e diligente esecuzione,
un'idea del costo de'fondamenti deglie- è di Aiulrea d' Alessandro bresciano, al-
dilìzii in Venezia!). Se la facciata è trop- la maniera del V^ittoria,ed è riputato, do-
po carica d'ornaoienti, la piantadel tem- po (ptello di A, Riccio nella maggior cap-
pio è mirabilissima. La cupola poi è co- pella di s. Antonio, a Padova, il più bello
sa the sorpiende, e di tanto noerito, che che sia in cpieste parli. I 3 maggiori com-
illustri francesi architetti, orgogliosi della |»arli nel sodltlo del coro, con Elia con-
cupola degl'invalidi aParigi,eretta poste- fortalo nel ileserlo dall' Angelo, con Da-
riormente, pure diedero pubblicamente niele ristorato d' A bacucco che viene
la preferenza a questa dellaSalute, la qua- strascinato pe* capelli da un Angelo, e
le sì bene unisce leggerezza e solidilàjco- col Miracolo della manna, sono 3 opere
me si ha i\a\\ixMt-moria dillaymond, giu- di gran carattere, di G. del Salviali. Gli
sto quanto dotto, dopo averne paragona- 8 minori comparti, co' 4 Dottori e co* 4
lo il meccanismo artificiosissimo e sem- Evangelisti, sono opere che Tiziano fece
plice. Welle 4 cappelle negli angoli sono in sua vecchiezza, ma di grande rilievo.
opere del Triva, piene di forza, i
4 Dot- Ilappresenlò se stesso in Matteo, melteii-
lori e i
4 Evangelisti. Nel sollltto della dosi nella mano il pennello anziché la pen-
cupola Padre Eterno è di Girolamo l*el-
il na. La sagrestia è un'illustre pinacoteca.
legrini. Le 3 tavole alla destra, colia Pre- Qui vi ha 4 opere di Tiziano: cioè, 3 i

sentazione, r Assunzione la Nascita di comparti del sodltto, con Caino che ucci-
Maria Vergine, sono delle migliori ope- de Abele, col Sagrifizio d' Isacco, colla
ra del Giordano. iNell'altare di «nezzo è Vittoria di David sopra Goha nelle (|ua- :

di G. M, Morlailer la statua di s. Giro- li opere si conosce quanto fosse esatto di-

lamo Emiliani. I due quadri laterali segnalore e quanto signore della dilllcile
colledue figure d'Elia, confortalo dal- scienza del sotto in su. Li 4-' di luì ope-
I Angelo e cibalo dal corvo, sono ben di- ra, uell'anli-sagrestia, n'è il quadro col s.
seguali dipiuli di G. Luzzariui. All' ultra Marco nell' allo, e alpiaug s. SebasliauQ
2i8. VEN VEN
e s. Rocco, che addila la sua plaga a' ss. lau. Sopra d'uDo degl'ioginoechiatoi vi
CoMua e OaMiiaiio: opera, la quale si cre- ha un amoroso quadretto del vecchio Pal-
ile di Tiziano gìuvaue, foise perchè dipiu> ma, con Maria Vergine e ritratti ; opera
ta nella vecchia maniera ; mentre è di che fu dell' airettuoso patriarca Milesi :

già ricca d' ogni maggior bellezza. E' an- la Beata Vergine col Bambino sopra l'al-

zi considerala il più diligente lavoro che tro geuuflessorio viene dalla famiglia Vi-
(Il Tiziano si abhia in pubblico : lanto è varini. La tavola dell' altare con Maria
iìnitissima ; e quel bianco panno di s. Se- Vergine della Salute, è bell'opera del Pa-
IjiHliauo è riputalo meraviglia. lITinlo- dovauino. Nell'anli-sagrestia pure è la fi-
rellù ha qui nel gran quadro delle Nozze gura di s.Sebaslianoche pare d'incerto au-
di Cana una delle 3 sue opere, che sole si tore; altri l'atlribuiicono al Basaiti. De'3
dice recarne il nome ; l' altre essendo il quadretti, nella sagrestia ricordata,quello
Miracolo di s.Marcoe laCroc;efiisioue,che di mezzo colla Circoncisione sembra dello
egli credeva fca'uiigliori suoi quadri. Que- Schiavone:runadelledueMadonueè d'in-
sta delle Nozze è dipinta senza apparec- certo autore, non di scuola veneta: l'altro
chio: cosa che sorprende. L'invenzione è del Sassoferralo, del quale sono ezian-
n' è bellissima, la composizione ricchissi- dio ledueall'altra parte,divise da un qua-
ma, la prospettiva arditissima e di tutto drello con Maria Vergine e la s. Fami-
suo elfetto. Che incaiilesimo dev' essere glia.delPolidoro. Ilquadro in 3 comparti,
slata nel refettorio de' Crociferi, co! cui colla B. Vergine, un di volo e due Santi, è
sollillo combinava ! Dice la Biografia opera di bel colorito, di Cristoforo da
ch'ali Artisti, che tale dipinto fu lenulo Parma, discepolo non servile di Gio. Bel-
miracolo dell' arie da que'che lo videro lino. Sopra l'altra piccola porta che met-
nel suo silo primitivo. Avea Tmloretto te al corridore della chiesa; la testa del
compreso bene la natura della vòlta
assai Salvatore, è del Cordella; quella di s.

e l'avi'.i accompagnata nel quadro con Paolo, del Lotto; e la 3/ del Nazareno,
tanta arte prospettica, che la sala appari- di Jacopo da Valesa, con bel giuoco di
va due volte più graude che non era in luce. Sopra la cappella la mezzaluna col
fatto. Sei dipinti vi sono del ricordato Padre Eterno, è dono e lavoro del Fio -
Salviati : David, vincitore di Goha, in- l'ian, che lo condusse secondo una stam-

contrato da graziosissime donne: Da- pa tolta da Ralfaello. Neil' anti-sagre-


\id contro cui Saul brandisce la lan- slia vi è un grandioso Deposito di Cro-

cia due comparti): due fi-


(diviso in ce, in marmo, che sembra opera del

gure, l'una d'Abraiao, l'altra di Mei- Dentone. 1 due bassorilievi laterali so-
chisedech con in mano la doppia sua of- uo dono e lavoro del professor Zando-
ferta e la Cena del Signore. A queste
: meneghi, a cui furono di modelli del-
due figure del Sai viali rispondono le due l' opere che condusse per la facciata di

del Palma giovine: Sansone e Giona. La- s. Maurizio. La mezzaluna col s. Marco

terali alla gran porta vi sono due pre- è dono e lavoi'o del Darif, quella di s.

giatissime opere di due illustri pittori Ire- Giovanni è dono e lavoro del Servi. Il
Aigiani: una Beata Vergine col Bambino lìanurrexit nel sollilto lo fu del Quere-
fra le nubi, di grandioso stile, del Pen- na. Nella piccola sagrestia vi è un' urna
nacchi ss. Girolamo, tlucco e Sebastia-
: i d' Antonio Corner, concepita squisita-
no, di Girolamo che di Treviso si nomi- mente, e condotta eccellentemente. Il
nava, di cui souo rari i dipiuli,d'un dolce sodino col Padre Eterno in gloria vi è
suo siile: dono lasciato a questo luogo d' Andrea Vicentino. Questo tempio il
dal magnanimo |)ulriaica l'yrker itiuan- Longhena, architetto d' ingegno e valo-
ii che partisse per V arci vesco «alo d' Er- re ( quantunque 1' autore dell' opuscolo
è

VEN VEN 219


Le Bella Arti in Venezia, che ne offre trailo di Benedetto XIV, distile grandio-

]u spaccalo dal punto della soglia ddlhi so e studiate pieghe, è del Subleyras : il

prima arcala di lioute al piesbileiio, os- ritratto del Zaghis abbate camaldoles e,

serva che il Teiuanza ne parlò sempre del Ceccarini. 11 piccolo quadretto colla
con disprezzo. »» Ma gli scrittori a qual- figura di s. Pietro, sembra del Mansueti.
che luomento ci fanno sentire nelle loro Jl corridore è coperto di centinaia di ri-
opere il tristo umore che ne gli predo- tratti o a matita a bulinu, qui collocati
mina: e guai a colui che n'è a (]uel pun- da persone amalricio delle lettere o del
to da essi giudicato "), lo eresse ispira- luogo. Sopra una porla il dipinto a fresco,
to da quel genio islesso di grandezza che muro, con grandiose figure, che
tratto dal
ispirava la signoria della repubblica ve- rappresenta la Storia, ha il nome del suo
neziana. Lo decorò nel!' esterno con un autore Paolo Veronese : la mezzaluna sul-
itrdine conipo>ito, anteponendovi niae- l'altra porla con MariaVergine, due Santi
stusissiiua scalinata e incorunandulo con e due ritratti, che slava sopra il sepolcro
due sublimi cupole coperte di pionibo, del doge Francesco Dandolo, è opera in-
ogni cosa Iraricca d' ornamenti, e fre- teressante della scuola veneta, per la sua
giato da un complesso di 1 15 statue. Po- epoca del i338 (orasi trasportò nella
chi sono gli edilìzi ne'quali siasi posta e- sagrestia). La sala che fu il luogo del-
guai cura nelle più minute particolarità. la biblioteca rinomatissima de' soma-
L' interno [)resenla un oUaiigono circo- schi,la (juule pure andò dispersa nel

6oritlo da un altro, in cima ul i.°de'qua- governo del regno Italico, ha 3 allegorici


li sorge la maggior cupola, e nel 3.° con- dipinti nel soHitto: il i.^del Zanchi, il 2.°

tengosi 6 altari minori ed un maggiore, del Rizzi, il 3." del Bambini. E' divenula
cui sta di fronte la gran porta d'ingresso. poi copiosa di circa 18,000 volumi, spe-
]^er la sagrestia si va al seminario [)a- ciaUnente |)er largizioni di detto governo
triarcale, grandiosa fabbrica pure del e del successivo imperiale, di mg/ Pietro
Longhena, il cui modello il senato ap- Seffer rettore benemerito del seminario,
provò nel 1670. Nell'andito che vi con- liei cav. Gaspare Lippomano, e soprat-
duce stanno chiusi 3 paliolli d' altare, tutto de' |)atridrchi Milesi e Monico. Vi
in metallo dorato, con piccoli dipinti, e si aggiunsero ancora i ricchi lasciti del-

tutti sparsi di varie ben compartite pie- l'abbate Torres ex gesuita, del prof. Pu-
tre orientali. Ve n'ha poi uno in arazzo jati monaco cassinese, del conte France-
con Maria Vergine fra gli A[)osluli, con- sco CalboCrotla e del cav. Contarini.
dotto sopra bellissimo disegno Bellinia- li grandioso e nobìlechiostro tiene intor-
no, e che tuttavia mantiene saporito di
si no le pareti ornate d' iscrizioni, di busti
colore, il quadro grandioso e spiritoso con del medioevo, sicché rassembra un Mu-
l'apotesi di s. Girolamo Emiliani, nel sof- seo. Vi sono ancora interessiinti iscrizioni
Zanchi. Il quadro
llllo della scala, è del antiche, alcuna ignota, oltre a qualche al<
grandioso colla Samaritana è dono e la- tio capo di antichità. Ne primeggia l'iscri-
toro del Uinaldi : l'epigrafe che rammen- zione che raniinenta i grandi Dei Cabiri,
ta ie beneficenze dell' imperatore Fran- ricordala da tanti scrittori e illustrata con
cesco I verso questo luogo, è del celebre dissertazione del prof Rink. Tale interes-
epigrafista Morcelli bresciano. Nella slan- santissima raccolta si deve alla cura par-
7a dell' udienza vi sono buoni dipinti. Il ticolare e al fino intendimento delMoschi-
disto risotto è bellissimo lavoro Gior- ni. Di continuo si aumenta di bassirilie-
gioiiesco: il Portar della Croce è di Bo- \i, busti, staine, urne, iscrizioni e simili
uifacio: quella FauJiglia che visita un uuo- altri oggetti. Elegantissimo è l'oratorio
Uastero, è rara opcia del Fusolu ; il ri- privalo della ss. Trinità, già deli' ordì-
220 V li ìN YEN
ne Teutonico, e fino all'anno 1810 ap- lutto r insieme, e alcune parziali bellezze,
pelliitu la scuola della ss. Trinità; e- e tali da non dar tempo perfino di sco-
zidiidio t|uesto ricco di buone opere prirne i difetti, e di persuader la ragione
d'arte, specialmente di scultura. E' de- «ul diritto ch'essi hanno alla nostra in-
gno d' esservi osservalo 1' elegautissiuio dulgenza, si astenne dal pubblicarla. Ma
deposito di Jacopo Tatti detto Sanso- la pianta del tempio, dichiara, non pote-
viiio dal monte Sansovino o s. Savino, va esser pensala con maggior saviezza ;

patria del suo maestro Andrea Cuntuccì, bellissima laformadel presbiterio; e con-
Je cui ceneri ancora vennero qui tras- clude, le bellezze di questo tempio, quan-
portate e sepolte quando fu atterrala toalla parte interna, sorpassano di gran
la cliìesa di s. Gemìnìano ove giaceva- lunga i difetti, i quali pure potrebbero di
no. Il bellissimo busto che vi fu so- assai temperarsi senza scomporre l'insie-
prapposto e che olFre l' effigie del- ine. Il Zaoollo nel descrivere gli orna-
l' illustre sculture e architetto, scolpito menti che Io rendono più splendido, fa
dal Vittoria, è dono di David Weber, il osservare: Che sebbene nel tempo che
quale pure donò il ritratto del Moschi- davasi mano a tant' opera, i più grandi
iti scolpilo in marino dal veneto Gaeta- laminari della patria scuola erano disce-
no Ferrari, tratto da quello souiiglian- sinella tomba, nondimeno si pensò di a-
lissinio in plastica dall' esimio B.iu>ildo dornarlocon quelle tavole, che la chiesa
liinaldi padovano eseguilo in Uunia, allora soppressa di s. Spirilo in isola pos-
indi fuso in bronzo per cura del cav. Ci- sedeva, come rilevo nel § XVIII, n. 5 ;

cogna, Sonovi ancora i busli de'patriar- ed erano la iiwggior parte produzioni de-
cln l'yrker e Monico, lavorati dal prof. gli artisti dell'aureo secolo, fra cui del
1*. Abbiamo 1' Allocu-
Zandoineneglii. pennello miracoloso del grande Vecellio.
zioiit inedita di S. E. film." /iev.° Pie- Colle stupende opere del monaslero di s.

Iro Aurelio iMutli patriarca di f^ene" Spirilo si abbellirono pure la sagrestia e


zia tenuta nel seini/iario patriarcale il il soppalco del coro, e questo ancora co'
{giorno 26 aprile 18 )|, inaugurando il ben operali sedili, sculli iu noce, che ser-
bus lo deli Ein." Cardinale Jacopo Moni' vivano a'monaci o canonici pe' divini uf-
co pa triarca di f'enezia^K pog ra fi a M a r t i-\ fizi. iN'ella sagrestia furono poi collocate
iiengo.VeneziaiBSy.Mii il nominare sol- quelle dislinte produzioni, che per amore
tanto ogni cosa darle eli' è (pii, richiede- delle buone arli e del decoro del santua-
rebbe Una lunga narrazione, la quale sa- rio r ottimo Moscbiui lasciò, a mostra-
re!)be aryoniento che mostrerebbe co- re ch'erano iu lui ellicaci le più nobili
me in breve tempo si possa ope-
molto virtù dell' uomo (lasciò inoltre al suo di-
rare, ove non manchi un volere elfi- letto Seminario i libri, i inss., le slampe,
cace. Le Fahhriclie di Venezia od'ro- le medaglie,le raccolte di monete e pres-
no 4 tavole coli! illustrazione del lem- soché ogni altra cosa che possedeva ;
para-
pio del Diedo e de' suoi ornamenli del menti preziosi,scuUure e dipinti alla chie-

Ziinotto. Dicesi dal primo: il Longhena, sa). Sempre edificante religioso, il ch.Za-
the per lungo lem |io esercì lo la professio- iiollo termina le sue belle descrizioni col
ne (li scarpellino, come archileltodiè sag- dire : » iNon possiamo chiudere questi
gio d'un ingegno straordinario e d'un ar- sfuggevoli cenni, senza rendere le dovu-
ilunento incomparabile. Aggiunge, co- te grazie a chi ha in custodia questo
luiinque la facciata esternasi Faccia am- tempio, mentre è tenuto con tal cura e
uiiiare per la grandiosilà della mole, l'e- talamore, da poter esser offerto ad e-
levazione sorprendente della cupola, il sempio a' ministri del santuario, quali i

giuoco delle linee, i' eletto pilluresco di debbouù Icucr iu cima a tulli i loropen-
VEN VEN 221
sieri il decoro della Casa di Dio ". Ed ro la fondazione d'un nuovo monastero
io non posso terrainare questo numero, sotto l'austera primitiva regola di s.

e partire dal seminario patriarcale, sen- Chiara. Chiuse dun(|ue in angusta casa
za aggiungere altre parole in lode delle adottarono la regola francescana senza
benen>erenze col seminario, con Vene- veruna dispen>a, laonde ben presto ec-

zia, co' veneziani, colla letteratura, colle citale da SI edificante esempir), si uniro-
arti, dell'ex somasco, canonico e cava- no ad esse molle altre vergini bramose
liere, il veneto Giannanlonio Moscliini. di professa re vita così severa e regolare.

De' suoi grandi meriti, e di quanto egli Intanto giunto in Venezia il p. Girola-
operò per l'onore e la splendidezza del mo da Perugia, ministro generale dei
veneziano seminario, lo celebrarono il- cappuccini, si lecarono le virtuose ver-
lustri penne, anclie come dottissimo pre- gini da Ini a' 2 I gennaio 1 Sgo per es-

fètto degli studi del medesimo; il prof. d. ser benedette e riconosciute per figlie.
Antonio Visenlini con affettuosa e facon- Animale da' suoi consigli implorarono
da Orrtz/o/?e/J<«c/;re, stampata dall'An- l'assistenza del patriarca l*riuli, che be-
tonelii nel 184.0; il prof, de Ilo slesso semi- nignamente le confortò a cercare sito op-
nario d. Cesare Parolari, il quale premise portuno per la fondazione. Mentre a
alla suddetta Guida postuma, una com- questo s' intendeva, per la tardanza della
pendiosa vita del suo autore, scritta con grave carestia, si ritirarono tulle alle

acutezza di giudizi! ed eleganza di sti- loro case, ad eccezione della sola Ange-
le; il cavalier Cicogna neWe Insciizioni la, la quale motti i genitori si retò a vi-
Veneziane, massime nel t. 4» P- ^93 ; vere solitaria con una compagna in una
il cav. Mulinelli nelle sue opere, segna- casa contigua all' oratorio della Conso-
tamente negli Annali delle Provincie lazione dello della Fava, ove Dio la

T enele a p. 5o6, in cui rileva, che tenu- provvide d' altre compagne più fervoro-
to dal seminario qual padre suo, in tri- se delle anteriori. Colla benedizione del
buto di tenero affetto e di pubblica gra- patriarca Zane, secondo i suoi consigli
titudine gli celebrò solenne funerale, e si esercitarono in pie opere nelle chiese
con eccezione alle leggi, ottenne dal so- tle' ss. Gio. e Paolo, e di s. Maria dei
vrano d'aver presso di sé le reli(juie di Derelitti detta l'Ospedalello ; eletta An-
un uomo la cui morie lungauìente ri- gela a superiora, la quale curò soprat-
marrà deplorabile, e le depose in onora- tutto la serafica povertà, ed accresciuto
la tontba nell' oratorio del seminario, il numero, passarono in casa meno ri-

coll'epigrafe: Oplime De Seminario Me- slrella nella parrocchia della ss. Tiinità,
riti liete Professoruni Volo Principe Finabnenle giunte al numero di 12, la
Adnuenle. Monumento di meritala glo- fondatrice ottenne a' 26 giugno i6o5
ria. dal maggior consiglio il permesso d'eri-
66. Cappuccine Clarisse di s. Maria gere un monastero con chiesa. In un an-
Madre del Redentore. La matrona Ma- golo della città dello Qtiintavalle, nel
rianna Tron volendo introdurre in Ve- sestiere di Castello e vicino alla catte-
nezia le Minime o Paolotte, raccolse nel drale, fattosi acquisto d' un luogo, An-
1589 f*'*!"'"''^ vergini, fra le quali Fran- gela con 20 monache vi si porlo a dis-
cesca Triaca Marasca e Angela Classo, j)orre i principii del chiostro. Superali
die poco prima da' cappuccini erano sta- gì'impedimenti fatti insorgere dai de-
sle vestiti? dell'abito di s. Francesco d'A- monio, il senato a' 21 gennaio 1609
sisi ; ma i mezzi non corrispondendo alle autorizzò il monastero a contenere 3o
spese necessarie, le vergini si ritirarono, cappuccine, e con apostolica autorità il
tranne le due noiuiuale die si prupose- patriarca Vendramiu chiamò da Brescia
j

•lo.'i V IL N VE N
per isliiiiie le religione all' 0<;<!pivnn7a, rione oUobre 1826. Nell.i chiesa
cieli' i i

le inonnclie cappuccine Maria Zuccalo vi è un'opera del Palma giovine,

veneziana, ed Knfiasia Nasini bresciana. fjy. Minori Osservanti Riformali di

Con solennità s' inaugurò il nionasfeio s. Francesco del Deserto e rli's. Bona-

4 oUobie festa di s. Francesco, le mo-


lì' ventura in isola. P\ il § XVI li, n. i i.
nache ricevendo nella calledrale la co- 68. agostiniane, ed ora Eremitani
munione dal paliiarca, e dopo ^dotine Servite di Gcsìi, Maria, Giuseppe, già
formalità il prelato impose loro la coro- di s. Maria del Pianto di presente ce-
na di spine sul capo, la candela accesa ciipaf a dall' Istituto Canal delle Figlie
in mano, e la croce sulle spalle. Con ta- del Sagro Cuore. La fondatrice di que-
li ornamenti, procestiionalmente e prece- sto monastero, già delle ^agostiniane det-
dute da lunga schiera di cappuccini, tor- le Muneghette, suor Angela M. Pasqua-
narono le spose di Cristo al monastero ; li veneziana, in tutta la sua vita presen'ò
f)ve piesero il velo bianco e I' intero a- un corso mirabile di disposizioni della di-
bito serafico, e cambiati i nomi, la bene- vina provvidenza, che la volle istilutrice,
inerita fondatrice Angela divenula novi- malgrado molle umane contrarietà, che
xia, assunse quello di suor Francesca. Il vi si opposero, narrate dal Corner. Dal-

palriarca destinò quindi al governo la la sua infanzia die' segni di santità, e di-
Zuccalo, nelle cui mani professarono venula orfana de' genitori a 9 anni, ad-
Framesca e 1' altie novizie la regola di dottò per madre la B. Vergine e sempi'e
s. Chiara in tutto il rigore. Il palriaica ne provò gli eftelti prodigiosi. Condotta
considerando il silo di Quintavalle trop- dallo zio in Candia, ivi lo perdette, onde
poremoloed esposloa pericoli, d'accordo tornata a Venezia abbandonata da fu
co' protettori delle religiose, le trasferì lutti. Dopo altri infortunii, matura alk

a' i4 gingno 1612 in faccia al mona- grande opera a cui Dio l'aveva deslina-
stero di s. Girolamo, in ristretto e bene- ta, diverse don?elle nobili e civili fattesi

dello chiostro, nel sestiere di Cannare- sue discepole, conobbe la serva di Dio
gio. Di poi le monache lo dilatarono, e d' essere destinala alla fondazione di un
fabbricarono la povera e decente chiesa, monastero j ed anco per questo fu ber-
la cui I." pietra a' 17 agosto 161 4 pose saglio di contrarietà e persino segno di
d patriarca Vendramin, sotto 1' invoca- calunnie, finché Dio in premio di sue
zione di s. Maria Madre del Redentore rare virtù cambiò i persecutori iti pro-
e con questo titolo e quello di s. Fran- lettori. Soperate tutte le difficoltà, nel
cesco e s. Chiara fu consagrata il i.°olto- sestiere di s. Croce acquistò alcune case,
bre 1623 dal patriarca Tiepolo. In se- e ridotte in forma di piccolo monasterc»,
guilo da questo monastero, 3 religiose nel suo oratorio dedicato a Gesù e Ma-
passarono a fondar quelli per le cappuc- lia pel i." celebrò la messa a'aS febbraio
cine di Vicenza nel iG^Qjtli Padova nel 1623 il patriarca Tiepolo, il quale co-
i633, nel!' isola di s. Maria delle Gra- nìunicò Angela e le verginelle sue figlie,

zie nel 1671, di cui parlerò nel n.Sdel Scelta per norma la regola di s, Agosli-
§ XVIII. Le cappuccine quivi litua- no, nel i633 s' intraprese l'erezione di
sero sino al 1810, nel (piale anno furo- angusta chiesa colla medesima invocazio-
no soppresse in uno agli altri clauslri. ne dell' oratorio, e poiè esser solenne-
La chiesa fu allora dichiarala sussidia- menle benedetta a' 26 luglio i 634- An.
ria ossia oratorio sagramenlale della va- che nella pontificia conferma ilella rego-
sla pairocfhia di s. Marziale. Le mona- la e del monastero, la serva di Dio pali
che la riebbero col monastero, autoriz- contrarietà, e finalmente colle orazioni
zfite a ristabilirsi per la sovrana risolu- 1' ottenne da Innocenzo X il (."luglio
V EN V E N 293
1647- Allora scelta nd effclftinre la rano- ra ingiungersi da un'interna celeste voce,
nìca istituzione!' idonea agostiniana (l'è! doversi con pia istituzione perpetua com-
monn-itero Andrea, suor Ciierubina
di s. pensare il danno recato all'anime purgnu-
Balbi, quasiché piii nulla restasse a snnr ti; e con pubblico decreto e a sue Sjìe-ie

Angela da fare, placidamente riposò nel fondarsi un monastero, in cui fervoro>e


Signore a' il aprile i652 di go anni. vergini porgessero continue preghieie fi

]| patriaica Morosini,a consolazione delie Dio, e nella chiesa che propinqua dovea
desolate religiose, costituì la medesima fabbricarsi, si olfrissero quolidiani sagri-
lìajbi in I." priora del monastero, e tale fizi al vSignore per la libera7Ìone delie
dixenne per la formale clausura imposta- sfesse anime sofferenti. Palesò la buona
gli. La piccola chiesa fu poi iibbellila, e verginei! ricevuto avviso, ma poco fu cre-
decorata col corpo di s. Sabina uìartire, e dula ;ed essa si rimise alla volontà di Pio.
delle leste de'ss. Fabio e Massimino mar- Infanto alcuni anni dopo Ibraim sultano
da Roma sotterranea. Le mona-
tiri, traili de'turchi mandò a investir l'isola di Can-
che agostiniane ti fiorii ono sino al 8 o, 1 1 dia con polente armata, e la religiosa ba-
in the con tutte le altre furono soppiesse. dessa si senlì internamente eccitata a pro-
Ilmonastero e la chiesa di Gesù-Maria- muovere la fondazione del monasleio.
Giuseppe r ottennero poi le Servite erC' Scrisse al senato tulio quanto, e per l'opi-
mitane, che prima di tale abolizione abi- nione virtuosa che godeva, non solo tro-
tavano il uionasterodi s. Maria del Pian- vò ascollo, ma fu esaudita con ordinarsi
to, e le quali furono ristabilite in Vene- r erezione del monastero e della chiesa,
sovrana risolu7Ìone de* 7 luglio
zia colla e la dotazione; e suor M." Benedella ne
1820. A dar contezza di esse, ccmincciò fu destinata fondatrice e superiora. Ella
dal dire col quanto ci Kt-cìò
Corner, scelse I o religiose, 3 delle quali del mo-
scritto dell' Eremìfe de' Servi dette le nastero di Durano, ma prima che si get-
Cappuecine delle fondamenta Nuove, tassero i fondamenti passò a miglior vita,
della chiesa di s. Maria del Pianto. come avca predetto. Erette poi e dolale
Insorta nel 1629 gravissima peste in dalla pielà del senato le fabbriche nel se-
Italia, dopo averne desolale le principali stiere di Castello, a sua i^tan7a Alessnu»
citlà, s' introdusse in Venezia, ove fece dro VI! a' 2 I novenjbre iGDy approvò
tali e lanle stragi, the la città tutta prese lo stabilimento col titolo di oìonaslero di
forma di cimitero. Commosso da spella- monache dell' ordine tiei Servi di Maria
colo rosi funesto il cuore di Benedetta della 2" riforma di Monte Senario, sotto
Bossi, pia vergine, che poc'anzi avea nel- la regola di s. Agostino e l'invocazione di
r isola diBorano fondalo un auslerissi- s.Maria del Pianto, per l'abbadessa e i4
mo monastero di monache dell'istituto monache, con padronato perpetuo alla
de' Servi di Maria, procuiò con 01 azio- repubblica di Vcnezia.Quindi a Ila defunta
ni e penitenze di placare lo Dio sdegno di fu sostituita per fondatrice suor M. Inno-
e divertire 1' orribile flagello che andava cenza Contarini, la quale con due altre
consumando il suo popolo. Mentre un monache e le vergini secolari che ammise
giorno con maggior fervore era tutta as- al sagro abito, formò una comunità an-
.sorla neir orazione, da superno lume gelica che riuscì di edificazione alla cit-
chiarita, conobbe derivare il castigo del- tà. Gettò la I." pietra ne'foudamenti del-
la città per l' inadempimento de' pii suf- chiesa nel
la 1647 '' patriarca Mnrosini,
fragi till' anime penanti del Purgaloiio. e ne fu coniata per memoria una meda-
Ofliì ella tosto sua vita in olocausto per
la gliache trovo nello stesso Corner. Rap-
placar l'ira divina in compensazione di presenta la B. Vergine colla corona in ca-
tali otumissioui e sospensioni. Senti allo- po sostenuta da due Angeli, deploiaudo il
224 VEN V E N
tlivin Figlio che gli è innanzi morfo. nasfero 1' istituto educatorio del suo no-
]Vel rovescio è l' iscrizione Dcipnran
; me che fiorisce. Già WGiornale di lìoma
firgini A Plancia - Delnbritm - Ad del i85i a p. 83o avea pubblicato colla
Mortuor. Aniinas - Sacerdotuni [Josliis data di Venezia 3 settembre: Domenica
Firginurii Precib. Expinndas - Sena-
- 3 lagosto(sic) fu solennemenlecoiisa£;ra
iris l'oi'it Primo Q. In e loiapide - Di- ta da mg.' Federico marchese Maufrediui
ravit - Frane, violino Duce - Io. Fran. vescovo di Famagosla, la chiesa di s.
Jllauroccno Pai. - mdcxlvii. Ridotta Maria del Pianto, la cui funzione rese
la chiesa a perfetto compimento, oltre più splendida la grande frequenza del
il monastero, fu solennemente consa- popolo. '» Questa chiesa, dalla pietà del
grala a' 7 maggio 1687, secondo il Cor- senato veneto innalzata per volo fin dal
ner, o a* g novembre, come leggo nello 1646 (sic) coir annessovi monastero, era
Staio personale del Clero. Fu ornata stata fin dal i8io soppressa, dipoi pro-
nel suo materiale di magnifici altari e fanala, e quasi totalmente distrutta. Ac-
tlislirite pitture, ed arricchita de' corpi quistata col cenobio dal zelantissimo ve-
eie' ss. P'austo e Giustina martiri, e.d' al- neto sacerdote Daniele nobile Canal nel
tre insigni reli(iuie tratte da' cimiteri 1842, air oggetto di riaprirla al culto,
l'omaui. Dipoi Benedetto XIV nel 1744 e di collocare nel luogo le povere fan-
lo donò della reliquia di s. Stanislao ciulle dell' istituto da lui eretto fin dal
K-oslka gesuita, la cui festa a'i3 novem- 1823, potè dopo g anni d' incessan-
egli,
bre si cominciò in questa chiesa a cele- ti cure, ridurla al suo compimento, ed
brare con solennità. In questo monaste- a tal p(mto da poter giustamente gareg-
ro fiorirono sante monache, fra le qua- giare colie pii;i belle ed eleganti della no-
li suor M, Angelica Confortinari ; e suor stra meravigliosa Veneyia. In effello,
3M. Clela Antonia de' conti Zinzendorf, gì' illustri viventi pittori Qnerena, San-
convertita dal luteranismo e vestita nel ti, Bernardo, l'esperto sacerdote Dal Lon-
1702 dal patriarca Badoaro, poi diven- go, e la virtuosissima giovane Anna M.
ne badessa, e fondò nel 17163 Monaco Marovich, abbellirono la chiesa, chi di
di Baviera un monastero del suo ordi- pitture ad olio, chi a fresco, chi di dili-
ne,e tornata in Venezia morì santamen- genti indorature ; e 1' artiere Gandon, e
te nel 1742. Per unità d'argomento ag- tutti gli altri artefici, prestando 1' opera
giungerò col citalo libro Stalo persona- loro, ebbero più in mira il decoro della
le, che siccome la chiesa di s. Maria del Casa di Dio, e il desiderio di aiutare il

Pianto nel 18 io fu soppressa unitamen- pio sacerdote nella sua santa intrapresa,
te al monastero annessovi delle religiose che non il proprio iiiteres>.e. Questo tem-
Servite Eretnitane di s. Agostino nomi- pio, il quale, per lo sito remolo, lungi
nate le Cappuccine j il monastero per da' rumori delle piazze, e per la vicina
\\n tempo servì di collegio maschile, e la veduta del placido soggiorno de' Impas-
chiesa venne ridotta a teatrino ad uso del u)aggiore raccoglimento e di-
sati, ispira

collegio stesso, finché il sacerdote d. Da- vozione verso la Vergine Addolorata, e


niele Canal (canonico onorario di s. Mar- induce a meditare sulla brevità della vi-
co e cavaliere dell' ordine di Francesco ta, sarà descritto da secolare, ma religio-

Giuseppe) avendola comprata, generosa- sa ed erudita penna; e ne verrà pubbli-


mente la riedificò ed ornò con ogni in- cata la descrizione nel 2 seltembie p. v,, 1

terno decoro, e fattala nuovamente con- giorno destinalo alla riapertura solenne.
sagrare a' 28 agosto (sic) i85i, la ria- E frattanto noi non possiamo che tribu-
prì al culto divino a' 2 1 settembre di tare encomii al sacerdote Daniele Ca-

queir auuo, fondando nel contiguo mo- nal, il quale, non contento d'averne fat-
VEN VEN 225
lo I' acquislo, e di avere profuso tlenaro me arciduca Ferdinando Massimiliano
nel rìJuiiarlo alla pubblica uHìziatura, SI compiacque d'intervenirvi. L'augusta
Tulle ottenerne dulie competenti autori- presenza del fratello di Cesare testimo-
tà il giuspadronato ; e quindi assicurare niava solennemente i pii sensi del prin-
così, anche per li tempi avvenire, la sus- cipe, e r importanza che attribuisce al-
sistenza di questo ediOziu e di questo l' erezione di scuole, dove le fanciulle po-
istituto, che tanto reca d' onore alla pie- vere acquistano salutari indirizzi di mo-
tà di lui, e di decoro alla città nostra". ralità, informano il loro spirito a' rudi-
A fine poi di dare perpetua durata a que- menti del calcolo e delle lettere, s'impra-
sto slabilimeoto, lo stesso sacerdote Ca- tichiscono di lavori, che fruttano al loro
nal proprietario, ottenuto decreto dal- avvenire un pane sicuroe onorato. Il me-
l' Ecc. I. R. Ministero del Culto e della rito d* istituzione così benefica risale al
Pubblica Istruzione, de'24 ottobre 1 802, sacerdote don Daniele Canal, che, immo-
chiamò alla direzione del medesimo le latovi il suo ed invocato e ottenuto soc-
benemerite religiose Figlie del Sagro corso dalla pietà cittadina e dalla muni-
Cuore, la casa principale delle quali, ca- ficenza della Casa Imperiale, ridusse og-
nonicamente eretta, esiste in Brescia, co- gidì il monastero delle figlie del Sagro
me descrissi nel voi. LX p. 233, facendo Cuore ad un grado di perfezione, da o-
anco menzione del pio istituto fondato norarsene e avvantaggiarsene la patria".
dall'encomiato sacerdote. Questa congre- 69. Carmelitani dell' antica osservan-
gazione religiosa, accolte alcune ben in- za di s. 31 aria Assunta, volgarmente i

tese prescrizioni del detto Canal, entrò Carminij^ Carmelitani Scalzi di s. Ma-
in possesso si del locale, che della chiesa ria inNazareth.Dìrò prima de'calzati non
a' 22 novembre i852, rimanendo ad o- più esistenti, e poi degli scalzi esistenti.

gni evento si l* uno, che l'altra, tutela- Fr. Francesco Mondini carmelitano nel
ti dal patriarca prò tempore. Queste re- suo libretto: Carmelo il favorito, scrisse:

ligiose attendono all' educazione di po- Che al tempo in cui il doge Domenico
vere fanciulle sì interne che esterne. N'è Michiel guerreggiava fortunatamente iti

rettore e direttore spirituale lo stesso mg.' Tiro e io Palestina, siano stati tradotti i

Daniel Canal fondatore dell' istituto e carmelitani in Venezia da Giovanni Zau'


patrono della chiesa. Vi sono il confes- carolo neh 12 5, mentre faceva dalla Tra-
sore delle religiose e delle fanciulle in- cia tragitto, e in un angusto tempio e ro-
terne, il confessore delle fanciulle ester- mitaggio collocati. Però il Corner dichia-

ne, il catechista, la superiora e direttri- ra ignorare con qual fondamento abbia


ce, 9 professe, 3 aspiranti, 2 novizie, 2 potuto asserirlo; ed essere più probabile
mandularie, oltre il sacerdote patrimo- l'opinione, che carmelitani ponessero se-
i

uialo addetto al servigio della chiesa. Ri- de in Venezia verso il fine del secolo XI II,
porta Giornale di Roma del 853 a
il 1 giacché da autentica carta dell'archivio
p. 5i4 in data di Venezia 3 giugno : dis. Margherita apparisce, essersi carme- i

>j S. E. Rev. mg.' patriarca Mutli recava- litani nel 1 286 obbligati a consegnare al-

si ieri mattina al monastero delle figlie la chiesa parrocchiale di s. Margherita


del Sagro Cuore, non solo per fare la tutte e intere l'oblazioni ch'essi ricavar
pastorale sua visita all' annessavi chiesa potessero nel giorno festivo, e inoltre con-
della Madonna del Pianto, ma per inau- tribuire al pievano e a'chierici della stes-
gurarvi altresì cogli auspicii della reli- sa due libbre di cera; e quest'obbligo del
gione, le scuole di quell'istituto, che fu- convento confermò poi neli320 fr. Gio-
rono ieri anche aperte a benefizio delle vanni della Rocca vicario generale del-
fanciulle esterne. S. A. I. Pi. il sereoissi- l'ordine, il quale dichiarò essersi ciò sla-
VOL. xci. i5
226 YEN V EN
l)ililo per la concessione datagli dì fab- stadi s. Uldarico vescovo; quella d'una
bricare la chiesa di s. Maria de' Carmi- compagna di s. Orsola; una coscia di s.

ni Venezia nel sestiere di Dorsodu-


di Eliseo profeta proveniente nel iSaSdal
IO. Promisero poi i frali nel 1288, che priorato di s. Lorenzo in Cesarea di Ra-
se riuscisse loro d* aver un cìmiterio li- venna, in cui dicesi riposare l'inlero cor-
I)ero per le sepolture, contribuirebbe- po; un osso insigneS.Simone Slock car-
di

ro alla chiesa di s. Margherita la me- melitano, tratto nel 162 da Bordeaux, i

tà de' proventi e delle limosine, che ia dal veneto fr. Gregorio Canal priore ge-
grazia delle sepolture si potessero ricava- nerale dell'ordine. Inoltre in questo con-
re. Eretta dunque la chiesa e dedicata a vento nel 1 524 si celebrò il capitolo gene-
Maria Vergine sotto il titolo della di lei Audel fu eletto prio-
rale, in cui fr. Nicolò
gloriosa Assunzione, fu decorata nel 1 290 re generale, eper ordinedi Clement« VII
d'indulgenze a chi la visitasse indetermi- vi si stabilirono costituzioni per la rifor-

nati giorni da Nicolò IV, e poi a'6 aprile ma universale dell'ordine carmelitano. Il

1348 venne consagrata da fr. Marco Mo- Corner riporta un bel numero di carme-
rello vescovo Douiocese e già priore del litani calzati fioriti in questo convento e-

convento,assislito da 6 altri vescovi. L'an- levali all'episcopato e al supremo magi-


niversario della dedicazione si celebra la stero dell'ordine. La chiesa fu ufTiziala si-

domenica fra l'S.' dell' Assunzione, Pas- no alla generale soppressione da' carme-
sati pochi anni dalla fondazione della chie- . litani calzati dell'antica osservanza, e

sa, fu in essa stabilita in onore di s. Ma- con decreto patriarcale de' 28 ottobre
ria del Carmelo una divota compagnia 1810 fu dichiarata parrocchia sotto la

di femmine vestite del sagro abitino o decania di s. Maria del Rosario; lo è tut-

scapolare del Carmine, le quali da fr. Ge- tora con 3919 aninie, ed ha per succur-
rardo priore generale dell'ordine furono sale la chiesa di s. Barnaba apostolo, di

neli3oo ammesse io perpetuo alla par- cui parlai nel n. &% del § Vili delle par-
tecipazione delle pie opere, che ovunque rocchie.Nel suo limile parrocchiale è l'ora-
si facessero nell' ordine carmelitano. Da torio non sagramenlale di s. Lodovico IX
tal piaradunanza è fama che avesse ori- re di Francia , che serve per un ospizio
gine in Venezia l'istituto delle terziarie di poveri ricovrati , oon suo cappellano.
carmelitane, volgarmente Pizzochcre dei Quando s. Maria del Carmine fu eretta
Carmini, le quali anticamente solevano in parrocchia, vi fu trasferito il clero del-
\ivere separatamente nelle loro case pri- la chiesa parrocchiale di s. Margherita,
vate, e poi si ritirarono nel 1498 a vivere per essere stala soppressa. La chiesa di
unite in una casa detta s. Diaria della s. Maria del Carmine è una delle mag-
Speranza , donata loro dal pio Luigi giori della città , architettata nel secolo
Vielmo.Allra confraternita dell'uno e l'al- XIV, con facciala senq)liceepovta ionica,
tro sesso sotto la prolezione dellaMadonna fregiata di n)olte belle e rare pitture. Nel-
del Carminefu 594, la qua-
poi eretta nel i r altare una volla a fianco della porta,
le in breve divenne tanto numerosa e ric- ora trasportalo presso la porla della sa-

ca di rendite, che oltre l'aver niaguifica- grestia, la Circoncisione del Signore é


inente eretto e adornato nella chiesa l'al- di Jacopo Tinloretto, il quale volle con-
tare dedicalo a s. Maria del Carmine, al- tralfare lo Schiavone : la cosa gli riuscì,
zò ancora dirimpetto al fianco della chie- se pure quella figura di donna non lo

sa un sontuoso edificio per esercitarvi le tradisce, dice il Meschini. La Nfiscila del


sue divole pratiche. Molte e insigni reli- Signore nel 3. "aliare, è opera scella del
quie si collocarono in questa chiesa, fra le Cima. Nell'altro magnifico aliare è ope-
quali principalaiente sono queste. La te- ra di vigore, di Pace Pace, la tavola con
VEN V E N 227
Maria del Carmine, i quadrelli ne'diie con un compagno dentro una piccola ca-
organi sono dello Scliiavone ne'parapel- sa presa in adilto nella parrocchia di s.

li, di Marco Vicenlino al di sotto. Nel pe- Canziano nel sestiere di Cannaregio. Qui-
nultimo altare all' altia parte, la tavola vi colla santità del loro vivere e colla soa»
di s. Nicolò e Santi è opera bellissima vita di loroconversazione,avendosi acqui-
del Lotto. i\ell' ultimo aliare è bell'o- stalo l'amore universale, per avere mag-
pera del Liberi il s. Alberto. Il gran gior comodo d'attendere alla salute del-
quadro con s. Liberale che fa assolvere l' anime, nel i635si trasferirono in una
due condatmali, è opera del Varoltari abitazione più capace nell'isola della Giu-
dello il Padovanino, pienissitna di pregi. decca. Vi dimorarono circa un anno, fin-
In quesla chiesa riposano molti della fa- ché il senato a'6 settembre 636 loro per- 1

miglia Foscarini, quanto illustre per la mise fabbricare un convento. Per atten-
sua patria, allreltanlo divenula per essa derne l'occasione, passarono intanto nel-
infelice, come si esprime 1' illustre pro- l'antica badia di s. Gregorio, anche lu-
fessor di scultura V. Gajassi, Album di singati di poterla conseguire il che non ,

Roma, t. 24> P- 293. Inoltre aggiunge : riuscì per l'esorbitante prezzo che si esi-

i grandiosi monumenti de'Foscarini con- geva. Laonde1649 comprarono


nel nel-
servano ancora i simulacri de'senatori e l'anzidetto sestiere uno spazioso fondo nel-
dogi di questa prosapia, che ressero in la parrocchia di s. Lucia; e ciò bastò per-
vari lempi la potenza della regina de' chè molti generosi di voli accorressero eoa
mari. Il loro palazzo, unito da un ponte oderle a promuover la fabbrica, per cui
al campo del Carmine, fu bersaglio de' nell'islesso anno si potè erigere un'angu-
secoli e della fortuna. E
da leggersi l'i- sta chiesa, benedetta dal patriarca Mo-
scrizione posta sul campanile della chie- rosini col titolo di s. Maria, di Naza-
sa, la quale attesta come essendosi que- reth , per un'antica immagine della C.
sla gran mole inclinata venne drizzala per Vergine ivi collocata. Questa si venerava

opera di Giuseppe Sardi nel 1688. La fin da* primordii del secolo XV nell' iso-

vicina e simin)entovala scuola del Car- la di s. Maria di Nazareth, ora chia-


mine è di buona arcbìlettura, alquanto mata Lazzaretto Vecchio, di cui nel §
pesante. Il soffino della sala superiore è XVIII, n. 7, ove ne sorge la chiesa col
del più bello e più purgalo stile del Tie- medesimo nome, abitato allora da' frati
poletlo, con Virtù , Angeli e il carmeli- eremitani di s. Agostino; tua avendo que-
tano s. Simone Stock. Altre notizie della sti dovuto cedere il luogo al raccoglimen-

medesima, siccome esistente, le dico nel to degl'infetti da morbo contagioso nel



,

§ XI II, n. y. Ed eccomi a parlare del partire la portarono con loro e l'olfrirono


1' esistente convento e della chiesa de' in dono alle monache di s. Anna. Queste
Cariiii'lilani scalzi di s. Maria in Na- poi, acciò fosse con più religioso culto ve-
zareth, volgarmente gli Scalzi. L' illu- nerata, la consegnarono a'carmelitani scal-
stre istituto omonimo della riforma car- zi, i quali ne fecero il titolo di loro chiesa.
melitana, fondalo dalla serafica vergine In sesuilo concorrendo con mirabile af-
o
s. Teresa nelle Spagne, pose la sua pri- fluenza l'elemosine de' fedeli ,
perchè a
miera stazione in Venezia nel i633, in maggior divino onore e proporzionato al-
cui fr. Agatangelo di Gesù e Maria, uo- la frequenza del popolo s'itmalzasse un
mo d'esemplare austerità e zelo aposto- tempio più magnifico, se ne giltarono i
lico, essendo delìiiilore generale dell'or- fondamenti e si vide giunto alla perfezio-
dine, avendo ollenula a'6 maggio facoltà ne che s'ammira neh 680, con architet-
dal senato di piantarvi l'ordine suo de- ture del Longhena. Dipoi se n'accrebbe
gli «calzi iu un ospìzio, si ritirò a vivere la sontuosità per l'esterior facciata di
o.iS VE N VEiV
marmo sceltissimo di Carrara con gravis- molto pregio, parie sui disegni di fr. Giu-
simo dispendio del pio patrizio veneto seppe Pozzo carmelitano scalzo, che 1' a-
Girolamo Gavazza, e disegno di Giuseppe dornò sul gusto alquanto capriccioso del
Sardi, con due ordini corintio e compo- celebre fratello, quel genio cioè di fratel
sito. A spirituale compimento dell'eccle- Andrea Pozzi gesuita gran prospettico,ma
siastico edilìzio, la consagrò l'i i ottobre che seguì Io siile baiocco del suo depra-

I yoS il vescovo d'Ospo o Aspe fr. Elia da vato tempo. Vi sono ancora staluee scul-
s. Alberto carmelitano scalzo. Inoltre fu ture del Baldi e del Torretli. Tiepoletto,
arricchita di nobilissime reliquie da mol- che giovine vi avea dipinto i solìilli della
li imperocché Andrea Lumaga pio
divoti, cappella del Cristo e di s. Teresa, maturo
mercante, dopo aver somministrato gros- vi dipinse nel grande ricco soflilto
il Tra-

sa somma per la fabbrica, ed assegnata al- sporto della Casa da Nazareth a Lore-
s.

tra per l'erezione d'un nobile altare di scel- to. Dietro al maggior altare vi è un' im-

li marmi, dedicato a Gesù Crocefisso, of- magine di Maria Vergine graziosissiuio ,

frì l'inestimnbile dono dell' intera punta dipinto di Gio. Bellino, e sull'altare l'im-
d' un ss. Chiodo (questa reliquia si tie- magine provenieule dal Lazzaretto, di-
ne dubbiosa), una ragguardevole porzio- pinta da CarloCrivelli.il
quadro colia B.
ne della ss. Croce, e una ss. Spina, pre- Vergine nell'alto e vari Santi al piano, è
ziosissima più che altra mai, perchè re- vaga opera del Desubleo-. l'altro opposto
ca aggruppalo un capello del divin Re- con s. Teresa ferita dall'Angelo, è del Cai-
dentore. Decorosamente vi furono col- ro, opera veramente d'effetto. La mezza-
locali un dente della s. Madre Teresa, luna sull'organo con s. Teresa coronata
una sua lettera originale, un dente e un da Gesù, è del Lazzarini. Minacciante
pezzo di carne di s. Giovanni della Cro- rovina la grandiosa facciata, venne dal

ce, eh' ebbe tanta parte nella fondazio- governo con ingente dispendio riparata
ne degli scalzi, ed un pezzo d'osso del do- in questi ultimi anni 1 854-58.
ge s. Pietro Orseolo donato dal doge 70. Teresiane carmelitane dì s. Te-
Iluzzini, il quale volle esser tumulato a' resa, e Orfanotrofio femminile in s. Te-
pie dell'altare di s. Teresa. I carmelita- resa, volgarmente le Terese. Nella fonda-
ni scalzi abitarono il convento e uffìziaro- zione di questo monastero, dimostrò Dio
nola chiesa sinoali 8 io,lagrimevole epo- uno di que'prodigi di sua grazia, eh' egli
ca della generale soppressione; in cui la nello scegliere persone deboli ad opere
chiesa fu dichiarala oratorio sussidiario grandi fa quando iu quan-
comparire di
della parrocchia di s. Geremia, e a/llda- do, a nostro ammaeslramenlo, per fare a-
ta ad un rettore, ed il convento fu in dorare la sua immensa potenza, e benedi-
parte demolito. Dipoi i carmelitani scal- re l'inesauribile sua bontà. Ebbe questo
zi riebbero la chiesa e vi aprirono un la sua origineda una pia vergine vene-
contiguo ospizio, a ciò autorizzali dalla ziana, che quanto povera di foitune ter-
sovrana risoluzione de' 5 maggio 1840, rene, altrettanto doviziosa di virtù, potè
quindi comprate l'adiacenti case, ed ora Venezia, Vero-
colla divina assistenza iu
anche la parie rimasta incolume dell'an- na, Vicenza e Padova piantar 4 iHustii
tico cenobio,vi stabilirono un formalecon- monasteri d'osservantissime monache car-
vento, per l'altra sovrana risoluzione del- melitane. Nacqueella nel 1623 da'pii Lo-
l'i I gennaio i852. Neil' esterno e massi- dovico Ferazzo e Maddalena Poli, che
nìe nell'interno ornalissimo del tempio, le imposero il nome di Maria e educa-

tutta la materia n'è ricca, pure vi rimane rono con diligenza, finché rapili dalla
vinta dal lavoro, presentando magnifici peste neli63o, restò l'orfanella in custo-
marmorei altari, pitture e dorature di dia del zio, che tosto anch'esso fu iuvo-
YEN YEN 339
|,ito (lai violento morbo. Un virtuoso vi- arcivescovo d' Adrianopoli^ poi cardina-
lino la raccolse in casa e ne curò la cri- le, il prelato a' i^ luglio lo costituì iu

sliana educazione, ond'ella si gettò nelle monastero di monache dell'ordine della


braccia della divina provvidenza e fu pie- B. Maria di Monte Carmelo, sotto lo spi-
namente esaudita nella fiducia. Cresciuta rituale governo de' carmelitani dell'anti-
coll'età nelle virtù esternò vocazione reli- ca osservanza; ed allora la fondatrice as-
giosa, onde fr. Bonaventura Pinzoni car- sunse il nome di suor M." Angela Ven-
melitano la collocò a sue spese in casa del- tura, e nelle mani del nunzio (ece la pro-
la di vola Modesta Salandi con altre ver- fessione con altre 36 vergini. La clausu-
gini, tra le quali si distinse e si fece riguar- ra però l'elFetluò nel 1668, d'ordine di

dare qual maestra. Intanto la divina gra- Clemente IX, Daniele Delfino arcivesco-
zia le ispirò la fondazione d' un mona- vodi Filadelfia. Passò poi la virtuosa fon-
stero di vergini carmelitane, in ciò ani- datrice a istituire 3 monasteri gli altri

mata dal carmelitano suo protettore , e dì carmelitani sunnominati, e tornata a

i4 vergini mostrarono pronte di se*


si Venezia con preziosa morte finì suoi gior- i

giiirla. Neli64'J' 01647 Maria implorò e ni nel 688. Soppresse le Terese nel 1 8 1 o,
1

ollennedaila p(d)blica autorità il permes- il monastero già da loro ingrandito, col-


so d'acquistar un fondo per innalzarvi la chiesa fu riaperto nel 18 r r, e destina-
monastero e chiesa, e subilo fu soccorsa to ad uso d'orfanotrofio femminile, che
dalia pia liberalità de'fedelicon tanta ab- accoglie e mantiene 224 orfanelle della
bondanza di iimosioe, che in breve potè misera classe della popolazione, le quali
comprare il fondo e fabbricarvi sopra un vengono istruite nella religione, nello stu-

capace monastero con assai decorosa chie- dio e ne' vari lavori muliebri. Ha il retto-

sa (lo Sialo personale dice che il luogo re e confessore, eia priora. La chiesa del-
era già appartenuto a'riforma ti di «.Fran- le Terese, ricca e bella, fu modellata dal
cesco). Questa sotto l'invocazione della Cominelli , ed ha pregevoli pitture. Le
serafica vergine s. Teresa, fu decorata dal sante Orsola e Maddalena nel i.** altare
vicegerente di Roma Vitlricio vescovo è opera del Ruschi : nel 2.° Maria Ver-
d'Alatri co'corpi de'ss. Giocondo, Quiri- gine e due Santi è dello stesso : nel 3." s.

no, Quintino, Valerio, Flora e Perpetua Michele eSanli è del p. Massimo da Ve-
martiri, rinvenuti nelle romane cata- rona. Nel magnifico altare maggiore è
combe; non che con quelli di s. Anna dei Renieri la s. Teresa con un ritratto.
toartìre e d'un s. Fanciullo martire, ol- iNeli'altra parte , il Buon Pastore, nel i.°
tre notabile porzione de'corpi de'ss. Cas- altare, è di artista vivente nel 1° Maria
:

sìano, Giulia e Massima martiri, estrulli del Carmine è deli' opere migliori del
dal romano cimiterio di s. Calepodio. In- graziosissiuio Renieri : nell'ultimo il Cri-
oltre Dio mosse il cuore a molti ricchi di sto in croce è del Langelli.
dotare il sagro luogo di rendite per 4» 7 I . Domenicane di s. Maria del Ro'
religiose. Per la sua durevole esistenza, la sario delterz'ordine.W b. TouìmasoCaf-
saggia fondatrice l'ofFn in padronato al farelli sanese domenicano, in Venezia
senato, il quale accettandolo, decretò nel ammise molti uomini e molte donne a
164^) che dovesse il doge colla signoria professare la primitiva istituzione di s.

porlarsi ogni anno a visitar la chiesa nel- Domenico del suo terz'ordine della Pe-
s. Teresa, giorno poi cambia-
la fesla di nitenza, fra le quali la b. Maria Storio-
16 luglio per quella di s. Maria del
to a' ni veneziana, di cui scrisse la vita lo stes-
Carmine. La clausura fu risoluta a' 3o so b. Tommaso^ riferita dal Corner, mo-
marzo 1667 da Alessandro VII, a mezzo dello d'orazione e di penitenza, volata al
del nunzio di Venezia Stefano Brancacci cÌL'iu nel 1 399 e deposta nella chiesa del-
23o VEN VEN
V
lemonache del Corpus Domini. Di que- giose veneziane d'esimia virtù, per esser
sto lerz' ordine d' ambo i sessi, anche compagne di suor M." Domenica nella
coniugi, perseverarono nell'osservanza al- fondazione del monastero delle monache
quante donne, prima vivendo separala- del terz' ordine di Domenico
in Cone-
s.

mente nelle loro case paterne, e poi per gliano, cioè suor Maria Pisenti
morta poi
maggior decoro dell'oniine e più como- in Venezia, e suor M.^ Geneuna Easso,

do di loro pie esercitazioni unendosi , che poi fondò monasteri di Monte Fio-
i

raccolte in due separale case, l'una nella re, Monleloro, e Macerata ove si riposò

parrocchia de'ss. Apostoli, e l'altra situa- nel Signore. Il monastero delle terziarie
ta non mollo lungi dalla chiesa parroc- domenicane, colla loro chiesa in Vene-
chiale di s. Martino nel sestiere di Castel- zìa, perirono nella soppressione coU'altre
lo. Quividunque congregale vivevano se- con)unilà religiose.
condo le loro costituzioni e privilegi pon- 72. Seri'ìte di s. Maria del Pianto,
che furono riconosciuti nel i4o6
tificii, oggi di Gesìi- Maria-Giuseppe: ne parlai
dal patriarca di Grado Giovanni Zaiu- nel n. 68 di questo argomento.
boUij e di quelli ancora nel i ^'j5 conces- 7 3. Filippini o congregazione dell'O-
si da Sisto IV, alla congregazione delle ratorio di s. Maria della Consolazione^
sorellebeghine o bizocare, che coll'abito volgarmente la Fava. Fu studio parti-
de'domenicani servivano alSignore inVe- colare della civile e ricca famiglia A ma-
nezia. Ma reggendo tali due case «otto di, procurare l'aumento del cullo alla
il

un capo solo , spesso avvenivano litigi Madre di Dio,con esporne l'immagini nel-
nell'elezione della superiora, perciò il le pubbliche vie, una delle quali die' o-
provinciale fr. bernardino Goselitii nel rigine alla magnifica chiesa de' Miracoli
iDi6 pensò di volere in un' abilazione ove si venera, e descritta nel n. 53 di que-
riunire due fìimiglie. l^erciò ottenne
le sto §, onde eccitare passeggeri a ono-i

che il minor numero delle sorelle dimo- rarle. La D. Vergine mostrò gradirlo,
janti nella parrocchia de'ss. Apostoli, si anco mediante la sua immagine adìssa
trasferissero nella casa più spaziosa di nel sestiere di Castello non lungi dalla
quelle presso s. Martino. Così unite vi- casa degli Amadi nella parrocchia di s.

vendo, riuscendo loro incoiììodo nelle fe- Leone, pe'prodigi operati. Divulgatasene
ste portarsi alla lontana chiesa de'ss. Gio. la fama,neli48o il patriarca Girardi le-

e Paolo, nel 1649 ottennero dal patriar- galmente li fece verificare, per cui accre-
ca Morosini l'erezione d' un pubblico o- sciutasi la divozione del popolo. Luigi A-
ratorio per farvi celebrare la quotidiana madi e il nipote Angelo implorarono dal
n)essa e comuniiarsi , tranne il tempo medesimo patriarca l'erezione d' un ora*
pasquale di ricevere la ss. Eucaristia nel- torio per collocarvi decentemente la ss.

la parrocchia. Dopo di che, le suore si ri- Immagine, e di n)anlcnervi due cappel-


dussero a stato di pei fetta comunità, sta- lani per t'uflizìalura, esenti dalla giuris-
bilendo di non ammettere tra loro che dizione parrocchiale. Il prelato 1' esaudì

vergini d'anni 18. All'oratorio furono poi a' IO novembre 1480, e dichiarò perpetui
accordale più eslese prerogative, e ridot- procuratori della cappella i discendenti
tolo a chiesa sotto l'invocazione di s. Ma- della famiglia Amadi. Colle limosine de'
lìa del Rosario, l'oiTrirono al doge e se- fedeli si agevolò la fabbrica della cappel-
nato in padronato, e così le monache do- la, non mollo grande, ma ben ornata, e
menicane terziarie fui ono unite alla ba- dui vicino ponte della Fava si denomi-

silica di s. Marco ed ammesse , alla par- nò la chiesa della Madonna della Fa-
tecipazione di sue prerogative. Nel 1672 i'a, in cui fu trasportata e decorosamente
da questo monusletù uàcirono due leli- ripostala luiracolosa immagine. Dipoi gli
VEN VEN 23i
Amadi lìnunziarono al carico dì procu- alla nuova congregazione molti privilegi,

ratori ilella cappella consegnandone le ,


ma soggetta a'patriarchi veneti. Ormai
cliìavi al Il che sa-
patriarca Conlarini. la chiesa e la casa erano anguste alla

putosi dalla signoria, iikI 5 5 eccitò lo i i frecjuenza de'fedeli e agli abitatori filip-
zelo di quel pastore a soilecilaiiiente de- pini, onde questi nel 1701 si proposero
putare idonei procuratori al governo e a(npliarle. Cominciarono dalla chiesa ,
custodia della ca{>pelia e di sue cose, e a'cui fondamenti pose lai.' pietra bene-
vi corrispose pronta aienle con preporvi detta a'5 agosto I 7o5 il patriarca Badoa-
3 nobdi e i cilladini, riservando a'patriar- ro; e dopo un decennio potè celebrarvi
clii le sostituzioni. Per la diligenza de' lai.^ messa Domenico Sonzonio filippino
nuovi procuratori il cullo e la divozione r I I dicembre 7 5, e poscia fu atterra-
( 1

pei* la s<. hnuiagine si aumentò, per cui ta l'antica cappella per rendere più spa-
nel 1 572 il patriarca Trevisan concesse di ziosa la piazza. In appresso fu adornata
conservarsi nel tabernacolo \a. ss. Euca- di ben intesi altari e di grandioso taber>
ristia per sola adorazione, ed egli stesso nacolo formato di preziosi marmi; altro
ve la ripose a'2 loglio. Di più auloiizzò decoro più insigne essendone le ss. Reli-
Giulio Supercliio vescovo di Caorle , di quie o che già possedeva o che accjuistò
coiisagrare la cappella a' 12 maggio iSyS poi, cioè: due frammenti «Iella ss. Croce;
in onore di s. lilaria della Consolazio- alquanti capelli della B. Vergine; un pie-
ne e sotto il titolo della sua Fisilazione de incorrotto di s. Mainante inartu'e. Ta-
as. Elisabelln. Altro nuovo eccitamen- li sagri tesori portati a Venezia da Can-
to alla pietà de'fedeli verso questa chie- dia nella perdita di cpiesta città dal do-
sa, lo die'Gregorio XV nel 1621 dichia- ge Francesco Morosini, già capitano ge-
randone l'altare privilegiato, e nel 1622 nerale di quell'infelice regno, donati al-
concesse indulgenza plenaria a chi la vi- la pia sua cognata Regina Giustiniani, da
sitasse nella festa della Visitazione. Intan- essa nel 1690 passarono in questa chiesa,
to continuarono ad uHiziar la chiesa i a cui lo stesso doge nel 1693 olhì una ss.
cappellani nominati da'procuratori, l'ul- Spina tratta ptue da Candia. Il patriar-
timo de'quali fu il pii$si(no e benemeri- ca Foscari consagrò la chiesa ili." aprile
to Ermanno SlroiHi. Assegnatogli a coa- 1753, la quale venne ulìiziala fino alla
diutore Pietro Armanno, questi pure at- disgraziata soppressionegeneraledel 18 io
tese con fervore al decuro delia chiesa, da'filippini in essa compresi, rimanendo
ed anche al bene spirituale de'fedeli, coa- per altro aperta come oratorio sussidia-
diuvalo dal senatore e poi ottimo sacer- rio della parrocchia di s. Maria For-
dote Agostino Nani, e da Gio. Ballista uìosa. La riebbero poi i filippini, (pian-
Bcdelti dalla provvidenza condolloa Ve- do forono ripristinati in Venezia colta so-
nezia dal ca^tello di s. Marino per l'adem- vrana risoluzione de'23 settembre 1820.
pimento de'suoì disegni. Questi 3 esem- JNella casa sono il prepositoe altri 1 1 fi-
plari preti raccolti in una casa con con- sono ascritti quali
lippini, e nella chiesa
corde volontà determinarono d'introdur- mansionari 5 sacerdoti. Possiede la chie-
re in Venezia il soave e utile istituto di sa bei dipinti moderni, di Piazzetta, Ci-
sacerdoti secolari senza voti AeW Oratorio gnaroli, Amigoni, Laz/.arini, ec, ed a'cui
fondato da s. Filippo Neri. 11 senato lo uffizi, dice il Moschini, attendono i bene-
permise a* o giugno 1662, e il patriarca
1 meriti preti dell'oratorio, modello del mo-
Morosini fece altrettanto pel decoro che do che vorrebbe tenersi ogni chiesa.
ne proveniva alla città e il vantaggio al 74- Cappuccine di s. Antonio di Ca-
suo gregge. Tutto poi approvò Clemen- stello. Era molto tempo che Francesco
te X a'21 novembre 1674, concedendo Veudramìao,senalore di gran nome nella
.

232 VEN VEN


repubblica, andava medilando d'istituire qiiest'islitulo perirono nella soppressione
in Venezia un benefico collegio dove fos- generale.
sero educate alla pietà e ne'coslutui don- 75. Gìrolamini di Fiesole eremiti^
zelle patrizie di ristrette fortune; allorché e Cappuccine di s. Maria delle Gra-
a compiere l'ideata intrapresa giunse nel- zie nell'isola del suo nome. F. § X.V11I,
la gran città la piissima vergine suor Lu- n. 3.
cia Ferrari da Reggio, chea simile ogget- 76. Cisterciensi della Madonna del-
to aveagià fondati in Guastalla, Mantova l'Orlo j ne parlai nel n. 38, e non più e-
e Treviso eguali collegi solto la direzio- sistono.
ne delle cappuccine, il cui serafico istitu- 77. Eremi te Agostiniane scalze, di
to era da lei professalo. Non era ignota Gc.<,ìi-3faria- Giuseppe, nel n. 20 del §
a Venezia suor Lucia più volle alloggia- XII ne terrò proposilo.
ta da'nobili Bressa. Conferiti a lei i suoi 78. Ben/rateili di s. Servolo, nell'i-
pensieri il Vendramino.e conosciute adal- sola omonima. F. § XV IH, n. io.
tatissime alla sua bella idea le costituzio- 79. Mechitaristi nell'isola di s. Laz-
nida essa forniate pe'suoi collegi co- , zaro degli Armeni. V, § XVIII, n. 9.
minciò le pratiche pe' convenienti per-
messi. Questi ottenuti dal Veudramino, § XF. Clero regolare e Corporazioni re-
collocò nell'ampio palazzo acquistalo nel ligiose de' due yenlidue
sessi, cioè:
sestiere di Castello per la fondazione suor Comunità religiose regolari. Tre Co-
Lucia, suor Paola Malalesta sua degna munità religiose secolari. Quattro
compagna e altra religiosa , ed ivi nel Comunità religiose fuori di J^eiic-
1668 si apri il collegio, luogo altra vol- zia. Loro chiese, monasteri e conven-
ta servitoper l'alloggio de'cospicui perso- ti, ed istituzioni benefiche.

naggi ohe reca vansi a Venezia. Si compo-


se allora lo stabilimento di 5 monache e Nel precedente § X
ragionando delle
altretlanteeducande, alle<jualiil patriar- corporazioni religiose, regolai e secola- i

ca Morosini concesse l'oratorio piivato ri (le'due sessi, delle loro chiese, conventi
per la quotidiana celebrazione della mes- e monasteri, riportai le soppresse, e buon
sa. 1 principii furono non felici per la po- numero delle ripristinate, le quali in que-
dagra che per molli mesi afflisse il fonda- sto § soltanto richiamerò co' §§ e numeri
tore, ma guarito assegnò rendile pel man- in cui le descrissi, e per le allre o ripri-
tenimento di 9 monache e i5 educande, a stinate o introdotte dopo la soppressione,
ciascuna di quest'ultime assegnando 1000 procederò collo Stato personale del Cle-
ducati in dote per lo stalo che volessero e- ro, coi Corner, col Moschini e con altri,
leggersi. Nel 1 672 passato a miglior vita il onde conoscersi tulle insieme riunite le
benefattore Vendramino,suor Lucia fab- attuali corporazioni esistenti.
bricò ben disposta chiesetta sotto l'invo- Comunità religiose regolari
cazione di s. Antonio, in cui nel 1675 ce- di ì^enezia.
lebrò la 1/ messa il patriarca Morosini. 1 Minori Cappuccini al ss. Redento-
Morta l'istitulrice, le monache cappucci- re. F. § X, n. 60.
ne del veneto collegio elessero badessa 2. Minori Osservanti in s. Francesco
suor Paola Malalesta, che nel 1702 ot- della Figna. F. § X, n. 27.
tenne da Clemente XI di professare vo- i 3. Minori Conventuali in s. Tomma-
ti solenni, colla partecipazione delle gra- so. F. § Vili, n. DI.
zie e privilegi dalla s. Sede concessi alle 4. Carmelitani scalzi in s. Maria in
monache francescane, riposando nel Si- Nazareth. F.§ X, n. 69.
gnore nel 1 709. Anche queste religiose e 5. Domenicani dell' osservanza già
VEN VE it 2^'^

a s. Lorenzo, ed ora Domenicani de ss. Quesl'isfitnfo, anche in Venezia, ha per


Gio. e Paolo. /'.
§ X, n. 4 e 19. iscopo la coltivazione delle giovanette, in
6. Gesuiti a s. Maria Assunta. F. § particolare di quelle che sono più abban-
VlII.n. 72,e§ XVIII, n.io. donate; e ciò con l'aiuto di pie donne e gio-
7. Benedettini Cassinesi a s. Giorgio vani, che senza uscire drtlle proprie fami-
Maggiore. FI § XVIII, n. r. prestanoin unioneallesuore, adem-
gliesi

Somaschi di s. Maria della Fisi-


8. piendo spontaneamente il precetto della
(azione. V. § X, 0. 4^1 e § XII, n. 18. dilezione e della correzione fraterna. Si
9. Salesiane a s. Giuseppe. V. § X, uniscono perciò una volta il niese nelle va-
n.56. rie sagrestie delle proprie parrocchie, di

10. Figlie della Carila dette Canos- consenso e sotto la sorveglianza del rispet-
siane a s. Lodovico. V. § X, n. 4 ' • tivo parroco, per animarsi reciprocamen-
I I . Cappuccine Concette agli Ognis- te ad un tanto bene. Delle quali adunan-
santi. V. § X, n. 49- ze è sempre preside un sacerdote, il quale
12. Eremi tane Servile al Gesìi-Ma' vi aggiunge le sue autorevoli ed ellicaci

ria- Giuseppe. V . § X, n. 68. parole: e con questo mezzo vengono sor-


Cappuccine Clarisse a s. Maria
I 3. vegliate in Venezia oltre a 2000 fìinciul-

Madre del Redentore. F. § X, n. 66. le. Le suore poi raccolte nel locale del se-
i^.Suoredi s. Dorotea,pie%io S.An- stiere di s. Croce, presso la detta chiesa di
drea Apostolo de Zirada, di cui nel § X, n. s.Andrea, attendono altresì all'educazio-
Sy. Nel § Vili, n. 44> celebrai la divozio- ne civile di buon numero di giovanette
ne singolare de'veneziani verso s. Dorolea che vi dimorano a convitto. Sono esse i-
vergine e martire, parlando della chiesa struite nella religione, nell'esercizio delle
de'ss. Siinoue e Giuda, per ivi venerarsi domestiche faccende, e in ogni ramo di
un'insigne reliquia della santa; e ricordai femminili lavori; oltre il leggere, lo scri-
r artìcolo della pia opera e suore di s, vere, il conteggiare e il comporre in ita-

Dorotea, che prima di stampare feci ap- liano. Alle quali civili discipline sono in-

provare qui in Pioma da uno degl'illuslri oltre ed oca te da quelle pazienti suore mol-
l'i atelli fondatori. Dice lo Stalo persona- te povere fanciulle della classe piìi abban-
le. Le suore di s. Dorotea fmono auto- donata della società, e per distoglierle dal-
rizzate a stabilirsi in Venezia, presso s. An- le pubblichestradeedall'abbandono leac-

drea deZirada,con sovrana risoluzione de' colgono seco loro nelle feste, le conduco-
I 5 gennaio 1840 (sebbene la pia òpera no a^li oratorii ed alle scuole della tlot-
o
nelle parrocchie di Venezia era stata già trina cristiana, e si prestano persino a pro-
introdotta nel iSSa). Attendono all' edu- curare ad esse profittevole ricreazione. Ad
cazione della gioventù specialmente po- alcune opere riguardanti le suore e la pia
vera, e tengono
anche fiinciulle a convit- opera di s. Dorotea, ricordale negli arti-
formando una casa centrale, da cui ne
to, coli citatiparlando di s. Andrea de Zira-
dipendono beni 5 altre in e fuori di que- da, mi piace aggiungere siccome impres-
sti stati. L'istituto centrale delle suore di se nel 1839 con questi slessi tipi, della
s. Dorotea in Venezia, eretto nel 1 84o e privilegiata da Dio, per ingegno, pietà e
ristauratonel i85 1, nella calle de'Testori virtù singolare, l'esemplare giovane An-
ih panni di seta in Venezia, ora si compo- na Marovich, che sempre modestamente
ne dt^l superiore spirituale, del confessore, asconde \\ suo nome: Pie Conversazioni
del cappellano, della superiora, della mae- sulla vita di s. Dorolea vergine e marti-
stra di novizie, di 18 altre suore maestre, re. Inoltre la sua feconda e edificantepen-
d'ima suora conversa, di 6 noviziemae- na, in ipiesta tipografia Emiliajia pubbli-
stre, di 2 noviziecouverse, di Sprobaude. cò. Nel 1 889: // Mesedi luglioconsagra-
a34' VEN VEN
to a Gesti Eeden torej Considerazioni cri- 37): due salici di Babilonia, posti innan-
stiane siillacjnalilà del vestito. Nel 1 843: zi alla ficciata, maestosa nella sua sem-
Considerazioni cristiane sul vestilofeni- plicità, sembran quasi, per la naturale
minile. Nel iSSa: l^ ersi di Filo tea, 3." loro pieghevolezza, inchinarsi al delubro,
edizione con aggiunte; Lettere Morali e rentlei lo rosi più rispettabile anche a'
d'una pia giovane, 2.' edizione coli' ag- profani, (irande ammiratore della pietà
giunta dii 00 lettere inedite. Per non di- del Catullo, e zelatore pel perfezionameli*
re di altre opere impresse in diverse tipo- to della di lui sagra opera, fu il cardinal
grafìe, da'lorchi di qiiesla usciiono pure: Zurla. Il Moschini, nella G «/c/a del 1828,
Hegolc proposte alle giovani per vivere osservò che il tempio era presso al suo
cristiana niente. mirabile compimento, pel religioso zelo
I S.ClarisseSagranientarie al ss. No- e soda intelligenza tiel veneto prete Ca-
me di Gesìi, religiose perpetue adoratiici tullo. " Ne fu architetto il Selva , che vi

del ss. Sii g lamento. A [ipiendo drillo i^tó/o seppe unire nobile e maestosa semplici-
personale, che si cominciò a edificare que- tà alla più squisita eleganza. Morto fa-
*ta cliiesa nel 1810 (meglio nel 8 1 5, per 1 talmente lui, gli succedettero, dirigendo,
«jiianto dirò poi), dal defunto sacerdote il Diedo e il Borsaio; degna sostituzione!
Giuliano Catullo,cheavea raccolte inuna Anche nell'esecuzione degli scarpeliini
casa ad essa contigua alcune delle mona- non sapresti che bramare. Oltracciò quel
che disperse dal turbine universale, e le benemerito sacerdote ha raccolto ricca
quali poi dietro sovrana risoluzìonesS no- serie di storie delle chiese cristiane; la qua-
veiTibre i84i, si stabilirono in clausura le sarebbe opportuna a chi volesse scri-

))erpelua sotto il l'ilu\ud\ClarisseSagr n- verne unita una grande storia". Altre do-
tnentarie. La chiesa fu compita nel 1 834> viziose notizie trovo nel cav. Cicogna nel
e a' 12 ottobre di (|ueiranno consngrata t. 6, trattando dcir7«i6r/s/c/a" nella chie-
dal patriarca cardinal Monico. Vi è il con- sa di s. Andrea di Fenezia detto de Zi-
lessore, il cappellano, l'abbadessa, la vi- rada e suoi contorni, dedicate S. E.a
caria, 21 coriste professe, una novizia conte Giovanni Correr ,
podestà bene-
professi!, 3 probande. Imparo dal cav.Mu- merenlissinio di Fenezia ec. ec. Comin-
tinelli. Annali delle Provincie Fentle, cia dal dire leggersi sotto al cornicione
j). 44*2 , che il tempio del ss. Nome di Ge- del moderno oratorio dedicato al ss. No-
sù surse sopra il disegno di Gio. Antonio me di Gesù la gloriosa epigrafe: Ad Ma-
iSeiva, abbellito dagli ornamenti di Giu- j'oreni Dei Gloriam, ed è l'unica iscrizio-
seppe Borsato, dalle sculture di Luigi ne. Poi narra, che fino dal 1806 il pio
Zaiidomeneghi, di Bartolomeo Ferrari, prete Catullo ottenne nel sito, ove tro-

di Antonio Dosa, e da'fregi a stucco di vasi,un fondo, coll'oggelto d'erigervi uà


tempio il cui lavoro si
Battista Lucchesi, tempietto e un ospizio di donne. Non es-

mantenne fervente ed ebbe compimento sendo suflicienti le proprie sostanze pei'

per la sola larghezza delle limosine pro- mandarlo in esecuzione, ricorse alla ca-
fuse da alcuni ricchi, e in segreto passa- rità de'fedeli, e potè mg."^ Peruzzi vesco-

te a Giuliano Catullo, sacerdote venera- vo di Chioggia a' 22 marzo 181 5 porre


bile, caldo e benemerito promotore della la i." pietra del sagro edifizio da que- ,

santa e bellissima opera. Si eleva questa st'azione e non da'precedenti preparativi


stimata chiesa in sito assai riwoto della dovendosi desuntere l'epoca vera dell'e-

città, si prospetta nella Laguna (perché rezione d'ogni fabbrica. Vi contribuiro-


nel sestiere di s. Croce, sulle fondamen- no con notabili somme precipuamente il

ta di s. Chiara, poco lungi dulia chiesa conte Costanzo Taverna milanese, la da-
di s. Andrea di Ziiada, dì cui nel § X, n. ma M.* Gradeuigo Ruzzini, il conte Se-
VEN VEN 235
basi iano Grotta, la conlessa LucrezìaMan* ra da questo tempietto, cosa più leggia-
gilli Valmaiaiia, il iiegozianleReali, il con- dia nella sem|)licilà sua uomo non sapreb-
te Antonio Revetliu,e più altri; laiche si be rinvenire. Termina colle particolarità
calcola che tra l'oratorio e l'ospizio il Ca- riguardanti la primitiva fondazione delle
tullo abbia impiegalo 100,000 ducati di Clarisse, e le vicende patite negli ultimi
veneta moneta, co'quali li ridusse a com- anni mediante la relazione di suor M."
,

pimento. Avrebbe potuto servirsi per la Chiara Gertrude Gastaldis benemeren-


fabbrica de'niollissinii materiali che dal- tissima badessa: a me non è dalo che ri-
che a Mora a ndavansi sopprimen-
le chiese, peterei!) breve. A'21 agosto 1806 per vo-
do demolendo, si sarebbero potuti con
e lere speciale dell'Altissimo, la serva di Dio
poco dispendio comprare; aia egli volle suor Maria Vincenza conversa di s. Cro-
far lavorare di nuovi e scelti marnai , e ce di Venezia, si portò dopo la mezzanot-
lutto da' [)i(i abili artefici del paese. ^Di te a fondare a Chiara una congregazio-
s.

vecchio non vi è che il piccolo campani- ne religiosa, per la perpetua adorazione

le detto alla romana, qoi trasportato dal- della ss. Eucaristia, autorizzata con de-
la soppressa chiesa di s. Dìtsso, facendosi creto di Pio VII e del civile governo. Il
scolpire ili 834- Architetto il Selva, l'ai- concello che si avea di sua santità e la fe-

tar mnggiore, il tabernacolo e i due iib de che fosse veramente illuminata da Dio
tari laterali si lavorarono sul disegno di a eseguire le sue ordinazioni, rese il suo
Diedo e di Jjorsato , il quale dipinse il ingresso nella casa sulle fondamenta di
soflillo; gli stucchi formaronsì da Lucche- s. Andrea de Zirada, scella [ler la preco-
si; le statue de'Xll Apostoli e 4 bassiri- nizzala novella fondazione, uno de' più
lievida'summentovati scultori; le tavole memorabili, per raccompagiiamenlo di
de'due altari laterali le dipinse Lattanzio distinte persone, proiettori o benefattori
Querena lodatissiino per valore artistico, dell'ideata pia opera delle Francescane
benefico e virtuoso: furono, il muratore yhloralrici, che pel corso di 4o anni ivi
l'adovan Vettori,lo scarpelliiio Cadorin. vissero da ritirate. Sebbene avesse Dio
Si dovea dedicare a Maria Addolorala. espresso alla fondatrice, volere che con-
In conseguenza della bolla di Gregorio tiguo alla detta casa , ridotta in seguito
XVI per la canonica erezione del mo- ad uso di monastero, fosse erello dalle
uaslero,a' 18 gennaio 1846 le donne po- fondamenta un tempio in risarcinicnlo
terono chiudersi in comunità claustrale di quanti colla successione de' tempi n-
col titolo di Clarisse sagrainenlarie; fun- veano da essere atterrati, dispose però
zione eseguita dal cardinal Monico, con che suor M." Vincenza non ne vedesse
nppropiiulo discorso, e i3 dame fecero l'esecuzione, morendo sanlamenle a* 16
da madrine allei 3 religiose che vi entra- ottobre j8i3, lasciando il prete Catullo
rono , per esservi consagrale in vergini neir impegno d'eseguire 1' alle divine di-
perpetue al Signore. Quindi il eh. scrit- sposizioni. Questi fece lutto il già narra*
tore passa a parlare dell'opinioni sulle lo, ed ebbe la consolazione di veder con-
bellezze, e difetti che alcuno trovò nelle sagrata la chiesa, concesso dal sovrano
due immense colonne che separano il pie nel 1841 di poter stabilire con clausura
fcbiterio dal corpo principale della chie- in monastero il riliro, non la canonica e-
setta disapprovate ancora dal oh. Er-
, rezione per esser morto nel bacio del Si-
molao Paolelli, che pur mollo buon gu- gnore nel 1843. Dovettero però nel 1
849 le
sto sente per l'arti belle, nel suo lodalo religiose Clarisse, pe'politici avvenimenti,
Fiore di ì enfzi'a,cou dichiarare: Vera- cedere al paterno volere del cardinal Mo-
mente se le due immani colonne del pie- nico, il quale considerando esposto al pe-
fcbiler io oca nuocessero alla grazia the spi • ricolo delle bombe il monastero, a' 25
236 V E N VEN
giugno dopo la mezzanotte le fece con- virtuoso scopo d'attendere esclusivamen-
durre a s. Cassiano nell'abitazione ofFer- te all'educazione cristiana di povere fan-
la alle monache generosamente dal loro ciulle conformemente alla loro condizio-
egregio procuiatore Andrea Pinado, con ne. Il 28 gennaio 1857 per altro, alcune
sua cappella, in cui per indulto del car- di (pieste figlie di s. Giuseppe (le costi-
dinale poterono conservarvi l'Augustissi- tuzioni delle quali vennero approvate d.i
mo Sagraraento, ondeanche in quel tem- mg." vicario capitolare con decreto io a-
po non venisse interrotta la perpetua a- goslo 1857, compiendosi così il desiderio
dorazione, giusta gli umili voti delle me- del defunto patriarca mg." Motti , come
desime. Ivi dimorarono sino a'3o luglio, leggo nello Stato personale, da cui rica-
giorno in cui essendovi caduta una bom- vo queste notizie), passarono colla loro su-
ba, il vigile cardinale nel seguente gior- periora ad abitare l'antico convento di s.

no le fece trasferire in s. Francesco del- Sebastiano, del quale trattai nel § X, n.


la Vigna, i cui minori osservanti cederò- 42, e quivi aprirono una scuola interna,
no loro un conventino con cappella, e là ri- ed attendono alla direzione affidata loro
masero finché a Dio piacque si calmas- dalla commissione generale di pubblica
sero le civili insorte turbolenze. Laonde beneficenza nel i
."
aprile 807, delle sole
1

a'27 agosto con indicibile giubilo del lo- fanciulle dell'istituto Manin da essa dipen-
ro cuore rientrarono le Clarisse nel pro- dente, istituto di cui parlerò nel § XII, n.
prio monastero a s. Chiara, trovato qua- 18, lasciando tuttavia .sussistere per le
.si miracolosamente illeso dalle temute fanciulle esterne la primitiva casa a s.

J)ombe, tranne una caduta il r.° agosto, Giovanni Decollato. Della casa di s, Se-
dopo la loro partenza, nell'interno del mo- bastiano, comedeiristituto,o'è direttore e
nastero senza gran danno; altra però lo benemerito fondatore l'encomiato d. Lui-
recò grave a' 19 agosto nel destro an- gi Caburlotto. Vi sono inoltre il confesso-
golo della chiesa con esterno dirocca- re, il catechista, la superiora, la maestra

mento. delle novizie, altre 7 suore, 2 novizie, 22


1 6. Suore di s. Vincenzo de Paoli. fanciulle ricovrale. Nella casa filiale a s.

;^^.§xii,n.4, 9.,3. Gio. Decollato, vi è la vicaria , 6 altre

7. Figlie della Carità delle Canos-


I suore, I IO fanciulle esterne.
siaiie a' Catecumeni V. § XII, n. 7. . 21. Terziarie Francescane presso s.

1 8. Figlie del Sagro Cuore. V .


§ X, EufennadellaGiudecca(coman\la\acoa-
n. 68. ta),dicuinel § Vili, n. 70, con oratorio sa-
I Suore Terziarie di s. Francesco
g. gramentale privato sotto iltitolo della ss.
d' Asisi. V. § XII, n. i4- Trinità.Questa comunità fondata, circa il

20. Figlie di Giuseppe sotto la


s. 1827 dal p.Cherubino da Venezia cappuc-
protezione di s. Francesco di Sales e cino, si occupa dell'educazione di povere
di s, Giovanna Francesca di Chan- fanciulle, non escluse le benestanti. Vi è
tal presso s. Sebastiano. Degl' istituti il direttore e 12 suore.
delie Figlie di s. Giuseppe e delle So- 22. Terziarie Francescane presso s.
relle ojiglie di s. Giuseppe, in tali ar- Francesco della Figna (comunità incoa-
ticoli ne lagionai. L'istituto veneto eb- §X,n. 27. Incominciala que-
ta), di cui nel

be cominciamento il i." moggio i85o, Giuseppe M.'daSoave


sta comutiità dal p.
per le coree fervoroso zelo dell' attuale minore osservante nel 1849, '^^'^ "" ^"'~
parroco di s. Giacomo dall'Orio, d. Lui- torio dedicalo al glorioso s. Giuseppe, si

gi Caburlotto detto Toscan, in un locale presta all'educazione di povere fanciulle.


attiguo alla chiesa di s. Giovanni Decol- Vi è la superiora, la vicaria, ed allie 7
lato, di cui nel § Vili, n. 4^, ed ha per suore.
,

YEN YEN 237


Comunità religiose secolari nel!' isola di s. Michele di Murano. V.
di Fenczia. §xvin, n. 18.
2 3. Congregazione dell' Oratorio di 29, Agostiniane in s. Giuseppe, nel-
s, Filippo Ncriy composta di preti seco- l'isola di Murano. V. § XVlll, n. 19.

lari senza voti, delti Tolgarnionte i


pp.
Filippini. ^. §'X, n. 73. § XII. Ventiquattro stabilimenti pubbli-
24- Congregazione de' chierici seco- ci e istituii pii de' due sessi, ed alcuni
lari delle scuole di Carità, presso s. A- con chiesa; cioè d'istruzione, educa-
gnese. V. § Vili, d. 67. zione, beneficenza, penitenziali. Orfa-
25. Suore oblatc di s. Filippo Neri^ notrofi, Ospedali, Catecumeni, Mon-
presso l'Angelo Raffaele (comunilà iocoa- te di pietà, Beneficenza pubblica ec.

la),dicui nel §VIII,n.6i.Nel 797 il p.Fie- 1

troSanzonio della congregazione dell'ora- Sono i pubblici stabilimenti.


torio fondò ins. Dasilio, di cui nel § Vili, 1 Liceo Convitto. V. § X, u. g.
.

11. 62 , e in seguito trasferì a s, Nicolò 2. Carceri criminali presso s. Z.iC"


de'Mendicoli, dei quale parlai nel § detto, caria, nel sestiere di Castello. Nel § II,
n. 60, un pio istituto d'educazione a con- n. 2, parlai amica-
delle prigioni che
•vitlo per povere fanciulle. Nel 1 8o3 preso mente esistevano nel palazzo ducale e
a pigione questo locale, che fu altre vol- denominate Piombi e Pozzi, non che del
te di terziarie francescane , delle Pizzo- ponte de' Sospiri, il quale cougiunge il

chere, vi trasportò medesimo


il istituto, palazzo alle carceri , e serviva di dolo-
e compratolo nel 181 3, non ne volle e- roso passaggio a' carcerati dalla prigid-
scluse le fanciulle benestanti, che aspiras- ne al tribunale criminale, gemendo e
sero a quell'educazione casalinga. In se- sospirando. Ora altro ponte di brevissi-
guito ^ aggiuntivi altri adiacenti locali, mo tratto, e può dirsi piuttosto un Ca-
ed ampliato lo stabilimento, il sacerdote valcavìa, unisce gli edifizi delle carceri e
Antonio Vason nel 1846 diede opera ad del tribunale criminale, il quale trovasi
erigere una corporazione, a cui fosse af- monastero e primiceriato,
stabilito nel già
fidala tale educazione, ed istituì le Suo- di cui nel § V I,
non più esisten-
n. 2, della
re ohlalc di s. Filippo JVeri, che attuai- te chiesa de'ss. Filippo e Giacomo. Do-
inente ne hanno la cura. N' è direttore po l'incendio formidebile avvenuto nel
spirituale e superiore lo stesso beneme- palazzo ducale a'20 dicembre 077, di- 1

rito e rispettabile d. Antonio Vasou. Vi struggendo miseramente le più insigni


sono poi il confessore delle suore e quello pitture e con esse l'iij)magini di moltis-
dell'educande, la superiora, 20 suore, 3 simi illustri, le memorie e le gesta de've-
novizie, 3 converse, 2 novizie converse,
i neziaui celebri, la signoria si propose di
Sj educande. trasportare con erige-
le carceri altrove,

re apposito edilizio ad emendazione del


Comunità religiose fuori di Venezia.
reo, non a sua distruzione ed insieme ,

26. Ospedalieri di s. Giovanni di solido e robusto perallontanareogni ten-


Dio detti Fate bene fratelli o Benfratel- tativo di Tuga; con ampio cortile in cui
li, nell'isola di s. Servolo. P. § XVMI, liberamenle dovesse spaziare l'aria, e una
n. IO. cisterna vi fosse d'accjua salubre e pur.i,
27. Monaci /Catoniani Armeni della e finalmente una chiesuola, per ricevere
congregazione Mechitaristica di Vene- le preci e i pentimenti del colpevole, abi-
zia, nell'isola di s. Lazzaro. V. §XV111, litandolo così a godere i soavi conforti e
n.9. gl'incomparabili benefizi della religione.
28. Minori Francescani Riformali Questo generoso e umaoo coucepimeulo
238 V E N VEN
si attribuisce al famoso fr. Paolo Sarpi ser- cendo più risentita la trabeazione con
vita, che venne giudicalo empio e dannato mensole nel fregio, giudiziosamente sosti-
da alcuni, immacolato e quasi santo da tuite a'triglifi per rendere più
maestoso
alili; non può negarsi che fu personag- questo prospello Essendo questo edifi-
gio di sommo e raro ingegno. Le magnill- zio quasi lutto isolalo, e con un corti-
chee luttora esistenti prigioni pubbliche, le nel mezzo, non poteva'mancare di ven-

che furono innalzate presso il ponte del- tilazione, resa però assai più elficace a'
la Paglia e congiunte col palazzo ducale nostri giorni con l' apertura di nuovi
pel memoralo ponte de' Sospiri, pre- fori e con nuove riduzioni. Può esso
cisamente corrispondente alle stanze de- contenere circa 3oo persone, atterrale
gli avvogadori e del magistrato de' Die- essendosi ora le prigioni insalubri per
ci, le trovo illustrate con 4 tavole dai mancanza di luce o di ventilazione. Co-
celebre archiletlo Selva, nella mai ab- modo e saggio è il riparto d'ognuno de*
bastanza au)mirata opera : Le Fabbri- suoi piani , distribuite essendo le varie
che e Moiiwnenli cospicui di Vene-
i qualità de'luoglii con relazione alla gra-
zia. A darne contezza procederò con vila de'delitli, con sapiente equità e giu-
quel grande. A*^' effettuare il lodevolissi- stizia disciezionale, e vi re"na tale tuia
mointendiniento, il governo adottò il di- disciplina e nettezza che contribuisce al
segno d'Antonio da Ponte, che neli58g sollievo e alla salute de'carcerali. Dichia-
vi die' incotninciamento, al di là del ri- rò il Temanza Che per lungo trailo
:

vo die scorre lunghesso il palazzo duca- d'Europa non è forse un muramento


vi
le. Questo edilizio è tutto costruito di di questo genere, che equivalga in como-
grandiosi e pesanti massi di pietra d' I- do , robustezza e magnificenza. L' Ho-
stria, che contribuiscono alla sua robu- ward nelle sue Prigioni^ stampate nel
stezza e magnificenza. Il fianco immerso 1780, poco si trattiene intorno a queste
nel rivo, col regolare ma rude bugnato o diVenezia. Rimarca però, che sono le
rustico a bozze di cui è investito, co! tri- più (orli ch'egli avesse vedute, che vi e-

plice ordine di piccole finestre munite di una


ranode'prigioiiieri confinati in vita in
doppie grosse ferrate, inspira quella tri- oscura cella , morte essendo
la pena di
stezza che forma l'elogio del suo archi- fra' veneti mollo rara; che ninno de' pri-

tetto, poiché è riuscito a decorosamente gionieri si aggravava di catene, e che non


caratterizzare l'uso acni fu destinata que- v'erano in esse né febbri, né forti disor-
sta fabbrica. Volendo egli poi mitigare dini. Loda i pii stabìliinenli fondati a
tal carattere nella facciata sulla stiadache sollievo de'prigionieri civili e criminali,
bordeggia il gran canale di s. Marco, senza e le regole osservate pel buon governo
però sjnenlirlo, dispose a quella parte il delle due infermerie. Aggiunge egli pu-
portico ad arcate, ossia di 7 archi (sul di re, che comunemente credevasi , che i

cui cornicione s' innalzano 7 tinestronì prigionieri di slato rinchiusi nella parte
rispondenti agli archi), nel mezzo del qua- superiore del palazzo ducale sullo il tet-
le si trova l'atrio che mette alle scale e to, per essere questo coperto di piombo,
al coitile; e superiormente iimalzò una e perciò quelle carceri dette Piombi, sof-
sala ed alcune stanze pel magistrato, frissero nelTestale un caldo eccessivo, il

che appellavasi de' Signori di Nolte al che è falso per asserzione di coloro stessi
Criminale, ornando questo piano con co- che furono colà ritenuti, come già dissi
lonne d'ordine dorico, fi/incheggiate da ragionandone. Più severa , continua il
semipilastri , con grandiose finestre nel Selva , dovea essere la condanna pe' rei
mezzo, non om mettendo però il bugnato di stato ne' così delti Pozzi ,
camerotti
nell'arcale e ne'superioii JDlervalli, e fu* compresi come in una torre che esiste
,

V E N VEN a39
nel palazzo medesimo aderente al suo mu- nezia, il suo mal costume, sommando al-
ro sul rivo, e contigua al Fonie de* So- lora l'infami meretrici ai i,654, la libi-
spiri ,
pel quale si conducevnno i rei in dine facendo pure con altre i lussuriosi
queste prigioni, e sonosoprapposlele une suoi sfogi, anzi la licenza era giunta ad
alle altre, non già come il volgo credeva, allentare con rapimenti all' onore delle
stanze sotterra a guisa di pozzi; tali in- donzelle. Non permettendo la diviua mi-
somma, quali le dissi nel luogo rammen- sericordia il proseguimento di tanto bar-

tato. » Il governo veneto inclinava alla barismo in Venezia, sui Trovatelli Ba-
dolcezza, e la sua saggia politica incuteva stardi {y.), mosse fr. Pietro d'Asisi fran-
piuttosto il timore di gravi pene, di quel- cescano a recarvisi nel 34o a spargervi i

loche rigorosamente apprestarle. All'e- ilseme della parola di Dio. Questo san-
poca della / invasione francese si esami-
I t'uomo di sommo zelo e d'egual carità,
nò il libro in cui registravansi delitti e i dopo aversi coli' apostolica predicazione
le condanne de* rei di sialo, -e recò sor- acquistalo il credito e l'applauso univer-
presa il riconoscere, clie da! principio sale, nel veder di trailo in hallo scanda-
dello scorso secolo sino al cadere della re- losamente giacer semivivi sulle pubbliche
pubblica, furono dal tribunale supremo strade miserabili bambini abbandonati
dannati a morte soli quattordici rei". Un tla'Ioro immorali genitori, si sentì viva-
sacerdote cappuccino è cappellano cu- mente commosso l'animo da'Ioro vagiti.
rato de' carcerati. Eccilalo dunque piamente nel cuore dal-
3, Casa di Correzione in s. Croce al- la divina provvidenza, che disposto avea
la Giudecca. P^. § X, n. 29. il rimedio al grave male, si propose di
Casa femminile di correzione e
4- fondare un pio luogo, ove si raccoglies-
di pena, unita alla chiesa di s. Alarla sero e nutrissero gli esposti fanciulli
Maddalena delle Corner lite. V. § X, molli de' quali perivano bene spesso an-
n. 61. die prima d' essere rigenerati nel bat-
Lazzaretto vecchio a s. Maria in
5. tesimo , e perciò in perpetuo dannati
Nazareth. Nelle lagune di Venezia vi so- nel IJinho (F.). Pubblicala dal pio uo-
no due isolette denominale Lazzaretto mo la sua virtuosa intenzione, e implo-
Fecchio e Lazzaretto Nuovo, anzi lai.* rala nel 1846 dalla religione e moralità
anclie s. Maria in Nazareth. Meglio è del governo il permesso di fondare l'idea-
rhe ne ragioni al § XVllI, n. 7 e 8 del- to ricovero; inHammato dal sentimento
l'isole. d'amore pel prossimo, cousinciò a cerca-
6. Casa degli Esposti, volgarmente la redalla compassione e carila de'fedeli gli
Pietà, in s, Maria della Visitazione. Nar- opportuni aiuli, elen)o$inando in perso-
ra il Corner, che il deplorabile sregolalo e na di porla in porta non con altri termi-
amore, anche in Venezia e partico-
illecito ni,che con ripetere ad alla e flebile voce
larmente nel secolo XIV, dava crudeli Pietà Pietà. Da questo il buon uomo,
e luttuosi esempi; le illegittinìe snatura- ch'era di piccola statura, ebbe il sopran-
te madri abbandonando i loro frutti col- nome diy?-. Picruzzo della Pietà, col qua-
pevoli, morti o semivivi, all'altrui carità le è conoi-ciulo come ." fondatore del pio i

colla pubblica esposizione, e fors' anche luogo della Pietà. Radunali poi alcuni
per ascondere la loro reità , come altro- divoli uomini, con essi istituì nella chie-
ve, scelleralamente gettandoli nell'onde sa di s. Fiancesco della Vigna, di cui nel
o in altro modo facendoli pei ire, toglien- § X, n. 27, la confraternita sotto la sua
do loro così a un tempo due vile, la tempo- invocazione, la cui cura fosse raccogliere
ranea e l'eterna. Altamente deplora il cav. dalle strade e piazze gli esposti e abban-
Mulinelli, a p. «57 degli Annali di Fé- doualì bambini, lollauli colla morie e eoa
24o YEN YEN
|)tiiosissima vila , e conilurli a ricovero l'ospecUile fosse eletta dalla congregayio-
Doll'ospizio a ciò destinalo. Non è nolo nedelledonne dis. MariadeirUiniltìi,ui;i
con cjuali regole al principio si govei nas- dovesse confermarsi dal doge, a cui ed a'
se la pia congregazione; solo si conosce suoi successori fu raccomandato il pio luo-
tlie piesifdeva al luogo un rettole e un go in perpetuo padronato. Noodimeno nel
\icereltorej e die furono prese in aflìlto i356 nuovo tentativo si fece per inter-
1 7 case nei sestiere ili Castello, non uiol- rompere il felice corso dell'opera pia,
t«> lonlune dui convento di s.Francesco quando il rettore della confraternita degli
della Vigna, per collocarvi ibambini e- uomini, unito ad alcuni confratelli, tra-
sposti; donde poi il luogo fu denominato sporto il sodalizio a s. Maria Gloriosa de'
(oì le della Piala, lasciala più lardi nel Fiari; ma si oppose la parte più sana de*
i475in legatodaLucieziaDolfìnall'ospe- confrali, e così la scuola di s. Francesco
dale slesso della Fietà.Crescendo frattanto fu ripristinata nella primitiva chiesa ove
idl'eccesso nella popolosa Venezia, anche era stala istituita, decretandosi non do-
per la sua condizione di città marittima versi mai rimuovere. In seguito ralfred-
e pel concorso continuo di grande nume- datosi, e non mollo dopo totalmente e-
ro di stranieri di molle nazioni ,
quello stinto il caritatevole fervore de'confrali
allres"] degli esposti, per l'accoglimento e pel pio luogo, restò alle sole donne il pe-
iiudiimeulo de'quali divenuti ristretti i so di ricevere e nudrire i fanciulli d'ambo
luoghi, e non proporzionate le forze dei i sessi; onde comprate oltre 25 case l'ag-
confralelli, fr. Pietro quale priore attua- giunseroall'ospedaledilalandoneil recin-
le del luogo, saviamente dispose di divi- to, per supplire al necessario accoglimen-
dere maschi dalle femmine, e lascian-
i tode'bambiniabbaiidonali.Conoscendo-
do di quelli la cura alla confraternita, si <|uindi dalle savie matrone, che per gli

consegnò queste ad una congregazione di affari più gravi aveano bisogno di cousi-
jispettabili matrone che a tal oggetto isti- glio e di aiuto, elessero 4 assennati patri-
tui nella vicina chiesa di s. JMaria della zi, per dirigersi colia loro prudente assi-
Celestia, di cui nel dello §, n. ?.4, sotto stenza. A questi ne aggiunse alcuni altri
l'invocazione di s. Malìa dell' Umiltà, nel i54o Lucrezia Grilli priora, ond'eb-
Conipiò poi ben ampia casa nella parioc- be principio la congregazione, che poi as-
chi.'i di s. Gio. in Bragoia, nello slesso se- sunse il pieno governo interno ed esterno
sliere, che lasciò nel suo testamento, fatto del pio luogo. Dappoiché neh Sy i essen-
con dispensa apostolica, per perpetuo uso dosi il solilo numero de' governatori au-
dc'uiiseri esposti; indi l'uomo di Dio nel mentalo ai 4, fu slabililo che la congrega-
i353 passò a ricevere nell' altra vita il zione delle matrone fosse in avvenire con-
premio destinalo a' misericordiosi. Però, vocata ne'casi dibisogno. Così andò eslin-
loslo insoiseio varie conlese a sturbare guendosi la benemerita congregazione di
così lodevole istituto; poiché fra le òi\& s. M.^^dell'Umiltà, la qualeelesse nel i6o4
congregazioni cui era affidata la cura de- 1'ultima priora dell'ospedale, che restò
gli esposti, cominciarono a nascere gare e poi unicamenlesoggetta alla congiegazio-
pi elese pel governo esclusivo del luogo, ne de'nobili. Dalla carità di questi inces-
le quali prontamente furono sopite dalla sanlemente assistito il pioluogo, potècol-
pubblica provvidenza, stabilendo che al- l'aiutodella divina provvidenza manlene-
la direzione locale del pio istituto fosse- re un numero lagguardevole di fanciulli,
ro scelle e preferite le donne come più farli istruire ne' dogmi di nostra s. Reli-
capaci nell'esercizio d'allevar i figli;e poi gione, e poscia opportunamente applicar-,
decretò il maggior consiglio a'i5 dicem- li a qualche esercizio adattato alla loro a-
bre dello slesso 1 353, che la priora del- billlà.Quaulunque fossero molti e beu di-
V EN VEN 2^1
sposti gli eilifiii del luogo, tultavolta pel serafico: L'ospedale di Maria delia
s.

uitiueiu Iragraiidecie'fauciulliche vi si le- Pie tà, con ospizio molto ampio pegli e-
cavano, tnnssime dalla parte di mate, nel sposti e conservatorio di fanciulle , oltre
principio dello scorso secolo si trovò ne- il conservatorio di s. Alvise che ne di-
cessario ampliarne il circuito, aumentar- pende, di cui nel § X, n. 4 ' (uou è ora
ne le fabbriche, cominciandosi eziandio più, per quanto duo collo Slato perso-
l'ampliazione della chiesa più comoda al- nale), raccoglie alla ruota gli esposti, li

la iiioltittuline degli abitatori e più con- fa allattare in campagna, e li riceve di


veniente al decoro della città. Della nuo- nuovo nella casa; se ne calcolano i3oo iu
.'
va chiesa pose ne'fouda menti la i pietra campagna, ICQ alimentati nell' istituto e
solennemente il doge Pietro Grima ni sot- 190 nel conservatorio delle giovani a s.
to il tildlo della Visitazione della B. Ver- Alvise (cioè all'epoca in cui fu pubblica-
gine Maria, come rilevasi dal medaglione lo). Leggo nello Stato personale: Q^m si

coiranno 'J^5, che fu gettalo ne'fonda-


i raccolgono tutti i bambini di sconosciu-
rnenli slessi, ed esibisce Corner, nel rove- ta provenienza,! quali in gran parte vcu-
scio esprimendosi l'afliilluoso incontro di gouOjdietro congrua corrispondenza, con-
s. Elisabetta alla visitante D. Vergine, pre- segnati a balie delle provincie venete. Vi
senti i ss. Zaccaria e Giuseppe, e in giro è il cappellano rettore e coufessore del-
l'epigrafe: Ex ore Infanliuin et Lacten- l' istituto, il confessore delle suore di s.

tiuin. A peipetua memoria del iienefico Vincenzo de Paoli, e 4 niansionari. 1 fi-


padronato de'dogi sul pio luogo, e |)er gli che vi dimorano stabilmente sono 70

l'acquisto dell'antiche pontificie indulgen- circa. Il 'parto de'bambini è sorveglia-


ze, concesse a chi nella domenica delle to \ietto da 3 suore, e da altre 4 ''
(

Palme visitasse l'ospedale e lo soccorresse '•'^arto adulte, sotto una stessa superio-
con limosiue, in tal giorno lo visitavano il ra , dipendenti per altro dalla superiora
doge e il senato, lasciando limosine a sov- locale della loro cosnunitìi alle Pcaitenlii
venimeuto de'trovatelli, il che continua- di cui nel n. 9 di questo § ne parlo. Si
rono a praticare adonta ch'era cessato pubblicarono in Veuezia dalla ti[)0gra-
l'obbligo anteriore. Ora si attende alacre- fìa Gattei nel 1 856 due opuscoli riguar-
mente a compire la chiesa, che ilMoschi- danti questo pio luogo : Brevi cenni sul-
ui dice disegnalada Giorgio Massari, ele- l'origine e sullo stato attuale dell'isti-
gante e armonica, di forma ovale, con gaio tuto degli Esposti iu T'cnczia : Pro-
soffitto dipinto dal Tiepoletto; ed osserva gramma pel compimento del prospetto
che ivi si ricevono gli esposti, e le fanciul- della chiesa di s. Maria della Pictày
le restano, educale al canto e al suono, e indiritto alla generosa carità de' vene-
in donneschi lavori. Piiferisce il lodato ziani.
Mulinelli a p. 556, di tutti i famosi con- 'j. Pia Casa de' Catecumeni in s. Gio.
servalorii di musica di Venezia, di cui Battista,ne.\sesi\eie di Dorsoduro. Anche
nel § XV, u. 1, non rimane ora che una in questo benemerentissimo e celebre sta-
miserabilissima reliquia nel solo Coro bilimento, che ha per santissimo scopo,
delle donne della Pietà, alla cui spesa si ad imilazione della casa de Catecumeni
provvede colle rendite del legato dispo- e Neofiti, fondata iu Roma da s. Ignazio
sto a quest'oggetto da Pietro Foscarini Lojola, di ricondurre gl'infelici Infedeli
procuratore Marco, con testamento
di s. nel materno grembo della Chiesa Catto-
b settembre lySg. Poche femmine che lica (fuori della quale non vi è l'eterna
cantano, e poche che suonano, formano 5r7/«/c'/ dogmatica , salutifera e tenibile
adesso questo coro tanto diverso dal- sentenza, che per amore del prossimo^
l' antico. Dichiara il Dizionario gto- vocabolo uraiai inusitato! con perseve-
vot. xct. 16
242 VEN ven
ranle costanza ripelei e tlicliiarai ancora assai comunemente usato, simpatie (ben'
una velia nel voi, LXXIX, p. yS, gio- clic sia antico quanto il mondo l'accordo
vandoiiii del receute oracolo confermati- d' ailezioni ed inclinazioni tra due o più
vo del J alicaiìo. Calecmneni, beali voi persone; come l'aiilipalia avversione na-
che comprendeste tale verità), di quel- Idrale d'una persona o di una cosa per
la ss. Religione, la quale nel suo Srni' un'allra, che in sostanza è l'opposto e il

bolo, ne'suoi Sagratuenlì, nel suo iSa/i- contrario della simpatia. Tanto è vero che
/«ar/o, ne' suoi lempli traila tulli da e- non mancarono scrittori anco su questo
guali (il dolio e l'ignorante, se per loro socialeargomento, ed io conosco seguen- i

eterna ventura Ortodossi, credono esat- tij che ponno rannodarsi all'articolo Uo-

tamente medesimi i articoli di /^<'/:^f e la mo, anzi al simpaticissimo che scrivo. Mi-
Dotlrinn Ciistianoj Q^'\kùe'ì>Vio\ yillari chelangelo Biondi, Decognitione hominis
tutte le distinzioni sociali si confondono peraspectnm, Bomae 544Lavaler, Del- 1

e si suo Sacerdozio vene-


dileguano; il l'arte di conoscere gli uomini da' linea'
rando non conosce diritti ereditari; il più menti del volto, Milano 1819 con figure
umile de'fedeli, qualunque sia la patria, colorite. Girolamo Fracastoro, Z^fi Sym-

la condizione, l'eia, sublimato può esser palina et Antipathia rerum , Venetiis


al T escovalo , Cardinalato , al som-
al 1546, Juntae, Lugduni 554- Cesare Ae- 1

mo Pontijìcatoj e nel nostro tempio, Ca- voli. De causis Antipathiae et Simpa-


sa di Dio, il ricco e il povero, il nobile e il thiae, Venetiis i58o. E poi ridicola Su-
plebeo, padrone e il servo le nazioni
il ,
perstizione, la jettatura. Ma la sublime
d'ogni colore, dimenticano qualunque carità verso il prossimo non ammelte an-
disuguaglianza e confuse si prostrano al- tipatio, dovendosi per comando di Gesù
lato Tun ad adorare l'Altissimo
dell'altro Cristo amaie il prossimo come noi stessi

He de'Re e Signore de' Dominanti. Ca- per amor Dio; perfezionando così la
di

tecumeni ella è questa la religione che


, legge Mosaica, la quale dalla maligna in-

avete abbracciala , per singolaie divina terpretazione de'farisei, pretendevasi che


inisericordia),polrei ripetere il riferito dal rapporto a'nemici prescrivesse di odiarli.
principe dell'erudizione ecclesiastica ve- La parola prossimo esprime tulli quelli,
neziana, il senatore Flaminio Corner. Ma co'quali abbir'.mo comune la natuia, lutti
pel recente libro edificante e glorioso pel gliuomini inclusivamente agl'infedeli ed
veneto apostolato,tenendo presente il mio a'nemici. Questa è viriù cristiana, senza
benefico e illuminatore Mentore, di pre- la quale non si può acquistare la vita e-

ferenza con esso libro accennerò un rag- lerna. Amare il prossimo per simpatia,
guaglio dell'importanlìssimo istituto. E o per i benefizi ricevuti, o per le buone
intitolato : Confessioni e lettere pubbli- qualità sue corporali o spirituali, è virtù,
cate nel compimento del secolo III dal- ma naturale soltanto, di cui sono capaci
la fondazione, xxi ottobre MDLVIJ, del anche gli slessi infedeli. Catecumeni, tut-

pio istituto de' Catecumeni in Venezia, ta la nostra divina legge consiste dun-
premessevi le Notizie storichedelVistitu- que neir amare Dio sopra ogni cosa e il
to medesimo, ec. Venezia dalla tipografia prossimo come noi medesimi per amor
di G. B. Merlo 1857. Sebbene a me non di Dio !
), nondimeno per aver contribui-
ispetta che indicarne l'ultima parte, pel to alla sua compilazione il religioso mio
privilegio e licenza che hanno gli scrillo- amico cav. Filippo d.' Scolari, ascoso col-
rì, massime di Erudizione, sia qualunque le iniziali F. D.' S., di tutto ne preiuel-
il loro merito, di manifestare alla circo- terò una generica indicazione. Essendo
stanza le loro ammirazioni, genialità , e l'istituto otlidato al governo óc\ veneto
diciamolo pure eoa vocabolo al presente priore d. Jacopo nobile AvogaJro, abba-
V EN V E N 243
tedi Marco di Brescia, beneinerenlis-
s. nui ducati 1 eoo da distribuirsi a 20 nao-
«imo del medesimo per doversi all' in- ,
fìti figli d'israeliti, e più anziani di batlesi-

cessante sua pietà e benefica splendidez- mo. Segue lo sialo delle cariche e del per-
ta il decoro della casa del Signore a lui sonale applica lo al governo del Tisti luto, 3 3
alìidala, ed alle paterne e zelanti sue cu- essendo l'antiche ei 7 l'odierne. Si ripor-
re pe'catecumeni, sostenendo eziandio il tano l'iscrizioni lapidarie del tempio,com-
carico dell'istruzione religiosa degli uo- presa quella collocala nell' interno del-
mini, il florido stato dello stabilimento, l'oratorio attiguo, di cui più innanzi. Del-
egli inlilulù il libro alle pastorali virtù e lo slesso cav. Scolarle la Nota bibliogra'
ol merito insigne dell'Episcopato dell'im- /zca e saggio eruditissimo d'alcune Ira
pero Austriaco, dalle cui sollecitudini as- le molte opere spellanti al grande argo-
sidue per accrescere di giorno in giorno mento dell' israelitico errore, a sempre
i trionfi della cattolica religione, per esse- maggiore e manifestodisinganno del qua-
re l'istituto deCalecuinenidi Venezia so- le, il priorato de' Catecumeni si propone

lo esistente nella vasta e possente monar- d' aprire, ad islruzioiie de' neofiti, e per
chia, ripigliando lena uetl'aprireilIVseco- uso degli stessi cattolici dedicati alla pia
lo della sua fondazione.E di viso in due par- opera, una domestica biblioteca applicata
ti. ÌNellai.' dopo i Cenni slorici del cav. esclusivamente al grand' uopo. Le regi-
Scolari, de'quali poi discorrerò, seguono strale opere sono 44) alcune riguardanti
'xProspellìdimostrcilh'i lo sialo e l' or- r istituto medesimo. Inoltre dichiara il

ganizzazione dell IsÙLulo .,


da' quali si cav. Scolari, che 1' olTerto saggio in ap-
trae che l'annue sue rendile al cader del- presso potrà formar soggetto d' apposita
la repubblica consistevano in lire italiane 3Jonografìa bibliografica^ in cui pren-
16,540, oltre le questue, talvolta ascese deranno luogo non solo tutte l'opere A-
a lire venete 16,000, raccolte da'deputati pologcliche della Cattolica Religione, le

e secondate dalle prediche (sino ali 801 quali prendono a dimostrare quanlo ir-

si faceva la predica una o tlue volte in riigionevole sia il persistere degli Ebrei
quaresima per istruzione degl' Israeliti, neir osservanze della legge Mosaica, e
nella parrocchiale di s. Geremia, con tra- neir aspettativa del già venuto Messia;
sporto altrove del ss. Sagraraento). Man- ma pur anco le tante altre, che sono ri-

dava r istituto anche alla cerca del pa- cordate ne'miei articoli Ebrei, Catecu-
ne, godeva 100 staia di frumento donate meni, Neofiti (assai numerosi sono i re-
nnnualmente dal doge, e partecipava co- lativi, gravi ed importanti, e ([uanto ri-

gli altri luoghi pii a ogni altra pubblica guarda l'antica disciplina del Catecume-
largizione. Al presente, per le vicende de' nato, inclusivamente al luogo assegnalo
tempi, le rendite sono residuale a sole nel Tempio per le varie classi de' Cate-
onnue lire austriache 6000, non compre- cumeni e de' Penitenti, e per gli altri
se quelle delle pur diminuite questue, né fedeli). E ivi l' afietto del dotto ami-
quelle derivanti da 4 pi» legali, meritan- co ingemma il mio povero nome e il

do menzione quello del già neoflto Fran- mio Dizionario di splendide lodi ; e
cesco Ignazio Catlaldi, che nel i835 le- qui glirendo solenni azioni di grazie,
gò lire 3542. Vi è l' ouorifico prospet- per tanta benigna e continua deferen-
to nominale de' benemeriti dell' islituto za. Ncll'/^^/je/zr^/ce si contengono: i. La
che concorsero al suo ingrandimento e Circolare del Priorato de' Catecumeni
prosperità colle loro sostanze , anche a dell'agosto 1857. Ivi si dice: Fonda-
benefìcio di quest'istituto risplendendo la la in Roma da s. Ignazio Lojola la i.^
fede e la pietà de'veneziani.Va ricordato il casa per ricovero ed istruzione de* cate-
lascito del 1 588 diVinceuzoGarzoni di an- cumeni, Venezia, che nell' opere di cri-
-

9.4i V E N YEN
stiann pietà (in dal suo tiascere seppe sì 1 1 ottobre i SSy il 3." anniversario seco-

gloriosamente dislinguersi (n'è incontra lare, con indulgenza plenaria concessji


stabile piova il iiioitis^ioio sin qui coni- dal Papa Pio IX ; e per l'apertura al cul-
pencliosanìente narrato e quanl'aitto mi lo pubblico dell* oratorio attiguo alla
resta a <lire), fu la i
."
ail imitarne un tan- chiesa, dedicato alla b. Vergine de la
to esempio a' 2 i ottobre i55'j. Fmpero- Salelte (della quale dissi alcune parole nel
chè le cure benefiche dell'istituto, prima voi. LXXXVIII, p. 33), i.''ed unico eret-
non erano ristrette al solo tempo che pre- to sotto questo titolo in Venezia. La ss.

cedeva il s. Battesimo de' catecumeni, Vergine sotto tale titolo tanto più con ve-
ina eziandio in appresso si continuavano nieiitemeufe sarà onorata nel recinto del-
aiuti e soccorsi a tutti quelli che ne aves- l'istituto de'catecumeni, quanto più s'Ella
sero avuto bisogno, specialmente se don- a[)piiisa la i. a volta iu Francia a due fan-
ne, ritenendo anzi queste, se lo avessero ciulli, uno maschio, l'altro femmina, prov-
bramalo, ricoverate stabilmente nell'isti- vederà del pari nell' istituto medesimo al
tuto; ed a tal fine concorreva con abbon- bene Spirituale de' giovani abbandonali
danti offerte, non solo Venezia, ma ogni e girovaghi d'ambo sessi, che come si va i

altra cillà del dominio veneto. Ma dopo neir istituto disponendo, sempre meglio
le luttuose vicende politiche, fu d' uopo aver potranno ed istruzione e soccorso.
restringere di molto le beneficenze ai 3. Iscrizione italiana sulla celebrazione del
neofiti, le quali sono ora limitate ad una centenario. Questa e 3 delle suddette Ia-
meschina diaria, e solo pel breve tempo line, tutte eleganti, sono del veneto e eh.
die il catecumeno dimora nell'istituto prof. d. Adriano Merlo, fra le quali quel-

iu precedenza als. Battesimo, Perciò pre- la della più recente restaurazione della
senlenienfe oltre alla dillicoltà grandissi- chiesa nel i855, ed è la i.^ ed anche la

ma di trovare chi fun^a 1' onorevole uf- sola, che vivente il |)atriarca mg.' Mul-
fizio di ha 1' umiliante mor-
padrino, si ti, sia stata posta in Venezia fregiala col

che neofiti, non tro-


tificazione di vedere i venerando suo nome; nome caro del pa-
vando spesso un utile collocamento od ri all' Episcopato, che a' fasti delia sto-

opportuno sussidio da' nuovi fratelli di ria letteraria d' Italia. 4- Orazioni di-
religione, sono costretti di vivere quasi vote appropriate all' uso de' cattolici e
limosinando. Tristissima posizione, che de' catecumeni. Contiene la parte 2.
se fi» più spiccare la fermezza di lor san- Confessioni e Lettere, i. La Prefazio-
ta determinazione, fa poco onore a'catto- ne del traduttore cav. Filippo Scolari,
liei. Esercitandosi così anche in Venezia che col linguaggio de'Padri deplora con
la Propagazione dellaJede negl'infedeli, toccante eloquenza, come in questi tem-
pel quale santissimo fine i veneziani con- pi di sociale e intellettuale progresso, la
corrono anche con sussidii ; perciò ecci- dispersa nazione israelitica si va ognoi*
tarsi la pietà de'fedeii ad oblazioni per la più fiegiando di colli, eruditi e benefici

celebrazione del 3.° centenario, ed anco uomini, ma tuttavia sempre infelicemen-


ad annue o mensili contribuzioni, onde te lontana dal conoscere che Cristo Si-
aiutare i neofiti più poveri ( egli è per gnore, \eio Dio e vero Uomo, è il Messia
questo, per essere l'unico dell'impero già venuto ; e che la s. Chiesa Cattolica
austrìaco, e per importanza dell' argo-
1' Apostolica Romana è 1' ovile, in cui sol-
mento; che nel darne un'idea forse com- tanto, raccolte tutte le nazioni, sotto la
parirò alquai>to prolisso, in proporzione verga pacificad' un solo Pastore, posso-
cioè di quanto pratico cogli altri istituti). no giungere, né mai altrimenti, al porto
2. L' invito sagro o programma del tri- della temporale e dell' eterna salute. Se-
duo solenne per solennizzare a' iq, 2oe guono le dotte ed irrefragabili prove. 2.
3

V n: ^^ V E iV 2 i
^

Le Confessioni di IM. J. A. l'alliailli, israe- più dotta nell' impugnarle e sliiarirne i

lìlii iileuinniiu. 3. Lettere tra nu israelita dogmi, non eransi ancora concentrale e
atioiiiaìo e un caleciuneno. Ed eccomi fuse nella più funesta e pestifera di tut-
alle notizie sloriche dell'origine, progres- te, l'indiderenza in punto di fede. Nel
so e stalo attuale del pio istitnto de'cale- i4^3 cadendo Costantinopoli in mano
eumeni. L'erudilissiiuo Gallicciolli nelle de' turchi, il numero degl'infedeli, oltre
sueMemorie l^enete ha comprovalo pie- i greci scismatici, condoni in Venezia dal-
namente, che il catecumenato in Vene- le vicende di quel gran fallo di guerra,
zia, cioè il hattesinio degli adtdli, era in ch'eslinse il greco impero e rese formida-

uso della s. (llùesa Veneziana siiioda'pri- bile 1' ottomano, accrebbesi a dismisura,
mi tempi della fondazione di Venezia. La e però sin d' allora fu sentito più che pri-
(piale, nata per cooperare alle adorahili ma dall' operosa pietà veneziana, sia del

divine intenzioni per la salute dell'anime governo e sia de' pastori, il bisogno di
e pel bene temporaleespiriluaje de'pros- un luogo, dove esclusivamente poter ac-
«imi, per lungo volger di secoli die<le e- cogliere e istruire, qtiimli ammettere al
niinenteniente alla pielà il i.° luogo, e ballesiuìo, i lauti che ne facevano istan-
quindi prosperata e ingrandita sempre za. Quando poi la mente vastissima, e
più nell' amore e nella fermezza della re- la santità animosa e incomparabile di s.
ligione cattolica, non poteva non prende- Ignazio,dopo aver beneficato il mondo
re pietosa cura de' tanti infedeli d'ogni Compagnia di Gesù, a'
coir istituita
maniera, che alle sue rive acconevano settembre iSSg approvata in Tii'oli da
pel commercio, per avvenimenti di guer- Paolo III, coir autorizzazione di cpcsto
ra, e specialmente pe' grandi paesaggi di nel seguente anno pel \° aprì in Roma
genti straniere avviale per mare alle una casa di catecumeni pegli ebrei ; la
Crociate di Terra Santa nel i oqc) e nuova R.oma del mai'e non solo fu sol-
I 123; laonde di Tiirehiy Ehrci, Etero- lecita di seguitare 1' esempio della Pio-
dossi e Srisr/iatici la vigilanza pubblica mulea, ma ne applicò ed eslese gli ef-
jlovette prendersi costantemenle ogni fetti a'convertili di tutti i culti e di tut-
pensiero e ciu'a, sì perchè in un centro te le nazioni, cioè non solo gli ebrei, ma
eh' era già (allo convegno di tulle le na- ancora quelli che, o dalle superstizioni
zioni del mondo, non mancassero loro i maomettane, odall'acciecamento del pa-
mezzi di conoscere la verità e convertirsi; ganesimo, o dagli errori delle eresie, cer-
sì perchè dalla convivenza con lauti infe- cavano d'esser enumerali Ira' figli del-
deli non avesse mai a patire discapilo il la Chiesa cattolica come appunto ri-
;

principale tesoro e fondamento vero di chiedevasi dalla varietà e molliludine


sua grandezza, quello della purezza di degli accorrenti ad una metropoli, che
sua fede, l'ano e tutto saper, fé Cristo era già latta canale dì comunicazione
ignori : T^ano è tutto ignorar, se Cristo tra r oriente e l'occidente; asilo di li-'

adori. A.\]ova certamente non si ammet- berla, porto a tulli di sicurezza e di pa-
teva per frutto di sociale progresso 1'
in» ce. Pertanto alcuni pii veneziani di no-
felicissimo di tulli, quello di non professa- bile e civile condizione, per intraprende-
re come e quanto dovrebbesi ( senza ec- re la santa impresa ricorsero al patriar-
cesso e abuso nelle conseguenze di pratica ca Diedo, e fu a' ii ottobre iSSj che
applicazione ), che vero Signore e arbi- y di essi proponenti si raccolsero la i.*
tro dell' universo, è Quel solo, alla cui volta per dar mano alla mirabile opera
santa legge la Ileligione cattolica lutti della rigenerazione di tanti, e dar forma
benericaudo riciiinma ; poiché se 1'
eresie alleprime opportune costituzioni ; posta
, iufeftlavano la Chiesa, e questa diveniva per esseoziale la massima, che i neofiti
240 V E N VEN
non sarebbero rnai parliti dalla casa, do- cappella dell' altare maggiore, venendo
po licevulo il l);illcsimo, se non piovve- pure provveduta d'organo. Per l' enco-
iloli di congnio collocamento. Q(jin*li miato esimio priore, il piccolo tempio
iiellti prossima solennità d' Ognissanti, ri^plende del più elegante decoro, ha il
con nppliinso della città, s' accolsero i pulpito di cui mancava, un' immagine
prioii catecumeni in una casa che già ai in islalua della B. Vergine col Bambino
26 del preceilcnte ottobre era stola pre- e detta della l'urilà, e per non dire al-
sa a pigione per annui ducali 90 in par- tro «le' molli suoi meriti, fu accresciuto
loccliia de' ss. Ercnagora e Fortunato, e d' utensili sagri. In questa chiesa si pre-
della quale nel seguente i54i, per la sta particolare culto a' ss. Martiri di
perpetua fermezza della pia opera, con Concordia Donato, Secondiano e Ro-
opprovazione del consiglio de' Dieci, in molo, ed altri LXXXIX Compagni, de'
demandalo il governo ad una congrega- quali in un bassorilievo dorato è rappre-
zione coM)posla di ecclesiastici, di nobili sentato il martiiio da essi sostenuto nel
e di cittadini, i quali col consiglio, col- IV secolo. L'unione di vola ivi elettane
r opera e colle limosine provvedessero» celebra la festa a' 1 7 febbraio, anche ia
tolto. Essa tenne le prime consultazioni memoria e rendimento di grazie per la
iieir oratoi'io di s. Nicolò della Lattuga, prodigiosa guarigione istantanea qui rice-
contiguo alla cliiesa dei Frari, ed a' 28 vuta, dopo 8 anni di malattia polmonare,
maggio 1 558 passò a lisiedere nella ca- dalla vivente neofita dell'istituto Elena
sa stessa de' catecumeni, dov' ebbe sede Savorgnan, de' Salomon d' Iimspruck,
finché ne fu cunntenula la locazione. Ma per aver chiesto e bevuto nella sua agonia
dopo la strepitosa vittoria di Lepanto de' l'acqua miracolosa che trasuda dalle os-
7 ottobre iSyi, riportala da' veneziani sa de' ss. Martiri. Ed il prioie vigila
e dalia lega alle Ciuzolari sui turchi, il perchè siano appagale le continue do-
numero dei catecumeni d' ambo i sessi mande che si fanno dell' acqua mirabi-
s'accrebbe a segno, die fu d'uopo acqui- le, pe' malati in pericolo di vita. Dopo
star più vasto ospizio, il quale passò la rifabbrica del stamparono gli
1727 si

quindi in una casa, acquistata da 3o be- statuti, cogli ordiui e capitoli, in uno fi
nefattori, 8 s. Gregorio, dove sorge 1' o- seguenti documenli. Bolla di Paolo III
dierno istituto, disposto sin da princi- de' 2 I marzo i542, colla quale proibì
pio per uomini e donne in due ali dis- che fosse recalo alcun danno ne' beni e
giunte di fabbrica, però congiunte fra azioni a lutti gì' israeliti e infedeli coti'

loro dall'oralorio di s. Gio. Battista, chie- vertili alla cattolica fede, loro compe-
sa nel 1727 assai nobilmente ricostruita tenti antecedentemente al battesimo;
in più ampie dimensioni, come ricorda li costituì liberi cittadini della città
la lapide sulla porta interna, fregiandone luogo in cui l'aveaao ricevuto. Questi
l'altare maggiore del suo nome, la pala è la bolla Ciipi'entes Jiidaeos, che tre-

di Leandro Bassono esprimente il Batte- •vasi nel Bull, lìoni. t.


4>P^'"' *» P- ^^4
simo del Salvatore; opera la più pregia- Bolla d'Innocenzo XI de' i5 gennaic
ta di lui, dopo quella della Risurrezione 1687, colla quale costituì chiesa sagra
di Lazzaro. Furono dunque allora ridot- mentale e libera nell' esercizio di lulU
ti all' attuale loro forma, l'ospizio e la le sue funzioni, quella dell' istituto, già

chiesa, e questa ebbe il memorato restau- arricchita dallo stesso Papa di numero-
ro nel 1 855 per le solerti cure della pre- se e appropriale indulgenze. La bolla d
positura. Con esso si abbellì con fregi Clemente XI dell' 1 1 marzo i7o3,coll6
anche nel lacunare, e colla pittura a buon quale dichiarò nulla qualsiasi operazia
fresco de' 4 Evangelisti 1' interno della ne, che avesse potuto essere inlenlata t
,

V E N VEN 347
danno della proprietà e difilli de' neofi- La casa de' oatecnmeni di Venezia, at-
ti da parte de' padri e parenti loro ri- tuata Sa anni dopo quella di Roma, non
masti i.ifedeli, tiieltendu essi neofiti, a solo divenne face d'eseuìpio alle altre due,
lai ell'ello, e per 1' nlicnentazioue loro, una apertasi 12 anni d()|)o in Ferrara,
sotto la protezione speciale de' vescovi 38 anni dopo iti Reggio di Mode-
l'altra

e de' principi secolari ; sciogliendoli pu- na; ma sovrastò sempre a tutte, sia nel-
re d'ogni soggezione all'autorità pater- l'ammetlere all'istruzione cattolica , ed
na verso de' padri loro rinjasli infede- occorrendo al battesimo, tutti gl'infedeli
li. Questa è la bolla Piopagandae per ed elianti d' ogni specie e d'ogni nazio-
U/u\'ersum, clic trovasi nel Bull. Rotti. ne; sia nel numerode'rigeuerati alla gra-
t. IO, p. 64 <leir 1 I marzo 1704- L« zia, che in Venezia continuo fu sempre,
parte veneta del l'regadi de' 2 gennaio come lo è tuttora, per quanto sia vero,
1676, elle peroielteva a* turchi, ebrei e che la terribile procella deli 789, piom-
mori, figli delia casa de' catecumeni, di bala sull'Italia d'olir' Alpe, come giunse
applicarsi senza opposizione e spesa ve a svellere dalle radici la quercia secolare
runa a qualunque arte o professione di della repubblica veneta, coì^I e molto più
loro gradiaienlu. La parte veneta del valse a spegnere nel più delle menti il
Pregadi 3o giugno 1688, clieestendeva lume della cattolica fede, e con ({uesto a
ed au)plifica\a il dello privilegio. Fa decimare tanto le filiazioni spirituali
consolazione lo apprendere, che in quel- quanto le rendite d'un venerando isti-
r avventurosa età nella (|uale era anco- tuto, al modo già detto, il (|uale fu aper-
ra profondo e generale il convinciinenlo, to al mondo niente meno che per coope-
che per guadagnar anime a Cristo, anzi rare al trionfo della Redenzione, e dar-
per guadagnarne una sola(perchè tulli sia- gli lezioni di verità e beni il' eterna vita,
mo da Dio e a sua immagine, re-
creali arricchendo la Chiesa di nuovi germi di
denti da Dio, chiamali alla gloria di Dio), santità e di figli rigenerati e condotti al
non sarebbero spese indarno le più enor- suo salutare grembo; uè già in qualità
mi fatiche e le più larghe somme; non d'ospiti e di stranieri, ma di concittadi-
è a dire con qual concorso d'opere gra- ni de'Sanli e famigliari di Dio. Tutto Io
tuite, largizioni e legati, fosse giovalo l'in- spirito del suo regulamentu non mira
grandimento dell'islitulo, nel quale lauto in fatto, che ad associare alle cure ed a*
accorrevano gl'infiideli, che a'7 dicembre mezzi dell' istituto tulle le volontà e le
1 636 ne furono battezzali 80 in un gior- prestazioni degli operanti al solo fine, che
no solo! La cura stessa de'calecumeni era non già perseguitati od avversati, ma gl'in-
tanto favorita e protetta, che padrini al fedeli lutti si vedessero, e vedano, invece
battesimo si offerivano i più cospicui de' invitati ed accolti con ogni atrettoad una
cittadini e patrizi; i neofiti erano ammes- stessa mensa Eucaristica, e con essa tutti
si al battesimo anche nelle chiese par- i vantaggi della civile e religiosa concor-
rocchiali con tutta pompa; ed è memo- dia, base fondamentale d'ogni progresso,
rabile, che in s. Marco un ebreo fu tenu- qualsiasi la forma di regolato governo.
to a battesimo dal doge Grilli, il quale Frattanto per la santità dello scopo, le in-
decorò il suo figlioccio del cavalierato, Io cessanli sollecitudini de'patriarchi, valse-
cinse di collana d'oro, e gli assegnò a sleni- ro tanto airislilulo,che sebbene a' 1 2 mag-
tua gentilizio l'arma di Cà Paradiso. A' gioi797 soggiacque ad altri sistemi im-
27 novembre 1770 il patriarca bragadin posti a'Iuoghi pii mantenne la sua in*
,

battezzò in s. Zaccaria il moro Aly tur- dividuale esistenza, e potè giungere an*
co della Guinea, e secondo il costume gli Cora vigoroso di fiirze, e consolato di fi-

fu imposlo il cognome del padrino ZiHu. gli, non meno che di largizioni caspi-
V i: \
cue, a ve<1er il |)rinc![)io del IV secolo ficfnza,noii solamente cioè illuminando
flal giorno della sua i
.' foiula2Ìone. Lii la mente degli erranti, che cercano la lu-
tli«ci[)lina, r osservanza de' regolamenli, ce del cristianesimo; ma conservando ed
r amuiinislrazione e l'economia dell' i- educando in questo le tenere pianticelle
filituto sono afìidale ad una prepositu- di tante anime, che altrimenti, benché
ra costilnita ora : dal direttore nobile battezzate, andrebbero di leggeri a rima-
Pier Luigi Grimani; dall'amministratore ner preda dell' ignoranza e del vizio e ,

cassiere Lorenzo de Pieri , che dipende diventar quindi peggiori e più misere de-
dall'autorilà tutoria dell'i, r. delegnzio- gli slessi infedeli. E da ricordare non me-
ne provinciale. Questa prepositura, alla no, che nel detto riparto delle canossia-
qualesono commessi altri istituti, è prov- ne si raccolgono pel ritiro mensile e pe-
veduta di personale subalterno e di con- gli spirituali esercizianche le dame e le
tabilità e di cancelleria. Quanto all' in- principesse dimoranti in Venezia, di cui
terna disciplina delle due sezioni dell'i- la presidenza è sostenuta con ogni impe-

governo loio,
stituto, ed allo spirituale gno d'edificante pietà e splendore da S.
questi sono oggetti demandati al priore A. R. la duchessa di Berry. Per tal ma-
lodato. La sezione e riparto femminile è niera l'istituto de' catecumeni si mantie-
diretta nell'interna disciplina e neH'istrn- ne, la Dio mercè, anche al dì d'oggi fon-

zione religiosa, oltre il superiore, dag fi- te perenne di luce, d'esempio e d' istru-
glie della Calila dette Canossiane, com- zione cattolica; cioè fonte perenne di ve-
presa la superiora e la vice-superiora, a ra civiltà e di sociale progresso". Non è
cui fu odìdato colle delegatizie ordinan- a dir poi quali uomini illustri, ne' vecchi

ze dtì'aS gennaio ei." febbraio 184B; le tempi, presiedettero, siccome priori, a


quali religiose si dedicano pure all'edu- questo istituto, bastando per tutti ricor-

cazione di povere fanciulle esterne del dare il celebratissimo d. Paolo France-


circondario, con istruzione e scuola gra- sco Botto, nobile genovese, ex gesuita,
tuita. Vi è il confessore ordinario e quel- missionario apostolico, che scorse 1' In-
lo (Ielle ragazze. Due canonici residen- die, l'Egitto, l'Africa evangelizzando, è
ziali della cattedrale sono deputati dalla che da oltre 200 sermoni, che pur
lasciò
curia paliiarcale all'esame de'calecume- troppo audaron dispersi. Né pure è a di-
tii d'ambo sessi, quando domandano es-
i re (piali uomini dotti fra neofiti usci* i

sere ammessi al battesimo. Finalmente a rono (li (juesta casa, che salirono a' pri-
tenore degli antichi statuti delle pie case mi onori del sacerdozio e delle lettere,
n>g.' patriarca è il preside dell' istituto, ricordando per tutti mg."^ Agostino Ma-
assistito da vin patrono, qual è in presen- ria Molin, già canonico teologo della ba-
te il nobile Marc'Antonio conte Grima- silica di s. Marco, le di cui opere e la di
ni. Debbo notare, che l'angeliche canos- cm sapienza Io fan tuttora lagrimato.
siane con pidd)lico plauso furono inlro- 8. Islituto Zitelle alla Presenlazh-
dolte nel priorato per leneofite, nella ne Maria Fergine alla Gìudecca.
(li

parte dell'edilizio riserbata alle donne, Narra il Corner, che nel 558 giunto iit i

nel 1 848, a merito dell'antecedente prio- Venezia per seminarvi la parola di Die
re d. Vinr.euzo conte Bianchini, ora ge- il p. Benedetto Palmio gesuita e insign«
suita. Così a grande merito loro, e «lei predicatore, fece valere la forza del sue
priore che pieno di zelo sacerdotale istrui- aposlolicozeio primieramente nella chie-
sce in appositi gioi'ui i maschi nell'altra sa dell'ospedale degrincurabili,epoi nel
parte dell'istituto « la casa de'catecume- la parrocchiale dess. A postoUjalacremen-j
ni fiorisce attuahnente per doppio e nuo- te procurando di trarre gli uomini im-
vo (ecoiidissimo ramo di pubblica bene- mersi nel lue/zo della lascivia a santa pu-j
VE N VEN 249
n'iH (li costiiroi. Perciò più facilmenfe ol- nifà in matrimonio. Leggo nello Slato
leneie.consicleiando quanto pericolo por- ìiersonnle che l'istituto si divide in ilue
tassero a se stesse e agli altri alctine don- sezioni, una delle anziane, l'altra dell' e-

z«^IU', nelle quali erano in pari grado la diicande, la quale è diretta da 7 suore di

licllezra eia povertà, determinò tl'indnr- s. Dorotea, che dipendono dalla superio-
re nelle pubbliche prediche e ne'priviili ra [uopria del locale a s. Andrea de Zira-
colloqui la pietà de' veneziani a fondare da, delle quali religiose parlai nel § Xf,
una pia casa, ove ricoverate si aiimen- n. i4) sotto la direzujne d'una suora, ed
lasserò tali vergini pericolanti. Benedisse hanno esse la sopra weglianza generale
Dio le sante intenzioni di'l fervoroso gè- dell'istituto. Quando nel i8>2 lo visiti)

s(uta, e lììì da' primi giorni di sua im- l'arciduchessa Sofia, ne restò edificata
presa raccolse alcune giovani quanto va- olfremodo, congratulandosi ne' termini
ghe altrettanto liisognose, le quali af- più lusinghieri colla benemerita direttri-
lidò alla custodia di oneste e religiose ce. Quantunque \\ Milizia nelle file de
matrone; ma accresrendosi il ninnerò, pili cvlfliri archllet/i, scriva con molta e-

perchè 1' aggravio alle pie raccoglitrici sliuìazione del Palladio ,


pure condotto
non divenisse eccedente, prese a pigione sempre dallo spirito di critica che lo domi-
nella contrada di s. Marziale una casa, nava, ecco il suo giudizio intorno la chie-
in cui peri6 mesi dimorarono le raccol- sa delle Zitelle.»La pianta è un quadro
te finciuHe. Aumentandosi poi con esse perfetto scantonato agli angoli, onde fa
anche le caritatevoli offerte de'fedeli, fu un aspetto d'8 facce. La copertura è una
neir isola della Giudecca acquistato un cupola. per cui fece l'architetto quelli scan-
sito e f<ibbi'icalo un ampio conservato- tonauienli, aflinchè posasse meno in fal-
rio, in cui nelr56i entrarono 4o vergi- so. Ma perchè fare alla facciata due or-
ni colla benedizione del patriarca Trevi- dini? III." di questi corrisponde all'ordi-
sano, e poscia si dilatarono di molto nel ne interno ilella chiesa". Questo tempio
numero colla divina assistenza. Conli<'ua
o
è o|)era di Palladio, ma lo compì altro
alle abitazioni del pio ricetto fu fabbrica- archifelto, secondo il Moschini. Le Fah-
ta una non molto ampia, ma ben ideata hriclie di T'enezin contengono 3 tavole
chiesa, con facciata di marmo, sul model- illustrale dalDiedo e dal Zanotto. Anche
lod'Andrea Palladio, che fu poi l'8 mag- il ." rimarca
I che la facciata non è di quel-
gio i588 consagrata da Francesco Bar- la purezza e severità di stile, sebbene in-

baro arcivescovo di Tiro e patriarca e- gegnosa, che suggella d'un'impronta lo-


letto dAquileia, sotto l'invocazione del- ro propria le altre opere di Palladio, a
la Presentazione al tempio di Maria Ver- cui comunemente si attribuisce. Soggiun-
gine. La direzione della pia opera venne ge: IN'on è però priva del tutto d'ogni e-
raccomandata a due diverse congrega- leganza, e presenta qualche bella parte.
aioni, l'una dimatrone nobili per soprm- Dice il 2.°: Qttantunque la chiesa non
tendere con diligenza alla buona educa- conti che 3 altari, compreso il maggiore,
zione delle figlie; l'altra composta d'e- non si mancò d'ornarla tutta quanta di
guai numero di sacerdoti, di nobili e di buoni L'ara massima sente un
dipinti.
cittadini per ra(nministrazìone economi- poco del corrotto gusto del secolo XVH,
ca del conservatorio. In esso si raccolgo- ma sì orna d'una preziosa tavola di Franr
no nobili e civili donzelle cadute in po- cesoo liassano esprimente la Presentazio-
vertà, per salvarle da pericoli ed educar- ne di Malia, nella quale spiegò una for-
le. Dice il Dizionario geografico , che za di colorito la più potente della sua
(ptivi più di 180 donzelle vengono man- scuola. Gli altri due
altari minori si arric-
leiiute, educate e collocate all'opportu- chiscono di onere del Palma giovine e del-
35o V lì N VEN
l'Aliense. Ih." dipinse disio all'Orto e essi aderirono sue virtuose insinna-
alle
due liiralli; il 2." condusse la B. Vergi- zioiii, efraltauto presa a pigione ima suf-
ne, s. Francesco d' Asisi e il ritrailo del ficiente cisa presso la chiesa di s. iVicola
procuratore Federico Conlariui, il quale di Tolentino de'tealini, vi concorsero pa-
fece erigere l'aliare: in questo G. Mor- recchie di queste infelici, e quivi viteano
lailer nel iy6i lavorò il sicYiulacro in mortiOcate de'loro anteriori falli, a auisa
marmo di s. Maria del Rosario, D'intor- di monache, mantenute dalle limosine
no tempio sono schierati
alla parete del de' fedeli. Ogni ordine della città fece
in bell'ordine alcuni quadri non volgari. plauso a sì lodevole impresa, e volendo-
Rappresentano la Carità, un Celeste, la sene dilatare il santo e morale scopo, fu
Risurrezione, l'Adorazione de'Magi, l'As- stabilito ricevervi ancora quelle disgra-
sunzione, la Visitazione, Mosè che fa sca- ziale maritate, che per ia scorretta vita
turir l'acqua, la Fede, ed altri falli ca- eransi divise da'Ioro mariti e si trovava-
vali da sagri libri. « Così anche in que- no in certo pericolo di perdizione; finché,

sta chiesa gli oggetti d'arte contribuisco, illuminale e pentite de'loro pecchiti e del-
no a far spiccare vieppiù la bellezza del lo scandalo dato, conciliali gì' inaspriti
sagro edifizio,ed a rendere accorto che animi de' loro sposi, con questi ritornas-
il santuario del Signore dev'essere orna- sero all'anteriore convivenza. Crescendo
to con tuUa la cura e lo studio, perchè perciò il numero delle ricovrate, si pen-
sia esaltato il Nume che entro si cole, con sò mutar l'abitazione, resa ristretta e non
ogni maniera di magnificenza, e la pom- più capace di contenerle tutte, con altra
pa esteriore contribuisca a metter in cuo- più ampia, tanto più che da ogni parte
re la suprema verità, che il mortale a l'istituto tanto gradito era sovvenuto. Per-
petto dell'Eterno è una nebbia che sper- tanto fu trasferito presso la cattedrale di
desi ad ogni spiiar di zelliro". Castello, ma per la qualità del sito trop-
g. Istituto delle Penitenti in s. Ma- po esposto a pericoli poco tempo vi ri-
ria delle Penilenli. Siccome in esso so- mase, onde fu trasferito nella parrocchia
no pure concentrati quelli dell' antica de'ss. Gervasio e Protasio. Allora fu sta-
Pia Casa del Soccorso, e dell' Istituto bilito formare due congregazioni, l'una
delle Periclitanti, provenienti da elar- di patrizi e di cittadini, l'altra di dame,
gizioni di pii testatori, col Corner fa- riducendo a metodo di religiosa comu-
rò anzi tutto cenno della prima. Vero- nità l'unione di tulle le penitenti raccol-
nica Franco veneziana assai rinomala te nella nuova casa, con particolare cap-
a' suoi tempi non meno per la sua venu- pellano e confessore. La congregazione
stà che per la sua letteratura divenuta , degli uomini presentitolo di governatori,
vedova conobbe per divina misericordia e di governatrici quella delledonne,queste
la troppo lubrica vita da lei menata, e però durarono 3 anni, cessando la loro
nel suo ravvedimento si propose in peni- congregazione ueliSgB. Al pio luogo fu
lenza de'suoi falli di procurare e di age- deputata una superiora col titolo di Reve-
volare all'altre cattive femmine la ma- renda Madre, ma dipoi col nome di Prio-
niera di ridursi alla retta via dell'eterna ra. Intanto per noa trovarsi opportuna
salute. Vedendo dunque crescere sempre nemmeno la nuova abitazione, neh Sgi
più in Venezia il numero delle meretri- fu acquistala una casa con orto presso la
ci, mossa a pietà, per trarle dal vizio, nel parrocchia di s. Raffaele Arcangelo, eoa
1578 volle insinuare ad alcuni di voli pa- approvazione del principe. Indi nel 1592
trizi di stabilire un domicilio dove acco- a'2 gennaio (more veneto, cioèiSgS mo-
gliere molle di tali miserabili traviate per re romano), si ottenne permissivo decre-
educarle a cristiana penitenza. Alcuni di to dal maggior consiglio di potere ivi
VEN VEN a5i
falibiicare apposito tnoDaslcro ,
per la di le donne del Soccorso passarono fra
salvezza di tante unitue chi'loio falli lav- le Penitenti che furono e sono pur oggi
vt'clule , onde rimanervi a vivere come conservale. Ilcav. Cicogna descrive la
in conservatorio, ovvero passare a servi- chiesa di s. Maria Assunta, quadri che i

re a Dio in qualciie chiostro di monache, l'abbellivano, e dice sussistere .sfornila di


omarilarsionestamcnte.il patriarca Friu- ogni ornamento, come sussiste l'annessa
li permise a'20 marzo 1 5t)3 l'erezione del- fabbrica; ed anzi negli scorsi anni vole*
la cunligua chiesa , la «piale riuscì non vasi ridurre ad asilo de'preti vecchi e in-
grande, ma ben ornala, che ridotta a per- fermi sostenuti dalla carità de'loro con-
fezione fu poi consagrata a' 3 novembre fratelli, ma Iramonlò la santissima e de-
i6oq dal vescovo di Cijioggia Lorenzo corosa idea, e resta il luogo disponibile. —
Prezzato , sotto l'invocazione di Maria Della chiesa e dell'istituto delle Peniten*
Vergine Assunta in cielo, ma la festa del- li, ecco quanto ne lasciò scritto il Cor-
la dedicazionecelebravasi a'j anovembre. ner. Negli ultimi confini del canale, che
I governatori della casa pia del Soccorso, dalla città conduce [)er la laguna all'op-
appena questa ridotta a formale coma- posto territorio di Mestre, ne'principii del
nilà nella nuova residenza piantarono ,
secolo scorso fu eretta una non grande ma
ben regolato sistema di economia e di- ben ornata chiesa sol lo il titolo del Pa-
sciplinato reggimento, perchè a norma ss. Vergine, fabbricata per
trocinio della
dell'istituto, niente mancasse alle natura- uso e per l'amministrazione de' sagra-
li e spirituali esigenze delle soccorse, e menli al conliguo ampio conservatorio,
compilate le costituzioni si stamparono. ove dimorano non poche donne peniten-
1 benemeriti governatori ebbero sempre ti, che tratte da'Iacci del demonio, quivi

la massima sollecitudine di dare stato in discreta austerità congregale compen-


alle (jglie del pio luogo o maritando' sano con un regolato vivere i disordini
le o monacandole; e molte solevano pas- del tempo passato. Fu autore di cpiesta
sare tra l'agostiniane convertile, di cui santa impresa Piinaldo Bellini piissimo
nel § X, n. 61; altre in qualche onesta ca- sacerdote filippino di Venezia , che nel-
sa privata della città, ed altre in terra- l'assiduo esercizio delle confessioni ve-
ferma provvedute di tutto l'occorrente. dendo quante miserabili persistevano nel
La divina provvidenza assai aiutò questo peccalo per l'impotenza di poter vivere
conservatorio, sia co' soccorsi procurali fuori dTesso, a soccorso di loro miseria
dallo zelo de' governatori, sia con pii la- destinò prima nella parrocchiadi s. Ma-
sciti, lo ho proceduto ancora col cav. Ci- rina una casa ove raccoglierle; inili assi-
cogna, perchè coll'anipio corredo di sue stito dalla liberalità de'fedeli, che applau-
cognizioni, non poco corresse e rettificò divano al caritatevole istituto, Irailusse
il riferito dal Corner, come ha fatto e va ad abitare in un'ampia casa situata nel
facendo di altri rispettabili scrittori, poi- detto silo di Cannaregio un numero di
c:bè la critica e l'erudizione egli la porta penitenti donne, alcune delle quali eoa
ad un grado che nulla lascia a desidera- tal fervore intrapresero la totale riforma
le. Durò il pio luogo sino al 1807 , nel de'loro costumi, che poterono poscia iu
quale anno quantunque col decreto 28 alcuni luoghi, ove furono con istanza chia'
giugno fosse ordinato che la pia opera mate, divenir maestre alle altre di cristia-
delle Penitenti a Giobbe fosse concen-
s. na peifezione. Promossero sin da' suoi
trata con questa di s. Maria del Soccor- principii e con grosse somme e con op-
so , pure ebbe luogo la concentrazione portuni consigli la lodevole idea del fon-
contraria, a tenore dell'altro decreto del datore, i piissimi ecclesiastici Gio. Alber-
ministro dei cullo 25 luglio 1807; to Badoaro allora patriarca di Venezia,
*I"'°-
2?a V E ^^ VEN
rhecess?) (Vessorlo nel 1706, e Paolo Con- Alcuni di tali luoghi erano diretti da
Iniiiii nobile sacerdote , dignità in cui qualcUe monaco sacerdote, ed altri era-
volle rimanere rinunziando gli olFerti ve- no cnstoditida'Iaici, che quantunque atn-
jcovati, assistendo assiduamente alla di- inogliali pure per la loro caritativa in-
,

iezione e increuìento del pio luogo. Id- combenza s'intitolavano frati e priori. Di
(Ilo benedisse con frequenti ed abbon- tali ospizi sopra ogni altra città del cri-
daiili su-ssidii le intenzioni e le sollecita- stianesiino abbondava Venezia ne'secoli

«lini del pine zelanie sacerdote. Onde po> XI e XII per la moltitudine de' pellegri-
tè non solo con libero acquisto perpe- ni che riducevansi a questa città per in-
tuaie luogo ad uso dell'istituto, ma
il trapretidere sui veneti convogli il sagro
aticora con grandiose e dilatate fabbriche viaggio di Terrasanta. Conae opere di
provvedere a qualunque necessità dell'a- tanta pietà erano singolarmente grate a
l»itotiici. La ben ornata chiesa possiede Dio, cosile case in cui s'esercitavano co-
a uì.Tggior suo spirituale decoro 3 corpi minciaronoa chiamarsi Case, tìi Dio, no-
di Santi, ed altre molle insigni reliquie me comune presso i francesi. Uno di que-
Iralle dalle catacombe romane. Trovo sii ospizi nominato Ca9(7 r/i ^/o, o come

nello Stalo personale , che la chiesa si lo chiamano veneziani Cadi Dio, era-
i

consagrb a'i6 aprile 1763 da Lorenzo vi in Venezia circa la metà del secolo
da Ponte vescovo di Ceneda, celebrando- XIII, al di cui rettore o amministratore

sene però l'aimiversario domenica la 4-" fr. Lorenzo, donò nel 1264 Marco Boi-
di novembre per concessionedi Papa Pio lani abbate di s. Giorgio Maggiore, una
IX. Ora, per autorizzazione governativa palude di ragione del suo u)onastero, ac-
5,7 gennaioi84(ì. l'istituto èdirettodal- ciocché sopra di essa Hnidasse una Casa
le suore di s. Vincenzo de Paoli sino ài di Dio per ricovero ile'passeggieri. Qua-
4 agosto 1
847 > ed accoglie e alimenla lunqne ne fosse la cagione, la Casa di Dio
donne di mala vita ravvedute, in nume- non si fondò su quella palude, ma bensì
10 illimitato e proporzionato alle rendi- sopra im fondo posto nella parrocchia
le patrimoniali del pio luogo, zinni ad- di s. Martino, che nel 1272 allo stesso fr.

iVwXroW Dizionario geografico A\e.a \n\h' Lorenzo rettore della Casa di Dio donò
hlicato: Nel conservatorio delle Peniten- Maggio Trevisano pellicciaro, a condizio-
li, abljozzato nel i353 e si'>temalo nel ne che vi si fondasse chiesa e spedale e
I 7o3,accolgonsi a comunità perfetta cir- si chiamasse Crt.va rft Dio. Approvò la
t-a no meretrici ravvedute. Lo Stato per- pia donaz/ione il maggior consiglio a' 29
sanale dichiara avere attualmente l'isti- agosto di detto anno, e stabili che fermo
luto: il direttore spirituale, il rettore e dovesse restare all' ospedale da erigersi
confessore, il cappellano, la superiora, 24 il nome di Casa di Dio. Successero a fr.

Kuore professe, 19 novizie (nel qual nu- Lorenzo 5 priori col titolo di frati sino

mero |)erò sono comprese anco quelle al i 34o. Il pio luogo ricevè molte obla-
chesi trovano negli allri stabilimenti), 5o zioni daTedcli, colle quali si alimenta va-
li'die ricovrate. no i poveri dell'ospedale, assistili nell'in-

40. Cà di Dio in
s. Gioacchino, Ri- fermila da frati d'istituto ignoto. Ma nei

porla il che acquistata la pa-


Corner ,
i 36o alcuni di essi genovesi parteggian-
ce il cristianesimo sotto Costantino I il do per la patria, si proposero d'incendia-
Gronrle, si cominciò ad aumentare col- re il contiguo arsenale ; scopertosi però

le chiese eziandio i pii ospizi per rico- il pravo disegno, si sottrassero al castigo
\i'\n de' poveri infermi e de' pellegrini, colla fuga. Dopo ciò fu stabilito nel 1367
laonde era raro il monastero, che con- dal maggior consiglio, che il priore do-

giunto non avesse tale istituto di carità, vessa essere cittadino veneto, ed ogni due
VEN VEN 2^3
anni iloves'st; render conio dell' animini- quello di Mendicanti. Come \ieihV\iu\a.

slnizioiie al doge e a'consiglieri, restando per la molla sua disianza dalla cillà ren-
fissato il iinniero delle povere a 25,quan- deva diflicile, e bene spesso ne'tempi bur-

le allora poteva sostentare il pio luogo. rascosi d'inverno vietava l'accesso a' go-

Dipoi nel i556 con altro decreto si au- vernatori, a'medici, ed a qualunque al-

mentarono, ed assegnandosi al priore una Ira necessaria persona, alla cura degl'in-
spaziosa casa con 3oo ducali di stipendio, iei nii ed all'aSsislenza de'poveri, cosi ven-
gli fu imposto impiegare il rimanente ne trasportalo lo spedale in luogo di mi-

delle rendite al mantenimento del luogo nor incomodo. Opporiunissimo a tale

e delle povere. Siccome le povere si sce- oggetto fu credulo un largo tratto di ter-
glievano da (]ualun(pie aiiclie più vile reno vacuo, che si estendeva dal con-
condizione di persone, però a vantaggio vento de' ss. Gio. e Paolo, di cui nel §
de' bisognosi civili nel i623 ordinò il X, n.19, sino alla laguna. E peiò ivi si
maggior consiglio, che per l'avvenire non disposero i principii d' un magnihco (»•

si ammettessero nel pio luogo che pove- spedale, che nella celerilà del suo avan-
re donne o di sangue patrizio o dell or- zamento dimostrò i prodigi ilella divina
dine de'ciltadini, di vita onesta e non ma- provvidenza, a'cui disegni piamente «er-
ritate. Al presente, dice lo Stalo perso- vì il caritatevole animo di Barlolomeo
nale, die si ricoverano vedove e povere Bontempelli ricco mercante, che dopo
donne di nobile o civile condizione ed , aver oiFerlo vivente all'intrapresa delia
ora sono ^o , dipendenti dal cappellano fabbiica3o,oooducali,ne assegnò 00,000 1

rettore. Ed
aggiungo col Dizionario
io al di leicompimento. Sul principio l'o-
geografico, che il pio luogo fu neli36o spedale edificatosi con molla ristreltezzn,
soggettalo al padronato del doge, e con- venne indi per mezzo di pie largizioni nel
tribuisce alle povere donne, oltre l'allog- i5q4 amplialo e arricchito come ora s.i

gio e medicinali, una giornaliera pen-


i vede. Accolse pure nel suo seno orfini
sione. La chiesa di s. Gioacchino annes- de'due sessi, ojide servi d'ospizio anch«
savi venne fabbricata alla metà del seco- a loro. Bonanni, Catalogo degli or-
Il p.

lo scorso da alcune terziarie domenica- dini religiosi e congregazione di fan-


ne, dette le Pizzochere. ciulle, nel l. 3, p. 66, offre la figura del-
I Orfanotrofio maschile alla Vi-
I. le zitelle orfane in Venezia fondate da s.

sitazione di Maria Tergine stille Zat- Girolaaio Emiliani presso la chiesa de'
tere: nel § X, n. 45, "e parlai. ss. Gio. e Paolo, parte delle quali attende-
12. Orfanotrofio femminile di s. Te- vano al suono e al canto in servizio della
resa: nel § X, n. 70, ne ragionai. chiesa (e per quanto notai nel § XV, n.i,
1 3. Ospedale pro\'incialc e ci\'ico in s. come altre), e vestivano di bianco. Ag-
Lazzaro de^ Mendicanti. El)be la sua o- giunge che negli altri 3 couservalorii di
rigine nell'isola di s. Lazzaro, della quale zitelle in Venezia, vestivano nell'ospeda-
nel § XVIII, n. g, destinato come luogo le della Pietà l'abito rosso, in quello de-
appartalo dalla città per ricoverar po- gl'Incurabili di color turchino, ed in qi^el-

veri infetti dalla lebbra elefcintina, o ma- lo de'Mendicanli di nero, ed attendeva-


le di s. Lazzaro. Diminuita e poi cessa- no parimente alla musica, sotto la dire-
ta aflatlo la schifosa mahitlia, fu slabili- zione de'piìi famosi maestri. Unitamen-
lo che nell'isola dovessero restare accol- te coll'ospedale fu eretta la chiesa ador-
ti que poveri , che dal giornaliero que- nata nell' interno con 5 altari di scelti
stuare per chiamano Mendican-
le vie si marmi, e nelTesterno con una ben idea-
ti. Laonde lu spedale si disse prima col ta facciala, essa pureinterauienle dì mar-

nome di s. Lazzaro , e poi anche eoa mo, lu uuo di essi altari, dedicato a s.
254 V E N V EN
Seimstiono iitartire, si venera il corpo di merita di onore e lode giustissima V in-
s. Meliloiie mollile, uno de' celebri ss. comparabile ed illuminata beneficen-
Qufirniita mai tiri. Esso insieme col brac- za d'un nobilissimo cavaliere, alla cui
cio d'altro Siinto, pur ilelhi slessa com- grandezza vera, e della sita casa, i voti
pagnia, fiidalla^alolia portato inVenezia, de' cuori cattolici sono del continuo in-
e poscia nel i 653 donato n questa chiesa. diritti". Utina/n ! La magnifica opera,
Avverte il Corner, cirèddlicile il crede- Le Fabbriclie di Fenezia, olire 6 tavole
re.clie questo sia il celebre s.Melitonefra' illustrale dal Diedo, ^t\C Ospedale di s.
Xli Marlirì di Sebaste il più giovine. Lazzaro de Mendicanti ora Spedale
Iiu perocché corpi i di questi gloriosi guer- Civico. Col medesimo riferirò il più im-
'rieri di Cristo furono abbruciati, e le loro portanle d'un edifizio, che oltre d'esse-
ceneri confusamente unite furono pro- re opera d' illustre architetto, è altresì
digiosamente preservate dal fiume, in cui un altro esempio della grandezza de've-
furono gettate. Deve dunque dirsi, che neziani nell'erezione de'pubblici stabili-
questo s. Corpo appartenga ad altro s. menti. Il cav. Scolari, DeZ//2 vitaedelle o-
Martire chiamalo Melitone, del qual no- pcre dell' architetto f^incenzoScamozzi,
me frequente era l'uso fra gli orientali. ascrive l'erezione di questa fabbrica fra
Piidotta a perfezione la chiesa nel i636, il 161 1616, e la dice forse opera po-
I e il

fu poi consagrata nella 7..' domenica do- stuma medesimo; ed il Moschiui nella
del
po l'Epifania. Fra'chiostri di questo spe- lodalissima sua Guida, dice chiaramen-
dale, nella parte superiore destinata agli te il grandioso spedale modellalo dallo
uomini, nel 1673 fu istituito un ben or- Scamozzi,e condotto dopo la di lui morte,
nalo oratorio sotto l'invocazione di s. Fi- mentre la chiesa de'iMendicanli si modellò
lippo Neri, ove ne'giorni festivi s'aduna- da Giuseppe Sardi. Conviene anzitutto
•va un copioso numero di confratelli, i avvertire, a chi l'ignora, che l'ospedale
quali dopo aver coa)pili que'divoti eser- provinciale e civico di s. Lazzaro de'Men-
cizi propri dell' istituto, s] portavano a dicanli è formato di parte del convento
servire negli appartamenti inferiori i po- de' domenicani da loro abitalo fluo al
,

veri vecchi infermi, aliuìenlando i loro 18 IO, della già scuola di s. Marco, che
corpi col cibo, e l'anima cogl'insegnamea- descriverò poi per unità d'argomen-
ti della dottrina cristiana. A quest'ospe- to, anch'essa soppressa in quell'epoca di
dale non mancano moderni benefattori, generale distruzione, e del pio luogo de'
poiché leggo annunzialo nel Giornale di Mendicanti in discorso. Perciò questo con
Roma del 85, in data di Ve-
i85i, n. tali aggiunte portalo ad una massima di-
nezia, dalla gratitudine de'rappresentan- latazione, divenne uno de'primari e più
lì dell' istituto, con pubblico ringrazia- ragguardevoli edifizi dell' Italia. Sopra
mento: 1 nobili cavalieri Giacomo ed 1- vasto irregolare perimelro venne chia-
sacco Tieves de' Bonfìli eslesero la lo- mato lo Scam ozzi a costruire un ospeda-
ro singolare carità a questo spedale civi- le,o conservatorio pe'poveri infermi d'am-
le, donando la ragguardevole somma di bo i sessi ; e vi corrispose da suo pari,
10,000, da im-
elfellive lire austriache piantandovi nel centro una chiesa, ed a-
piegarsi come meglio sarà slimalo da chi prendo a'iali due spaziosi cortili, intor*
io dirige e amministra. A me sembra che uoa'quali disporre i tanti luoghi neces-
ad uno de'Iodati cavalieri appartenga l'e- sari all'abitazione de' maiali ed a' vari
logio dato dal cav. Scolari nel libro de'Ca- usi della stessa casa. E sebbene la diffe-

f ecumeni, del quale parlai j.» Tra nel u. rente destinazione ora data all'ospedale,
tiifli ti doviziosi israeliti delle provin- nel convertirlo a spedale civile colle me-
cie venete la pubblica riconoscenza ri' nriorate aggiunte di quasi due altri inle-
VEN VEN 255
ri ecìifizi, noi» pcrmett.T di riconoscere è il nobile monumento di fino marmo,
riidicio delle singole parli, e quindi il del Sardi, che divide l'atrio del teuipio,

merito dell' ideata dislrilxizione; pure ed è sagro alla memoria ilei procurato-
può convincersi anclie a prima vista, die re di s. Marco Alvise Moceoigo, celebre
il caritatevole asilo era abbondantemente per le vittorie riportate contro i turchi.

fornito di tutte l'esigenze ricliieste dal sa- Di siile lamenlabile, ha bassirilievi e sta-
gro e pio oggetto; e che il saggio ordina- tue, fra cui quella dell'eroe, di Le Court.
tore si era proposta la i.'di tutte le mire Sonovi pure uell' atrio siinnlacri, del i

da aversi dovunque, e massime in luo- benemerito Boulempelli già loilalo, del


ghi di questa sorta, quella della salubri- Biava, ed i busti d' Alessandro, Frati-
là, a cui ben provvedeva l'ampiezza de' casco e Bartolomeo Mora, Le pitture sou
descritti cortili, e la vantaggiosa dimen- tulle insigni, tre delle quali vennero di
sione di tante stanze, e poco meno che questi ultimi anni recale dalla demolita
sale, chiare, libere e ventilate, pel perfet- chiesa dcgl' Incurabili. Nel i.° altare il

to isolamento della fabbrica. La chiesa è Cristo in Croce è di Paolo ; nel 2." l'An-
preceduta da un atrio quadralo che ser- nunziala è di Giuseppe del Salviali ; nel
ve d'ingresso all'uno e all'altro cortile. 3." la s. Elena del Guercino, unica ope-
V'ha una cappella puressa quadrata, che ra ch'esista di lauto maestro in Vene-
contiene il maggiore aliare, e due nic(hie zia, leslè ristaurata condegnamente dal-
ciascuno de' ilue lati longitudinali per l' ora defunto professor Lorenzi; nel
riceverei 4 minori, ojide l'area del tem- 4." aliare, finalmente, la s. Orsola colle
pio non resti prmlo impedita. Per una Vergini è insigne opera di Jacopo Tin-
delle due porle situate a'Iati di della cap- loretto. — Ora debbo parlare della già
pella, nou essendo l'altra che apparente, scuola grande di s. Marco col Corner.
si entra nella sagrestia che risponde die- Ebbe i suoi juincipii presso la chiesa
tro all'aliare principale. Appoggiano a* parrocchiale di s. Croce di Luprio, del-
fianchi della chiesa alcune celle che sono le monache francescane. Fu ella la 4-*
illuminate da'corlili. La piìi grande, che tra le confraternite, o come si chiamava-
cade nel mezzo a mano destra, era una no Scuole Grandi, c\n poi se ne aggiun-
specie di coietto ove si raccoglievano le sero due altre, istituita col religioso fi-
suddette giovani alunne educate maeslre- ne d' implorare l'affluenza delle divine
•volmcnte alla uiusìca per cantare in cer- misericordie sopra la repubblica per l'in-
ti determinati giorni i loro Oratorii, a' tercessione del di lei proiettore s. Marco
quali accorreva avidamente ogni classe Evangelista. Per maggior comodo delie
di persone. Lo Scamozzi essendo premor- loro riduzioni, pensarono poscia i con-
to all'ullimazione dell'opera, dichiara il fratelli di trasportarsi presso la chiesa de'
Diedo, che la fionle della chiesa fu dise- ss. Gio. e Paolo, ove nel 1437 aveano ac-
gnala dal Sardi nel 1678, eh' è la sola (|UÌstato da' domenicani un terreno per
ornata in tutto il lunghissimo lalo esterno fondarvi un ampio ospizio, ed il possesso
che guarda il rivo. 11 dolio Diedo, dopo [iure della cappella maggiore nella chie-
aver fallo artisticamente la critica alle sa di tali religiosi, insieme all'altare de-
parli di tal prospetto, osserva che fan- dicalo a'ss. Titolari. E perchè in riguar-
no ad un'opera non pertanto gran-
torto do d'accomodare l'accolta confrateinila,
diosa e nel suo insieme ben concetta, lai- s'erano i religiosi privati di qualche luo-
che con poche e facili emende, da lui op- go loro opportuno, il maggior consiglio
portunamente indicale, potrebbe ridursi con decreto de'ag agosto di detto anno,
a plausibili forme. Fra le singolarità di permise loro dilatare i confini del con-
arte, che si osservano ia questa chiesa, vi vento verso la laguna in sito dì pubblica
256 V EN V F. N
ragione. Divampò il nuovo ospizio per le delle più fine ed eleganti scullùre. Le
oij inceiiiliu insorto nella nolle del gio- statue sovrapposte si scolpirono da quel
vedì santo i4»^5. Ma la pietà de' conlia- Mastro Bartolomeo che fece la porla del-
telli assistila dalia munificenza pubblica, la Carta adiacenie al palazzo ducale nel
che assegnò circa oooo ducati a riparar- secolo .^LlV, ed appartenevano a (piesto
ne danni, lo fece risorgere [liìi magnifi-
i slesso edifizio prunu dell'incendio suller-
co e ampio dalie sue rovine, ed in breve to nel XV secolo, dalla cui voracità fu-
la scuola per la sontuosità delle fabbri- roiio salvale, dopo del quale fu, nel del-
che, e per il pregio dell' eccellenti piltu- lo i4t>5, ricostruito. Anche l'inteine sale
le, venne annoverata tra'priuiiornamen- sono ricche di bassirilievi scolpili in mar-
li della città. Ne'venerd'i di marzo i con- mo, e d'intagli in legno. L' altra porta,
fratiesponevano con pompa una ss. Spi- alla maggiore propinqua mette ail un ,

na; e Ira le altre ss. P>eli(|uie, si pregiava atrio che dava accesso alla cappella dell.»
possedere porzione della Tonaca incon- già scuola della Madonna della Pace; in
sulile del Signore. Il Diedo nelle Fabbri- esso trova vasi il cadavere del doge Ma-
che di Vtnazia illustrò 4 tavole dell'edi- rino Falier decapitalo perchè lento di
fizio magnificu della scuola di s. Marco, rovesciare la costituzione fondamentale
il quale maestoso elevasi nella gran [)iaz- della repubblica. Dice il Sanudo, che il

za de'ss. Gio. e Paolo, a mano manca di sepolcro era un cassone di pietra con l'e-

chi osserva rouionimo sontuoso tempio. ^\^\d\.<i\Heicjact:ldominus Mctrìims Fa-


L' ornatissima fabbrica fu murata sulle leiro diLV. Soggiunge che per quella tom-
vestigia della distrutta dal fuoco, e vuoi- ba si compose il distico, e secondo altri
si condotta sul disegno datone da Mar- fu scolpito suir urna: Diix Fenelwn ja-
tino Lombardo, che in quest'opera su- ci't hic, patriam qui perdere tentans,
-

però se slesso: tanto è vero che le occa- Sccplra, decus, censnin perdidit ,at(jiie
sioni ed i grandi mezzi sono acutissimo locali ad uso del-
caput. Convertiti questi
slimolo a'nobili ingegni per oprar mera- l'ospedale civico,(|uel tumulo fu distrullo,
viglie. Presume il Temanza che il cele- liparlandone nel dogado 55° del § XIX.
bre Francesco Colonna dello Polili-
fr. nella biografia delFalier. Ne'soflh ti esisten
lo, don)enicano del propinquo convento, ti nella scuola si trova a meraviglia con^
possa aver giovato l'archilello co'suoi lu- giunta la semplicità de'comparli all'eia

mi, ispirandogli il gusto della tiobile an- ganza e sceltezza degli ornamenti. Anclu
tichità, del cui sapore non poco risplende il Moschini dichiara, che la scuola ch«
l'edifizio. La fronte di quella fabbrica, fu di s. Marco non può essere uè p'\i
,

la quale si presenta per tutto il canapo ricca, uè meglio intagliala. Trova nsira
sopra una sola Imea, olfre due prospetti, bili i ricordati bassirilievi, co'due Leoni
l'uno diverso dall'altro, sebbene abbia- e con s. Marco che dà e la salute e i!

no comuni due ordini i principali. La fac- battesimo a s. Aniano. Que' porticati i|:

ciata, intonacata di scelti marmi, è ricca- prospettiva, condotti con sì poco rilievo?
mente adorna di eleganti lavori scolpili mettono meraviglia a chi sa. Pel decre-
perla massima parte da Pietro Lombar- to dunque de'23 aprile i8io, soppressali
do. Fiancheggiano le due porle 4 bas>i- la scuola di s. Marco e l'adiacente con-*!
rilievi con prospettive di mirabile elfet- vento de' domenicani, ambedue gli edi-
lo: in duedi questi primeggiano due Leo- fìzi furono aggiunti all' ospedale civico,
ni al naturale, ed alcune azioni di s. Mar- rendendolo così più ampio e capace per
co nell'altre: opere tutte di Tullio Lom- 1200 ricovrati, quanti comunemente so-

bardo. La maggior porta è sormontata no, ivi sino al cader dello scorso secolo,
da \x.i\ arco sostenuto da colonne frcgia- sotto il nome d'ospedale de'Mendicanli,
YEN YEN 2'7

si curavano gli scabbiosi, si ricovravano un ampiocoperlò, nel quale diiposero po-


vcixhi iinpolenli d'ambo i sessi, ed edii- veri letti onde raccogliervi e nudrire i

caviiiio orfliiii , ed orfane addestrate ne' poveri massimamente infermi , che gia-
musicali esercizi. Ora accoglie illiraita- cevano abbandonati allo scoperto sulle
tauiente fe'obricitanli, feriti, fratturati, pubbliche strade. La caritatevole impré-
aneurismatici, sidlilici, met)tecatti,ed al- sa, lodata da tutta la città, produsse ab-

tri infermi tl'ambo i sessi. Dice Io Stato bondanti soccorsi alla sua durata; e per-
personale. L'ospedale provinciale e civi- chè que'miseri fossero anche soccorsi nel-
co di s. Lazzaro de' Mendicanti, è cura- le necessità spirituali, concesse loro il pa-
zia di libera collazione patriarcale, eser- triarca Quirini nel 1528 d'erigere l'ora-
citandovi interinalinente le funzioni par- torio per la celebrazione della messa e
rocchiali il religioso domenicano parro- l'amministrazione de' sagramenti. Ebbe
co de'ss. Gio. e Paolo, siccome delegato in tale luogo a mostrare il fervore di sua
patriarcale. Vi sono 5 cappellani e pre- carità s. Girolamo Emiliani, poi fonda-

dicatori cappuccini, oltre un assistente. tore di sua benemerita congregazione, il

Al riparto femminile assistono 7 suore di quale dopo aver profuso a soccorso de'
s. \'incenzo de Paoli e 4 'o''o novizie, le poveri e orfani tutto il suo patrimonio,
quali dipendono dalla superiora loro a\- diede se slesso a loro servigio, e intro-
ìe renitenti, sotto la direzione d'una suo- dusse nell'ospedale, già colle limosine àc
ra. Altra volta la chiesa dell'ospedale era caritativi fedeli magnificamente fondato,
governala da'pp, somaschi. il misericordioso istituto di raccogliervi
Casa di Ricovero, volgarmente
i4- gli orfanelli d'ambo i sessi. Quivi riuniti

Maria de' Derelitti. Il


Ospcdaletlo, ins. que'poveri fanciulli, erano dal santo ea-
Corner ragionando della chiesa dell' O- limenlati e istruiti ne'niisteri e doveri del-
spedalettoe dell'ospedale de'Derelitti, rac- la fede, ed amm.aeslrati in qualche arie,
conta come fu estremamente funesto al- colla quale potessero poi fatti adulti prov-
la Lombardia e paesi circonvicini l'an- vedere al proprio sostentamento. Lode-
no 1027 per una gravissima carestia (ol- vole consuetudine del pio spedale, dello
tre la peste che deploro nel § XIX, perciò dal raccoglimento degli orfani O-
del dogado 77-°), per cui perì di pu- spedale de' poveri Derelitti. Questo è
ra inedia una moltitudine dì misera- l'istituto delle zitelle orfane d'ambo i ge-
bili. Provvido in Venezia il magistra- nitori, di cui col p. Bonanni feci menzio-
to competente, raccolse dalle provin- ne nel numero precedenle, e chiamate
cie marittime quanto fu possibile di bia- le zitelle, Firginis orphanellae dictae in
de, ma sopraggiunto dalle vicine città hospitalibiis ad musicalia inservientes.
un nunjcroso popolo d'affamati, fece ia Ne celebra fondatore l' Emiliani e dice ,

non lungo tempo, che si risentissero an- ch'erano 20 ivi mantenute sinoalla mor-
1

che in Venezia le ristrettezze del vivere, te, qualora non si rendevano monache o

che andarono crescendo a tal segno, che maritavano, e in tal caso si dava loro 200
i miserabili, vinta ogni nausea, si satolla- scudi di dote. Aggiugne, che parte atten-
vano de' più sordidi e putridi alimenti, devano al suono e al canto ecclesiastico,
né questi bastando, vedevansi per la cit- alliea'lavori convenienti alle donne. Ve-
tà e per le piazze smunti speltri languir stivano tulle di bianco, con velo simile iu
di fame. Commossi da sì lugubre spet- capo; le di 12 anni limosinavano
minoji
tacolo alcuni pii uomini, fra'quali il più per la grembiale e il cappello di
città col
fervoroso fu un Gualtiero chirurgo, eres- paglia in lesta. Però ne'giubilei, venerdì
sero nel dilatato piano detto Bersaglio, santo, e nelle feste della Presentazione e
contiguo alla chiesa de'ss. Gio. e Paolo, di s. Antonio, uscivano tutte alla visita
voi. xct. '7
258 VEN YEN
delle chiese, vestile d'abito nero, con ve- Risparmio. L'origine la trovo nel cav.
lo pendente sul volto, come nero era l'a- Mul incili, /^/j?irt// delle Province Venete,
bito qjjando accorapagnavano definiti i poicliè narra. Pochi e gravosi essendo i
alla sepoltura. Non mollo dopo la fonda- mezzi, con cui il popolo minuto di Ve-
zione di questo pio luogo, giunse in Ve- nezia si potesse procacciare le piccole som-
nezia s. Ignazio co' religiosi suoi compa- raenecessariea riparare a'bisogni del mo-
gni, i quali furono da luì divisi ne'due o- mento, istituito si voleva un Monte, i cui
spedali de'Derelitti e degl'Incurabili, an- prestiti, senza interesse, non dovessero
cl/esso servendovi gl'infermi. L'angusto eccedere la somma di lire 5 italiane; vo-
1

oratorio fu poi mutato in sontuosa chie- levasi pure che a memoria de'benefallo-
sa adorna di 7 altari di scelti marmi, e ri dell'indigenza sopra tavole di marmo,,

con facciala marmorea creila dalla pietà da erigersi nel locale del Monte, esser do-
di Carlolonieo Coruioni, che lasciò di sue vesse inscritto il nome di colui che aves-
ricche sostanze erede Gesù Cristo ne' po- se fallo dono al pio istituto d'una som-
veri di quest'ospedale. Dice il Moschìui, ma superiore alle lireSooo italiane. Tut-
che nell'altro ospedaletto. presso i gesuiti to fu stabilito co' decreti 2? aprile, 25'
e il palazzo Corniani, nel sestiere di Can- luglio e 28 ottobre! 806. Raccontai nel
noregio, vi sono accolte povere donne in voi. LUI, p. 162, che Caterino Corner

carità; e possietle buoni storici dipinti ben lasciò a Pio VII in legato il suo mae-
conservalidi Palma giovine. Il medesimo stoso palazzo Corner di Venezia presso
parla del riferito col Corner, quasi conti- s. Cassiano, detto della Regina, da <[nel

guo a' ss. Gio. e Paolo nel sestiere di Ca- la di Cipro Caterina uscita di sua famiglia
itello , ove trovano ricetto gì' invalidi, (in 3 ordini eretto nel i
724 dall'arcliitetlo
nella cui cliiesa maggior altare ha la mi-
il DouìenicoRossi),onde nelle pareti sono af«

glior opera che in Venezia si ha del Maz- freschi rappresenlanli la sua ly/ona (dopo
za, caro discepolo di Tiziano. Dichiara il questa parola fu ommesso: che abdicò il

Dizionario geografico, che la Casa di Ri- regno alla repubblica di Feneziaj men-
covero, un tempo rOspedaletto, presso la tre la regina Car lolla figlia legitliin a del
chiesa de'ss.Gio. ePaolo,fu creila nel 1812 padre naturale del di lei marito venne.
pe'vecchi d'ambo i sessi e per tulli gl'in- Senza le quali parole sembra cheCalerina
abili a qualunque lavoro, e continua ad fosse ospitata e morisse in Roma, che de- il

alimentare me"lio
o che 600 individui. ve dirsi di Carlotta, come ho riferito nel-
Leggo nello Sialo personale j la Casa di i'ivi citato voi. Xill, p.iSg, olire ne' voi.

Ricovero, volgarmente VOspedalello, in LXII, LXVIII, p. 67 e altrove; cita-


p. 5,
s. Maria deDerelitli, la cui erezione ri- zjone che feci onde si conoscesse, che non
.sale ai i33o (sic), sulla fine dei secolo ostante tal cessione del regno avendo ,

XVll venne rimodernata nella forma at- Carlotta sposalo Luigi di ly^i'o/tìt, a que-
tuale, e servisempre ad uso dell'annesso sta casa derivarono i diritti alla corona
ospedale. Vi sono due cappuccini cappel- di Cipro, onde poi ne assunse il titolo e
lani e predicatori , col proprio laico, ed l'insegne), insieme alla galleria di qua-
un mansionario. I ricovratì vecclii pove- dri e di tuli' altro esistente nel medesi-
ri e infermi sono 800. Il riparto donne mo. «Che il Papa donò il palazzo con tut-
è diretto da 22 suore terziarie di s, Fran- to l'accennalo a' venerandi fratelli conti
cesco d* Asisi di Padova, colla superiora Cavanis, a benefizio dell'istituto da loro
e il confessore. fondato delle Scuole di Caritàj e con
1 5. Casa cV Industria presso s. Lo- facoltà di tutto vendere, come (ècero,onde
renzo martire, nel § X, n. 4j "e parlai. poi vi fu stabilito ilMonte di pietà e la Cas-
i6. Santo Monte di Pietà : Cassa di sa di risparmio. Fu dunque nel 834che il 1
_V E N VEN 2^9
palazzo Corner della Regina fu convertilo un consìglio d'amministrazione, compo-
in uso (lei Monte di [ìielà e della Cassa di sto di 4 cittadini, sotto la presidenza d'un

lispaiiuio. Il Monte presta sopra pegno, assessore municipale. Al fine di dicem-

e la Cassa di risparmio tiene in deposito bre d'ogni anno si pubblica colla slam-
qualunque auclie minima som-
ftultifeio pa il bilancio della Cassa dì risparmio.
ma, con glande utilità di chi sa meglio INon vi si ricevono investite inferiori a
utilizzare i suoi proventi. Presiede il be- lire una, né superiori a lire 10,000. L'in-
nefico stabilimento del Monte un diletto- teresse ragione del 4 annuo
continuò in

Trovo nel Giornale di Roma del


le. perioo, colle norme ulteriori, e conte-
i853, la seguente notificazione de' 27 nute nel nuovo stampalo Regolamento.
giugno, della congregazione municipale » La solidità che ora offre il Monte di
della regia città di Venezia, sottoscritta pietà , per la dotazione generosamente
dal podestà, da un assessore e dal segreta* accordata dalla grazia sovrana, il sicuro
rio della medesima. Ivi è d'etto. La de- impiego de' capitali convertiti in pégni,
plorabile condizione, in cui per una suc- le caute investite, che la nuova Direzio-

cessione di circostanze era caduto il Mon- ne saprà fare de'capitali residui, i quali
te di pietà e l'annessavi Cassa di rispar- non fossero reclamali da'bisogni delMou-
mio, non poteva non attirare l'attenzio- te, e finidoieute la legale ed incrollabile
ne del municipio, il quale caldamente garanzia del Comune, sono i titoli sulla

protetto dall'ii. rr. autorità, implorò dal- base de'quali Mimicipio è nella piena
il

la sovrana clemenza un rimedio radica- persuasione che la Cassa di risparmio po-


le, e relativo alla gravità del disordine, trà ispirare nel pubblico la più comple-
che doveva essere una volta per sempre ta fiducia. Un solo desiderio resta al Mu-
impedito. L'imperatore Francesco Giu- che il bisogno e l'abi-
nicipio, quello cioè
seppe 1 volle graziosamente degnarsi di tudine del risparmio penetrino ne'costu-
accogliere con benignità l'istanze del mu- mi del popolo veneto, alìinchè la giusta
nicipio, concedendo che il dazio addizio- istituzione corrisponda veramente al suo
nale di lire i:8o, per ogni quintale me- nome, e possa, in conseguenza, contribui-
trico di vino, si continui a pagare nella re a creare poco a poco i capitali dell'o-

città diVenezia per 5 anni , decorribili peraio, del domestico e del giornaliero".
dall'anno scorso, ad oggetto di costituire 1 7. Commissione generale di pubbli-

a vantaggio del Monte il capitale d' au- ca Beneficenza. Creata neli8i6, ed at-
striache lire i,5oo, 000. CoM venne assi- tivata neli.° luglio 18 17 colla vista di
curata la sussistenza del INIonte , si die promtiovere in Venezia il bando alla que-
nuova vita alla Cassa di risparmio, e si stua, provvede al giornaliero sussidio de
pose elficacemente un termine all'angu- poveri, che sarebbero costretti a mendi-
stie, in cui si trovavano questi patrii sta- care, e raccoglie i fanciulli d'ambo ses- i

bilimenti. Conformemente alle proposte si orfani e abbandonati, come pure al-


del municipio, la Cassa di risparmio fu cune giovani periclitanti e un numero di
conservata , ma indipendente dal Monte vecchi iujpossenti, allidandoli ad altri sì
di pielà,ammit)istrata separatamente sot- pubblici che privati stabilimenti. N'è pre-
to la controlleria dell'autorità tutoria, e prò tempore. Cosi lo
sidente l'ordinario
garantita, come lo era prima, dal Comu- Stato personale. L'origine la ricavo dal
ne, in base ad analogo consenso del con- Mulinelli, Annali delle Province Vene-
siglio comunale. In conseguenza col i." te. Per la generale inopia che si risenti-
luglio853, gli ulHzi della Cassa dì rispar-
i va anche in Venezia, il patriarca Mdesi
mio furono trasportati nel palazzo di re- con commovente e zelante lettera pasto-
sidenza municipale, sotto la direzioue di rale de'i4 febbiaioi8i7, diletta a' pos-
26o VEN V E L\

sidenli, facoIto»i, commercia oli ed indu- ili T'enezia, del conte Fortunato Sceri-
striautì della ciltù e diocesi di Venezia, man, Venezia tipografia di Lorenzo Gal-
ripiodolla dall'aunalista, rilluslre prela- lei 1857. Ne darò una semplice idea. As-
to nel nome e per le viscere di Gesù sai numerosa
è la classe de'poveri di Ve-
Cristo, gli eccitò con facondia ad allar- nezia ,
cambiale sue condizioni e
per le

gar la mano verso molti loio fratelli i vicende de' tempi inscritti ne' cataloglii
,

ciiedomaiidavanogeneroso epiontosov- delle 3o prepositure, recentemente inti-


veuimento. in pari tempo annunziò l' i- Deputazioni Fraternali,ìe quali
tolate
stiluzione d'una Commissione di pubbli- sotto la dipendenza d'
una Commissione
ca Beneficenza, scopo della quale fosse generale di pubblica Beneficenza, ùccìì-
quello d'aiutare il povero e disperdere discono a' molti e grandi bisogni della
insieme io sciame degi' infingardi che , classe stessa.A tali occorrenze dedicati
sotto le vesti di povero con pianti simula- sono e rendite di fondi stabili e di capita-
ti e con bugiarde parole di continuo an- li; sia per antica istituzione del principa-
davano accattando, e a solo peso della so- to, sia per misericordiose costituzioni di
cietà vituperosamente vi veano. (Delle sov- legatida pie persone ordinate (le quali a
venzioni anticamente distribuite dalle 70 cagion d' onore nominerò nel seguente
ricche fraterne parrocchiali; e degli abu- numero, che si compenetra con qneslo,
si delle questue nei declinare della re- parlando di quelli dell'istiluto Manin); e
pubblica , e delle provvidenze emanate periodiche ed eventuali limosine degli
per frenarli, ne discorro col conte Friu- abitanti, e somme disposte da testatori
li 19 di questo §. La popolaglia
nel n. per generali o determinale distribuzioni.
poi nutre sempre avversione a procac- Laonde, formandosi dall' insieme di t;di
ciarsi il pane colla fatica, il che pure ri- fonti una rilevante amministrazione, Ve-
levo nel § XVI versoli fine del n. 4)- Di- nezia che amò sempre e predilesse suoi i

retti pertanto pensieri di quella com-


i poverelli, come mirabilmente provasi col
missione unicamente ad ottenere il più sin qui narrato e per quanl'allro dovrò ri-
vantaggioso effetto, si divise in 3 sezioni, ferire, di frequente col benefico pensiero
amministrativa , cassiera ed elemosinie- vi accorre. Le nozioni generali si divido-
18, e perciò si compose di 5 amministra- no, dall'encomiato auloree deputato par-
tori, di 6 cassieri e di 5 elemosinieri, ol- rocchiale di carità, in due parti. Dicenel-
ire il segretario; cioè di persone di tutta la I.' Soppresse \e Prepositure Frater-
probità, tratte dalle varie classi de'gen- nali di parrocchia esistite a tutto il i85S
tiluomini,de'cil ladini e de'mercan lì, pre- (sulle quali ha il Regolamento delle
si

sieduta dallo slesso patriarca. In questa Fraterne Parrocchiali di Venezia, ap-


guisa nacque un'istituzione, di modello provato daWeccelso Governo Venezia ,

appresso, con grande proiltto della san- tipografia Andreola i836; allre parole
ta causa dell'indigenza, ad altre illustri dirò nel § Xlll delle confraternite), si so-
città; istituzione che, gettate radici molto stituirono altrettante Deputazioni, com-
salde, dovea poi crescere di bene in me- poste del pievano o parroco prò tempo-
glio, anzi giganteggiare,con tanto decoro re,che n'è il presidente, di quel parroc-
della sempre nobilissima Venezia. Ciò e- chiano che faceva parte della deputazio-
gregiameute si apprende, sì del progressi- ne di carità del sestiere (queste essendo-
vo incremento, sì come procede l'azienda si soppresse) e de'3 promotori in carica,
de'pubblici soccorsi, e sì del lodevole sta- e questi e quelli rinnovabili poscia o rie-
to presente dell'istituto, dall'interessante leggibili dì 3 in 3 anni.Ogni deputazione
e diligente: Memoria intorno all'ammi- poi viene assistita da un cassiere, da uno
nistrazione della pubblica Benejicenza o più visitatori, oltreché da uu medico
VEN VEN 26r
e (la un cliiruigo. Questi tloe ultimi (ol- re, o ammaestramento, o altri modi di
tre la mammana o levatrice per la Giù- soccorsOjChe io vadodescrivendo.Da ogni
(lecca) peicepiscono un onorario, gli al- deputazione fraternale si tiene un CalH'
tri tulli prestansi caritatevolmente per- logo (le'poi'eii popolani della parrocchia,
chè senza compenso alcuno, sebbene ciò serbandosene copia presso la commissio-
riesca per lo più molesto e pesante più ne. Si scrivono in questi cataloghi, po-
che non credasi, come si può dirada per veri vecchi o impotenti o per infermità o
tutto. Le nomine dell' avvenire spettano per fìsiche imperfezioni, e famiglie e in-

al Convocato generale costituente la Fra- dividui assolutamente miserabili eziandio


terna della parrocchia, e di quello ponno per la mancanza d'altri mezzi di sussi-
(hr pai le col nome di Confratelli tutti stenza oltre a quello delle proprie brac-
que'parrocchiani a' quali piaccia contri- cia.Tali massime non vennero sempre ri-
buire 2:3o annualmente. Tali nomi-
lire gorosamente osservale, ma lo saranno
ne sono soggette all' approvazione della state meglio dopo la riforma de' catalo-
commissione ricordata, dalla quale an- ghi ordinata nel 1857. Presso ciascun pie-
che si veglia sul regginie delle fraterne vano deve Catalogo de' pove-
esistere il

sotto la scorta d'apposito regolamento, ri vergognosi, cioè dellepersone nobili o


mentre un regolamento diverso dà nor- civili, o comunque non avvezze a vivere

ma air interna trattazione degli affari poveramente; questi cataloghi sono pure
presso di essa. Presiede alla commissione a notizia della presidenza della commis-
il patriarca in sede, a cui fanno corona sione, però quanto a'nomi , co* riguardi
col nome di deputati 1 6 distinti cittadini, dovuti alla civiltà sventurata. Norme par-
fra 'quali 3 legali, e tulli dividonsi in 3 se- ticolari regolano i soccorsi da porgersi a
zioni: amministrativa, elemosiniera,e del- questa interessante categoria. A'poveri
la cassa,accudendo specialmente al ma- non catalogali ponno concedersi momen-
neggio e custodia del denaro on depu- tanei soccorsi dalle deputazioni, ma col-
tato di turno in ciascun mese, come al- r assenso della deputazione generale. A'
tri 3 attendono al governo delle rendite catalogati popolani si soccorre ne'Ioro bi-
de'fondi e de' fabbricati. Dalla commis- sogni co' vari modi riportati nella Memo-
sione non si tiene ingerenza alcuna sui ria, di cui parlo. Consistono in assegni
diversi istituti pii di Venezia, tranne su diurni a fanciulli, infermi e altri impu-
quello clie prese il nome dal suo fonda- tenli, a seconda di loro età e grado. In
tore Manin, (\\ cui è direttrice e ammi- soccorsi straordinari limitati, pe' casi di
nistratrice, ed io ne ragiono nel o." se- malattia, mancato lavoro o altra sventu-
guente, e ripeto con nozioni che si ranno- ra. In distribuzione di denaro, di generi
dano con questo essendo d'ai (ronde, e pel
: od'effetli, anche in epoche determinate,
maggior numero de'casi, le deputazioni come le feste Pasquali e Natalizie, giusta
fraternali quelle che insinuano rispelli va- la volontà de'lestatori e degli olFerenti. In
iì)en te a'preposti degl'istituti stessi i no- letti composti di tavole e cavalietti, pa-
mi di (|ue' poveri che aspirar ponno a gi iariccio e coperta di lana. In medico,
quel genere di beneficenza al quale cia- chirurgo e medicine, fino alla 3." visita e
scun istituto è dedicato. 1.1 eh. autore pro- alla 3." ricetta, dovendo, se seguita il ma-
testa di non occuparsi di tali istituti, e le, tradursi l'infermo all'ospedale, tranne
tanto meno de' molti ospizi e luoghi di i casi per continuiir l'assistenza a douii-
educazione pe'puveri, che forse nel nùme- cilio. In cinti e altri presidii, per infermi-
ro di 4f> sono sparsi per la città, prestan tà o iuìperfezioui locali. Alle molte spese
do a vecchie vedove, a donzelle, a fanciul- per lullociò indispensabili, si provvede
line, o ad altre classi di poveri, o l'icove- oc'inezzi succennati, e altre descritte dal-
a6» VE N VEN
l'autore, con opportune climoslrazioni di fertecon nobiliquote piìi famiglie diqnel-
apposite tabelle. Egli nella parte 2." ri- lareligione.il numero de' poveri venne
porta nozioni speciali intorno alla Coni' indi diminuito sino a 38,723 nel 1841.
missione generale di pubblica Benefi- Per la riforma generale de'calaloghi nel
cenza. Essa si costituisce del presidente 1847 diminuirono a 34,477» e neh 856
patriarca^ o del presidente interinale in se ne contavano 35,43o, JNel resto io non
seùa vacante nella persona del vicario posso seguire il bel lavoro; e neppure nel-
capitolare. Di 17 deputati, compreso di la parte S."* delle riforme praticale nell'a-
diritto il podestà /vro tempore di Venezia, zienda della commissionegenerale e delle

anzi quello che esce da questa nobilissima fraterne parrocchiali, e della riforma deU
com-
carica continua ad aver sede nella l'istituto Manin, come della savia conclu-
missione qual deputato emerito, come sione per eliminare la questua degli accat-
di presente lo è il conte Giovanni Correr, toni nelle vie e nelle chiese, corruttrice fu*
consigliere intimo e ciambellanoimperia- nestissima costumanza.
le, cav. e commendatore di più ordini. Vi 18. Islìluto Manin presso s. Gere-
sono pure 3 altri deputali consulenti, an- mia. Ricavo dalla Memoria del già en-
che per la gratuita rappresentanza nelfo- comiato conte Fortunato Sceriman. L'ul-
ro; diversi ingegneri civili senza premio timo de' veneti dogi Lodovico Manin,
e perciò benemeriti in ogni sorta di lavo- se poco grato ufficio legava a'posteri nel
ri. L'entità dell'azienda affidata alla com- giudicare di lui come principe e come
missione appare dalle tabelle n. 1, 2, 3 uomo di stato, non vi ha dubbiezza al-

poste in fine della Memoria. Dimostra la cuna nel ricordarlo qual uomo amante
i." r asse attivo e passivo proprio della della patria e d'animo religioso e com-
commissione, riferibile cioè alla sostanza passionevole, tale luminosamente pale-
appartenente; rappresenta la 2.'' la so- satosi nel grande beneficio che preparò
stanza procedente dalle così dette Com- testando a' miseri alienati di mente ed
missarie, cioè amministrazioni di beni e alla classe artigiana; a quella classe me-
rendite applicabili per volontà degl' isti- desima, la quale perchè più dell' altre

tutori a certe classi di poveri, od a scopi e mancante de'mezzi di sussistenza, perla


circondari deleratinali, comprensiva cnen- caduta della longeva repubblica, ed igna-
te alle spettanze proprie delle fraterne; la ra delle crollanti condizioni di quella, fov-
3." espone la consistenza dell'istituto Ma- se più d'ogni altra a lui imprecava quasi
nin. Deducendo le passività dalle attivi- ad unica cagione di tanta rovina, A ta-

vilà, residuerà una totale rendita depu- li imprecazioni egli però dava bella esan-
rala di lire 283, oSi'jy; ed il capitale 1 ta risposta, poiché col testamento del i.°

pur depuralo di Ine 5,454, o58. Nella ren- ottobre 1802, dettato cioè 5 anni, 4 me-
dita non sono comprese il percetto da' sie 2 giorni dacché avea deposto il cor-
i

parrochi e dalle deputazioni fraternali, né no ducale, disponeva il benefico Manin


l'annue contribuzioni e né le straordina- ducati veneti 100 mila, alììnché fossero
rie limosine, ed i prodotti delle tasse sugli impiegati i loro frutti in parte nel man-
spettacoli, multe, tombole, limosine rac- tenimento di tanti pazzi furiosi, ed in
colte nelle chiese, legati per una volta, mancanza di quelli di tanti ragazzi e
^ìel 1 836 dopo pubblicato il riformatore- ragazze che siano abbandonati o non
gelamento fraternale, il numero de' po- possano avere educazione dalle loro fa-
veri ascese a 4 )3oo, compresi circa 44?
1 miglie^ preferendo sempre li piìi poveri.
poveri israeliti, soccorsi da apposita fra- Voleva poi che questi fossero trattenuti*
terna, a cui la commissione corrisponde nel luogo sino a che fosse loro trovato ini-\
awuue lite 1000, figurando nell'annue of- piego collocazione, e che in tal casoi
VEN VEN 263
fossero contrihuiti a' ragazzi ducali 20 ne'meslieri presso a probi e idonei arlie"
per un piccolo allc.stiinento, ed alle ra- ri di Venezia, allogandoli per la vita in

gazze ducati 5o per dote. Piegava di comune nel locale già della fraterna ge-

trovare il luogo, per collocare dette per- nerale de' poveri in s. Antonino. Qui il

sone, che sarebbe bene [aUceva) fosse uno conte Sceriman deplora il non remoto
degli spedali, in riguardo anclie alla perverli(nentodeI popolo nel linguaggio,
minore spesa; inoltre lasciando ducali di cui egli co'suoi concittadini veneziani

IO mila per l'allestimento. Supplicava si dice testimonio, impregnatosi d'impre-


in fine gli eredi e com missari suoi tesla- cazioni, di bestemmie, d'oscenità, anche
nien tarli ad impiegare la loro umanità celiando; trasfusosi rapidamente sino a*

e religione accio lipazzi siano trattati fanciulli, che a giudicarli dalle parole
con carità, e si cerchi di risanarli, e sembravano già eruditi in >gni tnaniera
die li ragazzi oltreché nella Religione di sensualità e di stravizzo, appena sciolti

siano istruiti in qualche mestiere, ov- dello scilinguagnolo. Il conte già avea te-

vero consegnati a qualche onesto villi' nuto non dissimile discorso nelle diverse
co. Quale ne fosse poi la cagione, è cer- scritture concernenti le classi popolari,
to che la rendila del capitale così nobil- rammentate dal eh. conte Agostino Sa-
mente elargito fu per lunghi anni desti- gredo ne' suoi pregevoli Stiu/ii storici
nata al solo istituto de'pazzi, di cui nel sulle Consorterie dell'Arti edificatorie

§ XVIII, n. IO. Rivendicata però a par- in Venezia, con queste parole: « I bam-
licolar merito della commissione genera- bini, gli adolescenti, pronunziano frasi e
le di pubblica beneficenza, discorsa nel voci, che in priticipio non intendono, ma
numero precedente, la metà del legato, intanto cominciano ad insudiciare quel-
fu nel 1829 cominciato a far godere al- l'anime vergini con macchie, segno pre-
la classe povera artigiana di tanto bene- cursore di futura gangrena. E nessuno ci
fica disposizione, erigendosi iir. istituto, bada, e l'esempio non di rado viene da'
ben giustamente col nome del pio fonda- genitori. E
pur troppo dobbiamo con-
tore chiamato Istituto Manin, e (juindi fessare che pessiuìo esempio e assai fre-
disciplin;ito con Regolamento del i ."mag- quente di codesta bruttura, a'garzoni, lo
gio i833, che poscia più volte si modifi- danno i padroni delle botteghe, i lavo-
cò, come nel novembre i836 all'aper- ranti, e al parlare laido, all'ingiurie sca-
tura dell' istituto, a merito della lodata raventate specialmente alla madre del
commissione, con Uegolamento stampato garzone, irosamente, non di rado si ag-
dail'Andreola; e colla riforma del 1849 giùngono le busse. E quel parlare e be-
si stiibilì di consegnare all' istituto del stemmiare putti ripetono per le vie, ne'
i

benemerito mg."^ Daniele Canal, del (juale giuochi : parlare e bestemmiareèora con-
tenni proposito nei§ X, n. 68, le fancivd- tinuo. Triste verità, semente di mali fu-
lechesi andassero raccogliendo, per quin- turi, che non può negarsi che vorrebbe
di spedirle (come già prima facevasi) al- rimedii edicaci.Ed è per ciò che sareb-
ia campagna, ove avessero a rimanere be desiderabile sieno per crescere gli asi-
sino all'età d'anni 12, onde poi collocarle li d'infanzia ; per codesto ch'è desidera-
De' diversi istituti pubblici o privati di bile che presto le beneficenze larghissi-
Venezia e fuori. E non essendosi trova- me di Giambattista Sceriman concedano
to conciliabile ii ricovero de' fanciulli in che nell'interno dell* istituto Manin sia-
alcuno degli esistenti opedali o ospizi, no educati i fanciulli ricovrati, anziché
com'era desiderio del testatore, deter mi- sparpagliali per le botteghe, nelle qua-

na vasi di mantenere alla campagna quel- li,quand'anche da padroni buoni e ca-


li al di sotto d'unai 12, per iodi iniziarli l'italevoliaou abbiano tuali esemplali bua-
264 V E N VE N
Ilo da allri ". E il voto (.lell'illuslre e vir disposto a impiegarvi una somma dop.
tuoso veneziano ebbe adeai pi meato, an- pia di quella (per sì belle azioni il con-
co con restaurazione e impurlanlissima te Giambattista venne dal munifico so-
riforma dell' istituto Manin, che reche- vra no ri meri lato col cavalierato di 3."\'las-

rà col tempo notabilissimo miglioramen- se dell'ordine imperiale della Corona


to nelle classi artigiane. Quella Provvi- ferrea), econ teslamenlo 7 giugno 8 5o, 1

denza che non suole lasciare a mezzo le anteriore cioè a quell'acquisto, avea giù
opere proprie, nell'insuflicienza ni gran- legala all'isUtulo stesso tale sostanza, da
d'uopo dell' importante lascilo Manin, cui forse 8 volte si accresce la beneficen-
non solo condì&t,to aveva diverse anime za del doge Manin ; imperocché dal cal-
caritatevoli si a donar capitali a queil'i- colo il più moderato essa risulta del val-
slilulo (ed alla commmissione di pubbli- sente di circa un milione di lire austria-
ca beneficenza, per la quale tali furono i che, il quale, in seguilo alle migliorie e
generosi principe Andrea Erizzo, nobile agli appuramenli di cui quella sostanza
Matteo Zambelli, conte Francesco Calbo è suscettibile, polrà fors'anoo aunietilar-
Crolla, conte Antonio Giovauelli, con- si della metà di tanto. Così l' istituto a
te Giuseppe Boldù, avv. Pietro Gaspari, cui serviva di nucleo e radice il legato
conte Giambattista Sceriman, avv. Car- del benemerito doge, e che progressiva-
lo Martinelli. E si sa che eguali dispo- mente impingua vasi di ben 45 fondazio-
sizioni beueliche hanno disposte a favo- ni di piazze, disposte da leslatori, o da

re dell' istituto Manin, il conte Pietro altre pie persone in vita, oltre che pro-
Giovanelli, il cav. JNicolò Vendramio venienti dall'eredità di Elena dall'Ostia,
Calergi, e il conte Nicolò Priuli. Cosi per e del ctinsigliere Giuseppe Tosetti, dan-
questi esimii benefattori in vantaggio de' ti, quella il valore di 4 piazze, questa di
poveii, in pochi anni, hanno assegnato io; raggiunge ormai, per la cos[)icua ag-
un capitale di lire 389,738; cioè alla giunta del legato Sceriman, la ragguar-
pubblica beneficenza 325,338, all' isti- devole capitale importanza depurala di,
tuto Manin 64,4oo) come a dichiarar- più che un milione e 3oq,ooo lire au-
selo erede, ma ispirava nel conte Giam- striache, aumentabile per le indicate pro-
battista Sceri man, vice-presidente della babilità a quella di più che 1,600,000;
commissione generale di pubblica bene- lire. Intanto neli856 manlenevansi nel*

un di que'magnidci pensieri pe'


ficenza, r istituto 44 fanciulli, de' quali 4 '»"'>

quali illustravasi la di lui famiglia quan- campagna, e i i fanciulle negli ospizi pri-
do, dalla Persia ove avea stanza, abbrac- vali. Per la riferita felicità di condizio-,

ciava co'suoi ampii commerci Asia e Eu- ni, potècommissione generale di pub-
la

ropa (i fasti della quale, di religione, d'o- blica beneficenza condurre a perfetto a-
pulenza e sono dichiarati
di onorificenza daltamento il locale ricevuto in dono, pei'
in una nota illustrativa, il conte avendo- modo, che negato ogni tributo all'odier-
ne scritto Rlemoric per uso del cav. Ci- na fatalissima prevalenza del lu«so, in«

cogna nell'immortale sua opera òeWIii- compatibile affatto collo scopo dell'edu-
scrizioni f cneziane). Poiché acquistava cazione, colla semplice vita degli educa-|
egli coir esborso di 3o mila lire austria- tori e coll'origine destino degli educa-
che il vasto e nobile fabbricato, conosciu- ti, nulla avesse a mancarvi di ciò cbe^
to sotto il nome di Palazzo di Spagna, vuoisi dalle comodità più essenziali, dal-
essendosi edificalo da un ambasciatore la decenza, dall'opportuno usodelle scuo-
di quella corona in Venezia, e ne fece le, e dal la prontezza ed economia del ser-j
dono all' istituto Manin; ne intraprese vigio. Il conte Fortunato tutte ne descri-j
toslu il grandioso ristauro, inlerameule ve le principiali parli, che aell'ampia sala
V EN V E N 265
del piano uol/ile, su d'un torso di colon- de' 16 anni, né (pieste innanzi a' 18, e
na, li busto (iiiiruioreo del suo consan- ponno gli uni e l'altre rimanervi ancora
i^uineo conte Giainballìsta renderà o- per speciali circostanze. Allorché devo-
^iior presente la memoria di sua beae- no uscire, la commissione di beneficen-
iicenzn, mentre alia ricouocenza de' po- za procaccia loro un collocamenlo, trai-
ileri sarà pur segno costante la viva im- tenendoveli finché l'abbia procurato. Si
magine del serenissimo Manin fondato- accolgono figli abbandonati, appartenen-
le, nobile e non recente dono di gentile ti a'cataloghi parrocchiali de' poveri, di
eil esperta mano. Vide pertanto ormai morale condotta, non mai puniti per in-

attuarsi quel radicale provvedimento fedeltà o depravazione di costume, per-


sulla necessità del quale più volte avea fettaaieute sani del corpo e della men-
peroralo col suo benemerito congiunto, te, nonché esenti da deformila o altri fi-

iillevaudo i Hgli del popolo fra quelle sici difelli impedienti l'applicazione a'

domestiche pareli, e togliendoli da quel- lavori che ncH' istituto s' insegnano. Se
le centine di vizii che kono divenute le |>er mancanze specificale nel regolamen-
strade e le botteghe; ed ancora quell'al- to alcun fanciullo abbia da esser allon-
tro santissimo d'unidarue l'educazione a' tanato, l'isliluto non 1' abbandona, ma
ligii celebratissimi del santo veneto E- l'aflìda a qualche altra istituzione da cui
niiliani. Questo si fece con solenne con- oll'emenda de'discoli si provvedesse. La
tralto, in cui concedendosi alla veneran- direzione e amministrazione inlerna
1'

da congregazione de'somaschi tolta quel- dello stabilimento perla sezione maschi-


la indipendenza che alla dignità sua nd- le é afiidata a'pp. Somascìii. Le femmi-
dicevasi, serbavasi alla connuissione del- ne sono collocate nell'anlico convento di
la pubblica beneficenza tutta la parte s. Sebastiano, di cui nel § X, n. 42, sot-
a cui per quella responsabilità che le in- to la sorveglianza de! parroco di s. Gia-
combe non le era perujesso rinunziare. como dall' Orio, ed in cura delle suore
Si compilò quindi un novello Regola- Figlie di s. Giuseppe. Oltre all' insegna-
mento a' IO giugno i856, e di questo e mento religioso obbligatorio così pe'ma-
delle disposizioni più interessanti, e del che per le femmine, vengono istrui-
.schi

riferito contratto, darò un cenno col eh. ti prinù ne' principii del diseguo e della
i

co. Fortunato Sceriman. L' istituto Ma- meccanica industriale, o di altra tecnica
nin si divide in due sezioni, maschile e disciplina che li guidi razionalmente al
(culminile. Sì per l'una che per l'altra si pratico perlézionainento dell'arte o me-
ricevono offerte di capitali producenti stiere prescelto, nonché nel leggere, nel-
l'annua rendita netta di 600, a fa- lire lo scrivere e nel conteggiare, limitata-
vore d'un ricovrando, concedendone la mente però al bisogno d' un intelligente
nomina all'offerente ed a'suoi successori, operaio; le femuìine losono nel leggere,
né siriGutano l'oflertedi sole lire 2,000, scrivere e conteggiare, limitatamente al
perchè queste si porranno a frullo onde bisogno della condizione a cui sono de-
averne altre piazze dall'unione de' fruiti stinale; né quelli né queste ponno de-
accumulali. Viene cosi agevolala di tanto dicarsi a studi diversi da quelli che in-
la via alla carila cittadina a favore de* segoansi nell' istituto. I maschi ricevono
fanciulli abbandonali, ed assicurato l'ia- l'educazione artigiana nell'ofiicine inter-
Cessante prosperare di questa bellissima ne per ora istituite: di fabbroferraio,
creazione. L'età de'ricovrandi star deve compresoli torno; di falegname e ri-
fra glianni 8 e 1 2 ; l'educazione è di 6 me;saio, di tornitore, di sarto e calzola-
anni pe'maschi, e di 8 per le; femmine; io per le prime sino a'Iavori più fini, e
;

ma quelli uou escono dall'isiilulo prima per le due ullimecon riguardo alla per-
266 V EN VEN
fcUibilità lìell'arfe ((jiiesle però pe' non medesimo, Venezia dalla tipografia di
atti all'altre), mirandosi anzitutto a se- Pietro Naratovichi 858, edizione di 200
condare le loro inclinazioni e disposizioni, esemplari, di cui fui graziosamente ono-
e procurando che il genio naturale ven- rato dal dotto e gentile autore, e valga
ga coadiuvato e sviluppato; ma non pon- questo a verace ringraziamento. E" in-
no attendere conlemporaneamenle a più titolato da detta Commissione all' A. !.

Per una scuola di nuoto,


arti e mestieri. R. delTarciduca Ferdinando Massimilia-
vena provveduto in appresso, siccome no Giuseppe, per essere la medesima sot-
utile al veneziano, specialmente per la to r alla sua protezione, e per gratitu-
struttura della cillà,e favorevole alla net- dine per aver commesso il 20 ottobre
tezza della pei sona. Le femmine appren- 1857 le proprie rappresentante alla sua
dono lavori d'ago e di guccbia (o rica- augusta sposa l'arciduchessa Carlotta.
mo, lavoro d'ago), disimpegno delle
e il L' eloquente e benemerito oratore, co-
domestiche faccende. Aumentandosi il mincia col dire: Questa è patria solen-
numero de'masclii, si procurerà cosV au- nità.L'apertura d'un pubblico stabili-
mentare quello dell'olìicine ede'labora- mento, quanluiique non destinato che a
toi, come di aggiungere qualche altra conforto di quella sventurata parte del-
scuola, sia di chimica, sia di fisica indù- l'umanità, che siede in su gli ultimi gra-
itiìale. Quelli che non riescono nell'arti dini della scala sociale, è sempre un av-
che s'insegnano, sono collocali presso venimento notevole negli annoili del pae-
onesti campagnoli. Vi sono esami e pre- se in cui avviene. Ma se l'istituzione sta
mi annuali: questi consistono pe'maschi già in amore de'ciltadini, ed essa si tra-
in libretti d'investita sulla cassa di rispar- smula per incontrare modificazioni es-
mio, e per le femmine medaglie e cro-
in senziali, r importanza dell' occasione si

ci d' argento. Le punizioni sono della rende comune interesse. Soggiunse poi:
di

parziale privazione del cibo, del giuoco, L'istituto Manin che, pupilla dell'occhio
ilei passeggio e simili, tendenti a correg- de' veneziani, andava superbo un tem-
gere e non ad avvilire. Il vestilo è uni- po della protezione dell'arciduca Pianie-

forme e non distante dalla condizione ri viceré del regno Lombardo- Veneto,
artigiana. All'uscire per compiuta edu- ed ora lo va di quella del serenissimo ar-
cazione ricevonsi da'maschi veneti duca- ciduca Ferdinando Massimiliano, che ha
li 20, eguali a lire 72 92 in edetti nuo-: del pari a governo questo regno, un'era
vi di vestiario : e dalle femmine ducati novella comincia per esso ; era per cui
simili5o, ossianolire 182: 38 in vesti o si ripromette conseguire il fine bramato,
denaro, a seconda delle circostanze. Si di essere, fra le isliluzioni di pubblica

ritenne nel contralto che il numero de' beneficenza, a ninno secondo. Dì volo
frtnciulli maschi stia per ora nel «nedio accennerò nella parte slorica la facon-
de' 5o; probabilmente ad altrettante po- da ed elegante orazione. Se la storia noa
tranno ascendere le feramine. Abbiamo per anco pronunziò giudizio su Lodovi-
pel ricordatonuovo slabilimenlo: Allo- co Manin ultimo doge, che altri pone
emione per il trasfcrimenlo nel palazzo in parallelo con Luigi XVI, certo è che

Spagna dell' Istituto Manin - Sezione patria carità intelligente ed operosa ne


Maschile, e V Inaugurazione del busto infiammò il petto (additandone relligie
del conte Giambattista Scerinian, del- pendente dalle pareti), e lo dimostrò
l' avv. Giuseppe Maria Malvezzi depu- col testamento, ch'è lo specchio rivela-

tato della Commissione generale di tore de' costuniid'un uomo, per senten-
pubblica beneficenza in Fenezia, diret- za di Plinio. Egli con esso provvide alla
trice e anuninislralrice dell' /stilalo massima Ila le sventure, al sollievo cioè
VEN VEN a67
degli alienali di mente, ed a favore de' dreagrancancellieredellarepubblica.clie
ragazzi e ragazze alibandonali, con le- nel 1478 dispose fra* legali pii, doversi
gate di ceiilomiia ducati. Fu però lui- vestire di lutto punto perle feste d'ogni
to assegnalo al manicomio di s. Servolo, k. Natale, 12 poveri della contrada di s.

Ma istituita il i.° dicembre i8i6la Coni- Geremia) non per resilienza della sua
missione generale di pubblica benefìcen- ambasciata, ma per uso di sua fimiglia.
za, colla didicile n)issione di provvedere Mentre si restaurava e riduceva l'ampio
(ulti i poveri di Venezia, invalidi o im- paIa?.zo per casa di tecnica istruzione,
potenti a piucm'arsi il sostentamento, mori il generoso donatore, il quale no-
reclaniò i capitali destinati a vantaggio bilissimo emulo del fondatore Manin, Ha
deVagazzi e ragazze abbandonati, per da' 7 giugno 85o, con testamento pub*
1

mantenerli e educarli, e gli ottenne a'24 b'icato a' 1 3 gennaio i8i4) lasciò all' i-

«eltembree 23 ottobre 1829, onde pre- stitulo l'annua rendita netta di circa
sto fu in grado d' erigere r/.»;//»/o il/rt- 5o,ooo lire austriacbe, ossia gli atlri-'

nìn. L' inaugurò il patriarca C'udinale bui quella ragguardevole porzione di


Slonico a' 29 aprile i833 nella slorica sostanze ereditata Te- dalla cugina d.
sala de' Banchetti, che forma parte del resa Corner Duodo, anche per seguire
palazzo patriarcale; e la breve schiera la primitiva disposizione della legataria,
de'primi allievi d'au)bo i sessi venne ac- poi resa libera e incondizionata ; dichia-
colta e ricoverata in alcune sale, sepa- rando ciò fare per riguardare il pio luo-
rate e allestite all'tmpo, della casa degli go il piìi utile fra gl'istituti patrii. A.
esposti detta la Pietà, di cui più sopra questo punto i\t\\' Allocuzìoiìf, 1' avv,
nel n. 6, sotto l'osservanza di apposito Malvezzi, nella stessa aula magna fece
Hegolamenlo. Di venula la pia opera se- discoprire il busto condotto in marmo
gno alla comune beneficenza, sia per di Carrara dal prof. Luigi Ferrari, che
accrescerne gli allievi e sia per appresta- poggia su fusto di colonna di marmo gre-
re un'appartata dimora alla sezione ma- co, espriujente il conte Sceriman, dono
schile, questa l'oltenne nel 1 835 dall'in- del pronipote Felice de'conti !\li;ui fatto
fiigne carità di Giauibartolomeo Borei' nel 1857 e con analoga iscrizione. li) qui
lo colla residenza delia già Fraterna gran- l'oratore si sciolse in lodi del benefatlo-
de o Antonino soppressa nel 1807,
di s. re, dell'edifjzio e delle stabilite diverso
falla a favore de'poveri vergognosi, on- scuole, dirette dal Regolamento io giu-
de r islilulo cominciò a godere il luogo gno 1837 e attivato a' g del successivo
da'23 novembre 836. Adonta delle ri-
1 settembre; rilevando i beni che dall'i-
forme óe' Regolamenti, l' istituzione a- stitulo provenivano a'fanciulli derelitti,
vendo il radicale difetto di mandar gli afljdali alle solerli cure de'somaschi, e
allievi ad apprender l'arti e i mestieri laudati questi ed esorlati quelli a lasciar-
qua e là, il conte Giambattista Sceri- si guidare dalla Religione e dedicarsi al
man, vero modello di pietà e di be- lavoro; terminò con raccomandare a
neficenza, vi sopperì col magnanimo ao- tutti e a Dio, con quel zelo che l'infor-
quislo, fatto a' 23 maggio 853, 1 del pa- ma pel pubblico bene, l'islilulo Manin e
lazzo magnifico che nel secolo XVIII la sezione femminile per l'abbandonate
ìì conte di Monteallegre ambasciatore fanciulle onde ridursi a corrispondente
di Spagna, edificò (ove nel secolo XV stabilimento. « E la Coraiuissione gene-
sorgevii l'antica casa de' Frigerio, il cui rale di pubblica beneficenza, che tanto
stemma è scuUo sulla sponda del po/zo si rallegrò oggidì dello slato pieno di
esistente nel cortile del palazzo; della speranze, a cui le è riuscito di poter por-
qual famiglia segietaresca fu quell'Ao- tare la fondazione pe'raaschi, esulterà di
268 YEN VEN
nuova e maggior gioia, quando polrà perai (leggo nella Giwllà Cattolica del
olIVirea Venezia un asilo,altieHantoso(l- 21 agosto Ida V^enezia: Lo
858, scriversi
cliifiicente, per quel sesso al quale appar- stabilimento fondato dal doge Manin, e
tiene la Le
i/etlucazione dell'unianilà." arricchito da un milione e mezzodì lire
32 noie (ieW /Jllocitzione sono erudite e austriache dal conte Scerimao, è ora
inleiessiinli. Vi sono le date degli atti.i ti« risorto in soli 6 mesi dacché i
pp. Soma-
Ioli de' /iVgo/rtWf'j//' stampali, le date del- sebi ne assunsero governo, dalla deca-
il

le premiazioni, e quelle nelle quali uno de' denza in cui era venuto; essi lo fecero
più eloquenti e dotti scrittori d'Italia, il rifiorire in guisa da formare Tarn mira-
patriarca cardinal Monico, recitò allocu- zione di quanti recanoa visitarlo);
si

zioni (a' i5 aprile i83q, Sulle finalità l'altra delle femmine, accolte al momen-
ìicccssarie adiincristiano ^/rf/er<?,di mo- to in luogo bensì apposito (s. Sebastiano)
strando esserne l'essenziali prerogative ma provvisorio, ed istruite specialmente
l'abdilà, l'onoratezza e la parsimonia); ed tiel modo di disimpegnare le domestiche
olire altre nozioni, i! prospetto nominale faccende per lo scopo di divenire buone
de'benefattoricliein vita o in morte ricor- servette e diligenti finticelle. Fanciulli
darono l'istituto ìManin,dali835 al i854, ricoverati in città 5o, fuori 22. Fan-
coll'offerla di lire 408,877, oltre l'acqui- ciulle in città 3o, fuori 20. In lutti 122
sto del palazzo di Spagna, e del magazzi- ricoverati.
no aAntonino della nobile Alessandri-
s. 1 9. /^sili per l' Infanzia j- e Pia socie-
na SumarokolF-Maruzzi. Si dice cbe pen- tà della s. Infanzia. Apprendo dMoSta'
de nella sala dell'adunanza il ritratto di to personale, che n' esistono 5 nelle par-
Lodovico Manin, figura intera, ma mino- rocchie di s. Gio. Ballista in Bragora, del-
re del naturale, in piedi e coll'insegne du- l'Angelo Raffaele, di s. Marziale, di S.Ste-
cali, opera e dono della contessa diThurn. fano e Giacomo dall'Orio, capaci cia-
di s.

E die I 12, Fra mascliie femmine, sono scuno dÌ25o individui, e conteneiili scuo-
gli allievi attualmente mantenuti ed e- le separale pe' fanciulli e per le fanciulle,

ducati dall'istituto Manin, de'58 ap-ma che vi si accolgono dagli anni due e mez-
partenenti alla sezione maschile, non pon- zo a'quatlro e mezzo, e si mantengono si-

no esser accolti nello stabilimento, che noall'elà d'anni io compiuti, ricoveran-

37 j io complesso poi, dal princìpio della doli durante il giorno, alimentandoli ed


fondazione ad oggi, furono raccolti 585 istruendoli analogamente alla loro tenera
individui, de'quali,233 a peso del patri- età nella religione, nelle cognizioni ele-
monio particolare dell'istituto Manin, e mentari più indispensabili,e ne'iavori ma-
352 a carico del fondo generale de'pove- teriali adattati al loro sesso. Uno de' be-

ri. Dichiara lo Sialo personale, l'istitu- nefìzi degli asili infantili è quello di con-
to Manin esiste e prospera per edetlo del- cedere libertà alle povere madri di pro-
le zelanti e indefesse cure della commis- curarsi un giornaliero guadagno fuori del
sione generale di pubblica benelìcenza, proprio letto, dal che ne viene minorala

e fruisce della prolezione di S. A. L R. il la povertà. Che se il lavoro delle madri

serenissimo arciduca Ferdinando Massi- minora la povertà, viemmaggiormente


miliano, governatore generale del regno può minorarla il lavoro de' fanciulli abi-
Lombardo-Veneto. E' diviso in due se- tuati già negli asili al giornaliero opera-
zioni, una pe' maschi ricoverati nel pa- re. Itegli asili infantili, inclusivamcnte a
lazzo detto di Spagna, aperto a"'25 otto- questi di Venezia, e dando contezza pure
bre 1857, ed adidato alla rev. congrega- del Discorso de! benemerito conte Friu-
zione Somasca, con iscuole ed officine in» li, parlai in più lunghi e precipuamente
teme ^ev la furiuazioue d'intelligenti o- ne'vol. LXII, p. 245, LXilLp- 65 e seg.,
VE N V E N 2G9
LXXVn,p.i5o. Leggo negli Annali (ìel- vlncie. Nel seguente anno fu pidiblicalo

leProvitice Fende ilei cav. Mulinelli, die dal cav. ab. Ferrante Aporli di Cremo-
ne'piimi giorni dell'aprile i836, Treviso na l'opuscolo: Cenni sull'indole propria
fregiata del merito, fra le città dì dette delle seiiole infantili di carità e sul loro
Provincie, di aver mutata per la .' in A- t scopo, Venezia tipografìa di G. B. Merlo
leneo la propria accademia, al modo rife- 1837. E neh 838 ivi co'lipi del Gondo-
rito nel § Vili, n. 23, parimenti per i/ liere fu stampalo: Esposizione dell' an-
nelle medesime invitava la pubblica nt* damento degli y4 si li di carità per l'in fan-
tenzione ad una nuova opera di carità e- zia in Venezia. Nel seguente poi abbia-
vangelica; poiché sorlo il pensiero nobilis- mo il ricordalo eruditissimo Discorso su'
simo dal seno del di lei stesso Ateneo, uti- gli Asili infantili e sulla loro ulilitàpar-
le trovavasi, dietro gli esempi dati dalla ticolarmenle in Venezia, del conte Nico-
Scozia^ dalla Francia, dalla Germania, e lo Friuli j letto nella pubblica sessione
da multe città pure della nostra Italia, di tenutasi li\6 giugno 1 839 in sala del se-
l'accorre in unastanza,detloy^y/VoOi'f»o- nato nel palazzo ducale, con annotazio-
In (li carila per la infanzia, tutti que'lì- ni, Venezia dalla tipografia di Francesco
gliuolelti del povero che vedevansi vaga- Aridreolai84o. Avendo assunto il titolo
bondare nelle pubbliche vie,o perinterle- di protettore degli asili infantili di Vene-
nersi in giuochi, o per azzuffarsi operbat» zia il serenissimo arciduca Ranieri vice-
tersi, o per insultare il passeggiero, o per rè del regno Lombardo- Veneto, a lui
chiedergli limosina, e poi gettarla al giuo- l'intitolò il Dopo il riferito e
eh. autore.
co, radicandosi intanto un ozio funesta- il rammentato, di questo pregevolissimo
mente operosa in quell'inerte pauperi- Discorso, òthho limitarmi appena ad un
smo, dal quale a mano a mano di consue- semplice cenno, delle due parti in cui è
to sogliono scaturire e i litigi e le rube- diviso, cominciando dalla i.' Là difesa
rie, e le frodi e tanti altri eccessi e lauti dell'onor nazionale delta nostra cele-
altri delitti. Meditava Treviso sopra l'u- berrima e nobilissima Italia, giustamen-
tilità dell' istituzione, e sopra i mezzi ac- te indusse l'autore a premettere nozioni
conci permandarla sollecitamente e felice- snll'oi'igine delle scuole o asili inlanlilì.
mente ad elFetlo, egià Venezia, nella con- L'Inghilterra o meglio la Scozia la vuo-
vinzione che le scuole infantili dovessero le sua, per onorare ai." fondatore l'acat-
procurare una ben intesa educazione mo- tolico sir lioberto Owen proprietario
rale , ed intellettuale a' giovanetti
fisica d'un grande stabilimento di filali in co-
del popolo, e ne dovessero migliorare co- i tone a New-Lauarck sul margine della
stumi e la salute, apriva per le sollecitu- Clida in iscozia, che neh 8 16 in ampia
dini dibenemerita commissione, gover- sala raccolse tutti i fanciulli degli operai
nala con un amore e una sollecitudine quotidiani di sue fabbriche. La Francia
indicibili dall'operosissimo barone Carlo anche in quest'opera di carità vuole la
Pascolini,nel novembre delloslessoi836, I. Spalma, con vantare Gio. Fedeiico
presso l'ospedale de'lrovalelli detto della Oberlin , zelante spirituale pastore ele-
Pietà, una i.* scuola infantile, e già un rodosso di Bande-Ia-Roche, piccolo luo-
pietoso sacerdote donava a benefizio del- go d'Alsazia; imperocché sin dal 1770 in-
la novella istituzione la somma di 3ooo trodusse nella sua parrocchia le scuole
lire. Veduto il gran frutto ritrattosi da da lavoro pe'giovani d'ambo sessi, qua- i i

quella I.' scuola, accresciutesi le largizio- li ivi ricevevano nudrimento, istruzione

ni de'ciltadini, altre
subito appresso se religiosa e morale, ed i primi elementi
ne istituirono, esempio imitato con no- d'un mestiere. » Ma l'Italia, con vero lìi-
bilissinia gara da alcune città delle prò- lillo, riou vuole iiuunziare la gloria alla
270 V E N VEN
I." islitiizìone dovuta. Il nazionale orgo- I.» educazione di lor prole. Quindi esa«
glio la litoglie al britanno ed al gallo, e mina la base di questi nuovi slabiliraen*

lo spirito religioso ne spoglia la conili- li, che quasi chiama di religiosa e mora-
nione Pro/cs/fl///c, ed accenna peri," isti- le agricoltura, cioè l'atuore di fratellevo-
tutore s.GiuseppediCalasanzio, fondato- le società comandato da Dio. Discende
re della benemerentissima congregazione poscia ad esaminarne lo scopo , l' istru-
delle Scuole Pie (A.). Che se all'iberico zione metodi per conseguirlo; impu-
, i

suolo dovette il santo i natali, fa nella gnando le declamazioni pel ritorno ve-*
capitale del cattolico mondo e nel secolo spertino dell'infanzia ne' propri letti , e
XV I, e precisamente nel 1 5g7, ch'egli a- come la carità veneziana portò l'amoro-
perse lai." scuoia infantile. Ivi raccoglie- se sue cure oltre l'epoca della perma-
va la povera gioveulìi, ivi la istruiva, ivi nenza negli asili, estendendo una qual-
la alimentava , ed al cader del sole la che vigilanza al di là dell'uscita dall'asi'

rimandava alle domestiche mura. Cosi lo infantile; e quanto generosamente cou-


scorresse facile dal mio labbro una ro- lribu\ per la loro stabde esistenza, se-*!

busta eloquenza , né mi trovassi circo- guendo l'esempio del conte Giuseppe Bol-
scritto nel dire a brevi confini, come io dù già podestà di Venezia, che ne au-
potrei provarvi, che 1' Italia fu la i. a mentò il patrimonio, il quale nel 1887 e
soccorrere ed allevare il figlio del Pok'C- neh 838 era (|uale si produce ne'bilanci
ro (f^.), e che le prime scuole istituite consuntivi e nello stato patrimoniale. Né
dal Calasanzio eran sorelle per ogni con- meno importante e faconda è la parte,
to olle nostre". Questo argomento, dice 2.°, massime per la storia urbana di Ve*
il conte Friuli, fu già valorosamente trat- nezia sulla pubblica carità e le questuej
talo da veronese penna sacerdotale, con Per la deplorabile legge de'20 settembre
l'orazione di d. Gio. Battista Zecchini: 1767, il maggior consiglio [ìroib"! a'seco
Nella festa di s. Giuseppe Calasanzio lari disporre de' loro beni a beneficio di

calibrata Vanno 838 nella chiesa par- 1 qualuiHjue religiosa comunità regolare
rocchiale eli s. Eufemia in Verona, ivi ma la curila veneta e specialmente la pa
1839, tipografia Libanti. Passa quimli Irizia non polendo frenar gli stiiuol
,

l'oratore a rilevare i vantaggi e l'utilità d'una quasi innata pia beneficenza, pro-
che debbono derivare dalla nuova isti- digò gran parte de'suoi tesori a soccorso
tuzione; ed insieme a ricordare gli sca- della povertà. Tacendo il disserente 141
piti e i dannij che dalla domestica edu- generose annue distribuzioni di denaro||
cazione del popolo sogliono provenire. di vettovaglie, di combustibili nelle ricor-
Divise in 3 classi le madri della nume- renze delle feste di Natale e Pasqua, lar-
rosa famiglia del povero e del meschino gite da'privati e dalle comunità religiose

artigiano. Pone nella i." le poche, che a de'due sessi; tacendo il beneficio di tanti
disonore dell' umanità più somiglianti ,
privati ospizi istituiti ad asilo della mi-

al bruto che all' essere ragionevole, ab- seria, ricorda che la sola fraterna grande
bandonano i loro figli, cessata appena la de'poveri vergognosi di s. Antonino mi-
necessità di nutrirli coli' alimento del nistrava gratuitamente medicinali a tul-
proprio petto. Pone nella 2." quelle sven- li gl'indigenti della città, che pe'gravissi-
turate^ cui la necessità e il bisogno sforza- mi abusi introdotti si presero rigorose i

no ad abbandonarli [)er lunghe ore, a fi- provvidenze nel 1790; accenna solamen-
ne di procacciare il giornaliero villo a se te, che il patrimonio di questa e dell'al-l

slesse ed a' loro figli. Comprende nella Ire 69 fraterne parrocchiali ammontava
3." quelle, che attendendo alle domesti- all'immenso capitale di circa quattordici

che faccende pouno però occuparsi nella milioni di lire veuete. Ma la generosilà
VEN VEN 27 e

(leir elemosina bene spesso non essendo pena figuravano ne'cataloghi de' poveri
rugiada che inori la vera miseria, e in- (Ielle fraterne parrocchiali. Nel 787 dal I

vece una pioggiii che rie sprigiona più Pinelli tipografo ducale fu impresso: Il
fecondo il germoglio, la povertà eiasi ri- Capitolare per Fraterne dei poveri
le

dona a mestiere (i figgi-falica e mendi- stampato e pubblicato per online del


canti sani, Giustiniano 1 li chiamò peso Magistrato alla Sanità. In esso si divi-
della terra], e quindi ora vestiva cenci dono gl'infermi, impolenti, vergognosi,
non suoi , ora
allorniavasi di prole al- poveri artisti meritevoli di soccorso, i

trui, ora mentiva piaghe e infermità, ed r|uestuanti per lume. Sono esclusi dalle

ora accarezzava le vere. JNelle strade, nel- beneficenze delle fraterne gli afllttaletti,

le piazze e persino iselle chiese strappava i questuanti, e que' che non avendo mai
dalla cittadina carità tale. copia di limo- «'sercitato mestiere, non potevano esser
sine, che bene spesso vinceva hi niri ita- r-ompresi nella categoria di poveri arti-
la mercede del più indnslre e diligente sti, masi riguardavano come miseri ozio-
artigiano. La fraterna di s. Basso, ricca si, immeiitevoli d'assistenza. Conseguen-
dì niezzi, scarsa di poveri, poteva somn)i. ze fatali e inevitabili della carità largita
nistrare talora a più d'un individuo de- ad una simulata n)iseria,o troppo gene-
scritto nel suo breve catalogo un giorna- rosamente accordata alla vera, erano la
liero soccorso di due lire venete, anzi ad perdita del decoro, l'odio al travaglio,rab-
altio per lungo periodo 1 6 per settimana, bandonoall'ozio, e quindi alla crapula e
e a degrinferroicci 20 settimanali. 1 pove- «1 vizio. Introdotti parecchi abusi nella
ri che contornavano marmorei pili del- i libertà del questuare negli estremi anni
l' acqua santa nella basilica di s. Marco, (iella repubblica , il governo richiamò
fruivano almeno quotidiane lire 8. Spet- sovente le provvide leggi anteriormente
tava ai dogi la concessioiie d'aocallare in emanale, e ne fornisce prova ridlima7Vr.
quel tempio, anche poveri ciechi. La tol- minazioiie del magistrato allaSanità, a
leranzaoconcessioneescltisiva della que- cui era addetta la sorveglianza sulla que-
stua in certi luoghi, giungeva a formare stua, in data de'7 gitiguo lyq^.Dì que-
nn capitale di varie migliaia di lire. Una ste leggi il conte Friuli ne riporta un
giovinetta costituì quasi in dote al suo bel numero dal i5o5 in poi, con altre di-
sposo la concessione di questuare dopo sposizioni da cui si vede (pianto al gover-
la I.* ora di notte fìnu alle 3 a pie del no sta va a cuore la causa de'poveri,pe'qua-
ponte della Canonica, e ne venne calco- li emanò mirabili provvidenze. I bandi
lato il provento in venete lire 12 per vol- della questua, se non la vinsero, almeno
ta. 1 luoghi principali ne' quali o si per- ne frenarono gravi disordini; e tali
i si

metteva si tollerava una questua esclu- rinnovarono nel r 798, nel 800, nel 8 1 1 i i

siva erano il ponte della Pietà, quello di e nel 1817 per l'istiluita commissione di
Cà di Dio sulla riva degli Schiavoni, di pubblica beneficenza che la sorveglia, e
llivoalto, de'Pignoli a s. Salvatore, di Ca- con una mano respinge il povero simula-
nonica a s. Marco, l'atrio di questa basili- to, e coll'altra soccorre il vero, dirigend 1

ca e sotto l'arcate cslernedella medesima. la carila cittadina.» Ma questo salutare


Ilponte della Canonica era uno de' più provvedimento, quaiilini(|uesoccorso dal
prohcui pe'quesluanti, peresser l'appro- braccio della pubblica autorità, opponen-
do vicino al palazzo ducale residenza del- dosi al grave scandalo del furto commes-
le principali magistrature, e presso al più so contro la povertà da una finta mise-
frequentato quartiere della città accor- , ria, non può giimgere ad impedire, che
rendovi gran numero di gondole parli- talora si eserciti clandestinamente, o nel-
colarmeule de' patrizi. I questuami ap- le sliade remote, o ueiroscurità delle te-
2-2 VE N V E N
neljie.o nella divozione de' templi. Per vore di questi asili, nella quale tanti e i

sopprinieilo, per distruggerlo, per estir- ricchi doni fiuono parlanti testitnonianze
pai lo biiogna svellere la radice, bisoi-na dell'amore e della persuasione verso que-
impedirne germe, ed eccovi uno de'
il i." sti pii istituti, recò non lieve sussidio alle
beneficii maggiori de'nostri asili. Raccol- loro bisogne; e molti di essi, rimasti non
ta la povera gioventù in questi ritrovi di graziati, voglionsi esitare a soccorso del-
carità si abitua giornalmente al lavoro, l'anno corrente. Pertanto notificò la Co^/i-
e poco a poco ne conosce l'importanza e viissione direttrice ed animinìstralrice
la necessità ... La carità veneziana colla degli Asili di carità per l'infanzia, e per
istituzione de'nuovi asili prepara al com- essa il presidente conte Nicolò Priuli sul-
mercio e all'industria braccia onorate e lodato, previo il superiore permesso, che
•valenti". In queste poche parole v'inne- avrebbe tenuto nelle sale del casino A-
stai alcun che dell'eruditissime 28 anno- poi lineo un'asta per la vendita di essi

tazioni, nell'idtima delie quali è rimar- doni, altri de'quali erano in argento, in
chevole quanto dicesi sulTorigine degli porcellana, in dipinti, in cristalli , in ri-
asili infijntili. mossa a
Si dice che la i
."*
cami, in libri, in tessuti. «Buoni venezia-
raccogliere e istruire in Venezia fan- i ni duemila braccia innocenti rivolte al
ciulli del povero negli asili infantili, ad cielo, e mille balbettanti lingue implo-
imitazione della città di Cremona, dove rano per voi benedizioni, e per essi pa-
l'ab. Aporti fu il i.° a dischiuderli nel re- ne ". — Come nel voi. LXIII, p. 69,
gno Lombardo- Veneto, derivò dal patrio avvertii, che gli asili infantili non van-
interessedel nobile veneto conte cav. Ven» no confusi col santo istituto della Santa
ceslao JMartinengo in allora assessore mu- Infanzia pel battesimo e raccoglimento
nicipale e poi deputato provinciale. Le di in asili de'bambini cinesi, de'quali trat-
lui piemure vennero secondate dalla ce- tai a p. 125, e riparlai nel voi. LXXXI,
sarea regia delegazione e dall'eccelso go- p.i34, qui fo altrettanto. Imperocché an-
verno dietro a che fu nominala una
, co in Venezia esiste la benefica istitu-
commissione per attuare anche in Ve- zione. Trovo nello Slato personale, che
ntzia i suddetti istituti, e ne fece patte appartiene alla cancelleria patriarcale il

anche il lodalo conte Martinengo. La consiglio di direzione della Pia Società


commissione compilò il Regolamento per della Sagra Infanzia. Tal pia società fu
le scuole infardili di Carila in l'enezia, costituita con patriarcale decreto di mg.
pubblicato a' 5 settembre 1834 co' tipi Multi 20 dicembre 1854, ed ha per isco-
dell'Andrcola. Leggo nel Giornale di Ro- pò di salvare, mediante le liraosine e le
tiladel 1853 a p. 146, in data di Venezia preghiere degli associati (che sono spe-
Io febbraio. Volge ormai il i6,° anno, da cialmente bambini e giovanetti), la vita
che Venezia, modello di pietà e di benefi- temporale ed eterna di milioni di bam-
cenza, tiene raccolti in 5 diversi locali un bini nelle vastissime regioni della Cina e
migliaio di bamboli, sui quali non può, e de' vicini regni. Si costituisce il consiglio
l;'l volta pur troppo non sa o non vuole la di direzione del presidente generale, del
materna sollecitudine praticare propri i tesoriere generale, di 6 consiglieri metà
amorosi doveri, con grave danno della so- ecclesiastici e mela nobili laici, del segre-
cietà, e con disdoro del nome veneziano. tario, del vice-segretario, dell'assistente.
Sono questi gli asili infantili, che è a dire I parrochi in ogni parrocchia sono i na-
ilsupplemento materno, quali prospe- i turali promotori dell'opera, e di concer-
rano mercè le spontanee largizioni di to con essi in ogni parrocchia il consi-
que'saggi, che veggono in essi la sociale glio stabilisce un tesoriere parrocchiale,
riunovazioBe. La lotterìa del 1846 a fa- possibilooeute ecclesiast co, il quale rac-
VEN VEN 7.73

coglie lolle le qùole ed ofTiMle dogli as- tentici documenti, che di tali recluse o so-
sociali e beiiefaltoi'i , distribuisce gli an- litarie, ne al)itassero in angusti romitaggi
nali e gli altri oggetti a'colleltoii, e co- accanto le chiese di s. Gio. Evangelista

munica coll'ufllzio del consiglio. Nel ca- dello 2V«0i'O, di s. Maurizio, di s. Agnese,
talogo del clero d'ogni parrocchia, lo Sta- di cui uscì Caterina fondatrice del mona-
to persooale indica chi n'è il tesoriere. Si stero di Maria Maggiore, di s, Samuele,
s.

può vedere, la Lìtterae Ponlificinc^ qui- di s. Margherita, de'ss. Gervasio e Prola-


bus ss. Plus Papa IX laudibus Operam sio, dis.Ubaldo, de'ss. Apostoli, di s.Can-
s. Infanliae ex stilli t indulgentiae et pri- ziano, di s. Maria Nuova, di s. Francesco

vilegia spirititalia a Summit Pon/i/ìcis della Vigna, e di s. Angelo, in cui qual-


conccssae operi s. Infanliae, Veneliis che tempo visse Caterina, una delle fon-
i856 typis Cordella. datrici del monastero di s. Girolamo. Nar-
Sono i pii istituii. — 20. Istituto del- ra il cav. Mulinelli, Del Costume Vene-
le scuole femminili di Carità all' Eremi- ziano, che sopra i tetti e ne'portici delle
te, la cui chiesa è dedicala a Giuseppe
s. chiese sursero nel Xlll secolo delle cel-
sposo di Maria Vergine. Il Corner osser- lette povere ed anguste. Alcune vedove
va , che tanto antico fu l' istituto delle e altre divole donne infastidite del mon-
donne recluse in angusti ritiri presso le do , e per amore verso Dio accese di
chiese che il dottissimo Pietro Canisio
, grandissima carità , si chiudevano per
non dubita riportarne l'origine a'tenipi sempre in esse, invisìbili a'profani, pas-
della legge scritta, fondata sull'esempio savano giorni inconlinuepreghiere, ma-
i

della santa profetessa Anna, di cui atte- cerando severamente il corpo con peni-
sta s. Luca,c//e non partiva giammai dal tenze e digiuni. Da colà mediante un fi-
tempio servendo al Signore in digiunied nestrino, rispondente alla chiesa, assiste-
orazioni. Tali pure è probabile che fos- vano a'divini uffizi, ricevevano gli augu-
sero le tre sante figlie di s. Filippo tan- sti sagramenli, e l'elemosine che lorore-
to celebre fra'primi 7 diaconi, l'anguste cavansi, massime dalle venete matrone, le
cellette delle quali furono divotamenle quali tenendole in giusto concetto di san-
•visitale da s. Paola romana nel suo pel- tità le visitavano spesso e l'impegnavano
legrinaggio pe'Luoghi santi della Palesti- il futuio. Queste
a presagir loro donne
na. D' altre molle di simili recluse, così penitenti chiamavano Recluse o Ere-
si

l ergini, che Vedove (F.), ne fanno fre- mite. Venuto poi forse meno il religioso
quente menzione il Martirologio romano fervore, e demoliti i portici, snidarono le
e le storie ecclesiastiche. Una così severa recluse e si trasformarono in pinzoche-
forma di vivere introdotta in Venezia re, le quali per il soggolo che loro pen-
circa il secolo XIII , fu abbracciata da deva sotto il mento furono appellale e-
molte , e restarono stabiliti molli an- ziandio Boccole, giacché boccola si di-
gusti romitaggi, come sono andato dicen- ceva dagli antichi veneziani la soggiogala,
do ne' §§ Vili e X, o negli atrii o sui che in vecchia persona si avvicina di mol-
letti delle chiese o in contigue cellelle, to al soggolo per essere tutta come quel-
come Sofia piissima vergine racconta
di lo increspata. Vestivano le pinzochere
il Sabellico, la quale dopo avere nell'an- povero abito del colore di quello dell'or-
tico monastero di s. Croce di Venezia dine mendicante cui erano ascritte, e ac-
fondato l'istituto di monache serafiche, compagnavano i trapassati alla tomba,
passò a chiudersi nell'atrio della chiesa con torcia accesa nella destra, colla sini-
parrocchiale di s. Nicolò de' Mendicoli, stra contando le Ave Maria della corona
ove in solitudine e silenzio chiuse san- divozionale. Tornandoal Corner, egli di-
tamente suoi giorni. Si ha pure daau-
i
ce, convien però credere, che oltre a'sud.
VOL. xci. 18
8

274
tlelli ri'iil
VEN
alni ve ne fossero non nomi- le con lettera de'aS luglio
VE N
di detto
I
anno
nali ne'documenti, neNjiiali neppur si fa incaricò il patriarca Conlaiini, di dovere
menzionedel ioniilaj5giogÌH sopra la chie- stabilire le due cremile, da luichia(nate
sa panocrhiale de'ss. Ermogora e For- monache sotto la regola di s. Agostino,
lunalQ, l)eticliè il più fan)oso di tiitli e nell'uso ed esercizio de'privilegi loro con-
forse il più antico, comecliè a' tempi di ceduti dalla s. Sede. Col nome pure di

Leone X già riferiva i suoi principii ad Afouache eremite recluse nel porticale
epoca reixiolissinja e iDomemorabile. Le de'ss. Ermagora e Fortunato di / enc-
antiche carie di tpieslo sagro luogo fa- zia dell' ordine di s. Agostino le chiamò
^

laitr.enle si perderono , e il più antico nel 1539 Papa Paolo MI in un suo di-
documento che ci resta è il diploma pon- ploma di conf«rma a' loro privilegi; dal
tificio, con cui nel i486 Innocenzo Vili che si desume, che sin d'allora si avesse-
concede a Benedetta eremita abitante a}> ro le recluse scelta per direzione del lo-

presso la chiesa (li s. Ermagora di Vene- ro vivere religioso la regola di s. Ago-


zia il poter eleggere un sacerdote seco- stino. Mentre dunque a Dio servivano
lare o regolare, per amministrar ad essa professando rislitulo delle suore agosti-
e all'altre due eremile di lei coinpygne niane, insorsero contro di esse nuova-
Lucia e Caterina gli ecclesiastici sagra- mente i titolali dis. Ermagora, e presen-
inenti. Passate poi a miglior vita le due tarono le loro doglianze a s. Fio V per
eremile Lucia e Caterina , e subentrale la loro giurisdizione olìesa dalle recluse,
in loro luogo nell'austero ritiro altre tlue, che ricusavano di ricevere i sagrameuli
Giovanna e Margherita, la 1.' impetrò nel da' sacerdoti di loro parroccliia. Ne fu
i5o6 dalla pontificia autoiità di Giulio dal Papa rimessa la decisione nel i5']i
Il di poter vivere nel povero roaiitaggio al patriaica Trevisan, che con sua seo-
nuche dopo la morte di Benedetta sun- lenza decise a favoie del collegio capito-
nominata, con una o due compagne, go- lare della chiesa. Ricorsero con appella-
dendo la continuazione del privilegio cir- zione r cremile al legalo o nunzio apo-
ca I' elezione dei sacerdote, che ne avesse stolico residente in Venezia, e per giu-
la spirituale direzione. Nell'anno slesso dizio del di lui uditore generale Silvio
concesse con parlicolar indulto il Papa a Gallasse, annullala la sentenza patriar-
JliJargarita da Cataro conversa professa cale, restò deciso che 1' eremite attual-
del monastero osservante de'ss. Rocco e mente esistenti sotto la giurisdizione del
Margherita il poter trasferirsi al romi- un luogo da imtnemorftbile
patriarca, in
taggio di s. Ermagora, per ivi, sinché vi' tempo riputato per religioso, dovessero
vesse, ritenendo il suo abito, servir di- godcie degl'indulti e privilegi loro con-
votamente in quiete al Signore. Nel 1 5 1 ceduti da' Papi. Fu poi confermata la
volò al cielo la buona superiora Benedet- sentenza dell'uditore nel iSyG da Nicolò
ta, dopo il cui felice passaggio volen- Gaierio vicario generale di Padova e de-
do ledue superstiti ereroite, secondo la legalo apostolico, ordinando poi il nun-
facoltà loro impartita dall'indulto apo- zio pontificio neliSyS che le due uni-
stolico, associarsi un'altra compagna, lo- formi sentenze dovessero puntualmente
ro si opposero il pievano e i titolati del- ed interamente eseguirsi. Liberate «la la-

la chiesa, onde convenne alle buone don- li angustie le buone religiose, si slabili-

ne rivolgersi all'autorità suprema delia lono con tal fervore nell'iutrapresa ma-
s. Sede, acciocché le conservasse nel pos- niera di vivere austero, che quanftuKjue
sesso del loro piivilcgio. Rimise Leone X in ristrettissimo luogo provassero tutti

la cognizione delia causa al cardinal del- gl'incomodi d'un'eslremn povertà, pure


la lioveic penitenziere maggiore, il qua- ivi vollero fare a Dio un nuovo sognfizio
V EN V EN 275
di se stesse, obbligaiulosi con voto a per- stero, che per la maggior parte fu per-
petua claiisui'cl. l'er mngyior decoro dì co- fezionato per un pio e grandioso legato
sì esemplare liliio permise il patriarca di Santo Donadoni, il più insigne bene-
Veiidraiiiin, mentre lo visitava a' i
7 gcU' fattore del nuovo chiostro. Anche la chie-
iiaioiGio, che il vescovo d'Ailria Porzia sa sotto il titolo glorioso di Gesù, Maria
potesse consagrare l'altare dedicato a s. e Giuseppe, chiamata ora però comune-
Agostino nel iorooratorio,ilcl>efu esegui- mente di s. Giuseppe o V Eremile, fu in
lo dal vescovo a' 24 ^'ello stesso mese. breve tempo e con ben ornata struttura
Divenuto poi cogli anni rovinoso l'ora- fabbricala col soccorso di detto generoso
torio, allorché le monache pensavano a legato, essendo slata ne'foudamenti ripo-
rinnovarlo incontrarono nuove opposi- stala medaglia riprodotta dal Corner, con
zioni dui capitolo della chiesa, le quali l'immagine di Gesù e nel rovescio con l'i-

pelò essendo stale da sentenza de'giudici 698, leggendosi in gi-


scrizione e l'annoi
rìpulsate ed escluse, fu colle pie oll'erte ro: S. Augusti/li TrcindaLìo Ereinila-

de'Cedeli rinnovato e ampliato il vecchio. rum. Tanta fu la §olleciludiiie della fab-


A fine poi d'interamente liberar>i da ves- brica, che potè nel seguente 694 'I pa- 1

sazioni culiiiito moleste, impetrarono nel triarca Badoaro trasferir 1' cremile dal
1669 da Clemente IX, che le loro pci'so- vecchio e angusto ritiro di s. Ermagora
ne e il sagro luogo che abitavano, fosse- olla nuova religiosa abitazione; né molto
ro interamente e in perpetuo esenti da dopo il senato permise che ampliar si ,

qualunque giurisdizione della chiesa par- potesse il numero delle monache per
rocchiale, con che fu loro ridonata la quie- soddisftre a'pii desiderii di molle vergini
te. Servì questa in seguito perchè molte supplicanti. Perchè però la religiosa ca-
oneste giovani, desiderose di servire a Dio sa avesse canonicamente il nome e la qua-
io rigido ritiro, cercassero d'esser ammes- lità di monastero, furono a nome delle

se neir angusto luogo; onde fu stabilito suoi e presentale istanze a Clemente XI,
che l'antico numero delle 3 recluse do- ed ottenuto poi dalla s. congregazione de'
vesse accrescersi fino a 6, che ivi conti- vescovi e regolari favorevole rescritto, il

nuarono fid abitare fin al declinare del patriarca Baibarigo a'3 giugno 1722 ia
XVII secolo. Come però frequenti sem- solenne forma stabilì ne'nuovi fabbrica-
pre più si rendevano l'istanze delle ver- ti chiostri il titolo di monastero con clau-
gini desiderose di ritirarsi, e già la chie- sura, e la più rìgida osservanza della re-
sa di >. Ermagora, sulla quale innalza- gola di s. Agostino, le monache pren-
vasi romitaggio, dava segni evidenti di
il dendo il nome d' Ereinile Agostiniane
non lontana rovina, così procuratori del i .scalze. Restò poi arricchita la nuova chie-
religioso luogo sapendo ch'era divena- sa di molte e preziose Relìquie, e fra que-
^
lo vuoto 1' ospizio de' minori francesca- ste una ss. Spina veduta molte volle dal-
I
ni nel borgo di s. Trova so , chiamalo le monache nel venerdì santo rosseggia-
'
in alcuni decreti del senato di s. Nicolò, re di vivo sangue; de'corpi de'ss. Agapi-
nel sestiere di Dorsoduro, per essersi tra- to, Dasilio, Benedetto e Filomeno marti-
dotti al nuovo convento di s. Conaven- ri tratti dalle romane catacombe, e col-
lura, deliberarono d'acquistare quel luo- locati negli altari della chiesa; una ma-
go capace per abitazione dell'eremite. A' no incorrotta dì s. Giuliana vergine e
i
13 agosto 1693 ottennero facoltà dal se- martire, e le teste delle ss. Cornelia, Fau-
nato d'ivi fondare un nuovo monastero, sta, Vittoria e Vincenza martiri. Dichia-
colla condizione che 6 solamente dovesse- ra lo Sfato persoìiatcy che la chiesa col-
ro essere le monache, e dierono tosto ma- l'unito monastero restò sino ali8(o al-
no i procuratori all' ereziouc del mona- l'ereinite agostiniane scalze, e dopo ulcu-
irjQ VEN VEN
dì anni i viiluosi (rateili Aiilon'Angelo e lo. Procederò brevemente col commo-
Maic'Anlonio conti de Cavatiis, fondalo- venie ed eloquente: Elogio funebre del
l'i della congregazione delle Scuoledi Ca- m. r. padre Antonangclo conte de Ca-
rila, avendo pure fondalo Tistili^o delle vanisfondaloie della congregazione del-
scuole femminili di Carità , che già dal le Scuole di Carità, e di un simile fem-

1808 aveano collocato nel chiuso mona- minile istituto, letto nelle solenni esct/uie
stero dello Spirilo Santo, lo trasferirono di lui, e per V auspicalis'iimo ingresso del-
in questo, dove tuttora si trova fiorente. l' IUni." e Rm° M.g Angelo Raniazzolti
N'è direttore il r. p. Sebastiano Casara alla patriarcale veneta sede,con aggiun-
preposito delle scuole di Carità. Vi risie- ta copiosa di note biografìchee storiche
dono la priora, 19 maestre che attendo- pubblicato ,y Qntna dalla tipografia
di G.

no nll'ediicazione a(Tatto gratuita, sì spi- n.Merini 858. Quest'elogio, che io chia-


riUiale che civile, d'oltre100 fanciulle e- merò vita edificante onora non meno
,

sterne e povere, Moschi ni nota non es-


li l'illuslre e facondo e alTeltuoso biografo,
servi nella chiesa di s. Giuseppe dell' E- cioè il lodato r. p. Sebastiano Casara,
rentitecosa osservabile d'arte. Nella sop- che lo splendore delle virtù di chi n'è
pressione di questo monastero andaron subbielto, e riesce di grande decoro alla
disperse le sagre Reliquie accennale; ma congregazione e a'due istituti, i quali se
allorché si riaperse, a merito de'sulloda- piansero un padre tenero perduto in ter-

li Cavanis^ si recò la cassa lignea in cui ra, si consolino e confortino d'averlo ac-
si tumulò la beata Giuliana Cullalto, pri- quistato in cielo, ed insieme efficace pa-
ma esistente in s. Biagio della Giudec- trono. Angelo di nome e di fatto, uomo
cn ; monumento prezioso di religione e tulta bontà, anima tutta di Dio, atlorno
di arte, incisa nell'opera del Corner, co- e ricolmo d'ogni più bella virtù, era un
me 22, ed ampia-
già dissi nel § X, n. santo, e tale l'acclamò il popolo appena,
mente illustrala nella Storia della Pit- che coir innocenza battesimale, rese soa-
tura ili l enezia dal ch.Zanotto. La pit- vemente il suo spirito al Creatore, e ne'fu-

tura di detta cassa o arca, esprimente nerali. Tale è l'identica convinzione de'
alcuni falli della vita delia Beata e la di confratelli e delle figlie de'due istituti, e
lei immagine, è la più antica opera pit- di quanti il conobbero. L'amore singola-
torica della veneta scuola, che si conser- re al proprio nascondimento cominciò in
vi in Venezia. Nel § Vili, n. G'j, tornai a lui quasi dalla fanciullezza; educato da'
celebrare rutilissima congregazione delle piissimi genitori, come il vutuoso e san-
scuole di Carità ( i suoi progressi, la re- tofratello, a'sodi principi! di religione, eb-
cente casa aperta in Possagno per la mu- be a precettori dottissimi domenicani. F^a
nificenza di mg.' Sartori-Canova, le cui sua profonda umiltà, appena elevato al
lodi pronunziò e pubblicò l'egregio au- sacerdozio, per consiglio dell' ab. Giorgi
tore dell' Orazione letta nel tempio di ex gesuita, mostrò la sua ripugnanza al-

Possagno neyunerali dell' lllni°e Rni° l'episcopato, di cui alcuni gratuli della re-
Mg.^ Giambattista Sartori-Canova^ ve- pubblica Io reputavano maturo e degno;
scovo di M
indo, da 3fgJ Domenico cav. anzi divisò feruian)ente rinchiudersi in
Villa arciprete abbate mitrato di Das- qualche chiostro e involarsi al mondo,
sano nel 24 luglio i858, Bassano dalla ma trovò assolutamente contrarii e af-
tipografia di A. Roberti i858), e be- i fatto inflessibili di assenso i genitori,

nemerentissimi e venerandi due fratelli quantunque esemplari cristiani. Rima-


fondatori , massime il r. p. Marc' Anto- nendo al secolo, mantenne vivo e infe-
nio, riserbandomi di encomiare partico- rissimo il primo amor suo, e procurava
iarmeulc iu questo il r. p. Anton'Ange- di vivere a tutti occulto e iguolo, e pos
YEN V E N 277
sibilmenfennclie di-.piezzafo.Fn per que- rendo per alleviar l'altrui miseria, toglier

sto cli'eglisi inostiò liluIjiuUe a impren- d'angustia e mutar la condizione degl'in-


der pubblica opera in bene de'giovanet- digenti. Proclamava la povertà base sicu-
ti, a cui sentivasi furterueule inclinato, ra, fortissimo antemurale dell' istituto;

mentre andava intanto informando il trepidando con pena della futura ricchez-
cuore e mente ala nuova e sublicne
s"i za possibile della congregazione. Altro
vita. Ma Dioavea preparalo nel suo Mar- ossetto di tenerissime sollecitudini erano
cautoiiio un fratello di egurd pietà e ani- al cuoretlel p. Anlonangelo gli ammala-

mo, di medesimi seutimeuti e amore pe' ti, ed ebbe frequenti occasioni disfogar-
giovanetti. Il quale mal solFrendo die for- le. Voleva che si lasciasse ogni cosa, ma
se sopra lo zelo avesse a vincerla l'uinil- che l'infernio fosse assistilo, e per lui do-
là, ecbe un tesoro di tante doti avesse a versi fare qualunque Frequen-
sagrifizio.

starsene con sommo danno dell'anime tò tanto l'ospedale degl'Incurabili e con


sem[)re in occulto; tanto parlò, tanto fe- tale zelo e successo spirituale, che il tem-

ce, interponendo anche persone piissime peramento eccitabile de'suoi nervi gli fe-
e autorevoli, precipuamente il celebre e ce patire incredibili sofferenze. In uu
dolio ex. gesuita Luigi can. Mozzi di Ber- coir opera de' giovanetti, aperse la ca-
gamo, cbe dandogli l' ultima scossa lo sa di pio rifugio a donzelle, end' ebbe
vinse nell'umili ritrosie, e l'opera fu co- origine questo femminile istituto, che or-
minciata. Se il fratello negl'inizi n'ebbe mai conta IO lustri di esistenza. Or que-
la parte principale, egli infiammato di ste figlieaveano da luì pascolo non solo
zelo vi die'ruano, e sempre poi gli pre- al corpo, ma ancora all'anima, con dol-

stò assistenza efGcacissima e instancabile; cissima carità. Cominciò la cura de' gio-
la sua ingegnosa uoiiltà traendone con- vanetti con accoglierli in pubblico in nu-
forto con ingenuamente persuadersi e
, mero ristrettissimo, non più che 9 furo-
parendogli di poter far credere anche ad no primi, quali divennero altrettanti
i i

altrui, non punto esso ma il fratello aver apostoli zelanti di attirar altri a quel pa-
lutto il merito di quanto ben si operava; dre, subito che n'ebbero provata la cari-
non punto a lui ma si allo zelo, all'opero- tà. Chi mai potrebbe descrivere sì vero
sità, alle fatiche, alle pene del generoso padre tenerissimo in mezzo a'suoi giova-
e piissimo fratello tutto doversi, se l'ope- netti Mai sempre grave, comporto, mo-
!

ra in mezzo all'angustie, travagli, perico- suo atto e parola sic-


ilestissimo in ogni ,

li, contraddizioni, non pure reggevasi im- ché metteva il solo vederlo altissima ri-
motaj ma prosperava altresì vigoi'osa, e verenza; pure era amabile, attraente, on-
diveniva ognor più feconda. Non pertan de la 8ua presenza era di gioia a tutti,
lo il suo nome, i suoi meliti furono cono- era un contento ineifabile l'essergli ap-
sciuti , ammirate le virtù splendenti di presso, una beatitudine lo stringersi d'in-
fulgida luce dalla gerarchia. ecclesiastica torno a lui, il baciargli la sagra mano,
e civile. All'umiltà accoppiò vivo e pra- riceverne gli sguardi amorosi , udirne
tico amore di povertà, distacco e disprez- l'alfeltuose piacevoli e sante parole. Ma
zo per ogni cosa di questa terra, per es- troppo vasto è il campo da spigolare, e
ser tutto amore per le cose celesti, e tut- con pena conviene che l'abbandoni, non
to ardore nell'amar Dio. Persino il cibo essenilo un elogio funebre, ma una vera
prendeva per la necessità di sostentarla vita, come messe preziosa si
già dissi: la
vita, ma non per gusto giiimmai, benché moltiplica sotto la falce, più se ne coglie
nato nobiltuente ricco, allevato ne^ili ai»i e più sovrabbonda. Insomma il facondo
e nelle lautezze, alle quali rinunziò spun- e dotto dicitore dimostrò che la vita del
Ifuieo e lietissimo se uè spogliò, impovc- p. Autouangelo de Cavanis fu quella di
278 VE N V E N
uuiuo santo; per un amor singolare ni
proprio nasconclinieiilOj per un esercizio 5 XIII. Confraternite f! Scuole grandi;
ili cnrità che il fece situile a Cristo, per Chiese varie, comedi quella de' Gre-
una continua e intima unione del suo ci e loro arcivescovi, con notizie sto-
spirito in Dio. Ed a lui lo rese a' i:» riche, artistiche e sagre.
marzo! 858. Generale fu quindi l'entu-
siasmo di venerazione e di pietà mani- Antica è anche in Venezia l'origina
festatosi dopo la beata sua morie, liti», delle benefiche e di vote Confraternite, o
cav. Scolari avendo colla sua ficil vena, Scuole o Sodalizi, e giunsero a gran-
In argomento di venerazione e di vivo dissimo numero, anche con ospizi, spe-
alfetlo, dettato un sonetto nello stesso d'i duli, e chiese, diverse delle quali, come
dtll'onorevolissime esequie, con quella delle scuole grandi e co'loro oralorii fan-
sincera religione che l'informa, cordial- no piena fede quan'o la grandezza del-
mente lo presentò al r. p. Casara, e que- l'antiche corporazioni abbia mai sempre
sti con esso die' termine alle sloriche e gareggialo in magnificenza e splendore,
pregievolissime annotazioni. Suona l'ul- colla sonluosità e buon gusto del princi-
tima terzina. Ne alla salma di Lui s'ad- pato. Di molle confraternite e scuole giù
dice il pianto, O difiini'bri tube il tristo ragionai ne'§§ VIIJ, X, XI, e altri, de-
suono, - 3Ja d'inni, e laudi, e di letizia scrivendo quasi tulle le chiese di Vene-
il canto. zia, anche non più esistenti, I\Ia nel ne-
ai. Istituto Ci Ho la in ss. Rocco e fasto anno 1797 le rendile delle scuole
Margherita a s. Stefano, nel § X, u. grandi e d' ogni altro sodalizio vennero
5i, ne parlai, incamerate nel demanio. Indi il fatale e
22. Istituto Canal in s. Maria del distruttore decreto de' 23 aprile 1810
Pianto, nel § X, n, 68, ne ragionai. soppresse ancora le scuole grandi, le con-
23. Istituto di s. Maria da Fanzo fraternite co' loro benefici e ricchi stabi-
in s. Cassiano. Di questa chiesa parroc- limenli, di qualunque natura eilenomi-
chiale tenni proposito nel § Vlll,n. nazione, inclusivamenlc a* sodalizi del-
49
L'istituto ha il direttore spirituale, la l' Università' artistiche, o consorterie
superiora, maestra, altra suora, e com-
la delle arti. In Venezia prima della de-
prende 33 educande. plorabile soppressione delle pie corpo-
24. Istituto di Soccorso per le Peri- razioni, non eravj classe d'indigenti, o
colanti a s. Francesco di Paola. Dallo di pellegrini, o d'infermi, o di bisognosi
Stato personale ricavo eh* ebbe princi- a cui non fosse aperto un asilo; non e-
pio a' 2 febbraio i853, e sussiste colle ravi stadio dell'umana vita, o condizio-
hmosine de' fedeli, e col ricavato de' la- ne o arte o meslierej che non avesse par-
vori. Ha per iscopo d' accogliere special- ticolare luogoove radunarsi per attende-
mente quelle ragazze, che per mancanza re air opere di pietà, o per ottenere so-
di custodia o per prava indole versano stentamento o ristoro. De'(|uali pii luo-
nel pericolo di morale depravazione, o ghi, monumenti onorevoli della religio-
già vi sono incorse, ma non inoltrale. ne de' veneziani, le pingui rendile furo-
Wè direttore e fondatore il sacerdote no avvolte neir incalcolabile massa de'
veneto d. Gìo. Maria Gregorelti, arcipre- beni, che in sul principio del nostro me-
te parroco dis. Pietro di Castello, Vi è il morabile secolo il funesto rovesciamento
confessore delle maestre e quello delle delle politiche cose assorbì, coyie altro-
figlie j la superiora, l'economa, 3 n)ae- ve, nell' ampio vortice della piii sacrile-
itre,3 assistenti, ragazze maggiori 18, ga avidità. Delle 70 fraterne parrocchia-
ragazze minori 22. li soccorritrici de' pev«ri, pai colle par-
V EN VEN 279
roccliie ktesse lidolte a 3o,nepni!ai nel eccitale le persone laiche od imitai le co'i

§ XII, n. 17 e 19, sulle quali meglio è alcun somigliante istituto. In falli nel
Mtinoria intorno all' ntnmini- secolo XIll si fondarono le quattro pri-
vrilere la
stnizioiie della pubblica beneficenza, me compagnie di persone di vote, per ini*
(lei eli. colile Forluiialo Sceiimjin. Diiò piegarsi in atti frequenti di religione e

qtii soliiiiieule, die pei" le illodi/ìcdzio- di pubblica penitenza, portandosi con di-
ni alPiano organico della Co ni mi.si io- vola forma alla visita de' santuari nelle

ne di Beneficenza, ed al Regolamento maggiori solennità, e tligelhiiidosi in quel


delle Fraterne, approvate col lui>gote- tempo nude spalle, onde ne derivò ad
le

iieiiziale decreto 23 aprilei856, vennero esse la denominazioue di Scuole de' Bat-


saviiiineiile eslese le altribiizioni delle ludi, finché cresciute di numero e di

pieposilnre fialeinali, cambiale in De- rendite, furono chiamate Scuole Gran-


putazioni, a spese ili quelle della com- di, e il consiglio de'Dieci le prese sotto

nn.s>ìone. m Con alUetlaiito savio consi- la sua parlicijlare protezione. Attesta una
glio, cosliluendo le novelle depiiluzioni Cronaca antica, che fin dal principio si

di 5 individui anziché di 3 soli, si volle distinsero tra loro non solamente col di-

fra quelli il parroco col caiallere di pre- verso titolo del ancora
s. Protettore, ma
siilciite, liitcìpieti e dispensatoli della col diverso colore delle cere che portava-
pubblica carila pel sanlo loro nflizio, no. Lai.*,ch'è (|uella di s. lUaria della
sembrar doveva a' parioclii assai strano Carità, fu istituita nel 1 260, e portava il

1' essere calcolati dal vecchio regolamen- colore rosso sulle cere, come si.-nbolo del-

to non più che semplici cooperatori delle la fiamma e ardore della carità. La 2.

prepositnre fraternali, e da ciò fece sur- sotto l'invocazione di s. Gioi'anni Apo-


gere fra pai rochi e promotori, in qual- stolo ed Evangelista^ avea il colore gial-
che parrocchia, un non edilicanle disac- lo per dinotare la fede. La 3." intitolata

cordo e spesso accadeva che l'elemosina


: di s. Maria della Misericordia dell;»

si facesse respelti vamenle all'insaputa del- della VaU'crde, assunse il color verde
l' uno o degli allri, con iscialacciuo del che significa la speranza. E [lerchè ninna

denaro di carila; disordine, che non do- di queste 3 prime scuole aveva relazione
vrebbe più verificarsi. Le rendite, pro- d' amore e d' ossequio alla repubblica di
prie delle fraterne e le aggiunte Iralte Venezia, asserisce la citala Cronaca, che
da'fondi generali della commissione si ri- si unirono alcuni divoli a stabilire la 4-'

dussero a mensilità, con qualche lispar- sotto la protezione di s. Marco lu'an-


uiio di lavori e più regolato andamento gelista, e questa per denotare la candi-
dell' aziende fraternali." Del resto non dezza deiraffelto, che avevano i confra-
mancano in diverse chiese pie unioni e telli verso il principe e la città di Vene-
divote confraternite, ma senza gli antichi zia, ritenne nelle cere il colore bianco.
beni. JN'otai ne'citati §, e n. 19, ragionan- A queste 4 scuole grandi furono aggiun-
do degli asili per l'intaiizia, col Discorso te ed ebbero comuni i medesimi privi-

del eh. conte Nicolò Friuli, che il patri- legi la Rocco confessore, e
scuola di s.

uionio delle 70 fraterne parrocchiali a- la scuola di s. Teodoro martire. Il cav.


scendeva all' imponente capitale di qua* Mulinelli, annali Urbani di f^enezia,
si i4 milioni di lire venete! Quanto al- ecco quanto riferisce sulle primitive con-
l' origine delle confraternite o scuole in fraternite o scuole di Venezia. Senza par-
Venezia, osserva Corner, che ad esem-
il lare della Società de' Parabolaiù od A-
pio delle IX Congregazioni del clero di stanti, in Alessandria nel secolo V stabi-
Venezia, istituite ne' secoli XI] e XIII, lita per aiutare gì' infermi, senza parla-
e delle quali trattai nel § VII, furono re dell' alUa de' Lettigarù^ istituita per
a8o VE N VEN
seppellire i morti, senza parlare di tutte sotto l'altro del martire s. Teodoro, le
quelle die in Francia nel secolo IX, e quali o per essere di compagni più ab-
forse pure a' tempi di Carlo Magno, tro- bondanti, o per essere più ricche, Scuo-
va vansi all'oggetto di sulìVagare con mes- le Gr, indi, qA anqhe Disciplinarie, eva-
se e con altre pie opere 1' aniitie de'tra- no appellate, a differenza dell'altre, che
passali, ma risalendo piuttosto alle scuole più umilmente e più poveramente na-
(e Sclio lasgvecamenle denota una unio- sct:iido,Scuole Minori, o veramenteFrrx-
ne di persone, die danno opera e a (|ual- glìe, dicevansi, scuole però e fraglie tutte
che cosa attendono) de' cantori, de' ca- (a me sembra chetali vocaboli corrispoa-
merieri, de' fabbri,, degli addobbatori dino, le scuole grandi alle Arciconfra'
dell' antica Roma, r annalista vede ad temile, le scuole minori alle Coiifralerni'
esempio di quelle, per effetto certamente te), che annualmente molte e molte don-
del moto e della piosperità del commer- zelle dotavano, che vesti, denaro e case
cio e delle arti in Venezia, avere avuto (sic) a larga mano dispensavano in do-
principio in essa altre scuole, le quali poi no, e dalle quali, in caso di bisogno, sol-
collo stesso nome, o con quello di con- dati traevansi. Da tutte queste liberali,
fraternite e di compagnie, con leggi, con provvide ed utilissime istituzioni non
vesti e con particolari adunanze in ogni può certamente non ravvisarsi come da
citià, in ogni terra e in ogni villa presso- Venezia anche la ruggine della rozzezza
ché mezza Europa anche adesso si tro-
di antica incominciasse a sparire, e come la
vano j dir dovendosi però, che prima deU civiltà a avanzò verso un
passi grandi
l'islituzionc della scuola della Carità di perfezionamento maggiore. Per effetto
Venezia non havvi memoria alcuna nel- adunque di quella migliorata condizione
la città di simili confraternite. Or, molli sociale, erano pure sistemati que'tanti o-
essendo a Venezia coloro che un' arte e- spizi, i quali destinati a raccogliere pove-
sercitavano, stabilivasi che ciascuno a ri infermi, o pellegrini avviali per Pale-
quella attendere liberamente bensì po- stina,denominavansi Case di Dio o alla
tesse, ma che però si dovesse ascrivere ad veneziana Cade Dio,pev le misericordio-
un collegio, composto di persone della se opere ivi esercitate. Tali furono an-
medesima arte, con leggi e costituzioni che in Venezia le confraternite e l'uni-
speciali, come le Unwersità artistiche versità artistiche, distrutte ne'priraordii
d'altri luoghi, con immensi pubblici van- del corrente secolo. Qui specialmente di-;
taggi religiosi, civili e morali. Fissata la rò almeno delle 6 scuole grandi tanto ce-
massima nel 1260, adunatisi alcuni cit- lebrate, della cui magnificenza ci restano
tadini il giorno di s. Leonardo nella chie- nobilissimi avanzi.
sa a lui dedicata, della quale parlai nel I. Scuola grande di s. Maria della

§ VII], n. 3i, istituirono una scuola col Carità : nel § X, n. i i ne ho trattato.


nome di Carità. Ndl'isola della Giudec- 2. Scuola grande dis. Giovanni E-
ca fu la I.' sua sede nel povero oratorio vangeliòta. Narra il Corner, della chie-
di Giacomo Apostolo, indi e stabil-
s. sa di s. Gio. Evangelista Scuola gran-
mente presso la chiesa de' canonici re- de, che fra gl'illustri attestati che diede
golari di s. Maria della Carità, ovea be- al pubblico di sua pietà la nobile fami-
nefìzio de' conli-atelli poveri e infermi glia Badoaro, uno fu I' erezione dclla.i

s' innalzava spazioso spedale. Plaudendo medesima da fondata nell'anno 970]


lei

nuova istituzione, né
Inlla la città alla nel sestiere dis. Croce. Contiguo poi al
mancandosi d' imitarla, altre scuole ben questa chiesa vi aggiunse Marco I3adoa-j
presto furono istituite sotto il titolo de- IO nel secolo Xlil un ospedale, istituen-
gli Evangelisti s. Giovanni e s. Marco, dovi uu priore, la di cui elezione l'osse ini
VEN VEN 281
perpetuo padronato tie'suoi discendeuli. nanlme di tutta la famiglia, confermò le

Libera cluiujue essendo de'nubili Dadoa- convenzioni prestabilite, e pose la scuola


IO la facoltà di eleggere il priore, qiial- in perfetto possesso de'luoghi ad essa ac-
elle vultu vi ilesttnarono uomini d'estra- cordati. Eretto dunque nel i344 l'ospi-

nea fiiMiiglia, come fu Ruggero Cortesi, zio nella parte superiore dell' ospedale,
die poi in grata riconoscenza lasciò al- fu riservata la parte inferiore per l'abi-
l' ospedale stesso alcuni beni da lui pos- tazione delle donne, che in ntunerodi i 2
seduti nel territorio di Padova. Dopo la secondo la disposizione del fondatore ivi

morie di Ruggero fu chiamalo dalla fa- erano raccolte. Ma questa unione di di-
n)ìglia patrona ni priorato Geremia Ba* versi istituti riuscendo incomoda e mole-
doaro, la cui elezione in)pugiiata dal ve* sta ad ambedue, fu con nuova conven-
scovo di Castello Morosiui, che la pre- zione stabilito, che anco le stanze sog-
tendeva come diritto di sua dignità, fu gette all'ospizio si cedessero io benefìcio
con solenne giudizio di Andrea patriar- e dominio della scuola, con obbligo a
ca di Grado dell* i i dicembre iSSg, di- questa d' erigere in altro contiguo sito
chiarata giusta e legittima, siccome ap- e tener conservalo l'ospedale per le J2
partenente al solo p^idrunalo de' nobili povere femmine. Ottenuto dunque il pos-
della fdMUglia Dadoaro. Continuò sem- sesso dell' intera fabbrica e dell'ospizio,
pre, dopo
morte di Geremia, il prio-
la i confratelli nel seguente secolo volevano
rato fra gli uomini della di luì famiglia, innalzare nel suo luogo inferiore un al-
de' quali Reniero priore del i47^ otten- tare per la celebrazione delle messe; ma
ne da Sisto IV a' i3 luglio il sìngolar il priore Lodovico Badoaro opponendosi,
privilegio, che i priori e la loro f.imi- il patriarca Girardi a* 3i marzo i493
glia, ed anco le povere abitanti nell'o- slabiPi che solo nella parte superiore del-
spedale potessero ricevere la ss. Eucari- l' ospizio sì dovessero celebrare i divini
stia e gli altri ecclesiastici sagramenti an- Mentre in esso i confrati s' impie-
ulll/.i.

che nel tempo pasquale da un sacerdote gavano esemplarmente in di voti esercizi,


udiciante nella loro chiesa. Fu poi il prio- pel zelo che gì' informava vollero dedi-
rato, per concordi voli della famiglia, ri- carsi alla santificazione dell'animeallrui,
dotto nel 1 582 al solo termine d'un bien- cominciando ne'dì festivi ad istruire ne'
nio, sebbene perpeluo.Fraltanlo per con- misteri e precetti dì nostra s. Religione
cessione de' Dadoaro, avea posto la sua i poveri fanciulli della città, allettandoli
sede presso questa chiesa la pia e celebre con piccoli donativi a profittarne, trala-
confraternita, istituita fin dal 1261 nella sciando l'ozio e divertimenti. Da que-
i

chiesa parrocchiale di s. Apollinare. Da st'insegnamento de' rudimenti dì nostra


questo luogOjforse men adattato agli eser- fede, ebbe origine l' utilissimo istituto
cizi di loro pietà, si erano trasferiti i con- della dottrina cristiana insegnata in tante
con facoltà ottenuta da'nobili Ba-
fratelli parrocchie della città. Ammirando tanto
doaro, e da Ruggero Cortesi allora prio- fervore Filippo Masserio cavaliere e gran
re dell' ospedale, nel i 807 alla chiesa di cancelliere del regno dì Cipro, volle es-
s. Giovanni Evangelista. Concesse poi a' serer aggregato al sodalìzio, e a suo de-
confrati, Geremia Badoaro priore nel coro olfrì un' insigne porzione del Legno
l34o una porzione de'luoghi dell'ospe- della ss. Croce, a lui donata dal santo pa-
dale per innalzarvi un ospizio adattato triarca di Costantinopoli Pietro Tom-
alle riduzioni della confraternita, il quale maso carmelitano, di che il Corner ri-
incntre andava raagnificamente fab-
si porta un j)regevoIe documento (ora si ve-
bricando, mortoli priore Geremia, il sue- nera questa preziosa reliquia nella chiesa
<:e6sure Giacomo Badoaro, di consenso u- vicina). VolIeDioaulenlicare con ispleudi-
a8a VEW V Eri
ile testimonianze <ii mirabili prodigi l'i- mastro Gaspare Diondelli-Crovalo, ed
cl«ntitìi di tanto tesoro, parimenti narrali approvata dall'eccelsa i. r. luogotenen-
da queU'insiguestorico.lii seguito la scuo- za con decreto ai aprile f85G, la qua-
];ifu [)ure arricchita d'iinnss. Spina, d'uu le cojporazione ne acquistò l'intera pro-
j'ramnienlo della s. Culotina, d'una gatn- prietà mediante 1' estinzione dell' azio-
ba di s. Martino, delle teste delle ss. Man- ni suddette. Intanto niagniricamente re-
lina e Angelina martiri, d'un dente di s. staurata questa scuola si riaprì a' 27
Luca Evangelista. Nella chiesa si venera dicembre 1857, benedicendone l'ora-
il corpo diValentino martire, trovato
s. torio mg.*^ Vincenzo Moro vicario gene-
nelle catacombe di Uoina. Lo Stato per- rale capitolare, protonotario apostolico,
.sonale parla della chiesa di s. Giovanni cav. della corona di ferro, arcidiacono
Evangelista e della scuola omoninin,chia- del capitolo metropolitano. Nel i856
ina la prima priorato laicale tuttora del- pubblicò la Gazzella di Fenezia dell'B
la nol)ile famiglia Badoerj rifabbricata febbraio, e riprodusse Cronaca di
la

nel secolo XVII dopo


8 io destina-
e il r Milano del eh. cav. Ignazio Canth, mio
la a sussidio della parrocchia de' Frari, amorevole e fior d'ingegno, anno 2.°, p.
con proprio rettore. Dice il Moschini che 142. L'acquisto della scuola di s. Gio.
si perviene alla chiesa passando per i\n Evangelista, insigne edifizio, per parte
grandioso e ornatissimo arco, creduto la- degli artisti veneti, è un fatto compiuto.
voro di alcuno della famiglia Lombardi Dopo 5o anni d'abbandono poterono ot-
(edècertooperadi Pietro Lombardo, co- tenerne il possesso, adìnchè sia ridonato
me lo comprovano! documenti, ora fratti al cullo, all'arti belle, ed istituita sia la
a luce). Sopra le due porte laterali iedue pia opera della società di mutuo soccor-
urne a'badoari si condussero dal Catta- so a' poveri artieri. Nel trattarsi nell'a-
neo, discepolo del Sansovino. Nella sagre- dunanza de' 16 gtMuiaio di provvedere
stia vi ha grazioso lavatoio col iSg-z e il a' bisogni piìi urgenti della scuola, ur»
nome di Nicolò Pellegrini che lo scolpì. valente scar[)ellino si esibì riparare il

Non vi sono pitture degne d'osservazio- pavimento della sala, considerato tra'più
ne. Della scuola di s. Giovanni Evange- magnifici d' Italia; altro a rimettere in
lista, con annessovi oratorio non sagra- assetto i sontuosi rami di scala alla ro-
mentale, dice lo Stato personale^ che mana. Vari distinti fabbri-ferrai accet-
serviva d'albergo alla scuola grande dello tarono il carico di somministrare gra-
stesso nome, una delle 6 che decorava- tuitamente lefarramenta occorrenti. Un
no un tempo Venezia. Si cominciò ad e- benemerito dichiarò fare il restauro delle
l'igere nel 34o e mano mano fu con-
i facciate. Un altro imprese la costruzio-
dotta a quella gran magnilioanza, che ne delle panche di noce. Chi olFrì pro- i

ognuno può ancora ammirare. Chiusa pri lavoratori, chi le barche pel traspor-
insieme colle altre nel 1797, una società lo di materiali; ed infine lutti gli altri
artisticasi pose in animo ila dal i83o si prolFersero di dar mano agli altri ri-

di ridonarla all' antico s[>lendoi'e, e fi- manenti questa generosa e edi-


lavori. In
nalmente dopo 25 anni d' inutili prati- ficante gara, io ci vedo con ammirazio* il

che onde ottenerla in conduzione del r. ne altra pubblica prova dello spirito re- "
demanio, l'acquistò mediante l'emis- ligioso, magnifico e patrio degli antichi

sione d'azioni non fruttanti interesse, con- veneziani, trasfuso in ogni classe degli
cedendone l'uso alla Corporazione del- odierni; ed una lodevole tendenza al ri-

l' Arti Edifìcalorie di mutuo Soccor- stabilimento felice dell' utilissime e mai
so a' poveri artieri^ novellamente isti- abbastanza lodale Università Artisticlie
tuita per le cure indefesse dal capo- (F), 11 conte Agostino Sagredo pubbli-
VE W VE i\ a83
et), Studi sforici delle Consorlcric del- funeste pestilenze, molte città d'Italia eoa
l' Arti edificatorie, già ricordati nel § pubbliche dimostrazioni di religioso os-
XII, n. i8. Le Fabbriche di f^entzia sequio procurarono di meritarsi il suo
pubblicarono il disegno clelln porla d'iei- valido patrocinio, erigendo a di luiono*
gresso airoratorio di s. Giovanni Evan- re altari e chiese, e istituendo confi ater-
Antonio Diedo.
gelista, illustrata dal eh. nite che promuovessero il di lui culto.
Ancorché non del tutto commendevole, Una di queste fu fond. ita in Venezia, che
egli dice, pure intende offrire un ulte- umilmente nata, divenne poi celebratis-
riore saggio della sontuosità, non però sima per co[)ia d'entrate, raagnificeuza
scompagnata dui buon gusto, con cui i di fabbriche, sontuosità di suppellettili,

veneziani, e in ispecie gl'istituti religiosi molti e rari dipinti, e per collezione pre-
e le confralernile, hamio in ogni tempo ziosissima di ss. Reliquie. Venne eretta
data mano all' erezione di grandiosi edi- nella chiesa parrocchiale di s. Giuliano,
fizi, e contribuito non meno allo splen- ove radunatesi alcune di vote persone
dore di Venezia che al perfezionamento r incominciarono con licenza ottenuta
dell'arlì patrie. Altri, meno animosi, non a' IO giugno 1478 <^'^' consiglio de'Die-

si sarebbero neppur sognali d' accumu- ci, sotto l'invocazione di s. Rocco, po-
lare tanta dovizia di maruii e di orna- tendovisi allora ascrivere persone di qua-
menti in una semplice porta d'ingresso, lunque sesso e condizione. Da sì tenui
quant(U)que il luogo, al quale introduce, principi! ebbe origine l'illustre scuola,
meritasse un particolare riguardo. Pro- poi annoverata fra le grandi di Venezia,
fuso r intaglio, non produce confusione, di cui formò uno de'principali ornamen-
indizio evidente della semplicità con cui ti. In pochi giorni tanto rapido ne fu
è concetta l'opera, la quale consiste in 3 r incremento, che il sodalizio a' 3o no-
intercolunni, o comparti a pilastrate co- vembre impetrò dal concilio de' Dieci la
rintie: quello di mezzo si distingue per licenza di poter incedere in numero di
l'uscio che dà ingresso alla corte, e per 100 fratelli e sotto l'adorabile insegna
l'arcuato magnifico finimento che coro- del Crocefisso alle sue divozioni, ed alla
na la descritta porzione. 1 due laterali sepoltura de' confratelli coli' abito pro-
abbracciano ne' campi due ricche fine- prio e le discipline, però in guisa che re-
stre. L'opera fatta nel i48i a spese del stando i fratelli col volto scoperto, qùe'
sodalizio è di Pietro Lombardo aiutato soli potessero coprirsi la faccia col cap-
da' figli, come fu provato ora nella 3." puccio, che nudi omeri fliigellavansi
gli

edizione dell'opera detta delle Fabbri- a sangue pei' mitigare Io sdegno divino
che, impressa dall'Antonelli, con aggiun- irritato da' peccati del popolo. Perciò la
te di tavole e di testo, per cura del eh. scuola venne dichiarata del numero delle
Zanolto. disciplinane, poi chiamate Scuolcgran-
3. Scuola grande di s. Maria della di. Mentre dunque con esercizi così esem-
Misericordia: nel § IX, n.i la descrissi. plari di cristiana penitenza si conciliava
4- Scuola grande di s. Marco : nel S quesla pia adunanza l' amore e l'ammi-
XII, n. i3 ne trattai. razione della città, un'altra confraternita
5. Scuola grande di s. Rocco. Ap- che sotto il titolo di s. Rocco era stata
prendo dal Corner, che riconosciuta nel precedentemente fondata nella chiesa di
làrnoso concilio <li Costanza, adunato nel s. Miuia Gloriosa de* Frari, ricercò e
j4'4» <^0"f'^stevole pompa la venerazio- ottenne d' unirsi, e formare un sol cor-
ne del glorioso s. Rocco, e sperimentata po con questa istituita nella chiesa di
ellìcace presso Dio l' invocala sua inter- s. Giuliano, a cui concesse nel 1480 il

cessione contro i pericoli terribili delle consiglio de' Dieci ruutorizzazione dipo-
9.84 VE N VEN
ter Irasferlrsi ed unirsi con quella cire- di s. Rocco trasportato a Venezia, onda
ra nella chiesa de* frali ininoiì, e ne eoa- io dicliiarai, almeno considerevole por-
fermò poi nel seguente anno le proprie zione). Non senza divina grazia liberato
costituzioni. Per circa 4 anni rimasero i dalla prigione, si portò tosto alla piccola

(livoti confratelli nella chiesa de'frati mi- chiesa di s. Rocco, a quell' epoca conti-
nori; donde poi per gravissime cause ri- gua alla chiesa de' frati minori, per rin-
solsero di partirsi; e quanlunqueavessQ- graziare ilsantodi sua ricuperata bber-
ro già cominciato ad innnlzare per loro tà. Nel vedere il guardiano della scuola,
uso una chiesa, pure ottennero neli4yT' Tommaso Alberto, gli manifestò il pro-
facoltà dal patriaica Girardi d'atterrare ponimento di recarsi pure nel castello di
il già fabhricato per costruire in luogo più Voghera a visitare il corpo del saeito. Al-
opportuno altro sagro edilìzio porporzio- lora il guardiano l'animò a ra[)4rlo. Par-
natualla uecessitàdi loroadunanze. Simi- tito il monaco a' 12 ottobre da Venezia
le licenza accordò al sodalizio il consiglio e a'20 arrivato in Voghera, tosto si por-
de'Dieci, insieme all'aumento de' i oo fra- tò all' ospedale di s.Rocco, ove propin-
telli con altrettanti, a condizione però che (juo era 1' oratorio nel cui altare sotto
non fossero pricna aggregati ad alcuna furie custodia di due porte e di ben chiu-
delle 4 scuole dette de' Battuti o Dìsci- sa cassa riposava il corpo di s. Rocco,
jìlitianti. Mentre si operava il traspor- conservandone gelosamente le chiavi 4
lo del luogo, la divozione de' confrali fu persone. Vedendo il monaco l' impossi-
premiata da Dio col tesoro e acquisto bilità dell'impresa, dispiacente e senza la
«leiven. corpo del titolare e patrono s. consolazione d'aver veduto il sagro de-
Hocco: ciò avvenne nel modo che va- posito, tornò a Venezia. Ivi riveduto il

ilo a riferire. Nel mese di agosto 14B4 guardiano e rimproverato da lui di suu
d. Mauro monaco camaldolese trovan- pusillanimità, si sentì in(Iau)mato di ri-

tlosi per calunnie in una delle carceri di tornare a Vog hera per eseguire l'impre-
Venezia, s'obbligò con voto di portarsi a sa, nel riflesso che il s. Corpo non avea
visitare il corpo di s.llocco in Voghera, ca- personali custodie. A'24 febbra io i48?
Ktello di Lombardia, allora posseduto dal giunto animoso in Voghera, dopo due
conte Pietro del Verme (ma sull'identità giorni nottetempo penetrò in chiesa f(U"-

«lei cor()o di s. Rocco va tenuto presente livamenfe, ed aperta con grimaldello la


«pianto nella biografia notai colDuller,im« I.' portella di legno e schiodata colle te-
presso con questi tipi, cioè che il veneran- naglie la 2." di ferro, rapì la cassa e eoa
do corpo fu prima trasportato forse dalla falsa chiave aperta una porta la portò
patria Montpellier, in Arles, da dove si via dalla chiesa. Fermanilosi poi in luo-
fece la distribuzione delle principali sue go remolo ne cavò il capo e 1'
altre sa-
reli(|uie, equi con esso aggiungerò, in gre ossa, lasciandone solo due nella cassa
Ispagna, in Fiandra, a Roma, a Torino, che riportò al suo luogo, ed appena al-

in Alemagna, a Parigi, a Marsiglia e in l'albi del giorno si apiirono le porte del


molli allri luoghi. Dice inoltre il Buller, castello, nascostamente in un sacco in-
che la regina Maria ujoglie del re Luigi volte fra pannilioi esultante portò le ss.

XV avendo eretto una cappella al santo Reliquie a Venezia. Il guardiano ne pro-


in s. Luigi di Versailles, ne domandò le vò indicibile giubilo, e le collocò in de-
reliquie all'arcivescovo d'Arles Jumil- posito nella chiesa di s. Geminiano, su-
hac 1764, il quale aperta la cassa
nel bito dandone avviso al patriarca Gi-
in cui sono rinchiuse ne Irasse uno de- rardi. Questo prelato fattane verifica
gli ossi maggiori e lo mandò alla regina. con rogito de' 29 aprile 14^^. "e die'
Nuu tace il Dutler, che vuoisi il corpo partecipazione al consiglio de' Dieci, iu
VEN V EN 285
uno al permesso dalo al guardiiino d'nb- messo dal consiglio de'Dieci di restituirsi
haltere la coiniuciata chiesa, per edi- al I. "luogo presso santa Maria Gloriosa

flcaine a! Ira in luogo più oppoiluno nel sestiere di s. Paolo, ed ivi dietro tale
e veramente degna del sagro Corpo che tempio fare ristabilire la chiesa col lito-
dovea custodire. Nello stesso anno del- Io di s. Rocco già ne'precedentianni ab-

l' ottenuta licenza, si trasferì la scuola in battuta, approvando le convenzioni falle


sito spazioso del sestiere di s. Marco, dove fra il guardiano e confratelli, ed frali
i i

era un' antica chiesa di S.Susanna nella minori. Con tal fervore fratelli si ado- i

parrocchia di s. Samuele, ed ivi acqui- perarono per l'erezione della nuova chie-
stateprima e poi atterrale molte casette, sa, vicina alla scuola dello stesso nome,

alcune delle quali servivano ad uso d'in- che ridotta in pochi mesi a potersi uHi-
fame lupanare, destinarono confratelli i ziare, con nuova solenne traslazione il d\
d' innalzar la nuova magnifica chiesa, a- 28 marzo 1490, accompagnali dall'altre
vendo ottenuto dalla pubblica pietà il 4scuole de'baltutì, levarono dal palazzo
divieto che nelle vicine abitazioni dimo- di s. Silvestro il corpo del patrono s.

rassero meretrici. Ma perchè la divina Rocco, e onorevolmente lo collocarono


provvidenza avea destinato che quei si- nella nuova chiesa, la quale fu poi con-
to, giàda tante impurità contaminato, sagrata ili5o8 da Domenico
1. "gennaio

si santificiisse convertendolo in abitazio- Chisamo o Cissamo.


Aierio vescovo di
ne di purissime vergini, fece che i diret- Lo Stato personale ecco come couìpen-
tori della scuola mutato consìglio cedcs« dia tulli questi pai^saggi, e pare dia più.
sero il luogo colle cominciate fibbriche antica origine al sodalizio. La chiesa di
pel monastero de' ss. Rocco e Margheri- s. Rocco eretta nel 1478 sempre del- fu
ta, di cui nel § X, n. 52, e si risolvessero l' arciconfraternita di tal nom^, la quale

a fissare la loro dimora presso la chiesa esistente dal i4i 5 nella chiesa di s. Giu-
di s. Silvestro, nell'antico palazzo de'pa- liano, ne avea già una filiale in questo
Iriarchi di Grado, ottenuto a livello per- sito, donde dopo il i485, demolita la

petuo dal patriarca di Venezia Girardi. chiesetta già erettavi, passò a stabilirsi
Ivi dunque con solenne pompa e l'in- a s. Samuele, e poco di poi a s. Silvestro,
tervento di tutte le scuole, processional- per ritornare nel 1 489 a' Frari, rico-
niente fu portato il corpo di s. Rocco struendo la chiesa nel luogo primiero, e
s. Geminìano, e sontuo-
dalla chiesa di compiendola nel i520. Quantunque pe-
samente adattata a forma di cappella rò divini uflìzi, osserva il Corner, e le
i

una porzione del palazzo, fu in essa con più solenni funzioni si celebrassero nella
decoro riposto. Sebbene i confrati aves- nuova pure le adunanze de'con-
chiesa,
sero stabilito di fermarsi per sempre in fralelli seguivano a convocarsi nel palaz-
detto luogo, stanchi ormai di tante edi- zo già patriarcale di s. Silvestro, il che
spendiose mutazioni; ma promossi dal riuscendo troppo d' incomodo, l' 8 ago-
pievano di s, Sdvestro contro la confra- •sto i5i6 fu acquistato dal capitolo di s.

ternita molesti litigi, essa per goder quie- Pautaleone alcuni edilìzi, e sul suolo di
te abbandonò il da lei risarcito palazzo, essi fu eretto l'ospizio più comodo e con-
e reso adorno con gravi dispendi, ritor- veniente, con autorità apostolica di Leo-
nando all'antica stazione nella parrocchia ne X. In esso dunque sì disposero i prin-
di s. Panlaleone, ove avea molti anni cipii dell'ospizio o scuola, che prima sot-
prima intrapresa la fabbrica di nuova to la direzione di Mastro Buono, protu
chiesa, che tanto piagli rendeva ne- si della chiesa di s. Marco, e poi con quel-

cessaria dopo r acquisto del s. Corpo, la di Sante Lombardo, figlio di Giulio,


luipelrò dunque uel 14^9 ouovo per- e quindi con quella dello Scarpagnì-
286 YEN V EN
no s* innalzò con lai tnognificenia, die cappelle di pro^pello, di semplice manie-
ridotta a perfezione non cede in mae- ra, erette con disegno del Buono, vi ridus-

slù a niunn delle fld)liriche più sontuo- ,se tale un' opera, la quale seojbra d' un
se di Venezia, Dicliiara il cav. Mulinel- solo tenipo e d'un solo maestro. Le due
li, Urbani, che nella scuo-
negli yhiiiali slulue a' fianchi della porla, David e s.
la di s. Hocco, fdhbiica cominciala nel Cecilia, fanno onore a Gio. Marchioni.
1 5i6 e leiiniiiala nel i53o, vi opera- J. Tinloretto lavorò due quadri late- i

rono Mastro Buono, Sanlee Tullio Lom- rali all' organo e al coro con l' Annun-
bardo, e lo Scaipagnino, celebri archilet- ziala, e s. Rocco innanzi al Papa. Egli,
li. Costrutta di pietra istriana, dentro e dopo il i." altare con tavola del Fvizzi,

fuori incrostata di marmi greci e orien- fece il s. Rocco in solitudine e la Proba-


tali, ha due sale, una terrena e l'altra su- tica Piscina ; dipinto questo de' più fe-
periore, tanfo magnifiche che forse altre lici del suo autore, che vi ebbe sua pron-
non ve n'hanno in Italia che le pareg- ta e dotta mano ubbidiente al giudizio-

gino, corrispondendo appieno a questa so e vigoroso intelletto. Gli dà il rim- si

magnificenza le scale, i pianerottoli e lo provero di rimprovero


troppe figure ;

sbocco delle scale slesse. Noterò col Cor- che Tinloretto poche volte non meri-
ner, che non eguale però né in decoro né tò. Neil' allro altare il Antonio di Pa- s".

in consistenza fu la struttura della chiesa dova è del Trevisani, che allora ope-
innalzala in ristrettezze di tempo, la rpia- rava a Fioma. Nella cappellina laterale
le danilo manifesti segni di sua debolez- alla maggiore, la figura del Salvatore stra-
za, ne' principii del secolo passalo, si scinato da un manigoldo è cosa pregia-
\olle riedificare nel ly^S, e ridotta nel bile di Tiziano, imitala e copiata più
corso di qualche anno a perfezione, in volle, equi tradotta anche in marmo nel
gran parte coll'anlico disegno, riuscì più pilastro all'altra parledella cappella mag-
maestosa e adorna. Puconosceudo Vene- giore. Il magiiificoed elegantissimo mag-
zia dall' intercessione di Maria Vergine giore aliare, assai ricco di marmi, ha sta-

e dalla protezione di s. Fiocco 1' essere tue di alquanlo secco, travagliate dal
stile

slata dalla clemenza divina liberata dalla Mosca; quantunque quella del Santo si
fìerissi ma peste che r afflisse nel 1376, trovi attribuita al Buono. 1 3 comparli,
decretò il senato di doversi ogni anno onde n'è dipinta la cassa col corpo di s.

con pompa festiva nella solennità del Rocco, sono graziosi e di tinta soave, ma
Santo a' i6 agosto visitare da lui e dal d' ignoto pennello. I 4 quadri del coro
doge il venerabile Corpo, che in un' ar- sono del ricordato Tinloretto : de'qua-
ca di scello marmo riposa nell' aliare li i più grandi, con il Santo, e medico ef-

maggiore della chiesa, e ivi nel i520 o- ficace allo spedale , e confortalo da uu
iiorevobnenle collocato. La magnificen- Angelo in prigione, ci mostrano nel pit-
za sua, e della scuola vicina, furono cau- tore lo studioso di Tiziano e di Michelan-

sa che sopravvissero al comune naufra- gelo, che sa conservarsi vigoroso eziandio


gio delle coiporazioni pie avvenuto nel nella sua diligenza. Nell'andito della sa-
18 IO, e tuttora conservinsi. La chiesa ha grestia, s. Sebastiano, figura a fresco , è
il rettore e il sagrisla. Descrive il Mu- del Pordenone: del quale pittore sono
schini la chiesa di s. Fiocco cou facciata anche le due storie de'ss. Martino e Cri-
ricca, ma di nessun merito, archileltata stoforo, opera di molta forzaedigrandio
dal Maccarucci, il quale più mirò alla so carallere, tra'due altari: ili. "con l'An
\icina scuola che al tempio. Censì entro nunziata, del Solimene, l'altro, con l' In
di c|uesto lodasi lo Scalfarotto, il quale venzioue della Croce , del Rizzi. Se la

duveado couduiio lasciaado in piedi le 3 scuola di s. Rocco, la quale può dirsi uao

J
V EN VEN 287
t1e'(.iùnoclii egiiiniliosisagri monumen- ca e ciglia, dal Pianla giovane. L'altare
tidie abbia l'itaiin, cium tiiltfivia, e noti è bell'opera di Francesco di l'ernardina,
provola comune sorle «Itile ifligiosccon- eretto neh 588; le statue laterali delCam-
fValernite, ciò si deve all'inlelligenlee col- pagna, rappresentano i ss. Gio. Callista e
to amore che avea delle cose «Ielle belle Sebastiano, olire due altre che chiudono
arti il viceré principe Eugenio. Il pro- la balaustra. La tavola dell'altare, pure
spetto, solido, semplice, ornato eben di- del Tintorello, offre il s. Titolare in glo-
segnalo, è opera dello Scarpagnino. L'in- ria, e al basso persone inferme. Nell'ope-
terno fu comincialo dal Buono, prosegui- re della sala, detta 1' Albergo o ospizio,
to (la Sante e Giulio Lombardi, compito sulla cui porta eslernamenle nel SyS col- i

colla soprintendenza del Sansovino. Wel- locò il proprio ritratto, Tmiorelto mise
l'andito il Gonfalone in seta colla figura niaggior studio: forse pei che in uno spa-
di s. Rocco fu disegnato da Lodotico Ca- zio piùristrello l'occbio l'osserva piùlran-
racci, ed eseguito dal Galanipo. La sala quillamente, e tulle riuscirono eccellenti.
inferiore è lulla coperta di pitture di J. 11 grande quadro della Crocifissione già
Tintotelio. Veramente piegevoli ne so- è una deiro|)('ie migliori e ca[)ola\oro in
no due: l'Annunziata e la Strade deaTln- SI gran numero che ne fece dove non :

nocenti. Nella i." l'intelletto si appaga, desideri aiaggioie né l' ingegno , né il

che l'Angelo entri a volo per una porla, sapere. In argomento si comune seppe
e r occliio rimane volonlieri ingannalo avere sua novità: cosa che disse difficile lo

da quella tanta scienza di proS|)etliva e slesso lalinoditlalore del codice del buon
di ombre. Nell'altra sono bene distribui- guslo.F'u con mirabile magistero intaglia-
ti i giuppi, ben concepiti e variali i casi, ta da Agostino Caiacci. La figura del Sal-
e benissimo rappresentati. Ascesa la i.' vatore innanziPilatoa ragione vienechia-
magnincenlissìmn scala, il qua<lro colla inala sublime; 1'
Ecce Homo è una me-
Visita 0(1 Elisabetta è del medesiuioTin- raviglia: e jiella Salita al Calvario si lo-
torello; l'allro cull'Annuu/iala è di Ti- derà la novità del modo che due i ladro-
ziano: opera del suo tempo migliore, ove ni vi seguono il Salvatore, colla croce le-

sparse ogni sua bellezza, due grandi «pia- l gala sugli omeri. Nel soflìllo la figura di
dri del la scala superiore si dipinsero da due s. Rocco é bella, vaga e ben intesa. Nel-
Tenebrosi. Eraue acconcio il soggetto del- la Cancelleria il s. Piocco è del Prete Ge-
la Peste dal il")3o, che toccò al Zancbi, novese; il s. Pietro, in arazzo, é della scuo-
non l'altro della fuga di quella , che fu la romana; il Cristo paziente, della ma-
dolo al Negli. Però questi rivaleggiò col- niera tizianesca. Neil' Archivio piccolo è
l'alho tbe ci die la sua più bell'opera. tli Gio. Novelli l'antico musaico dell'An-
Anche la sala superioie è tutta coperta nunziala. La scuola dell'arciconfraternila
d'opere di J. Tinlorello. Il Miracolo de' di s. Rocco è un complesso di cose peregri-
pani e pesci, la Cena cogli Apostoli, la Ri- ne e preziose, piena d'inestimabili oggetti
surrezione eia Nascita di K. S., fra "li al- dell'arte veneziana, nésidevelasciaresen-
tri delle pareli, mostrano la ricca e pron- za ricordo il lialdacchino d'oro, opera tut-
I
ta fantasia del pittore. Questa vi si ammi- ta di soprarricciOjOssia lavoro sopra lavoro
ra eziandio nell'opere del soflìllo, ad on- ne'drappi d'oro. Le Fabbriche di J^eiie-
'
ta die vi si ravvisino certe libertà , die zia dierono 6 tavole della Confrater-
ci
vogliono essere perdonale all' arditezza nita di s. Rocco, illustrate dal Die.do an-
', del genio. Que'fatli ddla "vita del Santo, che con annotazioni, ed eziandio con ag-
Inlegnr), s'intagliarono da Giovanni Mar- giunta e annotazioni del Zannilo. Tanta
,
chioii, e quegli altri Capricci intorno alla è la diffusione, il sapere artistico, l'erudi-
,
sala, che fanno iuarcare al volgo e boc- zione, il j," nella parte archilellouica e
1

288 V EN V EN
ornamenlaIejil2.°nelle dlcliiaiazioni de' e decantala magnificenza di questo edifi-
dipinti, che non mi è dato con poche pa- zio, costruito senza risparmio. Sontuosis-
role compendiarli. Non posso lacere, che sime superbe e ben ordinale scale, va-
le

per la ragionata lettera scritta al Diedo sto e illuminato il pianerottolo, per cui
da d. Sante delia Valentina, già cappel- si monta alla branca di mezzo. La figura

lano del sodalizio e rettore della chiesa, de'capilellicorinlii o compositi, comiuoiò


benemerito delle patrie memorie pe'do- qui a svilupparsi in meglio, ed a prender
cumenti che seppe disolterrare dalla pol- forme più disinvolte e più gaie. 11 eh. Za-
vere degli archivi , si trae che il Buo- notlo egregiameole descrive tulli dipin- i

no e il Lombardo furono non inventori ti, ne fa rilevare le bellezze, e perciò anche

ina proti esecutori e soprintendenti del- di quelli non ricordali dalMoschini.J. Tin-
la grandiosa fabbrica; eche allo Scarpa- lorello in questa superba fabbrica, perol
gnino furono commesse e da lui esegui- tre 20 anni v'impiegò il suo terribile pen-
te molte cose di più che gli altri non fe- nello, superando quasi se stesso in alcu-^
cero, né ordinarono, mentre a lui il Te- na tela, onde qui più che in altro luogo
manza non avea dato altro merito che di si ammira 1' ingegno magistrale del/fi/-:

proto e d'aver dato l'ultima mano. La m/He rfeZZ^^i^Hr^, com'è soprannomina-


i." pietra, coir intervento del palliare» to. L'indicalo serico gonfalone neli6o5
Antonio il Centanni, si pose soltanto a' fu lascialo in dono dalla confraternita di
25 marzo iSi^, modello sembra do-
Il s. Rocco di Bologna, quando venne a ve-
'«ersi ad alcuno de' maggiori di Sante nerare corpo del comune patrono. Nel-
il

Lombardo, probabilmente il di lui avo. la sala terrena, le pareti sono pure orna-
La serie delle cose operate dallo Scarpa- le da'dipinti esprimenti l'Adorazione de*
gnino sono riferite nelle ricordale anno- Magi, la Fuga in Egitto, Maria Madda
tazioni, e da'fondamenti il così detto Al- lena, Maria Egiziaca , la Circoncisione
bergo con pilli stanze a custodia delle pre- i' Assunta: tutte opere di Tintorello. I

ziose suppellettili; è incerto se disegnasse nobile altare, che fa testa»*! questa salai

la bella porta. Terminò la facciata poste- reca la statua colossale di s. Rocco dfl

riore della fabbrica lasciata neliSay dal Campagna. Questo egualmente l'impan
Lombardo, ridusse le scale a miglior di- dal Zanolto, come quaul'altro vado a(
segno e più maestose, fece la facciata da- accennare. L'ingresso e pilastri delle mai

vanti che lo dimostra uomo distinto e di gnifiche scale sono decorali da aiquanl
molta dottrina, valoroso artista. Di più, sculture figurale e ornamentali di squisi
genericamente dirò pure, a schiarimento lo scarpello. La cupola maestosa e in un»

del narralo. La sala inferiore è a 3 navi elegante, è dipinta a fresco da Girolam||


formale da due fila di colonne corinlie; Pellegrini, e rappresenta la Carità che ri-

queste non sono nella superiore, nel re- ceve dalla Religione fiamma, simbolo
la

sto ripetizione della terrena. La facciala del suo ardente amore verso Dio e verso
dinanzi, che guarda la piazza di s. R.occo, gli uomini, e s. Rocco che a lei geuuflesso

è divisa in due parti; quella a manca, che presenta la confraternita, figurala da una
abbraccia 3 inlercolunnii colle colonne donna candida veste. Tralascio per
in
spiccale, ch'è la più nobile, e l'altra a pi- l'imperiosa brevità il resto. Nella supe-
lastri, che fa l'uffizio di ala. La facciala riore magnifica e spaziosa sala, piena del-
di dietro, che guarda il canale, è anch'es- le prodigiose tele del Tintorello, fra qua-;
sa ornalissima,se non anche troppo: lut- sle sono altresì l'esprimenti Lazzaro ri-

to l'edifizio viene degnamente terminalo sorto, Precursore che ministra il batte-


il

da una maestosa cornice. Lo spaccato dà simo a Cristo, le grandiose figure de' ss


inaggiormeote a conoscere la singolarità Rocco e Sebastiano fra le finestre di fron-
VEiN V E N 289
leali' aliare magnifico, che fa lesta alla non sagraraentale. Questo sodalizio, esi-
slesso sala e descritto di sopra col Mo« stente fino dal 1 504, presso la chiesa par-

sellini, Cristo tentato da Satana; seguono rocchiale di Maria del Carmelo, volgar-
s.

altri dipinti nelle pareti. In quelli del mente i Carmini, di cui nel § X, n. 69, e
soppalco o messo a
soflilto, lutto intagli dove già ne feci parola, nel sestiere di

oro con ogni splendidezza, cominciando Dorsoduro, divenne in breve assai forte
da Adorno ed Eva, sono espressi 3 Fan- i di ricchezze, e tale da poter edificare nel

ciulli nella fornace di Babilonia, Mosè secolo XVII questo nobile edifizio per
salvato dalle acqu e e le principali sue ge- farvi le sue divote funzioni, e del quale .

sto, Giona uscito dalla balena, Sansone pure parlai nel citato luogo. Le rendite
elle si disseta, Samuele che unge David, della confraternita vennero nel 1797 in-

il Castigo de'serpi, la visione d'Ezechiele, camerate come le altre, "ma il sodalizio


Abramo immolante Isacco, Daniele fra i seguitò a sussistere in fatto, ed ora anche
leoni, Elia sull'igneo carro, la.Manna,E- legalmente, avendo ottenutola debita ap-
lia perseguitalo da Jezabele, gii Ebrei ce- provazione col decreto 7 dicembre 1 853
lebranti la Pasqua, Melchisedech offrente dall'i, r. Luogotenenza. Le due fronti so-

pance vino, gl'Israeliti trucidati nella vi- no costrutte in pietra istriana. Le pareti

sione d'Ezechiele. Da questa passando al- SI della sala inferiore come delle scale e

l'altra sala denominata l'Albergo , sulla de'luoghi superiori si decorano di pittu-

porla e fra vede Cristo co-


le finestre si re eseguile da Nicolò Bambini, Sante
ronalo di spine e due Profeti, parimenti Piatti, Gio. Battista Tiepolo, Antonio
opere commendevoli diTiuloretlo. Ne' va- Zanchi, Gregorio Lazzarini, dal Pado-
ni all'intorno sono rappresentate le 5 al- vanino, da Antonio Balestra, e da altri
tre scuole maggiori; e sopra il quadro del- di quel secolo e del posteriore. N'è cap-
la Crocefissione, miracolo della venezia- pellano parroco^ro tempore della chie-
il

na pittura e già descritto col Moschini, è sa de' Carmini.


Maria Misericordiosa io atto d'accoglie- 8. Chiesa de' ss, Giorgio e Trifone de-
re sotto al suo manto alcuni coufrati. A' gli Scldavoni. Nel § IX, n. 3, ragionando

fianchi di essa sono figurali gli evangeli- del gran priorato gerosolimitano di Mal-
stiss. Giovanni e Marco. Gli altri spazi ta, narrai, che neh 45 il priore Marcel-
1

che rimangono accolgono e la Vergine co- lo concesse alla confraternita de' dalmati
ronata di rose, e s. Teodoro, fanciulli va- o illirici o schiavoni il comodo d' un o-
ghissimi, stemmi e ornati di gusto squi- spizio nelle fabbriche del priorato, e la fa-
silo. Inoltre sotto il quadro della Croce- coltà d' innalzare un altare a' ss. Martiri
fissione, il bolognese F. Tesoli n espresse loro protettori nella chiesa di s. Gio. Bal-
nei I 780 a chiaroscuro sul cuoio alcune lista; che circa la fine del secolo XV mi-
azioni della vita di s. Rocco, con tal di- nacciando cadere il vecchio ospizio lo rie-
ligenza che inganna l'occhio. Finalmen- dificarono in miglior forma. Poscia nel
te il pavimento con vago diseguo
real , 1 55 1 terminarono di fabbricare da' fon-

ha disposti eletti marmi, come il porfido, damenti la chiesa de'ss. Giorgio e Trifo-
il diaspro sanguigno, il verde antico. Le ne, e restò sempre ad uso della nazione
porte poi sono tutte ornate d* intagli in illirica, che ha il suo proprio cappellano;

marmo, e di colonne e di stucchi degni dicendo pure delle sue ss. Reliquie. Rica-
d'ugni considerazione. vo dal Moschini, essere la scuola nel se-
6. Scuola grande di s. Teodoro: nel stiere di Castello, decorosamente disegna-

§ Vili, D. 28, ne tenni proposilo. la dal Sansovìno (meglio di stile sansovi-


'^ .Scuola della Confralernila di s. Ma- nesco), la quale nella sala inferiore (me-
ria del Carmelo^ cou auuessovi oialorio glio l'iuteruo della chiesa) ha egregi dìli-

VOI. xcr. '9


ago V E N YEN
genlissimi lavori del Carpaccio con falli dia, dovendo però con esse mantenere il
di Gesù Cristo, e de'ss. Giorgio, Trifone suo clero e detto vicario. Caduta Can-
il

e Girolamo. dia nel 1669 in polere de'tnrchi, il pa-


9. Chiesa diGiorgio de Greci, e
s. triarca latino di Costantinopoli, non più
loro arcivescovi. Rodotà, Dell'erigi-
Il io Venezia, ma in Roma fermò la sua
ìie, progresso e staio presente del rito residenza. Imparo poi dal eh. Zanollo,
greco in Italia, t. 3, cap. g Della chie- : che le benemerenze de"" greci slati a Ve-
sa di s. Giorgio, e delle monache greche nezia, in riguardo olle lettere, alle arti ed
di Venezia, dichiara. Se la tuagnìfìcenzae alla civiltà, si ponuo conoscere da ciò che
maestà de'rili greci è comparsa mai con ne ha scritto il oh. Giovanni Veludo, nel«
isplendore in alcuna città d' Italia, fe- l'opera: Fenczia e le sue Lagune, nn' Ce n»
ce certamente pompa superiore ad ogni ni sulla Colonia Greca orientale. Ed ap-
altra nella chiesa di s. Giorgio di Vene- prendo dal prof Samuele Romanin,che il
«ia, dove non solamente è prezioso (egli lodato Veludo, intorno la chiesa de'gre-
parla del suo leropo e pubblicò l'opera ci, le loro scuole in Venezia, gli notni-
nel 1758-63), ricco e sontuoso tultocìò ni distinti nelle lettere, scienzeed arti
che serve all'altare; ma i suoi ministri che gran numero fiorirono, ha raccol-;
in
nulla ommetlendo di quanto poteva con- lo abbondantissime notizie, ch'è a deside
tribuire allo stabilimento del culto divi- rarsi vedano la luce. Dovendo proce
no procuravano tutta l'esten-
esteriore, dere anche col Corner, egli dice. Quan
sione che dovuta, e mettevano in uso
gli è tunque per ragione di commercio, che
'{uanto altrove si osserva di maggior edi- veneziani sin dalla loro i.^ origine intra
ficazione e di più perfetto. Lacerato il presero colle Provincie d'oriente, sia sta
greco impero da Maometto 11 impe- la sempre guande l'affluenza de'greci ia
ratore de' turchi nel i^53, e caduta do- Venezia, pure ella divenne maggiore dac
po la metà del XVII secolo Candia in che Costantinopoli nel i453 fu misera
loro potere, molle famiglie che la cat- mente occupata dagli ottomani. Rifugia
tolica religione bramavano serbar pu- tisi perciò molli de'greci in Venezia, ivi

ra ed illesa ne' loro cuoii, oltre i let- desiderarono di fissare la loro dimora
terali che ricordo nel § XVI, n. 3, si ri- purché aver potessero una chiesa, nella
tirarono a Venezia, dove, quanto alla quale si celebrassero i divini udizi, e s

prima epoca, coli' interposizione del car- amministrassero i sagramenti secondo ii

dinal Isidoro, ruteno, che opportuna- rito callolico di loro nazione. Il cardina
mente ivi si trovava nel i^56, ollenne- Isidoro con ardore adoprò a favore de si

10 dalla serenissima repubblica d' eser- suoi avendo per lo stesso


nazionali, ed
citare il propiio cullo e rito in una cap- oggetto Papa Nicolò V scritto un breve
pella della chiesa latina di s. Biagio, co- al patriarca di Venezia, acconsenli il se
me già narrai col Corner nel § Vili, n. iiato che per uso de'greci cattolici fossi

2, eoo autorità di Sisto IV manifestata destinata dal putriaica una chiesa, e chi
con brevedel ."aprile 1 473. Conviene che
1 nel casothe fljssevi diHìcoltàdi rinvenirla
rammenti d'avere riferito nel voi.
io qui potessero i greci fabbricarsela, ed ivi cele
LXXXI,p. 3o7 e 3o8, che espugnata Co- brare secondo i loro riti i divini uflizi. Il

stantinopoli da'turchi nel 1 45^3,11 patriar- decreto fu emanato dal senaloa'i4 luglio
ca de'latìni soleva risiedere in Venezia, i456, e convien dire che fosse tosto de
ed esercitava la giurisdizione in Costanti- stinata la memorala chiesa parrocchiale
nopoli a uìezzo d'un vicario o sulFraga- di s. Biagio nel sestiere di Castello; poi
neo. Pel suo mantenimento gli furono che nel i^'jo con altro decreto il consi-
assegnale 1 S^ooo lire veaele sopra Can» glio de' Dieci stabilì, che in ni un' altra
VE N VEN 291
ctiiesa fuorché in s. Biagio, di gih a late siam propriam haheant, col suo cam-
oggello assegnala, potesse celebrarsi se panile e cimilerio, sotto l'invocazione di
conilo lecoslutuanze ilei rito greco. Un.i s. Giorgio martire, e di potersi eleggere
mela dunque di detta chiesa fu per qual- e rimuovere un sacerdote cattolico, che
che tempo ufllziata da' sacerdoti e fre- esente da quahuique giurisdizione del-
quentiilii da'nazionali greci ; ma riuscen- l'ordinario, amministrasse loro sagra» i

do ciò e per la diversità dell' idioma e menti, facesse ogni altra funzione, e fos-
per la difl'eienza delie cereoionie eccle- se immediatamente soggetto alla s. Sq-
siastiche di disturbo e incomodo non me- de, la di cui superiorità dovesse essere
no a'parrocthiani che a* greci, determi' riconosciuta col censo annuo di 5 libbre
iiarou.si questi di cercare una chiesa,, ove di cera alla Chiesa romana in argomento
hberamente potessero soli esercitar la di subordinazione; censo che non fu paga-
greca ufiiziatura. Furono le loro prime to mai, né richiesto. Per innalzar duncpie
mire per la cappella di s. Oi"Sola, conti- una magnifica chiesa e per disporvi l'a-

gua alla chiesa de'ss. Gio. e Paolo, ed a- bitazioni de' sacerdoti, acquistarono i

tcndone nel i^yS ottenuto permesso da greci un dilatato fondo di terreno nella
Sisto IV, maneggiarono co' domenicani parrocchia di s. Antonino nel sestiere di

di essa qualche accordo. Non avendo tut- Castello, deputando 5 uomini di senno
lociò avuto elfelto, continuarono i greci a della confraternita di s. Nicolò, perché
dimorare in s. Biagio, ove previa licenza avessero cura dell'erezione, avanzamen-
del consiglio de'Dieci,nel 1 4()8 istituirono to e direzione della fabbrica. Concorse-
ia confraternita nazionale di s. Nicolò, ro a gara i greci così abitanti in Vene-
composta di 25ogreci,con legge inviolabi- zia che altrove a promuovere il sagro
le d'esserne allontanato chiunijue avesse edifizio, di cui die il modello Sante Lom-

osato di coltivare sentimenti opposti alla bardo, il quale attese alla fabbrica dal i.°

religione ortodossa : chiaro argomento, di novembre 1539, in cui si gittò la pri-


rileva Rodotà, dell'impegno in cui erano ma pietra, al i548, nel quale gli
fino
entrati que'primi fondatori, d'esser sem- fu sostituito Giannantonio Chiona, lom-
pre uniti in comunione colla s. Sede. bardo, come provò, co' documenti del-
Frattanto crescendosemprepiìi il nume- l'archivio greco, il prefato Giovanni Ve-
ro de'greci abitanti in Venezia, seriamen- ludo. La disposizione e ordine sono tali
te si proposero fabbricare in sito oppor- che niente più di meglio avrebbe potu-
tuno la propria chiesa. Ne fecero rive- to ideare un architetto di nazione e ri-
rente istanza, a nome de'soldati greci to greco. Diviso il sagrario dal resto della
detti stradioti (o stradiotti, cavalieggie- chiesa, sopra l'interno ahai e di quello fu
ri albanesi o delle circostanti provincie collocata un'immagine della B. Vergine
della Grecia, che servivano i veneziani celebre per molli miracoli. Inoltre vici-
quando la repubblica dominava in quel- no alle porte del santuario furono succes-
le regioni), al consiglio de* Dieci, e ne sivamente riposte le ss. Reliquie della
ottennero favorevole decieto a' i4 ot- vera Croce, una mano di s. Basilio Ma-
tobre i5i I, purché vi concorresse il be- gno proveniente daCostanlinopoli, un os-
neplacito della Sede apostolica. Implo- so di s. Quirico martire alessandrino, un
rarono perciò i greci l'autorità di Leone dito di s. Simeone Stilila, altro dis. Gio.
X, il quale col breve Pro parte vestra, Damasceno, un osso di s. Macario egizio
de' 3 giugno 5 4, presso l' Ughelli, Ita-
r
1
abbate, altro di s.Gio.Crisostomo,altro di
lia sacra, 3 1 , ed il Bull. Font,
l. 5, p. 1 1 s.Teodora imperatrice vedova, altro di s.
de Propaganda JIdc, Appendix, t. i, Teodora alessandrina solitaria penitente,
p. 1 4» statuii ut Graeci f^tnetiis Eccle- altra di s. Policarpo vescovo di Smirne e
292 V lì N VEN
martire, ed allre s. Reliquie, tulle porta- Iroci ingiurie contro il nome latino, ond
le dall'orieiile. Nella fabbi Ica s'impiega- Clemente Vll,giustanienle irrilato,rivocò15
rono 34 anni e si ville perfezionata nel le beneficenze del predecessore. Tuttociò
i5j3, avendo la confraternita sin dal non impedì la continuazione della liib-i

i527 eletto al cuinistero della chiesa un brica del tempio a spese de'greci orienta
sacerdote, assegnandogli per stipendio i li e de'residenti in Venezia, facendo spic-
proventi de'batlesimi e sposalizi. Crescen- care la sua liberalità il principe di Vaiac- ..

do poi il numero de' greci, né bastando chia. Di sua eleganza,Rodotà riporta il

alle loro spirituali urgenze un solo|sacer- la testimonianza del Diario Italico del

dole, nel 1 534 stabiPi il consiglio de'Die- p. Montfaucon Ecclesia parva est, ni
:

ci, che da Arsenio arcivescovo greco cat- tida, graeco more constructa veterern . . .

tolico di Malvasia nella Morea, caccialo morelli Ecclesiae olet, quod una soluiti
da'lurchi dalla sua sede, e allora abitan- liturgia quotidie celebralur. Accettato,
te in Venezia e di sana dottrina, fossero da'greci di Venezia il riferito decreto del
eletti d'accordo col vicario patriarcale 1542, io uno al rigore delle pene minac-
due sacerdoti greci cattolici, che servisse- ciate a'trasgressori, lo registrarono ue'li-
ro nella chiesa di s. Giorgio al culto divi- bri della confraternita di s. Nicolò. Con
no e alla cura dell'anime. Prima di tale quesl' alto solenne convenendo greci i

tempo essendosi sparso che alcuni della veneti in un medesimo sentimento, e


nazione greca parlassero ingiuriosamente palesata la comune volontà a Paolo IH,
de'dogmi cattolici, Papa Clemente VII d'esser cioè disposti ad ammettere eoa
per avviso del patriarca di Venezia Qui- cuore verace, ed esattamente osservare
rini, col breve Provisionis nostrae, de' le definizioni del concilio di Firenze,
26 maggio i526, presso l'Ughelli loc. di riconoscere la suprema autorità del
cil., sospese e ritirò da' greci la protezio- Pontefice romano, nel i549 impetraro-
ne della santa Sede loro accordata da no dalla Sede d'essere reintegrati de
s.

Leone X. Per cui il consiglio de'Dieci per privilegi concessida Leone X. Laoude
ovviare a' futuri disordini dell'inflessi- Paolo 111 col breve Dudurn postquani
bile durezza degli scismatici, e rimuove- de'22 giugno i549, Bull. cit. de Pro-
re le loro finzioni e ipocrisie, trovò op- pagandajìde, p. 32, commise al nunzio
portuno di stabilire 1' i i maggio 1 54^, di Venezia Giovanni Patrizi fiorentino
che sacerdoti greci eletti al governo del-
i e arcivescovo di Benevento, che presa
la chiesa di s. Giorgio dovessero esser pri- diligente informazione della verità delle
ma esaminati e riconosciuti per cattolici cose, dovesse con autorità pontificia con-
dal patriarca di Venezia, o dal nunzio a- fermare e rinnovare a'greci gli antichi
postolico, colla professione della fede privilegi accordati loro da Leone X. Di-
ortodossa nelle consuete forme. 11 Rodo- venuta la chiesa di s. Giorgio io florido
tà più gravemente rimprovera a' greci stalo e doviziosa d'utensili sagri, accioc-
di Venezia il loro contegno ingrato e ir- ché con maggior decoro fossero nelle
riverente verso la s. Sede, ad onta delle principali solennità celebrati divini mi- i

risoluzioni capitolari da loro falle nel steri, della cui pompa greci sono aman- i

i5i6 e nel 1527; poiché alcuni greci tissimi, si volle provvederla d'un vesco-
inquieti, agitati dallo spirito di vertigine, vo, non perché pretendesse acquistare !

osarono ribellarsi alla s. Sede, ed acceso il titolo di vescovato, né di stabilirvi sede


fuoco della discordia^ detestavano latini i vescovile, ma soltanto per facilitare al-
e que'ch'ei'auo a comunione;
lei uniti in tresì alla nazione il conseguimento degli
li perseguitavano con mordaci censure, e ordini sagri, altrimeuli avrebbero do
sparsero nel volgo molli fertili pieni di a- vuto l'ecat'si ia Roma a riceverli dal ve
VEN VEN 2():s

SCOTO ordinanle in s. Anastasio. Così la zellechedopbla perdila del regno diCaii-


s. Sede distinse i greci di Venezia, come dia erano venute in Venezia nel i57i,
quelli delle due Sicilie a cuiavea accor- per trovare sicuro asilo al virginale loro
dalo un vescovo per le sagre ordinazio- candore. A neh 6og con per-
tale effetto
ni, e per tener viva la maestà delle cere- messo del senato comprò un sufTicieute
niuiiie pontincali nelle principali feste, sito, v'innalzò un ristretto monastero, ove
lasciata lu ctna dell'anime a due sacer- le religiose vissero in rigida osservanza e
doti deputati. Fra'prelati a ciò destinali, perpetua clausura, non mai da esso uscen*
III il I
." nel I 557 Pacoinio vescovo greco do se non per intervenire alla chiesa di s.

diZaiite eCefalonia.In tal modo Venezia Giorgio alla partecipazione de'divioi mi-
divenne residenza di 4 vescovi : il nun- steri e per ricevere i sagramenli. Le mo-
zio apostolico, il patriarca di Venezia, il nache vi rimasero sino al 1829, ed il mo-
patriarca de'Iatini di Costantinopoli, il nastero che dicesi disegno di Treioigoano
vescovo greco, e dal i8o4 anche tlel- Tremignon, io parteè ora convertito in o-
l'armeno, tuttora esistente, come noto spizio di povere. Il vescovo greco, e in sua
nel §XVIII, n. 9. Indi Gabriele Scve- assenza il vicario, o uno de' cappellani,
10 o Seviro di iVlalvasia, già cappellano facevano la solenne ceremonia della loro
con cura d'anime nel iSyS in questa vestizione. Le rendite pel mantenimento
chiesa di s. Giorgio. Portatosi in Costan- del monastero si ritraevano da'capitali
tinopoli, fu ordinato arcivescovo di Fila- somministrati dalla pia generosità della
delfia dal patriarca Geremia nel iS'j'j. nazione , particolarmente da' cavalieri
invitalo dalla nazione dimorante in Ve- caad lotti. Erano governale con opportu-
nezia nel 1082 all'esercizio de' pontifi- ne leggi, e di fiequenle accoglievano
cali e delle sagre ordinazioni, ritenuto dalla Grecia altre nazionali, oltre quelle
il titolo abbandonò la sede di Filadelfia. che educavano e istruivano nella pietà.
A tale scella mollo contribuì il credilo II vescovo Severo portatosi in Lesina pe'

e l'opinione che godeva d'esser beo for- suoi alTari, ivi morì a'2 t oltobrei6i6.In
nito nella latina e greca erudizione. Po- questo i nazionali diedero la direzione
chi pari de^greciavea che potessero star- della chiesa greca e pure col titolo d'ar-
gli a fronte, avendo piìx d'ogni altro col- civescovo di Filadelfia, a Teofane Sena-
tivalo i suoi talenti collo studio delle lei- chi o Xenachi, soggetto dottissimo e
tere,onde pubblicò nel 600 1 il trattalo De di morigerata semplicità: la repubblica
Sacraincniis; nel i6o4 1' Apologia del lo provvide dello stipendio concesso al
culto esibito da'greci al pane e vino nella predecessore, e di più lo donò di una
messa, innanzi alla Transustanziazione ; croce d'oro del valore di 200 zecchini,
De particiilis a graeeis e uni Eucharistia da essere portata da successore a suc-
in honorem SS. offerri solids j De uso cessore.Lui defunto, nel i632 gli fu
Colyborum. Riccardo Simone nel 167 i sostituito Nicodenw Metaxà arcivesco-
stampò in Parigi la raccolta de'suoi opu- vo greco di Zaute e Cefalonia ; ma non
scoli con note. La confraternita di s. Ni- avendo potuto ottenere il titolo d'arcive-
colò lo costituì rettore e amministratore scovo di Filadelfia, ritenendo l' antico
della chiesa nazionale; ed il senato nel dopo 3 anni d'amministrazione ritornò
1 584
S''
assegnò d'annuo stipendio 1 80 alla sua diocesi. La confraternita con
ducuti d'oro, chiamati da' veneziani zec- nuova elezione nel i635 nominò Ata-
chini. Questo illustre preiato istituì io nasio Faleriano vescovo di Citerà o
vicinanza della chiesa di s. Giorgio un Cerigo col titolo d'arcivescovo di Fila-
monastero di monache greche sotto la delfia, di spirito vivace e di buon talen-
regola di s. i3asilio, e vi ricovrò le duu- to. Per decreto del senato fu dichiarato
6

294 V E N VEN
abbate del ricco monastero d'Angarato ad esempio degli antecessori Fu onora,10
nell'isola di Candia e la chiesa della ver- del titolo arcivescovile di Filadelfia in
I
{»ine Odigitria in Zanle, l'una e l'altra partibus j uomo fornito di lettere, d'e-
giuspalronato della repubblica. Neil 657 rudizione e di genio docile. L'ultimo de-
gli successe nel titolo e nel governo Me- gli arcivescovi di Filadelfia residenziale
lezio Cortacì'o di Retimo, il quale di- in Venezia, che amministrassero questa
mostrò distinta inclinazione e dispensò chiesa greca fu M
elezio Tipaldo di Ce-
favori a que' che aveano fiitto la carrie- falonìa, eletto dalla nazione nel i685,
ra degli sludi nel Collegio greco di Ro- cui avea dato saggio di sue virtìi nelle
ma. La repubblica a lui accordò, in luogo pubbliche concioni recitale nella stessa
dell'annuale pensione dei zecchini i8o, chiesa; che governò per 28 anni con ze-
il frutto a vita tlell'abbazia di s. Giovanni lo pastorale in uno alla cura dell'anime.
de'Moraiti in Can dia, ch'era di oltre 3o 1 La regolarità de' costumi, la saviezza
zecchini annui. Governò 20 anni e morì nelle più ardue deliberazioni, l'erudizio-
nel 677. La nazione pose allora gli occhi
1 ne sagra e profana, e l'amore del vero lo

sopra Mclodio Moroni Moronio, cido- resero oggetto della comune ammira-
niescjsbalzalo dalla sede palriarcalediCo- zione. Ammesso all'esercizio de'pontifi-
stantìnopoli dal sidtano, mentre menava cali, divenne il modello de' prelati, ne
vita privata in Venezia. A suo tempo e si vedeva fra' greci un ecclesiiislico più
dopo la sua morte, trovo nel Bull. cit. esemplare. Soddisfece piìi lardi a'dove-
de Propaganda fide, a p. 3o6 e 807, ri con Papa Clemente XI, e fu consagra-
due brevi d'iimocenzo XI. Il i.° Mole- to con pompa solenne nella stessa chie-
stimi sìipra, de'28 maggio 1678, diret- sa di s. Giorgio. L'arcivescovo Tipaldo
to: Dileclis Filiis Nohilibus vìris Du- confermando ogni giorno col proprio
ci, Venetiarwn, In grae-
et Reipublicae zelo l'idea vantaggiosa, che il Papa avea
cos Venetiis degentes, qui sibi schisma- di sua virtù, applicato alla riforma de-
iicum Episcopiini praesuniunt assume' gli abusi introdotti in questa chiesa dal
re, ut in ecclesia s. Georgii episcopali coiso del tempo, vi soddisfece con mol-
munere fuugantur. Inde Ponti/ex nobi- ta edificazione e felice esito. Restituì al-

lem Reip. Ducem ìiortatur, utniagistra- la religione cattolica molti di que'che se


tuni laicuin a blasphemia nuncupatum, n'erano allontanati. Impiegò la sua ope-

cid nulla in spiritualia potest auctori- ra per fare ristabilire dal pubblicogoser-
tas competere, re\>ocet. Il 2.° Acceplo no rigorose pene contro gli scismatici,
Nuntio de obitupseudo Episcopi, de' 1 se vi sì fossero intrusi. Ottenne che gli

settembre 1679, diretto: Venerabili Fra- ordini pubblicati pel buon regolamento
tri Aloysio Palriarchae Fenetiaruni. della chiesa greca, fossero confermati nel
Cum viam wiiversae carnis sit ingres- 1708 da! senato a'a gennaio, e dal con-
sus pseudo Epicopus, qui Fenetiis grae- glio de'Dieci a' 18. Di più, a togliere a'

cis schismalìci praeerat, virililer con- sacerdoti scismatici ogni remota speran*
tendi t Pontifex. ne alcer illi sdiismali- za d' essere ammessi all'esercizio delle
CHS siiJJJciatur. Metodio morendo nel sagre ceremonie, prescrisse che i cappel-
1679, lasciò mollo denaro raccolto nel- lani fossero inabili a concorrere, se non
la dignità patriarcale, da distribuirsi a' fossero approvati cattolici dal nunzio a-
greci piìi bisognosi, ed un valore consi- poslolico o dal patriarca di Venezia, o
derabile di gioie. JNel medesimo 1679 fu da' loro vicari, di che ne dovevano pre-
assunto al governo della chiesa di s. sentar fede allo slesso tribunale. Ed af-
Giorgio, Gerasimo Blaco, crelense, sa- finchè questa disposizione non si rendes-
cerdote cappellano della taedesiiua, che se mai vana incaricò lo zelo de'capi sue-
VEN VEN 295
cessoti (rinvigilnre con tutto lo studio, et Brevìa (questa data conferma, che
acciocché i'eleUo alla cura della chiesa, sono errale quelle di Corner e di Rodo-
se co' rei senti uieiili risvegliasse lo sci- tà che fanno morto nel 1718 l'arcive-

«rna, ne fììsse rimosso e surrogalo altro scovo Ti pai do, per cui le corressi, men-
fornito de'prescrittr requisiti. Alla fine tre è certo che ciò avvenne nel 1713,
carico t!i meriti pel glorioso governo, anche secondo registri mortuarii della
i

consumato dalle fatiche, nel lyiS fu chiesa di s. Giorgio); e fu secondato dille


da Dio chi;iaiato all'eterna retribuzione rette intenzioni del governo veneto,il qua-
de'giusti. Gli onori a lui resi dopo morto, le istruito de' tiotabili raaftcaraenti d'alcu-
corrisposero alla veneraiione eh' erasi ni nazionali, tosto li bandi dalla chiesa.
guadagnala nel decorso della vita. I suoi Per impedire il germoglio di nuovi abusi
funerali celebrati nella chiesa di S.Giorgio volle la signoria veneta fino dal 1751,
ebbero tutta la pompa e maestà. Recitò che la chiesa dis. Giorgio fosse governata
l'elogio a suo onore il conte A'ntonio Gi- da un sacerdote col titolo di Vicario,
rolamo Landò nobile candiotto. La san- sinché si presentasse opportuna occasione
tità de'costumi, e l'ardente zelo pel bene di provvederladi degno prelato. Le qua-

della religione, furono i due argomenti lità di cui dovea esser fornito, furono pre-
che oiTrirono al facondo oratore vastissi- scritte dal consiglio de'Dieci. Primiera-

mo campo da celebrarle sue azioni. L'e- mente, dover egli essere notoriamente
logio più nobile è quello, che formò di cattolico; e mancando la notorietà, a-
lui il gran l^apa Clemeute XI, allorché vesse giurata la professione del Sim-
col breve Trìstad non parwn, presso boloapostolico edelle definizioni del con-
CLemeatis Xf, EpUlolae Brevia se- et cilio Fiorentino. In 1." luogo, cheesatla-
lecliora, p. i84'ij in data i3 maggio mente dirigesse gli alF.iri ecclesiastici del-

1713, si dolse colla serenissima repub- la chiesa. Di vantaggio, che oltre al pa-
blica della morte di si degno prelato. triarca, nunzio apostolico e loro vicari,
Bramava Clemente XI che gli si das- potesse anch'egli esaminare e approvare,
se un successore, il quale camminas- eoo attestato giurato da presentarsi a
se dietro le sue vestigie, e non lasciò detto consiglio, la cattolicità de'cappella-
di eccitarne il religioso zelo della repub- ni. Finalmente, dover esser sua cura e
blica. Non essendo stato eletto veruo pensiere,che da questi siano amministra-
altro, ne avvenne che corsi appena 3 an- ti i sagramenti, ed esercitare le funzioni

ni dalla morte di lui, restata la chiesa di secondo il rito e costituzioni approvate.


s. Giorgio sotto la direzione de* sacerdoti In seguito d'un decreto si plausibile, nel
greci, eletti amovibili a beneplacito del- 1751 fu eletto in vicario l'ab, IMuazzo, e
la confraternita di s. Nicolò che ne posse- dopo la morte di lui nel 758 Milia. Am- 1

deva il padronato, si rallentò il vigore bedue fecero le prove nelle mani del pa-
dell'ecclesiastica disciplina. Il patriarca triarca diVeaezia,e adempirono alle prov-
Pietro Barbarigo pieno di zelo estirpò vide leggi prescritte dal pubblico gover-
gli abusici disordini, che l'aveano de' no. Frattanto la greca nazione riandando
formata, rimise in piedi regolamen- i savi colla memoria la maestà delle funzioni
ti per cui avea prima fiorito, ed intimò pontificali, della cui pompa risplendeva
a tutti di doversi onninamente conforma- una volta la sua chiesa, e del cui grato
re a'suoi decreti, sotto pena di soggiace- aspetto n'era stata priva 49 ai"', non
re a gravi castighi. Per le quali cose me- senza grave e universale cordoglio, risve-
ritò il sovrano gradimento di demento gliossi in lei il pensiero nel 1 762 di resti-
XI, col breve Nihilprofeclo i5
est^ de' tuirle l'antico decoro, ed eleggere nuovo
lujjlio 1718, loc. cit. p. aSoo, Epistolae vescovo. Avendo iucara minato le pre-
ayG V E N V E N
mure, non si bramato e oom-
è veduto il nel i844- Che nel secolo occupate XV
pitito effetto fino a questo tempo in cui dall'armi ottomane la capitale dell' im-
scriviamo, dice ilRodotà.Egli non conob- pero d'oriente, non che le provincie vi-
be seguenti brevi che ricorderò
i io, beo- cine a quella, ne'primi del secolo seguen-
cliè il 3.° tomo di sua pregievolissima te Selim I invase anche l'Epiro e il [Pelo-

opera, che contiene il riportalo, fu im- ponneso. I popoli abbattuti e oppressi,


presso nel 1763. Leggo nel Bull. Rom. fecero risolvere molti di loro ad abban-
cont.y t. 2, p. 224
225, questi duee donare beni, case, chiese, patria, fuggen-
brevi di Clemente XIII. Ecsi Fenerabi- do in molti porli d'Italia, dove furono
lix Frater,dei'j febbraio 1762, diret- accolti con cristiana carità. Le cillà di
to al patriarca di Venezia Giovanni Bra- Venezia, Ancona, Livorno, anzi la Corsi-
gadino: Qnod ad regendntn ecclesiam Toscana, le due Sicilie Me furono
ca, la
s. Georgei Venetiarum Episcnpus e.le- ingombre, non essendo minore d' mi
ctiis fuerit a graecis extra Ecclesiam 100,000 greci il numero che di quelli
Catholicam ordinatus, vehementer con- cercarono un asilo Forse d'un
in Italia.
fj neri tur cum Patriarcha V^eneliarum, tanto numero oggi non esiste la metà,
eumque rogai ut hujusmodi electioni perchè tante famiglie si estinsero, perchè
prò viribus obsislat. L'altro breve, Ad molli emigrarono, perchè molti passaro-
assiduos moerores, dello stesso giorno, no al rito latino. In quanto a'greci della
diretto al doge e repubblica di Venezia : cillà di Venezia basii dare di loro un
De eodeni argumento agit cum Duce cenno col dire, che vi giunsero mendici
et Senatn reipublicae Venetae, eorum- ( veramente non lutti, poiché tra loro e-
que religionem provocai ad impedien- ranvi de'mercanli e altre persone qualifi-
durn schisma a graecis cathollcis mini- cate cui riuscì salvare qualche cosa nel-
talum. II solo i,° breve viene riportato l'emigrazione), vi furono accolti, vi ot-
dal Bull, de Propaganda fide^ t, 4) p- l£nneio sicurezza e protezione. I Papi
54. Inoltre nel Bull. Rom. cont., t. a, loro diedero (cioè permisero l'edificazio-
p. 334 «433, trovo questi altri due bre- ne) la chiesa nazionale di s. Giorgio, l'in-

vi. Ubi primum, de'22 gennaio 1763: dipendenza dall' ordinario, la facoltà di
Cum Duce atqne Veneta rcipubliea scegliersi un parroco, che loro ammi-
grai'iter condolei de schismaticoEpisco- nistrasse i sagramenti nel proprio rito.

pò graeci rilus in ecclesia s. Georgeiin- « Non furono essi d'animo ben fallo e gra-
truso, monetque ut statini eiiciatur ad to a tanti beneficii. Basti il dire, che chia-
majores scandalos vitandos. L'altro bre- marono dal Levante un vescovo scisma-
ve è Saepe antea, de'3 1 dicembre 1 763; tico, che di loro prendesse il regime, e
Novas Duci, et Venetae reipublicae ciò avvenne da quasi due secoli io qua
quaerelas dirigil, quod nondnni eX' (questa proposizione è inesatta, secondo
pulerint ab ecclesia s. Georgei schisma- la storia riportata). De' greci stanziati
ticum Episcopum, iterumque horialur, in Venezia da una lunga serie di anni
ut catholicae religioni consulani, ncque più non si trova fatta menzione, la qual
sinant, apostolicam Sedem ad suam in- cosa fa supporre, che più non vi esistano,
terponendam auctoritateni compelli. che siano altrove emigrati, o diesi sia-
Ambo questi brevi si trovano pure nel no dichiarati scismatici. E' certo che nel
citato Bull, de Propaganda fide, l. 4> 1780 vi fu eletto da essi, e dovea esservi
p. 72 e 81. Imparo dalle iVb/z"z;e Ó7rt^i- istallato, un arcivescovo scismatico di
stiche delle Missioni dì tutto il mondo Zaiile ad istanza d'un tal Papasso venu-
dipendenti dalla s. congregazione de toda Pietrobiugo, in quella chiesa me-
Propaganda ^de, co' suoi tipi impresse desima che aveano ricevuto da'Papi (al-
V E N V E iV 297
tia inesntlerza), quando i delli greci ti la con iscansabileiliftitlo d'euritmia. En-
approtlaroiio dal Levante." Rilornanclo tro al i." ingresso s'incontra un vestibo-
n! Corner, oi'islruisce che contiguo alla lo, che sostiene una tribuna a cui simon-
chieì^a di s. Giorgio fu eretto per pio le- ia per due scalette l'una dirimpetto al-
galo di Tommaso Flangini mercante di l'altra, le quali precedono il detto vesti-
i-orlu, ojorto nel 1648, un collegio per bolo. Vi si raccolgono donne per la
le

l'educazione di giovani greci, avendovi il recita di loro preci. Le pareti de' due
pio fondatore destinatesuflìcienti rendite lati maggiori vengono sontuosamente de-
per il loro alimento, e per la mercede di corate dall'ornalissime finestre e da al-
due maestri. Per la redenzione [nire degli cuni quadri coloriti disposti ne' campi
schiavi greci e per la collocazione in ma- intermedii. Magnifica è la facciata prin-

trimonio di vergini della stessa nazione, cipale, composta di 3 ordini, e le pila-

assegnò il pietoso testatore ricchi annui strate di ciascuno vi figurano vantaggio-


legali, e comandò che i sacerdoti greci samente : superba è la porla, nobilissi-
dovessero ogni anno nel giorno festi- me le non senza ridondanza
nicchie,
vo di s. Atanasio portarsi alla chiesa di d' ornamenti. Legano a meraviglia col
s. Croce della Giudecca per venerarvi il prospetto principale due di fianco, ini

corpo del s. Patriarca, che ivi riposa, e cui regna una bella semplicità unita a
cantarvi solennemente i vesperi secondo molta ricchezza, con piacevole sensazio-
il rito della chiesa orientale. Nel locale ne pegli oggetti che latito piti vi Irion-
vi è una biblioteca, con parecchi codici fìjuo. Tutta la fabbrica è murata di pie-

greci. Dice ilMoschini: La cliiesa de' Ira d'Istria, e sembra piuttosto unorna-
greci architettata dal Sansovino ( do- tissimo castello che un tempio. In tal
vea dire da Sanie Lombardo), con ele- produzione Sansovino (Lond^ardo) su-
ganza, ricchezza e solidità, ha contiguo il però se stesso, toccò l'apice della venu-
collegio greco, detto Flaiìgiiii dal cogno- stà, l'esecuzione essendo d'una rara bel-

me del suo istitutore. E il Dizionario lezza.

geografico veneto aggiunge, essere se- I o. Oratorio della ss. Trinità, detto
condo il rito greco, con ornalissima por- Scuola Maggiore, sulle Zattere. Tale
ta dorica, tanto di dentro che di fuori scuola già era de' confratelli delle scuole
la fregiano alcuni buoni musaici. 11 eh. della Dottrina cristiana sparse nelle va-
Antonio Diedo della chiesa di s. Gior- rie chiese di Venezia.
gio pubblicò illustrate 6 tavole nella
classica opera Le Fabbriche di Fenc- § XIV. Escursione per Venezia e site
zia. Ripete, erroneamente, al Sansovi- vie pubbliche.Descrizione del Canal
no l'elogio del Temanza Pare piutto-
: Grande, delle Dogane, del Ponte di
sto architettata da un greco che da un Rialto e sue Fabbriche j de' Fonda-
latino artefice. Questi n'ebbe 1' incarico chi de' Tedeschi e de' Inarchi: di'
nel i532. La pianta presenta un lungo principali passeggi e Giardini pub-
rettangolo cinto da grossa muraglia, ed blici j dell' Arsenale j- de'^ maggio-
avente nel centro l'elegantissima cupola, rialberghi j del Ghetto; delle prin-
la quale divide il tempio in 3 comparti, cipali strade; de' palazzi Corner^
correggendone la lunghezza. Se essa ap- Contarini dagli Scrigni Pisani, Spi- ,

parisce nel mezzo dell' edilìzio veduta al nelli-Comari, G rimani a s. Luca,


di fuori, tale non risulta al di dentro, Farsetti ora residenza del 3Iunici-
per le 3 cappelle di fronte cavale dal plo, Camerlenghi, Cà d'Oro, Corner
corpo della chiesa, che rendono disegua- della Regina, Fendraniin-Calergi
1) fra loro i lati fiaucheggiauti la cupo- ora della duchessa di Berry, Sa-
-

298 V E N VEN
torgitnt/o ora del duca di Modena, e civilmente in 6 parti o sestieri. Da
Mocciiigo-Cornaro, Trevisan-Cap- principio le strade non si chiamarono
pello. Gli inani a s. Ilaria Formosa, cali o calli e rughe, ma bensì funda-
Conlari ni a s. Luca, eZanobrio. No- rnentnni, ch'equivale appunto a quella
tizie di circa altri sessanta palazzi. via, la quale stendendosi fra il canale e le
Raccolte e collezioni di pitture scul' , case dicesi anche presentemente fonda'
ture, antichità, libri e stampe, odier- menta. Neil' infanzia di Venezia le sue
ìie e non piìc esistenti. Ricordi di chie- strade di tratto in tratto avea dirimpet-
se, pubblici uffìzi e stabilimenti al- to all' abitazione il Jiinctorio, cioè il luO'
trove descritti. go dello sbarco, venendo questo nome
da fungere, che nel Ialino de'bassi lem-
I. Condotto gondola o a piedi per
in pi suonava arrivare. Attaccata poi al
Djano Fenezia del repufa-
dall' articolo junctorio stava la gradata, ed era una
I issi tuo Nuovo Dizionario geografico- specie di scala con gradini di legno, per
storico ivi iojpresso; fiancheggiato dal cui nelle basse maree dalla barca si mou-
Moschini colla Nuova Guida per Vene- tava in terra, di maniera che i\ juncto-
zia, e dall' opci-a Le Fabbriche e i Mo- rio e la gradata formavano uniti quel-
numenti cospicui di Fenezia, non che la coslruttura, che più brevemente e con
da alili che nominerò alla sua volta, un solo vocabolo a[)pellasi oggidì riva.
intraprendo l'escursione per la mera- JVè più lusso vi aveva ne' ponti; spessi
vigliosa città.Di quando in quando mi di necessità,perchè servivano a congiun-
fermerò alquanto a descrivere più o gere un' isoletta con 1' altra, erano però
meno in breve, quanto ancora mi re- di legno, rozzi totalmente, piani e con
sta a dire del suo più splendido mate- breve arco, addossata essendo a' con vi-
riale e formale. Mi è noto senza cono- cura del loro mantenimento. In-
cidi la
scerlo un libro del p. Coronelii cosmo- cominciarono alcune strade ad avere un
grafo della repubblica intitolato: Guida pavimento di mattoni posti in piano ed
de' forestieri
per passeggiare la città in taglio aWii metà del XIII secolo; mol-
di Fenezia in gondola e per terra. Ri- to più tardi, cioè alla fine del XV, fu-
corderò, secondo la posizione topografi- rono fabbricati alcuni ponti di pietra;
ca, una buona parie dell'imponente com- ma veramente non si videro le strade
plesso del già descritto ne' precedenti e tulle selciate di macigni, né fatti i ponti
propri §§, che per l'ordine numerico di pietra se non nel XVII secolo, e ad
agevole n'è il riscontro. Dissi nel princi- onta di questo, Venezia avea progressi-
pio di quest' articolo che Venezia è for- vamente prosperato, ed erasi ingrandita.
mata da 120 isolette (cui fan corona l'iso- Atlendevasi quindi, oltre che ad ammat-
le ilella Laguna, delle quali ragiono §
nel tonare alcune vie, le quali per esser le
XVlll) disgiunte da infiniti canali e in- prime selciate conservarono il nome di
sieme unite da 4o8 ponti circa, per cui le Salizzada, e ad interrare specialmente
strade principali sono gli stessi canali col- le piscine, poiché per 1' aumentato po-
le loro tortuosità ; onde non potendosi polo era divenuto meno il terreno, ser-
descriveie regolarmente, a darne un* i- bando però sempre le piscine l* antica
dea conviene balzar da un luogo all' al- loro denominazione; e case e fondachi e
tro dove ne chiamano gli oggetti più botteghe a dismisura fabbricandosi in-
ragguardevoli e di maggior importanza. tanto, ed abbreviandosi per questo ognor
Notai eziandio che tali isolette si divi- più lo spazio, vennero a formarsi a poco
dono due grandi gruppi, denominati
in a poco quell' infinite strade, più giusta
di qua dell' acqua, e di là dell' acquei^ stuiueute viottoli, che si chiamarouo cale
V EN V EN 299
e cnlesele. Quando la strada alquanlosi slo canale un'opera appesila, accom-
allargava, ed a'fianchi avea degli ordini pagnata da Go tavole inlngliate in rame,
lunghi di bolleghe, con voce barbara e e fu buon consiglio, che gli oggetti sulle
derivante dalla gallica r//e, dicevasi rih tue sponde schierati meritavano un'at-
ga. RIollipIicate e rese anguste le strade, tenzione tutta particolare. A partire dallt»
anche pel narrato superiormente, richia- Piazzetta di Marco, imboccasi il Ca-
s.

marono il provvedimento dell'illnmina- nal grande, volgarmente chiamato Ca-


zione notturna, di che pure nel § XVI, nalaczOj tra la punta della Dogana e
n. I. Da tali piccoli sentieri, afracciandosi r antica Accademia di pittura, poi resi-
degli anipii spazii, eh' erano gli antichi denza della Sanità marittima, prossima
campi erbifeii, giìi pascoli di bovi e di a' giardini del Pidazzo Uegio, e segui-
fecondissime [lecore, fiu'ono detti campi tando a percorrerlo in tal direzione, vie-
e piazze. Appiodando dunque alla Piaz- ne ad artinzialmcnte formarsi una sini-
zetta (li s. Marco, che foriiia un brac- stra del canale dalla parte di quella, ed
cio e si unisce alla vasta piazza omoni- una destra dalla parte di questi, che gio-
oa, sembra che ne aprano l' ingresso veranno a descriverlo. La sua lunghezza
due colossali Colonne, lutto nel § l de- a sinistra è di circa metri 3, 800, a destra
scritto. S'incontra ulla destra il sontuoso di metri circa 3,700, cosicché prendendo
e pubblico PalazzoDncale, la Biblioteca il suo corso mediano, ha di lunghezza
Marciana e suo Museo. Alla sinistra ti circa metri 3,7 5o, Varia d'assai n' è la

elevano gli edifizi della Zecca e «Iella larghezza, la (piale presso il ponte di Uial-

Biblioteca vecchia. Di tutto ne' §§ 11 e to si limila a circa metri 4o, e ne' siti
111 ragionai. Passando alla Piazza mag- più ampii estendasi a metri 70. Giralo
giore di s. Marco, trovasi cinta di ma- a barca scoperta olire uno spettacolo del
gnifici edifizi : tali sono il Campanile e tutto nuovo e sorprendente. Meritano ri-

la Loggia che gli sta a' piedi, i Pili pé* cordarsi i luoghi })rincipali. A sinistra
Stendardi, le Proriiratie Nuove oia Pa- dunque principia d Canala/zo coWaDogn-
lazzo Regio, le Procnratie f^ecchie, la nada I\Iare,&o\\(\o e magnifico edifizio,
Torre dell' Orologio, la facciata della lutto coperto di risentito bugriato, con
soppressa chiesa di s. Basso. Nel § IV di molto etìelto adattato al sito che occupa,
ciascuno tenni proposilo. In sì incante- per opera dell'architetto Giuseppe Beno-
vole piazza, punto centrale della città ni che l'eresse nel 1676. L'adorna uà

per la fiequenza della moltitudine, però beli*ordine dorico, e l'incorona un glo-


primeggia la Basilica Patriarcale di s. bo grandioso di metallo dorato sostenuto
Marco Evangelista, compìeiio di mera- da due Atlanti, cui sovrasta il simulacro
viglie, col contiguo Tesoro dì s. Marco. della volubile Fortuna, che si aggira a se-
Impiegai i G§ V e VI trattandone. Stac- conda del vento predouìinante. Annessi
candosi dalia Piazza di s. Marco, non del sono grandiosi magazzini per la conserva-
lutto se ne abbia rammarico, poiché zione del sale (del quale riparlo in tìnedel
vuoisi passare in altro campo uou meno n.23 del §KV1I1), eretti questi nel XIV
copioso d' edifizi sorprendenti, e alcuni secolo. Sentenzia Moschini: fabbrica che
contenenti oggetti rari e preziosi, il Ca- se mantiene il gusto del tristo tempo che
nal Grande o Maggiore, E' questo per fu fatta, è tuttavia da lodare poiché n'é
Venezia la sua via maggiore, il nobile pittoresco 1'
effetto da qualunque parte
suo Corso, dove tulli au)anoaver alber- si osservi. In è compresa tra Lq
fatti
go, dove tutti corrono a pascere la vista Fabbriche di Venezia, colla tavola del
delle più singolari ed eccellenti opere del- prospetto e le illustrazioni de'chiarissinii

l'architeltuia. Il cb. Quadri diedesu que- Selva e Zanolto. Questa dogaoa da vari
3oo YEN VE ?f

set;(»li quivi esisteva, i cui fondamenli e gio Cornai'o figlio di Jacopo pcocuralow'
(le'inagnzziiii oomiiiciaionr) a costruirsi re dis. Marco con un'aria di maestà e
liti gentiiiio I 3 I
3, quando si uobiiìlò e grandezza da colpire chiun(|ue, e farsi
nlihelli Cdir odierno edifizio. >opra le 3 pienamente perdonare le ivnperfezioni da
loiji^e nel mezzo sori»e il dado a guisa di lui rilevate. Inoltre rimarca il simmetri-
torre, sul cui attico sono "li Atlanti, e nel- co atrio: la comodità, che consiste nella
la citila de' 4 angoli della torre doveansi savia e giudiziosa applicazione de' luo-
collocare 4 statue <li deità o noostri ma- ghi pe' vari usi dell'amplissimo palazzo,
rini o Tritoni, per indicare ci»' è la Do- destinato alla residenza d'una veramente
gana da mare. Tanto due Alianti che i nobile e cospicua famiglia; la pianta nao*
la statua della Fortuna, si eseguirono dello. Io spaccato grandioso; l'elegan-
dal cav. Bernardo Falconi. Quasi dirim- tissima nicchia che elevasi sulla cisterna
petto a destra tiel canale, giace un mae- in faccia all' ingresso d'acqua, la statua,
stoso palazzo dello stile del medio evo, la vasca. In breve : è questa un' ope-
spettante alla famiglia Giustiniani, ed ra attestatrice non meno il raro talento
uia grande albergo dell' Europa. Tor- dell' architetto, che il genio signorile del-
nando sulla sinistra, si vede il magnifi- l' illustre suo fondatore. Nel 1817 uno
co tempio di s. M.rn'n della Salute, di spaventoso incendio minacciò la quasi to-
CUI nel § X,
65, al presente del semi-
n. tale distruzione di sì superbo edilizio. Non
nario patriarcale, che occupa il contiguo si potè impedire il saccheggio e il gua-
nobile edilizio. Incuntransi quindi alla sto delle piìi preziose suppellettili, conse-
tiestra del canale, il palazzo Barozzi, ora guenza quasi inevitabile disiatili luttuo-
Treves, architettato dal Longhena, poi se sciagure. Mercè le provvide cure del
il bellissimo palazzo Contarini Fasan ;
governo, animate dalla sollecitudine del
indi quello dei Fini, d* architettura di governatore conte di Goess, non resta
Andrea Tiemignou. Quindi il già Pa- traccia dell' infortunio. Più innanzi tro-
lazzo Corner della Cà grande, a s. vasi il palazzo Cavalli, d'architettura del
Rlaurizio, grande, ricco, magnifico ed medio evo. in faccia a questi sulla sini-
eleganfe, eretto nell'anno loSa, dal- stra viene prima il magnifico palazzo
l' architetto Jacopo Sansovino, colla fac- Dario, incrostalo di fini marmi e con bei
ciata in 3 ordini, dorico bugnato, ionico profili nella cornice,d'uu'architettura del-

e composilo. Per capacità, ricchezza di la maniera e dell'epoca de' Lombardi,


pietra, struttura e simmetria, è uno de' che mostra il gusto de'terapi vicini al ri-
migliori della città. Di presente serve di sorgimento dell'architettura migliore.
residenza Luogotenenza, essendo
all'i, r. Segue il palazzo pur magnifico Venier,
stata traslocata nel palazzo Loredan, co- la cui famiglia soltanto l'incominciò col
me dirò nel n. 6 del presente §, la regia basamento; indi il palazzo Da Mula.
Delegazione provinciale che vi avea stan- Poscia il palazzo Angarani o Manzo-
za. Nientemeno che Le Fabbriche di ni, che si avvicina al gusto del palaz-
l' eiiezia olirono q tavole di questo gi- zo Dario, fa strada all' Accademia del-
gantesco palazzo Cornalo sul Canal gran- le Belle Arti, di cui nel § X, n. 11,
ile, con r illustrazione del Diedo. Questi già scuola grande della Carità e mona-
lo qualifica una delle 4p'ùsouluose moli stero de' canonici regolari di s. Agostino.
di privala proprietà che adornano que- A questo punto fu eretto ora un ponte
sto canale, e una fabbrica che primeggia di ferro che traversa il canale dal cam-
Ira le più signorili che sorgono sulle ve- po di s. Vitale a quello della Carità.
nete acque, magnifica nell'insiecue, no- Continuando a percorrere il Canal mag-
bile uelle parli, fatta innalzare da Gior- giore, poco più innanzi di tal regia Ac-
VE re V EN So e

radcinici e sulla ilcslta soigc il paiarr.o IK), colla facciata in 4 ordini. Prospetta-
Giustiniani Lulin aichitelloto da Lon> no a questi, 2 palazzi d'architetluia del
ghena, suggiorno già elei medico illustre medio evo spettanti alla famiglia Giusli-
e lelleialo Francesco Aglietti, eil ove niani, e vi fa seguilo il Palazzo Fosca-
formò una i accolla d'elette stampe anti* r/.Tale edifi/io di steruiinata nioie, gran-
che e moderne, d'originali tlisegni d'insi- dioso e di architettura tielta tedesca,
gni maestri, e di IiIjii ben a lui conve* fu molto slimato e lodato dallo storico
nienti. Dello slesso Longbena è il palaz- Sansovino con tale qualifica. Eretto sul
zo liezzonico di gran mole, colla fcicciata declinar del secolo XV, sembra opera
in 3 ordini, r ullinio aggiunto itall'altro di Mastro Bartolomeo, ed in esso sole-
arcliiletlo Giorgio JMassarì. Questo tdi- va la repubblica veneta albergare i ^o-
fjzio s'incontra alla sinistra subito dopo il vrani che visitavano la cillà. Imperoc-
Palazzo Conlariìù dagli Scrigni, a' »s. ché situato nel cantonale del rio di s.
Gervasio eProtasio,clie si tiene arcliitella- Paiilaleone, scuopie nello svolgere del
to dalloScamozziin3ordini anche questo, Canal grande, dalla sinistra finoaRialto,

rustico, ionico, corintio, edilizio di inulta dalla destra fino alla Carità. Laonde per
eleganza, di rorn)a ben composta e rego- lasua singolarità di posizione nel i5j^
lare. Le Fabbriche di Fintzia ne pub- fu scello per cosuara e nobil veduta a
blicarono il prospetto, colle dichiaraziini condegna abitazione del re di Plancia
delDiedo, cioè che maestà e l'eleganza
la Enrico 111. Le Fabbriche di Venezia ne
vi spiccano egualmente. 11 pianterreno presentano la facciata, colla descrizione
offre cerl'aria di singolarità che lo toglie del celebre Cicoguara. Lo dice magnifi-
dal comune e v'imprime un misto di co e già de'Giustiniani.da'quali nel 4'^^ 1

leggiadria e robustezza. Pegli altri pregi rjiC(|uistò il senato, che ne fece dono al
che descrive, conclude che questo paluz- marchese diMantova; ma ritornalo alla
to non solo può sostenere il confronto de* signoria, questa lo vendè al principe Fo-
tanti bellissimi che si specchiano in que- scari. iNola, che la bellezza del luogo ove
st'acque, ma ha ancora un giusto diritto è posto, e la grandiosità della mole lo
alla primazia. 11 palazzo Grassi, ora del costituii ono fra' più insigni di Venezia;
baione de'Siua, alla destra, presso s. Sa- e lo sarebbe forse ancora per alcuni se-
muele,è disegno delMassari. Fu compreso coli, se, nido a'gufi e alle notturne strigi
anche questo nella terza edizione della e vuoto d' abitatori, non fosse esposto a
più volle citala opera delle tenete Fab- crollare più per abbandono the per ve-
briche, in due lavole, illustrate dal eh. tustà. L' aggiunto 3." orditie nobile, lo
Zanotto. CoWaNuoK'issiina Guida ù\ que- fa superbamente torreggiare sull'altre
sti aggiungerò. Io Ire ordini, rustico, io- fabbriche circostatiti, per maestose che
nico e corintio, è grandioso nelle pio- sieuo. Si deve al Foscari, perchè non pa-
porzioni, non che magnifico. L' interno resse più della casaGiusliniani, della qua-
vestibolo è maestoso per colonne, per le sono i ricoidali vicini suoi palazzi con-
pogginoli, ed alln ornamenti nobilissimi. simili nello stile, però più bassi d'un or-
La una scena incantevole,
scala presenta dine, com' era questo. Il Cicoguara im-
per ogni maniera di ornameoli figurati pugnò r abusivo nome di gotico o tede-
ed ornamentali, con pitture e sculture. sco dato a lutti gli edilizi di vecchia da-
La distribuzione de' piani, il lusso de'fie- ta, il cui stile non sia greco o romano.
gi e sfarzo de' materiali, spirano da
lo Sostiene che in Venezia appena molto
ogni parte magnificenza. Viene poi dalla tardi trapelò il gusto tedesco, dopoché
stessa parte il palazzo Moro-Lin, archi- era slato diffuso per tutta l' Italia più
lellura d» ^ Sebastiano Mazzoni fioreali- nordica: ivi essere tulio di gusto oricn-
3o2 V EN VEN
tale, bizantino o aialjo, e che nulla di pinto dal Tinloretto nella sala massima
assolnlainenle gotico si può riconoscere del palazzo ducale; modello tanto più
a Venezia fuorché l'abusiva tlenomina- prezioso che di mano
del grande artista,
7.ione. Ristaurato questo palazzo nel 1
847 non patì, come quadto, danni della
il i

(lestinavasi dal municipio a sede delle restaurazione. Così sullodalo veneto


i I

; ma sorvenulo il malau-
scuole tecniche Dizionario. Ma il eh. Moschini nomina
gurato anno 1848, fu poscia destinato 3 soli palazzi Mocenigo, dicendoli di buon
a caserma militare, a cui tuttavia ser- disegno; mentre il4.°l>as8Ò in proprietà
ve. Piegando in questo punto il Ca- de'Charmet. Un altro poi ricorda presso
nal grande verso Tesi, tiene pure alla s. Polo e già Cornare, architettato eoa

sinistra il palazzo Balbi, eretto in 3 or- molto ingegno del Sanmicheli, che lo fe-
dini dall'architetto Alessandro Vitto- ce apparire regolare ad onta di sua pianta
rianell'anno i582, edifìzio magnifico e irregolarissiina. Dirimpetto alla sinistra
opera grandiosa, se non che fi» deside- del Caiialazzo è Palazzo Pisani a s.
il

rare alquanto maggiore castigatezza ne- Polo, d'architettura della i.* metà del
gli ornamenti. Di qui i principi sole- secolo XV, della maniera tedesca, in
vano vedere le regale. L' elegante edi- principio del quale fu edificato, che an-
fìzio, adorno di 3 ordini e di gentilissi- nunzia vicino il rinascimento del buoa
me scidture, che sta sulla destra del ca- gusto, l'epoca più vicina all'ottimo; e con-
nale appena voltato, è il Palazzo Con- servava il celebratissimo quadro di Pao-

tarini a s. Samuele. Si avvicina alia lo Veronese rappresentante la Famiglia


maniera de'Lonibardi, fors' anche della di Dario innanzi ad Alessandro Magno,
scuola 6rau)antesca; di scompartimento uno de'più insigni resti del veneto splen-
ragionevole e coronato di frontespizio, dore e dell' arte del pennello, il quale
mostra il risorgimento della bella archi- deplorabilmente per nessuno spirilo di
tettura. Nel rilevarne il Diedo i pregi, amor patrio, da chi men doveva fu ora
col prospetto presso Le Fabbriche di venduto e pas>ò nell'accademia di Lon-
J'enezia, ecco come si esprime. Siccome dra. Il Piazzetta dipinse in faccia al sud-
gli occhi hanno la loro musica, cosi an- detlo,lajMortediDario.Condue tavole,del
che l'architettura ha la sua poesia; quin- prospetto e colle parti degli ornati, si vede
di somiglia questa fabbrica al genere epi- nella bell'opera, Le Fabhricìie di PeiiC'
grammatico, poiché la leggiadria più che zia, condegne parole delCicognara,che
la magnificenza, e la giazia più che la magistrahneiile tutto compendia. Nel pa-
ricchezza costituiscono il distintivo di lazzoBarbarigochesusseguita,edha lafac
questo edifizio, che senza fasto pur si eia sul riodis.PolOjtrovavasi sino al i85i
raccomanda perla preziosità della male- una delle più scelte gallerie,sopraltutto di
ria. L' opera appartiene a' buoni tempi tavole della scuola veneta; tra' preziosi
dell'arte, se non per anco salita al pie- quadri ve n'erano delle 3 maniere di Ti-
no meriggio, certo avanzata non poco ziano, opere che gì' intelligenti non era-
oltre r aurora, per sapersi cominciAta no mai sazi di contemplare, le quali
circa ili5o4 e terminata nel i54^- Tor- cose tutte passarono a Pietroburgo nel-
nando alla sinistra , vedesi il palazzo la galleria imperiale : eravi ancora il

Grimani di buona che fu dato


fornja, gruppo d'Icaro e Dedalo, uno tra'primi
inciso come opera di Lodovico Lom- parti del nascente genio di Canova, mo-
bardo. Poscia alla destra uno dietro l'al- dellalo prima che di Venezia andasse agli
tro 4 palazzi della famiglia Moceuigo, sludi inLÌoma,la quale tosto divenne tea-
ne' quali sono buoni quadri, primeggian- tro di sua gloria. In faccia a questo è ilP^-
dovi il modello del celebre JParadiso di- lazzo Spinelli e già Comari, molto eie-
VEPr VEN 3()3

gante, Ji finissimo gusto nello siile de' r altre maestosamente si sublima. Ope-
Lntnbanli, chiede particolare ntlenzio- ra Sammichelesca la dinota abbastanza
ne per «Icnue palli interne oidinitle con la fierezza del carattere, la severità de'
niello gusto e leggiadria (In Michele profili, e la nobile sprezzatura di certe
Saiimichieli, e couiincialo da'Lon»bar- regole divenute quasi per altri di conven-
di al dire di Meschini. Con due tavo- zione. Il senatoreGirolanjo Grimaui, pa-

le Le Fohbrichc di Venezia ne fan- dre di Marino poi doge, commise ((uest'o-


no godere il prospello, porzione del- peia al principe fra gli architetti militari,
la pianta e lo spaccalo, il lutto chiarilo ed uno de'più distinti celebrali fra'civili;

dal supere di Diedo, anch' egli riteuen- i! (jua le si accinse al grand'uopo.dellecir-


ilone autore Pietro Louiburdo , e la coslanzesconforlanti dell'irregolare pian-
riforma interna, eh' è la più degna, di ta, con quella fiducia the gì' inspirava il

Sanmichieli. Chiude il suo opinantento : suo itigegno avvezzo a lottare ed a vin-


Lo saviezza, la regolarità, il l)uon gusto cere con tanta gloria contro le più sca-
sidanno mano in quesl' opera, e si con- brose imprese. S'industriò il valentuo-
trtistan la lode. Viene poi alla sinistra il mo di configurare la pianta in moilo
palazzo Griniani a s. Polo, d'archilettura che i luoghi principali riuscissero dilati
che s'avvicina alla moderna; poi quello eguali, e le irregolarità si perdessero mer-
de' Bernardo, d'insigne orchiletttua ogi- cè r industria d' artificioso e saggio ri-

vale, con ornamenti e capitelli hellissi- parliraenlo. Nobilissimo è 1' che si


atrio,
nti. Ed alla destra è il palazzo Martinen» presenta approdando alla magnifica ri-
go, che serba tuttavia alcuni resti di va : è diviso in 3 porticati da due file di
quelle meravig!io>e pitture «lei Porde- doppie colonne, e ciasctma fila è com-
notie, SI decantate dal Piidolfi. Quin- posta di 3 inlercolunnii. Imponente la
di sorge quel capolavoro di magnificen- grandiosa facciala sull' acqua. In questo
za, ricchezza e sodezza del Palazzo Cri- palazzo duncpie sono tutti gli uffizi della
mani a Luca, ed ora residenza e ullì-
s. direzione delle poste delle provincie ve-
tio della direzione delle Regie Poste, ar- nete. Il già direttore delle medesime il eh.
chitettalo da Sanmicheli con bellissima cav. Antonio Federico Botte compilò e
lacciaia in 3 ordini corinlii palazzo di ; pubblicò nel 838 la bellissitna Cartapo-
1

gran mole, ove il suo autore è eziandio siale ed itineraria dell' Italia^ dedicala
mirabile per ledinicollà che vi seppe su- alcav.RLOtlodeOtlenfeld supremo aiLr
perare nell' iriegolarilà del silo. JNulla di lieo ar/imi/ìistralore delle Poste in Fieri'
più frequente in una città siccome è Ve- ria. Altra più ricca, diligente ed elegante
nezia tagliata da tanti rivi, e rotta si Carla postale ed itineraria d' Ilalia^
spesso da sentieri angusti e tortuosi ; e dedito all'imperatore d'Austria Ferdi-
nulla ad un ten>po di più sfavorevole per nando d'Uugheria, Boemia, Lom-
I, re
«u> arihiìetlo, obbligato a dare su d' un bardia, Venezia, ec. Vi è pure la veduta
fondo e area di tal figura una nobile di- del gran l'onlesulla Veneta Laguna, pre-
slribnzicne. Avverte Meschini, dopo tale so dalla parte di Mestre; e il movimenlo
encomio, non è colpa di Sanmicheli, ma generale de'paccheboli a vapore. L'auto-
dell'architetto che gli successe, il pesante re defunto, già mio amorevole, graziosa-
e mal grazialo sopra ornato nel 2.° or- mente d'entrambi mi fece dono. Anto-
dine. Lt Fabbriche di Fenezia con 6 ta- nio Lupis scrisse, Pallade su le Poste,
vole, la desciizioue e le dimostrazioni Venetia 1691. Nell'articolo Poste pon-
del Diedo, ne dierono contezza. L* illu- tificie,© voi. LIV, p. 3o5e 307, dissi che
stratole chiama il palazzo superba mole ce* primi del secolo XVI già era vi il pro-
the siguoreggra il Canale, e gigante fra caccio di Venezia che portava le lettere
3()4 V E N V i: N
:i Uoma. Indi s' iiilrodusse in Venezia ducali; pollavano l'insegna di s. Marco,
\i) compaf^nia de' corrieri beigamaschi il loro capo era obbligalo a tenere una
per recare le lellerea Pio ma e viceversa, volta o cancello a Rialto, secondo 1' u-
f g/Y/V/y (pielle del nunzio pontificio. Ma sanza antica; erano lanuti a scrupolosa
s. Pio V non volle permtllerlo, il succes- fedeltà ed esattezza tiell' adeoipintenlu
^ore Gregorio Xlll l'accordò nel i^jo. degli obblighi loro. 11 palazzo Tiepolo,
e poi lo revocò. Si tornò a darne licen- ora d'altrui proprietà, incontro a questo
Zìi, rivocata nel 1597. Indi Urbano Vili delle Poste, ed a sinistra del Canale, mal
stabilì un corriere per portare da Uoma attribuito al Palladio, è in vece d'arcbi-
a Venezia le lettere al nunzio e prende- lettura sansovinesca in 3 ordini. Ivi e-
re le sue risposte, e quelle pure de'par- ravi un museo molto slimato di statue,
ticolari. Il predecessore Gregorio XV bassirilievi, iscrizioni anticbe e altre cose

od istanza dell' andjasciatore veneto So- pregievoli, ora disperso. Non è da la-

ranzo avea concesso di poter tenere in cersi sulla destra il palazzo Marlinea-
Boma la propria posta gli ambasciatori go a s. Luca, di siile del decadimento
della repid)blica, il che durò sino al suo del secolo XVII, già albergo del Leone
termine. Nondimeno continuando in I\o- Bianco, gradilo a' forestieri per la sua
ma ad agiie la particolare posta di Ve- situazione. Né il Palazzo FarseUi, nuo-
nezia. Pio VII non volle piti ammettere vamente residenza della congregazione
in Roma il corriere veneto per prudeo- municipale, poiché temporanea fu quel-
ziali ragioni, che riportai, e per le stesse la nel palazzo ducale, e dove sulla gran-

fece cessare in Roma le altre poste stra- de scala si vedono due canestri o cestella

niere, d' altri diplomatici. Ma l'origine di fruita, opere quasi infantili del Cane-
delle Poste in Venezia è antichissima, va, quale quivi apprese primi rudi-
il i

Leggo nel eh. R^omanin,che spettava a' menti dell'arte che l'immortalò, poiché i
provi'tdilori di Comun nnclie V oì^\n^a- Farsetti benemeriti delle arti vi aveano
mento delle poste,la cui istituzione in uno aperto uno studio pe'pillori e scultori : di
slato tanto commerciante Vene- ([ual et a bizantino-lombardo,si attribuisce al
stile

ria doveadi necessità introdursi prima che secoloXI, componendosi il piano nobile
altrove; ed in fatti, mentre si ricordano di colonne binate su cui girano archi di
solo nel secolo XV in Francia e inGertna- gusto arabo; le colonne poi dell'atrio
uia, trovasi già nel trattato con Lotario I hanno per basi capitelli corinlii rove-

deir 840 pattuita la sicurezza degli Zi/ji- sciati, tolti da edifizi romani de' bassi
slolari j à\ più' trovasi forse cenno di tempi. Neppure è da tacersi, né il palaz-
poste regolari per conto pubblico nel di- 20 Loredan, ora grande albergo Hotel
vieto del doge l'ietro Candiano IV del de la Villej né l'albergo dello Scudo
960 a' mercanti veneziani di ricevere di Francia, perchè fu già casa del cele-
Jellere per la Grecia dagli abitanti della bre Enrico Dandolo doge di Venezia e
Baviera e della Sassonia o d'altro luogo conquistatore di Costantinopoli nel£2o4i
con grave danno e disonore della patria; e di stile bizantiuo-lombardo, con iscul-
in fine é certo che nel libroCerZ'eru.y ver- ture e marmi orientali; né il palazzo
sola fine del secoloXlU sono nominali i Bembo d' architettura del medioevo;
Soprantendenti a' Corrieri, c\\e^o\v\t\ né finalmente il palazzo Manin, lavo-
i3o8 furono sottoposti s^^ provveditori rato in 3 ordini dal Sansovino, di cui
di Commi. Essi formarono più tardi nel conserva 1' antica facciata verso il cana-
1490 una scuola o corporazione religio- le, e quindi ristaurato dall' architetto
.sa dedicata a s. Caterina: erano in uu- Selva. Quest'ultimo possiede copiosa bi-
uiero di 4o, davano raallevaria di 200 blioleca pailicolarmeule ricca di libri
YEN YEN 3:05

e scrini liguardanli le cose paliie ve- scrivo un sunto. Tutto lo spazio lungo

ueziane. l'acqua, dalla riva di s. Silvestro fino a

1. Alla siuistia del Canal grande s'in- quella di s. Cassiano, di qua e di là dal-

contrano le Fabbriche Vecchie e Nuo- la piegatura del Canal grande, era co-
Con 7 tavole Le Fabbriche
ve di Rialto. perto di navigli mercanldi. Per scorrere
di Venezia e la descrizione del celebre il di lui margine, s'incontrava prima, do-

Selva, offrono la pianta dell' isola di po il detto rivo (ch'è quello del nomina-
Rialto, il prospetto delle fabbriche che lo fondaco), la piazza del mercato della
girano intorno alla sue piazze e strade, Farine (il mercato non più esiste, bensì

la pianta e lo spaccato di Giovanni E-


s. il pubblico fondaco della farina , in cui

Jemosinario, il prospetto maggiore e mi- non ha molti anni fu eretta un'abitazio-

nore del Palazzo de' Camerlenghi a' ne. Di questi pubblici fondachi ve n'era-
piedi del ponte di Rialto, la pianta del no 6 nella città, uno per sestiere, e altri

medesinjo e la porla del prospello dal la- nelle principali isole dell' Estuario , ne'

to maggiore; per ultimo il prospetto delle quali sino al cader della repubblica il po-
fabbriche dette Nuove sul Canal grande polo trovava la farina a limitato prezzo,
medesimo, che traversalo dal ponte di sovente con perdita dell'erario). E incre-
Rialto, da questo si congiunge le due dibile il dire quanta abbondanza sempre
parti in cui è divisa la città. Dice pertan- in esso era di vettovaglie. Le fabbriche
to il Selva, r isola di Rialto, la prima più elevale , tra ilfondaco e il ponte,
abitata fra le molte che ora costitui- che di tulli è il più grande, erano occu-
scono la città di Venezia, la prima in cui pale da'magistrati. In queste fabbriche o
da Malamocco fu trasferita la sede del dogana, si riscuotevano dazi più ricchi i

principato, quella che per molti seco- della città, del vino e delle merci prove-
li fu il centro della piazza, nel com- nienti dalcootinente. Continuavano spes-
mercio, superiore a qualunque altra di se botteghe da olio, e di fianco il pubbli-
Europa, è r isola contenente l'esistenti co Carcere. Nelle vie trasversali stavano
indicale fabbriche. Quanto al nome di magazzini ripieni di merci, e con tante
Rialio, osserva il Mulinelli, Z^eZ Costu- droghe bastanti per un decennio non so-
me Veneziano, non derivò dal fiumi- lo all'Italia, ma a tutta l'Europa. Dopo
cello detto Praealtiis, voce usata da'la- le Prigioni, eravi la piazza dove si prepa-
tini per indicare un fiume, che passa- ravano le trame di seta, d'argento e d'o-
'va presso le circostanti isoletle, ed era il ro per la tessitura delle stoffe; a destra
Brenta, ma bensì per l'altezza delle spon- il magistrato pel dazio del sale, nella fron-

de o rive, da cui può yen'ìve Rivalla, si te il Ginnasio. Tornati alla riva del Ca-
dissero pure tulle quelle contrade e cir- nale, prima del ponte eravi il Portico
condari conosciuti adesso col nome di per la vendita del ferro e altre merci, cou
Rialto propriamente. L'isola è situata alla molti magistrali urbani, e perciò tutta la
metà e nella maggior prominenza della ri va dicevasi delFeiro, e quell'opposta del
linea che percorre il gran Canale, dal suo Vino. Il ponte che vi si appoggia, ripeto, è
ingi esso all'uscita dalla città, in nioiloche il più grande della città e insieme il più

co'due lati a levante ed a mezzodì fron- frequentato, con andirivieni del popolo
teggia esso canale, e ne'due altri è cir- in folla in quasi tutte l'ore del giorno.
coscrilla atramontana dal rivo delle Bec- Sorgevano dall'altra parte le pubbliche
carie, ed a ponente da quello del Fonda- Fabbriche occupate da'civici magistrali;
co della Farina. A dare un'idea dell'im- a destra il Portico sull'acqua, e dietro i

portanza di Rialto nel 149^9 il Selva ri- nuovi edifizì, con a sinistra la primitiva
porta la descrizione del Sabellico, dì cui chiesa dis. Jacopo. Dinanzi era una pub-
VOI. xci.
3Ó6
blica piazza nobilissima in cui
vano
V E N

tulli gli affari nieicaiilili della cil-


si Iralta- l'imperfezioni della pescicullura nel
mio, onde correggerle e
V E 1
sradicarle). Dal-
Ve'

là, anzi si può dire del mondo, e senza la Pescheria lungo il Macello, si perve-
clamori, ne'porlici essendo molli Bandii niva al ponte di pietra ch'era appoggia-
pronti a qualunque pagamento. Amplis- lo al mercato delle Legna, confine della
sime sale soprapposle a'due l'orlici, nel- regione. Avverte il Selva, non essere esa-

la più parie servivano ad uso del Foro. gerala questa descrÌ7Ìonedel Sabellico, se
Seguiva altro portico meno elevato, ma si leggf; il Filiasi suU' antico commercio,
assai lungo, con numerose bollcglie pie- sull'alti e sulla marina de'venezianì. Men-
ne di panni. Nella sua fronte era il cele- ti e la veneta repubblica sola (esisteva
bre quadrivio: sino a s. Giovanni Elemo- alle forze contro essa unite, nella lega
sìnorio ed a s. Apollinare spesse erano fornsidabile di Caml.'ray, in aumento di
le officine facenti strepilo; la via degli A- sue sventure nella nolte de' io gennaio
nelli colle botteghe in cui si lavoravano, i5i3,si manifestò il fuoco, non senza so«
\eniva seguila da quella degli Argentie- spetto d'abbominevole trama, nelle sun-
ri con molli orefici doviziosi di preziose nominate fabbriche. Il gagliardo vento
gemme, delle quali piU d'ogni altra co- dilatò le fiamme per modo, che distrus-
sa si compiacevano veneziani, e talvolta
i sero gran parie delle sale, botteghe e ma-
una donna portava due ricchi patrimoni gazzini ov'erano rinserrali tanti preziosi
in una sola mano. A destra del quadrì- effetti. Il senato coU'esempio della roma-
vio in mezzo a folle botteghe si passava na costanza, d'animo fermo e intrepido
alla piazza dell'Elbe, situala dietro quel- nel pazientare mali, e prudente e saggio
i

la di Iliallojda qui per la calle de'Pizzi- nell'apporvi opportuni provvedimenti, ri-


cagnoli si andava alla Pescheria , antbo conoscendo di somma importanza l'arre-

prossime alla riva. Il luogo della Pesche- nare il meno possibile l'alfluenza di quel
ria fu ivi slobililo nel 1822, indi selcialo commercio dal quale n'era derivala b
e fondamentalo nel i SgS : quotidiana- grandezza della repubblica, decretò l'e-
mente vi si porta il peste da tulli i lidi e rezione di nuovi edifizi, cominciando da*
dal mare. E qui noterò, the la Cronaca più urgenti; per cui in c) anni fu riedifi-
di 3Jilano pubblicata dal cav. Ignazio cato con ordinata e magnifica forma ciò
Canlù a'3o luglio iSSy, notifica il pre- che il fuoco quasi in egual numero d'ore
mio di austriache lire 800, promesso dal- i avea consunto, come dinolano le varie
l'i, r. Islilulo di Venezia pel i5 marzo iscrizioni disposte ne' loro prospetti, li

1859, all'autore di quello scrillo die e- modello fu d'Antonio Scarpagni detto


sp.orrà meglio il modo di rendere più Scaipagnino eccellente archilello del
,

lucrose e prodiillrici le valli salse chiu- magistrato che presiedeva alle pubbliche
se da pesca del veneto Litorale (sia per fabbriche di s. Marco e dì Rialto. La
esservi introdotti e allevali i pescialelli pianta dell'isola fa vedere la disposizione
con successo nelle valli salse chiuse del- degli edifizi detti le Fabbriche eli Rialto,
l'Estuario senza datino de'le specie che ed anche Fahhiiclic J^cccliic per distin-

già vi sono; sia per insegnare la manie- guerle dalle fabbriche poi erette e dette
ra più facile e opportuna d' operare la perciò Nuosx'. Sono esse fronteggiate da
fecondazione artificiale de'pesci e le cure am[)i e lunghi portici agli archi de'qua-
necessarie dello sviluppo sinciiè divenga- li corrispondono altrettante botteghe eoa
no adulti; sia per esporre i melodi mi- soprapposli mezzanini. I due piani supe-

gliori di moltiplicare i pesci e altri ani- riori, che com[>reudono magazzini, sale e
mali marini utili, che ora vivono nell'ac- gallerie e stanze tulle coperte da volle,
qua del veneto Litorale; sia per rilevare servivano a' vari \.m dal Sabellico descrit*
V EN V EN 307
ti, e grandiose e comode scale sono di- ordini, rustico, dorico e ionico. Il r . com-
sposte ne'separati corpi. Non inancnno prende 25 archi che formano un portico,
di simmetria né spregevoli ne sono i
,
dopo il quale la di lui altezza è divisa

profili delle parli decorative dovendosi , per botteghe e soprapposli mezzanini.


aver presente che quando si die' mano Questo portico si unisce in una testata
all'opera, Palladio non conlava che ili.° con quelli già memorati fabbricati da
lustro, ed il Sansovino non erasi ancora Scarpagnino; i due piani sono distribui-
domicilialo in Venezia; ed inoltre, che in ti d'ambi lati in camere separate da un
i

tanta estensione d' uniformi edifizi , che corridoio nel mezzo. Ma in un edifizio

nel loro contorno girano quasi 3ooo pie- tanto esteso e decoroso, benché eseguilo
di, destinati principalmente ad oggetti di il bugnato di due ordini in marmo d'I-
commercio, non vi si richiedeva una son- stria, non corrispose la solidità. Laonde
tuosa decorazione, ma una decente sem- notò il Selva, che divenute le fabbriche
plicità della quale non mancaiio. Qui il dette Fecchie di Scarpagnino, e le deno-
iJelva descrive la rifabbrica fatta dallo minate Nuove di Sansovino sul gran Ca-
Soarpagnino, della chiesa di s. Giovanni nale, di privata proprietà, furono ed era-
Elemosiiiario, restata preda delle fiam- no a suo tempo lasciate in tale abban-
me, della qoale parlai nel § Vili, n. 58. dono da temere la sussistenza, per
fargli

Presso le Fabbriche Vecchie è la pubbli- essersene demolita una porzione, se non


ca Erberia o mercato degli erbaggi, de' si accorreva a ripararle. Che sieno esse
fruiti, e anche di fiori, portati con barche rassetlabili, n'é prova la parte contigua
d'ogni genere quotidianamente dalle vi- al ponte di Rialto di pubblica apparte-
cine isole e da'oiargini delle lagune, in nenza, ridotta nel i838 ad uso di regio
sorprendente varietà e abbondanza. Con- Demanio, ed ora più Io prova il largo ri-
temporaneamente alle ricordale fabbri- stauro, anzi la quasi totale riedificazione
che dello Scarpagnino, si ricostruì a pie che si sta operando. Del pari fu assai bene
del ponte di llialto , con regia magnifi- riordinalo dal pubblico tesoro il palazzo
cenz!j , il pubblico Palazzo de' Caniet'' de'Camerlenghi.Inollre il dolio Selva,coa
lenghi, condotto a fine nel 1 525 nel do- osservazioni storico-artistiche corregge il

gado sembra autore Gu-


di Grilli, di cui Vasari che mordace e forse ingannalo
,

glielmo Pergamasco. Convien credere che dall'altrui asserzione, nella Vita di fr.
il terreno a quel tempo fosse assai pre- Giocondo volle far credere che questi a-
zioso, perchè niente se ne voleva perde- vesse idealo un grandioso disegno per la

re a maggior regolarità delle piazzeedel- rifabbrica di tutta 1' isola , seguilo erro-
Je strade, o per la conveniente corrispon- neamente da Bollar!, Maratta e altri, in-

denza a'conligui stabili, il che puòdedur- consideratamente, a discapilo precipua-


si anche dall'irregolare figura e colloca- mente di Scarpagnino. E ciò in onta al
mento di questo importante edifizio, co- presentimento dello stesso Vasari, che nel
struito di marmo istriano, con ornaaien- suo abbaglio dichiarò: Se gli scrittori del-
ti di squisito e ben inleso lavoro. La sua le Storie vivessero qualche anno di più

sontuosa magnificenza può alquanto ve- del concesso al corso della vita umana,
lare i difetti d'euritmia e di simmetria. avrebbero molto da aggiungere al da lo-
he Fabbriche Nuove cominciale nel 552 1 ro scritto; poiché non è possibile, c/te un
e terminate nel 555 dal pubblico teso-
1 solo, per diligentissimo che sia , sappia
ro col disegno di Jacopo Sansovino, pur a un tratto così appunto il vero, e in pio-
a vantaggio e comodo del commercio, col tempo i particolari delle cose che scrì-
si estendono in lunghezza piedi 25o, ve (applico a me pure il grave e giusto
con 45 circa d'altezza, compartile ia 3 riflesso, appunto per esser solo nel con-
3o8 V E IV V E IV

cepimenlo e sviluppo di Uitla questn mia ponte , con grave perdita delle preziose
npeia); così è chiaro, come il sole, che il merci riposte nelle botteghe, fu stabilito
tempo, il quale si dice padre della veri- di fabbrica rio di pietia, e che per magni-
tà, va giornalmentf scuoprendo agli stu- (ìceuza dovesse adeguare tanti altri no- i

diosi cose nuove. Se potessi più oltre bilissimi edifìzi diesi specchiano in quel-
lin/tenermi in Rialto, dovendo parlare l'acque placidissime. Il conte Cico{:;nara
anche del celebre ponte, darei un cenno nella laudata opera. Le Fabbriche di F" e-

col Selva del disegno fatto da Palladio nczia, illustra due tavole ch'esprimono
d'un ponte a 3 aichi per una gran ca- il prospeltodell'arcodel Ponte di liialto,
pitale, probabilmente per quest'isola, ma la sua pianta e parti più importanti. E-
non eseguibile nello spazio ove trovasi gli niagistralmente dice. L' utilità, la so-
il presente, ch'è la comunicazione fra le lidità, la maestà d* un edificio procura-
due piti nobili parti della città, Rialto e rono alcuna volta un merito, sì segnala*
s. Marco, divise dal gran Canale, e dalle to all'architetto che n'è autore, da dover-
piazze di s. Jacopo e di s. Bartolomeo, gli perdonare il difetto di eleganza e di
congiunte nel sito più conveniente e co- gusto, riguardando tutta la sua opera co-
modo, per essere nel punto medio e più me ornamento cospicuo d'una città. Ta»
ristretto di esso canale. Ne'primi tempi le è il Ponte di Rialto in Venezia, co-
vi si tragittava con barche; circa ili4oo minciato nel 1589 (dovea dire i588),
fu costruito un ponte di legno, nominato regnando il doge Cicogna, e compito ia
prima della Moneta, poi di Rialto; fin- 3 anni, come apparisce dall' iscrizione.
ché nel i588 si decretò d'erigerlo in Ne fu architetto Antonio da Ponte, pe-
pietra, ed è a un solo arco, la cui este- rito neir arte di costruire solidamente,
sa mole e mirabile solidità fa scusare e di assicurare alle fabbriche quella per-
r ineleganza. Però riesce assai più im- petuità che non senza stento può otte-
ponente di qualunque a 3 archi, che la nersi in Venezia, dove 1' incertezza del
sì limitata situazione si fosse eretto. Tan- suolo obbliga ad ingegnosi e dispendiosis-
to narra il Selva. Ma il cav. Mulinelli, simi artificii ne'fondamenli. Riunendo le

Annali Urbani, riferisce, che riuscendo due ricordate parli della città un ponte di
incomodo il tragitto del maggior Canale, legno, già e fin dal principio del secolo
nel sito ch'è tra l'isola di Rialto e l'altra XVI diede celebre fra Giocondo le
il pri-

opposta di s. Bartolomeo^ nelle barchet- me idee di sostituirgli altro di pietra , ed


itsceole, nel secolo XII (o neh 180 per ilBuonarroti trovandosi in Venezia nel
opera dell'ingegnere Barattieri) ivi si co- dogado del Grilli ne abbozzò un disegno.
struì un ponte sulle barche, il quale per Neil 52 3 caduta parte del ponte, venne
l'antico pagamento dellesceoled'uuqnar- allora decretato di murarne altro di pie-
'"taroloo4'° di denaro, fu detto Po/z/cdella tra, senza però che ciò potesse effettuarsi
Moneta e del Qnartarolo. Eretto nel per lungo corso di anni, fors' anche pe'

seguente secolo stabilmente di legno (nel vali progetti fatti da'più linomali archi-
1264 e su pali), rotto quindi più volte, letti d'Italia, come del discorso magnifi-
ecl a bella posta neliSioda Boemondo co diseguo di Palladio e da lui pubblica-
Tiepolo per la sua congiura, fu rifatto to nel iS'jo. Dichiara il Cicognara, che
neIi4'>o levatoio nel mezzo con cancelli tale opera avrebbe prodotto meraviglio-
che chiudevano a chiave e con botte-
si so elfelto nel sito più frequentato d' una
ghe Com'era il ponte di Rialto in
a'Iali. stupenda città dominante che sorge mira-
legno, si può vedere nel Costume Vene' colosamente dall' acque. Anche lo Sca-
ziano, ùeWo stesso Mutinetli, a p. 44- ^^' mozzi nella sua opera narra, che il Vi-
dula nuovaraeDte nel i5si3 la metà del guola e ilSausovino fecero disegui pel poo-
VE N YEN 3o<)

le (li Ridilo, ed oggiugne d'aver egli pu- losso. Le botteghe che ne dividono la su-
le- iintnoginatu due
una in 3 invenzioni, perficie sono 24» sei per parte tanto al sa-
urclii come il Palladiano, altra in un arco lire che al discendere. Un cornicione ri-
solo e l'nna e l'altra brevemente descri-
; corre lungo i lati del ponte, e sorregge i

ve. Parlando di quest'ultima, singolare è balaustri che fanno sponda allestrade mi-
la sua maniera di esprimersi, volendoqiia* nori. Sulle cosce dell'arco furono scolpiti
si persuadere il lettore che il ponte attua- da Agostino Rubini, l'Augeloela Vergine
le fosse costrutto di sua invenzione, salve Annunziata da una parte, e dall'altra
alcune modificazioni; cioè risparmiando- i ss. Marco e Teodoro protettori della
si gli ornali e le statue nelle logge, per di- città sono lavori di Tiziano Aspetti. La
minuire le spese che la repubblica non luce dell' arco è di metri 2770, la gros-

poteva allora sostenere facilmente, essen- sezza 1 ,32, l'altezza o freccia dell'arco 7,5
do impegnata co'nemici esterni in guer- sul pelo medio dell'acqua, la larghezza
redispendiosissitue, come puòdedursi dal metri 22, 10. Tre sono lestrade,la più lar-
riferito dallo Scnmozzi. 11 cav. Mulinel- ga in mezzo alle botteghe, e tra queste e
li chiama il disegno di Palladio il più gran- le nobili balaustrate o parapetti. Esse so-
dioso e il più acconcio, e nota che la pre- no unite da due archi con pilastri dorici.
ferenza diita a quello di Da Ponte, forse La via più larga ha metri 6,54; le nii-
derivò da singolare protezione verso di lui nori e laterali metri 3,28 ; le botteghe
d'alcun patrizio, e non propriamente da 4,70. Anche il cav. Mulinelli conviene
economia, poiché col suo progetto si an- che la gran mole non ha garbo e perfe-
dava a spendere 25o,ooo ducati. Final- zione, però vi riconosce somma scienza
mente a'c) giugno i588 fra suonar a
il meccanica adoperata nell' iunalzarla, in
gloria delle campane e lo strepito de'ma- un terreno soffice e limaccioso, facendosi
stii o mortaretti si pose la i." pietra con profondissime fondamenta senza che re-
lucila solennilàdal sagrestano della chie- stassero sfiancatele fabbriche circostanti.
sa di s. Jacopo di Riallo, cosparsa d'acqua Il terreno si cavò metri 5,33, e nel fondo
benedetta. Dichiara inoltre il Gicognara : sì fissarono 12 mila pali d' olmo, 6 mila
L'edifizio, sebbene maestosa mole, non per parte, lunghi piedi io; e sopra quel
presenta sveltezza e grazia ornamentale, battuto vi posero tavoloni di larice grossi
producendo all'occhio disaggradevole ef- un palmo, e fatto il suolo con bordonali
fetto lebotteghe che sono sul suo dorso pur di larice lunghi piedi 4<>- " eh. Za-
ne'due lati decorate con pilastri a bugne, netto alla descrizione fece un'aggiunta,
e l'ineleganti cornici sulle quali poggia il per dimostrare e sostenere Antonio da
!<'ltocoperto di piombo; per cui un pon- l'onte solo e vero autore del ponte di
te così magnifico deve solo la sua fama Rialto, perchè il cav. Scolari nel Com-
alla sua larghezza, alla grandiosa corda mentario della vita e dell' operedi Sca^
dell'arco, ed alla solidità e connessione mozzi, a questi tentò d'ingegnarsi riven-
delle pietre tagliate che lo compongono. dicarne l'invenzione , seguendo il da lui
Le fondamenta ed i fianchi dovettero cer- medesimo asserto nella sua opera di ar-
tamente essere robustissimi onde regge- chitettura ossia V Idea dell' Architettura
re alla spinta d' un arco sì imponente. universale, stampata nel i6l5, p. 2.'', lib.
Nel fondarsi le pahifitte si rinfiancarono 8, e. 1 6, che notai più sopra. I noltre il Za-
con opere solidissime a salvezza anche notto nella Nuovissima Guida di Vene-
de'vicini edifizi
, quali sono presso che in
i
zìa, ripetendo per architetto del ponte di
contatto colla coscia del ponte , calman- Rialto Antonio da Ponte, non senza il

doci per tal modo ogni palpitazione iii- consiglio del patrizio Gio. Alvise Boldù,
turno a danni otinacciati da questo cu- e la conseguente sua assistenza, fa osser-
3io VEN VEN
\are che quantunque i! eh. ab. Antonio ma sebbene il fu dal senato, con decreto
Magrini coll'erudila elucubrazione (ioli- che olh'e , nondimeno si volle eseguilo
lolala, Intorno al viro architetto delPoii- l'altro. Il perchè indispettito, parù peP
iedi Riatto, Vicenza 854), volle prova- 1 Sabbionelta , lasciando al coni pad re Da
re essere inventore tlel ponte il Boldù, Ponte il pregio di fure il modello e l'è*
egli non conviene a tale giudizio, unen- secuzione del ponte in discorso ad un er^
dosi soltanto a quello che ne esclude au- co solo, pur da lui proposto. Quindi con4
tore io Scamozzi. il prof. Rouianin nel- futa una recentissima stampa avversaria,
la Storia documentata di f^cnczia, cele- che porta per titolo Nota intorno V au- :

brando il dogado 88.° di Pasquale Cico- tore del Ponte di Rialto, la quale sostiene
gna, il cui nome si rese immortale per la inventore ed esecutore di esso Antonio il

costruzione de! ponte di Rialto in pietra, Ponte, e sorvegliatore tecnico il Boldù


ragiona delle disposizioni per edificarlo cav. Scolari basa le sue asserzioni altre
e de' 24 che gareggiarono nel-
architetti sopra l'altre lettere da lui pubblicale n
I impresa, per cui non ha guari fu a lun- i853 e nel i857;non che sulla propri
go dispulalo sul vero autore, attribuendo- traduzione del poemetto di Nussio Nuss^'
Jo chi allo Scamozzi, e chi al Da Fonie, De Rivoalti Potile, dall' autore dedicato
quindi aggiunge. Che da un passo notabi- al doge Cicogna , ed in cui non si fa pa-
lissimo, pel I." notato dal eh. Giovanni rola del Boldìi; ed eziandio in conseguen-
Veludo vice-bibliotecario della Marcia- za di altri sludi da lui falli, ed è perciò
na, dell' Or<7f/o«e//jy(mere<rZi P. Cicogna che nel Boldìi riconosce soltanto il rela-
di Enea Piccolomini accademico veneto, tore al senato della fabbrica del ponte
Venezia iSgy, si venne ad aggiungere il per r autorità del relativo docunienl
3.° competitore Gio. Alvise Boldìi. Con- esistente nell'archivio generale de'Frar
clude,achi spelta l'onore dell'invenzione, e non quanto prelese il Piccolomini, s<

sull'esecuzione riconoscendosi general- guiloda altri, De laudibus Paschalis C


mente convenirsi il merito al Da Ponte, coniae. Rimette poi la questione al sa

non esser da lui il giudicarlo, né appsu te peie e alla dottrina de' lodati cav. CicC
nere alla sua storia; altri più esercitati e gna, prof. Romanin e prof. Magrini, sp«
capaci ingegni tuttora vi si affaticano, rando che quest'ultimo, come si è propO
come i chiarissimi cav. Scolari , F. Za- sto, la svilupperà con particolari più e
netto e ab. Magrini, ond'è bene attende- satti ecompendiosi, e senza togliere il me-
re il risultamento di loro studi e di loro Scamozzi, e (juel-
rito dell'invenzione allo
indagini. Ora nell' Omnibus ,
periodico Io pel modello ed esecuzione al Da Ponte,
letterario di Venezia, a p. 3oo, del cor- come si legge nella storia esaltissima che
rente i858, il cav. Scolari ci die' la sua fece del ponte di Rialto, dal 1 80 al
1
769, 1

lettera del i." stnemhr e: SulV archi tetto il Gallicciolli nelle sue Memorie, lib. i,p.
del Ponte di Pàalfo, all'illustre sig.' cav. 143. Così nella cólta Venezia, più sve- i

Emanuele Cicogna, il P'arrone delle co- con iscrupolosa critica, dot-


gliati ingegni,
se venete. \n essa sì conferma nell'opi- tamente si esercitano nell'illustrare mo- i

nione, che l'attuale ponte di Rialto è in- numenti che la rendono cotanto famige-
venzione dello Scamozzi, e per modello rata. In breve riepilogo col Meschini le

ed esecuzione lodevole merito del suo descritte fabbriche. Il Ponte di Pùalto di


padrino Da Ponte , giacché lo Scamozzi pietra d'Istria, condotto in soli 3 anni da
sebbene avesse falli disegni del ponte i Antonio da Ponte, non ammirabile per
ad un arco ed a tre archi, e di quest'ul- eleganza, lo è per solidità, e per la gran
timo anche il modello, premendogli e va- luce del suo arco di veneti piedi 82. Qui
gheggiando fossedi preferenza approvalo; intorno vi ha le cosi dette Fabbriche di
V E N VEN 3ii
gnmJe rilievo per soliditàjComotlità, buo- va e viene da una parte all'altra della
na sitiinielrin, iiobillà e opportuni» ma- città, il concorso alle botteghe che l'ador-
giiifìcetiza, archilellale tlallo Sciiiji.igni- nano, il subbuglio delle folte barche di
no. Sono anjpi e lunghi portici clieqtii gi- sotto, la vista che porge amenissima da
rano intorno le piazze e vie principali, con tutti i lati la sua piazza di mezzo, ne for-

solaieli sopra scompartiti in sale, stanze, mano una scena di vita e di movimento
giilierie,con graniliose ecomode scale. Fu- veraoiente mirabile, questo pure essen-
rono e ancora lo divennero ail uso di ma- do uno de' centri del minuto tralììco de-

gistrati; e dice il Dizionario veneto, di re- gli oggetti all'uso della vita necessari.
sidenza al Magìxlralo camerale {lecenìe- 3. A ilesfra del Canal grande è il Fou'
niente vi fu trasferita laContabilità centra- daco dc'T(ideschi,QvaDogk\na e residen-
le), a' Tribunali di prima Istanza e di za degli uffizi di Finanza. Le Fabbriche
Coz/jz/jerc/o, ead altri udizi ancora, li loro di f^cnezia ci danno due tavole colla
giro è di circa 2000 [)iedi veneti.'Qnesleso- pianta generale, il prospetto e il taglio
no altra cosa che le Fabbriche Nuove sul per lungo. 11 Selva, che ne fa la descri-
maggior Canale, architettate dal Sansovi- zione artistica, narra. Sino da quando i

no, ad uso della mercatura. Sono divise in veneziani provvedevano di droghe tutta
3 ordini, di tale simmetria, che non può l'Europa, molti tedeschi facevano soggior-
desiderarsi maggiore; ma pur troppo per no in Venezia a solo oggetto di trallico,
varie prove mostrarono, che mancano e divenendo questo ognor più esteso, la
della solidità. Presso il ponte sorge il ric- repubblica assegnò loro nel secolo XllI
co e nobile Palazzo dello de Camerlen- un casamento sul Canal grande, conti-
ghi ora Regio tribunale d' appello, di guo al ponte di P^ialto, ad uso di abita-
pianta assai irregolare, e non pertanto as- zione, e per deposito sì delle merci che
sai ben compartita. Si crede opera di Gu- qui acquistavano per trasportare altro-
glieliiso Piergamasco. I fregi de' capitelli ve, che di quelle che in concambio pro-

Terso il ponte sono di bizzarro disegnato- venivano di Germania. Questo edificio


re. Osserva il Dizionario, essere il ponte da quell'epoca s' incominciò a denomi-
di Rialto l'unico che sovrasti al Canal nare Fondaco de Tedeschi. Nel febbra-
grande(raa poifuerelloil summentovato io i5o5 violento incendio lo ridusse in
ponte di ferro, che attraversa il canale dal cenere, e premendo al senato d'allettare
campo di s. Vitale al campo della Carità una nazione, che molto confluiva alla
dalla parte opposta, e riesce opportuno a- prosperità delsuo commercio, decretò
gli abitanti del sestiere di Dorsoduro, ed che fosse ricostruito in più nobile, am-
altro ponte pure di ferro ora fu costruito pia e regolare forma, il che ebbe efTetto
sullo stesso canale dalla stazione della fer- vivente il doge Leonardo Loredao. Au-
rovia all'opposta fondamenta di s. Simeo- tore della grandiosa mole fu il verone-
ne piccolo), e congiunge due gi'uppi i se fra Giovanni Giocondo, anche insigne
principali d' isole che costituiscono Ve- letterato, il i.° che portò la risorta ar-
nezia, dovendosi in tutti gli altri punti var- chitettura di là da' (oonti, chiamato ili

car l'acqua in barca, al quale uopo sono, Francia da Luigi XII, che lo dichiarò
a brevi distanze determinate , stabiliti i suo architetto; e consultato dalla vene-
cos'i detti traghetti , serviti da numero la repubblica in oggetti idraulici di som-
gondole preste ad ogni esigenza
fìsso di ma importanza, venne da essa adopera-
dei passeggieri. Aggiunge esser impo- to nelle fortificazioni di Treviso. Il Sel-
nente il ponte di Rialto veduto dall'ac* va prova che fra Giocondo fu il vero
qua; ma non meno gradilo riesce il pas- architello del fondaco, non ostante che
sarvi sopra, poiché la luoltitudiiie di chi il Moschioi Io rivendicò ed a ragione
2 — e

3 1 V E !V VE N
suo (legno autore Girolamo Tedesco,
fil e due figure di Giorgione, forse le piìlj
temila da prima opera di Pieiro Lom- conservate tra le superstiti. Innanzi di la-ì
bardo. L' edifizio isolalo, è grave, sem- sciare questo edifizio, noterò col cav. Mu-
plice e solido, con or^ piedi di ciroon- linelli,che nel fondaco eravì l'abitazione I

féreiiza ; avendo la fronte sul Canale con d'uno de' Fugger d'Augusta, ricchissimi
ampio atrio, al quale approdano le bar- e opu lenti commercianti, de'quali parlai
• lie per caricare o scaricare le merci. Il in nitri luoghi, con banco e quartiere
cortile è nel mezzo circondalo da' porti- meraviglioso, ove fu visitato da Enrico
ci che mcllono a'magazzini destinati a 111 re di Francia. Di recente la Cronaca
custodia de' vari effetti. Nel lato sulla di Milano del i85r, semestre 1.°, p. 3i,
strada, che sbocca al tragitto dello del riportò in data di Venezia. Nella sezio-
Buso, si trova l'unico ingresso da terra, ne dell'accademia imperiale delle scien-
decorato di magnifìca porta. Ne' 3 piani ze in Vienna, il eh. Cesare Foucard, pro-
superiori, a'quali sì monta per due op- fesso re di paleografia a Venezia, lesse
poste grandiose scale, girano gallerie l'introduzione d'una pubblicazione che
dintorno al cortile, e sonovi circa 200 ha per titolo: Regesla e commento de Ca-
stanze compartite in abitazioni. Giorgio- pitolari de' Visdomini al Fondaco de*
ne fu il i.° tra'veneti inventore di quel- Tedeschi a ^enesw.Que' Visdomini era-
l'egregio stile per cui le pitture comin- no pubblici impiegali, che sorvegliavano
ciarono con dolce violenza a rapire i e proteggevano il commercio de'tedeschi
cuori, e piacendo a Tiziano il bel mo- in Venezia. La loro attività ebbe luogo
do (li colorire del condiscepolo, divenne dal 1268, in cui fu crealq quella dignità,
fid un tempo suo imitatore ed emulo; e sino alla fine del secolo XVI, ultima epo-
furono le vaste pareti esterne di questo ca, in cui sia stala fatta menzione dì essi

fondaco i! campo in cui scese egli a com- nel mss. Sono studi fondati su quel mss.
battere coll'istesso esemplare, ed a supe- che trovasi in possesso del cav. Cicogna,
rarlo: ma poche tracce ora quivi si con- permetteranno di approfondare la storia,
servano delle pitture a fresco da essi fat- del commercio germanico in Venezia.
te nelle due facciate principali. In Vene- Dopo il fondaco de'tedeschi viene il palaz-
zia conlavansi molti fabbricati esterna- zo Civran, e in faccia ad essi alla sinistra,

mente dipinti, come sì ha dal Zanetti, avanzandosi un tratto, sorge un lato delle
Farle pitture a fresco de principali Fabbriche Vecchie e poi seguitano le
maestri veneziani. Scovvenùo^QV le piaz- Fabbriche Nuove, gii descritte. Tornan-
ze e pe' canali ammiravansi l'opere di do alla destra è i." il palazzo Sernagiotto
Giorgione, di Tiziano, di Paolo, di Tin- costruito recentemente, e quindi segue
come ne' por-
torello e de'loro seguaci, quello MangillijOra Valuiarana, architet-
tici d'Atene si ammiravano quelle de' tura d'Antonio Visentini, e nel secolo de-
greci pittori. Dunque Venezia, anche corso riordinalo dal Selva: pei genio del
nell'esterno era una pinacoteca, com'è defunto conte Benedetto Vairaarana tro-
un museo di architetture d'ogni epoca vasi fornito con buona collezione d'ogni
e di sculture. Nell'aggiunta, notifica il maniera di suppellettile di lettere ed arti,
Zanotto, pl^e ottenuto questo fabbricato Poi vengono il palazzo Michìeli del Bru-
un recente rìstauro, vennero demolile sà, così detto dall' incendio sofferto nel
per tale occasione le due estreme torri- 1774, pel quale furono cagionate altera-
celle, e a queste si sostituirono le merla- zioni; quindi del Michieli dalle Colonne,
ture, eguali all'altre esistenti. Però ven- nome preso dalle colonne che reggono il

ne alterato il disegno del prospetto. Inol- porticato del pianterreno, ora Martinen-
^'e si perderpQQ di|e isciizionì storiche, gQ, dove sono tre stanze tappezzale di
VEN VEN 3i3
pi-eilosi arazzi lessuti sopra disegni tli rni certo el>be il nome; ciò provò il eh.
una salail'aimi earnesi militari
Il;i(Iliele, Zanollo, il quale nell'aggiunta che fece
antichi, ed altri ornamenti il palazzo già ; alla 3.* edizione delle Fabbriche FenelCy
(le'Morosini, poi de' Sagredo, di stile ar- rileva il vero lempojn cui fu edificalo,
chiacuto e architettura del medioevo, con che è prima del i 3 i o. Alla sinistra ve-
una scala nobilissima pregiata d'Andrea desi il Palazzo Corner ^dc Ila Hegina,
Tirali ; ed il Palazzo volgarmente det- ora Monte di Pietà : ne parlai nel
§
to la Cà d' Oro o meglio Doro. Di esso XII, n. ì6. Segue poi il palazzo Pesa-
due tavole abbiamo nell'opera, Le Fah- ro, ora Bevilacqua, magnifico per la va-
hriche di Venezia , con il prospetto e stità, solidità e ric.cljeZ7.a, eietto dall' ar-
parte ilegli ordini, illustrale dal Cicogiia- chitetto Longhena; ricchissima pure è
ra e annotazioni del Zanotto. L'archi- la facciata in 3 ordini, rustico diamanta-
tettura precipuameiile è greco-barba- to, ionico e composito, ma molti le pre-
ra, mi>ta di arabo. Il prospetto non è feriscono la facciata più semplice ed ele-

interaoìente compito, denominandosi il gantissima che guarda sul rivo. Viene


palazzo Caaa d' Oro, non pel costume indi la chiesa di s. Eustachio, di cui nel
che aveasi anticamente d'indorare molla § Vili, n. 47- H^ '" faccia il palazzo
parte degli ornamenti esterni degli edilì- Fontana, poi Kech, ora Braganze, ove
zi, come si disse, dal vedere the ancor ne naccpie nel 1693 Papa Clemente XIII
resta qualclie traccia ne' piccoli leonci- Rezzonico; indi quello Grimani, già Gus-
ni posti negli angoli del tetto; ma ^^ soni, che si reputa architettato dal San-
dalla famiglia Doro, a cui appartenne micheli. Dopo la chiesa di s. Eustachio
anticamente. Tutti gli stili si vedono sono i 3 seguenti palazzi: Contarini, di
qui riuniti ed ogni forma d'archi, di stile de' Lombai'di, di scompartimento
colonne, di capitelli, di ornato: il gu- ragionevole, e coronato di frontespizio;
sto però che douìina è l'arabo. I gran- Tron, ora Dona ; Oattaggia, in (.[ut ordini
di spazi, i meandii, gli arabeschi, la n)er- d'architettura diLonghena,dicendo ilMo-
lalura dei tetto e i cordoni che corrono schini che vi soggiornava Jacopo Tarma
al vivo degli angoli, sono interamente padrone d'una collezione stam- di scelle

propri dell'antico stile orientale, non me- pe e pitture. In questo tratto del Cana-
no che certe quadrature grandiose nelle lazzo, alla destra è il palazzo Marcello,
foime d'ornato là dove quadrilunghi a- i ove nacquero il celebre Benedetto, auto-
^rebbero piìi adequalamente ricoperti i re de'Sahni musicati, ed Alessandro Mar-
vani tra le finestre. Sembra l'edifizio ap- cello che esercitò la pittura con buon
partenere ad un'epoca posteriore alla ri- successo, ora proprietà della duchessa
costruzione del palazzo ducale eseguita di Berry. Segue il Palazzo Fendra-
da Filippo Calendario, a cui si attribui- mini Calergi, a' ss. Ermagora e Fortu-
sce, poiché non si parla dell'autore dagli nato, dal Moschini chiamato il i." tra i
scrittori delle cose venete. Eppure non magnifici della città per ampiezza, sim-
solo è ricchissimo e vasto, ma singolare metria, ricchezza di marmi e comodità.
per la sua costruzione, diversa in tutto N'è ignoto il valoroso architetto, il quale
da quella degli altri palazzi in Venezia e- certamente non fu Sante Lombardo, co-
sistenti. Il Dizionario veneto, oltre il ri- me il Temanza sospettava. Sante allora
levare che il palazzo fu edificato nel se- non era nato, perchè i48i, eretto nel
colo XIV, restando incompiuto, dice che quello vide i5o4. Qui vi ha
la luce nel
per un documento da non mollo venuto liue pregiatissime colonne di diaspro ;
in luce, chiaro apparisce che un tempo ap- le i\ue statue di Adamo ed Eva, di Tul-
parteneva alla nobile famiglia Doro, da lio Lombardo, le quali erano nel depo-
3i4 VEN V EN
sito a* ss. Glo. e Paolo; ed una pina- baro greca, mista una delle più
di arabo,

coteca. Dizionario veneto io qualifica


Il antiche fabbriche di Venezia, che eretto
capolavoro di sicumelria, eiigmiza e rna- dalla fimiglia Pesaro, fu quindi da lei
ciiifìcenza, culla facciata in 3 ordini co- ceduto alla repubblica, nel i38o, e dal-
liiili, lotta di pietra delle migliori cave la slessa donato al duca di Ferrara, e fu

d'Istria, adorna di colonne di niarinogre- da esso offerto all'imperatore greco Gio-


co venato, ed incrostata di porfido , ser- vanni Paleologo quando nel febbraio i438
pentino e altri marmi anlidii e finissimi. approdò a Venezia per recarsi al concilio

Se ne vede il prospetto colle parli degli generaledi Ferrara, eà il suo sog- ivi fece
ordini in 3 neW^ Fabì>riclit di Ve-
lin\(.Ae giorno.Questo palazzo posto nella contra-
nezia^ con illustrazioni di Giannanlonio da di s. Gio. Decollato, pervenne in do-
Selva, Imparo da lui che fu edificato minio di Michele Priuli vescovo di Vicen-
d'ordiiied'AndreaLoredaii,onde per lun- za, quando fu nel 162 1 dalla venezia-
go tempo fu denominalo Palazzo Lore- na re[)ubblica destinato ad ospizio de'na-
dano, e fino dal suo nascere sempre ven- viganli turchi che freiptentavano questo
ne riguardato come uno de' principali porto, il motivo lo narra il cav. Muli-
della città. Pe'documenti favoritigli dal- nelli negli JiDiali Urbani di Fcnezin.
la patrizia famiglia Vendramin, l'ascrive Dopo la scoperta della terribile congiu-
piuttosto a Pietro che a Martino Lom- ra, ordita contro Venezia e il suo domi-
bardo. Loredan lo alienarono nel i58t
I nio dal fellone De la Queva ambasciato-
al duca di Brunswick per ducati 60,000, re di Spagna, il governo raddoppiando
somma ragguardevole particolarmente a giustamente le diligenze alTme di preser-
quell'epoca. Pochi anni dopo 1' acquistò vare dopo <piel gravissimo e crudele at-
il ducaMantova, e nel 589 lo comprò
di 1 tentato maggiormente la pubblica sicu-
per 36,ooo ducati il patrizio veneto Vit- rezza e (|uella della città, prese fra 1' al-
tore Calergi. Estinta la di lui fimiglia, tre provvidenze la misura di racchiude-
passò iu f]uella de'Grimaiìi, e da questa re i turchi in un espresso ricinto. I tur-
a (jnelia de' nobili Vendramini Caler- chi, di costumi in que' di più che mai
gi, dalla quale lo comprò 1' odierna pro- imbrutiti, co'tjuali se aveansi grossi traf-
prietaria S. A. Pi. Carolina di Borbone fici, pur grosse guerre di continuo si a-
duchessa di Berry la quale facendovi
, vevano, andavano dispersi in assai gran-
l'ordinaria sua residenza, vi ha collocato de numero per le contrade della città.
una preziosa raccolta di oggetti d' arte, Conosciutosi per l' indicato riprovevole
d'insigni pitture di tutte le scuole,massi(ntì avvenimento come si potesse insidiar gli
della francese antica e moderna; oltre la non più coli' armi pubbliche, ma
stati
collezione storica di oggetti appartenenti co' tradimenti occulti, si decretò a' 2 i

alia casa de'Borboni di Francia, con me- marzo 621 che il suddetto palazzo fosse
1

morie di molti di que're. Ponendo den- destinalo e accomodato per la sola abi-
te a'rapidi progressi che si scorgono in tazione de'turchi e di tutte le loro mer-
questo nobile edifizio dalla gotica archi- canzie che approdavano in Venezia, do-
tettura verso la romana, si riconoscerà vendo esser custodito per il fedele Gio.
l'autore ben meritevole d'essere associa- Battista Littino, nipote dell'altro cristia-
lo a que' sommi uomini del XV secolo no Francesco di Demitri Littino suo avo
che nell'arti belle diffusero cotanta luce paterno, secondo il suo progetto di ridur-

a vantaggio di coloro che nella susseguen- re tulli i turchi e loro mercanzie in una
te età salirono al più alto grado di per- sola abitazione, ed era stato approvato
Questo palazzo ha incontro il
fezione. co») deliberazione del senato a'28 marzo
Foudaco de'Tuichi d'architettura bar- 1 58g. Demolitesi le due torricelle iatera»
YEN VEN 3i5
li, cliitisesi tulle le finestre che risponde- dimeno vi sono cose preziose, ed in nu-
vano nellii via, ed alzalovisi un gran mu- mero grande. Di tanta lautezza , come
ro di cinla , si allidò la guardia del luo- del |)ala7zo e di tutto il suo a vere, egli nel

go, che fu appellato Fondaco, al mede- morire l'anno i83o fece erede il Comu-
simo Gio. Ballista Litlinu, incaricalo di ne; porgendo così un nobilissimo esem-
chiuderne le porle al tranioulodei sole, pio del gran bene che la patria può ri-

e di non lasciar mai peueliarvi femmine promettersi anche da' mezzani ingegni,
e putti, e molto meno armi e polvere da quando indirizzino costantefuente ad un
archibugio. Aggiunge il Mulinelli, ad on- unico e lodevole fine l' opera loro. iNè
ta delle gagliarde opposizioni spiegate da questo esempio cadde infruttuoso. La pa-
Saddo Distri, ultimo turco che fino al tria raccolta che dal Correr |)rende il no-
1840 abitò nel fondaco, uno di Venezia me, è falla oggidì assai più doviziosa pe*
nediveone possessore (l'imprenditore di cospicui legati dell' illu»(tre naturalista
fabbriche Pelechie, il quale ridusse l'in- conte Nicola Contarinì, e de' benemeriti
terno a magazzini). Non tanto l'annalista Giuseppe Roldù già podestà di Venezia,
si meraviglia del passaggio dcU'autica pro- di mg."^ Sartori-Canova, di DomenicoZop-
prietà de'duclii di Ferrara, e ch'egli abi- pelti e Pietro Tironi. Colla dotazione
tar possa ove alloggiò un imperatore d'o- provvide eziandio il Correr, onde la ma-
rieule,cpianto e con dolore deplora la bia- gnifica collezione si custodisse ben ordi-
simevole idea di volersi distruggere e ab- nata per servire alla erudita cuiiosilà,
battere il palazzo, r unico monumento non meno che all'istruzione de'suoi con-
d'architettura moresca che adorna il gran cittadini, aprendo al pubblico lo stabili-
Canale, e che ricorda solenni fatti storici; mento. Aggiungeròcolcav. Mulinelli, .-^/z-
tnonumento che ove sia conservato, po- nali delle Province ^e/iefe, aver dispo-
trà alcuna volta far ricordare a un tem- sto il Corraro doversi conservare la colle-
po co' nomi d'Alfonso ed Eleonora d'E- zione per lui falla, e sotto il nome di RaC'
ste, e di Torcpjato Tasso, quello pure colla Corraro fosse nella sua abitazione
dell' odierno proprietario. Ora serve a aperta a con)odo del pubblico; assegnan-
deposito della i. r. Fabbrica de'labacchi. do stipendio al soprinlendente della rac-
Alla stessa parte sinistra del Canal gran- colta e a due impiegati, e una dotazione
de, dopo il Fondaco de' Turchi, sorge per incremento e patrocinio di sua isti-

il palazzo Correr, rispondente a s. Gm. tuzione, posta sotto la tutela della città di
Decollato, dove 1' ultimo suo possesso- Venezia. E che, qualora poi la raccolta
re il Teodoro Correr, adunò una
nobile per impensati molivi avesse a soggiacere
copiosissima suppelletlde di cammei, in- a tali accidenti, da non poter servire più
tagli, medaglie, pitture, manoscritti, me- alla pubblica istruzione, dispose che la
moriepatrie, smaltì, avorii, armi, scultu- dotazione si dovesse convertire a benefì-
re in marmo e in bronzo , disegni, libri zio de'poveri di Venezia. Per ultima il
iilampali,monele, cristalli, porcellane, an- Mulinelli deplora, perequila ed a [)alrio
ticaglie e rarità d' ogni fatta e d' ogni ge- decoro, non senza speranza che si ripa-
uerazione, nella cui farragine sono molte rasse da essa alla disconoscenza verso le
e moltissime cose di grandissimo pregio e sue onorale ceneri,con erigergli una me-
valore. Leggo nella sua biografia del eh. moria; come altrove bramò in onore d'un
conte Girolamo Dandolo: perlai guisa un Filiasi e d'un Aglietti, per Io meno con
uomo di nonlargocenso,ragunòuna sup- lapide, cipresso o alloro, in riparazione
degna del più dovizioso signo-
pellettile dell' ignobile Irascuranza verso que' be-
re;non però tutto ha egual pregio, con- nemeriti di Venezia, anche per non i>.can-

fondendo talvolta l'oro e l'orpello. Nou- dalezzure lo straniero e per uon essere
3i6 VEN VEN
irifèi'iori a piti magnanime vicine ciltà. derivanti in parte dalla dispersa libreria
Jnollie sulla raccolta Correr, ora Muiii- della famiglia Soranzo, di cui ivi esiste
pale, pubblicò il Corriere italiano in Ve- un erudito catalogo degno di veder la lu-
a'29 mar/o 852, e riprodussero il
iie7Ìa 1 ce, per le notizie bibliografiche di cui è
Giornale di Roma a p. 822, e VOsser- ripieno. Nulla dirò de' marmi antichi e
valore Roinarìo a p. Sa 3 di dello anno. del medio evo, raccolti dallo spoglio di
La raccolta lasciata in legalo a Venezia tante chiese, edagli scavi delle prischecit-
dal conte Correr si va accrescendo e rior- tà venete che esistevano in riva al ma-
dinando, e non andrà soggetta come le re. Nulla dirò de'bronzi, delie cesellatu-
fdtre alle vicende di fortuna, od al ca- re , degli intagli in avorio fra cui se ne
priccio o all'ignoranza de'privali, ma ri- noverano de' preziosissimi, e nulla della
marrà sempre in Venezia. Quantunque raccolta di cammei, pietre incise e gem-
da vari anni simile raccolta trovavasi in me in tanta profusione, f|ual solo in una
possesso del Comune di Venezia, ora sol- città stala regina de' mari e padrona di
tanto può dare veramente il nome di
le si tante ricche terre, potevano raccogliersi
Museo, essendo state prima le sue ricche nelle case de'suoi privati cittadini. Una
sale decorate di stupende opere di pittura biblioteca di libri a slampa, rarissimi, di
e di scidlura, e piene d'ogni preziosità in scienze non solo, ma riguardanti in mol-
fatto d'arti edi palrii monuu)enli, ma te- la parte la storia dell'arte tipografica co-
mile con poco ordine e con poco amore. s'i in fiore in Venezia; aggiungasi frainfi-
JNèciò avveniva per ignoranza o mala fe- niteallre cose, una raccolta zoologica d'uc-
de,ma all'opposto l'illustre Carrer era sta- celli e di pesci de'veneti climi, di crosta-
to preposto alla cura del museo; e l'infer- cei, di mineiali, an tesoro insomma da
ma salute di quel letterato non permette- interessare egualmente I' artista, che il

va ch'egli si dedicasse interamente a rior- dotto archeologo, il letlerato, il nalura-


dinarlo. Il conte istitutore, benemerito lixt.'i. Qtielld che rende però più insigne il

<p)anli altri mai del suo paese, spese tut- museo Correr, si é la raccolta delle mo-
ta la vita e il suo patrimonio in radu- nete, collezione la più completa e nume-
nar tullociò che poteva, formandone una rosa forse che conosca
che possiede
si ,

raccolta tale da considerarsi un vero te- pezzi unici, ed a cui ebbero ad attinge-
soro di palrii monumenti. Ora un empo- re notizie più dotti archeologi della Ger-
i

rio simile d'oggetti preziosi, senza un or- iMania. Un tesoro, che molteplici e sva-
tline conveniente, assomigliava a un te- riate cose racchiude, difiicilmente si po-
soro nascosto, che non giova a chi lo pos- teva in poco tenapo riordinare, e porsi in
siede nelle mura della propria casa. Ol- istato di venir con frutto visitato e stu-
tre ad una raccolta di quadri storici ve- diato dal pubblico. Eppure nell' eslate

neziani, e de'piìi rinomati, oltre a pre- del i852 si dispose per aprirlo alla vista
ziosa e numerosa raccolta di slampe an- del pubblico, mentre era trascorso un so-
tiche, e de'disegni de' più grandi italiani, lo anno dacché al nuovo direttore eh.
possedendone persino di Ralìaele, Leo- Lazzari fu allidato il riordinamento del
nardo, Tiziano , ec, va ricco il museo museo slesso. Questo non ha guari era
Correr d'una raccolta d'armi magnifiche stalo arricchito della ricordata preziosis-
<la taglio e da fuoco, del medio evo, qua- sima raccolta Zoppetli, insigne amatore
si tutte che si legano colla storia del do- del suo paese, il quale non volle che frut- i

minio veneto, provenendo da vari ca- ti di forti dispendi andassero dopo la sua

stelli della terraferma e de'possedimenti morte in mille guise dispersi, ma li lasciò


Veneziani nell'isole del Mar greco. Vi si in legato parimenti alla sua patria, ag-
aggiunge una preziosa raccolta di mss,, giungendoli al rauseoCoriei',aI quale con-
YEN YEN 3.7
liniinnieDte aldi cìlluiliiii fanno lotlnd'i lo questo scuserà la monotonia delle ci-
preziose ofl'erle; imperciocché molti alla tazioni, che a me costano diligenza e pa-
loro morte e molli altri ancora vivendo, zienza. — Dalla punta di s. Maria , vol-
fan dono de'cnpolavori dell'arti italiane, tando al sud-est entrasi nell'ampio Ca-
de' (juali ancora, ad onta di tanti patiti nale della Giudecca, tenendo alla deslia
spogli, va si può dire inesausta la gran r isola di tal nome , della quale nel §
Venezia. Di faccia al palazzo Correr, sul- XVIII, n. ?., ed alla sinistra le Zattere,

la destra del Canal grande, è il palazzo bellissin)a riviera che olire ameno passeg-
Martìnengo,di stile della decadenza, cioè gio frequentalo nell' inverno, e ne ragio-
del secolo XV 111, addobbato decorosa- nai descrivendone le sue chiese e chio-
mente di buone pitture, il di cui nobile stri. Su questa riviera e alquanto inter-
proprietario conserva molte scritture o- nandosi fra terra, meritano molti ogget-
liginali preziose, fra cui il testamento del ti d' essere osservati. Primicramenle la

celebre generale della repubblica Bar- chiesa di s. Nicolò de'Mendicoli, e ne par-


tolomeo Colleoni. Dopo i palazzi Grit- lai nel § Vili, n. 60, mentre nel n. 61 fe-
ti e Contarini, e dopo la bocca del ri- ci altrettanto della vicina di s. Raifaele
TO detto di Cannaregio, e passato il pa- Arcangelo; indi s'incontra la chiesa dis.
lazzo Flangini, ergesi il tempio degli Scal- Sebastiano, di cui nel § X, n. 4^ ; poi il
zi, di cui nel § X, u. 69, indi quello di palazzo Giustiniani lìeciuiati con pregia*
s. Lucia del (juale parlai nel § Vili, ta galleria di quadri, fra'qiiali si fa distin-

n. 4i- A sinistra del Canale, dirimpetto guere il Ganimede, opera preziosa del Va-
a s. Lucia, è la cliiesade'ss. Simone e Giu< rottari detto il Padoauino , con copiosa
da , e di essa nel detto §, n. 44. 1^' «se- biblioteca ricca di codici patrii, doviziosa
guendo l'incominciato corso del Canalaz- collezione di medaglie s'i antiche esì mo-

zo fino al suo termine, si piega a destra, derne, interessafitissimo museo d'antiche


pur a destra s. Cbiàra
lasciata del cui , opere di scultura, eziandio greche, e vi si

monastero convertito in ospedale mili- custodiscono divotamente le suppellettili


tare può vedersi il § X, n. 23, e per la' che servirono di uso a s. Lorenzo Giusti-

Laguna superiore si procede marina ma- niani, i.° patriarca di Venezia e discen-
rina verso l'ovest fino alla punta di s. Mar- dente da questa nobilissima famiglia, ed
ta, sul margine essendo No- la chiesa del il corpo della beata Giustiniani, già ab-
me di Ge>ìi, discorsa nel § XI, n.i5. Più bades»a del monastero di s. Croce del-
innanzi la chiesa di s. Andrea de Zirada, la Giudecca. Si vede poscia la chiesa
di cui nel § X, n. Sy; poi la fabbrica de' de' ss. Gervasio e Protasio, descritta nel
Tabacchi, grandioso stabilimento, egual- § Vili, n. 66; quella di s. Maria del
mente nel citalo §, n. 55; e finalmente Kosario o Gesuali, della quale nel § X,
il Campo di Marie, da ultimo oniinato n. ^5. Sorge indi una delle caserme
sopra aulico ind:)oni mento. Altre chiese militari, nel luogo del celebi e spedale
sono a destra e sinistra del Canal gran- degl'Incurabili quando esisteva; poi-
de , notate dal Moschini che ricordai e ché nel 1807 divenne spedale civico e
descrissi a'Ioro luoghi, qui soltanto aven- neliBiq si ridusse a caserma militare, e
do nominate le riferite dal Dizionario tale è oggidì: la chiesa del ss. Salvatore
veneto, pre^o a principale guida in que- chiusa in detto 181Q, divenne deposito
sta escursione, lo vado ricordando
§§ i de'maleriali del genio, e nel 1 825 fu spo-
ed numeri de'templi e altri edifizi ove
i gliala di ornamenti indi del
tutti gli ,

ne tenni proposito, non solamente per non lutto den)olila neli83i. L'origine dello
ripetere il detto, ma per indicarlo a chi spedale risale al i522 per opera di Ma-
bramasse di leggerne le descrizioni, e lut- via Malipiei'o e Marina Grimaui, arabo
3.8 VEN VEN
palrizie venete, per curare specialmente conduce; passeggio deliziosissimo e per la

i mali procioni dal


vizio e dal libertinag- sua plaga e pe' molli punti singolari di
gio, gli aiFclti da mali incurabili; dipoi in vistache offresvariatissimi, doviziosi d'o-
proprio locale vi si accettarono orfani e gni bell'ornamento che arte e natura
pulii de'due sessi, per istruirli nelle dot- ponilo insieme adunare, e sommamente
trine crisliane e nell' arti e mestieri. Le frequentato alla sera in eslate, e
la malti*

orfane o figlie di bisognosi genitori, ve- na nell' invernale stagione. Forma una
stivano di turchino, si occupavano ne' curva la cui centrai prospettiva è l'isola
femminili lavori, e dalla metà del secolo di s. Giorgio , correndo dal ponte della
XVII insegnamento della
riceverono 1' Paglia fino alla punta, una volta appel-
iTìusica vocale e instrumenlale in che , lala di Antonio, ora de' Giardini me-
s.

divennero celebri e famosi loro oratori! i desimi.A questa riviera degli Schiavoni
in musica che facevano udiie dalle can- approdano quasi tutti legni che per le i

torie della chiesa. Nel i 5'ì3 fu concesso Lagune veleggiano e in altomare, e di


di fabbricare un oratorio o cappella, poi qui si scorgono gli altri che stanziano ne*
Irasforoiata in chiesa solida, contpita nel vari punti della Laguna slessa a ciò de-
1 566 e consagrala in onore del ss. Salva- stinati; un moto continuo è nell'acqua
tore nel I 6oo e successivamente assai ab- che la fronteggia, e continuo pure è l'an-
bellita. La direzione del pio luogo, quan- dirivieni della gente. Dal ponte della Pa-
to allo spirituale, era prima appoggiata glia ora detto, che tocca al Palazzo du-
a'iealini ed a'gesuiti, per avers. Gaetano cale da un lato e tlall' altro alle Carceri ,

fondatore de'prinii consigliata l'erezione osservasi l'altro de'Sospiri che in allo con-
dell'ospedale, e per avere s. Ignazio isti- giunge due mentovali edifizi.Di
i tali pon-
tutore de' secondi con Francesco Sa-s. ti ragionai nel § II, n. 2, e
e delle carceri
verio e altri compagni impiegato la loro § XII, n. 2, Quanto a'Giardini pubblici a
assistenza agl'infermi. Uliimamenle la Castello, Le Fabbriche di Fenezia ne
delta direzione fu adìdala a'soraaschi, per olirono la pianta, colla descrizione del eh.
aver il loro fondatore s. Girolamo Emi- Antonio Diedo. Racconta, che il celebre
liani avuto in cura i putti ed i malati, architetto Gio. Antonio Selva, collabora-
recandovi gli orfani che avea radunati e tore delia stessa opera, incaricalo dal go-
istruiva in una casa contigua a s. Rocco. verno del regno Italico dell'erezione de'
Dello spedale e della chiesa, trattano il pubblici giardini nel sestiere di Castello,
Corner nelle Notizie storiche, p. 55o, ed ne concepì il divisamento, proibito dalla
ilcav. Cicogna dilFusa mente con prezio- limitazione del terreno, dalla natura e
se nozioni neWJnscrizioni P'eneziane, t. dall'oggetto dell'opei-a, di far pompa de-
5, p. 299 6760. Dell'ospedale eret-
e seg. gli artifizi romanzeschi e della poesia del
to bollo la direzione di Antonio da Pon- giardinaggio inglese. Doveva egli attener-
te, non vi è restalo che la porta princi- si a divisioni semplici e grandiose, quali
pale. — Seguitando il cammino si giun- convenivano ad un giardino di passeggio
ge punta della Dogana, e di qui tor-
alla che domanda larghi e dirilti viali, epro-
nasi alla Piazzetta di s. Marco, per fare scrive ciò lutto che tiene del diflicile e
vm'acnenae sorprendente passeggiata, complicalo. D'altronde il pretendere di
s'intende parte a piedi e parte iu gondo- dislrar l'occhio da questa scena inelTabi-
la, a piacere. le e veramente magica per divertirlo di

4. Dopo l'incantevole passeggio della tali sarebbe stato delirio di


frivolezze,
maggifjr piazza di s. Marco, il principa- mente travolta. E di falli chi porta il
le [iasseggio a Venezia è la Riva degli piede per entro al giardino, di cui par-
Schiavoni co' G iardini pubblici a' quali lasi, aoo si perde nell' osservare la di-
VErf YEN 3r9
Sliilnizìone delle vie e degli alberi ; non veniva a deporre in mano della repub-
si occupa (Ielle varie famiglie delle pian- blica lo scettro, onde vivere in pace fra
te, o la scala iiifìnita de' verdi contem- le doniestiche mura ;
qui si fugarono le

pla che popola questo luogo ; ma anr»- confederale armi di Canibray; e qui fi-

mira bensì la singolare veduta che cinge nalmente ne'prischi tempi 7 chiese esi-
questo luogo beato, il quale non invidia stevano, ricche per elette colonne e per
certo alcun altro de' molti che fanno musaici, celebratissime ancora nelle car-
chiamare l'Italia Giardino chi HJondo. te di Marco Cornare. Che se giri lo
« A destra si stende la lunata riviera de- sguardo a sinistra del luogo ove tu posi,
gli Schiavoni, la qualedopo averti schie- d«ipo aver ammirato il famoso Castello
ralo dinanzi una linea di caseggiati e di che il Sanmicheli erigeva a terror de'ne-

templi di stili vari, mette capo alle Pri- mici, e a scherno dell'infuriale onde del-
gioni, al Palazzo ducale, alla Piazzetta l'Adi iatico che frangono in que'sassi l'in-

di s. Marco, alla Biblioteca; alla Zecca, domite ire, vedrai stendersi un altro li-

a' reali Giardini, ove incomincia a ser- do ove si accolgono fiorenti vigneti, e
peggiare il maggior Canale, die fin dal alla di cui on>bra sollevan la testa sul-
suo nascere ollìe le fabbriche più stu- l'acqua altre isole. prima delle quali scor-
pende di cui si vanti Venezia. Laonde e gerai quella sagra alla pia madre del
la Dogana da mare, e gli emporii del gran Costantino. Allorquando il sole s'al-
Sale, e il tempio di s. Maria della Salu- za dal mare, o allorché verge all'occaNO,
te, si preseiilano nel loro più bello aspet- ofire questa veduta al pennello de' Ca-
to. Poi, almezzogiorno l'isola della Giu- naletti e de' Borsaio uno studio finitissi-

decca, ove grandeggiano templi del Re- i mo di cerulee lontananze, e di varietà di


dentore e di s. Maria delle Zitelle, ope- forme e dì colori con somma armonia
re divine del divino Palladio. Poi^ an- distribuiti, e di fughe e (legradazioni di
cora Palladio ti spiega la sua valentìa luceehe fanno pas>eggiar l'occhio di fab-

nel tempio di s. Giorgio Maggiore, la brica in fabbrica per lungo spazio, e sem-
quale isola si abbella ancora perla fab- pre I* allettano con nuove prospettive,
brica della nuova Dogana. E se da questo finché da un lato sui colli Euganei ar-
punto tu porti l'ala dell'occhio più al sor- restandosi, e dall'altro sulla dislesa ma-
ger del sole, e la spingi fin quanto può rina, par che riposi da ultimo e si ricrei

giungere il suo volo, per lo specchio della nell'uniformilà dell'immenso piano". Fu


placida Laguna, vedrai qua e là sorgeie quindi che il saggio Selva, cercando di
l'isoledis. Servolo, degli Armeni, de'Laz- trarre vantaggio dagl'ingrati confini del-
zaretti, di s. Maria delle Grazie,di s. Cle- l'area prescrittagli,^ pose ogni sua indu;
mente, della Certosa, e più lungi Po- stria nel ripartirla con facile regolarità
veglia, e la proli atta lingua del Litorale e con intelligenza di effetto. Formò un
fino a Malamocco, antica f^^fSe del piin- corpo a parie dell. "trailo di terreno che
cipato. Di fronte appunto In scorgi in- da* portoni d'ingresso mette fino al pon-
cominciar questa lingua del Lido, sul di te, e lo dislribuì in 3 viali, rompendoli
cui terreno sorgono uoiili fiibbriche e con piazzetta esagonaalla loro metà. Im-
fortezze e templi : quali lutti li ricliia- piegò l'altro tratto, molto più esleso, in
oano alla memoria giocondissime idee doppi viali a più direzioni, divisi da bei
e fatti preclari del veneto popolo, men- tappeti di verde, con piazze e slradelle
tre qui iu accollo Enrico III allorché pas- di comunicazione, studiando di variarvi
sava da Polonia in Francia a ricevere il le forme; e nascose tutte l* irregolaiilà
regale diadema ;
qui fu incontrata la re- ove entro il dolce clivo d'una facile col-
gina Cornavo, quando lascialo Cipro, linetta, ove fra' vaghi errori d'uu verde
320 VEN YEN
ritagliato tlaireslreine linee del circon- della Pietà, di cui nel § XII, n, 6. Adia-
dario. Sulla sommità della collinetta è cente alla riviera, in capo a breve vìa
piantato un edifizio rotondo ad uso di sorge la chiesa di s. Giovanni in Brago-
caifè. In direzione del viale, dirimpetto ra, descritta nel § Vili, n, 4- Al ponte
all' acqua e precisamente sul lato die cos'i detto della Veneta Marina ha ter-
bordeggia il canale, vi sono le rive d'ap- mine la Biva degli Schiavoni e s' infila

prodo. Non mancano fabbrichetle a fi- colla via de' Giardini, larga e ben edifi-

ne di comodo e di piacere, ed havvi pu- cala, checonduce a questo descritto ame-


re una fabbrica ad uso di cavallerizza, no passeggio pubblico, bagnato da due
architettala da Gio. Battista Meduua. lati dalla Laguna e piantato di rigoglio-
Sull'urea de' Giardini sorgevano [' ospe- si alberi, ed ha contigua la chiesa di s.

dale de' marinari, la chiesa e il semi- Giuseppe delle Salesiane, della quale par-
nario di s. Nicolò di Castello, di cui lai nel § X, n. SQ>. Dalla via de' Giardi-

nel § X, n. 65 ; e nel n. 36 descrissi la ni per tortuose calli si va alla conculle-


chiesa e monastero di Antonio di Ca-
s. drale basilica di s. Pietro di Castello già
stello, de' canonici regolari, che su que- cattedrale della città, che descrìssi nel §
sto suolo eziandio esisterono. Si salvò VII!, n. I. Presso al termine della Biva
dalla distruzione il grande arco della degli Schiavoni, è la chiesa dì s. Biagio
cappella Laudo die ornava la chiesa di parrocchiale della regia marineria, di cui
s. Antonio, creduta opera del Sauutiche- nel § L'i, n. 2. Di qui prendendo le mosse,
li, e qui fu eretto di fronte all' approdo procedesi all'imperiai regio Arsenale nel
nel rivo che divide il giardino. Esso ri- sestiere di Castello, il cui esame ne do-
corda che nel luogo sagro riposavano le manda più ore di tempo, dice Moschini.
ceneri celebri di Cappello, di Pasquuli- Questo magnifico e vasto stabilimento
go, di Landò, di Vittor Pisani, e per non ad uso militare terrestre e marittimo,
dir d'altri, parimenti secomlo il Diedo, di fondato circa io4, ed ingrandito poi
ili

Cassandra Fedele, che celebrai nel § X, verso ìli3o4 da Andrea Pisano, sotto il
n. 3o, nel parlare della chiesa di s, Dome- doare Oidelafo Fallerò, fu ingrandito an-
nico ove fu sepolta, la quale col convento Cora in epoche diverse da'più accreditali
de' domenicani qui pure erano edificati. architetti sino a quesli ullirai:tempi. An-
Per le demolizioni de' nominali edifizi sì che Biografia degli Artisti, in quella
la

perderono nobilissimi monumenti e pit- d' Andrea Pisano lo dice venuto in Ve-
ture meravigliose nel 1807; mai giardini, nezia nel i3o3,eche fitto il disegno
decretali in quell'anno, furono disegnati per r Arsenale, nel i3o4 si cominciò.
nel 1810. Di questi amplissimi giardini Ma Ordelafo Fallerò divenne doge nel
e di loro amena situazione siha il poe- I 102, e nel i3o4 lo era Pietro Giade-
metto di Pasquale Negri : Giardini di nigo. Il Moschini nel 1828 disse l'Arse-
Fenezia, ivi pel Picotti 1818. E le Let- nale incomincialo da cinque secoli, ed
tere sui pubblici Giardini di f^ciiczia, avere due miglia di circonferenza. Sa-
Milano pel Bettoni i8?.o. NeliSSy il uju- rà meglio dire, come accennai, che il
nicipio decretò il riordinamento de' pub- primo ingrandimento dell' Arsenale av-
blici giardini, e la loro riduzione a mi- venne circa il i3o4 per opera di An
glior forma. — Poco discosto dalle ri- drea Pisano nel dogado di Gradenigo
cordale Carceri è il così detto Grande il secondo nel ìZi5, cioè quella parti
Albergo Beale, stabilito nel palazzo Ber- delta l'Arsenale Nuovo, In origine anti
nardo, di architettura archiacuta del- chisslino lago di S.Daniele acquistato net
l'epoca migliore del medio evo. Più precedente anno dalla repubblica. La 3.
iaaau£i iacoulrasi la chiesa di s. Maria aggiuula ebbe luogo coll'ingraodimeula
V E N YEN 32 r

tlel 1473, e denominato riparto Novis- damenlo adunque delle imponenti loro
siaio glande e darsena di Novissimetln, matittime forze doveva essere un Arse-
oltre il ripriito Nappe. Il canaio delle nale, ed in fatti l'ebbe la repubblica fia
Galeazze, e fabbrica delle seghe, era an- dal suo nascere, e mediante più intensi i

ticarnenle ortaglia annessa al vicino mo- stuili e la maggior profusione dell' oro,

naslei'O della Celeslia, e costituisce la 4- lo portò a quel grado che lo fece mai

aggiunta falla all' Arsenale poco piinia sempre riconoscere per il migliore di
del i53q, conoscinta ptr riparlo del- quanti mostrare uè potesse l'Europa. E'
le Galeazze. La vasca alle Galeazze ap- creilo questo Arsenale all' eslremità o-
partiene ad un 5." ingrandiinei,ito del- rienlale della città. La sua prima fonda»
l' Arsenale operalo nell'anno i56^. Il zione rimonta, ripete il Selva, ad epoca
Ponte del Molo è illimite dell'aulico Ar- assai lontana, ed il suo compimento, per
zanà, ramiDentalo da Dante nel e. 2i quanto rilevasi dall'interne iscrizioni, eb-
óeW'I/ìferno. E' i'Arzanà la darsena del- be luogo nel secolo XIV; né è fuor di
l'Arsenale Vecchio, ossia quello spazio di ragione il credere che abbia avuto parte
ac(|ua chesubilo si presenta allo spettato- Andrea Pisano. Il vasto suo recinto è tut-
re tosto entralo nell'Arsenale. Qui lo sta- to contornalo di forti mura alte piedi 60
bilì neh io4 doge Ordelafu Falier, co-
il veneti, fiancheggiate internamente da i
4
me alTerina il eh. Casoni nella sua bella piccole torri, nelle quali stanziano ripar-
Guida. Altre aggiunte ebbe l'Arsenale titamente le guardie notturne. Precede
nel 1810 e fu il 6." ingrandimento, il questo classico stabilimento una piazzetta
7.° nel 1820 e nel 1828. Le Fabbriche sulla quale ergesi un'antenna sostenuta
di ycnezia contengono 4 tavole : la da piedistallo di bronzo con bassirilievi
pianta dell' Arsenale e la porla del de- allusivi alla potenza marittima de' vene-
posito dei Bucintoro, colle dichiarazioni ziani. Due sono gì' ingressi tnaritlìmi,

del eh. Zanotto; e la porta d'ingresso del- r uno al sud, e l' altro all' est. Il i.° è
l' /\rsenale, e la pianta dell'ingresso da framezzo a due torri, alle quali poggia un
terra al medesimo, illustrate dal eh. Sel- massiccio rastrello che con ben inteso e
va. Da questi comincerò miei cenni. I i semplice meccanismo apre e chiude con
veneziani furono soli che trasportarono
i facilità l'ingresso e la sorlila a'baslimenli
in questo Estuario gran parte dell' arti da trasporto e da guerra. Il 2." fu co-
de'romanijda'quali derivavano, e ad essi struito dal governo del regno Italico onde
pure si deve, per consenso delle colte agevolare a quella parte 1' uscita e l'en-
nazioni, l'avere conservata e ristabilita trala de'grossi vascelli da guerra. Accanto
la pratica della navigazione; e fu per del medesimo vi è una grandissima torre,
j
l'estese loro cognizioni in quest'arie che alta dal livello comune dell'acqua piedi
i
la repubblica, nella quale eglino si co- parigini 106 (diversificano questi da've-
stituirono, pervenne a quel grado di neli come i44o ^ 1 537) ; e siccome l'og-
I
grandezza che la fece primeggiare, poi- getto essenziale di questa è di sostenere
; che per otto o nove secoli il commercio appesa la gran mole degli alberi da va-
de' veneziani fu il più florido di tutta scello nell'alberarli e disalberarli, così si

r Europa. E' pur noto nella storia illoro è costruita con tale solidità da potere
valore nella marina militare, le molle far fronte al più lungo ivvenire. In li-

guerre ch'ebbero gloriosamente a soste- nea dell' entrala marittima al sud vi è \n


nere, tanto a propria difesa chea quella porla principale terrestre per l'ingresso e
di tutta l'Italia, la quale più volte sareb- regresso personale, d'ordinecoriutio,ch'è
be stala invasa da' barbari se non si fos- appunto quella espressa nella memorata
''

^0 opposte le flotte de'veuezianr. 11 fou- tavola. Figura essa un arco di trionfo^sor-


VOL. xci. 21
-

322 V E N V EN
montalo nel mezzo da un attico, collo dosso, somministrarono argomento di
stemma della repubblica veneziana, cioè studio a parecchi dotti. Ne parlano an-
il Leone alalo. Le 4 colonne son» di gieco cora La Guilleliere, Jthencs Ancienne
lavoro in D)at'uio, come din)ostiano i lo- etNom'elh',Vav\?, iGyS; Cornelio Ma-
ro capitelli ornati di foglie d'acanto spi- gni nella sua lettera 6.' de' suoi Viaggi
noso, simili a' molli clic veggonsi nella per la Turcìiia, Parina 1692. E meglio
chiesa di s. Marco; tulio il resto dell'o- forse d'ogni altro M. Akeiblfuid che fu
pera è di pietra istriana. L'epoca preci- il (."a scuoprirvi ed a prodture con rami

sa dell' erezione della porta è scolpii^ ne' due Inscrizioni Runiche illustrale nella
zoccoli delle colonne: in uno si legge: sua :Nolice sur deiix iiiscriplions en
Ab Urbe Coiiditn MXXXFiiii: iiell' al- caraclercs runiques, Irouvées à /- enise,
tro Chrisli lucarnalionc mcccclx. L'ar avec les reniarqucs de HJ." d'Ansse de
co d' ingiesso fra le colonne, adorno di Villoìson,, Paris i8o4- Trovo nel cav.
belle sculture e di statue di Girolamo Mulinelli, .^/^/;<3/i L/Z»^?»/", che frullo del
Campagna, stato sostituito all'antico per conquisto d'Alene, fallo dal valoroso Alo-
segnalare la gloriosa vittoria navale ri- rosiui, furono anche 4 leoni, indi collo-
portata co'cotiR-derati neliSyi a Lepan- cati all' ingresso del famoso Arsenale. Il

to contro i turchi, come lo dimostra l'm- più grande, ritto su ilue zampe, trova
cisa iscrizione nel mezzo del fregio: Pi- vasi al Pirer), e lungo la giubba e le spalle
ctoviae. Na^'filis Rloninieniitni mdlxxi. porla seol[)ile iscrizioni o piuttosto sigle,
Contemporaneamente si sono pure in- che hanno stuzzicalo la curiosità, ed e-
seritidue Leoni a bassorilievo
i ne' dadi sercitalo la penna di tnolti dotti d'Italia
de' piccoli piedistalli sottoposti alle co- e di altre nazioni, il maggiore degli altri
lonne, e collocata la statua di s. Giusti- due leoni sdraialo, era sopra la via, che
na nella soannità dell' attico, poiché il dal Pireo conduceva ad /\tene, già bel-
giorno di delta vittoria era sagro a delta lissima via lunga l\o stadi, fiancheggiala
saula, i'recede a questa porta un atrio da mura;e nella (pjale so[)ra un cenolafio
scoperto, recinto nel 1688 da rastrelli postovi dagli ateniesi leggevasi scritto: Ltl
di bronzo interposli ad 8 pilastri di mar- gloria d /ùiripide lui per inoiìuniento la
0)0 sui quali poggiano allrellanle statue Ciccia intera. V\.\h\ì\\eò\a Cronaca di
di poco merito; ma di sorprendente bel- 7l//7rt/io del 1837,1. "seuìestre, p. 37,il ti-

lezza sono lìue Leoni colossali di mar-


i tolo dell'opera : // Lione deli' Arsenale
mo pentelico che sono a' [ianchi di esso di Venezia, Inscriplion rnuiquc du Pi'
dopo
atrio, trasportati dal Pireo d'Alene, l'ée inlerprélée par C. C. Rafn, elpu/dice
la sua espugnazione, da Francesco Moro- parla sociélt Royale des Aniiiiuaires
sini il Peloponnesiaco, insienje a due al- da Nord, Copenaghen i856. Il d.'
ili ivi pure eretti, come leggo nel Mo- Uafu porta le sue indagini sul Lione che
nchini. Egli dice: I 4 Leoni che vi »ono il Peloponnesiaco \.\i\9,^oi\. àn\ Pireo a
al di fuori vennero recati di Grecia dal Venezia nel 1687 (che appunto per esso
Moiosini. 1 luoghij onde vennero, danno il Pireo si distingue ajicora col nome di

il pregio a que' due alla destra all'altra : Porto Leone), e delle parole runiche che
parte il i.° recalo dal Pireo, con epigralì porla sulla fascia, le quali avendo eserci-
alla chioma allurligliate, creilute e runi- talo già r attenzione di molti, al solo
che e pelasgie, è di buon urlellce, ma Ivafn fu dato leggerle per intero, al dire
non de' bei tempi tiella Grecia; l'altro della stessa Cronaca.So^na la porta inter-
è meno pregiabde, eziandio pel molto na dell'atrio che mette nell'Arsenale, ve-
moderno restauro. Questi simulacri e le desiuna bellissima statua della B. \ ergi-
delle iscrizioni che |Jortuuo scolpile ad- ne,scuUuradi J.Sansovino. Passando <*!
-

V EN V E N 323
air inlenin, lo sguardo umano non può Irrotta da Antonio da Ponte nel 1079,

che rimanere sorpreso nell'aiumirare il essa ha gSo piedi di lunghezza, 70 di


complesso di tutta l'opera. Si vedono e- larghez«a e 3-2 d'allezza. La laighezzaè
ietti e disposti a (ila a fda e colla mag- divisa da due file di grosse colonne in
gior sitnnietria i cantieri da costruzione, islile toscano, che formano nel pianter-
da poter lavorare alcopèrto tanto grossi i reno 3 corridoi, e due altri ne' solai de*

che i piccoli legni da guerra. Nella va- (innchi soprapposti alle stesse colonne,

sta areadirimpetto «'cantieri dell'Arse- formanti ampie gallerie poste in comu-


nale Novissimo, nove de' più grandi fu- nicazione da alcuni ponti lanciali sull.i
rono spianali dal governo Italico, eri- nave di mezzo. Il corridore centrale, di
gendo negli spazi che occupavano de- tutta altezza, serve per la lorcitiu-a e co-
gli scali di pietra viva, cioè 4 P'^gevolissi- struzione delle gomene e de' ca«i, e gli
ini marmorei piani inclinati, suscettibili altri quattro sono destinati per le filan-

della costruzione de'vascelli dì qualunque de. Le gomene massime pe'vascelli sono


grandezza. Fu lo spirito d' innovazione e composte di igo8 piccole funicelle in-
quella specie dinquietitudine che f<\ tro sieme attortigliate. Appresso lo stesso
v;\r cattivo tuttociò che si solleva dall'or- luogo vi sono in varie stanze pettini pol- i

dinario, che risolsero la demolizione de'c) la pettinatura del oanapp,-ed isolatamen-


grandi cantieri da vascello, pe' consigli te un apposito luogo per i'incatramazio-
inconsiderali e prevenuti di certo For- ne. In altro sito veggonsi5 grandi fon-
fait mal a proposito spiegali intorno al- derie nelle quali si foimano cannoni i

l' Arsenale di Venezia. Lungo il lato co- di bronzo, e tulli i relativi oggetti occor •

mune d'una fila de' più alti cantieri, esi- ribili per qualun<pie armamento. Vi e-
ste un Tesone o Tezzone denominato si>lono moltissimi deposili di grandissi-
Fahbrica,destinato pel segamento e squa- ma tenuta, i quali contengono separata-
dratura del legni»me, lui/go piedi 44?) mente tull'i materiali d'ogni specie ch'en-
largo 56 e alto 4^- Reca esso sorpresa sia trano ne'medesinji in natura, e passano
per r estesa sua grandezza, sia peri' in- indi néir accennate oltìcine e canlieri a
gegnosa concatenazione de'legni che for- convertirsi in bastimenti di qualsivoglia
mano il letto. Nelle situazioni più oppor- grantlezza, pronti a battersi in guerra.
tune esistono pure regolarmente dispo- Gli spazi poi intermedi a' descritti fab-
ste r ollicine di tutte le meccaniche pro- bricati costituiscono 4 ai^pie darsene,
fessioni dell' Arsenale, cioè falegnami, al- tlisgiuiite l'una dall'altra, nelle quali ven-
beranti, remeri, taglieri, tornitori, coi gono tenuti galleggianti i bastimenti da
daiuoli, velcri, fabbri d' ancore e di mi- guerra fino alla loro uscita. In un-a di
nuti lavori, modellisti, scultori, pittori, esse si conservano sommerse le piante di
vetrai, lattai, bollai ec. ; ciascuna delle rovere, giacché questa specie di legna-
quali arti ha il suo maestro, che dirige me si mantienepiùlungainente in acqua
l'andamento de' lavori sotto la sorve- che sopra terra. Colle medesime comu-
glianza del rispettivo militare : e tutte nicano grandi canlieri acquatici, desti-
i

<li concerto confluiscono simultaneamen- nali a tenere al coperto le iVegate, i brick,


le alla perfetta armonia del buon servi- le golette ec. rientrate io disarmo. Fi--
gio. La più distinta fra le delle o/ììcine natmenle fra'Iuoghi degni d'ammirazio-
è quella Sella corderia, denominala Ta- ne si ponno annoverare 5 assai vaste sa-
na (ilalla città omuniuia di Crimea, don- le. Una di esse, che misura 1 80 pieJi pei*

de in abbondanza riti^evasi la canapa), lungo, 60 per largo, e 20 per altezza,


dove si formano tulli cavie le gouìe- i contiene, disposti iu bell'ordine, i modelli
•e d'ogni diuiensioue, funi e coidamì. di qualunque coslruzioue, e serve iaul-
3^4 V E N V EN
Ire al genio marillin»o per delinenre sul nel I 8 7 maggiormente decorala
I la sala
suolo nella forma naturale d'ogni gran- principale del busto colossale in^bronzo,
dezza lutti piani de'bastimenti da guer-
i opera del valente scultore Bartolomeo
ra clie devonsi costruire. La sala de'uio. Ferrari, esprimente \' imperatore e re
delli fu eseguila nel 1778 secondo l'idea Francesco I, fondatore del regnoLombar-
del prof. MaHluletti: i piìi anliclii modelli do-Veneto. Monumenti tulli che attrag-
vennero depredati nel i
797 dall'invidia gono l'universale curiosità, e che ricor-
straniera. Fra' rimasti sono da conside- deranno mai sempre la grandezza e la
rare ilcelebregaleone VitloreFausto,no- preziosità di questo rinomatissimo e glo-
lue del suo inventore; le navi Brillante, rioso stabilimento. Imperocché infinite
^iircna e Fama, impiegate nella guerra sono le cose che contiene, tulle grandio»
contro le reggenze barbaresche, sull'ulti- se, ideale ed eseguite con magnificenza
ma delle quali morì il celebre Emo ;
pari all'ardire dell'impresa, che fui." in
la nave Arpa d' 80 cannoni, uno de' più lai genere in Europa. Innumera-
liilta

grossi legnida guerra costruiti ne'tempi bili pure sono


macchine, gli ordigni,
le

veneziani; ed il Bucintoro fatto eseguire i trovati ingegnosi, che in questi luoghi


dalla solerzia del vice-ammiraglio mar- si ammirano, e che non cessano di mol-

chese Calducci, sulla descrizione che se tiplicarsi dal vigile governo. Avendo il

ne avea famoso naviglio omunimo.


del vice-ammiraglio, comandante superio-
Nelle altre 4i denominate sale iV armiy re dell'i, r.marina da guerra, Amilcare
esistono armi in gran copia per fornire Paulucci, aiumito a' voti del Zanoilo,

r armata, e in mezzo a queste furono re- col fargli tener la pianta dell'Arsenale de -

golarmente appese quelle d' alcuni cele- lineala per cura del più volle lodalo in*
bri guerrieri italiani, e varie altre di ve- gegnere e direttore delle fabbriche civili
neziani patrizi che si sono distinti in com- e dell'i, r. marina Giovanni Casoni, per

battimenti navali. Fra' monumenti pri- la I.' volta con ogni esattezza la pubbli-
meggia e visi ammira il monumento bel- cò. Egli che in Venezia sua patria con
lissimo eretto dal senato ad Angelo E- vaslecognizioni sostiene colla robusta sua
ino, ultimo rinomato gratide ammiraglio penna l'onore dell'arti belle, nelle Fai'
della repubblica, scolpito dall'insigne Ca- brichc di f'^enezia propriamente non in-
nova nel 1794 '" Roma. Ha dìrimpello lese descrivere la storia dell'Arsenale, la
l'armatura d'Enrico IV re di Francia, da diversità de'Iavori che in esso si compio-
luìdonata nel i6o3 alla repubblica quan- no, la copia delle cose pregevolissime che
do chiese d' essere aggregalo al corpo de' ancora ammirano, potendosi lutto*
vi si

patrizi veneti, equi trasportata dal pa- ciò vedere nella Guida per V Arsenale
lazzo ducale ; e d'intorno il monumea- di Fenezia, ivi nel 1829 impressa dal-
lo antico di Viltore Pisani, qui traspor- l'Antonelli, eslesa con molla cura dall'en-
tato da Antonio di Castello. Altre armi
s. comiato Casoni; il quale Zanoilo, infati-
antiche sono quelle di Erasmo da Narni, cabile illustratore delle copiosissime pa-
detto Gattamelata, cioè un cavallo bar- trie cose, dell'Arsenale inoltre ne trattò
dato con l'armatura equestre di finissi- pure nell'opera Venezia e le sue Lagu-
mo lavoro; quelle credute di Attila re ne. Volle limitarsi soltanto, colla scorta
degli unni, consistenti in elmo e celata di essa , a dire alcunché nel dichiarare
di bronzo; quelle del doge Sebastiano con ispiegazioni interessanti 'ndn nume-
Ziani, ossia lo scudo, la spada e 1' eitno ri, che nel disegno della pianta pose ad

che diconsi a lui appartenuti, ed altri ogni locale. E' impossibile che lo segua;
preziosissimi arredi e bandiere turche, appena ricaverò qua e là alcuna generi-
prese da' veueziani iu battaglia. Fu poi ca uoziooe, altre avendone lutrecciute di
V EN VEN 3i5
sopra. La piazza Francesco I, vasta e !r« nel § X, n. i^, ora magazzino. L'offici-
regolare con molte officine all'intorno, na scultura fu stabilita nel iSao. Ivi si
con tuttociò oh* estendesi verso oriente, eseguiscono tutti gì' intagli, busti, statue

appartiene ali.° ingrandimento dell'Ar- e altri oggetti servienti a decorare le va-


senale, avvenuto neli 3o4 oi3o5. 11 cor- rie parti interne ed esternede'na vigli. Nel-
podi guardia esternii è d'architettura pe- la parte più interna dell'officina de' tor-
stana, e decora il margine del rive che nitori sorge un altare con ispalliere e gi-
guida all'Arsenale. La grande officina cor- necei, e vi si celebra la s. Messa coll'inter-
deria della Tana è un itnponente fabbri- vento di tutti gli operai. La t.^ sala d'ar-
cato di cui l'eguale, per grandiosità e co- mi fu così ridotta nel iSiS: essa è guer-
lossale struttura, non mostra verun altro nila d'antiche armi, scarsi avanzi delle
arsenale d'Europa. La porta dorica di depredazioni accadute ne' torbidi tempi
prospetto allo stradale di Campagna, ha del 1797. Fra'vari oggetti sono da os-
il carattere del Santnicheli, ma non pa- servarsi. L' armatura di ferro di Carlo
re: il Leone dell' attico è d'infelice dise- Zeno celebre condolliere delle venete ar-
gno e meschina scultura. Anche a quel va- mi cui la patria ascrive
, la propria sal-

loroso architetto si attribuisce la loggia vezza nella guerra di Chioggia neli38o.


del prospetto dalla parte di levante sulla L'armatura del senatore BVancesco Duo*
darsena dell' Arsenale iVuovo, ma con- do, che tanto si distinse nella guerra di
viene por mente allo scolpito anno 1 53/ Cipro, e nobile parte ebbe nella ricorda-
sur un piloiie,<Iice il eh. Zanotto; nondi- ta battaglia di Lepanto, in cui comanda-
meno Santnicheli morì neli55c). Certa- va le suddette galeazze. Il raortaro a
mente è sua la fronte dell'edifizio del de- bomba costruito di corde, cinto di ferro,
posito ove si custodiva il famoso Bucinto- e foderato di cuoio: è questi un i.° sag-
ro, di cui parlo nel § XVI II , n. r3. Ivi gio dell'artigl ieria, dicesi, adoprato da Vit-
e (piale stia reliquia si conserva ancora tore Pisani e Carlo Zeno nell'espugna-
il tronco dorato dell'albero che ad esso zione di Chioggia, forse ha servitoma
apparteneva. I due grandi cantieri detti anco prima, quando neh 349 venezia- i

alla Canna, fondali con rara industria e ni comandati da Nicolò Pisani presen-

diligenza, si vogliono disegno del Sanso- tnronsi a'genovesi presso il Capo Alger o

viiio, ma costruiti dopo la sua morte nel Alghero nel marediSardegna,ed ivi speri-
l568 e neliSyS. Il fiibbricalo pe' squa- mentarono per la i .^volta gli effiitli dell'ar-
draluri di legnami, grandioso e colossa- tiglierie (dice il Cancellieri neWeDisserta'
le edilìzio eretto nella i.* metà del seco- zioni epistolari bibliografiche, a p. 232,
lo passato con architettura di Giuseppe che si conoscono cannoni di sòia, ed a Pe-
Sculfarotto. La maggior fronte è rivolta rugia ve n'erano di corda. E che dimo-
a ponente: un robusto basamento inette stra Fantuzzi nt Monumenti Ravenna-
il

piede nell'acque, ei3 arcale gigantesche, ti, che l'esercito pontifìcio faceva uso delle
decorale di semplici e solide parli archi- bombarde neh 358, più anni prima del-
tetlonithe, costituiscono quel maestoso la guerra di Chioggia, nella quale certa-
prospetto. Nel riparto Galeazze si costrui- mente' le praticarono i veneziani. Delle
vano i nome, inventa-
navigli a reu)i di tal bombardelle usate nella guerra contro i

ti nel secolo XVI dal celebre Gio. Andrea duchi d'Austria nel 1 376,egualmente po-
lìadoiro patrizio veneto, e 6 di esse deci- co innanzi alla famosa guerra di Chiog-
sero della sunnominata strepitosa batta- gia, ne fo parola nel voi. XIX, n.i6). Al-
glia data alleCurzolari a'j ottobre iSy i. cuni oggetti che servirono alla barbara
Nel i8io fu aggregala all'Arsenale la sevizie di Francesco 1 da Carrara signore
chiesa di s. Maria della Celestia, di cui di Padova. Spingarda bellissicna d' esal-
326 V E N V E N
lo, diligeiile e penoso lavoro, clie vuoisi immenso il danno dell'erario; e quale tri-
opera ci' un figlio del doge Cicogna ,
già ste augurio assai contristali restarono gli
nellasala d'anni del palazzo ducale. animi de'veneziani. Altro memorabile di-
Quallro finissimi bassorilievi in bronzo sastro d' incendio dell'Arsenale avvenne
che decoravano il sarcofiigo dell'ammi- nel silenzio della notte de'i 3 venendoli i4
raglio Emo nella demolila chiesa de'Ser- settembre 56g, che ricavo come il pre-
1

vi. Lama dello stocco , che col berretto- cedente dagli/^/i«<^/Zi Urbanìàe\cay. Mu-
ne benedetti IN^icolò V mandò in dono al linelli. Lo scoppio terribile si udì all' im-
doge Foscari. Altro dello Stocco che col provviso, e fu così strepitoso che s'intese
lìerrellone benedetti, e lo ricordai in oltremare nell'opposta costiera d' Istria.
quell'articolo, furono dati da Pio II al do- Apparvero in cielo fiamme, tremola ter-
ge Moro. Vessillo turco preso da' veneti ra, traballarono le case,si aprirono le por-
sidla galea del comandaule Ali pascià al te, si triturarono i vetri. Tutti spaventa-
combattimento di Lepanto. Lo stabili men- ti balzarono da'Ietti, i più timidi piangen-
to di s. Daniele nell'Arsenale, è una casa do e gridando misericordia, credendo av-
d'educazione marittima. L'isola delleVer verato il prognostico in antecedenza pro-
gini era il bagno marittimo (ora non è palato, che in Venezia dovea a mezzo set-
più). L' Arsenale per l'artiglieria di ter- lembie accader il finimondo. Molte don-
ra, neliSog venne segregalo dal reslan- ne aborlirono, altre istupidirono, altre
le dello stabilimento. Vi è un parco a impazzirono. Cagione di (anta sventura fu
palle con prospetto architettonico, ope- il caso, il quale fece accendere 200,000
ra deli 58o. Sei vaste sale d'armi sono libbre di polvere nelle 3 conserve del l'Ar-
decorate a dovizia d' ogni maniera d'ar- senale, benché costrutte di pietra viva. Si

meria, alta a fornire da 60,000 uomini. accorse all'Arsenale per frenar l'impeto
Quella di mezzo è da riguardarsi come delle fiamme che minacciavano di total

si accoglievano e
sala storica, giacché ivi distruzione questo nobilissimo e stupen-
festeggiavano con lauti rinfreschi i sovra- do edifizio. Era tutto già desolalo, trovan-
ni e altri distinti personaggi. Mentre il se- dosi le conserve convertite in profonda
nato slava deliberando sulla guerra inti- e ampia voragine; rovinate in grin parte
matagli dalla lega diCandjray,a't4 mar- dalle fondamenta le mura alti-sioìe di
zoiSog l'Arsenale soggiacque a terribile cinta che guardavano settentrione, e con
incendio, avendo preso fuoco la munizio- esse due torricelle da vedetta; distrutte
ne da guerra, dando fuori con ispaven- le tettoie de' cantieri delle galere, e non

tosa furia e tieoiendo scoppio e fracasso, poche di queste incenerite dappertutto ,

la gran quantità di polvere che vi si tro- njucchi di rovine. Rovinale le circostanti


vava. Arse pertanto nell' Arsenale, cana- case, in uno alla chiesa e monastero di s.

pi,corde e pece; arse quantità grande di Maria Assunta della Celestia; gravi danni
legname da galee e da navi; si spezzarono patirono i Francesco della
conventi di s.

molti bei pezzi d'artiglieria, e molle moli Vigna ede'ss. Gio. e Morirono cir- l^aolo.

ed artifizi meravigliosi;arsero miseramen- ca 6 persone. Riparatosi con grandissima


te uomini e cavalli che ivi stavano per la- spesa e con sollecitudine all'inestimabile
vorare le polveri. Dal centro di si orribile danno, per ovviare simili futuri casi ven-
fornace partendo infiniti grossi ferri e ne ordinato di non più conservarsi la
travi accese , andiuono quelli e cjueste polvere nell' Arsenale, onde non esporlo
dal furoie del fuoco sospinte, assai lon- alla totale distruzione, ma bensì nelle va-
'
lane a cadere sugli altrui tetti delle case, rie isole delia Laguna in ajjposite loriet-
e quale accendevano e quale sfondavano. te, come dico nel descriveile. Da ulti(no
Immensa fu la costernazione del popolo, fu regolarizzala la comunicazione del por-
è

VE N VE N 327
trKli l\l.il:imocco, ili cui nel § XVIII, n. verenfe e grato dinanzi a^Ii eniinenli per"
38, coir Al mentre nel n. 3 del §
sellale; sonaf^gi che vollero ricord-ita In memo*
}LVII l'iuìr) del gran can-ile di navigizic»- ria d'un fedelissima servitore della casa
ne militine e mercantile, la cui linea cor- d'Austria. La marcia Oanriolo espres- ,

re da Porta Nuova deli'Arsenalestesso fi- sameute composta dalla banda di mari-


no a Middmooco. Si legge nella Gazzella na, cliìiise lo spettacolo. Gli arsenalotti,
di J'enczhi {.W Itmedì c) agosto 18Ò8, ri- in genei'ale, furono regalati con mezza
prodotla-dd n. i83 del Giornale ili Ilo- giornata di pig^i; ed in particolare, con
ina. » Nel periodo di tre anni, oltre varie gralifioazioiii largite da S. A. I. Tutti poi
iniportaiili costruzioni e lavori, furonoco- i capi de'diversi rami del servizio di ma-
sfruile in ((uesto I. U. Arsenale due cor- rina, non che gli ndiziali generali e sta-
vette di i." rango ad elice, della forza di bali in pensione, e loslesso sig."^ Girolamo
23o 22 pezzi in batteria,
cavalli, portanti conte Dandolo (autore della lodata ope-
denominate T una Arciduca Federico, '
ra, La, caduta della liepiibhlicadi /'c/ze-

d'indelebile memoria (nella galleria che z/'/7J,(igliodidrillnstreammiragIio,eI)bero


fiancheggia la chiesa ile'cavalieri iliMalla, l'alto onore di essere ammessi alla men-
ai cui ordine appartenne, non ha molto sa imperiale, e colmati da quella eccelsa
si collocò un monumento a suo onore, Coppia delle più delicate gentilezze ".
perchè in Venezia visse caro a tulli, e ivi 5. Contigua all'Arsenale sorge la chie-
pure morì compianto), già in armamen- sa di s. Martino, di cui nel § Vili, n. 3.
to; l'altra, Silvestro conte Dandolo, lau- Da questa chiesa, costeggiando le mura
ciata in acqua sabato scorso, alla presen- dell' Arsenale ,
per intricato cammino si

za delle LL. AA, li. l'arciduca Ferdinan- sbocca sopra altro passeggio, ottimo per
do Massinuliaiio, governatore generale l'ore vespertine nella stagione d'estate,
del regno Lombardo- Veneto, comamlan- poiché guardi all'est, ed è sempre gio-
ie superiore di marina, della serenissima vato dalle brezze del mare. Intendo par-
sila Sposa, ilei conte di Fiandra (Filippo lare delle cosi dette Fondamenta Nuove,
fratello dell'arciduchessa), ed altri distin- prima di giungere alle (juali incontrasi la

ti personaggi di corteggio, nonché di di- vasta chiesa di s. Francesco della Vigna,


verse autorità civili, ecclesiastiche e mili- presso la quale era il palazzo Gritti ^ià
lari. Se in ogni consimile occasione 1'
Ar- residenza dell'apostolica nunziatura: ani-
senale era aperto al pubblico concorso, bedue descrissi nel § K, n. 27. Poco lun-
in questa, per ordine di S. A. I. apposi- gi da tale chiesa vi ha parecchie fabbri-
to fu l'invilo a condegnamente festeggia- che di conterie degne d'essere visitate.

re il nome di quel patrizio veneto e vice- Ora, seguitando per le Fondamenta Nuo-
ainmiraglio, cotanto stimato pe'segnalali ve, per una angusta calle solitaria si vie-
suoi servigi e come fermo soldato, e co- ne a sboccare, per la via della Cirbaria
me i(nperltububile marino, e come finis- delle Tavole, alla Casa di Ricovero, voi-
Simo diplomatico. L'alto e delicato con- garmente Ospedalelto, ins. Maria de'Da-
cc[)iuiento non poteva in fatto meglio relitti, luoghi iliscorsi nel § XII, n. r4-
soddisfare a tutto; e pienamente il coin- Più innanzi e sulla piazza de'S'*. Gio. e
plesso della festa vi corrispose perchè scel- P.ioto ergesi il bel monumento equestre
to e numeroso fu il concorso, decorosi gli di Bartolomeo Colleoni, coli'ampio e ma-
addubbi, e cosi esalto e puntuale il varo, gnidco tempio sagro a detti santi , oh'
da ridestare l'idea che perfino quello sca- quasi il l^antheon di Venezia pe' monu-
fu, nella maestosa sua discesa dallo scalo, menti d'illustri che racchiude, col conti-
fra il fragore dell'inno nazionale e de' re- guo convento, convertito in ospedale ci vi-

pticali urrà degli astanti, si inoslrasse ri- co, insieinealla propinqua sontuosa seno-
328 V E N V E N
l>i glande di s. Marco, ed all'ospedale di popolatissimo e quanto mai ameno della
s. Lazzaro de* Mendicanti. Il moniunen- città, il quale colla sua punta estrema
fo, le 3 chiese, ed i pii luoghi descrissi nel guarda a tramontana e manda al margi-

§ Xjn.ig, e nel § XH, n,i3. Inoltre lun- ne della Laguna per Malghera a Mestre
go le Fondamenta Nuove s'innalza la no- grossa terra e capoluogo di disi retto a
bile chiesa diMaria Assunta de'gesui-
s. 2 leghe nord-ov(jst da Venezia. Malghe-
ti, X, n, 63. Dalle Fonda-
di cui nel § ra era un villaggio fra il canale dell'Ose-
menta Nuove, ai termine loro sulla cos'i liiio e quello di Mestre, presso le Lagune :

delta Sacca della Misericordia, insinuan- i francesi, sotto il regno Italico, vi eresse-
dosi fra terra trovasi la chiesa di s. Cateri- ro un folte. Nell'anzidetta strada sem-
na col Liceo Convilto,e di questo e quella pre folla di gente, prima s' incontra la

parlai nel § X, n. 9. Una via principale chiesa di Gio. Crisostomo, di cui nel §
s.

di Venezia è quella che dalla piazza di s. Vili, n. 40' Più innanzi sorge la chiesi
Marco mena al ponte di Rialto, congi un- de'ss. Apostoli, descritta nel ricordato g,
gendo così i due gran centri del movi- n. 37. Le è vicina la chiesa della Coiìfes-
n/ento di questa città. Appellasi Merce- sione Aiigitstana eterodossa, ossia della
ria, perchè da ambo lati fiancheggiati i comnnìùi Evangelica Protesta/ile. Ne fu
da botteghe da un capo all'altro, le più architetto il Tirali, e fu già scuola o con-
sono di merci, coii>e molte di mode, mi- fraternita del santo Angelo Ualfaello. Ol-
nuterie ed altri oggetti di lusso o di co- tre la tavola dell'altare, beli' opera del
modo. Continua è quivi la frequenza del- R^izzi, con l'Angelo Custode, vi è un qua-

la gente, chi per provvedere a'propri bi- dro del Salvatore; figura bellissima, con-
sogni e capricci, chi passeggiando per di- dotta da Tiziano in avanzata età, secon-
letto ed appagando la propria curiosità do il Moschiiii. Seguitando incontrasi la
nel mirare un'infinità di svariati prodot- chiesa di s. Sofia, poi quella di s. Felice, di
ti dell'industria umana, chi semplicenjen- cui nel § Vili, n. 36 e 35. Viene poi la

te passando per quinci dirigersi per le chiesa di s. Fosca, cui succede cpiella di
molle vie minori ciie in questa meUono s. Maria Maddalena, ambedue desciitte
capo, o per varcare il ponte di Uialto e nello slesso § ai n. 34 e 32. Indi s'in-
procedere all'altra parte della città. Per contra la chiesa de'ss. Ermagora e For-
questa via incontrasi primieramente la lunato, volgarmente s. Marcuola, e l'al-

chiesa di s. Giuliano, di cui nel § Vili, tra di s. Geremia, discorse nel § Vili, n.
n. 26. Una porta laterale, dalla Merceria 3o e 2q. A ridosso a quest' ultima è il
inette in chiesa s. Salvatore, che sul pic- palazzo Labia architettato dal Cominci-
colo campo o piazzetta, che si voglia di- li, con sala dipinta a fresco dal Tiepo-
re, del suo nome, ha la facciata: ne tenni letto, di paolesca fantasia e felicità d'ese-

proposito nel detto §, n. 28. Il già mona- cuzione , fra architetture di Girolamo
stero attiguo, ora serve di caserma. Qui- Mingozzi Colotmn. Appresso il palazzo
vi appresso sorge la scuola grande di s. Manfrin, con ricca galleria di scelle ope-
Teodoro, di cui nel citato numero. Ter- re de'più glandi maestri d'ogni scuola,
n)ina laMerceria col campo piazzetta di ben disposte e decorosamente collocate
s. Bartolomeo, che giace a pie del ponte imo stanze, la più cospicua galleria par-
di Riulto, e sul quale è la chiesa allo stes- che vanti la città, formata dal
ticolare
so santo dedicala, descritta nel § Vili, n. marchese Girolamo. Meritano ricordo
25. Da tietto campo una via principale, ora soltanto (giacché è posta in vendita,
che a certa distanza segue il corso tortuo- e già furono alienati vari capi d'opera),
Maggiore o Canalazzo, gui-
so del Canale j celebrati dipinti della Deposizione di
da a Caunaregio o CanaUegio, sestiere Tiziano, un sollillo di Paolo, un cartone
V E l\ V E iV 329
ili IiiìfTielIn ec. Le-^si nel Corriere Ita- apostolico a Firenze, presentò in udien-
liano di Veiie/.if» ilei i85a de' 29 marzo. za di forokalità all'arciduca Francesco V
« Menile la lìelln Venezia d'ora in ora duca di Modena il breve ponlilicio coi
si va spogliando de' capolavori della sua quale viene accreditato nella medesima
scuola di pittura, passato essendo poco qualità anche presso la real coi le Esten-
|)iìi d'un anno, dacché vedevasi uscire se). All' estremità dì questa fonduinenla
dalla nostra città lu famosa galleria Gar- e proprio presso al margine della Lagu-
barigo, edora standosi anche per perdere na sta edificata lachiesa dis. Giobbe, una
la preziosa raccolta Manfrin, riesce pu- delle più pregevoli di Venezia, che de-
re di conforto vedere che uìenlre dal- scrissi, sempre colle proporzioni di que*
l'una parte si atterra, dall' altra si edi- st'arlicolo, nel § X, n. 47> Uscendo da
fica . . . vogliamo dire della raccolta Cor- essa, passalo il che
ponte di tre archi
rer ". Della quale e del palazzo che la sovrasta al Cannaregio ,
largo rivo di
contiene, ragionai nel n. 3 d1 questo stes- s'incontra il Ghetto degli ebrei. Su- —
so §. Dopo il palazzo Manfru», trovasi periormente col eh. Meschini, parlando
il Palrizzo Savorgnan, poi del barone dell' isola della Giudecca, dichiarai che
Gaivagna (al quale stalo presidente del ivi non vi ebbero mai soggiorno giudei, i

nuigistiato camerale, pel suo attivo ze- benché altrove col vocabolo Giudecca si
lo, Venezia dovette in altri tempi la con- disse il luogo abitato dagli ebrei, e lo rile-

servazione di tanti capi d'arie: questa è vai nel voi. XXI, p. i8,elors'anchein allri

autorevole testimonianza d'un Moschini), luoghi. Sull' origine dello stesso vocabo-
ed ora di S. A. I. il duca di Modena, che lo può vedersi il prof. Piomanin, Sloriadi
l'acquistò da e^^so, architettalo dal Sardi Fenezia, 1. 1, p. 46 ei5i. Della casa in
nel secolo XV 11, fu quindi dopo ilr.°qt»ar- Venezia de'catecumeni discorsi nel § XI 1,
to del secolo corrente restaurato, ed ele- n. 7. Della slabile dimora degli ebrei in
gaiilemente abbellito, anche con iscelta Venezia, e ilelle leggi loro prescritte, ri-

pinacoteca. La fronte costruita di pietra peterò il riferito dal Mulinelli negli Au'
istriana, è di stile secondo il gusto dege- unii Urbani dì ì'^enezia, il quale ripro-
nerato nell'epoca di sua erezione. Però dusse quanto in argOfnenlo pubblicò il

Sono veramente nobilissimi 1' atrio e le Tentori: Saggio sulla storia civile^ poli-
scale. Il contiguo gianlino è loilevole per tica, ec. degli stati della repubblica di
la sua ampiezza, per la sua bella disposi- J^enezia, nel t. 2, dissert. 20. Narrandoli
zione e per ricchezza di piante, essendo cav. Mulinelli i costumi della metà del
imo de'3 maggiori giardini di Venezia, secolo XV, e l'eccessivo lusso, tarlo tre-
luenlie gli altri due sono l'orlo botanico, mendo della società, la repubblica volle
(li cui nel X, n. 47» 6 il giardino Papa- frenarlo a vantaggio delle famiglie che
(lupoli, discorso nel § Vili, n. ^1 (in os- si depauperavano. Fu allora che gli ebrei,
>-c'quio all'indimenticabile Francesco IV, nelle cui sole mani era caduta l'usura, la
il cui fu intitolato questo mio Diziona- cui diligenza e destrezza in ogni pecunia-
rio , io non lascio le opporlunilà per ria operazione erano ben note, mostran-
iiggiungere nozioni a tuttociò che riguar- dosi sempre solleciti d'accorrere là dove
(1 1 l'illustre Modena come , per ultimo avessero potuto ingrandire le loro entra-
l'i.'ci nel voi. LXXXVI , p. 49> per cui te, si permisero di fermar stanza in Ve-
qui registro il riferito dal Messaggere di nezia, sorvegliali però particolarmente e
Modena iWj novembre 1 856, riportato retti con particolari l<^ggi, alìlnchè ne'bi-
dal n. 25f) del Giornale di Roma. Nel sogni de' cittadini li potessero sovvenire
d"i precedente mg."^ Alessandro Franchi dando loro denaro ad usura. Fu allora
urcivescovo di Tessalonìca , internunzio che la repubblica, non essendovi ancora
33o V E N VE ^'

i Dioriti di pietà (f.), uè pubblici ban- venm già, come taluni Mciisaiio, rial gel-
chi, i quali (lessero denaro a pieslito, né to che ivifacevasi di mortai e di canno-
usurai trovandosi commiemerite Ira'siioi ni, ma forse o da gheth, che presso icai-
deliberòe per sovvenire [)Ove-
cilladiiii, i dei e i rabbini suona gregge, o da nglie-
ri ne'loro bisogni, e ove fosse stalo uopo d/ili in ebraico, e in siriaco iighelto, che
anche l'erario, e per animare il giro tan- vale Si/ingoga o Congregazione (f.).
todel piccolo qtiantodel graiideconimer- Questo ri(lesso,ch'è(lell'eruditissimoGal-
cio,di richiamare dall'esilio l'ebraica gen- Iicciolli, pure celeL>rato orienlalista, sog-

le: ma perchè dovesse riu)anere sempre giunge il Mulinelli, viene maggiorinen-


incerta di sua ventura, e in questa guisa te confermalo nel vedere, che peri' Ita-
non potesse ingrandirsi né commettere lia tutta si chiamò sempre il recinto as-
l)arocchi,stabih di condurla inVenezia per segnalo agii ebrei col nome di ghetto;
un determinato tempo chianialo <•o«r/o^ dalla (pxai voce dinotante il giudaico do-
</7j' avveduta misura chedoveviuidonda- micilio, sempre sozzo, sempre povero iti
leagrandissimogiovamentodella repub- apparenza e sempre pulente di tai>fa,es-
blica.Aiìlnchè poi gli ebrei fosserodislinli ser deve certamente venuta l'italiana
venne ordinato che dovesse-
tla'cristiani, guitto, che equivale appunto a sucido, a
IO portare nel mezzo del petto im segno sciatto e a sciamannato. Sul voi;abolo
giallo, mutato poi ora in una berretta G/ie«o,recintoo claustro israelitico, si può
gialla, ora in un cappello coperto di ros- vedere il voi. XKI, p. 33 : certamente ne
so, e nnalmenle in un altro di tela cera- riparlai anche in altri luoghi, Piissati a •

ta (dunque non furono soli Papi ad e- i dunque gli ebrei ad alloggiare nella Gor-
8Ìgere tale segno: anzi si h'gge nel No- tede Calli, s'impose loro di pagare a'{)ro-
\aes. Storia di Paolo [V : >> In lloma prielari di quelle case un 3.° di più della

separò gli ebrei da'crisliani, costringeu- solita pigione; rimetlevasi all'opposlo a'

doli atl abitare rinchiusi in una strada padroni disile cise stesse il pagamento
conligua, toa divisa dalla città, e si chia- della dt-cima sopra quel 3." (nel citato
ina il Ghetto, come aveva fatto nella sua articolo Ebuei, dissi del /«v gazagà nelle
capitale la repubblica di Venezia'. vSi può godono gl'israeliti
case chi? di Roma, il
•vedere pel restola biogratia di quel ve- quale importa non solo un diritto d'in-
nerando Sommo Pontehce, massime nel quilinato ereditario, ma ancora la pen-
Cne).iNon potessero, in riverenza d'Iddio sione regolata che non può accrescersi a
e per i'mleresse della città, acquistar uè capriccio. Questo lo notai pure nel voi.
case uè altri possessi; non potessero esercì- L, p. 293. Ivi e nel voi. LX.XXlV,p.67
tar nessuna arte nobile, fuorchéla medi- hunentai 1'
eccesso dell' odierne pigioni
Cina, nessuna manuale. vSorpresotm ebreo senza limite, con cui sono gravati i cri-
a giacere con donna cristiana se quella , stiani ;
perciò in questo inferiori agli e-
fosse stata a)eretrice di liialto , dovesse brei, a'quali i Papi concessero e sosten*
pagar 5oo lire e rimaner prigione per 6 gono il jus gazagà, e non pertanto so-
mesi; se non fosse stata donna di parli- no malmenati ingiustamente e con a-
to, dovesse slare in carcere per un anno perla ingratiludiue da qualche scritto-
e pagare parimenti lire 5oo. l'erdimo- re). Quiiidi si edificò un alto muro di

ra degli Ebrei (y.) si assegnò loro uno cinta, che li sep;irasse allatto dal consor-
de'piìi pantanosi luoghi della città, cioè zio degli altri cittadini; ivi chiudevan-
cerla Corte delle C«///siluata fra le con- si dal Iramuuto al levar del sole, allìdan-
trade di s. Girolamo e di s. Geremia, nel dosi la custodia delle due porte a guar-
sesliere di Canuaregio ,
avvertendo che die ciistiane da pagarsi dagli ebrei; era
il uoine di G /ietto dato a quel sito, nou interdetto che uscissero ne' nostri giorni
VEN VEN 3^1
tuni'i (la quel quarllere, ne'di cui circo- quelle delle scuole clenoniinate Spagnuo-
stilliti canali si facevauo girare, per niag- laeLevanlina. Fal:)bricata lai." nel 6 55, i

gifjf cautela, notte e giorno due barche forse con ilisegno di Longhena, anibetlue
armate; non potevano avere sinagoga a trovansi nel loro interno in buona forma,
Venezia, !)ensì a Mestre, e dar dovevano avendo la 2.' decorazioni di alarmi orien-
sepoltura a* loro cadaveri in un incullo tali. Tutte poi sono fornite di preziosi

tratto di spiaggia (le tombe degli ebrei paramenti, e di copiose Hibbie tnss., an-
sono al Lido, poco liuige dulia chiesa di co antiche e assai pregevoli. Del resto,
s. Nicolò, e niuna merita osservnzione. alFerma il lodato prof, [iomanin, gli e-
Da ulluno formarono un chiuso di tavo- biei furono trattali con giustizia e difesi
le per seppellirvi i loro morti. Non man- dalla repubblica, come con lui dirò
caiio sparse pel Lido antiche lapidi se- nel fine del dogado yS." nel § XIX, nar-
polcrali, anzi ve ne sono pure di prote- rando pure che il decreto di e-ipulsione
stanti che vi hanno il loro ciniilerio). Fa- deli 571 15^3. Attraver-
fu rivocato nel
cendosi però dal popolo miserabile ludi- sato il Ghetto, trovansi 3 rivi quasi dirit-
brio di que' corpi morti, si permise che il ti e paralleli fiancheggiali da spaziose
,

carnaio fosse chiuso da uno stecconato.Ma fondamenta che somministrano amenis-


rotta la barriera, ne'Ninedì di settembre simi passeggi. Su queste si vede la chie»
(che descrivo nel § XVill, n. i i), stando sa di s. Maria Madre dtd Uedenlore, cioè
il volgo giocondo in gozzoviglia in quel- delle Cìippuccine a s. Girolamo, di cui
l'antico cimiterio, l'ebie donne cogli e- nel § X, n. 66; la chiesa di s. Alvise di-
bri uomini menavano carole disdioevoli scorsa in dello §, n. 4'i e l'oniatissima
sopra quelle lombe, essendo sempre irri- chiesa di Maria dell'Orlo descritta nel
s.

veienle il violare le spoglie de'defunli n, 38 del medesimo


§. Segue la già scuo-
(massime alla carila cristiana e alla sles- la grande di s. Maiii della Misericor-
sa civiltà). Oltre tutte (juesle vessazioni dia, ora deposilo de' vestiti militari, e la
durissime, e altre che dirò, pagavano gli prossima chiesa pi-iorale e ai)b;iziale di
ebrei ogni qualvolta erano nuovamente talnome, di cui ragionai nel § IX, n. i.
condotti, ed avveniva ora ogni triennio. Dal suddetlocampodis.BartT)lomeo,var-
or ogni quinquennio, ed ora ogni decen- calo il ponte di Iiialto, trovasi a piedi di
dìo, grossesomme; però dal canto loro esso la chiesa di s. Giacomo, che vuoisi la
non cessavano, come dice una cronichet- i.' fondataVenezia, di cui nel § Vili,
in
ta, di mangiare tutto il paese, lauta uti- n. 5g, e nel § XIX, n. 2. Di fronte a
lilà cogliendo da poter bene paziente- questa chiesa è la rinoniata statua del
mente comportare le angherie molle di così dello Gobbo di Ridilo sorreggente
cui venivano gravali. Ma se costoro ec- una scalcila che mette alia sommità
cessivamentelucr.'ivnno, nonrislavunogià d' una colonna corta, sulla cpuile un co-
i veneziani di rifarsi alle loro spese, giac- mandador a teiu\w óeììa repnldjlica ne
elle facendo legge, dato il bisogno e Toc- bandiva le leggi, facendo il simile altro
e. isione, di non condurli più, terminala coinandador sulla Piazzetta, montalo
che fòsse la condotta, accadeva che poco sulla pietra perciò della del bando. La
dopo si abrogasse il decreto, e che gli e- spaziosa via che fiancheggia il campo o
brei fossero ricondotti per una maggior piazza aperta dinanzi a questa chiesa, e
somma di quella che aveano sborsalo corre fra le cosi dette Fabbriche eret-
perlacondolta precedente. Il Ghetto dou' te dallo Scarpagnino, làdove queste (i-
que, ove fin dal i5i6 dimorano gli ebrei, niscono si divide in due che sono delle
è diviso in Nuovo
Nnovissimo e ree- ^ principali dellacitlà; seguendo quella che
c/wo.Vi sono 7 j/Wg^og/ie, primeggiando piega a ruau sinistra, presto trovasi la
33.1 YEN YEN
chiesa fli «. Gin, Elemosinano, tlella qua- siano (nella conliada di tal nome vi nyen
Je nel § Vili, n. 5b Poco da qne-
tiallai. ilpalazzo di Caterina Cornalo regina di
sia di^coMto sorge la chiesa di s. SiUe- Cipro, ove mori neli5to: una delle vie
suo, già di giurisdizione del patriarca di della contrada slessa, in sua memoria fu
(ìiiido, che risiedeva nel propinquo pa- chiomata calle della Regina, \o è tut- e.

Iriaichio, lutto narrato nel dello §,n. 56. torà); poi a quella di s. Maria /Mater Do-
V\\\ innanzis' incontra la chiesa di s. A- mini, ed'arobedue si può vedereil § YllI,
poDinare, recenteuieiite riaperta, di cui n. 49 e4B. Benché più lungi questa via
nel § Vili, n.55; ecpiindi d leinpiodi s. prosegue, l'afiluenza del popolo si alien-
Paolo, di cui pure nel § Vili, u. 5o. In la in campo a s. Giacomo dall'Orio, la
que&lo campo di s. Poloesid suo rivo vi è cui chiesa descrissi nel § Vili, n. 46.
il Palazzo Mocenigo già Coinaro,-Avdì\- 6. Dalhi piazza maggiore tli s. Marco
Iellato con mollo ingegno da Sanmiche* partono due altre vie principali. L'una,
li, che lo fece apparire regolare, ad onta uscendo pel così dello Campiello o Piaz-
che di pianta irregolarissima , circa il zelta de' Leoni, verso sud-est, incammi-
I 548. [jC Fahbriche. di Venezia ci dan- nasi al ponte dello di Canonica o di s. A-
no due tavole col prospello e le parti e- pollonia ,
presso al quale elevasi il Po-
steme spiegale dal Dieilo. Lo dice magni- lazzo Trevixan poi de' Crz/^je/Zo, magni-
fico, d aspello maestoso e imponente, il fico e grande edifizio, disposto con cnol-
quale hen più che in disegno, si fa co- ta eleganza, ed incrostato di marnji orien-
spicuo in natura per la forza de' rilievi tali:annunzia l'epoca delia buona archi-
che nefannospiicaiesopramniodo le par. lettura, come si vede nel prospetto sul
ti. A
malgrado del molto nunierode'pia- rivo della Canonica, presso le Fabbriche
ni ne'quali è ili viso, cioè 6, serba non per- f// /^c«ez?'«, illustralo dal Selva. Dalla
tanto un carattere di grandiosità non co- patrizia famiglia Trevisan passò in quel-
iMune, prodotta dalla ben inlesa distri- la ma non fu domicilio del-
de'Cappello,
buzione delle parli, e dalla convenienza la famosa Bianca Cappello figlia dell'ac-
de'Ioro ornamenti. Procedendo più oltre (piirenle Bortolo, come avverte il Zanot-
eccoil vasto e magnifico tempio di s. Ma- lo contro l'asserzione del Selva. Bortolo
ria Gloriosa de'Frari, fra 'cui monumen- prima abitava a s. Cassiano in un palaz-
ti sonovi quelli di Canova e Tiziano: l'a- zo di stile lombardo, che si vede di die-
diacenle amplissimo convento serve ora tro nel rivo di Carampane. Ivi Bianca fug-
ali' Archivio generale. Di tutto feci de- gì con Pietro Bonavenluri, che avea l'a-
scrizione nel § X, n. 21. Dietro la chie- hitazioue vicina. Bortolo comprò poi nel
sa sorge l'altra di Rocco, e la prossima
s. i577, o meglio Bianca slessa, il palazzo
omonima scuola grande, meraviglioso e- Trevisan, e [)erciòiimanzi ch'essa divenu-
difizio: d'ambedue ragionai nel § XIII, la mogi ledi Francesco M.', nel iSyg fosse
n. 5. Poco lontano s' incontra la chiesa coronala granduchessa di Toscana (F.).
d'i s. Panlaleone, di cui nel § Vili, n. 64. Laonde ella qui non abitò mai, per non
Pi ocedendo per lo spazioso e allegro cam- cser toinala a Venezia mai più, moren-
po di s. Margherita, trovasi la chiesa di do in Fnenze nel 1587, do()0 averlo do-
s. Maria de! Carmine, e la contigua seno- nato al fratello Vittore, e Bortolo mancò
la della confraternita dello slesso nome, poi a'vivi nel 5q4. Bianca dichiarata fi-
1

descritla questa nel § XIII, n. 7, e quel- glia della repubi)lica di Venezia, donata
la nel § X, u. 69. Ripigliata la via priu- dal Papa della Rosa d'oro benedella, dì'
eipale, al termine delle Fabbriche di Rial- venne favorito argomento alle narrazio-
to, conduce essa, pel campo delle Becche- ni e fantasie degli storici, de'poeli e de'
rie, priraieramente alla chiesa di s. Cas- novellieri. Questo edifizio è diviso in due
V EN YEN 333
separate nbitazìoni; quindi duplici sono del gran Canale, l'arabo gusto al more-
gl'iiigi essi da lena e d'acqua; questo dal- sco, il saiisovitiiuno al lombardo, la gret-
1 arcu di mezzo e da quello a dettra; gli tezza dar luogo all'iiiiiea liiidura e sem-
altri da' due furi rettangolari, frapposti plicità, e questa confondersi e perdersi
ad essi due ardii, uiediante un ponte che nel nien talor castigato, ma non i.neno
attraversa il rivo. Il 3. °a sinistra introdu- incantevole per estrema dovizia che in-
ce ad una vasca, delta vulgartnente Ca- clina al decadimento. 11 pros|)etto che
vana, profonda quanto il rivu, e ch'è un andiamo a descrivere è di <piel genere
utile ricetto per custodire le burelle. Il temperalo, su cui, dopo aver sospese le

prospello che Le Fabbriche di f eneiia ciglia per lo stupore mirando le moli co-
produssero nel t.i,è pioptìaniente quel- spicue e imponenti de'Grimani, de'Cor-
lo il quale si eleva sul rivo dello fZ/Prt- naro, de'Contarini, de'Foscari, giova ab-
^</zzo, e cosìdenominalodal palazzo Du- basscirle e rivolgerle come a dolce ripo-
cale die s'innalza al margine destro di es- so, suir inimitiibdi grazie lombardesche.
so rivo. Ora il basamento, le cornici prin- E di tali grazie ci sembra ne dia un bel-
cipali e secondarie, i ballatoi molto spar- l'esempio que>ta leggiadra facciata, ope-
genti sostenuti da mensoloni, ed ogni al- ra appunto di Sanie Lombardo". Co-
tra parte aggettante di (juesto prospetto mincia dal lodare la porta d'ingresso al-
è di mai ino istriano lavorato con somma la casa appiedi del poule traversante il

diligenza, e gl'inlerposli spazi sono inve- rivo che ad essa vi mette dal campo, e
stili degi accennati marmi greci ed orien- provvede del pari all'ingresso per la par-
tali. A bramava dal
cotanta sontuosità si te d'acqua, insieme congiungendo le 3 di-
Selva congiunta una più esatta simme- verse aperture, e forma tale un comples-
tria ed euritmia ; ma riflettendo che il so che, senza deviar dalle regole dell'u-
passaggro dal pessimo al perfetto non può nità, fornisce soggetto a un contrasto non
eirettuarsicheagradi, volle scusarne l'au- disaggradevole di forme. Ornalissime so-
tore, eh' esser deve uno de'Lombardi, o no le finestre tutte de'piani; magnifica la
Guglielmo Bergamasco, ed anzi essere a modiglionala cornice che corona degna-
tali autori obbligati d'aver i primi scosso mente la fabbrica. Tuttocompartealgen-
il giogo della barbarie nella quale sta- tile prospetto il carattere della più squi-
vasi involta la bell'arte deirarchitellura. sita eleganza. Procede poi la via diretta-
Inoltre Le Fabbriche di Fenezia, del pa- mente al campo di s. Zaccaria, sul quale
lazzo già de'Trevisani a s. Maria Formo- innalzasi la chiesa a (piel santo dedicata,
sa ci dierono nel l. 2 una tavola aggiun- di cui nel § X,n. 3, una delle migliori del-
ta, illustrata dal Diedo. Dice questo sa- ia cillà. Quindi succede la chiesa di s.
piente: » La bellissima nostra patria Ve- Giorgio de'greci, già residenza dell'arci-
nezia, solo pari a se stessa, olTre nella co- vescovo di quella nazione e rito, come
pia de'fabbricati suoi, per istile e caratte- narrai nel § XIII, n. g. Poi viene la chie-
re fra se diversi, una varietà meraviglio- sa di s. Àntoniuo discorsa nel § Vili, n.

sa, per cui a parlare il linguaggio poe- 5] e indi la chiesa de'ss. Giorgio e Tri-
tico, si direbbe che ove trionfa la ma- fone della scuola e nazione degli schiavo-
gnificenza del carme, ove la gentilezza ni, descrilta nel § XIII, n. 8. Retroceden-
che diverte e trattie-
dell'idillio: varietà do è la chiesa di s. Lorenzo col contìguo
ne l'occhio mai stanco ed occupalo dalla stabilimento della Casa d' Industria, co-
noia, essendo certo che niuno spettacolo me dichiarai nei § X, n. 4- Finalmente
può tornare più gradilo del veder succe- si giunge al campo di s. Maria Formo-
dere nella lunga fila degli edifizi che sa, sul cjuale sorge la chiesa di tal no-
quinci e quindi si specdiiauo nell'acque me, della quale tenui proposito nel § V 11 1,
334 V E N V ÌE iV

u. y. Il suocainpo contiene il pa Lizzo Priu- ne,co'3 busti che vi sono locati. Loslem-
li, archilettiira del Manopola con faccia- ma Grimanì, ornato dell'insegne car-
la eieganleniente adorna; ed il palazzo dinalizie , è circoscritto da ricca corni-
MaIipiero,arcliiletluia di Sante Lombar- ce a intaglio, e non può meglio figu-
do pure con prospello mollo elegante,
,
rare. — L'altra via che esce dalla piaz-
incrostato di fini marmi. Passalo un pon- za di s. Marco all'angolo tra le Hro'.:ura-

te si Palazzo Griinanì a s. Ma-


arriva al lie nuova fabbrica del Palaz-
nuove, e la

lia Formosa, con ampio cortile di stile zo Pieale dirigendosi a ponente, mena
,

sanmiclielesco, lutto adorno d'antiche o- primieramente alla chiesa di s. Moisè, di


pere d'arte e di greche e Ialine iscrizioni, cui nel § Vili, n. 5. Più avanti sorge la I

ed in cui si ammira la statua colossale chiesa di s. Maria Zobenigo, poco distan-


di Marco Agrippa, argomento a tante dot- te quella di s. Maurizio , alquanto più
te ricerche ed eziandio celebrata e de-
, lungi l'altra di s. Stefano, e da questa
scritta dal celebre E. Q. Visconti. Porta poco discosta la chiesa di s. Vitale, lutte
scolpito in lettere latine il greco nome descritte nel § Vili, ne'o. 16, 1 7, 52, 1 8.
del suo arlefice che fuEro,nome non igno • Tornando di colà pel campo di s. Angelo,
to alla storia dell'arti greche. Molle ric- e per la chiesa di s. Benedetto, di cui nel
chezze d'aite erano in cpiesto palazzo, n. 2 I di dello §, si viene a s. Luca, chiesa
che poteva chiamarsi tempio o museo pure in esso discorsa nel n. 1^; e per tor-
delle belle aiti, eil altrove recate; tutta- tuosi calli si giunge al campo di s. Fanti-
via ne conserva ancora alcune altre, non no, sul quale sorgono 3 cospicui edilizi,
più essendovi la maggior parte delle rife- il teatro la Fenice, che descrivo nel § X.V,
rite dal Moschini.Pertanto,ascesa la scala n. t, la già scuola dis. Girolamo, ora re-
a lumaca, nel i.°luogo vi èammirabile una sidenza (lell'Aleneo, e la chiesa di s. Fan-
belli«isima statua greca, che sembra rap- lino, fabbriche e scientifico stabilimento
pre'sentare un oratore nell'atto di rispon- de'quali ragionai nel § Vili, n. 23. Ma
dere dalla tribuna. Sorprendono, sì per percorrendo le vie principali, dice il ve-
l'eleganza, si per la bellezza, in una stan- neto Dizionario, non tulli i principali
za, gli slucciii e dipinti che si condussero monumenti di Venezia cadono solt' oc-
da Giovanni da Udine. Vi è presso uno chio, ned è possibile in una escursione
stanzino pure d'ornalissimi stucchi, con- raccoglierne le notizie; imperocché giuita-
dotto dal medesimo Giovanni da Udine menle osservarono intelligentissimi e il-

nel I 5.^9. La scala ha il so(ììllo condotto e lustri viaggiatori, esser nell'altre città i

dipinto dal Zucca ro. Va però rammentala parli dell'arti belle con parca mano di-

con Le Fabbrìclie di ì'eaezìa la porta stn!:)uiti, ma in Venezia sono ammontic-


d'ingresso del palazzo dichiarata dal Die- chiali e taleda confondere pel numero,
do, il quale parla di questo celebralissimo la varietà e l'importanza la mente più

edifizio, limitandosi alla descrizione della capace. .Se nonché molto pur dovendosi
porta d'ingresso, del Sanmicheli, per co- passare sotto silenzio, in questa escursio-
inun consenso. Nobilissimo n'è l'insieme, ne per la topografia de'Iuoghi che non si

regolari le sue proporzioni ingegnoso , percorrono, ne'quali già ne descrissi gli e-

l'innesto delle parti ornale alle rustiche; difizi sagri esistenti e non più esistenti,
tulio elegante e decoroso. Leggiadra è la dirò col medesimo Dizionario, non do-
(Ineslra sovrapposta, ingentilita da due versi tacere di ricordo la chiesa dis. Ni-
colonne corinlieco'loro sopra-ornati. L'o- colò di Tolentino, il cui convento ora è
pere di scultura sono messe acconciamen- caseroja militare, discorsi nel§ X, n. 58 ;

te a tributo, su' lati per dilatare, e sulla le chiese di s. Marziale,di s. Barnaba, del-
cima per beu concludere la corjaposìzio* le quali può vedersi il § Vlil ne'u. 33 e
VE N V EN 335
65; quella di s. Gio. Evangelisln, dì cui guisa la comodità all'eleganza. Perchè di-
liei § XIII, n. 2; dis. ToiDinaso, descrit- viso a due piani con sala nel mezzo , lar-

ta nel § Vili, n. 5i; di Maria de' Mi-


s. pa quanto la loggia, e quindi nel bassu

racoli, delia quale nel§ X,n. 53; di s. Gio. un'ampia stanza quadrala pel giardinie-
Laltisla de'Calecumeiii, col pio luogo nar- re , indi la scala e altri luoghi fornisce
ralo nel § XII, n. 7 ; di s. Gio. in Oleo, al giardiniere un asilo, ed un ricello alte
e dis. Gio, Decollalo, descrille nel § Vili cose perliiienli al giardino. Nel pianter-
ne'n. i 1 e 45; di Maria della Consola-
s. reno sporge una loggia adorna di 6 co-
zione, della la Fava, di s. Francesco di lonne d'ordine ionico. Il piano superiore
l'aola, di s. Teresa, dello Spirilo S.uito, presenta un'amena terrazza. La parte di
tulle descrilte nel § X, ne'n. 78, 64, 70 mezzo fa di se gentil mostra con 4 lesene
e 5i. Inollre devon.si in hreve descrive- corintie addossale al muro. Non n)ancaa
re i Quello àc Contai ì-
scgiienli palazzi. sì complesso la decorazione d'alcune
bel
ìd a s. Liua, nel sesliere di s. Marco, è slalue che giudiziosamente inlrodolle
,

un ediCzio di mollo pregio per l'elegan- corredano la parie più ornata dell'edifi-
za, purità di lavoro, e finezza de'niuiuii, zio. Il palazzo Dona sulle Fondamen-
dello siile de' Lombardi e che manifesta ta Nuove, che si crede disegnato da fia
il risorgimento del buon gusto. Le Fab- Paolo Sarpi. fi palazzo Emo, ora Treves
briche (li f'enezia olTiono il pruspelloilel as. Moisè, ornalissimo per dipinti e su-
pala7zo sul livo delle Poste, il Diedo fa- perbo di due slalue in marmo ccjlossali

cendone rilevare i pregi, dice: >» All' e- Aiace ed Ellore,oscile dallo scarpello di
ti'

k'ganza delle parti, alla venustà degli ac- Canova. Il pala?.zo Loredan a s. Stefano,
cessorii, alla manieia dì legare le cor- eretto intorno alla metà del secolo XI V e
nici col parapetto de'poggiuoli, agli uni- rifabbricalo nel fine del XVI, in cui ri-

ci pilasiii posti in ciascun piano sugli an- sietleva il comando generale della cillà e
goli a fiancheggiar V edilizio , alla ric- fortezza di Venezia, il quale da ullimo fti

chezza degl'intarsi nobduiente sparsi a Irasferilo sulla riva degli Schiavoni (es-
foggia di cammei e di labelle ne' fregi e sendo ora con)andaule della cillà e ibr-
iie'campi, all'insegne gentilizie, corredale lezza di Venezia il barone Lcderer), ed
(la emblematici ornauienti, scorgi senza invece l'occupò la regia delegazione pro-
inganno un'opera sorella a molle altre, vinciale, che prima stava nel palazzo Cor-
ammirate quali foriere del leggiadro cin- rer della Cà Grande, come dissi nel n. [
quecento". La distribuzione n'è regolaris- di questo §. Il palazzo Pisani a s. Stefano
sima, né per questo esclude l'amabile ;/&- pure, edifizio magnifico, vasto e ricco. Il

lieta. Tulio questo prospelto riluce di già palazzo Minclli a Palerniano, nel
s.

iGni marmi, e si dislingue per isquisilez- sestiere di s. Marco, con rinomatissima


sa d'esecuzione che lo fa vieppiù gustare scala. E questa un cilind ro di 1 3 piedi di
in natura ove le parti si vestono di mag- diaHieIrocon nocciuolonel mezzo, como-
giore rotondità, e spariscono quelle che da della salila, con pianerottoli ad ogni
ia disegno sembrano secchezze. Le Fab- appartamento, la cjuale finisce in cupola.
briche di fentzia, con illustrazione del- La metà di sua circonferenza verso la cor-
lo sfesso Diedo, ci danno la loggia nel te è traforata a piccole arcale, sostenute
giardino del palazzo Zanobrio a'Carmi- da colonne, che seguono l' inclinazione
ni* La doviziosa fumi"lia di Jal cognome della scala. L' opera lulla di pietra d'I-
ad ofiiire il disegno d' un edifizio , che stria, è del secolo XV: sì esalta, sì solida,
posto nel fondo del suogioidino facesse che non ne traspare alcun danno. Qui
scena e insieme prospcllo alla casa, vi e- presso è il campo di s. Luca, che dicono
reisc UD paiazziuochc accoppia per ruta i' omhilico di J c/it2i/V/,ossia il centro della
336 V E N V EN
città,e dal vicino ponte del Lovo sì arriva a dramino,di dueMocenigo,Duod(),(li diio
s. Salvatore. — Possiede Venezia in gran- Erizzo, Zeno, Grilli, Bernardo, C(ji ii.i-
dissima (juantità rare pitture, sculture, ro. Gambacorta, Ainadi, Soperchio, Ca-

libri, stampe, antichità, collezioni, rac- listano,Domenico dalle due Regine, Dia-
colte d' ogni genere : oltre alle copiose manlaro ed altri molti. Celebra lo Strin-
già roentovale, ricorderò quelle die sono ga lo studio di Federico Coularini com-
iie'seguenli palazzi e case, (iiovanelli, gal- posto di oggetti provenienti d' Alene, ila

leria con copia di scelti dipinti d' ollioii Costanlinopoli, dalla Morea e dall' isole
maestri. Gradenigo, ricchissima raccolta dell' Arcipelago, e statue pregiatissime,
di medaglie greche e romane, ed alcune fra le quali della famosa Cleopatra re-
sorprendenti per la loro rarità. Scliiavoni, gina d' Egitto, in due pezzi; quella però
Teotochi-Albrizzi (poco distante dal già dall'umbilico in giìiapparteneiuloal sud-
soggiorno del conte Cicognara, e perciò detto patriarca Grimani, questi otlenne
già ricchissin)o di pregiale cose di belle l'altro pezzo più nobile dal Contarini,
arti, fi due busti in marmo scol-
a le quali a patio di goderlo finché viveva, e alla
piti da Canova), dove s' ammira la testa sua morie tornasse all' altro. Possedeva
d' Elena in niarmo, dono di Canova alla pure studio con infinite medaglie d' o-
conlessa Isabella Teotochi-Albrizzi, che ro, d' argento e di bronzo; oltre una
ne avea descritte le opere, siccome lette- raccolta di pesci di lontani paesi. Avea
rata slin)ata. Giova ricordare eziandio la quadri d'eccellenti pittori antichi, anche
copiosa raccolta di C.Piicchetti nel palazzo di musaico, come il ritrailo di Sisto V.
Marcelloalla Maddalena, e quella di Cle- Il nobile studio passò per eredità a Carlo
luenleBerdutoa S.Zaccaria. Eguali raccol- Ruzzini, il quale avea anch'egli stupende
te,mu8ei e gallerie sono in cenl'altri luo- pitture, quantità copiosa di medaglie e di
ghi della feconda città delle cose meravi- cose impietrile, di pietre preziose e di
gliose, oltrequelle cheaiidai descrivendo. gioie; laonde divenne uno de' musei più
Il Sansovino nella sua Vciielìa ^cilici no- ragguardevoli d'Italia, perciò visitato da*
Ijilisiiijìaet singolare, co\\'ai^'^\iiiile dello principi e altri personaggi che si reca-
Stringa e del Martinioni, riporta la de- vano a Venezia. Rinomala eziandio fu la
scrizione dell' antiche raccolte o sludi raccolta di quadri e sculture d' Ollavio
d'anticaglie, gallerie, musei, sludi di mu- Fabri, oltre le collezione di superbe pie-
sica e di arme, riprodotta a p. 435 e seg. tre, e di strumenti geometrici e mate-
dal Mulinelli ne'suoi Aimali Lrbanidi matici. Gallerie di quadri possedevano
Venezia. Principalissimo a'tempi de'no- Lqigi Barbarigo, Angelo Morosini, Ni-
minali scrittori era lo studio d'anticaglie colò Corner nel palazzo a s. Maurizio,
e medaglie del patriarca di Atjuileia Gio- Leonardo Pesaro, Luigi Molin, Luigi
vanni Gì imani, formato da'cardinali suoi Pisani, fratelli Grimani, Francesco Pi-
i

antenati colleislatue e medaglie avute da sani, Giulio Giustiniani, NiculòSagredo,


Roma, Coslantinopoli, Atene e da tutta LorenzoDelfinonel palazzo a s. Salvatore
Ja Grecia, per cui vi fabbricò apposito con diverse statue anliche,GirolamoCon-
luogo pirchè si godessero degnameli le, tarini anco con medaglie e curiosità, Gi-
pieno di bellezze e rarità di sculture in rolamo e Barbon Pesaro, Morosini a s.
ojarmo e di bronzo, studio di medaglie Moisè con medagliere, preziosissimo e co-
d'oro, d' argento e di rame. Nel visitar- pioso essendo quello di Valerio da Riva.
lo r anno iSj^ Alfonso 11 duca di Fer- Le Vidman, di Giuseppe Bon-
gallerie de'
rara ed Enrico 111 re di Francia, v'im- fadini, Donalo, Ottavio de Tassis gene-
piegarono un giorno. Pdnoniati erano gli rale delle poste imperiali e con medaglie,
6tudi, gallerie e tuusei Loicdauo, Veu« Giovanni Crivelli olire la libreria e l'an-
V EN V E N 337
liiraglie, Bailolomeo Borgliesalio, e di certa Corte Micheli, Taltro a s. Salvato-

Kicolò Keuieii con grandiosa e stupenda re posseduto da Andrea Vendramino. In-

raccolta di dipinti classici ed anche falli cendiati pressoché nel medesimo tempo
(la lui. Sigismondo Alberghetti, fonda- ambedue questi teatri, che pure erano
tore deirartiglieria, avea una singolare come ttransitoriidì legname, si costruì in
raccolti) di macchine e strumenti fisici e pietra e con palchetti, come si costuma
matematici. Non meno ragguardevoli fu- al presente, quello de' Tron «lel 1G37, il

rono gli studi d'armi in diverse case no- quale perciò si deve considerare come il
bili, fra' quali primeggiarono per quan- I ."leatroslabilmeule edificato nella città.
tità e qualità di cosilfalti arnesi, i pus- Intanto seguendosi le orme del celebre

seduli da Zaccaria Salanione, Nicolò So- Giuseppe Zarlino (illustre prete di Cbiog-
riano, Giambattista Quirini, Caterina gia,compositore di Musica,c\ìea\ dire del
Zen, Luigi Pasqualigo, Fabio Canal ,
Mulinelli, compose ili.° dramma in mu-
Pietro Civrano e altri. JNè mancarono sica che siasi ed in occa-
dato in Italia,

studi e raccolte di musica, sia per opere e sione del so^i-iorno in Venezia d'Enrico
.sia per strumenti, 1'
une e gli altri eccel- Ili redi Francia, diche riparlonel§ X!X,

lenti, essendo in rinomanza quelli del cav. dugado85.°: si può vedere quell'articolo
Sanuto, della mentovata Caterina Zen, e l'altro di Teatro,ne\ quale non solodissi
Luigi Balbi, Agostino Amadi, ed altri, col Calli che la i.^ opera inmusica fu
rilcnenilcsi che la musica aveu la sua rappresentata in Venezia nel 148^ e col
propria e vera sede in Venezia. suo titolo, ma riportai i titoli di altre
rappresentazioni ivi successivamente fat-

§ XV. Teatri arUichi. Musica vocale e te, e quanto Venezia colla splendidezza
istrunwntale negli spedali. Teatro di sue opere in musica, colla commedia
(Iella Fenice : altri sei teatri. Istru- veneziana che riguardossi ne'primi tem-
zione pubblica. Slaìnliiiienti scienti- pi come lo spettacolo piìi piacevole e
fici. Accademia di Belle Arti. Istituto perciò tosto imitato, e altri divertimen-
di scienze^ lettere e arti. Ateneo. Fi- ti, attraeva a se un incredibile numero
larmonica. Accademie antiche. Bi- di stranieri nel Crtmci'tì/e, essendo sem-
blioteche. Librerie antiche. Giornali pre in Italia i più brillanti il carnevale
periodici politici, letterari ec. di Venezia e il Carnevale di Ro/na), si
cominciò ad unire anche pel teatro la mu-
I. La prima islituzione de'teatri slabili sica alla poesia, e nato quindi il I. dram-
in Venezia, secondo il cav. Mutineili, ma, comparve pel i." nello stesso 1637,
jinnali Urbani, risale al principio del soprascene del nuovo teatro quello
le

XVI secolo. Conviene però tener presen-


I dell' Andromeda, di cui la poesia era di
te quanto dico con lui sugli Spettacoli ve- Benedetto Ferrari, eccellente suonatore
ueli e del teatro nel g XVI, u. 5. Erano di tiorba, perciò detto Tiorba (come par-
slate fin allora ra[)presentate le comme- landone colTiraboschi notai nel ricorda-
die nelle sale d' alcun palazzo, o in un to articolo), strumento simile al liuto, la
qualche transitorio teatro di legno, come musica di Francesco Mauelli. Salito quin-
quello costrutto da Palladio pel ." nel i di subito in grande stima questo genere
1 565, per incarico della famigerata com- di tralleuimento,e avuti a schifo Gian- i

pagnia della Calza, di cui ragiono nel gurgoli, i capitani Spavento, i Coviello,
memorato luogo. Indi nella detta epoca gli Scaramuccia e gli Spezzaferri, già po-
SI rappresenlarono pure in due stabili co innanzi tanto ammirati nelle cumu)e-
teatri, di pioprietà uno della famiglia die, il patrizio Giovanni Grimanì frd)-

Trun. nella contrada di s. Casìiiauo ia biicò pur subilo e parimente in pietra,

sol. XCI. 22

338 V E N V E N
nella contrada de' ss. Gio.e Paolo un 2," più con queir allettamento i cittadini a
teatro unicaroente per le rappieseutazio- ricordarsi ne' testamenti loro di qtie'he-
ni de' draiumi in musica; i quali e per neficislabilimenti, e per eccitare alla fine
la frequente aiutazione e varietà di scene l'emulazione tra' molli maestri di mu-
bellissime, e per gli adoperativi ingegni, sica, e quindi trarne un più grande pia-
e per la ricchezza delle vesti, ma ben più cere. Gli strumenti usati allora dalle don-
per la squisitezza della musica, per la leg- zelle nelle musiche degli ospedali
erano
gerezza della danza e per l' eccellen- gli organi,! salterii, mandole,! liuti, le
le

za delle voci degli attorie delle attrici, tiorbe, le viole d' amore, gli oboe, flau- i

che non solamente sceglievansi tia' citta- ti, i trombe marine.


corni da caccia e le

dini, ma da Roma si conducevano e da Con essi maraviglìusamente si accom-


altri paesi d' Italia, molto diletto e ma- pagnavano dranuui sempre sagri, con
i

raviglia recavano. Allora i magistrali co- argomenti tratti dall'antico Testamento,


minciarono ad esercitare una particolare Ialinamente scritti e senza alcuna sceni-
vigilanza sopra i teatri, e perciò quello de' ca decorazione cantali negli alti cori
Provveditori diComiin si assicurava sem- delle loro chiese. 1 più grandi applausi
pre pel suo archilello della saldezza del- per la soavità della voce e per la mae-
J'edifìzio, prima the si desse principio al stria dell'esecuzione ottennero parecchie
corso delle rappresentazioni,delerminaa- venute in rinomanza. E ciò ad onta che
doii prezzode'librelti impressi del dram cantavano parole che non intendevano,
iDa ; i capi de'Dieci occupavansi poi del- per cui forse fredda e insipida riusciva la
l'esame del dramma stesso, determina- maniera del loro canto, anco quando can-
vano r ora per l' incominciamenlo e pel tavamo in italiano le più tenere arie, e
termine dello spettacolo, e pronunziava- quando pure si sforzavano di dare al lo-

no sentenza sopra qualsivoglia differen- ro canto ogni maggior espressione. Di-


za, la quale quasi sempre lerminavasi con versi maestri si resero illustri indetti spe-
ripieghi al teatro favorevoli, l'iodigioso dali pe' loro componimenti. Osserva lo
ne' veneziani il progresso per la musica, stesso cav. Mutinelli, che di tutti questi
rapidamente essa da' teatri penetrò fino famosi conservatori! non rimane ora che
ne' ricoveri de' trovatelli, de'fanciulli de- una mìsera reliquia nel solo coro delle
relitti e degli uomini piagati, a confortar donne che cantano e in alcune che suo*
alquanto gli animi di que'tribolati, ed a nano nella casa degli esposti o la Pietà,
trattenere per alcun poco il corso di loro di cui nel § XII, n. 6. Nel i652 Mar-
pene. Per la virtuosa pietà degli amanti c'Antonio Corraro nella contrada di s.
del prossimo, erano stati istituiti gli spe- Apollinare edificò un 4-° teatro; un 5.°
dali de' trovatelli, de' piagati e de' dere- eressero nell' anno stesso alcuni accade-
litti, cui si aggiunse il ^° di s. Lazzaro mici nell'altra contrada di s. Gregorio
de' Mendicanti, discorsi a' loro luoghi. nel sito appellalo Saloni ; un 6,° poco ap-
Conosciuti questi 4 spedali col nome di presso fabbricò nel i655 Giovanni Gri-
maggioii, e in tutti e 4 accoltevi, per mani a s. Samuele, destinato alle sole
esser figlie d'un amore illegittimo, o per commedie, già tornale in voga; e nel
esser senza parenti, alcune donzelle più 1660 risorse per 7.° quello di Andrea
atte imprendevano ad educare nella Vendramiiio a s. Salvatore, eh' è quello
musica vocale e strumentale, e ciò per odierno d* Apollo, aperto nel i6(3i colla
disacerbare possibilmente con quell' in- musica intilolata PéZiZ/àe di Caslrovilla-
lertenimento la condizione loro ntisera- ri. L'8.° surse nella contrada di s. Woi-
bilissima, e per combinare più agevol- sèquando fece costruire un altro teatro
denle le nozze loro, e per impegnar viep- Ermolao Zane per musiche. Nel teatro del
VE N VEN 339
Corraro si rappresentarono drammi in sociale per deliberare sul vasto progetto
musica, e in quello de' Saloni con pro- di spendere 260,400 lire per procurarsi
Ioghi e iiileroiezzi in musica. Nell'anno un nuovo sollazzo, di edificare cioè anco-

J677 i patrizi Francesco, Pietro, Vitto- ra un altro teatro, il quale intitolato la

re e Jacopo fratelli Marcello, Bartolo- Fenice, dovesse divenire per ampiezza e


meo, Andrea eGiovanni Cap[)ello veden- magnificenza il i.° della città, e pareg-
do teatri ridondare di spellulori pel
i
giare i più famigerati d'Italia. Ne fu ar-

moderato prezzo d* ingresso, e senten- chitetto Gio. Antonio Selva e l'eresse con
dosi il bisoi^no di novelli teatri, tempo- tutte le squisitezze dell'arte, riuscendo e-
raneamente cederono una magione loro difizio di decoro alla città, sebbene l'in-

vastissima nella contrada di s. Angelo, a vidia e la gelosia per quasi mezzo secolo
Francesco Santurini, aflincliè egli la ri- lo fece segno delle più amare censure. La
ducesse a teatro. Risuonava questo c).°lea- Gazzetta Urbana Fenda del 1792 an-
troappena di sue melodie,qaandoG. Carlo nunciò che il leatio della Fenice per la
,

e Vincenzo Grìmani, nipoti di quel Gio- i.^ volta si apriva la sera de'iG maggio,

vanni già autore de' teatri de' ss. Gio. e col dramma Giuochi d'Jgrigenlo, poe-
i

Paolo e di s. Samuele, nel 1677 edifica- sia del conte Alessandro Pepoli, e musi-

rono un I
0.° teatro, appellalo dal silo in ca di Giovanni Paisiello, e balli di Salva-
cui s'innalzò s. Gio. Grisostomo, ora det- tore Vigano. Le Fabbriche di Fenezia^
to Malibran, aperto nel 1678: dopo il del teatro la Fenice a s. Fantino eoo ,

1746 non servì che per recitare comme- descrizione e dichiarazioni d' A ntonio Die-
die, e caduto in rovina, la famiglia Gallo do, pubblicarono 6 tavole. Esse offrono :

proprietaria lo fece ridurre in nuova il prospetto rispondente alla piazzetta di


forma da Giuseppe Salvador!, perchè s. Fantino, il prospetto sul rivo del teatro
servisse anco a rappresentazioni diurne. stesso, lo spaccato per lungo con 5 ordi-
Ruinato già nel 1748 il teatro de' ss. ni di palchetti, le parti ornamentali del
Gio. e Paolo, sostitnironlo tosto i Gri- prospetto , la pianta, quella della nuova
mani coll'altro di Benedetto nel 17^5,
s. riduzione dopo l'incendio, Diedo co- il

con disegno di Francesco Costa arse po- : mincia la desciizionee disamina della fab-
co dopo e fu tosto ricostruito. Incendia- brica quale la costruì il Selva, protestan-
to nel 1750 quello d' Apollo, fu subito do che nel presentare quella fabbrica già
riedidcalo con disegno di Pietro Chezia, soggetto di tante contese, ludibrio di tan-
e dopo quello della Fenice di cui dire- te censuie, scopo di tanta persecuzione,
mo, e quello di s. Benedetto, che no- nel far l'uflìcio di storico con descriver-
bilissimo ha 4 ordini di logge , occupa la, sarebbe imparziale e solo permettersi
i
in Venezia il i.° posto. Il ricordato lea- alcun cenno nell'esame del merito, pe'
1 Irò di s. Samuele, così chiamato dalia savi riflessi, di trovare del pari ingiusto

\
prossima chiesa di tal nome, fu rifabbri- e inopportuno il fraudare de'dovuti elo-
cato nel 1 747 con architettura e colla gi l'autore, come il trattenersi da quelle
'direzione de' fratelli Alessandro e Ro- modeste osservazioni, le quali potrebbero
!
mualdo Mauro, anche pittori teatrali: re- servire di lume agli artisti e studiosi. Ma
'
stalo lungamente inuperosodopoil 797, 1 non essendo la mia opera d'arte e doven-
fu riaperto nel 1817. Mentre in Fran- do limitarmi al compendioso, con que-
cia si addensava il turbine desolalore sto in tutto debbo osservare sobrietà. Pre-
che presto doveva stravolgere gran par- mise ancora il Diedo un cenno sull'ori-
te d'Europa, ed estinguere la repubblica gine del teatro della Fenice, e giova in
di Venezia, in questa città a' i4 dicem» parte ripeterlo. Una nobile società, pro-
Ine 1788 ebbe luogo ili. "convocamenlo prietaria del teatro di s. fienedclto , e$-
3:io YEN YEN
seiulosi accinla ai! erigerne mio luiovo sua lunghezza, e quella dsH'apertma del-
sfipia fondi da essa accjuisiali nelle con- la scena, con piccola differenza dall'al-

liade di s. Angelo e di s. Rliiria Zobeni- tra della laighezza totale del palcosceni-
go il novembre 1789 jiuliblicò il pio-
, co, che in piedi 80, scade soltanto 3 da
granìma d'invilo agli aiclìilelti stranieri quella del teatro romano. Al medesimo
e nazionali, con premio alì'anlore del mi- [)uie si attenne rispello alla fnassima del-
glior modello. Se ne j)reseiilaiono 29, e la cMiva. ben rileva il Diedo, l'artifizio

i3 intelligenti deputali alla scella piefe- praticato nella curva e nelle [lareli delle
riiono quello di Selva, per le ragioni che logge, in cui a discolpa dell'autore, è giu-
espone , con modificazioni poi eseguite. sto ossei", are, ch'essendo pi escritlo il pal-
Qui lo scrillore arlislico, con diverse no- co, in luogo del quale doveva cadere la

zioni sulla pianta, rende chiiiia l'inlelli- porta d'ingresso alla sala; prescrizioneché
genza di sua esposizione, indi ne dichia- segnava la sentenza di esilio della porla
la giudiziosa la distribuzione della pian- dal punto medio, non poteva essa ubbi-
ta nel numero e oj)porlnnità degl'ingres- dire alla legge d'una regolare eurilmia.
si, nella posizione, nun)ero econ)odità de- Anzi si prescrisse persino il numero de'
gli approdi alle barche, nella non avara palchetti, avendo \oluto ognuno de' così
dimensione e nel facile passaggio dogli a- detti azionisti del teatro di s. Benedetto
trii, nella laighezza delle scale, passalizii, serbare inviolalo il proprio diritto. Di
canali, nella configurazione e connessione più si volle convertire a fruì lo gran par-
delle [)arli e adiacenze, nel complesso e te del fabl)i icato, riducendolo a case [)»-

situazione degli stabili riservali a profit- gionabili, edera richiesta una sala da bal-
to della società. Ben si presenta il 2.° in- lo con più stanze contigue ad uso di
gresso da terra in faccia alla porta del- spettacoli e di noUurni iraltenimenti. Av-
l'atrio nobile, e meglio ancora si annun- vinto il Selva da cpieste e allie prescri-
zia dalle colonne, e dalla nicchia entro zionij non potè in tulio sbarazzarsi dal-

cui si raccoglie (al pi esente una [)arledi la loro relè, e per l'area irregolare, onda
esso è convertila a stanzino per la dislri- merita compatimento ne'difelli. Ad onta
buzione de'biglielli). L'atrio è superba- del detto sulla primaria facciala riguar-
mente diviso da colonne in 3 spazii , di dante la piazza di s. Fantino, dice il Die-
cui cpjel di mezzo serve al solo passag- do non potersi contendere due pregi es-

gio, e quelli alle parti conducono, uno al- senziali: il i.° d'annunziare chiaramente
la scala che mette al pipiano, e l'altro al la sua destinazione (coll'iscrizione Socie-
calle. La laighezza della piazza di mez- tas Mvccxcii),i\on potendo al certo con-
zo sia alla sua lunghezza nella propoizio- fondersi con alcun edifizio d'altra natu-
ue di due a tre. L'autore si propose pier ra; il 2.° di venir corredata da bellissi-

norma delle piincipali dimensioni da at- me parti. Non manca però di esporre il

tribuirsi alla sala musicale le usate nel bel censurabile. Semplicissinia e caratteristi*
Icalio d'Ar^eiilina (F.) di Roma (lut- ca trova l'altra facciala sul rivo, adorna
tavolta rileva il Diedo, che se 1' aulore pur essa di bei profili. Dice un poco ec»
avesse innalzalo d' alquanti piedi il co- cedenti le belle finestre, né tace a difesa
perto della sàia musicale, eguagliandolo del Selva, che qui il bisogno di provve-
a quello della scena, si sarebbe ottenuta der la scena di molta luce esigeva d'ac-
una comodissima sala superiore al solìit- crescerle oltre la misura ordinaria , in

to per la pitlurazione degli scenari , og- ispecie per le prove diurne de'balli, e pei*

getto di somma importanza per un tea- la dipintura di qualche telone nell' ore
tro). Tali sono appunto quella della mag- libere da tali esercizi; che anzi si trovò
gior larghezza del parterre, quella delia Iru' di lui studi un abbozzo, iu cui alle
V E N \- E N 3 M
finestre ristrette alcun poco, avea quasi loda Dizionario veneto disse
lodare. Il

per cotupenso interposto le nicchie. La nel 1 834- H più bello e più vasto teatro
«azione longitudinale presenta l'interne di Venezia è quello intitolato la Fenice,
parti, più nobili dell'edifizio. L'atrio è che si considera (juale uno de' migliori
bellissimo, e piìi bello ancora compari- d'Italia per l'ampiezza, ricchezza e soli-

sce in natura pel meraviglioso eifello che «lilà. Architellura di G. A. Selva che
vi protluce l'isolameiilo delle sue colon- l'erigeva nel i
79 i j con bellissime pro-
ne. Una generale armonia che vi regna, porzioni, e la slessa critica più severa vi

e lega in dolcissimo accordo non solo le trova mollo da lodare; oltre la facciata

parli ma persino la tinta de'marini, ap- princi()ale,con loggia corintia, ha un al-


paga l'occhio anco del più incontentabi- tro prospetto di buon gusto sul rivo che
le. La magnilìca decorazione della log- gli corre di dietro, e misura 2 36 piedi

gia sovrana (eiella posteriormente nel parigini di Umghezza ei 18 di larghezza,

i8o7 prima della cpiale epoca non re-


,
essenilo capace di circa 3, eoo persone.
gnava in tutti gli ordini della sala altro Narra il cav. iMutinelli negli Annali del-
che una serie continuata di uniformi pal- le Province Fenelc, che alquanti gene-
chetti, come esigeva il sisfen»a repubbli- rosi veneziani, indignati diveder trascu-
cano), l'avvenente semplicità de'palchet- rata la memoria del veneto Carlo Goldo-
ti, forma regolarissima della sala tea-
la ni, vollero innalzare ^XXilaliano Moliè-
trale, non rotta da risalti o da prominen- re un monumento condegno. Il vecchio
ze, nemiche non meno della bellezza che Zandomeneghi condusse il cenolafio , e
dell'armonia, ed egregiamente dipinta Pielro Giordani dettò l' iscrizione cele-

dal pennello del prof. Borsaio, si racco- jìra ndolo: Principe della Commedia Ita-
manda per una particolare eleganza, e liana, piìi glorioso che fortunato. Nel
dimostra il buon gustodeH'architello.La i83o il monumento fu collocalo nell'a-

grandezza poi della sala da ballo, la no- trio dei teatro della Fenice, inaugurato
biltà delle stanze che la corredano , e il a' iCì dicembre con eloquente orazione
ben inteso riparto delle soprapposte abi- (li Pier Alessandro Paravia. Ripiglio il

la7Ìoni meritano tutta la lode. Le scale Diedo e la sua illustrazione della tavola
che conducono agli anditi sono pillo- aggiunta, colla pianta della ;)U0va indu-
lesche, disposte con chiarezza e novità di zione del teatro la Fenice dopo l'incen-
pensiero, partecipantesi il Uune e la vista, dio. Dopo che nella noUe de' 2 diceui- 1

e perchè costrutte a vòlti, in qualunque e- brei837 mi incendio devastatore ridus-


>enlo sicure. iVIaeslosa e ben decorata è se in cenere (juesto teatro per lulla la va-
<|uc-lla che ad un solo ramo introduce al- sta superficie che comprendeva la sala
la sala tla ballo. Non può peraltro sfug- teatrale, le logge e la soeoa, la nobile so-
gire la taccia, a cui soggiacciono pure l'al- cietà del medesimo, non polendo compor-
tre, di presentarsi con qualche didìcollà. tar l'idea cheqiiesto bel monumento del-
Conclude i\ Dieilo, ad ogni modo sareb- l'arte, che dava lustro alla patria, ed era
be una somma ingiustizia il far conto dilania utilità al comune, fosse sparito

d' alcuni difetti in gran parte scusabili, dal mondo, si diede tutta ai pensiero di
per non ammirare le molte bellezze di ripararvi, e con coraggio pari allo zelo
questo teatro, che se non prevale ad o- ne deliberò la ricostruzione. E ben fu
gnuno per pregio di mole, è però de'più ventura che a quel momento la conser-
splendidi e de'più leggiadri. Lasciò scrit- vazione della fabbrica fosse affidata al
to il Moschini su questo teatro: E opera eh. ingegnere Tommaso Meduna, pre-
nrchitetlata dal Selva in sua gioventù, e scelto già prima a servire in qualità d'ar-
la slessa critica piìisevera vi troverà tuoi- chitetto, e che questi si associasse a'suoi
342 V E N VEN
sludi per la decretata ricostruzione del Orsi nella leggiadra pittura della sala tea-
tea (io, il proprio fratello Gio. Ballista, Irale, e nella sontuosa decora7Ìone del-
pur egli versati>simo nelle teorie e nelle l'aurato soflìlto e pilastrate della bocca-
pratiche della difììcile arie edificatoria. scena, die bel saggio del suo sapere e
Presa saviamente la massima di ricoo)- buon gusto, onde in chi entra sorge un
por lagrand'opeia sul prirnillivo model- ineffabde rallegramento e diletto che lo
lo del defunto prof. Selva, non s'intese dispone in favore del preparato spetta-
con ciò d'escludervi quelle variazioni die, colo. Si riaprirono tutte le porte esisten-
o colla mira di migliorare, o per cpielle e- ti fin dall'erezione della fabbrica, e di cui
sigenze che richiedessero nuovi usi, fos- i prima dell'incendio era abbandonato l'u-

sero consigliate dal comodo e dalla bel- so, per la libera uscita dal teatro al fine
lezza. Le modilicazioni proposte dal Rle- dello spettacolo; e sono le confinanti col-
duna, e accettate dalla commissione di l'orcheslra, e quella sul piccolo atrio che
doUi preposta dalla presidenza del teatro mette alla pubblica via. Nel vestibolo del
all'esame di esse, furono precipuamente. teatro dalla parte di terra si aggiunsero!
La rimozione degl' ingombri che impedi- motituìienti innalzati in onore del Goldo<
van la scena, la quale guad.ngnò uno spa- ni e del Selva, e le due iscrizioni laterali
2Ìo maggiore a vantaggio dello spettaco- alla porta d'ingresso. Gioverà riportare
lo, soprattutto nelle popolatissime dan- sul disastro del precedente edifizio, alcuni
ze ; l'innal/ainento di lutto il coperto per- de"" principali particolari riferiti dal Mu-
fezionalo nel suo costrutto, onde si rese linelli negli ninnali delk Proi'i'nce Ve-
capace al dipiiigimento delle tele pe' sce- Propiiamente alle ore 3 circa del
nete. »
nari; i rifoimali e migliorali stanzini; mattino de'i 3 dicembre iSSy.il teatro
l'accresciuta ventilazione; la miglior pu- era dalle fiamme in cenere roiivertito.
litezza negli ambulacri delle soflìlle; i Sebbene ignota la cagione dell'incendio,
nuovi terrazzi a qualunque parte de! tea- certo è peiò che il fuoco da parecchi
trale recinto in sostituzione di rozzi bat- gioini occultamente avea lavoralo nel-
tuti; la costruzione a miglior uso delle l'interne travi del soflitlo, finché giunto
macchine dirette non solo all'estinzione alle materie più fìicili ad accendersi e a
degl* incendi, ma a far girar l'arqua per divampare, in detta ora proruppe con
lutti i piani. Tra i maggiori migliora- empito e furore di loggia in loggia, e
menti, il Diedo fermò le sue osservazioni invase tutte l'interne pareti. Precipitò
su due. Si potè aprire la porta risponden- allora nel centro della sala il letto ar-
te alla sala teatrale, acquistandosi la co- dente, e contuso in una sola fiamuia, si

municazione diretta tra la sala e l'andi- convertì in un immenso orrendo pozzo


to del pepiano, risparmiandosi un giro di fuoco. Riuscì inutile ogni umana in-
lungo e penoso, in ispecie quando il par- dustria per salvare dall'irreparabile per-
terre è affollato di spettatori. Fu ripa- dita redifizio, solo potè limitar la rapi-
rato allo sconcio della scala, costruendo- na e la furia delle fiamme sulle case ad-
si agiatissima, e in modo d'aggirarsi o- dossate all' ardenti pareli. 11 principale
gnora entro al suo vaso, si comunica a prospetto non sollrì alcun danno, le mu-
tutti i piani senza render dipendenti co- raglie e l'arco della scena poterono ezian-
me prima gli ambulacri. Alcuni abbelli- dio resistere all'urto di tanta rovina, che
menti d'ottimo gusto vennero aggiunti, calcinò le magnifiche colonne di marmo.
a maggior eleganza e splendore di cia- 1 preparati spettacoli d'opera e di ballo,
scuna parte, e singolarmente nelle sca- dal Comune si trasportarono tempora-
le, e nello stupendissimo atrio arricchi- neamente al teatro d' Apollo. Tosto il

to di stucchi ne'suoi lacunari, il prof. municipio si occupò del pensiero di far


V EN V EN 343
risei gereJalle fiamme la Fenice più bel- maso e Giambattista Mednna, e per quel-
li, e tli correggere così l'ingiurie dell'av- la pittorica di Tranquillo Orsi, di Seba-
versa fortuna. Ma l' incendio valse me- stiano Santi e di Giuseppe Borsato, e per
ravigliosaroente a riparar rolTesa riputa- le sollecitudini di Gaspare Biondettì, il

zione del valentissimo Selva, poiché nel- quale con finitezza somma condusse tut-
la riedificazione i dodi ad essa preposti, ti i lavori del muratore, già un nnnoap-
conoscendo i difetti derivati dalle spino- pena dopo le fiamme, quasi incredibil-
se dillìcoltà locali, con unanime senten* mente risorgeva più bello dell'antico il

la decretarono che nella costruzione del teatro; per la qual opera occorsero mez-
nuovo teatro si dovessero seguire intera- zo milione di lire. Riedificato sul model-
ruenle e perfettamente le tracce dell'ar- lo del i.° architetto, prodigossi alla me-
so, tranne le sunnotate modificazioni e moria di Selva smisurati encomii, e nel-
migliorie. » In questa guisa, come dice- l'applaudirlo si volle che fosse traman-
va uno scrittore e artista gentile, il vec- dato a'posteri nome del preclaro arti-
il

chio teatro della Fenice non ebbe, in sta con un monumento da erigersi nel
quanto a fama, ventura dissimile a quel- campo stesso delle sue glorie. Stabilitosi
la diuomini il cui merito, meno gene- pertanto che l'altro monumento di Carlo

ralmente noto in patria ( ove ordinaria- Goldoni si dovesse trasferire dal luogo
mente si vuol disconoscere dalle mise- che prima occupava nell'arso teatro so-
re passioni, figlie dell'orgoglio e dell' i- pra uno de'minori lati del vestìbolo, su-
gnoranza, dell' invidia e gelosia, e per bitamente si pensò di collocarvi nell'op-

quanto coi cardinal De Luca dissi nel posta faccia anche quello da innalzarsi
voi, LXXIX, p. 272) che fuori, vie- al Selva, a spese di molti amici e ammi-
ne nella debita estimazione soltanto do- ratori di lui. Il monumento con diligen-
po la morte loro; e se l'ottimo Selva za lo condusse il capomastro scarpelli-

fosse stato ancor vivo, tolto il primo do- no Vincenzo Fadiga, coronato da un me-
lore nel vedere in un momento distrut- daglione, egregia opera dello scultore
ta l'opera in cui aveva posto tante solle- Antonio Giaccarelli, sopra cui si legge
citudini e tante speranze d'onore, avreb- l'iscrizione dettata dal ca v. Cicogna, in cui

be avuto almeno nella conseguenza di è la storia delle vicende del teatro da lui

quella tanta disgrazia il compenso di tut- eretto esul suo modello rinnovalo. Pubbli-
te le molte e non meritate amarezze. cò la tipografia veneta del Commercio nel
Chevalier, Brevi cenni intorno il teatro 1 855: Capitoli normali per l'appalto de-
della Fenice, Venezia co'tipi di Luigi gli spettacoli del gran teatro la Fenice
Plet 1837." Aodavasi intanto e di con- nel quinquennio 858-59 *^ '"^^^ /7i 862- 1

tinuo per la città dicendo: Sorga, deh ! 63. Dopo il primario teatro della Fenice,'
sorga bello delle prime sue forme il tea* vengono Gallo a s. Benedetto,
il teatro
tro della Fenice gloria e decoro della
,
ed ild'apollo a s. Luca, di cui
teatro
nazione, Parnaso cui s'inspirano pres- un tempo portò il nome, detto dappri-
socUÌ' tutte le nove Sorelle, e si riveggan ma di s. Salvatore: ambedue rimoder-
ancora quegli atrii, quelle logge, quelle nali dopo il I
.° quarto del corrente se-
colonne, e non rimanga della passeggie- colo, e di bellissimo effetto. Sono situati,
ra sventura altra traccia che la memo- il
1."^ presso la chiesa di s. Benedetto, il

ria indelebile delle prove di cittadino 2." poco distante da quella di s. Luca. Il
coraggio e di zelo del patrio decoro (!!!) teatro pur Gallo o Malibran, a s. Gio.
di cui ella fu triste occasione. In poco Gì isoslomo, vastissimo e che si ricostruì
più di 7 mesi esnuditi furono que'voti; dopo la suddetta epoca, per servire di
e per l'architellouica sapienza di Tom- giorno e di aolte,eriuscì beli'edifizio. In-
34 i VTN VE N
oltre vonnoricoidnti il tpntroas. Snmue- minori mnsch'di della R. città di Vene-
le, poco frer|uenlalo per lii sua loiilannn- zia jalta dal nobile sig.^ Francesco ca\>.
7a; ed uno novello e molto elegante a s. tli Allan i. r. delegalo nel giorno q set- i

Moi-^è per le marionette. Non si deve poi lehre 807. Venezia tipografia Marti-
1

lacere il così dello ludollo, hello e co- iiengo 1857); dalle Scuole di Carità, de-
modo fnhbiicatOj^el quale si suole dare scritte nel § VIII,n. 67. Di altri stabili-
pui)blicì trattenimenti e principalmente menti di pubblica istruzione maschile ra-
fi?ste da hallo nel carnevale frequentatis- gionai superiormente a'ioro luoghi. Le
sime e hrillanli. Fu edificato nella pri- fmciulle h.inno pure educazione e istru-
ma metà del secolo passalo, co' disegni zione nel collegio delle Salesiane a s. Giu-
tli Bernardino Maccarucci, e destinalo seppe, come dissi nel § X, n. 56; nel
ne' tempi della repubblica e de! governo collegio delle cappuccine Concette, di-
italico pe' giuochi d'azzardo, presso la .scorso nello stesso §, n. 49» "s' colle-
chiesa di s. Moiìè. Trovo a p. i38 del gio delle Terese, egualmente descrittoi
Giornale di Roma de i3 marzo i852 nel § X, n. 70 ; nel collegio già di s. Lu-
in data di Venezia.»» Ne piace di vede- cia, ed ora di s. Alvise, di cui parlai
re uno de' nostri teatri di Venezia ave- nel § X, n. 4' j in quello delle scuole
re asgiinto il nome di Teatro Goldoìd. di Carità, riferito nel § XII, n. 20; nel-
Quantunque piccolo e da non poter ga- l'altro delle Zitelle alla Giudecca, pure
reggiare con gli altri secondari per le discorso in ta!e§, n. 8. Di altri stabilimen-
compagnie che vi recitano, tuttavia è bel- ti di pubblica istruzione femminile, an-
lo il che non piìi si po-
pensiero di far s"i che per essere stati istituiti dopo la pub-
trà direda'forastieri che si fanno a visi- blicazione del veneto Dizionario^ tenni
tar Venezia, che questo sommo comico, di sopra proposito a* loro luoghi, come
questo rislniiratore del Teatro Italia' ne'§§ XI e Xli. Vi è l'Accademia delle
no, non ne abbia neppiu" uno che dal suo Belle Arti, che celebrai nel § X, n. ir.
nome si addomandi, nella stessa sua città E?>sa fu sostituita all' angusto locale che
naiale." Ma questo teatro però che erasi serviva all' antica accademia di pittu-
aj)erto nell* antica scuola de' pizzicagnoli ra, ora residenza dell' U/Kcio centrale
sulle Zattere, non più esiste. di porto e Sanità marittima. Dice il eh.
2. La ptibblica istruzione, al dire del Zanollo nella sua Nuovissima Guida
Dizionario veneio, è a Venezia giovata di Venezia, se crediamo al Boschini,
pricnieramenle da un Liceo con annesso Le ricche miniere della pittura, intor-
Collegio Convitto, di cui nel § X, n. g; no al 1670 veniva fondata da un nobi-
d;i ilue Ginnasi, uno de'quali unito al Li- le un'accademia nella sua casa a s. Tre-

ceo slesso; da una Scuola maggiore ma- vaso, ove nel pianterreno siradunavano
schile normale (invece delia (juale fu poi i pittori a disegnare il nudo e le statue
isliluila la Scuola reale superiore e di Biitiche, ch'egli faceva gettare; e ne' di
•Nautica ); da una Scuola maggiore fem- festivi a ragionare intorno alle arti e alle
minile; dal Seminario patriarcale, e dal- scienze. S'ignora quanto durasse questa
l' unito Ginnasio patriarcale, de'quali particolare accademia. Si decretò poi a'

parlai nel §X,


65; da molle Scuole e-
n. i4 dicembre 1724 l'istituzione d' una
lementari pe'maschi e per le (emnime pubblica accademia di pittura, assegnan-
(Il Cronaca di Milano del SSj fa ricor- i dosi ad essa un luogo decoroso. Quest'ac-
do nella disp. 20 àeW Orazione recitata cademia fu poi confermata a' 24 dicem-
da Ciovanni Paolelti direttore scolasti- bre 750, e finalmente per nuovo decre-
f

~ co, /iella solenne distribuzione de'pre- to de'27 dicembre 1766 fu eretta un'ac-
mi delle scuole elementari ma^^iori e cademia di pittura, scultura e archilettu-
,

VE N VEN 34^:

rn f) «iinilitii(1ine_, cornei! (Iccielooitlina- l'idrografia eia tattica navale, la ma-


Vìi, (Ielle principali d'Italia e d'Europa, e lenialicn e costruzione navale, la pra-
lo stalo e le presciizioni di qtiest'accade- tica del fucile, quella dell'artiglieria, per
iiii;i s'impressero dal Snvioni nel 1782, tutte le quali pai ti avea suoi propri pro-
i

es«;ndone già stala approvala la slam- fessori ;ed inoltre per mezzo d'altri mae-
pa con decreto de'io novembre 1771. stii insegnava pure il diseguo, le lingue
A vea sua sede essa accndeinìa nel luos;o italiana, tedesca, inglese, francese, la cal-
siinuoniinalo, ed essendo in grati 'parte ligrafia, la scherma, la manovra pratica
spi ovvedula di gessi tratti dall'antiche e il nuoto. Sparse poi sono per la città

statue, vi sopperii l'ah. Filippo P'arsetti, mollesciiole private sostenute da maestri


raccogliendo ne'snoi viaggi d'Italia lepla- e niaestie approvati. Per le società acca-
sticlie antiche migliori sculture, e
dell' demiche, oltre ad una sezione dell' Isti-

queste dispose nel suo palazzo allìnchè ne tuto del regnoLombardo-Veneto di scien-
traessero vantaggio gii studiosi, copian- ze, lettere ed arti, ed un Ateneo di cui nel

dole. ("oȓ pure la nobile faiuiglia Pisa- S Vili, n. 23, niun'altra ne possiede Ve-
ni di s. Stefano avea aperto un accade- nezia, benché in essa vivano non pochi
mia di disegfionel proprio palazzo a van- uomini d'altissimo merito, dice il Dizio-
taggio del giovane Ahnoròdi rpiella casa, nario veneto, su di che mi riservo aji-
ove eiavi a direttore Pietro Longhi e al- giùngere alcune mie parole. Quanto al-
tri maestri, di cui alunni sono descritti
i l'Istituto di scienze, lettere ed arti, la cui
sur un foglio allora impresso. IMorto poi residenza da ultimo fu assegnata nell'an-
il hcMiemerito Farselli, il di lui evede. D-i- tiche saie d'armi del consiglio de' Dieci
ni^ie continuò a mantenere aperto lo nel palazzo ducale, rilevo dagli Annali
studio. Decesso pur esso, il di lui figlio (li'llf Pro\'ince Fcnete del cav. Mulinel-
Anton Francesco tentava vendere quel- li, venne fondato con sovrana riso-
e<iso

la raccolta cospicua, ma non essendogli luzione de' 5 aprile i838, insieme a


I

riuscito, caduta la repubblica, donò le quello residente in Milano, eh' è l'altra


foriiìedi que'gessi e alienò i dipinti a sezione, collo «copo di promuovere gli
l'aolo imperatore di Russia, lasciando
I sludi che haiuio immediata e principale
in Venezia getti. Questi ad istanza del
i infliien/i sopra la prosperità e la coltu-
prof. Teodoro Matteini, gli acquistò l'im- ra scientifica generale delle provincie
peratore Francesco 11, donandoli a pro- componenti il regno Lombardo- Veneto,
fitto dell'accademiajche raccoglievasi tut- essendo composto di 3 classi, cioè di 20
tavia nelle sale del palazzo Farsetti. Isli- niembri onorari ; di 4o membri effettivi,
liiita poi dal governo Italico nel 1807 20 de' quali con annua |)ensione di lire
l'attuale accademia delle belle arti, po- austriache 1200; e di soci corrisponden-
co dopo si trasportarono in essa, ove Iut- ti, d ili cui numero è indeterminato, ve-
iera si conservano. Durò l'ordinaniento nendo però scelti tra'dotti del regnoLom-
Italiano lino al i838, e fu allora regola- bardo-Veneto e degli altri slati della mo-
la l'accademia com'è di presente. Il col- narchia, non dell'estero, quali sieno in i

legio Armeno Raphael, di cuinel § XVIII, istalo diconcorrere e contribuire co'Ioro


n. 9. Il collegio Greco Fiangini discor- lavori allo scopo scientifico dell'istituto,
so nel § XIII, n. g. Il collegio di ma- o siensi resi benemeriti dello stesso, o gli
rina (che poi fu trasferito a Trieste), servano di lustro colla loro ammissione.
oltre 1' istruzione religiosa, insegnava Il Hcgolamento organico è riportato dal
n' suoi allievi, che alla carriera del n)a- Mulinelli. Nello stabilimento Antonelli
le si dedicavano, la storia, il diritto e si stampano gli annui, Atti dell' I. R.
la polizia ruarittima, malemaliclie Istituto Feneto di scienze,
le lettere ed
246 VEN VEN
arti. Cosa sono due Istituii cì«I regno
i accademie di Milano e
di Venezia sieno
Lombardo-Veneto, ossia di Milano e di couvertilein sezioni degl'Istiluli di scien-
Venezia, lo dichiara la Cronaca di Mi- ze, lettere ed arti ivi eretti.»» Avuto riguar-

Inno del 1857 nella disp. i 1.' Già disse do a'peculiari interessi delle belle arti ia
nella 1/ gli Aid che publ^licano due i Italia, approvo che le Aocade(nie di Mi-
sono giornali che alte tano fino
Istituti, lano e Venezia sieno convertite in sezio-
a qual punto ciihuinante s'elevano og- ni degl'lslituti di scienze, lettere ed arti,
gidì gli sludi collettivi, e come la scienza ivi eretti.L'ordinamento di queste nuo-
dalle sue aslrazioni sappia entrare util- ve sezioni degl'Istituti, da sottoporsi al-
mente operosa nel campo dell'applica- la mia sovrana decisione, dovrà collegar-

zione. Nell'Istituto di Venezia » fra'cul- si all'organismo di entrambi quegli I-


lori tielle dottrine letterarie vi si contano stiluli. Avranno quindi un presidente,

idue Cittadella, il Bianchetti, il Poli, il un numero conveniente di membri elfet-


Wenin, il Sagredo, l'ab. Canal, il conte livi, per metà stipendiati, e per 1' altra

Cavallijild.' Pasini, il Zannini, il Cicogna, metà senza stipendio, ed inoltre mem-


il conte Miuiscalchi,il C.ippellello ; a'qua- bri onorari e soci d'arte. Sarà in gene-
li si ponno aggiungere per la natura di rale debito di queste sezioni, siccome au-
alcuni loro scritti, anche i dottori Nar- torità nel campo delle belle arti, di usa-
do e Namias. Quindi gli Atti dell'Istitu- re i loro lumi alfine di porgere all' eser-
to di Venezia alla gravila della scienza cizio delle arti belle e ai giudizi relativi
aggiungono molta amenità di letteratura un indirizzo che valga a far rivivere le
e di storia, mentre agli Alti dell' Istituto antiche glorie dell' Italia nel fitto del-
di Milano, la quasi esclusiva austerità l*arti;eslenderà Sj)ecialmenle program- i

scientilica, toglie ogni lato accessibile a' mi per concorsi a'


i premi accordati da
profani della scienza e dell'arti. E" quin- me, e pronuni:ierà il giudizio sui lavori
di a desiderarsi che anche l'htilulo Lom- che si presenteranno a concorso; darà
bardo non apra le sue porle alle sole spe- parereinlornoa'Iavori artistici daeseguir-
cialità, se pur ama che la fronte acciglia- si per commissione imperiale, o a que-
ta del Sofo si spiani qualche volta dinau- siti artistici, e proporrà a lei il conferi-
zi alle grazie della lelleralura". Il Gior- mento di stipendi a'più valenti discepoli.
nale di Roma del i858,co'n. i6g e 170, Gli sludi elementari d'ora in poi avran-
riprodusse il pubblicato dalla Gazzella no a farsi alle Scuole Reali, ma quanto
ujjiciale di Mitano, col rescritto dell'im- all'istruzione superiore, i giovani alun-
peratore Francesco Giuseppe I, indiriz- ni r attingeranno presso rinomati mae-
zalo air augusto fratello l'arciduca Fer- stri di loro scella. Ai bisogni dell'archi»
dinando Massimiliano governatore gene- tellura sarà soddisfatto mediante specia-
rale del regno Lombardo-Veneto, in da- le ordinamento dell'istruzione in questo
ta de'24 luglio. Con esso dispose il so- ramo causa di tale riforma
dell'arte. In
vrano una giusta proporzione dell'impo- delle Accademie,nessuoo sarà pregiudica-
sta prediale nel dello regno ; ordinò che to nello sii pendio che gode col la definiti va
il privilegio fiscale sia ristretto a'crediti nomina ad un impiego. I risparmi che pei'
erariali di diritto pubblico; approvò le queste nuove disposizioni risulteranno
proposte per migliorar la condizione de' nell'assegno di dotazionedell'Accademie,
medici di condotta; graziò e condonò il re- concedo vengano impiegati in opered'ar-
siduo del contingente di reclute peli 858, le che illustrino impero e
la storia dell'

accordando all'imperiai fratello laPicollà del paese, e tornino ad onore e vantag-


di dispensare dal servizio militare gli stu- gio sì degli artisti lombardo-veneti, co-
denti di anuo in anno; ed approvò che le me di esso paese." Altre analoghe paro-

I
V E N V E N 347
le Ito lifeiilo nel § X, n. i i, ragionando e nato a Bassiano nel ducato di Sermo-
dell'accaileniia delle belle arti, alla qua- neta, come narrai celebrandone le gesta,
le rannoda quanto dirò nel § XVI, n. g.
si descrivendo quel luogo eie benemeren-
Imparo dal cav. IMutinelli ne'suoi Anna- ze con Venezia per l'arte della stampa
li Urbani di J'cnezia, come qtiesla cil- e per l'accademia ivi istituita, cioè ne'vol.
lìi costantemente tenerissima dell'armo» LXIX, p. 202 e 9.32, LXXXIX, p. 102,
nie musicali, trovò opportuno nel iSSy ove pure parlai del figlio Paolo e del ni-
d'istituire nella chiesa di s. Martino, di pote Aldo il Giovine nali in \'enezifi(alla
cui nel § Vili, n. 3, sotto i'uivocazione quali! quesl' ullimo destinava la libreria
di s. Cecdia, una nuova Società filarmo- paterna se non l'avessero impedito i de-
nica coo)[)osta di professori di canto e di biti che lasciò morendo
Roma). Iti in

euooo, di cui doppio oggetto esser duvea questa città erasi portato Aldo il f^ec-
quelli, didar maggior decoro all'arte cliio nel 1488 per fondarvi una stam-

musicale, richiamandola al .più nobile peria, onde moltiplicarvi le migliori o-


de' suoi uffìzi, eh' è il servigio del cullo pere greche e Ialine, con corrette ed e-
r\e\\' Viziatura dii'ina (I •), e di porge- leganli edizioni, siccome versato in am»
re un SOCCO! so a'confratelli musici che se bo quelle letterature. Aperta la stam-
ne mostiassero in bisogno; perciò collo peria, adoperò bellissimi caratteri greci,
stesso duplice scopo di quella pontificia modellati su quelli de' uìigliori mss., e
di Ronta, a cui mi pregio appartenere, e inventando il carattere minuto italico,
di essa riparlai nel vol.LXXXV, p. i(ì3. per lui dello allora Aldino, e comune-
Ne'medesimi Annali t/Z><7/j/ il cav. Mu- mente corsivo (mi( come rilevai nel voi.
linelli tratta dell' antico collegio medico LXiX, p. Rambelli attribui-
igg, il eh.
e dell'antiche accademie di Venezia, e sce l'invenzione a Francesco ila Bologna,
con esso vado a darne notizia. Rifiorita o meglio ne fu il disegnatore e l'incisore,
nel secolo XIII per non pochi principi e lo notai poi nel voi. LXXXIX,p. io3).
italiani la medicina, in varie città cospi- Non poteva però Aldo bastar da se solo
cue furono istituiti collegi medici. Per a COSI vasta impresa, gificchèera uopo di
effetto di tali nobilissimi esempi, e mollo collazionare e di correi^gere molli e di-
più per doversi stimare la Medicina co- versi testi; chiamò quindi in soccorso,
me arte indispensabile all'umana socie- perchè secondassero i suoi nobili sfoizi,
tà, anche a Venezia verso il i 3o6 si con- u)olli illustri uomini, alcuni de'quali si

dusse un medico con provvisione, da cui unirono a lui per la sola gloria di servire
altri I 2 edaltreltanli chirurghi, parimen- all'amico e alle lettere, allri per riceve-
ti dall'erario sli|)endiati, dovevano di- re eziandio uno stipendio. Tuttavolla as-
pendere, formando com essi un collegio, sembrati non pochi di questi dolli, Al-
al quale presiedeva il detto i.° medico do nella sua casa posta nella contrada di
intitolato priore. Era questi, oltre la s.Palerniano, volle formarvi un' Accade-
provvisione, alloggialo in una casa del mia, della da lui Neo-Accademia, allu-
pubblico, e vuoisi che fosse ove poi fu dendo a quella di Platone, presa ad e-
fabbricalo il palazzo de'Camerlenghi. Il sempio, ma che Aldina dal nome del
priore, quanto i suoi compagni, saliro- suo fondatore fu presto appellata. la
no a tanta riputazione, che si permise essa fuor del greco non potevasi parlare
loro d'usar veste pari a quella de'nobili. altra lingua,e prima che ì soci si accinges-
Nel i5oi Venezia fu fondalo un let-
in sero a trattarvi letterarie questioni, do-
terario istituto da Teobaldo Pio Manu- veano sempre occuparsi della correzione
zio, più conosciuto col nome di Aldo, di* emendandoli e a
de'testi, confrontandoli,
rainutivo di Teobaldo, cittadino romano buona lezione rìduceudoli, di maniera
348 V E N '
VEN
file non solamente al genio di Aldo, ma Era presieduta a tempo da uno de* G
eziandio alle penose ricerche e agli stu- anzidetti benemeriti cittadini, cui dagli
di di que' grandi uotnini l'intero mondo altri 5 nell'elezione presentavasi d'una
esser deve deiiitore dell' impressione de' gian coppa d'argento, con entro scolpi-
«lussici restituiti alla natale loro integri- te l'arme della città e l'impresa dell'ac-

tà e purezza. La virtù però di Aldo era cademia. Questa era provveduta di pre-
tale, che ben lontano di attribuire a se gevole biblioteca, e di due stamperie per
slesso tutto il inerito, non lasciava di ri- pubblicare oltre 1' opere de' soci anche
cordare onorevolmente il nome de' suoi l'altrui, di que' letterati cioè impotenti
colleghi nelle prefazioni di que'uiolti li- di pubblicarle, dandosi in dono così alla
aveano posta la mano.
bri a' quali essi repubblica letteraria quanto, senza que-
Aldo morì a Venezia a'6 febbraioi5i5 stecure generose, sarebbe rimasto mi-
d'accademia durò ancora due anni. Ciò seramente sconosciuto. Le tornate si te-
il Mulinelli afFerma,citando Michele Bat- nevano nelle case de' soci, e negli ame-
ti)gs^\a, Dissertazione storica deW Acca- nissimi giardini dell' isole di Murano,
demie Penezia!ie,\ enena 187.6. Co'suoi della Giudecca edis. Giorgio Maggiore.
biografi dissi, ne'Iuoghi citali, Aldo mor- Si leggevano nelle pubbliche tornate i

to nel iSiy, e che il figlio Paolo tentò poeti e i prosatori greci e latini; nelle pri-
vivificare l'estinta accademia Aldina
eli vate, i poeti e i prosatori italiani. Tra lo-
Mamizia/ia, ne raccolse dotti e pub- i ro regnava perfetta amicizia senza eti-
blicò molti classici latini illustrali. In chette di convenienza, ed aveano conju-
tempo di Aldo il Secchio
prima della e ni i sollazzi e gli stravizzi. Principal do-
Jega di Cambray del i5o8, ebbe origi- vere degli accademici era quello di noi»
ne l'accademia de' f<//f'gn«/, in una vil- palesar mai di fune parte, e di vicende-
la alquanto selvatica, poco discosta dalla volmente aiutarsi co' lumi letterari e coi
Laguna, villa che fu distrutta nel fervo- denaro bisognosi. Aiutavano ancora
i

re delle guerre derivate dalla lega, ces- qtie'letterati che ne peniu'iavano, senza
sando così pure 1' accadeuìia. Nel 55o i farne conoscere la piovenienza, esercitan-

non bastando alla moltitudine degl'm- do così la liberalilà senza fasto. Dotava-
gegni il conversare de'privati cerchi, op- no le donzelle misere per agevolar loro
portunamente si pensò (li ravvivar l\'icca- il matrimonio, e provvedevano poveri i

tleniia de'Pellegriui. Conoscendosi però di nudrimento e di educazione, un prov-


che alla celebrità d' un'accademia oltre visionato dell'accademia istruendo i fan-
la virtù e l'opere de' soci, non poco gio- ciulli poveri nella volgare e latina favel-
va anche il denaro ed un'entrata peren- la.Venuto a morte un socio, addobbava-
ne, 6 onorali cittadini furoro generosi di sicon tappezzerie nere la sala dell' acca-
fornir mezzi a mandar ad elletto gran-
i i demia, con eud>!eu)i alle virtìi morali
iliosi progetti della rinata accademia, dell'estinto, nel mezzo della quale posa-
largamente donandole poderi e capitali. vasi la bara, collocandosi dirimpetto ac

Spiegò essa per impresa nn falcone pel- essa sotto un magnifico baldacchino l'ef

legrino, che teneva fra gli artigli tm dia- fìgie del defunto; si recitava l'orazione
mante; ed soci adottarono per impre-
i funebre, e si scolpiva in pietra l'epilaflìol
sa uno scudo in cui era dipinto un cap- Tiziano e Sausovino erano dell' accade-
pelletto, un bordone, un nicchio, un su- mia, la quale a prezzo generoso acqui-1

dario e altre cose usate da'pellegrini. Il stava le loro opere, sì per animare quel
motto dell' impresa dell'accademia fu: sommi a più grandi cose, sì per sollevare
JStiluraeet Artis opus. Quello de' soci : maggiormente con ciò la propria fama^
Fininnt pariler rcnovant'jue laborcs. come si hadaOiaxich, ì)Ievwria dell' aci,
VEN V E iN 349
cadctnia de' l'tUfi^nni. Senza pai Ini e vi fossero professori di geometria, d'arit-
il'AiiloiifiaiicescoDoni IcUeialofioieiili- metica, d'astrologia, di musica e di co-
no, die fu aggregalo airnccadeinia dopo smografia; che le leggi aver dovessero
il suo stabilimento a Venezia, avvenuto eziandio professori di diritto canonico e
nel i547,e uioilo poi a Monselice nel civile ; che maestri vi si trovassero d'ora-
i574i solo degno di curiosa menioiia grammati-
toria, di poesia, di storia e di
pel suo capriccioso e fantastico umore ; ca.Siccome poi Badoaro avea per isco-
sarà meglio ricordare come nel medesi- pò di propagare colle stampe libri in o-
mo tempo dell'accademia de' Pellegrini, gni tnateria, così a Paolo figlio d'Aldo
fu istituita quella degli Unili. Se ne de- Manuzio, il quale teneva nell'accademia
ve il merito a Pietro da Mosto famoso cattedra d'eloquenza, alfidò la soprioteii-
per eloquenza, e per altre doti assai chia- denza della slami)eria : laonde i libri che
ro. INeir accademia degli Uniti Irattava- ne uscirono, benché in assai poca quan-
si, e non di rado all'improvviso, diversi tità, vennero sen>pre riputati bellissimi,

eruditi argomenti ; e nel 1 55 ne fu elet- 1 facendo anco al presente preziosa e rara


to per uno de'conservatori perpetuiFian- comparsa negli scadali delle migliori bi-
Cesco Veniero, poi doge di Venezia. Fio- blioteche. Né le fatiche di Badoaro e de-
rirono pure in Venezia l'accademie de- gli accademici si limitavano alla sola col-

gl' Incruscabilì, de' lUcovrati, degli A- tura delle scienzeedellelettere; im[)eroc-


dorni. degli Uranici, iW Celesti, de'óV- che, accesi di vera carità per la patria,
rafivi, òt Riuni ti, Ati Rinvigoriti. Di que- intendevano pure, coll'autorità de' Die-
st'ultima nel 1722 un accademico cele- ci, a dare un miglior ordine alle promul-
brò l'esaltazione al dogado d'Alvise III gate leggi della repubblica, promovendo
Sel)asliano Mocenigo. L'accademia però e illustrando tultociò che avesse potuto
che dopo \' Aldina oltrepassò di gran tornar a maggior gloria di quella. Aper-
lunga la rinomanza di tutte l'altre, pei* ta ad uso degli accademici, e di qualun-

la sublimità degli oggetti e per la vastità que altro avesse voluto profittarne, una
dell'idee, è quella certamente la quale biblioteca sceltissima, molto dilettevoli
col nome di Veneziana della Fama e molto istruttive erano le tornate per
venne istituita nella propria casa da Fe- la lettura delle più curiose notizie che i
derico Badoaro. Sostenuti da questo di- soci cercavano d'avere da tutte le par-
stinto patrìzio i più luminosi uflici della ti del mondo, afHne di conoscere le più
sua repubblica, non che ambasce- \i.rie utili scoperte e invenzioni, istruirsi nef^li
vie, fra cui quella presso il duca d'Ur- alFari politici degli altri stali, e ne' meto-
bino, e l'altra presso Carlo V, datosi fi- di tenuti dalle nazioni più colte per di-
nalmente ad una vita riposata e tranquil- latar le scienze e le lettere. La rigidezza
la, concepì il pensiero di fondare un'ac- poi delle continue studiose occupazioni,
cademia in cui nessuna dell' umane co- era rallegrata sovente da ilarità di con-
gnizioni fosse trascurata. Agevolmente viti, dati con singoiar magnificenza dal-
potè il Badoaro mandare ed effetto il suo l'istitutore libéralissimo. Ma un'opera co-
divisamento, perchè ricchissimo, e per- sì grande, così eccellente, così utile e co-
chè uno de'più eruditi escienziali uomi- sì bene doveva esser 3 anni do-
istituita
ni che allora vivessero in Venezia. Pie- po il suo nascimento affatto distrutta, e
se per accademica impresa la figura d<i- vuoisi che ciò accadesse per fallimento,
la Fama, col motto: /o ro/o «/ Cicl per o per gravi infedeltà dal Badoaro com-
rifìosanni in Dio. Stabilì che de' 100 e messe nell'amministrazione. Un decreto
più individui ond'era composta, alciuii del senato de'29 agosto i56i, non sola-
leggeitscru teologia, altri filosofia ; che uieule abolì per sempre l'accademia^ e
35o V E N V EN
minacciò perpetuo confine da tulli ve- i segreto scrupolosamente mantenuto da'
neti ilomìnii a colui che avesse tentato rin- soci, a quelle ragimanze loro in luoghi
novarla, ma ordinò eziandio la carcera- ameni bensì, ma solitari e variati, a quel-
zione dello stesso celebre suo islilulore. la perfetta uguaglianza osservata Ira lo-
Pare assai dubbioso, anzi incredibile, co- ro, a quella reciprocazione di soccorsi, a
n)eBadoar<i, doviziosissimo com'era, pre- queir arcane elemosine, a quelle agapi,
cipitasse nella sua condizione economica a quelle solenni funebri pon)pe, e a que'
in maniera da fallire e da ridursi a un panegirici de' trapassati, non possiamo
trailo in povertà tale da profittare delle non accordarci nell'opinione di chi volle
sostanze dell' accademia, cbe potevansi ravvisare nell' accademia de' Pellegrini
considerare sue, onde quaud^mclle l'a- l'origine d'un' altra società, cbe a'giorni
vesse sciupale, non avjvbbe che a se solo nostri seppe egiudmente imporre e colla
recalo pregiudizio. Deplora il Mulinelli medesima segretezza delle sue leggi, e
come per tale motivo fosse rigorosamen- colle medesime sue occulte beneficenze.
te soppressa l' Accademia Feneziana Ad ogni modo concbiuder devesi che tan-
lento illustre, e di tanto onore alla cit- to l'accademia de' Pellegrini, quanto l'al-

tà e alla repubblica, senz'almeno rifor- traVeneziana della Fama,ollre d'aver a-


marla ne'dispendi.« Impari a qualunque vulo uno scopo letterario, possono aver-
altro il governo di Venezia nel saper na- ne avnlo eziandio un di politico". Oltre
scondere e celare sagacemente suoi po- i le ricordale illusili accademie, in Vene-

litici provvedimenti, è adunque più pro- zia erano nelle discorse epoche molte in-
babile e verosimile, che ranniillamento signi biblioteche, gallerie, musei, studi
dell'accademia avvenisse per assai dille- di musica e d'arme, cbe vado ricordando
lente cagione, per rpjella cioè piultoslo airopportuiiilà. Nel declinar del i.° ven-
della gelosia e del sospetto, die gli acca- tennio del secolo XVII fu istituito nell'i-
demici per le così bene dilatate e cosVbe- sola della Giudecca un collegio, appel-
ne mantenute corrispondenze loro con lato Jccademia dt^ Nobili, nel quale 4^
persone di foraslieri dominii, anche in giovanetti patrizi di povere famiglie,
aveano potuto inspirate,
oggetti di stato, mantenuti dall'erario, esser dovevano e-
poco intportando alla repidjblica, a pet- ducali nelle lettere, nelle scienze e nel ci-

to della conservazione della sua tranquil- vile diritto. Ma il Mulinelli osserva, che
bene de' suoi cittadini, il faine
lità e del per poca sollecitudine presa per sì san-
la

comparire uno di essi fallito o imprigio- ta istituzione, ben rari furono cittadini i

nato." Intorno allo scioglimento tli que- che usciti dall'accademia abbiano recato
sta celelne accademia sono a le""ersi te- segnalali servigi alla patria. Ne trattano
slualmente i decreti riportali dal cav. Ci- il Ballaggia, ne Cenni storici sopra l'isO'

cogna a p. 53 e 54 dei voi. 3, e a p. la della Giudecca j tA il Meschini, Del-


5i I e 5 il del voi. 5 delle Inscrizioni la Letteratura Veneziana del secolo
Veneziane^ e specialmente una lettera XVIII. Nella I.' metà di tale secolo fio-
del contemporaneo accademico Luca rì il famoso veneziano conte Gaspare
Contile, nella quale si duole del suc- Gozzi, gridatore critico contro i costumi
cesso fallimenlo de^ Badoeri. L' ac- de'suoi concittadini, e autore del feste-
cademia pure de' Pellegrini, 4^ s""' volissimo Osservatore Veneto, e della
dopo la sua istituzione, veniva improv- pur festevole Gazzetta Veneta, ne' quali
visamente annullata nel iSgS, senza mai periodici lavori, scritti sempre con islile
aversene sapulo la cagione. « Facendo- purgato e nervoso, sbandila ogni politi-
si però considerazione a questo misterio- ca notizia, aveau luogo soltanto l'urba-
so e subitaneo dlscioglimeolo, a quel ue, ì curiosi aocddoli, gli ameni racconti,
VEN VEN 35i
i casi veri e invfulali. Invogliltosl ili Lui- mollo: Totc^plnros sunt certe quain ho»
gia Bergaili, Ira gli Arcadi Inn'mda mincsl Quindi in un giardino a'ToIen*
Parlcnide , già discepola di Apostolo lini si volle a'2 i giugno con molta so-
Zeno, somma nel poetare, la sposò. Il lennità celebrare la ceremonia per cui il

parlare e lo scrivere del Gozzi fu elet- nuovo presidente ^acchellari entrava in


trica favilla,che sebbene per poco spa- carica d' Jrcigrancllonc, con bagordo
zio, scossel'addormentato fiore de'poclii grandissimo. Avea per trono un seggio-
veneziani studiosi, e fu remota causa nei lone antico allissin)0, sul quale lo stupi-

1^47 ^t^"* istituzione della capriccioa do per sedervi, essendo nano di statura,

accademia de' Granelleschi, di cui fece gli convenne far due o tre salti burle-
sncli'egli parte, la quale doveva fare ri- chi. Ivi pavoneggiandosi, perchè eragli
fiorire tanto felicemente la poesia Berne- stato dello aver appartenuto al celebre
sca, da contender la lode a"'padri e a'n)ae- cardinal Bembo. E sul dorso del seggio-
stri di essa, non solamente nella vivezza lone sorgeva 1' impresa del Gufo. Gli
de' pensieri, ma eziandio nel maneggio si pose in capo una corona di radici
delle frasi e dello .siile; al modo descrit- e di lattuga, intorno alla quale pende-
to dal Morelli, Dissertazione storica vano acerbe susine. Gli furono indiriz-
della cultura della poesia presso i ir- zati discorsie poesie, d'una serietà la
ntzianij e dalla Biogrnjìa universale, più comica, piene d' elogi ironici, di cui

Venezia pel Missiaglia, in quella di Ga- egli andava superbo quanto della sua
spare Gozzi, celebre letterato, poeta e ghiilanda. L'arcigranellune non mancò
critico. Piitrovandosi il patrizio Daniele mai poi d'aprire 1' adunaze con una di
Farsetti per la via di Castello con p irec- quelle composizioni d'un ridicolo da non
chi giovani, giunti al convento di s. Oo> potersi figurare, di cui avea esibilo for-
menico videro entrare una brigala, e do- se il I
.° modello. Veniva inlerrolto ogni
mandatone il perchè, fu risposto esser co- momento a forza d'applausi : si decreta-
stume de' frali domenicani onorare in va l'inserzione delcapolavoro negli atti
qiiel giorno annualmente s. Vmcenzo dell'accademia, ed egli consegnava con
Ferrei con accademia, potendovi ciascu- tutta gravila il suo mss. al segretario.
no recitarvi le sue composizioni. Allora Cosi per celia istituita l'accademia de*
vi entrarono anch'essi, e fia l'allre com- Granelleschi, quando in una stanza,
posizioni udirono quella diGiuseppe Sac- quando in un un cor-
orto, quando in
chellari, una vera canzonacela. Avendo- tile teneva le sue sedute, le quali bene

lo poi incontrato, con esagerate e ironi- spesso terminavano in una cena o in un


che lodi lo burlarono, ed egli semplicio- pranzo giocondissimo; ma poi assodala
ne e pieno di pretensione le prese per da Gaspare Gozzi, ben seppe tener fi on-
•vere. Allora il Farsetti co' compagni gli te, ed era questo lo scopo suo principa-
dissero aver nell'animo di fondar un'ac- le, alla soverchiante piena degli scrittori
cademia e lui volerne a principe. Rac- poco accurati e dozzinali, che sciagura-
coltisi dunque nella bottega di caffè di tamente aveano portato e portavano al-
Menicazzo in Merceria, ivi deliberarono la barbarie ed al guasto la bellissima
che l'accademia s'intitolasse col vocabo- lingua italiana, togliendole la venustà
lo ridicolo de'Gra/ie//e.5f/i/, ed il princi- nativa. Servi l'accademia ad alimentare
pe Arcigranellonel Adottarono per im- il fuoco sagro del buon gusto. Ebbe a
presa un Gufo o Barbagianni tenente in soci gravi letterali e persone d'ingegno:
una zampa alzata un paio di sodi gra- tali erano tra gli altri ì (rateili Giuseppe
nelli, circondata da bietole, cavoli, lat- e Daniele Farsetti, un Crolla, un Balbi,
tughe e susine. Sotto il Gufo era questo il dotto abbate Natale dalle Lasle lumi-
35a V E N V E N
naie d'erudizione e del vero sapete in agosto i'jGi per puhbiicd decreto. Non
c|tieire|)oca, i 3 (rateili Marsili, il coiile (i uneiio aggiunge, coll'aulorilàd'
A |)osto
Campo s. Pietro, il dotto Forcelliiii, i lo Zeno, iTo/. al Fonlnn., t. 1 p. 353, e
,

due Gaspare e Carlo Gozzi, e pa-


Ihitelli t. 2, p. 86, dopo 3o anni risorse, e fu pie
recchi altri. Meglio è vedere: Nuoiui rac- sa sotto la prolezione del senalo veneto,
colta (li operette italidiic in prosa e in e (ielisario Buigarini accademico dedica
verso inedite o rare, Treviso i79'5- Ivi all'accademia nel 1608 le sue Annoia
trovatisi Memorie dell' Accademia
le zioni sulla i." parie della Difesa di Dan
Granellesca scritte da Daniele Farsetti te di Jacopo Mazzoni.
Venezia nel In
Ira gli accademici Granellcschi detto 1617 fu pubblicalo e con ritratti: Là
il Cognito. Battaggia, Dell' Accademie glorie degl' Incogniti, oin>ero gli Uonii\
Veneziane, dissertazione storica. E di ni illuslri dell' Accademia f'eneziana
]Marco Foscarinij La Storia della let- Possiede Venezia scelte e rare biblioteJ
teratura /'emziana. Dice il Mulitielli che, primeggiando la Famosa Marciana
accademia, che leriiìiuò nel 1761.
dell' nel palazzo ducale, di cui ucl § ll,n. 3; la
«Oasi vero nel deserto l'accademia, sveii- biblioteca de'uionaci tnechitaristi, di cui
luralacueiite anche l'oasi dovea isterili- nel § XV 111,
9; quella del Liceo, e ne
n.
te, e diventar heu presto pur e»so deser- parlai nel § X,
n. 9; la biblioteca del
to". Nelle sue Accademie l'encziane il MCininario patriarcale, della quale può
Baltaggia tratta pure dell'accadeaìiaCac- vedersi il n. 65, pure del § X; del mu-
ciatrice fondala già nel seminario di s. seo municipale Correr, di cui nel § XIV,
Marco; e de'componinienti slanipali nel n. 3; di s. Giorgio de'Greci, de'quali ra-
1607 e nel 1611, ragiona il cav. Cico- gionai nel § XIII, n. 9; l'ha altresì l'Ale
gna, Inscrizioni Veneziane, t. 3, p. 5o5, lieo, di cui nel § Vili, n. 23: più altr*
e t.
4, p. 685. 11 conte Paolino Mastai se ne trovano in case religiose e parlicO'
Ferretti, Notìzie storiche dell' accade- lari, di diverse delle quali già feci ricoi'

mie d' Europa, discorre nel cìj[). XV del- do. Più numerose erano le librerie d
le Accademie erette in Venezia e nello Venezia, e delle sue isole come in s.Gioi'
Stato. Riferisce che grande fu il nume- gio Maggiore e in s. Michele di Murano
ro dell'accademie fiorile in Venezia, in- in tempo della repubblica, e prima de
trodotte già da Aldo Manuzio lino dal fatale e generalesoppressione de'conven
secolo XV. Siha una confusa notizia ti e monasteri nel nefasto 18 io, andai
dell'accademia Storico- Teologica, e di disperse e nella più parie all' estero, o(
quella di Savotti, de Circiilalione san- incorporale con Marciana (fra cui quel
la

gninis, e di quella Geograftca degli la de'padri domenicani alle Zattere, chi


Argonauti, e cita Wesseling, Aurif. conteneva libri lasciali da A postolo Zei
i

Jiir. Il Doni, Marmi Venet., racconta no), anche per avere n»o!li religiosi neldr
l'origine dell'accademie Aa' PI atonie i,ù<ì sciogliersi portati i libri ne'Iuoghi dovasi
Pellegrini, degl' fnduslriosij ina sopra trasferirono. Le librerie antiche esisteO'-
tutte (ioli l'accademia delta Veneziana ti a tempo del Sansovino e ricordate nel-
o della Fama fondata da Federico Ba- la sua Veiietia cillà nobilissima et sin
doaro nel principio del i558, e lo rileva golare, colle giùnte dello Stringa e dfi

dalle Lettere dì Bernardo Tasso. Tra que- Martinioni, sono le seguenti. 11 Sansovini
sti accademici si annoveranoPaolo Manu- inlese di parlare delle librerie particola!^
zio ed ilTasso. il principal protettore era degne di singoiar menzione e d'esser
il cardinal MicheIeGhisIìeri,poi neliSGG ricordale, protestando di lacere delle
s. Pio V. L'accademia rimase annullata, pubbliche e comuni de'coovenli e mo-
previa la catceiaziuue del Budoaio, a'19 uaslei i, dc'is. Gio. e Paolo, di s. Ftauce-
V E N V E N 353
SCO (IcTiali minori di s. Stefano de* ser- quella di Girolamo Delfino primicerio
vi tli Maria, di s. Giorgio Maggiore, di di s. Marco, per la quantità e qualità
s.Domenico, di s. Antonio per dono del di libri d' ogni materia. Ragguardevo-
cardinal Marino Griniaoi e già di Ciò. le e regia quella di Gio. Battista Cor-
Pico delia Mirandola. Adunque erano uaro Piscopia, procuratore di s. Mar-
notabili in Venezia queste librerie. Di co studiosissimo, per la quantità, per le

Jacopo Conlarini a s. Samuele, il quale materie specialmente di storia e di poli-

con ispesa indicibile pose insieme quasi tica, disposti i libri con bellissimo ordi-
tutte le storie stampate e le scritte a pen- ne; fornita anche di scelti va%%., massi-
na, non pure universali ma particolari me Erunvi strumenti
sulle cose venete.

delle città, con diversi altri libri ein gran matematici e geometrici, con singolaris-
copia di scienze. Alla libreria erano uniti sima sfera celebrata dai Sansovino. Insi-
disegni e strumenti matematici, e altre gne quella di Luigi Duodo procuratore
cose di mano de'più chiari artéfici nella di s. Marco, per quantità e qualità, es-

pittura, nella scultura e neli' architet- sendovi molti libri e mss. greci pregiati.

;
tura : parte di questa, era da lui lasciata, Nobilissima quella di Giulio Giustiniani
i in morte, alla repubblica. Degnissima procuratore di s. Marco, virtuoso e stu-
! la libreria dì Daniele Barbaro eletto pa- diosissimo, copiosa d' ogni materia e di
triarca d'Aquileia; così quelle di Gio- stampe singolari.Di Domenico e Leonar-
vanni Delfino vescovo di Torcello, di do Zane, mirabile per quantità e varietà
Valiero vescovo di Cividale, di Delfino di materie, con bellissime legature e

vescovo della Canea, di v ielmo vescovo stampe forastiere. Di Nicolò Cornaro pro-
di Città Nova, e di Rocco Calanco udito- curatore di s. Marco, con libri vagamen-
: re generale di diversi nunzi pontificii di te legati alla francese. Di Girolamo e

Venezia, Era nobile eziandio per libri Barbun Pesaro, copiosa e varia, special-
greci e latini la biblioteca di Sebastia- mente di storie universali e particolari.
no Erizzo; ed egualmente gli studi e Stimabilissima quella di Vincenzo Con-
le librerie di Luigi e Marc' Antonio Mo- larini virtuoso senatore. Di Sebastiano

.cenigo, di Girolamo da Mula, di Pao- Padavino,numerosissima e scelta, con edi-


ijo Paruta, di Luigi Gradenigo, diFran- zioni de'Giolili, Valgrisi, Pozzo, Tramesi-
:cesco da Ponte, di Luigi Michele Mar- no, Griffo e altre eccellenti di Venezia e ol-
icello, di Luigi Lolin, di Francesco So- tramontane, con bellissime legature. De»
ranzo, di Luigi Malipiero avuta dal car- gnissima quella di Bernardo Colle famoso
fdinal Amulio o da Mula, e di molli no- medico, massime di filosofia e di medici-
bili studiosi delle lìngue e delle scien- na, e dì altre materie e scienze. Insigne
'ze. Si annoverò fra queste la libreria di quella del nipote Girolamo Colle medico
-Luigi Balbi facondissimo, la copiosissima valoroso, letterato ed eruditissimo, piena
p d'Aldo Manuzio il Giovane piena di cose di Q)ss, così in medicina come d'altre ma-
.singolari, quella di mg/ Giuseppe Zar- terie. Considerabile quella d' Altobello
ìhno maestro di cappella di s.lMarco, del Buono per quantilà e qualità di rarissi-
^•"edico Uino, d'Agostino Amai e di mol- me stampe, benissimo registrala e con-
iti àTi ri. Lo Stringa registrò per librerie servata. Di Pietro Paolo Arduino, li-
singolairi,qnelle di Domenico Morosiui, breria universale stimata delle maggio-
di Luigi Pesaro, di Paolo Loredano. A ri d'Italia, con opere scelte, ordinata e di-
suo temp>o erano celebrate le seguenti, stribuita per materie. Di Carlo Grade-
tìi Giovaloni Delfino eletto patriarca d'A- nigo studiosissimo, bella e formata di
fjnileia e\ del fratello, specialmente co- libri squisiti e singolari e in particolare
piosa d'o|4)ere de' ss. Padri. Slimalissiaia di sione e dì mss. Dell'orìgine de'pubbiici

vo. L. xci. 23
35:4 V E N V E N
periodici Giornali, Diari, Notizie, Gaz- laico- letterario. A. Dall' Acqua Giusti
zelle, ec, di avvisi, di novelle, di politi- editore responsabile: sellitnanale. 10.
co, di scienze, di lettere, d'arti ec, ne L'Omnibus, raccolta di letture di storia,
XX, p. 7, XXII, p. 65,
parlai ne' voi. letteratura, belle arti, curiosità. Nobile
XLVllI, p.137, LXXXV.p. 42, ed al- Gianjacopo Fontana redattore editore:
trove. Quanto al vocabolo Gazzetta se per ordinario mensile, i 1. Giornale del'
derivolo da Venezia per pagarsi i primi- mediche. Dottori Giacinto Na-
le scienze

livi periodici una gcizzetta, antica mo- miase Paolo L. Fario redattori iviensile. :

neta veneziana, da gran tempo proibita I i.Gazzcttadi farmacia e chimica. Dal-


e fuori di corso, equi valente ad una crazia la Torre e Fasoli redattori settimanale, :

di Firenze, di valore di 5 (|uallrini, si

ponno vedere il i.'ed il 3.° de'citati vo- ^W \. Illuminazione notturna, Acqua


lumi. Ora si pubblicano a Venezia i se- cisterne e pozzi. Statistiche varie de
guenti giornali che trattano di oggetti formale Venezia. A
e materiale di
scientifici, letterari, di belle arti, e poli- ria, clima,soggiorno e carattere di
tici, cioè nell'ottobre deli 858, poiché i veneziani. Loro costumi sino al s
periodici in Venezia nascono e oiuoiono, colo XP'II: loro fisico e morale^
continuamente come da per tutto, e di metodo giornaliero e vesti. Educa-
recente V Artiere, i. Gazzetta Vffìzia- zione dello spirilo e del corpo : e*

le di P'eiiezia. D/ Tonìmaso Lucatel- sercizi della caccia, bersaglio, corse


li (eccellente scrittore, en)ulo del Goz- di barche, piigillato, forze d'Ercole^
zi) proprietario e compilatore: giornale moresca j principali viaggiatori t

quotidiano, eccetto quasi tutti i dì festi- neziani. Ceremonie de' matrimoni


vi. 2. L' Awisalore Mercantile , foglio nascite e morti: degli schiavi. Spe\
uflìziale della Camera di Commercio ec. tacoli e Compagnie: dì quella del
D/ Tommaso Loratelli proprietario e Calza, e de' cavalieri di essa, di
compilatore: settimanale, e un Bollet- 3Iarco, della Stola d'oro e del Doge!
*tino gli altri dì non festivi. 3. V Eco Primo teatro, tornei, regala. Dia letto
ile' Tribunali, sezione l
,
giornale di veneziano. Nobili e patrizi. Illustri
giurisprudenza penale. Avv. Paride Za- Architettura, pittura e altre arti,
jotti compilatore: ogni giovedì e dome- loro illustri cultori.
nica. 4- Lo stesso, sezione 11 ,
giornale
digiuri>>prudenza civile. Avvocali Paride I. Fabbricala Venezia in mezzo ali
Zajotli ed Eduardo Deodati redattori: acque, di grave spesa riesce il mantene^
settimanale. 5. L' Indicatore, foglio di ne gli edilìzi, le vie, le riviere; ed essei^

commercio, d'interessi municipali, indu- do poi formala in gran parte di strade


striali ec, del Bureau generale iraffart in brevi, spezzale, tortuose, e frequenti di
Venezia. G. Porta editore proprietario : d'uopo alla notte
ponti, ha di molta illi

setlitnanale. 6. La Sferza, gazzella lom- minazione per cui avanti


,
al i843 il

bardo-veneta. L. Mazzoldi direttore re- cui s'introdusse la illuminazione a gal


sponsabile: ogni martedì, giovedì e sab- (della quale dissi alquante parole nel vo^
baio non festivi. 7, La Fenice, foglio LXX, 148), con magici elicili io nio
p.
di lellere ed arti, con appendice teatrale. tcpiici punti di vista al chiarore del ^:iz

P. Perego redattole responsabile: set- (altro spettacolo olfre Venezia a' chiaro-
timanaie. 8. L' Istitutore , giornale pe- re della luna), si annoveravano Circa 3ooo
dagogico per le scuole e per le famiglie. fanali, dell' annuo costo di quiasi fran-
G. Codemo compilatore garante: ogni chi i5o,ooo. L' illuminazione' ntpUtuna
i5 di. g. L'Età presente, giornale pò* cominciò in Venezia nel secolo- XII a cu-
VE IV

1,1 (le* pnrrochi delle conlrade; ed in fai ministrano di buona. Apprendo dal caT.
t;iiisa, e pe' molivi accennali nel § X, n. INI u li nel li. Del Coslutne f^eneziano. L'a-
53, Venezia era illuminata nella nolle, more alla propria conservazione ispira
quando alcime cillà che ora vantano co- l* nomo di f-ire acquisto de' mezzi desti-
moda e splendida illuminazione, giace- nati a soddisfare i naturali bisogni; così
vano immerse in profotida oscurila. Non trovandosi i veneziani, quasi navigatori
però sì estese subito per tutta la città, ma sopra il mare, senz'acqua potabile, se si

in principio fu ordinata per le vie mal eccettui la torbida di quel fiume, che lor
sicure. Si i4oo, e più nel
dilatò nel da vicino passava, esaminarono e livol-
t4o3, precipuamente a
in altri luoghi, serocome ne potessero avere. Scavarono
Rialto, finché il governo la decretò nel dunque sotterra un ampio serbatoio qua-
1782 per tutta la città, con obbligare gli drato, e intonacandolo accuratamente di
abitanti a contribuirvi, tranne i poveri. creta e di sabbia onde non vi trapelasse
Venezia come fu la r." a dar l'esempio di mai d'acqua marina, raccolsero in
polla
lìoUurna regolare illuminazione, cos'i pur esso quella caduta dal cielo. Innalzando
essa fu la i.' ad adottare in Italia il gaz, poi nel centro del serbatoio una gola di
trovandosi stabilito il gazomelro nel se- cinvi mattoncelli, e lasciando fra quelli
stiere di Castello presso la chiesa di s. alcuni interstizi, pe' quali potesse stillai*

Francesco della Vigna. Articolo im- — nella gola l'acqua, già depurata nel passag-
portante per Venezia è l'acqua dolce, che gio fatto per la sabbia del serbatoio, giun-
non si può avere altrimenti che o dalle sero a foimareil pozzo. In tal modo otten-
pioggie del cielo dal corso della Bren- nero un'acqua forse più limpida e più pu-
ta : quella prima viene conservata in ci- ra di quella delle naliuali sorgenti. Vi
chiamano pozzi, de' qua-
sterne, che colà sono anche i pozzi artesiani, o modenesi
li Tanno le case per la maggior parte o italiani, sui quali il Mabillon scrisse,
provvedute, ed inoltre ne sono da 176 di De fontibuf! Mutinensibiis, uno de' non
pubblica ricorrenza e mantenuti dal pub- pochi furti fatti all'Italia dagli stranieri,
blico tanto pel fabbricato quanto per la come prova il Rambelli, Lettere intor-
provvisione dell'acqua; questa, dalla no invenzioni e scoperte italiane, lett.

Brenta viene navigata in gran tinipe'rivi 24: Pozzi Modenesi detti Artesiani. Fa
della città ed a prezzo ne soccorre quanti a proposilo il riprodurre il riferito dal
vi abitano o pegli usi domestici, o per Corriere Italiano in data di Venezia 8
le fabbriche ed altro, A sostenerla con- aprile 852, che ricavo dal Giornale di
1

tinua,un acquedotto scoperto, formato Roma n. 91, «Soltanto nelle stagioni di


e mantenuto dal pubblico staccasi dalla straordinaria siccità, come ci troviamo al
Brenta viva al Dolo (la cui riviera è una presente, si possono apprezzare come lo
delle più deliziose d' Italia pel numero meritano i benefizi che arrecano alla cit-
e magnificenza de' suoi edifizi, fra'quali tà i pozzi artesiani. Gli altri pozzi e le
è rimarcabile il reale palazzo di Stra per cisterne che si trovano in molto nu-
r eleganza e simmetria de' suoi giardi- mero in Venezia, mancando d' alimen-
ni, e pelcontinuo passeggio sulla bella to per di fello acqua piovana, rimar-
d'
strada postale che da Fusina va a'con- rebbero quasi asciutti se non si prov-
fìni della Lombardia) e per 8 miglia la vedesse di compensarli artificialmente
conduce al Moranzano, dove per 3 boc- con acqua che viene in alcuni trasportata
che o scaricatori, la versa ne' recipienti che in grosse barche fino dal Brenta. La qual
vi si sottopongono. Talvolta si ricoire cosa però riesce di non lieve dispendio
eziandio a quella lista di terra che chia- al municipio, e presto viene esaurita. Su
masi il Lido, dove pozzi o vasche nesoni- que' luoghi duuque, dove vicino alle ci-
1

356 V E N V E N
slenie hovansi scavali cle'pozzi artesiani, una quantità d' ncqua di mai e^ ed al-,

cui merilameute il popolo cliiamario lon- la a tulli quegli usi a' (juali suole ser-
tane, avendo essi un perenne zampillo vire ogni buon'acqua di fonte. Chi po-
d'acqua che rallegra, viene falla deviare trebbe degnamente apprezzare e rimeri- a,

con un canale di legno questa vena d'ac- lare una scoperta di tal importanza, [»o-
qua, falla scorrere ne' serbaloi de'pozzi scia che fosse al coperto di qualsivoglia

in tempo di notte, in guisa che lu matlina eccciiione, e fattache fosse di comune


trovasi raccolta una sufìicienle quantità uso e diritto? " Cerlamente riuscirebbe
d'acqua, abbastanza purificata e buona a d'immenso utile alla marittima Venezia.
beversi. Non già che l'acqua de'pozzi ar- Nella Cronaca di Milano^ del 8.57, di \

tesiani sia nociva (che l'esperienza ne sp. 4-'> si parla in dala di Venezia, che il

prova il contrario), ina non a tulli è gra- consiglio municipale di Venezia deliberò;
dito quel certo sapore ferrigno o sulfureo sopra un progetto di transazione colla so-

che ritiene,onde s'auìa meglio di farla fil- cietà de'pozzi artesiani. — Il Dizionario
trare pe' sabbioni de'pozzi comuni. Se veneto pubblicò nel i834- Sono a Ve-
non si avesse il beneficio di quest' accpia nezia 2,55o vie o calli o riviere o fon-
perenne, continuando per qualche tem- damenta; So piazze o campi maggiori;
po ancoi'a la siccità, farebbesi sentire più 180 tra piazzette minori, campielli e cor-
grave il difetto d' acqua, senza un ali- ti ; 320 ponti pubblici; 100 chiese cat-
mento che in qualche modo li mante- toliche; 2 acattoliche; 7 sinagoghe; 20
nesse, e non permettesse che quel!' ac- comunità religiose e secolari ; 100 sta-;
qua abbassandosi notabilmente s' intor- bìlimenli d' istruzione tra pubblici e pri-
bidasse. In questi soli momenti di sicci> vati ; 28 tra ospedali ed ospizi; 7 carce-
tà, quando si vedono alTollate le donne ri e case di pena; 22 caserme; 7 tea-,
intorno all'acqua (e dove vi concorrono tri; un pubblico giardino;! 76 pozzi pub-

donne la scena è sempre animalissima), blici; 96 torri o campanili; 3o palazzi 1

aifaccendandosi quasiché all'ultima non cospicui; 900 palazzi minori; 16 alber-


avessea toccarne goccia, si prova il desi- ghi; 5o osterie che albergano; 18,000
derio che un maggior numero di pozzi case che formano 19,500 abitazioni, e
artesiani vengano cavali nella nostra 8,4oo botteghe; 2 macelli, mentovati
citlà". llcav. Scolari nel i84o stampò in soltanto per dire che stava per essere ad
Treviso, Memoria delle lodi dell' ac- essi sostituito un ampio e grandioso e-
uitacomune e del saper beveria e farne difizio, in cui concentrare la macellazio-
uso a presidio e riparo dell'umana sa- ne degli animali d'ogni natura. In fat-
/jt/e.R.icordo questa dotta operetta, dedi- ti nel sestiere di Cannaregio fu pòscia
cata al comune rispettabile amico ab. fabbricalo il pubblico macello presso le

Giuseppe Piolanli, dottissimo comesi am- fondamenta di s. Giobbe, incontro alla


mira nelle diverse sue opere anche filoso- Laguna dal lato del gran ponte. In 6 se-
fiche, delle mediche discipline conosci' stieri, come dissi in principio, è divisa
tove profondo,delV arte di conservare la Venezia, ed in ciascuno è un commissario
salute a lungo e di curarsi da se mede- di polizia, incaricato di vegliare alla sicu-

simo indicatore peritissimo e sagacissi- rezza pubblica ed a tutti gli oggetti di sa».

mo, perchè leggo a p. loo.»» In Trieste lubrità, sotlo la dipendenza della Dire-
con atto pubblico de' 27 febbraio i84o zione generale di polizia, ed in assistenza
è slato autenticalo il buon esilo dell'espe- dell'altre uulorilà, nelle sue attribuzioni
limento, nel quale il sig.' Dielricii Gio- valendosi tanto delle guardie di polizia»,
vanni di Gralz, mediante un suo parti-^ come delleguardie di sicurezza, ch'erano
colare processo, avrebbe reso potabile allora due corpi regolartneute sistema'.

I
VE ÌV V E iV 357
ti. Vi è inoltre In guardia di finanza pe- co Trieste ha veduto calare in modo sen-
gli oggetti alle finanze risgiiardanti. il sibile la sua popolazione dal 1 85 al i853,
1

corpo de' pompieri civici, egregiamente noi aliamo piuttosto portati a credere che
tenuto e disciplinato, numeroso e ben di- qui abbia operalo un'altra causa, comu-
retto, rende i maggiori servigi. La guar- ne all'una ed all'altra delle suddette due
nigione ordinaria è di circa 4}000 uo- piazze. Trieste, come Venezia, vive in
mini. La popolazione che ne' tempi flo- particolarità del commercio; se questo
ridi di questa città eccedette iqo,ooo i langiie, amendue ne soffrono, e Venezia
abitatiti, e che nel 1761 componessi di di più di Trieste perchè il suo commer-
i49,ooo,sul principio del presente secolo cio non ha la portata diquellodell'altra".
era diminuita a 96,000, nel i834 com- Si conclude, che il rimedio dovrà con-
prese l'adiacenze ascendeva a 106,000 sistere nelle ferrovie che cotigiungeranno
e prometteva continuazione d'incremen- Trieste a Lubiana e Vienna; e Venezin
to.Leggo nel n. 27 dei Giornale, di Ro'
1 a Bolzano e Innsbruck, e soprattutto n
mrt tlel i853: Le provincie venete no- Milano , al Piemonte e alla Svizzera; e
verano al presente 2,82 t,525abitanti ; che renderanno possibile al commercia
ia sola città di Venezia ne ha i 17,283. dell' Adriatico di lottare con quello del
La Cronaca di Milano, de' 3o gennaio nord della Germania nelle parti meridio-
18 56, riferisce il pubbbcato nel prece- nali di questa e negli altri paesi conter-
dente dalia Direzione di statistica sul mo- mini. Di cjui si scorge di quanta impor-
'
vimenlo della popolazione de' vari stati tanza è pe'fuluri destini del commercio
componenti l'impero Austriaco dal i85o in argomento, e per non veder la deca-
al i854) in quest'ultimo contando il re- denza delle città marittime, di compie-
!
gno Lombardo- Veneto, e le sue 29 città re al più presto possibile la rete delle
! 5,5o3,47i abitanti, corrispondenlecirca strade ferrate lombardo-venete. Certo è,
I
a un 7.°della popolazione di tutta la mo- clu; la popolazione di Venezia indi no-
narchia, sebbene esso non abbia che una tabilmente si accrebbe, come può desu-
,
superficie d' 800 leghe quadrale sopra mersi da quanto vado a riprodurre col
I 1 1,5g3,chequella contiene.Si osserva che Prospetto riassuntivo, dello Slato per-
j
Venezia/frieste e altre videro scemata la sonale del Clero della Città e Diocesi
. loro popolazione Trieste di 307 I anime,
: di P^eneziaper l'anno iS^S, coi qualegià
e Venezia che ancora neh 85 ne conla- 1 ne'5§ Vili e X riportai quella d'ogni par-
va 23,290, scese nel i853 a 106, 353,
I rocchia, non ostante che nella proposi-
ossia vide minorata la sua popolazione zione concistoriale pel concistoro de' i5
diben 16,937 persone. » Se noi ci fac- marzo 18 58, per provvedere la sede va-
ciamo ad indagare le cause dello spopo- cante patriarcale, per non avere calcola-
lamento di Venezia ricorderemo innan- lo gli abitanti delle Foranie, della città si

zi tutto che il numero de' suoi abitanti dica In cuius ambila sepleni circiler
:

prima del 1848 non era gran fallo diver- milliarium sexdecini mille pene donius,
bijda quello di i23,2qo che avea anco- etcentum vigintiincolarum milliaadnu-
ra alla line deli85i. Se la diminuzione meranlur. Debbo inoltre avvertire, che
i della popolazione di Venezia fosse av- essendomi proposto di riprodurre qui la
I
venuta unicamente pegli sconvolgimenti stalisltca àeWoStato personak^xQ ognuna
I
del 1848 e dei 1849, ciò avrebbe dovuto delle suddette parrocchie ripetei le sue
accadere negli anni immediatamente a cifre degli abitanti che conteneva al 3 i

quelli successi, cioè nel 1 85o e 1 85 1 , Pus- ottobre 1857, ma nel complesso si pos-
;
sibile che tale causa abbia agito nella sua sono aggiungere circa altri 10,000 a-

\ pienezza più lardi, ma ritleltendoche an- bitanti. Si divide il Prospetto lo 5 ca-


35b VEN
tegoiie o classificazioni, per seslierl e per fiati ad
V EN
or ad or percuote. Le brezze
I
foranie, comprese risole.!.' Chiese. Vai-- n)arine conservano dall'altro canto una
loccliiali uiljaiie.cotuprese quella del Li- certa eguaglianza nell' atmosfera, e s

do sul Litorale e quella di Gambarare ne ha 1' invidiabile risultato che ì<

nella prossima terraferuia, 02; oltre 12 donne più lardi invecchiano qui die al
delle foranie. Succursali 2 5. Oratorii sa- Irove, e più a lungo conservano gli uo
granieutaliiS. Oratorii non sagrauienta- mini forza e freschezza. Cadono circa 3o
li 36. Curaziali 2. Di Regolari 25: delle pollici di pioggia all'anno; ed il baronie
quali però 2 figurano anche nelle parroc- Irò dà l'altezza media di 28° i. Scrisi
chiali, ed una Ira le succursali. Varie 26. Lodovico Testi, Disinganni, ovvero ra~^
In complesso 76, che già I liilte descrissi gioiti fìsiche sopra l'aria di Venezia in^

(oltre un copioso numero delle non più tiera/ìientesalubre,Co\oa\a per Gio.WilJ


esistenti),meno alcune di cui dovrò parla lelmo Schell 1694. H veneto conte Gia-
le dicendo deSe vicarie foranee di Tor- como Filiasi, Dissertazione sopra leva-
cello , di Caorle e di Murano, e di altre riazioni annuali dell' atmosfera a Pene-
isole. 2.' Sacerdoti secolari 4o6. Chie- zia, ivi 1800. Abbiamo ancora. Da eli-

rici 52.3.' Regolari. Sacerdoti, compre- ìuat de Venise et des ressources salu-
sì chierici professi e novizi, 224. Laici
i taires quii offre, Réflexions du d.' A-
Conversi 122. Monache 44^- 'u com- lexandre Tassinari ancien médccin en
plesso 794- 4'^ Stabilimenti pubblici e second,et médecin en chef par interim
privati^ 27. 5." Abitanti al 3i ottobre de Vhópital Civil de Venise, et médecin
1857, Cattolici: latini (34,49 8''^^' ^7' 'i'j ordinaire de l'ho.;pice Ca di Dio de cet
armeni 2. JNon uniti: greci 35 1, armeui te ville, Venise chez Cecchini et Narato
3. Protestanti: luleraui 281 , riformati vich 1845. Sono dedicate a S. A. S.il duci
1 12, unitari 17. Ebrei in tutti i sestieri, il Guglielmo de Brunswich, per l'amorechi
cui maggior numero è nella decania de'ss. avea per Venezia. Divise in 6 capi, l'ulti

Apostoli nel sestierediCannaregio,e com- mo contiene la seguente Conclusion. Fi


presi 9 della forania di Caorle, 2207. Di nise offre un climat tempere en hiver <

altre religioni o confessioni 25. In com- en éléjellejouildepropriétés tout-à-fa


plesso sommano gli abitanti di Venezia particulières cantre certaines maladte
ai37,56o, de'quali i 7,232 appartengo- dans ioutes les saisonsj dans toutes le
Doalle 3 foranie, e così la cifra corrispon- saisons aussi on y trouve des aliment
de alla detta dalla proposizione concisto- quii est malaisé ou incme inipossibl
riale. Noterò, elle della tolleranza del- de se procurer ailleursj on n y souffn
la repubblica di Venezia cogl' indivi- point de la poussiere en été j duran
dui delle nazìuni straniere d' og'ii reli- tonte l'année, ony trouve les moyens di
j;iooe, uè parlo verso il fine del doga- passer le tempsfort agréablementjcet
do 75." e nel dogado 79.° del § XIX. le ville a des Communications continueh
— In Venezia anche l'aria vi è favore- les par terre et par mer avec tout le re-
volissima e sana ; mite la temperatura ste du monde j et enfin dans cetle cité
che di rado va sopra il 26° di R. o scen- oìi n'existe pas la nécessité dispendieuse
de sotto 3", lungamente fermandosi allo des éqnipages et des chevaux, une fno-
stato medio ch'è di 11°; il clima delizio- deste gondole égale le plus simple parm
so, se non fosse quel vento di scirocco, che ticulier aiix plus grands seigneurs. Voi'^
iiou di rado predomina, umido e spos- là certes de bien justes motifs de do/iner
sante, detto dal gran Torquato ; Vento la prcfcrence à cette capitale, et de L
the muove dall' arene niaure - Ed umi- recommander aux étrangers qui desi
do e pai ante ambo le gote- Con lenti rcnt trouver un soula^ement à lem:
j

YEN V E i?i 359


;
rnnax ai'cc le iiioins dtfrais possìble. cìfico reggiuiento. — Pergli antichi costu-

[ Un scj'oiir siriani et si tranquille, ou mi de' veneziani e loro consuetudini, sa»

! ahonilent tonles les conimodilés de la rà bene che io faccia un estratto del li-
( vie, par les arts, et que contri-
emìiclli bro intilohito: Did Costume f'^eneziano
a rendre encore plus agrcable et
biieiit .sino al secolo deciinosi'tlimo, Saggio di

pre'cieux le caractere de set habilarUs Fabio Mulinelli, Venezia dalla tipogra-


et la sagtsse du ^ouvernenient quiy est fìa del Commercio 83 con figure, dedi-
1 1

. établi, trouvera difflcilententdes ri\'aux calo al |)atriarca cardinal Monico qua!


j dansaucwi autre pars. —Nou meno che presidente della couimissiune di pubblica
. a'nalivi, il soggiorno tli V^ene/.ia, lieto ed beneficenza, per averne a sollievo di quel-
. aiiieiio, piace al foiasliero, feslevoljDeiile la generosamente l'autore destinato 1' U'
e coiclialiueiile accoltovi da ogni ordine lile, siccome argomento vagheggialo da-

: di [)ei>oue. Coi tesissimi gli uoniiui, ino- gli amatori d' una patria di tanta rino-
'.

delio di gentilezza il bel sesso, i-veneziani manza, non meno che da'suoi stranieri
. benefici, socievoli, univeisalmenle disin- ammiratori. Imperocché troppo agli uni
. volti, adunano in se un complesso di bel- ed agli altri riesce dilettevole d conosce-
; le doli che incanta chiunc|ue giunga a Ve- re le private abitudini e gli usi di que've-
. iiezia; poscia piacevolmente tratlenendo- neziani, molte dellequali assai diversifica-

I
lei casini, le conversazioni, i divettimen- no da quelle degli altri popoli anche ita-
;
ti cittadineschi e popolani. JNon vi è allet- perchè nella massima parte dipen-
liani,

: tuzione nella loro civiltà, oqu ^ele negli denti dall'unica posizione della loro città
scherzi e piacevolezze; né la rontorosa al- e dalla forma particolare del loro gover-
; legiia della bassa degenera in di-
classe no, che li rese possenti, opulenti, glorio-
I
iorduie o dà negli eccessi in que'frequen- si, per Sempre celebri. Il cav. Mulinelli
li ritrovi, ne' quali l'artigiano, poco eco- colle sue laboriose ricerche ,
giovandosi
i uuiuu, scialacqua bagordando tutto il dell'eccellenti opere di M. Francesco San-
; prodotto delle sue fatiche. I lunedi d'a- sovino, f^'eaelia nobilissima e singolare
I
gusto a s. Marta (delti garanglieli, cioi di Gallicciolli, Memorie Fcnete antiche
,
lesteggiauienli ed allegrie che aveano luo- profane ed ecclesiaslichei ò.\ Fdiasi, Ma*
;
go per il suo anniversario festivo, di che morie storiche de' Veneti primi e secon-
: feci parola nel § X, n. 3i), i lunedi di ilij oltre altre e massime di vari bene-

I
settembre al Lido (di che ragiono nel § meriti delle patrie cose, tutte ricordate,
;
XV HI, n. I 3), ed a'Giardini; le feste, det- propriamente si propose di condurre il

te Sagre, d'ogni Santo ne'dinlorni delle sito lavoro >» sino alla fine del secolo se-
rispettive chiese, olire quelle per le sagre sludeciino soltanto, epoca nella quale pas-
Imu)agini delle pubbliche vie, di sopra sando Venezia dalle ricchezze al lusso e
ricordate; il Carne^'ale i\a [ìev lutto, so- dal lusso alla corruttela, degenerava già
no punti importanti nel calendario de' dall'antiche virtù e si avvicinava a gran
buontemponi, e quivi a que' dati tempi passi all'istante del suoannientamento".
trovasi bel numero di brigate iulente al Mi sempre operoso
è poi nolo aver egli,
di verlimenlo ed a'sollazzi, che deslan pia- scrittore patrio, pubblicato neli85i un
cere in chi si compiace d'osservarle. No- Lessico l^eneto, ch'é un pregevole reper-
lo ì\ Castellano nello Speccìiio geogra- torio alfabetico di cose appartenenti alla
fico-storico-politico , articolo ^euezia: storia e a' costumi di Venezia; però non
A fronte dell'altissime sventure, di che ho il piacere di conoscerlo. Ma in quanta
Sono stali fdneslo bersaglio, serbduoi ve- a' costumi de' veneziani negli antichi e
neziani la nativa gaiezza , ed attendono ne' moderni tempi occupò gran parte
risluruscuip'e maggiore dall'udiuruo pu- delia vita u descriverli e documeularli il
3f>o V E N V EN
consigliere Giovanni doltore Rossi vene- ghieri. Gli uomini per lo contrarlo d'in-
ziano ; e l'opera sua in più di centoventi gegno docile, di grande animo, di mansue-
voliuni in 4-" manoscritta giace per suo ti costumi, si mostravano generosi verso

totamento nella biblioteca Marciana fi- le chiese (come ampiamente ho narrato

no dall'anno! 85 1 in cui morì. Essa vie- oe'§§ V, Vili, IX, x,xi,xn,xiii), né


ne consultata con molto profitto da' na- gperdevano punto il tempo. Componeva-
zionali e da' forestieri. no il gesto e la voce a gravità eziandio
2. Il patrio scrittore Mulinelli erudita- ne'dialoghi famigliari, erano di maniere
mente impiegò primi 4 i capi su diversi in- e di parole corlesi." Vuoisi che fingessero
teressanti argomenti riguardanti. i.° L'i- di perdonare, ma che loro venuto il de-
sole su cui è fondata Venezia, loro stato stro si vendicassero crudelmente; che a-
fisico e bonificazione; origine delle con- alassero senza scelta struggendosi or di
trade e divisione della città. 2.° Religio- questa or di quella, e che niuna costan-
ne, chiese, recluse e rito patriarchi- za nell'amore serbassero (n'è prova il n,
nò. 3.° Strade, ponti e piazze, cavalli e 6 del §X1!). Però nelle sventure abbon-
gondole. 4-° Case, pozzi, giardini e scliia- davano d' animo invitto e ridondando ,

vi. Di questi capi feci spigolature, che al- già di gloriose memorie le pagine di lo-
l'opportunità sparsi qua e là; onde solo ro storia, che anzi spinsero nell'avversità
mi rimane breve a dar contezza di
in la fermezza ad assumer talvolta l'aspet-
qiiella parte del costume veneziano di cui to di stolta indilferenza, come nel secolo
intraprendo il ragionamento, l'ero col XV 1 in tempo che infuriando la peste
medesimo scrittore avverto , che nelle desolatrice uccise 70,000 persone. A qu«
voluminose opere de* tre surnmentovati sle varie prerogative dell'animo, debbe^
nutori, in più luoghi alquanto si ragiona siaggiungere quella della giocondità, U
de' privati costumi e delle consuetudini quale né pe'tempi e né per le molte vi«
de' veneziani. Capo V: Del caratlere fi- ci><situdini mai scemò; mentre anco nel
sico e morale (Je veneziani: loro metodo secolo decorso, all'epoca di quel gran co-
giornaliero di vita: delle vesti. Secondo noscitore del cuore umano Goldoni e so-
l'asserzione di riputati storici, erano i ve- lerle ricercatore degli usi del proprio pae-
neziani d'alta statura, di pelo e capelli se, si cantava per le piazze, per le strade,
biondi ( come di tal colore le donne pe' canali; essendo il fondo del carattere
rendevano arlifìciosamente propri, lo i della Dazione l'allegria, e il fondo del
dico nel g XIX nel dogado 85.°), on- linguaggio veneto la lepidezza. Confor-
de incanutivano presto, sebbene am- me all' incirca a questi svariati istinti si

bo i sessi fossero longevi , forse per la regolava giornalmente il metodo della


piacevolezza ed egualità della tempera- vita. All'aiu'ora, già folte di popolo era-
tura così mantenuta dall'aria salsa, che no le chiese, e non pochi testando lascia-
di sua natura si vuole meno umida e più vano fondi pel mantenimento de'limji, e
calda di qualunque altra: pertanto con pel suffragio de'defunti con preghiere e
infinita meraviglia molti e molti vecchi benedizione olle tombe. Il pio costume
si vedevano procedere carnuti, ritti e ro- d'assistere all' ullìzialure notturne si os-
busti. Le donne tutte di bell'aspetto in- servava pure da'dogi nella propria cap-
clinavano al pingue: erano d'ingegno mi- pella, a somiglianza degl'imperatori gre-
rabilmente svariato, usando nel discorso, ci, e de're franchi e longobardi (mi piace
in aggiunta ad una favella, la quale si qui riferire quanto pubblicò in Venezia a'

rende atta per la copia delle vocali e per f) api ile i852 il Corriere Italiano*: ri-
la prestezza nel proferirle all'espressione produsse il n. g'z del Giornale di Roma.
della passione, di placidi modi e lusio- ^Coiue tante altre costumanze andate iti
V L N V E N 3(3 r

tli^itso in Venezia da qualche anno, tor- z'oru dopo la campana del inezzogionio,
nano ora nuovamente a risoigere; videsi che avea a quello invitalo, un'aUia suo-
(piinch in questi giorni della settimana na va e della r/o/jo /20/^<7, la quale lichia-
sunta formarsi più numerose le compa- mava al lavoro, e siccome durava mez-
giiie de'dileltanti di musica, i quali si pre- z'oia, il tempo accordalo al nudrimeuto
siano a cantare il Afiserere negli Ullizi e al riposo si riduceva ad un'ora. Falla
delle Tenehre, in pressoché tutte le chic- notte, di necessità si abbandonavano i la-

se di questa città. Vengono eseguili squi- vori e le faccende, quantunque non di


sitamente e si ha luogo d' anunirare le rado, ne' bisogni, conti nuassei'o i magi-
più stupende voci che ne fanno lede
, strali a tener ragione e ad occuparsi dcl-
qunnto i'ar.'e musicale, stala cosi in fa- le cose di slato. Finaluienle alla 3.' ora
\^ve Ira noi, si mantenga ancora e formi della nottesuonava un'altra catnpana,ap-
anzi una delle più gradile ricreazioni del- pellnla appunto tersa^dopo la (piale non
Ja gioventù veneziana '). Sorto il sole, si poteva più girare per la città, né po-
dall' alla torre di s. Marco il suono della levasi più tener fuoco acceso nelle bot-
cauìpana eccitava ogni ordine di perso- leghe e nelle case sotto pena diioo sui-
ne al lavoro; e siccome fra gli artigiani i di, onde preservar gli edifizi da incendio,
più numerosi evano falegnami, appella- i essendo di legno. iNel secolo XIV a' soli

limarangoni, così Marangona si chia- barbieri e pizzicagnoli fu permesso alle


mò tal campana. Fervendo già l'opere loro botteghe lume e fuoco , anco dopo
nell'ollicine, e sedendo i magistrati negli la terza. Nelle lunghe notti, non esseud«j
ullizi,non pochi patrizi in sull'ora 6. si in uso gli spettacoli scenici , cominciali
adunavano a Rialto sotto portici, uni- i ne'primordi del secolo XVI, come r.iccon-
! camente per vedersi e trattenersi in ami- tai nel § XV, n. i , i veneziani per ovviare
chevoli discorsi; mentre nel rimanente di la noia stavano a crocchio in famiglia u
I
que' portici una turba di mercanti fio- con parlari che servivano di
cogli amici,
t renlini, genovesi, lonrbardi, spagnuoii, utde ammaestramento a'giovani. Erano
[ turchi e d'altre nazioni intendeva a gros- nell'estate ridotto di tali adunanze gli

f
si traffici. Facevasi sosia a mezzodì pel spaziosi canali e la Laguna, dopo l'ore
pranzo, comunemente frugale, massime vespertine andandosi in cerca della brez-
ne'più rimoti tempi, di solo pesce e sei- za notturna , rifocillando poi con parca
vaggina, non permettendosi più di 3 vi- cena l'affievolito corpo. La bellezza del
vande anche ne'fesleggiamenti, eziandio firmamento e la freschezza dell'aura, su-
nelle nozze, proibendosi i pavoni con leg- scitava la naturale allegria con canile
gè del 1472. Senza dubbio questa sobrie- suoni. Altri facevano omaggio a'ioro a-
là contribuiva a guarentire i veneziani mori con serenale e canzoni , accompa-
da frequenti malattie, per farli giungere gnale dal liuto e altri strutnenti. Quan-
a prospera vecchiezza. Sembra nondime- do il Tasso rese di pubblico diritto la Ge-
no che nel secolo XVI, quando già il de- rusalemme /<(0e/vi^<7,(jue'sublimi earnio-
plorabile lusso filalmente cominciava a niosi concetti furono i soli che nella nol-
vincerla sull'antiche usanze, di mollo si te rompevano il silenzio delle vie, de'ca-
largheggiasse nel nutrimento, macellao- naii, della Laguna. La Gerusalemme di-
«losi ogni settimana 5oo bovi e "ìSo vi- venne il canto preddetto del gondoliere,
felli, oltre un infinito numero di caprino- alternandosi tra loro le stanze del mela-
li e di polli, l'ertanto, sì per la scarsità de' viglioso poema. Venendo alle vestimen-
cibi e sì per l'amore grandissimo che a- la, i veneziani vestirono alla foggia d' 6-
veasi all'economia del prezioso tempo, il riente, finché le loro relazioni politiche e
pranzo era di breve durata; onde niez- commerciali si limitarono all'itupero gì e-
362 V E N VE i\

co; vesliiono alla moda dell'altre nazio- rum quadri/aria divisione fundunlnr.
ni ilaliane, quando eslcseto ad esse le re- Prasinus virenti Verno, Fenetus nubi-
lazioni medesime. Allorché usavano le lae [lyemi, Russeus Aestati Jlammeae,
\esli giavi e maestose dell'oriente, il co- Albus pruinoso Autumno dicatusest.Pe'
lore di esse fu generalmente l'azzurro o rò queste fazioni in principio furono due
turchino, il quale era già stalo il favori- sole, cioè r Albata e la Russata j alle
to degli antichi veneti primi abitatori del- quali furono poi aggiunte allre due, Iu
le Venezie loro maggiori, iu guisa che Prasina e la Veneta. Inoltre Domizia-
presso romani anliclii azzurro e vene-
i no le accrebbe con due allre, V Aurata e
to erano sinonimi, e veneta chiamavasi a la Purpurea: aurati, purpureiqdc pan-

Roma quella fazione del circo, la quale ni). L'abito de'nobili veneziani si avvici-
vestiva di questo colore (nel ragionare de' nava molto a quello de'patrizi della
di
Tealri, descrissi pure gli Jnfìleatri ed i corte Bizantina. La loro veste era talare
Circhi, cogli spettacoli che vi si celebra- di drappo operato o con ricamo ferma ,

vano, ed in più luoghi delle fazioni diver- a'fianchi da una cintura. Di sopra aveva--
se ne'giuochi circensi: esse erano la P^e- no un manto allibbiato con borchia d'o-
lieta, V Albata, la Russala^ la Prasina. ro, in capo portavano una berretta, sul-
Bernardo Menegucci scrisse la Disserta- la quale dalla parte della fronte veniva-
zione sopra il f^^eiielo Colore, che il p. no a congiuugeisi due fettuccie in guisa
Calogeri» pubblicò nel I. 22, p. i o3, del- da formare una croce di s. Andrea, il
la i\^«oi'rt Raccolta. Il Cancellieri nel suo Mutinelli ne ùlììe la figura nella tavola
Mercato eruditamente tratta delle 4 no- 8.' doge non solo seguiva questo co-
11

bili fazioni e loro colori a p. 24 Solo mi stume, avendo però soventi volle pur-
limiterò a riferire l'origine e il significa- purea Iu tunica o la dalmatica alla con-;
lo de'colori delle medesime, per le quali solare, e sempre purpurei calzari, ma i

presero partito anche gl'imperatori 10- ben anche in alcuni adornamenti quello
n)ani, sino a vestirsi anch'essi del colore usalo dagl'imperatori e da're d'occiden-
della fazione che favorivano; e le matro- te. Si fregiava quindi com'essi d'un cor-
ne dil'endevansi dal sole con ombrelli del to bavero di vai o di ermellini, che gli
Vene-
colore prediletto. Marziale dice: si scendeva sopra il manlOj e d'una berret-
to,Prasinoquefavesj e altrove: de Pra- ta di velluto rosso foggiala come 1' anti-
sina Conviva meus, Venetoque loquatur. che mitre, la quale sel)bene alcuni la vo-
Indidit Roniulus his quntiior Eleinentis gliono derivata dal pileo de'troiani e de'
haec nomina. A Terra Frasinam^ìzc^/o- frigi , non era poi che quella usata da*
neni apj)eltavit,y\ndeaì nenipecolorenij duchi franchi e longobardi, e forse anco
IMaiis Venelam ab Aquis, nempeCacvyx- da'consoli o ipati greci; questa berretta^
leum; Ignis Russatam, quod l'urpura 1- equivalente a unDiadema, fu comune-
gnis coloreni exprimat; Aeris Albalam; mente appellata Corno (delle vesti e
et inde quaiuor in Urbe factiones exti- prerogative de' dogi, trattando di loro,
terunt. Quindi il color Pr^smo, ossia Ver- ragiono nel § XIX, n. 3, ed iu pro-
de, sagro era alla Terra ed a Cerere; il gresso del §), Lhi tavola g.' esprime la
Veneto, ossia Ceridco, all'Acqua ed a (ìgiira del doge. Era la vc'^le delle don-
IVettuno; il Rosso, al Fuoco; ed il Bian- ne serica, lunga sino a terra, scollata,
co, all'Aria. Queste fazioni furono pure chiusa tutta da sembrare quasi incou-
rassomigliate alle 4 stagioni, cioè \'
Al- adorna di ricami. Scen-
sutile, assettala e

iala, all'Autunno; la Russata, all'Esta- deva loro dagli omeri con due corte
te; la Prasina, aUa Primavera; la Vene- strisele dì zibellino un ampio maulo li-

ta, all'In verno. Colores viceni Tempo- stalo d'uio con ali|uanlo di strascico, e

I
V EN VEN 3G3
pur portavano in capo una berret-
esse pelli rare e con lunghi strascichi; smisu-
luccia con aureo fregio da cui fuggiva , ratamente si fregiavano di monili e d'ar-
sciolta e inanellata la chioma , C0Q)e si mille d'oro e di gioie ricchissime, rilucen-
vede nella figura della tavola o/ Tutto- i do le dita delle loro mani di molte anel-
ciò sino a tanto che non furono vene- i la di balasci. Tanto scialacquo di de*
ziani a contatto cogli altri italiani ; ma naro per un oggetto cos'i frivolo chia-

quando ciò avvenne, abbracciarono colle mò più volte l'attenzione e il rigore


loro mode eziandio quelle dell'altre na- d' un governo, il quale era istituito so-
zioni d'Europa, giacché al principio del pra semplici e austeri [)rincipii, di che
XIV secolo l'usanze di Francia, di Ger- dovrò in più luoghi riparlarne. Quin-
mania e di Spagna erano già in »oga per di ne' secoli XIV, XV e XVI venne-
tutta l'Italia. Nella tavola i i
.'
si ha la fi- ro fatte più leggi suntuarie di pramma-
gura una donna del secolo XIV, sul
d' tica, riportate dal Mutinelli a p. 3oc) de-
custun)e delle donne veneziane in quel gli Annali Urbani, per le quali si pre-
secolo avendone scritto Cesare Vecellio. scrisse un limile al valore de'paimi delle

Sono le aiedesinie vesti delle piacentine, vesti, ed a quello delle minuterie; per cui
allacciate con cintura, ampie, colle mani- alla fine del XVl s'era ridotta la cosa a fer-
che fatte a fogciia dello scudo catalano, mine assai comportabile e onesto, vesten-
co'bugoli o reticelle d'oro per acconcia- do allora le donne di soprabito nero in
tura del capo. 11 vestito e l'altre persona- ogni tempo alla greca. Da quest'ultimo co-
li usanze de'veneziani, sia de' giovani e stume deve aver tratto origine quell'id)!-
garzonastrì nobili e plebei, sia degli spa- to nero di seta appellato vesta e zendà,
daccini, de'bravi e delle femmine, sì in il quale si portava unicamente a^ Vene-
queir età che dopo , non furono punto zia nella mattina dalle dame e dalle fem-
diverse da quelle degli altri italiani , de' mine di condizione civile, (juasi abbiglia-
quali da per tutto ne abbiamo monu- i mento alla domestica, e che usalo venne
unenti. II medesimo Mulinelli negli An- costanleinente sino al termine della re-
ìtali Lrhaiii di Fenezia, parlando delle pubblica. In mezzo a tanto dissipamento,
costumanze della I.' metà del secolo XIV, però incorrotto si mantenne l'uso del ve-

dice che abbandonata nelle vesti la fog- lo bianco di seta, di cui s'abbellivano le

gia degli orientali, rna serbcindone la lun- donzelle venete, e di punizioni severissi-
ghezza, alcuni usavano strette maniche, me minacciarono quelle sfacciate me-
si

e allora doga lina tal veste dicevasi; quel- che avessero osatodi va!er^i di que-
retrici,

la colle maniche larghe si appellava dii' st'ornamento unicamente destinalo a sim-


<<//ej- portando poi lutti il cappuccio, che boleggiare la verginità e la candidezza del
lateralnieute e sopra la sinistra spalla costume. Del pari si mantenne tutta pro-

pendeva, o coprendosi la testa con certa pria delle donne veneziane la foggia del
berretta a cartoccio, che ber re Un a tozzo calzamcnto sinché verniero in moda le
ed anco alla sforzesca chiamiivasi. Nel gondole. m perocché a vanti che si selcias-
I

principio del secolo XVI i vesti(nenti al- sero le strade, essendo tutte polverose e
la francese erano cofiuni tra' veneziani, coperte di fango, se gli uomini cavalcan-
ed alla fine del medesimo, dimentichi di do si potevano schermire, le donne ob-
esser nati in Italia, imitavano le foggia bligale a incedere a piedi, per non im-
de' francesi e degli spagnuoli. Con tali brattarsi portavano altissimi zoccoli, lar-
mode si adottò pure la magnificenza e ghi e senza calcagnino, al modo espresso
Ja preziosità de' drappi ond'erano i'or- nella ricordata tavola i i." E pare che li

luate le vesti. Ne portavano peraò le lasciassero entrate nelle case loro, per
duuue alcuue cuuleste d'oro, aduruute di prendere uu calzamenlo più leggero. Ve-
364 V E N V E N
iieziii resiò *olo incoiilaininafn soltanto tìa'Fiipi, com'è possibile ch'eglino accor-
(liiile mode sli'.'iiiiere nella foggia delle ve- dassero ad un laico fjuanlo da toro non
sii de'oiagislrali, benché col lempo an- praticasi? So bene, e lo notai ne'rispellivi
di'esse provarono nlctin cambiamento, articoli, che a' principi laici accordarono

l^er cominciare dull' abbigliamento del varie l'elfi .?tìfg:re, comedi ministrare nella
doge, la forma di sua berretta notabil- messa daglistessiPapi celebrata;anzi quasi
mente si alterò da RenieroZen del laSa, pare che dichiarassero i dogi accoliti della
rbe la fregiò d'aurea corona; nel i 36i da cappella pontificia, come dirò alla sua voi-
Lorenzo Celsi che vi aggiunse la croce; nel la. Piuttosto io forse trovo piii plausibile
1473 da Nicolò Marcello, che la volle tut- ragione , che imitando i primitivi dogi
tacroro;e(ìnaimenlenelXVl secolo,incui pure le foggie orientali, e questi insegno
si [)or!Òa tale la ricchezza di questa ber- di rispetto lenendo coperto il capo, come
iella o corno ducale, che il valoredi quel- rilevai in tanti luoghi, anco in questo l'a-
lo, col quale s'incoronavano idogi,mon- vranno imitati i dogi. Valga per tutti la
lava alla somma di ben i 5o, eoo ducati, liturgia de' siri , i coi vescovi celebrano
t? si custodiva diligentemente nel tesorodi col capo coperto sempre da una specie
s. IMarco. Indi sotto cpiesla berretta si di camauro , che pure ritengono nella
oggiunse un 6V?///rt;<ro di rensa (sorla di cap|)ella pontificia, anzi assistendo il Pa-
telci di lino bianca e assai fina a opera, de- pa col capo denud ito, il che vidi per mol-
nominata anche /r/rsOj- fu cos'i detta dal- li anni, e registrai ne' luoghi citati nel
Ja cillà di l\ens in Francia, o tleims, ove voi. LXVII, p. So). Il bavero di pelli
probabilmente si fabbricava: talecamau- d' ermellini allungato venne a guisa di
10 si disse anche cuffia e ne riparleiò nel niozzetta , la quale afììbbiavasi con bot-
ricoidato § XIX) che ricuopriva
n. 3 ilei toni d'oro; e di panno pur d' oro si sta-
con accuratezza capo del doge (dice il
il bili che nelle .solennità dovesse essere il

Sansovino, che si considerava questo ca- manto, sempre però conservandosi pur-
mauro come insegna di persona sagra, pureo il calzare (come altri principi, a-
lappresentandosi con quella una certa vendone riparlato negli articoli Sandah
memoria del s. olio col quale s' ungono e Scarpe). Il descritto vestiario del doge
aUuni re cristiani, non altrimenti come è prodotto nella tavola 12.* I nobili ab-
se questo principe fosse del corpo loro, bandonato l'abito orientale assunsero,
La quale cùllia, oltreché avea sembian- specialmente magistrati, la Toga con
i

za di quella (ascia ch'era giàantica Coro- larghe maniche e col cappuccio, con fo-
iia ^e' A'e,aggiungeva molta grazia alla ilere nell'inverno di pelli di vai, di dossi
testa sotto il corno, il quale prendeva per e di faine, e di ermesino nell'estate. Dif-
quella molto piti fermezza pel suo ripo- feriva però il colore di queste toghe se-
so. Per singolarissimo privilegio poi assi- condola varielà degli uffizi; come pei*

stendo il doge alla messa non si toglieva esempio era purpurea quella de' senato-
dal c.ipo il camauro neppure ai momen- ri, violacea quella de'savi granili e con-
to della consagrazione. Farò un' osserva- siglleri, rossa quella de'capi del consiglio
zinne: Camauro è una delle coperture
il de'Dieci, degli avogadori e del cancellie-
del capode'Papi, ma di que'drappi e co- re grande. Venuto poi in disuso il cap-
lori tlescrilli in quell'articolo. Se l'usano, piiccio , si sostituì ad esso una berretta
lo depongono non solamente nella consa- rotonda alquanto larga, perciò appellata
gì azione, ma anco venerando il ss. Sagra- col ricordalo nome di berretta a tozzo.
mento esposto, come fanno del Berretti' L' efllgie è nella tavola 1 3.^, e collo sto-

zzo usuale. Se tulle le concessioni che han- Ione pendente sulla spalla sinistra , del
no relazione colle cose sagre derivarono quale a suo luogo parlerò, cioè nel u. 5
VE N V E N 36 >
di questo slesso §. I cittadini più assen- stensi camagìi e gli slessi scliinieri; e nel
uali ,
gli avvocati ed i medici usarono secolo XVI la medesima camicia dima-
pure di lai veste (soprannotniniiti laba- glia col sovrappostovi corsaletto di fer-
ri, per portare il tabarro o mantello che ro, e le medesime brache alla spagnuolt
sì sovi appone agli altri vestimenti ,
per corte e gonlìe a dismisura. Più leggera e
usare i patrizi abitualmente la Ioga, e lut* più snella era l'armatura de' marinimi,
ti gli altri il tabarro benché deli' ordine cui dannosa poteva riuscire nell'altìior-

civile); ma la toga loro fu sempre di pati- daggio una «opiabbondanza d'armi. Por-
no o di rascia (specie di panno di lana o tavano dunque costoro un elmo di ferro

di saio) di color nero, allocciata con ma- o di cuoio, e una corta lorica imbrac- ,

gliette di ferro al eqllare, d'onde usciva ciando uno scudo, ed avevano una spa-
bene accomodata la camicia, il clero ve- da, 3 lancie e un coltello, il general dii
stiva del pari. I sacerdoti semplici por- Mar che li reggeva e imperava alla flot-
tavano la toga nera, i parrochi azzurra ta , avea in capo la berretta a tozzo « ,

o paonazza, i chierici bigia o cenerogno- sull'interaarmatura di cui era coperto,


la, non lasciando d'ostentare uno sfarzoso teneva un ampio manto o paludamento
soppanno di pelli e di seta cingendosi , di drappo d' oro allacciato sulla spalla
con aurea fascia o d'argento. Negli An- destra con alcuni bottoni pur d'oro mas-
nali Urbani, aggiunge il Mutinelli, che siccio. La tavola i4' ne offre la figura.
le loro maniche amplissime, dette «//o^ Dell'antiche e posteriori vesti de' vene-
/{', erano foderate di vai e sulle spalle e- ziani, ne parlai nel voi. 8g. LXX, p.
vano increspate. Siccome poi presso lon- i 3. Capo VI. Educazione dello spi-
gobardi gli schiavi andavano tutti ra- rito e del corpo. Caccia, esercizio al
si, cosi ne'primi tempi anche preti ve- i bersaglio. Corse di barrite, Piigillato,
neti, per dimostrare colla Tonsura (1^.) Forze d' Ercole, Moresca. Per molli se-
ch'essi erano servi del Signore, portava- coli fu assai trascurata da'veneziani l'e-
no rasa la testa ed il mento ; ma si la- ducazione dello spirito, e ninno amore
sciarono in appresso crescere la Barba pegli studi, e niun genio per la letteratu-
(ne riparlai nel voi. LXXXl
V, p. 74). ed ra dal secolo X al XI li, tranne qualche
anzi con ogni diligenza la nudrivuno e raro lettore di grammatica (sotto il qual
l'accarezzavano dandole colle forbici o nume si comprendevano l'umane
allora
col rasoio la forma voluta dalla moda, lettele e 1' altre facoltà), qualche greci-
in guisa che non poco alTaticarono pa- i sta e qualche teologo; l' aritmetica e
triarchi con I 3o anni di replicali decreti, l'algebra, come indispensabili ad uomini
onde sradicare questa vana e secolaresca dati al troUlco e alla navigazione, avea-
usanza. Tale abbigliamento de'preti eb- no soltanto maestri e coltivatori. Preci-
be durata sino al secolo XVI, poiché in- pua causa di tanto abbandono delle scien-
trodotti ^ià nella chiesa diVenezia riti i ze e delle lettere fu la premura e l' in-
di quella di Roma
venne consigliato il , tendimento di consolidare, di reggere e
clero ad assumere con essi eziandio le ve- d'ampliare poscia una sovranità nascen-
sti niodetile e talari usale dal romano,che te, e ciò accadendo in secoli d'ignoran-
furono poi quelle stesse, di cui si vale pre- za, comune a tutti gli altri popoli d'Eu-
sentemente. Il costume degli uomini d'ar- ropa (meno l'eccezioni fatte altrove, nel
me, de'cavalieri, degli scudieri e de'gie- dire il bene operato ne'secoii barbari),
gai i andò pur sempre di pari passo eoa occupati i veneziani di questo per loro
quello degli altri italiani. Per conseguen- ben più importante soggetto, non pote-
za nc'giorni da noi più lontani, le mede- vano rivolgere in pari tempo naluiaii i

sioie i'oime di celate e di cimieri ,


gli perspicaci loro ini>t:^iii aj^li studi. Sorse
366 V E N VE N
n Venezia la fortunata aurora dcll'epo- rito de* giovani, lo fu assai più f|iiella

ca della col Ima delle scienze e delle lei- delle donzelle. Unico studio era il tener-
tele, (jtiando minacciato di quella turca le segregale da ogni commercio sociale,

invasione, per cui poi cadde 1' impero afllnchè la loro innocenza non fosse lesa
d' Oriente, in Venezia a mano a roano o macchiata dalla sfrenatezza de* coslu-
non pochi savi e dotti greci rifuggiva- mi; laonde non uscivano di casa che nel
no e quando inalberato finalmente sulle
; giornodiPasqua e in quello delNalah; per
torri dell' espugnala Costantinopoli nel ricevere la ss. Eucaristia, accompagnate
1453 lo slendardodi Maometto, un Bes- da vigili custodi, e velate nella faccia e
sarione, un Mannello Grisolora, un Gè- in gran parte nella persona; affatto non

misto lMetone,unDeuielrioCalcon(lila, un recandosi nell'altre feste alla chiesa per


Giovanni e un Demetrio Mosco di Lace- assistere alla messa e a'divini uHìzi. Con-
demone pubblico precettore di greca eie- dannate la donzelle a si perpetua clausu-
quenza, un Nicolò Sagundino, im Gior- ra, ove per mancanza d'educazione e di
gio Franza, un Costantino Lascari, un Ar- movimento l'ingegno il più acuto veni-
senio vescovo di Malvasia, uu Giustino va a intorpidirsi, ed il corpo pivi vegeto
Decadiocorcirese, un A ristobulo Apostoli a fiaccarsi; inoltre la severità vietava
bizantino, un Demetrio Ducas, un Gio» loro d' ammettere in quel ritiro perso-
vanni Gregoropulo crelense, ed un An- ne straniere,appeua talvolta concedendo-
tonio Eparco, uomini tutti sapientissimi, si a'parenti. — Riflettendo in seguilo sag.
seco portando uu gran numero di pre- giamente i veneziani, che pel gran Cine
zìosi libri, per non dire di molli al- cui essi tendevano,di consolidare cioè il

tri, Venezia elessero a stanza loro, co- proprio governo, molto più necessaria
me di sopra andai indicando, massime dell' educazione dell' intelletto si rende-

nel § Xlll, n. g. Allora si vide istitui- va allora quella del corpo ;


per tanto sta-
ta una scuola d' umanità pe' giovani del- luirono che tutti i cittadini si dovessero
la cancelleria del doge, ed una pubbli addestrare in esercizi di fatica, d'agilità
ca scuola di simile insegnamento in eia edi forza, per rendersi o conservarsi abili
scun sestiere della città; i patrizi più alle nulilari funzioni. Fra' vari esercizi

eruditi impresero essi stessi ad addoltri- di tal fatta, il principale fu quello della
nare, non isdegnando salir la cattedra di- caccia. S|)essi boschi di querele, di car-
scesiappena dalla ringhiera o dal naviglio pini, di larici, d' abeti, d' orni, di pini,

sid quale aveano Irionfa'o; tutte lescien- di pioppi tremuli e di tamarisci, avan-
ze, tutte le arti ebbero maestri, discepoli zo dell' antica e vasta selva di Fetonte,

e protettori; si fondarono accademie ed rigogliosi vegetavano ne'passati secoli so-

altre letterarie adunanze, e si raccolsero pra i lidi circostanti a Venezia, e dagli


biblioteche, il che narrai nel § XV, n. 2; astrami che guardano il settentrione sino
onde i veneziani anche in dottrina repu- agli altri orientali di Chioggia] maeslor
tatissimi, vennero poi per 3 secoli non in- samenle coronavano le Lagune e la cit-

terrotti a gareggiare in cultura con qua- là. In copia vi nidavano gli alcioni, i fd-

lunque altra nazione d' Europa : come giani, le pernici, i feniconteri, gli aghi-
può leggersi nella celebre opera, Della roni, i cervi, i cinghiali, i lupi, le volpi,

Lelteratura Feneziana^ del eh. Marco i martori e gli stambecchi, ocapie seìva-
Foscarini, che descrisse le glorie lette- tiche; animali tutti, che per 1' accaduto
rarie de' veneziaY)i, oltre i ricordali nel svellimenlo di que'boschi eper la succes-
§ XV, n. e 2, e nel n. 8 del presente,
I siva coltivazione de' terreni sipariiiono
con analoghe nozioni.Seper lungo tempo poi per sempre da questa regione.Dalme-
ic8lò uegligenlata l'educazione dello spi- se d'agosto a tutto quello d'ottobre, con-
VE IV VEN 3G7
dolli nelle loro inisleiiose peregri nazioni il Lido maggiore, si eseguivano ubertose
ilair invisibile e provvid.i mano di Dio, cacce. IS'ella Lagtma si cacciavano uccelli
venivRiio, come giungono onclie adesso, ncquBlici , su barchette hu)ghe, leggeris-
H ('ipopolare infailìltilniente ogni anno la sime e strette, chiamale dal fisolo o co-
Laguna e le valli n)aieiniTìone i gernooni lombo minore ^.^o/<7rÉ'_,- le quali erano
reali, detti niaztorini, cioè niaggioringhi, condotte da Gin 8 rematori vestiti or;i

per esserf gli uccelli di (|iiesto genere più di azzurro e ora di verde, scelti tali colori

grandi de;:;li altri. U Jlmanunco perii avvedutamente per avvicinarsi a quello


cacciatori ed uccellatori per /' anno acqua, onde non impaurire gli uc-
dell'

1825, tratta particolarmente della caccia celli, liilto il cacciatore nella ;?.9o/rtr<7, e
nelle valli e nelle venete Lagtme. Veni- ben presa la mira, colpiva l'uccello con
vano le cerole, i ciiitn li carenze, gli smer- certe pallottole di creta rassodata, scaglia-
ghi o baianli, 1' allodole di n)are o hise- te con balestra oarco. Maggior lode ve-
gliini, le cerceduìe maggiori n zarcegne, idva a quel cacciatore, che avesse ferito
i ciossi, i Oslioni n Tofani, i colombi mi- losmergo, uccello assai scaltro che ra-
nori o fisoli, i chersi, le folaghe, le gar- pidamente si tuffa nell'acqua per tosto

ze, le ridenne o pignole, le gallinelle ac- ricomparire in notabile distanza ; laonde


qualiclie sforzane, le paonrelle, i to- se preso, qual trofeo s'inchiodava sullu

tani, e finalmente le giù, le cicogne,! fal- porta o imposta della finestra del fortu-
coni ed cigni. Odierido cos'i a'venezia-
i nato uccisore. Fra gli ostacoli di questa
ni al bondanlf Dientenalnra ildeslrod'in- caccia, si rimarca quello del grosso gab-
(raltenersi ed in varie forme nel vagheg- biano o martinazzo, che ha per istinto <li

gialo esercizio, vedendo già essi che per tramezzarsi tra il cacciatore e 1' uccello
questo reso più fan)iliare il maneggio del- pieso di mira, e questo salvare colla fu-
l'ormi, ed acciesciula a'corpi robiislezza, ga, co'suoi stridi e fare luota. Maggiori
era ormai salita in gran fima la perizia difficoltà delle caccie sull' acqua e nelle

de'Ioro arcieri; vollerothe la caccia for- valli s'incontrava nelle terrestri, lieve-
mar dove.s»;e una delle principali occupa- mente compensale nella caccia geueralti
zioni del cittadino, a tanto pregio portan- che facevasi vciso Natale. Dopo questa il

dola, che entravano nelle laudi d'im il- doge donava ogni magistrato e padre di
lustie defunto se eravisi distinto. Per tut- famiglia di 5 capi di sai vaticina, presente
to questo i veneziani divennero caccia- che nel dogadodi Grimani del i5ii fu
toli espertissimi. La salvaggina princi- mutato in moneta d' argento, la quale da
palmente si cacciava ne' querceti del- ciò prese il nome (.Vosella, come dissi nel
la badia de' ss. Ilario e Benedetto, sul §111, n. 2, parlando delle monete ve-
uiaigine della Laguna, e de' predali cin- nete, e nel § XIX precisamente nel fi-

ghiali, il cacciatore dovea dare a' n)0- ne del dogado 70.°, il vocabolo osella si-

naci il capo e un quarto di ciascuno. Ai gnificando uccelli silvestri. — A! pregia-


contrario erano obbligati i monaci quan- to e cavalleresco esercizio della caccia,
«lo vi doge di prestargli carri e
cacciava il ne teneva dietro un altro più milita-
cavalli, e di mantenergli falchi e brac- i i re, quello cioè di colpire colle frecce
chi ÌVella selva Equiìiana, che esisteva
. dell' arco o della balestra il bersaglio.
sulla spiaggia del Cavallitìo, snpeiba di Questo esercizio, nel quale tanto nobili i

pini altissimi protetti nella conservazio- che popolani si dovevano addestrare


i

ne da severe leggi, si cacciavano in co- senza distinzione almeno una volta per
pia i fagiani e le pernici. Ne' lidi Capru- settimana, facevasi particolarmente sul-
larii, e ncli' isole Saccagnana e Falcone- la spiaggia del Lido, volgarmente Lio,
rà, esisleuli nella Loguna superiore verso quauluoque aves&e luogo auche in alcuni
368 V E N V E N
campi tlella cillà, come ue'maggiori di s. battaglie simulate con bastoni, delle bai-
Stefano etlis. Paolo in cui si escici lava no tagliole, si proibirono dal consiglio de'
i balestrieri. Allineile i cillaciini saettatoli Dieci a'2 I ottobre i52 i ; ma poi sembra
potessero recarsi al Lido, stavano dopo il che si tornassero a fare nel 574 ha'fesleg- i

mezzodì di fronte alla riva della Piazzet- giamenti dati ad Eiu'ico 111 re di Francia.
ta di s. Marco certe barche da 3o remi Un esercizio però pili forse d'equilibrio
delle ganzaruoli, che noti dovevano però che di forza, la cui istituzione risale al XI il
esser vogate da altri se non che dagli stessi secolo,conosciuto col nome di forze d' Er-
balestrieri. Pervenuti coA sulla spiaggia cole, formava l'occupazione favorita del-
molli di sudore pel remigare, tosto si ac- la bassa classci eh' era sparlila in due fa-
cingevano all'altra dilllcile prova, e cpiin- zioni, contrassegnate da particolari assise,
di veniva premiato dal pubblico erario e chiamate l'una (ie'caslellani ,\'a\{va de'
colui che avesse dato nel segno al bersa- nicoloLli. Nella i.^si comprendevano tutti

glio. Comuni erano le corse e le gare di quelli che abitavano di là del Canale'
barche a vela ed a remi sul more e sulla maggiore, verso oriente, e ros^rt avevano
Laguna, donde ebbe origine la f.unosa l'assisa; nella 2.", che nera l'avevano,
}ie(^ata,ò[ che a suo luogo più avarili nel fpielli che abitavano verso occidente.
n. 5; e comune pur era d pugillato,già Mantenuta a bello studio dal governo tal

in uso inaltrecittà italiane, singolarmen- divisione, forse ad imitazione de'greci che


te a Siena. Quei>\.a feroce lotta si eseguiva dominando in Piavenna fomentavano la
in Venezia da settembre sino a Natale, e discordia del popolo per meglio signo-
sopra ponti senza parapelti,come vediamo reggiar la città, le due opposte fazioni
espresso in diversi quadri, onde accadeva spesso si sfidavano colle yòr:;e d' Ercole^
che i perdenti ollressere malconci e pesti in che pare consistesse tutta la loro ani-
fossero per giunta rovesciati nell'acqu;», niosilà Annali Urbani,\'aU'
(però negli
in che consisteva lo spasso del popolo, che tore, nel raccontare 1' origine delle due
già sapeva essere i caduti abili nuotatori. fazioni, le dice derivate da quelle più an-
Sì vedono ancora nel ripiano di qualche tiche degli Eracleani e òes^V Isolani, per
pontedi Venezia de'segni marmorei aven- aver primi veduto a malincuore trasfe-
i

ti la forma d'una su()la,su'quali venivano rireda Eraclea a Malamocco la su-


a posar le piante de'pugillatori ; anzi nel prema sede del governo; laonde a po-
circondario di s. Barnaba, co'segui stessi, co a poco insorsero liti e avversioni re-
ilpropriamente detto Ponte de'' Pugni. ciproche tra gli abitatori de'Lidi e quel-
Sì chiamava la guerra de'ponti, ben de- li dell' Isole, quindi verso 1*800 gli E-
scritta nel poemetto d'incerto autore, ma racleani e gì' Isolani cominciarono, e
curioso monumento di storia nazionale, poi spesso si sfidarono e cimentarono
intitolato appunto, La guerra de' Nieo- con le dette canne d'India, battendosi.
Ionie Castellani nell'anno iSai, resti- Dipoi si ti'amutarono quell'avvisaglie in
tuito a buona lezione dal eh. Bartolo- un giuoco adatto innocente, delle forze
meo Gamba e per esso pubblicato nel et Ercole, nelle fazioni de' castellani e
t. òe Poeti antichi veneziani, Venezia
I de' nicolotti. Imperocché osserva, che la

1817 tipografia Alvisopoli. Le due fa- ruggine antica, benché in semplice anti-
zioni eraho armate e difese da morioni, patia degenerata, mai cessò fra le due op-
da celate e da giachi, con bastoni di poste fazioni ; che in seguilo insensibil-
canna indiana, con punte indurate col- mente cambiarono in detti passatempi,
r olio bollente, e perciò rese acute co- già ardentemente fino all' ultimo giorno
me stili, e così usavano di contendersi per di Venezia dal suo popolo vagbeggiali
giuoco il possesso d' un punte. Queste e applauditi; come le cacce o giostre Ira'
VEN V EN 3G9
cani e che si facevano iicirorepo-
i lori steniili dalle loro spalle. Sopra queblire-
meiidianeiiel carnevaie ne'campi o piaz- geli e per conseguenza sugli ooieii <li chi

te delle diverse contrade, che de.scnve a li reggeva, saliva un* altra mano d' uo-
p. 64' •! "'<'o/of//avevano il proprio doge mini, quindi una3/, una 4-''j""a ^-^j 'e
ogastalilo, ch'era un capopo|)olu godenle quali rinnovando il utaneggio de' primi,
distinzioni e prerogative, la cui origine si o alle volle accosciandosi senza regoli,

ripete dagli antichi tribuni del sestiere di posizioni che dicevansi i Laitchelli, si ve-

Dorsoduro. La sua elezione, con portico- nivano a formare diversi piani appellati
lari ceremonie, procedeva nella chiesa di aguri. Ad ogni piano però andava gra-
s. jNicolòde'Mendicoli, un tempo la prin- datamente a duninuirsi la massa delle
cipale di ilelto sestiere, e ne parlai nel personeinguisa chel'idliiuojchediveniva
§ V'Ill, n. 60. 11 doge de' nuololti ri- come il coongiiulo delia fabbrica, ed era
spendeva degli abitanti della contrada, il 6.", o l'S.", finiva con un solo fan-
il 7.°

composta quasi di soli e misenJjili pesca- ciuUo appellato ciiniereto, il (juale in si-
lori, e godeva il diritto di vestireal nio- Inazione tanto elevata non mancava di
do de' patrizi, cioè lunga sopravveste fai e un caporovescio. Quantunque que-
rossa di damasco a maniche larghe, cin- sto giuoco necessariamente per legge di
la a' lombi con fiocchi di seta dello »tes- gravità non potesse offrire una forma di-
so colore; il diritto di esigere una lassa versa dalla piiamidale, pure alcun poco
soj)ra tutte le barche pescheiecce di del- variando alle volte in conseguenza del-
ta sua parrocchia, di tenere due panche l'arrischiate inodiljcazioni,che sempre vi

da pesciaiuolo nelle due grandi pescherie s'introducevano da'giuocatori per sopra-


di s. Marco e di Rialto; ed inoltre dac- stare la fazione avversaria, e the cousi-
compagnare nella solennità dell' Ascen- steva soltanto nel maggiore e minore nu-
sione il bucintoro in un' apposita bar- mero degli tìfge;/ de'//<:7/R7ie<//, e nella di-
ca, legala alla poppa di quel meravi- versila d' altri scorci e positure, accad-
glioso naviglio, e di tenere presso la de che ogni giuoco avesse una partico-
sua abitazione il vessillo di s. Marco lare denominazione, come \' Unione, la
pendente da un'antenna, la quale tut- Cassa di Maometlo, Va Bella Jenezia,

torà si eleva in mezzo alla via situa- \\ Leone, \\ Colosso di Rodi, la Vcrgi-

ta a manca della piazza di s. Kicolò de' nella, la Gloria, la Fama, ec. L'ardi-
jMendicoli, appunto perchè in questa via niento di questi giuochi giungeva a tan-
il gaslaldo o doge abitava. Scrisse di lui to, che un uomo eseguiva un caporove-
d. Francesco Bracolani, Breve notizia scio sulla testa d'un altro, che ritto era
dell'isola di s. Nieolo de' ilJendieoli,\ e- sulle spalle d'un 3.°, i di cui piedi posa-
neziai664 ^^'yog)- Consisteva l'esercizio vano soltanto sopra ferri di due gon- i

gìnnaslico in questo. Sleso un tavolato su dole.Le due maniere de' giuochi ofor-
alcune botti, se il giuoco era fattoio ter- ze d Ercole sono espresse nelle tavole
ra, o sopra due chiatte (specie di grosse i5.^ e 16.' Finiti ch'erano, sguainale
barche a fondo piatto, usate per trasportar da'partigiani medesimi certe daghe spun-
checchessia, o per passar l'acqua in man- tale e senza taglio, simulavano un coiii-
canza de' ponti), se facevasi in un canale, battimento a corpo a corpo, tirando e
ciò ch'era più io uso e avveniva più spes- parando colpi a passo regolare e in giro,
so, vi s'innalzava un edilizio cpjasi vi- Quest' armeggiamento, che in parte cor-
vente perchè tutto composto d' uomini, rispondeva a quella danza armata degli
La base, in gergo fazionario detta 5«o/'- antichi, detta pyrrhica, si chiamava
na, eia formata da più individui stretti e Tl/ore^c^, perchè da'veneti forse appresa
uniti fra loro mediaute alcuni regoli so- da' mori saiacetii. Esercizi siiralli, a'

VOI. xcr. 24
370 YEN V E N
fjnali sempre s'accoppiava l'emulazione, basliano e con bandiera inglese. Però si

non sohnrieiilc contribuivano a tltire gu- vuole immaginaria l'opera inlilolalu :

iiei'osi ed esperimenlali soldati, ed agili Navigazioni nelle pard Sellentrionnli^


marini, ma inoltre, e in modo erficace, ad Venezia 583), de'Couti, de'Barbaro, de'
I

indurare i corpi ad ogni specie di fatica. Contarini e de' Roncinollo, viiiggialori


Pevesi avveiliie, clie se la repubblica veneti tulli famigerati, potè Alvise da
manlener volle le due fazioni de' caslel- Cà da Mosto, scoperto già il Cambia e
Jani e de* nicoloKi, per una politica ve- calcale l'ardenti arene del Sahara, visi-
duta, non lasciava però di castigare e se- tale sin dal secolo XV Tonibulo e gli
veramente coloro delle due fazione stes- altri [laesi dell'Africa centrale, giornalie-

se, che lascialo si avessero trasportare ro oggetto d' incessanti ricerche, senza
ad eccessi, colla pubblica punizione de' che gli tornasse nociva la fierezza di que'
malfattori, ossia battuti colla frusta o popoli e l'insalubrità di quell'aere infuo-
sferza per le strade della città a pubbli- calo, funeste tanto ad altri intrepidi stra-

co esempio. Ciò era ben raro, percbè nieri. Laonde il Mulinelli applica a' suoi
ad onta della diversità de' parliti, delle concittadini, il dello di Segur nell'opera
gare, delle risse e delle percosse, vinti o gì' Italiani in Russia: Con essi si va in
\incitori cbe fossero, i fazionari non ces- capo al mondo. In argomento si ponno
savano di ripetere dopo: siamo {)atriol- vedere le seguenti opere. Di Marco Po-
ti d' una una slessa patria, figli di s. lo e degli altri viaggiatori veneziani
Maico e della repubblica. Il governo pili illustri, Dissertazioni del p. ab. d.
arislocralico poi di essa, avea la massi- Placido Zurla camaldolese, con /4p-
ma riguardo alla classe popolare: Pa- pendice sopra le antiche mappe lavo-
ne piazza
in Giustizia in palazzo.
, rate in Fenezia e con quattro carte
Fu certamente in conseguenza di detti geografiche, in Venezia presso Gio. Gia-
esercizi die nel secolo Xlil potè Mar- como Fuchs co'tipi Picoltiani 8 8. Que- 1 1

co Polo (già ne' viaggi preceduto da' sto doltissimo personaggio, poi amplis-
fratelli Nicolò e Matteo, nel dogado di simo cardinale, già avea pubblicalo nel
Marino Morosini, peiciò ne farò ricor- i8o6 in Venezia : // Mappamondo di
do, con altre nozioni, nel §X1X nel doga- Fr. Mauro, ù'\ cui feci parola nel § 11,

rlo 44'") attraversar le sleppe della Tar- n. 3, parlando della Marciana bibliote-
larla, e solo penetrare nel cuore del- ca, nel i8i5 ivi trasferito da quella di
l'impero de'gelosi cinesi ; che nel secolo s. Micliele di Murano, di cui nel § XV 111,
seguente Nicolò e Antonio fratelli Zeni, n. i8. Fu io conseguenza degli studi fat-

furono i primi ad annunziare all'univer- ti su questo mappamondo e planisferio,


so l'esistenza dell'America settentriona- nell'esemplare cioè spedilo in Portogal-
le, p-otendo reggere all'algcnleclima del- lo, che Vasco di Gama potè riconoscere
l'Islanda e della Groenlandia, sprovve- il Capo delle Tempeste, dopo Bartolo-
duti di que'mezzi ch'ebbero altri ; e che meo Diaz altro portoghese, a cui il re
finalmente, per lacere de'Cabolto (Gio- di Portogallo canibiò il nome in quello
vanni Cabolta fu il i." che fece il giro che porla di Capo di Buona Speran-
del mondo, essendo rientrato in Sicilia za, ed esegtù pel primo il passaggio per
I'8 settembre iSaa, dopo un triennio e mare all' Indie orientali desideratissinto
tre mesi di navigazione. Carlo V gli fece da' portoghesi, ma riuscì la scoperta fa-
donazione d'un globo d' oro, col mollo lalissima a Venezia. Subilo i veneziani
all'intorno : Piinnis me circiinidcdisti. se ne afflissero, conoscendone le pre-
Anche i suoi figli furono celebri naviga- giudizievoli conseguenze, come dirò nel
tori e scopritori di luoghi, massime Se- § XVil, 11. 2, e nel § XIX nel dog«do
VEN VEN 371
fj^." Fu pel mappamondo di fr. Mau- che una statua di bronzo, rappresentan-
ro che si fecero olire grandi scopeile, te il celebre viaggiatore veneziano Mar-

anzi si vuole che Colombo discopritore co Polo, venga eseguita a spese dello
dell' America, lo consultasse in Porto- slato dal prof, di scultura presso l' i. r.

gallo, e vi riscontrasse tutto l'adito a ten- accademia delle belle arti in Venezia,
tare il vagheggialo cammino. De viag- Luigi Ferrari, e trasmessa qual dono
gi e scoperte africane di Ca-da-Mo- imperiale al comune di Venezia perchè
sto, Venezia tipografia Alvisopoli. Nel- ne faccia ornamento di una pubblica
lo slessoi8i8, Coinnienlario sulle an- piazza.
tiche mappe idro-geografiche, Venezia 4. Capo VII. Delle ceremonie usale
tipografia l'icotti. Con esso provò l'illustre ne' matrimonii, nelle nascite e nelle
scrittore, quanto anche in simili lavori morti. I primi repubblicani consideran-
Venezia abbia primeggialo. Né voglio la- do, che sola conseguenza d'un recipro-
cere la dissertazione pubblicata dal cardi- co amore, d' una scambievole estima-
nal Znrla, di cui abbiamo più edizioni; zione, e d'una parità di sentimenti ed in-
ricorderò la ì .': De' vantaggi recati dal- clinazioni dovesse essere l'imeneo, lungi
la cattolica religione alla geografìa e da qualunque violenza, lasciavano libero
scienze annesse, Torino 1824. La Ci- il volere e libera l'elezione. A questo lo-

viltà Cattolica, serie 2.'', t. io, p. 535 ci devole fine nell'ultimo giorno di gennaio
diede dotta contezza dell'opera : Le sco~ di ciascup anno congregate tutte le fan-
per te Artiche narrate dal conte France- ciulle sposerecce nella chiesa di s. Pietro
sco Miniscalclii-Erizzo, Venezia i855. di Castello, ognuna delle quali portava
Nella serie 3.', l. i, p. 4^2 collo stesso in una piccola cassa, latinamente detta
sapere ci diede ragguaglio dell' opera : arcella, la propria dote, scelta era dal
Gea Terra descritta secondo
ossia la giovane che si voleva ammogliare fra la
le norme di Adriano Balbi e le ultime schiera delie molte vergini quella le cui
migliori notizie. Opera originale italia- grazie e avvenenza avessero colpito il suo
na di Eugenio Balbi, Trieste Lìoyd au- cuore. Colla benedizione quindi della
striaco 854-55. Nella tipografia Mer-
1 Chiesa, e pieno di gaudio Io sposo intro-
lo di Venezia si pubblicò nel i856: Ja- duceva la sposa nella casa paterna, e da
copo Lorenzo, Diario del viaggio da quell'istante cominciavano per entram-
Venezia a Costantinopoli. Il Cancellieri, bi i giorni di gioia e di consolazione, e sì

nelle Dissertazioni epistolari bibliogra- può aggiungere alternali colle vicende


fiche, celebra i meriti d»i' veneziani nel- della vita. Ma trascorsa l'età dell'oro, si

l'astronomia. 11 vicentino Giuseppe Toal- cambiò la savia pratica in semplice com-


do trattò del merito de' veneziani verso memorazione, e questa pure, dopo la ri-
l'astronomia : Saggio degli studi veneti cupera delle rapite donzelle, fu mutata
nell'astronomia e nella marina, Vene- nella solenne eclamorosa festa annua del-
tiaiySa. Ivi nel seguente 1783 fu pub- le Marie, che narrai nel § Vili, n. 7. Il
blicato il Saggio sulla nautica antica matrimonio, particolarmente parlando
de' veneziani. Si può vedere il n. 2 del de'nobili, non si concludeva punto in di-
§ XVII. Leggo a p. 120 del Giornale versa guisa da quella di qualunque altro
di Roma del 1857 il seguente estratto contratto civile, tale essendo oltre la di-

ùaWa Gazzetta uffìziale di Milano. L'im- gnità del sagramenlo. Fermalo da una
peratore Francesco Giuseppe I con so- terza persona lo sposalizio e promuligato
vrano biglietto autografo deir8 gennaio, tosto solennemente nel successivo mattino
diretto al ministro dell' istruzione, si è nella corte del palazzo del doge, ivi pure
graziosaoienle compiaciuto di ordinare si recava iu uaioiie ai propri consaugui-
372 VEN V E N
nei Io sposo, il quale senza avere on- e giunta l'ora del desinare,
sì banchetta-

cor vista la sua fidanzata riceveva le va più lautamente del solito per quanto
congratulazioni, venendogli in contrasse- lo comportavano le summenlovale leggi,
gno tocca amiclievolcuenle la destra. In- che permettevano cei te ciambelle o cial-
di fissato il giorno per soltoìicrivere l'at- de delle scalele (onde venne scalcter,
to nuziale, il padre della sposa invitava ciandjclloio ), e i confetli purché fosseio
dopo il mezzodì in sua casa toltigli ami- mimili. Piimosse indi le tavole delle noz-

ci. Attesi all'uscio dallo sposo e da'paren- ze, eravi chi fingendo un personaggio
ti di esso, e rinnovale colà le congratula- eroico facevasi a raccontare con enfatica
zioni e le strette di mano, venivano accom- amplificazione r imprese degli antenati
pagnati alla sala,doveera vietato l'ingres- degli sposi,chiamandosi queste narrazioni
so alle donne. Raccolta cosi tutta la bri- tnomarie e hoinhnric. Succedevano liete

gala, usciva da una stanza tratta a mano danze, riè vi mancava larecita di orazio-
dal paraninfo la sposa, la fpiale era vesti- ni nuziali e di poesie latine e volgari, fra

ta di candido drappo, ed avea le chio< lequali il più anlicoepilalamio veiieloche


me sparse omeri ed intramesse di
sugli si conosca, fu quello fatto alla metà del
lunghe fila d'oro. Concluso allora il con- secolo XV per le nozze Balbi-Barbaro.
tratto, che non rare volle slipulavasi an- Erano questi i riti e le pompe d'ordina-
ticamente innanzi al doge, davasi fiato in rio usali nelle nozze, festeggiandosi con
segno di giubilo alle trombe ed a'pilFeri, più solennità quelle di personaggi straric-
andando in quel mezzo la sposa passo pas- chi e d'illustre progenie, come si ha dal-
so ad inchinarsi ad ognuno degl'invitati. le feste celebrale nelle nozze Foscari-
Ciò fattOjScendeva essa al pianlerreno,ove Freschi, narrale dall'eruditissimo Mo-
ricevuta da più matrone, con loro passa- relli nella Dissertazione delle solennità
va in una barca, in cui postasi a sedere e pompe iinziali già usale presso i Pene-
sopra una scranna elevala, onde così a- ziani, pubblicata coll'allre sue opere dal
gevolmente veduta da' cittadini qtiesti eh. Gamba nel 1820. Sorta poi l'auro-
pure divenissero testimoni delle di lei ra del giorno successivo alle nozze,si reca-
sponsalizie, si recava alla visita di qual- vano i pronubi dagli sposi onde presentar-
che monastero di femmine. Dipoi venuto li che consistevano in cer-
di ristoialivi,
il giorno dello Sposalizio, giìi accese le te pastiglie composte di pinocchi e di zuc-
lede ed eletti i pronubi, ad uno de'quali chero, ed in uova di gallina particolar- :

affida vasi la direzione della festa nuziale, mente alla sposa regalavasi in un panie-
procedevano gli sposi alla chiesa in sul- retto d'argento un agoraio simile pieno
l'albeggiare, non potendo per le costitu- di spille di Damasco, e un ditale di meia-
zioni della chiesa veneta e parlicolarmeu- vigliosi rilievi. Come finalmente la spo-
te pel disposto dal sinodo tenuto dal, pa- sa era divenula madre, si aggiungevano
triarca Friuli, celebrarsi inora diversa il all'ordinarie masserizie della stanza in cui
matrimonio. I fidanzati erano preceduli giaceva puerpera, dipinti, sculture e al-

da un drappello di suonatori, accompa- tri arredi preziosi, onde onoratamente ri-

gnali e seguili da matrone, parenti e cevere le donne, che si portavano seco lei

amorevoli. Lo sposo, se patrizio, anda- a congratularsi. Dideri vasi peròl'anunini-


va togato, la sposa era sfarzosamente v«- strazione del battesimo all' infante, ove
»lita di seta bianca, o più spesso di vel- questo sano e vigoroso non avesse punlo
luto chermesino, essendo ornali di ric- fallo trepidare di sua vita, alla vigilia di
che gioie e di perle l'imbusto e il capo, Pasqua oàa quella di fcMfcrosYe, secondo
Sid quale le gemme eran disposte in for- gli antichi riti del catecumenato, manle-
ma di corona. Finita la sagra ceremouia uulosi Uu'ven^lipiù alungo d'altrove.Per
V E N VEN 375
in ccremonia ilei battesimo il numero de' quell'umile posizione, che allaraenle ri-

compari era maggioredi due, anzi talvol- cordava al moribondo e agli astanti il

ta giiniseru all'eccessivo numero di cen- nostro imlla e la caducità delle glorie ter-
tocinquanta (altro che gli esempi de'tre rene, riceveva egli, munito già degli al-
Padrini liportato nel voi. LXVII.p. 33). trisagramenti dellaChiesa, l'estrema un-
Costoro, per legge flel consiglio de'Dieci zione amministrala secondo il rito pa-
del i5o5, non potevano però malessere triarchino da piìi sacerdoti, a' quali da-
della classe patrizia, qualora si fosse trat- vasi in offerta 4 soldi per ogni sagramen-
tato ilei battesimo del figlio d'un patri- to. Questa oblazione dicevasi dare tipe-
zio, e ciò allìnchè la parentela spirituale ri/io, cioè dare con che bere il perino,

del comparatico non avesse poscia ad bevanda composta di pere molto usata
impedire un ìMatrimonio. Circondato da dagli antichi veneziani. Sprigionatasi in-
questo stuolo di padrini, il bambino era fine l'anima dal corpo, involgevasi que-
portato al s. fonte sulle braccia'della prò- sto in un lenzuolo di sta-
semplicemente
prirt nutrice, la quale non rare volte era migna, vestendosi soltanto quello de'giu-
una $cliiiiva(al due di (|uesto numero farò reconsulli, de' medici, de'ca vai ieri e del-
cennodegli schiavi ch'erano un tempo an- le persone che avessero appartenuto alla
co in Venezia): accadeva peiianlo da ciò, casa del doge, degli abiti e insegne loro
die il bambino schiudendo con essa le propri. Così accomodato il cadavere, ve-
prime con essa soltanto per lungo
voci, e niva condotto sul crepuscolo vespertino
tempo conversando, vedesse tosto favolo- del giorno susseguente a quello della
se brigale. Torco, la befana, e mille storie morie alla chiesa per la Sepoltura, con
di lammie imparasse, onde poi faltoadul- pompa maggiore o minore secondo l'a-
to, imbevuto- di Superstizione, venisse giatezza delia famiglia, formando parte
così più facilmente a prestar fede alle fat- de'convogli funebri ordinari, oltre gli ec-
tucchierìe attribuite agli schiavi. Stando clesiastici secolari e molti frati, le pin-
dunque la comitiva presso il baltisterio, zochere, i gesuatì, frali laici detti tor-
il battezzante prima di versar Tacqua sul zoni e di cui nel § X, n. ^5, i capi di na-
capodel bambino, con voce alla doman- ve o capitani di bastimento, i marinari e
dava se fra'compari vi fosse alcun patri- i fauìigiiari lutti vestiti a bruno e eoa
zio, mentre |)er l'anzidetta legge sarebbe torcie accese in mano. Ma scena tenera,
stulomandato a perpetuo confine, seam- commovente e insieme terribile accade-
ininistrato avesse il sagramento trovan- va nell'istante in cui si riconsegnava al-
dosi fra'compari un patrizio. Terminata la terra la spoglia. Imperocché le spose
lii ceremonia,il padre faceva alla chiesa o i mariti, i genitori o i' figli, e tutti co-
un' ollerta di denaro e di certe piccole loro infine, che per vincoli d'amicizia o
candele formale a cerchio e per questo di parentela strettamente fossero slati

appellate cerae rolae, e presentava cia- uniti al defunto, si facevano a piangere


scun conqjare d'un marzapane, in segno e ad ululare alla disperata, si strappa-
dell'aflìnilà che avea contratta con esso. vano i capelli, e le vesti si laceravano,
E siccome per la cortezza della mortale allontanandosi per sempreda quella chie-
carriera può dirsi che appena usciti dal- sa, già divenula per essi hiogo di dolore.
1 utero materno a piangolar ci fiicciamo Quest'uso, che ricordava le lagrime e i

sulla tomba, che spalancala ci attende a prezzolati gemiti delle prefiche antiche,
ora incerta; così trapassando tosto a par- nel secolo XIV
venne abolito. Dato luo-
lar di chi era sugli estremi, veniva esso go veemenza della passione e
così alla
trailo dalle morbide coltrici sulla nuda già resa pubblica la mancanza a'vivi del-
terra cospersa di cenere benedetta. In la persona mediante l'iscrizione falla iu
374 VEN V EN
Apposite tavolelle, che si appendetano pubblicano, e nello stesso porlo romano
all'uscio o a'balconi delle boUeglie, co- d'Ostia tanto vicino all'alma città donde
me tulloia in Venezia si costuma di f^i- partivano leponlificiescomuniche,i vene-
le, parenti del definito, se fjueslo della ziani caricavano loro navinfi
o di schiavi.
i i

classe patrizia, raduna vansi nel dì seguen- Né questo dannato mercato, né l'uso d'a-
te alla sepoltura nella corte del palazzo ver degli schiavi al proprioservigiofurono
ducale e ne'porlici di Rialto, ed in iscliie- di breve durata. Negli archivi veneti vi so-

ra disposti ivi ricevevano le universali nocontrattidi compra e vendita di schiavi


condoglianze, le quali consistevano nel che giungono al XV secolo. Ogni persona
toccar loro la mano senza proferir paro- agiata in maggiore o minor numero ne
la. In questa luttuosa circostanza assu- possedeva ; tanfo è vero che fu trovato
mevano un mantello nero afiìbbiato sot- come un ripiego non lieve nell'esausto
to la gola e con grande strascico, il quale erario per la guerra di Chioggia l'impo-
poi in delerniìnati periodi si accorciava sizione di 3 lire d'argento al mese ad ogni
e tagliava in guisa,che all'ultimo rima- proprietario di schiavi. Essendo pertan-
nevano col mantello assai corto, llipi- to costoro numerosi, e malamente pen-
gliale in appresso le ordinarie veslimen- sandoli popolo veneziano, che libero na-
la,portavano eziandio per alcun tempo to e libero cresciuto sarebbe stato un av-
la cintura di cuoio in luogo di quella vilirsi occupandosi d'opereabbiette e ser-
usuale di velluto, in segno di duolo e di vili, venivano tutte queste eseguite dagli
Lullo. — Sebbene il cav. Mulinelli tratta schiavi.Forse non è improbabile che pu-
degli Scliiavi al capo IV, trovo oppor- re nelle gondole reniigassero, come si ha
tuno qui con lui parlarne. Felice è l'età da un quadro del Carpaccio disegnatore
nostra, se dall'Europa estirpala la schia- fedele de'pntrii costumi nato nel i45iO :

vitù, e per unanime consenso delle na- circa, morì nel 1 522. Da qui forse la po-
zioni si studia d'abolirla anche nell'allre polaglia di Venezia può aver ereditato
parti del n)ondo, vedemmo eziandio un l'invincibile ripugnanza che nutre anco-
Gregorio XVI
solennemente riprovarla. ra per I' opere faticose e propriamente
Anco in Venezia un tempo fu 1' Uomo servili ; misero pregiudizio, per cui si
considerato nulla più d'una merce, pri- contenta di languire colle vesti a brani
vato del godimento de' propri diritti, in riprovata miseria, piuttosto che pro-
trafTicalo e disposto qualunque come di cacciarsi quel pane, che rapito gli viene
altra masserizia. Ivi era esteso e di som- dagl'industriosi individui, che emigrano
mo lucro questo inumano e degradante dall'alpi Giulie e dalle Caiiiiche, i quali
commercio, e la Dalmazia, la Grecia, la sono Venezia come galliziani a Ma-
a i

Homagna, il ducato di Bari, quello di drid e que' d'Alvergna a Parigi. Giovani


Benevento e la Toscana erano parchi i t robusti erano gli schiavi; dappoiché non
ove esegui vasi la miserabile e obbrobrio- si acquistava uno schiavo che non fosse

.sa caccia. Crudelmente marchiate le perfetlamenle sano di mente e di corpo,


guancie e la fronte degl'infelici con ta- o avesse qualche membro offeso, o pa-
gliente ferro onde poterli conoscere, ve- tisse d'epilessia. Il padrone lo dominava
nivano poi venduti a'pagani dell'Africa. con pienissima podestà ;
poteva vender-
Invano Sinodi provinciali e altri proi-
i lo, darlo in pegno, obbligarlo altrui, pi-

birono severamente quest'infame com- gionarlo, riprenderlo, e testando legarlo.


mercio; invano dal J'aticano si scaglia- Era però in suo potere 1' affrancarlo, e
vano anatemi contro trafficatori il i ; così appunto fece il celebre viaggiatore
cupido amore del guadagno cedette allo Marco Polo, liberando da ogni vincolo di
scrupolo, in onta allo stesso regime re- servitù il suo schiavo Pietro, con testa-
-

V E iX VEN 375
mento 23 gennaio i323. Dal Canio loro Cupo N\\\. Digli Spettacoli. Couif
5.

gli scliiavi, onde allczionaisi l'aniniodel pagni della Calza. Teatri. Tor/tei. lie-
padrone, e possibilmente addolcire così guta. Nel principio del secolo XV si for-
la barbara situazione in cui si trovavano, marono alcune società di persone benna-
non oniiiìellevano di adoperare fascini, te e gentilizie quali altro scopo non aven-
attisecondo la loro malizia, o benancu do che di festeggiare, di dare concerti di
buona fede, ad oUerierc per forza d'in- musica, tornean)enli, e quelle certe far-

canto lo scopo cui tendevano le passioni se che si appellavano rappresciilazioni,


de'Ioro signoii : v'erano beveraggi e mi- l'aiMuia erano proprio di lutti gli Spetta-
sture per appagar l'odio, la vendetta e coli, ne accrescevano il decoro e la ma-
l'umore. Gli orientali lutti e i greci fu gnificenza, e grandemente il po[>oIo di-
rono sempre conosciuti come sperlissimi letta vano. Queste società, nel le quali sem-
nelle malìe e inclinati alla superstizione, bra che vi fossero pure ascritte delle don-
in modo che giungono a credere che le ne e di diritto sempre le mogli degl'indi-
persone, gli animali e le cose possano ri- vidui che le componevano, delle furono
cever danno ove si guardino con occhio Compagnie della Calza, poiché si stabi-
invidioso e maligno; credono alla ridi- lì che l'inipresa loro dovesse stare nel
cola e degradante iettatura, come tanti colore d'una delle bi-ache(le quali essendo
coltissimi italiani ! Ora facendo vene- i lunghe e assettate sì chiamavano in Ve-
ziani lunga dimora in oriente, natural- nezia a vicenda eziandio Calze), diverso
mente accrebbero colle superstizioni di da quello dell'altra, bizzarria già usata
lutti questi popoli il corredo di quell'al- nelle feste anche nel resto d'Italia; ovve-
tre molle di cui andavano essi slessi giau- ro nel portare una di queste brache a più
«leiiienle imbevuti. Imperocché allora colori partila per lungo o per traverso,
credevasi in Itulia che la cattiva raccol- o di rabeschi fregiata, flnalmenlecou
ta, le inondazioni e le grandini fossero o- uno scaglione e ricamo sormontato da
pera del Demonio, che una Strega o un stelle. Ogni società assumeva una parti

Mago o negromante avesse il potere di ticolare denominazione, per cui vi furono


caodjiare grano buono in loglio e car-
il quelle lW Pavo/ii, degli /t eoe si, de' Se m^
bone, e che la massima influenza eserci- piterni,de Cortesi, degli Elerci, de Flo-
tassero sopra alcune mataltiespeciahnen- ridi, de*Reali ec., ed ognuna aveva un
te di fanciulli. I principi erano circonda- capo col nome di priore, uu sindaco, un
ti da maghi e da astrologhi, a'cui consi- segretario, un notaio, un cappellano, un
gli piegavasi il fiero animo d'Ezzelino III messaggio, e valenti artisti e pittori al
da Romano. Da tuttociò agevolmente si proprio stipendio. Tiziano Vecellio fu ai
può inferire, come e quanto esser doves- soldo de'Senipilerni, Palladio e Federi-
se anche in Venezia il fascino, e nello co Zuccari, come dirò in appresso, ope-
s!e»so tempo si devono scusarci venezia- rarono per un'altra compagnia, di ma-
ni, se attorniali da incantatori vi prestas- niera che non poco all'incremento delle
sero ftde. Ma crescendo le fattucchierie belle arti contribuirono anche queste so-
in eccesso, o cominciando piuttosto le cietà, e più agevolmente si corapiende
menti a iiiuminarsi e a conoscerne tutta couie Venezia fosse tanto ricca di pre-
una legge fatta neli4io dal
la stoltezza, ziosi dipinti, se nell'esecuzione dell'opere
maggior consiglio severamente le proibì, le più indilferenti venivano impiegati t

minacciando gli schiavi di turtiU'a (altra più famosi pennelli. Non potevasi però
prova che ancora erauvi schiavi in Ve- ordinare nessuna compagnia senza il per-
nezia), ove interrogati sulle loro malie messo del consiglio de' Dieci, ma l'ap-
avessero guardalo uu ostinato silenzio. provazione ottenuta, erettosi in un de'
e

37^ VE N V E N
campi appositamente tm tempio, clavasi prlo aveano giubboni di velluto, di dra|>J
:

principio colla messa dello Spirito santo pò d'oro odi seta colle maniche ritaglia-
con soleimilìi dal cappellano cantata, do[)o te,donde usciva alquanto la camicia, ve
la (piale da'sodali tulli giiiravasi in niaiii nendo poi un pezzo della manica allaccia
«lei notaio l'osservanza tlelle regole porta- lo aquello mezzodi lungh^
dell'altra per
le dallo statuto, e ner la di cui esecuzio- nastri di Portavano una berrettfi
seta.
ne vigilava ezirtudio il Dlagisti-alo de rossa o nera tagliala e pendente da una' 1
Provveditori del Coiivin. In conseguen- parte verso l'orecchio, ed capelli sem-i

7-adcMKpie di queste discipline, ch'erano pre huiglii e folli quanto più a vesserò po-
molte e diverse, come si ha dallo statu- tuto, legandoli talvolta bizzarramente
to de' Stnipilenà, compagnia ordinala con una fettuccia in una sola treccia. Si
nel I 541, il solo che ci sia rimasto, erano avvolge va no in fine in ampio e lungo man-
handili dalla società i giuochi di sorte; do- tello con cappuccio appuntato, il quale

vevano! compagni manlenersi amore re- a bella posta negligentemente in sulla


ciproco e concordia non venire {»ai a ; schiena venendo a cadere, lasciava scor-
contesa nelle feste e nell'assemblee; né si gere nel soppanno di esso l'impresa par-
doveva mai propalare il deliberalo. Auj- ticolare del comi)agno eseguita a trapun-
niogliaiidosi un compagno, portava egli to d'oro o di seta. Si ponno vedere le due
per 3 giorni la veste di seta, e gli altri di figure del Compagno dellaCalza nelle ta-
scarlatto, e per {\\\e volte banclieltava i vole 17 e 18. Le donne portavano sur
confratelli, una cioè in sua casa con n»usi- una delle maniche della vesta l'impresa
ca e colle ///o«/c;/7V,o narra/ioni onorevoli della compagnia. Cogli scrittori degli ordi-
di già acrennate, l'altra in casa della spo- ni equestri parlando di quello de'cavalie'
sa.Era pure obbligato lo sposo di presen- ri della Stola d'Oro (f^.), dissi che i for-
tare ogni compagno, il notaio, il cappel- manti compagnia della Calza fossero
la

lano e il messaggio d'un marzapane di 6 secondo alcuni un ordine equestre, o me-


hbbre, e d'un pane di zucchero, ed inol- glio si componeva di cavalieri. La repub-
tre di donare al notaio un ducato d'oro. blica oltre l'ordine della Stola d'oro, &•
Morendo assumevano tulli gii altri com- vea quelli de'cavalieri di s. Marco (F^.),
pagni per 4 giorni il mantello nero da del Doge (/'^.),otlel Principe di Venezia,
lutto, e al conlraiio accettandosi «n ini- dichiarandosi cavalieri dalia repubblica
ziato si rinnovava il rallegramento, do- e dal cavalieri con tali denomina-
doge i

vendo imbandire una cena magnifi-


egli zioni, per quanto narrai in tali articoli, on-
ca e abbondante. Accadendo finalmente de qui non occorre dirne altro. La repub-
di dover festeggiare, veniva scello un de' blica in generale non permetteva che nin-
compagnia signore o capo della festa, col- no de' suoi sudditi fosse decorato d'ordini
l'incarico di provvedervi e d' invigilare, cavallereschi da'sovrani stranieri, eccet-
non po-
atlincliè nella sala a ciò destinata tualo il Sommo Pontefice, che soleva col-
nessero piede fantesche e meretrici. Tut- le sue mani insignire con solennità gli

te queste discipline
erano condizionate a ambasciatori veneti dell' ordine dello
pene pecuniarie, le quali m caso d'om- Speron d'oro (/ ); diche e de'suoi ce-
missione o di contravvenzione doveano lebri ambasciatori terrò proposito in fine
termine d'8 giorni da un ca-
esigersi nel del § XIX. — Tuttociò premesso, prima
merlengo, volgendosi poi a benefizio del- di riportare col medesimo cav. Mulinelli
ia compagnia per supplire alle spese del- la brc ve descrizione degli spettacoli, e di
la festa d valsente delle pene medesime. chi n'era fautore e a un tempo parte, con
Olire l'impresa discorsa, usavano ezian- lui ripeto, doversi però sapere, che le
dio compagni della calza un abito prò-
i
farse rappresentazioni, che si davaua
VEN YEN 377
da' COITI pngni tlolln Calza, scbl'cnc con sinmpala nrll'islesso anno. Il teatro fu
]ioiii|)ii e con magnifici appaiali, non si condotto sulla (òrma degli antichi, cioè
potevano considerale come vere e per- a mezzo cerchio e colla scena dirimpet-

ii'! te lappresenlarioni lealiali, mentre to a'gradi sui quali sedevano gli spetta-

nella composizione non erano punto os- tori (in medesima forma fabbricò
questa
servati i precetti dcH'arlc, e nella Piaz- poi Palladio l'Olimpico, che tuttora am-
za di s. Marco, ne'campi è nel Catini gran- mirasi nella sua nobile patria, madre di
de si eseguivano sopra mobili palchi, o altri molti eletti ingegni, anche viventi);

come pralicavasi altrove, ne! le salee nel- ma sebbene Palladio avesse studiato a
le corti de' palazzi, ovvero ne* conventi, fondo le fabbriche de'greci ede'romani,

come in quello di s. Stefìino, in cui venne e di proposito sapesse i precetti di Vitru-


rappresentata l'i i fehbraioi 5i4 V^si- vio da non temere della riuscita di que-
Ilaria di Pianto, d'anonimo tradotta in st'impresa, pure non poco fastidio e non
terza rima. Frattanto nel pontificato di lievi sudori ebbe a costargli; poiché com-
Leone X, ed a Roma, ove già avea il ce- pila l'opera scrisse al magnifico Vincen-
lebre Pomponio Leto, edicacemente coa- zo Arnaldi di Campagnon nella provin-
diuvalo dal cardinal Ralfaele Riario, ri- cia Vicentina, che avea fallo la penitenza
rliiamato il teatro alle regole antiche (il de'peccati da ìui commessi e che stava
che rilevai nel voi. LXXIll,p. 74eseg.), i per commettere. Questo teatro, fabbrica-
recatosi a Venezia Francesco Ghereo, va- lo però di legno, per luogo tempo fu se-
loroso i-tiione, tenuto in sommo pregio guo all'universale ammirazione, e molti
dal Papa, si fece egli ad addottrinare sulla anni a[)[)resso divenne causa innocente
vera conur.edia in guisa, che ben presto dell'uuendio d'una gran parte del mo-
ne fuiono molle rappresentate da slima- nastero della Carità. Dietro quest'esem-
ti allori, fraVpiali i più rinomali furono pio sorsero indi altri non pochi teatri, di
Antonio da Molino soprannominato Bur- cui il Groppo pubblicò il novero, ed io
cliiclUi (probabilmente per allusione al ne parlai nel § XV, n. 1; e quindi vieppiù
celebre omonimo di cui dissi alquante si Hcciebbe l'amore per le sceniche rap-

parole nel voi. LXXXlV,p. 82), che buf presentazioni, favoreggiato grandemente
fonescamente parlava in lingua greca e dal governo, con avvedutoaccorgimeulo.
slava corrotta coll'italiano, facendo nìil- Giacché, tolte alcune ore al vizio, veni-
le altre giulleiie, l'organista di s. IMarco vasi ad impedir non pochi delitti, che più
tv. Armoniode'croùferi, il inusaicista Va- facilmente si avrebbero potuto commet-
lerio Zuccjito e Polonia di lui moglie. Ma tere de) sempre
quella turba d'oziosi, che
rorrtlto il poema, mancava ancora quel- abbondano nelle città grandi, com'era iu
sala destinata espressamente per le sce-
l;i quel tempo Venezia. Il consiglio de'Dieci
niche rappresentazioni, appellala appun- e più particolarmente il M agistralo de-
to Teatro. La gloria della fondazione del gli esecutori contro In bestemmia, invi-
1." teatro era serbata ad una delle com- gilavano però con tutta diligenza alBnchè
pagnie della Calza. Nel 1 565 si ordinò da nelle commedie e nelle tragedie fosse ri-
essa al sommo vicentino Palladio l'ere- spettala la nostra s. Religione, e non ve-
zione d'un leali o nel grande atrio corin- nisse recala olfesa alla decenza del co-
tio del monastero della Carità, già poco slume; e se a Roma si rappresentava la
prima dallo stesso Palladio costrutto; si Passione di Cristo, se a Firenze VJbra-
commise a Federico Zuccari la dipintu- mo, se a Modena i miracoli di s. Gemi,
ra di 1 quadri o scene, e finalmente co-
1
niano, da valenti ingegni espresse; se Rer-
là rappresenta vasi 1' Jutigono, tragedia nardo Pulci scriveva il Barlaam e il Gio-
di Conte dui Monte vicentino , che fu aajatf e se finalmente l'Alamanni com-
37B VEiN V EiN
pose la Com'crsioiie di s. Maria Bladda- denominazione quelle corse di Ca\'aUi a
lena; si proibiva in pari tempo a Vene- «li asini, di uomini odi femmine, al vin-

zia ogni rappresentazione delle storie del citore delle quali davasi a premio un
\eccIiio e ilei nuovo Testamento, e pe- drappo pallio, sostituirono i veneziani
culiarmente vietate cpielle di Giuditta, a tali corse, onde non esser inferiori nep-
della figlia di Jefte, e di Sansone, — Alla pure in questo agli altri popoli, quelle
mitezza di questi spettacoli progressiva- barche, scegliendosi per agone il
(Ielle

Diente davano già luogo alcuni altri più Canal grande, lungo, spazioso e di edifi-
strepilooi e guerrieri: la tromba che iu> ziin ogni tempo ornalissimo, che tentai

vitava al Torneo (nel quale articolo ne rappresentare nel § XI V, n. i, 2 e 3. Ab-


feci cenno), squillò pure in queste Lagu- bandonate quelle gare semplici che si fa-
iie,ed il fiore de'cavalieri d'Italia qui spes- cevano sul mare e la Laguna, con alta
so accorse a misurarsi coll'arme.La piaz- sapienza istituite per addestrare il citta-
za di s. IMarco, sebbene si armeggiasse di dino ne'marinareschi esercizi, davasi h
frequente anche ne' campi e nelle strade, 1." corsa di barche
, detta Regata nel
fu però sempre la lizza riservala pe'gran- i3i5. Pigliavano queste barche le mos-
di torneamentij né mai al mondo ebbe- punta degli odierni Giar-
se dall'estrema
8Ì forse luogo più magnifico di questo, do- dini pubblici, e trascorso tutto il Canal
ve oltre la maestà e la splendidezza de- grande, giunte al termine di esso incon-
gli edifizi, slavano quasi a testimonio del tro al ponte della Croce, giravano attor-
valore de' combattenti que' 4 cavalli di no un palo, espressamente confitto nel
prezioso metallo, che furono eziandio più mezzo dello stesso canale, per giungere,
volle testimoni delle grandi vicende, cui la stessa via rifacendo , alla riparata o
vanno soggetti gl'imperi e le nazioni an- Macchirta, come si appellava, che si eri-
corché possenti. Sedeva il dogedi consue- geva tra'palazzi I^oscari e Balbi, cioè nel»
to a spettatore in un palco iimalzato di- la volta dello stesso Canal grande all'im-

rimpetto alla basilica, il quale veniva co- boccatura del rio di s. Pantaleone, e dalla
sì a rispondere nel mezzo d' un de'capi quale davasi il premio a'vincitori. I pri-
della trincea, partendo da'fianchi di es- mi ad entrare in tenzone erano certi bat-
so lungo tutta la piazza altri palchi ador- telli appellali a un remo, lunghi pie-
ni di meravigliose pitture, di ricchi padi- di 28, e larghi 2 e oncie 6 ; secondi i

glioni, di bandiere e di scudi, che anda- i battelli a due remi, che differivano
vano a ricongiungersi coll'altro capo vi- da' primi in sole 2 oncie in più di lar-
cino alla basilica. Su questi palchi stava ghezza; indi venivano le gondole a un

la curiosa moltitudine, e sepiiralainente remo, poi quelle a due remi, e final-


da essa le dame. Né queste impailidi va- mente altri battelli a due remi vogali da
no punto al feroce urtarsi de' cavalieri e donne rematrici (queste vogarono pure
allo scontrarsi delle loro punte, che an- nel 1574 nella splendida regata per Eu-
zi nell'altissimo frastuono prodotto dallo rico 111, e valorosamente con destrezza),
scricchiolar delle lancie, dal nitrito degli le quali però pigliavano le mosse alla Do-

ardenti destrieri, dalle grida inci latrici de' gana di mare, ossia al principio del Ca-
re d'arme e degli araldi, e dalle gazzare nal grande. In questa guisa vi avevano 5
festevoli de'meuestrelli,si facevano ad a- ognuna dellequali erano4 pie-
corse, in i

uiraare colla voce e col gesto i loro crim- miali. Consistevanoi premi in determi-

pioni. — Mancando poi una pianura aVe- nala somma di denaro chiusa in un bor-
nezia o una strada bastamente lunga e sellino appeso all'asta d'una bandiera, che
lurgii per correre, come nell' altre città ro*y^ era pel i.° vincitore, t^tWf pel 2. ,

d'Italia, il ^a//(0, chiamandosi con questa celeste pel 3.° e gialla pel 4-° Quest' ul-
V E N VEN 379
lima portava nel mezzo dipinto un por- riavano ogni volta gli addobbamenti se-
cellino, e un porcellino vivo davasiachi condo la moda. A' goffi disegni dell'an-
l'avea oieiitata. Riuscendo poche pegli tiche, preferì d' offrire il diseguo della
spettatori le finestre de' palazzi e delle bissona che venne fatta, e accresciuta di
case, e poche le rive e le fondamenta, su 4 rematori, per la solenne regala dell'i i

cui slavano stipati in guisa da iilfogare, dicembre 1807: aggiungendovi inoltre il

era d'uopo che nielli si contentassero go- disegno della principale fra le peole ap-
der la festa in una harca, nella quale pe- prestale in quella circostanza, e che si u-
rò potevano seguire lottatori, e giudi-
i sano a maggior ornamento dello spelta-
care così più da vicino di tutti loro ar- i colo. Ma per avere le più ampie e sin-
tifizi, perizia, forza e destrezza. Allineile cere notizie intorno alla origine delle re-
poi la pressa delle barche de'curiosi non gate veneziane e all' epoche in cui se-
avesse ad imbarazzar 1' agone , ufiicio guirono, cioè dal i3oo al 1847, coll'e-
d'alcune altre era di far ala a quelle del- lenco de' personaggi che vi assistettero,
la corsa. Queste baiche si chiamavano degli artefici che vi lavorarono, e de-
lissorie, margarole e haloline, sulla di cui gli autori che ne scrissero, leggasi : Let-
prora stava ginocchioni un patrizio , il Emmaniteie Antonio Cicogna a
tera dì
quale sapeva colla balestra alla mano con- Oleandro Contedi Prata intorno ad al'
lener l'audace, se per avventura vi fosse cune regale veneziane pubbliche e priva-
stato. Erano le bissone lunghe piedi ve- /<',ediz. 2.', Venezia, Merlo 856, [ in 8.° di
neti 36, larghe 4 e oncie 4, lerniinando pag. 96. Con questi diversi spellacoli,cogli
con una sola oncia di larghezza alla ruo- esercizi del pugillato, delle forze d'Erco-
ta di prora ed a quella di poppa, ed era- le e della moresca, destinati dalla prima
no vogale da 8 rematori ; ie margarote istituzione a pubblico tripudio , e come
erano minori di 4 piedi , ed avevano 6 usavasi altrove, colle iìlaschcre, e colle
rematori; ie haloline di 6, con 4 reutato- giostre de'loiisollazzavasi d'ordinarione'
li. Sorvolando quasi queste bai che sulla dì del Carnei'ale {è notissimo che anco
superfìcie dell'acqua, tanto per la forma fuori di tale tempo era ordmaria per Ve-
della loro costruzione, quanto pel pro- nezia, in tempo della repubblica, l'uso del-
porzionato numero di vigorosi remalori, la Bautta o Bauta. Questa era un man-

i quali tutti portavano assise vaghe e stra- tello di cremesioo o di velo, nero e d'al-
ricche, aumentavano esse non poco la tri colori, con piccolo cappuccio nero ad
uiaguifìcenza dello spettacolo, e tanto ric- uso di maschera: ne riparlo nel § XVI 1

camente e con eleganti capricci erano in fine del n. 2. Siffatta mascherala si

guarnite, che la seta, il velluto, le piume chiama in Roma Domino), ed in quelli


e l'oro de'gheroni o panneggiamenti, che anniversari per la commemorazione di
stavano disposti intorno a'ioro bordi, an- vittorie e di altri gloriosi nazionali avve-
davano ad immergersi nell'onda e coH'al- nimenti. Con questi medesimi spettacoli
ga marina confondevano così la ric-
si : festeggia vasi pure l'arrivo di piincipi e
chezza degli addobbi d' una bissona ve- altri illustri personaggi, facendosi di più
niva in pochi istanti a guastarsi per sem- danze e splendidissime lumi-
allora liete
pre, quando quella degli ornamenti d'un narie con torchi di cera e con fiaccole,
cocchio può durare più anni. La tavola come andrò dicendo nel § XIX. Alcuni
i() riporta le figure d'una peota e d' u- de'medesinii festeggiamenti si rinnovaro-
ua bissona nobilmente ornate, co' rema- no a'nostii giorni, e nel § XX li riferirò.
tori elegantemente vestiti. Avverte il cav. Termina il Mulinelli l'inlcressaulissirao
Mulinelli, che couseivatasi sempre la for- suo libro sul Costume Veneziano a lut-
ma della costiuzioae delle bissone, si va- to il XVI mi sono libera-
secolo, di cui
38o V E N V E N
melile giovalo, con dichiarare clie nel se- Dizinnnio (hi dialetto Veneilano,\e-
colo XVI raiTiore al piacere e il lusso ne- \\e:n,\ 1829. Nel 8^7 dalla tipografia Cec-
1

glispellacoli andaroiiogradalainenlecrw- cliini in Venezia si cominciò a impri-

fecendo, enei secolo d'uopo a'


slesso fu mere In 2.' edizione, migliorata, aumenla-
iiiagistrali ricorrere per ultimo a'parro- la e correità, aggiuntovi l'indice italiano
rlii, onde scuoprire i molli ginocalori di veneto. La Cronaca di Milano àe\iS5j,
fortuna d'ambo i sessi (descrivendo prin-i nella disp. 3.", dà contezza de" Proverbi
cipali G/»oc/i/, notai in qùell'articolojche Veneti, Padova 856, tipografia Sicca,
r

la 1/ menzione di carte da giuoco slam- raccolti da'ch. Fanzago e Colelti. E nella


pale trovasi in un decreto pubblicato a disp. jo. "annunzia del eli. Dal!nedico,Pro-
Venezia neh 44') proibitivo dell'inlro- verbi f^eneziani raffrontati con quel-
duzione dell' estere, onde non pregiodi- // di Salomone e co' Francesi, Venszia
caie fabbricalori), che in delusione del-
i iSSy, tipografia Antonelli. E" ioiporlan-
le leggi perseveravano a dilapidare 1' o- leche io riproduca quanto sul dialetto
iiorato retaggio degli avi, ammucchiati de'primili vi veneti riferiscali prof. Roma-
iii luoghi reconditi, e incerte piccole ca- nin nella Storia documentata di Fene-
se inosservate, dalle quali poi ebbero o- r/a, dovendosi lenerpresente quanto del*
ligine que'ridotti da giuoco delti ue'due l'origini de'veneti dico nel § XIX, n. i.

seguenti secoli casini. » Mentre la lunga peregrinazione, il dif-


6. Del Dialetto FencziannA Venezia- ferente clima, le nuovecondizioniaveano
Ili parlano e scrivono egregiamente la ritratto i veneti dall'asiatiche mollezze
lingua nazionale italiana.Usano però co- (intende parlare di quegli eneli che dalla
inuiìcmente un dialetto, come altri popò- Paflagonia si recarono nel paese de' ve-
li d' Italia, particolare e tutto loro prò- neli e con loro si confusero), la pronun-
prio; ed anche con esso compongono poe- zia, distintivo pressoché indelebile delle
.Me, fra gli altri essendo in (|uesle rino- nazioni,conserva va pur sempre tracce del-
mali i veneziani dorili a' noNlri giorni, l'asiatica origline, le quali tanti secoli e

Francesco Grilli che oi;cupò distinto seg- tante vicende fino a noi non poterono
l;Ìo tra'poeti del patrio dialetto; e Pietro tuttavia cancellare. Il primo linguaggio
Biualli autore nel veneziano dialetto di de'veneti derivar dovea dalla Siria e dal-
scherzevoli e gentili rime, ed anche di la Paflagonia, dalle quali provincia inol-
Salire, (o Pasquinate , ne.\ quale arti- te voci e desinenze passarono anche nel-
colo parlai del famoso simulacro di niar- la Grecia. Quindi sentono il greco alcu-
ino del Pascpiino di Roma ,
che in Ve- ne auliche denominazioni di luoghi nel
iiezia è il Sior Antonio Riohn, la cui fi- Veneto, ed anche parecchie parole poi
f^ura marmorea è infissa nell'angolo d'u- sempre conservate nel veneto dialetto. Il
na casa, presso il ponle de'Mori nel se- carattere particolare del quale è la dol-
•sliere di Cannarcgio, così detto da un an- cezza, come altresì (specialmente ne'pri-
tico palazzo già fondaco degli Arabi. Ne- mi tempi e tuttavia in una parte del pò-
j^ii articoli Don e Ser o Sere, con Apo- polo) l'abbondanza de'dittonghi finali a
sUilo Zeno e Cancellieri, piulai de' titoli modo ionico, con una sorte di cantilena
«ia'vcuezianidati a'foraslieri, a'palrizi,a- e allungamento delle vocali rimasta an-
gli ecclesiastici ed a'dogi; e che invece di cora tra gli abitatori di liuranoedi Chiog-
Signore, usano vocaboli Sere e Sior).
i già (come rilevo parlando di quell' iso-

Questo dialetto è grazioso, dolce, insi- le). Così, benché il primitivo linguaggio

nuante, rapido. Abbiamo del Patriarchi, (te' veneti ricevesse grande alterazione fin
P'vrabolarioP e}ìezianoePadovano,{^a- dalla loro venuta in Italia, pel mescola-
dovai775e 1796; e di Giuseppe Boerio, mento colle lingue elrusea, euganea, uni-
1

VEN V E N 38
Lra, ec. , e specialmente con quellii de' quali ne hanno uno particolare. Per ri-

gitili cciioinaiii loro vicini ed allenii, ben- spello alle quali città è da osservarsijches-
elle cedesse poi del tulio alla lingua la- se non erano comprese in quel tratto di
tina divenuta d'uso generale , couje nel paese, che fu abitato dngli antichi vene-
lestodel grande impero romano; tuttavia ti, ma furono fondate da' galli cisalpini.

le proprie inflessioni in gran parte con- L'antica lingua di questi popoli traspari-
servò , e forse anche alcune voci, onde va nel loro Ialino, com'è agevole di rico-
neppure gli eccellenti scrittori latini della noscere dalle iscrizioni raccolte dal Maf-
Venezia poterono spogliarsene intera- feij ed è probabile, che gli originari dia-
mente, e la lingua del Lazio dovette nel letti delle diverse nazioni, diesi stal>ili-
Veneto piegarsi al dialetto nazionale, e rono in Italia, sieno una rimuta cagione
accettare alcune sue forme". La lingua della varietà de'linguaggi che vi si parla-
dunque de' veneti, allorché vennero nel- no presentemente. Tra (piesli, il venezia-
le lagune, era naturalmente la' Ialina, ma no è senza dubbio il migliore. Egli, come
con poche fornice voci particolari. Queste docuineuta il Boerio nel suo applaudito
forme, durante la loro dimora nell'isole, Dizionario del dia letto f''e/2e27««o,res[)i -
si andarono sempre più ullontanandodal- ra tutta la greca soavità; edanzi è più
la lingtta piimìtiva, nuove se ne aggiun- dolce e più insinuante del Toscano (y.),
sero, derivate da'nuovi bisogni e da'fre- quantunque poi gli sia di gran lunga in-
(|ueutì rapporti col resto d' Italia e còl • feriore in dignità e forza. Il giudizio pe-
l'impero di Costantinopoli, onde venne a rò che ne può fare un forestiere, è sem-
formarsi poco a poco il veneziano dialet- pre di poco momento; se nun che miglio-
to. La pronunzia conservò sempre la na- ri prove del merito di quel .dialetto sono
turale sua indole di dolcezza, poche pa- già stale recate in mezzo da Saverio Bet-
role terminando in consonanti o tronche, tinelli, e da una lunga schiera d'altri ita-
e sostituendo suoni più dolci a quelli [)Ìli liani scrittori,! quali si deve naturalmen-

duri.Di più il prof. Konianin ne'docu- te siìpporre, che abbiano avuto un tallo
menti pubblicò alcuni saggi inediti ilei più fino per distinguere ogni sua perfe-
dialetto veneziano de'secoli Xlll e XIV. zione. Nelle poesie di siile piacevole e
Questo dialetto dovette cei lo assai per Scherzoso dà diletto; e la poesia Venezia»
tempo prestarsi alla poesia, che la giaci- na, per cos'i esprimersi, paragonala acjuel-
tura particolare della citln, ei grandi av- la dell'altre nazioni, è per n)olti rispetti
venimenti e le popolari tradizioni dove- ciòch'è la scuola veneta di pittura a quel-
vano facilmente ha ri-
ispirare, e se ne le del rimanente d'Europa. E verameii-
cordo nelle canzoni e cobole, componi- le Venezia un piccolo mondo in se sles-
menti lirici che il popolo cantava nel
, sa; le sue arti, le sue maniere e costumi i

I 268 per l'elezione del doge Lorenzo Tie- sono tutti propri di lei e particolari. El-
polo. Queste poesie andarono sciagura- la mostra originalità quasi in tutte lo co-
tamente perdute e cederono il luogo nel se, nella lingua, nella pittura, nella poe-
i3oo alle provenzali, all'italiane e lati- sia, uella musica; le quali però deve tlii-

ne. Nel t.Effemeridi htlerarìe di


2 (.\e\[' si che sono qitales dccet esse sorores. Ma
Roma deliST. ,a p. 58, si legge: DelDia-
1 noi presentemente non consideriamo che
letto Fenelo: Lettera d' un viaggiatore la sola lingua. Essa è principalmenlcd'u-
oltramontano. Ne farò un estratto. Il dia- rigine Ialina, tinta di greco, di schiavone,
letto veneziiinoè quelloche generahnen- e di non so che d'altro. La porzione peiò
te si parla in Venezia e in tutte le citlà che vi è infusa di greco forse non è m;ig-
consideievoli del suo stato, tranne alcu- giore dì quella ch'è sparsa nella lingua
ne poche, come Bcigauio e Crescia, le ilaliatia; ed io sono di parere, dice l'auto-
382 V EN V EN
re, che l'oiiglne di molti termini, che or- alcun vestigio; ma la cosa è ben lontana
dinai ianiente sono considerati come stra- dal vero, giacché la lingua che si parla a
nieri, si possa riiilracciare nella pura la- Venezia , é la stessa che si parla a Ve-
tinità de'aiigliori secoli, o nella corrotta rona; e la que-
piccola dilFerenza, che per
dt'H'età posteriori; giacché l'inflessioni e sto rispetto si osserva fra quelle due cit-
Je diversioni, a cui vanno soggetti, faiuio tà, e cou»e quella che passerebbe fra due
illusione; ed è spesse volle tanto arduo Provincie confinanti d'Itighilterra. Pia-
di ravvisarli sotto le nuove loro forme, gionando dunque l'autore .sopra una ta-
quant'èil riconoscere la radice d'una pian- leuniformità che regna nel loro dialet-
ta nella varietà lussureggiante de' suoi to in tutta 1' estensione del paese che Io
rami. L'autore porta opinione, che fatta parla, si fa a domandare: Non si potreb-
una certa pratica in rintracciar le sillabe, be inferire, che gli stranieri suindicati si

le quali coli'andar del tempo si svisano sieno pel lunghissimo tempo naturalizza-
adatto.si troverebbe nel Du Gange, G/o^- ti nel linguaggio? Indi spinge più oltre
sariitm niecliae et infimae laliiiitatis: questa teoria, con dire. Tutti gli scrittori

Glossarium mcdiae eliiifiinae graeciUt- convengono che gli antichi veneti, o ve-
tis, la parentela di molti termini. E pe- neziani, erano un popolo d'origine diver-
rò cosa certissima che vi sono inoltre pa- sa dalle galliche tribù, le quali popolaro-
recchi vocaboli, che non sono di latina o« no il resto della Lombardia. Lanzi, ch'è
rigine, e modo, con cui si sono introdot-
il quasi il solo che nel Saggio di lingua
ti, può essere'un argomento di did>bi e Etnisca abbia co'principii della sana cri-
discussioni.Vogliono alcuni, anzi è opi- tica investigato i monumenti nazionali, e
nione comune, che l'introduzione di si- che possa avere annoverato fra'più esat-
mili vocaboli si debba attribuire al coni' ti e ingegnosi scrittori , avendo osserva-
tnercio de'veneziani co'barbari e co'gre- to, che la porzione di greco da lui trova-
ci di Costantinopoli. Ma una sola consi- ta nelle loro iscrizioni è più pura di quel-
derazione, che deve farsi, metterà in chia- la ch'egli rintracciò in quello che rima-
ro la falsa supposizione. Qui cita il Fi- ne degli etrusci, sembra che supponga es-

liasi, Memorie storiche de' Veneti primi e ser stati i veneti un popolo misto di gre-
.vero/2/'iV. Si deve osservare, che si parla ci e di celti. Il che vale almeno per ri-

quasi una stessa lingua in tutto quel trat- spetto a quella parte di greco che la lin-
to di paese che dicesi Venezia Marittima gua di questo popolo conteneva o contie-
e Terraferma, cioè in tutta quella regio- ne ancora. Ma checché sia pure degli e-

ne che fu abitata dagli antichi veneti, lemenli della lingua loro, è cosa notoria
che corrisponde presso a poco a'moder- ch'essi ne avevano una a se, comunque
ni stati veneti. Ma è però cosa manife- fosse composta; la quale rimase in segui-
stissima, che il dialetto della Venezia Ma- to, come l'altre di tutti gl'italiani abori-
rittima non può avere ricevuta ninna ad- geni, assorta nel latino; e molte prove si

dizione di vocaboli da quello de'barbari, potrebbero addurre per dimostrare che


i quali non penetrarono mai nelle Lagu- una tale lingua, come accadde di quella \

ne; ed è poi egualmente chiaro, che mol- de'galH e altri, tinse de'suoi propri colo-
ti luoghi della Terraferma non hanno po- ri la massa colla quale si confuse : e le
tuto probabilmente adottare termini gre- iscrizioni lapidarie, raccolte dalMafFei nel

cida Costantinopoli, poiché non avevano territorio veneto, fanno vedere quella sles-
alcuna comunicazione con quella città. sa provincialità antica, benché d'un ge-
Che se si volesse supporre che l'influen- nere diverso, che caratterizza quelle eo-
za degli stranieri siasi operata nelle duee- lonie galliche; e vi si riconosce lo stesso
streniità, l'uuae l'altra ne sei bei ebbero cambiamento di lettere, eh' è frequeulis-
VEN VEN 383
simo nel diiiltllo veneto die ora si parla. queste pai li coltivalo, vciinecome lingua
Cicerone nelle sue Lcltere familiari fa scritta sulle prime trascuralo dagl'italia-

menzione (li certi lermini, tli'eranoin vo- ni; né i letterali tanto veneti che del re-
ga in qtiesìe provincie, esconosciiilia Ro- sto d' Italia gli dettero mai corso ne'Ioro
ma. Tito Livio fu accusato di patavini- scrini ; giacché gl'italiani di qualunque
tà o pacluvanismo, diecchè si debba in- classe sieno, e in tutta la penisola, quan-
tendere sotto (|ucsla espressione: fu andie do scrivono, usano lutti una lingua, che
detto di Catullo, d'aver egli introdotto piùo meno è l'italiana, secondochè ognu-
certe nuove forme di dire nella lingua Ia- no può scrivacchiarla alla meglio. dia- I

lina, e si potrebbero addurre alcune prò letti italiani però sono dappertutto rima-
"Ve di questi suoi f^cronìsnii. L'opinione sti nelle bocche de' volghi; ed il vernacolo
dell'autore, è la ricerca per dimostrare di Venezia, linguaggio o dialetto del pae-
relativamente agii slati veneti, che possa se, come pure è accaduto d'alcuni altri, è
probabilmente applicarsi all'Italia tutta. quasi egualmente usato daireducale per-
In confeuDa di sua opinione, ricorda die sone come dalla plebe, la quale, non è
l'Algai olii cita una lettera di Varca Vir- quasi esagerazione di dire, che sa tanto
gilio, nella quale conuneiitando un cer- r italiano quanto sa 1* inglese (sic). Ala
io epigramma, critica la parola pitlus, as- quantunque il veneziano avesse cessalo
severando non essere Ialina. Dal sin qui d'esistere come lingua scritta o adopera-
ditto, sia o non sia applicabile tanto al- ta nella sola letteratura o ne'gravi alla-
l'Italia mei idionale cerne alla settentrio- ri; pure come l'armeggiare continuò co-
nale, crede l'autore d'almeno aver tro- me divcriimenlo fra' zerbini dopò che
iata la certezza per rispetto alla veneta cessò d'esser vero comballìmenlo; nella
provincia. Che se, come intende d' aver slessa guisa qualche ameno ingegno di-
dimostralo, vi sia ragione per supporre scese in quesl' arena deserta , e vi fece
die vocaboli stranieri, siccome sono quel- non dispregevoli prove di valore. I saggi
lida lui prodotti e die per brevità om- che a questi poeti riuscirono più felice-
mello, siano stati primitivamente intro- mente, sono quelle che chiamano Bal-
dotti (e v'è lutla la ragione per asserire late Fenczianc (nel 1807 la tipografia e-
che di tali n'esistevauo nella lingua de' ditrice Gattei di Venezia impresse: Le
veneti, i quali di se colorarono la latina Ballate ed il Gondoliere l^eneziano, dì
quando quesla venne da quel popolo a- Sah'atore Trinche se),hyio\\ numero del-
doltalìi); gli sembra egualmente ragione- le quali, benché spietatamente sfigurate,

vole di soppone, che simili anomalie sie- s' odono in Inghilterra; come la musica
ro trapassale nd dialetto, che successe al fatta a quelle canzoni è cognitissima in
Ialino idioma. Quaudoegli nega peluche Londra (questi e altri simili ricordi, che
i vocaboli greti, ««tliiavoni e altri, i quali trovo neirilIustieanonimo,mi fannocon-
s'incontrano nel dialetto veneziano e die getturare sia stato un dotto inglese; altri
danno non poco imbarazzo, sieno d'ori- però n'escludono la probabilità). Ninno
gine moderna non intende perciò di-
; se ne può formare però alcuna idea uden-
re che gì' idiotismi dello schiavone mo- dole cantare in qualsiasi luogo fuorché a
derno non siansi, comparativamente par- Venezia; giacché la pronunzia , benché
lando, a poco a poco introdotti nel par- possa imitarsi, non è però la genuina se
lare comune de' lempi posteriori. Detto non sulle labbra de' veneziani. Non v' ha
dell'origine del dialetto veneziano, l'ano- cosa più ridicola all' occhio e insieme al-
nimo procede a parlare della moderna l' orecchio che sia stalo in go/idoletta,
storia di\ medesimo. Il dialetto venezia- quanto udir quell'allegre e uidaiicoiii-
uo , che per un certo tempo fu solo in chc canzoni dulia bocca d'un inglese, che
384 V EN V EN
con (ina faccia come di sluccu e. pitti ad htmento delie parole straniere che vi so-
una stallia (sic) le va ripetendo ira'snoi no state introdolte, e gli scorciamenti che
litoniato ìd Inghilterra. Qui il canto vie- a (juelle sono stati fatti dalla naturale ra-
ne accoinpognato da tulle quelle delicate dice, rendono qne'dialelti assai dillicili ad
inflessioni di voce, dalla giaziosilà del ge- es.sere inlesi. Avendo l'anlore dichiaralo
sto, e da tulli que'cambiatnenli nella fl- il dialetto veneto pel migliore fra tiitli^

sonotnia per cui le donne veneziane sono passa a dire quali sono que' che crede i

lauto singolari. Ma ora però v' è quasi peggiori, e secondo lui sono il bolognese
alUellanta dillicoltà a tiovaie chi sap- (meravigliandosi come potesse meritar le
pia cantare una Ballata Ventziana, co- lodi di Dante; o cambiò carattere , o più
me chi canli l'ottave del Tasso, secondo probabilmente lo fece per denigrare Fi-
l'anouiino. Questo poeta è slato tiadut- renze, esaltando un'altra città a spese del-
to iu tulli o quasi lutti i dialetti d' Italia, la pro[)ria), il genovese ed il milanese.
ma molto meno però nel dialetto di Ve- Soggiunge l'anonimo, con allusione a'ri-
nezia; dove il Tasso era ne' tempi addie- cordati 3 dialelli: ciò non ostante uno di
tro il consueto canto de'gondoliei (come i questi, quantunque aspro e inelegante, si

rilevai nel n. 2 di questo stesso §). » Ma distingue per (piello spirito poetico eh' è
i canli de'lernpi scorsi sono ora muli, lo peculiare all' Italia. Qui nota il compila-
ne richiesi, giorni sono, un cerio che t»i tore dtW EJfciiieridi di Homa, che l'auto-
fu dello essere uno degli ultimi cantori re è lro[)po geneioso verso il dialetto di
di quelle poesie;e ben tosto m'avvidi d'a- Milano, e Iroppo ingiusto verso quello di
ver io toccalo un tasto lrop|)0 delicato, Roma, come si vedrà in seguilo. S'ingan-
col pregarlo di cantarmi l'ottave della Ge- nano i forestieri, se ci edono che il linguag-
insaleinine. Crollò il capo, e mi rispose, gio che sentono dal servitore di piazza,
che - in tempi come questi, non aveva vo- sia quello del luogo ov'essi si trovano.
glia di cantare. - La musica delle gondole L'autore cadde in quest'errore nel suoi,
è solamente per la solitudine e il silenzio viaggio in Italia. Trovandosi ne'dinlorni
della notte. Parrebbe perciò che alcuni di R.oina a vederne l'antichità, si fermò a
de' miei paesani ne avessero un'idea as- guardare un fiore selvatico, ed allora il

sai diversa; giacché vidi, non è inolio, un servo gli disse: comanda che lo Carpa?
inglese alleggiato di gravità insieme colla « Se mi fosse occorso di partir di Roma il
moglie e i figli, sopra una gondola nel Ca- giorno dopo, avrei probabilmente falla
nal grande di mezzogiorno, con due vio- l'osservazione che il miscuglio della lati-
lini e un lambuiello. Eppure essi non a- nità è tale che si ravvisa anche ora nel par-
\evano aria d'esser di (jue'che scorrereb- lare vernacolo di quella città. Maini Irai-

bero con gran parata BoudStreel, quan- tenni abbastanza per avvedermi che non
do è più piena di gente, co' violini sopra era accaduto a quel dialetto uè più né me-
un biroccio. Ma io a poco a poco sono no di quello che osservasi per rispetto a
passalo dalla poesia de'veneziani alla lo- parecchi de' dialetti fratelli suoi; e che il

ro musica, e dalle gondole a'calessi. Però mio servitur di piazza parlava il romano
dissi almeno lutto, cred'io, ch'aveva a di- ralllnalo". Qui termina la Ltttera dello
re su questi argoinenli". Resta ora alcuna studioso de'dialetli italiani, colks nota.» 11

cosa a riflettere sopra i dialetti d'ilulia iu linguaggio delle persone educate in Ro-
generale. Li dice tutti nuovamente, come ma, il quale è infinitamente diverso dal vol-
il veneziano, bastarda progenie della Ia- gare vernacolo, si può considerare come
lina lingua, benciiè amalgamali con più italiano di sofisti, il concorso delle genti
vili metalli e strettamente legali coli' ita- in quella cillà da tutte le parli dell'Italia,

liano moderno. Ciò non osluule ilmcsco- vi ha resa più che mai necessaria una
VEN YEN 3ST
lìngua (Utlicn; e questa lingua aulica ha innanzi ricorderò; i dogi di Venezia, un
pre<io iialuralmenle una forle tintura di gran numero di patriarchi, vescovi e al-

latino, eh' è la lingua della Chiesa e delle tri dignitari ecclesiastici ; ammiragli, ge-
cancellerie". Ma soggiunge il compilato- nerali, procuratori di s. Marco, primari
re ùfiW Effeineridi. » E qui pine s'ingan- magistrali, ambasciatori, e infìnitiillustri
na il nostro autore, a parer mio. 11 dia- e benemeriti della patria per dottrina, va-
letto romano e di tutto quel tratto di [)ae- lorose iro[)rese,allosennoemolleplici vir-
se che si stende tra Roma e Napoli abbon- Non pochi rami de'patrizi veneti si tra-
ili.

do più che allro italiano dialetto di veri piantaronoin diverse parti d'Italia ed'Eu-
latinismi particolarissimi, mentre quella ropa, ove fiorironoe fioriscono. Dice l'an-
lingua aulica intanfo può forse aver qual- notatore del Buller, Fite de Padri, de'
che influenia nella favella delli così detti Martiri e degli altri principali Santi (a-
primo e mezzo ceto della capitale, ma uiu- veudolo ricavato àd\\' Arte di verificar le
na o quasi ninna in quella del' popolo e , date. Cronologia storica de' Dogi di Ve-
nessunissima ne'parlaride'contadini mas- nezia, 1. 1
7, par. 2, p. 537, la quale opera
sioie più lontani da Roma. Eppure que-
i per la i.' volta pubblicata in italiano a
gli scolpiti latinismi si trovano appunto Venezia dal tipografo Giuseppe Gatlei,
nel parlare di questi ultimi, e così stret- contiene nel t. 4j
P- '3
della Continua- i

tamente che dicono, per citarne al-


tali, zione, il proseguimento e fine della Cro-
cuni fra'molti, loco ed eco (Ulne e Ime) nologia medesima, e tutta terrò presen-
per qui e costì: tricarc (iricari) per star te nel § XIX, n. 4« seg.), nelle due edi-
a cìiiacihicrare. Quel carpa poi è verbo zioni venete di questi stessi tipi, nella vi-
comune in Italia, e viene da carpire evin- ta di s. Lorenzo Giustiniani (per conti-

cile carpare, e quindi dal Xaùnocarpere. nuare la cui famiglia, come dirò nel §
Carpir sul fasto, è detto elegante tosca- XVIII, u. iSeallrove, il Papa Alessan-
no per coglier sul fatto: e scarpare è un dro 111, con raro eseuìpio, dispensò da'
verbo comunissimo in Lombardia. Co- voli monastici e dal sacerdozio il b. Nico-
sicché la domanda di cpiel servitore di piaz- lò Giustiniani, per sposare Anna figlia del
za, ((uantunque non fosse parlala alla ro- doge Vitale li Michiel,e dalla discenden-
manesca, e certamente neppiu-e in lingua za del figlio Bernardo nacque s. Lorenzo),
aulica diRoma, fu pure ciò nonostante patrizio veneto e i.° patriarca di sua ce-
italianissimamente detta, e tanto italia- lebratissìma patria. » La nobiltà di Ve-
namente, che in alcune città è espressio- nezia si divide in 4 classi. La i.' è com-
ne conjunissima e regolare affatto". posta dalle famiglie elettorali, che discen-
y. De' nobili e de' patrizi di Venezia. dono da' XII tribuni da'quali fu eletto il

Originaria, antichissima e gloriosa per i." doge nel 709 (non posso convenire a
innumerevoli fasti è la Nobiltà e l' illu- questa data, perchè devesi anticipare al
stre OYiWne >\e Patrizi ù\ Venezia. In tem- 697, couìe dirò nel § XIX nel riportare
po della possente repubblica veneziana la serie e le biografìe de' dogi di CXX
ambirono di essere ascritti nel libro tl'o- Venezia). Questi sono i Contarini, i Mo-
ro del patriziato e della medesima nobil- rosiui, i Gradenighi, i Badoari (ne'quali,
tà, di versi sovrani, ed un grandissimo nu- come superiormente notai, si trasfusero
mero di famiglie principesche e signorili gli antichi e celebri Partecipazio), i Tie-
d'Italia e oltreroonte. Quesio articolo, e poli, i Michieli, i Simudi, iFa-Memmi, i

quelli in cui culla storia ne riportai le lieri, i Dandolo, i Bollani o Folani, Ba- i

prove, ne sono irrefragabili testimoni. Im- rozzi. Ci ha 4 all>"e famiglie che sono qua-
perocché da loro uscirono que'Sommi si antiche al paro di queste, e che soscris-
Ponlefìci e Cardinali di s. Chiesa, che più scio cuu esse la fondazione della graa
VOL. xci. 25
386 V E N V E N I
chiesa di s. Giorgio Maggiore l'anno 800 le 11 Michiel, per ampliare e maggior-
(o più iHitli come vuole il Cornei ) di Ge- nìenle perfezionaie l'aristocrazia, e sce-
sù Cristo, cioè i Giusliniaiii, Comari,
i i mare così il potere del popolo, il quale
Bragadini, i lìenibi. La 2." classe è com- pel diritto di suffragio che ila va nell'as-
posla di fjuelli, il nome de'qviaii è regi- semblea, avca parte in tutti i uiagistrati,
stratosul Libjod' Oro,one\ registro della ed eguale interamente a'nobili, e di que-
nobiltà formalo da Pietro Gradenigo (fra' sti era più numeroso, per cui li superava
3 dogi di sua famiglia veramente è il .°), 1 sempre nel numero de' voli. Dal mag-
che stabilì l'aristocrazia nel I2q6 (l'ulti- gior consiglioaimualmcnle traevansi 60
mo di febbraio nel maggior consiglio, in mendjri destinati a comporre il senato,
cui si escluse alliuio il popolo da ogni in- ove si doveano trattar gli affari dello
fluenza negli alfari. Arditamente e intre- stato. S'istituirono pure alcimi consiglieri^
pido, il doge avendo stabilito d'escludere senza il cui consenso non poteva il doge
del tulio il comune dui governo, propo- far cosa alcuna; ed inoltre furono stabi-
se che lutti quelli , ì quali in quel di liti alcuni elettori destinati a scegliere in-

nel maggior consiglio trova vansi, essi e i vece del popolo il doge. In questa guisa
discendenti loro l'avrebbero C(jmposlo in la popolare licenza , e il dispotismo de*
perpetuo, dando così alle famiglie loro dogi, ch'era sialo fin allora poco diverso
un diritto esclusivo ed ereditario d' ap- da quello de'sovrani assoluti, si freni) ac-
partenervi. La proposta fu approvata. corlamenle. Atteslano alcuni storici e cro-
Gli altri nobili in quella guisa strana- nisti veneziani, che nel 1172 fosse creato
mente maggior consiglio, die-
esclusi dal un consiglio di 4oo in 5oo nobili, a'qua-
lono altissimo segno di rammarico, ed i 11 in corpo adunali si conferì la suprema
popolari inconsolabili si querelarono a- distributiva e deliberativa podestà. Non
perlatuenle. Uno di essi, ardentissimo re- lutti gli scrittori sono concordi sopra tal

pubblicano , feroce di sostenere i diritti numero, leggendosi presso alcuni quello


del popolo, e considerando G rodenigo un di 4'>o> plesso altri di 470, ovvero 480,
tiranno vero, e tiranni lutti i componen- ma il numero era aniuiaimente vario,
ti il maggior consiglio, giurò con altri di ora maggiore ed ora minore, né mai tro-
distruggere gli oppressori della libertà vasi invariabile; ciocché niente toglie al-
pubblica, e di trucidare tutto il maggior l'essenza dell'istituito consesso aristocra-
consiglio e il doge, senza misericordia. IMa tico. A rassodare questa istiluzione, che
egli nel dì seguente perde la vita per dava più consistente e perfetta forma al

mano del carnefice, e frodato il popolo governo, valsero molle leggi, elie furono
restò salva 1' aristocrazia. Così la repub- a questo consiglio decreiate. La princi-
blica di Venezia, pel coraggio e finezza di pale fu che la durazioue de' nobili eletti

Gradenigo, a un tratto da democratica, non si estendesse oltre il corso d' un an-


divenne aristocratica, e tale si conservò no, ma che nel giorno precedente all' ul-
sino al suo termine). Melleansi nella 3. timo di sellendire dovesse rinnovarsi il
classe quelli che da qualche tempo ave- consiglio. Non era viel.ito però, che mol-
vano comperato il titolo di nobiltà col- li nobili d'un anno si confermassero nel

lo sborso di 00,000 ducali, ed erano 80


1 seguente, né leggesi che fosse prescritto

famiglie. Si contano nella 4-''q"'^ll' che intervallo di giacenza Ira la scella di uno
furono aggregati a! senato di Venezia, e la sua rielezione, ciò clie in veneziana
come Eenlivogli ec." Il maggior consi-
i favella chiamavasi contununiadi ufficio^
glio era nato nell'anno 1 172, come me- A' 4 poi di dicenìbre di ciascun anno, il
glio dirò alla fine del dogado 38.° nel § doge in persona, o in assenza il decano
XlXj dopo l'uccisione del doge Vita- de' consiglieri , traeva pubhlicaxucnie a
5

VEN V E N 387
«oiie i nomi tli 3o giovani nobili, in el"i cui andarono insigniti in buon numero
di 2 I anno, oflìncliè polessei'o prima del- gii abitanti delle Provincie venete, dichia-

l'eia stabilita dalle leggi, cb'era quella di rando ili voler conservare l'antica e la
25 anni compiti, concili rc'ie col loro vo- nuova nobdlà, cioè quella procedente da
to nel gran consiglio all'elezione de'ma- prerogative avite, e quella derivante da
gistrali e degl'impieghi pnbblici. Veniva concessioni dell'estinto governo Italico,
(jueslo eseguito con palle, altre irianche associandQla e paragonandola alla nobil-
ed altre gialle, cli'erano cliiatnale /Jc/Z^t? tà sparsa nella vasta monarchia austria-
d'oro. Quei, di cui uscivano nomi ad un i ca. Allesovrane conFertne successivamen-
tempo con una delle palle gialle, si dice- te emanate a favore delle singole fami-
vano in Venezia, eleni a balla d'oro. Di glie, precedette il riconoscimento del di-
tulio il discorso meglio è vedeisi il
§ XIX, goduto da'cessali consigli delle città
ritto

e parlicolarmenle il dogado 49° Del- di Terraferma, di nobilitare le famiglie

le Case T'ecchie o famiglie patrizie de- degl'individui ammessi a' consigli mede-
rivanti da' tempi Tribunizii, delle Cme simi; e tennero dietro le discipline pre-

NuoK'e o famiglie patrizie che ciò non scritte contro quelli che si arrogano pre-
potevano vantare, comechè annoverale rogative nobilitatrici o titoli de'quali noa
ul dopo rSoo, discorro nel do-
patriziato sono in possesso. Alla nobiltà fu conces-
gado 74-"; mentre nel dogado 6o." par- so d'impetrar nuove onorificenze, e rap-
lo delle 3o famiglie ammesse al patri- porto a'titoli de'cpiali già trovaronsi in-
ziato e almaggior consiglio dopo la fa- signite le famiglie nobili e non nobili, fu-

mosa guerra di Chioggia. Nel dogado di rono dal meilesimo imperatore, previo e-

Francesco Erizzo del 63 venne mode- i i , same fatto dalle autorità con)petenti de'

rato I' uso della veste senatoria con ma- documenti di concessione e delle prove
niche larghe, e restò prescritto che non di discendenza, confermati quelli che ri-

potessero indossarla se non que'patrizi i sultarono conferiti da' predecessori del-


quali trovavan^i in alto ed in esercizio di l'iniperalore medesimo; attribuendo la
cariche senatorie, i pi ocuratori di s. Mar- qualificazione di conti, baroni o cavalie-
co, i doge maggiori di
fratelli e figli del ri dell'Impero Austriaco a quelli del fu
età, ed il cancelliere grande della repub- Sagro Romano Impero, e riconosciuti
blica; mentre patrizi usciti dalle slesse
i ([uelli.che procetlono da concessioni di

cariche dovevano svestirla, e si accorda- sovrani esteri, colla dichiarazione: Che


va a quelli decorati col titolo di cavalie- abbiano da valere quanto valevano sotto
re l'orlo d'oro alla stola, dorali gli or- i passati governi; e che da tale ricono-
namenti della cintura , e sotto le vesti scimento non derivi agl'insigniti alcun ti-
l'abito di colore rosso. De!l'accade«nia de' tolo a gradi di nobiltà od altre preroga-
Nobili, non più esistente, parlai nei § XV, tive alle quali altrimenti non avessero
n. 2. Narrai nella biografia del veneto diritto. Regolati in tal modo gli oggetti
cardinal Luigi Priuli , morto nel 1720, araldici,ed avendo oramai quasi tulle le
che con suo benefico teslamenlo dispose funiglie ottenuto dalla grazia sovrana
di sua eredità a favore della nobile "io-
o r implorata conferma o riconoscimento,
venlù veneziana, da mantenersi agli studi fu pubblicalo neli83o in Venezia dalla
nel collegioClementino de'somaschi diPio- tipografia Alvisopoli : Repertorio genea-
ma; e per quanto ivi dissi, sono superstiti logico delle famiglie confermale nobili
due soli pcsli gratuiti, a'quali si nomina- e dt titolati nobili esistenti nelle provin-

no de' nobili decaduti nelle proprie so- eie venete, contenente anche le notizie sto-

stanze. L'imperatore Francesco I nel 1 8 1 riche sulla loro origine e sulla dcrii'n-
otdiuò la revisione de'lUoli di nobiltà, di tione de titoli, colla indicazione delle
388 VEN
dignitìì, ordini cavallereschi e. cariche fli
V E N
assai ingegnosa, elegiinle e dotta difi-sa.
I
cui sono investili gl'individui delle stes- Dichiara quindi il cav. Scolari, dì coglie-
se, coni pila lo da Francesco SchrlJder se- re pertanto ben volonlieri una rauuuiir-
gretario di governo. ì)t^\\ niiliclii nobi- devole opportunità per far prova di per-
li e paliizi vendi hallauo: Frescot, Li suadere, che la polemica, la quale giova
jjregidella nobiltà veneta, Venezia i 682 del tutto agi' interessi del vero ,
può e
per Andrea l'olelli. Il conventuale p. Ma- dev'essere esercitata onoratamente, sen-
rio Vincenzo Coronelli cosmografo ilella za u)ancar di rispetto a veruno, e senza
repubblica pubblicò un libro inlilolato: punto compromettere la dignità degli stu-
uérinie Blasoni de' patrizi veneti. Si ha di. Così procedono veri sapienti, cui so- i

una Orazioni di veneziani


raccolta eli no indivisibili la discrezione, l'urbaiiilà e
patrizi, Venezia 793. Foscarini oit le
1 la civiltà. Indetta lettera adunque. Dan-

Pa tricien deFenise, Pa ri s 8 2 6. Ne 1 8 4 J 1 1 te avrebbe scritto a'3o marzo i3i4 da

co'tipi Cecchini e Naralovicli fu impresso Veneziaalcoiile Guido signore di Raven-


in Venezia il libro intitolalo: I versi lati- na; Ch'egli era andato per lui a Venezia
ni di Giovanni del V irgilio e di Dante a fine di rallegrarsi della nuova elezione
ylllighieri, recati in versi italiani col te- del dogej che, mentre egli aveva comin-
filo a fronte e con note da Filippo Scola- ciato a parlare al senato colla facondia
ri dottore in leg^e, cavaliere pontifìcio romana in bocca, gli fu invece mand.ilo
di s. Gregorio Magno, direttore d'uffi- a dire , che si trovasse un intei prete , o
cio superiore della regia. Dogana prin- che mutasse favella; che i nobili venezia-
cipale di s. Giorgio e della Salute in l^e ni lì avea conosciuti per uomini distrut-
iiezia , membro di molte accademie di tori delle leggi antiche, autori di corrut-

scienze, lettere ed arti nazionali, ed este- tele, oppressori del popolo, ed ignoranti;
re. Neil' Appendice trovasi la Disserta- che infine erano es>i provenienti od Dal'
zione dell' evidente e certa falsità della mali e da' Greci, venuti in Italia a por-
lettera 3o marzo 5 4 contro1 1
l'origina- tarvi pessimi e vituperosissimi costumi,
ria nobiltà e i costumi del J^eneto Pa- col fango d'ogni sfrenata lascivia; ond'e-
irizialo in (pianto si voglia attribuire es- gli non voleva assolutamente servirlo più
sa lettera a Dante Jlligliieri. Ha questa in simili incarichi presso siffatta gente.
dedica: Alle sempre fiorenti - ed inimor- Qui comincia il cav. Scolari a tessere la
tali glorie - del Veneto Patriziato - que- sua robusta ed eruditissima dissertazio-
sta critica esercitazione - dedica devota- ne, per difendere le ragioni apertissime
mente Comincia col dire: Che
l'autore. della critica,qUelle del suo predileltoDan -

la lettera pubblicata d'Anton Francesco le, che già da 3o anni aoiuiirava con quo-
Doni nel 1547, come scritta da Dante Al- tidiani studi e illustrava con pubblica-
Jighieri a Guido Novello da Polenta sia , zioni degne di quell'incomparabile genio
veramente di Dante, fu già contraddetto italiano, e l'onore degli antichi veneti; con
per assoluto dal Foscarini^ dall'Agostini, riprodurre il testo della pretesa lettera, e
dal Gozzi, dal Pelli, dal Biscioni, dal Fa- con ordinati argomenti, cheatiteriorineo-
hroni, dal Tirabosclji e dal Tentori; e te altri usarono per «mentirla, seguiti da
tuttavia sulla supposta autenticità ha quelli che vi aggiunse per non lasciar co-

sortito un nuovo rispettabilissimo e dot- sa che possa più [)ermettere una menzo-
tissimo difensore nel eh. consigliere Giu- gna si madornale e sì sconcia ; rispetto
seppe Dernardoni di Milano, il quale a- all' essere la sedicente scrittura di Dante,
\rebbe anche tolto ogni dubbio, se una inventata ad insulto di lui e della nobiltà
causa non vera per se medesima fosse per di Venezia, sua amata patria. Se lo leggo
poter mai cambiar di ualuru la mercè di trioufauledi àovrabbouduQli critici e vii-
,

VE N V E^ 38<)

toiiosi ar{»omenli, nell'annienfare la fiii- Cardinali scrissi speciali biografie, e d'un

faliica e nello scuopriie l'invenzione del numero grandissimo tenni propositoa'lo-


bizzarro e impiuleiite Doni, per vemlicai*- ro luoghi. Tuttavolta (jui nenomineròal-
sì tli Venezia, ove ivi pure i^li anteceilen- cuni, nel resto e per tutti suppliranno gli
li (li sua vita gl'iinpcilirono assicurarsi scrittori biografici che andrò raininen-
quello stato a cui aspirava, non posso ten- tfiiido. Primecmiano Dio eie-
fra'servi di

tare di seguirlo neppure con lievi cenni vati al cullo e agli onori degli altari, s.

die sncrverel)liero il pregio dell' opera e Gerardo Sagrcdo vescovo protomar-


e
(li COSI magistrale confutazione di tanta tire dell'Ungheria, s. Pietro Orseolo do-
aperta e manifesta calunnia contro la no- ge, s. Lorenzo Giustiniani i. patriarca
biltà veneta e che la slessa Venezia vi- di Venezia, b. Pietro Acotanto, s. Giro-
tu|)erii. Ora si sta aspettando la promes- lamo Emiliani fondatore de' somaschi
sa pubblicazione di Benedetto Vollo, chierici regolari. Si ponno vedere: Fla-
Le principali famiglie nohili di Vene- minio Corner , Ecclesiae P'enetae anti-
zia, ivi iSSy, tipografia editrice di San- f/in's momiincntis: Miscellanea ad. Eccle-

to Martinengo. Venezia aristocratica per sia s Venetas et Torce liana s: Hagìolo-


eccellenza, non è del tutto estraneo che giani Ttalicnm, col quale aggiunse piìi
io(|ui ricordi i magnifici articoli della Ci- d'8oo vite al Catalogus Sanctorum epa
viltà Catlolica u\l\to\al\: I due Foscari, in iMartyrologium non sunt, del servita
Memorie sloriche critiche di Francesco fr. Filippo Ferrari. L' Hagiologiwn era

Bcrlan i'eneziano, Torino i852, rivista slato preceduto dalla dissertazione: Quo-
riportata nella serie 2.^, t. 5, p. 4^^» modo ordinanda sintVeneliìs officiaSan-
della (juale ragionerò nel commovente cforunn'eleris Testamenti. L'anonimo,
dogado 65.° li quelli per La Nobiltà re- l'ite e memorie de' Santi spettanti alle
divida, pubblicali nella serie 3.", t. i o, chiese della diocesi di Venezia, ì^\ 1 7() i

p. 538, t. 1
1, p. 27 I. t. '/.Quaranta immagini de' Santi e Bea-
8. Illustri Veneziani. Si può dire, che ti {'iniziani più noti, pubblicate da Da-

Venezia non vanti un gran numero, ma niele Contarmi, ed illustrale dal vini-
un popolo d' illustri per eroiche azioni, zi ano sacerdote Giammaria. Dezan, Ve-

per valore, ingegno, dottrina e arte cele- nezia! 832. Magnanimi sederono in V^a-
bratissiiui; lungo assai sarebbe il solo e- ticano So(nrai Pontefici Gregorio
i XH
numerarli, avendo fiorito per santità di Coi vni'o, Eugenio //^Condulmiero, Pao-
vita, dignità ecclesiastiche, guerresche e lo li Barbo, Alessandro fII OHobo- V
coiif|uistatrici imprese, per alto senno nel- ni, Clemente A/// Rezzonico il gran :

le magistrature nel reggerei' amj/io do- Pontefice Gregorio XV


[ Cappellari di
minio e nel sostenere la dignità, la poten- Belluno per la lunga monastica dimora
za il decoro della gloriosa repubblica ;
, fatta nell'isola di s. iVlichetedi Murano,
non che nelle scienze, nelle lettere, nel come dirò nel § XVllI, n.19, chiamava
commercio fioreulissimo e opulento, e nel- Venezia seconda sua patria, anche con
l'arti del disegno, massime nell'archilet- altipubblici e se ne pregiava afFeltuo-
,

tura e maggiormente nella pittura. Di samente, celebranilone legloriecon quel-


tali generi d'illustri, almeno de'principa- l'eloquenza e tenace memoria che lo di-
li, già finora non poco ne ho ragionato, stinsero. Come per ordine cronologico ri-

ed altrettanto vado a fare nel progresso cordai i Papi veneziani, secondo l' epoc;»
dell'articolo, anco del gentil sesso, in che dell'esaltazione registrerò i cardinali che
pure non mancò il vanto a Venezia, come sì conoscono con certezza, mentre alle lo-

più sopra accennai, e poi dirò di altre il- ro biografie riportai le notìzie di que've-
lustri; mentre de'Santi e Beati, de'l^api e neli della Venezia terrestreelerati al car-
Jgo V E N VEN
ilirialato, anleiìori a' seguenti della Ve- gli ultimi fu Pier Antonio Zorzi. Abbia-^
nezia marittima. Lodovico Donalo del nio del cardinal Angelo ftL"Quirini, Tia-
1879 e fu ili,° Nel secolo XV : Angelo ra et Purpura Veneta ab anno 879 ad i

Coi raro poi Gregorio XII i)eli4o6. An- annnnii'jSg, Serenissiniae Rcipiiblicae
tonio Corraro. Angelo Bnrbadigo. Ga- Venetae a civitate Brixia dicala, Bri-
Eugenio IV nel
briele Conduliiiif.ro poi xiae excudebat JoaniiesM .''Uizzardi 1761.
i43i. Pietro Morosini. Francesco Lan- Gio. Girolamo Gradenigo arcivescovo di
tlo. Pietro Barbo poi l*aolo II nel 1464. Udine, Tiara et Purpura Veneta, Bri-
Francesco Condulinieri. Marco Barbo. xiae 1 76 1 . Il ca v. £Àco^n?i,lnscrizìoniT''e-
Kaltista Zeno. Giovanni Micheli, Pietro neziane, 672, illustrando 1' iscri-
t. 5, p.
Foscari. IMafi'eo Gerardi. Ernjolao Bar- zione del cardinal Lodovico Donato ve-
baro. Domenico Griinani. Marco Cor- neziano, la quale dice, Prirnus Cardi-
iiaro. Nel secolo XVI: FietroCVe/vj. Fran- nali^ Fcnetns assumptus ex hoc con--
cesco Argentino, Francesco Pisani. Pie- venia, giustamente osserva. Queste pa-
tro Qidrini, Marino G rimani. France- role non debbousi già interpretare come
sco Cornaro seniore. Gaspare Contari- se il Donato o Dona fosse stalo il i.° car-
ni e scrittore. Pietro Bembo e scrittore. dinale assunto dall'ordine Francescano
Andrea Cornaro o Corner. Luigi Cor- (V.J, giacché ve ne furono degli anterio-
naro o Corner. Marc'Antonio Amulio, o ri; ma bens'i, perchè è comune opinione
da Mida come dico nel ri parlarne nel tloga- fra gli scrittori,che Lodovico Donato sia
do 83." Bernardo Nai'agero.LiÙQÌ Pisani. stato ili.°Cardinale Veneziano, e come
G.FìaucescoConimcndon€.ZiìCciiv\a Del- tale di sopra io lo registrai. Avendo sem-

fino. Agostino Falerio o Faliere scrit- bralo ad alcuni che troppo tardi si fosse
tore. Federico Cornaro il seniore. Gio. cominciato a dare quest'onore ad indivi-
Francesco Morosini. Lorenzo Priuli. dui d'una repubblica s\ benemerita della
Francesco Cornaro giuniore. Nel secolo s. Sede, s'ingegnarono di trovare de' ve-
XVII: Giovanni Delfino seniore. Fran- neziani che ben prima del Donato furo-
cesco Vendraniino. Matteo Priuli. Pie- no fatti cardinali, e dissero che il Donato

tro Valerio o Falier. Federico Corna- fu il I


." bensì, ma \\prinio fallo ad istan-
ro giuniore. Marc'Antonio Bragadino. za della repubblica. Vari in efìetto ne
Cristoforo Fid/nan. Pietro Otloboni se- vengono ricordati come anteriori al Do-
niore poi Alessandro Vili nel 1689. Dea- nato, e mg."^ Gaspare Negri vescovo assai
Io Gregorio Barbarigo. Giovanni Del- dotto di Parenzo, nelle sue inedite Me-
fino giuniore. Pietro Basadonna. Mar- morie de' Cardinali J'eneziani , scritte
c'Antonio Francesco Barbarigo. Pietro dopo <|uanto ne scrissero il Quirini , il
0//o/;o«7' giuniore. Gio. Battista Rubini. Gradenigo, il Cornaro nel codice presso
GioigioComrt/'O. Vincenzo Grwi^u/. Da- lo slesso Cicogna, ne parla diffusamente,
niele Maico Delfino. Nel secolo XVllI : concludendo che il i.° cardinale venezia-
Gio. Alberto Badoario. Pietro Priuli. no su cui non cadde dubbio è il Donato,
Luigi Frinii. Gio. Francesco Barbari- Inoltre osserva essere curioso, che essen-
go. Angelo Maria (^f^/zm/e scrittore. Car- dosi sino dal 1878 proposto in senato di
lo Rezzonico seniore poi Clemente XIII ricercare al Papa perchè alcuno de' pre-
nel 1758. Daniele Delfino. Carlo Rezzo lati veneziani fosse all'evenienza del caso
nico giuniore. Antonio Marino Priuli. promosso al cardinalato, fu contraddetta,
Sanie Feronesc. Gio. Battista Rezzoni- e mandala alla votazione nel luglio di det-
co. hoi}ov\co Flangiiu. Sono in tutti 65 to anno fu deciso di 00, 35 avendo vola-
cardinali. Oltre a questi vi sarebbero gli to pel sj, 46 pel no, non sincere 12. Ri-
ascritti alla nobiltà veneziana, ed uno de- flette mg/ Negri, che ciò avvenne di cer-
YEN VE iN 39 1

to, noci pcicliè poca slima facesse la ve- stoforo Vidniau nel 1660 lasciò i5,ooo
jì(il)l>lica d'un grado cosi eminenle, ma scudi perchè si provvedesse d'ospizio iu
solo perchè non credeva essa che fosse un palazzo con comoda abitazione, prov-
cosa vantaggiosa allo slato l'aver de'pre- vista d'ogni necessaria suppellettile, il pre-
lati, che riconoscer dovessero ogni loro non essendovi si con-
lato di sua famiglia, e
avanzamento da un principe forestiero cedesse pergraluita dimora a'vescovi bi-
qnantunque ecclesiastico. Vari decreti sul sognosi dello stalo Veneto, che si recas-
proposito del cardinalato Irovansi di Bar- sero in Roma atl Linilna Apostolorum^
tolomeo Zaujberli fra' codici della Mar- ove per la tenuità delle rendite di loro
ciana. Già notai nel n. 5 di questo §, che mensa, non vi si potessero mantenere col
la repubblica soltanto agli ambasciatori decoro dovuloal grado loro; dovendone
presso la s. Seile permetteva di ricevere aver cura un canonico della collegiata di
dui Papa onoridcenze equestri, ma per s. Marco di PLOina, suo titolo cardinalizio,
la domanda d'un cardinale a Uibano VI, colla provvisione d'atuiui scudi 4o e l'a-

che poi nel seguente sellembre dello stes- bitazione di 3 stanze. La disposizione fu
so anno, a' 8 o a'28 creò cardinale il Do-
1 tosto adempita, coll'acquislo d'un palaz-
nato, diròuna mia opinione. Crealo Pa- zo sul Quirinale vicino a s. Silvestro, in
pa Lrhaiio ^/agli 8 aprile SyS, insorse 1 luo^o ameno e delizioso, e venne nobil-
a'20 settembre l'antipapa Clemente Vl[ niente addobbalo. Morto il cardinale in
eletto da'cardiiiali ribelli, i (piali sino dal detto anno a s. Martino presso Viterbo,
declinar di giugno pel precedente malcon- il corpo fu portato in Roma e deposto
tento eransi ritirali in Anagni. Forse il nella memorala chiesa titolare, con epi-
sagacissimu senato previde lo scisma che tallio riferito dal Piazza. Il Bernardini

slava per isco[)piare, e cambiò in molli che nel 1744 puhhiicò la diligente sua
de'suoi membri il divisamento di doman- Descrizione de' Rioni di Roma, a p. 56
dare un cardinale, onde non esporsi, co- dice: Nel rione Trevi e presso s. Silvestro
me per tale motivo 3 prelati tedeschi non de'teatiui, vi è il palazzo Vidman,os/;/z./'o
accettarono la dignità cardinalizia n cui de'vescovi veneti. Però gli eredi Viihnau
nelmedesimo concistoro l'avea elevali questionarono a'canonici di s. Marco la

Urbano VI ed allreltanto fecero alcuni


, custodia del palazzo nel 1 692 e nel 1
7 Sg,
altri creati ne! concistoro del i38i a ca- anzi vi fu una questione giudiziale ha
gione de'torbidi tempi. Anzi il Cardella e tale nobile famiglia e il capitolo : final-
altri storici de' cardinali, col Donato an- mente il conte Giovanni Vidraan sup-
noverano pure nello stesso concistoro un plicò Pio VI a derogare al testamento
Giovanni Amadco veneziano arcivescovo del cardinal Ci istoforo, ed a concedergli
diCorfù Però nel vol.L\XKVI,p.2q,per liberamente l'uso del palazzo, ed il Pa-
le mie ricerche^ potei forse slabilue,che fu pa l'esaudì con alcune riserve. Amando
Giovanni Crisolini d' .Amelia e non vene- conoscerle,ho potuto avere dall'archivio
ziano. De' tanti benefici legati testamen- de! Rm.° Capitolo di s. Marco di Roma,
tari fatti da' sunnominati cardinali, mi il documento che qui offro. «iN^el Chiro-

piace ricoidarne uno. Il Piazza nell'/ì"»- grafo emanato nel chi ."giugno dell'anno
sciologio Romano, tratta nella parte 2.", I 777 d.dla sa. me. del Pontefice Pio VI,
cap. 20: Del legato F idinaii per l'ospi- a favore di sua Ecc." il sig."^ conte Gio-
zio ile vescovi poveri dello Stato Fendo vanni Widman, per l'esenzione del pa-
vicino a s. Silvestro aMonle Cavallo.Cou lazzo Widman posto al Monte Quirina-
nubile «enlimenlo di generosa provvi- le o sia Monte Magnauapoli, si trova scrit-
denza pari alla grandezza dell'animo suo ta la seguente parlinola, risguardante la

e della suu nobile famiglia, il cardinal Cri- derogazione fatta dal suddetto Pontefice
392 V E iX V E iV

al testamento della eh. me. del cardinal opportune facoltà, e farete lutl'altro che
Cristoforo Widiiian , ed alcune riserve pili totale adempimento, perpetua fer-
dote al lodato cotite "Widrnan su ciò clie mezza e sussistenza di questa nostra gra-
spettala suddetta esenzione. = Di nostra zia stimerete essere in qualsivoglia mo-
certa scienza e similmente colla pienez- do espediente e necessario. Essendo ec.
za della nostra suprema potestà, vi or- Dato dal Nostro palazzo apostolico al;

diniamo che nome Nostro in primo


in Vaticano questo dì i.° giugno 777. Pius
i

luogo assolviate, come Noi assolviamo, il PP. P I. = Luigi Zappelli can. "archivi-
predetto conte Giovanni Widrnan sup- sta del R.m.° Capitolo di s. Marco. — Si
plicante da tultociò che da esso è stalo fa noto inoltre, che dalle notizie esistenti
fatto ed operato, e rispettivamente om- nel nostro archivio, non apparisce ven-
messo di fare ed operare finora contro la dita alcuna di detto palazzo, e che le [)i-

forma del citato testamento del cardinal gioni ritratte dal uiedesimo do[)o la già.;
Cristoforo Widrnan intorno al palazzo zii» ottenuta dal conte Giovanni Widuiau
comperato qui in Roma in esecuzione del ascendenti a scudi 4oo, 5oo ancora, sep
medesimo testamento del cardinal Wid- virono per gli acconcimi e per l'estinzio-
rnan come sopra posto al Quirinale , e ne di debiti contratti nella occasione del
precisamente in luogo detto Magunna- la compra del suddetto palazzo". Innu-
poli, ed inoltre lo liberiate, come Noi lo merabili sono i patriarchi, gli arcivesco-
liberiamo, dall'obbligo della deputazione vi, i vescovi, gli abbati e altri dignitari

in futuro dell'amministrazione o sia cu- ecclesiastici veneziani; sempre il loro cle-


stodia di detto palazzo ordinala nel sud- ro secolare e regolare essendo stalo do-
detto testamento. E di più accorderete, vizioso di personaggi che alia dotlriua ac-
come Noi concediamo ed accordiamo, al coppiarono le più belle viilù. — Quanto
medesimo oratore, edalli di lui successoli, agli illustri veneziani, senza ricordare i

la facoltà di poter locaie edaflìttare ii me- Santi, i Papi, i Cardinali sullodali , ecco
desimo palazzo , non ostante la proibi- quelli che registra il Dizionario veneto,
zione espressa dal detto cardinal Wid- nell'articolo l'enezia. In esso si legge.
rnan testatore , con condizione espressa Molli e molti uomini produsse
illuslri

però, che lo stesso oratore e i di lui suc- Venezia che sarebbe lungo il numerare;
cessori sieno tenuti ed obbli"ati
o di dare ma non voglionsi per questo jjassare sot-
e gratuitamente prestare una comoda a- to silenzio almeno alcuni de' più dislin.
bitaziune in ijunlche casa religiosa a que' ti. V'iutreccierò alcune qualifiche ed e-
Vescovi dello Slato Veneto che vengono rudizioni bibliografiche, del resto fedeU
in Roma adLìniinaApostoloruiiijyw cor- mente riportando i nomi esposti nel Di-
respctlività, supplemento o compenso di zionario geografico. 1 dogi di Venezia
quel peso, cui soggiaceva il riferito palaz- Pietro II OrseolojDouienico Michieli, En-
zo a tenore del detto testamento del pre- rico Dandolo conquistatore di Costanti-
detto cardinal Widrnan, e come
mede- il nopoli, Andrea Dandolo storico delle pa-
simo oratore colla sua supplica ce ne ha trie cose ripulatissiivio , Pietro Gradeni-
fatta l'istanza. E cosi vogliamo e coman- go riformatore dello stato, Sebastiano Ve-
diamo non ostante il precitato testamen- nier vincitore a Lepanto, Andrea Grilli
to di esso cardinalCrisloforo Widman, e Francesco Morosini guerrie-
e guerriero,
qualunque altra cosa che facesse, o po- ro soprannominato Peloponnesiaco, Ag-
tesse fare contraria e non altrimenti, In giungerò d doge Marco Foscarini quale
esecuzione pertanto del presente nostro scrittore. f*e'dogi si ponno vedere: Mar-
chirografo, ne pronuncierete qualtmque cello, f^ile de' Principi di flnegitt Iriu
decreto, concederete in nome Nostro le dolio dal Donienichi , Yinegia per F,
V E N V E L\ 3<)3

Maicolini I 558. F. Saiisotino, Orazioni rato, Carlo Goldoni scrittore comico, Ga-
rcella te a Principi di Fcnezia nella lo- spare Gozzi scrittore e poeta, il letterato
ro creazione^ da^li amhascinloii di di- Francesco Algarolti, Giustina Renier Mi-
i'crse ciltà , Venezia 1 562. Ducalis Re- chieli autrice e letterata. JN'e trattarono:
giae Larariuni si\>e Screnissimae liei- Jacopo Alberici, Catalogo degli scrillu-
nuhlicae l'enelae Principimi oinninni ri Eentziani. G'iovauiù Agcjslini de' mi-
Icones usque ad Seren. J. Pisaunim qui nori osservanti, Notizie istoricocritiche
mine rcriun fcliciler poliUtr Elogia p. d. intorno la vita e le opere degli scrittori
Leonis flJatinae eie, Fatavii lypis Hertz Eeneziani, Venezia 754- Maico Fo^ca- 1

l65c). Elogia poetica in Sere/iissiinarn rini. Della Letteratura f'eneziana, l'a-


Re nipubi tea ni Eenetam, composita a dova stamperia del Seminario \'j5i.
,

p. Francisco Alacedo, Palavii 1680. Giannantonio Moscliini, Della Lettera-


J. Palazzi , Fasti Ducales f^enetoruni tura Peneziana dal secolo III fino XF
rum eorum Iconibns,
1696. Ven'eliis a" nostri giorni, Venezia dalla stamperia
Marino Sanuto, Vitae Ducimi Fcnvlo- Palese 806. Galleria de' letterati ed ar-
1

rum ah origine Urbis sive ab anno 4^ ' tisti illustri delle Provincie Feneziana

ad anniim i493. Presso Muratori, Re- nel secolo XF


IH, Venezia tipografia Al-
rum Italicariun Scriptores^ t. 22. Fla- visopoli 1824, 8 volumi e 2 figurati. Gli
minio Corner, Opuscula quatuor ,
qui- estensori delle notizie furono cliia rissi mi i

hus illiislranturacta beatiFrancisci Fo' Angelo Zendrini, Francesco Negri, Bar-


scari, ducis f'enetiarum, Jndreae Do- toUxneo Gambi. M'islmisce la Cronaca
nati equilis eie, Veneliis 1754. Seria di ìMilano del cav. Ignazio CanlLi del
de Dogi di J enezia intagliati in rame i855 a p. IO I (, che ad illustrare i granili
da Antonio Nani, giuntevi alcune noti- uomini che sorsero all'ombra di s. Mar-
zie lìiogr a fiche estese da diversi, Venezia co si presenta in isplendide forme tipo-
dalla (i[)ografia di Giainbatlista Merlo grafiche il Panteon Feneto, Venezia li-
1 840. Di loro monete ed oselle parlai nel § [)ografia (ialtei i855, dove la parte let-
Ili, n. 2, dicendo della zecca di Venezia, teraria è dovuta all'ai). Giuseppe Vero-
ed eziandio riparlerò nel progresso del S nese, e la parte artistica all'incisore Da-
X!X. Da ultimo si pubb'icarono le Bio- la. Abbiamo pure il recente Sommario
grafìe de' Dogi di Fenezia,\v\ 856,lipo- 1 della Storia letteraria d'Italia, Veue-
grafiaGrimaldo, unita vi l'interessante nn- zia 1857, tipografia Lungo. Pittori e —
inismalica veneta. — Insigni nell'armi, architelti Giovanni, Lui"i e B<irlolomea
:

Carlo Zeno, Vittore Pisani, Marc* Anto- Vivarini, Giovanni e Geulile Bellino, il

nio Bragadino, Tommaso Morosini, Leo- Bonifazio, Giacomo liobusti detto Tiu-
nardo e Lazzaro Mocenigo, Lorenzo Mar- loretto, Palma giovine, Gregorio Laz-
il

cello, Leonardo Foscolo, Angelo Emo viu- zariui,Antonio da Ponte, Antonio Scar-
citorde'Barbareschi, ultimo eroe militare pagnino, Giovamii Fontana, Alessan-
della repubblica. — Gli scienziati, lette- dro Leopardi e fusore in bronzo, Totn-
fumosi furono, Pietro Beujbo,
rati, artisti maso Temanza e scrittore. celebri — I

Agostino Valier e Daniele B.iibaro cardi- viaggiatori Marco Polo e scrittore, Giosa-
naiii Paolo IManuziocome il padre stam- latte Barbaro,Anibrogio Conlarini, Se»
patore e scrittore, Pietro Badoaro, Fran- bastiano Cabotto, Caterino Zeno, Lui-
cesco e Ermolao Barbaro, Andrea Mo- gi da Mosto che molto contribuì allo
rosini, Baltiìita Egnazio scrittore, Gio. scoprimento del Nuovo Mondo, se pri«
Callista llamusio, fra Paolo Sarpi scrit- mi non se ne vogliano dire scopritori, pe-
tore come precedente, Paolo ParuUi,
il gli indizi che all' Europa fornirono. De*
Aposlolo Zeno aulifiuaiio, poeta e Ielle» viaggiatori veneti e di chi griUustrò, giJ»
394 VEN V E N
dissi al<iU!mle parole in fine del n. 3 di zia co'lipi delGondolierciBSH. IlconleGi-
«jnesfo 5, e nel XIX inolile, altre lifeiin) toliiinoDandolo,/Lrt cadiUadclla Rcnnb'
a suo luogo. — Aj^giungerò io alili illusili biica di /\'nczia odi suoiuhi/>ìi 5o anni,
\enezioiii, di ioaggioie rinoinaiiza, fioriti ci Iji dalo pure le biografied'un bel ninne-
alcuni sino a'iiostri giorni. Scrillori: Ma- 10 ili veneziani edelle provincie veiiete,clie
lino Saiuido giunioie cronista, Loilovico fiorirono, od almeno inconiinciarono a
Dolce, Francesco Sun»ovino e stampalo fiorire, nella 2." inetà del XYIII secolo.
le, ina nato in Uorna, Sebastiano Erizzo Biografo universale può chiamarsi il cb.
e anli(|uario, Celio Magno e poeta, Fla- cav. Eujniunuele Cicogna cittailiuo ve-
iniiiio Corner e senatore, Giovanni Pa- iieto, coli' emporio di notizie contenute
l^tzzi Vincenzo Coronelli e co-
e storico, nella sua gigantesca opera. Delle Jnscrì-
li sniografo, Gio. Mario Ortes ed economi-
sia, Jacopo Morelli e bibliografo, Jacopo
zion! Ftitezitiiie rctccolu^.
Venezia i8?.j-58. Nel § IV^, n. 3, nel far-
ed illiislralc,

Filiasi storico e matematico, Angelo Dal- ne onorevole oienzirjne, prouiisi poi dir-
inislro e poeta, Vincenzo Dantlolo chi- ne altre parole, e qui le riservai a[)punlo
inico ed economista, Angelo Zendrini e cotnecliè riguardanti principabnenle le
inatemalico, Francesco Negri e grecista, necrologie d innumerabili veneziani illu*

Gio. Anionio Moschini di belle arti, A- stri. Quest'opera che commenta i nomi
driano Balbi e geografo, Antonio Bazza- co' fatti illustri de'veneziani, con tenero
rini e stampatore. Medici: Nicolò Mussa alfetlo patrio a Venezia fu intilolala, ed
e scrittore. Vittore Trincavello e scritto- in generale agli abitanti concittadini del
re, Benedetto Plinio e scrittore. Archilei- laborioso autore : ogni chiesa poi a cui
ti: Vittore Fausto navale e grecista. Bai- appartengono le iscrizioni illustrale, a
dassare Loiigliena, Antonio Selva e scrii- parie a patte individualmenle è inlilo-
lore, Anionio Diedo e scrittore. Pittori: lata a coloro, i cpiali lunga serie di avi
SebastiaiioLuciani detto delPiombo,Gio. annoveiano sepolti ne' vetusti templi, o
Ballista Tiepolo; Gio. Battista Piazzetta, che vi giacevano se demoliti, ed a coloro
Antonio Canale dello il Canaletto. Tal- pure che gli furono cortesi del loro no-
ho Lombardo scultore, Gio. Ballista Pi- me comesoci, oche mano aiutalrice por-
ranesi incisore in rame e archilello,appa- sero a cpiesto suo nuovo, vasto e studio-
risce pure sciillore antiquario, ma allri sissiino lavoro. Per sommi capi dirò, che

supplirono per lui, come dichiarai nella l'opera contiene la raccolta delle vene-
mia y«/^/Ù7/:;/o/j(MÌcurda la nel voi. LI X,p. ziane iscrizioni, le quali nella città e
i6q. Compositori e maestri di musica: Be- nell'isole circonvicine dal 1000 circa fino
iiedelto Marcello, BaldassareGaluppi del- a'uostri giorni furono erette stabilmente,

to il Buranello, Bonaventura Furlanetlo ad onorare la memoria non solamente


dello Musili. Donne:ollre la Fedele, Cor- de' cittadini, ma auco degli esteri, o a
Darò Piscopia laureata in filosofia, ed ol- rammentarecon dovizioso corredo di cri-

Ire la Carriera pillrice a pastello, già cele- lidie erudizioni (jualsiasi fallo, oltre al-
brale in allri luosbi, rammenterò Vero- tre pregevoli illuslrazioni. Nella dotta pre-

uica Franco poetessa e istilulrice del pio fazione, ragionando l'autore dell' ulililà

luogo il Soccorso conservatorio. Modesta dell'opera, discorre dell' origine delle i-

Dal Pozzo poetessa e autrice d'opere, scrizioni e della loro importanza. Narra
Lucrezia Maritella poetessa e autrice, An- come gli antichi popoli della Venezia, co-
gela Tarubotli monaca letterata e antri- ine i veneti moderni, fino da' primi se-
ce, Isabella Teotocchi Albrizzi lellerata coli della foiiilazione della città e dell'i-

e autrice. Si lia del cav. Mulinelli,// Ci- stiluzioned(;lla repubblica, di monumen-


milcrio di /^cnezia o Necroloi^ie,\cati' ti e iscrizioni onorarono i cilladiui, e,
e

VEN V E IV 39?
massime ne' lempi più b noi vicini, tol- le già ricordate del Galletti, siccome ine-
lero che i fasti cospicui della repubblica, renti agli illustri veneziani. Fia i gene-
col mezzo di lapidi e di memorie fossero rali raccoglitori d'iscrizioni il 1. "che si co*
olla posterità raccomandati. Venezia es- nosca è il tedesco Gio. Giorgio Palfero
sere ricclussima di sepolcrali monumen- l'alfero, fiorito nella t." metà del secola
ti, e con essa l'isole circostanti, dopoché XVH, che lasciò il mss. ora esistente nel-
fu permessa la tumulazione de'cadaveri, la Marciana e col titolo : Meinorabilìci
oltreché ne'oimileri, prima ne' portici o Kc ne tiarni II inonnmenUi anliqnis re-
soltoportici, e poi nelle chiese. Inoltre ccnliorihnsq. Inpidibus itisculpta cniae.
Venezia di siiìiitti monumenti e iscrizio- tempia
centitin et sexagi'nla perlicstratiir
ni ne conta pure di Santi, di Beati e di J. G. Palferns exccrptis Urbis decori^
Venerabili servi di Dio; vi sono (juelle e- fideliuni pietà ti studi otor. deliciis in»
ziandio a[)parleneuli a consitgrazioni di servìlurn. Nella stessa Marciana é il co-
chiese, cappelle e altari ; cpjélle di privi- dice mss. del domenicano p. Rocco Corti
legi aeconlati, e di ()ie lascite e voli. So- morto circa il 1770: Inscrizioni sijgre
novi l'iscrizioni onorarie de' dogi, e degli e profane, r/ie rilrovansi incise in lapi-
esteri che nella città terminarono di vi- di nelle chiese, monasteri, sagre adii'
vere; de'palriarchi, vescovi e altri cospi- nanze, strade, piazze, palazzi pubblici
cui ecclesiastici. Vengono poi l' onorai ie e privali di h'enezia^ a'qtiali sono ag-
erette a' generali di mare o di terra, a' giunte le anticlie e me/norabili lascia-
capitani illustri, a'iogati chiari per le so- teci da Giorgio Palfcrio, ed altre ri-
stenute magistrature, agli eruilili e let- trovale nelle escavazioni falle , indican-
terati, agli artefici ec. Altre iscrizioni de- ti il soggiorno di antichi popoli nelle
scrivono molti fatti della veneta storia, Lagune e suoi distretti ec. Questo codi-
altre l'erezione d'opere pubbliche, sagi ce, in cpianto alle moderne iscrizioni, è
o profane, ovvero d'opere di privati ; ed pressoché simile a quello de'Oiadenigo;
in altre registrale sono le leggi, i decre- ed in quanto all'antiche hipidi, tranne
ti ec. In breve, interessano grandemen- circa 3, sono le slesse pubblicate dal pa-
te la storia della celebratissima repub- trizio Bernardo Trevisan nel Trattato
blica, e degli uomini inniimerabili che vi della Laguna di f^enezia,'w\hov\sa 7 y.1 i

fiorirono in pace e in guerra, non meno Nella Marciana vi è inoltre il codice mss.
che la storia urbana della città. Giovano col titolo : Liscrizioni sepolcrali f^e/ie-
singolarmente alla parte geiiealogica,an- ziane. Buon numero d'epigrafi trovausi
che per rettificare le discendenze de'uo- nella Nuova Cronaca veneta, ossia de-
biii e de' cittadini. Recano copiosissime scrizione di tutte le pubbliche architet-
frutta circa la storia letteraria e biogra- ture, sculture pitture della città di P^e-
j
fica degli uomini e delle donne, illustri nezia, ed isole circonvicine ec. Opera
e non illustri Anche del clero
della città. del p. m. F. Tonwias' Arcangelo Zuc-
venezianOjche maisempre negli studi eb- chini de' predicatori, veneto, Venezia
be fama, e che alle chiese diede uomini 1780 presso il Valvasense. Ve ne sono
chiarissimi, si trovano raccolte memorie ancora nelle seguenti opere, senza nomi-
onorevoli'<siuje. Con juolteplice erudizio- narne altre. Gio. Battista Soravia, Le
ne ci dà le notizie de' raccoglitori delle Chiese di f'^enezia descritte ed illustra-
veneziane iscrizioni ed epigrafi, edite ed te, Venezia dalla tipografia Andreola
inedite d'ogni genere, delle quali mi li- iS^a. Collezione de' più pregevoli ino-
iniletò solo a ricordare i titoli di tali u- ntitnenli sepolcrali di Fenezia ed isole
{>ere che ricavo dall'autore, senza ricor- circondane, opeva disegnata e diretta da
dare le coDtenule uegli storici veucli • Aulouio Mauro, Pietro Quareua, Ange-
396 V K N V E \
lo Soavi,con illustrazioni del nobile An- ca, che fassi liillodì di emiosihi vende,
Ionio J^iedo segielario, e di Luigi Ziin- e di lilni e di opuscoli a noi spetlanli, e
doineiieglii prof, di sciillura nell'accade- nelle opere, che escono alla luce in onoi'
ntia (L'Ile belle aiti, e incisi in rame da della patria nostra, e in tallo di storia, e
vari ii'mini di essa accademia. La quale di letteratura, e di belle arti, nelle quali
opera non essendo allora giunta che al- opere di cose anche minute si fa quel con-
ia pubblicazione di 5 fascicoli, otleinie lo e quel pregio, che ne' tempi anditi,
poi nel 1887 il suo perfezionamento, per essendo noi in ogni genere ricchissimi,
cura del prefalo Diedo e dello Znnotlo, fatto non si sarebbe". Di tali sagge pre-
e venne pubblicala in Milano pel Velia- venzioni n'esistono evidentissime pro-
dini. Adesso poi con nuove aggiimle si ve in questo mio articolo, in cui vado
«la pubblicando in Torino, con illustra- ricordando e mi giovo d'un bel nurae-
zioni dello slesso Francesco Zanollo, per ro delle molte opere e sludi palrii e illu-
cura di Luciano Basadomia. Termino strativi, che pubblicaronsi dopo ÌI1824»
col riportare un utile e veridico brano e mentre scrivo diverse e pregiatissime
col cpiale il cav. Cicogna da par suo fi- sono in corso di stampa. Ricavo dalla Cro-
nisce la sua prefazione.» A molli inutili naca di Milano del iSSy^ disp. 17, che
sembreranno molle delle mie illiislrazio- per olFrire alla gioveiilii la lettura d'a-
li', siccome cose notissime, e cose talora zioni virtuose con cui alcuni veneziani
di lieve momento. I\la io qui chiederò al ne'tempi passati si segnalarono, fu pub-
letlore, s'egli sia nel novero di que' che Specchio di veneta pietàiiixr ut
blicato:
san tutto, o di que'clie san poco, o di que' racconti storici ce, Padova SSy. Nella i

che san nulla. S'egli è de' primi, e' si disp, 21 vi sono ricordate le Menzioni
piacerà di osservare se io abbia sempre onorifiche de' defanli, ossia raccolta di
collo nel segno, ed emenderà ove errato lapidi, necrologie, poesie, annunzi d'ai-
avessi, ripetendo io a lui ciò che disse già cimi defunti di Fenezia nell'anno 8^7, 1

Quinto Tullio Cicerone a ^blrco suo fra- per cura di Contarini, Venezia 1837 li-
Icilo nella petizione pel consolato : cioè, pografia Ferini. Altre notizie biografiche
ch'io intrapresi quell'opera non ut ali- di veneti artisti vado a riferirle nel se-
cpdd novi adjicercni,sed ni ea quae in guente numero, che rannoda e cora-si

rc dispersa atcjue infinita viderentiir es- penetra con questo, insieme ad alcune
sc,ralione etdistrihutione sub uno aspe- nozioni sulle principali arti belle che fc-
ctu ponerentur. Se egli sa poco, legga ed cero e tuttora rendono splendida Vene*
ap[)ienderà qualche cosa d' avvantaggio, zia, ed ovunque celebrata.
Ma s'egli sa nulla, me ne dee render gra- q. Dell' architettura, della pittura e
zie, posciachè questo libro gli sommini- di altre arti di Venezia, e de' loro il-

strerà molta materia ad imparare. In bre- lustri cultori. Quanto agli illustri archi-
ve, ho compilata l'opera per tutti, e non tetti e pittori che in grandissimo numero
solo per li viventi, ma altresì per li ftc- fiorirono in Venezia, massime i secondi,
turi, e(fuando pure inutili oggidì molte oltre gli scultori ed altri artisti, però do-
cose sembrassero, non saranno per l'av- vendo indispensabilmente ripetere diver-
«'e'»'/'e. imperciocché ((uanto più da'tein- si nominati, dirò alcune particolari pa-
pi della veneziana repubblica ci dilnn- role,
poiché in diversi de' precedenti §§
gheremo, tanto piti la memoria delle co- ne descrissi colle principali loro opere, il
se operale se ne infievolirà, e tanto più valore e la perizia, e mi lusingo con pre-
cre>cerà il dcsitlerio di averne contezza, cisione per averlo desunto da eccellenti
massime ne' forestieri e ne'giovani; e la patrii scrittori, che doverosamente citai
prova in eHello ne veggiamo nella ricer- secondo mio costume , mentre a quelli
YEN VE N 397
die lidi faiiiìo si possono applicnre 1 ver- ri.Siccome gli edilìzi grecheggiano , al-
si d'Alfunso Varano, fisioni, die ricavo cuno opinò che gli autori ne fosst-ro gre-
dal di. Zcinollo nell'opera che più avan- ci; ma i veneti credono, che grecheggino,
ti cdebierò. E non sarìa un riiscc.l sccso perchè la moda indusse i loro maggiori
dal monte - Ingiusto vantalor, che sue a condurre le fabbriche in greca manie-
dilani a sst - Le dolci, li ni jàd' acque, e ra. Arroge il vedere eziandio ali re arti
non delfonte? A questo luI)oiio<io e infa- Venezia con decoro in (pie!
trilliate in
ticabile SCI itlore di belle arti dobbiamo le tempo, letpiidi giacché romane, ne sono
leceiili lieopcreannunzialedalla Crona- italiane come pavimenti di smalto e
, i

ca di Milano del SSy, nelle disp. o, 4 ei i 1 di musaico, e altra arie ancora. Se non
1 8. Dizionario Pittoresco di Francesco che l'opuh-nza progreiliente e grande de'
Ztì'/iO//o, Venezia iSSy, lipogiiifia Anto- veneziani richiese nuove fiibbriche vaste
iielli. Dizionario ad uso degli artisti edo- e magnifiche, rispetto a' tempi. Di tale
perai, Venezia SSy.lipografiaAndieola.
i carattere vuoisi che fosse il palazzo du-
Diiraud, Raccolta e paralello delle fah- cale cominciato ne'pricni anni ilei secolo
Uriche classiche di tutti i tempi, di ogni JX dal doge Agnello Parlecipazio,clie ver-
popolo e di ciascun stile, con l'aggiunta so il fine del seguente secolo destò le tne-
della storia generale dell' archi lettura di raviglie all'imperatore Ollonelll, rice-
J.G.Legrand, traduzione per cura di F. vuto per altro come semplice privato dal
Zanotto, Venezia SSy lipografìa Anlu- i , doge Pietro Orseolo II. Questi munifico

nelli. Dice il Moschini, autore dell'opu- eresse nel prdazzo splendidissima cappel-
scolo, Lf;^e//e Arti in Venezia: nata que- la, al riferire del cronista Sagomino, il

sta a rifugio contro le scorrerie de'popo- quale adduce prove del valore de' veneti
li seltentiionali, ebbe nel suo principio, nell'arte edificatoria, come la muraglia,
|)er la maggior parte, suoi edifizi in le- i per que'tempi prodigiosa, innalzala dal
gno, come già notai in più luoghi; si per- doge Pietro Tribuno ÌMemuìO nel 906,
chè era uopo die al crescente [)opolo pre- che dal sito del rivo di Cnslello, dove al

stosi alzassero i luoghi di ricovero, sì per- presente verdeggiano i Giaidini pubbli-


chè la natura del uiolle e fresco terreno ci, s. Maria
distendevasi >ino a Zobenì-
non avrebbe potuto sostenere peso di go. Imperocché essendo troppo «-sposta
iiibbiicali in pietra. Per altro le arti del- r isola di liiallo alla temuta incursione
l'edificate non lardarono lungo tempo a de' pirati, non solamente fece costruire
venire in <|ualche pregio; ad onta che tale muraglia, ma volle che si barricasse
partecipando quest'isole alle disastrose il Canal grande con grossa catena di fer-
vicende che allora agitarono l'Italia, re- ro, tesa dal capo inferiore della muraglia
stassero anch'esse lacerate da interni tu- slessa, fino all'opposta riva di s. Gregorio,
multi. Ma non cosi facilmente si sapreb- e durala fino al 1 1
7 3. Di sopra ne feci già
be qui additare opere travagliale in pie- cenno, e nel § XIX, nel dogado 17.°,
Ira innanzi il IX secolo; quantunque le parlando del doge Memmo, dovrò dirne
arti non vi fossero, come alcuno credet- altre parole. Se tali opere sono argomen-
te, vili e neglette. Di ciò fanno solenne le- to dell'esistenza d'artefici valorosi, in
sliiQonìo il tempio e la base della torre quella che Ira le belle arti è la principa-
di s. Marco, ed il tempietto di s. Fosca le non è da credere che mantenessero
,

in Torcello; le qualiopere, condotte in Osserva il Moschini pre-


l'antica eleganza.
tempo non distante da quell'epoca, furo- fato, che siccome l'arti di giorno in gior-
no specialmente nella loro pianta imita- no venivano dechioando in Costanlino-
le tla'niigiiori architetti de' secoli susse- poli, così scapitavano ancora presso i ve-
guenti, e celebrale da più illustri scrillo- weiì^m, a'quali priucipuimeule quella ciU
SgS YEN VE xN

tà era tlivenula modello il'iiuilazione, e gli acrolerii; tutto lo studio ponendosi al


ij'è la basìlica di s. Marco, come
prova (ine ,
che apparisse leggero e ardito ciò
pure hanno avvertilo (un iDodeino
alili che in elfello avea la più ferma solidità.
chiamò Venezia, Costaniinopnlì Crìslia- SilFallo modo d'edificare s'introdusse in
na). La i." forma di qnel tempio è de- Venezia più tardi che io altri luoghi d'I*
gnissima d'esser celebrata, alla (piale non talia, e forse pel i
."
l'introdusse Nicolò
fecero danno, ma aggiunsero pregio i l'isano edificatore della chiesa de' Frari.
marmi preziosi, onde restò a così dire co- 11 qiial nuovo metodo piaccpie e si adot-
perla. Ma poiché a condurre a compi- tò, fiicendone teslimoniauza la chiesa de'
mento la sua mole ci vollero le mani di ss. Gio, e Paolo e parecchi palazzi , che
4 secoli circa, così le fu d'uopo riceverne sorgono tutti da' canali e da' campi. Di
Ja trista impronta di ciascuno, chiamato più ne fa fede 1' attuale palazzo ducale,
perciò redifizio una greca in Italia. Sol- eretto e ornalo nel seguente secolo XIV,
tanto i pubblici edilìzi, oltre che magni- dall'architetto veneziano Fdippo Calen-
fici, venivano alzali in pietra, que'de'pri- dario ( dovea dire Pietro liaseggio ), il

vati erano quasi tutti di legno. La quale quale come eziandio scultore non eb-
cosa ancora rilardava eimpeiliva i pro- be nel secolo che visse. L'edifi-
rivali

gressi dell'arte architettonica. Ma gl'in- cio non può guardarsi senza meravi-
cendi! che ripetuti afflissero Venezia nel glia, eopera sfìdatrice dell'urlo de'seco-
secolo XII, e ne ridussero pressoché in ad onta de' tanti suoi trafori e delle
li, ,

cenere ogni fabbricato, istruirono i citta- molte sue vicende d'incendii e mutauien»
dini ad ellicacemenle pensare di edifica- ti.A'due frati domenicani fr. Francesco
re in pielia , e vi contribuì il cresciuto Colonna detto il PoliHlo, e Ir. Giocondo
commercio per la conquistata Tiro. Per- veronese anche ingegnere e antiquario,
ciò la città a quell'epoca dovette molle e si deve in Venezia il principio del ritor-
illustri fabbriche, le quali sin d' allora no dell'arti al buon gusto, e l'elevato
muovevano lontani a visitarla e del
i , grado cui salirono nel XVI secolo, ripo-
belnumero uno ne fu l'imperatore En- nendo essi nel diritto sentiero l'arte del-
rico V, che poi ne partì meravigliato. E l'edificare, emuli de'fiorentini Leon Bat-
di fatti la cillà in quel tempo si veniva tista A-lberti e Filippo Brunellesco. Fu
spargendo di palazzi e di comode abita- co'Ioro ragionamenti sapienti, l'uno scri-
tazioni nelCanal grande e in ogni altra sua vendo V Hipnerotoìiiacìiia ossia del ro«
interna situazione. Alcune di tali fabbri- manzo artistico, il Sogno di PoUjils, l'al-
che grandiose ancora sussistono, e basti il tro commentando antichi scritti e dise-
ricordare il fondaco de'Tedeschi, il palaz- gnando, che si operò il grande cambia-
zo Loredan, meglio Ca d'oro, e la facciata mento, che da secoli si attendeva. E poi
esterna di s. Donato in Murano. In cia- singolare che ciò si operasse da archi»
,

scuna si vede dominare il gusto greco, telli nazionali, anziché da artefici nativi

non però puro, ma misto a quello delle di Venezia o sue Lagune. E pure noQ
diverse nazioni. Indi spuntato il secolo mancavano valorosi architetti veneziani,
XIII anche in Venezia s'introdusse il
j ma forse mal accetti in patria, Marino Ce-
gusto, che a torto chiamasi gotico, l'au- drino innalzava la chiesa di Loreto, e Polo
tore dicendolo tedesco, e recato in Ita- di Jacobello erigeva alla Mirandola un
lia colle genti venute con Federico IF, gran monumento alla memoria del prode
inutilmente voglioso d'assoggettarla. Al- Prendiparle. Quali scultori e archilelli o-
lora, invece degli archi a mezzo cerchio, peravano nello stalo pontificio i celebri
si aprirono quelli a sesto acuto, e tutti fratelli Jacobello e PielroPaolo (dalle Ma-
soruioutali da pinacoli, speciaimeale ne' segue).Dadiverseparti, massime da Lom-
VEN VEN 399
l»ai(1In, recarono in Vcnc/.la nnn fulln «H Andrea Palladio e Vincenzo Scutno/zi,
ai telici, i <|nali non onore e piofìllo si oc- questi vicentini e quello veronese, il fio-

nipaiono nell'arie Pclificatoiia.pl imo del- lentiuo Jacopo Tatti detto Sansovino e
l' onorata schiera fu Pietro Lombardo, il carrarese Danese Cattaneo IraToiestie-
nnin)irato nello chiesa de'Miracolì, egià ri, ottennero siffatta benemerenza. San-
!>iìi ancora nella Certosa prima ciie si micheli superò nella scienza dell' archi-
piangesse inulilmcnle dislriilta; e di sua tcllura que'liitti che con lui .studiarono
sembra che iiscis>ero IMartino Lom-
stirpe ili pKuna, e fu l'inventore delle moderne
bardo, autore della scuola di s. Marco, fortificazioni, nella qual arte educò il ni-

e Moro Lombardo, che condusse la chie- pote Gio. Girolamo, che vi ottenne mol-
sa di s. Gio. Crisostomo: certamente fi- la rinomanza. Andrea Palladio ebbe a
gli ili Pietro furono Tullio eAiitonioLom- iiiaesdo il veneto Gioviinni Fontana, di
bardo, quali si direbbe che avessero, spe-
i cui è opera grandiosa il pubblico palaz-
cialmente (piando scolpivano, cieca la zo d'Udine, avendo però imparato l'ot-

niente e la mano. Lssi vis'^ero molta par- timo in lioma che si manifesta
,
nelle
te del secolo XVI, in cui 1' archilettursi molle sue opere , e vi notò quelle leggi
toccò il sommo tiella peife7Ìone. A rpie- delle quali si fece sovrano maestro ne'
Sl'epoca ap[>ailengono Dailolomeo e Gu- suoi preziosi scritti : lo ripeto, fu deno-
glielmo di Bergamo archilelli e scultori minato il Raffaele degli Archilelii. Lo
i!i inerito, il veronese Giammaria Fidco- Scamozzi suo concittadino ne' propri ,

nelto, cui i veneti di preferenza occupa- Si-ritti sembra sprezzarlo, non pertanto

rono nelle forti o|)ere delle città di Ter- nell'opere ne ritenne il carattere. In es-
raferma, e Antonio Scaij»agnino, la cui se mantenne seinplicità.correzionc e mae-
patria è incerta, il quale inerilò lode per stà; ma i suoi arbitrii aprirono la strada
solidità e semplicità. In quello secolo si a quelle slrmiezze a cui l'arte ilei dise-
segnalò Io scultore e arcbiletlo venezia- guo si abbandonò nel XVII secolo. Mii
no, il cui nome rimase conosciuto, poi- sia che alle titnle fabbriche, le quali si

ché di tanti che tali furono s' ignora. conducevano in Venezia nel secolo XVI,
Questo è Alessandro Leopardo, e ad on- non bastassero gli architetti suoi, di cui
ta che non avesse fatto altra cosa oltre il alcuno venne chiamato ad innalzar edi-
piedistallo della statua equestre di Colleo- fizi di grande rilievo eziandio fuori d'I-

ni-, è degnissimo di vivere immortale nel- talia; sia che si amasse d' averne de' fo-
la storia degli architetti. Condotta di que- restieri, o per veilerci varietà di manie-
sto modo l'arte dell'architellare a buoni re, o per accendervi emulazione; sia an-
priiicipii , essa poteva nel secolo XVI a- cora che piacesse tentare sua sorte in una
vanzare così da non temere nuova rovi- città, dove il merito era premiato: certa
na. Allo studio che facevasi in Roma del- cosa è che molti artefici stranieri capi-
le simmetrie e delle forme degli antichi tarono in Venezia a stabilirvisi. Primo
edifizi, a'disegni che se re traevano de- tra questi vuoisi nominare il ricordalo
I
gli eleganti ornali, e alla contemplazione Sansovino, il quale vi alzò copia di edi-
della loro maestà e magnificenza, deb- fizi insigni, A lui è dovuta doppia lode,
bono i veneziani, che non solamente nel- poiché riuscì grande in due arti, nell'ar-
la capitale e nelle soggette città, ma eziaii- chitettura e nella scultura. A[irì scuola
I
«ho ne'Iuoghi villerecci di quiete e ripo- in Venezia, che glie n'è grata, da cui i»-

' so, posseduti da'patrizijs'innalzassero que' scii ono valorosi discepoli, i quali furono
tanti edifizi che mirabili per mole , lo il suddelio Caltaueo, Pietro e Domenico
sono [)iù ancora per la copi.i de'pregi in da Salò, Alessandro Vittoria di Trento,
riguardo dell'arte. Michele Sanmicheli, oltre altri. Cattaneo nìa<;ni(ìco ueil'ar-
4oo V !•: N V E N
clulelfare, fu mediocre scultore , ed in al cooiinciar del secolo .^CVIII, l'arte par-j
Venezia non lasciò che opere in lai arte. ve ricondursi nuovamente alle buone!
Egli vivea in Venezia in con^nnioiie de- massime palladiane. veneti Giovaiuii^ 1

gli arcliilelti Girolunio e Giovanni Gra- Grapiglia e Francesco Smeraldi, 1' uno
piglia. IN'eir opere del V'illoria, [)iìi che nell'interno, l' altro nel pro-ipetto della
nell'estreme dello Scaniozzi, l'arte archi- cattedrale di s. Pietro di Castello, ne la-
tellonicacominciò ad abbandonare la sciarono buon argomento. Cominciato
maestosa semplicità onde venne il la- , poi il secolo co' buoni studi della filoso-
grimevole decadimento, da! quale con sì fia e delle matematiche introdotti in Ve-
grarule stento, dopo
lunga durata di sì nezia dagli abbati Muazzo e Conli, da'
tempo, potè incominciare a rialzarsi. Al- professori Musalo e Puleni, da illustri pa-
lora ebbero principio opere pesanti, sfi- trizi, fra'quali dal cav. Nicolò Duodo, ne
gurate, scorrette, piene di tritume, e ciò accadde, che gli artefici a poco a poco ri-

che (il più male, spesse di ninnerò; giac- tornassero a ragionevoli componimenti.
ché pur troppo il secolo XVII fu quel- Allora comparve il veneto Andrea Tira-
lo, che in Venezia, come in Roma, si al- li, che se pesante nelle sue fabbriche, so-
zò gran numero di chiese e di [)alazzi. no pressoché tulle buone e ninna di gu-
Che se in Venezia il Vittoria traviava sto cattivo: per lodarlo basta la loggia
dalle massime del suo maestro Sansovi- della chiesa de'Tolentini. Contempora-
no, anche il veneto Baldassare Longhe- neo eresse in Venezia edifizi Giovanni
na si scostava da quelle del suo maestro Scaltarollo veneto, del cui sapere e buon
Scainozzi. Per altro Longhena nutrito , gusto n' è garante il tempietto de'ss. Si-
di buoni principi) , e ricco di bell'inge- mone e Giuda. Egli era zio materno di
gno, seppe rendere le sue opere brillan- Tommaso Temanza e faceva suoi sludi
ti di pregi che gli ottengono perdono de' insieme con Matteo Lucchesi, ambo ve-
ditetti: il migliore suo monumento è la neti: de'quali il i
."
se è lodatissiino per la
Salute. Ebbero di Longhena, e
i difelli fabbrica della chiesa di s. Maddalena, non
non Andrea Treuii-
nell'arte le virtù, è meiio degno d'esser l'altro celebrato pei"
guan, Giuseppe Benoni, Lorenzo Boschet- la sua chiesa di s. Giovanni Nuovo, ch'e»
ti, Malteo Carmero, Andrea Cominelli, gli soleva chiamare il Redentore redeii-

Clemente Moli, fr. Giuseppe Pozzo, Giu- to, mirando alla chiesa palltuliana, della
seppe Sardi, di ciascimo de'tjuali ha vi quale pretendeva aver schifato qualche
in Venezia edifizi,noti però celebrati, ad difetto; certamente facendo un'opera che
eccezione, (pianto al Benoni, della Doga- lo dimostra dotto e giudizioso. Nel tem-
na.A variare 1' architettura nel secolo po stesso il veneto Giorgio Massari in-
XVII pare cooperasse non poco ezian- nalzava edifizi di considerazione, riuscen-
dio l'essere trattata da parecchi, i (juali do però pesanti sulla maniera di quelli
praticavano al tempo slesso la scultura; del Tirali. A mantenere in questo seco-
giacché perciò la caricavano d'ornamen- lo vigorose le buone massime dell'archi-
ti che lichiedendo mollo lavoro di scar- tellura concorsero sommamente alcuni
pello frullavano ad essi doppio guada- de'[)alrizi, i quali nutriti dello spirito dei
gno; e la pietà che in quel secolo, dopo veneto p. Carlo de'conti Lodoli minore
le tante tollerale sciagure di pesti e guer- osservante, autore degli^/6v«<'/z^i(/e//'rt/'-
re, era sempre inquieta d'onorare l'Al- chì'letCura, osservavano con fino occhio
tissimo, specialmente coli' erezione e il di critica ogni edifizio, che nuovo venia-
decoro de'maleriali templi, godendo di si innalzando. Talvolta anch'essi presero
renderli ognor più adorni, volontieri ve- diletto d'ergere qualche fabbrica co'ioro
niva dagli artefici secondata. Ma iutoruo disegni; ma allora si vedeva ancora una
V E N V È fr 4o r

Volta essere altra cosa il dar scnlen^.l, Tiral)Osclii, Paolo Caliari, Michele San-

altra l'operare ! Di sovente : Chi non sa michelì, Giovanni Nanni da Udine, Gio.
dare nulla del proprio , si contenta del Battista Piranesi, Carlo Goldoni. Altri vi
commentale l'altrui! Soprattutto fu male eressero le erme di Benedetto Marcello,
che talora favoreggiassero chi meno n'era Aldo Pio Manuzio, Sebastiano frate del
degno, per cui fra gli altri il Maccarucci piombo, Antonio Cesari, Gio. Giorgio
eresse fabbriche non degne di Venezia. Trissino. Né vi mancano del regno Lom-
Ma se le sode mossime insegnate e pra- bardo e sono: Andrea Mantegna, Camil-
ticate dal Tenianza e dal Lucchesi, le lo liusconi, Alessandro Verri. Benché
quali si erano fìtte nella mente di parec- già vi fosse giustamente collocato il bu-
chi coltivatori di loro arte, prometteva- sto di Canova, a suo onore Leone XII
no che si avrebbero avute degne ope- fece scolpire dal commendator De Fa-
re ; i mutati tempi mieterono in erba le bris la statua dì Canova con monun»en-
grandi speranze. Soltanto Giannantonio lo di gruppo allusivo che descrissi a
Selva veneto potè dare alcune sue ope- suo luogo. — Ora si presenta più ampio
re, tra le quali primeggiano il (eatro del- campo, splendido e variatissimo, la pit-
la Fenice, e la chiesetta del Nome di Ge- tura veneziana. Non è argomento da
sù, che stava ergendo, quando morte lo rannicchiarsi in alcune pagine, imperoc-
colpi improvvisamente; che se povero di ché due celebri competenti giudici ecco
fantasia, fu ricco di dottrina e dì ragione. come senleoziarono.il Missirini, Qua-
Qiielli chepresentemente trattano in Ve- dro delVArli Toscane: La Veneta é la
nezia la sua arte, sono allievi di lui; al- prima scuola del naturale. Essa è vera,
lievi che rammentano il maestro con a- vasta, sorprendente quanto la natura. Il
more e con lode, mostrando la buona Bosini, Storia della Pittura: Se la scuo-
scuola ricevuta, ilproprio ingegno e ze- la Veneta rasrijiunto avesse nella scienza
lo di «nantenere Venezia nella riputazio- la Romana, e nel disegno la Fiorentina,
ne di buon gusto, eziandio nell^arte di sarebbe la prima scuola del mondo. Scris-
architettare. Di questo è splendido sag- se M. Boschi ni. Le ricche miniere della
gio il contenuto nella stupenda opera, Pittura f eneziana, Venezia 1674- In
Lt Fabbriche e i Monumenti cospicui di questa città nel 1792 fu impresso in
Venezia, che ha giustamente meritato due volumi: Della Pittura Veneziana e
la 3." edizione. Scrisse il Teaianza le Pi- de'Veneziani viaestri.C\div\d\o Ridolfi ve
tc de' pili celebri arclntctù e scullori ve- ronese. Le meraviglie dell' arte ^ ovvero
neziani che fiorirono nel XVI seco- delle Vite degV illustri pittori veneti e
lo, Venezia i778.JN'el voi. LXXXV, p. dello Stalo j ove sono raccolte opere le

207 e 208, tornai a parlare della Pro- insigni, i costumi, i con la


ritratti loroj
tomoteca Capitolina di Pioma, ove nel narrazione dell'istorie, delle favole e
Campidoglio si onorano con erme mar- delle moralità da quelli dipinte Vene- ,

moree la scienza e 1' arte di molti illu- zia 1648, appresso Gio. Battista Sga-
stri italiani cultori, per sublime concet- va. Edizione 2.*, la quale dovea essere
to d'un Canova, il quale nobilissimo e corretta ed arricchita d' annotazioni da
generoso ammiratore di essi, a sue spe- Giuseppe Vedova, Padova i835, ma in
se vi fece scolpire e collocare i busti quella vece non ebbe né una cosa, né
delle seguenti glorie venete, sia di \^e- l'altra, ed anzi furono om messi gli indi-
iiezia, sìa di sue provincie, oltre quel- ci utilissimi e copiosi della i.' edizione.

li Dante, Michelangelo, Petrarca,


di Antonio Maria Zanetti il giuniore, /'«-
Tasso, Colombo, Vinci, Lazzari, INicolò rie pitture afresco diprincipali maestri
da Pisa ec. Essi sono: Tiziano, Palladio, veneziani f ora la prima volta con le
voi. >Cf,
4o2
stampe pulhlicatc
YEN
760 con , Venezia i
VE N
da Ba<;sano e Paolo Veronese. Il caralle
alle^
I
24 lavole: Della Pidara T etuziana e re di questa scuola, per meglio dire di
dell'opere puhhliehe dceeneziaiiì mne- questa epoca , viene costituito in gran»
s(rì,Venezia 177» nella slamperia di , parie dal colorilo, che divenne il piìi
Giuseppe Albrizzi. Nell'opera ìntilolala, vero, il più vivace, il più applaudito dii

Introduzione allo studio delle Arti del tutte le scuole; e non tanto deve altri-'

disegno, Rlilano 182 i, a p. 1 78, si com- buirsi questo alla vivacità de'colori, quan-
pendia come segue la storia ed pregi i to al metodo d' applicarli a ciascun luo-
della veneta pittura. La scuola della pit- go con colpi sicuri, e per così dire di toc-

tura veneziana è antica ed illustre; co- co, senza mollo impastarli, lormenlarli,
mincia nel secolo XI 1
1,
qualora non sì 'vo- o strofinarli. Con questi colori essi dipin-
glia farla risalire al secolo XI, allorcliè seronon solo mirabilmente le carni, mi
di Grecia fuiooo chiamati i niusaicisli nd anche le vesti, contraffacendo panni, i li

ornare il tempio di s. Marco , a' mu- stoffe, i Del resto quegli antichi
veli ec.

saici di Grado e di Torcello, lavorali n<l pittori sludiaronoancora una certa gian-
secoloIXene'susseguenli. Bensniel XI li dezza delle proporzioni, ed in ogni opera
può dirsi clie la pittura fiorisse in Vene- idearono bene tutto l'insieme con passag
zia, perchè già vi esisteva una corpora- gi, e colle gradazioni della luce più oppor^
zione di pittori, ed un'arca di legno alla lune. Alcuni non curarono il rigore del
Giudecca dicesi 1262.
dipinta verso il disogno, ma gli artisti veneti in genera-;
Kel 3o6 Giotto trovavasi a Padova, e
1 le, e molto meno i grandi artisti, ponno'
quivi ed in Verona dipinse nel 3 6. Se- 1 1 esserne giudici ignari. Giorgione e Ti'
guono quindi i nomi di vari artisti vene- ziano cominciano l' epoca più bella ; il

ti in parte giotteschi, in parte no; e nel i." Giorgio Barbarelli fu detto Gior-
secolo XV Irovansi molti pittori illustri gione per una grandiosità sortita dalla
dell'isola di Murano, tra' quali i fecon- natura nell'animo e nella persona, che
di Vivarini. Da questi con lunga serie impresse anco alle sue opere; staccossi
non interrotta di artisti, tanto di Ve- dalla minutezza che talvolta osservavasi
nezia, quanto dello stalo suo, si giunge nell'opere di Bellini, e continuò sempre
all'epoca della pittura a olio introdotta a ingrandire suo stile, facendo più am-
il

in Venezia, e quindi a' Bellini, al Car- pi contorni, più nuovi gli scorti, più vi-
i

paccio, al Basaili, ed alla scuola Bellinia- vaci le idee eie' volti e le mosse, più scel-
na;a Girolamo Santacroce, ed a Giambat- lo il panneggiamento, più naturale e più
tista Cima di ConeglianOj insigne tra gli moi bido il passaggio da una ad altra tin-
ultimi maestri dell'antico stile, come di ta, più forte e quindi di maggior effetto il

gran merito fu pure tra questi Pellegrino chiaroscuro. 11 carattere del suo pennel-
di s. Daniele. Compariscono in seguito lo è risoluto, è forte di macchia, ed alto a
Andrea Manlegna,che uscì dalla scuola sorprendere in lontananza. Morì assai pre-
dello Squarcione, sebbene passasse poi a sto, ma molli seguaci egli ebbe , che si

figulare come maestro della Lombardia, dicono Giorgionesehi , e Ira questi fra

e molli ebbe in Padova, in Treviso e ne' Sebastiano del Piombo, Giovanni da U-


vicini paesi scolari e imitalo) i; i due Mon- dine, e forseLorenzo Lotto, che mollo
tagna, Pietro Marescalco detto Spada, studiò anche in Milano l'opere di Leo-
Liberale da Verona, Girolamo da'Libri, nardo da Vinci. Tra'giorgioneschi si di-
Antonio Boselli e altri bergamaschi , e stinsero Jacopo Palma l^aris Bordone, ,

molli lavoratori in tarsia. La 2." epoca ed il Pordenone (cioè Gio. Antonio Re-
«Iella pittura de' veneziani comprende gillo o Licinio, secondo alcuni della fa-
Ciorgione, Tiziano, il Tiulorello, Jacopo miglia Saccbiease, detto da altri Curii-
.

VE N VEN 4o3
cello, sforpialma de! nome paterno di molli scolari ebbe pure altro pittore che
Coilicello, nato a Pordenone neh 484)» fioriva in Brescia col Moretto, e che vitn
che pure el)be numerosa e floritu scuo- denominato comunemente il Roinanino
Ja. Altre scuole si accennano in quell'e- La serie numerosissima de'tizianeschi ci
poca di l^oojponio Anialleo, allievo del conduce fino a Jacopo liobusli detto Tiii-
Pordenone, e di Pellegrino da Udine. Ti- tnreito, scolare egli pure di Tiziano, ma
ziano Vecelli fu condiscepolo per qual- che col suo ingegno ardì farsi capod' u-
che Jempo di Giorgione, indi ne divenne na nuova scuola , nella quale voleva e-
emulo; ma niiu.o meglio di lui vide la mendare tutti i difetti della Tizianesca.
natura e la ritrasse nel suo vero, ed in Ma egli non ebbe sempre per compagna
tuttociò ch'egli prese a trattale, siano fi- la diligenza ; mollo dipinse e terribil- ,

gure, o paesi o altri oggetti, in lutto


, mente dipinse, e forse troppo; produsse
impresse la sua naturalezza. Gli si oppo- alcune opere meravigliose, ed altre ne
se da alcuni critici, e principalmente da trascurò per tal modo , che quelle sue
jMengs, di non aver sempre disegnalo cor- rappresentazioni nou conservano né di-
rettamente; pure riuscì perfetto nel dise- gnità, né nobiltà, né carattere. Ebbe tut-
gnare donne e fanciulli, e ne' ritraiti, co- tavia un numero di scolari e di seguaci,
me dice Reynolds, fu pittore del massimo che non accrebbero la di lui fuma. Mi-
carattere, e come Zanetti assicura, gran- glior scuola formò forse Jacopo da Pon-
(ii, flotte, rnagi''{rali sono per lo più ne* te detto Bassano, che due vie tenne nel
suoi quadri le forme degli uomini. Fu dipingere, la prima di ridurre alle loru
grande nel chiaioscuro, e grandissimo nel forme soggetti con bella unione di tio-
i

coloiito; e nell'invenzioni, nelle composi- le, e caratlerizzare quindi le figure in fine


zioni, nell'espressione nulla operò mai con libere pennellale; la seconda di for-
senza consultare la natura. Il Ticozzi nel mare le figure con semplici colpi di pen-
volume, Le l'aite de T ecelli, e quindi il nello, con vaghe e lucide tinte, e con un
cav. Rlayer, nella dotta opera, DelV iini- certo possesso e quasi una sprezzalura,che
tazione pittai ira, dell' eccellenza dell'o- da vicino pare un confuso impasto, e da
pere di Tiziano e della vita di Tiziano, lontano forma una grata magia di colo-
Venezia 18 7, tipografia Alvisopoli, con-
i rilo. Nell'una e nell'altra maniera spiegò
futando il Ticozzi espose la storia di Tizia- egli mostrò an-
un'originalità, e questa
no non solo, ma quella ancora di diversi al- che nel gusto delle sue composizioni. Eb-
tri pittori di sua famiglia Vecelli. Sui Ve- be a ripetersi molle volte, il che alcuno ha
celli ciolfri preziosissime notizie l'ab. Giu- voluto allribuiie a povertà d'idee, e for-
seppe Cadorin, DelV amore dcTenezia- se più ancora dipendeva dalle circostan-
ìii di Tiziano Fecellio, delle sue case in ze nelle quali si trovava. Ebbe 4 ^^"s"»
Cadore e in f^eneziaedelle Vite de' suoi due de'quali ottennero gri-
tulli pittori,
figli. Notizie, ec, Venezia presso Carlo do, e nìolli altri scolari, che vengono
flopfner 833.I 11 Lanzi, Storia pittorica delti Bassaneschi. L'ultimo dell'epo-
dell'Italia, seguendo il solito suo ordine, ca in discorso è Paolo Caliari veronese,
Ita tessuto un lunghissimo catalogo di Ti- che pei'feziouò quella parte della pittura
zianeschi \n Venezia, di allievi o imitato- che ancora rimaneva imperfetta, ritraen-
ri oltramontani, i quali spesso emularono do in campi grandissimi tutto il più va-
Tiziano ne'ritralli; e de'tizianeschi spar- go dell* arte, architetture, vesti, orna-
si per lo sfato veneto, tra'quali alcuni la- menti, apparato di servi, e lusso degno
sciarono opere degne di memoria. Tra di regi. Nel notare i maestri di Paolo, il

questi Alessandro Duonvicino detto il Mo- Lanzi aggiunse i nomi di molli pittori
retto di Brescia f fu capo d'una scuola, e veronesi di quel tempo, e quindi ha le-
4o4 V E N VEN
gistralo 1 contemporanei, Ira' qua-
di lui d' imprimiture scurissime ed oleose, U
li deve particolarmente distinguersi Do- quali nuocevano spesso alla durevolezza
menico Piicci detto Bnisasorci (con que- dell' opere. Il Lanzi ha tessuto una se-
sto soprannome \aBìografia degli Artisti rie de' pittori migliori di quell'epoca,
riconosce il veronese Domenico/?i6C/o, co- ma per dir vero pochi nomi si distiu"
sì dettodal padre, il quale avea scoperto guono in quel catalogo, e forse solo nie<
un segreto per far perire i sorci), ch'è il rita qualche celebrità Pietro Vecchia ali

Tiziano di quella scuola, ed i numerosi lievo del Padovanino, ossia Alessandro


scolari e seguaci di Faolo, fra' quali due Varoltari imitatore di Tiziano e di Pao-
pittori trovansi della famiglia medesima. lo, del quale fu discepolo, che altri mol-
Fiorirono in quell' epoca in Venezia al- ti scolari ebbe, le di cui opere souc
cuni stranieri, e tra di «ssi cita il Lanzi, pressoché dimenticate. Tra' pittori delle
BattistaFranco e il Sansovino (il quale stato veneto di quel tempo si registra,
ultimo, quantunque non pittore, ebbe solo per esser nato in Bergamo, Ene<
molta influenza fra pittori, e massime
i Salmeggia, che educalo prima in Cre<
nella esecuzione de' musaici della chiesa mona da' Campi, quindi in Milano da'
di s. Marco. Di lui parlai di sopra fra gli Procaccini, passò in Pvoma a studiarei^
architetti-scultori;quanto a Battista Fran- anni Raffaele, e lo imitò finché visse, né

co, la Biografia universale stampata in mai alcuna cosa ebbe del veneto. Abbon
Venezia, lo dice ivi nato nel 1498, detto dò tuttavia quell'età di pittori di paesi
Scinolci, maestro di Baroccio: la Bio- di battaglie, di capricci, di fiori e di fruii

grafia degli Artisti, pure impressa a la, di prospettiva; e fuwi persino un pre-
Venezia, egualmente lo dichiara nato in te bergamasco, Evaristo Bascheuis o Ba-
quella città in detto anno, chiamando- scheris, che inventò un nuovo genere
lo Gio. Battista, e che a Venezia è det- chiamato inganni di pittura, ritraendo
to Sermolei o Sen)olei, e così pure il istrumenti di suono, carte di musica,
Cicogna a p. /\.i5, voi. 5 delle Inscrizio- carte scritte, calamai, ed altri oggetti,
ni Veneziane). Tiziano, die' egli, ave- disposti in disordine sopra tavole, con
va aperto la strada a' paesisti : ì Bassa- verità e rilievo, che ingannano l'occhio
ni si distinsero nel dipingere animali ; e non crederebbero a tutta prima di-
si

ed in Venezia da' pittori dello stato fu pinti. Nella 4-" epoca non si ravvisano in
portato il gusto de' grotteschi, mentre Venezia che stili forestieri e nuovi, e tra
Palladio e Sansovino quello favoriva- questi alcuni, che se non perfetti, par-
no della quadratura, e continuava a so- vero per alcun tempo originali, e furono
stenersi con onore la scuoia mediante nel loro genere pregiati. Quindi l'opere
l'opera de* piìi ciliari musaicisti. Nel- ricercate de'Ricci, del Tiepolo (il quale
la terza epoca de' veneti, secondo Lan- fu detto V ultimo de veneti che si faces-
zi, i manieristi dal secolo XVII gua- se gran nome in Europa, ma il d."^ An-
starono la pittura, ed appena compa- tonio Certi ,che nel i856 ne lesse l'elo-
riscono in quel periodo non del tolto gio nell'accademia delle belle arti di Ve-
innocenti Palma Giovine, ed alcuni
il nezia, non accettò in via semplice e pu-
di lui seguaci. In quel tempo nacquero ra tale encomio, pel riportalo dalla Cro-
le sette de' naturalisti e de' tenebrosi j naca di Milano 857, P- ^9)> *^'^' ^^'
del 1

i primi così detti, perchè ammiratori naielto, del Rotari, del Guardi; quindi
del Caravaggio e del suo stile plebeo le scuole dello Zanchi, del Bambini, del
(«ic), seguivano solo la natura ed il ve- Lazzarini, del Piazzetta, di Sebastiano
ro, ma non ne facevano buona scella ; i Ricci, del Balestra; quindi i pastelli di
secondi perchè affeltavano di servirsi Rosalba Carriera, i paesi di Marco Rie-
YEN VEN 4o5
ci, cil altri simili oggetti, su'quali non si prova che la scultuia fu meglio cui-
giova Imigamenle arrestai si. lu qtiell'e- tivata a Venezia che altrove. In pari
poca si apn in Venezia uno studio pel tempo ivi l'architettura era assai colti-
restaura mento dell' antiche pitture, arte vata; descrivendo il carattere delle pitture
che si è sempre di poi or bene or male d'allora,dedotleda*niusaici edallescultu-
praticata in ((uella città. Così la citata re. De'lavori di musaico operati in Vene-
opera milanese. — Ad onta che i sunno- zia, Torcello e Murano. Congetture sul-
minati autori, oltre il Vasari ch'ebbe se- l'opere di pennello condotte in questo pe-
guaci nelle sue invettive, scrissero della riodo a Venezia, mentre le molte disav-
scnola della pittura veneziana, ninno pe- venture a cui soggiacque, non rallenta-
rò portò l'indagini sullo stato della pit- rono l'ardore per le buone arti. Nella
tura ne'primi secoli in cui questa mera- 2. "prendendo le mosse dali25o, cioè al-

vigliosa città incominciava, come per in- quanti anni prima della nascita di Giot-
canlo, ad emergere dalle salse onde; ne lo, che dal Vasari si tiene pel creatore
alcuno eziandio, con filosofico sguardo, e rinnovatore dell'arte, tolse a dimostra-
ebbe a rintracciare le cagioni per le qua- re come in Venezia, senza il suo aiuto,
liI' arte a grado a grado pervenne a dipingevansi le prime opere certe in di-
quella gloria che la condusse Giorgione verso modo da quello usato da' greci, e
ed il Vecellio, e coll'andar de'tempi.se- da vasi opera a migliorare lo stile; e dello
guendo suo fato, si prostrò e s* invilì a della compagnia de' pittori stabilita iu
segno di perdere ogni traccia di bello, Venezia, mano mano venne a illustrare
finché surta miglior stella, diradassi le quell' età fino al tempo della scuola de'
tenebre dell'ignoranza, e di nuovo splen- Vivarini, cioè al i45o. Nella 3.' fatto
dorè ammantandosi si fece strada luci- capo all' onorata famiglia de' Bellini e
dissima in cui per ventura viviamo. In loro scuola, disse come per essa e prin-
lal modo si esprime il eh. veneto Fran- cipalmente per Giovanni, sciolta l'arte
Cesco Zanotto, nel dichiarare d'aver as- da' vecchi modi, si crearono quell'opere
sunto l'incarico di scrivere la Storia castissime in cui il disegno e il colore di-
dclla Pittura /^enez/ara^, e la pubblicò mostrano qual fosse la valentia di que'
in Venezia nel 1834 verso il fine del t. 2 maestri contemporanei nell'anatomica
della sua Pinacoteca Veneta, confor- scienza, e come le tinte preludessero quel-
lato dagli autorevoli encomi, che ripro- le più maschie che nel susseguente pe-
dusse, de'prof. Missirini, Fumagalli e al- riodo imporporarono le tavole dell'ani-
Iri,meritamente come faro di luce nel- moso Tiziano. Il quale Tiziano, col Bar-
le belle arti di Venezia e ne' monu- barella ossia Giorgione, col Tintoretto,
menti che splendidamente l'adornano, con Jacopo da Ponte, detto Bassano dalla
In 7 parti divise il suo importantissimo sua patria, con Kegillo da Pordenone,
e bellissimo, critico e studioso lavoro, e con Paolo Veronese, formarono nelle
Nella esamina qual era la
1.", dic'egli, loro scuole, unitamente a' loro alunni e
pittura nel tempo Vene-
in cui fondossi seguaci, la 4-^ epoca, la più gloriosa della
zia, e colla storia rapidamente scorren- scuola veneziana. E qui pe' tempi felici

do i secoli incolti, confrontando l'opere della repubblica, che uscita, quasi per mi-
che produssero gli artisti italiani, per ve- racolo, incolume dalla formidabile lega
dere qual posto convenga dare a coloro di Cambraj', pose in chiaro la sentenza :

che m queste dierono mano a ditTondere Essere necessario all'incremento degli


e conservare Tarli gentili, delle quali so- ottimi sludi, e in principal modo dell'ar-
siteneohe Venezia fu lai.' a dilFonder- li, la pace, la quale ammorzando l'ire,
ne l'amote con molteplici opere. Anzi solleva 1' animo a' candidi piaceri e alla
,

4o6 V E N
coiilemplazione del bello.E siccome, con -
neta tavolozza, i
YEN
quali |)repararono nel
1
linua il cb. outore, al dir de' Hlosoli, seno delle Lagune il risorgimento del-
non ponno durar lungamente in un me- l'arte, il cui decadimento tulli risentiva-j
desimo stalo le cose umane, le quali do- no meno vedutisti. E' vero che fin dat
i

po aver toccato la più alta aieta di fe- I72413 repubblica disponeva, e nel 766 i

licità, devesi attendere in breve il deca- idtiuìava 1' esecuzione d' una magnifica
dimento; idea rincbiiisa dall'antica sa- accademia di belle arti, a simililutliue,
pienza nel continuo girarsi dell'instabile come il decreto ordinava, delle principa-
ruota di Fortuna; così tramontati que' li d'Europa, e con il medesi-
d'Italia e
luminari,e venuto giovineJacopoPalma il mo ne parlai nel § XIV, n. 2; ma vi
nato in Venezia,dal bergamasco Jacopo il voleva un genio, fche richiamati in vigore
vecchio, che pure della virtù de'maggio- i prischi esempi e lo studio indefesso sul!
ri era ricco, ma non da poterne soste- le greche opere, desse quella spinta valeJ
nere il confronto, a poco a poco degradò vole a fu- risorgere le arti avvilite. Cano^

la pittura ;
poiché obbliato gli artisti lo va fu questo genio, e la terra che il pro-
studio del vero, e datisi solo a operare dusse fu veneta, onde avesse ella il van-
di pratica, posero in campo quella fatai to, come ne' secoli scorsi, di diffondere
maniera che fu poi cagione ancor più prima per l'Ilalia le norme del bello già
si perdesse in profonda notte i magistra- pur troppo obbliate. Neil' ultima e 7.''e-
li precelti lasciati da' primi cacnpioui, poca dell'arte pittorica della scuola vene-
Tuttavolta dimostra l'autore, che tale ziana, in cui per le cure prese dal pub-
epoca non fu del tutto povera d' inge blico, per r aperte accademie, e più di
gni,mentre oltre il Palma laudato, il tutto pe' genii che sorsero ad illustrare
Corona^ il Vicentino, l' Aliense, il Piaz- l'ai ti italiane, quale il Mengs coli' opere,
za, il Coritariiii, il Vecchia, il Varot- il severo Milizia cogli scritti artistici

tari, il Salmeggia, conta vari altri colo- ed il genio di Canova colla scintilla del
ritori di merito, che seppero tenersi di- fuoco sagro che in dono avea avuto dal
scosti dalla scuola de' tenebrosi, ed evi- cielo, l'autore intesse una corona a que
tando il comune naufragio, tennero fer- celebiati che sollevarono nuovamente la

mi nelle buone massime. Tale fu il 5.° veneta scuola di pittura all' italica glor
periodo della pittura veneziana. Con ria, e fecero che fra le straniere nazioni
Andrea Celesti die'cominciamento al 6." sia ancor salutata regina e maestra in-
con ispiegare le cause per le quali la fallibile del colorilo. Vi furono pittori
veneta pittura degenerò nel gusto, di- della vecchia scuola,che videro il risorgi-
menticò quasi del tutto i sani precetti mento dell'arte e non ne profittarono,
degli antichi, perde l'originale cai altere; ad onta che Canova colle sue opere moi
e pe'slili stranieri seguiti allora dagli ar- strò le norme del bello. Cadeva la repub-
tisti, precipuamente digradò nel colore; blica veneziana nel ijq'j, Dopo sì luii'

<juella scuola cioè che sempre avea tenu- go e saggio e forte impero, E tal che
to il primato nel colorito, cominciò ad esser parea dovesse eterno, e cadeva pei'
alterarlo e per renderlo più brillante quella ignota forza di natura che solve
io fece men vero, rimanendole solo il e trae a rovina ogni cosa mortale onde
niacchinoso della composizione; di che riprodurla sotto forme novelle. E sicco-

sene hanno testimonianze dalle colossali n)e dall'eccidio di Troia nacque la ro-
opere delio Zanchi, del Molinari, del Fu- mana potenza, così dalle rovine di que-
mìanì edel Piicci. la Gregorio Lazzari- sta sorse la gloria de'prirnitivi veneti; e
ui, nel Tiepolo e nel Cignaroli si con- quando! francesi l'ebbero ^eclissata, do-
servarono germi del gusto e della ve-
i po rapide e vatie vicende, erede dell'auli-
VEN VEN 407
co io)pero l'Auslriaco Cesare, stese colie pitliua il disegno. Fu egli che elello pro-
villoiiose aquile sue più lato il liunìinio, fessore di pittura nel 1807, scelse il lo-

e licovrò all'ombra del pacifico olivo Ve- cale per nuova accademia delle belle
la

nezia; che divenuta splendida gemma del- aiti, di cui nel § X, n. (ed ove cele- i 1

rimperial corona, tornò a hiillare d'una brai le benemerenze del conte Leopoldo
luce uioilesla si ma non meno invidiala, Cicognara suo i.° presidente, che tanto
giucche ollenne ella l'amore più cddo fece prosperare l'arti, e colia voce, cogli

deiritivillo monarca. Quindi nùiò a ri- scritti, col pennello che maneggiava ne*
tornare nel suo seno i capi d'arte cli'e* suoi placidi ozii, animava, dirigeva, ad-
ranle stali rapili da'francesi; vide a dar ditava a'giovam, amati quali figli, la me-

mano al ristaurode' più superbi monu- ta a cui dovevano aspirare. Ebbe ad illu-

nienli, ne vide a sorger dc'nuovi, e l'ac- stre compagno il nobile Antonio Diedo,
cademia delle belle arti arricchita splen- benemerito segretario della stessa acca-
didamente d'ampie mo-
sale, di classici demia, per quanto fu operoso e benigno
delli d'opere immortali. Alcuni malamen- neir educazione degli alunni, massime
tecrederono e dilFusero, che il risorgi- per le sue elucubrazioni didascaliche pie-
mento dell'arte, avvenuta nel nostro seco- ne d'artistica sapienza, che resteranno
lo, sia slata Napoleone I. L'arte
opera di documenti preziosi a'giovani, che voglio-
risorse per solo impulso di Canova, cui no iniziarsi nell'arti sorelle, polendosi ri-
la repubblica di Venezia e 3 senatori i guardare come contorto a'più deboli, co-
veneti llenier, Fardelli e Faliero aveano me briglia a' più fervidi, couie sprone
protetto e dato mano a ciò facesse chiara a'più tardi, come guida a tulli sicura);
mostra di se all'italica terra. Il Farsetti fu egli che die uu Hayez, un De-
all'arte
viaggiòa Roma, ed ivi fatte cavare le for- inin, un Politi, un Lippariui, uà Grigo-
me delle migliori stalueantiche,ripalriato lelti. Rotte le tenebre, e mostrata da
accolse nel proprio palazzo i giovani stu- Canova la strada che percorrere dovea-
diosijOnde apprendessero da quegli esem- si, non senza opera del valoroso Maltei-

plari le norme del bello. Pittori della vec- ni, finalmente in Venezia si conobbe pei'

chia scuola profittarono de'nuovi lumi, e infallibili due precetti pittorici dal Tin*
i

pel i.° Teodoro Malteini pistoiese, che do- torello sculli sulla parete del proprio
po aver imparato a Roma la pittura sotto studio: // disegno di HJiclielaiigclo, e
il cav. Pompeo Daltoni, dopo aver con- il colorito di Tiziano. Quindi s' inco-
dotto opere degne del bel secolo, in quan- minciarono a studiare 1' auliche tavole,
to al diseguo e alla composizione, si sta- onde apprendere da queste il magistero
bilì a Venezia, ove nel 1802 fu eletto a del colorito, obbliato pur troppo dagli
socio professore del collegio di pittura, e ultimi maestri; s'incorniciarono a dise-
nel i8o4 ad accademico, indi fu scelto a gnare i modelli della Grecia, e da cosif-
inae-itro de'gìovani nella scuola di dise- fatto tirocinio, alcuni che aveano bevuto
gno: fu suo merito che modelli di ges- i il latte delle pittoriche dottrine da impu-
so del F.irsetli non partissero da Vene- re sorgenti, poterono richiamarsi dalia
zia, raccolta che serv\ a notabile ptofillo torta via da prima incontrata, e condur
degli studiosi. Al Malteini pertanto va la opere degne delle loro sollecitudini. A.
veneziana pittura debitrice in gran par- i'ielro TaulÌDÌ molto deve l'accademia.
te del suo risorgimento, e si mostrò sem- LiberaleCozzase[)pe all'opere sue aggiun-
pre sino al i83i, epoca di sua morte, gere (orza di colorilo. Lattanzio Quere-
caldo d'amor per l'arte, zelò pieno d'ar- na, pittore della vecchia scuola come i pre-
dore del profitto de'giovani, cui non ces- cedentij profittò degrinsegnamenti delia
sava predicare esser base precipua delia nuova, e fu riguurdutuaueilo che aunoda
4o8 V E IV V E ^^

In stoiia pìlturìea del passato col secolo gue per maschio, puro disegno, co*
stile

presente. Si formò uno stile suo proprio, lore robusto, armonia, e segue 1' orme
die partecipa di tutti senz'essere servile de'grandi: lo celebrai nel voi. LXXXIK,
di nessuno, e potè col macchinoso com- p. 254. Il veneto Giovanni Servi riu-
poiie, colla lijrza del colorito e colla scì pittore originale d'una grazia non a
[ìronteyza dell'operarefar celebrato il suo tutti comune, nel produrre opere degne
nome.il veneto Gaetano Aslolfoni si for- della veneta scuola. Giovanni Darif bat-
mò più da se che sotto gli altrui inse- tè l'orme del suo concittadino Politi, eoa
giiMUienti, tanto è vero che l'ingegno e modi lutti veneti nel colorito. Felice
lo studio indefesso sono i nostri veri Schiavoni delia scuola del sullodalo ge^
maestri. Egli seppe conoscere il tono del- nitore Natale, riuscì degno frutto di tal
le venete tinte, pervenne a rinomanza, si pianta, formandosi uno stile purissimo,
distinse nell'elìlìgiare l'umane sembianze, pieno di grazie, una fusione di tinle, un
come nel restaurare maestrevolmente i impasto amrairabiie,diligenlequaolo un
vecchi (piadii,ridonaniloli al prisco splen- miniatore. Giovanni Busato, nato nella
dore. Anche Natale Schiavoni, più che gentile Vicenza, riuscì artista distinto,
al di lui precettore, deve a se stesso e al grande in tutte parti della pittura, ma-
proprio genio la sua pittorica instiluzio- ritò con bell'innesto il puro di Raffaele
ne: divenne anche eccellente incisore. Ma ed il robusto di Tiziano, nella dipintura
nato pel pennello, si formò uno stile tut- d'uno de'siparii del rinnovato teatro del-
tooriginale, cogliendo binatura nel suo la Fenice, in cui espresse Enrico Dan-

aspello più bello, dote che palesa il mol- dolo che ricusa 1' offerta corona impe-
Irj studio fatto sul vero. Anche il veneto riale d'Oriente, amando meglio vivere e
Antonio Pellegrini, pittore della vecchia morire cittadino di sua repubblica. Mol-
scuola, profillò della nuova con maschio te[)lice è la sua pittorica gloria, colla qua-
e incantevole colorilo, per non dir il'al- le raccolse moltissinie palme; eccellente
Iri. I pittori di storia educati alla nuova nel ritrarre 1' altrui sembianze, e forse
accademia del 1807, madre d'una genera- meglio di tutti effigiò il PonteficeGregorio
zione d'artisti, che a Venezia restituirono XV [, che ne stimò il singoiar genio. Pro-
la supremazia dell'arti, e principalmen- va ne sia : Essendosi degnati gli Emi. Car-
te del colorilo, vanno principalmente lo- dinali pre[)OSli all'erezione in Valicano
dati. Francesco Ilayez onor della patria del monumento di tal Papa, di richieder-
e vanto di Milano, ove pose dimora. O- mi un veridico suo ritratto, per metterlo
dorico Politi, di cui la patria Udine si in fronte alla Relazione sul medesimo
compiace veder in lui, rinnovate le sue monumento, procurai loro quello disegna-
antiche glorie pittoriche. Giovanni De- to dal valentissimo Busato, e maestrevol-
min di Belluno, che mente più vasta e mente inciso dall'ora defunto A. Viviani.
creatrice di lui additar non potrebbesi Fra que'che proposi poi agli Emi. Porpo-
negli affreschi. Lodovico Lipparini bolo- rati, nella distribuzione della Relazione a
gnese, la cui alta perizia e indole dolce gli Venezia ed a Belluno, non dimenticai la
meritarono la mano della figlia dell'il- biblioteca Marciana, e quella de' mino-
lustre Matteini. Sebastiano Santi pitto- li osservanti riformali di s. ftlichele di

re di merito grande, e di grandissimo Murano, già diletta stanza del Pontefice


poi se si considera aver avuto più dal nel suo virtuoso ed esemplare monacato,
suogcnio cheda altri maestri la sua edu- ed aozilutti i monaci raechitaristi, che
cazione: da gioielliere passò ad esser pit- con edificante affettuosa divozione verso
toi e, dislingueudosi in tutti generi. Mi- i r encomiato Papa, prontamente mi fa-
ihclangelo GrigolcUi iViulauo, si disliu- vorirono il celebralo ritrailo, di cut, sona
V E X V EN 409
possessori. Quali gioielli delio slesso arti- segnamcnto anche dal Fidia italiano Ca-
sta, conseivo alcuni lilialti di mia fami- nova, che ritrasse. A suo consiglio, a ca-
glia, oltre quello di Gregorio XVI esegui- gion del sesso, lasciò la storica pittura, e

lo nel decliu'ir del potilificato. Innume- si applicò unicamente alle copie delie
rabili sono i leggiadrissimi disegni da lui magne produzioni de' veneti maestri, con
operati. Del suo ingegno, valore e altre quella preparazione utilissima da lei tro-

opere, meglio è ammirarlo nello storico vata, di cui parlai nel luogo che citai

illustre della Pittura T'encziana, il (|ua- nel S X,n. 2 1. Non eravi forestiere co-

le nella sua delicatezza, pe' soavi nodi spictio che venisse a visitare le Lagune, il

che a lui lo stringono, parlò con senten- quale non ripatriasse fattoricco di sue ele-
za degli altri e principalmente de'profes- ganti e diligentissime copie. Così ella ri-

sori dell'arte. Fra gli altri usciti dagl'in- traendosi dalla magna pittura, operò che

Sfgiiamenti dell'accademica scuola, sol- i miracoli dell'arte veneta da lei ripro-


tanto mi limiterò a rammentare seguen- i dolli fossero diffusi per lo straniero, e co-

ti,Cosroe Dusi di talentò originale, di si procurando la gloria sempre maggiore


pronte idee, sollecito nell'operare, dotto de' veneti antichi campioni, intese, senza
nel disegno e nel colorito, in una paro- por mente, a formarsi una gloria essa stes-
la, nato per essere artista. Il cav, Pietro sa. Ora da alcuni anni morì, lasciando
Haoletli di Belluno produsse opere com- desiderio di sé presso i buoni. All'epo-
UK-nilevolissime a olio, e si mostrò di- ca che scriveva il Zanotto, già l'esimia
stinto anoiie nell'affresco. Felice, pronta pittrice Maria Tagliapietra dava saggi del

e feconda ebbe l'immaginazione; rapi- suo valore, facendo concepire liete spe-
damente eseguiva le sue opere, ma nel ranze. Tra'prospettici e decoratori, valo-
più bello di sua vita, scese nel sepolcro rosi e lodalissimi erano seguenti. Prof. i

lasciando gran tlesiderio ne'suoi au)mi- Giuseppe Borsaio, il quale tanto operò
ralori. Uno ne fui e sono io. Posseggo da stancar la mente e la penna di chi
di lui, e me
ne vanto, oltre pregevoli di- volesse tutti descriverei suoi lavori. Vin-
segni a penna, in cui pur era valentissi- cenzo Chilone, prof. Tranquillo Orsi
mo, Il quadri bellissimi dipinti a olio gran maestro di prospettica. Morti ora
d'ogni grandezza, 5 de' quali avuli per questi, rimangono ancora: Tommaso
onorevole legalo del laudato Ponlelìce, Viola, Marco Gomirato, Pietro Zanar-
che protesse l' illustre concittadino e lo duii. Tra' paesisti ed altri generi di pit-

creò cavaliere. Mollo mi resterebbe di- tura, come di scenografia Francesco ,

re del Paoletti e delle sue opere, ma Bagnara veramente Proteo della scena,
troppo riguardandomi, me ne astengo, Giuseppe Berloia, Antonio Foruari ,
sebbene alcune cose pure riguai-dino le Francesco Milani, Anna Maria Maltei-
venete. Se a Dio piacerà che io possa ni (iglia e sposa de' due chiarission ar-

erigere il vagheggiato imperituro mo- tisti sullodali, fece anch'essa vedere che

nuuiento a Gregorio XVI, al modo det- anco in questa età: Le donne son venule
to nel voi. LXX, p. log, e altrove, ol- in eccellenza- Di ciascun arte ove han-
ile (|uanlu questo Dizionario di già
in no posto cura. Lodato pittore di costu-
alzai, e fecondò non pochi ubertosi frul- mi Eugenio Busa. Valenti miniatori di
:

li alla gloria di quel dottissimo e santis- fiori e di ricami: Dall'Acqua, Gaeta-

siuìosupremo Gerarca, mi si aprirà [)iìi no iNegrisolo, Francesco Campana, Fa-


opportuno campo d'eseguplo. Vlinanil bris Bernardino Btissoni
, gli ultimi ,

Onore «lei bel se^so e dell'arte fu Ma- tre ora defunti. I fin qui encomiati,
rianna Pascoli, provetta e consumata nel e altri non pochi lasciati per brevità,
uuigiiilero della tavolozza, ricevendo in» tolsero l'arte dal fango in che era cadu-
4io VEN VEN
la, ed i vlvenli illustri danno lusinga, mancano eletti e valorosi ingegni arti-
die sì il ricordo dell<i gloria passata che che nell'esercizio delle belle arti del
siici,

della presente, ecciti negli allievi l'emù- disegno, riscuotono l'ammirazione de'no-
lazione de'douieslici esempi, valevole ad slri e degli estranei. Degli uni e degli
insegnar loro a conoscei'e se medesimi altri finalmente non mancano liete spe-
in presenza di quelle nazioni che ne di- ranze, che col crescer degli armi pro-
spregiano, e porga loro coraggio a soste- mettono sostenere il decoro patrio nelle
nere e a ravvivare la grandezza del ve- scienze, nelle lettere, nelle arti. !Ne sono
neto nome, giacché in essi riposano le prova quanto si legge ne' periodici lelle-
speranze della presentegonerazione. Con rarii,da'quali si apprendeesislere fra've-
«juesle idenlifiche parole, calde d'amor iieziiini una grande attività intellettuale
patrio e di pienissima intelligenza arti- e artistica, confermala da frequenti pub-
stica, il eh. e facondo Zanollo lertnina la Le varie opere che si stampa-
blicazioni.
sua Storia della Pitttcra Tu'neziana, in no Venezia bastano già da se sole a
in
cui impiegò i6 pagine in foglio grantle
i dimostrare quanto si apprezzino gli stu-
a due colonne, con eruditissime note, di in quest'antica dominatrice de'mari,
per cui appena appena ne diedi uno sfug- che sempre ricordevole del suo passato
gevole gtMierico cenno. Ardua cosa é — lo evoca dal silenzio de'suoi preziosi ar-

il parlare de' contemporanei, poiché si chivi, traendo alla luce i documenti illu-

corre grave pericolo di ferire la mode- strativi delle sue imprese, della sua mari-
stia degli uni, o il giusto amor proprio na, del suo com mercio, delle sue ambasce-
degli altri. Tuttavia per sentimento d'am- rie, delle sue spedizioni. L' Eptacordo di
mirazione e di alleilo, di delicati ri<:ruar- lloma,dQ'3o giugno 1808, parla del li-
di, all'occasione me lo permisi con diver- eh. prof. Pietro mar-
bro pubblicato dal
si, anche per circostanze particolari, la chese Selvatico Estense segretario del-
fama celebrando pure gl'innominati, e l'accademia delle belle arti in Venezia,
perciò non bisognosi de' miei deboli ri- intorno alle condizioni presenti delle arti
cordi. Col mio dir breve e ristrette dimen- del disegno e all'infl uenza che vi esercita-

sioni io nell'angustied'un arlicolo,sebbe- no l'accademie artistiche. In fine del n. 11


ne ampio e multiforme, non poteva ab- del § X accennai l'analogo suo discorso,
bracciare tulli. 11 condurre questo compli- se pure non è lo stesso. La Cronaca di
catissimo articolo, in modo corrisponden- Milano ricordala nel citato numero, di-
te all' altezza dell'argomento, avrebbe ce nel cenno che ne fece. La necessità di
•superato ogni mia forza. L'antiche glo- rendere il disegno elemento fondamen-
rie venete non sono estinte e vigorosamen- tale di educazione, vale di sovente piìi

te verdeggiano. La gerarchia ecclesiasti- della parola, non solo a muovere gli af-
ca ed il clero secolare e regolare vanta fetti, ma eziandio ad aiutare ogni appli-
moltissimi dotti, virtuosi e zelanti nel cazione dello scibile umano, a manifesta-
ministero sacro.Tuttora fra'veneziani fio- re le idee ripensale dall'animo, a ricor-
riscono nobili ingegni, che alle classiche dare i falli veduti, a chiarirne le conse-
lettere e alle scienze congiungono gli slu- guenze; quindi non è soltanto necessario
di severi della critica e dell'erudizione. al pittore, allo statuario, all'architetto,
Molti sono i nomi illustri che lo piova- ma ptu" serve a proficuo diletto del ricco,

nole che l'Italia e ollremonte venera co- agevola al dotto la cognizionedelle scien-
me maestri nelle diverse discipline, con ze, conduce l'artiere a perfezionare le ma-
cui hanno arricchito e seguono ad ar- nifatture. Se giovani agiati sapessero il
i

ricchire co' loro pregevoli scritti la bel- disegno, intenderebbero le bellezze de'
la penisola. Tuttora fra' veneziani non prodotti insigni delle arti, troverebbero
VEN VE N 4i I

maggiore islruzione e diletto oe'viaggi, la parola. La pittura sui maniiscritli dal


si farebbero essi medesimi ingegnosa gui- IV sino al XVI secolo di nostra era, fu
da alle decorazioni e alle aicbitetture de' esercitata e protetta da uomini grandi
loro palazzi; se la giovinetta agiata s' i- per autorità e per ingegno. Ma 1' Italia

struisse nel buon disegno^ perchè la don- non ha ancora una storia di questo ramo
na è portata da natura a sentire finamen- prezioso delle arti belle. Venezia per
te il bello, saprebbe trasfonderne il sen- la co[)ia de'suoi manoicritli, odce bell'ar-
timento nello sposo e ne'figli, e (juesli sa- gomento a comporre un snggio storico
rebbero perciò avviati a conoscere le arti, delle sue mini;iture; ed il prof FoucarJ

ad amarle, ad incoraggiarle. La chimica, sipropone di tentar questo lavoro, espo-


la filosofia, la storia naturale, la medici- nendo frattanto nel suo discorso risul- i

na, l'anatomia, la botanica, ponno col tati principali de'suoi studi. I codici con-
disegno rendere più edicace la parola, lenenti gli statuti del doge capo dello
ond'essa dimostra meglio if vero. Som- Stalo, de' corpi legislativi ed esecutivi,
mamente poi dal disegno viene aiutata delle magistrature minori, de'rappresen-
l'archeologia, perchè col mezzo di esso tanti della repubblica ne' luoghi soggetti
le è dato studiare bene e far bene cono- al suo vasto domìnio, delle corporazioni
scere i monumentali
resti del passato (an- religiose, delle consorterie o università
zi col disegno qualunque scrittore, stori- arlisliche, danno la maggior quantità di
co o filologo, tlescrive con più precisio- bei dipinti miniati a Venezia; e se i mano-
ne e chiarezza qualunque oggetto d'arte : sciitti di religione, di lelleralura e di scien-
delle arti del disegno, più di proposito zadevono essere collocati dopo cjuelli per
parlai negli articoli Temi-io, Teatro, Fit- numero, offrono tiiUavia prove come gli
•JUR A, Scultura, ec. ec.). Nel ricordalo n. artisti veneti fossero valenti anco in que-
I I del § X feci pure parola del discorso stoiniportante genere dì pittura. La nii-
del eh. Cesare Foucsud professore di pa- nialttra non coniinciò a Venezia che nel
leografia, recitato nella suddetta i. r. Ac- secolo XI V e fila nel XVI, La i.'' minia-
cademia, col quale lumeggiò le vicende tura rimaslaci trovasi nella 3Iariegola
della veneta miniatura, e dall' estratto (cioè Matrìcola) della scuola grande di
che ne die l'encomiata Cronaca di Mi- s, Teodoro conservata nel museo Correr,
lano, siccome altra gloria artistica di Ve- imitazione esatta del musaico bizantino
nezia, che si rannoda a' Diplomi e all'ar- che sta Sidla porta dell'interna facciata
."
te della Scrillura (f'^.), ricavo le seguen- della chiesa di s. iMarco; e dopo quel i

ti parole. La prima sciiltura d'ogni popo- monumento, molle altre miniature mo-
lo fu la pittura, e se inventalo l'alfabeto, strano l'avviarsi dell'arte a miglior e-
l'arlìsta cessò di far le parti di Scrillore, spressione colla purezza del disegno e
tanlo r uno che 1' altro rimasero Pittori colla verità del colorilo. Il Fou-
prof.
del pensiero, l'artisla estrinsecando dsuo card menzionò inoltre: \a Mariegola de'
concetto sopra una data superficie col mereiai, che racchiude una delle pri- /

disegno e co'colori, e lo scrittore con tal rae n)iniature deli' epoca del rinasci-
convenienza e verità di espressioni, da mento delle arti, e si allribuisce ad uà
non obbligare il lettore a ricorrere alle allievo dello Squarcione; delle miniatu-
rappresentazioni figurate per completa- re eseguite su due C(^/^z'to/an de' Procu-
re riulcUigenza del testo ne'codici mi- ratori di s. Marco, esistenti uno al mu-
niali. L'artista e lo scrittore furono in- seo Correr, l'altro proprietà del cav. Ci-
sieme associati, non solo per decorare di cogna, della fine del secolo XVI ; e mol-
ornamento il manoscritto, ma per im- ti d'opera di quel tempo in quel
altri capi
primere maggior evidenza ed effetto nel- genere di pittura. Lasciò alle iniuiature,
4i2 VEN YEN
Ifivorale sulle Conttuìssinni ducali, ai de' Pordenoni, del Tintorelto, illuslrale
Relloii, dalla fine del secolo XVI a quel- da uomo versato in tali studi come è il

la del seguente, il vanto di provare la signor Zanotto".


valentia de' miniatori veneziani, e nel-
la Mariegola de' Calafati ali' Arsenale, § XV II. Dell' industria, fabbriche j con-
compilila dal miniatore Giorgio Colon- lerie e av\>cnturina, stamperie. Com-
na nel 1
579, di manifestare una delle mercio aulico e attuale antica fiera:

ultime e belle produzioni arlisticlie, com- dell' ascensione. Porti di f^enezia,


messe da quelle consorterie delle arti e franchigia del Porto-franco. Stra-
a Venezia, che le custodivano colla ve- de ferrate e Telegrafo. Rimembran-
nerazione e l'affetto eh' ebbe sempre il ze storielle antiche e recenti j condi-
colto veneziano pe' monumenti storici zione presente e futura di f^eneziaj
di sua amata patria. 11 professor Fou- a schiarimento del riferito e da rife-
card disse i nomi di più miniatori vene- rirsi. Bibliografìa. Cenno sulle prò-
li, della loro allìgliazione all'arte de'pit- viucie Lombardo- Fenete.
tori, delle notizie che si rinvennero sulle
leggi che regolavano e proteggevano la I. L* industria veneziana si esercita
prosperità della nobii arte, a lisarci- principalmente nelle fabbriche e mani-
ineolo dello Statuto, che andò perduto. fatture d'oro battuto e d'orificeria (cele-
Acueniiò alla lagrimala distruzione ed bri sono l'eleganti e minutissime cate-
allo sperpero d'altre miniature venezia- nelle d'oro di Venezia), dice il Diziona-

ne, dopo la caduta della repubblica, le rio veneto con quanto qui appresso ri-
quali figurano oggi come capi d' opera porto, di berrette, di cappelli, di ciocco-
nella biblioteca imperiale di Parigi e nel lata, di carte da giuoco, di strumenti
musco britannico a Londra ; e concluse ottici, di cremor di tartaro, di candele
il suo discorso, col provare quanto aiu- di sego, di confetture, di cipria e amido,
to questi piccoli dipinti possano offrire di corone di cocco (anche di vetro e di
all'artista per la storia del costume e smalto), di seta preparata ad uso de'di-
dell'arie. Dal lodevole proponimento del versi lavori (dell'introduzione della seta
prof. Foucard, io ci vedo una nuova in Venezia, e del suo miglioramento, dis-
miniera di bellezze artìstiche che sta per si alcune parole nel § X, n. 32. Negli ul-
essere interamente discoperta in Venezia, timi anni fu animata l'industria eia trat-
seno ferace di sempre nuovi pregi arti- tura della seta ne' paesi veneti, si pian-
stici e storici, e fo voli per la sollecita tarono gelsi a migliaia, ergendosi ovun-
sua manifestazione ad ulteriore lustro que bigattiere, e chiari ingegni si ado-
dell'incomparabile città. Altri ancora ne prarono nel dare nuove istruzioni, nel-
faccio pel riferito pure nell' encomiata r eccitare e incoraggiare la produzione
Cronaca di Milano de' i 5 ottobre 858. 1 utilissima de'bachi da i^ctó, come toccai
Imperocché in essa leggo: Che la socie- in tale articolo), di frangie e galloni d'o-
tà del Lloyd di Trieste, ove la celebrai, ro, d'argento e falsi, di guanti, di spec-
fieoipre lodevolmente intesa a procurare chi, di maschere (in che un tempo fu ri-
alla nostra Italia notabili pubblicazioni nomatissima la fdjbricazione), d'ottone-
»» intanto promette quella iniitolata: // rie, d'ombrelle, di pece, di tela da vele
fiore storico pittorico della Scuola Ve- e cordami, di tela cerata, di tessuti e ma-
ncziann illustrata, da Francesco Za- glie di lana, di tessuti, maglie e stoffe di
fìotfo, con molte incisioni in acciaio, che seta (negl* inizi del secolo XIV le maui-
liprodurrano le opere del Bellini, del fallure in Venezia erano già salitea gran-
Cima, dc'Carpacci, de'Tiziaui, di Paolo, dissima perfezione. 11 cambellolto e r
3

YEN VEN 4'


panni d'oro e di seta tessevansi, dando- dinarlo della natura del quarzo o del
si a qnesl'uUimi colla tintura, senza che feldispato, le quali presentano sur un fon-

Doto fosse ancora il chermes, un colore do colorato e semidiafano, una cpianlitù

di porpora vivacissimo. Già si lavorava- di piccoli punti rilucenti del colore dell'o-

no altri panni e drappi eccellentemente ro e dell'argento, dovuti o a qualche ca-


ad uso di Damasco, delti perciò dama- vila della pietra piena d'aria, o a qual-
schi, allri a foggia di tpie'd'Ormus, delti che pagliuola di mica o d'altra sostanza
quindi orniesini, zendadi, velluti, guar- lamelosa, di cui non può conoscersi la

nelii e lab'i. Per la venuta de' peritissimi natura per la piccolezza delle particelle,

lucchesi in Venezia in quel torno, come come ricavo dal milanese Dizionario
giàrilevainel citalo § X,en. 32,viemmag- delle Origini. Questo aggiunge, che se
giormente si perfezionò nelle tessiture ne trovano in Ispagna, in Siberia, nel
e nel disegno il setifìcio di Venezia), nel- Piemonte, in Boemia; e che il Magalot-
le concie di pelli, nella costruzione delle li dice essere opinione, che la venluriii;i
navi e delle barche, nella preparazione si generi sotto le fornaci de'vetri, benché
de' colori, ne' lavori d'acciaio, di ferro, non coA singolarmente che si vada a col-

di rame e di piombo, nelle rallinerie di po sicuro di ritrovarla ; e che per ragio-


zucchero, nella distillazione dell'acqua- ne di questa irregolarità si chiami Ventu-
vite e rosolii, nella fabbricazione dell'a- rina, onòe fu detto che se ne fa pure
ceto, nelle tintorìe, ne' torchi da olio artificiale. Dirò inoltre col veneto Daz-

ec; oggelli di minor conto essendo i ri- zariiii, Dizionario enciclopedico: La-

cami delle slolFe, i lavori di bronzo, i cap- sciando dell' etimologia, è un fallo che
pelli di paglia e di trucciolo, le campa- a Venezia (e forse soltanto a Venezia) si

ne, gli strumenti e le corde armoniche, fa della bellissima Venturina, ricercala


la legatura delle gioie, i mattoni, la cal- assai e di notevole pregio. Inleressanle è
ce, i merletti ec. Scrisse Girolauìo Fran- l'analogopubblicato sulle conlerie vene-
cesco Zanetti, Dell' origine di alcune, te e l'avventurina a'23 diceud^re i853
arti principali appresso i l enezìanr, dal Corrierellaliano in VeHezia,e ripro-
Venezia lySS. Con propo- tale opera si dotto dal Giornale di Roma a p. 18.
se di provare, che Venezia è una delle La produzione degli smalli e delle perle,
prime città dell' Italia in cui siansi col- delle in generale conlerie, costituisce tut-
tivate le arti. Ma co«;lituiscono rami im- logiorno un ramo inleressanle di com-
portanti le manifatture e le fabbriche mercio indigeno ed esclusivo di Venezia,
di cererie, di sapone, di teriaca, le con- come lo era un tempo tutta l'arie vetra-
terie o fabbriche di vetro di diversi co- ria, donde poi ebbe origine e modello la

lori ad uso
di collane, corone e simili la- maggior parte di quelle manifatture di
vori, ecanna di conlerie chiamasi quel- vetro che fioriscono attualmente in Eu-
la canna di vetro, con che si fanno tali ropa. Se ognuna ditali produzioni ecci-
niercanziuole; delicati lavori di 7 etra, ta mai sempre la meraviglia e la sorpre-
alcuni de'quali sono qualificati merletti sa dell'osservatore e per la singolarità
vetrificati, soffio leggero dell' arte di cui della fabbricazione, e per la forma mol-
Venezia conserva il segreto; come della teplice delle perle e delle margherite, e
Venturina artifìziale bellisima, e tale da per lo svariato colore e la levigala super-
eguagliare la naturale, che una gemma ficie del vetro, merita però senza dubbio
con macchiette o vene d'oro come il la- uno sguardo di preferenza il capolavoro
pislazzolo, sopra un fondo di color mu- degli smalti, l'avventurina artificiale.
schio o caifè. Più generalmente si dà il Questa celebre composizione rappresen-
uuuie di veului'ina ad alcune pietre d'or- ta un fondo giallo oscuro rifulgente per
4i4 YEN V EN
lo spessa brillare di piccole stelle clic paio- naturale per oUenere graziose manifattu-
no d'oro, per cui fu delta anche stellarla. re, e Venezia andò sempre superba delle •I
Diessafoiniansi varie sorte d'ornamenti, più belle qualità, l'arte qui naia conser-
come sono le spillc/i l)raccia!elli,i penden- vandosi ancoia in modo esclusivo. La fa-
ti,! tnanigli, le cornici di piccoli luusaici, ed miglia Miotti possedeva il segreto della
altri oi^getli di bijonlerie; con essa vengo- sua coujposizione, ma da mezzo secolo
no a fantasia e vagamente screziate le per- ciedevasi perduta, ed ogni maniera di
le,} vasellini di vetro colorato, e si frappo- commercio era cessata. Presso al i85o
ne non di rado con bella sioituetria agli all'es[)osizioni d'industria in Venezia e
altri smalli, allorcltè si preparano descUi Milano, Dahnistro, Barbarla, Moravia e
ammirati eziandio nell'ollinia esposizio- compagni, e Pietro Bigaglia produssero
ne del veneto Istituto. Il commercio poi saggi d'avventurina artificiale, che face-
dell'avventurina vien fatto colla Germa- va sperare risorta tal fabbricazione. Il

nia, colla Francia, coll'America, in ispe- Bigaglia nelle varie esposizioni che sue-'
cie colla Turchia. Fino dalla scoperta, cessero, quasi sempre presentò i suoi pro-
questa produzione fu accolta con mas- dotti migliorati, e così a Venezia fu re-
simo favore, in modo da ridestare l'in- stituito il vanto di prima, e fu rinnovato
vidia de'francesi che si sforzarono tosto il commercio". Abbenchè poi a taluni
di riprodurla, ma invano; perchè dopo de'nominati fabbricatori sia talvolta riu-

imiglie millanterie pubblicate ne* loro scito di ri[)rodurre l'avventurina, pure


giornali, l'avventurina franrese paran- al solo Big;iglia sino ad oggidì era rima-
co non apparve.» Il Bussolin, nella sua sto il merito non contrastato, e la sorte
celebre Guida alle fabbriche Cetrarie propizia d'una continuata composizione e
di Murano, asserisce: Le fabbriche ve- d'un esclusivo commercio. Non cessaro-
trarie di Venezia e Murano si distinguo- no però altri tect>ici di studiarne il difli-

no pelali smalli in pani di vari colori, ri- cile processo, e fra di questi non ha gua-
cercati in tulle parti d'Europa, e sono ri riuscì felicemente nell'intento Giusep-
adoprali ne'Iavori a /)/K.sYZ/ro, nelle mo- pe Zecchini del fu Lorenzo, il qualegiun-
stre d'orologi e in altri oggetti di bisu- se per varie riprese a produrre l'avven-
teria. Meritano altresì d'essere ricordale turina, ed a poter migliorare progressiva-
le pietre preziose artifiziali d'ogni sorta, mente il colore del fondo eia dimensio-
e sopra lulto la celebre avventurina o ne delle stelle. La sua fabbrica sociale,
stellarla, composizione ollremodo sin- situala a s.Marcuola,nel precedente 1 85?,
golare, nella quale brillano tante picco- fu onorata dalla presenza dell'imperato-
le stelle che semì)iano d'oro. — E Tom- re Francesco Giuseppe I,e del granduca
nvasoni nella più recente Guida P^en:'- Costantino di Bussia, in compagnia d'al-
ta pedoni: Dell' industria di J^enczia, tri principi. Cresciuto il Zecchini da fan-
soggiunge: E* oggi mai un secolo che ciullo nelle fabbriche vetrarie, si dedicò
l'arie di fare l'avventurina si trovava nei- nella propria oflicina a perfezionare al-
l'ollìcine vetrarie di Murano, e ben pre- cuni smalti, ed ottenne realmente il pri-
sto tal prodotto si dilluse ovunque ricer- mato nella composizione del cristallo e
catissimo. I lapidari dicono avventurina dello smalto di color rubino, tinta assai
una specie di quarzo tendente al gial- pregiata e di maggior valore. Si affidò
lo-nero, il quale risplende per il luciccare pure fra non molto di poter presentare
di pagliette che sembrano d'oro; e rin- al pubblico lo smalto di color porpora,
viensi in vari luoghi, in Francia, in In- di cui tuttora difettavano le conterie.
ghilterra, in Siberia. L'avventurina ar- Divenuto egli in seguito membro della
tificiale modellasi più facilmente che la socicUi delie fabbriche uuile, che sur-
VE N VEN 4.5
%e colossale dalle vicende accadute a da'romanl, ed a piti grande perfezione
qoeslo commercio nel i 848, fra gli alti'i da'veneziani condotto. Formato il pavi-
esperimenti non tralasciò d' applicarsi al mento di fitte tavole con diligenza coh-
processo dell'avventurina, di cui poi si nesse, vi si sparge sopra un composto di
ripromise tli protlurreuna quantità pro- calce e di minuzzoli di sassi, a cui noa
porzionata alle ricerche de'conimillenli, di rado frammischiasi la madreperla e
e di far sempre migliore la qualità col di- ben anche alcuna pietra preziosa. Pigia-
minuire le scabrosità che rendono talvol- ta questa materia con pestelli di ferro,

ta men bella la superficie. In tal guisa il variamente colorala, lisciata colla pomi-
Zecchini ebbe il merito di venir 2/ al Bi- ce, resa lucente dall' olio di lino, riesce

gaglia distinto cultore dell'arte vetraria, quel terso, lucido e screziato paviroeti-
ed il vantaggio di competere con lui che giudicherebbesi a prima visla per
lo,

solo nella vendila. In tal modo progre- marmo peregrino, il quale a Venezia non
dì un' industria che torna d'onore e di manca mai tuttora anche nella casa di
utile a Venezia, d'onde ebbe culla, e persona poco agiata. L'introduzione del-
mantiene costantemente la sede. Le fab- l'arte della Stampa in Venezia e sue pri-

briche di vetro, e specialmente di perle me produzioni, la narrai in quell'articolo,


di vetro, formano da secoli la gloria del- anche col cav. Mulinelli, cioè nel «4^9
l'attività industriale di Venezia. Nel de- pel tipografo Giovanni da Spira, riceven-
clinar del passalo «ecolo, nell'isola di Mu- do da sì colta e assai ricca città ogni pro-
rano, di cui nel§XVIIl, n. 19, agiva- tezione e incoraggiamento. Il privilegio
no 46 fid:)briche vetrarie, delle quali: 8 a lui concesso dalla serenissima Signoria
di smalli e canna fina pe 'margaritari e di Venezia a' 18 setteuibre 14^9 s'
'^S"
perlari,6 di canna ordinaria, 3 di cristal- gè nel patrio annalista, a mezzo di 5
li, 4 di soffiati ordinari, 2 i di lastre pic- consiglieri della medesima, di poter abi-

cole, 4 di lastre da specchi. Di quest'arte tare colla famiglia sua nella città, e li-

insigne ha trattato distesamente il ricor- beramente slanipare ed esercitar l'arte iu


dato p. Azevedo nel suo poema : f^enc' Venezia e suo distretto per 5 anni. Quin-
tae Urbis descriptio, nel hbro 5, e però di nel breve corso d'un anno pubblicò cul-
ilmio amico cav. Scolari in occasione le venete stampe ben due edizioni delle

appunto delle nozze di una figlia del lo- Lettere famigliari eli Cicerone, \a Sto-
dalo cav. Bigaglia, ne recò il brano re- ria naturale di Plinio, e la Città di
lativo in versi italiani, e se n'ebbe a stam- Dio dis. /4gos'.ino,i^t\\a i ."edizione di Ci-
pa il poemetto: L'yurte vetraria ec, Ve- cerone del 1 4^9 sono in fine questi versi :

nezia tipografia Perini i858. Altri ri- Prinuis in Adriaca formis inipressil
levanti ran>i di manifatture sono in Ve- aenis Urbe libros Spira grnilus de
-

nezia le calcografie e le stamperie, es- stirpe Joannes: -In rcUquis sii quanta
sendovi di queste molli stabilimenti ed vides spes, lector, habenda,- Quom Itti-
assai importanti, che recano decoro, lu- bor hic primus calami superaverit ar-
cro e rinomanza alla città per la loro tem. In fine del Plinio stampalo pure
eccellenza. I pavimenti o hnltuli vene- nel 1469 si posero questi versi: Quein
ziani sono troppo propagali pel mon- modo tam ramni cupiem vix leder ha-
do, per la loro utilità e pulitezza, anche beret. - Quigiie eliani fractus pene le-
eleganza, onde ne debba e con lode no- gcndus crani. - Restituii Fenetìs me
Racconta il cav. Mu-
tabile farne parola. nu per Spira Joannes - Exscripsitque li-
linelli, Del Costume Veneziano. Anti- bros aere notante nieos. - Fessa ma-
camente nelle stanze primo adornamen- ivts quondam monco calamusque qiiie-
menlo era il terrazzo, già conosciuto scatj- Nanique labor studio ccaìlet
4i6 VEN V E N
ìiigenio. Nella 2.' edizione di Cicero- l'archivio Vaticano), onde n'è chiamata
ne del 14^9 parimenti furono impressi fondatore, l'appaltò al Biadi, però adi-
in fine versi
i Hesperiac quotidaiii
: dandone la soprintendenza con titolo di
Gernianus quosque libellos - Ahslidil : prefetto a Domenico Basa veneziano, il

en pliira ipse daturus adestj - Nani- (juale già fioriva nell'arte scilo il prede-
quc vir ingenio mìrandus et arte Joan- cessore Gregorio XIH; e poi Clemente
nes - Exscribi docnit clariiis aere li- Vili fece soprintendente della medesi-
hros- Spira favet Vtnelis : q icario naia ma Aldo Manuzio il giovane. 11 prof
mense peregil - Hoc Irecenleniun bis Romanin nel celebrare l'introduzione e
Ciceronis opus. Finalmente ecco i ver- prosperamento della stampa in Venezia^
si posti a pie del s. Agostino comincia- dice che mezzo potente alla dilfusione
lo a stamparci a Venezia da Giovìinni del sapere era allora anche l'incoraggia-
da Spira, perchè morto improvvisamen- mento che veniva dato all'arte tipogra-
te poco dopo r ottenuto privilegio (per fica e libraria, e i notevoli miglioramenti
cui dal notariato che l'avea registralo, di quella devono all'opera de'famosiAl-
»i

al margine fu aggiunto : Nnllius est vi- di, dal iSooin poi. Non si permetteva
goris, quia obiit Magister et Auclor), per altro che degenerasse in licenza, e
fulvi finito daVindeliuo dì lui fratello fu, secondo le idee del tempo, istituita
nel 1470- Qui docuit p'enetos exscribi una censura preventiva. Non si lasciò
posse Joannes - Mense fere trino cen- sotto il dominio della censura ecclesia-
iena volitmina Pliui, - Et tptideni ma- stica se non per le opere di soggetto re-
gni Ciceronis Spira libellos^ - Cocpe- ligioso; non si volle ammettere r/«f//(;e
rat Aureli j subita sed morte percn- di Roma, ma si sottomisero i manoscrit-
tus, - Non potuit coeptuni l^cnetis fi- ti all'esame, prima del consiglio de'Die-
nire vo lumen.- Eindelinus adest ejus- ci, poi de'riformatori dello studio di Pa-
denifrater, et arte minor, Ila- - Non dova (a' 16 gennaio 1 548-49 hii pub-
driacaque morabitur Urbe. Il eh. Ca- blicato un catalogo de'libri proibiti dal

soni nella biografia del doge Moro, nar- consiglio de'Dieci ), lasciando a quello
rando che sotto di lui e nel 1468 Nicolò non per tanto la revisione delle storie
Jenson pel i." introdusse in Venezia l'ar- veneziane, specialmente se scritte da'no-
te della Stampa (ed in tale articolo lo bili, e si conservano ancora le correzio-
dissi anch'io, ijuando cioè non avea an- ni fatte a quelle del Bendjo e del Moro-
cor conosciuto il detto dal Casoni), e sini. l'er impedire ogni ulteriore altera-
che Giovanni Spira nel settembre 1469 zione nel manoscritto licenzialo, nel i 369
ottenne privilegio di stampare VEpislo- fu fatto obbligo di presentare due copie
ledi Tullio, notifica che di tale i. li- ujanosci itle perfettamente conformi, l'u'

bro edito in Venezia, un rarissimo esem- na da licenziarsi, l'altra da essere depo-


plare, ritornato da Londra, venne donato sitata presso i riformatori. Del resto o*
alla biblioteca Marciana a'24''P''''6 ^'^7 ' gni favore era dato al commercio libra-

dalla munificenza dell' ottimo arciduca rio, e nel i548 gli stampatori si costi-

principe Ranieri viceré del regno Lom- tuirono io una scuola con priore, consi-
bardo- Veneto. Nel rammentato articolo, gliere e banca. I registri del senato con-

oltre la celebre tipografia d'Aldo Manu- tengono copiosissimo numero di privile-

zio, di cui riparlai nel § XV, n. 2, feci gi concessi talora all' autore, talora al-
onorata menzione d'altre famose. Sisto V l'editore, per certo corso d'anni, costi-
nel ripristinare in Roma la Stamperia tuendo una specie di proprietà lettera-

/Vaticana (ora riattivata dal Rm.° p. d. ria ( su di questa oltre quanto ne dissi

Agostino Theiuer filippino, piefello del- a Stampa, ìu occasione del recentissimo


VEN VEN 417
comitato furmato uel Belgio soUo il no- specialmenzione quelli di Francesco A^n-
me (liConi ite ttorganisalion du Con- <heola, di Paolo Lampatu, di Girolaino
git-s de la propricic littcraire et arti- Tasso, e particolarissimamenle di Giu-
stiqnc, il quale si adunò a'27 settembre seppe Aotonelli (nel sestiere di Cauuare-
i858 in Brusselles in congresso iuleina- gio, presso l'abbazia di s. Maria della Mi*
zìonale per discutere i su[)remi principii sericordia, nel palazzo Lezze, edificalo
per una giusta ed equa legislazione, i cui dall'architetto B. Longhena pel procura-
risultati lessi nel Giornale di Roma del tore Giovanni da Lezze circa alla metà
1 858, p. 9 I e n. 235; la Civiltà Catto-
I
,
del secolo XVII, in 3 ordini, toscano,
lica, serie 3.% 1. 1 , p. 53 e 690, t. 2, i 1 i dorico e corintio, il cui prospello ester-

p. 47? ci diede un dottissimo trattato e


1 no è decorato da marmi e da sculture.
intitolato Il congresso per la proprietà
: L'ampio salone già destinato alle danze
letteraria), per le concessioni del i54B, e dipinto a fiesco, ora è centro a'molte-
I 59iei5q4, d'onde quell'infinito nume- plici lavori tipografici dell'operosissimo
ro di opere stampate a Venezia e che a- proprietario, il quale ridusse il vasto fab-
\evano esito per tulio il mondo L'acca- bricato in grandiosa officina, ove s'impri-
demia de'Pellegrini, discorsa uel § XV, mono grandi e numerose opere lettera-
n.2, possedeva ricca biblioteca e due stam- rie ed artistiche), ricco di 36 macchine
perie per la pubblicazione delle opere de' allive ed in cui lavorano 3oo e più in-
soci e d'altri scrittori a'quali offriva gra- dividui; stabilimento già premiato dall'I-
tuitamente i propri torchi se la mancan- stiluto delle scienze, lettere ed arti di due
i,\ de'mezzi pecuniarii avesse loro impe- medaglie, d'argento l'una, e l'altra d'oro
dito di dare alla luce qualche pregevole ( ricorderò la rinomata tipografia del
lavoro. Ucav. Cicogna conserva iiellasua Gondoliere, che se ora più non esiste,
preziosissima biblioteca, manoscritla ed rimangono le sue nitide ed eleganti edi-
inedita r originale matricola de' veneti zioni, i Gondoliere rinfresca-
tipi del
stampatori e librai, alla quale egli fece rono Manuzi);
la celebrità de' veneziani
inokissìme giunte di nomi e cognomi di e le litografie di Deyè e Gaspari ambe
stampatori veneti, o forestieri, ma che premiate, enell' ultima delle q'iali, più
operavano in Venezia, cominciando dal- distinta ed operosa, si stavano pubblican-
l'anno 1469 e progredendo fino al 1857. do in amplissima forma ^a de'migliori
Vi aggiunse, a stampa, varie leggi e de- quadri della veneziana scuola, illustrati
creti relativi. Quanto floridamente pro- dal Cicognara e dal Zanotto. Ciò prova
sperò l'arte tipografica in Venezia, co- che anco le belle arti contribuiscono al-
lue si mantiene in ì^plendore, uiuno l'i- l' industria di Venezia, nel riprodursi i

gnora. Può vantar d'essere a nessun' al- suoi innùmerabili monumenti. Dell'an-
tra città seconda pel copiosissimo du- tiche e dell'odierne tipografie di Venezia
mero di sue tipografìe e per quello im- ne fo ricordi in quesl' articolo principaU
menso dell' opere d' ogni geuere pub- mente ; e già dissi che la tipografia Na-
blicale, almeno
in Italia. IMai sempre fu ralovich fu premiata di medaglia aurea
per Venezia stampa un ricco ramo di la ed argentea. Qui particolarmente ram-
sua industria. Imperocché, dopo la stu- meulo la tipografia poliglotta de'monaci
penda invenzione della mirabile arte, mechilarisli, di cui nel § XVIII, n. 9;
sembrò ch'essa fin d'allora ponesse in Ve- e la tipografia greca Filippi, che neh 857
nezia il suo regno, e cessalo quello della pubblicò in greco Prosehinilacio del
:

re[>ubblica restò intatto il proprio. Il Di- Monte Santo. Lo stabilimento tipogra-


zionario veneto nel 1834 dichiarò. Fra' fo-calcogiafo-litografo, librario, fondi-
Qiolti stabilimeoli tipografici uienlauo tuie del cavaliei' Giuseppe AoioDelli fu
VOL. xci.
4i8 VEN VEN
«lichiaralo nazionale e premialo con alhe vanlare, che un Giegorio XV'I, che ne
medaglie d' oro e d' argento, e lultoia amuiiravu genio operoso e intrapren-
il

giandecnente fiorisce a decoro non me- dente, accettò da lui la dedica dell'ediziO'
no di Venezia che d' Italia. In più luo- ne magnifica dell' Opere di s.JgosliiìO,'A-
ghi lo celebrai, come nel voi. LXIXjp. meritaiidoloinogni tomo con cenlo-icudi}
202,e ne'Iuoghi ivi ricordati. Nel § VII), dissi vanto, perchè nou-pincendo a rpiil

n. 67, riportai la Lettera di Gregorio Papa nella sua bella virtù deH'tunillà, l'ec-
XVIP. M.a MgJ Giambattista Sartori- cessive Iodi, siccome santo esapiente, nou
Canova, Venezia dalla tipografia di Giu- soleva accettare dediche d'opere. In que-
seppe Antonelli i834. Essa però è pre- st' articolo di Venezia, parlando di sue
ceduta da altra del decoro delle lettere e eccellenti tipografie, ad onta del mio com-
del clero veneto, il fu mg/ G. A. Moschi- pendioso sistema, non è possibile che ptu-

iii, diretta al medesimo cav, Antonelli, in affetto, stima e grato animo non torni a
calgli dice. "Gli obblighi chemi leganoa lodare la perizia e nitidezza tipogr^ificrt
voi pe'tanfi doni di cortesia, mi ve- i quali della stam[)eria Emiliana (situata nel
nite praticando conti nuamente,m'aggiun- sestiere di s. Croce, nella parrocchia di
gono ognora nuova allegrezza, quante s. Giacomo dall'Orio, di cui nel § Vili,
volle, e queste sono fieqnentissime,io tro- n. 46, vicino al fondaco dei Turchi, the

vo celebrato il vostro tipografico valore. ivi trafficavano, discorso nei § Xi V, n. 3),

Non però mai fu tanta la mia esultazione, chi la presiede con tanta uitelligenz,i,
quanto allorché lessi la Lettera^ onde la e tutti i suoi bravissimi operai, che ga-
S. di N. S. Papa Gregorio XV onoi ò mg."^ I reggiando in impegno e zelo egregiamen-
Gio. Battista Sartori-Canova, ricevuta te n)i corrispondono, anche per reci[)ro-
ch'ebbe \aEsposizione di Melchiorre MiS' Onorevolmente sopranno-
ca genialità.
girini, del Tempio eretto in Possagno mai Argo chi soprintende, e Giobbe il
da Antonio Canova; esposizione uscita proto; perchè al 1." nulla sfugge, ed il 2.°

recentemente da'vostri torchi in volume è tipo di pazienza, ne' ricami il'aggiunle


atlantico con tavole. Splendidissimi in che scrivo sugli stamponi, eseguiti poi con
quella Lettera vengono chiamali vo- i mirabile diligenza. Questo mio sincero
stri TipiySffuisita l'arte, ammirabile la omaggio, derivatodalla perfetta esecuzio-
diligenza vostra j e parnii che in si po- ne della ventenne impresa, io già lo resi
che parole ci sia il più grande elogio a ne' voi. LXVll, p. 186, LXIX, p. 2 7, i

Voi, a Voi che spesso ripetete piacer- : LXXXIII, p. io4) e qui colla massima
vi che molto si dica in poche parole. effusione d'animo lo rinnovo. Anzi vi ag-
lo vi mando copia della Lettera, alla giungo uno speciale ringraziamento, pel
quale sta unito il volgarizzamento che cordiale ed elegante, pure incoraggiante,
ne fu fatto. Usatene come meglio vi pia* componimento poetico impresso con que-
ce, e accettate le offèrte della estimazio- sti tipi, con cui piace a quegli anin)i gen-
ne del Vostro Obmo. G. M. " L'opusco- tili (ma già sono veneziani) di rendermi
lo che contiene le due Lecere, dice in fi- più gradevole il ritorno dell' anniversa-
ne che fu impresso a'7 maggio i834 nel rio mio onomnslico, e la festa d'uti San-
nìomeolo in cui onorarono culla loro to che lasciò a Venezia il suo nome in
presenza lo stabilunento tipografico e sempiterna benedizione. Li conservo co-
calcografico il cardinal J. Monico pa- me altrettanti gioielli immortali di vera-
triarca di Venezia, ed il conte Gio. Bat- ce soddisfazione. Essi tutti s'abbiano que-
tista di Spaur governatore delle provin- sto ulteriore e solenne imperituro atte-
eie venete, con altri ragguardevoli fun- stalo di giustizia e d'amore. Parlando
zionari e soggetti, li cav. Aultìuelli può poi delia tipografia Eujiiiaua, uou posso
V li i\ V li iV 419
iHceie, come notai nel i.° de' citali Itio- T.' distribuzione de'premi d'incoraggiu-
elti, die liessa è sollo i potenti e speri- nienlo. Accresciuto con maggiori orna-
mentati auspicii del benefico veneto s. menti r ordinano splendore della sula
Girolamo Emiliani, e ne porta il bel del palazzo ducale detta de' Squittinii,,
nome. gode l'animo d'aver potuto di
iVIi per quelli che ivi facevansi nella repub-

sopra ancora una volta celebrare il fon- blica, maestrevolmente intorno ad essa e
datore (ìe'Somaschi, le sue benemerenze fou bell'ordine si videro disposti gli og-
colla patria e l'umanità. Fer ultimo ne getti d'arte e d'industria esibiti alconcor-
raccolse tutti i fasti^ ne illustrò le glorio- so, e molti pure spontaneamente ollerti

se gesta, e forse più d'ogni altro facon- da' veneziani mercanti e manifattori. Il

do, coir elenco eziandio de' principali cav. Mulinelli ne^W A nnaliUrh ani di P'e-
sciittriri della Vita e degli Atti del Santo, iiezin, riporta l'elenco di tutti quelli che
nllresì per aver discoperto documenti furono premiati in Venezia e sue provili-
dapprima ignorati, il di lui concittadino cieperoggetlid'industriadali8 i6al 8'^» 1

cav. Emcnanuele Cicogna, nella sua


c!>. inclusive. premi vengono distribuiti
I

miniera d'ogni erudizione patria, quale un anno a Venezia e nn anno a i\lilano.


è l'opera delle Inscrizioni Veneziane, l*er le recenti esposizioni dell' industria
cioè nel voi. 5, da p, 362 a 887, inclusi- veneta m'istruisce laCrocaca di Milano
ve. Il tutto sappia la Storia. — Della ca- colla i.^disp. del tSSy de' pidiblicati :

sa d'Industria in Venezia, dissi parole nel Cenni critici sulla esposizione Industria-
§ X, n. 4j lf> quale è mezzo pronto e il le fenda del i856 di Michele Treves,,
pài elììcace per provvedere di lavoro i tipografìa della Gazzetta Ufficiale di
poveri che non ne hanno; ed il numero /'eneziaiii56. La medesima nella ilisp.
maggiore de' lavoratori giova all' indu- i3.^ del i858 ragiona dell' Esposizione
commercio. Con provvido inten-
stria e al d'Industria a Venezia del i858, e della
dimento l'attuale governo imperiale, vo- consueta distribuzione de' premi d'agri-
leiido promuovere oltre l'arti belle anche coltura e d'industria eseguita a'So mag-
le necessarie ; e perciò, alline di conserva- gio, riportando un estratto del discorso
re l'istituzioni tendenti ad accrescere l'in- detto in quest'occasione nell' i. r. Istitu-
dustria, incoraggiar 1'
agricoltura, le ar- to dal conte Ferdinando Cavalli, ripro-
ti e i mestieri, volle premiali coloro che dotto dagli Atti del medesimo, in cui
avessero fatto ne'diversi rami utili sco- dimostra quanta parte l'industria eserci-
perte, o che avessero inventalo, perfezio- ta sulla civiltà; e di quanto disse sul ri-
nato e trasportato ne' veneti paesi nuove sultato dell'esposizione il d."^ M. Treves,
industrie, nuove sorgenti di prosperità. e riferito dalla citala Gazzetta de' 2G
Questi premi da distribuirsi in perpe- giugno 1 858, dichiarando l'industria^ ve-
tuo, e in pubblica seduta, dovevano con- neta procederea pas-si lenii s"i,ma non in-

sistere in medaglie d'oro e di argento, terrotti, nella via del progresso. Del di-
sopra le quali da una parte fosse impres- scorso del copte Cavalli, importantissi-
sa l'imperiale immagine, dall'altra un'i- mo è questo brano. « Ai grami giorni
scrizioneche avesse a ricordare l'oggetto «Iella fatale invasione dell' orde setten*
giudicalo degno di piemioed il nonte del ti ionali, alcuni fuggiaschi ricovrarono in
premiato, cooie si legge nella notifica- (jueste Lagune e fermatavi la sede, atte-
zione governativa de'29 agosloiH r 5. e- sero per necessità di luogo al traffico ed
manata d'ordine tleli'imperatore Fran- a'ojercenumi (sic), ne'quali ben presto ac-
Cesco I, presso la Collezione delle leg- quistarono tal nominanza che Carlo Ma-
gi. In seguito di ohe, a' i 2 febbraio 18:6, gno vestiva e saio e tonaca manifatture
natalizio deiraugusto,si fece a Venezia la venete, e Liulprando ammutì col vene-
4^0 V E N YEN
lo nome la jnttanza dell' arll bizanline. slupendità di pitture, maraviglie e por-
— Menile le navi delia gloriosa repui)- tenti d'ogni futa; e la tua storia, o famosa
hlira veleggiavano tulli i mari, e merca- regina dell'Adriatico, fu per lunghi seco-
lavano in ogni lido, facendo del loroconj- li la storia della civiltà d'Eiuopa e del
inercio lieti i re della terra e sazie le na- mondo . . . O Veneziani, io vi richiamo
zioni della sua opulenza, i veneziani in all'industria. Ella formò la grandezza de*
questa bellissima delle città fabbricava- vostri avi, e può ancora essere campo u-
no organi, gittavano campane, fondeva- bertoso delle vostre glorie. Valetevi di
no metalli, il ferro riducevano utilmente lei per rinvigorire la patria nobilissima,
in molti lavori, e l'oro foggiavano in fer- e prepararla a fausti eventi, che forse non
niaglijcasloni^minuterie e maglielled'im- è lontano il tempo in cui pel concorde
pareggiabile piccolezza. Abilissimi nel tes- volere di tutta Europa dovrà aprirai
sere il cotone, il lino, la lana e la seta, quell'Istmo, pel quale altra volta il vo-
ne formavano trine, pizzi, merletti fini- stro senato invano desiderò libero passo
tissimi, ed ogni maniera di drappi schiet- al commercio d' Oriente. Deh ! possa
ti e ad opera, velluti, rasi, broccati, da- questa città, che parla cuore
sì alto al
masi hi, zendadi. Purgavano e conduce- di quanti la conoI>bero, deh possa, de-
vano a molta bianchezza lecere e lo zuc- terso Io squallore degli anni avversi, ri-
chero. Preparavano e doravano con som- comporre suo manto, e ripigliare ne'
ma rallìnntura le pelli ed i cuoi. — E- trallìci
il

lo scettro avito".
sperti nella chimica, facevano tinture va- 2. Il commercio veneziano, dice il Di-
ghissime, e componevano saponi, farma- zionario veneto, oltre agli oggetti nella
chi, colori, avidamente da per lulto cerca- città fabbricati.ed alle operazioni di ban-
li. — Lavoravano eccellentemente,qufln- co, forma argomento delle sue specula*
to mai far si possa, il vetro, e ne traeva- zioni principalmente i generi coloniali,
no specchi tersissimi e meraviglie di mar- l'olio, i salumi, i formaggi, i grani, il le-

gherite, di fiori, di friitta, d'animali, di gname, i liquori, il vino, la cera, le lane,


piume, d'arredi e perfino caratteri da le tele, le merci, le chincaglierie, i frutti
stampa, conlerie tanto pregiate che in secclii, gli agrumi, gli oggetti d' arte an«
alcuni paesi erano moneta, ed i manda- tichi emoderni ec. ; ed ha oltre al tri-
rini cinesi e lattari amavano adornarse- bunale commercio, esistente nelle Fab-
di
ne alle maggiori comparse. Insom- — briche Vecchie di Rialto, una cimerà di
ma, qui era la scuola d'arti per tutte le commercio ed industria, residente nel
nazioni, il teatro più luminoso a' trionfi palazzo ducale , una borsa parimenti
dell'industria. Ma nel tempo medesimo nel palazzo ducale, e parecchie società
il mondo attonito già ammirava prov- di assicvnazioni marittime e altramen-
vide leggi, sapiente governo, soda pietà, te giovevoli al trMfìico, all'arti ed a' me-
miti costumi, ed ogni guisa di belle, ma- stieri. A' 2 1 maggio i83g co' tipi del
gnanime, illustri virtù: qui sicuri i di- Gondoliere fu stampalo in Venezia il Pro-
ritti, l'ordine mantenuto, la tranquillità gramma e gli Statuti della Società Fene^
consertata : qui pompe anguste di reli- ta Commerciale a^'ente lo scopo preci-
gione, frequenza di cerimonie, celebrità puo del commercio diretto ci' iinporld'
di supplicazioni: qui agi, comodi e le zione e di cporlazione, con im capitale
moibidezze del vivere e conversale di- costituito da azioni peri 5 milioni di lira
lettoso; qui feste, sollazzi, spettacoli di va- auslrinche, con approvazione del gover-
ria esultante giocondità; qui maestà di no. Trovo opportuno riportate il prò-
basiliche, magnificenza di piazze, sontuo- gr;imiiia dello Stabilimento Mercantile
sità di palagi, squisitezza di monumenti, di Venezia, pubblicato dalla catnera prò-
V n: N VKN i?.i

vinciate di rninoicicio eil inJiislria a* 4 navi delia owggiore immeriione, mentre


maggio 8 )-2, ilal suo egregio presiilcnle
I per rassodare il felice risidlato della pres-
C.1V. Giuseppe Reali, riferito dal n. l i5 soché compiuta Diga di Malamocco, an-
liei Giornale di Roma, e ricavato dalla drassi ad erigere per sovrana munificen-
Gazzetta di Fenezia de* 3 maggio, la 1 za la Controdiga ; ora che la moltiplicilà

quale però contiene pure gli statuti per delle strade dà al movimento
ferrate
i'atlivazìonedi tale società. » In mezzo al commerciale un impulso semprepiìi cre-
quasi prodigioso succedersi dell'innova- scente e animalo e che coli' istituzione
,

le condizioni commerciali del mondo in- de'telegralì popoli stringonsi in una so-
i

civilito, nessuno v'ha che non compren- la famiglia;sarelibe colpa di lasciarsi tra-
da rendersi indispensabile lo spiegare la sportare serjz'azione e indolenti su d'una
luassima energia ne'movimenli; lo spin- carrierache diventerebbe riprovevolmen-
gere con instancabile attività l'estensione te hmga ed oscura ; sarebbe colpa di noti
de' rapporti diretti co'piìi lontani paesi; dispiegare la più ferma volontà bene
tlel

lo slanciarsi con prudente cnaggio ia generale, a mezzo d'una atlivilà tempra-


tulle quelle speculazioni , che ragione- ta all'attualità de'bisogui. E ben la sen-

volmente presentano un esito vantaggio- tivano questa necessità alcuni benemeri-


so. A raggi imgere però un silTatto svi- ti cittadini , che indotti dopo lunghi e
luppo, cui Venezia, questo scalo impor- ponderali studi a formulare il progetto
tante mari llimo d'una eletta parte della d'una società anonima, da intitolarsi StU'
monarchia, è adesso chiamata da'mutati bili mento Mercantile di Fenezia, aven-

destini, mezzi attuali del solo veneto


i te il triplice scopo di ricevere a semplice

commercio, depauperati dalle profonde deposito, non che di ricevere a deposito


scosse sofferte, sarebbero insudicienti; e verso sovvenzioni, merci a preferenza di-
quel bisogno, che la camera di commer- rettamente dall'estero importate, e di pre-
cio anche in passato riconosceva sussiste- sconto di ellelti cambiari, pa-
starsi allo

re, e voluto avrebbe soddisfatto, colla dif- gabili in questa piazza, mostravano come
fusione dello spirito d'associazione, unico con tal mezzo aprir si possa opportuno
possente fattore della più larga prosperi- l'adito alla combinazione di più stretti o
tà de'coramerci e dell'industrie, si in ora novelli rapporti fra questa e le consorel-
tanto più altamente sentire, quanto mag- le città, che sararmo al caso di cogliere
giore è In necessità e l'interesse comune, tutti i brillanti vantaggi il'una cominii-
che Venezia venga una volta ad assume- cazione facile ed immediata con questo
re il suo vero carattere di porto centra- centro innritlimo; come si offra con esso
le delle Provincie, alle (juali è legato per più largo il mezzo d'istituirvi grandiosi
posizione geografica ,
per comoda sicu- depositi a sfogo delle produzioni del suo-
rezza e per intimila di rapporti. Se in lo e della industria, tanto nazionali che
passalo taleconvinzioiiedella veneta com- estere, facilitando così le transazioni co'
merciale rappresentanza dovette restar luoghi di origine; come per esso possa ac-
circoscritta allo sconfortante limited'uno crescersi ardimento alle grandi specula-
sterile desiderio, perchè le in allora suf- zioni e prestare soccorrevole appoggio
ficienti foize individue, [lolendo mante- alle mediocri; come si possa, in una pa-
nere i rapporti della piazza in soddisfa- rola, con tale elemento sforzare il tempo
centi condizioni,non ne presentavano co- e gli eventi, spandendo fecondi su questa
sì vivamente l'urgenza; oggidì che ognu- e sulle piazze, che stanno con essa in rap-
no sente il bisogno di seguire un nuovo porto, que'semi di prosperità che reste-
online di cose; adesso che il porto princi- rebbero isteriliti senza la colleganza di
pale di Venezia apre giù il suo seno alle mezzi poleulì. La camera di commercio,
4'>.". V E N V E N
persuasa dal risultalo degli studi, portali lo eccitamenti , sarebbe far Iorio ali'in-
tanto suU'insìenie qtianlo sui dettagli dei lelligenza de'commercianti, sarebbe dif-
progetlo,che (|nesl'impresa odra una con- fidare di quella de' capitalisti. La came-
veniente garanzia e sicurezza pe'soscrit- ra, condotta dalla coscienza dell'onestà e
lori, e che soltanto una silFatla istituzio- dell'utile, si atlende con sicurezza di ve-
ne possa corrispondere in modo soddi- der coronati luminosamente dal fallo i

sfacente alla desiderata ampiiazione di suoi desiderii e i suoi sforzi". Lo Stabili-


transazioni più tacili e [)iù fortunate, sia meuLo Mercantile di Venezia ebbe ef-
colle consuddile , sia coli' estere piazze, fetto. —
Si legge nel n. 291 del Giornale
congiuntamente ad un'onesta «ililità pe- di Roma del iSSy, il seguente estratto
gli azionisti; convinta inlinìau^ente che dalla Gazzella di Milano sui fianchi e
all'efrelluazione di rjuest'in)presa non pos- sulla cassa di sconto di quella città e di
sa mancare il concorso de'nazionali e de- altre. Di Venezia si dice. I banchi sono
gli esteri, aventi un eguale interesse, a- creazione italiana (ne riparlai nel voi.

vendo deliberato all'uuaniuiilà di farse- LXXX.IV, p. 72 e seg.). In Italia nac-


ne la proinotrice, ne invocava ed ottene- que la scienza delle ricchezze. In Italia,
va la necessaria preventiva superiore ap- prima che altrove, si è pralicamente fon-
provazione. Egli è pertanto così sorret* data la teoria del credito. Il Monte Fec
lo dal voto della commerciale rappre- chic, fu sotto doge Vitale II Michieli
il

sentanza e dalle più vive sue sollecitudi- istituito in Venezia intorno all'annoi i56
ni e caldi voti, che il progetto di cpie- (o nel I 1
7 secondo il PiomaniUj dicendo
I

st'irapresa viene presentato al pubblico pure che il i." prestito si fece nel i 164), vi

negli imiti statuti, allineile ognuno possa si aggiunse il Nho%'0 neli58o, ed il Nao-
convincersi che lo scopo è quale fedelmen- vissìnio nel 1610, colle reliquie de'quali
te venne espresso: il vantaggio, cioè re- si formò nel 1 7 1 2 il Banco del G//o.(sot-
ciproco delle piazze, che stanno o sta- to i portici vicini al ponte di Rialto, a'

ranno con Venezia in immediala relazio- tempi della repubblica erano gli ulFui
ne; il rinascimento della più estesa ope- del Banco Giro, poiché fu in Venezia,
rosità in questo porlo, unico, importante pi ima che altrove, che da'pri vali si apri-
e centrale del regno LondjardoVeneto; ronoi banchi e poi dal pubblico), checon-
e l'utilità e garanzia pegli azionisti che linuò sino al cader della repubblica. Tra
vi prendono parte. Mentre la camera è il XII e il Xlll secolo la Toscana coniava
liela di aver conseguita la facoltà di pro- parecchi banchi; e quell'insigne di s.

cedere alle primordiali pratiche per la Giorgio di Genova sorse nel 1409. Nella
fondazione di questo novello istituto, in fausta occasione del ben auspicato con-
relazione al riverito luogotenenziale di- nubio dell'arciduca Ferdinando Massimi-
spaccio 2 5 aprile p. p., n. 8626, nella fer- liano colla principessa Carlotta del Bel-
ma fede di non essersi lusingata invano gio, lui intercedente, l'imperatore de-
che il concorso delle prenotazioni sia per gnossi approvare in massima il progetto
raggiungere sollecito l'estremo occorren- dell' /. li. Privilegiala Cassa di Sconto
te, onde poter dichiarare fra poco la so- pel regno Lo/nhardo- Vendo, con sede
cietà regolarmente coslituila; apre da io Milano; ed a' 20 novembre sanzionò
quest'oggi presso la sua residenza e pres- l'istituzione d'una società per azioni col-
sp le sale di Borsa il prolocollo per le la firma: Cassa di Sconto di Milano e
sottoscrizioni, ritenuto che non saranno per Provincie Lombarde. Tale benefi-
le

obbligatorie se non nel caso che il limi- cio fu accollo come si doveva, con pio-
te, dagli statuti stessi determinalo, ven- fonda riconoscenza. Infatti col fondo di
ga raggiunto. Aggiungere al fin qui det- 3o milioni, rappresenlalo dar 00 nula a-
V E X V EN 4^3
ziuiiì, l'I ca>»a ili sconto, limitata alle sole aver fondachi alle bocche del Tanai, ed
Provincie lombarde, poiché le venete so- a stipular mercantili convenzioni col tar-
no già doliiJe dello Slabiliinento Mer- taro Gengis Kan, con altri sovrani d'A-
cantile di / enezia^ può «spaziare in una sia e d'Africa, e particolarmente cogli .ir-

cei'ctiia vasta a bb<i «stanza e feconda. Ri- ineni; che spediva ogni anno 4 gran flot-

li veneto Dizionario. Quella Ve-


ferisce te mercantili sotto la scoria delle così det-
che fino dal principio del VI se-
nezia, te galere di racrcalo, montate dalle pub-
colo avea impreso il suo cointnercìo sul bliche forze, lai/ nel Mar Nero, l'altra
mare, che serviva di sue navi il greco ca* ai porti di Siria,A leppo e
toccando ad
pitano Nai'sele, che mediante il suo i.° Beyrul, e nel ritorno a Cipro, Candia e
doge Paoluccio Anafeslo stringeva con Morea, in Egitto la 3/, e finalmente la

Luitprando re de' longobardi trattali a 4-", che chiamata di Fiandra, girava le

sicurezza del trallico che pe'fiuini faceva- dueSicilie, passava indi per Tripoli, Tu-
no i veneziani nell'internu dell'Italici; Ve- nisi, Algeri, ed uscendo per Io stretto di

nezia che vendeva forzatamente a' vicini Gibilterra, percorreva la costa di Maroc-
ed a'IoQtani il suo sale proibendo col* ,
co, quindi quelle di Portogallo, Spagna
l'armi o ahrimenti a'Iombardi, a'roma- e Francia, entrava a Bruges, in Anver-
gnoli, a'uapo.'elani, a' dalmati, e fino a' sa ,
poi a Londra , donde ripassato lo
re d' Ungheria, di fabbricai ne; che pur stretto e costeggiato sul Mediterraneo la
'
neirV'ill secolo frequentava i porti d'xV- Francia e l'Italia, faceva in patria ritor-
frica e vi trasportava gran copia di schia- no; Venezia che per tal modo ascendevi!
vi (come narrai nel § XVI, n. 4); che a' a quell'apice di commerciale prospeiità,
cortigiani di Carlo Magno forniva ab- per cui nel XV secolo abbracciava nella
bondantissima piovvisionedellefinee pre- sua mercatura quasi tutto il mondo al-
ziose merci d'oriente; che già nel secolo lora conosciuto , e con tanta possa che
XII teneva suoi consoli in Egitto in Si- , la sola Lombardia nel 14^3 le dava
ria, a Londra, ed in più altri luoghi; i i,6i 2, ODO ducati d* oro, oltre a molti
ricchi prodotti deH'iiidDstria dell'AMa e prodotti dille sue fabbriche , e partico-
dell'Africa radunavaiisi allora a Coslan- larmente panni per qoo,ooo ducati e
tinopuli, al Cairo, a Dainialu. in Alessan- telerie per altri 100,000; delle quali mer-
dria e porti vicini, e colà trasferivansi i ci i soli diritti doganali importavano me-
veneziani ad acquistarli, spesso cotninu- glio di 200,000 ducati al pubblico era-
tandoli con altri generi che dall'Italia e rio, ed alla Lombardia slessa vendeva an-
da molle parli dell' Ekiropa in Venezia nualmente cotoni, (Ilo, lane di Spagna e
colavano, e poi di colà tornando, li di- diFrancia,tlrappi d'oroediseta,pepe,can-
stribuivano a Marsiglia, Barcellona , Si- nella,zuccaro espezierie diverse, sapone,
viglia, Lisbona, Bruges, Londra ec, per colori, schiavi, ed altri articoli minuti per
mare e anche per terra ne facevano spe- 1,790,000 duca li; che annualmente allo-
dizioni verso il nord per la via di Zuri- ra girava 10 milioni di ducati d'oro, sui
go e d'Augusta; Venezia che come il cam- quali guailagnava due milioni pel tra-
bio ampliava fra l'occidente e 1' Oliente, sporto delie merci, e due milioni di al-
così progrediva nell'arti, né più limi- tre utilità, e così ammassava immense
Idiidosi al sale e a'veiri de'primi leuipi, ricchezze, continuando per lungiùssiaio
eslt iidevu l'industria sua a moltissimi o-r- tempo, in cui contava 3, 000 bastimen-
geni di bisogno, di comodo, e ancor di ti della pollala da 10 a 200 bolli, mon-

lusso, sì che i suoi dogi presentavano di tali da 17,000 marinai, 3oo navi con
opere veneziane gli stessi imperatori; die 8,000 mai inai, e /\.5 grosse galee con
scingeva le iciuziuui culUUUU'Uuli aiuo ad 11,000 uiariurti, e così iu tulio 3,3 jj
4^4 VEN YEN
legni commercio cl»'«-i ano in corso ed
(la Quindi, come ben riflelte il Delliuelli ne!
occupavano 3G,ooo uomini per condur- liiscri^iinenlo (V Italia, l. 2, p. 28), col
li, ed oltre 16,000 artieri per costi uirli giro del commercio, che solo d'allora io
e ripararli ; (|uella Venezia finalmente, al poi formò la base della politica, bau va-
cader del secolo XV ,
per la scoperta riato gli eraporii, e i gran fondachi e
della via delIMndieOrienlali pel Capo di magazzini Europa. Tosto non più
dell'
iJuona Speranza [7' .). e nuovamente lo da Venezia, e per lei da Alessandria, ma
deplorai nel voi. LTiXXlV, p. 22, per dagli spagnuoli e da'portoghesi più spe-
quella (.\e\\' america (/ .), per le guerre e ditamente, non solo 1' indiane e l'asiati-
per altre cagioni ancora clie fatalmente che merci, ma
anche l'americane furo-
congiurarono in un gruppo a'suoi dan- no distribuite per nuove scale di com- «i
ni, decadde sì clie ne un'ombra pure ri- mercio. Conviene avvertire che il Can-l|
ruane di quella somma altezza. Tuttavia cellieri pubblicò l'opera nel 1809. Il Mu-
la bellissima sua situazione in mezzo al- ratori , Disseriazioni sopra le aalieliilà
l'acqua , a portata del mare, a portata Italiane, dissert. 25.', col monaco di S.

de'fiumi die corrono tutta l'Italia supe- Gallo, De Heh. hellic. Caroli Magni, nar-
riore, non poteva privarla allatto della ra che a queU'ejioca i mercanti venezia-
commerciale sua importanza, né slreoios- ni, siccome dediti alla mercatura, porta-
si tanto la sua industria da negarle un vano di tanto in tanto a Pavia de trans-
posto ancora ragguardevole Ira la gen- marinis parlibns omnes orienlalinni di-
ie industre e trafllcanle; condizione che vi lias j parole indicanti non meno pan-
porge lusinga di migliorare non solamen- ni, drappi e tappeti. Nella dissert. 26.*
te per le facilitazioni del Torlo franco, dichiara, che i primi ad esser polenti in
coD)e dirò ragionandone nel numero se- mare in Italia furono i veneziani, glo-
guente, ma per quanto altro riferirò nel ria, ch'egli dice, tullavia ritenevano a
1). 4- Quanto al discoprimento dell' A- suo tempo fra gl'italiani, e tutti sanno che
merica, dice il Cancellieri nelle Disser- il grand'uomo mori nel lySo. lliporla,
tazioni epistolari bibìiogrn/ìche, dover- che dell'inclita loro città e nazione, nel
si da tulli convenire col p. Cliarlevoix, 1090 scrisse nel suo poema Guglielmo
Ilistoire generale de la Noia'clle Fran- Pugliese; e soggiunge, certo è, che prima
te, all'anno i5o8, che le 3 potenze che ancora del secolo XI e fin quando regna-
si divisero quasi tutta l'America, debbo- vano i longobardi, fu rinomalo il valore
no certamente i suoi pricni discoprin)en- per mare del popolo veneto. Nella dis-
li a 3 italiani; cioè i casligliaui al geno- sert. 39.' conferma che veneziani anda- i

ve»e Colombo o inonferino (come nse- rono innanzi agli altri italiani nel negoziò
glio dissi nel voi. LXXXYIII, p. 46), per mare, e che in progresso talmente si
gl'inglesi a'veneziani Cabotta (di cui nel addestrarono alla mercatura, che sopra-
fine del n. 3, § XVI), francesi al fioren- i vanzarono gli altri nell'arte di navigare
tino Verazznni. Quindi osserva coll'An- e mercantare ue'paesi stranieri. Dice ch'e-
dres. l*er la scoperta America -si vide fio- rano animali alla navigazione e al trafli-

rire un nuovo commercio ed una nuova co dalla loro situazione marillima, e dal-
marina, per essersi cau)biala l'economia le convenzioni che passavano fra essi ei

polìtica di tutto il mondo; avendo però greci. Però ne'patli che di mano in inanoi
la nostra Italia, che per mezzo de' 3 no- veneziani andarono facendo co'reo gl'im-
figli ha fallo scuoprire il nuo-
tninati suoi peratori padroni dell'Italia, vi era sem-
vo Emisfero, che forse senza di essi sa- pre questo. Negntia inler parlesjlant,
rebbe rimasto nascosto, seguitato a go- et lieeal darec/uaecunu/nt inler eos eon-
derne, pi 1 gì aii fatali là, meno di luUi. yenerit sine nliqua i'ioleiilia auleonLra-

V EN VEN 4^5
ridate, ila ut oeijua condtlio utrarum- ne dell'antica e famosa fiera, denomina-
nHcpiirtiuin iiegotiatorìLus conserve tur. la Scusa con dialetto veneziano. Avendo

Ì)e|)loi'a Muraioli che i veneziani coni- Papa Alessandro UJ concesso indulgenza


nieiciasseio pure di schiavi. Di jjiìi ch'essi e remissione di tutti i peccati a coloro che
fecero proprio il commercio degli aromi dal vespero dell'Ascensione fino a quello
edeilespeziet'ie, che disi libui vano a qua- del seguente giorno avessero visitato la
si tutte le Provincie d'occidente. Ad imi- chiesa di s. Marco, e lasciatevi abbon-
tazione fecero il simile gli amalfitani , i danti limosine ; tosto da ogni parte ar-
pisani, i genovesi; e questa gaia non tar- rivarono a Venezia divoti per lucrare gli
dò a produrre odii, inimicizie e guerre, onde la città ne godè in-
spirituali tesori,
nelle cjuali in fine toccò a'pisani di soc- finiti de'lemporali. I veneziani volendo
combere, senza più risorgere all'antica profittare di tanto concorso, e ben cono-
potenza. Rileva Cancellieri nelle Disser- scendo come negli uomini possa il fervo-
(azioni epistolari bihlio^rajrche jV e- re intiepidirsi e cessare, non però mai
sercizio della Mercatura essere stato sti- l'amor del guadagno; a mantener sem-
mato sommamente onorevole (ne tenni pre viva quella frequenza di forestieri, nel
proposilo anche nei vol.LXXXlV, p.i 55 I 1 80 statuirono di renderli esenti da qua-

e seg.), uè fare verun ostacolo alla No- lunque balzello, istituendo perciò una fie-
billàj dimodoché Mercante e Patrizio ra d*8 giorni, la quale poi si prolungò a

fu lo stesso in Venezia, che per gran tem- i5, e fu delta anc\\e fiera dell' Ascensio-
po si occupò tutta nel trafllco, così tutte /K\La ricchezza della fiera Scusa neh 364
le famiglie più illustri. 1 Conturini furo- giunse a tal punto, da doversi far girare
no mercanti sino dal 1200, ed più illu- i nottetempo pattuglie per serbar l'ordine
stri veneziani, sin presso al i5oo; e il gran e per custodire le merci,non solamente
doge Andrea Grilli si dice Mercator in nella piazza di s. IMarco, ma in tutte le

Constaniinopoliceleberrimus, prima di contrade eziandio accatastate. Nel 1775 il


salire sul trono. Agostino Chigi di Sie- senato per accrescere bellezza alla fiera,
na (F\) avea credito in ogni parte del ordinò un recinto nuovo di legno da in-
mondo, fino fra gl'infedeli, da' quali era nalzarsi nella piazza di s. Marco, con di-
chiamalo ilgran Mercante Cristiano. — segno di Bernardino Maccarucci, che lo
A'9 dicembre! 856 l'imperatore F'rance- fece di forma elitlica, con un largo por-
sco Giuseppe I pose la i
."
pietra fonda- ticato nelTinteroo, sotto cui si aprivano

mentale nell'i, i: Arsenale della marina le botteghe delle merci le più pregiale,
in Pula, per la forza marittima dell'im- lasciandosi che le altre men nobili faces-
pero e di sua crescente flotta militare, sero di se mostra nel circuito esteriore.
sotto la direzione dell'arciduca Ferdi- Abbenchè nella ricchezza e nella rarità
nando INlussimiliano comandante supe- de'Iavori espostivi fosse inferiore la fiera
riore della medesima. Io tal modo surse a quella de'secoli antecedenti, soperchia-
uno splendido baluardo per la potenza vala però essa nello studio e nell'elegan-
navale dell'Austria; che in pari tenipo è za diligentemente usata da' bottegai nel
un germe che farà rifiorire la città e il far spiccare il pregio delle mercanzie, sup-
porlo di Pola già tanto invidialo, ambe- plendosi pure al difetto deliri copia di
due avendo avuto una bella fase d' esi- quelle coll'esporre i lavori dell' ingegno
stenza a' tempi prosperi
Venezia, co- di nell'arti del disegno, laonde i pittori ve-
me facente parte de' suoi dominii d' 1- neziani consideravano quella fiera sicco-
stria, di cui era la città più importante. me il principio della loro gloria. Centro
Prima di lasciare il commercio, col cav. poi quel recinto del sollazzo e della ci-
Mulinelli, Aroiali Vrhani^ farò meuzlo- vetterìa, vi passeggiavano la mattina, tra
vci. xct. 28
426 V E N V E N
un calpcsiare citile calcagna, tra urli ne' disp. T.*, in data di Venezia 17 felìbraio,
fianclii, un andare avanti pian piano, un che al municipio fu comunicalo il pro-
(lare indietro per necessità, e un aggirar- getto d'erigere un edificio per uso di Mer-
si alle spinte, vi passeggiavano la mani- cato coperto, in una delle piazze della cit-

na le femmine, vestite di quell'abito lo- tà. Sull' antico commercio de* veneziani
ro nazionale, appellato zcMr/^/t'fto, il qua- scrissero tra gli altri. Filiasi,Saggio sul-
le abbelliva le brulle , e dava maggior r antico commercio, sulle arti e sulla
grazia alle belle, chi acconciata avendo marina de' Veneziani ,Ì'-jS,\ì nel 8o3 avea 1

la testa da un Isidoro , cbi da un Giu- pubblicato in \enei\a, Ricerche storico-


seppino chi dalla mano del Veronese,
, critiche siili' opportunità delle Lacune
Del modo elegautemente descritto dalla veneziane. L'autore erasi proposto di
\enela Giustina Renier Michiel, Origi- pubblicare l' innportanza del conimercio
ne citile Feste Veneziane; or a questo di Venezia negli antichi tempi.eaveala iu-

mercante dimandando ora a quello il , lilolata: Della grandezza del commer-


valsente qua di una cosa, e colà di un'al- cio veneziano; ma il governatore auslria* ì

tra, e fatto più volle battere i polsi a chi co impose un cambiameulo nel lilolo, co* i

ne andava seco loro compagnia. Vi iu me asserisce l'autore della sua biografia,


passeggiavano poi la sera con un man- nel supplimento della Biografia univer-
tello nero di seta, con finissimi veli e a sale.G. B. Fanucci, Storia de tre celebri
fino trapunto lavorati, con un cappelli- popoli marittimi dell'Italia, Veneziani,
no calcato in capo, e con una faccia fìn- Genovesi e Pisani e delle loro naviga-
,

ta, o maschera, che riluceva per nitore zioni e commerci, Pisa 1817. Lodovico
e bianchezza, sotto il quale travestimen- Alberti, Quadro del sistema di commer-
to, detto Bauta, uomini e donne pren- cio e d'industria vigente nelle provvide
devano una medesima (orma, sotto il qua- venete, Venezia per Francesco Andreola
le eia piti grande nobillà e la più vile ple- 1823. Nella Memoria intorno a' Muraz-
be eguahuente perciò trova vasi. Con que- zi del eh. Defendente Sacchi, il § X trat-

sto numero si conipenelrano e rannoda- ta: Cenni intorno alle rivoluzioni com-
no il precedente ed i due seguenti, con- merciali dell' Estuario. Mulinelli, Del
tenenti nozioni del lutto riguardanti il Commercio de' Venezia ni, \ enez\a 1 835.
commercio e l'industria veneta, poiché // Consolato ed il Portolano del Mare,
se il commercio pel corpo economico è Venezia 1612. Coronelli Specchio del ,

sangue , le strade sono sue vene , ed it Mare oPortolano delMed{terraneo,Ye-


telegrafo lo vivifica e illumina. Né meno neziai698. lmparodalledispeuse2, 3,9,
si collega con questo numero e argo- 12 della Cronaca di Milano del iSSy la

mento ,
per la sua importanza , il n. 5. pubblicazione de'seguenti libri. G. L. F.
]Von si deve disconoscere, che le moli ma- Tafel e G. M. Thomas, Fontes Rerum
gnifiche, i tenipli, le torri, i palazzi, in uiustriacarum in ,
cui sono anche i do-
Venezia sursero tutti dal fondo della La- cumenti per servire all'antica storia com-
guna per opera del commercio , che in merciale e politica di Venezia. Privilegi
questi mari fluiva una vena non inter- accordati nel secolo XVI
dalla Repub-
rotta di vera prosperità. Tornando que- blica Veneta per l'introduzione ne' suoi
sto comuìercio ad aver centro nella do- sfati di zuccheri e d'altre merci, Venezia
niinante dell'Adria, a nuovo splendore ri- 18 56, tipografia Naratovich. Breveespo-
sorgeranno le arti tutte del bello, in au- sizione del forigine, de'progressi e deU
mento di quella grandezza, che sola può le varie vicende del commercio e del-
sparger 1* obblio sulle passate sventure. l'industria de' Veneziani, di Giulio Al
Trovo Leila Cronaca di Milano del 1 8 5/, berti, Veaezia 1807, tipografia di Gae-

i
V EN VEN 427
lano Longo. Tn questa e nello «lesso an- stavano molle piccole dighe, chiamate
le

no: Guida Commtrciale della città di pure speroni e guardiani, fatte lungo la
yenczia peìx'Ò'S'j, cor?!pi lata a cura dì sua costa e quella di Pelestrina, né la di*
alcuni impiegati della Camera eli Com- ga curva delle Rocchetle costruita ne'pri-
mercio ed Industria. mi anni del progrediente secolo; finché a*
3. II porto di Venezia, spazioso, corno- i3 ottobre 838 l'imperatore Ferdinan-
I

ilo e sicuro, si descrive dal Castellano co- do I pose lai." pietra alla colossale diga
sì. Cinque grandi aperture danno acces- che rese il porlo uno de'più sicuri e mi-
so all'acque per alimentare canali, ed i gliori. Meglio è vedere il n. 5 di questo
alle navi per approdare, polendosi dire, §, in cui dico quanto vi ha operato il go-
che costiluiscono cinque porli principali. verno austriaco e quanto 1' ha reso van-
II più boreale si chiama Porto del Lido taggioso, e del gran canale di navigazio-
Maggiore, e vi si scorge il munito castel- ne mercantile e militare, la cui linea cor-
lo di s.Audrea,di che ragiono nel § XV! II, re da Porta Nuova dell'Arsenale fino a
'n.i4 ei5, con altre recentissiuìe fortifi- Malamocco; mentre nel citalo numero di
cazioni, delle quali hanno mollo meno- Malamocco parlo della contro-diga de-
mato l'importanza bassi fondi delle La- i cretata dall'imperatore Francesco Giu-
gune non guadabili in quella parte da na- seppe I. Due aditi principali, il canale di
vi veliere. Seguono due di minor conto, i Malamocco e il canale del Lido, guidano
che diconsi Tre Porli e s. Erasmo, del
i al porlo, il cui difficile ingresso, prima di
quale parlo nel n. 12 di dello §. Trovo detta diga, era compensalo dalla sicurezza
nel Dizionario veneto, all'articolo Tre di stazione. Notai già nel n.4, § XI V, de-
Porti : Pollo distante 2 leghe all'est di scrivendo il magnifico Arsenale di Vene-
Venezia, formalo dall'Adriatico alla foce zia, che ultimamente si regolarizzarono le

'del Sile,e da alcuni piccoli canali uniti. E' comunicazioni del porto di Malamocco
buono per le barche mercantili e pel .Si- coll'Arsenale. I lidi attuali sono 5, cioè:
le, e comunica con Mu-
pe'canali interni il Lido Cavallino, Ira il porto di Piave
rano e Durano, isole delle Lagune. Di vecchio e quello di Tre Porti; il Lido di
sua chiesa parrocchiale parlo nel § XVIII, s. Erasmo, Tre Porti e il
Ira il porlo di
'n. 23. Procedendo poi sempre più al sud, porto di s. Nicolò o di Lio; il Lido dello
'si trovano passi de'Due Castelli; e di Ma-
i semplicementeLio, edauchedi Malamoc-
lamocco, di cui nel § XVlll, n. 28, pres- co. compreso tra il porto di Lio e il por-
so di cui è l'omonimo porto principale, che to di Malamocco il Lido di Peleslrina, ;

IsoHO i più frequentati, e difesi da valide tra il porto di Malamocco e quello di


opere e da greve artiglieria ;e sono pur Chioggia;ilLidodiSotloMariuaodiCrou-
: dessi i meglio vicini a Venezia , che da dolo. Ira il porlo di Chioggia e quello di
'questo Iato fa di se magnifica mostra. A Brondolo. Il Filiasi comincia dal Lido di
'maggior chiarezza aggiungerò, essere i 5 Piave tra il porto di Cortellazzo e quello
'porli di Venezia: Tre Porti; s. Erasmo; s. diPiave vecchio o Sile. La Laguna pro-
i^'icolòdi Lido, di cui nel § XVIII, n.i3; priamente della di Venezia, dal vecchio
!\I.i!aiuocco, e quello sussidiario di Chiog- alveo della Piave, in cui scorre ora il Si-
jyuj d'auìbcdue parlandone detto § ne'
in le, fino a Brondolo, sua estremità meri-
11. 28 e 32. Il |>orto di Lido era pritna il dionale, presenta la forma di una lunu-
'vero porto da guerra e commercio di tli la, di cui l'arco convesso segna il confine
Venezia; ma alzatele sabbie, convenne colla terraferma concavo quello col ed il

trasportarlo a Malamocco. In seguilo l'in- mare. La sua estensione, contpulata di


gi'esso di (|uesto fu reso difficile da 'banchi circa 3o miglia di lunghezza da est ad
fili sabbia, a rimuover la quale non ba- ov<i«t,aadò ualuraiuieate soggetta a moi<
42S V E N V EN
ti cuuibiamenti per 1' azione del mare e Malison, poscia allo sbocco del canal del-
clcTluiui; i Lidi antichi furono altresì .li- le Gorne in quello di Valgrande, e final-

torali dalla natura e dall'arte. Nò mino- niente in linea rtila al forte di s. Pietro
re fu la variazione dell'isole nella forma in Volla res|)icienle il porlo di Malamoc-
e nel numero, soggette alle maree, ed al- co. Il privilegio della hanchigia si estese
le subbie e terre che vi trasportavano i commerciale, ed
alla libertà del traflìco
ilumi; onde alcune vennero ampliate, al- alla piena esenzione del dazio doganale
tre corrose e ingoiate du'flultì. — 11 porto delle merci che entreranno e sortiranno
franco di Venezia (u citcoscritlo dal go- dal ])orto franco. Nel resto e sollo gli al-

verno del regno italico, con decreto de' tri rapporti il circondario del porlo fran-
2.5 aprile i8o6; alla sola isola di s. Gior- co si soggettò a norma delle leggi e pre-
gio Maggiore, descritta nel § XVlll, n. scrizioni generali. Si conservò il trallico

I. Ma l'imperatore Francesco i a'22 di- tra Venezia e la terraferma, e si preser-


cembre 1829 ordinò, eh» dali.° febbraio varono le fabbriche nazionali d'industria
i83o fosse estesa a tutta la città. Il cav. esistenti entro il circondano det ptjrto
Mutinelli negli annali delle Province franco da'pregiudizi che ne potevano ad
Venete, esibisce la corrìspoudeule noti- esse derivare. Per facilitare alla popola-
ficazione, colie disposizioni del viceré ar- zione di Venezia i mezzi di provvedere
ciduca Ranieri. Da essa ricavo. L'impe- a'propri bisogni, si permise il trasporlo
ratore sempre intento bene generale al dalla terraferma, esenti dal dazio doga-
de'suoi sudditi, volendo dare al coramer- nale, di alcuni [irodolli nazionali, che ser-
tio de'suoi stali coU'estero un nuovo iu- vono al giornaliero approvigionanienlo
creQjeiilo combinabile co' rimanenti in- delia città. Fino a nuove disposizioni, si

teressi della monarchia , e nella paterna ordinò di esigere i dazi di consumo nel

intenzione d'otfrue alla cillà*di Venezia circondario della franchigia co'melodi e '

ì mezzi di promuovere e di migliorare la a termine delle tarlile e de' regolamenli I

propria prosperità, fin da'20 febbraioi829 in vigore, salvo un aumento di lire 10


con suo grazioso autografo concesse che per quintale sui vini esteri. A maggior
il privilegio del porlo franco^ limitalo si- vantaggio del commercio venne loito al-

no allora alla sola isola di s. Giorgio, fos- tresì il diritto che si percepiva dalla r. fi-,

se esleso a tutta la città di Venezia com- nanza sui permessi d' imbarco e sbarco
presovi quel circondario che si fosse ri- venendo esentati d'ogni tassa. Giunto 1

conosciuto conveniente. Il circondario 1." febbraio i83o, fu inaugurala la de

al quale fu esleso il favore della fran- siderata beneficenza, con salularne l'albi

chigia venne stabilito dalla linea che


, il festivo suono di tutte le campane deli

principia al punto delia batterìa della la città e il fragoroso sparo dell'arligUtó


Garzina respiciente il porto di s. Erasmo rie mercantili de'navigli ancorati nei ca
allo sbocco del canale Bisato in Carboue- naie di s. Marco e nel porlo. La camera di
ra, indi allo sbocco del Ghebo deil'actjua commercio elargì in opere di pietà 44>ooo
Dura al canale degli Angeli, poscia alla lire, spontaneamente nella sera s'illumi-

distrutta batteria di Campalto dirimpel- narono le case, i bottegai della contrada


to allo sbocco del Ghebo Zenioli nel ca- di Castello nella via amplissima che met
nale della Nave o Tortolo, da qui in li- le a'Giardini pubblici banchetlaiono 20
nea diretta al di sotto di s. Secondo per poveri Ira lieti suoni; piìi manifeslameti
la distrutta batteria all'inconlro de'3 ca- le poi che in altro luogo, e con maggioi
nali Tresse, Donena e Burchi, pure in li- entusiasmo, proruppe la piena delgiubt
nea retta al di sotto di s. Giorgio in Al- lo veneziano nel tealrodellaFenice,quim-
ga, iudi allo bbocco del canale Molìui iu do vi comparve l'amalo aiciduca ilauifr
VEN V E N 4^9
ri viceiè. T;»lte queste dimostrazioni si scorso raggiungersi due intenti gradili*-

fecero nel vedersi aprire n Venezia un'e- sitni al governo ,


quello cioè di render
1

poca florida al commercio, pe' capitali partecipi ile' salutari divisamenti in èssa

mercantili che si sarebbero moltiplicali, co(n presi le persone che non l' intesero

. per l'erezione nuove fabbriche di ma-


(li pronunciare,e quello di ripromellersi,dal-
nifatture, pe'vaotaggi che ne avrebbe ri- la diramazione, novelle beneficenze a fa-

cevuto anche l'agricoltura. Per tale af- vore de'veneti poveri. L'omelia ispirala
,
fliienza di Venezia diven-
denaro, si disse da'princi|)ii evangelici, vestita colle formo
terà un vasto mercato, animatrice d'o- della più commovente eloquenza, è un
gni industria, ne accrescerà gli abitanti, ulteriore monumento dello zelo, della

se mercanti avessero imitato gli ono-


i
dottrina,deI mirffbile eloquio di quell'An-
revoli antichi tralllci veneziani, e non a- gelo della s. Chiesa veneziana. Scrisse il

busandone col monopolio e l'agiotaggio eh. Giuseppe Sacchi , Memoria intorno


rovina diqualunque commercio-. Conque- all' istituzione del Porlo Franco di Ve-

sti stessi tipi, a vantaggio della pubblica nezia^ Mdanoi83o. In essa ragiona. Che
: beneflcenza e intitolata all'encomiato ar- cosa sia porlo franco. Opinioni degli op-
ciduca viceré, venne impressa V Omelia positori a'porti franchi. Quando sia op-
\
dì Jacopo Manico patriarca di F'cnezia portuna l'istituzione de'porti franchi. Op-
[per l'aprirnento del Porlo Franco, letta portunità e proficuità del porto franco di
'

nella basilica di s. Marco il dì a feb- Venezia. Limiti delle franchigie accor-


braio r83o, Venezia per Giuseppe Bat- date porto franco di Venezia. Guaren-
al

taggiai83o. L'aureo e facondo cardinal tigieaccordate all'industria nazionale ia


Monico nella dedicatoria , modestamen- relazione al porto franco di Venezia. Con-
te e tanto bene dice: Chea secondare l'ec- clusione. Dirò solamente. W portofranco
citamento ricevuto dalla congregazione è quel porto di mare ove si pouno in-

jrounicipale della regia città di Venezia, trodurre vendere e ritirare le merci di


,

nel miglior modo possibile avea coope- tutte le nazioni senza pagare dazi né di
ralo alla celebrità d' un avvenimento e- entrata, né di deposito, né di uscita. Se
jternamente memorabile per la medesi- un porto di tali franchigie gode solo d'u-
ma, e nella speranza di far cosa gradevole na parte, dicesi porto franco limitato o
!e non popolo veneziano,
forse inutile al condizionalo. Il veneto commercio toccò

concesseall'omeliala solennità della stam- r apice del suo massimo prosperametito


;j)a. Ma avendola scritta al solo fine d'af- ne'secoli XIV e XV, e i germi della sua
fidarla h1 giudizio dell'orecchie, mal vo- successiva caduta cominciarono a svilup-
lentieri si sarebbe arrischiato di sottopor- parsi apertamente e perniciosamente al
li iiitolie a quello degli occhi non a- , se cominciar del secolo XVII. Allora i ve-
ve>se avuto la sorte di trovarle un gran netiappena si avvidero del crollo mer-
|ii olcttore nel serenissimo Ranieri, onde che li minacciava, ricorsero gra-
cantile
ripromettersi piìi largo eziandio il favo- duatamente al sistema delle franchigie.
re del pubblico. E se a suo mezzo l' ira- Nel secolo XV più di Sodo vascelli vene-
|iei ittore avea donato la libertà del com- ti erano i soli a cui si affidava il carico
iDcrcio, aggiunga pure a questo scritto, de' mercantili trasporti; dopo il secolo
olle lo riguarda, quel pregio che gli man- XVI fu permesso invece il trasporto di
ca. Il viceré nella lettera d'accettazione, certe merci, anche su navi estere, e l' in-
dichiarò l'omelia da lui udita nella cat- troduzione delle merci slesse sul litorale
.tedrale, aver destato universale edifica- il pagamento de'dazi che
veneto previo
zione e insieme corrisposto alle viste del andarono mano mano scemando, sinché
governo. Coll'edizione dell'apostolico di- dalla teDtte tassa del 6 per loo, sì passò
43o VEN VEN
alla teniiissìma dell'uno per cento. Con il porto franco nell* isola di s. Giorgio
tnle ribasso di gabelle, clic già quasi ac- Maggiore. Il movimento delle merci nel-
costavasi ad nn'inlera franchigia, la ve- r interno del medesimo, si dichiarò libe-,
neta repubblica cessò di politicamente e- ro, salve le cautele riconosciute necessa-i
sistere nel 1797. Aggregala al cominciar rie riguardo a'generi di privativa. Pro»-
di questo secolo al cessato regno d'ila- visorianìente si conservarono sussistenti i

Jia, soltanto l'isolella di s. Giorgio Mag- niagazzini fiduciarii, e l'i. r. intendenza


giore con decreto di Na[)oIeone 1 fu di- provinciale delle finanze in Venezia fui
chiarala nel 1806 porlo franco di depo- autorizzata ad accordarne temporanea-ij
sito. Solo alcune merci depositate pote- mente di nuovi , riconosciutone il biso-
vano introdursi in Venezia previo il pa- gno. Le fu permesso pure, se lo trovasse
gamento de'dazi, e quelle di proibita in- conveniente, di lasciar che le merci esi-i

troduzione vi erano assolutamente esclu- stenti nel circondario della cessata fran-
se. Tale concessione non recò alcun sol- chigia rimanes-iero presso i possessori in
una popolazione mer-
lievo alla città, con colli ammagliali e sigillati. Si dispose in-
cantile e marittima. Il numero de'vascel- oltre, fino alla pubblicazione del regola-
li che profittavano delle franchigie di de- mento pel porlo francoepe'magazzinifì.
posilo, ogni anno insensibilmente dinii- duciarii, che sarebbero osservate le disci-
nuendo, nel 876 1 circa le navi venete che pline dì pratica,non che quelteche l'inten-
solcavano l* Adriatico, non trasporto di denza credesse adottare, onde impedirai'
merci ,si ridusseroa 848.Finalmeiile l'im- lemerci non sottoposte regolartueute a
peratore Francesco I, a fiire risorgere il procedura daziaria ogni illegale" scarico,
commercio in Venezia paralizzalo e ca- d'arbitraria esportazione delle medesime
dente per inazione, le 'concesse il pri- dal luogo della franchigia. S'invitarono
vilegio del porlo franco, con franchigie tutti i negozianti o esercenti, all'ingrosso
eslese alla libertà del tradìco commercia- o a minuto, di presentare a'i5 gennaio,
le,ed alla piena esenzione del dazio do- alla suddetta intendenza» la dichiarazio-
ganale delle merci che entrassero e uscis- ne della qualità e quantità d'ogni merce
sero dal circondario assegnato al veneto esistente ne'Ioro fondachi e negozi, distin-
porlo franco. Notò il Dizionario veneto guendo le «nerci nazionali dall'estere, e
nel 1834, che al porto di Venezia appar- queste ultime suddivise nelle categorie
tenevano circa 120 legni di varia portala di permesso o vietato commercio; ed al-
pe'viaggi di lungo corso, ei5oo dicabol- la i.r. dogana di s. Giorgio, o quella da

taggio, e con estera bandiera 4o di quelli Fondaco de'Tedeschi, giusta le dislinzio


e 5o di questi. Per la rivoluzione 848-
1 1 ni e forme da darsi dall' intendenza , Il

49 durala 17 mesi, conica giorni di re- dichiarazione delle merci estere di per
pubblica, la città fu privata del benefìzio messo commercio, onde o sottoporle al da
del porlo franco, e ristretto alla sola iso- zio voluto dalle vigenti tariffe, o profei
la di s. Giorgio; privazione di breve du-
rala per la clemenza dell'imperaloreFran-
sarle
pagamento
ad altra regolare destinazione;
del dazio potere l'inlenden
p^
1
cesco Giuseppe I. Il Giornale di Roma za accordare delle congrue dilazioni rai

deli85o, ap. 3o, riprodusse la notifica- teazioni, ove l'interesse dell' erario non
zione emanala in Venezia a'3i dicembre corresse peiicolo. Finalmente, le nier

1849 ^^' '>a'ooe Puchner i. r. generale di non dichiarale, sarebbero considerale


cavalleria, governatore militare e civile stere, ed escluse da' favori della notili

della medesima e luogotenente per le prò- cazioue. Come dissi, la restrizione ces;

•vincie venete. Come in essa venne dispo - preslo.La promessa del monarca fuadem»
sto,«ol giorno 1 ."gennaio \ 85q fu attivato piata a'ao lu§lioi85i; il suo dono attua

à
YEN VEiN 43i
to; Venezia da quel giorno gode la ricon- del porlo franco di Venezia. L'eccellenza
ceduta franchigia del suo porto franco. Il del nostro governatore militare (cav. di
Giornale di Ixoiiin del 1 85 1 ,a p. Q^i^ ri- Gorzkow»k.i),destinato dal feld-marescial-
produsse il seguerile riferito della Gazzet- lo RadeUky (governatore generale civile
ta di Fem'zia. » Il fragore dell* artiglie- e militare del regno Lombardo Veneto)
rie che tuonarono nelle due scorse not- a rappresentarlo, ieri invitava a solenne
ti da guerra ancorati in (|ueste
da' legni banchetto le autorità e i cittadini prima-
Lagune, dava il fausto segnale a Venezia ri. L'i. r. luogotenente (cav. di Toggea-
del suo porto franco ristiibdito. La città burg) fece viva alla salute della prefata
da più giorni ribocca di foraslieri: la gioia eccellenza del governatore nella doppia
del presente e le speranze dell' avvenire sua qualità del sostener che vi fece le ve-
sono dipinte sul volto ile'cittadini. La più ci del maresciallo, e di aver sempre e*

di vota riconoscenza al Sovrano datore del nergica mente difeso e promosso le ragio-
benefizio, non che dall'aspeltOj-argoinen* ni dello stato e del trono. Il presidente
lavasi ieri e la notte del giorno innanzi della camera di commercio sig. 'cav. Giu-
dal tranquillo contegno d'un popolo ini* seppe Reali, e il vice presidente della me-
meuso, chealfullavasi perle vie, che trae- desima sig.' Mondolfo, per festeggiare co-
va su inniimerabiU gondole o sul ponte sì bel giorno, convitarono anch'essi il Mu-
volante all'isola della Giudecca, o si con- nicipio e molte persone dell'ordine mer-
centrava occalcatidusi sulla piazza di s. cantile a una mensa, imbandita all'alber-
Marco. La più Venezia celebrava ier l'al- go reale Danieli. Poco dopo le ore 6, mi-
tro a qucU' isola la vigilia anniversaria gliaia di gondole solcavano in tutte le di-
d'un religioso suo volo. Non è punto e- rezioni ilcanale della Giudecca. Spetta-
ipressione iperbolica il dire,che un4o,ooo coli simili se ne vedranno anche in altre
individui d'ogniordine durante la notte vi città marittime, ma il conconle interven-
sì avvicendavano. Riuscivano i più al co- to di tutte le classi de' cittadini , la ben
sì detto giardino del Checchia (alla Giu- regolata tranquillità della comune esul-
decca,co'iìchiaraatodal nomedel proprie- tanza è itol privdegio di Venezia. Per con-
tario), dove le incantagioni, attribuite da' vincersi di questo vero, bastava trovarsi
ooslri grandi epici ad Armida ed Alcina, ieri sera, oltre a\ fresco sul canale della
ii garbo e la gentilezza veneziana ha sa- Giudecca, sulla piazza di s. Marco, alla
puto condurle a realtà. Rischiarato il tombola. Tutte le condizioni de'ciltadini
giardino da innumerevoli globi di vario- erano ivi aggruppate nel numero di for-
pinti cristalli, tra le cime degli alberi e se 3o,ooo persone. Una copia infinita di
ii folto della verzura, operavano eglino faci a gas illuminava la piazza. Sotto le
tali contrasti e sbattimenti fantastici, tali Procuratie, alle lampade del gas si ag-
scherzid'ombra e di luce da viuceiueal giungevano le lumiere che sfavillavano
paragone più pregiati lavori de'Rosa e
i innanzi a ([uu' magazzini eleganti, splen-
de' Claudi di Lorena. Deliziosi concenti didamente addobbali. Poche guardie e
d'una banda militare echeggiavano per soldati e la presenza d' un qualche gen-
quegli spazi. Migliaia e migliaia di ac- darme, non già a custodia dell'oriline in-
corsi passarono senza avvedersi la notte: sito all'animo de' veueziani, si vedeauo a
e in !>i iitraordinaria afilueuza di gente fe- tener vacuo un piccolo spazio di mezzo
stosa, non v'ebbe la minima alterazione per serbar libere le comunicazioni fra'
che ne turbasse ii diletto. Nella chiesa del giuocatori e la loggia dove Turna agi-
,

Redentore fu la vegnente mattina canta- tava le sorti della grande partila. Dopo
to un solenne Te Deurn, ringraziando al- l'ultima vincita della ton)bola, ripetute
l'Altissimo per r iuaugurazioue giìi*falla salvtf di artiglieria suggellarono il giubi-
432
Io d'una festa cillaclina
VE N
che mosse dalla na. La condotta
V E N
delle merci non si
1
potrà
iiìagnanimilà del monarca, dalla grati- fare che per la via de'grandi canali so-
tudine de' veneziani e dalle certe speran- pra menzionali, ma ne'canali piccoli sol-
ze tiella loro iniziata floridezza". Indi lo tanto di facile passaggio al commercio dk
stesso Giornale di Roma co] n. (76 del contrabbando, poiché in essi si sapevq
i85i ci diede lo scritto a'ai luglio stes- scansare facilmente qualunque sorve-
so a Venezia dal Corriere Italiano alla glianza, qualunque barca con carico di
Reidiszi'ilitng. »Venezia spera per mez- merci potrà essere confiscata senza ulte-
zo del porlo franco di riaversi da quello riore visitazione, come mercanzia di fro«
stalo di miseria , in cui 1' ha gettata il do. Ma anche questa misura si sarebbe
e
turbine della rivoluzione. La scelta di dimostrata fin dal principio come insuf.
nicrci straniere attirerà a Venezia gli a- fjciente, se non si veniva ad aggiungerò
bilanli delle ricche provincie dell'Alta I- ancor un'altra. Per l' esercizio del eoo
talia, guadagnerà il negoziante e l'artie- trabbando ne' piccoli canali serviva una
re, il basso popolo trarrà immediatamen- certa qualità di barche chiamate vipere,
te profitto dal movimento, e forse che che sono mollo strette, terminate in pun-
questo modo, attesa la perdita dell'ener- ta e così leggere e snelle, che il contrab-
gia neiresercitar affari, quali richiedono i bandiere nell'acque delle Lagune riusciva
coraggio e spirilo d' intrapresa, era 1' u- assai faciln)ente d'illudere la sorveglian-
nico che potesse rialzare la città. Uomi- za de'gabellieri. Queste barche pericolo-
ni slimabili sono di questo parere, e noi, se verranno adunque del tutto estirpale,
ora che la cosa è compiuta, non voglia- la loro destinazione è nota; inoltre qua-
mo più oltre seco loro disputare. Specia- lunque altra barca vena contraddistinta
le attenzione frattanto ojerita certamente da una marca, e forse che, mercè una sa-
l'intenzione che ebbe riguardo all'inte-
si via esecuzione di tale misura, si riesca fi-

resse commerciale della monarchia, nel nalmente a vincere la perniciosa abilità


ripristinare il porto franco. Era da scio- del gondoliere veneziano. Ancora un pun-
gliersi la questione, atteso l'attuali cir- to era da stabilirsi: il rapporto de'fabbri-
costanze, di recare pregiudizio meno che canti della città col restante terrilorio do-
fosse possibile all'altre provincie dell'im- ganale. Venezia abbisogna di trasporta-
pero. Un uomo segnalato nel maneggio re i prodotti delle sue fabbriche nell'al-
degli affari, de Czoernig, capo-se-
il sig.' tre parli dell'impero. In massima parte
zione del ministero di commercio, ebbe questi non consistono che in lavori di
specialmente in vista questo problema pelli e di cera, poiché gli altri grandi ra-
nelle sue proposte. Due aditi principali, mi dell'industria, è già lunga pezza che
ilcanale di Malamocco e il canale di Li- hanno cessalo d'essere esercitali. Quelle
do guidano nel porto. Il territorio del
,
fabbriche, le quali già esistevano innanzi
commercio libero è stalo ridotto entro a' lo scoppiare della rivoluzione, godono il

confini che gli venivano assegnati dalla privilegio della libera spedizione nel ter-
patente sovrana dell'annai 829; Durano, ritorio doganale, tutte quelle poi che ver-
che nel 1846 venneaggiuuloal porlo fran- ranno erette in seguito abbisognano d'u-
co ed era divenuto la sede d' un con-
, na licenza del ministero, acciocché sotto
trabbando considerevole e difficile a im- la protezione delle fabbriche non sieno

pedirsi, ora astato escluso da questo pri- introdotte di frodo merci estere. Convien
vilegio. Una zona naturale richiude co- concedere, che dal modo con cui queste
me prima il porto franco, ma de' saggi condizioni verranno adempiute, dipende-
provvedimenti sono stati presi riguardo ranno sì i vantaggi che gli svantaggi del
al caiytD^VQip compresQ eulvo questa zo- porlo franco". — U porto frapco ristabilì.'
VEN VEN 433
lo fece ilsorgere ne'veneziani la speranza Buona Speranza comincia n diventare più
che l'arilica doniinatiice de' mari ricon- silenziosa, e il commercio asiatico ripren-

segnir posso, se non tutta la primiera de a poco a poco l'antico cammino a fra-
grandezza , almeno un posto onorato e verso ri>fmo di Suez (dirò io: è una glo-
(lislinto tra le piazze marillime d'Euro- ria veneziana secolare, l'impresa chela
pa. Clic questa speranza era fondata, ce repubblica voleva intraprendere a tutte
lo dimostra la posizione di Venezia. Una sue spese, del taglio dell'Istmo di Suez,
posizione, geograficamente favorevole, e ma non le fu concesso), il mare Medi-
la calma d'un attivo commercio, e una terraneo si ravviva , rifioriscono 5 porti
piena libertà lo rafforza pili che altra co- delle sue coste , sorgono nuove piazze
sa qualunque. Non è possibile creare un commerciali. Vi è lutto il fondamento a
commercio fiorente e durevole, ove la na- sperare, che se avrà effetto il contrastato
tura lo ricusa, guidarlo per canali, che taglio dell'Istmo diSuez,eaUa fin fine lo
debbono essere artificialmente scavali. avrà certamente, anzi ormai sembra defi-
Priuìa che si scoprisse il Capo di Buona nitivamente stabilito d'eflettuarsi, Vene-
Speranza e la via dell'Indie Orientali, il zia riprenderà l'antica attività commer-
commercio Venezia avea raggiunto l'a-
di ciale, con sicuro rìanimamentodella me-
pogeo della sua estensione; Venezia era desima. Nel ragionare dell'Istmo di Suez,
allora lai.* città commerciale d'Europa, ne', voi. LXXX, p. 2 33e seg.,LXXXI,
uè già perla stia possanza, per le sue flot- p. 43o e seg., LXXXIV, p. 22 e seg.,
te, eh' erano mezzi e non cause, ma per LXXX VI F, 92, non poco parlai
p. 1 88 e 1

la sua posizione geografica, che le per- della sorte che attende Venezia,anche per
metteva di ritirare le più preziose merci la memoria del d.' Girolamo Errerà pub-
dell'Asia, e le offriva un vasto e sicuro blicità ùaWa Rivista f^enetaAn tali luoghi
mercato ne'paesi stendcnlisi dietro a lei. dissi che il Lloyd .austriaco nel difendere la

Ella divideva allora la sua padronanza sicurezza dell'Adriatico, giacente in mez-


solamente co'genovesi, perchè essi solo e- zo al Mediterraneo, e la fiorente naviga-
rano in grado di mettersi, e si metteva- zione austriaca, dichiarò il porto di Trie-
no con lei in concorrenza, appunto per- ste il più frequentato da' navigli d' ogni
chè Genova divideva con Venezia l' op- nazione, ed occupare il 2.° grado il porto

portunità della posizione geografica. Con di Venezia, arrenamento si cercò


al cui

ia cammino, che gira il Ca-


scoperta del di riparare mediante grandiosi lavori; che
po Buona Speranza, la grandezza di
di se presenta varie diflicoltà nell' entrarvi,
Venezia e il suo commercio mondiale ha perfetta sicurezza di stazione. Che l'e-

cominciarono a declinare. Ne riparlai sperienza dimostrò, che se nel secolo XV


altrove, massime nel § XIX nel dogado si preferì l'interminabile via del Capo di
74-° 'o e»' avvenne la pregiudizievole Buona Speranza , molto più breve
alla
scoperta. E pure Venezia era a quel- strada di terra, l'esperienza provò altre-
r epoca in tutto fiore della sua forza, e sì essere quasi impossibile stabilire una
avrebbe potuto sorgere in campo con- linea regolare di bastimenti a vapore dal-
tro i suoi rivali ; ma le leggi della na- l' Europa a Calcutta. L'Adriatico unisce
tura furono più forti di lei. Il commercio l'Oriente a Trieste scalo della Germania,
Ira l'Asia e l'Europa prese per la più par- ed a Venezia scalo dell'Italia: questa co-
te il nuovo cammino; l'antico, un dì si municazione è la più sollecita Ira il Le-
fiequentato, si fece a poco a poco deser- vante e l'Eiu'opa centrale. Venezia e Trie-
to; e nuove città commerciali sorsero fio- ste pel faglio dell' Istmo di iuez pel ,

renti bnigo il I
.° La scena or cambia. Do- grandioso canale che congiungerà il Me-
po 4oo anni, la via intorno al Gipo di diterraneo al mar Rosso, giustameate si
434
ripromettono loro commercio grande
al
VEN
nel n.
VEN
81 del Giornale di Roma
I
del
jnciemenlo; come pure *oiio in aspetta- 1818, e nella Cronaca di Milano de'
tiva di uiigliur fortuna l'allre piazze ma* i5 luglio 858. Si apprende dal
1 1.", che
1 iltime mercantili posle suIl'AdrialicOjSul r Inghilterra considera la questione del-
Medilerraiieo e sul Tu reno, di tirare in l'apertura dell'Istmo di Suez, quale af-
^ran parte a loro il commercio. Che il fare puramente interno della Turchia,
commercio degli Slati Uuili dell'Ameri- lasciando il sultano arbitro di concedere
ca del Nord, co'porli austriaci dell'Adria- o di rifiutare a P^erdinando Lesseps il

tico, massime con que'di Venezia e Trie- chiesto firmano. La Porta si mostra or-
sle, se l'Austria conlinuerìi progressiva- mai favorevolissima a tale impresa; anzi
mente ad aumentare la forza del vapore, ildivano autorizzò il gran visir Ah pascià
ledue piazze mariltimedi Venezia eTrie- a discutere e determinare con Lesseps le
ble porranno l'America in diretta comu- basi della concessione definitiva. Le cose
nicazione coll'Oriente. Che compita la procedere alacremente, né resta più a du-
strada dell'Istmo di Suez, battelli del i bitarsi della prossima promulgazione del-
Mediterraneo faranno il viaggio da Ve- l'i riade o decreto autografo del sultano,
nezia e da Genova a Bombay in cinque accordando aLesseps l'autorizzazione for-
u sei settimane, invece del triplo di tem< male di por mano all' opera internazio-
pò eh' è necessario oggidì (imperocché nale di Suez; tale carattere nell'impresa
dimostrò poi il 3Ioriiìiig-Clironicle,e ri- vuole conservatola Porta, per guarenti-
petè il Giornali-, di Roma del i858, a re r eguaglianza assoluta di diritti e di

p. 987 : I più serii interessi dell'Inghil- obblighi alle nazioni che colla loro coo-
terra non ponno che guadagnare molto perazione d'associazione agevoleranno il

in una impresa, che abbrevia di tremi- successo dell' impresa. Il barone di Pro-
la leghe il tragilto dall' Europa all' e- kesch, inlernunzio d' Austria a Costanti-
sLrenio Oriente). Che se dopo la scoper- nopoli, è fra tutti i rappresentanti stra-
ta della via ù&W Indie Orientali [F.) nieri presso la Porla, quello che più a-
e del Nuovo Mondo, l'Inghilterra si fece perla mente seconda gli sforzi di Lesseps.
regina dell' Oceano, mentre Venezia e Questo poi dichiarò, essere invenzione de*
Genova restarono languenti e obliate m giornali, aver la Porla messo qual condi-
fondo a'Ioro golfi, col taglio dell'Istmo di zione dell'implorata autorizzazione del-
Suez il Mediterraneo divenendo di nuo- l'apertura dell'Istmo di Suez, la restitu-

vo la grande arteria del circolar delle zione dell'isola di Perim, occupata da-
licchezze fra l'Oliente e l'Occidente, l'I- gl'inglesi, di che pure tenni proposito ne'
talia ne sarà la fortunata uiedìatrice , e citati volumi. Mai non mtese il governo
forse riprenderà il luogo che già teneva turco confondere le due (juestioni insie-

sui destini dell'incivilimento. Né lasciai me (di recente scrisse la Presse, e ripor-


di far tnenzione del discorso pronunzia- tò il Giornale di Roma del i858 a p.

to a Vienna l'8 gennaio) 858 dal baro- 970. « Che lord Redcliffe sia o no riu-
ne di Czoernig sul taglio dell' Istmo di scito nella missione che gli si attribuiva

Suez, che riuscirebbe di massimo van- d'ottennere dalla Sublime Porta la ces-
taggio all'Austria, specialmente pe'porti sione di Perim per 99 anni, l'Inghilter-
dì Venezia e Trieste, situati per così di- ra non abbandonerà certo la posizione

re alle porte dell'Oriente, ed anche per le che vi ha preso. Con Perim essa crede
cittàgermaniche ritornerà un' epoca di tenere in mano le chiavi del mar Rosso,
prosperità come lo era durante la flori- ed assicurasi da buona fonte, dice il Gior-
dezza di Venezia. Le notizie più recenti nale tedesco di Francforte,, che essa ha
sull'apertura del canale di Suez le trovo l'intoozione di occupare parecchi altri
V E Df YEN 435
punti negli stessi paraggi, e di stabilirvi la quale gli suo fermo propo-
espresse il

delle stazioni navali ben foiliGcate. Que- sito di cooperare, dal [iropt io canto, eoa
ste voci ponno essere l'espressione della tutto l'impegno onde favorire e sostene-
verità noi crediamo per altro die ^rin-
: re un progetto di così emineule impor-
leiessi generali del commercio europeo tanza, e verso il quale gl'interessi vitali

non debbano spaventarsi dalle usurpa- della piazza di Venezia , ed un imman-


zioni dell'inghillcrra sulle coste dell' A- cabile splendido avvenire attraggono ir-

rabia e deirAlrica. Si tagli una volta resistibilmente la pubblica opinione.L'ac-


r Istmo di Suez, ed il mar dell' Lidie, clamato cav. Lesseps fu dalla presidenza
cilecche si possa dire o fare dall'altro convitato a un pranzo, cui si compiacque
lato della 3/anica, sarà l'immenso do- intervenire anche il podestà di Venezia
minio di tutte le marine del mondo civi' nobile Alessandro Marcello. Tanto e me-
It"). Per rilalia non v'ba avveninieitlo glio si Gazzetta di P^ene-
legge nella
die nelle sue molteplici e feconde conse- zia, riprodotto dal n. 199 del Giorna-
guenze possa essere assomiglialo all' a- le di Roma deh 858. Questo già avea a
pertura dell'Istmo di Suez, ormai certa p. 647 pubblicato r articolo: Progressi
e sicura. Chiunipie conosca la storia del della città e porto di Suez, situati in
mondo, sa quanto le città sulla costa o- fondo al mare Rosso. Poi a p. 826 no-
rieiitale d'Italia fiorirono Hncliè il cora- Tifico la riunione che in novembre do-
niercio con Costantinopoli continuò ad vea aver luogo in Parigi, per stabilire
essere sorgente di riccbezze. Dice Cro- la una compagnia per metter iinalmente
naca, con articolo del eli. Francesco Vi- ad esecuzione il canale progettato del-
gano, che si elTetluerù anche il taglio del- l' Istmo di Suez; e riportò una nota di
l'Istmo di Panama o canale interoceani- sottoscrizioni di diversi slati , compresi
co ili Nicaragua e Costa Rica, che pure l'Austria e il regno Lombardo-Veneto
discorsi ne' luoghi ricordati, e
die il eh. per 800,000 l. st. per la formazione del-
ingegnere Negrelli pubblicò una lettera roccorrente capitale, con interessanti no-
in confutazione de'sofìsmi dell'ingegnere tizie analoghe. Meglio si legge il novero
inglese Stephenson, contro il taglio del- degli stati europei the hanno sottoscritto
rislmo di Suez. Riferisce pure, che de* quasi tulle le somme domandate per com-

negozianti inglesi comprarono gran par- piere lagrande impresa, a p. 94^ delio
te delle terre dell'IstoiO di Suez dal vi- slesso Giornale di Roma, e nuovamente
ceré d'Egitto per 5o milioni di franchi, r Austria e il regno Lombardo-Veneto
e che le potenze europee co' loro conso- figurano tra'soscrillori per I. st. 800,000.
h, per l'influenza che l'Inghilterra gua- Ivi si aggiunge, il canale avrà 92 miglia
dagnerebbe su quella lista di terra che di lunghezza e 26 piedi di profondità
dovrebbe aprirsi a canale pel bene del sopra una distanza di 12 miglia e mezzo;
commercio mondiale e della civiltà, fan- la sua larghezza sarà di piedi 829, e pel
no le loro proteste. A'27 agosloi8581a resto della distanza 268 piedi. Queste
camera di commercio e d'industria di Ve- cifre non hanno nulla di spaventoso ; bea
nezia, con sentimenti d'esultante animo più grandi lavori furono eseguiti in la-
accolse Ferdinando Lesseps,in>tan-
il cav. ghilterra e in America. Inoltre il Gior-
cabile e fervoroso benemerito
promotore nale di Roma del 1 858 col n. 245 ha
della mondiale iuipicsa del taglio del- pubblicato la Nola scritta in Parigi a*i5
l'istmo diSuez. L'i Ihislrazioni dettagliate, utlobre i858 dal cav, Lesseps, alla stam-
da esso olferle sulla situazione della co- pa francese, sulla situazione attuale del-
sa, riuscirono di soddisfazione e di plauso l' intrapresa del Canale di Suez, acciò
per parie della ragguardevole adunanza; il pubblico sia iufurnialo al uiomcuto di
43G VE N VEN
realizznrsene l'esecuzione. E finnlmenle rlcclic di svariati prodotti ; finalmente
SI p. I ooy del più volte citalo Giornale,v'\ l'India, resa più vicina attraverso l'Istmo
è l'articolo: Compagnia Universale del di Suez, co' suoi molteplici prodotti de'
Canale marillinio di Suez fondata con tropici. Come per l'introduzione, così per
ihereto di S. A. il Viceré d'Egitto. \n r esportazione, vi sono opporttniità ec-
esso che il cav, Lesseps, conces-
si elice, cellenti, ma in senso opposto; e questo pu-
sionario del Canale di Suez, apre una re possiede il porto di Venezia in alto
sottoscrizione pubblica, pel canale desti- grado. L'Italia meridionale, l'Egitto, la

nalo a ristabilire comunicazione ac-


la Turchia, e in parte l'isole del Mediterra-
corciala fra' due mondi, che la scoperta neo, poste a oriente, sono ricche di pro-
del Capo di Buona Speranza avea fatto dotti agricoli; ma l'indmlria si dice al-
abbandonare. S'invitano a participarvi i quanto fiacca. L'Italia superiore ha una
capitali di tutti i paesi ; si descrivono il fi- industria attiva, egranaglie, sete e legna-
ne dell'impressa, ed i suoi vantaggi com- me per esportazione. La Svizzera ha fab-
merciali e finanziari. In questo universale briche fiorenti, e i suoi prodotti non so-
risorgimento di memorie antiche e spe- no ormai più stranieri sui mercati di
ranze, in questo ritorno a nuova ed e- Levante. L' industria bavarese, sebbene
nergica vita, in questa certezza di profit- non sia ancor giunta a silFatto grado di
tevole e incoraggiante attività, dopo sV sviluppo, tutta volta può offrire all'espor-
Jtnigo intorpidamento esì penosa inerzia, tazione parecchi articoli. Che poi tutte
Venezia senza dubbio riprenderà l'anti- queste merci debbanonaturalmentepren-
co posto. E' un conforto che il suo com- fler la via del porto di Venezia, basta a
mercio sia oggi sciolto da quasi tutti i dimostrarlo uno sguardo sulla carta geo-
Jegami, e stia aperto un campo illimita- grafica. Il Giornale dì Roma fìeXi^'^i n

to alla sua attività. Condizioni essenziali p. 546, con VEco della Borsa^ raccon-
jkI un fiorente commercio d'importazio- ta, il porlo di Venezia neli85t ricevet-

ne sono per i.°al di dentro un paese con- te dalla Prussia e dallo Zollverein delle
sumatore, ricco, immedialo, indi al di- manifatture del valore complessivo di
nanzi un paese, che produce quello di circa un milione di lire austriache; fra
Mii il i.° abbisogna. Venezia le possiede queste figurano inr.° lineai panni delle
«Mitrambe queste condizioni. Subito die- fìibbriche della Slesia edelle proviucie re-
tro a lei è l'Alta Italia, col suo ricco ter- nane, i quali vi furono accolli favorevol-
reno ,
ognor cre-
fiorente agricoltura e mente. Nell'ai tre proviucie delLombardo-
scente prosperità, immediatamente dopo Veneto il valore delle merci importato
il Tirolo, la Svizzera, la Baviera. In com- fu quasi di due milioni di lire, ma non
plesso, calcolati i i3ucati, ed una parte de- potersene far caso ,
perchè in allora era

fili stati ponlidcii, quasi i5 «nilioni d'a- ancor vigente l'antica tariffa austriaca. La
bitanti , i quali dedottone circa un 3.° Cronaca diMilano del 857,disp. 1 1
4'^j'"''

per Genova e Livorno, si riducono aio produsse i seguenti quesiti fatti dall'i, r.

tnilioni d'abitanti, parte agricoltori e par- Istituto di Venezia, perla soluzione fino
te industriosi, i quali rilrar debbono e- ah85g promettendoli premiodi 1800 li-
sclnsivamenle da Venezia tuttociò che re austriache, non essendo restalo appa-
Joro occorre di merci dell'Italia meridio- gato nelle risposte a' medesimi quesiti

nale e ilell'Asia, sia per introduzione, per già da lui proposti. » Quali conseguenze
commercio, per commercio intermedio o si ponno presagire pel commercio in ge-
per transito. Dinanzi a Venezia stanno nerale, e pel commercio in particolare
l'Italia meridionale, la Dalmazia, 1' E- dall'apertura d'un canale marittimo at-
gillo, la Turchia e l'Asia Minore, tutte traverso l'Istmo di Suez. — Quali prov-
VEN VEN 437
viclen/e, in ispecialilà ne' ligunriìi tielle quipaggi, approdarono in quest'acque. La
vie di cuiiiuuicnzione, dovrebbero, e (len- scienza e 1' umana industria vinsero le

irò il nostro tei'i'iloi'io e ne'teniloiii fini- che opponeva la natura, e do-


dilllcollà,

timi, venir promosse per ottenere le più ve prima non potevano accostarsi che i
eslese e le più pronte influenze ile! con- minori navigli, trovano ora maggiori a- i

tinente europeo nel nostro porlo pe'n>a- gevole e sicuro ancoraggio. Un tal feli-

ri orientali e viceversa. — Quali canoni ce mutamento saia fecondo delle più uti-
di diritto internazionale dovrebbero alla li e vitali conseguenze nel paese» ora che
navigazione del nuovo canale venire ap- il commercio sta per aprirsi nuove vie, e
plicati. — Premessa una descrizione de' se la speranza non ci falla , e lo voglia-

più utili meccanismi impiegali ad innal- mo , noi ne coglieremo primi frulli.


i

zare l'acqua, paragonare sulla base delle Questi ottimi effelli principalmente si de-

più fondate teorie, e delle meglio prova- vono alle sagge e benefiche disposizioni
te esperienze, quelliche tornano mag- date dal magnanimo principe che ci go-
giormente acconci ad innalzare gran co- verna, il quale, come ogni altra cosa, elio
pia d'acqua a mediocri altezze, e quindi il bene della nostra città riguarda , prese
dedurne i principii che ne' diversi casi di in singoiar cura miglioramento del
il

applicazione agii asciugamenti ed all'ir- nostro porlo. Queste disposizioni sono


rigazioni potino determinar la scelta, a- tuttora in atto, né si disconlinuaiio; e ta-
vulo riguardo anche alla natura del mo- le è l'abbondante successo dell'opere in-

tore". E' pure interessante al Porto di traprese, che in termine non lungo le- i

Venezia che qui aggiunga il narralo dal gni di più alto bordo avranno comodila
Giornalcdi Roma del 18^7 a p. 982 e d'afferrare alla punta de'pubblici Giar-

972. La potenza maritlinia dell'Austria dini", Nel n. 5 di questo § dirò altre no-
SI sviluppa senza rumore , ma con rapi- tizie sul numero de'basliinenti, e le mer-
dità. Si lavora costantemente alla co- ci introdotte o esportate dal porto.
struzione di nuovi basliuìenti da guerra, 4. Neil' articolo Strade FERRATE, Il-

ultimandosi parecchi vascelli di linea. I luminazione A GAZ E Telegrafi, cioè a


lavori de' porti e delle fortificazioni di Strada, parlai di loro origine e progres-

Venezia, di Trieste e sopra llutlu di Po- si sino al i854


in che si pubblicò il voi.

la, eccitano l'ammirazione di tulli gl'in- LXX, che lo contiene. Però in seguilo
lélligenli, e questi porti saranno ben to- non mancai a' luoghi ove dovetti nuova-
sto nel numero de' primi porli mditari mente ragionarne di aggiungervi parti-
d'Europa. Si spiega pure la maggior at- colari e generali nozioni, come a Treviso
tività pel cou)pletamento della flottiglia celebrando l' inaugurazione solenne del
delDanubio, in guisa che la libertà del tronco che congiunge quella cospicua cit-
commercio alemanno su quel fiume non tà con Venezia, avvenuta a' i4 ottobre
larderà ad essere perfettainente garanti- i85i, inclusi vamente al tronco di ferro-
ta,argomento svolto nell'articolo Va- via dello stalo pontificio, in costruzione,
LACCHU. A'20 ottobre arrivò alla punta che ci dovrà unire a Venezia; edaltrel-
di Spignon una squadra composta di tanto feci de'lelegrall, di cui poi parlerò,
beni 2 legni, ha'quali 4 fregale, coman- comprensivamente all'unione colla tele-
dale dall'arciduca Ferdinando Massimi- il quale cou
grafia dello sialo pontifìcio,
liano, governatore generale e vice ammi- Roma comunicazione con Ve-
è perciò in
raglio comandante superiore dell'i, r. ma- nezia. Della quale relazione, come delio
rina di guerra. Mai, forse, da che sorsero ferrovie, per ultimo riparlai ne' voi.
quest'isole, navi di sì grande portala, con LXXXVI, p. 8i e seg., LXXXlX, p.
cumplclo armameulu di canuuni e di e> 48; e luoghi iu essi citali. Queste Dozioui
438 V E N V E N
aggiunte, essendo d' un interesse gene- loie digrande lifonua nel mondo, non
s'i

iole,non sono collocale del lutto fuori sene udiva più molto. Verso il i84o
di luogo, bensìandranno a riunirsi nel Wilson, trattenuto un 3o anni (sic) sul
proprio aW fndìce. Meglio ciò praticare, continente dalle grandi imprese dov'egli
che omnietterle. In falli, ollrecliè delle inve-ilì il suo denaro, tornò in Inghilter-
ferrovie venete feci cenno nel rammeu- ra. Informatosi quivi di Gray, anima na-
talo articolo, poscia nel voi. LXXVII, p. ta non sapeva rispondergli uè intender
ì 5cf rilevai che in Italia, dopo il regno punto il valore di queste ricerche. Le
delle due Sicilie, gli slati di Lombardia ferrovie frnltavano dividendi copiosi ; si

e di Venezia furono i primi paesi ne' propagava il trovato, ignorandosi pure il

quali seriatnenle si trattò d'aprire ferro- nome dell'inventore. Un bel giorno che
vie, mentre nel i838 si cominciò la li- Wilson Irovavasi nella piccola città d'E-
nea da Milano a Monza aperta al pub- xeler, vid'egli passare un vetraio, la cui
blico nel i84f. Anzi qui mi è dato ag- fisonomia lo colpì: avvicinandosi egli a
giungere chi fu l'inventore delie strade quest'uomo, affranto dalla fitica più che
ferrate, secondo Gaz-
il riportato dalla dall'età, riconobbe nel misero lavorante
zclt.iiiff/zialc di Milano de\maizotS58, l'inventore della meravigliosa scoperta
ripetuto dal n. 55 del Giornale di Ro- de' nostri tempi. Il povero Gray eserci-
ma. L'universale de' fogli inglesi rac- tava ne'suoi ultimi giorni il mestiere di
conta come la cittadella di Leeds, in In- vetraio, dopo d'aver dato fondo ad ogni
ghilterra, si propose d'erigere una sta- suo bene per avviare il successo dell'iai-
tua al suo coinpatriolla Tommaso Gray, mortai trovalo. Le prime parole che gli
infelice inventore che sperperò tulio il uscirou di bocca nel riconoscere Wilson,
suo per sostituire le strade ferrate alle di- furono queste. » Or sarete convinto ch'io
ligenze. Nel 1 8 18, quando nessuno peu- m'ebbi ragione di spendere tanti anni,
sava alle ferrovie, egli indirizzò all' in- i non andarono senza profitto
quali poi
glese Wilson, e all'economista francese per altri; tutte le mie previsioni si effet-
Ysabeau vivente ancora, un fattispecie tuaronu, avanzadone fino l'espettaliva.
de' propri studi. Disse loro, nel conse- Ciò dico a voi solo, conoscendomi voi da
gnnre un rotolo di disegni e di carte : gran pezza della mia invenzione qui mai
:

« Eccovi, qua dentro è l'aurora della ci- non ne parlo, a non essere avuto in con-
viltà del mondo; non v'ha più distanze; to di pazzo". Wilson commosso alle la-
si formeranno compagnie;capilaliingen- grime, esibì la sua borsaal mendicogran-
ti troveranno a impiegarsi; il mio siste- d'uomo; ma Tommaso Gray, con aite-
ma verrà trasmesso ad altri paesi ; la mia ro rifiuto, soggiunse: che il proprio lavo-
scoperta non è paragonabile che all' in- ro bastavagli. Consentì nondimeno più
venzione della Stampa". Il niss. conse- tardi di vegetare ad Exeler fino al i852,
guato Wilson ed Ysabeau, fu per vo-
a quando chi seppe moltiplicar le ricchez-
leie di Giay dato ad imprimere; poi ze dell' universo morì povero e ignoralo.
r inventore ne mandò copia al capo del Quali conseguenze poi politiche, religiose,
ministero inglese, ma il ministrò, di lut- morali e commerciali produrranno tanti
t'altrooccupato, né manco rispose.Nondi- portentosi trovati, il solo tempo le farà
meno il libro di Gray ebbe tale un succes- conoscere a'posteri 111 cav. Mulinelli, y^«-
so, che in pochi anni dalla sua pubblica- nali delle Province Fenete, descrivala
zione, la Gran Bretagna era solcata da costruzione della ferrovia da Venezia a
ferrovie: l'Americaeil continente euro- Milano. Egli dice : Animati dall' utilità
peo seguirono tosto l'esempio dell'lnghil- immensa delle strade di ferro, e da'sor-
lerra; quanto a Tommaso Gray, inizia- prendenti successi oUeuuti ucU'lughillei-
VEN VEN 439
ra, tirigli Siali Uniti, nella Francia, nelin anni, cioè a lutto il iH4', folta la co-
Griniania, nell'Austria, nel Belgio e nel- struzione del tratto di strada da Mestre
la Russia, alcuni mercanti di Venezia, ti Padova, e l'espcnzione d'alcune opere
con fervore pari a quello, ma ben più preparatorie per l'innalzamenlo del pon-
generoso, degli appassionati del recente te sopra la Laguna, non era ancoia Ve-

magnifico teatro ricostruito, conveniva- nezia ammessa a partecipare del benefi-


no nel iSSy ad istituire una società per zio, di cui gran parte d'Europa era già

la costruzione d'una strada ferrata da in pieno gotlimento,e specialmente il Bel-


Venezia a Milano. Oltenutane dalla be- gio. Il conte Priuli nel Discordo su<^li
nignità dell'imperatore Ferdinando I,a' Asili, impresso nel 1840, dice a p. 5^^
25 febbraio !''autorÌ77azioiie, ilcav. Giu- parlando della gigantesca impreso, che
seppe Reali, presiilente, Francesco Zuc- si sperava in breve la sovrana patente di

chelli, Pietro Digaglia, Jacopo Trevfs concessione; e che i primi promotori


nobile de'Bonfili e Spiridione nobile Pa- del progetto della ferrovia da Venezia a
padopob, erano proclamali direttori del- Milano, furono Sebastiano Wagner e
la società per la sezione veneta. Unita Francesco Vaie. Era stato pubblicato
questa bella strada a Venezia per un l'opuscolo: Strada fi'na la da Venezia
gran ponte da costruirsi sopra laLaguua, a liJiiano, Vene/ia co'tipi del Gondolie-
e lunga 66 miglia italiane, ove sia por-
1 re i83c). Finalmente pubblicò In Gaz-
tata al suo termine (pubblicò l'opera nel zetta privilegiala di l enez'm de*5 gen-
1843), non può certamente conlare in naio 1 846 il seguente articolo, riprodot-
tutta Europa rivali; e perchè niun osta- to dal n. 1 delle Notizie del Giorno di
colo o ditFicoltà te presenta la topogra- Roma. Corsa di prova sul ponte della
fìa del terreno, e perchè destinata a le- La gioia e sulla iS ir ada da Padova a Vi'
gare insieme le
7 più ricche e più nobi- cenza. Venezia, la città delle meraviglie,
li città del regno Lombardo-Veneto, i ne conta una di più. Il gran ponte sul-
cui territorii contengono una popolazio- la Lnguua, quell' opera immensa, che

ne (per oltre due milioni e mezzo d'abi- pochi anni sono si sarebbe tenuta vicin
tanti) agiata, intelligente e industriosa. che impossibile, non pur sorge intera e
Si divise la linea principale in 1 i sezioni : compiuta miracolosamente dall'onde, ma
quelle del lerritoi'io veneto erano le se- è già volta al fortunato suo ufficio. I pri-
guenti. 1. Da Venezia a Mestre. 2. Da Me- mi carri tentarono già quelle pietre, cor-
stre a Padova. 3. Da Padova a Vicenza.4. sero la rapida traccia; e per la f." volta
Da Vicenza a Lobia. 5. Dalla Lobia alla da che Venezia al sole risplende, senzji
Rovesgia presso Verona. 6. Dalla Roveg- che la natura mutasse l'ordinarie sue leg-
gia alla sponda sinistra del Mincio. Pron- gi si varcò la Laguna, non domandando
ti i mezzi, pronto chi per cognizioni pra- a'remi o alle vele d trogilto. Quello spa-
tiche e scientifiche assai chiaro doveva zio che lento, io podestà de'venti e de'
condurre con sicurezza e pienezza di suc- flutti, passo passo si misurava in una lun-
cesso la grande opera, generale l'inleres- ga ora colle più snelle barchette, si la-
«auienlo del pubblico, sembrava ormai sciò indietro in meno che 8 miimti. «.Ap-
che lo spirito delle grandi associazioni pena le l' una
fuggenti rote toccarono
pel maggior sviluppo dell' industria e soglia del ponte;appena l'animo, a.nimi-
del commercio avesse posto anche a Ve- rato del soprendente spettacolo, ebbe spa-
nezia profonde radici, e Venezia doves- zio a renderne a se stesso ragione, che
se ottener in tal modo un nuovo ele- elTeranogià a capo A petto di
dell'altra.
mento di prosperità e di nazionale ric- tali trionfi dello spirito umano, cuor si il

chezza. Sventuratamente però in ben 5 commuove e insuperbisce la mente l'uo- :


44o V E N V EN
ujo è a faccia a faccia col vero, e la gran- come l'immagine fuggitiva, che, ap-
dezza e straordinarietà dell' effetto sì ne pena li presentano, ti tolgono i vetri
vince l'immaginazione, che quasi ricusa dell'ottica meccanica, quelle meravi-
di porgergli fede". E però il giorno di glie al guardo passavano; e il convo-
domenica 4 gennaio 1846 sarà per sem- glio avea già tocca la meta, compiendo
pre memorabile nella stoiia dell'indu- il tragitto in men che due ore. Aduncjae

stria e prosperità veneziana. Operale nel meu che due ore bastarono a congìun-
sabato precedente le prime sperienze del gere la gran piazza di s. Marco al Cam-
gigantesco edifizio, si compiè la prima po Marzio; il magnifico tempio della
j)rova suir intero tratto di strada, die Salute al religioso santuario della Ver-
da Venezia guida a Vicenea. La corsa gine a Monte; a porre in riva alla La-
fu favorita dalla più bella e serena gior- guna le colline di Berga, ad unire la cit-
nata, e si mutò in un vero e ben lieto tà dei Dogi, regina, colla leggiadra vas-
diporto. 11 convoglio si mosse dal ponte salla, la città del Palladio. Vicenza si
pochi minuti innanzi alle 10 antimeri- può dire tutta quanta era ridotta nel
diane; una gran folla di popolo si accal- campo di Marte a far festa a' nuovi ar-
cava alla temporanea stazione; una folla rivati. Felice e trionfale come l'andata fu
ancora maggior spargevasi in legni d'o- il ritorno: e chi avea lasciata la propria
gni maniera per la Laguna; e ognuno dimora due ore sole innanzi al meriggio,
in suo cuoreapplaudivaalla prova,airav- potè ancora dalle proprie pareli saluta-
viamento della strada, per la quale, fini- re il sole al tramonto, dopo di aver sì
ta, si condurrà la fortuna a Venezia ; on- grandi cose veduto, e corso ben 72 mi-
de ci prendeva parte, non come si suole glia geografiche. Annunziò inoltre \aGaz-
a sepiplice curioso spettacolo, ma come zella, che a brevissimi giorni il Ponte e
a cittadino avvenimento felice. In egual la Strada di Vicenza sarebbero aperti al-

modo, per tutto il non breve tragitto l' ordinario passaggio. L' Alluni di Ro-
da Padova a Vicenza, per tulli i 3o,ooo ma de' 18 gennaio del precedente i845,
metri, per quanti appunto si dislende,per già avea pubblicato il disegno del son-
tutta quella ricca ed amena campagna tuoso Ponte sulla Laguna, benché allo-
rallegrata dal più vago orizzonte,dalla vi- ra l' opera non fosse compiuta, colla
staognor varia e ogoor pittoresca degli veduta di Venezia, e con articolo di S. ;
Euganei, de'Berici colli e dell'Alpi lonta- Strada Ferrala da Padova a Teìiczia.
ne, per tutto, curiose e festanti accorreva- Comincia con dire Non è egli forse uno
:

no le genti a salutare il passaggio di que' strano contrasto quello di scendere da


carri veramente trionfali. Rapi do fu il viag- un vagone in una gondola! Via ferra-
gio, e non pertanto si poterono ammirare ta e Venezia, non sono forse due nomi,
l'opere grandiose e grandiosamente co- due idee che stupiscono di vedersi insie-
strutte per la fondazione della strada : i me congiunte! Gli artisti ne mormora-
3 gran ponti a 3 luci sulla Brentella, il no, e van dicendo chela vetusta regina e
Tesina e il Bacchiglione, e l'altro ad una sposa dell' Adriatico perderà molto col
luce sola sopra il Retrone. Presso la cit- riunirsi al continente, perchè la distanza
tà di Vicenza la strada si toglie al guar- raddoppia il rispetto. La strada ferrata
do del sole, ed entra alle falde del colle comincia a Padova; giunta alle Lagune,
Berico sotto la volta d' una galleria lun- prosegue sino a Venezia sopra un im-
ga 55 uìetri, ed appena indi uscita s'av- menso ponte, sostenuto da qualche cen-
volge in una 2.' diben metri 90, pas- tinaio di archi, costruito di belle pietre
sando di sotto al giardino Carcano e riquadrate. Chiama il ponte ardito, e
alla salila della Madonua di ÌVloutc Ma magnifico mouuiBenlo, ilpiùgigaulesco
V E N VEN 44'
fid lulli 'jiielli sinora eseguili dall' in- gìore il risultato de' movimenti, perchè
i
(lustrin moilerna. Avere nella sua lai- le merci dirette in Lombardia non ver-
;
gbezza due linee di rotaie, e gli ardii ranno più caricale sugli ordinari mezzi
COSI iaighi da potervi passare sotto ognu- rotabili. E Venezia che avrà allora mi
no 4 l'alleili di fronte. La ferrovia di braccio a Milano e 1' altro a Trieste di-
Padova essere il termine della grande li- verrà un gran centro di movimento, se
nea di Milano, già progelliita da un pez- anche allora che la ferrovia era interrot-
i
zo, ma assai lentamente eseguita, sebbe- ta a Verona si potè calcolare tale, men-
I
ne il suolo lombardo sia inco(uparabil- tre due terzi delle merci che viaggia-
inente adattato alle vie ferrate; non un vano colla ferrovia, erano provenienza
(nonte vi s'incontra, non un coll<" ; le rare di mare. Disse due terzi in luogo di tre
(lisngu.igliaMze che esistono in quel ter- quarti come nel i85o o fino all'agosto
reno potersi con poca fatica e spesa ap- i85i si poteva asserire, perchè nell'a-
I
pianare; non esservi né gallerie sotter- gosto essendosi abbassata la tariffa per
j
ranee da scavare, né ponti da ergere; multi generi di terraferma, non figurava
i
tutta r It.dia settentrionale oifrire all'iu- più per un 4." ma sibben per un 3.° del
I
traprese dell'industria comodo stesso. La movimento totale. Anche 1' apertura del
' via ferrala da Padova sino alla Laguna, tronco da Mestre a Treviso contribuì
lunga 20 miglia circa, già esser in piena n]oltissimo ad accrescerei trasporti, spe-
attività, farsi in un'ora, ed il servizio ese- cialiiiente perle merci che vanno o ven«
guito con estrema esattezza, e con lode- gono da Germania, mentre quello avea
vole metodo tulli gì' impiegati portare fatto che si serva della ferrovia anche il
,
uniforme. Le locomotive e>sere di co- Tirolo meridionale per le sue spedizioni
struzione inglese, ed i vagoni rassomi- a Vienna, avvegnaché per mezzo di essa
gliare a quelli di Francia e Ingliillerra ; pervengono al loro destioo due giorni
;
e sperare, l'articolista, clie gli specula- prima che col mezzo della via anticamen-
I
non avranno l'inumanità di
lori italiani te battuta. A' 21 maggio i852 avvenne

I
crearequella 3. "classe di vetture, chiama- un disgraziato accidente nella stazione
te /o/«,'err7M 5,0 carrette, che s'impiegano di s. Martino al momento io cui entra-
sulle ferrovie degli altri paesi. Alla sta- va la 2.'"'
corsa proveniente da Venezia,
zione di s. Lucia si ammira, ed egregia- li guarda freno, pochi passi prima di
menle si vede il gran ponte gettalo sulla giungere alla stazione, spingendosi smo-
Laguna. Dipoi ooiòV Ossei valore Trie- datamente con tutto il corpo fuori della
stino, e riferì il Giornale di Roma, de' carrozza per osservare l'andamento del
21 aprile i852: Sulla strada ferrata da convoglio, e non accortosi del cancello,
Venezia a Verona si aumentavano gior- battendovi contro la testa, riportò tale
iiiilmeiite i trasporti, in modo assai ra- ferita che ne rimase vittima dopo pochi
pido. Dal novembre 1849 a tutt' otto- momenti. Nel deplorare una tale sinistra
bre i85o viiiggiarono 161,260 quintali evenienza è forza trarne argomento per
«li merci, e dal novembre i85o a tutto raccomandare quella prudenza che, se
ottobre i85i i trasporti salirono alla ci- in tutto è necessaria, lo è forse più d'o-
fra di 333,2 3 quintali.
1 E qualora si gni altra cosa nel viaggiare sulle ferro-
consideri che nel i.° trimestre camerale vie, ove la velocità è tale elemento che
del i852 SI trasportarono da
39,334 1 non di rado rende gravi le conseguenze
quintali, si scorge eh' è mantenuto lo anche de' più lievi disordini, delle più
slesso progresso. Terminata che sia la comuni inavvertenze. Il Giornale di Ro-
ferrovia fino a Milano, poteva intraveder- ìua di maggio del medesimo i852 a
si come doveva salire a cifra ancor mag- p. 458, sulle strade Loodiardo- Venete,
VOL. xci. 29
4.'i2
VEN V EN
notificò, che i lavori de' 5 archi princi- dazione the l' ingegnere Noale ha rasse-
pali del gran ponte siili' Adige in Vero- gnato a quella direzione nel 17 maggio
na, 6 archi laterali erano già da
i cui i846. Cinque anni interi vennero spesi
gran tempo compiti, si spingevano con nella costruzione, ed un capitale di au-
talardore da poter esser chiusi in agosto ; striache lire 5,022, 1 83, secondo la prati-

e quindi derivarne la certezza che le fer- cata liquidazione del lodato ingegnere.
rovie a destra e sinistra dell' Adige me- Il ponte risulta della larghezza di metri
diante questo ponte, sarebbero attivate 3,601.43, e della larghezza di metri
dentro il vicino autunno. Parla d'altri 9.00, con una profondità di metri 2.20,
lavori d'altri luoghi di più difticile esecu- sotto la comune del mare, e di una ele-
zione; ma
ohe nell'anno si terminereb- vazione di metri 4-35 sopra la comune
bero que'di terra da Brescia a Coccaglio. del parapetto. Ha una piazza maggiore
Che si pensava rimuovere la stazione a pile addossate lunga metri 136.27
prima nel recinto storico del Lazzaretto, larga metri 17.20/38.84» e 4 piazze mil
onde servirsene a pubblico e grandioso nori lunghe melri 100.00 eJarghei7.2oÌ
scopo. Sarebbe questo fra pochi anni, L'arcate sono in 6 stadi ed a 222 saU
quando sarebbe compita la testa della il numero di quelle. L'adottato progetto
strada Piemonte, la congiunzione con
al dell' ingegnere Noale, osserva 1' autore
essa, la quale avrà luogo passando il Ti- dell' opuscolo, e pel parapetto di coro-
cino con un ponte ad Abbiategrasso e : namento totalmente nuovo, e per lo sti-
così si partirà da una grande stazione le architettonico in un carattere ricco e

centrale per recarsi al Mediterraneo, al maestoso, era ben degno d' esser pre-
Varo, al lago di Costanza, al Reno, al- scelto dal governo imperiale. E lo era
l' Adriatico, in somma per entrare in anche dal lato economico, mentre la

pieno possesso delle comunicazioni colla cifra di valore unitario superficiale del
gran rete delle strade ferrate europee. Noale è per metro di lire 127.04, 'neu-
11 citalo Osservatore Triestino, degli 8 tre quella del progetto Meduna era di
febbraio i853, presso Giornale di il lire i55.3i, equella del progetto Milaiù
Roma, p. i66, contiene quanto qui tra- era di lire 161,90. Termina l'opuscnlo
scrivo. Fino ad ora si mancava di una coll'accennare, che si adoperarono nella
esatta memoria sulla costruzione del fondazione 80,000 pilotti di larice, sopra
gran ponte della strada ferrata sulla La- i quali furono distesi 10,000 metri su-
guna, e di ciò andava difettosa la stessa perficiali di grigliali; che per proteggere
Guida di f^enezia pubblicata a cura di i lavori di fondazione furono costruiti
Selvatico e di Lazzari. Correvano quindi circa 8,000 metri lineari di turre; che fu
idee false e congetture contrarie alla ve- eseguito un movimento di terra di circa
rità intorno a codesto grande monumen- 98,000 metri cubi per escavi e terrapie-
to de'tempi moderni,quandochè in questi ni ; che le fondazioni subacquee hanno
giorni usc\ un opusculo lavorato sui dati un nucleo di uiiuatura di sasso d'Istria
pòrti dal valente ingegnere Andrea Noale, in cemento di calce e pozzolana del com-
che condusse nel disegnoe nell'intera sua plessivo volume di 32,ooo sterei; che
costruzione quella meraviglia dell'arte. 5,000 sterei di pietra vennero impie-
1

Si lia da questo interessante opuscolo gali per rivestimenti, fascie, ec. ; che oc-
il parallelo delle proporzioni architetto- corsero i5o,ooo funti di ferro per assi-
niche de' 3 principali progetti prodotti curare e sii ingere le pai li del poule ;
alla direzione della cessata società, a cura che circa 16 milioni di mattoni vennero
della qual venne costruito il ponte: ed iu)piegati ne' muri sopra la comune del
il riassunto del quadro di finale liqui- mare e nelle volle; che ptr 5 anni lavo-
\' EN V EN 443
ramno sul ponte looo uonìinl al giorno allo spirito più intraprendente degli azio-
in via media, senza annoverare la genie nisti veneti, l'attività, l' energia succe-
impiegala ne' boscl)ì per la f'ornilura ili dettero all' esitazioni ea'ritaidì. Il pon-
legname, nelle cave ec. ec. Compita que- te sulla Laguna fu coui[)ìuto, e ben to-

st'opera colossale e mirabile, l'archilelto sto il voto ardente delle popolazioni sa-
passava olla direzione de' più importanti rà del tutto soddisfatto, non altro man-
lavori della strada ferrata centrale del- cando allora, che la non lunga traila da
l' Ungheria, e quelli pure compiuti, ri- Treviglio a Coccaglio |)er trovarsi la ca-

tornava in Venezia, ove si sperava ve- pitale della fertile Lombardia a non più
derlo in breve gettar le basi d' un altro che poche ore di distanza dall'antica re-

grande monumento. Ma sul principio dei gina dell' Adriatico. Quesl' in)portanlis-
ponte sulla Laguna, V epoche progressi- sìma lìnea, la quale era divenuta pro-
ve di sua costruzione, le misure, la quau- prietà del governo austriaco,si decise che
tith del materiale impiegatovi, 1' inau- toccando Padova, Vicenza, Verona, De-
gurazione, demolizione del 1849, per
la senzano e Crescia, in vece che dirigersi,
essersi il gran piazzale del centro conver- come era stalo lungo teujpo questione,
tito dagl' insorti in fortezza, il ristabili- sopra Bergamo, per piolrarsi da di là a
mento colla direzione dell'ingegnere Ga- Milano, seguito il i.° traccialo dell' inge-
spare del Mayno, la spesa, l' imprendi- gneie Milani, progredendo da Coc-
ossia

tore, lutto riportai nel voi. XC, p. 208 caglio, dove allora giungeva la porzione
di questo articolo. In sostanza prima la già in esercizio che partiva da V'^enezia,
idea è dell'ingegnere veronese Giovanni continui per la bassa Lombardia a riu-
Milani, poi si disegnò dall' ingegnere nirsi alla porzione che da Milano era iii

Tommaso Meduna, e quindi venne mo- esercizio fino a Treviglio. 11 tronco di


dificalo didl'ingegnere Luigi Duodo, sor- Cocca"lio e Treviglio fu decretato che
vegliando l'esecuzione l'ingegnere An- si compia neli85o,con che l'unportau-
drea Noale. Tutto il ponte attraversa la lissima ferrovia Lombardo-Veneta sa-
Laguna in linea parallela a mezzodì, par- rebbe ultimata. La quale linea non sareb-
tendo dalla stazione di s. Lucìa, ove so- be però completa sinché non fusse riunita
no pure i magazzini, come dissi nel § alle linee sarde ed alla capitale Torino,
Vili, n. 4ij e giunge alla barena di s. ove ne ragionai, per formare con esse la
Giuliano, solio il liro degli spalli di Mal- grande arteria della valle del Po. Ad in-
ghera. Accennai nel § X, n.4o,che a ma- dennizzare Bergamo di tale devia/ione, sì

gazzini e dogana si ridurranno 1' antico stava ultimando una ferrovia che da (al

Corpus Do/nini e l'area di


iivonnslero del città ponesse capo alia gran linea Lom-
La Cronaca di Milano de'i5
sua chiesa. bardo-Veneta in prossimità di Trevi-
novembre 18 55 contiene l'articolo: Bi- glio. Un'altra linea partendo da Milano

bliotcca del viaggiatore delle Strade doveva andare a Gallerate, per a suo
ferrate, nel quale Ira le altre cose si dice. tempo congiungersì al Ticino e al Lago
Una socielà,oltenuta dal governo austrìa- Maggiore. Un' altra strada riunisce la
co la concessione della linea da Milano a fortezza di Mantova alla ferrovia Lom-
Venezia, le rivalità municipali, le gelo- bardo-Veneta punto di Verona. Un'al-
al

sie di provincia a provincia, piaga inve- tra grandissima linea doveva partire dal-
terata e cagione primaria delle sventure la stazione di Mestre su detta ferrovia, e
I
italiane, impedirono per più anni gli passando per Tre viso,Conegliano,Porde-
accordi sul disegno da seguire, e furono Done,dirigersi a Udine (come notai in tale
Sul punto di sciogliersi gli azionisti della artìcolo), e da di là progredendo a Go-
couìpagni» foimalavi. Ma poscia, grazie rizia e Lubiana, uuirsi alla strada fei'
444 V E N V E N
rata che conduce a Vienna, e nella qua- go di costruire la linea
nergamn.Lt'C-
le melle capo tutta la rete delle ferro- co. Crcdesi che verrà acceltala In pro-
vie austriache. Questa linea nel i855 posta, poiché il commercio di Vent-zia
era già io esercizio sino a Pordenone (il colla [lomagna e co' Ducali non può so-
cui tronco neh' ottobre si aprì fino a stenere la concorrenza de' porli di Ge-
Casarsa) e si proseguirono i lavori verso nova, Livorno e Ancona, quando non
Udine. Un biforcoaiento della medesima sieno costruite le linee Roma- Ferrara,
partendo dalla Piave dovea per o verso Bologna- Pistoia e Piacenza - Bologna.
la Molta e Palma dirigersi al gran porlo Le feriovie Lombardo- Venete sono im-
di Trieste, al quale dovea tendere un al- pazienti di dar da una parte la mano
tro biforca mento , che da Udine per all'altre italiane, e dall'altra perver-
JVlontefa Icone si dirigesse pure a Trie- sarsi nella Germania. Il traforo delle
ste. Parte di queste due linee era già in Alpi, ossia del Monte Cenisio è tale una
attualità di costruzione. Eransì fatti gli grande e colossale impresa che congiun-
studi e predisposto quanto occorre per gerà due belle terre, la Francia e 1'
I-

un'altra strada, che dall'eminente pun- lalia, come il canale di Suez congiun-
to strategico commerciale e manifaitu- gerà il Mediterraneo col grande Oceano.
riero di Verona si diriga a Trento e ad Col nuovo sistema adottato pel gigante-
Innspruck, e da di là avanzandosi sulla sco traforo, oltre il pcrforalore, del
strada di Salisburgo si riunisca alla rete coinpressore idiaiilico so/llanle l'aria,
ferrata della Germania centrale. Dice il eh' è pure forza motrice delle macchine
XJiornale di Roma 933,del iSSy, a p. perforanti, si crede che il traforo si

in data di Torino io ottobre. Questa compierà nel termine di 6 anni in luo-


mattina è stalo aperto al servi(6Ìo pub- go di 36! Tutto concorda pel felice suc-
blico il trailo di via ferrata, che da No- cesso d' un im(nenso lavoro, e d' un' u-
vara conduce al ponte di BufTalora sul pera che sarà la prima fra le più sor-
Ticino. Le gazzelle di Lombardia an- prendenti che di questo secolo si sieno
nunziano che lunedì prossimo sarà pari- fatte in Europa per strade ferrate, e ne
menti aperto il tratto di via ferrata fra sono valorosi esecutori i dislinti in-
Treviglio e Coccaglio, e che quindi vi gegneri Grandis, Grattoni e Someiiler.
sarà comunicazione diretta tra Milano - — Nel principio di questo numero di-
e Venezia. In tal guisa, tranne l'inter- chiarai che anco della telegrafìa elettrica
ruzione dal ponte di Bulfalora a Milano, aerea, oltre l' articolo citato (ed oltre
la locomotiva percorrerà nello spazio di quello di Torre, in cui dissi de' segna-
poche ore la distanza che separa Torino li antichi, de' (juali feci pure cenno nel
da Venezia, le falde delie Alpi dalle rive voi. LXXXIX, p. 282. E qui aggiungo,
dell'Adriatico. Ora questa linea è quasi che il prof. Romanin, Storia documen-
compiuta, e la ferrovia da Milano a'con- tala di Venezia, t. 6, p. 476, ragionando

fini Sardi sarà presto attivata, per cui delle varie scritture che trattano della
ini 5 ore si andrà da Venezia a Torino. milizia marittima, in quella importante
Inoltre si è intenti all' attuazione del- del famoso Cristoforo Canal in forma di
la strada ferrata della licca provincia dialogo, fra le altre cose si narra : » Che
di Polesine, che deve congiungere le Cristoforo Canal per sapere se Gian Au-
ièrrovie della bassa Italia alla Lombar- dreaDoria fosse riuscito a soccorrere Co-
dia. La società delle Strade ferrate Lom- rone, fece dal Zante tenergli dietro una
bardo-Venete dicesi pronta ad assu- fregata, mettendovi sopra 4 bravi greci,
mere la linea Venezia -Padova-Rovi- a' quali ordinò, che uno si appostasse in
go, quando venga esonerala dall' obbii- uluuu luogo presso a Cotone e gli allri 3
V K ^' VEN 4'p
sopra lino scoglio o altra eminenza in ili- lunghezza de'dispac'ci perrinollramento
st iii/.n tale eli e mio potesse successi vaineii- di'lle private corrispondenze telegrafiche.

Ic veliere le faville baltiile da pietra fo- L'ufficio del telegrafo in Milano fu colloca-
caia Jair altro se fosse di notte, od un to uelpalazzodell'i.r. Luogotenenza; quel-
fumo se di giorno. Se il Doria mettesse lo Venezia fu stabilito nel palazzo Rea-
(Il

il soccorso nella città, dove>ise il i. "bat- le. La stessa Gazzetta di Mila/io de'2t
tere d fuoco una volta soltanto, se no giugno 18^2, riferisce il notato a p. 582
il b «tiesse due volte, e i medesirai segni del Giornale di Roma, ed a p. 58o del-

desse col fumo, e similmente facessero l' Osservatore Romano. Col giorno io

gli altri, in guisa clie ponendosi poi una di detto mese regi uffici telegrafioi
i

vedetta a (|ue!la parte dell'isola di Zante belgi, formanti parte della lega telegra-
che più si stende a oriente, egli potesse fica Austriaca, si sono posti in comunica-
riconoscere i segni dell'ultiuio e a lui più zione col nuovo uffizio telegrafico fran-
vicino. Per questo modo il Canal venne cese in Bar-le-Duc. La tariffa per le

a sapere il soccorso recato a Corone a competenze di trasmissione de' dispacci

più di loo miglia di distanza, e a Ve- dal confine francese alla nominata stazio-
ne-zia se n'ebbe la notizia prima dell'im- ni-, sono ostensibili in tulli gl'i. r. ulfioi

peratore di altro principe d'Italia, cosa tclegi alici. A'22 dello stesso giugno ven-
che a noi abituali a' telegrafi par sem- ne aperta la linea telegrafica aerea di-
plicissima e forse ridicola, ma che allora rellameuleda Milano a Venezia, e con-
fi, come si vede, di novità e d'impor- secutivamente coi paesi dell'unione Au-
tanza), ove riparlai di quelle Austriache stro-Germanica, oltre il Belgio, la Fran-
e Lombardo-Venete, ne tornai a ragio cia e l'Inghilterra. Inoltre il Giornale di

nare all'opportunità, indicando i luoghi Roma del i858, a p. 4o6, dà contezza


ove notai essere Venezia anche con Pio- della riunione seguila in Parigi a* 28
ma in corrispondenza diretta, ed io l'ho aprile al ministero degli affari esteri, per
provato. Presentandomisi ora questa, esauiiriXi'euna proposta fatta nell' inte-
pure qui farò un' aggiunta in fine di resse del Morse americano, a cui si de-
(.\/

questo periodo; prima dirò dell' intro- ve^r apparecchio della comunicazione te-

duzione del telegrafo in Venezia. Il Gior- legrafica che ha preso il suo nome, e di

nale di Roma del i85o a p. looo ri- cui feci menzione nel citato corrispon-
porta il pubblicato dalla Gazzella di dente articolo. La scoperta de' principii
Alilano de' 19 ottobre. Dice che in que- su cui è basato questo apparecchio non
sto medesimo giorno andavano in atti- ai'partiene certo al d."^ Morse; ma egli

vità completamente le linee telegrafiche ha fatto passare questa scoperta dal do-
del regno Lombardo-Veneto, tanto per minio speculativo a quello della mate-
servizio dello stalo, quanto per uso del Mediante lavori e stu-
riale applicazione.

pubblico, fra Milano, Verona e Venezia, di, che incontrastabilmente sono suoi,

colla direzione poi da Verona per Inns- la elettrica comunicazione, che prima di
brucka Vienna. Il suppliraento straordi- lui non era per così dire che una sem-

nario unito alla slessa Gazzetta ufficiale, plice teoria della scienza, è divenuta una
porta a pubblica cognizione le dispo.si- realtà ed uno de' più utili acquisti che
zioni dettagliate per 1' uso della corri- abbia fatto l'età nostra e che deve la-
spondenza privata degl'i, r. telegrafi del- sciare a* posteri. L' importanza del ser-
lo staio, ed eziandio di c(uelli posti nel vizio, che il d.' Morse ha recato a tutto
territorio dell' unione telegrafica Tede- il mondo, a' governi ed a' particolari, è
sco-Austriaca, colle rispettive tariffe in siala riconosciuta dall'iiuiversale ammi-
coiiforfuità delle disianze dei luoghi e razione che ha eccitato 1' applicazione
446 V li N VEN
»1i questo ritrovato, e dall' uso clie su- mi vantaggi. Ora gì' inglesi nella disa-
bito se n' è fililo iiell' uno e nell' altro strosa guerra dell' india fanno ancor di
continente; In (juasi tulli gli stali, ov' è più con grandi successi. IlGiornale di
adoperala la telegrafia elettrica vedesi /lOWJcz degli 8 maggio 1 858, ricavandolo
agire 1' apparecchio del d/ Morse. Egli dal Tiììics narra. Il telegrafo elettrico,
però non potendo ottenere in Europa, nel campo di sir Colin Campbell, non
come agli Stali Uniti, un brevetto per lia,dopo la sua invenzione, rappresenta-
la sua invenzione, si è trovato perciò lo parte più importante ed ardita come
privato de'beneficii, che avrebbe dovuto ora neir Indie Orientali. Ha servilo di
ritrarre dall' opera sua, e che l' avreb- supremo capitano meglio che il braccio
bero assai legillimatnente ricompensato destro di questo. Mediante il telegrafo,
de'suoi lavori e de'suoi pecuniari sagri egli può dirigere la marcia de' suoi bat-
fizi. Sembrando governo francese in-
al taglioni, movimenti della sua cavalle-
i

giustizia, chetuUi paesi, quali si servono


i i ria ed arligIieria,vedereadogui momen-
oggi dell' applicazione del suo ritrovato, to l'intera posizione del suo esercito e de*
non facessero anche conto di (piesta si- suo ausi liari,corris|)ondere col governato-
tuazione accordando direttamente al d. re generale eco'generali inferiori, distin-
Morse vin premio collettivo, in questo guerei! vero dal falso nell e notizie tiegl 'in-
convincimento egli si è credulo autoriz- digeni, risparmiare il suo stato maggiore
zato di fare appello alla loro equità. Il ed i suoi corrieri, ed inviare nullostante
governo dell'imperatore Napoleone ili chiari e rapidi i suoi messaggi. Ciò in
avendo creduto che sifFulta domanda a- quanto all'importanza del telegrafo. In
vesse diritto ad una simpatica accoglien- quanto all'arditezza, col quale agisce, il
za, non ha esitalo di appoggiarla presso che naturalmente riguarda quelli che
gii altri governi, che come lui usano del lo fanno agire, basta osservare, che, nel-
ritrovalo Morse. Queste pratiche sono la guerra in argomento, per la i.' volta

slate accolte con eguale sentimento dove fu disteso in mezzo al comlialtimento


sono state falle. In Austria, nel Belgio, un filo telegrafico, facendolo passare pel
ne'Paesi Bassi, in Piemonte, nello Stato paese nemico. Esso avanzò di posto in
Pontificio, in Isvezia, in Toscana e io posto, di pari passo coli' artigi cria in-
Turchia, questo apparecchio è adopera- glese, ed appena il capitano supremo ha
to come in Francia : per cui i governi di piantatoli suo quartiere generale in qua-
questi differenti paesi hanno aderito al- lunque sito, nel quale pensi di rimane-
la proposta del governo francese, di esa- re un paio di giorni, vi esistono ezian-
minare come si dovesse contrassegnare dio i pali co' fili telegrafici. Il lelegiafo
la loro gratitudine verso il d.' Morse; ed fu posto in comunicazione col governa-
è in conseguenza di questa generosa di- tore generale in Allal)ai)ad, coll'Outrain
mostrazione, che i loro rappresentanti in Allumbagh, con Calcutta, Madras e
si unirono in Parigi al detto ministero. Bombay, e co' distretti più lontani, cui
Questo fa credere; che facilmente potran- ne giunge la rete. Questi vantaggi sono
no intendersi sopra una risoluzione di principalmente tiovuli al zelo e all'abi-

rimunerazione, il cui onere sarà diviso lilà di un giovane ufficiale del corpo de-
fra tulli i governi, nella cui generosità gl' ingegneri del Bengala, il tenente Pa-
il d/ Morse ha posto la suafiduria. Nel triclc Stewart. Alcune volte la cavalle-
descrivere la guerra sostenuta dalla Tur- ria nemica dà la caccia alla sua gente e
chia co' suoi alleati contro la Russia, l'insegue per leghe e leghe, o la taglia a

narrai come Crimea formarono


quelli in pezzi unitamente a'fili, ovvero una pal-
ferrovie e costruirono telegrafi, con som- la di caDuone distrugge le sue batterie
VEN VEN 447
elettriche o ne stritola carri. Ma quella i bile r imbarcare l' intero filo io una so-
gente continua a lavorare. Ella guizza la nave, fu diviso in due pezzi riposati iu
per aride pianure, su'canali e su' fiumi due Queste s'incontrarono in luogo
navi.

ec, finché uua delle semplici stanghe do- centrale,dove furono ritmiti due pezzi. i

po l'altra, innanzi il leggero suo peso, ed Quindi si separarono le due navi, diri-
il rapido ago colla mula sua lingua, vi- gendosi l'una verso 1' Irlanda, e l'altra
bri in mezzo al tonar delle artiglierie. verso Newfoundland in America. Il filo

Quando sir Colin Campbell Irovavasi a cadeva di mano in mano dalle due navi
Cawnpore, sir James Oulrauì potè an- nel mare. Questa operazione fu princi-
nunciargli r esito del suo attacco, prima piata il 28 luglio i858, e nella mat-
che il nemico fosse sparito dal campo tina dell' 8 agosto lui' estremità del fi-
di battaglia. Quando avanzò verso Luck- lo era sbarcata nella Baia della Trinità
now, la linea telegrafica lo seguì sem- in America, e l'altra a Valentia nell'Ir-
pre. Fu piantata una tenda accanto la landa : quando saranno compiu-
e così
sua: fu scavato un buco nel terreno, fu te le macchine, vi sarà una comunica-

riempito d'acqua; tosto il filo cadde dalla zione perfetta tra Londra e Nuova York.
stanga piantata io fretta e s'immerse io E" dunque dimostrato che né la distan-
acqua come una lontra ; fu disposta la za enorme, né il peso dell' Oceano sul
semplice calamita, e la batteria comin- filo elettrico ponoo impedir la trasmis-

ciò il proprio giuoco e l'ago a lavorare. sione della correnteeleltrica.il filo giace
Grazie alla straordinaria siccità dell'ai* nelle valli e sopra i monti coperti dal-
mosfera ed alla forza del sole, che ridu* l' Oceano, circondato da' pesci, dall' al-
ce nella stagione calda la terra come un glie e da tutte le maraviglie di quell' a-
mattone, è quasi perfetto l' isolamento bisso. Ma lo trascorrono colla rapidità del
della corrente elettrica. 11 filo è fitto, e latnpo le idee dell' uomo comunicante
non è difeso da involucri isolanti di ve- dall'un continente all'altro. Questo è ve-
runa specie. E attortigliato intorno alla ramente il trionfo della scienza natura-
punta di una stanga rozza ed alta da i5 le". Dissero i pubblici giornali. Fu l'In-
in i6 piedi, e nello stato ordinario del- ghilterra che concepì l'idea del telegrafo
l' atmosfera corrisponde perfettamente Transatlantico, e l' effettuò a sue spese,
al suo scopo. Ora si è pubblicata la sco- e co'suoi ingegneri e navigli.
I primi espe-

perta dell' infaticabile e dotto Wheat- rimenti sulla celerità produssero i risul-
«lone, per la quale ha fatto fare un passo tati che un dispaccio da Valentia di 3i

immenso alla telegrafia elettrica, soìti- parole, giunse a Terranuova in 35 mi-


tuendo alle pile complicate e tanto co- nuti; altro di 33 parole io 22 minuti; al-
stose un piccolo apparato, della grandez- tro di
gg m 67 minuti e con per-
parole
za di un orologio ordinario. Alcune aste fetta precisione. Quindi l'eotasiasmo sali
calamitate e polarizzate in senso contra- al colmo nel celebrare la felice immersio-
rio completano 1' apparecchio, che fun- ne della corda elettrica ogomeua atlanti-
1 ziona facile e regolare. La Civiltà Cai- ca fra r Inghilterra e T America setten-
ì tolica, serie 3.', t. ii, p. GSg riferisce. trionale. L'ingegno umano vinse il tempo
ì « La comunicazione elettrica fra l'Euro- e lo spazio. Il 3 il 5 agosto 858 (come
1

j
pa e r America è stata finalmente eflet- vogliono diversi giornali) fu completata
tuala per mezzo d' un cordone metal- la comunicazione fra l'antico e il nuovo
lico della lunghezza di 2,o5o miglia geo- mondo. Fu detta la corda anello nuziale
grafiche. 11 metodo inventato per sten- Ira'due continenti. Venne sciolto uncan-
. dere il cordone ossia filo elettrico, è as- lieo di gloria alle scienze fisiche e agli ar-
'
sai ingegnoso. Giacché, essendo iropossi- dimenti commerciali. Per questa istan-
44B VE N V E N
tarma confunicazione tra' due Emisferi, rie 3.', l. 12, p. 2 33 e seg., discorre Dfl
non si può a meno d'aspettarsi una com Telegrafo Atlantico, e riporta la Li-
pietà rivoluzione nel sistema degli affa- sta de' vari Telegrafi sottomarini, col-
re coH'America, nelle relazioni del com- le loro lunghezze e l'epoche in cui so-
mercio di due mondi, L' Europa e l'A- no stati posti in opera dal i8ìO all'ul-
merica, dissero altri, sono unite dal te- timo discorso nel i858. Intanto sta per
legrafo. Gloria a Pio Onnipotente, pa- compiersi lo stabilimento d'un.) linea
ce sulla terra, benevolenza tra gK uo- telegrafica sottomarina
da Otranto a
mini (Jbonae voliintatis, aggiunse Gre- Vallona, per congiungersi a Caltaro col-
gorio XVI nel 1841 a Civita Castel- le esistenti dell' impero austriaco
linee
lana ). Ma una parte della corda tele- e dell'impero ottomano; e pare che su-
grafica atlantica, circadopo un mese, si bito dopo verrà dato mano al filo sotto-
guastò 3i seUeenbre, per essere pene-
a* marino dell* Adriatico. In tal modo il
trala r acqua ne* fj|i conduttori, se non regno delle due Sicilie è il 1.° paese in
in pii^x punti almeno in uno distante da Europa, dopo 1* Inghilterra, che abbia
terra 220 miglia. L' accidente clie inter- pensato di costruire i fili sottomarini pe*
ruppe comunicazione elettrica fra'dne
la propri bisogni.
mondi sulle prime seni!)rò irrimediabile, 5. Venezia nuova Roma del Mare^
ed occorrere ricominciarsi 1* intrapresa. mentre Napoleone I chiamava Colonia
Indisicredettepoler mettur il telegrafi in (f^.) la sua piccola J'enezia pel com-
istalo di servire, facendo uso di polenti plesso di sua sontuosità e per essere si-

macchineelettro-magneliche.E un cattivo tuata a semicircolo sulla riva sinistra


esito di quelle sperienze cbe necessaria- del Reno, che si attraversa sopra uà
mente precedono lo svolgimento d'ogni ponte volante, fu canale di comunica-
grande problema non isciolto ancora. zione fra r Oriente e I' Occidente {f"^.),

E un rilardo della sua soluzione, e con asilo di libertà, poito a tulli di sicurezza
altro tentativo si avrii maggiore sperieii- e di pace. Venezia non ebbe Medio Evo
za. Quantunque la presente corda sia (A'.), non soggiacque mai alle barbarie
finita, non vi èmotivo da scoraggiarsi, an- significate da quel vocabolo, poiché ve- i

zi da una compagnia si vuole estendere il nezi.ini riparati illesi nell'isole della La-
beneficio da per tutto. Si può vedere nel guna e in quelle congiunte formanti la
Giornale di Roma deli 858 gli articoli : città, non riceverono il sodio de' secoli
a p. 783,// ti l( grafo Transadanlico; barbari, fiorirono con progressivo incre-
ap. 863, Tele^^mfo Sub- A (lamico. Isel- mento in ninnerò e prosperità, dal V
la pag. seg. è uno specchio del progresso fino al declinare del XVI secolo princi-
del telegrafo sottomarino da'piimi ten- palmente. Città dell'arti e de' monu-
tativi cominciati nel i85o sino e inclu- menti, tutta un n)useo, una pi-
la città è
sive al i858 ne' diversi stati. Inoltre nacoteca. Vorrei aver veduto Venezia
10 stesso Giornale contiene due altri ar- nel 1796! Egual ardente desiderio al-
ticoli il
: i.° a p. 8qi che dà contezza trove esternai per la mia Roma papale,
della Relazione siiW interruzione delle insieme ali* altra brama d'averla potu-
correnti nel cordone Atlantico; il 2.° a ta ammirare nel i526; ambedue anni
p. 918 è intitolalo: Questioni e raggua-' precedenti a due epoche deplorabilmen-
gli/isicisul Telegrafo Atlantico, h' En- tememorabili Se nulla resta del ma-
!

ciclopedia contemporanea di Fano, an. gnifico suo formale quale repubblica


IV, serie 2.", t. 2, p. igS, offre l'arlicolo : maestosa, nobilissima e possente, rimane
11 Telegrafo Transatlantico, coWa figu- in grandissima parte il suo materiale.
ra delia fune. E la Civiltà Cattolica, se- Prima avea, come ho narralo di sopra.
V E N V E N 440
piincipalmenJe ne' §§ Vili e X, an nu- le e di marmi cospicui, per cui stiuà
mero as^ai majjgiore di chiese, di lon- sempre, se non inclita regina, almeno ve-
«enti e di raouasteii d'ambo i sessi, di- neranda matrona, degna di appartenere
strutti co' loro doviziosi ornamenti, e al più giusto e paterno de' Monarchi.

preziosi archivi e bibhoteche, demohti e Che se r invidia straniera coli' avvele-


dis[)ersi ne' primordi del corrente secolo nalo suo tosco cercò e cerca d'annebbia-
dal genio distruggitore. Anche per que- re SI bella gemma del mondo, gli sforzi

sto riesce di somma importanza la più suoi non servono ad altro che a farla
volte lodata opera del cav. Cicogna, In- emergere più lucida e tornar più cara
scrizioni Veneziane, nella quale labo- agli occhi de' buoni. Così il sole vince
riosamente e con patrio amore raccol- colla forza degl' infocati suoi raggi l'in-

se un tesoro di memorie che altrimen- vide nubi, e più fulgido brilla sul pina-
ti andavano per sempre perdute. E ve- colo de' cieli, anzi signore de' cieli, ad
ro però che molte opere artistiche, e illuminare il sottoposto universo che nel-
le ss. Reliquie che in tanta copia arric- l'ebbrezza della sua gioia scioglie un can-
chivano gli abbattuti templi, passarono, tico di lode, chiamandolo con Dante TjO :

per maggior parte, a decorarne al-


la lei pianeta, che ad amar conforta". A
tri, e quanto alle prime anche le pub- tratto così eloquente d'un illustre ve-
bliche raccolte di belle arti; non per< neziano, segua quello pur facondo d' un
tanto notabile numero andò disperso e romano intelligentissimo di belle arti,
passò all'estero, come ripetutamente de- Quirino Leoni. Scrisse egli nell' Album
plorai. Dalle brevi descrizioni artistiche di Roma de' i5 luglio i854 ,
t. 2r,
che feci numerose esistenti chie-
delle p. i6i , all'egregio pittore vicentino
se, si rileva che nel numero maggiore Pietro Roi. '» Spettacolo nuovo per cer-
sono monumenti architettonici superbi, to, e più ad incanto che a meraviglia
e molti vero modello d'arte, ed empori! rassomigliante, è quello offerto all' ita-

di bellezze artistiche in pittura e scultu- liano o straniero viaggiatore, il quale


ra. Dice giustamente il eh. Zanotlo nel- ponga per la prima volta piede in Ve-
le sue giunte all' opera, Le Fahbricìie nezia, in (piesla dominatrice dell'acque,
e i Monumenti di Venezia , da questi ridente figlia dell' avventurata Laguna.
tnolteptici lavori di belle arti, esistenti Dire che sorpassa ogni immaginazione, è
in molti templi, qual più qual mei»o de- nuda menoappios-
verità: (>ossono più o
gni di considerazione, ben si vede come siinativameute Londra, Pa-
'\m(ìM\s^\n?n%\
i padri nostri curassero 1' onore e il de- rigi, \\ Vaticano, \\ Colosseo [V.y, Vene-
coro del santuario, e come questa virtù zia sola non mai. Dessa è un mistero che
l'osse di sprone ed eccitamento a pro- senza vederlo non si comprende, e tutta
muovere, oltreché la pietà ne' fedeli, ed un monumento immenso, che mille al-
io aggiungerò l'edificazione de' forestie- tri ne racchiude: niente ha di comune
ri, r incremento delle arti sorelle, per colle altre città ; e se queste, tranne for-

cui salirono esse all'apogeo di quella se Roma (y .) nelle sue principali gran-
gloria che valse a far celebrare la bel- dezze, portan seco l'impronta della ma-
lissima Venezia fra te nazioni, m Ed il no dell'uomo, Venezia sola sembra luUa
gentil forestiero che visita questeLagune, fattura di un Dio. Templi, palagi, colos-
ad ogni passo inarcando le ciglia, muo- si, ponti, giardini, isolette vaghissime,
ve parole di lode, e una lagrima versa monumenti severi, canali maestosi, T a-
su questa città altre volte regina de'ma- menila della calma, il furore della tein"
ri, e sui generosi, che in secoli più fortu- pesta, tutto si mescola e si avvicenda nel
nali la iugemmaronodi fubbriche,di te- recinto di questa città senza pari: per la
4^0 V E N V E N
qiial cosa ogii occhi del pellegrino, die alria e dalla Gazzetta dì Venezia de*4,
«lenirò la svelta gondola corre per quel- 5 e 7 dicembre i85o, che stimo inte-
Je ncque sembra svolgersi con-
ospitali, ramente riprodurre, e servirà di schiari-
tinuamente una magica tela che ad ogni mento al fin qui riferito, e qual discorso
tratto lor manifesta un nuovo portento. proemiale su quanto compendiosamen-
Allora la mentasi ravviva nelle memorie te vado a svolgere, dall' origine di Ve-

del passalo, allora il cuore balte forte- nezia sino ad oggidì, ne'§§ XIX e XX ;

Diente neir ammirare quelle basìliche nel § XXI e ultimo ragionando del Ve-
erette in tempi che le virtù cittadine si scovato e del Patriarcato, così restan-
afforzavano nel culto del Signore; nel do dispensato da delicati dettagli. —
contemplar que' palagi come de' Dando- » I. Già da mollo tempo noi avevamo
lo, de' Pisani, de' Morosini e di mille aN intenzione di assoggettare a serie con-
tri non indegni rampolli d' un generoso siderazioni la posizione e le condizioni
patriziato ; nel veder que'castelli che fu- di Venezia, su cui si gettano nel pub-
rono presidio di f irtissima libertà; nel blico tanti giudizi veri solo per metà o
percorrere quell'arsenale dal cui seno u- adatto sbagliali, specialmente in Italia.

scirono tante flotte a far temuto e glorio- Un esteso articolo nel Lombardo- Ve-
so ne'mari d'oriente il Leone di s. Mar- neto (dal 2 al 5 novembre) ce ne offre
co. Forse tumulto che si desta nel
al occasione prossima. Godiamo di vedervi
cuore, allora mai si frena una lagrima, confessato apertamente come il governo
llglia di un affetto che non si può espri- Austriaco abbia avuto premura di pro-
mere; e già verso sera li dirigi malinco- muovere il vantaggio della famosa Re-
nicamente commosso verso la gran piaz- gina de' mari, e che la rivoluzione di-
za, convegno generale d'ogni ceto di strusse in pochi mesi quanto in anni era
cittadini. Ma se visitando i monumenti stillo a fatica edificalo. Però qui non vor-

«li Venezia hai sempre al fianco il pen- remo opporci a modi parziali di consi-
siero doloroso della sua potenza distrut- derare le cose, né farci apologisti del-
ta, qui per lo contrario, frammischiando- la politica austriaca in Italia, ma piutto-
ti a' suoi cittadini, hai la certezza, che sto esamineremo e apprezzeremo da un
l'aulica gentilezza loro non cadde con libero punto di vista il vero stalo delle
quella; e nelle donne singolarmente tro- cose per dedurre i mezzi di soccorrere
verai quella alfabililàdi modi, quella cor- quella città. Chi vuole intendere il pre-
tesia, che le rende famose per tutta Ita- sente deve ritornare sul passato. Si do-
lia, la quale addita superbamente in esse manda come ed in quanto quelle forze
un modello, in cui le grazie dello spiri- vitali e quelle relazioni, che produssero
lo s'accoppiano bellamente alle doti del- l'antico fiore di Venezia e la sua succes-
l' inneiino e alla coltura dell' istruzione. siva decadenza, sussistano ancora e con-
Wè credasi mai, che queste qualità sian tinuino ad esercitare la loro azione. Da
fruito delle tanto vantate idee moderne; ciò risulterà che cosa sia in generale da
iiò;la ci vi Ita delle donne Venezia ne è d'an- evitarsi,che da promuoversi e da farsi,
tichissima data, sì, che forse niun paese per assicurare radicalmente una miglior
ne può vantar tante per utili studi en- condizione per l'avvenire. In una città
comiate, non meno nell'amena lettera- commerciale e marittima, qual era Ve-
tura, che nelle scienze più gravi ". Il — nezia, si devono innanzi tutto pondera-
Giornale di Roma del i85o nelle p. re esattamente tre riguardi, cioè: l'ele-

II 58, 1174. ''Si riportò un grave e mento coidineiitale o i suoi rapporti na-
importante articolo diviso in 3 capi, os- turali colla terraferma ; l'elemento ma-
sia riprodusse quello pubblicato daìi'/Iu- ritliruo (oceanico) o le sue relazioni uà-
V E N VE N 4?i
l4ira!i dalla parie del tiinre; finalmente precipitò.L'immense conseguenze della
rel«Mi)enlo^o////to, le relazioni politiche scoperta d' America e della via delle In-
neir interno dello stalo, lo spinto eia die Orientali pel Capo di Buona Speran-
forma ili borghesia in sé e per
questo, la za, non furono riconosciute abbastanza

sé. Al tempo del fiorir di Venezia, questa a tempo da'veneìiiani, dominali dal sen-
cillà era senza dubbio assai privilegiata, timento della propria sicurezza, ed essi
e posta in conilizioni molto favorevoli trascurarono d'appropriarsene vantag- i

solto tutti li e questi aspetti. Proietta gi; lo sviluppo oceanico del commercio
per la sua posizione marittima dagl'ui- del mondo, ne trasportò tutto il centro
fuiili sconvolgimenti continentali del me- di gravità all'Occidente, Tenendosi nel
dio evo, trovò trancpjillilà e campo, Dou loro accecamento attaccali soltanto al-

solo per rinvigorirsi nel suo interno, tna le consuete vie commerciali del Medi-
nltresì per inviluppare il suo commercio e terraneo, credettero garantire i loro vau-
la sua navigazione al di fuori'. In Vene- laggi con fiuovi trattati co' sovrani d' Li-

zia formò una borghesia hbera, poteu-


si gilto. Mentre si perdevano io pratiche,
te, eduna nobiltà patriottica, amante prive di successo ,
per ottenere il taglio

di gloriosi falli; l'attività di tulle e due dell'Istmo di Suez, che volevano esegui-
al di fuori, fu inoltre accresciuta e favori- rea loro spese, i portoghesi si giovare-
ta da tutta la direzione del commercio no assiduamente della via pel Capo di

del mondo, sorto colle crociale a novella Buona Speranza fondarono , il commer-
\ila, e di cui Venezia divenne l' orga- ciò diretto fra l'Europa e l'India , e ri-
no principale. Dalla parie della lerrafer- sparmiando i frequenti carichi escari-
D)a,eirera in prossima congiunzione con chi, i molli contratti intermedi, e le gra-
una lunga catena di città fiorenti, che ìiose spese del trasporto per terra , furo-
dall'ltalia giungeva al di là dell' Alpi sino no in caso di gettare sul mercato euro-
ai Danubio ed Reno, e stendeva suoi
al i peo i prodotti del lontano Oriente, a inol-
anelli in tutta l'Europa di mezzo ; essa lo più buon mercato di quello che po-
serviva di mezzo ad una parte essenzia- lessero fare i negozianti veneziani. Altri
le del commercio d' olire mare di que- avvenimenti cooperarono ad aumeiilare
ste città, ed alle quali Venezia scambia- gli sfavorevoli elFelti di questo slato di co-
va con prodotti levantini, delle Indie O- se. Le diiticoltà, le quali vennero oppo-
rìentali e propri, il loro superfluo in ste da'sultani commercio ve-
d'Egitto al
diverse produzioni dell'arie. Così Vene- neziauo, le scorrei iede'lurchi in Macedo-
zia favorita sotto molti aspetti, tendeva nia, la caduta dell'impero greco, amico
al dominio de' mari, ed ancora piìi ra- al commercio veneziano, la [lerdita di
pidamenle dell' antica Roma anelava in- Negroponte, di molte piazze importanti
contro ad una rara grandezza europea. nell'Albania e nell'Arcipelago greco, e fi-

Come que'tre elementi erano stati in naimenle quella di Morea, e dell'isole di


principio elementi essenziali della gran- Cipro e di Candia, situate si favoiolmen.
dezzadi Venezia, cos'i nel progredire de' te pel commercio orientale, e le lunghe
tempi avvenne in essi un totale rivolgi- e molteplici guerre, in cui la repubblica
mento, che parte ne produsse, parie ne fu involta pe'suoi possedimenti nella ter-
affrettò la mina. L'elemento politico, la raferma; tuttocìò contribuì a rovinar del
degenerazione interna della repubblica, lutto il commercio di Venezia. Altri po-
sembra però esser preponderante ; ed in poli intanto si dividevano il commercio

ogni caso Regina de' mari d'una volta


la del mondo; a'portoghesi espaguuoli leu-
dee in gran parte attribuire a se mede» nero dietro gli olande!>i, ed a questi gl'in-
sima la decadeuza in cui a poco a poco glesi, quale supretna nazione uuuimercia-

4^2
l<:
VEN
oceanica, T grandi capitali, prima im- migliorare essenzialmente
VEN
la condizione
1
piegiiti nel commercio mai'ìltitno vene dell' immiserita città : infitti ormai nel
yiaiio, gli furono ritolti allorché e* cessò i8o5 questa città, nella pace di Presbur-
dal dare un guadagno sudlcieiile, e fu- bo, fu ceduta al regno d* Italia, e fino al
lono rivolli invece a comperare possi- 18 14 dovette sopportare le conseguenze
denze sulla terrafernia. L'inclinazione ai del sistema continentale ordinalo ila Na-
dolce far niente andò crescendo; i ricchi poleone contro l'Inghilterra, ed danni
I i

andarono consumando guadagni de' pa- i d'un rigoroso blocco del suo porto. In
dri loro; meno benestanti caddero a po-
i seguito alla pace generale, Venezia fu in-
co a poco in miseria. Il governo vene- corporata col suo territorio all'impero
7MÌIÌ0 si fece animo ancora una volta per Austriaco. Il nuovo governo cercò di
salvale un piccolo avanzo del commercio ravvivare il commercio veneziano e di
marittimo; ma non ricorse al vero mez- piomuovere il benessere della popolazio-
zo. Fedele all'antico sistema, credette di ne. Che i suoi sforzi non siano rimasti pri-
rianimare il commercio di Venezia con vi di successo, se ne poteva persuadere
proibizioni e con misure coattive. Nel chiunque vide prima Venezia, e la visitò

1 728 il senato, avuto riguardo all' anti- negli ultimi ainii precorsi allo scoppiare
che osservanze, in forza delle quali i sud- della rivoluzione. Il conte veneziano A-
diti della terraferma doveano soltanto ri- gostino Sagredo scriveva nel 1 843::=Ve-
tuare dalla capitale tutte le merci prove- nezia cadde dopo secoli di gloria, dopo di
nienti dalla parte del mare, che serviva- avere raggiunto il cidmìne della potenza,
no al loro consumo, ordinò che tutte le ed aver posseduto immensi tesori, in tal
merci da consumarsi nel territorio delle gì ado di miseria, da potersi ben dubita-
Provincie anche se avessero pagalo il
, re della prossima sua (Ine; ora essa ritor-
ciazio consumo, dovessero essere riguar- na a novella vita, e il suo benessere, che
date come contrabbando, qualora la bol- ogni giorno s'accresce, è arra per l'Italia

letta di dazio non provasse ch'esse fossero che questa sua cara figlia non perirà,
stote ritirate dalla capitale. Ad onta di ma continuerà ad essicre auche per l'av-
queste misure, il commercio andò sem- venire suo gioiello e sua prediletta, r^ Il

pre peggiorando, fino alla caduta della governo Austriaco poteva scorgere con
repubblica, da tanto tempo preparata, ed soddisfazione come col progredire del
avvenuta senza rumorealla fine del secolo tempo le strade deserte della città della
precedente. Le nozze sicnbotichedel doge Laguna si rianimassero a poco a poco,
coIl'Adriatico eran già da lungo tempo p;dazzi caduti risorgessero dalle loro ro-
divenule una semplice formalità , nella vine, le arti fiorissero, si erigessero gran-
quale ogni veneziano non faceva che ram- di stabilimenti industriali, ed il porto si

memorarsi con tristezza l'aulico fiore riempisse di bastimenti (il sig."^ Looatel-
della sua patria. Nel 1797 Napoleone I li, direttore della Gazzetta di F'c/iezìa,
troncò la vita di questo slato, incapace di dipingeva colle seguenti parole lo slato
resistere, e la pace di Campoformio del di Venezia nel 1 843. ^=::: Quando la cit-

1 798 trasse Venezia sotto il dominio Au- tà, ogni di più, si rifa e si rabbella, in o-
striaco. A questo ultimo periodo noi vo- giii angolo s'alzano nuovi edifizi, in Mer-
gliamo dedicare alcune considerazioni, ceria si riaprono le chiuse botteghe , si

11. Allorché Venezia per la pace di Cam- accrescono i magazzini e le istituzioni di

pofurmio passò sotto il dominio Austria- lusso; quando in meno che nn anno si

co,il nuovo governo si affrettò di accor- Sf'hiudono 3 nuovi alberghi, ed uno fra
dare vari favori all'antica città de'dogi. questi grandioso, magnidco, senza pompa
Però questo stato durò troppo poco per di preconi e di annunzi, senz'aiuto di a-
.

V E V YEN 41:3

eioiii, senza sluizu eli cuinniessì vitigg'uin- in Austria callri st'^ti(sen^a però l'Unglie*
ti, sorto ilu'fundaiiienli, ed essi già riboc- ria, la Transilvania, In Dalmazia e i terri-

cano eli genie; quando i prezzi delle pigio* lorii extra-doganali) merci pel valore di
ni sono plesso die tadiloppiali, e il nio* fiorini ch'è nel prospetto che segue(dirò le
lo e la vita nelle conliade niaggioie, pie- cifre maggiori. Importazione in Austria
ni e folli sovente ben 5 teatri ec. ec. = del valoie di fiorini 16,606,078, e ia
Nota dell'^i/i7//V7^. Seoipie più numero- allri slati del valore di fiorini 7,894,96 1

si accunevanu fuie>tieri alla città de'


i Esportazione in Austria del valore di
dogi, che avea deposto lesile gramaglie fiorini 5,489,472, e in altri stali del va-
per ri^^avillare qual lieto gioiello della lore di fiorini 14,876,039). Non abbia-
estesa Laguna; negli ullioii anni si con- mo dati statistici autentici sulla quanti-
tarono circa 120,000 forestieri che visi- tà dimerci introdotte a Venezia pei*
tarono Venezia. Un sicuro documento del- mare, per consumo o per essere spedite
l'accrescimento del benesseie generale ce all'estero, né sulle merci ivi prodotte ed
]o ofTre la rendita dei dazio consumo; nel esportate all' estero. Perfino i prospelli
1824 questo dava lire 890,374:30; nel rilasciati da (|uel capitanato del porlo
1843 invece ormai lue 1,075,308:71 11 . sulle merci introdotte ed esportale per
commercio marittimo di Venezia s'ac- mare, non possono offrire alcun punto
crebbe ragguardevoliiienle negli ultimi d'appoggio, perchè essi indicano per tut-
tempi. Il numero e la portata de'basli- to il commercio un valere molto minore
menti, entrali ne' porti di Malamocco e di quello che risulta dalle tabelle doga-
di Chioggia (Chioggia non costituisce una nali pel solo transito. Non molto impor-
parte separala , ma è un porlo sussidia- tante, ma pur sempre crescente è la quan-
rio di Venezia. iVota deli' Austria^, im- tità delle merci prodotte in Venezia ed
portava (qui è un prospetto di bastimen- introdottene! territorio doganale austria-
ti di lungo corso, grande cabotaggio, pìc- co, che consistono principalmente in ve-
colo cabotaggio, col numero de'bastimen- tro, perlette e granate di vetro, manifat-
ti e loro toiiuellule dal 1839 al 184? '"elu- ture, candele di ec Esse
cera, pellami
sive: riporterò il massimo della cifra. Ba- importò (segue un prospetto dall' anno
stimenti da lungo corso 5i6, di tonnel- i83i al 1847 inclusive: la maggior ci-
late99, io5. Grande cabotaggio: basti* fra è di fioiini 1,449)7 '3, ntir anno
inenli373o, di tonnellate 247,070. Pic- 1845). Questi bei risultati dovette Ve-
colo cabotaggio: bastimenti 978, di lou» 1 nezia essenzialmente agli sforzi eiretli-
nellale 79,132). Da
un accre-ciò risulta vi del governo Austiiaco per rialzare
scimeulo sorprendentemente consolante dalla sua decadenza la già Regina de"*
della navigazione di Venezia in tutte e mari. Non accenneremo le fabbriche
3 le categorie. L'accrescimento niaggio- grandiose Dell' interno della città, che
le si ebbe nella navigazione di lungo cor- furono eseguile per ordine del governo
so, ed io quella di piccolo cabotaggio, ed a spese dello stato , ma toccheremo
specialmente pel commercio con Trieste. soltanto quelle opere ch'erano prossima-
Importantissimo e pur crescente fu .sino mente destinale ad ispirar nuova vita at-
al 1847 il commercio di transito di Ve- tiva alla città de'dogi ed attirarvi novelle
nezia, porlo di mare naturale delle pio- forze. Perfino la natura s'era falla neiiii-
vincie Italiane, di Modena e Parma, del ca a Venezia. Fino dal principio del XV
Tirolu e di una parte della Germania secolo, il porto del Lido era il vero porto
meridionale. Per Venezia furono dalla di guerra e di commercio di Venezia, i

pai te di mare dal 1842 al 1847 inclusive bastimenti più grandi potevano entrarvi
iui portate io Austria e altri slali,esporlale senza Uillìcoilà: ma a poco a poco uU' iu-
454 V E N V EN
gl'esso sì alzarono le sabbie e convenne fondita di metri 5.4 > -7-9 *>,e negli ultimr
Irasfeiire il porto a Malajnocco. Qtianilo tempi, come osserva giustamente il Lom-
anche là l'ingresso fu reso sempre più bardo J'^cìicto, passarono pel canale con
difUcile cla'banchi di sabbia, si passò ad e- pienocarico diversi grandi bastimenti, tra
rigere quelle piccole dighe (j^iiardiani o cui il bark americano a 3 alberi, 1'
ApoU
speroni) che si trovano anche attualmen- ^o(Cap. P. A. Ingliamjcheavea rimmer<
te in gian numero Innijo la costa di Ma- sione di metri i 5. 1 i, in condizione di ac-
lamocco e di Fellestrina. Ma anche que- qua di 0.38 al di sotto della comune ma-
sti si addimostrarono insulhcienti. per cui rea; prova questa che la profondità va
scilo il dominio fiance-iC s'incominciò la sempre crescendo, e che eseguita che sìa

costruzione della diga curva della Roc- la controdiga, essa giungerà almeno a me-
chetta per ottenere una coirenle più for- tri 7.95. Un vantaggio essenziale che of-

te che impeilisse il deponicnento di ban- fre la gran diga consiste in ciò che i ba-
chi di sabbia. Le condizioni guerresche stimenti, sofììando il sirocco, non sono
resero impossibile di terminare allora la pimto impediti nell'entrare, ma anzi per
costrnzione.il governo Austriaco riconob- via di esso passano più rapidamente il ca-
be l'opportunità di quell'opera, e la fe- nale. Il governo non si accontentò di a-
ce ripigliare; in pari tempo ordinò la co- ver miglioralo l'ingresso del porto tli Ma-
struzione di una diga di macigni spor- lamocco e di averlo reso servibile aiichea
gente per 2,700 metri nel mare alla pun- grandi bastimenti; ma procedette anche
ta meridionale del lido di Malamocco a regolare comunicazione di (pieslo
la

(Defendente Sacohi nella Memoria intor- porlo coll'arsenale. Il canale che fornisce
no a Murazzi, ragiona nel cap. 8: Del- questa comunicazione, ed ha il nome di
le nuoi'e difese e niigliorat/ienli fatti ai gran canale di navigazione militare e
Litorali dopo il 1825). Questa opera co- mercantile, aveva in diversi puntile spe-
lossale, di cui l'imperatore Ferdinando l cialmente presso s. Spirito, Madoanetla,
pose la 1.'^
pietra neli843 (a' i 3 ottobre Poveglia e Rocchetta, forti curve, che
i838, come ho detto nel n. 3 di questo impedivano di molto la navigazione: es-
Stesso §, e dovrò ripetere nel § XVIII, n. se furono regolate per ordine del gover-
28), è già progredita di tanto die non so- no, ed il canale fu approfondato in tutta

no da terminarsi che la parte che si trova la sua estensione. Si pose mano altresì a
al livello del mare ed il piccolo faro. Pa- togliere la curva presso s. Clemenle. Com-

rimeriti della diga curva della Rocchetta piuto questo lavoro, il gran canale di na-
non manca che la corona. La costruzione vigazione correrà in linea quasi retta
della conlrodiga di 3o8 metri, progettata dalla Porta Nuova dell' arsenale fino a
alla punta settentrionale del lido di Fel- Malamocco. La larghezza di esso non è
lestrina dovea essere incominciata nel meno dii4 metri, la profondità 6 1/2,7;
1848; ma gli avvenimenti di quell' anno solo sulla linea da s. Spirilo a Poveglia
e del successivo noi permisero (nel cita- laprofonditàèminore,cioè5 metri 5 1/2,
to ultimo § enumero dirò averla decre- quindi vengono impiegali due cavafan-
tala l'imperatore che regna). Coll'erigere ghi per ristabilire anche ivi la profon-
quella grande diga si ottenne una sì forte dità normale, colla quale, fregale di 44
corrente d'acqua all'ingresso del porto di cannoni ponno passare il canale com-
Malamocco, che il banco di sabbia che ne pletamente armate. Oltre le spese im-
ingombrava la foce fu rotto, esi formò uà mense, che esigettero queste opere, il go-
tmovo canale che a poco a poco si allargò verno imperiale impiegò più di 2 mi-
fino a 3oo metri. Dagli scandagli eseguiti lioni di lire pel mantenimento dei Mu-
uel marzo di quest'anno risultò una pru* razzi al lido di Malauiocco e di Pelle-
VEN VEN '4 "55

strina, e dali83o ali84'2 pi" fli 4 "''* ti* avvenire si aprirà al commercio vene"

lioni (li lire in lavori eli forlilicazioui per ziano quando la slratla ferrata Lombar"
difendere Venezia contro allaccili del do-Veneta sarà pel Friuli congiunta ai-
nemico dalia parte del mare. Ma il gover* le linee nuslriache, e pel Tirolo con quel*

no non rivolse suoi sguardi soltanto alla


i le della Germania meridionalò si concen-

comunicazione di Venezia col mare. Ve- Irerà in Venezia, ed il Fondaco de'Tede-


nezia, la sposa del mare dovea porgere sdii ritornerà quello ch'egli era anlica-
l'altra mano al continente, in vincolo più mente. — III. TJ Avvenire. Per primo ar-
prossimo d' amicizia; e sulla estesa La- ticolo noi abbiamo notale le cause gene-
guna si schierarono eleganti archi d' un rali ed istoriche del fiorire e del decadere
ponte gigantesco, sul quale ora fischia la della città delle Lagune, ed abbiamo ve-
locomotiva per abbreviare lo spazio che duto come decadenza slesse in imme-
la

separa T antica città de' dogi dalle sue diala connessione colla mutala direzione
sorelle della terraferma. Soltanto coll'in- oceanica delle vie commerciali per l'In-
tinta unione di questi due elementi, il die Orientali, coH'invasione dell'occiden-
marittìnio ed il continentale, dell'aitivi- le dell'Asia e dell'orienle d'Europa per
là coDjmerciale marillima di Ventzia, parte degli ottomani , e colla barbarie,
che risorgerà , colla vita industriale del che si frammezzo
stabili all' auliche co-
continente, si può aspettare una nuova municazioni e ne ruppe le fila dal Me-
vita rigogliosa ,
grandi risultati di svi- diterraneo in là; e finalmente colle gran-
lu|ipo. La costruzione della strada fer- di guerre continentali dell'Occidente, spe-
rata Lombardo-Veneta sulla Laguna fu cialmente in Italia, che scossero ripelula-
cominciata in giusta considerazione del- mente la ma che essa fu da
repubblica:
la condizione cadente di Venezia, ivi più ultimo propriamente occasionala dallo
che in altro luogo occorre vivo moto com- snervamento interno di questo stato, che
nierciale.E questo si ebbe ancor prima che impropriantcnte si chiamava libero, e in-
tuita l'opera fosse terminala; la congiun- damo col rinfoizaie il sistema del mo-
zione colla ricca e famosa Padova , con iiopolio cercava di salvarsi nella lotta ci»

Vicenza e colla commerciale Verona, non grandi stati nazionali frattanto cresciuti
potè rimanere senza ellèlto sojira Vene- a potenza. In sostanza Venezia divise la
zia. Qualora la strada abbia raggiunto sorte colle città tedesche, che parimenti
l'attiva ed industriosa Brescisi, e sia sta- furono escluse dalla nuova direzione o-
bilila congiunzione immediata colla
la ceanica del commercio del mondo. Sol-
ricca metropoli lombarda e col Lario tanto la sua caduta fu tanto più profon-
( noleiò io che questo nome si dà talvolta da e di tanto maggior eiretto, in quanto
fll lago di Como, derivante dal nome di che il suo dominio e la potenza erano
Larius, che romani davano a quella
i slati ancora più grandi di quello delle
ma«sa d'acque. Fu applicato pure al di- città tedesche. Speriamo che anco ades-
partimenlo del regno Italico, che formava so nel risorgimento un'egual sorte aiii-
quasi l'attuale provincia di Como), Ve- da a Venezia, come a quelle città tedesche,
nezia riavrà di nuovo, e speriamo du- In realtà, le antiche coTidizioni vitali del
raturo, splendore; i lombardi daranno la benessere sembratjo voler rinnovarsi e-
preferenza alla città sorella piuttosto che gualmenle per le città italiane come per
a Genova , e peifìr.o la parte orientale quelle della Germania meridionale. Ail
della Svizzera potrà ritirare e spedire le onta della diversità delle condizioni di
sue Olerei nel modo più celere e più a ambedue i paesi nell'anlichilà, col medio
buon mercato, specialmente per via di evo si manifesta sotto vari aspetti impor-
Yeoezia. Uuo sviluppo oncora più ricco lanti l'analogìa tra di essi e riotime reia-
4
zìuiiì
'fi
VES
Ira l'Italia e la Geiiuaitia : certa- lungo teoipo sarebbe
V E i\

stabilita l'unità po'


I
ineule su ciò infliiiiono esseiizìalinente litica di ambedue i paesi. Così invece ri*
le relazioni gtogiaficlie, che lichiacnava- niasero divisi, venneromeno col contenr
no ad unirsi il lilorale italiano ed il con- poraneo indebolirsi de'loro rapporti reci-
tinente tedesco. Queste relazioni natura- proci, e mentre le superbe città it;diane'
li continuano ancora, anzi per tutto il immiserivano, anche le città anseatiche
sisleuia politico e pel vincolo politico disunite soggiacevano alle guerre'interne
coIl'Auslria operano in molto maggior ed al rigoglioso progresso di forza degli
grado di prin)a, sicché rivela assai poco siali marittimi occidentali, destato dalla
intelletto politico il voler combattere, tan- scoperta dell 'America. Intanto però, par-
to da ima parte che dall'altra, queste tendo dalla Germania, erano, per la per-
fisse iniJuenze scambievoli, fondate dalla severante natura di questi popoli, matu-
natura tra l'Italia e la Germania. Quan- rati nuovi germi di stati ; sulle antiche
do dagli ottomani furono interrotti nel rovine era cresciuta una fresca semente,
Levante e nell'Egitto grandi rapporti i e s'era preparato un nuovo rivolgiuienlo
di scauibio, quando furono arrestate le nel commercio del mondo. Equi si mo-
vene di commercio che dalle città del- stra di nuovo che anco per l'avvenire, la
l'Europa centrale sì copiosamente si di- Germania e l'Italia devono rimanere eco-
ramavano pel Mediterraneo e pel Danu- nou)icamente e politicamente unite: a ta-
bio, e quando Italia cessò 1'
d'essere il le elfelto, qual potente membro centrale

centro mercantile , da cui la rimanente d'unione, abbiamo 1' impeio d'Austria,


Europa traeva in gran parte i suoi pro- pienaniente conscio della sua vocazione.
dotti, ineomìnciarono a farsi deserte an- Il modo giusto ed energico, con cui l'Au-

che le strade commerciali tedesche da Co- stria ha assunta tale impresa, ci è ga-
lonia sul Reno; (ino alla doppia città del ranzia ch'essa, ad onta di questo rumore
Danubio. Come una volta fenicii ed i i di guerra del momento, sarà felicemente
greci avevano trapiantata dall'oriente sui condotta ad effetto pel vantaggio tanto
loro navigli la culiura ed il benessere al- della Germania, quanto dell' Italia. Ci si

l'occidente, in Italia, Sicilia, Sardegna, domanda in qual modo


renda real- si

Francia n)eridionale e Spagna, nella gui- mente manifesto quel rivolgimento? Il


samedesima nel medio evo Venezia e Mediterraneo è risorto a nuova vita, tina-
Genova, allora regina del Mediterraneo, ie non avea da secoli; l'impero Ottoma-
e parimenti le città anseatiche tedesche no, questa parte che separa l'Europa dal-
iie'mari del settentrione, aveano spedite l'Asia, va come tale sempre più caden-
di nuovo nell'oriente le loro colonie e le do. L'orlo settentrionale dell'Africa viea
loro fattorie. 1 turchi, che sempre piìi ir- tratto sempre più nella civilizzazione eu-
ruppero, lacerarono nell'oriente tutti que- ropea. Neil' Egitto non dominano più
sti (ili di comunicazione, e nel settentrio- sultani, che cerchino di trasportare al di
ne la forujazione dell'impero de'Czari fu fuori dei confini del loro regno le vie

poco più favorevole alle città anseatiche; più brevi del commercio tra l'Europa e
la nuova via marittima scoperta portò i ritalia; le comunicazioni dell'Europa si
tesori dell Indie in altri porti, e tuttociò spingono sen)pre più addentio su pel Ni-
fece languire la catena di città italiane lo (nel Sudan) e schiudono le coste orien-
e tedesche. Senza questi avvenimenti fa- tali, al pari delle più ricche contrade in-
tali, e se in Jlalia le città rivali si fossero terne dell'Afi ica. Le antiche vie del coui-

avvicinate, se specialmente in Germania mercio orientale, la colchica, la pontica,


la lega anseatica avesse posto la mano al- più di tutte 1' egiziana atlra-
la siriaca, e

le sorelle città della Svevia, foise già da \ci30 r Istmo di Suez, rilornano ad as-
V EN YEN 4^7
sumere riinportanza di una rolta.L'Islmo ne, per cui Venezia, dal nuovo favore che
Ira l'Asia e l'Africa, altraverso al quale le olFre la sua posizione non può trarre

é la via più breve non solo per l'Iiidie un più bell'avvenire, clie con una stabile
inglesi, ma altresì per 1'
Indie olandesi unione con uno stato importante cou)e
e per le parti del mondo di ullima sco- l'Austria. La ricchezza d' una volta del
perta, diventerà in forza della naviga- mezzodì, delle città italiane e tedesche,
zione a vapore il deposito principale del- fu raggiunta senza direzione unitaria di
le merci indiane, col quale per poco an- politica commerciale, solo sopra basi na-
cora gareggeranno le vie per l'America turali e geografiche. Ei risultò da un
settentrionale e per Panama. La direzione saggio uso di condizioni naturali favo-
occidentale atlantica del commercio non revoli, e dalla posizione vantaggiosa quan-
perirà per questo; di ciò ne guarentisco- to alle vie commerciali d'allora, e da una
no gl'intraprendenti americani che sono instancabile operosità ne'lrafiìci del com-
in procinto di aprirciuna str(ida più li- meicioedell'industria. Oggi le stesse con-
bera attraverso al loro continente. Ma dizioni naturali^ favorevoli all'operosità
non sarà più quella che prepondererà; nel- de' singoli individui, quantunque per se
la direzione orientale si formerà tuia se- slesse valgano immensamente, come ci

conda corrente principale di commetcio moslranoTrieste, Amburgo e Brema, non


di egual valore, ed il Mediterraneo, ma basterebbero più da se sole ad otteneie si-

specialmente il golfo Adriatico, che pro- mili risultati. D'allora in poi la politica è
fondamente penetrando nel cuore del- divenuta una scienza polente; la politica

TEuropa divide e congiunge la penisola pratica si èfalla un'alta arte ed una gran-
degli. Apennini con quella ora risorgea- de arma , che non rimane inelTlcace se
ledei Balkan,sarà il punto maritlinioim- non in deboli mani. Non solo città isola-
portanle, ove ambedue le correnti s'in- te, ma grandi regni nazionali e federa-
contreranno e spingeranno a maggior svi- zioni di stati sono entrati gli uni contro
luppo di cultura: e l'Europa centrale sa- gli altri nella gara, e l'individuo sparisce
rà il terreno, ove esse agiranno più im- nell'isolamento. Anche materialmente og-
mediatamente e più operose. Anche Ve- gidì solo una potenza come l'Austria può
nezia deve ora prendere la sua posizione assicurare a Venezia l'appoggio, la pro-
futura in questo nuovo grande movimen- lezione, il campo, adìnchè, fondandosi di
to , e da esso partire nel fissare i suoi nuovo sul favore della sua posizione geo-
sguardi sulla politica commerciale. I due grafica, possa trarre realmente grandi van-
elemenli.serapre ta nto importanti perVe- taggi dalie attuali correnti del commer-
iiezia, della posizione marittima e conti- cio del mondo, e risorgere e mettersi o-
nentale, ritornanoora adivenire del mas- perosa in prima linea. Chi ne dubitasse,
simo peso, come forse non furon giam- guardia quantorealmente avviene. Men-
mai; e si tratterà soltanto di vedere, se tre l'Ausilia migliora ed estende il suo
anche il terzo elemento interno corri- sistema consolare, rialza la sua marina
sponda al nuovo slato di cose, e se Ve- di guerra, assicura protezione da vicino
nezia saprà giovarsi energicamente degli e da lunge a' suoi interessi commerciali,
elementi olTerti al suo sviluppo. Qui sta e con grandiose opere arricchisce quasi
ilvero nodo della questione sull'avvenire Venezia d'un nuovo porto, le costruisce
di Venezia. Prima di tutto si presenta il in pari tem[)o dalla parte di terra i ponti
fatto che, in paragone de'suoi floridi tem- più giganteschi, la congiunge, colle stra-
pi nel medio evo, tulle le altre relazionisi de ferrale, colle piazze principali d'Italia :

sono essenzialmente mutate; in questa pel Friuli colle reti di strade ferrate au-
DJutazionedi circoslauze havvi la rogio- striache; pelTirolo colla Germania e col-
VOL. xcr. 3o
458 V E iV V E i\

la Svizzera, epone sempre più in in-


In bedue le parti, ed il commercio con pae"
tima relazione reciproca con tutta l'Eu- si, che progrediscono nel benessere, ò
ropa centrale. Se Venezia deve diveni- per solito molto più grande e più van-
re quanto prima porto principale della taggioso di quello che co'paesi che vanno
lega doganale italiana, e frane vantaggi indietreggiando. Oggidì che grandi re-
sempre crescenti dalla facilitazione del- gni, anzi federazioni intiere di stali, con-
la navigazione del Po, anche l'unione corrono a gara sul campo del lavoro e
doganale austro-germanica, die apre a del commercio, appunto più parli d'un
Venezia un territorio immenso, influirà regno ponno porgersi la mano per la
in modo benefico pel conìmeicio sulla felice riuscita di questa lotta comune,
liberazione della Germania da' dazii di e promuoverla essenzialmente. Ciò vale
transito e dalle pesanti gabelle fluviali; specialmente per Venezia e Trieste, i cui
e con Trieste anche Venezia diverrà uno interessi corrono quasi sempre paralelli,
de' porti di maie principale al mezzo- ed assai di rados' incrociano. O si crede
giorno della lega commerciale delTEuro- forse sul serio che il rapido fiorire di Trie-
pa centrale. In breve, solo l'unione col- ste; che, per esempio, la circostanza che i
l'Austria può attualmente olTrire a Ve- 35 vapori del Lloyd attraggono sempre
nezia vantaggi, che, isolala, non avrebbe più a sé e all'Adriatico le comunicazioni
mai potuto raggiungere. Di una posposi- col mare Mediterraneo orientale, abbiu
zione di Venezia a confronto d'un alito un effello svantaggioso per Venezia? No,
porto non si può parlare sul serio. Non certamente: l'operosità di Trieste ride-
sarà mai primo se non ch\ saprà gio- sterà piuttosto anche quella di Venezia;
varsi nel modo più attivo e diligente de- il vero vantaggio ed il maggior benesse-

gli elementi esistenti e delle relazioni fa- re d'un porto riuscirà alla fine a vantag-
vorevoli. Molto meno poi si può credere gio dell'altro, perchè il commercio e l'in-
che il governo renda ancora omaggio a dustria non ponno crescere inalciuia par-
que'pregiudizi, che si raffigurano contra- te della monarchia senza che altre ne
,

ri gli uni agli altri gl'interessi delle città sentano la benefica influenza, come al-
marittime d'un regno, e perciò pensano di l'opposto i patimenti e l'immiserire d'ut!
non poter aiutare e favori re l'u nache a spe- membro si comunicano più o meno agli

se dell'altra (INon abbiamo espressamen- La numerosa concorrenza delle vie


altri.

te toccalo la rpteslione del porto-franco, commerciali e di esportazione per mare


la cui decisione fu or di nuovo promos- riescono a vantaggio del tutto, e col van-
sa dalle proposte, tanto della così della taggio del tutto guadagnano le singole
Commissione del contrabbando in Trie- parli. Si guardi alla Francia e all' In-
ste, quanto della Commissione costituita ghilterra: quanto numerosi non sono i

in Venezia pel vantaggio di quella cillà, loro porli di mare, e come non prospe-
perchè, secondo il punto di vista, secondo rano tutti insieme ! La Spagna ha un
cui abbiamo qui considerate le cose, essa numero considerevole di porti in tre ma-
si presentava come questione di secondo ri ; tuttavia la sua unione doganale col
ordine. Nota deW'Jiistria). Questi pre- l'ortogallo, ad onta dell'aumento de'por-
giudizi sono di egual genere di quelli del ti, non farebbe che giovare alle totalità
mercantilismo; secondo il quale si am- d'ambedue paesi ed anche de'Ioro por-
i

metteva che col commercio esterno una li. Guardiamo ora all'esteso impero, co'
nazione si potesse arricchire solo a spese suoi 38 milioni d' abitanti, e con stati vi-
dell'altre, ed il vantaggio d'una parie cini, che non hanno cnare che li tocchi;
fosse danno dell'altra; mentre invece
il esso non ha che sopra un mare tre por-
nel commercio soglioDO guadagnate ara- ti centiici del suo commercio maiìllimOj
YEN V E N 4%
Venezia da una parte, Fiume tliiirallra, gabelle, togliendo i dazi di transito, e cou

e Trieste nel mezzo; la costa ilahnalina altre misure. Il vero uso poi de' vantag-
dà eccellenti marinai, ina non ha alcuno gi, per tal modo offerti, il governo lo de-
sbocco cotnmerciale dietro di se. In tali ve naturalmente lasciar in mano dello

circostanze, sarebbe veramente un'insen- spiiito d'iulra|)rendenza, della capacità e

satezza, se il governo voles>e sistemalica- dell'attività de' cittadini delle sue piaz-

luente favorire uno più dell'altro questi ze maiittìme. Ma perchè, quando si agi-

poclii porli, e non li appoggiasse invece sce operosamente, non dovrebbero ritor-
tulli energicamente, nel giovarsi della lo- nare il benessere e la ricchezza d' una
ro posizione e de' loro elementi di benes- volta, quando veramente incominciano,

sere. La loro concorrenza, cioè quella del- e dalla parte del mare e da quella del
le proprie vie commercicdi al di fuori, conliiiente,a diminuire gli ostacoli esterni,

non può loro recar danno; anzi venendo frappostisi da secoli, che ne arrestarono il

essa a giovare alla totalità, sarà alla fine corso, e si commercio in-
offrono mezzi di
de'conli vantaggiosa anche per essi. Pro- Veramente an-
finilaniente piùeiTicaci?
muovere e proteggere questa loro forza che a Venezia si appresta un più bel-
di concorrenza dev'essere sola cura del l'avvenire, ma però sempre quando sia
governo. Ma, olire a ciò, sono manifesti intimamente unita all' Austria. Questa
i molivi economici^ finanziari e perfino condizione non dev' essere mai dimenti-
poliiici, die devono fare specialmente de- cata; e soloperchè la si dimenticò, so-
siderare al governo il sollecito rifiorire di pravvennero le tristi condizioni, che al-
Venezia. In fatti, col nuovo slancio, e col lualmente opprimono la magnifica città
maggior benessere , r Austria non solo della Laguna. Austria", Nell'anno se- —
autucnla le proprie rendile, ma migliora, guente, reintegrala Venezia dalla muni-
rischiara lo spirito pubblico, rinforza tut- ficenza dell'imperatore Francesco Giu-
ta la [iropria posizione in Ilalia, e pro- seppe I, della già discorsa franchigia del
muove mediatamente i piani importanti, poi to franco, la Gazzella di Vetit-zia de'
cui tende instancabilmente per via delle IO 85 1, cui fece eco il Giornale
luglio 1

riforme, per soddisfare i veri bisogni del- ili Roma a p. 674, con veneziana elo-
la nazione italiana. S' intende solo che quenza si espresse ne'seguenti modi che
l'Austria in ciò deve considerare gli aiFa- comprende il passato, il presente, l' av-
ri mariltinii, come gli altri, sotto il punto venire. Venezia e l'Impero hanno oggidì
di vista austriaco, per cui p. e. il magnifi- alili elementi di prosperità e di grau-
co arsenale di Venezia, che rimarrà sem- dezza che non ebbero prima. A preser-
pre importante, e di cui sempre si use- vare dall'imminente dissoluzione Vene-
rà, non potrà più, contro i risultati del- zia, a custodir 1' incanto de' suoi palazzi
1' unico adoperalo per
l'esperienza, esser dall'avidità mercaulile che li demoliva
la marina da guerra austriaca. Perciò il per francarne la spesa con una sola par-
governo non tralascerà nulla di quanto te de'loro pregevoli materiali, cavando-
può servire a migliorare il porto di Ve- ne centuplo guadagno dal resto, abbiso-
nezia, a proleggere la sua navigazione e gnava Venezia d'energica mano che la
il suo commercio al di fuori, a congiuu- rialzasse dal suo abbattimento; abbiso-
gerla celereniente colle città del conti- gnava di valido impulso che ravvigorisse
nente, ail estendere il suo campo com- r estenuale fibre della già si gagliarda
merciale tanto in Italia quanto in Au- sua vita. L'anima di Venezia fu il suo
stria , Germania e nella Svizzera am- , commercio marittimo. Le navi sue le

pliando le leghe doganali e postali, libe- recarono eli stili e le forme nrchiteltoni-
raudo la navigazione fluviale da pesanti che di tulli i climi: la cupola di Cisau*
46o
zio, il
V E N
ininarelo del Bosforo, il geroglifico le manifatture delle nazioni più industri
V EN 1
Longobardo, il sesto acuto Geimaiiico, i concorsero a gara sul nuovo mercato; il
iQodelli d'Alene e di Roma, la cisterna valor delle case crebbe oltre il dop- vi

del deserto. Smesse le vie de'fìorenti suoi pio; i infiammandosi a'vari


patrii artisti i

treflichi, e neglette le nuove, nell' ira- soggetti, che Mecenati magnanimi loro
provvido suo divorzio coi mare, si sposò allogavano, mantennero intatta o rinno-
al continente. Il foi tiinoso vivere della varonola gloria della veneta scuola. La

navigazione, congenito all'indole di que- che ammaestrava le consorelle del


città,
sta città, Tavea addestrata ad ogni virtù mondo con ordinato sistema d'illumina-
piùcivile.ea tanta opulenza condotta, da zione a rompere le notturne tenebre, fu
esseie il Banco, ch'ella creava, degli sta- allora anche lai.' in Italia ad usare la
ti primari d'Europa. 11 tranquillo posses- vampa del gas. Nel rapido incremento
so de'.beni territoriali a poco a poco la dell'agiatezza e opulenza privata e pub-
rese neghittosa, e quasi immemore fin di blica, pigliarono allora nuovo slancio, al-
se stessa. 11 temporaneo dominio france- l' arli del bello accoppiale, anche quelle
se, per richiamare Venezia dalla sua pro- dell'utile. Surse nel volger di pochi mesi
strazione e ringiovanirla, fece molti ma dalle sue ceneri più elegante e più armo-
inutili sforzi, di che parlano ancora con nica la Fenice; si moltiplicarono le tipo-

iDuta eloquenza gli splendidi monumen- grafie , altre grandiose , altre modello,
ti cli'es>o lasciavale. L'Inghilterra cor- rinnovando le memorie degli Aldi e de'
seggiando danni di Francia sui mari,
a' Giolito. Ma r opera gignntesca, che in
avea Venezia la possibilità di ria-
tolto a quel brillante periodo segnò il momento
versi. Venezia, surla e cresciuta dall' on- più splendido della sua storia urbana
de, non poteva, nelle condizioni d'allora, moderna, è il ponte maeslosamente get-
vivere e prosperar che sull'onde. Abban- talo sulle Lagune. Venezia non fu allora
donatasi a'placidi ozi di terraferma, eran- più isola né la città dell'isole: essa mutò
lemauomano venule mancando le ragio» condizione, tempra, natura; a tulle le be-
ni vitali dell'esser suo. dominio francese
Il nedizioni del commercio marittimo con-
volendo risorgerla , né potendo trasfon- giunti si videro i vantaggi altresì del terre-
tlerle il solo principio capace di riani- stre, il suolo e l'acque dell' Italia supe-
marla, la scosse ben»! dal letargo, ma riore e centrale cospirarono ad arricchir-
coll'impressione fuggevole d'una vita gal- la de'loro prodotti. In tutta l'imperiale
vanica. L'imperatore Francesco I veden- maestà comparve il giovane e cavallere-
do la sua Venezia ogni di più spopolar- sco Sire, e le riconcesse munifico la fran-
si, il ridente zaffiro delle sue acque offu- chigia del porlo. Venezia, riconoscente al
scarsi, la pompa de'suoi palazzi scemare, dono, e al generoso tenore del conferirlo,
inaridire le fonti delle sue arti e de'suoi proruppe in elfusiooe di alletti entusia-
traffichi, precipitare il miracolo di tanta Venezia, colla grazia del porto fran-
stici.

bellezza a inevitabil rovina, accorso a re- co, preparasi un avvenire sempre più
dimerla, la tornò alle sviate sue origini, grande. Questa penisola è per eccellenza
rimaritandola mare, e decretandone
al sortita a giovarsi debeuaugurati desti-

libero il porlo. Venezia rifiorì in un i- ni dell'impero. Neil' ampiezza di quasi


stante: legni a vela e a vapore in gran nu- 200,000 miglia quadrale nostrali geo-
mero si specchiarono di bel nuovo nel 38 milioni d'amministrati, co-
grafiche,
limpido azzurro della sua marina ; di gl'interessi politici ed economici, guaien*
cento diversi idiomi nuovamente s'inte- liti e promossi per tutta la raonaichidj
sero risuonar le sue vie, le sue piazze, gli coli' incremento del commercio, delle

alberghi^ i templi, i teatri come ia aalico; scieuze, delle arti, Veuezia, scuola e pale-
-

VEN V EN 461
stin di civiltà alle nazioni ne' tempi di sfrativi, pubblicata nella G azze Ita di f^e
mezzo, va ad essere I' iu«idiabile arena, nezia de' 7 agosto 858, e riprodotta dal
1 1

la scala e l'emporio del commercio ter- n. igo del Giornale ili Roma. Venezia,

restre e marittimo di tutta la monarchia. bella di arti e monumenti , come città


Le due massime arterie che la solcano, commerciale e marittima, ha ripigliato
il Po ed il Danubio, tra per le vie ferra- il moto d' un crescente progredimento.
le, il corso naturale di que' fiumi regali Opere grandiose si dovranno intrapren-
e lacomunicazione loro con altri, con- dere, fra le quali: l'asciugamento delle
giungeranno entro terra assai tosto quin- vaste paludi lungo le coste dell' Adriati-
ci l'Adriatico al Mediterraneo, quindi al co; il compimento della rete delle strade
mar Nero e al mar Baltico , e un pre- ferrate; la copia d'acqua potabile nella
zioso deposito all'industria ed al tragico città delle Lagune; molteplici adatta-
i

di tante e sì diverse nazioni apriranno menti a formare di questo antico empo-


in Venezia. Le vie ferrate, che iu soli 5 rio de'tradlci una piazza di commercio ri-
anni è prescritto di compiere, varcando spontlente all'uopo de'teinpi odierni.
il Tirolo e ramificandosi alla Baviera, 6. All'ampiezza e complesso gigante-
alla Svizzera ed a tutti i paesi privilegia- eminente dell'imponente
sco, all'altezza
ti a formar le delizie del cielo germanico, argomento, f^e/iezia, non potendo cor-
faranno anche il Reno dispensator de* rispondere convenientemente la mia po-
suoi doni a Venezia, e per suo mezzo i chezza e lo spazio angusto, quantunque

due mari, l'Adriatico e quello deLNord, ampliato per genialità e omaggio di osse-
gareggeranno a vuotarle nel seno il cor- quio, suppliranno le seguenti opere, quel-
nucopia de'loro benefizi. Un solo terri- le ricordate Cm qui, l'altre che in bel nu-
torio doganale, oggidì proclamato su tut- mero alla loro volta rammenterò. Ma an-
ta la vastità della monarchia, e la nuo- che questo mi riconosco insudiciente,
in
va tariffa ch'entrerà quanto prima in vi- principalmente nel rammentare la già lo-
gore (rammento che si parlava nel i85i), dala Bibliografia storica dì Fenezìa del
mutando le ragioni economiche in ogni cav. Cicogna, la quale sola sarebbe degna
ramo dell'industria e del traffico, schiu- e proporzionata, siccome emporio di ogni
dono un'era novella a'uiateriali interessi genere di veneziane nozioni. Bernardo
Aggiungasi a questo
dti'popoli austriaci. Giustiniani, De origine Urbis f^enetia-
l'avvantaggiarsi meraviglioso che va fa- ru/n rehwrque ab ipsa gestìshistoria, Ve-
cendo nell'Austria il commercio naviga- netiis B. Benalioi492. b'rancesco Sanso-
torio. L'estensione già data dal ministe- vino, f^enelia città nobilissima et singo-
ro all'ordinamento consolare, la rior- lare descritta in Xflf libri, Veoetiu
ganizzazione del governo marittimo, i I 58i , appresso Jacopo Sansovino. Fu
savi istituti e le norme introdottevi, la continuata dal can. Giovanni Stringa,
raddoppiata solerzia degli arsenali, i re- Venetia città nobilissima ec. , Venetia
centi trattati di commercio o conclusi o 16o4j presso Altobello Salicato, e poscia
in via d' esserlo con potenze primarie di nuovamente dal prete Giustiniano Mar-
là dell* Atlantico ; tutto accenna ad un tinioni, Venetia, appresso StetFano Cur-
avvenire in cui la bandiera austriaca a- tii663. Nicolò Crasso, Elogia Patritio'
vrà un'importanza sui mari, che mai non rum vene tor uni, belli, pacisque^ artibus
ebbe la simile, e della quale principal- illustrinm, Veoetiis 161 2. Pier Angelo
mente Venezia è chiamata a godere gli Zeno, Memoria degli scrittori Veneti
Dichiarò poi di recente d serenis-
effetti. patrizi, ecclesiastici e secolari, Venezia
simo arciduca governatore geuerale, nel- 1 662,6 poscia più ampliata, vi i i
744^- f^i-
la mirabile circolare agli utlìoi amtuini- s Loria della città e repnbblicadircnetia
462 V E N V EN
(liPaolo Morosini senatore vcnetìano, hn, Dell' Istor in Viniziana,V\ne^\n\55'ì. \

Veiieliai637,pressoPaololjagIionl. Vin- Marc'AnlonioSabellico, DeVcnetaeUr' \

cenzo M/ Coronelli, Guida dc'forastìe- bis sita, Venetiisi493, per Albertino de


rì sacro-profana per la città di l'ene- Lisona vercellense: Dell'Istoria Vinizia-j^
z/rt, ivi ^oOjCon pianta. Domenico Mar-
I ?ia, Croniche che trattano dell'origine din
tinelli, Jl Ritratto owero le cose più no- J'enezia e del principio della città , e
tabili di Venezia, ec.,W\ iyo5, presso Lo- di tutte le guerre del mare e terra, tra-
renzo Baseggio. Anton M.' Zanetti, An- dotte in lins^ua volgare da M. Visconti,
tiche statue greche e romane che neW an- Venezia 1 554, 668. Dell'origine di Ve-
'

tisala della libreria di s. Marco, ed in nezia et anCupàssinie memorie de' Barba^'


altri luoghi pubblici di Venezia si tro- ri che distrussero per tutto il mondo l'ini-—
vano, Venezia 1740: Diversoruni Ico- pero di Roma, ond'ebbe principio la cit-m
num, etc, Venetiisi 743. Marco Boschi- tà di Venezia, W\ 557. Pietro Giustinia- 1

ni,Le Miniere della pittura, compen- ni, Historia rerum Venetarum, Vene-
diosa informazione non solamente delle tiis 566. Donato Giannotti, La Repub-
1

pitture pubhliclie di Venezia, ma delle blica di Vinegìa, Lione 1 570 De Rcpii- :

isole circom'icine , Venezia 1664. 1 os- hlica Venetoruni,hugd\nn Bat, i63i.


seo, Vcnelae Urbis descriplio, Venetiis Girolamo Diedo, Lettera in eia si descri-
1780. Leopoldo Cicognara, Le Fabbri- ve la battaglia navale seguita V anno
che più, cospicue di Venezia, misurate, 1 57 Venezia 588. Marco Guazzo, Hi-
I , i

illustrale ed intagliate da'membri della storia delle guerre di Maometto II im-


veneta Accademia delle belle rtr//, Vene- peratore de turchi con la Signoria diVe-i
zia 181 5; edizione liprodoUa altre due nelia, ivi i 545. Conlarini, /.^/o/'/fl dclld
volte con notabili aggiunte nel 1840 e guerra di Se lini II mossa a' Veneziani,
1858. Giustina Renier Michiel, Feste Venezia 572: 1 De Republica Venelorum^
Veneziane, Venezia 1 827. Federico, 7b- Lngduni Bat. 1626, Elzevir. Fr. Stefa-
pografla della città di Venezia, Pado- no Lusignano, Chorografta et breve hi'
•va i83i. // Fiore di Venezia ossia i storia universale dell' isola di Cipro,
quadri, i monumenti, le vedute ed i co- Bologna 1573. Faroldo, Annali Vene-
stumi veneziani rappresentati in inci- ti, Venezia appresso Variscoi 577. P. E-

sioni eseguite da abili artisti, ed illu- migliani, Guerre d'Italia tra la repub-
strati da Ermolao Paolelti Venezia , blica di Venetia e casa d' Austria, et il
1842. Cerimoniali e feste in occasione re di Spagna, e duca di Savoja l' anno
d'avvenimenti e passaggi nel li stati del- 161 5. Andrea Morosini, Le imprese e
la Repubblica Veneta di Duelli, Arci- spedizioni di Terra-Santa, e V acqui-
duchi ed Imperatori dell'augustissima sto fatto dell' imperio di Costantinopoli
casa d'Austria dall'anno 36 1 ali 797,1 dalla repubblica di Venezia, W\ 1627,
raccolti, corredati di documenti ed an- Paolo Parata,. Historia Vinctiana, Vi-
notati da Teodoro Toderini, Venezia netiai645, presso Giunti e Babà : StO'
I 857, tipografia Martinengo. L'Indica- ria della guerra di Cipro,S\eiìa 827. A, 1

tore, foglio e avvisi commerciali, ammi- Vernino, Historia della guerra di Dal>
nistrativi, industriali ed artistici , del matia sotto il generalato
di L. Foscolo,
Bureau generale d'affari in Venezia, \\\ Venetia 1648. Battista Nani, Historia
tipografia del Commercio 1857. Guida della Repubblica Veneta, Venetia 676, 1

per tutte le sacre funzioni che si prati- 1686: Legum Venetarum compilata^
cano nelle chiese di Veneziajndnlgenze rum metlìodus, Venetia 1678. Istoria
plenarie,orazioni,ec.,Yenez\a 857,lipo- 1 dell'ultima guerra tra'veneziani e i tur

.grafìa Marliuengo. Cardinal Pietro Beui- chi, nella quale si contengono i successi
VEN VEN 463
della passale guerre ne regni dì Candia Histoire abrcgée de la Repnblicjne de
e Dalmazia dall'anno 64 «/ 67 ,Do ( 1 1 i
-
Venise, Paris 181 1. Pietro Dan» mini-
legnai 67G. Girolamo Briisoni, [Ustoria stro segretario di stato di Napoleone I,
dell' ultima guerra Ira veneziani e tur- Histoire de laRepuì)li(]uc de Venise, Pa-
chi dall' anno 1644 ^^ 'Gyij Bologna ri« 8 9, 822.Traduzioiie italiana 827.
I 1 r 1

iGj^.XmìveeiWahevo, Istoria della guer- Altra fu impressa a Capolago.Sebbene ge-


ra di Candia, Yeneiia iSjCf. Hisloria /Ve- neralmente lodata, alcuni errori commes-
neta di Alessandro HI." f'ianoli, Vene- sida questo scrittore furono rilevali nel
ria per Gio. Giacomo Hertz 1680. iMiclie- 1829 dal conte Domenico Tiepolo, ne'
le F'oscaiini, Istoria della lìepubhliea suoi Discorsi sopra la storia di Vene-
Veneta, Venelia 16G6, presso Combi e zia; e da'patrii storici, niassime Cappel-
Lanon; i66q: colK» Raccolta degli sto- letti e Romanin, i qiudi fecero altrettan-
rici di Fenezia,\vi 1 722. Localelli,/i/o- to di quelli scritti da Laugier. Luigi
ria della veneta guerra in Levante coti' Carrer, Anello di sette gemme o Vene-
tro l' iuìjyero Ottomano, Colonia 70 5. i zia e la sua storia, Venezia i838. Ab-
PieUo Garzoni, Istoria della Repubbli- bate Giuseppe Cappelletti, Storia della
ca di Venezia in tempo della sagra Le- Piepubblica di Venezia, ivi 1848, tipo-

ga, Venezia 1705, 1720. Degl' Istorici Nuovissima Guida di


grafia Antonelli.
delle cose Veneziane,! quali hanno scrit- Venezia e delle isole della sua Lagu-
to per pubblico decreto, che comprende na, estera da Francesco Zanotlo, ec,
le Istorie Veneziane latinamente scrit- Venezia presso Gio. Brizeghel tip. lil. e-

te da 31. A. Coccio Sabellico, A. Alo- ditorei 856. Del medesimo, I Monumen-


rosini, P. Parata, B. Nani, M. Fosca- ti sepolcrali di Venezia, Milano iSSg-

vini , P. Card. Bembo , Venezia 1718. 1847 in gran foglio. Samuele Bomanin,
Ferrari, Notizie storiche della lega tra Storia documentata di Venezia, ivi
Carlo V e la Repubblica di Venezia, i853, tipografia Naratovicli, in corso di
ivi 1728. Giacomo Diedo, Storia della stampa. Del vaedaiMno, CI' Inquisitori di
liepubblicadi Venezia dalla suafonda- Stalo di Vcnezia,W\ 858. Antonio Qua- 1

zione sino all' annoi j^jjVenez'vA 1751. di i, Prospetto statistico delle Provincie
Marc'Anlonio Lau"ier, Storia della Re- Venete,\enez\a 1 826.Tommaso Tcinan-
pubblica di Venezia dalla sua fonda- za scrisse %i\\\' A nuca pianta di Venezia.
zione sino al presente ,\ eimz'ìa 1759-68. Quella del i5oo falsamente fu attribui-
Cronaca Veneta sacra e profona, Ve- ta ad Alberto Durerò. In 6 tavole tro-
nezia presso 1777. Anton Giovan-
i^illeri vasi intagliata nella Raccolta Correr. Fu
DÌ Bonicelli, Memoria storica intorno la Antonio Kolb di Noriu^berga che h fece
repubblica di Venezìa,\vi 1 796.Giacomo eseguile da un tedesco nel i497> ^ "^^
¥ì\iiìs\,IìJemorie storiche de' Veneti pruni i5oo ottenne dal senato il privilegio di
e secondi, Venezia 1796; Padova 18 12. poterne introdurre la slampa esente da
Memoria che può servire alla storia po- dazio. Piante delle città capiluoghi
litica degli ultimi otto anni della Re- delle Provincie del regno Lombardo
pubblica di Venezia, Londra 1 798. Rac- Veneto, die mostrano la situazione Je'
colta cronologica ragionata de' docu- principali stabilimenti civili e militari
menti importanti inedili die formano la in esse esistenti, Milano 838, presso An- 1

storia diplomatica della rivoluzione e tonio Bettalii. La Cronaca di Milano


caduta della Repubblica di Venezia, Au- colla dispensa de' 29 febbraio i856 dà
gusta 799; Firenze 800. Histoire de la
1 1 notizia de'documcnti cavati dall'archivio
Revolution de Venise^et de la diate de de' Frari in Venezia da Enrico Cornet
la Republique. jVliIau 1807. Labaume, sulle Guerre de Veneti neU\lsiu,\ ^10,
46i V E N VEN
i474> pubblicali dui Teiuller a Vienna; l)ono risiedere rispellivamenle in Mlla-I
e delle Occhiate storiche a P'enczia^pov- no e in Venezia. 1 luogotenenti sono im-
late in pubblico da Gianjacopo Fontana. mediatamente soggetti al ministero. In
Colla dispensa de' 3o giugno di dello Milano e in Venezia, per provvedere al
anno, la Storia Prenda espressa ini5o servigio di pubblica sicurezza in queste
taw)le inventale e disegnale da Giusep- città e ne'loro prossimi dintorni, vengo-
pe Galteri, che lodai nel § IX, n. 3. E no istituite prefetture di polizia (prefet-
colla dispensa de'3o aprile fSSy annun- ture dell'ordine pubblico), le quali sono
zia, e con quella de'3o giugno i858 dà immediatamente soggette al luogotenen-
contezza della Grande illustrazione del te. Il territorio amministrativo Lom-
Lomhardo f'''eneto, ossia storia delle cit- bardo e Veneto è diviso in provincie, le
tà, de'horghi, comuni e castelli sino a quali avranno il nome dal loro capoluo-
tempi moderni per cura di letterati ita- go. 11 territorio Lombardo si divide nel-
liani, compilata da L. Gualtieri conte le Bergamo, Bre-
provincie di Milano,
di Brenna e diretta da Cesare Cantìt, scia, Como, Cremona, Lodi, Mantova^
Milano 1857. Già a'3o luglio 855 avea 1 Pavia e Sondrio: ed il territorio Vene-
dato ragguaglio dell' opera / Comuni : to in quelle di T^enezia, Belluno, Pado-
della Lombardia e del f^eneto illustra- va, Rovigo, Treviso , Udine, Verona e
ti sotto il rapporto geografico, storico, Vicenza. L' acnministrazione delle pro-
statistico ^coniniercialc,ecclesiastico, ani- vincie è diretta e condotta dal delegato :

ìninistrativo da M. Fabi, Milano, tipo- egli ha 1(1 sede d' ullicio nel capoluogo
grafia di Domenico Salvi i855. Inoltre della provincia, ed è soggetto immedia-
la Cronaca di Milano nella disp. 17.' del tamente al luogotenente. Le provincie
i858 a p. 809, ne istruisce cheandava- sono divise in distretti, corrispondenti al-
si a pubblicare in Milano Monumenti i le preture o distretti giudiziari. In essi
artistici e storici delle Provincie Vene- trattano gli affari amministrativi i com<
te. Mi vado giovando degli Annali delle missari, i quali dipendono direttamente
Province Fenete dall' anno 80 t al 1 daMelegati. I preposti all'autorità ammi-
i84o di Fabio Mulinelli, Venezia dalla nistra vo-politiche sono responsabili di
tipografia di G. B, Merlo i843. Storia tutto l'andamento degli alfari. Ne' casi
eie' SetteComuni e contrade annesse,dal- d'impedimento, e in quanto l'autorità su-
la loro origlile sino alla caduta della periore non disponga altrimenti, le veci
Repubblica Feneta',scritta dall' ah. Mo- del luogotenete si fanno dal i." consigliere
desto lionato, Padova 858. Il Giorna-
1 della luogotenenza ,
quelle del delegato
le di Roma sulle provincie Lombardo- dal vice-delegato, e quelle del coramis-
Venete riporta le seguenti notizie. A. p. sariodistreltuale dall'aggiunto. L'ammi-
ili del i85i V Ordinanza Imperiale
: nistrazione politica appartiene in autori-
de 3i dicembre i85o, con cui vengono tà suprema al ministero dell'interno.
stabiliti i prìncipiifondamentali sull'or- Quale argomento d'onore per Venezia,
ganizzazione definitiva dell' autorità per le provincie Lombardo-Venete, e per-
politico-amministrative nel regno Lom- ciò per r Italia, la Gazzetta di Venezia,
bardo- Fcneto. Si ricava da questo do- tolse dal Corriere Italiano, ed il Gior-
cumento, che il regno quanto all'ammi- nale di Roma del i853 pubblicò a p.
nistrazione politica, rimane diviso come i54, i seguenti passi del discorso pro-
piiina in territorio Lombardo, e in ter- nunziato dal barone di Czoernig nell'at-
ritorio Veneto. Alla lesta dell'ammini- to che cominciavano in Vienna le discus<
strazione del lenitorio Lombardo e del sionì dellacommissione centrale per la
Veneto stanno luogolenenli,
i i quali deb- conservazione de'mouuiueuti archilellu-
VEN VEN 465
nici dell'Austria.» Nella pianura del Po, sua architettura mauro-bisantina ,
gra-

iifll'Italia superiore, sviluppossi per tem- zie al commercio fiorente de' veneziani e

pissimo la vita politica de' tempi moder- alla loro potenza politica nell'oriente, fu

ni , menti e il genio [)er le arti e l'attivi- completata collepiìi rare colonne di mar-
tà artistica colà giammai s'estinsero del mo, colle più preziose statue e col [)iù

tutto. I molti principi, arrivali colà al pò- ricco addobbo d'oro. In nessun altro sito
teie, piacevansi nel superarsi I'lim l'altro forse, sopra uno spazio egualmente ri-

in sontuosità, e impiegavano molti artisti stretto, trovasi egual numero di chiese

al loro servizio. Del pari gareggiavano d'ogni stile, d'ogni gusto e di svariata
tra loro gli opulenti patrizi delle susse- bellezza come nella Lombardia e nel Ve-
guile repubbliche cittadine. iVe sono pro- neto. Dalle chiese longobarde di s. Mi-
va i palazzi Visconti di Mdano, Scalige- chele e s. Teodoro di Pavia, scevere d'o-

ri di Verona, Carrara di Padova, come gni arte , dalla veneranda metropoli di


non meno gì' inntimerabili palagi delle s. Ambrogio a Milano, che data dal IS
stirpi nobili e de' municipi delle città secolo, e dal duomo di Monza, la cui
segnatamente magnifi-
dell'alta Italia, i fondazione risale a Teodolinda, i.* regi-

Il più superbo mo-


ci edilìzi di Palladio. na cattolica de'Iongobardi, e dalla vetu-
numento architettonico di tutti tempi i sta chiesa di s. Zenone a Verona, quale

e di tutto l'orbe terracrpieo rifulge nel- un'immensa quantità di edifizi sagri noa
la Laguna , dove, su fondamenti artifi- s'offre allo sguardo in quel paese, sino
ciali, superba d'incomparabile bellezza, alla cattedrale di Cremona colla sua tri-

soige dalle acque Venezia, la città com- plice facciata e colla più alta torre di
posta tutta di templi e palagi. In questo tulta Italia, sino a'capolavori di Palla-
santuario d''architettura s'olFreallosguar- dio, le chiese del Redentore e di s. Gior-
do stupefatto la piazza di s. Marco, i cui gio a Venezia, sino alla chiesa di s. Giu-
contorni radìgurano la storia e lo stile stina a Padova, che colla sua semplicità

arcbilellonico di un millennio, median- e maestosa grandezza supera tutte le al-

te ingegnosi monumenti, i quali vanno tre, sino all'antico leuìpio divino, il più
forniti di quasiche il genio
luttociò sontuoso e fornito d'opere d'arte, la Cer-
creatore dell''uorao seppe produrre sotto tosa [)resso Pavia, costruita egualmente
le pili nobili forme, dalle materie più ra- in isti le alemanno come duomo di Mi-
il

re d'Oriente e d'Occidente, e col dispen- lano (dice l'ottimo giornale di Mdano la


dio continualo per vari secoli di milioni Bilancia de" io agosto i858: il nostro
e milioni. La torre di s. Marco, costrui- duonvo è un magnifico quadro senza cor-
ta () secoli or sono, s'erge tuttodì snella nice; ora per benefica disposizione so-
uellospazio; e oggi ancora rifulge di pro- vrana, la cornice sarà fatta anch'essa ...

pria bellezza, (piale monumento ottima- mediante lotteria produttrice d'otto mi-
mente conservato, il palazzo ducale che lioni dovranno acquistare e
di lire. Si
comprende in se una parte considerabile atlerrarediversi ...La nuova piaz-
edifi/.i

delia storia, e ricorda l'arte maurica. Se za dovrebb'essere combinata in modo che


le semplici e modeste basiliche , che da- possano senza inconvenienti pel transito
tano da' primissimi tempi dell'introdu- edificarsi lateralmente alla facciala del
zione del cristianesioio, tracciano nell'Au- duomo le due
che ilovrebbero ser-
torri,
stria e nell' Ungheria la strada battuta vire di campanili e d'orologio, e compie-
d^Uo stile bisanlino, unitamente alle dot- re degnamente e grandiosamente la fron-
trine dell Evangelio, la basilica di s. Mar- ammirabile monucnento. In
te di quell'

co a V enezia, specchiando altre condi- breve teuìpo Milano vedrà attuarsi im-
zioni, rifulge di magico splendore , e la mensi lavori di edifizi) e la cattedrale di
466 YEN VEN
Como! "Lo Stalo personale del Clero rio geografico veneto.anlichee celebrale,
{iella città e diocesi di J'enezia, regi- ed abbelliscono in modo romantica la La-
slra puri i vescovati del regno Loaibar- guna. E" un incanto il veder sorgere de-
tlo- Vendo nel seguente modo. Tacerò i gli edifiii in mezzo all'acque, senza lem-
nomi de'rispeltivi pastori e vicari capi- bo che apparisca sostenerli. Le
di terra

tolari o generali. Mclropoll patriarcale e sorelle isolette che circondano Venezia,


priinaziale di fenezia: Adria, Belluno quasi ancelle la regina loro, concorde-
e Feltre unite, Ceneda, Chioggia, Con- mente offrono asilo di pace, d'amena so-
cordia, Padova, Treviso^ Verona, Vi- litudine, di silenzio e di pia e morale
cenza. Metropoli di MUano: Bergamo, meditazione. L'ordinario silenzio delle
Brescia, Conio, Crema, Cremona, Lo- varie isolelte della Laguna, un tempo
di, Mantova, Pavia. Arcivescovato d' U- veniva interrotto da as»ai maggior nu-
dine. U imperatore d' Austria s'intitola mero di pietosi cantici de' religiosi d'ara- 1
redi Lombardia e di Venezia. Congiun- bo sessi che le abitavano, unendoli al
i

te le Provincie Venete alle Lombarde, e mugghio terribile delle tetnpeste, e con-


formanti il regno Lombardo- F eneto ,
tempi indole con quella stessa impertur-
dell'une e dell'altre più voile dovetti par- babilità con cui già mirata a veano quella
larne, cosi di loro statistica, strade ferra- del loro cuore. Il forastiero chegiunga da
te e telegrafi; e per quanto altro dovrò qualsiasi lato a questa meravigliosa cit-
dire nel § XX, mi permisi in questo pe- tà, resta preso da insolito stupore e di-
riodo alquante parole. Ne'numerii i del letto, all'aspetto anche dell'isole nel se-
§ X e 2 del § XV, ho riportato la sovrana no dell'azzurra Laguna , e come fossero
disposizione stdia conversione doU'acca- ivi collocate per isceinare la noia del lun-
demie di Venezia e di Milano in sezioni go cammino dell'acqua. Le descrissero
degli Istituii delle scienze, lettere ed arti diversi, come il p. Coronelli nel suo Iso-
esistenti nelle medesime cillà.Nel§ XVI, larlo, stampalo in Venezia nel 1 6q6, e le
n.i, parlai della statistica della popola- più ragguardevoli l'opuscolo ànSiti pit-
zione. Anzi per la stretta relazione che lorescìii e prospettivi delle Lagune Ve-
liaimo con quesl' articolo, oltre i ricor- nete. Una bella pianta della Laguna, eoa
dati e altri cenni fin qui sparsi, altri più quella di Venezia divisa da'canali e cir-
iuleressanti e storici riferirò né' §§ XIX condala da tulle l'isole coi rispettivi no-

e XX sulle Provincie Lombardo- Vene- mi , e un'indicazione della forma de*


te. Queste sono state qualificate di recen- principali edifizi, oltre una breve descri-
te dall' arciduca Ferdinando Massimilia- zione, trovasi a p. 65 deW Isole pili fa-
no. » In questi paesi la rapida intelli- mose del mondo , descritte da IVioma^
genza e la squisitezza del tallo morale so Porcaccìii da Castiglione aretino, e
non sono un privilegio di pochi, ma si intagliate da Girolamo Porro pado-
una dote quasi comune ". vano. In Venelia appresso Simon Gali-
guani 1 576. Siila pure di Bernardino
§ XVIII. Isole della Laguna, provin- Zendrini celebre idraulico bresciano e
cia e distretto di Venezia, descrizio- matematico della repubblica di Venezia,
ne di 33 di esse. Notizie di 29 isole Memorie storielle dello stato antico e
della, medesima rovinate o distrutte, moderno delle Lagune di Venezia e di
colle principali loro memorie. que' fiumi die restarono divertiti per la
conservazione delle medesime, Padova
Coronano Venezia, quale regiaa delle «ella stamperia del Seminario 181 1. A-
propiieacque,oltrea 25 isolelte (neenu- vea concepito il divisamento di segnare
iiìererò anche deiraltre), dice il Diziona- in un silo conveniente delia Gìudecca
V E N YEN 4G7
iiiirtgrande meridiiina a somiglianza di denominala Claudia Angusta giiingeva-
qiiella di Bologna , ma egli moiì nel no; i (juali viandanti senza peicorrere la

i
1747 pi'i'Uii d'aver polnlo tdelluare la- Itiiigliissima Emilia Allinate e quindi la
! Jedi.segno. Le Lagune fmono considerale l'ianiinia, più sollecitamente potevano ve-

le moia della cillà di Venezia, e [)erciò le- tieie Roma e mei idionidi d'I-
l'altre parli

nule inviolabili, onde sene avea gelosissi" lalia. Da agevolmenle si può de-
Inllociò
ma cura, come può vedersi in Ronipiasio, durre di qnal importanza pel commercio
Jh'todo del Collegio e Magistrato del- e per le comunicazioni fra Roma e set- i

Venezia 1733. Dissi già altrove:


/'y^f(y»e, lenlrionalisnoi possedimenti fosse Aitino,
La benigna nalura,accioccliè Venezia non posta a cavaliere tli due delle principali
fosse dal mare, quando es-,o infiuia, in- strade dell' inipero, e intanla vicinanza
gliiotlita oaluienoe non infrequenlemen- del mare. Inoltre Aitino stava in mezzo
te rovinata, ne alzò a valido riparo e op- di campagne uberlosissime, ederiicircon-
portuno presìdioalcuneisulett'C',che lefàn- data d'amenissime ville. Ora se lauto vh-

no come scudo e la fronteggiano da'suoi cino all'isolelte, su cui presentemente s'cr-

furori, quasi senlinelle avanzate. Le isole gè Venezia, ritornavano al Campidoglio


poi su cui è fondala Venezia erano abitate per l'Emilia Allinate le legioni italiane
a'iempi romani ; diverse si congiunsero, vincitrici degl'istrii, de'liburnii, dc'giapi-
jillrc restarono separate da'canali interni, di, degl'illirii, de'dalmali e de' popoli nor-
il che die origine alle contrade ed a' se- dici; se numerose le orierariaee ìeciirsO'
stieri. A meglio dislinguere tali isole da riae cariche merci e di viaggiatori lor
di
quelle di cui in questo § intendo ragiona- si appressavano onde progredire a Ra-
re, credo opportuno col cav. Mulinelli, venna; se feraci campi e deliziosissime vil-
Di'l Costume f'eneziaiio, aggiungere al- lepoco ad esse erano distanti; non pote-
<:une altre nozioni. Da R.on)a capitale vano queste isolette esser ignote, spopo-
tleilimpero romano dipartivasi la famo- Iole e deserte. L'abitavano pescatori, sa-
sa Strada Flaminia, la quale a Riniini linarnoli, coltivatori d'orli e cacciatori, e
j)rendeva il nome d'Emilia, e passando a fors'anco persone di più elevala condizio-
Bologna, a Modena e a Sermide, ividivcr- ne: allietlanto dicasi dell'isole ciicostan-
lendosi pel vico Variano e per Anejano, ti a Venezia per quanto in esse si rin-
,

e ciò per molte paludi che allora da


le venne negli scavi, e pel riferito dal Fi-
Sermide sino al mare si protendevano, \\i\i\. Saggio sull'antico commercio, sul-

arrivava poi ad Este a' piedi de' monti l'ar li e sulla marina de\>eneT.{ani.Qoan'
Euganei, castello illustre per aver dato il do dunque i popoli d'Italia fuggenti dal-
liome agli antichi duchi di Ferrara e al- lespade de'goli e degli unni si ripararo-
la regnante casaEslense di J/of/tv;*?. Ginn- no per sicurezza in quest'isolette, non le
ta coM la via nelle Venezie, oltre il non»e trovarono certamenle spopolale e deser-
d'Emilia assumeva pur quello d' Altina- le,altrimenti non avrebbero potuto man-
ze, poiché per Abano, Padova, Slrù, O- tenervisi a lungo. Giunti pertanto sulla
l'iago, Mestre, Cavernago e Can>pallo, cor- breve terra delle Lagune, loro rucca ine-
rendo sempre kmghesso la Laguna, uìel- spugnabile, perchè li pose al sicuro d' o-
teva capo ad Allino[>ev [)roseguire poi ad gni oltraggio de'barbari, i quali privi di
Acjuileia ove terminava. In Aitino erano navilio e di cognizioni per^upplirvi non
sempre pronte barche leggere da'romani poterono inseguirli ; ivi stabilitisi, respi^
dette c«/\yo/-;tìre e o/2e/v//iV/e, le quali Ira- rarono i profoghi aere assai più mite
versando la Laguna Irasporlavano a Ra- della terraferma, perchè di mollo eiel-
veiiua tulli coloro che dalla Germania e Iricismo cooìpostoa cagione dell'alia in-
allri paesi seltenlriouali ivi per l'altra via fìammabile che in copia si sprigiona dal
-

468 V E N VEN
fonilo dell'acque. In alcune isolelte v\n- te avranno STuto nomi propri, tultavol-
\enneio un suolo solido, solforato , cal- ta con un solo generale troransi chia-,
careo, sparso di tritume di crostacei e di mate alquante di esse, ancorché fra loro!
Aegetal)ili disciolli; in altreuu molle e molto distanti. Tali sono le isole sulle quali!
limaccioso suolo, perchè operato da se- surse Venezia, diverse d.i quelle da lei'
tlirnenli fluviali e marini. Le prime, co- alquanto separale e distanti: dell'une e
me più elevate , si cliiamaroiio loinhcy dell'altre duo poi alquante altre parole
dalla voce greca tyniboa, significante tu- nel § XIX, n. i e 2. Di lutto non a-
mulo o muccliio di terra; le seconde più vea abbastanza parlato di sopra nel § I,

basse per la melma (belletta o terra ch'è n. 3, e nel § XVI f, n. 3. Quanto all'iso-i

nel fondo delle paludi, de'fossi e de'Hu- le circostanti, vado a ragionare, secondo
mi) ond' erano conjposte, si dissero im- r orduie tenuto dal ricordato Diziona-
propriamente veline. Anche al presente rio, sino e inclusive al n. 27. Della La-
Si uìanifesta la diversa natura e livello guna Veneziana, in antico chiamita E'
del suolo, quando per lo scirocco il ma- stnario Aitino, e dello stato artificiale
re gonfiandosi talvolta allaga la città, ri- della Laguna, tenne proposito nella Me-
manendo allora alcuni siti del tutto inon- moria D. Sacchi. Eccomi dunque a fare
dali, e altri interamente asciutti. Un fiu- una passeggiata in gondola per la La-
me pa>sava presso queste isolette, detto guna, all'isole di Venezia, per visitarle e
d' ideimi liialto, derivante da'colli Euga- descriverle, cominciando dalla seguente,
nei, ma realmente era il Brenta, la cui ac- ch'è la più cospicua e la più vicina alla
qua ridondante era vi spinta dal flusso ma- città per essere ia faccia alla Piazzetta
rittimo, ed avea per alveo, siccome veni- di Marco.
s.

va dalla terraferma per Fusina ,


quello I. S.Giorgio Maggio re,vo\^!ìvaìenle s.

stesso canale che or dicesi delia Giudec- J^orz/.Ne'tempi remoti quest'isola.che me-
ct, per cui si avviava al porto rapido e glio meritava partecipar della città che la
torbido nelle basse maree lungo altre iso- men prossima Giudecca,era una semplice
lette, presso s. Marta, s. Nicolò de' Me»- salina; e nel cominciar delsecolo IXolfriva
dicoli e s. Raif.ieie, in maniera di uimac- una vigna, e un boschetto di cipressi da'
ciarle di corrodimento; laonde a preser- quali pigliava nome,ed un molino in servi-
varle dal suo empito, fu d'uopo d'innal- zio del palazzo ducale, al riferire del eh.
zare colà un argine, ancora detto Argine Giovanni Bernardini descrittore dell'iso-
(li s. Nicolo e di Marta. Essendo l'iso-
s. la,neìUbvo de'Siti pilloresclii delle La-
Jette denominate tombe più elevate del- gune; e del Dizionario geografico uni-
le i'f?//«f, saranno state esse le sole da versale. E' l'isola la più vicina a Venezia
prima abitale; ma colla venuta de'fuggi- e la più cospicua delle Lagune : in essa

livi accresciutasi la popolazione, fu ne- tutto spira grandezza e nobiltà. Ivi la fa-
cessario render utili e abitabili anche le mìglia Badoara fondò nel secolo IX una
velnit. A tal fine si die tosto mano ad a- chiesa sotto I* invocazione di s. Giorgio
sciiigarle, innalzarleeconsolidarle, mercè martire, o come vuole il Bernardini nel
del loto e della sabbia scavata da' canali, 978 e da Vitale Candido, non tacendo
la quale circondata di siepi dava pur es- il riferito dal Corner; e sino dalla sua o-

sa UM terreno meravigliosamente atto al- ngine, la dichiarò proprietà della basi-


la coltura delie viti, alla seminagione del lica di s. Marco. Continuò in tal sogge-
fruiMento, ed a qualunque altra coltiva- zione finché tornato in Venezia d d mo-
zione, che avea la più felice riuscita per nastero di Gussano, Giovanni Morosi
l'uriamarina, ottima a sollecitare la ve- ni, ove col di lui suocero s. Pietro Orseo-
yetuzione delle piaQte. Tutte queste isolet- lo già doge, avea professata la regala di
V EN V EN 469
s. lìenedelto (di che mci-lio ripailo nel privilegi. La reputazione dell'esemplaii-
n. 19 tli (|uesto §, e nel § XIX, dogailo là cui risplendevano i monaci gitmta a ,

23.°), e desideroso d' islituire uell;» sua notizia di Michiel arcivescovo t;reco di
pallia un inonailero di queirausteia os- Lemno, l'eccitò nel ii36 a donare*//
servanza appresa in Cussano , nel c)02 g raii monastero del gran martire s. Gior'
jmpelrò e otlenne all'uopo dal doge Tri- già di Fenezia, uu oratorio dedicato a
buno Menimo l'isola e la piccola chiesa s. Biagio con piccola abitazione contigua,
di s. Giorgio coll'acque e paludi circonvi- onde fabbricarvi ima chiesa ad onore di
cine, e dalla pubblica lìberaiilà alcune s. Giorgio, coU'annuo censo all'arcive-

possessioni per alimento de'nionaci e de- scovo di Lemno di due misure d'olio, ^el
gl'inservienti. Il doge dichiarò la chiesa e 1 145 il doge Polani, coil'assenso de'giu-

il nnonastero esenti da qualunque giuris- dici e popolo di "Venezia concesse al mo-


dizione, e di assoluto dominio de'u)onaci nastero la chiesa di s. Giorgio e alcune

abitatori. Divenuto il iMorosinl i abba- rendile pos^edute dalla nazione vene-
te, vi fabbricò un assai capace nionaste- ziana, in Ptodosto città di Francia. Nel
ro, e tosto vi professarono la regola di s. 1 149 acquistò in Costantinopoli la chie-
benedetto moltissimi giovani delle pili sa di s. Marco d'Emboli e alcuni pode-
illustri famiglie, fra'quali, secondo alcuni^ ri; e quella di s. Maria de' Monti presso

nel 991 lo slesso doge Meinmo fondato- Capo d'Istria. Inoltre in Rodosto dall'ab-
re dell'abbazia, anzi lo dicono colla sua bate di s. IMai ia d'Adiianopoli fu d(;uato
famiglia proprietario dell'isola di s. Gior- al monastero la chiesa di s. Maria nel
gio, e perciò prima era chiamala ìMtm- I 1 Venezia nel i 177 Pa-
Sy. Pervenuti in

mia, ed anche Isola dc'Cipiessi. Secon- pa Alessandro ili e l' imperatore Federi-
do il Dandolo e altri accreditali cronisti, co 1 a istanza del doge confermarono
.

non in s. Giorgio, ma fra' religiosi di s. tutte le donazioni e privilegi goduti <lal


Zaccaria fu costretto dalla sedizione po- monastero di s. Giorgio. Il doge Seba-
polare a vestirsi monaco e ivi restò se- stiano Ziani sentendosi vicino a morire,
E' però indubitalo che 1' abbate
jK)lto. si fece portare nel monastero, di cui era
Morosini ha il maggior vanto d'aver con- benefattore, e vi rese l' anima a Dio a
ferito l'abito monastico a s. Gerardo Sa- i3 aprile 1178,6 fu onorevolmente se-
gredo poi 3." e santo abbate di s. Giorgio, pollo: è opinione d'alcuni, che prima di
vescovo e martire, come già ho riferito al morire volle vestirsi delle lane di s. Be-
suo luogo. Morì l'abbate Giovanni Moro- nedetto e professarne la regola. La repub-
sini nel o 2 con tal riputazione di santità
{ I blica gli donò il monastero di Panlepo|)ti
ch'è (pialifìcato beato. Il monastero suc- di Costantinopoli. Onorio III nel 1224
cessivamente divenne possessore di pin- nuovamente esentò il monastero di s.
gui rendite, e l'imperatore Etnico V a Gioigio Maggiore da qualunqvie giuris-
istanza dell'abbate Tribuno Memmo gli dizione del patriarca di Grado e del ve-
concesse molti e ampli privilegi. A que- scovo di Castello, confermandone e au-
ste temporali esenzioni, aggiunsero gran- Dientandone i privilegi. Morendo nel 1229
di prerogative spirituali alcuni Papi, poi- il doge Pietro Ziani, reslauratoredel mo-
ché Calisto i23 esentò l'abbate e
li nel i nastero rovinato dal terremoto, vogliono
tutta la comunità da qualunque giurisdi- alcuni, che prima vestisse l'abito Itene-
zione di vescovi, e soltometleudo il mo- dettino, e fu deposto nel monastero. L'im-
nastero immediatamente alla s. Sede, im- j)eiatore Federico II si recò nell'isola, cou-
pose a favore del palazzo Laleranense feriuò diploma dell'avo Federico I, e
il

l'aimno censo di due monete tl'oro. Indi ne accrebbe 1' esenzioni. Quindi Papi i

Innocenzo il Lullo coufermò, con uuuvi Gregorio IX, lunoceuzo iV, Clemeule

470
IV, Gregorio X, Martino IV, Nicolò IV,
V E N
in S.Giustina di Padova.
V EiN
A questi
1
appun--
Clemente V e Giovanni XXII couferDia- lo il cardinale aflidò la riforma del mo-
lono tulle le pieiogalive ed esenzioni. naslero veneto, e gl'ingiunse di condurvi
La pietà (lell'abbale Marco Dollani l'ni- alcuni suoi monaci; e divenuto il ConduI- j|
clusse a foiiclaie nell'isola, non lungi dal miero Papa Eugenio IV, volle ritenere
nionaslero, un o<[)izio di carila pei acco» l'abl.ìazia in commenda, finché la veiles-

gliervi i pellegrini, che si recavano a ve- se stabilita perfeltamenle , intanto pre-


nerare il copioso tesoro delle ss. Reliquie ponendo alla direzione del monaslero un
die possiede la chiesa, ond'è unode'piì^i priore. Colle sue industrie col senato, ot-
celebri santuari della città; nel luogo cioè tenne il Barbo l'unione di s. Giorgio Mag-
ove poi si formò il monaslero serafico giore alla sua congregazione, malgrado
Grazia. l'opposizione d'alcuni monaci, e poi per
delle vergini di s. !\Iaria della
j
Frattanto per la continunzione di cose venne a sottomellei li colla persuasione,
tanto prospere al monastero, e per 1' as- l'i febbraio ì^Zn. Seguita l'unione, il
t

senza degli abbati, di fi equente adoperati Papa continuò a ritenere il titolo di com-
da' Pa[)i con apostoliche commissioni e mendatario, lasciando l'amministrazione
in cariche ecclesiastiche, l'osservanza re- al priore; finché conoscendo ristabilita

golare andò molto decadendo; per cui pienamente la regolare osservanza nel ,

l'abbate Giovanni IMichieli, giovane as- 1441 rinunziò l'aljbazia a favore e di-

sai virtuoso, pose ogni studio per farvi ri- sposizione della congregazione di Giu- s.

finì ire l'antica disciplina, e fu aiutato da stina, da cui il priore Gregorio da Ge-
Alessandro V; e si astenne poi di recaisi nova fu eletto i." abbate triennale. In
al concilio di Costanza, per non abban- tempo dell'abbate Teofilo, rifugiatosi iti

donare l'intrapresa riforma e le nuove Venezia Cosimo de' Medici di Firenze,


costituzioni, facendoci rappresentare dal questo fotidò nel moiiiistero una libreria
vescovo Ton)m iso Tonuisini di Cillano- assai copiosa di codici eiibri. Peròsi vuo-
va nell'Istria. Questo prelato nel giugno le da'critici, che la biblioteca preesisles-
i4'9 consagrò la chiesa soUo il titolo se, e che il Medici l'ampliò e 1' abbellì,
de' ss. Stefano protomartire e Giorgio onde ne fu consideralo quasi fondatore.
martire. Avendo il pio abbate Michieli Sisto IV nel 1479 alla congregazione di s.

ridotto i monaci a perfetta osservanza, Giustina unì la badia di s. Maria di Pe-


per consolidarla si voleva unire alla ce- ro, detta Monestier, nel distretto di Tre-
lebre rifoima operala in s. Giustina di viso, il generale nel «49^
di cui capitolo

P<7<'/oiY?dairabbaleLodovico Barbo, isti- ne goveinatore e amministratore


stabilì

tutore della congregazione osservante l'abbate di s. Giorgio Maggiore di Ve-


Casslnese, manon riu-per allora a lui nezia. Il Corner colle notizie degli abba-
Rinnovò eau)pliò il monaslero, e gli
scì. ti , riporta quelle interessantissime della
donò un Crocefisso di grandezza nalu- storia e provenienza de'Corpi santi e al-
lale, eccellente opera scolpita in legno tre insigni P>.eliquie collocate successiva-
non da Filippo Brunellesco, ma for^e mente in questa chiesa, divenula perciò
da Michelozzo IMichelozzi, e spirante di- celebre santuario, l'identità loro essendo
vozione e compassione. Morto l'abita- stata autenticata da' prodigioperati da
le nell'anno i43o, monaslero di s. il Dio dopo la deposi-
nelle traslazioni, e
Giorgio Maggiore da Martino V fu dato zione in questo luogo. Io devo conten-
in commenda al cardinal Condulmiero, tarmi accennarle. iNel io58 nella chie-
colla speranza che lo riducesse al primiero sa di 8. Giorgio Maggiore fu condotto
splendore, come avea latto con quelli di da Candia il corpo di s. Cosma eremita,
s. Paolo di Roma, e coli' abbate Barbo e collocalo nell'ullare di s. Bcnedelto. So-
VEN V E N 47 I

pra liilti inesliiuablle fu 1' acquÌNlo del Nel 1246 il corpo di s. Fntichio pafriar-

corpo ili s. Stefano piolomai tire, tra- ca di Coslanlinopoli, da (juesta città fu


doUovi nell' anno j i i o dalla chiesa Co- invialo e riposto nell'altare del Croce-
stantiniana di Coslanlinopoli, ivi già fisso. Verso la fine del secolo XIII uà
traslato dalsuo oratorio di Gertisal<Mii- veneto tolse «lai monastero Florcnse ia
me, ricevuto in Venezia solennemente Calabria, della congregazione del sum-
dal paliiarca gradese e dal doge a' 2 5 mentovato b. Gioacchino abbate, un
maggio. D'allora in poi il monastero co- braccio del glorioso s. Giorgio, e solen-
minciò a chiamarsi col doppio titolo nemente fu condotto nella piopria chie-
de' 5,v. Stefano e. Giorgio, e la pubbli- sa che mancava di sue relicpiie, a'25 a-

ca pietà decretò che ogni anno nella fe- gesto 1296. Qui aggiungerò l'acquisto
sta del Protomartire dovesse assistere a' fallo a'i3 dicembre 1462 da Egina, iso-

primi vesperi e alia messa il iloge col se- la dell'Arcipelago, di porzione del cranio
nato con maestosa pompa. Insieme a tan- superiore del medesimo s. Titolare, con
to tesoro, la chiesa acquietò una particel- somma L impe-
consolazione lie'monaci.
la della ss. Croce; porzione del corpo di ratore Carlo capo di s. Fe-
IV donò il

s. Giacomo Maggiore apostolo, riposta lice confessore nel i36i. Si ebbero poi

nell'altare della Natività del Signore; ed nel 1488 dalla vedova Canal porzione
un osso di s. Platone n)aitire, collocato della ss. Croce,e nel i5i8 da Cipro un
nell'altare di s. Andrea, e credulo per e- braccio di s. Ilarione donalo da Nicolò
quivoco reliquia tli s. Panlaleone. Nel Michieli. Resa frattanto la chiesa di s.

I iò4si accrebbe il decoro della chiesa con Gioigio Maggiore pel raccoglimento di
notabili parti de'corpi de'ss. Cosma e Da- tanti Corpi sanli e di cosi ragguardevoli
mianofratelli martiri, porzione dellequa- Reliquie uno de'piìi venerabili santuari
H fu poi donata alla chiesa di s. Giovan- della città, si pensò a rifabbricarla in più
ni in Oleo. Nel i2o4 da Costantinopoli, ampia e sontuosa struttura, e ne furono
ov'era slato trasportato da Siracusa , vi gettati fondamenti nel i564(lo Stato
i

mandò il doge Dandolo il corpo di s. personale dichiara che monaci rifabbri- i

Lucia vergine e martire (il Butler dice carono la chiesa nel ^^Q, e la compirono i

porzione, l'altra venerarsi a Metz per do- nel 1610), sotto l'abbate Andrea Pam-
no d'Ottone I); ma poi per visitarlo nella puro d'Asolo, con disegno del celebratis-
sua festa, accadendo gravi naufragi nel , simo vicentino Palladio. Il Deruardini
1280 fu Irasfeiito nella chiesa parroc- però dice che neh 556 s'imprese a riab-
chiale di s. Lucia nel sestiere di Canal- bellire il monastero e a riedificare la
regio, come dissi nel § Vili, n. ^i. Già chiesa. Mentre si con duceva il letnpio
ivi narrai, »he dolenti e lagriu)ando per alla sua perfezione, a'i5 agosto i5br vi
tanta perdita i monaci e l'abbate Bolla- fu solenneu)ente restituito il corpo di s.

iiì , a questi la santa in sul partire gli Stefano protomartire, e per memoria fu
stese la mano destra, staccandosi dal cor- coniatala medaglia prodotta dal Corner,
po, accolta con sagro orroie e allegrezza; con due iscrizioni celebranti la traslazio-

del quale braccio più lardi il senato per ne, il patriarca Trevisau che l'eseguì e
soddisfare le pie brame di CenedeltoXllI, ildoge da Ponte intervenutovi col se-
gli mandò piccola Dal suddetto
porzione. ss. Corpi 12 anni dopo a'
nato. Gli altri
monastero di Panlepopli nel 1222 il 6 aprile furono disposti negli altri altari.
podestà veneto di Costantinopoli Storia- Tra gli abbati che curarono l'erezione
to, che in s. Giorgio avea la tomba de' del magnifico edifizio, si distinse IMiche-
suoi maggiori, vi mandò»! corpo incorrot- le Alabardo, il quale nella carestia del
to di s. Paolo martire degl' iconoclasti. i5qi dispensò a' poveri il fiuraenlo e
1 ^

47» V EN V EN
sovvenne i cappuccini; e a fronte delle del § X, pel prezzo di 38 7 ducati, som-
1

ristrettezze di que'tempi potè costiuiie jua uigente a quell'epoca. Nel 1808 fu


di pianta il nol)ilissimo coro, ornare la dichiarata l'isola luogo di franchigia, im-
chiesa di statue di marmo e di bronzo, punendovisi la formazione del bacino, che 1.

fondare il pavimento di scelti marmi , e si scorge oggidì terminato da due torri-


altri disporre per la facciata. Da'fonda- celle o vedette; cioè fu data alla camera
nienli fabbricò la cappella di s. Paolo di commercio, la quale vi avea i suoi
martire, e neir altare vi depose il suo magazzini divenne l'emporio delle na-
,

corpo, destinandola a uso di coro not- zionali mercanzie, vi fu eretto lo stabili'


turno; e disposta la nobile sagrestia , la mento che racchiuse il porto franco della
forni abbondantemente d'arredi e uten- città, a cui fu esteso 1829, e vi fu nel
sili sagri. Ridotta finalmente la maesto- costruito un solido artificiale bacino di-
sa chiesa alla piena perfezione (colla fron- feso da una diga di pietra viva e nel ,

te verso la città mentre l'antica era ri-


, monastero si foi maronu molli comodi ed
volta a s. Giovanni della Giudecca, cioè estesi magazzini. Al presente serve l'isola

all'oriente, giusta l'antico rito misterio- e parte del monastero a'roilitari. Pubbli-
so), ricevè il decoro dell'ecclesiastica con- cò il n. i56 del Giornale di Roma de'
sagiazione dal patriarca Vendramino 12 luglio 852. "L'isola dis. GiorgioMag-
1

nella 4'" domenica di gennaio i6i o. Ac- giore viene tramutata in un forte impo-
quistò dopo le reliquie de' ss. monaci nente, la dogana principale viene unita a
IMacido e Compagni martiri, del s. Pre- quella della Madonna della Salute, ed il

cursore, de' ss. Innocenti, e una ss. Spi- luogo d'approdo pe'navigli con merci da-
na. Essendo stato rimosso nella rifab- ziabili viene traslocato presso la dogana
brica della chiesa il sepolcro dell'illu- nuova. La bella chiesa In marmi che tro-
stre doge Domenico Michieli, monaci i vasi in quell'isola rimarrà intatta". Dice
poscia in onorevole forma ne rinnovaro- \o Stato personale, la chiesa di s. Giorgio
no la memoria con decoroso deposito. Maggiore dopo il 8 o fu chiusa per al- 1 1

Nel declinar del ygg nel monastero, uno


i cun tempo , indi riaperta ed uflìziata a
de' più grandiosi e de' più belli edili- merito della camera di commercio, prima
zi di questo genere, vi si formò il Con- da un cappellano secolare, poi da'monaci
clave (T'.), in cui fu eletto Papa a' i4 benedettini cassinesi, che per aulico de-
marzo 1800 il cassinese Pio VII (f^.): creto de' 16 dicembre I 846 esecutivo del-
ne riparlerò a tale anno nella continua- la sovrana risoluzione de'g dello stesso
zione delle indicazioni storiche della cit- mese, ottennero di aprirvi vicino un ospi-
tà, nel § XX. Napoleone 1 nel 1806 co- zio, che ebbe luogo il 5 settembre 84
il i

minciò a decretare 1' abolizione de' mo- (sic: dovea diie 1847)- L' abbate di go-
nasteri, onde la famiglia cassiuese mona- verno è quello di Fraglia: vie un ret-
sticaabbandonò la geniale solitudine, re- tore e un converso. Rilevo da altre noti-
standovi un solo ex monaco alla custodia, zie: Questo nobilissimo tempio, dopo l'ac-

al riferire del Bernardini. Il monastero fu cennata soppressione del monastero, di-


manomesso, come tanti altri, da un'ir- smesso ogni divino uflizio, era vicino a
ruente orda vandalica, edispersi e venduti convertirsi in fondaco mercantile, quan-
i preziosi tesori di codici e di altri rarissimi do a' 1 3 marzo 1808 venne riaperto e
volumi, donati dalla munificenza del gran restituito al culto de' fedeli. Dipoi nel 1846
Cosimo de Medici; ed i magnifici scaffali la chiesa e uua piccola porzione del mo-

furono poi acquistati dal celebre mg."^ nastero furono concesse in custodia a'be-
Traversi pel suo Liceo Convitto onde 110- nedettini cassinesi del monastero di s.

bìlilarue la libreria, come dissi nel n. Maria di Prnglia presso Padova. Questo
9
VEN VEN 473
10 Cofìdo Miilliaverso de'Mallraversi tle' I.* la Nascita del Signore, è diligente
colili ili Monlebello nel loBoa'benedelli- dipinto di Jacopo Bussano. Nel 2." è il

ni, sulle rovine dell'antico castello di Be- Crocefisso attribuito con ragione a Mi-
rengario,airiocoininciar d'una vallata de' chelozzo Michelozzi. Nel 3.° il Martirio
colli Euganei, cinta ad austro dal poggio de' ss. Cosma e Damiano, lo dipinse J.

di Trainonte, ad occidente da quello del- Tintoretto ; di cui è pure nell'altro altare

le Are, cui dinanzi l'iinanevano e^stesissimi Maria Vergine incoronata, con Santi e
prati, donde derivò al monastero il no- ritratti. Nell'ultimoallnre a questa parte,
me di Pralelta, e volgarmente di Pra- è bell'opera del Rizzi Maria Vergine a*
glia. Dotalo da'fondatori di rendite am- dorata da Santi. Le statue de' ss. Pietro
plissime e di ville, l'imperatore Federico e Paolo ne'uicclii fra gl'intercolunni a'
11 gli concesse i diritti feudali, investen- lati della cappella maggiore, sono del Pa-
do l'abbate Tramonte, di
delle contee di rodi. Il maggiore altare fu disegna-
ricco
s. Eusebio, di Villa del Bosco, e di Teu- da M. Barto-
to dall' Aliense e scolpilo

carola. Indi crebbe il monastero di secolo lomeo q. Domenico, e del Campagna


iu secolo in decoro nobilissimo, fama e sono 4 Evangelisti sorreggeali uu glo-
i

agiatezza, e tal si mantenne fino al de- bo sovrastato da colomba, e dalla sta-


creto de' 23 aprile 1810 soppressivo di tua di Dio Padre in bronzo. I due An-
tutti i monasteri e conventi. Dopo quella geli a' lati àono fusi dal Boselli. Jaco-
lagiimevole epoca si conservarono le fab- po Tintoretto qui fece due quadri col- i

briche e le suppellettili di sì celebre ce- la Manna^ e colla Cena del Signore ;

nobio egregiamente, per merito di que* nella quale 2.' opera è bella invenzione
della Camera, e del padovano Giuseppe il rischiarare la scena col lume che uè
M.' Pi vetta ingegnere che era vi stato e- manda la lampada. I principali falli del-

ducato, il quale stampò nel i83i in Pa- la vita di s. Benedetto in legno ne'sedili
dova: Notizie del Dlonastero de'padri del coro, s'intagliarono dal paziente fiam-
Benedettini di s. Mariadi Fraglia, rac- mingo A. de Brulé di 25 anni. Il vicino
colte, ec. Dopo 24 anni dacché il mona- deposito del doge Michieli, il cui busto è
stero era chiuso, dalla pietà e munifi- opera del Pagliari, si disegnò dal Longhe-
cenza dell'imperatore Francesco I, con na (oltre sunnominati e altri personag-
i

decreto de'24 febbraioi834, se ne ordi- gi tumulati , non devesi lacere il ricco


nò la riapertura, e tosto i cassioesi vi fe- deposito del doge Donato). All'altra par-
cero rifiorire la monastica osservanza. te della chiesa, le due tavole de' primi
Tanto e meglio riporta il cav. Mulinelli, altari, con Cristo risorto e il Martirio di
Annali delle Province /'enete, p. 429. s. Stefano protomartire, sono di Tinto-
La chiesa di S.Giorgio Maggiore fu archi- retto. Nel 3." il s. Giorgio che uccide il

Iettata da Palladio, e alla sua morte pre- serpente è del Ponzone dalmalioo; nel
siedè all' erezione del frontespizio, come 4° la B. Vergine è bellissima scultura
si comunemente, il degno concitta-
dice del Campagna, una delle sue cose miglio-
dino Scamozzi (ma ciò è falso, essendo ri; nel 5° è beli' opera di L. Bassano la

stato provato che lo Scamozzi non vi pò- s.Lucia genuflessa resa immobile per mi-
> se mano , bensì Antonio Marcò detto racolo, quantunque strascinata da bovi
1
Palliari, siccome risulta dalle aggiun- invano stimolati a camminare. Il ritratto
te nuovissime fatte dal ch< Zunotto alla di Pio VII, qui esaltato al pontificato, è
lerza edizione delle Fabbriche ec, di Ve- del Malleìui. La porla ornalissima e bel-
nezia, i858) ; esso è adorno di statue lissima, ha laterali 4 statue mirabili del
scolpite da G. dal Moro. Undici sono Vittoria. Il campanile grandioso fu ar-
gli al lari e tulli di singolare bellezza. xS^ei chilcllalo dal p. Buialli sumasco. 11 i."
VOL. xci. 3i
474 ^' E N V 1: N
i.hioslro e altre parti interne tìel vicino dizio d' un
Noiidimeno è rimar-
Milizia.
eilifjzio dell' antico monastero, sono ope- chevole quello pure artistico e ragionato
re grandiose e magnifiche del Palladio. dell'encomiato Bernardini, che preferisce
La scala veramente reale, fu disegnata il tempio del Redentore, avvertendo che

dal Longhena, edipinla nel sofTillodal Le Palladio fece forse tutto il non
tlisegno,
Fevre, piccolo pittore nell'opere in gran- l'intera esecuzione , alterala quando fu
de, grande nell' opere di piccole figure. rapilo da morte nel i58o, coi successe
]| contiguo Porto Franco fu condotto lo Scamozzi (dovea dire, come notai, il
dal Mezzani nel tempo del regno Italico. Palliari). Quindi egli ci vide spuntare
Così il Moschini ed altri desci isseio il più i germi dei seicento, cioè decadimento di
rimarchevole. 1 suoi chiostri, adorni di co- stile, che vieppiù degenerato giunse alle
lonnati, presentano [)rospellive deliziose stravaganze del Borroraino. Dopo il fin
e il genio di Palladio. Anche il monaste- qui accennato ,
si può vedere Le Fnh-
ro era adorno di cpjadri bellissimi; vi si hriclie di ì^enezia , colle tavole, l'illu-
distingueva fra gli altri quello celebre di strazione del Diedo, e l'aggiunta del Za-
PaoloVeronese rappresentante leNozzedi notto, religioso quanto perito. Il cav. Cico-
Cana in Galilea, che trasportato a Parigi gna nel 1.4 delle Inscrizioni P^eneziane,
vi rimane tuttora. Spaziosi e ad im tem- colla velluta dell'isola di s. Giorgio Mag-
po ben coltivali erano gli orli che lo cir- giore, tratta dalla /''e ;K'z/(r2 attribuita fal-
condano. L'aeree intelligente Milizia lo- samente ad Alberto Duro del 5oOj come I

dò tulio, cominciando dal refettorio de' notai parlandoneneln. 6del§ XVII, pub-
monaci, pure di Palladio, per la sua gra- blicò la Storia del monastero di s. Gior-
2Ìa e iiìaestà singolare; oltre il bell'atrio gio Maggiore scritta da Giovanni dJ
con due acquai di pietra a'Iali, messi in Rossi veneziano, in 42 pagine, eia cor-
mezzo a colonne corintie; ed il peristi- redò di 343 note, l'ultima delle quali
lio presso la porla del monastero, il cui contiene: Del Porto Franco di Venezia^
ì." ordine rispondente al portico è ri- Cenni di Giovanni Casoni. Compreso
partilo ad archi con colonne ioniche ac- l'indice delle materie principali, tali nu-
coiipiate, il 2. "avente belle finestre. Dice, le occupano 120 pagine; quindi ne im-
la pianta della chiesa a croce latina a 3 piegò altre 221 per l'illustrazione del-
navi, elevala dal piano 7 scalini. Una vol- l'iscrizioni, oltre le copiose correzioni e
ta di mezzo cerchio copre la navata a cro- giunte. Quest'imponente indicazione, ba-
ce, nel di cui centro ergesi sopra i
4 archi stantetnente mi scusa di non profittarne,
una maestosa cupola di malloni , l'este- dopo tulio il narralo, per cui ormai facen-
riore della quale è di legname coperto do violenza a me slesso debbo finire e
di piombo. Pilastri corinti colle loro cor- tacere sul discorso ampio argomento.
nici reggono gli archi delle navi lalertdi, Presso questa a breve distanza dal lato
e girano per tutto l'interno con intreccio d'occidente è l'isola della:
di nicchie. Laadorna d' un
facciata è 2. Giudecca. F. § Vili, n. 70, § X,
composito con piedistallo che ricorre tut- n. 22, 29, 34> -^5, 57, 60, § XI, n. 2 I,
to intorno, ed è lerminato da un propor- § Xll, n. 8. E" quest'isola la maggiore
zionato frontespizio, sotto cui vengono d' ogni altra, e fece mai sempre parte
come a ficcarsi due altri frontespizi in- della città, da cui rimane divisa dal ca-
dicanti le navi minori. Nell'opera regna nale che dirò, detto dal suo nome delia
l'unità e la semplicità degli ornali, e spic- Giudecca, la di cui ampiezza fu cagione
ca perciò il maestoso. I marmi sono scel- che non venne unita mediante un ponte,
li sì felicemente riguardo a'colori che ne quantunque progettato più volte. Di
risulta un'armonia perfetla. Tale è il giù- quello di barche precario che ogni anno

1
è

V E N VEN 475
si fa per la festa del tempio del Reden- riviera per scaricare le merci. Fra que-
tore, parlai nel citato § X, ii. 60. Fu ap- st' isola e quella di s. Giorgio Maggio-

pellata a principio Spinalonga dalla sua re s' apre un canale navigabile anche
conformazione o per esser slata in anti- pe' bastimenti di grossa portata, nel cor-
co coperta di spinosi cespugli. Formala so del quale s' incontrano altre isolet-

da 8 isoletle congiunte da ponti, alcune le fino a che giunge a Chioggia (/ .),


si

delle quali un tempo disgiunte, la per- città vescovile distante 5 leghe e mez-
corre dal Iato della città una riviera sel- za sud da Venezia, nella parte meri-
ciata, la quale offre facile e ridente pas- dionale dell' Estuario, presso l' Adriati-
seggio per tutta la sua lunghezza, eli' co, e un poco al nord dell'imboccatura
di metri circa 35o. JMutava poi 1' an- del Drenta. In tal città vi fu trasportata
tico nome in quello attuale della Giti- l'aulica sede vescovile i\\Malainocco( t^'".).
(lecca per incerta causa, volendo alcuni Quindi lai." isola che si offre allo sguar-
che provenisse dalla voce Giudicato{^tn. do è la seguente.
Zur/fg^rtj, quasi terreno aggiudicato a fa- 3.S. Maria delle Grazie, volgarmente
miglie di torbidi cittadini banditi, e qui la Grazia, è una piccola isola nell'Estua-
messe a confine nel secolo IX; altri in- rio di Venezia, e che si avanza nella La-
vece, e forse con più ragione, fanno de- guna al di là della Giudecca. Era anti-
rivare tal nome dagli Ebrei, su di che camente una semplice terra paludosa com-
è a vedersi il n. 5 del § XIV. Era un tem- presa nella donazione falla dal doge-Tri-
po abitata da molti nobili e ricchi citta- buno Memmo circa il 982 al monaco be-
dini, i quali qui eressero palazzi cospi- nedettino Giovanni Morosini pel mona-
cui ; ma sommersosi neh' onde per im- stero di s. Giorgio Maggiore , e vicino
provvisa burrasca, nel passar il canale all'acque del suo circuito. Verso la metà
a'27 agosto! 702, Agostino Nani procu- del secolo XIII cominciò ad innalzarsi la

ratore di s. Marco, a poco a pocotrapian- terra paludosa con vasta circonferenza, e


taronsi le case patrizie iu città, per cui in breve tempo divenne un'isola, ricono-
rimase notabilmente diminuita la popo- sciuta capace di ricevere e sostenere di-
lazione di quest'isola, allora ascendente latale fabbriche. Si servì di tale occasione
B 8000 abitanti, e vieppiù andò sceman- la pietà di Marco Collaui abbate di s.

do dopo la soppressione de'claustrali, per Giorgio Maggiore, cou destinare il luo-


cui è ora ridotta a circa 3ooo abitatori, go per erigervi un caritatevole ospizio
essendosi molti fabbricati convertiti iu ad accoglimento de'pellegrini , che por-
magazzini di cereali. Si legge nella Gaz- tavansi alla viitila de'santi Luoghi di Pa-
zetta dif^enezia de'g agosto 1 858, e nel n. lestina. Pertanto nel 1264 la consegnò a
1 83 del(j/or/zrt/e^//?o«;<7. "Sappiamo da fr. Lorenzo priore dell' ospedale di Ve-

fonte sicura, cheS. M.I. R. A., degnandosi nezia chiamato Casa di Dio, e in dialet-
di secondare i voti manifestali dalla città to veneziano la Cà di Dio ,
pei-chè ivi
e dal commercio di Venezia, benigna- fondasse un ricovero a'viandanti, un luo-
mente appoggiati da S. A. R. il serenis- go coperto dello con tal dialetto Cavana,
simo arciduca Ferdinando Massimiliano, colla sola condizione di riconoscere il mo-

governatore generale, ordinò che sia sca- nastero di s. Giorgio INLiggiore padrone
vato il canale della Giudecca. I lavori sa- del luogo coll'annuo censo d'una libbra
ranno subito incominciati e dovranno d'olio. Non si ha notizia che in questo si-
esser compiti entro l'anno 1860". Per to denominalo allora la Cavana vi fosse
c|Uesta provvida disposizione potranno i cominciata fabbrica alcuna, e solo si co-
bastimenti transilare più agevolmente nosce che nel 1289 si ritirò nell'isola Ge-
pel canale, ed eziandio appiedare alla jiarUo eieruila camaldolese per ivi fonda-
476 V EN YEN
je un eremo del suo istituto; ma lesislen- s. Miiria delle Grazie. Essendo slata nel
<l<)vi l'iibbate e la comiinilà tli s. Giorgio i4ii la congregazione a[)provala anco
JVlaggioje, convenne al buon eremita ab- da Eugenio IV, cominciò il fondatore ad
Landuuat' l'ideala impresa. S'introdusse esser venerato col cullo di bealo. Passalo
poi a coltivar l'isola solitaria certo fr. poi qualche tempo, gli eremiti girolamini
l5enedetto ferrarese, ma ammogliato e di Fiesole implorarono che nella loro
padre di figli , co'quali l'abitò sino al chiesa fosse da quella dell'isola trasportata
iSay in cui morì. Non avendone avuto alcuna porzione insigne del suo corpo. Fu
permesso da alcuno, quando la vedova loro concessa la testa e un osso de! brac-
Margherita voleva continuare nel posses- cio; ed estinta poi nel 1668 la congrega-
so del luogo, giudici delti del Proprio
i zione da Clemente IX, le reliquie del b.
con sentenza la costrinsero a sloggiar Carlo passarono alla confraternita di Fi-
dall'isola. Chi poi l'abitò non si cono- renze, detta la buca di s. Girolamo, dal
Da una lettera d' Eugenio IV del
sce. servo di Dio istituita nel i4'0. Quivi

1439 e diretta al vescovo di Castello s. dunque nell'isola servivano con tran({ud-


Lorenzo Giustiniani si ricava, che in quel litù a Dio gli ottimi girolamini, e bra-

tempo presso la chiesa di s. Maria della mando l'abbate di s. Giorgio Maggiore


Cavana, delle Grazie comunementechia- che vi continuassero con approvazione
niala, e dipendente dal monastero di s. della s. Sede, l'invocò e ottenne nel sud-
Gioigio Maggiore, abitassero alcuni po- detto 1439 da Eugenio IV, coli' annuo
veri eremiti. L' ultimo di questi , Gu- censo al monastero di s. Giorgio d' una
glielmo , viene con lode memorato qual libbra d'incenso. Così i girolamini di Fie-
fondatore della chiesa e monastero delle sole restarono investiti dell' isola , della
Grazie nel decreto di detto vescovo com* chiesa e convento. Mentre gli esemplari
tuissario delegato d' Eugenio IV ,
giac- ereajiti ivi promuovevano il culto divi-
ché per di lui opera era slata insie- no, volle Dio consolar la loro pietà coti
me culle fabbriche annesse rinnovala la singoiar favore. Giunta a Venezia una
chiesa sotto il titolo di s. Maria delle nave proveniente da Costantinopoli, con
Grazie. ]\è fu conlento il pio eremila una divota immagine di M u la Vergine,
d'avei' sotto gii auspicii della Madre di supposta dipinta da s. Luca e tolta di là
Dio rinnovata la chiesa , ma perchè in furtivamente; fermatosi il vascello nel
essa r uilìziatura divina con maggior di- canale Orfano pe'soliti riguardi sanitari,
vozione vi fosse esercitata , chiamò a se videro i marinari per più notti in mezzo
compagni nella vita solitaria alcuni de- all'isola, allora denominata anche ^. Ma-
gli eremiti della congregazione de'Gùo- ria della Cavana, uno splendore straor-
lamiiii di Fiesole^ fondata di recente dal dinario che vibrava con retta linea lumi-
b. Carlo de' conti Guidi di Monte Gra- nosi raggi versola loro nave; onde ammi-
nello. Quello stesso si portò a Venezia rati dì tal prodigio esposero la ss. Imma-
per consolidare la nuova casa e visitare i gine vicino all'albero maggiore della na-
suoi figli, come per trovar nella cillà op- ve, umilmente pregandola di dare <|ual-
portuno incontro di nave per passare alla che indizio del lume miracoloso. Allora
visita di Terra Santa; ma avendolo Dio con istupore viderola tavola della ss. Im-

ijesijnalo ad un più pronto viaggio pel magine riverberala dal prodigioso splen-
Cielo, dispose che poco dopo il suo arri- dore, ed il vascello tutto circondalo di lu-
vo rendesse l'anima a lui a'5 settembre ce, e poi seppero che il lume apparso sul-
1 4 I
7, e il bealo suo corpo dopo solenni e- la chiesa avea forma di cometa pen-
la

sequie, celebrale con mirabde concorso dente; compresero perciò tosto, esser di-
di popolo, fu solleTrutu uella chiesa di viua disposiziuue che la ss. Immagine fos-
V lì i\ V E N .Ì77
$0 collocala nella chie<a dell'isola dedica- te IO vergini, con ficoltà del nunzio <li

ta nilu Madre di Dio. lìrano la maggior Venezia Trotti, in conseguenza del pon-
parte della gente iudjaicata sopra la na- tificio decreto di Clemente X. Nella festa
ve, miserabili schiavi fuggiti per divina di s. Giuseppe con solenne processione vi
misericordia dalie mani cle^ turchi ,
per si recò per badessa suor M.' Felice e por
cui domandaronoa'religiosi di poter fab- vicaria suor M.' Orsola, portando inal-
bricare nella loro chiesa una cappella a beralo il Crocefisso. Visitata prima la
onore Maria Vergine, perchè con de-
di chiesa di s. Maria delle Grazie, passaro-
coro ivi si venerasse la ss. Immagine. Ot- no poi nell'angusta chiesa erelta allora
tenuto il permesso e disposta la cappella, secondo la serafica povertà, ov'erano at-
a'i5 agosto vi fu collocata, e subito co- tese dalle suddette religiose vestite di
minciò a rendersi benefica a' suoi divoli ruvide lane e cinte di fune , ed ivi dal
con una prodigiosa quantità di miracoli. nunzio apostolico riceverono tutte la ss.

In tale occasione si vuole da alcuni mu- Eucaristia, con sembianze angeliche. Il

talo l'anlico nome di Maria della Ca-


.9. prelato consegnò loro il monastero e sta-
vana in quello di s. Maria delle Gra- bilì la clausura. Fatta in appresso la

zie, e dato alla chiesa e all'isola. Ma ri- professione religiosa e corn[)ilate austere
sulla da documenti che tale titolo già da costituzioni, le approvò i! patriarcaSagre-
molli anni lo portavano, quasi presagio do e il successore Badoaro. Ben presto vi

dell'avvenuto dopo. I girolamini eremiti fiori un singolare fervore di spirito e hi


restarono nell'isola per circa 138 anni, pili mirabile osservanza, animata dall'e-

linchè Clemente IX, per essersi la congre- sempio e dall'istruzione della veneranda
gazione diminuita e introdotti in essa va- fondatrice, la quale dopoi anni di loda- i

ri abusi, la soppresse a'6 dicembre 1668, lissimo governo, consumata dall' austeri-
assegnando i suoi beni alla repubblica tà, morì santamente nel 682. Nella sop- 1

veneta in sussidio e sostenimento del re- pressione del 18 IO quest'esemplari reli-


gno di Candia assalito da'turchi. In que- giose doverono abbandonare il loro di-
sto tempo viveva tra le cappuccine di s. letto clauslro , recando seco la prodi-
INIaria Madre del Redentore deltedi S.Gi- giosa immagine di Muia, e collocan-
rolamo, di cui ragionai nel n. 66 del § X, dola poi nella chiesa di s. Maria Ma-
una virtuosa e privilegiata da Dio con dre del Pietlentore, ove tuttavia si vene-

alibnntlanza di graziala badessa suor Ma- ra. monastero e le chiese non più esi-
Il

ria Felice Spinelli veneziana, che, come il stono. Quella maggioie conteneva me-
Corner racconta in modo edificante, ec- morie di molti uomini illustri, fra' qua-
citata da Dio all'erezione d'un nuovo mo- li del cardinal Luigi l*isani, d' Annibale
nastero in cui la regola francescana si os- da Capua legato apostolico, de' due car-
servasse con tutto il rigore, apri il suo <liuali Pietro e Agostino Valerio o Va-
cuore al patriarca Morosini, eda diversi lter, co'Ioro busti scolpiti »u marmo dal
nobili divoli del suo chiostro. A questi cav. Bernino. Vi si vedevano anche ec-
essendo nota la sua eminente santità, po- cellenti pitture del Palma e del Tinto-
sero ogni studio per consolarla , onde I etto. Ora quesl' isola non è abitata che
raccolte copiose limosine, accjuistarono in da poche persone, le quali attendono al-
no(ue delle cappuccine di s. Maria Madre la coltivazione dell'ortaglie a cui essa fu
del Redentore a' 6 febbraio 1669, pel ridotta, dopoché nel 181 i si demolirono
prezzo d'i i.ooo scudi, vacuo luogo di il i sagri edilizi. Segue poco distante l'iso-
s. Maria delle Grazie. Ridotto il conven- la di:
to de'girolamini a monastero di cappuc- 4. S. Clemente, volgarmente di Rtia,
cine, nel marzo 1671 vi furono inlrudot- giade' Canonici Regolari. Quest'isola ù
-

478 V E N V EN
situata nella Lnguna di Venezia in quella VI fu dichiaralopriore Franchino da Bt
narte così delta Canal Orfano, ed è la logna, canonico professo dello stesso m<
3." che trovasi nioveiido dalla piazza di nastero, indi confermato da Innocenj
s. Marco verso il poito di Malamocco. Ad VI. Seguirono i Papi a nominare i prio-
alloggio di (jue'fedeli, che nel secolo XII ri, dall'unegolare governo de'quali risen-
conh'equenza intraprendevano pellegi'i- i tì il monastero così gravi discapili, che di-
iiaggi a'sanli Luoghi della Palestina, ed minuitosi a poco a poco il numero de'ca-
anche ad alcuni de' crocesignati, Pie- iionici, nel luogo non vi rimase che il

tro Gatileso pio e ricco mercante, inqiie- priore. A. togliere tal grave disordine e
sl'elevata palude eresse circa il i i 3 1, se- per la rinnovazione del culto divino nella
condo alcuni, o meglio nel i i4i come chiesa^ Eugenio IV nel r432 unì il mo-
scrisse Dandolo, un capace ospedale per nastero di Clemente, per l'incuria e
s.

benefico ricovero e albergo, sotto l'invo- negligenza de'suoi prelati reso estrema
cazione di s. Clemente I Papa e martire, menle pregiudicato, all'altro sunnomina-
e tosto fu arricchito del venerabile cor- to di s. Maria della Carità di Venezia il ;

po di s. Aniano discepolo e successore cui priore Paolo Malici veronese ne pre-


di s. Marco ne! patriarcato d'Alessandria, se possesso, e vi costituì i." priore Anto-
dipoi nel i432 trasportato in s. Maria nio di Lussiano canonico regolare. Restò
della Carila, come dissi al n. i i del § X. per oltre due secoli il monastero di s.
Il fondatore soggettò l'ospedale al pa- Clemente in dominio de'canonici della
triarcato di Grado, e quantunque il ve- Carità, abbandonalo però e privo d' a-
scovo di Castello Polani lo vantasse di bi la tori per la scarsezza di sue rendite.
sua giurisdizione, perchè edificato nella Intanto avendo il veneziano b, l'aolo
sua diocesi, dopo qualche litigio gli con- Giustiniani monaco camaldolese fonda-
venne nel 11 56 rinunziare alle sue pre- ta nel primiero rigore della regola di

tese, confessandolo d'immediata dipen- s. Benedetto e della riforma di s. Ro-


denza dal patriarca gradese Dandolo. mualdo, la congregazione de' Camal-
O chiamati alla direzione dell'ospedale dolesi Eremiti, con generale applauso, il

sino dal principio, o introdotti in seguito manistrato


o veneto delle Rason veccliie
qualche tempo dopo, abitavano nel mo- gli olFrìnel i523 la chiesa di s. Vilale di
nastero Canonici reg^oZ^^r/, forse essendo Poveglia, isola della diocesi di Chioggia,
slato loro consegnato perchè abbandona- perchè vi venisse ad abitare co' suoi ere-
to al terminar dellecrociate e de'passag- miti. Non ebbe luogo l'offerta, essendo
gi in oriente. I priori nell' elezione erano il b. Giustiniani occupato d' ordine di
confermali da'patriarchi di Grado, e ad Clemente VII nella fondazione dell'eie-
ogni nuovo patriarca era tenuto il prio- mo di Monte Sorattej e non molto dopo
rato di Clemente consegnare in pre-
s. fu chiamato da Dio agli eterni riposi. Frat-
stito un nuovo; contribuzione che
letto tanto nella chiesa del desolato monaste-
«eli 337 fu dal patriarca Dotto ristretta ro di s. Clemente, con permesso de'cano-
in 4 ducati d'oro e confermata da'succes- nici della Carità, avea Francesco Lazza-
Avendo Clemente VI, a'i5 febbraio
sori. roni pievano di s. Angelo di Venezia in-

i344 «"Servata a suo arbitrio per 3 anni trodolta l'Immagine e la divozione di s.

la collazione di tutti i benefizi che vacas- Maria di Loreto, con fabbricare decoro-
sero nel patriarcato gradese, ed anche in samente nella chiesa una divota s. Casa
seguilo per replicali bienni prorogala ta- similissima nella forma a quella che vene-
le riserva, essendo morto nel i35i Cam- rasi nel celebre santuario di Loreto e ivi

bio priore del monastero di s. Clemente, portata dagli Angeli. Mentre si avanzava
in di lui luogo per elezione di Clemente il sagro edilìzio, giunse a Venezia Andrea
VE N VE N 479
Mocenìgo piissimu eremita camaldolese, mente (an.i 858) rislaurando. Dell'anti-
coiririteniliuieiilocii pianturnella suapa* chissimo edifìcio del Galileso nulla più
(ria un luogo di solitudine pe'^uoi eremi- rimane, fuorché ima finestra d'architet-
ti. Il deUu pievano uveiido un fratello tura settentrionale nella muraglia del-
eremita concorse perchè gli fosse ceduto l'orlo ; di quello de'canonici regolari po-
quello di Clemente, contento di conse-
s. co, se si eccettui il nobilissimo ten»pio
gnar loro la s. Casa e l'Immagine, perchè dulie loro cure fondato, indi accresciuto
meglio fosse venerata. Acquistatasi dal e abbellito dagli eremiti. E di questi so-
Mocenigo l'isola dis. Clemente, per ven- no ancora quasi tulle le casette o celle

dila fattagli da'canonici della Carità nel ilove traevano solinga e silenziosa la vi-

1641, pievio il debito permesso del se- ta, schiudendo il labbro solo per benedir
nato ne prese possesso. Il libro, Sialo l'Eterno o memorare la morte. Il silenzio
personale del Clero, dice che gli eremiti chequi regnavaera volontario, di uomini
l'ottennero dopo il DaB, ma le date chei che vestili di bianchi mantelli e colla
io riporto le ricavo dal Corner. Fu subi- barba intonsa, in Dio cercavano rifugio
to fabbricato l'eremo di 12 celle, per or- contro a' tanti mali che accompagnano
dine del procuratore Renier Zeno, il di la vita in questa valle di lagrime, nostro

cui fralelloTito, eseinplarissimo eremita soggiorno temporaneo d'incerta durata.


catnaldolese, dopo aver costantemente vSingolar contrasto fa coli' eremo quella
ricusate le dignità di sua congregazione, fabbrica a guisa di piramide che sorge in
tollerò d'essere istituito i." priore del- un lato dell'isola, ed è una conserva di pol-
l'eremo veneto, e poi morì santamente vere per l'armi da fuoco, il eh. conte Ago-

a* 5 giugno 164^- ^'^ del seguente set- slino Sagredo, nella descrizione dell'iso-
tembre, terminala la fabbrica della s. la di s. Clemente, con disegno pubblica-
Casa, vi fu trasportato il simulacro della to ne Siti p'ntoreschi, osserva che su mol-
D. Vergine di Loreto, con pompa eccle- te isolelle della Laguna avviene che si
siastica e accompagno del patriarca Mo- vedano simili conserve di polvere. La
rosini. Dipoi per opera de' camaldolesi provvidenza del veneto senato, dopoché
eremili, dilatata a comodo de'fedeli la terribili incendi distrussero l'isola di s.

chiesa, ed eretta dal senatore Bernardo Angelo della Polvere, di cui nel n. 27, e il

Morosini l'eslerior facciata di marmo, il castello di Crescia, i due principali de-


patriarca Foscari la cousagrò a'i5 mag- positi di polvere nello slato, anziché ia
gio lySo, assegnando per anniversario due soli, ordinò che in molti e separali
della dedicazione il 22 ottobre. Negli recinti venisse collocata, per evitare nuo-
altari vi furono riposti i corpi de'ss. Gia- vo pericolo di cos'i forti danni. Ed innal-
cinto e Ilario martiri tratti dalle roma- zava la maggior parte degli adatti edifi-
ne catacombe. Nell'eremo fiorirono re- zi presso a'ceuobi della Laguna, quali
ligiosi di santa vita,fra'quah il p. Prosdo- luoghi più appartali e sicuri. La chiesa
cimo da Murano e il p. Andrea da Tre- di s. Clemente è magnifica ed elegante;
1810, epoca
viso, e vi restarono sino al ma troppo carica d'ornamenti e di mar-
della generale soppressione. Nel 1818 mi, segna il decadimento dell'arte. Uen-
l'isola e l'eiemo si destinò a ritiro de'sa- che si voglia che la facciata fosse mura-
cerdoti e altri ecclesiastici meritevoli di ta a spese del Morosini ricordalo, nel se-
correzione e appartenenti alle provincìe colo X. VII, di questo nulla vi trasparisce.
venete. Però venne tem-
tale istituzione Anzi per quella schiettezza e per essere
porariauiente soppressa nel i855, do- l'unica edificata in 3 ordini da semplici

h vendo
femminile,
quest' isola servire per
al quale «co^io si
manicomio
sta altuul-
comici divisi e scompartiti

Ura opera de'vuleuli Lombardi. Giova


da ante,seca-
48o V E N V E N
cietlereclie il Morosini la riedificasse >ul- uscivano sulle navi di s. Mirco, il debM
modello e vi uggiungesse alcuni
l'aiilico lo loro, e come a nulla vaglia la vita se
ornamenti che non bene si uniscono col- sagra non sia alla patria. Appresso a que-
lo stile dell'architeltura, e le statue del- sta sorge l'altra di:
la B. Vergine, de'ss, Benedetto e Romual- 5. SantoSinrìto.So\'afiUK\^.'' Ai miglio
do, e i busti e onore del pa-
le lapidi in dopo quella Clemente, ha yoo passi
di s.

die suo Francesco che morì a Corfù nel di suo giro, bella e per opere d'arte già
l6i8,e del fratello Tommaso morto nel preziosissima, descritta dal eh. Giovanni
1647 combattendo nella guerra di Can- Veludo, colla vei\[ìiii,ne' Siti pittoreschi.
dia, con ìscullure celebranti le gesta na- Con esso e col Corner procederò in par-
vali del I ,° e quelle del 1° Asserzione che larne. Circa il ii4o eravi l'ospedale, la
viene convalidata dal vedersi in un di- chiesa e monastero posseduto da'cano-
il

pinto esistente nell'interno della chiesa, nici s. Agostino. Pel grande


regolari di
esprimente una gran processione, certa- scisma d'occidente, ne risentì anche que-
mente anteriore al restauro del Morosi- sto chiostro i perniciosi elFetli, allonta-
ni, la facciata della chiesa nello stato pre- nandone e disperdendone i tranquilli a-
sente, senza gli ornamenti in discorso e bitatori; onde l'isola nel i 38o fu unita al-
senza le statue. Kell'interno il tempio è la badia di s. Michele di Brondolo in
ornato di molte sculture e di magnifi- Chioggia, e affidata al solo priore, sotto

ci altari di marmo, de'quali mediocri so- il suo trascurato governo a poco a poco
no le pitture della scuola del Bassano, del periva manifestamente. Laonde il senato
radoaninoedelLazzarini.Nel mezzo sorge mai soffrendo che d'un luogo, per molti
Toj-natissima cappella isolata, tutta este- rispelli venerabile, sene vedessero le ro-
riormente coperta di finissimi e preziosi vine, a'24 iiiarzoi4o9 lo concesse a'mo-
inarmi africani e di sculture; ed interna- naci cistcrciensi del monastero della ss.
mente foggiata sul modello del santua- Trinità di Brondolo, quasi distrutto da'
rio di Loreto. Dietro ad essa vi è il gran genovesi nelia guerra di Chioggia, alla cui
getto di bronzo, stupendo bassorilievo, diocesi apparteneva, acciò per le zelanti
colla Nascita di N. S. e l'Adorazione de' loro cure si conservasse e vi rifiorisse il

Pastori, opera del bolognese G. M. Mas- culto divino del tutto intermesso. Indi
Ss e delpadovano G. F. Alberghetti, scol- a'q giugno lutto confercnò Gregorio X IT,
pita da F. M. L. due mausolei marmo-
I unendo in perpetuo i due monasteri. Di-
rei di Girolamo Gradenigo patriarca poi preparandosi la repubblica veneta ad
d'Aquileia, e di Pietro e Giorgio Moro- insegnare con isplendido esempio alle
sini, a' lati del coro, sono del Le Curt. nazioni d'Europa debba dal- il come si

Dice il Sagredo: Quegli che a quest'iso- la Pestilenza preservare l'umanità, me-

letfa approda, pitiche a mirare il lem- diante un' isola delle più remote per ri-
pio, il cenobio e il fiorente e ubertoso covero degli appestati, stabilì nel 14^3
giardino di vigneti, di lauri e d'ulivi ri- che il monastero di s. Maria di Naza-
pieno, ad una tomba si arresta ed onora reth situato neir isola omonima, come il

la gloriosa memoria dell'eroe Tommaso più opportuno per la sua lontananza


Morosini che qui giace, capitano o am- dall'abitato, disposto fosse per raccoglie-
miraglio delle venete navi, erettagli dal re e curare i colpiti dal contagio, onde
fratello Bernardo suo successore nel gra- questo non si dilfondesse. Abitavano al-
do, vicino al comune padre, anch' egli lora in quel solitario luogo, come dovrò ri-
nobilissimo e valoroso guerriero. Il qual peleie ragionandone nel n. 7,fr. Gabrie-
monumento solennemente ricordava <V le G.uofali spoleliuo, insigne per pietà e
paviganli e a' gnerrieii,che da Venezia priore dcH'oidine eremitano di s. Agar
VEN VEN ^^t

slino, ed i nolilli j^iovani vendi Andrea confermando ogni cosa Eugenio IV nel
]5ondoniieio, Michele Morosini, l-'ilippo i43i, colla dichiarazione iillres"i, che la
r.unta e Francesco Conlarini , che al- congregazione potesse ne! monaslero di
lettali dalla quiete del vivere solitario e s. Spirito, da cui prendeva il nome, sup-

dalla riputazione di sue virtù, eransi co- plire a quanto era tenuta d'operare nel-
l.ì ridotti e scelto a maestro spirituale, ve- l'antico monastero della ss. Trinità di
Dovendo
stendo pure l'abito agostiniano. Brondolo. Avendo Andrea Boiiilomiero
dunque questi per l'importanti prowi- rinunziato la dignità di priore, meritò
denze sanitarie abbandonare il loro do- d'essere rieletto. Il Garofali divenne ve-
micilio, e formare una comunità regola- scovo di Nocera, e il Paruta arcivescovo
re dall'altra distinta, ottennero a loro ri- di Candia. Quantunque Dondomierofos-
covero l'antica abbazia di s, Daniele in se riconosciuto come padre e i." fondato-

Monte, Padova, ove il vescovo


diocesi di re della congregazione, e col suo esempio
Pietro Marcello, deputato a ciòda Mar- ed istruzioni l'avesse falla fiorire, con ia-
lino V, nel dì dell'Assunta vestì giovani i cremento pure di canonici, non mancaro-
d'un nuovo abito religioso e ne ricevè la no uomini perversi in tentare di far pe-
professione religiosa, dopo aver soppres- rire ne' suoi priucipii 1' esemplarissiino
$0 l'abbazia e costituita in priorato. IVel istituto. Ne prese le difese il pio senatore

14^4 il Papa pei' fàie risplendere alla Francesco Barbaro, neli4'ì3 in vocando

pietà de' veneziani l'esemplare vita de* l'aulorità del cardinal Condulmiero ni-
nuovi religiosi, assegnò alla loro congre- potè d'Eugenio i V, onde la visita ch'era
gazione monastero cisterciense della
il stata commessa al vescovo di Curzola,
ss. Trinità di Brondolo colle case religio- fu demandala al patriarca s. Lorenzo
se dipendenti, fra le quali reputavansi le Oiusliniani, e così fu salva da eccidio la
principali s. Spirito nell'isola omonima e congregazione. Nel 460 la virili del Boii-
1

i s. Benedetto parrocchia in Venezia, co- domiero fu premiata col patrio patriar*


ine già toccai a suo luogo. L'abbate di calo, e dopo la sua morte la congregazio-
Brondolo die il suo assenso, ed a secon- ne ottenne la chiesa parrocchiale di s.

da del disposto nella pontificia bolla il Michele di Padova col comodo mona-
monasterodi Brondolo divennecapo del- stero. Intanto perchè gli edifizi dell'iso-

la congregazione de'canouici regolari co- la, per la moltiludine degli anni,andava-


niunemente poi detti di s. Spirito, e luo- no in molle parli diroccando, si accorse*»
goprincipale dell'unione, come pur si ha riediQcareda'fondamenti la chiesa. L e-
jtlagli statuti pubblicali nel i6o3 colle seguì con magnifica slrutlura il Sansovi-
;
slampe del monastero di s. Spirilo. Ad no, chiudendola con ricchi cancelli di ier-
i onta di tale riconoscimento, per essere il rò, e ne adornò il pavimento con finissi-
i
monastero di Brondolo quasi tutto rovi- n>i marmi. Bonifacio vi dipinse la pala
nato nuovi religiosi si rilirarono nel
, i esprimente la B. Vergine; il vecchio Pai-
monastero di s. Spirito di Venezia in iso- ma le figure di Sansone e di Giuda sui
la, ove a' 5 dicembre d'ordine ponlifi-
I portelli dell' organo. Tiziano nel vigor
I-io doveano deporre lo scapolare largo e degli anni e dell'ingegno vi conduceva il

bianco, e vestire l'abiloeoappa di color soliiito in 3 parli diviso, nell'una dello


gì ave col rocchetto di lino, com'era l'uso quali Abramo sagrificante ; nell altra
de' canonici regolari, sotto il governo Caino che uccide il fratello; David nella

I
d'un priore. La vestizione però ritardò 3." in allo d'abbattere il giganle Golia;
sino a'i 3 gennaio i43o, l'Ifetluandola il non senza lacere la pala colla discesa
vescovo di TraLi Tommasini, con riniio- dello Spirilo Santo e altre pitture il'at-

J \aie i canonici la solenne profeasioue; tiludiui vivissime e panni e colorili mi-


48-. V E N V E N
labili 11 lisgiiiiicliire. Vedevasi sopra un lì che conteneva la regione temendo ,

pilu la statua di iVIosè delia ^raudczzu di con ragione che la fanatica crudeltà ol-
lueglio elle un piede, scolpita da Giainrna- lomana potesse in seguito iiiferocire con-
ria padovano. Nicolò dell'Arcaschiavone tro di essi, e dare alle fiamme il chiostro,
vi lavorò il Presepio di terra colla , di gli utensili sagri e le ss. Reliquie, ricorse-
mezzo rilievo, a colori; e col Cenacolo ro alia pietà veneta perchè loro conce-
degli Apostoli impreziosiva Giuseppe Sai- desse un ricovero. Il senato gli ai^oordò
viali il sodino del refetlorio. Cos'i l'isola l'isola di s. Spirito, a condizione che do-
di s. Spirilo, già luogo di divoto racco- vesse servire di semplice ospizio nel qua-
gliaiento, era allora divenuta la scuola, le abitassero non più di i5 frali, nume-
tlove r arte e r ingegno valorosamente ro che in progresso per tacita tolleraiizn
gareggiavano. Sembra però che molto di mollo si accrebbe. Fuggirono i frali
len)|)o ci volesse per compiere il tempio, dalla misera Candia nel 1672, recando
poiché i due altari della ss. Croce e della seco loro alcune ss. Pieliquie e altri doni
15.Vergine furono consagrali nel 5o5 da i convento dal correligioso candio-
falli al

Bernardo Venier vescovo di Chioggia; poi lo Alessandro V, fra' quali una bellissi-
Marco Modici, pure vescovo di Chioggia, ma e prodigiosa immagine della 13. Ver-
consagrò gli altri 4 altari nel 58 i. Nel t gine, a cui ricorre vaiKi ne'loro maggiori
mezzo della chiesa canonici fabbricaro- i bisogni i Candia e uè restava-
cittadini di
no la se[)ollura al patriarca ijondouiiero, no esauditi. Le
reliquie che
principali
uell' anno slesso delia di lui morte, scol- possedeva questa chiesa erano un' insi- ,

pendovi il titolo di fondatore del monaste- gne porzione della ss. Croce, un osso di s,
ro. Dice il Novaes nella Storiad'Altssaii' Simone Apostolo, il cranio di s. StefaiK
tiro nf,cìui canonici regolari di s. Spi-i non però il protomartire, 4 '<i^^(^ *^6'l

rito, avendo tralignato dal primitivo lo- Compagne nel martirio di s. Orsola,
ro istituto, non essendovi speranza di cor- un osso di ». Stefano I Papa e martire.!
rezione, il Papa colla bulla Cuiii.sit coni- minori osservanti rimasero nell'antico
perltim, de'28 aprile i 656, Bull. Roni., monastero, finché a mano a mano sce-
l. 6, par. 4> p-ioi, li soppresse e ne ap- maiido, si ritirarono in quello di s. Giub-
plicò beni alla repubblica in sussidio
i be, non rimanendo in s. Spirito che un
della guerra di Caudia. Esistendo la con- solo custode per celebrarvi la messa. Nel
gregazione nel solo stato veneto, vi pos- 1806 abolite le corporazioni ecclesiasti-
sedeva sopra 400,000 scudi di beni. Al- che, eguale destino toccò a'minori osser-
lora il senato ordinò, che tutte le pillu- vanti; e r isola, co' suoi edilizi, fu conse-
re, i sagri arredi e gli altri preziosi orna- gnata alle truppe di marina, e convertiti
menti si trasportassero nel tempio di s. alla conservazione della polvere per l'ar-

Maria della Salute, massime i classici di- mi da fuoco, cui servono pur tuttavia. Gli
pinli del Ti.'.iano , di Tinlorello e del avanzi del monastero, della chiesa, ed al-

Salviali, in numero di oltre 24 pezzi. E tro edilizio già ad uso di ortolani, sono
l'isola per tal modo abbandonata e spo- coronali da ampio giardino,oggid'i abban-
gliala, fu consegnata nel 1657 alla cu- donato, un canto
in del quale sorge pic-
slodia di Candido Benzi già canonico re- cola torricella, ove sta serbata la polve-
golare del monastero, che la tenne per re. Una lapide ricorda Filippo Parola; e
aU|uanti anni, nel corso de'quali era el- il procuratore Tron e Antonio Valier
la destinala ad accogliere i lorcsliei t. Po- hanno pace in sontuosi sepolcri, il resto
iicia i turchi essendosi impadroniti di Can- dell'isola è occupala da ortaglie.» Isola

dia, i frati minori osservanti il' uno ile' piena in vero di melanconiche rimem-
SUOI conventi, miserabile avanzo de'mol- brauze^e avente, quasi direi, la seaibiuuza
YEN YEN 483
cl'iin.i povera madre che piange i peiilu- ti agostiniani, i qiiali nel i
^49 vi f.ibbii-

figli !
" Segue r altra di : caronu una chiesa dedicala a s. Maria «li

6. Povcglia. Isolelta della Lagiina,co- N.izarelh, cumiticiandula nel m.iggio di


mune di McTlamocco. Anticamente appel- tale anno, riferendo il Corner che vi pose
lavasi Popilia, o per averla abitata uno la i
.'
pietra il vescovo Pino di Castello.

di tal famiglia, o per le sue molle pian- Yuolsi che alla chiesa sia stalo dato il del-
le di pioppi. Certamente fu una delle lo titolo, forse perchè i frali accoglieva-
prime abitate da' piofughi di Padova e no ed assistevano i pellegrini infermi , i

Monselice circa 4^ '> e vi restarono si-


il quali in quell'epoca, come ripelutanien-

HO all' 809, quando per 1' invasione del le ho notato, partendo per Terra Santa

re d'Italia Pipino ripararono a ilialto. odi là ritornaiulo, concorrevano a Ve-


i Restata deserta l'isola, l'ebbero i servi e nezia, come a silo opporlunissimo per la
gli schiavi del trucidato doge Pietro Tra- copia delle navi e per la sicurezza. In se-
I donico, con annuo censo, poi permutato guito diminuirono, per gravi di-
i frati

in semplice giuramento di fedellà nella sordini, onde il convento restato vuoto e

i 2.' festa di Pasqua. Nella guerra di Chiog- abbandonato, neli423 non vi era che il

già si fabbricò il forte Oltagooo ancora priore fr. Gabriele Garofoli da Spoleto,
esistente. IMa dopo quel tempo il depe- uomo di singoiar virili, dalla cui ripu-
. limento onde
dell' ìsola fu progressivo, lazioiie tratti 4 giovani rag^uanlevoli per
nel 1777 fu destinala alla contumacia la nobiltà e per la loro pietà, si recarono
I delle navi provenienti dal Levante. Sup- nell'isola e si posero sollo la di lui dire-
pressa ne! 1809 la sua chiesa, vi fu isti- zione. Furono questi i già descritti nel
I tulio un Lazzaretto, acciocché le navi precedente n. 5, cioè Andrea lìoiidu-
I coiiipiano la contumacia sanitaria. Più miero, Michele Morosioi, Filippo Pa-
, a levante s' incontrano le due segueuti rula e Francesco Contarini, 1 quali noti
I isole. coutenti d' aver già assumo 1' abito ec->
rj. Lazzaretto Fecchio,^\l\ dalla s.3Ia- clesiaslico amarono qui ritirarsi aspiran-
ì ria in Nazareth, per quanto riportai nel do a maggiore perfezione. Mentre a ciò
. ^X.n.Gg.Pocodislantedas.LazzarOjgia- con fervore alleudevano, Venezia nel
ce in uno de'maggiori canali che dal porto 1422 (meglio pili tardi e nel dogado di
'
di S.Nicolòconduce a quello di Malamoc- Fuscari) fu attaccata da una feroce pesti-
l co. A
mezzogiorno deda città, e lontana lenza ,
per cui ogni giorno periva gran
i da essa circa due miglia, e non più che quantità di citladini. Considerando la si-

I
«n trarre di pietra dal Lido. A levante gnoiia che nel secolo XI 11 la città era sta-

I
lia vicina la della isola di s. Lazzaro, a la più di 6 volte orrendaineule conlami-
1

ponente quella di Poveglia ,


che le sa- naia e deserta dalla peste, comunicata
I

[
lebbe discosta un miglio e mezzo, se la dalle merci provenienti su navigli dall' o-
j
tortuosità del canale non duplicasse la rieote, con saggio consiglio, a suggeri-
r \ia. La figura sua è un quadrilungo di mento di s. Bernardino da Siena , volle
! circa 200 passi ne' maggiori lati e 100 stabilire nell'isola di s. Maria di Naza-
I iie'minuri. Un ponte la congiunge ad al- leth un luogo per accogliervi le perso-
tra più piccola isolelta seminata d'ortag- ne e le merci che venivano da paesi ma-
,
gi, nella quale sorge una conserva di poi- iitliini, onde colà restassero lincile tosse-

i
"vere rivestila di pietre di taglio, con pres- io giudicale non iofelte di contagio; non
[ so un alloggio pe'soldali posti a custodia, meno che gli appestali per esservi cura-
l Sotto il ponle scorre un canale da cui .si li. Fu trovala opportuna quest'isola, pel

scende nell'isola. Dal senato veneto fu u- suo ampio circuito, situazione reu^ola e ,

\
riginariameute concessa ad alcuni eremi- insieme non motto loutauu du Venezia.
49-1
L<ioik]6 il
V E
senato con tlecrefo
x\

1' assegnò
(

dal luogo come


V E N
si Ita documeJilì, onde
I il

per os[)e(lale a'sospelli (li conlagio , o in- priore e dipendenti suoi portarono sul
i

fermi di peste (leggo nell' Hisloria del petto un segno bianco in forma <li stella.
Morosini ,
parlando deirisliliizione del Tutti questi ordinamenti furono conferii
Lazzaretto, per esser la città di nuovo mati da Eugenio IV con diploma del i.||
havagliala dalla peste , colla perdita di giugno 1436, ripristinando nella chiesa la
più die 5,000 persone, fu stimato gio-
I festa delia ss. Annunziata, come in anti-
vevole pej- estinguerla di portar gl'infer- co. Non pertanto il precedente titolo pre-
mi in luogo se[)arato da Venezia, e per- valse, per cui r isola è chiamata Nazare-
ciò fu scelta 1' isola di s. Maria di Naza- tiim, ne'deci*eti del i4i8 e del 1456 (an-
reth, goduta allora da' cauonici regolari che del 1478, e lo leggo nel Mutinellijdi
della Carità, a'quali invece fu data l'isola cendo il decreto del maggior consigli :i
dis. Clemente. Non ho voluto tacerlo, ma che il magistrato del S<il, il quale avea la
mi sembra abbaglio, come può vedersi cura del Nuzareto, procurasse in Imani,
nel precedente numero 4 ti' f|ueslo §). isola poi sommersa, o altro luogo slra-
(guatilo al priore fr. Gabriele, ed a'suoi 4 man, che poveri i sieno collocati e man-
nobili novizi, che non aveano per anco prò» tenuti). Non solo in questa descrizione
f'essato veruna regola, il senato gli accor- procedo col Corner e col Dizionario ve-
dò il moiiasterodi s.Daniele in ]Monte,diO' neto, ma ancora con quella egregiamen-
Cesidi Padova, ove avendo professata la te scritta dal eh. Andrea Mustoxidi,e fu la
regola de'canoiiici regolari di s, Agosli- I.' memoria da Ini composta dopo la sua

no,(lipoi passarono nella sunnominata iso- venuta in Italia, e riportata ne'ricordali


la di Santo Spirito, ed ivi vestitone 1' abi- Siti pittoreschi, olTrendone la veduta di
to, istituirono la congregazione di Santo segnata da Vincenzo Sgualdi e intaglia
Spirito di Venezia, come narrai nel detto ta da Rocco Annibale. Egli dice, che da
hiogo. Se non che il priore Gabriele, di- vocabolo Nazaretiiin, per corruzi one \

poi tornato fi a'suoi agostiniani, indi di- ilisse Lazzaretto; ma l'etimologia è tati

venne vescovo di Nocera. Sloggiata l'isola lo chiara e tanto storica, che imitile tor
dis. Maria di Nazareth da'5 suoi religiosi na il derivarla dal nome dell' ospeJaI
abitatori, la repubblica riserbandosene il Kl hazar presso la moschea de'flori am
padronato, vi formò un ospedale a cui as- mirata nel Cairo, come pretende Voluey,
segnò la chiesa, gli ediflzi, gli orti, le pos- ovvero da s. Lazzaro, secondo Mura-
sessioni, i proventi e i diritti del soppres- lori, ancorché sotto la protezione di lui
so convento, stabilendovi opportune re- si ponessero in Palestina e altrove gli
gole per la buona direzione del pio luogo. spedali, e (juelli specialmente de'lebbro-
Ivi ili due parti divisi si ammisero pove- i 81, forse perchè i buoni fedeli confusero
ri d' ambo i sessi travagliati dalla peste, il mendico della parabola pieno d' ulce-
e fu prescritto che l'ufficio del sale pagas- ri , col fratello delle ss. Marta e Maria
se ad essi vitto e medicine. Si destinarono Maddalena risuscitato dal Redentore,
4 serventi pegli uouiini, altrettanti per le l^ertanto non aderisce a tal opinione, seb-
donne, un cap[)ellano, e un priore per bene il caso la colorisce di certa verisi-
amministrare il temporale e lo spiritua- miglianza. Egli reputa, che il nome di

le, e coll'obbligo di visitare gl'infermi al- Lazzaretto derivi da un Jacopo de' Lan-
meno ogni giorno. Di più si fdbbricarono zeroti, perchè costui con pie, prudenti e
magazzini pel disinfetto delle merci. In- gratuite opere ben meritando dell' ospe-
vece della denominazione di Nazareth, dale, ne fu vita suadurante preposto al
in sostituita quella di s. Maria Stel- governo dal doge Poscari edalPapaLuge-
la del Ciclo, antico titolo già portalo niol V,pei I ."a priore nel 1
436,i quali assai
YEN YEN 48 >

il celebrano come persona idonea e uli- servare (meglio il Romanin riporta l'i-

le secondo il cuor loro. In ijuesto modo slituzione del i.° magistrato di Sanità al
'

si sovvenne allora a'poveri e agl'infermi i45q, bensì le sue leggi dalanodali48Ti).


'

sì per la guarigione, sì per ogni alUa ne- A questa medesima magistratura si coni-
cessiiù. iNècjui si limitarono le provvide nuse la direzione del Lazzaretto, e rego-
cautele,im perocché dubitandosi cheque!- le particolari, minute, piene di finissima

li chedalLazzarello usci vano come libera- previdenza furono poste pel ricovero de-
li o non tocchi dal malore, lo spargessero gl'infetti che si scoprivano nella città, e

poi in)provvisamente, s'interdisse loto nel de' viandanti o mercanti che d'altrove
i4'56 il conversare tosto cogli altri, e de- giungevano, tenendoli ivi separali colle
'
che in uno u due luoghi fuori di
cretossi merci loro lauto tempo quanto maggio-
I Venezia abitassero alquanto tempo. Al re o minore era il timore che ispiravano
'
qual fine si eresse all'opposilo dell'altra le terre dond'erano parlili, e per le qua-
parte della città presso il lido s. Erasmo, li erano passali. Guardiani , facchini e
Dell'isola erroneamente dal dotto Filiasi fanti e servi si stabilirono a tanto uopo,
chiamala s. Maria Stella del Ciclo, un e a tulli fu preposto un priore, incarico
[ nuovo Lazzaretto, e così ili.° si chiamò anche questo di non piccolo momento, e
Lazzaretto f ecchio, il 2." venne appel- quindi dotato di molli privilegi, e conce-
lato Lazzaretto Nuovo, nomi che prese- duto ad uomo della classe intertnedia de'
ro ciascuna delledue isole e tuttora riten- cittadini, e tale, che integro essendo, cir-
gono; ed osserva il Moschini, che sono ri- cospetto e diligente, con ogni studio vie-
niarcabili e da vedersi nella loro disposi- lasse che leggi poste a salvezza di mille
zione ad impedite ogni pericolo di dilfu- e mille vite, fossero infrante insidiosa-
sione di contagio. Anche il Corner parla mente per cupidigia od incuria. Adun-
:
delle due isole e loro Lazzaretti. All'isola que il vocabolo Lazzaretto, colla imi-
'
dì Nazareth o s. Maria Stella, fu aggiun- tazione di que' presidii passò alle altre
to il ùlvAo à\ Lazzaretto Vecchio, (\uaa- E queste pur
italiane e straniere genti.
do per maggior comodo della conluma- dovrebbero perenni grazie rendere alla
'
eia, onde assicurare la città da'pericoli di veneta provvidenza, che prima olFren-
, peste, per l'espurgo delle merci, e per ri- do all'Europa l'esempio di simili istituti

i
coverò e stazione delle milizie soggette al- di medica polizia, preservoUe, ed insegnò
le [ìrescriziuoi sanitarie, fabbricossi d'or- loro a preservarsi, dal più micidiale d(i'

dine pubblico remota isola, la


in altra morbi , come tnercè di lunghe ed aspre
<{uale era di ragione del monastero di s. guerre vietò ch'elleno non piegassero al
Giorgio Maggiore, nel 1467 01468 altro giogo degl'infedeli. Così il Mustoxiili. Par-
Lazzaretto, che per diiitinguersi da quel- lando io delle Pestilenze, dissi col Ma-
lo di più antica istituzione fu chiamato nini e loScalabrini, che Ferrara si van-
Lazzaretto Nuovo, nome che prese e ri- ta d'aver per la i
."
eretto nel i 1
77 un o-
tiene l'isola. Aggiunge il Z)/zio«a/v'o ve- spedale per gli appestati lebbrosi sotto
neto, e ciò perchè non mancasse mai al- r invocazione di s. Lazzaro in un borgo
bergo a chi veniva dal mare con sospetto suburbano, e perciò dato origine a' /^i'7S-
di muiatli.i contagiosa. Narra pure il Mu- zaretti. Il eh. Rambelli, Lettere intorno
sloxidi, siccome fin dali34B annnuava- invenzioni e scoperte italiane, leti. 3i,
si dal maggior consiglio 3 nobili col ti- Lazzaretti, narra coll'Howard, DexPnr-
tolo di Savii aò ogni comparsa di peste, tes et des Lazzarets d'Europe, ed altri

fu iinece neh 485 creata una magistra- uno al Vianoli, /v^or/rt Tenda,
scrittori in
tura perpetua, con grandissima autorità, che verso la metà del secolo XV in molte
per stabilire le leggi opportune e farle os- parti d'ltalia,come uGeuova, Venezia, N.i-
4.SG
poli ed in Sicilia
YEN
furono fabbricali lazza-
YEN
basliano e Rocco, nel quale incontro or-
I
retti aHlne di racchiudervi gli appella- dinò il senato clie uell' altare di s. Se-j
li e i sospelli in qualunque contagiosa in- bastiano pur collocata rimma-l
vi fosse

feruiilà. Alla fondazione di tali lazzaretti gine di s. bernardino da Siena, in grata


fu concordemente stabilito dagl' italiani memoria degli eccitamenti dati da esso
doversi dare alle fiamme le cose infette, per io stabilimento salutare del luogo,
doversi sciorinare e purificare le sospette, per provvedere alla miseria degl'infer-
doversi gelosamente ripulire e profuma- mi e alla salvezza degli altri. Siccome
re con sostanze aronialiche, doversi fi- quest'ultimo santo fu propagatore del cu
nalmente lungi dall' abitato de'sani sep- lo al ss. Nome di Gesù (/^.), se ne ve-
e-
pellire i morti. Ferrara fu lai, 'città che dono le sigle nella facciata esterna dell

177 nel borgo di


istituisse lazzaretti nel i chiesa e in diverse parti dell'isola. Il ca
Quacchio. Di più racconta che nel prin- Mutinelli negliAnnali Urbani, all'anni
cipio del secolo XV
il monastero addetto 1576, rende ragione quando e per quaI
alla chiesa di s. Matteo di Mizzana fu causa furonoistituiti il LazzaretloVecchio
fatto lazzaretto pegl' infetti della peste, ed ilLazzarettoNuovo.Dice che il i ."eretto
e nel i436, non bastando ne fu dato nel secolo precedente servì per quelli pro-
un altro detto di s. Lazzaro, ch'era a venienti dall'oriente, ove si portarono gli

levante di Ferrara, e finalmente il gran appestati di talanno e quelli pure nelle


Lazzaretto fu cominciato nel i486 dirim- cui case era morto alcuno di peste, do-
petto la villa di Cassana circondato dal- vendo farvi 22 giorni di contumacia
l'acqua del Po. A provare che altre na- Quanto al nuovo, in conseguenza del
zioni non conobbero l'uso de' lazzaretti r immenso conunercio e delle frequent
che assai dopo gì* italiani, ne riporta le fazioni co' turchi non bastando il vetf
prove, ed in Francia solo furono intro- chio al purgo delle mercanzie, e al ri

dotti nel 1700. Aggiunge, che Genova coverò delle milizie soggette a conlumai
r ebbe sin dal 1579, e Venezia che già eia, si fabbricò l'altro pochi anni appres
nel 1348 avea provveditori per la sa- so, in un'altra remola isola vicina al Li-

lute, nel i4o3 fondò un ospedale nel- do di s. Erasmo, e per distinguerlo fi

l'isola di s. INIaria di Nazareth, onde detto iV^f/ot^o. Nella peste del 1.576 dive-
giusta I' opinione di taluno venne il no- nendo ben presto anch'esso incapace di
me di LazzarelLo^ citando il Reperto- contenere l'infinito numero di gente, si

rio tnedico-chiriirgico pel Piemonte, a- fabbricarono celeremente nell' isola e


gosto 1 836, nell'articolo sui Lazzaretti e sulla spiaggia vicina non poche e ampie
sulle Qiuirentcne. Riferisce Corner, che abitazioni di legno. Riuscendo poi an-
nel i565 si rinnovarono le fabbriche già che insudicienti queste, giacché può dir-
rese rovinose del Lazzaretto Vecchio, e si che ivi a mano a mano passasse tut-
nel 17 16 da'divoti fu eretto nella chiesa, ta la Venezia e delle cir-
popolazione di

incoi eravi un solo altare di legno inta- costanti isolelte, si venne al partito di
gliato nel 1449» all'o nobile altare mag- trasportare presso al Lazzaretto molle
giore di marmo dedicato a Nostra Si- vecchie galee e molti grossi vascelli, so-
gnora delle Salute, a imitazionedi quello pra quelle e sopra questi costruendosi al-
dell' omonimo tempio, colla statua della tre case di legno. Siffatta flotta di straor-
Vergine avente a' lati le due figure di dinaria forma, in uno all'isola ed alla
Venezia orante e della Peste fuggentej e spiaggia erano da forte armata accerchia-
pochi anni dopo vi furono aggiunti altri le, e quasi fossero una spiaggia assediala,
due altari minori sotto l'invocazione de' erano da essa attentamente osservate, hi
due protelloii contro la peste i ss. Se- questa guisa snrse qui d'improvviso una
V E IV VE ^f 4«7
citlà novella, parte in terrò e parte in ac- già l'antico cliioslro. I due Inti si foitìiaDo

,
qua fondata, e popolalii (li ben !o,ooo n- dalle abitazioni un tempo riservate n'

bitntori, provveduta di tulio interanien- baili di Costantinopoli, a' provveditori


te. ivi di continuo, per dissipare la con- generali, ed a' rettori che ripatriavano
laminata aria, ardevo in altissime pire dal Levante. si
Il forma della
3." lato

l'odoroso ginepro. L'erario suppliva al- cbiesefta, in cui tante meste preghiere e

jasmisnralissiniii spesa. Un sacerdote ce- nccebi alfelli si sono innalzali a Dio, iilfi-
jebrava il s. sagrilizio sulla spiaggia al- ciala ne'dì festivi da un monaco armeno

1 le turbe genuflesse e preganti, e nuova- di s. Lazzaro, perchè dirò nel n.gdi qXie-
• niente al tramonto del sole si rinnova- sto §, the que'monnci mechitarisli hanno
vano le preghiere invocando Colei che la direzione spirituale del Lazzaretto ma-
, salute degli infermi, rilngio de'peccalo- rillimn. La chiesetta è piuttosto umile
, ri, è pure consolatrice degli alflilti. 1 col- che semplice, non adornandola pittura
I piti dal morbosi portavano nell'isola del di pregio. E circondata da chiusi sedi-
Lazzaretto Vecchio, ed i morii si seppel- li ad uso de' serventi, e la divide un'al-
Jivano ne'suoi prati in profondissime fos- Ira serie di recinti, ne' quali sono se-
f

\ se. Vieppiù coronmvenle e straziante è parali i passeggeri provenienti da pae-


I il resto del racconto che io debbo Irala- si diversi. Olio iscrizioni necrologiche,
il sciare; solo rileverò che 1' acqua mari- non più antiche deliya i, né più recen-
) na fu trovata eccellente in disinfettare e li del 1792, eh' è quanto dire poste fra
purgare le robe. Morirono ilal i.° ago- l'epoca incoi si rifece il pavMnento,equel-
. sto iSyS a lutto febbraio iSyS nella la incoi non piùsi periniseil seppellireen-
ì citlàuomini 1682, donne i6q9;ne'Laz- tro le chiese, pregano pacca donne e uo-
I zaretti uomini 43, donne 172. Morti 1 nuni veneti o italiani, che procedendo
• nel 076, nellacitlà uomini 1,9,40. don-
i t da Soria, da Costantinopoli, da Corfìi
• nei 2, c)25; ne'Lazzarelli uomini io,2i3, morirono in viaggio o nella contumacia,
• donne 8647. De' morti dal i.° marzo ma senza sospetto di contagio. Dietro l'al-

1577 fino al giorno della liberazione tar maggiore è incastralo un bassori-


(
della peste s'ignorano, nia si crede un lieve, esprimente la B. Vergine in trono,
I 4ooo, ed 50,721. La mirabi-
in tutti adorala da un doge genuflesso, da sena-
le chiesa del Kedenlore innalzala per lori e da altre persone, forse scolpito nel-
i volo riconta questa desolatrice pestilen- la metà del secolo XV e coli' elligie del

I
za. Ecco poi come il Mnstoxidi, descrive doge Foscari, sotto il cui dogado, lo ri-
i r isola. S'incontra prima una piazzetta pelo, fu istituito il Lazzarelto, dogado
in cui sono le abitazioni del priore e del che propriamente cominciò a' i5 aprile
i suo assistente,! magazzini degli attrezzi i423. Ma pari sorte non ebbe la statua
con iscrizione de'restauri falli nel 1754, { nieglio alto rilievo, la cui testa si con-
ed il serbatoio d'acqua per espurgarvi serva nella camera degli stucchi del pa-
le cere e le spugne. Si apre ivi l'ingresso lazzo ducale) del Foscari medesimo, che
^ alle due più antiche gallerie, nelle quali vedevasi sulla stupenda porta della Carta,
gli uomini sos|)etti di peste esaurivano eretta sotto il di lui «lucalo, Ira la basilica
! la quarantena, e sulla porta è un basso- Marcianaeil palazzoducale.» Nonleglo-
! rilievo marmoreoche rappresenta s. Mar- riose sue gesta, e l'ampliato dominio per
co, e i ss. Sebastiano e Hocco. Sovrasta lena e per mare, e gli edifìzi co' quali
il leone alalo, e vi hanno sotto 1' armi magnificamente orrjò la città, non la tli-
de' procuratori de Citra con iscrizione messa e pregante allitudine nella quale
del I 565, che ricorda loperatom tale an- era radiguralo, non il lavoro egregio di
no. Dalla piaztella si passa io un cortile^ Dailoloiueo Bono, valsero a ratleuerele
48;-J V E N V E N
sacrileghe i»ani di iioiuiui che pur clì- mine prescritto all' espurgo degli ogget-
cevnnsi veneziani. Fu ella nel 1797 al- ti ad essi aHidali. Una muraglia cinge
(errata e s[)e7zalii,e i simulncri delle Vir- certo spazio di que'praticelli, e nel mezzo
ili ivi rimasti, sembrano desiderare il elevasi una piramide. Fu forse destinala
compagno del quale furono indegnamen- anch' ella a conservar la polvere; ma il

te vedovali ". Oltre il detto chiostro, IMusloxidi r appella monumento fune-


trovasi un 7.,° coitile, intorno al quale bre. L'immaginazione conceda almeno
si edificarono gli appartamenti pe' pas- un qualche onore a'miseri,che lungi dalle
seggeri. E ponno senza disagio e senza ti- paterne case, illagrimati, e con orrore
more di contatto abitarvi sino a 100, ma furono anzi strascinati ed arsi che sepoU
inermi e chiusi dal tramonto al levar del ti nel circostante terreno. » Genti di looj

sole in camerette del lutto simili, le qua- tane parli, d' abili, di lingua e di reli

li mettono sopra una loggia di molte- gione diversi, succedevano a popolai^


si

plici accessi, e con parecchie divisioni, per q Mesto lazzaretto. Ma Venezia prostrai
impedire agevolmente le reciproche co- dal tempo che tutto doma, non è più I4
municazioni. Oh, quanti qui accusano co- dominatrice di non ignobile parte del-
me lento ad apparire il giorno, nel qua- l'oriente, né r arbitra del commercio ".

le la legge restituir gli deve all' uMiaiio IVotai nel voi. LXXX, p. 287: finché
consorzio! Pervenuti al termine del lo- Trieste fu unico porlo dell'Austria, il

ro viaggio, e quasi arrestati da importu- suo Lazzaretto non era soltanto di os-
na calma, vedono ancora in mezzo al-
si servazione; ma dacché Trieste e Venezie
l'onde; e questi,nuovo e peregrino, nel allo stesso sovrano ubbidiscono, il trai
contemplarle moli di Venezia sente pun- lamento della peste é devoluto a'Lazza
gersi più vivamente dal desiderio d'am- retti veneti; quelli di Trieste sono disolt
mirarla d'appresso; quegli, cittadino, ri- contumacia, per cui i bastimenti infelt
vede il fumo del domestico tetto, né gli è non vengono accettati. Dice lo Sialo per
lecito correre agl'impazienti amplessi de' sonale del i858. U Lazzaretto Vecchio
congiunti edegli amici. Al 2.''cortilesegue in s. Maria di Nazareth è nobile edificio
una via die attraversa tutta la lunghezza fabbricato nel 142 3 per cagione della pe-
«lell'isola e fa capo a 7 praticelli, lungo i ste; era prima d'allora convento d' ere-
quali si stendono ampie tettoie, sbarrate mitani agostiniani, a cui era slato con-
da cancelli di legno, e divise e distinte se- cesso innanzi al X secolo. Ora serve ad
condo le varie contumacie. In queste si usi militari, ed é vacante il cappellano.
d ifendono le merci dall'i ligi mie del le piog- 8. LazzareAto Nuovo. V. il numero
gie e dall' ardore del sole, e si espurgano precedente. Dopo l' isolette del Lazza-
mentre l'aria vi penetra libera. In quelli retto Vecchio e del Lazzaretto Nuovo
si rimuovono, si sbattono, si asciugano s'incontra la seguente.
le stesse merci, ed altre, giusta i prescrit- 9. S. Lazzaro A^ monviZ\ Mechitarisli
ti regolamenti. Arbusto od albero non armeni. Isoletla nelle Lagune, verso mez-
vi si lascia crescere, animale domestico zodì, ed in faccia a Venezia. Allorché nel
non può vagarvi, la spontanea erba spes- secolo XII frequentissimo ei a 0[)er cagio-
so si falcia, aKinchè non si rapprendine ne di divozione o di commercio l'appro-
o non si occultino fiocchi di lana o co- dare de'venelilegnialle scale della Soria,
tone, peli o piume, o tal altra materia e il passar de'veneziani alla venerazione
che in se chiuda pestifero germe. Alle de' sagri Luoghi della Palestina, incon-
estremità stanno le abitazioni del guar- travano spesso que' religiosi passeggeri
diano e de' facchini, non è leci-
a' quali la disgrazia di restar infetti dalla ieb-

to uscire, finché compilo non sia il ler- bra; male allora assai comune in quelle
V E N VEN 489
Provincie, e ritornali poscia in pniria Io fn de' frali e suore dell' ospedale di s.

comunicavano anche ad alcuni de' loro Lazzaro, ossia i poveri e le povere de! me-
concilladini. Al ricovero di que' mise- desimo, elessero concordemente priore
rabili, che oppressi da tale schifosa in- illoro confratello Bonalbergo sacerdo-
fermila non avevano il modo di curarsi te, e fu confermalo dal vicarioe capitolo
nelle loro case, fu destinata una casa nel- della chiesa Castellana vacante. In se-

la parrocchia de'ss. Gervasio e Piotasio, guito i soli vescovi continuarono a nomi-


il cui luogo prese il nome di Corte di s. nare i priori, come fecero Bartolomeo
Lazzaro^ così denominala e perchè in Quirininel 1281 eleggendo Antonio pre-
dialetto veneziano soleva dirsi la lebbra te, e nel 1829 Angelo Delfino che no-

mal di s. Lazzaro, e perchè nell'antiche minò Romano prete. Dipoi la facoltà

pitture, che rappresentano il santo men- d' eleggere i priori passò ne'governatori

dico Lazzaro della parabola evangelica, dell'ospedale, i quali nel i


479 costitui-

e fors'anche storia, egli si ^ede lutto rono priore del pio luogo Giacomo Ri-
coperto di piaghe e di lebbra; owero naldi, che rinunziando nel 1482 gli so-

esprimono quel povero lebbroso dal Sal- stituirono Filippo Corner, coll'obbligo di
vatore guarito. Riuscendo angusta una render loro conto dell' amministrazione.
sola casa al ricovero di molti infermi, Forse mancò al suo dovere,poichè gover- i

Leone Paolini, distinto per pietà, in un'i- natori neli490 lo riniosseroe gli surro-
sola delle venete Lagune, ricevuta in do- garonoGirolamodeTommasi. Ma il pa-
no da Uberto abbate di s. Ilario, fondò IriarcaMaffeoGerardo, sollecito di ricupe-

un ospedale e una chiesa sotto l'invoca- rar l'antiche prerogative, dichiarò nulla
zione di s. Leone Papa, che offrì poi nel l'elezione, e nominò priore fr. Secondo
I 182 in libero dono alla cattedrale di Contarini, agostiniano. Nondimeno il

Castello, acciocché restasse per sempre Tommasi continuò nella carica, e nel
nella sua giurisdizione e podestà. Desti- 1496 i governatori gli aumentarono Io

nò anche un priore per la custodia e di- stipendio, e in gratificazione di sue bene-


rezione del pio luogo , i di cui successo- merenze confermarono poi priore a vi-
Io

ri furono poi ne' tempi successivi diver- ta. RestòilContarini prioredi nome, titolo
samente eletti. Nel 1 264 i conversi ser- che alla sua morte il patriarca Girolamo
venti gì' infermi e l'inferme dell'ospe- Quirini conferì aMarcoBaldignro canoni-
dale, vacando la carica di priore, chia- co di Castello. Frattanto, quasi cessando
1' umanità, dimi-
marono ad essa fr. Vitlilino dell'ospedale la lebbra ad affliggere
dis. Maria de'Crociferi; ma opponendosi nuirono tanto lebbrosi, che ormai nel-
i

a tale elezione, come lesiva di sua autori l'ospedale vi abitavano appena unoo due
là, il vescovo di CaslelloTommaso Fran- infermieri, onde i governatori neabban-
co, rinunziarono i poveri a qualunque donarono la direzione. Allora il magi-
loro prerogativa, e Vitlilino all'ottenuta strato presidente degli spedali, credè van*
carica; onde rimasta libera al vescovo la taggioso alla città trasformare l' istituto

destinazionedel priore, scelseegli col con- nel ricovero de'molti poveri che col gior-
sìglio de' suoi canonici a'5 luglio il me- naliero mendicare erano d'aggravio a
desimo fr. VìttilinOj e formalmente lo cilladioi e di disturbo alle chiese. Per-
costituì priore del priorato di s. Lazzaro, tanto il senato decretò nt'li594jche ri-

nel di cui nome cambiato il i.° ti-


erasi servato prima 1' occorrente al manteni-
tolo di s. Leone. Essendo poi succeduto mento de' lebbrosi, il resto delle rendite
a Vitlilino neir uffìzio Pancrazio, perla si erogassesostentamento de' poveri
al

traslazione di questo ad altra carica^ a' mendicanti, pel ricovero de'qnali si do-
49 gennaio 1269 il capitolo conven- vesse risarcire le danneggiale fabbricb*
VOL. XCf. 32
490
dell' ospedale.
V E N
Ma considernndo 1 gover-
V
quasi somiglianti casi!
EN
che un suo E
I
untori quanto incomoda fosse per la cura monaco lesse un giorno proclamalo pre-
de'iiiendichi la situazione remota dell'iso- fello e capo civile di sua nazione caltoUi
la,a cui era bene spesso malagevole l'ap- ca in Costantinopoli riconosciuto dall^
prodare nel rigore dell' inverno e nel- sublime Porla; e cheqnesla inoltre dece
l'improvvise procelle dell'estate, onde re- rasse delle sue insegne equestri l'odierno'
stavano gl'infermi abbandonali dal me- su[iremo capodella monastica congrega-
dico, e privi de' sussidii opportuni, im- zione, sebbene insignito della dignità ar-
petrarono nel iScjS dal maggior con- civescovile, che fregia il suo petto col sa-

sigliodi poter trasferire 1' ospedale in lutare e glorioso seguo della Croce, lan«
qualche luogo della città più idoneo e lo avversato dalla maomettana mezza^.
confacente al benefico istituto; e così luna? Intendo parlare della monaslicÉ
'
ebbe origine presso ss. Gio. e Paolo, l'o- congregazione armeno-mechilarislica
spedale di s. Lazzaro de* Mendicanti, di appunto di s. Lazzaro di Venezia, orna-
cui trattai nel § XII, n. 1 3. Da ciò avven- mento e decoro delle sue Lagune, quan-
ne che quesl' isola restò totalmente ab- to dotta altrettanto virtuosa ed esempla-
bandonata, diroccarono a poco a poco le re, tipo-modello d'incivilimento e di soa-

fabbriche, e quasi quasinon più scorge- vità dimaniere; cui rispettabili indivi-
i

vasi che una semplice ortaglia in mezzo dui a cagion d' onore meritarono d' es-
all'acque. Secondo il Dizionario geogrU' ser celebrati col nome antonomaslir.o
fico impresso in Venezia, nell' articolo di Gesuiti dell' Oriente l Non si poteva
x. Lazzaro, per un tempo abi-
l'isola fu fare più giusto e più splendido eingir
tala da' pp. domenicani fuggiti da Can- Questa è Storia, e non entusiasmo
dia. Altrettanto allarma lo Statoperso- quell'antica e affettuosa venerazione, cV
naie delCtero.CÌVx mai presagito avrebbe mi glorio e vanto professarle, perciò di
allora,cheun giorno questo piccolo punto chiarata anche altrove. Lo scopo prim^
nelle vaste Lagune che circuivano la se- rio di questa congregazione egli è di edii

de della decantata nobilissima e possente care alla virtù ed alle scienze i suoi alun-
repubblica veneziana, dovesse a lei so- ni, acciocché nell' orientali regioni pos-
pravvivere e diventar celebre per tutto sano spargere tra' loro connazionali la

il mondo quand'essa più non esistesse? luce della verità cattolica, la purezza di
Chi mai presagito avrebbe allora, che l'i- sua dottrina, e l' incivilimento nelle let-

stituto religioso e straniero che vi do- tere e negli sludi. Scopo importantis'^i-
vea aver sede, fosse quasi il solo rispet- mo a cui corrispondono colla più felice
tato e lasciato sussistere, in confronto riuscita. Ad evitare inutili ripetizioni an-
de' precedenti nazionali di remota e an- zitutto qui ricordo, che nell'articolo Mr-
teriore origine, dal diluvio distruttore CHiTABisTi, Congregazione monastira
degl' illustri e benemeriti ordini regola- di Benedettini Antom'anì Armeni, nar-
ri d'ambo i sessi (tranne i ben-frateili rai, che ne fu fondatore il nobile Mechi-
quali ospedalieri, le monache greche, e tar di Sebaste dell'Armenia minore, da
le salesiane educatrici), e di tante ve- tutta la sua nazione chiamalo per anto-
nerande case di Dio doviziose eziandio nomasia V Abbate. Egli era uno di que-
di memorie artistiche de'più felici inge- gli esseri benefìci, a cui 1' amore dell'u-
gni? Unicamente fu preservalo dalla ge- manità ispira r eroico coraggio di lutto
nerale soppressione, per aver esso con- intraprendere senza lasciarsi vincere né
servato la sudditanza ottomana, e perciò atterrire da alcun ostacolo. Acceso di pa-

considerato stabilimento estero e ospite, tria carità per istruire la sua nazione e

riguardi che altrove non si usarono in ctmdurla rapidamente all' esercizio delle
VE N VEN 49'
vlilh cnlfoliche ed nll' acquisto «ItH' oli- falalissima guerra dichiarala a Venezia nel
li scieii/e, corcando la via più diivtla e 1714 da'turchi pel suo riacquisto; guerra

sicura a tanl'iinpo, in A leppo trovati al- durata ben4 anni, ne'qùali scorsea rivo-
cuni missionari gesuiti l'eoe a loro In prò li il sangue de' prodi veneziani e di loro

fessione di sua fede cattolica, e fu inco- milizie, che nel disputarne il possesso
raggiato da essi nel suMiine proponi- palmo a palmo, vittime innumerevoli
mento di promuoverla fra' suoi conna- furono sagrificalealla crudeltà e a* tra-
f.ionali eterodossi. Acceso vieppiù d'ar- nemico del nome cri-
dì nienti del furioso

deiilissiuio zelo d' iliuminare nel calto- stiano, e tantefamose città rimasero per
licisuio e nelle scienze la sua celebre na- la valorosa opposizione miseramente di-

7Ìone, ammaestrò alcuni ferventi catto strulle. Intanto il p. Mechilar si trovò


liei per averli a utili cooperatori. Dive- nella dura necessità d' abbandonar la

rtito vnrtnliied ossia dottore, e perciò iii- chiesa, monastero e le loro rendile, e
il

Teslito della podestà di predicare e di co'suoi monaci cercare rifugio in Vene-


comunicare od nitri la medesima digni- zia. Muniti di lettere raccouiandalizie
tà, predicò in vari luoghi la fede catto- degli ambasciatori di Costantinopoli, de'
lica con molto frullo, e in altri inviò i veneti governatori del Peloponneso e de'
suoi compagni, restando illuminati molti comandanti di mare, in uno alle tesli-

scismaticiarmeni de^ loro errori che li raonianze di molti nobili veneti ripatria-
separavano dalla Cliiesa cattolica. Supe- ti, supplicarono la repubblica a conceder

rate le persecuzioni degli ostinali, e volen- loroun monastero slabile; mentre la


do stabilire un ospizio per dimorarvi co- congregazione di propaganda ^z^e li rac

me in monastero co* suoi compagni, ri- comandò al patriarca Barbarigo. Vinte


solvette portarsi con essi nel Peloponne- alcune massima, il p. Mechi-
dirticoltà di

so o Morea, sapendo che ivi a molti al- lar ottenne dal senato l'Bsettembre 17 17
tri vantaggi quello pure si aggiungeva in proprietà per la sua congregazione

di vivere sotto il felice, religioso e mite l'uitera isola di s. Lazzaro ridotta alla
governo de' veneziani. Giuntovi nel 1702, semplice condizione di ortaglia. Ne fecero
la repubblica veneta benignamente l'ac- la consegna i governatori dell'ospedale di
colse, e gli assegnò per dimora la città s. Lazzaro de'mendicanti, mediante pic-
di lìlodone o Metonn, ove il p. Mechi- colo annuo tributo. Assistito il p. Mechi-
lar co' pubblici e privali soccorsi potè lar dal favore del governo e del patriar-
iimnlznrvi vasto monastero e bella chie- ca, colle generose sovvenzioni degli ar-
sa sotto l'invocazione di s. Antonio ab- meni connazionali, in breve fece spari-
bate, col beeieplacito di Papa Clemente re lo squallore e le rovine dall'isola ; rie-

XI. Ivi slabib sotto il patrocinio di detto dificò l'antica chiesa in più nobile e orna-
santo la regola di s. Benedetto la sua ta forma con altari di marmo; costruii

tuonasi ìcn congregazione, di cui fu in- sugli avanzi cadenti del precedente chio-
sieme fondatore e i
."
abbate, approvali- stro e ospedale un ben ideato monaste-
«Ione le costituzioni nel 171 1 la Congre- ro; né trascurò la coltura del restante
gnz'onc cardinalizia di Propaganda terreno, sia nel giardino e sia negli orti,
Jìde. Nella professione religiosa aggiunse per sollievo e salubre esercizio, come pe'
Co' suoi monaci il 4-" 'oto di predicar bisogni della comunità monastica. La ce-
la fede cattolica tra gli armeni, il che ese- lebre Stamperia ebbe princi-
poliglotta,
guirono tosto propugnandone dogmi, ì pio vivente lo stesso p. ab. Mechilar. Tut-
con quel successo che raccontai nel ri- to questo che vado rammentando, con
cordato articolo. l\la divenuta la Morea più dilfusione lo descrissi nel suo artico-
tcali'odi sanguinosi combattìmeuti, per la lo, ove rilevai che presto l' isola di s.
492 V E N V EN
Lazzaro cJi Venezia pe' benemerlli me- l'opere già pubblicate dagli scismatici }

cliilaristi divenne riiiomaln da per lutto, altri acquistati


ad allo prezzo, o dati in
non solawente pel florido slato cui la dono da ragguardevoli pcrsonai^gi, clid
ridussero, ma eziandio pe! zelo religioso trattano diffusameiile dell'origine de'
che vi fecero fiorire, per la loro doltriiin Maomettani, delle vicenile de' Tartari^
che diffondono co'Ioro nitidi e moltepli- delle spedizioni de'Crociali, della vita e
ci tipi,per r opere voluminose e utilis- deli' imprese d' Alessandro Magno, e fi-
sime che vi pubblicarono, che in buona nalmente della gesta de'Martiri; mano-
parie ivi e altrove nominai. Le quali o- scritti che da que* monaci dottissimi sì

pere hanno uno smercio considerabile vanno pubblicando tratto tratto median-
massime per tutta 1' Asia. Pubblicazio- te la tipografia amplissiuia eretta da lo«
ni che hanno altres'i duplice nobilissi- ro nello stesso monastero, che a buon
mo scopo, religioso e letterario, forman- diritto dall'intera nazione armena viene
do un meraviglioso nodo che il sapere riputata la prima tra quante mai ne vide
dell'oriente unisce a quello dell'occi- fondale; e dalla quale finora si diedero^
dente. Con descrivere la chiesa, dissi de' fuori moltissime edizioni magnifiche^
maestosi riti nazionali che vi celebrano, nitide e pregiate. Non è fuor di propo-'
i quali pure esercitano in città nella sito il ricordare come da quegli studiosi
chiesa di s. Croce, di cui farò poi paro- cenobiti si stiano di presente lavorando
la. Anche Moschini fd leslimonìanza
il molte opere colossali da infonder tema a
onorevole de' monaci armeni mechi ta- qualunque, sia per la copia de'lumi che
risi!, quali indefessi coltivatori dello stu- richiedono, sia per l'ampia lor mole. Ta-,
dio, autori e editori d' opere pregiale e li sono il gran Vocabolario armeno uni-
vantaggiose a'dotti. Descrissi il pulitis- versale; la versione armena della Storia
simo e decoroso monastero , residenza antica di Rollin; la Biografia degli uomi«
dell'abbate generale insignito del titolo ni illustri di lor nazione; le Vite di Plu-
arcivescovile di Siunia {!''.), tuttora es- tarco io armeno; un trattalo dell' Arte
sendolo il saggio e virtuoso prelato mg.' poetica, il i.° che siasi veduto compari-
Giorgio Hurmuz, che degnasi riguar- re in armeno"; un'Introduzione alla Sto-
darmi con singoiar amorevolezza, il che ria geografica dell' Armenia antica ; la

tengo in segnalalo pregio. Dissi pure nei Bibliotheca Patrum Armenioruìn, e


medesimo articolo, del gabinetto di fi- molte altre ancora che si tacciono per
sica e di storia naturale, non che della brevità ". Narrai che nella biblioteca è
preziosa ed elegante biblioteca, ricca di il monumento marmoreo esprimente
codici antichi e di mss. di valore, e di Gregorio XVI sedente nella sedia gesta-
scelte e rare opere. Leggo nel Diziona- toria e da lui stesso donato alla congre-
rio Ideografico. » La libreria è un vero gazione, quale imperitura testimonian-
gioiello perla copia de'codici di oriente, za d'antico affetto e ammirazione parti-
pregevolissimi e di merito non conosciuto colare; e che ne fece la solenne inaugu-

se non da'veri amatori delle scienze e delle razione nel 1846 l'angelo della chiesa
dappoiché non vi è luo-
lettere classiche, veneta il cardinal Monico con eloquen-
go non solo in tutta l'Armenia, ma nep- lissimo Discorso, seguito da una canta-
pure nel vasto terreno dEuropa, in cui la in onore del Papa, offerta a'monaci
si conservi maggior quantità di mano- dal console pontificio commend. Andrea
scritti, ed anche autografi, de'santi loro Battaggia, e già fatta comporre e mette-
dottori, molti eziandio fregiati di elegan- re inmusica dal suo degno predecessore
tissime miniature; altri mostranti le ag- e padre cav. Giuseppe; terminando la
giunte, le mutilazioni, le corruzioni dcl- lieta funzione colia dispensa della descri-
YEN V E N 493
7,ione ilei Monumento , impressa nella cesse in Roma ospizio e chiesa naziona-

slessa tipografia di s. Lazzaro. In essa lej con quel breve riprodotto anche dal
fu poi anche stampalo il Discorso, nel Bull. Roni. conC.j t. ig, p. loi. Degna-
quale il Menico, l'icor-
ciottissimo cardinal mente scrisse di quest' isola e de' suoi
d;uulo fusli del ponliQcato di Gregorio
i illustri abitatori la eh. Giustina Reuier
XVI, nella nota 4 «' degnò a mia con- Michiel, ne' Siti pittoreschi, col disegno
fusione e autorevole conforto aggiun- di essa, terminando relegante descri-
gere. » 1 falli chequi si toccano alla sfug- zione e ilmagnifico elogio de'mechita-
gita ed alla rinfusa, si omtneltono nelle risti con queste parole. >» Uomo ! di qual

Note, potendo ognuno o conoscerli da paese tu sia , tu potrai parlar ad essi


se, o facilmente riscontrarli negli annali nella tua propria favella, narrar le tue
pontificii, e specialmente nel copioso Di- usanze, comunicare i tuoi lumi riceven-
zionario di erudizione slorico-eccle- done altri in concambio, infine troverai
siaslica del sigJ cav. Gaetano Moro- quivi vera ospitalità e fratellanza. Al tuo
ni, della cui perizia, accuratezza e sin- partire sarai dolente d' allontanarti da
cerità fa non dubbia testimonianza il si- questo tempio della virtù, come lo siamo
lenzio della critica contemporanea". Ma noi di non poterne parlare più a lungo.
questo io l'attribuisco unicamente a Dio Forestiere ! allorché li ricondurrai alla
solo autore di tutto, che colla sua onni- tua patria, e narrerai quanto hai vedu-
potenza eziandio mi rese generosamente to, non dimenticare d' aver trovalo uu
benigni e indulgenti gli onorevoli letto- monastero d' Asiatici, ed una tipografìa
ri. In un articolo tutto quanto consagra- orientale in una delle piccole isole di
to alla celeberrima Venezia , in cui la questa sì famosa città". Si apprende dal-
memoria veneranda e amata d'un car- lo Stato personale del Clero, che nel
dinal Monico giammai s' illanguidirà, e monastero, oltre l'abbate generale e il vi-

sopra argomento che la riguarda; spero, cario generale, vi dimorano 28 sacerdo-


non s' imputerà a vanagloria il riferito, ti,
7 professi, 2 novizi, at studenti, i3
poiché sempre aliarne nle apprezzai gl'in- laici. Possedono ancora mechitaristi un i

coraggiamenti pubblici e spontanei de' collegio per l'educazione della gioventù


sapienti, di preferenza anche ad altre o- armena in Venezia nella parrocchia di
norificenze le più lusinghiere. Finalmen- s. Maria del Carmelo, di cui nel n. 69
te notai nell'articolo, che i niechitarisli del § X. —
Della chiesa di v. Croce de-
hanno la direzione spirituale del Lazza- gli Armeni, nel sestiere di s. Marco, ap-
retto marittimo; che per la cognizione prendo dal Corner, che fra' legati pii,
di luolleplici lingue ascollano le confes- co'quali dimostrò anche morendo la ca-
610IU degli stranieri, e operarono pili con- rità dell'animo suo Marco Ziani , figlio
versioni alla vera Chiesa; accennai i luo- del doge Pietro, vi fu una casa situata
ghi delle loro missioni e de' loro scien- nella parrocchia di s. Giuliano, eh' egli
tifici collegi, ne' quali ne riparlai; ed in con testamento del i253 lasciò a favo-
questo di s. Lazzaro si educano e istrui- re de'naziouali armeni, prescrivendo a'
scono giovanetti provenienti da Costan- procuratori della chiesa di s. Marco suoi
tinopoli, e fino dalie più rimote par- commissari, che colle rendite de'suoi be-
ti dell' Armenia. Neil' articolo poi Vx- ni dovessero opportunamente accomo-
TRURCATo ARMENO, precisamente nel voi. darla. Passati molti anni dacché abita-
LI, p. Si! e 32C), aggiunsi altre nozio- vano in armeni, deside-
questa casa gli
ni, nel descrivere eziandio il paterno a- rosi d'aver una chiesa, ove secondo il ri-
more di Gregorio XVI per la nobilissima to di lor nazione si celebrassero divini i

e eulta nazione armena ullu quale cou- ; ullizi, uè ottennero da Leone X la fucul-
494 V E N V EN
là; ma avendo tiretto uua troppo ristret- sciando nel!' isola di s. Servolo uu nu*
ta cappella, nel i6G5 chiesero a'pcocu- mero di religiosi pel servizio della chie*
ratuii di poterla iiigraudire. Quantun- sa, e questi doversi manleueie dall'abba-
que essi annuirono, per allora nulla s'in- te di s. Ilario. Pertanto coutinuarunu al •il
traprese, finché nel 1675 impetrarono cuui benedettini ad abitarla, ed ospilaro«||
nuova licenza, a condizione però
che fos- no nel 998 l'iniperatoie Ollone 111, al-

con rito cattolico, ed sacer-


se uflìziala i lorché SI recò quasi incognito a Venezia,
doti che amministrar dovevano a' soli a rallegrarsi con Pietro II Orseolo delle

nazionali i sagranienli, fossero soggetti vittorie riportate in Dalmazia, quivi te--


agli esami e alla giurisdizione del patriar- nendosi tra loro segreto colloquio; finche
ca. Trovo poi nello Slato perdonale del al principio del secolo XII, col permessa
C/e/o, che questa chiesa fu eretta nel se- dell'abbile di s. Ilario ceJerono neli 10(J
colo XIII, e venne rifabbricala nel 1691 l'intera isola alle monache Bciieilclline.
da Gregorio Ghiroch Mirman aruìeno di s. Basso vescovo e martire e di s. Leo*

persiano; ora essendovi per cappellano ne vescovo di Sanio , fuggile da Mala*


uu monaco mechitarisla. Finché esiste- mocco minacciante rovina, portando se-<
rono i procuratori, per conservare l'anti- co il prodigioso corpo di s. Leone, che al-
co loro diritto, visitavano la chiesa nella cuni veneziani aveano rapito in Samo,e
festa dell'Invenzione della ss.Croce,titola- per divina disposizione erasi dovuto col-
le della medesima, la cui reliquia si espo- locare nella chiesa delle leligiose. La fa-
neva all'adorazione de' fedeli. Angusta miglia Calbana o Galbaia, ed anche la
di spazio, nobile e assai adorna n' è la Del Fianco, rinnovò da' fondamenti le

struttura, riuscendo lodevoli la gravi- fabbriche e le ridusse ad uso delle mo-


tà e modestia colle quali ì monaci ar- nache, le quali ad onta delle pretensioni
meni divotamente vi celebrano nel rito dell'antico loro ordinario il vescovo di
loro i divini misteri. E rimarca il Mo- Chioggia,divennero giurisdizione di quel-
schini, che quivi volentieri si vedono ce- lo di Cuslello. In seguito decadute dal-
lebrare le sagre funzioni col rito armeno. l'osservanza e per la rovinala economia
!Non lungi da quest'isola sorge l'ultra di : ridotte neh 34 a quattro, S.Lorenzo Giu-
t

IO. S.Servolo o s. Servi Ho. In remo- stiniani per fare rifiorire il monastero vi
tissimi tempi, e molto prima che da Ma- collocò tre esemplari religiose del mona-
lamocco fosse trasferita la sede ducale in stero di Croce dellaGiudecca, e ne ot'
s.

jBialto^ fu fondato ad uso de monaci di s. tenne l'intento in modo die presto con-
Benedetto, e sotto l'invocazione di s. Ser- tò 80 monache. A'aS novembrei470 'l
volo martire di Trieste un monastero in vescovo di Sebenico Vignati ne consagrò
quest'isola, che dal sauto suo titolare la chiesa; e Papa Alessandro VI ridusse
prese la denominazione. Questo fu il i.° l'abbadessn da perpetua a triennale. Pe-
e più antico stabilimento religioso fon- ricolando la fabbrica del monastero e pei*
dato nella diocesi. Vivevano i buoni reli- Tinsalubrilà del luogo, ottennero le mo^
giosi fra le paludi in somma ristrettezza nache la chiesa e casa unita di s. Maria
di rendile, penurinndo il necessario so- dell'Umiltà, posseduta già da'gesuiti, e
stentamento. Bicercati i dogi Angelo e lasciata al tempo dell'interdetto di Pao-
Giustiniano Partecipazio, dall'abbate Gio- lo V, come dissi nel § Vili, n. 72 della
vanni di qualche soccorso, nell'8 19 con- parrocchie, parlando della chiesa di s.

cessero a' monaci la chiesa di s. Ilario Maria Assunta ora posseduta da' gesuiti
posta ue'confìni delle Lagune venete ver- Uìedesimi dove avendo promesso di qui
,

so il territorio Padovano, perchè ivi si dire della loro introduzione in Venezia,


tiasferisse la maggior parie di loro, la-^ vado ad adempirlo. Dallanlico mouaslei
V EN .YEN 495
IO ilella ss. Trinità de' cavalieri teutooict to di Paolo III. Tutto già narrai ne' voi.
furono per relìgìosn liberalità il' Andrea XXX, p.i i4, LXXXVI, p.i63. Lostes.
Li()poiuano,alloi'cliène possedeva il prio- su Papa approvò l'assegnazione a'gesuiti
rato, smeiiibrale in diversi tempi le due della chiesa di Padova; e quella di s.

chiese di Maria Maddalena di Pado-


s. M.iria dell'Umiltà culle fabbriche annes-
va, e di s. Maria dell' Umiltà di Vene- se laconfermò Pio IV per l'erezione di
zia, per fondarvi due collegi dell' illustre un che fu poi cou pontifìcio be-
collegio,

compagnia di Gesù recentemente istitui- neplacito mutato in casa professa della


ta da s. Ignazio Lojula. Questo santo pur- medesima compagnia. S'ignora quando
tossi a Venezia con s. Francesco Saverio ebbe origine la chiesa dell' Umiltà; ma
nel i536, per (piindi recarsi in Terra essendo assai verosimile che questa fosse
Santa a predicarvi il Vangelo, ed a tale la (.'casa abitata dalla religione de' ca-
ell'etto fu raggiunto nella città da altri valieri templari prima d'ottenere il mo-
compagni. Si occuparono principalmen- nastero della ss. Trinità, sembra poter-
te in opere di misericordia e umilia. JNe- si stabilire avanti il i253. Adunque nel
gli ospedali degl'Incurabili e de'Derelitti i55o il Lìpporaano, avendo fatto gli e-
servivano i malati, assistevano a' mori- sercizi spirituali sotto la direzione del p.

bondi, e seppellivano i morti; istruendo Laynez gesuila.conosceodo di quanto van-


gl'ignoranti, e guadagnando non poche taggio alla Chiesa dovesse essere il nuovo
anime a Dio. E questui, dice il Corner, ordine fondato dal Lojola,chegià perbeu
fu lai.'' vigna evangelica coltivata dalla 3 volle avea in Venezia dato chiari at-
compagnia di Gesù. Ciò dispiacendo a' testati dell'apostolica sua carità, appro-
libertini, calunniarono s. Ignazio per e- vata da Dio con evidenti miracoli, con-
retico , e cos'i i di lui compagni. Ma il segnò a'di lui figli la chiesa ed i conti-
nunzio Girolamo Verallo, poi cardinale, gui edifìzi di s. Maria dell' Umiltà. Era-
nel suo tribunale con formale sentenza no questi dalla vecchiezza quasi cadenti,
giuridica li dichiarò pienamente inno- onde convenne a' gesuiti ridurli a uso

centi ; ed altrettanto fece il vescovo di d'un collegio, accorrendo alle spese an-
Chieti Gio. Pietro Carafa dimurando che la pubblica munificenza , la quale
presso i suoi teatini. Divenuto poi Paolo non solamente permise l'ampliazione del-
IV ne scrisse la Storia il teatino p. Car- le fabbriche, ma avendo il consiglio de'
rara, il quale anch'esso racconta le ca- Dieci mandati in dono per le di lui be-
lunnie, e l'amicìzia contratta dal Carafii nemerenze al celebre p. Antonio Posse-
con s. Ignazio; però i di lui sospetti, scri- vino 5oo zecchini, ed avendoli egli reli-
ve che si dileguarono in Roma, dopo a- giosamente ricusati, furono poscia dal
ver trattato lungamente col santo. Nel- consiglio assegnati per le fabbriche. Mu-
l'encomiare i gesuiti, il p. Carrara rileva tò poi il collegio nel 1 378 l'accennata con-
che se le loro case erano ricche, essi vi- dizione, ridotto essendo per anteriore in-
vevano nella stretta povertà de' privati, dulto di Pio IV , all'essere di casa pro-
tra le contìnue persecuzioni della male- fessa per la provincia veneziana. Rinno-
volenza, e la stima gloriosa di tutto il vala pure la chiesa, a' 6 luglio i58g la
inondo. Che s. Ignazio e i suoi compa- consagrò T eletto patriarca d' Aquileia
gni furono in Venezia riconosciuti inao- Barbaro, sotto il titolo delta P'isilazionc
centissimì, n'è irrefragabde prova 1'
ave- di Maria tergine. Insorte poi le famo-
re ivi il vescovo d'Albe Negusauti a' 24 se controversie fra Paolo V e la repub-
giugno iSSy conferito gli ordini sagri e blica, i gesuiti per ubbidienza al Papa,
il sacerdozio a' ss. Ignazio e Francesco nel 1606 uscirono dalla città 'e dal do-
Saverio, ed a'ioro compagni, con indul- uiiuio veaelo. Restala vuota ed abban-
49^3 V E N . V E i\

doiiatu la casa, colla chiesa il senato con ra abitalo da poche religiose. I benfran
tiecreto de'ay giu<^no i6i5 le concesse lelli, come quelli che furono isliluili ac
alle benedelline de'ss. Basso e Leor»e, le assistere i poveri infermi, e medicarli coJ
quali partite dall'isola dì s. Servolo, in si delle piaghe del corpo, comedi qttelU
numero di 70 vi si trasferirono nel gior- deil'auima, colla carità diretta e illumi«
no seguente, oppure a' 4 8'"8"'^ secon- nata dal sapere, servendo anche in Ve-
do lo Stato personale. Portarono con lo- nezia indefessamente con perita assiste n«
ro il corpo di S.Leone, un osso di s. Bas- za gl'informi, meritarono che il senato,
so, ed una gamba di s. Servolo olire la , grato a'servigi prestali da essi , con de-
lesta di s. Anna madre della B. Vergine, creto de'27 giugno 1733 donasse loro in
sagro tesoro di cui non si conosce la pro- perpetuo monastero e l'ospeda-
l'isola, il

venienza: porzione delle ss. Canna eSpon- le annesso, perchè ivi con un pieno nu-*
ga, ed altre ss. Reliquie. D'allora in poi mero di 11 religiosi avessero a slabilii(
le monache dal titolo della chiesa si il convento. Dispose inoltre, che tanlol
chiamarono Benecletline della Fisitazio- (|uesto, quanto la chiesa e 1' ospedale si

Ne di Maria Vergine. Queste religiose fabbricassero di nuovo; lavori che co-


prima nel 1806 concentrate nel monaste- minciati nel 1734» furono compiti nel
ro di Lorenzo, restarono soppresse nel
s. 1759, e la chiesa consagrata due anni
1810. Rimasta vuota l'isola di s. Servolo, dopo. Ma Uovo nello Sialo personale^
io quel monastero nel 1646 o neli648 o che la chiesa dell'ospedale fu rifabbrica-
più tardi vi trovarono ricovero oltre aaoo la nel 747, e consagrata non si sa quan-
I

monache scampate dall'eccidio del regno do, ma


certo nel primo ventennio di que-
di Candia , caduto in potere de' turchi, sto secolo da Giovanni Baccolo vescovq
degl'istituti de'ss. Benedetto, Agostifio, di Famagosta. Si vuole ne sia stalo l'ar»
Domenico e Francesco. La repubblica chitelto Giovanni Scalfarotto, zio maleri
l'iparò l'edifizioj e somministrò gli ali- no del Temanza, e uomo di merito noti
menti, contrii^uendovi la privata carità, comune; ma fosse consiglio proprio o co»
finché la morte successivamente lasciò mando alimi, trista condizione cui di
deserto il sagro recinto; poiché dopo ca- fre(jueutesoggiaccionoi più valenti artisti,

duta l'isola di Candia in assoluto potere l'opera sua, benché savia e conducente
de'lurchi, perduta la speranza di ricu- all'uso cui era dedicata, non riuscì tale da
perarla, non eransi piìi permesse nuove meritare alcuna lode particolare, come
vestizioni. Nel libro de' Sili piltoreschi opera d' arte. Ila qualche buona pilltui]|

delle -Lagnue, dice ì\ eh. Paolo Zannini, di G. Cignaroli e del Maggiollo. Già al-
che 4 monache erano superstiti, quando cuni anni prima e nel 1725, il consiglio
vi pervennero frati ospedalieri di s. Gio.
i de'Dieci avea invitato benfratelli ad ac- i

diDio delti Fate bene fratelli e volgar- cogliere nel loro ospizio que'Ptì(zzi(/^'.),
mente Benfratelli, tuttora esisten'i e be- che attenenti a famiglie patrizie fossero
merili. Avendo il senato risoluto di isti- dalle stesse affidali alla loro zelante vigi-
tuire un pubblico spedale militare, per lanza, il che eseguendosi da'religiosi Io-,

curarvi i soldati infermi e piagali, asse- devolnjente, perciò si guadagnarono la


gnò r amministrazione e la custodia a' protezione efficace della repubblica, e pec
frati benfratelli di quello di s. Antonia essa le dette riedificazioni. Allora dunque
di Castello , ove si raccolsero i militari ebbe principio l'ammissione de'pazzi nel-

Ululati. 1 religiosi vi entrarono a* 7 giu- lo stabilimento di s. Servolo (nel n. 5^


gno 1715, ma nel seguente anno furono del § X dissi de'pazzi
che custodivano iq
traslocali co'Ioro infermi nell'isola di s. s. Angelo della Giudecca carmelitani i

Seij volo j, e ^ osti oel uagj;uist<;i;o Cu alla-. os&cr vanti). Ma il benefizio rimase Uii^s
V E N VEN 497
p|.iii)cnte circosctìllo a' soli dementi di de'pubblici giardini e volge la prora a
nobile comlizioiie , o di agiate famiglie mezzodì, s'incontra poco stante in un'iso-
ciipaci di coiupensare il dispendio del la , che né per estensione di su[)erfìcie,

loro enanlenitnenlo; i pazzi plebei e po- neper mole e dignità di fabbriche nulla
veri, se innocui, erravano per le vie, lu- ha in se di niaraviglioso, nulla che la fa-

dibrio del volgo e trastullo e scherno de' cesse discernere dalle compagne sue, che
lrivii;se violenti e pericolosi, veni vano rin- abbelliscono questa partedelle nostre La-
chiusi nelle pubbliche carceri. Durò l' i- gune; se non fosse la naturale amenità del
II umana consuetudine per oltre 72 anni} sito, e quell'incanto del sorgere improvvi-
finché nel 1797 apparve manifesto ciò so degli edifizi «l'in mezzo all'acque sen-
che per rinnanzi non era appena avver- za lend)o di terra che apparisca soste-
tito; essere biasimevole l'cibbandonare a' nerli, e la perfetta conservazione loro, e
vituperi! delle piazze o all'obbrobrio delle una cert'aria di nobile e agiata pulitezza
carceri gli sventurati che a veano smarrita che vi regna d'intorno, e la fede del sen-
la ragione, perciò solo che non erano né no e delle sollecitudini di chi là dentro
nubili, né ricchi. Indi la sovrana auto- presiede. Ma non appena si sappia esse-
rità d' allora ordinò, che anco questi ve- re quella l'isola di s. Servolo, ogni esterna
nissero raccolti presso i religiosi ospeda- considerazione vien meno; gli occhi ces-
lieri, e ivi assistiti e alimentali a spese sano, a dir così, rottiaio loro; e il cuore e
dello slato; giusta, provvida e pietosa la mente oltrepassano d'un subito con- i

ordinazione mantenuta costantemente fini del chiuso recioto. Perchè il nome di

da' governi posteriori. Anzi trovo nel- s. Servolo ricorda le vittime della più
r Allocuzione dei eh. Malvezzi , che nel granile fra l'umane sventure; onde av-
l8o5 governo die cessava, assegnò l'in-
il viene che mano mano che uno si accosti
tero legalo del benefico ultimo doge Ma- a quest'isola,quanto più ha la mente lon-
nin all' ospedale di s. Servolo. E così eb- tana dalla miseranda condizione in cui è
be principio in Venezia la vera fonda- quella degl' infelici che 1' abitano, tanto
zione d'un salutare ospizio per gli aliena- maggiore sente nell'animo un fremito di
ti, aperto e sostenuto dalla pubblica pie- raccapriccio, un moto di compassione, uà
tà a benefizio generale di esseri tanto desiderio di soccorrere a' bisogni altrui.
iuftlici e degni di compassione. Dall'ospi- Qui Tuomo, perduta la sublime delle sue
zio partirono poi nel 1808 gli ammalati qualità, si fa spettacolo d' abbiezione a'
militari, sostituiti nel seguente anno da suoi simili; la luce della ragione é spenta
allrettanli infermi di malattie chirurgi- in lui, e questo solo fatto, perché oscura
che, d'ambo i sessi. Ma le doune furono nelle sue cause e misterioso ne'suoì modi,
escluse da questi neliSag, e da'meulec- da ninna prudenza n)ai soprebbe evitar-
cuti nel i834; e d'allora in poi il pio e si, né intendersi mai per forza alcuna d'ui-

benefico istituto rimase, com'è al presen- telletto. Indi la vista di que'sciaguratide»


te, un ospedale per la cura mentale di ol« sta ad un punto profonda pietà e terro-
tre a 200 alienati, e per la chirurgica di re inesprimibile. Seimonchè il peso di
circa 80 infermi; sì gli uni che gli altri tanti mali, che aggravano il demente, il

del solo sesso maschile. Notai però nel pazzo, il maniaco, sembrano alleviarsi
D. 4 di questo §, che ora il manicomio d'assai allorché si contemplano lo studio
femminile si va a formare nell' isola di indefesso, l'industria operosa e la pazien-
s. Clemente. Scrisse l' encomialo elo- te assiduità, con le quali padri ospita- i

quente descrittore dell' isola di s. Ser- lieri di s. Giovanni di Dio, e il medico


volo, nel citato bbro de' Siti pittorc- valente che aggiunge le proprie alle loro
^i.iti. » Chi muove dal margine estreaao iuiichc, si adoprano iu aiuto di que'mise-
498 VEN VEN
l'i. Alto ministero e pio, al quale è coufoi'- a/ioni, e così è nel fatto; ma non è la

tol'uiuatiitù, sostegno e compenso la l'eli- mente degli sciagurati, a cui difetta; ben-
gione^ilegnoclilodi tanto maggiori quan- sìè lo spirito de'padri che s'insinua per
to sembra piùcerto, che metodo sicuro
il entro a quelle vuote intelligenze, é si me-
di guarire gli alienati è una colai meta scola e si dillonde per esse, e le alimenta
lontana e diiricìle, in cui vuoisi di continuo di nuove idee, e così le riconduce mano
tenere conversi gli occhi, e verso la qua- mano al racquisto dell' antiche". Si pou-
le è d'uopo agognare di progredir sem- no vedere Tavole statisliche degli a-
le

pre, senza lusinga di raggiungerla mai. lienad che ebbero cura nel manicomio |

£ progrediscono in fatto verso quella me- centrale maschile in s. Servolo di Fé- \

ta i padri Fate -bene fratelli, e chi li as- nczia nel novennio i^\'j a i855 inclu-
siste nell'arduo iuiprendimento; a'quali sive, Venezia i856 tipografia Armena
è utile scuola il prò che recano a'Ioro in- di s. Lazzaro. 1 virtuosi beniratelli sono
fermi e i mezzi che lo procurano. De' sparsi per tutto mondo, ed è celebre il

quali mezzi è lungo il novero e varia la \ Ospedale di s. Giovanni di Dio (l^.)t


||
natura e le intenzioni, a seconda non so- culla casa generalizia, che hanno in [lo* >•

lumeule delle specie diverse delle ulieiia- ma nell'isola del Tevere (F.). All'oriente
zioui, ma sì ancora delle condizioni varie di quest'isola è la seguente.
degli alienati, dcll'uidole loro, della loro I I . iS", Francesco del Deserto. Isola
età, abitudini e via dìceudo; non dico del nelle L.igune all'intorno di Venezia, da
se>so, perchè le donne non sono ammesse cui è circa 5 miglia distante, lungo il ca-
in que^t'opizio (io sono nell' altro inuni- nale di Treportì, che prende il nome da
comio che i beufratelli hanno in Ancona, quello del porto posto all'est di Venezia,
di cui riparlai nel voi. LKXXIll, p. 4^ formato dall'Adriatico, alla foce delSile,
e 73). E' rado che si adoperi la repres- buono per le barche mercantili, e che pel
sione, se si eccettuino i casi ne' quali la Sileepe'canali interni comunica con Mu-
ferocia della malattia la rende neces- rano e Burano nelle Lagune. Toccai nel §
saria ; e allora è mite, umana e circo- X,n.2 i,cheneli2 2o il gran S.Francesco
scritta al solo impedimento, che il uia- d'Asisi, tornando dalla Siria e dall'Egit-
iiiacu non rechi danno a sé ad altrui. to per ripatriare, approdò in Venezia e
]\]a l'occupazione degli alienati in que- perl'aidenle amore alla solitudine, si

o que'lavori, e la loro distrazione da


sti ritirò ili una rimota isuletla situata non
ciò che più alimenti gli errori del loro lungi da Burano e dal mare, tuttora co-
intelletto, sono i mezzi principali de'(jua- ronata di cipressi e ed ivi d'altri alberi;

lisi valgunu que' buoni padri nella san- con giunchi e legni formò un piccolo ora-
ta opera a cui intendono iuces^anlemen- torio con ricovero per due religiosi, cioè
te. E la prestano ogni dì ad oltre 200 per lui e per fV. Illuminato, passeggian-
individui che abitano questo luogo di
, do col quale copiosa multitudine d'uccelli
rigenerazione; de'quali è bello vedere co- cantavano fra' virgulti. 11 santo disse al
me alcuni lavorano il terreno, nientre compagno: Questi lodano Dio, accompa-
altri attendono alle faccende domesti- gnamoii noi pure recitando l'ore canoni-
che; chi monda le stanze, chi reca l' ac- che. Entrati fra' virgulti dell'isoletta, gli
qua ole legna, chi lava le biancherie; qui uccelli uè si mossero e né cessarono di
alcuni stanno intenti alla lettura d' un garrire. Ma ilcontinuo strepito del loro
libro, là altri alla copia d'una scrittura; canto non permettendo ad essi di salmeg-
vedi pure chi suona uno strumento, e chi giare e udirsi: rivoltosi il santo a quella
danza a quel suono. Diresti, che una meu- moltitudine d' innocenti musici, coman-
le regolatrice muove tante e taalo varie dò loro di quietarsi finché avessero termi-
VEW YEN 499
nalo lu recita dell'unìzio divino. Prodi- gliore, lasciarono luogo veramente uà
il

giu: gli uccelli lutti si posero in silenzio, ileserto. iVon permise Dio che sito tanto
esulo ripigliiiruuo le loro canore melo- venerabile per le celestiali contempla-
die, quando il «anto Unito cU' ebbe l'o- zioni di S.Francesco, restasse lungamen-
razioni glielo permise. Tornato in Asisi, te negletto, poiché i francescani, che per

dopo il suo beato transito, alcuni suui l'esatta ubbidienza della regola de' fra-
Ijgli passarono in Venezia per introdur- ti minori (da ultimo egregiamente e-
vi l'ordine de'iuniori, ed istruiti del nar- sposta dal cav. Girolamo Nottola vene-
rato portento con divozione frequenta- to, che a cagion d'onore ricord. li nel voi.

rono la fortunata isoietta. Dopo che Gre- XXVI, p. 146), avenno assunto il no-
gorio IX nel 1228 annoverò Francesco me di Minori Osservanti^ dopoché 1' a-
tra' santi, fu a suo onore dal proprietà- bilò Dcrnardino da Siena, l'ottennero
s.

liu dell'isola Giacomo JNIichieli fondata da Nicolò V a mezzo del protettore car-
una chiesa, che poco dopo nei 1233 con dinal Domenico Capianìca; il senato nel
(ntiR l'isola donò all'ordine ininoiitico, 1453 permettendo loro di raccogliere
somministrando l'occoirente per la fab- dominio veneto per toglie-
limosiiie nel
l>rìc<t del convento. Dio lo compensò cou re dalie rovine il cospicuo santuario, e
fargli vedere in visione lu gloria che s. confermandone il possesso nel i46o Pio
Francesco godeva in cielo, e questo l'ec- Il H istanza degli ambasciatori veneti.

citò nel I 244 ^ professarne l'istituto, e al Dipoi Clemente Vili uel i594 l'usse-

suo esen)piu moglie fece il simile in


la gnò Riformali Minori Osservanti e
a'

s. Chiara di Venezia. Dal sito dunque alla loro provìncia di s. Antonio, la quale

remoto e solitario, in cui si eresse il con- vi destinò 16 religioni che esemplarinen-

vento, ac(|uistò il nome di s. Franct- le rulliziavano, malgrado i' insalubrità


ico del Deserto e lo comunicò all'isolet- dell'alia che di frequente li rendeva in-
ta, ovvero al nome che avea l'isola di fermi. Ma i superiori della provincia con-
Deserto, per le sue condizioni, fu ag- siderando quanto nuoceva il soggiorna
giunto quello di s. Francesco. Però in alla salute de' frati, massime negli ardo-
qualche documento del secolo XIV, il ri estivi, per cui non inlVequentemenle

convento è chiamato s. Francesco della vi soccuutbevano, si deternunò di pro-


f'igna nella, diocesi di Torcello, o s. curare nelle vicine isole qualche ospizio
Francesco della Contrada. Più tardi per comodo de' religiosi e per ricovero
Paolo li nel 1466 lo nobilitò col nome di degl'inferini. Che perciò olFerta loio dal
s. Francesco delle Stii/imate, com une al- patriurcaZaneuna porzione della badia di
la chiesa, cou perpetue indulgenze a chi s. Cipriano di Murano, ivi si proposero

lu visitasse nella solenne commemorazio- formarvi l'ospizio. La loro povertà noo


ne delle ss. Stiuimate. Nella chiesa vi fu permettendolo, dopo un anno cercarono
compreso l'oratorio eretto colle proprie in Venezia sito più opportuno, invocan-
mani da s. Francesco e da fr. lliumuia- dolo dai senato, il (juale benignamente
to e poscia in un aitai e fu collocato un
; decretò a'2 i dicembre 1602, che potesr
divoto dipinto ss. Crocefìsso portato da sero i riformati di s. Francesco fabbri-
Candia, ov'era celebre pe'prodigi opera- carsi una piccola chiesa e convento, nel
ti. 1 francescani conventuali per lungo terreno dato loro per carità in luogo re-?

tempo abitarono il luogo e uiliziarono il moto vicino a ». Nicolò, ove si potessero


santuario, ma annoiati dallo si|uallore ritirare ne' mesi piìt pericolosi deil'anno.
della solitudine e dall'iuteinperie dell'u- una chiesetta in onore di s,
Ivi eressero

ria, ritiratisi in Maria Gloriosa de'Fra-


s. Bonavenlma, con contiguo conventino,
lì, e portando seco quanto era vi di mi* e cou disagio l' abitarono un numero
5oo YEN YEN
jle'frali per 18 anni, gli alili ufTizianJo ptcm Fiiiea.S.Erasmoe\eV\^no\e sono
h chiesa di s, Francesco nell'isola del due comuni dell'isola diMuiano. Essendo
Deserto. Volendosi dilatare e non l'iu- si collo scorreie de'lempi accresciuto no-
lucendogli, negando il proprietai-io di ce- tabilmenfe il numero de' vignaiuoli e
dei- loro la vicina casa, data l'oppoitunità degli ortolani in quella parte del veneto
d'avere un ispazioso orto nel sestiere di Lido, la quale era anticamente soggetta
Cannaregio, adiacente al luogo del Ber- alla chiesa matrice di Murano, credette-
saglio dove si esercitavano bombardieri i ro il pievano ed i capitolari della mede-
nel maneggio dell'artiglierie, con permes- sima essere opportuno alla coltura di
so del senato del i.° dicembre 1620 ri- quelle anime il fondarvi una separala
solvettero abbandonare il convento, che parrocchia, ergendo una chiesa sotto il

poi si cambiò
monastero esemplare
nel titolo di s. Erasnìo vescovo e martire, e
dell'agostiniane eremile. Pertanto nel destinandovi per parroco un sacerdote,
nuovo luogo, e con facoltà del patriarca del quale si riservarono la libera eie-
Tiepolo de' 26 febbraio 167,1, eressero zioue. Sebbene tempo preciso
s'ignori il

il convento e la chiesa, dallo stesso pre- di tale fondazione, nondimeno sembra


jalo consagrata a' 23 ottobre iGaS, la che precedette il XII secolo. Imperocché
pieià de'feileli avendo accelerato il com- Aurioduno pievano della chiesa di s. Ma-
pimento de'sagri edilìzi. Non per que- ria matrice di Murano circa ili 120 rin-
filo da' religiosi si tralasciò d'abitare il novo la chiesa di s. Erasmo del Lido, sta-
convenlo di S.Francesco del Deserto, e bilendo o piuttosto confermando, ch'el-
mollo più d'uflìziare la chiesa; in quel- la dovesse essere perpetuamente sogget-
Iodi s. Bonaventura passando gì' infcr- la alpievano e al capitolo della matrice.
it)i, i cagionevoli di salute, i questuanti, Ciò non ostante verso il principio del se-
e (pialche altro neir estate, in cui l'aria colo XVi pretesero gli abitanti della
diveniva più micidiale.Nel 1806
ileli'isola parrocchia, appartenere a loro il diritto
in soppresso il convento di s. Francesco, di eleggersi il pievano, perchè era man-
i; colla chiesa fu dato corpo dei
all'i, r. tenuto colle loro limosine, uè la chiesa
Genio; i religiosi concentrandosi nell'ai- sostenevasi con altre renili le fuorché col-
tro di s. Bonaventura, che non tardò a le pie olFerle de' poveri vignaiuoli. Da
soggiacere alla stessa sorte nella generale quel tempo dunque cominciarono i par»
jil)olizione de' regolari del 18 io, e fu con- rocchiani ad eleggere il sacerdote desti-
vertito colla chiesa ad altri usi. Quanto nato alla cura ilelle loro anime, né restò
poias. Francesco del Deserto fu da circa a'capitolari della chiesa matrice di Mu-
un anno conceduto a convento e ritiro raoo altra giurisdizione, fuorché di no-
tiei minori riformati di s. Michele in iso- minare l'economo, allorché alla morte oj
Ja, di cui nel n. 18 di questo §; ed attuai- partenza del pievano venisse a restarei
niente è presso termine del grandioso
al vacante la cura delle anime. L' isola dil
ristauro,dicuiavevabisogno,ed alquale s. Secondo, della quale ragiono nel n. 26^
concorsero le largizioni de'cittadini e le diquesto §, un lenipo si chiamò de' ss.

yclanti cure del beniìmerilo provinciale Secondo ed Erasmo, [)er quanto ivi ri-,

p. Bernardino da Portogruaro. Vicina a ferisco. Del resto 1'


isola di s. Erasmo
s. Francesco del Deserto é l'isola seguente, nulla ha che fare coU'isola di s. Secondo,
17.. S, Erasmo e le T^ignoli\Y)i\ti hov- perché questa è situata verso la terra-
jjate che si estendono a sinistra del porlo ferma, e quella giace a sinistra del porto
del Lido, la I.' così detta dal suo chiostro del Lido. La chiesa di s. Maria Assun^
ecliiesaantichi e ora distrutti, la 2. "dalla ta delle Vignole è un oratorio non sa-
quuulilù de' suoi vigoeli, Diaiola Se- grameulale soggetto alla parrocchia di

VE ?! VEI^ 5ot
5. Pietro «Il Castello ed udly/iala il, I fr.'in-' sftizìone dalla generosità,
universale
cescaiii rifonnati, come notai parlai] dell' Altezza Ser.di Ernesto ec. Del-
(lo Ji quella chiesa. Quindi s' incontra l'entrata violenta nel porlo di Lido del-
il Lido, che divide l'Adriatico dalle La- l' armatore francese Laugier, trucidato
gune di Venezia, alla cui estreiriilà si con 3 de' suoi da' soldati schiavoni, fa-
I

f'orrua la seguente rislrella isola del li- rò parola nel n. 18 di questo §. Il luog<j
torale. è popolato assai poco, e quanto lo può
ì3.S. Nicolò del Lido, volgarmente permettere la vicinanza del mare, che da
s. Nicolctio. Chìainansi Lidi 7 isole del- ogni canto lo bagna. Non molto lungi
l' Adriatico e descrivono una curva da- evvi il cimiterio degli ebrei, con vana
vanti le Lagune di Venezia, dall'imboc- iscrizioni scolpile in marmo. Percomu-»
catura della Brenta sino a quella del Fia- ne pietà si unirono a fondare in quest'i-
le. Non sono che banchi d'mterramenli, sola il monastero di s. Nicolò 3 illustri
o piuttosto materie depositate; che fiu- i personaggi dello stesso nome, Docnenico
mi e il mare hanno quivi strascinale e Contarini doge di Venezia nel i o43, Do-
che si fissarono nel luogo da cui l'acque menico Marengo patriarca di Grado, e
non ebbero più la forza di svellerle. Som- Domenico Contarini vescovo d' Olivolo,
miiiislrano (lori e frulla saporite-La mag- i quali uniformi nell'intendimento, do-
giore è quella di s. Nicolh del Lido, no- po averlo eretto, lo destinarono per abi-
me che prese dalla chiesa e dalla badia, tazione de'monaci benedettini, olfreudo-
di cui vado a parlare, ed è più- chiamata lo circa ilio53 a Sergio monaco di s. Be-
comunemente Lido. L' isola è ristretta, nedetto, istituito i.° abbate del nuovo
lungi 3 quarti di lega da Venezia e in monastero, fondato sotto 1' invocazione
faccia ad essa. E propriamente una spiag- del vescovo di Mira
Nicolo per terra s.

gia o vasta lingua di terra che divide l'A- e per mare glorioso, così allora chiama-
driatico dalle Lagune venete, specialmen- lo per gl'innumerabili miracoli, co'qua*
te dal forte appunto detto del Lido sino li neir uno e nel!' altro elemento s' er»
a Malanjocco. Vi sono comodi quartieri, reso tanto benefico. Le possessioni asse-
e (pialche buon fabbricato. Quando per gnate da'fondatori pel mantenimento de*
la guerra di Candia, ùrio de'duci Erne- monaci si aumenlaronoanche colla chie-
stoduca di Brunswick si recò a Vene- sa di s. Apollinare nel Triestino, sotto
zia con i4oo soldati, nel i685 gli fu Zenone 1° abbate, il cui successore Vi-
dato temporario quartiere a Lido. Vo-' tale ebbe la consolazione d'ottenere da
lendo egli olfrire a' veneziani un saggio Mira il venerabile corpo.ossia la maggior
dell' esperienza militare de' suoi soldati, parte del corpo, come si esprime Corner
prima che salissero sopra 1' onerarie, e (giacché Bari si gloria possederlo, onde
perchè le dame e gentiluomini potesse-
i è denominato s'. Nicolò di Bari. Scrive
ro osservare quegli esercizi senza disagio, l'annotatore del Buller, nella i.' edizio-
fece ergere sopra il Lido slesso una spe- ne delle File de' Santi a' 6 dicembre,
cie di palazzo con sala, stanze e allre co- pubblicata per questi stessi tipi. » Non
modità, ma con rusticano e romantico si può ammettere il parere de' veneziani
apparecchio riferito dal cav. Mulinelli, moderni, i quali pretendono che le reli-
insieme al libro pubblicalo in Venezia quie di s. Nicolò sieno state portale a Ve-
nel i686daGio. Matteo Alberti: GiiiO' nezia. Questa traslazione si fece di certn
chi ft siivi e militari f danze, serenate, a Bari, come ci fanno sapere Giovanni e
macchine, boscareccia artificiosa, rega- Niceforo, i quali erano contemporanei e
ta solenne, et altri sontuosi appresta- sopra luogo. I veneziani portarono solo
menti di allegrezza esjjosti alla soddi* fra essi, 1' aono 1097, ciò che lasciarono
5o2
loro i
V E N
cilfadini di Dari; cioè a direi cor-
V
go ove avea nascosto l'imperatore i! corJ
EN
!
i
pi degli altri due vescovi, uno chiamalo pò del medesimo s. Nicolò il Grande,
Teodoro, e l'altro Nicolò, ma diverso dal non avendolo potuto trasportare nella
nostro santo, con un poco d'olio sagro sua capitale; egiubilandod'inesprimibi
che si era trovalo nella tomba di s. Ni- gioia lo portarono alle navi, e si condus1
colò di Mira". Tale olio dicesi la Man- sero a (ierusalemine, già conquistata dal
na di .1. Nicola, e tuttora in Bari le ss. le GnlFredo. Indi combatterono contro t

Ossa ne trasudano in abbondanza. Ne saraceni, e conquistate varie città di Pa-


posseggo una piccola cassetta in garafìne, lestina, si i^stituironoa Venezia nel gior-
donata dall'arcivescovo odierno di Bari no sagro al santo. Il doge, il p.itriarca gra-
a Gregorio XVI), del s. Titolare, nel ri- dese, la nobiltà e il popolo con divozione (

ferire la storia della traslazione di si sa- entusiasmo festeggiarono l'arrivo de' s*


gro tesoro, compendiala da diverse de- Corpi.e tutti 3 furono collocati nella chic
scrizioni di essa. Mi limiterò a dire, che sa di s. Nicolò, in nobile e diviso sepol
i veneziani eccitati dal fervore apostolico ero di marmo. Il Corner narra ancora
d'Urbano II nel piomnigare nel ioc)6 le diverse invenzioni de'ss. Corpi accom<
la I.' Crociata ^ev la conquista di Ter- pagnateda prodigi, da loro uscendo mira
ra Santa maomettana,
dalla tirannide coloso liquore e soavissimo odore. Dive
per cui ne riparlai a Turchia, raduna- nuta perciò celebre questa chiesa, il ve
rono numerosa armata navale, destinan- scovo di Parenzo Bertoldo le donò nel,

done nella basilica di s. Marco rettore e iii4 la chiesa di s. Anastasio e altre


maestro Enrico Cnniarini vescovodi Ca- chiese e possessioni ad essa spettanti nel
slellOj figlio del defunto doge simnori)i- territorio di Parenzo; e nel ri33 Pel-
iiato, e supremo capitano Michele (iglio legrino patriarca d' Aquileia donò l'ab
di Vitale I Michieli, che allora sedeva sul hazia di s. Pietro di Carso. Queste e al.

trono ducale. Nella chiesa del monastero tre donazioni, con privilegi, confermò ^

di s. Nicola il patriarca di Grado Badoa- concesse monastero l'imperatore Cor


al

ro fece pastorali esortazioni a' crocesi- rado III nel 5 r ,e più tardi da Federicc
I 1

gnatie benedisse. Allora il vescovo En-


li 11, e prima di lui da Papa Urbano III fu

rico avanzò una profetica preghiera al s. rono confermati. Intanto mouaci ricu i

Titolare, perchè prosperando l'impresa, sandosi di rendere al vescovo di Ca-


lo rendesse degno ti' arricchir Venezia stello le solite onorificenze nel giorno fei

col tra«porlo del suo s. Corpo. Giunta stivo dell' Ascensione, vi furono obbli-
la flotta presso Mira nella Licia, il ve- gati dalla pontificia autorità. A quesl
scovo Enrico la fece fermare, e a'3o mag- tempi deve ascriversi la celebre Dispai
gio mandò esploratori nella città per far- za (/'*.) data da Alessandro III, ad islan
ne ricerca. I custodi della chiesa dissero za del doge Vitale il Michieli, per cui m
solo esistere un' arca di marmo rotta, riparlo nella sua biografia nel§XlX
dalla quale que' di Bari trasportarono dogado 38.°, al veneto b. Nicolò Giù
parie del corpo di s. Nicolò il Grande, e stinìani monaco sacerdote professo d
il resto lo trasse l'imperatore Basilio per questo monastero, di lasciare l' abit
portarlo a Costantinopoli, e ignorare ove monastico e continuare col matriinonic
lo ripose. Insistendo i veneziani, e reca- la successione dell'illustre sua casa, d
tosi nella chiesa anco il dopoa-
vescovo, cui era il solo superstite, per essere mor
ver ottenuto i corpi de'ss. Teodoro mar- li gli altri di veleno per perfidia dell'ini
tire e Nicolò ambo predecessori nel ve- peratore greco Emmanuele Comneno
scovato di s. Nicolò il Grande, e il i." secondo Corner. Ottenuta numerosa fi-*

pure suo zio, gli riuscì di scuoprire il luo- gliuolanza, si divise dalla moglie, la qua
YEN VEN .'JoS

lesi racchiuse nel monastero eli s. Atliia- rono frn^ferlli i«s. Corpi dentro il mona-
no ila lui fundalo in Anxìiiano, e torna- stero, e poi nella festa dell'Ascensione del
lo Ira* suoi monaci, volle convivere con 1634 solennemente portati nella nuova
essi appartalo, e nell' utnile stato di con- magnifica chiesa, nella cappella maggiore
verso condurle vita austera e penitente^ in sontuoso sepf)lcro di marmo. Nella fac-
finché volò al cielo. Per una quiilclie a- ciata deltempio fu collocato il deposito del
nalogia mi si conceda qui una licenza principale fondatole del monastero il do-
d'erudizione. Giovanni della celebre fa- ge Contarini, già sepolto nella distrutta
inigiia IMaj'tinengo da Brescia e patrizia chiesa.I cassinesi qui rimasero sino agli
veneta, della (juale dovrò riparlare, gè» ultimi anni della repubblica, concentrati
neralissinio della repubblica veneta e so- nel I 7yo con quelli di s.GiorgioMnggiore.
printendente di tulle le forrdìcazioni del- Nella generale soppressione vi fu compre-
lo stato veneto, sulle quali lasciò le sue re- so il monastero, oggi appartenendo a'mi-
Iasioni al senato veneto, le cui minute in litari. La chiesa divenne ed è succursale
36 fascicoli si conservano dall'illustre di- della parrocchia di Maria Elisabetta s.

scendente conte Yenceslao Martinengo del Lido. Serviva anche pegli e-


1' isola

nel pregevole archivio domestico, per la sercizi de'soldali delh guarnigione di Ve-

peste del i63i si fece cappuccino. Dipoi, nezia, prima che in essa fosse costruito
per occorrenza di guerra, il p. Martinen- il bei campo di Mnrte in un angolo del-

go fu col beneplacito pontincio dal se- la cillà, ove ora fanno. La chiesa è bel-
.si

nato levalo dal chiostro perchè avea bi- la, con ricche pitture e nobili ornamenti.
.sn^no de' suoi iiiililari talenti. Termina- Nel i.° altare la tavola del s. Benedetto
ta la guerra, il vii tuoso Martinengo vol- è di D. Maggiollo; quella del 1° con s.
le tornare tra' suoi amati cappuccini, la- Marco, si cominciò dai Domini com-
e la
sciando molti legati pii ad Urago d'O- pi M. Vecellio nel 3." il Crocifisso è di
;

glio,comune del Bresciano,che tuttora si Angelo Marinali, scultore dell'altre sta-


soddi>l(ino, morendo eseinpiarmenle nel tue di questa chiesa. Il maggiore altare
convento. Dando la chiesa e il monaste- si disegnò da Cosimo Fanzago, e scolpi
ro di s. Kicolò segni di rovina, il pub- da' napoletani Lazzari e Galli. All'altra
blico erario nel i 3i 6 ne ordinò le ripara- parte la tavola con s. Paolo convertito è
zioni. famosa guerra con Genova^
Per la dello Scaramuccia :
1' ultima coll'Ascen-
BS'^egnato il monastero in gran parie ad sione del Signore è buon lavoro del Vec-
usi militari, ne partirono monaci e per i chia, bopra la porla è di Girol.mio Pel-
qualche tempo vi abitarono con disagio legrini la pittura a fresco con Venezia
il fondatore della congregazione di s. piostrata avanti a s. Nicolò. — Qui era ac-
Giorgio d' Alga co'suoi compagni. Ter- rollo pomposamente il doge allorché nel-
minala la guerra, i benedettini «i resti- la festa dell' Ascensione recavasi colla
tuirono nel Oionaslero, e poi nel i45i signoria nel bucintoro alla benedizione
si unirono alla riformala congregazione o sposalizio del mare. 11 doge era accom-
cassinese di s. Giustina di Padova, dopo pagnato da tutta la pompa e dalla ma-
diche il governo degli abbati fu trienna- gnificenza del veneto governo, in quel
le. Uno di Verona, per
questi, PiaH'aele da superbo naviglio clorato, adorno e fre-
impedire caduta della chiesa, nel 1626
la giatodi statue, intagli eornaraenli, detto
ne cominciò la rifabbrica, ponendo ne' perciò il ^Mcmtoro, Bucenitauro, vera-
fondamenti quella medaglia che vedesi mente magnifica natante reggia. Con es-
nel Corner colt'eiligie di s. Nicola, ed epi- so portavasi il doge in detto giorno a
grafe : Templiim D. Nicolai in Litorevc. fare l'annua singolarissima funzione del
L' 1 1 maggio 1 628 dalla vecchia chiesa fu- suo sposalizio col mare Adriatico, fuori
5o4 V E N V E N
«lei vicino porto, colla scorta (ìclltì gale- me il Goudar, e il famoso ha-
francese
re, (le'piccoli bastimenti ila guerra, e se- [)oletano Giannone, che trovarono nella
guilo da un indescrivibile numero di bar- maestosa funzione argomento di bizzar*
che o gondole, tutte a festa addobb.ile. re e stolte censure. Se tali e altri ujeglio
Ciò fatto sbarcava alia chiesa di s. Ni- avessero consultato le storie, non avreb-
colò, vi assisteva alla messa cantata, e bero bassamente deriso e scherzalo su
colio stesso splendido corteggio termina- d' una ceremonia, come tante altre deri-
la il solenne trionfo sbarcando alla Piaz- vate per eternare la memoria di glandi
zetta di s. Marco. Per I' origine di que- avvenimenti. Imperocché il vescovo 3 vol-
sta solenne ceremonia, e nozioni relati- te cantava : Ut hoc mare nobis et onini-
ve, compendierò l' eruditamente narra- husin eo navigantibus tranquilluni et
to dal eh. ab. Cappelletti e dal eh. cav. quietimi concedere digneris, te roganms
Mntinelli negli Annali di Fcnczia.W ve- nudi nos. Oltre altre preci a Dio, che san-
scovo d' Olivolo Domenico V Ora leni- tificavano l'azione d'un popolo religioso.
go, nella sua cattedrale con magnifica L' autore della cronaca Sagornina, con-
pompa nel 998 benedì la bandiera della temporaneo al suddetto doge Pietro II, e
repubblica, e la consegnò al doge Pietro perciò di quasi due secoli anteriore all'in-
JI Orseolo nell'alto che questi slava per dicata pretesa vittoria de' veneziani sulla
intrapendere la spedizione rinomatissi- flotta imperiale,ne dà esplicita notizia con
ma contro gii slavi, narentani e altri po- espressioni non dubbie. Inoltre è attestata
poli dalmatini, infesti al nome e al com- l'antichità di tale pompa cittadinesca, dal
mercio de' veneziani; donde ritornò poi fatto certissimo della lite insorta tra Vitale
vincitore e glorioso d' aver ingrandito il Il vescovo di Castello e Domenico Con-
nazionale domìnio del possesso altresì tarini abbate di s. Nicolò del Lido, poiché
della Dalmazia e della Croazia: vittoria questo voleva introdurre novità circa l'o-

che procacciò a' dogi veneti il titolo ono- norificenze solite prestarsi nel tempo ad-
revole di Dogi di Fenezia, della Dal- dietro dall'abbate e da'monaci al vesco*i
mazia della Croazia. Tale solenni-
e vo d' Olivolo, ossia a' suoi predecessori^
tà cominciata nel di dell' Ascensione ,
allorché nel giorno dell' Ascensione reca»
questo perciò appunto diventò solennis- vasi alla chiesa di s. Nicolò, per accoglie-^

simo in Venezia ; e piti ancora lo diven- re doge e complimentarlo nel suo re-
il

ne per la vittoria neli 177 riportata dal carvisi per lo sposalizio del mare. La qua-
doge Sebastiano Ziani contro la flotta le lite, dopo di avere durato lungamente^

dell' imperatore Federico f, per la qua- fu dal vescovo, sostenitore de'propri di-
Jeavendo il Papa Alessandro inconces- rilli, portata al tribunale d' Alessandra
so al doge que' doni e prerogative che 111, clieaUidandone l'esame e la decisio"

dirò a suo luogo, compreso l'anello d'o- ne a'vescovid'Equilioedi Torcello, pro<


ro per sposare l'Adriatico nel giorno del- nunziarono sentenza definitiva in favore
l' Ascensione, in segno del dominio che del vescovo, confermala dallo stesso Pa-
avea acquistato sopra quei mare, non pa con bolla data a Kivoalto a'22 marzo
pochi errarono con attribuire l'origine 1177. Poco dopo i monaci cercarono di

e r introduzione della sagra politica ce- far rivivere la controversia sotto altro
remonia ad Alessandro III e per sua con- aspello; ed il vescovo Nicolai ricorso a
cessione, come nel racconto di quella Clemente III, questi nel 1188 rinnovò
battaglia e di quella vittoria; argomen- la decisione e la conferma d'Alessandro
to che svolgo nel § XIX, dogado 39.° III. Ora se tale Papa fosse stato l'istitu-
Vanno pei biasiniatì col Filiasi preci- tore della ceremonia, non poteva averla
puamente quegli scrittori forastieri, co* stabilita avanti il i
177, perchè a qne-«
V E X YEN .'ìoT

si' nnno è nssegnatn I.ì pretesa sconfìt- e vino rosso, negli ultimi anni fu più per
In «lata da' veneziani alla floMa ioipe- le persone del suo cortejigio, di quello
riale; mentre nel medesimo anno col- che per lui; il quale ordinariamente ave;»

la sentenza da Ini confermata, assicurò da pontificare in s. Nicnln; e il compli-


ni vescovo di Castello il dirilto derivato- Oiento delle rose damaschine, cui il pa-
gli dall'antica consuetudine, d'pssere ìii triarcamandava a presentare ni doge su
quell' occasione ricevuto oiiorevolmenle di una coppa d'argento, per mezzo d'uà
dall'abate e da' monaci di s. Nicolò del suo familiare o d'un chierico; ed il rin-
Lido. Si devono distinguere due dilleren- fresco di pane, vino, fave fresche e casta-
li epoche nella celebrazione del rito: una gne monde, cui il prelato dovea imban-
cioè altempo del doge Pietro H, quan- dire a'reraiganli, che lo aveano servilo
do ebbe la òua primitiva origine; l'altra nella sua penta, non che il regalo di
ni tempo del doge Ziani e d'Alessandro dt>e ducali al gastaldo de* remiganti , il

Ili, quando all'antica cerem'onia fu ag- quale ne avea diretto le mosse, pare ch«
giunta la particolarità dell'anello, che fossero aggiunti di mano in mano in
gcltavasi in mare e die motivo al titolo tempi posteriori, non trovandosene men-
diSposalizio del mare. La i." di queste zione alcuna nel ceremouiale più antico
due epoche dev'essere segnala nel 998, accennato. Bensì la refezione, ossia pran-
la 2.' nel i i
77 : il rito di quella potevasi zo, era d'antica data quanto l'istituzione

piuttosto dire Benedizione del mare; al della festa in quella chiesa abbaziale; del
rito di questa soltanto poteva convenire che ne assicurano le ricordate decisioni
in qualche modo
noD)e di Sposalizio. il de' vescovi d' Equilio e di Torcello, e le
Perciò anche doppio ceremouiale se ne successive conferme de' Papi Alessandro
conserva negli archivi, che l'ab. Cappel- III eClementelll. Anche la ceremonia che
letti pubblicò nel riprodurre gli estralli il doge gettasse in mare un anello d'oro,
da quelli dal Cornaro. Il rito comincia- fu introdotta più tardi, precisamente nel
to dalla benedizione del militare vessillo iI
77, dopo che Alessandro Ili andato al
consegnato dal vescovo al doge Pietro li, Lido ad incontrare il doge Ziani, che come
continuò per piìi anni nella cattedrale fu detto ritornava viltoriosodal combat-

d'Oli volo, finché edificala in Lido la chie- timento navale, gli presentò un anello d'o-
sa di s. Nicolò col propinquo monaste- ro come pegno sulla sovranità del mare.
ro, fa srelta questa come più opportuna Per cui nella sua benedizione e ceremonie
e più vicina al luogo ove la solenne pom- si cantava anche il Te Z^rnm dal patriar-

pa eseguivasi. Né ciò avvenne prima del ca e suo clero. Ma siccome all' avvici-

1043, poiché in quell'anno soltanto eb- narsi del doge all'isolella di s. Elena, gli

be [trincipio la fabbrica del tempio. Laon- si faceva incontro il patriarca in un pea-


de per più di ^0 anni se n'era rinnova» tone, e, attaccandosi al bucintoro, veni-
ta annualmente la memoria nella catte- va rimorchiato da esso, ciò il cav. Mu-
drale certameule con assai uìeno cere-
; linelli qualificò forse indecenza. Benedi-
iiionie che non in seguito allorché si co- ceva intanto il prelato, fra il canto delle
minciò a celebrare in s. Nicolò. Così pu- una tinozza d' acqua e un anello
litanie,

re il Iraltamento, che s'imbandiva al pa- che doveva essere dal doge gettalo nel-
triarca da'monacì Olivetani di s. Elena l'onde. Uscito finalmente il bucintoro dal

( sia perchè l'isola era d'antica giurisdi- porlo del Lido, versavasi l'acqua bene-
tione de' vescovi di Castello, sia perchè detta nel mare, e tosto appresso il doge
uno di essi fondò l'ospedale e il mona- vi lasciava cader l'anello, simbolo di quel-
stero a' loro predecessori i canonici re- lo già dato da Alessandro MI: In signum
golari), consistente in castagne moude veri perpeluiquc dominii. Cantando in-
voi. xci. 33
YEN V t
5o6

^
i\

tanto i oiiisici della cappella di s. Marco la il Mulinelli, che 1' tiltitno bucintoro;
itoroi
un mndrigale, almeno dal lySG in poi, fu coslruiloitel 1779, perla funzione del
che ripui la, citando il Ctrcvìoiiialc Ma- l'Ascensione del Signore,e ^ennedescril-
l^ititiiiysis'i' raccolta iinh'crsale (il tulle le. lo col lihro del licoidalo Luchini, e inj
cerci/ìOìiie spettanti alta Ducale Regia tale anno impresso in Venezia dal 13uo»}
cappella di s. Marco jY Adclilioiiea\San- nanigo. Egli lo compendia; a me non è]
&o\\'x\o ilov\co;e La mtOi>a Regia sull'ac- dato neppure di fare altietlanto di tale
qiie nel Bucintoro del veneto Antonio , eslialto. Non più esistendo, ne dirò po-
M.* Luchini (autore pure della pregevo- che parole. Questa macchina grandiosa,
le traduzione, con prenozioni e note, de- lunga 100 piedi e 2 larga nella hoc 1

gli Atti sinceri ile' Martiri (li Ruinart, ca, sì nell'inlerno che nell' eslerno tutta
da lui dedicala a Pio VI). Volta indi il con oro finissimo diligenteraenle dorata:II
hucintoro la prora verso la chiesa di s. dal venelo Alianti, sculpila e infagliata
Nicolò del Lido, assisteva colà il doge a da Antonio Coiaduii, veneto valenlissi-
solenne messa, terminata la quale rido- n)o, distinguevasi in due piani : nel i.°aH
revnsi al suo palazzo pel pnliblico han- di sotto erano 168 scelli remiganti, di-"
chetlo, convitando in quel giorno anche sposti 4 ['er remo, con altri 4^ circa tna*
i 3 amn)iragli e i 100 capi maestri del- rinari di riserva ; indi un 2.° al di sopra
l'arsenale, the erano trovali sopra d l)u-
si sulquale maestosa sorgeva In reggia. Vi
cinterò, disposti in 10 tavole. Pubblicò il aveano luogo, nelle parli laterali, fdibri, i

Mutinelli le particolarità lulle di questo fidegnami e i calafitti dell'arsenale, lira

convito, che descritto da un Gelfi mae- coperta da un liemo o tetto , lungo ()5
stro quasi nonagenario dell'arsenale, ne piedi, diviso nel niezzo, sovrastante due
raccolse la memoria quell'amatore di- lunghe sale; aveà 38 finestre e innume»
stinto e intelligente delle cose patrie, che levoli ornamenti. Verso la poppa eleva-
fu il valente ingegnere delle fabbriche del vasi la regal sede del doge, il cui gabinct-
medesimo e mejnbro vene dell' Istituto tocopriva più alto liemo, lungo piedi 24
lo, raftettuosamente sullodalo Giovanni e mezzo, sostenuto da due gran Termini e
Casoni. Nolo pure il cav. Mulinelli, che il circondato da giardini o pergolati; due
banchetto somministralo per l'Ascensio- de'quali, con Ninfe, Wereidi e Satiri ma-
ne a' 100 graduati ministri dell'arsenale, lini, erano pure laterali alla piazza della
ed a' 3 ammiragli, avea luogo ancorché prora, e fuori di essa sporgevano due ro-
iion fosse falla la funzione in quel giorno, stri o speroni ornalissimi, esprimenti l'u-
|a quale soltanto celebra vasi quando fosse no il Mare, l'altro la Terra, con Zefiìro nel
calma eciel sereno, poiché in caso diverso mezzo, co' principali fiumi personificali
non avea eflelto la gita al Lido. Di più il dello stato venelo il Po e 1' Adige. Sotto
Mulinelli, giusto vagheggiatoredelle me- l'arcodel gabinetto .sedeva Pallade cor-
morie d'una patria così celeberrima, <le- teggiata da piccole figure; il gabinetto a-
scrive i rili celebrati nella basilica di s. vea io finestre , sosleuutc da bellissime
Marco nel 1." vespero dell'Ascensione, ri- figure, simboleggianli t! Mondo e Pane,
inarcando persino 1' incensatura con 3 riccamente addobbato da velluto cremi-
liri al doge, e indi con 2 al nunzio apo- si; alzandosi poiid di sopra il glorioso ves-
stolico e ogniambasciatore; quelli cele- siilo del generoso Leone alato, insegna
brali nel mattino seguente, avvertendo allusiva al gran protetlores. Marco. Quan-
che in caso di pioggia non siandava al to al rimanente dell'ornato, in elegantis-
Lido, ma si cantava nella Marciana la simi intagli erano figurali Sirene alale,
messa da un canonico, conforajeall'allre festoni di fiori e frulla vagamente intrec-

^olte che calava il doge. M'istruisce anco- ciati con raedagliuui. Lna sovrastante
-

V EN V EN .?o7

col'nice in bassorilievo effigiavo feslo^a slessi e dal Ioi-o abbate, con quella mag-
odiinanza o trionfo di Deità marine: ve- gior decorazione e splendore che ben
niva sostenuta iV ambo le parli da Mo- conveniva alla maestà della serenissima
stro marino colla cornamusa. Nella som- repubblica e alla dignità di mg.' pa-
,

mità della prora si aliavano le grandi triarca di Venezia, Pertanto fu compo*


figure della Giustizia e della P.ice, cor- sto il CerrHio///V? /e, pubblicato in Firen-
teggiate da pulii, e aventi a' piedi vasta ze nel 1775 nella Collezione di scritta'
cont'biglia. Due gran Leoni alati erano re (li regia giurisdizione. Feceio il simi-
nel gonfio della poppa. Ira marini Sati- le l'ab. Cappelletti e il cav. Mulinelli, da*
ri e Ninfe in delizioso giardino e altri or* quali ricavo il seguente sunto. Restò in-
nati. Qui la gran cornice terminava con teramente nell'antica sua costumanza 1»
due Giganti marini. Quasi custodi dell'in- funzione del patriarca fino al suo arrivo
gresso della prora slavano doeSfingi.sim- col pubblico peatone al Lido, fornito a
bolodella sapieiiy.ade'padri. Né mancava gala colle migliori coperte e co'barcaiuoli
lo stemma e l'iscrizione del doge Alvise III vestiti delle regie ducali ilivise, come si

MocenigOjin tempo del cpirde fu costruito usava prima del 1700, in cui era coperto
nel 1727 questo splendidissimo biìcin- il peatone con felze (copertina dello spa-

toro. Eranvi altre statue, conle di Marte, zio ove devono stare le persone sedute)
della Prudenza e della Forza nella regal di paoni d'oro. Pel di lui ricevimento, in
sede del doge, il cui stemma sovrastava luogo de'monaci, fu ingiunto recarsi ogni
il corno ducale. Lo schenale di detta sede anno al Lido una delle IX congregazioni
si abbelliva da una vittoria navale con del clero veneto per turno, i cui sacerdoti
trofici. Figuravano ancora gli stemmi de' indossavano cotta e stola solenne della ri-

IO provveditori dell'arsenale, che pre- spettiva congregazione, a riserva dell'ar-


siederono a [questo vasto e meraviglioso ciprete, dovendo intevvenire in cotta e pi-
lavoro, gì' intramezzavano più decora- viale corrispondente al giorno della fun-
lioni, le figure delle Muse e nel mezzo zione. Colle loro insegne doveano incon-
quella d^Apollo. In faccia alla ducal se- trare il patriarca al suo arrivo al pontile,
de, sosteneva il rimanente del tetto, dal e così pure accompagnarlo nel suo regres-
cui arco pendeva un drappo d'oio, la gran so al peatone, collo stesso modo obesi pra-
figura del Tempo presente. I musici del- ticava da'monacij dovendo però la con-
la ducale cappella cantavano alcune lodi. gregazione cedere al capitolo de'canoni-
Tra gli altri ornati erano simboleggiale ci della cattedrale il posto di precedenza,
con figure la Musica, la Caccia, la Dan- che loro competeva. 1 medesimi sacerdoti
ia, le Virtù, l'Arti liberali, i Mesi del- doveano unirsi al vescovo sulfraganeo, da
l'anno, l'Ore del giorno e della notte. destinarsi da! patriarca, per fare l'incon-
Noterò, che nel bucintoro per l'ordina- tro al serenissimo doge al suo arrivo in
rio si ricevevano i sovrani che si recava- chiesa (nella stessa maniera che pratica
no a Venezia, e col bucintoro si andava vasi nella funzione di s. Lorenzo Giustinia-
a prendere la dogaressa al suo palazzo ni); venendo tolto il grave e indecoroso
nella sua coronazione. Quando poi per disordine, di fermarsi il prelato fuori di
decreto del senato, de'5 dicembre 770, 1 chiesa sotto una tenda, tra i clamori del
i monaci cassinesi di s. Nicolò partiro- popolo, della milizia e delle maschere; e
no dalla discorsa abbazia, si rese ne- allora l'arciprete deposto il piviale assu-
cessario sosliluiie un regolare sistema a meva la stola, a cagione della presenza del
tutte le parti della solennissima funzio- vescovo. Gli stessi sacerdoti doveano cele-
ne che nel giorno dell^ Ascensione per brare in detto giorno la messa nella me-
io innanzi erauo adempite da' monaci desima chiesa di s. Nicolò colla liuiosina
5o8 V E N V Ei\
tl'iin (lucalo (l'nrgeiilo e due all'aicipiele, le oeremonia per benedire il mare nel di
per In mollilndine accononte. I oliierici dell'Ascensione, è tradizione che l'isti-"

sciiìinarisli di s. Cipriano di Murano si luisse in Cervia (posta sulla spiaggia del-


destinarono all' assistenza del pontificale l'Adriatico con piccolo Po/-/oei9^///?<»,dei«|
del patriarca, al modo come praticava nel- lo stato pontificio e nella legazione di Hnh
la cattedrale di Castello per la festa di s. velina), vescovo Pietro Harbo veneto,
il

Lorenzo Giustiniani, coli' intervento dei provveduto di quella sede neli44'',che


suoi canonici, e quello del doge nel recar- rinunziò nel i44^ ^ poi divenne Paolo
si a venerareil s. Corpo. I^rima cantava la 1 1. Ciò descrive nel t. 2, p. 567 delle stes-
messa l'abbate di s. Micolò, coH'assislenza se sue Chiese (l'Italia. Questa lienedizio»
del patriarca. Per impotenza del patriar- ne e sposalizio del mare, tuttora è solilj

ca, egli doveva destinare un vescovo siif- fiirsi dal vescovo di Cervia annualmeu'^
fraganeo a cantare la messa. Pontifican- te nella festa dell' Ascensione, ad imita*
do l'uno oKaltro, sull'altare doveva esser- zione della solennissima celebrata iu Ve4
vi il 7.° candelliere, giusta il pontificale nezia finché sussisteva la repubblica, i'j'

de'vescovi. il patriarca doveva aver la se- da notarsi però che (juesta cercmonia
,

dia e i gradini, come nella iletla funzio- istiltiita in Cervia non ha nulla di po-
,

ne di s. Lorenzo. Pontificando un vesco- litico o di civile, come quella di Venezia,


\o non poteva usare il baldacchino, ma la quale denotava la suprema padrona n«
il solo sclienale (noi lo diciamo dossello) e za della repubblica sul mare. Si dice che
la sedia del patriarca. Non potendosi a- il vescovo Balbo, navigando dalla sua pa-
vereche un solo vescovo, spelta vagli l'in- tria Venezia a Cervia, fosse sorpreso da,
rontro del doge e il canto della messa. furiosa burrasca, e vedendosi prossimo a
Quando questo vescovo era assistente naufiagare, si obbligò con volo ad isti-

nllamessa pontificata dal patriarca a- ,


tuire e celebrare annualmente nella sua
veva la sedia un poco alzala col suo diocesi un rito di benedizione sul mare,'
cornu Evarigcliì, dovendo es- un anello d'oro '

.«sgabello in e di gettarvi a sue spese;


sergli al fianco due sacerdoti delli con- che intanto, a pegno della promessa, vi

gregazione, per le necessarie funzioni di gettasseil suo, che avea in dito, e il ma-

porsi e levarsi la mitra, stando in questa re a poco a poco si tranquUIasse. CerVo è


funzione i canonici di Castello impegnati che ogni anno il vescovo di Cervia cele-
id servizio di mg."^ patriarca. Trovando- bra con gran pompa questa benedizione
si nel dì dell'Ascensione vacante la sede e vi getta un anello d'oro a proprie spe-
patriarcale, il vicario capitolare doveva se: ha quest'anello un pezzo
di legno an-

invitare i due vescovi. 11 magistrato delle naso vi, con più forza possa lanciar-
a<;ciò

Hason vecchie. Ki incaricalo, oltre del Ira- si da lungi nel mare, ed lia inoltre attac-
.sporto in barche della congregazione, de' cato un nastro di seta lungo 20 braccia;
.seminaristi e di 12 figli del pio luogo del- e così rimane a galla l'anello sull'acque,
la Pietà inservienti alle messe, di dare al ed agili nuotatori si partono iinmanti-
patriarca e a' vescovi invitati nelle due ca- nenli dal lido per andar>elo a ricupera-
mere loro assegnate per riposo, un pic- re. Assicura l'ab. Ca[»pelletti, che riporta
colo rinfresco, in luogo di quello che al pure l'orazioni bellissime e il rito, che
patriarca davatio i monaci, il medesimo (piesta e altre notizie del vescovato di
magistrato doveva somministrare lirei i8 Cervia, gliele favorì il suo vescovo mg."^
a'soiiti, t>on che provvedere tutto l'occor- Tamburini. Nolo Novaes nella Storia di
rente alla funzione a mezzo del ceremo- AlesiUndro llf, che Giulio li contrastò
riieredi s. Marco con 60 ducati d'argento.1 alla repubblica di Venezia il privilegio di
Inoltre narra l' ab. Cappelletti, chesiuii- sposare l'Adriatico (probabiltneale in
V EN V E i\ 009
tempo tìella gueria per la lega ili Cam- e che non fossero sospetti di portare u
Lmv), di cui diceva non esservi docuiueii- turchi merci vietate, od essere in questa
tunlcutio. E siccome cita il p. Miiftei, y^«- guerra spie del comune nemico, non la-
ìiali di Gregorio XIII, Uovo in esso nel sciavano d'impedire, o molestare legni i

l.i, p. 5'Ò, la dilìcienza insorta tra quel de'iiifrcanti dello slato ecclesiastico, mas-
Papa e i veneziani per la navigazione sime anconitani, sotto colore di proibire

dell'Adriatico e Irafnclii levantini. Rife- il passaggio a' turchi e ad ebrei loro a-


risce l'ej'regio storico, die pretendevano i deienli. Ma la verità era che a ciò li spin-
veiieziani,per aver essi giàcoll'ariui ecou geva il timore che durante la lega , e la
molte spese purgalo il mare da'corsari, sospensione del trattalo co'levantini, ve-
ed a'cristiani assicurata la navigazioDe,clie nisse quel commercio pian piano a tra-
Alessandro 111 trovandosi in Venezia con- sferirsi per ogni tempo in Ancona con
cedesse loro come in premio, la superio- grave danno de'guadagui pubblici e pri-
rità e la custodia del seno Adriatico; ed vati della città di Venezia. Di tal contro-
in confermazione di (|uesto usavano di versia avendo il nunzio apostolico Fac-
andare ogn'unnocul bucintoro alla boc- chinelti (poi cardinale e Innocenzo IX),
ca del mare, coli' intervento di tulli gli fitto a nome di Gregorio XIII grave ri-

anibaseialori de'principi, a sposarlo, con sentimento col doge, dopo molle risposte
un anello e con queste formali parole: In e repliche, finalmente il senato, dando
sig/iu/n veri doininii. Ma Giulio 11, che luogo determinò nel 1072
alla ragione,
per questo e per altro ebbe con essi gravi d'osservare capitoli, nella maniera che
i

e acerbe contese, negava apparire di tal ricercava il Papa; ed al Tcevisano sopra-


concessione prova alcuna, eccetto il sem- Gomito, che avea nuovamente ritenuto
plice testimonio loro, il quale lestimonio e spogliato un naviglio raguseo, noleggia-
in causa propria e di lauto rilievo meri- to e carico per Ancona, scrisse inconta-
tamenle si poteva e doveva tenere in so- iienle con aspre riprensioni, e con ordi-
spello. E quando pure ne apparisse qual- ne espresso di resliluire le robe tolte, cer-
che allo, doversi attribuire a timore (i- lidcaudo al nunzio rincrescere grande-
gnorava la vera origine della ceremunia), mente alla signoria, che gli uomini suoi
trovandosi allora ilPapa in Venezia. Sic- ficessero cosa, che ginslamenle potesse
ché ventilata la cosa uu pezzo vennero olfendere il Pontefice, al quale in tul-
ad espressa capitolazione. Si conveune,che le le cose di momento mostrerebbero
tulli sudditi della Chiesa romana, e le-
i sempre la fede e l'osservanza diesi con-
gni loro di (jualunque sorta, avessero li- viene. — Questa isola è abbondante dì
bera ed espedila la navigazione del seno vigne e orli, i cui frutti servono a como-
Adriatico, in modo che né anco le robe do della citlà. Ed appunto per esser-
di altre nazioni portale sui loro vascelli vi molte ortaglie, è questo un luogo di
fossero soggette ad alcuna gabella. Ora convegno geniale e di piacere popolare
passalo quel tempo, e succeduta la con- pe' veneziani, che vi si portano in folla
federazione ,
per la guerra contro i tur- nell'autunnale stagione, uno (ìt Siti pi t-
chi, per la erano interrotte le
quale si torescìd e prospctdvi delle Lagune ve-
solite pratiche di Venezia con le nazio- nate, disegnati, intagliali e descritti, e
ni orieutali, sopracomili o principali
i pubblicati in Venezia co'uilidì tipi del
ii/ììziali subordinati al comandante delle Gondoliere uel i838. Perciò in questo
galere veneziane, ed alcuni capitani del interessante libro il eh. d.' Tommaso
golfo restringendo la suddetta capitola- Locatelli (che fin dal i832 è proprieta-
zione in quelli solamente che navigasse- rio della Gazzella tif/ìzialc di lentiiii,
rocou vascelli uou presi a uulo, ma propri, e die non solo è il Nesluie de' giornali ali
5io VEN V E JN'
I
italiani, non solo l'aslro loio in fallo di pur vi stanno, a guardarsi 1*
un l'altro.
&a|ier iàie e di soper alimentare un fo- Deserte egualmente sono le olTlcine; non
glio politico, conuneiciale, scientifico, si balte un martello, non si muove una
ieltetario e di utile e grata lettura, che sega, e se avete d'uopo del fabbro o del
possa presentare lo slato giornaliero del- falegname, peggio per voi; non si cerca-
le cose (nondìali, col più di sobrietà ed no il i." dì della creazione in sellendire :

iissennatezza possibile ; ma insieme in il lunedì non è nella loro seltimana od è


quegli scritti ed appendici die sono di lui, solo per essere computato al sabato nel-
tipparisce il più dolio, spiritoso e degno la ujercede. Queste buone genti voi le

emulatore nientemeno che di un Gaspare incontrerete piuttosto a frolle perle con-


(iozziec.) scrisse: Un lunedì di setlcinbrt: trade : a frolle v'incontrate le donne col
(dLidoyCvu leggiadra naturalezza descri- bel cappolliri delle feste e il nuovo grem- ;

vendo ii festevole costume veneziano di biute, iti un bell'estro di gioia e con in


queste pubbliche ricietizioni; espie>seal mano ior provvigioni. Or dove corrono
vero dal riputalo disegnatore e intaglia- quesl'allegie brigale?Corrono alla cam-
lore Marco Comiralo. Cello sarebbe ri- pagna, sull'amene sponde del Lido: im-
produrne l'eleganle e piacevole contenu- perciocché il Lido è appunto la nostra
to, aia conviene che io soltanto ne dia campagna, il podere comune, sul (|uale
uu'idea generica, e servirà in parie d'ag- Venezia in massa villeggia. Sparta avea
giunta alle poche parole che dissi sul costu- iucomune banchetti noi facciamo in
i ,

n)e veneziano. E
peiò essenziale che io comune le nostre villeggiature: villeggia-
prima ripeta col lodato scrittore. « Fu ture d'un dì che comincian col sole e col
dello già di V-enezia ch'ella è un'illuslre sole si terminano; che non costringono

prigione, per ciòch'è tutta circondata dal- a mutar né dimora né letto; che non in-
l'acque, ed uno non può uscirne senza terrompono domestici affari, e che però,
i

chiederne prima licenza al vento ed al senza averne le incomodità ed i fastidii,

mare (non essendovi allora introdotta la han lutti gli agi e i diletti dell' altre vil-

ferrovia). Altri, per ciò che abitiacuo in leggiature: l'aurea libertà de'campi e Ip

mezzo alle lagune, s'imouiginano che ci soavi impressioni della bella naiura. Né
viviamoa modo de'pesci sempre sul salso ci fa niente la corta durala; d'otto dì in
elemento ; che la natura campestre sìa olio dì ne avete ben per due mesi. Il solo
qui moria, uè ci si vegga mai un graaio viaggio è una festa; è un viaggio senza
supposizioni più o me>
filo di erba; tutte polvere, senza fragore di ruote; i cavalli
no Venezia è anzi una città caoi-
false. non ombrano; il legno non versa o se ,

pagnuola quant' altre mai: noi abbiamo versa non vi ammacca né storpia, vi get-
nostre ville e nostri campi; gli abbiamo ta anzi in molle , e ne campale solo eoa

anzi in casa e ce li godiamo anche assai. un po' di bagno. Questo cammino, in cui
Or vengano questi detrattori della no- mai non assalgono i masnadieri, si fa di
slra Venezia} la mirino in un lunedì di conserva, ili processione, a convogli, fra'
«ellembre, poi dicano se siamo in prigio- canti, ed è più la spesa del fiato che de*
ne. Se questa è prigione, cerio è assai denari". Qui comincia l'autore, con gra-
larga ed allegro. Tali giorni, dico i lune- zia e lepidezza tutta veneziana, a descri-
dì di settembre , hanno non so qual a- vere i particolari, le circostanze, i grazio-
«pelto particolare, che li dislingue da lut- si episodii, l'imbarco, su gondole e mol-
ti gli altri. Non sono feste, pure non si le adorne di tende e di fronde, segnala
coulano fra'dì di lavoio. Le botteghe bea d' allegria; caro spettacolo che la genia
«i tengono aperte, ma non ci si compera, gode dalle rive, con plausi e talora cu'

uè ci &t \cnUe} e i douzclli vi 6lauuO| «ti (ìschi, accompagnaudu le fragorose tiìbù


YEN VEN 5ii
direlle da un capo, anzi una capessa o qran numero coloro che attinaono le lo-
capitana che raccolse le setlimnnali quo- ro ricchezze dal fondo de'puzzi, e si fauno

te io un anno, pei' poi al Lido sciuparle in- liranni dell'acqua ; l'acqua che qui non
«ienie in un'unica gozzoviglia e popola- è solo un naturale elemento, ma sì un'o-
re baccano. La benigna natura, acciocché nesta cagione di lucro; però chi ha sete
Venezia non fosse dal mare, quand'egli deve pagare. Qua e là sono venditori di
infuria , inghiollita , ne alzò a riparo e frulli, ciambelle, ostriche ec. Ora s' im-

presiilio alcune isoletle, che le fanno co- magini qual vario e grandioso spettacolo
me scudo e la fronteggiano incontro a' di molo e di vila presenti quest'afifollala
suoi furori, quasi scolle avanzate che im- pianura, anzi questo vìvo mare di tante

pediscono e fan sicura la porta di que- genti, d'abilo, d'età e dicondizionediver-


st'antica donna deirac(|ue. Una di quelle se , nel piLi libero abbandono dell'alle-
nppiuilo è il Lido. L'industre mano del- grezza mossa dalle vivande, dal vino,dal-
l' uomo fecondò lo sterile terreno, e qui la compagnia e dal diporto, e sene tro-
sul labbro dell'Adriatico fioriscono orli, verà forse dilfìcilmente l' eguale. Ma il

terreni piantali d'alberi fruttiferi e vigne; sole in mezzo a questi trìpudìi più ratto
la natura campestre fa guerra e usurpa già scende:Venezia imporporata dall'id-
il luogo alla marina. Per queste vigne e linio suo raggio
lo nasconde a quelli del

questi bruoli si spargono le liete brigate, Lido. Succede la gran battaglia dell'im-
e vi arrivano in tanto e si spesso numero barco al ritorno, giacche è da combatte-
che scarso ali' arrivo è i' interno canale' re assai prima di raggiimgere il legno,
per cui approda, non senza perico-
ivi sì e più conjbaltono di parole i loquaci bar-
li. Il verde smallo de'prali sparisce sotto caiuoli. Ora lo spettacolo muta scena e
il candido ammanto delle tovaglie; ben- si volge tutto sull'acque per chi dalla ri-
ché è da farsi ai popolo questa giustizia, va e dal molo contempla quella mobii
che non tulli offendono a questo modo città di batlelli e di barche che riedono
la bella natura, e si contentano del sem- e fanno di se lunghe file per tutto il ca-
plice manto d'erbe e di fiori ch'ella in- nale. E' questa l'ora degli ultimi canti,
lesse svariato per tulli. Ciascuno si ada- un po'iuvero piùrauchi, col iVioiV/o del-
gia alla meglio sull'erba , sotto la sferza le villolte,accompaguato col cembalo, av-
del sole; anche persone facoltose, lettera- vivando la gioia il fuoco del vino. A tali

ti, non credono discapitare la lo-


artisti, cauli popolari, quasi l'eco da lungi rispon-
ro dignità e condizione. Mentre gli uni dono i canti di chi con minore solennità,
mangiano e bevono lietamente, que' che ma ben maggior sicurezza, festeggiò il suo
Iian terminato, mutando in sala di festi- lunedi di settembre modestauienle a'
no l'area servita di mensa, saltano e bal- giardini.
lano con ardore, senza distinzione di ses- i4- S. Andrea o Castello di s. Ah-
so. Altrove dato fondo a'fiaschi e a' bic- drca.\c<\\ numero seguente. A ponen-
il

chieri,con gioia fragorosa si canta a co- te di esso castello a breve distanza s'in-

ro, non con molta armonia; alternano il contra r isola seguente omonima, alla
gran baccano suoni d'ogni specie di stru-
i quale propriamente appartiene il forte.

menti, di que* facili professori delle pub- I 5. S. Andrea, ov'era la celebre Cer-
bliche vie, contenti dell' onorario d' un tosa, e perciò detta con tal nome ezian-
soldo. Qui poi è il gran fabbricatore del- dio e per antonomasia appellata Vlsohi
le gustose fiiltelle, quel gran credenziere Regina. Di due isolette separale da pic-
del popolo. Cosa ilegna di nota, in questo colo canale, formasi quest' isola detta
ghiotto bazzarro e fiera d'ogni cosa, do- anche .v. Bruno, dal nome di s. Bruno-
ve si versa e logora tanto vino , sono iu ne Iòndatore dell' ordine certosino, si-
5ia V E i\ V E N
tuiita quasi in egual distanza fra s. Ni- vcii actjuislato fama d' inveuloie d' un
colò di Lido e 1' aulica callediale di Ca nuovo metodo di forlillcazione. " Ideò
.stello, a cui era per vetusta giurisdizione pertanto la fronte di questo castello con
fcoi^f^ella. Una è<juelia di s. Andrea del, 5c'o/yj/, di mezzo qdiisi un
essendo quello
Castello, l'allia a ponente a breve distan- b istione rolondo,con cortine laterali, che
za, di s. Auditai!ni\\i\ Certosa e anclie sugli estremi ripiegano all' indentro for-
fcuiaaieute Certosa. Per la comunanza mando le due testate. Nel centro del ha*
del nume e la vicinanza, qui d'auibedne slione fece risaltare la porta di 3 archi
lagioncrò, essendo loro prossima 1' isola con colonne, ed ornato alla dorica di as-
ili s. Klena. Col eh. Emilio di Tipaldo, sai elegante esoda struttura, rimanendo
f Uaeiidola da' Siti pitlorcschij parlerò aperto il solo arco di mezzo, e gli altri
prima dell' isola propinqua che contiene due chiusi ad uso di cannoniere. Olio di
j| gran Castello di s. Aniirea al Lido, poi qiie>le cannoniere collocò nel baslioiie,
7
della Certosa. Fra 1' isolelle che circon- per ciascuna cortina, 5 per ognuna testala,
dano Venezia, la prima che si offre allo ed essendo ogni cannoniera un arco, e tro-
bguardodel navigante ch'entra dalla par- vandosi la soglia di quello a Qor d'acqua,
te del Lido è s. Andrea, in cui fu eretto di necessità dovea 1' artiglieria giuocare
un forlifìcalo castello, denominato Ca- sempre orizzonlahnenle, battentlo cpiella
stel Nuovo, per distinguerlo dal l'ec- della destra il canale interno, quella del-
vliio o di s. JVicolh, quali formando la i la manca l'ingresso, in guisa tale che le

bocca del poito servono da quel lato a navi esser doveano colpite sempre di fron-
difesa delle Lagune. Si disse ancora Ca- te. A tutto questo aggiunse Saumicheli,
Aiello di s. Andrea, dalia chiesa della vi- senza dire degli spalti, de'lerrapiem, del-
cina ìsola, il cui nome lo trasse egualmen- le piazze e de' quai tieri di meravigliosa
te dal tempio. E' distante due miglia dal- ampiezza, una casamatta a vòlto rtiale,

Ja Piazzetta di Marco, avendo circa 3oo


s. e con ispiracoli, a riparo sicuro delle
passi nella sua maggior larghezza, e qua- iinlizie, e per allestire e per maneggia-
si un miglio di hmghezza da libeccio a re ivi più coinodumente le artiglierie, la-
greco. La i." gloriosa memoria riferita sciando in fine nel uìezzo del castello a
dalla storia risale al i353, in cui nella cavaliere uno degli antichi torrioni an-
guerra co' genovesi, la loro armata na- zidetti, onde scoprire e dominar si po-
vale minacciando le veneteLagune, s'im- tesse da colà lutto inlorno 1' orizzon-
pedì loro r ingresso con grossa catena di te del mare e della Laguna. Compiuta m
(erro sprangata tra'due nominati castel- meravigliosa opera, narra Vasari seguilo
li. Indi col volger de'secoli prudenza e la da altri, non mancò genie maligna, che

accortezza del veneto senato, provvide a andava vociferando essere bellissima, e


ben più forti difese. Ponendosi in guar- fatta dietro ogni buona regola, nolladi-
dia da Solimano li sultano de' turchi, meno rimanere motivo a temere, che a-
di dubbia fede e d'insaziabile avidità di douerando in un medesimo tempo tanto
vaste conquiste, ad assicurare in miglior artiglierie non avesse la fortezza a rovi-
guisa la cillà dominarne, fece murare nel- nare. Volle la signoria far tornare a vuo-
l' isoletta di s. Andrea una fortezza non to siffatte dicerie; per lo che comandò,
*olo alta ad offendere, ma altresì ad ar- <,he allontanale di Venezia in un prefìsso
restare un' armata che avesse osato d'ol- giorno le dame incinte paurose, si recas-
trepassare il porto del Lido. Fu affidala sero al nuovo castello in quantità l'arti-
la direzione di sì malagevole e importan- glierie del più grosso cahbro, e che mon-
tissimo incarico a iVlichele Saumicheli, tale eziandio oltre il consueto, in un me^
la cui speriuieutata sointua perizia gli u- desimo istante si dovesse scaricare, Fatto
VEN YEN 5i3
riiiiIitiÀsiuio «perimento, riinnse illesa la secoli ila clie r«iilore Siigaci^^imo la co-

f'urtezza in mezzo al Iremendo scoppio, ininciava, lerminandosi nel 1071 ,


slitta

che (MJi-ve si scuotesse da'.carclini il mori- esso impavido le minacciose onde che
do. il senato congratulavasi coli' archi- spmitano Tire ai toccar de'macigiii suoi,
letto veronese, e questi rallegravasi con Sei vendo ora a sopravvegliare l'mgresso
se stesso dell'aversaputo costruire a Ve- de'navigli leggeri, è bene il narrare col-
iiezia un tanto formidabile antemurale", l'encomiato Tipaldo come negli ultimi
Infatti, chiunque abbia veduto questo tempi valse a rintuzzare l'audacia slra-
propugnacolo, non può che considerar- niera. l'i>ccisi ordini del veneto governo
lo una delle più mirabili produzioni dei- vietavano l'ingresso ad un bastinrjcntoar-
r umano ingegno, come quella in cui mato di qualimque nazione. Il capitano
I' architetto seppe con grande maestria Laugier, armatore francese, che entialo
accoppiare la militare difesa alla decoro- violentemente nel porto di Lido vi gitlò

sa magnificenza dell'archiletlura civile; l'ancora del maggiore di 3 buslimenti,


mentre può dirsi, essere in questo eddi- detto il Liberatore d'Ila liciy iumi\\o d'ii

zio, solidità, convenienza, bellezza; pre- cannoni (porzione d'una piccola flottiglia
gi lutti jApr degnamente ammirarlo. Che dii3 legni che da alcuni giorni seuz' iu-
se j;er naturali caus.e, nel decorrere degli naizar bandiera alcuna si teneva sidie
unni il rieujpiinento del fondo dell'acque volte nel golfo Adriatico), nulla curando
lo rese opera quasi infruttuosa, ciò non rmtimazione faltcìgli dal Pizzauiauo, co-
iscema la giuria di chi ordinò e di chi ese- mandante del Lido, rispose coli arrogan-
guì l'erezione di mole così stupenda, alla ?a di chi vuole farsi proprio l'altrui, niuu
sua epoca. 1 veneziani ne'moderni tempi porto essergli mai slato chiuso, e s iu-

la custodivano a pompa, e da' suoi ba- noltrò minaccievole e furioso. Dal forte
luardi salutavasi co' cannoni il passag- s.Andrea e da una galera di guardia gli
gio del famoso loro bucintoro per lo spo- vennero scaricate addosso alcune canno-
salizio del mare, che descrissi nel u. 3 di 1 nate che gli spezzarono l'albero di triti-

questo §. Le Fabbriche di f^enczia ci chetto, e Iriiforarono a pelo d'acqua il

uQ'roao le tavole della porta del Castello vascello. Egli, quantunque lasciato solo
e sua pianta , le parti ornaoienlali , la dagli altri due legni che s'erano ritirati,

pianta generale del medesimo, coU'arti- con pazza temerità fece scaricare l'arti-

stica illustrazione del Diedo, già traccia- glierie contro veneti bastimenti;
i ma la

la dal non meno abilissimo Selva elogi- ciurma il'una galeotta vicina, composta
sta di Sanmicheli, che dal celebre Te- di soldati schiavoni, accesasi di rabbia,
manza. Il Tulio l'insieme
Diedo scrisse: (juaulunque men numerosa (.le'nemici,ab-
spira fierezza e guerresco ardire; ed uà bordatoli vascello, dopo averne colle sci-
luime ispirò la mente e animò la mano inìtarre uccisi e feriti alcuni (o 3 soKla- 1

dcU'esimio inventore, sovrano maestro e ti), costrinse il resto ad uriendersi. Al ca-


signore di lutti gli stati. Ed il Teman- pitano audace fu tronca la te»la, nell'al-

za dichiaiò: Che alla sua epoca ancora, loche disperatamente colla miccia in ma-
non potevasi fare una difesa cosi adatta no correva a dar fuoco alla polveriera. £
al silo e alle circostanze del mare e de'ca- vgneti mannari, non contenti della vit to-
nali che lo ricìngouo. Tolti concordano na, fecero preda di quanto trovarono sul
uell'encomìare questa salda difesa della vascello, ch'era principalmente carico di
veneziana potenza e la sua costruzione munizioni da guerra. Questo fitto po.seiu
mirabilissima, avuto riflesso al fondo pa- iscompiglio quiisi l' intera Ven«zia, e co-
ludoso e incerto in cui è piantato il ca- me fosse vicino un assalto, alFoilossi il po-
klcUu; e scbbeue àieoo trascorsi più di 3 polo ue'siti più opportuni alla difesa; ma
5.4 V E N V EN
reso poi islriiilo cleU'avvenulOjecle'pi-ov- stello una chiesetta, ma fu alteifala dal
veiliineiiti energici cui il governosi appa- fulmine, il magnìfico portone lo rifecero
recchiava, tosto si calmò. » Dell'occaclulo gl'ioiperanli austriaci, che degli ediflzi
tennesi consiglio nel senato, dove sciama- pubblici di Venezia non cessano d'avere
rono alcuni non esser piìi tempo ili avei' amorosa cura. Quando l'imperatoreFran-
alcun ^i^ptllo a'fiancesi, che climosliava- cesco onorò di sua presenza il Castello
\

no ormai apertamente i loro pravi dise- s. Andrea, si rivolse agli uflìziali del ge-

gni; doversi il senato ricordare una vol- nio e disse loro: Abbiate a cuore e con-
ta degli esempli d' intrepida vir'.ù che i servale questo bel monumento; opere si-

suoi maggiori gli aveano lasciati. Sanlis- mili non si fanno più! — L'altra isola di
sMiii detti! Se non che coloro ch'erano Andrea o la Certosa, è forse la piìi
.5-.

bramosi <li cose nuove, e che sognavano grande, e come più spaziosa e luogo ma-
poter sussistere libertà conceduta dallo gnifico ed ameno può dirsi Visoleita re-
straniero, magnificaudo la possanza de' gina: trovasi tra il discorso castello e il

francesi, inliusidirono di sidalto modo gli porlo di 8. Nicolò di Litio, e anticainenle


jinimi, che venne decjetalo, doversi in- chiamavasi l'isola ili s, Andrea del Udo.
contanente restituire quanto era slato Il vescovo di Castello .Marco Nicola, de-
preso sul bastimento e dare al generale sideroso di estendervi il cullo divino nel
Doiiaparle accurata notizia dell'accadu- I 199 la donò a Domenico Franco pio
to, odeiendogli i risarcimenti che diman- sacerdote della parrocchia di s. Sofia, ac-
dasse. A lutti è noto (p)anto poscia av- ciocché in essa erigesse ad onore di s. An-
venne, e basta qui ricordare che a' i6 drea Apostolo una chiesa e un monastero
maggio 797, I il Castello s. Andrea, e tut- di religiosi, giada lui fondati nell'isola di
ti vennero occupali dalle solda-
gli altri, s. Andrea d'Ammianoora distrulla pres-
lesihe francesi capitanate dal generale so una chiesa pure dedicala al s. Aposto-
Baraguay d'Hilliers (Luigi, poi morto a lo. Non per anco compito un anno, per*

Berlino nel 1H12, forse il padre o il zio mise il zt;laiite vescovo al nuovo istituito
tlell'odieriio maresciallo di Francia, di cui priore di s, Andrea del Lido, che potesse
parlai altrove); occupazione per cui ri- nell'istessa isola edificare un'altra chiesa

riìase estintoun governo che si tenue in sotto l'invocazione delle ss. Eufemia, Do-

piedi per XIV non interrotti secoli, sefiza rolea, Tecla ed Erasma vergini e marti-
mai ubbidire ad armi straniere, né ricet- ri aquileiesi, aggiungendovi quelle fab-

tarle nella sua capitale (perciò chiamata briche per uso ed utilità de'frali o suore,
Venezia: la f^crgìiic, Inviolala); esem- \' che il fondatore Franco volesse stabilirvi.
pio unico negli annali d' Europa". Nel Ciò eseguito il buon prete, che già in
Castello di s. Andrea, magnifico edilizio altri luoghi avea fondali diversi aiona-
tutto inciostalo di marmi d' Istria, ov' è sleri, morì nel 1204 in quest'isola e vi

pure il telegrafo, ue'di l'estivi s'innalza la fu pietosamente sepolto. R.idolla a [ìerfe-


bandiera dell'augusta casa lY Ausilia zioue la chiesa di s. Andrea, dal medesi-
che regge ora i destini di Venezia. Vi mo vescovo Marco fu consagrata a' 19
sono camere servile un tempo di prigio- febbraio! 219. Variano gli scrittori nel

ni, vòlti maestosi presso a' quali sono a nominare l' istituto religioso de' primi a-

pelo d'acqua le cannoniere. In una spia- bitatori di quest'isola, poiché il Dandolo


nata, cui si ascende per magnifica scala, scrisse i canonici regolari, ma la maggior
fatta per accogliere i difensori de'sili sot- parte li chiamano semplicemente frali e-

toposlij vi è lo stemma del veneto Leone remitani di s. Agostino, come nel docu-
alato, ed iscrizione che ricorda gesta e vit- mento della i.' concessione dell'isola, hi
torie navali de' veneziani. Vi era nel ca» fondatore Franco successe Ildebrandino
YEN YEN 5i5
nel prioialo, che anmenin le rendile con loie de'cei losini, quelle tlelle suddclle ss.

\arie oblazioni. Tultavolla il nioiiaslero Acpiileiesi, la cui aulica e raediocrc ctiie-

ridxicendosi con pochi religiosi, neh 382 sa fu con»piesa nel piccolo chiostro. In
fu monaci certosini, ma gli
concesso a' questa certosa, oltre il suoi ."priore Ma-
siwngadori per allora non acconsentendo, riano da Volterra , fioi irono il b. Gio-
il die non aweilì Jo storico Morosini, vi vanni Corner veneto, altri servi di Dio,
continuarono frali di Agostino. Il prio-
i fi. e il patriarca Soriano. I certosini come
redi questi nel 1
4 ' f) pi'cn'ise al vescovo di gli allri furono soppressi nel 18 10, e fudi-
(JaslelloiMarco Liiiulo un Ietto inleranien^ sfatta la chiesa, servendo le fabbriche sfi-
le fornito, secondo l'obbligo che avea il guraledeUnonaslero a'mililari. Vicina a
inonaslerocon ogni nuovo vescovo, iinpo- questa è l'isola di:
sto nella fondazione. Minacciando rovi- 16. S. £'/e/irt. Situata a levante di Ve-
na le fabbriche, ne fu or«Iuiato al priore nezia, nelle Lagune e poco distante didla
il ristabilinienlo. Venuto poi in Venezia città e dalla punta del sestiere di Castello.

8. Bernardino da Siena, nel 1422 suggerì Credellero alcuni scrillori essere l'aiili-

ol governo d'introdurvi gli edificanli cer- ca Olivolo, ma senza nessun fondan^en-


losini, assegnando loro il restauralo me- lo. Esistono nella medesima alcuni forni
nastero di s. Andrea vuoto di religiosi, per cuocervi il biscotto, ad uso delle trup-
benché con rendite sulìicienli. Fu e>au- pe e della marina; forni eretti nell' isola

dito, e venne statuito che il priore lice- fin da'lempi della repubblica, per le sue
\esse l'inveslitura dal doge: tulio oppio- milizie e altre genti di pubblico servizio,

vò nel 14^4 M^'l'"" V, ricevendo la di' Sulla porla principale che dà ingresso
Biissione del [iriore Andrea e sopprimen- allo stabilimento de'forui, al presente ri-

do nel monastero l'ordine tli s. Agostino, dotti a 2g, vi è un Leone che ha fra lezam»
Siccome certosini godevano molte esen-
i pe lo stemma del doge Francesco Loie*
zioni, il vescovo s. Lorenzo Giustiniani dano, e l'annoi ySB, epoca in cui furono
rinunziò al suddello censo, i cui parenti restaurali. Essendo l'isola d'antica giuris-
poi stabilirono la propria sepoltura nel- dizione del vescovo tli Castello , Vila-
ia loro chiesa. 1 certosini, secondo il lo- le 11 Michieli, uno di essi, circa ili 170 o
ro istituto, ridussero il monastero ad am- il 1 1 yS a ptoprie spese fondono ospedale
pia e comoda certosa chiusa ; e nel suo sotto l'invocazione di s.Elena imperalri»
interno dipoi innalzarono una magnifica ce e madre di Costantino l, per alloggio
e bellissima cliiesa con iscelti mai mi, per de'pellegrini, riservando a se e successo-
la loro ufìiziaturaj con disegno di valeti- ri l'elezione del priore, a cui con pubbli-
tissimo architetto e pare Pietro Lombar- co alto si obbligarono d' ubbidire i con»
do, che ridotta a perfezione con nuovi ri- fratelli in detto anno, abitanti nell'ospe*
slauri e ampliazioni de'chicslri, fu con- dale. Il Corner crede che sin dal princi-

«Dgrala in onore di s. Andrea Apostolo a' pio il priore e gli amministratori fossero
3 agosto 1721 dal patriarca Caibarigo. canonici regolari, i>litulo assai disteso in
Vi si ammiravano opere classiche di pit- Venezia, poiché nel 2 1 1 i Aicardo Vene-
tura e scultura. E Luigi Giimani arci- to canonico regolare del monastero di s.

vescovo di Candia le donò diverse reli- Elena di Venezia, trasportò il corpo di


qiiie, fra le quali della ss. Croce, una ss. s. Elena da quello a lei dedicalo in Co-

Spina, de'capelli e veste della B. Vergi- stantinopoli, e lo collocò in esso, e non


ne ,
porzione della croce del s. Titolare come pretendono nelle chiese de*
allri

ec, Allie olFerte dopo, furono il corpo di carmelitani o de' servili conventi de' , i

k. Clemente inartii e tratto da'solteiranei quali ancora non esistevano. L'ospedale


iuuiaoi, le reliquie di s, Brunoue food»* dunque, ch'era lealmenle uu monaslero
6

5 1
YEN YEN
tuli ospizio unito per ricovero ile'poveri /diario Romano, dice
a' 1 8 agosto: il cor
:or-
I
«; iiriissiiiie tle'pellt'grini, secondo I* uso pò di s. Elena liposa iii Aracoeli. Si |)oii-
ili qne'secolì, tnulò anclie il nume nel no vedere: il p. Casimiro da Roma, Me-
17.33; avendo M;irco II ftlichieli vescovo morie istoriche della ehiesa di s. Maria ^
tii Castello ,col coiisenso del suo capitolo, in Araceli, § 5, Della cappella di s. E- \
(

concesso in pieno e libero dominio l'ospe- lena , della \>olgarmenle la Cappella


dale e tutta r isola u Demetrio allora Santa. Il Besozzi, La .storia della basi-
priore, con facoltà d'adnnarvi i frali, ri- lica di s. Croce in Gerusalemme. Non-
bervandosi la conferuia del priore e Tan- dimeno afferma lo slesso Corner, che al-
nuo censo di àue an>[>olle di vino da le divole richieste di Filippo II redi Spa-
presentarsi a' vescovi 8 giorni avanti la gna, il senato gli concessa un osso del
lesta lìeila s. Titolare. Riuscì vantcìggio- corpo della s. Imperatrice, e quindi lo
su il [irioralo di Deinetrìu al uionasleru, fece chiudere in forti>si(na cassa. Unite
a cui iurono donate possessioni pel man- ad esso si custodivano le altre reliquie
tenimento de'canonici. Conobbe il Corner [lortale d'Aicardo da Costantinopoli, cioè
t;lie r iomani si gloriano possedere il cor- porzione ragguardevole della ss. Croce,
po di s. Elena, ed i francesi vantarsi a- che dicesi riservatasi da s. Elena quan-
verlo rapito e da Iloma condotto in Fran- do la trovò intera; una ss. Spina; e quel-
cia; aia in Coslanlino[)oli doversi ricono- le de'ss. Giacomo Minore Apostolo, Ste-
scere il sepolcro della santa, ove la fece fano protomartire, e Spiridione vescovo
trasportare Costantino i, comeavea fat- (li Tremitunto. Decaduto il monastero
to col corpo del padre Costanzo tlall'In- nella disciplina regolare, cadenti gli edili-
gliilterra ov'eia morto pagano. Però an- zi, decretò Gregorio XII a' 2 i selleuibre
che il Piazza ueW Emerologio di Roma, j 407 la éonsegtia della chiesa e mona-
a'j8 agosto festa della santa, narra che stero a'monaci Olivetani esemplarissìmi,
Costantino 1 fece ei igere alla madre il i quali vi entrarono a'23 ottobre, con que-
mausoleo, ora nel Musco 1 alleano, pres- sto però, che il doge ne fosse patrono, ed
so la Cliiesa (fc'.ss, lìJarcelli.'ìO e Pietro egli dasse l'investitura al priore. 1 mona-
(f ')*ì il Ci/nilcrio di Roma {f^-) intcr ci trovando la chiesa e il monastero pri-

dtios Lauros (la della chiesa innalzata vi di lutto, volevano ritirarsi, quando per
dalla pie>.à e munificenza di Costantino I l'applicazione del pingue legalo di Tom-
al 3.° miglio della via Labicaua sul se- maso Talenti a tulio poterono sopperi-
polcro de'noudnati santi e sull'insigne ci- re, ed anco sua moglie ne fu benefattrice.
iiiiterio annesso, basdica nella (piale ebbe 11 corpo del marito qui trasportato, vi fu
sepoltura la sua madre s. Eiena, fu dal- se[)olto onorevolmente. Maggiore fu poi
l'imperatore donata, cogli adiacenti leni* la liberalità di Alessandro Borromeo (ìo-

luenti.alia sua arcibasilica Lateranense, renliuo, che eresse la ca[)pella di s. Ele-


la quale lino al presente mantenendone il na per custodirne il corpo, ove poi gli fu

possesso, ebbe cura del tempio, che venu- ereiioun magnifico deposito anche per
lo in decadimento fu dal capitolo Late- avere risarcito gli edilìzi e aumentale le
laiiense ora restaurato e riaperto alla ve- rendite. La chiesa che già era stala re-
nerazione de' fedeli. Tanto pubblicò il staurata e ingrandita verso il 1 2 1 a o me-
Cioruale di Roma, de'2 giugno 858), 1 glio nel 1233 (nella forma tedesca assai
ove la fece tumulare, e da dove il s. Cor- larga e ampia che tuttora si vede, benché
po fu trasportato nella Chiesa di s. Ma- convertita ad altro uso; cioè la parte su-
lia d'araceli (P\). i\el mausoleo di por- periore in ampio granaio, la inferiore iu
fido bellissimo, tra'bussorilievi vi sono i mulini permacinar la farina), venne quin-
litraltì di s. Elciia e di Costantino I. Il di consagrala a' 18 aprile i5i5 dal ve-
V li N V L lN 5i7
scovo (li Cissaino DoiHcnico Alrppo. In Mssimn museo d'opere distinte, e la por-

seguito diniitmìle le lendile, nel i 49^ A- la fu ora trasportata a decorare quella


lessanclio V I die a' monaci la chiesa par- della riaperta chiesa di s. Apollinare. Altre
roccltìaie «le'ss. Vito cMoileslodi Spinea, copiose ed erudite notizie si ponno vedere

diocesi di Treviso; e Pio IV nel i 56 1 nm nel cav. Cicogna. Seguendo il giro a po-
le loro cl^ie^e p;iiioccliiali dis. Michele di nente non mollo lungi da Venezia è l'i-

Viraga e di s. Maria d'Oiglano, nel ter- sola di :

l'ìtoi io vicenlino. Colla soppressione de- I 7. 1.9. Cristoforo della Pace, e pub-
gli ordini regolari nel pure il i 806, lo fu blico cimilerio. Non n)olto lungi da Ve-
nignaslero, dovendo gli Olivetani concen- nezia, nella Laguna settentrionale, per cui
trarsi in quelli di s.I3enedeUodi Padova. si passa a quella di Murano, e denomina-
Non più sussiste nemmeno la chiesa co* ta della Pace per tpianto dirò, vocabo-
me sagro tempio, giacché ridotta nel ri- lo adatto all'uso che ora serve, per go-
ferito D)odo,mentre leggo nel Dizioiin' pub-
dervi pace sempiterna idef'unti cpial
rio geogt tìfico : Aveva l'isola una hel* blico e comunale cimiterio di Venezia.
la chiesa con ricchissimo taljernacolo, e Per decreto del maggior consiglio otten-
pregiale sculture e pitture, fra le qua- ne Bartolomeo Verde in libero dono a*
li la preziosissima di Palma vecchio e- 14 luglio 332 un lungo tratto di rileva-
1

spriuìente i Re Magi, trasferita in Mi- ta palude , situala tra Venezia e l' isola
lano nella pinacoteca di Brera. £d in al- di s. Michele di Murano ,
per dover in
Irò luogo, dicendo del medesimo nto- essa stabilire un mulino a vento, che se-
nostero e di quello de' certosini, di cui condo que'tempi servisse all'oc-
l'uso di
parlai nel numero precedente, leggo: Ora correnze della città. Adempii il buon ve-
non servono che all' uso militare, e per neto il proprio inìpegno, ma rovinatoli
conservatorii di polveri da guerra, e per fabbricalo mulino, deliberò di far servi-
la fabhricazione del pane. Che la chiesa re l'elevato terreno ad uso di spirituale

fu distrutta me ne assicura eziandio l'o- soccorso. Implorò a'20 dunque e ottenne


pera Le Fabbriche di /'e/iexw, ripor- giugno i3'^3, dalla suprema autoiilù del
tando le tavole illustrate dal Dicdo del- benefico autore del luogo, la facoltà di
la porta d'ingresso, sfuggita alla devasta- poter nel sito, ove esisteva il diroccalo
zione militare, come altri monunienli, a mulino, ergere un pietoso ospizio o con-
merito dell'attuale governo. La descrive servatorio sotto l'invocazione de'ss. Cri-
rìcchis^ima, decorata da due colonne con stoforo e Onofrio , a ricovero di quelle
capitelli e fusti scanalati; cornice fina- misere fenimine,cheaHacciatedalla schia-
mente intagl iata , che prende la forma vitù del peccalo cenavano d'esser ac-
di frontespizio semicircolare. Nel suo tim- colte, convertite a Dio dalla sua miseri-
pano è un vaghissimo gruppo esprimen- cordia, in luogo sicuro di penitenza. Noi-
tes. Eleua, che consegna la spada mi- , l'esaudirsi, fu imposta la condizione, che
nistra di grand'imprese, a Vittore Cap- dopo la moi te del fondatore dovesse l'i-

pello genuflesso, e in distanza l'elegante solelta restar soggetta a'dogi di Venezia


urna che racchiuse le ceneri di quell'il- in perpetuo padronato. Essendo poi pas-
lustre guerrieio. E' una delle poche ope- salo' il Verde a j icevere il premio eterno

re in Venezia superstiti d'Antonio Den- di sua mirabile pietà, dogando MarcoCor»


tooe. preg-'vole per $em[>licità di parti- ner, questo principe ricevè il luogo sot-
to, naturalezza d'espressione e maesliia to la propria giurisdizione e de'suoi suc-
di lavoro. Questo gruppo levato dal suo cessori , eleggendovi un priore alla cu-
campo, fu trasferito nella chiesa de* is. stodia e cura de' poveri ivi ricovrali; il

Gio. e Paolo, a far parte di quel sontuo- che proseguirono a fare i dogi successivi^
5iS VEN VEN
finché (liuiiiuipudosi lo zelo cle'ilireftoii rino, da molti storici accreditati sì veneli
eleliinosine de'lerleli, si vide in pochi an- e stranieri, e fra questi da Enea Sii*

ni il pio ospizio privo d'abitatori, cessa- vio contemporaneo e poi Pio II, nell' /•
to il santo e inorale scopo, e le sue fab- storia d'Europa. Egli narra, che eletta
briche vicine a rovinare. Commosso pe- Nicolò V da'principi per arbitro e conci-
rò doge Francesco Fo?cari, che in un
il liator della pace d'Italia, Sinionetto fra-
luogo consagiato da fine si nobile di te agostiniano conciliò i veneti col duca
cristiana pietà venisse, a mancar total- Francesco parve a lutti miracolosa la
I, e
mente il divin culto, fu sollecito di pro- riuscita in un umile e sconosciuto religio-
fittar l'occasione che gli presentò la di- so.Certamente che da sì cospicua bene-
vina provvidenza. Il fiorentino Giovanni merenza di fr. Simonederivaronoalla sua
Brunacci monaco dell'ordine del ss. Sal- Congregazione segnalati vantaggi ; dap-
vatore di s. Brigida f e priore del mona- poiché il senato nello stesso 1 454 conces-
stero di s. Cecilia di Roma, cercava per se grandiosi privilegi d' esenzioni a' con-
se e pel suo ordine un luogo solitario per venti tutti della congregazione, ed asse-
servir aDio in Venezia. Ad esso pertanto gnò rilevante somma di denaro al ristau-
con ducal diploma de'a maggio i4'24> i ro delle cadenti Oibbriche di s. Cristofo-
liberamente concesse l'intera isola de' ss. ro, che da quel tempo in poi per pubblico
Cristoforo e Onofrio, perchè restar do- atto cominciò a denominarsi s. Ciistofo'
vesse in perpetuo nell'ordine Brigidiano, ro della Pace, e ne' nuovi muri del cir-
riservato però sempre a'dogi il padrona- condario furono incise l'insegne della re-
Io. Ma la dimora de* monaci
breve fu pubblica veneziana e del duca di Milano
brigidiani nell'isola, poiché avendo il Pa- in marmo, ed unite con forti legature di
pa ordinato la riforma dell'ordine, essi ferro in testimonianza della conclusa per-
ne partirono: di loro riparlai nel § Vili, petua pace. Co'detti soccorsi potè fr. Si-
n. IO. Allora il doge Foscari, conoscendo mone rinnovare monastero, e rifabbri-
il

l'integrità della vita e l'odore dell'otti- care in più nobile forma la chiesa, che
ma fama di fr. Simone da Camerino, poi nel 16 19 fu arricchita di copiose re-
lettore de' frati eremiti agostiniani del- liquie di santi donate da Luca Stella ar-
l'osservanza di Maria di Monl'Ortone,
s. civescovo di «Zara. maggior ornamento
Il

alla congregazione di recente dal sant'uo- della chiesa lo formò il corpo incorrotto
mo istituita unì e donò l'isolelta colle dell'angelico b. Grazia diCattaro, conver-
sue fabbriche, acciò i di lui fiali vi aves- so dei monastero e discepolo del b. Simo-
sero perpetuo domicilio, finché vivessero ne, collocato nell'altare a lui dedicato, le
neir osservanza della regola di s. Ago- cui notizie racconta Corner, qual prodi-
stino. 11 diploma ducale fu segnato a'aS gio di penitenza e d'orazione, e delle più
novembre 1436. Da ciò, osserva il Cor- belle virtù, glorificato da Dio in vita e
ner, si rileva la falsità della tradizione, in morte con istupendi miracoli. Fu il
che asserisce avere il b. Simone ottenuta suo amico Antonio Tron procuratore di
la concessione dell'isola, in ricompensa 8. Marco, che gli fece alzare un sepolcro

della pace stabilita tra la repubblica e di marmo sopra 4 colonne, e scolpirne


il duca Milano Francesco 1 Slòiza,
di l'immagine in atto di dormire. Gli agosti-
poiché tal pace non fu conclusa se non niani restarono oen'isoletta sino alla ge-
»ieli45i4) cioéiSaiini dopo la donazione nerale soppressione nel 1806. La chiesa
dell'isola. Il merito di questa pace , feli- ornala di pitture del Bassano e dì Gio-
cemente maneggiala e convenuta, viene vanni Bellino, nel 1807 fu demolila col
bensì concordemente attribuito alla sa- convento, con danno massimo dell'arti;'
viezza e credito del b. Simone di Came- poiché vi sì ammiravano molte bell'ope-
V EN V !• N 5 1
(^

re di peniiello e sctupello della pntria chete Arcangelo di .Murano, a fire il [)iù

scuola, r arcliilctluin essemlo tli Pii-lio oinainento di qyesla non ultima


l)i;llo

Lombardo lodata dai Temair/a. Si con- porzione dell'Estuario. iVarra il Corner,


velli l'arca in cifuileriocomiiii(de, tua non essere opinione mollo lien fondata d'insi-
potè baslai- neanche a' bisogni della cit- gni scrittori Camaldolesi (r.),c\\Q\\\o'
tà; laonde convenne disporre a simil uso IO santo padre e fondatore fìoiniialdo
la vicina isola di s. Micliele di Murano. ravennale abbia per qualche tempo cou-
La chiesa nel 1812 creila nell'isola di s. dotla vita eremitica in quesl' isola delle
Crisloloro della Pace, e !)encdeUa a' 28 venete Lagune, e chiamasi ili s. Michele
giugno 181 3 da Stefano IJonsignore ve- Arcangelo dalla chiesa fabbricata circa ii
scovo di Faenza, non è che un piccolo 0- secolo X dalle famiglie Driosa e Brusto-
rnlorio sui to sulle rovine della chiesa e lana. Narra pure la storia, che nelle vici-
convento degli agosliniani di I\!ont'Oi Io- nanze di Venezia viveva l'eremita Mari-
ne; ed è uiliciala da un'arciconfraleniila, no a menarvi santa ed eseoìplare vita,
essendovi un cappellano minore rifornia- dal quale si portò s. Iloniuaidodal mona-
te per le funzioni che si fanno nell'isola, stero di Classe, ove avea assunto la cocol-
etl un cappellano secolaie [)er quelle che la monastica, per evitare lo sdegno d'al-
si fa uno in città nell'associazione e acconi- cuni che andava esortando a rendersi più
pagnanientode'cadaveri. Colpa peiòle vi- perfetti nel servire Dio, con licenza del
cende de'lenipi, non solo non fu eseguito proprio abbate ritirandosene. Comunque
il disegno del Selva indicalo dal Moschini sia e dell'asserta venula di s. Piomualilo,e
nella Giiùf/nSì /^-i 5, tna c\nla l'isola di dell'epoca in cui fu fondala la chiesa, cer-
san Cristoforo di semplici mure con una to è che nel 1212 i due vescovi Marco
chiesetta, presenta un canìposanto de- IVicoladi Castello, e Buono Balbi di Tor-
gito propriainenle di un villaggio. Vi cello con uniforme volontà e coli' assen-
Mipplisce in parie il chiostro dell'isola di so de' loro capitoli concessero l'isola e la
s. Michele, ma è assai poca cosa a' biso- chiesa di s. Michele di iMurano alla con-
gni e al decoro della città; oltre che il sa- gregazione camaldolese tlell' ordine di s.

lino deturpa i più bei monumenti chepur Benedetto (scrisse di questa congregazio-
vi si sono eretti. Molti progetti vannosi fa- ne, ch'è lai." e più antica di detto ordi-
cendo, ma il niunicipio, d'allionde bene- ne, il p. Helyol nella bellissima Storia
merito, è da troppe altre spese aggrava- degli Ordini Dlonasiici, t. 5, cap. 21,
lo, siccome vien detto da persone in- Dell' origine dt Camaldolesi con la i'ifa
forn)ate. Se ne vedrà nondimeno, né for- di s. Eomunldo fondatore di quesC ordi-
se remola, una ricostruzione non discor- ne: » Fra tutte le congregazioni che sono
dante dalle grandezze di questa metro- stale 1' ornanìenlo della vita uionastica,
poli, al che sono inlese le più solerti cu- e l'oggetto deli* ammirazione del mondo
re del nobile podestà ca V.Alessandro Mar- cattolico per Taustero, non meno che san-
cello, e già si stanno fbi mando i progelli. to tenore di vita, di cui fàuno professio-
Ad es>ia è vicina la segueute isola. Camaldolesi vuoisi fra le
ne, cjuella de'
I 8. S. Michele ili Murano. E una dtl- prime annoverare, avvegnaché religiosi i

l'isolette circonvicine a Venezia, al nord che la compongono, avendo unilo quan-


di questa città, e di contro e pochissimo to di più aspro e di austero ha in se la vi-
distante dalla grande isola di Murano ta cenobitica e solitaria, della sola peni-
culla della pittura veneta, restauratrice tenza di questi suoi stali si sono fatti se-
dell'arte vetraria, e madre di tanti uo- guaci, separandoli da lutto ciò che il ri-
mini illustri. Fra questa e Venezia spuli- gore dell'uno e l'altro mitigare soleva,
la doli' acque la vaga isolelta di s. Mi- seguendo l'esempio di s. Homualdo lo-

5-20 V E N V E i\

IO fonclafore, che d'ambedue fu pei fello sull'antichità di quest'ordine, impresse


osservatore, alla \'\[iì de Cenohiti hanno nel I
707, non segue il comune seuliiueii-
congiunte le praliche de*iS"o//Vrtr? più fa- lo che s. Piomualdo lo fondasse a Carnai-
mosi". Dirò io, intimo conoscitore e am- doli di Firenze, ma pretende fissare la di

niiralore delle due congregazioni de' .I/o- lui origine 978, nel qual tem[)o s. Ilo-
al

Jian' e degli Ei'cinili Caiunìdolesi, che munldo prendendo sotto la sua condotta
nmbedne tali si conservano e tali fiori- il già doge di Venezia s. Pietro Orseolo
scono; anzi posso aggiungere, benché le I, in sua compagnia e d'alcuni altri passò

tliie congregazioni, sotto però il regime a s. Michele di Cusano in Catalogna, ove


del monaco abbate geneiale, diffonden- radunò de'discepoli. Il p. Helyot sostie-
dosi in molte regioni, in propagazione e ne: che s. Romualdo fu riformatore e pro-
numero non possano slare a confronto di pagatore dell' ordine benedettino prima
altre, pure poche congregazioni monasti- che nel 1012 fondasse un nuovo ordine,
che, il)proporzione del nuineio de' mo- che dal dilui nome era meglio chiamare

naci e degli eremiti camaldolesi, ponno liomìialdìnOyG non Camaldolese da Ca-


stare al loro confronto quanto agli uomi- maldoli ove ne gettò le fondamenta.
ni illustri, santi, dotti e virtuosi), e nell'i- Quanto a s. PielroOrseolol,egli propria-
slesso anno il pievano della chiesa di s. niente fu eletto doge a* 1 2 agosto 976 e
Maria e il pievano di S.Stefano, che pote- abdicò nel 978, morendo a' 10 gennaio
vano aver giurisdizione parrocchiale nel- 997, la cui biografia l'ho scritta nel doga-
l'isola, la dichiararono esente da qua- dò i3.°,§ XIX. iNarra il Butler,ches. Pie-
lunque giurisdizione fuorché dall'annuo tro Orseolo I si consigliò con Guerino, ab-
censo, che doveva il superiore del luogo bate di s. Michele di Cusano in (juella par-
offrire alla chiesa matrice di s. Maria, te della Catalogna soggetta alla Francia

consistente in due vasi di vino e in mez- e detta Guascogna, che liovavasi in quel
za hbbra d'incenso, al che con alto obbli- tempo in Venezia, intorno a' mezzi per
gatorio acconsentì nel medesiojo anno a assicurare l'eterna salute; ed altresì do-
nome di sua congregazione Guido prio- mandò del loro avviso i ss. Marino e Ro-
re del sagro eremo di Camaldoli di To- mualdo, i quali lutti insinuandogli la vi-

senno (l^ .), culla della congregazione. Fu ta religiosa, partì Catalogna segre-
per la

poi dichiaralo i.° priore del nuovo mo- taniente con essi, insieme a Giovanni Gra-
nastero il monaco Alberto, che avea ri- denigo e Giovanni Morosini suo genero,
cevuto da' vescovi eda'pievani la dona- e con quesl' ultimo vestì l'abito regolare
zione del luogo; e di nuovo con solenne nel monastero di Cusano. I ss. Marino e
istromcnto promise 1'
annuo olferlo cen- Roujualdo ritiraronsi in un vicino deser-
so, che poi Uy ridotto a due misuie di vi- to quali eremili. Al buon odore di loro
no e a 3 libbre di soldo. Scrive Fortunio virtù, assai persone si posero sotto il lo»

storico camaldolese, che Innocenzo III ro governo, della quale comunità Ro-
s.

conCei ino la concessione dell'isola e della mualdo fu eletto superiore, e s. Pietro Or-
chiesa, e lo stabilimento del monastero, seolo si pose nel numero de'suoi discepoli,
dopoché ad istanza de'sunuomiuati due in uno al Morosini, Dipois. Romualdo
vescovi furono mandali nell' isola di s. tornò a Classe, e s. Pietro Orseolo al mo-
AWchele dal s. eremo di Camaldoli (ap- nastero di Cusano ove morì), Lorenzo e-

pellalo Cainpus y^inahì'lis ne'dipiomi di remila di sperimentata bontà, e due altri,

Papa Alessandro Ile dell'imperatore Eu sotto la direzione de'quali molti venezia-


lieo 11, il priore del qual monastero era ni tratti dall'esemplarità di loro virtù ab-
generale (lell'ordiiie. Il camaldolese [>. d. bracciarono l'istituto camaldolese; oiule
Guido Grandi nelle sue Dixscrlazioni si formò ben presto un perfello monusle-
V EN YEN 52 i

l-o, quantunque i religiosi per mollo letti- cundotta dell' abbate andar del pari la

no a niulivo iltiir auhleio e solilario toro ])rudenza e il fervore. Peiciò desidt<roso


vivere fossero chiamali ereatili. Atnplia- che pure negli altri monasteri del do-
ta poscia l'angusta chiesa, fu a'2 i giù- gado veneto s' introducesse la regolare
gnoi32i cousagrata dal nipote di dello Xil nel
osservanza, ottenne da Gregorio
l'apa, il cardinal Ugolino Conti legalo a- i4o8,che l'abbate Paolo con due nobi-
postolico, e poi Gregorio IX, essendo in li della repubblica dovessero attendere
tervenuli a decoro della 8olennilù, oltre il con serio studio al restauro e riforma di
patriarca di Grado Angelo Earozzi e 9 detti monasteri con piena podestà. Ac-
altri vescovi, anche il dogedi Venezia IMe- ciescevasi in tanto pel virtuoso abbate
tro Ziani con una copiosa tuoltitudine di il numero de'monaci in s. Michele, e per

nobili e di frequentissimo popolo. Si re- assicurare la quiete del monastero, nel


sebenemerito del monastero il priore Lo- 1407 domandò e conseguì da Gregorio
renzo non solo per V ampliazione della Xll, che l'elezione dell'abbate, che pri-
chiesa, ma anche per alcune vigne da ma era io arbitrio del priore di Carnai-
lui acquistate nel distretto di Capodi- doli, dipendesse da'tiberi voti de'monaci,
stria, le quali poi dal vescovo della slessa e che il priore del s. eremo fosse tenuto
città furono esentate dal pagamento del* a confermarla. Ne di ciò contento il Pa-
le decime. Succedettero indi a Lorenzo pa, per facilitare l'accoglimento in s. Mi-
ili versi priori, fra'quali neh 238 Giovan- chele a' molli che lo ricercavano, staccò
ni, che da Guglielmo eremita, destinalo dal priorato di s. Maria delle Carceri, ijl-

dall'abbate generale a riformare il mo- lora posseduto dal cardinal Sommarivni


nastero di s. Michele , fu deposto dalla già camaldolese del monastero di s. Mi-
sua dignità neii244> *^^ essendosi poi il chele di Murano, il beneficio di s. Maria
monastero soggettato alle leggi della ri> della Mandria diocesi di Padova, e l'unì
forma stabilite dall'abbate visitatore ge- al monastero di s. Michele. Dipoi l'abba-
nerale, iu egli nel 1249 restituito al pos- te Paolo portatosi a Filmini a venerare
sesso del suo priorato. L'ultimo de'prio- Gregorio Xll, da questo gli fu dato l'in-
ri fu un Romualdo, per la di cui atten- carico d' indurre Lodovico Barbo ad ac-
zione venne il moDastero accresciuto di cettar la badia di s. Giustina di Padova,
fabbriche, e ridotto a più decorosa strut- la qual commissione felicemente eseguì,
tura, ed avendo poi il senato ottenuto dal- anzi die al Carbo due virtuosi camaldo-
ia s. Sede verso il 1 3oo che ilmonastero lesi per aiuto alla riforma de' monasteri
fosse decorato del titolo d'abbazia, il dell'ordine benedettino, che il Barbo eoa
priore Romualdo nell'anno stesso ne fu ardore volle intraprendere. Ritornato

dichiarato i abbate, dignità che poco go- Paolo alla sua abbazia, risarcì le vecchie
dette perchè mori nello stesso 1 3oo. Dopo fabbriche e ne costruì delle nuove con
la serie di i 3 abbati assunse
governo il tutto il necessario alla vita monastica,
del monastero il p. d. Paolo Veuier, che zelando la conservazione dell'osservanza
avendo fin dalla 1.* sua gioventù profes- da lui fatta rifiorire. Per cui, recatosi al-
sato l'isti luto camaldolese fu dichiaralo la visita del monastero il bealo Ambrogio

abbate di s. Michele nel 1392. Allento Traversar! generale della congregazione,


a'vaulaggi di sua monastica famiglia an- cumulò di lodi il benemerito abbate, e nei
gustiala allora per la ristrettezza delle 1433 esentò il monastero da qualunque
vendite, ricuperò l'abbazia di s. Michele giurisdizione del vicario, soggettandolo
di Lemo nell'Istria, occupala già nell'oc- alla sola autorità del generale. JNè mino-
casione di guerre da ingiusti usurpatori. re fu la diligenza colla quale non solo
Ammiiò il sanalo veuelo uella zelaule uel suo uiouasleio, ma in altri ancora
VUL. ICi, 34
522
cKill'ordine l'abbate
YEN
Paolo Venier o sta-
YEN
imperocché rufTizio de' priori di questo
I i

bili o ristabilì la «Jisciplina monaslicit ; monastero capo d'ordine, era annesso a 1

per cui la particolare congregazione del- quello di generale. Sembra però che il;

la de'iVbi-e luoghi, fondata poi nel i446 numero de'roonaci cenobili, essendo di- \

sotloEugfenio IV, nel breve tempo ch'sl- venuto maggiore di quello degli eremi- ;

la durò lo riconobbe per padre e fonda- ti, abbiano per qualche tempo ritenuto

tore. Ma ora in vece coll'Helyot di com- per loro il generalato senza farne parte
mentare Corner, con questo commen-
il agli eremiti. L'ordine era ridotto in de<
terò quello. Tratta il p. Helyot nel cap. cadenza , fors'anche pel lungo scisma, e
22 De' monaci camaldolesi di s. Mi-
: la regolare disciplina erasi del tutto ral-
Murano, e delle religiose ca-
chele di lentata, quando nel i43i d'ordine d'Eu-
maldolesi. L'ordine camaldolese si com- genio IV adunatosi il capitolo generale
pone di cenohiti o monaci, e di eremili, nel monastero di s. Maria d'Urano pres-
approvali nel 1072 da Alessandro 11, e so Bertinoro, fu stabilita la riforma. Fel
la congregazione di s. Micbeledi Mura* I .''la sperimentò il generale d. Benedetto
BO d'origine fu eremitica. Questo mona- da Forlì, con esser costretto alla rinun-
stero,che die il nome alla congregazione zia. Ultimate le visite de' monasteri, fu
camaldolese omonima, ebbe religiosi che trovato da per tulio esistere disordini, a
in principio vivevano in un estremo ri- riserva di pochi, di che ne istruisce 1'/-
tiro, ma il frequente concorso de'secola- iinerario del dotto d. Ambrogio Traver-
li per la vicinanza di Venezia, avendo lo- saridi Portico detto il Camaldolese, che
ro fatto perdere lo spirito della solitudi- fu eletto generale in dello capitolo. Nel-
ne, abbracciarojio la vita cenobitica ver- la visita eh' egli fece de' monasteri, ne
so il i3oo, come fecero molti monasteri trovò molli donne senza clausura, ne'
di
di quest'ordine fcibbricati nelle città o quali gli uomini entravano a piacere, ed
ne' contorni di esse, che furono in pro- altri donde le religiose uscivano libera-
gresso eretti in abbazie, uno de'quali fu mente. A tulli d. Ambrogio fece osser-
s. Michele di Murano, che ne' principi! vare la vita comune, ed a sì grand'uo-
di sua fondazione appellavasi s. Michele mo l'oi'dine fu debitore di sua salutare
in Palude. monastero di s. Mattia nel-
Il riforma, con rislabilir ne'monasleri un'e-
l'isola di Murano, ch'era uno de'princi- satta disciplina, finché morì nel 14^9»
pali de'camaldolesi cenobili, fu parimen- prima che la riforma si fosse ben radi-
ti fondato per gli eremili ; imperocché il cala. Eugenio IV l'avea mandato al con-
generale Martino 111^ vedendo che il con- cilio di Basilea, in cui animosamente so-
corso di secolari impediva l'esalla osser- stenne i diritti della s. Sede, e quiudi[di-
vanza delle costituzioni dell'eremo di Ca- venuto conciliabolo, intervenne a'conci-
tualdoli, ne prescrisse loro alcune altre, lii ecumenici di Ferrara e di Firenze, in
falle particolarmente pel detto mona- cui si fece ammirare perla somma chia-
siero. Ma dopoché i monasteri, che ab- rezza e facilità con cui si esprimeva in

bracciarono la vita cenobitica, ebbero greco e in latino, onde fu incaricato di


rinunzialo alla rigorosa solitudine, ed stendere il formulario d' unione tra la
alle austerità dell' ordine prescritte dal- chiesa greca e la latina. Tradusse il li-

le costituzioni, non si separarono per bro della Gerarchia celeste e molte al-
questo dagli eremili, ma stettero con es- tre opere greche. Si ha pure di lui una
si sempre uniti, ed generali furono al-
i Cronaca di Monte Cassino, una Storia
ternali vamente eremiti e cenobili. Era- del suo generalato. Orazioni, Lettere,
no essi ancora priori di Camaldoli quan- un Itinerario, un Trattato delV Euca-
tunque fossero nel uumeio de' cenobili, ristia ec, secondo i) p. Helyot. Presso ài
V EN VEN 523
lui si ponno leggere gli altri illustri cn- sa, più volle apparvero globi e fiamme
inaklolesi della congregazione di s. Mi- di fuoco sul tetto, dal che atterriti i pas-
cliele. Furaemoralo i446 e nel ca-
nel seggeri, che trapassavano la Laguna, te-
pitolo generale tenuto nel monastero di mendo d'incendio nelle fabbriche discen-
s. Savino di Pisa che snperiori di g mo- i devano ad avvisarne i monaci. I vene-
nasteri unirono per formare la Con-
si ziani ricorrevano a lui ne'bisogni, eDio
gregazioìie de nuovi luoghi rammert- a sua intercessione operò non pochi mi-
tata da! Corner, e fu stabilito che su- i racoli, tuttavia vivente. Nel i466 l'ab-
periori de'medesimi non fossero d'indi in bate Gerardi fu elevato a patriarca di
poi perpetui, ma triennali, quali si ado- i "Venezia, e poi creato cardinale. Fu elet-
perarono perchè fosse osservata 1' esat- to abbate di s. Michele diMurano Pie-
ta disciplina. Essi medesimi rinunziaro- tro Donato, fratello di Tomuìaso poi
no al governo per invitar gli altri a fare patriarca di Venezia, e di Lodovico dot-
il medesimo sul loro esempio, e furono: il to camaldolese. Nel 1 469 ottenne da Pao-
priore degli AììgeliA\ Firenze, quello di lo H, per se e pe* suoi successori, l'uso
s. Benedetto, V abbate di s. Michele di della mitra e del bastone pastorale. L'ot-
Miirano,\\ prioredi s. Mattia di Murano, timo abbate'Donato poscia prima sua at-
quello di s. Maria delle Prigioni^ l'abba- tenzione nel rifabbricarla chiesa, e per di
te di .V. Savino di Pisa,\\ piiore della Ro- lui opera fu ampliata e resa magnifica;
sa di Siena, quello degli Angeli di Bo- nello stesso tempo che Pietro Boldù ab-
logna, e quello di s. Gio. Battista della bate delle Carceri, fece a proprie spese
Giudecca, X, n. 35. Appena
di cui nel § innalzare una nobile sagrestia. Né con
morto nel i447 Eugenio IV, venne me- minor diligenza adoprossi per ciò che
no lo zelo di questi superiori, la mag- riguardava il decoro di sua congregazio-
gior parte de* quali non vollero, spirato ne e la buona disciplina de' monasteri.
il triennio, spogliarsi dell'autorità, ot- Dappoiché non risparmiò fatiche, né di-
tenendo dal nuovo Papa Nicolò V licen- spendi per ottenere, che si restituisse al-
za continuare nel governo. Intanto
(.li l'ordine monastero di Classe; e consi-
il

d. Paolo Venier abbate di s. Michele derando che la Congregazione de' nove


di Murano, dopo il governo di 56 an- /wog/i/, fondata dall'abbate Venier, erasi
ni,ottuagenario nel i448 passò a rice- sciolta per l'ambizione d' alcuni prelati
vere il premio di sue fatiche in cielo. Gli perpetui, ottenne nel 1 474 pc»' interces-
successe nel!' abbazia il discepolo Maf- sione del senato veneto da Sisto IV, che i

feo Gerardi. Trattandosi allora in Ro- due abbati di Maria delle Carceri e di
s. s.

ma di ridurre il monastero iu commen- Michele di Murano, ed il priore di


s.

da, deliberò il senato a pieni voti di Mattia di Murano, dovessero in avveni-


conservare questa comunità esemplare re essere di governo triennale. Questi fu-
nell'infero suo decoro. Per cui a'20 apri- rono principii della Congregazione ca-
i

le scrisse efficacissime lettere a Nicolò V maldolese di s. Michele di Murano, che


ed a'cardinali per la conferma dell'abba- fondata sotto Sisto IV, fu poi accresciu-
te Gerai 414 con isplendido elogio di lui e ta e dotata di privilegi da Innocenzo Vili.
de'monaci. Fu dunque confermato, e nel L'egregio abbate Donato riposò in pace
suo lodatissimo governo in questo chio- nel i479> Pietro Delfino nobile veneto,
stro morì santamente il beato Pietro di uomo per pietà, per eloquenza e per dot-
Sardegna, di cui il Corner riporta la vir- trina chiarissimo, dichiarato abbate da'
tuosa vita, perfetto esemplare d'osservan- monaci nell'età di 34 anni, fu tosto nel
la monaslica.Ne manifestò Dio, lui viven- j48o assunto alla suprema carica del
te, la santità, poiché mentre orava in chic- suo ordine, da lui santamente esercitata
5^4 ^' E N V EN
per ^5 Dnni. Egli si dedicò quindi sopra rato, dopo essere intervenuto al concilia
tiiHo a mantenere il rigore e lo spirilo generale di Laterano V.Dopo la promo-
dei primo istituto, non risparmiando riè zione del Delfino al generalato, si accreb-
pene, né fatiche per riformare mona- i bero le rendite del njonastero di
Mi- s.

steri che 1)6 aveano bisogno, e per ricu- chele, a cui fu unito U priorato di Mar- s.

perare beni tolti all'ordine. Verso il


i tino d'Oderzo, enei i4i^4'""ocenzo Vili
i488 dovendo la repubblica proporre a gli assegnò due priorati del Monte del-
i

Innocenzo Vili pel cardinalato un prò* le Croci e di s. Maria di Forcilia nella dio-
prio suddito, tutti i voti furono pei Del- cesi di Padova. Co' vantaggi temporali si
fino , tua egli virtuosamente rifiutò di aumentò pure il decoro del monastero
prestarsi a qualunque pratica relativa. per la santa vita del suo monaco nubile
Nondimeno alcun tempo dopo andò a spagnuolo Eusebio Osorno, già uel 479 1

Roma pressato da Lorenzo de' Medici, ambasciatore di Ferdinando V alla re-


per accompagnare il giovane suo figlio pubblica, eminente rappresentanza che
Giovanni decoralo della porpora e poi abbandonò nel i485 per assumere ip
Leone X ma ; egli si annoiò presto della s. Michele la cocolla monastica. Il Cor-

corte, e appena il potè tornò a godere di ner ne celebra le singolari edificanti vir-
sua cara solitudine. Si hanno di lui una apparso un glo-
tù, le penitenze, finché
raccolta di lettere latine divida ini 2 libri, bo di fuoco sul monastero, rese placi-
Itpislolarum in lucem editi curis et ope- damente r anima a Dio a' io febbraio
ra Jac. Brixiani, \€De\\'is B. Benalius i5o2. Fu sepolto a parte nel pavimento
1 524. E' assai rara. Contiene lettere di- del tempio, finché avendolo Dio illustra-
retle a'religiosi con avvisi morali, ed a to con miracoli, un cavaliere spagnuolo
personaggi. Sono importanti per la storia di lui amico lo fece collocare in un no-
dell'ordine e per quella contemporanea, bile sepolcro di marmo affisso al muro
per la franchezza e veracità dell'autore della chiesa in luogo cospicuo. Fu poi
facondo nel narrare gli avvenimenti. Me- stabilito nel capitolo generale della con-
ritarono la familiare lettura del suo suc- gregazione del i5i3, che di tutti i mo-
cessore Gregorio XVI, che vi ammira- nasteri tanto del s. eremo di Camaldoli,
va non poche bellezze ed esortazioni. Il che di s. Michele di Murano si formasse

p.Mabillon videa Camaldoli 4 volumi nuovametìte un solo corpo di congrega-


di lettere mss. del Delfino e forse piìi di zione chiamata col doppio titolo d'am-
4ooo; raccolta probabilmente fotta viven- bedue i monasteri, con autorità di Leo-
te l'autore. Altra ne formarono benedet- i ne X, cioè Congregazione del s. Ere-
tini Martene e Durando, cioè l'ommesse mo e di s. Michele di Murano, onde fu-
nell'edizione veneta, in numero di 24 '> rono compilate le costituzioni comuni a'
e l'inserirono nel t. 5 dell'opera: P^ete- monaci ed agli eremiti. Tra questi alcu-
rum scriptorwn et monumenloruni etc, ni si chiamavano dell' osservanza, ed al-
amplissima collectio. Si hanno pur di tri conventuali : quelli dell'osservanza e-
lui un Discorso a Leone A, alcuni Dia- rano i monaci di s. Michele di Murano.
logìii sopra Girolamo Savonarola e , Essi soltanto e gli eremiti poi ^^ino esser
degli Apoftegmi de'ss. Padri, che non priori dell'eremo di Camaldoli, ed il prio-
si credono stampati. NeW ^amplissima re di questo luogo doveva aver la prece-
Collectio vi è pure l'Orazione funebre denza sopra tutti gli altri abbati dell'or-
recitata nel 1 525 a Delfino dal suo disce- dine, ed assidersi immediatamente dopo
polo e concittadino d. Eusebio Friuli ab- il generale, al quale nello stesso tempo
bate camaldolese, quando mori a' i 6 gen- non era lecito esser priore dell'eremo, e
naio in s. Michele di Murano ov'erasi riti- doveva traisi dagli osservanti o dagli ere-

ilH
YEN VEN 525
miti. Il suo ufiìzio non poteva essere per- l'altare del Salvatore Risorto; l'altro di

petuo come \o «ra stato per i' addietro, s. Bassa vergine e martire, di cui i ca-
ma in capo a due anni doveva finire. maldolesi celebravano l'unicio l'ii ago-
Pietro Delfino, che aveva procurato que- sto. Unita a questi si conservava la lesta

sta unione, fu l'ultimo generale perpe- d'uno de'ss. Innocenti, per l'intercessione
tuo: rinunziò neh 5 1 5, riservandosi una de'(|Udli restò nel 1576 preservato il mo-
pensione di 3oo scudi e il titolo di gene- nastero dalla peste che distruggeva Vene-
rale a vita.Verso il i5i8 fu eletto ab- zia e altri luoghi convicini. Per durevole
bate di Michele £usebio Friuli sum-
s. riconoscenza, ordinò l' abbate Cipriano
meiitovato, poi vescovo di Veglia, ove d'Este, secondo il voto fatto, che la festa

mentre con zelo procurava riformare i de'ss. Innocenti fosse celebrata da'mona-
costumi del suo clero fu tolto dal mondo ci solennemente. Altre reliquie io decorosi
con bevanda avvelenata, e così fu mar- reliquiari si veneravano, ed erano il cal-

lire dalla disciplina ecclesiastica. Mentre cagno di s. Romualdo abbate, una costa
ià illustre prelato governava il monaste* di s. Parisio monaco, porzione dell'ossa
ro, avendo nel declinar del secolo prece- di s. Pietro Orseolo, e di alcuni Beati
dente Margherita Vittori nobile vedova camaldolesi. Però la più insigne e vene-
di Giovanni Miani o Emiliani lasciato in rabile era una porzione della ss. Croce
testan)ento, che a spese di sua eredità, di tal grandezza, che tranne la basilica
o presso il convento di s. Francesco del- di s. Marco, ninna fra le chiese venete
la Vigna, o in vicinanza di s. Michele possedeva l'eguale. Narra Corner la sua
di Murano, fosse da' procuratori di s. provenienza, con dire che nell' ottobre
Marco da lui destinati commissari, eret- 1 362 quattro nobili dalle parli di Ro-
ta una sontuosa cappella in onore del- mania si portarono a questo monastero
Li ss. Annunziata, ciò venne eseguito, e raccontarono all'abbate come tale te-
ina fu compita più tardi, come dirò in fi- soro era ivi pervenuto. Il s. Legno in

ne, e venne chiamata Emiliana dal co- forma di croce doppia posta in quadro
gnome del marito, da altri denomina- d' argento dorato, ed ornato di figure e
to Miani. Non essendovi luogo oppor- di simboli, le principali essendo quelle di

tuno contiguo al convento di s. Fran- Costantino 1 e dis. Elena, come si vede


cesco, fu colla più nobile magnificenza nell'incisione che offre Corner, si venera-
edificata accanto alla chiesa di $:. Miche- va in Costantinopoli, ove nella decaden-
le, e ornata con abbondanza di fini mar* za dell'impero greco alcuni divoti la ra-
mi orientali, e tale quale poi la descrive- pirono per arricchirne la patria, e giu-
rò. La chiesa, rifabbricata dall' abbate bilanti montarono in nave. Sorpresi in
Donato, venne consagrata a' y novem- mare da furiosa tempesta, veduto immi-
bre dell'anno 1 535 da Vincenzo Massari nente il naufragio, promisero a Dio che
I
vescovo di Mellipotamo, che nell' altare se potessero salvarsi depositerebbero il

maggiore da lui dedicato insieme colla quadro nel mare, e poi seguendolo l'of-

I
chiesa sotto il titolo di s. Michele Arcan- frirebbero alla chiesa più vicina. Appena
i gelo incluse le reliquie de'ss. Matteo apo- fatto il voto, ritornò la calma, onde at-
i
slolo, Girolamo dottore e Gentile con- toniti del prodigio, posero il quadro nel
I
fessore. Successivamente nella chiesa vi mare, che avviossi tosto verso Venezia,
'
furono collocati due corpi santi, uno di fermandosi alla spiaggia di questo mona-
I
S. Claudio tratto dal cimitdi'io di s. Cali- stero. Ivi discesi e levato il quadro dal-
I
stu di Uoma,e nel 1609 donato all'ab- l'acqua lo misero suH' altare della chiesa
bate del monastero Vitale Zoccoli pado- alla pre$et>zu dell'abbate e du' monaci.
vano, e collocato io urua di leguo nel- Comunque sia la verità di si prodigiose
5^6 YEN YEN
circostanze narrate da'pellegrini greci, e di 35, con 8 monasteri di monacheeca-l 1

descrìtte dall'abbate Francesco, cbe go- nialdolesi sotto la giurisdizione della me-
vernava negli anni i36oe i38o, questi desima congregazione. Olire gli 8 mo-
|)el decoroso culto al s. Legno gl'innalzò nasteri delle religiose camaldolesi sog-ij
apjjosilo altare, a cui solevano i navigan- getle a'superiori della congregazione dq]
ti veneziani licoirere prima d'inlrapien- s. Michele, altri erano sottoposti agli or<
deie i viaggi, benedicendo il Signore la dinari de'luughi ov'erano situali. Furono
loro fede e divozione con molli miraco- queste monache istituite dal b. Piodolfo
li fatti all'invocazione di questa ss. Croce. 4.° generale dell' oidine. Visitando uà,
Fu poi nella metà del secolo XV dal pro- giorno il sani' uomo alcune terre donata]
curatore Pietro Friuli, ad onore e custo- a'monasteri dell'ordine, entrò nella chie-
dia della medesima fatta erìgere una no- sa dì s. Fietro di Luco in Mugello peri
bile cappella adorna di sceltissimi mar- farvi orazione. S'ignora se proprianiente
mi, il di cui altare dipinto per mano del ivi ebbe qualche visione o rivelazione, eit
celebre Gio. Bellini, es>endosi logorato è solamente certo che partendo da quella
dal tempo, nei 1722 fu rìunovalodi fini chiesa meditò la fondazione d' un mo-
inai mi dalla pietà de* monaci. Descri- nastero di religiose Camaldolesi, e co-
"vendo 1' insigne monastero camaldolese me riportai in quell' articolo, nello stes-
tli Croce di Fonte Avellana, ora nella
s. so luogo fondò loro un monastero nel
diocesi di Pe/go/a, dissi in quell'articolo, 1086. Altri successivamente si eressero
che la celebrata ss. Fieliquìa, nella sop- in diversi paesi sino al numero di 28,
pressione fu portata via da s. Michele dal de'quali 20 soggetti a'proprì vescovi, ed
p. ab. Zurla, il quale divenuto cardina- 8 alla congregazione di cui ragiono. E-
le e abbate generale di sua congregazio- lano poi immediatamente soggette aK
ne, la donò alla chiesa Avelianense, e ne l'abbate di s. Michele di Murano le mo-
riparlai ne! voi. LXXVII, p. 1 24, e del nache di s. Farisio di Treviso. B'io- —
monastero nel voi. LXXXVI, p. 1^6. II rendo in tante guise il monastero di s.
monastero dell' Avellana era stato uni- Michele di Murano, capo della congre-
to alla congregazione dì s. Michele di gazione del suo nome, vi si formò una
Murano, da s. Fio V nel 1569. I gene- sontuosa e scelta bibrioleca,della quale si

rali camaldolesi successori dei Delfino ha : Bihliotlieca Codicum rnannscriplo-


furono triennali, e vennero alternativa- rtini Monasterii s. Mlchaelis l^cnelia'
mente scelti fra gli eremiti e fra'monaci,e rum prope Murianum una cum appen-
ciò durò fino al 16 16, in cui la congrega- dici' libroriim impressornm saecnli XV,

zione de'nionaci di s. Michele di Mura- Opus postuninniJohannis BenedicliMit-


no fu interamente separata dagli ere- tarelli venetis abhaiis exgeneralis bene-
miti. 1 monaci ogni 5 anni eleggevano il dictino-canialdulensis, Veoetiis 1 779- H
generale, che risiedeva nel monastero celebre p. ab. Millarelli dopo essersi re-
de'ss. Lorenzo e Ippolito di Faenza nella so benemerito della repubblica lettera*
Romagna. I principali monasteri della ria con molle opere di sagra e profana
congregazione di Michele di Murano
s. erudizione, ed all'ordine canialdolese iu
erano quelli di Classe presso Ravenna, di cui dalla più tenera età era slato educa-
s. Michele e dì s. Mattia di Murano, de- to, co'preziosi Annales Canialdulenses,
gli Angeli di Firenze,' dell'Avellana, di insieme al non men celebre confratello
s, Biagio di Fabriano, di s. Giusto e di d. Anselmo Cosladoni, volle consagrare

s.Clemente di Volterra, di s. Maria d'U- gli ultimi suoi anni ad illustrare i mo-
rano di Bertinoro, de'ss. Andrea e Gre- numenti letterari della biblioteca di que-
gorio di Roma, e molli alili in uuiuero sl' insigne monastero, in cui avea preso
e

YEN YEN 527


r libilo religioso, e di cui olleniie dopo codici di andar del pari colle più insigni

il «uo generalato la prefettura. Già da biblioteche. Non contento il p. Miltarelli


gran tempo si trovava raccolta nella bi- d' avere con tanta spesa e fatica raccolto
blioteca una ricca suppellettile di prege> insieme tante ricchezze letterarie, volle
voli mss. lavorati per la maggior parte con detta opera renderne pubblico l'uso
da' monaci stessi, secondo il lodevole e e immortale. Egli presenta in essa per
utile costume cU' essianticamente ebbe- ordine alfabetico gli estratti ragionati,
ro di moltiplicare e di perpetuare con tal qiiantuii(|ue compendiosi, di tutti gl'in-

\
mezzo i libri più meritevoli prima del- medesima, accennando
signi codici della

l' invenzione della slampa. Diveime però nel medesitno teuipo il numero con cui
mollo più rispettabile questo bibliofila- erano contrassegnati ed il secolo in cui
cio dis. Micbele per la zelante cura cbe furono scritti. Le notizii! interessanti in-

^
si prese d'accrescerlo e d'arricchirlo il p. torno a' loro autori, i saggi ottimameu-
I Mitlarelli. Egli non risparmiò in tutto il te scelti, che si presentano dulie loro o-
1
tempo di sua monastica vita né fatica, pere, tutte le volte che la materia lo

, né spesa per renderlo uno de'più copio- comporta, la varìetàdegli argomenti in-
! si e più rari. Egli si portava sollecito do- torno a'quali questi saggi si aggirano, la
ve sapeva che vi fossero libri da vende- sana critica dell' autore, la nitidezza e
re, anzi teneva in diverse parti a questo gravità del suo stile, sono iingolari pre- i

medesitno (ine attentissimi esploratori, gi dell'opera. Alla biblioteca de'codici


a poco a poco questa sua virtuosa pas- mss. aggiunse il p. Mittnrelli quella de'
sione divenne sì notoria, che non avea libri stampati nel secolo XV,che si trova-
già quasi più bisogno di prendersi ve- vano raccolti in grandissimo numero nel-
runa pena per soddisfarla, poiché chiun- la medesima libreria, e che da' bibliofili
que aveva simile merce da esitare, lo si tengono nel medesimo pregio de'co-
cercava, sicuro di trovare in lui un one- dici mss. Difatti tali libri, oltre il presen-
sto compratore. Fra' preziosi acquisti tarci dinanzi agli occhi una storia parlaa*
ch'egli fece per questo mezzo, meritano te degli incunaboli e de' primi passi del-
parlicolar menzione numerosi codici, i l' arte tipografica,
e' istruiscono ancora
che furono già di proprietà della nobile di molte particolarità che non si trova-
casa Barbaro così feconda d'illustri let- no ne'libri posteriormente stampali, tran-
terati. Ve n'erano del celebre senatore ne alcune eccezioni. iVotò il eh. Antonio
Francesco Barbaro, del di lui nipote Er- Diedo descrittore dell'isola di s. Michele
molao Barbaro patriarca d' Àquìleia, di di Murano nel libro de' Siti piltoreschi^
Daniele Barbaro altro patriarca d'Aqui» la cui elegante veduta è dell' egregio
leia, e di Francesco che alla fine del se- artista Marco Corairato, che sì sontuosa
colo XVI
tennepureil medesimo patriar- biblioteca, fra le altre preziosità, contava
cato.Le biblioteche eh' erano state del la t.' Bibbia stampata a Magonza nel

celebre cardinalBembo, del cardinal Pie- 1472, molti codici greci, latini e italia-
tro Foscarì, di Domenico de Dominicis ni, l'originale di Daniele Barbaro sul-

vescovo dì Brescia e di altri, somministra- l'Architettura di Vitruvio; ed il celebra


rono parimenti un' ampia messe al p. Mappamondo di fr. Mauro, monaco del
Miltarelli. Se a questi ap<^[uisti dispendio- monastero stesso, di cui riparlai nel
§
si si aggiungano doni, benché meno fra*
i XVI, n. 3. Contemporaneamente vive-
queati, eh' egli ricevette da molti illustri vano nel monastero di s. Michele d. For-
personaggi, si concepirà facilmente che tunato Mandelli dotto archeologo, e d.
la biblioteca di s. Michele di Murano Angelo Calogerà, benemerito filologo che
uierilò per la copia e pel pregio de'suoi ci diede la preziosa Rcivcolta cVopusco-
528 V E N V EN
H scientifici e filologici , e la Niio\'n Tlac- filippino p. Giambattista niasiulti da
colla, ec. stnmpafe in Venezia prima da Vene7Ìn a' 7 febbraio 1 83 i l'inviò a Uo
Cristoforo Zani, poi da Simone Occhi. ma perchè dal conte Gaetano Maltei a
Ne fu continuatore il Mandelli. Mentre — mezzo di mg.'' Mario Mattei tesoriere gè
si avvicinava il tnibine distrujjQitore de- nerale, ora cardinal sotto-decano del sa-

gli ordini religiosi nel!' Italia e in buo- gio collegio, fnsse umiliata al Cappellari 1
na parted'Europa, fioritissimo era il mo- a'2 divenuto Gregorio XVI; che da lui
nastero di s. Michele di Murano di gran- composta 4o anni innanzi invitava a chia-
di uomini, terminando gloriosamente la mare la pontificia sua attenzione sulla
sua esistenza. Già però la repubblica di 6.'' strofa, che gli sembrava un presagio
Venezia ne avea dato fatale esempio nel dell' avvenuta esaltazione, e in quella
suo dominio, ed a voler parlare qui solo pure del cardinal Zurla, già altro mo
de' monasteri camaldolesi della congre- naco muranese. Ho sotto gli occhi la let
gazione di s. Michele di Murano, per de- tera del p. Biasiutti e la stampa, in cui
creto de'7 settenibre i
77 i vi erano stati leggo nella detta strofa, con allusione al
compresi i monasteri di s. Maria della r eroica rinunzia al vescovato di Capo
Follina, di Verona, di Vicenza, e di s. d' Istria (nel 1776, proponendo in sua
Giovanni della Giudecca, restando alla vece il camaldolese p. ab. d. Bonifìizio
congregazione i soli di s. Michele e di s. da Ponte, che fu ) ed a' suoi allievifatto
Mattia di Murano, e quello della Badia nel noviziato diMichele eziandio; poi-
s.

io Polesine: da quello della Follina di- ché da questo monastero furono scelti
pendeva monastero delle monache di
il sempre ottimi vescovi, ed allora era vivo
s. Gervasio di Belluno, onde fu questo oltre il Da Ponte, Antonio Maria Car-
soggettato al governo del p. ab. di s. Mi- dini vescovo di Crema. Dice la strofa :

chele di Murano. Abbiamo : Memorie D'un popolo governo - Poco e per te.
il

intorno la vita e gli studi del p. d. Lo- Governerai l'eletta- Porzion cV Jddio^
dovico Nachi abbate camaldolese scrìt- per cuiprovisto- Spesso il Gregge di Cri-
te dal p. ab.Placido Znrla dello d. sto - Fu de' migliori condottieri e duci -,

.stesso ordine, in Venezia co' tipi Eini- » Nuovi pastor da te la Chiesa aspetta -
liani 1838, opera de! cardinal Zurla(che Pieni delle virtìi di cui riluci ". Il p. ab,
l'avea pubblicata in Venezia nel 1810 Nachi mentre si trovava in Faenza, a'2
pel Zerletti), nuovamente impressa con febbraio 1797 occupata la città da Na.
questi tipi con frontespizio di caratteri poleone, a questi si presentò ben accollo; e
rossi e neri. Venne scritta mentre era ab- nello stesso anno anche aTreviso,e nel l'au-
bate del monastero di «.Michele di Mura- ttmnoa Passeriano,ovefu pure alla di lui
no il p. d. Mauro Cappellari della città di mensa invita to.Con questi cenni intesi di-
Belluno,dalZurla qualificato»illustre per chiarare come nel declinar del secolo pas-
talenti e per istiidi,che nel 1 786 (di circa sato fioriva monastero di s.Michelecon
il

3 armi di età) dopo tre lustri d' inter-


I un p. NachijUnp. Zurla, un p. Cappellari,
messe solenni conclusioni ravvivò quelle il quale indusse a ricevervi la cocolla mo-
della filosofia quale egregio uditore di fi- nastica, oltre altri, l'illustre concittadino
losofia del p. Nachi" che l'amava tenera- bellunese attuale abbate generale della
mente, e pianse di consolazione in ara- congregazione camaldolese, il dotto p. d.
niirarlo disputare. Foco dopo il p. Na- Giuseppe Zuppani (il qualealla morte del
chi fu fatto abbate di s. Michele circa Nachi, essendo lettore, recitò applaudita
nel 7C)0 ed in suo onore fu stampata
I orazione in sua lode). Questi ripatriando»
in Venezia quella Canzone, un esempla- allo scioglimento degli ordini regolari,
Ve ^ella quale il suo autore rispettabile ^^tveuue canonico della patria qatted^fvlq
VE N V E N 539
e (li poi insignito della prelatura tlonoe- menfoaltrove accennato). Bartolomeo A I-
slica ila Gregorio XVI ; però appena b'.irtoCappellarinacqueda nobile famiglia
morto lo zio vescovo ili Belluno e Fel- nel I 765 in Belluno, di 1 6 anni manifestò
Ire, riprese l'abito camaldolese, ed è l'or- la sua vocazione monastica per
s. Michele

tininenlo di sua congregazione. mio


Il di Murano, esempio della su*
col preclaro
njfeltooso nmico che fu, cav. Giuseppe rcllasuor M." Teresa che egualmente pro-
Ballaggia, proponendosi di pubblicare fessava l'ordine di s. Benedetto in s. Ger-
le Tavole. Cronologiche della Storia vasio di Belluno, di cui divenuta priora
iitiii'ersaley continuale sino a'nostri gior- morì in odore di costante santità; ad on-
ni, per quanto riguardava Gregorio XVI ta che virtuosi genitori, e lo zio esem-
i

a me si rivolse nel i836, inculcandomi plarissimod. Antonio canonico della cat-


rigoroso laconismo e chiarezza. Corrispo- tedrale e confessore di detto patrio mo-
si mvito con de' cenni, non mai im-
all' nastero, che assaissimo 1' amavano, l'a-
maginando che avendo incontrato il suo vrebbero meglio voluto sacerdote in pa-
piacere assolutamente vollesse stamparli tria; molto ripromettendosi dalla viva-
a patte, lo condiscesi a patto che si ser- cità di sua fantasia, e dalla penetrazione
visse delle sole iniziali del mio nome dell' ingegno accompagnato da soda pie-
o cognome, bens^ col mio nome arcadi- tà. Nella vocazione fu incuorato dal suo

co. Questa prima volta che


fu la ti[)i i maestro mg."^ Giovanni can.Carrera dot-
Eutilìani impressero le mie produzioni: tore in teologia di questi mi pregio pos-
:

Cenni cronologici sul Soninio Pontefi- sedere quali care memorie donatemi dal
ce Gregorio XFI, eli G. Hl.fra gli arca- Papa il ritratto e la lettera autografa re-
di lUioJilo Eleo ,\ ene7\a dalla tipografìa sponsiva a quella scrittagli dal Papa, rin-
Emiliana 1887. Vi è il ritratto del Pa- graziandolo della tenerissima cura avuta
pa elegiintemente disegnato da Busato e di lui, scritta con mano tremula sicco-
incìso da Zuliani chiarissimi artisti. L'o- me oltreché ottuagenario. Ottenuto il so-
puscolo venne dedicato dal cav. Ballag- spirato consenso da'genitori e da loro ac-
gia al degno nipote del Papa fr. Gio. compagnato a Venezia, entrò nel mona-
Aiilonio nobile Cappel'ari della Colom- stero di Michele ad indossare l'abito
s.

ba, patrizio romano, ec , che lodai nel monastico nel 1783 di 18 anni. A' ^3
§ IX, n. 3. Dell'opuscolo fecero menzione agosto 1786 fece la cessione de' propri
alcuni periodici letterari, come gli An- beni alla sua famiglia, e quindi la profes-
nali delle scienze religiose, nel t. 5, p. sione religiosa,assumendo ilnoraediMau-
lò'j. lo conservo un foglietto di corre- ro, e poi celebrando la .''messa nel 1787.
zioni per le parole inlrodot^evi erronea- Già nel precedente anno senza assistente
mente. Questo spesso accade quando si avea sostenuto la conclusione alla pre-
vogliono prendere degli arbitrii, sebbene senza del patriarca Giovanelli. Incontrò
colle migliori intenzioni. Ora da questi vivo l'attacco del Ch. R.S. P. R. e fu sulla
miei Cenni, dal mio Commento mss. alla tesi deW Infallibilità Ponti fida, benché
bellissima NotiziaGregorio storica: fra le 100 proposte fosse già stata trat-
XFI e la sua patria, Belluno 1 835, del tata prima. Questa circostanza e l' insi-
cav. Scolari, e da alcune mie particolari stenza dell' opposizione, non piacquero
memorie ricaverò alcuni fugaci tratti sul- generalmente; e quando nel calor della
la vita monastica in s.Michele di Murano disputa mg.'^patriarca vide inoltrarsi trop-
di Gregorio Xf"^!,]] di pili potendosi leg- po la sera, impose la fine. Fu alJora che
gere nel suo articolo e in tutto questo mio tra gli applausi universali, d. Mauro pie-
Dizionario, da lui tanto munìncamente no d'imperturbabile coraggio, invitò l'o-
protetto ^aliri dettagli U l'ìservo pel monu- norevole suo avversario a voler accetta-
53o VEN VE N
re in privato la successive soluzioni; ma rito e il candore de' costumi del p. Cap-
la cosa non procetlelte più olire. Fero pellari, a segno che divenuto in Vene-
f(i orìgine e impulso all' opera che poi zia revisore de' libri pels. OiHzio, i su-
anche qui celebrerò. Imperocché tornato periori a' 5 luglio
1795 lo trovarono de*
alla propria cella pieno d' energico zelo, gno d'esser mandato a Roma compa-
non avendolo del tutto potuto sfogare col gno al procuratore generale dell'ordine.
dissenziente, si pose a scrivere ciocché vo- Verso il 5 agosto giunse nell'alma città,
leva ulteriormente comb;i Itera e confu- dove 36 anni dopo avrebbe dovutole-
tare, e riuscì appunto, setiza quasi avve- der Pontefice venerato, Sovrano maesto-
dersene, a eonjporre la grave e profon- so, temuto ed amato, esemplare d* ogni

damente dotta opera. Le segnalate prove bella virtù, benemerentissimo della Re-
di mirabde profìtto negli studi date dal ligione e del Trono, e lasciar di se la me-
p. d. Mauro Cappellari gli meritarono moria di gran Papa e di dotto, anzi il
i\' 5 agosto 1
790 il grado di lettore nel- pilidotto de' suoi predecessori dopo Be-
l'ordine, essendolo già fin dal 1786 per nedetto XIV, come scrissi in questa Roc
le scienze fllosoiìche, anco per la teolo- ma a tale articolo. Ed il tempo scuopri-
gia.Insegnava con tanto calore ed impe- tor d'ogni vero, sempre piLi lo farà ri-
gno, che si conservano ancora alcune del- splendere e vieppiù glorificherà. Nella
le sue tesi dettate così all'improvviso in privata condizione, ad onta di sua mo-
lingua latina, piene di singolare forza desta ritiratezza, potè di Roma osservare
d' argomenti e di fuoco, e queste soprat- le condizioni ( incedeva raramente per
tutto nelle malerieintornoallequali ver- .Roma, secondo gli affari, grave e di-
savano gli errori del giorno. Fra le di- sinvolto, cogli occhi bassi e mani incro-
sputazionì in teologia ricorderò quella ciate, con tale un portamento che avea
s. Gregorio in Ro-
ch'è uella biblioteca di del grande e muoveva tutti a veoerazio»
ma, i63: Propositiones se-
Misceli, n. ne); mentre ben presto si legò in ami-
lectac e ikeologiae tractatibas de locis cizia co' dotti e con persone di gran pie-

theologicis, de Deo el divìnis a Uri balis, tà, e procacciossi l'estimazione d'un car-
de Deo Trino, de Ine ama do ae ci Ora- dinal Antonelli (
poi decano del sagro
tia,quas publica dispiitalione data cui- collegio e vescovo d' Ostia e Velletri ),
libet post lerliuin aigiieadi facilitate d'un cardinal Borgia d'i f^elletri, d' uu
defeiidet nullo adsislcnle p. d. Matirus cardinal Braschi nipote di Pio VI allo-
Cappellaris Bellunensis nion. ordinis ra legn Ulte, e di altri porporati. Scrisse
s. Benedicti congregatioais Canialdu- allora di lui a Venezia Pietro Pesaro
Icnsis, et in Lycaeo s, iMicliaelis de Mu- ambasciator veneto, al cav. Jacopo Na-
rano philosopkiae professor et sacrae ni. >i Le qualità personali e 1 tilenli dei
i/ieologiae auditor die 20 julii (790. p. Cappellari gli conciliano meritamente
Sono 3 proposizioni, dedicate a mg."^
I I la stima di chi lo conosce; e se al p. ab.
Federico Giovanelli patriarca di Vene- di Murano ne rincresce la perdita, egual-
zia. Le riscontrai nel 1846, quimlo d'or- mente grato qui riesce l'averne fatto
dine del Papa dovetti correggere Vépreu- l'acquisto". Nell'anno precedente avea
\<e della biografia mandata da Parigi al Pio VI colla bolla Aucloreni Fidei, con-
cardinal Lanibruschiui segretario di sta- dannato il pseuilo sinodo di Pistoia, c\\q
to prima di pubblicarsi dall' Extrait avea tentato sovvertire e sconvolgere la
de C Aiinuaire historique et biograp'ii- disciplina della romana Chiesa cattolica,
gue. Don des Archives historiijues, lyp. e d' impugnare 1' infillibilità pontificia,
de Wiltersheim. La fama sparse in tut- che d. Mauro avea altamentedifeso nel
to l'ordine, e fuori pure di esso, il me- 1786. Incalzando i deplorabili-pubblìci
VEN VEN 53i
avvenimenti, Roma e lo «tato occupali e accademia di Religione callolica, di cui

(lemocratìzzati da'fraocesi repubblicani, fu nnode'primi e de' più attivi e zelanti

f!»si avendo dispersi e imprigionati pie- in promuoverne vantaggi qual censore,


i

Jati, cardinali e Papa, questi a' 20 feb- con 6 dissertazioni in essa da lui lette, il
braio 1798 strapparono dal Valicano e cui elenco si legge nell'opuscolo, Pio FI II
condusseroa Faltnza. Intanto il p.Cap- e Gregorio XFI, di mg/ Baraldi, Mo-
pellari, oltre la trattazione de'negozi del- dena i83 I, già inserito in quelle Memo-
l' istituto, nel 1797 avea assunto il ca- rie di Religione nel 1. 1 6, poscia riprodot-
rico di supplire per tre anni all' ulTizio to con questi medesimi tipi. Un stinto si
(lì cancelliere, non senza attendere alle riporta d'ognuna uè Diari di Roma, che
prova ne sia, che mentre co'
scienze, e registrai nel mio mss. a p. 36o e seg., e
buoni piangeva la desolazione del sau- ìnlitolalo: Estratti de' Diari, e Notizie o
luariu, la prigionia di Pio VI, l'irreligio- Almanacchi annuali di Roma,dal\ 7 16
ne e la faiìsa filosofia, strettamente con- «/i835, Roma i835, G. M.). In breve,
giunte minacciare l'ullinìo sognalo e pre- ripeterò col dottissimo mg/ Baraldi. Il

teso crollo alia santissima auloril^i pa- Cappellari difese gli enunciati argomenti
pale, egli con animo impavido usciva in contro Tamburini, le Gros e I' Opstraet,
C'impo fortissimo sostenitore dell'insov- Citporioni de'giansenisti, e contro tutti i

\ertibililà dellaSede Apostolica e dell'in- loro aderenti. Convincenti ne sono le pro-


fallibilità Pontificia, nella niemorata ope- ve, chiaie e ordinate le riflessioni, e tut-
ra sviluppando un portento di dottrina to poi scritto con precisione e nitidezza,
e di fede, di spirilo d'ordine, e perciò tale e con quella savia polemica che convin-
da destar poi l'ammirazione d'un Nicolò 1 ce senza offendere, e risparmia gli erran-
iin[)erator di Russia (F.). L'opera ela- ticombattendo gli errori. Una tale ope-
borata nelle celle di s. Michele di Murano ra venne stimata dagl' inlelligenlì, e fece
e (li s. Gregorio di Roma, pubblicò nel conoscere di quanto sapere e di qual dot-
1799 in Roma dedicala al perseguitato trina fosse ricco il monaco bellunese, che
Pio vi (del quale scrisse nella prefazione : poco oltre a 6 lustri d'età entrava nell'a-
Non cessa, benché semivivo, dal letto do- rena in principem et ducem ad bella n-
ve lo trasse e lo guarda la tirannia de' dum bellum nostrum. Osservò l'ab. Del-
tuoi fieri nemici, e Jra le catene di sua loiuo, Continuazione dellaSioria delCri-
sciti aiilii, di erger cattedra di verità, e stianesimo, che I' opera fu ottimo prelu-
ili animare alla costanza tutti gli altri dio per chi divenuto poi Gregorio XVI,
pastori), co'tipi del Pagliariai, col notis- dovea non più cogli scritti, ma render
simo titolo: // Trionfo della s. Sede e compiuto colio splendore de'fatti questo
della Chiesa contro gli assalti de' Nova- medesimo trionfo. E qui mi sìa permesso
tori, respintie combattuti colle stesse lo- ricordare a onore de^ tipi Emiliani, che
ro armi. Cos'i il monaco Cappellari, let- per le ferventi istanze del cav. Giuseppe
tore in teologia e in filosofia, compagno Batlaggia, e mie vivissime, insistenti e re-
del procuratore genera le in Ruma, con op- plicate preghiere ne permise Gregorio
portuno divisamenlo combattendo le dot- XVI ristampa nel 1 832, con dì lui pro-
la

trine giansenìstiche in generale, e quelle prie giunte e varianti, il che mi costò fali-
delTamburini in particolare, difese triun- che, cure e indefesso carteggio, tutto com-
faiujente V Immutabilità del governo ec- pensato dalla giuria che ne proveniva al
clesiastico e {'Infallibilità Pontificia, e magnanimo Pontefice, costante e mìo su-
meritamente sì acquistò onorato nome tra premo pensiero e subbiello di venerazio-
gli apologisti del cristianesimo (e lo con- ne.Pei ciò il ca v.Battaggia ci diede 3 edizio-
fermò poi nella stessa Roma nella mia ni. La tuagniliceutiasiaiu da lui dedicala
532 V E i\ YEN
al Papi» (di cui posseggo il 62." esemplare rilevo dal diploma originala
in pergame-
con onorevole inlilolazione a me di pu- na col sigillo delKordine, esistente presso
gno del cavaliere editore); in foglio e de- di me, dell' abbate generale p. d. Am-
dicata al cardinal Zurla ; in 8.° e dedica- brogio Soldani, che co'visitatori Naclii e
ta al piitrìarca Menico. Quindi anclie Bonalti dice in esso Considerantes in:

una 4-' edizione. Tutte coll'elligiedel Pa- pastoralis noslrae curae parteni , eos
pa di veneti egregi artisti. Delle tante edi- tantum vocaados, quos vitae integritas^
zioni e traduzioni in più lingue, de'com- regularis observanliae, zelus, lillerarum
tnentì sull'importanza dell'opera rispet- scicntia, et prudentia virlus commenda-
to alla sodezza e profondità della dottri- hiles reddunt, matura deliberatione, et

na teologica, ed agli attuali e posteriori scrutinio per occulta suffragia praeha-


successi della storia civile , ne ragionai bitis ... memoratis qualitalibus insigni-

jdtrove.Qui aggiungo solo, che, come nel tnm, per obilum d. Francisci Sandri, in
2 febbraio i832 fu onorata la munifi- udbbateni canonice elegimus eie. Amante
cenza dell'immortale Pontefice verso la di quiete, bramò ritornare al suo diletto
patria colla medaglia incisa dal celebre s.Michele di Murano, e alla sua amala
Patinati, per pensiero e cura del mio a- Venezia , ormai da lui riguardata qual
inico cav. Scolari, a memoria dei nuovi seconda patria. Ma due anni dopo , nel
altari ivi eretti nella chiesa di s^ Pietro, 1807, si rimandò in Roma per vice-pro-
de' quali feci cenno nel voi. IV, p. 3oo ; curatore generale dell'ordine (pare che
COSIanche per l'opera stupenda di cui divenisse procuratore generale fin d'al-
parliamo, fu procurata e fatta coniare lora, per quanto leggo nel Zurla, l\tcmo-
dallo stesso mio amico , nel 2 febbraio rie del p. ab. Nachi). Rinnovandosi gli

1834, una seconda n)edaglia, incisa dal attacchi contro i regolari , nel declinar
Putinati medesimo, che rappresenta Ro- del 1807, esigette die da
Napoleone I

ma sedente che s'allisa nel Trionfo del- Roma non appartenen-


uscissero quelli
la s. Sede, nella persona medesima del ti a' dominii pontificii, onde il p. ab.

grande Autore, che lo scriveva nel 1


799, Cappellari fu ben lieto di tornare a s.
cornee meglio dissi nel voi. LXXXVill, Michele di Murano ne' primi del 1808.
p. 2 18. Intorno a quest'opera ed a tanto Quindi tenutosi nel monastero il ca-
Autore sono pura vedersi i ricordati al- pitolo provinciale a' 21 giugno 1808,
trove, Cenni storici intorno all' opera cambiate le cariche, fu sostituito al suo
ec, Verona tipografia Disesli i832. Nel- dotto maestro p. Nachi, in abbate di go-
l'anno 1837 la Biblioteca ecclesiasti- verno del medesimo, il p. Cappellari.
ca di Torino, // Trion-
inserì nel t. 12 : Nuovamente occupato lo stato papale, e
fo della santa Sede Chiesa con-e della Roma da'francesi, a'6 luglio 1809 fu im-
irò gli assalti de' Novatori, combattu- prigionalo Pio VII, e trasportato a Fon-
ti e respinti colle slesse loro armi j lainebleau e poi a Savona. Percosso il pa-
opera di d. Mauro Cappellari monaco store, furono sbandale e disperse le pe-
camaldolese, poi Gregorio XFl Som- core. Il p. Cappellari sempre umile e mo-
mo Pontefice, tipografia di Luigi Fer- desto, abborrente le dignità (di quella
rando. Frattanto in Valenza si compiva del pontificiito ho gli originali documen-
r eroico sagrifizio di Pio VI, ed in Ve- ti; ed appena rogato l'atto d'accettazio-
nezia si elegs'eva il successore Pio VII ne, in cui fui presente, unico laico e qual
nel 1800. In questo il p. Cappellari in R.o- suo conclavista per la 2.* volta, esclamai:
ina venne nominalo vicario abbaziale del Exaltai'il httmiles, ripetutamente; e pro-
lìtunasterodi s. Gregorio; indi a'9 marzo babilmente i sagri elettori che gli faceva-
1 8o5 fu dichiaralo abbale mitralo, il che Qu corona, l'avraano inteso, iu un mo-

V E;\ V E N 533
mento (l'enluslasnio, che la verità si pre- rona intorno la magnifica Vinegia da un
senta spontanea dui cuuié in sulle lab» lato, la famosa Murano dall'altro, sus*ii-
bla e senza riguardi le!^idà libero sfogo. sleva nell'isola di s. Michele, qual monu-
Accettò il papato per ubbidienza privala mento che queste marittime spiaggie an-
mente impostagli la sera innanzi dalcar* ch'esse un tempo erano stale onorate
: dinal Zurla, come abbate generalede'ca- <lalla presenza del santo fondatore. Co-
roaldolesi), ben presto volle sottrarsi dal là sorge un marmoreo tempio per l'ar-

governo di s. Michele al Unire del 1809, chitettura pregiato, ed un monastero an-


pregando monaci a sortVirlo suddito au-
i cor più pregialo per una non interrotta
; zichè superiore. Poco dopo e nel seguen- successione di pietà e di dottrina , che
te 8 o, colla generale soppressione degli
1 1 quasi retaggio que'cenobiti gli uni agli
ordini religiosi, vi fu compreso il monaste- altri aveansi trasmessa. Basti ricordare
ro di s. Michele di Murano.Tutlavia riuscì pe' medii un fr. Mauro camaldolese, il
al p.ob.Cappellari di conservare il mona- cui fumoso planisfero servì di guida alle
I stero e la famiglia religiosa, con abito di più grandi scoperte, ec. Ed a'giorni no-
preti secolari, aprendovi un collegio, ad stri il p. ab. d. Placido Zurla poi cardi-
sromaestranientode'giovani delle prima- nale, e illustratore del planisfero e <le'

rie famiglie d'Italia che in copia vi concor- viaggi de'più celebri veneziani, per 1' o-
sero per la rinon)anza de'professori ; me- pere encomiale nel rammentalo § XVI,
diante il favore e l' amicizia all'ettuosa di n. 3j oltre il p. ab. d. Mauro Cappellari,
mg/ Anton M.' Ti versi i.° provveditore che in questo monastero stesso avea suc-
del Liceo convitto di Venezia, che cele- chiato il latte della scienza e d'ogni reli-
brai nel §X, n. 9; amicizia antica esince- giosa virtù, di che una prova luminosa
rn, che datava dall'essersi ordinati suddia- era stata l'opera sua, // Trionfo della s.

coni insieme. Nari'a il dottissimo mg/ Ba- Sede. Egli da Roma, quando scoppiò il

raldi, che del Traversi che doveasi recare turbine fatale che distruggeva tutti gli

a Modena nel 1800 (questa data è sba- ordini regolari, si ritirò nell'antico suo
gliata, forse dovrà dire 1810), gli avea monastero di s. Michele. Ma del pari
scritto il p. Cappellari. » Conoscerà un si addensava sopra questo il nembo, se

uomo non grande di statura, magrandis* a preservarlo non fosse accorso lo ve-
simo di scienza e di merito in tulli rap- i lo di mg." Traversi, prelato benemerito
porti. A lui dobbiamo in gran parte, al- delle scienze e della religione insieme, il

la sua amicizia, a'suoi buoni udìci la no- quale allora reggente del Liceo convillo
stra permanenza e quiete i») quest'isola, coll'incarico di sopravvegliare agl'istitu-
avendo €gli sempre protetto come cosa ti di educazione, fece sì, che il monaste-

sua questo collegio di s. Michele", Ma la- ro rimanesse salvo sollo la forma di col-
sciamo parlare il eh. e degno ab. Cellomo, legio , ed i monaci conservati nel loro
tanto ìntimo e meritamente amato dal dolce asilo, siccome utili istruttori di te-

Traversi. Narrando lo storico continuato- neri giovanetti. Di questo collegio il p.


re del Oercastel, la proscrizionedì tutti gli ab. Zurla venne dichiaralo rettore, ed il

ordini regolari in Italia, dice come per a- p. Cappellari lettore di filosofia (con bella
mor della religione in alcuni, amor delle modestia insegnando nuovamente logica,
.scienze in altri, operò sì che alcuni mo- metafisica e filosofia morale: ebbe pure a
nasteri nella comune rovina fossero con- dolce consolazione d'aver compagno nelle
servati. Tali furono in Toscana Carnai- scuole l'altro suo inlimo amico e confratel-
doli e il santuàrio francescano d'Alver- lo p. Zuppani). Desso era che deplorava
nia. Un altro Camaldoli, cui fa specchio nel 181 I la perdita della biblioteca prezio-
l'ondoso pianodella veneta Laguna^ eco- sa singolarmeate per rari codici mss.,che
534 V E N V E N
avevano costato tanti dispendi a' mona- fu ancora eseguilo ... Ecco la dolente «Io-
ci, e tanti studi per illustrarli. Dopo il ria di questa libreria: ecco ciij'us siinC^
sacclieggio democratico, e dopo 3 spogli quae patres nostri pnraverunl". Indif
consecutivi, ancora rimanevano 18,000 tornò a scrivergli da Michele a' io giu-
s.

\olomi , eli' esser dovevano venduti al gnoi8i2.»» Ebbe luogo l'incanto, e fui
pubblico incanto. Per le di lui cure, sic- verificato l'asporto di questa libreria, nel
come amantissimo di libri oltre ogni cre- eravi rimasto tm libro. /Mlineperòdi noni
dere, e degli altri colleghi, acquistando avere sotl' occhio un oggetto di continua
del proprio molti de' 18,000 volumi ed tristezza in vederla ridotta una spelonca,
aggiungendovi le loro private librerie, io cogli altri miei colleghi abbiamo ac-
una nuova biblioteca fu formata pel mo- quistato molti libri dal Demanio primai
nastero, ed occupò il luogo della prece- dell' incanto e dal compratore demania-
dente, la quale rappresentar non poteva le, ed uniti alle nostre private piccole li-

che una sparuta immagine della prima; brerie, abbiamo portato tutto in biblio«
e perciò qui viflerant pristinani doniuin teca, e ci è riuscito di riempirla nuova-
venerantad hiijus aedificationcni cani mente. L'apparenza è la stessa, ma non^
clamore, et pianeta magno. Dice mg.' la sostanza, e vi sono moltissimi duplica»
Ijaraldi, che il p. Cappellari si rammari- ti e anche triplicali, poiché ciascuno ave-

cò assai nel 8 1 [ I per la rovina che invano va i suoi". Dirò io. Allo scioglimento del
cercò d' impedire colle sue cure e impe- collegio di s. Michele, gli ex- monaci si ri-
gni , o almeno minorare la dispersione presero propri i libri, così fecero ilCap-
p.
della celebre biblioteca tli s. Michele (tut' pellari e il p. Zurla. Il p. Cappellari donò
tavella trovò suo bel cuore conforto io
il la bella collezione de'suoi libri alla biblio*
salvare destramente la vita ad amici che teca di s. Gregorio di Roma, per soppe-
alni, da tutli ben veduto e stimato, nel rire al totale spoglio da essa pure patito^
periglio ricorsero), scrivendogli dolente e divenuto Papa ed erede del cardinal
8*12 gennaio 18 2. » I Dopo il saccheggio Ziu'la, l' arricchì con altri a questo spet-
democratico, e dopo altri 3 spogli fattivi tanti. In tal modo la libreria di s. Grego-
ukiuianiente per fornire la biblioteca di rio possiede parte de' libri dell' antica e
s. Marco (inclusivamente al flimoso e celebre biblioteca di s. Michele di Mura-
meraviglioso Mappamondo del veneto no. Intanto le potenze alleate guerreg-
fr. Mauro camaldolese, ov'è custodito ge- giando Napoleone I, 1' Italia fu difesa dal
losamente), (juella dell'accademia di bel- viceré principe Eugenio, combattuto dal-
le arti e quella del liceo, è rimasta come l'Austria, la quale pose il blocco a Vene-
può ben figurarsi, un sacco d'ossa, un zia, e lo compì a'2 I novembre! 81 3. Pii-
monte di paglia: tuttavia per non veder jiia che fosse del tutto impedita 1' uscita,
nude le muraglia si era dal rettore d.Pla- il privato collegio di Michele di Mura- s.

cìdo Zurla avanzata istanza acciò ne ve- no si trasferì a Padova nel già conven-
nisse rilasciato il residuo per una somma to d'Ognissanti, da dove il p. Cappellari
che si credeva conveniente non al nume- a' 6 aprile 8 1 4> ^ poi l' i i ghigno slesso
1 1

ro, ma al valore intrinseco de'volumi. La da s. Michele di Murano, scrisse a mg.'


petizione non fu ammessa dal direttore Baraldi, a due cose principalmente mi-
del Monte, il quale giudicandodal nume- rando le sue ricerche impazienti: lai.
ro ascendente a 8,000 volumi, nop dal-
1 d' aver nuove del ritorno di Pio VII, il
l'intrinseco dell'opere, ha ordinato che si quale essendogli stati restituiti! suoi domi-
metta alia pubblica asta, previo però un nii e caduta la potenza di Napoleone I,

altro spoglio de' libri ecclesiastici e sciit- era già passato da Modena a'29 marzo,
turali da £irsi per li semiuari, lo che non su di che esprinievasi. » Egli è un trion-
VEN VEN 537
fo iltlla religione, un complesso ili avve- monnslero, ne fu fatto abbate di governo
nimenti sì prodigiosi che sono allrellaiili e procuratore generale dell'ordine, il Pa-
inoli»i di credibilità". La 2.* di »» sentire pa cumulando in lui le primarie consul-
le suprema Padre
intenzioni dei Santo lorie. Pertanto affollato da' piìi gravi af-

circa i non dovrebbero tar-


regolari, che fari della Cliiesa, ma più per modestia^
dare di molto ad uscire, almeno pe' re- comechè robusto e infaticabile, nel (822
ligiosi de! suo dominio, de'quali per que- rinunziò l'abbaziale governo e la procura
sta parte invidio la sorte". Intanto il ce- generale. Però l'ordine lo supplicò e scon-
lebre barnabita p. Fontana (V.), poi nel giurò a continuare, e nel settembre 1823
1816 aniplissimo cardinale, da Uoma nel divenne vicario generale del medesimo,
18 i4 scrisse al dilettissimo suo amico il dopo aver veduto con sincero piacere il
p. Cappeltari a Venezia, poiché in tale suo antico amico e correligioso Zurla
anno erasi restituito mi s. Michele, cori elevato a4 cavi\\ua\ii\.o,per qitanto scris-
lettera autogiafa che conservo; lo pregò si altrove! — Il collegio di «.Michele era

e invitò a ritornare prontamente in Ro- restato sciolto dopo le riferite vicende.


ma " in tanta penuria cV uomini d' un INarra il cav. Mutinelli negli /annali del-
compito merito, alla quale Roma era le Province f" enele, che per le commo-
ridotta " anche per giovare all'ordine ca- zioni della Setta de' Carbonari, si fece
maldolese nella risoluta ripristinazione inquisizioneanclie in Venezia su que'lra-
del monastero di s. Gregorio. A sì affet- viati da un'apposita commissione, stabilita

tuoso invito corrispose il Cappeliari,e leg- nella solitaria isolella di s. Michele di Mu-
go nel passaporto di Enrico XV de'prin- rano, la cui sentenza (u eutanata a'24d>'
cipi di Reiiss Plauen governatore genera- cembrei82 .Raccontai 1 nel precedente n.

le in Italia per l'imperatore d'Austria, col- 1


7 di questo §, che l'isola di s. Cristoforo
la data di Venezia 16 agosto i8i4, che nel 1 8 3
1 fu destinata a cimiterio pubblico
dopo la soppressione degli ordini religio- della città, e che trovandosi insufficiente,
si avea ripreso il nome battesimale di si unì allo stesso scopo la vicina isola di s.

Bartolomeo. Nel medesimo vi è il visto Michele di Murano, decorando il mmu-


della polizia di Macerata per proseguire cipio il funereo luogo con portici e cel-
il viaggio per Roma datato 24 agosto le mortuarie. Egualmente le sue vigne
i8i4-Ma dimorando nell'alma città, or- e ortaglie furono convertite ad uso di
ma i annoiato perchè la congregazione isti- pubblico cimiterio , dopo i convenien-
tuita alla ripristìuazione de' regolari e re- ti ristauri. Nel 1 828 a cura del governo e
stituzione dì lorocase,andavadìlazionan- del cav. Cicogna si volle preservare dall'o-
do la reintegrazione del monastero di s. scurità e irriverenza le ceneri del famoso
Gregorio riisulvette ritornare alla sua
, fr. Paolo Sarpi, del quale non poco ragio-
rara Venezia e all'amato s. Michele di nerò nel § XlX,dogado 90.°,^ cui tomba
Murano; per cui leggo nel passaporto il era nella superstite cappella dell'Addolo-
visto per tornare a Venezia de'22 marzo rata della demolita magniOca chiesa de'
181 5 del ministro imperiale Lebzeltein. Servi di Maria, come dissi nel§X,n. 34; la

Ciò saputosi dal p. Fontana divenuto , quale pure dovendosi atterrare, a'i5 no-
segretario della congregazione degli affa- vembre furono tulle e trasferite dentro
ri ecclesiastici straordinari, per riordinar cassone di pietra d'Istria nel vestibolo del-
quelli di tutto il mondo cattolico, tosto la chiesa di s. Michele di Murano, edepo-
i»eimpedì la partenza con provocare da sfe col seguente epitaffio scolpito in mar-
pio \li il biglietto di nomina ai p. Cap- mo e composto dall'cncomiato letterato.
pelKiri di consultore della medesima. Do- Ossa Pauli Sarpi - Theol. Beip. Fene-
vendosi perciò fermare in Roma, riebbe il tae • Ex Acde Servorum- Huc Trans-
t>Z^
lata- À. MDcccxxviii
VEN

hlìco. Fu slanìpata \a. Memoria del tra-


- Decreto Pw
V EN
inonorali nel cimiterio comunale. Dipoi'
i
nel 1837 fu unita quest'isola a quella di
sporto delle ossa di fra Paolo Sarpi s. Cristoforo, mediante l'interramento
dalla demolila chiesa di s. Maria de' del canale che fra esse correva : così di
Servi a quella di s. Michele di Mura- due isole si ridusse una sola isola, colla
no, Venezia presso Gio. Ficotti 1828. Il chiusura del tratto della Laguna che pri-
eh. Cicogna con molta erudizione ragionò ma le divideva l'una dall'altra. I minori
del Sarpi nell'/^scm/ont Fcneziaiie da riformali non solamente riiuiuvarouo lo
lui dottamente illustrale, come nel t. i, splendore del decoronella chiesa pel cul-
p. 91 e 357, t. 2, p. 438, t. 3,p. 5o6, t. to divino, ma formarono una libieria nel

4> p- 674 e 7o3, t. 5, p. 60B e 7 I I . In contiguo claustro, aumentata da benigni


quesl' ultimo racconta, che a' 2 novem- lasciti, (ra'(|uali mg.' Moschini, che sono
bre 1846 fu conosciuto non più esistere andato celebrando e dovrò riparlarne,
l'epitafllo, e per le disposizioni del pode- nel 1840 gli legò una preziosa collezione 1

stà si scuoprì che nella notte del 25-26 del delle edizioni dall'aureo libro. Imitazio-
precedente settembre, alcuni per far cosa ne di Ci-isto, pubblicate in parecchi idio-
grata ad altri, avevano chetamente leva- mi dal secolo XV a detta epoca, ed ia-
ta la pietra scolpila, e rimessi i matto- oltre i di lui interessantissimi mss., in par-
ni come prima, laonde non rimaneva te inediti , compresa la sua importante
traccia ov'erano stale collocate le ossa del e copiosa corrispondenza epistolare (del
Sarpi, senza però toccare il cassone che medesimo Mulinelli abbiamo, // Cimi-
le racchiude. L' iscrizione essendo stata terio di Fenezia, Necrologie, Venezia
nascosta in un angolo del campanile, si co' tipi del Gondoliere i838). Frat- — -

rimise sul punto stesso con nuovo fre- tanto il gran Leone Xlf avea reso so-
gio; rinnovandosi per l'avvenuto la sua lennemente giustizia [sì, giustizia ; onde
ujemoria io quella de* concittadini suoi Roma pubblicamente disse: Errala cor-
ammiratori. Prima di tale anno, ripristi- rige! ) al compilo melilo creando car- ,

nati in Venezia minori osservanti ri-


i dinale a'21 raarzoi825 il p. ab. d. Mau-
formati, con sovrana risoluzione de' 1 2 a- ro Cappellari, e pid^blicandolo a' 3 mar- i

gosto 1829, il comune della città aflidò zo 1826 con isplendido elogio: Imioceii'
loro la custodia delle due isolette di s. tia et gravitate morum appriiiie specla-
Cristoforo e dis. Michele di Murano, e bilis oinni doelrina praesert'wi sacra
con essa quella delle ceneri de'suoi mor- excullus, tot ac tam dUilurnis prò apo-
ti, r8 novembre, con molta festa nel ri- stolica Sede laboribus perfunctus est, ut
storato cenobio di s. Michele. Osserva indefessam , slrenuam, prohatissimanij
il Richiamando quel-
cav. Mulinelli. » quam eidem apostolica Sede aavavit ...

ratto a gravi riflessioni la mente, era Firmiier enim proposilum nohis est ec-
certo per miserabile giuoco di fortuna il clesiasticis dignitatibus iioiinisi eos insi-
Vedersi allora sostituita in que'chiostri al- gnire, quipielaiis etdoctrina laude prae-
la lautezza delle benedettine instituzioni, fulgeanl,atquehoc non aliudqualecuin-
già alla religione e alla società di grande (ine iter ad illas assequendas sibi muni-
giovamento, la povertà francescana; cer- verini. Nel conclave per morte di Leone
to era doloroso il non vedersi, oppur ben XII, a'25 marzo 829, dovea essere elet-
1

pochi, nell'amplitudine di quel misterio- to Papa, co' voti stabiliti di trentacin-


so soggiorno i monumenti,, o i cenotafi que cardinali, ed io era presente in con-
innalzali alla memoria, se non di tutti i clave; invece Dio avendo disposto per
meritevoli cittadini, almen de' sommi", allora che lo fosse Pio Vili, col brevei
E qui deplora i bcueoierili di Venezia pentii ficaio di 20 mesi, aprì la via alla

m
VEIV V E X 5^7
Rfllledra tli s. Pietro al cardinal Cappel- nere, il conte Venceslao Marlinengo, lo
iari, die ai febbraio i83r prese il no- stesso Fabio Mulinelli, Francesco Con-
me tli Gregorio XFI. Scrisse l'annalista cini diConegliano, il diplomatico Giti-
conteoiporanen e veneto Molinelli. « A vanni Allegri),quolidiaiiii«nenteeper più
Venezia intmtlo n)olti e molti di coloro ore doveva conversare dalla cattedra, al-
che sputano farfalloni andavano pavo- la mensa e nell'onesto sollazzo. Or di
neggiandosi non solamente di conoscere que'pochi alcuni, i quali allora vedevano
di persona il nuovo Pontefice, ma di aver nel siiccessor di s. Pietro l'antico Mae-
nvuto seco lui dimestichezza quasi da es- stro, intesero celebrare nell'isola dis. Mi-
serne aftratellati; non molti però potea- chele di Murano, giustamente per esse-
no andar veramente gloriosi di tanto o- re stato prediletto nido di Cappellari, più
nore, che fuggile sempre da Cappellari di qualsivoglia altro luogo all'oggetto
insiti le onorate adunanze, costantemente convenienlissimo, il fausto avvenimento
vissuto ecli nella solitudine della sua iso- con un'ecclesiastica festa, alla quale in-
la e nella solitudine fatta maggiore la ri- tervenivano il patriarca e il municipio
tiratezza da non uscir presso che mai di Venezia a'ry aprile. Sulla porta del-
delle stanze, affinchè meno non venisse la chiesa leggevasi, impressa con elegan-
l'assiduità agli sludi e alla preghiera (al- ti caratteri, l'iscrizione seguente dettala
conlegno tenne in Roma anche
trettale dal patriarca di Venezia Jacopo Monico.
nel cardinalato:il suo appartamento er^ D. O. M. - Quod - Gregorius Xfl P.
clausura^ non vi potevano entrar donne M. - Heic Cacnobilicani Pliant Agens -
di qualunque condizione. Scrivo in Ro- Ad Tantam Dignitateni - Se Omni Fir-
ma e nel secolo XIX Ma nonI è questo unum Genere Comparaveril-GratesPer-
il campo in cui dovrò assai a lungo, p^r s oluiae - XVI Kal.Mai Au.mdcccxxxi".
coscienza, anche sul letto di morte, esal- Rilevai già ripetutamente, che Gregorio
tare le rare virtù e la santissima vita del XVI tenneVenezia per seconda amala pa-
secolare, del monaco, dell'abbate, del tria, il che dichiarò in più brevi pposlo-

cardinale, del Pontefice Cappellani ), liei, e con occhio di predilezione distinse


era stato noto e fìmigliare soltanto a Venezia, e con propensione d' alleilo i

coloro i quali convivevano sotto il me- veneziani, con imperituri modi che regi-
desimo lettOj meglio noto a que' pochi strò la storia. Col breve apostolico Dcce.l
co'quali,per efletto dell'ammaestramen- Romanos Pontiflces, de i3 luglioi832,
to (egregiamente e veracemente allude Bull. Ronì> coni. t. 19, p. 122: Conces-
agli avventurosi discepoli del collegio di sia Indiilgentiarum assequendarum ah
cui fu egli uno, anzi uno di quelli solleciti iis qui visitaverint Ecctesiarn s. Mi'
,

e divoli che gli serviva nelle prime ore cimeli s Archangeli insulae Mariani prò-
' mattutine l'eseniphrissiraa, l'edificantis- pe Fenetiarum Urbeni ... tum ob itisi-
sima, la commovenlissima s. Messa; uflì- gnia, qiiibus ornatur monumenta sacrO'
zio ch'ebbi la sorte, lo dico qui ancora, rum, tum ob memoriam Pontifìcatus ha-
di aver esercitato anch'io solo e costante- militati Nostrae delali qui in leclissi- ,

mente, ne'2 1 anni del cardinalato e del mam Romualdi patris fnmiliam coopta-
pontificato, sempre nelle stesse ore. Il li , laeti ibidem reddidinius Altissimo
Papa, diversi di sì degni discepoli, ben- vola Nostra , suavesque recordationcs
ché tult' altro che prodigo di decora- habemus annoruni ,
quos in continen-
zioni cavalleresche, volle onorare del ca- ti coenobio, cui deinceps abba fiali gra-
valierato dell' ordine da lui istituito di du praefuimus velati in virtutum pacis^
s. Gregorio I Magno ; cioè e per quan- disciplinae studiorumque optimorun
,

to rai ricordi, noraìneiò a cagione d'o- domicilio graudafììur a Nobis exaclas.


voi xci. 35
.-tSS V E N VE»
Peiifinto concesse a 'fedeli d'ambi i sessi, gimen prò tempore habentibus, ac in
che in qualunque giorno d' ogni unno a , coenobio ej'usdem loci commorantibus,
loro scelta, visitassero la chiesa di s. Mi- ad excipiendas ipsorum sacramenlales
chele di Murano, confessali e comunicati, confessiones alias approhalis, eosdeni
pregando per la concordia de' principi chrislifideles ab excornmunicationis,su-
cristiani, l'estirpazione dell'eresie e l'e- spensionis, et aliis ecclesiaslicis senleu-
saltazione di s. Chiesa, l' indulgenza ple- tiis et censuris a jure vel al) honiine
,

naria con remissione de'peccali. Prae- qunvis occasione, vel causa lalis , seu
urea iisdem ulriusqnc scxus christifide- injlictis, pr aeier infra exceptas, nec non

libus vere poeintcntibus et confessisi qui ab omnibus peccatis, excessibus, criini-


seplem Altaria qualenus sita sint in
, niblis et deliclis, quanlunivis gravihus,
ecclesia praedicta s. Michaelis ordina- et enormibus Nobis et apostolicae Sedi
rti arbitrio dcsignanda dtiodccint vici- speciali licei forma reservatis , et quo-
bus quolibet anno pie visitaverint y ibi- rum absolulio alias in concessione quan-
demqiie^ lU prnefertur, oraverint, uteas- tumvis ampia non inlelligerelur conces-
deni omnes et singiilasindtdgentias, pec- sa, in foro conscientiae tantum ahsol'
catorntn remissiones, ac poenitentiaruni vendi, el liberandi, ac insùper vota quae-
relaxaliones conscquantur, quas conse- cumque ctiani furata, et apostolicae Se-
querenlur si septem filaria in basilica di praefatae reservala (caslitatis , reli-

Prìncipis Jpostoloruin de Alma UrhelSo- gionis, et obligationis, quae a teriio ac-


stra, ad id expresse designata persona- ceptata fuerint, et in quibus ogalur de
liter, et devote visitarent, apostolica au- praejudicio terlii seni per exccplis, nec
clon'late in Domino paritcr ìndtdgcnius. noti quae praeservaliva a
poenalibus ,

Jlem de ej'usdein apostolicae potcstatis peccato nuncupanlur , nisi commulalio


plenitudine omnibus et singulis christi- futura judicelur hiij'usmodi, ut non i/ii-
/ìdelibus snpradìctis vere quoque poe- nus a peccato commitiendo refraenel,
nilenùbus et confessisi sacraque comtnu- quain prior voti materia) in alia pia et

mone refectis, qui eanideni niemoratani salularia opera, injuncfis tamen eis ,et

ccclesiam s. Michaelis Archangeli in eorum cuilihet in supradictis omnibus


tribus continnis anni diebiis per venera- poenitentia salutari, aliisque eorumdein
hilem fratreni Patriarchatn Vtnetiarum confessariorum arbitrio in/ungendis ,
prò tempore exislentem^designandis) sin- cotiimutandi facultalem auctoritate apo-
gulis quoque annis^ ut praemittitur visi'- stolica praedicta tenore praeseiitium tri-
taverint, ibidemque prò S. R. E. exal- buiinus alque e/rtrg/wi«r. Nondimeno di-

tatione, principuni clirislianorum unio- chiarò, non mtenderediderogaiealla bol-


ne , iiifideliuni conversione, hacresuni- la di BeneL\elloX\\,Sacrainenl!imPoeiii-
que extirpalione, prout uniculque sug- tentiae. Nel seguentei833, con applauso
geret devotio, pias ad Deuni preccs cf- universale , aggregò al s.-igro collegio il
fuderint, plenariani spalio praefati tri- patriarca di Venezia Jacopo Monico^ ed
dui per uniimquenique eonimdem se- a testimoniare la sua benevolenza verso
mel tantum quolannis ad sui libitum si- Tinclita città di Venezia, per tanti e si

niililer eligendo lucrifaciendam omnium grandi titoli insigne, donò alla basilica di
delictoruui suoruni veniani indulgen- s. Marco la Fxosa d'oro benedetta, ai modo
tiamque impertimur. Ut autem iideut già riferito in tale articolo, nel § V, n. 7 di

Chris li/ìdcles coelestium munerum hnj'us- questo, e altrove. Sono notissimi gli al-

modi facilius valeant esse parlicipes, d'amorevolezza usali da Grego-


tri atti

presbyleris cufusvis ordinis, sive institu- rio XVI con Venezia, veneziani, e va- i

lìs regularibus ecclesiae. praefatae /e- ri luoghi e persone delle provincie ve-
-

V E N 5^9
Itele, itìassime con Belluno t cou Fetlre pale le Memorie storiche delle onorifi-

ly.)- Veùezia e i veneziani (ìiialmenle e cenze tributale in f'enezia nelife.bhraio


tiobiiniente con'isposero a quello che ve- 1843 alla Santità di Gregorio S.FI.
neravano qnal padie affeUuosOje riguar- Contengono, olire un'analoga lettera al

davano qual amoroso concittadino. Il compilatore di quel periodico , il testo

coounendaloi e Antonio nobile Rlolin fu Ialino del breve ricordato, colla tradu-
ce scolpire e fondere egiegianiente in zione in italiano; e r iscrizione collocata
bronzo, nella romana olliciua Borgogno- in marmo nella slama ove abildi^a Gre-
ni, il busto esprin)ente Gregorio XVI, ed gorio XVI, già monaco in s. Michele di
a'?, febbraio i843,anniversario 11.° di sua iMurano, dettala dal cav. Emmanuele Ci-
e:«altazione alla cattedra apostolica, fu cogna, colla traduzione in lingua italia-

Collocato nel coro della basilica di s. Mar- na, la <|uale qui riporto. Qnal che Hi

co , dove tuttora esiste , sopra la porta sia - Cittadino forastiero - Queste di


cioè che mette in sagrestia; ed il cardi- Michele Arcangelo - Sedi placidissime
nal Monico accompagnò la
patriarca ne Contempla - Cui - D. ììlauro Cappella-
inaugurazione con eloquentissima ome- ri - Abate camaldolese - Per dottrina e

lia, ed encomio dell' immortale PonteH- pietà chiarissimo - TJn tempo abitò - Ed
ce; quindi con lettera di tal giorno ne die ora- Pontefice OllimoMassimo- Di nome
pai tecipaziune al Papa medesimo, il qua- G REO ORIO Xfl Con paterno affetto-
le rispose con gratitudine, non senza di- Ricorda. =: GiovannlCorrerConte e Ca-
chiararsi nella costante sua virtuosa u- valiere-Podestà difenezia-A cagione di
uiiltà, del lutto immeritevole di silfatti os^eqitio - Che questo monumento stesse-
onori, con breve dell'B marzo, li bene- Ha voluto NelVanno diN.S.MDCccxLuti
merentissinio podestà di Venezia conte Il valente Francesco Zanollo nella GaZ'

Giovanni Correr (cui mg. Dalla Vecchia zelta di Venezia dell'aprile i84^ inse-
nel Discorso pel busto di uig."^ Traver- rì questo bellissimo, eloquente e alfetluo-
si, lodò per opere insigni, onde a caratte- so suo articolo. » Mosso da sentimenti
ri d'oro è scritto il suo nome ne'fasti di di divozione, di gratitudine e di amore
qiiesla città imm«jrlale. Egli è degno di- verso il Sommo Pontefice Gregario XVI,
scendente di quell'eroico Sommo Ponte- il tipografo Giuseppe Anlonelli, decora-
fice Gregorio Xlf, che per amore alla to delta medaglia d'oro del merito civi-
storica verità genialmente ho propugna- le, cavaliere dell'ordine del Salvatore di
to in tutta quanta questa mia opera,e nuo- Grecia, ordinava, nel suo passaggio per
%amenle lo farò all' epoca in cui (ìori,nel la eterna Città, al famigeratissiimu scul-
^ XIX ue'dogadi 63." e 64.°), nello slesso tore Rinaldo Rinaldi il busto in eletto
i;iorno e annoi 643 fece collocare a pro- marmo, di Lui, che le veci sostiene in ter-
prie spese in s. Michele di Ilklurano so- ra di Cristo, onde siccome avea sempre le
pra la porta dell' aulica stanza del capi- venerate sembiauze presenti alla menle^
tolo de' camaldolesi che mette al coro, averlo agli occhi ancora in questo simu-
al dire del cav. Mutinelli, una bella la- lacro, sendochè il Rinaldi, informalo al-
|jide marmorea coiriscrizioue latina che la scuola del vero e del bello, è per av-
riporta, in oietnoria di Gregorio XVI, ventura uno de' più distinti che l'onore
per la lunga dimora ivi falla nel suo aio- in Ruma sostiene della nostra scuola ,

nacato,riprodotla eleguntemenlecon ma- dopo la perdita dell' ioarrivabii Canova


gnifica cornice dalla litografìa Kier di (net suo stesso studio). Edi vero compie-
Venezia. Inoltre nel giorno ed anno me- va il Rinaldi il buste ordinato,con grande
desimo 1 843 dalla ti|>ografìa della Gdz- intelligenza ed amore, plasmando quel
t€Ua privilegiala eh Venciia furoau sluia- inaruiu siccome molle cera, e leudendulu
54o V E N V EiN
pollante così, da inoslriire vìvo e vero provinciale p. Sigismondo da Venezi»,
il veneiabile Gregorio, e quale il vetlre- uomo di specchiala pietà e di profon-
sle se ancora in queste placide Lagune, da dottrina, compieva l'oflìzio d'amure,
ad eru-
cÌiìhso nel cliioslro, intento fosse recitando una sua orazione, nella quale
dii si la mente di quella sapienza che do- tracciate da prima le gesta di Gregorio
vea poi diffuudeie con inessiccabile vena come monaco, lo mostrava dottissimo e ri-
dal soglio di Pietro. E di fatti vedete in vale a'Miltarelli, a'Cosladoni,agliZurla;
esso sculla la soavità di quell'animo eccel- e poi veniva additandolo siccome Princi-
so con la quale, secondo i dettami di Cri- pe, che i popoli suoi sa con sagge leggi e i

sto, raccoglie qual pastore sollecito le pe- governamenti provvidissimi reggere eso-
coielle smarrite. Vedete la mansuetudi- stenere; mostrandolo in fine quale Ponte-
ne di quel cuore amoroso, per la di cui fice santissimo, vindice dei dirilli invio» |

forza seppe e sa resistere alle persecuzio- lati dell'Apostolica Sede, ferma colotuia i

ni d'abisso, e la pazienza con cui le sop- della Chiesa di Dio, e infallibil nocchie- i

porta. Vedete final meo te ivi adunata quel- ro della navicella di Pietro. Chiudeva cui
la mercè la quale stel-
fortezza invincibile, porgere azioni di grazie al gentil Cava-
lerò ferme contro l'eretica rabbia le in- liere, che volle far depositario quel luo-
temerate verità delle fede. In una parola, go di s"ieletto dono; il quale ricorderà
vedete scolpite tutte quelle virtù che a lui sempre ai posteri il nome di Gregorio
valsero, per conseguir tanto onore, pei* Pontefice, e l'atto magnnnimo del dona-
meritar lauto nome, e quel ch'è più per tore. Compiuta l'orazione, gli astanti lo-
ottenere tanto amore dai popoli univer- darono l'opera del Rinaldi sì questa che ;

si. Ma
non appena venuto da Roma il quella degne l'una dell'altra. Se coloro
busto laudato, sorse iu mente al sig.*^ che sono morti nel bacio di Dio e in ,

Antonelli il pensier nobilissimo di trova- questa isola riposano, aspettando l'appel-


re ad esso luogo condegno, e che per lo dell'angelica luba, potessero per po-
lunga età ricordasse ai veneziani la im- co tornare a'vi venti e vedere in questa
luaginedi Colui che qui a lungo visse e sede del silenzio e della morte, la im»
crebbe alla virtù ed alla sapienza. Perciò magine del Vicario di Cristo in terra,
deliberava olFrirto ai padri minori fran- certi siamo che più giocondi tornerebbe-
cescani riformati, succeduti a' camaldo- ro donde veuirono; pensando che la pace
lesi nella custodia di s. Michele, paren- che spira da quel venerando simulacro
dogli quello il luogo più proprio per col- farà più lieve la terra che ricopre le stan-
locare l'immagine dell'Augusto Gerarca, che ossa loro; più benigna l'aura che vo-
scudo stato appunto egli in quel cenobio, la intorno alle croci funeree; più sante le

per lunghi anni, seguace della regola dì preci chei loro cari porgeranno sulle lo-
Romualdo. Accettarono quegli ottimi ro tombe". Continua la Gazzetta. » la
padri il libero dono del sig.*^ Antonelli ;
questa occasione fu stampato il seguen-
e per rendere solenne la collocazione del te ^yoMe^/o.Mo vea n così le brune gondo-
simulacro statuivano, con lodato consì- lette,- Isolelta gentile a te quel giorno
glio, inaugurarlo nella biblioteca con a- - In cui, nove già lustri, alzava intorno
naloga orazione di lode, ecoll'inlervenlo - Mauro fama di Sé con prove elette; =z
de'personaggi cospicui della nostra città. Come quest'oggi, in cui scolta si melle -

E il 3 aprile i845 ebbe luogo la cere- Quivi rimmagin Sua, per Lui, che adoi*«
raonia solenne, alla quale intervennero no - Va dì tal cor, che all'umile soggior-
E. il Cardinal Patriarca, S. K. l'i. r.
•>. no -Pensando di quel Grande oguor ri-
Delegato provinciale, altri magistrati, stette, zzrE volle ei sol della sua patria
molli sacerdoti « personaggi distìnti. II ai voli - Formar corona, equi additar la

V E N VEN 54t
cella,- Che fuspemee»! onor (.ranni remo- dasse ; ed udii rispondere da que' buoni
li. rr= CiitMjipe! la lujj luce oh come è frali di s.Franc(?sco,uul|a esservi ricordan-
beli:» ..." Se in Gregorio lu serbi
! i za di Lui, tranne uu-a breve lapide, cIkì
sensi immoli, - L' amor dell' nniverso è allora additarono a que'foraslieri. — • Un
Iti sua stella. In argomento di esulta- lampo dì luce mi brillò allora alla mente,
zione Filippo d.' Scolari cav. dell' ord. e feci subito proposito di donare a que'
ponlif. dis. Gregorio Magno". Il vir- frati il busto preziosa, acciocché lo collo-
• uoso cav. Antonelli, per modestia non cassero nella loro biblioteca, onde tolta
volle iiiteiveuire alla Silicone iuaugura- fosse una volta la taccia a noi veneziani,
zioiiedel busto. con nobile e generoso divi- di trascurare un luogo divenuto più ce-
santento donato, come con ammirazione lebre pel soggiorno del vivente e S-antissi-
a'6 aprile mi scrisse il cav. Andrea Battag- mo Padre. — Non appena svelai il mio
già console pontifìcio. Bensì ilcav. Antonel- desiderio a que'padri, che mostraronsi
li mi diresse la seguente letleifi, che meri- giocondi; e tosto recai loro quel busto (nel
tando la stampa, ad essa qui la consegno, gennaio 845), contento che l'opera egre-
1

a suo onore, ed a giuria dell'umile mona- gia ris[)lendesse in un luogo più condegno
co di s. Michele, che Dio sublimò al del mio osctiro studio, e servisse un lem-
maggiore de'trojii in f^atica/io e coron^» podi solenne ricordo a'posteri e del Som-
lo del Triregno. E come il cav. Anto- mo Pontefìce Gregorio XVI e della mia
uelli pose al uiio venerando Signore un devozione per esso Santissimo Padre.
monumento in s. Michele, io qui ne eri- Que' religiosi però vollero a maggior di-
go a lui un altro imperiluio di gratitu- mostrazione d'onore inuugiuare solenne -
dine e d' ammirazione, ed ambedue re- mente la immagine adorata, e perciò in-
steranno eterni in queste pagine. » lllm." vitati i più cospicui personaggi della cit-
Sig.' Cavaliere. Allorquando fui l'ulti- tà, e primo S.E.il Pati-iarca, quel p. pr(j-
ma volta di passaggio per Roma mi cad- vinciale intessè una orazione in lode <lel

de in pensiero di ordinare al nostro scul- Sommo Gerarca, e come fu narr^ito nel-


tore Rinaldi il busto del Santo Padre, l'articolo del pubblico foglio che ho l'o-
onde riporlo nel mio studio, per aver nore di qui iuchiiidere, esteso da quel Za-
sempre agli occhi la ifnmagìiie di Quello nolto che in Venezia sostiene l'onore del-
a cui mi lega dovere di religione e di gra- le Arti Belle come scrittore distinto.
titudine, amore di patria, sentimento di Quest'atto ch'io venni compiendo persolo
litima e di reverenza, alfelto in fine per sfugo del cuore, non credea mai fosse si in
quanto Ei fece a prò della religione e alto e solennemente laudato, e perciò

delle lettere. — Ma giuuto il busto so- io credei del mio dovere e della mia di-
migliantissimo a Venezia, ed in procinto vozione portarlo a conoscenza della S.
di collocarlo dove avea divisato; un dì, V. lllm.'', come quello che tanto sente
in cui mi portava all'isola di s. Michele per l'onore della Chiesa e per lo esalta-
percompiere gli ufHzi di pietà verso un mento del Santo Padre, né volea che al-
confratello del convegno de'trapassali cui tri prima di me a Pioma recasse la nuo-
appartengo, e che ivi à sede ; sentii alcuni va. — Volli poi anche rendere di ciò no-
cospicui forastieri che visitavano quell'i- ta V. S. Illm.^ perchè sapendo quanta
sola ricca di oggetti d'aite, e .soccorritri- bontà Ella sente per me, volesse dare
ce d'illustri memorie storiche, domanda- pel suo organo notizia dell'avvenimento
re, quale era la cella in cui il Santo Pa- al Padre Santo; onde e conoscesse quaii,-
dre passava una volta le ore fra lo stu- toa cuore tenga vivo l'amore e la gratitu-
dio e la orazione, e quale tosse la memo- dine che a Lui mi legano, e volesse nella
ria che ili visitatori ed ai posteri lo rieur- sua santità e mausueluduie confortar-
Hi VE N V EÌV
mi tli nuovo colla sua paterna lienedl- nid Delfino, intorno e stdia porla maggiof
zione, solo compenso, solo conforto, sola re, ebbe pur mano il Bernini; di cui sona
speranza, sola gloria a cui aspiro, la qua- le statue della p'ede e della Prudenza, Io-

le benedizione farà prosperaremio sta- il date da Diedo. Ha 4 cappelle: la mag-


bilimento, farà giocondo il mio vivere, giore, le laterali, e quella della ss. Croce.
farà santo il mio fine, solo in Dio e nel De'due quadri laterali alla porla che met-
Santo Padre acquetando ogni mio desi- te nel corpo della chiesa, GregorioLazza-
derio. —
Chiudo protestando alla S. V. rini fece quello col camaldolese s.Bonifa* j

lllm." e per questo e pei favori a me sem- ciò apostolo de'russi (per cui ilp.Cappel-

pre imparliti la mia più sentita gratitu- Ifiri doveva andare in Russia per istruir-
dine, il mio rispetto, la mia stima, ed in la nelle verità cattoliche, in uno all'im-
una parola la servitù più larga di lutto peratore Alessandro I, secondo il pre-
uiestesso. — Venezia y nprilei 845". — In zioso documento che pubblicai nel voi,
pari tempo od scrisse il cav. Scolari lau- LIX, p.3i5), innanzi a un monarca mo-
dando il donatore, meritevole di corona scovita; Ambrogio Bono fece l'altro col
d'alloro,eil bxi^lo/'lie dice tutto a chi ere b. Michele Pini, istitutore della camaldo-
de. Di più mi favorì A Sonetto icnpre*- lese Corona del Signore La prin-
(^^.).

so anche dalla tipografìa Gaspari, con cipale cappella è tutta di marmi sculli
analoga intitolazione. Ecco dunque Ire collamaggior diligenza epurila di stile,
illustri veneziani gareggiare in onorare il Nel coro vi sono due grandiosi dipinti;

Pontefice nella cull.t df-lle sue glorie per r Adorazione del Vitello d' oro è delle
sempre, — S. Michele di Murano conserva più copiose e studiale opere dello stesso
tuttavia il suo monastero, ora convento Lazzarini ; il Serpente innalzato da Mo-
« residenza del ministro provinciale de' sè è di Antonio Zanchi. All'altra par-
francescani riformati, del proprio guar- te l'epigrafe all'illustre monaco Kusebio,
diano, del suo vicario e maestro de'uovi- dettala da Aldo Manuzio, è ornata di
zi, di 12 sacerdoti professi, d* un chie- tale intaglio, che per la sua eleganza si

rico, di i5 novizi chierici, di i i laici, ol- rende continuo soggetto di studio e d'i-

tre un novizio, e di un terziario: in tut- mitazione. I portelli dell'organo sono vjr

ti 4ii'el>g>o$<- Il principal prospetto del- gorosi dipìnti del Campagnola, ora pe-«

l'isola di s. di Murano, risulla


Michele rò rimossi e collocali nell'atrio. Il corr»
dalla chiesa omonima, e dalla contigua superiore ha diligenti lavori di tarsiii

cappella Emiliana. La sua bella chiesa con d'Alessandro Bigno. Inoltre il Dizionti"
eslerior facciata di bellissimi marmi, è a- rio celebra le molle belle sculture, rno-?
doma anche nell'intei nodi preziosi mar- numenti sepolcrali, e parecchie altre lo-
mi prnamentali, bassirilievi, intagli ele- dale pitture del Novelli, del Guaranà,
gantissimi anche dì porfido e serpentino del Piazzetta, del Bambini, qualilicanda
di vari scultori eccellenti, de' quali non il nominato Lazzarini ultimo raggio del-
è rimasto che nome, dice il Meschi-
il la scuola veneziana nel passato secolo ^
ni. Egli crede il cospicuo tempio dise- facendo vedere principairnente nella del*
gno del taglìapietra Moreto, che il Di- la tela del Vitello d'oro quanto valesse
zionario veneto chiama Morello, credu- nel disegno, nella couìposizione, nell'e-
to il Moro Lombardo figlio di Martino, spressione e nel colorito anche in quel-
edificalo peli466, onel 1469 come dis- l'epoca in cui la pittura era caduta nel I

si Corner (però il eh. Zanolto, nella


col manierismo. — Alla destra del tempio fa 1

nuova sua Gnidn, provò essere l'archi- gentil mostra di se la fabbrichetta pro-
tetto e scultore Moreto Loienzo da Ye- pincjua, di diverso carattere, della cappeU
pe^ia). Nel roagoificQ deposilo del cardi- la Emiliana, della cui fondazione e d^r
VEN VEN 543
nominazione parl.ii di sopra, a segno che cui sopraornnto regge il cupolino roton-
il «lotto Diedo, malgrado qualche lieve do che gli fdcielo.Coinunque non sia im-
iHfetlo da perdonarsi in un secolo in mune da menda, in ispecie per la molta
cui l'arte non era per anche salita al disparità, a petto agli altri, di uno de'

pieno meriggio, dichiarò poter sostenere suoi inlercolunnii; non per tanto annun-
il confronto de'tempietti di Vesta e del- zia l'ingegno dell' architetto. Produce il

la Sibilla, quel di Bramante a s. Pietro Diedo la veridica e aurea sentenza : E


Monlorio (non Cilorio), il Palladiano a facile aggiungere agli alimi troi'ali e
Maser, e molti che la prodigiosa fe-
i mondarli di qnalcìie macchiai Certe co-
condità del Quareiighi >parse nella ca- se manchevoli, avvertite da chi sa vede-
pitale e nelle campagne di Russia. iVe fu re e profittare degli altrui errori, diven-
architetto il celebre Guglielmo Dergi- gono il germe di una più bella cosa, se
masco nel i 53o, uno de' precursori del- non anche perfetta. Forse questo pen-
l'età più florida di sua arte, eia formò tagono preso attentamente in esame dal
rotonda a guisa Pantheon, d* ordine
di dotto e studioso Temaoza, gli avrà sug-
corintio Dell'esterno e composito nel- gerito l'idea di quello tanto da Ini bene

l'interno. La cappella Emiliana, cui per combinato, presso la sagrestia della chie-
Tampiezza di circa 20 piedi di diame- sa di s. Maria Maddalena, di cui nel
§
tro,più converrebbe il titolo di tempietto Vlir, n. 32. Del medesimo Dietlo so-
esagono, ha nell'uiterno 3 piccoli altari e no le illustrazioni delle 4 tavole che of-
3 porte alternamente scompartiti ; han- frono della cappella Emiliana, Le Fab-
no gli altari bassirilievi rappresentanti la hriche di Venezia^ cioè il prospello, lo
titolare ss. Annunziata, la Nascita di Ge- spaccato, le parti degli ordini interno
sii, l'Adorazione de' Re Magi. Ad ogni ed esterno, la pianta, oltre le parti e spac-
angulo esterno, prodotto dal concorso calo d'una cappelletta aderente. Tali il-

de' due vicini lati, si eleva su piedi- lostrazioiii^oiio alquanto più diffuse del-
stallo una colonna striala d'ordine co- le riferite ne' Sui pittoreachi. Ivi si dice
rintio, sporgente oltre la metà del suo la parte interna essere di colto o lavoro
diametro dalla linea dell' alette che la di pietra cotta, l'esterna di pietra d'I-
fiancheggiano, e dando luogo ad una Siria, della quale è pure tutta la massa
giusta risalita, giovano non poco a cor- dell'opera; e che monumenti di questa
reggere l'eccessiva larghezza dell'inter- fattasono un gioiello: qual gloria per
colunnio di mezzo. Proporzionata cor- Venezia l'averne molti Aggiungo al mio I

nice cammina all' intorno, e sopra a pic- dire sulla di preferenza amorosamente
colo attico posto a isvellire la mole, e a vagheggiata isola di s. Michele di Mura-
farsi che per l'aggetto della cornice non no, anche le autorevoli parole del Diedo,
resti parte della copertura occultata, sor- " Fra tutte le isole che fan vago cerchio
ge la cupola perfettauiente emisferica, alla regiua del mare, questa più delle
che chiude e corona il sagro edilìzio, per altre preseula incantevoi pittura, che po-
ricca porla, nicchie, rabeschi e intursi sta a breve distanza dalla città, e corteg-
di marmi senza alTollamenlo ed ingom- giata da altre magne isole e fabbriche,
bro, ma con bella varietà di forme e gen- torreggia sulla tranquilla Laguna, di mi-
tilezza di modani, ornatissimo e singola- stica ombra si ammanta in quell'ora che
re. i\on può fuggire senza osservazione s'ode da lunge la squilla a piangere il di
il piccolo atrio o vestibolctto pentagono che si muore. Al religioso suo as[)etto si

che mette alla cappella Emiliana, sui la- svegliano in cuore sensi i più teneri, e
to aderente alla chiesa per una delle all'egra mente ricorre il pensiero de'tra-
porte laterali, con Scolouae ioniche, il passati congiunti, l'occhio versa aaa la-

544 V E N V li i\

grima, e auoda la lingua una ^jregliier* lini inclusivamente a Pio VII e Grego-
eli pace alle stanche lor ossa. Si, la quielv
rio XVI, siccome la Lettera è indiiizzata
d» se^jolcii qui domina sovranumeule, alla R. M. d. Maria Lifiisa Malici di ».
qui più che altrove è sacra la requie de' Pietro abbadessa, e alle monache bene-
uiorli, e il mare tranquillo, la lena le- dettine camaldolesi di s. Antonio abba-
ve, lioipido cielo leDdono Roma, V autore
il salve le re- te in soggiunge. » Due
liquie de' frali,
Dall' insultar de nem- nuovi Papi successero in brevissicnu tem-
bi e dal profano - Piede del vulgo ". . . po a Pio VII 5 e dopo trascorsi appena
Addio, o beala cella, testimone di tante selle anni, ascese di nuovo sulla calle-
virtù e di tanto sapere. Ne baciai le pa- dia iudefeltibile di s. Pietro un altro fi-
reti nel i833 Ira indicibili e soavi emo- glio immortale del Vostro gran patriar-
zioni di tenerezza e di divozione. Se pia- ca Benedetto, un Vostro confratello
s.

cerà a Dio tornerò ancora a celebrarti in di sempre sanla e gloriosa ricordanza. A


assai più vasto e più libero argomento, questo passo forse a molle di Voi scor-
pcresclusivamentenìagnificarechitirese reranno sulle gote l.igrime di acerbo do-
linomata e veneranda. Intanto vi lascio lore, lagrime di troppo dolce riineiu-
quanto di recente scrisse storicamente di branza, lagrime di memori» le più gra-
OrtgorioXVI, il dotto ed eloquente mi- te insieme e le più affliggenti. Mauro
nore conventuale p. rn. fr. Filippo Ma- Cappellari e Placido Zurla , Gregorio
ria fiossi umbro
in Roma, dal suo con-, XVI e il Cardinale di s. Croce, sono i
vento de' XII Apostoli a' 22 maggio
ss. due ultimi figli di s. Benedetto e s. Ro-
1855 nella sua: Lettera dì graie rela- mualdo, sono due ultimi più grandi
i

zioni òlorichc tra s. Benedetto, il di lui fratelli Vostri, sono due supremi Vo- i

ordine e il monastero di s. Antonio ab- stii benefattori, che eterni rimarranno


bate in Roma,
delle monache Camaldo- ne' Vostri cuori e nelle menti Vostre
lesi, con Francesco d'Jsisi e l'ordi-
s. e di quante vi succederanno entro co-
ne suo. Questa lettera precede la No- leste sagre mura. Mauro e Placido fu-
vena in onore del gran patriarca s. Be- rono i due discepoli più cari al cuore
nedetto per la di lui festa nella chiesa di s. Benedetto ; e Mauro e Placido ,

di Antonio abbate delle monache


y. questi due nomi dolcissimi e figli novelli
Camaldolesi in Roma, Rojna stabiii- dello stesso s. Benedetto, il Sommo [Pon-
menlo tipografico di G. A. Berlinelli' tefice e il di lui Vicario, il Sovrano e il

J o55.Dopo a ver celebrato Principe insiemedi Chiesa tneritamei'i-


il glorioso pon- s.

tificato dell'immortale Gregorio XVI ;


te attirarono ogni Vostro alleilo di sti-

dopo aver dichiaralo che » in questa pri- ma, di rispetto, di gratitudine : e quc*
ma metà del secolo XIX, nel riordina- due volti venerandi, quelle due anime
mento della sconvolta società, per quat- calde di santa carità altamente impresse
tro quinti volleDio che due figli di s. mai sempre rimarranno nell' animo di
Benedetto, Pio VII e Gregorio XVI go- ogni Monaca Benedettina-Camaldolest}
vernassero e reggessero la sua Chiesa in cotesto esemplai issimo inonaslero.
con virtù e sapienza pari alla grand'epo- Il dolio Cardinal Placido Zuila, dopo
co unica ed eccezionale negli annali di avere pieslatoimmensi servigi alle scien-
tutti popoli "j dopo aver celebrato con
i
ze, alle lettere, alle arti, alla Religione
di voto entusiasmo s. Benedetto e s. Fran- e allaChiesa, andò a morire precoce-
cesco, come due i sanli patriarchi d'Oc- mente su quelle spiaggie slesse (Sicilia
cidente più grandi, e l'intime relazioni i834)jOve tredici secoli e mezzo prima,
tra' due ordini loro, e persino cu' Som- colla palma del martirio, trionfò de' li-

lai Poul«fict useili dii' chiodivi beucdcU lauui il piioio giovauissimu abbate i.
V EN V EN 54?
Placiilo ; e \oi a rn^ione su lapiJe mar- (celebrato dnl eh. itulore con l'opera
tiiureii conservate i inìeinbraitza ìiideis- che a cagione d* onore ricordai nel voi.

)>ile ilellu inuiiìfica a>$ì$tenzu da lui pre- LXXXMll.p. 2 35). Fu Gregorio XVI
stata a Voi tutte, al Vostro luoiiaslet'o e uno ili que' grandi Pontefici che coll'in*
alla Cliiesa Vostra (la ri|joi-ta a [>. i3). i gegno, colla dottrina, colla virtù illu-
— Il Fotilefice Gregorio XVI, non nie- sirarono e resero più glorioso e ri*pet-
llo de^li altri sei Wapi (I, II, III, IV, lato il trono ili s. Pietro. 11 carattere fer-
VII e Vili: i primi cinque Santi) di mo ed aperto, l'unità di veduta, il sen-
<]ueslo nome, figli tutti di s. Benedetto, no pratico, il braccio forte di Gregorio
|)as>ei'à iiutnortale a tutti i secoli avveni- XVI tenne umiliate, incatenate a' suoi

re. Le lotte da lui so^ttenute con tanta piedi le luride crudeli flerissime Setta
dottrina e saviezza iu difesa della fede d'Europa, uè mai s'attentarono voi»
(f' •)

Cattolica e della disciplina e libertà delia ger lo sguardo ammaliatore sul di lui
Chiesa contro le potenze della terra, le volto terribile a' tristi ( si può vedere
Latluglie vinte, i trionfi ottenuti non quanto dissi sulla di lui eiiigie nel voi.
iiiorranno; e la storia della Chiesa di LXXXIll, p. 67), amabile a' buoni, ve-
Gesù Cristo ricorderà con gloria a lut- nerabile a tutti. Fu principe aaumlis-
ti i secoli e a lutti ì popoli futuri la fer- simo de'propri suiiditi, a'quali procurò
uiezza eroica e 1' apostolica franchezza, ogni benessere possibile, e formò sua de-
che mostrò coraggiosatueutc d'innanzi a lizia vederli e sentirli conienti nell'ab-
cjuell' uomo cotanto potente, quel prin- bondanza d'ogni fatta maniera di ceuea-
cipe grande della terra, che facea tre- li e numerario (il che rilevai eziandio a
male l'Oriente e l'Occidente (di (|uesti Tesoriere generale), chea gran copia fé*
ripailai nel voi. LXXXl, da p. 877 a rigurgitar nello Stato. Eppure il nome
p. 438 inclusive Fer ). le premure in- di un Uomo sì distinto, di un Princi-
ìitancabili di Gregorio XF! (V.) la pe cotanto degno di setlere iu Vatica-
Chiesa dilatò i suoi confini, isole iaimeu- no, d'un Padre sì benefico a' suoi figli.
se e interi popoli vennero alla fede, e Voi stesse da coleste sagre mura lo sen-
più milioni di nuovi credenti accrebbe- tiste vilipeso, oltraggialo, maledetto . . .

ro il gregge del Romano Gerarca. Pre- ma da chi ? . . . da'perfidi felloni ribelli


parò egli rimpianto della Gerarchia ec- 4i Dio e al Sovrano, ad ogni legge divi-
clesiastica in Iii^liiltcrra (couìe dirò pu- iM ed umana ; da' figli delle selle e di
re a Westminster, mentre ad Utrecht satana ; da que' che iu un momento pre-
dissi dell'operato da lui per la ripristiua- valente rovesciarono tiono ed aliare, a
zione della Gerarchia ecclesia^tica d'O- minacciai ono di sterminare colla Reli-
liMida), mollo dispose all' ultimo trionfo gione ogni ordine sociale, la società inte-
di Maria nella di lei Concezione Imma- ra, lo stesso Dioj da que'disgraziali che
colata (lo narrai nel voi. LXXIII, p. posero sulla fronte d'Italia e di Roma
42 e seg.): e così anco in questo s'incon- una marchia disonorante d'eterna infa-
tra s. Benedetto io Gregorio XVI, che mia agli occhi di tulli popoli della ter- i

pongono in mano as. Pietro, nel regnan- ra e di lutti secoli futuri. Ecco chi be-
i

te Pontefice Pio IX, quest'altra corona slemmiò dopo morto Gregorio XVI, cui
di sommo onore da posarsi sulla testa tanto avean paventalo e temuto viven-
della Vergine Madre eli Gesù Cristo, ol- te. Ma, Voi dite, tutti si lac<piero a lau-

tre Ceda ed Ansehno, Bonaventura e ta empia scelleraggine gli stessi heuefica-


Scolo, che indicano la vìa, assodano il li ad esuberanza da quel Sommo Pon-
terreno, spianano la strada, e dimostra- tefice piissimo, ed anco iUcuni poveri il-
UQ la venta della doUiioa e del douitua lusi forse appUudiroao. E vero, quaa-
546 V i: N VEN
tiinqiie non lulli si rimanessero silen- anco entro le mura del sagro cliiostro.
ziu.>i; lun è anche vero che un'iliade in- Come lampo distruggitore, passarono
Hnita ili mali venne ad inondar la terra, que'giorni funesti: e Voi all'istante con
e Dio si servi de'suoi nemici stessi a pa- vero tiipudio de' Vostri cuori devoti, di-
nile i sacrileghi oltraggiatori del nome scovriste quella cara effigie e le belle i-

augusto del suo Vicaiio in terra; e i scrizioni (le riporta a p. i 1 4 e 1 1 5, una


conniventi a tanta bruttura, che vergo- delle quali celebra con riconoscenza i|

gnosamente per panico timore si tacque- lascilo di scudi tremila fallo dal Papa
ro, e que' che forse fecer plauso, tutti a alle monache, col testamento pubblica-
iagi ime di sangue pagarono il (lo di lo» lo dalla Gazzella privilegiala di Fé-
IO dissimulazione e colpevole condiscen- iiezia de'26 agosto 1846) d'attorno che
denza ; e le lagrime abbondevoli di tanti ridicono la giusta gratitudine Vostra a*
innocenti, le calde suppliche innalzale al beneficii ricevuti dal Principe amantissi-
Irono di Dio dallo
slesso virtuoso Gre- mo e Vostro conhalello anìalissimo. Ri-
gorio XVI, Vergine Immacolata Ma-
la mirate pure quel volto amabile del Pon-
ria abbreviarono giorni delle divine i tefice grande, in cui tutta si rivela la

vendette per gli oltraggi falli all'unto del nenie di lui da(tissitua, ed ove tutto si

Signore, Padre di tutti credenti. Vi


al i manifesta il suo bel cuore fatto solo per
rallegrale adunque, che lo slesso Iddio amare e beneficare secondo Dio e la ra-
ha fiUlo esemplare giustizia al merito so- gione. — Gregorio XVI, ultimo (juesl'
vragraiide del Sommo l'onlefice Grego- Pa()a figlio di s. Benedetto, come ad
rio XVI, Passarono que' giorni d'ingan- ogni altro fu proteggitore munifico, lo
no, di lutto, di peccalo, da non contar- fu ancora dell' ordine mio, cui restituì
si nella storia di Roma e d'Italia; tutti il magiiifico tempio di Bologna dedica-
gli slessi piìx avversi e infelloniti ricono- ove col secon-
lo al patriarca Serafico,
scono oi2n;i e confessano i meriti esiuiii di do Pontefice francescano Alessandro V,
JPrincipe savissimo e di gran Pontefice riposarono le ceneri di tanti figli di s.

inGregorio XVI e quanto più verran : Fiancescoche onorano l'Italia e la Chie-


n)eno le ire di parte, le illusioni dell'e- sa; e cos\ ridonò al cullo di Dio e de'
poca, le ambizioni del momento, le adu- Santi una delle chiese più belle e più
lazioni degli scaltriti nemici di ogni be- glandi di quella città civilissima, la (|ua-

ne,si scorgerà la vera grandezza, la gran- le per tanii anni con sommo suo cordj-
de superiorità ed elevatezza di mente, glio e con ammirazione universale avea
l'ingegno governativo di Gregorio XVI ; e visto profanarsi quella casa di Dio in
innanzi a lutti i posteri apparirà, qual fu, modo indegno per un paese cattolico".
una di quelle ligure grandiose,imponenli, Pio e devoto ch'era Gregorio XVI d'u-
immense e cotanto rare, che colla realtà na pietà marcatissima e d'una divozione
de' fatti benefìci a salutari impongono a' ferventissima, nel suo pontificato volle
secoli e l'improntano di loro grandezza. visitare i Santuari del Speco di s. Be-
s.

Voi a quell'epoca d' intellettuale delirio. nedetto a Subiaco, la Casa di Loreto,


s.

Ira tante altre cause d'amarezza e di di s. Romualdo di Fabriano, quelli del-


duolo, trepidaste pure sul bellissimo me- l'ordine Francescano di s. Francesco d'A-
tallico busto che vi donò l'adorabile So- sisi da lui restaurato per abbellire sem-
Viano, e che ad eterna ricordanza di sé e pre più quella triplice chiesa, di Rivotor-
dell'affetto suo per cotesto sagro luogo lo e della Porziuncula (f'.)da lui riedi-

•volle sempre rimanesse in mezzo a Voi: ficata (a p. 116 riporta l'iscrizioni erette
doveste allora occultarlo agli occhi bef- a Gregorio XVI nella piazza e convento
fardi d'ogni possibile profauo od illuso, di s, Francesco in Asisi e a Rivotorto).
V EN V E IV 547
I — Per ullimo, a degno suggello di tanfo mn che abbiamo data, ben dimo-
analisi,

aiigiislo nome, sulle bozze di slanjpa, mi stra la importanza della nuova opera dui
yode l'animo di poter aggiungere, l'a- VViseman, come quella che non poca lu-

recclii periodici con giusti elogi celelira- ce getta sulla vita privala e sugli alti de-
roiio reminenle, felice e dotta penna che gli ultimi quattro Pontefici, e può essere
tli recente scrisse; Rimembranze degli ul- di grande sussidio a coloro che avessero
timi quattro Papi e di Roma a' tempi lo- a scriverne una storia coujpleta ". Ora
rn del Cardinale JViseman.Prima ver- anch'io ho potuto ammirare, con tenera
sione dall'inglese. Milano i8tì8, presso coinntozione e diletto, la parte fieli' au-
il libraio editore Serafino Mijocchi, tipo- reo libro che riguarda Gregorio XVI, in
grafia di A. Valentini, Ciò fecero pure il dove a mia
cui splende la slorica verità, e

eh. d. Domenico Zanelli nel n. 88 del confusione e onore sono nominato e indir
Giornale di Roma del i 858, di cui è di- cato. Dio rimuneri tanto alletto d'un am-
rettore, e la Cii'illà Cattolica annun- plissimo Principe delia Chiesa e orna-
ziando il hbro a p. 102, del l. i i della mento del sagro Collegio, verso un tan-
3.* «erie, si riservò di riparlarne. L'eccel- to degnissimo suo Vicario. Le sue auto-
lente scrittore volle pubblicare ciò che revoli asserzioni, scritte e pubblicate iti

di Fio VII, Leone XII, Fio Vili e Gre- una Londra, qnal testimonio intelligen-
gorio XVI, nella sua dimora in Roma te e grave, coutribuiranno ad annichilire
di 22 anni, cioè dal 18 18 al 1840 inclu- ed a svergognare (pielle molle false inven-
sive, vide egli stesso, ud) e cotiobbe (con tate sfrontalamenle dalla maligna igno-
quel fino giudizio iudagutore che suole r.'inzao travisate dalle riprovevoli passio-
distinguere che accura-
i dotti stranieri ni degli e(npii,e furineranno più floridi al-
tamente studiano tutto quanto è in Ilo- lori all'immortale corona che la storia in-
ma, dìlFondendosi pai ticolurmente sul- lesse a gloria sempiterna di GregorioXVI
l'ultimo Papa). Dice il iodato can. Zanet- e del monaco Michele di Murano,
di s.

ti. » A tutti sono noti gli avvenimenti del L' angusto spazio non mi permette dar-
pontificato di Gregorio XVI; e il Wi- ne saggio. Non è argomento da spigoleg-
seman ommettendo che sono nel
quelli conviene tulio leggerlo. Solo per
giarsi,

dominio della storia generale della Chie- questo riporterò genericamente quanto
sa, ci fa conoscere questo Pontefice nella con rapide e libere occhiale vi ricavo, fra
solitudine del chiostro, fra' porporati e parentesinotando alcune cose, per altre
nel momento di sua esaltazione alla cat- e per una maggiore esattezza di esposi-
tedra di s. Pietro, e nelle cine del gover- zione potendo supplire loro articoli, co-
i

no de'popoli pontificii, e nella suprema s'idi quanto il Cardinale non ricorda.


direzione del mondo cattolico ... Dopo di L'eccelso scrittore provò per fatto suo
avere enunierate le grondi opere, che di- proprio, e ripetutamente, che l'esaltazio-
mostrano la munificenza di Gregorio ne del monaco muranese e del cardinal
XVI, il cardinale VVisemau presenta di d. Mauro Cappellari, non alterò [ler nul-
questo Pontefice il vero e impareggiabi- la (piell'amabililà e semplicità di caratte-
le carattere, e «lescrive la visita che gli re che avea sperimentalo tante volte; co-
venne fatta dall'imperatore delle Russie. me non cauibiò mai colore nell' abito
Le particolarità, con che il più potente bianco di monaco camaldolese, di cardi-
nionarca del mondo viene descritto alla nale e di Papa,colore simbolico di sue vir-
presenza di un vecchio e inerme Ponte- tù, degi' illibati, innocenti ed esemplari
fice sono della massima importanza , e suoi costumi (ed io posso sostenerlo in
l'illustre autore di questi Ricordi le ha faccia a lutto il mondo, quale più intiuìu
Uiagistralmente esposte. Quesla brevissi- e indivisib(ile testimonio del uiì^ recondi-
518 V EW VE N
lo suo vivere per sei lustri); e (ale lo pt'o< il Papato non uvea mantenuto un eser-
L'Iainò un Leone !^II iit coDcistoro, con cito permanente sproporzionalo duran-
flogio pronunzialo rare volle, cli'è il ri- te la pace? Non v' «ra altra alternativa
pulitilo più sopra. Vivendo in Rotna nel fuor quella adottata da Gregorio XVI,
cenobio i ilir.ito, disinipegiiiiva i più gra- il chiamare in suo aiuto una potenza al-

vi ailari della Gljiesa qual consigliere e leata. Se l'aiuto straniero è sempre un


l<;ologo ne'più ardui negozi delia s. Se. male, massime quando viene prolungato,
<le, anche civili, ne' quali con diurne e niunolo compianse più di Gregorio XVI.
noUurne laboriose fatiche manifestò il Ma non vi era altro che una scella dì ma-
tuullifonne e dottissimo suo talento, con- li; e questo era certo minor* dell* anar-

suuiata prudenza, iuallerabile rettitudi- chia e di tutte le miserie che ne sono con*
ne. Iiifidse la sua modestia quando pos- Sequenza. Il Papa spiegò una calma, una
posto al cardinalato al suo amico p. Zur- fortezza e una prudenza veramente so-
la, non ancora con)e lui benemei ito del- vrana (a ozi sovra umana). Qualunque sia-
la s.Sede senza ontbra di rancore gli
, no sla<ti sentimenti delle provìncie, sicu-
i

restò aileltuoso amico e poi l'ebbe a suo ramente Roma non dette prova di sim-
vicario di Roma. Appena elevatoal pon- patia per la rivoluzione ma dimostrò ,

tificato, scoppiata la premeditata rivolu- invece una divozione entusiastica al suo


zione a Bologna, cioè prima che fosse no- nuovo sovrano e padre; e l'ampliata guar-
ta la sua eiezione, dessa non ebbe un mo- tliaCinica in cui si arrolarono perso-
,

tivo personale, né alcuna nimistà contro ne del più ulto ceto, con edificante ar-
di luì. Scoppiò contro il governo e non dore prese sopra di se la difesa della sa-
contro d governante : contro il trono 6 gra persona del Papa. La lealtà delle clas-
non contro I' attuale possessore dì esso. si bisognose nel loro attacoamentoa Gre<
Mirava al rovescio finale del potere re- g'jrio XV^I fu tale, che con clamore e ca-

gnante, non già a modificare il governo, lore si olFiì pronta a combattere ribel- i

l'relendeva di cercare, non già riforme, li, l promotori della rivoluzione appro-
ma bensì la sostituzione della repubbli- priandosi le casse provinciali , intercet-
ca al governo alluaiee riconosciulo.Ora, tando i sussidu destinati a Roma, le nuo-
discuta ognuno imparzialmente fra sé ve spese cagionate dall'insurrezione, im-
ciò che avrebbe fatto in simile circostan- barazzarono a lungo le finanze pubbli-
za , e gli tornerà didìcile il condannare che e il Tesoriere (^^.) bisognò con- ;

la condona tenuta da Gregorio XVI. trarre un debito esterno, vendere i be-


iVon si trattava di concessione, ma sol- ni pubblici in modo rovinoso (alienazio-
tanto di cessione! 1 suoi governanti e rap- ni che deplorò per tutto il resto della
presentanti erano stali cacciati vìa, ed vi la); ma stabilì una cassa d' ammortiz-
un'armata di ribelli incaoiaiinavasi a for- zazione per l'estinzione progressiva del
za verso la non a far con-
sua capitale , prestito. Non ostante, egli non solo con
dizioni, ma
ad espellerlo. Era forse do-
sì quiete e confidente, ma benanco attivissi-

vere del Papa il riconoscere ad un trailo mo si mostrò; e ninno che legga gli atti

le pretese degl'insorti ? E, se si mostra- |)ubblici del anno del suo pontificato, si


i

vano incapaci di cacciarlo da Roma, do- figurerà che sm stato un anno dì guerre
veva egli divider seco loro suoi stati, e i intestine, di confusione e di miserie. Ep-
cedere, al comando d'una fazione al più, pure subilo a salvezza di Ti\>oti decretò
le ricche provi ncie cui era stato in quel i cunicoli per l'Auìene, diminuì daziì e
uiomentu chiamato a reggere? O dove- modificò altre gravezze; creò camere di
va egli arrendersi a questa violenza, per- eommercio, emanò ottime leggi pel go-

chè nella fiducia d'un governo paterno, verno municipale e riorganizzò quello di
YEN - V E N ^\0
pflieccliie pi ovinciejintroduise quindi mi* p1iò la Biblioteca Vaticana e l'arricchì
glioianienti ft)iicliini«nlfili ne' Trihnnoli di doni, fra'quali una collezione di pillii-
di Roma e del resto dello stato pel co- re anche bizantine; e nelle pontificie stan-

dice giudiziario civile, per quello crimi- ze collocò la raccolta di quadri e'sprinjen
\\n\e e dell*; pene. Nello slesso r
." anno di li animali del celebre Peter (col quale
violenze e di ribellione, pubblicò il mira- acquisto impedì che uscissero da Roma,
bile « sorprendente alto, con senlimenli come cosa rara nel suo genere). Cornin-
già propugnati da caidinnle, contro La- ciò a restaurare le loggie del Faticano,
brador invialo a Roma da Ferdinando conducendone a perfezione quel braccio,
VII, riconosciuto da tutti e massime dal a preservazione altresì delle solloposte
corpo diplomatico per uno de' più inge- dipinte da Raffaello. Indi restauralo il

gnoM e de'più abili uomini di slato d'Iilu- Palazzo apostolico Lateranense, vi for-

ropa, sulla concessione de'vescovi alle se- n)ò il Museo Lateranense. Di cerio nes-
di vacanti delle repubbliche d'Ameiica, sun monarca adoperò mai con mag-
si

contro le pretensioni di Spagna: C\\\ì\a gior coscienza, e corpo ed anima, nel far
s. Sei\e riconosce i governi stabiliti de felici coloro che gli erano allidati, e nel

Jacto, sema entrare perciò nella questio- disimpegno de'suoi pubblici doveri, che
ne di diritti astratti (ciò pose al copeilo non facesse il virtuoso Gregorio XVI.
la s. Sede, eziandio per la sua condoita Riorganizzò la Segreteria di Stato, di-
con Francia e PorlogalloJ. Per quanto videndola in (ine dicasteri, l'uno per gli
possa parere guerresca 1' altitudine che affari dell'interno, l'altro per quelli del-
Gregorijo XVI fu costretto di prendere l' estero (oltre la sistemazione di altri).

in sui cominciar« del suo regno, le arti l'erlai/ volta pure creò in Roma una
che improntarono questo del loro caratte- banca nazionale e pubblicò un codice
,

re, furono le arti della pace. Avvi appe- per tutte l'amministrazioni pubbliche.
na un altro pontificato sul quale esse ab- Ridusse la Moneta, co» sistema decimale.
biano stampalo orme più profonde e Ristorò il Foro Romano, il monastero
più eslese. Non contento di proseguire o tiella C/i/cyade'ss.Andrea e Gregorio col-
ampliare 1' iticominciato da' predecesso- le vie circostanti. Grandissimi lavori in-
ri , egli creò e conip'i quello di cui fino traprese per tulio lo sialo, e suoi Porti,
al tempo suo lolalm,enle mancava. Né come a Civitavecchia. Aprì il Ciniiterio
si limitò già ad un solo ramo d' arte, ma di Roma pubblico per la Sepoltura. Sin-
le sue cure furono comprensive e gene- bili le Scuole di Roma notturne. Ap-
rose,non guidale dal capriccio ma go- , provò le compagnie d'assicurazioni e le

vernate da un gusto perspicace. Queste casse di risparmio. Nel Tevere introdus-


prove più elevale d'ingegno sono, l'ave- se le barche a vapore, e permise a' par-
re Gregorio XVI ampliato confìni del- i ticolari l'illuminazione a gas. Quantun-
le raccolte artistiche di Roma , e posto que non volessesobbar-
nella vecchia età
in più strette connessioni i monumenti carsi nell'impresa delle Strade ferrale,
delle scuole primitive. Perciò aggiunse al la quale progrediva lentainenle, Grego-
Palazzo apostolico Faticano, olire i di- rio XVI diceva seu»pre: che il suo suc-
versi suoi abbellin)enli, il Museo Etru- cessore dovrebbe forzatamenle ingolfar-
sco, ed il Museo Egizio, che pure inau- si nella loro più rapida estensione (seb-
gurò (fu il duettureeil sor vegliatore <pio- bene il riferito dal Cardinale non è iute-
tidiauo de'Iavori, il che praticò con altri rumente lutto, nondimeno se il da lui
pubblici monumenti). Nello stesso P'a- esposto non è progresso nel bene qual ,

licano con miglior collocazione stabili sarà mai? E un'ingiustizia dire Gre-
le gallerie de'quadri e degli arazzi , am* gorio XVI retrogrado!). Nella Pesiilew
5 io V EN V E ly

%tr del cliolern non iiilfalasciò proV- pe con tale idioma io parloS X^é-
italiano,
\e(linieiitì stiriitarii , heiiencì e politici, pa, mi esprimo e rispondo col linguag-
quindi isliliizioni di Conscnuitorii per gio della Chiesa). Perciò, coloro che du-
gliorfani delle villime. A Porta Iffag- veano conferir seco per via d' interpreto
g/orf sciiopn col iuomm>enlo dell'Acqua formavano un'opinione
(spesso imiìerito)
Claiidiii, allro antico e pregiatissimo. Ac molto ìntperiella della sua facoltà di con-
c-ulse due anihasciatori di Turchia^ cioè versare. Quelli poi che parlavano spe-
il cognato del sultano, e il ramoso Re- dilamenteitaliano elatino (anche il fran-
schid pascià co'suoi figli. Contribu'i po- cese,che conosceva perfeltamenle a se-
tentemente aH'alJolizione del barbato gno da esser più volle deputato a revi-
commercio degli Schiai'i. Celebrò la Ca- sore d' opere impresse o da imprimersi
non izznzio ne di 5 Santi. Col 84o l'auto- i in quell'i^lioma; didìdando sulla pronun-
re chiude ogni rimembranza personale zia,udiva e poi rispomleva nelle dette
(leli'ottiuio Pontefice, per essere parlilo lingue; del resto sapeva il greco e lo spa-
con dolore da Roma e vescovo Mcllipo- gnuolo), e gli si accostavano unicamente
taino (nel quale articolo registrai le dul- per riceverne la bencdizionej lo vedeva-
ie sue opere fino allora pubblicate). Al- no lanciarsi ben presto in un colloquio
cuni uomini notabili fiorili nel pontifica- familiare, che quasi li costringeva a di-
to di Gregorio XVI, sono pure celebrati menticare la doppia sua dignità. Allora
dall'illustre scrittore, dotti ed artisti, mas- la sua faccia — e vieppiù quando ra^^iona-
sime igli elevati al cardinalato, il virtuo- •va di grave materia — s'illuminava (di bel
so Aclon già Uditore della Camera, il colorito), e vestiva un'espiessionebrillan-
dottissimo Mai , il poliglotta Mezzofanti lissima; i suoi occhi splendevano e si ani-
(di questi miei amorevolissimi defunti mavano, e la sua intelligenza ed il suo
non potei scrivere le biografie, per esse» sapere si manifestavano attiaverso iJ suo
re state stampale le relative lettere: sup- scorrevole egrazioso linguaggio (disse Ni-
plirò nell'y^^^W/s/o/j/^. Di ciascuno, e prin- colò li Da niuno ho inleso parlar così be-
cipalmente del cardinal Mai, ci diede edi- ne l'italiano, Come daGregorioXVI). Un
fif.auti, scientifiche e preziose notizie. Sul letterato inglese che ali' Udienza cadde
caiallere di Gregorio XVI, dichiara, a sul tema della poesia, restò colpito dalle
migliaia esser quelli che lo ricordano d'o- osservazioni giudiziose del Papa , come
gni nazione e conservano iutpressiuni di- pure sorpreso della cognizione estesa e
stinte del suo aspetto, delle sue iDauìere familiare che avea d' esso tema (e ciò ad
Le osservazio-
e della sua conversazione. onta che non coltivò le Muse, più gravi
ni di quelli guardavano esterna-
che lo studi preoccupandolo seinpre. Ammet-
mente erano, che a prima giunta le sue tendo a dozzine nell' ore pomeridiane i

fattezze non parevano formale in nobi- forastieri d'ogni nazione, sovente u mol-
le stampa; erano ampie e ritondate e , ti faceva, un dopo l'altro, dotte digres-
mancavano di que'tocchi piìi delicati che sioni improvvise sull'arte e scienza che
suggeriscono idee di genio elevato o di professavano, in pubblico, con tale fran-
squisito gusto (ma matstà sovrana e pa- chezza e possesso di cognizioni , da sba-
pale, eh' è il più intrinseco, certamente lordire i più dotti). La sua salute era ro-
l'avea; l'ampia fronte accennava la va- busta, e grandissima la sua facoltà di e*
stità d^iriutellello). Ma questa opinione sercizio fisico e intellettuale. Poteva stan-
si dileguava , come tosto uno veniva a care quasi tutti i suoi famigliari nelle sue
più intimo contatto e conversazione con passeggiate quotidiane. Peròall'assunzio-
lui. Egli non voleva parlare che in ita- ne al pontificato non volle nominare né il

liano e iu latino (perchè diceva: Piiaci- medico, né il chirurgo per la sua persona,
j

V E iV 5^t
ordinnndo che gli slipeiuli tli quegli uflì- e liprislinava nella Sagrestia pontijicia
zi, eque-lli pure d'altri clie lasciò vacan- gli ornamenti saccheggiali, egli non vo-
ti (cioè il ci'edei)7Ìere), fossero inveitili leva portare nulla di dispendioso, come
per formare un fondo (perpetuo, perciò Scarpe magnificamente ricamate (e ben-
sen^a peso all'erario e al piilazzo aposto- ché donate). Pareva che l'intelletto suo
lico) di giubilozione a favore de'fainiglia- vigoroso non si arrestasse davanti a nes-
ri personali di tutti i Papi (giacché a que- suna applicazione o faccenda d'ogni na-
sta giusta beneficenza niuno de' prede- tura. Non era cosa rara in Gregorio XVf
cessori avea mai pensato, onde a lui toc- slare in forse prima di dare il suoconseu-
cò a sovvenire famigliari di Leone XII
i «o alle elaborate risoluzioni e giudizi del-
e di Pio Vili). Que^ta forza di struttura le i. congregazioni cardinalìzie, e \\ Ao'
e questa vigoria d'organi ahililavono il nmndare fossero recati a lui stesso gli at-

Papa per lutto il suo regno ad attende- ti ilella causa, eda ultimo il veniread una
re a'negozi temporali ed ecclesiastici (an- sentenza diversa da quella della congre-
corché di ninna imporlanz.i) con assidui- gazione, atterrandola con ragioni cano-
tà indefessa e invariabile giocondità (era niche trascurate o non ben ponderale
sempre veneziano). Le più severe abitu- dalle molte e dotte persone e cardina-
dini della sua vita claustrale di s. ]N]iche- li che gli aveano discussi precedentemen-
le di Murano e di s. Gregoiio tli Roma, te (e coir aiuto delle norme speciali e
l'avevano assuefatto alla regola ed anche particolari di ciascuna congregazione
alla monotonia della papide, alle ore mat- tome fece Pio Vili per l' emancipazio-
tutine (dormiva circa 5 ore, ed io meno ne degli ArtriCni, annullando la risolu-
di lui, e per necessità degli studi conti- zione decretala dalla s. congrt giizione di
nuo il sistema), alla privazione de'pìace- propaganda fide, e ordinando invece che
ri sociali, a'pasli silenziosi (frugali e par- si eseguisse il volo opposto del suo prefet-
chissimi, ripeloyr'j/g«// e parchissimi : to il cardinal Cappellari). E questa per-
questa è Storia), alle molte oie «li soli- cezione istintiva occorreva pure in casi
tudine ed all'impiego incessante di que- concernenti |)aesi rimoti ; nuove informa-
ste.Cominciava la sua mattina talmente zioni giustificando appieno re8altez/.a del
per tentpo che dispensava il cappellano pontificio giudizio. Scriveva ila per se le
(cioè cappellani segreti ed uno de'
i , lettere negli esercizi più delicati dell' au-
chierici segreti, a'quali incombe assiste- torità pontificia, con mirabili successi. Gli
re alla messa privata del Papa) dall'assi- editti pubblicati in tempi lui bolenli, pie-
Mere alla sua propria messa, dicendo ch'e- ni di commoventi esortazioni e di senti-
ra cosa 'indisci età l'esigere che altri si a- menti generosi, sì stimavano produzioni
dattassero alle sue ore intempestive. La di sua penna (certamente l'orditura e il
serviva soltanto il suo domestico (io /»ye^, locco su lutto, precipuamente nelle me-
come già dissi e ripeto, ogni giorno e we ravigliose encicliche ed allocuzioni^ mol-
ne glorio, costantemente per ventun an- te delle quali interamente composte da
ni, il che ancora mi pioduceva invidia. lui — per la sur» dottrina, felice sperienza,
Con altra testimonianza autografa del ed eminente tallo diplomatico ecclesia-
Wiseman, che mi riguarda, ne
cardinal stico, in che fbbe pochi pari). Prin)a in
ingemmai la pag. i8 del voi. LXllI). Da casi di vita e morte, nel riferirsi al Papa
cardinale faceva da se quello che altri la sentenza, il suo silenzio equivaleva a
fanno eseguire dal servo (anche da Pa- ratifica. Ma Giegorio XVI non volle se-
pa, facendosi riguardo d'intei rompere i guire tale sistema ; ordinò che tulli i ri-
miei studi). Mentre piovvedeva magnifì- slrelli de'processi per sentenze capitali si

cuuieule allo splendore del culto divino, recassero a lui, esc uou faceva osserva-
r,i7. VEX V !• N
zioiii si soltinlendeva che «[ijìiovavn Hi lo I, pone in bocca del Papa queste paro-
le^^geva ed esaminava sciupolosaiuenle, le: Gli dissi quanto mi venne ileltnfocldl-
poi mi oidiiiavi ili limelteili al suo par- lo Spirilo Santo. Le parole del Papa fu-
ticolare uditore in questo, peiilissimogiu- rono parole di dottrina e di verità; sane
iccotisuito eliminale, per discutere con in principio e vere in fitto: convinsero e
esso sopia alcun piunto) li piìi delie vol- persuasero. Certo che falli , corroborali
te incliinava a misericordia (mi diceva, fo dalle loro prove, erano apparecchiati
si

<li tulio per liherarli, bado minutamen- accuratamente, e non si potevano con-
te peisino alle forme giudiziarie se fidia- traddire. La forte emozione cui Gregorio
te; mi attacco a tulli rampini, e profit-
i XVI agevolmente rivelava in altre occa-
to se alcun punto non apparisce piena- sioni, non potè in questa venir raffrenata.
mente chiaro e provato, benché in fon- Ogni spettatore che lo ha veduto spesso
ilo conosca la reità. Niimo deve moriie in orazione, gli ha pur veduto grondar le
sotto di me, se non sono convinto del giu- lagrime S(d volto infiammato; spesso co-
dizio emanalo dal tribunale. E pure sog- loro che lo trattenevano con un l'acconto
giungevamii Oh Dio, meglio è morire cri- di sciagura,© gli slavano vicino allorché
sliaiiamcnle sul palco, che per tutta la veniva comunicata la notizia d' un qual-

vita restar prigione; la disperazione esse- che delitto, hanno veduto fremere le sue
re un continuo tormento, quindi per piìi fattezze, e l'occhio suo appannarsi al dop-
ragioni esser dilhcile la salvezza dell'ani- pio dolore dell'Apostolo, la lagrima del
ma !
); e le esecuzioni erano rare, e sol- debole in faccia al debole, e la stilla bol-
tanto per delitti atroci. » Non so che sia- lente dell' indegnazione in faccia al pes-
vi slata una sola esecuzione politica du- calo. Questa sensibilità non polè ve-
rante il suo pontificato (dirò io: setiten- nir scemala nemmeno dalla freddezza
ze vi furono, ma ninna ne fece eseguire; d'un discorso interpretalo. Ira Gregorio
così del Gallelli, che nella sua probità lo XVI e Nicolò I, dal cardinal Aclon per
dichiarò in faccia all'esaltato circolo po- ambedue, ma dovè accompagnare quel
polare di Roma! Per cui fu applaudito. fiume di eloquenti parole cui Gregorio
Questi /lunque è quel Papa, che da' tri- XVI dava corso ogniqualvolta fosse ani-
sti fu dello Tiranno!! )". Neil' adempi- mato. Da quell'abboccamento in poi i
mento de'suoi doveri egli non avea ri- cattolici di Russia (compresa la Polonia)
spetto alla persona, e nulla curavasi del- ponilo segnare un trallamento più mite,
l'orgoglio di coloro che doveva affrontare e forse un più giusto governo. Si polreb-
(egli voleva giustizia per tulli: quindi de- bono produrre altri esempi della fermez-
posizioni di magistrali, di prelati e di mi- 78 di Gregorio XVI nel IraltareatfMiche
nistri eminenli, scioglimentodi tribunali richiedevano questa virlù, quanto la pru-
di appello; dire a' polenti Re, non posso denza. Quell'ab. LaMennais, che altri for-

concederlo in coscienza, e la coscienza se voleva crear cardinale, Gregorio XV[


d un Papa non teme i cannoni). Qui l'au- condannò, e lacerò la maschera sul volto
tore colia sua robusta Aicbndia narra le di lui, che in breve dimostrò nel veroa-
vittorie ripoi tate nelle vertenze gravi per speltoa migliaiadi persone attonite e pian-
gli affari ecclesiastici con Prussia e con genti di sua scuola. Trattò similmente
L'abboccamento con Nicolò I.
Jltissia. quella degli JS'rmci/tìtM? j l'errore latente
Con pena non posso darne un cenno, per fu schiacciato in sul nascere (quando
non allungarmi, avendone ragionato al- Gioberti pubblicò il Primato dell'Ita-
quanto nell'indicato articolo ed altrove, liani,e tulli n' erano entusiasmati, dice-
come nel voi. LXXXIi, p. 48. Il cardi- va il Papa oh: tu non mi seduci ; sotto vi
nal Wiseiuaii, circa il colhotjuio conNico- è veleno nascosto! L'evento "iuslificò le
YEN V EN 553
savie e accorte apprensioni). La cortesia mo. Cbnduceva il Rcv. Wiseman ne'inez-
e la circospezione segnavano le azioni zaiiini di sue stanze ove teneva la sua li-

liitle (Jet Papa. La sua carila era piena- breria poliglotta, e vi avea raccolto og-
luenle coiiformealle tradizioni e agl'istin- getti d'arte e dipinti, intrattenendolo a
ti della sua Sede. L' autore rispettabile Ed oh quan-
fianco in familiare colloquio.
qui nana le beneficenze coli' 0,yyj/s70<7^o- te» parole allora proferite dal Papa sor-
s lo fico di s. Michele, e coW Ospizio di s. gono in mente ne' tempi d'agitazione,
Maria degli Angeli. Il regno prolungato come tante stelle non solo brillanti in se,
dal i83j al 1846 offrì bastanti occasioni nia più brillanti ancora per l'oscurità del-
d'esercitare quella carità che la tuanlt de- lo specchio che le riflette. Furono parole
stra non può celare alla sinistra, come pel di comando magia sopra eventi po-
e di
Terre/nolo e altri infortunii. Le sue ca- steriori, proutesse e presagi the non venne-
rità più private si sa ch'erano eccessive. ro meno, affermazioni e appoggi che non
Gregorio XVI dimostrò sempre più as- riuscirono mai vani". Finisce con ricor-
sai che cortesia a coloi'o che rappresen- dare teneramente favori e atti graziosi
i

tavano r Jnglùlterra in Roma, nel qual ricevuti per condiscendente cortesia di


regno accrebbe vicariati apostolici onde
i questo Pontefice più padre che sovrano,
preparare il ristabilimento delia gerar- r incoraggiamento illimitato e affettuoso
chia ecclesiastica, di cui è meritamente dato a' suoi studi letterari ed ecclesiasti-
capo il cardinal Wiseman quale arcive- ci, dall'amabilità e semplicità di caratte-
scovo di /'7^'c^/w/Vi5/e/-.Molto deve al Pa- re,che dalla cella di s. Michele di Murano
pa Collegio Iilandese, e si mosti ò a-
il portò sul maggiore de''troni. Non avendo
niorevolissimo del Collegio Inglese visi- eglimai dimenticatola cella di s. Michele,
tato due volte,e nella i .^ricevuto dal car- quanto qui con di voto e filiale affetto ho
dinale che allora n'era benemerito retto- riunito a sua gloria, serva ad essa di pe-
re. Questi leimiua le sue Rimembranze, renne ricordo di lui che tanto la illustrò.

con raccontare aver egli conosciuto il car- — La posizione pittoresca da cui si mo-
dinal Cappellari prefetto di propaganda, stra r isola di s. Michele, e il corredo
quando ninno si figurava che doveva es- delle altre magne isole e fabbriche che
ser Papa. Lo vedeva spesso, e sempre oc- la fiancheggiano, offrono al guardo dello
cupato, semplicissimo nelle sue abitudi- spettatore posato sulla queta via che cin-
ni e cortese nel trattare. La chiarezza ge Venezia da quel lato, una scena incan-
delle sue idee, e la prontezza della sua tevole, e che la moda chiamerebbe ro-
percezione, facevano agevole e piacevole mantica, atta a destare nel cuore i sen-
ad un tempo il trattar negozi con luì. lin>enti più teneri, e principalmente ir»

In principio avea riferito, che in talee- queir ora che il sole verge all' occaso, e
poca entrato per la 2." volta in conclave, in cui il dolore de'trapassati congiunti si

sino alla vigilia di sua esaltazione, erasi desta allo squillare del pio bronzo che
interessato a rivedere le bozze di stam- prega pace alle stanche ossa. Le isole
pa d' una sua operetta, che s' imprime- considerevoli di Murano, Mazzorbo, Cu-
va nella tipografia di propaganda; ed ap- rano e Torcello seguono quasi in retta
pe na il vide da Pupa gli disse: Adesso linea fino alla terraferma: alla 1 .'mi reco,
bisogne» à (he le rivediate da voi, poiché poi alle altre,dopo alqviante parole sopra
ho paura quind'innanzi di non aver più quella di Jacopo di Palude.
s.

tempo da correggerle. L' udienza da l'a- 19. Murano, Amoriaminif Amitria^


pa era ottenuta iacilmente ne' giorni or- na, Murianum. Isola e città principale
dinari, anzi in ogni tempo. L'accoglien- di quante fanno corona a Venezia, for-
za era sempre cordiale e pateiDa al soui- mante uà comunedeldistrettoedellapre-
voL. xcr. 36
554 V E N V r: N
viiiciatli Vpnc7Ìa,iu)i!amcnte a «.Erasmo abitazione, chiamandole co' nomi delle
e le Vigiiole, tli cui ii( 1 n.La rendono
1 2. polle di loro patria, cioè Torcello, flJa-
Ifilc la legolore sua ampiezza, li nomerò Barano, Murano, Ainmiano e
zorl'O,
de' suoi abitanti, l'importanza delle sue Coytanziaro. Quest'ultime due non più
ollicine, i snoi monumenti. e le storiche esistono. Si osserva che il dialetto uìura-
sue memorie. Posta al setfentiione di Ve- nese diversifica da quello usato dagli a-
nezia,non è più lontana da essa die un bilalori delle altre isole, prolungando le
mezzo miglio, il suo circuito è di circa due, vocali. Sembra chedaprincipioMuranosi
secondo il eh. Luigi Carrer ivella bella de- governasse da'lribuni, specie di magistra-
scrizione che ne fa nt Siti pittoreschi, con ti comuni pressoché a lutt'i piccoli slati
graziosa veduta incisa da Marco Comira- della Laguna, o ad non essa circonvicini,
to, colla bella facciata della chiesa dì s. che da'gastaldi ducali, egualmente propri
Gio. Battista ora distrutta. Invece il Di- di altre isole. Nel secolo X ebbe i giudici
zionario veneto ledà un circuito di circa propri; due secoli dopo, Vitale Michielill
3 miglia; a cui più si approssima, essendo doge del I 1 56 l'incorporò nel sestiere di s.

di oltre 2 1/2. Un gran canale rinomato Croce, e nel secolo successivo o nel 275
1

per la pesca dell'ostriche e di vari pesci la per la r.' volta fu inviale a reggerla un
divide per mezzo, ed è attraversalo da un patrizio con titolo di podestà, e fu Nicola
ponte di legno; mentre altri 4 canali mi- Coritaiini. Fino al termine della repub-
nori la suddividono in sei isoletle unite blica alcuni muranesi godevano il privi-
da 9 ponti di pietra e di legno.
fra di loro legio della veneta cittadinanza, conservò
Contò ne'tempi della maggior sua flori- il proprio consiglio, e il singolare diritto
XVI, fino a 3o,ooo
dezza, cioè nel secolo di battere nella veneta zecca in oro e
abitanti, ora ne conta meno della 6.' in argento quella guisa di monete in uso
parte, compreso s. Erasmo e le Vignole. tra' veneziani chiamate o.«;/e,^coirepigia-
Nel 1828 Moschiiii disse l'isola abita-
il fe : Munus Conimrinitali.'ì Mariani. lu
ta da 5ooo anime o circa, e celebi e pe* esse oltre gli stemmi del doge, del pode-
suoi lavori di cristalli, specchi, vetri, con- stà e del camerlengo da un Iato, dall'ai-
leiie. Vuole il Corner che eguali alle Irò vi avea quelli de'quallro deputali sa-
altre isole fossero i principii di Murano nitari, e quello della città, rappresentan-
e sua città, così nominata dagli allinati te un gcdlo fra una volpe ed un serpen-
e dagli opilergini in essa rifugiatisi prima te. Determinalo però era il numero di

per r irruzione d'Attila re degli unni nel lali oselle, e si dispensavano al consiglio

45 1, e poi pel furore de* longobardi gui- de' 25 ed primarie cariche. Per la
alle
dati da Rotari loro re nel 635, riceven- salubrità della sua aria quivi da ultimo
do il nome da una porta d'Aitino, cele- risiedeva il vescovo di T'o/re/Zo, alla cui
bre città dell'antica provincia della Ve- diocesi apparteneva, ed era luogo di deli-
nezia terrestre, situata tra Padova e Con- zia della veneta nobiltà. Il cav. Mulinelli
cordia, le cui rovine si scorgono sul fiu- dice che faceva battere ogni anno loi
me Sile. Non noanca chi la -vuole più moneta d' argento. Altro privilegio era
antica di Rialto, e i.° ricovero degli alli- l'f lezione del cancelliere. Prima che l'a-

nati da dette incursioni barbariche; ov- more de'patrizi veneti si volgesse alla ter-
vero contemporanea alla fondazione di ra ferma,edificando lungo laBren tao nelle
Venezia, anzi si dice che formasse antica- pianure del Tri vigiano con tanta frequen-
mente una delle sei così dette contrade za le loro magnifiche villeggiature, fu Mu-
della città. Certo è che nella i." emigra- rano la sede e il riposo campestre pei'
zione degli allinati nelle contigue lagune molli cospicui magistrali, e uomini d al-
in sei principali isole fermarono la loro to aflare e-Ielterati. Pouno lullavia ve-
VEN V E N 555
tlersi avanzi tli quei palazzi ne'quali si ri- lino; del Tintoretto, Leonardo Corona ;

tlucevano i Punii, i Navageio, i Soranzo coltre al parlare di Giovanni Segala per


ed altrettali iie'iiiesi destinati al divaga- via generale, lodano in lui gli scrittori

menlo dello spirito dalle cittadine fac- intelligenti specialmente le forti ombre.
cende. Altri nella quiete vi si recavano a Ma ciò che precipuamente contribuì al-
studiare ; e siccome suole aversi la cani- la fama ed alla floridezza di Murano fu-
|)ogna a conciliatrice degli sludi, l'isola che rono le ofìiciae vetrarie, come dissi nel
teneva pe' veneziani luogo di quella, eb- § XVn,n. I, celebrando le conterie, an-
be adunanze di lellerali, a cui non man- co presenti, e la bellissima avventurina
cava che il nome per essere in tutto con- artidciale. Non è qui luogo a cercare
formi a ciò che indi fu delta accademia. quanto gli antichi conoscessero 1' arte di
Di tali adunanze la più celebre fu quella fare i /'^efr/(7'^.), e quanta credenza sia da
degli Studiosi\noineche non aveano im- prestare al racconto di Plinio, che la fa-

posto a se stessi i dotti che la componeva- rebbe derivare dal caso, favorevole a'

no, ma la pubblica voce. Trifone Gabriel- navigatori fenicii alle foci del Belo; ciò
lo, il Socrate veneziano per la santità dei che qui importa si è, che certamente fu
costumi, e uno degli oracoli della lettera- da'veneziani trasferita dall'Oriente nel-
tura italiana per la molteplice erudizione, le proprie contrade, e che in quest'isola
n'era fra' principali ornamenti neli5oo. ricevette quell'avanzamento e quel lu-
Vamero poi con noud appositamente stro a cui si vide condotta. Se molte delle
assunti i Vigilanti, gli Angustiali, gli finezze alle quali fu quivi portata sono ora
Occulti, gli Interessati ec. ; poiché ces- a desiderarsi, non manca chi studiasi con
sanilo il bisogno andò pivi sempre disten- ogni ingegno di farla prosperare, e ricon-
dendosi il lusso de' letterari convegni durre possibilmente sulle tracce del'
per tutta Italia, come si esprime il loda- l'antico splendore. In un codice del secolo
to Carrer. Diminuita cogli autii la fre- XI si parla del modo di ridurre il vetro
quenza degli abitatori, sviato l'aiìjor de' a bianchezza cristallina, e del dorare e
patrizi tlalle delizie dell'isola, disparvero variamente colorire bicchieri; citasi inol-

le accademie, con l'amore agli studi, di tre, come stante nella chiesa di Treviso,
cui qualche illustre seguace vanta Mura- un Crocefisso dipinto sul vetro, colla da-

no anche a' d'i nostri, e si può rannoda- ta del 1 1 77. Da ciò è tolta all'altre nazio-
re la derivazione non interrotta con (juelli ni la possibiltàdi contendere co' venezia-
del miglior tempo ricordalo. Più ancora ni intorno la priorità della scoperta. Non
dalle lettere trasse quest'isola riuouianza si rimase ad un sol ramo l'industria vene-
dalla pittura, il che già ricordai. Andrea e ta, o muranesese vuoisi meglio. Cristofo-
Quirico, che ne'primordii del secolo XV ro Briani,a vendo udito daMarco Polo che
trassero l'arte dall'antica durezza, e a cui sulle cosle della Guinea facevasi incetta
tennero dietro i rinomatissimi Vivarini, d'agate, di calcedonie e simili pietre,
usciti dalla scuola di A ndrea,ponno aversi imprese a tentarne l'imitazione, e giova-
come avi di Tiziano. E" concesso all'am- to, fra gli altri, da Domenico Miotti, ci

mirazione, arrestandosi a'quadri di que- riuscii per UTododa poter spedirne a Bas-
st'ultimo, e di (pjelli che con lui gareggia- sora un assai grosso carico, e arricchire.
rono, dimeulicare l'opere de'rozzi mae- Il Miotti poi ridusse l' imitazione delle
stri; ma sarebbe ingiustizia il far lacere gemme ad arte distinta dalla composizio-
la graliludiae. Né si vuol credere che, ne del vetro. Di qui nacque l'arte iì^'mar''
."
dati i primi vagiti, si spegnesse indi per garilem, nella quale Andrea Vidaore, i

scìtipre in Giurano l'amore dell'arte : sco- a maneggiar la margarita alla fiamma


lare Qoti indegno di Tiziano è un Nata- volante della lucerna, e ridurla più tersa e
506 V E N V E N
screziala, non che intloraila, levò mollo a Murano. Oltre i già lodati,Murano vao'
ibrido, ed ollenne nel i 5-28 ima matricola ta i seguenti illustri. Nelle lettere e nelle
pailicolare. La fabbricazione degli spec- scienze Vincenzo Miotti, Bartolomeo Che-
rhi d'ogni dimensione, fu un'altra guisa di rubini, fratelli fr. Tommaso Licini e Ga-
i

lavori, che contribuì a mantenere a Mu- spare, Domenico Gi sberti, Domenico da


rano la supremazia del commercio, quan- Monte Alto,Daniele Marchioni, Vincen-
do anche 1' altre nazioni cominciarono zo Licini e Silvestro Zodlo islorico pa-
ad erudirsi nell'arte stessa. Per essi furo- trio. Nella poesia, Licinio, Caterino Maz-
no dimenticale le lamine d'acciaio, fino zolàj Domenico Marchioni, Angelo Dal-
allora tenute in gran pregio, e il lusso Marino
mistro. Insigni nell'arte vetraria,
di tutta Europa durò per oltre a due e Angelo Berlinerio, Jacopo e Alvise Lu-
secoli ad esser tributario dell' isola di na. Federico architetto. Giuliano Zulia-
Murano. Non è dopo ciò a meravigliare ni cantore eccellente , Cristoforo Duro
de' privilegi accordali a' suoi fabbricato- celebre musico e meraviglioso suonatore
ri, fra'quali il potersi le figlie de'capi del- d'una tromba di vetro. Già |)iii volte ce-
l'arti vetrarie maritare con un patrizio, lebrai muranesi "Vivarini, pe'quali Mu-
i

e quello di due fiere annue che vi si te- rano fu la culla della pittura veneziana,
nevano, della religione con cui tramau- la cui scuola fu da loro a seggio onora-

davasi di padre in figlio l'esercizio del- to di gloria elevata. Ma e del testé loda-
l'arte, e per ultimo della fama che cor- to Navagero, e di molti illustri murane-
reva per ogni dove di questa breve ma si parlava lautamente il cav. Cicogna ne'
ingegnosa contrada. E neppure deve re- fascicoli XXII e XXIII delle Inscrizioni
car meraviglia l'affetto con cui riguarda- Veneziane, \-tc?in(\o\ ritratti del Navage-
rono sempre quest'isola suoi abitatori, i ro e del Gisberli intagliati in rame, e ul-
in un modo speciale. Non pochi patrizi timamente ne disse nel libretto Illustri
di chiaro nome vollero aver quivi la iWif/'««e,9/,pubblicato per le nozzeBertoli-
stanza perpetua del sepolcro; tanto era ni-Bigaglia.llMoschini lodali palazzoTie-
stata dolce quella temporaria d'alcuni visan per le belle forme architettoniche, e
mesi in ciascun anno. Basti il ricordare per contenere qualche avanzo de' dipinti
BernardoGiustiniani nel secolo XVI, che di Paolo, dello Zelotti, e de'Iavori in pla-
espressamente ordinò che le sue ossa si stica del Viltoria,ora però distrutti. Dice il

sotterrassero al lato del proprio palazzo a Dizionario veneto conservarsi ancora pa-
pie del ponte Longo; e nel secolo stesso il recchie fornaci, che danno pregiati lavo-
letteralissimoAndreaJNavagerOjCondotto ri di vetro, cristalli, specchi e conterie.
dal carico afTìdatogli d'ambasciatore in I- Meritare particolare menzione le f<d>bri-

spagna e in Francia, tornava di là sovente che di specchi e lavori in vetro e cristal-


coll'immaginazione nell'isola, a spaziarvi lo della ditta Lorenzo Zecchini; quella de'
pel suo giardino botanico, uno de'più an- cristalli del Marietti di Milano; e la fab-
tichi, se non forse il piìi antico d'Europa, brica di conterie di Pietro Bigaglia, e del-
come crede il Carrer (ma conviene ram- la ditta Dalmistro, Moravia e compagni.
mentarsi più antichi del Palazzo apo-
ì Nel t.io àeW Album di Roma a p. 25,
stolico Vaticano^ massime di Nicolò V, si legge un articolo breve ed elegante in-
sebbene Pisa pretenda il vanto d'essere L'isola di Murano a Venezia,
titolato:
stala la i.'ad a vereun orto botanicodaCo- con amena vedutina. » Chi si reca nella
simo I nel i 543 o nel 1
549 Montpellier
• regina dell'Adriatico, nella città, che,co-
se ne pregia dal 1 593). E oJtre a ciò vole- me incantevole sirena^ arresta con mera-
va esser sepolto nella chiesa di s. Martino viglia lo sguardo e il pensiero di chiun-
delle monache, nella contrada di sua casa que sa apprezzare la grandezza del bei-
— •

V E N YEN 5j7
10 e conosce le vicende e le glorie del pas- bel vetri a filagrana ed i vetri merlati,

sato; chi move a Venezia, non deve ooi- avidamente essendo cercali gli antichi).
ineltere di visitare l'isola di Murano, do- E uscendo dairoflicine si move a visita-
ve lo straniero quasi stanco di continua- re la chiesa di s. Pietro Martire, dove si

niente vedere templi e palagi di una ammirano dipinti di valenti artisti, tra'

ìtiestìiuabde arcliiteìtura , e adorni di quali un Palma, un Paolo Veronese, un


meravigliosi marmi, statue e bassorilievi Bassano e un Tintoretto, Né si devono
e quadri lavorati da'più grandi artisti, lasciare inosservate le altre due chiese
volge la propria attenzione e curiosità degli Angioli e di s. Donato; imperocché
sull'industria, clie ne'passali tempi veni- elleno pure olirono lavori pregevoli e
va esercitata solamente Delia città de'do- del Tintoretto e del Pordenone e del Se-
gi. si veggono ancora grandi avan-
Quivi bastiani. E come può essere altrimenti,
zi moli issiate oHìciue, in cui si la-
delle quando Venezia in ogni casa , in ogni
voravano sì decantati specchi, che ave-
i piazza, in ogni tempio e grande e piccolo
vano rinomanza in tutta l'Europa; anco- presenta un monumento di arte, addita
ra si veggono le oflicine operose, in che la dovizia della sua repubblica, fa cono-
si lavorano le margherite di cristallo, le scere la munificenza e la religione de'
quali furono una volta manifattura ser- suoi cittadini. Indi si rimonta sull'ele-
bata alla sola Venezia. Questa industria gante gondola, e invitando il buon gon-
dì subito richiama al pensiero tem- i doliere a cantare nella placida Laguna
pi, in cui l'alalo Leone viaggiava per lut- qualche nazionale canzone, od una stan-
ti i mari e col suo ruggito faceva tremare za «Iella Gerusalemme . si ritorna alla
molte nazioni richiama al pensiero il citlà propriamente detta, onde sulla me-

;

grande commercio della veneta repubbli- ravigliosa piazza di s. Marco esclamare:


ca. E con dolce soddisfazione ancor si os- O Venezia, quanto sei grande, quanto io
servano allegri e gentili artigiani occu- t' amo
" In Murano vi sono due scuole
!

pati nel lavorio delle perle di vetro, que- pubbliche, una casa di ricovero, di cui
sti a tirare il (ilo (lunghissimo e lo vidi), poi parlerò, eretta dalla beneficenza del-
questi a romperlo a minute parli (con la famiglia Driali, perchè ottenne il di-
rapida facilità) quelli ad agitare entro ,
ritto di trasportare da Murano la sua
un sacco colla sabbia le particelle ,
per- fabbrica vetraria nella città di Venezia ;

chè siano rotondale. Egli è il lavorio il parecchi belli edifizi, e ben coltivati e a-
più variato, operoso e dilettevole; e mai meni giardini. — Altra volta conteneva
sempre in que'giovani troverete quel gen- l'isola4 parrocchie, molli e ricchi mo-
tileche si alFrelta a farvi vedere quanto nasteri d'ambo sessi, il priorato di s.
i

va operando, onde della fabbricazione di Cipriano, di cui èabbatecommendatario


q'iesle perle possiate precisamente cono- perpetuo il patriarca di Venezia, già eoa
scere I compimento. Onde qui
origine e il seminario patriarcale in cura de' soma-
\i) straniero prova, quantunque sottodi- scili, discorso nel § VI,n.i.Dirò prima col-
vciso aspetto, quella soddisfazione, che si lo Staio personale del clero della citlà
11 I ammirando i grandiosi monumenti, e diocesi di P^enezìa, a cui ora appartie-
die fumo al mondo meravigliosa la re- ne Murano, del corrente! 858, quello ec-
i;iua dell'Adriatico (dappoiché mirabi- clesiastico dell'isola; e poi delle chiese e
li sullo le gradazioni de'colori ne' vetri, monasteri soppressi. Di s. Michele di Mu-
iiej^li smalli e nelle couterie, la venturi- rano parlai nel numero precedente. Fi-
iiLi ,
i grandi specchi e lampadari , ani- cariato foraneo di Murano composto ,

mali, collane, siuanìgli, Qori e più altri di due parrocchie. Procederò ancora e
delicati urnamcuti elega nlissioiì, olire i iu breve priucipalnieale col Corner, iVb-
558 VE N YEN
lizic ilorichc delle chiese emonasteri di (se fosse vero, 1' epoca sarebbe dal feb-
Torcello, e col Moscliini, Guida per Ve- braio 962 all'ollobre 698 al più, se vo-
nezia, non possedcui'.o la sua Guida per gliamo considerare Ottone 1 quale im-
i' isola di Mura/io accresciuta di anno- peratore), che inìpedilo dal governo del-
tazioni, e di un Discorso intorno all'iso- la Chiesa universale vi destinò il patriar-
la di s. Giorgio Maggiore, ristampata ìu ca diGrado, che l'eseguì a' 5 agosto 957. 1

"Venezia nel 1808 dal Palese. Chiesa dis. Essendo ignoto l'anno preciso in cui il ve-
fllaria Assunta e di s. Donalo vescovo e scovo Mauro la fondò, così non si cono-
tonfessore, parrocchia e vicariato patriar- sce quanto in essa seguisse fino al 999,
cale, padronato de' capì di famiglia, con nel quale Michele Monetario eletto pie-
pievano e vicaiio foraneo, ed altri 4 sa- vano della basilica di s. Maria Plcha-
cerdoti, K
una pftrte del comune di Mu- Murano giuro ubbidienza a Va-
nia di
rano, con anime 1 148. E" ragionevole il lerio vescovo della chiesa Jldnate, ob-
credere che il vescovo d'Aitino Paolo I, bligandosi d'accompagnarlo secondo l'an-

o il successore Maurizioo Mauro, che per lica consuetudine, allorché annualmente


l'irruzione longobarda del 635 slabili- portavasi a Grado, per la festa di s. Er«
vono il loro vescovato in Torcello (V.), magora e pel concilio piovinciale che pu-
e ila. per divina rivelazione sotto l'invo- re oniiualmente tenevasi. Si dichiarò ab
cazione di diversi santi eresse molte chie- Iresì tenuto a decorosan)ente riceverlo e
se ne' luoghi della sua diocesi, oltre la trattarlo di pranzo nella domenica in
cattedrale di Torcello designala dal pre- Jlìiis, nella quale soleva recarsi a cele-
ilecessore, non avrà voluto lasciare senza brale e conferir la cresima nella matrice
chiesa e senza sacerdoti un' isola di sì di Murano, ove pure interveniva in uno
ampio circuito, qual è Murano, nella qua- de' giorni delle Rogazioni. Da tuttociò
le eransi ricovrati tanti altinati; anzi sic- rilevasi di quanta considerazione fosse sin
come in Torcello avea dedicata la sua da'teuìpi remoti nella diocesi di Torcello
cattediale alla Madre di Dio sotto il ti- la chiesa matrice di Murano, che per sin-
tolo della di lei Assunzione, così avrà vo- goiar pierogativa possedeva il fonte bat-
luto che in Minano, la maggiore di tul- tesimale in una cappella rimpetlo alla
le l'altre isole del
suo vescovato, si erges- chiesa, cosa inusitata in que' secoli fuori
.se allagran Madre di Dio una
stessa delle cattedrali. Però quanto all'erezione
chiesa parrocchiale pel popolo sotto l'in- della chiesa, lo Slato personale dice cre-
vocazione dello stesso mistero. Il Corner dersi fabbricala nel 980 dall'imperalora
che tanto riferisce, rigetta apertamente Ollone III (allora viveva Olloiie 11 figlio
l'opinione che la chiesa matrice di Mu- del sunnominato, a cui successe nel 993
rano si attribuisca ad Ottone Gran-
I il il proprio figlio Ottone III creato inipe»

de, che regnò dal 962 al 973, come im- ratore nel 996), per voto fatto in una
peratore d'occidente, il quale navigando burrasca da lui sofferta al tornarsene dal-
per 1' Adriatico, sorpreso da pericolosa l'assedio di Bari. E si soggiunge, pare per
burrasca, votò l'erezione d'una chiesa altro che esistesse sino dal secolo VI, e si

alia ss.Vergine nel luogo ch'ella dise- sa che Buono Blancanico patriarca diGra-.

gnasse; e qualifica pure favoloso il rac- do la consagrò a'i5 agosto 937 per de*
conto della seguila visione , in cui la B. legazione del Papa Giovanni Xll. Fu-
Vergine gl'ingiunse fabbricarla in que- rono poi pievani Michele Osliario, in-
sl'isola nel sito coperto di gigli rossi, on- di Marino Stitadei, al quale con giura-

de fabbricata la chiesa non corrispon- mento promisero nel io63 il vicario e»


dentealla maestà imperiale, tuttavia v in- parrocchiani di s. Stefano (le altre P'^'-wl

vilo a cousagiarla Papa Giovanni XII rocchie di Murano, come dirò, erano
3

V EN YEN 559
s.Mailino e s. Salvatore), dì osservare e una prodigiosa immagine della B, Ver-
adempire alla chiesa di s. Ilaria quel- gine. Il vicario e chierici di s. Stefano,
l'onore e giustizia, che se te dovevano diinonlichide'giuramenti fatti, licusaodo
sin da' tempi piic antichi. In egual mo- alla matrice i dovuti ossequi, neh iSi ti

do Doineuico palriaica giadese co-


stabiPi ridusse al dovere il patriarca gradese
gli alili vescovi di sua provincia uel 1 068, Dandolo, dichiarando a un tempo ad es-
che dovesse la chiesa di s. Salvatore re- sa seggette r altre chiese tutte dell'isola,
centemente eretta riconosceie la premi- e decretando l'interdizione a'disubbidieu-
nenza delia basilica matrice di tutta l'i- li. Non mancarono di quando in quando
sola. Un tale giuramento
non alterar di nuovi tentativi d'insubordinazione, che
gli ossequi ed onorificenze dovute alla riferisce Corner, nel ragionare de'pieva-
matrice, fu nuovamente nel 1089 confer- ni di s. Maria, a'tjuali però fu resa sem-
malo dal vicario e popolo di s. Stefano pre giustizia, e diversi di essi furono ele-
ad Aurio pievano di ». Maria; il cui suc- vati all'episcopato. iSel i4oo si rinnovò

cessoreAuriodono Giorgio Gambasirica la scrittura dell'annuo censo dovuto al-

costrinse nel 120 il priore e monaci del


( la chiesa matrice , dal monastero di s.

monastero di s. Cipriano, fondato in Mu- JMichele di Murano; e la' comunità del-


rano da 12 anni, a quella soggezione a l'isola proclamò suo primario prolettore
cui verso la matrice erano tenute tulle le s. Donato. Nel medesimo anoo e a' 2
chiese dell'isola. Questo buon pievano, febbraio questa chiesa fece il prezioso
fabbricò poi o njeglio rinnovò la chiesa acquisto del venerabile corpo di s. Ge-
di s. Erasmo Lido a comoda
posta sul rardo Sagredo nobile veneto, vescovo di
de'convicini abitanti, stabilendo però che Csanad o Chonad e martire, la di cui
fosse perpetuamente soggetta alla sua esemplare vita desicwve Corner. Colloca-
chiesa matrice. Versò questo tempo il to allora il suo sagro corpo sotto la meu-
doge DomenicoMichieli avendo colie fòr- .sa d' un altare, nel 1701 fu traslato ia
ze venete espugnala Tiro e altre città del- quello della B. Vergine del Carmine, in
l'impero orientale, occupò anche l'isola urna marmorea e decente, ma inferiore
di Cefdionia e ne trasse il corpo di s. Do- almerito d'un santo tanto glorioso, che
nato illustre vescovo d'Evroea in Epiro, vanta 3 corone, d'apostolo degli angari,
di cui poscia ueli ii5 ripotriato arricchì di martire e di vergine. Altre ss. Reli-
la chiesa di s.Murajìo diocesi
Maria di quie di cui fu impreziosita questa chiesa
di Torcello, che d'indi in poi cominciò a sono: Porzione della ss. Croce lunga e
chiamarsi con raddoppiato titolo: Ciiic- larga un dito, donala nel i527 clji Gio-
sa dis. Maria e dis. Donato di Murano, vanni Trevisan podestà di Murano. Il

oltre l'es^icre collegiata. Corner ripor- Il dito indice della destra dis. Lorenzo Giu-
ta le glorie del santo, il cui venerabde stiniani prolopatriarca di Venezia, dono
corpo anche in questa chiesa Dio illti- del vescovo di Torcello Marco Giustinia-
silo con molti miracoli, celebrandone il ni, che a suo onore ivi eresse un magni-
clero la 2." traslazione nella chiesa di s. fico altare e istittù una nobile confrater-
Maria di Murano a'7 agosto, cioè quan- nita di sacerdoti. Questo pastore inoltre
do il prezioso deposito dall'arca di mar- ottenne dalla s. Sede nel 1694 che il san-
mo alla destra della cappella maggiore to fosse dichiarato prolettore della città
ov'era stato collocato, la pietà del vesco- e diocesi di Torcello con festa di precet-
vo di Torcello Maro'Autonio Martineu- to (fabbricò in Murano un sontuoso epi-
go solenneinenle a'7 agosto 16 36 lo tra- scopio per la residenza vescovile, poiché
bfeiì sult' altare delia cappella u destra da più anni i suoi predecessori non po-
del maggior altare, nella quale veuerasti ttivuuo più dimuruic iu Turcello, a cu*
56o VEN VE N
gione (lell'insalubrilà dell'aria e ilei gua- ma che luUora si vede, ed è sfato sena-
sto dell'abitazione episcopale, laonde per pre parrocchiale e matrice. Il Moschini
lo più soggiornavano fuori della diocesi lo dice d'architettura greco-barbara -ara-
in casa di particolari famiglie di Venezia. bica. La mezzaluna sulla porta laterale,
Di più restaurò la chiesa matrice, ed in con Maria Vergine, il Battista e un di-
quest'isola fondò il seminario affidandolo voto, è bell'opera di Lazzaro Sebastiani,
agli scolopi. Il seminario era già stato condotta nel 484- Dietro il maggiore al-
1

istituitOje pare che non potesse sussistere iare vi è il più antico dipinto certo della
adonta che Marco Zeno vescovo nel 626 i scuola veneta coll'epoca certa del i3io.
gli avesse unito il priorato di s. Cataldo Nel mezzo vi ha in bassorilievo di legno

di Burano, perchè privo di sunicienti il Santo titolare in campo d' oro, e al


rendite, laonde tale benefìcio fu poi as- basso due figurine, di uomo e di donna,
segnato per stipendio di 4 «naeslri per dì Donato Memmo che allora vi era po-
istruire i chierici nella lìngua latina e nel destà, e di sua moglie. Lo sovrasta il bas-
cauto Giegoriano, due in Burano e due sorilievo marmoreo dell'Assunta. La chie-
in Murano. Morì Marco Giustiniani nel sa è a 3 navi formate da colonne di mar-
1 735 in Murano, e fu sepolto nella chie- mo greco con istupendi capitelli. Il ta-

sa matrice dì s. Maria e di s. Donato, bernacolo ornalo da cristallo di monte


ov'trasi preparata la tomba. 11 successo- appartenne alla demolita chiesa di s. Mar-
re fr. Vincenzo M." Diedo, morì simil- tino, restauralo e qui portato nel i854.
mente nella sua lesidenza dì Murano nel L'urna battesimale è assai pregevole, ed
1753 e fu deposto nel sepolcro da lui il pavimento fallo a musaico fin da del'

fabbricato nella chiesa delle correligiose loi i4o,inegual modo a quello della Mar-
carmelitane scalze, da lui introdotte in ciana basilica, èdcsno d'osservazione. La
Murano. Egli è pel narrato che questa Fabbriche di F^enezia riportano il pro-
chiesa viene chiamata cattedrale). Dei- spello esterno del coro, ossia dell'apside
sangue Stefano protomartire, e del-
di s. della chiesa cattedrale nell'isola di Mu- j
le viscere di s. Era>mo vescovo e marti- rano, colle dichiarazioni del conte Cico-<
re. Un osso di s. Maria Maddalena, altro guarà. Dice offrire materia di molla me^
di s. Giacomo o[)ostolo, e porzione di dilazione agli artisti ed agli archeologi,
altro di s. Gio, Ballista. E' pur memo- ritrovandosi un misto di vera eleganza e
rabileun antico vaso ligneo detto hot- il d'imbarazzo nella soluzione di alcune dit-
tazza di s. Albano, neh 543 fatto affig- fìcollà non superale dall' archiletlo co-
gere da Carlo Querini podestà di Mara- struttore della fabbrica singolarissima, e
no in uno de'piùalti sili della chiesa in- specialmente visibile nelle due ale ove
teriore,e ben assicurato con ispranghe di l'arcate decrescenti in altezza si presen-f
ferio, per togliere, siccome è tradizione, tano in isghembo. Aggiunge, che l'edi-
le questioni di proprietà insorte tra i bu- fizio non potrà giudicarsi mai originato"
ranelli (de' quali è protettore sant'Alba- sulle maniere normanne gotiche o te- ,

no vescovo e martire), e i muranesi, che desche che si voglia chiamarle, come noi»
avevano scoperto questo orciuolo pia- potrà giammai giudicarsi greco oroma-
menle credulo del santo vescovo. L'an- no; ma tanto nella forma del totale^ co«
no che vi si legge non èi453 come Fla- ma in quella delle singole parti, delle co-
minio Cornaro ed altri che il cojiiarono lonne, de'capitelli, degli archi, degli or-
hanno detto, ma benM i543, che vi sta namenti vi si scorgerà quantità di punti
tuttora nitidissimo. Tale notizia mi fu di contatto coli' araba architettura piì|

somministrata dalcavalìere Cicogna. Nel che con qualunque altra, di cui riman-i
I i^o il t«?ajpì« (u perfezionato nella fov- goiio avanzi. Non potendosi ascriverlo. aU

I
VE ?^ YEN 56i
l'epoca dell'edifizio di Tor-
s. Fosca di genze Per l' esemplarità de'
alla cliiesa.

cello, è forza convenire, ch'esso pure ap- monaci, nel 1 822 furono chiamati da'cit-
partenga all'età, in cui sorgevano in Ve- ladini di Chioggia a fondare una colonia
nezia casCj palazzi e templi di gusto sa- del loro istituto. A questi eremiti di s.

raceno e misto. L'aggìnnta del Zanotto Mattia, neh 329 Simone Pianelli eremi-
erudisce sul pavimento, e sulla tavola ta faentino soggettò il suo romitaggio di
più antica ivi esistente tanto importante Faenza, a condizione che vi si .fondasse
per e da lui illustrata
la storia dell'arte, un monastero camaldolese sotto il titolo
nellaStoria della Pittura l^eneziana. di Maria Vergine e di s. Gio. Datlisla, il
Questo laborioso scrittore ovuiuiue fa quale eretto colle limosine de' faenti-
mostra di scelta erudizione e di profon- ni restò soggetto al monastero di s. Mat-

da conoscenza delle cose patrie, dando tia, finché fu separalo e unito alla cele-
prova altres'i di critica sagace e di quel bre Congregazione camaldolese di s.

fino giudizio '•ingolarmente richiesto da- Michele di Murano, come dissi a suo
gli argomenti. Questo pregevolissimo tem- luogo. Fr. Leonardo converso di s. Mat-
pio minacciante lovina, viene per le cure tia, soggetto a quest'abbazia, fondò in

del governo tutto ristaiirato in quest'an- Bagnacavallo un monastero camaldole-


no i85S, essendosi trasportata l'uftlzia- •
se che fiori nell' osservanza. Due mona-
tura nella vicina chiesa monacale di san ci i335 istituirono
nel d celebre eremo
Giuseppe. —
La Chieda di s. Maria del Padovano di s. Maria di Ilua , ridotto
Rosario e s. Erasmo vescoi'O e inarti- poi a monastero da'monaci di s. Mattia.
/v, volgarmente Sarasnw, ora non è che Giovanni Sapirolo eresse un monastero
un oratorio, udlziato dal clero della par- camaldolese nella diocesi di Pesaro, sog-
rocchia. Fu chiesa parrocchiale, che ca- gettandolo alla badia di s. Mattia. Per-
dente per vetustà, venne rifabbricata nel tanto per questi monasteri e per altri
I 120, e distrutta poi afTallo nell'ultime che in seguitosi unirono ad essa, si formò
guerre Ira la Francia e le potenze coaliz- la Congregazione dc^ camaldolesi di v.

zate. — S. Matteo apostolo^ volgarmen- Mattia di Murano, per esserne questo


te s. Maffloy oratorio presso il cimiterio monastero il capo e principale. Tale repu-
comunale, eretto nel 1846. -iS'. Mattia — tazione continuò a godere a segno, che Ur-
(1 postolo , oratorio non sagramentale. bano V neh 363 tra'deputali apostolici
L'anteriore chiesa fondata neh 220, era per la riforma de'monasteri del dogado
prima di monache, ma nel 1 243 fu data veneto, comprese Leonardo priore di
vi

dal vescovo di Toicello Stefano Natali s. Mattia, monastero il Papa nel


al cui

n'monaci camaldolesi di Camaldoli, a con- 1870 confermò la giurisdizione sugli al-


dizione che dovessero continuare gli os- tri a lui soggetti, ordinando a questi che

sequi soliti verso la chiesa matrice di s. da lui dovessero dipendere come mem-
Maria. Il Corner, che riporta copiose no- bra dal loro capo, ed i loro priorati fosse-
tizie sul monastero, dice che il generale rodi libera disposizione de'priori che pre-
b. Martino volle che si chiamasse ere- siedessero il priiicipal monastero di s.

mo, essendo state fd)l)ricate negli ango- Mattia, e concesse altri privilegi al prio-

li dell'orto due [)iccole celle, ove gli ere- re Mercuriale. Questi fu benemerito, per
miti potessero attendere alle celesti nne- avere indottoli bolognese Gio. Francesco
ditazioni, non senza santitlcare i prossi- de Armis a fondare, nel 1870 presso Bo-
mi accorrenti alla chiesa. Nel 1249 In- logna un monastero soggetto al priore ili
nocenzo IV prese il monastero sotto la s. Mattia, ma che poi fu ridotto misera-

protezione della s. Sede; ed il successore mente in commenda. Essendo frattanto,


Alessandro IV uel i26u accordò induU circa questi tempi, ristorata l'antica chie-
.

sn, fu poi solennemente cons.igrata


qosloi387 claGilbeilo vescovo di
a' 8a-
1

Paren-
l'ìnvoGazione di
VE
Giovanni apostolo e
s.

evangelista, ad uso di la frali, domenica-


adempimento
N
i
zo. Cinque anni dopo venne in questo mo- ni. L' di sua volontà co-
naslero il b. Daniele de' signori d'Ungii- nìinciò ad elFeltuarsi nel 1 363 e si com-
s|tach castello di Caiinlia, ove condusse pì neli4«7- 1 procuratori di s. Marco 1
vita viituosissin)a in abito secolare, ma detti dì dira, commissari deputati, in-
alcuni ladri scellerati per derubarlo bar- caricarono il priore de' ss. Gio. e Paolo
bfuaivienle lo strozzarono nella sua ca- di Venezia d'uitrodurre nel nuovo con-
niera. Di[>oi il suo corpo fu trovalo in- vento 12 de'suoi frali secondo la pia in-
corrotto e di tinta vivace, esalante soa- tenzione del testatore, tutto confermando
vissimo odore, Dio glorificando il suo ser- poi Martino V. Quantunque il benefico
vo con miracoli. Trasportato il cadavere foudatore avesse stabilito il dello s. Ti-
sotto un aitale iu modo visibile, continuò tolare, nondimeno mentre si andava di-
l'incorruzione ra'uabile. Nel 14^1 il ge- lazionando i principiì della fabbrica, aU \

nerale de' camaldolesi concesse al uiona- cciui di voti avendo ivi eretta una cappel-
slero il priorato di s. Martino di Frata la in onore di s. Pietro martire , il no-
IO vinaio dalle guerre. Nel 1462 il prio- me passò alla chiesa, e con ambedue la
re Nicolò de'Too)raasi riparò a' pregiu- ichiamò Eugenio IV nella bolla del i4^4>
dìzi recati da alcuni suoi predecessori, in colla quale concesse indulgenza a quelli
seguito la chiesa fu rifabbricata in, più che in alcuni giorni stabditi visitassero
ampia e maestosa forma, eridottaacoin la chiesa de'ss. Gio. Evangelista e Pie-
pimento venne riconsagrala a'20 giugno tro martire posta nell'isola di Murano.
155o da Giovanni Delfino vescovo di Per improvviso incendio divampò tutta
Torcello.ed ebbe insigni ss. Reliquie. Nel la chiesa nel i474> ^ ^'^ tosto riedificata

1810 cessali d'esistere i camaldolesi per colle caritatevoli olferte de'fedelì, anima-
1.1 generale soppressione, abbandonata la ti dalla plenaria indidgenza perciò ac-
chiesa e diveduta diruta, i marmi che ne cordala da Sisto IV, il quale oude potes-

furoiavano maggior cappella e l'altare,


la se ridursi a maggior ampiezza, permi.se
in uno a'sedili marmorei, furono traspor- nel (477. che a dilatarne il recinto si at-
tati a nobilmente decorare l'abbaziale di terrasse una casa, delta l'ospedale di s.
s. Rlaria della Misericordia di Venezia, StefJuiOjOvesi ricovravano 4 povere fem-
ilche narrai nel § IX, n. i. Ridotta la mine, a condizione però che iu altro luo-
chiesa ad oratorio, questo fu Benedetto go dovesse il convento a proprie spese
a'26 febbraio i852, ed aperto 51 culto alzare un ospizio eguale al diroccato.
divino. —
S. Maria Concetta e Luigi
s. Ter«ninata a perfezione la nuova chiesa
Gonzaga, oratorio eretto nel 1 843, ed in neh 509, fu consagrata a' IO agostoiSi i

cui si raccoglie la gioventù ne' d\ festivi, Appartenne sempre a'doraenicani sino al


sotto la protezione di s. Fdippo Neri. — 1806, in cui vennero concentrali co'lo-
S. Pietro il/d!r//>c, chiesa soggetta al vi- ro confratelli de' ss. Gio. e Paolo e ne ,

cariato, parrocchia padronato de'capi di fu chiusa la chiesa. Riapertasi per altro


famìglia, parte del comune di Murano, nel 18 10, fu destinata parrocchia in luo-
con anime 2C)o5. Ha il pievano, il sa- go della soppressa di s. Stefano proto-
gnsla, ed altri 4 sacerdoti. Ad oggeito di martire, e deve assai al parroco Stefano
giovare a se stesso e di suffragare l'ani- can. Tosi. E' delle più pregevoli per la

me de'suoi defunti. Marco Michieli pa- copia e bellezza de' dipinti. Ne' 4 angoli
trizio veneto ordinò con testamento del vi ha altrettauti Angeli con istrumenti,
348, che co'suoi beni si erigessero in
I di stile leggiadro, attribuiti a Bartolo-
Mui'auo una chiesa eoa convento sotto meo Vivaiini. Nel t.° altare è gaia epe-
V EN V E N 5G3
ra del Pniino giovine iMaria Vergine e i." altare la tavola con Maria Vergine
3 Sonli, qui iei:ala dalla chiesa soppres- Assunta al piano si crede piuttosto tlei

sa di s. Ciiigio olla Giudecca. il quaiho Basaiti, quantunque vi abbia ciii la re-

con s. Agostino che caipesla l'eresie, è del puta di Gio. Bellino. Le figure vi sono
Liizzarini, del suo stile vigproso. Nel i.° bene atteggiate, mirabili le leste, ogni co-
altare è di Francesco di Sonia Croce, ili- sa condotta con diligenza. Dove nianca
.° altare la
Rcepolo di Gio. Bellino , IMaria Vergine è nella prospettiva aerea. Nel i

fra'ss. Girolamo e Geremia, con a' piedi tavola con Maria Vergine Ira'ss. Loren-
un Angelello. lì," di bel colorilo e dipinta zo e Agostino, e "inoccbioni il senatore
con amore , condotta sullo siile antico, Lorenzo Pasqualigo,e con un Angelelto,
ina con qnalclie principio del moderno. è dipinto che il Moschini volle attribui-
Quadro condotto daGio. Bellino nel i4^8 re, nell'incertezza del suo autore, al vec-
ton Maria Vergine, Ira'sS, Agostino e chio Palma, col conforto di vedere ac-
Marco, il quale le presenta ri doge Ago- colto il suo sentimento, com'egli slesso di-
«lino Bai barigo. Il coo>ponimenlo è mae- chiara, nel suo dire franco e sentenzioso,
stoso in sua semplicità; ed ogni figu- al mollo che vado riproducendolo. Do-
ra è variala secondo il suo carattere. po l'altro altare è brillante e grazioso la-

Forse che la natura vi è tioppo servil- voro di J. Tititorelto il Battesimo di N.

mente imitata; però il colorilo n'è vigo- S. I quadri laterali all'organo con l'An-
roso. Il quadro con s. Girolamo nel de- nunziata e i ss. Lorenzo e Agostino, so-
serto è di Paolo Veronese. Nel presbite- no del Diana. Sopra l'organo la Nascita
rio i due gran quadri, con le Nozze di di Gesù è del Bafeslra. —
Chiesa di s.
Caua Miracolo de'pani e pesci sono
e il Riaria degli Angeli, era sussidiaria alla
due accurate e immaginose opere di Bar- descritta parrocchia, con suo vicario, ora
tolomeo Letterini. La tavola dell'altare chiusa perchè minacciante rovina. Desi-
con Cristo deposto dalla Croce , ov' è derosa d'aumentare il divin culto |a no-
oggiunlo il Santo titolare, s. Pietro mar- bile matrona Ginevra, unica figlia ed e-
lire, è delle migliori opere di G. del Sai- rede di Marino Gradenigo, offrì in libe-
viali , di buon efl'ello e naturale. Nella ro dono neh 187 un vasto tratto di ele-
seguente cappella la tavola qon Maria vala palude, situata nell'estremo angolo
Vergine Ira 4 Santi ed un Angelelto, è dell'isola di Murano cite riguarda Vene-

di Bartolomeo Vivarini, qui recala dal- zia, a Giacoiniiia Boncio, perchè in essa
la dislrulta cliiesa di s. Cristoforo in i- ilovesse suo
fabbricare una chiesa col
sola. Il s. Ignazio abbracciato dal l\e- monastero sotto 1' invocazione della B.
dentore è del Lazzariui. La s. A gala vi- Vergine e di tutti gli Angeli, e dell'apo-
sitala da s. Pietro nella prigione si at- stolo s. Giacomo, ed ivi per[)etnarvi la
tribuisce e a Paulo Veronese e a Benedet- sua dimora con altre religiose compa-
to, di lui fratello, del quale però la re- gne in abito regolare. Accolta la pia of-
putano più accorti intelligenti. Le teste
i ferta coii esultanza, la sanzionò a'20 mar-
ne sono toccate con ogni grazia e con dot- zo» 188 Leonardo Donato vescovo di Tor-
trina di pennello. Sopra la porta della sa- cello. Giacomina dunque tutto elfelluò, e
grestia è buon lavoro di Leandro Bassa no stabilì alle monache, a norma del vivere,
il Martirio di s. Stefano, ora venne sosti- la regola dì s. Agostino, e ne assunse poi
tuito dall'Annunziazione del Pordenone, il governo, l^reslo vi regnarono il fervo-
die era nella chiesa degli Angeli. Nella re e l'esatta osservanza, per cui nel se-
sagrestia quegl'intagli in legno, bizzarri guente secolo uscirono da (jueslo chio-
di fdutasia, ma con valore condolti , so- stro le illustri vergini Gaudenzia, islitu-
no opere di Pietro Morando, i'resso il trice di mouciclie agostiniane dell'antico
564 V E N YEN
iiiorinstero di s. Giacotiio di Murano, e nd esse monache benefizi ecclesiastici di
i
'

Lucia Tiepolo, fondalrice in Venezia del Lovaduia. Graie le medesime a Dio per
lospicuo monastero del Corpo del Signo- tante larghe beneficenze, rifabbricarono
re, Anche Bernarda Dotto e Girolama con magtnficenza la loro chiesa, ed a' 16

Loro, dalle quali riconoscono l'origine i maggio ioag consagrò solennemenle


la

monasteri di s. Girolamo, l'uno contiguo Daniele de Kossi vescovo di Caorle. Nel


a Treviso, l'altro in Venezia, riceverono recinto esterno del monastero, formante
in questomonastero nel secolo XIV pri- i piazza alla chiesa, per divozione il prete
mi rudimenti della perfezione religiosa. Francesco Alberi nel 566 eresse una de- 1

L'alta riputazione di straordinaria pietà cenle cappella in onore del dottore s. Gi-
che fioriva tra (pieste agostiniane, venne rolamo, che a'5 febbraio! 567 consagrò
in cognizione d'Eugenio IV, che nel i43 i Giovanni Delfino vescovo di Torcello.
vietò il distuibariie lo spirilo di solitu- Nella chiesa di s. Maria degli Angeli eb-
dine, e nel 1432 gli fece dare discrete co- be tomba il celebre Sebastiano Venier
stituzioni; nel 1438 gli uni le rendite, ed vincitore a Lepanto e poi doge. Le mo-
assegnò le suppellettili ed marmi del
i nache agostiniane vi restarono sino al
rovinoso monastero di s.Lorenzo d'Am- 1810, epoca della sempre deploranda
Diiano, in uno alle ss. Ueliquie, fra le soppressione, per la quale fu demolito il
quali una ss. Spina. Sotto Nicolò V fu monastero. Vasto è il tempio e di bella
unito al monastero l'ahbandonalo prio- forma. Il copioso e ricco solHtto è vago
rato di s. Giustina di Venezia, già de'oa- dipinto del Pennacchi. I 5 grandi qua-
iionici regolari del ss. Salvatore e di s. dri co' falli della vita di s. Marco sono
lìrigida,ove poi alcune monache passa- di Domenico Tintorelto; però in quello
rono a formarvi un florido chiostro. In- con rA[)parizione dcd Santo può sospet-
lanto pregiudicato il monastero dalla lun- qualche colpo del pennello pa-
tarsi i\'n\\
ghezza del tempo, si dispose nel i46i l'in- terno. Alla parte opposta la s. Apollo-

tera riparazione con privilegi di l^io II, nia minacciata del martirio è del Peran-
che nel 1,4^^3 lo dichiarò esente eimine- da; il martirio di s. Cristoforo è dell' A-
cliatatnente soggetto 'dia s. Sede, l'aolo liense, e quello della ricordata saula è del
Jl neli4*^9 ""' "' "fionastero di s. Ma- Dal Friso, Sono sullo stile del Palma
ria degli Angoli hi chiesa parrocchiale giovine le tavole de' due primi altari. (

di s. Salvatore di Murano. Dovendo il quadri de' due altari laterali, con Cri-
P.ipa approvare l'eletta piiora, nel i473 sto che appare alla Maddalena, e un De-
il cardinal lliario legato ne dispensò le posto di Croce, sono di G, del Salviali o
monache, privilegio confermato con au- della scuola sua, L'Auncmziata al mag-
torità di Paolo III nel i544j '"f> limi- gior aliare è graziosissima opera del Por-
tandosi a 3 anni la diU'ata delie priore. Il tleuone. Il gran quadro con l'Ingresso di
monastero riboccando di religiose, per Cristo in Gerusalemme è del Diziani, La
pi ocurarne l'ampliazione Innocenzo VI 11 chiesa di s, M u-ia degli Angeli, biso-
gli ottenne stissidii dal senato, e nel (
490 gnosa di grande restauro, non è da al-

unì a (juello di s. Maria dagli Angeli il cun tempo più officiala, e vari quadri
monastero cistcrciense ahi)andonalo di ed altri oggetti sagri furono collocati nel-
8. ìMaiia deirOspeilale di Piavedi Lova- l'attuale chiesa parrocchiale di s. Pietro
dina, originato sin da'tempi di Sergio IV martire. — • S. Giuseppe oratorio non sa-

l'npa per ricovero de'pellegrini di Terra gramentale, con ospizio a ricovero di po-
cura dell'ani?
SiMita, restando affidata la vere vedove eretto nel 1754, secondo Io
me ad un cistcrciense o altro sacerdote. Stalo personale. Ma il cav. Cicogna tral-
Alessandro VI uel 149^ dichiarò spellare laudo nelle preziose Inscrizioni Feaczia-

1
V EW V E N 5G5
he di qtiesl'oialorio Biinfi,c\\e tìic» ele- a'ss. Innocenti martiri in Betlemme (il Ci-

fante, ne slahilisce l'erezione nel lyji- cogna nedubita,e piuttosto li credeallicl-


53 per la generosa pietà di Giuseppe tanli bambini neonati muranesi, poiché
Briati, avendolo acquistato dalla conda- sin da'primi tempi erano ordiuiiriamen-
lernila di s. Gio. Battista de'Batliuli, al- te separate le tombe de'fanciulli da quel-

laquale era stalo donato dal senato nel le degli adulti). Indi facendo a gaia illu-

1668. L'istituto in origine fu di ricove- stri personaggi per ottenerne alcuno, es-
rare 12 povere vedove dell'età di Scan- sendosene scemalo il numero, il senato
ni, cittadine e abitanti in Murano, e rac- decretò nel 14^3 proibizione di conceder-
conta come fu oialmeiiata la pia istitu- ne. Già la chiesa possedeva neli374po'-
zione, cosa deplorabilmente non rara. A zione del cranio e dell'ossa del s. Titola-
questo umiliante passalo, consola e edi- re, un osso Luca evangelista, un di-
di s.

fica in leggere nel medesimo solerte rac- to di s. Menna martire, una mano di s.
coglitore e illustratore , clie la virtù del Teodora vergine e martire, un osso di s.
cav. Pietro Bigaglia snllodato, secondai^ Panlaleoiie martire, le reliquie de'ss. Co-
do gl'impulsi di quella pietà clie forma sma e Damiano e altre tradotte dall'O-
la principal dote del suo cuore, ha asse- riente. Eretta la chiesa ne'suoi principi!
gnato in (piesl'anuoi858 un capitale di come parrocchiale, divenne poi collegia-
circa fiorini I 8, 5oo, rendenti l'annuo in- ta. Nel 8 o'chiusa
I I la chiesa e soppressa
teresse di circa fiorini 900, a favore del- la parrocchia, dopo alcuni anni fu demo-
ie povere donne che raccolgonsi nell'o- lita, tranne la cappella del ss. Sagiamen-
spizio Briati a Murano sua patria. — S. to collo stesso antico pavimento lavora-
Stefano Prolontartire, oratorio non sa- lo a tarsia di vari colori. Vi si aggiunse
gramentale. Bastò all'isola di Murano,ne' l'atrio e la parte deretana per chiuderla
primi tempi che cominciò ad abitarsi, la e farla servire a pubblico oratorio, il cui
sola parrocchiale di s. Maria, giacché il quadro del moderno muranese Melchio-
vasto tratto del suo circuito era in gran re Fontana, rappresenta l'Addolorata, s.

parte occupalo da saline e da niolini; ma Stefano protomartire e S.Giovanna Fran-


quando divenne più copioso il numero cesca. — Chiesa di s. Giuseppe, con mo-
degli abitanti, per l'assistenza dell'anime nastero dell' agostiniane. I carmelitani
e la pronta amministrazione de' sagra- scalziottennero dal senato dì fondare in
menti , si eressero in opportuni siti del- Belluno un monastero di suore del loro
l'isola alcune cappelle o chiese, nelle qua- ordine; ma nwn potendolo effettuare, cer-
li da'sacerdoli dipendenti dal capitolo di carono di poterlo eseguire nell' isola di
s. Maria si esercitasse la cura d' anime Murano, e l'ottennero con decreto del
col nome di vicari, onde distinguerli dal 1736. Colla pronta carità de' fedeli co-
pievano di s. Maria, che di tulle ne di- minciarono a fabbricar la chiesa e il mo-
venne la matrice. Una di queste chiese nastero, e nel lySy la s. Seiìe commise
fu quella fabbricata in onore del proto- al vescovo di Torcello Vincenzo M.'' Die-
martire s. Stefano circa il principio del do, che poi vi fu sepolto , di ridurre la
secolo XI, e consagrala poi dal vescovo fabbrica a canonica forma di monastero,
di Cea Priiici valle, essendo vacante la se- sotto le regole e giurisdizione de' carme-
de di Toicello, il i." maggio i^'j^, an- litani scalzi. Questi del con vento di s. Ma-
no memorabile per questa chiesa per la ria Nazareth di Venezia, trassero dal
in
scoperta d'un prodigioso numero di cor- monastero proprio di Couegliano la prio-
pi santi di martiri, cìo« 200 e più. Que- ra M.' ìMaddalena Giuslini/iui dello Spi-
sti essendo di statura e forma infantile, rilo Santo, fondatrice di esso, con 3 altre
la tradizione riporta essere appartenuti religiose, le quali entrarono nel chiostro
9

566 \ li ^ V E l\

ii)iji'ane»e 4ì' I 2 dicembre. La chiesa fu Giulio TI uiù la [)arrocchia al monasl0« '

intitolitla à'ss. Giuseppe e Teresa, Nel ro, concedendo alla badessa la presenta-
marzo 1808 ItiUavia vi abitavano le car- zione del vicario perpetuo, dichiarato poi '

inelilaiie scalze di s. Giuseppe, ma poi amovibile da Giulio HI nel i55o. ludi


soggiaC(j(ie alla comune soppressione nel le monache rinnovarono da'foudamenlt
1810. Dipoi verso il 1828 si trailo di la chiesa, angusta ma ben adorna, ve-
ridurre la monastero ad abi-
chiesa e il nerandovisi il corpo di s. Valentino mar-*
tazioned'alciine donne agostiniane e d'al- lire, e molle ss. Reliquie d'altri martiri,
tri ordini fpja e là disperse dal lui bine eslralle da'solterranei di Iloma; e la fac-
distruggitore. Antonio Dalmistro bene- ciala rinnovò nel 1698. Durarono lo
si

merito i.° deputalo della cotnunilà di monache fino al 1806, in cui soppresse,.,
Minano, si olhì di restaurare il locale, ed furono concentrate con quelle di s. Ma-.
a'3 settembre fu benedetta la nuova chie- ria degli Angeli; poscia dopo il 1810 de-
sa solto il Giuseppe e di s. A-
titolo di s. molita la chiesa , sulle sue rovine e dei-
gostino. In conseguenza delta sovrana ri- monastero sur.;e neh 8i6 il locale [)er le-

soluzione de'23 novembre 1829, enlra- fabbriche di conterie della dilla Dalmi-
rono le pie donne sotto il nome di mo- stro. — • S. Salvatore, parrocchia. Dedi-:
nache agostiniane a'4 maggio i83o. Ora cala alla Trasfigurazione del Salvatore,,
ha il confessore, il cappellano, la priora, la sua fondazione dicesi risahre al V seco-
la vicaria, i4 coriste, 2 novizie coriste, lo, o 4^'2> P^'" opera de'fuggitivi alli-
al

9 converse oltre 2 novizie, e 5 proban- nati, e perciò si crede essere slata la più.
de. In tal modo Minano, che conlav;i tan- antica della ciltà, allorché si rifugiarono
ti monasteri d' ambo sessi, di presente i nelle venete isole ove fjcevasi il sale, in

non vanta che (piesto. -^ La chiesa di ,?. hcoSalinariir/i. Nel 988 ebbe un accre-|
Teresa^ ha il contiguo conservatorio p'.r sciuiento dalle famiglie Alberegno, e Ga-*
l'educazione tlelle fanciulle. Queste 8(jno lalazi. Però il Corner non dà grau peso
lechieseegli oralorii ora esistenti in Mu- quanto alle origini di questa chiesa^ e
rano: le seguenti tion più esistono. — S. d'essere stata lai.' di iMurano, come pre-
Martino, parrocchia con monache di s. tendono la popolare tradizione e le cro-
Girolamo. La chiesa la fabbricò in ono- nache antiche. Nel 1068 fu riedidcuU
re di s. Martino vescovo di Tours la ve- da Domenico MorOj il cui pronipote Ste-
neta nobile famiglia IMarcello, e Pietro fano r arricchì di rendile e d' un fondo
di essa nel 1 187 la donò al suo pievano di saline contiguo neh i43, altro terreno
e parrocchiani colle adiacenti fabbriche. tlonandogli neh 70. Paolo i li ueh46c>
Fra'pievani nel 3o6 lo fuCardinale Mo-
1 l'unì e soggettò al monastero di s. Maria

rosini, il quale avea nome Cardinale, co- degli Angeli, alla cui priora fu devoluta
me avverte il cav. Cicogna, non la di- l'elezione de'pievani. Resa rovinosa, verso
gnilà che gli attribuì Corner. Tutti er- la metà del secolo passato la ridusse in
riamo, lutti. L'ultimo pievano France- piìx ornata forma il pievano Girolamo
sco de Rossi vedendo che la chiesa per la Calura, decorandola di ss. Reliquie e
sua antichità minacciava rovina, la cede indulgenze j e facendola consagrare a'

collecircon vicine fabbriche a Maria Mer- maggio 1743 dal vescovo di Torcello
jìni monaca di s. Caterina di Venezia Vincenzo M." Diedo. Soppressa la par-
per piantarvi l'islituto di s.Girolamo se- rocchia, la chiesa era in piedi nel 18 i8,
condo i suoi desiderii. La cessione ebbe indi fu demolila nel 1884? e per memo-
luogo neli5oi, e tosto s'intraprese il ri- ria Giuseppe JMaio, ch'eravi slato bat-
stauro della chiesa e l'erezione del nio- tezzato, in suo luogo eresse neh84o "»a
naslero con autorità d'Alessandro Vi, e cappellina o oratorio ai ss. Salvatore, li
V EN VE N 5Gy
clie ricavo diil rav. Cicognn. — S. Cipria- con Fnlcone marchese d' F.^'le, decisi nel
no, abbazia. In vicinanzii dell'antica città 1 146 a thvorede'monaci. A tali litigi SBc-

di Malainocco, posla già presso il porto, cessero que'del clero di Piovigo, sulla giu-
che da ebbe il nome, e poscia soni-
lei risdizione spirituale del monastero ,
per
niersa nel mare, il doge Giovanni li i'ar- la chiesa parrocchiale tli s. Gio. Battista
tecipazio circa l'SSS l'ondò h^ chiesa de- fabbricata neh iGacoli'esenzione di par-
dicata a'ss. Cornelio e Cipriano martiri, te delle decime, per concessione di Vita-
e l'assoggettò allaba)«ilica di s. Marco. Il le vescovo tl'Adria, e approva/ioiie d'A-
doge Vitale I Michìeli tleli oq6, meotre lessandrolll; ma Lucio IH die ragione a'

abitavano alcuni religioni il monastero monaci, i quali da altri benefattori rice-


detto di s. Cipriano di Malainocco, per verono diverse altre donazioni. Nel 1 1 20
la prossimità a tal città, la donò all'abbai' il patriarca gradcse esentò i monaci di s.

te di s. Henedtitto di Poltrone di 3Itiri- Cipriano da'personali ossequi alla matri-


toi'cr, per fondarvi un monastero dell'or- cedis. Maria di Murano, solo obbligati
dine di s. Benedetto, dotandolo di rendi- riconoscerla col censo di due misure di vi-
te e pel compimento degli edilizi epelso- no; censo che continuò a sodilisfarsi an-
slentatnento de'monaci. Indi non pochi che dopo r unione della badia ai patriar-
benemeriti ne aumentarono le rendite, cato di Venezia. Per l'esemplarità de'mo-
fra le quali la villa Conche nella diocesi naci continuarono le beneficenze de' fedeli,
di Padova, possessioni nel Trevisano e ca- anche del vescovo di Trieste e del patriar-
se in Venezia. Poco dopo per le frequenti ca d'Aquileia e Adalpero di Capodisti ia
;

escrescenze del nisu e cominciate a rovinar gli soggettò la chiesa di s. Maria in riva al

le fabbriche di (juesta troppo e*po^ta cit- fiume Risano colle rendite. Anche4<^hie-
tà, e ^uinacciando ahres'i egual disgrazia sedi Veglia in diversi tempi furono unite
non meno al rimanente di essa, che al vici- al monastero. Fornito questo di cos'i rag-

no monastero di s. Cipriano, il doge Or- guardevoli rendite e giurisdizioni, Papa


delal<> Falier con diploma del io8 per- i Onorio III ad istanza del doge Ziani lo
mise al priore-e monaci di potersi trasfe- dichiarò abbazia, ed Ugo diCampeteìlo
rire altrove in qualuixpie luogo del Do- fu eletto i.° abbate, da ([uelloe da'uioiia-
gado, ed ivi un sicuro mona-
fabbricarvi ci di Polirone, e continuò nell'abbate di
stero. Eguale permesso accordòGio vanni questo la hicollà d'eleggere l'altro di s.

Gratlenigo patriarca di Grado, con diplo- Cipriano amovibile, finché l'abbate Mo-
ma fermato con sigillo di piombo, la cui raiidino protestò d'essere perpetuo, anzi
incisione offre Corner. Nel i 109 Pietro nel I 307 ottenne dal cardinal Napoleone
Gradenigo tionò a'monaci di Malainocco Orsini legato apostolico, la prerogativa
un suo terreno vacuo con una vigna e , all'abbate di s. Cipriano d'essere perpetuo
cavana (luogo nell'acqua ove si tiene la e inamovibile. Mentre fu riconosciuto nel
barca al copei to) poste nell'isola di Mu- i383 padronato de'Gradenighi del mo-
il

rano, acj;iocchè vi fabbricassero a loroco- nastero, morto r ultimo abbate conven-


niodo chiesa e monastero, il quale deno- tuale Giovanni Gallina, fu ridotto in com-
minarono s. Cipriano allorché li compiro- menda. L'ebbe per i.° Francesco Malipie*
no neh III. L'anno seguente .Sinibaldo ro arcivescovo di Spalalro, e nel 14^8
vescovo di Padova permise d' innalzar a Martino V conferì l'abbazia di s. Cipria-
Conche una chiesa colbattìsterìo e giuris- no al cardinal Antonio Cori'aro. Avendo-
dizione parrocchiale, esentando i beni la poi r'munziata, lo stesso Papa ne'primi

dalie decime. Diversi signori othironocon- deh 43 1 elesse abbate Agostino di Vene-
ligui terreni, e possessioni nel Vicentino; zia monaco del monastero, dotto e pio.

) quali aumenti furoDO cagione di litigi Per la condizione di commenda, per le


568 V EN VEN
vicende dello scisma, scemato il numero patriarca Federico Cornaro trasferito il

de'muiiaci, per le funzioni del divin cullo seminario patriarcale. Nel i6t>o il pa-
fu d'uopo chiamare altri regolari nel mo- triarca Morosini, con nuova e miglior
un secolo vidiinoraro-
nastero, e per oltre fabbrica ristorò la chiesa, ove riposava
uo servi di Maria. Morto l'abbate Ago-
i il doge Pietro Gradenigo. A'noslri gior-
stino, e avendo rinunziato il successore ni la chiesa fu soppressa, anzi all.itlo di-
Gio.Zorzi monaco di s. Giorgio,eIelto nel strutta, e l'antichiiisimo musaico l'acqui-
1456, Calisto Ili nel 1 458 surrogò Vit- stò il regnante Federico Guglielmo 1 V re
toreTre visau vallotubrosano, il quale ve- di Prussia. Possedeva buoni dipinti, fra'
dendo il monastero di s. Cipriano senza quali di Cristoforo da Parma e del Por-
monaci, volle rinunziare perchè vi fosse- denone, il i.° trasportato nella sagrestia
ro introdotte le monache benedettine di della Salute. Un'elegante e breve descri-
s. Servolo, e poi non si fece altro. Nel zione di s. Cipriano si ha da'Sili pittore'-
i5oi Alessandro VI gli die a successore scili, del eh. Bartolomeo Gundia, con ve-
Giovanni Trevisan, contro di cui insorte dutina egregiamente disegnata da Pietro
le prelese de'Gradenighi, rinnovate giù Chevalier e intagliata da Uocco Anni-
sotto il predecessore, nel 1 5o3 con senten- bale, in cui precipuamente si vede la por-
za fu dichiarato padronato non aver
il ta arcuala d'ingresso all'edifizio, cherice*
fondamento. Giovanni nel 524,con bene- 1 ve nobile ornamento da due alberi lussu-
placito di Clemente VII, rinunziò al nipo- reggianti, piante fronzute di loti bagolari
te Giovanni, il quale nel 1 56o assunto al che la spalleggiano, tanto più venerandi
patriarcato di Venezia ottenne da l'io in quanto che altri alberi egualmente
IV la ritenzione della commenda. Op- maesto.si diffìcilmente trovansi in tutto il

presso poi dagli anni, volle rinunziare a suolo che fronteggia le veneziane Lagu-
Sisto V l'abbazia de'ss. Cornelio e Cipria- ne; alberi eccelsi che valsero a resistere
no di Murano, per provvederne il pro- all'ingiurie del tempo, alberi più fortu-
prio nipote Pietro Emo; ma essendosi nati delle muraglie che adombrano or-,
opposti i Gradenighi, l'avveduto Pon- mai diroccanti. » Ma non le sole mura-
tefice,anche per quanto dirò nel § XIX, glie di s. Cipriano, ma la terra tutta di
nel dogado 88.°, esaminate maturamen- Murano va mutandosi in luogo di soIq
te le loro pretensioni, decise non ap- rimembranze! Dove sono oggidì palagi i

partenergli aifutto il padronato, ed uni e verzieri di Bernardo Giustiniani, di An


i

perpetuamente alla mensa del patriar- drea Navagero, di Caterina regina di Ci-
cato di Venezia, colla bolla Ilodie a No- pro? dove le magnifiche logge nelle qua-
hìsy i5 alaggio 1587, BiilL Ro/n.
de* li teneano dotte raunate il vecchio Aldo,
t. 4) pai'. 4)
P- 4oo> abbazia di s.
Cipria-
I il Bembo, il Trissìno, il Casa? Non più
no. Perchè poi meriti de'Gradenighi, per
i orme, non più vestigie; e se pur s'innal-
la fondazione e dotazione del monastero, zarono poi le belle case di Camillo Tri-
non restassero senza premio, coH'assenso vigiano, del vescovo di Torcello, e di al-
del patriarca commendatario, smembrò tri, sono ora miserabili e squallidi loro i

dalla badia il beneficio di s. Margherita avanzi: meno d' ogni altra venne in ira
diPadova,ed erettolo in priorato l'assegnò al tempo la casa Trivigiano, mentre ser
in perpetuo a'Gradenighi. D'allora in poi ba tuttavia frammenti preziosi di pitture
il patriarca di Venezia s'intitola, ^Z'Z><:z/e a fresco di mano di Paolo ediZelotti, non
commendatario perpetuo di s. Cipria- che qualche resto di pavimento di venustà
no di Giurano. Stabilita l'unione perpe- singolare" (ho già avvertito, essere ora
tua mensa patriarcale
alla di Venezia del quasi affatto distrutta). La porta di s. Ci
monastero di s. Cipriano, vi fu poi dal priano murala fiu dal secolo XV, t di fur

1
VEN VISN 5%
b)à assai svelta, con arcu susteuitote d'un conosciuta la pietra che le sue ossa rico-
coperto che con venieiileiuente serve d'or- pre.Una pia femmina veneziana, il cui
nanientoe comodo. » 1 nostri buo-
di nome era Frosina Marcella, ebbe il di-

ni vecchi , se non uichilettoniche vol- voto pensiero di far costruire nel XIV
te, volevano che qualche tettoia almeno secolo un grandioso musaico che ornava
fosse sempre sovrapposta alla porta delle la volta della maggior cappella del tem-
loro abitazioni ; uso sbandito dalle mo- pio. Slaccalo di questi dì dalle pareti (nel
derne usanze che sdegnano di allagliarsi iSSy) per pattuita mercede sta trasmi-
alle antiche; e intanto tu che sei talvulta grando per andare a posarsi in altre re-
costretto d' attendere in sulla strada dal- gioni. Se il commettere il disegno , se
l'altrui indiscrezione che s'alzi ilsalisceu- la esecuzione indicavano arte iufanlile^
do dell' uscio, o resti percosso dal sole, o non era per questo l'opera di tenue im-
bagnato da lai nembo di pioggia che met- portanza siccome monuniento indicante
te a ripentaglio la tua salute". 11 tempio fasi nelle bell'arti molto notabili". S. —
ebbe capriccioso rifacimento nel i65o, Matteo apostolo ed evangelista, volgar-
ed il Muschini con molla diligenza descriij- mente s. Mafflo delle monache benedet-
se tutluciò che in tavole, io lapidi, in mo- tine. La chiesa era antica quando le ma-
numenti passò da s. Cipriano a ricettarsi trone venete Marina Malipiero, Marche-
nella Suntuosa residenza attuale alla Sa- sina Soranzo e Donada Vittori, essendo
Iute in Venezia, insieme col trasferimen- vedove, determinate a chiudersi in uii

to del seminario patriarcale. Fervidi fu- monastero, l'acquistarono col terreno per
rono i primi tempi, ma presto poi a tan- erigerlo, dalla chiesa matrice, con ap-
to torpore passarono, che quantunque ol- provazione del 1 280 di Egidio vescovo
tre seimila sacerdoti si noverassero nel di Torcello, coU'ingiunzione di riconosce-
veneto clero nel XVII secolo, tuttavia re a superiori i vescovi Torcellani con
20 soli alunni contavausi in s. Cipriano annuo censo di due ampolle di vino, ol-

ni principio del seguente. Opera bene- tre gli ossequi alla matrice. Ridotte in
merila de'somaschi fu il rimettere in vi- breve tempo le fabbriche e rinnovata eoa

gore una pianta inselvatichita, in cui sep- maggior decoro la chiesa, le 3 vedove en-
pe innestare sorgoocelli s'i nutritivi che trarono nel monastero accompagnate da
uon tardarono a dare frutta eccellenti. un nobii coro di vergini, e tosto vi fiorì
» Due osservabili oggetti tuttavia richia- la regolare osservanza. La badessa Ma-
mavano al derelitto tempio il passeg- ria Celsi da questo monastero, già deca-
gere istruito: le mute ceneri d'un uomo duto, net 148 passò a fondar quello de'
<

illustre, e le reliquie d'un musaico di ss. Cosma e Damiano in Venezia; e Ma-

osservabilissima struttura. £ quanto alle ria Arlati fondò il monastero de' ss. Mar-
ceneri, erano quelle del fermo repubbli- co e Andrea in quest'isola. Si venerava-
cano a cui andò debitrice Venezia del- no in questa chiesa i corpi de'ss. Gauden-
l' ammiiabile tranquillità ed impertur- zio e Teodoro martiri, e molte altre in-
babilità del suo governo per olire cin- signi reli(|uie , non che il simulacro di
que secoli uoD interrotti. 11 doge Pietro Gesii deposto dalla Croce, qui trasporta-
Gradeoigo che spense la tumultuosa
, to da Candia. Colla soppressione de'mo-
democrazia e sostituì al reggimento del- nasleri, uè' primordii del nostro secolo^
la patria il governo degli ottimati (come sparirono chiesa e monastero. — S. Ja-
narrai nel u. 7 del § XVI, e dirò pure nel copo Maggiore apostolo delle monache
§ XIX, nel dogado 49-°)> venuto a mor- agostiniane. S' ignora quando e da chi
te l'aunoiSi I, volle qua il suo sepolcro, fosse fabbricala la chiesa e il monastero,
£ qua egli giace benché uon sia o^^idi bcDsì esislevauo Qeli324- Situali oell'e*
voi. xci. 37
570 V EN VEN
stremo angolo di Murano, che l'igiiarda steri, sostituendovi in questo l'esempla-
Venezia, il inonaslero fu prima prioralo rissinie religiose francescane di s. Chia-
abitato dagli agostiniani, che vi diraora- ra della Cella di Treviso nel i44o, pei*
a'priini anni del secolo XIV.
lono «ino cui il monastero rifiorì e venne chiama-
Abbandonato nel i33o, por rinunzia di lo di s. Chiara. Ne fu la 1
,'
badessa suor
Domenico ultimo priore il vescovo di , Felice da Verona, pel di cui esempio mi-
Torcello Barlolon)eo Pascali o Pasquali rabili ne furono i progressi, privilegiale

vi tradusse Gaudenzia virtuosa ntonaca le monache nel 453 della scella del con-
1

«"osliniana del monastero muranese di fessore. Da esse riconobbero in Venezia

8. Maria degli Angeli, e la costi liu prio- l'origine i monasteri di s. Croce, de' Mi-

ra per raccoglier»; giovani donzelle a pro- racoli e di s. Maria Maggiore. Ridotto


fessar la regola di s. Agostino, ed in bre- ilmonastero a quella struttura richiesta
ve fu riempito di fervorose vergini. Rin- dalla serafica povertà fu anche rinno- ,

Dovale le fabbriche cadenti , acf|uislate vata la chiesa, a' 19 maggio 5 19 consa- 1

rendile, per oltre un secolo restò in vigo- grata dal patriarca d'Aquileia Grimani.
re la regolar disciplina, ma intiepiditosi Si veneravano in essa, il simulacro del
il primiero S[)irilo e ridotte le monaihe Crocefisso, arrivato prodigiosamente nel
a 8, Domenico de Domenici vescov») di monastero a'20 marzo 455, come 1
rife-

Torcello a rimediarvi, destinò Maria o ed un'immagine


risce la tradizione; della

Maiina En)o professa di s. Caterina di B. Vergine, due da un en.pio giuocalorc


Venezia, che lo ridusse all'anlico splen- percossa stillò sangue e destò compun»
dore, onde nel «47^ per la già abbrac- zione nel sacrilego. Nella chiesa fu sepol-
©iata riforuìa, potè accogliervi i8 nuove to il doge Nicolò Donato, ed avea prege-
religiose, e la riformatrice fu dichiariita voli tavole dipinte. Ma soppresse le mo-
dal Papa priora perpetua. Questa aiu- nache, non più esistono chiesa e mona-
tata dal senato e dalle pontificie indul- stero ridotti a fabbrica vetraria. — SS,
genze, ridusse meglio il monastero, e re- Marco e Jiulrea delle monache benedel
staurò la chiesa nel i494> '" *^"' *' """C^ line. La chiesa sagra a s. Andrea apo
ravano un osso del s. Titolare, altro di stolo esisteva nel 1 248, e nella domenici
s. Panlaleone, il capo di s. Teodora mar- delle Palme vi faceva la loro benedizio
tire ed alti Narra il cav.
e sagre reliquie. ne pievano della matrice. Dipoi a' i(
il

Cicogna, che ridotte nuovanvente le mo- giugno i35i la pia Margherita donò \
nache a iearso numero, poco prima del- sue tenui sostanze per voler servirà Dii
la caduta della repuJjblica, lasciato qtie- reclusa nell' adiacente romitaggio, sotti

si», passarono nel monastero di s. Ma- r ubbidienza del capitolo della matrice
ria degli Angeli, e poco dopo chiesa e esempio seguilo indi da altre. Nel 1496
monastero furono atterrati , disperden- la sunnominata Maria Arlati piissimo

dosi i dipinti di Paolo Veronese. S, — priora di s. Matteo dell' istessa isola, f(

Chiara delle monache francescane. Per da Dio ispirata a convertire il romita^


un'eminente torre fabbricala nel mezzo gio in monastero di benedettine, otleneo
del monastero, anticamente detto di s. dolo a'28 agosto dal capitolo colla chie
Kicolò, in principio si disse s. Nicolo del- sa e pertinenze. Presto ridusse il n)ona
la Torre. Fondato in epoca ignota ,
fu stero a perfezione, e più tardi mina(
abitato da agostiniani, come nel i3i i. ciando lovina la chiesa, fu da'fondaraetì
Kellostesso secolo partili essi, fu concesse, ti rifabbricata nel 161 1 , in onore di 1

alle monache benedettine , le quali pe' Andrea e diMarco evangelista, conian^i


s.

loro corrotti costumi, Eugenio IV nel dosi per memoria medaglia. Antonio Gri-i
1439 le rimosse e collocò la vari mona- mani vescovo di Torcello la cousagrò a'j
1

V E N YEN 57
^ marzo 1617,6 si veneravano il corpo trasferito in chiesa ul suo altare, pe'pro •

."
(li s. M.iiisiielo luai-lire, ed il capo di s. digi operati. Il i segui a' ^4 aprile di
Eiuìliaiiu matlite, eslialli dalle romane detto anno, narrato da Corner, per cui
catacombe, non che un piede d'uno de' il vescovo di Torcello Carlo Pesaro uè
ss. Iniiucenli. Dice il cuv. Cicogna, che le permise il particolare cullo, per l'iucre-
monache erano ammiiate pel canto e , niento del quale il consiglio de'Dieci con*
che la chiesa era ornata di belle pitture, cesse uel i 584) che s'istituisse al suo alta-
ina per la soppressione delle corporazio- re una confraternita sotto il titolo di Ma-
monastero, nel 1806
ni religiose, chiuso il ria Vergine e di s. Bernardo abbate, e lo

lemonache si con<-entrarouo in c]ue'>Io consagrò nel 1617 l'ordinario Antonio


memorato di s. Matteo, e la chiesa nel Grimani. All' altare del Crocefisso si ve*
i8o8 non era più visibile. Ridotta l'area nerava im ss. Chiodo, e vi è chi scrisse es-
ad ortaglia, per ricordanza vi fu eretta ser quello gitlalo da s. Elena nell'Adriati-
una cappellina. S. Bernardo delle — co, il quale mirabilmente capitò io que-
monache aguslit/iane. Divota a quel s. sto chiostro in una cassetta, con una ss.

Dottore la nubil oialrona Filippa vedova Spina, ed altre ss. Reliquie, secondo la pia
da Lezze, colle sue sostanze, in suo ono- credenza. Ad altro altare riposavano il

re fabbiicò chiesa e monastero, annuen- corpo di s. capo di s. U-


Alessandro e il

te la mali ice a't) novemI)rei 362 e il ve bcito martiri provenienti da'romani ci-
scovo di Torcello Giovanni. Questo con- nùteri, oltre un osso del s. Titolare. Le
venne che le monache professassero la monache osservarono l'interdetto di Pao-
regola di s. Agostino, vestite di color gri- lo V, e restarono uel monastero sino al
gio, simile a quello delle monache di s. 1806, per essere con decreto 28 luglio
Maria degli Angeli e di s. Giacon)o pur concentrate in quello di s. Maria degli An-
di Murano; loro concesse l'uso hbero del- geli. Pel successivo decreto 28noveuibrej

la sepoltura, obbligandole a riconoscere il locale fu consegnato alle truppe di ma-


l'autorità episcopale col censo aiuiuo di rina; rimasto poi sgombrato da' tnililari,

4 libbre di vino , e le ragioni del capi- furono da non molti anni demoliti chiesa e
: tolo delia matrice con due candele di ce- monastero, e ridottosi il recinto a grande
^ ra , dovendo scegliere il cappellano tra' ortaglia con casella, come apprendo dal
f
capitolari, e invitar il capitolo stesso a cav. Cicogna. -— S. Maria della Con-
^
celebrar le soleimità. A'7 dicembre 362 i cezione delle Dimesse. Per quelle divo-
! Chiara e Lucia monache di dello s. Già- te donne, che senza legame di voti bra-
f corno, di sperimentata virtù , entrarono mavano servire al Signore, istituì il veti,

I
uel monastero per norma e direzionedeb fr.Antonio Pagani veneziano, minore os-
le vergini che si doveano introdurvi. Di- servante, una particolare congregazione,
chiarata Chiara superiora, lauta fu la acciocché unite quasi in religiosa casa
sua prudenza ed esemplarità, che presto potessero con esercizi di divozione otTrire
il monastero acquistò gran credito d' os- quotidianamente un nuovo sagriflzio di
servanza, con aumento di religiose, do- se stease,e presero il aoiue d'i Di/nessc(f.j.
poché si volle, colla ritenzione della re- La 1.''
di tali unioni da Dejanira Valma-
I
gola agostiniana, assumere l'abito e la co- rana fu fondala in V^icenza nel i583, se-
colla de'cisterciensì, in onore del loro s. condo Corner, alla quale io anni dopo si
Titolare. Nel 1 58 1 si cominciò ad amplia- aggregò Angela Paladini di fresco vedo-
\ re la chiesa^ in occasione della venera- va. Perfezionala nelle virtù, volle intro-
i zione ad un simulacro della B. Vergine durre in Venezia sua patria l'istituto, e
i
di terra colta, già collocato sulla porta la fondatrice glielo permise, dandole a
maggiore della facciala esterna e poscia compagne per superiora M/ Calerioa

5^2 V E N V EN
Fiorini, e perconsullrice M." Diann Cri- lare di essa, e il cappellano dovesse ren-
Telli. Furono accolte da M." Cristina Od- dere al pievano gli ossequi d'uso. Di piti
doni suocera d'Angela ainorevohiiente, e ottenne di costruire nel recinto sepolcri
romprata colia propria dote una casa op- per se e successori, e pe' poveri del pio
portuna in Murano, ivi si tradussero pir luogo. Intanto nel i 348 alcuni di voti uo-
effettuar la nuova fondazione. Resasi no- mini per unire in un medesimo luogo
ta a Venezia l'eseniplarilà di vita delle gli esercizi di misericordia e di religione,
divole donne, chiesero molte d'aggregar- formala precedentemente sotto il titolo

si a loro, divenendo superiora della casa di s. Gio. Battista una congregazione, e-

o monastero la fondatrice Paladini. Con- ressero contiguo all' ospedale un orato-


tiguo fu eretto in onore dell' Immacola- rio, ove oltre l'assistere i poveri dell'o-
ta Concezione, piccolo e ben ornato ora- spedale, potessero orare e flagellarsi ; e
torio, con permesso de' g agosto 600 deli 1 perchè dalla loro pietà ne provenissero
vescovo di Torcello Antonio Griroani, e suffragio a'defuoti, stabilirono nell'alta-
di potersi celebrar la messa, e da un ca- re dis. Vittore martire dell'oratorio una

pitolare della matrice ricevervi i sagra- messa quotidiana. Tale fu poi il credito
menti, ma quelli pasquali nella matrice che colla loro esemplarità si acquistaro-
stessa,che dovevano riconoscere per par- no confrati, che nel 1437 mancato l'ul-
i

rocchia coli' annuo censo di due candele timo de' patroni dell'ospedale, il vescovo
di cera. Piicevè l'oratorio lo spirituale de- di Torcello Filippo Paruta ne concesse
coro del capo di s. Chiara aiartire, e di ad essi il padronato, col diritto d'elegge-
molte insigni relìquie, provenienti dalle re il priore, e d'allora in poi si disse il

catacombe di Roma. L' oratorio e la casa pio luogo , s. Gio. Battista de' Battuti.
soppressi nella generale distruzione de' Per le vicende de'tempi minorate le ren«
pii istituti, passarono altrove i suoi nobili dite dell' ospedale , né più essendo suQi-
dipinti. S.Gw.BaUisla.Covio\\tìoi\eg\i cienti al mantenimento degl' infermi e
Ubbriachi mercante fiorentino abitante de'poveri, fu statuito che il luogo fosse
io Venezia, con testamento deliSSy di- assegnato per accoglimento de' pellegrini
spose la fondazione d'un ospizio e ospeda- onde due giorni. La confrater-
ospitarli

le in Murano, per ricevervi e alimentarvi nita, già fin dal 146G amujessa dal con-
i poveri, facoltizzandogli eredi ad elegger- siglio de'Dieci al godimento delle prero»

ne il priore. In breve fu eretto il pio luogo gati ve delle scuole grandi di Venezia e ad
sotto l'invocazione di s. Gio. Battista, ed esse unita con peroiesso della s. Sede
,

il priore fu confermato dal vescovo diTor- rifabbricò ne' principii del secolo XVI
cello Jacopo Morosini, che consideran- l'ospizio reso cadente e l'oratorio ridotta
dolo rettore di casa religiosa, gli assegnò a chiesa ampia, innalzando gli altaii dì
luogo proprio per 1' intervento ne' sinodi scelti marmi, e di questi pur anco incro-
diocesani. Nello stesso i.^anno dell'isti- stò la magnifica facciata esterna, coll'al-
tuzione 01 341, il priore Massimo si re- tre compita neli56g, in forme sansovi-
cò dal vescovo di Torcello, in presenza nesche in parie, che superstite mostra

de' pievani della matrice e della parroc- l'elegante semplicità de' Lombardi ed ,

chia di s. Stefano, nel cui confine era il arresta piacevolmente lo sguardo del fo-
pio luogo, ed ottenne di far celebrare per Carrer suUodato. Ma
rastiere, al dire del

se e pe' poveri ricoverati la messa quo- il Cicogna riferendo gli artisti che vi
cav.
tidiana, nell'altare di s. Demetrio mar- lavorarono, prova quanta accennai con
tire, eretto nell'ospedale, a condizione lui e secondo il dichiaralo dal Muschini;
di contribuire alla matrice due misure vale a dire che forse i Lombardi l' iuco-
di vino odia festa dell'Assuuzìone, tìto- miuciarouo, e poi con aicbileltura alla
1

V E N V E N 573
Siirnovina si comiù tale prospello. La cliie- si' isola nelle Lagune tra Murano e Ma-
$<t uvea 3 altari, <](ieliu maggiore col Dat- zorbo. Nel 16.° anno del principato del
lesinao di Cristo di J. Tinlorello, ora nel- doge Pietro Polaiii, ossia nel i 146, or-
la suddescrilta chiesa di s. Pietro inarlire, so Gadoaro della parrocchia di s. Leo-

con organo maestoso e distinto. La scuo- ne concesse a Giovanni Trono di Mazor-


vide vasi in due maestose, ricche e va-
la di bo un ampio spazio di palude, fra Mu-
glie sale, oltre i luoghi adiacenti. Aliai." rano e Mazoi bo, perchè ivi ad onore di
SI ascendeva per due superbe scale di s. Gia.Touio Maggiore apostolo ergesse un

marino, coperta la sala nelle pareti di ospedale per ricetto de' pellegrini. Con
grandiosi quadri colle gesta del s. Pre- tanto plauso fu ricevuta la fondazione
cursore, con azioni particolari del so- del pio luogo, che foralo parte dell'elo-
d ili/io, e co' ritratti de' più benemeriti gio posto sotto l'immagine del doge nella
confrati, il tulio di buoni pennelli. Nel- sala delmaggior consiglio. Osserva ilcav.
l'altare di nobili marmi si venerava un Cicogna, che siccome in una bolla del
miracoloso Crocefisso, che si conduceva 1 86 d' Urbano II, e da Bernardo Tre- I

agl'infermi. L'allra sala, detta l'albergo, visano nella Laguna di f'^enezia, l'ospi-
ove ì adunavano, era
confrati si tutta zio viene denominato: ffospitale s. Ja-
circondala dal mezzo in giù da un inla- cobi jiixta /lumen Palude; quindi il
glio raro e di sommo pregio, formato nel- Trevisano congettura che vi passasse vi-
la semplice noce, in cui era espressa al cino un fiume o uo canale detto Palu-
vivo, in lavoro di rilievo, tutta la vita del de j il perché, non ààWa. palude donata
liiUista, oltre i più rinomati personaggi dal Badoaro, ma dal canale prendereb-
dell' antichità greca e romana , e altre be il nome l' isola. Però fu breve la du-
simboliche figtu'e, opera stupenda chede- rala dell'ospedale, poiché non ancor com-
st.iva la generale ammirazione , e perciò pilo un secolo dalla sua fondazione, vi
ripetutamente disegnata. Dal mezzo in su furono introdotte ad abitarlo monache
era coperta di vari e buoni quadri d'eccel- ; per le quali essendo troppo
cistcrciensi
lenti pittori, esprimenti fatti di storia si ristretto il luogo, Pasquale Ardizoni pie-
ecclesiastica e sì profana, il che pur vedo- vano della chiesa matrice di Murano, do-
vasi disegnato nel sonhto. Il pianterreno nò nel giugno i238 a Donata badessa e
di (letta sala comprendeva l'ospedale, poi alle mon.iche di s. Giacomo di Palude,
ospizio per alloggio de* poveri pellegrini; un tratto di palude di ragione della sua
ed un oratorio che serviva per T ospizio, chiesa, acciocché potessero dilatar le loro
e [ler que'fedeli aggregati negli oralorii abitazioni, ivi dunque per mollo tempo
festivi di s. Filippo Neri di Venezia e di vissero ritiratele monache, finché rallen-
lloma , con altare ad onore di s. Gio. tata nel chiostro la primiera osservanza,
B.itlista e d'altri santi, e quadri di sto- ed introdottosi lo scorretto modo di vi-
ria sagra. Nella soppressione de' luoghi vere, si diminuì talmente il numero, che
pii, vi fu compreso ancor questo, e ti- rimjste due sole nel cadente monastero,
no dal iSSy era st;ibilita la demolizione si ritirarono verso il i44o oel monaste-
eli tulio il locale, e fu eseguila pochi an- ro di .s. Margherita di Torcello, in cui
ni dopo con danno delle belle arti; laon- pure si professava l'istituto cistcrciense.
de oggi non se ne vede più traccia. Tra' Le monache di s. Margherita trovandosi
molti che ne scrissero, e t'iportati dal gravate colle due nuove ospiti, implora-
cav. Cicogna mi piace ricordare Mat-
, rono nel i44' ^^^ '' rovinoso e abban-
teo Fanello Saggio storico-crilico di
, donato monastero di s. Giacomo di Pa-
Murano, Venezia i8i6. ludo fosse unito e incorporalo al proprio,
20. S. Jacopo di Palude. Sorge que- siccome angustiale dalla povertà. Il Pa-
574 VEN V E N
[la r esaudì, ordinamlo che i due mona- slerclense, non ostante gli sforzi deirafilit-

steri fossero unicarnenle soggelti alla ba- te monache per impedirlo, I' accordò a

dessa di 8. Margherita, ma però che anco fr. Francesco. Questi a'aS feblnaio i 460
in quello di ». Giacomo continuassero fu costituito piioie del luogo; ma per es-
le monache e ì n)inistii, acciò non fosse sere lemonache appellate alla s. Sede,
interrotto il cullo divino. Pochi anni do- il Papa nel 1462 attribuì porzione delle
po, il senato nel i4^5 ordinò al pode- rendite a vantaggio delle monache, e l'al-

stà di Murano che fòsse consegnalo il luo- tre a favore di fr. Francesco sinché vi-
go di 8, Jacopo a' frali minori Francesco vesse. Sì beneficalo leligioso corrispose
Boldh e Pietro di Candia, i quali si of- con ingi'alitudiue, dappoiché radunala
frirono restaurarlo dalle rovine, abitarlo ragguurdevole somma di denaro per \n :

ripristinarvi il cullo divino. Questo lo restaurazione del sagro luogo, non solo
ricavo dal cav. Cicogna, non pai landone lo lasciò nel rovinoso suo sialo, ma af-

il Corner. Frattanto afìlilla Venezia da filiale le rendile ad un piele scoslumatOj


gravissima pestilenza, flagello de'flngelli, ritornò a Uiminì seco conducendo i mo-
stabif] il senato a* 17 luglio 1 456 che l'i- bili e gli ornamenti della chiesa. Avuta-
sola di s. Lazzaro, già destinata al ricove- ne notizia Paolo li, nel i4^9 ordinò al

ro de'Iebbrosi, fosse assegnala a'riguardi patriarca di Venezia Geiardi, che levalo


di sanila per ri [torvi i risanati dal morbo il priorato dal possesso dell' indegno re-
pestilenziale, che uscivano dal Lazzaret- ligioso, v'istituisse un convento regolare
to; e che i lebbrosifosserocondolli al luo- di frati minori, assegnandolo a quello di
go di ». Giacomo di Paludo (anche nel s. Maria Gloriosa de' Frari di Venezia,
ì5j6 f\ì assegnata 1' isola per gli usi sa- e così pervenne a' minori conver.luali.
nitari), dovendosi celeremenle riedifica- Questi vi stabilirono de* religiosi, il cui
re co'materiali de! monaslero d'Ammia- numero andò diminuendo progressiva-'
»io demolito, e tutto ciò con beneplacito mente, per cui negli ultimi tempi vi abi-
della s. Sede. La stabilità dell' unione tava un solo religioso per la ceU;brazÌQ-
non ebbe effetto, neppure dopo parlili i ne della messa nelle feste, e per racco-
lebbrosi, poiché le monache di s. Marghe- gliere i passeggieri in caso di procella,
rita desolale dalbisogno, e dall'imminen- avendo seco tm frale laico e un servo se^

te rovina anche del loro monaslero situa- colare. Soppresso convento de' Frari
il

to in luogo paludoso e insalubre, ol ten- nel 1810. il simile avvenne a questo di


nero da Calisto 111 e dal successore Pio s, Jacopo di Paludo, il quale fu poi col-
11 nel 1 459 d' essere trasferite a Venezia la chiesa demolito, nulla restandovi ia
in luogo più opporlimo, presso ss. Ger- i mezzo all'ortaglie in cui fu ridotto il luo
vasio e Protasio, riservando però il mo- go, tranne un'ancona o tabernacolo eoa
naslero di S.Giacomo dì Paludo a soltie- quadro di tavola colla salutazione: Ai'e
TO di loro indigenze. Dispiacente il se- Ularia Mater Gradar, Più altre notizia
nato che un luogo sagro e già tanto ce- si ponno leggere neW Inscrizioni Fencs
lebre andasse a rovinare, voile prega- ziane Cit\ cav. Cicogna.
re Pio 11 a concedere l'antico chiostro 21. Mazorbo o Mazzorho, Maj'ur-i
di s, Giacomo di Paludo a fr. Francesco biitm. Una delle principali isole della La
da liimini de'rainori, dotto e riputato al- guna di Venezia, a 2 leghe nordest dai

lora di vila esemplare. Il Papa l'esaudì essa, presso e all' ovest di Durano, alla
nell' armo slesso a mezzo de' suoi dele- quale è congiunta per un lurìgo e an-
gati, che unione de' monasteri,
sciolta 1* gusto ponte di legno. Si con>pone, dic«
e soppi'essa nel monastero di s. Giacomo il Dizionario veneto, di 3 uìinori iso
]a dignità di badessa e la cotnunità ci- lette unite da ponti di legno. Uii lempd
V E N VEN 57^
florida e tra le più popolose della La- du^seroa pochi ortolani, fu soppressa ne*
guna supciiore, colle chiese e raoiiasleri primi del secolo XVI l'altra parrocchia
che dirò col Corner, ora è uiolto deca- di s. Bartolomeo, e la chiesa cadente fa
dtUa, contando una scarsa popolazione ridotta a picoolo oratorio, che probabil-
di pochi pescatori e vignaiuoli, che colti- mente sarà il suindicato, restando alla
vano il SHO terreno abbondante di frutti sola chiesa di s. Pietro soggetta tutta 1a
e di erbaggi: fu per questo uno de'pri- piirte orientale dell' isola. Terminando
lui luoghi popolati nelle Lagune, ed era di sussistere anche questa, per memoria
una delle villeggiature de'veneziani. La fu unito il suo titolo alla ricordata esi-
sua decadenza maggiore data dal 1806 stente chiesa di s. Caterina^ di cui ragio-
é dal 1 8 1 epoche delia sop-
o, disgraziate iierò poi. La parte occidentale di Mazor-
pressione delle corporazioni religiose che bo, perchè alquanto uiaggiore dell'altra,
ne iorinavano l'ornaoieuto. Ora non vi ora anticamente divisa in 3 parrocchie,
è nulla da osservare, dice il. Moschini. delle quali a tempo del Corner rimane-
Trovo nello Stalo personale, che la par- va solo quella dedicata a s. Michele Ar-
rocchia *\e ss. Pietro e Caterina, del vi- cangelo, volgarmente di s. Angelo. L'al-
cariato foraneo di Torcello, padronato tredue sotto r invocazione di s. Stefa-
de'capi di famiglia possidenti del distret- no protomartire V una, e de'^.y. Cosma
lo parrocchiale, èuna frazione del comu- e Damiano V altra, furono verso il fine
ne diCurano, con economo spirituale e del secolo XIV ridotte a una con dop-
84 anime. Oltre questa chiesa, vi ha pu- pio titolo, ricavandosi da'docuraenti che
re l'oratorio non sagrameatale di s. Bar- la chiesa nbbattuta fosse quella di s. Ste-
tolomeo apostolo. L'origine di /llazorho fano, giacché nel «44? *'
'^SS^' Andrea
l'apprendo da Corner.Non molto distante rettore della sola chiesa de' ss. Cosma
da Torcello, fu così chiamata dagli alti- e Damiano di Mazorbo. Parò non mol-
nati, che primi cominciarono ad abitarla, li anni dopo, anche la chiesa de* ss. Co-
in memoria di quella porta della loro pa- sma e Damiano soggiacque alla stessa
tria, che conduceiido al maggior Borgo, sciagura, perchè non potendo i pochi e
dice vasi Maj'urhio, e poscia corrottamen- miserabili abitanti supplire al dispendio
te Mazorbo. Dividesi propriamente in della chiesa che rovinava, e del mante-
due parti, mercè un largo canale che le nimento del parroco, si unirono lAtti

scorre per mezzo, e separa l'isola in oc- sotto la cura di s. Michele, dilla (|uale al-
cidentale e orientale, e posta nel mezzo cuni di voti veneziani di poi nel i
747 adu-
delle altre isole, fu ne' tempi remuti il natisi in confraternita, ne impedirono la
luogo più ameno al respiro de'nobili, al- caduta con risarcirla e abbellirla, for-
lorquando erano dediti al fruttuoso com- nendola pure di decenti suppellettili per
mercio marittimo, nelle stagioni estiva e la conveniente ulìlziatuia. Della sola chie-
autunnale. Era governata iije' tempi più sa dunque superstite e parrocchiale, ol-
felici, la parte orientale dell' isola da due tre il discorso oratorio di s. Bartolomeo,
chiese parrocchiali, delle quali sussisteva eccone le notizie. — S. Caterina. Nel-
ai tempi di Corner, e non adesso, quel- r erudito trattato, che della Laguna, di
la intitolata a s. Pietro^ povera e disa- Venezia compose il patrizio veneto Ber-
dorna, tuttavia conservando allora qual- nardo Trevisan, si asserisce essere stato
che vestigio di sua primiera ricchezza la ilmonastero delle benedettine di s. Ca-
alcune nobili colonne di marmo greco, terina di Mazorbo fabbricato nel 783
e in una palla d'argento dorata di maui> ( nel 785 Stato personale, ed
dice lo
fattura greca. Coll'andar del tempo, ab- aggiunge, che secondo alcuni, certo esi-
bandonato il lu«go dagli abitauti, si ri- steva nel 1398). Se qua«ta e la vera e-
576
poca di

ci resta per circa


V E N
sua fondazione, osserva Corner,
6 secoli ignoto ogni suc-
tufo, soUoponendo due luoghi e ìov^
possessioni ad una sola badessa. Abban-
VEN
i
I
cesso di questo luogo, la di cni più an- donati quindi la chiesa e il chiostro di
tica menzione si trova negli alti del sino- s. Nicolò, a poco a poco rovinarono, e l'i-

do diocesano convocato nel 1874 da Fi- sola omonima si ridusse all'antico suoi
lippoBalardo vescovo di Torcello,ne'qna- stato di palude. Passati poi oltre 200 an-»'
li si legge sottoscritto Giacomo Mazenaa- ni ottennero il deserto luogo di s. Nicolò
no nome del monastero di s,
prete, per dellaCavana, nel 1648, due che si van-
Caterina Mazorbo. Il più antico do-
di tavano cremiti di s. Paolo ."eremita; tna 1

cumento poi, che si conservava nell'ar- in poco tempo attediati dalla solitudine
chivio delle monache,è un giuramento di e dalla povertà, se ne partirono; sotten.
fedeltà fatto nel 898 dalla badessa di
i trarono in loro vece, per concessione deU
s. Caterina di Mazorbo al detto vescovo le motiache di s. Caterina, due veneziani
di Torcello. Ma forse la chiesa preesisleva seguaci dello stesso ordine de* primi, e
pir introduzione delle monache, perchè indi imitatori della loro instabilità. L'iso«

sulla porta e colla data del 1 368, è un bas- la di v. Nicolò della Cavana fu dettaf

sorilievo esprimente loSposalizio di S.Ca- pure Monle del Rosario, dalla chiesa che
terina col Signore. Ne'principii del secolo sotto tale invocazione si edificò, cioè in
XV monastero era ridotto in gravi stret-
il onore Maria del Rosario, anch'essa
di s.

tezze, onde a sollevarne in qualche par- poi distrutta. L' avea edificata colle li-
te l' angustie, Filippo Parola vescovo di mosine de'fedeli, sulle rovine dell'antica,^
Torcello, nel i432 gli uni i beni del sop- il pio veneziano Pietro Tabacco, con as-

presso monastero di s. Nicolò della Ca- senso delle monache, con alcune contigue'
mona-
i'ana.'Eva già stato fondato questo e comode case, istituendovi una divota
stero nel 3o3 con approvazione di Fran-
1 confraternita, che a tempo del Corner de-
cesco Dandolo vescovo di Torcello,in una centemente ruffiziava,e un sacerdote suf-
isolelta non molto distante da Torcello, fragava confrati defunticon messa qtio-
i

perchè vi abitassero monache benedet- tidinna. Tornando al vescovo Paruta,non


tine. Siccome povero, non polendone ali- contento d'aver colla descritta unione
mentar che 4i COSI a sussidio di loro in- dato qualche sollievo al monastero di s.
digenza nel i3i4con pietà religiosa as- Caterina, onde provvederlo di più co-
segnò il capitolo della matrice di Mura- pioso aiulo, nello stesso giorno gli con--

no una sua contigua palude, acciocché giunse, coll'assenso del capitolo Torcel-
le fabbriche o erette oda erigersi in essa, lano, il monastero di s. Maria Madda-
tutte in perpetuo fossero a favore del lena della Gaiada, situato in una piccola
monastero di s. Nicolò. Non pertanto, es- isoiella di lai nome poco lungi da Tor-
sendo mollo inferiore l'aiuto al maggior cello, il quale già abitalo da'canonici re-
bisogno delle religiose, andarono queste golari, era stalo da essi per intollerabile
tanto diminuendosi, che nel i43o man- povertà totalmente abbandonato. Nella
cate tutte di vita, non vi restava spe- chiesa di s. Caterina in due urne di mar-
ranza che vergine alcuna volesse abi- mo si corpi de' ss. Adriano
collocarono i

tar luogo s) povero, sì desolalo e sì ro- e Maiio martiri, trovati nelle catacombe
vinoso. Avuto dunque il consenso de'suoi di Pvoma ; venerandosi pure alcune reli-
canonici, il vescovo Parula
a' i5 luglio quie de' ss. Innocenti. La chiesa fu re-
i4-^2,con decreto, uni il monastero be- staurata in diversi tempi, e nel principio
nedettino di s. Nicolò della Cavana^ del secolo XVI fu innalzalo il campa-
dichiarandolo soppresso, all' altro di s. nile. Le benedettine vi restarono sino
Qaterina di R.lazorbo del medesimo isH- al 1 8 ( o, in che furouo soppresse, e pu\
VE N VEN 577
In cMesa divenne pmrocclila, ed è l'uoi- fessarvi con altre vergini l'anstero istitu-

ca dell'isola, col dello doppio litolode* to cislerciense. Il vescovo con decreto del
ss. Pietro e Cate*'ina. Matteo delle — iS'. 1281 permettendo pure di rice-
l'esaudì,
monache benedetline cislerciensi. Verso vere all'abito monastico monache, mona-
il I2q8 vi si trasportarono quelle dell'i- ci, converse e conversi, secondo l'uso di

sola di it gennaio fa-


Costanziaco, a' que'lempi,ne'quali come già di>si abitava-
cendo porre la i.* pietra ne' fonda menti no presso i chiostri delle monache, rego-
della chiesa, in onore dell'apostolo ed lari del medesimo istituto sì sacerdoti, che
evangelista Matteo titolare di quella
8. conversi, quelli per l'amministrazione de*
che aveano abbandonata. Dopo avere le sagramenli e questi pe'temporali servizi
monache sostenuto litigi, ed essere state delmonastero Pare che negl' iuìzi del
.

soggette agli abbati dell'ordine, Paolo II secolo XIV le monache adottassero la

nel I ^Gq le sottopose a'palriarchi di Ve- pura regola di s. Benedetto, ignorandosi


nezia, ordinandone la liforma dalla de- perché si dissero della f^alverdc. L'an-
caduta disciplina. Leone X nel i5ii vi gusta e disadorna chiesa era ricca di ss.
unì il monastero cislerciense di s. Mar- Rj^liquie, fra le quali del Legno della ss.

gherita di Torcello già celebre. Indi fu Croce grosso quanto un dito, oltre porzio-
ristorata e ornata la chiesa di s. Matteo, ne d'osso del s. Contitolare della chiesa,
la quale possedeva il corpo di s. Emi- quando lo consagrò
riposto nel suo altare
liano martire tolto da' cimiteri romani, nel iSSg Cornelio Pesaro arcivescovo di
ed altre ss. Ueliqnie. —- SS. Kttfcinia e Zara. —
S. Maria delle Grazie delle
Compagne mar tiri mo- aquilciexi rielle monache cappuccine. Dalla città di Ve-
nache benedelllne cistcrciensi. Fondato nezia, ove nel i63o orribilmente infie-
sotto l'invocazione di tali sante, da Mar- riva, dilatossi la peste anco nelle vicine
gherita nobile pailovana, che nel 900 isole della Laguna con tanto maggiori
sottrattasi dalla patria pe'tumultidi guer- stragi, quanto era più grande la miseria
ra, ritirossi con 3 nobili vergini nell'isola degli abitanti. Sotto il peso del grave
di Mazorbo, gli donò se stessa e i suoi flagello si rivolsero i popoli a implorar
beni ; e visse in tanta santità di vita e la divina misericordia, ed invocando il

splendore di virtù, che meritossi esser il- patrocinio di Maria, decretò il senato
lustrata da Dìo con grandi miracoli, on- una magnifica chiesa a di lei onore, e per
de dopo morte i popoli l'onorarono col taleesempio altra ne promise la comu-
titolo di Beata. A questo monastero Eu- nità di Mazorbo corrispondente al tenue
genio IV nel 1438 congiunse l'altro be- suo potere. A questa piccola chiesa fu poi
nedettino dell' isola d' Ammiano ridotto imposto il nome di S. Maria di Mazor-
a 3 monache. — <.9. Maria di Falverde bo, in memoria forse d'altra più antica
delle monache benedelline. Pe' tumulti sollo lo slesso titolo già eretta nell'isola,
e pericoli dulie guerre, partite dal mona- e poi dal tempo distrutta. Nel 1657 ^"
stero di s. Caterina di Chioggia verso la data in custodia ad un eremita napoleta-
XI li secolo,Margherila superiora
fine del no, e poco dopo al sacerdote trentino
con due altre monache, si ricovrarono Giovanni, che vi morì nel 1671. La co-
in Mazorbo dalle cistcrciensi di s. Eufe- munità quindi la concesse a Carlo Polini
njiii; ma assuefalle a più rigorosa vita, veneziano, morto il quale, nel 1689 fu
impetrarono da Egidio vescovo di Tor- consegnata alle bresciane e virtuose so-
cello facoltà d' istituire nella parrocchia relle Elisabetta e Francesca Coi, che ri-
de' ss. Cosma e Damiano un nuovo mo- dotta la chiesa a più decente struttura,
nastero sotto l'invocazione di Maria Ver- vi fondarono accanlo wn atigiisto mona-
ginee di s. Leon^irdu confessore, per pra- stero per vergini donzelle sotto la regola
578 V E IN V EN
<Vi «, Francesco.Toslo fiorì sino al autneio stessi in memoria d'una porfa di loro
3o e denotiiinale Ercniitc Cappiiccì-
tli cillù che riguardava verso settentrione.
nedi l\Iazorho. Iti memoria del ^jadio- ]\Li come quesl' isola, sj.uata presso al
iialo e della liberazione dalla peste, la Porto di Tre Porti, troppo esposta al-
coiuunilà di Mazoibo ogni anno si reca- l'escrescenza del mare, poco dopo co-
va in processione per la festa di s. Rocco rainciòad esser corrosa ne'suoi fondamen-
nella chiesa a ringraziar Dio. ti dall' impetuoso corso dell* acque, cosi
T.'ì.Barano, Bur'anunio Boreamun, i numerosi abitanti prevenendo il peri-
Isola e città, formante nn comune ap- colo di sommergersi, si rifugiarono nel
partenente al distietto della provincia di 959 ad un'altra eminente e dilatata pa-
Venezia, da cui è distante circa 5 miglia, lude fra Mazorbo e Torcello, e stabilito
e una da Torcetto, posta sulle Lagune. cogli abitanti di Mazorbo, nel dominio
Sebbene non molto estesa, è però popo- de' quali era la palude stessa, un annuo
Idlissima di circa 8,oco abitanti, secondo censi", ivi fissarono il loro domicilio, de-
il Moschini, o di 7,000 al dire del Di- ninnintiudo il luogo medesimo col nome
zionario veneto. Meglio è ritenere la le- d«ir abbandonata isola Barano nuovo,
gale cifra dello Slato personale che nella eh" è l'esistente di cui ragiono. Quivi per
sua pflrrocclua novera anime 5,ooi. Vi- l'assistenza spirituaie di loro anime fon-
vono la maggior parte con applicarsi alla darono la detta chiesa sotto l'invocazione
marineria, alla pesca, alla caccia del sel- di s. Martino vescovo di l'ours (lo 1?^^-

vaggiume acquatico, alla coltivazione de- to personale la dice eretta nel 99^1), fu
gli orti e ad altre industrie. Il terreno è inseguito rifabbricata, e neli63u oonsa-
fertilissimo e molto coltivalo, sommiin- grata da Marc' Antonio .Martinengo ve-
^lrando in abbondanza frutti etl erbaggi. scovo di Torcello (fu fatto vescovo nel
Le donne lavorano a piialo in
merletti 1643, e ben a ragione dichiara lo Stato
aria assai celebri, ed un tempo di (nag- personale, che la consagrazione l'esegui

giori lucri, anzi dal Dizionario veneto nella 4-" domenica d'ottobre 16 45). Ri-
sono detti preziosi, (ìnissitni e d' ottimo posano in essa i corpi de' ss. martiri Al-
gusto, paragonati a que' di Fiandra, e bano vescovodiparticolar divozione qual
die si lavorano anche in Mazoibo. Al- ])rotettore principale dell' l'iota, Orso e

tre donne di Borano incedano per Ve- Domenico, de' quali è popolare tradizio-
nezia vendendo o acquistando vecchie ne, non appoggiata a documenti, che rin-
veslimenta e cenci. Il dialeto o accento chiusi in una grand'arca di marmo gal-
de' burauelli è alquanto particolare da leggiando sopra 1' acque approdassero a
quello degli altri isolani e de' veneziani, ([uest' isola; e non essendo valevole la
pronunziando le vocali doppie e allunga- forza di tutto il popolo per trarre a terra
te. Un lempoavea (juelle chiese e que'mo- il grave deposilo, questo poi con somma
nasteri soppressi, che riferirò col Corner. facilità fosse eseguito da teneri e inno-
Ora appartiene Durano nello spirituale centi fanciulli. Aperta poi la cassa, vi

alla vicaria foranea ha per


di Torcellu, trovarono i 3 Corpi santi, con quesl* i-

parrocchia s. Martino, padronato de'ca- marmo, che tradotta


scrizioue iucisa in
pi di famiglia, con parroco, due coopera- dal latino suona Albano vescoi^o e Do- :

tori e sagiista ; s. Maria dalle. Grazie, menico eremita ambedue ad una stessa
chiesa sagramentale; es. Filippo Neri ,0- ora furono uccisi per Cristo. Per eter-
ralorio nonsagramentale.Fra le altre iso- nar poi la memoria di tanto prodigio, fa
le, nelle quali i cittadini d' Allino si ri- la stessa arca di marmo riposta sotto la
coverarouo, una fu quella di Barano o mensa dell' altare, sul quale furono de-
Boreano, coù chiamala dagli allinali posti i ss. Corpi, e da quell'ora si accesa

I
YEN YEN 57CJ

nel cuore degli abitnnti tale fei'vorofsn di- loia vi passarono due sacerdoti ad nbi-
vozione verso s. Albano, che lo venerano tflre l'ospizio, ma non potendo souiioini»
come maggior patrono presso Dio. Fa
il slrar loto l'alimento la popolazione, uno
menzione di s. Albano vescovo e di s. ne partì e l'altro stentatamente visse ai-
Orso chierico resi martiri dagli eretici quanto coli' insegn:ue primi rudimenti i

ariani, il Maurolico nel M-irtirologio; e a' fanciulli, finché fu costretto tornar a

rammemora anche il S.'conìpagno s. Do- Yenezia. Per la conservazione d'un luo-


menicoereniitae martire, il ve-covod'E- go consagrato a Dio, il priore generala
quilio o Jesolo Pietro Natali, che ne re- dell'ordine, col consenso de' padri della
gistra la passione e la traslazione di loro provincia Trivigiuna, stabiPi di cederlo
reliquie a Yenezia. Ad altro altare si con- a qualche istituto regolare. Intanto tre
servano alcune ossa de'ss. Innocenti, del- pie Jiobili Serafina Griti, Maria Fosca-
Ic (pialifama che vi fossero tradotte dal-
è ri e IlalFétela Quirini, sentendosi ispirate
r antico monastero di s. Adtiauo di Co- a fondare un monastero in luogo remoto,
slanziaco Dopo la soppressione della chie- nel i 548 ottennero il luogodisabitalo vei'
sa e monastero di s. Gio. Ballista di Tor- so l'annuo censodi 5 ducali, e in caso d'e-

cello,da (|uella fu trasportato in questa stinzione delle monache dovesse tornare


di s. Martino il celebre corpo di s, Bar^ all'ordine. Ridotto l' o>pizio a piccolo
bara vergine e martire. Da un documen- monastero, vi entrarono le 3 fondatrici,
lo del 1289 rilevasi, che questa chiesa ma vedendo che poche ivi si ritiravano,
possedeva allora alcune rendile nelle La- conobbero che lafondazioue non [)Oleva
gune; a' tempi del Corner sussisteva col- sussistere. Tultavolta due di quelle che
le limosinede' La chiesa è a 3 na-
fedeli. vi aveano vestito l'abito religioso, arri-

vi, e dice il Moschini, che vi ha 3 buoni vate a gran vecchiezza sino al iGig.eb-
quadretli, co'fatli di INbirin Vergine, sul- bero la consolazione di veder il luogo
lo stile del Bellini. Oltre a (piesli vi è iibilalo da numeroso coro d'esemplaris-
la pala con la visita de' Magi di Antonio siaie vergini. Imperocché la ven. Maria
Z^anchi, e nella sagrestia si conserva la Benedetta de Rossi, di cui il Corner de-
preziosa tavola di Girolamo Santacroce, scrive la vii,» e ne olire 1' eHìgie, vide in
esprimente s. Marco in trono, fra i san- visione s. Francesco d'Asisi, il quale le io-

ti Nicolò, Benedetto, Lorenzo e Yito, ivi giutise di vestir abito color grigio aldi
trasportata dalla demolita chiesa di s. Yi- sotto, a suo onore, con sopravveste nera
to. Il campanile è disegno del Tirali. Del- in memoria de'Setle Dolori chesofFrì Ma-
r antiche chiese, lo rq^eto, non esisto- ria Vergine, massime a pie della Croce,
no che s. Martino, e quella di s. Maria Quindi si ritirò tra le suore del terz'or-
delle Grazie, di cui vado a parlare, ri- i\\ne iW Servi di Maria iieile Mante lla-
dolla a chiesa sagramenlale, oltre l'oi a- (e o PizzoccherCy ove per 1' austerità e le
torio di s. Filippo. —r S. Maria delle assidue orazioni, cadde in mortale iufer-
Gr(7z/edelle monache servite. Pel rispet- mila, da cui guarì nel ricevere dal gene-
toso alletto, che professava al benemerito rale dell'ordine l'abilo de'serviti col no»
ordine de'servi di Maria, Vincenzo tìglio me d' Andriana. Avanzandosi nella per-
dei doge Antonio Grinjani othì ad esso nel fezione, il buon odore di sue virtì^straor-
I 533 in perpetuo dono una suacasa assai dinarie giimse al patriarca di Venezia
capace in quest'isola, ed accanto vi fecce- Yendramino, che le olIiì la scelta d' un
rigere una cap|>€lla o chiesa solto il titolo monastero per vivere solitaria. Ubbidì, e
di s. Maria delleGrazie; voleva dotarla si rinchiusene! monastero d i s. Girola-
per la sussistenza d'alcuni religiosi ser- «no eoa intera dipendenza dalla badessa,
fili, ma ne fu impedito dalla morte. Al- ritenendo la nera veste de'serviti, Uud^
58o V E N V EN
«loppiafo li fervore e le severltìi, melilo delle Grazie, quanto i seguenti altri chio-

«l'es-ier favorita spesso da celesti visioni, stri, furono compresi nella soppressio-
in un<i delle quali sent'i imprimersi le ci- ne. — SS. Filo e Compagni inarliri,
citrici delle 5 piaghe del suo Sposo Cro- dellemonache benedettine. La chiesa ne'
cefis'^o, benché poi iinpetiòcon incessanti tempi remoti era parrocchia, e neli4B8
jireghiere, che continuando l'interno do- le concesse indulgenza, per riparazione
lore, si togliesse alFatfo dalle sue carni della fabbrica, Nicolò Franco vescovo di
l'esleiioie apparenza. Frattanto si senti Treviso e nunzio apostolico in Venezia.
eccitala in ispirilo alla fondazione d' un Pare che perdesse il grado parrocchiale
monastero di suore servile, ma non tro- ne'principii del secolo XVI, fimestissioii
vando in Venezia luogo opportuno, le per la repubblica veneziana, a'cui danni
ili offerto l'ospizio delle religiose di Bu- avevano congiurato principali potenta- i

liino. L'accettò, ed a'23 febbraio i6ig ti d'Europa, Mentre dunque per le terre

Hceompagnata da 7 vergini, entrò in es- de' veneziani scorrevano ferocemente gli


so e vi stabilì l' istituto de' servi di Ma- eserciti nemici, riempiendo di stragi e ro-
ria , con facoltà di Zaccaria vescovo di vine ogni luogo, le afflitte monache di s.

Torcello. Tollerarono le sagre vergini Mfiria flella Misericordia di Noale , ca-


con ilarità le ristrettezze e povertà del stello del Trevisano, dell'ordine di s. Be-
luogo, (inchè coll'ajjbondaiili limosine nedetto e osservantissime, a preservarsi
«le* fi?deli poterono fabbricare un sudì- dalla licenza militare, si rifugiarono in
cienle monastero, ed erigere contigua no- Venezia e ripartirono ne'rnonasteri del-
))ile chiesa, collocandovi l'immagine del- le benedettine. Riuscendo poi a questi

l' Addolorata, che tosto promosse gran grave il loro mantenimento in que'tem-
tlivozionene'fedeli. Nel 1 69,5Urbano Vili pi d'angustie, né ve<lendo raggio di spe-

vi stabilì la clausura, con licenza di rice- ranza di fare risorgere <lalle rovine il de-
vile altre monache. Suor Andriana fece solato monastero di Noale, accettaron(^
eoll'altre la professione, ed assunse il no- l'offerta chiesa di s. Vito, con adiacente
me di Maria Benedetta. Subilo vi fece fio- terreno per fabbricarvi comodo monai
rire l'esemplarità e il primitivo spirito de' stero. Pertanto il comune di Borano, mos.
servi di Maria del Monte Seuario. La ser- so daimpulsodicarità, a'i 5 giugno i5i6i
va di Dio, dopo aver condotto le sue fì- sagro a'ss. Titolari, concesse alle mona'
ttile .'ili'ac(|iHS(o della perfezione, mentre che con ampia donazione la chiesa e luo'
il senato l'avea incaricata di fondare in go ricercalo, con approvazione del 5 18 1

Venezia un altro monasteio sotto l'invo- del vescovo di TorcelloGirolamo Porzia,


cazione di Maria Addolorata, Dio la ri- senza pregiudizio della parrocchia di sJ
chiamò a se a' 1 3 gennaio 1 64B, dopo a ve- Martino. Ad aiuto delle monache fu daJj
»»• predetta l'ora della sua morte. I fune to il priorato regolare de' ss. Cornelio e||
"

l'idi fiu'ono onorati dalle acclamazioni del Cipriano di Murano, divenuto da tempo
popolo , facendo plauso alle sue virtù; e iotuiemorabile commenda, e da Giovan-
ie religiose la deposero in luogo appar- ni Zusto vescovo d'Ossero commenda-
e

talo con lapide. Una di esse, suor M." tario dato in locazione neh 49 '^'le 'no-
T'

Aroangela Biondini, favorita da Dio di nache di s. Adriano di Costanziaoo. Si 1

f.ivon soprannaturali, la fama di sua san- fabbricò in comoda e decente forma il I

tità giunta all'imperatore Leopoldo I, per monastero, e la chiesa restaurata fu poi i

la sua tenerezza verso i Dolori della B. consagrala nel £.564 da Giovanni Delfino
Vergine, le commise la fondazione del vescovo di Torcello, venerandovisi le re-
iiionnsterodi servite in Arco Castello r)el liquie de'ss. Cornelio e Cipriano martiri,
Tirolo. Tanto le moDache di s. Maria e de' ss. lanoceuti. — S. iVIauro rnarih
V E N V E N 5^1
tt (Ielle benedettine. D'cinlicliìssinia fon- n. 1
9 dì questo slesso §. La soppressione
dazione , fu addetto alla sua uniziatiiia delle chiese e de' monasteri, la loro de-
Domenico Vilinico, poi nel gog vescovo molizione o conversione in altri usi, tei-

d'Olivoio; e si vuole fabbricata dal pio minarono la rovina e l'abbiezione di Tor-


Termidio Ingenerio circa l'anno in cui celio; laonde si è ridotta ad una piccola
glinnglieri, dopo aver distrutta la Lom- borgata, ed il resto del suolo a ortaglia,
bardia e bruciate molte città de' veneti di cui i pochi abitanti sono i lavoratori.
litorali, mentre tentavano di penetrare Tutto narrai nell' articolo Torcello, e
Id Rialto e in iVlalan)OCco furono posti con l'Ughelli, Corner, mediante le Noli-
in fuga dal doge Tribuno nel geo circa. zìe storiche delle chiese e ìuonasleri di
Nel I2i4 Buono vescovo di Torcelio la Torctlloy Costadoni ed altri, ne descris-
donò a Calandrino e Maria di vote vene- si l'isola, le principali sue notizie, chiesa
ziane, coll'annuo censo a've:;Covi di i5 e monasteri, la serie de' vescovi, l'unioiui
monete d' argento e altre piccole regalie, del vescovato neli8i8 col patriarcato di
con libera facoltà d'aaiuiettervi regolari Venezia, la diocesi di Torcello forman-
o munacbe. Istituito quindi un contiguo dosi dell'isole di Torcello, Murano, Ma-
monastero di monache benedetiine, fu zorho, Biirano, Anuniaiio e Coslauzia-
da esse esem|iliirnjenle ulllziata la chie- co. Le prime quattro isole sono descritte
sa, che a' 3 inaggioi533 consagiò Vin- in questo § a'Ioro numeri, e nel n. 34 di-
cenzo Massari vescovo di Rlellipotamo, rò dell'ultime due sommerse, in uno al
vicario generale di Girolan)o Fosciui trasferimento del corpo di s. Cristina nel-
vescovo di Torcelio. Vi si veneravano la chiesa di Antonio abbate. L'esisten-
s.

una ss. Spina, una costa di s. Gio. Bat- te cattedrale o duomo, egualmente la de-
tista e altre ss. Reliquie, ed era decora- cenno del celebre tempietto di
scrissi; feci

la di una tavola Veronese, che


di l^iolo (òrma ottangolare, dedicato a s. Fosca
di questi giorni acquistò il duca di Bor- vergine e martire, già esistente nel seco-
tleaux, per decoro della sua Pinacoteca. lo X e certamente nelioi i, ch'é l'aUi-i
IlCorner tra le chiese di Binano tratta chiesa sussistente, riserbandomi qui di
ancora di quella di s. Francesco del De- parlare di sue bellezze artistiche; e col
serto, situala neir isolelta non lungi da Corner inoltre compendiai le notizie del-
Eurano ; ma io la descrissi nella stessa la chiesa di s. Tommaso de' ci>leiciensi ;

propria isoletla di questo §, n i i. di s. Antonio abbate delle monache be-


23. Torcelio. La più celebre fra tutte nedettine soppresse, edistrutta la chiesa e
l'isole della Laguna supeiiore, divenne ilmonastero iìeli8o6; di s. Giovanni E-
città vescovile, con residenza del vescovo, vaiigelista delle monache, e fu ili." mo-
quando vi fu trasferita la sede d'Aitino, nastero di donne fondato nelle Lagune
onde diventò più popolata e abbellita di dell'Adriatico, soppresso nel 1 8o6 e pari-
fabbriche, di chiese e di monasteri, in di- utenti atterrato in uno alia chiesa, e
versi de'quali edilizi s'impiegarono i ma- quanto al corpo Barbara verginee
di s.

teriali di quelli dell'abbandonata Aitino. martire di Nicomedia, che prima si ve-


L'ampio suo commercio, industria e opu- nerava in questa chiesa, pel notato nel
§
lenza-^ la fecero chiamare Nuova belli- XIX, n. 6, ed ora in s. Martino di Ba-
no. Si conservò Hoiida finché pel varia- rano, il eh. ab. Cappelletti, Z^e Chiese d'f-
to corso dell'acque del Sile, resasi l'aria talia, t.
g, p. 53o e seg., ne difende con
malsana, diminuì la popolazione e il lu- documenti, erudizione e critica l' identi-
stro della città, sicché il vescovo fu co- tà contro gli scrittori di Rieli{come dis-
stretto di stabilir la sua residenza nell'i- si anche nel voi. LX, p. ^i), illustre cit-
sola di Muraìio , come ho uarialo uel tà che si vaula possederlo, precipuaiueu-
5S'i V E N YEN
te cioè contro mg/ Marini, Memorie di per bassinlieviprofani, per musaici, mar-
s. Barbara ixrgi/iee martire di Scan- mi, opere ci' intaglio, ed eziandio poioliè
driglia detta di Nicomedia, e conUu il conserva in alcuna sua [)arle la memoria
cav. Ricci , Nuova leggenda di s. Bar- del uiodo che allora lenevasi uell'eserci-
bnra. Oi^erva inoltre il Cappellelli che Specialmente
zio ilegli ufllzi ecclesiastici.
senza la qualificazione di Nicomediese si rimarca essere grande rilievo il musai-
di
Teoerano altri corpi di s. Barbara, come co grandioso e ben conservato sulla porta
quelli delle sante esistenti in Plinti, nella maggiore, operato nel XIV secolo. 1 No-
chie>a de'gesdili di Venezia, delle reliquie vissimi, rappresentati con mistura di pie
in Piacenza, la testa in Maria Formo- s. favole e di strane opinioni greche e lati-
ta di Venezia portatavi da Candia, ove si ne. Assai osservabile dice il vicino teui-
venerava nella cailcdrale di s. Tito. Leg- pietto di s. Fosca, sollevato neila deca-
go nel Novaes, Storia di Benedetto A/A', denza dell'archilellura greco romana, né
che con breve de' 16 dii:en)bre 1747, a- sapersi se più ammirarne l'eleganza o la
vea promesso alle monache di s. Giovan- solidità, illustralo da diversi La
scrillori.
ni di Torcello, che avrebbe loro conces- tavola dell'unico altare, eretto neh 608,
so le lezioni proprie perrulììzio di s. Bar- djclla santa Titolare, essere di Giuliu dal
bara vergine e martire, coli' aggiunta Moro, di cui restarono molte sculture e
della traslazione di questa santa da Co- pochissimi dipinti. In esso si venera, co-
stnntinopoli alla loro chiesa. Adempì egli me nell'antico, i corpi delle ss. Fosca e
la sua promessa col breve Supplicuin, Maura, ivi riposti nel 1247 da Stefano
de' 7 novembre 1748, presso il Corna- Natali vescovo di Torcello, che li ritrovò]
ro, De Ecclesia Torcclli, pars i,nel qua- nascosti sotto la mensa dell'anteriore. iSe'i
le concesse alle stesse monache di poter Sili pittoreschi ne fece dotte osservaiio-
celebrar la festa di s. Barbara a' 4 d'^ ni il conte Cicognara , con inleressanlej
cembre col rito doppio di I.' classe e ora- incisione del suo interno, disegnala da|
fione propria solita recitarsi in alcuni Vincenzo Sgualdi e infagliata da Marco
luoghi, e colle lezioni che Papa scelse il Comirato. Nel 1829 dunque scriveva il
dui capitolo Lateranense, già du multi Cicognara, che dare alcuna notizia del
suini approvate dalla congregazione de tempietto elegantissimo di s. Fosca, che
riti, nelle quali si fa memoria della di- forma uno tle'più belli ornamenti dell'i-
scoisa traslazione, ma bensì nella 4•^ [J^r sola di Tot cello, dopo ciò che ne dissero
accomodarsi al monastico loro istituto, altri, e segnatamente d' Agincourt, ed i

Di più aulica distruzionesonc le seguenti collaboratori dell'illustrazioni delle Fab-


chiese e monasteri. 11 priorato di s. Pie- brtche di T'eiifzia (1.' edizione), non sa-

tro, de' canonici regolari di s. Agostino, rebbe che ridondanza o ripetizione di no-
li monastero delle n)onache di s. Mar- tizie rese ormai comuni; tuttavia nell'i-
gherita; quello di s. Michele. Le chiese, iiesauribiìe sua erudizione artistica tro-
di s. Marco eretta da quel Rustico, più va non poco a dire, sulla potenza e com-
\'oUe superiormente rammentato, citta- mercio de' veneziani, che sia dal secolo X
dino e tribuno di Torcello, il quale por- vieppiù si resero temuti e rispettali, mo-
lò a Venezia il corpo del s. Evangelista, delli ed emuli de'pisani, che seco loro si

con Buono di Malamocco; e di s. Andrea accinsero a nobilissima gara nel perfeziu-


edillcata per memoria dell'oratorio di s. uamento dell'arti, le quali però può sein-
Eliodoro d'Aitino. Qiianto al duomo di pre dirsi ebbero culla sull'Adriatico. Più
s. Maria Assunta di Torcello, anche il vicini alla Grecia, e con essa in contatto
Moscliini io dice deguod'esser visitalo da immediato, tornavano ogni giorno i ve-
ogoi auiulore di belle arti e dell'autichilà ueziaui dall'Arcipelago carichi di model-
YEN VE IV 583
li, (li malli)!, ili fianimenli preziosi; e nell'lsnleffa omonima, presso il porto di
(juellti luceche andavasi ecclissaodo in O- Pola. Fabbriche tutte, che appartenendo
rieiile, veniva sempre più splendida a al principio del medio evo e al finire de*

brillare sul venelo oiirzoiile; sempre es- bassi tempi, lasciano scorgere un barlume
sendo innanzi agli occhi de'inagìsliali ve- di arti rinascenti; a.Ll onta che il d'Agiii-
neti la magnificenza orientale di s. Soda court non fu dell'opinione che gii edifizi

di Costantinopoli, il quale conoscevano di s. Sofia, di s. Marco e di Torcello non


quanto una delle più vicine isolelle. Da' contribuirono punto a ricondurre l'arte
nobili sentimenti di emulazione generosa alla purità de' suoi migliori principii, e
ne derivarono felici conseguenze per l'ar- che soltanto tre o quattro secoli dopo il

ti, e queiriiiipaàto di stile, che tratfoi niò gffnio mise n profitto gì' insegnamenti
la gì eca tielTilaliana n>agnif]cenza; e sic- che da quello potevano ritrarsi. Nell'iso-

come le cose minori non potevano a me- la di Torcello la cattedrale sfoggiò mol-
no d'avere una gran rassomiglianza olle ta ricchezza relativa a que' tempi, se si

maggiori, e poiché l'isola di Torcello per oss«rvano il suo battisterìo , le colonne,


la sede sua episcopale, e pel suo governo i bassirilievi, i musaici , il pavimento e
era già in auge di splendcjre prima del- le finestre sopratlullo che appartengono
l'altre isoletle dell' Estuario; cosi non è a'coslumiorienlali. Ma sebbene tutte ([ue-
meraviglia che per le produzioni che vi «le decorazioni di tale cattedrale potesse-
sì ammirano, e particolarmente pel bei ro meritare studio e illustrazione, dice il

tempietto di s. Fosca, si trovasse un cer- Cicognara , il piccolo non discosto tem-


to accordo colle foiine e collo stile adot- pio di s. Fosca riesce assai più interes-
tato nella basilica Marciana, ^^corgesi di sante per la sua forma, la sua distribuzio-
fatto in questo edilìzio tulio lo stile d'i- ne, il suo portico e le sue proporzioni, a
mitazione delle chiese greche del medio malgrado di tulli i difetti d'esecuzione
evo, caratterizzato sempre dalla lor for- che con pochissimo verrebbero tolti; tal-

ma di croce greca, e dall'uso ilelle cupo- ché a comprovare la poca distanza in cui
le: che se in questo tempio per povertà si trovavano fino da quel momento l'ar-

di mezzi o altra combinazione non ven- ti da'principii migliori, basti di tradurre,


ne voltata la cupola, l'esistenza del tam- per così dire, quel progetto di edifizio in
buro e la solidità de' piloni fanno fede miglior linguaggio, depurandolo dalla
abbastanza dell'intenzione dell'architet- rozzezza dello siile, e ne deriverà uu e-
to. Nella 2.' tàmoue
Fabbriche di (.\ei\e legantissimo tempietto. Dalle piante di
lenezia antmiro il prospetto del tem- s. Giovanni Elemosinarlo, e della di-
pietto di s. Fosca e la sua pianta con , strutta chiesa dis. Gcminiano, si ricono-

r illustrazione dello slesso Cicogrtara, il sce che loro architetti Scarpaguino e


i

cui tipo dice derivare da s. Sofia di Co- Sausovino, non altro furono che tra- i

stantinopoli , la più bella chieda dell'O- duttori eleganti dell'antico tempio di s.


riente, non da quella innalzata da Co- Fosca. Nell'aggiunta, il Zanotto, ripro-
stantino I, né la fabbricata da'suoi figli, ducendo un brano del riferito dal Cico-
distrutta da'successorì, ma bensì il tem- gnara, ne' Sili pittoreschi e prospettÌK'i
pio edificato da Giustiniano I coll'opera delle Lagune Venete, termina co! dite.
d'Anteuiìo di Traile e d'Isidoro di Mi- » Demolita ora la cupola di questo tem-
lete , architetti i più rinomati allora in pio vetusto, per timor di caduta non ,

tutta la Grecia, coll'intendimento di far- rimane a noi che un fervido voto; quel-
ne il più bello edifizio dell'uni verso. Que- lo che dalla sempre solerte sovrana prov-
sto tipo si lipelé nelle successive coslru- videnza sia riprisliuata,qualesoigeva dap-
zioui, come nel letupiello di s. Calerma prima". E di fatto venne restaurata per
— 2

584 V EN V EN
cura (lei goveino.Toicelloè uDodc'3 vica- fu altra volta kede vescovile e dovrò ri-»

riali foranei del patriarcato di Veuezia, parlarne infine del§XXI. La parrocchia


N'è parrocchia s. Maria Assunta, che è padronato de'parrocchiani, comune del
cessòd'esser cattedrale il ."maggio 8 8;
i 1 1 distretto di s. Dona con anime iSyS. ,

frazione del comune di Durano, con 248 Ha il parroco, il cappellano, altro sucer-
anime. Ha l'arciprele e vicario foraneo, dote e il mansionario. Sono oraloni pub-
ed un cooperatore. Sua succursale è il blici esistenti nella parrocchia: SS. Cro'
tempietto di s. Fosca. Soiiooratorii pub- Maria Addolorata
ce/isso de' Salsi. S.
blici esistenti nella parrocchia: S. AnlO' di Piave Pecchia. S. Maria Assunta di
nio in Lio Maggiore Maj'us Lilus o , Passarella. —
S. Maria Concelta del-
Liliis Bovense. S. Maria ad Nives in la Grisolera, Cìirysolera apnd Era-
Lio Piccolo, Parvuni Lilus o Lilus E- cleani. iXaoque dalle rovine dell' antica
(juilinum, che fu in antico celebre ba- città vescovile di Eraclea, che dovea e-
silica. S. Maria del Carmelo alle Mez- sislere nelle vicinanze di questo villaggio.
zale, Mensula. S. Ariano, antico Cam- Restaurala la chieda in (|ueslo secolo, fu
posanto, ed attuale deposilo del Cimite- consagrata l'i 1 settembre! 836 dal car-
ro comunale di Venezia (il cav. Muli- dinal patriarca Monico. E' parrocchia di
nelli negli Annali delle Province Vene- libera collazione, per la rinunzia fatta al
te, narra con)e sul fine dell'autunno 1 889 padronato dalla famiglia Emo Caodeli-
lestemperatissime pioggie furono cagio- sta. Comune del distretto di s. Dona, con
ne che l'acque rovinarono la sfortunata anime 38 1. Ha il parroco e il cappella-
I

isola d' Ariano la notte del 5 al 6 di- no. —


SS. Pietro e Caterina di Mazor-
cembre, la quale fu il maggior bersaglio bo: ne parlai al u. 21. — S. Magno del-
degl'irati elementi, e dell'onde terribili le tre Pallade, d'epoca incerta. Parroc-
del mare e del Po:coramovente è il gran- chia di padronato d'Antonio Ziliotlo, det-
demente patito da'desolati arianesi colli to Pateruoslrou di Borso. E* una frazio-
air impensata). S. Maria Assunta e s. ne del comune di s. Michele del Quarto,
Felice martire, nuovo oratorio non sa- distretto di s.DonàjCon anime 182. Ha l'e-
gramenlale, alle Saline, eretto neh85i, conomo spirituale. SS. Trinilàde' Ire
con cappellano, di cui poi ripailerò nel Porti, Tres Portus in Ultore s. Erasmi.

n. 34 di Per non interrompere


questo §. Parrocchia di padronato di Giamballi-
quanto ricavo dallo Slato personale, in sta Grasselli e de'capi di famiglia. E' una
fine di questo numero dirò altre parole frazione del comune di Durano, con ani-
sulle saline. — Chiese soggette al vica- me 491, ed il suo parroco. Ha per ora-
riato di Torcello. S. Michele del Quar- torio pubblico 5. Maria del Carmelo di
to, Quarlum parrocchia e comune del
,
Saccagnana. Pietro de Stefani, proprie-
distretto di Dona con anime 347, ed
s. 1 tario di molli fondi in quest'isola de'Tre
il suo parroco. Non si sa l'epoca della Porli, con testamento de'2 1 ottobre 5 1 1

fondazione di questa chiesa, ched'altron- dispose l'erezione della chiesa della ss.

de nulla ha d'osservabile. Al presente si Trinità, la cui fabbrica fu poi accordata


sia attendendo a fabbricarne una nuova dal vescovo di Torcello Girolamo Torre
a merito del parroco attuale, eh' è d. con diploma de'26 settembre 5 18, I isti-

Giannantonio Venerandi. Vi è 1' orato- tuendone il padronato negli eredi De Ste-


rio pubblico della ss. Trinità. — S. Mar- fani e negli altri capì di famiglia. Nella
tino di Burano: ne parlai al n. 22. — S. domenica 18 giugno 1681 venne cousa-
Gio. Battista di Cava-Zuccarina, Jesu- grala dal vescovo di Torcello Giacomo
luin od Ecjuilium. E un avanzo dell'an- Vianelli, e nel 1763 ampliala e ridotta
tichissima citlà di E(jidlio /c'io/o, che all'attuale sua forma dui parroco Gian-
V EN V E N 585
fV.incest;o Cellìni. — S. Maria Elisahelta Lombardia. Poco tempo dopo il cardi-
(ii'l Cavai lino yExqiii lianum .\s,nova%\ in nal patriarca Monico, sollecito del bene
qtial teiDpo sìa stata eciincata la chiesa. spirituale del suo giegge, espresse il desi-

E' parrocchia di hbera collazione patriar- derio di vedere stabilito colà un orato-
cale, frazione del comune di Bnranocon rio, aflìnchè i numerosi operai, impiega-
anime 3o7, ed il parroco. — Dissi che Te- li a' lavori ,
potessero ne' dì festivi aver

ratoiio di Assunta e s. Felice è


s. INlaria comodo d'ascoltar la s. messa. Nella pa-
alle Saline. lui eccomi a parlare tlelle sa- lude stessa esisteva un monticello, chia-
line, prima però trovo opportuno riferi- n>alo da'pescatori Monte s. Felice, uni-
re quanto leggo uel prof Romanin. Tra' co punto di quella parte della Laguna,
vari rami del commercio de' veneziani, che si levasse al di sopra della più alfa
merita special menzione quello del sale, marea. I lavori di livellamento eseguili
fonte ricchissima di rendila. Neh 83 1 già sopra esso punto, fecero riconoscere quel
esisteva un obbligo de'chioggiótti di non monticello non essere altro che i ruderi
vendere il loro sale se non agl'incaricati dell'antico convento di s. Felice, fra'qua-
del doge, ed ogni carico doveva portar- li si fondamenti d'una cap-
scopersero i

ne il suggello, di che riparlo nel § XIX, pella; fondamenti che furono religiosa*
nel dogado Si." Assai per tempo furono mente rispettati, e colle pietre diseppel-
quindi istituiti i Salinarii a questa bi- litevi se ne eresse una nuova da dedi-
sogni. E due erano le provenienze del carsi alla Vergine e all'antico s. Titola-
sale: quello di Venezia, detto Salis Chi- re del monastero. Domenica infatti 6
g'ae, e quello che veniva introdotto, e giugnoi852, giusta l'ordine del patriar-
che trasportandosi per mare, si chiama- ca mg."^ Mutli, quest'oratorio fu bene-
va Salis yi/^/vV, Veni va questo dall'Istria, detto da mg,' canonico d. Luigi Gina-
da Cervia, dalla Dalmazia, dalla Sicifia, diedi, il quale, dopo un eloquente discor-
e fino dal mar Maggiore e dalla Darbe- so, ispirato dalla circostanza, celebrò la
ria , e per trattati ,
per compere e per i." messa. Alla pia ceremonia assisteva
guerre procuravano i veneziani di assi- la direzione delle saline, numerosi ope- i

curarsene il monopolio, studiando di gua- rai addetti allo stabilimento, alcuni de-
rentirsi da ogni contraffazione o defrau- gli abitanti dell'isole circonvicine, come
do. Nella Laguna non molto lontano , anche persone del più alto grado, invi-
dall' isole di s. Francesco del Deserto e tatevi dalla loro pietà. — Procedendo sem-
del Lazzaretto nuovo, nel luogo detto s. pre a ponente nella Laguna e più vicino
Felice, si formò un'ampia salina, per sot- alla città sorge la seguente isola.
trarre possibilmente le provincie Venete 24. -S. Chiara. Ne ho parlato nel § X, n.
e le Lond>arde dal bisogno di procurar- 28 , siccome unita alla città di Venezia

si il sale dalla Sicilia, mediante il privi- per un ponte ligneo. Più lontano e sul
legio concesso agl'intraprendenti barone canale che guida alla prossima terrafer-
di Rolhschild e cav. Carlo Astruc per ma, s'incontrano le due seguenti isole:

5o anni, e progressivo n'è il notabile in- 25. S. Giorgio in Alga. E situata


cremento, con grande utile di Venezia. a ponente di Venezia, in quella par-
La Gazzella di questa a' i o giugno 852 1 te della Laguna che conduce a Fusi-
pubblicò, e Giornale di Roma ripro-
il na, canale air ingresso delle Lagune, e
dusse a p. 546. Nel 1845 il barone di alla metà appunto che stendesi fra la

Eolschild e i! cav. Carlo Aslruc, fondaro- città e la terraferma. nomina-Fu così


no nella Palu^le Maggioie presso Vene- ta dalla quantità d'alga marina (o ali-
zia la più grande salina che qui mai si ga, genere di piante così chiamale per-
vedesse , destinata a fornire di sale la ché ciescono ne' luoghi ac(pjalicj e spe-
VOL. xci. 38
J

586 V EN
cìalmente nelle maree o vicino al ma- giovani nol)ili veneti
V E N
Antonio Correr o
1
re), clic in questo sito era portala dal- Corraro e Gabriele Condulniiero, nipoti
la corrente. L'alghe tnarine non sola- d' Angelo Correr patriarca di Costanti-
mente si fermano all' inlorno nelle pa- nopoli e poi GregorioXll, deliberarono
ludi di quesl' isoletta, ma anche ncll'iil- d'abbracciare lo stalo ecclesiastico; indi
tre e altrove nelle basse maree della Antonio fu eletto decano della chiesa di
Laguna, ossia abbassamento del mare. Corone, e il Condulaiiero ottenne un ca-
In quest' isola dunque della veneta La- nonicato nella cattedrale di Verona. In
guna la famiglia Gattnra fondò una chie- questa città i due cugini dimorarono in-
sa in onore di s. Giorgio martire, la di sieme un atino religiosamente, e richia-»
cui divozione era mollo invalsa tra've- mali dd'parentia Venezia, nelle loro case
neziani. Fu consagrata a' 29 agosto del vissero con tali esempli di virtù, che mol-
1228 da Marco Michieli vescovo di Ca- ti giovani nobili si fecero loro discepoli.
stello. Si ha per tradizione, che i pri- Adunatisi poi tulli nella casa d'Anto-:,
mi abitatori dell'isola e in proprio mo- nio Correr nella parrocchia di s. Biagio,
nastero furono i monaci benedettini. Par- ivi concordemente servirono con cseiu-*
tili poi essi dall' isola, vi s' introdtissero plarilà il Signore, finché lo zio patriar-'

gli eremitani ogostiniaiii, del di cui an- ca Angelo tornalo a Venezia li chiamò
tico istituto contavano molti conven-
si a stare nella sua più comoda abitazione,
ti sparsi nella Laguna. E' opinione d'al- da dove e col suo consenso per più <piie-
cuni scrittori che fi. Lorenzo eremita spa- to ritiro passarono nel monastero di s.

gnuolo venuto in Italia neh 35o, fabbri- Nicolò del Lido restato vuoto di monaci
casse un con vento sotto la regola di s. Ago- per le guerre co' genovesi. Intanto furo-
sliiioìn quest'isola, ove visse 3 anni e adu- no dal priore di s. Giorgio in Alga Lo-
nò sotto la sua disciplina molli discepoli ; dovico Barbo invitati a recarsi nel suo 1
donde ebbe origine la congregazione del monastero a servir Dio, onde con essi v|
Beato Lorenzo in Alga di T'enezia, che si portarono altri 6 virtuosi in uno a Ma-

fu poi unita nel 1079 f>*g'iolauiini della rino Qiiiriui, per la cui santità fece al-
congregazione degli eremiti di s. Girola- trettanto il nipote s. LorenzoGiustiiiiani.
n»o, fondata dal b. Pietro da Pisa. Desi- In tal modo e con alili 7 nobili indivi-
deroso però U\ Lorenzo di maggior soli- dui, successivamente si accrebbe la na-
tudine, si ritirò nella liviera occidentale scente congregazione, ed a tulli ad istan-
di Genova, detta Seslri dì Ponente, ed za dal Balbo die il titolo di canonici se-
ivi nel i353 fabbricate alcune cellette colari Bonifacio IX. Cosi il Barbo nel suo

per se e suoi discepoli, stabiTi la sua cou- monastero e priorato di s. Giorgio in


gregazione, detta in Alga di / enezia. Alga stabiTi la congregazione, alla quale,
Bimase il convento dell' isola veneta in per commissione pontificia, il vescovo di
potere degli eremiti agostiniani, finché al Cissamo Angelo Barbarigo, poi cardinale,
declinar del secolo XIV slesso, mancati die le coslìluzioiii, e nel i4o4 dichiarò
a poco a poco i religiosi e 1' osservanza, tutti gt' individui canonici della chiesa
essendo rimasto col solo priore fr. Bel- collegiata di s. Giorgio, col consenso del
tramo, fu da Bonifacio IX ridotto in priore Barl)o, assegnando loro due ter-
commenda, e con tale titolo concesso al ze parli delle rendite del monastero pel
patrizio veneto Lodovico Barbo, quanto sostentamento, l'altra lasciando al Batbo
giovane d'anni, altrettanto maturo per col titolo di priore. Eletto Gregorio X 11

pietà e dottrina, e dal quale ivi si fondò nel i4o6, tosto chiamò a^Roma nipoti i

la celebre congregazione de' canonici se- Correr e Condulmiero, a istanza de'qua-


colari di .y. Giorgio in Alga. Nel j4oo i li a' 27 gennaio 14^7 confermò la con-
VEN V E N 587
gregazione, con bolla tlirella al BaiI)o, .«tuo corpo si seppellisse in 5. Giorgio, e
e poi concesse a' canonici I' uso dell'abi- nel suo deposito fu incìso il titolo di fon-

to paonazzo. Fiorirono lalniente in vir- datore della congregazione. Per confon-


tù, che Padova e alhe cillà del veneto datori sono riconosciuti il cugino Euge-
gì' invitarono a fondar monasteri, rice- nio IV, e s. Lorenzo Giustiniani che di-
vendo in detta città quello di s. Gio. De- venne patriarca di Venezia. Con tali per-
collato. Nel i4o8 Gregorio XII creò car- dite s' intiepidì il fervore de' canonici,
dinali i nipoti Correre Condulmiero, il onde Paolo li Barbo, nipote d'Eugenio
qtiale avea già rinunziato alla sua con- IV e di Lodovico Barbo, nel 1470 "c
gregazione Antonino di
il priorato di s. curò la riforma e lo splendore. Ripristi-
Vicenza, dichiarandone priore s, Lo- nata r osservanza, nel 1496 ebbe il mo-
rcìizo Giustiniani. Intanto Gregorio XII nastero di s. Giovanni di Rimini; indi
dichiaiò Lodovico l3aibo abbate com- nel 1456 Maffio Cootarini, e nel i5o8
mendatario di s. Giustina di Padova, ove Alvise Conlarini, canonici di s. Giorgio,
con tal fervore intraprese la riforma del furono innalzati al patriarcato di Vene-
monaslero,che Io vide divenire capo del- zia. I canonici secolari progredendo sen-
l' illustre congregazione de* benedettini za legame di voti servir Dio e la Chiesa,
di s. Giustina di Padova, poi unita alla glieli prescrisse s. Pio V nel i568 colla di-
tY7.9.f///e.9p.Vacata,per lapai tenzadelBar- sciplina regolare co'vincolidi Canonicire-
bo da s. Giorgio, la carica di priore, i ca- go/^r/.Essi poi furono imposti daClemeu-
nonici elessero a* q settembre 1409 s. te Vili, che chian)ò la congregazione //z-

Lorenzo Giustiniani. Sotto la sua dire- zurrina oCelesiina.percììc come dissi al


zione dilatatasi la congregazione anche loro articolo cogli scrittori de' medesimi,
in Bologna e Verona, nel 14^4 fo elet- vestivano una tonaca di color celeste o az-
to a I
." rettore generale con residenza in zurra. Secondo il corso delle cose umane,
s. Giorgio, confermato 8 volte. Divenuto rafheddaronsi 1' antiche virtù, 1' amore
neh43i Condulmiero Euge-
il cai dinal alla solitudine callo studio, 1' osservanza
nio i V, approvò e ampliò privilegi del- i del le regole. Perciò, comedi sopra narrai,
la sua congregazione, e le unì il priorato ed in alti i luoghi. Clemente IX nel 1668
di s. Margherita di PoUerara e di s. Ma- soppresse la congregazione di s. Giorgio
ria d' Ispida. Di più contribuì alla rifab- in Alga, applicandone i beni alla repub-
bi ica del monastero e di-lla chiesa di s. blica contro il perpetuo nemico coni lilie
Giorgio terminandosi la chiesa
in Alga, della cristianità, il turco. La difesa di <^.

nel 14^8, grande bensì, ma senza abbel- Sah'atore in Lauro di Roma, col mona-
lunenti ; i pregi spirituali consistendo nel- stero, fu data alla nazione del Piceno o
le reliquie della ss. Croce, una ss. Spina, Marca ( mancando di facciata la vasta e
della Tonaca inconsulìle del Signore, e maestosa chiesa,e restando perciò rustico
d' un piede del titolare s. Giorgio. Nuo- ilsuo prospetto esterno, con gian piacere
vi accrescimenti ricevè la congregazione vedo che si è cominciato a incrostarlo di
nel 1437monastero di s. Pietro di
col belli travertini; e d\ce\' Eptacordo Ro-
Brescia, nel 1462 col monastero già di- mano (ìd 18573 p. 106, e del i858 a
scorso di s. Cristoforo ossia della Madon- p. 9-, che riuscirà delineato in ragionate
na dell' Orto, nel 1468 col monastero proporzioni econ carattere corrisponden-
di s. Salvatore in Lauro di Roma, ove te alla grandezza del tempio, per la bra-
poi fu tiasferito il coipo d'Eugenio IV, vura dell'architetto romano Guglielmet-
e nel i486 con quello ili s. Rocco di Vi- ti. Così viene finalmente riparato all'in-
cenza. Morendo il cardinal Correr in s. decorosa trascuranza di secoli). Perchè
Gio. Decollato di Padova, ordinò che il poi il monastero e la chiesa di s. Giorgio
588
in Alga, per mancanza
YEN
d' abitatori non
V
remoli non molto lontana da quest'isola,
EN I
andassero in presta rovina, furono conse- quella detta di Concordia o Contorta, i

gnali all' ordine de' minimi o paololti di cui avanzi sono nell'isola Angelo
di s.

s. Francesco di Paola, i quali per la pro- della Polvere, in cui eravi un monaste-
fessala povertà, e per la mancanza d'e- ro di monache benedettine sotto l'mvo-
sterni sussidi! , furono non mollo dopo cazione dell' Arcangelo s. Michele o s.
forzali ad abbandonarli. Nel 1690, dice Angelo della Giudecca poi de' carmeli-
il Corner, o nel 1699 vuole il Dizinna- tani calzati, de' quali parlerò al n. 27.
7'io geografico, soyieaUarono in loro luo- Altra isola era verso i confini del terri-
go i carmelitani scalzi di s. Teresa, qua- i torio Padovano, colle chiese di s. Maria
li ben presto la deformità in cui
ridussero fondata nel 960, di s. Leonardo ove si
era caduto il monastero a modesta e reli portarono i cadaveri allorché nel 347 1
]
giosa vaghezza ed amenità. Convenne la peste desolò Venezia, e di s. Marco
però, che la ragguardevole spesa fatta pel Evangelista priorato de'canonici regolari
restauro eziandio della chiesa e dell'altre di s. Agostino, le cui rendile Eugenio IV
fabbriche, si replicasse per un funesto in- nel i44' ""' ^^ seminario istituito pe'
cendio che l'i I loglio r 7 16 consumò la chierici tli Castello.
chiesa e una gran parie del monastero, ri- Ih. S. Secondo. Isola nella Laguna di

«lucendo con deplorabile disgrazia in ce- Marghera territorio di Mestre, cioè pres-
nere la famosa libreria ricca di codici, fon- so la grossa terra omonima, il cui ca-
dala dal cardinale Correr, accresciuta co' nale si congiunge Lagune. Circa un
alle

doni d'Eugenio IV, e con quella del car- miglio distante da Venezia, sopra tma
dinal Aleandro dollissinio vieppiù am- palude che alquanto s'innalzava fuor
j)liala, e la quale da lui lasciata al mo- dell' acqua, fu da' pescatori esposta so-
nastero della Madonna dell'Orto, in que- pra un palo l' immagine di s. Erasmo
sto Paolo III r avea fatta trasferire. Le vescovo e martire di Foi'mia, che vol-
fiamme soltanto rispettarono la parte a- garmente denominato s. Elmo Ermo,
bitatada s. Lorenzo Giustiniani quando da' marinari particolarmente del Medi-
n'era canonico; onde nel nobile rinno- terraneo s' invoca nelle tempeste e altri
vamento del monastero, fu espressa in pericoli di mare, appunto per essere pro-
marmo la memoria di lai prodigio. Colla tetti da tali infortunii. Da ciò mossa la
soppressione delle case religiose ne usci- divozione della famiglia Bassa, nel io34
rono i carmelitani scalzi. Wel refettorio circa vi fece ^oslruire una piccola chiesa,
esisteva una bellissiuia pittura di Donato ed un rislretlo monastero di monache be-
veneziano, rappresentante la Crocefìs- nedettine, l'una e l'altro costruiti dall'au-
sione del Redentore, ora nell' accade- lica patrizia famiglia Balfo nel o34. Avea i

mia di belle arti. Sotto il governo del re- con l'isola il nomede'ss. Secondo ed Era-
gno Italico quivi era in attività un tele- smo quando nel 1 089 il doge Falier donò
grafo piautatosul campanile della chiesa. alcune rendite, e perciò divenne abbazia,
Rimaneva superstite ancora il campanile di cuipubblicò la storia fr. Domenico Go-
e parte de'fabbricati, quando insorta la daglidomenicano Historia dell'isola e :

guerra nel 18 48, tutto soggiacque a ro- del monastero di s. Secondo di ycnelia,
vina. Ora t'isola é abbandonata, le fabbri- ivi 609. L'isola comunemente si chiama
1

che del tempio e del monastero, in gran 8.Secondo,essendo sfato abbandonato l'al-
parie rovinate, servono ora a deposili tro nome di s. Erasmo, di cui nel n. 12
militari, e quasi a piccola fortezza per di questo §. Dopo il 1237 fu portalo nel-
guardare Venezia da quel punto e il pon- r isola e deposto nella chiesa il corpo in-

te sulla Laguna. —
Soi'geva ne'tempi più corrotto di s. Secondo martire d' Asti,
YEN V E N 58()

<|iianclo il figlio del doge Tiepolo espu- riedificarono la chiesa, che fecero consa-
gnò quella cillà, espugnazione però non grare nel 1608 dal vescovo di Catlaro
provata, anzi gli aslesi sostengono di pos- fr. Angelo Baronie domenicano. Di poi
sederlo essi nella cattedrale qual prin- nel i66o il piissimo fr. Leonoro Rizzar-

cipale prolettore, ed un'insigne collegia- do provinciale introducendo la più stret-


ta parrocchiale ne porta il titolo, come ta osservanza in alcuni conventi, la pian-
trovo nelle proposizioni concistoriali. L'U- tò anche in questo, opportunissimo per
ghelli volle conciliare la questione, con la solitudine; e così ebbe principio la

assegnare ad Asti corpo di s. Secondo


il congregazione osservante sotto il titolo e

martire, e il trasferito a Venezia essere la protezione del b. Giacomo Salomone


quello Secondo vescovo d'Asti e con-
ili s. veneto. Prosperando questo convento,
fessore, ed in fatti questo ha unito il ca- nel 1686 fu eretto in collegio e studio
po, come dice Corner, mentre manca al- generale, ma dopo 3 anni fu trasferito
l' altro perchè nel martirio gli fu tron- in Venezia. I domenicani rinnovarono
cato. Alessandro 111 prese sotto la pro- nel 1692 la cappella dis. Secondo, e tran-
tezione dis. Pietro il monastero con bol- ne alcuni mesi del 1797 che sloggiaro-
la data in Piialto; ir.a dopo aver goduto no per r occupazione francese, vi rima-
florido slato, divenne povero, e nelle mo- sero sino alla concentrazione del 1806,
nache s'uilrodussero gravi disordini, spe- in che si riunirono a quelli di s. Maria
cialmente nel secolo XV e nel principio del Rosario o Gesuati sulle Zattere. A*
nel XVI; laonde indusse il senato seria- 28 novembre fu consegnata l'isola alle
mente a riformarlo; il che volendo nel truppe di marina, ed il governo Italico
i5i9 effettuare il patriarca Contarini, convertì il luogo in fortezza militare.
gli riuscì soltanto con una porzione delle Demoliti poi la chiesa e il convento, l'i-
monache, l'altre passando nel monastero sola, quasi del tutto diroccata, serve tut-

di s. Maria delle Vergini. Tuttavolla le tavia di forte, o meglio per la conser-


altre monache doverono unirsi a ((uelle vazione delle polveri da guerra. Più ad
de' ss. Cosma e Damiano; nel i52q o o>lro sorge l'ultima isoletta che segue.
nel 1 53 1 fu soppresso il monastero, e 27. 1$. Angelo della Polvere già di
consegnato nel i534 coU'isoletta a'frali Concordia e di Contorta. Qui conviene
domenicani, quali tosto doverono rie-
i prima parlare, come proinisi di sopra,
dificiulocou parte della chiesa per Tin- anche della piccola isola di s. Michele
cemiio procuralo nel iSSg dal cappella- Arcangelo, ossia di s. Angelo di Contor-
no delle monache. Dalla provincia Pro- ta o Concordia, ora s. Angelo della Pol-
mana, nel i54i passò nella Lombarda, vere, co' benemerentissimi della patria
indi rovinò la chiesa, restando illeso, co- storia. Corner e Cicogna, il quale col-
me già dalle flamuìe, il corpo di s. Se- r immensa sua erudizione rettificò date
condo ; poscia sopraggiunta la peste del e chiarì punti oscuri. L'isoletta sorge nel-
ì5j6 si determinarono di partire i reli- la Laguna poco lontana da Venezia, mez-
giosi col s. Corpo, e di collocarlo in s. zo miglio da quella di s. Giorgio in Alga,
Domenico di Venezia, ed essi unirsi alla |)ure è la più distante da tutte l'altre del-

famiglia del contiguo convento. Si oppose la Laguna medesima. Per l'accidentale


il senato, ed i religiosi restarono nell'i- incendio che dirò, fu quasi del tutto di-
sola, ristorando nel miglior modo la chie- strutta. Era dedicata a s. Michele Ar-
sa nel I 563 ; e nel iDyG per essere l'iso- cangelo, detto cocnuuemente s. Angelo,
la servila alla cura degli appestati, quan- ed avea chiesa e monastero fondati dal
do i religiosi vi tornarono, riattarono il doge Domenico Contarini seniore, che
convento re«o squallido e deformato, e ri'gnò dal io43 al 1070, e vi pose mo-
590
naci benedeltinl, levati
VEN
tla iiu luonaslero var le monache da
V EN
s. Angelo Contor-
di
I
denominato s.Zenobìo. Come poi equau- ta e trasferirle ad altri monasteri del lo-
<1o a'monaci si sostituirono le monache ro ordine benedettino, e di unire il loro
Benedeltine. non si conosce. Bensì si han- monastero e le rendile a quello delle be-
no nomi (Ielle badesse Fiorclelise Ba-
i nedetline di s. Croce della Giudecca. Il

lestriera del iSgS, Costantinadel i4'8> discreto patriarca eseguì il pontificio or-
Costanza Balestriera del 1^1^, intorno dine, con limitarsi ad assegnare alle po-
al cui tempo illanguidito il primiero fer- che superstiti monache Angelo un'e- di s.

vore e subentrata la corrnllela de'coslu- qua porzione di rendile per loro


alimen-
iTii, ne' funesti tempi dei grande scisma, to finché vivessero, e del rimanente pose
era divenuto il monastero uno de'più li- in possesso 1' esemplare monastero di s.
beriedi roaleesempiod'allora. A rimedia- Croce. Non contente 1' irrequiete reli-
re tanto male e ristorarvi l'antica discipli- giose ricorsero poi a Innocenzo Vili, il

na, il vescovo di Castello s. Lorenzo Giu- quale però nel \^'^i confermò il deter-
stiniani, versoli 1437 vi maiidòalciuie del- minalo da Eugenio IV e Sisto IV. AJ
le più virtuose monache benedettine del onta di tutto questo 1' ardite monache
tiioDaslero di s.Croce della Giudecca.Pk.iu- di s. Angelo tornarono a reclamare, e
sci vano ogni sfòrzo con quelle traviate, nel i5o8 un nuovo giudizio ratificò l'o-

rigettando audacemente ogni progetto di perato, finché la loro morte a poco a po-
riforma. Lorenzo disperando
Il perchè s. co fece cessar le conlese, e il monastero
di lor correzione, tutto rappresentò ad di s. Croce restò pacifico possessore di
Eugenio IV, che commosso dalla gravità quello diConlorta. Quest'isola rimase po-
de' disordini, con decreto de' 29 agosto chi anni vuota d'abitatori, poiché i Car-
144^ soppresse nel monastero di s. An- ììielitani riformati calzati dell' antica m
gelo di Contorta la carica di badessa, e osser^'anza, della congregazione di Man*
iogiunseallo stesso vescovo di trasferire lova, braukosi d'aver sede in Venezia, ot-
in altri chiostri benedettini le monache. tennero facilmente nel 1 5i8, dice il Cor-
Queste però arditamente ricorsero al se- ner, o nel 1548 come vuole il Cicogna
nato, il quale cedendo alle maliziose que- (ma è fallo tipografico, come rilevasi dal-
rele nel i44' oi'dinò che restassero in le memorie sincrone che riporta), dalle

s. Angelo, con autorità al vescovo di pu- monache di s. Croce il possesso del luo-
nir quelle che turbassero 1' onestà e il go e'del monastero, col censo d'offrire o-
decovo del luogo. Non ostante, le mona- gni anno nelle feste dell'Invenzione e del-
che continuarono nel libero loro modo l'Esaltazione della ss. Croce, una candela
di vivere; per cui il senato nausealo di lo- di cera bianca di libbre due,conrermando
ro incorreggibilità, con decreto del 1
449 poi la concessione Clemente VII con di-
animò il zelo del vescovo con ampia au- ploma de' i4 dicembre I 526. Coulmua-
torità di procedere liberamente colle mo- rono i carmelitani ad abitare per circa
nache e monastero di s. Angelo di Con- 36 anni il luogo cosi squallido e remoto,
torta pel meglio dell'onore divino e del finché nel i 555 col permesso del senato
decoro iinche della repubblica. Quantun- abbandonarono l' isola, e ripararono in
que si fossero unite 1' ecclesiastica e la Venezia nella chiesa e convento di s. An-
laica podestà nella slabilita rimozione gelo nell'isola della Giudecca, di cui par-
delle monache, conluttociò si procrasti- lerò qui sotto. Intanto resa l'isola di s. An-
nò la cosa fino a Sisto IV, il quale nel gelo di Contorta e ì suoi edifizi incapaci
1474 comandò la piena esecuzione del d' abitazione per una comunità religiosa,
prestabilito da Eugenio IV, ordinando fu nel1569 stabilito che in quell' isola,

ul patriarca di Venezia Gerardi di ie- come luogo sicuro per la sua molta di-

I
V EN VEN 591
««.int.i diilla clltìi, dovesse fubbncarsl la rnviziato vescovo dì Zante, sotto il tìtolo

polvere ad uso dell'ai liglieria, die piim.i del ss. Salvatore. Tuttavolta si chiamò
si fabbricava nell' arsenale, lolto l' opifi- volgarmente s. Angelo, anco per un'anti-
cio per r orribile incendio della notlede* ca immagine d' un Angelo scolpita iu
14 settembre di detto anno. Servì a tale mezzo rilievo di marmo nella facciata e-
oggetto fino al 1689, in cui a'^t) agosto steriia, o meglio pel giù detto. Dalle me-

avendo un fulmine incendiato il luogo morie riferite dal cav. Cicogna si trae,
delle polveri, restò con tutti i suoi edifizi che un tempo nel convento carmelitani i

atterrato e distrutto, non rimanendo che aprirono un ospizio pe'pazzi, che custo-
pochi ruderi del vecciiio monastero iu divano e governavano con molta carità.
mezzo alle paludi. L'avanzo dell'isola Vi erano nel «619; ma religiosi per- i

cbiauiasi s. Angelo della Po h'e re, no ine suasi poi da' superiori ad abbandonare
che fu aggiunto dal i 369 in poi, dopo l'e- il noioso incarico, verso il i&:|i. non
rezione della fabbrica delle polveri. Il mo- più gli accolsero. Questa comunità fa
tivo della partenza ila tale isola de' car- soppressa nel 1768, e la chiesa si conti-
melitani, sembra certamente derivatodal nuò ad da qvialche sacerdote re-
uffi/iare

timore che la peste, la quale nel [ 555 tra- golare, al dire del cav. Cicogna. Però
vagliaval'aJova, potesse estendersi anche neir opuscolo. Stato personale del ClC'
i nVenezia,comeavvenneneli 556, poiché ro, dichi.irasi che fino al 1810 appar-
fece risolvere il senato a rimuovere dall'i- tenne a' carmelitani osservanti. Fu poi
sola di Contorta carmelitani, per adat-
i la chies.i soppressa e chiusa nel medesi-
tarla ad accogliere all' evenienza del caso mo tSio. La pietà di Alvise Cogo l'ac-

gli ammalali. In fatti il magistrato di sa- quistò, e neli84i li ridonò al culto di-
nità la destinò per quest'oggetto, ed anzi vino, dopoché il 1." maggio la beoedì il
alcuni carmelitani rimastivi essendosi ca- patriarca cardinal iMonicu, intitolandola
ritatevolmente prestali al soccorso di (jue* il s. Maria del Carmine. Ha 3 altari co-
miseri vi morirono. — Neil' isola della uie prima, e nel maggiore già sagro al
Giudecca fu da'primi cappuccini pianta- ss. Salvatore, levata l'antica tavola, ve
tisi in Venezia, coll'aiuto de' fedeli, fab- ne fu collocata una del moderno Sasso,
bricato nel 1546 un piccolo convento di esprimente la Madonna del Carmelo.
tavole. Il situerà assai abbietto, detto il Ora è oratorio non sagramentale di pro-
Monte de' Corni, perchè ivi si raccoglie- prietà della famiglia Cogo, col titolo di s.

vano le corna de'bovi e d'altri animali che Maria del Carmelo Angelo di Con-
e s.

sì uccidevano in Venezia. Aveudo poi i cordia, nella parrocchia di s. Eufemìa.


cappuccini il miglior luogo del ss. Reden- i^.MalainoccOy'Melhainaucunio yie.'
abbandonarono 1' antico, e
tore, subeu- doucus Portas. Isola e borgo della pro-
trarono in questoneh 555 carmelitani, i vincia e distretto di Venezia al sud e da
comprando dalla confraternita de'poveri essa circa due leghe distante, sulla pua-»
vergognosi la chiesetta e il convento, che ta d'una lunga e stretta lingua di terra
a veano occupati dopo la partenza de'cap- rinchiusa fra l'Adriatico e le Lagune, e
puccini, edierono al luogo il nome di s. tutta coperta di fertili ortaglie. Narrai nel-
Aiì'^elo in memoria di quello lasciato di l'articuio Malamocco, e in più luoghi di
Contorta. Indi Paolo IV nel i557 eoa* sopra, che quest'isola contiene Malamoc-
cesse a' carmelitani tutti i privilegi ac- co yuovo, diverso dall'antica e conside-
cordati all' ordine da' suoi predecessori. revole città vescovile di Malamocco, la
Nel I 57 I ampliarono il convento e re- più ragguardevole e illustre sopra tutte
staurarono la chiesa, la quale fu cousa* l'altre isole delle venete Lagune; già pri-
grata a' 20 novembre 1600 da Rallaele ma sede de'dogi, che l'iavasiuae di Pipi-
-

^92 V E N YEN
iiu re d'Italia co»liin$e a trasportare in Alberoni o Alboroni e la detta isola di Po-
Bialto. Era situata presso il porto, del veglia. Vi sono ancora due altre chiese. Il
quale è da vedersi il u. 3 del § XVii, porlo di Malamocco, come superiormen-
che da lei aveva ricevuto il uome sul , te dissi, è il principale de'porti di Vene-
Lido cioè che divide mare Adriatico
il zia, per le navi di maggior mole e [lor-
dalle Lagune di Venezia. L'antico Ma- tata» ed è il più frequentalo. Precisamen-
luinocco era un vescovato istituito circa te il canale al sud dell'isola, all'eslreuii-

li 64o, a cui erano soggette tutte l'isole tà meridionale del Lido, prende il noiiie
del lato meridionale delia Ve- Laguna di di porto di Malamocco, uno de'5 porti che
nezia , e proseguendo al di là delle due danno ingresso nelle Lagune di Venezia.
Chioggie, maggiore e minore, e di Bron- La sua entrala è difesa da due forti, cioè
dolo e di Cavarzere, perciò comprende- dal lato settentrionale da quello degli Al-
va l'isole di Riaito e di Olivoio, sino al- boroni, sul lido del mare, e dal meridio-
l'istituzione del vescovato d'Olivolo nel nale dal castello di s. l^ietro, che sorge

775, la cui giurisdizione ristretta allora sulla punta litorale di Pelestrina. Nelle
alle sole isole Realline, preparava nella solennità sparano ordinariamente l'arti-
città di Venezia gli clementi ad assai più glierie de'forti di Malamocco, di Alboro-
ampia giurisdizione. Malamocco fu sede ni e del Lido, oltre quelle della naveguar-

dei proprio vescovo sino al 1060, in cui deporlo. I veneziani, a preservare da in-
fu trasferita a Cldoggia^ di cui prese il terrimenti le foci de'porti, costruirono
nome, vescovato tuttora esistente; e ciò quelle dighe denominale speroni e guar-
a motivo d'essere l'isola in parte distrut- diani, composte di palafitta e scogliera.

tada replicati incendii, e minacciala d'e- Tutlavolla il pollo di Malamocco tro-


strema rovina dall'inondazioni del mare, vandosi in cattiva e pericolosa condizio-
che finì in un terremoto di subissarla e ne al cominciar del secolo corrente, per
inghiottirla del tutto nel i 1 06 circa, o al bassi fondi e per scanni, il governo ila-

più lardi nel 1 1 1 1; ma il preciso sito ove lieo nel 1806 si propose provvedervi per
surse s' ignora. Malamocco nuovo, isola rimuoverne gì' interrimenti e impedirne
più lontana dell'altra dal porto, mentre la rinnovazione. Si progi'llò di costruire
1 maiamucchìui erano in pericolo di som- una gran diga di macigni , che comin-
Djergere, siccome quasi contigua, più so- ciando dalla meridionale estremità del-
lida e più elevata dell'altra loro patria, l' ìsola di Malamocco , si avanzasse più
a poco a poco avevano principiato ad a- d'un miglio dentro il mare attraversan-
bitarla, piantandovi case e formando una do Tanlico banco di rena; a vantaggio de'
piccola città , prima
cui cominciarono regi e mercantili navigli, onde renderne
dell'estremo eccidio dell'altra a nomina- sicuro e convenevolmente prcfoudo l'in-
re Malamocco nuovo j e per la cura del- gresso e regresso del porlo stesso. Le dot-
l'anime ivi avevano pure fabbricalo una te investigazioni, gli studi diligeiili falli

chiesa sotto l'invocazione di s. Maria, e da abili idraulici sono riferiti dal cav.
\i si era trasportato il clero della catte- Mulinelli negli Annali delle Province
drale antica. E' per questo che nell'am- f enete. Ma travaglialo il regno italico
pia chiesa dell' odierno Malamocco, di da continue guerre, non si esegoirono i
I
non cattiva architettura e con miraco- lavori determinali del miglioramento e
loso ss. Crocefisso, trasportalo dalla vi- profoiidamento de'canali interiori, e del-
t:ina isola di Poveglia, risiede l'arcidiaco- r edificazione d' una assai grande diga
no I.' dignità della cattedrale di Chiog- inariiiorea. Terminala la dominazione

giu, e uè amministra la cura parrocchie! JNapoleonicae reintegrala l'Austriaca, re^


le, Iri quale compteudc il vicluu Lidu, j^Ii sto nondimeno sospesa l'esecuzione d'o
VEN VEN 593
ppra così necessnria, edera riservato al- lire anstrìaclie. L'inaugurazione della di-
l'imperatore Ferdinando I, nel [)rincipio ga seguì all' imboccatura del porto nel

del suo impero, a decrelni la e darle pu- sito chiamalo guardiano o sperone nu-
re incomincinmenlo, al modo detto net mero sessantasei, alla cui estremila dove-
ricordato articolo, secondo il nuovo pia- va appunto cominciare il lavoro, che si

no approvato nei i835. Pertanto, con principiò due anni dopo. Leggo nel Gior-
risoluzione de' 23 giugno i838 decretò nale di Roma del 1853 a p. 278, trailo
1' erezione della diga luarinorea al por- dal Foglio diferona de' 1 3 mar/o. L'im-
to di Alalamocco per rendere più age- peratore Francesco Giuseppe I con so-
vole e sicuro l' ingresso* de' navigli. Co- vrana risoluzione de'i5 dicembre 18 52
s'i la sovrana munificenza, superando gli si compiacque nella sua munificenza di

ostacoli più violenti della natura, assicurò approvare il progetto d' esecuzione di
a Venezia la prosperità del commercio una nuova diga o contro-diga al sud
marittimo con un'opera diromntio ar- del porlo di !\Ia!amocco. La sua lun-
dimento, e alla marina militare agevole ghezza è di metri 865, e dovrà esser
accesso. Si ordinò dunque, che 1' impo- compita entro due anni dal giorno «Iel-

nente molo si staccasse dalla spiaggia de- la consegna del lavoro. L'elFelto che se
gli Alboroni, limitandosi al nord la boc- ne attendeva era quello, che restando ri-

ca del porto; che si spingesse in mai"e per stretta fra essa e la diga, già costruita
2 122 metri ovvero tm miglio ed un y." al nord del porto , 1' acqua che scorre
di miglia geografiche. L'imperatore a'i3 per esso,si formeià ivi una corrente più

ottobre dello stesso i838, come pure rapida, che avrà forza di viemmaggior-
dissi nel citalo suo articolo, formalmen- mente scavare il canale; cosicché vi sa-
te itiaugurò il lavoro e gittò la i." pie- rebbe più fondo pe'baslimenti. Avere l'i.

tra di questa gigantesca impresa bene- , r. direzione superiore delle pubbliche co-
detta dal vescovo di Chioggia mg."^ Sa- struzioni stipulato in qite'giorui il con-
vorin, assistito da due canonici e dall'ar- tralto d'appalto coll'impresa sociale Brai-
cidiacono di IMalamocco. La lunghezza da e Tallacchini, ed avere ordinato che
della diga si contrassegnò da 21 navicel- sioperasse tosto la consegna. Per tal mo-
li ancorati. A perpetuarne la memoria do si riteneva, che prima della metà del
fu coniata una medaglia, in cui da una l855 sarebbe compiuto a benefizio del
parte sta incisa la Diga con una torre commercio veneto anche questo gran-
sull'ullima estremità, e al di là dtlla Di- dioso lavoro, la cui spesa fu calcolala iu
ga veggonsi vari bastimenti in mare, e 2,200,000, non compresa l'opera
lire

superiormente il molto: Nnnlaruin Se- murata sopra comune , di cui fosse per
curitnti. Dalla parte opposta è 1' epigra- •palesarsi in seguilo il bisogno. Tuttora
fe:niac exPortuMatìieinaiicìin Adria- si continuano i lavori con successo e som-
ticiim perdite lae primiis lapis jnctus A. mo vantaggio, per essersi approfondato
tfDCCcxxxriii Inip. Ferdinando I P. il fondo in modo da ricevervi basti- i

F. A. La bella incisione l' eseguì Luisi menti della maggior portala, ontle com-
Ferrari. Il molto e l'epigrafe sono del piersi un' opera d'immensa importanza
latinista cav. Cicogna. Animati i veneti alla sicurezza del porto e della città di
negozianti dalla sovrana generosità, vol- Venezia.
lero a proprie spese dare compimento ad 29. Peles Irina o Pellesirina. Isola e
opera così importante, e stabilirono l'e- borgo sulle Lagune di Venezia per un
rezione d'un Faro da elevarsi iu punta lato, e sull'Adriatico per l'altro, distante
alla f(jce di Piave vecchia con soscrizio- 4 leghe al sud di Venezia, eduna e Squar-
ni, la cui spesa venne calcolata i4o,ooo ti ai nord di Chioggia, con bellissime or-
VOL. xci. 38*
5^4 VEN VEN
taglie. £' una lingua di terra, 8 miglia (Ielle Sardelle, poiché dalla pesca di tali
lunga e meno che loo passi nella sua pesciolini, abbondanti in queiracqtie,pro-
maggior larghezza , sballala ad oriente viene a'poveri abitanti il maggior lucro,
dall'Adriatico, all'occidente lambita dalla e quindi l'unico mezzo a'miiuili risparmi
Laguna, con a sinistra, guinclaiido il ma- co'qtiali fu alzato e decorato il sagio e-
re, il porlo di Malamocco e a destra quel- difìzio. Narra la tradizione volgare, che
lo di Chioggia, del cui dislretto è uno de' cessate l'oblazioni al santo protettore i
,

comuni, in breve, è la continuazione di fedelifurono castigati con isterilì pesche,


quel Lido o lingua di tetra che dal ma- quindi gli offrirono una sardella d'oro.
re divide le Lagune, e su di essa si trova- Un altro dono più creddjile è quello che
no per la maggior parte famosi Muraz- i viene offerto ogni anno dagli abitanti di
zi, di cui nel § l, n. 3, e dovrò riparlar- Pelestrina ad un' altra delle loro chiese,
ne in appresso e meglio nel n. 33 di que- quella di s. Antonio di Padova. Sorge
sto § come loro termine. L' isola è de- essa vicina a non breve tratto dell'isola
scritta con eleganza da Giovanni Velu- scompartito in ortaglie feracissime di po-
do, segnato N. ne' Sili pittoreschi, ed io poni, cocomeri, zucche ed erbaggi d'ogni
me ne gioverò.
si otTre la veduta Ivi specie. Nella festa del santo, il più bello
della chiesa di Vito egregiamente di-
s. e meglio cresciuto de'poponi di quell'or-
segnala da Vincenzo Sgualdi e intagliata taglie, spiccasi dalla pianta benché acer-
da Marco Comiralo. Movendo da Vene- si appende al suo
bo, e fascialo di fettucce
zia a visitare quest'isola, primo incontra- aliare. Quivi resta richiamo alle preci
si un campanile, che si alza tutto solo in de'divoli e quasi caparra di benedizione;
mezzo all'acqua. E' il campanile dell'an- né dissecca del tutto, ch'è giunta la sta-
tica chiesa di s. Pietro in Volta, eretta gione de'copiosi raccolti, e cominciano a
da' Marcipagani nel sito stesso ove sor- vedersi barche di più misure, cariche di
geva un tempo la distrutta Albiola, il cui poponi e cocomeri e canestri di frutta,
porto s'interrò nel i446> conceduta a' *^ tragittare a Venezia. Non è raro che la
romiti perchè l'ufficiassero. Paie che co- donna, già partecipe alle fatiche agrico-
là il Lido fosse già alquanto piti largo, le del juarito, preso il remo, aiuti al-
mentre rimane memoria d'un bosco ivi la celerità della barca non meno forse
esistente nel i 170^ e chiamalo bosco di di quanto potrebbero braccia maschili.
Pelestrina, il cui litorale dicevasi territo- Questa fovia e destrezza singolari che ,

rio, vi si attendeva alla coltivazione de' ora non hanno per testimonio neppure
vini, e per un documento si conosce chi il sole, domandandosi a que'lragilti, co-
vi possedeva un allodio. Ma da molti an- me più fresca, l'ora notturna, fecero un
ni quel campanile non invita più alle tempo mostra di se ne' veneti canali a
preci i buoni religiosi. Poco discosto da una grande popolazione. Le pelestrinot-
esso, altra voce di bronzi sembra invece te, vestite di corta gomia all'ortolana, col-

pronta ad uscir dall'alto e forte torrione la casacchioa breve e aperta sul davanti,
di s. Pietro in Volta e da' 5 bastioni e- le pianellette di drappo , e il cappello
retli a difesa del porlo di Malamocco. largo e schiacciato per modo di quasi
Però la chiesa, trasportata un miglio più ralligurare i nazionali canestri , corsero
avanti nella borgata, sotto l'invocazione anch'esse, sopra agili barchette, la gara
del patrono s. PielroA postolo, fu riedifica- della regata, e sene dispularono il pre-
ta in miglior forma neh646a spese de- mio fra le acclamazioni e le meraviglie de-i

gl'isolani, i quali l'ampliarono inoltre a' gl'innumerabili spettatori. A Pelestrina


nostri giorni e l'ammattonarono. Le si propriamente detta sono invece quasi la-

(Ut comunemeute il nome di s. Pietro voro unico delle donne ì merletti di refe,
VEN VEN 595
meno pregevoli però de'buranesi. Dice il ciano dalli fanciullezza, gli altri occupan-
Veluilo: Sedute sulla porta della misera dosi nell'agricoltura. Neil' ultima parte
Ciisa, con fra' giiioccl»i cer'.i loro scanni dell'isola la chiesa parrocchiale d'Ognis-
su cui posano tomboli enormi ma- , santi è poco meno che addossata a'Muraz-
neggiano con incredibile velocitile appa- zi. Riferisce pure il Vehido,che uu tempo
rente ilislrazicne un numero di piombini fitte palizzate,empite del fango che que'del
tanto itiaggioie (juanlo più acconci han- paese, a ciò spesali dal governo, cavavano
no gli anni e la vista più fotte; di che ne da'canali di Venezia e delle Lagone, era-
\iene che l'età più lontane si ravvicinino, no troppo debole e quindi assai dispendio-
e la fanciulletta , a cui occorre starsene so ritegno alla furia del mare; al che pen-
in piedi pei' arrivare allo scanno, s'abbia sando il senato ordinò che 1' argine fosse
lavoro pari alla vecchia decrepita, che, io marmo uè sursero quelle
costrutto, e
curva sul tombolo, le siede a lato. In que- dighe, lunghe parecchie miglia, che per
sta parte dell'isola, lungo la via sul lito- la loro grossezza e la mole delle pietre,
rale della Correggio, dopo la sunnomi- connesse e cementate con ammirabile so-
nata chiesa di s. Antonio, fondata nel liditàfurono dette opera d' ardimento
,

principio del secolo passato a vantaggio romano. « 11 forestiere, scorrendo la La-


de'vecchi e de'cagionevoli di salute, sic- guna lungo il litorale fin qui descritto,
come lontana questa situazione dall'al- dopo aver veduto schierate in vaga mo-
tre, e già cenobio e spedale, sta la chiesa stra le case di Peleslrina, a nascondere la

de' Vito e Modesto, nella quale si ve-


ss. cui miseria è bastevole la bieve distanza,
nera una miracolosa immagine della C e gli orti che le partono, e le reti che a
Vergine, forse la stessa un tempo vene- luogo a luogo ne tappezzano le muraglie,
rata in s. Mciria della Cava, isoletta a un e le barche pescherecce che vi approdano
4.° di miglia dalla ripa occidentale di Pe- e se ne stacca«o; quivi arrestasi ammira-
lestrina, ora coperta dal mare. vSi raccon- ne fa ricordo sul portafoglio o sul-
to, e

ta che la B. Vergine, in aspetto di donna l'album; ma il veneziano commuovesi a


matura, comparve al giovane Nadalino più vivi alFetti, vedendo quelle dighe e
SJcarpa, e gli presagì la liberazione di Cor- quel silo. Ad occhio nudo ravvisa egli di
fù dall'assedio de'lurchi. Una stampa del là i luoghi dove prima adunavonsi in so-
«7g5 descrive distesauìente l'apparizio- cietà i padri suoi, vede il mare già testi-
ne, meglio narrala dall' infaticabile sul- monio prime veneziane vittorie, le
delle
lodato ab. Cappelletti nel libro: L' Àppa^ cui acque sostennero dappoi flotte nunie-
rizìonedi Maria ss. sul Lido di Pelcslri' rosissime, animose alla partenza, vitto-
na, Veneziai853. A questa immagine e- riose al ritorno. Finalmente in que'mar-
resse il senato il tempietto io discorso coti mi, ultimo monumento della veneziana
disegno del Tirali, e contiguo vi fu pian- grandezza , trova ancora argomento di
tato un convento a' trinitari, cui successe- giusto orgoglio, pensando che le moli stu-
ro i domenicani rimossi nella generale pende dureranno tuttavìa immote anni
soppressione, restando la chiesuola di- ed anni, e i flutti frangendovisi debellati
pendente dal pievano diPelestrina. I par- continueranno, direi quasi, a, sentire il

rocchiani ripetono dal patrocinio delia dominio dell'aulica regina". — L' anti-
ss. Immagine la liberazione dal cholera. chità di questa terra diPelestrina die luo-
L'aria nell'isola di Peleslrina è salubre, e go a molte opinioni, circa alla vera deri-
gli abitanti, per essa e per la vita attiva vazione del suo uotiie. Chi vuole trovarlo
che menano, sono robustissimi, e presso- nt\\Q Fossioìics o Fossae Philisùiiac ù\
ché tutti dediti alla pesca, essendo eccel- Plinio, sboccanti inmare non lungi da
lenti nuotatoli per l'esercizio che comio- questo Lido; chi rammeulu un' emigra-
596 V EN V EN
zione di popoli Umbri ch\amù[\ PAesli- arse e distrutte. Ilislaurate tosto, e riahi^
ìlio Pistilli, de'quali parte, passali nel tale, neir 899 o piìi tardi comparvero
Piceno, fondarono Praeneste {ina que-
vi nella Venezia gli angari , che bruciate
sta è nel Lazio antico, ed suoi storici la i Eraclea, Ecpìilio e partedi Chioggia, mi-
dicono fal)bricata dagli antichi latini o ravano a penetrare nell'interno della La-
pela5gioaI)origeni, e che forse vi fu intro- guna; ma respinti ellicacemente dagl'i-
dotta una colonia greca), oggi ancora solani presso ad Albiola, ebbero a fug-
chiamata \?e\^?,U-\na (Paleslriiia),^ par- girne così spaventati , che continuando
ie ridottisi in questo Lido, fra Chioggia essi per multi anni per l'Italia le loro in-
e Malamocco diedero , principio e nome cursioni, non più osarono oiFendere i ve-
all' antica Pastelle o Pclestrina o Pi' neti lidi. Il nome di Albiola, come quel-
stinnj finalmente il nome di Ferentina, lo dèi suo porto, è ora aff.itto perduto.
con cui pare accennarsi talvolta dagli an- DairSoy al 1328 oiSSq Peleslrina, co-
tichi a questa spiaggia, fece supporre che me da gastaldi du-
altre isole, fu retta
i ferenliiiali, scesi dal Lazio, vi abitassero cali,ovvero giudici piopri, e dopo que-
primi. Que'poi che non vogliono dar fede sto tempo, associata a Malamocco e Po-
sdle fin qui murate ingegnose deduzioni, veglia, ebbesi un podestà; finché distrut-
ilicono che vacue e deserte erano quest'i- ta di nuovo nel1879, quando genovesi i

sole, allorché i popoli dEste o IMonseli- giunsero coli' armi (ino a quest* ultimo
ce, fuggendo l'invasione ile' bai bari, nel hdo , fu dopo la gloriosa ricuperazione
4?. J scesero ad abitarle. Checché ne sia, di Chioggia rifabbricata da'suoi abitan-
il nome di Peleslrina davasi allora a ti, e dal senato messa a dipendere dal
quella sola parte dell' isola che guarda podestà e vescovo di Chioggia. Del che

Chioggia, ed era dall'altra, detta Alino- molto si dolsero i malamocchini, e col-


la, separata da un porto, cliiamalo por- l'armi prima, e poi con ripetute istanze
lo di l'astene. L'impelo con cui da (pie- al senato veneto, tentarono riunirsela; ma
sto punto entrava
mare, spintovi da' il fu invano, che anzi la giurisdizione tem-
venti di scirocco, obbligò ad interrarlo, porale e spirituale di Chioggia sopra que-
e non solo ne pativano fortemente le due st'isola rimase pe'ripetuti decreti meglio
isole, ma era da esso reso periglioso ol- confermata, e durò fino al cessar del ve-
Iremodoquel tratto della Laguna. La par- neto governo, e tuttora prosiegue. Nel-
te interrata venne indi chiamata Porto l' isola di Peleslrina , oltre il borgo del
Secco e da Porto Secco la borgata ivi
y suo nome ,
poslo circa nel suo mezzo,
presso, ond'è che il nome antico di Pa- si vedono pure i villaggi di s. Pietro in
stelle è nome ignoto quegl'isolani. Al- Volta, di s. Stefano di Porto Secco , s.

hiola è famosa ne'primi annali della ve- Antonio, la Madonna ed il Duomo, com-
neta storia, perchè due volle vicino ad presi gli abitatori de' quali conta circa
essa furono vinti e fugati formidabili ne- 8000 ani(iie.

mici. NeirSoy, allorché Pipino re d'Ita- 3o. Porto Secco. Parte dell' isola di
lia, giù itnpossessatosi di molte terre nel- Peleslrina e comune di essa, pel riferito
la Venezia e di Peleslrina stessa, veleg- nel precedente numero, fu così chiama-
giava lunghesso la spiaggia esterna, non to dal porto d' Albiola interratosi natu-
vi fu modo che attraversare potesse, per ralmente nel i446> '^ *^"' borgata anti-
la forte marea, il porto d' Albiola; onde camente dicevasi Pnstene. La sua chie-
i veneziani, profiltaudo di quell'imba- sa ne'primi tempi sagra alla B. Vergine,
razzo, gli furono sopra e il costrinsero al- nel 1616 fu ingrandita sotto 1' invoca-
la fuga. Feleslrina ed Albiola, dove Pi- «ione di s. vStefano protomartire.
pino avea posto gli alloggiamenti, furono 3i. S. Pietro in rolla, l'arte deU'ijl
V EN V E N .'97

sol.n ili Pcleslrina e comune della mede- nel seguentenumero; denominiizioneche


6inia, oiule già ne parlai al n. 29, ed an- cominciò ad usarsi quando Chioggia mag-
che nel n. 28 dicendo del periodi Ma- giore rimase distrulla dalla repubblica
lainocco, poicliè oltre questo si estende di Genova ('^.J, emula della veneziana,
una lingua di terra e un lido, che divi- nella clamorosa guerra del 1379 80, che
de le Lagune dal mare, già anticamente descrivo uel § XI X, nel dogado 60.°, e più
formalo di due parti dal porlo della di- ristretta quindi le successe l'attuale. Ila 3
scorsa Alhiola. Lai." di esse dicevasi al- canali, navigabile uno e chiamato Lom-
lora Lido ci' Albiola e di Pastene, e su bardo per servire alia navigazione della
questa sorge la borgata di s. Pietro in Lombardia; interno l'altro e perciò ap-
Volta col ricordato suo forte. E' fertile pellato della Vena, che come la larga via
d'ortaglie, con sua chiesa parrocchiale. di mezzo ad oriente la divide in due , e

Sa. Chioggia, Clodia Fossa.Cìlla con sul quale sono


9 ponti, ili. "essendo as-
residenza vescovile, dagli antichi chiama- sai bello e marmoreo d'uu solo arco sul-
ta Claiuliopolis, della provincia di Ve- l'ingresso della ciltìi verso Venezia e da
nezia e da essa distante 5 leghe e mez- cui godesi il pia bel punto di vista sul-
zo, nella parte meridionale dell' Estua» la Laguna. Dal lato circa di nord-ovest
rio, presso e quasi cinta dall'Adriatico e trovasi il suo anipio porto, formalo dal-
un poco al nord dell' imboccatura del l'acque dell'Estuario e da un ramo del
Brenta; capoluogo d'un distretto di 4 co- Brenta che in esso sbocca pel soilegno
muni, che compresi suoi contengono i diBrondolo,e difeso da un forleche<juau-
circa33,000 abitanti, con pretura dii.* lunqne posto nel mezzo dell'acque salse,
classe, congregazione municipale, vice- pure contiene un serbatoio d'olliina ac-
capitaniato del porto e dogana. La sua qua dolce. Delle sue molle saline anti-
foima somiglia ad una spuia di pesce, che, n'è restata quella sola quasi rimpet-
l'aria n'è salubre, e la sua situazione la to al porto. De'suoi satinarli e de'ioro si-

jende assai comoda è favorevole al com- gilli che si spezzavano in morte del do-
mercio. Le principali occupazioni del (ni- ge, parlo nel XIX, nel dogado Si.", ol-
oore commercio de'suoi abitanti sono la tre il già detto sul sale nel n. aS di que-
marineria, la pesca, la caccia, la coltiva- sto stesso §. Chioggia sarebbe perfetta-
zione degli orti e campi che forniscono mente non fosse congì unta col
isolata se
erbaggi sc|uisiti; ed in fine nella costru- lido di Broudolo, mediante un ponte di
zione di barche grandi e piccole, per cui pietra, ed altro di legno as>ai lungo. E'
è circondata da canlieri, pel trailico della Brondolo un villaggio col porto omoni-
navigazione. 11 portico inferiore del suo mo poco distante, dove vanno a sbocca»
aulico granaio serve ora ad uso d'erbe- re quasi tulli i fiumi del Padovano e del
ria e di pescheria. Di Chioggia ne trat- Vicentino, formando un largo recipiente
tai al suo articolo, e qui ripeterò alcu- di poco fondo, denominato la Conca di
ne intrinseche parole, ed altre ne aggiun- Brondolo. Le sue acque sono sostenute
gerò. Dislinguevasi in due, poiché il suo da porte. Brondolo è difeso da poche for-
nome era comune due isole, l'una mag-
a tificazioni, ed è luogo antichissimo della
giore e l'altra minore, denominate Chiog' Venezia marittima. Fu bruciato neir8o8,
già maggiore e Chioggia minore: la mi- iodi rifabbricato; ma nel 1379 '^olaluieu-
nore si disse anco Chioggia marina,
, te distrutto da'genovesi, acquistò rino-
siccome immediatamente bagnata dal- manza per la clatnorosa guerra di Clnng.
Ja ujarina, a dilFerenza dell'altra che le eia. Eravi un famoso monastero d: be-
sta dietro, cioè l'odierno sobborgo chia- nedettini, poi cisterciensi, ma al presen-
mato Sotto-marina oltre il poute, di cui te solamente esiste la chiesa di s. IMiche-
€98 "VEiV YEN
le Bcondolo. In vìciaanza del porto a-
(li tium decori, de'9 febbraio! 855, li deco-
vea la repubblica veneta ne' passali tem- rò della croce pettorale d'oro, che por-
pi fatto costruire un foi'te, che fu poi tano sulla n»ozzetta. Neh 857 fu pubbli-
distrutto, e dalle alluvioni de' fiumi co* calo in Venezia dalla stamperia Merlo :

perlo d'aiena. costumi de'chiozzolti o


I Directoriuin s. Ecclesiae Clodiensis ar.
chioggiolli in tutto sono singolari, parte- divina Romano
llitu pérsolvenda iussa
cipano dell'antico e precipuamente nel III. et liev. D. D. Jacobi Nobilis Foret-
vestire. Anche il dialetto e la pronunzia ti ecclesiae ejusdem Episcopi , praelati
sono originali , e diversificano ambedue domestici pontificio Solio assistentis et
«hil veneziano. Trovo nella Cronaca di comitis romani ordlnatum et edilum etc.
Jllilano del cav. Ignaiio Canlìi, de' i5 33. Sottomarina. Isola della provin-
luglio 1 858, che nell'i, r. Istituto Veneto cia di Venezia, la più meridionale di(|uel-
tli scienze, lettere ed arti, il (].' Nardo co l'isole lunghe e strette che separano le La-
tnnnicò la proposta d' un Vocabolario gune Venete dal mare Adriatico. E' lun-
comparato de' dialetti rustici e ci\'ili del- ga una lega e 3 quarti dal nord al sud, con
ie Province f^cnete, e Saggio sul dialet- mezza lega di larghezza. Al uoril sorge la
to di Chioggia raffrontalo gra/nmali- città di Chioggia, ed il borgo è posto ove
calniente e radicalmente al dialetto ve- stava Chioggia minore o marina, per-
neziano ed al rustico padovano. Dice il chè immediatamente bagnata dalla ma-
eh. Romanin, Chiuggia era antioaiuente rina; il nome
Sottomarina lo prese do-
di
una piccola Venezia, trovandovisi le stes- poché Chioggia minore rimase distrutta
se magistrature, le slesse forme e somi- da'genovesi nella guerra di Chioggia nel
{^lianti statuti. A'molti uomini illustri fio- i38o, ed ha la chiesa parrocchiale di s.
riti in Chioggia, aggiungerò col Diziona- Martino vescovo di Tours. suoi abitan- l

rio veneto, il general Girolamo Vianelli, ti s'applicano alla pesca , alla marineria,
l'ingegnere Cristoforo Sabbadino, Giu- e più alla coltivazione dell'ortaglie. Sul
seppe Zerlino, dal Mulinelli chiamato cosi dello Lido di SoUomarina vedova-
rislauralore della -musica moderna (P^a- si la chiesa della B. Vergine della Navi-
vagnan ne scrisse l' Elogio, e Calli la cella, bella fabbrica ornala d'eccellenti
Narrazione della vita e delle opere), pitture, eretta nel secolo XVI, ora de-
la celebre pittrice Piosalba Carriera , il molita e ridotta a fortificazione, ed ivi

ti.'Giuseppe Viamelli patrizio istorico, si vedono i famosi nuovi argini del mare
Tab. Giuseppe Olivi rinomato naturali- chiamati Murazzi , i quali proseguono
sta, il filippino Nicola Fid)ris, l'ab. Stefa- lungo l'isola di Sottomarina, che la co-

no Chiereghini, molti vescovi, ed altri il- sta proteggono dall'impeto delle tempe-
lustri. Nel n. 28 parlamlo di Malanioc- ste del mare Adriatico; opera insigne e

co e di sua sede vescovile, nuovamente che mostra a<l un tempo l' opulenza e
dissi del trasfei intento di essa a Chioggia l'industria della repubblica di Venezia
nel 1060, ed iu seguito meglio stabilita, che valse ad innalzare sì validi propu-
e nel suo articolo riportai un bel nume- gnacoli contro il furore dell' onde. Qui
ro di vescovi, sino e inclusive all'odierno. lerminando Murazzi o dighe artificiali,
i

Quanto al capitolo della cattedrale, le in- riepilogherò il detto in breve nel § I, n. 1 ,e


segne corali delle dignità e canonici srono in diversi numeri di questo stesso §, egre-

il rocchetto e la mozzetta paonazza, loro giamente avendone Iratlalo il già lauda-


concessa da Gregorio XVI colla bolla to Defendente Sacchi, neli83o,coJla Me-
Splendida honorum insignia, de' 4 a- 1 moria intorno alle Dighe marmoree o
gostoi838; ed il regnante Pio IX colla Murazzi, edalla Laguna di Venezia,
Lolla Ecclesiaruin in primis Cathedra- con tavola e sua spiegazione. Danneggia
a —
V E N V E iV 599
Ice di coulìiiiio in'uiacciate dall' irroin- nenli come un addentellalo «he »pors;eiu
|ieiUi ac(|ue del maierisole eleLagmie, fuori. Hanno d'ordinario Murazzi 3 ut i 1

ripararne e impedirne danni, trovarono


i
1 4 metri di spessore alla base, poco pia
necessaria gli antichi e sagaci veneziani d' un metro nella parte superiore, e sor-
l'erezione di dighe artificiali ratl'orzando gono per metri 4) 5 circa sulla comune
i deboli bunclii d'arena, c<ui molte pala- alto (uarea. Sono costruiti di grossi mas-
fitte a vari ordini, ripiene di strati com- si di pietra d'islria uiiili con cemento di

palli di sabbie e ciottoli, onde formarono pozzolana, ed estendonsi per metri 4^27
de'rialzi inclinali verso il mare. Tuttavia nel litorale di Pelestrina,e per metri i200
riuscirono deboli ripari contro s^ potente in (|ucllo di Soltomarina , in cui hanno
elemento, precipuamente da Peleslrina termine. Si calcola la spesa di costruzio-
fmo al porlo di Chioggia. Dopo i3 se- ne della repubblica, e quella del gover-
coli d'nicessanle lolla delle forze dell* in- no austriaco nelle molle riparazioni dal
gegno umano contro quelle della natura, i836al i845ja franchi 12,159,276.
decretarono veneziani di apporre al lua-
i 34» Isolt rovinate o elis trulle. Le La-
re degli argini per sempre domarne il fu- gune di Venezia, die si distendono da
rore. JNcl 1716 dp. Vincenzo Coronelli setienlrione dell'Estuario di Grado Cmo
ne propose la forma, indi ne die il dise- dal latu di mezzogiorno a quello di Co-
gno, che fu eseguito da Bernardino Zen- macchio, erano aulicamente popolale di
drini, e la I
.' pietra fu posla dalla parte di un assai maggior numero d' isoletle, es-
Pelestrina a'24 aprile i 744- ^•^P** 7 ^"" sendone molle rovinale o del tulio peri-
ni d' assiduo lavoro, colla seguente iscri* te in processo di tempo o per alluvioni
zione furono consagrali i Murazzi quali o per altre vicissitudini onde il' alcune
,

validi propugnacoli di Venezia, e dell' i- appena se ne conosce il nome , come si

sole e delle Lag\uie veneziane. ì l Sacra vedrà dal seguente novero alfabetico iu
Acstvaria- frhis Et Libcrtalis Sedes - numero di 29, di altre avendone fatta
Perpelvvin Conserventvr - Colosseas parola in più luoghtdi questo articolo.
Jìloles - Ex Solido Marmare - Con- Jnimiana o Amniiano, e con vocabolo
tra Mare Posvere - Cvralores Aqva- de Mani, fu una del-
corrotto Iinani e
rvm- Aim.Sal.MDCCLi-Ab Trhe Con. le 6 isole rese abitabili da' ciltailini fug-
MCCCXXX. Altre 37 iscrizioni ricordano gillivi d'Aitino, così denominala da una
il progressivamenlecostruitoerannodel- delle porte della loro patria. Molleerano
l'opera, compila nel 782. Questi Muraz-
1 le chiese in essa fabbricate, in alcuna dei-
zi, dal lato che guardano la Laguna, sor- le quali furono sepolti i primi dogi. Fra
gono dall'acqua in linea verticale come di esse la piìi ragguardevole fu quella
il bastione d' una fortezza; dal lato del parrocchiale di s. Lorenzo, eretta in una
mare invece si dividono a piani die pre- piccola isola contigua alfalto ad Ammia-
sentauo faccie, allre verticali ed altre 0- no, la quale chiamata anlicamen-
isola fu
rizzontali. Il i." piano, eh* è aldi sotto te Castrazio o Castrazia o Caslrasia,
del livello del mare, e pesca quasi seni- ed iu cui fluì santamente i suoi giorni s.
pre nell'acqua, è sconiparlilo perlopiù Liberale, ivi ritiratosi a vivere solitario,
iu 3 scaglioni eguali; seguono indi due con alcuni religiosi che uflìziavanolachie-
grandi piani, le cui huee orizzontali de- sa di s. Lorenzo. E' assai dinicile l' iuda-
clinano alquanto verso il mare: fioaluien- gare di quale istituto fossero questi reli-
te l'ultimo e più eminente, stretto come giosi, che precedettero di mollo tempo la
ciglione o cresta, torreggia e vi fa intorno nascila di s. Benedetto patriarca de* mo-
corona, quasi continuato merlo d' una uaci d'occidente, e solo si conosce dalla
fortezza, e forma con certi massi proiui- cronaca del Sagoi uiuo, che la chiesa di
6oo V li N V ì: n
ti. Lorenzo fu innalzata a spese di 3 fa- vasioni de'barbari nelle venete Lagune,
jniglie, Fraiirluna, che poi fu della Fa- ivi fabbricarono il ntonastero di s. Feti-
Jiera , Villarense e Maslallica. Fra que- ce. In questo chiostro nel 982 vestì l'abi-
ste i Fraudimi avendo eiello 3 altre to e professò la regola di s. Benedetto i\

chiese, cioè s. Marco d' Ammiano, i ss. piissimo doge Orso Badoaro ossia Orso
Scigioe Bacco di Coslanziaco, ed ss. Mas- i Parlecipazio II, il quale dopo una vita
simo e Maicelliano pur di Costanziaco, le religiosa ed esemplare, terminala eoa
soggeltarotio alla chiesa di s. Lorenzo, a una felice morte, fu ivi sepolto, e il di
condizione però che se alcuno di lor fa- lui nome per lo splendore di sue virtù
miglia fosse sacerdote idoneo alla cura viene dagli scrittori decorato col titolo di
dell'anime, dovesse essere investito pie- Beato. Questo monastero nel i 199 l'ac-
vano di s. Lorenzo; altrimenli fosse ne' colse sotto la protezione della s. Sede In-
parrocchiani la facoltà dell'elezione. Fu nocenzo con amplissime lettere diret<
III,

poscia appresso la chiesa di s. Lorenzo tea Leonardo abbate, poi arcivescovo di


fabbricato un monastero per monache Zara. Ma nel secolo XIV resasi in que-
benedettine, alcune delle quali uscite di st'isola intollerabile l'aria, e per la fre-

e-iso ne fondarono un altro contiguo alla quente escrescenza dell'acque minaccian-


chiesa di Marco d'Ammiano, quale
s. il dosi l'estremo eccidio del monastero, co-
continuò a riconoscere come suo capo e minciando esso a rovinare, determina-
superiore con annuo censo la badessa di rono monaci di ritirarsi a Venezia nel
i

s. Lorenzo. La chiesa di s. Marco fu pur monastero de'ss. Filippo e Giacomo da


chiamaladis. Cristina, per esservi slato loro rondato,nelquale,ed in quello d'Ara-
deposto il suo sagro corpo, come dirò miano, poco a poco scemandosi il nume-
parlando dell'isoletta cui die il suo nome. ro de'monaci, d'ambedue restò padrone
Oltre però le 3 chiese fondate da* Frau- il solo abbate, per la cui negligenza ro-
duni, altre 3 nell'isola d'Amraianoerano vinò affitto il monasterod'Ammiano. Di-
alla Lorenzo soggette, cioè
chiesa di s. poi l'abbazia colle sue rendite fu unita al-
quella de'ss. Apostoli Fdippoe Giacomo, la basilica di s. Marco, ed il monastero
l'altra di s. Angelo, e la 3." di s. Andrea de'ss. Filippo e Giacomo assegnato a' pri-
Apostolo, nelle due prime delle quali miceri della medesima, come narrai nel
furono istituiti monasteri di monache, n. 2 del § VI. Assai noto per le cronache
ed appresso la 3." Domenico Franco, è altresì il ricordato monastero di s. An-

prete di s. Sofia di Venezia, fondò un drea d'Ammiano per le sue rigide costi-
monastero di canonici regolari, per be- tuzioni, fra le quali eravi il divieto d'ac-
neficenza di Marco Greco pievano di s. quistare reodile fuori della diocesi diTor-
Lorenzo, il quale nel i 179, coli' assenso cello; però essendo cresciuto a 6t il nu-
di Leonardo Donalo vescovo di Torcel- mero de' canonici regolari, e divenuto
Jo, donò la chiesa di s. Andrea e di s. frequente 1 accesso de'poveri e de'pelle-
Giacomo, cappella di s. Lorenzo, al Fran- gt ini, a'(piali erano teuuli somministra-
co e suoi confrali coH'annuo censo d'una re limosine, impetrarono i canonici nel
libbra d' olio alla medesima chiesa di s. i23o da Papa Gregorio IX l'indulto
Lorenzo. Sopra lutti però nell'isola d' A m- d' acquistar possessioni e stabili in qua-
niiano fu celebre il monastero de'ss. Fe- lunque luogo se ne presentasse l'occasio-
lice e Fortunato, abitato per molti seco- ne. Lo stalo florido de'canonici regolari
li da'benodeltini, che riconosceva la sua per l'umane vicende declinando, giunse
origine ila altro monastero della città a segnu che nel principio del secolo XV
tl'Altino dedicato a s. Stefano protomar- rimasto luogo senza abitatori, fu nel
il

tire, idi cui religion rif.iggitisi per l'in- 1436 da s. Lorenzo Giustiniani vescovo
• V E i\ V E N 601
(li Castello, per online d'Eugenio IV, n« triarclii aquileiesi, i conti di Gorizia, i te-

nilo col le tenui sue rendile ai n)onastero deschi, 1 friulani, i veneziani; e venne di-
delle inonnclie di s. Girolamo poc'anzi strutta quando la repubblica di Venezia
fondalo in Venezia, secondo il lifcrilo divenne assoluta dou^inatrice del Friuli
nel § X, n. Sg. Gli altri summeiitovali e dell'Istria.— /.yo/(7 Borgognoni. Fu
luoghi sagli d'Aniiniooo fiiiono alliesi celebre per una ricca badia cistcrciense di
uniti ad altri nìona'sierije quello di An-s. monaci della Borgogna, da'quali ricevè
gelo de Mani a f|oello di s. Eufemia di il nome. Ebbe suoi principi! |)resso la
i

Mazorbo. Lucìa Tiepolo l«idessa de' ss. chiesa di s. Tommaso, allora parroc-
Apostoli d'A nimiano fondò [)0Ì Tdlu-slre chia della diocesi dì Torcello, il di cui
monastero del Corpo di Cristo in Vene- pievano Rodolfo desideroso che in essa
zia. Inoltre in Aniìiiiano vi fu una chiesa si aumentasse il cullo divino, destinò di
dedicala a s. Giovanni, di cui ignorasi la consegnarla a qualche regolare istituto.

fondazione e la rovina. — Isola d' Ani' Secondò le di lui pie intenzioni Marco
Vìionella. Era coiigiunla per un ponte Trevisan detto Grande, patrizio veneto,
con quella d'Anim inno, e com'essa leslò il quale avenilo fabbricato e dotalo di
nhbandonata per gi'iuipeli della marea renditeli propinquo monastero, lasciò a'
che di continuo ambedue danneggiavano. suoi eredi in padronato l'elezione dell'ab-
Delle due isole nondimeno restano due bate, e volleesser sepolto nella chiesa con
dorsi coperti di verzu ree di macerie, tliia- iscrizione che lo qualificava edificatore e
mati l'uno Mofile de Conigli, pe'molti co- fondatore del monastero. I primi ad oc-
nigli silveslri che ivi si trovano, e l'allro cuparlo nel I igo furono canonici i rego-
Monte di s. Lorenzo in memoria della lari di s. Agostino, i quali per cagione
suddetta chiesa parrocchiale tl'Ammiano. ignota dopo pochi anni avendolo abban-
— Isola Antonio ora deserta.
di s. — donalo, furono dalla Borgogna chiama-
Isola Barbania. Rinomala per una cliie- ti ad abitarlo e ad uillziar la chiesa ci- i

sa dedicata alla B. Vergine, con adiacen- sterciensi nel 1200. Però il loro capitolo
te monastero, periti ambedue per alla- generale neh 2o5 gli ricusò il titolo d'ab-
gamento, e nelle basse maree se ne vedo» bazia, se prima le sue rendile non fossero
no le vestigia. Il Dizionario veneto par- aumentale al manteni mento di 24 Clona-
la della piccolissima isola Barbana, posta ci; tutta volta l'accordò nel 1206, decoran-

nelle Lagune di Venezia, distante una do del grado d'abbate il priore Lorenzo,
lega d' Aquileia, e3 quarti di lega da e nel 209 Ottaviano Quirini podestà in
1

Grado. Essa apparteneva per lo spiritua* Romania donò al monastero una posses-
le all'abbazia di Sesto, nelFriuli. Un san- sione suburbana a Costantinopoli. Bernar-
tuario di gran venerazione vi attira mol- do abbate nel 1212 ricevè dal doge Pie-
li di voli. Nel mezzo dell'isola trovasi una tro Ziani un lungo tratto di terra posto
sorgente inesausta d'acqua dolce perfet- in Costantinopoli, e poi anche il mona-
ta. — Isola Basilia o Baseggìo.Da essa stero di Gerari nell'isola di Candia, cui si

trassero il nome i Basilii o Baseggi, anti- aggiunsero molli altri donativi di private
ca e nobile famiglia di Malamocco vec- persone, come di Uretemaro vescovo di
chio, la quale trasferitasi a Venezia, ivi Capodistria, per l'esemplarità de* mona-
in onore di s. Basilio INIagno gli edifica- ci; laonde il monastero fu privilegialo
roHo una chiesa nel sestiere di Dorsodu- da'Papi e gli abbati incaricati di rag-
l'O. — Isola Belforte. Nella i.' metà del guardevoli legazioni, come accennai nel
secoloXlll fu formata artificialmente on- voi. LXXVll, p. 127, e diffusaraenle
de piantarvi un forte, da cui prese il no- narra il Corner. L'aria insalubre cagio-
n?e, io occasione cioè delle guerie tra'pa- nando a' alenaci frequenti malaltie, a-

6o2 V E IV V E N
vendo nel 1668 la congregazione cisler- vita monastica, il beato nel suo antico
ciense tli Lombardia fiilto ac(|uislo del monastero di s. Nicolò del Lido ov" era
iDonasterodì S.Cristoforo, volgarmente stato sacerdote e monaco, e la beata
la Madonna dell'Orto, di Venezia, in esso nel monastero benedellino di 8. A<lria-
si trasferirono i cistcrciensi, senza del lut- no a proprie spese fatto costruire in Co-
toabbandonare il monastero di s. Tom- stanziaco poco lungi da Ammiano, on-
maso, tranne ne' 6 mesi dell' inverno e de in qualche documento viene chiama-
altre rigide stagioni, finché fu soppres- to anco s. Adriano de Mani. Col corre-
so, non restando che pochi ruderi in re degli anni talmente si rese grave l'a-
un'ortaglia. — Isola B re n so le, dì cai non ria e corrotta lapalude presso il mona-
è nolo cheil nome. Isola Castrasia o— stero, che cominciò in esso e specialmen-
Castrazin, della quale feci parola dicen- te nell'estate «>n' intollerabile infestazio-
do di quella d'Ammìana. Isola di s. — ne di serpenti. Per cui le monache furo-
Caloldo o Cataldo, ove fu stabilito il no obbligate a portarsi nella stagione
seminario di Torcello, nome che le de- cald'i ad abitare case privale nell'isola di
rivò dall'unione del priorato di s. Catal- Murano, con grave loro incomodo cou-
do di Burauo al seminario. Ridotta l'i- tinualo per molti anni, finché la patema
sola ad un semplice dorso appellato provvidenza d'Eugenio ! V nel i 439 con-
Monte dell' Oro, il credulo volgo sup- cesse loro monastero di s. Angelo det-
il

pone che vi sia slato nascosto il trono to di Zacnpenigo nell'isola di Torcello.


d'oro e nitri tesori del feroce Attila re Non pertanto essendosi colle rendite mi-
degli unni. —
Isola Centenaria. Nelle norato il numero
delle monache, il mo-
lagunedi Grado, fu con violenza occupata nastero di Adriano e quello pure di s.
s.

da Sereno patriarca d' Aquileia con l'a- Angelo fiM'ono uniti con autorità aposto-
iuto de'Ioiigobardi. -Isola Centranica. lica al veneto monastero delle moiiache
Le<leiivò il nome dalla nobile famiglia di s. Girolamo. La chiesa dedicata a'ss.
Centranica, di cui superiormente parlai Sergio e Bacco inarlin, e l'altra pure de'
più volte, anch' essa al presente deserta. ss. Massimo e Marcelliano, furono fon-

— Isola s. Cosmo, di cui è noto \\ solo date, la prima dalle famiglie Frauduna
nome. — Isola Coatanziaca o Costan- e Calciamiri, che avendo ottenuto del-
ziaco. l^opolata dagli altinati, fu cos\ le reliquie de' ss. Sergio e Bacco eresse-
denominala per memoria d'una porta ro in Coslanziaco una chiesa; e la se-
della loro abbandonata città, o come conda da' soli Frauduni, i quali innal-
])relendono altri da Costante o Costan-
1 zarono ad onore de' ss. Massimo e Mar-
zo imperatori e figli di Costantino 1. In celliano una chiesa per riporvi alcu-
questa pure furono ne'primi tempi eret- ne reliquie di detti santi da loro acqui-
te chiese e fabbricati monasteri, fra'qua- state. Ambedue le chiese divenute par-
li il più celebre fu quello di s. Adriano rocchiali furono da'Ioro fondatori dichia-
martire, volgarmente s. Arian, che rico- rale soggette alla chiesa di s. Lorenzo
nobbe per madre e fondatrice la b. An- d'Ammiano. E' probabile che questo s.
na figlia del doge Vitale li Michieli, e Marcelliano, le di cui reliquie acquista-
già moglie del b. Nicolò Giustiniani, pel te furono da' Frauduni, sia il santo ere-
narrato nel § X 1 K nel dogado 38. "del del- mita Marcelliano, in di cui compagnia
lo padre suo, e nel n. 3 di questo §, col 1 ritirossi in un' isola del mare a condtu*
qualeavendo procreato diversi figli, e rav- vita solitaria il santo vescovo d' Aitino
vivata la famiglia Giustiniani, che altri- Eliodoro, di cui fu pia cura di dar sepol-
menti con lui si estingueva, ambi d' u- tura al defunto s. Marcelliano nell'isola
naniiue consenso rillraronsi a professar stessa, che poi dal di lui nome fu delta
V E ?f VE IV 6o3
^//7ny7/(V7«^,erirorclfi<) n suolimi;». Ma In cliiesa di s. Giovanni di Patliomio,
ove fosse situala quest'isola s' iynoin del donde occullanieule Irai lo, fu poi con-
tutto. Il iDunastero nliicM di ninnaclie dodo alla chiesa di s. Marco d'Aminia-
beiiedcHine sollo il titolo de' ss. Gio. e no, iiell'isoletta cioè che prese il nome
Paolo fioiì per alquaiilo tempo in Co- tlella santa. Circa la metà del secoloXIV,
slanziaco, e ridotto poi in uii>era conili- per le crescenti inleoiperie dell'aria, le

zione, e vuoto fl'ahitjilorijfu iinilo al MIO- nionaclie abitatrici del monastero a lu-
nastero di s. AntoniodiTorcello. Fu inol- tela di loro .salute determinarono <U
Ire unito a s. Caterina di Mazorbo il luogo trasferire nell'isola diMurano il loro
Maddalena, dello della Ga-
dis. M;iria soggiorno, e nel i 34o condussero seco
jada, fondalogiàin una piccola isola del- il coi pò di s. Cristina. Il .'iettalo di^pia-
lo stesso nome contigua a Costonziaco, cente dell'abilrario operato, a'i 7 mag-
clie regi.slierò alla sua volta. Qutsto mo- gio oidinò che il s. Corpo nel termine
nasleio, abitalo già da cannonili regolari, d'8 giorni dovesse restituirsi alla chie-
andò in processo di teuipo lalntenle de- sa d'Ammiano coll'onorevole accompa-
clinando, che nel i4 1^ essendo prossimo gnamenlo della signoria, e dinumeroso
a rovinare, né trovandosi alcuno elicne clero e lumi, a spese dell'erario, «lo vendo
volesse accettare il governo, resiò sop- anche le monache ricondursi al mooar
presso e nnilo al dellp monasleiodi Ma- stero.Perciòle nionachecontinuaronoad
'/orbo. L'isola diCoslanziaco abbandonala abitare in Ammiano, (ìndie peggiorando
per le frequenti procelle e per l'impalu- l'insalubrità dell'aria e crescendo la loro
dauìento della circostante Lagnila, di poveilà, riducendosi il monastero con
essa non resta che una cinta di mura, o- una sola religiosa, fu unito al monasle-
ve depoiigonsi l'umane ossa tratte dalle ro di s. Antonio abbate delle benedetti-
sepolture e dal pubblico (iiniteiio, co- ne di Torcello, a cui fu portato eziandio
me dissi nel n. 23, parlando della sud- l'insigne corpo della santa, nella mag-
detta chiesa di s. Adriano ora detto s. gior parte incorrotto e co'suoi belli ca-
Ariano, ed un Iratto superstite di essa pelli pendenti dal capo, permettendone
serve ad ortaglia. Anche la distrutta iso- la traslazione Eugenio IV neli435. Le
Iella chiamala Cura, faceva patte di religiose le eressero un nobile avello di
Coslanziaco. •
— Isola s. Crislina. Pre- marmo, di contro all'aliare fabbricalo in
se il nome dal venerabile corpo della suo onore. Dipoi la chiesa e il rnonasle-
saula, che un tempo riposò quivi nella ro di s. Cristina dell'isola del suo nome,
chiesa a lei dedicata, con adiacente mo- restarono distrutti circa il i452, l'iso-
nastero. Narra il Corner, che nel mo- letta essendo coltivala ad ortaglia. —
nastero di s. Marco d'Ammiano, fonda- hola Falionarìao Falconerà. vSitua-
lo in onore del s. Evangelista circa la ta nella Laguna superiore verso il Lido
metà del secolo VII dalla famiglia Fa- maggiore, o Lio grande, coll'isola prò-
lier, ed assegnalo allemonache benedet- pinquadi Saccagnana, erano famose ani-
line, che in numetodi i4 ^i abitavano bedue anlicamenle [ler le cacce de'falco-
nel 1235, e fu poi appellalo nel 1^52 ni, <la cui ebbe il nome, siccome notai
di s. Marco e di s. Crislina, pel prezio- nel § XVI, n. 3. — Isola Gaja o Ga-
so acquisto th' egli fere in ()ueirauno del jada. Ne parlai nel n. 2 i di questo § ,
sagro corpo di s. Ciislina vergine mar- ed eziandio in questo stesso numero de-
lirizzala in Tiro, di cvu registrano la fé- scrivendo quella di Coslanziaco. Isola —
sta a' 14 luglio il martirologio romauo s.Giuliano del Biionalbergo. Fu cosi
il nienoiogio gì eco. Dalla Fenicia tra- denominala dall'antico monastero che
^['01 lato a Coslaulinopoli, e collocato nel- ivi sorgeva presso una torre, l'uno e l'ai-
286080
6o4 VEN V E N
lv:ì ahbnnduiiali e indi distrutti. Servi cuirimane un dorso che ne conserva la
l'isola per uso doganale fino al 1848, memoria. —
Isola Mussone o Mosso-
in cui per l'assedio sostenuto dalla città, ne. Nelle Lagune di Grado esisteva nel
fu abbattuta. Nell'antico luogo si eresse secolo VII un' alta torre, abbattuta dal
in vece una ricevitoria doganale. — /• patriarca aquileiese Sereno, quando l'oc-
sola Gòrgo. Non ci restò che il nome, cupò di forza, co'soccorsi di Luitprando
— Isola Marcelliana. Ne parlai nella re longobardo, nel dogado di Marcello
descrizione dell'isola Coslanziaca. — I- Tegalliano. — Isola s. Nicolo della

sola s. Maria Boccalloìna. Dal X se- Cavana o Monte del Rosario, Ne dissi
colo ebbe 3 chiese, due delle quali nel- alquante parole nel n. 21 di questo §.
la pestilenza del ì^^'j furono destinale Ora è interamente distrutta. Isola —
alla tuniulazione delle vittime del mor- Olivaria. Soltanto nota pel nome. —
bo. Ora è deserta ed appena osserva- Isola s. Pietro di Orio. Probabilmente
bile. — Isola s, Blarlìno. Prese il no- prese il nome dalla chiesa sagra al Prin-
me dalla chiesa di tal santo, ivi esisten- cipe degli Apostoli, con monastero di re-
te un tempo, ed il superstite suo dor- ligiose. Fu inghiottita dall'onde in una
so chiamasi Monte s. Martino. — Isola alluvione. — Isola Verni. Si conosce il

Mcnsula o Mcsoln. E" del tutto de solo nome.


serta. — Isola s. Michele. Prese il no- (Continua V articolo nel volume se-
tiie dalla chiesa e monastero distrullì, di guente).

FINE DEL VOLUME NOVANTESIMOPRIMO.


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SMCR
Moroni , Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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