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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VOL. LXX.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL1V.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
S TE S T E
equestre 3 e sagra religione de* cavalieri di facevano Schiavi (/"'.), concepì con felice
s. Stefano I Papa e martire, Equites or- idea l'istituzione d'un ordine equestre a
dinis Militiae s. Slephani. Insigne ordi- difesa de'suoi sudditi, e insieme qual ma-
ne equestre granducato di Toscana
del rina militare dello stalo, per preservarlo
(['), celebre e benemerito per militali da mire nemiche, proteggere la comune
imprese navali, della Chiesa e della so- sicurezza e rintuzzare l'audace baldanza
cietà, e formidabile alle piraterie africa- de' Unii oni dimare, non che a difesa e
ne, barbaresche e turchesche. Dopo ave- propagazione della fede cristiana, a mez-
re Cosimo Medici duca
1 dì Toscana am- zo de'valorosi cavalieri. Conoscendo che
pliato e rassodato il suo florido principa- per l'impresa avrebbe occorso uscir dai
to,considerando che le coste e litorale limili de! proprio dominio, si rivolse al
marittimo del medesimo, gli abitanti, le Papa Pio IV, Medici, per cooperare col-
città, i luoghi erano di frequente esposti a la suprema sua autorità al saldo stabili-
acque del Mediterraneo, non polendo curezza del Mediterraneo e difesa del cri-
sempre e dappertutto il glorioso ordine stianesimo. Pertantocon breve apostoli-
G ei osolimitano^T.) dal so vrano suo pro- co del i.
"ottobre i56o, Pio IV autorizzò
pugnacolo di Malta accorrere a frenar- e die facoltà al duca Cosimo I di fondare
ne le depredazioni;quindi compassionan- sotto gli auspicii e colla regola di s. Ago-
do la triite condizione de'popoli, pacifici slino o di s. Benedetto, o d'allra mona-
abitatori delle spiaggie e lidi della To- stica congregazione un ordine militare.
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Quindi il duca portando la sua più seria ba, ricca di miniere di lei ro, comoda per
attenzione uel formarlo, scelse la regola la capacità de'suoi poi ti, idonea per na-
del patriarca s. Benedetto e prese per pa- turale situazione, come la principale del-
trono principaledell'ordine il gloriosoPa- l'isole dell' arcipelago toscano, capace a
pa s. Stefano I{f^-) martire, antico pro- dare opportuno ricetto alle squadre ma-
tettore dell' illustre sua capitale Firenze, rittime, riunendo il vantaggio di avan-
e lo cliiamò col suo nome. Die all'ordi- zate sortite sui pirati africani, che nasco-
ne per tutelare s. Stefano I, non solo per sti tra'scogli e l'isolelte deserte del mar
l'ereditariadivozioue che gli portava co- Tirreno, continuamente tramavano a
me fiorentino, ma ancora per riconoscen- danno de'naviganti cristiani. A tale effet-
za e per memoria di aver uel giorno di to Cosimo 1 nel Iato angolare dell'isola,
sua festa a'2 agosto 1 554 riportata nelle in cui concentrasi il mare favorendola di
vicinanze di Marciano in Val di Chiana, sicurissimo seno, costruì una forte e bella
diocesi e compartimento d'Arezzo, la de- città,e col suo nome la chiamòCcsmopoli,
finitiva vittoria colle sue armi unite alle oggi Porto Ferraio, e luogo principale e
austro-ispane, contro Pietro Strozzi ma- più forte, ed ivi destinò collocare la sede
resciallo de'francesi in Italia e comandan- primaria della milizia. Ma non riuscen-
te l'esercito frauco-sauese. Con tale ri- dogli l'acquisto del restante dell'Elba, al-
nomala battaglia fu deciso il fine della lora dipendente dalla Spagna, mulato
politica esistenza dell'emula e potente re- consiglio, trovò adattissima l'antica e ce-
r
pubblica di Siena (f .), la sua conquista lebre città di Pisa {V!)> e quivi ordinò
e il consolida mento del suo vacillati te dia- l'erezione dell'albergo conventuale, affi-
dema, assicurando la sovranità de' suoi dandone la direzione al valente Giorgio
slati. Già il principe per sua fortunata Vasari, non meno peritissimo architetto
ventura non solamente aveva restituito che pittore, il quale da' fondamenti co-
tale residenza posta in discussione la na- buna in una pontificia cattedra di me-
tura de'luoghi più adatti alle spedizioni tallo dorato; e l'altare ricco di preziose
navali, fissò lo sguardo sull'isola dell'El- pietre, colla statua del Papa scolpila ia
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finissimo marmo, sollo di cui ne tiposa- collo, qual segno di decorazione della mi-
no le venerande ceneri. Dice pure, che lizia. Da'semplici cavalieri portasi appesa
non restando nella piazza de'cavalieri,ove nel lato siuistro, e da'grancroci, priori e
sorgono le accennate fabbriche, che il so- bali portasi pendente al collo e di forma
lo antico palazzo del senato pisano, que- maggiore. 11 p. Bonanni nel Catalogo de-
sto concesse alla sagra miliziaCosimo III, gli ordini equestri e militari esposto in
e fu destinato per gli ordinari consessi del immagini, ne riporta la figura dell'abito e
supremo consiglio, per cancelleria e ar- della croce a p. i 2, chiama serventi an-
i i
chivio. E perchè il principale scopo dei che col nome di Donati, con veste corta
cavalieridovea essere la difesa e lo spur- e manichestrette,echei cavalieri in guer-
go del Mediterraneo dai ladronecci de- ra portavano una veste di seta bianca e
gl'infedeli, fece Vasari fabbricaresulle ri- corta, con fornimenti rossi, e colla croce
ve dell' Arno un sufficiente arsenale, in rossa sul petto,come cavalieri di Malta. i
cui si potessero costruire gli schifi per le o Gerosolimitani, per terrore de'barbari
galere, per poi condurli a Livorno e ri- che P oppugnavano, e per couforto dei
cevervi corrispondeuti equipaggi. Mentre combattenti che la difendevano. I sacer-
gli artefici erano intenti alla costruzione doti poi sulla veste bianca assumono il
degli edifizi, il duca si occupava per stabi- rocchetto e l'almuzia bianca fregiata colla
lire la forma del manto capitolare e quella croce dell'ordine. I cavalieri ogni volta
della croce equestre. Indi stabili per abi- che dacristiani si faceva un'impresa ge-
to e divisa da usarsi nelle sagre e solenni nerale control nemici della s. fede, erano
funzioni, quello già usato da'celebri e po- obbligati ad intervenirvi in persona, e
tenti cavalieri Templari [V.\ il manto molto pi ìi se \i andava il gran maestro per
di ciambellolto biancocolle maniche fo- accompagnarlo. I cavalieri furono chia-
derate di ormesino rosso, e che due cor- mati militi dall' obbligo di militare, fa-
doni e fiocchi di seta color vermiglio, pen- cendo le loro carovane sopra le galere del-
dendo dal collo giù per gli omeri, simbo- l'ordine e da esso manteuuti, ed allora e-
leggiassero 1' ubbidienza a cui con voto rano chiamati cavalieri caro vanisti. Il du-
doveano sottoporsi i cavalieri. Volle che ca esaminati gli statuti degli altri ordini,
il manco lato rosseggiasse colla croce di ra- modellò quelli per questo sui regolamen-
so porporino, a riserva de'graduati gran- ti del Gerosolimitauo, con alcune relati-
croci, priori e bali, i quali in segno di pre- ve modificazioni; perciò divise i gradi in
minenza la portassero in mezzo al petto; 4 classi : i cavalieri o militi, i cappellani,
finalmente che 1' abito terminasse con i serventi d'armi, i serventi d'ollizio per
strascico maestoso, a guisa di manto du- l'esercizio de'di versi miuisteri ammini-
cale. Per la croce poi adottò quella del- strativi. Volle che i militi come costituti-
r
l'ordine Gerosolimitano (f .),<i\ versa pe- vi del capoe delle parti signorili della mi-
rò nel colore, da portarsi dalla parte del lizia, facessero professione di militare con-
cuore, per ricordare a'cavalieri che quel tro i nemici di nostra fede, e fossero ri-
salutifero seguo dovea essere la calamita partiti in cavalieri di giustizia e in cava-
di loro adorazioni e alleiti, e che doveano lieri di padronato. A chi pretendeva en-
combattere valorosamente colla destra e trare tra'primi, riservò l'onore delle di-
difenderla dagli oltraggi degl'infedeli. De- gnità elettive e capitolari, prescrisse un
stinò dunque che la croce fosse di raso ros- esame di rigorose prove, volendo che la
so contornata di fregio d'oro e cucita sulle sua religione nascesse e non già divenisse
vesti esteriori, permettendo l'uso d'una nobile ne'progressi; dovendo far constare
crocetta massiccia d'oro, smaltata di co- di discendere da genitori, avi ed avole
lore porporino, da portarsi pendente al de'due lati paterno e materno, di nobili
G S TE ST E
famiglie (noterò che pe'ca validi tli giu- assistenza a'rn misteri del tempio con ven-
stizia è necessario che le provanze tli no- tilale, al governo delle parrocchie e dei
biltà generosa si facciano fino all' atavo benefizi che sarebbero incorporati nella
inclusive, 5 generazioni cioè al di sopra milizia, furono abilitati a portare sulla
del pretenclente,tanto pe'lati paterni, che parte sinistra delle vesti ordinarie la croce
materni), e che fossero capaci di godere di raso contornata di seta, e per abito
in patria le maggiori onorificenze, per 3 si assegnò loro una toga di ciatnbellolto
gradi e generazioni, cioè da' trisavoli; e bianco, fornita d'asole e bottoni di seta
dipoi nel capitolo generale del 1728 si rossa, ed una mozzetta coti cappuccio pa-
n
estesero! lini iti alla G. generazione di cia- rimenti con simili asole e bottoni, e fre-
scuno de'4 quarti di nobiltà. I cavalieri giata di croce con fodera e profili di seta
di giustizia si divisero indite specie, ec- di color porporino, da portarsi con sotto
clesiastici (questi potino essere cavalieri il rocchetto, ed al priore della chiesa fu
per giustizia, per commenda padronale, di più concesso lo strascico a forma d'a-
e per commende di grazia, come i cava- bito prelatizio. Alle due classi di serventi
lieri secolari) e secolari, tra'quali non vi d'armi e di serventi d'officio, furono as-
fosseche il solo di va rio nell'esercizio de Ila segnati gl'impieghi propri di loro profes-
milizia, gli uni dovendo imbrandir la spa- sione, agli uni di guerreggiare iteli' ira-
da contro gl'infedeli, gli altri invocare il prese di mare e di terra in aiuto de'mi-
celeste aiuto con sagrifìzi e orazioni. A liti, colla divisa d'una croce uniforme a
vigore poi e sosteguo dell'ordine si sta- quella de'sacerdoti d'ubbidienza eda por-
bilì la classe de' cavalieri di padronato, tarsi nel destrolato; agli altri di adoprar*
colla clausola, che se il gran maestro del- si ne'ministeri servili del convento e del-
l'ordine per grazioso indulto dispensava l'assemblea, dandosi loro una veste di ra-
i fondatori di commende dalla rigorosa scia bianca con maniche strette, fornite
discussione di qualche quarto di nobiltà, di mostre di taffettano rosso, e colla ero*
la dispensa non si estendesse a'sostituiti ce annessa alla parte destra, formata di
e chiamati alla successione, quali dovea- i 3 soli rami e priva del superiore a guisa
no giustificare la nobiltà de'quarti della d'un Tati greco, per cui poi ebbero il no-
genitrice e dell'ava materna, collo stesso me diTau.Per l'osservanza degli statuti
rigore di prove de'cavalieri di giustizia. e delle discipline, come pel governo del-
Quanto all'accettazione de' cappellani e rordine,con autorità di mero e misto im-
sacerdoti d'ubbidienza (va avvertito, che pero, fu istituito un maestrato supremo
i cavalieri cappellani, oggi canonici per compostodi 2 soggetti;ed il consiglio su-
1
quanto dirò, formano parte del clero della premo e ordinario, formato cioè del gran
chiesa conventuale; i sacerdoti d' ubbi- maestro, di 8 graduati conventuali, dei
dienza erano e sono ceremonieri delle di- priori e bagli vi delle provincie, del prio-
verse assemblee de'cavalieri dell'ordine, i re della chiesa, e de'cavalieri desti nati dal
quali usano la toga e mozzetta con croce capitolo. Ali. "graduato fu datoli titolo
vermiglia eguali a quelle de'cauoniei, ed di commendatore maggiore con esercizio
i rettori delle parocchie filiali dell'ordì' e vicegerenza del gran maestro durante
ne;ma questi ultimi,sebbene si conferisco- la vita di questi, dovendo risiedere in un
no loro le parrocchie come sopra dal gran convento. 11 comaudo delle forze navali
maestro, non hanno più. uè il titolo di ca- fu ripartito tra il contestabile e l'ammi-
valieri sacerdoti d'ubbidienza, né fanno raglio, ad uno affidandosi la direzione
più uso del rispettivo abito, essendo pas- dell'imprese terrestri, all'altro le maritti-
sati sotto la dipendenza de' rispettivi or- me come generale delle galere: ali. fu
dinari), che doveano prestare quotidiana data autorità sulle genti di guerra a piedi
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e a cavallo, con facoltà di punire anche i desimo, il gran priore, gran cancellie-
il
il tesoro. Gli altri due graduati furono il forma de'trieunali consessi capitolari, da
conservatore generale, e I' ospitalario o radunarsi nel conventuale di Pisa e inco-
buon uomo dell'ospedale, dovendo il i.° minciarsi nella domenica in Albh, col-
vegliare sulle possessioni, loro conserva- l'intervento del gran maestro o del suo
ziouee incremento, non che sull'armeria; luogotenente. Nell'apertura del capitolo
il 2." aver cura caritatevole degT infer- fu disposto, che i cavalieri chiamati al-
mi, sia nell'assistenza corporale, sia nella l'ubbidienza, con profondo inchino si re-
spirituale. In sostanza, perla cura e vi- cassero a baciare lungo strascico del
il
gilanza delle cose e negozi della religio- gran maestrotedente in trono; quindi per
ne venne stabilito il descritto consiglio la piazza de'cavalieri si dovesse fare da
ordinario di dodici cavalierini quale do- tutto V ordine solenne processione, che
vea intervenire il gran maestro o suo luo- entrata nella chiesi conventuale, inco*
Formarono tale consiglio il
gotenente. miuciasse la messa cantata, frainezzata
commendatore maggiore, il contestabile, con un'orazione pronunziala da un cava-
l'ammiraglio, il priore del convento, il liere dell'ordine, per eccitare col raccon-
grau cancelliere, il tesoriere, il conserva- to delle belle imprese de'tnaggiori, il de-
tore generale, il buonuomo dell'ospeda- bito dell'imitazione. Quindi Pio IV col-
le,i priori e bagli vi delle provincie, il prio- la bolla His, quat prò religioni*; propa-
lo, della chiesa, e quelli di essi graduati gutione } de\ i.°febbraio 1062, Bull. Pioni.
che si trovassero al convento, e dopo di t. 4, par. 2, p. 38 approvò e confer-
1 ,
maestro e lai.' dignità del consiglio me- di lui al trono nella medesima suprema
8 S T E 5 T E
concedendo all'ordine indulti ed
dignità, te lo coronò colla ducale corona, donan-
esenzioni, lodandone il pio e generoso sco- dogli la Rosa d' oro {V.) benedetta. E
po: e al gran maestro facoltà illimitate siccome s. Pio V moderò e abolì alcuni
per fare uuove leggi, per conferire be- i de' nominali indulti concessi da' Papi a
nefizi eeclesiaslicidell'ordiue, la cognizio- vari ordini militari,colla bolla Saerosan-
ne delle cause de'cavalieri, con giurisdi- cium, de'9 settembre 568, Bull. Row. t, 1
zione spirituale e temporale, inclusiva- 4, par. 3, p. 38; dipoi mosso Sisto V dal-
mente sopra gli ecclesiastici e le monache le splendide imprese già fatte da' cava-
dell'ordine. Dopo tutto questo, e dopo a- lieri contro i corsari aiìicaui in mare e
ver Cosimo I assegnato il patrimonio al in terra,colla bo\\n Circumspecla romani
convento di Pisa, eformati i fondi per 60 Pontifìcis^tiZ marzo 5go,Bidl.Roni, 1
commende, per gratificare cou esse i va- t. 5, par. 1, p. 24, derogò al disposto da
1
lorosi, prese solenne possesso con grau s. Pio V, e rinvalidò la concessione di Pio
pompa e alla presfuza d'i nnumerabile no- IV. Già Sislo V col breve Praeclara de-
biltà, del supremo magistero a'i5 mar- votionis sincerilaSj degli i 1 settembre
zo 1 562 riceveado nel duomo di Pisa l'a-
5
1 587, Bull. cit. t. 4j par. 4> avea auto-
bito dalle ma ni del nunzio a postolicoGior- rizzato ilgranducaFrancescoI gran mae-
gio Cornaro vescovo di Treviso, facente stro, d'erigere in commende dell'ordine
le veci del Pupa. Trovandosi Cosimo I gli ospedali che fondasse nella Toscana,
costituito canouicameute nel grau magi- con Paolo V colla bolla
altri privilegi.
stero, con zelo si die a propagare la reli • Dum generosa militimi Militine s. Sle~
giosa cavalleria,onde a'3o del medesimo phani.de 18 giugno 608, Bull. cit. I. 5, 1
ubbidienza, la ribellione e altri casi pec- Oretta Sapiti, Clemen/ia d'Haro nubi-
caminosi; esentò i beni e rendile della mi- I issi ma spaglinola, Laura Aldobrandini
lizia da'pesi ordinari e straordinari die stretta congiunta di detto Papa, e Lau-
in futuro fossero imposti da' Papi, inciti- domina de'Malalesti della casa che domi-
si vameo te per crociate contro gl'infedeli; nò sulla maggior parte ili Romagna edel-
n Uralico le commende e benefizi da qua- la Marca. Furono queste candidate in*
luuque pensione; accordò 1' indulgenza trodoltc nella nuova clausura dalla gran-
plenaria a'morti nelle spedizioni di terra duchessa Cristina di Lorena (il cui ma*
e di mare, e la simile a tutti i fedeli che rito Ferdinando I nel i5qo avea riforma-
visi lasserò la chiesa conventuale nella fé- ti gli statuti dell' ordine) e da Maria de
accordò l' indulgenza del giubileo alla le educande, che pretendevano ricevervi
chiesa di s. Stefano di Pisa, nella 2." do- il sagro velo. Le monache assunsero per
menica dopo Pasqua, e dal giorno di s. vesti la tonaca di colore bianco, in cui
Matteo per tutta l'8. ^abilitando allascel- rosseggiava la croce di raso, benché con
tad'iraconfe>soreapprovato,peiTassolu- orlatura di seta gialla, per modestia mo-
zione de'casi riservati alla s. Sede, tranne mistica; furono ammesse alla partecipa*
quelli della bolla \nCocna Dominij indul- zione de'privilegi della milizia di s. Sle-
genza applicabile per ogni visita a 'definì- fino, dalla quale furono dirette, ed an-
ti. All'ordine ne'primordi fu dato il titolo ch'esse coll'orazione e regolare disciplina
A' Illuslrissima,Sagra e Militare religio' fecero incessante guerra a' nemici della
ne, quando Y Illustrissimo si dava all'or- fede. Leggo nel ricordato p. Bonanni,che
dine Gerosolimitano, a' cardinali, ed ai a p. I2q riporta la figura delle Monache
principi ù' altezza. 11 citato Marchesi ri- dell'ordine equestre di s. Stefano, che a
porta i privilegi accordati all'ordine di questo furono pure ascritti alcuni mona-
esenzione e franchigie, dal suo fondatore steri di monache;cheili.°di essi era quel-
Cosimo I. Intanto che l'ordine si propa- lo di Pisa sotto il titolo di s. Benedetto e
gava in vari stati e regni,e che giù inPisa colla sua regola, già vallombrosane, pas*
io STE STE
sando poi nell'ordine equestre nel 565, i ri di s. Slephano, fondato et dotato dal-
clopochePio IV donò l'abbazia di s. Pao- l' III. mo et Ecc.mo sig. Cosimo Medici duca
lo a Pupa d'Arno, in cui era questo mo- di Firenze, et di Siena, Fiorenza i56a.
a
nastero, all'ordine militare; che il i. mo- Statuii ec. con le dichiarationi, et addi-
nastero fu fondalo in Firenze nel i 588 l'ioni fatte in dello ordine per tutto Uan-
dalla granduchessa Eleonora, e approva- noi5 j5. Fiorenza iSff, '^g?.
r
Statuti
to da Clemente Vili a'a5 maggio 1593 ec. con le additionì ordinale in tempo di
colla bolla Superna disposinone; che le Cosimo II e Ferdinando II granduchi
monache de'due monasteri vestivano to- di Toscanaegranniaestri,F\venzci665.
naca di lana bianca con simile scapolare, Olimpio Ricci, che nel 1675 pubblicò il
e sul quale nella parie del petto affissero Discorso de giubilei universali, parlan-
una croce simile ali;» Gerosolimitana o do de'due sodalizi della nazione fioren-
di Malia quanto alla forma, ma rossa, e tina in Roma, di quello della Pietà e sua
che quelle di Firenze la contornarono di chiesa di s. Giovanni (di cui parlai nei
seta gialla; che in testa posero un velo voi. II, p. 296, XXV, p. 1 9.L.I I, p. 225),
bianco, sovrapposto da altro nero che ; a p. 194 riferisce, che tra le feste mobili
nelle funzioni corali usarono ampia co- che in essa si celebravano, singolare era
colla bianca fregiata di eguale croce e- quella di s. Stefano I Papa e martire, che
que^re, con maniche assai grandi e fo- soleunizzavano a' 2 agosto i cavalieri del
derate d'ormesino rosso. Che le abbades- suo ordine, i quali aveano la principale
se de'due monasteri portavano la croce loro chiesa in Pisa, residenza del luogo-
più grande di velluto rosso in mezzo al tenente del gran maestro. Nel voi. IX,
petto; che le serventi chiamate Converse p.i 74 descrissi l'esequie in tal chiesa cele-
aveano la croce di saia e più piccola e ;
brate al cardinal Nerli priore de'cavalie-
che le religiose dell'ordine equestre di s, ri di s. Stefano, e che Clemente XI permi-
Stefano erano scelte da famiglie nobili, se di porre gli spicchi della croce nel suo
come i cavalieri della medesima reli™io-
D
stemma, e sul catafalco l'abito priorale.
ne. Le monache e monastero in Pisa di s. Sul portare la croce sulla mozzetla car-
Benedetto esistono tuttora. Alle converse dinalizia, de'cardinali di qualunque mi-
di questo convento, che in principio por- lizia professi, parlai nel voi. XV III, p.
tavano la croce di 3 spicchi o Tau,fu con- 265. Quanto a'funerali aggiungerò, che
cesso nel 1610 di portarla iutera di saia, nel n.° 954 dei Diario di Roma del 793
1 1
e sul lato destro. Questo monastero con si legge la descrizione della solenne pom-
l'altro in Firenze della ss. Concezione, che pa funebre fatta al defunto conte Euea
di presente più non esiste, con moto-pro- Caprara comandante generale di tutte le
prio de'iS ottobre 1 78 i fu tolto alla di- truppe pontificie, e cavaliere dell'ordine
pendenza della religione di s. Stefano I, e di s. Stefano, veneudo esposto il cadavere
trasferito in quella de'rispettiv; ordinari; in terra con coltre nel suo appartamento,
ciò non ostante le mentovate monache di colla divisa di gala deli. "reggimento dei
s. Benedetto usano sopra il loro abito la rossi delle guardie di sua Santità, con i-
croce dell' ordine. Intanto si andavano spada nuda e bastone al braccio, eda'pie-
pubblicando glistatuli,e le seguenti ope- di il manto dell'ordine di s. Stefano, con
re, a lustro dell'ordine, divenuto celebre l'elmo e busto d'acciaio. L'esequie si ce-
e benemerito della cristianità, per le sue lebrarono nella basilica di s. Lorenzo in
militari imprese contro i turchi, e preci- Damaso, e dopo la messa pontificata da
puauienlre contro l'odioso e terribile bri- Buschi arcivescovo d'Efeso e le solenni
gantaggio della pirateria. Statuti, capi- sue assoluzioni;! cavalieri di S.Stefano di-
toli et costilutioni dell'ordine de cavalle- moranti in Piuma gli celebrarono altre so-
STE S TE , r
Jenni assoluzioni, coll'assislenza ilei par- XI, C> cardinali^ Camillo Rospigliosi fra-
roco della basilica. Usarouo le consuete tellodi Clemente IX egenerale di s. Chie-
ceremonie, gli levarono la croce del loro sa; il catalogo degli auditori presidenti
ordine, coprirono il corpo del defunto e- della sagra milizia, quello del consiglio
sposto sulla terra con coltre, col manto de' 12 d'allora, e l'altro di tutti quelli che
che già teneva piegalo a'piedi, e canta- godevano l'onore parimenti della gran-
roiio ilsalmoAf/sererr/strapparono quin- croce con titolo di priorato, cronologi-
di il manto, e terminata la funzione il ca- camente secondo l'epoca delle loro fon-
da vere fu racchiuso in 3 casse, e colla vet dazioni non che di quelli che godevano
;
tina de'precordi fu murato in una nave le altre dignità permanenti e che gode-
della chiesa. In Firenze nel 70 furono i 1 rono l'elettive, come di grancrocc con
stampati: I pregi della Toscana nell'im- titolo di baliaggio, di luogotenenti gran
prese più segnalale de* cavalieri di s. Ste- maestri, di gran commendatori, di gran
fano, opera data in Inceda Fulvio Fon- contestabili, di gran ammiragli, di gran
lana della compagnia di Gesù, dedica- priori, di gran cancellieri, di gran teso-
ta all'altezza reale di Cosimo III gran- rieri, di gran conservatori, di gran ospi-
duca di Toscana gran maestro dell'or-
e. talai i, e per ultimo il catalogo de'prelati
dine. In quest'opera si dicono alcune pa- conventuale con l'uso
priori della chiesa
role sulla città di Pisa (piai sede della sa- della gran croce. Neil 706 in Milano fu
gra religione di s. Stefano I, e di Livor- stampato, di Aldighiero Fontana, Clo-
no come porto donde s'imbarca vano i ca- ne immortali della religione ili s. Stefano
valieri carovanisti che riportarono tante I Papa e martire, in armi e in lettere.
gloriose vittorie sopra il comune nemi- In Forlì nel 1735 fu pubblicata del cav.
co, ed ivi approdarono colle spoglie illu- Giorgio Viviano Marchesi, La Galleria
stri di esse. Si riportano le serie de'reali dell'onore ove sono descritte le segnala-
gran maestri, si descrive la fondazione le memorie del sagro ordine militale di
della religione, l'abito de'cavalieri, le lo- s. Stefano I Papa e martire, e de' suoi
ro distinzioni e gradi, la chiesa conven- cavalieri colle glorie antiche e. moderne
tuale, ilgoverno dell'ordine. Vi è la se- dell'illustri loro patrie e famiglie dentro
rie degli ammiragli, il catalogo delle pre- e fuori d'Italia, e col dilettevole intrec-
de fatte, co'disegni che le rappresentano, cio di molle storiche e geografiche eru-
sia d'un gran numero di navi e vascelli, dizioni, dedicate all' altezza reale <U l ?e-
sia di città, fortezze, terre, castelli de'tur- rettissimo Gio. Gastone granduca di To-
chi cui s'impadronirono, colla liberazio- scana e gran maestro dell' ordine. Os-
ne d'innumerabili schiavi e navi cristia- serva l'autore dell'opera,eruditissima per
ne;comei cavalieri presero parte alla gran la svariata copia di notizie interessali' i
spero fine col senno e col valore, sangue soppressa da Pio IV fu donata alla mi-
e vita da' cavalieri, che dubitare si po- lizia di s. Stefano I, con tulle le sue ap-
le, di fanali e bandiere tolti agl'infedeli. oltre due spedali, uno pe'cristiani, l'al-
Che a centinaia pouno numerarsi le pre- tro per gl'infedeli, veneudo assistiti e cu-
de delle galere e vascelli, e degli altri le - rati gl'infermi con carità. Altre copiose
gni di guerra e da carico; a migliaia i rendite dell' ordine essere i passaggi e le
pezzi d'artiglierie di bronzo e di ferro col- tasse de' cavalieri novelli, le annate e i
le (piali furono guernite le migliori piaz- mortuari delle commende vacanti. Con
ze di Toscana. Una parte di essi lique- tanti proventi l'ordine manteneva la
fatti servirono alla fusione delle statue di squadra navale, somministrava gli ap-
Cosimo 1 e Ferdinando I, collocale sulle pannaggi triennali de' grancroci, gli sti-
po le opulenti commende fondate da ca- ne, che consisteva nell'assistenza per par-
se magnatizie erano dotate da 20 a 3o te de'cavalieri caravanisti a'diversi uffizi
mila scudi, ed altre minori di io iu fondi; nella conventuale ne'di festivi coll'abito
detto XI V col breve Pracclara militi ne _, elitario nella sua famiglia, ed cslingueu-
r
degli Sgiugno j/\S t Bull.BenedìctiXIf J
i può essere trasmessa dall'ultiuiopos-
dosi
t. 2, const. 02, confermò privilegi del- i sessore ad altra famiglia, la qualepure
l'ordine, e vi aggiunse quello che i cava- mancando puòpassaread altra, e se que-
lieri si potessero presentare al Papa colla sta ancora ave-se fine, la commenda di-
Spadn(F.)a\ fianco. Ne parla il a." 484-5 viene esclusiva proprietà dell'ordine. La
del Diario di Roma del 1748 stesso. 11 fondazione d'una commeuda di priore ri-
moto- proprio so vranode'20 agosto 1 773 chiede 20,000 scudi fiorentini di capita-
del granduca Leopoldo 1, per le variate le, quella di balli 5,ooo, quella di cava-
circostanze de'tempi che reclamavano lo liere 10,000. La commenda che dicesi di
stabilimento della marina di guerra to- grazia può esser conferita dal sovrano pel
scana sopra un diverso sistema, dichiarò merito militare, civile e scienziato, sem-
superfluo ne' cavalieri di s. Stefano I il pre peiò a uomini di nascita nobile. La
servizio della navigazioue,eslabilì ch'es- rendita che va ad es>a congiunta ascen-
si dovessero fare le rispettive carovane p« r de da^7. Ci no a 210 scudi, e una sola e
alla marina militare dell'ordine di s. Ste- Papa Pio IX concesse il titolo di cano-
fano F. Per le vicende politiche che po- nici, cavalieri sacerdoti d'ubbidienza, ;i
sero a soqquadro il declinar del trascorso que'sacerdoti che fino dalla fondazione
seco!o,anche l'ordine ne patì lelagi infievo- dell' ordine di s. Stefano I chiama vansi
lì conseguenze, e dopo che i repubblicani cavalieri cappellani, ed oltre la toga di
francesi invasero la Toscana, la sua squa- ciatubellotto bianco con asole e bottoni
dra marittima e militate andò dispersa, rossi, e la mozzetta parimenti di ciam-
uè mai più fu ristabilita. Più sensibile sa- bellollo bianco, bottoni e asole come so-
rebbe riuscita la cessazione di dar la cac- pra con croce vermiglia sul lato sinistro,
cia a 'pirati del Mediterraneo, se dopo il fu pure accordato loro l'uso della coppa
181 5 non avessero avuto luogo quelle magna dello slesso ciambellotlo bianco
convenzioni defe potenze cogli stati di col gran cappuccio foderato d'ormesino
Barbarla, che abolirono il corseggiare e rosso, e croce vermiglia sul lato sinistro,
la schiavitù nel modo che narrai a Schia- col privilegio dell'assistente e l'uso della
vo. granduca Ferdinando HI, ricupe-
Il bugia nelle funzioni della chiesa conven-
rato lo stato, con moto-proprio de'2 2 di- tuale; concedendosi al tempo stesso ai
cerabrei8i7 ristabilì l'ordine di s. Ste- cappellani minori e beneficiati di quel cle-
fano I, e die norma alla costituzione di ro slesso la mozzetta di ciambellotlo bian-
nuove commende di padronato privato co, senza croce, mentre per lo addietro
dell'ordine medesimo. Perciò restò divi- portavano il soìo cappuccio bianco, sen-
so in 4 differenti classi, cioè di grancroci, za distinzione dai chierici cappucciau*
di priori, di bali, e di cavalieri di giusti- ti. Il 11. "128 del Gicrnalt di Roma del
zia e di grazia. Ogni persona che possa i853 ripoita il seguente decreto de'3o
provare 4 quarti di nobiltà e di godere maggio, emanato dal regnante granduca
una rendita di scudi 3oo su beni stabili, Leopoldo 11 gran maestro dell'ordine di
e che fondi una commenda come mag- s. Stefano I. «Visto il nostro decreto del
giorasi, riceve l'ordine che diventa ere- 3 novembre 852, 1 uel quale abbiamo co-
r4 STE S T E
un debito pubblico a carico del-
sii lui lo fi/io del debito pubblico. 4" ^'contratti
lo slato (ino alla concorrenza della som- di fondazione di commende sui capitali
ma determinala col decreto slesso,e sotto della nuova rendita restano applicabili li
le regole e le condizioni che vennero in art. 27,280 29 della legge del registro dei
quello stabilite. Considerando come la 2.5gennaioi 85i".Ripeteròcheil patrimo-
nuova rendita costituita col decreto an- nio dell'ordine donato dal fondatore Cosi-
oo possa op-
zidetto al saggio del 3 per i mo 1 non fu in principio pi ngue,di venendo
portunamente prestarsi, come già gli an- tale soltanto in progresso di leni pò. Alcune
tichi Luoghi di Monle,a servir di dote nel- commende di grazia furono in origine e-
la fondazione di nuove commende di pa- rette con la soppressione di qualche spe-
dronato privato, col rimanere al tempo dale e di altri luoghi pii, aggregandosene
slesso conciliata senza danno dell'ordine le renditeall'ordine. Altre furono fondate
la più facile soddisfazione del desiderio sopra diversi proventi appartenenti al so-
de'fondatori, colle vedute di pubblica e- vrano, o sopra qualche tassa imposta a
conomia e d'interesse dello stato. Sentito questo Cine; ed altre finalmente ebbero
il nostro consiglio de'ministri, abbiamo effetto per parte de'fondatori delle com-
decretato e decretiamo quanto appresso. mendedi padronato, ne'quali piacque pre-
i.° Viene generalmente permesso di fon- scrivere, che dopo l'estinzione delle linee
dar nuove commende di padronato pri- chiamate al godimento di esse, dovesse-
mato nell' insigne ordine di s. Stefano l ro ricadere all'ordine per conferirsi a li-
Papa e martire, sul capitale rappresen- bera disposizione del gran maestro. Le
tato da'titoli della nuova annua rendita commende presentemente sono di due
del 3 per 100 costituita acarico deilo sta- sorte, cioè commende di padronato, e di
lo col nostro decreto 3 uovembrei 852, grazia. Le prime si godono da'foudatori
e coerentemente al medesimo inscritto di esse e dalle famiglie chiamate a succe-
sul registro del debito pubblico. 2.° Al- dere nelle medesime, le quali estinte, le
che nell'articolo precedentedo-
l'effetto di commende ricadonoall'ordine. Le secon-
vrà col contratto di fondazione, da pas- de si conferiscono liberamente dal gran
sarsi fra il fondatore e l'ordine ue'modi maestro oa'cavalieri o ad altri individui
consuetijcssere trasferita in proprietà del- benemeriti.Esse sono divise in varie classi;
l' ordine stesso tanto della nuova rendi- rendono a'commendatorida4o sino a2 00
ta, quanto al saggio del cento per tre val- scudi toscani, pel pagamento delle quali
ga a rappi esentare il capitale respetliva- è slata assegnata dal governo la somma
mente richiesto per le commende sem- di lire toscane 200,000. Prima della sop-
plici, o col titolo di baliato o di priorato pressione temporanea dell'ordine, avve-
dalle leggi e dagli ordini in vigore. 3.°SuI- nuta per decreto di Napoleone I impe-
1'appoggio del contrailo di fondazione ratore de'fraucesi nel 1809, esistevano le
verrà a cura della cancelleria dell'ordi- commende di anzianità, che conferi vansi
ne procurata gran libro l'inscrizione
sul avuto riguardo soltanto alla
a' cavalieri,
della rendita corrispondente al capitale maggiore loro anzianità, la quale coni-
divenuto fondo commendale in nome del- pula vasi dal giorno in cui ciascuno di es-
l' ordine slesso quanto alla proprietà, ed si avea terminata la carovana e la pro-
in nome del commendatario investilo fessione. 1 cavalieri dell'ordine di s. Ste-
quanto all'usufrutto, con doversi sempre fano I sono di 3 maniere, cioè cavalieri
a cura della cancelleria procedere di ma- militi, cavalieri sacerdoti nobili, e cava-
no in mano che sia per verificarsi qual- lieri serventi , che distingueva!!»! in ca-
che passaggio alle correlali ve volture nel valieri serventi di arme, quali militava-
i
modo prescritto dal regolamento dell'uf- no sulle galei e,e furono aboliti nel 1 6 1 8,
S T E S T E 1
e in serventi d'uffizio o Tau, che non so- dendo al candidato la spada, il quale ai-
leper darsi l'abito dell'ordine, a forma al ricevente, e questi facendo alto di cin-
delio statuto, lit. 2,cap. 6,principalmen- gergliela la pone nella guaina. Principia
te consiste. Quello che desidera essere quindi messa che il candidato ascolla
la
sieno, si può prendere in qualsiasi chiesa ricevente loda tal proponimento, e sup-
ooratorioche loro piaccia. Chiunque per ponendo il candidato bene informato de-
zelo di carità brama entrare nella leli- gli statuti dell'ordine, lo ammeltcin esso,
gione di s. Stefano I,ed esserne cavaliere interpellandolo se eseguirà i suoi capito-
e militedigiustizia,dovendodivenire al- li, se ha debiti notabili, se è libero di sua
tro uoruo,deve prima confessarsi e digiu- [km si ina; edil candidato dà le convenien-
nare il giorno innanzi alla vestizione del- ti risposte di sì e no. Allora il candidato
l'abito. Nel giorno di essa, e vestilo di ve- ponendo la de>ira sull'evangelo, fi volo
ste lunga da secolare, si reca nella chie- e promette a Dio, alla 15. Vergine, ed a
sa o oialoriopubblico,ovesifarà la fun- s. Stefano I, d'esser ubbidiente a'supe-
zione (con testimoni e nolaro che ne ro- riori dell'ordine, e di servare sempre ca-
ga l'alto), e presentare al cavaliere rice- rità, pudicizia coniugale e ubbidienza, e
vente deputato (che ne' luoghi ove non di vivere secondo la regola e stallili del-
sono superiori graduali è il più anziano l'ordine. Il ricevente lo riconosce per sol-
cavaliere,oper lo più è il vescovo o arcive- dato di Gesù Cristo, e atto a difendere
scovo, non a delegazione del gran mae- virilmente la fede e la religione sua, e
stro, ma del consiglio dell'ordine) il suo d'effettuare le prescrizioni dell'ordine; e
abito di ciambellotto bianco con guar- il candidato risponde affermativamente.
nizioni e cordone rosso, con maniche fo- Allora esso bacia il libro, lo porla all'al-
derate di taffetlà rosso con croce rossa iare, bacia questo, e ripreso il libro lo ri-
nella sinistra parte. Assistito dal maestro torna al ricevente, il quale tenendo l'a-
done l'elsa, e viene da due cavalieri calza- doverlo portar sempre, llcandidato ba-
to degli Speroni (/"*.) dorati. Indi il rice- cia la croce,e il ricevente mettendogli l'a-
vente colla spada percuote di piatto il can- bito recita la formola, invitandolo a ri-
didalo sull'una e l'altra spalla, e dicen- ceverlo nel nome della ss. Trinità, della
do: Eslo miles Dei et s. Sicphani, reu- Yj. Vergine e di s. Stefano I: gli spiega che
,(> STE S TE
il colore dell'abito deve ricordargli la pu- ce, che fece il cav. Mandosi, come più an-
rità e candore d'animo che deve avere, ziano, al cav. Aquilani, col l'assistenza di
e giammai macchiarlo a infamia dell'or- 18 cavalieri. Il n.° 636 del 1 7?. 1 riporta
dine; che la croce deve adorarla e difen- come il priore di s. Stefano, marchese de
degno della s. milizia,
derla, e mostrarsi Angelis, ins. Giovanni de'llorentini die
onde non esserne privato e cacciato. In- l'abito di cavaliere di giustizia a Gaetano
di il ricevente allaccia alla gola del can- Valletti di Sezze, coppiere del cardinal
didatoli cordone, avvertendolo di dover- Corradi ni, e secondo il costume il can-
lo riguardare qual giogo soave di Gesù. didato fece eseguire una copiosa dispen-
Cristo, e che da quel punto egli parteci- sa di guanti agli astanti, come suole pra-
pa va co'paren li del le buone opere dell'or- ticarsi in simili funzioni : vi assisterono
dine. 11 celebrante «/cavalieri sacerdoti più di 3o cavalieri dell'ordine, molta pre-
dicono l'antifona, Suscepimus, il salmo latura e allri cavalieri. Finalmente que-
Magnus Doininus Kyrie eleison, , eliti- gl'individui, che per merito militare, ci-
ste tleison, Pater noster, Salvimi fac coi vile e scienziato vengono decorati del-
soliti oremus: Deus qui fu-
versetti, gli l'ordine di s. Stefano I, non usano divisa
candidato, che alzatosi ritorna dal rice- s.Stefano I, Ordine militare ed equestre,
vente, e genuflesso gli bacia la manica e sagra religione.
destra del suo abito, indi rizzatosi da es- STEFANO 1 (s.) re d'Ungheria, Or-
so viene ricevuto al bacio di pace, così Ordo equìtum s. Stephani
dine equestre,
dagli altri cavalieri. Pe'cavalieri esteri e I Eex Ungariae. La magnanima impe-
sudditi d'altri sovrani, dopo di avere da ratrice e regina Maria Teresa, dopo aver
essi conseguito il permesso di chiedere superalo colla grandezza del suo animo
l'ordine e di fregiarsene, dal gran mae- le gravi, lunghe e sanguinose contese per
stro si dispensa da' voti, dalle promesse e la successione al paterno retaggio, spet-
dal giuramento d'ubbidienza al gran mae- tando la dignità imperiale al suo figlio
stro, in vece dovendo pronunziare questa Giuseppe 11, per rendere memorabile il
forinola. » lo IN. N. prometto con lutto il giorno di sua solenne coronazione qual re
cuore all'onnipotente Dio,allaB. Vergine, de'romani, a'5 maggio 1 764 istituì que-
ed a s.Stefano I sempre umile
di prestare st'ordine militare ed equestre, ed ancora
prelaliva ubbidienza al mio sovrano na- per onorare la memoria del glorioso s.
turale, e quindi a ogni altro mio legittimo Stefano I[F.) fondatore e patrono del re-
superiore; di praticare secondo le mie for- gno d' Ungheria (f^.) ei.°re Apostolico,
ze carità verso il prossimo, di servare pu- noncheper ricompensare collesue caval-
dicizia e castità coniugale, di non far mai leresche insegue il merito civile e mili-
cosa sia contraria al grado e al carattere tare, in premio alle virtù e a'servigi resi
d'onorato cavaliere". 1 Diari di Roma ado stato e a! sovrano; quindi nel seguen-
riportano diverse funzioni sull'abito da- te giorno ne pubblicò gli statuti. Formò
to in tal città a'cavalieri di s. Stefano I, l'insegna e decorazione dell'ordine in una
come 27 del 17 8, ove si legge la
nel n.°2 1 croce d'oro ad 8 raggi, smaltata di verde
descrizione della ceremonia ch'ebbe luo- con in mezzo uno scudetto rosso, colori
go nella chiesa di s. Caterina di Siena (la del regno d'Ungheria, in cui si vede una
quale descrissi in quell'articolo), premes- croce doppia d'argento colla corona d' Un-
sa la messa cantata e imposizione della gheria sopra un monte verde, pendente da
spada, degli speroni e dell'abito con cro- un nastro di seta rossa filettato di color
S T E S T E .7
venie. Nello senio della croce vi fece collo- guito si estesero ed ora è illimitalo, Per
1
un nastro o tracolla assai larga, rossa nel to delle tasse. Qualunque suddito dell'ini-
mezzo,con orli verdi, e scendente dal lato peroaustriaco allorché viene fregiato del-
destro al sinistro; i commendatori la por- la gran croce o di quella di commenda-
tano appesa al collo; i cavalieri all'occhiel- tore, diviene insieme intimo consigliere
lo e di minor dimensione. Gli ecclesiasti- regio. La festa solenne dell'ordine è cele-
ci della i.'e della 2.* classe portano simil- brata in quella del re s. Stefano I, che n'è
mente siffatta decorazione appesa al col- il protettore.
lo. I cavalieri di grancroce, sì ecclesiasti- STELLA, Ordine equestre. Si preten-
ci che laici, portano inoltre sul sinistro la- de fare risalire la sua istituzionea Rober-
to del petto una stella d'argento, nel cui to II re di Francia nel 1 022, e in onore del-
mezzo campeggiano l'insegne dell'ordine, la B.Vergine,per cui fu detto Stella della
in mezzo ad una corona di quercia. L'a- Madonna o di Nostra Signora, e con tal
bito de' cavalieri è una dalmatica di seta nome per riguardarla anch'cgli quale stel-
verde, lunga (ino a terra, orlata d'armel- la del mare e guida sicura del suo regno,
lini,ed a grandi maniche, sotto alla quale secondo Favino, Teatro dell' onore e del-
portano una tonaca di seta vermiglia, im- la cavalleria, il (piale inoltre riferisce che
medesima guisa; in capo
pellicciata alla compose l'ordine di 3o cavalieri, lui com-
hanno similmente un berretto della me- preso, e che se ne dichiarò gran maestro;
desima stoffa e colore, sormontato di pen- gli attribuì per abito il manto di damasco
ne verdi e rosse. Maggiori o minori or- bianco, la mantellelta e le fodere di da-
namenti a foglie di quercia differenziano masco incarnato simile alla casacca, sopra
le varie classi. Inoltre i cavalieri di gran- di cui una stella ricamata d'oro; il gran
croce portano quando sono in tale abito collare pure d'oro era formato di 3 ca-
solenne una collana d'oro, della quale Li- tene intralciate da rose. Riferisce anco-
sano altresì quando vi è il capitolo del- ra Favino chi ammisero nell'ordine Ro-
l'ordine a corte. La collana dell'ordine è berto 11, Filippo li Augusto, s. Luigi IX
una catena d'oro formata dall'in treccia- e altri re; ma tutto dal p. Helyot viene
mento delle lettere M. T. S. S. iniziali di credulo invenzione, sempre fermo nel
Maria Teresa e di s. Stefano. Quest'ordi- canone de' critici di escludere l'esistenza
ne è dopo il Toson d'oro il più notabile di ordini equestri innanzi al secolo XII e
degli ordini austriaci, sebbene sia annes- alle crociate. L'ordine veramente fu isti-
so non all'impero d'Austria, ma alla co- tuito da Giovanni I redi Francia con sua
rona d'Ungheria. La dignità di gran mae- lettera del 6 novembre 35 ,ed effettua-
1 1
stro è congiunta nella persona del re di to a'6 gennaio o a' 1 5 agosto 352, chia- e
fcff>&mart£
iS STE STE
non portavano il mntitello; indossando della stella. Nondimeno si pubblicò una
questo di color vermiglio e foderato di lettera di Luigi XI del 4G1, colla (piale
1
laMadonna. Obbligò cavalieri a dare lea- i de'ss. Magi (I7 .) ve, in memoria della stel-
li consigli se richiesti, a non appartenere la che comparve a que'santi e li condus-
senza licenza del re ad altro ordine eque- se a Betlemme, dov' era nato il Salvato-
stre, a recarsi ogui anno in della casa nel- re^ per questa divozione de' cavalieri ne
la vigilia dell'Assunta per celebrarne la celebravano la festa nell'Epifania. Dopo
festa, o almeno farlo ove si trovano e ve- la morte di Luigi XI, nel 1 4^3 montan-
stiti dell'insegne dell'ordine. Costituì la dosul trono il figlio Carlo Vili abolì l'or-
bandiera vermiglia e seminala di stelle, dine, perchè il padre avea istituito quel-
con immagine della Madonna, per spie- lo di s. Michele (/".) principale proietto-
garla ne' combattimenti contronemici i re di Francia. Noterò, che la più parte del-
della fede e del loro diretto signore, do- le insegne equestri forma nsi d'una stella,
vendosi espellere dall'ordine i vigliacchi sebbene ordinariamente sieno una Cro-
che abbandonassero la pugna. 11 numero ce di decorazione (f.)j ed a Croce or-
de'cavalieri lo compose di 5oo, de'quali dine della vera, parlai delle cavalieresse
costituì principe se ed i successori, i cui della Crociera Croce Stellala.
stemmi fece dipingere nella casa dell'or- STELLA, Ordine equestre. A.\ent\oA-
dine,nella quale sarebbero celebrate lelo- murat li imperatore de'turchi del 1421
l'O esequie, essendo tenuto ogni cavalie- devastalo colle sue scorrerie Siracusa, e
re a far celebrare una messa per ciascun molti luoghi di Puglia e Sicilia, e resosi
collega defunto. Errarono quelli che scris- famoso e formidabile per le sue prede in
sero, al dire del p. Helyot, che essendosi tutti i lidi d'ambo i regni, per l'inazione
l'ordine avvilito, il re Carlo VII ne diede de'nobili che non si curavano difendere
il collare a' cavalieri o birri del Guet o la patria, il marchese di Tirace di animo
guardie di polizia a cavallo, e al proprio generoso concepì il disegno di opporsi va-
bargello, che per altro godeva il titolo di hdamenlecontio tanti insulti e ladronec-
cavaliere sino da s. Luigi IX; poiché Lui- ci. A tale elfelto eresse in Messina un or-
gi XI figlio di Carlo VII nonavrebbeda- dine equestre di nobili cavalieri, ovvero
to quest'ordine al suo genero Gastone di rinnovòqiiello già istituito da Renato du-
Foix principe di Na varrà, né avrebbe nel ca d'Angiò e pretendente al reame,col ti-
1470 invitato il preposto de'mei canti e tolo di Stella d'oro; e perchè i cavalieri
degli scabini di Parigi a portarsi in questa si addestrassero alla difesa, stabilì giostre
città per celebrarvi la lesta dell' ordine e tornei eoa fÌDte battaglie, per imparar
ST E STE 19
loro a guerreggiare i nemici della fede avendo sposa-
lustre casa d'Assia-Cassel,
cristiana. Formò l'insegna dell'ordine eoa toUlrica Eleonora regiua di Svezia, que
una stella d'oro pcndeutedal petto,o piut- sta nel 1720 abdicò la corona in suo fa-
tosto essa risplendeva nel centro d' una vore, ed egli si applicò a pacificare il suo
croce, nella forma simile alla Gerosolinti- regno, in guerra colla Danimarca e col-
tana.L'oi dine sembra che non avesse lun- la Russia, e gli riuscì tosto di troncarla,
ga esistenza, Ne trattò Boterò ae\V Isto- ed a fronte delle posteriori interne divi-
ria, ed il [>. Bonanni, Catalogo degli or- sioni del senato si mantenne nell'autori-
dini canestri e militari, riportandone la tà. .Ma nel 174° fu costretto a rompere
figura a p. 1 1 1. guerra colla Russia, che iuvase la Finlan-
STELLA DELLA MADONNA, Or- dia ricuperata poi colla pace del 1743,
,
cline equestre. Si novera fra quelli chime- per a ver con venuto di riconoscere per suc-
rici ed effimeri, e si attribuisce l'istituzio- cessore Adolfo Federico II parente e ben
ne nel 70 i i in Parigi al preteso re diEiszi- accetto alla corte russa; indi dovè doma-
nia, paese della Costa d'oro d'Africa sot- re i dalecarli insorti a sostenere le prele-
to la zona torrida. Imperocché si raccon- se del principe reale di Dani marca,e poscia
Francia approdò su que'lidi e stabilì col tempo, in cui pose ogni studio per fare
re rapporti commerciali, mediante reci- fiorire nel regno l'agricoltura e il com-
proci ostaggi. Tra quelli dati da'negri e mercio, le arti e le scieuze, istituì l'ordi-
portali in Francia vi fu Aniaba, che si fe- ne della Stella Polare per premiare co-
ce credere figlio del redi Eisziuia, e Lui- loro che si distinguevano per civili virtù,
gi XIV lo fece istruire nella religione cat- per ingegno e perniili istituzioni. Gli die
tolica e educare nobilmente, per cui ri- tal nome perchè si avesse sempre cura di
cevè il battesimo da mg.rBossuet. Dicen- non lasciar giammai oscurare la gloria
dosi morti il re d'Eiszinia, preteso padre della Svezia (['.), come la stella polare
d' Aniaba, ed uno de'suoi fratelli che gli brilla sempre nel firmamento. Formò
era succeduto, Aniaba fece correre voce l'ordine di due classi, commendatori e ca -
gi XIV allestì l'imbarco per farlo accom- decorazione d'una croce greca a 8 punte
pagnare, ed Aniaba per meglio inganna- smaltate in bianco e una corona agli an-
re tutti, volle far mostra di porre se e l'i- goli, sovrastata dalla coroua reale, e nel
deale regno sotto il patrocinio della B. centro un globo colla stella polare e in-
Vergine, con istituire l'ordine della Stel- torno il mollo: Nescit Occasum, doven-
la della Madonna, stabilendo per divi- dosi appendere a nastro di seta nera on-
sa de'cavalieriuna croce d'oro smaltata dala. I principi del sangue ne sono com-
di bianco a foggia di stellapendente da mendatori fìu dalla nascita, e lo sono
un nastro bianco, e nel mezzo l'immagi- pure decorali dell' ordine de' Sera/i-
i
nozze avea sposato un parente del re, e lena, e perciò nel secolo IV, quindi con
questi vivea e regnava pacificamente al ripugnanza de'crilieiche non ammetto-
suo ripatriamento. no ordini militari ed equestri che nel se-
STELLA POLARE, Ordine equestre colo XII: si disse pure ordine àe Betlem-
di Svezia, Federico I re di Svezia dell'il- miti, ch'ebbe que'monaciche descrissi ia
20 S T E ST E
quell'articolo, coll'insegna della stella dei l'insegna delta croce, siccome il berretto-
Mngi(F.) re, avendo ripartalo di Bet-
ss. ne nero è cinto con cordone di oro".
lemme a PnrsEno, in uno alta stella ap- STEMMA. V. Sigillo.
parsa a que'santi. Militando questi cava- STENDARDO, Fexillum, Sacrimi
lieri con l'insegna della croce, riportaro- Vexilhtm. Insegna e bandiera principale.
no molte vittorie sui saraceni nella Pale- Stendardo si dice anche quel segno a fog-
stina e nell'Egitto; ma poi per la potenza gia di banda, che portano innanzi alcu-
degl'infedeli e da loro superati, si ritira- ni cleri quando vanno processionalmen-
rono in Aquitania, indi si dilatarono nel- te, massime Religiosi, ed Sodalizi (F.), i
maestro, fissola sua residenza in Praga, de' Papi (F.), di quelle portate da' Dra-
ed un altro cavaliere a lui subordinalo la conari ^ ( da' Bandt're si F.) di
'.), ( Roma
stabilì in Uratislavia con maestro
titolo di (F.),eiW Capo Rioni di Roma (F.); del-
e visitatore della Polonia eSlesia, alta qua- V Orifi anima del regno di Francia (F.);
le dignità si dispose doversi eleggere dai delle bandiere posteriormente benedette
cavalieri dell' ordine coli' approvazione da'Papi; di quelle donate alle chiese di
del gran maestro. Il p. Bonanni nel Ca- Roma quali trofei riportati sui Sarace-
talogo degli ordini equestri e militari a p. ni,Turchi (A.) e sugli eretici, e perchè i
liere e riferisce. »
L'abito solenne del gran bandiere de\la Milizia pontifici a elìfar ina
maestro è una veste quasi talare di seta pontificia (F.J, delle quali riparlai a Sol-
nera, sopra cui ne pone un'altra talare dato; di quella delta guardiatSWzzer<7(/^.)
di porpora con maniche larghe, fodera- pontificia, che s'inalbera ne Palazzi apo-
ta d'armellino, e sopra questa pende un stolici Quirinale e Faticano {F.); e delle
lungo manto nero, il quale nella parte si- bandiereche si portano nelle Processioni
nistra è ornato con una gran croce e stel- (F.); mentre a Guardie nomli pontifi-
la rossa di 6 raggi, siccome avanti al pet- cie, parlai del loro stendardo benedetto
to l' istessa insegna composta di rubini. da Pio VII, collo stemma del Papa re-
La veste rossa è cinta con fascia tessuta gnante. A Gonfalone, insegna o vessillo
di seta e oro, e dal fianco sinistro pende o bandiera o stendardo, ne dissi l'antico
una spada corta e larga. In testa tiene un uso. A Gonfaloniere tenni proposito del-
berrettone bianco cinto di cordone d'oro, l'uffìzio e dignità di quello che porta la
e ornalo di ricco gioiello. Gli altri cava- bandiera.il gonfalone, lo stendardo, il ves-
lieri hanno la sola veste e manto nero, con sillo,deltoanchealficrcevessillifero,egra-
S TE S T E 21
do di milizia, detto già da'romani pruni- la situazione delle 1 2 tribù intorno al ta-
gnità, conferita da'Papi a Patrizi ili Ro- perciò vari antiquari dedussero l'origine
r
ma (t .\ ed a'sovrani, e molli ne ricor- de'vessilli da'làscetlidi fìenochiamati ma-
dai. A Gonfaloniere del semaio e popo- nipolijche si conoscono ne'primordidiLlo-
lo romano, dissi l'uffizio e prerogative di ma , che fu di molli secoli posteriore al
su di esso si ergeva per segnale di com- za adottate ne' vessilli, nell'imprese e ne-
battimento lo stendardo rosso; chi eser- gli stemmi; poiché Cesare, De Deliaci*.'.
citò il goufalouierato, ed a chi in perpe- Iib. 3, ricorda gli aquiliferi; Pietro Diaco-
tuo fu attribuito; e dissi pure del f'essil- no nel lib. 4> rammenta le legioni aqui-
li/ero di s. Romana Chiesa {V-). A Ves- lifei a e leonifera, laonde ritiene che l'eti-
sillo, lo dico anche segnale d'investitu- mologia di alfiere derivi da Aquilifer. 11
ra, e comePapi con esso investirono
i i p. Lupi nelle Dissertazioni, osserva che
grandi feudatari della Sovranità de Ro- gli romani chiamavano primo pi-
antichi
mani Pontefici e della s. Sede (P.). Delle lo l'alfiere della 1." insegna, che si met-
particolari insegue tratto negliarticoli de- teva ue'posti piii pericolosi. Era una del-
gli stati, città e corporazioni. Il Martinet- le cariche più lucrose, una delle più con-
ti,Tesoro delle antichità, t. 3, p. 06, os- 1 siderate nell'esercito, per cui si conferiva
serva, che il Tabernacolo degli ebrei nel ali." de' io centurioni più veterani. Te-
deserto formò come il centro delle 2 1 tri- nevaegli l'insegna dell'aquila propria del-
bù militari d'Israele, divise in 3 quadra- la legione, e dava colla sua mossa princi-
ti; e siccome ciascun quadrato composto pio alla battaglia; quale perchè allora la
delle tribù, ri tene va il segna le del suo sten- si cominciava con lanciare alcune aste
dardo, cioè l'orientale un leone, ii meri- chiamate pili, perciò tal carica si chia-
dionale un volto umano, l'occidentale un mava il Prirnipilalo o il Centurione del
bue, il nord un'aquila; così da quest'an- primopilo. USarnelli, Lett.eccl. 1. o,lelt. 1
tica istituzione si può ripetere l'origine So: Perchè si benedicono le bandiere per
de'vessilli o stendardi militari, anzi il d'A- le guerre contro gì' infedeli; incomincia
quino nel suo Lessico militare, ripete que- dal riferire, che sino da quando incomiu-
sta origine anche da'tempi di Giacobbe, ciarono le guerre ,
principiò l'uso delle
t.2,p. 432.» Usum vexillorum antiquis- bandiere, dell'insegue , degli stendardi,
simum fuisse docet historia sacra : nam chiamati Signum, Vexillum, acciò ogni
gymbola quae Jacobfaustaprecatus,duo- soldato vedendo la sua bandiera andasse
decimtribubusillisattribuit; trausierunt con quella e con essa si mettesse in ordi-
postea in vesilla praelaria, quae iisdem nanza, altrimenti disordinali i soldati, l'e-
tesseris depictis oruabanlur, et iis erant sercito è perduto. Quando i romani nel-
expressa coloribus ,
quibus earura tri- la guerra co'sabini perderono tutte le in-
Stendardi furono d' allora in poi ornali rarono molta fatica a soggiogarli, roma- i
con i code dicavallo, 3 portandone quel- ni avendo per costume di usare le mede-
lo del grauvisir e 7 il sultano; anzi col- sime insegne de'popoli vinti, come si leg-
la esposizione d'una coda di cavallo co- go negli Annali di Daronio, an. 3 1 2, n.°
stumarono turchi dichiarar la guerra,
i 33, ove si apprende che dragoni comin- i
al suono di trombe e di timpani o tim- ciarono ad essere insegne de' romani, do-
balli. Sarnelli opina che ili." stendardo po che Traiano vinse daci che le porta- i
l'inventarono gli assiri, dipingendovi la vanoin guerra. Non mancano esempi nel-
colomba di Noè, e stendardi ebbero gli la storia romana, come da Floro lib. i,
egizie persiani mediante una testa di bue e. 1 1, da Ammiano lib. 16, da Cesare lib.
e una colomba, cos'i i greci presero per 4, da Livio lib. 3, che nelle zuffe più pe-
insegna il leone, il serpente e altri sim- ricolose gettarono l'insegna in mezzo ai
boli; ed a poco a poco gli stendardi furo- nemici, per accendere maggiormente gli
no riguardati quasi per sagri, custoditi e animi de'soldati a combattere valorosa-
difesi, ed i soldati fecero giuramento di mente, per non coprirsi di vergogna che
giammai abbandonare il proprio stendar- l'insegna sotto cui militavano, abbando-
do, insegna o bandiera. Quanto alla loro nala restasse in potere de'nemici. Brisso-
benedizione, gli stendardi ottengono vir- nio,De/ò/7;ni//Vlib.4,riporta quella d'In-
tù contro i nemici della fede pel Sagra- fer signwn in hostemj così praticavano i
mentale {?•) della benedizione e per le capitani, o acclamavano soldati. Ma gli i
preghiere della Chiesa, come pure le ar- eserciti cristiani in simili occasioni invo-
mi; solendo i Papi benedire e donare la cavano il nome di Cristo , per cui l'im-
Spada ( V.), e lo Stocco e Berrettone ( F.), peratore Leone nel lib. De apparata bel-
baro, e cosa significhi questa voce, repu- articoli Croce, e Banneriti cavalieri che
ta che fosse in uso avanti quel principe, nei bassi secoli alzavano vessilli per con-
ricordando che Tertulliano fioritoprima durre armati alla difesa de'loro principi.
di hù,ueìl' Apologetico cap. 1 6, dice: Slip- I chiamarono lo stendardo della
francesi
para dia Vexillorum et Labarorum,sto- fanteria drapeau, e quello della cavalle-
lae crucium suntje Minuzio Felice in O- ria ctendard, talvolta denominando cor-
ctavìo dice: Nani et signa ipsa, et Laba- netta l'ufficiale che porta lo stendardo, il
ra,et Vexilla caslrorum. Alcuni però col che si fece più volte in Italia, ove anti-
Pamelio leggono in Tertulliano non La camente si disse stendardiere il portato-
barorum, ma Canlabrorum ,come anche re dello stendardo, goufdoneo altra si-
in Minuzio Cantabra, come si apprende mile insegna. I Crocesignati (/"'.) fecero
STE S T E 23
mirabili prodezze sotto lo stendardo sa- alfalto per segnale d'autorità su Roma,
lu tiferò della Croce, nelle celebri Crocia come dichiarai ne'citati e altri articoli eoa
te(P.) e sagre guerre, massime in Siria irrefragabili e autorevoli testimonianze,
(F.) per la liberazione de' luoghi santi, per confutare le maligne pretese e inven-
cnlla di nostra s. religione, ed ove si o- zioni de'nemici detrattori della sovraui-
peraronoi suoi venerabili misteri. Nel me- tàtemporale de' Papi. Dello stendardo da-
dio evo le repubbliche italiane portava- to da s. Leone III a Carlo Magno, si può
nolostendardonelleguerr.e,collocatosul vedere 1' Alemanni, De Lateranensibus
carroccio, di cui parlai ne' voi. VII, p. 13 1 Parietinis. Dello stendardo o vessillo di
e i24>X>P- r i4> LVHI,p. 277, ed altro- s. Pietro, insignito colle chiavi pontificie,
ve. Davide I re di Scozia verso ili 35 1 che solevano Papi dare a' sovrani che
i
marciò contro gl'inglesi, quali lo elisie-i stavano per intraprendere qualche spe-
cero nella famosa battaglia detta dello dizione contro nemici della Chiesa, vari
i
Stendardo, per avere essi inalberato so- esempi di queste trasmissioni li raccolse
pia un carro per vessillo una Croce col FilippoMazeno,nellaAx ito^/-v. Pietro To-
ss. Sagramento, e gli stendardi di 3 san- masio patriarca di Costantinopoli, presso
postolica (/".) che le pose negli stendardi l'uso dalla Confessione di s. Pietro, e lo
àn\\e%\\erniltzie,marina,fortezzetporti, stendardodi Roma. » Dove [novatori da-
r
mme del Castel s. anche
Angelo (F
.) ; brando dicono che colle chiavi si dava a
ne e divozione, per segno di all'etto pater- donia'principi cristiani, come s'è per noi
no, perinvocar loro il patrociniodelprin- addietro veduto essersi fatto più volte da
cipe degli apostoli massime nelle guerre, s. Gregorio I e da altri. E perchè tu non
Jo Stendardo di s. Pietro, colla sua elfi- abbi che opporre intornodel vessillo, tro-
gie e da loro benedetto. Donarono anche verai per innanzi nel fine degli anni 800,
le chiavi d'oro, parte di detto stemma e che il patriarca di Gerusalemme mandò
segno di quelle di s. Pietro, per cui le he- all'istesso Carlo per benedizione le chia-
nedirono e vi racchiusero reliquie sagre vi de' luoghi santi con uno stendardo,
e la limatura di ferro delle Catene di g. Talché si solevano mandare somiglianti
r
>
/ t'efro(^ .),ed anche di quelledis. Paolo, donativi da' vescovi a're. Senza che pos-
non che Anelli delle catene di s. Pietro siamo dire, che s. Leone III Papa ono-
(F.),a'quali articoli notai molti Papi che rasseCarlo Magno dono dello stendate-
del
le donarono, incominciando da s. Grego- do, perocché quegli era potentissimo Di-
r
vio I, da s. Gregorio III, e da s. Leone III fensore della chiesa romana (/ .)". Os-
ti CarloMagno quando gli confermò il ti- serva l'Acanti, Dell'origine ed antichità
tolo e dignità di Patrizio di iioma cou- della zecca pontificia a p. 34-" Roma già
feritogli da Stefano 11 o HI, e collo sten- era posseduta e governata da'Papi. Il ves-
quale e perdio la permisero), come può fecero tributario della s. Sede il re afri-
vedersi inBzovio, De Romano Ponti/ice, cano infedele. Papa Urbano li neh 09
apud Rocaberlum t.i , Bibliolhecae Poh- proclamando peli. "la crociata di Gei 11-
t.ficiae, p. 10, Baronio ad an. 796, §16, 8aleojcue,diè lo stendardo di s. Pietro ad
l'agi a tale anno § 4> e ^u Gange, GLos- Ugo il Grande fratello di Filippo I re di
sai inni io Pexillum". Ricordai a Sicilia, Francia. INeli 3g Innocenzo 11 de\ò a
1
die nelio63 il normanno conte Ruggero re di Sicilia Ruggero I, l'investi col ves-
per la vittoria ottenuta sui saraceni, per siilo e dichiarò AJ itile e Soldato (A'.) di
ossequio mandò
Papa Alessandro II 4
a «• Pietro, grado che Papi conferivano i
cammelli, ed il Papa rallegrato di ciò in- a quelli. che insignivano della regia digni-
viòalconte uno stendardo da sebenedet- tà. A Patriarcato Armeno parlai d'In-
lo, col quale munito per l'avvenire colla nocenzo 111, che nel 1201 mandò il ves-
protezione di s. Pietro, più sicuramente siilo benedetto di s. Pietro al re Leone 11
gli ordinò di marciare sull'invasore, e gli so giorno Innocenzo III scrivendo a tutti
mandò lo stendardo di s. Pietro da se he- i principali signori, a' cavalieri e popolo
nedelto. Appena il re lo ricevette, die bat- armeno, dissealtrettantosulloslendardo,
taglia al nemico e Io vinse. Dissi purea confortandoli a combattere valorosamen*
Sicilia, oltre altri simili esempi , che s. te col re i saraceni, come a.veano cornili-
Gregoi io VII uel 080 inCVpwoinvesfi
1 ciato a fare. Il re rispose a Innocenzo 111
col vessillo di s. Pietro, della Puglia, Ca- con somma riverenza e gratitudine, as-
labria e Sicilia il duca RobertoGuiscardo. sicurandolo che sempre avrebbe portato
Nella l/iografiadis.Gregono/V/raccon- lo stendardo innanzi a se, a gloria della
lai che donò al re di Castiglia una chiave chiesa romana econlro nemici i della cro-
d'oro, benedetta colle catene di s. Pietro, ce. Narra il suo biografo Hurter, come
Riferisce Rinaldi all'annoi o87,n.°8, che quel Papa proclamò Gioanoicio re de' «ai-
Papa Vittore III tenuto consiglio co've- lachi e de'bulgari, colla corona e lo scet-
scovi e co' cardinali, radunò un esercito tro per le prerogative ricevute da s. Pie-
di quasi tutti popoli d'Italia, edando loro
i tro, inviando a ungerlo ii cardinal Leone
lo stenda do di s. Pietro, e concedendo a
1 lega lo. Gli concesse inoltre il di ritto di bat-
tutti indulgenza e remissione de'peccati, tere moneta io proprio nome, e gli fece
gli mandò nell'Africa contro i saraceni, presentare uno stendardo incoi vedeasi
i quali di continuo infestavano i lidi dei la Crocee le chiavi dis. Pietro: l'una per
cristiani, erestarono 100,000 mao- uccisi ricordargli chea Dio e non a se stesso il
mettaci, prendendo e«termi Dandole loro re doveva le sue vittorie; le altre come
principali città, non senza manifesto aiu- simbolodella prudenza e della forza; l'u-
fo di vi no. Il Papa imprese tal guerra an- na e l'ai tra congiunte poi, co me segno dei-
co perchè divoto dis. Vittore I africano, lasaluteperli patimenti di Nostro Siguo-
S T E S T E 25
re e per merito della sua Chiesa. Leggo coronare Alfonso II re di Napoli, e l'ono-
in Garampi, Sigillo della Garfa gitana, rò dello stendardo della chiesa romana.
p. i 07,chelechiavi come quelle propria- A
Svizzera, ed a Stocco e Berrettone
mente attribuite alle immagini di s. Pie- ducale benedetti, dissi che Giulio 1 li do- 1
tro apostolo, furono prese dalla s. Sede nò agli svizzeri in unoa due gonfiloni, ed
persua propria divisa; e che Innocenzo a'q Cantoni di tal nazione mandò un'in-
111 avendo spedito a Cnlogiovanni re dei segna istoriata esprimente la Passione di
bulgari colle reali insegne anco il vessil- GesùCristo. Ne'conii delle medaglie pon-
lo di s. Pietro, notò che uu tale vessillo tificie, che si conservano nella zecca ponti-
« praetendit non sine mysterio Crucem fìcia, ve ne sono diversi alludenti agli sten-
etClavesjquia b. Petrus apostolus, et cru- dardi dati da'Papi.ln uno si vede l'effigie
cem p roChristo sostino il, e tela ves adiri - diPaolo in piviale e triregno, che con-
1 1
mano uu vessillo con due chiavi, la di cui dall'assedio de'turchi. Narra Catena nel-
usta ha in cima la croce. Anche Rinaldi la l'ila di s. Pio t p. 70, che avendo V 1
tassero nella veste il segno delle chiavi, e Pietro e s. Paolo, col motto: In hoc si-
perciò li dice chiave segnati. Laonde cre- gnovinces. lì Pantoni, Istoria dH Aviario*
de Rinaldi che siccome ,cattolici che i ne. [).
J.87, allerma che s. Pio V diede al-
guerreggiavano gli eretici o gl'infedeli e- tro stendardo col ss. Crocefisso a il. Gio-
rano segnali di croce, cos'i quando si pi- vanni d'Austria naturale di Carlo V, e
gliavano le armi a difesa della chiesa 10- supremo comandante della lega in quel-
manaedellostato papale si cucivano sul- la spedizione, stendardo che i Papi so-
la veste la forma delle chiavi. Urbano VI levano dare a' generalissimi nelle spedi-
trovandosi in Napoli nel .°del 384, nella 1 1 zioni militari contro gì' infedeli, e che
messa soienneche celebrò, in presenza del precede in dignità quello della chiesa ro-
re Carlo 111 e della regina, beuedi col so- mana. Uno de'ricordati couii d'una me-
lilo rito lo stendardo di s. Pietro, che il dagliad'Urbano VII, ha incisa l'imma-
re dovea inalberare contro Lodovico I gine di quel Pontefice, che consegna ad
d'Angiò pretendente al regno e seguace una figura genuflessa lo stendardo di s.
dell'antipapa. Urbano VI consegnò io Chiesa ornato dell'immagine del ss. Cro-
stendardo a Carlo dichiarò capi- III, e lo cefisso, alla presenza de'cardinali sedenti
tano Generale dis. Chiesa [f/ .). Quando e del popolo, coll'epigrafe: Dexlera Do-
i romani nel 1410 riconobbero Alessan- mini Jaciatvirtnlein. Con questa iscrizio-
dro V, iu segno di soggezione gli manda- ne abbiamo pure una medaglia del suc-
rono in Bologna le chiavi delle porle di cessore Gregorio XIV, il quale è rappre-
Roma, i sigilli e lo stendardo del popolo sentato con triregno e piviale sedente in
romano, insegne che il Papa ricevè con trono, nel punto che dà lo stendardo di
gran solennità e festa. Alessandro VI nel s. Chiesa colf immagine del ss. Crocefisso
i4«j| raaudù il cardinal Borgia legato a ud una figura ginocchione, egualmente
iG S T E STE
alla presenza de' cardinali e del popolo. maria Chiesa^'.), ma rispose rinviato,
Allude alla spedizione in Francia d'Er- che il Pipa non potendosi disgiungere dal-
cole Sfondrati nipote del Papa, colle mi- la Chiesa, così conveniva che il suo stem-
lizie pontificie contro gli eretici ugonotti. ma si collocasse in mezzo a'ss. Apostoli.
Notai a Marina, che Clemente IX nella Ne'ricordali comi vi diClemente
è quello
guerra di Candia contro turchi, i nel 1669 X in triregno e piviale,ricevente uno sten-
mandòla squadra delle galere pontificie, da i'd o turco.
comandata da suo fratelloCamillo Rospi- Il Marangoni, Delle cose gentilesche e
duca di Beaufort, con un breve apostoli- dopo la vittoria, ed involta in velo fu af-
co, lo stendardo della chiesa romana, co- fissa nel tabernacolo, e similmente prati-
me granfie ammiraglio di Francia in det- cò Giuditta per la vittoria riportata so-
ta guerra, a soccorso de'cristiani di Can- pra Oloferne, offrendo a Dio i vasi pre-
dia, insieme al titolo di capitano genera- ziosi e il cortinaggio del letto; quindi da
le della s.romana, avendo creato
chiesa tali esempi dice derivalo il lodevolissimo
tificia. Lo stendardo di s.Chiesaeradi for- ligione, gli stendardi e le armi loro con-
ma quadra e di damasco cremesino, con quistate col divino favore. Per cui molte
frangia d'oro all'intorno, e con sopravi bandiere colle mezze lune, spade e lette-
dipinte immagini al naturale de'ss. Pie-
le re turchesche, e altre di esse di coda di
tro e Paolo apostoli, e tra essi l'arme del cavallo, che presso maomettani sono co-
i
Papa, con questa divisa in lettere d'oro: me sagre, s'inviarono a Pioma a'Papi da
Proleclor Deus auspice nos. Il duca ono- valorosi capitani, ed appese nelle basili'
rò molto l'inviato, il quale gli offrì pure che Lateranense, Vaticana e Liberiana,
in nome di Clemente IX una corona al- nelle chiese di s. Maria sopra Minerva, di
la ca vallerà composta di grossi e bel- 1 s. Maria d'Araceli, di s. Maria della Vit-
lissimi lapislazzuli infilati in oro, e con si- toria, e in altre Chiese di ne Roma ove
mile medaglia contornata di grossi dia- parlai. Queste bandiere rappresentano i
manti, col breve d'ampie indulgenze im- beneficii d'insigni vittorie riportate dalle
postevi. Gli esibì per ultimo altro breve armi cristiane contro la formidabile po-
apostolico dell'indulgenze concesse asol- tenza ottomana, per l'intercessione della
dati di quella sagra spedizione,e 1000 me- 13. Vergine, e collo sventolar delle loro
daglie d'argento per distribuirsi a' suoi code ricordano a lutti la gratitudine do-
nflìziali. Lo stendardo il duca lo fece su- vuta a sì gran benefici di Dio. Così Pie-
bito inalberare nella sala con una senti- tro II red'Aragona, avendo vintocon pic-
nella d'onore, e poi sul vascello ammira- colo esercito Miramolino re de' saraceni
gliOjOidinando ad ogni capitano di vascel- nel 1 2 1 2, mandò a Roma lo stendardo e
lo o di galera di fare de'simili stendardi la lancia del nemico, perchè come trofei
per medesime. Fu osservalo, che per
le siappendessero nella basilica di s. Pietro
l'arme del Papa lo stendardo sembrava sopra la porta Guidonea; siccome nel luo-
suo particolare, e non il I res$illodi s. Rq. go medesimo collocate furono la lancia,
ST E S T E 27
labandiera eia corona del re ungaro Al- del trono il conteTalenti, baciandogli am-
boino, mandatevi da Enrico III impera- bedue piedi. Indi levò lo steudardo il
i
doglio, ed ivi offrirle ne'templi a'falsiDei, simo inviato per tributo della sua pietà
cui stoltamenteattribuivauo leconseguite alla S. di N. S. P. Innocenzo XI, lì orna
vittorie. Per quelle riportatene! i 569000- i683. E siccome il re altro stendardo, in
tro gli eretici Ugonotti (V), Carlo 1 X re uno alla sua Spada[F'.),\ny\b al santua-
di Francia mandò a s. Pio V 12 stendardi rio della 13. Vergine di Loreto (^.), nel
presi loro, e 27 ne spedì Sforza conte di 1684 fu stampato in Ancona, Notifica-
s. Fiora generale delle milizie pontificie, zione del regio stendardo turco, mandato
che il Papa collocò nella basilica Latera- dal re di Polonia alla s. Casa di Loreto.
nense,come riporta Novaes nellasua Sto- Altre notizie le riporta Cancellieri a p.
ria, econ iscrizione incisa in marmo a let- 3 56, e nel Mercato, p. 269. Leggo nel
tere d'oro, che ri produsse Cancellieri, Pos- n.°4 del Diario di Roma del 1 7 1
6, e nel
se.?.?/, p. 3 56. Nell'articolo ss. Nome di M v- contemporaneoCecconi, che l'im-
diarista
bia, e nel voi. LIV, p. 66, indicai i luo- peratore Carlo VI spedì con sua lettera
ghi ove parlai della liberazione di Fiewia in dono a Clemente XI due code di ca-
e della strepitosa vittoria riportata sui vallo, una bandiera e un principale sten-
turchi, principalmente per opera di Gio- dardo preso a'turchi a' 5 agosto, festa di
vanni III re di Polonia, che mandò a In- s. Maria della Neve, dal principe Euge-
nocenzoXI il gran stendardo ili Maomet- nio di Savoia nella celebre vittoria di Pe-
to, preso nel padiglione del grauvisir, e tervaradino: meglio ne parlo io nel voi.
colle parole (altra volta usate da Giulio XVIII, p. 82, e tali insegue il Papa man-
Cesare) Veni,Fidi, J ici.W Papa a'29 set- dò alle basiliche Liberiana e di Loreto.
tembre 1 683, festa di s. Michele, fece ce- Ne fece la formale presentazione il cardi-
lebra re solenne messa nel palazzo aposto- nal Schrattembach, ed il Papa dopo a-
lico Quirinale prò gratiarum aclione, e venie dato parte a'cardmali in concisto-
nell'offertorio, Dcnoff^ox cardinale e in- ro, destinò Rasponi a portare al principe
viato delie, ginocchioni perorò nell'atto Eugenio \oStocco e Berrettone ducale be-
di presentarlo a'piedi d'Innocenzo XI, so- nedetti. Il Papa tenne cappella di ringra-
stenendo lo stendardo sull'ili timo gradi no ziamento a Dio nella basilica Liberiana,
28 S T E S T E
ove ricevè lo stendardo!medesima, per la XIII contro , e dello stendardo
i turchi
e si cantò il Te Dtum. Questo ebbe pur preso a'eorsari tunisini e dal gran maestro
luogo nella chiesa dis. Maria dell'Anima Zondadari mandato al Papa, il quale lo
con cappella cardinalizia. Di più Clemen- donò alla basilica Lateraneuse. Ne trat-
te XI nella cappella del palazzo aposto- tano pure il n.°648 del Diario di Roma
lico fece celebrare solennemente una mes- del 172 r, e Cancellieri ne' Possessi a p.
gì aziea Dio nella basilica Liberiana, con pagnato dalle corazze a cavallo, ricevuto
cappella e Te Denta, suono di campane, al suono della campana dai canonici in
Diario dei i
7 1
7 si descrivono gli stendar- vo che il dono lo faceva il Papa alla ba-
di presi a' turchi, e regalati da Clemente silica, perchè s. Gio. Battista suo titolare
1
XI per mezzodì mg. sagrista alle chie- '
era patrono della valorosa religione ge-
se di s. Maria sopra Minerva e di s. Ma- rosolimitana, ed in perpetuo trofeo del-
ria della Vittoria, e due al santuario di l'invitta sua prodezza, e per eccitamento
Loreto. IIn. 537del£>ùz/'/o del 720 dice 1 a' fedeli di pregare il Dio degli eserciti a
della bandiera presa a'uiori di Ceuta,e far prosperare l'ordine, forte difesa e pro-
da Filippo V re di Spagna inviata a Cle- pugnacolo della fede contro il fanatico e
mente XI; ed i n.i 547 e 553 riferiscono, crudele maomettismo. A nome del capi-
che il cardinal Accpiavi va ministro del re tolo, e in luogo del decano assente, pro-
in Roma, dopo la messa della Circonci- nunziò un ringraziamento il canonico
sione salì al trono e con apposito discor- mg.r Alamanni. Dichiarai a Processione
so presentò al Papa lo stendardo, portato colla loro origine, le insegue che in esse
dal contestabile Colonna vestito alla spa- si portano, inclusivamente agli stendardi
go uola:ClementeXI fece analoga risposta, dipinti ordiuariameuleaolio, grandi o pic-
quindi intuonò il Te Denta, mentre l'ar- coli e di forma quadrata, ed alle bandie-
tiglierie di Castel s. Angelo fecero varie re sovrastate dalla croce con cordoni e
salve,enel partire dalla cappella fu prece* hocchi, come gli hanno gli stendardi per
du tool trecche dalla Croce pontifìcia, dallo regolarne la portata; stendardi e bandie-
stendardo. Avendolo destinato alla chie- redecoraticonsagre/wwrtgm/^'^estein-
sa di s. Maria della Vittoria, un ulliziale 11 vescovo Sar-
mi, e da che derivarono.
accom-
delie corazze, lo portò inalberato e nelli, Leit. eccl. t.5, lett. 1 1 : Che mia coti'
della commissione,cui rispose con ringra- miglia e nazioni, onde distinguersi dalla
ziamenti il vicario, al quale consegnò Io moltitudine de'crocesignati, tutti peiòa-
stendardo, e fu posto sopra un candelie- ventiil petto fregiato della croce rossa da-
re dell'altare maggiore, indi si cantò la ta da Urbano li, per denotare il fermo
messa e il Te Denta. Ne'vol. XVIII, p. proponimento di combattere per la ss.
83, XXIX, p. 2D9, parlai degli aiuti dati Croce li uo all'ulti mosangue;chiama qui li-
all'ordine Gerosolimitano da luuoccuzo di le processioni, specialmente se faUe iu
STE S TE 29
tempi ili pubblici bisogni, sagre «?|>efìizio- gie che si debbono distribuire a chi spet-
ni, poiché a guisa eli schiere armate cam- ta (de'quali quadri riparlai a Promotore
minano i cristiani modestamente e con delt.a fede, perquelli che a lui eal sotto-
di vota ordinanza ,
portando bandiere ,
promotore debbonsi anche nelle Beatifi-
stendardi, croci e altre sagre insegne, e le cazioni); ricordando ancora la processio-
basiliche di Roma padiglioni quasi cam- ne colla quale dalla chiesa ove fu celebra-
pali, oltre i Campanelli (I7 .), invece delle ta la canonizzazione, ordinariamente la
trombe, giusta l'ordinanza militare come basilica Vaticana, si porta un altro Sten*
incedeva il popolo d'Israele portando la dardodel nuovosantoalla suachiesa. Im-
s. Arca. Arrogeil riferito dall'ab. Diclich, perocché alla basilica resta quello sten-
Diz. .« acro- liturgico, all'articolo Proces- dardo dipinto da un lato solo, che serve
sioni ,c\\e esse ricordano il ritorno del po- per la canonizzazione, e scuopresi dopo il
polo d'Israele liberato dalla schiavi tu d'E- pontificio decreto, e temporaneamente
gitto; i sacerdoti che circondarono le mu- quello dipinto ne'due lati, che poi l'ordi-
ra di Gerico; Davide saltante innanzi al- ne o il sodalizio a cui appartiene il santo
l' A rea; Salomone che la cnndussejierrcrn- si reca processionalmente a prendere per
pio;opiuttostoCristo Signoreehe discese condurlo nella propria chiesa, ciò che av-
dal cielo, ovvero i santi misteri della re- viene poche volteeper lo più anco questo
ligione cattolica; avvertendo che il vessil- stendardo rimane alla basilica. Al citato
lo insignito di ss. Immagini non deve es- articolo Bandiera registrai, che il princi-
sere fa Ito al la militare ossia in forma trian- pio di usare gli stendardi nelle processio-
golare, dovendo rappresentare i misteri ni pare doversi atti ibuireal 1 4 1
4, equan-
o i santi, sotto i quali militano gli ordini do il concilio di Costanza rese più pub-
religiosi, le pie congregazioni, i sodalizi. blico il cullo di s. Rocco {y.), che alcu-
Ne' voi. VII , p. 2rj5 e seg., 3 i3 e seg., ni chiamarono canonizzazione per equi-
XXVI, p. 7 i , trattai dell' origine degli pollenza. Il ceremoniere Chiapponi, Ada
stendardi nelle canonizzazioni de santi canonizationis Sa ridonivi, riporta a p.
neh 2 53, per quello apparso prodigiosa- 2 i 7 eseg., le notizie sugli stendardi delle
mente in aria mentre Innocenzo IV ca- canonizzazioni e processioni con essi, di
nonizzava s. Stanislao vescovo di Craco- quella da lui descritta; ed a p. 246 e seg.
via, derivando pure il rito di appenderli il rito col quale il capitolo Valicano con-
a'eor nicioni, o nelle volte e sollitti delle segnò ol l'ordine de'predica lori lo stendar-
chiese, principalmente in quella ove fu ce- do di s. Pio \ che portarono con solen-
,
un lato l'effigie del santo, dall'altro espri- sull'altare maggiore, recando visiClemen-
mendosi qualche principale prodigio da te XI a tenervi cappella papale, con so-
luioperato per virtù divina, nell'estre- lenne ottava; parlando ancora dell'indul-
mità dipingendosi gli stemmi del Papa che genza plenaria concessa da Alessandro
l'ha canonizzato, quello dell'ordine o so- VII a quelli die intervengono alla pro-
dalizio cui appartiene, quello del cardi- cessione che si fa nel portare gli stendar-
nal protettore de'medesimi, e se non ap- di de'nuovi santi canonizzati alle proprie
partiene a congregazione religiosa o a con- chiese.Siccome gli stendardi che si ap-
fraternita, visi dipinge lo stemma della pendevanoal cornicione della cupola del-
nazione del santo. In detto articolo pure la basilica Vaticana, ed eziandio nella cap-
rilevai come sono dipinti, e come e da pella delss. SagramenlOjfinchèquelli cui
gini dellaB. Vergine, che il capitolo fregia Sagramenlodi s. Pietro, lo presero coti- i
con Coronazione, le conserva nelle sagre- frati dell'arciconfraternita del ss. Sagra-
stie canonicale e de'beneflciati, ed anche mento di s. Lorenzo in Lucina. A privasi
nel seminario Vaticano. Neln. °47 del Dia- la processione da un drapello di grana-
rio di Roma del i 83o si legge il ceremo- tieri pontifìcii, indi i tamburi della mili-
niale e rito col quale dalla basilica Va- zia capitolina, cuiseguivanoi famigli del-
ticana si porta solennemente nella propria la nobiltà romana, de'principi e degli em.
chiesa lo stendardo d'un santo canoniz- signori cardinali con torcie accese. Veni-
zato, del seguente tenore, e al quale ag- va no poscia,dietro una scelta banda di suo-
giungerò qualche brano della Relazione natori, vestiti di sacco i detti fratelli del-
ìslorica del solenne trasporto dello sten.' l'arciconfralernita del ss. Sagrameutoe-
dardo dis. Francesco Caracciolo 3 ec.,noii retta nella Chiesa presbiterale e parroc-
che dell'ottavario solenne che in seguito chiale di s, Lorenzo in Lucina (al quale
di detto trasporto fu celebrato in onore articolo ne feci parola, che edificò poi il
Vili, erasi già destinalo da'rr. pp. Chie- lampadari con lumi, proprio stendardo,
/
rici regolari minori(P '.)i\ giorno 3o mag- tronco, ss. Crocefisso ed altre loro inse-
gio, dedicato alla solennità di Pentecoste, gne, co'loro guardiani, e con mg. 1 Pio di '
per dar luogo alla solenne traslazione del- Pietro loro primicerio, avendo lutti le can-
loslendardo di s. Francesco Caracciolo, dele. Succedevano quindi fratelli, guar- i i
1
inclito loro fondatore, canonizzato dalla diani, e mg. Lorenzo Mattei patriarca di
'
sa.me. del Pontefice Pio VII fin dalgior- Antiochia, primicerio dell'arciconfrater-
nosagroairaugustissimaTrinità,2 4niag- nita della ss. Trinità de'pellegrini e con-
gio 1
807 (funzione che non si potè prima valescenti, con le insegne e decorazioni e-
effettuare per le successive calamità dei guali al soprannominato sodalizio, oltre
tempi, e che Roma da 63 anni non avea la banda di altri suonatori d'istrumenti.
veduta, non sempre praticandosi). Ter- Dopo la croce della predetta chiesa di s.
1
minato pertanto il solenne vespero nella Lorenzo, preceduta da una 3. banda, se-
patriarcale Vaticana, venne il sagro sten- gui vano gli alunni del collegio degli or-
dardo trasportato processionai mente dal- fani, i
pp. chierici minori eipp. gesuiti, coi
la cappella del ss. Sagramento avanti l'al- loro rispettivi superiori generali, tutti in
tare della Confessione. Un canonico va- cotta e con candela. Procedevano appres-
ticano in piviale incensò con triplice tiro so i così delti fedeli del senato e popolo
l'immagine del santo in detto stendardo; romano colle loro trombe, dopo quali i
no,e rappresentante da una parie s. Fran- re successivamente posto nel mezzo della
cesco Caracciolo clie adora l'augustissima sommità del medesimo altare. Eseguilo
Eucaristia o Sagramenlo, assiduo obietto tale collocamento dello stendardo, il car-
di sua adorazione, e dall'altra una stre- dinal Gale* Ili slaudo co'sagri ministri dal-
pitosa conversione operata dal santo re- la parte dell'epistola, intuonò l'inno Ani •
pentinamente, duna donna che avea
rea brogiano, dopo il quale cantatosi dal sud-
tentato di sedurlo. Da' fratelli delle due detto diacono Ora prò nobis s.Frau-
il ^/
arcicoufrateriiite sostenevansi le aste del- cisce,venne cantata dal porporato l'ora-
lo stendardo, cui 4 fiocchi reggevano
i zione del santo. In fine la sagra ceremo-
da'nominati 4 PP- assistenti generali ve- nia ebbe compimento colla trina bene-
stili di piviale, a 'quali se n'era fatta la con- dizione data dal cardinale all'alfollato po-
segna. Era lostendardo preceduto da scel- polo ivi concorso. S'incominciò allora ad
to concerto di strumenti e da numerosi ammirare la vaga apparatura di quel sa-
cantori che a vicenda cauta va no l'i uno del gro tempio, ricca di molti ceri, di ornali,
santo, circondalo da fanali e da lampada* di paludamenti, di dorature, di fregi, «li
ri ricchi di lumi, sostenuti dagli stessi fra- trine, di statue, di lampadari, di cornu-
tellhlo fiancheggiavano palafrenieri pon-i copie, d'iscrizioni analoghe alla circostan-
tificii in zim marre rosse con torcie, e la za^ di medaglioni, giusta il disegno del-
guardia svizzera pontificia, e lo seguiva- l'architetto Giuseppe Marini". ÌNel gior-
no vari vescovi e prelati con torcie. Chiu- no seguente nella medesima chiesa si die
de vasi la processione da vari drappelli principio al solenne oliavano in onore di
della guardia svizzera e de'granalieri di S.FrancescoCaracciolo,a seconda del pub-
linea. Nel [lassare che fece lo stendardo blicato nel n.°43 del Diario, con indul-
del santo sul ponte s. Angelo, fu saluta- genze concesse dal Papa, cioè di 7 anni
to da parecchie salve dell' artiglieria di e 7 quarantene per tu Ili gì' in ter venuti al-
quel forte, come lo era stato pure nella la processione o che visitarono la chiesa
piazza del Vaticano dalla guardia svizze- nell'otta vario, e plenaria applicabile a'de-
ra con copioso sparo di mot lari, suonan- funti a'eoo fessati e comunicali che faces-
do le campane di tutte le chiese avanti sero tal visita. Nel 1 ."giorno ebbe luogo la
alle quali passò la processione. Avvicinan- cappella cardinalizia a cui intervenne il
dosi alla propria chiesa, i fratelli del ss. sagro collegio, con messa cantata da mg. r
Sagramenlo cederono a quelli della ss. Della Porta patriarca di Costantinopoli e
Trinità le aste e i cordoni dello stendar- vicegerente, e con orazione panegirica la-
do. Pervenuto poi con tutta la processio- tina del p. Bevilacqua chierico minore, e
ne sulla Piazza dis. Lorenzo in Lucina nelle ore pomeridiane i Vespe ri pontifi-
(L\) e alla porta maggiore della chiesa, cali. Ne'seguenti 7 giorni, egualmente nel-
dall'eoi." e rev.° cardinal Gallelli protet- la mattina furono celebrate messe ponti-
tore dell'ordine, pontificalmente vestito, ficali, con orazioni panegiriche italiane di
ed assistito secondo il consueto dai due eloquenti oratori, e nelle 01 e pomeridia-
prelati Theodoli canonico della Vaticana ne i vesperi pontificali, e dopo quelli del-
basilica e diacono della cappella pontifi- l'ultimo giorno fu cantalo il solenne Te
cia, e Peutiui canouico della basilica Li- Demn in rendimento di grazie a Dio. 11
beriana e suddiacono della noni ina la cap- minuto dettaglio di tutto si può leggere
pella, e depostasi dal cardinale la mitra nella citata Relazione islorica.
e venerato da lui genuflesso lo stendar- STENDARDO DI S. PIETRO. V.
do, dal medesimo venne incetisato;quindi Stendardo.
ricevuto in chiesa fu collocalo nella parte STETTORIO, Slectorium. Sede ve-
del vuDgelo dell'altare maggiorerei 1
calo d'Asia, sotto la metropoli diSinoada, ne, e perciò isolati e in situazione eleva-
creila nel V secolo. Ne furono vescovi, El -
ta e ristretta. La storia ecclesiastica fa men-
Indio pel quale Mariniano suo metropo- zione di molli stilili, e fra questi alcuni
litano nel 45 1 sottoscrisse al concilio di clin viveano nel li secolo dell'era cristia-
Calcedonia,Paolo assistè e si firmò a quel- na. Il più celebre di tutti però fu s. Si-
lo di Costantinopoli nel 536 e al 5.° con- meone monaco qua-
siriaco del 4 J<),del
cilio generale nel 553, N. trovossi al 7. ,
le si narra che stette talvolta un anno in-
Germano all'8. , Giorgio al conciliabolo tero ritto sopra un sol piede: si ha di Fe-
di Foziodopo la morte di s. Ignazio. O- derico G. Lautensacci, Dissertano de Sy-
riens chr. t. r, p. 849. meone S/ylita, Witembergae 700. Vi fu 1
STEWART. Gran maestro e gran altro s. Simeone [V.) detto Stilila e il Gio-
Contestabile del regno di Scozia e del re- vanede\ 592, che visse pure in Siria. Gli
gno d'Irlanda. Il titolo di Stewart di Sco~ continuarono sino al secolo XII;
stiliti ivi
zia (/'.) è proprio dell' erede presuntivo se ne trovano anche tracce in Mesopota-
del regno unito d' Inghilterra (P.)j quel- mia verso il VI secolo. Mg. r Majelli ar-
lo di Stewart d'Irlanda (^.) appartiene civescovo d'£mesa,che compose una dis-
al Shrewsbwy (F.).
conte di sertazione sugli stiliti, e l'inserì nell'ope-
STILlTAo STILLI! A, «ftjrtfto.Ana- ra delp.Assemani intitolata, Ada sanctO'
coreta Solitario (/"''.), nome dato ad alcu- rum mar ty rum orienlaliwn ci occiden-
ni i quali passarono una parte della loro talìum, Romaei^^, piova che dopo S.
vita incima ad una colonna, mirabilmen- Simeone v'ebbero sempre degli stiliti in
wi/mres. DiceMagri che tali servi diDio vis- qualche tempo sopra una colonna nelle
sero miracolosamente per lungo spazio di vicinanze di T reveri. Egli era lombardo
tempo su qualche colonua; e che quella e stato discepolo di Yrier abbate nel s.
norato nella chiesa orientale, per vivere Cristo, fatte al suo adorabile Corpo nel-
santamente moltissimi anni sopra colon- la sua Passione (y.) e morte, co'ss. Chio-
S T I STI 33
di (V.) e colla ss. Lancia (£'.), nelle ma- stimmate fossero insegne de'brittoni, l'at-
ni, ne' piedi, nel costalo. Stimate e Stimi- testa Tertulliano, DeFirgin. veland. Fu-
te, si dice ancora per qualunque piaga o rono anche siri stigmatici, ma non nel
i
cicatrice. Il vescovo Sarnelli, Lettere ec- volto, solo nella palma della mano, ov-
clesiastiche, 1. 1 o, Delle Stimmate di va- vero nella cew\ce,stigniata incidebanl di-
rie Sorti, e di a nelle di s. Francesco, ri- ce Luciano. I gentili ancora si stimma-
porta quanto breve qui dirò. Stigma
in tizzavano seri vendo nel loro corpo il nome
è parola greca, e vuol dire nota impres- dell'idolo e delle divinità che adoravano,
sa pungendo con qualche cosa acuta nel- empietà trovata sul corpo di Gioachim
la fronte o in altre membra; e dicesi slig- re di Giudea ad onta che Mosè avesse
,
matizo, pungo ofar lostesso bollando col proibito questa sorte di stimmate o segni
ferro infuocato. Di due maniere era que- agl'israeliti. Gli ebrei, secondo la legge e-
no di polvere nera e di altro colore, e sic- cuni luoghi marche o punture, che
si fi
come facevansi pure sulla fronte, si dis- riempie d'inchiostro, e di colore rosso o
sero inscriplionesfronlis. E perchè i cri- turchino, nelle braccia, e restano incan-
stiani erano stimati come servi e infami, cellabili. Anche Cancellieri, nella Disser-
erano in somigliante maniera deformati, tazione sopra le ss. Simplicia ed Orsa,
comesi può vedere in PouzioDiacono nel- parla delle stimmate impresse ne' volti,
la l'ita di s. Cipriano, e nel Martirolo- dell'inustione ignominiosa delle stimma-
gio romano a'22 dicembre, s. Flaviani te, come usavasi colla ciurmaglia e cogli
prò Christo inscriptiones damnalns. Co- schiavile dell'escoriazione, come tormen-
stantino I nel pacificare la Chiesa e rende- ti patiti da'ss. Martiri, citando i seguenti
re pubblico e libero il suo culto, vietò con autori che ne trattarono. Teofilo II ay-
legge pena sì barbara; ma Teofilo impe- naud, De stigmalisnio profano, sacro, et
ratore eretico iconoclasta, ripristinò tal nel 1. 3 di sue Opere. Pottero, De homi-
1
pena, e colla medesima notò i ss. Teofa- nibtts stigmate elcauterio nolatis, I. \,Ar-
ne e Teodoro martiri, comechè adorato- cheol.Attic. e. o. J. Moebio, Diss. de ho-
1
rum, t. io Mise. G. Gottlieb Derlingio, chiodi. L' umile Francesco usò gran-s.
Commentario de sci vis lilteralis, Halae dissima Cina per togliere alla conoscenza
17 io: Commenlalio de modo inurendi degli uomini ciò ch'era meravigliosamen-
Stigmatici confessores, an. 257 in Afri- di con lunga tonaca; inoltre porta va cer-
cac Christ., et an. 3 1 5, t. 2, di Morcelli. ti calzari falligli da s. Chiara e con tanta
martirio dato a'eoufessori della fede (del vo il santo, le piaghe miracolose impres-
qual supplizio parlai a Croce), ricordan- se sopra il suo corpo, chi odi i di carne nel-
do questi G. Schmid, Dissert. de
scrittoli. le mani e ne'piedi, come pure il lato aper-
G. L. Goldnero, Dissert. de Cruce, diris- ze, che dopo la beata sua morteegualmen-
simo veterani supplicio, Gerae 693. Del- 1 te molti ammirarono, baciarono e tocca-
la perforazione delle mani e de'piedi, cita rono le sante e prodigiose piaghe. Già io
N. Fontana nell'opera diBartolini, Z>eCn«- nel voi. XXVI, p. 64 e seg., narrai il ri-
ti del martirio chiusi ne'sepolcri de'ruar- pubblicò contro alcuni boemi che invoca-
liri, de'ferri e de' chiodi co' quali erano vano in dubbio il fatto, e il vescovo d'Ol-
stati confitti diversi de'medesimi, e perciò mutzche negava doversi dipingere il san-
tutti stigmatizzali. Ritornando a Sarnel- to colle sagre stimmate, una ietterà apo-
li, che nel t. 4, leti. 3?.: Delle sagratissi- stolica in cui riprendendoli attesta la ve-
me stimmate del gran patriarca s. Fran- rità del miracolo, sulla conoscenza e inti-
cesco, dichiara che le sagre stimmate di mità personale ch'egli ne avea e su quel-
s. Francesco d'essisi (/'.) fondatore del la che ne aveano parecchi cardinali; Ales-
nente delle sue cinque piaghe, delle ma- la vi ta,e prescrisse di celebrarne la memo-
ni, de'piedi, del costato. Questo spettaco- ria; Nicolò 111 e Nicolò lV,che conferma-
lo mise in s. Francesco grandissimo stu- rono il decreto di Alessandro IV; Bene-
pore, ed una gioia mista di tristezza riem- detto XI, eh e proponendosi d'eccitare nei
pì il suo cuore. Pertanto restarono aper- cuori un piùardenteainoreper GesùCro-
te nel suo corpo le 5 trafitture, e la pia- cefisso, istituì la festa di commemorazio-
ga de! costato particolarmente giltava ne con officio proprio in onore delle stim-
spesso sangue vermiglio che bruttava la mate di s. Francesco, con solenne rito (nel
sua tonaca, nelle mani e ne'piedi essen- 1 3 >4 circa in Assisi con islupore osservò
do rilevale e nere le teste degl'impressi ie sagre stimmate ancor vive e fresche, il
S T I STI
celeberrimo cardinal Al borito/, esclaman- questo ritrovamento posseggo le seguenti
do che il solo s. Francesco basta a confer- opere. De invento corpore divi Francisci
mare la religione di Cristo; e nel secolo se- ordinis minorimi parenlis, RomaeiS 9 1
gue; e il simile Sisto I V. che nel i 4 ^"8 toc- Descrizione ragionata della sagrosanla
cò colle proprie mani e baciò, e ite estese patriarcale basilica e cappella papale
la fesla (Galeotto Betocchi personaggio (di cui ho pure: Caeremoniale Benedicti
d'Assisi, per 8 novem-
ultimo venerò a' i XI F, Piomaei 7 54) dì s. Francesco d' !> .
polle di saligne uscito dalle stimmate, co- Ne'secoli appresso Gesù Cristo si degnò
me dall' A rciconfraternità dille sagre i in primere le sagre stim mate a4 san te mo-
Stimmate (^'.),iu uno a molle altre noti- nache, di cui vado a tenere proposito, 3
zie. Vedasi il p. Flaminio da Lalera, / e- delle quali domenicane. Narrano Riualdi
ntas impressionis ss. Sligmatum in cor- all'annoi 34o,n.79,eSarnelli,che in quel-
poreseraphicis. Francisci, RomaeiySG. l'anno s. Gertrude vergine che dimorava
Il bealo corpo con autorizzazione di Pio in un monastero situato nella terra Delfe-
VII fu ritrovato a'7 novembre 18 8 1 nel se,mentre meditava con divotocuorei mi-
i.° tempio della basilica di s. Francesco steri della passione di Gesù Cristo, s'acce-
d'Assisi, ma in ischeletro, ed alcune parti se per modo dell'amor divino, che fu fat-
rivestile di particelle rilucenti e cristaliz- ta degna di ricevere a somiglianza di lui
zate, le quali cristallizzazioni furono giu- lestimmate, come riferisce Giovanni di
dicate calcaree e prodotte dall'umido, che Leida carmelitano nella Cronaca Belgi-
n
può essere penetrato dal monte nell'ur- ca. La2. sauta che ricevè questo privile-
na; quindi Pio VII col breve Assisiensem gio è s. Caterina duSiena domenicana del-
basilica m, de' 5settembrei8 20, Bull. Rorn. l'ordine de' Predicatori, morta neh38o
coni. 1. 15, p. 32i, dichiarò solennemen- in Fvoma, e sepolta nella Chiesa di s. Ma-
te, che il corpo trovato solto l'aliare mag- riasopraMìnerva (uel quale articolo dis-
giore della basilica patriarcale d'Assisi dei si nella cappella del ss. Rosario: ora mi
Dimori conventuali è veramente il corpo gode l'animo d'avvertire con di vota com-
dei p. s. Francesco fondatore dell'ordine piacenza, per le benemerenze della san-
de'minori, ed essere certa 1'
identità. Su ta colla Sede Apostolica, che pe' gran-
36 S T I S T I
diosi l'istauriche in dello tempio si van- male, e però sotto pena di censure coman-
no ultimando, e de' quali feci parola a dò di desistere dal pubblicarle dal pulpi-
Predicatori ordine, tempio ch'è l'unico to, e dipingerle nelle di lei immagini, e di
di siile gotico che abbia Roma, che m'i- cancellare le dipinte, fintantoché non ve-
struisce il n.°238 del Giornale di Roma nissero approvate dalla s. Sede). Un'altra
del 854. che anco l'altare maggiore si
1 bolla pubblicò nel \^ r]5, nella quale Sisto
\aa rinnovare, e sotto in ricca urna sarà IV impose a'contumaci pene maggiori, di-
per disposizione de! regnante Pio I X col- chiarando insieme, che di niun altro san-
locato il corpo di s. Caterina da Siena, che to, fuori di s. Francesco, si potesse pre-
al presente giace nell'altare laterale a de- dica re di avere ricevuto le stimma le, e che
stra; e che il Papa a' 17 ottobre si recò la sola immagine di questo si potesse con
a vedere i magnifici lavori eseguili nella esse dipingere e scolpire, giacché di esso
chiesa, esternando la sua alta approva- solo si era ciò concesso dalla s. Sede. Es-
zione, eziandio pe'dipinti, che armoniz- sendo poi supplicato dal p. Leonardo da
zando collo stile architettonico della me- Perugia generale dei domenicani a so- ,
desima, coprono la tribuna e le voi te, come spendere pene sino al capitolo gene-
tali
ancora perle moltissime opere fatte a sca- rale che si dovea tener a Perugia, Sisto
gliola, e finalmente pel modello della sta- IV le sospese col breve, Tuis in liac, dei
tua di s. Gio. Battista), di cui riferisce Sar- 5 febbraio 1476, Bull. Ord. Praedicat.
neìli si legge utlBreviario Romano ,che in t. 3, p. 596, e diretto al generale raede-
Pisa comunicata e rapita in estasi, vide siniOjOrdinandonel tempo stesso,che l'im-
ilSignore Crocefisso, che a lei veniva cou magini di s. Caterina dipinta colle stim-
gran lume, e che dalle sue piaghe discen- mate non si potessero esporre al pubbli-
devano 5 raggi a 5 luoghi del suo corpo,ed co. Ricorsero quindi i domenicani al suc-
ella accortasi del mistero pregò il Signo- cessore Innocenzo VI II, il quale col bre-
re, che le cicatrici non apparissero; e cos\ ve Cuindudum, de' 16 luglio 1490, Bull.
avvenne perchè nella santa umiltà per- Ord. Praedicat. t. 4, p- 66, diretto al p.
severasse. 11 Novaes nella Storia de' Pon- Gioacchino Turriani generale de'dome-
tefici viporla laquestione delle sagre stim- nicani, lasciò in vigore l'altro di Sisto IV,
mate, che compendiata riprodurrò. Sisto perciò che riguarda il dipingere di nuovo
IV osservandola calda disputa e forte con- leim magi ni della san taccile stimma te;tna
troversia eccitala fra domenicani e fran- i nello stesso tempo comandò, che si potes-
cescani sulle stimmate, che i primi affer- sero conservare le già fatte con tali segni,
mavano, e negavano secondi sostenen- i acciocché i fedeli col vederli togliere non
do che il Redentore soltanto le concesse credessero che i domenicani gli avessero
a s. Francesco, il Papa con bolla del 1 472 voluti ingannare (il p.Benofiì con venendo
(presso il Castellini, De Inquis. miracu- che Iunocenzo VIII moderò il divieto e
lor. iti App. de stìgmalib. s. Cathar., p. lasciò intatte le 5 all'immagini
cicatrici
che s. Caterina fòsse dalle sagre stimma- stimmate della santa non si pingessero coi
te insignita, e di dipingerne con esse l'im- colori rossi e di sangue, ma con segni do-
magine (rileva il [). mino-
Beuofìì, Storia rati e lucidi, per ispiegare l'interno dolo-
ritìca, p. 200, aver dichiarato Sisto IV, re palilo dalla medesima). Frattanto do- i
chePiolI nella bolla 3J isericordias Domi- menicani con diverse scritture sostenne-
R^de'ag aprile 1 461, Bull. Rorn. t. 3, p. ro le stimmate di s. Caterina, come il p.
j o5, della canonizzazione dellasanta, non Anlis, Disputano prò s. Catherinae Se-
fa alcuna menzione delle ricevute stim- nensis imaginibus, Valentiae 1
597 (poi
ST l STI 37
ÀntuerpiaeiGi i), eli 'è traduzione dallo leste, ed uno de'più straordinari nell'or-
spagnuolo, nella cui lingua l'avea pubbli- dine slesso delle cose soprannaturali. La
cata nel 1 583inValenza eBarcellona. Tor- 3." a ricevere questo segnalato privilegio,
nata dunque in vita la controversia tra i fu la b. Lucia da Nami del 3.° ordine di
1 Gfebbraio 1 63o tolse la controversia, af- sti minate meditandone la passione, nelle
fermando che s. Caterina in Pisa avea ri- mani,ne'piedi,nel costa to,e che le riconob-
cevuto le stimmate dal Crocefisso Signo- be Clemente XI col breve Ex injuncto,
a
re, nella 5. lezione che compose per l'uf- de'2ti marzo 1710, Bull. /Ioni. 1. o, pai*. 1
stimmate di s. Cate-
na: // trionfo delle, blicando poi nel novembre 1738 dome- i
rina da Siena. Dipoi Benedetto XI II ai nicani del couvento di Palma nel regno
18 giugnoi 727 concesse che nel [."apri- di Majorca certe conclusioni dedicate al-
le tutto l'ordine de'predicdtori potesse far lah. Lucia colla sua immagine e le s. stim-
l'uffizio di queste sagre stimmate, le qua- mate, francescani
i di quella città preten-
li si dovessero ancora inserire nel 2. not- dendo che per la bolla di Sisto IV era vie-
turno dell'uffizio della santa. Dell'uffizio tato stampare o dipingere immagini san-
delle stimmate accordò inoltre a'22-set- te colle sti in mate,tranne quella di s. Fran-
teuibre l'estensione alla diocesi di Sieua, cesco, ricorsero al vescovo di Palma per-
e poi a'2 5 settembre 1 728 a quella di Pi- chè sospendesse le conclusioni, ed egli lo
sa. Il p. Benolli dice col rito doppio l'uf- fece con decreto del 1 5novembre sotto pe-
fìzio e messa, a tutto il clero e stati di To- na scomunica a tenore dell'assetta bol-
di
scana, dell'impressione delle sagre stim- la. I domenicani si appellaronoalla s. Se-
mate nel corpo di s. Caterina da Siena, de, onde commessa la controversia alla
che il Bercastel, Scoria del cristianesi- congregazione de'rili, fi da questa deci-
mo 1. 18, § 292, chiama favore tutto ce- so con decreto de'2 3 gennaio 7 4°>pi'e>so 1
38 STI S T I
c
Lambertini n. i i4,chela b. Lucia si po- confinante coll'arciducato di Austria, la
teva pubblica mente espone culle sii rama- Ungheria, la Croazia civile, e l'Illiria. La
te patenti e visibili. Divenuto Lamberti- parte settentrionale è coperta dalle Alpi
ni benedetto XIV,a'22 settembre 1742 Noriche, la centrale dalle Alpi Stirie, e
levale le seconde lezioni del comune del- lameridionale da un ramo delle Alpi Car-
le Vergini, asseguato colla messa alla bea- me. La Stiria in generale è un paese mon-
ta da benedetto XIII neh 729 perle dio- tuosissimo, né visi trovano quasi pianu-
cesi di Ferrara, Narui e Viterbo, ne ap- re ; le massime valli stanno nella parte
provò le proprie, nelle quali si fa memo- centrale alle falde delle Alpi Stirie. Ap-
ria delle stimmate di sangue ricevute da partiene al bacino delDanubio, innaffiala
Gesù Cristo in Viterbo, dove erasi fatta dalla Tra un
e dall'Ens, dalla Muhr,dal-
rotto il corpo per recidergli una gamba See. Salubre n'è il clima che le monta-
a
per Narni sua patria. Finalmente la 4- gne rendono alquanto freddo,nel lato me-
santa che ricevè le sa«re
o stimmate ès.Ca- ridionale essendo più dolce. Le produ-
terina Ricci fìorentina,che nel 1 535 vestì zioni vegetali bastano a'bisogni del paese,
l'abito del 3.° ordine de' predicatori nel per l'abbondanza de'cereali. Danno gli
monasierodi s. Vincenzo in Pialo, in cui stiriani una cura particolare a' piati, sì
per Firenze ove nacque, per Prato ov'è vatoi d' oro sulla Drava e sulla Muhr ;
Prato aggiunse alla 3.' lezione del 2. Not- 36 manifatture. Importante è pure l'e-
cappella del monastero a'2 5 ottobre 1766, commercio di transito. La popolazione su-
e di farne dire la messa. pera il 00,000 abitanti, tedeschi, slavi o
STIMMA TE DI S. FRANCESCO. V. vendi, italiani, francesi, ungheresi, ec. La
Stimate. religione cattolica è quasi la sola prati-
STI RI A. Paese della parte ceti tra le del- cala nel paese, ed i cattolici dipendono
l'impero d'Austria con titolo di ducato, da'vescovati di Stcovia (con residenza a
S T O S T O 39
Gratz,di cui parlai a quell'articolo), Leo- diocesi dell'Illiria orientale, eretta nel 1 V
r
ben, e La\'ant[P .). L'istruzione pubblica secolo. Ebbe per vescovi Bunio che nel
possiede un liceo, una scuola filosofica, 3a5 assistè al concilio Niceno, Nicola a
una scuola normale, 4 ginnasi e altri sta- quello di Calcedonia, Giovanni al VI con-
b Irnienti. Ha la Stiria gli stati provincia- cilio generale, Margarite sottoscrìsse ca- i
li, che compongonsi eli tre ordini si- : i noni in Trullo. Oriens dir. t. 2, p. ySt
gnori, cavalieri, le città e borghi. Il du-
i STOCCO e 13ERBETTONE DUCA-
cato ha per capitaleGratz, ed è diviso in 5 LE, Gladium et Pileum, Ensis et Gale-
circoli: Bruck e Indenburg formanti l'Al- 1us. Spada e cappello ducale,che si bene
ia Stiria; Cilly, Gratz e Marburg, che dicono solennemente dal Papa nella not-
compongono la bassa Stiria. La Stiria di- te del s. Natale, e poi si donano a so-
colla sede delle autorità in Gratz, Mar- eretici, ed altri nemici della chiesa cat-
burg eBruck; la capitale prò vincialeGratz tolica, ovvero che doveano affrontarli e
resterà subordinata immediatamente al- combatterli per la difesa della fede. Que-
la luogotenenza: verranno erette corti di sto antico uso successe a quello più an-
a
i. istanza in Gratz, Cilly e Leoben. La tico d'inviare o consegnare lo Stendar-
Stiriache trovasi sotto lo stesso coman- do di s. Pietro (I.), decorato della sua
do generale militare dell'Illiria, possiede immagine e delle Chiavi pontifìcie (^'-),
a Pettau la più importante casa d'inva- a' Sovrani (/~.ì, per obbligarli a difende-
lidi di tutta la monarchia. La parte o- re il civile e l'ecclesiastico della s. Sede,
rienlale di questo paese era anticamente od allorquando stavano per intrapren-
compresa nella Pannonia j la parte oc- dere qualche spedizione contro nemici i
cidentale nella JYorica, ch'ebbe Cilly a della Chiesa. E un insigne, distinto e de-
metropoli sotto l'impero romano. Sono coroso donativo pontifìcio, e la più alt.»
questi gli antichi norici, lodati per ospi ricompensa cattolica che possa desiderare
Dopo la dominazione
tali tà e sincerità. un guerriero di voto e amico della religio-
romana, vennerogli avari ad abitare l'Al- ne^ un tempo fu proprio degl'imperato-
ta Stiria, i vendi o venedi si stabilirono ri setrovavansi inKoma e presenti alla sa-
nella Bassa, che più tardi assunse il no- gra funzione della notte del s. Natale, ed
me di Weudisch inark. Carlo Magno vi anche de're se presenti ad essa. Nel con-
stabilì un margraviato ; essendovi stata ferirlo Sisto IV, oltreché lo disse antica
riunita la contea di Steyer nell'Alta Au- consuetudine, usò leseguenti parole.» Aos
stria, fu dato a tutta la contrada il no- ergo volentes (ut justum est) approba-
me Steyermark,che in italiauo si disse
di las ss. Patnun consuetudines observare,
Stiria. Ottocaro VI acquistò neh 181ÌI statuimus le Principerei Calholicum,san-
titolo di duca e morto senza figli ma-
, ctaeque Sedis a Deo utruinque gladium
schi, il suo ducato passò neh 192 a Leo- habentis filium devotissimum }
hoc no-
T
poldo V duca d' Austria (L .); altri di- stro praeclaro munere insignire; nec non
cono la sola parte boreale, e neh 483 la et hoc pileOjin signum muniminis, et de-
meridionale vennedefinitivamente unita lèusiouis ad versus inimicosfidei,ets. Bo-
all'Austria per patto di successione. manae Ecclesiae, protegere. Firmetur i-
a
STOBI. Sede vescovile della 2. Ma- giturmauus tua con tra hostes s. Sedis,
cedonia, nell'esarcato del suo nome,nella acChristi nominis, et exaltetur deitera
4o S T O S T O
lua, cos veluli ipsius assiduus, ìntrepi- Ense in norie Nalivitatis Domini dando
dusque propugnalo!', de lena dolendo; etbenedicendoj non che nel Caeremonia-
et érmetur caput tuum Spiritus Sancii le Rom amivi 1. forinola della
§ 7, colla 1 ,
per Columbam figurali protectione, ad- benedizione. Il Ricci, De' Giubilei univer-
versus eos, in quos Dei ustitia, atque ju-
j
sali, p. 1 5o e seg., riporta il ceremoniale
dicium prò s. Romana Ecclesia, et Apo- con nuova forma usalo da Urbano Vili
stolica Sede praeparatur;quod libi prae- quando in Roma
li consegnò al figlio del
stare dignetur idem Dei Filius, qui cum redi Polonia. Papa prima recitò que-
Il
e guarnito di ricami d'oro. Fra questi ri- re possit iucolumis ad tulelam fideliutn
canai è nel mezzo una colomba, simbolo populorum,etgloriamDomiui nosti'iJesu
dello Spirito santo, formata dì perle o ri- Qui teeum,elc." Poscia nell'alto
Christi,
camata in argento. Dell'uno e dell'altro diconsegnare il berrettone ducale, pro-
si donarono di diverse forme, più o meno nunziò questa formola. » Accipe, dilectis-
abbelliti e ricchi. Neil'Optra omnia di siine fili noster, pileum hunc, aureis Spi-
1
mg. Rocca, sagrista pontificio, stampata
' ritus sancii radiis micantem, ubi canden-
&ollo Clemente XI, nel 1. ,p.?.07,si tratta:
1 tesuniones non rapacis aquilae crudeli-
« Aurea Rosa, Ensis et Pileum quae re- tatem, sed pacificae columbae iunocen-
gibus et magnatibus a sommo Pontifice tiam effingunt. Cogitare enin» debes bel-
benedicla in donum mittuntur. " Si ri- la, lutu demum jusla esse cum non u-
porta il disegno della Rosa d'oro (I7 -), surpandi imperii,autopum rapiendarum
e dello Stocco e Berrettone, benedetti e cupidine geruntur, sed suscipiuntur Spi-
donati da Clemente XI. La rosa d' oro ritus sancto admoiieute ad propaganda ni
ha nel basamento il suo pontificio stem- (idem, et ad stabiiendam pacem quae ,
ma, il quale forma il porno dell'elsa del- relieta principibus terrae fui t haereditas
la spada, tutto di elegante lavoro. Il ber- Christi incoelum redeuntis.Qui vivit,ec."
rettone partecipa della forma d'un elmo Indi lesse questa orazione. » Omnipotens
ron larghe falde e code ricama le,nelle cui bellator, qui tenibilis es apud reges ter-
estremità sono ripetuti gli stemmi di Cle- rae, et dooes praelianlium digitos ad bel-
mente XI, e pelli d'armellino pendenti. lum, dileclum hunefilium nostrum Vla-
Lo stocco e il berrettone si conservano nel- dislaum praecinge gladio ilio ancipiti, qui
la Sagrestia pontificia, e se non sono do- profligat legionis inferni, et militet cu in
nati ogni annosi rinnova la loro benedi- eoorbis terrarum ad versus insensatos, ut
zione rituale. Poiché questa dimostrazio- molas leonum conterai, et dentes pecca-
ne onorifica, di speciale apostolica bene- torum confringat, et in splendore fulgu-
volenza, viene santificata dal rito anti- rantis haslae tuae barbarasnationessub-
chissimo col quale si benedice, con signi- dat Domino nostro Jesu Christo. Qui te-
ficazioni digran misteri, il quale rito si cum, etc." Nel daigli poi lo stocco, disse
riporta nel Sacraruni cerimonia runt s. la seguente formola. » Accipe, dilectissi-
r. Ecclesia, composto da Agostino Pa- me fili noster Vladislae, mucrouem Do-
trizi Piccolomini vescovo di Pienza : De mini, et gladium salutismi fiat in dexte-
STO STO \i
si aggiunge la cintura intcssuta tutta d'o- n.°2 092 del Diario di Roma, e da quelli
ro e di gemme preziose, per significare dei seguenti anni). Che Clemente XI li
il decoro e la maestà colla quale devono benedì neh 719 (e si legge nel n.° 385
i principi sostenere le loro funzioni. Già del Diario di Roma) uella matliua e nel-
a Berrettonebe;*edetto, parlai di questo la basilica Vaticana avanti la messa. Ri-
cappello ducale e dello stocco o spada che portai come il Piipa o innanzi al Mattu-
in tulli gli anni benedice il Papa prima tino (F.), o avanti la messa delia notte,
di cominciare gli uffizi, o celebrare o as- dopo aver assunto gli abiti sagri sino e
sistere alla messa nella notte del s. Nata- inclusive alla stola, nella Camera de' pa-
le,per uso introdotto da Urbano VI nel ramenti (V.) o Letto de'paramenti (F.)
1386, per donarlo a qualche sovrano o del palazzo in cui risiede, o nella detta sa-
gran capitano benemeriti della religione grestia Liberiana, ricevendo dal cardinal
cattolica. Descrissi l'uno e l'altro, e che i.° Prete (F.) } l'incenso che pone nel tu-
si espongono nella slessa notte a conni ribolo, l'aspersorio, quindi l'iucensiere,
Ztyj,; */o/rte dell'aliare della cappella del pa- legge l'orazione che riprodussi, e bene-
lazzo apostolico abitalo dal Papa, ovve- dice lo stocco e berrettone, che un pre-
ro della basilica Liberiana, se in questa Iato Chierico di camera (F.) in cotta e
il Papa celebra la funzione, perchè vi si rocchetto (0 in cappa se il Papa non pon-
venerano le reliquie del Presepio (^'.)e tifica nella messa e semplicemente vi as-
culla, del fienoedelIefasciediGesìiCristo; siste, ed il simile si pratica in tal caso nel-
ed il simile si fa nella seguente matliua lamattina del s. Natale), avendoli presi
uella basilica Vaticana nel pontificale. Ri- da un piccolo tavolino coperto di tova-
levai l'origine del rito, a imitazione del- glia con due candelieri con candele ac-
la prontezza di Giuda Maccabeo a difesa cese, sostiene genuflesso la spada per la
del popolo ebreo contro il generale del sua impugnatura e il berrettone postose-
re di Siria, colla spada che a lui fu pre- la punta della medesima, mentre al Papa
sentata in visione, e ricordai alcuni au- sorreggono il libro e la candela due Ve-
tori che ne trattano. Si può di più ve- scovi assistenti al soglio. Che il chierico
dere: Andrea Iperio, Dissertalo de do- di camera in mezzo a due Mazzieri del
Maccabeorum principe o-
nariis a Judo. Papa (del rinnovato loro vestiario par-
limHierosolymam missis,ad n Maccab. lai a Spada), precedendo avanti alla cro-
xn, 43, in Miscellanea Duisburgii 1. 1 ,fa- ce pontificia, porta nella cappella o nella
scic.3, p.453,Amstelodami e Duisburgii memorata basilica lo stocco con sopravi
1736. Corrado Ikenio, ObservatìodeJu- il berrettone, e giunto a comu Epistolae
da Maccabeo, in ejusdem Symb. liler. t. dell'aliare Io consegna ad un mazziere,
1, par. 1, p. 170, Bremaei 744. Nel voi. che ivi lo sostiene in piedi per tutta la
IX, p. io 1, i 06, 1 10,1 1 2,1 16, descriven- funzione, ed il chierico di camera gli sta
do le pontificie funzioni della nottee gior- a fianco, ed a suo tempo va a sedere alla
no del s. Natale, rimarcai que'Papi che destra dell' uditore di rota della mitri
non essendo vi in ter venuti bened irono pri- quando non sia in tonicella , altrimenti
vatamente nella cappella loro domestica dall'altro lato si pone. Raccontai quanto
STO STO 43
praticavasi, se in questo rualtuliiio era accompagnamento del ricevente alla sua
presente V Impero lo re (f.),cui spettava abitazione; laonde può dirsi assolutameli-
il donativo, ovvero un Re o altro prin- teche pel donativo dello stocco e berret-
cipe, cui si donavano lo stocco e berret- tone non praticavasi accompagnamento,
tone; a tal uopo per riceverli erano vesti- come pretese Cartari, La Rosa d'oro poti'
ti di cotta, sopra di cui cingevano lo stocco lificia p. 3q. Sul canto di dette lezioni
benedetto; poi assumevano il Piviale (V.) e accennale ceremonie, si può vedere Mar-
bianco, l'imperatore cornei vescovi aper- tene,/9e sacriseccl. rit. e. 12, n.°io. Mo-
to avanti il petto, oltre la stola, gli altri gri nel citato articolo Leclio. Sarnelli,
principi con apertura verso il bracci* de- Leti. eccl. t. G, lelt. 1
7 : Se /'
imperatore
slro, e il berrettone in testa, che si levava romano dee avere l'ordine suddiacono.'
e porgeva ad un famigliare o scudiere, le. Gattico, Acla caeremonialia p. ji),
nel cantare la V Lezione (/".), In otto nel quale leggo: » super pluviale cintus
conflietuj udii però l'assumeva l'impe- ense, et capellum in capite, et vadit ad
latore mentre cantava VII Lezione la osculimi pedis Papae aiuolo prius capei-
{V.)t Exiitedictum a Coesore Augusto, lo." Mabillon, Musaeum Italicum, t.r,
come iusegna ducale e pel quale lo so- pars altera 256, Descriptio advenlus
p.
steneva un suo scudiere, in mezzo a due FridericillIimperatorisadPaulum Pa-
cardinali diaconi, che se non voleva dir pam li, ove pure si legge la descrizione
tutta la lezione, bastava che la leggesse della funzione del mattutino della notle
sino all'omelia, seguitando a cantare il di Natale, e il donativo a lui fitto dello
resto uno de'cardinali diaconi assistenti, stocco e berrettone, e della VII lezione
Prima però di domandare al Papa la be- cantata dall'imperatore,
il quale » su-
uedmoiìv. co\Jube Donine bene(licti({f\), pra togam, qua quotidie Utebatur, in-
tanto l'imperatore die il re o altro prin- dutus lineam tunicato, quam nominili
tipe, collo stocco sfoderato lo vibravano coltam, aliqui superpellicium
vocant.
3 volle toccandola terra e altrettante voi- Post haecslolaraaccepitln niorem diaco-
te lo vibravano in aria, insegno di ino- ni super bumerum sinistrum religatam
.strai si pronti alla difesa dell' Evangelo subdextro; sed cura paludamentum de-
(/'.), e nettandolo sopra il braccio sini- inde album Ili imponerent, aptarentque
i
sito lo riponevano nel fodero. Appena ter- ejus apertili ani ab Ini mero dextro, ut a-
minato canto della lezione, l'impera-
il bis non iniliatis fieri solet, renuit impe-
lore, il re o altro principe si spogliavano rator, aptavilque illud cum apertura an-
del piviale e della cotta, e secondo il ce- te peclus,asserens Caesarem pluvialem et
retnoniale lib.i, cap. 6, p. 36, e il Car- stolam ad morem sacerdotum gesta re o-
penlier. in Benediciti) Ensis p. 1 i5,»dein- portere,atqueita ut in magno Caesareo
ile discendes associatili" in domimi suae sigillo sculptum vidimus, ubi imperator
habilationis a familiaribus, et praelatis in majestale sedens paludamento sacer-
domesticis Papae, et ab oratoribus, et dotali, et subtus stola in crucis modum
nobilibus, qui voluerint illuni honorare. antepectusornatusimprimitur. Cumdia-
J
Servientesarmorum (i mazzieri del I a- coni stolam, ut ille dixerat, vellentcom-
pa) praecedunt illum, qui ensem cum ponere, respondit Caesar, non opus esse
pileo ante principem praefert, et in hoc quicquam immutati, quoniam id vide-
actu ipsi debeul haberépraecipuatn stre- retnerao. Gladium vero sacrum quo eum
nam, sicut cursores in rota. " E vero che volebant accingi, non accinxit sed ar- :
pel dono della Rosa d'oro, facendosi in migero suo jussit dari, et pilleum cui-
Homa dal Papa aqualchesovrano o gran dam ex astantibus. Donatur enim et pil-
"
personaggio, avea luogo un più solenne leum quoddam cum ensem, ut nosti.
44 sto STO
Cancellieri, De Secreiariis, ubiritus o- benedette donate da' Papi a' Sovrani e
leu a di a Sacrista P. ìli. prima vespera altri principi, prima che introducessero
ti uocle Naliv. Doni, adslante Impera- il donativo dello stocco e berrettone du-
tor, p. 532; non che la Descrizione dei cale benedetti j la cui primaria origine
tre Pontificali, cap. 2 : Benedizione del- deve attribuirsi azionativi delle spade be-
lo stocco, e funzionifatte da' re per can- nedette, succeduteal Vessillo dis. Pietro.
tare il principio della V lezione, e da- La prima traccia forse di questa consue-
gl'imperatori per cantare il principio del- tudine sembra trovarsi neh 177 quando
ia VII. Ritornando al narrato nel voi. Alessandro III in Venezia donò al doge
1 X, dichiarai pure che terminata la messa di q rella possente repuhblica, Sebastia-
della notte del s. Natale, il chierico di ca- no Ziani, l'anello per sposare l'Adriatico,
mera riprende lo stocco e il berrettone, la rosa d'oro, la spada con fodero d'oro
e in mezzo a due mazzieri Io riporta nel- per portarla avanti a se nuda ne' dì solenni
r
la camera de'paramenti o nella sagrestia e poi l' Ombrellino (I -), oltre altri pri-
Liberiana, seguito dalla croce che pre- vilegi, per averlo difeso dal persecutore
cede il Papa. Che nella mattina seguen- Federico I imperatore. Narrai a Scozia
te nella basilica Vaticana, formandosi nel- I' assemblea adunata dal re Guglielmo,
la cappella della Pietà la camera de' para- per fare riconoscere il suo figlio Alessan-
menti, con improprio vocabolo chiamata dro II: Papa Innocenzo III vi spedi un
capannone, sopra un tavolino con tova- legato apostolico per questa ceremonia,
glia si pone in mezzo a due caudellieri cui donativo d'una spada con guaina d'o-
con candele accese lo stocco e berretto- ro, arricchita di pietre preziose, ed un
ne benedetti, ed al partirsi della proces- cappello rosso qual distintivo proprio dei
sione per l'alture papale, il prelato chie- difensori della Chiesa. L'antico Ordine
rico di camera in cotta e rocchetto, o in Iloma/io, nel trattare De armando Ec-
cappa se il Papa non pontifica, prende li clesiae defensore vel alio milite, riporta
e procede in mezzo a due mazzieri pon- un'orazione, dalla quale, come il Duran-
tifìcii, e giunto a corna Epislolae li con- do (morto nel 1 296) dimostra, apparisce
segna a uno di essi il quale li sostiene
, questa cosi urna nza;e l'ani icocodicePii tua-
in piedi per tutta la funzione, essendo- ledei cardinal Slefaneschi Gaetani (mor-
gli pure in piedi da un iato il chierico to nel i343), contiene il ceremouiale di
di camera, e quando è tempo di sedere consegnare lo stocco d'oro a'principi. Ora
siede al [."gradino dell'altare a corna E- riporterò una serie degli stocchi e berret-
vangelii, e se in cappa va a sedere e pren- toni benedetti donati da'Papi, colle loro
de posto tra'prelati del suo collegio. Ter- ruani ope'loro commissari apostolici, che
minata la funzione, riprende lo stocco e mi riuscì formare colle mie ricerche, per
il berrettone, e in mezzo a due mazzieri que'motivi che accennerò e meglio si po-
nano dello Stocco e Berrettone ducale, cevelte con magnifica pompa per nome
benedetti da'Papi nella notte del s. Na- di tutta la signoria ilgonfaloniere Mi-
tale, deve ripetersi da Urbano T~I(I .), nerbetti. A costui fu commesso per mag-
il quale trovandosi in quella del i 386 in giormente bonorare la città, ebe dicesse
Lucca (/''.), celebrò solennemente la mes- la V lezione col piviale indosso, stando-
sa, benedì lo stocco e il berrettone ducale, gli dietro i ministri con detta spada, et
eneonorò quella repubblica nella perso- cappello. Li quali si ordinò pei per legge
na del suo gonfaloniere Fortiguerra For- a perpetua memoria di così fatta hono-
tiguerri, ebe lo avea assistilo da suddia- ranza, che amenduesi portassero innan-
cono, e cantato l'epistola, come afferma- zi a 'signori quando facevano la loro en-
tone ducale. II 2. esempio ebe si cono- ratore Federico III, che dipoi accompa-
sca e con rituale benedizione, si ha dagli gnò nel i 4 5a in Roma per ricevere la co-
alti del famoso Sinodo (/*.)di Costanza, rona imperiale e del regno di Lombar-
e dal Coeleo, Ilist. Issi/., ne'quali si leg- dia, nella quale circostanza Nicolò V do-
ge, che Giovanni XXIII (e non Giovan- nò all'imperatrice la Rosa d'oro bene-
ni XXII come notasi nel n.° 4q del Dia- detta. Aggiunge il Novaes, e lo dire pu-
rio di Roma del i 8 4, dicendo della be-
1
re Cancellieri, che inoltre Nicolò V donò
nedizione ebene fece Pio VII, con alcuni lo stocco e berrettone benedetti al conte
esempi di siffatti donativi), nella notte del Lodovico Benlivoglio de' signori di Bo-
s.Natalei4'4 benedì lo stocco e il ber- logna e senatore della città , per mezzo
rettone e donò all'imperatoreSigismon-
li del celebre cardinal Bessarione legato del •
do, il quale nella mattina della solenni- lamedesima, che in tale occasione recitò
tà, tenendo il i.° denudato colla destra e una eloquentissima orazione, e ne tratta
vestito da diacono,cantò Ve\ange\o,Exiit il Fanluzzi, Scrittori bolognesi, t. 6, p.
edictumaCaesareAugusto.Ne\ 4«QMar- 1
i ig. AbbiamoAntonio IWorbioli. Re-
di
tino V li mandò in dono al Del/ino, fi- lazione dello stocco dato da Nicolò V
glio di Carlo VI redi Francia. Neh 434 al conte Lodovico Benlivogli, Bologna
Eugenio IV essendosi rifugiato in Firen- iGqo. Ciò trovo confermato dall'Armati-
ze, partito da Roma per la ribellione, fe- ni, Della famiglia Benlivoglia p. ?.r,
ce eguale donativo alla signoria. Leggo il quale inviò a Candori la figura e re-
Dell'Ammirato il G\o\ai\e,I storie Fioren- lazione dello stocco donato da Nicolò V
tine par. i, t. 2, p. i io3. » Il Pontefice a Lodovico Bentivoglio,insieme col breve
Eugenio IV, essendo venuta la vigilia di pontificio, ove si dichiarano di tanto per-
Pasqua (deve dire Natale e lo rilevo dal sonaggio que'merili che lo fecero degno di
contesto), risiedendo egli nella sala gran- un dono con cui non erano consueti iPapi
de in s. Maria Novella, in cappella pa- d'onorare se non i principi e signori gran-
pale donò alla signoria per segno di glan- di, come nello stesso breve si legge. Me-
de onore una spada bellissima colla guai- glio imparo dal Combaci, Historie di Bo-
na d'ariento, e uu cappello di Deverò (cioè logna p. 3 327, che eletto Ni-
1 5 e seg., e
quanto ricavo daDnCangc,
di castoro, per colò V, il quale vivendo già poveramen-
Glossarium, e dall'Alberti, Dictionnaire te in Bologna in casa degli Albergali, avea
francais) coperto di pei le e d'ermellini contratto molle amicizie nella città, la qua-
pendenti d'ambedue le gote: li quali ri- le gì' inviò solenne ambasceria the con
46 STO S T
mollo benigne maniere accettò, e grandi Prussia. Il breve apostolico, Consurvit
distinzioni usò con Galeazzo Mariscotti, Romanus Ponlifex, dei 4 gennaio, col
investendolo della torre dell'Occeilioo e ipnde Pio II accompagnò il dono all'im-
facendolo cavaliere aura lo, ibi s'anche ac- peratore, si legge nel Guerra, Pontifìcia-
ciò contribuisse a ridurre Bologna al «o- rum Constitutionum Epitome 1. 1. p. 44-3:
verno ecclesiastico, che in falli seguì con De viris ense et pileo a Ponlifìcìbus in-
capitolazioni, e il cardinal Bessarione fu Propugnando Pio II l'abolizione
signiti';.
mandalo per legato e ricevuto con gran- della Prammatica Sanzione (A\) e per
di onori, hisorli polenti e ambiziosi ci t- l'operato da Luigi XI re di Francia, non
tadini per tiranneggiare la patria, furo- che per esortarlo a prender l'armi con-
no combattuti da Lodovico Dentivoglio e tro il turco, narra Novaes, che gli man-
da altri signori fedeli al Papa, e laeitià dò lo stocco e berrettone da lui benedet-
nel i455 spedì a Roma Lodovico a Ni- ti nella notte di Natale! l\C) 1, pel suo scu-
colò V, a mitigare le sinistre impressio- ci i e e e scrittore apostolico
1 Antonio de
ni che pei fuorusciti avca concepito dei Noxeto della diocesi di Limi, co'seguenti
bolognesi. Lodovico non solo rese alla pa- versi composti dal Papa, e riportati dal
tria favorevole Nicolò V, ma fu da lui Ricci, e da Torri gio, Grotte Faticane,
creato cavaliere e conte palatino con lut- p. 499- " Exerat in Turcas tua me, Lu-
ti i discendenti, ed ebbe in dono lo stocco dovice, furenles Desterà: Grajorum—
sagro, solilo solamente concedersi a' re e sanguinis ultor ero. Corruet imperlimi —
ad altri principi; il quale onore gli fu no- Mahumetis,etinclytarursus — Ga dormii
tabilmente accresciuto dall'orazione che vii tus te petetastra Duce. Si leggono pu-
sopra tal soggetto compose il cardinal Bes- re nel breve Quia nos, de'27 dicembre
sarione, e pubblicamente recitò nel suo i46', presso il Guerra p. 44^- I mede-
ritorno dall'ambasceria. Questo stocco, simi Novaes e Torrigio riferiscono, che
come onorificenza straordinaria, tuttora Pio li mandò Io stocco ornato di perle
siconserva in Bologna dal senatore conte e gioie a Filippo il Buono duca di Bor-
Filippo Bentivoglio. Il successore Cali- gogna, che dipoi nel i463 si unì alla lega
sto III, zelante nell'abbatlere la formi- fatta dal Papa contro i turchi, che oppri-
dabile possanza maomettana, nel 4-^7 1 mevano la repubblica cristiana. Lo stes-
indusse Enrico IV re di Castiglia e al- so Pio II Io racconta ne'suoi Conimeli'
tri a cacciar dalla Spagna mori, ed aven-
i iariif lib. Ensis hoc anno in sacra
5. »
do il re su di essi riportate alcune vitto- Domini benedictus Philip-
nocle Natalis
rie, per benemerenza gl'invio lo stocco pe duci Burgundium rnissus est. Anlo-
e berrettone da lui benedetti co'consueti nius Noxetanus atlulit Pontiflcis aulicus
riti, e Io rilevo dal Novaes. Notai nel voi. graecis lalinis lilteris eruditus. " Il Ma-
XLI1, p. 1 0,0 e irji, che Pio II trovan- rini, Archiatri pontifìcii t. 2, p.164, ri-
dosi neh 4^9 in Mantova, per indurre i ferisce che Antonio, dà di cui e de'suoi
principi cristiani alla guerra crociata con- le notizie, grandemente favorito da Pio
tro i turchi, mandò lo stocco e berretto- II, questi nel gennaio 1461 lo mandò a
ne benedetti a Federico 111 imperatole poi tare lo stocco al duca di Borgogna ,
(che avea sposato in Siena, e di cui era e nell'agosto al re di Francia, iusieme con
stalo segretario e ambasciatore), come- Giovanni Geoffroy vescovo d'Arras, per
che tenuto più. degli altri sovrani a di- trattare la revoca della Prammatica San-
fendere la Chiesa dall'oppressione de'ne- zione, ed ottenuela (su di che bisogua te-
mici del cristianesimo; e ad Alberto mar- ner presente quanto dissi in quell'arti-
chese di Drandeburgo lo die nella ines-a colo), per cui il Papa che perciò era pri-
dell' Epifania del 1^60 , e lo celebrai a ma sdegnalo, molto rallegrossi; ed ai
7
S T O STO 47
agosto r/fCa rimandò Antonio in Fran- dicembiei474j e dicendo : » Ilabet my-
cia a ringraziare il re per la cessione fat- sterium suoni uios Ine. Ensim enim si-
ta alla s. Seile de' contadi Valeotinese e gnificai victoi iam quam Christus ile Dia-
Diense, e ad occupar questi in nome del bolo, etmorte retulil". Indi nel i477 '°
la medesima. Riparlai d'Antonio a Fa- donò ad Alfonso duca di Calabria (di cui
nativo, e quelle dette sull'antichità ilei Borgia duca del Yalentinois; indi nel 5oi 1
suo rito, si ponno vedere in Bernino, Hi- mandò una ricca berretta ducale ad Al-
storia dell'eresie t. 4, cap. 9, p. 52 8 : O- fonso I duca di Ferrara (!'), che avea
rigine del sacro pileo e stocco. Nel i474 sposata la figlia Lucrezia Borgia. Giulio
lo mandò al giovine duca di Savoia {!'.) linei 5o3,appcna elevato al pontificalo,
1
Chiesa, col breve Solenl Romani Pontifì- tone benedetti al suddetto Filippo d'Au-
'
ces, riportato dal Guerra a p. 444»^ e 2 ^ stria, che siccome potentissimo voile rea-
48 S T < ) S T O
dei Io favorevole alla Chiesa. Todi neli5oo> qui per vedere l'argomento sotto un al-
444-D' Adriano TI alcuno pretende che pello di drappo bigio, ricamato bel la men-
facesse questo presente al suo antico di- te a molti raggi di grossissime permutan-
scepolo Carlo V imperatore, ma nulla di- dovi in centro una Colomba figurata col-
cendone l'accuratissimo Ortiz nella De- l'artificio di riunite perle; e la sottopo-
scrizione del pontificalo di Adriano FI, sta foderatura essendo fatta di pelli d'ar-
fortemente ne dubito. Bensì a Carlo V mellini, con due slriscie delle medesime
lo donò Clemente VII 529, facendo- nel r pelli che pendenti a'Iati servivano per le-
Giordani, Della venuta e dimora in Bo- regalalo cappello in testa, fece prima ri-
vangelo dal cardinal Cesi. Nella mattina sendo allora viceré di Napoli. Dipoi Cle-
seguente, Carlo V passò nel tempio di mente VII donò ancora lo stucco e ber-
s. Petronio, facendosi portare innanzi dal rettone benedetti a Ferdinando I re dei
marchese di Nassau la spada e il cappel- romani, Carlo V, acciò si u-
fratello di
lo ricevuti in dono dal Papa, il quale vi tiisse cogli altri sovrani a combattere la
nata la spada dal fodero la porse al Papa, del l'asto generale dell'imperatore con-
e questi ne fece consegna in furrna a Car- tro i turchi nemici del nome cristiano.
lo V,che avendola brandita e vibrala per Giulio III donò lo stocco e berrettone
aria 3 volte, mostrò con atto proprio di benedetti a Cosimo I duca di Toscana,
nettarla al braccio sinistro, e poi dal car- benemerito della Chiesa; e neh 555 a Fi-
dinal Cibo gli fu cinta al fìaueo; indi il lippo II re di Spagna, ed alla sua mo-
Papa consegnò a Carlo V lo scettro, il glie Maria regina d'Inghilterra pel rista-
\ol. ixx. 4
5o STO ST<>
bilimenlo della religione cattolica iti In- mio del suo zelo e valore, nel i 566 gli
glnlten a la rosa d'oro benedetta, a mez- trasmise il dono del pileo e stocco bene-
zo del cardiual Polo legalo, colla suddet- detti, come principe benemerito della re-
ta lettera : » Reginaldus cardinalis Po- ligione cattolica, per avere sostenuto la
lus, Philippo regi, et Mariae reginaeAu- maestà dellaChiesa e del suo re, in quelle
gliae. De rosa aurea, et euse, muneribus, proviucie titubanti nella fede, mediante
ad regern, et regiuam Angliae a Julio III ilbreve apostolico Solent Romani Pori'
missis ". Neil' articolo Sicilia descrissi dicembre, presso il Guerra
tifices,de 2.6 ,
la guerra tra Paolo IT e Filippo II, e p. 444- Dice il Catena nella Fita di Pio
perchè Ercole 11 duca di Ferrara (/r.)a- F, p. g2, che il Papa mandò al duca il
vea preparato un esercito per soccorrer- cappello e la spada benedetta, come suol
lo come feudatario, neli557 gli mandò farsi co'grandi uomini per la difesa e di-
in dono uno stocco riccamente guarnito latazione della fede, e riporta una lette-
e un cappello di velluto nero da lui be- ra dal duca scritta al Papa. Gli storici a-
nedetti , e quali insegne di Generale di cremente biasimano il duca d' Alba per
s. Chiesa (/.)_, di cui solennemente l'in- la sua ferocia e orgoglio, il quale si ac-
vestì nel duomo il cardinal Caraffa ni- crebbedopo il ricevimento d'un dono pro-
pote del Papa, i doni avendoli portati in Dopo che l'armata
prio di teste coronate.
Ferrara cameriere pontifìcio conte A-
il navale cristiana, comandata da d. Gio-
lessandro Sacrati. Fu stampalo iu Fer- vanni d'Austria (di cui a Spagna) natu-
rara nel55j da Bonaventura Angeli fer-
i rale di Carlo V, riportò per la celebre le-
tato Remino, che Ferdinando Alvarez a p. 49> dicendo di que'da lui donati, par-
di Toledo duca d'Alba (quello che avea la del cappello e dello stocco che da'Pa-
crudelmente guerreggiato PaoloIV),era pi sogliono presentarsi a quei principi i
stato preposto da Filippo li re di Spa- quali hanno fatto qualche azione segna-
gna, a domare ribellati Paesi Bassi e i lata per la chiesa cattolica , ovvero per
gli eretici che vi commettevano ogni sor- renderli ad essa ubbidienti e favorevoli.
ta di orrori, onde il conte Lodovico di Gregorio XIII per animare Carlo IX re
Nassau loro sostenitore avea scritto sullo diFrancia a combattere gli eretici ugo-
stendardo: Autrecuperari, aut mori. Il notti, dichiarò nunzio di Parigi Silvio Sa-
duca d'Alba sulla propria bandiera pose velli, arcivescovo di Rossano e poi car-
questa epigrafe: Pro Lege, Grege, et Re- dinale, affine di presentargli lo stocco e
gè. Prima vinse il conte, e poi disfece il berrettone da lui benedetti; ma poi il re
fratello Guglielmo principe d' Orauge , s'intimorìe fece lega cogli ugonotti, come
che egualmente capitanava gli eretici geli- leggo nel p. Maffei, Annali di Gregorio
si o ugonotti. Ciò saputosi da s. Pio
t
V A///.RaccontaNovaes, cheGregorioXIIl
mandò a' combattenti e altri fedeli cat- mandòa Enrico III fratello del preceden-
tolici Medaglie benedette (F.)con indul- te, per Serafino Oliverio uditore di rota,
genze a chi le portava indosso o le teue- la borsa d' oro benedetta: cosa sia stata
va nelle loro case. Al duca d'Alba poi, questa, non l'ho potuto mai conoscere.
oltre copioso soccorso di pecunia, in pie- Recatosi in Roma Ernesto secondogetii<
STO STO j.
to del duca di Baviera Alberto, Gregorio control calvinisti e il deposto arcivesco-
XIII gli die splendido ospizio in Vatica- vo di Colonia Truchses, e per la quale
no, ed il simile fece al suo cugino Federico liberazione di Nuis erasi adoperato il Pa-
r
Guglielmo principe di Cleves, il quale noi pa, gli mandò mg. Grimani suo came-
giorno di Natale 1 070 ricevè dal Papa lo riere segreto con lo stocco e cappello du-
stocco e berrettone beuedelli.Ammalato- cale beuedelti e d'alto valore; ed il Gri-
si Federico gravemente, il Papa lo assistè, mani giunge a Nuis due giorni avanti la
e morendo gli fece celebrare solenni ese- gloriosa sconfitta, cioèa'20 luglio (pare
quie nella cbiesa di s. Maria dell'Anima nel i588), riverì il duca, lo salutò per
(di cui a Germama). 11 suo sepolcro fu e- parte di Sisto V, e gli esibì i donativi ;
XIII dopo aver approvato l'elezioue del- nativi, in nome del Papa ringraziò il du-
1 ìinperaloreRodolfoIIjgl'inviò lo stocco e ca delle pie e onorate fatiche fatte in sei
il berrettone benedetti, avendo mostralo vigio di s. Chiesa; quindi espose il costu-
zelo per la religione, poi intiepidito nella me de'Papi di benedir quelf iusegue nel
dieta d'Augusta. Racconta il cardinal Pac- la notte del s. Natale e di fame regalo ai
Memorie storiche sul soggiorno in Ger-
ca, principi grandi, come benemeriti difeu
mania p. 23G,cheGregorio XIII perGio. sori di s. Chiesa. Pigliò poi la similitudi-
Francesco Bonomo nunzio di Colonia e ne di Giuda Maccabeo io persoua d'A-
vescovo di Vercelli, fece presentare ad A- lessandro, e dell'Angelo di Dio in per-
lessaudro Farnese duca di Parma {f-) y sona del Papa, allorché diede la spada d'o-
supremo comandante dell' armata spa- ro al Maccabeo valoroso; indi pregando
gnuola in Fiandra, lo stocco e il berret- a nome di Sisto V il Dio degli eserciti,
tone, che soglionsi inviare a' grandi ca- lo invocò a degnarsi di avvalorare viep-
pitani per vittorie riportate contro gl'in- più il vittorioso braccio del nuovo duce
fedeli e gli eretici. Temo però che vi sia Maccabeo, alla totale sconfitta dell'ere-
abbaglio quanto al Papa donante, impe- sia. Terminata la funzione, applaudì l'e-
rocché non solo da altre memorie trovo sercito con suoni, salve d' artiglierie, e
che fu Sisto V, ma lo confermano No- giuochi cavallereschi. Sisto V saputa la
vaes nella Storia di quel Papa, con dire vittoria si commosse, e fece pubbliche di-
che gl'invio il donativo come condottie mostrazioni di gioia e di ringraziamenti
10 dell'esercito della lega, formata per a Dio, recandosi nelle chiese di s. Gia-
impedire all'ugonotto re di Navarra di como degli spagnuoli, e di
s. Maria dell'A-
n.^ge 3o. Leggo in questo, che Sisto V ze mg. r Michele Friuli vescovo di Vicen-
dipoi pel combattimento che doveva in- za, co' donativi dello stocco e berrettone
Imprendersi dal duca Alessandro a Nuis, pel granduca Ferdinando I ex cardinali;,
52 STO . STO
e deliri rosa ti' oro per In granduchessa sovrani. Indi dal suo segretàrio (o da un
Cristina di Lorena. Il Cartari a p. [3.3 no taro) si- lessero le lettere apostoliche a
pubblicò l'istruzione Ialina del maestro voce alta, dell'invio de'sagri
doni (poi il
delle ceremonie Francesco Mncanzio pel nunzio può fare un analogo sermone);
nunzio Priuli, sia poi solenne ingresso in dopo di chela granduchessa si prostrò io-
Firenze in cavalcala e vestito cogli abiti naozi al nunzio, a cui consegnò la rosa
prelatizi di rocchetto e cappa paonazza d'oro il diacono assistente, che il nunzio
o gran mantello, con cappello di seta ne- die ad essa colla solita forma : Accipe /to-
rà se non fosse stato vescovo, sia per la sani. Pucevutasi dalla granduchessa, ba-
consegna formale de'sagri doni: la cono- ciò la mano al nunzio, e ritornò al suo
pendierò inbreve. Giunto il nunzio ecom- posto, portando la rosa un suo cappel-
missario pontificio vicino a Firenze, die lano. Poscia il granduca s'inginocchiò a-
avviso a'sovrani del suo arrivo, per sta- vanti il nunzio, al quale il detto diacono
bilire la sua solenne entrata. Per questa rimise lo stocco e berrettone, ed egli nel
il granduca granduchessa mandaro-
e la consegnarli al principe, gl'impose il ber-
no i loro famigliari, nobili e baioni ad rettone, e pronunziò la consueta formo-
onorarlo in loro nome. La cavalcata co- la prescritta dal ceremoniale : Solenl Ho-
minciò un miglio lungi dalla porta, es- maniPontifìces inpraeclaraNatalisDo-
sendo preceduto il nunzio commissario mini celebritate,ec. Baciatasi dal grandti-
da un suo cappellano a cavallo vestito di ca la mano al nunzio e tornando al suo
paonazzo (come caudatari de'cardina-
i luogo, un nobile prese lo stocco e il ber-
li), e portante lo stocco e berrettone, la rettone. Finalmente alzatosi il nunzio in-
rosa recandola il nunzio in mano, e fra tuonò: Sii nomai Domini benèdictum,
due digniori di quelli che lo corteggialo- ec, comparti la trina benedizione, ed il
no. Giunto in Firenze, presentò a'sovrani prete assistente in piviale annunziò l'iti-
ni, i quali privatamente nella convenuta recò al palazzo ducale, sorreggendo i no-
mattina li mandò per tempo nella chiesa minati la rosa, e lo stocco e berrettone,
destinata perla funzione, e fu il duomo, precedendo medesimi. Osserva Cartari
i
collocandosi sull'altare maggiore, cioè la a p.22, che ne'libri della deposi ter ia a -
rosa d'oro in mezzo, lo stocco e berret- postolica, e de'tempi di Sisto V,si legge.
tone dalla parte dell'epistola. 11 nunzio Rosa d'oro; Spadone, cintura e cappel-
assunse gli abili pontificali, e celebrò la lo ricamato di perle, scudi 760. Inoltre
messa solenne (che se l'ablegalo solamen- Sisto V, dopo aver pacificato il re di Po-
te assiste, allora la celebrail più degno Ionia Sigismondo 111, con l'arciduca .Mas-
ecclesiastico della città). I sovrani pie- similiano d' Austria, per le persuasioni
sero luogo dalla parte del vangelo in si- del cardinal Aldobrandino legato, a ri-
to onorevole (che se vi fosse presente un meritare la moderazione e condiscenden-
cardinaie, questo occuperebbe quel lato, za del re, lo fregiò coll'insegne dello stocco
ed il granduca e la granduchessa quello e berrettone da lui benedetti, e spediti in
dell'epistola). Finita la messa, il nunzio Polonia a'25 luglio i5c)o. Gregorio XIV
assunse la mitra preziosa e si assise sul neli5qi mandò egual donativo all'infàn-
faldistorio in mezzo della nradella del- tedi Spagna Filippo, poi re Filippo IH;
l'altare (nel quale non vi può essere la e ad altro infante di Spagna, probabile
ss. Eucaristia), innanzi al quale si distese niente al di lui figlio, Clemente P Illspe-
un nobile tappeto per inginocebiarvisi i dì lo stocco e berrettone neli5q4- Peto-
STO STO ',3
gne po*i Filippo IV, non che al Domina- ro che credo indispensabile riportarne
,
riporta il Ricci. Al di lui' figlio e già ri- nusDominationis Vestrae illustr. perve-
cordato Uladislao, poi Uladislao VII re nei'int Piosa aurea, Ensiscum Galero, et
santo 1625, L'rbano fili dopo averlo gi , et Reginae Sanctitatis suae nomine
trattato magnificamente per lutto lo sta- praesentanda, hoc idem ipse iisdem no-
lo, alloggialo uelpalazzo apostolico con tum ficiet; ab iisque diem praesentatio-
isplendidezza, e creato canonico sopran- nis celebrandne statuì curabit, et brevia
numerariodi s. Pietro, onde venerare da Regi ac Reginae consignabit; non tamen
vicino il folto santo (A'.), gli donò nel- Disi in ipso Ensis et Rosae tradictiones
la cappella pontificia, privatamente do- actu aperienda. Qua die Doininalio Ve-
po la messa, lo stocco e il cappello bene- strae Illustr. (modo si comode poterit)euin
detti nella notte del s. Natale, con quelle solemni .equitatu eceìesiam designatali!
orazioni e fòt mole che di sopra riprodus- adibit, immediate ante Don». V. ili usti*.
si. Il breve linnipriales Chrislianae, dei eqnilando praeunlibus duobus familiari-
in gennaio, col (piale il Papa accompa- bus, thalarihabitu indutis; altere Rosam
gnò il dono, per incoraggi re polacchi a i aurea m, altero Ensera cuin Galero de-
guerreggiare 1 turchi e i tartari, può ve- super apposito, deferentibus. In ecclesia
dersi nel Guerra Innocenzo X
a p. 4 'p- ponetur Uosa sopra medium altaris pro-
nell'anno santo 6 7o, mandò egualdona-
1 peCrncein: Ensis vero cum Galero a par-
tivo al fratello del precedente e succes- te epistolae erectus sustinebitur. Cum-
sore, Giovanni II Casimiro ex cardinale que Uom. V. Illustr., e sua habitatione
gesuita, in premio dello zelo religioso di- iliscendet, Rex legali indutus clamydé,
mostrato contro gli eretici sociniani,e per una cum Regina regiis itidem ornamen-
aver difeso colle armi il cattolicismo con- tis amicta, e regia discedet, et simul ea-
tro gli scismatici russi egli svedesi eretici. dem hora in ecclesia reperiri valeant. Sta-
la regina sua moglie Maria Gonzaga dei distori um, a pai te epistolae col locando ni;
duchi di Mantova, da presentarsi come et Rege, ac Reginam advenientes capi-
l'altro donativo dal nunzio rendente in tis inclinatione reverebitnr. Deinde mis-
Polonia, col breve Ex more, de'^4 set- sam inchoabit, quam solemni ritu,prout
tembre e riportato dal Guerra, il Car- magis Piegi placuerit, prose<|uetur. Re-
tari a p.i54) pubblicò: Ordo servandus sponsorio autem , Deo grattai, ad ver-
in traditione ensis, et Rosa aurea. Ad siculunij Ita missa est, Doni. V. Illustr.
ac Rm.° D. Archiepiscopum Adria-
III." sedebit in faldistorio ante medium alta-
nopolitanum apud regeni Poloniae apo- ris reuibus eidem versis, cum mitra. Rex
stolicac Sedis nunciutn, scritto dal dili- mandabit legi breve SS. Domini Nostri,
gente maestro delle ceremonie pontifi- quo alta voce perlecto,Sereniss.Rex acce-
r
cie mg. Febei. E' tanto importante, sia ditad Dominationem Vestram Illustri ss.
perchè coutiene un caso di doppio dono cui ante seipsam genuflexo Galerum su-
poco frequente, sia per qualche diversi- per caput imponet dicendo. » *\ccipe Se-
tà che contiene e più copiose del prece- reuissiuiae Rex, Galerum hunc, qneoi ti-
dente ceremoniale, sia per compensare al- bielargiendum SS. Universalis Ecclesiae
la brevità di quesl'arlicolojin proporzione Pastor ad nos transmisit. aureis Spiritus
5 ;
S T o S T O
saiuti radiis micautem, ubi candente» a- quam giatiam ex sua liberanti clemen-
iiioncs non rapacis aquilae crudelitateai, tia tibi concedere dignetur, qui est trinus
del Febei riportato da Cancellieri, dopo ra a p. 44^> chiamando il detto suo cu-
che io qui lo trascrissi, m'iusorse grave biculario nuncius apostolica*. Grati ve- i
dubbio che si fosse equivocato col dona- neziani dell'insigne donativo ricevo to dal-
tivo fatto da Gregorio X11I e dichiarato l'illustre concittadino, per memoria delle
di sopra. Essendo il libro del Febei ra- benemerenze della repubblica lo colloca-
rissimo, non lo trovai nelle bibliotecheCa- rono nell'aula degli scrutimi, con analoga
sanatense, Angelica, e altre onde riscon- iscrizione ad onore del doge denominato
trarlo. Finalmente rinvenuto nella Va- Peloponnesiaco, e per le vittorie del quale
ticana, lessi i 5y? invece dell'errato 167 5, contro la Porta ottomana, Clemente IX
nel cap. 1 1 : De Jubilaeo celebrato a Gre. gli aveva scritto la lettera gratulatoria,
gorio XIII. Il testo è eguale, tranne le Praeclara decora, riportata pure dal
parentesi. Laonde il dono è di Gregorio Guerra. L'Ottieri, Istoria delle guerre
XIII, come il resto della storia, e non af- avvenute in Europa, t. 7, p. 98, nana
fatto di Clemente X fiorito un secolo do- che per gran vittoria riportata sui tur-
la
po. Credei tutto questo notare,non per chi ai 5 agostoi7i6, dal generalissimo
dimostrarmi severo aristarco del grande dell'imperatore Carlo VI, il principe Eu-
erudito Cancellieri, ma tacendolo sem- genio di Savoia, dei duchi di Soissons
brava avere io sbagliato, ed altri poteva- (F-), a Petervaradino in Ungheria, Cle-
no cadere in errore. Aggiungerò che No- mente XI per onorarlo colla maggior di-
va es nella Storia di Gregorio XIII, e stinzione, la quale erano soliti i prede-
Zaccaria nel Trattalo dell'anno santo, cessori esercitare verso i prodi capitani,
parlando di quello di Gregorio XII ^chia- che combatterono e fecero famose conqui-
mano il duca di Cleves, Carlo Federico. stecontro gl'infedeli e gli eretici, gli spedi
La sua bella iscrizione sepolcrale la pub- a mezzo Orazio Rasponi di Ravenna
di
blicò Manni, Storia degli anni santi p. cavaliere gerosolimitano, suo camerie-
i3g. re segreto di spada e cappa, lo stocco e
Innocenzo XI dopo aver contribuito berrettone benedetti (precisamentequelli
con somme cospicue e colle orazioni alla il cui disegno esiste nell' Opera di mg.
liberazione di Vienna assediata da'turchi, Rocca, e già ricordato); ed accompagnò
dal vittorioso Giovanni III redi Polonia il dono con breve de' 7 settembre, cioè
mandatogli infiammare di' nobile spirito Raspoui dal principe Eugenio, questi si
e lena ad acquistarsi, come gli augurava, mostri) profondamente penetrato della
nuovo merito e gloria, ad esaltazione e pontificia munificenza, e festeggiò il suo
dilatazióne della fede di Cristo. La fun- arrivo, alloggiandolo nel suo padiglione.
zione fu fatta con gran solennità nella cat« Stante la mancanza d'un vescovo, stabilì
r
tediale di Giavarino, nel ritorno ch'egli per la funzione «ig. Stefano Konbor vi-
ieee dall'Ungheria in Vienna, e dopo aver cario generale di Giavarino o Raah, nel-
«late le disposizioni alle truppe pe'quar- la cui cattedrale fu eseguita, con antiuen-
ticri d' breve de'16 settem-
inverno. 11 za dell'imperatore e del vescovo cardi-
))Yiì ì Plures ìiiaximasqueviclorias %\\e^-
ì )
nal di Sassonia, non essendo stato pos-
ile nel Guerra a p, 44 () - ^ >iu interessanti sibilo di farla in quella di Temeswar come
7
notizie trovo ne' Diari ili Roma [I' .) in- bramava il Papa, alla presenza di molti
cominciati in quell'annoa pubblicarsi, ap- generali venuti dal campo, e del principe
putito per riportarsi le notizie della guerra d. Emanuele infante di Portogallo, e nu-
che combatteva in Ungheria, e perciò
si sci assai magnifica. Il cav. Rasponi avea
chiamavasi Diario d* Ungheria, cioè nel preceduto il principe in Giavarino, ri-
n.° io e sua Aggiunta, e m\Y Aggiunta cevuto con ogni distinzione e onorificcn-
del ii.° 23. Riporterò il più sostanziale za. ludi con ispleudido accompagnameli-
della relazione. Primieramente si legge to il cav. Rasponi si recò alla chiesa, pre-
l'allocuzione Cumulatimi gaudium, pio- cedendo il principe, collo stocco e ber-
nuuziata da Clemente XI nel concistoro rettone, tra le salve delle artiglierie e dei
de'2 settembre 7 16, colla quale parte-
1 moschetti, e il suono di tutte le campa-
tipo al sagro collegio de' cardinali le vit- ne. Fu ricevuto da mg. r vicario sulla por-
tone riportate sui turchi in Ungheria, i ta dejla cattedrale, alla testa del capitolo,
pubblici ringraziamenti fatti a Dio e alla il quale souiniiuistrò al principe Euge-
15. determinazione di aver
Vergine, e la nio l'acqua benedetta. 11. cav. Rasponi
destinato premiare il valore del principe li portò dalla parte dell'epistola, presso
Eugenio collo stocco e berrettone da lui la quale gli era stata preparata una se-
benedetti nel s. Natale. Indi riportasi il dia coperta con genuflessorio avanti, e vi-
breve, Firmata, coslantanque fiduciam, cino uno sgabello, sul quale un sacerdote
dal Papa scritto al principe Eugenio a'7 in cotta sostenne lo stocco e il berrettone
settembre,per congratularsi de'suoi trion- durante la messa. 11 principe dopo avere
fi, esortandolo a vieppiù sostenere la di- oralo sopra uno strato e cuscino, passò
fesa dell'ortodossia, ed abbattere l'orgo- dalla parte dell'evangeloov'era una spe-
glio de'barbari nemici del nome crislia- ciedi tribuna decentemente ornata. Dai-
no; insiemeavvisandolo di spedirgli il cav. lo stesso lato e alquanto pili basso pie-
Piasponi, col donativo dello stocco e ber- sero luogo i canonici, ed incontro al priu-
lettone da lui benedetti, spiegandone i oipee sopra una pradella fu collocata la
misteri; quindi gl'ingiunse di riceverli in sedia di mg.r vicario, e un poco più bas-
chiesa e dalle mani d'un vedovo, s'era so gli sgabelli pei ministri assistenti. Da
possibile, nella celebrazione della messa, questa partee negli stalli canonicali siede-
11 cav. Rasponi, partito da Roma co'sa- 10110 l'infante, il maresciallo Iìeister go-
gri donativi, si recò prima a Vienna a os- vernatole militare di Giavarino, e i priu-
sequiare e ringraziare l'imperatore Car- cipali ufliziali. Nella solenne messa Can-
io VI, che ad istanza del Papa lo avea lata da mg. 1 vicario, si praticarono col
fatto aiutante reale con grado di colon- principe tutte le consuete ceremonie; ter-
nello dell'armata imperiale; indi mosse minata la quale il celebrante depose la
STO S T O 57
pianeta, e assunto il piviale andò a sedere noslrae pari animi devotione, et alacri*
su d'una sedia posta sull'ultimo gradino tate suscipias (qui seguì la tradizione del-
dell'altare. Allora il cav. Raspolli si re- lo -stocco nelle inani di sua altezza, nel
co a consegnare il breve al principe, so- proferirsi le seguenti parole). Firmelur
pia una guantiera coperta di broccato, in eo manus tua,atque exaltetur de\te-
ed espose la sua missione con paiole ap- ra tua, et sic per illuni induatis volute
propria te. Il principe rispose co» espres- ex. allo, ad coufusionein inimicoruni
ut
sioui di somma riconoscenza al l'apa, crucis Christi,-$. MatrisEcclesiaegloriam,
prese il breve, lo baciò e consegnò per la illucescant corruscationes ejus orbis ter-
lettura al segretario di guerra, il (piale rae,praestanteeodemDoiiiiiio nostro Jesu
la eseguì ad alta voce sopra un gradino Cbristo, qui cum l'atre, et Spintu sancto
dell'altare. Lettosi il suddetto breve dal vivit, et regnai Deus in saecula saeculo-
segrelario di guerra, sua altezza serenis- rum. Amen". Nel darsi il berrettone, dis-
sima il principe Eugeuio si portò a pie- se mg. 1 vicariò nell'importo in capo al
di del celebrante mg.' vicario generale di principe. » Accipe quoque l'ileiun bone,
lì io va l'i no, e genuflessa sopra uno strato quasi Galeani salutis,el munitionis in cu-
e cuscino, il cav. Raspolli collocò il ber- pile ilio, ut te jugitei* in die belli coele-
retlone sopra un cuscino, sfoderò lo stoc- sic lumen obumbret. Sit in te spiritus
co e lo presentò a mg. 1 vicario, '
il quale foi titudinis , et consilii qnalenus profli-
recitò la seguente formola. » Solent Ro- gatis orlbodoxae tìdei bostibus, veram in-
mani Puntifices juxta probaluni praede- tra ebristianorum fines pneem stabilias,
cessoiiim suorum moretn, in anniversa- quam de coelo lerrae invexit Rex paci-
ria NglivitalisDuminicae celebriate En- ficus Jesus Cbristus Dom'musnoster, (jui
seni cum apposito desuper Pileo per in- cum l'atre, et S[iiritu sancto vivit, et re-
vocatioìiem Divini nominis, et apostoli- gnat Deus per omnia saecula. saeculorum.
cam benedictibiiem speeialique ritu san- Amen. " Il principe quindi consegnò lo
Beatitudinem vestram prò amplimi glo- ferenza di Pietro I, onde cardinali al- i
ii Diario di Roma riporta una serie di al- 1725 per mezzo di Gio. Francesco degli
cuni esempi degli stocchi e berrettoni be- Abbati Oli vieri,spedì aMalla al gran mae-
nedetti donali da' Papi, ma non è esatta stro dell'ordine Gerosolimitano fr. Ema-"
interamenle.il Pagi pretese nella Pila di nuele de Vilhena portoghese, lo stocco
Urbano FI 3 die questa benedizio-
§ 68, e berrettone benedetti, per la difesa che
ne si facesse in qualunque giorno, e che faceva di quelP. isola contro le mire dei
Clemente XI benedi lo stocco e berret- turchi. 11 Marchesi, Galleria dell' onore
tone pel principe Eugenio nella chiesa di t. chiama Gio Francesco cava-
2, p. icjq,
s. Maria del Popolo l'8 settembre i 7 i5: Malta e cameriere d'onore di Be-
liere di
in tutto errò, non trovandosi che in ve- nedetto XIII, e che dopo tale onorifico
1 un'altra festa fuori del solo s. Natale fe- incarico fu canonico Valicano, protono-
cero tal benedizione, ma tranne quella tario apostolico soprannumero,e ponen-
che ri porterò di Leone XII a'nostri giorni te, del buon governo. Il Zaluski nell'o-
soltanto, seppure debba invece chiamarsi pera che citai a Berrettone, nel descri-
altra benedizione (Benedetto XIV peli. vere questi donativi falli a're di Polonia,
una volta benedì la Rosa d'oro, in tem- afferma che Benedetto XIII nel 1726 Io
po di ver so dal consueto, perchè venne l'op- fece al re Augusto II ed elettore di Sas-
portunità di donarla e non esisteva quel- sonia. II n." 4686 del Diario di Roma
la del precedente anno). Tra quelli che del 1747 riferisce come Benedetto XIV
seguirono l'errore del Pagi, vi fu Guerra; in concistoro segreto recitò una erudita
tra quelli che lo confutarono, Zacearia e allocuzione sopra lo stocco e berrettone
Cancellieri. Sembra che nel contrario er- benedetti, destili indoli in dono al gran
rore sia caduto pure Mondelli, cioè sulla maestro di Malta fr. Emanuele Piuto de
benedizione straordinaria dello stocco e Fonseca portoghese, e glieli rimise col
S T S T O 59
breve Maxima, de'23
dicembre, per le no festivo dell'Invenzione della ss. Croce
Mie benemerenze e per quelle di sua il- a'3 maggio, nella sua cappella segreta del
lustre religione equestre. Nominò alle- VaticaiiOjdopo la celebrazione della mes-
gato apostolico a portarli mg.r Luigi Va- sa. Si determinò a questa straordinaria e
lenti suo cameriere d'onore in abito pao- nuova benedizione, per la presa risolu-
nazzo, nipote del segretario di stato e poi zione di dare tale dimostrazione in occa-
cardinale. Errò Cancellieri,e il D.°49 del sione opportuna. Inoltre notai, che a tal ef-
r
Diario /li Roma 1 8 4 che
1
lo copiò, in as- fetto destinò perablegatoapostolico mg.
serire che Clemente XIII donò al gran Lodovico de'baroni Aucajani (ora moua-
maestro Malta lo stocco e berrettone
di cocassineseeabbatedis. Pietro dìFerenr-
benedetti. No, fu Clemente XIV, e nel /r//o,abbazin di cui riparlai a Spoleti), ca-
i
774> e lo notai nel voi. XXIX, p. 262, rneiieresegretosoprannu mero, incaricato
dichiarando regali che ricevette l'able-
i pure di presentare la berretta cardinali-
gato apostolico mg. Bonanni. Lo affer- 1
zùzalcardinalCroy arcivescovo di Rouenj
mano n.i 8 566, 8 58 2, 8 "98,860 0,860 2
i e notai i regali ricevuti daU'ablegato. Di
del Diario di Roma 1 y y 4» ove s p J 'h> ' che e della benedizione in parte trattano
del biglietto di segreteria di stato, per la i n.i 36 eli Roma 1825,
e 161 del Diarto
nomina dell'ablegato;di sua partenza per dichiarando che l'ablegato fu accompa-
Malta con una galera pontili eia,con molta gnato dal fratello bai oue Decio, e da mg. r
gente di buon servizio; del suo arrivo ai Conti cappellano segreto del Papa. Il cav.
18 giugno, onorificenze ricevute, accol- Arlaud pai la del donativo pontificio nel-
to allo sbarco da 4 cavalieri, incontrato laStoria di Leone XII, nel 1. 1 p. 75, 1
,
1
alla porta dal clero secolare e regolare, e 176, 249 (ed anche nella Storia di Pio
da'cappellani conventuali, recandosi pio- 1 III, t. 2, p. i3o). Egli osserva, che il
ccssionalmenlein chiesa tra il rimbombo berrettone o cimiero, è una specie di cap-
delle artiglierie e il suono delle campane; pello del medio evo, ed è sempre accom-
che ringraziati tutti, passò coi cavalieri pagnato dallo stocco, specie di spada; che
alla nobile residenza destinatagli, riceven- sogliono donarsi a "cneralissimi chesiansi
do le visite de'grancroci, del prelato in- distinti in fazioniimportanti (poteva ag-
quisitore di Malta, e recandosi privata- giungcre,anche pe'motivi che ho descrit-
niente a visitare il gran maestro Xime- to, ed ai sovrani), come d. Giovanni di
nes de Texada di Navarro. Indi si narra Austria, Giovanni III e il principe Euge-
l'udienza pubblica, che fu destinata do- nio; ed egualmente volendosi ricompen-
menica 26 luglio per la funzione, e si leg- sare la spedizione di Spagna, per cui Leo-
ge la notade'regali ricevuti dall'ablegatu, ne XII avea domandato a lui stesso, co-
e il suo ritorno in Roma. L'ultimo dona- me incaricalo di Francia in Roma, le no-
tivo dello stocco e berrettone io fece Leo- tizie sulla vita delducad'Angouléme vin-
ne XII nel 1825, come riportai nei voi. citore di Cadice, ponendo fine alla rivo-
XXVII, p.142, XXXVIII, p. 65, dicen- luzione spagnuola onde aver gagliardi
;
do che il Papa, per avere il Delfino Luigi motivi di manifestare a 'cardinali la sua
ducad'Angoulème, figlio di Carlo X redi determinazione, e inviar quindi tali segni
Francia, generalissimo dell'esercito fran- d'onore a Parigi, ch'è la più alta ricom-
cese, liberato il re e la famiglia reale di pensa cattolica che possa desiderare un
S/jagua dal dispotico potere de' co:t:tn- guerriero amico della religione. Soggiun-
ziouali ribèlli, gli mandò iu dono a Parigi ge, che alcune persone, conoscendo poco
Io stocco e berrettone benedetti, che esi- gli usi di Roma, che non si diparte mai
stevano nella sagrestia pontificia., e cou dalle foggie dell'antichità, trovarono Io
singoiar esempio volle ribenedirli nel gior- sloccu e il berrclloue pesanti da non pò-
60 STO ST ()
gnaniuii e benemeriti della cristianità; es- the fosse affaticato Leone XII dalle fun-
si però non aveano posto sulla loro testa zioni dell'apertura della porta santa, pu-
il formidabile berrettone, uè aveano ini- re prima mattutino della notte del s.
del
brandita quella spada sì pesante. Questi Natale, al letto de'paramenti e colle for-
segni d'onore, nelle ce ré moni e della pace inalila consuete beuedì lo stocco eherret-
venivano portali dagli araldi, che prece- tone ducale (cioè quelli che spedì poi con
dcvanoque'eapitani;ina in Utnpodiguer- nuova benedizione in Francia), indi pas-
ja essi non apparivano vestiti di eosìenor- so alla funzione della contigua cappella Si-
ini insegne. Alcune critiche beffarde cir- slina, come
trovo nel n.°io4 del Diario
«colarono ed afflissero ii buon Papa, il qua- eli 824. bi quello poi del 82.5 e
fìo/na i
i
le nel lagnarsene, mostrò di sapere che nel u.°io3, leggo che Leone XII avendo
il re, il Delfino, le principesse aveano e- eseguitola chiusura della porta santa, non
sternato la loro sincera gratitudine per intervenne nella seguente nolle,vigilia del
tali e altri doni: Carlo X si dichiarò gra- s. Natale, al mattutino; laonde nella mat-
tisiimo di tutto, e fece aucorlui donativi lina appresso e nella sua cappella segre-
a Leone XII, diche trattai a'Ioro luoghi, la, dopo aver celebrata la messa, henedi
Poi narra, che il giorno di Natale 825, i lo stocco e berrettone (cioè quelli falli di
dopo la celebrazione del la messa/luemaz- nuovo, e (piando gli altri giù erano slati
zieri portavano il berrettone e stocco de- ricevuti dal Deliìno). INon vi fu pontili-
stillati al DeKìno, stati benedetti secondo cale in s. Pietro, ma solenne messa nella
Papa nella sua cappella privata
l'uso del cappella Sistina, in cui sebbene non vi
dopo una messa comune. Qui I' ottimo andò il Papa, si videro Io stocco e berret-
storico (che celebrai anco nella biografìa Urne, sostenuti (a corna Epistolae) a vi-
dei cardinal Soma gli a) cadde in anacro- penda da due mazzieri pontificii, e non
nismo, che non posso trasandare, iinpli- portati, uflizio che spetta al chierico di
cando più cose. Dal riportalo di sopra, e camera. Aggiungerò che nel n.°io3 del
comprovato dal Diario di Roma (g\ov- Diario di Roma 1826 si riporta, che Leo-
naie ollìciale, che se talvolta disse iuesat- ne XII celebrò le funzioni del vespero e
tezze parlando d'antiche er udizioni, non mattutino nella basilica Liberiana, ove
fallava quando pubblicava-cose di fatto avanti il ?.. "nella sagrestia e coll'assisleu-
del giorno e riguardanti il Papa, almeno za del sagro collegio (cioè perchè ivi si
nel sostanziale e più importante, e si ret- raduna, non per assistere alla benedizio-
li fico col numero seguente quando noti- ne) e degli altri che vi hanno luogo, fece
fico cose che meritavano correzione), che la benedizione del cappello e dello stocco,
lo stocco e berrettone pel Delfino giù era- solita praticarsi in questa notte (vale a
no stati a lui conseguati in Parigi, lm- dire i nuovi sostituiti a'donati, e tuttora
porla inoltre che io rimarchi, che meno esistenti nella sagrestia pontifìcia). Altret-
alcuni casi, e in principio notati, la bene- tanto praticò nel 827, come dal n.° 04
1 1
ziere furono sostentili lo stocco e berretto- mura e alle strade sono più chiare e più
ne, benedetti nell'antecedente nolfcfdun- profonde che quelle del eanale e delle la-
que nella camera de' paramenti della Si- gune della già regina dell'Adriatico, con
stina). In questa li benedì Gregorio XVI più che vascelli di tutte grandezze pas-
ordinariamente avanti messa della not-
la sano a due ranghi innanzi le case e le fi-
te di Natale cui assisteva, e se non v'in- nestre de'circa suoi 1 00,000 abitanti. Alla
terveniva l'eseguiva nella mattina prima vista d'ogni parte si ravvisano i giardini
della funzione. Il regnatile Pio IX costa* ricchi d'alberi e delle più rare piante, le
mando celebrare il mattutino e il pon- cupole delle chiese, ed in qualche luogo
tificale della notte di Natale nella basi- i ponti che vanno da una all'altra isola
lica Liberiana, in quella sagrestia e. pri- pel commercio de'ciltadini. La maniera
ma tlel mattutino benedice lo stocco e il però più usata per le comunicazioni del-
berrettone. Su questo argomento, oltre i la ciltàjSono de'battellelli di diverse gran*
rammentati scrittori. si ponuo vedere,Ste*
'
nooie, nella parte orientale della Svea- na gran parte delle case sono disposte a
landiao Svezia propria, porzione dell'an- foggia di gradini d'anfiteatro dal pendio
tico Upland o Boslagen e parte dell'an- d'un'alta collina, ed un vasto palazzo co-
tica Sudermania. E' situata sullo stretto rona e domina l'assieme di queste vedu-
che unisce il lago Maelar ad unode'brac- te. Generalmente le case sono costrutte
ci del mare baltico, i'.>.o leghe nord-est di pietra ed a mattoni, ed esteriormente
da Copenaghen, \Go ovest sud-ovest da coperte di stucco bianco. 1 quartieri dei
Pietroburgo, 35tda Vienna, e35oda Pa- sobborghi sono di legno, formano la par-
rigi, in posizione sommamente pittore- te inferiore della città, e quasi del tulio
sca; l'alternare della terra e delle grandi nascosti. Il castello ed i pubblici edilìzi
masse d'acqua, l'ineguaglianza del ter- hanno il tetto ricoperto di rame. La più
reno che forma ora collina di dolce de- bella e la più larga strada è quella della
clivio, ora masse scoscese di rupi di gneis della Regina, che attraversa il quartiere
e di granito, le danno un aspetto mira al nord, ch'è il più ricco di edilizi. Vi si
scoperto nella villa Adriana; la bibliute- ponte noi congiunge alle terre vicine. j.°
ca regia, la bella chiesa di s. Nicolao, il li Kongs-IIolmen la massima isola di
,
palazzo dei cavalieri ossia della nobiltà Stoccolma, all'ovest nordovest dello Sta-
ove radunasi per le sessioni delle diete, deu. Xe è abitala soltanto la parte orien-
grazioso edilizio esternamente adorno di tale, e vi si trovano la chiesa d' Lirica E-
statue ecolonne, e dentro di quadri e scili- leonora, e il gran lazzaretto regio. Si va
ture; nuovo palazzo di giustizia, lacbie-
il da questo quartiere al continente, al l'est
sa alemanna di s. Gertrude con torre al- per due ponti, uno de'quali passa sull'i-
svedese,e molti altri oggetti che riferiscon- 1000 vascelli ponno starvi in sicurezza, ed
si alla storia del paese. In una sala si con- i piìi grossi giungono sino alle riviere. Il
serva l'effigie del sovrano in legno di buon solo impaccio che incontri la navigazio-
intaglio. Si mostra un battello che si pre- ne viene prodotto dal gran numero d'i-
tende fatto costruire da Pietro I il Grati' che imbarazzano
solette e di scogli l'in-
de nel cantiere di Sardam; la camicia in- gresso dello stretto verso il Baltico; gli sco-
sanguinata trovata al re Gustavo Adolfo gli sono coperti di frondosa verzura, altri
quando peri a Lulzen; l'abbigliamento hanno casolari graziosi di legno dipinti
completo di Carlo XII, allorché fu ucci- in rosso. I due forti di Vaxholm e di Da-
so, e composto di uniforme di panno bleu, laroe guarentiscono il porlo, ch'è 3 leghe
come semplice soldato, una larga cintura discosto dal mare aperto. Le principali e-
di pelle di bufalo, alla quale è appesa li- spoliazioni consistono in ferro, legname,
na spadaccia lunga 5 piedi, due stivali e rameica trame; il commercio interno assai
64 STO STO
ragguardevole,trovasifflcilitatoclallungo giuramentoil conte fece fabbricare la cit-
lagoMaelar,chefavoriscepure ilcommer- tà, che prese il nome di Stockholm, os-
ciò esterno permezzo del canale di Soe- sia isola di legno, odi bastone, da Stock,
dertelge stabilito fra il lago e il Baltico. pezzo di legno,e daholm, isola. Altri pre-
Hanno le manifatture e le fabbriche va» tendono dalla grande quantità di travi
lieta e attività, e vi si distinguono par- diesi portarono per costruirla. Talee la
ticolarmente le vetrarie, le raffinerie di tradizione popolare della fondazione del-
zuccaro, di panno, di cotonine, di cappel- l'odierna capitale della Svezia. Il suo in-
li, di seterie, d'orologierie, d'argenterie, cremento fu rapido, ma solo nel secolo
di stranienti matematici, porcellana, ma- XVII meritò di divenire residenza delia
iolica, fonderie di cannoni, cantieri da co- corte reale, prima stabilita Dell'antica ca-
struzione, utensili di ferro e di rame, ri- pitale TJpsala. Stockholm quindi seguì i
noma te essendo le fonderie di ferro a sta ri- destini politici e storici della Svezia t e con
ga che formano uno dei primi articoli essa si compenelra la sua storia.
commerciali, cavato dalle magnifiche mi- STOLXjStola^o'iajOrnrium. Veste,
niere di Dan mora, situate fra Stockbolm abito, .ornamento sagro, che consiste in
e Upsala. E" lai. "piazza manifattrice del una striscia di stoffa, propria del Papa e
regno, efa più del 3.° del commercio del- de'vescovi, il cui uso è concesso ai sacer-
l'esterno della Svezia. Si dice che solo AT rz- doti e ai diaconi soltanto, ma è interdet-
poliamo rivaleggiare fra le capitali d'Eu- to ai suddiaconi, come dichiarano Binio,
ropa eolla città di Stockholm per l'ame- Diclich e altri liturgici. Si pone ai collo
nità dc'dintorni, essendo sulle sponde del nella parte media, onde forma due liste
Maelar sparse deliziose case di villeggia- che cadono sul davanti fino al basso, so-
tura, ed al nord sono due sorgenti mine- pra o sotto il ginocchio. Queste liste fu-
rali. I costelli o regie deliziosissime ville rono staccate dall'antico abito aperto da-
che la circondano, sonoquellediRosendal, vanti e chiamalo Stola, di cui hanno esse
cliea'a marzo 18 iq rimase in parte pre-
i conservato il nome. Furono altresì chia-
da delle fiamme, Rosesberg, Ulrichsdal. mate Orarium, dalla parola ora, che si-
Drolningholm, Haga, Carlsberg eSvart- gnifica bordo, estremità, perchè le dette
sjo.Quantoalla edificazione di Stockholm liste terminavano il bordo dell'abito, co-
.si riporta al secolo XI 11, al 25ooaI 2 54-
i i me osservò GioselTo,/^iWi. giud. lib. 3,
Dopo morte del re Enrico XI il Bal-
la cap. 8, parlando del lembo della veste ta-
bo, il conte Berger viceré o governatore lare d'Aronne; così s. Gio. Crisostomo si
to: e mollo si trovò imbarazzalo nella scel- rium idem est in antiquis fati ibus, quod
ta del luogo conveniente, e quindi non Stola, qnae est Vestis sacra non lata, cu-
volendosi fidare uèallesue cognizioni, uè jus usus sacerdotibus ac diaconis conces-
al suo buon gusto, narrasi cheuo giorno sus est, subdiaconis interdictus". Furono
slanciasse sulle acque all' estremità del sinonimi Orario e Stola, e Piabano, De
lago Maelar un pezzo di legno in forma Irmi. Cler. cap. 4, ed Alcuinu, De Divi-
i
di bastone, giurando che dove si fermas- iris Offìciis e. 3f), dicono: Omnium sto-
se, colà sarebbe edificala la nuova cillà; lam vocanl. Avverte però Magri, No-
il
e in fatti dopo qualche istante vide il ba- tizia de vocaboli ecclesiastici , in verbo
stone presso l'isola vicina. Fedele al suo Stola, che sebbene da molti viene chia^
STO STO G>
mata Orarium, presso i greci tal voca- 3r), che non convenendo due orari a'sa-
bolo significa solamente la stola diacona- cerdoti e neppure a'vescnvi, molto meno
le, a distinzione della sacerdotale, detta convenivano al diacono ministro inferio-
Epitrachelio n e in significato di collana re. Dipoi i diaconi sdegnarono di portare
osopracollare,sebbenepoi sacerdoti mo- i l'orario scoperto, nascondendolo sotto la
derni mutando sito in portarla sulle spal- Tonicella^f '.). Quanto alla Tonaca jVeste
le [hìò ch\amavs\ Superhiimerale (P .),ed lunga econ maniche lunghe, chiamata «S'io-
i maroniti e altri cristiani arabi chiama- la da'ronaanì e da' greci Calasiris, tutti
no Battirscin. Anche Costantino Curo- i popoli d'oriente la portavano, come prò-
palata distingue la stola dall' orario dei vasi con molti monutnenli,di >tatueebas-
greci, poiché parlando dell'adorazione 3orilievi,che si ponno riscontrare uella.l/;-
della Croce, scrive che la porta l'arcidia- tologiaj alcuni popoli però usarono ma-
cono vestito non della stola, ma dell'ora- niche corte e si disse stola o tonaca reale,
rio. L'etimologia della voce orario, Bal- co me abito ordina rio de' re e de' magi stra-
samone nel can. 20 la fa derivare dal vo- li, poiché arrivavano alla metà della par-
cabolo greco significante osservazione ,
te superiore del braccio, a somiglianza de-
perchè l'orario sembra particolarmente gli abiti odierni denominati rubboni, ed
proprio de' diaconi soltanto, come assi- usati ancheda' Gonfalonieri, Priori{/\),
stenti de'sacerdoti celebranti e come os- anziani ealtri magistrati municipali, econ
servatori de'sagri misteri. D'altronde Du- lai^lie stole di lama o tela intessuta d'oro
rando, Deril.cccles. lib. 2, cap. g, è d'av- o d'argento. La tonaca stola si vede nei
viso che l'orario sia voce latina, prove- monumenti, principalmente nelle perso-
niente da os orìs, cioè bocca, poiché da ne, che per la loro condizione erano sog-
questa derivano la lode e la preghiera. gette a pubblica comparsa, sempre cinta
Nel voi. XXXIf, p.i/p ei \G, parlando da una benda o fascia più omeno larga
de'paramenli sagri de'greci, descrissi l'o- di slolla. La romani era il
stola presso i
rario del diacono, e la stola del sacerdo- vestito distintivo delle donne d'alta con-
te ,
colle simboliche spiegazioni. Inoltre dizione e matronali. Le maniche erano
orario fu detto altresì quel velo, con cui lunghe, e scendeva sino a' piedi: d'ordi-
per divozione cuoprivansi le Reliquie dei nario era di porpora, adorna di galloni
santi. Sull'etimologia del vocabolo Stola bende di stoifa d'oro, di cui pure era
ponno vedersi il cardinal Bona, Rerum orlata tutta all'intorno nella parte infe-
liturgicarum, cap. 24 ; Le Brun, Spiega- riore; ed è questo il motivo per cui le pa-
zione della messai.i , p. 5o; Lambertini, role stola e instila si prendouo talvolta
Della s. messa sez. cap. 4; Veri, Spie-
1 , negli autori per la castità e la modestia
gazione delle ceremonie della chiesa, t. che vieppiù convengono alle donne di di-
2, p. 826. Secondo le spiegazioni del ci- stinzione, che sole ottennero il permesso
tato Alcuino, la stola fu detta orario per- di portar la stola, dopo che la palla(sinoni-
chè conviene agli oratori o predicatori. nio del peplos de'greci, ossia il manto o
Si porta sul collo l'orario, in maniera che esteriore vestimento delle romane, che vi
dattino sul petto in modo di croce, che meuo largo della toga) fu concessa alle
secondo Simeone di Tessalouica, si rife- donne del popolo e alle cortigiane. Su
risce alle ali degli spiriti angelici, l'uffi- questa palla le matrone per distinguersi
zio de'quali esercita il diacono. JNe'primi ponevano la stola,altridiconoilcontrario,
tempi alcuni diaconi avendo avuto l'am- che sulla stola usavano la palla, di cui gli
bizione di portare due orari, il concilio uomini non potevano decentemente ser-
4° di Toledo del 633 determinò col can. virsi. Presso i greci però la stola era co-
VOI. LXX.
GG STO STO
mime a'due sessi, e in generale indicava Diaconi(l'.), come proprio disti olivo del
qualunque tonaca lunga; ed in un senso grado diaconale, con quella degli antichi
più particolare significò unaspecied'abito che con lai nome significarono ogni sor-
proprio delle donne assirie, lungo e con te di veste, chiamandosi stola la veste la-
maniche, che Semiramide rese comune lare delle donne oneste, sopra cui
si po-
ancheagli uomini, aflhichèilsuo travesti- neva il Pallio (f-) } onde cantò Orazio»
mento da uomo fosse meno osservato. Ad talos stolas demissa, et circumdata
Quindi gli assirie caldei, concedendo una pallaj e nell'Apocalisse si dice de' beati
festa anniversaria agli schiavi, uno di essi qui dealbaverunl stolas suas in sangui-
faceva dare, vestito di stola simile a regio ne agni, cioè le loro vesti. Stole anche fu-
ammanto e chiamata zogana, come dissi rono dette le vesti sacerdotali degli ebrei,
nel voi. LX1I, p. 124. Questo vestimento così nel 1. "libro de'Maccabei cap. io, si di-
dagli assiri passò a'medi, i quali a tempo ce che donata sacerdote inditit se stola
di Ciro lo comunicarono a'persi, perchè sacerdotali, il che non si può intendere
quel principe io credè alto perla sua lun- se non della veste usala dal sacerdote ,
ghezza ad ascondere difetti del corpo, i mentre in tal tempo uon eia la stola di
e a far comparire la hellezza della statina. cui qui si parla. Ma leggo pure in Rin.J-
Chiamavansi stolide le pieghe di certi ve- d\, Annali ecclesiastici an. 1 7, u.°i, citan-
stimenti degli antichi, quali curavano i do il ricordato Giosefìo che ridotta la ,
tura, dopo di averle formate allorché si imperiali s'usurparono anche le cose sa-
lavavano: Senofonte parla di una stola di gre, con dare e togliere il sommo Sacer-
lino così increspata. Il Buonarroti, Vasi dozio (V.) ; perocché eransi impadroniti
antichi di vetro,\>. 1 5 1 ,
parlandodellaslo- della stola pontificale, solita conservarsi
la, veste matronale e delledonne nobili, nella torre Antouia vicino al tempio, te-
ampia e senza alcun ornamento, osserva nendosi in una cella serrata e suggellata
che in progresso fu ridotta a forma più con l'impronta de'Poutefici e de'custodi
stretta e angusta, a cagione che venendo- del sagro erario, alla quale il castellano
si le stole ad arricchire d'oro e di ricami, accendeva ogni dì una lucerna, esommi-
si sarebbero resedisadattea portare,quau- nisti ava la stessa stola al sommo sacerdo-
do con quegli stessi abbellimenti si fosse- te 3 volte l'anno, cioè nel tempo del di-
ro mantenute con tutta l'abbondanza di giuno nel quale egli l'usava. Con la sto-
panno, che aveauo nella loro primiera la erano congiunti due altri vestimenti,
semplicità. Queste vesti preziose non e- chiamali Superumeralee Razionale, am-
rano solamente usate dalle matrone gen- bedue insigni per le pietre preziose. Col-
tili, ma anco le portavano le cristiane, co- la stessa autorità di Gioseffo, rileva Ri-
me si raccoglie da Tertulliano, De cultu naldi all'an. 37,n.°2,che recandosi in Ge-
foemìnarum lib. 2, cap. 9 ei o; poiché si- rusalemme L. Vi tellio proconsole di So-
no da'priuii tempi della Chiesa si conver- na, concesse ai sacerdoti che si conservas-
tirono alla fede persone d'ogni condizio- se la stola cogli ornamenti pontificali nel
ne, come pure attesta Origene. Il mede- tempio, come praticavasi prima che re-
simo Buonarroti ne' Medaglioni tratta gnasse Et ode. Egualmente ricavandolo
della stola olimpica, e dellestolc usate dai daGioselTo, riporta Rinaldi all'an. 48, n.°
baccanti. Il p. Bonanni, La Gerarchia ec- 28, che Cuspio Fado procuiatore della
clesiastica considerata nelle vesti sagre e Giudea molestò gli ebrei per cagione dei*
ch'ili, cap. 5i: Della Stola, incomincia la stola ponlifìcalegià restituita loro, pro-
dall'avvertite non doversi confondere l'or- curando egli di ridurla di nuovo in po-
na mento usalo da' Sacerdoti (T\) e dai tere de'presidenti romani. Pei tanto man-
STO STO G7
da rona giudei cou sua licenza ambascia-
i l' Avvento e nella Quaresima, il diacono
tori a Claudio imperatore, il quale ad i- ministraste nelle messe cantate depone la
stanza di Agrippa figlio del re Agrippa pianeta piegata (questa depone ancora d
defluito e che stava presso di lui, ordinò Suddiacono) o la dalmatica, e sul Ca-
che gli ebrei fossero mantenuti in posses- mice assume un largo stolone paonazzo
so della stola. 11 vescovo Saviìe\\\,Dissert. a traverso del corpo, pel canto del van-
eccl. t. 3, lett. 26 Della stola,
: abito pon- gelo, restando così fino al Post Commu-
tificale, sacerdotale e diaconale, riferisce nio in cui riprende la delta veste sagra.
che nella sagra Scrittura si chiama stola Leggo nelle Indicazioni pé maestri delle
la veste talare e onorevole che copriva cerei/ionie pontificie di mg. r Fornici, a-
tutto il corpo e usala da' medi, dicendo vere osservato maestro di cereino-
l'altro
piccola stola, eguale ad essa nella forma, l'ornamento de' vesco vi, de'sacerdoli e dei
nella materia e negli ornamenti. La sto- diaconi. I vescovi la portano sempre pen-
la è di seta, di stoffa, di drappo, di lama dente dal collo e discendente pel petto. I
sauo di formare la croce colla stola, per- legge, che quando il sacerdote si mette-
chè portano nella detta croce attaccata e va la stola, pronunziava questa orazione:
pendente dal collo le sagre reliquie il : Stola jus lìti ae circunida Domine cèrvi'
Nardi vi comprende anche la croce gem- cem meam. Inoltre essi contravvengono ad
mata episcopale. La stola ha molti sim- un'altra misteriosa ceremonia, perchè col-
bolici e morali significati, che leggo nel ledue parti estreme della stola non or-
Magri, altri li riporterò poi col p. Bouan- nano i fianchi, restando coi te nella cin-
ni. Denota il giogo soave della legge di tatila quale appena arri vano. Ecco le pa-
Cristo, l'innocenza e perseveranza uelle role del medesimo Papa Innocenzo III.
opere buone. Secondo Balsamouc , con »Quae a collo per anteriora discendens
porlarsialcollo,alImlealIefuni colle qua- dextrum, et sinistrimi latusadornat, quia
li iu legato il Salvatore nella sua passio- perarma justitiae a dextris et a siuistris,
ne e alla sua croce , che perciò si forma idesl in prosperis, et in adversis sacerdos
in modo di croce avanti il petto. Simeo- debet esse muuitus". Inoltre aggiunge,
ne di Tessalonica dice che denota la o
era- che tal positura della stola non corrispon-
zia dello Spirito santo, il che si accorda de al sito nel quale fu imposta dal vesco-
colla preghiera detta dal sacerdote men- vo nell'oidinazioneal presbiterato, né al-
tre si pone Benedìctus Deus, qui
la stola: le preci da esso pronunziate in quell'at-
effudit grati ani super sacerdotes suos. AI to, Accipejugum Domini ec. II detto con-
dire di s. Germano, la parte destra della cilio di Braga 563, cap. 9, disi. 21,
del
stola significa la canna data al medesimo comanda sotto pena di scomunica a'sa-
Salvatore per ischerno di re, la sinistra cerdoti, che ricevendo lacomutiioneado-
simboleggia la croce portata dal medesi- prino la stola.» Cum sacerdos ad solemnia
mo sulle sue spalle. Altre significazioni missarum accedit, aut per seDeosacii-
mistichee morali della stola, si ponuo ve- ficium oblaturus, ac sacramentum Cor-
dere in Lambertini. Dichiara Magri, in- porisetSanguinisD.iN. Jesu Chr isti suiti
decente abuso di que'sacerdoti,i quali iu- pturusnonaliteraccedat,quam orario vi-
vece di porre la stola al collo, come pre- roque humero circumseptus. Si quis ali-
scrivono le rubriche, la buttano sopra le ter egeritexeomm unica lionidebitae sub-
spalle pendente tutta dalla parte di die- jaceat". Alcuni affermano esser peccalo
tro, tenendo più couto della comodità e mortale, perchè questo precetto impone
poIizia,chede'profondi misteri significati pena grave di scomunica, dunque obbli-
nella stola attaccata al collo, massime per ga a colpa mortale. Altri dicono uon es-
rappresentarCristOjchecop la fune al col- ser colpa mortale, come l'Azorio, auaest.
lo fu condotto al sagrifizio: dice che co- 1 3, par. 1 , lib. 1 o, cap. 28, perchè alcuni
sloro non portano la stola dell'immorta- religiosi osservanti non usano la stola nel-
lità, ma un paio di bisacce. Tali sacer- ia comunione pubblica nel giovedì santo
doti considerino attentamente le gravi (di che riparlai a Settimana santa), ol-
minacce d'Innocenzo III: Demysl, lUis- tre che la Glossa sopra il citato canone
STO STO 69
dichiara essere io uso questo precetto mente sulla mozzelta, e lo afferma pure
quando il sacerdote si comunica nell'ili' il Magri. Però fuori di Roma,tanto i car-
fermila solamente; ma Magri pensa clie dinali, «pianto iadoperavano la
vescovi
dove l'uso di portare la stola sta in os- stola sulla mozzelta come il Papa (egual-
servanza, non si deve così facilmente la- mente dichiarandolo il Magri), perchè la
sciare, essendo precetto di cosa facile e che stola scoperta portata fuori dell'ammini-
comodamente si ritrova. Il Gavanto dice strazione de'sagramenti è segno di giuris-
che i domenicani non usano portare la dizione, e colla quale nelle pubbliche pro-
stola nella comunione del giovedì santo, cessioni si distinguono iparròchi da'sem-
il che è falso, leggendosi nelle rubriche plici preti, e con essa intervengono nella
del loro messale:» Deinde fiat commuuio solenneprocessionechefa Papadel Cor- il
fralrum hoc ordine, ut a majoribus in- pus Domini. Aggiunge an- Sarnelli, che
cipiendo a sacerdotibus cimi stolis super ticamente, quando usa vasi dappertutto
cappas". Il Confessore(F.)nc\ Confessio- la veste bianca talare detta alba, specie
nale (/\) deve usare la stola sulla Cotta di cani ice di venuto \>o\Rocchelto(F .), non
{P.)i per l'eccedenza dell'abito religioso la sagra, ma l'usuale, portavasi da' par*
e sua benedizione, i religiosi su di esso e rochi la stola anche in viaggio, ne'confìni
senza la cotta usano la stola nell'animi- però ed inoltre cre-
di loro giurisdizione,
lustrare il sagraniento della penitenza. de che questo anche da' ve-
si praticasse
UenedettoXllljCon edittodel cardinal vi- scovi ne'loro viaggi, poiché il ceremonia-
cario diRoma, ordini) che nel confessa- le de' vescovi all'antica stola sui rogò una
re in chiesa o in sagrestia, i confessori se- fascia. Dissi aSAr, msTA r»ELPAPA,ch'èseui-
colari usino la cotta e stola, e questa i re- pie insignito del grado episcopale , che
golari, sotto pena di sospensione di con- quale parroco de'palazzi apostoli, recan-
fessare agli uni e agli altri. Tra gli obbli- dosi nel sabato santo a benedire le pon-
ghi pertanto del Sagrista e riportali dal tifìcie stanze, vestilo di cotta e stola, giun-
Diclich, vi che in sagrestia sie-
è quello, to in quella ove risiede il Papa, si leva
110 sempre in pronto delle cotte e delle la stola ed a dà l'aspersorio onde la
Ini
to della penitenza. Vi sono alcuni paesi drale la dignità del preposto, e cavando-
ne'qualiun ecclesiastico non Predica^.) si la sua propria stola d'oro di dosso, la
mai senza la stola, come in Fiandra, in die per onorifica insegna al i.° preposto
Italia e altrove. Dice Magri, che la stola ed a'suoi successori; mentre canonici a- i
si può portare anco da'predicalori secon- veano quella della mozzelta differente
do la comune usanza, la quale uon si pra- dall'altre, perchè avea la forma dell'an-
tica in Roma per rfverenza del sommo tico Laticlavio (P.) senatorio, che dalla
Pontefice, che continuamente adopra la spalla sinistra slendevasi sopra il petto,
stola anco per pubbliche strade, ed e-
le terminando forma circolare sopra il
iti
ziandio senza che amministri sagrameli- i fianco sinistro, con un cordone pendente
ti. Sarnelli loda l'uso della stola ne'pre- sino al ginocchio con fiocco d'oro. Però
dicatori sui pulpiti, e perchè non si ado- Innocen/.oXIII nel i 722 tolseal preposto
pera in Pvoiua per venerazione al Papa, invece gli concesse l'abi-
la stola d'oro, e
gli stessi cardinali predicando ne'loro ti- to di protonotario apostolico, ed a'eano-
toli adoperano la stola sotto la mozzetto, nici l'uso della cappa magna sul rocchet-
a differenza del Papa che l'usa costaute- to, adinstarde Vaticani. Benedetto XI
7o
STO STO
decorò di stole d'oro l'intero collegio dei velati ed umili. E come gli ebrei nelle
parrochi urbani di sua patria Bologna. 11 pubbliche orazioni specialmente erano
Camerlengo del clero romano (F.), e che soliti portar sulle spalle e gli altri abili un
lo rappresenta, nelle processioni per di- panno, in forma di semplice e piccolo
stinzione usa lo stolone al collo. I pano manto che circondava le spalle, e qual-
chi in diversi luoghi usano stoloni, che che volta si affibbiava sul peltocou fibu-
chiamansi stoloni parrocchiali, e pei sa- -
i la, probabilmente altrettanto si praticò
gramenti che amministrano e altre fun- da'primi cristiani. Al qual costume pare
zioni adoperano bellissime stole. Sebbe- che alluda s. Giovanni nell'Apocalisse,
1
la stola e del manipolo, cantano I' epi- furono ritenuti dagli ecclesiastici (come
stola e l'evangelo, e con tali sagri indu- con altre sagre vesti e già civili), molto
menti sono sepolte. All'articolo Bene- più religiosi nel mantenere i buoni or-
detto IX, e nel voi.52, nar- LIV, p. dini e i primieri istituti, e cos'i se li fecero
rai le condizioni imposte da quel Papa ai loro propri e diventarono si può dire le
polacchi, per dispensare Casimiro I mo- prime vesti sagre, delle quali si trova poi
naco e diacono, a di venire re eammogliar- molto spesso fatta menzione dagli scrit-
si,fra le quali che nobili portassero al
i tori sotto nome di stole e di orari; sì per-
collo una fascia di lino bianco a guisa di chè si portavano come ia stola delle ma-
stola nelle feste principali di Cristo e del- trone, sì ancora perchè si adoperavano
la B. Vergine, e che tutti si tosassero la da'sagri ministri nell'atto di porgere pre-
testa a guisa de'monaci. ghiere a Dio, come si legge nel can. i5
L'origine della stola, veste sagra, il del 4-° concilio di Toledo, e in Beda, De
buonarroti p. 78 la fa provenire dal pan- sept. ordinibus, e perchè finalmente a-
sì
no che usavano ; primi cristiani di por- veano somiglianza co'piccoli panni chia-
tare nel tempo della preghiera sulle spal- mati orari. \L che veramente questi manti
le. Egli osservò in alcuni frammenti di antichi sieno la slessa cosa della stola ec-
vasi antichi di vetro, ss. Apostoli con un
i clesiastica, ne abbiamo riprova nelle im-
certo panno di mediocre grandezza sopra magini di s. Lorenzo arcidiacono della
le due spalle, fermalo sul petto con fìbu- chiesa romana (martire nel 261) tratta
la, la quale apparisce ornata di gemme. dal'e medesime pittifre. Si vede in esse il
Altrettanto vide in altre figure, e perciò santo con questo panno sulle spalle, ed è
credè che i cristiani antichi, almeno nel- peraltro già noto,come rilevò Fausto nel-
le città grandi, dove ve ne fossero molti la vi la di s. Mauro suo com pagno,cbe anco-
convertiti dalla Sinagoga (V.)., portas- ra a'diaconi prima che fosse loro concedu-
sero in tempo dell Orazione tal veste,nel- to Colobio\V.) e la dalmatica, per qual-
il
Orig. lib. re), e. 24. Che la nostra stola apuds. Antoninum, De mysticis script.
è tanto più corta di quella dell'antico Te- cap. t, de Pallio, par. 1, tit. 6, cap. 26.
stamento, quanto è maggiore della figura Perciò essendo stato il santocoetaneo de-
che Costantino volleche fos-
la verità; e I gli apostoli, riflette il p.Bonanni,convien
se pubblica insegna del Papa. Opina che dire che in quel tempo cominciò l'uso
anticamente la stola nostra fosse ancora della stola; opinione adottata pure dal
tonaca umerale, attorniata da una gran Saussai, ela dedusse da quanto scinse
se la sola fascia, e di tonaca divenisse col- rito dal Binio, De conciliisp. 61 2. » Po-
lana, come Durando, Ratio-
riferiscono deremet superhumeralecum mitra, pori-
nal. div. off. lib. 3, cap. 5 ; Riccard, in tifìcalem stolam s. Jacobi apostoli, et fra-
Coinment. ad ord. 6 s. Prodi; il cardi- tris Domini primi archiepiscorum hu-
nal Bona, Rerum liturg. GallicAìb. 1 ,cap. jus ecclesiae, qua antecessore» mei pa-
7, n. 1. Quindi vuole che la stola ponti- triarchaecircumamictisemper in Sancta
ficale si adoperasse dal Papa nelle pub- Sanctorum ingrediebantur, qua et ego
bliche udienze in concistoro, e nelle pub indutussum eamtlem gerens tuo deside-
bliche strade. Leggo iu Magri, nell'arti- rabili, et honorando, ruihi capiti ex amo-
colo Amiclus, che iu caso di necessitasi re,etdileclionis copia dignùs peifruaris".
può adoperare il manipolo in vece della Dal che si vede ancora la distinzione del-
STO STO
le vesti e sagri utensili mandati e usati stola in tutti i si formò d'una
rituali, e
da s. Giacomo. Che verso il 55o fosse in lunga fascia usata in modi diversi, da'dia-
uso la stola, si ricava dagli alti di s. Vin- coni, sacerdoti e vescovi, nel modo che
cenzo diacono e martire, presso Sigeber- spiegai! p. Bonanninelcap. ra: In (inai
to in Chronica. Circa la forma e mate- modo si usa la sloia e da anali persone
ria antica di tal veste, ilTomassino, De ecclesiastiche. Incomincia dal dichiara*
veler. et nov. eccles. discìpl. 1. p. 5 3,
1 ,
i re, che l'uso della stola nel sagrifìzio del-
av verte ch'era una fàscia larga di lino, l'altare è di gran precetto, comesi cava
la quale poi fu ristretta come ora si usa, dal cap. Ecclesiast., dhl. 23, che preseli-
acciocché non fosse d'impedimento alle ve pure l'uso dell'andito, camice, ciugo-
ozioni sagre, particolarmente da'diaconi lo, manipolo e pianeta. E'anthe proibita
greci, non essendo larga più di circa mez- l'amministrazione de' sacramenti senza
zo palmo, e segnala in 3 luoghi col nome l'uso della stola, eccetto quello della pe-
di Dio, Agios } e quella della chiesa lati- nilenza, benché il concilio di Milano del
na è segnata con 3 croci,e nelle due estre- i5G5 vietò l'amministrazione diluiti
ni ita è alquanto più larga. Anzi, aggiun- senza stola; e nel i
579 proibì che i rego-
ge il Bonauni, si suole adoperare fatui
p. lari udissero le confessioni senza stola, de-
di materia preziosa, abbellita anche con creto che confermò il couedio d'Aix del
ricami d'oro e di perle, non essendo più 1585. Notò Marlene, De rit. anliq. cap.
in vigore il decreto del 4-° concilio di To- 8, art. 9, che fu sempi eantichissima pre-
ledo, il quale vietò che la stola fosse or- rogativa del diacono, stabili la dagli apo-
iiata, prescrivendo che si facesse di Sem- stoli, quando istituirono i
7 diaconi pel
plice tela di lino,e ciò perchè in quel lem- ministero della chiesa, il portare la stola,
pò era uso che diaconi se ne servissero
i rito costantemente praticato dalle chiese
per asciugare il sudore della fronte,quan- orientale e occidentale; ed aggiungetene
do ad alta voce recitavano gli evangeli, detta stola si soleva portare da'diaconi il
11 concilio di Braga nel can. 9 fa fede che giorno e la uotteper un anuo intero. Tale
la stola era di lino, vietando di asconder,- uso fu prescritto a'sacerdoti nel concilio
la sotto il camice. Cessato poi l'uso di tal Tiburicn.can. 26 pressoBurcardo: «Pre-
panno, cominciò la mutazione della for- sbyterinon vadent nisi stola vel orario
ma e della materia della stola. Non pò- induli".La qual pratica fu pure ricorda-
tendosi precisameute asserii e l'epoca del ta da Giovauni Monaco nella vita di s.
mutamento, pare che nel secolo IV già Odone,» qui primo post ordinatiouem
si praticasse, poiché riferisce Teodoreto, suam nocle expergefactus, et praeter so-
Jst. eccles. lib. 2, cap. 17, che s. Cirillo litumsentieusappensam collo suostolam,
di Gerusalemme chiamò in giudizio Aca- fiere coepit".ll Mai tenne dice che ciò era
ciò,perchè aveva venduta una stola pie- in uso nel secolo XII presso molte chie-
ziosa donata da Costantino I a Macario se. Che la stola si adoperi nel sagrifìzio
suo predecessore. Confessa Tomassino, e amministrazione de'sagramenli,eccet-
non aver potuto trovar la ragione per- tuato quello della penitenza, osserva il
gl'azione la passione ili Gesìi Cristo, il sa- mancato di parlare delle vesti d'ogni ri-
cei'dote adopera la stola peaden te dal coi- lo e nazione. può vedere Renaudot,
Si
lo e sovrapposta ci! petto in lui ina di ero- Litiirgiaruai orientaUum collectio,e l'ar-
te, ma nelle altre funzioni pende dalle li colo Liturgia. A Polistaubio parlai del
profonda nel sacerdute. Siccome l'incro- tori greci. Nella chiesa greca la stola dei
dar la stola sul petto, insegna s. Bona- sacerdoti è dilferenle dalla diaconale, poi-
ventura, Demyst. missae, ricorda la pas- che è più larga, e posta sul collo pende
sione del Redentore, ovvero può indica- verso leginocchia,con essere unita avuti-
le il cambio fatto dal popolo giudaico, ti il adopera anco da've-
petto, e tale si
prima fi volito, poi lasciato e posto nella scovi, come da'sacei doti
siri e armeni, uè
parie sinistra; il vescovo però non laso- l'uso di essa si permette a* diaconi. So-
vrappone in croce sul petto, ma lasciati- mò il Morino, De sacris orduialiomlms
dola pendere significa il pastore divino, p. 7 ">, che nella chiesa latina l'uso della
1
il quale unirà i due popoli, et fici unum da quella greca, ma senza ad-
stola derivò
ovile, et unum Pastor. A queste pie in- duine prove; asserisce bensì che l'uso co-
lerprelazioni , devesi aggiungere il rito ininciò nel monachismo pe'suddiaconi e
antico del diacono, di portar la stola sulla pe'chiei ici, ina ciò fu proibito dal conci-
spalla sinistra pendente sino a'piedi,sen- lio d'Orleans del 5o i,nelcap. 2 2,lasci;ui-
za esser legata dal cingolo, come appa- dooel'usoa'diacooi, e solamente pel lem-
lisce in molte immagini, ed in quella di pò in cui assistono al sagrilìzioe non in
s. Pier Damiani del secolo XI, che il p. altra finzione, beuchèsia iu servizio della
Bonaimi riporta a p. 188, ove si vedono chiesa, come fu determinato nel concilio
3 croci nella parte anteriore della stola. diCartagine del 253:» Diaconus tempore
Questo modo non più si pratica da dia- oblationis tantum vellectionis utalnr ".
quali pongono la stola sulla
coni latini, i Anche il p. Bouauni dice dell'uso de'sa-
spalla sinistra, dalla (piale trasferiscono cerdoti, d'assumere la stola senza le altre
le due parti estreme al fianco destro, ove vesti sagre nel comunicarsi, sia uel gio-
legasi col cingolo che ciuge il camice, af- vedi santo, che in letto se infermi. Si usa
finché la mano destra sia libera nel mi- la stola anche da' ministri eretici della
nisleiOjSecondo 1 ingiunto dal memorato chiesa anglicana e predicanti, per seguo
concilio di Toledo. La legatura poi nel di loro carica, in vigore della liturgia di
fianco destro, vogliono alcuni significare Carlo 11, portandola di seta nera sulla ve-
la foltezza nel resistere agl'incentivi del- ste talare e lunga sino a'piedi,ma con ri-
la carne.Questo uso fu statuito a diaconi prò ve vole abuso. Di gran lunga lodevole
dal concilio di Braga, al contrario dell'u- e conveniente è l'uso continuo del som-
so militare della tracolla che regge la spa- ino Pontefice, il quale la tiene pendente
da, per seguale che li distingue da'sacer- dal colio sopra la mozzetta, qualunque
doti. L'uso però di portar la stola sulla volta apparisce in pubblico, in segno del
spalla sinistra pendente e libera verso i la somma autorità pontificia, più o me-
piedi, fu ritenuto dalla chiesa greca, e al- no secondo richiede il rito pra«
preziosa,
treltanto pratica l'armena. Noterò che il ticato da esso, come nolòNicolade Btati-
p. Bouauni, parlando de'sagri ministri di De forma Palili cap. 3. 11 p. Bouau-
Jiou,
molti riti e nazioni, tratta delle loro vesti ninon pare soddisfatto di quelli ebecer-
sagre, delle loro atulc e uè riporta la fi- tarano dispiegarci misteri contenuti neh
74 S TO STO
la stola, ch'egli chiama pie considerazio- concede camice e stola a' vicari foranei,
ni, e conclude col vescovo Durando, De e sola colta a'parrochi,ciò che fece anche
ìndumentis lib. 3, cap. 5, cioè che la stola ilsinodo Nemausense ueli284; per cui
« admonet illuni; qui eam indniiur, ut dichiara Nardi, la stola è insegna natu-
memor si t sub jugo Christi, quud leve, rale del sacerdozio, tutti ipreti la dovea-
et suave est, se consti tu tura"; indi con no portare nel sinodo, e ponno usarla se
Ivone diChai IvesJJesigni/ìcalione indù- l'assumono i parrochi. Nel sinodo di Lie-
menloru'/i sacerdotalium, aggiunge che gi del 1287 i vicari foranei erano in ca-
si può dire,pendere la stola dal collo ver- mice e stola, gli altri preti in sola cotta.
so la parte anteriore, e ornare il lato de- Da tutto questo, Nardi con alcuni cano-
slro e sinistro,» utdoceatsacerdotem per nisti deduce contro Thiers e altri che la
arma justiliaeadextris et a sinistris, idest definirono distintivo parrocchiale, che la
stola significa quella dell'immortalità e Tommaso, la stola non è che una veste
vita eterna della gloria, come scrisse il presbiterale. Riporta la concessione del
Corona a p. 607, accennata nelle paro- 1727 fatta dal vescovo diPumini a'par-
le che dice
sacerdote nell'atto di porla
il rocchi di città onde portare la stola nelle
sulle spalle: » Bedde nubi Domine sto- processioni, ma insorte divergenze col ca-
lamiinmortaIitalis,quam perdidi inprae- pitolo della cattedrale, nel 1728 la s. cou-
varicatioue primi pareulis".Le due par- gregazionede'rili approvò la concessione,
ti pendenti significano la pazienza a cui ma di avere vigore solamente quando i
Dio promette la gloria, come scrisse ti- canonici fossero vestiti co™h abili sa<*ri di
gone, De sacr. part. 4) lib. 2, cap. 4. Il tonacelleepiauete;quindine'sinodi quan-
J
.Nardi, De parrochi, riporta varie erudi* do il capitolo non era in vesti sagre, i pie-
zioni sulla stola,che nell'antichità, come vani non assunsero il piviale e la stola,
al presente, non potevano portare che i uè questa i parrochi. Nel 1766 fu in tal
vescovi, preti e diaconi, gli altri essen- città s'abilito, che predicando un parro-
done espressacnenteesclusi. Quando pre- i co corani capitalo, noti possa usare la
ti urbani ed anche suburbani doveano mozzetta neracheaveano ottenuta dopo
assistere ogni festa alla messa del vesco- formato un collegio, ma debba tenere la
vo, indossavano camice e stola. II sinodo slola sopra la sola cotta. Sebbene Nardi
provinciale di Gnesna prescrisse, che nel dichiari che la stola è distintivo di sacer-
concilio provinciale o diocesano i vesco- dozio non d' uffizio, pure confessa, che
vi e abbati sieno con mitra, i canonici cum quando poi il prete fi un atto sacerdo-
superpelliceisj dalmuliis, et parvis mi' tale, allora si che è segno di autorità sa-
tris, eteappis, seu pluvialibus. Rectores gra, come quando confessa, predica, be-
vero ecclesiarum, et simplices sacerdo- nedice,aspei'gecoU'acqua santa, battezza,
tecum superpelliccis et slolis tantum sy-
1
; dà l'olio santo, fi funzione o qualunque
nodum inlrenl; ed anche frati sacerdoti i cosa sacerdotale all'altare, o benedizione
cum slolis. Il concilio di Buda del 1279, fuori dell' altare, adopera la stola, non
assegna ne' sinodi diocesani mitra, stola per sola insegna sacerdotale, ma quale
e piviale agli abbati; stola e piviale a'ea- veste che indica la sagra di lui podestà.
nonici ; a' parrochi e altri preti cotta e Quando una proces-
poi entra in chiesa
stola; a'monaci o sacerdoti regolari stola sione o altra unione, dà il prete di quella
soltanto. 11 sinodo di Colouia del 1289 L'acqua benedetta coll'aspersoiio avendo
STO STO 75
la stola, essendovi il vescovo deve levar- concilio di Quedlimburgo, presieduto nel
sela e consegnare al medesimo l'asper- io85 dal cardinal Ottone, che questi si
sorio. A Purificazione parlai di quella pose la stola, fece accendere i cerei e ful-
delle donne dopo il puerperio, che il par- minò di Scomunica (J7 .) l'antipapa Cle~
roco o in sua vece altro sacerdote/in cot- mente III, ed i pseudo-vescovi suoi fau-
ta e stola va a prendere verso il fine della tori.
chiesa, e conduce all' altare, prendendo Della stola del Papa. Il citato p. Bo-
la donna una delle estreme della sto-
parti nanni, cap. go Della stola usala dal
:
la rubrica che prescrive doverla ammi- portarla solamente a chi predicava, co-
nistrare il sacerdote vestito di colta e sto- me fu prescritto dal sinodo di Liegi, uf-
la^Ielcoloreconvenienteall'ufliziodiquel fizio proprio de' diaconi, secondo la più
giorno; e sebbene il Baruffai do opinò con comune sentenza, che perciò non poteva-
molle ragioni che la stola fosse sempre si usare da'suddiaconi e altri chierici in-
di color bianco, ciò che si osservava un feriori. Negli antichi secoli i vescovi, i sa-
tempo nella basilica di s. Marco di Vene- cerdoti, i diaconi la portavano continua-
zia, tuttavia è chiaro il prescritto della mente, ma di poi il solo romano Ponte-
Chiesa, a cui certamente non si può op- fice la porta in segno di sua suprema di-
porre. Anticamente era molto disonora- gnità, poiché è proprio del Papa di pa-
to un vescovo, allorché era privato del- scere il gregge,o colla sua voce o per mezzo
l'orario o stola, per cui dice l'Anastasio de'suoi ministri, colla predicazione e la
Bibliotecario in s. Agatone cap. 28, che dottrina evangelica. Il Nardi sulla ragio-
essendo Macario patriarca d'Antiochia ne addotta daAlcuino,che la stola si chia-
condannato come eretico nel VI sinodo, mò Orarium,eo quod oratoribus, hoc est
Basilio vescovo di Creta, pubblicamente praedicatoribus , concedaturj e sul can.
lo privò dell'orario e così lo degradò. An- 40 del concilio di Toledo, Orarium o-
che a Sacerdozio parlai della degradazio- portet levitata gcstare in sinistro humero,
ne degli ecclesiastici, e dello spoglio che propter quod orai, idclpraedicalj os-
con sue formole si fa di tutti sagri pa- i serva che il vescovo è predicatore perchè
ramenti, compresa la stola. Riportai nel dottore unico, e non può commettere la
?6 STO STO
predicazione vera clic al prete e al dia- aedif. p. 7^,n.°i i4,sect. i", p. io 3. Di-
cono. Il Papa dunque come vescovo ilei chiarai a Mozzetta che il Papa usa sem-
vescovi, con più' di ragione gli conviene pre usuale di raso rosso o di da-
la stola
dappertutto e sempre portare la stola. Il masco bianco, così le Scarpe U'.). Que-
Muratori, Disseti. $5* Delle vesti, dice ste però e la mozzetta, secondo tempi i
le, nel recarsi a servire a Pranzo quelli to, entra nell'aula concistoriale. Termi-
cui lavò i piedi, e ad onta che perciò tra- nato il concistoro, nella detta stanza il
couiecliè incede senza la stola. Oltre le gli a baciare la detta croce. Di che parla
dette duestole usuali e proprie della moz- il Chiapponi, Ada canonìzatìonis p. 53.
zetla, il Papaco'sagri paramenti adopera Ne'concislori semipubblici e pubblici il
altre stole, quasi eguali nella forma e ma- Papa nella stanza della falda assume que-
teria alle usuali. Nelle inesse private per sta, il camice, il cingolo, la stola e il manto
istole adopera quelle del colore proprio rosso, e la nutra : la stola gliela pone e
di esse. iNelIe pubbliche funzioni usa le leva il detto cardinalejsempre facendogli
stole proprie de'sagri paramenti di 4 co * baciare la croce di mezzo. Se il Papa si
lori, bianca, rossa, paonazza e rosacea, reca in qualche chiesa a celebrai- messa
secondo il colore del Manto che indossa, bassa, e se vi sono cardinali, a! più anzia-
ed anticamente adoprando il pivialene- no tra i diaconi appartiene dopo la pre-
ro, così era la stola. Il piviale o manto parazione di levargli la stola dalla moz-
rosso lo adopera anche in luogo del co- zetto e poi imporla dopo finita la messa,
lore nero e di quello paonazzo, per cui consegnandola e ricevendola dall'aiutaii •
nell'avvento, nella quaresima e in altri ledi camera, come notai ne'vol.XXX V II,
tempi che laChiesa usa il colore paonazzo, p. icSy, XLI, p. 289, e dichiarano Ma-
allora il Papa di tal colore assume la sola gri al verbo Stola, ed il vescovo Sarnelli
stola,così ne'funerali. Qualora il Papa do- nella citata lett. 26 del t. 3, oltre Luna •
vesse celebrare in tempi che i Coloriec- doro, Relaziorie della corte di Roma, e-
clesiastici [f.) devono essere verdi, di diz. del 1 G46, p. 1 4 ' • Se non vi sono car-
questi sono paramenti e così la stola;
i i dinali diaconi, supplisce l'ultimo cardi-
casi però sono rarissimi. Tutto e meglio nale prete de'presenti o altro. Non essen-
dichiarai aGAPPELLEPONTiFiciE,desci'i ven- dovi alcun cardinale, ciò maggiordo- fa il
la stola di raso rosso concistoriale (colore toglie, anche la stola facente parte ilei sa-
78 S T O S T ()
grò para mento, ed il citato Chiapponi no mente vestilo di mozzetta e stola, e per
parla a p. i 72.Ne'pontiflcali al Irono, pel inavvertenza lo ripetei nel voi. LXIV,p.
canto dell'ora di terza, il cardinal diaco- C)4> sebbene con sola mozzetta avessi di-
no ministrante leva al Papa quella in- chiarato doversi vestire sia nell'esposizio-
dossata per essa egli pone quella più no- ne nelle pontifìcie stanze, sia nel trasporto
bile per la messa solenne, oltre idi altri solenne in Lettiga (F.) e senza essere pre-
magnifici paramenti. Nella mattina della ceduto dalla croce papale, ne' voi. Vili,
Processione del Corpus Dominile il Pa- p.i86e 87,XLVII,p. 3 2, che veramen-
i
ate consegna l'aspersorio al cardinal de- cose di fatto per essersi sbagliato, talvol-
cano o più anziano, il quale lo presenta ta non fui felice di emendarli, ad onta
al Papa, indi il cardinale diacono più an- della più scrupolosa diligenza e ricerche
tico dopo la preparazione gli leva la stola indefesse; però ini giova riflettere sugli
usuale facendogli baciarla croce (in que- innumerabili errori che corressi o retti-
sta e in altre funzioni in cui s'indossano ficai, ed essendo uomo, cioè fallibile, non
gli abiti sagri, in mancanza de'cardiuali sempre mi è dato ciò fare, perciò vuole
diaconi suppliscono i cardinali preti, ma la discrezione e l'equità di non addebi-
in abito diaconale), ed in sua mancanza o tarmi que che non potei conoscere,
falli
venerdì di marzo dopo la predica del Pre- stimonianze. Leggo nel contemporaneo
dicatore a jioitolico (/~.),discende co'car- diarista Cecconi, Diario istorico p. 684,
ditiali in s. Pietro, dopo die il più degno sulla morte eculavered'Innocenzo XIII,
cardinale diacono gli ha posto la stola u- che fu vestito di soltana, mozzetta e ca-
suale sulla mozze Ita, aveudo già il cardi- lila uro (mancano di nominarsi il rocchet-
nale deposta la sua cappa, il che non fa to, la fascia, le scarpe), indi al solito e-
se Papa già l'ha presa in camera
il dal sposto nel suo palazzo apostolico Quiri-
maggiordomo. Il cadavere del Papa dai nale (perchè ivi morì), sotto il baldacchi-
Penitenzieri l'aticani^I.) si lava e quin- no,al!a vista del popolo, ivi concorso per
di si veste cogli abiti usuali della moz- vederlo e baciargli i piedi.» La sera del
zetta, si espone nellesuestanze senza sto- giovedì a un'ora di notte, disteso in tal
la, e in tal modo e seuza essere preceduto forma il cadavere col coppello in capo, e
dalla croce si porta nella cappella Sisti- senza stola e croce, entro una lettiga di
na, ove poi spogliato tlella mozzetta e del- velluto tutta guarnita di frangie e trine
le scai pesi veste degli abiti pontificali di d'oro, ed aperta da ogni parte, s'incam-
colore rosso, inclusivamente alla stola e minarono tutti ordinatamente, dal Qui-
scarpe di essi, e così vestilo poscia si po- rinale, verso il palazzo Vaticano. Ivi giun-
ne nella cassa mortuaria. Nel voi. VI, p. to nella cappella Sistina, i penitenzieri di
2o4)parlando del cadavere del Papa se- Sì Pietro (che circondando la lettiga Io
guendo uno scrittole, lo dissi eirouea- aveano accompagnato con torcie accese
STO STO
in mano e salmeggiando in bassa voce), si ve a Leone X neli^i 3 s'incedeva in ca-
spogliato il cadavere degli abili domesti- valcata e con paramenti sagri e mitre a ca-
ci e vestito degli abiti pontificali di co- \ a Ilo. ed il Papa vestiva i sandali, l'ami Ito,
lore rosso, cioè rocchetto, camice (man» il camice albani ,la crocepetlorale,la stola
ca il cingolo, la stola, i sandali, i guanti, albani, la tonnellata dalmatica, la piane-
ec), dalmatica, pianeta, fanone, pallio, ta, il fanone, il manipolo, guanti, la mitra i
mitra di tela d'oVo (anch'io nel citato voi. o il triregno preziosi, il pallio, altri por-
VI, p. 204 dissi di lama d'oro, seguendo tarono il piviale prezioso come Giulio II;
piedi due cappelli pontificali (ne riparlai mnibus para nìenlh pontificalibus } a san-
al detto aiticoloSEPOLCRo)di velluto ros- usque ad pnllium super planetam,
dali-;
so, che si fanno portare dal sommo Pon e con triregno sotto baldacchino; giunto
teflce nelle pubbliche funzioni (nelle so- alla basilica Lateranense, lo depose per
lenni Cava leale) i\(\ due camerieri segreti assumere la mitra preziosa. D'allora in
(anzi da 4) e meglio ne riparlai a Sovra- poi i Papi presero possesso vestiti di fal-
nità' de'Romam Pontefici), e posto detto da, rocchetto, mezzetta e stola preziosa,
cadavere sopra una bara portatile in for- e sopra il berrettino il cappello pontifi-
ma di letto funebre, circondato di lorde cale: vi si recarono a cavallo, in lettiga,
nel mezzo venne assi-
di delta cappella, e per ultimo in carrozza ma senza |,i fal-
stitoall'intorno da'prenominati peniten- da. Il Cancellieri pubblicò la raccolta del-
zieri di s. Pietro, quali con colta e stola le relazioni di tali funzioni, nella Storia
gli andavano recitando i salmi ed altre (b- 'possessi, dalla quale ricavai le seguen-
sagre preci... poi dal clero della basilica ti nozioni sulle stole preziose de' Papi.
Vaticana, precedendo la sua croce,fu por- Paolo III nel 1 533 vestito di rocchetto
tato in chiesa il cadavere, seguito da'ear- Inngo, et stola super capuliurn de velluto
dinali". L'altra testimonianza la ricavo creniesino eauitavil. Inoltre diPio IV m'i-
da'n.i 67 e 68 del Diario di Roma del struisce lo stesso Cancellieri, nelle giunte
1823, di quanto fu praticato col cada- e correzioni delle Cappelle pon li /ice, che
vere di Pio VII. Morto al Quirinale, fu nel 1790 ancora esisteva nella sagrestia
vestito con sottana bianca (non sono no- papale la stola preziosa ricamata con per-
minati indumenti), mozzetto rossa
altri le, fatta da Paolo III Farnese e rinnova-
e camauro,e si espose con Ietto e baldac- ta da Pio VI, diesi usava da'Papi nella
chino di colore rosso in una delle anti- benedizione degli Agnus Dei (de'qnali ri-
camere, con 4 cerei agli angoli: nella sera parlai nel voi. LI p. 83), in uno a Scon-
I
,
del dì seguente fu pollalo il cadavere in cile d'argento collo stemma dello stes-
lettiga aperta da due mule con gualdrap- so Paolo HI, e 16 cucchiaie d'argento,
pe riccamente guarnite, vestito come ho oltre una più grande d'argento dorato,
dello e col cappello usuale, alla cappella per uso del Papa, e tutte collarine d' A-
Sistina del Vaticano, ove fu vestito pon- lessandro VII. il Marangoni, Delle cose
tificalmentee con mitra di lama d'argen- gentilesche trasportate a uso delle chie-
to, e così fu esposto e poi sepolto. i\e'so- se, nei cap. 77 e 78 copiosamente e con
lenui Possessi de Papi ( V .) sino e incili- audizioni trattò sulle iscrizioni, memo-
S„ STO S T O
rie e stemmi <le'Papi e cardinali nel- rocchetto, colla mozzetto di velluto ci e?
le chiese, se possano praticarsi senza no- melino con mostre di pelli d'arinelliuo,
ta di vanità, e sesia lodevole, riportan- con istola sopra preziosa. Innocenzo IX
do molti esempi di santi per la parte af- nel 1 59 1 si recò al possesso, con subtana]
fermativa. Di questo argomento in breve serica alba, et longiore sub rocchetto in -
rimi stola, rum pei lis .... et 'miravi t in le- cremesino colle mostre di armellino, cap-
clicam. Nel [566 s. Pio V per prender pello pontificale teso del medesimo vel-
possesso, in camera audicnliae secretae luto circondato di trine d'oro, con stola
coepìt falcioni, amictum, albani, citigli- preziosa al collo ricamata e adorna di mol-
Inni, mozzetlar/i, et stoloni cum perlis. te perle. Gregorio XV neh 621 pel pos-
Arrivato nel portico Lateranense, depo- sesso, accepit faldata magnani scricam,
silis sloia cum perlis, et mozzetto, et ac- et stoloni prèciomm saprà inozzeltam de
cepla alia stola, pluviali et mitro. Tro- velluto rubeo, et golerurn pontificaie in.
vo in Novaes nella Storia di Clemente Noterò con Cancellieri, Cappelle p. 261,
XI, che canonizzò s. Pio V,che nella tra- che nel 790 ancora esisteva la stola pre-
1
slazione del suo cadavere al luogo ove si ziosa di raso rubino, tutta ornata di perle
venera, e fatta a* 16 settembre 169S, fu di variegrandezze adisegno, con lo stem-
spogliato delle antiche vesti, alle quali si ma di Gregorio XV (della famiglia Lu-
sostituirono delle nuove, onde la stola fu dovisi),che Papi adoperavano sulla moz-
i
donata alla famiglia Chigi, che la collo- zetta nelle solenni Cavalcale {V.) perle
cò in prezioso reliquiario, ed a'2 5 mar- Cappelle della ss. Annunziata, di s. Fi-
zo 1775 fu dal principe d. Sigismondo lippo, della Natività, di s. Carlo, le quali
donata a Pio VI, che per divozioneal san- cavalcate non si fecero più dopo Pio Vf.
to ne avea preso il nome. Di questo ne Pel possesso Alessandro VII nel 1 655 usò
parla ancora il n.° 26 del Diario di Ro- stola brocleis argenleis pietà, gemmis au-
ma 1775, colla descrizione della ricchis- roqueCrucis imaginem ,gentilitiaque(t\el-
sima e nobile custodia,eilPapa fece espri- la famiglia Chigi) stemmata exprimenti-
mere al principe il suo sommo gradimen- bus, lemniscisqueex auro bracleato per-
to, pel suo segretario d'ambasciala mg. r ornala defluente e collo speclabilis. Cle-
Avogadro. Gregorio XIII nel 1572 per mente IX nel 1667 si recò in lettiga al
prendere il possesso, sumplaqite longiori possesso,colla mozzetta di velluto creme-
veste, quae falda vocalur, et stola pre- sino con mostre di pelli d'armellino,cou
Uosa super capulio purpureo, descendit stola preziosa, circondato da' Paggi (F.).
in atrius inferius, ubi ascendit equum al- Clemente X nel 670 prese possesso colla 1
con islola preziosi con ricche gioir. E- piacenza svolsi ne numerosi suoi impor-
ziandio neh 72 1 Innocenzo XIII, portato tanti orticoli. ì\Ja le vicende politiche che
in lettiga al possesso, era vestito con moz- resero clamoroso il fine del secolo pas-
zetta di velluto rosso e stola preziosa con sato, spogliarono las. Sede di tuttociò clic
gioie. Nel citato diarista Cecconi appren- possedeva di prezioso per la celebrazio-
do che nel 1
724 d piissimoCenedeltoXIII ne decorosa de'santi misteri, di che pure
incede al possesso a cavallo, con mozzet- non mancai parlare a'suoi luoghi consen-
r
to di caso rosso esopravi la stola prezio- sidi dolore. Il rispettabile mg. Baldos-
sa chiamata ponti ficaie, tutta adornata di Pio fi,
sori, Relazione delle avversità di
perle. Clemente XIII nel 7 :>8 portò nel 1 I. con diligenza narrò co-
2, p. [2 e seg.,
possesso la stola preziosa con perle; Cle- me Pio V per adempiere duri patti del-
I i
mente XIV nel 1769 a cavallo e colla la famosa pace di Tolentino, ordinò che
ficali, vestì la mozzetto e la stola usuale, Vili, di Giulio II, di Leoue X, salvati nel
restituendosi in carrozza circondota dai sacco di Roma. Altri aveano le insegne
poggi al polazzo apostolico. Fu Iddio che di Paolo III, di Giulio III, di Gregorio
ordinò a Mosè che le vesti sacerdotali fos- XIII, di Sisto V.... Le perle raccolte di
sero preziose, perchè in esse vesti appa- ogni grandezza pesarono libbre To, e qua-
risse lo bellezza e il decoro ilei grado sa- si una libbra le granale, i rubini e altre
cerdotale, perchè il sacerdote fosse stima- gemme. Inoltre si disfecero due MUre^V.)
to e riverito dal popolo. Volle Iddio che preziose, e 4 ricchissimi Triregni (/ '.),
s'impiegasse nel culto suo tuttociò che in cogli stemmi e iscrizioni de' Papi che li
terra è più prezioso, come ampiamente fecero". D'allora in poi non vi furono più
dimostra il p. Conanni, La Gerarchia ec- le stole preziose e altri sagri paramenti
clesiastica, dichiarando altresì che tutto ornati di Gemine e Pietre (F.) di valo-
era idea dello futura gerarchia della chie- re, ma con soli ricami d'oro. Laonde se
sa cattolica che Dio andava meditando sino a quel tempo due erano le stole u-
d'istituire dopo lo redenzione del mondo, sualide'Papi, tanto quanto al colore bian-
in cui in luogo del sommo sacerdote de- co e rosso, che quanto alla materia cioè
gl'israeliti, dovea stabilire un capo visi- preziosa e ordinaria con soli ricami, dipoi
bile, il quale la governasse come suo vi- restando la distinzione nel colore, quindi
cario e vice Dio in terra. Sebbene poi nel- stole più nobili i Papi non adoperarono
PioA 7
II prese possesso incedendo in contento fautore dell' articolo dell' Al-
carrozza e preceduto dalla cavalcata, co- bum^e perchè si facesse confronto delle il
me praticò il regnante l'io IX, e J ambe- siole di Pio VI e di Gregorio XVI, colle
due con islola usuale; con minor pompa Papa Calisto
stole del III, in cui sono le
si recarono nel possesso Leone Xll e l'io immagini de'ss. Pietro e Paolo, e del Pa-
Vili, indossando ciascuno stole usuali, e pa Pio IX formata di i\ue sole croci, ol-
tale fu la portata da Gregorio XVI in tal tre i ricami, ne diede ili lulte il disegno
funzione, nella quale, come due imme-i a suo modo. L'introduzione degli stemmi
diati predecessori, vi andò in carrozza. Di gentilizi ntllestoie pontificie, col di sopra
più Gregorio XVI Vi si condusse senza narrato provai eh' è anteriore a Pio VI
pompa, non adoperando neppure la car- ed a Gregorio XVI, e di questo ultimo poi
rozza nobile, e senza che alcuno lo pre- di ròdi più. È notissima eanticliissi ina con-
cedesse a cavallo, tranne il crocifero col- suetudine, che morto il Papa, spelta al
la croce pontificia, uso proprio del treno cardinal camerlengo eal prefetto delleie-
setnipubblico.Eppureeglieil gloriosoPio remouie pontificie, di fin- allestire gli si-
\ 1 furono oltraggiati e calunniati dall'au- bili pel successore, fra i quali due stole
tore dell'articolo: De' Palili e citile Sto- usuali con semplici ricami d'oro arabe-
le de' sommi Pontefici, pubblicato da! u.° scati (e di ipiel genere che si vede nella
38dell'^/Zw//j di Roma de' i 3 novembre stola del ritratto di Clemente XIII, posto
1S47, dicendo gratuitamente esenza do-
ì in fronte al Buttarti Romani Continua-
cumentarlo. » Anticamente Papi per la i tio), con 3 croci come alle comuni stole,
loro modestia hanno sempre usalo por- con piccola frangia d'oro nell'estremità,
tare la stola con un semplice ornato; ma e due cordoni di seta e oro, con ghianda
in seguito cominciò a vai iure questa lo- e fiocchi per riunire le due parli sul pet-
devole costumanza; ed in vero noi vedia- to, e talvolta per meglio lei maria si ag-
mo che Calisto II Idei i455 la portava col giunge un uncinello altra specie di fer-
l'effigie de'ss. Pietro e Paolo. Pio III nel maglio. La forma e grandezza è quasi co-
i5o3 e suoi successori vollero fregiarla me le stole comuni del clero; quanto al-
colle immagini degli altri apostoli, fi u tan- la materia, la stola rossa è di raso rubi-
toché in (juesto più bel sagro ornamen- no, quella bianca di damasco di tal co-
to papale s'intiodusse il costume di frap- lore, ed ambedue sono foderate di seta e-
porvi a gwsa di livrea i rispettivi slemmi gualmentede'rispetti vi colori. Appena ve-
di famiglia, come fecero Pio*V I e Grego- stito il nuovo Papa dell'abito ordinario
rio X\ I. Ma per miracolo della provvi- della mozzelta, il cardinal 1 ."diacono gli
denza venne Pio IX, quel Pontefice la cui dà a baciare la croce di detta stola usua-
moderazione, la cui saviezze), la cui virtù le rossa, e bianca se nel la settimana di Pa-
a
inspirano rispetto e ammirazione a lutto squa, e per la 1 . volla gliela pone al collo
il mondo. Questi appena salì al trono pon- e allaccia o ferma sul petto. Così vestilo
tificale, memore delle vetusteapostoliche il novello Papa sedente sulla sedia pon-
a
consuetudini, in sì sagro arredo volle an- tificia riceve la 1 . adorazione e ubbidien-
cora essere riformatore, rendendo così in za da'carditiali. Come tutti i Papi, anche
certa guisa un franco e solenne omaggio Gregorio XVI e Pio IX ebbero tali sto-
alle tradizioni e costumanze de'suoi glo- le e l'usarono. Nel decorrere degli anni,
riosi predecessori. Laonde secondo gli an- le stole di Gregorio XVI divenute poco
tichi usi e conforme ai gusto artistico del- decenti per l'uso, si rinnovarono dal mag-
STO STO 83
giordomalo in tulio scrupolosamente e- ladeserizioneedirneancoraleprovenieu-
guali,senz'aumento di nuovi ornali, uè ze, ma la' brevità me lo vieta, dovendo
di maggiori ricami, ad eccezione di una piuttosto e come più intrinseco passare
che all'insaputa del Papa fece fare un con dimostrazioni alla difesa de'Pontefi-
maggiordomo cogli stemmi, e ciò ad e- ciPio VI e Gregorio XVI; e contro le in-
sempiodelle usate da tanti Papi. Però di- giurie con tanta audacia lanciate alla lo-
spiacque al Papa, e per non mortificare io veneranda riputazione, riportare il ri
il prelato soltanto alcuna rarissima volta sultato di qualche mia ricerca e limitata
l'adoperò. Vero è inoltre, che la divozio- sopra alcuna delle opere clic possiedo, cioè
nedi alcuni fedeli offri a Gregorio XVI, sui monumenti antichi, e riguardanti gli
ad esentpio del praticato con altri Papi, stemmi introdotti nelle usuali stole ponti*
diverse stole', più o meno ornale, ed al- fide, nonché ne'mauti o piviali degli stes-
cune con istemmi; ma o per essere bian si Papi, analogamente all'immemorabile
che nella più parte, o per la loro forma., costume di porre gli stemmi gentilizi ne-
poclie volte furono indossate dal virino- gli utensili sagri, che ci ricordano l'eoo
so Papa;e quando lo feceripugnante,cou- che io cui furono lavorati e di coloro che
venne fargli riflettere, di dare così una li fecero eseguire per proprio uso o per
dimostrazione di gradimento ai riverenti pie offèrte, con vantaggio della storia,del-
e ragguardevoli oblatori; come con poco l'arte, e della religione come esempi di gè-
successo praticai con bellissime scarpe a nerosa pietà. Tutto questo pure esegui-
lui dotiate, e lo rimarcai nel voi. L1I, p. rò con semplici e laconici cenni, aitrimen-
i io, ma noncibare quelle regala-
volle tiamplissimo ne sarebbe l'argomento, e
te dalla regina Cristina di Sardegna per- converrebbe entrare in particolari che
che con croci ili brillanti. Nel testameli- devo evitare. Già riportai a Medaglie
loolografodiGregoi io \\ I, notificato dai i'ontii nciE,a Monete i'ontificie, ed inal-
pubblici fogli periodici, si legge questa di- tri relativi articoli, alcune mie osserva
sposizione. » j. "Al Maggiordomato lascia- zioni fa ite sopra scrittori di numismatici
ino le tre stole nobili, una bianca ricama- pontificia, e riguardanti i nomi, l'epi gra-
ta con due brillanti solitari],- e due rosse fi, gliemb'emi, le insegne, gli stemmi gen-
parimenti ricamate, per uso de' Pontclìci tilizi,le figure, ed i ritratti nelle mede-
rò tempore". La prima stola , coi due siine incise, sia sul piviale, sia sulla stola
brillanti nel centro delle due croci si- usuale. Se da'remoti tempi a tutti i prin-
tuate nelle parli estreme di essa, fustu- cipi, a'nobili, ed anco a'particolari, non
pendamenle ricamata a Parigi e costò meno che a tutti i gradi della gerarchi i
tà di Lilla in Francia; l'altra rossa ebbe pera del p. Bouanni, Numisinata Ponti
il fondo di velluto cogli stemmi all'eslre- ficuni Romanorum, si riportano incise e
mila. Potrei di queste e delle altre farne illustrate le pontificie medaglie da Mar-
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tino V del l«4 17, ad Innocenzo X1T e ni rinelli che congiungono sul petto le due
1 (i()(), elicendosi ancora che insigna gerì- parli del pontificio manto, perchè anco in
tililium aeprìmum ésepresserit Eugenius essi vi fnronoespressefiguree6temmi gen-
daglie pontifìcie da Martino V fino a Pio genio IV e Nicolò V furono effigiati ve-
FU esistenti nella pontificia zecca, si la stiti di piviale con ricami, e quello del-
danti i manti o piviali papali , natural- teste dicherubini; quello pure di Giu-
mente più rilevanti delle stesse stole u- lio IIha figure, e quello di Leone X col-
suali, comechè s'indossano da'Papi nelle l'immagine di s. Paolo. Adriano VI tro-
sagre funzioni pontificali; ed ancorché si vasi in camauro e mozzetla. ClementeV 1 1
voglia supporre che fossero invenzioni de- ha il piviale collo Spirito santo, e nel for-
gl'incisori adornatimi, o per fare allusio- male l'immagine del Salvatore; in altro
ni alle virtù e a'fasti del Papa pel quale con due figure allegoriche muliebri, enei
intagliavano! conii,però ne doverono pri- formale la detta immagine. Nel piviale di
ma riportare la sua piena approvazione, Paolo III è espresso il Papa che apre la
nel disegno che gli sottoponevano innanzi porta santa, e nel formale una figura se-
di eseguire l'incisione. Le larghe mostre dente; inalilo il Papa dà lo stendardo ad
anteriori de'manti piviali pontificii, sic- una figura genuflessa, e nel formale so-
come circondano ancora il col lo e si disten- novi due figure in concordia; altro pi via-
dono si no al l'estremità, chiama te pure fre- le ha l'effigie di s. Paolo. Giu- Il piviale di
gio, ricamo, aurifrigio, e sul quale i car- lio III cornato di figure esprimenti il Pa-
dinali haciano la mano al Papa nel ren- pa che sedendo benedice il popolo, in al-
dergli al trono l' Ubbidienza, (F.), si peli- tro sono ricami istoriati co'fatli del Pa-
no considerare stole ornamentali esterio- pa, altro ha varie figure intorno ad un'ara
ri, laonde con piìi di ragione mi è lecito accesa, altro col Papa in atto di benedi-
pnrIarne;epoi le nozioni ed ei udizioni che re, altro col Papa sedentee figura innan-
qui riunirò, si collegano a molte altre, e zi, altro col Papa in tal situazione e mol-
leticavo dalle due menzionate opere, che te figure, altro con processione al tempio
ciascuno può riscontrare, come delle al- rotondo (di s. Andrea fuori la porta Fla-
tre di cui poscia ragionerò compendiosa- minia, di cui nel voi. LV, p. 263 e altro-
mente. Le figure o stemmi che descrive- ve). Molte figure appariscono sul piviale
rò, esistenti in dette mostre de'piviali, so- di Marcello II, oltre un'ara accesa con due
no ricamale precisamente sul petto ever- figure per partecon faci: in quello di Pao-
so il Dirò pure qualche parola sul
collo. lo IV sonovi ss. Pietro e Paolo. Nel pi-
i
figure, in altro la 13. Vergine. Gesù che Iocou croce; come pure e pel [."viene ef-
chiama s. Pietro dalla naveè ricamato sul figiato iucamauro, mozzetta e stola cou
piviale di Gregorio XIII, altro con pre- ricami e la sua arme, ed in una vi è ri-
dica dell'apostolo, altro coli' adorazione ca-mata la B. Vergine. Se si esaminasse la
del Papa, altro con processione (forse pel collezione delle monete e medaglie pon-
trasporto del corpo di s. Gregorio Nazian- tifìcie si troverebbero non pochi anteriori
zeno alla chiesa di s. Pietro), altro colla esempi si ulili,edùmuinerabi li de' Papi po-
crocefissione di s. Pietro: due medaglie steriori. Il piviale di Clemente IX ha soli
lo rappresentano mozze Ita. Il piviale
in ricami, molte medaglie poi lo figurano in
di Sisto V ha una figura che adora il Pre- mozzetta estola, cos'i Clemente X; ne! suo
sepio, altro co'ss. Pietro e Paolo, altro con piviale vi è s. Pietro, in altro il Papa ri-
Angelo e la B. Vergine, altro con figure ceve uno stendardo turco, in altro si ve-
intorno ad un'ara accesa. Urbano VII ha de una processione, in altro la Crocefis-
un piviale con Gesù Crocefisso e figure sione, in altro un santo adorante la cro-
sotto la croce, altro con due ss. vescovi. ce. Il veti. Innocenzo XI ha il piviale con
Gregorio XIV ha nel piviale i ss. Pietro semplici fregi; in mozzetta con croci la-
e Paolo; Innocenzo IX Gesù con croce e insieme a'ritiatli di Leo-
terali sul petto,
la B. Vergine; Clemente Vili la figura poldo Giovanni III, e Giustiniani do-
I,
della giustizia, e in altro s. Gio. Battista. gedi Venezia perla liberazione di Vien-
Leone XI èconcamauroe mozzetta. Pao- na. In un'altra medaglia con mozzetta e
lo V in piviale con s. Francesca e l'Ange- camauro in Irono ricevendo i legali del
lo, in altro colla B. Vergine, in altro con Tonkino e di Siam a udienza pubblica.
processione pontificia, in altro con s. Gio. Uu'altra figura il suo stemma gentilizio
Battista, in altro Gesù dà le chiavi a s. Odescalchi posto in cielo tra gli astri, col-
Pietro. Il pi viale di GregorioXVhas. Gio. l'epigrafè: DivìnaeNunciaMentis. Le me-
Battista. Quello d'Urbano Vili la figura daglie col piviale hanno iu cpiesto rica-
di s. Pietro, e nel formale la B. Vergine di iti la b. Vergine iu gloria, Gesù che
col Bambino; in altro piviale s. Elisabet- consegna le chiavi a s. Pietro, il Croce-
ta, in altro le teste de'ss. Pietro e Paolo, fisso, il Salvatore. Iu altra cou mozzetta
in altro s. Pietro e Serafini, in altro s. Ur- e stola, si vede ricamato un santo genu-
bano vescovo, Michele arcan-
in altro s. flesso avanti ilCrocefisso. Alessandro V 1 1
gelo, in altro con 4 figure e nel formale è in mozzetta estola ricamala, colla sbar-
l'immagine del ss. Salvatore, in altro l'Im- ra traversa, parte del suo stemma Otto-
macolata Concezione, in altro i busti dei boni; in altra la stola ha per ricamo la
ss. Pietro e Paolo e due faccie del sole em- B. Vergine col Bambino: ue'piviàli vi è
blema di sua casa Dai berilli, iu altro la s.Brunone, un sauto genuflesso. Final-
B. Vergine col Bambino, ed anche in ca- mente il p. Bonanni riporta le medaglie
mauro, mozzetta e stola. Il piviale d'In- d'Innocenzo XII con mozzetta e stola ri-
nocenzo X è ornato co'ss. Pietro e Pao- camata, ed anche in trono cos'i vestito in
lo, altro con processione e il Papa sotto alto d'inviar missionari iu Africa e Asia:
baldacchino, altro colla Concezione, al- nelle medaglie col piviale, questo è or-
tro cou mezze figure de'ss. Pietro e Pao- nato colla Concezione, con s. Pietro, colla
lo, ed in diverse medaglie si trova effigia- B. Verginee il Bambino, colla porta san
to iu camauro, mozzetta e stola. Alessaa- ta. Luogo sarebbe riferire i fregi de'pi-
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viali che prosiegue a eluseti vere la suddet- la e collo stemma gentilizio ricamato: so-
ta «Seritfffe'co/m.; solo dirò di quello diCIe- no colla semplice mozzelta Clemente X e
menieXlcolsuostemmaAlbani,ehela sto- Alessandro Vili. Benedetto XIV con es-
la d'Innocenzo Xlll rappresenta la Pru- sa ha la stola ricamata culla propria ar-
denzaelaGiustizia,l'umileBenedettoXIIl me Larnberlini, come ha la suaCastiglio-
è in piviale colla sua armeOrsitii,Clemen- ni Pio Vili nella stola, e sotto il quale ne
te XII in esso hail parente s. Andrea Cor- fu incisa l'immagine. Neil' Effigies Roma-
sini, e il suo stemma gentilizio, e Pio VII nò rum Pontificum, Bassani 1773, sebbe-
ha nel suo il proprio stemma Chiaramon- ne vi comprenda pure il ritratto di Pio
ti. Nel libro intitolalo, Pontificum Roma- VII, adorna l'immagine di s. Pie-
il pallio
lìorum numismata templi Vaticani fa tro e successori, poi si vedono vestiti di
bricam chronologicam indicantìa, tra le pianeta, di piviale con arabeschi e figu-
incisioni vi sono le medaglie di Martino re de'ss. Pietro e Paulo, oltre il formule.
V, Paolo II, Giulio II, Leone X, Giulio L'abito di Giovanni XXI ha Scappuccio,
llI,GregorioXIU,SistoV,CletnenteVIII, Clemente Ve in pianeta, Clemente Videi
Paolo Y, Urbano VIII, Innocenzo X,e j352 in rnozzetta, Innocenzo VI che gli
te in pianeta, in pivialecol formale e santi gigli gentilizi. Alessandro VII è colla so-
nelle mostre; da Clemente V del i 3o5 in la rnozzetta, Clemente IX in rnozzetta e
poi con rnozzetta e camauro alternativa- stola. Il Guarnacci, continuatore del Ciac-
mente co'pìviali e pallii. Il piviale di Ni- conio, Vitae Pontificum Romanorutn da
cola V sembra colle figure de'ss. Pietro e Clemente X a Clemente XII, riprodus-
Paolo, cosi di Calisto ili e altri successo- se eziandio i ritraiti e gli stemmi de'Pa-
li. Da Clemente VII deli 523 sempre fu- pi. L'opera è dedicata a Benedetto XIV,
rono dipinti in mozzetta,e ordinariamen- e vi pose in fronte la sua effìgie in camau-
te col camauro orlato di pelli d'armelli- ro, rnozzetta e stola ricamata colla di lui
no. Alessandro VII pel [."anche colla sto- arrae.CIementeXsi vede in semplice moz-
S T O S X O 87
zella, Innocenzo XI in uiozzelta e sjola; Qua mente provato co' monumenti, che
eosì Alessandro Vili, ma co'suoi stemmi Pio Vie Gregorio XVI non mai introdus-
dell'aquila con fine teste sul globo,e ri- sero pe' primi esclusivamente nelle stole
petuti in ogni parte. Sono pure in moz- usuali i propri stemmi gentilizi; e se tal-
teXII col suo stemma in ricamo. Il Bui- lustri predecessori. D'altronde è troppo
lari ttm Romanor um Pontificii m da s. Leo- noto quanto Gregorio XVI fu geloso cu-
ne Clemente XII, riporta l'effigie e gli
I a stode e osservatore rispettoso degli anti-
stemmi de' Papi cominciando da s. Pietro chi ritieceremonie, e contrario a qualun-
ecolpallio, poi in pianeta, in piviale con que no vita. Ne die luminosa e solenne pro-
figure de'ss. Pietro e Paolo e formali. Ap- va quando ricusò di tornare ad usare la
pariscono Giovanni XXI col cappuccio, nobile croce astata con 3 traverse, della
Clemente V in piviale, Clemente VI pel quale riparlai nel voi. LI, p. 2C)8, con do-
ì.° in mozze t (a, Innocenzo VI peli. in verosa lode del Papa. Dissi superiormen-
camauro e piviale, Gregorio XII peli." in te che il Papa, nel conclave appena elet-
camauro e mazzetta, Nicolò V con ligu- to, deposti gli abiti cardinalizi e vestiti gli
re di santi ricamati sul piviale, altrettan- ordinari pontificii, indi assume la stola li-
to osservo in Calisto III e Pio III : però il stiate; però qui aggiungerò col Magri, vo-
formale di Pioli! ba la mezzaluna, stem- cabolo Papa, che al tempo suo non si li-
ma di sua famiglia Piccolomini. Peli." ceva l'adorazione vestito di mozzettaesto-
Alessandro VII in mozzetla e stola colla la, sebbene intende di parlare della r.*,
sua arme ricamata; indi Clemente IX in nella quale vestiva perciò,oltre gli allo i-
mozzelta e' stola collo stemma Rospiglio- li abili, l'amitto, il camice, il cingolo, ed
si di sua famiglia. Clemente X è senza sto- invece della fascia di seta bianca con fioc-
la, Innocenzo XI la porta, non Alessan- chi d'oro, quella di colore rosso, ma que-
dro Vili, bensì Innocenzo XII, Clemen- sto temo errato, la stola pendente dal col-
te XI, Innocenzo XIII, Benedetto XIII, lo, se sacerdote, o dalla spalla sinistra se
Clemente XII. E per finirla aggiungerò, diacono, e se non aveva ordine sagro non
che Eternino dedicò a Clemente XI la sua riceveva la stola, indi il pi viale e lamitra
opera: II tribunale della s. Rotaie vi po- preziosa. A Suddiacono, a Diacono, a Sa-
se nel frontespizio il ritratto dello stesso cerdozio, ed a Co.vsaop, azione del som-
Papa in triregno e piviale, nel ricamo del mo Pontefice, riportai. quanto si prati-
quale e sul petto in ambo le parli cam- cò coli' eletto Papa in tale funzione, se
peggio il suo completo stemma gentilizio, dovea consagrarsi suddiacono e diacono,
sovrastalo dalle chiavi incrociate, dal tri- perciò recando visi egli senza stola. I car-
regno e dallo Spirito santo raggiante. Il dinali in conclave ueli.°giorno, deposti
Museo CA/tfraw/OHf/fudedicatoaPioVI f, la Croccia (F-), ricevono la comunione
ed avanti la dedica vi è il suo bu>to in dal cardinal decano, preti prendono dai i
mozzetta e stola, la quale ha per ricami ceremonieri la stola bianca alla presbite-
il proprio stemma e quello dell'ordine cas- rale, i diaconi alla diaconale. Inoltre se
si nese a cui appartenne. Ma già non vi è in conclave s'incontrano le feste del Na-
bisogno che ioproduca altre prove, ovun- tale e della Pasqua, in tal modo il car-
que oguunopiìi verificarle da se ne'dipin- dinal decano comunica i cardinali diaco-
ti, busti, statue e altre sculture, in cui si ni. Ne'ponli Scali di tali solennità egual-
rappresenta qualche Papa in mozzetta e mente il Papa comunica i cardinali dia-
stola usuale. Concludo adunque, che mi coni in abiti sagri bianchi, compresa la
sembra di avere abbastanza eforse super- stola a traverso da loro assunta prima
SS S T O S 1 ( )
tlelli» dalmatica. Che se il Papa non pon- hi polo, e neppure il camice, tranne il car-
tifica, supplendo il cardinal decano, car- i dinale assistente che canta il vangelo, ed
dinali diaconi ricevono da lui comunio-
la il manipolo il prelato Suddiacono apo-
ne vestiti di cappa, sulla quale ceremo-
i stolico (P.) che canta l'epistola.
posito a Funerale e Sepoltura. Il cita- nezia (/''.), la quale ebbe pure cavalie- i
to Lunadoro a p. i53eseg: tratta del car- ri chiamati delia Calza per portare es-
dinale diacono che si comunica privata- si calze di diverso colore una dall'al-
mente, e dice dovere essere in abito car- tra, come bianca e rossa, ricamate, e una
dinalizio e rocchetto, assumere la stola a di esse ornala sino alla metà di gioie, co-
traverso, che gli pone e leva un cappel- me riferisce il p. Bonanni, Catalogo de-
lano previo il bacio della croce; che da gli ordini equestri, p. 8, che ne riporta
1
se stesso deve dire il Confiteor con voce la figura, ed a p. 1 i3 quella del cavalie-
forte, col Dot/linenon sntn clignus 3 vol- re della stola d'oro. Il p. Helyot, Storia
te, edopo ricevuta l'assoluzione; quindi degli ordini militari, t. 8, cap. 07, tratta:
seguita la comunione il coppiere deve De'cavalieri della Calza, della Stolad'o-
dargli da purificare, e un gentiluomo gli ro, di s. Marco, e del Doge di Venezia^
presenta la salvietta. Come il cardinale di che feci parola a Doge. Riferisce per-
predica in pulpitonelsuo titolo, colla sto- tanto, che s'ignora l'origine de'cavalieri
la sul rocchetto e sotto la mozzetta, come della calza, e da'monumenti rilevasi che
dissi di sopra; che predicando fuori di Ro- esistevano nel secolo XV, distinguendosi
ma deve portare pure la mantelletta, ed quelli annoverati all'ordine, per una cal-
usare la stola scoperta e sulla mozzetta; za che portavano alla gamba diritta di-
o in piviale, mitra e pastorale nelle loro visa in liste di più colori, per traverso e
diocesi. Inoltre Lunadoro rileva a p. 120, per lungo, e nelle solennità era ricama-
che nèicardinali,nèi prelati,quaudopre- ta d'oro e d'argento, ornata di perle e al-
sente il Papa assumono paramenti sa- i tre gioie; 1' altra calza era tutta verde.
gri, uon pouno portare la stola e il ma- Consisteva il loro vestiario in calzoni come
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quelli de'paggi e a liste simili a quelli dei l'O e 01 unta ili gemme, die la cintura nei
svizzeri pontifìcii, ed era no ricamali come giorni di ceremonie era rossa, e di tal co-
il giubbone, chefermava con cintura,
si loie le calze e le scarpe. Il Sarnelli. Lrt-
Sopra quest'abito portavano altra veste tere, ti 3, lelt. 26, Della stola, dice die
ampia e lunghissima con larghe maniche, anticamente i nobili veneziani cuopriva-
ed una Stola sulla spalla: tale veste variata no ilcapo con un panno chiamato >tola,
nel colore, essendo talvolta violetta, tale uia dopo inventata la berretta, la sloia uo-
altra di tabi cremisi, in alcune occasioni sero sulla spalla sinistra conservandole il
e per patrono l'evangelista s. Marco: al- lembi d'oro, senatori di porpora, quan-
i
tum brani si leggono nel p. Helyot, con do vestivano le toglie rosse. Quanto all'o-
si ngolari particolarità, ed aggiunge. che rigine de'cavalieri della stola d'oro, per
ti anvi a Venezia altre omonime compa- tradizione è antica, essendosene perdute
gnie e società, che dilferenzìavano nelle le memorie primitive quando il fuoco di-
vesti menta che pur descrive, e nelle qua- strusse gli archivi. Nondimeno è nòto che
li si recarono ad onore di farne parte ni ol- aulicamente nobili veneti copri vano la te-
ì
ti principi sovrani, ed i più qualificati si- sta con ampio cappuccio che scendeva sul-
gnori d'Italia. In progresso di tempo sif- le spalle, ornato da'patrizi con ricamò d'o-
lite compagnie furono abolite; restando 10, ma riuscendo incomodo nell'estate,
icavalieri della stola d'oro, di s. Marco, andò in disuso. Si vuole che anticamen-
dddoge,de'quali la repubblica se ne altri- te ciascuno vestisse a piacere, ma nel 1 (33 ;
bui la creazione. 1 più ragguardevoli ca- il senato decretò una prammatica sugli
valici i nominati dalla repubblica furono obiti , ordinando che i nobili portassero
della stola d'oro, che conferiva a patrizi vesti nere con ampie maniche, i savi gran-
benemeriti per segnalati servigi ad essa di vesti di color violetta, così isavi di ter-
prestati ncH'armate,neirambasceriee nel- r a ferma per tutto il tempo che esercita-
le magistrature. Furono così denominali vano le cariche; che 1 capi del consiglio
dal portare sulla spalla sinistra una sto- de'quaranta e savi i degli ordini u-asse-
la d'oro ricamata, larga un piede,chescen- 10 veste violetta, ma con maniche strette
deva non meno davanti che di dietro si- dette a coiaio, ed a'magistrali fu conees-
no alle ginocchia. Conceduto tale onore sa la veste rossa nelle pubbliche funzio-
dal senato veneto, gli aggregati all'illustre ni. A' cavalieri della stola d'oro fu pre-
ordine comparivano in pubblico per otto scritto, sotto pena ili 5oo ducati, lascia-
giorni con veste ducale di damasco o di la la 8 giorni dopo la loro ac-
veste rossa
ponno rosso, secondo le stagioni, essendo redazione, d'usare vesti con maniche stret-
iieH'inverno foderata d'armellini come la le come gli altri, permettendo ad essi per
veste de'senatori, e perciò maestosa e con divisa di loro dignità la cintura e la stola
ampie maniche. Assumevano taleabitose bordata con gallone d'oro, a riserva dei
facevano parte del senato, O qua odo la si- deputali per l'accompagno del doge, per
gnoria lo portava nelle solennità: negli ricevere gli ambasciatori,o comparire net-
ai tri giorni incede vano colla veste nera dei le pubbliche funzioni, ne'quali casi per-
nottili, soltanto distinguendosi colla stola misero le vesti rosse. I veneti ambascia-
the porta vano sulla spai la, similmente ne- tori aqualche principe, se àveano ricevu-
ta e bordata con gallone d'oro. Nell'in- to da esso qualche ordine equestre, come
verno cingevano la veste con cintura di quelli presso la s. Sede da' Papi crea ti fòi*-
velluto nero con tran- e d'oro. Pretende in al mente cavalieri dello Sperone d'oro
ilp. Douauui, die la itola fosse di tela do- (/ ".). nel ritorno ciano tenuti far l'entra-
,,.. S T O S TO
ta solenne in senato, e depone nelle sue siici, e quindi per le sue virtù ed egre-
ninni le ricevute insegnecavalleresche, ed gie qualità mei il Papa Benedet-
ilo che
erdinariamente le approvava., segnata- to XI V,nel concistoro de'3 febbraio 744 i
mente quelle del Papa. Sebbene il sena- lo precdnizzasse vescovo della ragguar-
lo restituiva loro le decorazioni, essi tnt- devote sede episcopale di Spira. L'esem-
tavia non le portavano, comechè conskle- piare sua condotta gli procacciò collage-
iati cavalieri della stola d'oro. Vi erano aerale estimazione vieppiù quella di Cle-
in Venezia delie famiglie che godevano inente XIII successore di detto Papa, il
per discendenza di quest'onore, concesso quale in premio l'elevò alla sublime di-
a'ioro antenati per benemerenze, e n'era gnità cardinalizia, e con elogio nel cou-
sempre insignito il gran cancelliere della cistoro de'aS noveoibrei 76 1 lo pubbli-
repubblica, quantunque semplice cittadi- co dell'ordine de'preti. Riporta il ^'6927
no del 2. ordine: vestiva ordinariatnen- del Diario di Roma di tale anno, cheCle-
tc di rosso con veste \ioletta di ampie ma- mente Xllì gli spedi in Germania la ber-
niche,con istola di simile colore, e nelle retta card malizia per l'ablegato aposto-
pubbliche funzioni la veste ducale rossa; lieo mg r Pietro Mantica, suo cameriere
precedeva tulli i principi, ed al suo ca- segreto partecipante esegrelario d'amba-
davere si ponevano a'piedi glisperoni d'o- sciata, eda cui die pure l'incarico di pie*
10. Indi il p. Ilelyot ragiona degli altri sentarla al cardinal Migazzi arcivescovo
cavalieri di s. Marco in Venezia, diversi diVienna d'Austria. Xon essendo mai ve-
da quelli della stola d'oro; ed aggiunge unto in Roma, non ebbe né la chiesa li-
die il doge qua! principe e capo della re- tolare, uè l'insegne cardinalizie del cap-
pubblica conferiva di sua autorità i'altro pello e dell'anello, per cui non si recò al
ordine denominato del Doge o del Pria- conclnvedel 1 yGq perla mortediClemen-
ripe di f'enezia,, ch'egli dava nella sua te Xlll ed elezione di Clemente XIV, e
sala di udienza. Era divisa de'cavalieri di poco dopo vi soggiacque anch'egli, corn-
iate ordine la croce equestre di 12 punte, pianto per le belle qualità che lo fregia-
simile a quella de'cavalieri di Malta, smal- vano. Pertanto leggo nel n.°8 160 del Dia-
tata di turchino, contornala d'oro, e a- rio di Roma del 1 770,che il cardinale ces-
vente nel mezzo un ovaio in cui vedeva- so di vivere in Spira suo vescovato a'ig
si rappresentato il Leone alalo di s. Mar- aprile, in età d'anni 64, un cneseei 1 gior-
co, principale insegna della possente re- ni; e nelle Notizie di Roma del 1
77 1, che
pubblica. Tutti questi cavalieri cessarono dopo le solenni esequie fu sepolto nella
col suo termine nel declinar del secolo cattedrale di Spira.
passato.Si pouno vedere, Giustiniani, Hi- STOPPA, Stappa. Materia diesi trae
storie degli ordini ecpiestri j e le Poesie dopo il capecchio, materia grossa e lisco-
pcr il solenne ingresso alcavalierato del- sa Uomenturn), nel pettinar lino (Unum)
la stola d'oro. A sua eccellenza Alvise I o canapa, erba e pianta dalla quale sec-
Contarini, Bergamo 1785. ca e macerata si cava materia atta a fì-
STOLZEMBERG DE HUTTEN larsi per far panni, detti perciò panuili-
Francesco Cristoforo, Cardinale. Nobi- ni, tele, corde e funi. Del lino parlai a Pav-
le tedesco, nacque agli 8 marzo 1706, in i\TLiNi,SETA,eScBiTTURA dicendo della car-
Weissenfelds diocesi d'Erbipoli.da cospi- ta formata con esso;aCAMPAN\ per le sue
cua e antica famiglia, che necuròdiligen- corde, e ne'relativi articoli. 11 rapido e i-
se e la geuerale combustione alla fine del ed in Gemma, De ani. rit. lìlìssae, p. 223.
inondo; non che per impedire nelle solen- Parla dello stesso uso l'Ordinario della
ni onorificenze i moti della vanità , e a clùesaLexoviense del secoloX 1 1 1 nel gior-
rammentare la brevità della vita e la fra- no di Pentecoste (al quale articolo ripor-
gilità delle cose, che gli ebrei rappresen- tai altri esempi per allusione alla venuta
ta vado con giltare in terra e fare in pez- dello Spirito santo in lingue di fuoco), ad
zi i bicchieri di vino, bevuto nelle loro pròcessionemniissaesliippaeirifìanwian-
nozze; altre costumanze praticandosi ne- lur qua<; custode; mveniunt. Dissi a Luc-
1
gli Sposalizi (/z .) delle altre nazioni. Nel- ca, che quando l'arcivescovo intuona il
la romana, come si ha dall'Ordi-
chiesa Gloria in excelsi<; Deo si brucia una ,
no di Natale e nelle feste più solenni, ed finchè conoscesse la differenza dello stato
anche più volte nello stesso pontificale, a cui era sublimato, e si mantenesse ri-
tome ivi è delto.»Surgens Archipraesul mile nel ricordar sempre quello che la-
de cathedra, antequam incipial: Gloria sciava. Gli si mostrava un gallo di bron-
iu excelsisj accedat Archidiaconus reve- zo sopra una colonna, figura di quello che
rcirter,ettenens urani planetae traha tieni- cantò 3 volle alle negazioni deli. "Papa
ter, et dicat: Scilo de terraui esse; sicque s. Pietro, per-eccitarlo a. compatire iman-
debet fieri, quoliescumque A.rchiepisco- camenti dei sudditi e perdonarli come a-
<v> S T O S T O
vcva fatto Cristo con s. Pietro. Sedente lieo suo discepolo Eugenio III." In tutte
nella Sedia Gestatoria, 3 volte gli si bru- le opere tue, ricordati che sei uomo,e sem-
ciava innanzi 3 globi piccoli di stoppa, nel pre abbi avanti occhi il timore di Co-
gli
modo die descrissi nel voi. Vili, pi G5, lui, di salmo, che anferl spi-
cui dice il
dicendogli altrettante volte e con canto ritimi Principimi. Quanti altri Papi hai
un ceremoniere: Sancte Pater, sic tran- visto morire? tuoi predecessori t'avvi-
1
sitgloria mundi! In tal guisa ricordan- sano della certissima e prestissima mor-
dogli, nel più solenne rito in cui incoro- te tua; e il breve tempo che hanno essi
navasi Pontefice massimo e sovrano tem- dominato, fa sapere a te che pochi saran-
porale, quanto breve sia la gloria terre- no giorni
i tuoi. Fra le lusinghe adunque
na, simile ad una vampa che finisce nel- di questa gloria, che passa, abbi la men-
l'alto medesimo che si accende con vee- te fìssa ai novissimi, perchè quelli segui-
menza. Questa grave e significante cere- terai nella morte, a cui nella sedia ponti-
monia tuttora si conserva. 11 Magri nella ficale sei succeduto". 11 vescovo Sarnelli,
Notizia de' vocaboli ecclesiastici, all'ar- Lettere ecclesiastiche i. 6, impiegò la lett.
ticolo Papa, dice che nel giorno di sua co- 3G in discutere: Perche si dica del Papa:
ronazione e mentre è portato nella basi- Non videbit dics Petri. Riporta cose già
lica Vaticana, il maestro di ceremonie lo inferite dal Magri,edal p. Menochio, Stuo-
precedecon in mano due lunghe canne, in re, cent. g,cnp. 5cj. La supposta ceremo-
una delle quali vi è della stoppa, nell'al- nia la qualifica diceria volgare senza fon-
tra una candeletta accesa, con cui attac- d imeuto, ripetuta dall'lllescas nella sua
cato fuoco alla stoppa, dice il detto ver- Storia de' Papi j e riporta la sentenza di
setto, che colla combustione replica due s. Agostino.» Senectus, quae est ultima
altre volle, secondo il prescritto dal Cae- aelas hominis, non habet determinatimi
rem. Ro'ìi. 1. 1 ,sect. 2, e. 2 e 3. Inoltre nel tempus, secundum mensurain aliarum,
Hicrolexicon dice Magri:» Porro Apo-
il cutuquandoque sola tantum teneal tem-
stolico in Pascila procedente, phai us ex quantum reliquae aetates omnes".
poris,
stappa super eunisuspenditur, quae igne Le medesime opinioni narrò Cancellieri
succensa super emn cadere permittitur, 54 e 5oo, ci-
ne' Possessi de' Pontefici, p.
sed a tuinistris vel a terra ex.eipitur, et tando inoltre queste due opere. Bernar-
per hoc ipso in cinerem redigi, et gloria dino Mezzadri, Disserl. crii. hist. de 1 5
ornatus ejus in favillato converti admo- annis Rorn. Petri Cathedrae adversus a-
netur". Di più aggiunge, che al riferire trumque Pagium, liomaei j5o. G. An-
di Ciaccouio nella vita dell'antipapa Be- tonio Bianchi, Dissert. sulla venuta dis.
ncclettoXll lenitica uienlesi praticava pu- Pietro a Roma, degli anni del suo Pon-
re altra eereuionia nella coronazione del tificalo della cattedra romana, e delle
Papa, con ricordargli: Pater sancte non chiese da luì fondale nelle provincie o-
videbisdies Petri, pev cui dichiarò che non rìentali, nel t. 3 delle Dissert. eccles. di
fu legittimo avendo vissuto 3o anni. Ri- Zaccaria. Sul pontificato di s. Pietro edel-
ilelte poi, che tal eeremonia non si trova lasua cattedra d' Antiochia, riparlai a Si-
registrata negli antichi cerimoniali, come ria nel fare la serie de'patriarchi Antio-
già rilevai a Pontificato, ragionando su cheni. Il p. Gattico, Ada caeremonialia,
questo argomento, dichiarando falsa sii- tratta dei bruciamento della stoppa a vali-
fatta asserzione del cantato versetto, ben- ti al Papa nella sua coronazione, a p. 373,
sì riportai le analoghe erudizioni e spie- 4 io, /pS, riproducendo le descrizioni del-
gazioni, sopra un punto in cui talvolta si lecoronazioni d'Innocenzo Vili del 1484
fondò l'altrui sciocca speculazioue, culle e colle ceremonie che ancora si osserva-
ammonizioni date da s. Bernardo all'uu- no, d'IuiiGceuzo X deh644> c u'iuuoccu*
STO S TO 93
70 "XI del 1676. Quanto combustio-
alla dendnlo per buon preludio fsu'quali no-
ne del la stoppa nel ponti ficaie di Pasqua, tai qualche erudizione a Profeta) che il
ne parla a p. 4'- Eletto nel '4°9 Ales- suo pontificalo avesse lunga durata, co-
sandro V nel sinodo di Pisa, fu corona- me rilevò Cancellieri, insieme alla cadu-
to nella cattedrale,edalladescrizionepub- ta da cavallo nello scendere dal Campi-
blicata ne' Possessi ila Cancellieri, si leg- doglio, nella pompa del possesso. Confes-
ge: Et fuerunt multa solemnia,
Ulti die sò il Papa, che subito gli venne in men-
ut pula, de sltipis c.omhustis dicendo, Sic te il versetto: Impulsus eversus sttni, ut
Iransit gloria mundi. Nel i49 2 f"11 coro- càderem ,et Dominus suscepil me con tut- ,
nato Alessandro VI, essendovi presente ti gli altri del salmo 7 che sembrava a-
1 1
che gli lece della caducità delle cose li- pero con domare un cavallo, non doma-
mane, pel mortale deliquio che sorprese toda verun altro; e che Clemente inco-
ilPapa all'altare maggiore, e da cui rin- minciò coll'essere domato da un cavallo,
venne essendogli spruzzata dell'acqua nel domato da tutti gli altri. Quanto inoltre
volto, ondenppena pronunziata la forino- spiritosamente disse Clemente XIV nel-
la: Sic iransit gloria mundi, la sperimen- la caduta, lo riportai nella biografia. E-
tò in effetto. Pio III che gli successe nel gli regni) 5 anni, 4 mesi e 3 giorni, e morì
i5o3, e come notai nella sua biografia, di Sganni non compiti. Nel voi. XXX \ II,
nel vedere ardere la stoppa e nel sentire p. 77, e meglio a Stazioni sagre delle
il triplice canto: Pater sancte, sic Iransit CHIESH di Roma, parlai degli stoppini delle
gloria mundi, ne rimase talmente pene- lampade di esse, e che gli stoppini di quel-
trato e commosso, anche per esser impe- le visitate da'Papi si prendevano per for-
dito da una piaga di stare in piedi, che ma're un guancialetto per la loro cassa
ne pianse; flevisse. slatini , et humanam mortuaria, e porsi sotto il capo de' loro
sorlem ingentilisse dicitur , brevi perita- cadaveri. Di questo uso trattano, Severa-
ram. Il suo pontificato infatti fu di 26 no, lllemoric sagre, p. 3G8, citando Cen-
giorni. Neh 585 fu coronato Sisto V al- cio Camerario che ne ragiona nel libro
la' presenza degli ambasciatori del Giap- dé'Censij e Cancellieri, Notizie de' con-
pone: Mentre si bruciava la sloppa, si dis- clavi, p. 5i.
se per 3 volte il solito versetto: Santo Pa- STOPPANI Gianfrancesco, Cardi-
dre, cosi passa la gloria di attesto mon- nale. Nacque in Milano da nobili genito-
do. Ma Sisto V, pronto e arguto nelle ri- ri e dopo aver coltivato
, buoni sludi i
sposte, fuori dell'uso degli altri Papi che nel collegio Borromeo di Pavia, portato-
in quell'atto nulla dicono, con animo in- si inPioma,fu da InnocenzoXlll ammes-
trepido rispose ad alta voce: La gloria so fra i suoi cameriei i segreti, e poi di-
nostra non passerà mai, perche non ab- venuto prelato di manichetta fu da Cle-
biamo altra gloria, se non che far buo- mente XII nel 730 spedito inquisitore a
1
na giustizia. E poi voltatosi agli amba- Malta, e dopo 5 anni facendolo consagra-
sciatoli giapponesi soggiunse: Ditea'vo- re arcivescovo di Corinto in parlibus lo
stri principi nostri figli , il contenuto di promosse a nunzio di Firenze, e nel 1 739
onesta nobile ceremonia. Clemente XIV con tal dignità lo mandò al senato vene-
venne coronato nel 1
769, e vedendo che to; indi Benedetto XIV nel 1743 lo di-
nella ceremonia della stoppa questa sten- chiarò nunzio all'imperatore Carlo VII
tava ad accendersi, forse per essere umi- di Baviera, del quale si guadagnò l'affet-
da, ne mostrò gran compiacenza, pren- to e la grazia. Ma la sua buona ventura
94 S TO STO
si cambiò nel 174'» colla morte dell'im- quella di propaganda, e non In generale
peratore, poiché favorendo egli alla die- come scrive Cardella, e più lardi diven-
ta di Fra 11 e fori nell'elezione la casa di ba- ne segretario della congregazione del s.
viera, fu invece eletto Francesco I inari- non che proiettore de'canonici re-
offizio,
lo della regina M." Teresa d'Austria, il golari Lateranensi, dell'ordine di s. Ba-
quale non lo volle per nunzio a Vienna, silio,di diverse università artistiche, del-
le sue istruzioni, ed avea inoltre servito Maria di Pugliauo già de'con ventilali e
con riputazione la s. Sede, restò fermo nel nel territorio di Paliano, ovei religiosi sta-
divisamente e procuro di dileguare tan- bilirono un 1 itiro e abbellirono la chiesa,
ta opposizione; quindi ai 26 novembre questa io agosto 1765 si portò a con-
a'
1 7.53 lo creò cardinale dell'ordine de'pre- sagrare solennemente con nobile corteg-
ti, e gl'invio a Urbino la berretta rossa gio, essendo ancor vivente il loro fonda-
per l'ahlegato mg.r Veterani suo came- tore b. Paolo della Croce. Acquistò in Ro-
riere segreto. Venuto in Roma gli confe- ma il bel Palazzo Stopparti ( /^.),che seb-
rì il cappello cardinalizio, e per titolo la bene ora proprietà de'Vidoui ne conser-
chiesa di s. Martino a'Monti,
nomi- e Io va il nome, e dove collocò le famose ta-
nò legato apostolico d'Urbino, die con- vole Prenesline da lui trovate in Palesti-
tinuò sino al 1
754, quindi nel 756 lo fe- 1 na {P •), ossiano i frammenti de'fasti di
ce legato di Ravenna, ove pure si fece a- Q. V. Fiacco. Mecenate de'letterati, ge-
mare per la sua incoi rolla giustiziale ap- neroso co'poveri, munifico verso le chie-
plaudire per la sua liberalità, e vi restò compì gloriosamente il periodode'suoi
se,
fino ah 76 li Ascritto alle principali con- giorni inRoma a' 18 uovembrei 774» m
gregazioni cardinalizie,Clemente XIII gli tempo di sede vacante per Clemente XI
attribuì la prefettura dell' economia di al conclave pel quale e per Gemei) le XIII
S T () S T ( >
9 7
era intervenuto, senza poter entrare in mortali, se non avesse che quella solo che
quello che si celebrava allora, a cagione si fosse pollilo procacciare nel giro limi-
del male che lo affliggeva e portò al se- tato di sua vita? Per compensarne adun-
polcro tliyganni. Fu tumulato nellachie- que nel miglior modo la fatai brevità, o-
sa di Andrea della Valle, nella cappel-
s. gni uomo, culto special metile, gode per
la della Madonna, dove in vita erasi ap- quanto può, di farsi spesso presenti l'e-
effigie in marmo con un semplice elogio. no nel tempo, come telescopi nello spa-
i
ricus, historiografus. Narrazione diffusa ni. Osserva il eh. Cantò, negli Studi su
di cose seguite, raccolte e scritte dallo sto- l'ub. Patini, u Comunque la vita d'uno
lieo o [Storiografo. Gli archivi sono le mi- scrittore sedentario consista negli scrini
niere della storio, gli elementi sono le me- suoi, pure l'autore vive col suo secolo, e
morie lapidarie dell'iscrizioni, non meno seassistea unarivoluzione, ne è specchio:
che le monete e le medaglie, ed altri an- laonde un granile scrittore è rappresen-
tichi monumenti. Ogni umana ricordan- tante del proprio secolo e iniziatore del
za tramandata alla posterità senza questi nuovo, se non per volontà creatrice, al-
poderosi e indispensabili aiuti , riuscirà meno per vaghezza indecisa e per confuso
sfibrata emanchevole di piena autorità, presentimento". Dicesi anche storia un
imperocché la fedele storia deve essere vi- successo,un avvenimento, una cronaca,
vo oracolo della verità. La storia è il più una leggenda, un poemetto o simili; ed
durevole monumento, chegli uomini pon- inoltre, le dipinture o sculture rappresen-
ilo lasciare delle loro azioni, giacché uè tanti alcun fatto. La mitologia e l'icono-
le statue, uè i trofei, negli archi trionfa- logia, crede la storia personificata figlia
li, né le iscrizioni, né le medaglie, né le di Saturno dio del tempo, e di Astrea dea
colonne, né le pitture, né i mausolei, poti- della giustiziala dipinge in maestoso con-
no eguagliarne l'estensione e la perpetui- tegno, con grandi ali, emblemi della sua
tà. La storia è lo specchio e il vero teso- prontezza nel divulgare gli avvenimenti,
ro della vita umana, che preserva dalla coperta di bianca veste simbolo della sua
morte e dalla dimenticanza le azioni e le veracità ed ingenuità; con un libro in uni
parole memorabili degli uomini, leav ven- mano, e nell'altra i\un penna ed imo sti-
ture meravigliose e gli accidenti straor- le; volgendosi addietro, siccome quella
dinari che produce il lungo tratto del
, che seri ve per coloro che verranno dopo.
tempo. La storia, ch'è maestra della vi- Talvolta viene espressa che sta scrivendo
ta e rivelatrice de' secoli, insegna assai in un gran libro sostenuto dalle ali del
meglio della filosofìa o almeno ne cor- Tempo, che rappresentasi sotto forma la
robora le dottrine colla pratica dell'e- di Saturno. Si dipinge ancora con un dia-
sempio. Noi dunque a niutio più dobbia- dema, perchè la storia è specialmente di
mo che agli storici, i quali registrano le co- lezione de'governanti ; coi sole nel petto,
se più notabili, per conservai ne la memo- per esprimere il carattere della verità e
ria in perpetuo, che possa servire d'istru- della imparzialità da cui non deve essa
zione alla posterità. In (piai fondo d'igno- giammai dipartirsi. Alcune medaglie, del-
ranza saremmo noi caduti e inabissali, le piramidi e altri attributi, annunciano
se fosse abolita la memoria di ciò che ac- che le sue prove consistono negli antichi
cadde prima della nostra nascita? E qual monumenti. Si dipinge pure in un qua-
ristretta esperienza avrebbe ognun dei dro il cui fondo è formalo da una inceli-
96 STO STO
diata città, che indica la distrazione de- N. Spinelli, Piomac 1 7 "»o. Non v'ha cosa
grimpcri^iotnbilee istrutti voarticolo dei diedi maggior diletto e di più reale van-
suoi annali. Allearti della Scrittura (/*.), taggio possa riuscire alla gioventù, quan-
ed a quella della Stampa (P.) dobbiamo to l'avere innanzi agli occhi, per cosi di-
principalmente ripetere la storia e il pro- re, il quadro di tutti gli avvenimenti dei
gresso delle umane cognizioni. Si preten- Per questo appunto coloro che l'a-
secoli.
de che il libro più antico sia quello di E- nimo intesero in ogni tempo all'educazio-
nodi; meglio è vedere Libreria, ove ne ne scientifica e letteraria della gioven-
parlai. Si crede da molti essere il più an- tù, le offrirono ad oggetto di studio sto-
tico storico Sanconiatone, o almeno degli rie particolari e compendi di cronologia.
scrittori non ispirali, nativo di Decito in Ma tali storie studiate separatamente le
Frigia, che scrisse in Linguai f.) fenicia une dalle altre, fecero conoscere il biso-
la storia di Tiro. Pare die vi ponesse gran gno di quadri cronologici d'istoria anti-
diligenza in compilarla, poiché si vuole ca e moderna, sagra e profana, con un'i-
rh'egli tutto attingesse negli atti autentici dea generaledel mappamondo de'secoli, e
della città e negli archivi che gelosamen- poi mirare con questa nonna all'acquisto
te custodivano ne'templi. L'opera in
si delle particolareggiate istoriche cogni-
trovata esattissima da Abibal redi Beri- Fleury, Pitiche e Batteaux
zioni. Rollin,
Io, a cui la dedicò: si ritiene che fiorisse opinarono, che questo genere di compen-
1 4 secoli innanzi l'era cristiana. A Libre- di storici potevano essere molto proficui
mi inoltre rilevai l'antichità delle dedi- all'istruzioneelementare,sì perchè avvez-
che de' £////7( /^narrando l'opera da ae- za il giovane alla memoria delle cose, sì
sere diretta nel suo cammino, ha bisogno legge presso Luciano: Chiunque impren-
della Cronologia {V.).Questa insegna a da a scrivere una storia a ni uno dee sa-
secondo l'ordine de' tempi, gli
classificare, grificare, solamente alla verità. Non è a-
avvenimenti diversi che presenta la sto- dunquechi non veda documenti auten- i
ria.Per questo la cronologia divide l'isto- tici e degni di fede essere alla storia quel
ria inalcune parli, ciascuna delle quali che sono i materiali ad un edifizio;e quel
è segnala da qualche fatto memorabile, che Seneca affermava de'grammatici che
cui si riferiscono tutti gli altri. Tali par- delle parole non sono essi inventori, ma
chiamano Epoche (?'.), e digerisco-
ti si solamente custode con molto miglior di-
no dal Periodo (f.). Abbiamoli Calen- ritto doversi intendere ancora degl'istori-
dario cronologico del trattato elementare ci per rispetto agli avvenimenti da loro
critica qua Chronolog/ae his tabulis tra- pensamenti suoi". Girolamo Martens nel
ditae specimen apologeiicum exhibelur Saggio di un'istoria completa dell' erti-
STO S T O 97
dizione ad
uso de giovani che comincia- questa per fermo si è che lega tutte le
no a fare i loro sludi in qualclie univer- potenze e le proprietà più nobili dello spi-
sità, riconosce 4 principali epoche nella rito umano a'futti dell'uomo e leggendo
storia dell'erudizione e delle Lettere belle in essi più che l'uomo la umanità, risale
(/^.): l'epoca de'greci sotto Alessandro e a'principii che li crearono, e alle conse-
i Toloraei; quella de'roiuani sotto Augu- guenze che ne furono il fruito. Ma do-
sto;!] nel la degl'italiani sotto iMedici;quel- ve la erudizione non ne fornisca abbon-
la de'francesi sotto Luigi XIV; quindi ri- dante la materia, e la critica non la giu-
a
conosce una 5- epoca, che i cattolici po- dichi e non la ordini; la filosofia della
a
tranno chiamare il secolo di M. Teresa, storia si scambierà colle opinioni degli
e i protestanti il secolo di Federico li. F. individui, e Dio non voglia che sovente
Letterato. Il prof. ah. d. V. Anivitti,,^/*- non isvanisca in fantastiche formule, o
nali delle scienze religiose, i. 'serie, 1. 1
2, come oggi dicono in utopie! Il perchè
p. 22(1, dichiara: » Dal risorgere delle let- quantunque la seconda sia più nobile
tere insino a'dì nostri ha la storia per- della prima, la terza dell'una e dell'al-
corso successivamente tre stadii.Da prin- tra; tuttavia crediamo che la storia sor-
cipio tra la polvere delle recondite ope- ga oggimai da tutte e tre: l'uua dà, l'al-
re, e tra gli avanzi dell'antichità si apri tra accetta, la terza pone tutto il valore
una via di erudizione, rimescolando nel- intrinseco e relativo a profitto del vero,
le sue ricerche il vero e il falso, il favo- del buono e del bello; e perciò a quella
loso e il reale. Dall'abuso di codesta e- maniera che 1' uomo surge e dal corpo
rudizioue indigesta ed informe, sentito destinato ad essere informato dall'ani-
da'dotti il bisogno di separare la gratui- ma, e dall'anima destinata ad informa-
ta asserzione da'veridici monumenti, il re quel corpo; la storia ci viene dall'u-
duhhio dalla certezza, il senso dalle pa- nione di quegli elementi, de'quali i pri-
role; la storia progredì alla critica, e di- mi due sono, diremo così, materiali, il
l'erudizione, laddove essa non sia crusca- mo, ed è: » Che dalla distinzione nasce
ta, altro non è che una farragine di no l'ordine, dall'ordine la chiarezza, da que-
tizie,vano ingombro alla memoria, e tri- sta la facilità nell'intendere, senza la qua-
ste occasione di perniciosi argomenti. La le, poiché uomini souo naturalmente
gli
critica poi è cosa in vero di che bella si niun libro potrà universal-
fuggifatica,
fa la mente, e in ispecie, come suona il mente piacere e divenir popolare". Dice
suo nome, la facoltà che discerne; ma iu- il Parisi nelie Istruzioni^ che la dottrina
fìne si ferma sulla corteccia de' fatti, né del cardinal Antoniano fu senza ostenta-
altro fi, poco più, che chiarirne la ma- zione: ebbe per massima nello scrivere di
teriale esistenza. La filosofia della storia, far servir le parole e Io stile alla mate-
VOL. LXX. 7
(,8 STO S T O
ria, e non questa alle parole; e perciò seb- dell'antico TmlamentoiJP.), scritta da au-
bene sapeva lutla la finezza della lingua tori ebrei. l'Issa comincia alla creazione
latina, l'adattò alle cose sagre, di cui trat- del mondo e termina colla nascita di Ge-
tano per lo più i brevi pontificii, né si le- sù Cristo, comprendendo uno spazio di
ce scrupolo d'usai' termini e frasi eccle- più che 4ooo anni, secondo alcuni, altri
siastiche, e purgai e da Ila prof ini là del geo l'accorciano, altri l'aumentano di molto,
tilesimo, quando mancavano le parole e al modo e come riportai ad Era. Malgra-
frasi Ialine per esprimere le cose, delle do la quantità dellecritichetemerarie che
quali i latini non ebbero idea. Bacone eia gl'increduli autichi e moderni hanno fat-
Verulamio, De dign. et aug. svieni. lib. to di essa , e malgrado il disprezzo con
2, cap. i, divide tutta la dottrina umana cui ne hanno essi parlato, questa stona
in 3 classi, prese dalle 3 facoltà della no- sarà sempre rispettabilissima sotto ogni
stra mente; cioè in istoria, che apparite aspetto; siccome sarà ognora la più sa-
nealla memoria; in poesia, cli'è parte del- viamente scritta, quella die porla seco le
l'immaginazione; ed inf]losofia,opera del- maggiori prove di autenticità di verità, <•
la ragione. D'Alembert nel discorso pre- e dalla quale apparisce più chiaramente
liminare dell' Enciclopedia, lungamente la mano onnipotente di Dio. Sua conti-
spiega colla sua solita sottigliezza la con- nuazione è la storia ecclesiastica, cioè del-
gruenza di tale divisione della dottrina lo stabilimento e de'progressi del cristia-
umana, e confurmemenle alla medesima nesimo, dal principio della pndicazioue
divide i letterati, in eruditi, in filosofi, ed dell'e vangelo sino a'nostri giorni. La co-
in belli spirili: 'a memoria è il talento de- noscenza di questa storia è una parte es-
gli eruditi, la sagacità è la dote de'filo senziale della teologia; in fatti non è que
sofì, e le grazie sono il distintivo de'beìli sta una'seienza d'invenzione, ma bensì di
spiriti; e questi 3 talenti diversi formano tradizione: essa consiste nel sapei eciò che
3 classi di uomini, che non hanno altro Gesù Cristo ha insegnalo, sia egli mede-
di comune fra di loro nella repubblica let- simo, sia per mezzo de'suoi apostoli; in
teraria che il dispregiarsi mutuamente, qua! modo questa storia venne attaccata,
come riflette l'Andre». Egli aggiunge che e come è stata difesa. Chiamasi poi pro-
taledi visione è giustissima, se consideria- priamente Scrittura sagra (F.) la storia
mo le relazioni delle scienze colle facol- non solamente dell'antico, ma anche del
tà della mente, ma non riesce molto co- nuovo Testamento, compostadagliiSV/v£-
moda per seguire i progressi fatti nello tori sagri (?''.). Da ultimo il dolio mg. r
studio di quelle. La grammatica forma Claudio Samuelli vescovo di Montepul-
una parte della filosofìa, ma nel trattare ciano, di recente defunto, ad esempio di
storicamente l'avanzamento delle scienze altri lodevoli vescovi, neli85i ci die il
non sarà più convenientemente riposta Nuovo compendio di storia sacra per
presso all'eloquenza e al la poesia, che nou uso dell' educazione e istruzione della
unitameli te alla metafìsica? La storia na- gioventù di lutti i ceti. In esso dichiarò,
turale e l'ecclesiastica appartengono cer- che giova promuovere il metodo d' in-
tamente alla storia, ma come distogliere segnare la religione per mezzo dell'isto-
quella dalla fisica, questa dalla teologia? ria sagra. Con encomi ne rese ragione la
Conclude il p. Andres, che la divisione di Civiltà cattolica nel t. 8, p. 336. Inol-
Bacone potrà confusi a chi voglia disa- tre questa pubblicazione periodica cotan-
minare la genealogia delle scienze.ma non to utile, nel t.
7, p. 54^ della 2/' serie, fe-
così a chi desideri scriverne la storia. Di- ce altrettanto sull'Esposizione de'qual-
versi sonoigeueri di storia, a volerne ri- tro sacri Evangeli insieme confrontati.
cordare i principali, il i.°è la storia saula Opera di Geminiano Rlislei della coni-
STO S T O 99
pagaia di Gesù, Rumai 854. 1' 1 quésta tale contestazione per potere alla fine de-
felice idea e nobile pensiero, di porgere terminarsi a comprendere il vero signi-
a'fedeli un nuovo e ubertoso pascolo di ficato de'decrcti delIaChiesa, i quali han-
vita eterna, oltrela storia evangelica del- no deciso le questioni. Il cullo esterno può
le gesta meravigliose dell'adorabile Re- aver maggiore o minore splendore, e bi-
dentore, scritta con mirabile accordo nel- sogna osservare il legame e il i apporto
la sostanza e senza che uno di perdesse che ha sempre col dogma. La disciplina
dall'altro, da'4 Evangelisti divinamen- varia secondo tempi, costumi, le leggi
i i
te ispirati, eziandio vi si penetra il senso ci vi li: vi sono però anche in questa de'puu-
più intimo e vitale, che invigorisce il cuo- li fissi ed invariabili, da'quali la Chiesa
re a proceder franco nelle vie della perfe- non si è mai dipartita, e clic non cambie-
zione cristiana. Le sorgenti del la storia ec- rà giammai. La propagazione dell'evali-
clesiastica ossia del Cristianesimo (F.), gelo, le vicende della Chiesa e le gesta de-
sono gli scritti degli Apostoli, degli E- gli eroi del cristianesimo meritavano be-
vangelisti, de' Padri che li successero, gli ne, che se ne conservasse presso i fedeli
alti de' SIartìri3 i loro Fasti e Martiro- la memoria. Egesippo fu ili. "che diede
logi quelli de
t
Sinodi o Concilii (/'".), le l'esempio di scrivere la storia ecclesiasti-
memorie degli storici. Per poco che si vo- ca, e in 5 libri compose de'commentari
glia riflettere leggendo la storia ecclesia- degli atti ecclesiastici, de'quali ci sono ri-
principi pagani avrebbero dovuto solfo- studio dc'eristiani dottori, e davano ma-
care il cristianesimo appena nato; e le e- teria a sottili ricerche e ad erudite scrit-
resie e scismi insorti in lutti i secoli, e- ture. E I ecco in qual guisa, dice il p. An-
rano piò che sufficienti per distruggerlo. dres, cominciò a prender piede ed a viep-
Dopo l'irruzione de' barba ri, l'ignoranza più propagarsi l'ecclesiastica letteratura,
sembra va che dovesse seppellire nel la me- a segno di potere degnamente occupare
desima tomba la religione e le scienze. La lo studio delle persone di più alto inge-
corruzionede'costumi, che circola da una guoper molti secoli; la Chiesa mantenen-
nazione all'altra, indispone gli spiriti con- do Scuole [V.) e Biblioteche per istruire
tro una dottrina ebe la condanna, e vi gli ecclesiastici nelle scienze divine ed li-
sono de'tempi ue'quali sembra essa sta- mane. Uno de'più antichi scrittori di sto-
y/
bilire una prescrizione contro 1' evange- ria ecclesiastica fuEuscbio diCesarea{ f .).
lo; ma Dio, che veglia sulla sua opera, si Sullastoria ecclesiastica abbiamo princi-
serve per sostenerla anchedellecose e del- palmente ilei gran cardinal Earonio, An-
le persone ebe sembravano doverla inve- nales ecclesiaslicis, Venetiis 70 5. i 11 b*a-
ce distruggere: gli ultimi esempi, e mera- ronio si meritò il titolo di Padre della
vigliosi, gli avemmo nel finir dello scorso storia ecclesiastica, e la scrisse per co-
secolo e nel presente. Il dogma, la mora- mando di s. Filippo Neri (sul quale nel
le, il culto esterno, la disciplina, sono i i854 pubblicò in Roma mg. r Francesco
4 principali oggetti che si osservano leg- de'conli Fabi Montani, Ragionamento
gendo la storia ecclesiastica. I due primi della coltura scientifica dis. Filippo Ne-
non possono mai cambiare: talvolta pe- ri e dell'impulso da Itti dato agli studi
rò sembrano oscurati dalle dispute, ed è ecclesiastici), in un tempo che i 4 mini-
d'uopo di seguire attentamente il filo di stri protestanti, chiamali Centuriatori di
joo STO STO
]\lagdeburgo[I'. ),nveauo pubblicato una dalla predicazione degli apostoli fino al
storia ecclesiastica divisa idi 3 centurie, pontificato di Gregorio XVI, Mendrisio
con empio scopo e per propagare il na- i838. Jo. Baptista Palma, Praelectioues
scente luteranismo. Gli sinuati del Ba- Ilisloriae ecclesiasticae, Romae 1 838.
ronio incominciano dalla nascita di Ge- Pauli del Signore, Institutiones hisloriae
sù Cristo, e giungono sino ah irjB.Odo- ecclesiasticae, quas nolis,el animadver-
da
rico l{'nrc\\d\,Annaliecclesiaslici tratti sionibus illustravi t d. Vincenlius Tizza-
quelli del cardinal Baronio, Roma 64 1 1
"•
ni, Romae 1837 (di Del Signore si ha pu-
1667. Il Rinaldi continuò pure gli An- rende ragione, con encomi, negli Annali
nali del Baronio sino al 1 534, continua- delle scienze religiose nel t. 6, p. 2 53, con
zione compresa in detti tomi. Tre poi ne questo preamboIo.^Se le storie de'tempi
pubblicò Giacomo Laderchi, Annales ec- che ci precederono offrono allo spirito u-
ab anno 1 566 ubi Odericus
clesiastici mano un erudito pascolo di cognizioni per
Raynaldus desini, Romae 1728. Enrico apprendere colla scorta de'passati avve-
Spondano, Annalium ecclesiaslicorurn nimenti i progressi delle arti, le civilizza-
card. Baronius conlinuatio ab anno 5qj 1 zioni de'popoli, l'influenza della morale
quo is desili ad finem 1646 Lugduni , e delle leggi, e tutte quelle cagioni, che
1678 Epitome Annalium ecclesiastico-
: tanto potentemente agiscono sullo stato
rum C. Baronii, Lugduni 660. G. P. O- 1 dell'avanzarsi e del declinare delle nazio-
liva, Obscrvationes anonymi de Arimi- ni, non può sotto gli stessi riguardi con-
nis ad Annales eccl. H. Sponclani, 656. 1 siderarsi quella de'fasti della Chiesa di Ge-
Antonio Pagi, Critica historico-chrono- sù Cristo. Non è questo studio ristretto al
logica in universos Annales ecclesiasti- vantaggiodi erudire semplicemente Io spi-
cos Card. Baronii, in quo rerum narra- rito, e di mostrargli la via, con che gli sia
tato all'unico scopo dell'erudizione e del- debito di giustizia e di storica verità al-
la temporale felicità. Lastoriadella Chie- la storia de'romani Pontefici, vendicando
sa di Gesù un tempo
Cristo è quella ad le a mare e ingiuste accuse lanciate al Pon-
della Religione (f.), che abbiamo la sor- tificato (P .), di che riparlai in molte del-
te di professare, e se nulla vi ha, né può le biografie de'Papi, e segnatamente in
immaginarsi di più imponente e di più quelle di s. Marcellino, s. Liberio, s. Si-
caro di lei, forza è il concludere esser des- rido, s. Simmaco, Onorio 1, Silvestro II,
sa di tutte le nostre occupazioni la più u- s. Gregorio FU, Innocenzo III, Boni-
tileela più interessante". Inoltre gli An- facioVUI, Gregorio XII, Sistola, Giu-
nali delle scienze religiose, 2. serie,
a
t. 3, lio II, ec. E siccome uell'articolo Papa ri-
p. 4^3, dichiarando che la filosofia della portai gli storici de'Papi, e ricordai che il
zo del doppio studio delle cagioni e delle lieto, ad onore di sì cospicuo letterato e
della storia ecclesiastica, fatto orinai piti de'Papi è della più grande importanza,
serio e coscienzioso, produsse non po- poiché congiunge a'fatti principali delle
chi trionfi alla Chiesa e le prepara al- cose di religione, le vicende ili tulli i
pò
tre consolazioni. Fanno parte e si colle- poli per le relazioni dirette e iudirette,
gano colla storia ecclesiastica, la Geo- che il Pontificato (I7 .) esercitò sempre
grafìa (['.) sagra, e la storia dei Papi in ogni contrada, e ne riparlai a Sovra-
(F.), quella d& Santi (/".) le cui grandi ni e Sovranità : laonde non vi può es-
virtù e glorie si potino vedere nelle bio- sere quasi alcuna cosa appartenente alla
grafie e ne'tanti articoli che vi hanno re- storia pontifìcia, la quale non la' colle-
lazione. La più parte di questo mio Di- ghi pure con tutti gli avvenimenti più
zionario riguardando la geografia tanto memorabili del cristianesimo, non solo
sagra, quanto profana, a'suoi innumera- per rispetto della spirituale podestà ePri-
bili articoli riporto gli autori storico-geo- malo (/'.)del romano Pontefice, ma an-
grafici tanto generali che parziali. Tra le cora per quella temporale esercitata nei
parti della geografia una delle più essen- domimi e principato civile della chiesa
ziali è la geografìa istorica, poiché com- romana, non meno che negli Slati e Re-
prende limiti degli sta li di versi, le varia-
i gni tributari alla s. Sede (F.). Pel va-
zioni che provarono, le loro perdite, lo- i sto e copioso complesso delle molteplici
ro ingrandimenti, e gli storici progressi ed enciclopediche nozioni che compren-
che riguardano l'emigrazioni de'popoli, de la storia de'Papi, avendone fatto nel
la formazione e caduta Liegi' imperi, regni, fior degli anni particolare e analitico stu-
repubbliche, cambiamenti delle dinastie,
i dio, fu per questo precisamente che con-
in uua parola i più rimarchevoli tratu cepii l'idea di compilare questo mio Di-
della storia di ciascun popolo e nazione. zionario di ci udizione storico-ecclesia-
Quanto alla storia oc Papi, dichiarai in slica,c\\v. sebbene lo circoscrissi das. Pie*
102 STO S T O
tro sino ai nostri giorni, subilo l'amplini, per l'altezza e sublimità de' sentimeli tij
e vieppiù in seguilo del suo sviluppo. insegnamento corroborato ancora da De-
Su tale fiori lespizio e altro, feci paiola metrio cogli esempi de'celebri storici gre-
nel voi.LXYI1I, p. 244- " P- m - Casi ci Erodoto, chiamalo a ragione il padre
miro Tempesti de' con ventilali, nell'idea della storia, e Tucidide, poiché fucilan-
dell'opera: Storia della vita a gestc di Si do egli dell'elocuzione afferma, che se lo
sto V, deplora nel vedere la storia bio- storico formerai! suo ragionare all'idea
grafica, cbe prima tessevano soli dotti i poetica, parlerà magnificamente. Lon-
e di consumala esperienza ue'maneggi di gino con Demetrio disapprovò il parere
corte, capaci de'grandi affari che debbon di Tullio, il quale vuole che Teopompa
si sviluppare, divenuta comune occupa- superasse nella graudezza del dire Fili-
zione di persone incapaci a corrisponde- slo e Tucidide; e pretende Longino che
re al grave e difficile incarico, e che acce -
Teopompo avendo materie nobili non
cali dalla presunzionee dalla vanità, qua- le trattasse con carattere convenevole. Il
sali,nè utile a'viveuli. Il p. Tempesti de- cose sopra quello che convenga loro, ov»
scrive le difficoltà di questa impresa ar- vero le avvilisce più di quello che sia d'uo-
dua e scabrosa, i doveri e le prerogative po e non le eguaglia; laddove lo storico
necessarie allo storico, e pel t .°la netta e non ingrandisce, nò diminuisce le cose,
pura verità, di saper scegliere i documen- ma cerca solo la verità nelle cose mede-
ti per compilarla, eliminando quelli con- sime, e semplicemente come
le riferisce
teologiche. Non è cattolico colui che per- bivano e per cui difendere ed assicurare
siste ostinato nel suo errore, quando per appunto adoperavano quel loro folle or-
tale è riconosciuto; bensì lo è assai più goglio".
di quanti altri i quali viceversa scrivono Lo studio della storia ecclesiastica fu
e parlano ottimamente, mentre pensano sempre coltivalo dalla Chiesa, e pel ze-
ed operano molto male, se docile si ino- lo de' vescovi eziandio nelle scuole, nei
slra prontoa mutar parere esi sottoniet- seminari, nelle università, ed anche con
te a quello dellaChiesa.» Siamo in tempi apposite accademie, come lo è tuttora.
ne' quali l'eterodossia, l'indifferenza e la Roma sempre fiorente di accademie ec-
smaniadigiudicartuttoeperlìnolaChiesa clesiastiche, polemiche e liturgiche, eb-
nellesuepralicheenellesuedollrine,hau- be purequelle di storia ecclesiastica. Leg-
no impregnato oer così dire l'atmosfera go nel Piazza, Eicsevologio Romano, [rat.
cherespiriamo. Qual meravigliachescrit- 12, cap. 24 : Dell' accademia di storia
lori sinceramente cattolici nel loro inter- ecclesiastica in s. Eusebio nell' Esquili-
110, fermissimi di voler rimaner cattolici no, chiamata cjuesta primogenita dell'ac-
ad ogni costo, tuttavia siano pur essi ini- endemia o conferenza de' concilii e del-
-
non cattoliche, che sotto ogni aspetto an- no [V.) di Propaganda fide, perchè con
che più leggiadro e seducente si presen- virtuosa emulazione da'migliori sogget-
tano ora alle menti? Filosofia, storia, pò- ti del clero romano secolare e regolare,
litica, letteratura ogni cosa è stala ma- verso il declinar del secolo XVII nel mo-
nomessa e guasta da quei principi! ete- nastero de' celestini di s. Eusebio alla
rodossi di falsa indipendenza, che da 3 conferenza sulla storia dei concilii fu ag-
secoli conpermauentee maligna cospira- giuntala pubblica accademia di storia ec-
zioue congiurano contro la verità. Qual clesiastica,spaziando sul vasto campo dei-
meraviglia, ripetiamo, che gli scrittori la medesima, che illustrarono tanti gravi
moderni, auche rettissimi, non sappiano e fedeli scrittori, sui (piali primeggia il
jo4 STO S T O
cardinal Baronia, che per antonomasia done le contaminale; e così ne trarranno i
studio della storia profana, e quello del- to, senza qualche idea de'soggelti che ma-
ia storia letteraria. Gli esempi chiari nel- neggiarono gli affari pubblici dell'eterna
l'antica storia profana dell' istesse virtù, Roma (/"".), senza aver un'idea della re-
pagane, giovano mirabilmente all'accor- ligione e de'costumi generali di quel ce-
to istitutore o nell'accademie per infiam- lebre popolo, gli scrittori appena mate-
mar l'animo de'cattolici giovinetti, non rialmente si ponno cou molla fatica in-
che ad imitare, ad avanzare e superare tendere, di qualunque classe siano essi,
gli sforzi della naturale probilàdi uomini, cioè poeti, storici e oratori, facilitando
i quali avvolti. gemevano nel lacrimevole pure insegnamento letterario di altro
1'
tenebrore del gentilesimo. Le virtù di Ci- genere. La storia ebbe più seguaci presso
ro pel i.° seggio d'oriente, quelle de'Ca- i romani, le cui gloriose geste chiamava-
ruilli, de'Scipioni, de'Valeri Pubblicata, no lo studio de'grandi ingegni a trasmet-
de'Meneni Agrippa fra'romani, d'un Ari- terle a'posteri colla dovuta dignità, e gli
stide e d' un Epaminonda per lacere di enumerai al citato articolo Roma. Livio
tanti altri tra'greci, sono mirabili scatu- solo potrebbe bastare ad immortalare la
rigini fecondissime di salutari lezioni alla gloria della storia romana; ma prima di
più tenera elà,lequali avvegnaché si colle- lui erano fioriti con lode non minore di
gllino a fatti illustri ne' vetusti annali, più storico stile Sallustio e Cesare, e Cornelio
menti e più radicate rimangono
fisse nelle Nipote colla breve e sugosa cronaca; né
ne' cuori. I precettori devono curare di minor grido levò nella storia dopo lem-
i
ri nella prefazione de' Possessi de' Papi, in fatti, ossia che la storia ci schieri dinan-
che fra gl'immensi volumi di tante sto- zi i dotti più cospicui de'secoli trapassali
rie, quella di Ilo ma certa mente è una del le e le vicende di loro vita, ossia che prenda
più importanti e delle più belle, e la sola a svolgere le origini, i progressi, i decadi-
che soddisfa all'amor proprio d'ogni na- menti delle lettere e delle scienze, massi-
zione. pei che dappertutto hanno fatto per mamente nel paese natale, sempre è pia-
qualche tempo residenza gl'imperatori , cevolissima occupa zione.DiceBacone,che
e vi hanno eseguite grandi imprese e la- la storia del mondo, senza la storia de'sag-
sciati i più monumenti. Comin-
illustri gi, è come la statua di Polifemo senza l'oc-
cia co're, seguita con una repubblica di chio. Nel pelago sterminalo di opere scrit-
consoli, di tribuni, di eroi; presenta una te fin qui, la storia letteraria non presta
serie d'imperatori, divenuti padroni del minor servigio agli studiosi che la busso-
più vasto e del più grande impero che la o la carta nautica al piloto per segnar-
siasi mai veduto nell'universo; termina gli la via da correre, gli scogli da cauta-
finalmente con quella dei Papi, i quali mente evitare, i luoghi a cui giunsero i
dopo di essersi colle loro virtù conciliato precedei! ti uà viga tori, e don de perciò deb-
l'amore e la venerazione de'popoli, giun- ba egli prendere le mosse se brami spin-
sero alla Sovranità (/".) temporale d'un gersi a termini più lontani. Inoltre la sto-
fìorenlissimo stato e d'una Roma privile- ria letteraria non presta minor servigio
sempre la
giata dal cieloe destinata a far come scuola a tutti aperta per aguzzar
prima figura nel mondo, avendo felice- l'ingegno, per esercitare il giudizio, per
mente cambialo l'antico impero conqui- affinare il gusto, per apprendere a dritta-
stato dalla prepotente forza delle armi, mente pensare; è scuola tanto più utile
con quello tanto più nobile, più giusto e perchè non per astrusi precelti, non per
più glorioso della religione. Cancellieri astratte teoriche, non per vaghi principi!,
stesso fu uno de'più benemeriti scrittori ma per esempi v' insegna praticamente a
delle glorie di P«.oma, da lui egregiamen- pensare, a giudicare, a senlire il vero, a
te illustrate, per cui meritò il riportato gustare il bello, a proferire il retto, a di-
nel voi. LI V, p. 297, e che il p. Brandi- visare i solidi pregi dagli appariscenti,e le
marte, nella Lettera che a lui indirizzò, e vere bellezze da Ile fallaci. Tali sono, se non
la quale pubblicò a p. 589 di Plinio Se- tutti, almeno i principali vantaggi che si
niore illustrato, non dubitò di adattargli ricavano dalla storia letteraria. Una sto-
l'eloquentissimo elogio fatto da Cicerone ria critica delle vicende,che in tutti i tempi
a M. Varrone,il più dotto de'suoi contem- e presso tutte le nazioni ha soifeiio la lette-
poranei. 55 Nosin nostra Lrbe peregrina 11- ratura; un quadro filosofico de'progressi
les, enuutesque lui libri quasi donnun che dalla sua origine fino a'noslii lempi
i oG S T O S T O
ha essa falli in tulli generalmente e par- re ecclesiastiche, per riconoscenza a quel
ticolarmente in ciascuno de'suoi rami; un benigno compatimento col «piale si degnò
ritrailo dello stato In cui trova vasi all'in- riguardarmi senza conoscerlo di persona,
cominciare tlcl secolo presente, dopo lo a con furto e ad incoraggi mento degli. Scrii-
studio di tanti secoli; una prospettiva de- tori ecclesiastici laici, mi piace riportare
gli ulteriori avanzamenti che le rimane- li interessante dedica ch'egli fece del suo
vano a fare, si ammira nella dottissimi» eruditissimo Manuale. "All'ottimo e pre-
opera del gesuita p. Giovanni A ndres, £M- stantissimo amico d.r Giovanni Labus'.
l'origine, progressi e stalo attuale d'ogni Voi laico avete scritto con calore di nar-
letteratura, Roma 808. i Noi abbiamo in- razione e con saviezza di critica i Fasti
iìnite storie letterarie di nazioni, provin- della Chiesa, cioè le rifa de'sanli; ed io
ole e città, altre di scienze e di arti parti- sacerdote ho composto in vece i fasti del-
colari, tutte certo utilissime all'avanza- la lettera tura ,che v'indirizzo e vi dedico.
mento degli studi; ma un'opera filosofica Vedete! Tutto il contrario di ciò che a-
che prendendo di mira tutta la letterati!- vrebbe dovuto avvenire. Voi, giù m'im-
ia, i progressi ne-descriva criticamente e magino, sarete stato fitto segno de'motti
lo stato in cui si trovava in detta epoca, e sorrisi di alcuni begli spiriti de'nostri
non erasi ancora pubblicata; poiché il dot- tempi,alPumorede'quali la vostra impre-
pera, e all'idea di presentare la storia del- lettere già per se stesse non fossero tanto
la letteratura in tulte le succiassi. A que- pregievoli e utili anche allescienze sagre,
a
sto fine la divise in 4 parti, è nella 2, par- lo zelo che in questo mio libro ho spiega-
ticolarmente la storia dei progressi latti to a favore della religione e delle sane dot-
alla bella letteratura, sotto la quale vi po- trine, potrebbe bastare per giustificarmi
se e comprese la poesia, l'eloquenza, la diavei sceltoa trattare di letteratura, sen-
storia, e tutti gli studi filologici dell'erudi- za obliare perciò gli studi e i doveri più
zione, servendosi di que'benemeriti scrit- gravi del mio ministero; e in un secolo,
tori, che la storia di ciascuna scienza pre- in cui si ha bisogno di richiamare a'buo-
sero a illustrare. Si può anche vedere il ni principii, e d'ispirare i migliori senti-
preposto Antonio Riccardi di Bergamo, menti, dovrebbe considerarsi non inde-
Manuale d'ogni letteratura, ovvero pro- gna d'un sacerdote quell'opera, che in un
spetto storico critico biografico di tutte le soggetto di letteratura, ed a profitto della
letterature antiche e moderne, Milano gioventù, si offre sparsa d' un certo sa-
18 3 cj. Ad
onore di questo benemerito e dot- pore di religione, e condita di massime e
tissimo ecelesiasticOjChe arricchì la repub- di giudizi rivolli a correggere le malizie
blica letteraria di tante belle e utili ope- degli scrittori irreligiosi. Un tal peusie-
S T O STO 107
io,che appena giustifica un sacerdote di le opere dichiara ridursi a due parti, una
aver messo mano negli studi di umana estrinseca materiale, l'altra formale o
letteratura, copre di gloria un laico, il intrinseca, Lai." si aggira sull'intitola-
quale, per ubbidire ad una voce autore- zione della scrittura, sulla pubblicazio-
vole, e scrivere in un argomento sì caro ne, sulle diverse edizioni, sulle moltepli-
alla Chiesa di Gesù Cristo, sospese per ci illustrazioni, ec. A questa succede la
a
qualche tempo le investigazioni di quel- 2. ch'è l'attenta lettura dell'opera stes-
le scienze predilette, che lo hanno tra noi sa, nel comprenderne le sue parti, pene-
proclamato il degno successore del Mor trarne i sensi, gustarne le bellezze, va-
celli. Oh fossero molti i laici scrittori, co- lutarne i pregi; ovvero nel discoprirne i
me voi chiari e distinti, che abino i loro difetti, disvelarne gli errori, bilanciar-
pensieri sino a Dio, fonte di tutti i lumi, ne il vero merito. La 1." di queste condi-
e i he si uniscono intorno al vessillo della zioni, giudica il p. ÌNarbone, costituisce
Religione ! 1 loro talenti non sarebbono la bibliografìa, l'altra la critica. Ma quan-
che più luminosi; le loro opere acqui- to alla parte bibliografica, dice trattar-
sterebbero un gusto [.'iu universale, uno ne iiell' Apparato melodico, ove riporta
splendore più costante, perchè in fine sen- le edizioni, le versioni, e ogni altra rela-
za il sale della vera sapienza, ch'è la Re- tiva erudizione. Finalmente ritiene che
ligione, tutto si guasta e perisce. 11 vo- la critica, siccome più nobile delle dette
stro esempio è degno di essere esposto parti, così è più ardua, più rischiosa, più
all'imitazione de' dotti. Voi avete altre soggetta a inganni, a errori, a invidie, a
opere che vi hanno uhi italo la stima de- pregiudizi, Dicono i sapienti, che a 3 co-
gli eruditi d'Italia e di oltremonti, parti- se conviene principalmente aver l'atten-
colarmente nelle scienze archeologiche, in zione nel giudicare leopere,cioè alle dot-
cui possedete un criterio eguale alla eru- trine che vi si espongono, all'ordine col
dizione; ma quella de' Fanti della Chiesa, quale sono trattale, alla lingua e allo sti-
nell'atto che attesta l'estensione delle vo- le; vale a dire all'invenzione, alla dispo-
stre cognizioni nella storia sagra e profa- sizione, all'elocuzione.
na, vi erige un monumento di gloria e di Gli annali del mondo hanno principio
felicità sempiterna; perchè se passa trop- nell'Asia, che vide nascere ih. £/owoerea-
po presto la vana gloria del inondo, san i to daDio,e l'Asia appunto parve formala
tiche avete celebrato, intercederanno per per essere il clima nazionale del genere li-
sollevarvi un giorno a godere quella che mano, poichèsnpera lealtre parti del mon-
non viene meno ne'eieli". Il sullodato p. do nella salubrità dell'aria, nella fecondità
INarbone nella sua bella Istoria della let- del suolo,uella preziosa varietà e ricchezza
teratura siciliana, dice che la storia let- delle sue produzioni. Qui cominciarono
teraria per suo istituto assume un tri- pure le prime società e i primi imperi, che
plice incarico, dare cioè notizia degli scrit- dilatarono in seguitole loro colonie allo-
tori, render conto delle loro opere, pro- riente e all'occidente; di qui ebbe origina
ferire giudizio sul loro merito; quindi 3 la vera religione, che allontanandosi dal
esserelefacoltàcheabbraccia, tra le par- suo fonte, e passando co' popoli in tutte
ti integranti che la costitniscono,biogra- le parti del mondo, degenerò nelle più
senza battuta, e gli annali senza la storia tutte lestorie,la contemporanea èmaetra
sono battute senza musica: la cronologia eccellentissima, quando al lume della ve-
poi senza la storia èun disegno finito di ra filosofia si chiariscono le dottrine con-
molte parti, clie non dimostrano l'unione tenute iie'iatti. Peiò quella di nostra età,
e laproporzione di tutto il corpo. Di qui in cui i rattinon succedono ma si accal-
apparisce quanto ragionevolmente ope- cano, e due lustri equivalgono a un se-
rassero gli antichi, come moderni scrit-
i colo per la rapidità degli avvenimenti,
tori di storia universale, quando ricerca- per ispirilo politico di parte è gravemen-
rono modi onde conciliare la distinzio-
i te alterata e sfigurata, massime per isfo-
ne de' tempi colla comprensione de'fatti. gare il rancore contro la Chiesa e i suoi
1W. Tullio Cicerone insinuò agli studiosi di ministri. Da uno storico di parte indar-
formarsi tale idea così delle scienze, come no si aspettala verità de'fatti, l'equità dei
della storia d'ogni nazione, che l'uomo giudizi, la fedeltà nelle cagioni, comechè
si riputasse quasi cittadino del mondo, ed avente l'animo tutto quanto inclinato ad
uno della repubblica di tutti gli uomini, una fazione o ad una Sella (f'.),\a qua-
nato ad estendersi e a conversare con o- leha per abito e per costume, onde rag-
gni secolo per mezzo dell'animo, sebbene giungere ilsuoscopo,di usare d'ogni mez-
obbligalo a restringersi a vivere tra'piìi zo^ si serve precipuamente della potenza
vicini d'un luogo o d'un'elà, per l'abita- della stampa e della storia propagatrice,
zione del corpo. Tra quelli che ci dierono quale strumento e arma a lei favorevole,
la storia universale riporterò i seguenti. deprimendo tuttoché gli fa ostacolo, vivi
Giacomo Hardion, Storia universale, Pa- e defunti non risparmiando, ed osteggian-
cesco Bianchini, La storia universale pro- mondo da qualche cosa, e tenendo ogni
vata con monumenti e figurata con sim- altro popolo in conto di barbaro, non a-
boli degli antichi, eneziai Si5. Ab. Bor- vevano a leggere altra storia fuorché la
ile, Compendio di storia universale dal- propria, allora per necessità la scienza dei
la creazione fino all'anno 83 1 dell'era 1 fatti procedeva unicamente a modo di li-
cristiana, diviso per secoli e corredato nea verticale dal su all'ingiù per quella
d'un quadro mnemonico, opera tradotta serie successiva di narrazioni in cui si e-
dalfranceseda G. Fabretti, Pesavo 832. 1 rauo raccolte le memorie del passato. Nel-
Cav. Cesai e Canili, Della letteratura di- l'età nostra la storia ha acquistalo, a dir
scorsi ed esempi in appoggio alla storia così, due sorli di dimensioni. Non iscor-
universale, Tori noi 8 \lì. Storia universa- re più solo iu luugo per la successione de-
le del mondo con ispeciale riguardo alla gli anni e de'secoli,a norma della legge del
storia della Chiesa e degli Stali fino ai tempo; ma si dispiega altresì in largo a se-
nostri tempi, P\.alisbona iSio. Arrigo e conda dellospazio, offrendoti nella varie-
Carlo de Riancey, Istoria del mondo, tà delle vicende contemporanee di quan-
dalla creazione fino a''nostri g/o/7i/, Parigi ti popoli scambiano tra se per via della
J 833-4o. Nella biografia del granDossuet, slampa le uotizie de'fatti loro, quella me-
celebrai l' inimitabile suo Discorso sul- desima gradazione compitila di principii
la storia universale. Dufresnoy, Tavo- e di conseguenze,che altrimenti si appiè-
lette cronologiche della storia universa- seulerebbe nella storia cronologica de'siu-
STO STO 1
09
goli popoli. Quindi è che, a voler esser male animo di cui è invasa la più pai te
giusti e discreti, quante sono le magni- della moderna società. Se Dio vorrà che
fiche cose dette da' savi, a commendazio- io possa effettuare il mio vagheggiato pro-
ne dello studio della storia, dichiarando- ponimento, di erigere cioè un apposito
la maestra della vita, consigliera di pru- monumento storico (oltre quanto di Ini
denza, scoria del politico, specchio d'o- vado dicendo in questa mia opera, come
gni etàj altrettante e non una di meno, a Roma) di doverosa giustizia, di profon-
fatti contemporanei Ossian vicini o na- virtuoso, dotto e magnanimo Papa Gre-
zionali, ossiano oltremonli e d'oltrema- gorio XVI, che ammirato e compianto
re. L'unica difficoltà consiste nello spo- dall'universale scese nella tomba: vaMo
gliare la storia contemporanea delle pas- e immensurabile sarà campo per spun-
il
sioni di chi la scrive, e nel saperla leg- tare e stritolare le freccie impunemente
gere senza gli occhiali delle passioni pio- scoccate contro l'illibato candore decan-
prie. Ma non ci daremo a pensare che ai ti suoi costumi, contro i tanti fasti del
veri studiosi ciò sia punto più diffìcile che suo memorabile pontificato, e conti il
do luogo nel dover consultare più d'u- per nulla avevano luogo, e del tutlo
vi
no scrittore, non consulti fuorché più i dimenticato il suo nome e sebbene fon-
notoriamente probi e di onorata coscien- datore di esso Ma facile è ad ognuno,
!
za. " Ma di questi raro è il numero, ed i barboni veliere mortuo leoni. Questa è
posteri dovranno usare grande circospe- la storia nostra contemporanea, che sa-
zione, somma cautela, molto acume per pienlemente nella critica ragionata delie
distinguere il poco vero dal molto falso e opeie contemporanee, va descrivendo e
calunnioso, scritto per ispirilo di parte e deplorandola veritiera Civiltà callolica y
altre passioni, nella nostra storia contem- che fedele a' sagri doveii degli scrittori,
poranea e lagrimevole. Cri tenue saggio molle volte ha ripetuto con altri pochi sag-
d'improntitudine e delle false asserzioni gi e generosi:Che le più delle storie, le qua-
in moda tempo in cui viviamo, per
uel li presentemente vengono alla luce, so-
non rammentare altri articoli, si può ve- no ad arte guaite e corrotte: Che da uno
derlo in quello a questo precedente della storico di parte fanatica indarno si aspetta
Stola, ove confutai le ingiurie scagliate la verità de' fatti, l'equità e l'imparziali-
su due gloriosi Papi e per quel sagro in- tà ; però sono sostenuti e carezzati con
dumeoto, il quale ancora fu preso di mi- sperticati encomi, cou fero strazio della
ra e di pi elesto per isfogare il veleno e verità, dagli organi pubblici di periodici
iio S T O S T O
giornali (della cui origine, scopo e pio- Anzi si richiede da loro stessi le notizie
gressoparlaiaDiARio e Notizie bei, gior- biografiche, e ne posseggo le prove e le
no, in uno alle effemeridi storiche etleru- domande Confesso 1 però, per istorica ve-
dile), del tutto loro ligi, onde prima di rità, che questa non è interamente una
essere letti e giudicati dal pubblico, fab- novità, poiché trovo negli Opuscoli dt\
bracano loro una riputazione preventi- p. Calogerà, t. i, p. 127, il Progetto ai
va. Argomento die ha svolto in tanti Ino- letterali d'Italia per scrìvere le loro vi-
gili e nella serie 2.", nel l. 2, p. 5 : Ra- te del conte Gio. artico di Porcia, col
gione delle nostre Pàvistej nel t. 3, p. 5: novero di quelli che già l'aveano scritta
Le Cronache conìem poraneej nel
nostre. e pubblicala, per rendere ragione delle
t.5,p.i5e i5o: L'attedi falsare le isto- loro opere, ludi a p. i4^ si I e«ge la fila
rie: Pupari contro le false istorie. Darei di Giambattista de I ico scritta da se
di buon grado un breve sunto di tante medesimo. Nel t. 49> P- ^3,Llta e stu-
preziose verità, pronunziate ad avverten- di di Francesco Maria Spinelli princi-
za e disinganno cle'con temporanei, ed a pe della Scalea scritta da lui medesimo
lume dei posteri, se non temessi che il in una lettera. Rammenterò pure che
compendiarle con istrelli e fugaci cenni, Giulio Cesaree Pio II ci lasciarono ilo-
non ne scemasse e snervasse di troppo il ro Commentari. cardinali Bentivoglio
I
valore. Vi sono tra gli uomini delle con- e Quirini scrissero la propria vita. Il pe-
dizioni, in cui per grande che uno si ac- saie;>ePasseriegualn]enteconipilòla prò-
quisti il merito della virtù o del sapere, pria, che riporta Colucci nel t.8 dell'ai-
talvolta ben di rado ne tramanda la sto- licitila picene. Il Cavedoni scrisse la pro-
ria lodato il nome alle generazioni Ionia- pria biografìa. Abbiamo pure, Biogra-
ne.Tanlo è vero che in questo basso mon- fa di Nicolò Cacciatore inviata a tttg.r
do la rinomanza la meglio guadagnata Muzzarelli, ec. Roma 184 5- Questi ed
non corre sempre per giustizia, sibbene altri esempi avranno avuto buone ragio-
per caso o per fortuna. De' popoli anti- ni per descrivere le proprie azioni e o-
chi vennero a noi chiari gli uomini che pere, ina ciò è alquanto pericoloso, e vi
primi dierono leggi a una città o stato; occorre molta sobrietà e tnoderazione;sia
quelli che difesero col valore la patria nei se ha per iscopo di difendersi dalle offese
combattimenti; quelli i cui poemi ili- altrui, sia se ha per fine di rendere couto
bri scamparono alla distruzione di una de'propri studi. I/uflicio di tramandare ai
gente o d' una biblioteca, e coloro che futuri il nome degli uomini veramente il-
lasciarono pitture o sculture } o che co- lustri, è riservatoalla storia, uè essa lodi-
struirono edilìzi da sfidare 1' edacilà del menticherà,come non l'ha scordato giani-
tempo. Pertanto si deve la ricordanza di mai, restando sempre le opere a farglie-
tauti illustri alla ventura della conserva- lo sovvenire, se peravveiilura furono tra-
zione di loro opere, e di que'benevoli che sandali. Dio, il tempo e la storia iraman*
ne curarono la gloria, con iscriverne so- cabilmente rendono giustizia. D'allron-
briamente la storia, o illustrando i pio- de, nou basta la voced'uno scrittore doz-
dotti del loro ingegno, quaudo realmente zinale a dare la immortalità al nome di
lo meritarono, finché poi si passò all'ec- un uomo, quando l'opere da lui lasciate
cesso e all'abuso, e sino co'viventi. Tan- non valgano a tanto. Il giudizio impar-
te poi sono le biografie, le vile e gli elo- ziale ,
più che da noi, spetta alla tarda
gi che scrivonsi di presente, che ormai posterità, la quale senza spirito di parte
e divenuto un fastidio non lieve; e quel e senza gelosia, giudica, innalza e con-
ch'è peggio il mal vezzo di scrivere vite danna le opere de'privati, non meno che
si è esteso a quelli che vivono ancora 1 quelle de'principi. Vero è per altro, che
STO STO in
sorgono di Imito in tanto e tramontano Guglielmo Berger, Dissert. de andari-
Montini così grandi, virtuosi e benemeri- talibus pracposlere in re litteraria usur-
ti,da non potersi né doversi aspettare la patisiVittebergaei720. A. M.' Salvini,
voce della storia per farne soggetto di e- Lellerasopra licitare i passi degli auto*
mulazione alla gioventù; ed in questo ra- ranelle sue Prose toscane, Venezia 734. 1
sta di tanti illustri, le avremmo ignorale, uomini illustri seri ile da loro medesimi,
ed essi restavano defraudati della giusta Milano 8?. Manno, De' vizi de letterali,
1 1
.
ammirazione che destano le loro vii tue Milauoi83o. G. Tartarotli, Lettera in-
imprese. Anzi talora gli uomini guada- torno a' detti o sentenze attribuite ad ari
gnarono più di celebrila per le nobili al- tori dicui non sono, presso il Calogeri»,
trui scritture, che per le stesse loro ope- Opuscoli t. 2j, p. 3 19. E. Balletti Rio-
razioni, quantunque lodevoli. Ed è perciò coboni, Lettera sopra le traduzioni, ibid.
che Alessandro il Grande invidiò ad A- t.i4» P- 4'6-JNe! t. 47 de'inedesimi Opu-
chille il poema d'Omero, ed il Petrarca scoli p. 449 s ' riporta il Discorso criti-
si riprometteva col suo studio di dare ai co di d. Francesco Serio e Mungitore, un
un nome immortale. Non
posteri i mo- di cui brano trovo opportuno qui inse-
numenti sepolcrali ricordano gli illustri rire. » Singolare sarebbe la felicità di chi
estinti, coniechè soggetti ad essere abbat- scrìve, senel lavoro delle opere, col le qua-
tuti ed esposti alle vicende del tempo di- li pretende guadagnarsi la gloria di no-
Fiavio Vopisco scrivendo: »» Neino Seri- giormente coi colli e dotti che ben sanno
ptorum, quantum ad (ustoria pcrtinet, quanto costi talora un periodo, in cou-
non aliquid est meutitus, in quo Livius, cedermi benigno e largo compatimento
in quo Saluslius, in quo Cornell US Taci- proporzionato alla vasta impresa. E qual
tus, inquodeniqueTrogus manifestis er- è mai quell'opera die possa vantare com-
roribus convincerentur". Stimo però es- pietà immunità da ogni difetto? Agli ai-
sere proprio d'un animo ben composto tri poi, che per gelosia e invidia, disco-
li compalirenegli storici ogni fallo, quan- noscendo la fatica indefessa e enorme, il
do ola negligenza non avesse trascurata graudiosoearditoconceltoequalchepre-
l'esamina di quanto scrivono, o la pas- gio,e da severi e inesorabili aristarchi si fer-
rori e abbagli, che talvolta si trovano la censura deve procedere con molta cau-
negli storici, per non restar pregiudicata tela onde non esporsi invece ad essere ceu-
la sincerità del vero. Compatisco gli an- surato e biasimato, pegl'incorsi loro gra-
tichi storici che errarono in molte cose; vi errori e fai falloni,dirò loro con un poe-
ma non posso ritenermi di non lodare l'ab. ta latino: Quod potili, feci: faciant /7»e-
Lancellotti, che ne\Y Oggidì notò gli ab- Uorapotentes. Finalmente all'universale,
bagli di sessanta e più storici che cadde- la storia non mi permette di tacere, pei*
nomo e perciò fallibile, ovvero ripetei!- cipale ad altro luogo grande. Strada vi-
do gli altrui che non fui felice di tutti co- cinale, si dice quella che conduce ad al-
noscere, ad onta che certamente non ri- cuna casa particolare. Strada battuta, si
spaimi ogni più precisa e laboriosa di- dice quella, ove di continuo passano mol-
ligeuza, come francamente più volte prò- te genti. Dicesi Vicolo la strada stretta,
testai, ed anco all'articolo Stampa, av- Vicus,parvus vicus,e Piazza quel luo-
verleudo insieme che non manco correg- go spazioso della strada circondato d'e-
germi negli errori miei o tipografici al- difizi.Le strade di ferro o Ferrovie, so-
l'opportunilà, e perciò li vado ehminan- no così denominate dalle rotaie di ferro,
do; tutto questo, spero, mi gioverà in gè- Mercè queste nuove vie aperte a'traflici
S T R STR m3
e ai viandanti, le più lontane regioni si quelle di Cenzano, e ciò che più sorpren-
ponno riguarda re a Ile nostre attinenti. Le de le lunghe passeggiate coperte di boschi
strade ferrate nella necessità in cui sono fra le nevi di Pietroburgo. Ponti (/'.)
I
di trar profitto nella lortì traccia da tutti sono strade, sorrette da edifizi per lo più
i vantaggi del terreno, offrono oggi gior- arcuati, sopra le acque dei fiumi, onde
no alle grandi vie di comunicazione già congiungere le due rive. Dissi a Poste,
esistenti una nuova occasione per confer- che questo vocabolo derivò dall'imposta
marsi ne'loro diritti. Tutte le strade ur- del pedaggio, e servi per esprimere il luo-
bane, suburbaue, provinciali e nazionali go.stabilito sulle strade maestre di distan-
hanno la propria nomenclatura, deriva- za in distanza, ove si trovano cavalli per
ta da svariate cause. Le principali ebbe- far Fi aggiri.) con sollecitudine. In quel-
ro origine dall'ubicazione di esse, dal no- l'articolo ragionai degl'immensi vantag-
me di chi le fece costruire o migliorò, dal gi che da esse si ritrae, con nozioni relati-
vicino luogo ove accadde qualche memo- ve alle strade pubbliche e alle locande po-
rabile avvenimento, dal luogo donde par- stali ; mentre dell'origine delle taverne
te o da quello ha fine, dal nome
in cui parlai a Pellegrinaggio, ead Ospizio del-
de'propinqui edilizi, da quello che vi a- l'ospitalità a'viandanti. Una delle più lo-
bitò, e per non dir altro, dal sito ove fu- devoli istituzioni a vantaggio delle stra-
rono o sono riuniti uffizi, o corporazioni de urbane, è sicuramente quella dell'il-
artistiche di una medesima specie. Fra luminazione notturna, massi me a gaz. Im-
le più considerabili costruzioni che ci la- perocché siccome le tenebre favoriscono
sciarono gli antichi romani, sono da an- le insidie e le azioni turpi, così la luce
noverarsi le cloache/importante oggetto, artificiale deve reputarsi un testimonio
sia per la salubrità e comodo degli abi- del pubblico costume e della sicurezza so-
tanti, sia per la conservazione delle stra- ciale. Delle strade più rinomate, tanto
de,le quali sarebbero senza di esse pregiu- urbane, che nazionali e provinciali, e lo-
cono, pe'loro frutti, pe'molteplici usi della niti in numero considerabile sulla super-
vita, per la salubrità dell'aria. A questo ficie della terra per potersi distribuire in
si aggiunge, l'amenità e l'opportunità di diverse società poste a qualche distanza
garantirci dagli ardenti raggi del sole; l'una dall'altra. Anche ne'remoli tempi
opportunità assai valutabile per le pub- verosimilmente furono in uso alcune re-
bliche vie e passeggiate, onde i cittadini gole di polizia amministrativa sul man-
a cui le civili occupazioni non permet- tenimento delle strade, ma non ci resta-
tono abbandonare la città, ponno an-
di rono vestigi. Questo oggetto,come mate-
che dentro la medesima o ue'suburbi go- ria diqualche importanza, non vedesi trat-
dere della campagna, e ricreare lo spi- talo se non che ne'bei tempi della Gre-
rito e il corpo. Quindi sono celebrali gli cia. Il senato d'Atene invigilava sopra le
albereti che adornano le rive del Senna, strade; Lacedemone, Sparta e altri stali
igiardini di Londra, suburbani di T'ien- i ne confidarono la cura e la sorveglian-
za alle persone più distinte ed agli slessi
na, le vie alberate di Castel Gandolfo,
VOL LXX.
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re; non sembra tuttavia, che questa o- blichc vie fu riguardatadegna della mas-
slentazione eli pubblico regolamento a- sima considerazione presso ogni colta na-
vesse prodotti grandi effetti nel laGrecia, zione^ come uno degli oggetti più inte-
se è vero da alcuni scrittovi, che
il riferito ressanti. Anzi per rendere più imponen-
le que tempi selcia-
strade non erano in te la tutela delle pubbliche strade, non
te. Era riservato a un popolo trafficante mancavano gli antichi di farvi concor-
il ben conoscere il vantaggio della faci- rere l'opinione religiosa, attribuendo la
lità dei viaggi o dei trasporti dello der- protezione delle strade ad alcune deità
rate, e per questo si attribuisce a'earta- denominate Fiali o Fiocuri. Fra que-
ginesi la selciatura delle prime strade, che ste vi posero ini.° luogo A pollo, il dio del-
adattale furono in quel modo, allei man- la luce e delle belle arti, con greco vo-
do Servio che cartaginesi furono pri- i i cabolo chiama lo Agyeus, quasi viis prae-
mi a costruir le strade con pietre, Coni- positus urbani*. Ne attribuivano anco-
mene, ad vers. ^26, lib. 1 Aeneid. Dio- ra la speciale tutela a Mercurio, messag-
nisio d'Alicarnasso, Antiq. cap. 4 ram- 5
giero degli dei, protettore de'viaggialo-
menta le vie aperte neìagli de'monli da ri, il dio del commercio, dei negozianti e
Ercole, che si vuole fosse ili.°ad appli- mercanti; perciò ponevano ne'capi-stra-
carsi a tali opere. Altri pretendono, che de le così dette Erme o statue viali, ef-
già Semiramide si fosse applicata a far figiate senza mani e senza piedi, Hermes
aprire strade pubbliche in tutta l'esten- essendo il nome greco di Mercurio, vo-
sione del suo impero. Sarebbe questo il cabolo equivalente a scoglio latente. Nel
più antico esempio che la storia ci som- voi. LXIII,p. 4o parlai delle pietre qua-
ministra di simili lavori, ma i tempi e drate chiamate Erme, di loro forma e
i fatti di quella regina sono oscurissimi; sovrastate dalla testa d'Ercole odi Mer-
e siccome vi ebbero molte principesse di curio, e perchè così mutilate; che da'ro-
quel nome, non si può ragionevolmente mani furono dette Termini, e poste sul-
assicurare, che alla più antica Semira- le pubbliche vie anche con altre teste di
mide e moglie di Nino dovessero attri- deità protettrici delle vie stesse, e si fece-
buirsi leoperemagnifichedellequali par- ro Termini anche con 4 teste; altre Er-
lano molti antichi scrittori. Perla mag- me neaveano 3, ognuna delle quali guar-
gior parte sonoapocrili gli scritti, ne'quali dava una strada che presiedevano. Si po-
si parla de'grandi edifizi, delle strade e sero ancora alle porte delle case, nelle
delle colonne con iscrizioni, eseguite per piazze, ne' portici, ne' vestiboli de'templi,
ordine di quella regina. Giustino, lib. 2, presso i sepolcri. Si collocarono in gran
cap. 1 o, commenda le strade de'persiani, numero da'greci e da'romani, ne'crocic-
ed i grandi tesori piofusivi da Serse. I\è chi o incrociamenti delle strade maggio-
presso popolo ebreo fu minore la pre-
il ri, ed anche su'eonfìni e traghetti de'cam-
mura, che si ebbe per la costruzione del- pi. Talvolta nelle basi aveano iscrizioni
le strade; giacché racconta l'istorico Gio- e ordinariamente: Auspicatus ad Iter:
seffo, Antiq. cap. 7, n.°4, che Sa-
lib. 8, Dux Fine, ovvero conteneva ciascuna
lomone fece lastricare di pietre nere le faccia triplice o quadrupla della pietra
strade, che conducevano a Gerusalem- il nome delle strade corrispondente a'ia-
me. romani non trascurarono punto sì
I ti di esse. Si racconta, che passaggieri
i
utili esempi, e questa parte de'loro pub- in onore di Mercurio solevano accumu-
blici lavori non è una delle meno glorio- lare delle pietre dinanzi a queste Erme,
se per quel popolo, e non sarà neppure e in tanta quantità che spesso ne copri-
una delle meno durevoli. Quindi la sor- vano tutto lo stipite fino al capo. Ciò si
veglianza e l'amministrazione delle pub* ha pure da Salomone, Prov.-iG, «S: Stetti
S T 11 S T R 1 1
la da lei in giovenca, gli dei che già era- spellare il luogo, con mucchi di sassi si
di Termine; allri vogliono di Giove che questo meglio previdenti de'greci. Le vie
prima di Nnma era venerato col nome esterne furono una speciale cura devo-
di Terminale, e qnal patrono decimiti, niani, sia chenetogliessero l'esempio dai
ai io febbraio. Altri credono che Numa carlaginesijSia cheda'coltissimi etruschi,
consagrasse confini a Giove Terminale.
i e questo pare più vero e più probabile.
Rappresentò la nuova deità sotto la fi- Le aumentavano quando il possenteloro
gura d'una grossa pietra quadrala, ebe impero cresceva, ed esse contribuirono
fececollocare nel suolempio,e ordinò che molto al suo incremento. La natura di-
ogni anno gli si offrissero in sagrifizio dei versa de'luoghi non presentava difficol-
fruiti, latte e vino. In seguito il nume fu tà, che non fosse vinta dalla loro perse-
rappresentato con testa umana, senza veranza e grandezza d'animo. Si apriro-
braccia e piedi per indicare che dovea ri- no monti, si colmarono valli, la via pro-
manere immobile nel luogo destinatogli, cedeva sempre quanto più si potesse ret-
ove pure si facevano a lui sagrifizi par- ta, quanto meno si potesse scoscesa. Gli
ticolari ne'limiti de' medesimi campi. I avanzi che tuttora ammiriamo, sono te-
due proprietari vicini a gara ornavano stimonianza di questo, come della solidi-
di ghirlande il limite principale, presso tà usata nelle costruzioni. Gli strali co-
cui innalzavano un a Ilare e un piccolo ro- minciavano da 3, e se il suolo era di ter-
go in cui sagrificavano vittime, seguen- ra quasi fatta liquida dall'acque o fan-
do un banchetto colle loro famiglie, e gosa, siformavano fino da 5 strati di ma-
d'ordinario coll'intervento de'villici vi- terie diverse, onde dare ferma base alla
ciniori. Per fare rispettarealpopoloi con- via. Poi ponevano il pavimento di pie-
fini, si persuase nulla esservi di più sa- Ire grandi o massi poligoni, congiunti
gro quanto i confini de'campi, e chi avea con tanta esattezza, che non reslava qua-
l'audacia d'alterarli e violarli si abban- siapparenza delle commissure. La ma-
donavano alIeFurie,ed era permesso uc- una lava basallina,
teria delle pietre era
ciderli. Sulla pietra di questo Dio si fa- delta comunemente selce, prodotto non
cevano più tremendi giuramenti. Dice
i raro d'Italia, dove arsero tanti vulcani,
Marangoni, che il dioTermine fu espres- e facile a trovarsi nelle molte cave ch'e-
so con due faccie opposte, l'una di vec- rano ne'dintorni di Roma, dove ne furo-
chio e l'altra di giovane, rappresentando no pur molti, essendo il suolo perciò in
in esse l'eccellenza d'ordinare le cose pre- gran parte vulcanico. Scrive Gio. Giro-
senti colla memoria delle passate, e con lamo Lapi, Del selce romano ragiona'
questa prevedere le cose future. Soggiun- mento mi nera logico ,Roma fjS^.La stra-
ge Marangoni, questo ancora fu uno dei da cos\ lastricata formava un dorso nel
tanti furlifalli da'gentili allo sagra Scrit- mezzo, marnerà convenientissima allo sco-
tura, dillòrmandoli con fàvole, rappre- lo dell'acque, che a'noslri giorni si ripose
sentando in Giano (bifronte, custode del- in uso. 11 finimento era formalo da due
le porte, e presiedeva anch'egli alle stra- margini, come i nostri marciapiedi e fat-
de) il patriarca Noè, il quale vide i due ti per più con grandi pietre da taglio:
lo
stali del mondo, cioè prima e dopo il di- i marciapiedi sono quegli spazi più alti
luvio. Mentre greci posero ogni studio
i a'iati d'una strada o d'un ponte, dove può
al decoro e alla fortezza delle città, la- passare chi cammina a piedi, senza esse-
sciarono indietro cose al sommo essen- re incomodalo da'earri, carrozze e simi-
ziali al pubblico vantaggio; le cloache, li. Tuttora la materia dellaquale forma-
STR STR 117
sì il lastrico delle strade di Roma è il sel- le dello stesso metallo che tuttavia esi-
ce, della qual sostanza trovatisi frequen- ste nella corte del palazzo de'Conserva-
tissime cave ne'dintorni della città. An- tori, da dove fu tolta verso il fine di det-
che in tempo dell'antica repubblica le vie to secolo per collocarsi sulla colonna. A.
urbane si lastricavano di silice in Urbe, questa per simmetria fu posta altra mo-
mentre quelle al di fuori cuoprivansi sem- derna a sinistra. Spesso la colonna mil-
plicemente di ghiaia, glarea extra Ur- liaria degli antichi, oltre al numero del-
beni. Gli antichi romani però non cono- le miglia, mostrava una o due iscrizioni
scevano la ferratura de'cavalli, ed aven- di principi, che presero cura di conser-
do piccoli carri usarono il selce in forme vare le strade già latteo di aprirnedi nuo-
grandi e poligone. ÀI presente si adope- ve.Imperocché nella sapienza che fugui-
ra nelle strade il selce tagliato in piccoli da all'ottimo governo romano, non mai
quadri piramidali larghi centimetri g e volendosi che il popolo mancasse di la-
mezzo e alti 18 Questi sono uniti fra lo-
. voro, oltre al mantenere le vie esistenti,
ro sopra un letto di sabbia o ghiaia, cioè spesso se ne facevano nuove, per non te-
le urbane particolarmente hanno con- nere la plebe ino/io, sovvenendola così
giunti selci con arena o calce (Nicolai
i degnamente. Nel n.° iq3 del Giornale di
dice preferibile l'arena) unita alla poz- Roma deli 853, si legge un importante
zolana^ questa sola; le strade sono fian- articolo, sopra autorevoli elementi per
cheggiate e divise nel mezzo da alcune determinare con precisione il vali « e delle
pietre di selce più grandi, larghe ne'lati antiche misure romane di estensione li-
centimetri 28 e alte 18, chiamate guide neare. Conoscendosi da'più insigni dotti
o liste. Nell'estate per smorzare la polve- scrittori dell'antichità romane l'impor-
re quando si scopano, le vie s'innaffiano tanza di determinare con precisione la
con acqua, che si diffonde a mezzo di va- giusta corrispondenza delle misure di e-
condotte sopra carretti. Abbia-
rie botti stensione lineare impiegate dagli antichi
mo: Descriplio dola aqua pieni, qua no- romani, tanto nel definire partimenti i
biliores viae Rornae irriganlur, nel li- delle loro opered'ogni genere, quanto nel
brodi Giuseppe Bernieri intitolato: Poe- dividere le vie principali da essi stabili-
sis focosa, seu rnoruni, ac ludicrorum te in tutto il vasto impero, ne fecero uu
{juorumdam, qxiae olitn Rornae, modo oggetto particolare nelle ricerche che dal
vero timi apud romanos, limi a pud no- XV secolo si protrassero senza interru-
strales vigent,poelicae descriptiones,\?a- zione sino a'uostri tempi presso ogni col-
tavii7 5. Plutarco, nella Fila di Caio
1 1 ta nazione che tiene in pregio quanto ci
3
Gracco, sembra ad esso attribuire lai. fu tramandato da quel vetusto popolo. E
misura delle vie, e l'invenzione delle co- ciò non solamente per giovare agli stu-
lonne, che di miglio in miglio ne indicas- di artistici e storici, ma anche per con-
sero il progresso. Questa utile maniera cordare le corrispondenze delle divisioni
di segnare le distanze non fu poi più in- iti.ierarie e di ogni altra più estesa de-
termessa, finché durò l'impero romano, finizione geografica; ed a Geografia. par-
ed moderni ne continuano I' uso. Sul-
i lando dellesue differenti specie, dissi pu-
la balaustra del Campidoglio di Roma, re che descrive la situazione delle strade,
vi è la Colonna milliaria che col nume- i limiti e le divisioni degli stati, e parlai
ro I indicava ili. "miglio della via Appia: delle carte itinerarie e delle carte topo-
nel 1 584 fu trovata fuori di Porta Ca- grafiche.Però nonostante siffatti gran-
pena nella vigna Naro; la palla di bron- di everamente eruditi studi rimaneva-
zo da cui è sormontata è parimenti an- no sempre ragguardevoli disparità ne'ri-
tica, e stava già in quella mano colossa- sultamenti, prodotti specialmente dalla
u8 STK S T R
varietà de'monumeuli su cui si baserò se lasua legittima possessione. Indi dovè
no, e dal non essere essi compresi nei nu- avvenire per naturale conseguenza, che
mero di quelli che andarono soggetti ad siccome la terra contiene elevazioni e ab-
diritto di proprietà, che non poteasi of- si rinvengano strade ben costruite, coti
fendere senza sacrilegio e siccome Tuo- ; buoni materiali da non produrre fango,
nio è avido, e l'avidità lo porterebbe ad con fossi laterali tanto necessari, e comò-
usurpar l'altrui, cos'i la mirabile sapien- damente intersecate da un numero di mi-
za degli antichi infrenò questa passione nori vie, e da ponti formati con solidità
sconvolgitrice della società ponendoi con- fra le alture de'monti, o sul passaggio dei
fini de'campi sotto la possente egida del- fiumi, o sulle acque stagnanti, ivi ha Ino
la religione. Quando Romolo fondò le go uua facile e pronta circolazione delle
Mura di Roma, dovette chiamare gli a- derrate, ed il cambio interno delle prò-
grimensori a misuraresulPalazioo Moti- duzioni del suolo e dell'industria fra prò-
te Palatino la prima cerchia della imo- vincia e provincia. Né minore è il van-
va città, e lo spazio del pomerio che do- 'aggio che dalla bontà dellestrade risulta
vea circondarla come luogo sagro agli al commercio esterno; poiché da ciò so-
Dei tutelari della città. Furono chiama- no in singoiar modo allettati gli esteri a
ti gli aruspici, fatti gli auguri, piantati i visitare, e transitare per le contrade, a
termini; e Roma sorse con quegli avven- recarvi i loro prodotti di cui si abbiso-
tui osi auspicii che la resero la città eter» gna, o esportandone i sovrabbondanti.
na,conquistatrice edominatrice del djoii- Si rende del pari moltissimo interessante
do, prima col senno e colle armi, poi col- per quelli che regolano le pubbliche co-
la divina potenza della fede che pose il se, che per brevi e spedite strade pouna
suo eccelso trono sul Faticano. L'agri- trasmettere gli ordini eavvisi, da cui tal
meusura fu in estimazione non solo sotto volta può dipendere la pubblica salvez»
gl'imperatori romani, ma pure sotto re i za. All'ornato e bellezza delle città è in»
barbari che invasero l'impero, come dot- dispensabile la conveniente latitudine, li-
tamente di recente ha dichiarato il prof, vellamentoeregolarilà delle stradeedel-
d. Stefano Ciccolini: Degli agrimensori le piazze opportunamente disposte: e Ci-
presso i romani antichi, Roma i8t>4. nalmente avendo in vista la pubblica sa»
Questoragionamentomeritòglielogidel- nità, nulla evvi di più utile, che la net-
l' Album di Roma t. 2i,p. ifò, e mag- tezza delle vie, mediante l'opportuno
giori della Civiltà cattolica, che eziandio sgombramene dell'immondezze e il fa-
nediè un erudito sunto,nella 2. "serie, t. Cile scolo delle acque. La forza di tanti
8,
p. 1 28. Fu in ogni terapo.e presso ogni col- motivi, che imperiosamente raccoman-
ta nazione riguardata la cura delie pub- dano la cura delle strade, e che si fece
bliche strade come uno degli oggetti più sentire a tutti i popoli non selvaggi, pe-
interessanti ne deve recar meraviglia,
; netròinmodo particolare l'animo de'no»
che tanta importanza venisse posta rela- stri maggiori, i quali ne ravvisarono tut-
vamentealle pubbliche vie, poiché trop-
ti ta l'importanza, e si occuparono di que»
poevidenti sonoi vantaggi che dalla lino- sta materia con quella coraggiosa perse»
na costruzione e dalla diligente manuten- veranza e magnificenza, che costituiva il
zioue delle medesime risultano al com- lorodistiutivo carattere. I maestosi avan«
120 STR S T R
zi dell'anticlie strade e altri monumenti velquod vias hnbeat sine muris.Castrum
«li simile natura, malgrado le ingiurie di antiqui dicebant Oppiduin loco altissi-
tanti secoli, fissano attonito lo sguardo mo situm, quasi Casam altam a quo Ca-
del viaggiatore, ed attestano la potenza stellino: sive qtiodcastrabatur ibi licen-
non meno che la saviezza del gran po- tia habitanlium, ne passim vagarentur".
polo romano. Si vuole che ne'primi tem- 11 Nardi pubblicò nel t. 2 3 del Giorna-
pi i re ne riservassero a loro stessi la so- le Arcadico p.
348: Sui vichi entro le cit-
printendenza;successa la repuhhlica, ven- tà, esegnatamente in Rimino a tempo
ne cjuesla sorveglianza attribuita a'cen- de'romani. Osserva che municipii d'I- i
sori e agli edili curali. Oltre a questi ma- talia, e più le colonie seguivano con ser-
gistrati furono istituiti ancora particola- vilità gli usi di Roma capitale, anche ne-
ri dilatori a varie strade di maggior im- gli edilizi, come nelle magistrature. Ot-
portanza, prendendoli dalle famiglie più taviano Augusto divise ogni regione di
cospicue, con facoltà molto estese. Di Roma in vichi, e lo attesta Svelonio in
questi curatori frequenti sono nell'iscri- Aug. cap. 3o: Vittore ne contò 4 2 4> a *'
zioni antiche le memorie ritrovate nelle tri meno; le città provinciali fecero al*
consolari, le quali ci additano in quanto trettanto. Rimino colonia romana si di-
onore si ritenessero da'romani coloro,che vise in 7 vichi iuterni, 5 de'quali desini'
destina li erano al la cura del le strade. Peli- sero il nome dalle regioni di Uoma, a so-
ti nger nella sua Carta geografica, nou miglianza di tante regioni o rioui, come
disegnò l'impero diRoma e delle sue pio- fecero altre città, oltre i vichi dell'agro.
vincie,ma solamente ebbe in idea di dar- I prefetti de' vichi istituiti da re Servio
ci la figura delle strade per Io mezzo, e Tullio nella riunovazioue delle feste com-
dentro dell' impero romano e delle sue pitali, tanto nelle città,quanto nelle cam-
provincie, come dimostra presso Caloge- pagne, divennero in Roma magisUi Fi*
r
ri!, Opuscoli t.
42 ) p- 2-83, il d. Dome- corum,e Fico magistri] ministri subal-
nico Vandelli, colle Memorie intorno al- terni, come rilevai a Rioni di Roma, di-
l'antiche carte geografiche, e particolar- poi nel medio evo denominati Centena-
mente intorno alla Carta o Tavola detta riij e si dissero gli abitanti, vicanus vici t
Peutingeriana. I romani aveano 3 spe- habitator vici o plebs vici. Vi erano vi-
cie di strade, le vie così dette pubbliche, chi nelle città,e mollo più nelle loro cam-
che suddividevano in regie,militari e con- pagne ; in città erano le varie divisioni
solari, le quali conducevano da città a dellamedesima, ed in campagna piccoli
città, o al mare, o a'porti de'fìumi navi- paesi tra loro distanti, il capoluogo dei
gabili^ in altra strada maestrale vie vi- quali s'iutitolavaPtfgo, siccome vico mag-
cinali, quelle cioè, che conducevano in giore, formante una porzione di territo-
flcosda un villaggio all'altro; le vie pri- rio composto di molli vichi, oggidì ville,
vale, chiamate da alcuni anche agrarie, castelli. Anche nel medio evo continua-
lequali erano destinate a condurre nei va la distinzione tra pago e vico, in detto
campi, ed a facilitarne la coltivazione. senso, aventi i loro patroni. La diversità
Quanto a' /lei e da chi presero il nome, de'vichi la dichiarò pure Manuzio, De
così sono descritti da Isidoro, riportato quaesitis par. 3,n. 7: » Vicus duplex erat,
dal «Sigonio lib. a, CI. « Vici et Castella, nempe Urbem et in Urbe. Vicus
extra
et Pagi sunt, quae nulla dignitate Civi- in Urbe domorum series continuata,
est
tatisornantur,sed vulgarihominum con- suo non carens nomine, ut Romae Vi-
venta incoluntur, et propler parvitatem cus Cyrius, Vicus Africus, atque ahi ",
sui uiajoribus civitatibus allribuuntur. Questi vichi davano il nome alle strade,
Vicus dictus est a vicinis habitatoribus, per cui rimarca Nardi, che tuttora nel re-
S T R STR 121
gno di Napoli e in Napoli stesso la mag- cazioni commerciali, ma principalmente
gior parie delle strade chiamasi fico, la prontezza de'movimenti militari e la
come fico Rello, Vico di s. Maddale- facilità de' trasporti delle armi e baga-
na. Nell'altra sua opera De parrochi gli, e cosi si spiega la rapidità, colla qua-
ferma che in 7 regioni o vichi dividevan- del dominio romano. In latti dal secolo
si le città, ognuna delle quali àvea il suo VI di Roma in poi aprirono vie militari
diacono presidente, e visitavano quelli in tutte le parti occupate da loro, esoven-
che aveano bisogno e lo riferivano al ve- te a tali la voii impiega vansi soldati chi- i
to Campidoglio, col
il nome di Lata, ed parlai in un alla Lnbicana, vale a dire
ancora ne conserva il nome la Chiesa di da quella porta chiusa fra la detta di s.
fatte a questa via inerita menzione quel- via di tal nome. Dalla Porta Fsauilina,
la operata da Augusto nel 727 di Roma, oggi Maggiore, si andava all'antico £<*
ilei cpiale risarcimento vi è memoria nel- bico,om\e la porta e la strada furono chia-
I' iscrizione collocata sul celebre Ponte mate ancora Labirane. Dalla Porta Ce-
Molle o Milvia. Alcuni dicono che Au- limontana,\no^«\$. Giovanni, detta pu-
gusto ebbe intenzione in questo risarci- re Asinaria e Nevia, crede Guattani, che
mentodi aprire la strada da Roma a Fa- niuna nobile strada ne uscisse, ma che
no, e farla praticabile a'carri, cioè da un soltanto servissero di comodo per le or-
mare all'altro, seguendo in ciò il disegno taglie: questa via conduce a Frascati,
di Giulio Cesare, il quale al riferire diSve- Albano e Napoli. Dalla Poi ta Latina ne
tonio cap. 4) fra le altre cose che pensa- partiva la via di tal nome, che al Tusco-
va ia sua vasta mente, una era questa : lo, ad Anagni, a Compito, a Roboraria
l'inni munire a mari supero per A pen- ne conduceva. Dalla Porla Capena, oggi
nini dorsum ad Tiberini usane. A 'tempi s.Scbii stiano ,nvea principio la regina del-
di l'aolo II, che fabbricò il Palazzo apo- le antiche vie, V Appia, la quale fu opera
stolico dì s. 3fa reo, nel principio di det- insiguedel famosodecemviro AppioCIau-
ta via si cominciarono a fare le corse dei dio il Cieco, e perciò anche la porta fu
cavalli, onde ambedue Lata e i nomi di cognominata Appia. Sebbene vi fossero
di Flaminia si confusero, ed ebbero il no- vie, che da Roma condueevano nelle cit-
me di Corso, che divenne la più nobile e tà circonvicine fino da'primi tempi, non-
a
più magnifica via di Roma. Dalla Porta dimeno è certo che la i. via di lungo trat-
Pinciana la via che ne uscì dopo breve to.che fosse lastricata fu l' Appia, l'anno
trattosi gettò nella Flaminia. Dalia Por- di Pioma 44 2 Di questa magnifica e ri-
-
tii Salaria derivò la via omonima die nomatissima strada, che conduceva sino
conduce in Sabina. DnUn Porta Nomea a Brindisi, ne trattai in moltissimi luo-
tona, oggi P/c/,cond uceva la aNomen-
via ghi che la riguardano, come a Paludi
to, onde la strada si disse Nomentana e Pontine, ed a Sepoltura, descrivendo i
voli, laonde tanto la porta che la strada 1 o, p. 3.65 della Storia letteraria d'Ita-
presero il nome di Tiburtina. Anche at- lia. Il commend. Pietro Ercole Visconti
tualmente per andarvi si e*ce prima da nel suo bel carme, La Via Appia dal se-
(juesta porta, e giunti nell'aperta cam- polcro de' Scipioni al mausoleo di Me-
pagna, ora si percorre e ora si lascia l'au- Iella, lodò l'illustrazione di Pratilli per
lica via. Dalla Prenestina, così detta dal grande erudizione e accuratezza, e che non
condurre a Palesirina, e perciò ivi ne ri- valse a tor pregio al nobile lavoro le cri-
S T R SIR i23
lidie di Gesualdo. L' Album di Roma ti, De aqueductis, ed il p. Revillas, Dis-
contiene diversi eruditi articoli sulla via seri, dell' accad. di Cortona. Altre vie di
Appìa, massime il 1. 18, p. 2^5 e seg.,sul- cui tratta l'eruditissimo Nibby sono le,
lo scavo fatto nella medesima nel 85 1 seguenti. Dalla via Appia diramò presso
d'ordine del Papa Pio IX e del ministro la Porta Capena la via A> dealina , cioè
de'lavori pubblici coinmend. Camillo Ja- presso la Chiesa di s. Cesareo, e condii-
cobini. Dalla Porta Ostiense o s. Paolo, ceva direttamente ad Ardea, città anli'-
sortiva laf via di tal nome che anelava a chissima de'rululi, di cui riparlai in altri
Ostia Sii\ mare,passando innanzi alla ba- luoghi e nel voi. XXIX, p. 3o. Dirama-
silica omonima. Dalla Porta Porlese per vano dalla Flaminia, fuori di Porta Fla-
la via Portuense e Marittima andayasi minia e al 3.° miglio, le vie Cassia, già
come alpresente a Porto, a Fiumicino, esistente nell'anno di Roma yoq, e lastri-
e all'antico Porto Romano odi Claudio. cata probabilmente dal censore L. Cas-
Dalla Porta s, Pancrazio ^ già Cianico- sio Longino, che raggiungeva per Firen-
dal milliario aureo del -Foro Romano (di solo tronco, che fino a Tivoli avea il i.°
cui riparlai a Piazza dì Campo Vaccino nome; dopo tal città prendeva quello di
ed a Roma): la colonna cosi detta nota- Valeria, e da questa Nerone diramò per
va le distanze delle vie, ma non ne era il uso della sua villa la via Sublacense, che
principio; la di loro misura cominciava prese nome da Sublacum poi Subiaco.
dalle rispettive Porle, bensì ad ogni mi- La Valeria l'aprì il censore INI. Valerio
glio vi erano colon net te col numero, chia- Massimo a spese pubbliche l'anno di Ro-
mate Colu/unae Militar iae. Cita Fabret- ma [.47, e costeggiava la Sabina sino ai
1*4 SIR S T R
Ridi'si, del qua! paese riparlai a Peschi a ta essendo contenuto lepido, tale altra
il
e Sa biuta. Le vie più celebri che traver- con gravi ammonizioni e morali senten-
savano il territorio latino erano l'Appi a, ze; in altri si minacciava la morte terri-
se, la più recente di tutte le antiche vie sepolcri. Quindi feci la descrizione dei più
romane, avea (ine a Subiaco, e di là par- rinomati e superstiti sepolcri antichi dei
tivano due rami, die andavano a rag- romani, esistenti per lo più nelle pubbli-
giungere la Valeria, uno a traverso mon- i che suburbane; notando chela distru-
vie
ti a Carseuli, l'altro rimontando il corso zione degl' innumerabili monumenti se-
dell' Aniene fino a Trevi, scavalcando i polcrali, derivò dalla loro esposizione, per
monti, ricadeva nella Valeria presso la essere eretti nelle vie pubbliche, onde fu-
Scurcula ne'Marsi. A Sepoltura narrai rono i primi monumenti ad essere ma-
che romani ealtri pagani fuori delie mu-
i nomessi, spogliati e abbattuti. Dovunque
ra della città, per la pubblica strada e- i romani spinsero e dilatarono il loro im-
ressero lateralmente i loro sepolcri, eoa pero, aprjrono strade solide, spaziose e
cippi con iscrizioni per servir di confine ornate, ponendo per ogni miglio la co-
o per additare la strada e il suo nome ai lonna milliaria d'> pietra. Con tante e si
viaggiatori, e il luogo della sepoltura d'un comode -strade popoli, ch'erano rimasti
i
defunto per ammonirli d'essere mortali: sì lungo tempo come isolati e sconosciuti,
con iscrizioni che conservavano la me- romani non furono meno magnifici nella
moria di qualche avvenimento. Allorché costruzione delle strade urbane nell'in-
coll'aratro forma vasi un solco .per deno- terno di Roma, che soutuosarneute ab-
tare il recinto d'una nuova città, si pian- bellirono di molteplici, stupendi e gran-
tavano cippi di distanza in distanza, sui diosi edilizi, civili, militari e religiosi. Po-
quali si oltVivauo da prima de'sagrifizi, che parti di Roma odierna mostrano ad
e talvolta si fabbricavano torri al di so- occhio nudo il suolo originale, sul quale
pra. Inoltre rimarcai a Sepoltura che le la città venne fondata 753 anni avanti
strade maestre de'dintorui di Roma era- l'era nostra, secondo Nibby. E facile è
no i luoghi più abbondanti di sepolcri, rendersi ragione di questo fatto, conside-
e singolarmente lungo le vie Aurelia,Ap- rando che si tratta d'una superficie abi-
pia, Labicana, Laurentina, Latina, Fla- tata senza interruzione per 26 secoli da
minia, Tiburlina, Preneslina, Ostiense e molti e molti milioni d'uomini, che si so-
Salaria, massime negl'iitcrociameuti, det- no succeduti, tra tante e diverse vicissi-
ti bivii pel biforcamentodi due vie, trivii tudini. Tuttociò, e prescindendo da qua-
e quadri vii. Ciò facevano i romani, come lunque altra vicenda straordinaria,dovea
quelli ch'erano tanto bramosi di perpe- coll'andardi tanlisecoli portare uu cam-
tuate il loro nome, affinchè i passeggeri biamento nella superficie del suolo pri-
necessariamente in vederli leggessero le mitivo, ed alterare oltre la materia an-
iscrizioni e gli ammirassero. Descrissi co- cora le forme. Laonde aggi ungendo a que-
me si coni ponevano le Iscrizioni ( V.) e gli andò sog-
sto le devastazioni, alle quali
Epitaffi (/'.), in cui frequenti eranvi pa- gettaRoma per la mano degli uomiui,che
role che invitavano imperiosamente il non furono poche, e le riportai nel de-
viaggiatore a fermarsi e leggerli, tal voi- scriverla, le fabbriche atterrate dagli al-
STR STR 125
legamenti del Tevere e dagl'incendii, gli li della IT, quasi tutti quelli dell'VIII e
edifici uuovi costrutti coltrandone {diri, quelli della IX. Ai dna e impossibile im-
le strade rese più agiate o col togliere o presa sarebbe il rintracciare la direzione
coll'aggi ungere terreno, di conseguenza di ciascun vico ricordato da' mentovati
il suolo originale dove non fu alterato con scrittori nella confusione avvenuta nei
tagli, dovrà investigarsi sotto strati con- tempi bassi, per cui conviene limitarsi a
siderevoli, ed aramassi di materie pro- riprodurne la sola nomenclatura secon-
dotte da rovine e da scarichi. A R.ioni di do le regioni di Roma, seguendo l'ordi-
Roma,coii Bernardini, Nibbyealtri scrit- ne de' memorati piedistallo capitolino e
tori, trattai del progressivo riparto della cataloghi dei regionari. .Nondimeno in
ci ttà,ci vile ed ecclesiastico, incomincian- corsivo riporterò quegli articoli che li ri-
do dalla sua originesino al presente, e dei guardano, in molti de'quali per l'ubica-
loro magistrati secondo le diverse epo- zione ne trattai; per altri si può vedere
che; e toccai pure de'vici, de' compiti e Roma, massime ove parlai di sue antichi-
della denominazione delle strade antiche. tà, o indicando quegli articoli in cui ra-
Riportai le nomenclature di ciascuna re- gionai degli edilizi de'quali vado a fare
gione, rendendo pure ragione perchè co- menzione. Ad ogni modo, ancorché sem-
sì denominate, e quanto racchiudevano plicinomenclature, riusciranno sempre
dipiù importante, dichiarando con Pan- importanti quanto a'nomi delle antiche
medesime a'tempi di
ciroli lo stato delle vie di Roma e alla sua interessante topo-
Augusto quando divise Roma in XIV re- grafia, della quale eziandio discorsi a Ro-
gioni. La divisione de'rjuartieri fatta dai ma. La I regione contenne i vici denomi-
Papi, in proporzione del quantitativo dei nati Camenarum dalla prossimità del
cristiani che gli abitavano; de'posleriori tempio delleCamene vicino a Porla Ca-
riparti, della condizione delle vie a moti- pena , Drusianus dall'arco di Druso pro-
vo degli atterrati edilìzi antichi, e della pinquo a Porta s. Sebastiano, Sulpicius
denominazione delle regioni nel medio nlniior, Sulpicius citerior,Fortunae Ob-
evo, indi del posteriore stabilimento de- sequentis, Puhcrarius, Honoris et V'ir-
gli attuali XIV rioni e loro confini. Ora fnlis daltempio di questo nome presso la
conNibby,fio«irt nell'anno i$38 descrit- Porla Capena, Trium Ararum,e Fabri-
taci. 2.'antica,p. 83 i
,
parlerò delle vie cws.Que' della II non sono noti. Que'dellu
e de'vici, come pi omisi nel citato artico- 111 erano 8 e detti da Rufo Albus, For-
suddivise in vici. La differenza fra viae Pietro in Fincoli e la chiesa de' /Minimi,
vicus consisteva in rjuesto,che per via in- nome che prese dal fatto che narrai a Ro-
tendevasi soltanto il lastricalo della stra- ma, ove Tullia figlia dell'ucciso re Servio
da, e per vicus il caseggiato che la fian- Tullio, per recarsi sollecitamente a oc-
cheggiava. 1 uomi de'vici di 5 regioni di cupar la di lui reggia, sul suo cadavere
Roma cioè della X, XII, XIII e XIV,
I, fece passare il carpeuto o specie di car-
ci sono stali conservati dal famoso pie- rozza che la conduceva), YEros,\\ Pene-
distallo d'Adriano, esistente nel palazzo ris, i vici detti Apollinis, Trium viarum _,
eome proseguimento della Suburra, il cui tuae Peneri'*, Archemorium, alias Ar-
nome derivò dal pago Succnsano, e per- cheinoniuin,AeniiUanus,Piscarh^s,Cac--
ciò fu nella direzione di quellavia che lalus, Vicloriae, Vicinus, Graccns, La-
dalla Chiesa de' ss.Marcellino e Pietro narius ulterior, Pomonae, Caput Mina-
va direttamente a Porla Maggiore j I rsi vae, Trojanus, Peregrinus, Caslus, Mi-
Pileati, nella direzione della Chiesa di s. nor, Putealum, Scipionis, Junonis,Sel-
Bibiana (e ne ri pallai a Cimiteri di Piu- larius, Isidis, Tabellarius, Mancinus,
ma); Minervae, l'orse così denominalo da Lolarius. Di nessuno di questi vici può
Minerva Medica; Vstrinus,cuù chiama- indicarsi con qualche approssimazione il
la situazione de'templi di Plora presso il di altri vici a Foro) di quel nome;e l'Ae-
Palazzo Bai bermi ,d\ Quirino nel giar- milianus, da 'granai omonimi. La regione
dino della Chieda di s. Andrea sul Mon- Vili fu divisa ini 2 vici, fra'quali si co-
te Quirinale, del tempio della gente Fla- noscono solo nomi del Novus o Via No-
i
via non lungi dalla Chiesa di s. Caio, del- va del foro romano, che partiva dall'an-
le tre Fortune alla Porta Collina, e della golo meridionale verso il Velabro; VUn-
Salute sul Monte Quirinale (meglio ne guentarius minor, ed il Tuscus, uno con-
tratto a Palazzo apostolico Quirinale), tinuazione dell'altro, che partivano dal
presso il quadrivio delle Quattro -Fonia' foro versoil Velabro; il Ligurium o piut-
ne, si conosce pure la situazione de' vici tost oIngurium, che partiva dall'angolo
che ne traevano il nome: così di quello occidentale del foro; ed il Bubularius no-
di Mamurio presso il foro di Sallustio vus,che forse trasse nome dalla regione
o mercato, gli scrittori ecclesiastici mo- ad Capila Bubitla, rammentata da Sve-
strano la situazione presso la Chieda di tonio in Augusto. Di ninno de'vici della
s. Susannaj ilei può credersi
Ttbttrlinus regione IX, una delle più estese di Pio-
che fosse anch'esso non lungi dalle Quat- ma, rimase il nome, sebbene fossero 3o
tro Fontane, dove fu la Pila Tiburtina secondo Vittore, e 35 secondo la Notizia.
da cui avrà tratto il nome. Lungo è il ca- La regione X ebbe 6 vici, che sono ricor-
talogo de'vici della regione VII, che a- dati dalla base capitolina e da Vittore,
scendonoa'seguenti4o.GtfHJ77^e<//s,<J0/•- cioè Podi, Curiarum, Forlunae Respi-
dianns minor, Novus Caprarius, Solis, cientis, Salutaris, Apollinis,edHujusauc
Genlianus, Sanci, Herbarius , Morirne- Diei: di questi, quello delle Cut (Virasse
tus, Sigillarius minor, Solalariwì, For- nome dalle Curie vecchie, situate nel la-
lunae, Speimajoris, Novus ulterior, Li- to del Monte Palatino che guarda il Ce-
berlorum, Publiì, Novus citeriori Sta- lio; quello d'Apollo, dal tempio sagro a
S TR STR 127
quel nume Farnese} e quello
negli orli 1 f) ottobre, con danza pirrica cogli anel-
Hujusque Dici, l'ebbe dal tempio della li. Quanto
al vico della Fortuna Dubbia,
Fortuna edificato da Calulo nell'angolo esso ebbe nome dal tempio innalzato a
occidentale del Palatino. Nella regione quella dea, die sorgeva sulla sponda de-
XI si contavano 8 vici, denominati Con- stra del Tevere ne'dintoiui della cappel-
Cereri?, dal tempio di Cerere e Prosei pi- Porlese (per la via Portueuse vi è pure
na, oggi Chiesa di s. Riaria in Cosine- la chiesa di s. Maria del Carmine e s. Giu-
dinj ^/g(°;,(hill'Argileto lungo la ripa del seppe fuori di delta Porta, di cui come-
Tevere; Piscarius, i\a\\a prossimità di lui che suburbana Parrocchia di Roma feci
foro, presso s. Eligio deW Università ar- parola a quell'articolo e altrove; qui ag-
tistica de'Terrari; Parcarurn ; F'eneris,àa\ giungerò die riferisce la Civiltà cattolica
n
tempio di Venere presso il Circo Massi- 2. serie, t. 7, p. 3or), clie la chiesa per la
mo; e Sanctus. I vici della regione XII vecchiezza minacciando rovina, oltre es-
erano 12, Veneris Almac, Pisciuae Ptt- sere incapace per la sua piccolezza dì con-
llicae, Dianae, Ceios,Triarii, Signi Sa- tenere tutti i suoi parrocchiani, il regn. iu-
lienti*, Laci Inceli, Fortume filammo- te Pio IX istitutore del vicino stabilimen-
sae, Colti fili Pasloris, Portae Ruduscu- to agricolo, di cui feci cenno ne' voi. LUI,
lanae, Porlae Naeviae, e J'icloris: fra i p. 233, LXI123, ordinò la sua rie-
II, p.
molta saviezza ebbero cura che la città sensibile miglioramento di quell'aria, per
metropoli dell'impero fosse circondata da l'inuanzi tanto perniciosa. A'giorni nostri
parecchi baschi; e perchè i medesimi fos- furono formati giardini e boschetti sui
sero tanto maggiormente inviolati, alla Monti Pincio e Celio, e al bora te diverse
severità delle leggi unirono la riverenza lunghe vie de'luoghi disabitati della cit-
onde impedito da un sa-
della religione, tà, che quasi tutte manomise l'anarchia
gro terrore ninno osasse danneggiarli. I del 1849, indi in gran parte ripiantati,
più celebri boschi erano quelli della nin- tranne nel Foro Piomano. Ora la pian-
fa Egeria e delle Muse nella via Appia, tagione degli alberi premiabili va pro-
l'A ricino Giunone, di'Lu-
d'Artemide, di gredendo ogni anno a pubblico vantag-
cina presso l'Esquilino, di Laverna nella gio, come dissi a Seta e la piantagione ;
via Salaria, e finalmente quellodi Vesta. di alberi effettuatasi nello stato pontificio
E siccome i Papi molti delle antiche isti- nel 1 853 ascende al numero di 1 57,192,
tuzioni romane sapientemente conserva- nella più parte olivi, gelsi, pioppi e ai-
rono, così gran lode meritarono appunto bucci, il che pubblicò il n.° 245 del Gior-
Dell'aver posta ogni cura nella conserva- nale di Roma 1 854- A Roma, e a Sena-
zione de'supersti ti boschi dell'agro roma- to Piomano riportai moltissime notizie
no, e nel moltiplicare la piantagione de- riguardanti le strade urbane e loro ma-
gli alberi. 11 Pàcchi nel Teatro degli uo- gistrati, le cloache, i Monti di Roma, le
mini illustri volsci, a p. 83 riporta il suo Fontane di Roma, Roma, le le Porte di
Discorso per riconoscere le difficoltà in- Mura di Roma, Ponti di Roma, Por- i i
sorte sopra il taglio delle famose selve ti, Fori e le Piazze di Roma, descriven-
i
innocuo comechè fuori della linea per cui e dove prima si fece. A Palazzi di Roma
sofliano venti di scirocco,anzi desiderabi-
i ragionai ancora delle case, ed oltre tali
le il loro taglio.Notai a Pestilenza, l'in- e altri articoli, ripeterò che nel descriver-
fluenza che hanno alcuni venti nel pro- ne gli edifizi, segnatamente i principali,
dm re le febbri, e la proprietà chehannogli sagri, civili, e profani antichi, trattai pu-
alberi infavorire l'aria salubre. Deplorai re le nozioni sulle anteriori e attuali vie
iltaglio d'una selva lungo la spiaggia del ove sono, e di moltissime dell'etimologia
Mediterraueo, che impediva il sodio dei de'loro nomi e da chi originarono; ren-
venti del sud, e lodai quello che aprì più dendo così ragione della nomenclatura
S T R STR 129
delie piazze, strade e vicoli, non poche Ponti (f.). Accennai lesuccessivedisposi-
avendo preso la denominazione che por- zioni di altri Papi, il nuovo impianto di
tano dalle famiglie e nazioni che l'abita- PioVII sulla presidenza delle acquee stia*
rono,dal le chiese,dagl istalli li menti, dal le de,eilluminazione notturna di Roma, l'o-
ti. Dichiarai eziandio la cura che in ogni l'arami lustrazione comunale di Roma, co-
stato e presso ciascuna nazione civilizza- inè delle strade in terne ed esterne,com pi e
ta si ebbe per le pubbliche strade, ram- si i ponti, ad eccezione di que'tratti di vie
mentando ivi ancora maestosi avanzi
i nazionali e provinciali die traversano il
un prelato Chierico di camera (V.) per luminazione notturna della città, e gli ab-
presidente, poiché già la camera aposto- bellimenti della medesima in ogni gene-
lica avea ricevuto ingerenza sulle strade. re. Per tali disposizioni cessò I' esistenza
Dissi altresì quanto concerne 1* Immu- de'maestri delle strade. All'articolo Pio
nità ecclesiastica (V •) ; come Sisto V IX narrai che nel febbraio) 847 fu pre-
commise tale soprintendenza alle cardi- scritto di togliere dall'altezza degli edili-
nalizieCongregazioni delle fonti e ponti, zi l'uso de'canali e di condottare le a<xjuc
r
e Strade (F -) e sue costruzioni, con giu- pluviali con appositi tubi internati nel
risdizione anche sulle strade e ponti del- muro sino al piano della strada e poi in-
le provincie pontifìcie, aumentando l'au- trodotti nelle chiaviche sotterranee; e ven-
torità del presidente, e meglio stabilendo ne quindi ordinata l'apertura dal lato in-
la carica edilizia e curule dignità, non che terno delle porte esterne pianterreno nel-
il suo tribunale civile e criminale. Che le principali strade della città, in modo
Sisto V istituì pure la cardinalizia Con- che l'apertura dell'imposte si operi dal di
gregazione per le Acque, Acquedotti e fuori al di dentro, ingiungendosi pure la
vol. ixx.
9
j 3o STR S T R
iemozione degli archi Ira vi di legno e iban« co delle vie urbane, eolle rispettive mi-
coni delle botteghe clic chiudono poi zio- sure superficiali; l'elenco delle strade pro-
ne delle porle. Che nel dicembre 1 847 il vinciali ecomunali dell'Agro romano, col-
cardinal prefètto delle acque e strade di- le rispettive di mensi oni;l'elenco del le stia-
venne ministro de' lavori pubblici, ed a de nazionali dello slato pontificio, e sue
questo furono attribuiti lavori delle stra«
i traverse colle rispettive misure; l'elenco
de nazionali, lavori idraulici nazionali
i degl'immondezzai esistenti ne' XIV rioni
e provinciali, i porti, i ponti e acquedot- di Roma, e l'elenco delle piante compo-
ti non provinciali, né municipali; i lavo- nenti le alberature esistenti inlìoma e nel
ri del Tevere e sue ripe, la bonificazione suburbano. Riportando l'indicazione e
delle Paludi Pontine; e gli furono uniti misura metricadi tutte le strade di Roma,
il consiglio d'arte e il corpo degl'indegne- enumerò) 48 piazze, 5oG vie, ij5 viro-
li civili. Che nell'aprile 1 8/18 fu tolto il li. Osservò "ibby,
IN Roma udimmo 8 38 1
recinto che segregava gli ebrei dagli altri dcsxrilta } pai\ 2.'' moderna, p. 865, che le
cittadini. Che nel settembre) 85oal detto strade di Roma moderna, come avviene
iiiinistero(secolarizzatoe poi nel 1 854con- in tutte le città antiche, sono andate di
ferito a un prelato ministro) fu aggiunto mano in mano acquistando regolarità,
o meglio dichiarato quanto riguarda la tanto per quello che riguarda la loro di-
navigazione nell'interno e per l'estero, e rezione,quanto per quello spelta alla co-
la marina mercantile, la tutela delle anti- struzione; non pertanto trovi) che R.oma
ch'ita e pubblici monumenti. Che nel no» in fatto di strade era ancora lontana dal
\euibrei85o colla leggesulladivisioneter giungere allo stato di maggior peifezio-
ritorialedclloslato, sul governo delle pio- ne possibile. Conobbe però, che la causa
viride e amministrazione provinciale, sui principale da cui viene l'impedimento a
comuni dello slato e di cui riparlai nel voi. ben dirigere le strade di Roma era la
degli stabilimenti d' ogni specie, eiiume- cate le strade di Roma, e come lo sono
rando 271 strade principali, 218 vicoli al presente, a causa delle ferrature dei
che aveano nome,i85 piazze principali, moltissimi cavalli, de'grandi cocchi ecar-
e 5 ponticompresoil Rotto. 11 prelato Ni- ri numerosissimi che le percorrono; della
cola M." Nicolai che nel 1829 pubblicò in costruzione e nettezza delle vie, e di Io-
|/i Guida melodica di Roma, stampala delle strade di Roma diviso per parroc-
nel 1 84o> osservò»;lio le vie di Romn han- chie, co'rispettivi numeri civici. Il mede-
no, come quelle di tutte le altre città an- simo egualmente in Pioraa pubblicò nel
tiche acquistato progressivamente una
, 1 8 53: Indicazione dell' Immagini di Ma-
maggiore regolarità, sia nella direzione ria ss. collocale, sulle mura esterne di ta-
che nella costruzione; ma nondimeno es- luni edificii dell'alma città di Roma con
sere ancor lungi la città dal potere otte- appendice. Considerando l'autore, che u
nere un perfezionamento intorno a que- no de'più grandi elogi di cui va merite-
sto ra tuo di pubblica utilità. Conviene pu- vole il popolo romano, è la speciale e vi-
re,che la causa principale che impedisce va divozione, unita a*,singolar fiducia, co-
di dare una più regolare direzione alle stantemente professala alla D. Vergine
strade della città, si è l'abbondanza dei Maria, come luminosamente l'attestano
monumenti insigni. Non ostante, e come gl'innumerevoli templi eretti al suo glo-
Nibby, rimarca vantareRoma alcunestra- rioso nome nella metropoli del cristiane-
de regolari e magnifiche, tutte adorne di simo, che ricordano pure portentosi e stu-
sontuosi edifìzi. Le 3 vie del Corso, del pendi prodigi, e grazie segnalate elargi-
Babbuino e di Ripetta,che dalla super- te dall'inesauribile clemenza della gran
ba Piazza delPopolos'internano nella cit- Madre di Dio; e che di ciò romani non
i
tà, sono d'un effetto magico perla nubi- contenli,con amoroso e pio trasporto, d.i
za, sua illuminazione notturna, nomen- cazione in cui si venerano. Distinse le di-
clatura e numerazione degli edifìzi, e del- pinte e le disegnate, dalie scolpite, e fece
le chiaviche o cloache, delle quali alcu- questo epilogo generale. Immagini della
ne amplissime: enumerò 48 piazze, 5o6 1 13. Vergine descritte ne'diversi loro tito-
vie e 275 vicoli come Nicolai. Il cavalier li i4^ 1. Di altri dipin-
e iu vocazioni, sono
Alessandro PaiAìni nel 1847 stampò in ti, bassorilievi e sculture descritte che si
Roma l'erudito e comodo'. Dizionario riferiscono a soggetti religiosi, sono r 3 1 8.
etimologico storico delle strade, piaz- Le feste annue che si celebrano ad ono-
ze, borghi e vicoli della città di Roma. re delle descritte immagini, sono 347-
Di più lo corredò dell' indice alfabetico Gli oggetti d'oro, argento, corone, gem-
delle strade di Roma diviso per rioni, con me e altri ornamenti delle descritte
im
indicazione di quelle vie che si estendo- magini,sonoig28. Gli oggetti appesi per
no ad altri rioni; e dell'indice alfabetico voto alle immagini descrilte,sono 1 o.Le 1
i32 STll S T II
lampade clic ardono nella notte innanzi nìna (V.) nell'847: borghi poi, quando
i
le immagini descritte, sono 1067. Molte furono aumentati, presero colle vie il no-
delle ss. immagini della D. Vergine sono me de' Papi edifica tori. IndiGiova uni VI II
col suo divin Figlio, ed anche con alcuni dell'872 fabbricò sulla via Ostiense, per
santi e sante. Al citato articolo Maestà', a mettere al coperto la basilica di s. Paolo
quello delle ss. Immagini, e descrivendo dall'incursioni nemiche, una piccola cit-
gli edilizi di Roma, parlai di molte delle tà dal proprio nome appellata Giovati-
medesime; mentre di sopra rilevai la lo- nipoli {F ) Non solo Papi assai per tem-i
re avesse frequente motivo di salutare e che Papa Gregorio VI deli o44> ne'suoi
venerare il porto di nostra eterna salute, infelici tempi ricuperò la giurisdizione
giogarli. In Roma i Papi presero cura non te lo chiamarono uomo sanguinario, an-
meuo della sussistenza del popolo in tem- che perchè dicesi autore della Mdizia
po di carestia, che delle sue mura e altri pontificia 3 onde difendere le possessioni
edifizi, sebbene ingerenze proprie de'uia- di s. Pietro. Uno de'più antichi borghi di
gistrati edilizi del senato romano, molto Roma che couser va nome del Papa suo
il
eie.Cosi la medesima provvidenza, con li- Roma e de' luoghi aggiacenti. Egli inol-
na serie di meravigliosi avvenimenti, svi- tre parla di molte strade antiche de'ro-
luppò quanto a vea pi eordina to,per l'indi- manijedi alcuni ponti e vici. Dopo la ri-
pendente esercizio del sommo ponti ficaio. bellione de'romani del 1 i43, provocati
Incominciarono allora Papi ad unire al i dal fanatico agitatore e caposetla Arnal-
grave incarico delle cose ecclesiastiche, do, proclamando la libertà e l'indipen-
quello ancora del ci vi le reggimento diRo- denza dal Papa, pose fine alle successive
ma esuostato,e quanto riguardava il ma- turbolenzeClemeutellI co'capiloli dicon-
teriale della città. Quindi s. Leone 1 V,per cordia stabiliti nel 1 1 88, fra' quali si con-
l'incremento e difesa della città, cinse di venne che Papa contribuisse al ristabi-
il
mura e comprese nel fabbricato di Ro- limento delle mura di Roma. A quest'e-
ma la basilica Vaticana, gli adiacenti Bor- poca ne'monumenti storici spesso si leg-
ghi di Roma(F.), con porte, torri e stra- ge ricordata la J ia Papale, ch'era quel-
de, e fu chiamata dal suo nome Città Leo- la strada chei Papi in Cavalcala(t/ .)per-
ST R STR i33
correvano, recandosi dal Lateranoa\ fa- cantava messa e tornava al Laterano nel
ticano ,per la celebrazione delle:sagre fun- Patriarchio. Il Moretti, Riltis danài Pre-
zioni, e per \aCoronazionec Possesso (/" .) sbyterium, p. 2(53, parla dell'antica f'i.i
dello spargimento del denaro che si face- Pai izzo M \ssimo), aetlesque t
iac deCal-
va al popolo dal Solila no o ila aliti, e in caria (ne trattai nel voi. LXVI I, p. ib'ri),
quanti luoghi ove passava il Papa, anche praesertim Caesariorum, modo Cesari-
per rimuovere la calca del popolo,!'» lade- nortim, ubi mine s. Nicolai ecclesia, et
scv\z\oi\iiTovv\^\o, GrolteVaticane,^. >53 ss.Stygnialumb. Francisci,olii/i ss. Qua-
e 5 )4, cioù 5 volte: presso la chiesa di s. draginta Calcariorum: inde procedebat
Martina (che descrissi a Scultura); vici- ante titillimi s. Marci (o Chiesa ili s. Mar-
no la Chiesa di s. Marco j al palazzo di co), eique conjunclam porticina, nec non
Cencio Musca o in lJ ugna, cui successe il suppositas cln'o Capitolinolo Campido-
Palazzo B raschi, in Via Papcte; alia tor- glio) moles: inde ante por licititi s. Cosniac
re di Stefano di Pietro, in capo al Rione (oChiesade'ss. Cosma e Damiano nel foro
Parione, presso Monte Giordano, ov'era romano), vicinumque nionasleriwn ,quod
la chiesa di s. Cecilia in Tiare Stephanij s. Laurentii in M
ir andatoia degli Spe-
a'gradini delle Scale di s. Pietro, o dove ziali) inde ante propinquas Colossaeo
:
a'prelali e laici una o più a beneplacito. Marcimi ascendit sub arca manus car-
Recatosi alla basilica Liberiana, vi entra- nai- (chiamato oggi corrottamente Macel-
va a piedi nudi, che si lavava iu sagrestia, lo de'Corvi, o perchè iu questo luogo fla-
1
34 S T R S T R
gettandosi s. Lucia dal carnefice, quest'i di- s. Marco. E qui noterò, che già e sino
venne pietra, tranne la mano che restò di dal secolo X aveano luogo per le stra-
carne; ovvero per esservi slato ivi innal- de di Roma quelle feste spettacolose pel
r
zatoli sepolcro di C. Publicio Bibulo, che CarnevalediRoma(f .)epcGiuochi(U.)
descrissi nel voi. LXIV,p. 38, discenden-
i famosi di Agone e Testacelo, e ne'quali
te da M. Valerio Corvino, cos'i cognomi- ilSenato Romano (/^.) sfoggiò la più
nalo per essersi fermalo sul suo elmo un imponente splendidezza, incedendo per
corvo mentre combatteva un gigantesco quelle vie descritte ne'citati articoli. Pd-
r
gallo, che per averlo ucciso in duello, gli marca mg. Nicolai, che fino da'tempi di
tu eretta iu detto silo da Augusto, secon- Nicolò come si ha da un documento
III,
una statua col corvo in cima all'elmo), le strade spiegava la sua giurisdizione an-
per clivum Argentarli j'uxta insidam e- che relativamente a'ehierici, i quali era-
j un clan noininis et Capitolium; cioè pel no soggetti al tribunale edilizio di Roma.
clivo Argenlarioeverso la chiesa di s. Lo- Nel i3o5 eletto Clemente V, per filale
lenzuolo (ora del Conservatorio dis. Eu- disgrazia della Chiesa, dell' Italia e di Ro-
femia), presso un'isola o vico di case det- ma, preferì all'avventurose rive del Te-
ta parimenti Argentana, descenclit ante vere,quelle del Rodano, fermandola sua
privatati! Mamerlini } e scende pel Cam- dimora in Avignone,? fu protratta per al-
pidoglio avanti il carcere Mamertino, og- tri 6 pontificati. Le infelici condizioni che
da Papale quel tratto che si corre dalla derando Urbano V restituire a Roma la
Piazza dell' Orologio della chiesa nuova , papale residenza e visitarne i santuari,
Piazza di Pasquino } Piazza di s. An- commise la sicurezza del cammino al car-
drea della F a Ile, sino a Piazza del Gè- dinal legato di Roma; e quando Gregorio
sìij la quale essendo tortuosa e in alcuni XI nel 1
377 visi recòa ristabilirvi la ponti-
luoghi angusta, decretò il municipio ro- ficia residenza,trovò la città rovinata negli
mano, onde possibilmente allargarla, che edilìzi e nelleslrade, diroccata nelle mura,
tutte le case che soggiacessero a notabili diminuita notabilmente nella popolazio-
restauri, si debbano riedificare più ad- ne. Pe'precedenti accordi co'romani, que-
dietro, per fare acquistare più spazio al- sti rassegnarono al Papa la custodia e or-
la nobile via, frequentata dal Papa, dai dinazione de' ponti, delle porte, delle tor-
cardinali, prelati e personaggi che si re- ri, di tuttala parte di là dal Tevere e del-
cano ne' palazzi apostolici, ed è la più la Citlà Leonina. Non ostante romani
i
faticano. Quanto alla pompa del pos- incominciato nel 1378, di prepotenze e
sesso del Papa, non vi passa nella via se di fazioni, poterono alquanto domarsi
il Papa abita nei Quirinale, poiché giun- da Bonifacio IX, il quale nel i3g3 fece
to alla piazza del Gesù volta per la via un atto di concordia col senato e popolo
the conduce a Campidoglio, ovvero do- romano, che fu obbligato colle proprie
po percorso un tratto della via Aracoe- rendile di tenere del lutto sicure a'viag-
li, volta nel quadrivio per la Piazza di gialori le due strade verso Rieti e Narni,
S T R S T R 1 35
e per quelli di mare una galera armata. le tante anteriori incursioni de' barbari,
In quella poi stipulata nel i 4°4 con In- per le tante successive rapine di guerre
nocenzo VII, e nella quale furono inse- civili eperversità di tempi. Ritiene non-
riti capitoli di Bonifacio IX, fu conve-
i dimeno, che la dignità edilizia è indubi-
nuto di doversi le strade custodire sicu- talo, che non per stabile disposizione di
re dal popolo romano, a spese della ca- legge,ma a seconda delle circostanze, pas-
mera di Roruaossia la Capitolina. Di am- si) in potere del senatore e conservatori
bedue le concordie ne trattai a Roma, coi di Roma, e di que'magistrati cheda'me-
capitoli più interessanti, nel quale arti- desimi venivano eletti, finché Martino V
colo moltissime nozioni riportai riguar- applicò l'animo suo veracemente roma-
danti le strade. Il testo poi di tali atti si no a stabilire con ottime istituzioni tut-
ponoo leggere nel Vendettini, Del Sena' te le parti dell'ecclesiastico dominio, e
lo Romano, 33a, e nel Vitale, Storia
p. diede il 1. "impianto alla presidenza delle
de' senatori di Roma par. i, p. 6 Per 1 i . strade, mediante la bolla Etsi cunctorum,
tal convenzione fu accordato al popolo ro- de'37 febbraio 1 4-25, colta quale furono
mano la custodia di tutti e singoli pon- gittati fondamenti, sui quali Papi suc-
i i
ti fuori di Roma e tutte le porte della cit- cessori costituirono tutta la giurisdizione
tà, riservandosi il Papa le porte della Cit- di detto tribunale. Pertanto l'uffìzio edi-
tà Leonina e il Ponte Milvio; obbligan- lizio tralasciato per la fierezza delle lun-
dosi romani di non ammettervi segua-
i i ghe vicende politiche, destituito ormai di
ci dell'antipapa, né d'ingerirsi nelle per- qualunque fondamento di leggi, e pros-
tinenze delle città diSutri, Civita Castel- simo quasi a mancare, ricevè vigore dal
lana e altre, non che nelle terre, luoghi, disposto di Martino V,efu in quella più
beni, giurisdizioni, diritti e preminenze ampia (òrma di magistratura ridotto, che
spettanti alla giurisdizione del Papa e al- descrissi nel ricordato articolo Maestro
ia chiesa romana. Che il castello di Fra- delle sTRADE;altri!>;iendone la cura e giu-
scati^ l'ollìzio di difendere la marina con risdizione a'eavalieri maestri di strade, i
tulli i diritti e sue pertinenze spetti e deb- quali erano soliti già a giudicare intorno
ba spettare alla chiesa Lateranensedi Ro- le causede'conlìni eservitùde'predi, elo-
ma. Il Rinaldi dice, che s'ingiunse a'ro- ro concesse illimitate prerogative. Tutto
mani di pagare tributi non pagati an-
i confermò e ampliò il successore Eugenio
cora, ed a'magistrati del popolo romano IV. A questi ribellatisi i romani, egli fug-
esentamele pubbliche strade. L'affliggen- giiuFirenze; vedendo poi i romani il mal
te slato di Roma terminò colla elezione governo che aveano stabilito, la mag-
di Martino V, che creato nel 14 7 neliSl'- 1 gior parte ritornò alla sua ubbidienza.
nodo di Costanza, estinse lo scisma che a- Ridotta Roma in infelice condizione per
vea lacerato lungamente la Chiesa. Notai l'assenza del Papa, dopo nove anni e cir-
a Svizzera, che nel soggiorno che vi fece ca (piatirò mesi ottennero col perdono il
supplicato di dimoiare un tempo in Ger- suo benigno ritorno, trovando che per le
mania, rispose non potere, dovendo recar- pubbliche strade pascevano le pecore e
si a ristorare la derelitta Roma. Il Nico- le vacche, e tutta quanta la città nel più
lai Dell'encomiata opera dice che conver- deplorabile stato. Nel i4Ì7 S u succes-
rebbe uu'erudita investigazione percono- se Nicolò V, nella cui coronazione per
scere le vicende della carica edilizia dal- la strada da' ss. Cosma e Damiano all'ar-
la caduta dell'impero d'occidente lino al co di Costantino, e da questo alla basili-
tempo uel quale iPapi, ritornati da Avi- ca Lateranense, fu corso il consueto pal-
gnone.cominciaronoa ristabilirce restau- lio. Protettore delle lettere e delle arti,
rare Roma vacillante e quasi oppressa per Nicolò V sonluosameute decoiò Roma ili
j 3(5 ST R S T R
edilizi.A vea concepito la vasta idea di a- via Florida o Reda, o Magistralis per es-
ptire 3 strade che da Caste! s. Angelo con- servi molti uffizi de'notari, e poi Giulia
ducessero nella Citta Leonina, delle (piali per quanto dissi ne' voi, XIV, p. 1 4<j, LI,
una portasse in mezzo alla piazza di s. Pie- p. 3i6, s'incominciarono ad eseguire dal-
tro, altra a destra al palazzo Valicano, e l'arco ch'esisteva avanti l'odiernoPrt/az-
la 3." a sinistra dalla parte del Tevere al zo Ollobonì Piano (/'.), e più tardi dalla
luogo ove giaceva l'obelisco, divisando di l'otta Flaminia, sino al detto palazzo di s.
ornarle tutte di portici, con botteghe e Marco e con 8 pallii. Questa strada per tali
case pegli artefici. Il suo segretario Ma- corse, e come già notai, prese inseguito il
te corruppero l'aria edegenerarono in in- pochi magnifici palazzi, da piazze, ila bot-
iezione, che costrinse Pio II a partirne, leghe nella più parte decorose e moltean-
Perciò rileva Cancellieri ne Possessi, p. che di lusso, presenta un complesso sor-
3i i, che Papi per evitare l'insalubrità
i
prendeute,enel carnevale uno spettacolo
dell'aria, fabbricarono successivamente di meraviglioso tripudio, sia per le A/d-
in alcune città di buon clima de'palazzi schere^P.), sia pel passeggio de'cocchi, sia
per abitarli, ne'tempi di caldo eccessivo per l'immensa moltitudine che vi accor-
o di maì'QVÌa j pev{avviP'illeggìatura(Pr.); re di romani e forestieri d'ogni condizio-
facendosi cadere le vacanze da'negozi nel- ne, sia pegli addobbi delle loggie e delle
la Cuna Romananemesip\h caldi e spe- non v'ha il simile
finestre; laonde forse
cialmente ne'lempi più canicolari, come mondo, per cui riesce
nell'altre parti del
oltre il Borgarucci, nello stile osservato diammirazioneimponentea tutligli slra-
da Papi nel distribuir le vacanze, d'uno- nieri. Notai a Commissario delle antichi-
strò il Garampi nel Sigillo della Garfa- rx romane, che Paolo II emanò partico-
gnana. Non sempre Papi slimarono ne-i lari disposizioni per la conservazione de-
cessano partile da Roma, ma si conten- gli antichi edilìzi che nobilitano le vie di
taronodi variare abitazione in sito d'aria Roma, seguendo in ciò l'esempio de'pre-
migliore,e Paolo li pel .°si recò a dimo- i decessori.AnehePaoloIIconfl'rmò le prov-
iate nel Palazzo apostolico di s. Diarco, videnze emanale sulle strade da Martino
che avea cominciato da cardinale, e dal V e Eugenio IV, a mezzo de'decreti dei
Salmon creduto il più bello di Roma per 7 settembre 1 4^4 del cardinal Mezza rota
architettura, e forse lo sarebbe slato se camerlengo di s. Chiesa e vice-cancelliere;
la morte non gì' impediva di compierlo, altrettanto fece il successore Sislo IV coi
Fu a motivo di questo palazzo, chele cor- 1
decreti del cardinal Estouteville carnei -
se di Camalli che nel brillante e famige- lengo, e colla sua bolla De fure congrui
vaio Carnevale di Roma si facevano nella del 1 480, dichiarando le facoltà al tribù-
STR STR i3 7
naie delle strade e suoi cavalieri maestri, due gravi avvenimenti ivi accaduti. Si dis-
per giudicare sulle cose e persone eccle- se Lungara per il lungo spazio in cui pro-
// ed
siastiche. Nella biografia di Sisto , cede, essendo larga e dritta. Lungaretta
a Roma, lo celebrai magnanimo per gli or- poi è la vicina via, così appellata per la
namenti co'quali abbellì Roma, renden- sua lunghezza estreltezza. Alessandro VI
done più salubre l'aria col selciamele \ie, approvò il decretato di Sisto IV sull'abro-
come altri meglio dicono lastricandole gazione de'privilegi ecclesiastici, ciò che
di mattoni a coltello, ampliando strade e non deve recare meraviglia, perchè avell-
piazze, con abbattere moltissimi poi ticali ilo i l'api preposto al tribunale delle stra-
emignani; da dove, secondo l'avvertimeli- de i! cardinal camerlengo, questi coll'am-
to di Ferdinando! re di Napoli, in qual- pia sua dignità, misla di ecclesiastico e di
che commozione popolare, le donne a- ci vile, abbracciava la giurisdizione dell'u-
V rebbero potuto con mot tari disperdere no e dell'altro foro; quindi camerlenghi i
le milizie, e per l'angustia delle vie esse- emanarono ordinazioni intorno a questo
i e tacile sbarrarle. Tra lenuovestradecbe tribunale. Alessandro VI per l'anno san-
apri vi fu la Sistina , cos'i detta dal suo to 5oo ordinò una via più comoda, che
i
1 pel prodigio narralo a Castel s. Ange- le case, demolendo quella piramide che
lo e altrove. E' tanto vero che anticamen- descrissi a Citta' Leonina, ove notai le
te le strade si lastricavano di mattoni, che corse che si facevano nelle feste di Nata-
la presidenza di esse portava una specia- le, di ragazzi e meretrici. La via prese al-
le sorveglianza sopra i fornaciai!, acciò lora suo nome, e
il si disse Alessandrina.
li costruissero in modo da reggere all'at- Giulio 1 nel 5o j 1 i la lastricò, ed essendo-
trito de'pedoni e degli animali da cari- siaumentate le abitazioni, fu appellalo
co. Afferma mg. Nicolai die Sisto 1'
1 V a- Borgo Nuovoj compì e raddrizzò la via
vea vietato, ebe si lastricassero le strade Lungara, col l'idea di tirarla sino a Ripa
di selci, poiché per essere la città in bas- Grande; e verso il 5 coli opera del cele-
i i l
sa giacitura, opinava che tale lastricato bre architetto Clamante raddrizzò e am-
couservasse umido a danno de'ciltadini. pliò la ricordata, lunga e bella strada Flo-
I\la allora non vi erano le Carrozze^.), rida,che dalla chiesa di s. Giovanni de'fio-
e non si videro che nel seguente secolo; rentini (che descrissi nel voi. XXV,p. i
^),
si andava a Cavallo e in Lettiga (/*.). conduce al Ponte Sisto, eretto dallo zio Si-
Notai a Governatore di Roma, che sotto sto IV, cioè dopo la via Paola aperta da
Inuoceuzo Vili la sentenza di morie che Paolo III, e perciò un tempo delta Paoli-
si eseguiva sul monte Caprino, principiò na, come rilevasi da una lapide posta so-
ad effettuarsi sulla Piazza di ponte s. An- pra una casa verso Ponles. Angelo. La via
gelo; ed ora ha luogo sul piazzale detto Florida ricevè dal Papa il nome di Giu-
della Madonna de'Cerchi, per l'oratorio lia, ed è spaziosa e adorna di buone fab-
che descrissi nel voi. LXII, p. 233. Ales- briche. Leone X cominciò a perfeziona-
sandro VI raddrizzò la via Lungara e ri- re le strade che conducono a Porta Fla-
costruì la Porta SeUimianaj ne parlai in minia, e colla bolla Inter curas multipli-
questo articolo, e descrivendo magnifi- i ces, de'a novembre 5i i 6, Bull. Rota. t.
(icie. Il successore Paolo III, avendo tro- successore s.Pio V, sostenitore zelantedel-
vato diverse parti di Roma deformi per l'immunità ecclesiastica, rivocò le dispo-
la quantità de' vicoli, poiché quasi tutte sizioni de' predecessori, contro le cose e
le case erano allora isolate, le ridusse a persone ecclesiastiche. Leggo nel Catena,
miglior forma, spianando gli edilizi mal fila di Pio } p.
V
35, che tolse l'uso di
i
dente delle strade si cslraeva a sorte tra distrada dissi ancora, corneGregorioXUl
i medesimi chierici di camera ogni anno, concordò le precedenti bolle sulla giuris-
Giulio III costituì una tassa di gitdii 4 so- dizione ecclesiastica del tribunale delle
pia ogni bottegaio, a vantaggio della cas- strade; indi nel i 583 impose una tassa sul-
sa delle strade. Pio IV dal Quirinale fece le vetture che si affittavano, per rinnova-
eseguirela lunga, regolare e larga strada re i lastricati o pavimenti stradali di R.o-
che conduce alla sua Porta Pia, edilcar- ma, che ancora continuavano ad essere
dina! Sforza camerlengo stabilì uu'impo- firmati di mattoni, come trovo in Nico-
sta per contribuire alla spesa nel i 564. ' a b e chiamali ammattonali; ad oggetto
Nel precedente il Papa fece aprire dopo di rinnovare principalmente i pavimenti
l'antica Porta Cassia, che dal suo nome innanzi le pie case, e mi- le abitazioni del
cardinalizio fece chiamare Angelica , la nulo popolo. Avvicinandosi lacelebrazio-
suburbana strada lunga più di 3 miglia, ne dell'anno santo 575, Gregorio XIII i
detta Pia dal suo nome pontificio. Pres- prcviucie dello stato, di restaurare con di-
so Castel Angelo fabbricò Porta Castel-
s. ligenza le strade e i ponti, e rinnovarli
foj con istrada suburbana verso Porta An- se bisognosi d'esserlo. Dalla basilica Li-
gelica. Edificò pure quella partedi Roma, boriami fece aprire la dritta via sino al
fra il Castello e il Vaticani» con sua stia- Laterano, senza badare a spese di demo-
da, e nel i 565 ordinò che si denominasse hzione di case e vigne adiacenti; e drizzò
Borgo Pio che conduce al cortile
la via la via che da Porta s. Giovanni conduce
die la statua giacente di tal nome la de- carico, né il cardinal camerlengo si curò
nominazione alla magnifica via. Degli al- gran fatto di mantenere la sua giurisdi-
tri simulacri che servirono in Roma di zione sulle strade, appena rilenendosi il
principio altra ne aprì che chiamò Sistina vere contro di essi. Di più meritò una sta-
dal nome del pontificato. Le altre sono tua in Campidoglio, con quell'iscrizione
quelle da detta basilica alla Chiesa di s. che riprodussi nel voi. I, p. 78.
Croce in Gerusalemme, ed a Porta s. Lo- Paolo V d'animo grande, come Gre-
rcnzo,\a quale insieme all'altra che da tal gorio XIII soleva dire, che nel fabbrica-
porta conduce a Piazza di Termini aprì _, re si ottenevano due vantaggi, l'abbelli-
col suo peculio, come si legge nella lapi- mento della città, il sostentamento desili
de sull'arco dell'acqua Felice. Da Piaz- operai e perciò carità pubblica;ebbe idea
za Colonna Traiana, aprì la via che por- di fare una strada rettilinea a Frascati
ta alla nominata basilica da una parte, (f.) di sole 7 miglia, per la villa Mondra-
iucominciandoquellache dovea
dall'altra gone che designava villeggiatura papa-
condurre a s. Pietro. Migliorò pure la via le. Magnifico ampliatole del Palazzo a-
ì4o STR STR
pos olirò (hi iri n a le ( V
t .
)
, a p i ì n 1 1 o ve s ! ra • Roma. Indi per avere riaperto o regola-
deche riconducessero. Similmente in al- rizzatola strada del clivo de'Monli Vi-
tre parti di Roma dilatò o raddrizzò mol- minale e Esquilino, che per averlo abi-
le vie prima anguste e tortuose, tra legna- tato romani patrizi fu detto Fico Pa-
i
li perfezionò quella chedalleQuattroFon- trizio, per lui prese il nome di via Urba-
tane risponde alla basilica Liberiana, da naj laonde fu fatto quel distico che No-
dove alle monache Filippine e dell'^rt- vaes riprodusse nel 1.
1, p. 24, della Sto-
ìiunziata aprì la via dal suo nome delta a Palribus Vi-
ria de' Pontefici: Patritium
Paolina (altri attribuendola a Paolo III), cum dixero Quirites, Urbanum Urba- —
e l'altra die ila Porta Flaminia procede no a Principe Roma vocat. Pare che nel
pel Ponte Milvio,chefece rendere più sta- pontificato d'Urbano Vili incominciasse
bile con selciata. Recò notabile utilità al- il provento in favore del tribunale delle
bi salute pubblica, con accomodare e al- strade, sulle cave di pozzolana. Il succes-
largare le aperture che servono per con- sore Innocenzo X per maggior decoro di
durre alTevere l'immondezza. Colle stra- sua patria Roma , rinnovò molle vie, e
de ampie che in Trastevere aprì o rad- quella che conduce a Frascati, e sontuo-
drizzò, rese più decorosi il monastero dei samente abbellì Piazza Navona. Ordinò
cassinesi di s. Calisto, il convento de'ri- che gli esattori della tassa strade la de-
formali di s. Francesco, e la Porla Porte- positassero nel Monte di pietà, e costituì
se: la bellezza e vastità della via che con- a favore del tribunale delle strade il pro-
d uce alla chiesa di detti Francescani, suo- vento delto de'porti e fiumi, il quale si
ch'è il principale delle sponde del Teve- vere. Vedasi Domenico Gagliardelli, De
re. Avendo un incendio quasi distrutto piirgandis viis Urbis, et de aquae Fé-
sul Corsoi! monastero delle convertite (di qualilalibus libellus, Romae 1090.
licis
cui a Meretrici), lo restaurò e separòdal- Alessandro VII nel i665 demolì l'arco
le vicine case, formando così quel tronco presso il Palazzo OUoboniFianOjChe'm-
di strada che ha sfogo alla Piazza di s. gombrava la magnifica via delCorso,Iaon-
Silvestro in Capile. Tra i cardinali crea- de incontro una lapide
vi fu posta di mg. 1
ti da Paplo V vi fu Bartolomeo Ferra- Fabretti,e raddrizzò la stupenda via, per
tini d'Amelia, dal quale prese nome la via cui altramemoria è sul cantone del Pa-
Fratina, per quanto dissi nel voi. XIV, lazzo Torlonia a piazza di Venezia, o-
p. 216, ovvero pel notato altrove con ve si venera la D. Vergine della Chiesa
Cancellieri, per la venuta de'frati Alita- di Apollinare. Alessandro VII fu niu-
s.
mi nel vicino convento di s. Andrea del- nificentissimo per rendere Roma di più
le Fratte: sull'etimologia ne parlai an- ornala e salubre, sia col meraviglioso co-
cora nel voi. LX1K, p. 47- Non pare af- lonnato della Piazza Vaticana, sia colle
fatto che il cardinale donasse il palaz- piantagioni d'alberi della Piazza di Cam-
zo alla congregazione di propaganda , po Faccino e nel Monte Esquilino. A O-
a palio che si dasse il suo nome alla vi- BELiscfii di Roma avendo descritto quelli
cina strada, come erroneamente pretese eretti da'Papi nelle piazze e sulle vie del-
alcuno. Ad Urbano Vili dell 62 3 dob- la medesima, qui ricorderò quello innal-
biamo moltissimi ornamenti di Pioma, zato da Alessandro VII o Obelisco del-
racchiudendo nella città la via Lungara, la Minerva sulla piazza di tal nome. A-
per l'ampliazione che fece delle Mura di vea liujzeuio IV fatto atterrare diverse
STR STR i/f t
fabbriche, le quali quasi interamente na- ree dello stemma Pignattelli d'Innocen-
scondevano le superba mole del Pantheon zo XII, questa ripida salita prese il nome
o Chiesa di s. Maria ad Martyres, co- di Tre Pile. E qui noterò, che l'odierna
aiechè edificate a ridosso; ma in seguito magistratura romana, con lodevole riso-
essendovene slate costruite delle altre, A* luzione,
per appianare questa strada e
lessa udrò VII fece abbassare la strada renderla meno incomoda e pericolosa ad
perchè meglio si potesse godere la vista ascendervi Campidoglio, ed aucora per
il
del sontuoso monumento. Inoltre ordi- trasferirvi l'archi vioUrhano, non che per
nò la formazione di cai te topografiche di riunire gli uilizi comunali ancora spaisi
lutto l'Agro romano e delle vie consola- in vari punti della città, facendo uso del
ri,che furono con somma diligenza e pe- diritto che le viene accordato dalla legge
rizia delineate. iVeli683 Innocenzo XI del 3 luglio i 852, nel febbraio! 854 de-
fece una distinzione sulla tassa delle vet- terminò l'acquisto coattivamente di detto
ture che percorrevano Roma e suo di- palazzo e suoi adiacenti locali. Gregorio
stretto, e le statuite proporzioni tronca- X\ Igià energicamenteeeonautoritàso-
rono le antiche controversie. Questo Pa- vrana avea ini pedi to che il palazzo dal d ti-
pa decretò pure una tassa stabile su tut- caRaldassareCaffarelligiunioresi vendes-
ti i fondi e comunità dell'Agro romano, se ad una poteuza acattolica. Fu som ina-
da amministrarsi dal tribunale delleslra- mente benemerito delle strade Clemen-
de per la manutenzione delle consolari. te XI nel suo lungo pontificalo, restau-
Sotto Pio IV erasi stabilita una tassa sui rando le vie pubbliche degli Eroici, »lel
bottegari e altri venditori che con mostre Lazio, della Sabina, dell' Umbria, della
di generi occupavano uno spazio: coi di- Romagna, fabbricando pure molli pon-
sposto d'Innocenzo XI si regolarizzarono ti, rifacendo la strada che conduce a Ca-
le licenze e » proventi per esporre nelle stel CandolfOj nel quale articolo notai
strade la vendita de'cotnmeslibili, con ta- i Papi costruttori di quelle strade e su-
volati e baracche, ma deformanti la cit- perbe gallerie alborate come Urbano ,
tà, che soppresse a'noslri giorni, abusi- Vili, Alessandro VII, Clemente XIV e
vamente in partesi rinnovarono. La las- Gregorio XVI. Inoltre Clemente XI con-
sa sulle vetture fu ampliata dal successo- fermò la costituzione del predecessore In-
re Alessandro Vili nel i6f)0, assoggettan- nocenzo XII , e die facoltà al tribunale
dovi quelle locate per viaggi fuori del di- di costringere gli ecclesiastici allo spur-
stretto di Roma. Innocenzo XII lece mol- go de'fossi lungo le strade consolari, di-
le disposizioni, che riportai a Maestro di sposizione ratificata daRenedetto XI li nel
strade, fra avendo stabilito nel
le quali i *727.ClemenleXI I lastricò con selci qua-
i6o)2 un nuovo metodo del tribunale del- drati le vie di Roma, e restaurò le conso-
le strade, volle che a beneplacito del Pa- lari che ad essa conducono, le quali da
pa si nominasse stabile il suo presidente più di 3o anni erano alquanto abbando-
chierico di camera, e non più eleggibile a nate; indi nel i ^36 ampliò, livellò e rad-
sorte e annuale, e restituì il provento di drizzò buona parte della via del Corso.
Piazza iNavona alla camera apostolica. Si Oltre a ciò concesse 3ooo Luoghi di Mon-
può dire ch'egli die il compimento all'im- te al tribunale delle strade, allineile l'an-
pianto del tribunale delle strade. Aven- nuo fruttato l'erogasse nella restaurazio-
do migliorato l'imbrecciata, per comodo ne delle strade; poiché le strade di quei
delle vetture, che conduce a fianco della tempi, quando si selciavano di nuovo, im-
cordonata di Campidoglio, a questo e al portavano vistose spese. Nel suo pontifi-
Palazzo Cajjarelli 3 ed essendovi state cato si facevano le corse per la via Limi-
collocate sopra un pilastro 3 pile marino* gara, per la festa che celcbravasi alla R,
i.i». S T R s t i;
Vergine che si venerava a'picdi della sa- Faida sempre favorevole asilo de'malvi-
lifa di s. Pietro Molitorio nel declinar d'a- venti; quindi che sene tagliasse una imo-
gosto, cioè dalle scale della Chiesa di s. va, la quale andasse a sboccare nell'anti-
SpirilO iti Sassia (la quale col suo ospe.' ca e celebre via Appia, che pe'giandiosi
dale diede nome al Borgo in cui sono), lavori fatti pel prosciugamento delle Az-
olla piazza della Chiesa dis. Maria del- Indi Pontine (delle quali riparlo a Piper-
la Scala. Delle corse de' cavalli falle in sn, Sezze, Terracini), erasi già resa pia-
diversi tempi in altre vie urbane e suhur- licahilenel passaggio in cui si abbreviava
baue, parlai a'Ioro luoghi, in uno a chi circa -20 miglia il cammino da Roma a
le faceva; cavalli, asini, ebrei, donne, ra- Napoli, e si faceva esso con maggior ce-
gazzi, ec. benedetto XIV non solo ridus- lerità, divenuto quasi tutto perfetto pia-
se la Chiesa di s. Croce in Gerusalemme no e piii sicuro dagli assalti de'malvi ven-
qnalesi ;iiìimira, ma fece allargare e rad- ti. Adunque Pio VI in quella parte che
drizzare,non meno che alberare la vasta attraversa le Paludi riaprila nuova via
e lunga via che da essa conduce alla ha- Appia, che formala e lasliicata di grossi
sdirà Lateranense, e rifece molte stia- selcida Appio Claudio, restaurata e rai-
de della citlà. Tolse ogni controversia fra gliorata da GiulioCe^are,daMessala Gor-
il tribunale delle strade e la congrega- vino, da Vespasiano, da Nerva, da Tra-
zione delle acque e ponti; assegnò i via- iano, da Massenzio, erasi col tempo se-
tici a maestri di strade nella visita delle polla e resa inutile, e divenne agiatissima
vie consolari; introdusse le colmine mil- e tirata a tutta linea daCislerna aTerraci-
liarie sulle stesse strade consolari, dispo- na. Anche le altre strade pubbliche dello
edegna di quel gran Pa-
sizione utilissima slato papale furono da Pio VI rinnovate
pa, poiché grande è il comodo cherisul- e risarcite, particolarmente quella delia
ta al pubblico dall'apposizione de'termi- sua abbazia di Sidnaco (F*), ed ancora
ni milliari, siccome osservò Quintiliano, montagna di Viterbo, taglia-
quella della
Jstit. oratorie condouòpar-
lib. 4, cap. 5; nuovo nel giro di essa colla spesa di
ta di
te del debito de proprietari pel nuovo la- 22,000 scudi falta dalla comune vilerbe-
st ricalo delle strade di Roma, e die loro se;laonde lasciala l'anticaertissima, restò
facoltà di restaurare a proprio conto gli la nuova più comoda e più sicura colla
spazi delle strade urbane lungo le rispet- distruzione de'ricoveri che prima servi-
vecase.Si può vedere la bolla Dnm ornili*
ti vano a'malvi venti. A Pio VI pur si deve
bus di Benedetto XIV, de'3o dicembre nel 1786 la sistemazione delle Dogane
1 74 8, suo Dnll. t.2,costif i67: Super con- pontificie^.) nel le strade doganali di con-
servatione et refectione viarum puhlica- fine; fece eseguire le precedenti costitn-
rum. Pio VI emulando l'antica magnili- zioni relative alle strade e confermando-
cenza de'romaui, appena eletto nel 177 j le, e che siccome alle tasse per le mede-
nell'auno santo, a comodo de' pellegrini sime ncll'anticaRoma erano soggetti i cit-
accorrenti a Roma, subito ordinò grandi triclini, qualunque fosse la dignità di cui
restauri nelle principali strade. Pertanto erano insigniti, così il Papa dichiarò che
riattò le vie consolari, cioè quellefatte dai nel pagamento loro non si dovesse avere
consoli della romana repubblica , nella riguardo a qualsivoglia privilegio, nem-
maggior parte distrutte o rese disastrose, meno de'padri di 1 1 figli, affinchè ciascu-
Onde poi meglio agevolare il transito ai na persona senza distinzione fosse sotto-
piaggiatori, nel 1
779 con una congrega- posta alle tasse stradali, come aveano or-
zione di cardinali ordinò, che lasciata l'an- dinato altri suoi predecessori. Per tali di-
tica strada che da Roma conduceva a INa- sposizioni doveano contribuire alla ripa-
poli, per Marino, e per la macchia della razione delle vie consolari del distretto di
STR STA i43
Roma i possessori de'fondi snbnrhani, e là, e in I ulte fece apporre nel loroprin-
le provincie del Patrimonio, Umbria, La- cipio e fine, e negli angoli iscrizioni dipin-
zio, Sabina, Marittima e Campagna. Nei le in forma di cartelle di fondo Linneo,
voi. LVHI,p.i 44}''' evai cheanlicamen- con lettere nere uniformi e a Iteci rea inez-
ie la città non era illuminala theda'là- zo palino. Molle antiche denominazioni
noli che i divoti collocavano innanzi alle fnronoconservate, alcune ri mosse o cani-
ricordale ss. Immagini, per lo più esistcn- biate con titoli più decorosi, e si elimina-
li negli angoli delle strade, ed in tempo rono nomi duplicali. Nello stesso tempo
i
di sede vacante lutti icapi di famiglia do- furono designate con numeri progressivi
vcano la notte tenere un lume alla fine- tutte le porte di ciascuna, escluse le cine-
slra. Nel 1787 essendo frequenti in Roma se e altri pubblici edilizi. La numera/ione
i furti e gli assalti notturni, e anche in al- comincia a sinistra di chi entra nella via,
cune ore del giorno per le pubbliche vie, e prosiegue sino alla fine rivoltando sul
onde non si poteva camminare con sicu- lato destro, e tornando incontroall ango*
rezza, Pio VI per riparare a sì grave di- lo dove si ha principialo. numeri doppiI
giorno chedi nolle, ed in questa volle che guono colle aggiunte lettere maiuscole A.
per maggior sicurezza si mettessero in di- R. C. ec. A Roma narrai l'invasione de-
verse strade della città diversi fanali o gl'imperiali francesi e l'imprigionameli-
lampioni, onde ebbe un qualche princi- lodi Pio VII nel 1809, e fra le cose che
pio la stabile illuminazione notturna di operò il governo imperiale ordinò tasta*
Roma. Pio VII colla bolla Post di udir- bile e regolare illuminazione notturna «li
tias. de'3o otlobrei 800, restrinse la giù- Roma. La stabilì con 1000 lampioni ben
indizione del tribunale a quelle vie sol- grandi, sospesi nel centro delle strade ad
tanto, che non erano poste in alcun ter- un grosso (ilo di ferro attaccato alle pa-
ritorio delle comunità dello sialo, ed in reti degli edilìzi laterali ad esse. Nel 1 8 1
vececolla tolta al tribunale accrebbe quel- ritornato Pio VII in Roma, regolarizzò e
la dellccomunità,solto la dipendenza del- migliorò questa utile, comoda e decorosa
la congregazione del buon governo; ri- illuminazione notturni, aumentando il
chiamò all'osservanza lecostituzioni pon- numero de'lampioni. Imperocché ad evi-
ti(ìcie,che prescrivevano nulla doversi fa- tare gl'inconvenienti che derivavano dai
re da mg. r presidente senza l'intesa del- fili di ferro traversanti le vie, fece collo-
la piena congregazione, composta pure dei care de'lampioni egualmente assai gran*
maestri di strade, e che il prelato a ini uà 1- di co'loro riflessi a riverbero, in tutti i lito-
mente rendesse conto delie spese ordina- gin che fu creduto necessario, ad una giu-
tribunale della camera, la qua-
rie fatte al sta distanza, appesi a lunghi e sporgenti
le approvava e modificala le slraordina- bracci di ferro che abbassavano e ai- si
rie. La nomenclatura delle strade di Ro- zavano facilmente per nettarli e accende-
rne non essendo regolala, era spesso sog- re lumi, potendosi ancora ripiegare idei-
i
le porte delle case e botteghe non esiste- ra alla presidenza delle strade e ad un i-
vaim all'alto. Laonde Pio VII, con lode- spettore generale. Il numero di tali laiu-
volissiina e .specialeprovvidcn/a,nel 1 802 pioni nel 1 838 era acceso a 1 oof). Pio
ordinò la nomenclatura delie vie della cit- \ li col moto-proprio de'6 luglio i8i(3
1 44 s TR 8 T R
stabilì molte variazioni riguardanti la 1828, presso il Nicolai, riunì la presiden-
presidenza dellestrade,specialroentespet» za delle acque a quella delle strade, on-
tanti alla giurisdizione civile e criminale, de il prelato chierico di camera s'intito-
.°
romeni sistema a min ini si ra li vo, e promi- lò presidente delle acque e strade; e pel 1
se opportune disposizioni per provvede» col moto-proprio Con nostro, de' 1 cj gen-
re d'una particolare maniera alla marni- naio 1820), presso il 168,
Nicolai, l. 2, p.
lenzione, ripa razione e custodia delle pub- nominò mg. r LuigiLancellotli.LeoneXll
Questo nuovo impianto,
liliche strade. ebbe pure la gloria di restituire la sicu-
dopo maturi studi della Congre-
savi e rezza alle strade della provincia di Fro-
gazione Economica (la quale cessò nel sinone^F.) infesta di malviventi, con gra-
i 847, come rilevai nel voi. LIII,p. 192), ve danno non meno de' viaggiatori, che
il Papa lo pubblicò col moto-proprio e de'pacifici abitanti; per cui la provincia
regolamento sull'amministrazione pela- fece coniare al delegato Benvenuti, a ciò
vori pubblici delle acque e vie, Dal pri- preposto dal Papa, quella medaglia che
mo momento, de'a3 ottobre 81 1
7, Bull. descrissi al citato articolo, con l'epigrafe:
Rom. cont. t. i4> p- 3qi. Con esso isti- Securitatis Restitutori Frusinates. Nel ci-
tuì un consiglio d' arte d' ingegneri, ed tato articolo Congregazione delle acque,
un cousiglio amministrativo per la dire- avendo pure parlato di quanto riguarda
zione centrale de'lavori delle Strade na- le strade, dissi del regolamento nel 833 1
zionali, sottomettendogli pur quelle che pubblicato da Gregorio XVI pe' lavori
dipendono da' prelati delegati delle pro- pubblici d'acque est rade,dichiarando co-
vinole, non che da' cardinali legali del- me compone vasi la congregazione delle
le legazioni. In memoria
che fu conia- di acque (cessata poi nel dicembre 847,
1 col
ta una medaglia con l'effigie di Pio VII disposto notato nel voi. LUI, p. ig4)>e la
col triregno e piviale, e l'epigrafe: T iis formata prefettura generale delle acque
Ah'tis El Op. Pu/>/.,enell'esergo: Conle- e strade. Altre provvidenze di quel Pa-
gio Constitulo. Si vede la figura dell'ar- pa si potino leggere nella Raccolta delle
chitettura con compasso e libro innanzi leggi sue. Ne' diversi relativi articoli de-
ad un edilìzio con 6colonne,a pie del qua- scrissi le benemerenze di Gregorio XVI
le giacciono il Tevere con cornucopio e per le acque e per le strade eziaudio del-
vaso donde esce acqua, e la figura d'una Terminò pubblici passeggi del
lo stato i
donna con ruota esprimente le strade. In- Monte Pincio e del Monte Celio, e pro-
di Pio VII emanò il moto-proprio, / tre pinqua a questo ridusse magnifica la stra-
grandiosi acquedotti, de''^dicembre 818, 1 da checouduce alla Chiesade'ss. Andrea
Bull. c\l. t.i5, p. 2 54j per la conservazio- e Gregorio. Isolò i grandiosi avanzi del
ne degli acquedotti diRoma* ed a' o det- 1 tempio di Antonino e Faustina della chie-
to il moto proprio Dopo avere, presso il sa degli Speziali, e perciò aprì quella via
Nicolai, 1.
1 , p. 263, sulla conservazione e che dal suo nome cardinalizio fu detta
rinnovazione delle strade di Roma. Nel- Maurino, Ridusse nobile via del Cor-
la
ne e del Popolo j e il macello pubblico da dirsi a schiena d'asino, per cui le acque
lui edificato per la salubrità di Roma, ri- piovane scolando lateralmente entrano
movendo così anche i disordini e le dis» nelle piccole chiaviche, aperte l'una a ca n-
grazie che avvenivano per le vie urbane, to all'altra sotto i detti marciapiedi. Per
amotivo de'privali macelli. Inoltre Leo- non dire di altro, fece eseguire la como-
neXII col moto proprio de'21 dicembre dissima via per cui in breve spazio di lem-
S T 11 SIR ij~
pò si ascende all' elevato e affienissimo leproporzioni,superate tutte lediflìcollà,
Monte Mario, a connine vantaggio, rin- e compiendosi gli ornali già da Buonarroti
novando la quasi interrotta comunicazio- che l'eresse iniziati. Quindi vi fu posta que-
ne fra Roma e la via Cassia perla Trion- sta iscrizione dettata dal Giusep- dotto p.
fale, come celebrò Giornale di Roma il pe Marchi gesuita. Plus IX Pont. Max.
del 85 p. 4°4> con erudito articolo, se- — Turrìm diu imperfectam fulmine ta-
— Reparavil
1
1 ,
su questo famigerato monte l'apparizio- menti delle propinque mura, qui aggiun-
ne tlel Labaro a Costantino,di cui riparlai gerò che la medesima porta, quasi distrut-
a Sperone d'oro (e nel 849 fu occupato 1 ta in quelle battaglie, veune rifabbricala
da 'francesi per liberare Roma dall'anar- con architettura dell'encomiato conte Ve-
chia); ed è perciò che Pietro Mellini nel spignanijSoda e maestosa conveniente,per-
i35o (al dire dell'autore dell'articolo) vi ciò lodata dall'intelligente ed erudito ar-
cresce la chiesa di giuspatrouato,e in me- chitetto Gasparoni, con quelle belle pa-
moria di della apparizione la dedicò al- role riportate dalla Civiltà cattolica, ?,.'
la ss. Croce, lo che avea io già detto. De- serie, t. 3o7, ove pur si legge l'ele-
7, p.
scrivendo poi la chiesa del ss. Rosario, no- gante iscrizione che vi fu sovrapposta in
taiche vi si venera laB. Vergine dellaFeb- pietra, ed uscita dall'aurea penna del pur
bre, con nozioni sulle febbri romane. Di lottato p. Marchi. AM'artieoloPoNTi diRo-
sopra narrai,come il regnantePio IX nuo- ma, non solo feci cenno di quelli sospesi a
vamente attribuì nel 847 alla magistra- 1 fili di ferro, ma dichiarai che 4 *e ne dovea-
tura romana l'amministrazione delle vie no erigere Tevere in Roma, ove pu-
sul
interne ed esterne di Roma, la loro net- re lo notai, con una discreta lassa di pe-
tezza e altro, le acque e sue pertinenze, daggio (della quale si fa cenuo neln.°r 1 1
l'illuminazione notturna, e quali miglio- del Giornale di Roma del 18 >3). Però
ramenti furonooperati: che venne istitui- finora soltanto fu eseguito quello per sup-
to il ministro de'lavori pubblici, a cui si plire al rovinato Ponte Rollo o Emilio
affidarono i lavori delle strade nazionali, (^.), detto di s. Maria, come si ha da'n.i
ed altre analoghe ingerenze: laonde di- 121 e 221 di detto Giornale. Ivi si leg-
poi cessarono il cardinal prefetto delle ac- ge, che lache avea ottenuto dal
società
que e strade, ed i prelati presidente, vice- governo pontificio la costruzione di4 pon •
rio delle acque. Ricordai pure le dispo- lo denomina ìoRotto. Gli antichi archi che
sizioni sulle strade provinciali e comuna- appoggiano alla sponda del Tevere furo-
li dello stato, e di altre cose annesse. Do- no uniti alla sinistra con un ponte sospe-
po che ueli8o2 pubblicai l'articolo For- so, lungo metri 62, 5o, e largo 6,7.5. Al-
te di Roma, pel grave danno che nel pre- la presenza del ministro de'lavori pub-
cedente anno avea recato un fulmine al- blici se ne fece l'esperimento a*23 e 24
la Porta Pia, nel 1 853 come si ha dal n.° maggio 853, 1 al modo descritto, e venne
96 del Giornale di Roma, il commend. dichiarato aver dato il manufatto suffi-
Galli prò ministro delle finanze, dall'ar- ciente prova di stabilità, e potersi perciò
chitetto conleVirginioVespignani, fece ri- aprire al pubblico transito, ciò ch'ebbe
parare i danni e aggiungerequanto man- luogo nel dì seguente. Dipoi a'29 settem-
cava al compimento della medesima nella bre per lai. 'volta passò sul ponte il Pa-
fronte, fermo mantenendosi il carattere e pa Pio IX col suo seguito. Ne'vol. Lllf,
VOL. LXX. io
i .\(, STR STR
i). 228, LXI V, p. 4 7, accennai che a' o
1 1 menili fatti in passato, e le grandi escava-
Ottobre] 85o d'ordine del ministro de'la- zioni eseguite d'ordine del governo ponli-
Tori pubblici coni memi. Jacobini, si aprì ficio,onde ristabilire si rinomata via. On-
il tratto della via Appia al 3." miglio da de l'ammiratore elo studioso dell'antiche
Roma, olire il sepolciu de'Sei vilii, disco- memorie di Roma, percorrendo la via Ap-
prendosi negli avanzi de'suoi molti cospi- pia fin là dove è stata ristabilita, guidato
cui monumenti, iscrizioni, frammenti di dall'opera dottissima del commend. Cani-
sculture, e rovine d'antichi sepolcri colle na, trova gli avanzi o le memorie de' se-
loro decorazioni. Che furono collocati nei polcri de'Scipioni, di Priscilla e di Geta, i
olirei n.' i5 5 e iG'n.ìeìGiornale di Roma cora imponenti rovine, e tali souo prin-
del 1 S53,V Album di R.ouja,t. 20,p.3o 1 e cipalmente! templi dell'Onore e della Vir-
336,1. 21, p. 2 07, riportando alcuni dise- tù, le Terme Antonianeo Commodiane,
gni rappresentanti ilsepoicrodiS. Pompeo l'arco di Druso, il tempio, il clivo e il cam-
Giusto, il tempio di Giove, e l'esposizione po di Marte, il circo di Massenzio e il tem-
dell'intera architettura de'monumeuti e- pio del suo figlio R.ornolo, il Triopio, il
sistentitral'8.°e il 9. "miglio della via Ap- luogo in cui fu ucciso Seneca per coman-
vameute a quella del gran mo-
pia, inclusi do di Nerone, la villa de'Quintilii e quel-
numento di Messala Corvino ultimato da la di Gallieno, ed altri monumenti sagri
M. Valerio Messalino Cotta, ed ora re- e profani. La vista di lauti avanzi desta
staurato e illustrato eziandio dall'illustre un complesso di memorie e di gravi con-
Canina.La maggior parte de' memorati siderazioni sul passato. L'idolatria, l'am-
monumenti souo sepolcrali, poiché è ben bizione, la gratitudine, il desio del pia-
nolo che dalla Porta Capena fino all'a- cere, l'amore de'parenti e il patrio senti-
diacenze ùa\\'Aricia } in un'estensione di mento innalzarono tombe, templi, anfi-
circa 1 1) miglia essi si congiungevano in teatri, terme, ville e colonne; ma il tem-
modo l'un l'altro, che nessuno spazio in- po che lentamente distrugge, e la barba-
termedio vi rimaneva; anzi sovente nelle rie che affretta la distruzione di tuttociò
migliori posizioni presso la città, si vedea- che dal tempo viene risparmiato, hanno
110 per ogni lato della via collocati in dop- rovescialo lauti monumenti, ed in modo
pia fila. Della qualcosa fanno ragione non che di molli cerchiamo invano anche li-
tanto le storie antiche; quanto i ritrova- na rovina: sul luogo ov'essi sorgevano vi
S T R S T R
passò l'aratro e vi pascola l'armento I\ r ne pubblicò I» veduta scenografica colla
cui ora Ionia assai grato percorrere la via izione del eh. d. Domenico Z nielli.
antica, che sempre curò d'illustrare. Vari mità l'ingegnere pontificio prof. Alessan-
Papi furono solleciti di rendere facile e dro Bellocchi, con 4 eleganti pilastri di
comoda la via nazionale Appia, che par- travertino, ove furono scolpite le iscri-
tendo da Pioma conduce a'coufini del re- zioni e gli stemmi di Pio IX in bassori-
gno di Napoli: ma l'opera più importan- lievo, sovrastati da 4 colonne falle a imi
te rimaneva a farsi, vale a dire i due pon- tazione delle milliarie dulia stessa vi 1 V
ti per Gcnzano (/".), e quello più gran- pia. La strada che dal termine della tra-
de per l' Arida o Riccia (f.) onde con- versa d'Albano mette al gran ponte e sul
giungerla al colleAlbano. Per quanto ri- la piazza dell'Aricela, è fiancheggiala d
portai in quegli articoli, GregorioXVI sta- comodi marciapiedi, e la parte lastricata
bilì di costruirli ambedue. Il i.°gli riuscì è eguale a quella del ponte, e costò circa
di farlo edificare, come più necessario, e 19,000 scudi. Per compiersi le correzio
quindi lo inaugurò colla sua pontificia ni della via Appia, essendo necessai 10 l
•
presenza; ma il
2. "benché decretato, per la gliere i pendii, che sorgono dall ^riccia
sopravvenuta gravissima inondazionedel a Galloro, fu gettato un 2. "ponte di
Po che rovesciò gli argini del Ferrarese chi,ciascunodel diametro di metri 1 o, 1<k
e fece altri notabili danni, ne sospese" l'e- sotto l'ultimo de'quali passa la stra
nistro, che gli fece considerare più urgen- le faccie interne de'parapelti <.) metri, al-
leil bisognodelle riparazioni lungo il Po. to dalla sottoposta vallata metri 1 6. Me-
Però poco dopo avendo la morte rapito diante questo ponte la via postale dalla
te della Riccia, ed ivi lo descrissi a 3 or- fino al luogo in cui incontra un altro pon-
dini d'archi di peperino o pietra albana, te in costruzione, nella valle di Grott
per unire Albano all'Aricela, e donde si Lupara. Questo si compone di tre archi
gode la sorprendente amena vista della grandi del diametro dii 5 metri l'uno, e
famosa Valle Aricina e de'luoqhi adia- d'un arco minore, sotto cui continua a
centi. 11 Papa Pio IX ebbe la gloria di ve- passar la via antica: la sua maggiore al
derlo egregiamente terminalo, colla spe- tezzaèdi metri 23, la lunghezza 80. Que-
sa di 4o,ooo scudi, riuscendo veramen-
1 sti ultimi due ponti si debbono special-
r
te solido, magnifico, monumentale per mente alla diradi mg. Milesi-Pironi mi-
bellezza artistica, ed altresì più largo dei nistro del commercio e de'lavori pubbli-
principali Ponti di Roma, come il s. An- ci, il quale per la mal ferma salute del
gelo, il Sisto, ec. Questo ponte dell'Aric- valente cav. Bei tolini architetto del poti
cia viene descritto da'ti. i 233 e 236 del te di Genzauo e di quello dell'Aricela, ne
Giornale di Roma deli 85 r\; dal n.° 35 affidò la direzione a Federico Giorgi in-
tre città che ne risentono vantaggio, per francese, sulP Origine, progresso uso e pe- _,
la nobilissima famiglia, che gli offri una gazall'illuminazione notturna in vece del-
colazione. Dopo il Papa s'av-
di questa l'olio,sì privata che pubblica. Altri voglio-
•viòa visitare il 2.° e
3/ ponte che si van- no, che primi inventori dell'illuminazio-
i
ponte. Dissi altrove che Pio VII curan- plicò all'illuminazione delle strade,tna nel
do l'isolamento del Pantheon, verso oc- i 8oq negandosi a lui il brevetto d'inven-
cidente fece scoprire esteriormente il pia- zione a Londra che spettava a Murdoch,
no antico; e che Papa Pio IX volendo
il questi preso a socio da Gregory, nel 18
3 i
il gaz tratto dall'olio per l'illuminazio- giornale si riporta un dotto articolo sul-
ne, stava per soppiantare quello ricava- l' Illuminazione a gar^edegli antichi mo-
to dal legno. Invece del carbon fòssile di usati per la luce artificiale nella not-
può servire la torba o gaz della torba pu- te, e suoi successivi progressi. Leggo nel
rificato con un apparecchio: la (orba è la citato Album, p. 337, che la sera deli."
terra combustibile risultante dalla de- gennaio 1 854 ' a fulgida luce del gaz illu-
composizione delle piante nell'acqua, ed minante , che può meritamente riguar-
è facile a trovarsi ne'luoghi stati già pa- darsi come una delle piìi belle applicazio-
ludosi. Si trovò poi il modo di rimuove- ni dellachimica agli usi domestici, ralle-
re i pericoli derivati dall'illuminazione a grò alcune strade di Roma. Allorché la
gaz; e quello d'illuminare con nuovo gaz vivacità di questa splendida luce si ver-
estratto dall'acqua, come nel palazzo de- serà nella pienezza di sua potenza sui
gl'Invalidi a Parigi nell'agosto i854. Nel grandiosi palazzi romani esni monumeu-
vol.LVIII, p. 1 4-4-> riportai, come ne'pri- li sublimi della grandezza romana, ma-
1111 1846 e regnando Gregorio XVI,
del g co e nuovo ne sarà veramente l'elfetlo.
;
s'introdusse inRoma l'illuminazione a gaz Ivi è pure un erudito articolo sul gaz e
in qualche edilizio;che nel 1847 si andava sue scoperte, col disegno del condensato-
a erigere unostabilimento di gaz, e che la re, celebrandosi quell'italiani che pe'pri-
municipalità diRoma nel i852avea deter- mi fecero la scoperta della combustibili-
minato e concluso con una società anglo- tà del gaz, quindi quegli stranieri che ne
romana, diretta dal valente Stephered, fecero l'esperienza e l'applicazione all'e-
l'illuminazione della città a gaz. Quindi conomia domestica. Londra per lai/ si
presso s. Maria de' Cerchi si fabbricò lo \ide illuminala nella notte a gaz, nel 1 8 18
stabilimento per servire di fornelli distil- s'introdusse in Francia, fu adottalo dal-
latori del carbon fossile per formare il gaz l'America, esidilfuse nelle principali cit-
luce, peldepura torio o lavatoi, e per il tà d'Europa. Così Roma, la città più in-
gazometro; e si forni di tutti i necessari signe del mondo, anche pe' suoi monu-
arnesi, apparecchi, gazometri, e di tubi di menti antichi emoderni, ha ricevuto que-
conduttore perle strade. Trovo nel n.°i.° st'altro lustro della moderna scienza. Già
del Giornale di Roma del 854, 1 c ' ie ne '" molli calle, fondachi e stabilimenti ne a-
la sera deli. "gennaio, a un tratto alle ore doltarono 1' illuminazione; laonde ben
7 cominciarono ad essere illuminate a gaz presto propagandosi per tutta la città, po-
le vie Papale, inclusivamente alla piazza trà gareggiare colle altrecapitali nella me-
di s.Pietro, del Corso, e dal Campidoglio ravigliosa illuminazione.Attesta il n.°233
alle piazze del Gesù e di Venezia. La lu- del Giornale di Roma del 18 54, che la
ce che ne usci dal becco d'ogni lampione sera de' 12 ottobre il Papa vide per la
fu sì viva e chiara, che interamente eclis- prima volta illuminato a gaz il cortile
sò quella che maudauo lampioni i a olio delle loggie di Raffaele e le scale del pa-
i5o ST R s x a
lazzo Vaticano. Abbiamo ih Beinoceli!, de' u ostri passi, ma ve ne sono di molte
Meccanica pratica, t dell' illuminazione altre lunghezze, secondo luoghi e secon-
i
li legni, non che con bestie da soma ca- le effetto si produce un quadro di confron-
riche o scariche, vacche, capre e altri si- to, sì della geografia antica ragguagliato
mili animali. Prima di parlare dell'intro- a metri e lese, che della geografia moder-
duzione nello stato pontificio delle stra- na, colle diverse nomenclature delle me-
de ferrate, e de' telegrafi, pe' quali colla desime misure itinerarie. Le strade si mi-
velocità del fulmine parlasi colle capita- gliorarono a grado a grado, le comuni-
li e altri luoghi conviene che io faccia
, cazioni divennero pili facili e più como-
precedere un cenno sull'origine e pro- de, e ben presto la bestia da soma fu at-
gresso de'medesimi presso gli altri popo- taccalaalle vetture, equindi prima i car-
li; nozioni indispensabili a questo artico- ri eie lettighe, poi le carrozze, le diligen-
lo generico di Strada e Strade di Roma, ze e le sedie di posta sotterrarono nell'u-
premesse alcune parole sulle strade an- so ai cavalli da sella, che da tempo ira-
teriori dell'altre nazioni, in seguito del- memorabile erano al servizio de' viaggia-
l'indicato in principio. tori anche in Italia. Difficile però sarebbe
Assuefatti a scorrere una distanza di l'assegnare ne' diversi paesi l'epoche di
Jcuue miglia o leghe nello spazio d'un' que'graduati miglioramenti. A'romani è
ora, sopra strade solide e ben pavimen- dovuta la gloria di aver portato al più
tate, non si può formare un'idea esatta altogrado di perfezione le pubbliche vie,
di tutti gl'incomodi e disagi, che i nostri massime militari e consolari, e di avere
antenati doveano soffrire allorché si po- con questo mezzo stabilite facili comu-
nevano in viaggio. Erano tal volta costret- nicazioni tra le diverse parti de'loro im-
ti a trovare la loro strada, come avviene mensi e lontani dominii, tanto ne' lem-
in Turchia e altrove, a traverso terreni pi di loro repubblica, quanto del vasto
incolti e sentieri fangosi, a passare i fiu- impero, e di cui tuttora si conservano e
mi a guado, ed anche
a fermarsi sovente, ammirano le traccie, ed anche ragguar-
per molli giorni, allorché fiumi erano i devoli avanzi. Partendo l'ampia rete dal
gonfi o straripati. Essi beu di rado per- centro di Roma, furono trascurate, altri-
correvano più d' una lega nello spazio menti sarebbe bastato per conservarle il
d'un'ora, e il timore di cadere in qual- mantenerle con cura, riattandole ove il
ehe pantano, o di essere anche sorpresi bisogno lo richiedeva. Fermala ventura,
e annegali da un'improvvisa inondazio- in Italia furono più lungamente trascu-
ne, li preoccupava di continuo. Quanto rate le strade, e questo pare che derivasse
allemisure itir.erariedelle strade, nel Di- dalla divisione della penisola in vari sla-
zionario della lingua italiana, e in quel- ti, dopo lo scioglimento dell'impero d'oc-
lo Enciclopedico di Razzarmi, si definisce cideute, e vieppiù nel Medio Evo (F.), e
il r/nglio: lunghezza presso a poco di 3ooo successive diverse forme di reggimento,
S T R S T R. i $i
Alciitii slati nondimeno vi posero alien- violènti diversi calle variazioni del lei -
zione lauto alla formazione, quanto al reno, e alla possibilità di procurarsi co-
mantenimento delle pubbliclie strade, slantementel'acqua necessaria. Tutlisau-
.-ebbene altri del tutto le trascurarono, no die le ruote lasciano profonde e per-
finche sorse un'epoca a noi contempora- manenti impressioni o solcbi sulleslrade;
nea, in cui per una specie d'emulazione tali impressioni diconsi rotaie. Per evita-
vono al passaggio de' viaggi a tori e a'tra- so osservasi ancora in molte città d'Italia
sporti delle derrate, come quelle che fi- e specialmente in Milano. Al cominciare
cilitano le comunicazioni e agevolano il del secolo XVII venne in Inghilterra l'i-
commercio, e scino il perno d'uno stato dea di sostituire de'grossi tavoloni a'sel-
ilorido. La Francia celebra Carlo Magno, ciati di pietra molto costosi, per facilità-
che ordinò qualche lavoro sulle vie pub- re il trasporto del carbone con carri ti-
bliche; Luigi VI, che neh 3 1 fece alai- i rati da cavalli. In seguito, per rendere più
ne delle principali strade di Parigi, come consistenti questi tavoloni, si coprirono di
s. Antonio e s. Denis; Luigi VII, che nel liste di ferro; finalmente neliyf)- il fer-
grand-
strade, in favoredel celebre Sully, Iellato. Il modico prezzodella fusione del-
voyer; dopo varie vicende pervenne il go- le lastre e la loro inflessibilità fecero fino
verno a rendere le principali strade del ali8o5 preferire le prime di tali strade,
regno abbastanza spaziose, piacevoli, co- ma in questa stessa osservò, che
epoca si
mode e sicure. Ma l'Inghilterra da lun- se per una parte erano inflessibili, roitt-
go tempo si gloria dell'introduzione del- pevansi dall'altra con molta facilità, e che
le strade ferrale, le quali presentano vau-' la parte interna delle lastre era men du«
taggi anche in confronto de'canali di na- ra e compatta della superficie; dimodo-
vigazione, che suppliscono alle strade. Il che consumala questa, la lastra fusa non
freddo può impedire totalmente il tra- era piò servibile, la superficie ne di veui»
sporto delle derrate e mercanzie per ac- va scabrosa, malgrado degli sforzi per pu-
<|ua, e la siccità appena permette il tran- lirla.Si riconobbe pure che l'uso di tali
sito d'una porzione de'carichi. Invece le lastre fuse non era il più eeouom-ico, per-
stradecolle rotaie di ferro, non sonoespo- che le liste di ferro non fuso non hanno
staaque'duegravi iuconvenienti,ed allor- bisogno d'avere lo stesso peso delle lastre
che è caduta una quantità di neve, è as- di ferro fuso per resistere egualmente,
sai facile di sbarazzare le rotaie con una Tutte queste considerazioni fecero sosti-
raspa, collocata sul davanti di siffatta vet- tuire indettoanno il ferro lavorato al fer-
tura. Altro vantaggio di queste strade è ro fuso, e dipoi fu per universale conscn-
quello di poter essere aperte ed eseguile so preferito. Coulemporaneamente al le-
in tutte le direzioni, e secondo che i biso- gno si sostituì l'opera muraria: uoudime-
gui del traffico lo richiedono, mentre l'a- no strade con guide di legno di receute si
pertura d'un canale è subordinata a'mo- formarono per gli omnibus grandi vet-
1 52 S T R STR
turo ;i furono destinate pe'luo-
Parigi, e ze delle rote sono incavalo a gui^n ili gi-
alli che sono a qualche distanza dalle l'elle, e qui come nella 2." specie le ruote
glandi linee delle ferrovie. Qualche anno sono sempre incassate nelle rotaie, e non
dopo s'incominciò a tentare di supplire al- n'escono giammai. Le strade di ferro co-
la forza de'cavalli con quella del vapore, slmile a questo modo sono ora comune-
e do pò molle esperienze si riuscì nel 182 1. mente adottale, offrendo i maggiori van-
Del vapore applicato alla navigazione, fé- tfi^gi. Una strada di ferro è ad una o due
ci parola a Marina pontifici a (della qua- vie; ogni strada è composta di rotaie. I
vapore per l' azione del fuoco, se non è cessarlo di convenire nella destinazione
sempre un motore più economico, rem il delle due strade, assegnandone una pei
de però che la fanno riguardare
servigi, carriche vanno in un senso, ed una per
come la più vantaggiosa sotto ogni rap- quelliche vengono in senso contrario. Al-
poi to.Sipuòcrearedovimquesianvicom- trimenti gl'incontri producono terribili,
bustibili e acque, ed aumentarne a pia- Questo
disastrose e fatali conseguenze.
cere la sua intensità. Sotto il rapporto del* mezzo comechè molto dispendioso, si a-
la forma, le strade di ferro si ponno di- dottò sopra alcune slrade d' importanza
viderein 3 specie. Le prime sono forma- secondariauiilerminemedio;checonsiste
te di semplici liste piatte poste sul suolo a non dare che una sola viaallaruota nella
nel luogo in cui ordinariamente sono le maggior parte della sua estensione, ed a
rotaie; ed
cocchiere,quandosi adope-
il praticare delle doppie vie di disianza io
lavano cavalli, poteva a suo piacere far
i distanza: queste parti adoppia via prese-
passa reo no le rote del carro sopra o fuo- ro il nome di crociere, perchè sono le so-
a
li delle medesime. Nella 2. specie s'im- le sulle wagons, che vanno in sen-
quali i
piegano, invece di liste piatte, liste inca- so contrario ponno crociarsi. I motori che
vale, che presentano l'aspetto delle rota- servono a strascinare i wagons sulle stra-
le ordinarie e comuni. Queste strade non de di ferro, sono di 3 specie: talora si fe-
ponno essere percorse che da vetture a censo di cavalli, diesi altaccavanoa'car-
via slabile e costante: le ruote s'incastrano ri come si suole comunemente agli aldi
«ella rotaia, e non n'escono mai. Queslo legni; indi si fece uso di carri a vapore,che
sistema è ora impiegalo meno del primo, si muovono da per se stessi, e traggono
E fàcile a capire che le rotaie sono per- dietro di se wagons, a'quali carri mo-
i
ti o e mezzo. Interessa anche moltissimo fmdo del piano inclinato con una ra pi-
che una strada di ferro non faccia trop- che li farebbe inevitabilmente
dita tale
pò grandi circuiti, e quando si è obbliga- rompere. Questo macchinismo non tar-
li di feria voltare, dee ciò farsi con cur- dò Accade frequenlenjen-
a perfezionarsi.
zione di parti dispaiate le gole e le valli una spesa ben minore; quindi sulle stra-
profonde che interrompono la via; non de di movimento viene spesso preferito
che le spese degli acquisti di terreno nei questo mezzo stesso. Nel voi. XXXIX, p.
tondi privati ove transitano le ferrovie, e 1 ^3, descrissi il sotterraneo ardito e por-
quelle di direzione. Le migliori macchi- lenloso passaggio, operato sotto il fiume
le inglesi, americane, belgiche, francesi e due gallerie, una per quelli ehe vengono,
tedesche. Le spese di trasporto variano in l'altra per quelli che tornano, e fu aper-
limitimolto estesi, secondo la maniera con lo nel 8 4 3 Ivi parlai ancora delle stra-
1 .
cui una strada è costruita. Con opportu- de sotterranee degli antichi attraverso i
ni sistemi s' introdussero le strade di fer- grandi fiumi, come di Semiramide e d'E-
ro anche sopra vie irregolari. Sulle stia- gitto, ricordando pure il duplice e gran-
de di ferro si evitano quanto si può le iu- dioso traforo del monte Catilto di Tivoli
clinazioni e lesalite, poiché le spese enor- (F.) fitto eseguire da Gregorio XVI e
ini che si fanno per appiauare il suolo, compitoneli835.Inlnghillerra,doveTin-
sono una delle principali cause che fau dust.iu ha uno sviluppo veramente wc-
1 54 S T R STR
raviglioso, nel 18 53 si pensava tli fare del- nella baia diNuova York, in poco più di
le strade di ferro sotterranee, onde non un'ora percorse 4 miglia. Il consumo del
1
sti iiirsim 5 anni, nel quartiere nord -ovest una macchina a vapore di forza cquiva-
di Londra a Battle Bridge da terminare lente: sicché la velocità e l'economia ot-
;i Olborn: l'atto contiene anche la tatilfj tenute col nuovo sistema sorpassano le
tivo a questa strada sì straordinaria, ed scrizione del battello, quella della mac-
a garanzia furono depositale 22, 5oo lire china di questo nuovo motore (che for-
sterline. Intanto Talbot inventò una mio- se potrà applicarsi alle ferrovie, rimpiaz-
^a macchina per scavare i lunnels o tra- zando l'aria calda il vapore), quella de-
fori eli strade sotterranee, e nel declinar gli esperimenti la pubblicarono i giorna-
del i 853 America col
fu esperimentata in li; ma la Civiltà cattolica avendo raccol-
migliore successo. E' ormai provato che le to il più probabile intorno a questa inv
i uccie più dure, le pietre primitive, non portantissima scoperta, di tutto fece una
potino resistere a questa macchinala qua- ragionata descrizione nella 2." serie, Li,
le col mezzo del vapore in soie due ore p. 5go. Adunque l'aria riscaldata è il mu-
si avanza di 3 |)iedi, facendo uno scavo del tore di Ericsson. Nelle macchine a vapo-
diametrodi i
7 piedi. La combinazione de- re la perdita di calore necessaria per tra-
gli strumenti da taglio, il loro giuoco e il sformare il liquido in fluido aeriforme è
modo con cui vengono esportati i fran- grandissima, e il vapore nel condensarsi
lumi, sono cosa veramente mera Tigliosa, o perdersi nell'atmosfera rende poco o
Quattro uomini bastano permettere in nulla di quel calore che assorbì abbondati-
movimento la macchina, la qnalepnò la- temente. Coll'aria non è così: essa non si
\ orare giorno e notte senz'alcun'.iltra in- trasforma, tutto il calore che assorbe au-
lei ruzione di quella necessaria ad afìi'a- menta la sua elasticità, e con opportuno
redi tempo in tempo gli strumenti da ta- congegno si può usufruttuarequel calori
gl'io. Il tutto è in ferro, del peso di j5 co cheabbandona nel raffreddarsi. In que-
lonnellate, senza tener calcolo della mac- sto modo il calore primo opera per cosi
china a vapore e della caldaia. Vi souo dire tutto il tempo che dura l'azione dei-
alcuni i quali opinano, che forse l'aria at- la macchina. Il metodo seguito dall'Erics-
mdsferica si può applicare con maggior son dicesi il seguente. L'aria calda nell'u-
sicurezza ed economia a muovere le mac- scire dal cilindro traversa una lunga se-
chine che ricevono impulso dal vapore; rie di tele metalliche finissime. I fisici san-
comeda molto tempo si sapeva che il gaz no essere proprietà di questi tessuti il ra-
alla più alta temperatura, traversando le pire all'aria calda una grandissima quan-
lele melali iche,ques te si spogliavano del- titàdelsuo calorico a profitto loro. Qùan-
la più gran partedel loro calorico, hitan- do è giunto il momento che le tele sou
to nel i852 il capitano svedese Ericsson, troppo calde, per un movimento impres-
ingegnere di molto grido , costruì una so dalla macchina stessa, nuovi tessuti sot-
macchina di piccolo volume, che chiamò leutrano a'primi, e questi vanno a met-
Calorijica, quale con nuovo sistema
la tersi sul passaggio dell'aria fredda che sta
la collocò nel battello che porta il suo no- per entrare nella macchina, la riscalda-
rne, che viene mosso dall'aria riscaldala no e ritornano alla temperatura di pri-
in luogo di vapore. Cou questo battello ma. Con questo perpetuo avvicendarsi
o nave calòrica nel gennaio i85a Ericsson de' tessuti una gran parte del calore, che
ST R SIR 1 55
ha già servito a muovere gli stantuffi, ri- e l'elice aumenta sempre più una furia
torna ad operare coll'aria chesi rinnovel- così formidabile, tanto ad essa che alla
Ja. Si conclude, che vantaggi di questo
i Francia e alle altre potenze che l'hanno
nuovo sistemarono comodità, sicurezza, adottalo. Quando
vascelli non poteva- i
35, i i4 e 208 del Giornale:d 'i Roma del bordate colle due fiancate nello stesso
1 853, fecero la descrizione della macchi- punto e con tutta la desiderabile celeri-
na calorica d'Ericsson e degli esperimen- tà. Col mezzo dell'elice tutte le difficoltà
ti falli dal suo inventore; il n.° 1 l5 del svanirono, si colloca a puntinoovesi vuo-
1 854 dice ch'era perito il naviglio calori- le, si muove facilmente in lutti i sensi, e
co d'Ericsson per gran violenza d'un
la ne più piccoli spazi, Per sì meravigliosa
\cnto impetuoso. Iuoitre il capilanuEi ics- invenzione l'effetto dell'artiglieria è dop-
son si vuole che sia stato ili.°a munire pio: di questa potenza d'azione non si ave 1
d'elice i piroscafi, celebrato meraviglioso prima affatto idea nella guerra. Nel n.°
istrumento, massime per l'accrescimento 2 1 Gdel Giornale di Roma del 854, si di- 1
d inaria facili tà per qualunque grande ha- quello di acqua e quello di etere, secondo
stimentod'ogni dimensione, e perfetta ub- il principio dell'inventore Tremblay. Se
bidienza al loro timone agevole a maneg- per incidenza e per l'analogia della forza
giarsi, in Inghilterra surse l'idea di co- potentissima del vapore che impiegasi nel-
struire vascelli di liuea lunghi 5oo pie- le ferrovie, passai a far cenno degli ulti-
da 8ai 0,000 tonnellate, con 2 a 3ooo
di, mi mirabili trovati onde percorre van-
uomini d'equipaggio, e 200 a 200 can- taggiosamente le strade acquee, che sono
noni del maggior calibro! Se si effettua i llutti, superandone le difficoltà, ritorno
quest'idea, non sarà più. esagerazione il ora alle strade ferrate e loro immensi in-
due che un vascello di linea è un'ondeg- crementi.
giante fortezza, una cittadella mobile, e Nel i85i la più lunga strada ferrata
capace colla sua provvista di combusti- del mondo era quella di Erie in Ame-
bile,di percorrere spazi di 800 a 1000 mi- rica, lunga 4^7 miglia inglesi e costruita
glia colla velocità di 1 o a 1 2 miglia all'o- da una società privata; dopo di essa veni-
ra. La macchina a vapore ha contribui- va la strada da Pietroburgo a Mosca; lun-
ore percorreva 182 chilometri, fra Bir- ta Slesia con uu tronco sopra Cracovia,
a
mingham e Li ver pool, ed in tre ore e mez- lao. segue a settentrione il corso dell'O-
zo la distanza da Londra a Liverpool e der sino a Stettino, le altre due linee van-
Manchester, di 536 chilometri; laon- no una aStrelilz e l'altra a Brouchergnel
de grandi centri manifatturieri e com-
i ducato di Posen. La lunghezza comples-
merciali dell'Inghilterra, divennero di- siva delle ferrovie in esercizio sul territo-
stanti dalla metropoli di alcune ore. I con- rio prussiano, era alla line del 1 8 ~o di
vogli pelNord Western percorrevano 92 2915 chilometri circa, come in Francia.
chilometri per ora. Se questo sistema di Nel Giornale di Roma del i85i,a p. 47°
locomozione fosse applicalo alla ferrovia si riporta la statistica e i progressi delle
tra Genova e Torino, la cui distanza è ferrovie negli stati tedeschi de'4 anni pre-
1 65 chilometri, potrebhe essere percor- cedenti al i85i. Alla line del i85o sui
sa in un'ora e 3 quarti. Le strade ferrate 1
3,677 chilometri di ferrovie progettate
occupano oggidì un posto così impor- per tutta Germania, più di 85a5 chilo-
tante nell'economia commerciale e indu- metri erano in esercizio e 26 in via di 1 1
pìocli ili lunghezza, ponno contenere da 70 late. Nella meravigliosa Esposizione uni-
ai 20 viaggiatori. 1 vagoni delle merci, in versale di Londra deli 85 t nel palazzo ili
genere d'una costruzione leggiera, ponno cristallo, o fiera mondiale incili furono
trasportare circa 2 tonnellate, llservizio
1 raccolte le meraviglie dell'altee dell'in-
de'viaggiatori pure per mezzo di vet-
si fa gegno umano, alcuni eminenti ingegneri
turea6 ruote, divise in 6 compartimenti; esaminati i diversi sistemi di freni per le
ogni compartimento di 1 .'classe può con- ferrovie, onde fermare i convogli esposti
J
tenere 8 viaggiatori, e quello di 2. clas- a disastrose disgrazie in piena corsa, la
sei o viaggiatori. Inoltre osserverò, che la loro attenzione fu ri volta special meri te su-
Prussia alla fìnedeli852 avea 23 ferro- gli eccellenti ordigni inventalida Lee, do-
\ie in attivila, la cui lunghezza era di 32 5 poi deplorabili sinistri accaduti sulle fer-
niiglia: in tale anno n'erano slate messe roviedi Caledonia e del Nord. Nel n." 74
in attività 5. Sotto il titolo di Economia del Giornale di fioi/iai\e\ 1 852 vi è lasta -
delle strade ferrate, Deli 85 1 ild.rLard- listica delle strade ferrate degli Stati-U-
ner pubblicò un libro che contiene una niti dell'America settentrionale,lodando-
massa di notizie interessantissime. Vi è u- si popolo tanto attivo ed energico che
il
uà statistica annuale delle differenti coni- l'abita, il quale tosto comprese grandi i
pagnie delle ferrovie, e degli accidenti si- vantaggi che presentavano le strade lèr-
nistri occorsi nelle medesime,av vertendo- rate, pel sollecito e facile trasporto de'pas-
si ebe colui che percorre io miglia, non seggieiie merci, in un paese ancora scar-
è esposto all'evenienze di quello che ne samente popolato, ma fornito d'immense
viaggia 5oo;di conseguenza, il numero de- risorse pel suo sviluppo; egli è perciò che
gl'infortuni i dev'essere calcolato compa- gli americani si diedero con tutto l'im-
rati vilmente alle distanze percorse. Quin- pulso del massimo interesse alla cosini -
di registra e specifica: accidenti avvenuti zinne delle ferrovie, favoriti dalla natu-
per l'incontro di due treni 56; per roltu- ra fisica del suolo e da altre circostanze
ra di qualche asse o rota 1 8; mancanze al- straordinarie. Il terreno in generale costa
le rotaie 1 4; inciampi fortuiti sopra stia- poco o nulla, il legname da fabbrica si può
de 3; detti a mezzo del passaggio di ani- uvere quasi ovunque a bassissimo prez-
mali sulla ferrovia 3; esplosione deliaca!- zo, e la costruzione delle vie ferrate (ro-
dala 1; diversi 5. Di più narra, che nel vò assai dirado gravi difficoltà nella con-
1849 la lunghezza totale delle ferrovie in- formazione del suolo. In principio dell'in-
glesiera di 25oo miglia; alla metà del troduzione si costruì va no per maggior sol-
185o, miglia 63oo. Dal 3o giugno 848 1 lecitudine le rotaie di legno, bardate con
sino alla stessa data del 1849, in cui fu- lame di ferro,sulle quali correvano le 10-
rono aperte al commercio sociale 5ooo te de' carri e delle locomotive, poiché gli
leghe di ferrate, il servizio fu preslato americani ebbero in mira di spingere le
da 1965 locomotive, le quali percorse- ferrovie a grandi distanze per mettere in
ro complessivamente durante tal periodo comunicazione possibilmente un maggior
32,388,589 m iglia, per conseguenza cir- numero degli estesi loro territori!. Nella
ca giornalmente 88,736 miglia. Il consu- medesima statistica vi è il prospetto che
mo unito del carbon fossile in quell'epo- indica in ogni anno, dal 1827 al 1 85 1, il
ca ammontò a 35 fonti per miglio, cioè successivo progresso dell'annua cosini-
596,073 tonnellateannuea 1,012,142,000 zionenellemigliaapei te in ogni stato del-
funli. Ma toslochè ogni 1 o tonnellate di l'Unione, e nella metà deli 85 1 si trova-
carbone danno 7 tonnellate di coks, cos'i il vano in attività d'esercizio una lunghezza
totaleconsumodelcarboneimportòpres- d'110,289 miglia, costruite colla spesa di
so a poco 3 quarti di milione di tonnel- 3 06,60 7,9 54 dollari; quindi segue il del-
i58 STR STR
tagliodelleferrovieelorodistanze, d'ogni 22 legher/2. A Francfort sul Meno, ed
stato dell'Unione americana. Nello stesso a Lubecca 7 leghe. L'insieme di queste
Giornale del i852,n.°2g8,si riporta altra cifre dimostra che alla fine del 18 52 vi fi-
statistica delle ferroviedell'intero mondo, rano in Germania 432 leghe di ferrovie,
1
all'istmo di Suez. Il continente europeo quale la rete può essere come quasi ter-
ne avea per 20,42 3 chilometri, l 'a meri- minata. Non è così nella Germania del sud,
canoir),c)47-Nel i85o le ferrovie Ica noe- ove in Austria e in Baviera una grande
si erano lunghe 2970 chilometri, con cir- estensione di strade ferrate era in esecu-
cag5 milioni di franchi d'introiti per viag- zione, senza contar le linee delle quali era
gialori e mercanzie; nel 1 85 1 la lunghez- decisa l'impresa. Non è senza interesse il
za delle linee giunseroa chilometri 33o7, paragonare ora la celerità relativa del tra-
gl introiti a 107 milioni. L'aumento pio- sporto delle truppe in Francia, a confron-
gressivo e la continua attività delle ferro- todiquaudo Napoleone I voleva trasmet-
te francesi si scorge ne' movimenti delle tere più presto che fosse possibile la sua
grandi linee: nel 1 85 1 si trasportarono su armata nel Pieno, e come si pub effettua-
quella del nord 584,ooo tonnellate di re oggidì. Allora migliaia di carri veniva-
merci; nel i 8 52 tonnellate 799,000; nel no messi a disposizione d'un treno di pò-
1 8 53 la spedizione ascese a tonnellate sta.Il cammino d'un cavallo di trotto è
slancio che si manifesta negli americani, portano le truppe in una strada ferrata
Nel 18 53 si contavano nellostatodiNuova camminano per tutto un giorno con una
York 82 società di ferrovie e per una km- celerità di 5o chilometri l'ora. Si sono va-
ghezza di 54oo miglia. La spesa per esse dute locomotive fare in questo spazio per-
fatlafudii 1 o milioni disterlini, quella pel sinoaioo chilometri, velocità ordinaria
compimento25 milioni. Ucompletoe più de'piceioni (a Poste dissi come tali vola-
esatto ragguaglio di tutte le ferrovie le- tili trasmettevano i dispacci. Nel declinar
desche redatto neh853j sommava nelle di luglio 18 54 sei rondinelle prese dal nido
seguenti leghe tedesche, ciascuna delle loro a Parigi, furono trasportate mediati-
quali è poco più di due leghe francesi. Iu te la ferrovia a Vienna d' Austria, ove
Austria 207 in circolazione ei37 iuco- fu posto sotto il loro ventre un piccolo
stiuzione. In Prussia 507, delle quali 479 piego coniot o parole, indi furono poste
in circolazione e 28 in costruzione. In Ba- in libertà alle ore 7 174 antimeridiane.
vieta i44-NeH'Assiaelettoralei8. Nel gran- Cosa incredibile: 2 arrivarono a Parigi
ducato d'Assia 16. Nel ducato di Bruus- uu po'priuiad'uu'ora pomeridiana;uua a
wick 6. Nel Mecklenburgo20.Nel duca-
1 2 ore e 20 minuti; un'altra alle 4; le alti e
tod'Anhall 3. Ncll'Holslein eLauenburg si perderono per istrada). Col passo or-
STR STR i5c]
l'ora, col passo di corsa 4, col passo acce- in Persia. In una statistica ed&U'Alrna-
lerato 4 chilometri e 3/4, col passo di ca- nacco delleferrovie i\e\ t8 "3 si rileva. Che
rica 5 chilometri, il massimo 6. soldati I iu Inghilterra esistono circa 200 compa-
romani con un peso di 5o chilogrammi, gnie di ferrovie, che riuniscono fra loro il
facevano a passo di corsa 6 chilometri, cou capitale di 9 miliardi, (>q milioni, c)o6,qo<>
passo accelerato 7 chilometri 173. Il ca- fianchi, di cui più di 6 miliardi erano
vallo di passo fa 5 chilometri. Nel mare stati di già impiegati. In tal modo i capi-
tranquillo il vapore percorre in
battello a talisti per trovare nell'impiego del loro
un'ora dai Da 22 chilometri. Bisogna con- denaro il semplice interesse del 5 per con-
fessare che se la celerità de' viaggi di ter- to,devono prelevare 5oo milioni circa so-
ra e di mare è accresciuta a'nostri gior- pia l'introito delle strade di ferro. Si cai-
ni in un modo straordinario, era ancora America le ferrovie costrutte
colò, che in
grandissima presso Cesare fa-
gli antichi. formavano insieme 34,972 chilometri; iu
ce va loomigliain un gior no. Cicerone par- llussia 3oay, di cui soltanto 1 027 in c'ir-
la d'una strada di 56 miglia percorsa in colazione. Le ferrovie si moltiplicarono
1 oore
di notte con un curricolo di posta, tanto in alcuni statiche in ormai qua- essi
Tiberio andando a trovare il suo fratello si non vi sono più strade carrozzabili. Do-
Druso, che moriva in Germania, fece 200 poche esse presero uno sviluppo quasi gè-
miglia in 24 ore, al dire di Plinio. Perciò nerale, non mancai di parlarne negli sta-
die riguarda le circostanze attuali si la il ti e luoghi ove furono costruite. Da' regi-
seguente calcolo. Da Parigi a buda, ceti- stri del le ferro vie del 18 53 si ha che per es-
tro dell'Ungheria, vie una serie continua seogni giorno arrivano a Londra.200,000
di strade ferrate di circa 2000 chilome- persone. In generale essendo dispendiosi*-
tri. Ammettendoche le linee tedesche sie- siine, sia la costruzione, che la manuten-
110 anclie ben munite di materiale, come zione e il servizio, non presentano grilli-
le principali linee francesi, si potrehheo- di utili dagl'introiti. 1 disastri, i danni, le
gni giorno con più convogli farpartireda morti, le mulilazioni sono frequenti nel-
Parigi 2000 uomini, che mettessero un le lunghe, veloci e grandi strade. Per tot-
sol giorno ad andare a Buda; ciò che in to questo, pel costume e la morale, per
l5 giorni formerebbe un'armata di3o,ooo considerazioni politico-economiche, e per
uomini. In 8 010 marcie questa truppa altre gravi ragioni proprie di sua epoca,
sarebbe a Viddino sul teatro della guer- Gregorio XVI dopo aver fatto esegui re le
ra che arde in oriente e nel fianco della opportune indagini da persone pratiche e
Russia, secondo i calcoli che lessi in un coscienziose, dopo ripetuti e maturi rifles-
gioi -naie. Nel i.° trimestre del 1 853 il tota- si, persuaso che difficilmente si sarebbero
le delie rendite delle ferrovie francesi sali a potute ellettuare, e che nel caso afferma-
si ,604,900 franchi. I lavori di esse dap- tivo il risultato non sarebbe quale si spe-
pertutto erano spinti alacremente, epres- rava, non le credè vantaggiose allo stato
so Lisieux alla Houblonniere si dovea co- pontificio, sebbene come quello che non
slruire un immenso tunnel. Anche laSviz- avversava il buon progresso, stabi lì le bar-
zerasi risolvette alla costruzione delle fer- che a vapore sul Tevere e permise altre
rovie; e due linee di esse erano in istudio cose moderne che credè veramente uti-
in Turchia, la 1 ."da Costantinopoli a A- li. A volere riportare qualche cenno sui
dnanopoli, ove si dividerà in parecchi ra- soli accidenti sinistri avvenuti anterioi
mi, andrà da Gejnlek ad Angora;
la 2. mente o nel decorso anno, e pubblicati
più tardi la linea d'Europa si avanzerà si- nel Giornale di Roma del 1 853, ricor-
no a Belgrado, e quella d'Asia sino all'Eu- deiò, che a p. 3<j si legge il prospetto de-
160 STIl S T 11
gli accidenti avvenuti sulle ferrovie in- Quasi contemporaneamente sulla stratta
glesi dal i$47 n ' i85i, dal quale risul- ferrata del Lancashire fu fatto l'esperi-
ta in totale die tra 331,041,053 viag- mento d'un nuovo apparecchio, col qua-
giatori, ne morirono o4f) e ne restarono
r le si ponno facilmente fermare i convogli
feriti 127 3. Fatte diverse distinzioni, si nella loro più rapida corsa. Due convogli
restrinse il numero de' viaggiatori mor- lanciali a forza eguale sono stali fermati,
a 14.2, quello de'feriti a 882; quanto a-
ti uno col metodo antico coll'opera di due
gl'impiegati, 173 morti e 38 feriti. Si 1 persone sopra 800 metri di spazio; l'al-
aggi unge, che la sera de'7 gennaio! 853 tro col nuovo da un sul uomo sopra uno
spaventevole caso avvenne a Oxford, nel- spazio dii38 metri. Tuttavolla lessi nel
la strada ferrata di Nord ovest: due con- Giornale dì Roma del i854> cne ne u * ' '
vogli carichi, l'uno di passeggieri con \ glio sulla strada ferrata di Susquehanna,
vagoni, l'altro di carbon fossile, si urta- fra Baltimora e Havre de Grace, duecon-
10110 di fronte a più d'un mezzo miglio vogli s'incontrarono mentre percorreva-
dalla città, ad onta che il telegrafi avea no 4^ miglia all'ora, ed in questa collisio-
avvisato la partenza del treno di carbone ne perirono 29 persone e3q rimasero gra-
da Islip. Le due locomotive s'incontrai o- veniente ferite. Il n."i 10 di detto Gior-
r
no correndo a gran velocità ed a tutta naie, dà conto dell' opera del citato d.
forza di vapore; io vagoni si disviarono Lanlner, The museum ofseience ad art,
dalle rotaie, ed il fuoco si sparse in tutti nella quale si trovano erudite notizie in-
i sensi, restando l'intera linea coperta dai torno alle ferrovie, e al numero de'fata-
fra rnmenti delle locomotive e de'tenders. li disastri che avvengono nelle medesime.
I vagoni e corpi umani confusi insieme,
i Un tragitto di 1 00 miglia, che fatto col-
composero una massa informe: uno dei la valigia inglese costava 52 scellini, col-
1
meccanici fu ucciso, e il suo corpoorrihil- la ferrovia non ne 20 perlai.'
co^ta che
a
mente laceratojparecchi viaggiatori rima- classe, ei 1 perla2. La celerità media del-
sero uccisi, e un gran numero feriti gra- le vetture eradi 7 miglia e mezzo all'ora,
rhe,e con qualche risultato. Nel declinare di disgrazia non basta paragonare il nu-
rlel 1 853 da Praigneau operaio meccani- mero de'viaggiatori morti feriti, col nu-
co della ferrovia da Bordeaux a Baiona, mero totale de'viaggiatori inscritti. Que-
siannunziò la scoperta d' un'ingegnosa sto confronto suppone l'ipotesi che ogni
invenzione per garantire infallibilmente viaggiatore corra l'istesso rischio, qualun-
ngni scontro di convoglio nelle ferrovie: que sia la distanza che percorre. Il rischio
l'agentediessaè l'elettricità. Fanuovise- è inproporzione colla distanza percorsa,
gni d'avviso o di allarme a 700 metri di ed un viaggiatore che fa 00 chilometri, 1
di, 282 milioni,752,756 miglia: il clie a queste linee di ferrovie aggiungere quel-
la locomozione per via di terra è feconda mercio di tutta Italia co! resto d'Euro-
didisgrazie,oltrechèil viaggiatore è espo- pa. Trovo nel n. 4"2 del Giornale di Ro-
sto allo spoglio de'ladri e degli assassini. ma del i854, in data del Messaggere di
Ciò che ha contribuito a gettare sfavore Modena, la notizia, che approvati già re-
sulle disgrazie delle ferrovie, si è che in golarmente i progetti tecnici della stra-
generale esse menano rumore più delle da ferrata dell'Italia centrategli assuntori
altre, e che sono quasi sempre disgrazie della medesima, a norma del convenuto,
collettizie. Una sola battaglia fa natural- ponevano mano nel febbraio ad incomin-
mente parlare più che 20 scaramucce. ciarne i lavori. Questi per lo stato Esten-
do II re delle due Sicilie, come notai in la diritta dell'Enza, dalle quali due loca-
quell'articolo; come pure pel 1
.°
fece ese- lità si avvierantio, seguendo il già effet-
guire in Italia i ponti di ferro sospesi sui tuato tracciamento, inverso Pieggio. Più
fiumi. Quando furono introdottenegli al- tardi potrà estendersi il lavoro anche dal-
tri stati italiani, e per quali strade, lo ri- la sponda destra della Secchia, e proce-
44; totale chilometri 725. Si potrebbero piano della strada, e in queste potrà Irò-
vol. ix\. 1 1
162 STB STR
var collocamento anco quella classe dì gli stati pontificii, notai nell'articolo Pio
opero dedicata a quel genere di lavoro.
i IX, die questo Papa nell'agosto 1846 i-
Roma a Bologna e sino al confine di Mo- desiderio di promuovere nel più eflicace
dena,co'modi come fu condotto l'affare, modo l'esecuzione d'un' opera invocata
e le ragioni che ne determinarono la con- con tanti e ripetuti desiderii da alcune pò-
cessione alle società. Le compagnie de- polazioni dello stato ecclesiastico, appro-
liberatane erano due, cioè una per linea, vò che venissero intrapresi gh studi tee
le (piali complessivamente avrebbero da- nici dell'intera linea, per conoscere e sta-
to al governo pontificio una doppia g,\- bilire il costo e l'entità dell'impresa, da-
ranzia, per gli studi preventivi e per la to essenziale da aversi in vista nelle trat-
tesca, avuto riguardo alla condizione at- l'argine stradale, a sollecitare la deside-
tuale dello stato pontilìcio. Il n.° \i del rata impresa. Quindi alla sinistra del Re-
Giornale di Roma del 1 853 riprodusse no e al di sotto del ponte, in direzione di
'
da Peonia a Bolo-
tecnici per la ferrovia congiungimento. Notificò il n.53delGior-
gna per Ancona, eche avendoli intrapre- nale di Roma de'6 marzo 854, cne e 1 '
si nella parte montaua dello slato, ben ferrovie dello stato pontificio occupava-
presto sarebbero anche seguiti nel bo- no la più seria attenzione del Papa; che
lognese. Pertanto invitò le autorità go- le trattative per la concessione delle di-
vernative e municipali della provincia, verselinee erano inoltrate, e vi era a spe-
non che i proprietari della medesima, a rare pieno successo, proseguendosi frat-
cooperare agli sludi del cav. Michel e de- tanto la linea già concessa da Pioma ver-
gl'ingegneri a lui dati in aiuto, con va- so Frascati e il confine napoletano. Che
lida assistenza, per le livellazioni e altri il commend. Jacobini ministro de'lavori
rilievi geodetici che dovranno intrapren- pubblici, col prof. Bettocchi ingegnere
dersi nelle private proprietà, promelten- pontificio e commissario tecnico delle
do compensi a chi ne fosse danneggiato. strade ferrate,col cav.Hartingue ingegne-
Appreudo dal n.° 268 del Giornale di re direttore di delta ferrovia, e con De
Roma del i853 de'^5 novembre, che i Vitry amministratore della società, era-
lavori della strada ferrata Pia-Latina fu- si recato a visitale ed esaminate i lavori
rono ripresi attivamente. Che una nuo- che si eseguivano nel tratto da Roma a
va società avea assunto di proseguire sì Frascati, percorrendo quello da Roma a
importante impresa, pagando a quella Ciampino, presso il quale luogo farà se-
che intitola vasi dal nome della strada tut- guito una galleria sotterranea, che nel
ti i diritti che vi poteva avere, e com- procinto d'essere incominciata traverse-
prando anche il materiale, ch'era stato di rà la collina di lai nome. Finalmente rin-
già provvedutoci aggiunge, che là gran- vengo nel n.°gy del Giornale di Roma
de attività che si manifestava nel prose- de'28 aprile i854, la protesta del mini-
guire i lavori, ch'erano rimasti per tanto stro de'lavori pubblici e del cardinal An-
tempo interrotti, facevano sperare che la tonelli qual presidente del consiglio dei
ferrovia sarebbe proseguita sino a Vel- ministri, contro il conte Rampon,a cui
lelri,e col tempo congiungersi con quella per una società da lui rappresentata era
del regno delle due Sicilie. Annunzia il da Roma
stata concessa la strada ferrata
n. 43 del Giornale di Roma de'22 feb- a Civitavecchia a'20dicembre 853, es- 1
braio i854 in data di Bologna, essersi serne decaduto per non avere aumenta-
posto mano nel tratto della provincia al to il deposito di scudi 20,000 a'pattuiti
gran lavoro della via ferrata centrale i- 100,000 ; e siccome il coute era stato
taliana, e ciò per le cure dc'sunnominati rimborsalo da Thil, e perciò riconosciu-
governi contraenti, e le premure della to questi dal governo pontificio cornea
società concessionaria, non che perla no- lui sostituito colle medesime condizioni,
bile deferenza degli espropriati, i quali ma non avendo neppure il Tini comple-
benché non compitele preliminari ope- tato il convenuto deposito, fu auch'egli
STR STR r 65
dichiaralo decaduto dalla promessa con- Dio la gloria delleoperepiù sorprendenti
cessione preliminare di detta ferrovia, e dello spirito umano,edi ottenere per esso
perciò restare governo uella sua piena
il il concorso necessario della sua costante
libertà di azione, ed assoluto proprieta- protezione. In questo momento, soggiun-
rio dei scudi 20,000 a seconda de'palli. se,credo vedere ciòche il mondo lui di più
Molti scrissero sulle ferrovie, fra'quali i granile, la potenza, il coraggio e il genio
seguenti. Mac- Adam, Primo elemento di inchinarsi avanti a Dioche li ha creati,
forza commerciale, ossia nuovo metodo e dirgli per bocca vostra, o signori: Noi
di cosimi re le strade ferrate , Napoli 1826. siamo opera vostra: siete voi dieci ave-
Pillet Will, De la depense et du prò- te fatti, e non ci siamo fatti di noi slessi.
duit des canaux et des ckernins de fert Siete voi che avete messo sotto nostri i
Paris 1837. Biot, L'architetto delle stra- piedi tutta la creazione, che ne ha inse-
de/errate, Milano 1828. Ferrier, Ma- gnato a piegarla a'nostri usi. Tutte le o-
miei ti u voyageur sur le chetnin de fer pere del Signore benediranno lui! E (pie-
Zfe/g^Bruxelles 1 84 1 Peti tli, Delle stra- stofuocoequesto vapore, solcandoli glo-
deferra le italiane e del migliore ordina- bo, proclamino iu mezzo a'popoli mera-
mento diesse, Capolago 84 5. A vv. Carlo 1 vigliati la gloria del suo nome. M ijSigno-
Mon li, Studio topografico intorno alla pài ri, ciascuna delle conseguenze dell' no-
breve congiunzione stradalej cai due ma- mo porta con se pericoli proporzionati ai
ri nell'alta Italia mercè un varco esisten- vantaggi eallegioie ch'egli se ne promet-
te nel tronco settentrionale dell' Spenni- te. Accelerando il moto, e cancellando
no, J/ewon'rt, Bologna i84>- Corsi, Ra- gli spazi, voi vi siete forse avvicinati al
gion civile delle strade ferrate in Italia, termine fatale in cui ogni moto cessa e
Torino 1846. Coinmend. Angelo Galli, si arresta. Conducendo nelle vostre ma-
Sull'opportunità delle stradefer rate nel- ni il vapore, dandogli una forza che do-
lo stalo pontifìcio e sui metodi per a-
, ma tulli gli ostacoli, voi avete posto pres-
dottarle, Romai84*J. Altri autori si leg- so di voi un focolare terribile d'esplo-
gono nel 1. 3, p. 267 òe\Y A Ibum di Ro-
1 sione e di morte. Dio ha voluto cos'i, af-
ma. Anche le strade ferrate si vollero in- finchè la creatura, in veced'inorgoglirsi,
augurare e santificare colle benedizio- si dipendente dal cielo, a mi-
sentisse più
ni e riti della Chiesa: ne riprodurrò al- sura che vieppiù distendesse il suo
ella
cuni esempi tra'più solenui eseguiti dai impero sulla terra, e che l'uomo provas-
vescovi, i quali pronunziarono analoghi se il bisogno della preghiera in propor-
eloquenti discorsi, di cui riporterò alcu- zione anche dell'accrescimento della sua
ni brani, dichiarando che l'uomo tutto potenza. Perciò, signori, permettetemi di
deve riconoscere da Dio, e tutto riferire dirvelo, noi che portiamo il peso delle a-
alla sua benigna provvidenza, che con ni me,e che nell'esercizio delle nostre fun-
questo portentoso mezzo facilita la dif- zioni sante non sapremmo fare un pas-
fusione rapida del vangelo nelle più re- so senza la preghiera, noi pregheremo
mote regioni. Il u.° 1 09 del Giornale di allesso con emozione, e il dovere c'ispi-
Roma del 1 85 1 contiene il discorso di rerà di piegar sovente per questi uomini
mg. r Lodovico Pie vescovo di Poitiers, vigilanti e laboriosi che anch' essi han-
pronunziato al l'i natigli razione del la stra- no cura delle anime alla loro maniera.
da ferrata di quella città. Disse essere sta- Perocchèio veldomando,osignori, quan-
to già due volte chiamato a benedire so- do voi prendete posto in questo veicolo
lennemente in nome di Dio queste ma- infiammato, e confidate la vostra vita a
guilìche creazioui della scienza e dell'in- questi cavalli di fuoco,come parla laScrit-
dustria moderna. Si tratta di riferire a tura, non peusatc voi con ispavenloa que-
1 66 S T R S T R
Sta guida che, tenendo nelle sue mani re- dell'acqua tirerò meraviglie. Sul fuoco
clini rovenli,diviene,con rischio delia vi tu e sull'acqua io metterò magistero, ed ac-
sua propria ,il depositario d'interessi così qua e fuoco e ferro formeranno sgabello
preziosi e sì molteplici, che il solo pen- a'miei piedi. Arguì quindi il prelato un
siero ci fa fremere ? 11 minimo oblio, la ordine nuovo di cose, ne salutò un'era
minima disattenzione, e migliaia d'ani- seconda. Come la polvere mutò l'arte del
me,cbe non vi sono preparate, ponno es- guerreggia re,il vapore così stamperà non
sere immerse nel lutto e nella dispera- più argomenti di riforme e di traf-
visti
ledue macchine che tragittarono il con- commercio è sangue, le strade sono sue
voglio erano parate a festa, con all'ingi- vene. E qui vescovo sfoggiò una pom-
il
1*0 ghii lande e festoni di variopinte da- pa di erudizione biblica, attingendo alle
lie, e lo stemma imperiale dinanzi, esso sagre pagine i passi più splendidi, che iu
pure vestito di vaghissimi fiori all'intor- modo ora semplice, ora mistico, sotto
no. Grandiosa è la stazione di Treviso, questo rispetto vi occorrono. La provvi-
ove un 20,000 persone aspettavano an- denza ordì la sua tela. I carri sono guar-
siose il sopraggiungere del convoglio col- niti,! traini apprestati, in lunghissime fi-
gri ornamenti. 11 vescovo esordì il suo guai a chi straviasi! Se Dio non fissa il suo
del neinvenzioni deilospirito umano,eon vento .... Precitate le preci che assegna
tulle le sottili industrie, onde venne per- \c Chiesa nell'occasione per simili riti, il
leone III. Incominciò con dire: Mentre l'uo- nuova strada, la quale apresi oggi alla
mo datoa'calcoli dell'interesse ed a'piace- propagazione della verità, ed alla pro-
ride'sensi non vede in queste meravigliose sperità del paese, e che la scienza unita
invenzioni dell' industria di cui il nostro alla fede vuol porre sotto la vostra pro-
«ecolo con ragione s'inorgoglisce, che i tezione. Beueditequesli uomini che li in-
mezzi ili accrescere le sue ricchezze e di no faticato con lauta intelligenza e divo-
estendere il cerchio desimi godimenti; il zione a dotare la Francia d'una nuova
cristiano illuminalo dalla fede poita più sorgente di ricchezze,i quali dopo aver da-
in alto le sue mire ed i suoi pensieri, e to sì magnifiche prove della potenza del
in questi concepimenti del genio umano loro genio, ci d inno in questo momento
vede i mezzi di cui Dio si serve per com- un segno così commovente di loro pietà,
pire i suoi disegni sui popoli e per con- implorando sulla loro opera la benedi-
durre gli uomini a' loro immortali de- zione della Chiesa. Benedite tutti quelli
stini.... Non pensiamo, che la Provviden- che si affideranno a queste formulabili
za resti estranea a questo prodigioso svi- macchine, per superare la distanza e di -
esteriori della stazione si aprirono per governo come proprio trovalo. Scor-
tò al
accogliere un'immensa popolazione avi- gendolo utilissimo, gli uomini presero ben
da d'udir la voce del suo i
.°
pastore. Il tosto a giovarsene; ma riuscendo inetto
discorso fu pieno di dolcezza e di l'orza. l'uso in tempo di notte e ne'giorni
neb-
J
Il cardinale dichiarò ch'era la 3. volta biosi, e vedendosi che pubblici n'erano i
die veniva a benedire 1'
opera meravi- segnali, che non potevano darsi senza ri-
gliosa di cui raccontò i successi svilup- petizioni richiedenti assai tempo, venne-
pati dal genio dell'uomo protetto da Dio. ro in desiderio di migliorarlo, e non po-
Aggiunse terminando che la ferrovia di chi Io tentarono in vari tempi. E poiché
Parigi avea già ricevuto una prima be- colla forza del vapore si pervenne a rav-
nedizione, alludendo alle somme testé vicinare immense distanze, il desiderio di
dispensate dagli amministratori di que- recare perfezione nel telegrafo crebbe a
st'impresa a'poveri, e finì dicendo, che dismisura; ma de'mezzi proposti taluno
l'elemosina e la preghiera apportereb- non venne praticato, tale altro a piccoli
bero felicità. Finito il discorso il cardi- e non ben dimostrati tentativi si conten-
nale intuonò il Te Dettili, ripetuto in co- ne. Era riservalo all'Italia raggiungere
ro dal suo corteggio. L'ordine e il racco- questa meta, e Luigi Magrini professore
glimento accompagnarono la solennità. eli fisica a Venezia , datosi a investigare
Stretta relazione colle strade ferrate ha il modo di superare quanto a ciò si op-
la telegrafia, come quella ch'egualmente poneva, pervenne ad iuventare un inge-
ravvicina le più grandi distanze, e per gno,chepiù pronto d'un prontissimo pen-
essere slata altresì applicata al servigio siero, trasmettesse da luogo a luogo an-
Non si può abbastanza
delle ferrovie. che lontanissimo gli umani concetti. Il
comprendere questo sistema di corri- mezzo di cui si vale è l'elettricità, e la fon-
spondenza rapidissima, cui fili metalli- i te onde la trae è la pila elettrica scoper-
ci trasmettono scambievolmente le noti- ta sul principio del 1800 da Alessandro
zie commerciali, domestiche e politiche, Volta (di che Io stesso Rambelli tratta
colla celerilà del lampo. Le corde elettro- nella lett. 1 S-.Scoper/e di Alessandro Fol-
telegrafiche sotto-marine attestano, co- ta j che inoltre nella lett. ig: Macchine
pensiero umano. Vado a darne un cenno. insegnò di usare la forza del vapore per
Il eh. Rambelli, Lettere intorno inven- muovere le macchine, dal qual bel tro-
zioni e scoperte italiane, ci diede la letf. vato tante utili applicazioni si fecero ai
4i: Telegrafo. Telegrafo elettro -magne- tempi nostri, e per cui a tanta gloria sa-
tico. Riferisce che il p. Paolo Casali ge- lirono Watt, Perkins ealtri. Branca stam-
suita in un suo libretto stampato verso pò l'opera Le macchine, ec. in Roma nel
la metàdel iGoocol titolo di Tromba par- \6iq. Riconobbe la priorità dell'inven-
lante, fu ili.°a dare un'idea del Telegra- zione anche R. Stuart nell'Istoria descrit-
foj ed il p. Carlo Borgo di Vicenza, nel- tiva delle macchine a vapore. Altre glo-
l'opera, Analisi ed esame ragionato del- rie italiane 1' encomiato Rambelli riferì
l'arte della fortificazione e difesa delle, nella leti. 85: Elettricità). Altri prima di
piazze, fra altre sottili invenzioni diede lui erano ricorsi alla pila Voltaica nel ,
pur quella della Cifra parlante, che imi- medesimo scopo, ma eravi un obbietto
ta esattamente il telegrafo dopo lui mes- che pareva insuperabile, e vittoriosamen-
so in voga; mentre la Francia non ne vi- te fu superato dal Magrini con ripetuti e-
de i primi esperimenti che nel 1 79 1
, e ai spei ime 11 ti di sua importante scoperta, pel
22 marzo lycjaClaudioChappe li prese a- telegrafo elettro- magnetico di tacile uso,
STR STR 169
che spiegò nellasua opero stampala Ve- in bustibile. A Poste pontificie celebrai la
nezia: Telegrafo tlellro -magnetico pra- mirabile invenzione de'telegrafi, rilevan-
ticabile a grandi disianze immaginato , do la superiorità degli elettrici, da'qua-
ed eseguito da Luigi AJagr ini. NeW appen- li si ottiene l'intento anche di notte e iu
dice, con pieno trionfo rivendica a se la tempo burrascoso, e che dubbiamo a Oer-
priori tàdi quest'invenzione contrasta tagli sted e Arago, dopo la scoperta della famo-
da'professori Weastone,Steinlieil eGauss sa pila latta dall'italiano Volta di Como'(e
di Gottinga; il i ,°de'quali, com'è voce.sa- del quale dissi le nuove applicazioni che
ìebbesi dato a costruire sullo stesso prin- vogliousi tentare, perchè l'elettricità, co-
cipio una linea telegrafica fra Liverpool me il vapore, opereranno altri portenti,
e Londra sotto le rotaie della strada di dopo quanto fece conoscere l'altro italia-
fèrro. Che se ciò fòsse, il grande esperi* no Galvani); e indicai segnali usali da- i
mento del celebre inglese verrebbe a raf- gli antichi, massime sulle Torri
{?.). Nel
fermare i trovati e le teorie dell'italiano 1 853 in Roma fu stampata la Descrizio-
Magrini. 11 nome di Telegrafo fu dato a ne, istorica teoretica pratica del telegra-
questo strumento daChappe,chelo forino fo elettro- magnetico e di tulli i suoidiver*
delle due voci greche lontano e scrivere. si apparati, composta da Giacomo ILiib-
E da vedersi sul telegrafo Dell' origine : scher e munita di /\i figure, diverse so-
e progresso dell'arte, telegrafica, studio pra 1 4 tavole. L'autore ha cercato di l'are
tecnico storico di Alessandro Bellotti ,ì\Y\- una compendiosa esposizione della storia
lano 844- i celebre Davy all'ermo che la della meravigliosa telegrafia in genere,
pila di Volta è all'incremento della fisica del telegrafo elettro-magnetico in parti-
e della chimica, quello che fu alla storia colare, e di dare una dettagliata descri-
naturale e all'astronomia il microscopio e zione leoretico-pratica di quest' ultimo,
il telescopio. Il Missirini stampò, che la de'suoi diversi apparali e della maniera
portentosa pila rinnovò tutto l'ordinedel- di trasmettere il pensiero in diversi punti,
promosse quanto dalla bus-
le scienze, e le ed a grandissima distanza e quasi istan-
sola fu promossa la navigazione, ogni ra- taneamente. Egli dice, che il telegrafò in
mo di sapere dalla stampa, e dal vapore generale è quell'apparecchio, col (piale si
po, delia nebbia, della stagione, atmosfe- lescopio da una parte,e dall'altra un rego-
ra, temperatura qualunque essa sia, e ili latore con diverse braccia nere, nere per
sottoporla all'ingegno e alla volontà del- renderle visibilia maggior distauza,essen-
l'uomo, una parola, ili poter comuni-
in do già noto che il nero contrasta il più
rare suoi pensieri ad un 2." luogo a qua-
i
con l'orizzonte. Dopo Chappe nel 1 tqG
lunqueora del giorno, ilella notte, a qua- Gaus compose un eliotropo consistente in
lunque distanza, ed in qualunque tempo, 1 5 specchi, il cui riflesso dal lume del so-
colla sveltezza e sicurtà, come se ambe- le all'occhio non armato era visibile alla
due le parti corrispondenti parlassero per- distanza fino di 3o e più miglia romane,
sonalmente insieme. Benché tutloeiòsem- esi otteneva la corrispondenza (neutre or
bri enigmatico, tuttavia egli è riuscito al- l'uno, or l'altro degli specchi si cuopriva
lo studio, alla diligenza e allo spirito del- con delle particelle. Dopo Gaus furono
l'uomo a'oostri giorni di fai lo mediante il \ illalongue,Gonon e Treutler principal-
savio uso del la natura e delle sue forze. Il mente, che si distinsero nella telegrafia
progresso in questa scienza è sì rapido, e ottica. Ma a lutti questi era inerente l'in-
per riguardo degli apparati elettro-ma- comodo, che in tempo nebbioso non vi
gnetici e meccanici sì avanzato,cbea modo era modo di poter provocare l'intelligen-
di dire* come dichiara Hubscher,un bam- za. L'esperienze con l'elettricità ottenuta
bino 6 o 7 anni, un fanciullo che altro
di collostropicciamento, solleva vano più in-
non abbia appreso se non leggere e scri- teresse, epromettevano maggior vantag-
vere, è bastantemente capace di parteci- gio. Quindi Hùbscher passa successiva-
pare dispacci ad altre stazioni telegrafi- mente a trattare dell'elettricità, forza gal-
che; dice stazioni, perchèuou ad una so- vanica, galvanismo esua origine; della co-
la, ma bensì a 5, 10,20, e quasi contem- lonna di Volta e suo eiFetto in generale;
poraneamente e senza il minimo soccor- dell' elettro-magnetismo, ossia l'effetto
so de'corrispoudenli nelle stazioni inter- della corrente galvanica, parte la più es-
medie: lutto questo può eseguire un fan- senziale dell'odierno telegrafo, che chia-
ciullo contine parole di spiegazione, sen- masi apparizione enigmatica, la quale vie-
za aver prima inteso nominare, molto ne provocata dalla corrente elettrica sul
meno veduto qualsiasi apparato telegra- ferro, facendogli acquistare rigorosamen-
fico. Moltissima specie di telegrafi finora te il magnetismo, ovvero dandogli tem-
la gomma, essendo una stoffa preparata li. Spiegazione de'di versi fili conduttori.
col succo d'un albero: prima del 844 il 1 Della congiunzione del tasto col relais,coI-
suo uomeera incognito al comtuercioeu- la macchina che seri ve e collebalteriere-
ropeo, quindi ne fece col conduttore lai/ Iati ve; congiunzione degli apparali di due
piova il prussiano Siemens nel i8'i'-, stazionigli tre stazioni fra loro, di tre sta-
laonde rapido fu lo sviluppo di questo zioni col cambio di linea, di due trasla-
nuovo commercio, e proveniente eia Ja- d'un bureau con de'lraslatori. Ter*
tori,
va, Singapore e Malacca nell'Indie, dalla mina l'opuscolo ili Hiibscher coll'appeu-
Cina e altrove); e quello detto il condut- dice, che a dimostrare l'utilità eia bel-
iovesolare. Siccome i conduttori aerei so* produrre dell'elei-
lezza del ritrovato di
no esposti alla malignità de'caltivi, che trico, dove e quando si vuole, non che di
ponno romperli, non che all'influenze at- provare il gran progresso o la perfezione
niosferiche, ad esitare tultociò si pensò alla quale siamo giunti nella telegrafìa e-
fili, di Lomond neh 787, di Reisser nel termine d' uti tempo eguale fu risposto.
1 794» di Raonellneli 8 5, di Soemering 1 Iu altra trasmissione telegrafica aBrusseN
nel 8o7,di Schweigger, di Ampère e La
1 les, per la domanda e la risposta furono
a
Place neli820, di Schilling nel 820, di 1 impiegati soli trentotto secondi! Lai. ap-
Steinheil nel 1837, di Bain nel 1 840, di plieazione della elettricità alia corrispon-
W ìieatstone nel 1842, di Bréguetad al- denza telegrafica già era stala fatta nel
fabeto e applicato su linee telegrafiche di maggio deli845 sulla strada da Parigi a
Francia, Germania, Sardegna, Toscana, Uouen. Dopo 7 anni nella Francia su ,
mthblico, il governo francese dotò il pae- limitata lunghezza, e che si può tagliare
se d'un nuovo elemento di ricchezza e di ajpiacere per ottenere una parte della cor-
prosperità. Dopo che la legge de'29 no- rispondenza. L' esperienza provò, che si
legrafica, pose le basi principali a questo l'alfabeto ini 1 secondi! La tipografia ot-
nuovo servizio pubblico; quindi con quel- tenuta è chiara e leggibile, e non peccava
lade'i 7 giugno 852 si regolarono le par-
1 che per l'irregolari là delje linee; meouve-
licolarità interne, e specialmente irappor- niente cui si cercò rimediare. Iti tal mo-
ti col pubblico pel ricevimento, trasmis- do, su tutte le linee delle ferrovie, ove so-
sione e consegna de'dispacci, con tulle le no stabiliti telegrafi elettrici, una nuova
guarentigie desiderabili. governo frati-
11 trasmessa dall'uno estremo all'altro del-
cese non indietreggiò a fronte di veruna la linea colla velocità del pensiero, vi ginn-
difficoltà e spesa, per dare alla telegrafia gè non solo bella e- stampata, ma con u-
elettrica gli sviluppi consentiti dallo sta- na semplicissima combinazione può esse-
to delle ferrovie. Quanto più la rete del- re lasciata impressa lungo la via in tut-
le strade ferrate francesi si amplierà, la le le stazioni intermedie. Quando qualun-
telegraiìa elettrica estenderà essa pure le que stato sia solcato da telegrafi elettrici
sue linee di corrispondenza, e ben presto sulle principali linee, un ordine, undispac-
non vi sarà più in Francia località uu pò- ciò importante, può in pochi minuti, in
co importante ove non sia possibile go- tempo minore che quasi non sia necessa-
dere del benefìzio di queste comunicazio- rio per iscriverlo, essere conosciuto, spar-
ili istantanee, non meno preziose per le so e stampato nello stato medesimo. Nel
all'ezioni di famiglia, che per gli aliali di n.°86 del Giornale di Roma deli8j2 vi
solo filo elettrico, invece de'4 che allora percorrendo una strada di oltre
fix.,
principali città d'Europa, sino alle quali ma^ fili vengono so-
di ferro galvanizzati
era compita la rete telegrafica. Quando stenuti da pali alti palmi 3o. E da no-
a questa linea già immensa, fosse aggiun- tarsi, che la linea sotterranea da Caserta
to il telegrafo transatlantico, la mela cir- a Capua, differente dal sistema che con
ca de! mondo sarehhe circondata da que- poco buon successo si era altrove prati-
sto magico filo, che permetterebbe alla cato, ha fili coperti di gulta-percha in
i
gazzetta della Nuova Orleans di annun- vece di seta, ed era allora in Europa il
ziare quanto fosse avvenuto quella mat- piti lungo tratto questo genere con fe-
di
tina a 8000 miglia di distanza in Italia, lici risultati. Si notò nel gennaio S V» le i
ed a quella della Russia di riferire gli av- prove sorprendenti della celerità con cui
venimenti della scorsa notte nel Messico. furono trasmessi a Milano dispacci tele-
nale di Roma del 1802 descrive la linea maggior numero non dispone chedi esse
sotterranea ordinata dal re delle due Si- d'un solo filo. Perciò risultati ben supe-
cilie, tra Caserta e Capua^ e posta in at- riori si otterranno quando sarà dapper-
tivila nel declinare del precedente anno; tutto adottato il sistema di transazione,
quindi il re volle che fosse continuata ver- cui si deve la diretta corrispondenza che
so Napoli e Gaeta, con fili sospesi a pali, già da qualche tempo si mantiene fra Mi-
auzichè uascosti sotto terra, per poi pro- lano e Berlino, e fra tutte le principali cit-
1
74 S T II s T II
là dell'unione austro germanica. E' no- gna la sua traccia a Carlsruhee alimeli-
lo che gli abitanti degli Stati-Uniti ap- sali; di là passa a Stuttgart], a Ulma, ad
plicanoal loro uso particolare tutte lein- Amburgo. Un dispacciodi più linee scrit-
menzioni devolute alla scienza moderna, to a 4 «re di sera a Parigi, arriva coni-
Perciò dal momento che la telegrafia e- piuto prima delle 6 al confine bavarese.
letti tea prese rango fra le scoperte fàcil- Da Ausburgoè trasmesso inAustria, toc-
mente volgarizzabili , i banchieri, nego- cando Monaco, Salisburgo e Vienna. A
zianti, armatori e industriali se ne impa- Salisburgo incomincia la linea telegrafica
di mi ii ono e la posero a profitto per le cor- del Lombardia pelTi rolo;a Vienna quel -
la
dio il compimento eli rilevantissimi affai i s\.\\o. che conduce daCoslanlinopoli nBel-
con sollecitudine, e corrispondendo colla grado. Si avranno dispacci elettrici da
vei ti il pubblico che non era responsabi- ta Italia. .\e'n.'22i e 224 del Giornale
le delle notizie trasmesse dalla corrispon- di Roma del 18 53, si riferisce che ani 1
(lenza telegrafica privala, alla quale lascia vasi ad attivare la progettala comunica-
la più grande latitudine; ma ordinò di zione di Roma con Napoli mediantelinea
procedere contro gli autori de' dispacci telegrafica, e quella effettuata di bolo-
falsi o tali da turbale la pace pubblica, gna con Modena, e coll'inliera linea de-
eda favorire La ina-
illecite speculazioni. gli uffizi telegrafici, che con essa sono in
lc più stupende e più proficue conquiste mento del telegrafo elettrico a Bologna
di Ile scienze fisiche. Si può vedere (pian- per mettersi in comunicazione con Mo-
to declamò la Civiltà cattolica, 2." serie, dena, porla pure quella coll'alta Italia e
t. 4) p. 4^7, sulla fallacia di molti dispac- aiichecollaGerniania.Pei l'attuazione del
ci telegrafici, a spauracchio de'semplici, rapidissimo mezzo di corrispondenza da
ed a vantaggio de'traflicanti delle borse e Roma a'eonfini napoletani, le due capi
de'turbolenti. Verso il settembre 854 a 1 ' laliRoraaeNapoli saranno poste in sì stret-
montò in carrozza. Restituitosi ove fu in- mitrofi stati, con tariffe uniformi e iden-
cominciato Io scuoprimento della strada, tici regolamenti.
fermossi in una casa espressamente ac- STRADE DI ROMA. F. Strada.
comodata per assistere al i
.°
esperimento STRADE FERRATE, ILLUMINA-
diesi fece della linea telegrafica di recen- ZIONE A GAZ, TELEGRAFI. Fedi
te stabilita fra Roma eTerracina in una Strada.
estensione di 68 miglia, e portata a se- STRAMINIAC. V. Cremieu.
guire per gran parte la via Appia. 11 Pa- STRASBU RGOoARGENTIN k{Ar-
pa volle far trasmettere alcune domande gentoraten). Città con residenza vescovi-
alla stazione di Terracina, e si ebbeistan- le e piazza forte di Francia, grande e bel-
tanea risposta onde si degnò esternare la
; la,capoluogo del dipartimento del Bas-
sua soddisfazione al ministro commeud. so Reno, di circondario e di 4 cantoni, a
Jacobini e all'ingegnere Salvatori, al qua- 22 leghe da Basilea, 3 oda Nancy, 37 da
le sì esperto nella telegrafia studiata nel- Magonza eio5 da Parigi, in vasta, ame-
le principali stazioni d'Europa, volle il go- na e pingue pianura siili' III, alquanto
verno affidata la direzione delle linee te- sotto al confluente della Bruche, presso
legrafiche dello stato pontifìcio. Nel n.° la sponda sinistra del R.eno. pure ca- E
6i del Giornale di Roma deli 5 marzo poluogo dell'accademia universitaria, se-
n
i853 si legge, che in seguito alla conven- de delle autorità e di quelle della 5. di-
zione conclusa tra l'Austria e il Piemon- visione militare e della 4-* divisione de-
te a'28 settembre 853, erano slate con-
1 gli argini e ponti, con tribunale d'u.'i-
giunte le rispettive linee telegrafiche dei stanza, del tribunale,camera e borsa del
nominati governi presso il confine austro- commercio, della direzione e sotto dire-
sardo in Bnlfalora, e per tal guisa trova- zione d'artiglieria, delle direzioni de! ge-
si ancora il telegrafo pontificio di Bolo- nio, delle dogane, de'demani e delle con-
gna in diretta comunicazione telegrafica tribuzioni dirette e indirette, conserva-
col Piemonte per la via di Milano. Il n.° zione dell' ipoteche, ispezione forestale,
78 Giornale notifica il
poi dello stesso concistoro generale pe' protestanti della
pubblicato a Bologna a' 7 marzo, cioè confessione augustana, depositi di tabac-
2
che il governo pontificio per rendere più chi e polveri della zecca BB. Questa cit-
vantaggioso al pubblico il servizio tele- tà, di forma irregolarissima e allungata,
grafico avea concordato col governo E- chiusa da una cinta bastionata con fossi,
slense d'adottare le massime d'una con- preceduta da un gran numero d' opere
ST R STR 177
esterne che accrescono !e difese, è in- ampiezza la piazza d' Armi, adorna di
terrotta da 7 porte, cioè Bianca, Saver- piantagioni; le case altissime e molto be-
na, Pietra o Haguenau, Giudici, Pesca- ne fabbricate di pietra, nel gusto tedesco
tori, Delfina, Ospedale. All'estremità o- antico, econ pietra rossiccia delle vicine
i -'tentale trovasi la cittadella composta di cave, vengono quotidianamente sostitui-
5 bastioni, e costruita da Vauban, e le te da costruzioni di stile moderno. Pa-
cui opere si distendono sino al Pieno, che recchi edifizi distinguono questa città, e
in quel punto si varca sopra il celebre pon- principalmente la cattedrale o chiesa di
te di battelli detto di Rehl, lungo quasi Nostra Donna, vasto monumento di gu-
un quarto di lega ; le porte Bianca e di sto gotico, del quale ammirasi I' altezza
Pietra essendo inoltre difese da partico- e la solidità, i prospetti laterali, notabili
lari ridotti. Kehl è una città con 8 leghe per le sculture,e il prospetto maggiore di
di territorio, già spettante al dominio so- 160 piedi di faccia, decoralo da una bel-
vrano del vescovato d'Argentina, poi ce- la rosa e da un'infinità di graziose scul-
duta al granducato di Baden, segnando ture, e fiancheggiato da due grosse torri
la metà del ponte il confine tra esso e la quadrale, una delle quali, a sinistra, so-
Francia la famosa fortezza di Kehl fu
: stiene la guglia di pietra tagliata a gior-
demolita nel 8o ,ed era stata eretta nel
i i no,di lavoro sommamente delicato e che
1 688 da Vauban perdifendereStrasbur- ha fama di capolavoro per arditezza e
go. fiume 111, che penetra uella città pel
Il leggerezza, alla più di 4">o piedi. L'in-
sud- ovest, attraversando una gran chiu- terno di questo tempio presenta una va-
sa di fortificazione col mezzo della quale sta nave, con navi minori a'Iati, cui ac-
ci, cui attraversano in gran numero pon- e nel Cairo sul terrazzo della casa posta
ti di legno e di pietra, porta il nome di nella piazza d'Esbekich in cui fu ucciso,
Bruche suo corso eh' è navi-
in tutto il s'innalzò altro funebre monumento dai
gabile; innaffiando esso le parti meridio- francesi che vi dimorano, cioè il suo se-
nale e orientala della citlà, ed accoglien- mibusto sopra colonna di granito con in-
do per la destra il canale del Reno che scrizione, sovrastata da marmoreo me-
dà a Strasburgo una comunicazione di- daglione chiuso da fronde d'alloro, nel
retta con questo fiume; nel centro scor- quale si scolpirono le principali vittorie
l'anno, al suono delie ore, prima del qua- porla il disegno del prospetto esterno.Ne
le escono due angeli che fanno un con- darò un estratto. 11 campauile o torre di
certo colle trombe. Dopo il suono delle Strasburgo, come notai a Campanile, è
ore, un gallo clic sia sulla cima dell'oro- il più alto di tutti gli edifizi conosciuti,
logio, sbatte le ali con istrepitoe poi can- tranne la gran piramide più alta d'Egit-
ta due volle. Si dice da alcuni, che JNi- to, che solo l'eccede di 12 piedi e 4 iìoI li-
colò Copernico neli54o sia stalo l'auto- ei, alili dicono di 3o piedi: l'altezza della
re di cpieslo lavoro, dopo il quale fu ae torre somma a piii di 436 piedi parigini,
ciecato, perchè non potesse piìi farcii con- secoudoallri.La suaaltezza èdi 142 me-
simile in altro luogo. INI a Pietro Gassen- tri e 1 1 centimetri, o^sia ^?> rj piedi e mez-
do,che ne scrisse la vita, affattonon paria zOjSecondo le ultime precise misure. Dalla
di questo tragico fine, che certamente a- base alla portentosa sommila si contano
V rebbe riferito se fosse sialo vero. Descris- 635 gradini. La facciata della chiesa ha
sero l'orologio di Strasburgo, G. Brau- 5 piani. Il 1 ."termina al di sopra depor-
no 1.
1 , p. 33; C. Rap&oék>iDescriptia iw- che sono ornati da un'infinità di fi-
tici,
Magno fece fabbricare in pietra il coro, Statile del Salvatore, della 13. Vergìnee
tuttora esistente; ma tranne quest'ulti- de' A 11 Apostoli. Le cornici della galleria
ma parte, un terribile incendio consumò a destra sono coperte d' una quantità di
interamente l'antico tempio nel 1002, orride figure, rappresentanti demomi e
disastro cagionalo dalle truppe di Er- stregoni: nella parie sinistra vedesi una
manno duca di Svezia e d'Alsazia, e fu statua antica rappresentauteErcole, tro-
poi totalmente distrullo da' fulmini nel vata negli scavi dell'antico tempio, sulle
1007. Werneroo Yerinai io conte d'Abs- cui rovine è fondata la cattedrale e dove
buigo, edificatore del castello omonimo era anche un bosco sagro. 11 3.° ripiano
segno da Giovanni IIulz di Colonia ven- comunicazione colla torre è praticala per
ne compita soltanto nel 43q o nel i4^9- 1 mezzo di ponti in pietra' pianai II 5.° ri-
STR STR i
79
piano è formato dalla pnnia a piramide riti comprendere, essere
trio, clic gli fece
ottagonaic,e contiene 8 scale poste nelle mi \ vera vocazione <li regnare saviamen-
piccole torrette fiancheggiami la pirami- te e di santificarsi sul trouo. Allora l'ini
deslessa: nella parte superiore trovasi ia peratore onorò la cattedrale con molli
lanterna, la cotona, la rosa, e finalmente presenti, e pel gran bene die ad essa egli
s'innalza la croce terminala con una pie- lece, dissero gli storici di sua vita, che tu
tra ottagono, chiamala il bottone. Si re- il restauratore del vescovato ili Slrasbur-
sta più che attoniti e quasi spaventali se- go. Accrebbe le rendite de'suoì canoni*
guendo collo sguardo l'audace curioso, cali, e vi fondò eziandio, per far perpetua
che s'induce ad ascendere lino a lale pe- la sua divozione, un canonicato ili ricca
rieolosa elevazione. L'orologio di Stras- prebenda, per quello che facesse in suo
borgo è slato considerato come la 3. 'del le nome il servigio divino. Al cominciare del
tot reoccupava il i. "rango. Secondo X Al- separarono da quelli che non lo erano,
bina questo lavoro rimonta al 07 ,uieu- i 1 l'imperiale fonda/ione divenne una pre-
Ire Cancellieri dice che Copernico morì benda ilei gran coro, sotto il titolo di ore-
nel i543. Rappresentava le rivoluzioni benda citi re. del coro. Dopo detta epoca
celesti, le fasi della luna, movimenti dei i non la conferirono più gl'imperatori, ina
pianeti e di talune costellazioni; ma il lu propria del gran preposto: il litolare
meccanismo è già da gran tempo disor- di essaha il .° luogo nel coro, ma nelle
1
dinato. L'ab. Grandidier ne' suoi Saggi assemblee del gran coro non prende se
storici e topografici sulla chiesa calle- non quello che risponde alla sua anzia-
dt (de di Strasburgo, fece conoscere le di- aita; egli esercita le funzioni di vice-de-
verse vicende, alle quali andò soggetto cono, in assenza del gran decano. A Ini
questo celebre edilizio dopo la sua erezio- era riserbata pure l' ufficiatura in certe
ne, ritenuto per uno de'più belli e son- feste solenni, com'era al vescovo, al gran
I itosi d'Europa. Il capitolo della cattedra- preposto e al gran decano. La sud dettase-
le si compoue della dignità del decano e parazione formò uella cattedrale diStras-
di 8 canonici, di 2q canonici onorari, e burgo que' due corpi deferenti e parti-
di altri preti e chierici addetti al servi- colati,che si chiamarono il gran capi-
lo divino. Essendovi il baltisterio e la toh e il gran coro, ed alcune particola-
cura d'anime, un canonico capitolare n'è rità intorno ambedue le riportai a Coro.
il parroco. L'antico e celebre capitolo si Oltre la cattedrale eranvi in passato due
formava di 1 \ nubilissimi canonici, tra i collegiate in Strasburgo, quella di s. Pie-
quali un 3.° etano francesi: 12 erano ca* tro il giovane, e quella di s. Pietro il vec-
pitolari e 1 2 domiciliari; i soli capitolari chio: i canonici di questo capitolo occu-
avéanc entrata e voce nel capitolo, ed e- pa vano il coro, ed i luterani la nave nelle
a
leggevano il principe vescovo. L'impera- due chiese. Era vi una 3. collegiata, che
tores.Enrico II, edificato nello 12 in ve* fu restituita acattolici neliG8(5, quella
deie nella cattedrale la mirabile coni- cioè d'Ognissanti, situata io UDO de'sob-
postezza colla quale i canonici, detti al- borghi. Al presente e secondo l' ultima
loia frati di s. Mona, celebravano rulli- proposizione concistoriale, vi sono 7 altre
zio divino, il bell'ordine che vi si ossei- chiese parrocchiali munite del fonte sa-
«ava e la decorosa maestà che regnava grò, due ospedali, il monte di pietà, due
nel santuario, concepì il divisamente di seminari, uuodcnouùnutograndeconcir-
ìinuuziare la corona e ritirarsi presso i cai2o alunni, l'alito detto piccolo con
canonici, l'ero da questa disegno fu ri- quasi 00 alunni. L'episcopio è aoiplissi-
1
tratto dalle rimostranze del vescovo Ve- ino, egregiamente ornato, 00 passi indi' 1
i8o STI; ST R
ca distante dalla cattedrale. Un tempo vi tenzionenvesserodatoprovedi vero pen-
furono i canonici regolari di Lorena, i ge- timento; de'bagni pubblici, arsenale ma-
che aveano il collegio e il seminario
suiti gnilicocheracchiiide la scuola d'artiglie-
vescovile, i cappuccini, le domenicane, ria e la fonderia di cannoni, vaste e belle
quelle dellaVisi tazione,e quelle della con- caserme per la fanteria, cavalleria e arti-
gregazione. Notasi inoltre a Strasburgo il glieria. Tre ospizi civili, uno de'quali pei
tempio luterano di S.Tommaso, che rac- trovalelliealtropegli orfani; carcere mi-
chi ude il mausoleo del famoso conteM a u- litare, case di detenzione e d'arresto, di
riziomaresciallo di Sassonia, opera di Pi- correzione e de'pazzi, ed il deposito regio
galle, e quelli di Schoepflin, Oberlinoe degli stalloni. Attivissima è l'industria,
Koch; il tempio nuovo, dove s'ammira con fabbriche fìorentissime d' crificeria
quello di D. Dlessig; l'antico castello re- in oro e gioie rinomata, bottoni di me-
gio, che ha un bel terrazzo sulla Bruche; tallo,amido, allume, acido solforico, bian-
il palazzo della prefettura, quello della co di cerusa, acciaio, sapone, coltellame,
città, la dogana, il palazzo della ragio- spille, vasellame di ferro fuso, smalto,
ne, i granai pubblici; il teatro nazionale porcellana, maiolica, refe, tessuti metal-
adorno di un periglilo formato da 6 co- lici, berrettame, velluti denominati mo-
lonne ioniche, e il cui interno è spazioso chetta, arazzi grossolani, stoffe di lana e
ed deca nte.e che trae 2 rande a meni la da 1- di cotone, flanellestarapate, teleda vele,
la sua posizione in faccia al bel passeg- tele incerate, tappezzerie, pellami, cap-
gio del Broglio che fiancheggia il Fosso pellianche di paglia, carte dipinte, co-
de'Conciatori, e da numerose statue de- rami, marocchini e altro; non che fila-
corato^ parecchi palazzi particolari. Gli toi, tintorie, concie, fabbriche di birra,
spalti piantati d'alberi, la spianata della stamperie importanti, fornacijfucine, fon-
cittadella, la Robertsau situata fuori di derie di caratteri da stampa, raffineria di
porta Pescatori, e le isole del Pieno, sopra zuccaro, manifattura regia di tabacchi.
tipa d-elle quali vedesi un obelisco eretto Si vantano i pasticci di fegato grassi di
alla memoria di Desaix, offrono pure gra- Strasburgo. I copiosi prodotti di questa
devoli passeggi. Strasburgo possiede, ol- città nelle manifatture, e soprattutto la
tre le ricordate chiese cattoliche, 7 tem- sua eccellente situazione che ne fa l'em-
pli luterani ed uno calvinista, la sinagoga porio e un deposito naturale tra laFran-
concistoriale degli ebrei, il ginnasio dei eia, la Svizzera, la Germania, l'Olanda
venirne della stampa e caratteri mobili, sta piccola luna, diametro eguaglia
il cui
Come Magonza innalzò una statua aGut- appena un mezzo centimetro, e die co-
lemberg, altrettanto fece Strasburgo, la menonsi muovene'cieIi,così nonsi muo-
cui solenne inaugurazione con pompa vesulquadranle,che in un'orbita circola-
graudissima si celebrò a'20 giugno 1840. re, questa piccola lima della grandezza di
f\'e fu scultore il franceseDavid d'Angers, una pillola, fu veduta nellostesso giorno,
una delle celebrità artistiche di Francia, al minuto, al secondo indicato da Finck,
La popolazione supera 60,000 abitan- i avvicinarsi al disco non meno grazioso
ti, meta metà protestanti, etra
cattolici e del sole di Schwilguè, velarne da prima
i quali sono egualmente in uso la lingua una piccola parte, poi una più grande,
francese e la tedesca, la quale ultima è la e finalmente raggiungere il lembo oppo-
propria degli artigiani. In occasione del- sto, in concordanza perfetta colle fasi del-
logio astronomico diStrasburgo,come nel ipotetica delle linee tangenti il corpo lu-
n.°i8q del Giornale di Iioma(ìe\ i852, naie, si poteva determinare benissimo la
e nel f. 18, n.° 26 dell'Album di Roma, zona dell'emisfero, in cui si è potuto ve-
li meraviglioso orologio di Schwilguè fu dere lo spettacolo dell'eclissi totale. Una
idealo e costruito con tanta arte e preci- folla di curiosi si accalcò nel vestibolo del-
sione da riprodurre visibilmente co'moti la cattedrale, in cui non si udirono die
de'suoi ingegni, non solo l'ordinaria sue- esclamazioni di meraviglia e di gioia, al-
cessionedelle variazioni del tempo, el'ap- l'aspetto di questo mirabile risultamento
parente corso degli astri, ma benanche d'un doppio sforzo dell j spirito umano,
i fenomeni eccezionali, e le più delicate e dell'autore di quell'apparecchio meo-
perturbazioni de'loro movimenti. Era un canico. Gli stranieri principalmente feli-
fatto d'infinita singolarità l'osservare la citarono Schwilguè, modesto e sapiente
congiunzione astronomica del 28 luglio che arricchì Strasburgo di sì iucompa-
18 j ,che dovea manifestarsi in propor-
1 labile capo d'opera,
zioni per cos'i dire microscopiche sopra La fondazione di questa città, che pri-
llilo de'quadianli dell'orologio della cat- ma della rivoluzione era la capitale del-
tediale, nello stesso tempo e nello stesso . l'Alsazia e in particolare della Bassa- Al*
modo che si produceva
immensità nell' sazia, si attribuisce ai romani, che No-
dello spazio.Nel mezzo del quadrantecen- nalzarono per difendere l'ingresso delle
trale interno, destinato alle indicazioni Gallie a'germani,e ne fecero una piazza
del calendario e del tempo apparente, è importante cui diedero il nome d' Ar-
figurato, come si sa, il globo terrestre, 0- genloratum , e dove stabilirono un arse-
rientato col meridiano di Strasburgo, e naie considerabile; i tribochi, popoli dei-
che per tal modo espone agli sguardi tut- la Gallia Celtica, ne occuparono allora
ti i paesi situati sul suo emisfero setten- il territorio, che i conquistatori poi com-
triouale. Intorno a questo globo si mino- presero nella i."Germanica. Respinti più
vouo due indici, leiuiinati 1' uuo da uu volte oltre il Reno, sotto Giuliano, Già-
182 S T R S T l;
siano e Massimo, pervennero germani i nonici. Patì incendi, ed il più violento ac-
alla fine a impadronirsi del paese ed a cadde nel 120.8; soffri pure varie scosse
inantenervisi sino al regno di Clodoveo I, di terremoto, e le pi ìi forti furono nel
che ributtatili di là del fiume, riunì Av- 1289, nel 356, nel 1 35 7, ed a'3 agosto
1
gentoratum a'suoi slati. Ebbe più tardi 1728, che desolarono la città. La sede
a dipendere questa città dalla Francia o- vescovile fu eretta nel IV secolo, ed ili.
rena.Si crede che verso il Vrsecolò pren- Colonia. Altri santi illustrarono la sede
desse questa città il nume di Strasbur- vescovile di Strasburgo, cioè s. Massimi-
go, che noi italiani continuammo a chia- nò, s. Arbogaslo che nel 6?3 successe a
mare /4rgentina t
daì suo nome latino. Do- botario, e nel 678 gli fu sostituito s. Fio-
po la morte di Luigi IV re di Francia, renzo, indi s. Remigio, e quegli altri ri-
cadde al principio del secolo X in potere portati nel 1. 1 della Storia d' Alemagna.
degl'imperatori di Germania, e si trovò Avendo Papa s. Zaccaria approvala l'e-
compresa nel circolo dell Allo- Reno; ot- iezione fatta da s. Bonifacio apostolo di
tenuti in progresso grandi privilegi, di- Germania di Magonza (F-) in metropo-
venne città libera e imperiale, e si resse li, tra'vescovati che dichiarò suffragane!
da se a comune, il suo vescovo portando vi fu compreso questo di Strasburgo. Fu
ma. Laonde nella dieta di Spira fu Ar- nerò maresciallo d'Uneburgo, il quale co-
gentina una di quelle città che protesta- me potente avendo recato molti mali ai
rono contro il decreto diWorms che ar- cittadini, pentitosi e convertitosi a Dio,
restava l'errore, per la qual protesta i lu- si riconciliò con essi, ottenne da loro il
teranisi chiamarono protestanti. Indi gli luogo detto Isola \ erde, ed in questue-
eretici cacciarono dalla città il vescovo seguì la fondazione della chiesa. Questa
ed il capitolo. Nel 1 68 1 la città si sotto- fu tralasciata d'uffiziarsi neli367, e ca-
pose volontariamente a Luigi XIV redi duta in rovina, Rusmano Mersvino no-
Francia, ch'erasi alcuni anni prima im- bile di Strasburgo la comprò, riedificò
padronito dell'Alsazia, e suo so- vi fece il • e vi pose colle debite licenze 4 sacerdoti
lenne ingresso a'23 ottobre: cosi tornò pel servigiodi vino. Dopo qualche tempo
allora alla Francia, da cui era stata da la donò all'ordine gerosolimitano, con
sìgran tempo dismembrata quel mo- ; patto che alcuni suoi cappellani conti-
narca ne ingrandì molto il recinto e la nuamente vi celebrassero i divini uffizi.
circondò di fortificazioni che la resero una Dipoi Rusmano fabbricò la chiesa di s.
delle più forti piazze dell'Europa. Luigi Ciò. Battista, e l'aggiunse a quella della
XIV ristabilì quindi nella cattedrale l'e- ss. Trinità, onde il gran priore diBruns-
sercizio della religione cattolica, ch'era berga Corrado scelse per sua dimora l'I-
stata abolita neh 52 q nel l'adotta re il lu- sola Verde, ne divenne il principal bene-
teranismo,ripristinaudo il vescovo e i ca- laltore con assegnare alla commenda più-
S T R S T R i83
gui rendite, aumentale dalla pietà de'fe- suo nome, chea quello dell'impero edel
deli. Molti cardinali legati, nunzi apostoli- la casa d'Austria, a tutti i diritti sull'Ai
ci, arciduchi, d'imperatore Mas-
principi sazia Alta e Bassa, e ne fece cessione alla
similiano I soggiornarono nella commen- Francia in perpetuo, la quale col tratta-
da; l'imperatore ne confermò la fonda- to di Ni mega la sottomise al suo dominio
zione, e altrettanto fece il nipote Carlo nel 1678-79), e alla dieta dell'impero;
V e altri suoi successori. Quando la città ma le sue querele, non meno che le rac-
di Strasburgo abbracciò l'eresia di Lu- comandazioni a Luigi XI V,ri uscirono in-
tero e le false opinioni de'suoi settari, vol- utili, e soltanto dopo la pace di \ Vestfa-
le costringere tutti gli ecclesiastici e i re- lia, conseguenza del trattalo di Munster,
ligiosi cavalieri gerosolimitani a seguire nel 1 G\.H fu permesso a religiosi gerosoli-
il suo pernicioso esempio;l icari co di gros- mitani di tornare all'Isola Verde. Quivi
se imposizioni, proibì loro di accettare fecero restaurare le poche fabbriche sii-
novizi, e tentò d'impedire la celebrazio- perstiti; ma non avendo più chiesa, furo-
ne della messa e la predica. Aftinché cat- i no sempre per cele-
costretti a poi tarsi
tolici non potessero entrare nella loro tirare i monaste-
divini ullizi aquella dei
chiesa, pose de'soldati alla porta di essa, ro della Maddalena, distante mezza lega.
ed obbligò i cavalieri a pagarli. Noti o- Soggettatasi nel 1681, come dissi, Stras-
stante queste persecuzioni si continuò la burgo all'ubbidienza del re di Francia,
celebrazione de' divini uffizi. Mitigatasi il commendatore dell' Isola Verde fece
poi la vessazione, i cattolici di Strasbur- chiamare magistrali al consiglio supe-
i
go ebbero licenza di esercitare gli atti riore ti' Alsazia, acciò li costringesse ad
della loro religione nella commenda del- indennizzare i religiosi de'danui loro re-
l'IsolaVerde, avendo il senato loro ac- cali: a ciò i magistrati furono condanna'
cordato questa sola chiesa. L'autorità pe- li con decreto del 68 5;ma 1 a vendo i ma-
rò de'religiosi fu ristretta, essendo stato gistrali fitto ricorso al cousiglio di stato
proibito l'amministrare sagra meo ti del i del re, questo operò un accomodamen-
battesimo e del matrimonio, il lire il ca- to, per cui i magistrali cederonoal com-
techismo, e il portare agl'infermi il ss. mendatore la chiesa di s. Marco col con-
Viatico. Assai maggiori però furono le vento già de' domenicani, situati in un
persecuzioni deli 633, imperocché ma- i sobborgo di Strasburgo, e reciprocamen-
gistrali mandarono un ordine al com- te il commendatore e i religiosi cederò-
meudatoredi andare co'religiosi e dome- no a' magistrali l'Isola Verde e il resto
stici a dimorare nella preposi tura di s. delle fàbbriche sussistenti, e ricevettero
Pietro il giovane, dando loro facoltà di i religiosi pure una parrocchia, il com-
fare gli esercizi della religione cattolica mendatore era eletto da' religiosi della
nella chiesa del monastero della Madda- commenda,ed oltre l'uso degli ornamenti
lena delle suore penilenli,ch'erauo le so pontificali, conferiva la tonsura e 4 or- i
le religiose tollerate nella città di Stras- dini minori a' suoi religiosi. Ora ripor-
burgo. Usciti i religiosi dalla commenda, terò gli ultimi vescovi di Strasburgo, ili
74o-
i I ,1( '' 'I cugino e coadiutore Luigi lodai vescovo nel luglio 18^2, pi ima del-
Costantiuo de Rohan, preconizzalo ai 3 la benedizione della ferrovia di Strasbur-
gennaio 1707 e poi cardinale. Usuo ni- go. La diocesi di Strasburgo comprende
pote e coadiutore famoso cardinale Lo- i dipartimenti dell'Alto e Basso Beno, e
dovico Renato de Rohan gli successe l'i 1 si estende per 32 leghe di loagitudineeq
maggio 1779, ed quale nel 1786 da al di latitudine,contando molte città e luo-
l'io VI fu dato in suilìaganeo Gio. Gia- ghi. Ogni nuovo vescovo è tassato ne'li-
como Lantz di Schelstat diocesi di Stras- bri della camera apostolica in fiorini 370,
burgo, vescovo di Dora in partibus. Pel ascendendo la rendita a i5,ooo franchi.
concordato di Pio VII colla Francia, nel STRATEGIS. Seòe vescovile della
a
1 80 1 il card inalesi dimise dal vescovato, provincia d'Eliade o della 1 . Achea, nella
J
« Papa soppresse la metropolitana di
d il diocesi deU'IIIiria orientale o esarcalo di
Magonza, dichiarandola. sede vescovile, Macedonia, sotto la metropoli di Corin-
quella diStrasburgo fece suffraga uea del- to,odiAteuesecondo Commanville, eret-
l'arcivescovo di Besancon e lo è tuttora. ta nel IV secolo. Festo suo vescovo in-
Indi Pio VII preconizzò a'2g aprile 802 1 tervenne al concilio di Nicea. Orienschr.
vescovo di Strasburgo Gio. Pietro Sau- t. 2, p. 2 33.
rine della diocesi d'Ais., al quale sostituì STRATONrCA o STRATONICIA.
a*23 agosto 18 iq Gustavo Massimiliano Sede vescovile della provincia di Caria, e-
de'principi di Croy, che Leone XII a'i sarcato d'Asia, sotto la metropoli d'Afro-
7
novembre 1823 trasferì a Rotteti (F.) e disiade e poi di Stauropoli, eretta nel V
nel 825 creòcardiuale.AvendogliLeone
i
secolo. Era una colonia de'macedoni, se-
XIIa'24 novembre 823 sostituito Clau- 1 condo Strabone, e ne'cauoni di Trailo è
dioM.' l'aoloTharindi Besancon, per sua detta Trotolycia. Stefano di Bisanzio ri-
rinunzia il Papa dichiarò vescovo a'q a- ferisce che fu rifabbricata d'ordine del-
i
la ed eloquente pastorale, colla quale con- Trullo, Gregorio quelli del VII concilio
dannò le dottrine filosofiche e le perico- generale. Oritns chr. t.i, p. 912.
Bautain,non man-
lose sentenze dell'ab. STRATONIC1A o CALAMO. Sede
cante di seguaci, onde il Papa a'20 di- vescovile della provincia di Lidia, nell'e-
cembre i834 gli rispose col breve Ac- sarcato d'Asia, sotto la metropoli di Sar-
cepitnns, presso gli Annali delle scienze di, eretta nel V secolo. Conta per vesco-
religiose p.iij ringraziandolo e in-
l.i > i vi, Cuteno che sottoscrisse ili. "atto del
cuorandolo ad essere tutto occhi e tutta concilio d'Efeso, Gemello quello di Cai-
industria a prevenire ogni men che sicuro cedonia e la lettera del concilio di Lidia
insegnamento. Nel concistoro de'i4 di- all'imperatole Leone, Sabazio firmò la
cembre 840 GregorioXVI 1 fece vescovo relazione fatta al Papa s. Ormisda sull'or-
di Rodiopoli in partibus e coadiutore con dinazione d'Epifane patriarca di Costan-
futura successione all'encomiato vescovo, tinopoli, Michele assistè al VII concilio
mg. Andrea Boesz di Sigolsheim diocesi generale. Oricns chr. t. 1, p. 8o4-
di Strasburgo, canonico della cattedrale STREGA, Saga, benefica. Maliarda,
e superiore del seminario, succeduto per vocabolo derivato da lìlalia, vencficiuni,
coadiutoria a' 27 agosto 1842. Nell'ar- fascinimi ,pkiltruni,spec\e d'incantesimo,
ticolo Strade ferrate, riportai qualche il quale lega gii uomini perchè non sie-
brano dell'eloquente discorso pronunzia- uo liberi, uè padroni della loro mente,
S T R S T R i85
anche talora delle loro membra. Egual- cora, che l'arte de'sortilegi e degl'incan-
mente maliardo chiamasi lo Stregone, ve- tesimi èstata specialmente praticata dalle
iie/icus, che fa stregoneria, e come le stre- donne. Nelle loro magicheoperazioni im-
ghe, ili'a le ftzio (F.) o Sortilegio (/".). La piegavano esse le parole, le piante vele-
malìa puvefattucchieria estregone-
clicesi nose, le radici di cipresso e di lieo selva-
ria, e perciò sinonimi di strega e di stre- tico, le pennee le uova de'notturni uccelli,
gone sono vocaboli fattucchiera ofat-
i come della civetta, del gufo: faceano uso
lucchiara , fattucchiere o fattucchiaro j eziandio del sangue di rospo, del veleno
poiché si appetta fattura, faclttra, affat- de'serpenti,e ne componevano de'liquori,
tura/nerico, la malìa e la stregoneria. Da i quali da quanto dicono i poeti aveano
malìa deriva pure il vocabolo Ammalia- la virtù d'ispirare l'amore e l'odio, d'in-
re, fascinare, veneficio afjìcere, far ma- vecchiare o rinvigorire, di risuscitare e far
lìe, ammaliare; quindi quelli di Amma- morire, di rendere insensibile o bilioso,
liatrice e Ammaliatore. Talvolta poeti i di trasformare in bestia e specialmente in
chiamarono Pitonessa qualunque strega, lupo. Queste operatrici di sortilegi, nelle
perchè evocavano le anime de' morti. 1 loro operazioni facevano uso altresì delle
greci dissero pitonesse quelle donne che ossa di morti, dell'erbe che crescono sulle
facevano le di vinatrici, perchè Apollo dio tombe, del sangue,, della midolla edel fe-
7
della Diviiiazionc(f .)\\i soprannomina- gato del! indolii non ancor giunti alla pu-
lo Pizio. 11 nome poi di Pizia Io dierono bertà. Le streghe tacevano pur uso del-
alla'profetessa del tempio d'Apollo a Del- l'ippomane, nella composizione degli a-
io per rendere gli Oracoli (F-)- Denomi- morosi sortilegi, perchè l'ippomaue dicesi
na vanoP/lori/gli spiriti profetici e gl'indo- avesse la virtù d'ispirare il furore dell'a-
vini ispirati da essi. Profetesse de'gentili more. Gli antichi erano persuasi chei ma-
furono pnreleóVZi/7/e. l[ Sortilegio (F.) la ghi esercitassero il loro impero nel cielo,
DJiiologia lo definisce, mezzo sopranna- sulla terra e nell'inferno; che per mezzo
turale e illecito che si suppone comuni- de'loro incantesimi potessero comandare
calo dal demonio per produrre qualche agli astri, agli elementi, trarre la luna e
effetto sorprendente e sempre nocivo. Er- le stelle sulla terra, fennar il corso de'fiu-
roneamente crede che non vi sieno state mi, suscitar tempeste nell'aria, trasportar
giammai streghe e stregoni, vale a dire frulli e messi dall'uno all'altro luoso, e-
donne e uomini che per mezzo di ma- vocare i morti, porre le ombre alle pre-
giche operazioni ponno interrompere o se le une colle altre. Le più famose ope-
camhiare l'ordinario corso della natura. ratrici di sortilegi o streghe erano nella
Sostiene che quelli Europa fu-
i quali in Tessaglia,abbonclante di piante velenose,
rono bruciali quali streghe o stregoni non ove avea vomitato il suo veleno Cerbero
furono veramente tali, perchè si sarebbe- quandosecondoi poeti fu da Ercole rapilo
ro sottratti al supplizio,vogla quando si dall'Inferno: ivi Medea trovò i veleui che
concedere loro il potere d'evocare mor- i le mancavano a Coleo. Le dee che pre-
ti, d'incantare un campo, disporre a loro siedevano tra i pagani a'sortilegi e incan-
talento del cuore, dello spirito, della sa- tesimi erano Nemesi, la Notte, Diana, Pro-
nità degli uomini. Tutta volta la Mitologia serpi na, e specialmente Ecale dea de'ma-
confessa che tutti i popoli ebbero i loro ghi e degl'incantesimi, e madre di Medea
fattucchieri: in Persia aveano il nome di e di Circe che istruì in tali arti. Le stre-
Magij presso \' Egitto quello ^Sacerdoti; ghe invocavano pure le Parche, le Euine-
gli assirii li chiamarono Profelij greci i nidi e le altre infernali divinità. A'sorti-
Indovini; i romani Auguri; nella Gallia legi e alle magiche operazioni era sagro il
Druidi. Inoltre la mitologia con vicue au- numero di tre, sul quale Cancellieri scris-
i8G S TR S T R
se erudite notizie nelle Selle cose fatali per esempio con fare apparire l'uomo co-
di /ionia, con la spiegazione dei miste- me bestia e la bestia come uomo; altra
riosi attributi de' numeri Ternario e Set- è fenrfira e Incanlatrice, ed è quella
tenario. Delle Sirene incantati'ici pallai a checon certe parole, versi, suffumigi e al-
Sorbetto. tre cose coll'opera del demonio si fanno
Ragionai a Magia anche dell'arte su- cose meravigliose; la 3.* è la Cabalistica,
perstiziosa e vana di tare incantesimi con per cui con numeri, lettere e parole po-
Demonio (f.); che la Chiesa di-
l'aiuto del trebbero farsi cose mirabilidaóVè ìaSiffa-
chiara scomunicati maghi o negroman- i zolica non dissimile nella forza de'nomi,
ti, le streghee gli stregoni, ed i loro enor- secondo la quale dicesi potersi conosce-
mi peccati sodo tra'casi riservati. Che nel- re i futuri eventi degli nomini felici e in-
l'anticaR.oma la magia più volte fu re- felici: tutti cpiesli quattro modi sono as-
pressa e bandita, e tutto al più si eserci- solutamente condannabili. All' articolo
tò da alcune donne avvelenatrici, le qua- Malefizio, specie di magia colla qua-
li reputavansi una specie di streghe, che le si nuoce elcuuo col soccorso del de-
ne'loro incantesimi vano di Capei- si servi monio, parlai di sue differenti specie, tut-
It Parrucca), tolti di
(de'quali riparlai a te essendo gravissimi peccati mortali e
soppiatto a'inorihondi. Raccolsi pure al- delitti civili. Feci la distinzione della ma-
cune nozioni sull'esistenza della magia tra lia, dall'incantesimo, che spesso si confuse
le nazioni, e de' rigorosi provvedimenti l'una con l'altro. Parlai delle di verse qua-
presi per estirparli, non menoda'principi lità della fascinazione, ossia d'ogni sorta
e da governi civili, che dalla Chiesa con di malìa, del mal d'occhio o creduta of-
zelanti decreti de'Papi,de'veseovi,de'con- fesa fatta colla guardatura o affascinamen-
cilii, tutti derivanti dalle leggi divine, co- to, della iettatura o supposto malefico in-
me si comprende dall'Esodo, dal Leviti- flusso, e di altri simili ridicole, immagi-
co, dal Pentateuco e da'precetti del De- narie e degradanti Superstizioni ( V.}; co-
calogo ; delitto ricordato nel Deutero- me degli Amuleti (di questi tenni ezian-
nomio, nel Levilico e nel libro de' Re. dio proposilo ne' luoghi relativi, e negli
Dissi ancora delia contesa letteraria in- articoli Immagini sagre, Reliquie sa-
sorta con eclalanza nel secolo XVIII sul- gre, Agnus dei benedetti, e ne riparlai
la questione: se qualunque magia doves- nel voi. LXU, p. 83, ed a Superstizio-
se credersi cessata dopo la venuta di Ge- ne, Scapolari o abitini, Medaglie bene-
sù Cristo, e sull'esistenza delle streghe, dette, che tutte Chiesa saggiamente so-
la
una delle quali fu bruciala iuErbipoli nel stituì e contrappose agli amuleti) tenu-
17.4.9- H Vermiglioli, Lezioni di diritto ti per preservativi superstiziosi e vani,
canonico, lib. 5,lez. 2 i, De' sortilegi, di- da' malefizi, da malattie e da' pericoli,
chiara. 11 solo Sortilegio e Magia demo- essendo umiliante e puerile per un cri-
niaca è condannata e soggetta a pena, e stiano esistere ancora quello che si ripone
questa è quella per cui notato il nasci- ne'corni ! e tuttora in questo decanta tose-
mento, l'occaso, la congiunzione delle stel- colo de'lumi! Quelli che tengono i corni
le, si aprivano le sepolture, si facevano per preservativo da'malefici influssi, mi-
comparire immagini, si facevano circoli seramente li pospongono al segno e figu-
e figure nelle quali espressamente o oc- ra della portentosa Croce (/^.), gloriosa
cultamente si radunano ideinomi, che pur e potente insegna del trionfo di Cristo e
fanno cose mirabili, e cjuesta magica os- di nostra avventurosa redenzione, e col-
servazione può essere di 4- c u Pre- i
1 ' : la quale sioperarono tante e innumera-
sligialiva,[)ev cui la cosa apparisce a'seti- bili meraviglie. LaChiesa riprovò sempre
si altrimenti da quello che veramente è, i malefizi e quelli che gli esercitavano, e
S T 11 STR 187
li punì colla Scomunica (/"'.) e altre seve- plicato alle donne, le quali, in forza d'un
re pene; vietò ripetutamente l'uso cicali supposto commercio col demonio, vanta -
amuleti, e proibì altresì \tFilallerie (
I .), vansi di fai" malelìzi a'Ioro nemici, di man-
altra superstizione eli supposta preserva- dar loro delle malattie, e farli di lente pe-
zione, che un tempo essendo state dispen- nose consunzioni perire), le quali di essi
sateda certe femmine, furono esse credu- valevansi ne'loro nefandi sacrifizi, incan-
lemaliarde e operatrici di fattucchierie. tesimi, e prestigi o inganni con false e sor-
La Chiesa co'suoi venerandi rituali pre- prendenti apparenze. Se queste pernicio-
scrive Benedizioni, Preghiere, Esorcismi si ssi me lem minacce era no vera mente «pia-
(/ .) contro i malefi/.i, e per liberare gli li vengono dipìnte da Orazio, parlando
Energumeni e Ossessivi.) o indemonia- di Canidia, e da Lucano favellando d'E-
ti. E per non ricordare ora altri articoli ritto,ninna cosa giammai fu più orrida
riguardanti queste cose, dirò che dichia- espaventevole, ed insieme ni una più spre-
rai pure a Sortilegio, non potersi dubi- gevole e vi le. Eritto si vantava d'aver im-
tare che vi sieno stali, e forse sussisteran- molato parecchi fanciulli, (ino nel seno i-
no, le streghe. gli stregoni, sortileghi, qua- i i stesso della loro genitrice. Canidia seppel-
li pattuirono col demonio per operare co- lì vivo sino al collo un fanciullo di qua-
se straordinarie; essendone prova con vin- lità da lei rapito, indi gli pose innanzi le
cente quanto si legge nella sagra Scrittu- più saporite carni, affinchè la loro vista
ra, ne'ss. Padri, nella Dottrina cristiana, interdetta alla sua avidità lo facesse mo-
ne'canoni de'concilii, ne'i duali, non che rire di languore, per quindi col suo san-
ilconsenso di molte nazioni che promul- gue, midolla e fegato inaridito comporre
garono severissime leggi e penecoutro'i un liltro polente, bevanda o droga per
maghi, le streghe, gli stregoni; e la storia aver forza d'ispirare amore. Canidia viene
che ci tramandò le sentenziate terribili descritta scarmigliata e colla lesta attor-
punizioni che ne subirono. Ma il demo- tigliata di vipere, in alto di
preparare sul
nio non puòalfatto far nulla senza il per- magico fuoco una terribile composizione,
messo dell'onnipotente Dio, e lo dichia- mescolando le radici di cipresso e di fico
raipure nell'articolo Supekstizio.ne, nel selvatico disotterrate in un cimilerio; le
combatterla e riprovarla. Trovo nel Gua- penne e I' uova di civetta, noctumae stri*
sco, I riti funebri di Roma pagana, a p. gis, inzuppate nel sangue d'un rospo, del -
i 55, riferendo gli oltraggi cui soggiacque l'erbe velenose di Tessaglia e d' Iberia,
U Sepoltura^. i
artco di uomini dabbene, e delle ossa strappate dalla bocca d' un
• he perciò i sacerdoti solevano raccoman- cane a digiuno. Questi magici dettagli pia-
dare l'anime de'morti agli Dei, cantando cevano agli antichi, portati al meraviglio-
inni e pregando, con desiderare a'sepolti so, al superstizioso ed a lutto (pianto lu-
che chiunque o passasse avanti o si acco- singava allarmava la loro fervida im-
stassea'loro monumenti, non solamentcsi maginazione, per cui in tali materie vo-
astenesse da qualunque ingiuria e male- lontieri e sovente s' in ter tene va no i loro
dizione, ma
augurasse loro del bene e ne poeti. Priapo guardiano degli erbaggi e
onorassero le ceneri, altri menti si riguar- de'frutti, introdotto a parlare da Orazio
davano dispregiatori della religione e dei [\\ (piale viene notato dallo stesso Guasco
suoi principii fondamentali. Indi narra, per ateista, e che si ridesse dell'arte ma-
chele stesse preghiere de'sacerdoti erano gica, non ad altro fine avendo introdot-
ilidirittea sotti arre i cadaveri alle nottur- to ne'suoi sermoni Priapo a dolersi del-
ne ricerche delle streghe, o piuttosto del- le maghe, che per ridersi della comune
le maghe che facevano maiciìzi (dice la popolare credenza intorno a'magici por-
Mitologia, che il vocabolo maglie fu ap- tenti; indi si sorprende come a'suoi gior-
1 88 STR S T K
dì, in cui ferveva la suindicata disputa,an- più formidabile ne'suoi magici incanlesi-
the li acattolici vi l'osse chi confondesse la mi, venne da Lucano descritta la fimo-
stregoneria colla magia diabolica, e dall'in- sa fattucchiera Eritto, cerca t lice a nch'es-
sussistenzadella i/argomentasseecredes- sa di cadaveri, che schiarissero fortune
sedi provare l'insussistenza della secon- de' fati, e l'esito della guerra civile pre-
da) ne'sermoni, confessa di ricevere mag- dicessero a SestoPompeo. Guasco ne ri-
gior noia dalle mentovate donne.che dagli porta ilorrenda è l'invocazione nel-
lesto:
stessi ladri. Egli racconta cose meraviglio- l'atto di richiamare in vita uu cadavere
se di esse, e sottopone, se mentisce,il suo giacente ne'campi Euiazii. Quindi dopo
capo allo sterco de' corvi, ed al piscio di una lunga e ridicola narrazione dell'iti -
yocata Proserpi na dea dell'Infèrno {!'), penne, le uova e gl'interiori strappati dal-
eTisifone una delle tre furie che punisce la civetta viva, uccello notturno dagli an-
gli omicidi, facevano tali cose nefande,che tichi chiamato Striga, a motivo dell'a-
non solamente i cani e i serpenti fuggiva- culo suo grido, onde gli antichi davano
quanto poteva dietro più alti sepolcri, i del rospo; che ne' loro prestigi adopera
a line di non vederle. Mentre compiva- vano de'magici canti, de' versi, dell'impe-
ìio e moltiplicavano anime
i sortilegi, le riose oscure parole, che pronunziavano,
costrette a parlare empievano di voci me- ora per costringere la luna a discendere
ste e lugubri tutto il contorno del paese, in terra, ora per accendere d'amore i ri-
falegname la grazia d'essere slato anlcpo- s'invocavano dalle streghe le infernali di-
sto a uno sgabello. Più possente e iusieuie viuilà ; e nella composizione entra vano di-
SIR STR 189
verse erbe e materie, oltre le accennate ganno del comune nemico, d'essere por-
di sopra, come il pesce remora, certe os- tate la notte sopra animali, e di discor-
sa «li rane, la pietra stellai ia. Il p.Del Rio rere per varie parli con Krodiadc. All'an-
nelle Disquisizioni magiche, ponendo i no 736,0. "3 confuta l'errore fa voloso,che
filtri nel rango de'malefìzi, aggiunge che le streghe entrino nelle case a porte chiu-
le streghe e gli stregoni insorti nel cristia- se pe'buchi, onde uccidere gl'infanti lat-
nesimo, nella confezione facevano uso an- tanti. All'anno 148, n.°2 descivei sorti-
1
che dello sperma umano, del sangue me- legi del famoso stregone ed eretico Eudo
struale, de' L'itagli d'unghie, di metalli, di bretone, il quale co suoi prestigi avea in-
rettili , d'intestini dì pesci e d' uccelli; e gannato moltissimi, come pieno di spiri-
qualche volta sacrilegamente \i si mi- to diabolico, affermando essere egli che
schiava dell'acqua benedetta, delle reli- dovea venire a giudicarci vivi e morti i
prestigi, sulle streghe riporta le seguenti dotti in luoghi deserti, e sospinto dal de-
notizie. All'anno .'">
i,n.°67 parla di s. Pao- monio spariva per recarsi velocemente a
luche in Filippi liberò una pitonessa, cioè infestare le chiese e i monasteri. Si trat-
una fanciulla agitata dallo spirito indo- ta va con fasto reale, e ne'conviti banchet-
vino, per la qualcosa i padroni di lei ve- tava chi andava a trovarlo con cibi ae-
dendosi mancare un guadagno grande,ac- rei,per cui poi aveano più fame di pri-
cusarono a'magistrati l'apostolo e il di- ma. 1 principi mandarono contro di lui
scepolo Sila, come pei turbatori della cit- molle soldatesche, ma egli spariva. Fi-
tà. All'anno 58, n.°jC) parla delle super- nalmente Iddio non permettendo più al
stizioni de' pagani contro le malìe, e di demonio che l'assistesse, fu imprigionato
quanto ponevansi indosso per preservar- dall' arcivescovo di Reims , e quindi fu
sene, mentre cristiani usarono gli Agnus
i tratto nel concilio che in quella città ce-
Dei benedetti, coll'inamagine dell'agnel- lebrava l'apaEugeniollI; giudicato e con-
lo simbolo del mansueto Cristo. All'anno danna lo cogli stregoni suoi seguaci, furono
68,n. 22 riferisce i prestigi dell'empioiSV- consegnali al braccio secolare, che tutti
mone Mago{l '.), che per mezzo della ma- fece ardere vivi.HRinaldi consiglia per va-
gia si faceva adorare per un Dio, che ri- llilo rimedio contro i prestigi degli strego-
i sassi in pane, che ne'conviti faceva ve- essa furono bruciali, ed esiliali da Roma
dere furine d'ogni sorte, ed esser prece- i superstiziosi pertinaci. Fra gli altri più
duto da ombre che diceva anime, e fa- antichi Papi che emanarono sanie leggi
ceva altre stregonerie per arte diabolica. allineile i fedeli non fossero atterriti e in-
All'anno 3o2,n.°2o narra di avere Papa gannali da'sorfilegi e superstizioni, con
s. Damaso 1 nel concilio romano castiga- inutili, vane e perniciose operazioni dan-
che fosse vero. II marito però non lasciò gersi nuda con \\\\unguento che teneva
di sorvegliarla al lenta niente, per cui ville nascosto sotto i mattoni, e preso un ba-
una notte ch'essa ungevasi con un un- stone si pose su di esso a cavallo e incon-
guento, e finita l'unzione volò via come tanentefu portata fuori della finestra, né
un uccello calando nella strada, ad onta più la vide. Allora le venne voglia d'un-
clie la polla fosse chiusa. Il marito pro- gersi anch'essa,e subilo fu portala in Ve-
curò seguirla, ma indarno, nipote cono- nezia, e in una stanza di loro parenti, ove
scere ove fosse andata. Nel di seguente trovò la madre che insidiava la vita a un
l'interrogò su queslo fatto, ed essa negan- fanciullo, e per lo spavento e per le mi-
do, venne alle minacce epoi alle percosse, nacce della conturbata madre, invocò i
promettendo perdono se avesse manife- ss. nomi di Gesù e Maria, ed appena pro-
stato la vcrilà; onde la donna vedendosi nunciati sparì la madre, restando sola la
scoperta e con vinto, tutto narrò e confessò figlia e padroni della casa trovan-
nuda. I
finché per le sue importunità gli fu recato, sua incolumità facevano i parenti. 11 ve-
ed allora esclamò: lodato sia Dio, è pur scovo Sarnelli in più luoghi delle Flettere,
venuto il sale. Al suono di tal nome, de- i ecclesiastiche, riporta le seguenti nozioni
monii che abboniscono le divine lodi ,
sulle streghe, che dice bollate dal demo-
sparvero con tutti gl'intervenuti al con nio o stigmatizzate. Nel t. 8, lelt. i/{.: Se
v ito, ed estinti i lumi restò egli nudo e so- un nonio possa essere trasformato in be-
lo. Fallosi giorno e vedendoalcuni pasto- stia dal demonio; osserva che nella divi-
ri, domandò loro che luogo l'osse, e gli fu na Scrittura e nelle storie ecclesiastiche
risposto il territorio di Benevento, tro- trovansi esempi di uomini cambiati in be-
vandosi cos'i lungi i oo miglia dalla sua pa- stie, come il re Nabucodònosor in bove,
tria. Gli convenne mendicare per fare ri- Tiridate re d'Armenia in porco, Vereli-
torno in Sabina, ove arrivato subito de- co re di Wallia in volpe per l'orazioni di
nunziò per strega la moglie, e dai giudi- s. Patrizio che inutilmentel'ammoniva a
ci fu lutto verificato. Noterò, che più vol- lasciar la tirannia.Quindi opina Sarnelli,
te sui teatri fu rappresentalo: La Noce di che fisicamente non può un uomo essere
Benevento o sia il Consiglio dellestreghe; trasformato in bestia dal demonio, ma e-
e cheabbiamo di Piporno De Magistris, gli moralmente può trasformare se stes-
De Nuce Beneventana. Di simili baie edel so, pe'cattivi costumi onde diviene simile
famoso Noce Beneventano,meg!io ne par- alle bestie, secondo la dottrina di s. Ago-
lo a Benevento ed a Superstiziose. L'al- stino; e che solo la virtù divina può fare
tro esempio il p. Menochio lo ricavò dal e disfare come le piace. Così essa mutò la
p. Bartolomeo Spineo maestro del s. pa- moglie di Lot in istatua di sale, la verga
lazzo, nella sua opera Destrigibns cap. i
7. di Mosè in serpente; spiegandocomedeb-
Una fanciulla abitava colla propria ma- ba intendersi la trasformazione di Nabuc-
dre in Bergamo, eia vide una notte un- odònosor, e quanto a Tiridate potersi
192 SIR STR
pensare elio Dio la permettesse ni demo- In feccia della sua amarezza. Sappi nnco-
nioqual tiranno; roa non potendo l'anima ra, che la lingua di tal donna sarà il suo
umana informare il corpo della fiera e , fine, e le sue mani saranno la sua morte,
viceversa, debbasi intendere die T'iridate e lo stesso demonio sarà il suo testamento.
a
e Veretico apparivano porcoe volpe a chi Tutto si verificò. Nella 3. notte dopo la
li guardava, ma nel corpo loro non sj fé- rivelazione l'iiicantalricedivennefuriosa,
ce mutazione veruna. Racconta come una e presoun coltello si ferì nelì'anguinaglia,
vergine per illusione diabolica e arte ma- e morendo esclamò: Peni Diabole,seque-
gica compariva in figura di cavalla, e per re me. Terminerò le erudizioni qui riu-
le orazioni di s. Macario che l'unse con nite sulle streghe, con riportare un sunto
Olio (V'.) benedetto, fu poi veduta per del dotto articolo pubblicato dagli Ali-
lemmina. Laonde falsamente le streghe noli delle scienze religiose t. 5, p. 1 29. Fu
di Lorena persuasero Nicolò Remigio, es- inMilano pubblicato, di Defendente Sac-
sere solito il demonio di dar podestà alle chi, un opuscolo intitolato Le streghe , la-
streghe emerite, di poter entrare nelle ca- voi o che vuoisi aggiungere al risultato
se convertendosi in topi, sorci, gatti e so- del progresso de' lumi, ma iusoslanza non
migiianti animali; ma bensì il demonio è che l'effetto delle tenebre, quando vi si
maleficio amatorio, narra che si appren- mere maghi, le streghe, gì' incantesimi
i
',
de dal lib. 6, cap. 2 delle Rivelazioni di. le malìe, %[' indemoniali. L'estensore del -
s.Brigida, che un sacerdote fascinato dal- l'articolo protesta di non essere così se-
1' incantatrice intorno all' incontinenza vero da pretendere che diasi piena fede
della carne, pregò la santa a fare Orazio- a'racconti di questo genere che » Fan le
ni per lui. Questa rapita in ispirilo udì nonne alla slagion del foco"; ma trovò
dirsi, che il demonio domina gli uomini opportuno ripetere coti Muratori, Forza
per l'incostanza della loro volontà, come della fantasia, cap. io:» Che come alcuni
poteva osservare nel sacerdote fascinato credono troppo poco della detta arte in-
da una donna. Che la detta donna ha 3 fame, ed avuta in orrore da chiunque è
cose, l'infedeltà, l'indurazione, e la cupi- vero cristiano, all'incontro vi ègranco-
digia della moneta e della carne; inoltre pia di gente che troppo ne crede". Ma non
avvicinarsi a lei il demonio e darle a bere è perciò che devesi menare in pace e la
STR S T R 93 i
l'appello che se ne fa al tribunale del buon so processo fatto dal parlamento-di Pa-
senso. Ben altro abbisogna che scetticis- rigi neh 652, secolo che in Francia non
ché fondata sulla ragione sostenuta dalla le pratiche magiche de'popoli di Pacyia
o ignoranza. Difalti sono i principii di Bergier, Certezza delle prove del Cristia-
nostra s. religione che fecero formare dal nesimo, opera rimasta senza risposta, co-
dottissimo mg. r Scolti, Teoremi di poli- me rimarcò Felici'. E se le lescfi sono la
tica ecclesiastica, t. 2, par. 3, teor. 8 (al porzione più importante della storia, co-
citato articolo Osesso feci parola della sua medie insegnano veri mali cui si voleva
i
incominciando dalla sagra, con qual fron- so universale presso tutti i popoli, e nel-
te potrà negarsi, senza rinunziare alla fe- le varie epoche dell'umana generazione,
de, quanto si narra nella divina Scrittura è ben altro che quello a suo favore invo-
de'maghi che a tempo di Alosè operava- cato dal Sacchi. Il confutatore per rispar-
no cose meravigliose col mezzo delle lo- miare a lui ulteriore vergogna, tacque le
ro verghe o Bacchette divinatorie incan- leggi canoniche, e solo ricordò l'estrava-
tate, ma poi distrutte da quel gran con- gante Honestis pelentium votis 3 d\ Leone
dottiero e legislatore degli ebrei; della ma- X, Papa dotto e illuminalo da non me-
ga o'pi tonessa consultala dal re Sanile per ritar la taccia di troppo credulo, dal Sac-
evocar 1' anima del profeta Samuele, di chi prodigala ad altri esimii Pontefici e
che feci altrove menzione; de'maghi che vescovi. Quanto poi all'autorità umana,
in nome di Belzebù davano le risposte ai di quelli specialmente cui non può oppu-
re d'Israele, che prevaricarono dalla lo- gnarsi pregiudizio o superstizione, l'auto-
ro religione? Come potrà impugnarsi il re dell'articolo, riporta la seguente testi-
gran numero degli ossessi riconosciuti e monianza di Daniele Sennert, denomina-
dichiarali per tali e liberati dal Salvatore to il Galeno della Germania.» Come per-
medesimo? diesi dirà della già ricorda- suadersi che spiriti sì attivi, sì maligni, sì
parlai delle felicitazioni che si fanno nel proprio figliOjdandosida per loro le stren-
i . dell'anno e seguenti giorni ,tal volta ac- ne. Si trova in un monumento questa i-
compagnate con regali, ese sincere; come scrizione : Annum novum fausium feli-
pure della recente sostituzione a tali vi- cem inihi et filio. In quel giorno tutti e-
site,con pregiudizio,chedeplorai,di quel- rano in moto, amici, vicini, parenti s'in-
chi, datteri o miele, come altrettanti sim- nuale. Sotto di Augusto il popolo, i cava-
boli d'una vita dolce e piacevole, che de- lieri ed senatori presentavano uel
i i ."del-
sidera vasi agli amici e parenti a'quali s'in- l'anno delle strenue all' imperatore; e
viavano. Si facevano pure doni di valore, quando egli era assente da Roma, le por-
che rimarcai a' loro luoghi, ed Dittici i tavano al Campidoglio il denaro delle :
(/ .) per la Scrittura {V.)\ le persone do- strenne era impiegato a comprare qual-
viziose mandavano i detti frutti coperti che divinità. Tiberio con un editto proi-
di foglie d'oro. 1 clienti, vale a dire quel- bì le strenne, dopo il ."giorno dell'anno, i
li ch'erano sotto la protezione de'grandi, perchè popolo per lo spazio d'8 giorni
il
le strenne, e con voti di prosperità, avea- Alcune chiese ordinarono un digiuno nel
uo luogo anche nelle pubbliche solenni- 1 .°di gennaio, affine di reprimere gli ec-
i
96 STB STR
cessivi abusi. Osserva il Mai\ene,DeEccl. servare le amicizie ele buone relazioni,
discipl. cap. i 3, clic per la stessa ragione gratificare e compensare nostri dome-
i
tores, et choros ducere praesumpserit, a- nubio, che si passa sopra un ponte volan-
uathema sit". Però sembra che la con- te. Era l'ordinaria residenza dell'arcive-
danna de'concilii e le invettive de'ss. Pa- scovo prima che la stabilisse in Preshur-
dri non riguardino le strenne per se stes- go (T \), ove tuttora dimora. La fortezza
se, ma bensì l'abuso superstizioso e le ce- chela difende sovrasta il Danubio, e guar-
remonie pagane colle quali venivano es- da non solo il ben munito recinto, ma e-
se anticamente accompagnate, con can- ziaudio gli ampi sobborghi, che in nume-
zoni, dissoluti conviti e altri simili disor- ro di 7 formano la parte migliore dell'a-
dini, che dierono successivamente origine bitato. La chiesa metropolitana è mae-
«"baccanali, al Carnevale [V.) e alle Ma- stosae d'elegante struttura, costrutta so-
selien (f'.),uor\ che ad al tri spettacoli stra- pra un monte, ma non compila, e sotto
vaganti elicenziosi,comelafesta de Pazzi l'invocazione del re d'Ungheria s. Stefa-
(fy ); per cui togliendo tali superstizioni no I, che avea edificato l'antica e ampia
e tutti gli abusi relativi alle strenne, que- metropolitana. L' arcivescovo cardinal
ste non hanno allora più nulla di ripren- Rudnay, benemerito pastore come l'at-
sibile. Invece, esse non sono altro fuorché testano monumenti lasciati di sua pietà
i
gli orfani, come pe' convertiti alla fede mazia su Colocza, ma poi rinunziò quan-
cattolica, esotto l'amministrazionedel ca- do gli fu aggiudicato il diritto di coronare
pitolo metropolitano. Vi è pure il semi- il re e fu fatto cancelliere del regno. Indi
nario pe'chierici, ed altri scientifici sta- i Papi lo dichiararono legato a lacere del-
bilimenti , uìì ginnasio, bagni di acque la s. nel regno e primate del mede-
Sede
termali e fabbrica di panni. Fra i palazzi simo. Papa Nicolò V,ad istanza del re
Il
roso valore di Giovanni III re di Polonia, metrio ungaro, giù vescovo diZagabria, e-
e di Carlo IV duca di Lorena la riprese levato da Urbano VI nel 1379 al cardina-
nel 1 683 dopo 5 giorni d'assedio. Più vol- lato e poi fatto arcivescovo di Strigonia e
te soffia guasti ed incendi, eda'i3 aprile gran cancellieredel regno.Neh38i trasferì
1818 patì il più disastroso, che consumò inBuda il corpo di s.Paolo 1 ."eremita 3 un
uua gran parte delle suecuse e molti pub- se la regina Maria figlia diLodovico I, indi
*
blici edilizi. auclie Carlo 111 Duruzzo re di Siciliaj e
198 S T l\ STR
Sigismondo. Eugenio IV nel anno- i f\3c) ginn dispendio l'archivio e la biblioteca
verò al s. collegio Dionisio Zech o Zeco o arcivescovile. Morto il cardinale nel set-
Scech ungherese. Sisto IV nel 477 pub- i tembre 1789, il detto sulTraganeo con-
blicò cardinale Giovanni i\' Aragona na- tinuò nel governo dell'arcidiocesi con ti-
poletanoe cognato del re Mattia, alle cui tolo di suihaganeo, e poi per suo decesso
istanze gli confeiì l'arcivescovato. Ippo- la chiesa restò senza pastore lungo tem-
lito ù'Este de' duchi di Ferrara, cardi- po. Laonde Pio VII per
grave età del- la
nale di Alessandro VI gli successe. Indi l'arcivescovo di Colocza, col breve Quo-
persua rinunzia lo fu nel i493Tommaso niam,de'iQ gennaio 8 1 5,Bidl.Rom.cont.
1
to, nel 1 55i arcivescovo cardinale diGiu- dovanza della chiesa di Strigonia , con
lio III. Francesco Forgach ungherese di trasferirvi Pio VII da Transilvania Ales-
Strigonia,di cui nel 1 6o5 divenne pastore sandro de Rudnay, che il t.° dicembre
e nel1607 cardinale per Paolo V. Questi 182 celebrò un concilio nazionale della
1
sede vescovile, indi dichiarò arcivescovo bre 1840 gli assegnò persuflraganeo mg. 1
Giuseppe Batlìjan trasferito da Colocza Martino Miskolczy di Galcocz vescovo di
e Bachia, poi cardinale: fu suo sulfraga- Ti ti\a in partibus3 e per ausiliare mg. r An-
neo Nicola Kondè de Poka-Telek dell'ai-- tonio Majthenyi della diocesi di Neosolio
cidiocesi di Strigonia, vescovo di Belgra- vescovo di Centuria inpartibus } e lo è tut-
doeSemendria. Lodato per singolare pie- tora. 11 regnante Pio IX, nel concistoro te-
tà, zelo e vasto sapere. Correndo alla sua nuto in Portici a'28 settembre i849> di-
epoca tempi difficili, pieno di coraggio ne chiarò arcivescovo di Strigonia e prima-
sostenne 1' impeto. Con egual fermezza te d'Ungheria l'odiernocardinal Giovan-
combattè l'erronee dottrine di Febronio ni Scitowski de Nagy-Ker di Bela, traslato
{F-), e ne impedì la propagazione in Un- prima daRosnavia daLeone XII nel 828 1
gheria. Geloso della libertà ecclesiastica, a Cinque Chiese; quindi a'7 marzo 853 1
affrontò le autorità che la violavano. Nel- Io creò cardinale dell'ordine de'preti, ri-
la visita di sua vasta arcidiocesi, da per mettendogli la notizia col berrettino ros-
tutto lasciò prove del suo zelo pastorale, so per la guardia nobile Luigi de' conti
ed in Strigonia ordinò e aumentò cou Daiidioi; ed a'29 spedì a Vienna in qua-
STR STR 199
lità di ablegato apostolico per recargli la drale di Strisonia,* incominciata a riedi-
ti)
r
berretta cardinalizia,mg. Giuseppe Con- ficarsi dal cardinal Kudnay, e continua-
tini suocamereriere segreto soprannume- tada mg.r Kopacsy, bacon ingenti som-
rario, canonico della basilica di s. Loren- me condotta ormai al suo compimento,
zo in Damaso e figlio del general Conimi laonde fra pochi mesi potrà essere inte-
già Castellano di Castel s. Angelo. Si leg- ramente consagrata. Pvecatosi il cardinale
ge a p. 34^ del Giornale di Roma del in Roma nel novembre 85 j, nel conci-1
i(S53, cbe l'i 1 aprile l'imperatore d'Au- storo de' 16 il Papa PiolK gli ha imposto
striaFrancesco Giuseppe I, in Vienna si il cappello carilma lizir >,e poi conferito per
compiacque d'imporre nell'i. r.chiesa par- titolo presbiterale la chiesa di s. Croce
rocchiale di corte la berretta cardinalizia in Gerusalemme. Ogni nuovo arcivesco-
al principe primate del suo regno d'Un- vo di Strigonia è tassato ne'hbri della ca-
gheria e arcivescovo di Gran , cardinal mera apostolica in fiorini 1880, ascen-
Scitowsky. Vi fu presente alla funzione, dendo le rendite della mensa ai5o,ooo
oltre mg. r ablegato, il cardinale pro-nun- fiorini del regno, gravate di alcuni pesi.
zio Viale-Prelà e sotto un baldaccluno as- Amplissima è l'arcidiocesi, comprenden-
sistè alla solenne messa celebrata da mg.r do 474 parrocchie.
Zetmer vescovo di Sarepta inpartibus e
Concila di Strigonia.
suffraganeo di Vienna; dopo la quale e la
lettura del pontificio breve si effettuò la Il 1. fu adunato neh 1 ji, essendo ar-
ceremonia, seguita dal cautodel Te Deuni civescovo della provincia Lorenzo. Furo-
e dalla benedizione papale compartita dal no fatti 6" canoni sopra diverse materie
cardinale. Nell'allocuzione poi de' 19 di- eccle>iaslicbe. Il a." lo tenue l'arcivescovo
cembre, il medesimo Papa PioIXannuu- Benedetto, regnando Rela V re d'Unghe-
nuova provincia eccle-
ziò l'erezione della ria nel1256, relativamente a una defe-
siastica di Fogaras e Alba Giulia, per la renza Ira Zelando vescovo di Vezsprim e
nazione vallaca sparsa nella TransiU'ania Biagio abbate di Zala. Il 3.° fu convoca-
(f.), a tale effetto slaccando dalla metro- to nel 1290 dall'arcivescovo Lodomiro,
poli di Strigonia i vescovati sulfraganei regnando il re Andrea III, all'occasione
simi mali fattivi dalla rivoluzione e sue 5.° ebbe luogo nel 1 382 e presieduto dal-
conseguenze, quindi iuTyrnau fondò un l'arcivescovo Demetrio, regnando Maria
convitto per l'educazione della gioventù regina d'Ungheria, riguardante il diritto
e un seminario pe'chierici, stabdendovi di riunire i vescovi della provincia, che
pure un noviziato pe' gesuiti, quali da i il vescovo delle Cinque Chiese volevasi ar-
pitiche 80 anni non aveano collegi in Un- rogare contro l'antico diritto dell'arcive-
gheria, mentre aTyrnau il cardinal For- scovo di Strigonia. Del 6.° già ne parlai.
gach avea per essi fondato un gran col- Mansi, Sitpplem. Condì, t. 2 , p. 283 e
legio con magnifica chiesa. In Pest poi il 1 193, t. 3, p. 233, 247 e (563.
cardinal Scitowski ha fondato una casa STROFA e STROFE, Stropha, Siro-
per le figlie o Sorelle della carità cbia- pìiae. Quella parte della canzone che più
uiate le suore grigie; fiualineute la calte- comunemente dicesióVa/iirt.Chiamasi »e-
200 5 T R. STR
neralmenfe stanza quella parte della can- dopo che i saraceni la distrussero; indi
zone, che in se racchiude l'ordine de' versi fu signoreggiata qualfeudo dal principe
e dell'armonia, che si è prefissa il poeta. Francesco Campitegli conte di Melissa, e
Inolile chiamasi strofa in termine eccle- seguì le vicende della monarchia in cui
siastico, la divisione de' versi che si i'd in è compresa. La sede vescovile fu eretta
uu Jnno(F.), quando si mette un nume- nel secolo XII, e dichiarata suffraganea
ro eguale o della stessa misura in ciascu- della metropoli di s. Severina. Ili.°suo
na parte. Così dicesi de' Salmi (7^.) e delle vescovo è Madio del i i 78, il 1" Gugliel-
Prose (/.) che si cantano in chiesa con mo del 1 246, che fu eletto giudice com-
Ritmo (f7 .) ecclesiastico. I fedeli cantano promissario, nella lite insorta tra l'abbate
molte e particolari pie e divote strofe in del monastero Florense e l'archimandri-
onore di Dio, della Beata Vergiue e dei ta di Pati ri nell'arcidiocesi di Rossano,
bauli. in favore del quale sentenziò l'atto che
STRONGOLI, Strongulum. Città ve- riporta U^helli colla serie de' vescovi, 7-
scovile del regno delle due Sicilie, nella talia sacra t. q, p. 5 6. Gli successe Pie-
1
l'invocazione de'ss. Pietro e Paolo, ed il Francesco Roggeri, che morto nel 1297
capitolo prima si componeva di 5 digni- ebbe a successore fr. Uguccione di Spo-
tà, l'arcidiacono, il decano, l'arciprete, il leti domenicano. Nominerò più illustri i
le eccidio mostrò il suo ardore e zelo e- ri con Tommaso Olivieri nobile dell'ai'-
piscopale. Benefico e sollecito pastore, fu cidiocesi di s. Severina, e con Domenico
limosiuiero co'poveri, daTondamenli e- Marzani arciprete della cattedrale di Bo-
dillcò l'episcopio con opportune comodi- va sua patria nel 7 19: la compirò colle
1
sime torri per munire la città contro le Arco napoletano; nel 1 74 Ferdinando 1
petui fondi. Scrisse una relazione sull'i- celli della diocesi d'Ariano. Restata que-
sola di Scio, e nel i5yi fu tumulato uel- sta sede vacante, sino dal principio del
la cattedrale di Strougoli con isplendido corrente secolo,Pio VII a'2Sgiugnoi8i8
epitaffio. lS'eli579 fu lodato pastore Ri- soppresse il vescovato, e in perpetuo l'u-
naldo Corsi di Malta, e neh 582 gli suc- nì a quello di Cariati, al quale essendo
cesse Domenico Petrucci da Città di Ca- già unita la sede vescovile di Cerenza o
stello, consagrato in Roma dall'arcivesco- Gerenza, con titolo di concattedrale, il
110 di s. Michele in Bosco, consagrato in trarono 3 sedi vescovili, onde ampia n'è
s. Spirito di Roma dal cardinal Paleot- la diocesi, con circa 3ooo ducati di men-
ti. Sisto V neh 5go gli surrogò Claudio sa. Le 3 sedi erano suffiaganee della me-
rie, e rcslò per cìi versi secoli interrotta pontificato d'Onorio MI fu eletto vescovo
la successione de' vescovi. Gerenza, Ge- GerunlinusNìcofo, degnissimo e virtuoso
mmiti, e perciò chiamata anche Geren- come il precedente. Non
solo confermò al
za, e come Cariali già signora fendale del monastero di Fiori donato da' prede-
il
veri na, nell'arcidiocesi fondò e dotò, con della stessa famiglia dell'encomiato Ber-
diploma confermato da'conlidi Calabria nardo^ essendo eguale lo stemma genti-
e di Sicilia, il monastero cisterciense di lizio; già discepolo dell'abbate Gioacchi-
autore della Sforziade), nella diocesi di conci storia li sono chiama li Geruntinenses
Gerenza Gerenza. Giberto donò ad es- et Cariatenses. Il vescovo Gerardo nel
so la chiesa di Monte Marco, la quale di- I 394 fu traslato all'arci vescovato di Ros-
poi con bolla d'Onorio 1 11 fu unita in per- sano; e Bonif icio 1 X a' t 3 febbraio vi so-
petuo al monastero Giovanni di Fio-di s. stituì l'arcidiacono della cattedrale Gu-
ri. Gli successeGuglielmo/il qua le di quan- glielmo. Nel i425 Tommaso Rossi cano-
to il predecessore avea tatto all' abbate nico di Cosenza; nel 14291*1'. Guglielmo
Gioacchino in odium rnonachoruin de- de Podio o Giovanni de Podio Nucis o
slruxit; mori nel 1 209, ed è ricordato nel Podionitis domenicano francese, già mae-
diploma d'Onorio II. Nell'istesso anno fu
l stro generale dell'ordine nelle provincie
eletto vescovo Geruntinus Bernardo di che ubbidivano all' antipapa Clemente
Calabria, nato d'onesti parenti, abbate di Vili, creato dal Pontefice Martino V,cui
Sambucina monastero cisterciense, per era accettissimo, Geruntinen episcopus, e
le sue virtù, e carità, amalo dall'abbate visse nella dignità da buon pastore. Nel
Gioacchino e suo intimo. Corresse l'ope- 1437 l'arcidiacono Giovanni de Voltis,
rato contro i monaci dall'antecessore Gu- che trasferitoa Crotone nel 43g, gli ven- 1
se. Morì santamente nel 12 16, concorse senza, indi anch'esso traslato a Crotone.
il popolo a venerarne la spoglia mortale, Neh44° Bartolomeo già vescovo Argo-
e gli scrittori della Calabria lo posero tra license, sotto il quale in Cariati fu fabbri-
i beati della medesima. In tale anno e nel cato il conveuto de'minori della stretta
STR STR io3
osservanza da Bonaccorso Capisacci, nel- nunzio le sedi neh 568 a Giacomo Ma-
la cui chiesa giace il b. Tommaso Ren- lumbra milanese,dalle quali si dimise nel
dano per miracoli. Nel 48 1 mori
illustre 1
i5y3, egli fu surrogato Sebastiano Maf-
Giovanni episcopus Geruntinus rtCaria- fa nobile salernitano. Morto nel 1 5j6, in
lensis. Nel 48 stesso fu eletto vescovo
1 • questo venne eletto Gio. battista Ansal-
Geruntinus et Cariatensis PietrodiSon- di di s. Miniato, e consagrato in s. Bar-
nino arciprete di s. Giovanni di Laconia tolomeo all' Isola di Roma dal cardinal
diocesi diNicastro,ove da (meste sedi passò arcivescovo di s. Severina. Dopo il suo de-
nel 489. Nel 490 fu fatto vescovo di Ce-
1 1 cesso,Gregorio XIII neh 5t 8 conferì le
lenza e Cariati Antonio di Lucerà; il sue- due chiese unite aTaiqninio Pi isco: Sisto
cessoreGiroIamo morì neh 5o4-l« questo V neh 585 gli die in successore il suo cor-
conseguì le mitre di Cerenza e Cariati religioso e amico fi*. Nardo di Fano dei
Francesco Dentici napoletano; ma presto conventuali, insigne dottore in teologia.
gli successe fi*. Martino di Lignano dome- Morì neh 586, ed a'5 novembre gli so-
nicano bolognese, cui la morte poco dopo stituì l'altro francescano Ir. Ottaviano di
rapì nel 5o6. Nell'agosto venne eletto
1 Tagliacozzo. Nel medesimo anno Sisto
Giovanni Sersale nobile di Cosenza, indi V consagrò vescovo fr. Properzio Resta
Tommaso Coi tesi di Prato episcopus Ge- de Capcllis di Volterra, dotto francesca-
runtinus et Cariatensis nitro onere se ex- no, che scrisse De vera sapieatia: morto
solvitì5io. In questo Leone X nominò nel 1602 in Roma, fu sepolto in ss.Aposto-
vescovo di Cerenza e Cariati Antonio Her- li. A' 5 aprile
1 gli fu surrogato fr. Filip-
colani nobile forlivese e preposto della pa- po Gesualdo generale de'con ventilali, ce-
tria cattedrale, chiaro per prutlenzae vir- leberrimo predicatore, dotto e di santa
tù, neh 522 vice-legato della Riarca pel vita. Nel 6 7 Maurizio
1
1
l'ucci te.rdonensis;
cardinal Armellini, che neh 5^3 eresse neh 627 Lorenzo Pea o Pkeus romano,
da'fondamenli la fortezza di Macerata, e avvocato concistoriale; neh 633 France-
nel foGlornòadessei e vice- legato/i 0111 -
i sco Gonzaga di Mantova chierico rego-
masoCortesi di Pratodatario di Clemente lare, indi traslato a Nola. Neh 659 Aga-
Vile vescovo anche di Viesti, traslato nel zio di Somma di Catanzaro, a cui poi fu
1 53 3a Vaison. Subito gli successeTaddeo traslato; nel 1664 Girolamo Balzelli ni di
Pepoli bolognese nobilissimo, abbate e Napoli e di quella nunziatura avvocato dei
vicario generale degli Olivetani, di gran poveri; nel 1 688 Sebastiano de Franci di
virtù, vescovo di Cerenza e Cariati, nel Nola, avvocato delle cause ecclesiastiche
1 535 trasferito a Carinola, della qual se- e dels. ollizio in Napoli; nel 1718 Barto-
de meglio da Ca-
riparlai a Sessa. Invece lomeo Porli amalfitano, avvocato fiscale
rinola a questi vescovati fu traslato Gio- della nunziatura di Napoli. Morto nel
vanni Carnuti che morì neh 54'. Fran- 1 Clemente XI nel 17 20 gli sostituì
7 19,
cesco Monaldi già vicario generaleecano- Gio. Andrea Tria di Malera,già uditore
nico della cattedrale di sua patria Chieti delle nunziature di Lisbona e di Svizzera:
e poi arcivescovo di Tarso, morendo in con esso nell'Ughelli si termina la serie
Milelo mentre celebrava la messa oppres- de'vescovi ili Cerenza e Cariati, che com-
so cuniculi ruinis. Neh 545 M. Antonio pleterò colle Notizie di Roma. Neh 726
de Falconi di Nardo, e nel 556 Federico1 Antonio Raimondi dell' a rei diocesi di s.
Fanluzzi nobile bolognese e uditore del- Severina; nel 732 Carlo Ronchi diNapo-
1
laromana rota. Per sua morte nel 56 1 li; neh 764 Francesco M. 'Trombini del-
Pio IV fece vescovo Gerunlinusel Caria- l'arcidiocesi di Cosenza. Dopo lunga sede
tensis Alessandro Crivelli (f^.) milanese, vacaute di quasi 7 anni, neh 793 Felice
e poi nunzio di Spagna e cardinale. Ri- Antonino de Alessaudris di Monte Leoue
2 o4 STR STU
Vacala
diocesi di Mileto. di nuovo la se- scovato d'Alby cedutogli dal cardinal di
de nel 808, terminarono
1 i vescovi di Ge- Guisa, a cui egli rinunziò l'abbazia di s.
renza e Cariati uniti, per la narrata sop- Vittore. Nel i566s. Pio V lo fece arci-
pressione nel 181 8 operata da Pio VII, il vescovo d'Aix, dove con instancabile zelo
quale nel concistoro de' 4 ghigno *8lQ tutto si dedicò allo sterminio dell' eresia
preconizzando vescovo di Cariati Gelasio e degli eretici, e nell'esercizio d'un' im-
Serrao di Ventarola diocesi di Sessa, que- presa tanto onorevole e gloriosa, chiuse
sto prelato pel i.°si trovò costituito vesco- di 4^ anni nel i5j i in Avignone i suoi
vo eli Cariati, nella cui diocesi erano state giornijdopo essere intervenuto al concla-
incorporate quelle soppresse di Gerenza, ve di Pio IV, perchè fu assente a quello
Si roti gali e Umbriatico. Per sua morte, di s. Pio V. Verme tumulato nella chiesa
Gregorio XVI nel concistoro degli i r lu- di s. Agricola.
glio i83() promulgò vescovo di Cariati STUDIO. V. Scuola, Università.
r
l'attuale mg. Nicola Golia di Cosenza, già STUDITA. Nome di un religioso del
canonico della patria metropolitana e ret- monastero di s. Gio. Battista in Costanti-
tore del seminario di essa, insignito di al- nopoli, fabbricato dalla somma pietà di
tri cospicui incarichi, e che fa la sua or- Studio nel 4^3, uomo consolare, prefetto
dinaria residenza in Cariati uell'episcopio del pretorio e potente signore di quella
prossimo alla cattedrale. grati capitale e dell'impero orientale, o-
STROZZI Lorenzo, Cardinale. Pa- ve si recò da Roma sua patria, abbonan-
trizio fiorentino, pronipote di Leone X, do il servaggio de' vandali quando l'inva-
fatti i suoi studi letterari sotto la discipli- sero. Gli studiti erano monaci Acemeti
na del celebre Benedetto Varchi, ed le- i (de' quali riparlai negli articoli relativi),
gali nell'università di Padova, passato in cioè insonni perchè a vicenda senza inter-
Francia si applicò a' militari esercizi, e ruzione giorno e notte lodavano Iddio, ma
divenuto eccellente e valoroso capitano, divisi in tre parti o classi; ed il p. Helyot
combattè intrepidamente nella Lingua- nella Storia de gli ordini monastici, pre-
doca nel regno d'Enrico II contro i cal- tende che il nome di Studila fosse dato
vinisti, a' quali avendo tolto parecchi e a tutti gli acemeti fondati da s. Alessan-
ben fortificati castelli, vi ristabilì l'eser- dro abbate, per cui furono presi per si-
cizio della cattolica religione. In seguito, nonimi i due nomi di Studila e di Ace-
a persuasione di sua cugina Caterina de meta. Anche Magri, nella Notizia de'vo-
Medici regina di Francia,datosi alla vita caboli ecclesiastici } conviene che i mona -
ecclesiastica, sostenne in quel reame mol- cidi detto monastero fossero cognomina-
te e cospicue cariche, tra le altre quella ti Studila, onde per questo furono deno-
di consigliere di stato, e fu provveduto minati così s. Teodoro ( f.) Studila e al-
delle ricche abbazie di s. Vittore di Mar- tri monaci. Teodoro Sludi ta,nalo ne\j5Q
siglia e di s.Maria diStaffarda, e ad istan- in Costantinopoli, fu per un mezzo seco-
za del nominato re nel i548 Paolo III lo lo e ne'tempi i più difficili, il sostegno, l'o-
preconizzò vescovo di Beziers,e per qual- racolo e l'ornamento della chiesa orien-
che tempo fu destinato al governo della talo , soffrendo perciò eroici patimenti.
provincia diNarbona.Per le premure del- Mentre era abbate del monastero di Sa-
lo stesso Enrico 1,a' 5 marzo 557 P ao "
1 1 1 nudioue, per le sue rigide virtù disappro-
lo IV lo creò cardinale prete di s. Bui- vò matrimonio dell'impera-
l'illegittimo
bina. Ptestituitosi in Francia, aiutò il re tore Costantino V, ne affrontò la collera
co'suoi consigli intorno a'mezzi che si a- e l'indignazione. Divenuto poi abbate del
vevano a tenere per ridurre gli eretici, monastero di Studila oStudayvi trovò 12
e nel 1 56 1 sotto Pio IV passò all'arci ve- mouaci, ma in breve per le sue virtù e sa-
STU S U A jo'J
nitore Ae^ iconoclasti persecutori delle pera sua per la conversione de' sassoni.
ss. Immagini (/'.), onde difendere il lo- Sentendosi il santo vicino al suo fine, ra-
ro antico culto, per cui patì indicibili do- dunò i suoi religiosi per esortarli alla per*
lori. Scrisse lettere a'Papi s. Leone III e severanza,e morì il 1
7 dicembre del 779.
s. Pasquale I, e lasciò diverse opere ch'e- Fu canonizzatoda Innocenzo 11 nel i 1 3t);
numerò il suo discepolo e biografo Mi- e le sue reliquie si conservano nella chie-
chele Studila. Del monastero di Studio, sa dell'abbazia di Fulda, celebrandosi la
degli acemeti o sempre vigilanti nella sua festa il giorno 17 dicembre.
Salmodia (l\), e del glorioso s. Teodo- SUAC1A o SUACIO o suacino,
ro, parlano ancora l'annalista Rinaldi ne- Suacium. Sei\e vescovile dell'Albania di
gli Annali ecclesiastici, ec\ il Piazza, E- Epiro nella Macedonia, parte deWJUi-
tnerologio di Roma, a p. 718. ria, eretta nel secolo XI e da Benedetto
STLNICA. V. Zumga. IX come vuole il p. Parlato, o come dice
STURMIO (s.), abbate di Fulda. U- Commanville, nel 1062 da Papa Alessan-
scito di nobile casa della Baviera, ven- dro II, dichiarata suffraganea della me-
1
ne nella sua fanciullezza affidato a s. Bo- tropoli à Antivari, e situata vicino a tal
nifacio apostolo dell'AIcmagna, il quale cillà. A Suacia nello stesso secolo XI fu
Io mandò nell'abbazia di Fritzlar. Fatti unita la sede di Sorbium o Arbc,à\ cui
grandi progressi nelle scienze e nelle vir- pai lai nel voi. LXV1I1, p. 1 3 ed altro- 1
tù, comechè fu giunto all'età prescritta ve, coli* insigne opera del p. Parlato, //-
da'eanoni, ricevette gli ordini sagri. Do- lyrici sacri, il quale inoltre ne discorre
po avere per 3 anni annunziata la divi- nel p.io e 1 j5, dicendo che fu suffra-
t. 3,
na parola, convertendo molti infedeli, ri- ganea di Spalalro e poi passò ad esser-
tirossi in un deserto con due compagni, lo di Zara. Ma nella circoscrizione delle
che come lui desideravano menare vita diocesi diDalmazio, fatta da LeoneXII,
anacoretica: ma per evitare gl'insulti dei fu soppressa, quando di Spalatro,la nuo-
malandrini della Sassonia, Ninnino fe- va Salona che fu madre di tutta la re-
ce in breve ritorno a Fritzlar e suoi , i ligione cristiana nell' amplissimo lllirio
due compagni si recarono a Chrilar. S. e sua metropoli, primate di Dalmazia e
Bonifacio rivide con piacere Slurmio,che Croazia, quel Papa ne soppresse la di-
stia del Drin verso il confluente della Di quivoco preso nel voi. I. Mi piace far qui
Ina, con fertilissimi dintorni. Quanto al- questo rimarco, pel caso che si verificas-
l'antica Suacia pare che sia ridotta, pel- se quello che dichiarai a Stampa e a Sto-
le lacrimevoli vicende cui soggiacque, ad bia, e negli altri articoli ove tenni pro-
un villaggio abitato da'turchi e da'greci posito degli errori, propri della debole e
scismatici, e probabilmente non vi saran- imperfetta umanità, e che si rannodano
no più cattolici. Nell'articolo Sapfa ri- al protestato in diversi luoghi, e ne'vol.
portai le opinioni di diversi geognafì sul- LVUI,p. i6,LXlX,p.22ei 1 6: vale a dire,
la sua posizione geografica, protestando semai qua Iche lettore super ficia le, o auto-
che ivi nulla poteva dire di preciso, tanto re a vapore,oqualchecompilatorecopisla,
più che rilevai, (pianto a Suacia, nel voi. e fors'anche de' miei elaborati e faticosi
LX1 V,p.2?. 3,cheildot t'issi moHur ter non studi,cioè per articoli da Dizionario e non
potè trovare notizie sul vescovatOiSbtfcew- per istorie e trattati ex professo, ma in-
•n's.Gònon mi sorprende,perchè tranne il numerabili e enciclopedici, sviluppati in
celebre p. Fallato, le notizie della storia carta misurata, se non abituato a studia-
ecclesiastica e geografica di molte par- re con savia ponderazione, uè ad appro-
li dell' llliria sono scarse e confuse, co- fondarsi nelle ricerche, fermandosi col-
me mi scriveva un dotto prelato di colà, l'occhio nel detto voi. I pretendesse per
il quale aggiunse che s' ignoravano da- deprimermi ecensurarmi, senza aver pri-
gli stessi luoghi, e dalle persone più i- ma esaurito le indagini che la critica in-
struite, tanto essendo l'oscurità prodot- segna doversi fare ne'luoghi analoghi, on-
ta da un complessodi politici avvenimen- de vedere se l'errore fu riparato. Mentre
ti religiosi e civili. Tutta voi la qui aggiun- qualora si volesse giudicare dalla sem-
gerò altre nozioni che raccolsi co' miei plice lettura di tale riconosciuto e confes-
studi e ricerche nelle opere pubblicate, sato abbaglio, pare che gli si possa appli-
giammai mendicandole, come fanno al- care quel tutto che ti issi su coloro che ca-
tri, dagl' impiegati. Primamente ricor- dono in assurdi, in gravissimi scerpelloni,
derò, che accennai all'articolo Sappa, farfalloni e contraddizioni, ne' ricordati
dover essa essere nell'Albania della Tur- articoli e altrove. E qui finalmente cre-
chia europea, ossìa neh' llliria; imperoc- do di poter dire con X Arie Poetica di Ca-
ché, come replicatamente notai in più lazio, vers. 35 e seg non ego pan-
1
luoghi, e con esplicita e apposita dichia- di Ojfendar maculis, qnas aul incu-
-
razione conlessai lealmente nel voi. LI, ria fuchi, - Aul inumana parum cavii na-
p. 3 io, che vi sono due Albanie, quel- tura. Quid ergo?
la d'Epiro e quella d'Asia o Al vania pro- Incominciando da Sappa, leggo uella
vincia d'Armenia, ducato d'Al-
oltre il Biblioteca sagra, di Richard e Giraud,
bania nella Scozia (P-)- Ciò feci per e- nell'articolo Zuppa o Sappa, che questo
mendare anche in quel volume l'abba- è un paese o cantone situato al sudest
glio che presi nel voi. I, p. 18 i, nella pri- degli stati della già repubblica di Raglisi,
ma infanzia di questa mia opera (anche i nel quale i veneziani possedevano molte
giganti nascono bambini: il principio città. Che avvi un vescovato latino uel
quantunque minimo nella mole, è più del cantone di Zuppa, suffraga neo della me-
mezzo nel valore e nell'efficacia), sia sulla tropoli di Durazzo, e che il vescovo ri-
che ripetei nelle diverse biografie de'santi colo Zuppa, Xuppa, sono descritte le
che nelle dueAlbauie predicarono la fede Quattro Contee, dihhMu di Dalmazia nel
SUA SUA 207
circolo di Cattaro. Inoltre nella Biblio- Albanenùs, secondo l'istromento de'i \
teca, all'articolo Zappar a, si dice città dicembre 638, dato Marchignae a' \
1 1
p.3 i i , sospetta che sia stato scritto /.ap- diocesis administratae,ab eodem quo-
sis
deve intendersi, innanzi che Alessandro produssero: la lettera scritta dalla s. con-
li la sottoponesse a quella di Antivari. gregazione di propaganda fide de'.>. { a-
Comman ville dice cheScopia,esarcatodi prilei 63<S al vescovo Sappalense, die si
Dacia, appartiene alla Servio (/ '.), della invitò a desistere dalla contesa sui con-
cui diocesi il p. Le Quien tratta a p. 3 1 9. tini, ed a riconoscere quellidi sua diocesi;
Nel Concitium provinciale sive naziona- e la lettera istromenlale del convenuto
le Albanum, Romnei8o3, 2.* edizione, a'20 dicembre 638 con atto dato inSap-
1
1
celebrato da mg. Vincenzo Zmajevick paein aedibtts episcopalibus da Franci- )
poslolico d'Albania, nel 1 yo3 nella chie- la diocesi di Sappa, avendoli descritti in
sa di s. Gio. Battista di Merchigna dio- quell'articolo. Neil' Appendix: Constila-
cesi d'Alessio o Lisso (/ '.); in tale libro lionum aposlolicarum ad Epiri Eccle-
nella parte 1* dopo il cap. 2: De Bapti- sias speclantium, vi è pure la lettera di
sino, fu inserito il precedente decreto del Tìenedello XIV, In'.er omnigenas, de' 2
s. emanato nel 1(141: Ad rpisco-
ollizio febbraio] 744> co decreto: Super pluri-
'
pimi Sappalensem de non conferendo s. bus capilibus prò incolis regni Serviae,
Baptismo Turcis. Nella pai te 3. u cap. 4 , et finitimar um regionurn; non che l'altra
venne pubblicalo il decreto: De confi ni is sua lettera, Cwnencyclicas, de'24 '"ag-
dioecesum Sappalensis 3 Alcxiensis, et gio 1
754) colla quale rispose a'dubbi prò-
ao8 SUA S U B
mossi Albaniae Anlistes dederis, riempe to la metropoli di Cirla. Si conoscono i
contiene luoghi deliziosi e ameni, ed in- cozzo, che descrissi nel voi. LI I, p.2 i, 1
sieme solitari e alpestri, ove nobilmente dichiarai con Corsignani, Reggia Mani-
si solleva lo spirito; negli erti gioghi poi carla o memorie di varie colonie antiche
Si mbrui ni Si aibroi ni, ramificazione del- e moderne delle provincie de' Alarsi e di
l'Apennino, si provano veramente ispi- Valeria, ripeterle pure dagli equicoli; ed
razioni celesti, e nell'estate la forza del ilp. Magini, Geografia di Claudio To-
sole è temperata dalla freschezza del sa- lomei, riporta tra le città de'fatnosi au-
lubre clima. Le loro belle, svariate e pit- daci popoli equicoli, Ocricolo, Carsoli
toresche amenità e orridezze incantano e Celano, e Tagliacozzo. Corsignaui am-
si ritraggono a gara dagli artisti e dilettanti piamente scrisse su Celano già capo dei
paesisti. I dintorni appartengono alla più. bellicosi marsi, e la dice succeduta a CU-
importante storia d' Italia e della civiltà termini o Cliternia possente città degli e-
europea del medio evo, poiché da essi per qui. Di Celano feci parola in più luoghi,
3
lai. volta spiccò il sublime desiderio di ed a Pesci n a, descrivendo il suo lago di
ammansare le barbarie dei secoli, alla- Fucino. Corsignaui prova che ditemi- i
VOL. LXX. 14
o, io SUB SUR
ni e<) i celanesi sonogli stessi popoli; cliia- LV HI, p.196 e altrove, parlando de'po-
iH a CI ile mia antica, Celano vecchio città poli cui furono collegati o guerreggiaro-
degli eq nicol compresa nell'antico La-
i no. Il centro degli equi era ne'monti Su-
zio, e con Cuculio o Cocnllo (ili coi feci blacensi, e da essi vuoisi avere i romani
cenno ne' voi. XX, p. ino, LX VI J,p. 2o3) appreso il diritto fecìale , col quale per
furono il termine antico dei latini, e eli mezzo degli araldi o sacerdoti intimava -
essopure tratta il Corsignani, confinan- si la guerra, con quella forinola e modi
do gli equi coniarsi, e co' Sa pei acquaia che riportai ne' voi. LV11I, p.186, LX,
sopra imonti, e comprimi un tempo fu- p. 1 2Cj. A seconda del mio sistema e del
rono uniti e confederati. Gli equi ebbe- promesso a Roma, nel descrivere la sua
ro alcune coIonie,come Boia o t old, che Coniarco. , innanzi di dichiarare in breve
Nibby dice essere succeduta all'odierna le più rilevanti memorie istoriche della
Lagnano nella legazione di /ellelri, per città di Subiaco, di sua aulica e cospi-
cui a quell'articolo ne parlerò. Posta sul cua abbazia, del s. Speco e del proto-mo-
confine latino, venne occupata dogli equi, nastero di s. Scolastica, riprodurrò qual-
dopo che questi ebbero conquistato il trat- che cenno dei comuni contenuti nel di-
to del territorio eroico, ch'era sulla riva stretto governativo di Subiaco. Tanto pel-
sinistra dell'Amene, fra il luogo che poi le prime, che pe' secondi., e seguendo il
quani, e loro paese, che ne'teujpi longo- il cardinal Cappellaio, essendo mio co-
bardici si disse Cicolano e gli abitanti ci- stume di seguirlo istruito de'luoghi ove
cola/iì, e divenne gaslaldalo del ducato egli si portava, e già lo indicai nel voi.
Spoletiuo. Riporta le opiuioni di diversi XXV 111, p. i4o e 227, dicendo di egua-
scrittori e geografi sulla contrada abitala lemia compilazione delle Notizie su Pre->
dagli equi. L'Olstenio riferisce che abi- nesle } di Albano, di Frascati, ec). No-
tarono le due sponde dell' Amene, e la vaes, Storia de' Pontefici. Peti-ini, Me-
parte superiore del fiume Torauo o pia- morie Prenestine. Cesare Brancadoro poi
no di Carso li, la quale cou Cliternia Pli- cardinale, Pio F I Pont. Mass. in Subia-
nio le disse loro città. Secondo Tolomeo, co, Roma 789. Calindri , Saggio stati-
1
gli equi confinarono colla Sabina, colla stico storico del pontifìcio stalo. Maroc-
JVlarsica, e coli' antico Lazio oggi Cam- co, Monumenti dello stato pontifìcio, t.
città successe a Valeria capitale degnar- ponno leggete presso Bai omo e nel ricor-
si, celebrai s. Marco galileo, non solo per dato Tauleri.
.°
suoi vescovo eletto da s. Pietro a pre- Distretto di Subiaco.
dicate la fede cristiana ai marsi ed agli Governo di Subiaco.
equieoli, ma che probabilmente lo fu Affile o Afìle. Comune dell' abbazia
pure di llieli^P .), nella cui diocesi sono di Subiaco, con territorio tettile, parte
compresi parte degli equiculi e del pae in piano, produceule eccellente vino si-
se denominalo Cicolauo. Apprendo dal mile all' aleatico, olio, grano, grantur-
citato Corsignaui, che s. IH a reo galileo, co e altro, oltre i pascoli, con mediocri
giusta l'opinione di accreditati scrittori, fabbricati e strade bastevolmente larghe.
fu il i. "vescovo de'popoli marsi nell'anno E" situato sopra un colle tufaceo, che
46 di nostra era. Questo s. Marco.diver- specialmenle nell' ingresso costituisce il
so dall'evangelista, si recò ne'luoghi ora suolo della via, in grata posizione perle
fot manti regno di Napoli, e si fermò in
il amene ebeti coltivate campagne che lo
sitino, città prima de'volsci e poi desiar- circondano, in clima alquanto umido, for-
si nella Campania Felice, poco lungi da- nito in vicinanza di acque perenni a suf-
gli stessi marsi. Ivi fu dal principe degli a- ficienza. La chiesa arcipretale è dedicata
postoli battezzato, e poscia consagrato ve- alla protettrice s. Felicita, e da ultimo
scovo per diffondere la salutifera luce del- fu restaurala. Nell'altare maggiore il ca v.
l'evangelo agli equieoli, com'è registra- Bau ucci egregiamente vi dipinse il suo
to nel martirologio romano a'28 api ile: martirio. I quadri di s. Andrea Avelli
Anlinae s. Marci , qui a b. Petto apo- no, e della Deposizione dalla Croce di Fe-
stolo cpiscopus ordinattts, Aequiculispri- derico Marini, Marocco li qualifica me-
mitus evangelium praedicavit. IlLubini diocri. Edi all'erma che in Alile esistev..
poi in Marlyrol. rom. riferisce Aequi- : il monastero di s. Michele arcangelo dei
colaesìve Aequi} Acquicoli et Acquicola- benedetti ni, e descritto nelle cronache su
ni populi Latii Inter... Marsos.... prinius blacensi. Natta
s. Gregorio ne' Dialoghi
perchè i popoli ecjuicoli o equi erano a Illudine eli Subiaco, operò per virtù di-
qne'tempi mischiati co* marsi, o tra'marsi vina il 1." miracolo colla ricuiigiunzimic
compresi, governando ereggendos. Mar- dell'infranto vaglio di creta, caduto dal-
co gli uni, avea cura ancora degli altri. le mani di Cirilla sua nutrice, mentre pur-
Tanto conferma altresì Tauleri uelV Hi- gava il grano; ed a perpetua memoria
storia dì A lina, con queste parole. Sotto venne appeso nella chiesuola rurale di s.
il governo di questa nascente chiesa si Pietro apostolo. Nel monte LoPertuso vi
.°
compresero parimenti marsi, e nel i 1 è un naturale forame che lo trapassa km-
luogo ripongo s. Marco. Quindi il Cole- goqua#un4- P di miglio,e vi scorre il tor-
ti nella a." edizione dell'Italia sacra di rente Carpena,il quale dalla parte oppo-
Ughelli, nella serie de'vescovi marsi re- sta forma una caduta pittoresca: ivi nelle
gistrò pel i.°s. Marco galileo ab aposto- siccità si abbevera il suo bestiame e quello
a settentrione fino al confluente del rivo ca sublacense, nella quale si legge come
di Tuccianetto nell'Amene sotto a Can- Leone 1
8.° abbate monastero ac-
di quel
terano. Una via antica che legava la pre- quistò a s. Benedetto Effidem castrimi,
nestina alla sublacense, traversava Afil- ollie vari altri beni. Nella bolla di Be-
le, e se ne vedono ancora le traccie. Al- nedetto VII del 978, riferita dal Marini
tre testimonianze di sua antichità sono i nei Papiri diplomatici, e riguardante i
Giovauui abbate del monastero di s. Sal- dd farro), oltre altri diritti indicanti giu-
vatore di Corainaccbio, ossia ad Cont- risdizione, patti che conclusi neh 182 ,
In questi due documenti Alide Ini il no- d pendeu te dal dorso della Cer vara, a pic-
i
me di Castrimi, cioè terra foi lineata, e cola distanza dall'Amene, un miglio cir-
nella cronaca specialmente si ricordano ca a sinistra del 40. miglio della via subla-
due torri. Cosi nella bolla di conferma cense. Tra alcune sorgenti d'acqua presso
de'beni del monastero sublacense, ema- la Peschiera e la strada romana, vedesi
nata neh
5 da Pasquale II e inserita
i i la piccola chiesa della Madonna del pas-
nella stessa cronaca, si nominano espres- so dell'Alisia, i cui miracoli furono stam-
samente medietalem montis Afila ni .... pati con relazione nel 161Crede Ma- 5.
Castrimi Afilae. Nella medesima si leg- rocco che il suo nome
una glo-
ricordi
ge, clie a'tempi d'Eugenio 111 deli 4 ">, i riosa antichità, comechè derivato da Au-
Ponza e Afide furono occupati da Filip- gusto che forse vi ebbe deliziosa villa. Nib-
po e Oddone nipoti dell' abbate Pietro by la chiama Mons Augustus, Castellimi
defunto, ma poco dopo vennero ricupe- Auguslae, e dice ripetere la sua origine
rate con l'aiuto di tal Papa dall'abbate da'mouaci sublaceusi, come molte altre
Simone.Sembrachequesto dominio lem- terre e castella di queste coutrade, ed il
poraneo degli abbati sublacensi fosse cau- nome dell'acqua Augusta, così delta per-
sa di questioni di giurisdizione spirituale, chè da Augusto fu immessa nel rivo del-
che insorsero Ano dali iyq fra l'abbate la Marcia, come poscia lo fu in quello
te, Ponza e Afille avrebbe dato ogni an- pa Gregorio nella bolla del 5y$, ri-
s. I
bia di spella (biada più liscosa e lopposa biaco, uoniiua quest'acqua come dipeu-
3l4 s L ]1 SUB
tleuza ili quello, e le dà il nome di Au- Augusta, ma temendo che pervenisse a
gusta. Ma nel documento riferito dalia salvarsi, perchè forse il luogo non era
cronaca sul)!acense, di Adriano 1 e del troppo sicuro, lo die iu mano a Riccar-
"75, viene indicato come Cesario conso- do signore del vicino Arsoli: nondimeno
lfi e duca, figlio d' un tal Pipino, donò Simone o col denaro o per altri mezzi
al monastero Urbeni colonia m quae va- scampò dalla prigionia. Dopo quell'epo-
ra tur Seminarla .... una cimi monte ani ca non si hanno altre memorie di Augu-
vocùtuv Augusta, seti monte qui dicitnr sta, ma è probabile che fosse ricuperata
Savana: funclum Lanlurani, ec. Sicché al monastero sul principio del seguente
limi coslruendum, frase che ripetesi nel scoli e producente ghianda, olio, casta-
to ancora edificato, come neppure non palmente applicati alla pastorizia, in cli-
lo era ne!996, ricavandosi ciò da bolla ma freddo. Ripòrta Corsignani che la sua
di Gregorio V e riportata da Muratori chiesa di s. Giovanni, neh 335 si uni dal-
a p. 943. In questa si dice dato il mon- l'abbate eli Monte Cassino al monastero
te a'monaci, per edificarvi il castello che delle monache benedettine de'ss. Cosma
sichiamasse Augusta. Finalmente nel cor- e Damiano di Tagliacozzo. Di Camerata
'
so del secolo seguente surse il castello, co- a' nostri giorni fiorì il pio e dotto mg. 1
me si trae dalla lapide esistente nel chio- Lorenzo Serafini cappuccino e predica-
stro di s. Scolastica, e posta dall'abbate tore apostolico, da Gregorio XVI fatto
Umberto nel 1 o52 e dalla cronaca subla- vescovo di Corico in parti bus, che lodai
cense, nella quale è inserita la bolla di Pa- nel voi. LV, p. 81, ed altrove.
squale Il del con che conferman-
1 1 1 5, Canterano. Comune dell' abbazia di
terre donùal monastero di Subiaco, Furi' mente della punta detta monte Pillione.
dum Lanternai, eh' è appunto questo, Ail essa si sale direttamente da Agosta,
sul quale è oggi il castello, e che per er- donde è distante circa 3 miglia, por una
rore del trascrittore, come con Nibby via assai malagevole-, lungi (\,ì Subì ico 8
notai parlando di Agosta, leggesi Lan- miglia, i\ da Tivoli e \i, dà Roma. Seb
terani. Nella bolla colla quale Giovanni hctie l'interno del paese è conveniente nel
XII nel 9^8 confermò i beni al mona- fabbricato, però è alpestre, e V acqua si
p. 465, si nomina semplicemente Can- soso monte. Gli abitanti, di carattere te-
torawwi, e così nella bolla di Benedetti) nace, sono dediti all'agricoltura e alla pa-
VII del 978, e riportata da Marini nei storizia; il vestiario dolio donne partico-
Papiri diplomatici a p. 221). Quindi è larmente si distingue per la bizzarria, e
da credersi, che lino a quell'epoca fosse per la ricchezza delle trine d'oro d ar-
soltanto un fondo e non un villaggio. Que- gento, o almeno di seta secondo le facol
sto formossi nel seguente secolo, poiché là. Il console e duca Cesario donò questo
fin dal i5 Castrimi Cantei' animi cimi
1 1 monte al monastero sublacense nel 775,
rocca sua, si ilice da Pasquale II nella giacché Qervarìa o Ceri/aria e non Ser-
bolla di conferma de'beni al monastero va/iti va letto il nome del monte, che
sublacense.Siccome nella lapide posta dal- leggesi nella carta di donazione inserita
l'abhateUmljerto l'anno io52nel chiostro nella cronaca sublacense. Così Mona Cer-
di s. Scolastica, viene desiguato Canio- varia*, e non Gen>asius o Cervasius de-
ramini, come Anticoli, Arsoli e altre ter- ve leggersi nelle bolle di Gregorio IV del -
re, opina Nihhy che la fondazione del ca- !\S3?., e di s. Nicolò I dell'86 qua
J., nelle
cronaca sublacense, il quale era pure si- suoi beni /lem concediinus Mon
si legge:
gnore di Agosta, e pervenne insieme con lem Angustimi, et alterimi Cervariuni
Recaldo signore di Rocca Canterano a far cani omnibus perlinenliis ad aedificanda
prigione l'abbate sublacense sunnomina- Castra. Non è chiaro che la terra fosse
to.Non è noto qua ndo tornasse sotto la di- ancora edificata sul finire del secolo se-
pendenza immediata del monastero, giuc- guente, perchè nel diploma del 967 ili
che dopo quell' infeudazione Nibby non Ottone imperatore semplicemente si de
1
potè l'in venirealtre notizie positi vesu que- sign col nome di Cervara
1 Cerx'ariaiii :
sta terra. La chiesa matrice e parrocchia- quoque ex tato. Nell'altra bolla di con
le è sotto l'invocazione di s. Mauro. ferma dei beni; di Gregorio V del <)'J
(>
>
2.6 SUD SUB
indicasi solamente, montem qui voratur ministra fra'suoi maggiori prodotti ^in-
('avaria, mentre ivi Arsoli si designa no, vino, ghianda, e molto bestiame con
colnome di Caslellum. Ma nella lapide pascoli, esercitandosi gli abitanti nella pa-
dell'abbate Umberto, esistente nel chio- storizia e nel tonnare il carbone. E' di-
stro di s. Scolastica, è nominala Cerva- stante 1 o miglia da Subiaco e circa 1 3 da
nani fra gli altri castelli dipendenti dal Tivoli, alla quale si va da Subiaco pas-
monastero fin dalio52, e perciò la for- sando per Tuccianello, Gelano e s. Ana-
.°
mazione di questa terra appartiene al i tolia, e da Tivoli passando per la valle
periodo del secolo XI, al dire di Nibl>y, degli Arci, Ciciliano, e il piano di Piscia-
ritenendo Marocco che senza dubbio l'e- no e delle Vigne, traversando dopo Ci-
ressero i benedettini. Morto Umberto, E- ciliano vari influenti che formano il rio
i
zulo suo fratello s'impadronì di Cerva- Sambuci. La terra è posta sopra un mon-
ia verso il i 064, come si ricava dalla cro- te o colle di sasso bianco calcare a strati
naca sublacense; però poco dopo fu ri- unito, dipendente dalla catena del monte
cuperata dall'abbate Giovanni successore già Crufo, oggi RulFo, e sebbene stia fra
d'Umberto. Nella conferma dei beni al monti dirupati o selvosi è in una situa-
monastero fatta da Pasquale 11 uè! 1 1 1 5, zione amena, trovandosi in una larga con-
si designa col nome di Roccam Cerva- valleche unisce quel dorsoalgruppodelle
riam. Rimasta in potere del monastero montagne di Guadagnolo. L'aria è piut-
fino ali 278, il monaco Pelagio col l'aiuto tosto umida per gli alti Apennini che
di Bartolomeo da Genoa s'impadronì del da vicino la sovrastano, e sulla vetta di
castrimi e detta toccabile 3 anni dopo fu- quello che chiamasi della Serra vedesi
rono ricuperate dall'abbate Guglielmo, e il gran sasso d' Italia e infinito numero
dopo qiiell' epoca rimase al monastero. di luoghi. La chiesa parrocchiale è sotto
Pretende Calindri che Cervara sia stata l' invocazione della B. Vergine Assunta
fabbricata nel 334dalla famiglia Monal-
1 in cielo. Ha cattive strade, ed è rimar-
deschi, allorché si divise dopo la morte di chevole la solidissima rocca,checompren-
Ermanno Monaldeschi, e fu da prima co- de gran parte del paese, all'intorno cinta
struita in forma di fortezza; ed aggiunge d'alte mura e con un solo ingresso. Esi-
che contieue ampio fabbricato, ed il suo stono due alti e rotondi torrioni mirabili
stemma formasi d'un cervo donde trasse per la loro struttura, avendo nel pianta-
il nome. Cerio è che riportai a Orvieto, to circai palmi di grossezza, e formali
1
che la possente stirpe de'Monaldeschi che di piccoli sassi talmente uniti colla calce
signoreggiò quell'illustre città e altri do- che si durerebbe fatica a toglierne alcu-
mimi , dividendosi nel 1 307 in 4 linee, no. Sembra indù hi tato che tal forte fu mu-
ciascuna prese 1' appellazione dagli ani- nito di presidio militare, vedendosi an-
mali che scelsero per istemma, ed una di cora le impronte delle scalee quelle dei
esse dal cervo si denominò della Cerva- ponti levatoi, che venivano sostenuti da
la con titolo di conte. Narra il p. Casi- grosse catene, esistendo tuttora in alto
miro da Roma, nelle Memorie isteriche un grosso uucinoche una di quelle assi-
delie chiese e. conventi elei frati minori curava al muro. L'ingresso del torrione
della provinciaromana, che Martino V è dentro il cortile ov'è una cisterna alta
avendo data in isposa la nipote Amelia circa palmi 3o. La notizia più antica che
Colonna a Paolo Pietro Monaldeschi, e- si ha di Cerreto è nella lapide del chio-
colo \euue infeudato, prima a Sublima- senta Lorenzo è di buona maniera, so-
s.
Subiaco,edicui parlai nel voi. XXV II, p. quali il cardinal Braschi abbate di Su-
283, però uella delegazione di Fresino- biaco e poscia Pio VI. Da' Lelli uscirono
ne, e dove dissi pure di questa guerra, e alcuni illustri e dotti, come 1'
arciprete
meglio nel LXV,p. ii%)depraedali
voi. Luciano, il capitano delle corazze Leo-
sunt, idemque actumfuU de hominibus nardo, e il sacerdote Giuseppe archivista
Cerreti. del s. ollìzio. Ne'tempi bassi Cerano fece
Cerano. Comune dell'abbazia di Su- da principio parte della massa Juvenza-
biaco, con territorio ebe giace in colle ,
na, che da Papa s. Zaccaria del 741 fu
producente precipuamente grano, gran- donata all'abbazia di Subiaco, e confer-
turco e pascoli, imperocché le sue amene mata ad essa da Gregorio IV nell'833,
colline sono ubertosissime, e la pianura e da s. Nicolò I nell'864, il che si rac-
da molte acquee continuamente innaffia- coglie da un placito del cpS inserito da
ta. Gli abitanti si occupano ne'lavori cam- Muratori, Antìa. Meda Aev t.i,p. 3-q.
pestri, nella pastorizia, nelle arti e al traf- Altre conferme le dierono Giovanni XII
fico. La terra sorge sopra un colle tut'i- con bolla del 9 j8, e Ottone con diplo- I
ceo isolato e ameno in buon'aria, a pie ma imperiale del 9G7 , documenti che
del quale sono le fonti del Giuvenzano, Muratori riprodusse nel t. 5, p. 461. Nel-
mite fra'latini e gli enfici, come l'Anie- eGeranum. Di Gerano però propriamen-
ne dove questo va ad influire é il con- te la memoria che trovò Nibby spetta
1
."
fine fra questi e gli equi. E' distante 3 1 al 978, ed è nella bolla di Benedetto VII
miglia da Pioma, 1 2 da Tivoli e 6 da Su- riportata dal Marini ne' Papiri diploma-
hiaco. La strada più diretta per andarvi 229. Ivi fra 'fondi dipendenti dal
tici a p.
questa città si prende la strada degli Ar- ideslGiranus rum fundis suis; allora pe-
ci j e vi si perviene passando per Tuc- rò non era ancora un castello o villaggio.
cianello. Ha due chiese parrocchiali, una Non così nel io3o, quando secondo la cro-
dedicata all' Assunzione di Maria Ver- naca sublacense era non solo un villaggio,
gine, l'altra a s. Lorenzo martire. Si ve- ma così popolato, che suoi abitanti an- i
nera uella i." una bella immagine delia darono a fondare il Podium Casapopuli
2 1 SUB S U B
onde secondare i tiburtini , malgrado il gnore di Poli. Il nome però di Tovanel-
•volere dell'abbate suhlacense, che perciò lum che avea contrada, e che poi co-
la
fece edificare una torre sopra Gerano.Non municò alla rocca, data almeno dal se-
molti anni dopo, cioè circa iliofii e nel colo VI, poiché nella bolla di s. Grego-
pontificalo d'Alessandro II, si trova già rio 1 del 5c)4, il rivo che oggi è detto il
ferma ancor questo Castrarti nella bolla di nome deriva l'odierno di Tuccianello.
deh 1 i5 emanata dallo stesso Pasquale Fino dal secolo XVI questa piccola roc-
11. Dopo che nel 1 1 25 fu distrutto il ca- ca era rimasta deserta.
stello d'Apollonio (ossia Empiitimi o Ani- Jenne o Tenne. Comune dell'abbazia
pigliane, Massa che s. Gregorio I aveva di Subiaco,con territorio in raonte,predo-
ereditato dalla madre e donato al mo- minandovi fra'suoi raccolti grano, ghian-
nastero suhlacense prò veslimentìset cai- da e pascolo, con paese di sufficienti fab-
hlacense fu edificata dall'abbate Umberto lattiti, indizio del livello alto che ne' tem-
verso la metà del secoloXI, probabilmente ebbero le acque ritenute dei
pi passati ivi
dopo però Landone signore di Ci vitelli», miglio dopo il ponte si apre a sinistra un
che non voleva questo fieno a se vicino, recesso di monti, e due miglia più oltre
l'assali eia distrusse, e fece anche prigio- un rivo limpido e abbondante di acque
ne l'abbate. Giovanni successore d'Um- attraversa la via per iscaricarsi nell'A-
berto la riedificò verso il o65, ed mo- 1 i niene, che corre indomito per questa vai
naci sublacensi la ritennero sino al 1 i/ifi le, e forma piccole cadute, fra le quali bel-
in che la dierono in feudo a Oddone si- lissima è quella presso la mola di Jenne,
s l e S U B 2.
9
Ticino al confluente di questo rivo, che biacOj con territorio feracissimo e gia-
die nome di monti dell'Acqua vi va n quel- cente in monte, cui principali prodotti
i
li dirimpetto. Jenne die si vede torreg- sono l'olio, il vino, la canepa, le frutta,
giare sul colle è distante da questo punto il granturco , le cipolle, le castagne, la
quasi un'ora d'arduo cammino. Il suo ghianda, la legna e quanto proviene dai
nome è d'origine incognita, e ne'tempi pascoli. Gli abitanti sono laboriosi agri-
bassi costantemente trovasi scritto Gen coltori, e pastori; le donne fabbricano
va. Come dipendenza del monastero su- tele domestiche : il popolo è di origine
blaccnse, viene enumerata sulla lapide provenzale, secondo Marocco, e molti di
del suo chiostro del iof)2, per cui a quel- esso vi furono condotti dalla potente fa-
1' epoca già esisteva. Posteriormente fu miglia Conti, nel cui potere passò il ca-
occupata da altri, onde nel oqo, secondo
i stello nel secoloXI, ed aggiunge che fu
la cronaca sublacense, l'abbate Giovanni luogo spettante a Tivoli, il quale ne con-
si portò a espugnarla con molle macchi- trastò il possesso agli abbati sublacensi.
ne, e presala vi costrusseunatorre.il me- Questo castello è posto sopra un ridente
desimo abbate verso il i roo la die in be- colle al nord-ovest di Snbiaco, che do-
nefìzio al vescovo d' A latri, e da un fa- mina la riva sinistra dell' Aniene, quasi
migliare di questo fu ceduta agli abitan- dirimpetto a Cervara e Agosta, circa 4o
ti di Trevi. L'abbate tornò ad assedi. ir- miglia distante da Roma, ed al quale si
di loro diritto e non di s. Benedetto. Ri- è sagra a s. Diagio, il cui quadro dipinse
1254, della potente famiglia Conti d'A- budino, e l'acque Erusia e Cerulea, delle
nagni, della linea di Valmonlone eSegni, quali trattò il Fea nelle sue Osservazio-
signori pure di Jenne,si vuole chesia unto ni geologiche antiquarie. In vece pensa
in Jenne. Nel 1260
vi si portò da Stibia- Nibby, che la denominazione del paese
co,ed ivi si trattenne 4 mesi della sta- piuttosto provenga da qualche foudo ap-
gione estiva. partenuto ad un Mario, senza prelende-
Marano. Comune dell'abbazia di Su- icche fusse il famoso rivale di Siila, in
220 S U B S U B
modo che òajundus Maria nus, per cor- un miglio, da dove piacevole n'è il cam-
ruzione di nome si fece Maranum. Egli mino, e di notte si potino benissimo in-
è certo che fin dall' 864 si nomina co- tendere le voci tra' due paesi, per l'ele-
me castello, nella bolla di s. Nicolò I. Il vatezza di Ponza, e sono ambedue mo-
nome poi di fóndo gli fu dato nelle bol- rigerati e tra loro concordi. Aulicamen-
le diconferma de'beni del monastero su- te questo luogo era circondato da mura
blacense, del o58 di Giovanni XII, e del castellane e guarentite da spesse torri qua-
a
978 di Benedetto VII la sì legge nel : r drilatere, quindi mutilate per ridurle ad
Muratori, AeviX. 5, p. 46 1 ;
/^//ft^. IlJedii abitazioni. Al settentrione aveva la sua
la 2/ nel Marini, Papiri diplomatici^. rocca, ma di essa appena esiste un mi-
22C). Nelio52 era un Castrimi appar- sero avanzo, scorgendosi pure le traccie
esi ricava dalla cronaca snblacense, even- file e Subiaco; l'altra è denominala Por-
ne espulso dall'abbate Giovanni. Fu ri- ta nuova per la sua recente costruzione.
cordalo di nuovo nella bolla del 1 5 di 1 1 Gli abitanti sono di grato aspetto, mas-
Pasquale II inserita in tale cronaca. Ver- sime donne,che hanno sembianze mar-
le
nofrio, la cui vedova Bona nel 293 ven- 1 Deposizione dalla Croce. L'altare mag-
dè il feudo all'abbate snblacense, il qua- giore elegante è decorato di fini marmi,
le nel 1 20,6 ne acquistò la rocca che sino con grazioso ciborio fregiato d' agate o-
a quel tempo era rimasta in dominio dei rientali : la balaustra marmorea contie-
tiburlini. Indi fu posseduto per pochi an- ne due grossi pezzi di verde antico. A fianco
ni nel secolo XV dalla famiglia Colonna, del principale ingresso sono due capitelli
ina poi tornò sotto dominio de'monaci il d'ordine corintio, singolari per la niti-
sublacensi, essendo l'unico feudo che ri- dezza del marmo e la maestria del lavo-
mase ad essi dopo l'erezione della com- ro, i quali furono ridotti a pili per l'ac-
menda abbazia le, e poi lo cederono al 2. qua santa. Altro capitello è nell'ingresso
commendatario cardinal Borgia. della porta minore, elevato sopra un pez-
Ponza. Comune dell'abbazia di Su- zo di colonna di porta-santa. La fronte
biaco, con territorio in monte che ab- esterna ha 1' architrave di lino marmo
bonda di grano, granturco, ghianda, pa- bianco, con bellissimi ornati. Tutti que-
scoli, e vino a sufficienza, copiosi essen- sti oggetti, avanzi d'antichità, furono e-
do i inaiali. Il castello giace in clima sa- stratli dalle rovine dell' Arci nazzo, am-
lubre e freddo, sopra un monte di vivo pia pianura di parte del suo territorio,
si giunge per istrade diru-
scoglio, a cui nel sito ove si vedono importanti mace-
pate e ingombre da alti macigni, meno rie. Questa chiesa è ben provvista d'u-
clic dalla parte d'A(lile,da cui è distante tensili sagri, fra'quali il magnifico dono
S U 13 S L' i; 21 r
del cardinal duca diYoik,e consìstente Petrini all'annoi 179, che nel concilio di
in un piviale rosso di seta ricamato ec- Lalerano 111 si ventilò una causa fra il
acqua perenne, fresca e limpida, prove- miglia circa sopra la villa cheXerone go-
niente da vivo scoglio lontano 3 miglia deva a Subiaco, e 2 miglia da Pouza stes-
e condottata con tubi di creta cotta. Po- sa,precisamente in vocabolo la Torre di
co prima di entrare nel paese s'incontra pie di campo, cos'i delta per gli av.-.nzi
al destro lato la chiesuola della ss. Cro- d'una torre che si ravvisano a'piedi della
ce, eretta dalla popolale pietà dopo che campagna, trovansi molte grotte e stan-
dovi frequentemente divoli abitanti. Nei i scavi fatti visi estrasse gì au copia di mar-
dintorni del castello esistevano le chiese mi finissimi, che servirono per la colle-
di s. Angelo, di s. Felice fra Ponza e Af- giata e allre chiese di Subiaco e d'altro-
file, di s. Gio. Battista, di s. Antonio dei ve. L'Arcinazzo comprende tutta la pia-
serviti, e di s. Giorgio. S'ignora propria- nura dilatata per molte miglia fino alle
mente la derivazione del nome di Ponza, radici delle colline e de' monti, tutta a-
ed alcuni opinanoche possa ipe tersi da un 1 perta e amena, e per gli ottimi pascoli
qualche personaggio della famiglia Pon- pregiatissima. E' divisa ne'4 tendoni di
zia, posseditrice di qualche villa nelle sue Ponza, Piglio, Anticoli (di cui nel voi.
vicinanze. Parlando d'Aflile raccontacene XXVII, p. 281), e Trevi, il quale solo
Ponza apparlenneal monastero sublacen- vi gode il comodo dell'acque per abbe-
se, e per un tempo a certo lldemondo e verare il bestiame al suo rinomato pozzo.
suoi figli nel declinar del secolo XI, e da L'Arcinazzo nelle antiche scritture e nel-
chi fu occupata nel seguente. Trovo in la vita di s. Domenico abbate di Soia,
222 s l n s o i!
per un miracolo ivi operato, tlicesi Ar misurare con un tiro di sasso, benché da
tinaee, e neh 335 Arcenaze in valle in- iurte braccio scaglialo. E' profondo e pe-
fantis.ìo uà islromeuto rogato nel i 38 i, r.icoloso,edi sovente assorbì vitelli e altri
e riportato nel libro Antiquit. Campa- animali : produce saporose tinche.
niae, èdenominalo Arcinalio.Neìla con- Rocca Canterano. Comune dell' ab-
trada Le Grotte o Pezza delie Grotte, e bazia di Subiaco, con territorio giacente
vicino a quella di Torre di pie di cani- monte, il quale princi pal-
in colle e in
po si trovano grandi avanzi di fabbri- mente produce vino, ghiande e pascoli,
the romane, e si vuole che ivi esistesse con mediocri fabbricati. La chiesa ma-
il quartiere de'soldati a difesa dell'ini- trice parrocchiale è dedicata alla B. Ver-
peratore nella villeggiatura, onde vi si giue Assunta in cielo. La terra trasse il
gannente detta Montagna d'Arciuazzo, Scolastica, nella quale viene ricordata già
la cui cima dicesi il Monte di Sion. Su esistentenelio52,e dipendente da quel
quest'eminenza trovausi molle pietreben monastero, dopo Canterano e prima di
riquadrate, avanzi d' antica fabbrica, ed Trelauo e di Cerreto. Marocco riporta un
ivi i viandanti sogliono genuflettere ri- brano de' Comenlarii di Pio li, riguar-
verentemenle colla faccia voltata al set- dante Rocca di Co-
Mezzo, lo temo che i
teutrione adorando la ss. Trinità, a cui rnentarii parlino diRocca di Mezzo vi-
e dedicato un tempio che si vede sugli alti cino a* Marsi presso Rovere, già feudo
monti di Valle Pietra, a'eoufini del regno de'Barberini, ed ove accadile una balla-
di Napoli. Camminando a sinistra per la glia tra gli Orsini e i Colonna. Rinomata
via che conduce ad Anticoli e ad Acuto, è la sua vitella. Ne tratta Corsiguani, e
dopo due tiri di fucilea destra, e lasciali- dice che vi fiorì il cardinal Amico Augi-
do le vie che guidano a Ponza, ad Affile filo, che Cardella vuole di Collemezzo,
e a Piglio, trovasi un piccolo lago d'acqua forse sinonimo di Rocca di Mezzo, poiché
sorgiva d'occulta vena, che chiamasi il il Marini Io chiama della Rocca.
tal ampiezza di diametro che non si può li. La chiesa parrocchiale e arcipretale è
S U B S U B 2 23
gelisla s. Giovanni, e fu fondala da mon formò cogli acquisti fatti dal suddetta con-
signor Caetani arcivescovo di Rodi nipo- te Puccini, cioè colla proprietà di Tor-
te di Bonifacio Vili. Confina il paese col riglioni consistente nella montagna con-
regno di Napoli, ed il territorio è irriga- fìnautecol reame napoletano,e colla pro-
to da 4 piccoli fiumi, che traggono l'ori- prielà assoluta e indipendente dagli abi-
gine da queste montagne, appartenenti tanti dell'unico inolino a grano; non che
alla catena degliApennini. Sulla monta- di due forni, nel palazzo baronale cosimi
gna vi è un altissimo scoglio, dentro il lo con antiche forme, ec.
Trinità, e dalle figure gotiche si scorge S. filo. Comune della diocesi di Pa-
ch'è antichissima. Questo santuario è con- lestrina, capoluogo del governo del suo
tinuamente visitato da'divoti, e special- nome,con residenza dei governatore,! un-
mente nel giorno della festa, essendovi un gi da Roma 33 miglia, 18 da Tivoli, io
concorso di circa 8 ovvero 0,000 perso- i ila Palestrina,e 6 da Olevano di cui par-
ne, nella maggior parie provenienti dal lai nel voi. XXVIII, p. 1 1 o. Il suo ter-
limitrofo regno di Napoli. In questa stes- ritorio in colle è alquanto fertile, produ-
sa chiesa, secondo le tradizioni del luogo, ce vini squisiti, olio di sapore gratissimo,
anticamente vi il capo de'mo-
risiedeva frutta diverse, abbondanti castagne, co-
naci benedettini chiamato archimandri- pioso granturco, ghianda, legna e pasco-
ta. Il paese dicesi fondato dagli abitanti li. Ha buoni fabbricati, e buone acque pe-
di Frascati, in tempo delle guerre civi- renni provenienti da uno scoglio. Riferì-
li, dopo la distruzione di Tusco-
e forse sceCalindri, seguendo Piazza, che da qui
lo. Questo piccolo castello è così deno- origina il fiume Garigliano; e l'avv. Ca-
minato falle Pietra, per essere stalo stellano, Lo sialo pontificio, dice che s.
è una larga piazza ove si osservano diversi gine del Carmelo. 11 convento era più va-
punli interessanti. Dentro poi vi sono co- sto, ma con porzione si formarono le pub-
lab. Vergine ed a s.Biagio vescovo e mar- Vito, di cui furono signori feudatari, edo-
tire,col nome del quale si chiama,di buon ra possidenti di molti beni, vantano mol-
disegno ed esistente quasi in mezzoalpae- ti uomini illustri, alcuni de'quali sono ri-
se. Minacciando rovina la vecchia chiesa, cordati sulle parelidell'antica cappella di
che per l'antichità clicesi che fosse coper- detta chiesa, cioè:i cardinaliAlberto, Gre-
ta di tavole di legno,nel riedificarsi l'odier- gorio e Mario Theodoli, di cui scrissi le
e in vetta d'un monticello, quasi circo- tro,avendo scritto sui pesci fossili del mon-
lare e isolato- che sovrasta tutta la terra te Dolca, ebbe questioni con Forlis e Vol-
è guarda le circostanti montagne. Ivi si ta. Cortese, frugale, ameno, sentenzioso,
trovarono grandi massi di tufo, forse a- fu amato da'Papi, massime da Gregorio
vanzi di qualche edilizio' o dì mura di so- XVI, molando in Roma neh 83 2, e fu se-
struzione. .Marocco deplora, che nel visi- polto nella chiesa de'ss. Vincenzo e Ana-
tarla la tiovò profanata e ingombra di stasio a Trevi di Roma, con iscrizione la
grano. In s. Vito vi sono le maestre pie quale in uno alla sua biografia si legge
per 1'
istruzione delle donzelle. Le dette nel t. 2, p. 53 de' Monumenti sepolcrali
chiese e altre sono descritte dal Piazza visitati da Raggie disegnatida Tosi. Ab-
nella Gerarchia cardinalizia insieme , biamo del conte Francesco Fa hi Monta-
che vi si venerano. Il paese
alle reliquie ni, Elogio storico dimg. r Gio. Domenico
contrasta con Roma e Genazzano (V.), Testa, Roma 844- H nipote mg.r Luigi
1
d'aver dato i natali al magnanimo Papa Testa non fu d'ingegno minore, dallo zio
Martino V Colonua (del cui corpo ripar- educalo e istruito nel collegio romano, in-
lai nel voi. LXI V, p. 1 o5), per cui ivi si di professore di filosofia nel seminario di
mostra la camera ove nacque, al dire di Magliano, ove celebrò la immessa. Di ve-
Nibby. Nondimeno vanta altri illustri, ed nuto segretario o uditore in Perugia e Ra-
a'nostri giorni fiorirono due prelati del- venna del preside mg. Giustiniani poi car-
la famigliaTesta,zioenipote. Il».°fu mg. r dinale, fu indi destinato segretario del-
Gio. Domenico, che fece i suoi studi nel la nunziatura di Madrid di mg. Gravina
1'
seminario di Palestrina con felice succes- poi cardinale, dimoraudo nella Spagna
so, comechè di svegliato ingegno, cono- chea 5 anni, e iu que' tempi calamitosi
»
scitore di molte lingue e profondo nella che nariai in tale articolo. Tale fu il suo
Ialina. Meritò d' essere eletto professore savio contegno e » suoi talenti diploma-
di filosofia nel medesimo seminario, e poi tici, che Pio VII lo dichiarò suo came-
lo fu in Roma ne'collegi Bandinelli e Ro- riere d'onore e ablegato apostolico per la
i5
17.G S U B SUD
berretta cardinalizia, allorché elevò detto nero signori della terra i Colonna, e la
che s. Vito, come molte altre terre e cit- 1572 venderono s. Vito, Ciciliano e Pi-
tà sorte ne' tempi bassi, elibe il nome sciano al nobile suddetto prelato Girola-
dalla chiesa ivi esistente e oggi divenu- mo Tlieodoli,a cui fu annesso il titolo di
della quale la più antica memoria rin- Jestrina, con territorio in monte, produ-
contrò nel secolo XIII negli annali Ca- cente eccellente olio, legna, grano, vino,
maldolesi , 4 Append., p. 5g6, in cui si
t. castagne, ghianda, pascoli e altro. Il no-
ricorda il tenimentum Castri Fili, co- .?. me tli Capranica si pretende tifili valodal-
me uno de'confìni di Castellani novali), le frequenti caprareceie che anticamente
insieme con Palestrina, Poli, Pisciano, esistevano, essendovi ancora al sud ovest
Capranica, ec. Alla stessa epoca e preci- un eccellente pascolo, il cui prato serve al-
samente, al 12 5?. appartiene il documen- la corsa de'cavalli. Giaceva prima su d'un
Nuovo, Monte Manno, Genazzano, s. Vi- luogo brucialo era nomato Castello, chia-
to e Palesli ina. Nel ì 284 ne apparteneva marono l'attuale paese Castel Nuovo e
tuia 3." pai tea Pietro Scotti cittadino ro- poiC<7/jr<7/Hc<7,dicendosi Capranica Pec-
mano, ilquale la diede in compenso e a chia il sito dell'antico paese. Quivi visse-
titolo di permuta a'monaci di s. Grego- ro vita eremitica e penitente le sante ver-
rio di Roma, col pei messo di Papa Mar- gini Erundine discepole delle ss. Romola
3
lino IV, in luogo della 3. parie del ca e Redenta. I loro corpi sono parte nella
slro di Pietra Per t usa, vasto lenimento basilica Liberiana di Roma e parte nella
dell'Agro romano,àppai lenente agli stessi cattedrale di Tivoli, come riferisce Piaz-
monaci, e da lui come enfiteuta o allit- za della Gerarchia cardinalizia. Il paese
tuario, contro i patti stabiliti, alienala e ha da mura, e vi
estesi fabbricali chiusi
venduta al capitolo di s. Pietro, come si è la collegiata e parrocchiale di s. Maria
trae da un altro documento de' memora- Maddalena e s. Gio. Evangelista, eretta
ti Annali, t.5 Append., p. 263. Diven- dalla famiglia Pantagati detta Capranica
SU lì S.UC
oda Giuliano delia medesima, con archi- na, circostanza che produssedopo lanini
tettura diMichelangelo Buonanoti,e per- Papa spinosissime conseguenze, poi
te del
ciò la chiesa era tutta ripiena di scultu- che crealo segretamente non fu ricono
re, ma venne svisata nel principio del se- sciuto nò dal sagro collegio, nò da Eugc
colo passato, come rimarca Calindri. Leg- nio IV, il quale più lardi gli. conferì l'in-
pote del cardinal Domenico Capranica e morte di Calisto III, mentre cardinali i
eseguita co'disegni e sotto la direzione di collegio, che dal suo assunto cognome si
leone abbozzato, forse allusivo al nome di nclicio specialmente de' vassalli de'feudi
Leone X allora regnante, ed un profilo di casa Colonna, fra quali considerò e- i
sta tradizione per l'atto certo. Inoltre la un alunno,ma ordinò altresì che mancan-
famiglia fabbricò in patria un magnifico do la' loro famiglia, il diritto di nomina
palazzo. Capranica è situala sopra una si devolva al pubblico di Palestrina; ed i
punta del monte detto de' Casali, parie primi prenestini scelti a godere il posto,
del gran dorso ili Guadagholo, ed a cui crede Peti ini che fossero Giulio Leonar-
si perviene per un sentiero alpestre da Pa- di e Addile llcndilti, poi ambedue ret-
lestrina, donde è distante tì buone miglia, tori del medesimo, carica che a suo tem-
5 dà s. Vito, e 3o da Roma, con abitanti po soleva affidarsi a quelli ivi educali. I
Angelo Capranica (/'.), ed il Pelrini ri- II,promosse alla porpora il fratello An-
ferisce, che dicesi aver pure dato natali i gelo Capranica vescovo di Rieti, il quale
ai Papa Bonifacio i A" Tornaceli i, napo- fu beneficentissiniocol collegio,di cui ora
letano secondo altri e nato nel suo feudo è protettore il cardinal Lodovico Altieri,
di Carafanello.- Quanto a Domenico, egli dopo la morte del cardinal Minare decano
era della famiglia Pantagati , ed osserva del «agio collegio. Opina Calindri, che i
Petrini che secondo il costume d'allora, primi abitatori questo luogo furono gli
di
mato Capranica, e trapassò questa deno- colo VII le rapine, le stragi e le depre-
minazione nella sua nobilissima famiglia. dazioni de'circostanti luoghi lo fecero ri-
Prima di sua esaltazione era sì ricca che popolare: aggiunge che dopo il secoio X.
Nicola Capranica o Pantagati non si sgo- furono nuovamente abbandonati i caste! •
gno corrispose sì bene alle cure paterne, ce soltanto che nel compreso nel- 970 fu
che in freschissima età ottenne il cardi- l'infeudazione che die Papa Giova uni X Ut
nalato da Martino V anche per essere
, alla senatrice Stefania , con Palestrina e
nativo dtl fetido di sua prosapia Culon- sue pertinenze, come Capranica, Galli-
2i$ SUB SUB
cmio (f •), Cave e Rocca di Cave,de'quali s'intitolarono signori di loro patria Ca-
Genazzano, ed il silo ove fu poi
riparlai a pranica, comechè vuole Nibby; ma non
7
fabbricalo Zagarolo^f .), con l'annuo ca- debbo tacere che afferma Petrini, avere
none di circa scudi 20. Negli Annali dei i Pantagali comprato Capranica da'Mas-
camaldolesi,\. 4 Append., p. 5cj6, si fa dopo la metà del precedente secolo.
situi
z'altri particolari; ma dal riferito da Pe- principi Barberini con patto redirnendi.
trilli a p. 1 43 e dalla carta da lui pubbli- Civilella. Comune dell'abbazia di Su-
cala a p. 4 1 ! si rileva die nel 12 52 era biaco, con territorio fertile e montuoso,
questa terra de'Colonna,e ebe in quell'an- le cui produzioni presso a poco sono e-
no nel riparlo fra i figli di Oddone e Gior- guali a quelle de'precedenti paesi. Vi ab-
dano, Capranica toccò al figlio di Gior- bondano l'erbe botaniche utilissime, ed
dano, cbiamatopureOddone. Vuoisi ebe in copia vi nasce l'assenzio, la valeriana,
\i si recasseBonifacio IX, reduce da Rieti, il sei pollo, l'issopo. Torreggia questa ter-
e vi si trattenesse alquanto, secondo Piaz- ra de'bassi tempi sulla cima dirupata del-
za, il quale descrive le altre sue chiese. l' ultimo contrafforte del dorso di Colle
Neh 4^4 P er ' e guerresche vertenze in- Secco, altissimo monte di salso calcare,fra
sorte fra i Colonna, ed i Puario nipoti di Rocca s. Stefano e Pioiate egualmente da
Sisto IVe aderenti degli Orsini, Capra- loro distante 3 miglia, ed a, 6 miglia da
nica fu a'3i luglio assalita dalle milizie s. Vito, eretta sopra le rovine d'una cit-
papali, dopo la presa di Cave: la difen- tà antica nel paese degli etnici. Posta in
deva per Prospero Colonna il caprani- mezzo a luoghi alpestri e selvosi, e per
ceseKomauello Corsetto, il quale dopo la difficoltà dell'accesso si può quasi dire
poca resistenza rese la lena e colla sua isolala dal mondo, fra una corona impo-
truppa si recò a Genazzano, o in Paliano nente degli Apennini, in aria eccessiva-
secondo Nibby. Prospero mal soddi>fatto mente elastica, la quale soverchiamente
di sua coudotta e lealtà, lo feri di proprio accelera le vitali funzioni; tuttavolta il
nero il possesso diCapranica fino ah 5G3, mente il paese è posto presso a poco in
in cui il celebre Marc'Antonio la vendè piano, avendo la strada media qualche
a DoaienicoMassimi;indi neh 073 Mas- i buon fabbricato, ma il resto delle abita-
simi la rivenderonoa Girolamo Theodo- zioni sono mal disposte e cosi i viottoli.
h,ed il marchese TheodoIoTheodoli do- Le acque sono in qualche distanza. A mez-
po ih65o l'alienò in favore de'Pantaga- zogiorno esistono avanzi di mura castel-
ti discendenti de'cardinali Capranica, che lane di solidissima costruzione, mutilate
SUB SUB 229
e rese al paro col terrapieno dell'interna sa rimonta almeno al secolo XV, poiché
via: a'due angoli vi sono le rovine di due fu consagrata nel 1489 da Cesare Nacci,
torrioni,uno rotondo e l'altro quadra- come ha dal documento riferito dal p.
si
to, avente ili. un diametro di 19 passi. Casimiro. In esso si ricordano due altari
Le mura hanno circa 8 palmi di ertezza, non più esistenti, uno. fuori della chiesa
e la lunghezza di esse da un angolo al- adonoredella B. Vergine, l'altro in mez-
l'altro è di passi 85. Gli abitanti sono ri- zo alla chiesa ad onore di s. Antonio di
spettosi, di forte temperamento e di alta Padova. In luogo di essi sonovi 3 altari
statura;e nelledonne generalmente si os- infondo alla nave: in quello dell'altare
servano flsonomie regolari. Vi sono le maggiore è un dipinto esprimente S.Fran-
maestre pie per le fanciulle, e scuole pei cesco che vestito da diacono ripone ginoc-
giovanetti. Possiede due chiese parroc- chioni il Bambino nel presepio: presso di
chiali, lai. "arcipretale e sagra a s. Sisto esso riposano i corpi de' servi di Dio fi".
protettore del luogo , dal quale è lungi Samuele da Farnese e fi*. Francesco da
circa mezzo miglio, onde fu riunita alla Ghisone minori osservanti, con lapidi che
parrocchia interna di s. Nicola di Bari, il riporta Marocco. Ne'due altari laterali i
cui quadro è un bel dipinto del Manen- quadri rappresentano uno s. Francesco,
pure la Cena degli aposto-
te, e di esso è l'altro la ss. Concezione con s. Rosa a'suoi
popolo e quello de'paesi conviciui è de- si il pio esercizio della Via Crucis, e nel-
rie sloriche delle chiese e conventi de'fra- gtitutorede'sàgri ritiri nella provincia ro-
ti minori della provìncia romana, si cal- mana, ed apostolo di Subiaco, in questo
cola il suolo a 1900 palmi sopra quello di convento santamente morto l'i 1 gennaio
Roma. Di questo luogo destinalo a pe- 1729 di 74 anni e 5i di vita religiosa.
brò la messa sul suo altare e altra ne a- dizione come questa città era stata così
primitiva, poiché la città propria mente no a' terreni detti li Casali, che ancora si
delta,chequigiàfu,si dilungava verso oc- vedono cinti dagli avanzi di smisurate
udente, dove rimane ancora un testimo- mura pelasgiche e già di estesa circonfe-
nio, clie è la chiesa antica di s. Sisto. L'a- renza. A««iiin"e
oo o che taluno crede essersi
vanzo d'un muro costruito di grandi po- denominata parva Civitas la fortezza o
ligoni irregojari, lungo cii ca oo piedi, che i cittadella per guardare la città, e riporta
incora rimane fuori della terra, per la sua la lapide trovata in Civitella di Julia À-
disposizione dimostra al lempostesso l'an- thenas magisLra Bonae DeaeSevìrac.iW-
ìichità del luogo, e nou aver fatto parte tra lapide antica scoperta presso Civitel-
delle fortificazioni della città antica, ma la verso ih 780 di R.osa Januaria, che fu
solamente essere una sostruzione', forse collocatane! muro della villa Galletli, lun-
d'un tempio dedicato alla dea Dona, se go la via da s. Vito a Genazzano, la pub-
conilo il p. Casimiro. Il nome di Civita blicarono il p. Casimiro e Muratori. Alla
e Civitella, che ritengono molte terre d'I- caduta dell' impero romano questo luo-
talia, è sempre un forte indizio per cre- go fu popolato di nuovo, e fin dal 967 si
derle fondate sopra il sito di città e bor- ricorda come già appartenente al mona-
gate antiche, e questa osservazione in Ci- stero sublaceuse col nome di Moniti Ci-
vitella diSubiaco si verifica col fatto della vitella, poichènel diploma d'Ottone I, ri-
^ostruzione di poliedri (corpi solidi com- ferito da Muratori, Antìq. Medii Aevi t.
presi da più superficie piane), ancora esi- 5, p. 4^5, fra gli altri beni confermati al
stei! te.Qui tuli crede JNibby di ravvisare in detto monastero, si nomina Ulontem, qui
questo luogo la posizione di Vilellia;itnpe- vocatur Civitella, laonde pare che sino a
i oechè quella colonia romana fu fondala quell'anno la nuova terra notisi fosse ancor
nel territorio degli eroici, onde tenere a formata; ma nel secolo seguente lo era, e
freno gli equi o equicoli. Tito Livio ne infeudata nel i5o7 a Landone figlio di
3
fa menzione lai. volta nella descrizione Trasimondo, che si dice signore di Civi-
della scorreria di Coriolano, che se ne ini- tella, il quale nel 1084 si trova ricordato
SUD S U B 23
ilinuovo come signore di Cerano. Nella facilmente nel possessodiCivitella restau-
cronaca Cnssinese, Landone si dice pine rò e fortificò la rocca in modo da ridurla
signore di Chieli e d'Aquino. A Lamin- (]uasi inespugnabile, siccome può legger-
ile successe uel possesso di questo feudo si Chronicon Sublacense. Di più. l'ab-
nel
Bei traimo suo figlio, a cui Papa Pasqua- bate eresse una cappella alla li. Vergine
le Il ingiunse di restituire ambedue que- con abitazione per celebrarvi le sue feste
ste terre al monastero, e nella sua bolla egli e i suoi successori, col beneplacito di
del i5 Ci vitella viene enumerata fra
i i i Papa Benedetto XII. Ma di questa rocca
beni sublacensi. Perchè si elFeltùassela re- così fortificata nou rimane vestigio, co-
slituzione,ilPapa spedi l'uditore suoLen- me neppure della cappella di s. Maria e
tulo da Trevi a Beitraiuio. Però nel de- dell'abitazione: forse alcuni suoi muri a-
clinare del secolo VII e sul principio del via mio servito a forma re alcune delle sus-
seguente, malgrado la conferma fatta al sistenti case. Una parte della rocca pare
monastero da Clemente III nel i 187, e ravvisarsi dove sta la fabbrica che guar-
da Papa Onorio III nel 2 7,questa ter- 1 1 da ponente incontro la casa Mobil j, a cui
ra reggevasi a modo d'oligarchia,essendo dovea essere unito il summentuvalo tor-
governata da 1 2 de* principali e potenti rione rotondo. Malgrado tutte queste pre-
cittadini detti Seniores, a'quali PapaCe- videnti pieni ure,d ne anni dopo e neh 3'io
lestino III neh ig2 diresse un breve, ri- la terra tornò io inani straniere al mona-
ferito dal p. Casimiro, e nel quale esige la stero, perchè la comprò Pier AgabitoCo-
restituzione di Rocca s. Stefano da loro louna per2000 fiorini, secondo Nibby,o
tolta al monastero per sorpresa, per un per 4ooo al dire di Marocco, e ne riven-
ricorso fatto dall'abbate Piomauo al Pa- dè per somma eguale la metà a Giovan-
pa. Incomincia il breve colla forinola: Di- ni da Rodi di Genazzano. E questa me-
lectisfìliis nobilibus viris dominis de Civi- tà medesima neh 37 3 fuda'nipoti diGio-
tella, salutali et apostolicain benedìctio- vanni donata all'abbazia di Subiaco, es-
nem. Questa forma di reggimento conti- sendone abbate Francesco: l'altra metà,
nuava inCivitella neli23o: il presidente comprata da Antonio Mondi pure diGe-
di questi duodecemviri nominavasi Re- nuzzaoo, neh 385 fu venduta al mona-
ctor,ed allora n'era retlorePioberlo, quan- stero, il (piale così tornò nel possesso in-
do le truppe di Landone abbate subla- tegrale della terra, che riconobbe la pie-
cense forzarono il consiglio di Ci vi tei la il na .signoria dell'abbate sublacense. Poco
22 maggio a riconoscere la supremazia lungi dal ritiro e convento de'francesca-
del monastero, e giurargli fedeltà e vas- nianlieaoienteesistevail castello di Mon-
sallaggio. Nel medesimo anno Papa Gre- te Casale ora diruto, spettante all'abba-
gorio lXconcesse a tali nobili di Civilella zia sublacense, e 33 dal-
ricuperato nel 1 1
Pisciano. Comuue della diocesi di Pa- 60 in tela nell'altare maggiore con gran-
lestrina, monte, il qua-
con territorio in de intelligenza. Si celebra la festa a'i5
le particolarmente rende grano a suffi- gennaio, anniversario di sua portentosa
cienza, e in abbondanza vino, olio, gran- conversione. Con più solennità si festeg-
turco, legumi, fi ulti d'ogni specie,g bian- gia a'9 luglio quella della protettrice s.
de per inaiali, farro, e pascoli ubertosi Vittoria e con gran concorso di popolo,
nellesue vallate, ed è esposto in aria me- che poi passa a visitare la chiesa di s. A-
diocre. E' lungi 3 miglia da s. Vito, e 12 natolia custodita da un romito. Di que •
da Tivoli per istrada carrozzabile, ed al- ste e altre chiese, come de'sodalizi e del -
trettanto da Palestrina e da Subiaco; ed è l'ospedale, tralta Piazza, il quale conget-
posto sopra un colle dipendente dalle ci- tura che quivi venisse s. Paolo dopo es»
me cbe diconsi Colle Celeste, sulla riva sere stato con s. Pietro in Palestrina; e
destra del Giuvenzano, e non molto di- riferisce pure le gesta di s. Vittoria, della
stante dalle sue sorgenti. Non ha porte sua salutifera fontana e del suo monaste-
urbane, né mura, ed entrasi nel paese per ro.Si fa una rimarchevole fiera fra Ce-
largo e conveniente borgo, da mediocri rano e Cerreto, e lungi un miglio dal 2.
fabbriche fìancheggiato,in fine del quale in vasto prato con varie botteghe alla
,
vi è l'abitazione del marchese Theodoli, guisa della rinomata fiera di Fara in Sa-
che come dissi a s. Vito, con questo e al- bina. Neh 810 per l'invasione francese,
tri luoghi l'acquistò, e vi ha rimarche- il popolo comprò una celebre campana
vole possidenza: la sua casa si distingue spettante al santuario di s. Eustachio del-
per un rotoudo torrione piccolo e situato la chiesa di s. Maria della Wentorella, e
da un lato. La popolazione è agricola e superate gravi difficoltà nel trasporto, la
di forte temperamento, né manca di civi- condusse nel paese. Per imperizia di chi
lifamiglie,fra le primarie distinguendosi la suonava a martello si ruppe nel 1 8 8
1
la Cerasi. Dominato è Pisciano dalla tra- indi fu rifusa nel 1822 dal frusinate Lui-
montana, per aver da questo lato l'oriz- gi Cacciavillani, essendo magistrato del
zonte apertissimo, ma le nevi per la tem- pubblico Adriano Cerasi, e con iscrizione
peratura del clima poco vi rimangono. che ricorda il narrato, e la consagrò in
A mezzogiorno è una pianura egregia- onore de'protettori s. Paolo e s. Vittoria.
mente coltivata, con vigneti cciìi veli, ter- Dice Marocco, che è opinione di molti
minata quale incominciano foltissime
la eruditi essere il nome e l'origine di que»
macchie che vestono una bella corona di sta terra derivati da una villa del famoso
collinette,essendo mirabile e pittorica la console LucioPisone, volendosi eziandio
sua topografica posizione. Non manca di che anteriormente fosse denominata Pi-
acque,e le principali foutane sono,quella sonìano. Ciò viene confermalo da'di ver-
delta da Piedi, perchè trovasi al termi- si ruderi esistenti verso la falda dell'im-
ne delle abitazioni; quella nominata Ca- ponente monte della Mentorella, che sta
sale, distante mezzo miglioe in istrada co- di prospetto al paese, lungi quasi un mi-
moda;e quella di s.Vittoria,così chiamata glio, e gli toglie la vista dell'Agro roma-
per passare sotto una chiesuola sagra a ta- no e di diversi luoghi; ritenendo tal sito
le sauta patrona della terra: per l'abbon- il nome di Grotta, vi si trovarono nel la-
danza delle acque vengono diversi terreni vorare la terra monete imperatorie e con-
circostanti coltivati a ortaglie, che proda? solari, ed una cassa sepolcrale di terra
SUB SUB 233
cotln con entro ossa umane calcinate ili 1 189 nella bolla di Clemente III, e nel
qualche ragguardevole personaggio. Ivi 1 2 1 7Ìnquellad'OnorioIU.Neglisconvol-
dovea essere una villa come luogo gra- gimenti del secolo XIV venne in potere
devolissimo e con piano di feraci campa- de'Colonna, i quali lo ritennero sino al
gne che delizia l'occhio, rese vieppiù fer- i484>nel quale fu espugnato da'soldati di
tili dalle sostanze del terreno del monte Sisto IV, come si legge ne'diari del Nan-
diGuadagnolo che vi trasportano le piog- tiporto e deirinfessura, ed in Pettini pel
gie. Questa opinione già l'avea pubbli- narralo di sopra; imperocché non ostan-
cata il p. Kircher, seguito d# Piazza e Ca- te la famosa pace fatta fra il Papa e il re
lindri, aggiungendo cheLucioPisonedo- di Napoli, la guerra si riaccese fa il con-
pò il consolato vi si rifugiò allorché fu e- te Riariò nipote del Papa e Prospero Co-
siliato da Roma per la congiura di Cali- lonna, che lo ricuperò tosto per la morte
lina, ricordando discoperti pezzi di mar-
i di Sisto IV,ed i suoi discendenti lo riten-
mo,frantumi di colonne, lamine di piom- nero sino al secolo XVI in che passò nei
bo, e segnatamente de'pezzi d'asta lun- marchesiTheodoli.DiceCalindri diesino
ghi quasi 2 palmi,con tramezzi dello stes- al 1 (S3o fu piccolo castello, indi venne in-
so piombo in larghezza di circa 2 oncie grandito. Narra Pollini, che neliGSg a-
l'uno dall'altro, oltre medaglie consolari vendo Urbano Vili terminate le verten-
d'oro e d'argento. Di lutto questo Nibby ze giurisdizionali e diocesane, tra il ve-
non fa parola, solo descrivendo a chi ap- scovo di Palestina e l'abbate commen'!
partiene il luogo, avvertendo non dover- datario di Subiaco, la diocesi del primo
si confondere col Casale Biscianwn do- si riconcentrò in 1 2 luoghi compreso Pi-
nato da Piosa nobilissimafoemina nelg84 sciano; e che fra questoe s. Vito nel 3oo 1
al monasterodiGregorio diB.oma,con
s. fu distrutto a'Colonna d'ordine di Boni-
documento riportato dagli Annali Ca- facio Vili il paesetto di Gastel Nuovo.
maldolesi, Append. t. 4; né col fondo Di- Fiocca s. Stefano. Comune dell'abba-
scianus menzionalo nella bolla di Mari- zia di Subiaco, con territorio in monte,
no II o Martino III del 94^j riferita dal che produce in abbondanza granturco,
Marini ne' Papiri diplomatici p. 236, poco vino e canepa, olio e frutti d'ogni
giacché quel fondo era molto più vicino specie, legna, ghianda e pascoli, con molti
a Tivoli. In principio il fondo di Piscia- maiali. L' aria è elastica, le acque sono
no fece parte della/17 assaJiwentiana do- buone e copiose, denominandosi le pub-
nata da Papa s. Zaccaria del 741 al mo- bliche fonti, Fontana grande e lungi un
nastero sublacense, il che fu conferma- 4-° di miglio, e Le Prata,la cui acqua po-
to da Gregorio IV nell'833 e da s. Nico- trebbe facilmente condottarsi nell'inter-
lò 1 nell'86.4, siccome ricavasi dal placi- no. Rocca s. Stefano é distante 3 miglia
to del g83 e riferito da Muratori, Anliq. da CivitelIa.Essa sorge sopra un colle di-
Meda/levi t. r,p. 379. Come altri castel- pendente dalla punta di Colle Secco,e vi
li di questo distrelto,^embra che fosse fon- si può andare da Subiaco, passando per
dato nel i.° periodo del secolo XI, poiché Aflile, lungo il fosso Carpino e la Mola,
nella bolla di Giovanni XII del 9 58.si no- fosso che va a scaricarsi nell'Amene sotto
mina solo come fondo, Funduni Pisca- Canterano. Questa via è lunga più di 3 1
no. Ma pare altresì, che ben presto fosse miglia, e come tutte le altre strade di
occupato da privati, onde l'abbate Gio- montagna é molto incomoda, ma non co-
vanni lo ricuperò verso il 1090, e lo re- sì malagevole quanto quella che vi con-
stituì al monastero 5 anni dopo. Succes- duce da Palestrina passando per Genaz-
sivamente se ne trova meuzionecome ter- zano, la quale per 8 miglia, quante se ne
ra pertinente ai monaci sublacensi nel contano da Genazzanoa Rocca s. Stefa-
?.l% 8 U lì SUB
no,èollremodoalpcstre,essendo un sem- Cesi prò- vicario generale diSubiaoo.Iau-
plice sentiero aperto fra monti e dirupi. realo in ambo le leggi e molto erudito.
L'esterna appariscenza ilei fabbricato, DichiaraNibby,che fin dal secoloX questa
quasi schierato sulla vetta del monte, da terra si formò presso la chiesa rurale di
lontano olire un aspetto importante, eda s. Stefano, dalle quale ebbe il nome, e
Gerano venendpvi per una via, che me- che viene ricordata nella bolla di Bene-
rita piuttosto il nome di fosso, e traver- detto VII del cj^ò', riportata da Marini
sandosi un lungo tratto di macchia di im' Papiri diplomatici a p. 229. Circa il
castagni, vede in torma quasi pirami-
si logli fu acquietata da Giovanni abbate
dale torreggiare con gravezza, formando sublacense, couie si trae dal Chronicon, 6
il suo culmine il tempio arcipretale. Ma perciò Pasquale II nella pontificia confer-
giuntivi per erta strada non si trovano ma de'beni dei monastero, fatta neh 1 i5,
Sullacima che miseri abituri, tran ne qual- nominò la fioccarli StephatÙ curii per-
s.
che casa, interni viottoli malconci,ed una ti /lenti is tuis. Durò poco tempo il domi-
popolazione affannata dal tenue lucro nio de' monaci sopra questa terra, poiché
della campagna poco ferace; popolazione verso meta del secolo seguente l'abba-
la
ma nella villa Negroni, della scuola del Stefano. Allorché Pio VI da Subiaco si
cav. Mengs, e donato dal cardinal Gio. recò e visitare la chiesa di Ci vitella, a'eon-
Battista Spinola abbate commendatario. fini del territorio il comune di Rocca s.
E" di una sola nave, con due altari per Stefi.no ne celebrò il passaggio con arco
parte: nel i.°a sinistrasi vede il martirio trionfile, con due riverenti epigrafi che
di s. Barbara col crudele padre che vie- si leggono nel Brancadoro.
ne colpito dal fulmine, dipinto di mollo fioiale. Comune dell'abbazia diSubia •
fronte esterna del tempio lasciata grezza, prodotti principali sono grano ghian- ,
corrisponde all'interna struttura. L' al- da, legna e pascoli: i campi sono indefes-
tare maggiore è custoditp da marmorea samente coltivati, e sebbene la maggior
balaustra; manca però l'organo sebbene parte del terreno sia sassosa e boschiva,
abbia elegante orchestra. Fuori dell'abi- pure rende il necessario pel sostentamen-
tato esiste la chiesa del protomartire s. to della vita.Sorgesopra rupi partedelle
Slefano,principal protettore della terra, frastagliature occidentali del monte Car-
la quale con di vola pompa ne solennizza bonaro, in piacevole posizione, offerendo
la festa a'26 settembre. Vi sono pure i da ogni lato vastissimo orizzoute, sana es-
sodalizi del ss. Sagramento e del ss. Ro- sendo l'aria che vi si respira. Malagevoli
sario. Narra Marocco, che incontro alla però sono le vie che da ogni Iato vi con-
chiesa arcipretale vedesi una torre qua- ducono, alpestri e assai ripide. E' distan-
drata, mutilata nella cima, che faceva par- te 4- miglia da Olevano, 5 da Affile, 4o da
te della rocca, e dalla quale il luogo e dal Roma per chi vi si porta da Palestrina, e
suo patrono prese il nome, ora domicilio 56 per chi vi va da Subiaco. Collocato
di poveri individui. Altre due torri sor- tutto il paese sopra alti scogli di tufo,mo-
gevano su questo scoglio e costituenti la stra una figura quasi circolare, con vie
iocca medesima, dalla quale fu tolto uu malconcie e fabbriche meschine, tranne
superstite cannone e trasportato alla for- alcune convenienti. E" però mirabile, che
1
tezza di Paliauo. Vi fiorì mg. Giovanui dopo quasi 5o passi incominci la monta-
SUB SUB 23 ,
qnn di vivo sasso calcare «perniino, ser- distante da Boiate quasi un miglio, e do-
vibile per ottima calce. La popolazione ve nell'inverno si fa caccia di ani tre e ca-
molto unita e vivace, ha 3 chiese parroc- poverdi. Questa posizione forma un bel
chiali. Pochi passi distante dall'abitato punto di pittorico paesaggio.Esistevanel
vi è l'arcipretale dedicata alla B. Vergine. castelloanche un monastero di monache,
Le altre due chiese rotano più lungi, ed il quale fu soppresso da Sisto V. Alcuni
una è intitolata al ss. Salvatore protetto- massi quadrilateri che si scorgono nel tra-
re del paese, il quale venera pure a prin- versare la porta interna di questa terra
teriori ricerche, giunta la notte i\,i si co- se. Nella cronaca poi di quel monastero
ricò.Il sasso che accolse il suo sagro cer< s'incontra un tal Rao de Roiaia (tia Ma-
no rimase incavato in tutta la sua forma, rocco chiamato conte, potente e ricco, e
ed evvi persino l'impronta del calcagno. secoiuloalcunidal SUO no me derivò quel-
Mail piii mirabile si è che a*2 marzo i fe- lo del castello), che giurò fedeltà all'ab-
sta del santo, tramanda questa pietra ver- bate; e nel 1 1 83 la stessa cronaca ram-
so la parte ov'egli tenne il dorso, un ti- menta, come un tal Casto e il suo figlio
more a piccole stille a guisa di sudore, ebbero in consegnala torre di Boiata. Af-
che divoti fedeli chiamano manna e si
i ferma Marocco, che da riinota origine il
servono per segnare malori, operando i castello fu dominato dall'abbazia subla-
ni molti la guarigione. Un altare copre cense, che trovasi registrato nelle vecchie
il sasso che viene guarentito da uno spor- carte colla qualifica di uobile castello,e che
tello o ferrata con chiave. Dentro il paese 10 dominarono ancora le due potenti fa-
vi è una chiesa dedicata a s. Tommaso miglie Mastrilli e Bùva, tuttora esistenti,
con antica travatura, per uso comune e la ascritta alla nobiltà romana.
2/ era
delle 3 parrocchie nell'amministrazione Sussiste pure la famiglia Bau discenden-
de'sagramenti, ed ampia in proporzione te dal sunnominato conte, la quale an-
della popolazione. Lungi un miglio tro- cora gode il privilegio di non pagare tas-
vasi la chiesuola della B. Vergine delle se per la molitura all' abbate commen-
Grazie, dove continua è l'affluenza degli datario, ed ha la privativa dell'acqua del-
abitanti. In egual distanza in amenissi- l'abbazia. Presso Boiate reduce Papa Pio
ma situazione è un fabbricato, già con- 11 da Subiaco, pranzò in compagnia
vi
vento de' minori conventuali soppresso della sua corte. Boiate rimase al mona-
da l'io VI e incorporato co'suoi beni ai stero di Subiaco lino al i()3i,in che ven-
seminario di Subiaco.BeMo è a vedersi un ne acquistato da'Barberiui. In origine e
laghetto formato dalle acque piovane prò- (ino ali(>3() era slato sotto la cura spi-
venienti da tutti i monti adiacenti, il (piale rituale de* vescovi di Paleslrina; in quel-
si estende u circa 20 rubbia di terreno, l'anno però Urbano Vili Barberini, co<
2 36 SUB SUB
me già più volte rilevai, la pose insieme lt'grino, come vasta torre, la rupe ov'è il
con altre terre sotto quella dell'abbate famigerato sagro Speco di s. Benedetto,
commendatario di Subisco. I Barberini e tempio e basilica abbaziale di s. Sco-
il
parenteeneli635
nel pontificato del loro ove venerasi il corpodi s. Chelido-
lastica,
vi aprirono uua bella strada, dove pose- nia patrona della città. Le altre meo su-
ro una lunga iscrizione, che ricorda tale perbe colline, che all'occaso e al mezzo-
lavoro: questa strada è oggi quasi distrut- giorno lo coronano, adorne di fruttifere
ta. Di là si va verso Olevano, ed è oltre- piante e di casiui, di vigne, oliveti e orti,
modo piacevole, giacché passa solitaria colle prossime selvose montagne olirono
fra rupi e boscaglie, variando contiuua- varianti e bellissime scene a' dipintori di
mente aspetto, o pel colore delle rupi, o paesaggio che di frequente vi accorrono
per la maggiore o miuore vegetazione che per ritrarre i più sorprendenti punti di
le riveste; ed è sorprendente vedere di vista. Mentre il complesso delle sue pian-
tratto in tratto sbucciare attraverso il tu- te sotto i raggi del vivificante sole diffon-
fo vulcanico, la calcarla primitiva, alla dono per l'aere salutari vapori, le sue col-
quale esso venne dalla forza dell'eruzio- line versano a un tempo in seno alla cit-
ni addossato. tà la copia di cristalline fonti. Sorge Su-
.Subiaco t città abbaziale e celeberri- biaco,quasi enorme p'uamide,capo e cen-
ma ne'fasti della storia ecclesiastica, co- tro della rinomata e antichissima abba-
me avventurosa culla del venerando e be- zia e de'suddescritti 16 castelli e altri luo-
nemerentissimo ordine monastico bene- ghi minori da essa dipendenti, in mezzo
dettino, è distante 4$ miglia da Roma e alla catena de'monti Simbruini, e fàscia
quasi 28 da Ti volr, seguendo la via con- una delle lacinie del suo monte o Colle
solare denominata Valeria, che aperta da Calvo verso sud-est, bagnato a'piedi dal
Nerone, ripristinata da Traiano (e della corso del fiume Aniene, che feconda la
quale riparlai a StradediRom a), nel 788 1 vallata,e venendo coronato nel puuto cul-
fu ampliata e ristorata dal magnanimo minante o cresta del colle dalla Rocca,
Pio VI suo abbate commeudatario, co- maestosa residenza del cardinale abbate
me lo attesta la lapide marmorea eretta commendatario, fra' vasti suoi recinti con
nel territorio d' Arsoli, pubblicata dal piantati di olivi, ed a cui si ascende per
Brancadoro e ripetuta dal Marocco ,a cu- agiato stradone ombreggiato d'alberi e-
ra di mg. Maniica poi cardinale. Viam
1
sotici per gli estivi passeggi. Siccome la
longani M.P.X.S. Caesis montami jugis via consolare, che conduce da Roma a
flamine intra veteretn divenni coercito questa città, >egue la valle serpeggian-
ponlibus crepidinibus omniqne opere tnu- te dell'Aniene, come 1' andamento più
niendam et Sublaqueum perdncendam comodo, perciò la Rocca stessa di Subia-
curavit. Verso il termine della via per a co rimane nascosta dietro le varie fra-
Subiaco, il ponte di s. Francesco serve a stagliature del dorso di monte Calvo, fin
trapassare l'Aniene, gittato sopra unica e quasi alla distanza d'un miglio prima di
ampia arcata, e fu innalzato da'sublaceu- giungervi, e così veduta da lungi la città
si colle spoglie de' vinti tiburlini, come si presenta una pittoresca apparenza, e si
apprende dalla lapide. Subiaco è situato mostra più grande e più bella di quello
io mite temperatura, nel fondo della lun- eh' è di fatto; imperocché nell' entrarvi
ga, amena e decantata Valle Santa, in 1' illusione dileguasi insensibilmente, a*
mezzo alla catena degli alti monti Sicn- vendo rilevato Nibby, che se si eccettua
bruini, i quali elevandosi alle sue spalle la strada grande e la piazza dinanzi alla
lo coprono dall'impeto de' venti aquilo- magnifica collegiata,che si debbonoal fa-
nari, e presenta a'di voti sguardi del pel- vore del munifico Pio VI, uel rimanente
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per l'angustia e la scoscesità delle strade, ponte, essendo aperta in mezzo a'massi
per la qualità delle case, costrutte in gran tagliati sinda 20 metri di profondità. Sui
pai te di paralellepipedi grossi e affumi- fianchi dell' alto dirupo serpeggiando ad
cati di pietra locale,Subiaco presenta tut- angoli salienti ed entranti, forma quasi 3
to l'aspetto d'una città del secolo IX.An- lunghi terrazzi I' uno imposto all' altro,
che Marocco riferisce che le strade sono ed offre agli sguardi le gole orientali dei
montuose, meno alcune che restano in monti, la sagra selva, il proto-monastero
piano, cioèla via di mezzo, e il borgo che sublacense, il ponte col tempietto eli s.
viene terminato con arco maestoso di pie- Mauro, e la nuova strada di là dal fiu-
tra costituente la L'orla Romana, e che me. Ascende quindi sull'area del distrut-
annunzia colle due lapidi la particolare to borgo Pianelle, ove deviando a manca
propensiouedi Pio VI e le sue grandi be- s'incontrano ruderi dell'ippodromo di
i
neficenze verso Subiaco,da lui ne'monu- Nerone, largo circa 3o canne e lungo 82;
menti elevata al grado di città. L' arco e girando essa su coltivate colline passa
fu edificato neh 789, per celebrare la sua sugli avanzi d'antichi bagni, che dierono
fausta venuta in Subiaco, dall'affettuo- il nome alla contrada, e giunge presso Af-
sa riconoscenza de'sublacensi: Ob adden- file. Ma in breve dovrà questa bella via
timi optimi principis, ordo et populus spingersi a'deliziosi piani dell'Arcinazzo,
iSublaquensiuni. Ledue iscrizioni le pub- e così verrà aperta al commercio di Su-
blicaronoBrancadoro elNIa rocco ,con lieve biaco la ricca provincia di l' l'osinone. A.
differenza, e Nibby rimarcòche una parte Pio VI pure si deve la residenza del go-
delle iscrizioni è mancante. Non manca vernatore e de'suoiutlìzi, situata nella via
Subiaco di famiglie agiate con decenti e principale, ed a cui sono unite le carceri
rimarchevoli abitazioni e palazzi, come pubbliche, edilizio eretto nel 1
792, come
sono quelli de' conti Lucidi, de' Caiani, si apprende dalla lapide posta sul mede-
del popolo; l'altra piazza avanti il semi- riedificala dagli abbati commendatari
nario,egualmenteampliata,selciata e ab- cardinal Borgia, poi Alessandro VI, e
bellita di fabbriche, non che di nuova fon- mg. r Francesco Colonna arcivescovo di
lana di semplice e grazioso stile, la quale Taranto; in seguito rovinata giacendo
s'innalza innanzi all'oriente in mezzo a negletta da lungo tempo, ripete daPioVI
a lunga muraglia, donde discopresi uua la sua decorosa rinnovazione, insieme al-
parte della città, il tortuoso fiume, la nuo- la via carrozzabile della Missione,che dal-
va strada rotabile non senza gravi diffi- l'ingresso della città vi conduce,con l'am-
coltà e dispendi dal comune aperta fra le pia porta eretta prima di giungere al pa-
sinuosità del colle, gli elevati monli Sim- lazzo abbaziale. Magnifico e comodo fu
bruini, l'antichissima chiesa di s. Loren- il suo ingrandimento,abbellimento e rrio-
zo, di cui riparlerete il bel casino in mez- bigliatura. Né meno nobile è l'edilìzio che
zo alla vigna TJagnani. L'accennata stra- costruì da'fondamenti, per la cancelleria
da aperta iu mezzo alla ciltà per porla in abbaziale e pel soggiorno del vicario ge-
commercio colla provincia di Prosinone, nerale. Tutto ricordano tre lapidi collo-
con grandioso ponte egualmente di re- cate sopra l'ingresso principaledella por-
cente costruzione, è spaziosa e agiata. Vie- ta, sopra quello dell'appartamento abba-
ne sosteuula da alte muraglie presso il ziale, e sopra l'altro elei vicario e cancel-
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lcria, tulle pubblicate da Brancadoro, e scala.fiancheggiata da corrispondenti co-
ledueprimedaMarocco.Noterò,che nel- lonne, per la quale si ascende in giro alla
le vicende politiche de' primordi del se- chiesa superiore. Questa ha nel centro
colo covrente per l'invasione straniera, di sua crocerà l'altare isolalo, dalla cui
il palazzo abbaziale ed annessi fu quasi balaustra discuopresi l'altare principale
del tulio spogliato nelle mobilie e suppel in prospetlodella chiesa inferiore. 11 det-
lettili; perciò l'abbate commendatario to altare maggiore è di particolare son-
cardinal Gallefiiottenne da Fio VII la fa- tuosità, essendo abbellito da marmi pre-
coltà d'eseguire il taglio per rubbia ^.o ziosi, come plasma di sme-
fra'molti è il
circa d'una macchia dell'abbazia, e col raldo che forma il rosone di mezzo su cui
prodotto di essa provvide a tutto l'occor- riposa la croce, con fregi di metallo do-
rente, che lesto in proprietà dell'abba- ralo ripartiti con fino gusto e con deli-
zia slessa. Nella piazza principale della cato lavoro. Essendo maggiore la lun-
città si ammira il grandioso e vasto tem- ghezza di questa chiesa superiore, dà alla
pio della collegiata sotto l'invocazione di medesima la figura di croce latina, la cui
s. Andrea apostolo, muni-
altra sontuosa spaziosa navata èlunga 2^3 palmi e lar-
ficenza di Pio VI, che da'fondamenti la ga 60, avente da ciascun lato 3 minori
eresse con proporzionate architetture di cappellesfondatedalla detta nave pel trat-
Giulio Camporesi, sopra larghe e altissi- to d'altri palmi 21. Indisi apre la croce
me sostruzioni, in modo che verso du- il con due cappelloni laterali, che dalla na-
r
ine, dal piantato alla sommità si contano ve sfondano palmi 23. E inoltre la chie-
362 palmi d'altezza. Essa occupa il sito sa decorala coll'ornamenlodi pilastri bi-
della precedente angusta collegiata di s. nati d'ordine jonico composto co'suoi cor-
Andrea apostolo,ch'era caduta in i squal- rispondenti basamenti, capitelli e corni-
lore per la sua antichità: però nella sua ci. Fra'maggioriinterpilastri dell'ordi-
demolizione andarono perduti i dipinti ne, si aprono gli archi delle mentovate
di Manente e di Caiacci. Con Brancado- cappelle, e la loro imposta. reale prosie-
ro ne farò la descrizione. Questa maesto- gue ancora agPinterpilastri minori, in cui
sa chiesa è interamente costruita di pie- a proprio e conveniente silo sono adat-
tra cardellino, che si cava in que'monti. tate le pai ti della sagrestia, facciala, pre-
Proseguendo il suo piano, va per la na- sbiterio e vestiboli. Nel presbiterio poi,
tura del sito a piantarsi nell'indietro del- nel quale ricorre anche tra' pilastri la cor-
la tribuna (ino alle radici del monte nel nice, sono collocati due quadri, nell'uno
basso dell'Amene che la costeggia. Da de'quali si ammira vivamente espressa
questo profondo fondo sorgono in pro- l'aria, e la situazione di s. Andrea nell'at-
porzionato diametro le ricordale grandi to d'innalzarlo per essere confitto in cro-
costruzioni,che con l'ammirabile loro al- ce. All' intorno del presbiterio sono ri-
tezza hanno dato largo spazio per la co- partiti a più ordini i seggi corali, e nel
struzione(che rimane sopra le sepolture mezzo il trono dell'abbate commenda-
e cimiteriali una chiesa inferiore o sot-
il tario, il tutto lavorato di scelta noce,con
terranea ampiamente illuminata da spa- elegante e pulito lavoro. Ritornando agli
ziosi fmestroni. La sua forma è a croce altari delle cappelle, ognuno di essi pre-
greca, ornata di colonne e pilastri d'or- senta un quadro de'più eccellenti pittori
dine dorico, lunga palmi iZfie larga 32, 1 che allora fiorivano in Roma. Neh. "si-
con 3 altari decorosi, nel mezzo de'quali tualo a destra verso l'ingresso della chie-
è collocato il ss. Crocefisso, a destra s. sa, si vede espressa la morte di s. Scola-
Raffaele Arcangelo, a sinistra s. Rocco. stica; nel 2.° la patrona s. Chelidonia; nel
Si upt e quindi una magnifica e doppia 3.° il soguo di Giuseppe sposo di Maria
SUB SUB 23g
Vergine. Nell'opposto lato il i." rappre- io ce ne die il disegno, in cui si vede d
senta i io eroi sino a quel tempo anno- Papa in piviale e mitra assistito dai ve-
verati fra'beati da Pio VI (e furono lutti scovi e dal clero nell'atto di eseguire il ri-
noscenza dal capitolo de'canonici, con a- fabbricò pure le scuole per gli abitanti di
naloga iscrizione riportata daBrancado- Subiaco, divise allatto da quelle de'semi-
ro, oltre quella collocata sopra l'ingresso nansti, provvedendo eziandio il semina-
principale del tempio cbe leggesi pure in rio di tutte le necessariesuppellettili;laon-
Marocco. Inoltre lo splendidoPioVI Ior- de ramniinistratoregenerale della men-
io la cbiesa di nobili utensili sagri, vasi sa di Subiaco can. d. Giuseppe Catani e
e arredi: i soli 6 candelieri e croce d'ar- il popolo sublacense nello stesso edilizio
gento dell'altare maggiose (il cui disegno innalzarono una lapide di solenne grati-
si vede inBrancadoro),lavorati col più ec- tudine nel i
790, diesi legge in Marocco.
cellente ed elegante disegno nella celebre In questo seminario, oltre le scienze ec-
officina Valadier, alti palmi 8 e pesanti clesiastiche, s'insegna ancora il canto gre-
ognunoGo libbre,costarono scudi io,ooo. goriano; pe'dolti maestri che l'illustra-
Pio VI a compimento di tanti magnani- rono, salì in rinomanza, ed ebbe alunni
mi benefizi si recò a Sobiaco, e solenne- anche estranei. L'antico seminario abba-
mente consagrò que>to tempio, di che ziale l'eressero gli abbati commendatari
parlerò a suo luogo, facendo coniare per cardinali Barberini. Per l'istruzione del-
memoria di questa funzione una meda- le donzelle vi sono le maestre pie. E de-
glia monumentale, il cui conio si conser- gna di osservazione la casa della congre-
va nella zecca pontificia, e il Brancado- gazione della missione, sorla per ninnili-
*4o SUD S U B
cenza dell'abbate commendatario cardi- durre l'Aniene agli opifìcii. Quindi la be-
nal Gio. Battista Spinola su verdeggiante neficenza di Pio VI per aumentarli intro-
poggio; e la chiesa dell'Assunta con cu- dusse la cartiera e la rameria,di che fati-
pola e colonne d'ordine corintio, con ele- no testimonianza due lapidi riprodotte da
gante oratorio, fondala dall'operoso ar- Brancado.ro. L'industria in Subiaco è in
ciprete Gizzi, e condotta a compimento attività anche per altre fabbriche di pan-
dalla pietà del cardinal Gallefiì. Bella è ni, di cappelli, di stoviglie, di utensili in
Maria della Valle/Iella qua-
la cliiesa di s. rame,di strumenti aratorii e altri attrezzi
le parla Marangoni, Istoria di Sanala campestri, fonderie di campane e concie
Sanclorum p. \^5; e quella di s. Gio. di cuoi: vi sono pure molte delle altre arti
Battista delle monache benedettine con necessarie.Leggo nel n.° 1 65 del Giornale
monastero, rimarchevole essendola tor- di Rornai85^, che la città di Subiaco,
re delle campane. 11 tempietto del Pur- per molto tempo asilo del le lettere e scien-
gatorio è adorno de'dipintidel Manente ze (tuttora però vi sono in onore e col-
e diSilyagni.Fanno pure di se convenien- tivatisi), a'dì nostri tutta si è volta all'in-
te mostra il convento e chiesa suburba- dustria. Traendo profitto dalle abbon-
na de'cappuccini, che su amena collina danti acque dell'Amene, ella ha stabiliti
biancheggiano in mezzo a verde boschet- grossi molini per grani e olio, ferriere as-
to; e il convento assai più vasto eretto sai reputate per la duttilità del ferro che
da' snblacensi al patriarca s. Francesco vi è lavoralo, e fabbriche di tele di coto-
pe'minori osservanti, ora abitato da'fran- ne e di terre colorate, le quali gareggia-
cescani riformati, pure situato su delizio- no colle straniere. Ora per le cure di Ni-
sa collina.Sopra ogni edilizio però atti- cola Graziosi, principale promotore del-
rano tutta l'attenzione dell'uomo reli- l'industria sublacense, vi si è stabilita an-
gioso, dello storico e dell'a rtista , il proto- che una grandiosa cartiera fornita delle
cenobio di s. Scolastica, e quello del sa- migliori macchine, fra le quali quella che
gro Speco de'monaci benedettini cassine- con solennità e benedizione fu inaugurata
si; e siccome con essi è collegata la storia, nel maggio. Messa in movimento la gran
l'ingrandimentoei fasti di Subiaco, li de- macchina, con una prestezza che mai la
scriverò poi: tali monaci in ogni tempo maggiore, si vede comparire la pasta pre-
furono benefìci all'indigenza, e contribui- parata per la carta, la quale passa per due
rono a' vantaggi della città uon meno che macchine dette de'Toppi, agitate da un
de'luoghi dipendenti. Vi sono diversi so- rocchetto, e depositatevi le. parti terree e
che vestono il sacco. Scendendo a
dalizi l'imperfezioni del pisto, ne esce subito af-
Subiaco dal monasterodi s. Scolastica tro- fatto bianca e purificata. Si vede indi di-
vasi a manca nuovo pontegrandiosodi
il latarsi per una tela melallica,su cui il mo-
un solo arco con 100 palmi di Iuce,noma- vi mento ondula torio prodotto da un sem-
to Gregoriano o di s. Mauro; esso con- plicissimo meccanismo,neH'attochestrin-
giunge due monti e serve di passo a chi gendo la rende compatta, la spinge tra-
s'inviaper la strada rotabile verso Afille mezzo adite carrucoli di metallo, donde
ed Arcinazzo. Entrando poi nella città, passando per più strumenti cilindrici,
e di nuovo uscendone perla parte delle giunge fino a 5 grossi cilindri prosciuga-
mole,sopra piccolo ponte si passa all'isola toli dal vapore riscaldati, e in 5 minuti
degli opifìcii animati dalle acque del fiu- esce in ben levigato foglio di carta perfetta
me Aniene, e consistenti in cartiere, fer- asciutta. Fra quelli che l'ammira rono,de-
riere,gualchiere,ramerie, molini a grano ve ricordarsi ilcommend. Angelo 1" Galli,
e a olio. Furono lodali cardinali Bar-
i che si congratulò col direttore della mac-
berini che forarono ima rupe per cou- china Carlo Bluyson e col Lrraziosi, di-
s u n S U fi r'f t
suolo de'dintorni sia fertile, tuttavia con tori d'organo. Sono poi glorie viventi di
l'indostre fatica di numerosi agricoltori Subiaco i seguenti. Mg. r Antonio Maria
rende bastevoli prodotti alla popolazio- Benedetto Antonucci, da Gregorio XVI
ne, massime in grano, granturco e altri fatto suo cameriere d'onore, e peli. in-
cereali, vino, oliosquisilo, saporosi fruiti, caricatod'affari e vice-superiore delle mis-
ghianda, eccellenti erbaggi e altro. Deli- sioni d'Olanda con residenza all'Aia, co-
cati e rinomati sono i mostaccioli ebe qui- me rilevai nel voi. 67,men-
XLV1II, p. 1
vi si fanno con pasta diamandole,e dila- trene'vol. XXIII, p. 296, XLVI, p. 201,
niati subiacini. L' industria commercia notai che lo promosse a vescovo di Mon-
particolarmente con Roma, e colle vicine te Feltro, e poi di Ferentino, ove accolse
poli, da' cui limiti è distante io miglia. tai con elogi che il medesimo Papa lo e-
Quanto prima per la suddescrilta nuova levò a arcivescovo di Tarso ih partibus
strada rotabile,! sublacensi apriranno un e nunzio apostolico di Torino, ove bat-
fecondo Irallìco con tutta la provincia di tezzò la figlia del re Emanuele II in no-
Frosinone. Più di 6000 formano il popo- me del regnante Pio IXequal padrino,
lo di Subiaco, di cui le agiate persone e onde fu decorato del gran cordone de'ss.
il spendono il tempo negl'interessi
clero Maurizio e Lazzaro; quindi a'5 settem-
propri e del comune, né avversano le let- bre 85 il medesinioPontefice lo dichia-
1 1
tere e le scienze: il clero si dedica agli e- rò vescovo d'Ancona e Umana, che con
sereizi del sagro ministero, edalla pub- paterno zelo e prudenza benignamente
blica e privata istruzione della gioventù. governa, e faccio voti perchè sia presto
Resero ancora chiara colla santità della annoverato al sagro collegio. Mg. 1 Car- '
vita e col sapere questa città gli egregi mine Meiosi Gori, cameriere soprannu-
sublacensi che li illustrarono. Principal- merario del Papa, arciprete di s. Maria
r
mente si devono ricordare, la b. Evange- adftlartyresó'i Roma, e sostituto di mg.
lista monaca francescana, fondatrice del sottodatario. Mg.r Gregorio Jannuccelli
monastero di s. Michele in Tivoli, il cui cameriere d'onore soprannumerario del
elogio si legge nel p. Casimiro da Roma, Papa, autore della sullodata dissertazio-
Memorie delle ch'eie e conventi de' frali ne e di altri opuscoli (come del ricordato
minori delLi provincia ro>nana,[>. 3 76 e nel voi. Llll,p. 86),ed in patria canonico
seg.;Zaccaria Zaccaria pubblico professo- della collegiata e prefetto della bibliote-
re di logica nell'università romana; Gio. ca Piana. Mg.»" Lorenzo de'conti Lucidi:
battista Bagnani autore di elegauti isti- questi di bel cuore e pari ingegno, dota-
tuzioni di reltorica; Gio. Camillo Conte- to pure di singolare attività e zelo ener-
stabile scrittore non ignobile del poema: gico, si guadagnò la benevolenza di Pa-
La falle Santa, che si conserva mss. pa Gregorio XVI, il quale onorata la sua
nell'archivio del sagro Speco; Cateriuoz- casa come ospite due volte da cardinale
VOL. LXX. 16
•tfc SUB S DB
(nell'ottobre 1 8?.8e 83o),ed una da Pa-
i te i luoghi dell'abbazia^ come l'attuale
pa al modo che dirò, oltre altre dimo- vescovo di Monte Fiascone mg.r Luigi
strazioni di particolare benignità verso Iona di Trevi, già arcidiacono e vicario
la virtuosa madre Regina e alla rispetta- generale di Palestrina.
bile fiimiglia,a questa conferì il titolo per- L'etimologia del nome facilmente de-
petuo di conte, e decorò il fratello del rivasi dallasua posizione, cheslando sot-
prelato Pietro del cavalierato di s. Gre- to i 3 laghi artificiali della villa imperia-
gorio I Magno. 11 Pontefice successiva- le Neroniana Sublacense, oggi scomparsi
mente dichiaròmg.rLucidi suo camerie- per la rottura delle chiuse cheli i itene-
re segreto partecipante e segretario d'am- yaiìo^Sub Lacnm &\ disse, come pensaNib-
basciata, canonico Vaticano, giudice del- by. Questi inoltre narra, che prima che
la rev. fàbbrica di s. Pietro, e poi segre- l'imperatore Nerone fondasse una villa
tario ed economo della medesima e sua in questo luogo non si rinviene affatto
congregazione. L'illustre suo capitolo lo memoria di questa città, e Plinio il Vec-
elesse prefetto del Seminario Valicano, chio è il più antico scrittore che la ricor-
per gran ventura di questo, a tale arti- di aeWHist. nat., parlando dell'Amene,
colo avendone celebrate le benemerenze, che nato nel monte de' Trebani (e non
come pur feci in quello di Musaico, poi- nel piano d'Ai chiazzo come prelesero al-
ché qual presidente dello studio Vatica- tri), portava le acque de'3 laghi amenis-
no narrai quanto curò lo splendido in- simi, che aveano dato il nome al sotto-
cremento dello stabilimento. Tanti me- posloSublaqueum } ne\ fìumeTevere.Con
riti e l'indefesso utile esercizio dell'eco- Plinio non intende Nibby asserire, che
nomato della meravigliosa basilica Va- antecedentemente sul colle della Rocca
ticana, a vantaggio e splendore della qua- non potesse essere situata una di quelle
le molto operò, ed ove tra gli addetti e città fortificale de'valorosi, indomiti e ce-
inclusivamente a quelli dello studio del lebri equi, cheromani distrussero col
i
zione,mossero il Papa che regna Pio IX riodo di 5o giorni l'anno di Roma 4^o,
a promuoverlo alla cospicua carica di as- per testimonianza di Livio, e fu quasi del
sessore della s. romana e universale in- tolto cancellato il nome di quel popolo
quisizione (che già ha sperimentato il suo implacabile nemico de' romani, a' quali
operoso zelo), elevandolo così a posto car- passarono in dominio le loro terre; questa
dinalizio, e perciò Subiaco uon tarderà disfatta avvenne, secondo alcuni, presso il
ad ammirarlo rivestilo della sagra por- rivo d'acque limpide e perenni chiama-
pora e fregialo di altre dignità per ulte- te Acque Ferrate, stazione anticamente
riore patrio lustro. Avendo vissuto cou chiamata Ad Laminis, Ad Lammas, di
esso 2 ianni nella corte del venerando co- cui tratta lo stesso Nibby, presso il con-
mun signore cardinal d. Mauro Cappel- vento di s. Cosi malo e l'osterie del laSpiag-
lai-i e Gregorio XVI, e di lui due volle gia e della Ferrata. Si vuole che il no-
stati conclavisti, perciò fui intimo testi- me della stazione derivasse da una città
monio e estimatore delle belle doli che omonima degli equi,che dipoi formò una
adornano il prelato; laonde anche qui ho Massa di beni da Costantino I Grande il
ria. Non manca finalmente Subiaco d'al- lo Acqua Feirata cou altri fondi. Circa
tri illustri odierni, non che di dotti per- all'origine di Subiaco, aggiunge Nibby,
sonaggi nella curia iomaua,ed egualmeu- che siccome i detti laghi erano siali for-
SUB SUB 243
mali da Nerone, onde rendere più ame trova menzione ulteriore, e forse fu Ira-
nn la sua villa, perciò la città degli equi scurata da'successivi imperatori, in guisa
ebbe altro nome che quello (ì\ Siiblacum che nella caduta dell'impero d'occidente
oSublaqueum 3 non potendo trailo da una il sito era talmente solitario e deserto,che
circostanza che non esisteva. Della villa nel 49Ì venne prescelto da s. Benedetto
di Nerone chiamata Sublaqueum e Filla a ritiro, onde segregarsi affatto dal con-
Sublacensis , fanno pur menzione Tacito sorzio degli uomini, come osserva lo slesso
negli Annali, e Frontino,^ aquisj e se- Nibby. Non paiono poi in tutto plausi-
condo Subiaco quel mo-
l'annalista, in bili le seguenti opinioni riportale da Ca-
stro trovavasi a banchettare l'anno 6 idi lindri sull'origine di Subiaco. » Vi è chi
nostra era, quando sorpreso da un tem- pensa essere posteriore all'invasione dei
porale poco mancò che non rimanesse uc- longobardi ; altri prodotta dagli eoi roti
ciso da un fulmine, che cadde sulla sua quivi occupati dopo la disfatta del loro re
mensa e ne percosse le vivande; anzi Fi- Pirro nel 4°"o di Roma, sotto M. Curio
lostrato nella l'ita a" Apollonio , narran- Dentato; altri che si edificasse allorché
do avvenimento, aggiunge che il
quesl' si fece l'acquedotto Nuovo dell'Amene,
fulmine traversò il calice che Nerone te- cominciato da Caligola e terminato da
neva nelle mani per avvicinarlo alle lab- Claudio prima dell'800 di Roma; ed al-
bra (rovesciò la mensa e die luogo a su- tri a tempo di Nerone, allorché presso 3 i
perstiziosi presagi sul successore all'im- laghi vi edificò una villa. Comunque sia
pero in favoredi Plauto). Si deve pur no- della sua origine, esisteva questo paese
tare, che, secondo Tacito, a quell'epoca prima di s. Benedetto, avendolo a lui do-
questa parte trovavasi ne'conlìni de' li- nato Tertullo padre dis. Placido,es.Gre-
burtini, fìnibas Tiburlunije dal nome di gorio I nella bolla del 5o6 parla di que-
Sublaqueum e Filla Sublaccnsis, ch'eb- sto allora castello gii esistente, per cui si
be la villa Neroniana, che stesse sotto e vuole che questa fosse una delle città de-
non sopra i laghi. In falli Frontino par- gli equi. Claudio imperatore romano in
lando della correzione fatta da Traiano questo territorio vi costruì i 3 laghi delti
all'acquedotto dell' A nieueN uovo, mostra Trimbuini (o Simbruini, e talvolta i'A-
che aprì lo speco ex lacu qui est super nienefuchiamalocVi'//iirà'/o),cheorasoiio
villani Neronianam Sublacensenijqu'm- spariti, da'quali dicesi traesse il suo nome
di opina Nibby, in vece di crederla pres- la terra". Dice Nibby, die nella vita di S,
so il monastero di molto
s. Scolastica, e Benedetto non si ricorda mai alcun ca-
meno all' Arcinazzo, 2 miglia sopra a Su-
i sale o castello posto dove fu la villa im-
biaco, d'uopo è riconoscere il corpo prin- periale e dove oggi è la ci t Là : a quell'e-
cipale di quella villa precisamente dove poca apparteneva il fondo a Tertullo pa-
oggi è la città; e i ruderi che si vedono trizio (e senatore) romano, il quale nel
sotlo s. pur si ravvi-
Scolastica, fra'quali 5a8 lo donò a s. Benedetto, come si trae
sa lo speco di Traiano indicalo da Fron- dalla bolla di s. Gregorio I del 5g6, che
tino, ch'erano a livello d'uno de'laghi, e inserisce l'allodi quella donazione (prò
quelli che si vedono all'Arcinazzo, pote- rechili plione animae). Ora mentre Ter-
vano essei dipendenze della villa; ma uon tullo nomina Siiblacum senz'alcuna ag-
mai la villa propriamente detta, la quale giunta di casale o di castrimi, secondo
pel passo sovrainclicato di Frontino esi- l'uso di que'tempijS. Gregorio I nella con-
steva ancora, conservando lo slesso nome ferma lo dice espressa mente Castrimi Sub-
a' lem pi di Traiano, il quale restaurò la lncwn ;\uiiiz\o è queslo.che nell'intervalli!
via Sublacense Neroniana aperta da Ne- fra l'anno 5iS e 5cj6, fondatosi il mona-
rone. Dopo quell' epoca però uon se ne stero da s. Benedetto, a poco a poco fot-
244 s u D SUB
mossi (la'coltivatot'i delle tcrreil castello; quantum licuit minislravit". In tinta poi
ed aggiungerò,pel concorso de'di voti ver- si legge. » A pud nliquos reperio Subla-
so il luogo abitalo e santificato per lun- quetim, seti Sublacus, vel Sublaceus re-
go tempo dall'istitutore del monachismo tinendum a siiti, nani sub lacu posilum
d' occidente, portentoso fonte di gloria, est Castrum Sublacus. Anio enim fluvius
ci i celebrità e di beneficenze per Subiaco. inter Simbruinos montes in Aequiculis
11 riferito dall'avv. CasteIlauo,è di que- excurrensobstructisa Nerone, vel a Clau-
sto tenore. » Le montagne che circon- dio angustis illorum inonliutn faueibus
dano Subiaco lasciano aperta una gola ad mille circiter passussupra praedictura
nel lato orientale, e quivi alla distanza di Castrum, aquas in summo stagnate coe-
roo passi circa dalla città erano antica- git,et in lacutu collegi, atqueextendi, quae
mente due laghi naturali, ed uno artifi- postea, ex praeruptis cataractis praecipi-
ciale formato mediante una solida mura- tes cum fragore ruebattt. In eo lacu cu-
glia, che Caligola v'incominciò a erigere, jus superficies sacelluin s. Placidi, quod
e lerminollo (il successore) Claudio. Da etiam nuni visi tur aequabat. Placidusa
questi ebbe il nome d\Sublaqueum, e Pil- Mauro aquarum voi ticibus ereplus est.
la Sublacensis si appellò il luogo di de- Nunc verodisruptis claustrorum obicibus
lizia formatovi da Nerone (successore di resides aquae pristina m libertatem ade-
Claudio), che oggi chiamasi l'Arcinazzo, ptae inferi US fluunt factitio ilio lacu ces-
donde negli scavi nel 780 copia si estras-
i sante cujus fossa tantum, et cavitas nunc
se di finissimi marmi. laghi naturali pe-
I apparetetc." Inoltre Marocco nell'appen-
lósi diseccarono, e la gran muraglia pre- con
dice alle notizie storiche di Subiaco,
cipitò nell'inondazione de' 20 febbraio una digressione riporta la correzione che
1 3o5.Ivi presso avea Usuo principio l'ac- fece l'Olstenio (Notae in Geographiam)
quedotto Claudio, del quale si scorgono al Cluverio [Italia antiqua), intorno alle
le vestigia, come anche d'un tempio, di origini de' 3 famosi slagni o laghi Sim-
una piscina lunaria, e delle terme". Ma- bruini, perchè ili. "pretese che l'Oppi-
rocco, che come jVibby visitò Subiaco e durn Sublaqueum ante Nerouis tempora
il suo distretto e abbazia, ripete in parte certissimamente esistesse a' medesimi , i
le parole del Castellano, aggiungendo, quali dice formali artificiosamente per
che l'acquedotto dell'Attiene Nuovo in- depurare l'acque limacciose dell'Attiene,
trapreso da Tiberio, proseguito e compi- facilissime a intorbidarsi; ma fondandosi
to da Claudio, venne poi restaurato da sul silenziodi Frontino, afferma che non
Vespasiano e da suofiglio Tito, e lo atte- furono, né poterono essere costruiti pel
staFrontino. Riproduce quindi Marocco conducimento dell' Anicne Secchio, né
ilseguentebtanodi Muratori." Sublacus dell' A nien e Nuovo } a(ì efletto di depurate
vocabulum est, qui a romana Urbe qua- le acque. Narra poi con Frontino, che sol-
draginta fere millibus distans , frigidas tanto sotto l'imperatore Traiano si trasse
atque perspicuas emanat aquas, quae il- partito da'3 laghi per completamente pu-
lic videlicet aquarum abuntlantia in ex- rificare l'acque dell' Anieue Nuovo da o-
tensum prius lacum colligitur ad postre- gni impurità, non essendo perciò bastata
iuliu)veroinomnemderivatur.Quo dura la piscina fatta da Claudio all'imbocca-
fugiens pergeret, monachus quidam Ro- tura dell'acque acciò arrivassero limpide
utanus nomine hunceuntem reperi t, quo in Roma. Dichiara quindi che i laghi de-
tenderet requisì vit. Cujus cimi deside- rivarono da Nerone, fissandone precisa-
riutn cognovisset, et secretum tenuit, mente l'epoca a lui, e ne deduce la con-
et adjutorium impendit eique sanctae seguenza che il vocabolo Sublaqueum o
couversationis habitum tiadidit et in , Sublaccum non esisteva prima di esso, e
SUB S U B 245
neppure la via Sublacensisc\\e pel ."egli i dazione al 1 ."secolo di detta era; la 3.' in-
aprì. Dice che la villa da lui formata si tende a provare l'origine di Subiaco nel
nomò pure Suòlaqueunt o Suòlaceum, e VII secolo della medesima. Darei di buon
che la particella suòdebhn intendersi fu- grado un sunto della bella dissertazione,
jc(a, piuttosto che softo,rimarcandoche il se il compendiarla non ne scemasse trop-
vocnboloSublaceum significa sito vicino ai po il valore. Nondimeno per quella bre-
laghi. Censura poscia l'Olstenio per la sua vitàche mi è indispensabile pel molto ,
opinione, per essersi troppo fidato della che mi resta a dire sopra l'articolo im-
carta di donazione di Narsio patrizio ad portante di Subiaco, mi limiterò a ripro-
una chiesa in Curie Suolarti; carta che durre sommarli della dissertazione stes-
i
come stazione o mansione che s'incontra sti colli gettassero le fondamenta di Su-
per via.Conclude Marocco, che il Subla- biaco, dopo averne cacciati gli equicoli,
lio fosse non sotto, ma presso laghi e i , che pure erano aspri e feroci, poiché in-
forse ancora alla sinistra dell' Aniene, e tenti a'Iavori de'loro campi erano insie-
non già alla destra dove è l'odierno Su- me armati e sempre pronti a guerreggia
biaco, la cui postura fra le fauci di due re, e difendersi virilmente prò aris elfo-
monti esclude una strada militare qual è cis. d'istorici e le antiche carte parlando
descritta nella tavola Peutingeriana; né in più luoghi de' popoli equicoli e de'loro
dubita che si debba a' monaci l'origine castelli, non dannoalcuncennonèdelpo
di Subiaco, come tante alti e terre e cit- polo, ne del borgo Sublacense prima del-
1
tà anco molte contrade d'Eu-
vescovili di l'era nostra. La 2.' sentenza riguarda, se
ropa. Finisce Marocco la digressione con nel V secolo di Roma quando
M. A. Cu-
dar ragionealCluverio d'aver scritto Sub- rio Dentato costruì l'acquedotto sotter-
laqueum P Ma, e non già Oppidum. Ma raneo denominato Vecchio Aniene a si
di tutte queste e altre vere o pretese o- Distra del fiume omonimo per la sua ac-
rigini di Subiaco, con critica e ragionata qua, epeli.°la portò in Roma a pubblico
discussione, meglio di tutti ne trattò di comodo (e dopo l'Appia 2/ acqua
fu la
recente l'encomiato rag. 1 Jannuccelli con '
condottata per Roma e 4.0 anni dopo l'ai -
l'eruditissima Dissertazione sopra l'ori- tra)ecollespoglie preseaPirrored'Epiro,
gine di Suòiaco, che rammentai in prin- ebbe principio Subiaco cogli schiavi epi-
cipio per giovarmene. In essa dopo aver roti impiegati alla costruzione dell'acque-
egli dato interessanti cenni sopra tostato dotto; meravigliosa opera che principiata
attuale di Subiaco, de'suoi pregi e glo- l'annodi Roma 480, fu compita nel 489.
rie, prende in 3 capitoli ad esaminare le Incominciava ilgrandiosoacquedotto non
opinioni che s'incontrano negli scrittori dal sito ove poi surse Subiaco, ma più di
circa l'origine di Subiaco. Lai. opinione 7 miglia lungi, cioè al 38.° miglio da Ro-
ne suppone l'edificazione avanti l'era vol- ma nella via cousolare Sublacense o po-
a
gare o uostra; la 2. fa risalire la sua fon- co distante, sebbene l'acquedotto avesse
2 4'3 S U B SUB
quasi 44 miglia di lunghezza, attese le tor- vuole fondato Subiaco per mano degli
tuose vie che dovea percorrere per man schiavi epiroti, Parla da ultimo sullosco-
tenere il livello dell'acqua. In tanto pre- primenlo del monumento di L. Menio,
gio da'rouiani si tenne l'acqua dell Ame- sull'epigrafe incisa in quella pietra, e la
Campidoglio, dopo consultati libri sibil- i seSubiaco fu fondato nel 1 . secolo dell'era
lini si preferì l' Arnese, ma per ingegno del volgare o corrente, l'autore ragiona del-
pretoreMarcoTizio fuvvi condotta la Mar- le Cronache dei monaci sublacensi del
zia, ambedue gli acquedotti furono re-
ed proto-monastero di s. Scolastica, ove si
La 3.
1
'
sentenza si fonda, se col monumen- pisacchi del 1 573, e dal p. d. Cherubi-
to sepolcrale del tribuno Lucio Menio, no Muzio del 1628, e loro autorità, per
trovato nel i8/l3 un miglio da Subiaco, dimostrare gli antichi fatti che riguar-
provisi l'esistenza di Subiaco prima del- dano Subiaco. Ragiona pure dei Dialo-
l'era corrente, comechè fiorito quel tribu- gìiid'ì s. Gregorio I, le cui testimonian-
no forse nell'ultimo periodo della repub- ze soprattutto debbono avere sommo pe-
blica romana, creduto possessoredelle val- so; e dell'antico Registro o Regestum ve-
li sublacensi, e sepolto in detto luogo alle tus mona s terii Sublacensii , nel quale
sponde dell'Amene. L'autore confuta vi- si custodisce e scritto in pergamena nel
rilmente in primacollellivamente le 3 e- i3o, che pure porge autorevoli docu-
1
nunciatesentenze, ed espone che niun do- menti a provare le vicende storiche di Su-
cumento dimostra l'esistenza di Subiaco biaco. Primieramente l'autore colla testi-
avanti venuta di Gesù Cristo. Confer-
la monianza del p. Mirzio e con quella di
masi dipoi particolarmente non essere Papa s. Gregorio I dichiara, che la soli-
credibile che troiani approdati in Italia
i tudine deserto sublacense non è adatto
sieno venuti fra i monti Simbruini a fab- identico con Subiaco. Dimostra poi l'e-
bricar Subiaco. Passa quindi ad accenna- sistenza di questo e come borgo molto
re in quanto pregio l'antica Roma tenes- prima di s. Benedetto colle cronache dei
se l'acqua del fiume Sublacense, e come pp. Capisacchi e Mirzio, con l'antico Re-
fosse costruito e dove avesse principio il gistro sublacense, colle testimonianze del
suddetto grande acquedotto col nome di p. Domenico Antonio Pierantonii gesui-
Ticchio Aniene, colle indicate nozioni. ta, i cui scritti conservatisi nell'archivio
Sostiene quindi, che soltanto dopo la di- di Trevi nel Lazio, di cui raccolse le me-
vina Incarnazione i sovrastanti 3 laghi morie, e principalmente colle autorevoli
dell'Amene dierono il nome al sottoposto attestazioni di s. Gregorio I. Dal p. Mir-
castello di Subiaco, come chiaramente de- zio si afferma apertamente essere stato
nota l'etimologia del nome, ed ove surse Subiaco prima della venuta di s. Benedet-
la villa diiNerone,che Cappellata appun- to una Corte, Curtis (villaggio o campo
to Subiaco poiché giaceva sotto i 3 su- fornito di edifizi, di coloni e di servi, di
periori laghi artefatti, cioè Sotto il Lago, mulini e di corsi d'acqua, e di tutto l'oc-
i quali laghinon rimontano ad epoca an- corrente per la coltivazione de'terreni ),
ciò chiamato a stipularlo nella chiesa di tore espone in prima i pregi de'due so-
s. Maria diStagnano e del Prato, cioè pres- stenitori di essa i p. d. Giu-
benedettini
so gli antichi stagni, e diversa dalla chie- seppe Puja ti che pubblicò nel 18 16 la Dis-
sa di s. Maria della Valle già dedicata a sertazione sopra l'origine di Subiaco, e
s. Bartolomeo apostolo, e la quale allora p. d. Giuseppe Macarty irlaudese, morto
non esisteva, venendo poi edificata sul col- nel declinar del passato secolo nel s. Spe-
le che ora si nomina l'Olivelo Piano ben co e annotatore della Cronacat\e\ p. Mir-
lungi da'Simbruini laghi. Questa chiesa zio. Riferisce l'autore, che ambedue mo- i
di s. Maria di Stagnano e del Prato era naci si studiano provare che Subiaco a-
la medesima di s. Lorenzo, poiché avea vesse principio dopo la 1. "desolazione dei
doppio titolo, e la Ma-
perciò delta ancora monasteri sublacensi, e che ne fossero i
donna di s. Lorenzo e s. Maria degli Ac- veri fondatori que'monaci da qui fuggiti
quedotti^ fondata sulle rovine del palaz- in Roma nel monastero di s. Erasmo al
zo e vdla di Nerone, denominata ezian- Monte Celio, a scansar lo sdegno de'lon-
dio sotto Lago di Subiaco e ad A(juas
il gobardi nel cominciar del secoloVII;dap-
alias. Conclude l'autore, che dopo la me- poichè essi narrano, che quc'cenobiti in-
tà del IV secolo qui già esisteva un vero viassero di là gastaldi e villici alla coltu-
popolo benché piccolo, distinto ne'suoi or- ra di questi campi spettanti a'Ioro mo-
dini e offici, con chiesa parrocchiale e de- nasteri. Di questo però non fanno paro
cime, arcipreteealtri sagri ministri, eche la le bolle pontificie, i diplomi imperiali
ilpopolo abitava sicuramente il borgo di e regi, né iIRegistro, né le cronache e scrit
Subiaco. Allora reggeva tal chiesa il ve- ture antiche, ed ih.°ad alfermarlo fu il
nerabile arciprete d. Basile, con Bonifa- p. Macarty, segui lo e con più calore dal
cio e Dionisio,ed altri sacerdoti. Dipoi il p. Puja ti. Dipoi l'autore accenna, che dal-
castello di Subiaco con tutte le sue per- le dimostrazioni fatte nel precedente ca-
a
tinenze e adiacenze fu donato a s. Bene- pitolo, ragionando della 2. opinione, si
cata. Di più l'autore dichiara, conferma- critica e della logica. Inoltre con parti-
re lo stesso assunto l'antica pittura esi- colare argomento rende manifesta la con-
stente a'Iati della s. Spelonca di s. Bene- traria sentenza. Poscia accenna alcuni fat-
detto, I* antica iscrizione che leggesi so- ti guerra longobardica, e la
storici della
pra un pilone intorno al primo claustro misera condizione d'Italia dopo la loro fe-
del proto-monastero, e la famosa carta i- roce invasione; riportando le parole del
tineraria militare del IV secolo chiama- p. Mirzio, intorno al tempo in cui ricu-
ta Peutingeriana, nella quale Subiaco col peraronsii fondi del monastero sublacen-
nome di Sublatio è ricordato 3 volte. Dà se, che fu riaperto per decreto e pc'soo-
2 48 SUD S U C
torsi di Papa Giovanni VII. Da questi flit •
gonadi s. Placido che slava per annegar-
ti e ragionando, deduce l'autore non po- si nelle acque, e dov'era la gran chiusa
-°
tersi allatto credere quanto opinanogl'il- del i lago; prodigio che narra la lapide
lustri a cui egli si oppose. Passa poi a ro- edicola rotonda sul banco del
all'issa all'
far prevalere la loro favorita opinione. trapassavano le acque dal lago superiore
Credè V autore ancora opportuno di por all'inferiore. Questi 3 stagni servivano di
mente a due passi del p. Pujati sul cro- piscine lunarie dove l'Aniene spesso in-
nista p. Muzio, e ne rimarca la contrad- torbidalo dalle pioggie si riposava a pu-
dizione. Indi considera diligentemente le rificarsi. Oltre questi laghi compì Claudio
che credonogli oppositori dimostratoche ad arco, che ingoiava gran parte del fiu-
Subiaco era un deserto al giungere di s. me escorreva quindi verso Tivoli a man-
Benedetto nella regione. Ne volle inter- ca dell'Amene, lungo la strada or deno-
pretare il vero senso e si fa chiaro che ,
minata la Pila, nella quale tuttora s'incon-
quelle espressioni ben concordano colla trano i ruderi del meraviglioso emissario,
bolla di s. Gregorio I stesso, atterrando che secondo Plinio fu lavoro d'i i anni e
così le basi della contraria dissertazione. di 3o,ooo schiavi, colia spesadi molti mi-
Finalmente 1'
autore riepiloga i 3 capi- lioni di scudi d'oro (e coincide con quan-
toli delle 3 opinioni e conclude. Opinano to narrai nel voi. Lll, p. 218, parlando
alcuni, che Subiaco abbia avuto origine dell' emissario del lago di Fucino dello
nella costruzione del grande acquedotto stesso imperatore). Da tali fatti concludo-
Amene Nuovo, che fece eseguire Caligo- no i fautori di questa opinione che la mol-
la i -impello a Tivoli, dove gli si apre l'op- titudine di artefici per tauto tempo oc-
portunità di parlar brevemente de'3 fa- cupata in tali opere veramente romane,
mosi laghi sublaccnsi. Imperocché, volen- avranno scelto il sito più comodo da cui
do quell'imperatore condurre a Roma le potevano agevolmente derivar le acque
acque Aniesi più pure e più limpide le at- per gli usi della vita e per dar moto a'Io-
tinse più vicino alla sorgente,e per costi in- ro ruolini; oltre a ciò presso di loro avran
gere a ristagnare il rapido fiume eresse poi amato abitare custodi e gli artefici,
i
a
3 grandi muraglie. Sorgeva la i. fra l'o- chedoveano vegliare a rimediare qualche
spedale di s. Antonio, ed moderni edili- i sconcio degli argini, degli stagni e del gran
fi zi della cartiera, ferriera e de' mulini; acquedotto. Sembra però molto più ve-
l'altra imprigionava acque dell'altro
le rosimile, che il numero di tali abitazioni
stagnonelsito nomato il Buco della Car- si moltiplicassero nella fabbrica della fa-
tiera, dove a sinistra della corrente veg- mosa Villa JXeroniana, e che da questa
gonsi ancora gli avanzi di questo muro an- avesse propriamente la vera origine Su-
tico; la 3/ da ultimo innalza vasi maggio- biaco. La villa dev'essere slata assai ma-
re delie-altre, eformata di pietre quadra- gnifica, come lo attestano altre sontuose
te, laddove due colli discendono quasi per opere dell'imperatore Nerone che la co-
incontrarsi nel sito detto s. Mauro, dal struì per sua delizia, e per suo volere fu
prodigioso salvamento operato da quel aperta puree lastricala di pietra una nuo-
santo d'ordine di s. Benedetto, nella per- va strada consolare che divertiva dalla
SUD S U B 249
Valeria, secondo Frontino; ed in seno al- l'A niene, sì dell'uno che dell'altro stagno
le delizie di lai villa , correva Nerone a e de'laghi, formate da' raggi del sole. Al-
cercai' la pace del cuore, che fugge sem- lora dunque indubitatamente si forma-
preda'principi crudeli. Ma 1 8 secoli hanno rono e riunirono più abitazioni, a dar ve-
quasi interamente distrutte tante gran- ra e solida esistenza al nascente borgo di
dezze, e cambiato l'aspetto di questi colli; Subiaco, che fu sinonimo della villa Ne-
tutta volta sono qualche memoria di tan- roniana presso laghi Simbruini, sotto
i i
te magnificenze le colonne di porfido e quali giaceva. Cogli autori citati dal dis-
di verde antico, e gli altri marmi prezio- setante concorda Frontino, il quale dice
si principalmente trasportali nel mona- che Traiano a Nuovo
correggere i vizi del
lonne,! cui rottami trovatisi pure nel fon sommi benefizi che da'benedettini ricevè
do degli acquedotti, e l'anticaglie che si non solo Subiaco, ma la cristianità, dichia-
disotterrano nel prato della celebrata rando d'averla compilala pel solo amore
chiesa di s. Lorenzo, eretta sulle rovine del vero e della patria (cui fu sempre in-
della villa Neroniaua per testimonianza teso a giovare insegnando alla gioventù
del ricordato p. Pierantonii. A destra poi sublacense), non già per diminuire ades-
dell'Attiene sono sparsi i grandiosi avan- si e da lui molto venerati, siccome assai
zi della slessa villa scoperti a'nostri gior- chiari e gloriosi, le tao te benemerenze che
ni dal p. ab. Altieri (zio del vivente car- hanno colla medesima. Non ommise di
dinale); ed i pezzi di marmi preziosi eco- rammentare che mentre tutta Italia,
,
tiplicali i custodi de'parchi, delle piscine, fabile provvidenza fece risplendere sui
delle terme, de'giardini ede'palazzi im- monti di Subiaco tale una vivida luce, a
periali; come per la nuova via natural- cui si umiliò la barbarica potenza, nota-
mente si sarà accresciuto il concorsodegli bilmente migliorarono i costumi de'cri-
ammiratori del complesso di tante splen- stiani, fu illustrata e santificata la terra.
didezze, ed insieme per deliziarsi fra gli Dagl'instancabili cenobiti sublacensi fu-
alti mouti al nord di Subiacoe le pittori- rono conservati e moltiplicati i classici mss.
che e svariate rupi, fra le belle colline del della letteratura greca e romana , e dal
mezzodì e dell'occaso, tutte allora verdeg- proto-monastero uscirono alla lucele pri-
gianti di boschi, non che in mezzo all'on- me stampe italiche.
de cristalline del fiume, de'laghi e delle Siccome la religione, le arti e la storia
fonti, fra le molli aure rinfrescate dal fia- si uniscono insieme a rendere frequenta-
to degli euri e de' zellìri, e fra le sor- tissimo da' nostri e dagli oltramontani il
prendenti cadute spumose con indi del- famigerato santuario del s. Speco di Su-
2 So S U B SU P,
biaco, a fronte del disagiato cammino, i renzo e Santolo, vide pur nascere nel48o
più per venerare l'antro beato ove nel- da splendida prosapia il padre de'mouaci
l'aurora degli anni si deliziò di soggiorna- d'occidente s. Benedetto. Uscito dall'illu-
re il gran patriarca de'monaci d'oceiden- stre casa degli Anici,
ebbe a genitori En-
!
te s. Benedetto (!'), altri per vagheggia probo e Abbondanza, la quale nata dal-
re i dipinti del tempio, quali rimontano i la nobilissima famiglia de'Riguardati, si-
all'età che precedette il risorgimento del- gnori della contea di Norcia, e ultima di
la pittura europea, ed insieme ammirare quella stirpe, aggiunse il suo cognome a
la struttura veramente artificiale degli e- quello degli Anici. Il padre l'inviò a Ro-
difizi del tempio stesso e del monastero; ma di 7 anni per {studiare, ove di 1 4 pei
così per questo monumento della religio- forti impulsi della grazia e docile allachia-
ne e delle arti mossero il suo dotto ab- mata del Signore, si determinò d'abban-
balep. d. Vincenzo Bini a scriverne e pub- donare il mondo e quegli onori che gli
blicarne le già rammentale Memorie sto- si preparavano, e ricoverarsi in solitario
lidie, compilandole co' monumenti esi- soggiorno per non pensare che a Dio. Nel
stenti negli archivi preziosi dell'ordine, voi. LX11I, p. 1 14, parlai dell'antico pa-
onde appagar a un tempo le bramede'di- lazzo degli Anici abitato dal santoinRo-
voti, degli artisti e degl' istorici. Laonde ma, dove orava innanzi
e della cappella
io me ne gioverò per narrare la culla el'o- l'irumagineancora esistente della B. Ver-
rigine dell'ordine celeberrimo de' Bene- giue col divin Figlio, si santificò e fu i-
(lettini (/".), da cui derivarono quelle in- spirato a recarsi alla solitudine per farsi
signi congregazioni c\\e pur descrissi a'Ioro comprensore delle glorie celesti, ed a ma-
articoli, e cotanto eminentemente bene- turare l'istituzione del suo mirabile or-
nierilo della società; non che per descri- dine, perciò ridotta poi in chiesa col tito-
vere la s. Grotta, la chiesa, il monastero, lo di s. Benedetto in Pisci nula, e corona
ed insieme i monasteri fondati dal santo ta dal cardinal York (F.) col Bambino,
in questi fortunati e memorabili luoghi, come arciprete della basilica Vaticana.
eprincipalmentequellocospicuodis.Sco- Ebbe a compagna nel ritiro da Roma e
lastica proto-cenobio e sua chiesa, e quan- nel dirigersi a Subiaco la sua nutrice Ci-
to altro ha relazione colla storia di Su- lilla, secondo il costume delle più distili-
biacn. Fra monti Simbruini che accer-
i te famiglie che le nutrici non abbando-
chiauo Subiaco, vi è quello che ritiene nassero mai i fanciulli da loro allattati,
l'aulica sua denominazione di Talèo, ove Nel viaggio e non molto lungi da Subia-
l'occhio vedeinnalzarsi una corona di sco- co nel castello d'Enfide ora Alile operò
gli, che formano vago contrasto colle al- il narrato portento, riferito pure dal suo
tre parti della montagna. Declinano que- som ino biografi) Papa s. Gregorio l afa-
sìe a varie cadute fino alla corrente del- gno,\\ quale distesamente nel 2. "libro dei
l' A niene,e danno da Ile loro altezze in gran Dialoghi descrisse (ino alla beata sua mor-
copialeacque,limpideefresche,ondcque- te i fatti del santo. Dopo taleavvenimen-
sto fiume ingrossa nel suo avanzarsi. O- to e per evitare le umane lodi, s. Bene-
ranella parte meridionale della scogliera, detto si sottrasse dagli occhi della nutrì-
distante da Subiaco per due miglia, fissò ce,eallasua insaputa prosegui il cammi-
la sua solitaria dimora s. Benedetto quan- no verso l'eremo di Subiaco. Quivi ghin-
do andava in traccia d'un romito ricove- montagna incontrò per via
to,nel salire la
10 a rendersi tutto di Dio. L'antica città il monaco Romano, il quale abitava un
i\\Noreia nel ducato di Spoleti (/'.), quel- vicino monastero sotto la disciplina del-
la stessa che prima di lui avea dato i na- l'abbate Diodato, e l' incontro avvenne
tali a'ss. Speranza abbate, Eulichio, Fio- precisamente nel luogo ove fu poi eretta
SUD SUB 2 M
per memoria l'esistentecappella di s. Cro- ci, ora santuario del Speco. Tn questo
s.
ce, or chiamata s. Crocella, che sorge più antro dunque entrò il novello romito, uè
alla de'famosi laghi e acquedotti sudde- la ruvidezza del suolo, né lo spavento che
scrilti. Conosciutosi da s. Romano il vir- senza l'aiuto del cieloavrebhe dovuto im-
tuoso disegno del giovane, senza ritardo padronirsi del suo cuore nel trovarsi in
gli die in quel luogo stesso,uon senza divi- quella grotta, ove nel corso dell'anno non
na ispirazione, l'abito monastico e religio- penetra raggio di "lucè, e che posta al fian-
so, fot se formato d'un Cilicio[r.) e di pelli co di alpestri sassosi dirupi altro suono
d'armento, come poi fu trovato nella sua non olire, che quello dell' armento o di
grotta tulio coperlodaalcuni pastori. Pri- qualche vagante fiera del bosco, esposta ai
ma di dividersi s. giovinetto dal virtuo-
il rigori del verno e a'eocenti calori dell'e-
so anacoreta Romano ricevè da lui certa , state, non valsero a rimuovere il suo piede
promessa che lo avrebbe assistito, secon- Che anzi perque'por-
e rivolgerlo altrove.
do la sua posizione nel monastero,e vi cor- tenti,che derivano solo da Dio, pieno dì
rispose fedelmente.Salì dunque senza gui» gioia e di superna dolcezza di spirito, fi-
da alcuna s. Benedetto con disagiato cam- no da'primi istanti del suo soggiorno in
mino e verso oriente alla dirittura del siffatto luogo, non sapeva ringraziare ab-
monte, e fino a tanto salì che finalmente bastanza la divina provvidenza per aver-
trovò quella parte di scoglio , che a lui lo quasi per mano condotto in quell'an-
sembrò più acconcia a compiere l'eroico tro, che reputava più agiato e dovizioso
suodisegno. Quindi in un antro nella par- del paterno palazzo romano donde era
te superioredclla discesa d'unoscoglio,al- partito, la cui magnificenza e splendine
la distanza di i miglia dalle mura di Su- ne'suoi avanzi serbò il tempo. Sino dal-
dimora, sol leva lo spirito religioso a gran- ch'era al di sotto della parte del monte
di concetti che onorano la fede che pro- donde Romano glielo porgeva, e tollolo
fessiamo, e innalzano la mente a sublimi faceva ritorno alla sua spelonca. L'infer-
idee; laonde il Petrarca giustamente po- nale nemico, invidioso della relazione a-
tè dire, che nel penetrarvi lo spirito vi perta tra due anime virtuose, per scon-
rimira la soglia del paradiso, per le dol- certare l'opera pietosa di Romano, un
ci emozioni che desta la beata spelai! giorno al momento della discesa del pa-
2 5a S U B S U B
ne ruppe il campanello con un colpo di Romano era passato alla beata eternità,
sasso; ma Romano senza sconcertarsi con correndo il giorno di Pasqua il sacerdo-
B I tri mezzi supplì al caritatevole ullizio. te a vea apparecchiato il suo desinare,
Intanto a vvenne,che il s. giovane fu nella (piando udì una voce che gli disse: Voi
solitudine sorpreso da forti stimoli della vi preparale delizie, ed il mio servone se
concupiscenza, de'quali non polendo so- muore di fune in questo deserto. Si al-
stener l'ardore della tentazione, uscì dalla zò tosto il sacerdote, e preso l'imbandito
spelonca e giltossi nudo in suolo pieno pasto, si pose in cammino per rinvenire
di spine, di rovi e ortiche, ed in esse si rav- il che potè finalmente trovare
solitario,
volse fìnchèestinse l'impura fiamma. Vol- nascosto nella sua grotta. Dopo aver am-
le Iddio premiare sì gagliarda pugna e il bedue ringraziato il Signore dell'incontro
generoso partito preso dal santo, con ren- felice, presero il frugale nutrimeiito,ecoo-
derlo in avvenire immune da qualunque gedatosi l'ospite dal santo tornò alla sua
movimento carnale. Questo spineto esi- abitazione; ma cominciò ben presto per
steva dopo più di 7 secoli, quandos. Fran- tale incontro a risuonar nelle vicine con-
cesco d'Asisi percorrendo nel 12 2 3 La- il trade la fama delle virtù del penitente ro-
zio, ove si trovavano aperti alcuni conven- mito, e tanto più il grido ne crebbe, per-
ti dell'ordine minoritico di recente da lui chè alcuni pastori conducendo l'armento
istituito, recatosi a venerare il s. Speco, nella spelonca trovarono appiattato l'a-
mostrò desiderio di visitare il follo spi- nacoreta coperto di pelli , e nel vederlo
nalo santificato e reso celebre per l'ope- lo giudicarono una hestia selvaggia. Av-
ratovi da s. Benedetto. Gettossiqnel san- vicinatisi a lui ne conobbero la santità, e
to Dell'entrarvi prostrato al suolo, e colle cambiarono in modo le loro ruvide ma-
sue lagrime bagnò quella terra; ed a mo- niere, acquistando un carattere di dolcez-
strare la sua tenera divozione, volle in- zae di cristiana pietà, per l'istruzioni che
nestarvi due piantine di rose, le quali so- recavansi a udire dalle sue labbra, delle
no d'allora cresciute e si conservano in quali aprì scuola in un antro dello sco-
tanta copia, die luogo è divenuto un
il glioche trovasi sotto al s. Speco, e al di
giardino di rose, le cui polveri sono con sopra del roseto, ove il pio romito avea
molta ansietà ricercate da'divoti che n'e- formato il suo oratorio. Per queste due
sperimentano grandi vantaggi per allon- circoslanze,della visita del sacerdote e del-
tanare la violenza de' morbi. Questo ro- la scoperta de'pastori, sembra che cessas-
saio è situalo al di solto della s. grotta, se nel santo lo stato di vero solitario, quan-
e presso al declinar dello scoglio. Fino al do contava 1
7 anni; e da quel tempo ap-
compimento del triennale soggiorno di punto l'elogista s. Gregorio I ci narra, che
s. Benedetto nell'antro, al solo Romano
s. per essersi il nome suo ripetuto da molte
era stata nota la sua solitaria dimora; ma bocche nelle viciue contrade, lo visitasse-
piacque a Dio che incominciasse a farsi ro non pochi suoi ammiratori portando-
conoscere agli uomini, onde da tal ma- gli nutrimento, ed egli li ricompensava
il
nifestazione avesse principio la grande o- col pane della vita. Così provvide Iddio
pera, alla quale era stato destinato dal cie- al vuoto che alla sussistenza del giovane
lo. Volle dunque il Signore, che pel i.° romito avea recato la morte di s. Roma-
avesse la bella sorte un sacerdote, che di -
no. Non tardò molto, che il servo di Dio
inorava lontano dals. Speco e parroco di nel principio del VI secolo fu chiamato
Monte Porcario, oggi Monte Preclaro, o- alla direzione d'un monastero, ov'era per
ve cretlesi che esistesse uno de' 1 mona- 1 morte mancato l'abbate,.e posto nella via
steri che poi fondò s. Benedetto, sotto il che da Subiaco conduce a Tivoli presso
titolo di s. Vittorino. Mentre d virtuoso Vicovaro. Sebbene s. Benedetta adope-
SUB S L" B a53
rasse ogoi sforzo a sottrarsi da tale inca- ch'ebbero per autore e immedialo mae-
rico, nondimeno vi si adattò; ma divenu- stro il s. istitutore. La 2.'' riguarda, se la
to molesto a quella scorretta famiglia, gli regola formata da s. Benedetto per la di-
fu propinato il veleno in un vaso di vino, rezione e governo de'monasteri, venisse
sul cpiale dopo aver il santo steso la ma- insieme col nascere di essi da lui pubbli-
no per benedirlo si spezzò ad un tratto. cata in Subiaco, o piuttosto a /Monte Cas-
Perciò si allontanò da que'monaci, e fece sino (F.) si debba accordare il pregio di
ritorno all'amata solitudine, da cui erasi essersi ivi come novello Sinai proclama-
con pena allontanalo, cercando di diino- to il suo tenore, e fattosi pubblico questo
rarvi solo con se stesso alla presenza di ss. codice. Sul proposito della 1. 'ricerca il
Dio. Però la dimoia sua nella grotta non p. Bini ne parlò in ragionando del mo-
fu più del tutto solinga, poiché pel grido nastero del s. Speco, ed io che l'ho preso
sorto nel pubblico di lui non andò guari, per guida ripelerò in breve a suo luogo
a
che molti si raccolsero in questo luogo il detto da lui. que- Quanto poi alla 2.
per servile Iddio sotto il mio magistero; stione, riferisce che non pochi il p. Bini,
ed il numero di coloro che vi concorsero sostennero e sostengono, che la s. regola
crebbe tanto, die nella periferia del suo- solo sul .Monte Cassino fu fatta conosce-
lo sublacense vicino a questa spelonca ,
re dal suo autore a' monaci. Tra le sue
chiamato perciò la f'alleSanta, eresse e- osservazioni però, è di peso quella, che
gli verso il 5o6 1 2 monasteri, in ciascuno autore Benedetto nelle contrade di Su-
s.
de'quali pose i 2 monaci, che viveanosot- biaco di 2 monasteri, non abbia fin d'al-
1
to il regime d'un abbate. Datosi egli in lora dato a'suoi discepoli una norma di
tal modo a un genere di vita del tutto at- vita regolare; e che quando piacesse con-
tivo Dell'addestrare gli nomini alla vita cedere a Monte Cassino la lode che da es-
cenobitica, pare che s. Benedetto si distac- so pai fisse .la regola del s. legislatore, non
casse sin d' allora dalia grotta, ove il suo potrà per tal fatto contrastarsi al s. Spe-
spirito erasi formalo a eminenti virtù, e coavventuiato il merito molto maggiore,
che datosi tutto a stabilire e dirigerei mo- che nel ritiro di esso meditasse egli gl'in-
nasteri, non si occupasse che del grande segnamenti espressi nella sua regola, pie-
oggetto di formare gli altri sotto la sua ni di celeste sapienza, e che questi pones-
scorta pel cielo. In questa guisa, i luoghi se in pratica nel dirigere i 1 2 monasteri,
montuosi e alpestri divennero un paradi- i quali poi volle forse ridotti a un certo
so di spirituali dolcezze; il tetro soggior- sistema di leggi claustrali donai e alla lu-
no di bestie selvagge si convertì nell'abi- ce del mondo, il quale ne profittòam pia-
tazione d'angeli in terra; e dove prima si mente e con que' molteplici e felici suc-
udivano solo i fischi de'seipenti egli u- cessi che celebrai in tanti articoli. Sia co-
lulati de'lupi, le grate grida innalzaron- munque, Speco ha il vanto e la glo-
il s.
si di quelli che cantarono le lodi di Dio. ria d'aver al suo ospite l'occasione
dato
Qui il p. Cini fa parola delle due questio- d'innalzarvi il .° monastero dell'ordine,1
ni che si agitarono forse con soverchio a- la fonte de'beni e de'lumi non mai abba-
me preziose; selce che non si rista dal ge- 2.° dall'annegarsi (per ricordare il quale
nerare i frutti di santità di vita e di sa- e in onore de'ss. Benedetto, Mauro e Pla-
pere, come dall'operaie gli antichi por- cido, neh 834 Gregorio XVI fece conia-
tenti a sollievo dell' afflittaumanità. Il re quella medaglia che descrissi nel voi.
Brancadoro chiama il luogo Monte Santo XL1V, p. 72j anno in cui volle divota-
eh Dio, IVI onte propagatore citila santità, mente visitare ancora una volta questi
ed esclama.» L'occidente non ebbe più santi luoghi). Quivi pure avvenne l'altro
ragione d'invidiare i progressi che faceva prodigio operato da s. Benedetto, di riu-
(o meglio che avea latto ) nell'oriente il nire al manubrio il ferro a uso di falce
dogma e la morale di Gesù Cristo per o- caduto dalle mani del monaco goto nel
pera de'Basilii,de'Gi isostomi ede'Grego- lago. In questo luogo il perfido sacerdo-
i ii... benedetto e i figli di Benedetto fu- te Lorenzo tentò d'uccidere il sauto,fa-
rono in luogo di tutti; e furono come la cendogli porgere un pane avvelenato, e
sorgente di Eden, da cui si diramavano introdusse nell'orto 7 giovani uude per
i reali fiumi, che si dividevano a fecon- porre a cimento la virtù de'suoi monaci.
dare la terra. ..OhSubiacolbasta enunciar- Le colonne di porfido e altri marmi pre-
ti, per ravvisare in te questa sorgente am- ziosi che sono nel monastero di s. Sco-
mirabile di religione e di pietà... Tu ac- lastica, diconsi avanzi della fabbrica di s.
cogliesti nel tuo seno questo uomo straor- Clemente, ovvero della villa che Nerone
dinario; ed egli ti rese fecondo di tanti ebbe nelle sue vicinanze. Bovino del tutlo
frutti di benedizione, che se ne giovò pre- questo monastero per lo spaventevole ter-
cipuamente la Chiesa, se ne giovò lo sta- remoto che desolò l'Italia nel 1216. 2. "Dei
ne giovarono le lettere (si allude al
to, se ss. Cosma e Damiano, titolo che ricevè
numero prodigioso de' l'api, cardinali, ar- dallo stesso s. BenedettOj la cui chiesa fu
civescovi, vescovi, letterati, politici, e santi convertila da s. Onorato 1. "abbate dopo
usciti dall'inclito ordine benedettino che il s. patriarca nella sala capitolare, e fi-
qui ebbe isuoi nata li). ..Venne da tela gran no a' nostri giorni ha questo medesimo li-
pianta, che co'suoi rami ingombrò tutto so nel monastero di s. Scolastica. Fu al-
il mondo; degno perciò che sorgessi a tan- lora edificato altro tempio vicino all'an-
to riguardo, quanto or ne godi ; e che tico, e dedicato a s. Benedetto ed a s. Sco-
all' ecclesiastica signoria riunissi in quei lastica di lui sorella (gemella dicono al-
tempi la dominazione temporale, per un cuni), e si pretende consagrato das. Gre-
intero e libero esercizio della spirituale gorio I quando vi si recò colla madre s.
de'Maui ini, pensa che quel Papa non si cui esempio fu edificato da' francescani
mosse mai da Roma nel suo pontificato. collo stesso nome di Porziuncola (/'.) il
mento la restaurazione di questa chiesa, geli presso Asisi, come scrisse Guglielmo
dicata la chiesa del s. Speco. Devesi sen- celebre anacoreta penitente di lai nome,
za dubbio considerare questo monastero nativo di Fanello negli Abruzzi, che vi
Ira i primi dell'ordine, e decisamente il si recò neli20()e vi morì nel 1243. Es-
1 ."restato tra quelli innalzati da s. Bene- sendosi trasferito il suo corpo nella chie-
detto, che fu centro di essi, e che venne sa del s. Speco, non restò in quell'antico
arricchito esso solo di singolari grazie e monastero che una chiesuola, alla quale
privilegi, non che di terre concesse dalla spesso si recano divoti di questo santo
i
cenobio, e di esso e sua chiesa e appar- ferro, di cui arroventate corona vasene la
tenenze parlerò poi, per non interrompe- fronte e cingevane le braccia, e la pesan-
re le indicazioni de' 12 monasteri. 3.' Di te maglia di ferro, con cui copri vasi il col-
S.Biagio vescovoe mai tire,compreso den- po, donde fu detto Loricato, quali i si con-
tro i confini della solitudine sublacense, servano nella sagrestia del s. Speco), od
e lungi più che due miglia dalla città, an- altri per ammirare la posizione di quel-
tico monasleroabitato da s. Romano, che la eminente altura tutta circondata da
die l'abito religioso a s. Benedetto e lo nu- monti. Il Papa Gregorio XVI, che da car-
lli. Senza perdere il suo antico titolo gli dinale ne avea visitato la chiesa e l'ere-
si è aggiunto l'altro di s. Ronia'io, e poi- mo ove visse il sauto, quando a'3o apri-
ché all'epoca della costruzione de' 1 2 mo- le 1 834 si recò al s. Speco, volle risalire
nasteri n'era angusta la fàbbrica per riu- questo monte, e sostenne l'aspro elevato
nirci 2monaci, venne da s.Benedettoatn-
1 cammino interamente a piedi, e cosi fece
pliato. Attualmente ridotto a eremitag- nello scendere, offrendo nella maestà del-
gio, conserva un avanzo sì grande del suo la sua suprema dignità uno spettacolo,
antico edifizio da offrire comoda abitazio- che ricorderanno per lunga serie d'anni
ne penai romito. In due giorni dell'an- l'età future, e di cui si è registrata la me-
no la comunità monastica del s. Speco si moria nella seguente lapide, composta co-
reca a cantar la messa nella sua chiesa, me l'altra del s. Speco dal p. ab. bini, col-
hi quale fu consagrata nella festa di s. Lu- locata al fianco della chiesuola, e pubbli-
ca daManfredo vescovo diTivoli neh 1 10. cata dal Marocco. Quain Laurcntio Lo-
4.°Di s. Gio. Ballista, dello poi di s. Gio- ricato sacram-Cernis hospes aediculam-
vanni deli acqua ,0 delle Tre fonti, per- Haec Gregoriani A7 1 Pont. MaX.-lll
chè in questo monastero s. Benedetto o- Ca l. Mai. An.S.iÒZ ^•Sinibruina fuga con-
però il prodigio di aver tratto l'acqua da scensum - Ac pedilemposlridichuc usque
una selce, delia qualeaveano in quel luo- progressum- L nìverso populo laetitia ge-
go gran bisogno monaci ne'loro lavori.
i sliente - In Divieni Anacìioretam pumi
5.°Di s. Maria di Mori ebotta sopra il s. excepit. Avendo avuto l'onore d'accom-
Speco, che prima avea il vocabolo di s. pagnarvi il cardinale e il Papa, fui promo-
Maria diPrimeranejo come altri voglio- tore del marmoreo monumento, e Io fe-
no di s. Maria della Porziuncola, e pel ci eseguire a mie spese. 6.° Di S. Angelo,
2 56 S U B S U R
situato nelle vicinanze di Subisco, oltre il vescovo non potè per le nuove soprag-
il de Balzi*. Di questo mona-
lago detto giuntegli sciagure compire la lodevole im-
stero non ci restano neppure gli avanzi. presa, sebbene vi spendesse 4.000 fiorini
Quivi vuoisi clie avesse stanza quel mo- d'oro. Ottenne perciò da detto Papa ai
fatto restaurato. g.°Di s. Michele arcan- dizio d'una casa monastica in Rocca di
gelo. Pochi indizi restano di questo mo- Botte fuori de'confini dell'abbazia di Su-
nastero, che s. Benedetto fece costruire biaco, giacché si conosce che s. Benedet-
sotto il suo s. Speco in una piccola pia- to fondò i suoi 1 2 monasteri nella peri-
nura sopra la ripa del lago. 1 o.°Di s. An- feria di quel suolo sublacense, ch'ebbe poi
gelo di Arsa 1100 Ursano vicino a Trevi, il nome di Santa falle. Rocca di Botte,
detto perciò Angelo di Trevi, il quale
s. terra de'Marsi in sito delizioso incontro
paese fu per qualche tempo sede vesco- a Oricola, così nomata da una forte roc-
vile, come narrai al suo luogo. Abbaudo- ca che in alto monte la custodiva, fu pa-
to da'monaci, venne convertito in un mo- tria di s.Pietro eremita, uno de'tanti san-
nastero di monache, le quali vi soggior- ti che di loro presenza onorarono Subia-
narono 2 7 anni. Sisto IV neh 47 7 l'u-
1 co; ne tratta il Corsignani nella Reggia
nì al monastero di s. Scolastica, e restano JÌJarsicana, senza far parola del mona-
tuttora molti avanzi di sua fabbrica. 1 i. stero di s. Andrea. Bensì ricorda che vo-
Di s. Girolamo. Questo mouastero fu dei gliono le antiche tradizioni che per la via
primi ad essere abbandonato, né fu mai di Carsoli sia passato s. Benedetto quando
riparato dalle solfer te devastazioni; sicché partì daSubiaco perMooteCassino,cooie
si può dire che restasse diroccato per 8 più vicina a Subiaco, e in compagnia dei
secoli, finché nel 1887 ne fu rialzata la ss. Mauro e Placido, di due angeli, e di
fabbrica da Pietro Boverio o Boeri bene- tre corvi, i quali per 5 miglia sempre fu-
dettino vescovo d' Orvieto, il quale per rono loro scorta e guida. Conviene pure
qualche tempo dimorò in s.Scolastica. Ur- che s. Benedetto dimorò nel paese de'Mar-
bano VI con bolla ne avea ordinato il re- si, e lo decorò con edificarvi più mona-
stauro, di cui volle prender cura il prela- steri. Avverte il p. Bini, che qualche pic-
to che fu bersaglio de' tempi suoi, pieni cola variazione che s'incontra presso i cro-
di scismi e di turbolenze, e perquantodi- nisti benedettini nel riferire i nomi de' 1 2
chiara il p. Valle nella Storia del duomo monasteri sublacensi, e particolarmente
di Orvieto a p. 38. Nelle antiche memo- presso Arnoldo Wion nel suo Lignum vi-
rie si legge, che per mancanza di mezzi ine, nel Commentario dell' Esleno, epres-
SUB SUB z5 7
so il p. della Noce abbate cassinese, non tro si recò alla sua patria Subiaco, e con
dà a sperare precisione e piena verità par- rito solenne benedì la 1. 'pietra del ponte,
lando di edilìzi innalzati dai 4 secoli in- che il consorzio sublacense e provinciale
dietro, i quali soffrirono ne'piimi tempi gettò sull'Amene e per memoria di detto
di loro esistenza le longobardiche deva- prodigio denominò piìi che s. Mauro. Di
stazioni, multi ne furono restaurati, al- con annuenza del cardinal Spinola abba-
tri Io furono in parte, e quindi abban- te commendatario pontificò nel dì del-
donati del tutto, restandone a noi scarse l' Assunta nella collegiata, compartendo
memorie nelle schede degli archivi be- la triua benedizione, amministrando gli
nedettini. Nella biblioteca Chigiana vi è ordini sagri e la cresima. All'epoca dis. Be-
il mss. del p. Costantino Gaetano da Si- nedetto il (ìume ritenuto dalle chiuse ne-
racusa, colla descrizione de' i 2 monaste- roniane, secondo Nibby, formava qui il
ri eretti da s.Benedetto ne' contorni del i.°lago che lambiva quasi il sito dell'edi-
s. Speco; la quale si legge pure nel p.Ma- cola: e questo lago ripeterò che rimase fi-
billon, Annales Benedictini t. i,p. 37. no a'20 febbraio 3o 5, quando in una pie-
1
La fece pure l'av. Fea nella numerazio- na del fiume, due monaci togliendo im-
ne e località de' 2 monasteri, dopo aver
1 prudentemente de'sasd.apriionoun var-
provato che il paese detto Subiaco non co all'acqua, che rovesciando i ripari tor-
deve la sua origine a s. Benedetto, con- nò nello stato in cui era prima che Ne-
tro l'opinione del p. Pujali, cioè a p. /{.5 rone la ritenesse, cioè presso a poco co-
delle Considerazioni istoriche 3 fisiche- me oggi si vede. 11 diverso parere sulla
r
geologiche, riproducendo il mss. Chigìa- formazione de'laghi di mg. Januuccelli,
110, e altrettanto praticò Marocco, /Mo- lo discorsi di sopra. Soggiunge Nibby, a-
numenti t. io, p. 1 i5. Ora fa d'uopo di ver detto essere stato qui ili. "lago, cioè
parlare prima della chiesa e monastero il superiore, giacché riferisce Plinio ch'e-
dis. Scolastica, già de'ss. Cosma a Damia- rano tre i laghi : avendo Nibby nelle sue
no, come anteriori d'erezione alla chiesa investigazioni seguito il corso del fiume
e monastero del s. Speco, e di questo e al disopra di quoto, fino alle sorgenti
di quella lo farò poi. non trovò tracce degli altri due, ma men-
Uscendo da Subiaco e leggermente tre qui sono visibili le tracce della chiusa,
scendendo, dopo un mezzo miglio la via convalidate dallo speco aperto da Traia-
comincia a salire così agiatamente, da po- no, edalla storia sovraindicata, crede che
tervi andare iu carrozza; e per questa si da questo punto l'acqua cadesse in due
gode una veduta amena della valle sol- ristagni inferiori, anch'essi artificiali, fiuo
cata dall'Amene, le cui acque divise on- a raggiungere il corso odierno. Dice pu-
de muovere ruolini, e le macchine del-
i re,che l'abbandono della villa imperiale
le ferriere e delle cartiere, formano varie avea fatto sparire uno di questi laghi fin
cadute. Si perviene poscia ad una cap- dall'864,come si trae dalla bolla di s. Ni-
pella sagra alla ss. Annunziala, sulla qua- colò I; gli altri due laghi esislevauo an-
le un'iscrizione moderna in 3distici(ripor- cora nelio52, poiché nella lapide inca-
lali da Marocco in uno all'iscrizione po- strata nel chiostro di s. Scolastica e ap-
sta neli655sull'altare) ricorda il suddet- partenente a quell'anno, fra l'altre possi-
Antonucci essendo vescovo di Monte Fel- mente pel documeulo allegato uno solo
VOL. LXX. »7
s5S S D 13 S U R
ne rimaneva. Appena passata la cappel- cui l'abbate Umberto ricorda brevemen-
]j di s. Plàcido un sentiero a destra con le i fondi appartenenti al monastero nel
duce ad alcuni ruderi scoperti nel 1824 io52, è del seguente tenore, riferito da
e che evidentemente sono avanzi di ba- Nibby e riprodotte da Marocco. Lo Spe-
rrii fluviali dipendenti dalla villa impe- co, due Laglii, il corso del fiume, colle
i
vedesi ancora lo speco ([unsi ostruito del- gusta o Agosta, Cavaria oCervara, Ma-
l'acquedotto dell'Amene Nuovo a perioda ranum o Marano, Anticulum o Anticoli,
Traiano a sostituzione di quello di Clau- Ruvianum o Roviano, Arsala o Arsoli,
dio, onde avere l'acqua più pura. Sulla Auricola o Oricola, Carsolum Carsoli,
ripa opposta del fiume a mezza falda del Canloranuin o Canterano, Rocca Cono-
monte Carpineto sono rovine d'una spe- eia o Rocca di Mezzo, Trelanum, Cer-
cie di ninfeo, composto d'una gran nic- relum o Cerreto, Rocca Sarractnìscurn
chia curvilinea fra due nicchie lettihnee o Saracinesco, Sambuculum o Saoibuci,
separate fra loro da anditi. Il cammino Bicilianum o Ciciliano, Massa s. T ale-
dell'alto monte, dal destro lato sempre vii, Rocca de. Ilice Rocca luvencianum, ,
avanzi della villa diNerone dalla parte op- ca di Rotte, e Rocca dovane; dappoiché
posta formano vedute assai pittoriche, il oltre le rive dell'Amene da sopra a Su-
proto-monastero di s. Scolastica, al quale biaco si estendevano le possidenze fino
dopo le rovine de' bagni si perviene, fu al confluente della Ferrala sulla dritta, e
fondato nel 02o da s.Beuedetto nella val- delGiuvenzano sulla sinistra, e tutti vil- i
le anticamente detta l'ueeja, nelle tene laggi che coronano queste sponde; sulla
de' genitori de'ss. Placido e Mauro, cioè destra da Jennefìnoa Roviano,compren-
TerlnlloedEutichio nobili romani, qua- i
denclo Oricola e Carsoli che sono nel re-
li nel 528 lo dotai ono di molti beni, che gno di Napoli; e sulla sinistra da All'ile
in parte già notai. Essi furono Subiaco, lino ad Ampiglione, servendole di fron-
comprese le adiacenze del sito del s. Spe- tiera Guadagnolo. Quindi può riconoscer-
coli lago colle mole ad acqua e le peschie- si quanto polente fosse l'abhate di Subia-
re sino all'Arco di Ferrata (luogo degli co, ossia di s. Scolastica, ne'tempi feuda-
equi e ruscello, che ricordai come stazio- li, in cui ebhe uà territorio di circa 5o
ne e parlando della massa Ad Laminas), miglia di circonferenza, con giurisdizione
la città di Tusculo (come notai a Frasca- spirituale e temporale, con potere di me-
ti), Gfl///cflno,Donabello,il lago Foglia- ro e misto impero che esercitò per 800
no colla torre, s. Maria in Sorriseci sino anui, i monaci eleggendo l'abbate. Ma-
al mare, e altri molli castelli. Queste do- rocco poi a p. 1 4- ! riporta con ordine al-
nazioni in gran parte provenienti dai fon- fabetico l'intiero contenuto della tavola
di donati da'padri de'ss. Placido e Mau- marmorea esistente nel destro Iato del
ro,con diploma de'28 giugno 5g6 con- chiostro di s. Scolastica, in cui pure sono
fermò s. Gregorio I, il quale col consenso notati i seguenti luoghi che anticamente
di sua madre s. Silvia gli donò il castello appartennero al monastero sublacense e
Apollonioo Ampiglioneiammentato con ;
come segue. Augusta, Arsulum, Aurica-
molli latifondi da lui ereditali. Questi pos- la, Anticulum Corradi ,Anticulum Cam-
sedimenti in progresso si aumentarono, paniae, Aprumanum 3 Apollonium, Ale-
dì elitre la lapide più volle ineuzioData,iu 1 animi t Aibitretum, Anangula, Antonii
SUB S CB 2^9
monliSj Castrarti s. /tngeli, Castrimi Di longobardi, onde monaci fuggirono
i in
rumi, Bit trenitm, Bucanum Bovaranum, , riedificazione e dipintura fattane nel 70J
Camerata, Caiitoraniirn, Castellimi an da Stefano abbate per le cure di Papa Gio-
tiquum, Campitellnm, Calicianitm, Car- vanni VII che lo spedì a Subiaco,sembr;i
sogeni Civita ;, Castellimi Panine, Cer-
1
essere stato postosotto la protezione e de-
caria, Cerretum , Civitella, Cisternnla, nominazione de'ss. Benedetto e Scolasti-
Criptttla, Collemalnm, Collis Aitali, Ca- ca, ed anche di s. Silvestro Jj in fatti che
sa Corbnli, Destanum majns, Destarumi lo fosse già circa la metà del secolo seguen-
minus, Ventilila, Domns Pnluliae Civi- te, lo mostra Anastasio Bibliotecario nel-
roniannm , s .'Felici ta , Foliaiium Flimien, Papa olfrì doni di arredi sagri al moni
frigidum in Calabria, G ernia, drammi, sterodi s. Benedetto e s. Sco-
Silvestro, s.
di Roma, cioè opera del i .°periodo del se- ni e i tedeschi invasero il Lazio; ma pel
colo XIII, nel quale è dipinta l'immagi- narrato a quell'articolo, ove dissi le reli-
ne della ss. Vergine, lavoro del secolo XV. quie insigni e gli arredi sagri de'basilia-
Riferisce Marocco che intorno al chiostro ni eziandio pervenuti in potere de'subla-
furono dipinti dal Manente que'Papi, im- censi. Leggo nella Civiltà cattolica, 1. 1 r,
peratori e altri sovrani che beneficarono p. 589, che monaci sublacensi e il p. ab.
i
peratore Ottone III, l'imperatrice Agnese, voto giubilo delle medesime, che corsero
e Giacomo III re cattolico d'Inghilterra. a venerare il tesoro di sagre reliquie che
Vi sono pure i ritratti di diversi santi del- Con più dettaglio poi apprendo
possiede.
l'ordine, con analoghi disliei. La chiesa dal u.°2 55 del Giornale di Roma la bel-
SUD SUB 361
lezza de'restauri e degli aggiunti ornati; origine stamperie romane eia Stam-
le
le statue de' patroni ss. Benedetto e Sco- peria camerale, al quale articolo parlai
lastica eseguite in plastica e collocate nel- del qui accennato. Adunque da questo ce-
l'ingresso del tempio; l'altare ili s. Che- lebre monastero, in cui fiorirono uomi-
lidonia decorato di scelti marmi, e le sue ni sommi per santità e profonda dottrina,
ossa rivestite da una figura al naturale e non solo uscirono quelli che raccolte nei
con ricche vesti; ed inoltre fu nobilitata tempi barbari le scintille dell'umano sa-
neva manoscritti e diplomi di sommo pre- heim e Pannartz, eseguita nel rj.fi > den-
gio, che involarono le antiche irruzioni tro il monastero, in foglio ordinario sen
de'longobardi esaraceni, e le moderne in- za numeri, e colle note del teologo Rau-
vasioni, gl'incendi e altre funeste vicen- dense. Osservò i margini bastantemente
de. Nondimeno possiede pure importan- spaziosi, le lettere iniziali colorate a pen-
tissimi palimpsesti e cronache antiche, e na e amplificate con girigori, essendo la
alcune famose e primitive edizioni delia forma del carattere tutta romana. Parla
iSVrtwJ/Jrt.ImperocchèCoffadoSu'eyuheim dell'altra delizia tipografica: A. Angusti-
e Arnoldo Pannartz tedeschi, si recarono ai, DeCivilale Dei, x^Qf, altra edizione
in questo monastero nel i 4t>5, ov'erano de'ricordati artelìci e impressa nell'abba-
alcuni monaci loro connazionali,e vi stam- zia di Subiaco, e lo prova col codice di ta-
parono il Donatus prò puerulis (chiama- le opera ivi custodito, colle segnature del-
to ili. "libro stampato in Itali?, altri di- leunghie, ove gli spazi indicati delle me-
cono il Lattanzio), terminarono l'opera desime corrispondono perfettamente ad
di Lattanzio Firmiano, quella De Civi- ogni pagina dello stampato; ed intorno
tate Dei di s. Agostino, ec, trasportando all'interpretazione delle lettere che sono
così la meravigliosa invenzione dalla Ger- in fine dell'opera, opina che sia il nome
mania in Italia. Nel giugno 4-^7 1 ' due ti- di qualche operaio tedesco restato in Su-
pografi passarono in Roma e v'introdus- biaco alla continuazione della stampa De
sero l' arte della stampa, quindi ebbero Civilale Dei. Attesta inoltre, esservi nel-
a6a SUB SUB
l'archivio codici e autografi pregievolissi- grò Speco, ch'è circa un miglio distante
ini, resto dell'immenso suo tesoro, li mar- da s. Scolastica e 3 da Subiaco. Questo dee
ca odo una Bibbia in pergamena nitidis- come il celebrai, la culla del
riguardarsi,
sima con eleganti miniature in varie tem- monachismo occidentale, ed è addossato
pere, ed in oro forbitissimo; egualmente al monte a guisa d'un nido di colombe,
lettere di bel capriccio; un Messale con lo con sostruzioni arcuate enormi, in al-
qualche immagine garbatamente condot- tre tagliar la rupe che serve di parete ai
gica veduta, poco dopo si giunge alla chie- vaseroSubiaco operaudo barbarici guasti;
sa e monastero di s. Benedetto detto USa- una vera chiesa, tuttoché rozza e angusta
SUB SUB *63
principiò qui vi a sorgere dopo due secoli dalla parte del monte Talèo, cioè a dire
e mezzo dall'abbandono che ne avea fat- all'estremità dello scoglio posto al fianco
to s. Benedetto, a tutto inerito di Pietro dall'aulico spineto poi roseto inferiore al
6.°abbatedopo di lui nel governo ilei mo- presente cimiterio , donde per disagiato
nastero suhlacense, al quale s. Gregorio cammino salivasi a venerare l'oratorio e
I avea aggiunto alle altre sue concessioni ils. Speco di s. Beuedelto. L'abbate Um-
quella del s. Speco. Pietro dunque ebbe berto in quest'opera e nella fabbrica del
il pio pensiero di ridurre a guisa d' una monastero specuense, fu con gran muni-
chiesa l'antico oratorio, e grande ne fu si ficenza soccorso das. Leone X, da cui nel I
il fervore che lo mosse a richiamar a que- io5a creato abbate quando si recò nel
sto luogo in gran numero fedeli per in- i monastero di s. Scolastica per quietarvi
nalzarvi loro voti al cielo, che potè egli
i alcuni torbidi. Chiamò il Papa a se alcu-
ottenere da s. Leone IV, già benedettino ni di Subiaco, e fece loro acre rimprove-
nel monastero di s^Martinodi Roma, che ro per certe scritture ingiuriose al mo-
qua si recasse daR.oma nell'853 evi con- nastero sublacense, ordinò che fossero da-
sacrasse due altari nel lo stesso luo™o del- te ulle fiamme, confermando al monaste-
l'oratorio, dedicandone uno in onore del ro il possesso di Subiaco e di tutte le ter-
titolare s. Silvestro 1, e l'altro de' ss. Be- re che avea soggette. Di più concesse alla
nedetto e Scolastica. Venuto il Papa in chiesa specuense nel giorno di s. Grego-
s. Scolastica, nel dì seguente colla famiglia rio l'indulgenza di 7 auni e altrettante
I
to della chiesa nulla guadagnò nella sua Dciuiì. Che se la chiesa non presentava al-
ampiezza e spleiulore,sebbene sotto la sua lora nelle sue parti, che un oscura stanza
povera forma non lasciasse d'essere fre- in salita e tutta in lungo, non si debbono
quentata dal popolo divoto, chiamatovi minori lodi per questo al zelante abbate,
pure dal santo scopo di visitare pili sopra poiché suoi sforzi furono slimoli
i alle po-
la sagra grotta. Nel governo abbaziale del steriori ampliazioni e abbellimenti. Non
francese Umberto, sebbene in tempi pieni passarono che pochi anni dall'o-
infatti
comodo maggiore allo sfogo de'suoi di vo- sicché egli stesso lo destinò allora al go-
li esercizi. Questa non avea l'ingresso che verno del monastero, e divenuto Papa lo
264 s u B SUB
creò cardinale e lasciò abbate di s. Sco- 1
3 gradini, aprì cos'i a tutti una comoda
lastica, al quale era unito e soggetto il s. via ad ascendere al tempio superiore, il
Speco. Si propose egli di portare a com- cui pavimento ornò di pietre di vario co-
pimento l'opera cominciala da'due pre- lore, e tale si mira tuttora. Una sola era
decessori, e ne toccò felicemente la meta. la porta che conduceva il popolo alle di-
Imperciocché condusse questo cardinal stinte parti della chiesa, edera appunto
abbate la chiesa allo slato in cui trovasi quella aperta con gran disagio a chi per
presentemente; e se si considera il tempo balze escoscesi dirupi recavasi fin da prin-
al quale appartiene il lavoroni! luogo del- cipio a venerar l'oratorio e lo Speco di s.
la sua costruzione, devesi annuii are l'ec- Benedetto. S'impegnò pertanto il cardi-
la quale al fianco
cellenza di quell'arte, per nale nella costruzione d'una strada più
d'una scogliera, senza deviare dal suo an- comoda a praticarsi, che fece nascere dal-
damento per non alterare lo stato della la cappella di s. Croce, della quale non
s. grotta, oggetto dell'antico e del nuovo restauo avanzi, la cui struttura impiegò
edilizio, s'innalzò un tempio acconcio a l'opera di molle braccia e la spesa di ri-
riscuotere e nutrire la divozione del po- levante somma, onde adattarvi un uni-
polo verso sì cospicuo santuario. Il car- forme strato di pietre. Inoltre l'abbate fe-
dinal Crescenzi raggiunse col mezzodì va- ce ornare di pitture la chiesa, da lui con-
lenti artefici l'ideato disegno, e ne fanno dotta a questo termine,da eccellenti mae-
fede gl'intendenf^altamente encomiando stri di Roma, secondo la condizione del
l'eccellenza e la singoiar maestria d' un tempo e lo stato dell'arte pittorica, i qua-
tempio eretto nel declinar del secolo XI. li artisti pare che incominciassero le loro
Fu nella costruzione di esso che si demo- pitture dalla volta, che sembrano di gre-
del monte e dalla rupe adiacente, il quale cevè nel 1077 I' imperatrice Agnese (in
tornò a dedicarsi a Papas. Silvestro I ; lo occasione che si recò in Pvoma a far pe-
consagrò Pietro vescovo d'Anagni, ed è nitenza, per aver contribuito all'elezio-
quello che oggi contiene le ceneri del b. ne dell'antipapa Onorio li contro Papa
Lorenzo da Fanello. L'altro altare ven- Alessandro II, e sotto la direzione del be-
ne poi costruito nella chiesa superiore, ed nedettino cardinal s. Pier Damiani, fa-
in esso si collocarono i sagri avanzi di s. cendo la sua confessione generale avanti
Anatolia verginee martire (trasportativi la tomba di s. Pietro: fu ospitata onora-
da Castel Vecchio, per quanto dissi nel tamente nel patriarchio Laterauense da
yoI. LX, p. 44) e d a P- 45 riparlai della s. Gregorio VII, ed in morte le cele-
sorella s. Vittoria). A questa santa il po- brò solenni funerali e la fece tumulare
polo professò sempre tenera divozione, e nella basilica Vaticana ) spogliata del-
innanzi all'altare che consagròAdamo ve- l' amministrazione del regno dall' inde-
scovo d'Alatri, si facevano aulicamente le gno figlio Enrico IV persecutore crude»
professioni monastiche colla solenne pro- le delia sanla Sede, dopo aver con edi-
messa dell'osservanza de'3 voti, invocan- ficante contegno visitalo monasteri be- i
dosi pure il nome di s. Anatolia. Per a- nedettini di Monte Cassino e di Far fa, al-
verdunqueil zelantissimo cardinal abba- loggiandola nel monastero di s. Scolasti-
te formata di grosse pietre una scala per ca. In questo vi accolse pure Pasquale II
salire dall'antico oratorio alla s. grotta, a'28 agosto 1 1 1 7, che si recò in Subiaco
e quivi altre due, l'uua dii2 e l'altra di per richiamare alla soggezione del mo-
S U B S U B a65
Basterò i due castelli di Pon7a e di Adì- esso, ed è quella che ancora si pratica da
le, de'quali erasi impadronito lldemondo, taJnno, e inferiore alla presente costruita
e gliene confermò il possesso. Salito poi neli68cj. Erasi aperta più tarili rimpet-
als. Speco vi consagrò un aitare che de- to alla s. gioita un'entrata vicino all'an-
dicòa'ss. Benedettoe Maino, il quale re- tica, ma fu presto chiusa e olire l'idea di
sto demolito quando nel 5g5per amplia- i una nicchianella chiesa inferiore che con-
re la chiesa inferiore si tolse la scala che tiene l'immagine del Redentore. Al ter-
l'ingombravae altra se ne costruì persa- mine della via di detto abhate, con pie-
lire alla parte superiore del tempio. Que- cola gradinata furono condotti monaci i
sloabbate, tanto benemerito del s. Speco, al piano della chiesa superiore.e dalle lo-
assegnò alla sagrestia l'entrate delle cine- ro celle al coro probabilmente a que'dì
se di s. Giovanni d' Anticoli, di s. Maria presso la sagrestia e nello spazio che di-
d 'Arsoli e della Madonnad'Oricolajedo- vide le due parti snperioree inferiore del
pò aver governato 56 anni il monastero tempio : però la porta attuale del tem-
sublacense, morì in decrepita età, ed eb- pio fu aperta nel secolo XVI, quando si
be successoti che nulla operarono a de- chiusela porta situata al sinistro latodel-
coro della culla dell'ordine, sino a Gio- l'aliare della chiesa superiore. In tempo
vauniGAliTagliacozzo.Nel 202Papa In- i di delloabbate fu diviso l'ingresso degli
nocenzo 111 si recò aSubiaco per riforma- uoniiuidnqucllodelledonne,pcrchèran-
re nella regolare osservanza il monastero lieo ricordato sentiero comprendeva nel-
dis. Scolastica, e salito al s. Speco e tutto l'accesso alla chiesa una piccola parte del
attentamenteconsiderato, dipoi volle che monastero, laonde perledonnefu aperta
una particolare famiglia di monaci aves- altra porta, ora pe' muli per questa le :
che fino allora non se ne contavano che grotta. Siccome poi restava sempre au-
pochi, quali di loro scelta vi prendeva-
i the per questa via l'inconveniente, che
no stanza; ed or. lino altresì, che il pi io- una parte del monastero venisse prati-
re del s. Speco fòsse distinto da quello cala dalle donne, ordinò perciò G rego-
di s. Scolastica, e dipendessero ambedue rio XI che venisse del tutto loro inibito
dall'abbate di questo ultimo monastero, l'accedere al s. Speco; e perchè non si de-
ll Papa creò peli."priore del S.Speco Gio- fraudasse il loro bene spirituale, traspor-
vanni di Tagliacozzo, e concesse alla chie- tò a loro comodo soltanto le indulgenze
sa l'indulge nzadiyanniealtreltantequa- alla chiesa del s. Speco concesse da'pre-
rantene nel giorno di s. Benedetto. 11 Fer- decessoli alla cappella di s. Crocella. Ri-
Ione,De' viaggi de Pontefici, ritarda al conoscente l'abbateGiovanni 6. "all'ope-
co, e narra che nel concilio generale di Speco, volle alla destra della scala che
Luterano IP nel 121 3 con lungo rego- conduce alla s. grotta effigiarne l'irumagi-
lamento riparò alla decaduta osservali- ne,cbe pose in fronte al diploma delle or-
za de'monaci sublacensi, enedà unsun- dinate concessioni, il quale ha la data dei
lo. Il prioreGiovanni dopo averi 5 anni 24 giugnoi2i3, e alla destra di tal di-
in tal qualità soggiornato al s. Speco, fu pinto vi è il ritratto d'un monaco, pro-
da Onorio HI nel 2 7 creato abbate di 1 1 Inabilmente quello dello stesso abbate,
s. Scolastica. Questo Giovanni 6.°aven- Questiordinòpurelepiltureafìescoprin-
do conosciuto bisogni e la convenienza
i cipalmente nelle pareti del tempio infe-
d'accrescere splendore esterno al s. Spe- fiore, e vi pose il suo stemma, ed il p.
co, aprì migliore strada da s. Crocella ad Bini le crede eseguite da pennelli Italia-
2 66 S U B SUB
ni cou erudite ragioni, rigettando l'opi- sos. GregorioI e per sua madre s. Silvia)
nione che i pittori di quell'epoca fossero l'altare degli Angeli custodi, e l'arricchì
tutti di greci origine. Più vicini a'nostri di doni e privilegi spirituali. Di questo
tempi e non lontani da quelli di Cima- si ha la memoria ne'versi esametri, che
buee di Giotto, egli reputa i dipinti della in tal cappella si leggono sotto la sua fi-
chiesa superiore, i quali in gran parte gura in atto di consagrare l'altare, e ri-
rappresentano nelle pareti la storia della portati dal p. Bini: altri versili cancellò
Passione e Ascensione del Redentore, ed il tempo. Siccome sotto l'immagine del
ilTransito della B. Vergine; né manca- Papa l'iscrizione dice consacravil eccle-
rono altri pennelli che ne' tempi poste- siani, devesi però intendere la sola cap-
riori lavorarono nella chiesa, poiché nel- pella, perchè supplicato da'monaci ad e-
lo la scala che conduce al giar-
scendere stendere a tutta la chiesa il rito solenne
dino delle rose, o*e le pareli sono tutte della consagrazione, rispose che non a-
dipinte, si vede l'elligie di s. Gregorio F, vrebbe mai preleso di con«agrare un Ino-
col nome del pittore greco Stammalico gogiàsantificatodalla lunga dimora fat-
e l'anno 1 4-^9- Similmente alla litiistra tavi da s. Benedetto e dalle lagrime che
di chi scende lai. "scala che parte dalla vi avea versato di compunzione e di a-
chiesa di mezzo, in una nicchia è l'im- rnore verso Dio. Di tal fatto n'è prova la
magine della Madonna con due figure ai pittura, nella quale vedesi il Papa colla
fianchi, ed il nome del pittore Magisler mano sopra un libro in cui è scritto Flic :
Coiìxulus pinxìt hoc opus, e si conside- locus sanctus es/.Quivi pure è un saggio
ra dipinto posteriore agli altri. Nelle pa- di pittura della 1/ metà del secolo XI li,
conduce al cimitero
reti della scala clic oltre l'immagine di s. Francesco d'Asisi,
vi sonopilture coevea quelle della chie- posta alla destra dell'ingresso della cap-
sa, edue monaci dipinti nel i3 5.11 com- i pella, colle paiole Fr. Francìscus, che
plesso di luttequeste pitture diverse pre- si Speco
recò al s. nel 1-2 2 3. Ad essoGre-
sentando i progressi dell'arte, i cultori di gorio IX accordò pe' visitanti la remis-
essa si recano a studiarle e copiarle. In- sione della j." parte de'peccati nel gior-
oltre le volte e hanno fregi con
le pareti nodis. Benedetto; l'indulgenza di g anni
simboli usali per ornamento delle cri- e altrettante quarantene nel giorno di s.
no e d' una quarantena nel giorno di s. ne l'antico antro che formò il luogo di
Michele Arcangelo, e di 3 anni e allrel- dimora del glorioso s.Benedctto,ove tro-
tiinte quarantene ne'giorni di s. Nicolò e vavasi collocata la sua statua,ed è quella
di s. Scolastica. Pioli recatosi in Snbiaco appunto che esiste nell'antro del suo ora-
nel i4^'> sau 026 settembre al s. Speco, torio. A toglieredunque la bruttura di
enei giorno stesso accordò alle donne l'in- quella scala che ingombrava il mezzo del-
gresso nella chiesa, ch'era innanzi per lo- la chiesa inferiore, e per rendere più co-
ro vietalo, aggiungendo alle antiche in- modo l'accesso della s. grotta,pensò prov-
dulgenze quella di 10 anni e altrettante vidamente l'abbate p. Giulio di demoli-
quarantene tempora di
ne' giorni delle re la scala che conduceva in salita all'al-
settembre. diploma porla la dato, in
11 tra per la quale si discendeva, e fatta una
nwnasteiio sac. Spccus anno 46 sexto 1 1 esterna apertura quale ora si mira, e rot-
calendas oetobris. Gregorio XIII a' 28 ta altresì una parte dello scoglio per in-
settembre 583 concesse 1' indulgenza
1 nalzare un altare dirimpetto alla statua,
plenaria dalla domenica di settuagesirna la quale prima era al fianco, ed ora tro-
lino alle Ceneri inclusivamente, e dalla vasi in mezzo dei s. Speco, rese così me-
domenica di Passione alla Pasqua, una no disagiato per tutti e facile il visitarlo,
volta altresì nel mese di maggio e nel- ed assistere alla celebrazione de'sagri mi-
a
l'8. d'Ognissanti, e di più 7 anui e altret- steri. L'apertura che forma l'ingresso alla
tante quarantene per ogni volta diesi sa- s. grotta fu ampliata nel 1 765, e l'aliare
lirà la scala santa al s. Speco. Nel santua- che vi era stato eretto, fu consagrato dal
rio del s. Speco è chiamala Scala santa vescovo d'Alatri Giulio di Terni. L'an-
quella per la quale s. Benedetto vi scen- tica statua di niun pregio, fu rinnovata
deva, recandosi nel così detto oratorio ad nel 1657 dallo scultore Antonio Raggi di-
istruire i pastori, e perchè i fedeli soglio- scepolo del Bernini, il quale la terminò
l' articolo Scala santa. Grandi varia- non coprire la statua eh' è al di dietro, e
zioni non incontrò coll'avanzar degli an- tutto nel 1783 per cura dell'abbate p. d.
ni la fabbrica di questo tempio nelle sue AmbrogioMirelIi poi arcivescovo diChie-
parti,e quale ora si mostra, tale già fu ne- ti, ed a'4 agosto lo fece consagrare dal-
a
gli ultimi sei secoli precedenti. Avvenne l'abbate dis. Scolastica p. d. Antonio M.
solo nel 1 5y5, in cui esseudone abbate il de Cuppis. Già Innocenzo XI avea con-
p. d. Giulio da Mantova vi fu operalo co- cessa l'indulgenza plenaria ne'giorni di
sa, per la quale nou è a dubitarsi aver s. Benedetto, di s. Scolastica, di s. Mau-
egli meritato somma lode. Siccome l'an- ro, di s. Placido e compagni martiri, di
tica via che conduceva al s. Speco, na- tutti i ss. Monaci, e di s. Gellrude. Altra
sceva o faceva capo alla parte inferiore indulgenza plenaria a'2 2 novembre 1701
2 68 S U B s u B
avea accordala Clemente XI una volta s.Speco, e che sono del medesimo stile,
l'anno a tutti i fedeli, che confessati e co- sono un documento positivo del tempo
municati avessero visitato il s. Speco,ap- in cui furono eseguite. Quelle del vesti-
plicaljile in suffragio de'defunii,colla bul- bolo rappresentano fatti della vita diGe-
la Injunctae rzoétf, presso il Bull. llom. t. sù Cristo. Si discende Speco per due
al s.
bati monasterii s. Scolastica?, Sublacen- presentala^ quella nella quale si vede di-
sis ordini* s. Beuedicli, nullius dioece- pinto l'antico lago Snblacense, che allora
sis in dislriclu Urbis: Assignatio bono- esisteva. Nella cappella propria del s.Spe-
Bensdictus jtcit fundamento ordinis sui si die a vita contemplativa, la sua statua
in abbatta nullius dioecesis prope Subla- berninesca Io rappresenta in età e sotto
cuni. Noterò pure che verso la metà del forme giovanili (e (piale il p. Bini pose con
secolo XVI 1 1, il celebre cardinal Corra- incisione in principio delle Memorie). Da
dini di Sezze, ove meglio ne parlai,qual questa cappella si discende (traversando
protettore della congregazione cassinese, un vestibolo dipinto circa il 1 5oo, come
impetrò dal Papa Clemente XI 1, che un si vede sotto quello del Giudizio univer-
numero di 4 confessori tuonaci colle fa- sale) a quella di s. Silvestro I (chiamala
coltà de Penitenzieri di Roma (nel quale della Dottrina) colla statua del Papa in
articolo dissi ancora di quelli cassinesi terra cotta, donde si passa in un piccolo
della basilica di s. Paolo, e dell' ullizio da giardinocon roseto, che ricorda il vepra-
loro eziandioesercitatoins.Ma ria inTras- io sul quale rotolossi s. Benedetto. Nella
tevere quando questa fu sostituita all'al- sagrestia vi sono alcuni buoni quadri mo-
tra negli anni santi) e del santuario diLo- derni, fra 'quali una s. Famiglia forse di
reto,risiedessero sempre nel s. Speco; che Correggio o di scuola bolognese de'Ca-
le medesime indulgenze de' ss. Limìna racci. Aggiungerò,che nella sagrestia, ol-
vi lucrassero i divoli, e quanti al santua- tre i cilizi del b. Lorenzo (il cui
ricordati
rio peregrinassero; con l'arcivescovo Te- romitorioè poco distante), si conserva un
deschi, di cui riparlerò, ne restaurò il mo- campanello di s. Benedetto, cioè quello
nastero, e non potendo egli solo bastare di s. Romano e rotto dal demonio. An-
per le beneficenze che praticava con al- che il Marocco e con particolarità descri-
tri, invitò con caldissime lettere a contri- ve il santuario e la strada che vi condu-
buirvi tutti gli abbati cassinesi di Fran- ce, levedute sorprendenti che da qui si
cia, Germania, Spagna e Portogallo, ri- godono, tra il fragoroso mormorio del-
servandomi in progresso di riferire altre l'Aniene, la dicontro folta selva di elei, e
beneficenze. Questa chiesa e insigne san- che sopra V ingresso vi sono dipinti dal
tuario, in complesso ecco come la descri- Manente, la B. Vergine col divin Figlio,
ve Nibby. Nel i.° ingresso di questo luo- s. Benedetto e s. Scolastica. Dice che il
ge vtdesi un' aquila de' tempi bassi ; il santuario può dirsi veramente composto
corridoio chesegueèornato di pitture del di 3 templi io uno, sotterranei che fauno
secolo XV, e la parie sinistra è la rupe stupire per la solidità, per le antichissime
stessa del monte: l'autore delle pitture è pitture a fresco, e per l'altre magnificen-
incognito, la data però del 1466, che por- ze. Pertanto ne fa la descrizione divisa in
tano quelle della cappella che precede il 3 parli, che ioacceuuerò per evitare trop-
SUB SUB 269
pe ripetizioni, e riportando nozioni non s.Maria di Morrebotta, nel cui altare ri-
riferite di sopra, onde prendere una mi- posano le ossa del b. Lorenzo da Fanel-
gliore idea di questo celeberrimo santua- lo, prima militare e poi monaco benedet-
a
rio. Nella i . chiesa d'architettura gotica tino. Welle pareti della scala tra le pit-
rimarca il pavimentodi fini marmi trat- ture va ricordato il trionfo della morte,
ti dall' Arcinazzo, l'unico altare di bellis- enei 1 5j3 un pellegrino polacco vi scrisse
Bedentore, ed a'iati gli Apostoli e i Dot- esso vicini prima d'entrare nella sagre-
tori. Da questa i." parte del tempio per stia; il 2. contiene la cappella di s. Gre-
due laterali ingressi si discende al 2. "san- gorio I,eil prossimo s. Speco; il Slab-
tuario del s. Speco con 4 cappelle sagre a bracela la dove ri-
scala santa, la cappella
s. Scolastica, a s. Mauro, a s. Orsola, e al posa il corpo del Lorenzo Loricato, ed
b.
ss.CrocefissOjCon altari di marmi fini: alla in fondo la spelonca o oratorio ove s. Be-
un altare di bellissima opera
sinistra vi è nedetto istruiva i pastori. Ora passo col
alessandrina con due colonne spirali: da p. ab. Bini a parlare del monastero spe-
questo ripiano trovasi a destra la sagre- cuense di s. Benedetto, col quale hanno
stia, ove tra'quadri stupendi sono nota- stretta relazione le notizie riguardanti il
bili un quadretto di Giulio Romano di- vicino proto-cenobio dis. Scolastica; laon-
pinto sul rame, e s. Sebastiano di Guido de per unità d'argomento le serbai per
Reni. Indi perlina scala si passa al 3.° sot- qui ragionarne.
terraneo ornatodifìnestregoticheco've- Incomincia l'abbate e storico del suo
tri con figure di
dipinti a vari colori, e monastero con dichiarare intemperante
Santi e Papi benedettini, ove dietro l'al- zelo quello d'alcuni, che pretesero soste-
tare si venerala s. grotta e la statua mar- nere avere s. Benedetto nell'erezione dei
morea di s. Benedetto con aspetto ange- monasteri sublacensi innalzato questo che
lico, avente da un lato il cauestrino nel giace a contatto del s. Speco avanti i!5o5,
ài donazione e conferma delle possiden- za salita di scale dalle proprie celle ad uf-
ze al monastero sublacense, »'.' a cum spe- fiziare nel coro della chiesa superiore; nel-
cuj che se presso il s. Speco fosse esisti- lequali opere ili ben inteso edifizio quan-
to ilmonastero capo e centro di tutti gli ta fosse l'eccellenza di chi l'eseguì, e la
altri, certamente il Papa non l'avrebbe lode che seppe meritarsi l'abbate ordi-
confermato o donatoal monastero subla- natore, si può ravvisare da chiunque vo-
cense; mentre Speco propriamente
al s. glia considerare che tutto dovè operarsi
non incominciò ad esistere una chiesa pri- nel tortuoso giro d'un monte, cheappog-
ma dell' 853, o antro ove s. Leone IV gia la fabbrica, rompendo le parti dello
consagrò due altari, che se vi fosse esisti- scoglio ove l'uopo il richiede va, e costruen
to un monastero, non poteva essere man- do meravigliose soslruzioni di pilastri e
cante del luogo sagro per raccogliersi al- di archi a grosse pietre, che ne assicura-
la preghiera. Fu il monaco Palombo del no la durata a fronte della corrente del-
iogo che si può considerare come ib.° l'acqua del vicinofìume,alla cui ripa s'in-
che vi prese stanza, pel permesso accor- nalza questo artistico fabbricato. Però ad
dato dal cardinal Giovanni 5.° Crescenzi onta di tantezelanti cure, per dare lustro
abbate di s. Scolastica, di passare ad abi- e di s. Benedet-
decoro all'antica stanza
tare il s. Speco, e vi restò 7.5 anni fino to, non potè il cardinal abbate vedervi
alla morte sua in ctllulam quaderni exi- riunita una famiglia di monaci. Piestato
g'ta, senza aver avuto a compagno altro il santuario come prima deserto di mo-
monaco,poichè durava ancora a que' tem- naci, alcuni per privato amore comincia-
pi lostatodi perfetto abbandono,e la man- rono spontaneamente a prendervi stanza,
canza d'una famiglia di monaci in que- ma non più di 3 o 4» che se cadevano in-
sto luogo, per cui Pasquale 11 5 anni do- 1 fermi tornavano in s. Scolastica per cu-
po il passaggio che vi fece il monaco Pa- rarsi. Presentando il monastero mezzi i
governo del suo monastero, non potè ef- permesso di fissare il loro soggiorno al s.
S C D S U B 271
Speco: furono esauditi, e vi abitarono tan- penitente: egli 6 dicembre 209.
vi salì a' 1 1
to lungo tempo,che ninno di essi potè ri- Altro illustre ospite ebbe il priore Gio-
tornare alproprio monastero, di che fe- vanni, ricevendo nel 22.3 s. Francesco ili
1
che la romita stanza del gran padre del più bella e più nobile ospitalità fu quel-
monachismo d'occidente, culla di tutto la di ricevervi e albergarvi per due mesi
l'ordine e monumento perenne dell'incli- Gregorio IX, che nel 1228 stabilì il nu-
te sue virtù, non istesse più priva di quei mero de' mona ci a 6, e dal suo nipote A-
figli da essa derivati. Questa bell'opera lessandro IV nel 2 ì6 portati ai?,, essen-
1
nastero del s. Speco il suo priore clau- e che adoperossi con tutti modi a con- i
monasterosublacense; e la scelta del prio- 1297 fu nei suoi diritti occupalo da fi*.
re, come rilevai parlando della chiesa,cad- Francesco minorità bastardo della poten-
de per volontà del Papa nella persona di te famiglia Gnetani Cattaui (la quale
Giovanni da Tagliacozzo, che poi fu ab- vi possedeva già de beni, come Falle. Pie-
bate sublacense. La bolla de'6 settembre tra, della (piale riparlai nel voi. XXVII,
delle concessioni fitte da Innocenzo HI p. 282) dell' allora regnante Bonifacio
al s. Speco si legge nella pittura posta al- Vili. uno e nell'altro trambusto
Xell'
la diritta di chi scende la ."scala che con-
1 ne non poco la quiete e la sussisten-
solili
duce alia s. grotta: questo è il (."diploma za de' monaci specuensi, a' quali furo-
che trovò il p. Bini e duetto specialmen- no perfino negati loro assegnamenti pel
i
rono poteutemenle a danno della quie- lo abbate Bartolomeo 3." sanese, da Ur-
te della famiglia specueuse, ottenuta col- bano Velie avea professato la regola be-
l'opera del cardinal Colonna, e che videro nedettina, ottenne che il priorato di s.Cro-
ben presto alterata. Dopo qualche anno ce del bagnolo nella diocesi di Perugia,
Giovanni XXII, restato Avignone, ove da lui già precedentemente coperto, ed
avea stabilito la residenza pontificia Cle- una volta appartenuto all'ordine agosti-
mente V,nel 3 Bdièeglistessonella va-
i i niano, venisse unito al sagro Speco. Inol-
canza dell'abbazia di s. Scolastica l'abba- tre il benemerito Bartolomeo 3.° a soste-
te, scegliendolo dalla famiglia di Monte gno della regolaredisciplina introdusse nel
Cassino nella persona di Bartolomeo i.° j 3f>4 ne' due monasteri alcuni monaci
Senza dire gli splendidi beni da lui recati chiamati da Germania, a'quali poi s'uni-
a quel monastero, va narrato com'egli rono altri, chequi giunsero da quella re-
trovando mal ridotto quello specueuse ,
gione, e cos'i avvenne che que' tuonaci te-
inmodo che cronisti riferiscono, che pò-
i deschi fecero a s. Scolastica e al s. Speco
tiiis stabulimi aniinaliuni, aitarti mona- una dimora di circa un secolo e mezzo. Ed
choriun pottterit appellati , stabilì perciò è perciò che probabilmente due tipografi i
re la s. grotta, come risulta dall'atto di nulo quel Papaa Roma, destinò Barto-
donazione dato dalla Fiocca di Subiacoai lomeo 3.° abbate di Monte Cassino, ove
a^settembrei 338. L'abbate Bartolomeo mondi veleno nel i 372. Per buona veli-
li. migliorò pure la fabbrica del monaste- tura del monastero specueuse l'avea suc-
ro, ottenendo da Giovanni vescovo di Ti- cesso in quello sublacense l'antico suo
voli, nella cui diocesi si comprendeva al- prioreFrancescodaPadova. Volendoque-
lora il s. Speco, alcune indulgenze da lu- siiprovvedere alla mancanza dell'acqua,
crarsi da tutti quelli che si fossero ado- la cui penuria teneva sempre angustiati
pernii coll'opera loroin questo lavoro. Nel- i monaci specuensi, fece costruire la ci-
I'anno8. del suo governo, Giovanni ab- sterna che tuttora si adopera per racco-
baie del monastero di s. Maria della Vit- gliere l'acque piovane; innalzò purealcu-
toria (di cui riparlai nel voi. LXV,p.i93), nestanzeremoteacomodode'monaci,che
diocesi de'Marsi, essendo stato delegato bramato avessero menar vita più rilira-
giudice apostolico pel componimento di ta, delle quali però si hanno pochi avan-
alcune questioni del monastero di s. Sco- zi; fece edificare Pinfermeria,stata poi rin-
lastica, recò al s. Speco la reliquia dell'os- novata, e nell'ultimo piano del mooaste-
so d'un braccio di s. Vittoria vergine e ro stabilì, oltre la sala della meusa comu-
marlire, ricevendone un'altra in cambio ne, le stalle e tult'altro che può bisogna-
di s. Anatolia sua sorella. Morì Bartolo- re a una monastica famiglia. Ottenne al-
meo2.°dopo 2.5 anni di lodevole gover- tresì daGregorioXI la conferma delle por-
no, e il corpo per sua disposizione fu se- zioni così dette di pane e vino a carico del-
polto nella chiesa specueuse, avanti il de- la mensa abbaziale, conosciute allora sot-
SUD s i r, 273
to il vocabolo di jtislitiac pa nis et vinij e l'abbatedi s. Scolastica, giacché nella nuo
fece rinnovale dallo stesso Papa l'inibi- vamente decretata separazione de' beni
zione suindicata alle dotine d'entrar nel- nel 1 4o6 fu pure ordinalo che le due co-
la chiesa e nella selva, assoggettandone il munità non avessero a riunirsi che per l'e-
fraterna amorevolezza che univa gli ani- mendò l'abbazia al cardinal Torrecrema-
mi de' monaci dell'uuo e l'altro monaste- ta.Neli479>''egnando Sisto IV, per pre-
ro. Fu allora che Gregorio XI ordinò co- mura del cardinal Borgia 2. "commenda-
me salutare rimedio una visita apostoli- tario, e con accordo del cardinal Orsini
ca, incaricandone Pietro veseovod'Orvie- abbate commendatario di Farfa, al mo
to e due monaci Giordano e Antonio,
i nastero di questa si unirono due cenobi
i
uno abbate di s. Nazario di Verona, l'al- sublacensi; unione che presto si sciolsenel
tro di s. Eutizio di Norcia. Benché questi seguente pontificato d' Innocenzo Vili.
visitatoti procedessero con ottime inten- Come poi meglio dirò, nel 1 5i4 9eg ui l' u~
zioni, nondimeno il risultatonon poteva nione de' monasteri sublacensi all'arci-ce-
essere più infesto alla tranquillità de'due nobio di Monte Cassino, non senza tor-
monasteri, poiché giudicarono che fosse bidi e inquietezze, principalmente provo-
utile mezzo a raggiungerei! bramato sco- cati ne'monasteri sublacensi da' monaci
po di riunire sotto un'amministrazione alemanni, a'quali si aggiunsero non po-
di fatto all'abbate di s. Scolastica, ricaden- licenza pontificia si ricoverò nel suo di-
t\o così nel suo antico languore, perchè letto s. Speco. Questo monastero era tor-
le sue rendite consistevano in assegna- nato allo stato di languore e di abban-
menli chea varie rate percepiva dal mo- dono de'monaci, indi signoreggiato dal-
naslero sublacense. Sorprende come niu- l'abbate di s. Scolastica, alla cui dipeli-
no accorresse al riparo di tanta ingiusti- «lenza di nuovo soggiaceva, ottenne il pre-
zia, e a difendere dalla prepotenza inno- latod'abitarelestanze ov'eransi perqual-
cenli vittime. Sì strana condotta progre- cbe tempo raccolti il cardinal Torrecre-
dì per più lustri, non senza detrimento mata e altri personaggi. Ivi il pio arci-
sensibile del servizio del santuario, finché vescovo con edificante zelo fu tutto inte-
Clemente XI bene istruito di lutto, per so a migliorare la fàbbrica del tuonaste-
quanto poi riferirò, dovè obbligare il mo- io danneggiata per l'altrui incuria, e so-
nastero di s. Scolastica a mantenere al s. pia l'antiche officine eresse i due dormi-
Speco due monaci, i quali fossero abili ad torii ancora esistenti, soccorso in questa
tano de'riti e dell'esame de' vescovi, ed naci come praticasi ne'cenobi più grandi
arcivescovo in partìbus d'Apamea. Non della congregazione; che dalla sua fami
avea egli mai visitato la s. grotta, e re- glia dovesse scegliersi l'abbate proprio e
catovisi tale fu la profonda e teneia ve- un priore, quando i suoi professi fossero
nerazione da cui fu penetrato, che prima giunti a 1 2, disposizioni tutte che fece sa li-
di restituirsi in Roma, nel monastero di ziotiare da Clemente XII. Assestate così
s. Scolastica con atto del 1724 assegnò le cose e in modo che il santuario non ri-
fondi del suo privato patrimonio per la cadesse nelle passate disgustose vicende,
r
manutenzione di 5 lampade, che dovea- ebbe mg. Tedeschi la bella consolazio-
110 ardere continuamente dì e notte pres- ne di vedere nella festa della Visitazione
so la s. grotta. Questa pietosa disposi/io- della B. Vergine nel 1732 aperto il suo
ne non fu che il preludio di quel tanto di amalo monastero, con una famiglia tli 6
più, che poi il benefico prelato ordinò e monaci sacerdoti, e Io reputò il più fausto
dispose, impegnalo al progressivo e co- giorno di sua vita. Ma BenedelloXl V, che
stante splendore del santo luogo. Ritmo- faceva di lui altissima stima, lo richiamò
vandosi in lui le soavi impressioni lice- in Roma, designandolo al cardinalato. Af-
vute nell'antro beato, raffrenò moti del i flitlo il prelato per dipartirsi dal santua-
cucre finché polè, ma finalmente a sfogo rioche vagheggiava, dopo aver fatto nuo-
di quella vampa che non sapeva più con- ve largizioni alla casa in un tempo che
SUB SUB 27
~
stare alla custodia del santuario lo gio- Per quanto già narrai sulle prime o-
vò in ogni maniera per la conservazione rigiui di Subiaco, incomincierò dal ricor-
del cenobio e del culto del santuario, cioè dare, che s.Benedetto recatosi in Monte
esemplare e benemerito p. abbate ci.
)'. Cassino vi fondò il celebratissimoarci -ce-
Francesco Cavalli ravennate, il quale es- nobio, tuttora (luridissimo, e vi promulgò
sendone priore all'epoca della soppressio- quella regola meditata in Subiaco, che
ne, ebbe il buon animo di non abbando- fu poi abbracciata in occidente e altrove
narlo, sebbene costretto a deporre l'abi- da quelle congregazioni monastiche di
to monastico; sicché al termine delle vi- cui scrissi articoli, e delle quali divenne
cende politiche, restituito il cassinese Pio patriarca al modo detto a Monaco. La so-
VII alla sua sede, con suo permesso po- rella s. Scolastica si consagrò a Dio nella
tè pel ."riassumerlo, e dare accesso a più
i sua giovinezza, e sebbene s'ignori il luogo
confratelli, che furono solleciti e pronti certo del suoi. "monastero, e dalla quale
a farne la loro stanza, fino a che si ria- e dal santo fratello derivarono le monache
prirono gli altri monasteri della congre- Benedettine (F.), è indubitato che morì
gazione cassinese. Il monastero conserva- in quello presso Monte Cassino, nella cui
si nel sistema di regolare disciplina e di chiesa s. Benedetto la fece seppellire, ed
attenta cura all'assistenza del santuario, a lei vicino fu egli tumulato. Nella bio-
frequentato dal popolo di voto delle vici- grafia di s. Scolastica, con Butler dissi
ne non meno che delle lontane regioni. credersi da alcuni essere state trasferite
Quella piccola antica torre, che sovrasta in Francia le loro reliquie, e che nella
appuntino la s. grotta, o fu innalzata ne- chiesa di s. Pietro di Le Mans si vene-
gli antichi tempi a sorvegliare dalle sue rino,almeno quelle della santa. Forse, co-
muragli andamenti e le mosse dell'im- me avvenne con altri santi, si presero le
petuose soldatesche, ovvero servì a mo- reliquie per l' intero corpo che possiede
strare al divoto pellegrino il luogo ov'e- Monte Urbano li (F.)
Cassino. Pertanto
rano diretti suoi passi. Il monastero seb-
i fulminò scomunica contro chi avesse
la
bene elevato a grande altezza, offre grato negato tale esistenza. Dopo la beata morte
e salubre soggiorno uella stagione estiva, di s. Benedetto, avvenuta nel 543, fu 2.°
e siccome la sua fronte è rivolta a mez- abbate del suo ordine s. Onorato, ed a
zodì rende meno crudo il verno. Merita questi successeElia, insigne per santità di
ricordo il superbo refettorio pegli affre- vita. Dopo essere siala la misera Italia
schi che dicousi di greco pennello, ed e- inondata e desolata con uccisioni, depre
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dazioni e distruzioni da'goti, dagli unni, cato romano si assoggettò al pieno domi-
éa'vandaliydagYi eruli e da altre barbare nio della Sovranità de romani Pontefici
nazioni, lo fu pure da'feroci Longobar- e della s. Sede (F)> e della sua estensio-
di^ V ) contaminati dall'ariana eresia, co- ne trattai a Roma, comprendendo ezian-
me pure narrai a R.oma. Ivi ancora no- dio Tivoli e le adiacenze; laonde si può
tai che s. Gregorio
I ne raffrenò l'impeto e dire che anco Subiaco e i suoi contorni
li pacificò co'romani: ma nel 60 1 riaccesa soggiacquero all'alto dominio papale sot-
la guerra tra i longobardi e romani, toccò
i to s. Gregorio II. Dell'anteriorità del tem-
a questi tale sconfittaglieli Papa sebbene porale dominio de'Papi nel ducato roma-
da più anni assuefatto a vivere tra ne- no, della legittimità del loro principato
miche spade, tuttavia di tal crudele guer- sovrano, originato dal libero consenso dei
ra più amaramente che delle altre si dol- popoli, e fiorito assai prima moralmente
se. Presi allora dal timoredellearmi bar- innanzi che pigliasse forma di potere ci-
La descrizione che fa s. Gregorio I del- gio, dopo il governo di 74 anni gli fu so-
la generale desolazione è veramente or- stituito nell'81 quale e
SPietro i.°,s° tto il
ribile. Per tutta Italia s'incontrano spo- nell'847 saraceni incendiarono barba-
'
polate città, fortezze abbattute, chiese in- ramente il monastero sublacense, e gravi
cendiate, monasteri rovinati, intere cam- danni recarono pure aSubiaco. Verso que-
pagne abbandonate dagli agricoltori. Di- sto tempo monaci edificarono Cavedio-
i
s. Erasmo peno4 anni. In questo lungo Azone, nell'88 Leone 2. °, nell'880 Leo-
i
intervallo di tempo, nel Chronicoti Su- ne 3.° in tempo del quale e circa i! q38
blacense trovasi un'ampia lacuna, e man- gli ungati chiamati in Italia da Alberico
cano totalmenlele notizie del paese. I mo- conte del Tuscolo, rovinarono e devasta-
nasteri e il castello di Subiaco per sì fie- rono il monastero di s. Scolastica che restò
ra devastazione restarono abbattuti, mas- deserto 4 2 anni. Solfa molto anche Su-
sime i primi, e fino al 705 in cui per le biaco, ed confinanti marsi patirono mol-
i
cure di Papa Giovanni VII il monastero tedepredazioni; tutta volta armatisi mar- i
cesse nel 964 Gregorio ."già abbate di 1 truso un Gregorio vescovo dall'antipapa
s. Erasmo di Roma e Secondicero della Bonifacio VII. Nel 989 divenne abbate
s. Sede. Il Galletti, Del Primicero della Giovanni a.°,che il Papa Giovauni XVI
s. Sede, chiama anche Giorgio, e per
lo creò cardinale diacono di s. Maria in Do-
un altofatto contro Giovanni XII gli con- mnica. Gli successe nel 992 s. Pietro 3.°,
venne deporre l'uflizio di secondicelo, e nelioo3 Stefano 2. che accolse inSubia
si fece monaco nel monastero di Subiaco, co l'imperatore Ottone HI. Eletto nel
del quale ben presto divenne ancora ab- io l'abbate Giovanni 3.°fu zelante del
1 1
bate. Poi parlando d'una carta dell'archi- la regolare disciplina, molti libri scrisse
chiama Grego-
vio di Subiaco del 967, lo a uso del monastero, e moribondo si fece
rio eche continuava ad essere abbate del trasportare in chiesa, rendendo l'anima
monastero. Questo conferma, che il gover- a Dio a'piedi del ss. Crocefisso. Verso il
.°
no abbaziale dell'antecessoreGiovanui 1 1 024fu abbateDemetrio.e nel 1029 Be-
fu assai breve. Aggiunge Galletti, che tro- nedetto 3.°, indi neho44 Ottone, a cui
vandosi inRoma l'imperatoreOttone I nel successe Giovanni 4-° preclarissimo per
principio del 967, Giorgio secondicelo e avere ristabilito la disciplina monastica,
abbate de'ss. Benedetto e Scolastica di Su- ed eresse da'fondamenti la Rocca di Su-
biaco venne in Roma nella basilica di s. biaco a tempo di s. Gregorio VII; bisogna
Pietro, ove Papa Giovanni XIII teneva dire col suo consenso, perchè a tale Pa-
sinodo coll'intervento d'Ottone I e altri pa se ne attribuisce l'edificazione. Sotto
magnati, e fece istanza che gli fossero con- questo abbate si registra la veuuta iu Su-
la diversità del uome di Giorgio e di Gre- Umberto, che edificò quelle opere sud-
gorio viene perchè il ^. fu assunto nel descrille. In A>xe Civitdla traditoseli-
27S SUB SUB
stodiae inox dimissus descivil in s. Sede, biaco. Bensì Simone o Simeone Dorelli,
landemabdicavitsc abballa, et in Castro fatto abbate nel5i,monaslerium s.Iìla-
1 1
doclus et religiosi^ rexil annisc). Di que- grifizi che già ricordai. Sotto di lui abbia-
sto abbate, come
non poco ra- di altri, mo la seguente relazione delle reliquie di
gionai superiormente. Siccome dopo di s. Chelidonia vergine, patrona di Subiaco.
lui non trovo successore fino ali 121 in "Locus est ab oppido Sublaci,duobus fe-
tale Series, forse tornò al governo Gio- re milliaribus, ad borealem plagam di-
vanni 4-°j del quale nella Series si legge: slans; quo loco ex. silice durissima, rupes
praefuit per annosSi. Arx Suolaci eri- altissimae eriguntur: quarum scabris, e-
gila/', come giù rilevai. Dico questo per vesisque laleribus, versus castrumSubla-
concordare il riferito da più scrittori, che cum, sacellum divae Mariae Magdalenae
s.Gregorio VII eresse la Rocca di Subiaco, jam sacrum, situo) est.HucCleridona pa-
almeno permise che si costruisse, co- ttern, patri a ui reliquens, mundo, vale di-
me notai, se pure non la compì. Certo è cens aufugit.Hic per arduam vitato annis
che la lapide esistente nella Rocca dice: 5qduxit. Ilic morlua est virtutum ni ira
Arx et Palatium ad ornatimi Urbis et culorumque splendore conspicua cujus :
f
tutelarli sub Gregorio T ll Pont. Max. dominicae Incarnatio-
ossa collecta sub
a fundamentis erccla. Dunque Giovan- nis annoi 162; atque marmoreo tumulo
ni 4-° borìancora nel suo pontificato. Nel composita, populis lue usque in religio-
1 1 venne destinato abbate Pietro 4-°>
2 1 nem venire quam maxime. Constai ibi-
al cui tempo insorsero da tutte le parti dem extructum fuisse sa era
loci, oliuj
guerre contro il monastero, e specialmen- rum virgi riunì Caenobium, cujus adhuc
te dal canto de'tibui tini, i quali come più collapsa, et non spernenda vestigia ex-
potenti s'impadronirono della metà del tant eidem mouasterio". Da un'altra re-
castello di s. Angelo, oggi Castel Mada- lazione sulla morte di s. Chelidonia pro-
ma, cheapparteneva a'monaci sublacen- tettrice di Subiaco, rilevo le seguenti no-
si. Indi cominciarono ad assalire il ca- zioni. Nel 1 1 52 governando laChiesaEu-
strimi Apollonensem o Ampiglione, nel genio 11, nella uotte che succede alla 2."
pontificato d'Onorio II, il quale accon- domenica d'ottobre, si vide uscire dallo
sentì che i tiburtini unitisi con Grego- speco diMoraFerogna (vasta rupeal nord
rio signore d'Anticoli lo attaccassero con di Subiaco e distante oltre due miglia,
maggior forza,e se ne impadronirono: fu- pochi passi dalla quale vi è la spelonca
rono fatti prigioni tutti gli abitanti, e fu- già abitata dalla santa) una viva luce che
rono distrutte le mura del castello; tut- si diffuse per le circostanti contrade, co
tavia Innocenzo II neh 43 ne ordinò la r mechè elevatasi in alto in forma di ster
restituzione a'monaci. Neil 4-G fu abba- 1 minata colonna di fuoco. Questo sorpreu
te Rinaldo e resse l'abbazia 16 anni. Laon- dente spettacolo destò negli abitatiti d
de o è sbagliato il nome, o confuso col se- Subiaco un cumulo di sensi, meraviglia
guente, errarono Wion, Panvinio e l'CJ- gioia e riverenza: niuno però osava a
ghelli nel riferire che Eugenio III creò vicinarsi alla rupe, che sembrava ardeu
cardinale nel 1 1 5o Silvestro abbate di Su- le come ilSiuai.I popoli couvicini resta
sue SUB 279
rono stupefalli dello splendore che usci- e dopo i consueti riti lo collocò in sito
va dallemontagne sublacensi. Il Papa distinto. Beati si tennero coloro che po-
benché lontano, avendo veduto tale luce terono ottenere qualche capello dell'in-
misteriosa, invio sul più alto del monte clita vergine, alcun brano di sue vesti,
alcuni cardinali e prelati, per conoscerne e persinoqualche sasso della sua spelon-
la derivazione. Ed essi a lui tornati sba- ca o qualche fronda dell'edera che la ri-
confermarono
lorditi l'identicità del fe- vesti va, tutto venerando come insigni re-
nomeno, che vibrava Gamme ardenti su liquie. Avendo Dio glorificato la sua ser-
tutta la provincia di Campagna. Euge- \ a con non pochi miracoli, non venne mai
nici III meravigliato da loro racconti, dis- meno al popolo di Subiaco la sua fiducia
se che quella luce era uno splendore del e divozione per essa, e la proclamò sua prò
volto di Dio, per manifestare qualche tetti ire,e la vanta comesua gloria. Il Pe-
gran prodigioav venuto sulle sponde del- ti Memorie Prenestine} riporta la
ini nelle
l' Aniene. Intanto ne' primi albori del controversia insorta neh lontra vesco- il
sempio d'angelica modestia, conforto e diritti episcopali nella rocca dilloiate re-
consolazione d'ogni ceto di persone. Fece- star dovessero intatti pressoi vescovi pre-
ro a gara in prostrarsi presso il beato suo nestini: Che gli abitanti dique'luoghi fos
corpo, e divotamente con fervore ne ba- sero tenuti contribuire ogni anno alla
ciarono le mani,i piedi, le vesti, cilizi, tulli
i mensa vescovile q 1 ubbia di grano e q di
quanti invocandola valida protettrice nel spelta per litolodi decime e mortorii, co-
cielo, ove già godeva la visione beatifica me pure di pagare la procurazione a'mi
d'Iddio. ludi per cura de'mouaci procedet- Distri vescovili, allorché ivi fossero an-
te il suo trionfile trasporlo nel monaste- dati per causa ili correzione odi esazio-
ro di s. Maria Maddalena, ed sacerdoti i ne: Che i chierici di detti paesi non tra-
mozione. Il cardiual abbate compreso di clero diocesano veniva a spese del vesco-
tenera divozione, ricevè il santo corpo vo in Paleslrina a prestare ubbidienza al
sulla soglia del ceuobio, e onoratamen- la cattedrale, e ad ascoltare i decreti si
te lo lece esporre nel mezzo della chiesa, nodali. Notai di sopra, che quando Li
280 SUD SIC
bnno Vili sottomise alla giurisdizione spi- la resse nel temporale, e nello spirituale
rituale dell'abbazia di Subiaco, Ponza, fi*. Nicola da Milelo. Si legge nella Serics
Aflile, decima fu ri
Roiate e Civitella, la di tal porporato: valde sevcrus erga su-
dotta ad annui scudi (rj. Neil 184 fu ab- blacianos, monachis equus. INI orto il
et
nel 1227 Landò pure benemerito. Indi dabililtr peregit. Gli successero nel 1 343
furono insigniti di questa celebre e pos- Giovanni y.°i« regimine nulli secundusj
sente abbazia, nel 1
244 (
e non ne ' secolo nel 1 348 Pietro 4-° } al cui tempo pestis
passalo come mi dissero ad Oricola, e ri- saevissima loto orbe grassala atque est }
tur prefuisse annis 32; nel i27GGuglieI- reale, abbas Sublaceniis pulsus a subla-
nio Burgadum inox ab episcopo Tuscu- censibus adiit Pontificali Avenionem
lano benediclum, destinato da Innocen- abdicai se abbatia quam rexil annis 3;
zo V commosso dalle calamità del mo- nel 1 353 Ademaro Avenionem profectus
nastero; nel 1286 Barlolomeoi.VeA/cm- abbatiae regimai corani Papa rcnun-
te Regali j quindi Benedetto 4-°5 nel 1 2C)5 cial; nel 3 60 Corrado de'marchesi Ce-
1
to e veemente, e strascinò e distrusse con l.° cominciò dal PapaBenedetto VII fon-
orrendo fragore ponti e altri edilìzi, cam- datore o consolidatole, e durò sino a Ur-
pi, alberi e armenti con immensi e de- bano VI ; e questo i.°stato si può chia-
plorabili danni. L'elettoPapa Clemente mare lo stato di osservanza, in cui 1' ele-
V,a rimuovere l'intruso abbate nel 307 1 zione dell'abbate si faceva da' monaci e
commise la cura dell'abbazia al cardinal si confermava dal Papa. Il 2. stato co-
Sciarla Colonna 3 Rector Abbatiac; egli nimelo sotto Urbano VI, che disgustato
S U B SUD 281
della perpetuità di taluni abbaicene non tamente nemico del Papa (forse seguace
aveano unacomloUa esemplare, soppres- ilei più legittimo Gregorio XII), per cui
cilia di qua daiFaro,e Luigi duca d'An-II Padova, abbas cominendalarius , e teso-
giò, sostenuto nel contrastargli il regno riere d'Eugenio IV, che il Vitale nelle
da Papa Giovanni XXIII eletto contro il Memorie de'tesorieri, dice della famiglia
vivente Gregorio XII, che descrissi a R.o- Legnani e nel 44^ vescovo di Ferrara,
1
MAe Sicilia. Essendo stato vinto Ladislao poi di Fellre. In detto 44^^- Gugliel- 1
no temporale di questa abbazia, die di- re di Napoli, con i5oo scelti turchi da lui
chiarò commenda da conferirsi dalla s.Se- assoldali. Nel 1482 il re volendo combat-
de, un abbate commendatario perpetuo tere i veneti e i fiorentini; perchè Sisto
e insieme ordinario con giurisdizione qua- IV negò il passo nel suo stato all'eserci-
si episcopale, sotto l'immediata dipenden- to, il duca di Calabria fortemente sde-
za dal Papa. Da quell'epoca fino a Be- gnato entrò nel Lazio, ed accresciute le
nedetto XIV, gli abbati commendatari sue forze con quelle de'Colonna eSavelli,
esercitarono piena giui isdizione e auto- depredò quasi tulle le terre e castella che
rità spirituale e temporale, tanto sopra gli opposero resistenza, scorrendo tutta
Subiaco, che sopra tutte le castella e ter- la Campagna di Roma, con sommo ter-
re dell'abbazia sublacense. Calisto 1 1 1 nel- rore anche dell' abbazia sublacense, te-
lostesso i455 nominò ."abbate commen- i mendo stragi e rovine massime dagl'in-
datario il celebre cardinal Giovanni Tor- fedeli, come si raccoglie da alcune lette-
recremala domenicano spagnuolo, il qua- re scritte dal priore del s.Speco ad alcu-
le vi ricevè L'io 1 1 quando si recò nel 1 46 ni abbati di Germania, e leggesi nel Cliro-
a'monasteri di s. Scolastica e del s. Spe- iiicon Sublacense. Le soldatesche regie
co, perchè come trovo in Petriui, volen- accampale a Grotta Ferrata, nelle depre-
doli Papa ne'mesi estivi da Subiaco por- dazioni arrivarono fino a Trevi e Cerre-
tarsi a Tivoli , volle fare la via di Cor- to, terre dell'abbazia di Subiaco. Però le
datario il cardinal Roderico Borgia spa- dovea sorgere dall'unione de' monasteri
gnuolo, nipote di Calisto III, e resse l'ab- de" benedettini denominati neri dal co-
bazia anni 22 finché divenne Papa A- lore delle loro vesti, e l'unione si faceva
lessandro VI. Essendo abbate nel 1476 in Padova (V.) nel celebre mouaslero di
riedificò la Rocca di Subiaco, ne aumen- s. Giustina, che dovea essere il titolare
tò le fortificazioni, la munì di cannoni, e il centro, componendosi sotto
gli au-
propugnacolo
costruì la cisterna, e per spicii diLodovico Barbo vescovo di Tre-
da'fondamenti fabbricò la torre che dal viso e abbate commendatario di s. Giu-
suo cognome chiamò Borgia. Lo scopo stina, coll'approvazione di GregorioXII.
dell'abbate l'esprime la lapide esistente Non pochi monasteri italiani si raccolse-
nella rocca: A d securitate/n rnonacorum ro sotto la medesima, appellata Congre-
Oppìdor unique totius traclusSublaquen. gazione di s. Giustina, denominazione
proxiinosque fines imperli romanae ec- che si cambiò col titolo di Congregazio-
clesiae tutandos. Egualmente in tempo ne di Monte Cassino o Cassinese, ed i
del cardinal Borgia si successero duegran- monaci si dissero Cassinesi(V.), quando
di avvenimenti già indicali, cioè l'unio- di questa unione e col beneplacito di Giu-
ne dell'abbazia a quella di Farfa, ch'ebbe lio livolle nelr5o4far parte il celeber-
corta durata; e l'introduzione della slam- rimo arci-cenobio di Monte Cassino, pei
SUB SUB 2 83
riguardi di venerazione dovuti verso il siniper tenere a bada le milizie de'Co-
luogo della tomba del patriarca s. Bene- lumia, che con grave trambusto occupa-
dello. Come vi accedettero nel 1 5 14ÌQ10- remo le vie di Subiaco, e turbarono la
nasteri sublacense e specuense lo narrai, quiete dello limitrofe popolazioni. Que-
in uno alle conseguenze. Neil 00- Giulio sta fatale guerra la descrissi nel citato voi.
II dichiarò abbate commenda tarioPom- LXV, p. 234 e seg., riferendo pure,
che
peo Colonna romano, e sotto ili lui facla sebbene risentirono tutti gli orrori della
fuil /conia majoris altari* s. Scolastica?, guerra le provincie di Marittima e Cam-
Pompeo fu un ingrato
un facinoroso, e paglia, non si lasciò di trepidare in Su-
imperocchèagonizzanteGiuliolIueli5i3 biaco e ne' castelli dell'abbazia. Impe-
si pose alla testa d'alcuni nobili sediziosi, rocche i regi espugnando Tivoli e Yico-
e incitò popolo romano a ricuperare
il varo, onde aver libero il transito delle
l'antica libertà. Riavutosi il Papa, lo pri- vettovaglie provenienti dal regno, di cui
vòdelfcibbazia, e gli sostituì il nipote Sei- eziandio era sovrano Filippo II, di poi
pione Colonna romano, che la resse per ilcontedi Popoli non potendosi soste-
4nnni,elarestiluìallozioPoojpeoquan- nere in Tivoli, si ritirò in Oricola e Su-
do Leone X, avendolo perdonato e rein- biaeo, costretto dalle milizie papali che
tegrato negli onori, nel 1 51 7 lo creò cu- ripresero ancora Vicovaro, senza avan-
dinale: Scipione dopo la morte ili sepol- zaisi e senza profittai e de'conseguili van-
to in s. Scolastica. Nel 02 5 Subiaco fu laggi. Per buona ventura, questa deso-
afililta da terribile incendio, e nel 1 5 2 laute guerra ebbe fine colla paceconclu-
minacciata Roma elal crudele e iniquo e- sa nel settembre! 55y in Cave. Nelt55q
sercito di Borbone che poi l'espugnò, sic- fufàltoabbatecommendatariodiSubiaco
come il cardinal Pompeo era nemico di Maro'Antonio Colonna romano da Pio
Clemente VII e fautore di Carlo V che IV, il (piale nel 565 lo creò cardinale.
1
in Subiaco. Notai a Spoleti, che gli spo- rava, e decaduto il suo monastero. Per
lctiui insorsero control Colonna a eliie- sua rassegna nel 585 ebbe 1' abbaziale 1
tigiaui caldi del re. Perciò ad Oricola pas- nipote Maffeo Barberini romauo. Essen-
do il valoroso Camillo o Fraucesco Or- dosi poi dimesse), Inuocenzo X uominò
aB4 SUB S L B
il cardinal Carlo Barberini romano., die compagni. Venulo Benedetto XI V in co-
al precedente suo fratello minore aveva gnizione dell'accaduto, per punire i col-
ceciato i diritti di primogenitura: zelante pevoli sediziosi e ristabilir la quiete, spe-
pastore, nel 1674 celebrò il sinodo assai Subiaco un commissario, con
dì subito a
lodato, che fu stampato con questo ti- una compagnia di soldati corsi, le coraz-
tolo : Synodus dioecesana insignis ab- ze di Vellelri e 5o birri. Alla vista di que-
baile Sublacensis, Romaei674- In que- sta truppa si dissipò il tumulto, parte dei
sto fu decretata l'erezione del seminario capi si salvarono colla fuga, parte degli
abbaziale, e ne effettuò l'apertura, isti- insorti fu imprigionata, e l'abbate coglio-
tuendo il monte In uigero.Nel la visita della naci tornarono al monastero, scortati da
diocesi fu assistilo da rng. r Gio. France- un distaccamento di milizie, fra le accla-
sco Albani, e tale fu la diligenza di que- mazioni degli abitanti di Evviva il Papa.
sti,che giunse a estirpare non pochi abu- Fu imposto a quelli cheaveanoarmi di de-
si, coli' autorità di sinodali decreti, che portatesi ubbidì prontamente,tutti sotto-
stampati servirono di modello alle altre mettendosi alla pontificia clemenza. Par-
diocesi. Divenuto l'Albani Clemente XI, tirono indi le soldatesche, tranne 4o corsi
siccome divenissimo di s. Benedetto, fece rimasti per alcun tempo di presidio in Su-
quanto narrai. Nel 1704 per morte del biaco. Fattosi in Roma il processo, 1 o dei
benemerito cardinal Carlo, Clemente XI c& pi sediziosi che erano stati trasportati
Jo fece succedere dal cardinal Francesco nelle carceri della medesima, ebbero l'e-
Barberini ,nipote dell'illustre defunto nel- perpetuo dallo stato papale, ei iche
silio
lo stessoannoi 704. Neil 738 Clemente erano fuggiti furono condannati a morte
XII abbate commendatario il car-
fece per contumaci. Intanto morto a'2iago-
dinal Giambattista Spinola genovese, e stoi753 l'abbate commendatario cardi-
già lodato, il quale nel giugno iv4 2 da XIV prima di con-
nal Spi noia, Benedetto
Subiaco mandò a Castel Gandolfo in do- ferire la vacante abbazia, per ovviare a
no a benedetto XIV tre bacili di trotte, ulteriori disordini, ne separò la giurisdi-
come pubblicò il Diario di Roma e ri- zione spirituale dalla temporale, e questa
portò Cancellieri nella riferita Lettera. sottopose immediatamente alla congre-
Sotto di lui ebbe luogo
Ro- la Decisio s. gazione della s. Consulta, com'era riso-
tae rom. corani Elephantutio in causa luto di fare con tulli i governi di questo
JYulliusseu Subbiceli confiiiium rcclora- genere,e lasciando a'cardinali abbati com-
tus Lunae, Uomaei 750. Inolile successe mendatari, e agli abbati claustrali di s.
irritali per avere perduto nel tribunale dominio temporale dell' abbazia subla-
della s. Rota una lite coi monaci di s. cense alla camera apostolica, dichiaran-
Scolastica, sui pascoli d'una montagna, do in pari tempo col molo-proprio, A-
che credevano d'uso comune, assalirono v endo noi, emanalo nello stesso giorno,
armati il monastero, e costrinsero a fug- presso il Bull. lUagn. t.19, p. 87, quali
gire dalle finestre l'abbate e i monaci; beni alla camera apostolica doveano per
quindi uccisero un bino e posero in fu- l'avvenire appartenere. La bolla fu stam-
ga gli altri accorsi in difesa de'religiosi, pata a parte: Constitutio Benedicti XIV
e colla slessa audacia furiosamente entras- super separatone j urisdiclioni* tempo-
sero dalle pubbliche carceri alcuni loro rale monasteriiSublacensis nullius dioe-
SUB S U B a85
cesis in districtu £7£i>,Romaei753. In- colmarla di singolari e incessanti bene-
di Benedetto XIV nominò abbate com- fizi, secondo il suo munifico e generoso
mendatario di Snbiaco il cardinale Gio. animo; avendo rilevato nel voi. XXIV,
Francesco Banchieri pistoiese, che avea p. 45 ed altrove, che nel 1785 col sigillo
curato qual tesoriere del Papa il restau- abbaziale avente in giro l'iscrizione: Plus
ro della rocca nel 1753, come apparisce VI Ordinarius Sublacensis, autenticò
dalla lapide marmorea posta nell'edilìzio. l'acquisto della Mesola. Laonde per con-
Mori il 763, e si accese una
cardinale nel 1 tinuarla a governare con zelo pastorale
lite pel vicario capitolare tra'monaci ed e impiegarne tutte le rendite a vantag-
i canonici la congregazione dei vescovi
: gio della medesima, stabilì che ne' mer-
e regolari con rescritto del 24 agosto deci- coledì, ommesso ogni altro affare,intorno
se spettare a lei l'elezione del vicario, non nd essa occupavasi, ed in ciascuna setti-
al capitolo, né a'monaci; quindi l'abba- mana dovea il suo vicario generale spe-
zia per circa tre anni fu governata dal vi- dire un procaccio a mg. 1 Giuseppe Cop-
*
cario apostolico. Clemente XIII dal car- pari suo cameriere segreto e guardaro-
dinal vicario Marc'Antonio Colonna, nel- ba, il quale per minuto dovea riferirgli
la terribile carestia del 1764 fece distri- quanto nella diocesi avvenisse. Fra' vi-
buire maggiori limosine a que'poveri del- cari generali ch'ebbe Pio VI parlerò di
s
l'abbazia, 1he cogli altri dei dintorni di mg.r Carlo M. Fabi, di cui abbiamo l'E-
Roma erano in questa città accorsi. Indi logio storico, del conte Francesco Fabi
Clemente XI II nel 766 pose terminealla 1 Montani, che siccome di San togem ini nel-
vedovanza dell'abbazia, e nominò abbate la delegazione di Spoleti, a quest'artico-
commendatario il cardinal Saverio Ca- lo ne riparlai. Nel 17 79 Pio VI lo scelse
nale i\\ Terni. Passato questi a miglior all'uffizio, e ricevute da lui le necessarie
vita nel 1773, Clemente XIV per somma istruzioni, nel dicembre si condusse in Su-
ventura dell'abbazia sublacense ne fece bisco, in cui costantemente studiò di cor-
commendatario il cardinal Gio. Angelo rispondere alla fiducia posta in lui dal Pa-
Braschi diCesena tche poi neh 775 l'ebbe pa. In falli, si diportò con tale prudenza,
a successore col nome di Pio J I. Egli ne zelo e integrità, che nell'abbazia si con-
visitò subitola diocesi personalmente, ad serva ancora la memoria dell'universale
onta dell'asprezza de' monti e di molte soddisfazione del clero e del popolo. Ze-
scoscese strade, per accorrere a' bisogni lante nell'esercizio del suo ministero enei
de'suoi diocesani colle più minute solle- predicare, come nel ricondurre le anime
citudini. Nelle sue visite che fece da car- a Dio, gli riuscì d' indurre il calvinista
dinale, con carità catechizzò i fanciulli, Pietro Kuinke a detestarci suoi errori;
dirozzò con opportuni discorsi gli adulti, e Pio VI, lieto di tale successo, non solo
amministrò la confermazione, promosse gli concesse facoltà di riceverne l'abiura,
i chierici al servizio dell'altare, e liberal- ma eziandio d'amministrargli la confer-
mente soccorse le indigenze dei poveri. mazione, ciòchesolennemenleeseguì nel-
Tuttociò la gratitudine per memoria e- la chiesa di s. Sebastiano. 11 suo impegno
spresse nelle pitture della casa de'signori spiccò principalmente verso il seminario,
della missione. Questo magnanimo Papa, e concepì ardentissima divozione per s. Be-
the tanto amore avea posto alla sua ab- nedetto e pel s. Speco, sciogliendosi in la-
bazia 3 tutto compreso di divozione ver- grime alla vista di que'luoghi, per essere
merosa classe i mezzi di sussistenza, e la viaggio per Vicovaro, ove trovò un arco
costruzione di grandiose fabbriche pel suo trionfale eretto dal feudatario conte Bo-
nobile e decoroso ornamento, per cui è loguetli, altro trovandone vicino ad Arso-
a vedersi l'opuscolo: Monumenti eretti liinnalzato dal feudatario marchese Mas-
dalla Santità di N. S. Pio ri nella cit- simo. Sul primo ingresso poi del terri-
tà di Subiaco, Roma 789. Fra essi 1 pri- torio abbaziale, Pio VI trovò il grandio-
meggiando la sontuosa chiesa collegia- so arco di travertino e di sopra descritto,
ta, il Papa si determinò nel 1789 a so- che la riconoscenza, l'ossequio e il giu-
lennemente consagrarla, e così consola- bilo dell' ordine de' cittadini di Subiaco
re di sua presenzagli amati figli e dioce- avea costruito non molto lungidalla città;
sani, ed insiemeappagare la sua propen- e presso di esso giunto verso le ore 2 1 il
sione costante per loro e il suo bel cuo- Papa, fu ricevuto dalla tripudiaste po-
re. La descrizione del viaggio e soggior- polazione, ed ivi la magistratura muni-
no di Pio VI in Subiaco, oltreché ne'suoi cipale in abito gli fecel'omaggiodellechia-
molti biografi,
si legge ne'contempora- vi. In mezzo a queste solenni dimostra-
neiDiaridi Roma, e particolarmente nel zioni di filiale alfet lo e di riverente gra-
rammentato Tributo di mg. Brancado- 1
' titudine, Pio VI entiò in Subiaco e si
ro, poi cardinale arcivescovo di Fermo: diresse alla sua residenza abbaziale della
Pio VI in Subiaco, del cjuale libro re- Fiocca, che da lui ampliata e resa agiata
sero conto V Effemeridi letterarie di Ho- la via coH'appianamenlodel rigido dorso
ma del 1790, 11. °24- Con tali descrittori del monte, die comodo e conveniente al-
procederò alla compendiosa narrazione loggio, secondo le condizioni de' perso-
dell'andata in Subiaco nel maggio 1
789 naggi, a sopra 1 3o individui. Nella stessa
del suo abbate e munificeniissimo bene- sera non solo furono fatte le pubbliche
fa ItorePio VI. Partì da Roma lunedì mat- generali illuminazioni di gioia in Subia-
tina 8 maggio verso le ore 1 3, dopo avere
1
co, ma ancora io lutti gli alti i luoghi del-
orato nella basilica Vaticana, avendo se- l'abbazia; distinguendosi la famiglia Ricci
co in carrozza i mg. ri Bandi arcivescovo in Affile, con distribuire ai poveri gran
d'Edessa elemosinici e, e Cristiani vesco- quantità di pane e vino, acciò pregasse-
vo di Porfirio sagrista : segui vaio nella ro per la lunga conservazione del Pon-
2/ mg. r Dini prefetto delle ce-
cai rozza tefice abbate. Nella Rocca Pio VI die li-
1 emonie, co' camerièri segreti mg." Cop- bero accesso a tutti i suoi diocesani colla
pari guardaroba, Malo e Ridolfì nella ; più affàbile accoglienza, temperando la
3. muta presero luogo cappellani se- i sua maestà colla dolcezza; ascoltò i loro
greti mg." Spagna crocifero e Allegrini, bisogni ,compai ti graz ie e dona ti vi,e prov-
il chierico segreto Dolcibene, l'aiutante vide con abbondanti soccorsi i miserabili;
di camera Giuseppe Tamberlichi : in al- fu largo in una parola di beneficenze in-
tro legno incedevano altri famigliari pon- numerevoli; tutti eziandio edificando col-
tificii, altri avendolo preceduto. I vesco- la sua pietà nei luoghi più memorabili
SUD SUB 287
per santità, che visitòcon fervore religioso. assistilo Pio VI dai mg. 1
"' Malo e Ridolfi
.\ella seguente maltina, ascoltata la mes- come diaconi in dalmatiche bianche, a-
sa nella cappella secreta ciel suo palaz70 scese la loggia che a tal effetto era stata
abbaziale, accompagnalo dalla sua coi le nobilmente eretta avanti alla nuova col-
si recò in portantina alla chiesa delle mo- legiata, e da essa comparii solennemente
nache Benedetto; indi entralo nel
eli s. la papale benedizione, colle consuete ce-
con liguo monastero ammise paterna men- remonie che in tal giorno si praticano in
te al bacio del piede tulle le religiose. Po- Roma, e l'indulgenza, in mezzo al gaudio
scia si trasferì alla casa della congrega- spirituale de'sublacensi, degli altri dio-
zione della missione, passò a vedere la cesani accorsi e di quelli pure venuti per
chiesa collegiata da lui fabbricala e il sol- divozione da limoli paesi, formanti tulli
lei raneo, donde ritornò alla Bocca. Nella una immensa popolazione fesleggiante.
mattina deÌ2o si condusse al s. Speco colla Stabilitosi il seguente giorno 22 maggio
corte, celebrando la messa al suo altare, per la solenne consagi azione della colle-
e poi ascoltò quella del cappellano segre- giata (eseguila con quel rituale che ripor-
to monaslero fu servilo dal p. ab.
: nel tai aCmESAjin tutto eguale a quello usalo
A mbrogioMirelli napoletano, procurato- da'vescovi, tranne l'oslensione delle reli-
re generalede'cassinesi(il quale col priore quie che fece il Papa prima di collocarle nel
p. d. Giovanni Capra oica romano pose- sepolcrino), nella notte precedente in una
ro un'iscrizione marmorea nel s. Speco, delle sue stanze o del vecchio seminai 10
Cunabtila gtiilis nostrae, di questo av- abbigliala a cappella vi si esposero le sagre
venimento, riportala da Brancadoro), e reliquie per l'altare maggiore del nuovo
1
lo ammise al bacio del piede colla mo- tempio da mg. Cristiani, che dopo il sal-
nastica famiglia. Disceso il monte, entrò meggio allei nato de' cleri secolare e re-
nella chiesa di s. Scolastica, e nel mona- golare, co'soliti riti, furono chiuse in una
stero permise amorevolmente che gli ba- casseltina sigillata co' sigilli pontifìcii, e
ciassero il piedegli abbati ei monaci. L'ab- collocate in un' urna coperta di velluto
bate del medesimo p. d. Gio. A n Ionio de cremisi. Nella mattina pollatosi Pio VI
Cupis di Fano, e il priore p. d. Agatino nella della cappella accompagnato dalla
Paterno di Catania, eternarono questa vi- sua corte e guardia svizzera, indi falla Or
sitacon lapide che riprodusse iiig/Eiau- razione e venerale le sagre reliquie, si po-
cadoro. Giovedì 2 maggio, festa dell'A- 1 se a sedere sul faldistorio, indi seguì la
scensione, il Papa celebrò la messa nella recita de'salmi penitenziali. Questa com-
della cappella Segreta della B.occa, e col piuta, il Papa indossò le vesti sagre, col-
suo corteggio recossi in portantina, pri- l' assistenza de' nominali i\ue camerieri
ma ali'edihVio per lui costruito delle car- segreti, che esercitarono l'uflìzio di dia-
tiere e ferriere, e poi nel seminario vec- cono e suddiacono, e di lutti i ricordali
chio, ove in una camera terrena, formala vescovi in cappe, essendo in piviali bian-
per camera de'paratnenti, assunti gii abi- chi e mitre i soli mg." Passeri e Bandi
ti pontificali e il triregno, preceduto dal destinali a cooperatori e coadiutori nella
clero e canonici della collegiata, da' de- funzione, come a'giri dell'aspersioni. Vi
latori delle mitre, dalla croce pontifìcia assisterono ancora i
pp. abbati di s. Sco-
portata da mg. r Brancadoro in dalma- lastica e del s. Speco, e 1' ab. Pellegrini
tica, da'due abbati di s. Scolastica e del abbate di Veroli, tulli vestili co'loro abi-
s. Speco, da' mg," Passeii, Bandi, 'Cri- ti man tei letta e mozzetla ne-
prelatizi di
stiani, Speranza vescovo d'Ala tri, Man- ra. Preceduto Pio VI dalla croce ponti-
ti i vescovo di Tivoli. Devoti vescovo di ficia in mezzo a'delalori delle lorcie,pro-
Anagni, tutti vestiti di piviale e mitra; cessionahueule venivano appresso gli ab-
2 88 SUD SUB
Lati o re9C0vr, e il Papa che pollatosi
i las ad mensac abha-
ministro generali
innanzi la porta della nuova chiesa die tialiSubliìcensis ineundi
contraclum per-
principio alla solenne funzione, eseguen- pcluiun deciniarum ejusdem rnensaej a
do la consagrazione colle cercmonie pre- p. SGG^xponinobisjde'G maggio jqi- 1
scritte nel ceremoniale romano, colf in- Confiriìiatio instrumenli perpetuae loca-
terveuto di numerosa nobiltà e d' una tionis honorum, ac proventuum ad me ti-
moltitudine di popolo venuto pureda lon- sani abbatialem Sublacenseni spcclan-
tane parti. Mg. r Brancadoro spiegò il mi- tium.Ne\ t. io,p. 3q,Quod precipuae,(\el
stero della consagrazione nella sua Me- 1
.°
ottobre 796: Unio abbatiae ss. in-
1 V
ditazione per la consagrazione della nuo- callii elAnastasii de Urbe abbatiae Su-
va chiesa di Subiaco fatta da N. S. Pa- blacensi cimi applicatione pensionìs a-
pa Pio FI, e la pubblicò nel citato suo lias solutae Seminario romano. Il glo-
libro, insieme alla dotta e commovente riosoPioVI,vide invaso e democratizzato
omelia che vi pronunziò il Papa: SS. D. lo stato pontifìcio da'repubblicani fran-
N. Pii divina providenlia Papae Vls da loro detronizzato e strappa-
cesi, e fu
Homilia habita in consecratione eccle- toda Roma a'20 febbraio 1798 ; morì
siaeCollegiataeSnblacensis diexxti maii virtuosamente e quale lo celebrai nella
1789. Avendo Pio VI colla chiesa con- biografia, rilegato in Valenza di Francia,
sagralo l'altare maggiore (il cui atto vie- lanottede'28 venendoli 29 agosto 799. 1
glielo impedirono) nel seguente sabato, ziale di Subiaco con nominarne abbate
in cui il Papa si recò a venerare il b. Tom- commendatario eordinario nel 180 1 l'an-
maso da Cori in Ci vitella, al modo che tico e dotto suo confratello cardinal Mi-
già descrissi. Nella domenica poi il Pa- chelangelo Luchi benedettino cassinesedi
pa celebrò solenne messa pontificale nel- Brescia. Siccome morì poco dopo a'28 set-
l'altare principale da lui consagrato, per tembre 802 1 nella Rocca di Subiaco, co-
ulteriore lustro di quel tempio, e nel lu- sì nella biografia ne descrissi i funerali ce-
nedì appresso 2 5 maggio alle ore 6 par- 1 lebrali in s. Scolastica, ove volle essere tu-
tì da Subiaco, lasciando subiaciani nel- i mulato, e le disposizioni testamentarie, ri-
l'aifeltuoso contrasto del piacere provato cavando le notizie dalla descrizione del-
in ammirare la presenza del loro aman- la pompa funebre pubblicata dal Diario
tissimo benefattore, e di tristezza e com- di Romade'i3 ottobre 1802: ma nelle
mozione per la sua partenza, mitigata al- Notizie di Roma si legge che morì a'29
quanto dalle replicate benedizioni che su settembre. Pio VII dipoi neh8o3 con-
(li loro benignamente compartì. Facendo ferì l'abbazia al concittadino cardinal Pier
il Papa le stesse posate e vie, che nella ve- FvancescoGalle/Jì à\ Cesena, il quale per
nuta avea fatto, munse al Vaticano verso la nuova invasione degl'imperiali france-
le ore 24. Nel Bull. Boni. cont. vi sono i si, nel 809 fu deportato in Francia, dou-
1
1837. Le opere più belle tlel cardinalGal- il di voto quadro venne in retaggio dei
leflì come abbate commendatario di Su- Caroni nipoti della defunta, che per ono-
biaco, furono la riapertura del seminario rare la Beata Vergine lo collocarono nel
abbaziale, cbiuso e saccheggiato nell' in- proprio oratorio domestico, ove si cele
vasione repubblicana straniera del 1799; brava quotidianamente la messa. Mg. r
le larghe sovvenzioni che ogni anno da- Pietro Caroni di Subiaco cameriere extra
va agli alunni e al medesimo luogo pio; e sotto-guardaroba di Pio VI (e fondatore
la carità veramente singolare verso po- i de'canonicati e mansionarie Caroni della
veri, pe' quali spendeva la maggior par- collegiata, benefizi che ricordai di sopra),
tedi sue rendite. Essendo egli abbate com- trovandosi un giorno inRoma nella sagre-
mendatario il Papa Gregorio XVI onorò stia de'bergamaschi, e ragionando cou al-
Subiaco di sua presenza, poiché benedet- cuni sacerdoti sulle immagini miracolo-
tino camaldolese e veneratore del s. Speco, se dellaMadonna, con fervore parlò dei
da abbate e da cardinale con divozione e pregi della sua, onde fu pregato pel suo
tenerezza Io avea visitato, come classico maggior culto a farla portare in Roma.
suolo santificato dal suo gran padre s. Be- Vi condiscese mg. Caroni, ed a'24 giù
1'
nedetto e da tanti antichi anacoreti,di cui gnoi790 vi giunse; però non senza pro-
disse il p. Mabillon quando vi si recò: IIic digio, vetturali non la recarono in sua
i
cunabula genlis nostrae. Come superior- casa, secondo la spedizione del commis-
mente accennai, ebbi l'onore d'accompa- sionato, ma nella sagrestia de'bergama-
gnarlo nel cardinalato negli ottobri 1 828 schi, ove sovraggiungeudo mg. r Caroni
e 83o, ospitato cordialmente per alcuni
1 con tale incidente vide chiaramente ma-
dì nella nobile casa Lucidi, ove ambedue nifesto il volere della Madonna, e meglio
le volte celebrò la messa ogni giorno,ed io confermandosi nel proponimento ne fe-
ivi e come sempre assistei nel servirla, nel- dono alla chiesa con istromento
ce legale
la memorabile cappella domestica, ove un de'28 giugno rogato dal Lorenzini; ed il
tempo si venerava la divotissima imma- sagrestano della chiesa ammirandone il
gine di s. Maria della Pietà (ed al pre- modesto e divoto atteggiamento, volle de-
senteuna copia), che già della pia Cle- nominarla della Pietà, titolo che si co-
menza Catoni o Garroni di Subiaco, ora municò alla chiesa e prevalse a quello dei
è in somma venerazione in Roma nella titolari i ss. Bartolomeo ed Alessandro, o
chiesa de'bergamaschi che porta il suo ti- per dir meglio si rinnovò l'antico senza
tolo, e perciò e della sua provenienza da porvi mente. Qiuvi la B. Vergine diven-
Subiaco, ne parlai ne'vol. XIV, p.i54, e ne feconda dispensatrice di grazie, ond'è
XL1X, p. 3o3, ove citai Bombelli che ne frequentatissima per la tenera e profon-
tratta, e qui con lui dirò alcune altre pa- da divozione che le professa il popolo ro-
role. E'fama che la detta immagine par- mano. Il n.°5i del Diario di Roma del
lasse a Clemenza vedova di molta pietà 1839, riferendo la celebrazione del 3."
e slimata anche dal gran b. Leonaido di centenario del sodalizio cui appartiene la
Porto Maurizio (il quale essendo impe- chiesa, rimarca ch'esso volle restaurarla
gnatissimo pel riconoscimento dogmati- e abbellirla, e farla consagrare a'23 giu-
co dell'Immacolata Concezione della B. gno dal cardinal Giacomo Luigi Brigno-
Vergine, scrisse con di voto ardore quella le, in considerazioue che il tempio fu più
celebre lettera che apre il cuore alle più visitato in seguilo del prezioso dono ri-
grandi, liete e consolanti speranze, ora cevuto da tng. r Pietro Caroni della por-
voi. LXX. •9
?
9o SUD SUB
tentosa immagine diMaria ss. della Pick), Gerarca, e riceverne con indicibile con-
verso lo anale V inleva popolazione di Ilo solazione l'apostolica benedizione: dimo-
ma dimostra particolarissima divozione. strazioni e incontri che rinnovarono al-
rio di Iìoma del i834» che a' 29 aprile monaci (e luogo ove abitò, la
si mostra il
partilo da Tivoli, lungo la via Valeria, cui volta è sostenuta da una colonna na-
consolare e sublacense , per ogni breve turale, e il refetloi io con pittura ben con-
trailo venne salutato da innumerevoli servata: traversandoli giardino si discen-
spari de'mortari de 'circostanti paesi, e da de nelle grotte scavate nelle petrificazioni
tutte quelle vicine popolazioni ch'erano dell'Amene che ne'piimi tempi vi lista
discese dalle loro colline per tributare al gna va; nel 1074 vi era fiorente il monaste-
loro padre e sovrano i sinceri sensi della ro de'benedetlini, che già nell'876 avea
loro venerazione profonda e fedele sud- corso grave pericolo d' essere devastato
ditanza. Cornino ventissimo n'era lo spet- da'.saraceni,se Carlo li il Cafro ne'dinl or-
tacolo, ed io ne fui edificalo spettatore e ni non li sconfìggeva; vittoria espressa nel-
ammiratore. Ogni popolazione avea alla le pitture delle lunette nell'ingresso della
testa il proprio clero e le loro confrater- chiesa, ed eseguite nel 1670), discese il
nite, con bandiere, stendardi e altre in- Papa dalla cai rozza, ed entrato in chiesa
segne di religiosa esultanza. In ogni bre- venerò il s*. Sagramenlo, ammise nel co-
vedistanza archi trionfali d'alloro, di mir- io al bacio del piede il p. guardiano e la
to e di fiori, diche era pure cospersa la religiosa famiglia, e dopo breve tratte-
via adornadamaschi, con analoghe i-
di nimento nel convento, che avea onoralo
scrizioni, testimoniavano la gioia di quei anche da cardinale nelle suddetteepoche,
popoli. Con queste veramente cordiali di- rimontò in carrozza e si diresse alla vol-
mostrazioni si distinsero fra gli altri gli a- ta diSubiaco, trovando verso l'osteria del-
suo articolo descriverò), Marano e Ago- sta notizia dell'imminente venuta del
sta. Il Papa corrispondeva a'vivacissirui Pontefice, ed all'istante un sol pensiero,
e replicali evviva e lieti augurii, col di- un solo oggetto formò l'occupazione di
mostrare d gradimento da cui era pene- tutti i suoi abitanti che ne tripudiarono.
trato il paterno suo cuore, facendo amo- Giunse il felicissimo giorno del suo arri-
revolmente di tratto in ti atto fermare la vo, affrettalo da' voli universali, giorno
sua carrozza persoddisfire alla divozione memorabilea'subiaciani poichèmarsi,sa- 3
di quelle buone genli che decoravano il bini, latini e eroici concorsero Ira essi a
suo passaggio, che poteasi dire un conti- dividerne il giubilo. Spuntava la brama-
nuo trionfo, ammettendo alcuni di quan- ta aurora del 29 aprile, e piene già si tro-
do in quando al bacio del piede. Non si vavan le vie da ogni parte di numerosis
può abbastanza esprimere le lagrime di situo popolo in tutti punti affollalo per i
vita gioia sparse da sì divote popolazio- situarsi ove meglio e più da vicino vene
ni, nel poter da vicino, benché per brevi rare il capo della Chiesa. Ilcaidinal Gal
istanti, fissale i loro sguardi nel supremo lefìi abbate commendatario, che di 3 gioì
sur, sue 29
ni avea preceduto l'arrivo del Papa, si tefìce vicino al magnifico arco marmoreo
mosse a incontrarlo a'eonfini territoriali, eretto a l'io VI, volle discendere a piedi,
e da Gregorio XVI venne graziosamen- ed allora più fragorosi e concordi furo-
te ammesso nella propria carrozza. A due no gli evviva. Presso l'arco si trovarono
miglia dalla città fu inviata una deputa- mg.r Francesco Vici vicario generale di
zione dal comune, alla quale fecero segui- Subiaco (poi dal Papa ammesso in pre-
toi5o de'più forii e giovani villici mossi latura e fatto delegato di Spoleti, oracon-
dalconcorde divoto animo di trane colle sigliere di stato) con tutto il clero seco-
loro braccia la pontificia carrozza. Sulle lare e regolare, magistrato municipa-
il
orei5 circa, i primi colpi di mortali di- le, il cav. Dario Cali>ti Ficedola gover-
sposti sopra vari punti delle circostanti naloredistrettuale,e il gonf donici eFran-
colline, annunziarono il vagheggiato ino- cesco Angelucci , il quale inginocchioni
mento del di lui arrivo. Gridi unanimi, presentò a sua Santità le chiavi della cit-
gridi di universale esultanza, salutarono tà, e gli omaggi sincerissimi di tutti fe- i
deputazione, scelta fra i primari della cit- vozione,indi avendo a lato il card ina IGal-
tà, nelle persone di Francesco Tornino- leffi
,
preceduto dalla croce pontificia, e
lini, Biagio Tocci, VincenzoPelrucci, Pio- seguito da tutta la sua nobile corte, si
nivano accolli da Gregorio XVI con ti- dire di mano in manosi raccoglieva per
inanità tutta sua propria, implorò in pari fargli seguilo. Giungeva iutauto all'arco
tempo la grazia che venisse concesso ai trionfale (che meritò d'essere inciso in
genuflessi villici di portar la carrozza fi- rame), erettogli dalla città sul principio
noalla città. Il Papa nella sua umiltà non dell'abitato, e quivicon particolare de-
potè dispensarsi dall'accousentirvi; e fra gnazione aggradì questa dimostrazione,
i più giulm evviva mossero que'giovani fermandosi a riguardarlo d'ambi lati e i
lieti e vigorosi verso la città, e giunsero lodarlo. Gotico n'era il disegno, dell e-
sollecili al principio del rettilineo ingres- gregio ingegnere pontifìcio Matteo Li vo-
sodi essa. Questo tratto di via,lungo circa ni, adattato sì alla località come alla sto-
c
mi 3. di iuiglio,era tulio cosperso di mir- ria di Subiaco, con pittura a bassi rilie-
to e di fiori, e da ambi i lati senza inter- vi, con figure a bronzo, ornati analoghi
ruziooe ornato di verzura simmetrica- e oggetti lumeggiati in oro. Nell'anlerio-
mente disposta, e distribuita in tanti re- re prospetto, da un lato v'era effigiato s.
golari festoni avea più l'aspetto d'un giar- Benedetto fondatore del monachismo di
dino che d'una stiada urbana; opera fu occidente, e dall'altro s. Gregorio I pro-
questa in parte dell'affettuose sollécito- lettore del suo ordine. In mezzo al sesto
dini delle giovani contadine. Procedeva dell'arco, dall'una e dall'altra parte ele-
il Papa come in trionfo, quasi sulle brac- vaio , miravasi lo stemma di Gregorio
eia dell'immenso popolo che il circonda- XVI. Sull'ultima cornice erano colloca-
va e festeggiava, con applausi sempre più te le statue delle r\ v irtù cardinali co pro-
vivi. Gli facevano giulivo eco rimbom-
il pri distintivi. Nell'istessa linea e in uiez-
bo de'rnorlari, il suono di tulle le Cam- zo avea l'arco il suo timpano, sulla cui
paneele bande muMcali sublacense, edei sommità vedeasi trionfante la Religione,
dragoni giunti da Roma, che eseguivano e nel fronte di questo a caratteri d'oro
armoniosi concerti. Giunto il sommoPon- si leggeva: Gregorio XI'1 Pont. Max.
-?x)i SUB SUD
Principi Munificentissimo S. P. Q.S. Nel- rante mensa, una marmorea iscrizio-
la
l'opposta facciata riguardante 1' interno ne analoga a tanta distinzione nella ."sa- i
della città, e negli stessi punti dell'altro la d'ingresso. Nel pomeriggio e circa le
prospetto, da un lato osserva vasi l'imma- ore 2 2, sempre fra le più rispettose e cor-
gine di S. Placido e dall'altro quella di s. diali acclamazioni, Gregorio XVI si recò
Mauro,capi d'ordine de'monaci delIeGal- al ven. proto-monastero di s. Scolastica,
lie e di .Sicilia. Sull'estremità superio- ove venne ricevuto dal p. d. Gio. Pietro
re della cornice si miravano due fame in Taini abbate di governo, e dal p. ab. d.
alto di spargere le virtù del Papa, e due Vincenzo Bini procuratore generale del-
geni sublacensi co'loro timpani e flauti in la congregazione cassinese, alla testa del-
deasi a gruppi la gente: e chi stendendo celebrò la messa, assistito da'pp. abbati
le mani, chi battendo palma a palma, chi Bini e Piacenti e da alcuni prelati della
r
sventolando fazzoletti, e chi in altri e tan- corte, ascollando poi quella di mg. Ar-
ti e vari modi, erano tutti concordi uel- pi cappellano segretoecaudatario.il Pa-
l'espansione dell'animo, con cui esulta- pa lasciò in dono al santuario il ricco ca-
\ano all'arrivo del venerabile principe e lice col quale avea celebrato. Ammise al
salutavano l'ottimo padre. Egli con gran- bacio del piede monastica famiglia, e
la
de umanità, benedicendo tutti, tutti con- lesse la marmorea iscrizione ch'essa avea
solava con un felicitante sorriso. Giunse innalzato, per ricordanza di tanto onore,
intanto in mezzo a' festevoli applausi il cheleggesi nella relazione del viaggio. Di-
Papa all'insigne collegiata di s. Andrea voto dell'illustre memoria del b. Loren-
apostolo, ov'era esposto decorosamente il zo da Fanello, Gregorio XVI salendo a
ss. Sagt amento. Ivi prostrato l'adorò e ri- piedi l'alpestre montagna, recossi all'an-
cevè la trina benedizione da mg.r Soglia tico monastero di Morrebotte eretto da
suo elemosiniere (che poi creò cardinale). s. Benedetto e abitalo da quel penitente
Passò quindi nella libreria Piana, ed am- eremita, ene visitò l'eremo. Il p. Bini ch'e-
mise al bacio del piede mg. 1 Vici, il ca- ra presente,nelle sue Memorie ancora una
pitolo, il governatore, il magistrato, gli volta celebrò siffatta visita con queste pa-
alunni del seminario, la suddetta depu- role. » Una lapide collocata in quella pic-
tazione, gli ordini religiosi, ed i notabili cola chiesa ricorderà all' età avvenire il
della città ivi presenti. Di là passò nel pa- singolare avvenimento, che noi tulli mi-
lazzo della nobile famiglia Lucidi, e do- rammo edificati e sorpresi, d'un sommo
po un breve riposo , si degnò sedervi a Pontefice, che sali quelle erte vie e le di-
mensa col cardinal Galleffi, ammettendo scese senza prender riposo, né più i no-
a questo segnalato onore, oltre la nobile stri nipoti vedranno in quelle dure selci
sua corte e altri ragguardevoli personag- operatosi meraviglioso spettacolo".Falto
gi, anche i membri dell'encomiata fami- ritorno il s. Padre a s. Scolastica, sedette
glia, la quale giubilante d'accoglierlo per alla mensa, della quale ebbe la degnazio-
3,''
la vultti,avea dispostosi apponesse, du- ne di permettere che partecipassero col-
SUB S U B 2
93
la cortemonaci de'due monasteri (cioè
i so ore a 2, sempre fra una calca di pian
le
nel refettorio ove già da cardinale ave.» dente popolo, ritornò alla sua residenza
pranzato nell'ottobre i83o, essendo ab- di s. Scolastica, ove la mattina del 1 ce-
bate del monastero il pio e zelante p. d. lebrò la messa nella cappella domestica.
Benedetto Cigala Fulgosisuoainicoe mio Ne' 3 giorni che il Papa dimorò iu Subia-
amorevole). Nelle ore pomeridiane il Pa- co, un continuo fragore di mortari animò
pa passeggiò per una delle strade terri- il giubilo universale. Nelle sere la città fe-
toriali in quelle vicinanze, per le quali è ce generale e brillantissima illuminazio-
fama cbe andasse alla visita del «. Speco ne, nelle quali riccamente illuminati a ce
la vergine s. Chelidonia anacoreta del se- ra si distinguevano i palazzi dell' abbate,
colo XII; ed popolo che dalla città, in
il della residenza del suo vicario generale,
tanta distanza meravigliato il mirava, lo de'conti Lucidi, della municipalità, col-
salutò con ripetute esplosioni di morta- l'annessa residenza governativa, ed i mo-
ri, non potendo fino all'elevato monte far nasteri di s. Scolastica e del s. Speco: e
giungere suoi gridii di gioia. Nella seguen- non meno illuminato di spesse fiaccole era
te mattina i ."maggio, dopo aver celebra- lo stradale dilla città al proto-monaste-
to la messa nella chiesa di s. Scolastica ro, che celebrò l'onorevole avvenimento
all'altare di s. Chelidonia, e assistito dal colle due iscrizioni collocate alla porta del
p. ab.Bini e dal p. Theodoli ora abbate, il suo recinto e pubblicate dalla relazione,
s. Padre discese in Subiaco, e fra non in- oltre la lapide marmorea che pose sulla
terrotti evviva passò a riposarsi in casa dei parte esterna dell'appartamento abitato
conti Lucidi, donde poi in compagnia del da sua Santità, e riprodotta da Marocco.
cardinal Galleili, del card. Cappelletti ve- La pontificia presenza fu altresì festeggia-
scovo diRieti,da dove erasi portato ad os- ta da'casini .suburbani, da'con venti edal-
sequiarlo, e della nobile corte, si recò sul- le colline che fanno corona a Subiaco. L'è
la loggia esteriore che sovrasta la faccia- levazione di 3 globi areostatici, l'iacea-
ta della collegiata, donde compartì al nu- dio d'altrettanti fuochi artificiali, le me
merosissimo popolo l'apostolica benedi- lodie e concerti delle due bande, espres-
zione. Ai successivi reiterati applausi e vi- sero l'universale tripudio; e le glorie del
vissime acclamazioni, corrispose il santo pontificato di Gregorio XVI furono ce-
Padre dalla loggia con paterna compia- lebrate da due accademie di musica e lei
1
cenza; quindi passò ad orare nella chie- terarie con poetici componimenti, la 2.
sa di s. Gio. Battista delle monache be- delle quali fu onorata dal cardinal Cap-
nedettine, ed entrato nel monastero per- pelletti e da altri personaggi. Posseggo di
mise che gli baciassero il piede, benigna- tali produzioni 3 epigrammi e un Carmen
mente volle visitarlo tutto, e ne partì la- mss. iu latino; e stampati un'ode in simi-
sciando quelle sagre vergini colla sua be- le idioma, altra in italiano del gonfalo-
nedizione e ripiene delle più dolci couso- niere, ed un sonetto del governatore. La
lazioui. Quindi co'detti cardinali si recò clemenza di Gregorio XVI consolò più
alla Rocca residenza abbaziale, ove il car- famiglie, il suo cuore generoso fece di-
dinal Galleffi gli avea preparato un deco- spensare a sollievo de'poveri di Subiaco
roso pranzo, al quale il Papa vi ammise e del resto dell'abbazia abbondanti lituo-
i porporati, il cav. Amerigo Galleffi, la no- sine,donò medaglie e divozionali. E fi-
bile corte pontificia, e molti altri distinti nalmente, comeesprimesiilp. Bini: «Non
1
personaggi, fra quali mg. Annovazzi ve-
i può con adeguate parole esprimersi di
scovo di Leros e suifraganeo di Civitavec- qual gaudio, e diremo meglio di quale
chia pel cardinal abbate, portatosi a Su- pubblica esultanza ricolmasse i cuori di
biaco a veuerare il Pontefice. Il quale ver- ogui ordine di persone la presenza nello
'94 S U U SUB
stiblucciibi contrade dell'augusto Ponte- amministrazione delle rendite abbaziali,
fice, il quale uella maestà dell'eccelsa sua ministerio juris, e fece rapporto a Gre-
dignità usò col clero e col popolo i modi gorio XVI del suo stato annuo attivo e
più affettuosi e paterni, adoperando il lin passivo, dimostrando il decadimento del-
guaggio della beneficenza e dell'amore. le rendite, con isperanzadi ridurle al pri-
Fuperciòarnarissimaatutti l'ora del suo miero florido un red-
stato, e riportarlo a
lare a'rispettosi suoi ospiti e servi, dona- ranea, accurata ed economica ammini-
ti da lui pel servi/io della chiesa abbazia- strazione. Leggo in uno stato attivo e pas-
le di una ricca piaueta, e di un prezioso sivo dell'abbazia di Subiaco dell'agosto
calice per cpiella del s. Speco. Lungi dal 1837^ ascendere l'attivo a scudi 6612,
potere venire meno ne'loro cuori la me- i pesi a scudi 21 56, rimanendo le
fissi
moria dolcissima d'un onore sì segnalato, rendite abbaziali a scudi 44^5, gravate
formano incessanti voti al cielo, perchè però da scudi i3q5 di pesi infìssi, e da scu-
voglia a sì amoroso Padre e sì generoso di 2t)2 di pesi precari, risultando la ren-
Pontefice ispirare nuovamente il pensie- dita netta a scudi 2767. Contemporanea
ro di fare ritorno a questi luoghi, i (piali mente il tesoriere generale fece relazione
se furono santificati dal comune patriarca al Papa, sul credito che la camera apo-
benedettoci riempirono poi di conso-
s-. stolicaavea verso l'abbazia di Subiaco.
lazione e di gaudio per le dimostrazioni In essa si dice, che Pio VI volle ritenere
date da un figlio suo di amorevolezza e l'abbazia in commenda per potere colle
di patrocinio". La bella relazione scritta rendite ricostruire la collegiata, ampliare
ni Subiaco, come avea colle più solenni la fabbrica del seminario, e riattare il pa-
parole, e meglio ancora di quanto io uè lazzo della Fiocca. Che l'impresa essendo
ricavai, celebrato il soggiorno in esso di assai grandiosa, dopo avervi impiegato
Gregorio X Vf,co>ì espose eloquentemen- le rendite dell'abbazia e somministrati
te i voti universali pel suo sospiralo ri- de'fondi particolari del suo peculio, pri-
torno. A*2 maggioe verso le 12 ore il Pa- ma di compiere tali opere si vide nella
pa partilo das. Scolastica, tornò nella ca- necessità di provvedere alla vistosa spesa
sa decenti Lucidi ad esternare il suo gra- cui era andato incontro, co' 3 chirografi
dimento, a confermare la particolare be- del 782,1 785 et 788. Pertanto con essi
1
pa nel i838 nominò abbate commenda- rio di Roma, ove pur si legge: » Il sacer-
tario e ordinario de' ss. Benedetto e Sco- dote d. Alessandro Tummolmi disse quiu-
lastica di Subiaco, il cardinal Ugo Pietro di un elogio, nel quale con istile grave ed
Spinola genovese, che poi fece pro-data- eloquente,degno dell'alto subbielto,tutte
rio e lo è ancora. Di questo porporato il richiamò alla memoria le virtù sì pub-
p. Bini a p. 60 e 76 delle sue Memorie bliche e sì private dell' estinto Pontefice
rende distinti elogi pel zelo a promuove- sommo: e stante che fosse vero il suo dire,
re il beue del gregge, per la generosità uiuno era che non ne fosse commosso.
verso la classe indigente, per prevenir le La ceremonia fu solenne, quanto sincera
colpe, e con paterna misura punirle, per la pubblica mestizia e certamente su: i
la prudenza nel diminuirei disordini, per biacesi ricorderanno sempre con aifelto la
promuovere buoni studi con incessanti
i sa. me. di Gregorio XVI, utile, grande,be-
cure pel seminario a cui giovò molto, e oefico sovrano". Nel seguente anno a'2 3
per la squisita bontà e gentilezza che gli aprile Subiaco dovè piangere la morte
sono connaturali. Ivi il p. bini lodò pure del virtuoso, dotto e amorevole suo pa-
296 SUB SUB
store il cardinal Polidori. Per beneficare l'immediato regime dell'abbazia di Su-
]' abbazia il regnante Papa Pio IX con biaco, mai mancò di spandere quasi astro
singolare esempio a se la riservò, e ne benefico le sue influenze sui sublacensi.
assunse il particolare governo, dichiaran- Quindi a vieppiù attestare la sua pater-
dosi ordinario della medesima, e per or- na affezione, con breve apostolico pub-
gano della dataria apostolica emanò il blicato nell' insigne collegiata di s. An-
relativo moto-proprio a'5 maggio 1847, drea, tra messa solenne pontificata da
la
come pubblicò il n.°38 del Diano di lìo- mg. r Bighi vicario apostolico di sua San-
vio. Ivi pure si dice che il Papa nella se- tità, a'2 1 marzo festa dell'inclito prolet-
ra di tal giorno ricevè la deputazione del tore s. Benedetto, della città e abbazia,
clero e del popolo di Snbiaco, volata in sidegnò il Papa fissare di proprio censo
Roma per umiliare al benefico e amo- due posti gratuiti in perpetuo nel Semi-
roso suo principe e padre i sentimenti di nario Romano a due giovani di Subiaco
altissima venerazione e di profonda rico- ovvero del resto dell'abbazia. Il reveren-
noscenza per un così segnalato tratto di dissimo capitolo di delta collegiata, com-
sovrana clemenza. Per prendere possesso preso da'più vivi sensi di gratitudine, de-
dell'illustre abbazia, e insieme consolare putò li 3 degnissimi prelati subiacesi di-
di sua venerata presenza i diocesani, Pio moranti in Roma mg.r Antonucci, mg. r
IX circa le ore 4 antimeridiane de' 27 Lucidi e mg/ Merosi Gori, onde umilia-
di detto mese partì da per Subiaco. Roma re al pontifìcio soglio i sentimenti della
In questa città fu ossequiato da una de- loro più sincera riconoscenza, i quali fu-
putazione espressamente spedita da Fer- rono benignamente accolti dal Pontefice
dinando li re delle dueSicilie,e composta abbate. Indi il n.°i i3 dell' Osservatore
del barone Ajossa intendente della limi- Romano del 1 85 i pubblicò un articolo
ti ofa provincia dell'Aquila, de'marchesi proveniente da Subiaco, in cui sono ce-
Torres e Spaventa, e del sottointendente lebrate le pontificie beneficenze di Pio IX
del distretto d'Avezzano. Il santo Padre verso quella città eabbazia, cheper tratto
ricambiò con benignissime parole la re- di somma benignità volle ritenere sotto
gia cortesia, esternando a'deputati il suo l'immediata propria cura pastorale quel-
grato animo per atto sì benevolo. Alle ore le fortunale popolazioni. Imperocché la
7 ip pomeridiane de'3 1 maggio, reduce sua munificenza e il suo cuore aprì, già
da Subiaco,il Papa rientrò in Roma. Al- largo e pieno di beneficenze, destinando
tro non trovo ne'n. 1 44 e 5 1 del Diario di ricche dotazioni alla collegiata e al se-
Roma 1847, e nel n.° 2 ideile Notì-
del minario, e splendidi donativi in favore
zie del giorno di Roma, che parlano del- del comune. » E nel paterno desiderio
la pontificia gita a Subiaco, mentre è no- di conoscere da vicino questo particola-
to che la città non mancò di fare ogni di- re suo diletto gregge, decorsi appena 20
mostrazione di profonda riverenza e di giorni muoveva da Roma, giungeva fra
solenne riconoscenza. Ne'n. 1
60 e 6 1 del noi, ed empiendo le nostre vie della di lui
Diario di Roma si legge che Pio IX a- maestà sovrana, colmava di giubilo tutti
vendo scelto a suo vicario generale nel- i cuori colla sua paterna affabilità nell'atto
l'abbazia monsignor PioBighi romano, lo che ad ogni passo a pieni cori salivano
avea dichiarato prelato domestico e pro- al cielo le benedizioni de'poveri soccorsi
tonotario apostolico soprannumerario , di propria sua mano con generose elar-
indi lo promosse a vescovo di Li stri in gizioni. Correvano penuriose le circostan-
partibus. Riferisce il n.^G del Giornale ze di quella stagione: Sua Santità ne face-
di Roma del 8 5 1, dacché il sommo Pon-
1 va scomparire lo squallore comandando
tefice Pio IX si compiacque serbare a se che venissero distribuite abbondanti som-
S U D SUB 297
ministrazioni di cereali : e perchè sopra i Roma di fa le anno, che l'arci vescovo mo-
poveri non venisseagravareildaziodi ma- rì nella certosa di Trisulti a'3 1 agosto,
cinazione, ordinava che a tulio suo pro- di ^5 anni, mentre il n.°2o4 fa l'elogio
prio conio venissero ridotti in farine; men- del suo sapere e virtù, novera le cariche
tre dall'altro canto ulteriormente muni- da lui sostenute, e le diverse solenni ese-
ficente assolveva i contribuenti arretrati quie che gli furono celebrate. Prima di
piti inendici dalle imposte prediali, che questo tempo il Pontefice Pio IX, sino dal
non potevano corrispondere. Dispoueva precedente anno essendosi dimesso dal
che tulli redditi abbaziali venissero im-
i governo dell'abbazia di Subiaeo, la con-
piegati in favore dei diletti suoi figli : e ferì al cardinal Girolamo de' marchesi
poiché la felicità dei popoli si stabilisce D'A ndrea napoletano,prefettodellas. con-
e dura colla morale e civile educazione, gregazione dell'indice, come pubblicò il
comandava che si erigesse un novello sta- Giornale di Roma de'23 maggio 853, 1
bilimento di scuole pie, al (piale elletto ove si aggiunge: non cessando però ilPa-
veniva, quasi del tutto nuovo, fabbricato pa di riguardare con ispecial protezione
un ampio locale, duve restassero istruite la città di Subiaeo. Di questo ragguar-
e nella cristiana pietà e ne' lavori le ra- devole porporato parl-ii in più luoghi, a
gazze d'ogni ceto, rna specialmente l'or- Melitene di cui fu arcivescovo, e a Sviz-
fane di povera condizione: onde però l'o- zera quale nunzio della s. Sede. Avendo
pera col tempo non avesse a venir meno, la di sopra rammentato la patriarcale ba-
provvedeva di generosa dotazione." Qui silica e Chiesa di s. Paolo, in custodia
pure si fa menzione del fondo perpetuo as- de'benedettini cassinesi, ed essendo que-
segnato pel mantenimento di due alunni st'articolo uno de'tanti che li riguarda-
nel seminario romano, con espressioni ri- no, qui aggiungo e leggendone gli slam
conoscenti a tanta magnanimità; indisi poni, che a Tempio, con altre nozioni sul-
descrive come nella collegiata i subiace- lo splendidissimo edifizio,dirò di sua so-
si celebrarono l'onomastico del munifico lennissima consacrazione eseguila a' io
Pontefice abbate, e nella quale pontifi- dicembre 18 54 dal sommo Pontefice Pio
cando il suo vicario mg/IJighi, fu da que- IX, e nella quale fu assistito da mg. 'Lu-
sti pronunziata dotta e commovente o- cidi qual diacono della cappella ponti-
r
melia, di cui se ne riporta un eloquente fìcia, eda mg. Pentirti come suddiaco-
brano. Notai a Seminario Pio (ora degna- no de\\n medesima: fra'cardinali e vesco-
mente celebrato da mg. r Fabi Montani, vi intervenuti al rito, nominerò il cardi-
'
sta e autorevole sanzione di nostra anti- retta nel V secolo. Ebbe per vescovi, Ci-
ca e pia credenza, pronunziata nella pa- rillo che assistè al concilio di Calcedonia ,
gare il mio giubilo (avendo però notato nale vescovo diSabina. Innocenzo 11 fug-
a Sydney, die le primizie dell' oro del- gendo da Roma per timore dell'antipa-
l' Oceania e Australia furono consagrate pa Anacleto II, lo destinò vicario dell'al-
a celebrare il fausto e memorabile avve- ma città, nel qual ministero perseverò
nimento, il più glorioso del secolo XI X), con somma lode ne'pontifìcati di Celesti-
e far eco affettuoso e riverente a quella no II, di Lucio II e di Eugenio III, l'ele-
santa esultanza festeggiata con mirabile zione de' quali inclusivainente a quella
e universale slancio, qual nuovo religio- d'Innocenzo lì favorì col suo sulfragio, e
so trionfi j, dalla chiesa cattolica, e come sottoscrisse parecchie di loro bolle. Fu
suo veneratore e figlio, per mia somma versatissimo nelle materie della curia, os-
fortuna. sia del gius civile e canonico, e nelle con -
Papa; e pare che ordinariamente si eser- creò cardinale e vescovo di Sabina, ve-
citasse da' Suddiaconi della chiesa roma- scovato ch'egli slesso avea prima del pon-
na. Anche la dispensa de'cibi fu chiama- tificato. Si mostrò fedele e acerrimo di-
la da Anastasio Bibliotecario Paracella- fensore di Alessandro III contro i furori
rium, come scrive nella vita di Adriano I degli antipapi che insorsero contro di lu',
del 772: Capita cenlum exinde occidan- e come decano del sagro collegio difese
tur, et in eodein Paracellarioreponan- l'elezionecanonica di detto Papa, scriven-
tur. Il subpulmentario trovasi pur no- do all' imperatore Federico I. Terminò
minato negli Ordini romani, e'uel con- di vivere verso 63, dopo essere in-
il 1 1
ciliabolo del g63 contro Giovanni XII. tervenuto a'sagri comizi di Adriano IV
Delle dispense e officine palatine parlo e Alessandro HI.
ancora a Famiglia pontificia ed a Pa- S UC ARDA. Sede vescovile dellaMau-
lazzo apostolico. ritiaua Cesariense Dell' Africa occidenta-
SUBIUTA SURRITA. Sede vesco- le, sotto la metropoli di Giulia Cesarea.
vile dell'esarcato di Macedonia nell'isola Si conoscono due vescovi: Pompeiano che
sue SUC 299
nel 4i i trovossi alla conferenza di Car- sano e sono comunicate senza alcuna di-
tagine, e Subdazio o Siuldazio che fu esi- minuzione al successore, e che senza una
liato nel 4^4 da Unnerico re de' vandali, tal successione la Chiesa non potrebbe
perchè si ricusò sottoscrivere gli errori sussistere. Così gli apostoli trasmisero ai
de'donatisti nella conferenza di Cartagi- vescovi e a'pastori ch'essi hanno ordina-
ne. Morcelli, Afr. chr. t.i. to, il loro carattere, il loro potere, la loro
SUCCESSIÓNE. V. Successore. giurisdizione sui fedeli che aveano riuni-
SUCCESSORE, Successo/'. Quello ti, o sulle chiese che aveano fondato, e
che succede o l'erede. Dicesi successione, confidavano il governo a quei
di cui essi
il succedere, successio, l'entrare nell'al- medesimi pastori: per conseguenza s. Pie-
trui luogo o grado o dignità ; per segui- tro trasmise a'suoi successori la giurisdi-
talo venir dopo; per ereditare, diveni- zione e l'autorità che avea egli medesi-
re erede, venire nell'eredità; mentre l'av- mo ricevuta da Gesù Cristo sulla Chiesa
verbio successivamente dicesi futi dopo universale. Secondo la dottrina di Gesù
l'altro, successive ordinale. Negli artico- Cristo e degli apostoli, non avvi chiesa
li Coadiutoria, e Soprannumero parlai senza pastore,non avvi pastore senza mis-
della successione a Benefizi ecclesiastici, sione,non avvi missione se non per mez-
alle Dignità, ag\\ Uffìzi, mentre per rap- zo della successione, e la successione si fa
porto alla successione a'beni degli eccle- colla ordinazione: sopra questa catena in-
siastici secolari e regolari ne ragionai a dissolubile è stabilita la perpetuità della
Spogli; ed a Testamento dirò dell'ere- Chiesa (F.). A Sorte parlai di quella che
dità dell'erede. Inoltre notai a Coadiu- si usò nel principio della Chiesa per e-
tore, ullìcio e diguitàdelcoadiulore,cioè leggeie i successori, poi condannata dal
quello che fa le veci d'un altro senza ri- diritto canonico, e di altre specie di sorti.
ceverne i profitti, colla sola ricompensa A Suffraganeo farò la distinzione, che i
bito dal concilio diTrento il cedere un be- i,cap. 1 3, ragiona de' vari generi di suc-
nefizio riservandosi di riprenderlo (pian- cessione, propria, impropria e ad nor-
do piacesse al rinunziante, o potesse, ov- mam. Egli dice, che la successione pro-
vero alla promozione o morte di quello pria è <|uella (parlando in concreto dei
a cui era stato ceduto, perchè il concilio Vescovi come successori degli Apostoli)
avea riprovato tuttoché portasse ombra colla quale un vescovo che regge una chie-
materia di benefizi, seb-
di successione in sa è successore proprio d'un apostolo, che
bene rimettesse alla s. Sede l'accordare fu ili.°parlicolar vescovo della medesi-
le coadiutore con futura successione. I ma: in questo senso il solo vescovo eli Peo-
cattolici teologi sostengono contro i pro- nia, cioè Papa, è in oggi successore de-
il
cundum quid, per usare un'espressione credeva altrettanto, e niuno de'due era-
del la scuola, coloro che sono insigni ti del- no certamente appassionati per la chiesa
la dignità presbiterale, cioè del Sacerdo- romana, verso la quale aveano del di-
zio semplice, come dice ii concilio diTren- spetto, e il 2. aperto nemico e persecuto-
to, e come dicesi comunemente, la quale re. Ciò prova che questa credenza era uni-
il comanda re a Ile al tre chiese. Questa era famoso cardinalPietro ù'Aylli,e il dotto
pure l'opinione de' Rostri maggiori: pare Kalteisen nella sua eloquente orazione
ch'essi pensassero, che come gli apostoli al concilio, il quale aggiunge che i car-
furono assistenti e ministri al divin Re- dinali sono in uno stato più perfetto dei
dentore nella sua vita mortale, e a s. Pie- vescovi, perchè la perfezione di questi sta
tro loro principe assistenti e consiglieri nell* obbligarsi alla cura delle pecorelle
in Gerusalemme prima della loro disper- d'una diocesi, e nel voto di dare anche
sione pel mondo; così cardinali assisto- i la vita per loro, occorrendo; laddove i
bilirono dopo la loro dispersione i loro tarsene. Così pure il Pontano disse pub-
successori per tutto l'orbe, e così in que- blicamente in detto concilio, che cardi- i
sta parte nell'episcopato succedono i ve- nali di s. Chiesa vices tenentApos lolorum.
scovi. Che cobi si pensasse da sommi uo- Gli apostoli, dice egli, principalmente as-
sue S IJC 3o 1
re, sono rappresentali da'vescovi, che co- sono quelli che procedono all' Elezione
sì succedono loro. Quindi dopo aver di- del successore, cioè il Fica rio di Gesù
chiarato chiamarsi Cardinali, perchè la Cristo. Il regnante Papa Pio IX, nell'en-
chiesa romana è cardine delle altre, e per ciclica degli 8 dicembre 849, invitò l'e- 1
mezzo de'cardinali è governata dal Pa- piscopato cattolico a rammentare a' cri-
pa la chiesa universale; perciò concluse, stiani, che s. Pietro il principe degli apo-
nella chiesa non vi è dignità maggiore stoli vive e presiede ne' suoi successori,
della loro. Eugenio IV nella bolla Ad u- la cui sublime dignità non vien meno in
nn'ersalis, diceche cardinali rappresen-
i suo erede, avvegnaché indegno. Ed inol-
tano gli apostoli assistenti a Gesù Cristo, tre di rammentare ad essi, che Cristo Si
di cui fa le veci il Papa, ed i vescovi rap- gno0nostro pose nella cattedra aposto-
presentano gli apostoli dispersi e predi- lica di s. Pietro I* inespugnabile fonda-
cauti pel mondo. E adunque naturale, mento della sua Chiesa; che consegnò a
che rappresentando i cardinali il collegio s. Pietro le chiavi del regno de' cieli; e
apostolico in corpo, abbiano la preceden- che pregò appunto perchè la fede di lui
za per lutto il mondo. II dotto cardinal non si spegnesse, eche gli comandò di raf-
Paleotti, De concistorialibus consulla- fermare nella fede i suoi fratelli; e come
tionibus, riconosce i cardinali successori perciò il romano Pontefice abbia il pri-
degli apostoli. La stessa opinione mani- mato sopra tuttala terra,esiail vero Vi-
festarono Rinaldi, Tomassini, Berti e al- cario di Gesù Cristo, il capo della Chie-
tri molti. Iddio istituì il Primato (E.) d'i sa, e il padre e il maestro di tutti i cri-
governo sopra tutto il mondo: questo pri- stiani.
mato non si può esercitare da uno solo Gesù Cristo, capo invisibile della Chie-
senza l'aiuto di cooperatori residenti ples- sa, elesse per suo vicario e capo visibi-
so il medesimo, che lo aiutino e consi- le il principe degli apostoli s. Pietro, che
glino. Dunque questi cooperatori da tra- molti scrittori col Barbosa, Jur. eccles,
dizione apostolica debbono provenire o ; unii', lib. i,cap.i, Desum. Pont. n.°iG;
sia, ciò ch'è anco più chiaro, i presbiteri! col cardinal Petra, Comment. in Const.
vescovilidebbouo avere in genere questa r 3 Clementis J'1, t. 4> m 3 e 6; e col Pa-
provenienza come si vede da'monumen-
, pa Clemente XIII, const. Inexhauslum
ti apostolici, e da s. Ignazio marlire,col- de'3 settembre 1762, chiamano non so-
la debita proporzione che passa da'eapi- lo vicario, ma anche Successore di Cri-
toli che assistono il vescovo per una par- sto. Ecco le paiole di Clemente XIII: E-
ticolare diocesi, al sagro collegio che as- xetnptocjue suo (Christus) edocuit, quid
siste il Papa pel mondo intero. E come eos, quos in gubernanda catholica cecie-
i capitoli hanuo la giurisdizione vescovi- siae Successore* } ac T'ìcarìos suos in ter-
3o2 S li C suc
ria relinquebat, in Domino facete opor- tadi s. Clemente I, ch'egli soltanto fu con-
teret. Si può vedere il Ferrari, Biblioth. vertito e battezzato da s. Pietro, cui as-
Con., verbo Papa. L'irnmetliiitu succes- sistè come fedele diacono; indi da esso or-
sore ili s. Pietro e nell'anno 69 fu Papa dinalo prete e poi vescovo, nel qual tem-
s. Lino, da lui liuto coadiutore per lefuu- po seguì s. Paolo nelle sin: fatiche apo-
7Ìoni delle chiesedi Roma, come riferisce stoliche, il quale chiamò suo coopera-
lo
Beda, Hist. Abbatum fflìermutensiumj tore. Fu così stretto ai due ss. Apostoli e
cioè suo vicario nel tempo de' viaggi che li assistè nel loro ministero con tanto ze-
il s. Apostolo fece fuori di Roma. Gli suc- lo, che i padri gli dierono il titolo di uo-
cesse nell'anno 80 Papa s. Cleto, il quale mo apostolico e di apostolo. /Menni con
d'ordì ne dis.Pielro a vea ordinalo 2 5 pre- Tertulliano crederono che s. Pietro lo fa-
ti in Roma, onde alcuni credono che fu cesse vescovo delle nazioni. per predicar il
vescovo coadiutore del medesimo s. Apo- vangelo in varie contrade; altri con s. E-
stolo ne'sobborghi di Roma. Fu suo suc- pi fan io fi irono d'avviso, che s. Pietro Io fa-
cessore nell'anno q3 Papa s. Clemente I, cesse suo vicario in Roma, e gli conferis-
di cui alcuni scrissero che il i.'sommoPon- se il carattere episcopale a (finché potesse
tefìce s. Pietro lo avea eletto a proprio far le sue veci, quando le sue molte mis-
successore, e che ciò fu riprovalo dal con- sioni l'obbligavano ad assentirsene; altri
cilio d'Antiochia, che decretò non pote- finalmente ritengono, ch'egli potesse es-
re il vescovo eleggersi il successore, de- sere vescovo degli ebrei esistenti in R.o-
creto che la Chiesa poi sempre osservò e ma. Tutta volta il Cenni, Disserl. eccles.,
non il (alto di s. Pietro. Ma fra quelli che diss. 2,p. 88, dice che s. Clemente 1 ricu-
confutarono tale asserzione vi è il Brtiset- sò di succedere immediatamente a s. Pie-
ti, il quale nel Discorso della sovranità tro mio maestro, per non dare occasione
liei romano Pontefice, a p. 60 la rigetta a' vescovi di destinarsi il successore. Atte-
dichiarando il fallo non certo, basando- sta s.AgostinOjZsnis/. 1 1 o,§ 4 e 2 3,chenel
si la pretensione sopra un'epistola dello 32 5 il 1 ."concilio generale di Nicea, fatto
Messo s. Clemente 1 tenuta per apocrifa; né celebrare da s. Silvestro 1 , decretò che
essere verosimileperchèqueslo Papa era niun vescovo potesse eleggersi il succes-
santo e di grande umiltà, e se pure fu un sore da se medesimo; ma nondimeno al-
fatto,esso non fu un decreto ex cathedra j cuni vescovi essendosi eletto il successo-
opina che forse lo creò sommo peniten- re, Papa s. llaro nel concilio romano dei
ziere, volendo egli attendere all'orazione 17 novembre 465 proibì a'vescovi di e-
e alla predicazione, come dichiarò suoi leggcre il proprio successóre, come può
elemosinieri Lino e s. Cleto; o al più
s. vedersi nel Labbé, Concil. 1060, t.
4> p.
non fu elezione, ma raccomandazione al- e già riportai nel voi. 200. Il ci- XXI, p.
la chiesa, rappresentando agli elettori le tato Ferrari parla degli autori che sosten-
qualità di s. Clemente I (cièche poi pra- gono non potere il Papa eleggersi il suc-
ticarono que'successori che riferirò); ed cessore, anzi essere nulla questa elezione,
ancorché l'avesseeletto successore, osser- contro Vittorio, Bonaccina, Suarez, Va-
va che il modo e la forma dell'Elezione squez ,Turriano,Ledesma e altri. Papa s.
del Papa (/".), non è materia concernen- Simmaco, come riferisco nel citato voi.
te la fede, ma il governo, onde la Chiesa XXI,p. 200, nel sinodo che celebrò in Po-
potè variare, prima eleggendolo il clero ma nel 4o9j ordinò col can. Si transilus
1ornano col popolo, poi il clero solo, e fi- Papae,a\\i: vivente il Pontefice non si po-
nalmente non tutto il clero, ma perso- i tesse trattare dell'Elezione del successo-
naggi eminentissicui del clero o sia car- i re, sotto pena di scomunica e privazione
dinali di s. Chiesa. Abbiamo poi dalla \i- di tulle le dignità. Parlando l'annalista
s u e SUC 3o3
Rinaldi a tal anno n."6 de'canoni fatti da IStcrni, e offesa la libertà de'sagri comizi,
s. Simmaco nel concilio intorno all'elezio- colla suddetta elezione, e in pari tempo
ne del Papa, per reprimere in avvenire ne fece bruciare il decreto che prima a-
gli ambiziosi, riferisce che fu severamente vea sottoscritto avanti laconfessionedi s.
vietato a'ehierici, vi\ etile il Papa, di dai e Pietro. Narra il ricordalo Rinaldi all'an-
senza suo consiglio, giuramento o promes- no 53 ,che Bonifacio
1 li cedendo alle bri-
sa di voto, ofue alino patto per l'elezio- glie di Vigilio, e col pretesto che i goti re
ne del successore; e che a eguali pene do- d'Italiainiquamente -si usurpavano l'ele-
vesse soggiacere elfi fosse convinto d'aver zione de'Papi, con biasimo di se e di Vi-
ambilo il Pontificalo (/".) vivente il Pa- gilio questi elevse per successore; ma poi
pa." Ancora si fece decreto, che se la mor- in allro sinodo annullarono i sacerdoti il
te del Pontefice fosse subitanea, eh' egli decreto a riverenza della s. Sede e come
non avesse potuto ordinare niente intor- conlrarioa'canon'nBonifacio II si confes-
no all'elczionedel suo successore, si doves- sò reo di maestà, perocché egli aveacon
se coiiMigrare quegli che fosse stato elet- decreto soltoscrillo di sua mano avanti
to da lutto il clero o dalla maggior parte; la confessione di s. Pietro, fitto suo suc-
ma per tal conveniente, che fosse privalo cessore Vigilio, e avvampò il medesimo
del grado sacerdotale chi si fosse mosso al- decreto ne! cospetto di tulli i sacerdoti,
l'elezione non con retto giudizio, ma se- del clero e del senato. Quanto alla colpa
dotto colle promesse. Ciò che si dice qui di lesa maestà, tale poteva reputarsi dai
dell'elezione del futuro Papa, non si dee goti, per essere ciò conilo il volere del
intendere in guisa, che i Pontefici si fa- loro principe, iniquo usurpatore dell'e-
cessero i successori; ina che si reputava lezione del sotnmoPontefice.Nota inoltre
per modestia essere cosa degna della se- Rinaldi, che sebbene Bonifacio II si pur-
de di s. Pietro ricercare il parere del mo- gò da ogni difetto commesso intorno al-
del clero; ma ravvedutosi del mal opera- da quello ch'era prima. Ricorderò anche
to, contrario alla provvida legge di s. I- qui, che Bonifacio III del 607 nel sinodo
laro, iuun allro concilio che adunò, alla di Roma ordinò sotlo pena di scomuni-
presenza del clero e del sena lo romano, ca, che non si convenisse per l'elezione del
ne fece una solenne ritrattazione, per a- Papa,o di qualunque allro vescovo,se non
ver egli violalo i s. canoni, principalmente passali 3 giorni dopo la morte del pie-
3o4 sue sue
decessore, epoca die dipoi fu abbreviata I cardinali l'ubbidirono, ma la virtuosa
o protratta dagli elettori e da' l'api, a se- ripugnanza di Desiderio ne tardò un anno
conda delle circostanze de'lempi, diche reueUuazione.costringendoload accetta-
ragionai a Elezione, Conclave e nelle bio- re il pontificato (a Rinunzia del fonti
grafie de'Papi. Restando proibito a'Papi ficato parlo di quelli che la fecero e dei
di creare il successore, è bensì accaduto renitenti ad accettarlo) a'24 maggio 1086
qualche volta, che il Papa sul punto di e col Nome (V.) di nuore III òa loro
inorile, nel raccomandare a'sagii eletto- impostogli. Nelle indicale biografie nar-
ri un'ottima scelta del futuro Pontefice rai l'ambizione del cardinal Ugo di Die,
successore, con semplice raccomandazio- che agognando il papato commise inde-
ne proponesse o designasse qualche in- gne azioni. Nel 1087 assalito Vittore III
signe e sperimentalo soggetto, degno di da un'infermità, si recò a Monte Cassino,
riempile un tantoemineuteluogo;ecome di cui aveva ritenuto l'abbazia. Prossimo
quello che conosceva! bisogni de'tempi a morire, cardinali lo pregarono di ad-
i
e della Chiesa, e insieme i soggetti op- ditar loro chi dovessero dargli per succes-
portuni, propose quelli che giudicava più sore, ed egli propose il cardinal Chatil-
idonei a vantaggio della s. Sede e per la lon già designato dal predecessore, dicen-
maggior gloria di Dio. Ne riporterò di- do loro: Eleggetelo e ordinatelo Ponte-
versi esempi, ed alcuni pure in cui si usò fice della chiesaromana, e per poterlo fa-
da'sagri elettori per formola d'elezione, re vi do in tutto le mie veci. Tanto rac-
s.Pietro elegge N. per successore, ossia conta Leone Ostiense, ma ilsuocommen-
per acclamazione, che fu uuode'modi per tatore p. della Noce riferisce: Che Vitto-
YElezione del Papa, come dichiarai in re III dièa'caidinali la facoltà di eleggere
quell'articolo. Nella biografia di s. Gre- il successore agonizzante, onde per quel
gorio fll } e nel voi. XXI, p. 2 1 8 nar- poco tempo che gli restava di vita si spo-
rai, che nel 07 3,senza che vacasse la se-
i gliò del pontificalo, affinchè fosse fatta
de e appena morto Alessandro 11, fu elet- la legittima elezione del successore, te-
to Papa il celeberrimo cardinal Ildebran- mendo uno scisma imminente(sia pel per-
do, che pi ese il nome di Gregorio VII, per secutore Enrico IV, sia pel suo fautore
la generale acclamazione con cui il clero antipapa Clemente VII eletto contro il
e popolo romano gridava: S. Pietro eleg- predecessore);e così spirare più tranquillo
ge Ildebrando: s. Pietro lo vuole suo sitc- e più sicuro che non insorgesse, con ve-
re«ore.Questo gran Papa pregato da'ear- dere esaltato un ottimo successore. Tut-
diriali 3 giorni prima di morire, di sugge- tavoltail cardinal Chatillon per la sua ri-
rir loro ne'tempi calamitosi in cui vivea- pugnanza e per gl'impedimenti frapposti
110 per le persecuzioni d'Enrico IV, chi da Enrico IV e da'fautori dell'antipapa,
fossedegno di succederIo,Gregorio VII li solo dopo 5 mesi e 2 5 giorni di sede va-
esorlò ad eleggereuno de' 3 cardinali che cante^' 2 marzo 088 fu elettoPapa Ur-
1 1
designò(LeoneOstiense vi aggiunge s. An- bano II,g\ usti ficando col suo glorioso pon-
selmo vescovo di Lucca, a cui il Papa a- tificato la designazione dis. Gregorio VII
gonizzante mandò in dono la sua mitra, e di Vittóre IN. Anche Urbano II nel 1099
nel caso che cardinali non accettassero),
i prima dimorire raccomandò per bene di
cioè Cuatitlonom lardi Urbano 11,0 Ugo s. Chiesa che fosse creato successore il car-
di Die,o Desiderio ;e siccome i due primi dinalRaniero,il quale dopo 5 giorni, con-
1
erano lontani e fuori d'Italia, così racco- tro sua voglia fu acclamato Papa, gridan-
mandò particolarmente Desiderio ch'era do tutti ue'sacri comizi: S. Pietro lo vuole
presente,e benché per poco tempo avreb- suo successore fi prese il nome ò\ Pasquale
be occupalo la s. Sede, come si verificò. //.Indi Gelasio 11 che gli successe,moren-
sue SUC 3o5
(lo a'29 gennaio 1 1 19 in Clugny, calda- gare l'umano tributo, esortò i cardinali
mente raccomandò a'cardinali ivi presen- a non eleggere in successore il cardinal
ti di dargli per successore il tedesco car della Rovere ritiratosi in Francia per le
dinal Conone d'Urach vescovo di Pale- differenze tra loro avvenute. Ma il car-
Élrìna (V.)e legalo apostolico. Ma il vir- dinale , nou ostante siffatta Esclusiva
tuoso Conoue per sottrarsi dal peso del (del quale argomento riparlai a Sagro
pontificato, allegò la propria debolezza e Collegio), dopo la morte di Pio III, che
il bisogno di spalle migliori per sostene- visse soli 26 giorni, fu creato Papa col
re l'afflitta Chiesa, ancora lacerata per le nome di Giulio II. Egli fu grande, ed e-
gravi differenze fra il sacerdozio e l'im- mauò una bolla contro !a Simonia (V.) t
pero, consigliando i 6 cardinali colleghi annullando l'elezione del Papa, se fosse
ch'erano in Clugny ad eleggere invece il seguita simoniaeameiite, e depouendo t
cardinal Guido di regio sangue,e così con- cardinali che vi avessero contribuito. A-
tribuì alla sua elezione,onde assunse il no- dunatosida alcuui cardinali ribelli il con
me di Calisto II, dopo che la conferma- ciliabolo di Pisa contro Giulio II, questi
rono i cardinali restati in Pioraa. 11 sum- gli oppose il concilio generale di Lacera-
mentovato Brusetti, parlando di s. Pie- no Vj però caduto adunato il s.
inalato,
tro, e dicendo che quanto all'operato per collegio, dichiarò spettare ad esso soltan-
s. Clemente I perchè gli succedesse, non fu to dare a lui il successore, e non a'padrj
elezione,ma raccomandazione allaChiesa, del concilio di Lalerano; poter esso ac-
rappresentando agli elettori le sue quali- cordare il diritto del suffragio a'cardinali
tà, aggiunge che un caso simile si veri- assenti, non agli scismatici autori della
ficò neh 1 ig quando Gelasio II co'car- pseudo-congrega e da lui deposti, e sog-
dinali presenti designò l'elezione del suo giunse: Come Giuliano della Piovere li
successore, che dopo la di lui morte fu a- perdono colla sincerità del mio cuore; co-
dempiuta. Osserverò quanto a Conone di me Giulio II capo della Chiesa, io debbo
Urach sì, non per Calisto II, che fu invece vendicarne i diritti, e gli escludo dall'in
propostodal designato da Gelasio II. Nel- tervenire alla scelta delmio successore.
lo scisma insorto nel 1 i5c) nell'elezione Provveduto all'elezione delPapa futuro,
d' Alessandro III, fu intruso l'antipapa rese l'auima al Creatore. Le rarequalità
Vittore V t
i cui fautori Io condussero al del cardinal Farnese, fecero esclamare
palazzo apostolico, esclamando secondo il Clemente VII vicino a morire: Se il pon-
solito: Papa fitlore s. Pietro l'elegge. E tificato si conferisse per eredità io nomi-
qui dirò che in simile modo e colla stes- nerei nel mio testamento il cardinal Far-
sa acclamazione nel 768 era stato eletto nese per mio successore. Passati 1 7 giorni
l'antipapa Filippo, e che descrissi nel voi. dalla sua morte, i cardinali a'i3 ottobre
XI II, p. 73. Neh 198 vicino Celestino III i534> per ispirazione e con ischedule a-
a rendere l'anima a Dio, per la somma e- perte,crearono Papa il cardiual Farnese,
slimazione che faceva del cardinal Gio- che si chiamò Paolo 777, di gloriosa ri-
vanni Colonna prete di s. Prisca, dichia- cordanza. Dipoi Paolo III ricusò di cede-
rò a'cardinali che avrebbe rinunziato al re a'consigli e alle persuasive del cardi-
papato, se gli sostituivano per successore nal Francesco Pisani, che Io stimolava a
il cardinal Colonna; ma i cardinali non designare al sagro collegio il successore.
\i acconsentirono, dicendo: ch'era cosa Soltanto raccomandò caldamente all'au
inaudita che il Papa deponesse se stesso. torevole suo nipote cai dinal Alessandro
Dopo la sua morte invece gli dierono a Farnese e capo di molti cardinali da
successore il magnammo Innocenzo III. lui creali, di procurare ad ogni costo che
Neh5o3 Alessandro VI, prossimo a pa- alla sua morte fosse eletto successore il
VOL. LXX. 20
3o6 SUC S U C
cardinal Nicolò Ridolft, non conoscendo dopo aver procuralo colle lagrime più che
soggetto più degno di lui pel governo del- con parole di persuaderli di sua inalidi-
la Chiesa; ma essendo in conclave morì ta pelgoverno della Chiesa, accresciuta
nello stesso giorno in cui i cardinali avea- dal male, li pregò ad eleggere il succes-
Paolo IV emanò la bolla Cum secundum, Papa a scegliere dopo la sua morte sen -
a
de' 6 dicembre, Bull, Rom. t. 4> pai'- 1 ,
1 - za indugio e senza contese un ottimo e
p.347> amplialiva del decreto di s. Sim- degno successore, che certamente avi eb-
maco, dichiarando refrattari rei di lesa i be riparato gli errori ch'erano nel cristia-
maestà di /classe: Contro, ambientesPa-
i nesimo. Di questa commovente allocuzio-
p alani , aut Papa vivente, eoque incon- ne il cardinalAgostino Valerio scrisse l'e-
Laonde l'effettuò colla bolla de' 18 gen- che assunse questo nome per compiacere
naio 565, ch'è la 63 del Bull. Rom. t. 2,
1 il cardinal Alderano Cibo, assistito nel-
del Cherubini, come vuole Novaes; e rin- 1' agonia giusta il costume dal cardinal
novando la legge di s. Ilaro, convalidata Penitenziere maggiore (V.), da questi fe-
da Bonifacio II, ordinò che il Papa non ce dire al sagro collegio radunato nelle
potesse eleggersi il successore, né il coa- pontificie stanze, che Io pregava con ar-
diutore,sebbene in ciò convenissero i car- dore a dargli un successore meglio di lui,
dinali di s. romana chiesa. Vedasi il Dia- e che ne correggesse gli errori, e perciò
na, Oper. par. io,tract. 5,Depotest.Pont. credere opportuno che gli succedesse il
elig. subsuccessor. Prospero Fagnani par. cardinal Cibo segretario distato; ma iu
2, Primi decretai, cap.Accepimus ,dePa- vece lo fu Alessandro Vili. A Orazione
clis n.°i6, e la bolla In eligendis, de'g per l'elezione de' Pohtefici ragionai di
ottobrei562, Bull. Rom. t. 4> par. 2>P- essa, che si fa al sagro collegio prima di
i45. Neh 5gr aggravandosi l'infermità entrare in conclave, per l'ottima scella
da cui era molestato Gregorio XIV, fece del successore al Papa defunto ed a s. Pie-
chiamare tutti cardinali al suo lettole
i tro. AU'arlicolo Profeta parlai pure del-
s u e S U C 3o 7
le profezie sui Papi e de'presagi di molti la, eundem praecinx.it Subcìnclorio (c\m
cardinali pel pontificato, fra'quali quelli nell'indicechiama Succinciorium), cin-
fatti da'predecessori per i successori. In gulo ex quo appensus excurrit,
scilieet,
arabo il vocabolo Califfo significa succes- vediti quidem alter manipulus, in quo vi-
sore, erede, vicario, ed è per questo che il situr Agnus cum rubea crucephrygio o-
successore di Maometto prese il nome di pere pictus, quique itaaptatur, ut sopra,
Califfo, e fu portato ancora da'snccessori, sinistrum defluat Pontificis femur. Ciò
il che rilevai nel voi. LXI, p. 8g. conferma Cancellieri nella Descrizione
S UCC NTO R 0,Sulcinciorium,Suc-
l I de' tre Pontifica li, che celebra il Papa, di-
cìnctorium. Ornamento sagro, proprio cendo: che dopo aver il Papa deposta la
del solo sommo Pontefice, che adopera stola, il cardinal diacono prende dalle ma-
dosi sotto l'altro Cingolo{F.) usuale, per che portava perfarelemosina,dacui pen-
cui dicesi ancora Sul-Cingulus ed è del }
de come una specie di manipolo, nel qua-
colore e della specie di drappo degli al- le è ricamato un Agnello con una croce
triparamenti sagri, e co'medesimi rica- rossa, e ne cinge il Papa sotto l'altro cin-
ctorium, instar parvi flJanipuli est e si- dente desiderio di far larga limosina. Per
nistro latere pendens. Eo unus Romanus hoc eleraosynarum studium accipitur,
Ponlifex utitur,dum solemniter celebrat scrisse Onorio Augustodunense nel libro
praeterquam in dieParasceves. Il che av- Gemma Animae, cap. 206 : De antiq.
vertì pure Magri, Notizia de 'vocaboli ec- ril. Miss. lib. 1, ove chiama questo sagro
clesiastici, verbo Cingulum, con dirci: Il vestimento Perizoma. A questo vocabo-
subei ngulo o succintorio, oggi appresso lo, Magri lo dice voce greca e propriamen-
i Ialini non è in uso, solamente l'adopra te significa cingolo intorno a'iombi e an-
il sommo Pontefice romano celebrando che qualsivoglia tonaca. Ne' voi. V, p. 72,
solennemente, ed è in forma d'un piccolo I
X, p. 1 8,XXI, p. 1 57, non solo parlai del
manipolo attaccato al fianco sinistro, di come il Papaassumequest'indumento so-
cui si fa menzione nel Ceremonialt Pa- lo a lui proprio, e detto pure Balteoj ma
pale con queste parole. Primum cingu- con Moretti spiegai non meno che servi-
Iocuoj Succinclorio in partesiuistra pen- va a sostenere la borsa o saccone che il
dente. Quale non adopra nel venerdì san- Papa portava per fare l'elemosina, e di-
to , nel caso che celebrasse. Deinde per chiarai che l'azione che si fa dal protono'
diaconum et subdiaconum paratur con- lario di sostenere alquanto alzata
al Pa-
mo nella sua Theoria lo chiamò Etichi- dicante eretico Suvcinger nel suo Hido-
tinnì, dicendo significarsi inquello losciu- porico cap. 62, lib. 2), parlando dell'or-
gatoio,zona linteum, con cui Pilato a- dinazione del vescovo. Electus autem in
mani quando non volle con-
sciugossi le secretarlo sese vestis, et Supergeniculare
dannare Gesù Cristo. Oltre questo signi- sibi circumponit. Che perciò Balsamone
ficato, scrisse Balsaruone, De jure greco dice ch'era solamente conceduto a'vesco-
romano, lib. 1, essere nel succintorio fi- vi,e condanna l'abuso de'greci per aver-
gurato lo sciugatoio con cui il B_edenIo- lo lasciato usare agli abbati e ad altri in-
nicense nel Rituale asserì simboleggiare concessus est tnmquam figurato Domini,
la spada evangelica propria de' vescovi; e Dei Jesu Christi geren-
et servatoli nostri
lo stesso riconobbe Cabasilla nel Glossa- tibus. Sul vocabolo Epimanicion, notò
ftum, dicendo:Figara rompitene circum- Magri significarsi il manipolo, e in quel-
sue S U C 309
lo d'Epigonatìon il succintorio, che pres- rimento de' Benefizi ecclesiastici (F.) si
so greci è fatto in forma di borsa e da
i chiama pure collazione, e collettori gli e-
essichiamato 6iipergeniale } ed è adope- lettori che ne godono il Padronato (^.),
rato nelle messe da'vescovi e da altre di- sulle quali nomine talvolta il Papa fa le
chronologico ordine digestae. Questa col- Quanto a'diritti sulla cera, sulle oblazio-
lezione, che sembra diretta a' Subcolle- ni e altro, nella chiesa sussidiaria appar-
ctoribus, incomincia colla lettera Olitn, tengono parroco,come quelli della
essi al
poca, anzi nel secolo XI I, i preti di molte Papa si scusò di non poterla compiacere
cappelle rurali, ora a preghiera de'popo- perchè stava insieme col corpo del s. A-
li,ora per le premure de'magnati, comin- poslolo nel sepolcro, che non era lecito a-
ciarono a ricevere da'vescovi quelle fa- prire. L'evangelo distingue questi sudarii,
coltà chediconsi parrocchiali, sai vola rin- dal lenzuolo nel qualefu involto Gesù Cri-
novazione del battisterio, e piùspesso an- sto nel sepolcro e dopo che fu imbalsa-
che salvo il poter avere battisterio,o il po- mato, e che chiama ss. Sindone (V\ Per
tere amministrare il battesimo.Certe con- ss.Sudariooss. Volio s cinto (l'.), s'intende
cessioni furono personali , e nondimeno quel pannolino, nel quale restò effigiata
molte si perpetuarono a forza di rinno- l'immagine del medesimo Cristo. Tutta-
varsi ad ogni successore; altrefurono tem- volta la ss. Sindone fu ed è chiamata Su-
poranee,e la conferma o l'uso le rese per- darlo, e come rimarcai al suo articolo, in
petue; altre veramente furono concesse in Roma fiorisce il sodalizio del ss. Sudario
perpetuo, ed ecco l'origine de'parrochi fi- in onore del s. Lenzuolo. Il p. Piano, Com-
liali, cioè i curati non pievani. Vedasi il mentario sopra la ss. Sindone, riferisce
parroco d. Luigi Nardi, Dei parrochi, o- che tanto da'sagri quanto da'profani seri t-
pera che dedicò a' vescovi della chiesa cat- tori viene usato il vocabolo Sindone per
tolica. denotare qualunque pannolino destinato
SUDA o SUNA. Sede vescovile della ad avvolgervi qualche cosa dentro; ond'è
Media, suffraganea di Sullania o Tigra- che sindoni sono chiamate le vesti pro-
nocerta, ebbe i seguenti vescovi. France- messe da Sansone a'illistei qualora aves-
sco morto nel 3q8, Gualtiero
i di Polenta sero sciolto l'enimma, che avrebbe loro
francescano in detto auuo eletto da Boni- proposto; sindoni sono delle da Isaia ccr-
SUD SUD 3i .
ue ebree, delle quali per castigo del Si- convertito nell'ornamento AA fanone. O-
gnore sarebbero state spogliale da'babi- rarkim o tovaglia fu detta la Stola (/ .)
lonesi; sindoni sono altresì nominate da diaconale; e siccome Vorarium o tovaglio-
Strabone, da Galeno, da Marziale e da al- lo suol tenersi sulle spalle di chi ministra
tri scrittori greci e latini, le veslimenta alla meusa, ed essendo il ministrodi quel-
comunemente usate da vari popoli; e fi- la sagrail diacono, cos'i diaconi si ac-
i
nalmente anche i pannilini destinati a ri- costavano all'altare con tali orarti o suda-
cevere leollerteoOWrtz/o/2/(/~.,)de'fedeli rli sulla spalla sinistra, mentre nel brac-
pel s. Sagrifìzio venivano chiamati sin- cio di tale lato il suddiacono portava uu
doni, ha dall'Ordine romano per
come si fazzoletto per nettare i vasi sagri, ch'e-
p. Piano all'erma denominarsi ss. Suda- zioni sopra i vasi antichi di vetro, pai la
rio il s. Lenzuolo o ss. Sindone, per due del sudario usato per cuoprire la faccia
ragioni: lai. "perchè da Mallonio, Boua- de'morti, dopo che divennero tali e nel
famiglia e altri fu confusa la ss. Sindo- collocarli nella Sepoltura (f^.)j e dice che
ne col cos\ detto Sudario del capo, del un sudario eia legato intorno al capo e
quale scrisse s. Giovanni, che entrando alla faccia di s. Lazzaro, allorché fu risu-
s. Pietro nel s. Sepolcro Io ritrovò sepa- scitalo dal Signore, e che generalmente i
rato dagli altri pannilini;la 2. '''perchè qua- morti erano vesti ti come il sudariodi bian-
lunque pannolino atto o destinalo a net- co; rammentando monumenti i in cui so-
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)