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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI V4RII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC, EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXXIIL

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL VI I.
La presente edizione Sposta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui

l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

U
UGE UGE
UgÈNTO (Ugcntin). C\nl^ con re- canonici, comprese le prebende del teolo-
sidenza vescovile nel regno delle cine Sici- go e del penitenziere, 8 mansionari, ol- i

lie, provincia della Terra d'Otranto, ca- tre altri preti e chierici inservienti agli
jiolnogo del distretto del suo nome, a 5 «iffizi divini. L'episcopio è aderente alla
leghe e al termine meridionale della co- cattedrale e trovasi in buona condizione.
sta di Gallipoli e più di 8 da Otranto. E Vi sono altre chiese, un convento di reli-
situala sopra un monte in luogo ameno e giosi, diversi sodalizi, l'ospedale, il mon-
sano, che ha il mare soggetto, et in suo te di pietà, il seminario. Il territorio è al
liiiiiis cìrcitcr inilUari arnbitit 3oo f/o- paro de'lirnilrofì ubertoso in vino, olio e
hìc^, eli 5oo pene rontinelincola.f. Se ora frutti d'ogni specie. Una mano di villag-
è angusto suo recinto, ne'suoi dintorni
il gi trovasi sparsa a poca distanza, abitati
si vedono tracce della sua grandezza mag- da originari greci, che stabilitisi lungo il

giore. A poca distanza fu già la città di litorale, quando la Puglia soggiaceva al-
KcretUin, la cui memoria si conserva per vi formarono colonie,
l'impero orientale,
la superstite cljiesa di s. Maria di Vere- mantenendovi sempre in parte le greche
to che sorge sul suo suolo. La cattedra- costumanze. Ugento, Ugeiitum, IJxen-
le è antica, ed ebbe moderni miglioramen- lum,c\lVìi mediterranea della Magna Gre-
ti. E dedicala alla B. Vergine Assunta in cia,antico dominio de'salentini, fu distrut-
cielo,ed è l'unica parrocchia della città, ta da'saraceni nell'VIII secolo, e poi fu
avente l'unico fonte battesimale, essendo anche rovinata nel 1 527 da'barbareschi,
aHìdata la cura dell'anime al canonico ar- onde decadde dalla sua importanza. La
ciprete. L'antico titolo della cattedrale è sede vescovile ebbe principio nel secolo
s. Vincenzo martire, e l' Ughelli la dice X, secondo Commanville, fu dichiarata
di onorifica struttura. Il suo capitolo ha suffiaganea della metropoli d'Otranto e
due dignità,la prima delle quali è il can- lo è tuttora. L'Ughelli , Italia sacra, t.

tore, e prima uè conlava Ire; io sono i


9, p. I IO, ci die la seguente serie, Uxcn-

t
4 UG E U G E
tini Episcopi. 111." vescovo tVUgento fu pò canonico di Gidlipoli; nel «4^)4 Dome-
Simone monaco ili Monte Ciissiiio, di cui nico Erarcli. Nicola morì nel 1489, eia
s'ignora l'anno in che fiorì. Dopo di lui questo gli successe Antonio Jaconi nobi-
si conosce Landò de Vico eletto dal capi- le di Lecce, cappellano regio, indi trasla-
tolo d'Otranto, confermalo da Matteo e- lo a Fozziiolo. Alessandro VI nel «494
letto arcivescovo di tale chiesa, e da Pa» gli sostituì Mauro de Sinibaldi. Dopo l'ec-
pa Innocenzo IV nel 12545 co»' lettera cidio e spopolamento d'Ugento, l'impe-
morì nel pontifi-
scritta al capitolo, indi ratore Carlo V presentò per questa sede
cato di Martino IV del 1281. Allora ca- i CarloBiirroineo milanese, eClementeVll
jionici d'Ugento postularono per pastore lo iuslituì a'9 marzo i53o, poscia trasla-

il vescovo di Leiicno Lciica(lia(^f^.) Gof» to a Pozzuolo nel 1537. Il vescovo Bona-


fredo, e Martino l Vne rimise le sup[)li- ventura morì nel 1 558, e nel seguente gli

che al cardinal Gherardo Bianchi vesco- successe Antonio Sebastiano Minturnodi


vo di Sabina e legato del regno di Najio- Traetto , che intervenne al concilio di

li, il quale trasferì Goffredo alla sede d'U- Trento, nel 1 565 traslato a Crotone e lo-
gento, confermandolo il Papa con lettera dato per singolari virtù. Fr. Desiderio
data in Monte Fiascoue nel 1282. Il ve- Mazzapica di s. Martino pilermitano,
scovo Egidio è ricordato nel registro re- carmelitano di profonda scienza, onde fu
gio neh 283. Indi fu postulato a Martino teologo al concilio di Trento e caro a Fi-
IV Giovanni eletto anche vescovo di Ra- lippo H, e per lui nel 1 566 fu fatto ve-

vello,onde nel 1284 ad Ugento die per scovo d'Ugento, che governò ollunameii-
vescovo Giovaimi arcidiacono di Pia vello, le, lasciando di se celebre memoria mo-
ed a questa chiesa l'altro Giovanni per rendo nel i5q6. In tale anno Clemente
pastore. Giovanni vescovo d'Ugeuto con Vili dichiarò vescovo Giuseppe de Ros-
quello d'Aversa assistè il cardinal Bian- si di Castel Paganico diocesi d'Aquila,dot-

chi nel 1 28r) alla consagrazione della chie- lore in ambo le leggi, già prudenlissicjio

sa di Angelo di Gaeta. Altro Giovan-


s. uditore di 3 nunzi di Napoli, dipoi tra-
ni divenne vescovo d' Ugento nel i363. slato ad Aquila. Neh 099 Pietro Guer-
Leonardo morì nel 892, ed a' 1 5 gennaio
1 rieri spagnuolo, che morto neh 6 3, per 1

Bonifacio IX trasferì da Lettere a Ugen- l'egregie doti gli successe neh6i4 Luca
to, Tommaso che finì di vivere neh 390. de Franchi napoletano, carissimo a Fi-
In questo il Papa gli diede in successore lippo III che lo nominò a Paolo V: do-
Giovanni, il quale essendo suddiacono, po due anni moiì in Napoli e fu sepolto
l'antipapa Clemente VlH'avea senz'altro in s. Domenico nella tomba gentilizia, sul-

ordine fatto consagrare pseudo-vescovo la quale il fratello Vincenzo fece scolpire

di Monopoli e poi creò anticardinale dei onorifica iscrizione, riportala da Ughel-


ss. XII Apostoli; ma avendo abiurato lo li.Neh 6 16 fr. Giovanni Bravo de Luga-
scisma e ritornando all'ubbidienza di Co- na provincia Belica, romitano di s. Ago-
uifacio IX, questi lo dispensò dagli ordi- stino spagnuolo, che poi abdicò nel 627 1

ni non ricevuti, e a' 18 agosto gli conferì e morì nella Spagna. In detto anno f».

il vescovato d'Ugento. Morto nel 1 4° '


» g'' Luigi Ximenes spagnuolo mercedario ,
successe Tommaso, ed a questi definito morto neh 636. Nel seguente Girolamo
nel 1 4o5 fu surrogalo fr. Onofrio o Guo- Martini. Neh 649 Fdippo IV preseulòa
lamo rooiitano di s. Agostino di Sulmo- Innocenzo X il celebratissimo Agostino
na. Cessò di vivere nel 14^7, e Martino Barbosa portoghese di Guimaraeus dio-
V elesse Giovanni che visse fino al 1437. crsi di Braga, della chiesa patria tesorie-
J\el seguente venne eletto fr. JNuccio de re, dottissimo prolonotario apostolico, fi-

Neulono minorità dotto. Neh44^ t'>l*P' glio del celebre giurecousullo Emanuele
U GÈ U G E 5
e fialello del canonico Simone teologo pro-pontifcx decoratus est. Con questi
illtislre,aml)eclue autori di dotte opere, ed termina ['Italia sacra, e le addizioni del
marxo tu pionnilgalo vescovo, mor-
s'-y.T. Coleli, la serie de' vescovi d'Ugeiito, e la
to poco dopo a' 19 noveiidji-e 1649, Ira completerò collii Votizie di Boniit. Nel
l'universale coinpiaulo. Sepolto nella cat- 1722 d. Andrea iMadaloni chierico rego-
tedrale, poi il detto fratello gli pose quel- lare na[)olelano. Neli72'ii fr. Francesco
lo s[»leudiJo elogio riprodotto da Ugliel- Battaller carmelitano di EIna diocesi di
lt,incui è celebrata la sua vasta erudizio* Perpignano. Nel 730 1 d. Giovanni Rosso
ne, la sua profonda dottriun, le sue mol- teatino di Capotlimonle diocesi ili Napo-
te opere pubblicate in Lione. Queste so- li. Neli73(S
Arcangelo Ciccarelli do-
fr.

no: Collcctaiwa doclorum in uni\'c'fxicrn menicano d'iVltauiina traslato da Lancia-


j'iis Ponti/iciiiiii. Collcctaiwa docloruiiL no. Nel 747 Tommaso Mazza d'Ariano.
I

ili concìliiini Tridenliiuuii. De of/icio et Nel I Gio. Domenico Durante di Lec-


7ti<S

potcjitate Parochi. De officio et potesta- ce. Nel 782 Giuseppe Alonlicellidi Brin-
I

le Episcopi. Jas Ecclesiasticuni univer- disi. Nel 1792 (liuseppe Corrado Panzi-

sum. Praxis exìgcndi pensiones. Siiiii- ni di Molfetta. Pio VII nel concistoro dei
ma Jposlolicaruindccisioiiuin.
Tracta- 26 giugno 18 18 preconizzò vescovo Ca-
tiis i'nrii de Àxionialibiix juris iisufrc' millo Alleva napoletano, indi a'28 dello
(jueiìtiorilius.Ma egli viveutefurouo mas- slesso emanò la bolla De utiliori domi-
se aW Indice de' libri proibiti. Nel 1621, nicae, presso il Bull. Roin. cont. t. i5,
lìemissiones doctovum ,
qui varia loca p. 5'ò, colla quale soppresse il vescovato
Concila Irridenti/li incidenter Iracta- lY Alcssano (/^.), e 1' unì in perpetuo a
Nel 1 642, Collectanea Bnllarii, a-
ritnt. questo d'Ugento. Ed è perciò che nel ori^-
liorwiKjue SuinmoriiinPontifìcimi Con- sente articolo mi riservai di meglio par-
stiintionum, ncc non praccipiiaruin De- larne con altre notizie, e la serie de've-
cisionuni^quae ah j'Ipostolica Sedc^ et scovi d'Alessano, che vado ad elfettua-
il

Sacri.sCongrrgalionihiis usque ad anno re,in uno a quanto riguarda LeucaoLeu-


i633 emanar unt.^ti\ 65o Andrea Lau-1 cadia, poiché a questa sede vescovi le suc-
franclii napoletano teatino , celebre per cesse quella d' Alessano, la qualenon si
dottrina e per eloquenza, regio predica- deve conf(jodere con Alessio ovvero Lis-
tole. Assai lodalo per solerzia, integrità, so [V.) d'Albania.
zelo perrincreuiento del culto divino nel Alessano o Alcssaneo,Alexanuin,A-
popolo. A' 23 giugno 1659 fr. Lorenzo lexanewies sen Leucadienses Episcopi,
£n/.(nes o Diaz carmelitano spaguuolo di città vescovile della provincia della Ter-
Toledo , e di quella università primario ra d'Otranto, lungi 7 leghe da tal cillà

professore di teologia, celebre e dotto; go- e piìi di 8 da Gallipoli, capoluogo di can-


vernò brevecoenle con gran pietà, vigilan- tone, è bene fabbricata con belle strade,
za e lode, poicliè cessò di vivere a'aS no- comode abitazioni, e difesa da una citta-
vembre 1660. Alessandro VII nel i663 della, situata deliziosamente in aria salu-
gli sostituì Antonio Carafa nobile napo- bre. Nella basilica del ss. Salvatore o me-
letano, insigne teologo teatino, già presi- glio della Trasljgurazionedel Sigaore,au-
de egregio di diversi collegi. Nel 7o5 fr. 1 tic.i cattedrale, il capitolo si componeva
Pietro Lazzaro Terrero degninoli osser- delle dignità del cantore e del tesoriere,
vanti, professore nell'università di Napo- e di I ( canonici a'quali spettava la cura
li e teologo della Monarchia di Sicilia. Nel d' anime della parrocchia, che perciò e-
1713 Nicola Spinelli di Capaccio, già ili- sercilava uno di loro. Ebbe il seminario,
versar uni diocces uni Tranensi videlicet, i conventi de'religiosi conventuali e cap-
SfpontinaCf Telesinae^ et Angloneiisis pucciui,4 coufrulciuile d'ospedale. L'c-
6 UG E UG E
}>iscopìo era contiguo alla cattedrale. Vi so neli282, come dissi disopra. Indi tro-
!>ouo mauifatture di mussole e di stelle vasi Giovanni di Napoli Lcucadcnsis^ct
di cutone, da cui ricavasi cospicuo profit- Alcxancnsis Ejjiscopas , registrato al-
to, iiou che alcuui henelici stuhiliinenti. l'annoi 283 inveteri liber Ccnsuuni A-
Ebbe il titolo di ducalo goduto da'sigiio- lexaiieiisis. Guglielmo Ferrari di Lecce
ri di Cassano piincipi d'Aragona, (jua- i sedeva nel f?9'- Piolandodi Porto me-
li vi esercitarono la giurisdizione feudale. morato in un'antica scrittura della chie-
Vuoisi che sia stata edificata sulle rovine sa d' Alessano all'anno i325 e all' anno
diLeuca o Levicadia,dislrutla da'saraceni, 1333. Egli era di patrizia famiglia di Nar-
lu quale avca dato il nou>e al termine del- do e canonico della cattedrale, peritissi-
li; terre napoletane da questo canto, cioè mo oe'due jus civile e canonico, ed ab-
del vicino Capo di Leuca , /({pjginni o bate vicario generale della chiesa di s.

Sidantiiiuni Proìiionloriiuii. Questo ca- Stefano di Nardo. Neh 333 fr. Riccardo
po furiua il tallone dello stivale che figu- domenicano consagrato in curia dal car-
ra la penisola italiana, e determina l'e- dinal Annibaldi vescovo Alexanensis et
blremilà orientale del gran golfo di Ta- Leucadiensisy e nel 1 33G ottenne il brac-
lanto, e la separazione del canale d' O- ciosecolare contro chierici. Giovanni mo-
i

Iranto e del n)ar Ionio. La AJìfologia 1349. Gli successe altro Giovanni
ri nel

lilerisce che in Leuca era una fontana le Sorano già canonico di Brindisi, deputa-
cui acque aveano cattivissimo odore, e lo nelle provincie d'Otranto e di Bari col-
che giganti chiamati Leuteranii dopo
i , lettore del censo apostolico, trigiiita uii-
vl'v.ssersi salvati da Flegra, nella Campa- cias aurij'nsti pondcris foinjnitando/lo-
nia, furono inseguiti da Ercole e da quel- renos quinque anri prò qualiùct n/iciir.
l'eroe vennero uccisi in questo luogo. Per- Per sua morte neli3G2 Libano V gli so-
ciò dicesi che la fontana era uscita dal stituì il canonico Giovanni Anglici. Del
sangue loro, e la costa istessa avea (neso vescovo Bartolomeo si ilice, enjus repe-
li nome di costa Leuternia. In Leuca fu titiir memoria in Uh, solai, Praelat. sub
eretta la sede vescovile e falla sulhaga- Bonifacio IX, prò quo praeante pracdc
liea di Otranto, e i patriarchi di Costan- cessorc suo soL'it Paulus, quisitheodeiii
tinopoli vi fecero inlrodurie il rito greco, Pontifìce evasilliarum Ecclesiaruni E'
[)er dominarla nella giurisdizione eccle- piscupus. Urbano VI provvide Alexa-
siastica, in uno ad Olraiito (f.) e nelle nenseni Ecelesia/ii con Francesco Guer-
alile Provincie ecclesiastiche che sottras- rieri di Nardo, dotto e chiaro per molte
sero all'ubbidienza del l'apa. L'Ugtielli egregie doti, e di cui scrisse Luigi Tassel-
cominciò la serie de' vescovi di Leucadia li, De Antiquitatibiis Lcueae. Berenga-
con Gerardo del 97 ; ma tanto il Luceu- 1 rio neh 4o2 fu traslato a Castro d'Otran-
zi, quanto il Coleti suoi annotatori, rile- to. A'7 gennaio di dello anno gli succes-
vano che Gerardo non fu vescovo di Leu- se Paolo summenlovato; nel 1 4o5 Gio-
cadia, ma lo confuse con s. Gerardo ve- vanni di s. Felice o Saufclici canonico di
scovo di Toul ( P .), iioiiLencadic/iscfn, Melfi, trasferito neli4'23 aMurano. Se-
sccl Tullenscm Ejìiscojmin. Perciò non deva neh 4^5 Domenico di Napoli. Gia-
solamente vu letta lu serie dell' (Jghelli, como de B.iucìuo Calzo de'priucipi di Ta-
Italia .sana, t. c), p. bG, ma le addizio- ranto, J'^piscopus Leiieiidensis, neh .\j i

ni e correzioni del Culeli nel 1. 1 o, p. i 2 i riedificò la chiesa di Maria de Civo di


s.

e 2o3. Hi. vescovo che si conosca è (iof- Nardo, di cui era abbate commendalario.
(iedo l\j)i.sc()j)iis l.cucailciisis , il quale Nell'i aprile 1432 vi fu Irasferilu fi. Si-
I

richiesto a Martino IV da'canonici d'U- inoneda Brindisi minorila EpiseopusHii-


gente per proprio pastore, fu loro co nces- beuòis, e dopo pochi mesi mori; onde u'
2

UG E U GÈ 7
ìG ottobre gli fu surrogato fr. Gu'ulo o Chicli. Nel 1 578 Ercole Lamia faentino e
Guiiluccio di Lecce minoritn, Lcocatliiis- avvocato romano, morto nel 1591. 11 Ro-
/Jiilìslcx, li'aslato alla patria nel 1 438 e dotà, Dell'origine del rito greco in Ita-
poi arcivescovo di Bari, soni(i)o teologo. liii, f. I, p. 400, parla dicpiello introdot-
Neil' istesso nmio fr. Lorenzo domenica- to nella diocesi che tuttavia (joriva nel ,

no. Nel 4^'^ Benedetto ili Balzo nobilis-


1 secolo XVI. In rpial tempo in essa ebbe-
simo napoletano; si dimise nel i48'S, e ro accesso i greci, e se l'esercizio del rito
gli successe Gio. Giacomo Balzo Fin-
di orientale recò vantaggio alle chiese, non
scopiix Lciicadcn'us , restaurò la nomi- può con sicurezza stabilirlo. Gei to è, che
nata chiesa di Maria de Givo. iNel 5 1
s, i verso la fine di detto secolo alcuna colo-
Gio. Antonio di Gio. Bernardino
figlio niadava opera al culto divino collecere-
Aqiiaviva i.°tluca di Nardo, che avendo monie greche. Ma il vescovo Lamia nel
i torciti con incursione rovinate le chie- sinodo diocesano pubblicato nel 1587
se di sua diocesi le restaurò e abbellì, fab- presci isse a'sacerdoti greci una forma sol-
i)iicando (|uella di Fato, e a' 18 marzo ide dell'ostia fermentala per uso del s.

i5i7 passo alla sede di Lecce. Cardinal Sagi ifizio. Laonde in tale anno il rito gre-
Luigi iV Aragoim (f .), Alexancnsis et co erasi ristretto Ira angusti confini, vi-
Lt'iicddieu'-is Kpiscojxiln^ gli fu dato in vendo ancora alcuni sacerdoti greci, i qua-
ainminislrazione, ma a' 1 7 maggio lo ras- li eseicilavano l'ecclesiastico ministero
segnò a Leone X. Questo l'apa nnì il ve- nel rito loro, e il cui numero sembra che
scovato di Alessanoe di Leucudia a ((nel- fosse stato più copioso ne' tempi prece-
lo di Lecce durante la vita del vescovo denti. Nel5q divenne vescovo Settimio
I i

Aijuaviva, che morto nel 32 5 il vescova- 1 Burserio o Bursario mantovano (il can.
to reslòdisgiuntodaLccce. l'er pochi me- Biina, Serie de'vesco<'i del regno di Sar-
si ne fu ammiriistiatore il cardinal Ago- degna, lo crede vescovo d'Alessio in Al-
stino 2'rivtilzi (^.), ed a'20 luglioi52(3 bania, e che fu traslato a Casale a' 1 2 giu-
n'ebbe l'amministrazione il canlinal A- gno 1592), dopo 6 mesi trasferito a Ca-
[f .),\\ quale la cede
le!>sundro Cf^sariià sale. A'iq giugno 1592 Sestilio Mazuca
con regresso nel i53i. A' i5 novembre calabrese, peritissimo del'e lingue greca
l'ebbe Francesco Antonio Balduini chie- e latina, chiaro per varia erudizione, già
rico di Leucadia y«x cliviin in his Ec-
,
precettore del cardinal Pietro Aldobran-
ck'siis dìjcì(,e morì neliaSg. Il cardinal dini, con ritenzione pel canonicato Vati-
Cesarioi, cui spellava il vescovato, lo ce- cano, che poi dimise, ed in morte lasciò
de nel I 540 a Benedetto de Sanclis cano- tutti i beni a'poveri. Nel 1
594 Orazio Ra-
nico Valicano, morto neli542. In (jue- pari napolelano, morto nel seguente an-
sto fu eletto Evangelista Cittadini nobi- no. In questo fr. Giulio Dciifi domenica-
le milanese, che rinunziò nel 549 ^ ^^
1 no fiorentino, dotto teologo contro l'ere-

lì in patria neli55g. Nel 1


549 Anniba- tica pravilìi; cessò di vivere nel 1
597 piis-

le iNIagalotli d' Orvieto canonico Vatica simamente, e fu assai pianto. Tosto gli

uo, morto neli55i, onde da Capri vi fu successe Celso iMancini ravennate, dotto
trasferito Leonai do deMagistris.Nel 55 5 1 canonico regolare di Ponto, e morendo
GiulioGallelli nobile pisano,che nel 1 5(ìo nel 1612 lasciò monumenti del suo sape-
cede la sede al nipote Giacomo Galletti re: De jaiibus Piincipaluuin. De eogni-
palermitano, e morto in Roma fu sepolto tione Iio/ninis, (uiae liiniine naturali ha-
neila chiesa di s. Maria sopra Minerva hcri potest. Nel 1612 Nicola Antonio dei
con lapide , Episcopus Alexiiiien. Nel duchi Spinelli napolelano lodalissin)O.Da
I
5^4 pt^l decesso di Giacomo, il iucche- Lavello nel 163 j vi passò d. Placido Pa-
se Cesare Busdrago, indi arcivescovo di diglia celestino napoletano, dottissimo in
8 UGE L G H
filosofia, in teologici e in eloquenza qinl arcivescovo di s. Severini. Nel 1 7')4 Dio-
piimnrio pi edicalore , autore deli' opere nigi Lalomo Vacata la sede
di ilrindisi.
lodalee lifeiiteda Ughelli. Franeesc'An •
nelirBi restò vedova del suo pastore si-
Ionio RoheilidaCiipeilinoiliocesi diNar- no al yga in che fu eletto Gaetano Pao-
I

dò nel 64*5 pei'ilissitno nelle leggi e in


1
j
lo de ]Medici de'pii operai, ili Lombardi
Rotua uditore di più cardinali, virtuoso diocesi di Tropea, e fu l'ullimo vescovo
e pio, amato da s. Giuseppe da Cuperti- d' A lessano. Questa sede restata di nuovo
no. Neil 653 Giovanni Grauafeodi Brin- vacante ne'primi anni del corrente seco-
disi, canonico di JNnrdòe vicario genera- come notai, la soppresse Pio VII nel
lo,

le del vescovo Chigi poi Alessandi'o VII, 1818 ed mù a Ugento, al cui vescovo
,

che nel i 666 lo trasferì all'arcivescovato Alleva nel dicembre 1 8^4 successe Fran-
di Bari, encomiato per le sue doli. Il Pa- cesco Saverio d'Orso di Rullano diocesi
pa gli sostituì Andrea Tontoli nobile di tl'Ugenlo. Per sua morte, Leone XII ai
Siponto, arcidiacono della metropolita- 28 gennaio i8?.8 dichiarò vescovo d'U-
na, vicario generale dell'arcivescovo e poi gento fr. Angelico Mesti ia cappuccino, di
capitolare: zelantissimo, tenne più sino- Ferrandina tliocesi di Matera, che nel suo
di, sradicò diversi abusi, fu molto Imio- ordine funse le primarie cariche di com-
siniero , col capitolo eresse il monte fiu- missario generale, ministro provinciale,
menlario, rifece l'episcopio da'fundamen- e postillatore delle cause de*»anli, esami -

li, restaurò diverse chiese della diocesi, natole sinodale di Bovino, Severina e s.

abbellì la cattedrale e l'arricchì di nobili Salerno, dotto e virtuoso. Pel suo deces-
suppellettili , e fu traslato a Viesli nel so,Gregorio XVI nel concistoro de' 19
1695. In questo fu eletto Vincenzo de' maggio 837 preconizzò ralluale vescovo
I

duchi della iMarra napoletano, abbate de' mg.' Francesco Bruni della congregazio-
canotiici regolari di Tontolo, restaurò rio ne «Iella Missione di Bisceglia, superiore
tabilmenle la cattedrale e l'ornò in più della casa di Bari, encomiandone la pie-
modi, rifece la sagrestia a cui donò bel- tà, la dottrina nelle facoltà filosofiche e
lissimi paramenti sagri, e fabbricò la tor- teologiche, la gravità, la prudenza, l'espe-
re canipauaria. Pro peregrinici ad Divae rienza. Ogni nuovo vescovo è lassato nei
IlJariaedcLciicacpiotidicadvcitlantihiis libri della camera apostolica in fiorini
pliira.se/ìipcr lidtndlpdrata culnlitt. Nel I 3o, ascendendo le rendite della men'ia
1718 Gio. Belardino Gianelli beneven- a circa 2000 ducati napoletani. La dio-
tano, egregio uditore d' Alessandro Fal- cesi si [)rotrae a più miglia, e contiene 3(>
conieri uditore di Rota e governatore di luoghi.
Roma. Riformò i costutni del popolo e la UGHELLl FE^nl\A^D0. Nacque in Fi-
disciplina del clero, amante de'poveri li renze neli5q) da buona fimiglia,ed en-
soccorse, riparòla cattedrale rovinala clal- trato neiroriline cistercien>»e col suo ta-
lealluvioni, ne accrebbe gli utensili sagri lento e co' suoi studi tosto vi si ilislinse

pe'ponlihcali, rifece e ampliò l'episcopio in maniera particolare, d<i Firen/.e aven-


e lo munì d'un propugnacolo a difesa di dolo i suoi superiori mandato a Roma a
ostile invasione. Riedificò il tempio di s. fare il corso di filosofìa e teologia. Impe-
Maria di Leuca, erigendo di nuovo lecon- rocché fu promosso a diverse cariche o-
tigue abitazioni manomesse dalle barba- norilìche, a procuialore di sua provincia,
re incursioni, aprendo ivi a'pellegrini co- presidente di sua congregazione, e .ul ali-

modo ospizio. Con esso tei mina la serie baie claustrale della celebre abbazia /////-

de' vescovi d' Alessano waW ludia sacra, e //«vdelle Tre Fontane Stimalo dai
(/- .).

la compirò colle Nolhu: di Roma. Nel Papi Alessandro Vile Cleaienle IX, fu
J743 Luigi d'Ak'ksandro di l'orlici, già beneficato e piolcllo da csai con aimua
U G il
UGH 9
pensione di 5oo scudi, e fatto consulto- 1 624DÌ più scris.se: Trattato degli scrit-
re della s. congregiizione dell'Indice, |)er tori dell'ordine Cisterciensej XII libri
incoiaggiilo e compensarlo de'suoi nobi- «Ielle /'ile de'santi dello stesso ordine;
li travagli letterari. II cardinal Carlo de Tr</t'ato de' fdK'ori accordati a'Cister-
Medici de' gianiliiclii di Toscana, mor- ciensi per l' intercessione della Madre
to decano del sagro collegio, l'ebbe a suo di Dio. 3." Coluninensis fanriliae Ctir-
teologo. Scrisse diverse opere, ma (|uel- dinnliuin iniagines ad invimi espres-
la che lo rese emint-nleniente benemeri- saeet aeri incisae, suinmaiitiinque elo-
to e immortale è l'Italia sacra. Questa giisexornatae, KomaeiGjo. 4.° Albe-
egli inlraprese per i consigli e le esorta- ro e storia della famiglia de conti di
zioni del cardinal Carlo Emanuele l^iodi Marsciano, Roma 667. 5." Genealogia
1

Savoia ferrarese, e precipiiametile del ve- de'Capizucchi, lioma 653. Abbiamo


1 in-
scovo Borgo s. Dontnno Filippo Ca-
di oltre: Anecdota Ughelliana che trovasi
soni sarzanese. Laonde egli ne fece memo- nel t.iodeir//rt/m.sv/r/-rt e contiene. CViro-
ria di gratitudine, quanto ni cardinale conicon Fossae IVovae. Chronicon Ali-
l'io nella serie de'vescovi d'0«,lia e Vcl- nensis. Gesta triumphales per Pisanos.
lelri, e in quella de' vescovi di lioigo s. Fraginentum Chronici Pisani. Annales
Donnino qiiaritoal vescovoCasoni. .Scris- rerum Pisanornm. Chronicon breve Pi-
se del cardmale: Salis habiicrb, si illuni sanimi. Chronicon aliud breve Pisammi.
ex vero dixero me propc tnodiiin in hoc Laureiìtio /'eronensis ... rerum in Maja-
opere anintum despondenlein, sitis ad- rica Pisanornm. Richardi de s. Germa-
hortatioiiihus, proinissisqne adefiisdcm no Chronicon. Menologiimi Graecorimi
muhoties impitlcril perfcclioìu'iìì. Scris- fussu Basilii junioris. Chronica monaste-
se del vescovo: Cui aeterna oìdii^ntionc rii s. Barlholoinaei de Carpineta, fi istoria
tc/ic/nur, ut non seineldixinius, (juod no- fimdationis tnoiiaslerii s. Clementis In-
his generosa exhortatione ad opus hoc. sulae Piscariae. De rebus Friderici II
perfide nduni \'iam ostenderil,pergit Ec- iniperatoris, ejus fUiorum. In Roma egli
clesiani sihi comniissani perhelle admi- pubblicò nel iG^i-G^ in 9 tomi: Italia
lustrare. Ricusò il p. Ughelli sempre i sacra, sive de Episcopis Iialiae, et fnsii-
vescovati che gli furono ripetutameli le of- larum ad/aceniium, rebusque ab iisprae-
ferti; morì in Roma di 7 5 anni nel 1670, claregeslis, deducla serie ad nostra/n us-
e fu sepolto nella sua abbaziale Chiesa qne aetalein. Opus singulare Provinciis
de' ss. ì incenzo ed Anastasio alle Tre XX distinctiini, in quo Ecclesìaruni ori-
Fontane {F.). Ivi il cardinal Francesco gine.s,urbinni condì tionei, principimi do-
Barberini decano del sagro collegio gli nationes, recondita monumenta in liiccni
pose l'iscrizione marmorea riportala do- proferuntur. L'Ughelli con questa vasta
po la prefizione òtW [lalia sacra, dell'e- e laboriosa compilazione non imitò, co-
dizione di Venezia, in cui si legge nello me alcuni pretesero.ma precedette ne! co-
splendido e giusto elogio Cui dehet I- :
minciare lasua pubblicazione, il gran-
talia Sacros Antistitcs... Franciscus E- dioso e utilissimo lavoro fatto da Saiiile
pìscopns Ostiensis de suo, caeterisque Marlhe sulle Chiese di Fianci,i. Gatlia
Episcopatus. Le altre opere dell'erudì- Christiana quaseries ouiniuni Episcopo-
tissiiuo e dotto Ughelli sono: i. "Aggiun- rimi et Abbatuin Franciae, vicinarum-
te alle Vitacy et rcs gestae Pontificuni que ditionuin, ab origine Ecclesiaruin, ad
lionianorum, et S. R. E. Cardinalin/n, nostra tempora per quntuor tomos de.dit-
del p. Ciaccolilo, dell'edizione deli65o. cilur. Opusfralrum gemellorum Scaevo-
2.° Cardinaliuni Elogia, qui ex sacro
lae et Ludovici Sainmailhanorimi au-
ordine Cisterciensijloruere, Floienliue ctuiii, a primo in luce tduiua a l'eira.
10 UGff UG H
Jhclio, Ci Klcolno S(iininnrthnm<! Scae- lusingo aver dato in questa mia opera un
yQÌiic filiis, Litflo\'ici ncpotilncf, Liitetiae compeiidi(j dell' Orhis Clirislianns. Dal
l'.iiisioiuin i656. Scevola III e Luigi fia- (in (pii detto duii(|ue apparisce, che il ce-
Iclli gemelli, e figli cliScevoIit II tli Sain- lebre e benemerentissimo p. tJghelli non
le-Mai the ili London, sloriogi ad ili Lui- imitò i Sammortani, cominciò prima di
gi XIII e il 2.° ecclesiastico ilopocliè la loro e neliBJj-S a pubblicare la sua fta-
moglie picseil velo inonnslico. raon Sce- Ha sacra , e forse questo suscitò ne' ge-
vola nel I 65o e Luigi nel i65(i. Insieme n)elli Scevola e Luigi l'idea della Gallia
scris>iei'o la GalLia Clirisliaiia, poiché le Christiana, i) almeno la scrissero contem-
simili opere il| Giovanni Chenu e Claudio poraneamente all'Ughelli. In prova di che
Piobeil lascia vano desiderare ancora niolr trovai indispensabili I riferiti particolari,

te cose. Quindi i figli di Scevola, Pietro, che si rannodano al mio lavoro. L'Ughel-
Abele e Nicola dierono l'ultima mano li non fece la storia di tutte le abbazie
alla Gallia Christiana^ specialmente A- d'Italia, ina di non poche riportò molle
beie poi geiieraledella coi)giegazione del- notizie. Bensì vi supph il p. .Agostino Lu-
l'Oratorio, che rivide tutta l'opera, ne li- bin, Abbatiaruni Italiae brevis notitia,
mò lo stile, e con>pose l'epistola dedi- llomaei6g3. Piuttosto Chenu e P^obert
catoria e la pi 'fazione. Di piti i 3 fratel - precedettero l'Ughelli. L'avvocalo Gio-
11 incoraggiali con pensione dall'assem- vanni Chenu ci diede: j:Inhif/}iscoporuiìi
blea del clero, fecero nuoviS ricerche per et EiMscojjoriLui Galliat chronologica
meglio perfezionar l'opera in un'altra e- hisloria, Parisiis i Gì i . Chronologia liislo-
dizione. L'impresa fu sospesa per la mor- rica Palriarcharuiii , Archiepiscoporuiii
te di Nicolò e per le cure degl'impieghi Bituriccnsium et Aqtulaniamnt Pritiia-

conferiti ad Abele. Il p. Massimiliano di <M'/i,l'arisiis 1 62 1 .11 canonicoClaudioBo-


Sainle-iMarlhe, suo parente e confratel- beit ci diede: Gallia Christiana in qua
lo, avendo voluto continuarla, la giudi- regni Franciat dilionuinque vicinartini
cò supcriore alle foize d'un uomo solo; dioeceses , et in iis praesules describun-
e tutte le notizie raccolte, che doveano au- tur, Parisiis 1626. A questi diiiKjue si dà
mentare d'un quarto lavori de'diie pri- i la gloria dell'idea dell'opera, poi couside-
mi autori , vennero mandate al p. Dio- rabilmenteaumentatada'Sammartanì.E
nigi di Sainle-l\I<u'lhe benedettino della prezioso il lavoro vasto dell'Ughelli, an-
congregazione di s. Mauro, il quale asso- che per la copia de'docmnenti, de iliplo-

ciatosi parecchi suoi correligiusi publjlicò mi de'priucipi e delle bulle de'Papi che
nel I
7 1 5 primi volunji à{i\\i\ G alba Clivi-
i contiene; ma non va esente da molte ine-
sliaiui nova,ma non essendo stata ter- sattezze, assolutamente inevitabili in o-
njinala, bisogna ricorrere all'edizione del peru così colossale, e degne perciò di scu-

j656 per le metropolitane di Tours, Be- sa, ed il suo nome sarà sempre glorioso
saiKjon, Vienna e Utrecht. Quanto ad A- e in beneilizione. D. de Viscli autore del-
bele e I'iclro,ejSÌ intiapreseio altro lavo- la Biblioteca dell' ordine di Cislercio lo
ro imuienso e colossale, che dovea ab- appella l'ornamento d'Italia, la gloria dei
l)racciar la !>toria ih tutte le chiese del suo Old ine, e un astro bi il laute ilellaChie-
mondo cristiano, col titolo di Orhis Clui- sa. 11 cistercieuse p. ab. Giulio .Vuibrogio
sùaniis. I materiali da essi raccolti furo* Lucenti, autore della storia de' santi e al-
no deposti nella biblioteca di s. Magio- tri servi ih Diodi /^oA;,'/jt) (/''.), compen-
no, e riuscuuno gran giovamento al di diò l'opera dellLghelli e la pubblicò con
p. Le Qiiien pel suo Oritns CUnstinnux. (pie>to titolo. Italia sacra li. P. Fcrilitian-
in iniiiuri |)iopurzioni e relative a ipieile ili UghelU reslrictti, ancia, ventali niu-
d uu L'/-io/i(/'7c', «pulsi enciclopedico, mi gis cuuiniciidula, opera ci studio d. Ju-
,

ti G H U GII II

/// Ainhroiii Lucenlii , tju.<!(ìem ordinis lezione de'concilii pubblicala da' gesuiti
obbalix: opus sin^iilan\ tril/it<; toniti no- Labbé e Cossart, e vi riuscì mirabilmen-
yissitnc (Iisli'n<:titm,.stil>.scqiitnte qtiqrto in te per l'oriline, le aggiunte, le correzioni
(ino Ecclcsiaruiii origines, iirhuim coti- e reruilizioiie. (Compose ancora tliversi li-

pnncipuni (lonulionex, et
(Itùones, jura, bri, e nioi I nel 1 7G ) d'8j anni. I suoi in-
lecondila nionumenla profertintur, citm faticabili esempi letterari furono seguiti
icrlis notis ctpraeclaris anirnaiì\'ersioni- ila'4suoi nipoti figli del fratello Sebasti.»-
bus, Romae 1704. In (|iie.>ta eilizioiie il ni). Uno di eisi fu il p. Gio. Domenico Co-
l>. Lucenti scrisse l'elogio del granile U- leti autoredi iliverse opere, siccome il'iii-

glielll, non tuc-no per le sue vaste cogni- gegiiu vasto, fertile e vivace. Di piìi riu-

zioni, colie (]uali ci (Jieile un immenso te- lù e scrisse 1 o tomi di correzioni e ili ag-
soro di erudizione, che per le sue virtù. giunte importantissime |)er 1' Italia sa-
Indi Nicola Coleti di Venezia e sacerdo- cra, che niss. lasciò alla famiglia quando
te delia cliiesa di s. JNIoisè, si a()plicòcou inori in Venezia nel 1799. Tali [neziosi
gran profìllpagli sluili, singolarmente di inss. tuttora ineiliti passarono eil e-<istonu
hluria, erudizione e anticliità ecclesiasti- nella celebre biblioteca Marciana di Ve-
ca. Stabilito per opeia sua, e commesso nezia, in parecchi codici, de'cpiali prollcua-
alla direzione disuo tratellu Sebastiano meiite si va giovando il eh. ab. Giuseppe
in Venezia loro patria, il negozio di li- Cappelletti nell'opera che coininciò a
braio e stampatore, considerando che al- [)ubblicare in Venezia, co'tipi del riputa-
lagrande opera dell'UghelIi si rim()rove- lo stabiluneiilo dell'editore Giuseppe An-
ravano molti errori ed ouimissiuiii, e che loiielli, nel 1
84 4. Col titolo: Le Ckiesed' [~
non andava oltre Tanno 164B, ne intra- tallii dalla loro origine sino ai nostri
prese la laboriosa correzione e le aggujn- giorni. Inoltre l'Ughelli fu corretto da-
le sino a'suoi giorni per una nuova edi- gli speciali storici delie chiese vescovili,
zione. Questa cominciò nel 7 7 1 1 e fu com- e di essi me ne giovai in molle. Il p. in.
pita nel I 722 col I o.' Ionio. Nicola la dedi- (r. Giacinto Sbaraglia tic' minori con-
cò aClemeute Xl,uia l'edizione riuscjQje- ventuali, dottore in teologia, celebre per
po corretta della prima. Poi ta per titolo il le sue dotte opere, alcune delle quali en-
j ."tomo: halui sacra, ec. editto secunda comiai nel voi. XXVF, p. 14^ e 14^,
ancia et emendata cura et studio Nico- cioè la continuazione del p. VVadiiigo, ed
lai Coleli^ Ecclesiae s. Moysis f'enetia- il Dullariuin Franciscanum. Q^iìtsld rac-
rum sacerdotis alunini,\tiufiù\>»9^ud Se- colta preziosa fa conoscere molti religio-
bustianuraColeti 1
7 1 7. Il 1. 1 o.°couteiien- si francescani celebri per dottrina, co-
le: Episcopalus Italiae deperditi an- et stumi e sanlitèi, di cui gli Annali del p.
tiquati \'el alteri sedi uniti: Addendii et Wadingo non ne fauno menzione ovve-
corrigenda in noveiiiIlaUae sacrae toniis ro ne parlano assai succintamente ; molli
jam editis. li titolo di detto tomo è : ita- passi storici, molti vescovi e molte altre
liae sacrae tomus decimiis seti Jppen- persone intorno a cui gli Annali eccle-
dix in qua praeler Anecdota UgheUia- siastici, le Collezioni de'concilii, l' fdi-
ii/7y Antiquati haliae L'ptscopatus, sup- Ha sacra, la Gallia Christiana, avreb-
jìleinenlaquacdain ,rt correclion.es adno- bero bisogno di correzioni e di aggiunte.
veni praecedenlia \>olutnJia,et multipli- Appunto, (pianto aW Italia sacra, il
p.
cts Itidices generales proferuntur , cura Sbaraglia ne intraprese la correzione e
et studio Nicolai Colcli t[c., Veneliis a- la continuazione, e lasciò alla ->ua morte
pud SebastianuniColeli 7 22. Nicola inol- 1 mss. otto grossi volumi. Pervenuti que-
tre di grande animo si accinse pure alla sti alle mani del p. lu. fr. Stefano Rinal-
nuova e laburiusi»simucdiì^iouti della col- di dello slesso suo ordine, siccome for-
12 UGO U G O
nilo di molle cognizioni e di singolare nese, diocesi d'Autun, dal conte Dalmazio
liaspoilo [)ev lai genere di studi, animo- e ila Aremburga di Vergy. Il padre lo de-

so imprese a proseguire l'encomialo la- stinava alla carriera militare, ma la ma-


voro, senza però ridurlo a quella perfe- dre adoperavasi di educarlo per servigio
zione che slimava necessaria per darlo della Chiesa. Commessa la sua educazio-

alle slampe. Alla morte di quest'ultimo, ne ad Ugo vescovo d'Auxerre, fratello di


avvenuta nel convento de'ss. Apostoli di suo avo, si accese del desiderio di lascia-

lloma a' 12 settembre 1807,1 prcgievoli te mondo, ed ottenuta la permissione


il

volumi del p. sbaraglia, da esso accre- di ritirarsi fra' monaci di Cluny, fece la

sciuti, furono mandati al convento de' sua professione religiosa, dopo un rigo-
minori convenluali di Monte San Pie- rosissimo noviziato, in etàdiiGanui. In
Irangeli nella Marca, delegiizione di Fer- processo di tempo fu eletto priore, e nel
ino, al (juale spellavano secondo il co- 1049 successe a s. Oddone nel governo di
stume dell' ordme per essere il defunto quel monastero. Nell'oltobre del seguen-
nativo di s. Anatoglia nell'arcidiocesi di te anno assistette al concilio convocato a

Camerino, aggregato a quel convento. Reims da s. Leone IX; poi accompagnò

Siccome si sospettò che mss. in discor- i ilPapa a Roma e intervenne al concilio


so da Monte San Pietrangeli fossero stali che condannò gli errori di lìerengario.
trasportati alla biblioteca del convento Godè la stima dell'imperatore Enrico III
di Pesaro; in quest'incertezza scrissi a iliVVrOjche pacificò con Andrea 1 re d'Un-
quel Km." p. guardiano per verificare il gheria. 1 Papi Nicolò 11 es. Gregorio VII

dubbio, e ri'ebl)i gentile risposta : Che i l'onorarono di loroconlldenza, e pili vol-

inss. del p. Sbaraglia ed i mss. del p. Ri- te l'associiirono a" legati eh' essi aveano
naldi, realmente erano stati portati al iuFrancia. Inlervenneaquasi tutti con- i

convento di Pesaro, ma poi si restituiro- cilii che si tennero in questo regno, ed

no a (piello di Monte San Pietrangeli, nel adoperossi alla riconciliazione dell'iuipe-


quale atliialmente rilrovansi. ratore Enrico IV con S.Gregorio VII. Ur-
UGO
(s.), vescovo di Rouen. Figlio di bano Il e Pasquale II furono parimente
Drogoiie duca o conte di Sciampagna, e grandi estimatori del mento di Ugo, il
di Adallruda, era cugino germano del re quale ad una rara atlitudine per gli allu-
Pipino. IN' alla apprezzando le cose del ri, aggiungeva tutte le virtù di peifelto

mondo, si fece religioso a Fontenelle ov- religioso.Dolce, umile, caritatevole e mor-


vero a Jumièges, e donò a questi due mo- tificato, invigilava sollecito al manteni-

nasteri beni considerabili. JNel j-ìi fu e- mento della disciplina in tutte le case del

levato alla sede metropolitana di l'iouen, suo ordine, e specialmente nel monastero
e venne altresì incaricalo di governare le diCluny, dove fece rivivere lo spirito dei
diocesi di l'arigi e di Ijayeux, non che le monaci antichi. Morì nel i 09, a' 29 a- 1

abbaziedi Fontenelle e di Jumièges. JNel- prile, giorno in cui si celebra la sua fe-

r iiccetUMe lauti benefizi ad un tempo, sta, essendo sialo annoverato fra santi dal
L'bbesollaiiloiu mira d'impedire che non Papa Calisto 11 circa il 1121. Abbiamo
ne venissero dilapidali i beni dai secolari, del santo abbiile, nella BiblioLcca Clu-

cui incomincia vasi darli; mentre egli im- niaci'iisc, nìolle lettere e vari statuti pie-

piegò tulle le rendite in opere sanie. Mo- ni di saggezza pe' suoi monaci, e pei re-

ri il Jouiièges l'anno ySu, ed è nominato ligiosi di Alarcigni ch'egli avea fondato.

nel militi; olugio romatio il 9 di aprile. UGO (s.), vescovo di Grenoble. N.\c-
lj(jO(^.), illibate di Cluny. Discenileu- que nel 10 53 a Castel Nuovo nel Delll-

1e ilella ciisa sovrana de'd ui hi ili borgo- nalo, diocesi di Videnza. Oddone suo pa-

gna, nacque ucUo24a Seuiur nel Dne- dre eia un espello nllieialo, clic accop-
U G O UGO 1 3
pinva perfetlnmenle i doveri del ciisfla- la riforma austera di Cluny, ed in cui

iiesimo a quelli della sua professione, e nell'anno che ci visse praticò toltele vir-
adopi'avasi per inanlenere la disciplina iti d'un perfielto religioso. Gregorio Vl[
fra' soldati e far loro osservare la divina però informalo del suo ritiro, gli ordinò
legge. Esso lasciò poscia il mondo per an- di ritornare alla sua chiesa. Ugo obbedì,
dare a finirei suoi giorni nella gran certo- riprese le sue funzioni con novello ardo-
sa, sotto il governo di s. Brnnone, ed ivi re, e le esercitò con sern[)re più crescente
morì sanluniente. Ugo gli amminisliò gli frutto, occupandosi quasi di conlinuo nel-
nlliuii sagrameuli, e coniòrtò altresì in l'annunziare la parola di Dio. S. Biuno-
morte sua madre ch'era rimasta nel mon- ne e i suoi sei compagni, avendo divisato
do. Percorsi con profitto gli studi, senza di allontanarsi dairuuianoconsorzio, egli

mai trascurare gli esercizi di pietà, si fece li consigliò a ritirarsi in un deseito della
monaco per dedicarsi interamente al ser- sua diocesi, chiamato Certosa, che diede
vigio di Dio. \enne nominalo a un ca- poscia il suo nome all'ordine che vi era
nonicato della cattedrale di Valenza, do- stalo fondalo. Ivi li condusse neliot:)4, e
ve essendosi recato Ugo vescovo di Die spesso inseguitoli visitavn.e con essi trat-

nel Delfiuato, poscia arcivescovo di Lio- lenevasi negli esercizi della penilenza e
ne, cardinale e legalo della s. Sede, fu tan- della contemplazione. Amoroso verso i

to invaghito delle di lui virtù e bell'in- poveri, che sempre in ogni modo sovve-
gegno, che volle unirlo a se. Durante la niva, vendette perfino un calice d'oro e

sua legazione gli diede l' incarico delia parte de' suoi ornamenti episcopali, per
riforma di molti abusi, eh' eransi intro- soccorrerli in tempo di carestia. Avrebbe
dotti fra aUpjanti ecclesiastici. Nel con- desideiatodi andare a terminare i suoi
cilio tenuto dal legato in Avignone nel giorni nella solitudine; ma Papa Inno-
I 080, in cui tratlossi della scella d'un pa- cenro 11 non annuì alle sue preghiere, e

store per la chiesa di Grenoble, fu eletto l'obbligò a compiere il cor>o della sua vi-
Ugo a tale dignità, che per la sua umiltà ta nell'episcopale ministero. Iddio termi-
non avrebbe accettata, se il legato ed i nò di purificarlo co' dolori il' una lunga
padri del concilio non gli avessero ordi- malaltia.che gli olferse occasione di pra-
nato ili sottomettersi. Segui il legato aRo- ticare le piìi eroiche virili. La beala sua
ma, o ve fu consagralo da s. Gregorio V 1, 1 morte accadde il 1." aprile 1 i32, in età di

provvedendo a tutte le spese della ccre- forse 80 anni, e dopo 52 di episcopato. Fu


niuina la gian conlessa Matilde, che gli canonizzato da Innocenzo II nel 1 i34>e<i
fece presente della troce, della mitra e il suo nome trovasi nel martirologio ro-

d altri episcopali ornamenti. Recatosi alla mano il i.° aprile. S. Ugo è annoveralo
sua sede, adoprò
si riparare gli effetti fra gli scrittori ecclesiastici principalmen-
funesti della mala condotta del suo pre- te pel suo Chartiilarhim, ossia raccolta
<lecessore, ead eliminate deplorabili a- i di carte, con note storiche curiosissime,
busi fra il suo gregge introdotti. In poco ch'è custodita manoscritta a Grenoble.
tempo cangiò l'aspetto della diocesi; ma UGO (s.) di Lincoln, martire. In età

non ebbe appena passalo due anni nel- di I I anni fu preso da alcuni giudei, il ca-

l'episcopato, che volle rinunziarvi per u- po de'quali chiamavasi Joppino. Costoro


millà, seguendo in ciò l'esempio di molti in odio di Gesìi Cristo gli sputarono in

santi, e sperando che Papa non oppor-


il faccia, lo batterono con verghe, gli moz-
rebbesi al suo divisamento. Andò dun- zarono il naso e il labbro superiore, gli
que a vestire l'abito di s. Benedetto nel- spezzarono palle de'denti, finalmente lo
l'abbazia della Chaise-Dieu nella diocesi crocifissero e gli trafissero con una lancia
di Cicrmonl in Alveigna, ove seguivusi il lato. Questo bai baro fallo accadde ai
i4 UGO UGO
9.7 agnolo del i 2*)?. Joppino e isnoi ooiu- UGO Candido da Caldesio, Cardi'na-
|)lici essendo siali picsi per ordine del re le. ['. Dianco.
Eni ico 111 e del suo parlai»iei»lo raduna- UGO DI DIE, Cardiiirtle; Francese
loaRe.iding, furono condannali ad esse- de'diiclii di noigogna,<lopo aver profes-
le legali per le cnlciigna a giovani cavalli, salo il monacliisino, ed essere sialo prioie
i quali II strascinarono fincliè morirono; di s. Marcello di Cavaillon, da Alessan-
poscia i loro cadaveri furono appesi alle dro 11 del 1061 fu creato cardinale pre-
fordie. le, e nel 1080 da s. Gregorio VII vesco-
UGO (b.), Cardinale. Nato di nobi- vo di s. Diez sua palria, e poi arcivesco-
Je prosapia in Clialons nelle Gallie, nio- vo Lione. Unilo co'più slrelli vincoli
di
naco cisterciense e abbate delle Tre Fon- a Gregorio VII, intervenne con alcuni
s.

lane, da Eugenio III nel 5o fu crealo 1 i del suo clero al suo sinodo celebralo in
cardinale vescovo d'Oslia e \'ellelri. Co- Roma, chiamatovi dal Papa. Fu quindi
slitiiilo in eminente giadu, si mostrò
s'i impiegalo nella legazionedi Francia, do-
speccliio di tulle le viriti e singolarmen- ve assolvè solennemenledalla sentenza di
le d'una carità così tenera verso pove- i scomunica Folco o Fulcone conia d'An-
ri, cbe con gioia e generosità di cuore da- giù e di Angers, uomo fiero, crudele ea-
va loiuqii'intoavea, sino !i gravarsi di de- spro, marito di Berlrada di Monfort ; e
bili; pei cui Alano \escovo «l'Autun, nel- presiedè a diversi sinodi e concìlii ,
per
la vita di s. Bernardo, lo cliiama uomo di proibire il diritto cb'eransi usurpati i lai-
gran vii là e sanlilà di vita. Tiovossi [ire- ci di dare l'investitura de'benefìzi eccle-
senleaU'elezionid'Anaslasio VeAdriano I siastici. In quello di Lione del 1080 de-
IV, e chiaro per meriti non menocheper pose Manasse arcivescovo di Reims, che
piodigi,aiulòagodeie ilfiutlo di quelle li citalo replicate Volte a Roma avea ricu-
niosine che veisale nel seno de'bisognosi salo sempre di comparire, e dipoi caccialo
con tanta esultanza dispiiito, erano slate dalla sua chiesa terminò miseramente i

tlepoiitalee riposte ne'iesori celesti. Si ere- suoi giorni escluso dalla comunione dei
de coimineuieiile. che sotto il vescovato fedeli. Inoltre il cardinale ivi con insUin-
di lui /bs>e da Eugenio Iti (afta la perpe- cabile zelo condusse a felice esito tulli
tua e stabile unione delle due chiese ve- que' molliaffari ecclesiastici che richia-
scovili d'O^Z/V/e / r//r'//7"('/^.J,ed Ugo fu mavaiio l'apostolica sollecitudine. Nel
ili. cardinale che s'intitolò vescovo d'am- 1081 convocò altro concilio, in cui il cer-
beduc, e indi in poi restarono perpetua- tosino Ugo fu consagralo vescovo di Gre-
mente unite. Prima ancora di questo lem- iioble; in quello di Meaut , a Teobaldo
posi trovano le duechiese talvolta insieme deposto dal vescovato di Soissons, fu sui-
iinile,mala loro Unione era piccai ia e nd rogalo il b. Arnolfo Pamelio abbate di
subilrio de'Piipi. Oltre i iniiacoli operali s. Medardo. Passalo quindi nella Riela-
«la Diu a inleicessione di qiiolocardinale gna minore, insieme col cardinal Uber-
jincor vivente, dopo la pia sua morie si lo suddiacono della chiesa romana, d'or-
rese celebre per la moltitudine de' prò- dine di s. Gregorio VII prese cognizio-
digi, di cui fu onoralo da Dio. Giovanni ne della causa del vescovo di Dol. Uao-
Cireyo lo ascrive Ira'beali dell'ordine ci- coniai a Lione e allrove,che morendo de^-
sleitieii'-e, e di lui abbiamo parecchie lei- lo Papa nel oS5, tra'3 che raccomandò
1

lere, che tutte spirano sapienza e |)ietà. a'cardinali per successore uno fu Ugo; ma
U(jO, Cardinali'. Dell'online de'dia- prefcicndosi un altroché fu Vittore III,
coni, sollosciisse il sinodo celebralo nel accecato il cardinule dall'ambizione, uè
I 044 da Renedetlo IX, e il [)rivilegiopel concepì tlispetto e sdegno, si rivolse al par-
putriarca ih Grado. tilo dell'antipapa Cleu)ente III, e scris-
-

UGO UGO o
se lunga lelleia alla gran confessa Mnd'l- cardinal Ivone di Chaiires, il quale pe-
tlc, riporlata nel t. io della Colhziont' rò non lascia di chiamarlo uomo per re-
de concini, nella cnuilc cinicò il'inginrie ligione, pi tulenza e autoiilà aininii abile,
e di calunnie il Jiiiovo Papa, lulte p<'iò censurandolo tullavia per esigere molle
snienlile dalla sanlitù del virtuusu \'it- cose con im [lero soverchio, di meni irò del
tore HI, e dalla sincera e |)t'uf'uuda sua u- l'av vertiinenlo di s. Pietro, il quale impo-
inillà da lui mostrala nel riousaiecon tan- ne a'prelali di non osleiilareil loro domi-
ta fermezza il pontificato. Si puòcunsul- nio sopra i cleri, ma di 1 elidersi anzi con
taie su questo punloj JN'alale Alessandro, sincerità di cuore modelli ed esemplari al
Ilist. Eccl.sdi'c. A/, par. i, cap. i, art. propiio gregge. Abbiamo alcune episto-
1 2; e Pagi, Gesta de liom. Poni. 1. 1, p. le di s. Gregorio VII, dalle quali appa-
5()i. Condannalo il cardinale e de|)ONto risce la stima che il s. Pontefice faceva del
nel cuncilio celebrato da Vittore 111 in cardinale, che tranne il vizio di smode-
Benevento, insiemecol cardinal Riccardi rata ambizione, fu per qiie'lempi uomo
abbate di s. Vittore, poco dopo ravvedu- insigne e famoso.
tosi e compunto del proprio grave lid- UGO DI ALATRI, Cardinale. i\ac-
io, fu da Urbano II assolto e ripristinalo (|ue circa la metà del seccdo XI, nel pon-
nelle dignità. Essendo MIO legalo in Fran- tificato di s. Leone IX, da niibilissima e

cia, estiuse col segno della croce un orri- antica famiglia nella cillà tli A latri. suoi I

bile incendio che devastava il monasle- genitori si dierono cura particolare sino
IO delle monache Marciniane; e si trovò dalla dilui più leneiaetà,che venissecol-
nel 1 095 al celebre concilio di Clei moni, tivata la sua indole egregia e bel lalento,

nel quale si stabilì e promulgò la i ."^ Cro- afìldandolo alla direzione de' monaci «li

ciata per la liberazione di Terra santa. MonteCassino, presso quali i fece tali prò
Altra legazione gli alìidò Urbano li in gressi nelle lettere e nella pietà, che si gua-
Francia BMippo I, per rimuoverlo
al re dagnò la stima non solo de'sapienti, ma
dallo scandaloso commercio di Bertrada meritò d'essere tenuto in considerazione
moglie di Folco, a cui avea giurato d'as- dal Papa Alessandro II, il quale lo volle
sociarla al suo talamo, dopo di averla ra- presso di se nella corte ponlKicia. In que-
pila a quello del marito. Si narra , che sta restò ne'ponlificati memorabili di s.

l'avvenente Bertrada, temendo che Fol- Gregorio VII e di Urbano II, colle qua-
co l'abbandonasse come avea praticalo lifiche di cappellano pontificio e suddia-
con due altre mogli, per darsi in preda a cono apostolico; perciò il Canlelniaggio
femmine di cattiva vila, e sapendo che il nella Sintassi degli Uditori di Rota, ed
re Filippo 1 la vagheggiava, gli sped\ se- il Bernino, Z>r/ Trilninale della s. Rota,

gretamente un messo per manifestargli vogliono che fosse uno de'giudici di esso.
isuoi sospetti e poi si recò da esso. 11 re Neil loSPasqualell locieòcardinaledia-
ripudiò la moglie Berla, che l'avea fallo cono di s. Maria in Via Lata. Avverte il
padre di Luigi VI che gli successe, e so- Borgia nelle Memorie storiche di Bene-
lennemente sposò Bertrada. Urbano 11 vento, t. 3, p. 49) che il Beinino segueu-
riprovando l'illecito matrimonio ne scris- do il Ciacconio, Fitae Pont, et Card., lo
se all'arcivescovo di Reims, condannan- chiama Ugone Visconti di Alalri del ti-
dolo come invalido; quindi dal cardinal tolo presbiterale de'ss. XII Aposlcjli, sen-
Ugo nel concilio d'Autiin fece dare sen- za por mente che il Ciacconio altiibui-
tenza (S\Sc(iinuitico{^J .)i\\ re,e poi (u pure scequeslocognoniead Ugoo Ugone / ri-
scomunicala Bei Irada. Indi il Papa donò conti óì Pisa ; e che il Platina nell'elenco
a Folco o Fulcone la Rosa d'oru (/ .). Il de'cardinali creati da Pasquale 11 np<>mi
cardinal Ugo ebbe alcune difìeicnze cui Ugo o Ugone Alatrino come curdiuule
tG UGO UGO
«liarnno tli s. ]\Iaria in Via Lata, e l'al- nella cillìiEniico V, fuggì sopra due G;n-

tro Ugo o Uqoiie Visconti da Pisa , che lere pel Tevere in coinoaguia del c.irili-

fu reggente eli Benevento, come cai'tli- nal Ugo e di altri di sua corte. Giunto
iiale prete de'ss. Xn A postoli. Non essen- nelle vicinanze della città di Por^o. un'im-
do ancora incominciate le ozioni delle provvisa tempesta avendogli impeditodi
diaconie, titoli e vescovati, il Visconti re- prendere il maree di progredire il viag-
stò sempre colsuo titolo, e pei- conse- giOjSi trovòesposto agl'insulti delle trup-
guenza il contempoi'aneo Ugo di A latti pe imperiali tedesche. Sbarcato in luogo
lui vivente non potè certamente occupar- disabitato e sopraggiunla la notte, pieno
lo. Da tale abbaglio, cardinal Ugo ili il di coraggio il cardinal Ugo, osservando
A latri fu pure detto Ugone e rettore diBe- la critica situazione del Papa avanzalo
neventOj così confondendosi vieppiù in in grave età, mancante di mezzi per evi-
quanto si appartiene al cardinal Ugo tare l'imminente pericolo di dette solda-
Risconti, e lo rilevai in quella biografìa, tesche che l'inseguivano, mosso da pietà
giaDìniai l'Alatrino essendo stato cogno- (quale altro Enea che si caricò sulle spalle
minalo Visconti, benché tale molli lo ri- il padre Anchise, come osserva Lodovi-
tengano. In fatti anche il Cardella nelle co Agnello, Istor. degli Andpapi, t. 2,
Memorie storielle de Cardinnlì, 1. jpar. 1 p. 2), prese Gelasio 11 sulle proprie spal-
I, p. 224, sebbene istruito dell'avverti- le e per islrade impraticabili, ad onta del-
to dal Borgia, nell'encomiare il cardinal l'oscurila, gli riuscì con gran fatica di por-
f^o Fiscoìid d' Alatri, per la straordi- tarlo illeso nel castello di s. Paolo di r/r-
naria sua intrepidezza e costanza nelle ca- dea (della quale riparlai nel voi. LVIIf,
lamità, dalle quali era allora afflitta e tra- p. I iq), dove lo pose in salvo. Indi nel di
vagliala la Chiesa, crede che soprattutto seguente si iliè cura di farlo comodamen-
spiccò suo valore nella gagliarda difesa
il te trasportare a Terracina, e quindi pei*

che fece di Benevento a cui presiedeva , mare aGaeta, donde passò a Capua. Quin-
in nome del Papa, il che si appartiene al di il Cardella ricade nell' errore di fare
cardinal Ugo /'Tó-co//// di Pisa. Bensì pre- ritornare il cardinale al governo di Bene-
siedeva alla rocca delMonteCircello. pres- vento , nuovamente confondendolo col
so s. Felice (nel quale articolo anche io cardinal Visconti; e poi dice che nello stes-
con chiamai Ugo Viscon-
altri scrittori lo so 1 i 1 8 sottoscrisse in Capila una bolla
ti, essi pure confondendolo col cardina- di Gelasio II, a favore di Bernardo abba-
le di tal cognome) quando gli giunse la te di s. Soiìa; indi ritornò in Roma, men-
notizia che Pasquale li era morto a' 2 i tre il Papa recatosi in Francia, morì in
gennaio I i 18, onde lasciata la fortezza io Cluny ed ivi fu eletto successore Calisto
custodia degli abitanti di Terracina, su- 1 , elezione ch'egli a [)pro vò cogli altri car-
bito si lloma e dopo 3 giorni
porlo in dinali restati in R^oma. Il Ciacconio pre-
contribuì all'elezione di Gelasio //.Que- tese che si trovasse in Cluny tra gli e-
stivedendosi perseguitato dalla fazione leltori di Calisto II, ma egli era tornato
seguace dell'imperatore Enrico V, e non a custodire la Monte Circello. Il
rocca di
essere sicuro soggiorno la città di Roma, nuovo Papa in premiodi sue benemeren-
dopo essere stato salvato da'tumultuosi ze gli conferì nel 1 i 19 la ragguardevole
ultentali ,
per opera di Pietro Pierleoni carica di Cancelliere di s. romana Chic'
da lui confermalo preletto diRoma, da sa. Cardella, sempre erroneamente, dice
alcuni nobili e dallo zelo del cardmal Ugo che pagò il debito alla natura in Hene-
di Alalri, nella chiesa ili s. IMaria iuTras- venlo sul Unir del i 1 2 1 o veramenle nel
potilina e nella casa di certo Bulganii- i 122, senza accorgersi dell'anacronismo
110, col loro aiuto allorquando giunse in cui cadeva riguardo all'epoca piuv, e
UGO UGO 17

sebbene egli sia il classico biografo ilei meslicrc delle armi, si rilirò nello stesso

carclinnli. Tulli erriamo. Imperocché e- monastero e vi mon nell'esercizio disila


gli aggiunge, che il nome del cardinale penitenza. Dotato di felici disposizioni, U-
si legge nella serie de' cardinali elettori gone fece progressi nelle scienze, non me-
d'Onorio II quale diacono di s. Maria in no che nelle virtù. Persuaso che Dio lo
Via Lata , il che conferma 1' asserto dal chiamasse ad una maniera di vita più
Bolgia, e dal Martinelli nella storia del- perfetta, enlrlj nella gran Certos;i, e vi
la chiesa di s. Maria in Via Lata; ma l'è- prese l'abito circa ili i6o. Dieci annido-
lezione ebbe luogo a'28 dicembrei 124, pò, essendo già stato promosso al saccr-
dunque a quell'epoca il cardinal ancor vi- dozio, fu eletto procuratore del raona-
vea. Fu suonipotee natodalla propriaso- stero,ed in tale uffizio acquistossi tanta
velia,Pandolfo d' Alatri scrittore delle , fama di prudenza e di santità, che lo fece
'
f'ìtede Papi Gelasio IleCa listo II, che conoscere da tutta la Francia. Chiesto da
per equivoco di Costantino Gaetano ab- Enrico li re d'Inghilterra, per governare
baie di s. Daronzio, fu dello Pandolfo Pi- la Certosa ch'egli avea fondata a Wilhani
sano, in che fu seguito da una folla di nella provincia diSommerset, Ugone vi
scrittori. Questi fu prelato di egregie do- si recò in obbedienza alla deliberazione

li e profonda dottrinai figurò molto nel- del capitolo. La sua umiltà, la sua dol-
la corte pontifìcia, e non ha alcuna rela- cezza e la santità della sua vita gli meri-
zione con Pandolfo ^/rtsrr/ pisano, crealo larono l'alTetto di coloro, i quali aveano
cardinale da Lucio III, col quale fu con- opposto i maggiori ostacoli a quel santo
fuso dallo stesso abbate Costantino, il che tempo la co-
stabilimento, sicché in breve
non mancai notare nella biografia di que- munita divenne più numerosa e fioren-
sl' ultimo cardinale. te. Da molto tempo era vacante la sede

UGO Lectifredo, Cardinale. CaWìlo di Lincoln, ed avendo Eurico II data la


II neh 122 01 123 lo creò cardinale pre- libertà al capitolo della cattedrale di eleg-
ie di s. Vitale del titolo di Vestina , in- gersi il vescovo, fu scelto Ugone, che re*
lervenne a'comizi d'Onorio II,sottoscris- nitente venne da Baldovino arcivescovo
se con 32 cardinali una sua bolla spedi- di Cantorbery obbligalo a lasciarsi con-
ta inLaterauo nel 26, e Ciacconio a i 1 sagrare a' 2 1 di settembre 1 1 86. Il iiovel-

queslo Papa ne attribuì l'esaltazione. In- lo vescovo si elesse un consiglio, nel quelle
di seguì per breve tempo l'antipapa (for- feceeotrarequanti vi erano più pile dotti
se Anacleto II), ma ben presto riloinòal- uomini nel suo clero. E-istabili la disci-

r ubbidienza del legittimo capo della plina, riformò gli abusi, e ravvivò da per
Chiesa. tutto colle sue esortazioni lo spirit^o della
UGO, Crt/'f/z'/w/c. Priore del menaste- fede. Faceva esalta ricerca de'poveri per
ro di s. Prassede e canonico regolare del assisterli, eandava spessoa visitarli e cou-
ss.Salvatoredis. Maria delRenOjfu crea- forlarlicon molla bontà, mostrandosi
to cardinale prete di s. Lorenzo in Lu- specialmente tenero pe'lebbrosi. Ogni an-
cina, da Celestino II nel dì delle Ceneri no visitava la Certosa di \Vitham,edal-
i i44- Morì dopo breve cardinalato nel- lora vi seguiva tulle le osservanze della
lo stesso pontificato di Celestino II. regola. Il piacere che gustava nella soli-
UGONE (s.), vescovo di Lincoln. Usci- tudine, gli faceva desiderare il primiero
lo d'una delle più chiare famiglie della suo slato, per cui adoperossi ad ottenere
Borgogna nel i i4o> fi' posto in età di 8 dalla s. Sede il permesso di riuuuziareal
anni in una casa di canonici regolari, vi- vescovato, ma gli fu sempre negato. Il

cina al castello di suo padre, il quale do- disprezzo eh' egli avea per tulle le cose
pò avere esercitato con mollo onore il del mondo, lo levava al disopra d'ogni

s&iofvaij/. A»,
i8 UGO UGO
ninnilo riguardo, e quindi non temeva di gli sludi Guglielmo suo fratel-
f) anni.
dare degli awertinienli al re, seb!)oiie lo, uomo gran senno e valore, cancel-
di
mal soirciisse «:he alcuno gli contraddi- liere di Carlo il Temerario duca di l'or-

cesse. Sostenitore dell'immunilà ecclesia- gogna, l'introdusse nella sua corte, dove
stica,scomunicò un uHìziale del re, che conosciutasi la di lui abilità e saviezza, fu
avea condannato un chierico ad una gra- impiegato dal duca in isplendide amba-
ve ammenda, e ritìnto allo slesso re un scerie, e Ira le altre in Roma a Paolo li,
benefizio che gli domandò per tni suo fa- ed in Ispagna a Ferdinando V re di Ca-
vorito, il quale n'era incapace. Asceso al sliglia, quali egregiamente da lui compiu-
Irono d'Inghilterra Giovanni Scnza-trr- te,essendo decano della chiesa di Ma^on
va nel i ic:)q,mandò il santo vcscovndiLio- ne fu nominato vescovo, e vi adempì con
colti audjascialure a Fihppo II Augusto zelo le parti di sollecito e vigilante pasto-
redi Francia, per conchiuderela pace fra re. Indi meritò che Sisto IV a'7 maggio
le due corone, e la fama della santità di I 473 lo creasse cardinale prete de' ss. Gio.
IJgone contribuì all' ottimo effetto della e Paolo, e legalo della provincia del Pa-
negoziazione. Poco egli sopravvisse, poi- trimonio. Ottenne poi in amministrazio-
ché mori a Londra a' 7 novembre 200. i i ne le chiese d' Angers e d'Autun. Mece-
Il suo corpo fu imbalsamalo, e portalo nate deietterati, molti ne teneva presso
solennemente a Lincoln. Molti vescovi ed di se. altri ne sollevava se gemevano in
abbati, ed altre personetpialdìcateaccom- miseria, e li prodnceva op[)ortunainente
pagnarono le sue esequie. II re Giovanni alla conoscenza della società. Pieno ì\\ì-

suddetto, eGuglielmo redi Scozia sotto- ntanilà e gentilezza, prestavasi facilmente


posero le spalle al suo cataletto nel por- all'istanzee necessità ile'ricorrenti.pe'qua-
tarlo alla chiesa. Tre paralitici eil alcuni linon ebbe dillicollà di gravarsi genero-
altri malati vennero guariti alla sua toni samente di debili. Pertanto la perdita di
]m. Fu canonizzato da Onorio III, o se- personaggio sì iunabile, benelicoe vantag-
condo altri da IVicolò III oda Onorio IV, gioso alla società, fu deplorata in Roma
ed è nominalo nel martirologio romano nel I
4^4> come caro al popolo e a'grandi.
il 17 di novembre, nel qual giorno si ce- Ebbe la tomba nella chiesa di s.Maiiadel
lebra la sua festa. Popolo, senza alcuna funebre memoria.
UGONE, Cardinale. Nella bolla spe- UGONOTTI. Eretici crudelissimi del
dita nel 062 da Alessandro li in Anagni,
i secolo XVI. Fu neli5Go che s'incomin-
si trova sottoscritto Ugone di s, Stefano ciò a dare questo nome nCah'inisli i^l"'.)

nel Monte Celio prete cardinale. di Francia, a coloro cioè i quali faceva-
L'GUiNE, Cardinale. Diacono di s. ro- no professione dell'eresia perniciosissima
manaChiesa, appose il suo nome alla bol- dell'eresiarca Calvino: Calviniana labe
l:i emanata in Cremona da Urbano 11 nel infectus IfngOhOtns. Pasquier e Menage
logS, a favore del monastero di s. Egi- riferiscono diverse elimologiedi / t^onot-
dio, poi confermata nel concilio di Pia- lo, Intorno al quale nome si sta ancora di-

cenza. sputando, non conoscendosene con certez-


UGONE DI S. VITTORE, Cardina- za l'origine, mentre i seguaci tie' loro er-
le. V Sanvittohe.
. rori sono comunemente chiamali Prote-
UGO^ETTO Faini'RTo o Fiiuto, .tlanfi (f^-), ed amalgamati con tali ere-
Caìdinalt. Francese di Borgogna, ris[)et- liei. Du Veidier diceche la parola / go-

labilenon meno per chiarezza di natali, nntto derivada Giovanni lluss, caposella
che per la straordinaria sua erudizione, degli eretici U.<!siti (l .), di cui gli ugo-
laureato in ambo le leggi nell* universi- notti seguirono la pestifera dottrina. Co-
tà di Pavia, ove si tratlennc applicato a- (|uillc dice, che deiiva da Ugo Capclo,
UGO U G O 19
per la ragione che gli ngonolli sosteneva- de che il titolo di ugonotto non era in-

no i iliritli tiella linea di Ugo Capelo al- giiirioso.Secoiulo l'avviso del [). Daniel e
la corona, nella persona d'Enrico IH re della maggior pnrte degli storici francesi,
di Nm'ana, contro quelli della casa di fu all'epoca della congiura d'Aiaboise,che
I G uisa-Lovcua ^\ ([wnW pretendevanod'es- incominciossi in Francia a dare a'calvini-
sere i successori di Carlo INlagno. Altri di- sti il nome di u^onolli.
o Vennero allre><i

cono che deriva da Ugo eretico Stigj-a- chiamali Lnleraiii e Crislodiiii, perchè
mcnlnrioy che vivea al tempo del re Ciar- non parlavano die di Cristo, e nella Lia-
lo VI e cheavea insegnatola medesima guadoca furono delti Farfalloni. Il No-
erronea dottrina. Caslelnau-Manvilliere, vaes che mollo scrisse di essi nella Sto-
nelle sue J/rmoz/Cjdiceche il popolo chia- ria de' Pontefici, (|uali alacremente rin-
i

^ niavali ugonotti, come se fossero peggio- tuzzarono colle proprie Milizie le loro
ri d'una piccola ìnoneta dello stesso no- devastatrici armi, e ilifesero la religione
me e di piccolissimo valore, che corieva cattolica e i lorodoininii temporali tli/-'/o-

al tempo di Ugo Ca[>eto: Nolfiido col no- venza,'^n\'yIvlg/io/ic cììc (.\e\ contado f e-
me di ugonotto significale che non vale- 7i<2/.s.s7«o(/^'.), riferisce. Nel numero ster-

vano di piìi della piccola moneta dello minalo d'erelici, che seguirono gli erro-
slesso iiome.Allii scrittori sostengono che ri di Lutero, vi fu Calvino, la cui perni'
un tal nome fu loro dato per derisione, ciosissima setta, propagala piìi dell'allre,

allorché essendostalo (attopi igioniero un secondo la varietà delle nazioni ove fa-
tedesco e interrogalo intorno alla congiu- talmente alligni», die a'seguaci suoi nomi
ra d'Auiboise davanti al cardinal di Lo- diver>i,chiamandosi^yg"o/zo///nella Fran-
rena, non seppe rispondere che queste pa- cia, che rovinò miseramente periSo an-
role: rrtic no.<! vi'iiiinus. L'opinione più ni e fanatiche sanguino-
con empi errori
verosimile però sembra quella che fa de- sissimeguerre. Aggiunge il Novaes, quan-
rivare questo nome vocaboloaleman-
dal to al nouìe, probabile l'opinione del \>.

no Eydgenosz Oi\ Eydgnolsz, che signi- Maimbourg, e che ignorandosi il preciso


fica confederalo. Quando nel secolo XVI tempo di sua origine, vogliono alcuni che
i duchi Savoia tentarono di rendersi
di derivasse da una porla tli 7'of<r.v,che no-
padroni assoluti di Ginevra, ciltà e can- mavasi del re Ugone, ove gli eretici cal-

tone della Svizzera ('^.), coli' ap[)oggio vinisti fre<pieiitavano le loro adunanze.
anche del vescovo, la città fu divisa in due Allri poi .scrivono, che avendo ogni cillù
fazioni: quelli che fivorivano le franchi- di Francia ipialche nome [larlicolare di
gie della città si chia ma vano 7:7g^/iOf. pa- 5^, f miasma, col (|ualesogliono mellere pau-
rola che deriva dall'alemaiuia EycJgnotsz ra a' fanciulli e alle doniiicciuole, e che
od Eydgenosz, che significa ro/?/(v/(^/vi- credendo il basso e rozzo popolo di Tours,
ti, cioè alleati per mantenere la libertà. che il re Ugone andasse in fantasma ca-
Questo nome era slato preso da' popoli valcando intorno le mura delia ciUà, per

de'cantoni svizzeri, e qiie'che si erano u- portare via chiunque in lui s'imbattesse,


iiiti a loro j o che volevano unirai erano da ciò sieuo deoourinali Ugonotti, men-
nominati Eignots, e si affdibiò in se- tre essi pur di notte si radunavano in que'
guito a tutti i protestanti di Francia. Al luoghi per celebrare le loro esecrabili fun-
contrario coloro che favorivano il domi- zioni, (jià negli articoli Avignone é Fran-
nio del duca di Savoia, ed erano a lui af- cia, e in altri relativi, descrivendo gli

fezionatijVenivano da'Ioro avversari chia- avvenimenti principali de'secoli XVI e


mali jì/ania lucili, parola che in arabo si- XVIIjCou qualche di tìusiooenarrai quan-
gnifica schiavo. E' questa l'opinione se- to appena qui accennerò. Neh 52 e in i

guita dal p. Maimbourg, per cui conclu- Mcaux infelicemeate comparve in Frau-
20 UGO UGO
eia per la r /volta con qualche slrepllo la fuoco, e perciò fu delta la Camern nr-
prelesa riforma promulgata dall'eresiar- dente; e quantunque in molli venisse e-
ca Lutero, cui errori fermentarono e
i segnila tale sentenza, luUavia il numero
infiammarono sedotti, quali funesta-
i i degli erelici aumentava. Posti questi al
si

mente li propagarono nel regno cristia- le ultime prove e divenuti arditi pel Io-

nissimo. Il re Francesco I in principio si ro numero, sparsero conlro la regina ed i

mostrò alquanto indulgente, ma poi ve- Guisa de'hhelli e pubblicarono memorie


dendosi colpito da loro in uno al gover- piene di artifizi; quindi si unirono a'mal-
no, benché alleato co'principi prolestan- contenti, agl'iudebitati e rei di delitti che
li conlro Carlo V, cambiò contegno, mas- bramavano la turbolenza dello slato, ed
sime quando Calvino vi sparse suoi er- i insorsero con apparente legalità conlro
lori, e si mostrò zelante della purità del- il potere de'G uisa, che tacciarono di do-
la fede callolica, con reprimere novalo- i minare il giovine re ; ponendo il principe
ri. Il figlio Enrico II che gli successe nel di Condè nemico di essi e fratello d'An-
l547 non ebbe minor zelo religioso,e fé- Ionio divenuto re di Navarra, a capo del-
ce di tutto per eliminare dal regno il ere- la ribellione che dovea scoppiare a Blois

scenle calvinismo, con rigore e punizioni ove dimorava il re. Scoperta troppo lar-
eslreme, onde molli e in molti luoghi fu- di la congiura, Guisa portarono il re ad
i

lono dannali alle fiamme. Tuttavia l'er- Amboise, ove nondimeno si continuò a
rorefeceogni giorno lagrimevoli progressi tramare e sorprendere il re, per cui mol-
fragli stessi magistrati, onde il re tolse lo- li furono uccisi in più modi. La cattiva
ro l'ispezione di reprimere l'eresia, e la ri- riuscita della congiura d' Amboise non pe-
mise a'giudici ecclesiastici, ordinando a rò fece perdere di coraggio gli eielici, e
tutti i governatori di castigare, senza ri- presero le armi in diverse provinsie, ac-
guardo all'appellazione, i condannati dai cendendo la guerra civile favorita da (|ue'
delti giudici e dagl'inquisitori della fede, che T indigenza rendeva nemici del go-
Avendo ciò ordinato a insinuazione del verno. L'autorità reale soffocava queste
cardinal Carlo di Guisa-Lorena, per le sedizioni paiticolari, anche con promesse
rimostranze del parlamento ne mitigò poi di far sperare tolleranza nell'esercizio del-
i rigori, e cos'i quasi dappertutto si sia- la sedicente religione riformala , purché
hilirono concistori calvinisti con audaci deponessero l'armi. CoA la Francia si di-
j)aslori. Perciò il re decretò la pena di vise in due parlili possenti e irreconcilia-
niorle conlro tulli gli erelici. Non è ve- bili, e tutti e due armati per la propria
ro, come scrisse il Conlin e altri, che Eu- religione, i ollolici per la vera, i nova-
rico II neh 559 ne restò vittima, ucciso tori per l'erronea. Nel dicembre l 'iGo mo-
in mezzo le fesle d' un torneo j la causa ri Francesco II, gli successe il fratello Car-
disua morlefu per caso fortuito nel com- lo IX, sotlo la tutela di Caterina de Me-
battimento. In tenera età gli successe il dici, che fu dichiarala reggente con An-
figlio Fi ancesco II, e la regina madre Ca- Ionio di Borbone re di Navarra. La cor-
terina de Medici che voleva governare, te fu piena di parlili e le provincie di tur-
temendo cheEnrico II re di Navarra e il bolenze, divisi in papisli o callolici, in u-
Korbone principe di Condè non s'impos- gonolti o erelici, nomi che tosto vietò inu-
sessassero dell'iimministrazione dello sta- tilinente il re, mostrandosi meno severo
to, si unì a'principi di Guisa-Lorena ze- co'secondi , i quali non lardarono ad a-
lanti della cattolica religione, ed a'quali basarne sfrenatamente. Allora il reeuia-
era divoto il clero. Sebbene venne isti- nò un editto inculcando pace e modcra-
tuila una giudicatura conlro calvinisti, i zione e abolizione di;l passalo, [)er cui fu
la quale appena scoperli li coudannavaal chiamalo l'cUillo d'uriuisliiio generale.
UGO UGO 21
Si sliibilirono delle conferenze nel TGi i doveano a Dio, al ree alla patria, e per
a Poissy (/'.), per ti altare le materie di Irarie il re e la fimiglia reale dalla schia-
religione, e furono accordati per inter- vitù. Pertanto dichiarossi protettore e di-
venirvi salvacondotti a'pastori o ministri fensore del regno di Francia nel 562, e 1

ugonotti. Questi presentarono all'asseiu- fece un trattato cogli ugonotti per aiutar-
Ijlea de' vescovi una professione di fede lo nella guerra che anelava a intrapren-
falsa, fraudolenta, o->cura e inintelligibile, dere. Per tal modo la metà della Francia

e ricusarono di sottoscrivere la professio- si vide armata contro l'altra metà, e co-


ne di fede che i cattolici loro proposero. minciò la guerra Ira'caltolici e gli ugo-
1 teologi protestanti vi mostrarono poca notti , che per moltissimi anni riempì il

capacità e molta ostinazione; e la petu- bel regno di stragi, di vendette, di profa-


lanza e i discorsi del famoso Beza solle- nazioni e di orrori, che in tanti luoghi de-
varono lutti gli spiriti, e dispiacquero a- plorai. La [."vittima illustre fu il duca di
gli stessi ugonotti. Dopo il colloquio di Guisa, assassinalo dal furore di Poltrof;
Poissy insorsero ogni giorno nuove tur- e pure morendo consigliò la regina a far
holenze,e Parigi era agitala da movimen- la pace, onde il re nel marzo 563 con
i e-

ti sediziosi, che facevano temere le mag- dilto permise agli ugonotti l'esercizio re-

giori disgrazie. Il re per prevenirle con- ligioso, limitato da prescrizioni, con amni-
vocò in s. Germain numerosa assemblea stia al passato, inclusivamente al Condè.
de' presidenti e deputati de' parlamenti Fu una tregua, non pace. Nella guerra il

del regno, e fu steso l'editto di modera- Papa Pio IV colle sue milizie avea fatto

ta e ristrettiva tolleranza pegli ugonotti, difendere contro gli ugonotti A^'igiione


a condizione che subito restituissero agli e il contado f^cnaissì/io, ma però in di-

ecclesiastici le chiese, le case, le terre , le versi luoghi patì il furore degli eretici.
decime e tutti i beni de'quali eransi im- Allorché il re nel i562 riportò vittoria e

possessati, e che per l'avvenire li lascias- fece prigione il Condè, padri i del conci-

sero in pace; che in appresso non più ab- lio di Trento (A".) ne resero a Dio le do-
battessero le croci, le statue e le imma- vute grazie nella cattedrale; e Pio IV ia
gini,né più scandalezzassero e turbasse- Roma fece il simile con processione e in-
ro la pubblica tranquillità, con invettive dulgenza plenaria a chi v'intervenne, con-
contro cattolici e loro religione, sotto pe-
i cessa colla bolla Quo?iiant, ^^vesioW Bull.
na di morte. I cattolici restarono disgu- Basii, Patir, t. 3, p. 47- Anzi il Papa
stali in veder accordalo agli ugonotti il vedendo che i luterani insistevano che il

libero esercizio della religione prelesa ri- concinosi trasferisse in Germania, nel ti-

formala, e poco dopo in Vassy si spaise more che gli ugonotti prentedesserochesi
sangue,e fu chiamato il Massacro dif^as' trasportasse in Francia,si decise a definiti-
sy, colla peggio degli ugonotti ; e per- vamente terminarlo. Intanto nel 1
567 gli

ciò alti clamori ne fece il principe di Con- ugonotti ripresero Francia


le armi, e la

dè , il quale fu abbandonato dalla regi- di nuovo si trovò immersa nella guerra


na, che a lui erasi avvicinala per far fi on- civile, la quale finì con altro editto coa-

te al duca di Guisa , al contestabile di fermatorio del precedente. Non pertanto


Monlmorency An-
e al maresciallo di s. la guerra ricominciò con più furore, e la
drea, chequal triunviialo governavano il Francia fu inondata di sangue francese.
regno. Questi risolverono dichiarar guer- Il Papa s. Pio V esortò il ree la regina

ra al Condè, il quale fece sapere agli u- a difendere la religione cattolica, e puni-


goiiolli, per eccilarli alle armi, che si vo- re severamente gli eretici ribelli; curò la
leva toglier loro la libertà di coscienza, difesa d'Avignone e del contado Venais-
e dover iusorgere per soddisfare ciò che sino, soccorse Carlo IX con ingenti som"
22 UGO U G O
me pel sostetiimoiilo della guerra tli re- delissime, ed in tanti articoli anch'io ri-

ligione, e ne invocò a suo favore da al- provai. La veneranda compagnia di Ge-


tri principi calfolici ; inoltre gl'invio un .sìi conta quaranta martiri della ferocia
numeroso corno di sue milizie, comanda degli ugonotti , tutti uccisi nello stesso
te tlal genf^rale ili s. Chiesa Sfoiva. Con giorno per odio della fede neli^yo. De-
• luesl'aiuto a' I ?. marzoi 5(ìc) ripoi lo il le stinali a portare la luce dell'evangelo tra
vittoria a Jarnac, e mandò al Papa I2 gl'infedeli e nel Brasile, salparono da Li-
stendardi presi a'nemici, ed il principe di sbona sopra 3 navi. Erano 39 gesuiti, e
Condè indi venne ucciso: dipoi il suo fi tulli sotto la guida del p. Ignazio di A-

glio abiurò gli errori e indi li liabbracciò. zevedo gesuita portoghese. Trovandosi
Poscia a' 3 ottobre fu vinta altra batta- lutti nella sua nave denominata s. Gia-

glia a Montconlour precipuamente ,


pel como, mentre navigava verso l'isola di
valore di Sfocia, il quale per Paolo suo Palma, comparvero 5 navi d'eretici ugo-
fratello spedì a V 27 stendardi tol-
s. Pio notti, e subito l'assalirono e fermarono a-
ti agli ugonotti, e venneio collocati nel- gevolmen te. Scoperti da'padroni delle na-
la basilica Lateranense.con iscrizione tuo- vi per missionari cattolici romani, comin-

numentale a lettele d'oro. Ad onta del ciarono ad essere maltrattati, ed il p. Igna-

la rinnovata [).ice, il caposdla ammira- zio fra' primi ad essere costretto a dete-
glio di Coligny ordì mi' iniqua congiura stare la religione che professava, e per la
per uccidere Carlo IX, la fituiglia reni» propagazione della quale avea lasciato la
i Guisa, poi re in trono Einicodi Borbo- patria e niovea in lontane regioni. E per-
ne, poi Enrico III redi Na varrà e IV di chè si slette fermo nella medesima , fu
Francia, per posiia usurparlo per se. II re sottoposto a crudeli tormenti, finché or-
venutone in cognizione, sposò la sorella ribilmente trafìllo venne gettalo in ma-
a Enrico, dopo l'abiura de'suoi errori, ed re. E dopo lui ebbero egual sorte 38 al-
a'23 agosto 571 fece uccidere Coligny,
I tri, dopo essere stati uccisi in varie gui-
e nella notte del 24 ordinò la morie dei se crudelissime, ti a cui alcuni giovani no-
principali e altri ugonotti, strage orribi- vizi, e il loro maestro p. Benedetto di Ca-
le e feroce denominala di s. Bartolomeo, stro. Unoiie rimauea, e siccome desso ac-
per essersi cominciala nella sua vigilia e cettò d'essere schiavo anziché imitare il

proseguila per 7 giorni in lutto il regno, glorioso esempio de'compagni, a compie-


perciò immerso nell'orrore spaventevole re il numero de'quaranla martiri, come
di tanta iuuoianità. E' nera calunnia de- a Sebaste, preseutossi il nipote del capi-
che ne fu consapevole Crcgo-
gli eretici, tano della nave s. Giacomo, giovinetto
rio\IIf(F.). La strage fu esagerata, ma che ardeva del desiderio di essere novi-
ricordiamo le innumei abili commesse da- zio della compagnia di Gesìi. Egli fu vi-
gli ugonotti e le loro inaiulite scelleratez- sto allei rare una veste de'trafitti, ed ac-
ze crudelissime e saccheggi; e solo qui di- conciatovisi dentro, mostrarsi in essa; ma
rò ch'essi nelle diverse guerre distrusse- non andò spazio di tempo tra il vederlo
ro 200,000 chiese, uccisero 25G sacerdo- e l'ucciderlo, col gettarlo in mare, e con
ti ei 12 religiose, arsero qoo Ira cillìi e ciò dare in se la maggior prova che po-
villaggi, dierono alle fiamme le relicpiie tesse desiderarsi della sua costanza nella
de'sanli o ne gettarono ne'fiumi le ossa, fede. Questi martiri furono subito ono-
abbatterono sepolcri de'Papi avignotie-
i rati come tali, non solo in Europa, ma
si, comedi Clemente V e Clemente \'l, ueiriiidieancora,ed inUoina specialmen-
ilc'cardinali, dt'sovrani e altri, e ne spar- te per molli anni, finché pubblicali i de-
sero le ceneri al vento per ludibrio; di che creti d'Urbano Vili, si credette erronea-
sono piene le storie sanguinoleuli e cru- melile che anco il loro cullo lussc coni-
V 1

UGO UGO i3
preso nella proibizione data tla quel Pa- altro capitanato da Saporoso Mattouoci.
pa ili venerare i non beatificali soleuiie Morto nel 1 T74 Carlo X,gli successe 1mi-
I

uicMite. bitcnotlo perciò il culto in llo- rico 111 suo lialello, per cui in seguito di
ma e altrove, si die poi da Benedetto XI (]ue-.ti il re di l\ìi varrà divenne erede pre-
il solenne giudizio, constare del mar li- suntivo. Il nuovo re per pacificare la Fran-
rio e (L'Ila causa del martirio de' Qua- cia accordò agli ugonotti con un 5." editto
ranta Mar tiri, e potersi procedere avan- di pacificazione il libero esercizio di loro
ti. Ma essendosi ultimamente osservato eretica religione con disposizioni larghis-
cbe questa causa non era compresa ne' sime. cattolici altamente ne mormora-
I

casi eccettuati da Uibano Vili, cbiese la rono, e diversi grandi ne appoggiirono le


società di Gesù che fosse restituito a'suoi lagnanze, e quando si videro potenti for-
Quaranta Martiri quel cullo che già si marono la famosa e formid ibiie Le^a
era loro dato per l'uMianzi, e l'ottenne Cattolica segreta, sotto il pretesto di di-
per decido della s. coiii^regazione de'riti fendere la religione e di escludere did tro-
dei^li8 aprile 854, confermato r
I mag- I i no l'eretico re di Navarra. La forinola del-
gio dal Papa Pio X, per cui fiu'uno reui-
I l'unione do vea essere sottoscritta in nome
tegrali all'onore del c(dto pubblico. Già della ss. Trinità, tutti impegnandosi con
le nobili penne de'gesuiti i p[). Dartolie giuramento di vivere e morire nella lega,
Cordiira ne aveaoo narrata la storia del per l'onore e pel ristabilimento della re-
martirio, celebrando s\ intrepidi confes- ligione, e per la conservazione del vero
sori della fede.Domenica iq novembre culto di Dio, che osservava la s. Chiesa
i8j4 '^ compagnia di Gesìi in Roma e romana. Allostrepitochefecequesta nuo-
Qella sua nobilissima chiesa del ss. Gesù va unione, si cominciò a maltrattare gli
solennemente celebrò la festa di questi ugonotii nelle provincie più vicine alla
ss. Quaranta Martiri gesuiti, l'immagini corte, e tosto di venne cotanto possente che
de'(piali pendevano in altrettanti (puuiii il re fu obbligato a dichiararsene capo, on-
dalle pareli dell'angusto tempio pouipo- de nell'assemblea degli Stati nel IjG fu 1

samenle per tale circostanza ortiato e il- risoluto, non doversi avere nel regno che
luminato da migliaia di ceri. A mezzo la una sola religione, cioè l'apostolica roma
messa pontificale il p. Cacciari barnabi- na. Così la guerra riprese 1 suoi furori, a-
ta ne disse l'eloquente panegirica orazio- limentata dagli emissari e predicatori del-
ne, come riportano il n.°267 del Gior- la lega, raccomandando a'pO()oli i prin-
nale di Rullili, e la Cii'iltà Cattolica, ie- cipi Guisa Lorena zelanti difensori del-
di
ne 2.', t. 6, p. 573, t. 8, p. 569. la fede de'loro antenati: gran fjutore del-
Tornando a Carlo IX, ricevè da Gre- la lega era Filippo II re di Spa'^na;\vAGn-
gorio XI II lo Stocco e berrettone ducale te cattolico ed acerrimo nemico dell'e-
benedetti ( f .j,^cconi\o il p. Malfei si paci- resia. L'occulta idea di questi maneggi
ficò cogli ugonotti, al dire di altri levò 3 ar- era diretta a porre tali principi in credi-
mate contro di loro; ma i protestauli le to dovuiK[ue, e a disprezzare il re, la fa-
adiontarono dappertutto, resi iuvincibili miglia reale e l'erede del trono Enrico 1 1

dal furore e dalla disperazione, e ca[)ita- ugonotto, tale divenuto dopo la morte
nati da Enrico III re di Navarra e dal suo del duca d'Alencon fratello del re, ma i

zio o cugino piincipe di Condè, che già cattolici noi volevano. Enrico III re di
assolti da Gregorio XIII erano tornati al- Francia tutto sapeva, ma abbandonato
Aumentandosi gli ugonotti nella
l'eresia. alla mollezza lasciava fare. Tutta volta in-
Provenza, Gregorio XI 11 spedì a difesa di viò duca d'Epernon a Enrico III re di
il

Avigiioue e del Venaissinn il general IVa varrà per impegnarlo a rientrare nella
Rlailinengo con un corpo di milizie; ed religione callolica, e così dare un colpo
24 UGO UGO
11101 tale al partilo de* protestanti ; ma il Cloiid, nìorendo allaccialo dal monìloiio
Boi hotie volle restare ugonotto, ed cai- i e sc<jrniHiica intimatagli da Sisto V. Cos\
lolici trepidarono che la Francia fosse terminò il ramo di Valois di dominare la

per cadere in mano degli eretici. Tanto Francia. Enrico Borbone rediNavar-
III

haslò perchè si manifestasse in essi lo spi- ra prese il nome di Enrico IV re di Fran*


rito di rihellione contro il re che menava eia, giurò di mantenere la religione catto-
vila poco degna del suograilo. Finalmen- lica in tnlla la sua purità, tollerando l'e-
ie il re s'accorse che avea da fare co'Gui- sercizio di quella de' suoi ugonotti nelle
sa, più che co'piotestanti, per cui proibì città da loro occupate, in virlìidel tratta-
le confederazioni e la leva di truppe. In to fatto col re defunto. Il ducadi Mayen-
"vece la lega proseguì ad ammassar gente, ne in vece, quale luogotenente del regno,
e costrinse il re a proibire l'esercizio d'o- fece proclamare re di Francia il vecchio
gni «Tltra religione, ad eccezione della cai- cardinal di Borbone zio d'Enrico IV, col
tolica, annullando le precedenti conces- nome Carlo X: e la Sorbona dichiarò,
di
sioni fatte a favore degli ugonotti. Allo- che non poteva ubbidire a Enrico IV,
si

ra Papa Sisto V scomunicò Enrico III re eretico relapso e nemico della Chiesa ;
di Aavarra.GIi ugonotti con questo prin- ed il redi Spagna promise poderosi soc-
cipe, anziché intimidirsi, ricominciarono corsi alla lega. La guerra continuò tra gli
la gnena per tutto il regno, mentre il re ugonotti capitanati da Enrico IV e la le-
di Francia si l'icusò di pubblicarla bolla ga, ma con vario successo; nondimeno
di scon)unica. Essendo il centro della le- molte città e pio vincie lo riconobbero per
ga Parigi, ivi si con)mosse il popolo con- re, il quale finalmente abiurò i suoi errori
tro gli eretici e contro il re, accusalo di e si fece consagrare a Chartres. Il partito
favorirli e di andar d'accordo col redi Na- della lega cominciò a cedere, ad onta che
varrà, ed il re fu costretto per le trame l'aiutasse Papa Gregorio XIV, inviando
ad «iscir dalla città. Si videro a quel lem- in Avignone per generale delle armi Gi-
jio in FranciaS artnate, quella dei re,quel- rolamo Moroni. Frattanto Parigi cede a
Ja della lega e quella degli ugonotti. Nel riconoscei e colla Sorbona Enrico IV, che
I 588 il re, costretto dalle circostanze, di- avendo domandato a' suoi ugonotti se
chiaro con editto, d'impegnarsi al man- poteva salvarsi nella religione romana,
lenimento della leligione cattolica, di di- e ricevuta risposta alfermativa, disse: Sa-
sttiiggere gli ciclici, e inviland(j lutti a rà dunque meglio che io vada in cielo
giurare di non riconoscere per re che un re di Francia, che re soltanto di Navar-
principe cattolico. Fece luogotenente del ra. Si fece istruire nel cattolicismo, abiu-
rcgno Enrico duca di Guisa, e si conti- rò gli errori degli ugonotti, e indi ot-
nuò a fai 111 guerra a' protestanti. Dipoi tenne da Papa Clemente Vili formal-
avvediitosi il re che tutto era servito ad mente l'assolnzione dalle censure. Gli u-
acciescere la potenza del duca, risolvè di gonotti ottennero quindi un editto di pa-
larlo perire, e giudicò con tal mezzo di- cificazione simile a' precedenti, e confer-
ilrnggeie la lega. Il duca fu assassinato a matorio di quello da lui emanalo a Naii'
Blois. e il suo (ialello cardinal Luigi di fc'5 (/'.), che diversi cattolici riguardaro-
Guisa nel dìsiguenle. II loro fialello du- no qual colpo mortale dato alla loro re-
ca di Miiychiie si pose idla lesta della le- ligione. Il fuiatismo dominando ancora
ga divenuta furiosa, mentre la Sorbona alcuni, si Iramòcontrola vitad'Enrico IV,
tliclrarò i sudditi del le .sciolti dal giura- e ne restò vittima neliGio. Nella reggen-
inenlo di fedeltà. Il re di Navarra si olfiì za della vedova IMaria, per la oiinorilà di
alla difesa d'Enrico III redi Francia, il Luigi Xlll (ìglio del ilefuiilo, nel 163?,
quale peiùfu piignalaloncli j8y a Saint- furono Qunfcrmuli gli cdilti di Naules e
U L A U L L 25
quello di pacificazione, a favore degli u- ULARIO o ULIARIO Bartolomeo,
guiiutli o calviiiisli o protestanti ; furono Cardinale. F. Uliario.
loro restituiti i leiupli, ma tolte e demoli- ULDAKICO (s.). F. Udalrico (s.).
te le fortezze che occupavano, luassime la ULFRICO ULRICO. Cardinale.
Hochcllc per opera del celebre cardinal Inglese chiamalo pure Odolorico, da Pa-
riichelieu i.° ministro. Da cjucl tempo il squale Il fu creato cardinale prete, e nel
{)artilu degli eretici scemò sensibilmente I 107 legato apostolico in Inghilterra, ove
in Francia; cna essendosi ribelliti, Luigi col permesso del Papa accordò il sagro
XIV nel G8 annullò e revocò l'editto
I ji pallio a Tommaso eletto arcivescovo di
di Nantes pubblicato dal suo avo, ed im- York e suo collega nella legazione, A per-
piegò la dolcezza e la severità per riuni- suasione di questi, e ad istanza di Mal-
re i calvinisti o protestanti o ugonotti del col m 111 re di Scozia, consagrò l' inglese
suo regno alla Chiesa romana. Allorquan- Turgello e abbate del monastero Duncli-
do il re avea cominciato a i idurre gli ere- ineuse,in arcivescovoe primaledella chie-
tici a termine di detto editto avea loro sa di Sani' Andrea nel regno di Scozia.
distrutti 4oo templi non compresi in es- Questa legazione viene ricordata quasi
so, e dopo la revoca spianò i superstiti^ da lutti gli storici inglesi. Io però noterò,
coslringeiiiluli o ad abbandonar la setta o che essendo Malcolm III morto nel oq3, i

il regno, per cut lasciarono la Francia pare che ad Urbano II debba riportarsi
quasi un milione d'eretici d'ogni sesso, l'esaltazione d'Ulfrico e la spedizione in
sebbene molli restarono come convertiti Inghilterra, se pure non furono due, lai."
alla vera fede. Tuttavia e di nascosto re- d'Urbano 11, la 2.'^ di Pasquale II.

starono in Francia molti calvinisti; si con- ULFRIDO o WOLFRIDO (s.), ve-


tinuò a cercarli, e si procurò di guada- scovo in Isvezia, martire. Dopo avere e-
gnarli in tutte le possibili maniere, aiiìu- dificata colle sue virtù, illustrata colla
che rientrassero nel seno della Chiesa. I sua scienza, ed ammaestrata colla sua
principi protestanti si affaticarono in prò predicazione l'Inghilterra sua patria, va-
loro nella pace d'Uliechl, ed ottennero la licò il mare per annunziare il Vangelo ne*
libertà a quelli eh' erano nelle prigioni. paesi settentrionali di Alemagna, e po-
NullamenuLuigi XIV non rallentò il suo scia nella Svezia, eh' era allora governata
una dichiarazio-
zelo religioso, e pubblicò dal pio Olao 11, il quale fu il primo che
ne, che vietò a'calvinisti d'uscire da'suoi prese il titolo di re di Svezia. 1 discorsi
slati, ed a' rifugiati altrove di rientrarvi, e gli esempi di Ulfrido vi produssero me-
senza una particolare licenza, lununiera* ravigliosi successi. Innalzato all' episco-
bill poi furono i disastrosi danni patiti pato, applicossi con fervido zelo a spar-
dalla Francia, perla funesta introduzio- gere d'ogni parte la luce della fede. Uà
ne della pretesa riforma, la quale rinno- giorno, dopo aver predicato con somma
vò un complesso di errori, già condan- veemenza contro l'empietà dell'idolatria,
nati ne' primi secoli della Chiesa. Luigi prese una scure per gettare a pezzi il
XVI feceaicuiieconcessioni a' Pfotcs tan- grande idolo del paese chiamato Tars-
ti, e poco dopo fu proclamata iu Francia lans Thor. Quantunque egli fosse sor
la toileianza, e la libertà di coscienza e de* stenulo dall' autorità del re, i pagani in-
culli. ferociti lo investirono e lo uccisero sul
ULADIMIRIA. F. Wladimiru. momento. Ciò avvenne nel 1028, e la suc|
ULADIMIKO o WLADIMIRO (s.), niemuiia si celebra il i8 di gennaio.
granduca di iaissia. f" . IIomano (s.), e ULIARIO Bartolomeo, Cardinale.
PiUSSIA. V , Oleario.
ULADISLAVIA. /'. WtADlSLAVJ.!. ULLA, L llilana. Sede vescovile del?
9.6 ULP UM A
l'Africa nella provincia Proconsolare, sot- fiume Misno, alla sinistra del Potenza,

to la metropoli di Cartagine. Ebbe a ve- cioè fra (piesto ed Ancona, vale a dire i
scovi Ireneo, che frovossi al concilio di pochi avanzi dell'antica e già vasta città,
Cartagine del 2 55; e Qaodvultdeus, che esistono nel declivio mesidionale del
iDiiiidalo in esilio da Umieiioo re de'van- Monte Cancro già Cumero in vicinanza
dali nel 4'^4 P^'" """ aver voluto sotto- al mare. IMinio, Mela ed altri la dicono
scrivere l'erronee pro[)0>izioni de' dona- sul lido fra le città d'Ancona, e Potenza
tisti nella conferenza di Cartagine. Mor- (/'.); e fra Ancona e Potenza sta ancora
celli, Jfr. ChrA.x. Antonino e nella tavola
negl' itinerari d'
ULPIANO («,), martire. Giovine cri- Peulingeriana, quale dopo IVuniana, la

stiano di Tiro nella Feinoiii, il quale in- antico nome d'Umana (diversa da Nova-
coraggiato dall'esempio di s. Appiano e na oggi Civitanova, tli cui nel voi. XL,
di molli altri martiri di Cesarea nella p. 24^)1 [ninia di Potenza o Pollenza se-
Palestina del 3o6, durante la persecuzio- gna il fimne Musone. Comechè di là da
ne di Galerio Massimiano, confessò in- tal fimne, pretende il Falteschi, Memo-
trepidamente Gesù Cristo dinanzi ad Ur- rie del ducato di Spoleto, p. 8 ,che non 1 r

biino governatore della provincia. Solftì sia appartenutaal Piceno (f^.)- In vece

con inalterabile fermezza i colpi di sfer- altri piovano che fece parte del Piceno

za e la tortura del cavalletto, dopo di che Annoniuio, e della Pentapoli[f^.) uiarit-


cucito in un sacco di cuoio con un cane lima Picena e insieme della Marca, aller-
ed un aspide, fu gettato in mare. E men- mandolo ancora il Compagnoni, La Reg-
zion.ito nel martirologio romano a' 3 di gia Picena,^. Sei 9, anzi dicendo le chie-
I

aprile. se che la componevano più insigni della

ULI'JANO, Ulpiniuini.Seiìe vescovile provincia e in particolare 1' Humanate.


della provincia di Dardania nell'esarca- Nella chiesa priorale e matrice di s. Gio.
to di Ddcia, sotto la metropoli di Scopia Ballista, concattedrale del vescovato An-
o Scupi già nella Servio, eretta nel IV se- conitano, vi è il fonte battesimale. Nella
colo, diocesi dell' llliria orientale. L'ini- propria sua chiesa si venera la celebre e
peratore Giustiniano 1 la rifabbricò e le prodigiosa immagine del ss. Crocifìsso, al-
tliè il tìomedi Ginstiiiiana seconda, [>ev- la cui venerazione i fedeli accorrono d'o-
cliè l' imperatore Giustino 1 suo zio era gni parte in sagro pellegrinaggio; antica-
nato in questa città; indi fu cliianiata Fri- luenlesi custodiva in una cappella dell'an-
zcrcn. Si conoscono due vescovi: Mace- tica cattedrale, cheperl con essa, epoi nel-
donio che sottoscrisse la lettera del con- la nuova, la quale pure andò diroccala,
cilio di Sardica nel 347 ""*^ chiese, e Pao- per cui il municipio <!' Ancona gli eresse
lo che sottoscrisse al decreto di Papa Vi- la sua chiesa. Quest'insigne simulacro è
gilio, relativo a'famosi Ti'c Capitoli. O- impro[>riamei)te denominato il ss. Croce-
ìieiis Clir. t. a, p. 3oo. fisso di Sirolo, dal paese posteriore e su-
UMANA {IIuma/ì).C\l\.l\ vescovile del- periormente costruito. Per essere dìruta
la Marca (/'.) nella delegazione d' y7/<- l'antica Umana, così la ss. Immagine seb-
t'o/2<^/, concatledrale della sede vescovile bene ivi è tuttora venerata come antica-
ili tal nome,il cui comune è soggetto al mente, nondimeno si ihsse ih Sirolo, dal
distretto omonimo, come si legge nel Ili- castello e grossa terra chiusa da mura,
parlo territoriale dello Stato Pontifì- posta in buona positura net territorio di
cio, ed ora abitala da circa i65o indivi- sua diocesi e da lei separato a brevissiima
dui. E distante 5 leghe al sud-est d'Anco- distanza, dopoché Umana divenuta bor-
na, come riferisce l' avv. Castellano, si- gata si riputò un villaggio appudiato di
tuata al di la del Musone o Muscioue, o Sirolo. 11 ss. Crocefisso si venerava nella
U M A U M A 27
(liiesa Ji padronato del comune d'Anco- ficazioni del loro alletlo. II cardinal Bu-
na, diii'.to the gli confermò Pio IV nel falini vi costruì un palazzo per se e i suoi

I 565 colla hoWaConsuevil intcrduni. Ma successori, onde vi si recarono spesso e


essendo vecchia il municipio anconitano anche in villeggiatura diversi vescovi, fra'
costruì niagniflcamenle ratinale, e con quali vi morirono i cardinali Ranuzzi e
solenne ceiemonia vi trasportò il ss. Cro- INembi ini; quest'ultimo, oltre altri argo-
cefisso a' I 3 ottobre 506. Questa vene- 1 menti di beneficenza alla chiesa tlella par-

rabile iiiunagineèinfagliata in legno vec- rocchia ed a'cittadini, valer fece i suoi uf-
chio e fu già ornala d'argento e orojèin- fici presso il governo perchè grossi maci-

leia nella persona esprimente il Salvato- gni alfondali a guisa di molo, fuorviasse-
le, che di statura vantaggiosa mostra le ro la violenta correntia del mare che por-
sembianze di uomo vivente e vigoroso : tava disertamento al lido: di più con sua
lia apei ti gli occhi, rara la barba, scrinati autorità protesse libero da ogni imposta
e lunghi i capelli. E coniilto nella Croce iltrasporto e l'uso delle pietre cadute dal
immessa, senza Tilolo e con 4 Chioili, Conerò, generosamente im[)iegò gravissi-
due alle mani e due a'piedi; un pannicel- me spese per migliorare i beni della men-
lo loggiato nel medesimo legno gli scende sa vescovile nel territorio, per sottrarli
dalla metà del suo nudo corpo verso le al pericolo di soverchianti fiumane e ma-
ginocchia non ha suppedaneo, non fe-
: ree, per riparare in meno disagiale case i

rita nel petto, non corona tii Spine sul loro coloni. Il vescovo cardinal Cadoliui,
ca[)o, ma ornato di diailema.Gli si dà una a flivoie <lelle fanciulle |)Oveie, con suo
origine reniota, ed è celebrata tra le più per pel uo sussidio stabi lì annue doli di SCU'
vetuste immagini prodigiose del ss. Ciò- di 5. La detta chiesa m-.itrice è senza ca-
I

et/isso, insigne per divozione pubblica, pitolo, almeno do[)0 il a 397 circa, dalla

illustre per prodigi, e visitato pressoché quale epoca ce^^ò il collegio canonicale,
ila rpicuili andavano in pio pellegrinaggio ch'era [):ù antico (lell'anconilano, ed ebbe
al santuario di Loreto. Del resto si può pure le dignità di arciprete, arciiliaconoe
leggere Raccolta di nienioric e noti-
la primieerio. Verso ih 3oo si fonnava del-

zie istoriche appailencnti al ss. Croce- l'arcidiacono, di 7 canonici e di 3 preben-


fìsso d'Umana did. Carlo l'iergcnlili, dali. L'antica caltedrale era sotto l'invo-
Ancona pel F\^rri 1798. Neh 8oo fu ri- cazione di s. Maria Assunta in cielo, sino
stampata dal Sartori in Loreto con ag- al secolo XIV, e neh 3oo si nomina la Ca-
giunte e col titolo: Relazione isLorica del- nonica di s. Palazia, illuitre mai tire an-
ia lìdracolosa immagine del ss. Croce- conitana che gli umauali elessero a pro-
fisso d' Umana. Qualunque fu la condi- tettrice insieme a s. Gio. Battista, e decre-
iione d'Umana, non mai essa cessò in di- tarono festivo e solenne il suo giorno an-
ritto e in fatto grado di il città, né mai tra- niversario. Tale titolo dalo o aggiunto a
lasciò di chiamarla città il comune d'An- quello della cattedrale, forse derivò dal-
cona. Peiciò Pio VII componendo ad or- l'avere a s. Palazia erclla una cap[)ella nel-
dine novello i niunicipii pontificii leattri- la medesima e probabilmente la canonica
buì un gonfaloniere, l'albo de'uobili e gli orale adiacente; mentre al dire del Co-
ullii priviUgi diesi appartengono a città. lucci anche il collegio canonicale d'Uma-
Quanti» ul gonlulomerato conviene tener na vi-,se nella canonica col vescovo vita
piesente la legge sulle comuni emanala comune aulicamente. Pare che neh 338
dal Papa regnante^ di cui parlai nel voi. non j)iù esistesse, diroccala nella sciagura
LV, p.25o. 1 vescovi d'Ancona, dacché da i)ochi anni avvenuta. Allota il vescovo
riassunsero 1'
antico titolo d' Umana, la BuoninconUo in-amava costruirla di imo-

privilegiarono di maggiori e speciali signi- vo, e invitò alla pia opera i fede'icou gra-
a8 U M A. UMA
7Ìe spirituali impellale da Betietlelto XII. so utilissimo, con pena uoa posso profit-
INoii potè eir«;lluarlae nemmeno i succes- lanie interamente, pei* la qualità ili mia
soli, poiché il feroce fr. Monreale portò opera e pel ristielto spazio di questo ge-
iil colmo la desolazione dell' alililta città, nere d'articoli che non couipoilauo par-
iìeujbra che nel i
897 già esistesse la chic- ticolafi dettagli, ma solamente e in breve
sa parrocchiale di s. Giovanni Battista, scieglierne il più opportuno al mio scopo,
presso la torre la quale di presente fron- La modestia virtuosa dell'autore neasco-
Ceggia mare neirestrema punta del col-
il se nome, tuttavia mi è noto ch'è il de-
il

le d'Umana. Nel i656 scaduta talechie- giioerispettabile mg.' Lorenzo Barili pri-
sa, si trasferì l'uffìziatura e la sede della inicerio della cattedrale d' Ancona, e di
parrocchia a quella della confraternita del [)resente delegato apostolico in missione
ss. SagramenlOjChe verso 1680 povera- il straordinaria della Fede di
s. Sede, a s.

luentesiristoiòe poifu demolita neh 735. Bugola Nuova Granata nell'Ameri-


nella
Allora venne edificata l'odierna chiesa ca meridionale. Il eh. scrittore enumera
di s. Gio. Ballista, il cui zelante parroco ancora le chiese della diocesi, alcune delle
ha animo d'ampiarla con più decoro,
in quali furono soggette a'monaci, ad altri

e rispondente alla aumentala popolazicnie religiosi ed alle monache. Ma nel Monle


calla miglior condizione della città, a ven- Conerò, piucchè in altro luogo della dio-
do già generosamente formato un monte cesid'Umana, prosperò la vita eremitica
(lipietà a benefizio de'po veri. Per aver al- e monastica, onde riferisce belìi cenni cro-
cuue divote persone collocato nell'altare uologici sugli eremi o monasteri di s. Be-
a destra il quadro di s. Filomena, bendi- nedetlo e di s. Pielro, di cui ne ricaverò
pinlo dal conte Godeardo Bonarelli an- un sunto. Lesolitudini del Conerò da lem-
couilano, a questi il benemerito parroco pò antecedente il 1000 accolsero monaci
per la commise quadri e-
stessa chiesa i di s. Benedetto ne'suoi gioghi, che iniiue-
sprimenti Redentore che mostra ilsagro
il diati sovrastano l'Adriatico, ed in diversi
suo Cuore, e la predicazione del s. Pre- tempi die ricetto a romiti, che senza ap-
cursore, egregiamente eseguita. Umana partenere al alcun istituto regolare, ama-
ebbe altre chiese, come di s. Magno, di s. vano di vivere almeno per qualche teni-
Calerina, di Anna, lo mi vado giovan-
s. pò con se ineilesiinì e con Dio, lontani
do dell'opuscolo: Lellcra del Sommo dall' umane passioni. Nelio38 un luogo
Ponleflce Benedcllo XlPa mgJ'Nicola delle appendici di quel monte era coao-
Manciiiforte circa il do'>>er riassumere e scinto col nome di Pietra dell Abbate,
litencre il titolo di P'esco%>o d'Ancona e pel monastero ch'era vi stato, avente vi-
d' Linana. Si aggiungono annotazio/ii, cina la chieda di s. Benedetto a forma di
illustrazioni e documenti inediti sulla grotta, con celle formate dalla natura e
serie de' /escoi'i esuW antichità Nunia- dall'arte nella rupe, dette le grotte di s.

//, Ancona per Sarlorj Cherubini i856. Benedetto, argomento di vita eremitica.
Egli è questo un di que'libri non grandi In detto anno vi simo- ristorò la regola
di mole (di pag. 72 circa quasi in 8.°), ma
1 nastica, poiché Ugo di Mezone eoa
i conti
elle contiene un bel saggio di dotta, dili- Adelasia sua donna, Amezoue di Mauri-
gente e accurata storia critica, illustrala zio, ed Ulfredo d'altro Amezonedonarono
da inolle[)lice erudizione, ed egregiamen- la chiesa di s. Pietro posta nella sommità
te alla a chiarire la storia civile e preci- tlel .Monte Conerò, e la chiesa di s. Be-
puumente l'ecclesiaslica d'Umana, inclu- nedetlo e le grotte all'abbate Guimezone
tiiv.iinenlc al tesoro che possiede ossia il per istituirvi un monastero di uomini che
b.iiitnario del Ss. Ciocelìsso. Mentre ne alteiulessero al servizio di Dio e alla pre-
UUUuii'O e prej^iu il suo mento e cumples- ghiera, con 3 t 5 luoggia di Icircuo. Nuu
UM A U M A 9.9
è finora certo se l'alfuale chiesa di s. Pie- cede a*3o novembre 1 52. i il romitorio che
tro del Conerò sia la ricci data, certamen- erasi formato sul Conerò, ove avendo fat-
teappariscono de'ieslauri posteriori. La to ritorno confermò lace«siotie a'5 dicem-
i^oveinaiono vari abbati, ed Papi comin- i bre. Cosi l'eremo di s. Benedetto fu il 4-"
ciando da Bonifacio IX dierono in com- fra quelli che composero la nuova congre-
menda l'abbazia, ed Eugenio IV la coiiCe- gazione diCamaldolesi F.rc!iìilì(r.)i\e\.-
Vi al b. Antonio Fatati, poi vescovo distia ta poi di Monic Corona, dal primario e-
patria Ancona. Narrano i cronisti,cheqiiel remo della cnedesinia situato nella dele-
servo di Dio invitasse gli eremiti camal- gazione di Perugia [T.). 11 b. (Viustiniani
dolesi di Val di Castro nel monastero del volle tosto abitarlo, ma subito fu trava-
Conerò, a cui voleva trasmettere tutte le gliato da grave tribolazione, per le mi-
rendile, per ritornarlo all'antica discipli- nacce, ingiiuie e danni che gli fecero i gon-
na, ma non accettarono. L'abbazia di s. zaghiani stabiliti in s. Pietro, che di mal
Pietro venne quindi considerata di giu- animo videro ordinarsi un chiostro d'e-
risdizione episcopale, ed Innocenzo Vili remiti in luogo già apparlenuto al l((ro

nel i4B41a congiunse perpetuamente al monastero. Studiandosi gonzaghiani di i

vescovato d'Ancona ed Umana, e poscia costringere gli eremiti camaldolesi ad ab-


il monastero di s. Pietro fu dato ad alcu- bandonare il Conerò, li calunniarono iti

ni eremiti di s.Gonzaga e per-


Maria di vicario generale del vescovo, e da lui nel
ciò detti Gonzaghiani, onde ridurlo a ro- Seguente dicembre ottennero l'intimazio-
mitorio sottoil nome di S.Girolamo. Quan- ne di prontamente partire. Per allora noi»
to alla chiesa e grotte di s. Benedetto, vi partirono, per essersi opposti il giudice
si rifugiò la divota donna Nicolosa per (Iella curia generale della Marca e il co-
compiervi i suoi giorni colla figlia, e pare mune d'Ancona, ed intanto il b. Giusti-
eh' esse vivessero nel secolo XV. Alcuni niani per privilegio pcjntificio istituiva i

chiamano beata IVicolosa, e dicono che vi suoi romitorii e perciò iuimediatameiile


menò grandissima penitenza per moltis- dipendenti dalla s. Sede. Dio volendo por-
simi antii, e dopo la di lei morte, la stia re a difficile prova
la virlìi del suo servo,

figlia chiamata collo stesso nome vi con- permi>e che nonostante e ad onta di sua
dusse vita solitaria per molti anni, finché innocenza fosse carcerato prima in Anco-
giunta ad età decrepita tornò nella città. na e poi in Macerata, esolo potè uscir dal-
Forse non più spettando all'abbazia di s. la prigione a patto d'abbandonar le grol-
Pietro, richiese il luogo al comune d'An- le di s. Benedetto, donando le celle per
cona d. Desiderio di IVapoli cassinese, poi gratitudinea Leonardo Bonarelli. Però il

libero eremita per pontificia dispensa; fu cardinal protettore degli eremiti camal-
esaudito, con facolià di abitarvi co'r.om- dolesi, pe'suoi richiami riconosciutasi la
pagni, e di fabbricarvi celle e orli. Frate persecuzione patita dal b. Giustiniani e
Desiderio costruì di fatto alcune celle e for- compagni, e la loro intera innocenza, ven-
mò un sufficiente romitorio, per se e per nero reintegrati colla restituzione delle
alcuni de'suoi colleghi. Ma avendo udito grotte di s.BenedettOjOve il beato neh 524
come Paolo Giustiniani uscito da Ca-
il b. tenne il i.° capitolo generale di sua con-
maldoli di Toscana, istituiva per le vicine gregazione; e nel i SSg il comune d'Anco-
Provincie e pel Piceno romitori! assai esem- na confermò a'calinadolesi le concessioni
plari e disciplinati secondo le norme di s. già fu Ile a fr. Desiderio. Il fuoco neh 558
Romualdo, fondatore della celebre e be- devastò parte della chiesa di s. Pietro, per
nemerita congregazione de' C^w/rt/r/o/c.v/, cui i gonzaghiani l'abbandonarono, ed il

andò a visitarlo nelle Grotte di IMassaccio. vescovo de Lucchis ih ." agosto i 559 col
Ivi riunendosi co'suoi al di lui istituto, gli monastero la donò agli ercuiili cumuldo-
3o U J\I A. UM A
lesi delle grolle tli s. Benedetto; perciò i edificali di pietre quadrate, e per esser
diieeiemi furono iiunili,confeitnHndo la tutto tempio coperto da 3 volte soste-
il

donazione Pio IV a' 5 marzoi56o. Pare nute da alle, tonde e fermissime colonne.

che propriamente nel 062 siasi ftjrmata i Il coro ho alcuni belli lavori di tarsia e-

]a nuova comunità religiosa dell'eieinodi se"uili dal valente artefice Antonio Casa-
s. Pietro, il cui ."priore fu d. Pioduifo da
t ri anconitano, e con l'altare mnggiore sie-

Verona: nell'eremo di s. Benedetto resta- de sopra una volta alquantoelevata, sot-


rono due eremiti e il priore fino al G06. 1 to la quale è la divolissima cappella d(d-
Per un iscoscendimento del Concio nel la B. Vergine. La chiesa in ogni parte ri

in are,delle celle incava te nel sasso ne resta- splende d'un nitore, che ispira ne'visitauti
no sufficienti vestigi, oltre la chiesa che, profonda venerazione. Di Umana, narra-
non sembrando moltoanlica, si ciedeche no il Castellano e Calindri, che ha il suo
forse la fabbricasse fr.Desiderioo il b.Giu- territorio in colle e in piano, con paese
sliniani. Il vescovo de Lucchis nell'atto di fornito di competenti Che i fabbricati.
concessione pure abbate di s.
s' intitola dintorni abbondano di boschetti di cor-
Pietro, e dice l'abbazia perpetuamente u- bezzolo, quali danno alla campagna gra-
i

nila al vescovatod'Anconn, con altrecon- zioso aspetto quando son carichi delle sue
dizioni, e siccome donò pure una porzione frutta; e che di tratto in tratto vi sono sco-
di selva, iiigiunsea'reiigiosi di pregai-eper perte copiose antichità della vetusta Nu-
l'anima sua e degli altri vescovi d'Anco- niana restate sepolte. Dopo le franchigie
na. Gli eremiti camaldolesi ben presto ri- di commercio decretate a fdvore d'Anco-
storarono la chiesa di s. Pietro, massime na nel 1732 da Clemente Xn,per conser-
verso il coro, ed aggiunsero altre fabbri- vare il miglior porto della costa italica
che, vonendoconsagrala in onore de'l'rin- dell'Adriatico allo stato pontilìcio, e rifio-
cipi degli Apostoli a' i4 agostoiGTi dal rirlo colle frequenti navigazioni e traf-

vescovo Luigi Gallo. Questo religio-oe^o- fici abbondanti, l'agricoltura del contado
lilario eremo è sulla foggia degli altri ca- e del Piceno lutto, molto se ne vantaggiò;
maldolesi, con anguste celle, deliziosi via- ed Umana a poco a poco disboscò suoi i

li, oialorii e giardini; e sebbene ne'piiiui campi, Coni vò le acqui- che v'impaluda-

anni del corrente secolo, nella sop[)ressio- vano e li restituì alla loro fertilità. In essi

ne degli ordini regolari, fu rivolto ad al- furono già alcune saline, e ne'secoli XV^l
tro uso, appena ripristinalo tornò a san- e XVII molto si adopera vano pe' pascoli.

tamente fiorire. I venerandi e ben amati Ora col Colucci, bulichila Picene, l. 10,
religiosisono encomiali pure per aver li- p. 139: Delle antichità di Ntinia un, i\\-

berato con molla intelligenza dell'aite, da 1 ò di queste e delle successive notizie civi-
inutili ed ineleganti ingombri in diversi li ed ecclesiastiche, procedendo pure con
tempi aggiunti con danno della ^imtnetria mg.' Harili e con altri.

e senza riguardo alcuno allo stile dil mo- Xuniaiut fu il vero nome antico di que-
numento, ciocché d'antico ancora resiste sta illustre e antichissima città del Piceno,
alla diuturna età nella chiesa di s. Pietro, e niuna questione su di ciò nascerebbe se
sì per aver provveduto a ristorare ed ulli- non si trovasse ora col nome &\ YitniancJ
ciare qualche volta in ciascun anno l'altra ed ora con quello di lliuiìana. Ciò plau-
di s. Benedetto, ed a mantenere le memo- bibiluiente avvenne pel cambiamentoilel-
rie del I
." luogo che là il b. Giustiniani il- l'iniziale N \n If, viziatura che il (^otncci
lustrò colle sue virili e specialmente colla dichiara succeduta dopo il secolo Vili,
pazienza. La chiesa di s. Pietro è prege- congettura appoggiata su docimienti; ma
vole per l'arte architellonica antica per- osserva mg." Dardi, che siccouit? innanzi
fetta, per la solidità degli estremi muri ipiel secolo il vescovo dUuiuna si sotto-
-

V M A U M X 3 1

scrisse al concilio romano del 649 Grr- ìc \<icv\7.\nu'\ni\l\c\ìc ih fumana, ì\e\\e([u!v


ni/7/ìiixIlni>}a(cu.<;ìs,cab\ì'\\oixMiiHìn\i.\ìe li è rninlificala niuiiiiipio col suo pnlto-
volla il nome primiero sino al secolo XI, no ecmalore. I confini tlel tenitoiio di
poiché s. Pier Dìtmiani nel suo Opuscolo Numana erano Potenza, il mare Adria
XVI scritto circa il I o^!, chiama Guido tico, Ancona e Osimo, e poi circoscrissero

/inisrojìiim Nuiiianuni, ed il successore pure la sua iliocesi. La sua decadenza i;

Guglielmo segnò gii alti del concilio ro- annienlauicuto di sue grandezz-e, Coluc-
mano del 107 dicendosi
1 /''pì-ycopii.', IVii- ci pili che dalle ormi nemiche la fa deri-

viamis. Quindi in tempi postei ieri con vare dal mare, il (piale avanzatosi stra-
vocabolo italiano fu detta l iiuma.Sw^n ordinariamente verso la spiagi^ia, è fama
quasi sul luogo medesimo ove ora è [)0Sta, comune che l'ahbia in gran parie assor-
fra le città litorali di Potenza e Ancona, hila, e se ne vedono fra le onde; l'niseri i

cioè circa 3 miglia più in là dalla foce del avanzi; altri gravissimi danni Numana li

JVIuscione, dove ne a[)pariscono gli avnn- ricevè da'distacchi di terra seguiti dallo
zi, altri essendo stati coperti dal mare. t\j più alte prominenze e rovesciatisi addosso
fondala da'sicnli primitivi, come attesta per in partesdiiacciarla e sep[)cllirla. Dei-
Plinio: Numana a Sicidis condita, ab iis- l'antichità di Numana restano appena po-
dem colonia ancona apposita proinon- chi e piccoli segni ed avanzi ; tra le cose

torio Citmero. I)\ce mg.' Barili che loSpe rinvenute negli scavi, notano una bella
si

ciali ne dedusse che Ancona fu colonia di Sfinge d'alabastro, corniole, cammei, e


Numana, ma Plinio chiaramente scrive monete d'ogni modulo sì di bronzo che
essersi fabbricale da'medesimi siculi Nu- d'argento. Crede Colucci, che gli esistenti

mana ed Ancona. E siccome egli avea il castelli di Sirolo e di Camerano apparte


proposito di far menzione di tutte le co- nessero a Numana, edificati da'numanesi
Ionieromane, così ilisse Ancona colonia, come vici o pagi. Ne'primi secoli dell'era
perchè era una di quelle, conie Numana coirente, Numana appartenne al Piceno
era municipio. RammtMilò poi Numana suburbicario, alla Pentapoli marittima,
prima d'Ancona, perchè la sua descrizio- e poi alla Marca d' Ancona di cui segui
ne del Piceno movendo dal fiume Pesca- i A'tempidi Pelagio del 555 tra'
desliui. I

ra con ordinato progresso giunge sino Patrimoni della s. Sede (/•'.) già com-
all'Esio. Numana fu dell'ordine dell'allre preudevasi rpiello del Piceno, fjrmalo
consimili città l'icene, tra le piìi ragguar- principalmente nelle possessioni esistenti
devoli e cospicue, e restò libera fino alla ne'territorii diNumana, Ancona e Osimo,
resa de'picenia'romani, e non soggetta ad componenti più masse, |)iii fondi e pode-
alcun altro per molti secoli sino al 4^6 ri insieme uniti, e de'quali riferì qualche
di Roma, innanzi alla quale era stata fon- cenno Colucci. E siccome Pelagio l scris-

data, governandosi a repubblica con prò- se lettere a Giuliano vescovo di Cingoli,


prie leggi. Dalla condizione di prefettu- amminislralore o rettore del patrimonio
ra passò alla migliore per gli onori e di- Piceno, insieme al Palrimonium Numa-
ritli di municipio di 2." ordine, come la nnlem, Dernardino Noia illustrò con
così
chiamano le isciizioni,corrispondentecir- 3 dissertazioni stampate in Cingoli nel
caall'esseredi colonia; ed in seguito di ciò, 1767 le 3 pontificie lettere scritte al ve-
niassinie dopo la legge Giulia, acquistò scovo Giuliano, Nel 5^'ò per un fierissi-

anche il diritto di dare il voto ne' roma- mo terremoto, circa le feste del Natale,
Ili comizi, come tutte le altre città itali- precipitò e fu ingoiala dal mare non poca
che, e forse nella tribù Velina acni or- parte di Numana. Ancona pure nefu scon-
dinariamente Irovansi ascritti i cittadini quassala,e non pochi cittadini ne resli-
piceni. Il Colucci riprodusse, come a'tri, rono schiacciati dalle rovine degli edi.'i-
32 UMA U M A
zi: fu allora clie dirupò il Gua-
fianco del uno a quelli d'Ancona e Osimo, non che
sco, che assai più si protendeva nel ma- al Narniese. Anzi il Compagnoni dice che
re. Nel 566 la peste flagellò del pati An- Luitprando mosso dall'ammonizioni di s.
cona e Umana, li Marangoni, flJemorie, Zaccaria,gli restituì quanto avea tolto

di Novana, di s. Marone apostolo del Pi- alla Chiesa, donando di piìi con molte al-

ceno, e varie vicende della provincia, nav- tre città,Ancona, Osimo, Humana dall'e-
la che avendo s. Gregorio II scomunica- sarca Eutichio qualche anno avanti ac-
to l'empio Leone III imperatore de'gre- quistate. Anche 1' Amiani, Memorie dì
ci, per la persecuzione mossa alla ss. /m- Fano, p. 82, parla delle restituite Uma-
magini [V.) e per alternare alla sua vita, na, Ancona e Osimo. Non andò guari che
e sciolti gl'italiani dal giuramento di fe- il nuovo re de' longobardi Astolfo invase
o
dellàeda'tributi, l'eretico principe allea- i Sede e fece stragi nel du-
domini! della s.

tosi con l'ariano Luitprando re de' lon- cato romano. Inutilmente ricorse a luiPa-
gobardi gli commise di marciare su Ro- pa Stefano lì detto 111, che però invocato
ma e di uccidere il Papa. Allora i popoli il poderoso aiuto di Pipino re de'franchi,

dell'Emilia, della Pentapoli e del Piceno questi colle armi obbligò Astolfì) a resti-
nel 729 si sottrassero dal giogo imperia- tuire al Papa l'occupalo, e con ampia do-
le e de'longobardi, e si posero sotto la pro- nazione di altri domini! ingrandì il prin-
tezione e diiesa del romano Pontefice an- cipato temporale della romana Chiesa.
che nel dominio temporale; e per tale Però Astolfo si ritenne alcune città, fra le
spontanea dedizione \a Sovranità della s. quali Umana, Ancona e Osimo co' loro
Sede (T .) ?iC(\u\s.\o'\\ dominio temporale terriloi ii, che Desiderio promise nel 706
delle memorale provincie, e specialmen- restituire al Papa se contribuiva al suo
te del ducato 3Iarca
di Spoleto e della innalzamento; e sebbene ottenne il regno,
per eguale spontanea dedizione. Raccon- non elle! tuo il convenuto, violando la da-
ta Compagnoni, che già la Pentapoli, eoa ta ftde. Ciò manifesta che Umana era an-
Favenna, era insorta a difesa di Papa s. cora ragguardevole, per essere stata ri-
Sergio I contro le trame dell'iuiperatore tenuta da'due usurpatori, insieme alle no-
Giustiniano li, e che alliettanto fece in minale e ad altre città ch'erano tra le mi-
difesa di Gregorio li, sottraendosi dal-
s. gliori dell'Esarcatoe delle due Pentapoli.
la dominazione greca. Ne profittarono i Nel pontificato di Adriano I, il re Deside-
longobardi per estendere le loro conqui- rio divenuto più orgoglioso travagliò il

ste, e Luilprando usurpò i patrimoni pi- Papa e minacciò la rovina di Roma. A-


ceni della chiesa romana di Numana, di driano I invocato a difensore Carlo Ma-
Ancona d'Osimo, oltre quello
e di Narni; gno re de'franchi, questi vinse e fece pri-
e poscia occu[)ò anche le città di Orte, gione Desiderio, ne conquistò il regno, e
ylmelia, Poliniarzioe Bieda, le quali col Papa l'usuipalo, inclusi-
nel restituire al
ducato di Roma, e 7 città della Cai ) pa- vamenle ad Umana e Ancona, confermò
nia, eransì sottomesse al principato tem- donazione di Pipiuosuopadre, ed altra
la
porale di s. Gregorio 11. Dopo tali usur- maggiore ne fece alla s. Sede di vasti do-
pazioni, Papa s. Zaccaria coraggioso e in- mini!, col ducato di Spoleto, cui unita an-
trepido, nel 742 recossi a 7t'r«/(/^.) a re- dava la provincia Picena. Narra Maran-
clamarle a Luitprando, e l'ottenne colla goni, che mentre Desiderio erasi rifugia-
sua energica eloqnenza. Anastasio Biblio- to in Pavia, per difendersi da' fianchi, i

tecario nella FiL


Zaccariac, § 9, P. s. popoli del ducato di Spoleto, di Fermo,
seguito da molti scrittori, riportando i d' Osimo, d' Ancona e altri luoghi della
doniiuii ricuperali da Luitprando, anno- Pentapoli, e perciò anche Umana, por^
vera ancora il plrimouiu Numauule, iu tutibi da Adriano I, alla sua ubbidienza $t:
U JM xV U MA 33
dieronOjglurando fedellà n s, Pietro e alla che aumentò ne' due secoli seguenti e si
s. Sexìe, perciò radendosi le barba e facen- compì non mollo dopo l'incomiuciamen-
dosi la tonsura de'capelli all'uso romano, to del XIV. Non potè Umana evitare le
COM abbandonando il costume longobar- calamità comuni a tulli i luoghi del Pice-
do. Altrettanto si legge nel Cotiipagnoni, no, anche i più muniti e forti, i\ell.« [no-
e nell'Amiani il quale rileva die dipoi la cella devastatrice delle barbariche guer-
Pentapoli fu chiamata JMarca Anconita- re: nondimeno o non fu delle maggior-
ua. Successe a Carlo Maano il fiqlio Lo- mente travagliale, o trovò non tarda ma-
dovico I il Pio imperatore, il quale nei- niera a ristorarsi. Giacquero distrutte noa
r8 I
7 col celebre diploma confermò alla lungi da lei Potenza e Piccina, e con una
s. Sede la sovranità sui luoghi restituiti parie delle loro diocesi s'accrebbe la sua.
e donati, e tra essi sono nominati /fitriia- Siccome [)oi in quell'età la giurisdizione
naiiiyAnchonain, e vi aggiunse altri do- ecclesiastica non si scompagnava dalla ci-
miuii il brano relativo del diploma tro-
: vile, così i limiti del suo territurin furono
vasi pure in Compagnoni, e/ Pentapolim, ampliali e in forma che dipoi al me-
lai

videlicet .... Anconam, IJnntanani, rum desimo un conte, couje al ter-


fu preposto
Oiiinibii.'i fjnibus, ac lerrix ad easdeni ci^'ì- ritorio Anconitano e ali Osimano. Inoltre
tales pertineniihus. Nel trattato di com- nel 1000, allorché in tutta l'Italia si «lif-
mercio fra l'imperatore Lotario l ed i ve- fuse come uno spirilo di vita novella,
neziani, fatto neir840) menzione de- si fa quando città auliche e recenti si studia-
gli umanesi; altra menzione si legge nel- rono con ardore, non sempre ben consi-
la conferma del medesimo, eseguita nel- gliato, a crescere d'abitanti, di potenza,
1*879 tlall'iraperatore Carlo III il Grosso. di commercio. Umana si rimase «piasi as-

Umana è pure indicala nel diploma del sonnala. La storia del Piceno che in quel

962, riportalo dal Cohellio, Noliiia Ro- tempo non difetta più tanto di notizie,
manae Aulae, 120, con cui l'mipera-
p. i giammai associa Umana ad alciui avve-
tore Ottone 1 rinnova e conferma le do- nimento degno di ricordanza. Pare che
nazioni imperiali alla s. Sede: et Penla- non le bastasse fiducia nelle sue forze, che
polirn, videlicet ... Anconam, Ausinium, fosse sfidala di coraggio e di volere, e che
Uumanant, curii omnibus fìiiibus etc. Di- 1' avesse alquanto disfrancala V avversa
venuto nel 983 imperatore Ottone Illa fortuna. Già nel declinar del secolo XI il

confermando trattato di commercio co'


il Piceno trovavasi diviso Marca Anco- in
Teneziani, anch'egli vi comprese nelle con- nitana, Marca Fermana, e Marca di
venzioni gli umanesi. Nelioi4 l'impera- Camerino, e quest' ultima signoreggiata
tore Enrico II ripetendo in un diploma
s. ora da'duchi di Spoleto, ora da'marchesi
le conferme e donazioni de'suoi predeces- di Toscana, sebbene ancora sussistesse il

sori alla Chiesa romana, indica Umana nome di Pentapoli. Avverte Marangoni,
fra le città della Pentapoli, e^Pe«^rt'^o//V;i chela distinzione di Marca Anconitana,
videlicet Anconam, Aiiximuni, Huma- che dal Chienti giungeva ad Ancona, che
nani. Osserva mg."^ Barili, che la deca- prima stendeasi sinoa Sinigaglia ed a Pe-
denza d'Umana non si cagionò ad un trat- saro, e di Marca Fermana, che di qua dal
to e subitamente per uno di que'tremen- Chienti giungeva sino ad Adria nell'A-
di casionde alle volte furono schiantate bruzzo, ebbe il suo principio da' principi
o vuote di abitatori città fioreutissime.Fu Normanni. Imperocché la provincia dei
decadenza lenta, continuata, progressiva, Piceno posseduta da' Papi sino al secolo
dalla quale essa non potè o non seppe più XI, venne prelesa e occupala indebita-
rilevarsi finché restò quasi disfiHa. iNel mente dalla prepotenza armata degl'im-
loco già n'era manifesta la decadenza, peratori di Gei mania, massime dal per-
VOL. LXXXlir, 3
34 L' M A U M A
ser.ulore di essi e della s. Sede Enrico IV, lilierala pt;'. gli aiuli della conlessa di Ber-

ptT cui s. Gregorio VII nel 080 iieinve- i <///ort> Aid luda divola al Papa, e di Gii-

slìil pos^onle lìol'erloGuiscaidOj unode' glielnio IMaichesello degli Adehudi do-


pi iiicipi normanni; e dipoi Enrico V rin- uiiiialore di Ferrara. Neil' occasione di

iiovaudo le prelensioui del padre e di al- quest'assedio alcuni osseresi, che milila-
Iri predecessori, invaso il Piceno, ne die vanoal servizio de' veneziani, sbarcati dal-
l'investilnra a Warnieri o Guarnieri suo le galeie, rubarono dalla chiesa del mo-

('an)igliare, con titolo di /l/^/r/ieie della Porlo Nuovo il corpo di s.


iiastero di

Marca Jnconitana, die per Ini fu anco Gaudenzio vescovo di Ossaro, cliein esso
tiellalìlaua di Tìarnieri o Guarnieri. ritiratosi a vilaconlemplaliva viaveasan-
Aitri vogliono che qufsta fu confL-rma, tamenle tertuinato suoi giorni. Abbiamo
i

poiché sostengono the Enrico IV peli." di Buoncompagno Fiorentino, Liber de


ne investì Warnieri. Umana in queste di- ohsidione Anconae a copiis Friderici I
vr^oni fece sen)pie parte e fu compresa inip. anno i 172 pe.racLa, ejasque Urbis

nella INlaica d'Ancona, e cou)e le altre fu liberaùone, presso il iMuralori, /JerHffi


forzala a disconoscere ildominiode'Papi, Ilal. script., 1.6. Per queste disastrose vi-

e ad ubbidire agi' investiti iuipeiiali o a' cende, comuni a Umana, la sua condizio-
loro vicari. IN'eli 1-26 Ugo vescovo d' U- ne vieppiù peggiorò, seguendo la misera
nuiua concesse franchigia di tralllco e al- sorte di tulle le altre città del Piceuo, che
coni dazi comune d'Osimo ; e questo
al soggiacquero a Federico 1. Questi nel i 177
«!ièa lui in dono 8 misure di terra, e &i ob- si pacificò col Papa in Venezia, ed am-
bligò al Iribulo annuo di 3 libbre di de- bedue pare che si recassero |)oi in Anco-
nari in liniìiiiarihus s. lìJariac tioslrat na, il che accennai nel voi. XLIX, p. 8.

Huinanatae Eccleslae: il patto dovea du- Nello stesso i i 77 Federico 1 e i veneti agli
rare qq anni. Giovò mollo agli osimani antichi aggiunsero altri palli commercia-
d'essersi aperto un varco al mare per ave- li, da mantenersi ancora da'popoli di tulle
IL' le merci slianiere, che sempre « ma- le città italiche, Papienses ... anconitani,
iiiiciioie, e spesso con somma difficoltà Huniani eie. Indi neh 198, nel trattato
per lefiequen'i guerre,traevauo d'Anco- concluso fra Ancona eOsimo, vi furono
na. Il medesimo vescovo nel \.\i. con- 1 comprese anche le città loro confederate,
fermò e concesse agli osimani i dazi del come Fermo e Umana. Non ostante la ri*

disbarco nel porlo d'Umana da Ciuces. conciliazione tra il Papa e Federico l,(|ue-
AJiihaeli.s usane ad ea Ncctoli. Aveolas. sii ritenne le terre alla Chiesa occupate,
Si:i]e nel i 1 36 col'c aimi di Lotario II contro promesse di restituirle. Allrel-
le

imperaloie ricuperalo il Piceno, che nel lanlo operò il figlio Enrico VI, che vio-
li Soera sialo invaso daPiiiggiero 1 rediSi- landò il giuramento fatto nel ricevere la
cilia; peròmaggiori calamità della Mar-
le corona imperiale, investì della Marca An-
ca segviirono neh' im[)ero di Federico I, conitana, di Ravenna {F.)e di altre si-
il quale sostenendo lo scisma contro Ales- gnorie della s. Sede, il famoso dapifero
Sandro 111, neh 166 con forte esercito en- Marcualdo, di cui in tanti luoghi ragio-
liò furiosamente nella provincia e assediò naij che tiranniramenle la governò. Nel
Ancona, espugnala neh 1G7 dalleginaldo morire Enrico VI ordinò che si reinte-
arcivescovo di Colonia. Altra spedizione grasse la Chiesa del tolto, il che non elFcl-
d'esercito imperiale nella Marca trovasi luandosi, appena eletto nel i 198 Inno-
falla da Federico I sotto li condotta del cenco 111 ricu|)eiò idominii usurpali.f tra
famoso ("risliauo urci\escovo di Colonia, essi la I\larca, Ancona e Umana, l'rullau-

dal quttle e collegato co'vcncti fu nuova- lo Pietro conte di Celano, cresciuto in po-
uienlc assediata Ancona nel 1 172; indi lenza, fece uuiucui sione nella prouncia
U M A U M A 35
e se n'impacli'on'i,epoi vi sì mantenne con venne la voce Contado per esprimere l'e-

l'aderenza d'Ollone IV (cheavca favori- stensione del territorio soggetto, erasi già
to, come può vc'lersinel Corsignani,/iVg- falla comune a'tcmpi de'Carlovingi; e se
gia iì/arsicana, nella quale traila de' si- Umana compresa in al-
fusse allora stata
gnori di Celano ). Ccronalo cpiesli nel cuno non sarebbe riu-
de'viciui contadi,
l2oqda Innocenzo Iti, emanò un di[)lo- scita di averne uno suo proprio, massime
ma nel quale dichiarò, die la ISlaica e al- dopo il 1000, per le ragioni con lui ripe-

tre Provincie io esso nominate erano di lutee per altre che tiovansi nella storia
giurisdizione della s. Sede, piomiseegiu- delmedio evo. Ui'.rovandosi poi nel 1202
lò di conservarle e difenderle. L'ingrato un conte d' Osimoe d'Umana, uou può
che dovea riconoscere l'impero dal Papa, credersi che il contado Umanese accen-
tosto si ribellò, e spergiuro si spinse cul- nato nel diploma d'Otlone IV significhi
i'esercitoprima nella Toscana e poi nella un qualsiasi territorio, come qualche vol-
RI arca; ed a' 20 gennaioiaio in Chiusi ta in quegli anni e sempre ne' posteriori
spedì il diploma col (juale investili mar- un con-
era territorio in cui avea autorità
chese Azzo VI d'Esle del dominio di tut- te. menzione ancora da Gregorio
Se ne fa

ta la Marca d'Ancona, ossia d'y/xcoli, Fer- IX quando nel 2 2() confermò a' monaci
i

mo, Camerino, l mana, ancona, Osi- di Classe molli loro possedimenti e c/uid-
mo,Je';i,Si/iigagtia, Fano, Penare, Fos- auld habeant in Comitalu Anximano et

somhrone, Cagli, Sassoferralo, co' loro Hnmaiialciisi. Azzo VI morendo verso


terrilorii, vescovati e contadi ; nella sles- la fine del 12 1 2, gli successero i fig'i Aldo-
sa maniera che l'avea ricevuta dal pre- vrandino o Aldobrandino aduUo, e Azzo
decessore Marcualdo, dicendo nel di[)lo- VII fanciullo; e siccome gli allari àt' Guel-
ma Insupcr Ponli/icis consensn Pice-
: fi [F.) seguaci del l*apa tracollarono nel-
nuìii addidit, per cui se ne mostrò sorpre- la Marca, aiutati \}i\' Ghibellini (/''.) par-
so il Marangoni. Trovasi però nel Mura- tigiani dell* imperatore vi entrarono in
lori, Delle amichila Estensi, 1. 1, p, 89 t, possesso i ad altri
conti di Celano, uniti
chiarito questo punto. Tenerido presenti aderenti d'Ottone IV; laonde Innocenzo
Innocenzo III le precedenti gravissime di- III, che con occhio di grandi speranze mi-

spute sulla Marca d'Ancona, conoscendo ra va Aldobrandino, neli2i3 gli scrisStf


che Azzo VI avrebbe giovalo a'suoi inte- un breve col quale lo sollecitò a porlai^i
ressi, e per maggiormente impegnarlo a con tutte le forze possibili nella Marca,
sua difesa, ed anco per compensarne ser- i per rendersene padrone, promettendogli
vigi prestati, nel 208 l'investì della Mar-
i soccorso e la rinnovazione dell'invchtittud
ca, concedendogli pure che all'antico ti- concessa al padre, come poi e>egiù. Al-
tolo di marchese d'E^le.eeli e successori i dobrandino sbrigatosi dalla guerra co'pa-
aggiungessero quello di marchese d' Anco- dovani, nel 12 i4 si accinse a libiiar in
na. Nell'alto poi in cui egli accettò la si- Marca d'Ancona dall'oppressione decen-
gnoria di Ferrara (^'.), s' intitolò : Azo ti di Celano, potentissimi in queste parli.
Dei Apostolica grada Estensis et An-
et Innocenzo III scomunicò conti i di Celano,
chonitanus Marchio. Il diploma imperia- diede calore a'progressi dell'armi d'Al-
le lo riprodusse Muratori, e da esso rica- dobrandino con allocuzione [)rouunziala
vasi, memoria più antica del Con-
che è la in concistoro, e con 4 brevi scritti a'popoli
tado Umanese, dicendosi: Hunianani cuni uellaMarca, affinchè prestassero braccio e
loto Comitalu
Episcopatuj così Anco-
et ubbidienza al marchese. Muratori stupi-
nam ciun loto Comitalu
et Episcopatu. sce perchèCompagnoni erudito e atten-
il

Dice però mg.' Barili che l'istituzione de' to scrittore delle memorie della Marca, af-
Conti al governo delie citlà, donde pro- fermò non trovarsi mai Aldovrandmo in-
36 U M A U M A
titolato marchese Marca Anconila-
della tomeltersi al marchese, come a suo vica-
iia, ma sibbene cleirEstense e della Guai- rio. Nel 1223 fra le città della Marca, Fe-
iiiera in Puglia, Marchine 1 or/ier/7e,sen- derico II imperatore pone Umana nell'in-
z' avvertire che Marchia T'amerà fu lo dirizzo della lettera con cui disap()rovò
sìcsso che Marchia Anconitana, denomi- quanto avea fatto di dannoso alla Chiesa
Hazione restatale da'vari Oiarchesi War- il suo dapifero Gonzolino. Nel i 224 Ono-
iiieri o Guarnieri, che per mollo tempo la rio III pose Umana fra qtielle cui die con-
signoreggiarono. I conti di Celano co'glii- tezza, che di nuovo attribuisce al suddia-
belliniopposero gagliardissima resisten- cono PandoKo l'autorità di suo legato.
Marca al marchese viltorioso,e nel
za nella Nel 1228 gli vimanesi, osimani, recana-
1 2 5 barbaramente se ne liberarono col
1 tesi e caslel-fidardesi si collegarono co'
mezzo infame del veleno, u)orendo egli io riminesi, contro gli anconitani, jesini e pe-
Ancona sua residenza, il Papa Onorio III saresi; essendo sindaco degli umanesi Pao-
appena Azzo VII Novello, fratello dtil de- lo degli Achilli. Piinaldo duca di Spoleto
funto, giunse ad età alta agli alTari, solen- nel 1229, fl"''>'6 legato imperiale della
nemente nel 2 7 gli rinnovò l'investitu-
I 1 Toscana e Marca in una carta diretta da
ra della Marca d'Ancona, con bolla eper Piipalransone a'comuni d'Osimo e Reca-
Fexilluni B. Petri ... de tota Marchia nati tratta d'alcune ragioni sopra Sirolo,
Giiarnìeriiper Ecclesiam Ronianain,con MassignanOjCamerano, Cingoli e Umana.
l'annuo censo di oc libbre di moneta prò-
i Nel [2 32 Bruno vicario Domini Philippi
visina. Gli successe il nipote Obizzo II, Ramundini Coniitis Comilalas Auxinti
che divenne anco signore di Modena e di el Hunianae, decise una contioversia in

lieggio (T.). Ma nella Scries lìectoruni fiìvore di SinibaldoI vescovo d'Osimo: la


Anconilanae Marchiae, di Monaldo Leo- sentenza è data l'i i gennaio in Civitale
pardi, non trovo registrato né Obizzo II Ilnmanae in domo Comunìs. Frattanto
né altri cnarchesi Estensi. Essi però con- r iojperatore Federico II imperversando
tinuarono a portarne il titolo, poiché leg- nella persecuzione contro la s. Sede, colle
go in Marangoni, che Giovanni XXII nel armi piii strettamente soggettò il Piceno
j33o dichiarò aver ricevuto in grazia i al tirannico suo dominio, tranne le città
marchesi Estensi, e di aver dato loro il e luoghi che fedeli a'Papi a questi resta-
vicariato di Ferrara, con l'obbligo di non rono ubbidienti, difendendosi da' nemici
più intitolarsi Marchesi d' Ancona : nani colla forza. In questo tempo tutta la Mar-
ylnconilana Afarchia pieno fare special ca eia divisa tra le perniciose fazioni de'
ad Eomanani Ecclesiam. Nel 2 5 seguì i 1 guelfi e de'ghibellini, che l'agitavano con
un liattalo di confederazione e alleanza gravi turbolenze. Nel 1246 il cardinal le-
d'Ancona, Umana, Recanati, Castel Fi- gato della Marca costituì Egidio di Sa-
dardo, con Cingoli, contro Osimo, Jesi, vona Jiidex. Curiae generalis Camerini,
Sinigaglia e Fano per Umana Io sotto-
: Ai!XÌmi,U/nanae echidi morto neli25o
scrissero, liigiis presbileriel Ada Canea- Federico II, deposto e scomunicato da In-
le. Nel dichiarare Onorio III marchese nocenzo IV, il suo naturale Manfredi u-
della Marca Azzo VII, nella bolla si enu- surpò alla s. Sede il regno di Sicilia e in-
inerano le città del suo governo, fra le vase la Marca. Il legato di questa cardinal
quali Un)ana; ma Umana come Ancona, Paltinieri nel I2G5 fra gli altri comuni
Piecanali, Castel Fidardoe Monlecchio o che lece citare al suo tribunale, come ade-
Treia ricusarono d'ubbidirgli. Perciò O- renti a Manfredi, vi t'ui-oao \nìve comitnia
iiorio III nel 22 iscrisse a'retlori e popoli
I el homines civilalis Humanaej e fra'citta
Anconilanae et Ilunianalis civilatnm e dini umanesi il cardinal nominò «(uali cal-
di quelle castella, ordinando loro di sot- di partigiani dell'occupatole, Filippo di
U M A U M A 37
Oildo, Doraenico e Gerardo di Loieiizo. ta da Nazareth nel territorio di Hecanati
Inolile il cardinale Cigliale intimazione le- (Z'!) la Santa Casa poi detta di Lordo,
ce ad Ancona, perchè forse alcuni anco- pochi anni dopo e neli2c)8 il terremoto,
nitani erunsi dati al partito ghibellino di che durando a più riprese parecchi gior-
Manfredi, onde il legato chiamò essi e il ni e parecchie notti spaventò e scosse tut-
cotnune a renderne ragione. In generale ta l'Italia, (lece dolorosa Umana per mol-
gli anconitani aveaiio opposta coraggiosa te rovine, almeno piM- induzione: altri an-
resistenza a Fercivalle d'Oria parente e ticipano il disastro al i 297, o poco appres-
vicario regio, generale di Manfredi; e seb- so. Nel I 3o8 Umana [)ai'leggiaudo pe'ghi-
bene campagna furono rotti e
in aperta belliui si luù in lega delle città e terre
fugati, ritornati in città questa non venne marchiane ribellatesi alla pontificia domi-
assalila e restò illesa. Anche dopo questo nazione, mentre Clemente V avea stabi-
ienipu era sotto la curia generale, regi- lita la sua resilienza in Provenza; e come
strandoCompagnoni che nel 12 79 era giu- le altre fu punita con pene spirituali e tem-
dice della curia generale di Camerino, di porali. Il Colucci nella sua Tre/'a oggi
Ancona, d'Osimo ed'Humana, Giacomo Montecchìo, parla ili questa rivoltura di
da Reggio. La decadenza intanto d'Uma- quasi tutta la Marca, pe' fanatismi delle
na e la restrizione del suo territorio a bre- fazioni, e specialmente Ancona, Siniga-
ve giro di miglia progrediva, mentre in glia, Umana, Ascoli, Uipatransone, Castel
incremento erano i circostanti luoghi. i\el Fidardo ec; hionde fu d'uopo che il cav.
secolo Xil Recanali con grado di muni- Geraldo de Tastis, vicario nel temporale
cipio si estese sino al mare; sul finir di del rettore Bertrando de Gol nipote del
esso o ne'primi del XIll Castel Fidardo Papa, contro suddetti luoghi si armasse,
i

e CaiDerano co' loro distretti presero le e coll'aiuto de'guelfi,che gli riuscì d'ar-
hbere forme degli altri comuni, né più rolare, marciasse a reprimere gli attentati
ubbidirono a Umana; in Sirolo domina- delle genti ribelli. L'Amiani dice che fu
vano i conti rurali che nel r 22:) si sogget- cagione della sollevazione l'aspro gover-
tarono ad Ancona, aggregandosi alla sua no de'franoesi, l'insopportabili gravezze,
uobillìi. Si continuò a nominare Coinila- e la superiorità acquistata da' ghibellini
fM* il contado d'Umana, ma inseguito non sui guelfi; e che sebbene il Saracini sosten-
vi restò corrispondente realtà. La debolez- ga gli anconitani per guelfi, li dichiara
za tlUmana andò manifestandosi ne'seco- ghibellini, e narra la notabile disfitta che
li XII e Xil I, e nel t 2 i5 e nel 1238 entrò ne fece l' esercito collegato e capitanato
in due di quelle alleanze che facilmente si da Federico conte di Monte Feltro. Al-
formavano e si separavano per gare mu- trettanto narrano Marangoni e Compa-
nicipali; e quando per gravissimi interes- gnoni. Quest'ultimo più diltuso distingue
si e diificìli intraprese gli umanesi si con- due combattimenti contro ghibellini an- i

federarono e combatterono le primarie conitani e altri il i. "sostenuto da Geral-


:

città e anche le minori terre, Umana non do unito a'jesini e maceratesi con succes-
di frequente v'intervenne, ne mai vi ope- so; il 2.° sostenuto dal conte Federico cou
rò cosa di qualche conto, quindi non po- qne'di Jesi e Osimo e altri mnrchegiaui
tè nulla vantaggiarne. Ma a quale slato ghibellini, perchè gli anconitani erano
ella fosse condotta nel 3." decennale del marciati sopra il contado Jesino, di par-
1200, abbastanza si dichiara dall' essersi te guelfa, ed il Villani chiama Federico
ceduti ad Osimo pel periodo di molti an- capitano dell'armi della Chiesa e l'Amia-
ni o lutti o parte de'suoi redditi marittimi ni generale, e riportò piena vittoria, tno-
e commerciali. Mentre la Marca giubila- rendo de'uemici 3ooo al dir d'Aniiani,e
va per essersi prodigiosamente trusporla- il Maueuti vuole più di 5ooo. Nello sic»-
38 UM A UM A
SOI 3o8 o neh 3 I o per moti"! non abba governatoti della Marca giudicassero non
stanza cerli; Umana fu occupala dagli aii- esser poi stali colpevoli gli anconitani nel-
coniloni, e tleniolilerie lemura, ne con- l'occupazione d'Umana, di cui mantenne-
ilusseio gli abilanli e le masserizie in An- ro loro domìnio. Mg.' Barili ragionan-
il

cona, come si ha dalla ieltera nel i3 [ t do sulle cause che produssero la decaden-
scrina da Cleoiente V a'suoi ministri per- za d' Umana, dice che vi congiurarono
tlie facessero giustizia a'recUuni licevuti molte calamità, le quali per difetto di no-
dagli iimanati. Niun cronista o d'Ancona tizie non si ponno esporre con accura-
o della provincia seppe questo fatto. An- tezza. Che i danni maggicri di lei, i più
cona poi neli3oc), ritraendosi dalla lega irreparabili e più ripetuti derivarono per
in cui era entrala anche Umana, per mez- certo dal diruparsi e scoscendersi del suo
zo d'un Nicchio, spetlahde cittadino in- colle nel mare. Questo fallo ancora non
aiato al cardinal Pellasrue le^nto della cessa e di presente tuttavia a quando a
Marca,giuiò di nuovo feileltà alla s. Se- quando si appalesa, ed è molto antico
de. Perciò non sa comprendere mg."^ Ba- lunghesso lutto il promontorio del Co-
rili, come in onta all'autorità pontificia nerò; questo, che è lardo ma tenace nel
si vi-sassero allora modi lauto ostili con suo progresso, pienamente corrisponde al
Umana, e fosse assalita equiliiin et pedi- descritto modo con cui Umana andò sca-
tulli maxima nnilliliidine, e resistette r//« dendo ;
questo dichiara come scompar-
noctuqiie per non modici Itmporìs spa- vero del lutto sino alle fondamenta i re-
tinnì.Forse gli anconitani ciò fecero per sti d'ogni edilìzio sagro e profano. I cro-
impedire agli osimani d'impadronirsene, nistilocali aggiungono pure che il diro-
a'qiiali Umana avrebbe recalo opportuna vimento del suolo fu seguace all'impeto
stanza per avere un lido sul mare, come di furiosi terremoti. Conclude ancora una
se l'erano procurato col siunmeiitovalo volta, che Umana da prospera e vigoro-
patto.Veramente non si conosce se fra sa fortuna non fu prostrata d'improvviso
Ancona e Umana esistessero precedenti e nella sua triste condizione, ma gradata-
inveterali odii spieiati, da provocare ne- mente si diminuì la cerchia di sue mura,
gli anconitani lauta vendetta per rovinar- il potere, il territorio, le fortune, gli abi-
la. Ancona per ambizione e interesse po- tanti. Anzi, che pe'terremoti fu assai Ira-
teva volerla soggetta, ma a decretarne la vagliata, si dimostra dal decreto del piis-
rovina e la distruzione non ne avea moti- simo vescovo d'Ancona Nicolò degli Un-
vo alcuno; anzi si conosce che dipoi fu gari de' 17 gennaio i3ao, per tramutare
permesso agli utunnesi di tornare nella il monastero dell'abbazia di Porto Nuo-
loro città, e non si come go-
sa spiegare i vo della diocesi d' Ancona, dal pie del
vernatori della Marca non impedissero Conerò alla chiesa di s. Martino di tal
tanta prepotenza negli anconitani, e nep- città; vi attesta essere già stalo altra volta

pure la punissero, il che forse sarà avve- (juelmonastero quasi sepolto da'macigui
nuto per le turbolenze e vicende politi- pegliammolamenti del monte, di averne
che che allora tenevano la regione agita- veduto di nuovo le mura diroccate scre-
la. IN'el principio del i 3 i i Clemente V ri- polale da'terremoli, e di sentirsene ivi le

cevè in Avignone i reclami del vescovo, scosse con Irecpienza straordinaria e (pia«
capitolo e popolo d'Umana, contro l'op- si giornaliera. Se dunque da' commovi-
ple^sione degli anconitani, per cui con menti del Conerò e nel suo sinistro flan<
lettera de'20 febbraio ingiunse a'suoi mi- co era lauto agitato Porto Nuovo, non
nistri di prendere perfclla cognizione del [iole va Umana a breve disianza nel destro
lo stalo delle cose, e (piinili agire con e ^l;irsenei(uuiii:ie. Stringe il suo dire m^
iicrgia, (]uando fosse d'uopo. Pare che i B. udì con dichiarare. Che la inassiiniil
U M X U M A 39
«ciaguia Uinaua, per cui di città non
il' come in altri luoghi del contado ; e nel

Je re^lò che il nome e la forma di [)ic(:o 1879 il medesimo comune [)regò Urbi-
lo castello, accadde uoii molto dopo il no VI che per sua autorità si confermasse
1 309 e verso il « 3 1 8 o r 3 1 9; il teri euio- la propria giurisdizione e governo su di
lo cagionò altre rovine nelle sue vicinan- Umana. Nel i 3q2 obbligatosi il comune
ze, precipitando (juasi del tutto quanto d'Ancona di pagare certa somma a'coii-
avea potuto campare da'[)assali iiifortu- doltieri Azzone da Castello, conte di Bar-
iiii. La masnada di ventura poi, che con- biano e contedi Carrara, impose una stra-
dotta dal feroce fr. Monreale cav. Oero- ordinaria e pronta tassa alla città e al ter-

solidiitano tli llodi ne calpestò e devastò ritorio; ed Umana dovè contribuire in 8


il territorio, si può dire pose il suggello giorni 60 ducati, (|uanti Gallignano, Fal-
alla rovina e desolazione d'Umana. Quel conara e Foggio. Negli anni seguenti si
provenzale col pretesto di porgere aiuto riuuovarouo ipieste tasse, ma non per
al celebre legato cardinal Egidio Albor- Umana. Andrea Tomacelli governatore
noz, fece una raduunuzj di njasiiadieri e della Marca correndo ostilmente il con-
di ladroni, co'quali adendo l'alte ila prin- tado d' Ancona, fece bottino di tutto il

cipio alcune imprese a favore della Chie- grano e dell'altre biade ch'erano in Uma-
sa, entrato nella Marca si buttò al parti- na. Il comune d'Ancona per sovvenire gli

lo de' .Malatestn, formò una compagnia abitanti e per dar loro uu nuovo motivo
chiamala lagrancorupagnia, saccheggiò persei'erandi in solita fidtlìlaiedicli Co-
vaiieeiltà marchiane nel 353,e per mon- 1 mwiis, prima l' autorizzò ad usare, con
te Liipone cavalcando alla marina s'iai- promessa di restituirlo, il grano de'mo-
padronì d'Umana, combattè Sirolo sen- naci Olivetani che stava in Sirolo, edipoi
za pcilerlo espugnare, e da Umana marciò li fornì d'altre vettovaglie. Essendo col-

sopra Aucena e la Romagna per depre- pevole di negligenza il podestà d'Umana


darle. Ma non tardò molto la gmstiziadi Francesco di Pietro Corraduccio, gli an-
Dio a punire la di lui baldaozii, mentre conuuic d'Anconi,
ziani e regolatori del
preso e condotto a Roma come ca[)o d'as- consideraides guerrani inimincnteni et

sassini e devastatore della Marca, fu de- peiicula occurreitlia in castris et foridi-

capitato a' 29 agosto 354 I d' ordine del tiis Coinitalus, gli surrogò Stefano di Pie-
famoso Cola di Rienzo, o meglio per a- traccio. Nel 1397 il condottiero Migliaio,
ver tramato contro di lui e pel narralo che stava al soldo del governatore della
liei voi. LXXVI, p.17?,. Pochi anni ap- Marca, venuto d' improvviso in quel di
presso tuttavia, cioè nel i 364, ^' cardinal Umana, ne predò uomini e animali, col
Alburnoz ordinando in vari gradi le cit- pretesto di pagamenti ritardati al teso-

tà della Marca, pose Umana nel 5.° ossia riere pontifìcio. Il comune d'Ancona ne
tra le minori nelle sue famose costitu- fece richiamo, ed ebbe scuse e promesse
Marchine
zioni "E^Mimiìd {Constiduioiies di restituzione. Bonifacio IX avea già de-
j4nconUanat eduae sub Egidio
D cartUnuU cretato nel febbraio 1397, colla bolla i^c-
cuiìi adiUlioiiibus Carpciisibwì, Romae dis JposloUcae , che tenendosi da Anco-
1543), preponendogli molte terre e ca- na per la Chiesa il governo d'Umana, i

stella ben mediocri di popoli e di edifiz'. suoi ministri non ne pretendessero alcun
Nel 1379 componevasi Umana di forse tributo oltre quello che Ancona slessa
appena 4o focolari, e l'ulteriore sua ro- pagava camera apostolica per lutto
alla
i»inas! pone tra ili 364 e ili427.i-Veh378 il suo contado, e valessero anco per U-
il comune d' Ancona la governava, per mana, che governava. Non ostante silìàt-
consuetudine non recente, mandandovi to decreto, Paolo Orsini generale della
ogni semestre uu podestà e un vicario, Chiesa neli4o3 domandò anche ad Urna-
4o U RI A U M A
na le pagìie dovutegli; e la richiese pure Bonifacio IX scrisse Bonifacio Vili. Solo
dei solilo censo il tesoriere della provincia dirò con mg.' Barili, che essendosi gli ao-
vescovo di Segni: questo era di 33 ducati conitani impadroniti d' Umana, per far
e di 8 anconilcini. Delle monete d' Anco- cessare le male voci d' ingiusta usurpa-
na coirimoiagine di s. Ciriaco o Quiria- zione, nel 1379 piegarono Urbano VI a
cus vescovo e protettore d'Ancona, parla riconoscerne il possesso, e ne rinnovarono
il AJuratori nella Disstrl. 27;edil Belli- l'istanza a Bonificio IX, e questi l'esaudì
ni, ZJe Monelis Ilaliae : Dt. Dlonelis An- nel I ^o^, ma non compitamente. Egli unì
conae. E qui noterò col eh. avv. Gaeta- in perpetuo ad Ancona la città d' Uma-

no de Minicis, dotto e benemerito illu- na, Clini siiix juribus, perlinenliis et terri-
stratoredelle palrieaulichilà fermane (co- loriis, ma tacque il mero e misto iiTipero,
me lo è il non nieu dotlofratelloRallaele), ad onta che Ancona specificatamente l'in-
clie nel 79^ la zecca d'Ancona battè mo-
i vocasse. D'altronde il Papa lo riconobbe
neta di rame erosa. Aggiungerò che nel- in certo modo per tale riunione, e per a-
l'epoca repubblicana del 1799 fu aperta ver confermato i privilegi delle città del-
la zecca nella soppressa chiesa collegiata, la Marca e nominatamente d'Ancona, che
ove fu battuta la moneta di rame e bron- di tutte era la più privilegiala, la più ric-
zo, d'argento e oro, come e meglio narra ca, la più potente; co' diritti del mero e
lab. Leoni, Aiicoìici illustrata, beneme- misto impero, che per lei esercitava il po-
rito [lalrio storico. IN'el i 4o4 Bonifacio IX destà, ed il consiglio ne approvata o can-
concesse che ai comune e territorio d'An- cellava le sentenze. Ella mandava ancora
cona perpetuamente sia congiunta Uma- de' podestà a reggere le terre e le castella
na, colla bolla Etsi ad procuraiidutii. A- del suo contado. Perciò ordinandosi che
vendo Benedetto XIV riferito nella sua vi fosse compresa Umana, s'intendeva che
Lttlera, che Bonifacio Vili con sua bol- in essa del pari avrebbero efficacia di- i

la dichiarò, che da 100 anni Umana era ritti concessi ad Ancona pel contado sles-

decaduta dalla vetusta splendidezza in un so. Inoltre neli4o4 S'' '>"zia''' « regola-
]>overo paesello, e [)erciò il possesso che tori d' Ancona ivi giudicarono le contro-
ne aveano gli anconitani era fondato sui versie insorte fra umanesi e sìrolesì, per
buoni e ragionevoli motivi pe'quali se n'e- alcune lasse e per la pescagione nell'Aspi.
rano insignoriti; e che trattatilo vi teneva- Altra controversia fra'medesimi per cau-
no il tnetlesimo g(jverno che nelle castel- sa de' confini,che agitatasi già neli4of
la del contado. )?^ che poi Bonifacio Vili l'avea compiuta una sentenza d'arbitra-
ordinò dovesse Umana, come le castella, to con approvazione del vescovo d'Uma-
essere francata d'ogni maniera di tributi na, anche questa volta finì con sentenza
imposti e da imporsi alla città e leire, che somigliante. Innocenzo VII neli4o4€uel
si reggevano per la stessa a cocnuncesol- i4o3 confermò con due brevi ad Anco-
tostavano al direttocomando de'pontifi- na le concessioni di Bonifacio IX sulla
tii ministri. Per fallo di amanuense la giurisdizione, e sugli ordinari e straordi-
Bolla corrispondente di Bonificio IX, in- nari tributi d'Umana: il i.°lo ricordai,
di confermata dall' immedialo successore r altro comincia colle parole Ea quae.
Innocenzo VII, culla bolla Sinceraedevo- Nel 1422 Martino V congiimse la chiesa
tiouis, fu scritta col nome di Bonifacio Liìianate all'Anconitana, di che fra poco
Vili, onde a questo Papa 1'
altribiù I>e- parlerò. Indi neli43o il podestà, difen- i

nedetloXI V. Per chiarire e provarci l'ab- sori e il consiglio d' Umana discussero e
baglio, ne fece argomento di discussione decretarono lo iS'/rt/«^o disposto in 3o ru- |

l'etKomiato mg.' Barili, dalla quale risul- biiche o capitoli. Mg.' Barili ne riporta il
j

ta lei rute dcU'amunucuiie che iu vece di preambolo, l' indice e gh uigomeoli delle |
U M A UMA 4i
rubriche che conliene, e l' approvazione Restituite ad Ancona da Paolo III le fran-

fallane dal comune d'Ancona neh 466. chigie municipali, il comune domandò
IN'el descrivere brevenienle le cillà vesco- che i diritti, davanosul contado,
che gli si

vili e altri luoghi del Picenoe della Jlar- comprendessero anche Umana. Il vesco-
ca raccontai come neh 433 il duca di Mi- vo Vincenzo de Lucchis dapprima si op-
lano mandò nella Marca per impadronir- pose, ma dopo molteplici atti giudiziari
sene il celebre conte Francesco Sforza, al in Pvoma accettò di venire ad accordo a-
quale si dierono pure Ancona, Umana e niichevole, pel (|uale d comune slesso di
i loro lerrilorii; per cui Eugenio IV si tro- nuovo ebbe la città d'Umana nelioGi.
vò costretto d'investirlo della Marca col Del resto Umana seguì le vicende politi-
titolo di marchese della medesima. Dipoi che ed ecclesiastiche d'Ancona, alla qua-
il Papa alleatosi con Alfonso V re d'Ara- le trovasi doppiamente riunita.
gona e di iS/c/Ym, ricuperò nel 44^ la Mar- 1 Il Piceno (a celebralo primogenito del-
ca, clieneh 444 lestituì al conte Sforza, l'occidente neir abbracciare la fede cri-
indi neh 44^ '^ riprese. Il comune d' U- stiana, dalCompagnoni, e i. "apostolo e
tnana nel i477 vendè al comune di Si- protomartire del medesimo si vanta s.
rolo, pel prezzo di 80 ducati d'oro di Ve- Marone, dal Rlarangoni, che nelle citate
nezia, terrani silvatam, fractalein, sodi- Memorie di Novana oggi Civitanova, ne
vani et arboratam, che incomincia ove scrisse la storia e il cui corpo si venera
i sirolesi hanno beni enfiteutici del vesco- presso tale luogo; quindi Ancona vanta
vo, va sino all' Aspi, poi giunge alla via primario prouiulgaloredell'evarìgelo l'a-

Tassennruin ad praluin Collis, e si ter-


ti postolo s. Pietro, e per i.
"vescovo s. Pri-
mina alle Molile. Neh4B9Ìl comune di uiiano martire nella persecuzione di Dio-
Ancona decretò che chiunque andava a cleziano, che alcuni pretendono esclude-
dimorare in UiHana avesse Uberain exeru- re, altripospongono a s. Ciriaco che gli
ptioneni per decennitim ad gabellarli gra- successe o almeno è il i. "vescovo che dopo
ni ti vini tain iniposila qnani iinponenda. di lui si conosca, principale patrono del-
Esenzione che si rinnovò nehSoy e nel la città e diocesi. Egli era ebreo e si chia-
i5io. JN'eli5o6 tre deputati anconitani mava Giuda allorché nel 327 s. Elena re-
sopra Umana venderono a Domenico di calasi in Gerusalemme a cercare s. Le- il

Bernardino prelas sive saxas de ruiiiis gno della Croce, ad essa indicò
il luogo

dictae civilalis veleris Hunianae tantum ove poteva essere, e rinvenutasi, pe'mira-
quantum suf/ìciat per faciendarn calcc.m coli che si operarono egli si convertì al cri-

in IrUius fornacibus.W C!\\\\'\un\ Benetlet- stianesimo, e poi per divozione a s. Ste-


lo Accolli legato della Marca nel i532 fano protomartire ad Ancona a
|)ortossi
privò Ancona dogni privilegio, e perciò venerarne il tempio e cattedrale che rac-
della giurisdizione d'Umana; e neh 533 chiudeva uno de'sassi servili alla sua la-
egli r attribuì al vescovo d' Ancona con pidazione. Per la sua divozione ed esem-
tutti i[)ossedirnenti che ivi avea il comu- plari virtù fu ammesso nel clero anconi-
ne, e ricevè dal vescovo la giurisdizione tano e poi eletto a pastore. Dipoi torna-
politica di Gallignauo, che apparteneva to in Palestina per visitarvi i santuari,
a lui e ad Ancona con vicenda semestrale, nel 3()3 vi licevè la palma del n)artirio
alcuni beni in vicinanza del medesimo ca- pel suo zelo, venendogli versalo il piom-
stello, e la somma di 63 o fiorini posta nel bo liquefatto nella bocca. Dopo circa un
Monte de'Meriti; quindi il vescovo d'An- mezzo secolo ia chiesa anconitana, per la
cona Balduinetto de Balduinelti pel i.° pia umuilicenza dell' imperatrice Galla
cominciò a dirsi conte d' Umana, e tut- Placidia, ricuperò il prezioso suo corpo,
tora vicue il litulu portato da'&uuctiiisori. che uiirubihueule è tuttora iulatlo.Depo-
4^ U IVI A U M A
sto nell'ntilica calleiliale di s. Stpfnno, in pagnoni vescovo d'Osimo sopra il suddet-
ap()resso fu trasferito nella callediale sol- lo rituale. Dopo Marco, trovasi vescovo
to r invocazione del suo nome, ov'è in d'Ancona IN.dtl 492; nel 5oo s. Trasone
grandissifna venerazione. Abbiamodelp. I, che ritrovò il corpo di s. Liberio ere-
OLloardoCorsini generale delle scuole pie, niita armeno; nel 55o circa s. Marcelli-
Bclnzione. cleìlo scoprinienlo e ricogiiizio- no I nobile anconitanodellafamiglia Boc-
nejtitin in Ancona de corpi di s. Ciria- catnaiori, col libro degli Evangeli in inn-
co , s. Marcellino e x. Liberio proleLlori no estinse un furios') incendio e per le sue
della ciliare riflessioni sopra la lorotra- preci liberò Ancona dall'assedio di Toli-
slazione e cullo, Roma lySS. Girolamo la re de'goli, i quali l'aveano anche asse-
Speciali, Notizie isteriche de' ss. Protei- diala sotto re Vilige. Verso 569 s. Tom-
il

tori della città d' Ancona, de' citladini che maso I; degnamente nel 583 gli succe.s>.«
colla loro santità l'hanno illustrata, del- Severo a cui scrisse s. Gregorio I; nel 6o3

la di lei cattedrale e vescovi della città, Fiorentino ravennate, nel 629 Giovan-
e ss. Croce/ìssod' Unian a, Venezia i'j')g. ni 1, indi Mauroso anconitano che fu al
Riflessioni addizionali al libro intitola- concilio di Luterano del 649 e vi si distin-

to 7V(9//z?e z'^to/vt/Vcr/e' m/i<j ec./^zWe^'Z/j/- se pel zelo; Giovanni il intervenne nel


l'autore niedesin}o,Fo\\g\\o i
j jo.Mg.' Uà- 679 al sinodo roujano, a quello del 74^
rili loda lo vSpeciali (piai benemerito del- si trovò presente il vescovo Senatore, Ti-
la storia d'Umana. In breve prima accen- grino fu al concdio di R.ouia dell'S^fi, al

nero i successori di s. Cii iaco, sinché di- cui tempo saraceni posero Ancona
i a fer-
vennero pine vescovi d' Umana; quindi ro e fuoco, dalla cui ferocia preservò le
riporterò la serie de'vescovi d'Umana, e reliquie de'ss. Protettori dalle chiese su-
dai 1422 la proseguirò co' vescovi d'^-i/nco- burbane trasportandole nel sotterraneo
na e>.\' Lrnana, d'un numero de'qualine della 2.''calledrale di s. Lorenzo, sulla ci-

parlai in tale articolo. Marco vescovo di Dia del («nasco, cnassime i corpi de'ss. Ci-
Ancona intervenne nel ^62 al sinodo ro- riaco, Liberio, Palazia e Marcellino; nel
mano, in quest'epoca a vea la cliiesa d'An- quale eccidio andò distrutta la cattedrale
cona d suo rito particolare nell'ammini- di s. Stefano, che ripararono gli anconi-
slrazione de'sagramenli ,
precipuamente tani, onde i vescovi continuarono a risie-
nel Battesimo. iNou già soltanto percliè dervi dappresso. Nell'Hb 1 Leopardo fu al

si amministrasse per immer^i^>ne, come sitiodo romano e lu inviato in Bulgaria;


pralicavasi in questi secoli in lutto il re- iieirB^S il vescovo l^aolo lece parte del-
sto della Chiesa occidentale, e come sino la legazione a Costantinopoli per l'iiitru-

al giorno d'oggi continuasi a praticare soFozio, ma prevaricò e fu deposto e sco-


nell'orientale; ma perchè le ceremonie e municato, DopoBeuolergio deir887 non
le preci dillerivano da quelle del rituale si conosce sinoal 967 che Erfermario,

romano, e in molle cose si avvicinavano indi Trasonell del 9(88, Stefano sedeva
al tuttora esistente RitoAi/ibroaianoe Uf- nel o3o, Grimaldo nel io5r, Gerardo I
i

fizio Ambrosiano (f .). Di tale diversità nelioG9, Transberto circa il 1090, Mar-
di rito fa prova il rituale stampato nel Cellino il deli 100, N. neh 18, Bernar- i

1542 in Venezia col doppio titolo: Ca- do nel 127, Lamberto deli i58, Toin-
i

theciiniinnin j'nxta riltini s. Ronianae Ec- maso li neli 172. Gentile intervenne ai
clesiae: Q^tliecuniiiiurn secundunt usuin concilio di Lateiano 111 nel 1 ^9, Rodol-
(

Anconitanuni. Nella Dissertazione sulla fo nel 1 1 80, Beroaldo nel i 1 8b, Gerardo
chiesa d' Ancona di mg.' l^ertizzi, tra le li nel 1204, i" tempo del <juale successe
iiotedegli eruditi oan. Fauriecan. l'elreb il 2." rilrovamento de'corpi de'ss. i*elle-
li, »i riporta quanto ne disse mg.' Coui- giino,ErcoluuueFluviauu,priuiilivituar;
UMA U M A 43
tiri ilella chiesa d' Ancona, nella chiesa bile anconitano reccellenle Antonio Pa-
del ss. Sai valore che d'allora in poi pria- pis, iiiridaiulnne la direzione fisico-mora-
cipiò a chiamarsi di s. Pcllegiino. Il ve- le al [)r(d. Benedetto Monti. Se ne legge
scovo Persevallo fioriva nel laog, acni l'iuqiortante descrizione nell'opuscolo in-
Gregorio IX confermò il nuraero de' l'i litoliilo:/V</oi'0 apizio sollo L' invocazione
canonici della cattedrale, compresovi il di Giovanni di Dio per la cura fisi-
s.

priore, stabilito dal predecessore con au- co-mornle de nienkcalli Loreto rS^o. ,

torità d'Onorio ili. Nel i •243 sedeva Gio- Lcgg i sta III (arie e regola menti disciplina-
vanni ili Ijooì, canonico e ciltadinoanco- ri pel nuovo ospizio per la cura fUico-
nitano, eletto dal capitolo a cui conferrnò monde de' mentecatti eretto in Ancona
i privilegi e le giurisdizioni concesse dal- dall'ordine e sotto C invocazione di s. Gio'
confermalo da Innocenzo
l'antecessore, e vanni di Dio. Preceduti da un ragiona-
IV, il quale approvò poi le sngge leggi nteiLlo intorno alla dottrina generale del-
formale dal vescovo per la sua chiesa; in- l' malattie mentali riguardate ne' loro

oltre Giovanni HI eresse una pi;i casa di fenomeni, nelle loro cause costitutive e
dame, che poi divennero le canoniches- nelle occasionali, non che. rispetto alta,
se Laterpnensi. ^'el 1 285 l'ietro I Capoc- loro prognosi ed al loro trattamento cu-
ci , lra^lato a Viterbo e Toscanella. Nel rativo generale; del ih. sig.r prof, d.r Be-
286 Pietro II Romanelli, cui successero:
I nedetto ÌÌJontij Roma
840. Del conven- 1

nel 1289 Bernardo 11 dal Poggio lucche- to e della chiesa, siccome già de' minori
se, Iraslalo a Rieti; nel 296 amministra- i conventuali, ne sciisse le notizie il p. Ci-
tore Pandolfo vescovo di Patti; nel i 2f)f) valli nella / isila triennale o Memorie
fr. Nicola I degli Llngari nobde anconita- statiche della Marca, presso il Coliicci,
no e minorità, dottissimo, zelante e pru- J litichi tà Picene, t. 2.5, p. 82 : Custodia
dente, che avendo il terremoto rovinato Anconitana. Riferisce i capitoli dell'ordi-
ilmonastero de'benedellini di Portonuo- ne tenuti in Ancona, i religiosi illustri fio-
vo, colla morte dell'abbate e d'alcuni mo- rili nel convento; celebra i fisti d'Anco-
naci, trasferì i superstiti in città e die lo- na, il suo porto notissimo a lutto il mon-
ro la chiesa di s. Martino, la quale prese do, liportando il dello: l niis Deus, una
il nome di s. Maria di Portonuovo. Di Roma una , Turris in Cremona unu.v ,

più questo vescovo ristorò e abbellì l'e- Portus in Ancona. Né manca di riferire
piscopio, allora presso la chiesa di s, An- i pregi di diversi illustri anconitani. Su di

na, pose la I. ^pietra pel grandioso tempio si poimo vedere il Colucoi citato,
questi il

di Maria Maggiore da lui eretto, poi


s. s. Gamurrini il Sansovino, il Zazzera,
, il

Maria delle Scale dall'ampia scalea per la i\I;irchesi,e Francesco Ferretti: Pietra di
quale vi si ascende, o di s. Francesco co- paragone della vera nohillà , discorsa
mechè dato in cura de' francescani con- genealogico de' conti Ferretti Ancona per ,

ventuali. Ne' primi anni del corrente se- Francesco Serafini 685. Sulla 1 nobilissi-
colo il convento fu da' francesi ridotto a ma famiglia Ferretti , oltre quanto di'isi

ospedale militare, e poscia ampliato e di- altrove, ponno vederci vol.LXVI,p.


si

venuto urbano fu concesso a' benfratelli 211, LXXXI, p. 399. Quanto alla chie-
nel 1818. Essendone priore il p. Benedet- sa di s, Francesco delle Scale, leggo nel
to Vernò romano, poi generale dell' or- n.°39 del Diario di Roma del 1844» che
tiiue, pel suo zelo, energia e vaste cogni- tale sagro edifizio, il quale per vastità e
zioni, ottenne dal municipio gli opportu- per mole entra innanzi agli altri tutti che
ni fondi, per aggiungervi un manicomio, si ammirano in Ancona, fu restituito al-
misericordioso stabilimento di cui man- l'ordine de'minori conventuali (i qu di giù
cava la provincia, eoa archilelture del nu- avevano acquistato una piccola casa prò-
44 UM A U M A
pinqua al tempio), mercè benigno re- Mouies in Borgogna, trasferendolo da Ce-
sellilo di Gregorio XVI de' iG marzo S'^ia. Gli successe nel i33o Francesco;

j844j olleniilo a nieiliazione «lei U.mo quindi neh 34^ Nicola II Frangipane ro-
p. Eigoni zelantissimo generale dell'ordi- mano, al cui tempo insorse fiera discer-
né slesso. Indi a'i 5 aprile il vescovo car- dia fra'nobili e il popolo, con saccheggi,
diiial Cadolini, a ciò autorizzalo, fece l'at- violenze e spargimento di sangue. Nel
io di legale consegna della chiesa, non i 344 il francese Agostino dal Poggio ca-
che di alcuni annessi, al R.mo p. provin- nouico di Canibray, che mai renne alla
ciale e al R.muguardiano de'rainori
p. stiasede e lagovernò pel vicario.Nel 34*^ i

conventuali d'Ancona, per mezzo del suo il capitolo elesse a successore SimoneMar-
vicario generale. Si aggiunge, che gli aa- cellini vescovo d'Umana, non approvalo
conitiini di tale avvenimento andarono da Papa Clemente VI, che invece gli so-
lieti.ssinii, siccome desideravano che mo- slilui Ugo priore benedettifio francese,
numeulo sì ammirabile per le arti belle che n)oiì innanzi di recarsi ad Ancona,
fosse conservato nelle sue architetture, e Onde nell'istcsso anno venne surrogato
specialmente nella facciata principale, la l'anconitano fr. Lanfranco Salvetti mino-
quale cogli sfoggiali ornamenti, di cui fu rita e inquisitore generale della Marca,
abbellita sulla metà del secolo XV per dotlissinio, prudenlissimo e di santa vi-

mastro Giorgio da Sebenico, mostrava il ta, traslalo a Bergamo neh 349; '^"'' "^^
gradodell'ai ti chesi esercitavano in quel- suo breve vescovato fu lagriinevole testi-

l'epoca. Si dice ancora, che neh' attiguo monio della furiosa peste che rapì ad An-
conventOjOra de'benfrateili, uscirono per- cona circa g decimi degli abitanti, e deb
sonaggi per santa vita e per dignità rag- l'orribile e rovinosissiino incendio, che

guardevoii, che crebbero lustro all'ordì- durato 3 giorni non si spense inlerameu-
ne conventuale e giovarono la società, dei te se non dopo [5. Descrisse si luttuosi e
quali, per tacere di 28 inquisitori gene- desolanti infoi lunii, il testimonio di vìsIh

rah del s. Ollizio, di io vescovi, e altri Oddo de Blasiu: C/irouica de la edifica'


due Ponteilci , solo si volle rammentare Cassaio Anco-
Itone et deslriutione del
quel gran Sisto V, gloria del Piceno, che nitano. Non 1' anno della
vi è il luogo e
ivi condusse gli anni dell'età giovanile, e stampa perchè dovea servir d'Appendi-
l'eccelso animo venne nutrendo di seve- ce all' erudita e pregevole dissertazione
ri studi e di t'orli alfetli per modo , che che sull'origine d'Ancona scrisse lab. lìer-
levato poscia al supremo seggio del Va- nardino Noja vicario del cardinal Diifa-
ticanosì bene njerilò della Chiesa uni ver- lini. iVeliS-JQ fr. Giovanni IV Tedeschi
sale. minori conventuali riaprirono la
1 anconitano e virtuoso agostiniano diven-
chiesa di s. Francesco al cullo divino e ne pastore della patria, che se cominciò
alla glorificazione del serallco fondatore ilsuo governo tra la desolazione per le
dell'ordine loro. Ma in conseguenza del- accennate spaventevoli sciagure, ebbe poi
le luttuose vicende politiche deli 84^"49i diverse consolazioni. Vide liberala la cit-

si trovò necessario di nuovamente servir- là dal giogo de'Malatesla, e nel i355 vi

si della chiesa per ospedale militare, in accolse solennemente e trionfante il gran


sussidio del conligiio, ed è tnltora occii- cardinal Albornoz, che alloggiò nell'epi-
palo [)er uso de'mililari austriaci. E" da scopio. Neh 373 scoprì il cor[)0 intero di
sperarsi, che parlili essi dalla città, la chie- s. l*rimiano vescovo e martire nella chie-
sa verrà restituita a' minori conventuali sa di s. Maria in Turiano , che da (|uel-

e perciò al divin culto. Neil 326 da Gio- l'epoca assunse il nome suo, e quamlo i

vanni XXII residente in Avignone fu e- nnnimi rifdjbricarono la chiesa nel iGoq


letto vescovo dAucouu Tommaso 111 da fu collocalo sullo l'aitai e ma_^giore. E ucl
U U A U M A 4)
1877 gioì pel nstabilimenlo della resi- tro provvide colla sede d'Ascoli. Tulia-
tlcDza pupalein Roma o[)eiala claGiego- volta IH' fiuono con>ei;uen2a
o accanile di-
1 io XI, ma si afìlisse quando contro il suc- scordie fra le famiglie Vigilanti e Ferret-
cessoreUrbano VI insorse il glande e fu- ti, alle (piali presero parte allri nobili an-
nesto Scisma d' occidente, che sostenne conitani. Neli4i8 01419 lo s'esso Papa
in /Ivigiione l'antipapa ClementeVlI.Nel nominò vescovo d' Ancona Astorgio A-
i385 fu fr. Bartolomeo
vescovo Dario I gnensi o Arnesi [T .), e lo era slato di Mi-
o Oleario (1.) francescano e padovano, leto, di Ravello e di Melfi, il quale rap-
traslato a F'irenze e cardinale. iNeli38T presentando al Papa pò veri mento del-
l'ini

d. Guglielmo Della Vigna benedettino di mensa e la


la condizione d' Umana, nel
Subiaco, neli3q5 io Ferngia celebrò la 1422 ne ottenne l'unione e fu I. "vescovo
messa innanzi Bonifacio IX infermo, e nel d'Ancona e Umana, indi cardinale. Ora
i4o4 intervenne in Roma all'intronizza- fa d'uopo riportare iaseriede'vescovi d'U-
zione d'Innocenzo VII, che lo trasferì a mana, per quindi compierla co'successivi
Todi ueli 4o5. In questo gli sostituì il suo vescovi d'Ancona e d'Umana. Osserva
confessore e tesoriere, altro benedettino mg.' Barili waW Italia sacra,
che l'Ughelli
di s. Giorgio di Venezia, d. Carlo degli t.i, dopo avere riportato
a p. 324 la se-_
Atti di Sassoferrato, ma la oìorle gì' in»- neAiicoiiilani Episcopi, ei\ a p. 743 quel-
pedi di recarsi in Ancona, laonde elesse la d' Hiimanatenses Episcopi in numero

in sua vece nel 1 4o6 Lorenzo Rivi o Ric- di 25, e di Ancona e di Umana gli altri a
ci fiorentino. Frattanto Io scisma soste- p. 3 38, fucouìmentato egregiamente eoa
nuto dall'antipapa Benedetto Xlll tene- aggiunte e correzioni dal Coleli nel t.io
va divisi e agitati i fedeli, ed i cardinali della slessa Italia sacra, cioè a p. 11 5,
ribellatisi a Gregorio XII nel famoso óV- 206 269, il quale enumerò 27 vesco-
e
nodo di Pisa lo deposero nel 409 in uno \ vi. Dice inoltre che dopo il pontificato di

all'antipapa, e così la Chiesa si trovò viep- Benedeìlo XIV le notizie de'vescovi d'U-
più lacerata neil' ubbidienza. Forse Lo- mana si acci ebbero da'seguenli.Dagli/^«-
renzo seguì quella d'Alessandro V, poi- tiales Canialdulensium. Dal IMiirtoielli,
ché Gregorio XII neh 4 'o lo rimosse dal- 3/cniorie historiche cf Osimo. Pompeo
la sede e vi nominò fr. Simone Vigilan- Compagnoni, Memorie della chiesa e dei
ti patrizio anconitano, generale degli a- vescovi d'Osmio. Fausto AntonioMaio-
gosliniani. Morto Alessandro V e succes- i\\,De Ecclesia et Episcopis Anconilanis,
so Giovanni XXIII, pare che questi tra- Coninientariits, in quo l gJielliana series
sferisse Lorenzo aSinigaglia,ma Gregorio emenda tiu\ condnuatur , illustratur, Ro-
XII noi volle, e lo fu più tardi per Alar- maei759. Leopardi, Serie de'vescovi di
lino V. Di più GiovaniùXXIll tenlòd'in- Recanali. Co\ucc\, Antichità Picene,\, i o,
trudere nel 4 1 3 nella sede d'Ancona
1
l'al- p. 174 e seg., che con molta diligenza vi
tro nobile anconitano Pietro Ferretti, e congiunse quanti alti e documenti de've-
sebbene questi co'maneggi voleva costrin- scovi eransi prodotti colla stampa, e fece
gere fr. Simone ad abbandonar la sede, il novero di 32 pastori d'Umana. 11 ce-
questi si adoperò con alti umili per re- lebre Giuseppe Antonio Vogel di Stra-
starvi, e con tale dignità intervenne nel sburgo canonico di R^ecanati, della dioce-

concilio di Costanza, Pietro intitolando- si Commentarìus historiciis


di Basilea ,

si semplicemente eletto. Papa Martino V de Ecclesiìs Recanatensi et Lanretana


a pacificar la chiesa d'Ancona, pel nar- carumque Episcopis An. 800. Prezioso 1

rato sconvolta e travagliata, nel i4i8 o mss. che celebrai in più luoghi, faticoso,
1419 trasIatòaSinigaglia fr. Simone, per accurato e dotto lavoro che comprende
aver promosso Lorenzo ad Ischia, e Pie- olire i5o documenti, non solamente ri-
\G U M A U M A
guardanti le antichità sagre recanatesi, formate se alla storia delle Chiese d' L
ma eziandio le nunianali e le niarchiane, talia vi apponesse (pi;dche aggiunta. In-
non Hieno la storia universale che dalle tanto modestauìenle corresse le proprie
memorie provinciali trae in gran parte inesattezze, delle quali si avvide dopo let-

tjua^i tutta la sua vita. Perciò mg/ Bari- to l'egregio libro tlell'ab. Cappelletti, es-
h fece voli per la piibhlicaziune dell'eu- sere 00 i vescovi umanesi di cui non si
coinialo tuss. , notando inesatte alcune peidette la memoria, non coinpreudendo
schede sui vescovi d'Umana. Di recente Aslorgio che [lel i ."potè unire hi loro chie-
il dottissimo e della storia patria bene- sa all'Anconitana. Dirò ancora, che il Pe-
merito, defunto anconitano Agostino RI.' ruzzi fu altresì autore delle seguenti ope-
J'eruzzi canonico arciprete della metro- re. Dissertazione della prima fondazlo-
jiolitana di Ferrara, giovatosi con assen- ne d' Ancona, Osimoi 794- Oe' Siculi ila-
nala critica delle schede del Vogel , i di liei fondatori d'Ancona, lettere, Ferra-

cui vescovi sommano a 32, e delle ope- ra 1826. Storia ci' Ancona, Pesaro 835. 1

re di tulli gli altri, ne diede la C/irono- Dissertazione sulla Chiesa anconitana,


taxis Episcoporiun Himianatum emen- con note e supplementi di Luigi Pauri e
data et aucta, cioè di 32 vescovi che co- diSebastiano Pelrelli canonici della chie-
mincia da Filippo V nel V secolo, pub- sa cattedrale di Ancona, per Gusla *oSai -

blicala pel Sartoij Cherubini nell'Appen- lor] Cherubini, Ancona 845. Le sue O- 1

dice a'iiecreli del sinodo diocesano tenu- pere complete fnvouo impressein Bologna
to nel I841 dal vescovo Cadolini nel duo- ne! 184 7 -Di Ancona abbiamo ancora. Giu-
mo d'Ancona, e da mg." Barili riprodot- liano Sai acìiù, Notizie istoriche della di-
ta a p. 27 ei iq. Questo prelato dichia- ta d' Ancona già termine dell' antico le-
ra pure, che sebbene tal serie sia manche- gno d'Ilalia,con diversi avvenimenti di l-
vole per lunghe interruzioni e non isce- la 51arca Anconitana, e in detto regno
vra d'incertezze, è la più accurata che si accaduti, Roma 1675. D.' Gaetano can.
aljbia, per cui se ne deve gratitudine al Jjù\u(\\, Dissertazione de' siculi t dellafon-
Peruzzi. Mg/ Barili pertanto alla citata dazioned'Ancona,\\'i 182/, tipografia Ba-
p. 27 riportò aggiunte e rettificazioni, iufli. D. Antonio Leoni, Lettera rignar
dichiarando che a'ricordati autori si fe- dante l' anfiteatro d' Ancona, ivi i8i 1

ce assai degno e onorevole socio l'dluslre dalla tipografia di Kicolò Balud'i: Anco-
d. Giuseppe Ca[)[)ellctti, colle notizie ec- na illustrata colle risposte a'siguori Pe-
clesiasliche umanesi, pubblicale nella sua ruzzi, Pighetli ec, e il Compendio delle

grande intrapresa storica intorno ìtCliie- memorie s loriche d'Ancona capitale del-
se cV Italia. Poiché quante notizie pote- la .'ì/arca A nconilrtna, ^tìconsilS32 dal-
vano ilerivarsi da' cionisli anconitani e la lipografiaBaludì. Marchese Amico Ric-
quanti documenti si erano dividgali da- ci, lìJeniorie s loriche delle arti e degli ar-
gli autori menzionali, lutliegli adunò con tisti della Maica
d' Ancona Macerala ,

ordine e chiarezza; e che niun altro tra- i834- Consliudiones sive Slalutaniagni-
vaglio piìicompiuto si produsse sulla chie- ficae civilalis Anconac, ivi.

sa d'Umana. Di più urbanamente aggiun- Ricevè Niuuana o Umana il benefico


ge, che se gli si potranno appuntare al- lume della fede ne'[)rinii lem[)i dellaChie-
cune inesattezze, queste però sono assai sa, ma s'iguoi a precisauìenle chi ne fu il

lievi e rare [)er uno scrittore che tratta predicatore, se piu'e noi fu s. IMarone che
di luogo, ove non fece dimora, ed inten- in altre città e luoghi circostanti l' avea
de a scopo ben più ampio e faticoso. INe promulgata, o forse da (juelli già couver-
fece (juindi cenno, lasciando al suo giu- liti le (u [)oi coaiuiucato, ed ebbe per
dizio di decidere se meritino d'essere ri- tempo il seggio vescovile immcdiatameu-
IJ M A U M A 47
le soggetto itila s. Sede, come lo è tulio- vescovo di Numana ne! 095 fu ni concilio
ra il vescovo trAiiconn e trUiDana. Si co- romano, che altri dicono nel 5()8: mg.'
nosce peri ."vescovo di Muin;ma[Joi Unin- ii.irili, seguendo Coleli, non ci conviene,

na Filippo, che inlervciuie a'siiioili loma- e con Ini ri[>ele che venne confuso con
iii ilei 4611 e del 4^7, '»a siccome altro Grazioso o Graziano vescovo di Nointn-
Fili{)po.si vuole presente al concilio di Ro- lo {^J'^),NomentanaevidNumciitinae Ec-
ma 487, riconosciutosi vero quesl'ul-
del clesiae. L'Ughelli con questo Grazioso a-
limo, così fa d'uopo ritenere un solo Fi- vea comincialo la serie de' vescovi d'U-
lippo e non due. Il a.** vescovo di Numa- mana, mentre si esclude da questa sede.
11 a è Costantino nominalo nel 494 '" ^' Germano fu al concilio di Laterano nel
i»;i lettera da l'apa s. Gelasio I a'vescovi 549, e Adriano in quello pur di Roma
Wiissimo e Eusebio, per decidere certa del G80. Per le lagrimevoli vicende de'
(juestione tra luì e il vescovo d'Ancona tempi forse la sede il'Umana restò vedo-
pei confini di loro diocesi. JMg."^ Barili non va del pastore sino a Cosma o Cosimo che
è pienamente sicuro di Costantino, ]'ei sottoscrisse il sinodo romano dell' 826,
vocaboli co' quali viene chiamata la sua EpiscopusIIunintìns. Servio in quello pu-
sede, due essendo Cnniixcanae e Caniti- re romano deir8ìi3 si firmò Sergitis U-
scnnai', cheil Vogelthhe qualche |)roperi- inanrnsis. Giuliano nell'HT)! si trovò nel
sione di doversi leggere Camerano, corae concilio di Roma. Neil' 887 sedeva Ro-
^oce meno straniera e meno discordante berto, nel 967 fu al concilio di Ravenna
alla lezione degli antichi codici, poicliè Benedetto, nel 99(1 era ve>covo Giovan-
dopo la distruzione di Numana o Umana ni. IVel o44 Guido si recò al sinodo di
I

i vescovi spesso dimoravano in Camera- Roma, s. Leone IX convocò 3


e quaiulo
no dello anche Catuurano. Sebbene ciò adunanze vescovili contro simoniaci dal i

riporti con critica erudizione mg.' Cari- 10493! o5i, ivi fece ritorno almeno al-
I

li, e parli della residenza falla da'vcscovi tra volta. Allora s. Pier Damiani lui co-
talvolta a Recanati, edanche a Castel Fi- nobbe ben diverso da quello che per in-
dardo ov'era una casa episcopale, non con- giuste e malevoli voci erasi figuralo, e rin-
viene per Camerano, sia perchè vesco- i cominciatogli rimbrotto voloutierì cam-
vi umnnesi sempre s'intitolaronod'Uma- biò in elogio e venerazione, n^tW Optisco-'
Da, sia perchè la decadenza non fu estre- lo XFI diretto a Ghislerio ve>covo d'O-
ma, come sì notò di sopra, sia per crede- simo, lodandolo come uomodi particola-
re non ancora esistente Camerano; e sic- re umiltà e pazienza, etl erudito nelle s.

come memorali vocaboli vi è quello


Ira' Scritture e negli studi dell' arti liberali.

di Annsranat, che diversi spiegarono per Del vescovo Guglielmo Irovtisi menzione
Osimo, anche questa può vantare la [)ro- in una bolla di Papa Vittore li a favore
Labilità d'essergli appartenuta, e vi pio del vescovo di Teramo, in un decreto dì
pende per congettura piìi credibile. Del Papa Nicolò 11 del 039, nella soscrizione1

"vescovo Ron)olosi ha memoria nella sen- aldiploma emanato nel 062 da Papa A- i

tenza di Papa Vigilio, j)ronunziata nel lessandro li a favore della cliieoa di Fos-
55 contro Teodoro
1 di Cesarea, il cui ve- sombioiie, e nel 1069 >ottosciisse il de-
scovato pare inconiinciato in tempo an- creto di tal Papa per la cons;igiazione di
teriore. ^'el 553 liovasi il vescovo Quod- Graziano vescovo di Ferrara. iMg.' Bari-
vulldeus che sottoscrisse in Costanlino- lidiscorre eruditamente d'una congettu-
poli il famoso costituto dì detto Papa Vi- ra degli Annalisti Camaldolesi, che forse
gilio, e vivea nel 558 quando Umana fu può iguaidare anco Guglielmo. Fino al
I

rovinata dal prolungalo terremoto e per I iG non si conoscono altri vescovi, e in


I

la più parte subbissata nel riiare.Grazioso quell'anno sedeva Ugo, del cui tempora-
48 U MA U INI A
le dominio nncoia d'Umana il Coliicci e nò a'monaci di Fonte A^'ellann [V.) la

altri riportò un importante documento, chiesa parrocchiale di s. INIaria, co'dirit-

di cui già parlai. Si apprende da esso, che ti e adiacenze, situata nel fondo di Lore-
8 delle pili cospicue famiglie d'Osimo a to, che allora col territorio di Recannti
nome del comune si presentarono a U- apparteneva alla diocesi d'Umana. Sul do-
go ed a'suoi canonici, e donarono a lui e cumento, dice Colucci, si volle abusare
alla sua chiesa un notabile tratto di ter- da alcuni severi critici per appoggiare i
ra, che gli osimani possedevano nelle vi- loro dubbi sulla prodigiosa traslazione
cinanze d'Umana j e in ricambio Ugo e della s. Casa, e contro le prove piìi coa-
ì suoi canonici, alla presenza e di con- vincenti osare di mostrare già esistente
senso dell'arciprete, dell'arcidiacono e del nel secolo XII la chiesa di s. Maria di Lo-
primicerio, concessero agli osimani per reto, quasiché la donata dal vescovo sia

99 anni piena licenza di frequentare il la medesima che racchiude il celeberri-


porto e il lido d'Umana ed ivi fare qual- mo santuario della s. Casa. Ne'tanli luo-
siasi traffico, senza alcun peso di gabella ghi ove ragionai di esso narrai, che quel
o dazio; a condizione però che gli osima- fondo sparso di lauri si nom\nh fnndus
ni si recassero ogni anno processional- Laureti, in sita nenioris, nel bosco degli
menle il giorno della festa di s. M'jria allori, Laurelum, donde prese la denomi-
d'Umana a visitarne la cattedrale, ed a nazione la detta chiesa, ed ora ivi sorge
pagare al vescovo ed a'canonici il tribu- colla città di Loreto il venerando santua-
to di 3 libbre di denari. Si convenne dalle rio omonimo. Questo nome altri lo de-
due multa dii5o libbre d'argen-
parti la dussero dal fondu ove perlai. 'volta si po-
to, contro chi ne alterasse o rompesse le sò la s. Casa di proprietà della recanate-
condizioni, alle quali eransi obbligati con se Laureta o Loreta, donde partì e andò
giuramento. Nelii42 lo stesso Ugo con- a posarsi soprauna vicina collina e da ,

validò co'suoi canonici il concesso, col do- questa finalmente di nuovo partì per fer-
cumento riprodotto eziandio da Colucci, marsi sull'altra adiacente collina, in cui
il quale riferì pure quello da cui rileva- restò, ne'diiitorni cioè dell'antica parroc-
si, che nel sinodo tenuto neh ii^5 in Fo- chia di s. Maria in fundo Laureti, che
ligno dal cardinal Giulio legato d'Euge- Giordano avea donato al monastero del-
nio Ili, quando ne consagrò la cattedra- r/\vellana, il (jual celebre monastero fu
le, con furono presentati
altri vescovi vi poi dato a'camaldolesi,ed ora trovasi nel-
Anconitanus cum uno archidiacono, duo- la diocesi di Pergola (J-). U Colucci che
bus praepositis, tribusahbatìbus; liuina- ricavò il documento dal t. 8,p. 37, degli
uensis cum archidiacono, archipresbite- /4nnal.CanìaLd.yCou(\\.\t%V\ conclude sul-
ro^ duobus nbbniibus. Siccome Ugo lene- la miracolosa e portentosa traslazione del-
va certamente la cattedra umanese nel la s. Casa, da un luogo ad un altro. Coiispi-
I 142non vi ha notizia d'altro che a-
e l citur enirn aedicula haec adliodìernam
vesse prima deli 179, così è probabile la deposita super nudani hutnuin , ctfiui-
congettura di Colucci che quegli sia il , damentis omnibus carens ad instar alle"
vescovo indicato nella lettera del cardi- rius sacrae Laurelanae aedis, in qua
nal legato che narra l'accennato. Ad ogni postrema cum restaurandum essel pavi-
modo, dice iiig.' Barili, la sede il'Uniana mentuni corani Episcopis a s. Sede de-
non era vacante in quell'anno. Neh 179 putatisi observalum fuit ipsam solo in-
il vescovo Giordano intervenne al conci- haerere sine alio supposilo fundanicnto,
liogenerale di Lateranolll; indi nel 193 1 qiiod wrani Iranslationem, simplicenique
Giordano coll'assenso de'suoi canonici, e dt'positioncm indtcat. Anche mg.' barili
coudocumcutoiiprodollodaColucci,do- rileva, che la chiesa donala da Giordano
U M A U M A 49
ngli Avellaiiili fu argomento di erudita cina , con che mostrò avt^rio reintegralo
qiieslione fra il conte IMonnldo Leop;ir- di sua stima. Questa si conciliò pure nel-
di e il preposto Antonio Riccardi, e die la diocesi di Camerino, coU'adempieie
io deplorai a Loreto. Chi vorrà leggere tale ullicio. Infatti nel 1 33'j> desiderò l'ab-
le Discussioni Laurei ane ò\ quello stam- bate Rinaldo, che pur 1' adempisse con
pate a Lugano nel i84 ' > e la Critica po- alcuni da Recanatì pel monastero di s.

lemica questo negli ninnali delle scien-


di Lorenzo in Doliolo. Già in nome di Pa-
ze, religiose^ 1. 2, p. 34^i avrà ben don-
1 pa Onorio III avea Sanguino ammoni-
de persuadersi clie dalla chiesa medesima to e poi scomunicalo nel 1222 cittadini i

nel fondo Laureti non consegue alcun di Macerala per aver distrutto il Poggio
{irgomento a sminuire la robustezza del- o Castello di Casale; e nel I 228 avea con-
la pia, universale e dolcissima credenza, cesso nolaioTommasodaRecanalid'in-
al

che là dalla Palestina fu trasmutala la s. stituire nella sua patria un monastero di


Casa di Nostra Donna. Di più il vesce- francescane in fundo Petretì, e fu il mo-
voGiordano nel iiq5fu depulato dal'apa nastero suburbano di s, Nicola verso la
Celestino Illadennue una difTereiiza, tra porta INIariiKi. Ne riporta il documento
A Itone vescovo diCamerino e Rlartino ab- ing."^ Carili. Col docimiento da lui pidj-

itale de'monaci camaldolesi di s. Elena di blicalo s'impara, chea' io aprile 1 2 3? già


Jesi, non lungi da Serra s. Quirico, con do- era nella sede umanese Giacomo, e cou-
cumento presso il Colucci. Questi aggiun- liene qualche notizia della chiesa anco-
ge, che gli Annalisti camaldolesi ci conser- nitana e pose le fondamenta nel fondo
,

vano la memoria che descrive la solenne di s. Elia d'un monastero presso Reca-
consagiazione della chiesa di s. Croce di nati. In quest'articolo e ad Osimo nar-
Fonte Avellana, coU'intervento di Gior- rai i due rimarcabili avvenimenti succe-
dano e di altri 12 vescovi, seguita a'3 a- i duti nel vescovato di Giacomo, pe'quali
gostoi 197, alla presenza clamino Genti- la diocesi d'Umana soggiacque a notabi-
li venerabili s. Ronianae Ecclesiae lega- li cambiamenti territoriali, sia colla se-

to. Neil 199 il canonico della cattedrale parazione di Recanati elevala a città con
Sanguino o Sanguigno fu dichiaralo ve- sede vescovile, in premio d'essersi unita
scovo d' Umana, che sottoscrisse electus a'guelfi per difendere Gregorio IX con-
un accordo sulla controversia insorta tra tro le persecuzioni di Federico II gran
lui e r abbate camaldolese di Val di Ca- fautore de'ghibellini ; sia coli' unione di
stro, per la giurisdizione della chiesa di Osimo a Recanali, e porzione della dio-
s. Gio. Battista sul monte BuccOjOggi bor- cesi ad Umana, che ne fece il Papa, pei'
go di S.Giovanni presso Camerano, e non compenso di tal diminuzione di teiiito-
Colmurano come scrisse Colucci. La de- rio, in castigo degli osimani che seguiva-
cisione dell' arcidiacono e dell' arciprete no le parli dell'imperatore e del suo na-
d'Ancona,depulali dal caidinal Giovanni turale Enzio occupatori di molti luoghi
Colonna legalo, fu in favore della chiesa dellaMarca, dopo avere trasferito la cat-
d'Umana; ma al vescovo si assotligliaro- tedra in Recanati della soppressa diocesi
no guadagni, onde gii si raccomandò la
i d' Osimo. Queste disposizioni , Gregorio
mansueludine ne' modi. Il che fu qua- IX in parte potè elfetluarle, poiché col-
si preludio del severo riui provero fitto- la bolla Rectae considcrationis , de 22
gli nel 1233 da Gregorio IX, di disuma- maggio 24oj ^»//. Roni.t.
1 3, p. 292, ri-

no e simoniaco mercato. Wa pare esage- portata anche dal Calcagni nejle Memo-
rata l'accusa fatta conUo di lui al Papa, rie di Recanati j (^i.\t%hì eresse in città, la
perchè nell'istesso anno gli commise tu- chiesa in cattedrale e sede vescovile, di-
telar le ragioni del monastero di Val Fu- suìembraudola dalla diocesi umanele.
YOL. 1 xxxui.
';<, U M A U 1\I A
Diihilaiido Gregorio IX se la ciflà d'Osi- legalo oposfolico nel 277. Morì nel i'27f)
1

nio ern pìopoizionato com|)enso a Dina- in Vilei ho e \\\ sepolto in s, Maria de Gra -

»ia [»«-l ne cniniiiise Tesa-


lollo leiiiloiio, di del suo ordine. Restò vacante la sede
11)6 a Persevallo vescovo crAiicona, ed a- sino al 1280, in cui Nicolò 11! la provvi-
ali abbati di s. Giovaimi di Pennorchia- de con Bernardo canonico di Dagnorea,
ra e di s. Maria di Porto Novo, qua loia trasferito a Castro dello slesso slato pa-
credessero oppoi Inno di proporre l'asse- pale prima deli28q. In rpiestogli succes-
gnazione ad Un);.ma anche di (jiinli he al- se ili. "gennaio fr. Geraldino o Glierar-

tra parie di diocesi già slata d' Ostino : dino minorità, al cui lempo Nicolò IV re-
intanto il Papa coticesse al vescovo d'U- sliluì a Recanati il titolo di città e la se-
mana continuare a percepire le rendi-
di de vescovile, disgiungendola da Umana,
le del territorio di Recanali. Dipoi Inno alla quale in compenso concesse 6000 fio-

cenzo 1 V ,fpi;intoa(i Osinio,efiellnn il ri- rini d' oro da pagarsi dal comune reca-
soluto dal predece>*sore, colla bolla Cuin natese, e neli2q6 il rettore delia Marca
olit/ì ^poslolìcne Scflix , de' i3 ollobre Durando curò che gli fossero pagati da
1247» Jjt'ii- cil., p. 3 I
4, privando 0«ii- Recanati i residuali 4oo fiorini. La con-
mo nuovamente della dignità vescovile e sagrazionedi Geraldino seguì drvj)o la di-

assoggettandola ad Umana, secondo le di- sgiunzione di Recannti. cioè a'2f) dicem-


sposizioni di Gregorio IX. I corrispon- bre 1289 per mano di Nicolò IV suo cor-
denti docnnìenti pubblicò ancora mg.' religifiso che l'avea nominalo con lelle-
Barili. Tutlavolla Papa Alessandro IV ra ov'è detto: Archidiaconu/; el Cnpilu-
inviò nel 17.56 per aniuìinistraloie fr. lit<ì EcclesiaeHiunnnnt. adelectioneni et

Giovanni Colonna arcivescovo di Messi- posfiilaiioneni (tlìquani ile fiiUtro pnsfo-


na, cui successe nelT amministrazione s. re in eadtm Humaiiat. Ecclesia fncien-
Cenvennlo arcidiacono anconitano ,
per (Jarn procedere non cnrarunt... Te Jhi-
la cui mirabile pietà e indole angelica at- mauat.KcclesiaeKpi'^copnm praeficinius
tutale le discordie, serenati tulli gli ani- ad pasloreni el deinde consecrnlionis niu-
mi, li preparò alla ricupera della perdu- ims lilìi noslris nianihiis soleniniterinipeti'
ta sede. Così procederono le cose ne' ve- dinins. Nel 1 3o6 con altri vescovi conces-
scovati di Giovanni 11 delisSa, e di fr. se indulgenza all'altare della B. Vergine
Avnolfo domenicano del iS/^,'ws\guepev i eretto nella calledrale d'Ancona dal suo
pietà e dottrina. A suo tempo lornaln O- vescovo Ungheri, e continuava a vivere
simo all'ubbidienza ponti (jcia, l\'ipn Ur- nel i3i7, come si ha dal documenlo di
bano IV restituì ad essa la cattedra ve- conti alto e vendila fra Abram uccio e Ge-
scovile, colla bolla Becli slatt-ra juflicii, raldino, pubblicato da mg. 'Barili. Senibra
«le'iS marzo 1264, Bull, cit., p. 4 '4 5 *^ che morisse nel i 322, ed in questo o nel
per le istanze di Fr. Arnolfo reintegiò la i323 gli successe fr. Pietro I francesca-
sua chiesa delle giurisdizioni spirituali e no, che noi avanzato negli anni, colle do-
rendite di Recanati, il cui vescovnio re- vute facoltà s'allontanòtrUmana, lascian-
stò soppresso per allora. Il vescovo nel dovi chi dovea farne le veci, e si ritirò
I2()7 Irovossi in Bologna alla 2/ trasla- nel di lui nativo convento d'Ancona, do-
zione del corpo di s. Don)enico fondato- ve co' suoi frati condusse il resto di sua
re del suo ordine, e nel i 278 concesse ai vila, ch'ebbe fine nel 335, come 1 si leg-
suoi coireligiosi di aprire ì\ì\ convento in ge neir iscrizione sepolcrale dalla chiesa
Recanatl, secondo il Calcagni, mentre il di s. I\]aiia IVbiggiore trasfeiila nell'atrio
Leopardi asserisce the ciò avea 1:1 Ito nel dell'ospedale. Il suo sigillo esprime la D.
1272, onde sarà siala conferma come e- Vergine assisa che sostiene il divin Figlio,
sprimesi il Peiuzzi.Fareche.sin slato pure ed inferioriDenle è figiunio genutlcsso in
U MA ti IM A 5 .

allo di pregare, colle parole intorno: i9(- gli sostituì Ugo II, a ctii nuovamente sur
i^illiini Ep. Hunianae. Lo prova mg.' Ba- rogò ncli/^o?. Antonio II, che forse avea
rili e lo diceriitiico sigillo die conosca de' occupato in qualche legazione e forse tra-
vescovi d'Oinoiin. Il disegno del sigillo lo sferendo altrove Ugo II. Neh4i3 preten-
fornì a rag.' ÌjotìIì marchese Filippo
il eli. deva Giovanni XXIII, eletto contro il le
LafFaelli da Cingoli eruditissimo, che il giltimo Papa Gregorio XII, di cacciarlo
prelato giustaineiite loda rpial giovane di dalla sede unianale, tua Antonio II vi re-
molti studi e di f luste speranze, poiché e- stò difeso energicamenle dal senato d'An-
gregiamente sa giovarsi e fa copia ad al- cona, morendo poi nel 4'2'3t-GredeCoIucci I

tri con animo cortese delle Marchiane me- che i 3 falsi pastoii abbiano contribuito al
morie adunale per ogni parte dall'illu- deterioramento della chieda d'Umana, e
stre suo avo Francesco Maria. Perla ri- che per la sua povertà e stato di decaden-
cordata iscrizione non essendo certo che za non potesse lungamente sussistere, per
fV. Pietro I morì neh 338, secondo re- i cui dovea essere soccorsa e ristaurata, o
gistri Vaticani, per asserzione d'Ughelli, unita ad altra; ma dal Papa Martino V
solo in tale anno si conosce il successore fu stimalo più sano consiglio di unire e
Jjonincontro Tornei canonico d'Ancona, congiungere perpetuamente la sede ve-
il quale penetrato dalle rovine in cui gia- contermine d'Ancona,
scovile con quella
ceva Umana e la sua cattedrale diruta, e l'eseguì colla bolla /tr stijìcnun' ma-
otleiHie da Papa rJenedello XII lettere a- jcstatix^ de' i
9 ottobre 1 4*22, presso mg.'
posloliclie colle cpiali elargì il preniiodel- Barili, p. XX. Questi riferisce chela dio-
l'mdulgenze a chi avesse contribuito al- cesi d'Umana dalla sommitìi del Conerò
la cominciata riedificazione, ignorandosi discendeva a'minori colli di Massignano.
se l'impresa ebbe esito felice. Nel i 3^3 fu Di là procedeva a Cameraoo, poi volge-
vescovo Simeone o Simone Marcellini ca va a Castel Fidardo, e veniva a decana-
nonico e cittadino d'Ancona, che il patrio ti, quando questo ne fece parle,terininan-

capitolo inutilmente bramò a suo pasto- dosi col teiritoi'io di questa al mare pres-
re,come notai superiormente riconob- : so la foce di Potenza. Lo Speciali, rispet-

be nel comune di Sirolo privilegio di no- il tabile storico, vi unì anche Oiragna,quan-
minare il parroco con l'approvazione del tunque lontana, tna lealmente spetta al-
vescovo. Gli successero neh 363 il teolo- la diocesi d'Osimo. Negli ultimi tempi la

go riminese fr. Silvestro de'servi di Ma- diocesi d'Umana si compose,oltre la città,

ria; neli37Ji fr. Pietro II della Scala an- Fida rdo,Camerano,SiroloeMas-


di Castel
conitano; nel dicembre I 383Giovanni III signano; e le rendite erano così diminui-
che poco visse; nel 385 fr. An-
gennaio 1 teche non oltrepassavano 200 fiorini d'o-
tonio I Trassati romano. Lo scisma che ro. Anche sminuite notabilmente erano
lacerava laChiesa universale, dall'antipa- quelle della sede d'Ancona, riferendo Be-
pa Clemente VII fu introdotto pure in nedetto XIV nella Lettera, che perciò
quella d'Utiiana, poiché nella sua catte il vescovo Astorgio espose a Marti rm V,
dra v'intruse nel i 386 Vincenzo e succes- che non avendo la mensa d' Ancona che
sivamente gli altri pseudo-vescovi Pietro l'entrata di 4oo fiorini d'oro, colla qua-
e poco dopo nel i 392 Domenico. Da e>si le era impossibile il mantenere la sua
come fu travaglialo Antonio I, lo fu
fr. dignità colla dovuta decenza, e che non
pure Antonio II canonico di Fabriano che eccedendo 1' entrata della chiesa d' U-
gli successe nel 1 3q3, e continuò ad esse- uiana, di cui allora eri vescovo Anto-
re per qualche tempo collettore genera- nio, la somma di 200 floi ini d'oro, saieb-
le della s. Sede nel Piceno. Piimosso nel be stato bene l'unire insieme le due chie-
i4oo dalla sede da Bonifacio IX, questi se d'Ancona e d'Umana, nane prò tane,
52 UMA UM A.

cioèdifferenclorefiellotlcirunioneal tem- dice, che sebbene l'arsenale secondo il

po ìli cui il vescovo Anlonio o fosse mor- primitivo progetto, di servire cioè alla
to o trasferito al governo d'altra chiesa. costruzione di legni comuni mercantili,
Martino V eseguì runione colla precetti- era quasi compito, anzi eiansi puie falli

va condizione, che Asiorgio e successo- i due squeri; tuttavia per la costruzione in-
ri dovessero unire al titolo di vescovo di trapresa da alcune società anconitane de*
Ancona l'altro di vescovo d'Umana. Anto- due nominati grandissimi legni, essen-
nio III morì nello slesso i4'J 2, così la chie- dosi quindi proposto di fabbricarne al-
sa d' Ancona fu illustrata con l'unione tri anco più grandi, si ritiene che perciò
d'altra diocesi, con incremento di gloria l'arsetiale avrà bisogno di maggior esten-
ecclesiastica, avendola dichiarata il Com- sione,e per varare delti legni in costruzio-
i

pagnoni la primogenita del Piceno che ne dovranno ingrandire gli squeri fat-
si

venne alla fede evangelica. Nella civile la ti).lmperocchè,osserva il medesimo Gior-


nobilissima Ancona [F.) era già la più nale, il maggior naviglio mercantile del-
antica metropoli del Piceno, mentre un la marina napoletana non conta più di

tempo se lo fu Ravcìina {F.), forse lo era geo tonnellate. Così Ancona diviene il
come regionaria. Celebrata opulentissima porlo della città capitale.

e potentissima anche per la sua fortez- Asiorgio Jgnensi napoletano fu il

za rinomala e anticamente denominata primo vescovo che assunse il titolo del-


Piocca Papale. Situata in amenissima e le due chiese d'Ancona e d' Umana, in-

ottima situazione pel commercio,ha il mi- titolandosi come si ha da diversi tuouu-


gliore Porto Pontifìcio [F.) sull'Adria- menti: Astorgius Dei et Jpostolicae Se-
tico. In tale articolo e in quello del Teve- dis gratia. Episcopus Anconilanns ci U'
re parlai dell'unione o comunicazione dei manae. Insieme eoo s. Giacomo deliaJVIar-
duemari AdriaticoeMediterraneoa mez- ca fu fallo inquisitore contro gli eretici
zo d'una iS'^/v/r/<7ytwrt/(7, nella linea d'An- Fraticelli, indi commissario della Chie-
cona aLi vorno porto della Toscana jmGU- sa romana e tesoriere generale, e come
tre della linea telegrafica di congiunzio- tale nel 14^7 forzò que'di Monticelli a pa-
ne ad Ancona riparlai nel voi. LXXIV, gaie i tributi e le gabelle ;dla s. Sede. Qua-
p. 63;edel tribunale d'appello per leco-
I le Z'c'.9ori'V/rg'f/a"r<7/r noi riportai in quel-

se commerciali di cui la reinlegiòFioV'IlI l'articoloseguendo il Vitali, e leggendolo


di Cingoli, ne feci parola nel voi. LXXX, neW&SeriesRectorvjn AncnrtitanaeMar-
p. 149- Quanto al novero dc'consoli este- chiae del Leopardi, soltanto Thesaura-
ri che vi risiedono, lo riportai nel voi. riiis\ìe\ i^i^ene.\ 4^6-3 1 1 Giihernalor.
XVII, p. 5o. Della ferrovia decretata da Quel 7 hesaurai'iiis generalis che si leg-
Roma a Bologna per Ancona, riparlerò a ge nella Lettera dì Benedetto XIT, pa-
Università artistiche, col riferire al- re riferibile alla Dlarchiae, di cui in es-
tri cenni sul memorabile tagliodeiristmo sa si legge anche Locam-lenen.<! prò SS.
di Suez, che produrrà anche al porlo di D. Nostro. Eugenio IV nel i43G lo tra-
Ancona immensi vantaggi commerciali, sferì a Benevento, e Nicolò V lo creò car-
pel quale nel i8d6 fu compito il bello e dinale: morto Roma fu sepolto nella
in
magnifico arsenale (conie lo chiama il Chiesa dì s. Maria .•-opra 3Iìiiena, in
Giornale di Roma del iBSy a p. 3i8), elegante mausoleo poi Irasferilonel chio-
ordinalo da Gregorio XVI, come poi ri- stro, come rilevai in tale articolo. G li suc-
ferirò, e (love sono in costruzione due i cesse traslalo da Segna, e non da Segni
piìigrandi navigli di commercio costrui- dello stato pontificio, Giovanni V de iJo-
ti in Italia, uno di 5oo Umnellale, l'al-
i niinis d'Albe dotto e virtuoso. Visse
tro di 1000, vapore ad elice (per cui si poco, onde nel 14^7 d;i Forlì vi fu tra-
U M A U M A 53
sferito Giovanni VI Caffarelli nobilero- tare. La con de-
congregazione de's. Riti
luanu, pei- lesue egregie quuiilà fu im- creto de'29 agosto 179'), confermato da
j>iegato in gravissimi alFari della s. Sede, altro de'2 settembre, con autorità di Pio
morendo in Roma
nel i^Go. In (|uesto VI ne riconobbe il culto immemorabile
Agapito Rustici Cenci no-
gli fu soslituito col titolo di beato, col quale veniva chia-
bile romano, già cunonico Vaticano e u- mato, massime dopoché nel i52g a sua
dilore di Rota, profondo giureconsulto e inteicessione cessò la peslij nella città; e
chiaro letterato. Al suo tempo fu ricevu- concesse al capitolo Vaticano ed alle dio-
ta solennetaeute in Ancona la tesla del- cesi d'Ancona e Siena la facoltà di farne
l'apostolo s. Andrea, poi trasferita in Ro- r uffizio e messa col rito doppio minore
ma e da Pio II collocata nella basilica Va- a'2 settembre. Nello stesso annoi 4^4 ^'e-
ticana, nel che narrai nel voi. LV,
modo gnamente gli successe nobile anconita- il

p. 262. Il Papa di lui amicissimo, co(ne no Benincasa de'Benincasi già canonico


si legge in Marini negli Archiatri, t. 2, Vaticano, nel cui vescovato agli esisten-
p. iSy, enconùò il vescovo ue'suoi Co/ii- ti carmelitani fu concessa la chiesa di s.

mcntdri, atico quci\e elegante poeta, e per- Maria in cunctis, che rif ibbricarono e vi

comporre l'inno di tale


ciò gl'ingiunse di aggiunsero il convento, e per aver gli an-
Avendolo trasferito neh 463
traslazione. ziani contribuito al compimento del tet-
a Camerino, nominò Pio II in sua vece il to, essi imposero a'frati doverli ogni an-
b. Antonio deconli Fatatid'Ancona, del- no invitare alla messa cantata e donarli
la cui cattedrale era slato canonico e ar- di 5 paia di piccioni. Nel 1492 approdò
ciprete; da Nicolò V fatto vicario della ba- in Ancona l'ambasciatore di Bajazet II
silica Vaticana nello spirituale e tempo- sultano di Turchia, co'sagri donativi per
rale, canonico di essa colla ritenzione del Innocenzo Vili, della sagra Lancia (/^.)

vicarialo, chierico di camera e tesoriere che trafisse il costato del Redentore, del-
dellaMarca, e di essa ripetutamente luo- la s. Sponga [P.) e della s. Canna [f^.)

gotenenle o governatore, e nel i45o ve- santificate nella sua Passione, e tuttofa
scovo di Teramo, dalia cui sede in questa portato in solenne processione per la cit-

fu trasferito. Il Papa Pio 11 inoltre io as- tàcon indulgenza plenaria a chi v'inter-
segnò per vicario e vescovo suffraganeo venne. Riferiscono gli scrittori anconita-
del proprio nipote cardinal Todeschini ni,che l'ambasciatore Chamisbuerch o
Piccolomini, poi iP/o ///, iìell'arci vesco- Mustafà (alloggiato prima nel palazzo del
vato di Siena, ove esercitò le funzioni e- conte Liverotio Ferretti e poi nella casa
piscopali, non essendo il cardinale neppur d'Antongiacomo Marcellini come più a-
Sacerdote; e lo dichiarò collettore e com- riosa), grato alle cortesie ricevute dagli
missario per le decime di tutta Italia. E- anconitani , lasciò loro la punta della s.

lesse in collegiata la chiesa parrocchiale Lancia che si venera tra le preziose ss.

di s. Maria del Caimelo, oggi s. Maria in Reliquie di cui è doviziosa la cattedrale.


Piazza, istituendovi il preposto con 6 ca- Ma in tale articolo notai che anco Pari-
nonici, aumentati a 12 dalla pietà della gi vanta di possedere la cuspide del sa-
contessa Camilla Ferretti. Di santa vita, gro ferro. 1! p. Civalli parlando de'corpl

modello de'pastori santificò e beneficò


, santi che si venerano nella cattedrale di
il suo clero e il suo popolo. A'9 gennaio Ancona, dice pure dell'Evaogelario di s.
i4<>4 riposò nel Signore, che glorificò il Marcellino, d'uns. Chiodo e d'una s. Spi-
suo servo con copia di miracoli, ecol far- na di Gesìi Cristo, della testa dis. Giaco-
lo trovare 4^ anni dopo incorrotto e col- mo Minore, del meraviglioso piede destro
le vesti illese, e si venera nella confessio- di s. Anna, dello stupendo braccio di s.

ne di s. Cuiaco nel proprio e nobile al- Antonio abbate in atto di benedire, e del"
54 U M A UM A
la Tunica iucoasiUilcdi y. S. sulla qua- card, patria benefìcio /éncoiiitanits Prae-^
ledisputaruiio i pielali della Marca in oc- sid.-' Nainque is egregiae iudolisy et elc-

casioneileir.li rivo in A ncoiia della s. Lati- ganlis liUeralnrae juvenis fatornin prl-
eia. Dice the questa fu incontrata da lui- tmim acerbilatein Unte experlus est, citni
li i vescovi delia provincia, con una mei- repentino de coelo taclus fulmine vesti'

litudiuegiaiidissiijìa di religiosi, e con so- mentis ab co incensis, ila territiis est, tit

lenne pompa e allegrezza di spirilo fu por- paruni abfuerit.quin exliiiguerelur;pau-


tata per la città e deposta in s. Ciriaco, lo post pestilcnlia dia correplus , quae
finché non venne recala in Roma. La di- cuni Adriano I I advecta Romam in\'a-
sputa ebbe per argoiuento:QuaI reliquia .y;7 (vi entrò a'?.q agosto 1 5^3), »//<7'»sw/o-
omeujuriadel Salvatore fosse più prezio- di in contagiane fieri solet, a clienlibus
sa e degna di maggior onore, o la Laii- omnibus derelictns, unius Benedi e li fen-
da o la Tonaca. Nel 1842 fu pubblica- tris germani qid mine sacerdos Card.
.

lo in Ancona Catalogo delle ss. Reli-


: e5/(poi nel i53i legato della IMarca e rie-
(juieche si conservano nel santuario di dificalore della fortezza d'Ancona, o nie-
s. Ciriaco, ( atlcdralc d\4ncona,ec.^c\ glio costruì un grande e solido bastione
15o2 divenne vescovo l'altro anconitano sulla chiesa di s. Spirito, demolita perciò
Giovanni VII Sacco de'conti Cortesi si- e spianata; epoca turbolenta pe' civici

gnori di Sirolo ove nacque (dice mg. "^Ba- trambusti originali dalla ricordata prì va-

rili che distretti anticamente si dissero


i zione de'privilegi alla città), ope et offi-
C«/"/t',<r, ed in Sirolo dominarono i conti ciò suslenlatus^qnipietatem erga fralreni,
rurali che pi t- sero il nome di Cortesi), ar- nnillis ab hi ne stculis raiissiniani profes-
i;ivescovo di Kagusi, chiesa che ritenne, sus, duni ejus niorbum suis ipsemelnta-
Cede a'canonici regolari Lateranensi l'ab- nibus curai, cibum minislrat , idceribus
bazia di Giovanni in Pennocchiara, di
s. medetur, eadem ipse quoque inox peste
cui era abbate comnieudatario, j)er aver- contactnsnunqiianiahsterreri poiuìt.quin
la abbandonala n)onaci. IMorì in Roma i opera/n illi assiduani na^'arel, Francisco
nel i5o5 e fu sepolto in s. Onofrio con precibus idenlideni deposcente, ut absli-
iscrizione riportata dall'Ughelli, in cui è neret, vilaeque ille suae parceret,quan-
celebralo per virtù e dottrina, come per do ipse oinneni salutis spem ab/ecissel;
gì' incarichi sostenuti sotto Innocenzo sacvienteauteinniorbo paucorum dieruni
V Alessandro VI e Giulio li, di data-
III, intervallo peremptus^mngna^quac de pro-
rio,nunzio in Francia, governatore di Bo- fectu ejus excitata erat, spes eum cum 0-

logna e R^omagiia. bi detto anno gli sue- inniam nioerore ftfellil.Viive che France-
ces.se il celebre fiorentino Pietro HI Ac- scoli non sia stalo vescovo d'Ancona fino
colti Oliando d'Arezzo, d'una fami- alla morie, [)oichè gli si dà dall'ab. Cap-
('/^'.J
glia rinomala per illustri letterati, dotto secondola SloriaAeX
pelletti a successore,
uditore di Rota, che nel 5i elevalo al- 1 1 Ridolfì, Rufino Lupaio francescano di
fi.

la porpora fu comunemente chiamato il Padova e morto neh 522. Il Peruzzi poi


cardinal d' Ancona. Nel 5i4 a'Gaprde, 1 propende a credere che Pietro III Accol-
secondo gli atti concistoriali, per sua ras- li cessò d'essere vescovo d' Ancona nel
segna gli successe il nipote Francesco li i5o6, perchè in tale anno registrò il ce-
Accolti fìurenlino, morto in Pvoma di pe- lebie maestro di ceremonie nel suo Dia-
ste neh 52 3. Scrisse di lui il contcìnpora- rio ISerius de Accollis, auditor Rotae,
:

neo Pierio Valeriano, De liUcratoruni cpiscopus Anconilanus PP. A me pare,


infelicitale. An non, inqnani, inter cala- che forse il Neri sarà slato un tempo ve-
niilosae sorli\ hoinincs adnvvicrandus scovo d'Ancona [)er temporanea ccssio-
eùam est Fianciscus AccolUus , Petti ne di Pielro III, forse suo parente, che
U M A U M A 5)
secondo la disciplina del Regresso (^.), sere arcivescovo diRavenna, chiesa che
a tal condizione gli cede la sede, poi la ri- probabilmente rinunziò a! nipote mentre
pjese e rassegnò definiti vamenleal nipote era suo condiutore nella sede ravennate.
Fiiincesco 11. Intanto fòpnr le seguenti os- Rlg.' IJarili a p. 84 riferisce che 1' enco-
sei vazioni. Nel Bernino, Il Iribunalf del- mialo Peruzzi Ira Pietro 111 e Francesco
la s. Rotti, non trovo menzione del iMeri II inlrameise un altro Accolti Nereo di

Accolti uditurdi Rota, e quello che più nome, dali Toj ali:ji4, ma ignorarsi le
i'imaical)ile , neppme nel catalogo degli opere dell'ulllcio pastorale, così ili Fran-
f-V/(Vo/v<^///?o/rt coni pi lato dalCan tei mag- cesco li. Sapersi però che Pietro Ili nel
gi e dal Bianco, e di recente riprodotto I promosse un chierico a beneficia-
51 1

ilaG. Bondini già segreto di Rola. Pie- to della diocesi d'Ancona, che nel )i5 i

tro III fu fatto vescovo d'Ancona a'5 a- eragli succeduto Francesco II ; ma una
prilei5o5 da Giulio il, il rpialea* io inar- concessione fatta dallo zio il r.° ottobre
zoiSii lo creò cardinale, onde voigar- i5i8 prova che anco allora continuava
nienle fu deilo il cardinal d' Ancona. Va nell'autorità episcopale, che Leone X nel-
notissimo che i cardinali talvolta venne- rap[)rovarla ne fa comuni autori il card.
ro chiamali o presero la denominazione, Pietro e Francesco eletto Anconitano, per
invece del cognonie,(lal vescovato che go- cui non avea ricevuta ancora la consa-
vernavano mentre furono aggregati al se- grazione e pare che il nipote fosse (|uasi
nato apostolico. Quindi scegli nel 5o6 a- 1 coadiutore dello E che il cardinal Pie-
zio.

vea rinunzia toc poiera passalo ad altre se- tro proseguì in talmaniera finoali')23,
di, com'è verosimile che retroallivamen- anno della morte di Francesco, si dedu-
le si nonìinaàse col nome del vescovato cedalla scheda delcardinal Garam|)i trut-
temilo pochi mesi e indi rassegnato? Che ta dagli archivi pontificii : i 523 Baldui-
se ammette che la rassegna seguì nel
si ncttus de Bidduinellis fitepiscopus An-
l5i4ein fiivoredel nipote Francesco il, conae per cessioneni Cardinatis Anconi-
uou vi è questione sulla regolarità della tani. Perciò riflette mg."^ Barili, non pote-
nomenclatura antonomaslica ó\ cardinal va cedere la giurisdizione, se già qualche
d' Ancona. Il critico Cardella , Memorie anno innanzi l'avesse lasciala ad altri. Nel
storiche de'Cardinali, dice di Pietro Ac- I 5x3 dunque divenne vescovo d'Ancona
colti. Nel i5o5 fu consagrato vescovo di Baldui netto de Baldui netti o Baldo Vinet-
Ancona, e nel 5 crealo cardinale. Do-
i 1 i ti nobile fiorentino e nato da una sorella

po q anni rinunziò il vescovato d Anco- (li Pietro I II, sagace e lettera lo, lodalo pa-
na al nipote Francesco, e 1' Ughelli rife- store.zelanlissimodel di vin culto, nel i526
risce altrettanto. Da Giulio 11 ebbe Pie- istituì la 527 ri-
dignità di preposto, nel 1

tro pure l'amministrazione di Cadice; {\a siabih il aumentò e tpito-


primicerio, e il

Leone X nel i5i 5 quella d'Arra^, che ri- lo di due canonioi onorari neh 53 5. Ab-
nunziò dopo 8 anni, nel iSiy fpielk) di bellì la cattedrale, e nel i 53(3 fece fare al-
M.iillezais, e tla Clemente VII nel 524 i cuni banconi di noce, intarsiati vagamen-
l'arcivescovato di Ravenna, che dopo due te a fiorami pel coro de'canonici, ponen-
mesi rassegnò al nipote Benedetto Accol- dovi l'iscrizione: floc opusfecit fieri Bai-
ti, poi cardinale, e invece assunse il go- donivellus deBaldonivettis EpiscopuiAii-
verno della chiesa di Cremona già tenu- conacel Umanae,dictaegue UnianieCo-
to da Benedetto, ed a cui lo rassegnò nel nies siiis suniptibus MDXXXf^l. Dissi
I 529. Avverte però cuH'Aiundesi, che di già con mg."^ Barili, che nel 533 Baldo-
1

Ravenna l'ielru ritenne l'amministrazio- ui vello cominciò a dirsi Conte d'Umana,


ne fino allamorte; e che inoltre Pietro e ({ui con esso ne aggiungerò le relative
forse fu vescovo di Creuiona pri:na d'es- nozioni. Apparteneva al vescovato d'An-
56 UM A U !M A
cona la gimisdirioim politicaeconomi- e(l Ancona, cos'i in Umana aclemplsfiero la
ca nei' un semestre di ciascnnonnoinGal- ceiemonia Tale costumanza
del possesso.
ligiiaiio, e ivi gli appartenevano pure al- erasi intrapresa ne'prirni tempi «lei con-
tuni campi. Quindi Ealdoiiivelto Epi- giungimento delle duechiese; rpiando poi
scopus Anconne et Ilinnanae, neh 532 i vescovi tennero per pochi anni in Uma-
pr()jio!-eal cardinal Benedetto Accolli le- na gli onori e i privilegi, de'qunli il co-
gato (Iella Marca, di permutale l'una e gli ninne d'Ancona era stalo spogliato, il pos-
altii co'diritti e i redditi, ed i tenimenli sesso riguardi) specialmente la contea. Di
«li'eran venuti alla camera ap()Stolica,dac- nuovo si condusse all'indole appieno ce-
cile s'invalidarono tulle le francliigie e le clesiaslica, e ve ne sono esempi del 1616
Idieità anconitane; e se fosse d'uopo per edel 1622 di possessi presi egualmente nel
l)en eguagliale le ragioni, egli vi apporrei)- duomo di s. Ciriaco d'Ancona e nella par-
bedi vaiit;)ggio63o fiorini, che avea con- rocchia di s. Giovanni d'Umana. Nel voi.

trihuito ni ]\Tonte de'Merili. llcaidinale XXXII, p. 1 5o, parlando degl'Ilalo-Gre-


dcpulò l'abbatedi s. Giovanni in Peiinoc- ci, dissi con altre notizie, che in Ancona
chiara e il priore di s.Marco a giudicar la chiesa latina di s. Anna fu data alia co-
delia proposta, ed essi neh 533 sentenzia- Ionia greca da Clemente VII, e qui ag-
rono che la medesima pi ovvedea con gin- giungo col breve Kx injnncio, del 53 1 1

-sta \icenda all'ulilità del vescovo e della Bull. Pont, de P/'O/;. //V/r, Appendix, t.

camera, onde a' 22 gennaio se ne rogò 1, p. 50; ed ivi a p. i i 3 è la bolla di fao-


l'atio solenne nel palazzo del governo; e \o^ , Ex debito PastoraUs,i\e ì'j settem-
nel giorno stesso nell'ejiisc.opio si rogòan- bre 1G06: Jgitsii'nmusPonfifexde eccle-
che un altro atto, col quale Baldonivello sia s. J\l arine ad poitani Cypriananìur-
commise l'udicio di suo procuvaloie per bis JiiroiiiCnnae, giiae graecos mercato
entrare nel possesso d'Umana al primice- res Clemcits I II dounverat. E poiché
rio Calisto Padano da Visso, che fu an- parlo degli orientali, ricordciòchenel voi.
co vicario generale; e nel commetterlo si LI, p. 323, feci parola della ch:e>a di s.
nominò non solo come prima, Episcopus Gì egoiiollluminatore degli armeni,edel-
Aiiconae et Ilwììanae ) ma inoltre f/(C/^e- lemonache armene d' Ancona. Queste mo-
ijneHuinanae Comes. Baldonivello a- uache benedettine ripsimiane, così delle
dunque prese questo titolo, quando in dalla nomatissima s. Ripsima vergine e
detto giorno ottenne la signoria d'Uma- marliie dell'Armenia, in principio ven-
na, mentre prima era adatto sconosciuto nero nel l 'jGG da Smirne
Ancona; in- in
il titolo della contea d'Umana ora aggi un- di si tiasferiiono a Loreto, nel 1787 a Ca- 1

la al vescovod'Ancona e Umana, che Bai- stel Fidardo e nnalmente tornarono in

donivetlo successivamente usò in diversi Ancona nel 838. Ivi ebbero prima la chic-
1

ani. Questa consuetudine proseguì seb- sa di s. Anastasia della nazione armena,

benela signoria d'Umana litornò al co- poi alcune case a s. Girolamo colla chiesa
mune d'Ancona, ed a buon di ri! lo, perchè di s. Gregorio Illuminatore, e per ultimo
ritornò per un patto concordalo tra il co- la chiesa e monastero di s. Bartolomeo,

nume e il vescovo, ove né questi promise già delle cancjnichessc Lateranensi , che
né l'altro richiese che cessasse il titolo di intitolarono de'ss.BartolomeoeGieijorio
conte. L'accurato mg."^ Barili nelle sue Illuminatore. Sono assistite da un cou-
diligenti ricerchesul tilolo portatoda've- fcssoic armeno, ed osservano negli ullì-
scovi d'Ancona e d'Umana, per un lem- 7Ì divini il ilo armeno. IMorto nel
1 538 1

[)0 cessalo, cioè dai 1 (iy 1 ah 'j


/^ j yiWcc che Baldonivello, Piipa Pacalo III nominò am-
insieme col titolo dovè pur cessare la co- miui^lialore per (i mesi del vescovato il

stumanza che i nuovi vescovi, come in [uopi io nipote carilinal Alcssamlro Far-
U M A U MA 57
m'se[V.) romano, die vi si recò a' 1 2 ago coliegiala e seminai io, e portare il vesco-
slu, ma a' i5 novembre cessò di essei Io, vo il titolo eli conio d'Umana, come e me-
peicUè nominò a vescovo il suo
il l'apa gliu si legge nell'anconitano can. Saraci-
adìne GirolamoGianderoni o Glandero- ni. Ma iisto V preferì Fermo già sua se-
ni sanese arcivescovo d'Aiualli, lasciando de vescovile e capo della iMarca Ferma-
pero la sede di Massa Marittima, che fu na, e l'elevò a metropoli ecclesiastica coti
conferita al cardinale, pastore encomiato sull'i aganei. Indi nello stesso i 585 nomi-
per probità e prudenza. Nel i55o gli sue- nò vescovo d' .Ancona Carlo Conti (f^.)
ce.s.Ne Gio. Matteo de Luccliis bolognese, lonianode'duclii di Poli, nel iGo j. daCle-
clie neli55G iraslalo a Tropea gli fu so- inente Vili creato cardiniile, al cui lem-
stiluilo il fratello Vincenzo, piOjgiuslOjCa- pofu eretto dal comuiie.colla cooperazio-
ritatevole e virtuoso, di cui già parlai: in- ne del vescovo, il monastero dis. l'alazia,
tervenne ai concilio di Trento e secondo the ne'primordi del corrente secolo sog-
i suoi decreti istituì il seminario, poi chia- giactpie nella generale so[)()ressione. Di
niatodis. CarloCorromeo; da Pio 1 V de- più il carilinale contribuì alla fdndazio-
pnlalo commissario apostolico ad obbli- ne del coiiNcrvalorio delle penitenti, be-
gare recanatesi a reslilnire alla s. Casa
i iielìcò la cattedrale, e introdusse nella cil-

LorctOy energicaiuenle l'eseguì. Morì ai là i gesuiti che in felice posizione vi eres-

24 febbraio 1 585 in Ancona e fu sepolto sero un collegio, il cjuaie in uno alla eie-

nella cattedrale, con iscrizione riportata gante e ricca chiesa del Gesìi, Clemente
da Ughelii e da Benedetto XIV in [»ar- XIV die al seminario tuttora ivi diirio-

ICjOvesi \ei^^e: Episcopus Anconacelllu- rante. Perciò ClemenleXlV emanò il bre-


///<7«<7e. nuovo am-
Per breve tempo fu di ve IVnper pio parie, de'26 aprile 1774»
uiinislralore il cardinal Alessandi-o Far- Bull, lloin. coni. t. 4» p- 697: Con/Irma-
«e«', e siccome non fu notato da altri, mg. iio conccssionis ecclesiae, donioruni, bi~

Carili a p. 55 ne riportò le prove. Fral- bliofhccae, aUarnn.que reriini jain spe-


tanto il gran maichegiano Sisto V voien- ctanlinni ad collcgiuni xuppressac socie'
do erigere nella Marca un arcivescovato, talls Jcsu civilalis Anconae Stiiniiiario
gli anconitani lo supplicarono a promuo- diclae civilalis faclae. E tradizione che s.

vervi la sede d'Ancona e d'Umana, rap- Ignazio co'suoi compagni abitò una casa
presentandone singolari pregi i ecclesiasti- posta dietro la chiesa del Gesù, attaccata
ci e quelli civili della cillà, Ira'quali de- alla pia casa detta degli Esercizi. L'asso per
nominarsi la regione Marca d'Aiiconaj Ancona, nel recarsi da Venezia a Roma,
la remolissima antichità della fondazio- s. F'rancesco Saverio con 9 compagni pa-

ne d'Ancona; la sua divozione al princi- re gesuiti. Morto il cardinale nel dicem-


pato de'Papi, che perciò la chiamarono breiGi 5, nel seguente gennaio occupò la
fedelissima, e le furono larghi di privi- «atledra il cardinal Giulio 6'ave///(/^^'.) no-
legi; l'onorevoli relazioni avute co'sovra- bilissimo rooiano, ma vi fece rara resiilea-
ni d'Europa, come cogl'iinperatori gre- za, occupalo in altri all'ari e nella lega-
ci e re d'Ungheria; il numeroso nove-
i ziuneH.li Dologna. Dopo 6 anni gli succes-
ro d'iiluslri che vi fiorirono; il possedè- se (nella biografia per fallo tipografico il

re il collegio di dottori di legge, con fii- numero 1 unito al 6 dice i6, poiché ivi
colla di crearne altri, istituito da Pio IV pur dissi che poi neliGSo divenne arci-
neh 5G2; l'esser assai popolala e ricca,con vescovo di Salerno) nel 1622 Luigi Gallo
distretto di molti castelli popolalissimi ; patrizio d'Osimo, che Urbano Vili inviò
abbondante di parrocchie e case religiose nunzio in Savoia in diHicili tempi. Tor^
d'ambo sessi , con cattedrale doviziosa
i nato alla sua chiesa santamente l'auunir
di corpi santi e di altre insigni reliquie, nisliòjrcslauiòiacaltedralc,accrebbeijli
5lS u ma U MA
jiliinni perchè a sue istanze Innocenzo X niuzia elle usavano , l'insegne canonicali
ili 1 melilo le rendile del seminario con buo- del rocchetto e della cappa magna e del-
na parte tie'beni degli estinti crociferi del- la niozzelta paonazza, e quasi rifabbricò
la città; introtliisse in A ncoiin i filippini e e abbeUi l' episcopio, ove benignamente
i carmelitani scalzi, fondò rorfanolrolìo, alloggiava i missionari a[)ostolici , nella
visitò 5 volte la diocesi, e tenne 4 sinodi galleria ove fece dipingere ritraiti dei i

(lioces.'ini ne'qnali s'intitola soltanto ve- suoi predecessori e pose in fondo il busto
.scovo dAncona e conte d Umana, Epi- d'Innocenzo XII. Nelle pareti deirepisco-
scopus Anconllanns et ITumanae. Comet, |>io fece pure colorire i luoghi e parroc-
ed altrettanto si legge nell'epigrafe esi- chie della diocesi. Laborioso nell'episco-
blcnle siill.i porta n)aggiure della chiesa pale ministero, edificantissimo per la sua

di s. Pietro degli eremiti can);ildolesi, che esem[»lare vita, mori in Bologna ov'era-
rammenta la ricordata sua consagrazio- si recato in lettiga per ricuperare l'alFraii-

tie da lui eseguita. Morto nel 16)7 e tu- ta salute nel 1


709; tu tumulato in s. Do-
iDuiato nella cattedrale fra il compianto menico, lasciando cuore alla sua cat- il

di tulli, restò vacante la sede sino al 1 664- tedrale, ove fu posto con onorifica la pi-
In quello o nel 66G, 1 come vogliono Co- tie, altra collocandone il comune nella sa-

leli e Cardella, gli fu sostituito il nipote la Uagione con magni-


del palazzo della
cardinal Giannicolò Conti i^l .), che nel fico e giusto elogio, introdottasi lacau-
1674 tenne il sinodo diocesano, nel qua- sa pel buon odore che lasciò di sue eroi-
le s' intitolò Episcopus AiicoiiiLauus et che virtù, non venne proseguita forse per
Ilumaiiae Comes. Accolse nel 667 l'ar 1 la morte del fratello che l'avea doman-

civescovn di Ragusi fuggilo per l'orrihile data. Degnamente gli successe a' 19 feb-
terremoto con 64 o 74 aionaclie, delle braio 1710 l'arcivescovo di Tarso Gio.
quali solo 55 approdarono in Ancona, dal Battista Bussi {^r.) nobiledi Viterbo, col-
cardinale collocate in s. Sebastiano delle la ritenzione del titolo arcivescovile, crea-
cappuccine, nel monastero che per esse lo nel I 7 1 3 cardinale; zelante vescovo ot-
da lui si stava fabbricando, e vi restaro- tenne da Benedetto XIII a favore del se-
no sino a' 7 novembre in cui partirono minario le rendite del soppresso sodali-
pf^rentiarea Slagno di Llagtisi in ui\ con- zio del ss. llosario, il cui oratorio fu con-
\eiito slato già de' minori osservanti. 11 cesso a' domenicani, e celebrò il sinodo.
cardinale passalo al vescovato suburbi- Per le sue molteplici benemerenze il co-
cario di Sabina, ritenue in amministrazio- mune in detta aula fece dipingere la sua
ne la sede d'Ancona, ove mori nel 1698 elligie con onorevole iscrizione, dopo la

e fu sepolto nel duomo, lasciando la bi- sua morte avvenuta in T726, Roma nel
blioteca al seminario che avea benefica- de[)osto in s. Maria in Trastevere. Bene-

loanche vivendo, .\' 4 g^'unaio 1699, se- 1


detto XI li ii'20 gennaio! 727 (come leg-
condo Novaes, Papa Innocenzo KM creò go pure i\ìì\\q Notizie di Roma del 1727,
vescovo d'.Ancona e cardinale (h qual 2.' all'articolo Ancona ed IJ/tiiimi), dopo a-
dignità il Cardella la dice conferita a'i4 verlo creato cardinale e riservalo in pet-
novembre, e il Coleti ritarda il vescova- to, nominò vescovo Prospero Lamberti-
to a' 3 fijhbraio 1700), iMarcello \\' Aste ni nobile bolognese, e lo pubblicò canli-
(/ .) nobile romano di santa vita edi soa- nale a'3o aprile i 728, dotlissiu)o e loda-
ve indole, munifico co'povcri,e splendi- lissimo pastore, in [liìi modi fu benefico,

do pasture colla cattedrale che arricchì e rinnovò l'aliare maggiore e il coro del-
di preziosi ornaaienlie utensili sugri, rie- la cattedrale : da Cietiiente Xii traslatu
dificando [)iìi am|)Ia la sagrestia; otten- alla pallia sede arcivescovile a'3o aprile
ne al capitolo, mvcoe della culla e dell'ai- 1731, sccond<j il Xovacs e le Notizie di
U INI A U M A 59
Roma (del i 782, le quali pur ilicoDO che letteraNotiim tihiest, de'a 1 aprile 74"» 1

il pi etlecessoi e cardinal Ijoncoaipagni era Bull. Bcned. XII\ \. 1, p. 33, dell'edi- 1

iiiorlo a'24 •«"•''t))) nel 1^40 divenne il zione veneta, colla traduzione in italiano:
glorioso Benedetto XI f {f'.). D.dle sles- De rcsnmendo an relinendo titillo Epi-
se iVb//z/e si ha cliea'21 moggioiySi eie- scopi Ilumanae. E l'indiriz-
Anconae et

lueuie Xll elesse vescovo d'Ancona ilcar- zò, f enerahdi Fi atri Nicolao Episcopo
(linai Eartoio(i»eo JÌJassei (/'.) di Monte Anconitano et fliimanafensi. Questa pon-
Pulciano, generoso e opt- roso paslore,qiia- tificia lettera fu stampala in Roma a par-

le lo descrissi nella biografia , visitò [)iìi te e la riroichi il Rniigliiasci nella Diìdio-

volte la diocesi e celebrò il sinodo, mo- grafìa dello Slato PontiJicio.Ovw poi la ri-

rendo a' 20 novenjbre 174^- Benedetto produsse e illustro l'encomiato mg.'^Barili,


XIV, sempre amorevole coli' antica sna come sono andato dicendo nel profittarne.
sede Ancona, magnificamente fu largo di D'allora in poi dunque, cominciando da
benefizi colla città, la quale gli ere>-e un Nicolò III i vescovi s'intitolano, f 'escovo
monumento con lapidi; di riconoscenza, d' Ancona, Fescovo e conte d' UinanaAn-
e colla cattedrale alla (piale in ogni anno oltre Benedetto XIV con decreto de'iq
del suo poDlilìcato fece nobilissime e pre- settembre 17^)3 appiovò il culto imme-
ziose oblazioni, a mezzo dell'arcidiacono morabile del bealo Gabriele Ferretti no-
Innocenzo de'conti Stnrani e di altri, per bile anconitano, dell'ordine de'minori os-

la festa di s. Ciiiaco. I ricchi doni furo- servanti, e con altro decreta de' 1 8 ago-
no stq.pcileltili e Hbri sagri, non che re- sto i 7*54 ne concesse rufììzio e messa con
liquie dc'sanli, fra le quali dello stesso s. rito doppio all'ordine medesimo, ed alla
Ciriaco,di s.Maronei ."martire dellaMar- diocesi d'Ancona dove morì e si conserva
ca, e della limatura delle catene di s. l*ao- il suo corpo nella chiesa di s. Francesco
lo apostolo. Testimonianze tutte di sin- ad Allo. Il vescovo Nicolò III, il clero e
golare alfello e propensione pel clero e il popolo ancouilano nel 7^5 e neh 'j^Cy 1

popolo anconitano. Rallegiò p(ji la città provarono il religioso giubdo dello sco-
e diocesi con assegnarle pei' pastore un primento de'cor[)i de'ss. Ciriaco, Marcel-
anconitano preconizzanilo vescovo con
,
lino I e Liberio prolettori principali d'An-
onorevole elogio a' 17 gennaio 1746 Ni- cona, che si custodivano in 3 grandi casse
colò III de'marchesi Mancinforte patrizio di marmo, nella confessione o chiesa sot-
anconitano, d'illustre famiglia di Monte teriauea della cattedrale. Benedetlo XIV
Pulciano stabilitasi a Monte Santo, ove It-cc costruire due magnifici sarcofagi di
nac(|ue, già vescovo ili ^inigaglia benefi- marmo, per i corpi di s. Marcellino I e di
co e ao)alo. A vendo Benedetto XI V ritro- S.Liberio, ed ilcomime fece decorare l'ur-
va to la bolla d'unione della sede d'Uma- na marmorea di belle sculture e di ricchi
ua a quella d'Ancona, considerando che metalli. Indi solemieoìente si festeggiò s\

prescriveva a'vescovi d'intitolarsi co' no- memorabile invenzione. D'allora in poi

ci>i d'andjedue le chiese, che pi ima s'in- prese bella foruia tal sotterraneo, ed è u-
titolavano e soltoscriveano, l escovo di na bella confessione tutla incrostala di
Ancona, di Liliana e conledi delta Uma- fini marmi, che fu compila dalla pietà de*

na, e che sino dal 1G75 aveano tralascia- fedeli ne! principio dell'attualesecolo. Ni-
to di più chiamarsi vescovi d'Umana, ma colò 111 donò alla cattedrale molti nobi-
solo conti, ad onta che nelle Notizie di lissimi paramenti sagrì , tenne il sinodo
Roma si registrasse tra le diocesi Anco- diocesano, e governò tanto santamente,
na ed L ninna, e ad Umana si dicesse, ve- che morendo nel dicembre 1 "jG?, e lascian-

di Ancona; nuovamente il l'apa volle ri- do credi i poveri della ilioccsi, lii comin-
pristinarlo con i'eiudttissimu e ragionala ciato il processo di sue preclare virtù (d
6o U M A U M A
MIO parciilf DI(I ncinfoiie-Spcrelli nobile ne la chiesa e il locale che occupa ilsemi-
aiicoiiil.'iiio, nel 1777 lu ci eatocaidiiiale). iiaiio, come iiaiiai, e da Pio \'l, die ac-
IVcl segiuiile mese Clemente Xlll dichia- colse iu Ancona, nQ fece aumentar leren-
rò ve>citvo (lAncoiia e d'Umana il cardi- dite. Con zelo esegiù la visita pastorale,
AcciajuoUi^l .) nobile lioreii-
iial Filip[)0 i cui alti ponno servire di modello, tenne

lino, già arcivescovo di PeUa , e nunzio il celebre sinodo diocesano ancora in vi-
di Svizzera e di Lisbona. Possedendo un gore pe'mirabili suoi decreti, fondò con
|)(ilazKo adiacente alla chiesa di S.Anna, lo non poco dispendio la cappella musicale,
stabili pi^r episcopio anche de'snccessoi i, ed encomiato pel suo sapere, saggezza e
tralasciando d'usare l'antico contiguo al- virtù, morì nel 1782 e fu de[w>sto nel sc-
ia cattedrale, il quale talvolta era abita- polcro ch'erasi preparato uella catledra-
to d;s' vescovi nell'estate. Però dopo la le con edificante epitalllo imperocché ,

morte del cardinal Raniizzi, siccomel'an- scris.«.e di se: Episcopus Ancoiiae^ eL E-

tico episcopio pericolava pegli scoscendi- pis.etCotnes Humaiiae^Mortaliuin Mi-


iiienli della rupe su cui è piantato, il go- nì/nu9, Peccator Maxinius.
VOI no pontificio acquistò il palazzo Fer- Dopo non breve sede vacante Pio VI
ietti, detto ilei Pozzo lungo, e 1' assegt.ò nel concistoro de'i4 febbraio 178 5 creò
a residenza vescovile e lo è tuttora. Ab- , Ancona ed Uma-
cardinale e vescovo d*
baltulo dalle avversità i;he pro\ò, niuiì na Vincenzo Rdiinzzi [f^.) nuhWe bolo-
iiel luglioi 766efudeposlo in della chie- gnese, che tosto fu testimonio solferen-
j,a. Il I .°del successivo dicembre gli fu sur- te delle calamità che afflissero Ancona
jogato il cardinal Gio. Ottavio /?/</!////»' e tulio quanto lo Stalo Pondficio per
(/ .) di Città di Castello, già arcivescovo l'invasione de' repubblicai\i francesi, per
tli Calcedonia. ftlollesono le sue beneme- la promulgala repubblica, e per tutte
lenze, [loichè generosamente arricchì di le fataliconseguenze di quell'epoca fu-
jiieziose suppellettili la cattedrale, fu pa- nesta non meno alle cose ecclesiastiche
die de'poveri, contribuì notabilmente al che alle civili. Pure in quel tempo per
temporale vantaggio della città e porto la pietà del nobile anconitano p. Nicola
d'Ancona, pel suo grandioso prolunga- Tommasi filip[)ino e la cooperazioue de*
mento, per cui il comune gli eresse una buoni fedeli, ebbe origine 1' orfauolro-
J.qìide onorevolissima, ed i consoli d'An- (io delle figlie della Carità, ora esistente
cona pubblicarono: // Consolato della nel locale degli scolopii. Nel giugnoi795
<illà d' Ancona OK>vei'0 raccolta dc^pri- i occuparono le Legazioni, clie
francesi
vilcgi edecapiloli,prescntataall' Emo. Pio VI con altri immensi sagrifizi dovè
i Unio. Sig.''CardinalcGio. OttavioBu- loro cedere, per l'armistizio da Napoleo-
fiilini vcscoi'o d'Ancona ca'cscovo e con- uesoltosciitlu in Bologna a'23, colla con-
Ir d'i ninna, Ancona 777 i [)resso Pietro dizione allresì che i francesi occuperebbe-
]'a(j|o Ferri. Dalla dedicasi rileva che con ro la fortezza d'Ancona, lasciando la cit-

provvedimento Paolo V e Gre-


sa vissi ino tà sotto il Papa, sino al*
governo ci vile tiel

gorioXV, considerando quanto necessa- la pace del continente. Tale notizia poso

ria fosse una integerrima amminislrazio- in costernazione tutti buoni anconitani, i

ne di giustizia, ed a'mercanli residenli in the piangenti corsero in folla alla catte-

Ancona, ed a que'che vi a|)prodano con diale per implorare il patrocinio de' ss.

inertji, oltre i consoli perciò eletti, racco- Pioleltoii in tanto fiangeute. Tra gli al-
inauilar ne vollero la soprintendenza ai tari ve n'è uno lavorato a lini marmi, iu

successivi vescovi d'Ancona, comea quel- cui fino dal i6i5 si venera 1* immagine
li che con piìi scrupolosa cura vi avrcb- divota e commovente, ilipint.» su tela,
bciupiesieduto. Da Clemente XI Votleu- della sS.Verijim; delta vul^utuenlela.U.i-
UMA U IM A 6 f

donna dì s. Ciriaco, ma è sollo l'invoca- la anale a norma delle leggi ottiche con-
zione di Regina Sanctoruin onminnìjl'n ferma l'e\'idcnza d'un così insigne mira-
donata dal veneto Boilolo capitano ma- colo. Quadro storico morale dell' Ftali-
rino, che a sua intercessione liciiperò il ca invasione spianila neh 796, e del por-
perduto figlio in una burrasca, e gii an- tentoso e contemporaneo aprinienlo d'oc •
conitani l'ebbero quindi a possente e be- chi della s. Immagine di Maria ss. ve-
nefica protettrice. A questa prodigiosa ss. Iterala nella chiesa cattedrale d' Ancona^
Immagine specialmente si alìollarono le Asisi 1820. Siccome il prodigio clamoro-
donne piangenti, implorandone il validis- sissimo dell'apertura degli oc' hi delle s«.

simo patrocinio per esser liberati da'fran- Immagini (/ .), si edeltiiò pure in Roni:i
cesi. Intanto una fanciulla, sull'imbrnnir e in altri luoghi dello stato pontificio, di
della sera de'aS giugno 1796, avverti la che ne trattò il Marchetti nelle 3Jcmoric,
supplicante madre, die la Madonna a- in queste a p. 279 si descrive ancora l'av-
-priva gli occhi. Se ne accertò la madre venuto in Ancona
quanto statuì il po- e

con vedere lacrimose le pupille e cbinra- polo e municipio anconitano a perenne


mente aprire e chiudere gli occhi. Se ne memoria. Frattanto rottasi la tregua dai
accorsero le altre donne e ad una voce il Papa difendersi, ma il go-
francesi, volte
gridarono rnisericordia.^on è dato es[)ri- verno pacifico per essenza mancò d'ener-
mere, per sì strepitoso prodigio, il pian- munizioni e di [)ialicii
gia, d'ulìlziali, di
to e le strida di quelle femmine. In un di guerra, ed al i." incontro vide le sue
baleno se ne sparse hi notÌ7,ia per la cit- milizie sbaragliate a Faenza [l.) ai l( b-
tà, e tutti accorsero piangendo a piegar braioi7q7. Indi francesi conlimiarono i

la B. Vergine ad alta voce, perchè i fran- la marcia per compiere Ì'occu[)azione del-

cesi non venissero. Nel d'i seguente la ss. lo stato papale, che insieme andavano de-
Immagine fu portata piocessionolmente mocratizzando ; ed Ancona trovandosi
perla città con concorso di tutto il popo- sprovvista di difesa, abbandonata da'prp-
lo, e ne'dì seguenti processioni di corpo- sidiche partirono, cioè mg."^ Campanari
razioni religiose e laicali, e persino delle governatore e mg.' Arezzo commissario
monache si recarono a venerare la s«. Ver- di guei ra, olii e il vescovo, perciò ilcoiiui-
gine ed a farle oderle. II prodigio fu ve- ne capitolò a'21, o per meglio dire per
duto da tutto il popolo per 4 interi mesi, la confusione si die a discrezione al gene-

e per memoria fu istituita la Pia unio- rale Victor, ed a' io vi giunse il coman-
ne desigli cjiglic di Maria approvata , dante supremo Napoleone ecanibiòil go-
da Pio V II, il quale recandosi in Ancona verno, annunziando al direttorio di Pa-
coronò la ss. Immagine con corona d'oro rigi la conquista d'Ancona come massi-
gemmata, avendo già concesso indulgen- ma, sì per lo scalo del levante, che per

ze, la festa anniversaria e l'udizio e mes- la sua fortissima posizione. IMerila legger-
sa del Patrocinio della B. Yergine. Ogni si quanto in proposito laseiò scritto il con-
anno per voto del consiglio comunale, a temporaneo mg.' Baldassari , liclazionc
ore 22 de'25 giugno si suonano tutte le delle ai'vcrsiti'i e patimenti di Pio Ff,
campane della città e della diocesi; e nel t. 8 e seg. Partito Napoleone, det-
2, p. I 1

dì seguente si celebra la festa nella catte- tò pace deplorabile a Tolentino [F.)


la

drale, ed altra a'i5 settembre. Di tutto a'iq febbraio, ed in essa fu stipulato che
ce ne lasciarono!a descrizione colle stam- Ancona rimanesse a'francesi fino alla pa-
pe: D."^Lodovico Tessari, Dissertazione ce generale del continente. Il che non pia-
apologetica sopra il prodigio dtlV aper- cendo agli amici della libertà, massime a-
tura degli occhi nella miracolosa imma- gl'israeliti , col tacito consenso del gene-
gint di Maria Fcrgìnc dipinta in tela, ral La Salcetle, nella piazza innalzaruuo
6y. V M A U I\I A
l'tilbeio della libertà e il faentino d.' Pie- capitolare, impedito Pio VH per le vi-

tro Panazzi piocliunò la repubblica An- cende politiche,che raccontai alla sua bio-
conitana, il resto Io registrò la stoi ii» con grafia, di provvedere Ancona e Un)an;i
iiifitusla nanazione. Ad onta degli enor- del pastore. Qui solo dirò, che dopo al-
mi sagiifìzi fatti nel trattato lagi iioevole cune battaglie [ìcrdute dagli austriaci, ed
di Tolentino,
(Vaiiccsi occuparono lutto
i in conseguenza di cpiella funosa di Ma-
lo stato eKoina, depoi tando in Francia rengo e dell 'armistizio di Treviso de'i()
Pio VI, ove mon nel ygg. Nel declinar i gennaio 80 1 i . i tedeschi cederono a'frau-
di questo napoletani entrarono nello
i cesi diverse piazze, fra le quali la fortez-
stato pontificio e nelle Marche mentre , za d'Ancona che custodivano, il chespar-
già le flotte di Eussìa e Turchìa aveano se la costernazione nella città. A'27 gen-
bloccato il porto e poi in unione agli a(j- naio vi giunse il general francese Paul-
sii iaci assediarono anclie la città e ff)rtez- let, dichiarando che la Francia non tra
zaj e r ebbero per capitolazione a' i 2 no- in rotta culla s. Sede, e dimenticare il pas-
vei>djre,e l'occuparonogli austriaci. Que- sato; pochi giorni dopo gli successe il luo-
sto assedio riuscì nìeniorabile, perchè il gotenente generale Murai, poi re di Na-
general Munier consoli Toc francesi per 1 poli ,
provvedendo il governo pontilìcio
circa 3 mesi sostenne T impeto di tante le forniture alla trup|>a; i frati e le mo-
forze riunite. Eletto nel marzo 1800 in nache ripresero loro chiostri e chiese. i

\enezia Pio VII, portandosi a Pionia 0- A'28 giugno So?, partirono francesi, su-
I i

norò di sua presenza Ancona a'2 giu- 1 bentrando nella fortezza la milizia pon-
gno, divolamente festeggiato, e alloggiò tificia, con giubilo della città. Questo ces-

nel palazzo abitato dal cardinal Ranuzzi, sò nell'ottobre i8o'T, allorché i francesi
oggi iMei, e nel d'i seguente partì per Lo- tornarono ad occupare la fjitezza, e Na-
reto. Ilestituile al Papa le provinole non |)oleone divenuto imperatore de'fraiice-
cedole nel trattato di Tolentino, istituì si dichiarò nell'ottobre 180- il general
a'5 luglio 7 Delegazioni apostoliclui^ f .) Leena rois governatore genera le della Mar-
con prelati delegati, e per le Marche le ca d'Ancona e del ducato d'Urbino, pas-
«lelegazioni d'Ancona conLoreto, Fabria- sando a risiedere nel palazzo apostolico,
no, Jesi, Filottrano, Osimo Fano e di- , di che presago l'ottimo prelato Vidoni
pendenze; di Camerino col suo ducato e mai avea abitato. La sua autorità nel gen-
(ii[)enden7e; e di Macerata col resto del- naio 1808 vieppiìifu conculcata.ed i fran-
la Marca. Nel ilelto giorno giunse in An- cesi presero possesso delle casse pubbli-
cona il i.° delegato apostolico mg.' Pie- che; indi l'i I maggio venne formalmen-
tro /';V/o/// poi cardinale; ed a'2" otto- te dichiarato, la I\LiiY,a d'Ancona e il du-
bre morì il cardinal Ranuzzi nel suo pa- cato d'Urbino essere incorporati al regno
lazzo vescovi le d'Umana, donde il suo cor- i^ Italia, Ancona capoluogo con tribuna-
po fu trasportato alla cattedrale, lascian- le d'appello per la Marca e ducalo d'Ur-

do la sua chiesa lungamente vacante. Pio bino. Nella seguente notte partì mg.' Vi-
VII tuttavia ne nominò amministratore doni, accompagnato dalle lagrime di lut-
l'arcivescovo di Larissa Francesco Save- ti i buoni. I paesi furono divisi ne' 3 di-
rio Passeri di Montegiorgio, già vicege- partimenti iMetauro, Tronto e Musone;
renic di Roma, il (piale puternainente ed i religiosi fui ono cacciati da'Ioio con-
governò con [ìodesià ordinaria, riaprì il venti, indi so[ipi essi in uno alle monache.
seminario, ristabilì le maestre pie, fu be- Roma e il resto dello slato fu di nuovo
nefico colla cattedrale e co'[)overi, e n)0- lutto invaso da'fiHncesi iieliSoc), ed a'6
n in [)atiia a'/j giugno 1808. Allora as- luglio /'/Vi / 7/ venne deportalo u Snvo-
sunse il governo della diocesi il vicario /.'('. Napoleone I fece risarcire le vecchie
r

U M A U M A (P.

folli ficazioni deperite dall' urto violenlo olire le 800 Ijoccheda fuoco i napoletani
dell' iillimo assedio, e delie nuove innal- erano 5ooo. Il 1 ."giiignoi8i5gli auslriii-
7-Ò. Si fabbricò pertanto niia lunetta sul ci per capitolazione coiiiinciarono a oo-
colle di s. SlefiUio, un folle snU'alUira di cupare i forti, e tosto demolirono le fur-
inonle Cardeln, che col bastione de'Cap- lificazioni quasi inespugnabili falle dai
puccini, ningnilìco avanzo dell'antica for- Pajii e da Napoleone I , vframenle capi
tez7a di s. Cataldo, si davano mano scam- d'opera d'arcliitctluia militare, e percii>
bievolmenle nella comune difesa, eguar- con dolore degli anconitani, perchè cos'i
davano dall'impeto delle battei ie neini- Ancona cessò d'essere la piìi forte delle

che dalla lunga linea che forma la città piazze della costiera dell'Adrintico. In con-
dalla parte di terra. Con grave danuo de- segueu/.a del congresso di N'ienna , a" rj

gli anconitani , nel 1S12 fu soppresso il giugnoiS 5 furono 1 resliluilea Pio VII,
porto-franco. Il re Murai essendosi uni- olire le Legazioni ec. , le Marche, però
to all'alleanza formata contro il cognato dovendo formare in (piesle, nel Bologne-
Napoleone I, nel gennaio 18 1 4i>'in'pf dio se e nell'Urbi nate, quell'appannaggio per
ni della città, ove si recò, e quindi degli l'ex viceré d'Italia, di cui parlai ne' vo'.
slati romani, ed 5 febbraio della citta-
a' 1 XXXII, p. S^tì, LUI, p. 161, che riusù
della per capitolazione. A vendo per 24 '^''^ " Gregorio XVI ed a'2
di ricuperare; r

la cittadella e la lunetta sofferto un con- luglio mg.' Lodovico Gazzoli, ora cardi-
tinuo grandmar di [)alle da cannone e di nale,qual delegato apostolico, co'delcgn-
J)ombe poi napoletani ebbero da fir
,
i ti di lìlacerata e di Fermo, riceverono
inoltoa ri[)arariie igravi danni, guarnen- da'ledeschi la cessione delle .Marche in

dola d'8oo bocche da fuoco. lulanto Pio Ancona, e com fu ristabilito l'aniato go-
VII riaccpiislata la libertà, tornando al- verno poiilificio.FinalmenlePio VI Icoii-
la sua sede, il vicaria capitolare Bravi solò Ancona e Umana con restituir loro
l'andò a ossequiare in Cesena, e accolse il pastore, 18 marzoi8 16 creando caidi-

ìn Ancona a' 12 maggio tra le più sin- naie e vescovo Nicolò IV Rì'i^n/il! [f.) cW
cere dimostrazioni di all'ettiiosa suddilan- Molfelta,e Io consagrò nella domenica i/i

za, al Diodo descritto dall'opuscolo: Pio .llhis. Papa fu in più modi benefico
Il

VII in Ancona ,W\ tipografia Balufìi con Ancona, sia col coni'einiaree amplia-
1814. Bisiedè nel palazzo de'conli Pir.hi re i privilegi del porto-franco, sia col do-

suoi parenti, e partì per Osiino a'i4- jNe nare al comune 1' antichissima fabbrica
riparlai nel voi. LUI, p. 1 55. Col i.^set- delle carceri e l'isola già de'filipiiini, nel-
teoibre i napoletani ristabilirono il porto- la cui area a comodo e oinaioento della
franco, donando la Lo""in de' INlercon- città lo stesso comune eresse teatro nuo- il

ti alla camera di couunercio. Murai si vo delle Muse, la dogana, il casino Dori-


levò la maschera e neli8i5 proclamò , co e diverse abitazioni, con disegni del
l'indipendenza italiana, d'accordocol de- valente architetto Pietro Ghinelli di Si-
Ironizzato Napoleone I, che fuggito tlal- nigaglia. (irato il comune alle benefìccu-

l'isola dell'Elba della Toscana {f.), a- ze ricevute da Pio VII, gli eresse nel pio-
vea approdato in Francia. Questi vinto prio palazzo un busto marmoreo con si-

dalle potenze e confinato nell'isola di s. nule iscrizione, ed altra ne collocò nella


Elena, gli austriaci guerreggiarono con Loggia. La mal ferma salute del cardi-
Murat, e lo disfecero, di che tornai a par- naie lo costrinse a supplicare Pio VII di
lare ne' voi. LXXVI, p. 2717,325, 827, concedergli un aiuto pe'poiitificaii e sagre
LXXIX, p. 264. Avendogli austriaci as- ordinazioni, od ilPapa nominòa'28 aprile
sediato la fortezza, era didìcile l'impadro- i 8 K
1 l'ai cidi^icono della calledraie mg.'
Dirsene senza la rotta di Murai , perchè Fi'anceaco de'conli Pichi ancouilano p-
64 U]\I A U M A
aiisilinre e sufTiagnneo col tilolo di vesco* opportuna la sede vacante per morie di
vo di Liddii.clie il cardinale «;olennemeiì- Pio Vili, ed ignorando che a'2 febbraio
te consagrò nel duomo a' ; "ì luglio i8 y, i i83r eia stato elevatoal ponlihcatoGre-
assislito da'vescovi di Fesnio, e diLoielo gorioXVI, inBolognii fecero a'4 scoppia-
e Recanali, indi vescovo di Tivoli, eii ora re l'insuirezione, che rajìidamentesi este
arcivescovo à'Eliopoli e canonico Vali- se su buona parte dello stato pontificio.
cano. Ritiralosi il cardinale in lionia, ivi In Ancona, sebbene energico e giusto fos-
cessò di vivere nel fine d'agosto 1822. Pio se il delegato mg.' Fabrizi,non si presero
"VII nelconcislorode'io njarzofH23 ter- provvedimenti atti non solo a impedirne
minò la vedovanza di questa chiesa, nel la propagazione, ma neppure a mimire

creare cardinale e vescovo d'AtìCona e U- validamente la fortezza, ch'è, se non l'uni-


111 a na Gio. Francesco Fnlzacrijìpa (f.) ca, certamenfela principaledellostalo pa-
nobile di Corneto, il quale ne'pochi mesi pale. Cominciò la rivoluzione la sera del-
che vi restò e sebbene non si recasse alla 1*8 febbraio per opera di molti forestieri
sede, colla sua innaia energia oltenne al- eletrizzali dal colonnello d'artiglieria Pie-
la mensa vescovile la condonazione del de- tro Arnjandi; poscia nella notte de' 12 al
l/ilo di 12,000 scudi contrailo colla ca- i3 febbiaio un'audace lettera del colon-
jnera apostolica nella sede vacante. Poi nelloGiuseppe Sercognani che si diceva
rinunziò nel 1824- In tale anno le ca- comandante 1' avanguardia delle truppe
jionichesse Lateranen^i, già di s. nnrtolo- de'ribelli liberali, domandù la resa d'An-
meo, entrarono nell'ex monastero di s. cona, mentre con soli 08 settari armali
1

iiebastiano, e la chiesa assunse il titolo di irregolarmente e non monturati, stava al-

s. Dartolomeo in s. Sebastiano. E nell'ex le vicine Fornaci. 11 colonnello Cornelio


jnonaslerodis.IMariaNiiova si recarono le Sullerman negò la resa, e vedendo qual-
Clarisse francescane di s. I'alazia,le religio- che comunista disposto a cedere alle cir-
segiàdel monastero di s. Sebastiano, e le costanze, si ritirò col delegato nella citla-

monache Maria Nuova così


della slessa s. ; della. Ma il timore era sopraggiunto , e
«li 3 monasteri sene formò uno solo, sotto nulla Nato un incidente, per in-
si fece.
l'invocazione di s. Palazia in s. Maria Nuo- trigo d'alcuni si fece conoscere falsamen-
"va. Leone XII fece givdiilare Ancona con te che pochi erano i viveri in città, ed u-
dichiarare vescovo Cesare Ncrnì>i-ini- Pi- na deputazione si p<irlò dal delegato e dal
roni-Gonzaga (7 .)
patrizio anconitano Sutterman, perchè venisse ceduta la piaz-
tle'marcliesi di s. Dainimo, di gentili ma- za ii'liberali, e fu eseguita la cessione per
niere, che si distinse per zelo pastorale ed capitolazione a' 17 febbraio, non senza no-
nllfetto alla sua chiesa, poiché nel dicem- ia di viltà, ed a' 18 partì il Sutterman qua-
loreiSsS chiamalo da Leone XII a l'o- si solo, perchè truppa corrotta si unì
la

ma per coprire l'eininenle carica di teso- agi' insorti. Nel dì seguente fu arrestalo
riere generale, virtuosamente rintniziò a in Osimo, e poi trasportalo in Ancona e
tanto onore per non abbandonare la sua in Dologna l'ottimo cardinal Benvenuti
sposa, per cui a' 1
7 del seguente gennaio legalo a Intere, come temuto da'libera-
rientrò in Ancona
fra il plauso el'ammi- li, pel suo valoroso operato in Fresino-

jazionc generale. Poco dopo elevalo alla ne {T .). Mentre il cardinal ve>covo era
cattedra apostolica il cingolano l'io Vili, rimasto in lloina, ov'erasi recato pel con-
a 27 luglio! 829 ne premiò meriti crean- i clave, il degnissimo suo vicario generale
tlolo cardinale ma non andò guari che
, can. Gaetano Balufli (e come lo celebrai
si trovò inter)ipi assai calamitosi. Minac- ne' relativi articoli, anche dotto autore
ciando cupamente i settari terribile rivo- di pregiatissime opere, da Gregorio XVI
luzioue, da vari anni medilala, crederono nicrita mente promosso a vescovati e ca-
U M A. U MA 65
ricliecoi'tlinnlizie, e dal Papa regnante e- die dal capitano in su, ed eccellnali vari
levalo pel r.° alla porpoia colla |)ropria capi. A' r
")
maggio cominciarono a partire
chiesa d'Imola, che tenne e resse nel car- i tedeschi. Ma benché Gregorio XVI avea
dinalato, la qnale s.ipienlenienle gover- ridonata la tranijuillilà nelle provincie
na), si fece scudo del suo sapere e del suo della s. Sei\e, dipoi a'22 febbraio del se-
credito, ed accoppiandoalsuo dolce e lea- guente anno 1882 i francesi fecero uno
le carattere un'ecclesiastica fermezza, che sbarco, per sorpresa s'impadronironodel-
lo singolarizzò e destò aininirnzione, po- la città e nel dì seguente della cilladella
tè ottenere il rispetto anche da'liberali, per capitolazione, col pretesto che la Fran-
ed oppor>i a ingiunte pretese; di più sep- cia essendo amica della s. Sede avea bi-

pe egregiamente dirigere il clero, conser- sogno d'un punto d'appoggio; non appro-
varlo illibato, e difenderlo perlaio dalle vandola Ruma, il delegalo Fabrizi emi-
false accuse che spesso lo travagliavano. se protesta. Dipoi il governo pontificio
Così il clero anconitano in (\nv\ pericolo- concluse una convenzione co'francesi, che
'
so frangente si distinse pel suo cauto con- questi avrebbeio lasciato Ancona al par-
tegno e per la sua pietà , e la storia già tire de'tedeschi dallo stato papale. Il ge-
con indelebili note 1' ha lodato. Essen- neral Cubières subito pose manoalle for-
dosi impegnato 1' andjasciatore di Fran- tificazioni. Ma sotto il vessillo tricolore di

cia per la liberazione del cardinal Ben- Francia , molli esaltati liberali si rifu-
venuti, per ventura e vantaggio d' An- giarono Ancona, e baldanzosi armala
in

cona ivi fu ricondotto, e tornò a pren- mano commisero indicibili nefluidezze; i


dere alloggio nell'episcopio. Vedendo i disordini arrivarono al colmo, l'uccisioni
hberali che gli austriaci, impadroniti- e i ferimenti, con varie vittime e persino
si di Ferrara e Bologna, si avanzavano del gonfaloniere. A' 3 giugno scoppiò in
verso Ancona, impotenti di idlVontarli, Ancona nuova rivoluzione, mentre dcoa-
preferirono di capitolare col loto legitti- te Fiorenzi faceva le funzioni di delegata,
ojo sovrano Gregorio XVI, così la subor- esigendosi una completa riforma di leg-
nata milizia pentita di sua prevaricazio- gi, e mentre questa alacremente opera-
ne. A'25 marzo si presentarono al cardi- vasi da Gregorio XVI, come narrai in tan-

nal Benvenuti i deputali del sedicente go- ti luoghi, a Tribusaudi IIoma, a Teso-

verno provvisorio, con esso stabilirono la riere. Stanco Gregorio XVI da tante ini-
capitolazione eianuova sommissione del- quità ed eccessi, fulminò a'2 i giugno la
le Provincie alla s. Sede, alto che fu fir- Scoiniinica (/^.) maggiore, non solo pei
mato a'26; essendo le istruzioni dal Papa ribelli ch'erano in Ancona, ma ancora per
date al cardinale, di risparmiare il sangue tutti quelli dellostalo pontifìcio, colla bol-
de'suoi figli, e di concedere larga amni- la Quod de reiptiblicae trarKjtullkalc,
stia al passato. A' 2g marzo il general presso r ab. Leoni anconitano, ancona
Geppert co'ledeschi entrò in Ancona co- illustrata, p. 474- ^'^'^ aggravò Ancona
me alleato e amico, rispettandola capito- di colpe non sue, ma chiaramente dichia-
lazione , e furono come altrove ricevuti rò, che essendo ivi colali gli esaltati ribel-

con acclamazioni ed esultanza. Bensì il li degli altri paesi, eccitarono questi i pa-
generale in nome del Papa occupò tulli i cilici cittadini alla ribellione. La scomu-
posti, lasciando il governo politico in ma- nica fu un colpo di fulmine che sbalordì
no del cardinale. iNon piacendo il com- tutti gli esaltati; ma con questa diversità,
plesso della capitolazione agli austriaci, che a' meno cattivi fu di rimorso e anco
noi fu né anche a Roma che si ricusò ap- di pentimento, e a quelli carichi di delit-
provarla; bensì accordò amnistia e per- ti e induriti come Faraone fu di rabbio-
dono a' ribelli, non esclusi quelli armali so veleno. Intanto circa 8 giorni dopo
VOL. LXXXIir. 5
66 U I\l A ti M A
giunse di vepenle uo coirierecla Parigi al sciando eredi i poveri della cillà , e per

general Cubières, con 1' ordine di disar- gratitudine il municipio gli eresse onore-

mare tulli i rivoltosi, di conquidere la bai vole monumento nella cattedrale. Scris-
danza de'prolervi, di ridurre Ancona nel- se la Memoria iull' identità del eorpo
lo slesso piede di tranquillila com'era al- del patriarca s. Francesco rim'cnato in

la venula de'francesi, ed indi ricevesse il j4ssisi l'annoiS 18, Roma 1822. Diver-
rappresentante pontificio. Il generale ub- se sue Omelie si leggono nel f. i4 delle
bid"i, e non è possibile descrivere la sor- Memorie di religione, morale e lettera-
presa de'rivoltosi; fu forza cbinare il ca- tura di Modena.
po. Nelle terribili e appena appena accen Gregorio XVI a'i 2 febbraioi838 di-
nate vicende, o secolare e regolare si
il elei chiarò vescovo Antonio M.* Cadoliui pa-
condusse con vera umiltà, carità ed esem- trizio anconitano, già assistente generale
plarità; fu a lutti virtuoso modello ed e- de'barnabili, da Pio VII fallo vescovo di
sempio mg.' Balulìì. Il generalCubières fe- sua patria Cesena e consagrato dal prede-
ce intimar la partenza peiy luglio a lut- cessore cardinal Castiglioiii, poi Pio Vili,
ti gli esteri liberali, e con loro inesprimi- autore 5 Azioni pastorali per «so de'
di

bile cordoglio. Il I ."giorno d'agosto fu di collegi e seminari, stampate ad Ancona.


gioia raassimu agli anconitani, perchè vi- Dotto, sagace e caritatevole, nel suo zelo
deio ristabilita la delegazione d'Ancona, fondò due altri chierici beneficiati nella

con l'ingresso come trionfante di mg/Ga- cattedrale, stubiTi nella casa de' pii eser-

spare Grassellini delegalo nposlulico (e cizi i sacerdoti della congregazione de'


ora caidinale). Parlili gli austriaci dalla missionari del Sangue preziosissimo, co-
Ivomagna, a'3 dicembrei838 francesi i me pure introdusse nella città i fratelli

sgombrarono da A ncona.Tornando al ve- delle scuole cristiane, a* quali fu affidata


scovo cardinal Nembrini, fu benemeren- la direzione dell* orfanotrofio e pubblica
tflsimo pasture, benefico con Ancona e U- scuola eretto dalle fondamenta dal comu-
ninna. Migliorò le rendite della mensa, ne per volo fattone nel 1 836 pel narralo

visitò la diocesi nella via più economica, morbo micidiale. Nel suo vescovato Gre-
provvide con saggi regolamenti il semi- gorio XVI visitò con somma soddisfazio-
nario a cui aumentò le cattedre, e il de- ne e soggiornò in Ancona, reduce dal san-
coro del cullo divino , non che la pub- tuario di Loreto e da Osìmo. Qui mi si
blica istruzione, col decielalo nel sino- presenta un ampio e fecondo campo per
do diocesano che celebrò; fabbricò gran celebrale l'illustre Ancona, [loichè supe-

parte della chiesa del ss. Crocefisso del rò nelle splendide e nobilissime dimostra-
liorgo Pio, e die principio al monte sussi- zioni d' ossequio e di gioia tulle le altre
<1iario delle vedove. Nella desolante Pe- a lui rese con mirabile gara, sincera divo-
stilenza del cholera che afilisseAncona nel zione e magnifico apparato nel viaggio
i836, risplendè la sua carità, e con esso trionfale di quel Papa, da molle ragguar-
gareggiarono il delegalo mg.'^Asquini(ora devoli e cospicue città dello slato papale.
cardinale) d* Udine, il clero secolare e re- E non polca essere diversamente pel com-
golare, ed il civico magistrato. Con fer- plesso de'pregi e prerogative che può van-
vore tutta quanta la popolazione invoca- tare Ancona, 1' antica capitale ilelle fio-

lo il palrocinio della Madonna di s. Ci- renti e nobilissime Rlarche. In essa le vo-


I iaco, manifesta fu la decrescenza e spa- lontà individuali si riunirono in un con-
rizione del filiale nioibo, onde 1' enco- sentimento unico, indivisibile, onde con-
mialo magistrato decretò dimosl razioni clusero: Che il ricevimeulo di Gregorio
di pubblica riconoscenza. Mori il cardi- W\ esser dovea magnifico, come si con-
nale in Umana a' ') dicembre 1837, la- viene a sovrano; cordiale, come n padre si
U M A U M A ri-

deve. II delegato e la delegazione, il gon- bello: questa è Storia) del Papa al lui-
falonieie e il niiiiiicipio comiiiciaioiio ; il lurale, espresso maestosamente seden-
clero, la camera di commercio, la società te io trono tutto intero della persona,
del casino Dorico, e il genio niiiilare se- vestito con abito di mozzella e stola sot-
guirono le stabilite manifestazioni. Tolti to panneggiamento a forma di baldac-
gli ordini de'cilladini, o colla pecunia, o chino, e nel fondo si vede la fortezza di
coir opera, o col consiglio, o colla (jemia Ancona, per avervi egli aggiunto il bii-
fecero a gara per coadiuvareonde il lutto slione Gregoriano. Questa è uu'eicganle
riuscisse con quel lustro die il desiileiio litografia disegnala dal v.deiite V. Gu-
couione anelava sinceramente. Testimo- glielmi, e tratta dall'oi iginale dipinto e-
nio felice di vista, sebbene abituato al gregiamenle a olio in tela, ove però in ve-
grande, al magnifico, al vedere giustissi- ce della fortezza è la cupola di s. l'ielro
mamente esaltare e glorificare ilmio au- (inoltre nell'originale sul tavolino vi è il

gusto e venerando Signore, il cumulo va- Crocefisso, due libri e il figlio, nel quale è
rialo e dignitoso di Innte sincere eclatanti scritto: Pianta della basilica di s. Paolo);
dimostrazioni mi sbalorduono, commos- quadiogiaiidissimo e nobilissimo che mi
sero, edificarono. Ancona coirispose alla pregio possedere, e lo feci eseguire dall'esi-
.sua epigrafe: Avcon Dorica Civiiax Fide. mio cav. Francesco Saverio Raniewski
Se volessi solo tentare di ricordai le e com- pittore polacco, per l' occasione in cui
pendiarle, per lo meno dovrei raddoppia- l'imperatore di liu.ssia Nicolò 1 commise
re il sin rpii scritto, C()^ì debbo limilarmi, al medesimo dal vero fargli il rilratlot
,
Iraiuie qualcbe nozione sul materiale di di Gregorio XV ì, il quale per contentare
Ancona in aggi-mia al suo articolo, a fu- tanto monarca, benignamente gli accor-
gaci cenni e seniplici indicazioni. Però de- dò varie sediite, tulle preziose per 1' ar-
gnamente e con mirabile alletto ne scrisse tista come buon cattolico. Egli merita-

la storia con libro in foglio di 4^ pagine mente è ora direttore delle scuole di
e altre 5i contenenti le iscrizioni moiui- pittura in Varsavia, e gode la stima e la
mentali e lemporaiio,quasilutlesciiltedal benevolenza dell'imperatore Alessandro
eh. mg.' Barili, ed i componimenti, il eh. 11, che lo conobbe in Roma quando ne

e benemerito anconitano can. d. France- fece il di lui somigliante ritratto; ed io


sco Ijorioni, e intitolato: Le. Feste An- mi glorio possedeie quelio olferto dall'e-
conitane nel settembre dell' anno i84i gregio artista al Papa, il quale a me si iL-
perla fallitissima venti fa e dimora in An- gnò donarlo. In fi/iedel libro del can. bo-
cona di I\\ S. Gregorio XI^I Pontefice sono altre io litografieeseguile in
rioni vi
felicemente regnante, Ancona !84> I>er Ancona dalla litografìa Giannantonj, ed
Sarlorj (Cherubini tipografo vescovile. Nel esprimenti le principali cose fatte dalla
frontespizio vi è uno de' più belli, de' più cillà per solennizzar l'avveniineiilo deco-
grandiosi e de'più veritieri e somiglianti rosissimamente. Esse sono: Il proS[)elto
ritratti (ripugnando il Papa per la sua dell'Arco trionfile eretto fuori di porla
umilia di farsi ritiallare, gli artisti co- pia. Il prospetto della grande piazza del
piarono i ritratti di que' pochi che l' a- Duomo. Il prospetto del palazzo C(jmuna-
\eano ellìgiato dal però con
vero, ma le. La Pace difesa dalla Forza, dipinto del
rara riuscita ; (|uindi non solamente lo valente ritrattista Vincenzo Podesti anco-
espressero malamente, ma talvolta lo fe- nitano. posto nella sala ristorata del palaz-
cero deforme, se pure non fu imperi- zo apostolico ove dimoròii Papa. La Cit-
fia o malizia seltaria; mentre Gregorio tadella veduta dalla parte de'cappiiccini.
XVI fu di bel colorilo, e di volto ve- La veduta eeomelrica del nuov(j Bastio-
nerevole, grave e benigno, maschio e ne Gregoriano. La Barriera Gregoriana.
68 U M A U M A
La nuova Scalea della Loggia o Borsa de' go sorgeva un arco trionfale, disegno del-
Mcrcaiili dalla parte del mare. Il pro- l'esimio anconitano ingegnere M. Bevilac-
spetto delle Scuole israelitiche, l'Obeli- qua, qual 1.° monumento del gaudio de-
sco e la Colonna rostrata. Il Padiglione gli anconitani, cui sentimenti erano ac-
i

eretto in mezzo al bncino del l'orto. Un cennati dalle iscrizioni poste sotto 4 sta-

Gregorio XVI, un'Ancona, non poteva- tue rappresentanti la podestà delle chia-
DO meglio essere più dignitosamente rap- vi, quella dello scettro, la pietà religiosa,
presentati, che dall' afleltuoso, dal veri- e la fedeltà; altre due iscrizioni erano nel-
tiero testimonio contemporaneo, elegan- le due prospettive dell'attico, annunzian-
te ed eloquente storico can. Borioni. Il suo ti al Papa la comune letizia cagionala dal

Jibro sarà un monumento imperituro di suo fausto arrivo. Tutte e 6 le iscrizioni


gloria per lui, non meno che per Ancona furono composte dal piìi volte lodato mg.'^
sua patria e pel Pontefice che i secoli cele- Barili primicerio. Innanzi a quest'arco il

breranno grande e immortale. Il cav. Sa- gonfaloniere conte Lodovico Querenghi


balucci nell'accurata ediligenleA'^rrflz/o- genuflesso colla magistratura municipale,
jie dfl\ l'aggio di Gregorio AT'i, essendo espresse i omaggi di tutti cittadini,
divoti i

nel seguito pontificio, descrisse i festeggia- e dichiarò non poter offrire le chiavi del-
menti d'Ancona in 44p^8'"^-^'''* '^ molte la città comechè in mano de'ministri pon-
cose stampate a parte, ricordo le seguenti. tificii, ma sibbene le chiavi di lutti i cuo-
Iscrizioni teniporanee per lafaustissirna ri anconitani ebbri di gioia per sì fausta
-venuta e dimora di N. S. Gregorio Xfl venula. Avendo il Papa risposto : Sì que-
Pont. HJass.in Ancona in settembre del- ste, queste appunto io bramo; si suscitò
l'anno I 84 I, Ancona 1841, pei' Sartorj e un ispontaneo giido di '-nera esultanza,

Cherubini. Gregorio Xf'I Pont. Max. da' magistrali e dall' immenso popolo ivi

Principi Indnlgentiss. Eccleuae Ahimni raccolto, gli evviva e i battimenti di mano


devoli Sanctitati niojestatiq. eius, Anco- ferirono le stelle. Intanto un numeroso
na 184 itipogvafiaBalufli. Il seminario l'of- stuolo di capitani di bastimenti commer-
fiì con nobilissima copertina, the conser- ciali e di marinari vestiti uniformeoieule,
vo col contenuto, di nioerro bianco, collo e diretti da'conti Raffaele ed EiieaMdesi,
stemma ed iscrizione d' elegante ricamo uno comandante del porto e la Uro tenen-
in oro e argento.Del eh. Pietro Castella- te di marina, eda altri ulllziali di questa,
no anconitano nella romana curia avvo- distaccati i cavalli dalla carrozza in cui era
calo, Inno con erudite note; opuscolo di il Papa, la trasse entro la cillà, alla cui por-
p. 3 /4 Gregorio Decimoseslo P. O. M.
I : ta mg."^ Piccolomini presidente dell'armi
reduce dalla Casa di Nazaret, Ancona (ora cardinale), presentò le chiavi del luo-
supplice e riconoscente, Ancona 84' ti- 1 go, come di posto fortificato allidato a pre-
pografìa Balufli. A' i4 seti^-mbre 1841 sidio militare. Fra l'esultante moltitudi-
Gregorio XV col suo corteggio parli da
I ne, giunse Gregorio XVI innanzi al gran-
Ostino per Ancona verso le ore 3 e mezza dioso tempio di s. Agostino, ove fu com-
jionuridiane, lungo la via festeggiato da- plimentato da'cardmali Gabriele F'errelti
gli abitanti de'casini eda'religiosi di s. Ma- (anconitano, ed ora penitenziere maggio-
ria delle Grazie. Avvicinatosi, la fortezza re,vescovo di Sabina e abbate delle Tre
cominciò le salve d'artiglieria,cui rispose- Fontane), arcivescovo di Fermo, Ostini
ro i cannoni de' bastimenti ancorali nel vescovo di Jesi, Testaferrata vescovo duSi -

bellissifuo porto, tutti messi a festa e in nigaglia.dellaGengaarcivescovodi Ferra-


bell'ordine con bandiere spiegale, mentre ra,Riario-Sforza Icgatod'UrbinoePesafo,
tutte le campane della città cominciarono Spada legato di Forb, e Ciacchi. A non ri
il festivo loro suono. Al principio del bor- [)elere i continui applausi, mi limiterò per
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«aggio a riferire come 1' encomialo cari, duliiii tiilte le coiifralernite tlelli cillù ;
«
Borioni descrisse f|uelli espressi nel di- nel piesbiterio e in altre parti in posti di^
scendere dalla carrozza.'» ZS'on vi fu allora stinti gradualmente presero luogo i car-
nè legge, né modo negli applausi : tutta dinali,i<S fra vescovi e prelati, mg/ dele-
quella plenitudine di assembrati prornp- gaio, i due capitoli della cattedrale e del-
pe unanime, vivissimo, universale en-
in la collegiata, la magisiiatura civica, le po-
tusiasmo, ogni sguardo scintillò fiamma, desta giudiziarie e amministrative, e lut-
ogni cuore versò una sensazione che più tu il clero secolare e regolare. Data quia-
non capiva, espresse un desiderio; ogni di la benedizione da mg.' Grati vescovo
anima si elio se^ e si portò ad un fascino di Callinico (anconitano de'servi di Ma-
iale, ad un'esuberanza così falla di ra- ria, già amministratore di Terracinay
pimento, die niuno potè ratteuersi, pos- Stzzc e Pipcriio), il Papa dopo aver os-
sedere se stesso, frenare i propri alfelli, i servatola magnifìcenzae lo S[)ieudoieon-
quali Irabocchevolisi dilfondevanoin quel d'era addobbato il tempio, ne uscì rice-
momento supremo e possente. Gregorio voto dal popolo con nuovi plausi ili ri-
XV I entusiasmo addi-
in quell'istante d' verenza e di gioia. Asceso allora sopra un
venne l'arbitro d'ogni passione, il signore trono, cli'erasi eretto presso il tempio e
d'ogni sentimento, l'angelo della Intona sotto un elegante aico trionfale gotico, si
novella. La sua presenza non tornò già mostrò all'immenso popolo cui benedisse
come il guizzo d'un baleno che «orge, ,«b- all'etluosamenle. Volle indi recarsi a pie-
l)arbaglia e passa, ma fu quella d'un Vice- di, ond'essere più vicino al popolo, al pa-

Dio, che allegra il cuore, te lo ricerca, lazzo apostolico e delegatizio preparato a


le lo commuove, le lo fa piangere, ma di sua residenza, decorato con isquisita raa-
uii [)ianlo, che tu uè disgradi il tripudio, gmficenza, calcando un ricco tappeto di
di quel pianto ch'è balsamo, consolazione, velluto color di porpora per tutto il trat-
tf tregua a'mali della vita. Sì, tulli pian- tuche percorse, ove giunto ammise amo-
gev;ino, e negli occhi di ciascuno si legge- revolmenle al bacio del [)iede la ma<'i-
va un'emozione universale, slraordinaria! straluia della città, il magistrato sanità-
Ciò conobbe lo slesso santo Padre, il qua* rio, i tribunali dii.'^ istanza e di commer-
le ebbe a dire, che più clic alle acclama- ciò. L'apparlameuto pouliGcio per le in-
zioni egli a\'ca posto /nenie a\'isi celagli defesse cure del prelato delegato com-
occlii de circostanti, i quali brillavanodi parve degno d'Ancona; e le pareti per Io-
sincera gioia, e facevano aperto ciò che si devole olferta di Giuseppe Stralla furono
passava per entro icuoii ... Egli alle ac- arricchite da una collezione di quadri
da inazioni ed a'salnli i ispondeva con una opere classiche di somuìi pennelli. Al di-
alUibililà, con una speditezza, che inna- gnitoso, il degnissimo mg.' Lucciardi unì
Ululava ". Erano ivi già pronti i canonici le più delicate sollecitudini, e pose in o-
della collegiata con magnifico baldacchi- pera ogni ingegnosa industria perchè e-
no, Sotto cui fu ricevuto il Papa, dopo es- ziandio le domestiche stanze riuscissero
sere stalo ossequiato da mg." Catlutini ve- liete al gran l^ontefice, con piacevoli re-
scovo della città, che gli presentò l'asper- niiniscenze. Airap[)arir della notte geiie-
sorio, e da mg.' Lucciardi ( ora cardinal rale e risplendente fu l'illuminazione. La
vescovo di Sinìgciglia){\e.\t'^d\.o della pro^ piazza maggiore, posta innanzi al palazzo
vincia colla congregazione governativa; apostolico, era slata magnificamente de-
e fra WaxwUidtiW' EcceSacerdos Magnus, corata con una colonna sulla foggia della
M portò all'adorazione del ss. Sagrameu- Tiaiana ili Roma, praticabile nel su ia- i

to con ogni pompa esposto. Erano nella terno, nel dinlorno della (piale ei'auo
vasta chiusa riunite d'ordiuc di mg." Cu- dipinti i fasti del suo poulificalo, e due
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iscrizioni si leggevano nella froiile e nel- guaio ancora l'università isruelilica, la

lu parte opposta del piedistallo. Lateral- quale nel quartiere da lei abitalo, oltre-
n>eiite liinyo la piazza erano i "2 trofei, in che come il resto delia città ave;i messo a
ciascuno de'qviali elej^anti scritte decifra- festa tutte le vie, fece alzare nella
contra-
vano i fasti significali nella colonna. An- da maggiore un obelisco egiziano distinto
cbe queste 4 isciizioni compose mg.'l'a-
I in 3 sezioni con iscrizioni, elligie del Pa-
rili, e la colonna co' trofei immaginò il pa, triregno e stemma pontilìcio. La seno-
Bevilacqua, e tramandavano raggi di lu- la principale nella facciala venne foggiata
ce. La cliiesa di Domenico, cbe co[)re
s. a fabbrica di delizie, con fregi, rabescbi,
un iato di detta piazza, non cbe tiilti i guide e cascate di fiori. Tanto l'obelisco,
palazzi e le case degli altri lati,egnal(i)en- cbe le scuole splendevano nella sera a Ira-
te erano dluminali. Ris[)lendeva il paiaz- sparente, leggendosi in varie parti plau-
zo municipale di bime vivo nelbasamen- denti iscrizioni, il giorno dopo mercoledì
lo, framezzato da iscrizioni composte da i^sellembre, eia soleime per Ancona, co-
mg.' Barili, a tra.^parenle; quindi di cor- me consagrato alla Regina d' Ognissanti
nucopi a piaceri nelle finestre del piano o Madonna di s. Ciriaco, possente patro-
superiore, ed inoltre di tiasparenti cbe na d'Ancona, e poicliè fra' pubblici voli
pieseulavano resterno abbellimento da- perla liberazione dalcbolera, si com-
filiti

logli con colonne ad ai"al)escbi. Rimpet- prendeva cbe la magislralura civica do-
lo a lai palazzo la grandiosa facciata del- vesse in tal giorno accostarsi forinabneii-
la cbiesa del Gesù era posta a lumi con te alla mensa Eucaristica, volle anco il
graduala mostra di disegno del can. Lui- Fspa parleciparealla di vola funzionenei-
gi l'ami rellore del seminario. Cosi l'a- la cattedrale,nobilmentee magnificamen-

spello del tempio ili s. Francesco, ed il te apparata ilal capitoloe dal comune, es-

inagnifico palazzo di Leucbtemberg in sendo nella sommità della porla elegante


tele traspaienti rilucevano eleganti inse- iscrizione di mg.' Barili. Visi recò a cele-
gne pontificie. Erano pure brillanti dilu- brar messa nell'altar maggiore, ove tratta
mi le fronti della cbiesa del ss. 5agia- dalla sua cappella e in mezzo a una rag-
riienlo e di quella gotica di s. Maria della giera d'oro era soleimeinenle esposta la
Misericordia. Nella piazza del Teatro e prodigiosa immagine di Maiia N'ergine,
nelle 3 vie cbe conducono alla Loggia o Si trovarono a riceverlo, oltre il vescovo
Borsa de' Mercanti, l'altra alla piazza cbe gli oibì l'acqua benedetta, i sumtuen-
Maggioie e la 3.* all' officio della Posta tovati 7 cardinali, 6 fra vescovi e prelati,
1

molli illuminatori a ciò cbiamali da Cen- nig/ delegalo, i due capitoli della calle*
tuaveano messo ad effetto luminarie [leii- drale e della collegiata, e lutto il clero se-
sili di liuovu mera\iglia, seguendo il di- colare e regolare, mentre si cantò V Ecce,
fccgno (Iella Loggia gotico moresca. Da Saccrdos iMagims^ incedendo alia vene-
lunglie funicelle difilale paralellameule ss. Sagramento. Il Papa nella
razione del
traverso le vie da un muro all'altro de- messa venne assistito dal vescovo mg.'
gli edifizi di()eiulevaiio altri sollilissimi Cadolini e da mg.' Castellani sagrislu, e
funicoli al c»ii capo erano attaccati lam- vi comunicò il gonfalunieie, la magistra-
padini con fiammella divampante sur un tura, ed altri pubblici funzionari e molti
licpiido di vali colori; e tulio qucslo con del popolo, lutti perciò di vulamente esul-
tai arte cbe esprimeva una lunga arcala laiili. Il prezioso calice con cui avea cele-
H 3 ordini C'<primenli un vòlto luccicante brato lo Ia.><ciò alla cattedrale, ed ascolta-
di varinpìnti fiori. All'imboccatura delle la altra messa, passò nelle contigue slan-
strade medesime era con opera de' luuii ze dell' antico episcopio, decorosamente
iiulalo: Camera di Commercio. Si se- ornale dal vescovo, il quale ucU'amnjcl-
U xM .V U ìM A 71
(ere il Papa sedente in trono paternamen- con doralure.E poiché la moltitudine sem-
te al bacio ilei piede i due capitoli e cleri pre crescente per concorso dalle città e
ricordati, gii dichiarava iudividualmcnle luoghi anche più lontani dello stato pon-
le persone. Gli alunni del seminario offri- tifìcio,non che da esteri paesi, era allollata

rono al Papa il suddetto libro con ora- sulla piazza chiedendo la benedizione, si

zione Petiarchesca e delicato mazzo di allacciò il Puiitehcealla loggia del palazzo,


fiori fìnti e odorosi, affabilmente giaditi. e la benedisse con effusione d'animo, dan-
Calò quindi il sauto Padre ue'sotterranei do segni di suo cordiale gradimento alle

del tempioa venerare nelle preziose arche dimostrazioni di affetto e di venerazione


le spoglie de' ss. Protettori, massime quel che verso lui erano indirizzale. Quindi
la di s. Ciriaco in cui si ravvisa qualche bramoso sempre d'essere tra il popolo più
vestigio del suo sembiante. Dopo questo, d'appresso, amò di restituirsi a piedi alla

espressi i suoi sensi di particolare amore- residenza, avendo a fianco il gonfaloniere,


volezza verso mg.' Cadolini, il Papa si al quale dirigeva continuo discorso, men-
portò alla visita de'monasleri delle sagre tre non lasciava ili attendereall'immenso

vergini, ove trovossi il medesimo mg."^ ve- popolo che si affollava ne' luoghi di suo
scovo, col vicario generale mg/Mongardi passaggio, osservandone con compiacen-
e l'arcidiacono IMucci. Si recò prima ol za paterna il rispetto e l'esultanza. Lungo
monastero di s, Palazia, poi all'altro di s. la via fermò alla piazza di s. Francesco
si

Lorenzo, e per ultimo a quello di s. Barto e contemplò il prospetto della magnifica


lomeo, ili ciascuno de' quali fece liete di chiesa, la colonna rostrata co' due trofei,
religiosa consolazione le religiose, cheam- posti nel mezzo della piazza, con 3 iscrizio-
snise al bacio del piede e benedisse. Innan- ni nellequali mg. 'Barili espresse idi voli e
zi giungere al ."monastero, chierici e
di i i i giulivi sensi della moltitudine. Ricorren-
giovani del Uislretto dis. Luigi Gonzaga, do nel pomeriggio la processione decenni-
duetti dal can. Oltaviani benemei itodel- le statuita per voto di portarvi la Madon-
l'aiiconitana gioventù, uscironodalla chie- na dis. Ciriaco ili ringraziamento della li-
sa di Maria degli Angeli ulhciata da lo-
s. berazione dal niorbo,il Papa mostrò vivis-
ro, sulla cui facciala erano 3 iscrizioni ap- simo desiderio non meno di goderla dalla
propriate alla lieta circostanza, con iti nia- loggia della torre di sua residenza, ma ivi

uo rami di verde olivo, e divotameute di seguirla con tutta la sua corte. Ma al-

Papa graziosaniente
prostrati furono dal lorché giunse la processione sotto il pa-
benedetti. Recatosi Papa nel palazzo, il lazzo apostolico, oscuratosi di già il gior-
lo trovò addobbato con magnificenza e no ed essendo la calca del popolo stra-
gu>to, decorandone le pareti tre squisi- ordinaria, il Papa reputò conveniente di

ti dipinti del cav. Francesco Podeslian- astenersi dal desiderato intervento,poichè


conitano celebre, e tra' ritratti de' Papi vide pressoché impossibile d'intrometter-
e cardinali benefattori d'Ancona, il pro- sico'cardinali (a' nominati conviene ag-
prio semibusto. Dimostrata ammirazione giungere il cardinal Mattei, che avea la
e gradimento, si assise nel risplendente cura governare il viaggio, ed il cardinal
di

trono e co'modi i piìj gentili ricevè gli o- Soglia venuto da Osimo, il quale man-
maggi de* magistiati, de' consiglieri, de' cato a' viventi a' 12 agosto 856, per cui 1

nobili, delle dame e de'ciltadini che desi- deqnaraenle il successe ne' vescovati il

derarono essere ammessi alla sua presen- cardinal Giovanni Brunelli , meritò il

za e al bacio del piede. Ebbe a sommo giustissimo Elogio dell' Em." e Rcv."
piacere il dono presentatogli dal gonfalo- jìi-incipe sig.r cardinale Giovanni So-
niere d'una bellissima copia della B. Ver- glia Ceroni i'esco\'o di Osimo e Cin-
gine d'Ojjnissanli egregiamente miniata goli, letto nel 3." giorno delle sue so-
ri UM A UM A
ìi'.nni tse<jxdc (ì i4 agosto i856 nella lamie una breccia di facile salita, aiìclie
chiesa cattedrale di Oxiìiio da Ciusep- 4 bastioni e le cortine erano sgie-
gli altri

pe Ignazio Montanari, Ancona da' tipi telati e cadenti; le fòsse eransi riempite di
AiJivIj e comp. i856), con molti vesco- tmia, i parapetti non piùoHrivano l'anli-
vi (fra' quali a cagion d'onore nominerò co prodlo, le piatteformesdrnscile, il ma-
mg.' Antonio M." Deoedetto Antonucci Schionon piLulefilatoesojuastanle le pro-
v<;scovo di ìMonte Feltro, odierno pastore pinqne allure, il ponte levatoio della por-
d'Ancona) e alcuni prelati (e fra questi la incastrato, la magnifica polteiiera ab-
J'ollimoanconitano ing/GiuseppeMilesi- bandonata. Questo era lo stalo deplora-
Pironi-Ferrelti attuale ministro del coiu- bile della cilladella d'Ancona, quando
lìiercio, belle arti, industria, agricoltura e Gregorio XVI, dietro il rapporto del bra-
lavori pubblici), non cliecon lutto il cor- vissimocav. Paolo Emilio Provinciali ro-
leggio ti a un'accalcata moltitudine di gen- mano, comandante il corpo del genio «ni-
te senza rilevarne impedimento. Essen- filare, ne ordinò l'intero risarcimento, la
dosi però schierala la processione innanzi riedificazione del Cavaliere basso da'fon-
alla sua residenza, il Papa dalla princi- damenti in uiiglior forma dell' antico, e
pale loggia venerò la ss. Immagine, espar- fuprontamente corrisposto colla massima
se la sua benedizione sulle pie personeclie speditezza e abilità; poiché in 240 giorni
l'accompagnavano. iXella sei a il Papaam- il rovinio della cittadella disparve, e il ma-
mise a particolare udienza cardinali, i i si;hio, la torre laterale, la laiiipa che vi con-
\escovi e molte deputazioni, ch'eransi re- duceda'terrapieni inleriori,e!ecoi line fu-
cati espressamente in Ancona a rassegnar- romi riparale e amnentaledi nuove mura
gli gli omaggi di divozione e rispetto. Fu e di nuovi parapetti; i4baslioni cadenti
quindi presente da una delle finestre del risarciti, il Cavaliere basso ricostruito ed
suo appartamento, ad una gran mole di elevato sino a 1 6 mc-lri, onde potesse do-
fuochi artificiali ben combinali innanzi la minar l'adiacenti colline, avente una spa-
chiesa di s. Domenico e perciò di fronte ziosa galleria coperta, guarnita di n)u-
al suo palazzo: l'illuminazione simboleg- schetteria da fulminar l'uiimico che l'as-
glò il tempio della Pace formato di 7800 salisse ; e al «li sopra due casematte ne'
iiuni, con r Iride nella cui lascia di vari fianchi, che hanno fra loro comunicazio-
colori scintillava a granili caratteri di luce ne per una galleria illuminata da fori aper-
l'epigrafe : A Gregorio Xì 1 Ancona, ti ad egual Questo si è il grande
tlislanza.
Fmj la festa notturna con l'elevazione di bastione o baloardo che il Papa permise
un globo areostatico. Giovech I6 settem- sì appellasse Gregoriano dal di lui no-
bre il l^apa dopo celebrata la messa nella me, onde nella destra faccia della nuova
cappella privata, si recò alla cittadella, muraglia fu incastrata una lapide col suo
una delle più ragguardevoli d'ilalla, ove pontificio stemma. Inoltre si risarcirono
fu liceviitoda mg.' [iresidenle dell'armi, o rifibbricarono i sotlerianei, con casa-
e dal colonnello Lorini presidente delia malta perla comunicazione col superiore
cnmnìissione preposta nel precedente ot- terrapieno; la ()olveriera fii racconciata,
tobre a reintegraila dalle ingiurie degli e guarentita dall'umidità e dal fulmine;
anni e dalle passale vicende di guerra. Do- le lòs>e esterne ripulite, il ponte levatoio
poche gli austriaci nel 81 5 aveano colle 1 risai cito, ec. Questo giandiuso monumeu-
mine rovesciate tanto l'antiche quanto le to fondato da' Pajìi, ridotto a scheletro,
nuove lòrtificazioni, per .i'j anni giaccpie per Gregorio XVI fu richiamato a vita
la cittaiiella in mezzo a un totale abban- novella. La cittadella d'Ancona trovasi
doi'.o, per cui oltre il bastione Cavaliere eretta sulla cima Aslagno a ilielri
dell'
basso the presenla\a un ummusso di rol- loGsul livello del mare, guarda nou solo
U M A U IM A 73
la sottoposta città die ìli «pecchia piace- risarcito e acconcialo, e in parte eretto
Yolinuiile nell'AcIriaticOjeil suo bellissiujo »lallc ftjntlaMicnlu per l'attività inarriva-

portu, ma tutta la (ertile campagna e le l>ile del ^(illoclatu Uni." p. Vernò mentre
colline che l'accerchiano. Dessa ha 5 ha- n'eia priore. 11 risarcito e acconciato è la
stioni e sono, il Cavaliere basso, ora ba- gì andiosa sala delle donne, di cui più bel-
loardo Gregoriano, e il Ciiaidino dalla la cosa non si può vedere, per l'ainpiez-
parte di lena, il ba^lio^e de'Miiiori Os- za, per la [)olizia, e [)er la Mpiisilczza etl

servanti, del Quarliere, e la Campanache eleganza ilegli atldobUi, delle .sii|ipellet-

giiardanu lacillà e il mare. Vengono que- liti, dorature che la fregia-


delle pitture e
sti dominati dalT altezza d' un maschio no. L'ei'elto dalie fondamenta è la super-
che 5>i erge nel mezzo, nel cui piano si l)a cosa de'pazzi, che si erge in sul pendio
j)onno appuntare grosse arliglieric [ler dono de' 3 colli della città, arieggiata e
battere lecolline più lontane che da ipiel- suleggiata. Quivi un giardino per pas'^eg-
1' allora si Le forlificazioni
discoprono. gio e per escMcizio di ((ue'pazzi che amano
dalla parte della campagna sono dilese la uno spazio-
coltiva/ione de'liori, tjuivi
da un vasto campo trinceralo di squisito so luogo per quelle donne che bramano
disegno, adorno di casemalle,ed'una poi- il la*orio, quivi un decente refettorio pe'

veriera che per la vastità e architettura deaienli non furiosi, quivi un piano-for-
può pareggiarsi alle più magnifiche d'I- te pegli amanti della musica, quivi uu

talia e di liilta Europa. Entralo dunque bigliardo pei (pielli che vogliono riorear-
Gregorio XVI nella cilladella, si recò un- si, (piivi in line una cappella ove deineii- i

lìiedialamente alla cappella dedicala a s. ti d ambo i sessi separalamenle adunansi


Larbara, nel cui Iroiilone eravi l'isciizio- per pregare. In questo manicomio que'
ne celebrante l'avvenimento. Dopo breve che infuriano non sono più percossi né
preghiera si portò quindi a mirare Tese- straziali, ed è allontanato lullociò che a-
guile lavorazioni e il nuovo bastione, e ver possa l'idea di tetro carcere. Vi èia
lutto trovò eseguilo con senno, sollecilu- doccia, trovalo rimedio eliicacissimo pei'
dine ed economia, onde esternò la sua pie- ralfienare gl'inqieli del delirio, ecame-
lia soddisfazione al colonnello Provincia- re oscure imbottile nel pavimento e nelle
li e al capitano Schiatti comandante del pareti. ÌNon più funi, non più catene, le
Iurte, i quali a parte a parte indicarono al camicie di sicurezza ne tengono le veci,
l^onlelice il lavorio eseguilo; massime al le quali menlre infrenano il misero iufer-

Provinciali con [(articolari lodi per aver nio, non ne làmio strazio. Vigili custodi,
cambialo le seudjianze eia condizione ma pazienli e umani,sorvegliano i rinchiu-
da capo a fondo. Il Papa
tlella cittadella si di giorno e ili notte. Gregorio XVI se-
esaminò accuialameule disegni che gli i guito da Scardinali, da molli prelati, dai
presentò l'abilissimo Provinciali, interro- g(jnfaloniere, dalla magistralura, dal se-
gando e rispondendo con tale un acume naioredi Bologna marchese Guidoni (oi-
di sa[)ereda sorprendere i [)iù inlelligenli timo personaggio ora delunto) e da altre
dell arie militare. JN'ella piazza d'armi, distinte pi.rsone,enliato nel i. atrio, in (òa-
sedenlein tronosolto magnifico padiglio- do si recò nella cappella o pubblico ora-
ne, ammise al bacio del piede i membri torio dc'demenli, oiò brevemente equin-
tli della commissione, e gli uHiziali d'ogni di passò nel giardino degli uomini, ove
grado e arma, trattando liilli con bontà tulli non furiosi erano assisi a tavola u
i

indicibile. Dalla fortezza il santo Padre merendare, eseiiza punlo sgomentarsi al-
si condusse alTospedale uibano degl'in- la slraordinaria visita, conlinuarono a
fermi e mentccalliincura de'virtnosi ben- luangiare con gran serietà, benché il Pa-
traltiiiij ma^uilìco slubihiuculu lu puilu pufiuucuuicuic uvviciualuaidiaAclurobc*
74 U M A U MA.
nigne parole. Piissalo quindi nel •j." atrio religioso la magnificenza del luogo e la

vide il laboratorio de' pazzi, entrò nella sapienza degli ordinamenti, oud' esso è
saia de'bagni, ed osservò in allra gli strii- rinomato in lidia. Questa pontificia vi-
1

tueiili elellrici di cui ricercò 1' uso, iiio- sitavenne ricordala con lapide marmo-
straiido multo discernicueulo anche in rea, erettagli dal Rm.° p. Vernò e dal suo
questo (lili'icile ramo di scienza, in un 2." ordine. Piestituilosi il Papa alla sua resi-
giardino trovò le pazze, ch'erano pure a denza, passò poi nella sala del trono ric-
mensa ; quesle però riconobbero chi le vi- camente addobbala ed ove faceva bella
sitava, e prese da straordinaria consola- mostra nel sollllto il cpiadro rappresen-
zione s' inginocchiarono, proruppero in tante la Fortezza che dìx la mano alla
pianto, e coiuinovendo l'animo del Papa, Religione, ed ove è delineato il baloardo
co gesti e colla voce le confortò ed ammi- Gregoriano,menlreilTempo legge l'iscri-
se con carità al bacio del piede. Visitò zione incastrala nel njedesi(no e da lui
inoltre la corsia delle pazze furdjonde e trascritta in una tavola di bronzo per tra-
vide la macchina rotatoria
camera della mandarla a' posteri, ili|)inlo per ([uesla
e l'altra oscura imbottita col bagno di sor- occasione dal sullodato Vii»cenzo Podesli,
piesa. Esannoò da tdlimo il prodotto de' con iscrizione monumentale mg. Bari- di
lavori d' ambo i seisi, domandando del- li, il tutto orilinatodal delegalo mg.' Lue-
la condizione mentale di naolti individui, Ciardi. Inoltre nell' appartamento ponli^
al che rispose con molla sapienza il d.' lìcio, la sala dipinta alla foggia egiziana si

IMonti, medico e direttore del pio luogo, vide adorna d* un magnifico ritratto di
di esso benemerito pel suo instancabile ze- Gregorio X.VI in manto e triregno, opera
lo; e conosciuti con sovrana e paterna sod- egiegia del prof, di s. Luca cav. Francesco

di.sf.izioue bei risnltiiti che si ottengono


i Potlesli, fratello del nominato Vincenzo.
al ben essere di tali infelici da'nuotri me- Ivi ricevè in formale udienza i consoli aste--

lodi di cura adottali dopo lunga espei len- ri delle diverse nazioni stanziali in Ancona,
za e meditazione, ne lodò la saggezza e a'quali gentilmente permise chesi presen-
l'apjilicazioiie enicace.Enlrò poscia nell'o- tassero colla spada al fianco. Il cav. Giu-
spedale dtlle donne sane di mente, e restò seppe Balufii console di Sardegna e Lucca
SOI preso dalla jiiolta magniilcenza, e ac- prese la parola per tulli, e l'esegui in mo-
costatosi all'inferme le consolò e benedis- do, che il Papa cortesemente rispose, eoa
se. Giunto linalmente alla sala del trono, tanta dolcezza e dignitosa affabilità, che
vi ascese e ammise al bacio del piede la rienjpì tultid'ammirazione.Aininise quin-
f.imiglia religiosa e i professori dall'ospe- di a udienza varie deputazioni, fra le qua-
dale, lutti incoraggiando a proseguire nel li si distinsero (|uelle di Ferrara e di For-
nobile, utile e caritatevole loro mmisteio. lì, ed al bacio del piede tutti i pubblici im-
iNell'uscii e dallo stabilimento vide la gran- piegali ti' Ancona. Verso le ore 4 pomeri-
diosa f uniacia, ricca di suppellettili e me- diane, a preghiera del gunfuloiiiere e ma-
dicine, e profondendo elogi alla meravi- gistratura, il Papa si recò in carrozza ai
gliosa sollecitudine e all' ingegno del p. famigerato d'Ancona. Al quale, per-
i-*orlo
Vernò generale de' benfratelli, che per chè iosse dato un adilo convenevole e de-
singolare onore avea compreso in tulio il coroso, come lungamente si desiderava,
viaggio nel suo nobile seguii.) (come rile- pei rincessante alacrità del conte Quereu-
vai nel voi. XLl V, p. I 4 I , avendo onore- ghi gonfaloniere, era stato operaio dal-
volmente riparlato di Ini ne' voi. XLIX, l' architetto Bevilacqua sulla piazza di s.

p. 27 I, 272, 273, LII,p. 24i)> ^ l'avea Primiano imo squarcio nelle case poste a
ricevuto e accompagnato nel pei correre u\\ canto della medesima. Esso fu aperto
lo blabiliiueulo, dovendosi a tuie lUuslre u iurma di magmiica burriera, per cui vu-
U M A U M A 75
licaiulusi im ponle ili legno all'uopo co- Mj di spirto viril ricolmo il petto, - Monta
siniilo si entrava nel porto, il lutto con l'altero pino, e fianco eretto- Di soste-
disegni clell'arcljilelto Be\ ilacqua. Il l'apu gno al salir d'uopo non ave. - O fortu-
disceso di carrozza e dischiusi i cancelli nata gloriosa nave ! ec). Piicevuto sul le-
."
dclla barriera, la passò pel i percorremlo gno a vapore dal nominato e celebre cav,
il ponte fra il giubilo del tulio popolo. Ne' De Bruck, desiderò il Papa di fire sul
jiiloni alzati aliai.' lesta del ponte e ne' legno medesimo un piccolo giro in mare,
piedistalli di ilue colonne rostrale, erano e mossossi immediatamente giunse a cir*
<liverse iscrizioni ilell'aurea penna di mg.' ca un miglio fuori del porto d'onde relro-
Larili, descriventi quanto erasi fatto per cedette. Dinante tale tragitto ebbe a ca-
onorare l'amato padre e sovrano, nell'in- ro il Papa di visitare il piroscafo in azio-
cedere peli. "al porto Anconitano per la ne, notandone particolari ccommendan-
i

barrieia che dovea pi eliderne il nome, e done la bella tenuta. Diti (piindi contras-
Io presedi Barrierii Gregoriana j [lOvlQ segui di gradimento al rispetlabileca v. De
unico fra Venezia e Hrindisi, ed opportuno Bruck, non che al comandante del basti-
a' cooi merci coli' oriente. Gregorio XVI mento e all'eipiipaggio, e benedetto tutti,
dopo osservala con compiacenza questa rimontò nella lancia. Indi a preghiera de'
granile opera utile al commercio e di de- de[)utati del commercio si diresse alla
coro alla cillìi, ascese sul rivtillino pas^ìu- Log^ia o Corsa de'Mercanti, la (|ualeme-
do sotto l'antico magnifico arco di Tra- ciiante tnagiiiiioa e agevole gradinata era
inno, ed entrò in uno splendido padiglio- stata resa dnlcemenleaccessibile dalla par-
ile gaiamente ideali dal-
e loggia coperta, te di mare, decorata d' iscrizioni e delle
l'ingegnere pontificio Matteo Livoni. Ivi itatue degli illustri anconitani, Benvenu-
iii compagnia d'8 cai diiitiii si com|)iacque to Stracca scrittore in cose di co.'iimercio
tli veder varareun naviglio meicanlileco- e Ciriaco de Pizzecoili gran viaggiatore e
struito in q<iel canlieie, navigliociii bene- antiquario. Entrò ilPapa nella gran sala
disseecluiimò s. Mauro, nome ila lui por- riccamente adilobbata, e nelle cui pareli
lato nell'ordine camaldolese e nel cardi- risallavano leggende commemoranti la
nalato. Avendo
Papa accolto l'invito
il protezione accordata d.i Gregorio X.\Tal
già fattogli dal cav.DeBruck direttore gè- commercio, e iin[)loraiiti benedizioni alle
iierale de' vapori austriaci del Lloyd di arrischiate fatiche ile' nocchieii. Salì sul
lrieste[l .),di recarsi a vedere il piiosca- magnilìco trono e ammise alfabilineiite al
fu Mahmudie, chea gentile e riverentecu- bacio del pi«de componenti la camera
i

ra di tale società si era posto a sua disposi- primaria e il tribunale di commercio, di-
zione, montò egli prima sopra una orna- poi il ceto de'mercauti e i capitani di ina-
tissima lancia,allestila dal governo, ove 4 1 lodando e quesl' ultimi iuco-
rina, lutti
capitaiii della città addetti al commercio raggiando a nuove intraprese, delle quali
inaritlimo facevano l'nlìlcio di remigan- egli riconoscevacapace la perizia della ina-
li, e direttidalcomandanle del porto con- rina anconitana, come quella clui preci-
te Raifaele Milesi. La ipiale lancia seguita puamentefa sventolare il vessillo punlill-
da altre \i pel nobile corteggio si diresse ciò nelle più remole spiaggie. Seguì po-
al piroscafo fra gli applausi della marine- scia una regala o corsa di 6 barchette, ed
ria e del po[)olo accorso su più centinaia il Papa raddoppiò i premi. Imbrunita la

di battelli (da Treviso il eh. cav. Filippo sera, il magislralo civico e zeltinli depu- i

Scolari inviò al Papa un sonetto, cele- tali delia camera di commercio stipplica-

brante il suo ascendere il Mahmudie seu- lono il Papa di onorare con sua presenza
z'alcun appoggio, nel cui originale leggo: il padiglione eretto fra l'onde nel mez/.o
Lo vedi ? Ei d'alte cure e d'auui grave, -
del bacino del porlo, su manufatta isolet-
r76 U MA U M A.

ta, acciocché potesse goder Io spettacolo della cittadella, che poi quasi in un ba-
delle luminarie e de'f'iiuchi artificiali che leno apparve illuminata di faci. A cpiesto
s'iucendierebbero nella cillà dal lato del- nuovo, varialo e stupendo spellacolo fu
la marina. IMontato (juindi il i'apa nella soprallalto di lauta meraviglia T animo
lancia di cinsi era giàservilo, seguila dal- del benigno Pontefice, che ne ripelè con
l'altre lancie pel suo corteggio, approdò amorevole degnazione gli estatici e allet-

al padiglione iu forma ollagona e di gotica tuosi sensi a'beneraerenlissimigonfalonie-


slrullura, non che di soda cosUuzione e re e deputali della camera di commercio,
capace di 200 persone, addobbalo con a tutti gli anconitani. Montata rpiindi nuo-
grande squisitezza ed eleganza, felice pen- vamenle la lancia fra un ripetere iuces-
fcicro del gonfalonieie diviso colla camera sante di salutazioni e di viva, discese nella
tli commercio, ed egregiamenle eseguito Loggia de'iMercanli,ed entialo in carroz-

dall'ubilissimo Livoni,e per l'atlivitàe le za procedette con lento andate traversola


cuie marchese Cesare Benincasa. In
tiel citt.'i al palazzo apostolico. Per lai modo
«jueslopunto volgendosi verso la citlà si gli fu agevole l'osservare a parte a parte
presentava essa informa semicircolaresul- le luminarie ch'eransi ripetute come nel-
l'orlo del mare tutta splendente d'innu- le sere precedenti nell interno della città;
merevoli faci,la cui luce raddoppiavasi ri- e giunto alla piazza del teatro fu pago
percossa nel mare tranquillo, il tulio l'or- della sorpresa procuratagli con una graii-

inando una vista di magica meraviglia e de tela trasparente, nella quale scorgen-
lale da non |)0lersi in poche parole descri- dosi dipinto il ponte di Delluno, gli venne
vere. Tulli i navigli poi giacenti nel porto ridestata la dolce rimembranza della cara
e lulte le barche [)escareccie squadronale sua patria. Rientrando nella residenza fu
con bellordine luccicavano di lumi con salutato da un inno che cantavasi da
grandi festoni di globetli Irasparenli a va- scello coro di musici accolto in una log-
li colori. Intanto ira la punta della sco- già della medesima, composizione atlet-

glieia, il baluardo della lanterna, pure tuosa dell'avv. Castellano. Nella mattina
illuminali, e la cittadella sfolgoravano r.iz- del seguente giorno venerihi 7 settembre
zie sco[)piavano bondje artificiali. Palle il Papa dopo celebrala la messa in piiva-

di fuoco a vari colori innalza vansi dal pi- lo si ilispose alla parten/,a, dc)[)oafer di-

roscafu austriaco e dalla Loggia de'Mer- spensalo varie grazie e fallo decorare d.il

cauli, menlre le arliglieiie facevano da cardinal Matlei della croce di comuieu-


varieparlicouliuualo rimbombo. Equan- tlalori di Gregorio Magno il gonfalo-
s.

do aveano posa, o una banda milita-


esse niere conteLoilovicoQuereughi e il mar-
re alternava armonia di slrutncnli, od un chese Carlo bourbon Del iMoute, di cava-
coro di voci con noie uiu.^icali concerta- bere di dello ordine il marchese Stefano
va melodia d'una barcaiuola con ca-
la Agi presidente della camera di cuimner-
ilenze alla veneziana, e tutto sul dorso ciò, ed il segretario di cpicsla Franceichi-
.

tlellc barchette vaganti intorno al padi- ni di cavaliere dello Speron d'oro: aiui
glione del Papa. Il can. Borioni fu ilcom- riceverono corone preziose benedette, me-
posilore di essa, onde far cosa grata al ve- daglie di beiiemei eiiza e altre «nedaglie,
Udo Soiuuiu Pontefice, LNocchiero e Re, ed il vescovo ebbe una sonuna di denaro
che stampala pure a parte è inlilolata: Al da disUibuii si u'povcri della cillà, a\jiiali
JJi.sliiuPeccatore nel ^iur/io che unO' il comune e la camera di commercio avca-
ìiii-a il Por tu
cV AiLCoaa distia augusta nodisj}cn»aio3o,ooo libbre di pane. Uice-
prcic/iza, Barcaiuola. Da ultimo ebbe xelleil Papa a udienza i cardinali, poi
luogo il simulalo incendio cosi un na-
«.!' uig. Caduluii \ escovo diocesano col ca[>i-

vighu aucuiulo òui.a luce del porlu^cumu lolu della callcdralc, il goulaluuiere cui-
U M A U M A 77
la magistratura, il presidente e i deputati fui BiilufTi. Avendogià Gregorio XVI ag-
del commercio, il cav. De I3riick col co- gregalo al sagro collegio l'anconitano car-
mandante del Miilimudie, ed altri che ac- nuovo rallegrare
dinal Ferretti, volle di
colse colla consueta sua amore voltura, a Ancona con creare cardinale l'altro con-
tutti rivolgendo parole piene d'affnbiiilà, cittadino e proprio vescovo Antonio M.
di gentilezza, di paterno amore, congra- Cadolini : lo promulgò nel concistoro de'
tulandosi delle ricevute spettacolose e 1
q giugno 843, gli conferì per titolo la
I

sontuose teste, altamente lodando gli an- chiesa di s. Clemente e lo dichiarò protet-

conitani per averli ammirali a lui divoli tore delle ciltà di Umana e Sarsina, an-
d'una fede sincera, con sua inesprimibile noverandolo alle congregazioni cardina-
compiacenza. Si recò quindi alla grande lizie della concistoriale, de' vescovi e re-
loggia del palazzo, e nuovamente colla golari, del concilio e della Laurelana.
massima espansione di cuore benedisse il Laonde l'avv. Caslellanoa suo onore [)ub-
popolo, salutandolo eziandio con gesti e bli(X) un'iscrizione che termina con que-
contrassegni di sua più viva all'ezione. 11 ste parole: ylnroiiitani gioite. L'opera di
che ridesiò nel popolo 1' entusiasmo e Gregorio XVI è compila. Impernccliè il

l'animò a grida di divota gioia, divagan- Papa nuliendo particolare propensione


dolo dal triste senso per la sua imminen- per Ancona avea esentalo dalle lasse go-
te partenza; cui s'aggiunse il dispiacere di vernative coloro che di nuove fabbriche
una fallita speranza di godere anche un provvedessero all'ampliazione della ciltà;

altro giorno la di lui presenza essendo ; di più avea ordinalo la costruzione del
lutto predisposto onde la piazza Maggio- grande arsenale maritlimo. Di conseguen-
re fosse tutta quanta convertita in delizio- za allecasechesi costruirono fupermenio-
sissimo giardino. Pai lito Gregorio XVI riadalo il nome ói Borgo Gregoriano, al
da Ancona, lungo la via gli abitanti di quale dipoi fu sostituito l'attuale di >5or-
Falconara lo festeggiarono con due archi go JMaslai, cognome del j>iceno Ponte-
a'iimiti del loro territorio, e con l'incon- fice che regna. Quanto all' arsenale va
tro del clero e della magislratur,T; altro letto l'opuscoloRelazione della sagra
:

arco eressero gli abitanti di s. Marcello. veremoìda onde fu inaugurato l'Arse-


Per Chiaravalie, le cui dimostrazioni ac- nale Anconitano dall' Em.' Rev.' del
cennai nel voi. LXXll, p. q giunse in i i
,
cardinale Antonio Tosti pro-tesoriere
Jesii^F). La fama avendo tosto propalato della R. C. A. il 12 marzo iS56{c\i\al
Je maguidche feste d'Ancona, il eh. Gio. giorno onomastico del Vi\i>a), fatta pub-
Francesco Rambelli, che ne fu lieto spet- blicare da Ila Camera primaria di coni-
tatore e ammiratore, pubblicò poi colle ìncrcio d'Aiicoììa,W\\'òf[Z per Gustavo
Stampe: Gregorio XF I in Jncona, di- Sartoij Cherubini tipografo vescovile. In
scorso letto nella sala comiinitatii'a di fronte vi è un bellissimo ritratto del car-
Persicelo a cCi 2q settembre 84 per la i ' dinale del litografo Maggi. Queste bene-
premiazione degli ahiuni delle pubbli- ficenze dipoi volle Ancona celebrare con
che scuole. A'iQ dello slesso seltembie L'accademia vocale edistrumentaleche
lug.' Cadolini tenne il sinodo diocesano. il municìpio cV Ancona dà nell'aula del

E nell'anno seguente mg.' Lucciardi die suo palagio la sera de'6 febbraio ì8/\6
nell'aula del palazzo apostolico un' y^r- per festeggiare l'anniversario dell inco-
cadenna vocale e strumentale per solen- ronazione di S. S. Gregorio Xfl. Inno
nizzare l'anno XII dell' esaltazione al allusivo alla benignità di S. S. verso di
soglio di Gregorio XP I, divisa in due Ancona^ novellamente dimostrata con
Per essa il can. Borioni compose un'
parti. la graziosa esenzione delle tasse ec, An-
Ode marinaresca, Ancona 842 tipogra- 1 cona 1 846 per Sarloi j
Cherubini.il i ."giù-
78 U M A U M A
gno 846 1 [inssnlo ai^li eterni riposi Gregn- qnie nella propria chiesa di s. Carlo a'^a-
rio XVI, il cortlinal Cadoliiii da Ancona linnri, nella quale l'illtislre dtfnnlosi era
si recò al conclave per l'elezione del sue- tanto adoperalo coi pio suo zelo e facoii-
cessore, e segiù nella persona del regnante dia a vantaggio de'fedeli, i quali erano in-
Poiilefice Pio !X de'conti IMastai, la cui il vitati ad assistervi e sulfragarlo, con epi-
luslre famiglia nppnrienendoa! ceto patri- grafe posta nella porla maggiore delteiu-
2Ìo d'Ancona, la cillà celebrò il faustoav- pio e pubblicata dal n." 1 82 del Giornrtle
veniiDento nel modo lifeiilo dal Supple- di Roma. Qnal vescovo di Cesena l'avea
ijienio al n.° 36 delle Notizie del giorno celebrato in purissimo latino il can.Tilo
I 846. Scoppiala la rivoluzione in Roma Masacci, col riportato dal Leoni nell'^/?-
(/"'.jnel noveinbrei848,fataImenlesi prò- cena illustrata, p. 435. Il regnante Pio
pagò in lutto lo staio in^^ieuie alla prò- IX nel concistoro de*5 setlendjre 85 Ira- i i

inulgata repubblica romana, ilcbe coslrin- slatò dalla chiesa arcivescovile di Tarso
se il Papa Pio IX [V.) ad invocare il soc- l'attuale zelante e saggio pastore mg/ An-
corso delle potenze per re[)riiiiere i ribel- Ionio !M." Benedetto Antonucci di Snhia-
li. Pertanto gli austriaci per capitolazione co ( nel quale articolo feci cenno di sue

a' I
q givignoi 84c) «cullarono nella città e viriti e delle ragguardevoli cariche diplo-
foltezza d'Ancona, clic tuttora guarnisco- iniitiche esercitate e degli altri vescovati

no, liberando venerando cardinal De


il governati con lode, ed a'voli ivi riveren-
Angelis arcivescovo di Fermo dalla dura temente emessi qui aggiungo Di Tiì.i :

prigionia che per 100 giorni avea patito di-iil loiigam pyliam siipei'are sciìcctam^

nella fortezza, pel sacrilego arresto fatto cioè ripetendo quanto l'ab. Leoni scri-^se

di sua sagra persona da' rivoltosi nello dell' allora vivente predecessore curdinil
slesso suo arciepiscopio, essendosi ancoat- INembrini a p. 448 ; e così la diocesi d'Au-
lentato a' preziosi suoi giorni (ora non cona ed Umana ne potrà ulteriormente
occupano gli austriaci che Ancona e Bolo- godere l'egregie doli pastorali; avendone
gna, poiché 26, 2y e 28 ottobre 856,
a' 1 già dato prove anche quando fu nuov.i-
le truppe pontificie presero il luogo delle mente la citlà d'Ancona flagellala dal ler-
ledesche nelle varieciltàdi Romagna, con ribile oholera). Imperocché fuggii pro-
otlimo ordine e col miglior accordo colle motore eprincipale contribuente, per da •

milizie imperiali), ludia'^y giugno prese re uu asilo alle povere giovanelte anconi-
in Ancona le redini ilella pubblica aro- tane rimaste orfane pel morbo nel i8:)4
niinistrazione mg.'DonienicoSavelli com- enei i 855. Terminerò con ri[)elere il

niissariostraordinario delle Marche e del- riferito dall'uUiuìa proposizione coucisto-


le Provincie d'Urbino e Pesaro. Gli sue- riate, cui aggiungerò alcune parole. Aa-
cesse mg/ Camillo Amici commissario cona notissima Piceni rivitas maritima,
pontificio straordinario e delegalo aposto- a qna notnen sumpsit illa provìncia; ad
lieo, ed a omosso a pro-legato di Bo-
lui pi litus Adriatici maris sita, ac par tini in
legna, l'alluale mg/ Lorenzo Bandi. 11 ve jìlano et partem in colle aedifìcata, in
icovo cardinal Cadolini nalo a' 9 luglio suo triuin fere niilliarium anihilu una,
1

1 77 in Ancona, ivi morì compianto per


1 cunisuhurbìisquatuor mille donios et tri-
le sue egregie virtù il 1

agosto 1 85 1, 12 gi/ita circiter mille enumerai e ives.La se-

giorni dopo dacché avea compiti 80 anni de vescovile d'Ancona ed Umana è imme-
d'etìi. Il suo corpo fu esposto con solenni dialamente soggetta alla s. Sede. La catle-
funeiali nella calledrale, e vi reslòscpollo diale è >ollo l'invocazione di s. Ciriaco,
con onorevole lapide. In Boma la con- lui mala di gotica struttura, con maestosa
gregazione di s. Paolo, a cui avea appai le- gradinata, e nntiporlico tolto di marmo
nulo, gli celebrò solennemente altre esc- sostenuto da due belle colonne che [iosa-
e

U M A U M A -M
no sul dorso di due gran leoni di granilo. capitolo si compone di Ire dignità, lai.'

Antico i)*è il dis("£;no e si novera fra le pili è l'arcidiacono, le altre 1' arci|)rete e il

iinliclie chiese d'ilalia. Due grandi navu primicerio: eravi |(iirc la dignità del pre-
te, ciascnnn di fì anlii sofetenuti da niar- posto, ma reslo soppressa. Queste dignità
inciee colonne, die in un pnnlo concen- formano cpiasi uncoiptja parie e non han-
trico si uniscono, e si tagliano ad eguali di- no voce in capitolo, e vestono dell' abito
slonze, formano una pi «fella croce greca. prelatizio nero, dovendo perciòiinplorare
Nel mezzo, sjìslenula da 4 grandi pilaslri, d'essere ammessi Iva pi-oloìiotari aposto-
s'ei gè la cupola re()Ulala una delle prime lici titolari o onorari (de'quali riparlai nel
elevate in Italia. Dissi già elicla primitiva voi. LXXl, p. 8). Di 12 canonici conipre-
(fitlediale eia sagra a s. Stefano proto- .se le prebende del teologo e del peniten-
U/iiiliie, e sorgeva fuori le mura sul colle ziere, quali hanno per capo
i il priore, uf-

AMagno, demolita neh 174 per l'assedio (Irio che esercitano per turno d'anzianità;
di Federico 1. L' odierna eh' è sul colle di6 mansionari chiamati canonici soprati-
Guasco, porlo in origine il nome di «.Lo- nuoierari. primi hanno 1' uso del roc-
1

renzo arcidiacono della eliiesa romana e chello e della cappa paonazza ornata di
martire, ed ottenne poi quello di s. Ciria pelli d'ai niellino o di sela cretnis seconda
co vescovo e martire, quando nel 270 si 1 le stagioni, e nell'estale la niozzetta di se-
licosliu'i più ampia e decorosa pel famoso la paonazza. I canonici soprannumerari
arcliitello INlargaritone d'Arezzo. Era a." hanno 1' uso del rocchetto e della cappa
callediale cjuando esisteva la precedente, paonazza ornala di pelli Iiigie o di seta
'

e restò i."*
dopo la sua distruzione. In essa nera secondo le stagioni, e nell' estale la
non vi è il baltislcrio, perchè non ha la mozzetta ili seta nera. Di 4 chierici bene-
cura d'anime. Ha i\ue belli sotterranei, la lìciali cantori, ac iionruillox rajìcllrtiins

cui volta è sostenuta da ìi colonne, lii rccciitioris iristilutionis (del cardinal Ca-
quello detto di s. Ciriaco vi riposano le dolini), che vestono la cotta e l'alinuzia;
spoglie de'ss. Ciriaco, Marcellino 1 e Libe- e d'altri preti e chierici addetti all'ufllzia-
rio; ha 5 altari, de' cpiali il 1." è innanzi tuia divina. Episcopale palatiuiii ad e-
I urna di s. Ciriaco, negli altri riposano i jusdem pene montisradire^ pnsitninali-
corpi di s. Marcellino I, di s. Liberio, di s. qtiaìittitn distai acathedrali,ntdlamquc.
Palazia,e del b. Antonio Fatati. Incontro reparatioiìcnì caposcit. Le chiese parroc-
a tale sotterraneo è l'altro, sovrastato dal- chiali d'Ancona e del suburbio sono io,
la cappella del ss. Crocefisso, chiamato tutte munite del s. fonte, qnarimi altera
della Madonna delle Lagrime, e, non ha sub titilli s. Blariae de Platea, et s. Ho-
che il suo altare in cui si venera l'imma- chi est edam collegiata, la cui cura di
gine della B. Vergine col divin Figlio. 11 anime il capitolo di ii canonici la fa eser-

dotto can. l'elrelli ivi neh 834 incomin- citare dalla dignità del preposto. In An-
ciò un museo sagro d'antichilà cristiane, cona vi sono i conventi de' domenicani,
trovate nella diocesi d'Ancona ed Umana. minori osservanti, ca[)puccini, conventua-
Sono molli anni da che si litenne che la li, agostiniani, carmelitani calzali, mini-
cattedrale minacciasse rovina a causa mi, serviti, benfial eli), e fratelli dello scuo-
d'un cedinienlo avvenuto al sinistro lato le cristiane; ed i monasteri delle monache
del fabbricato. Dopo falle alcune ripara- canonichesse Lateranensi, Clarisse fiance-
zioni e inzeppature, sembra essersi allon- scane, e ripsimiane armene. Di più si con-

tanato il temuto pericolo. INoudimeno tano 3 conservalorii, diversi sodalizi, l'or-

questa principale chiesa e santuario fa fanotrofio, l'ospedale, il monte di pietà, il

conoscere ra>soluto bisogno d' altre più seminario, ed altri benefici e scientifici stn-

grandi riparazioni e di ristorauienlo. Il bilimenti. Ogni nuovo vescovo d'Ancona


8o U M ?, UM B
ed Umnna è tns<!ato ne'lihri delln camera golarmente versato nelle lingue orienta-
apostolica in fìoiini 44^ '7^> ^^^ ' f^i'"lli li. Per tanti meriti fu condotto in Roma

della mensa ascendono a 8000 scudi non- nel !o49 *^''^ ''• Leone IX, che lo consagrò
niillis oncribus gravali. La diocesi st e- vescovoeil inviòinSicilia con litolod'arci-
sfende per un territorio di circa 3o mi- vescovo, per istruire que'popoli nella cat»
glia, e comprende più luoghi. tolica religione. Il Grossi nella sua Cata-
UMBERTO DI Marolles o Marou,- nia sacra^ si studia di provare che fu ve-
iEs(s.), prele religioso. Nacque a Maiziè- scovo e arcivescovo di Catania, conf itan-
res suirOise, due leghe lungi da s. Quin- do il Pirro che nella Sirilia sacra io
tino. I suoi genitori Everardo, il quale è vuole arcivescovo di Palermo. Cardella
onorato del titolo di bealo, e Popita, co- non è persuaso delle «lue lestimonianze.e
uoscìute le ottime di hìi disposizioni, lo soltanto crede, che il cardinale ebbe dal
destinarono al servizio degli altari, e per- Papa facoltà e giurisdizione illimitata su
ciò il condussero a Laon, dove ricevet- tutta la Sicilia.Aggiunge, che nel conci-
te la tonsura clericale; poi Io miseio in lio romano premio di sue apostoliche
in
un monastero perchè fosse istruito nel- fatiche fu nel io5i crealo cardinale ve-
la pietà e nelle lettere. Elevato al sacer- scovo di Selva Candida (/^.), cancelliere
dozio, passò alcun tempo nel chiostio, e e bibliotecario di s. Chiesa. A ninno me-
ne USCI per recarsi a dar ordine all'ere- glio che a questo cardinale credè s. Leo-
dità de' suoi genitori. Dopo avere accolti ne IX di arlidare il governo del celebre
in sua casa s. Amando e s. Nicasio, li se- monastero di Subiaco, di cui nello j3 Io
giù per soddisfare il suo desiderio di vi- elesse abbate. Non mancò egli di corri-

sitare la tomba degli Apostoli; e dicesi spondere alle pie ifitenzioni del Papa, eoa
che per lo stesso motivo facesse dipoi un restituire a (]uel santuario la monaslica
secondo viaggio a Roma. Nel suo ritor- disciplina affatto decaduta, e incontrò gra-
no visitò s. Amando a EInon; quindi si vi didicoltà per mantenerla nel suo vigo-
monastero di Alaroillesnell'Hai-
ritirò nel re. Nel io54 ?«• Leone IX lo spedì, con Pie-
naul,cui donò la maggior paite della ter- tro arcivescovo d' Amalli, e Fetleiico di
ra di ÌNIaizières, la quale consiilerabile do- Lorena arcidiacono cardinale, all' impe-
nazione Io fece riguardare come fonda- ratore Costantino IX Motio.maco, che li

tore del monastero stesso ; ed è verosi- accolse colle maggiori dimostrazioni d'o-
mile che ne prendesse il governo, poi- nore, ad eft'eltodi conciliare una pace sta-
ché que' religiosi sono delti suoi ilisce- bile e una permanente concordia tra la
poli.IMoiì verso l'annoGSs a'25
mar- di Chiesa greca e la Ialina, e per implorare

zo, nel qual giorno è registralo ne'mar- soccorso contro le scorrerie de' norman-
tirologi dei Paesi Bassi, di Francia e di ni. Il Labbé, nella Disx, degli scrillori
Germania. Si celebra a' 6 settembre la ecclesiastici, t. i,p. 4^4> ^ ''' P'T'ere, che
festa della traslazione delle sue reliquie, questa legazione (u conferita al cardinal
le quali (ino dal Xi( secolo conservansi Umberto nel 10? ,cche i in tale occasione
nel detto m<inastero. in una disputa ch'ebbe con 1' ambizioso
UMBERTO o UBERTO Canlinale. patriarca di Costantinopoli Michele Ce-
Nacque in Lorena, benché altri lo dicono rulario, lo convinse tabnente colla forza
tedesco o fiammingo, ma veramente in degli argomenti, eh' egli non seppe più
Toul ; monaco e abbate dell'ordine di s. cosa rispondere : di parte della sua di-
Lenedetto nel monastero di ìMediano nel- spula feci parola nel voi. L, p. 3c). Dopo
la dioceM di Toul tra' monti di Vosago, averlo piìi volle avvisalo e palernamenle
divenne celebre e insigne nella sua età, ammonito, trovatolo ostinalo ne'suoi er-
come dottissimo e chiaro per virtìi e sin- rori, insieme con Leone vescovo d'Atrida
UM B U M B 81
eCostnalÌQo sacellario JcH'ituperatore, e Sagramentari, nel concilio di Lateratio
complici del patriarca, nel gran tempio alla presenza di 3i3 vescovi, ch'egli me-
di s. Sofia alla presenza del clero e del desimo sottoscrisse nel famoso canone,
popolo, il cardiuaie lo escluse formal- che comincia Ego Berengariiis,e ripor-
mente coH'anatema dalla comunione de* tato pure da Graziano. Alessandro II de-

fedeli. Lo slesso fece col dottissimo e ce- terminò d'affidaigli la legazione d'Inghil-
lebre monuco studila Niceta Petto- il terra, dove in numeroso concilio convo
rato^ di cui represse 1'
ardire, e strin- cato nel 1072, a cui intervennero tutti i

se per tal modo coH'enicacia delle ragio- vescovi di quel regno, quietò le differen-
ni, che quel monaco si vide ridotto ad a- ze insorte tra le chiese di Cantorbery e
natemalìzzare il proprio libro scritto in York, intorno al diritto primazìale del
difesa del Cerulario, e l' imperatore co- medesimo, che il legato credè aggiuilicare
mandò che fosse gettato nelle fiamme. Il aliai/, dichiarando l'arcivescovo diCan-
cardinale gli avea risposto con fortissima torbery primate di tutta 1' Inghilterra ;

confutazione, che si legge nell'iiggiunte al quantunque non manchi chi pretenda che
t. I I di Baronie col titolo : Refiitatìo di tale legazione fosse incaricato il cardi-
tractatus aediti contra Lalinos a Nice- nal Uberto suddiacono della chiesa ro-
ta Peclorato. Il Goar, Bihl. de' Padri, mana, come rilevai al suo articolo. Il pio
I. 73, scrive che il cardinale eccedè
4j P- I cardinalUmberto fu assai commendato
in alcune cose, come più dilfusamente ri- da Lanfranco arcivescovo di Cantorbery,
ferisce Juveuin nella sua opera de' A^- qual uomo d'eminente sapere, pieno di re-
grameìili,(\\%<sei\. 5,quest. 8,cap. i . Si può ligione, e di santissimi costumi adorno.
\edere VA-ndies, Dell'origine e progressi Scrisse alcune opere, che più non si leg-
d'ogni letteratura, t.
7, p. 202 e seg.,che gono, e dopo aver contribuito col suo suf
chiama ilcardiualeUbei todiSelvabianca. fragio all'elezione di Stefano X, Nicolò II
Nel io54 ricevuta la spiacevole notizia e Alessandro II, non facendosi memoria
della Leone IX, carico di doni
morte di s. in quella di Vittore II come assente, pie-
per se e pel monastero di Monte Cassino, no Signore nel 074»
di meriti riposò nel 1

s'incamminò perPvoma onde trovarsi a'co- forse nel precedente anno, altrimenti si
niizi del nuovo Papa, che fu Vittore II. sarebbe trovato all'elezione di s. Grego-
Questi in riguardo a' di lui meriti colla rio VII. D* ordine pontificio fu sepolto
s. Sede, non solamente confermò gli an- nella basilica Lateranense, presso la tom-
tichi privilegi di sua chiesa Selva Can- Ija delle ss. Materna e Secondina. Fecero
dida, ma ne aggiunse altri ; indi Io de- del cardinal Umberto onorata menzione
stinò legato pontificio a Monte Cassino, Canisio, BellarminOjUghelli, Ziegelba ver
ove per l'elezione del nuovo abbate erao- e molti altri. 11 cardinal s. Pier Damiani
si eccitati gravi torbidi, ne'quali il cardi- contemporaneo, lo disse: occhio limpido
nale corse rischio di lasciarvi la vita. Ma del Sommo Pontefice.
egli, anziché sbigottirsi, intrepido volle UMBERTO UBERTO DI SELVA
assistere allo scrutinio del nuovo abbate, CANDIDA, Cardinale. F. Umberto o
nel quale attesa la sua vigilanza e saviezza Uberto, Cardinale.
rimase eletto il suddettocardinal Federi- LMBILICANI. Eretici esicasti , cosi
co poi Stefano X. Al breve pontificato di chiamati perchè pretendevano che la pre-
questo successe nel i o58 INicolò 1 1, che nel ghiera non poteva esser gradila a Dio che
ioSq r incaricò di comporre e stendere colla fissazione degli occhi suU'umbilico.
la formola della professione di fede, da E da ciò che fu dato loro il nome d' um-
pronunziarsi e giurarsi pubblicamente bilicani, tratto dalla parola latina Unibi-
dall' eretico Berengario capo de' settari ZzVuijche significa umbilico. E>icasta poi,
VOL. LXXS.III. 6
82 U M B U MB
Hesycastes, in greco è la slessa cosa the Metropolis, qualificandola lo Spanhe-
Quietista in francese,preso solamente, se- mio, m Orb. Rem., Lxercit.2, nnnot. ad
condo il significato grammaticale, per una art. 7. Il Marocco, Monumenti dello Sta-

persona che si tiene in riposo, per allen- to Pontificio, t. I 3, |>. 90, osserva che la

tlere più comodamente


contempla- alla provincia dell'Umbria rinchiude rilevan-
zione delle cose celesti. Questo nome fu ti cose e città magnifiche, e che secondo
dato nell'anlichilà a que'monaci che uni- alcuni fu così chiamata dall'onibrn, poi-
camente occupavansi della Preghiera. ché tal regione è realmente ombrosa per
LMBRIAo ORllìRlA, Umbria. Le- l'altezza e vicinanza degli Apennini. Parte
gazione apostolica del dominio della s.òe- di essa fu poi chiamata ducalo di Spole-
de, la quale secondo la disposizione del to. In sua parte, al dire degli antichi scrit-
regnante sovrano Pontefice Pio IX, de' tori, sono con) presi anche gli umbri di
22 uoven)biei85o, comprende le illusUi Sabina. L'Umbria è dotata di valli, col-
provinole ponlificie e delegazioni aposto- line e piani bellissiuii. Vi nascono bellis-
liche di Perugia, Sjìoleto e Rieti, nel simi tori bianchi, che dagli antichi roma-
modo che dichiaiai nel voi. LUI, p. 229. ni erano tenuti in molta estimazione, per-

Il comune de'geografl la chiama grande chè se ne servivano i trionfatori ne* loro


contrada d'Italia, dalle sponde del 2V- 'Trionfi pe' sagrifizi, lavandoli prima
{•ere che la separava dall'antica Toscana nel fiume Clitunno, già nel leirilorio di
o Etruria, sino al mare Adriatico, divisa Trevi, e perciò ivi ne riparlai dicendo di
in due parti dall'Apennino ed abitala da- sua singolare proprietà ( i geografi cele-
gli umbri, uno de' piìi antichi popoli dcl- brano i Umbria, pregiati per
cani dell'
l'halia, e da' galli chiamati seiioni. Sue l'artlore e la forza). Dell'Umbiia nomina
principali cittàerano Rimini, Urbino, il Marocco le città di Rieti, Narni, Ter-

Sinigaglia, Spoleto, Terni e Narni, ed tu', omelia, Todi, Spoleto, Norcia, Pe-

io aggiungerò Perugia, la cui delegazio- rugia, Foligno, Assisi, Spello, Beva-


ne comprende parte dell' i[///?/;/m setten- gna, Nocera, ne'quali articoli e in quelli
trionale, Bassa Umbria essendo stala de- che vado scrivendo in corsivo trattai di
nominata la provincia di Cameriiìo ( di molte nozioni riguardanti l'Umbria, del-
cui riparlai a Treia e altrove). Il F'antini le origini degli umbri o umbrioti e del co-

riferisce che l'antica Umbria si eslendeva pioso numero degli illustri che vi fiori-
al di là degliApennini verso il Mediterra- rono in ogni genere. L'egubiiio IMarcello
neo,e pai te aldi quade'medesimi fino alle Franciarini, nella Dissert. sopra 1' antica
onde dell'Adiiatico, perciò aggiunge die città d'Iguvio, oggi Gubbio nell'Umbria,
Sarsina fece parte dell'Uudjria Transa- presso il Calogerà, Opuscoli, p. 233, di«
pennina, e con Dionigi d'Alicarnassoe Pli- ce che gli umbri prol)abilmente fabbri-
nio chiama gli umbri tra'più anticiii po- carono le città deirUuibiia e non altri. Il

poli della terra. Dicono i meilesimi geogra- dolio p. Antonio da Bignano minore os-
fi, che il territorio montuoso dell'Udibi ia servante, ntW Ch'azione accademica per
era innaOiato da'liiirni Rubicone, Seno e la consecrazione della restaurata ba-
Welauroje che poi fu rappresentalo da' silica di s iMaria degli Angeli jìresso
ducati di Spoleto e dUi bino, e in patte Assisi, ecco come celebra la contrada.
dal Perugino. Spoleto pei ò fu riguardata " Tiensi 1' Umbria, fìorentissima vallea,
metropoli e regina dell' Umbria, Spole- ricca di ridenti vigneti, ubertosa di pin-
tium aìiliciidssinium L iiìbiornin Cajìut, gui olivi, e di frulli e di fiori e di fiumi e
dicendola altri, come il Panciroli, /// Coni- di colli feracissimi, tra due catene di mon-
vient. ISotil. utr. Imi), in Imp. (ìecicL, ti,continuazione degli Apennini ; ad o-
cap. 5i ; ed ^ntit/uisòirna Inibrornm riente il Subasio aspro e diflicile, ad occi-
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(lente una vaga concatenazione di ama- brla. Altri scrittori narrano, che Plinio
liili colline : stringenlisi a quasi ovale, di stima gli umbri la piìi antica gente d'Ita-
.jua amezzogiorno lungo il convesso se- lia, siccon)e così chiamati da' greci, per
no ove giace Spoleto, di là alle inegiudi essere sopravanzati allepioggie nell'inon-
falde,donde si sale a Perugia. Si disse, e dazione della terra. Quindi egli pensò,
ancor nomaci da alcuni Valle Spoletina neil'Etruria essere stati gli umbri, indi
(anche Valle d'Undiria), tal nooie ricor- i pelasgi e poi i lidii. Fiu'ono detti da'gre-
dando famosa antica signoria, che in
la ci umbri o ombri o ombrici da Ornbros,
Spoleto covava ne'mezzi tempi il non po- che significa, secontlo loro, pioggia impe-
co fuoco e continuo, onde ardevano le tuosa. Questa etimologia, non approvata
itidiiine discordie, l'oi te dell'Umbria Spo- da altri, venne bravamentesostenuta dal
leto e Perugia, le circoslauno siccome ba- p. Bardetti. Plinio inoltre e con esso Sle-
luardi, ad oriente Trevi, Pasiguano, Spel- fluio di Bisanzio e il Cluverio li vogliono
lo ed Assisi ad occidente IMoute Falco,
;
detti questi popoli fiume Om-
umbri dal
Bevagna, Gettona ed altri minori paesel- brone ( in Toscana, ma vi è l'Orabrone
li : Foligno n'è siccome la piazza d'armi Pistoiese, Umbro minor, fiumana tribu-
e il cuore, punto di flusso e riflusso <\e.\- taria dell'Arno che nasce a Langoncelli
l'alta e bassa Uudjrìa ". Kmanuele Luci- sulla faccia meridionale dell' A pennino
di, nelle Memorie .v/o/'/r/u', tlichiara che pistoiese; e l' Ombrone Sanese, Umbro
tutti gli scrittori pili antichi convengono, major, fiume reale della Toscana, nel cui
che i primi abitatori d'Italia fossero gen- letto confluiscono molli fiuuu subalterni
te sopiavatizata al diluvio (di Deucalio- o fiumane, e tributa tliretlamenle le sue
ne), e questi furono gli umbii. E siccome acque al mar Toscano o Tirreno, scatu-
si supponeva, che questi umbri si fossero rendo le prime copiose fonti da' massi di
salvali sulle cime de' monti, così furono macigno del poggio posto a cavaliere del
detti ancora Aborigeni (ch'è quanto dire villaggio di s. Gusmè. Ma il critico R.epel-
primi abitatori d'Italia: ab imbre, dal- li, nel Dizionario della Toscana, prote-
l' acqua, vuole Plinio clie il loro nome sta. » Sulla etimologia dell'Ombrone Pi-
traessero, quasi dall'onde sottratti); sic- stoiese mollo distante dall'Ombrone Sa-
ché Un)bri ed Aborigeni, sebbene sieno nese, che vogliono alcuni derivasse il suo

nomi diversi, nulladimeno indicano sol- nome da'popoli umbri, allorché essi pri-
tanto que' primi sopravanzati al diluvio, ma degli etruschi abilaronoiu queste con-
i quali vennero ad abitar Tltalia. In pro- trade, é miglior cosa non parlare per ti-

gresso però di tempo formarono popoli more di dir peggio"). Osserva il Caliudri,
tra loro diversi, e spesso ancora nemici, che nel regno d'Anzico, oell' Africa, vi è
sebbene fossero della medesima origine. un fiume detto Und)ria. Gli undiri, pre-
Questi avanzi dell'universale diluvio, cre- tendono alcuni, furono celli d'origine, e
scendo e moltiplicando, popolarono pri- circa il paese da loro abitato in Italia, Ze-
ma d'ogni altra parte l'Etruria (e la Sa- Modolo Trezenio, presso Dionisio, scritto-
hìna, Dionisio d'Alicarnasso ricoiioscen- re della storia di questi umbri, li fa indi-

ào Rieti antichissima sede degli aborige- geni di Rieti, indi cacciati di là da'pelasgi
ni, onde si vuole che popolassero anche lifa passareilNar, oggi la Nera, e fermarsi
l'adiacente Lazio), in cui secondo Servio intorno la stessa, e chiarnarsi sabini, al che
viene l'Umbria compresa, ond' ebbe ori- ripugna Catone. Anche lo Sperandio, Sa-
gine l'antichiNsimo e potentissimo regno biìia sagra e profana, impugna l'opinio
Etrusco o sia Italico, di qua e di làdail'A- ne di Zeuodoto, e contro il suo sentimen-
pennino da un mare all'altro, e dall'à- to rilenendo, che non luu;^hi alle perso-
i

, peunino agli eslreuii confini della Cala- ne, ma queste a' luoghi diedero il loro no-
84 U M B UMB
me ; laonde per quanto concedasi a Zeno- Veslini, 1 Peligni, i Sanniti, i Lucani ed i

cloto, essere i saijini slati umbri anch'essi, Bruzi, ch'è quanto dire che gli umbi per i

e non già percliè godessero 1' ombre nel mezzo de'sabini loro disrendenli furono
paese da essi abitalo che loio fiicevano gli lo stipile delle popolazioni più bellicose
alti Apennini,ma perchè //??/)r/Z)?/.? terrai dell'Italia, che coprirono i gioghi dell'A-
ìinaiclantihus supcìjìierant, ed erranti pennino. Rimane fermo per tanto, tlice

nella divisione della terra vennero a pren- ]Nil)by,che all'epoca della venula di Oe-
der sede,ch'è il vero senso de'sinoniini um- notro in llalia, insieme con Peucezio suo
bri, aborigeni, pelasgi ec, co'quali si tro- fratello (col cui nome furono chiamale
vano chiamati i primi abitatori dell'Italia Peucezi le sue genti che per la i.^ volta
poco appresso al diluvio; il nome poi di presero terra di sopra promontorio .Ta- al

sabini che dagli altri li distinse, l'ebbero pigio vedasi A ntoiiii de Ferrariis Cri'
:

in seguito da un Saba, e da questo Sabi- latei, De sita Japigiae liher notis illii-

no e Sabina fu anche detto il loro paese. stratus cura et studio Jo. Bernardini
11 Nibby nel Discorso preliminare clel- Tafiiri, presso il citato Calogerà p. 29 ),

V Analisi de^dintorìii di iiow<7, riferisce gl'indigeni che per la sopravvenuta inon-


che coincide la venuta di Oenotro figlio dazione eransi ritirali sul dorso dell' A-
di Licaone re d'Arcadia e de' primi pela- pennino furono quelli che poscia vennero
sgi in Italia, pochi anni dopo il diluvio di designati col nome di Umbri e di Sabini
Deucalione, inondazione terribile alla qua- nella parte più vicina alla campagna ro-
le r Italia e sopiatlutto la compagna di mana. La spedizione di Oenotro dalle ter-
Homa andò soggetta insieme a tutte leal- re paterne dell'Arcadia, Dionisio e Pau-
tre regioni basse che attorniano il Medi- sania la riguardano lai." e la più antica,
terraneo; emigrazione che crede potersi che fu mandata dalla Grecia a l'ondar co-
fissare verso l'anno i5oo avanti l'era vol- lonie in Italia. Le terre ove approdò Oe-
gare, ossia circa una generazione dopo notro, abitate allora dal popolo indigeno,
quel diluvio, catastrofe improvvisa che questo per lungo tempo conservò il suo
ben pochi scamparono sulle vellede'mon- nome, e fu stipile degli Osci e degli Au-
ti più alti. Essi furono quelli che poscia runci, come gli Unìbii lo furono de' Sa-
formarono il nucleo della popolazione in- bini. Quindi all' epoca della venula di
digena d'Italia, noto nella parte centrale Oenotro formossi una naturale divisione
col nome di Umbri, la cui etimologia vol- del popolo abitatore dell'Italia, cioè indi-
le trarsida Tmher, diluvio, come quelli genie avventiziigl'indigeui si dissero Um-
che essendo durante il diluvio scampati, bri verso settentrione, Ausoni verso mez-
potevano appellarsi diluviani. Perciò an- zodì, e gli avventizi fiuono appellali Oe-
tichissimo popolo d'Italia Io chiama Flo- nohi verso occidente, Peucezi verso orien-
ro, e Dionisio afferma che gli umbri mol- te da'condoltieri rispettivi. Avendo Oe-
teconlradedeirjlalia abitavano, ed erano notro riconosciuto esser le terre alle a'pa-
una nazione fortissima ed antichissima. scoli e alla coltivazione, e non molto po-
Ed Erodoto narrando la tradizione dello polale, purgò una parte di esse da'barba-
stabilimento in llalia de'lido-tiireni, av- ri, cioè dagli indigeni, e fabbricò molte
venuta a' lem pi di Alis figlio di INI nne, mo- borgate contigue fia loro sui monti, secon-
stra che que'coloni trovarono le terre oc- do il costume antico. L'Oenolria, del se-
cupate dagli umbri. Gli uuìbri furono lo no Tirreno e della lerra Ligure formò le
stipile de'sabini, popolo potentissimo ne' 3 divisioni dell'Italia occidentale. Da' re
primi tempi d'Ilalia, ed esso stesso fu sti- dominatori Oenolio, Italo, IMorgetee Si-
pile di tante altre potenti e bellicose tri- culo, le popolazioni si dissero Ocnotri. I-

bìi, i Piceni, gli Ernici,gli Equi,i Marsi, i lali, Rlorgeli e Siculi, e di essi come de'
U MB U M B 85
ad Italia. Si
toscani e degli umbi'i parlai cupassero le campagne che restanoaldi là
può vedere il Colucci, Antichità Pice/ie, d'Ancona, dette poi della Gallia Senonia,e
1. nelle Dissertazioni: / Dt primi abi-
1 , i da esse forse si saranno poi estese fino alla
tatori del Piceno, che dichiara siculi i Daunia o Puglia, composta della moder-
ptoveaietiti dulia Grecia, a.^ Della ori- na provincia di Capitanata e di parte del-
gine de Piceni del can. Catalani, in cui la Basilicata. Riconosciuta remota
la loro
ii dice che anco gli luubri parche possano origine, riporta le opinioni di quelli che
aver luogo fra gli antichi abitatori del Pi- credono gli umbri come una propagiue
ceno j e che molle città poi Iticene sono degli antichi galli. Quindi di chi ara, che fra'
stale in tempi non remoli annoverate nel- lauti popoli i quali in diversi tempi dimo-
l'Umbria, come Ancona, Sinigaglia, Fa- rarono in Italia, questo degli umbri può
no, Jesi, Senlino oggi Sassoferralo, Ma- darsi il vanto di essere rimasto fino al pre-
idica, Pioraco, Altidio o Altiggio e Pili- sente, se pure può credersi che da loro di-
uo Mergense. 3." De' \>ari confini del Pi- scendano gli abitatori dell'Umbria, ovve-
ceno, di quelli della provincia dopo la di- ro che variati popoli per le tante vicen-
i

scesa degli umbri, i cui primi limiti pro- de neiritalia accadule, il nome solo rima-
babilmente si estesero dal Matrino al Ru- se alia nazione che aveauo tenutogli um-
bicone lungo le spiaggie. De'confìiii della quale
bri, la al riferire di tutti gli scrittori
provincia dopo la discesa degli umbri, i abbracciava i paesi che sono posti tra il

quali occuparono tutto il trailo che tene- mare Tirreno, e l'Adriatico dall'Arno fi-
vano i siculi, ed i termini della regione si no al Nar oggi Nera, le quali terre poi si
confusero coll'Umbria e si popolarono le restrinsero per le successive occupazioni
parti Mediterranee. De'coufiui del Pice- degli etruschi. Rilieuechegli umbri giun-
uo dopo l'arrivo de'sabini, dopo la disce- sero a confinar co'liguri, I' Arno divideu-
sa de' galli senoni nelle terre di là d'An- dolida'toscani nel punto incuisicongiuii-
cona. De'confini del Piceno dopo cacciati gè coirOmbrone, e qui segue l'opinione di
i galli senoni della regione tia Ancona e quelli che dicono, che l'Ombrone comu-
il Rubicone. De'confini del Piceno dopo nica all'Umbria colle sue acque il nome.
la divisione dell'Italia falla da Augusto, e Laonde l'Umbria si restrinse cogli stessiA-
per la comprese l'antica Um-
quale la 6." peunini,allri situandoli Ira ilPiceuoeilPo,
bria, che corrisponde a una parte della considerando forse per Umbria il tratto
Marca d'Ancona, ad una parte della Ro- dell'Agro Gallico, ch'era stalo degli um-
luagna Toscana, al ducato d'Urbino, ad bri prima dell'mvasione degli etruschi, e
una porzione del territorio di Perugia, al fu dell'Umbria dopo la divisione che del-
contando di Ciltà di Castello, e alla più l' Italia fece Augusto. A dare il Colucci

gran parte del ducato di Spoleto. E della una giusta idea di tale Umbria conteriui-
divisione del Piceno sotto Adriano, in Pi- ne del Piceno, per quanto raccolse dagli
ceno Annonario tra il fiume Matrino e antichi geografi, ne die questa breve de-
l'Esi, e in Piceno Suburbicario, come a sciizione. L'Umbria all'occidente era li-
lioma più prossimo e sotto la dipendenza mitala dal fiume Utente, oggi Montone
del vicario di Ronia. 4-' De' \>ari popoli nella pai;le superiore e nell'intieriore Fa>
che hanno abitato il P/ter/iO,SicuIi,Libur- gnone, facendo passare una linea da que-
ni, Umbri, Etruschi, Sabini, Galli Seno- stofiume per le sorgenti del Tevere fino
tìì e Romani. Crede ii Colucci, che dopo i all'unione del Tevere colla Nera che al
siculi e liburni, successero gli umbri a
i mezzogiorno eragli confinante. 11 mezzo
cacciar via tutta la gente che trovarono del fiume Esi dello Fiuuiesino (corre Ha
nella proviucia che fu poi del Piceno, e ne Sinigaglia e Ancona, e die il nome a Jesi
diveuueiu padroni; e pare che prima oc- di cui u mezzogiorno bagna le mura uu' :
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«ce tra gli Apeiinini, e passa tra Mulelica dai Lazio e l'ai rivo nel Piceno temilo ai-
e Fal)iiaiio) circosciiveva la regione da loia da'siculi, non è possibiledeterminar-
parte dell'oliente, e al seltentiione il ma- lo; forse qualche centinaio d'anni. Dal-
ie A<iri.Tlico. Tolomeo suddivise questa l'ari ivo de'pelasgi al tempo in cui scrisse
Umbria Olunibria e
in in T iluiiil)ria. La Scilace, corsero più di 7 secoli, e siccome
1/ slava di qua e la 2." di là dall'Apeiuii- Scilace nomina l'Umbria dopo laDaunia,
no. Passa poi il Colucci ad esaminar l'in- e nell'Uinbria novera Ancona, ciò spiega
certa questione del tempo in cui gli umbri che gli umbri esistessero nel Piceno assai
sirecarono nel Piceno, e si limita a segui- lungamente, e se furono loro ritolte le par-
ie l'Olivieri, Dìsser fazione sulla fon- ti che poi passarono ad essere della Gal-

dazìone di Pesa IO /\\ i\wà\t cunwewe l^e.\ lia Senonia, e le più vicine all'Umbria

credere cbe gli umbri non si mossero per propriaiiieiite detta e die oggi pure si di-
queste parti se non dopo il 5io avjinli ce tale, non perdei ono per questo le va-
Roma, ossia i253 innanzi Gesù Cristo, ste campagne che intercedevano tra An-
Giunti allora i pelasgi nel Lazio furono cona e la Daunia. Forse a'iempi di Scilace
ridotti al caso di abbandonar loro le ter- si era anclie stabilito il l'iceno, che due
le, e come venivano lasciando a' nuovi o- secoli dopo era in auge e in gran fiore, ma
spili altii popoli quel terreno di cui rima- perchè era popolo nascente, e il dominio
uevauo voloulariamenle spogliali. Dalle degli umbri era prevaluto alla fama. Di
terre Laliuealle Picene non intercede uno poi recandosi nel Piceno gli etruschi, si

spazio tanto ristretto. 1 pelasgi da prima fecero strada a forzad'armi, e perchè loro
non si può credere che volessero una gran si opponevano gli umbri, allora molto po-
legione. Si saran dilatati secondochè si tenti e assai este.si per tutta l'Italia, fece-
venivano nioltij)licando, e perchè questo 10 man bassa sopra di essi per tal modo
succedeva a poco a poco, coj\do\eano gli che abbatterono al suolo 3oo città, circa
umbri insensibilmente venire verso il l'i- 5io o 55o anni avanti la fondazione di
ceno. Con questo Colucci volle dire, che Roma, epoca però di congettura ignoran-
gli umbri non saranno capitati nel Pice- dosi la precisa; tutlavolta gli etruschi noa
lio subito dopo l'arrivo de' pelasgi, ma possederono mai tutto il Piceno. Intanto
moltissimi anni dopo; siccome le terre Pi- i galli invaghiti dellebellezze d'Italia l'io-
cene e quelle d'Abruzzo erano le più re- festarono fieramente, onde molti de'Ioro
mote del Lazio e per conseguenza dovea- popoli emigrando dalle proprie patrie ne
no essere ancora le ultime ad occuparsi, occupai'ono diverse parti, e fra ([uelli pe-
Poithè riflelle,sulla disianza di questecon- netrati nel Piceno primi
furono con-
i vi

trade dalle tene Latine, che in confronto dotti da Belloveso proveniente dalla Gal-
dell'altre tenute dagli umbri sono le più lia Celtica, circa 55o anni innanzi Tedi-
lontane, non dovendosi misurare per li- flcazione di Roma, successi 200 annido-
nea iella, ma coH'ordine del viaggio che pò da'galli senoiii, dopo aver preso Ro-
fécero gli unibii, che vaniti dall'Umbria ma. Ma questa data non può airatlo sla-
propria ebbero primieramente a toccare re, edevesi di molti secoli ritardare. Coli-
le terre della Gallia Sciionia e le convi- vengo poi col Colucci, ove narra che ve-
cme.Di là poi pervenneio nelle Picene, e nuli i galli senoni con Brenno in Italia,
uà queste a quelle dell'Abruzzo, che per- dopo aver Roma
per 7 mesi con-
leiiulo
ciò doveano essere le ultime, ed in que>lo linui, trovando resistenza in ogni parte, e
senso Colucci le chiamò le più lontane forse pure dagli altri galli ch'erano giuu-
dc«l Lazio, misurando la lontananza col ti prima di loro, si stabilirono nel Pice-
viaggio che fecero gli umbri. Quanto lem- no di là d'Ancona fino al fiume Utente
pò tosse iuipiegato dagli umbri tra la fuga o^gi Montone, cacciaudouc gli elruscbi
U I\I B U M B 87
chi; nveaiio tolto il paese agli untbri. Cre- do soliti ridurre l'antico nome u termine
de Cokicci the edifica lorio Si/iigdg/id latino, latinizzandolo dal greco, o etrusco,
(/ .), leiiuaiidosi 97 nnni incjue'territùrii o s.ibiiio, o umbro che fosse stalo, e la lin-
cli« per ciò si dissero Agro Gallico, ed i gua umbra poco dall'etrusca dissomiglia-
limili d'Italia si circoscrissero ad Ancona. va. Quando Clusium perde alF.itlo l'an-
La regione occupala dagli umbri nel Pi- tica denominazione di Camars, ed chiu- i

ceno Annonario, da' galli fu appellala sini di 6V////(r/t'.?, i camerinesi continua-


Calila Sciionin, dopoché se ne resero si- rono pure a chiamarsi Camertes. Colucci
gnori, e ne fecero capo Sinigaglia. Nella vuol (irovare, che l'aggiunto di l/nhrial
disserlazione 5.' traila il Coliicci: Dc\ut- Camertes era essenziale per indicare i

il numi dilli al P/rv/w. I vinuovamenle cameiinesi, per i chiusini essendo stipei*-


(ralla della venula degli umbri ad abi- Coluc-
fluo. Nella ricordala dissertazione
tate la provincia, i quali le dierono il nu- ci,rendendo ragione che l' Umbria Tu-
me di Lnihria, Nella 6.' dissertazione di- scia non fu nella vera Toscana, ma solo
scorre: Delle metropoli del Piceno. An- parte deirElruria,non come dicono alcuni
cona (di cui meglio ragionai atl Umana) della posta di là dal Tevei e,ma parte bensì
fu la i* più aulica metropoli delia pro- della 2.* e della 3." vale a dire prima con-
vincia, Aseoliiix metropoli del P/ct'/iO do- finala dal Tevere e dal mare itjferiore,
po l« venuta de' sabini, Sinigaglialo fu nella 1.' Etruria non essendosi compresa
dell' Agro Gallico quando Ascoli lo era altra nazione che 1' etrusca. L' Unibria-
del L'iceno. Seguono altre 6 dissertazioni: Etrusca nel Piceno non fu se non quella
Della condizione delle città Picene pri- parte dell' Agro Gallico posseduta dagli
ma clic si assoggettassero al popolo ro- umbri, indi dagli etruschi, poi da' galli, e
mano. Della società stahilita da' roma- finalmente denominata anch'essa Piceno,
ìli co' piceni. Della fedeltà de' piceni perchè attribuita al Piceno dopo la fuga
i'erso i romani. Delle prime guerre de' de'galli. Da tuUociò sembra al Colucci di
romani co' piceni. Della condizione del- aver più posto in chiaro, che se T. Livio
le città Picene sottomesse a' romani. ha distinto nelle sue storie camerti um- i

Della confederazione degli antichi ca- bri con denominarli Camertes Umbri et
merti co' romani. In quesl' ultima Co- Camertes Umbrorum, sotto (jueslo no-
lucci fa la diiilinzìonetrovarsi in Italiadue me non ponnonèsi potranno mai inleo-
cittàchiamale Ca merlo o Camars, e due dere chiusini, perchè essi furono popoli
i

popoli delti Camerli, cioè Chiusi e Ca- dell'Elruria o Toscana, e non dell'Um-
;//('rmo,i chiusini e i camerinesi,la i
.* nel bria come altri pretendono. Prima del
Y Etruria o Toscana, la a.* uell' Umbria Colucci erasi pubblicata la Dissertazione
e pope li umbri i camerli. Sorge Cameri- VI dell'ab. Gaetano Cenni De' Camerti :

no dopo l'ultima catena dc'monli A pen- L mi/'/. Ratìnuentali questi da Livio l'au-
nini verso il Piceno, ove l'antico Piceno no di Pvoma 444> "'^' secolo decorso sidi;-
confinava Umbria. Camerinofiid;i"li
coli
o sto grave controversia tra gli eruditi, chi
um-
:iutichisen>pre considerata città degli fossero tali Camerli, perchè Chiusi an-
bri e contermine coU'anlico Piceno. Chiu- ticamente si disse Camers, e Camertes ì
si dimise l'antico ooraedi Camurs, ed il di lei cittadini, e Camerino autioamentd
Icrmine etrusco divenne Ialino e si disse compresa nell'Umbria, ebbe denominali
Clusiuni. Camerino lo variò solauìente, isuoi cittadini Camertes. Conclude il
ina lilenue indiiTerenlemente tanto Ca-
il Cenni. Se delle due opinioni moderne,
mcrium e Camertes, quanto il Camrri- cioè di chi vuole che i camerli untbri fos-

nume Camerini. Caiiibuimenli avvenuti sero i chiusini; e di chi sostiene essere ^ta-
per opera devoniani coiiquÌ5lalori,esbeu- ti i camerìuesij dovesse una preftirirseut;,
88 UM D U M D
senza nggiungenie una 3." clie le rigetti Umbri. § 9.
De'popoli creduti que'pi ima
amliedue, la viticereblje senza (Itil)Ijio la degli Un)bri,o sia de'Siculi eLiburni,de'
i.", sebbene ambedue le dicbiaii strava- Tessali e de' Sabini. Stringe il suo dire,

ganti. Seguendo quindi Giulio Frontino, che rùmini era stala già j)rincip3le città

dice che i canierti umbri erano abitatori de'galli senoni, i quali ci erano venuti fin

d'una piccola terricciuola o ignobi! castel- dal IV secolo di Roma. Che la sua fonda-
lo posto nell'Umbria e dipendente dalla zione perciò non fu opera de'galli, sicco-
capitale di Clu'ii.s!, poiché non erano già me già signoreggiata dagli etruschi. Che
le XII principali città d' Elrnria così ri- non pare opera neppure di questi, perchè
strette, che nou distendessero assai da fu colonia degli umbri, quali furono an- i

Jungi il loro territorio, terminando con che più antichi. Sebbene le vicende degli
tacciare Livio di esagerazione nel raccon- umbri o urubroni, primi popoli più po-
to rigtiardante gli umbri camerti. L' ab. lenti d' Italia, non ci siano ben manife-

Gio. Battista Tondini in dissertazione che ste la cui storia può dirsi non esser no-
,

posseggo ms. nega che camerinesi fu- i ta se non per le guerre ch'ebbero poi co'

rono i camerti umbri, e sostiene che gli romani, quanto mi fu dato laccoglierne
iiinbri fabbricarono nel Lazio Cameria, negli articoli delle città e luoghi dell'an-

p che diversi scrittori altribnirono fat- i tica e odierna Umbria lo narrai. 11 dome-
ti riguardanti Cameria a Camerino, e di nicano Vincenzo Cimarelli ci diede
fr. :

Cameria raccolse le notizie, dicendo che Istorie dello Stato d'Urbino, da' Seno-
i suoi abitanti si chiamarono camerini. nidetta Umbria Senonia, e de' loro gran
Il Nibby, parlando di Cameria,
citalo fatti in Italia, delle città e luoghi che in
Camcriitiiì, la dice fondata dagli abo- essa al presente si trovano, di quelle che
rigeni, che altri vogliono lo stesso che distrutte già furono fumose, et di Cori-
imibri, circa aS miglia da Pioma,indi di- nalto che dalle ceneri di Suasa licbbc
strutta verso il 254 di Pioma per essersi V origine, Brescia 1642. Il Compagnoni
jibellata alla repubblica romana in fa- nella Reggia Picena, riferisce che il Pi-
Tore de'Tarquini. Il Nibby ne scoprì le ceno, provincia amplissima, si dilatò ne'
rovine fra Tn'oli {F.)e Vicovaro a sini- monti Apennini per 1' Umbria e per la
stra della via Valeria, e ne' suoi fondi fu Tuscia, non che per la Gallia Picena o Se-
edificato il castello di Saccomuro. Il Ton- nonia; e che alcuni luoghi del Piceno per
dini scrisse contro Pier Antonio Frasca la vicinanza si riposero nell'Umbria, quin-
autore della Dissertazione apologetico- di umbri come aimessi a' piceni chiauia-
.sloi-ico-critica de' Camerti Umbri, Ca- ronsi talvolta sinigagliesi, sanesi, pesaresi,
merino 1780. Il Rangbiasci nella Diblio- josini, camerti, fussoud)ronesi, urbinati e
£rajìa stoìiea dello Slato Pontifìcio, ri- matelicati, oltre molle altre popolazioni
ferisce che di Camcrium, città distrulla diverse, ma
contigue come notò Strabo-
del liazio, vi sono le Notizie istorichc di ne : minus auteni Umbri quidam
JYcc
Cameria o Comerio aiitiea città del La- dicunlur, et Tu sci, (piemadmodani T'c-
c/OjFaenza 7 86. E che di Camcrium ter-
i ìuti, Ligurcs, Insubre s.Y, che il conter-
ra distrutta nello Spolelino, tratta il Di- mine dell'Umbria colla Marca d' Anco-
lli, di cui parlerò in fine. Quanto alla na è la città di Norcia.
Gallia Senonia, si può vedere il p. Bran- L'arciprete Actpincolta nelle Memorie,
dimarte, Piceno Annonario ossia Gal- dì Matelica, ragionò degli umbri e del-
lia Scnonin illustrata, ed il d.' Tonini, l'Umbria, e di loro antichità, che dicedi
JUmini avanti il principio dell'era vol- gian lunga superare (|uelld di tutti po- i

gare: § 4- Dc'Galli .Seiioni.§ 6. Chi fos puli italici, per cui uecoinpendia la storia
se in Riinini prima de'Sciio;u. § 8. Degli hnninosa d'una naziuncdalla quale la sim
U M e U M B 89
patria Jìlatclicu liae oiiginej ma essersi colo che Ira loro gli univa, ollcedichè fu
jjertluli i tuonumenlislorici e solo restai- interesse liiRuma il confederarsi cogli um-
ci «juaiilo ne scrissero gli storici roiiiaiii, hi 1. Essa avea hisogiio di difendersi cou-
da lui qualificali parziali e ingiusti ver- tio gli etrusci, nemici implacabili dell'u-
so le nazioni clie guerreggiarono. Con vie» na e degli altri. Noa trovandosi ne' fasti

ne quanto al nome di Umbri ^ derivare romani l'epoca della confederazione co-


dalla voce greca oinìnos, pioggia dirotta, gli umbri, dev'essere anlicliissima. Tro-
conie creduli i soli superstiti alla giaa vasi bensì che di lutti soci di Roma, gli i

pioggia che sommerse il resto dell'Italia umbri furono i piìi costanti e fedrli. Que-
edella Grecia. Occupavanogli umbri for- sii solo ebbero la sorte di restare io pa-
se da molti secoli quasi tutta 1' Italia, ce co'fieri e inquieti romani sino all'aa-
quando i siculi ei pelasgi, lungo tempo no diRoma 44^>h>nanzirera nostra 33o.
prima della lamosa guerra di Troia, in- Tulli gli altri popoli dell'Italia meridio»
vasero queste regioni, e li costrinsero a naie, [\\U) allo stretto della Sicilia, avea-
concentrarsi verso le montagne, Irovan- no dovuto soccombere alla forza ir-
già
dosiprima estesi per tutta la penisola, resislibileili Roma. ludetloanuogli etru-

Questa è l'epoca più antica della storia sci si erano uniti contro romani, oou i

Italica , siccome della storia Umbra. E si sa perqual causa , ma vinti fuggirono

molto probabileche tanto pelasgi quan- i al di là della selva Ciminia, bosco pres-
to siculi non abbiano toccalo queste par-
i so Baccano ue'dintorni di Roma, che pas-
ti, secondo l'Acquacotla. Dalle sponde ve- sa va allora per impenetrabile. Un fralel-
iiele del mare Adriatico passando perla lo del console Fabio ebbe l'ardire di en-
Toscana si avvicinarono a'iuoghi ove ora trarci, e la fortuna di penetrare fino al
è Roma, e indi si propagarono nelle par- paese de' camerti umbri, co'quali fece al-
ti più meridionali deli' Italia , sicché gli lean/.a e da'quali ottenne promessa di as-
umbri poterono restare in pacifico pos- sistere romani, somministrando viveri
i

sesso di loro contrade. Vennero in appres- e gioventù in armi se colà venissero. Ec-
so gli etrusci e i galli, ma questi ancora co lai. 'volta che la storia ci annuncia una
lasciarono intiillo il Piceno e 1' Umbria nazione umbra alleata di Roma:quest'al-
inoderna. 1 primi avanzarono fino al Te- leanza delta act/ ito foeihu-c^conlvaila cioè
vere, i secondi non oltrepassarono i cou- tra' romani ed 1 camerti, popoli indipea-
fini di Sinigaglia. La nazione umbra fra denti e di piena libertà , sussistette per
tante vicende, e nel mezzo di popoli pò- molli secoli tra che fosse vior
essi, né si sa
tontissimi, come furono i galli e gli etru- lata giammai. Quali f »ssero questi umbri
sci, potè mantenersi nel centro delle sue carnei li e dove abitassero , non è cosa
,

Provincie e conservare la sua indipen- del tultochiara. Sullaqueslione,perrim-


denza. Visse così felice per molli secoli, pegno e l'onore di Camerino confinante
uè si trova nella storia altra memoria di a Alatelica, e l'antica relazione tra le due
disastri sofferti dagli umbri, finché i ro- città, indusse l'Acquacotla ad esporre il

mani cominciarono a farsi conoscere di- seguente suo senliinento. L'illustre Ca-
latandoa poco a poco i loro confini a spe- merino si gloria di tale alleanza co'roma-
se di chinon voleva sottomettersi alle lo- ni; molli però nel decorso secolo gli cou-
ro leggi, o almeno confederarsi con essi, trastarono tale onore, e vi fu una lotta
La potenza roujana mostrò in sulle prime traDini, Mariani, Camerini, Colucci, Zac-
per gli umbri notabili riguardi poiché ,
caria, Lancellotti ed altri. Il sentiinenlQ
essierano in gran parte sabini, popoli che quiiuli di tale savio storico, che dichiara
aveanoavula comune l'origine cogli um- im(>ai7,iale e conciliatorio per la contro-
bri; do>Lauu duuijue conoscere un viu- versid,dii,e. Il Alanaai a iuu uedeie di-.
yo UM B UMB
inostiòadeviclenza, che i camelli umbri, si, benché spesse Tolte i romani vi guer-
i quali con Fiilìio fecero alleanza, non reggiassero. Il Cluverio e il Papebrochio

f'jsseio altro che i cacnerti abitanti de' Bveano già sospettalo , che i camerinesi
conloniidi Cliiusi,città dellaToscananon provenissero da'camerli chiusini, ma cre-
mollo lontana dalla selva Ciiuiiiin. Que- devano fosse avvenuta la loro trasmigra-
sta città, come dice Livio,avea in quel zione nel tempo de'pciasgi, cioède'seco-
tempo il cognome Came.rs ... adAusium., li avanti la selva Cimiiiia. Mi pare che con
(jiiod Caincrs olim adpellcibiiìil, per di- pili ragione io possa (ÌNsarne l'epoca poco
stinguerla da altre città tlello stesso no- dopo ranno44Ì<'' R-O'Hf»- H "ome del
me, essendo Cainers addietlivo e non so- fiume Chienli ihe traversa per mezzo il
stantivo. Ad intelligenza retta del lesto lerriloriode'cainerincsi, non potrebbe es-
di Livio osserva, che gl'inleipreti oomH' sere un monumento della loro provenien-
nenienle lo spiegano come se Caniers, za da Chiuii? iVon sarebbe per avventu-
ovvero Cainars, fosse già stato il nome ra derivalo dal nome del fiutnedelleChia-
umbro della città di Clitsiurn, sicché le ne (Clanis) che bagna Chiusi? " L' an-
parole qnod Camers olim adpellabanf, nuncialo avvenimento del console Fabio
verrebbero ad essere una semplice erudi- diede occasione a'prìmi attacchi, che sof-
zione o a meglio dire una pedanteria in- fri la libertà degli un]hri. I romani dopo
degna di Li vio, perchè posta in luogo do- aver passata la selva Ciminia, e dopo a-
\e nulla rischiara e dove è inutile alTat- ver vinto gli elrusci presso Perugia, coni-
lo. Questa taccia si leva allo storico nella niiseroquanlo loro potè suggerire la rab-
spieguzione dell' Acquacolla, prendendo bia di netnici, l'avidità della preda e la li-

Ca/ncrs per un aggiunto di Chiusi, evien cenza militare. JVrn contenti di saccheg-
tolto di mezzo ogni equivoco. Così presso giare le contrade infelici di que'popoli de-
]^linio si legge, Dolatcs cognomine Sa- bellati,s'iuoltrarono Hno a'paesi limitrofi
Icntini - Inlcramnatcs cognomine Nar- dell'Umbria. Questa naturalmente dovet-
/c'^, per lacere mille altri esempi. Clusiiun te mettersi sidia difesa, venne a batta- si

duncpie si dice C<^zwcry perchè in quella glia cogli umbri, furono


nella quale essi
regione abitavano i camerti. Di questi, e costretti a fuggire. Senza dubbio questa

non de'noslri camerinesi si può intende- battaglia non fu data dalle forze unite di
re il racconto di Livio, quando si voglia- tutta la nazione, ma da poche popolazio-
no ben considerare le circostanze da esso ni armatesi tumultuariamente nella fini-

e da altri autori narrale. Frattanto è cei'- tima Umbria. Fiìi serio fu l'armamento
lo che i camerinesi ,
quali si potiebbero che fecero gli umbri l'anno seguente, sep-
chiamare catnerti apennini,per distin- pure non fu uno de' racconti favolosi di
guerli da'chiusini, ebbero 1' alleanza ae- Livio, poiché è incredibile quello che fa
quo focdcre cu'romani, e Cicerone e Li- d'una battaglia, che può dirsi teatrale e

vio chiaramente l'attestano.! camerti um- .succeduta presso Bevagna. Antecedente-


bri (he abitavano allora i ricordali con- mente i romani aveano già preso iVbcf-

torni di Chiusi loro sede aulica, forse a ca- ra., e se ne ignora il motivo. Dopo il fu-
gione dell'alleanza stretta co' romani, si nesto combattimento si arresero gli um-
concitarono contro gli elrusci. » Chi sa bri. Nondimeno si legge, che romani nel i

che per mettersi in sicuro dalla vendella 453 occuparono Neqnino per tradimen-
di (luesti popoli non sieno slati coslietti to, e vi stabilirono una colonia detta poi
a fuggire, ed a molar domicilio? In filli Numi, per servir di riparo contro <ptegli
dopo la battaglia della selva Ciuiinia non undjri, che secondo Livio erano già stali

si trova più nelle storie il minimo vestigio alcuni anni prima vinti e soggiogali dai
di umbri camerti alle vicinanze di Chiu- romani. Nel 4^7 slava iu armi tutta t'£-
U M B U M B 91
(niria, e Livio stesso aggiunge che all'E- nel territorio di Fabriano e già del con-
Iruria si unissero i popoli più vicini del- tado Sentino, nella valle cioè in cui gia-
l'Umbria. Furono vinti gii etrusci; che poi ce Fabriano, città distante 4 niiglia dal
lo fossero pure anche gli umbri niuno lo castello di Basfia, eh' è il Busta-Gallo-
dice. Appena dopo un t<d fatto si era al- runi di l'rocopio. Dal qual vocabolo, de-
lontanala una parte dell'annata romana, rivalo forse dall' esservisi bruciati i ca-
che si sparse a Roma la nuova: Elruriain daveri (le'vinli galli e sanniti, provenne
concitani in arma, ci Gclliurn Egnatiiini quello volgare di Bastia, o Bosta secon-
iSaninitiuni ciuccili, etUnihros ad clcfe- do Cluveiio, o Casta, alle radici del mon-
clionem vocari, et Gallos^praetio ingen- te Cucco. Sebbene poco cotiosciuto, ce-
il sollicitari. È incredibile quanto terro- lebre è il castello di Bastìa nell'antichità
re lai nuova ispirasse a'romani. Le arma- pel memoralo combattimentoivi acca-

le si raggiunsero nel 4^8 di Pioma di qua duto, ed ancora per (piello poi avvenuto
dagli Apeunini nel territorio di Scutino ne' susseguenti secoli nella celebralissima
presso a Sassofcrrato [J .), comecouui- battaglia, di cui lo slesso prelato
ci diede

tiemeule si crede, ed romani vi riporta- i laDissertazione in cui si precisa il luo-


rono strepitosa vittoria. Intanto altra ar go ove accadde la battaglia vinta da
muta romana, che avea comincialo a da- Narsete capitano generale dell' impe-
re il guasto alle campagne di Chiusi, co- ratore Giustiniano I, contro Tolda re
strinse gli etrusci e gli umbri a separar- de' goti. Ambedue le dissertazioni si tro-
si da' galli e sanmli per difendere il pro- vano nel t. 5 delle Dissert. dell' /Iccad.
prio [)aese. L'Acquacolta non compren- d' yJrcheologia, perchè iu essa furono
de che paese avessero gli umbri a difende- lette. Secondo le tavole Capitoline, si ce-
re, sei romani erano acoa(npati nelle pia- lebrò nel 4^3 un trionfo degli umbri di
nure di Sentino, ovvero che ne avessero Sarsina, da G. Cornelio Biasione conso-
senza eccezione occupata tutta la regione le, e ne deve aver parlato anche Livio.
loro. Difulti Livio prosieguea narrare le Nel 5i2 una colonia romana si condusse
vittorie che in quella parie ripoitarouo i a Spoleto. Dopo quest'epoca altro non si

romani sui galli, etrusci e sanniti, trion- sa degli umbri, se nonché restarono sem-
fandone Quinto Fabio, e degli umbri non pre amici de' ron>ani. Nella guerra che
parla. Per non ullunlanarmi dal teri ito- qiK-sti ebbero a sostenere contro Anniba-
rio Sentino, qui oggiungeiò, che il dot- le non gli abbandonarono mai , anzi gli
tissimo camaldolese d. Albertino Bellen- spoletini respinsero i cartaginesi, e la na-
ghi arcivescovo di Nicosia, non cou viene zione degli umbri fornì volonlarianienle
che la battaglia famosa data da'romani delle truppe al console Scipione quando
a' gullied a'sanniti nell'agro Seutinate, volle invadere la Sicilia. In quell'occasio-
seguisse nella pianura ove giaceva l'an- ne i camerinesi, cuni acip.io foedere cuni
tica Sentina, a pie del colle ov' è ora si- romanis essent, dice Livio, dierono un
lucilo Sassoferrato , come praticissimo Goo uon>ini forniti
battaglione intero di
della lopogiaGa de" luoghi di cui ragio- d'anni. Verso questo tempo e dopo la
no, non seii>l)rando£;li il sito bastevole a battaglia famosa del Trasimeno, ne segui
dar luogo a due uuu)erosi eserciti. Ciò altra Ira'romani e i cartaginesi presso il

volle piovare colla Dissertazione sul lago de' plestini umbri, colla sconfitta di
preciso luogo della battaglia tra' ro- Cenlenio propretore romano. Plestia lo-
mani e i galli sanniti nell'agro Senti- ro città, della anche Fistia, sorse fra Fo-
nate sotto i consoli Q. Fabio e P. De- ligno e Camerino, ed il lago estendevasi
eio. Couclude, che d essa seguì nel luogo nella bassa parte della pianura, che ora
iu cui sorge il piccolo castello di Bastia, forma la leuula d«lCasone,cou quel di più
tji UM B UMB
jiosseclutoneireslieinità da alcuni di Ser- venne indicata molte volte col nome di
ia valle. Fu dipoi anche sede vescovile, ma Tuscia. Tolomeo parla della divisione de-
non se ne conoscono i vescovi, e la cliie- gli umbri in Olunibri e P'ilu/nbi-i , che
ba fu riunita alla diocesi di Foligno. Dal- l'Acquacotta crede lo slesso che orienta-
le rovine di l'iestia derivarono Colflori- li e occidentali, Ostunibri e f'^estunibri,^
to, Biogliano, Seiravalle, Dignano, Po- JMatelicae Camerino erano nella regione
pola, Aunifo e altri castelli e villaggi. Si degli Olunibri. Quindi congettura , che
lia diGiovanni Mengozzi,M''/'/e.9f//«X7n- gli umbri in tempo di Diocleziano siano
Irì, del loro lago, e della battaglia pres- stali divisi gli uni dagli altri, ed attribui-
so di questo seguita tra'roinaid ed ì car- ti a diverse provincie. I T ilurnhri aWU io-
taginesi, dissertazione, Foligno 1781. il bria, come in avanti. Gli Olurn!>ri a\ Pi-
Coiucci la riprodusse neW Antichità Pi- ceno Suburbicario. Tutto egualmente per
ce/ie, 1. 1 I , De Plesdni Umbri. Caio Ma- congettura. L'Umbria ebbe suoi corret- i

rio nel 648 di Roma donò l'onore della comuni colla To-
tori e prefetti prelorii,
t:iltadinanza rou)auaaiooo cainerti. Ac- scana ad essa unita come regione, colla
cesa la guerra sociale nel 663, si vuole residenza a Spoleto. Gli umbri di Ro-
che gii umbri ancora nell'anno seguente ma, ed primi Apostoli dell'Umbria, fu-
i

vi prendessero parie, e Li vio descrisse li- rono istruiti dalla bocca medesima di s.
na sconfitta di ipjesli. Appiano però di- Pietro e di s. Paolo, e da'primi loro suc-
ce che fu semplicemente un'insurrezione cessori. Questi portarono senza dubbio
degli umbri e degli etrusci. il vero è che alle patrie rispetlivj;, e gli altri ne'luoghi
nel 664 o 665, circa 89 anni avanti l'e- ove furono inviati, il prezioso tesoro del-
ra nostra, la cittadinanza di Roma fu con- l'evangelo e lume della fede da loro ac-
il

ceduta a'Iatini, poi agli unibn, ed in fine quistato. Venne poi accresciuto il nume-
agli etriisci, ed indi all'Italia tutta. Dopo ro de'fedeli tra gli umbri, dd'fuggenti le

quest' epoca gloriosa conservarono sem- persecuzioui della Chiesa, massime nelle
pre gli utubri il vantaggio di governarci parli distanti dalle strade consolari. Pre-
secondo le proprie leggi, benché da loro sto ebbe l'Umbria i propri vescovi e lese-
stessi procurassero d'imitare costumi ro- i di vescovili, per la vicinanza a Roma , e
mani. Le città uudjresi chiamarono inu- così il Piceno. Se si aminelte che nel Pi-
nicipii, per distinguerli dalle co/o/«'e ch'e- ceno lo slesso s. Pietro vi promulgò il cri-
ia no abitateda'ioQiain. Queste si liguar- stianesimo, questo benefizio lo ricevè da
daiono come più nubili de'semplici mu- lui anche l'Umbria. A Spoleto (ci predi-
nicipii, ina in realtà era migliore la con- cata la fede da s. Brizio apostolo dell'Um-

dizione di essi. Ed è chiaro, mentre mu- i bria, inviato nella regione dall'apostolo
nici|)iinon dipendevano da Roma in s. Pietro, e ne fu il 1 ."vescovo, e la chiesa
(pianto al pro[)rio reggimento, laddove da lui erettavi alla B. Vergine si vuole
le colonie soggiacevano in lutto alle leggi la i.'coslruila nell'Umbria. Quindi s. Bri-
della madre patria. Già notai che Augu^ zio consagrò diversi vescovi, come lui di-

sto nel divider l'Italia in provincie com- scepoli di Pietro, cioè s. Eicolano suo
s.

prese l'Umbria nella 6.' regione, e in ai- parente Perugia, s. Crispuldudi /'et-
di
ire divisioni diversi luoghi dell' Umbria tona oggi Bellona, s. Vincenzo di Iie\ui-
luiono attribuiti al Piceno Annonario e gna,ec„f:i\ insieme propagatori della fe-

111 PicenoSubui bicario. Le due provincie de nell'Umbria. Avendo ragionato a"ri-


i'iceiiestavanosolto diversi consolari, ma S|)ellivi articoli delle sedi vescovili del-

r Umbria e la Tuscia Annonaria erano l'Umbria non piìi


esistenti e esistenti, ivi

mille sotto un altro consolare, perciò fin celebrai i promulgalori della lede, es. Fé- ,

'"

Uu quel lempu [)er [)iii acculi 1' Umbria liciaQQ vescovo di Foligno uou cuuleu-
UMB UMB 93
lo d'aver predicato per tulla l'Umbria la na, pon Amelia e Todi, tutlavla tali cit-
dottrina eli Gesù Cristo, volle estendere tà, ben( he occupale talvolta dall'ambi-

le sue npostoiiclie fatiche eziandio al Pice- zione de'Iongobardi, furono non ostante
no. Anrhe Spoleto ragionai de'vesco-
a restituite e considerale sempie ne'iempi
vati dell'Umbria, massime in fine dicen- di mezzo del ducato di Roma (/ .), inclu-
do di qiie'vescovi, che sebbene non ap- sivamente a l*erugia,e non di quello di
partengano all'Umbria, vi estendono per Spoleto. In tale tempo il nomed'Undjria
tratti di diocesi la loro giurisdizione epi- restò quasi soppresso, né altra denomina-
scopale, onde nel 1849 intervennero al- zione èntlribuita da'monunu-nti alle cit-
l'assemblea sinodale in Spoleto, ch'è l' u- tà della provincia, che quella di ducato di
nica metropolitana dell' Umbria , senza Spoleto. La i
.* città dell'Und)! ia, entran-

peròsull'raganei poiché lutti i vescovi del- do dalla Sabina, è Tcrnij e Spoleto fa

l'Umbria e quelli che vi hanno giurisdi- I


.'^
città occupala da' longobardi, fu hi
zione sono immedialamenle soggetti al- principal sede e quella che die il nome
la s. Sede. Nella decadenza dell'impero a lutto ducalo Spolelaiio. Di queste
il

romano, 1' Undjria, come il Piceno, col e altre città e luoghi principali dell'Um-
quale ebbe pressoché comuni destini, e i bria ragiona Eattesclii, ed io l'ebbi pre-
tra loro si contusero i termini territoriali, Sente nel tlescriverli. Parla pure di Fo^
soggiacque alle invasioni crudelissime de' Ugno, di Be\'agna, di l^ettona, di Tre-
barbari ,
principalmente de' Goti e de' vi, ò' Jsisi, celebre pe'santuari France~
Longobardi (/'.) H Fatleschi , Memo- scano{ei\'\ recente rallegrala per la Tra-

rie ch'I ducato di Spoleto , nana che i slazione del corpo di s. Chiara) e della
longobardi nella prcivincia dell' Unìbria Porziiincola {F.), del Foro di Flami-
piantarono i primi fondamenti di quel ce- nia, di iVbre7(7, ec. er. E cbe Camerino
lebre, vasto e possente ducato. Ragionnn- fu considerata da'longobardi qual 2.' me-
dodeirUmbria fertile, ricca e illustre per tropoli del ducalo di Spoleto; sovente poi
tanti segnalati pregi, dice della sua situa- i duchi di Spoleto si confusero con qtiei

zione a' tempi di mezzo civile e politica, di To.?^r(77i^{A''.). dacché l'Umbria in quel
ed essere i suoi termini al ponente Te-
il tempo si reputava parte integrante di tale
vere fino a Città di Castello; a tramon- regione. Allorquando Leone III impera-
tana gli Apennii)i,oIlrcpassaiitl(jli in<pial- tore greco, dichiarò crudele persecuzio-
che parte fino all'odierno Sassoferraio e ne alle ss. Immagini, Papa s. Gregorio l(

il fiume Esino, confinando così colla Gal- lo scomunicò dopo il 726, per cui il du-
lia Togata o la PenlapolijaI levante e al cato romano con altre città si distacca-
mezzogiorno il fiume Nera, finché rice- rono dall'imperiale ubbidienza, e sponta-
\
ve le acque del fiume Velino. Avverte neamente si assoggettarono alla i.9oi'/'<7«/-
]
ch'egli qui non prese l'Umbria in quella tà della s. Serie [r.). I popoli dell'Emi-
I
grande estensione ch'ebbe a'tempi roma- lia, della Pentapoli e del Piceno, scosso
ni fino all'Esarcato e al mare Adriatico il giogo imperiale e longobardo, per vo-
dalla parte di Rimini; ma solo volle con- lontaria dedizione si dierono al principa-
siderarla in quel perimetro che da' mo- to temporale de'Papi. Questo ricevè no-
numenti rilevasi aver avuto nel medio tabilissimo incremento per le dedizioni
evo, e che fu soggetta a'Iongobardi.Quin- del ducato di Spoleto, dell'Umbria e del-

1
di è, cbe sebbene l'Umbria, secondo di- la Maica, già la s. Sede possedendo nel-
versi scrittori,si estendesse fino al fiume l'Umbria da diversi secoli alcuni Patri-
! Imella,che sbocca nel Tevere sotto la città moni dellaChiesa romana (f'.),rra'qua-
i
d' Otricoli e comprendesse la stessa Otri- li que'di Norcia, di Narni ec. I romani,
'
colieNarui,da altri attribuita allaSabi- uniti agli umbri e altri del ducalo di Spo-
f)4 V M B URI B
lelo, difesero s. Giegoiio H contro l'in- Castello e Chiusi, come narra il Sigonio,
sidie dell'eretico Leone III, il quelle in- De Rrgno Italiac, all'anno 772. Carlo
vocò l'aiuto del re longobardo. Comin- Magno non solo restituì al Papa l'usur-
ciò allora la guerra dell'Umbria, cliedu- palo principato temporale, raa con for-
rò parecchi anni, onde nel 788 s. Grcgo* male donazione grandemente l'aumen-
rio III invocò il soccorso di Francia, per tò, inclusivamenle all'Umbria e ducalo
rnirrenareleusuipazioni longobarde. Ili li- di Spoleto, nel quale articolo e negli al-
sci a Papa s. Zaccaria, compassionando tri analoghi tratto della sovranità de'Pa-
lostatodeirUmbiia e di altre città, di ri- pi sull'Umbria, e sarebbe ripetizione «e
cuperare di versi patrimoni edomiiiìi, nei volessi qui ragionarne, insieme alle prin-
suoi viaggia Terni, Pavia Perugia nel
e cipali vicende politichedella regione. Mol-
749. In quest'ultimo il Piceno, l'Umbria ti di essi la ricuperarono dopo le stranie-
e le provinole adiacenti a Roma, per olez- re invasioni, massime Innocenzo III e Pio
zo de'loro deputati confermarono nel- si VII, i quali inoltre la visitarono, come
l'ubbidienza del Papa, e giurarono fedel- pur fecero GregoriolX, Innocenzol V, Ni-
tà alla Chiesa romana, il che rilevai pu- colò V, Sisto IV e Gregorio XVI. Q111--
re nel voi, LVII, p. 161, nel dire che fe- st' ultimo ad esempio dei predecessori

cero altrettanto i^ncdeW Euircalo e del- provvidamente accorse a'gravissimi dan-


la Pentapolij'xnhìcaù di Spoleto e di Be- ni recati all'Umbria dal Terrc'rnoto[f'.).
nevento considerandosi sotto la proiezio- che sparse la desolazione nella provinci'i.
ne della s. Sede, benché avessero il pro- Inoltre a Spoleto, a Perugia e negli ar-
prio duca. Papa Stefano II detto III, do- ticoli d'altre città umbre riportai i ret-
po aver costretto Astolfo re de'loiigobar- tori, governatori e legati dell'Umbria o
ili a restituirgli 1' usurp;ilo dominio , a del ducato di Spoleto. Qui de' legati ne
mezzo di Pipino re de' fraiuhi, per sua riprodurrò altri, e quinto a'cardinali le
molle inviò nell' Umbria Stefano duca notizie sono nelle biografie, anzi in que-
con palle dell'esercito rocnano, per avva- ste trovansi [)ure le notizie degli altri car-
lorare la sua media2Ìone,acciòcon>eguis- dinali legali e de'prelati governatori che
se il vacalo trono longobardo Desiderio, poi lodivennero. ^/oiv/«/i/cardiiiali' pre-
el'ebbe.Quest'ingiato invece di restituire te di s. Anastasia, nel 1 io5 fu deputato
il loltOjCotneavea promesso,estese le usur- da Pasquale li alla legazione dell'Um-
pazioni e minacciò Roma di eccidio,deva- bria. Innocenzo III del i 198 inviò nel-
stando rUnibria,in luogo di iiiosUmisÌ di- r Umbria e nella Toscana per legato il
voto alla s.Sede. Vedendosi Papa Atli iano cardiiiiil Gregorio ilegli Alberti^ [)er met-

] [lersegiiilalo da Desiderio, ricorse a Car- tere in buon sistema le due proviucie, la


lo Magno re de'franchi, il quale calato in I." avendo ricuperato al dominio d<'lla
Italia, nel 778 dcbellòe fece prigione De- Chiesa dagl'imperiali che l'aveano occu-
siderio, terminando con lui il regno lon- pata. Nfli249 Innocenzo IV destinò le-
gobardo. Appena gli umbri e buona |)ar- galo deirEliiiria ecclesiastica, dell'Uai-
te de' loiigobaitli dimoranti neirUuibria bria e della Marca il cardinal Pietro Ca-
seppero le prime mosse del re franco, si pocci. Uibaiio IV dui riGi fece legalo
porlarono in Roma, se stessi e le loro fa- dell'Umbria il cardinal Simone Pattiiiie-

coltà commiseroPapa, prestarono il


al ri. Urbano V aflidò nel 1 368 la stessa le-

giiiiarneiito di fetleltà a s. Pietro e ad A- gazione al cardi nalEgidio^if/.T.Tf ///«'.Gre-


diiaitf) I, ed ivi fui ono tonsurali e ridot- gorio XI nominò legato dell'Umbria il

ti nelle loro bai be e capellature alla fog- cardinal Filippo C(il>a<tsolr, v goveiiia-
gia romana, l'esempio chi' fu seguilo an- tore il e irdinal (ilierardodi Pitv. Urba-
che da Ancona, Osiuio, Fermo, Città di no VI nel 087 1 elesse iegito dell'Umbria
u u n U M B t)5

il cardinal Luca Gentili Ridolfucci, e ri- fu pure di Giulio 111, con residenza in Pe-
conciliò Ira loro iciltadini di Todi. Fece rugia. Camillo Libi, ncW Ili sto ria di d-
pure legali della medesima, il cardiiialAn- melino, narra che Paolo III neirottobie
drea Buoiilenijii^ e il cardinal Toniiiiaso I53c) si recò in Camerino, perchè volevi
Orsini. Innocenzo VII deli4o4 mandò investirne il nipote Ottavio Farnese, indi
legato a Perugia il cardinalLandulfoJ///r- duca Parma, {l^ .). camerinesi sup-
di I

rawauro. GiovanniXXIll nominò lega- plicarono il Papa a compartir loro molte


lo del ducalo di Spoleto, di Todi, Oivie- grazie e l'olteiuiero, e fi a (juesle dichia-
lo. Terni e Amelia il cardinal Colonna, rò Camerino capo dcirUndii ia colla le-
clie nel i4i 7 divenne Martino 1^ Papa. gazione d'un cardinal de latere, e vi fu
Kicolò V dichiarò legalo ilelT Umbria e destinato il cardinal Ennio Filonardi \q-
del ducalo di Spoleto il celebre cardinal scovo di V^eroli,il (piale per esser passalo
Domenico Capranicaj e governatore di all'altra vita pochi mesi dopo, senza por-
Perugia Barlolomeo Roverella, poi car- tarsi a Camerino, governò la città in suo

dinale di Pio 11,0 di (jiieslo e di Paolo nome mg/ Filippo Archinlo. Tuttavolta
Il legnlo <ltirUmbria. Di Paolo II fino- aggiunge lo stesso Lilii, non essere il car-
no ledati dell'Umbria e di Pei iiqia i cnr- dinal Filonardi il legalo, ma il cardinal
dinali liiccardo Longolio e Cf\o.V>;\{{\^\a Francesco Chigionespagouoloche dimo-
i^rtir///. Sistol V nominò goveniafore del- rava iu Veroli, e come il Filonardi det-
l'Umbria Ardicino della Porta il giunio- to il cardinal di Veroli e n'era vescovo,mo-
re poi cardinale; e legalo il pioprio nipo- rendo neli54o. R.ilornalo il Papa a Ro-
te carilinal RafT.iele Riaiio, won die l'-tl- ma iuvesfi Ottavio del ducalo di Came-
Iro legalo e nipote cardinal Giuliano del- rino. Rettificherò diverse inesattezze col
laRovere, che nel 5o3 fu Giulio IlPa-
i Cardeila. Il cardinal Filonardi fu inca-
pa. Innocenzo Vili deputò legalo per pa- ricalo da Paolo 111 della legazione del-
cificare le fazioni de' Guelfi e Ghibelli- le truppe pontificie contro il duca d'Ur-
ni (/^.), ch'erano ripullulale, il cardinal bino, a motivo della guerra pel ducalo di
FrancescoPiccoIoniini,nel 5o3Papa Pio i Camerino, e morì sul declinar deIi54o.
///.Fece pure legato il cardinal Giovan- Non esiste il cardinal Chigione, bensì deve
ni Arcimholdi. A!es<aiidro VI prepose essere il cardinal Francesco Quignones,
«Ila legazione ilell'Umbria il parente car- il quale non fu vescovo di Veioli, ma di-
dinal Giovanni Borgia; everso i5o3 il morandovi nel palazzo da lui edificalo, vi
il cardinal Raimondo Perauld. Furono morì neh 540. Paolo IV fece governato-
legali di Leone X dell'Umbria e <li Peru- redell'Umbria Michele Torreo Turria-
gia cardinali Antonio del Monte, e lo fu
i
ni, poi cardinale; non che Gio. Ballista
lineo diCleiiienle \ II, Jacopo lyc/vv/ cata- Castagna, indi cardinale e Papa Urbano
lano e Silvio Passerini.^tl i52qCleuieu- VII. Nel 56o Piol I V dcsiinò legato del-
te VII deputò legato il parente cardinal l' Uudjria e di Perugia il cardinal Gio.
Ippolito de Mediei. Paolo III successiva- Antonio Serbelloni suo nipote. Grego-
luente aflldò il governo della città e for- rio XIII elesse governatore ili Perugia e
tezza di Perugia aTiberio Cr/.Y^', che creò dell' Uiid>ria nel 1 574 il celebre Monte
poi cardinale; legalo dell'Umbria e Pe- Valenti di Trevi. Secondo alcuni, nomi-
rugia il cardinal A<!canio Parisani, coù nò legato diSpolelo il cardinalGuidojPer-
pure il cardinal Marino Grimani ; nel reri.Certamenle fece legalo dell'Utnbria
1548 governatore di Perugia e dell'Um- e dei ducato di Spoleto il cardinal Filip-
bria Gio. Angelo de Medici, poi cardina- po Spinola; enei 58 1 1 legalo di Perugia
le e Papa Pio ITj e nel 548 legalo il 1 e deirUinbi ia il cardinal Riario. Grego-
cardinal Giulio Fcltre della Rovere, e lo rio XIV dell ?go dichiarò legato di Pe-
gG U M B U M n
riigia efleirUmhiia il cnrdinal Domeni- loedilui dono dell'augusta IVI." Lui
zio),

co Pinelli, già beneoierilo commissario «adi Borbone duchessa di Luccaegià re-


per sedare le vertenze de'coiifini fra Ter- gina d'Etruria. t\.'\n febbraio 8 7 Pio 1 1

ni e Narni. Clemente Vili cleli5g'2 fe- VII colla sua nobile corte recossi nel col-
ce legalo dell'Umbria e di Perugia il car- legio dell'Umbria, consolatore inaspetta-
dinal Silvio Savelli. Del collegio Laiire- to, e solerte ricercatore de' dotti ordigni
tano oSpoIetinOjdel collegio Umbio, del e d'ogni scientifica sup[iellettile, di cui e-
collegio Fuccioli, fondati in Roma a van- rano stivate le ampie sale, la specola ed
taggio degli umbri, ripailai ne'vol. Xllf, i riposti gabinetti. Esempio seguito in ap-
j). 245, XLI, p. I 19, LXlXj p, 6 e toc. r presso da Francesco I imperatore d'Au-
Ì5i può vedere il bve^e EcclesiryeCatholi- stria, e da altri principi e teste coronate,
caCfàei luglio 760, Bull. Roni. cont,
t i che visitarono in Roma il filosofo umbro
t. 2,p. i68,colqualeClementeXIIl appro- nel collegio dell'Umbria. Dell'Umbria e
dò le regole e le costituzioni del collegio degli uml)ri illustri scrissero i seguenti.
deirUmbri.i e di Niceta Lassi, commelfen •
AngeloTorsano, Oralionesqune de Uni'
tlone l'esecuzione al protettore cardinal hriae Roniaiidìolacqne celeberrima-
,

Giacomo Oddi, e si riportano nello slesso rum Regiomtm Itnliac, Urbiimique snn-
breve. 11 Collegio Uinbro-Fuccioli(T\)H rum praecipiiariim laudibus agunt, Ve-
rese celebre pel celebratissimo e dotlissi- netìisi562. Francesco Dini, De antiqui-
jno umbro foligna te prof.d.Felicia noScar- tatibii'! Umhrornm, Ttiu.tcorumque Me-

pellini, restauratore dell'accademia dei de, ac imperio, deque Camerio, ne Ca-


Lincei. Nel dotto ed eloquente Elogiofu- inertihìis a Sylla exclsi^ di^sertntioad-
nebre , che pronunziò nella chiesa di s. i'rrsw! opinioìiea Biondi, Aldi, Sigonii,
Maria Ara Caeli e pubblicò all' onora-
in Cluve.rii, Papebrochii, ne reeentiorum,
la diluì memoria nel [853 in Roma il i/i qua pliires inseriptiones Gruteria-
eh. prof, d. Salvatore Proja, si legge che nae solidissimi a fundamenlis ad crisim
lo Scarpelliiii fu prima alunno del colle- revocanUir: Liliifundamenta desuiCa-
gio dell'Umbria, e dai I yc)4 al 1825 ne fu merini antiqui tate impugnantur etc,
Lenemerentissimo rettore, e doveindefes- cum notis Francisci Ragazzetti, Vene-
samente adoperò col senno e colla mano tiis 70 1. Francesco Mariani, De Umbris
I

per promovere e diffondere in Roma tut- Camertibus Etruriae, seu Clusinis re-
te le fisiche discipline e le arti che ne di- sponsio ad Cnmerinensinm Hypern<pi-
pendono. Ivi apri un annuo concorso di tem, Romaei73g. Adiaforo FilaleteoFi-
fìsiche esperienze e divulgò ogni trovato ìelMno, Esame di quanto ha scrittoFrnn-
ilella neo-chimica, a capo de'quali l'ana- ce SCO Mariani intorno a' Cnmerti Umbri
lisi e la sintesi dell'acqua, che primo in mentovati da /l/\'/'o, Perugia i 7 3(). Con-
una specola per le
Italia istituì, ed eresse futazione (de'Camerinesi) di ciò dir l' au-
osservazioni astronomiche. Perchè poi al tore de Etruria meliopoli (cioè il Ma-
ciato impulso succedesse pili rapido e più riani) ha. scritto intorno agli antichi Ca-
durevole movimento nel collegio del- , inerti Umbri, Perugia 1739. Francesco
l' Umbria adunò libri, minerali e mac- Mariani, De' Cnmerti Umbri risposta
chine d' o"ni maniera e foruiò una bi- , italiana a Filetimo Adiaforo Roma ,

blioteca, uno svariato gabinetto di fisica, 1740. Adiaphorus Philiilelus, Adnota-


di cliimica, di storia naturale, a disjiosi- tioncs ad rcsponsionem Francisci Ma-
zione d'ogntuio che volesse e sapesse gio- riani prò Umbris Caniertibuf Etruriae,
"varseoe: e lutto a sue spese. Ivi collocò seu Clusinis, Pisaurii74o. Accademico
il famoso lorniocon tutto l'apparato mec- Ardente, Discorso in risposta a Filate-
canico dei Pieraaariuì (sommo architet- le sopra gli Umbri di Toscana, e a fjO-
U M B U M B 97
tlovico A. Muratori intorno alla città cola,non bene fabliricata. I dintorni pro-
di .S'arrena in alcune ixcrizio/ii da liei ducono derrate de'climi caldi, e vi si 11-
riportate^ ed al decreto del re Deside- lilizzanoca ve di gesso e d'alabastro. iScri-
rio, Roma I 742. Il Giornale de' lettera- ve rUghelli,/^^(7//a sacra t.p.p. 52 'ì,Uni-
ti di tale anno ne fa autore il JMitiinni, hi'iaticenses Episcopi: » Umbriaticuin
che discoise ernditainenle la contiover- (olili! Brystacia), mediterranea est civi-
siu insoda fra'caaiei'ine>i eviieibesi. Ca- tas CalabriaeCiterioris, reco a marepas-
rnei' ti L inbri, dissertazione apologetica sibns distans, condita ab Oenotris, ut ail
ìsloricocrilica, Camerino ^So.Giiisep-
i Stephanus, ili rupe quaedain, quae lior-
pe Colucci , Lettere apologetiche in 'di- reiidispiaecipitiis munita, attjne inacces-
fesa di (juanto sì è detto nella disserta- sa, «ie(|ue po[)ulum propterea, neque cle-
zione X/I dell' Antichità Picene sulla ruin habel valde numeiosum ; sirpiidem
confederazione de^ Camerti Undjri col in codice fisci Rciiii
o censenlur urbuiae
Popolo Romano, Feimo 1787. Federi- faiiiiliae 160 (ora si dice contenere più
co Fie7./.i, // Quddriregio o poema dei di 2800 abilmiti). In agio vero Uuibria-
(jualtro regni, colle annotazioni di An- ticensi legitur manna: fit gossipiuni, et
gelo Guglielmo Artegiani le osserva- , sesama; provenil terebinllius, etcappare.
zioni storiche di Giustiniano PagUari- Nascitur alabastriles, et gipsunj marmo-
id, e le dichiarazioni di alcune i'oci di rosurn, et lapis molaris: exiant et sylva
Gio.BattistaBoccalini,ec.Fo\\'^noi 725. glaiidiferae, in quibus venatioiies, et au-
Le osservazioni del Pagliai ini apparten- cupia fiunt. Euiscopatus antifjuus inter
gono alla storia dell'Uitdjiia, tanto ili più stiirraganeos archiejjiscopo s. ^eveiinae.
città e luoghi, quanto di diversi sogget- Sub Sisto ili Papa (del 432), et Valen-
ti.Antonio da Orvieto, Ci'onologia della tiniano III imperatore habila fuit Rhe-
proi'incia Sera fica riformata dell' Uni- gii provincialissynodusab Hilario archie-
liria d'Assisi, Perugiai7i7. Eugenio piscopo adversus Umbriaticeusem Epi-
Ga murrini Istoria genealogica dellefa-
, scojtnm, qui ininus legilime fueiat ordi-
ìiiiglic nobili toscane et u/nhre, Firen- natus. IJmbriaticeiisis Episcopatus men-
ze 1668. Lodovico JacobiUi, ^//'//o//t('C<« tionem facil abbas Joacliimns, licet men-
Umbriae, sive de scriptoribus previa- doselegatur Antiblacensis:fuit autetn E-
ciac Umbriae una cani discursus prae- piscopalis sedes huc translata ex Pater-
falae provincia e, Fulginiae i658: T ite no urbe. Calhedralis basilica titulo s. Do-
de' santi e beati dell'I iid/ria, e di cpiel- nati, in vertice rupis, atque adeo in me-
li i corpi de'cptali riposano in essa pro- dia civitale Ires in nave distincta visitar
vincia, con un discoi'so dell' L'mln'ìa. To- cu!n sacra lurri, et sacrario rebus divino
mo I, Foligno 1647. Tomo II, i656. To- cultui necessariis instructo,ac sacris reli-
mo 1 Catalogo de' corpi santi e del-
li col quiis ornato, et sacra supelleclili prò lo-
le relic/uie insigia, che si conservano in ci conditionesutllcienter inslructo. llicas-
varie chiese della provincia dell' Ijni- ser vantar rcliquiae ss. Gregoiii Papae,
hria, Todi 1 6G1. Laurentii, Donali, Stephani, Giegorii, et
: UMBRIATICO, Unihriatieum.C\[{l\ Petroiiillae , et fi uslula quaedam vestis

vescovile del regno delle due Sicilie, nel- Christi, et D.Mariae Yirginis. Sacris in
la provincia di Calabria Ulteriore II, cir- ea ministrabanl olim canonici octo, quo-
condario del distretto Cotrone, da cui di rum qiiinque indignitateconstitiitierant,
è distante 8 leghe e più di 3 da Catan- i archidiaconus secumlusab Antistile, de-
zaro, capoluogo di cantone. Giace sopra canns, cantor, ihcsaurarius, et archipre-
una montagna scoscesa e tircond.ita d'o- sbyter; nunc ad ipiatuor tantum sacer-
gni parte da precipizi inaccessibdi. E pic- dotes reducli sunt, qui et ipsi inopia la-
VOL. IXXXIlf.
7
U I\I n

boraiit. In civilate praeter calhedralem lieo, ma riferisce rUgbelH cbe Ilario ar-
parochialis ecclesia uiilla ,
milium viro- civescovo di Reggio tenne un concilio
rum
ptnm
coenobiiiiH ,
s.-inclitnoninlinm se-

luiuni: ndeliuni aiiiinae intra moe-


contro di lui nel

percbè non era stalo ordinato canonica-


mente. Pare che verso il secolo ad U(n-
pontificalo di Sisto HI,

X
I
nia clegentium snnt 600. Dioecesi peran-
gusla qiialuor oppidis.et tribus pagis con- bnatico fosse unita la sede vescovile di
linetiir. Oppidoiura maximum est Ciro, Padcnio{ / .),distrulta da'saraceni,e dal-

seu Ipsj'ero episcopalis lesidenliaei Icciis la cui città surse Crimisa oggi Ciro, sum-
haliilalnr aiiimabns 1800 cum quatiior menlovala, e di cui tratta il Coleti, Il(i-
parocliialibus, qnaium praecipiia litnlo Ha sacra, 1. o, p. 57 Patcrnensis E'
1 i ,

s. Mailae de Plateis. Hic eliam semina- pisconain.s. 11 Daudrand dice cbe Prf-
rilira duo ^irormii
eslclericoruni decein, feriium, o Crimissa o Ciro, fu rifabbri-
coeuobia, xenodochitun, et mons pietà- calo contro i saraceni da! normanno con-
li*. Secundiiaiest CincuUiim babilalum te Ruggero. In Paderno secondo alcuni
n<ielibns I i3o cum diinbns parochialibus, nel 1002 perì ui veleno l'unper.ilore Ot-
coenobio augiistinianoium xenodo- , et tone 111, pel modo riferito nel vol.LVIIf,

chio. Terliimi eslnppidum Casuboniha- p. 262 , o al dire di altri in Paterno di

bilalnm fidelibns 600 curo sua parocbia- Città di Castello [P.) o della Catnpagna
li, coenobi<j fVauciscanoruni el bospitfdi. Romana, nella (|uale è Tor Paterno, ove
Quaitum est oppidnm Melissae habila- credesi fu giìi Laurenlo capitale del La-
tum (ìdebbns 888 cum tiibiis paincbia- zio, cbe descrissi nel voi. XXXVII , p.
libus, coenobio anguslinianoruui, bospi- 219. In Paleriio di Calabria s. France-
tali el tril)us laicorum sodaliliis. Pagi, sco di Paola fondò il 2." convento dtlsuo
seu casalia snnt Tingliae habitalnm fide- ordine ùelV/inimi C^-). Il i.° vescovo di
libus IO 5. Carfitii, quod ali)aiienses seu Umbriatico del quale si conosce il nome
epirolae incoUml numero 3 16, qnibus è Gerva^iojcbe neh i 12 assistè alla con-
graecus presbyteiconjiigaliis .suo litu sa- sagrazione della chiesa di Catanzaro. Il

era administrat. Casale s. Nicolai de Al- vescovo Ebras vivea a'iemi^i di Ruggero
lo, quod albanenses consimililer inbabi- I re di Sicilia.Roperlo fiori neh 167,111
tant numero 220 suo cuui graeco sa-
,
cui confermòla donazione a'basiliani, che
cerdote. In universjim autera loia dioe- in tempo di Ebras fecero Ruggero 11 e
cesis Umbriaticensis conlinet parocbia- Guglielmo I del monastero di s. Maria
les ectlesias tredecim, quaruin decem la- de Palirio da loro edillcato^ colla condi-
tini, tres gtaeci rilus exislunl. Popnliis zione che monaci del medesimo ogni
i

dioecesanusconstituit animas 7599, qua- anno nella festa di s. Donato a* 7 agosto


rum 4563 sunl latinorum, reliqnae grae- olfrissero alla calledrale d' Umbriatico,
corum. Clerici aulem Ialini per lolaui aniphoram old, ci candela s Ires, Kfii-

dioecesim sunt fere sexaginta. Mensae e- scopiis aulciii Oleicin sanctiiin eodcm
piscopalis animus census ducatoruin re- tempore nionacliis trilnuit. L'Ughelli ne
gni 2000. Taxa flor. 37 qui parlim col- riportò il documenlo, ilal quale rilevasi
ligunlur ex feudis anlitpiissimis INIara- che i due vescovi immediati nuccessoii, lo
diae, s. Marinae, in
Nicolai de Allo, el s. sottoscrissero anch'essi e ratificarono, l's-

(juibus ulruinque gladium Umbriuli- si sono. Pellegrino che nel 1 1


79 interMii-
tensis episcopus liabet, lamelsi Maradiae ne al concilio generale di Laterano III, e
els. INIaiiriae diruta jareant.Episco|)i qni Rainaldo, dopo il quale non si coiiDScono
in ca floruiMunl pauci sequenlcs sunl ex altri vescovi lino a Capuano, da Papa Gre-
variis nìonunienlis a nobis coliceli ".I- gorio IX costituito vescovo d'Unìbriali-
gnurasì il nome del 1 ."vescovo d'Umbria- co neh 235. Dionisio detto e comuicn-
UM B U M B 9,)
tirilo (Ini j^S venne appio-
capitolo, nel I Giacomo Lucifero arcidiacono di Coirò
vatodaPapa Alessandro IV. Dopo di lui ne, e lodato per prudenza morì nel 1.547.
segue altra iacnna di pastori ignorati, si- In questo gli successe Gio. Cesare Foggia
no ail N., al quale Carlo II redi Sicilia aicidiacono di Rossano, intervenneal con-
nel I 3o6 sciisse in favore di sua chiesa cilio di Trento e moiì vecchissimo tran
il tliploma che si lp.^ge in Ui^helli. Gio- quillameiite. Nel r 567 Pietro Bordoni, nel
va innKX 11 nel I 33G elesse Crislofoio, in- I J78 Vincenzo Ferreri di Bisignano, tra-
di tiaslatoda Clemente VI a Bisignano slatoda Monte Peloso, e cessò di vivere
nel 34(1, in questo stesso surrogandogli
I dopo un anno. Nel 1579 Emilio Bonvini
Guglielmo arcidiacono di Catanzaro. Per di Cosenza encomiatissimo pastore, e per

morte del predecessore, che non si cono- sua morte nel i 5c)2 Alessandio Filarete
14^0 fu eletto IMichele Perisla ca-
sce, nel celebre giureconsulto aquilauo. Paolo V
nonico della cattedrale, n)Dito nel i435. neliGi I gli sostituì Pietro Bastoni d'A-
Tosto gli successe ìNicola ile Martino sud- lessandria, referendario delle due segna-
diacono e consigliere della duchessa di ture. Nel 1622 Benedetto Vaezspagnuo-
Sessa. Traslato nel 44"* ^ Rossano, suhi- 1 lo. Da Belcaslro nel i632 passò a que-
lo in suo luogo fu posto Tito detto Cic- sta sede Antonio Ricciullo calabrese di
co, ma uioii nel 1 447" '*' ''^'*^ anno diven- Rogliano, a cui il capitolo per le sue be-
ne vescovo Nicola già arciprete di Gu- nemerenze eresse lapide di gratitudine, e
rullo. Sisto IV nel r 47 T' "0'"i"<* '^'""Ce- dopo 7 anni fu Iraslato a Caserta e poi a
sco, di cui fu successore Antonio Guerra Cosenza. Nel iGSg Bartolomeo Ci-isco-
dotto maestro di Borgia principe di Squil- ni nobile •napoletano , referendario delle
lace, morto in Roma neli5oo e sepolto due segnature, chiaro per virtù, nel 647 1

nella hasilica Vaticana, con onorevole e- passò a Caserta. In tale anno Ottavio Pu-
pitafìlo del suo discepolo e riportato da derici patrizio napoletano morto nel ,

TJghelli. Alessandro VI nello slesso anno i65o. A' 27 giugno Domenico Blanditi
gli sostituì Matteo sanese giureconsulto napoletano, terminò di vivere nel i65i.
egregio, morto in Róma nel i 307 e tumu- Nel seguente fr. Tommaso Tomassoni
lalo in s. Tommaso in Parione, con iscri- romanodomenicatm, morto nel i655nou
zione presso rUghelli. Marco successore senza sospetto di veleno, e giace in catte-
morì nel I 5 I 6 , e nel settembre fu fatto drale nel sepolcro de'vescovi. A'5 luglio
amministratore il cardinal ÌNicola F/e.?r/;/ gli successe tr. Giuseppe R.ossi napoleta-
(^.), il quale nello slesso mese rassegnò no conventuale, insigne dottore in teolo-
la sede con regresso a favore di Deside- gia e già commissario in Polonia. Morto
rio canonico regolare Lateranense. A'20 nel i658 gli successe nel 1659 Antonia
niar/.oi tI-zo riniuizi(i,ein tal giorno il car- Ricciullo nipote dell'altro Antonio di tal
dinalFieschi commendatario cede con re- cognome, ma morì in Casabona nel lu-
gresso ramministrazione al cardinal An- glio 1660. Nel seguente amio Vitaliano
drea della falle {I .) Questi nel i59.3 Marescani penitenziere della cattedrale di
ne lece cessione al proprio famigliare Gio. Catanzaro sua patria. Nel 1667 Agostino
Matteo Lucifero di Cotrone, di egregie de Angelis d'Andria somasco e professo
qualità , e lo consagrò nella basilica Li- redi teologia nell'università romana. Nel
beriana 524, ma a' 4 no-
a' I 7 gennaio 1 i 1682 Gio. Ponzi Coriliani della dioce^i
vembre venne Cotrone. Nel- trasferito a di Rossano. NelitSgo gli successe il fra-

lo stesso giorno ebbe Umbriatico in com- tello Giuseppe Ponzi, ed a questi nel [693
menda il cardinal Giovanni Piccolnmi- fr. Michele Cantelmi napoletano, carmc-

n/(A^.)epoi la rinunziò neh 53 o. Clemen- litanodotto e pio, che nel suo ordine fmi-
te VII a'20 marzo dichiarò vescovo Gio. se le primarie prelature. Nel 1696 Bar-
loo UME U I\I E
tolomeo Oliverio nobile O/Z/rw^/V (for- consagrn. E" più o meno ricco, ed alctmi
se di Celione), protonotario apostolico, umerali hanno altri ricami d'oro sparsi
cìim perpliires atwos Su t rini, Nepi siniq. nella lunghezza del velo. Con questo ve-

Jùìi.tropi \-ires gessi.'^set,hr/c mitra cicco- lo si cuoprono le spalle e gli omeri di chi

rntiis est. Morto


nel 1708, cli|>oi gli suc- l'adopera. Nella //n'v.^;^/ cantata solenne,
cesse a'o! gennaio I 7 5 fr. Antonio Gal-
I 1 l'imierale è del colore degli altri para-
liani napoletano conventuale e parroco menti. In essa dopo l'otrerlorio e 1' ore-
di s. Salvatore in Onda di Roma, maces- mus, il siifhliacono si porta alla creden-
sòdi vita nell'agosto. Neh 720 Francesco za, dove dal ceremoniere oda qualche ac-
IVI." Loyeri noliiledi Badolato diocesi di colito se gl'impone il velo lungo sopra gli
Squillace, letterato, già di molle diocesi vi- omeri, del colore corrente, e gli si ferma
cario generale lodatissimo, il quale col suo innanzi al petto con due fittuccie legale,
zelo estirpò molli abusi, fece rifiorire il e con esso copre il calice, ovvero è que-
decoro del divin culto, ed eresse il semi- sto coperto col velo piccolo, colla pate-
nario. Con questi termina ntW Italia sa- na e coWosiia coperta dalla palla, e lut-
cra la serie de'vescovi, e compirò col-
la to porta sulla mensa dell'altare; ove dopo
le Notizie eli Roma. Nel 1 782 Domenico aver eseguito i suoi udizi, il diacono pone
Peronaci di Serva, nullius di-Ueggio di nella sua destra la patena . in modo che
Calabria. Nel 1 770 Tommaso M.' Fran- la parte più nobile ossia l' anteriore ri-
cone teatino, di PiipnH ancone feudo di sua sguardi lo slesso suddiacono, e gli copie
casa nella diocesi di Larino. Nel 17 77 Ni- la patena coll'estremilà del velo penden-
cola de Notruiis di s. Caterina diocesi di te dalle di lui spalle, e questi tosto reca-
Squillace. Nel 177C) Zaccaria Coccnpal- si dopo il celebrante al piano nel mezzo
nierii di Pesco Costanzo millius di Ca- dell'aitare, e fitta la genuflessione, scen-
pua. Vacata la sede nel 1784 le fu da- de il 2.° scalino o al ripiano dietro al ce-
to per ultimo vescovo nel 17(^2 Vincen- lebrante ed a suo tempo al diacono, e ivi

zo Castro di Gaeta. Nel 1798 uuovamen- resta, sostenendo sempre la patena innal-
le vacata la sede, non fu più provveduta zala sino al terminar del Pater ?ioster.
di pastore. Imperocché Pio VII a'28 giu- Nelle messe de'defunti cantate, e nel ve-
gnoi8i8, colla bolla De utiliori, presso nerdì santo non tenendosi dal suddiaco-
il Bull. Hom. coiit. 1. 1 5, p. 56, sop[)resse no la patena, da esso non si assume I' u-
la sede vescovile d'Umbriatico e l'unì in nierale ,
perciò (pie>to non vi è ih color
perpetuo a quella di Cariati, alla quale nero, non essendo poi in uso quello che
essendo già unita la sede di Cerenza, adoperava il celebrante in tal giorno, al-
questa il Papa incorporò a Cariati stessa meno in alcune chiese. Quando il suddia-
sopprimendone la concatleilralità. Inol- cono al dello posto viene incensalo dal
tre a Cariati unì anche Stro/ii^oli per- ,
diacono, si volile verso di lui abbassando
ciò in quest'ultimo articolo meglio ripar- alipianlo la patena coperta coll'umerale.
lai di Crtr/'rt// e di G'rr/i:Y7, riproducen- All'elevazione il suddiacono genullolteal
do la serie de'vescovi. suo posto, e quivi torna a genulleltere
LJMERALE o OMERALE, //»/mv-rt. dopo che il celebrante sta per terminale
le.Velo lungo di seta o altro drappo, pa- l'orazione Domenicale, alle parole cioè
ramento sagro di colore bianco, rosso, ro- Jù (tiniitte noliisdehifa nostra; Hlhjia 11

saceo paonazzo, verde. E guarnito di


, torna all'altare e stando /// cornu F.pistn-
merletto o frangia d'oro, e nel suo mez- hie porge la patena al diacono, il ipiale
zo ordinariamentein ricamo d'orca rag- la scuopre dall'umerale e tergendola col
giante viene espresso il nome di Gesù in purificatoio la dà al celebrante. Il suddia-
sigle, con»' è impresso nell' i).;lia che si cono restituita la patena, ilepone il velo

i!
U IVI E U ME I o I

lunijo , che il cereoioiiiere o un accolito medesima, e coli' iimet-aledà con essa la

preiule colle mani e lo ripoila ulla eie- benedizione. Nella i.' domenica dell'.Vv-
denza piegalo. Nel venerdì santo sebbene vento, assistendovi il Papa nella cap[)el-
siusinoi paianiei»li neri, il celebrante re- la Sistina in Miitito o piviale rosso, per
caudosi al s. Si'polcr-o (nel cpiale artico- portare da essa nella vicina cappella Pao-
lo notai (piando e dove si nsava l'unie- Ima del Vaticano processionalinente il ss.

lale e il baldaccliino neri), assume 1'


u- onde cocninciare il giro del-
Sui;;ramento,
inerale bianco e quindi riceve dal diaco- le guarani' ore, sul medesimo piviale

no il calice con l'ostia consacrata nel di prende l'umerale bianco, la cui lìttuccia
precedente, coprendolo il diacono colle lega e poi scioglie il prefetto delle cere-
estremità del medesimo umerale, ed il iiionie ponlilìcie. E qm noterò, die aven-
celebrante incedendo processionalmeule do descritto la detta cappella Paolina nel
sotto baldaccbuio di colui e bianco, porla voi. Vili, p. i34, e altrove, e riferita la

il calice all'altare, ed il diacono rimoven- remozione maccbina ideala


dell' antica

do I' estremità del velo umerale, prende dal Bibbiena, o inventata o restaurala
l'ivereiitemente ilcalicedalle mani del ce- dal cav. Bernini, per l'accennala solenne
lebrunte e lo pone sulla niensa;iiuli il ce- esposizione del ss. Sagramenlo, la quale

lebranle assistito dal cereinoniere ilepune incisa egregiamente dal celebre Pirane-
r umerale, che un accolito riporta alla si, per necessità onninamenle fu for-
credenza. Nella cappella poiitidcia , per za disiare, poiché per la sua anticlii-
la medesima ricordata funzione, il Papa là era in istato cadente e pericoloso, ora
con piviale o Maiitu rosso si reca dalla aggiungo col n.° 276 Giornale di
del
cappella Sistina alla Paolina a prendere Ro/iia del i855, che Papa Pio IX fe-
il

il calice, e prima di riceverlo si cojire le ce ri[)rislinare la macchina sul primo di-


Spade coH'umerale bianco. Nelle beuedi- segno, laontle nella i .'domenica dell'A-v-
zioiii che si danno col ss. Sdgrci/iwìilo, vento del memoralo anno, nella Paolina
dopo il canto del Tantuia ergo (/^.) e del Vaticano si vide ristabilita, ma con

dell'orazione, il celebrante geuuflelteudo maggior solidità, cui ftumo bella conipar-


sull'infimo grado dell' altare, prende su- sa nuovi ornati, dorature e cristalli, oltre
gli omeri il velo bianco lungo sopra il Pi- le antiche pitture della cappella tornate
v'/ì//é; (/^^ .), coll'aiulo del ceiemoniere, ed alla loro originalità. Tutto fu eseguito
asceso all'altare |)renderOj^t'/iòc)/-/o {f ) cu'disegni e direzione dell'arclntello cav.
colle mani velale dall'umerale, colla de- Filippo iMartinucci. Nel u. 4*^ del t. 23
Sila lenendo il nodo, e colla sinistra il dell' Album di Roma, non solo si lipor-
piede dinanzi al petto. Data labeuedizio- ta il disegno di delta solenne esposizio-
ne, il celebrante deposto sopra l'altare l'o- ne colla nuova macchina, ma inoltre si
sttìu^iorio, genuflette, discende all'intimo lod-» da Tito Barberi il perugino cav. Aa-

grado e ivi restando genuflesso, dal ce- nibale Angelini professore di prospelti-
remouiereo dal suddiacono gli viene tol- va nell' accademia di s. Luca, per aver
to il velo dalle spalle. Egualmente uelle dipinto a olio l'interno prospettico della
Processioni {f .) col ss. Sagramenlo, il rinnovala macchina che si eleva sull'alla-
celebrante in piviale è ricoperto nelle spai- re maggiore della cappella Paolina per
lecoir umerale bianco, le cui estremità della funzione; eperavere restauratogli
cuopruno ie uiani colle quali sorregge alfreschi della cappell.i stessa, di Sabatini,
l'ostensorio. Nel portarsi il ss. Viatico Zuccari e Bunarroti. Nella sulennissima
(/"'.), la pissidesì porta ddl sacerdote, più Processione del Corpus Doini/ii(^y.),cc-
o meno solennemente,cou l'umerale bian- lebrata dalPapa egli adopera un ma-
,

co, le cui estremità cuopruuo la pisside guifloo e grandioso umerale biauco no<i«
102 UME U M I

malo d'oro. Ne'[)Onlificali celebrali dal pianeta sempre deve concordare con l'of-
Papa ìi Stigri.sla per alcuni suoi ufllzi
, fJcio, ancorché si celebri alla presenza del
si copre le spalle con un velo di seta bian- Sagi'amenlo esposlo". Umerale fu anche
ca o lossa COI) nierlelto d'oro, delia l'or- denominata la tonaca di giacinto, usala
n)a dell'umerale; ed il simile velo adope- dal Sommo Sacerdote. L'umerale è di-
ra quel personaggio che versa l'acqua al verso dal Superiimerale (A'^.), veste pre-
l*apa, per la LaKaiida dcìle inani (/''.), ziosa dello slesso sommo sacerdote; ed in
d quale assume il velo [laonazzo secondo tale articolo notai, che tanto la Stola del
il culore de' paramenti e le diverse fun- sommo sacerdote, che la stola nostra fu-
zioni. Con questo velo il sagrisla copre i rono delle L/ncrale e Tonaca Li/iera-
sagli vasi the porla , ed i personaggi il Icje la 2. "essere lultora umerale, in (pian-
bacile e \\ boccale con l'acqua. Altro A'e- to che sono supcrumerale ad essa la pia-
/o, elle senza coprire le spalle pende dal neta o il piviale. Della stola usala dal
collo, e cbiamato ì unpao Fipna^J .\ Pontefice Massimo de'romani gentili, ri^
lo adoperano sostenitori delle Milrc e
i parlai nel voi. LXXlli, p. 277 e 280.
1 rirc^ni \ìi,ui\\\. L'umerale si disse an- UMILE, /Iiunilis, iMode.slus, lìlitis.
che Aniiltu (/.), perchè questo pure co- Che ha umiltà, modesto, dimes»o;coiitra-
pre, olire il collo, gli omeri, quali sono i rio di superbo, di arrogante, di orgoglio-
ijli ossi del braccio, cioè di quella porzio- so, di vanaglorioso. Senza ripetere qui
ne dell'arto superiore che dalla spalla va ciò che i fiiosofi moralisti possono dire
snio al gomito la quale S|jalla pure in
, per diniosti aie T ingiustizia e le funeste
latino dicesi huiiwrinj onde al velo ume- conseguenze della superbia, solo osserve-
rale restò d nome come più ampio e co- rò ch'è uno de' vizi piìi soventemente cou-
prendo interamente gli omeri; mentre l'a- dannalo dalla s. Scrittura; e fu massiuin
milto aulicamente tutti lo portavano an- di Salomone dove avvi la superbia, ivi
:

che sopra il capo, come tuttora usano i trovasi anclie lo scorno, e dove è umil-
domenicani, francescani e altri religio-
ì tà, ivi e la sapietìza. La supei bia è ili.°
sithe non portano la herrclta clericale, di tutti i peccati. Gesù Cristo ha più d'u-
e poi lo ripiegano sulla pianeta. Secondo na volta rimproverato (piesto vizio a'iii-

S.Tommaso, l'auiilto allude ancora al ve- risei ea'ilottori della legge; e ci proibisce
Jo con cui fu ricoperta la faccia del Re- d' insuperbirci delle nostre virtù e delle
dentore Della notte della Passione, ovve- nostre buone opere, perchèsonu doni gra-
ro alla corona di spine. Altri simbuli, ol- tuiti di Dio, grazie che lui benignaineu-
ire i riportati nel ricordato articolo , si le ci ha accordalo, e dell'uso dei (piali ihjì
ponilo vedere nella parola AnucLns .seu saremo obbligati di rendergli muiulo
Anabolagiuni et llunierale nella Noli- conto. Colla parabola del Fariseo e del
zia de' vocaboli ecclesiastici del Magri. Pubblicano, Gesti Cristo ci fa veder la
Questi dice alla voce f^elum. » 11 velo che superbia riprovata da Dio, e l'umillìi ri-

porla il sacerdote sulle spalle (juando e- compensata: fa egli professione di cerca-


spone il ss. Sagramento, sempre dev'es- re in ogni cosa la gloria di suo Padre e
sere di color bianco, aiicl.'e nel giorno del non la Luca neU'Lvaiigelo;
sua. Scrisse s.

/ eneid isanto, cooìeW JJaldacclu'no (da Cliiunquc si esalta san) umiliato, e chi
alcuni tliiamato eziandio Umbrellino),\l si umilia sarà esaltato. L'apostolo s. Pao-
quale rito si cava dal Cereuionialu Mo- lo nel comandai e l'uiniltù non ordina giù

nastico al lib. I, CI 4, n." 3, perchè Cri- di nuscondeie a se stessi o agli altri le

sto sagianieiilato, essendo glorioso,non grazie che Dio fece loro, ma iliallribuire
si deve coprire con velu nero, come han a lui tutta la gloria, e di non farla cono-
no stimato alcuni moderni scritluri. La scere se non (juaudociò possa edilìcare;
U M I UMI io3
di non preferirsi agli altri , ina di presu- evo per umiltà si sottoscriveano Pecca-
inereclie vi sono ne'Ioro iValelii delle vir- tore {T^.) i vescovi, gli abbati e altri per-
tù e delle grazie che uou appariscono. sonaggi, anche laici; e le «nonache ben-
Vuole die ciascuno senta la propria debo- ché titolate si sottoscriveano Peccatrice.
lezza e nullità e tema , di accecarsi sui E titolo edifìcaule, pieno d'umiltà e mo-
suoi (lifetlij che consenta ad esserdis[)rez- destia, ed uscito da'Papi: Sei-^'us Servo-
zato se ciò può esser utile alla salvezza rum Dei. In tale articolo dissi che a loro
degli altri. I santi praticarono questa vir- esempio l'adottai ono vescoyi e arcivesco-
tuosa morale, e fu la loro umiltà che ispi- vi, ed alcuno per vana ostentazione, on-

rò loro il coraggio di consagrarsi intera- de contrallare il romano Poutelice, fin-


mente all' utilità spirituale e temporale ché restò privativo esclusivamentcdi lui.
del loro prossimo. L'umiltà è ima vii lìi Ivi pui' narrai, che s. Bouifuciu scriven-

per cui l'uomo se medesimo spregia e tie- do a Papa s. Zaccaria usò queste paro-
ne a vile, ralhenando l'altezza dell' ani- le: e.ciguus servus K'cster licet tndigan-i
mo, deve inipedire di crederci superiori et ullimus. Che Agano vescovo di Ber-
all' ultimo de' peccatori : essa furma la gamo usò la formula: Ultinius servorwn
grandezza del cristiano. L'umiltà astrat- Dei servus. Che Papa Giovanni VII nel-
to d'iunile, essendo questo addiettivo di la sua cappella eretta alla 15. Vergine nel-

quella parola e di^iiosizione dell' animo la basilica V^aticana, pose repigrafe:./u(/«-


virluoso,ne'diplomien)ouumenti di mol- ues indignus Episcopus fecit B. Dei Ge-
li degli antichi /^^cycov/ trovai fra le ior- nitricis Servus. Leggo nel Magri, Noti-
luole e i titoli da loro usati, che s' iulito- zia de' vocaboli ecclesiastici a p. 347»
larouo:N. Ilumili episcopo sanctac N. che il vescovo di Cipro scrivendo a Pa-
lùrlcsiae j aucUe coW'd formola: Deigra- llaTeodoro I, s'intitolò Sergius hii/ni-
fin. L'addiettivo Umile, i vescovi russi lo lem in Domino salulein. Molti vescovi
l'anno precedere alla loro soscrizione. An- si sottoscrissero, J/idignos,ed anche. Mi-
che i cardinali talvolta si sottoscrissero serabiles peccatores. Nelle lapidi sepol-
Vinile Prete o Diacono; ed il cardinal denominazioni e simili sono sen-
crali tali

Marino (/'^.)del 761 sottoscrisse il sino- za numero,


e diversi esempi riportai in
do romano di s. Paolo I: Marino umile più luoghi. Così feci de' Titoli d'onore
prete della S. R. C del titolo di s. Lo- (/ .) ampollosi e altieri. Qui dirò solo,
renzo in Daniaso. Anche gli abbati re- che i visconti di Bearii, già piincipato
golari usarono il titolo di umile. Il Gal- di Francia a cui era unita la Bassa-i\u-
letti, Del Primicero, p. 355 , riporta il varrà, ed oggi facente parte del diparti-
docun>ento di Giovanni di Sicilia abbate mento de'Bassi-Pirenei, godevano di tutti
di s. Paolo, che concede a Paolo d'Ange- i diritti reali e facevano battere moneta.
lucciò monaco e parroco di s. Salvatore Vi facevano incidere la loroefligie col pro-
del Primicero frulli della chiesa di s.
i prio nome, e nel rovescio la loro fiera di-
Stefano di Sutri nel 1 443) e intitolando- visa Gratili Dei snm idipiod '^um. Ch'è
:

si : Joìiannes de Sicilia Dei gratiahu- quanto dire: Per la grazia di Dio so-
milis abbas ven. mon. s. Pauli extra no ciucile sono! Il Parisi neW Istruzioni
muros Urbis ... saluteni et sincerani in per la Segreteria, parlando delle sotto-
Domino caritateni. kwù nel voi. XXVII, scrizioni delle Lellcre epistolari , osser-
p.193, notai, che Alberico 11 dominato va che il superlativo di Umile, àoè ì'IIu-
redi Roma nella i. 'metà delsecoloX usò jnilissiijius, Addictissimus,etObsefpien-
la formola ne'suui diplomi: Alberico per tissi/nus Servitor, o come alcuni hanno
li! grazia del Signore umile principe e meglio usalo Famulus ,owero Servus,
di lutti i romani senatore. JNel medio equivale , secondo lo siile delle segrete-
io4 U M I U M F

rie, al Uind, Dino ed Ohhlinò


iiostio na Chiesti di s. Ennliana (1 .) con tito-

Jo Siudiosìssinììis equivale xxWAJTinò e , lo cardinalizio, di cui fu insignito (Giovi-

lo Sludiosus è r infima corlesia. Carte- no o Gioviniaiio prete cardinale del 4')4i


sio nella dedicatoria delle sue opere al- titoloche prima della rovina del lem[)io
l'elettrice Palatina fece: Ccdsitudiiiis tuat fu trasferito alla Chiesa di s. Balbiim.
devotissitnus ciillor. 2." S. Rmilìann (T'.) (non nipote come

C.MILIANA o EMILIANA (beata). dissi in tale articolo, ma zia di s. Gre-


Della nobile famiglia de'Cercliii dell'ati- gorio I), sorella di s. Trasiila e di Gor-
tica casa de' signori di Acoiie, e n<jri nobilissime romane. Tornando al-
iliaiia.

d'Ancona come dice il IVovaes, nacque la Umiliana o Emiliana, narra ij No-


b.
in Firenze nel 1219. Di 16 anni fu spo- vaes nella Storia d'Innocenzo XIfy che
sala ad un uomo delia famiglia Dona- la sua l'ita scritta da Vino da Cortona,

giusi, di rilassali costumi, che dopo a- e mi^^liorata di stile da liLilfieleda Voi-


o
verla per qualche tein[)0 maltraltala, la terra, sta ne' citati Bollandisli, Arta ss.
cacciò di casa. Umiliana oppose la dol- jMajiy t.
4 («^ non 3, come dicono con- i

cezza a' mali lraltamenli,e più lardi es- ti nurilori di Boiler, avendolo riscontrato
sendosi questo cattivo marito mortal- a p. 3<S5; De B. jEiniliana seu Iliuni'
mente ammalato, gli prodigò le più te- liana) con due altre più brevi. Fu scrit-
nere cure, ed ebbe poi la consolazione di ta ancora da Francesco Cioiiacci, Firenze
\ederlo morire cristianamente. Pumastei 1682. Un'altra ve n'è nella Raccolta de*
Vedova dopo 5 anni di soll'erenle n)alri- santi fiorentini òi.'\ Brocchi. Molli altri
monio, abbracciò dopo 5 altri anni il scrissero la vita di que^la beata, e se ne
'.erz' ordine di s. Francesco, e ritiratasi in hanno iu latino, francese, portoghese,
una torre del giardino di suo padre, die- spagnuolo, tedesco, fiammingo, polac-
desialla più austera penitenza, e pel suo co, ec.
ordine fundò una congiegazione nella UMILIATE , Moniales ordini^ IIii-
chiesa di Croce di Firenze. Mori in età
s. rnilit/toriini. Religiose dell'ordine de^li
di 27 anni a'iq maggio 246, ed è ono- i Liiiiliati (/ .). Que'gentilnomini di Mi-
rala a'23 di maggio, dopo che il i^apa In- lano, di Como e di altre parli di Loin-
nocenzo Xli ebbe approvalo il suo cullo barilia,i (piali condotti prigionieri iuGer-
a' 24 luglio 1694- Bullandisli ne pub-
I mania nel secolo XI, ritornati alla- loro
blicarono la vita" nel t. 3 del mese di patria, istruiti nell'arte della lana e in-
maggio, l'er amore ed estimazione alla sieme occupali negli esercizi di pietà, a-
egregia Tìjìografui EiinUdna, sebbene veano ricavato l'alimento dal lavoro del-
di tale vocabolo resi ragione nel voi. le loro mani, sì forntarono iu Milano in
LXVil, p. 186, LIX, 2 17, per l'ana-
p. società col nome di Berrettini della pe^
logia del nome, al rifeiilo da' continua- nitenza, e le loro mogli abbracciarono lo
tori del dotto Boiler aggiunsi altre pa- slesso genere di vita. Becatosi nel 1 i3f
role sulla beata che alciuii chiamano col- s. Bernardo abbate di Chiarivalle in Mi-
lo slesso suo nome EniUiana. Di più di- lano, consigliò gli umiliali a separarsi dal •

rò, che eguiil nume


portarono: \."S. lo le loro mogli, ed a menar viUi cunlineii-
Kmiliana vergine e mai tire romana, che le. Molti acconsentirono a (jiiesla separa-
il Piazza nell' Emcrologio di lionia e zione col consenso delle mogli , le quali
nella Girarcìda ecclesiastica^ dice ono- colle loro figlie si ritirarono in [Milano
rala 1l.1l mai lirologio romano a'3o giu- nella rasa della le Prigioni nella contra-
gno, e ciedersi sepolta nel ci/ziiltiriu di ila ili Brera, e vi gettai 0110 l.e Ijiida men-
l'ittestalo. Meritò i;he mila via .Aidea- ta d'un monastero; e siccome le prime fnii-
tiua SI erigesse iu suo onore la suburbd- datrici di esso erano della faui>i:lia Blai-
U M I U M I IO?
soni, quesle religiose fuioiio subilo chia- nache Umiliate che il monnslero di s.
,

m.ite le Religione dcBlassoni. Poiché la (leciha di Romaèdell'ordine dell'umilia-


inaggior |)aite di queste nuove serve di te, quantunque le religiose non ne prati-

Dio appartenevano alle principali fìnni- chino tolte le osservanze, percliè cpiesla
glie delhi citlà, un gran initnero di don- niona>leio essendo stalo prima de' reli-
zelle tiohili, rinonxiando alle vanilà e ai ijiosi del (nedesinioordine e avendolo ab-
fallaci piaceri del mondo, seguirono il lo- handonalo, Clemente VI! nel 5'ì'j vi po- i

ro esen)pio, la cosa riuscì angusta per con- se alcune divule donne, alle quali asse-

tenerle, onde ne comprarono allia nel gnò t'abito delle umiliate e la regola di
quartiere di IJorgoNuovo, ed a questo ujo- s. Benedetto, chele medesime osserva va-
iiaslcro r)ure dicrono il nome di s. Cale- no, in cui per firle iilruire, ordinò che
lina. Nondimeno dopo (jualche tem[)o In- suor Maura Magalotti dal monaslerodel-
sciaronodi così chiamarlo, menlreessen- le beneilelline della ss. Concizione di
do stalo fondato accanlo al monaslero Campo Marzo passasse a quello di s. Ce-
l'ospedale pe'poveri tignosi, acciò le ino- ciiin per ahhadessii; ne assunsero l'abito
nache avessero campo d'esercitare la ca- bianco, coll'osservauza delle costituzioni,
rilà e l'umilia, appellaronsi le Religiose piendcndo poi il nouiedi benedelline,co-
(IilCDspedale (Icll'osseì-vanza. Più lar- me rilevai nel citalo articolo. Tutto egiial-

di il n)(nla^tero piese il nome di s. Era- mente ap|>ari>ice dall'isci i/ione collocati

8mo, e la strada adiacente ritenne il no- sulla porta del monastero , e riprodotta

me de'Tiguosi, a riguardo tlell'antico o- dal p. Helyot, nella quale è dello ch'esse


spellale, almeno al tempo del p. IJelyot, erano religiose dell'ordinedelle umiliate.
col quale piocedo , Storia degli ordini A werte però lo stesso p. Helyot, seudn'ar-
inonaslici e religiosi^ t. (S,cap. 20: Del- gliche le monache umilialedi Milano non
le religiose dell'ordine degli Vniiliiili. volessero più riconoscerle per loro sorel-
Molle città d' Italia olFruono loro delle le, poiché dalie notizie ricevute su que-
foudazioni, etl esse 1' accellaiono; laonde st'ordiue nel 1 yog dall'abbadessa di s. E-
il numero de'loro monasteri nolabilmen- lasmo della stessa città, ella dichiaiòdi
te si acciebbe, ma nc'priuii anni del se- propiio pugno, che il monastero di s. Ce-
colo X Vili eransi ridotti a'seguenli, cioè cilia di Roma era altresì delle religiose
di s. Caterina di Hrera, di s. Erasmo di del suo ordine; ma che da alcimi anni ad
Borgo iNuuvo, e di iMaddalena al Cer-
s. istigazione d' alctuie (ìcrsone aveano esse
chio, lutti e tre in Milano; di s, Denedet- abbandonato l'ordine delle umiliale per
to a Lodi; di s. di s. A-
Orsola a Conio; farsi benedettine. Nnndiiiìeno volle assi-
gala a Novara; di Monte Ugo
s. Marta ili curare il p. Helyot, che le religiose di s.

n Firenze; di s. Agata a Vercelli; di s. Mar- Cecilia di Rooia portavano lutfavi,i l'a-

gheritii e s. Maddalena in Monza nell'ar- l>ilo delle umiliale e si protestavano uio-


cidiocoi di IMildUo; di s. INIartino in Va- ii:ii;he di quest'ordine. Vi passava pei'ò
rese nella slessa dioci'ii; di s. Caterina a il divario Ira l'osservanze delle religiose
Graneuona nella diocesi di Como;dis.!Ma- di Pioma e le altre umiliale, che le roma-
ria IMaddalena a Lugano della Svizzera nemungiavauocarne 3 volle la sellimana
e diocesi di Como; e di s. Cecilia di Ro- e le altre 4) sembiando più austere le u«
ma presso la Cìnesa di s. Cecilia (^ ), miliale di Roma. Tulli monasteri del- i

tutlora esistenti e fiorenti. Su quelito mo- l'ordine, a riserva del romano, dipenden-
naslero peròini occorre avvertire col me- le dal cardinal prolelloiee titolare del-
dcsiuio p. Helyot , e col p. Flaminio da la chiesa(oome pur dissi nel voi. LXXV,
Latera , Coiììjicndio della storia degli p. 243e 246), erano soggetti alla gimis-
ordini regolari, 1. 1, cdp. 27: Delle mo- dizione de' religiosi umi'iati, i quali lua-
, o6 U ]\I I U M I

ne"* lavano ancorn i loroadiiii tempora- tico Breviario dell' anno i^\^ dc^-ouo jù'
lì , la qiial cosa In cagione della rovina gliarc il Romano. Nell'allio niss. il bi-

tralciini di qnesli n\oniisteri, i quali nel- hiiotecario Bosr.a scrisse: In hoc biro
la soppressione dell'ordine degli umiliali contincnfiir: Jo. Petri ParicelULauren-
8vendo perdute tutte le loro scritture, tiannc Mediolani basìlicae archipre-
ch'erano nelle mani de' religiosi, furono sìiyWri argumenta^quae coguntMonia-
ridotti a una gran povertà, che trovau-
s'i Ics ordinis Hiunìliaiorum psatlcre mO'

dosi inipolenti a mantenere le religiose, ro romano. Vi è ancora in altra raccol-


si videro es>e costrette a procurarsi delle la dello stesso Puricelli sul Dre viario;Co«-
godevano viventeil [).
peiìsioiiijcheancora sulla del PuriccUi per le monache iii-

llelyol, somministrando una determina- tortio all'uffìzio, con un Iralialo parli'


la somma al monastero loro; e quantun- colai'e dell'unizio divino. L'abito delle u-

que le monache non osservavano vita co- iniliateera comequellodegli umiliali. Es-
tnune pure erano molto esem[ìlan. A
,
soconsiileva in una veste e uno scapolara
mezza notte interrompevano il loro ripo- di panno bianco, e in memoria dell'an-
so per recitare mattutino; la mattina do- tico abito poi lavano alili sotto una stret-

po le laudi e prima facevano mezz' ora la tonaca di color cenerino, lo uno de'3
d'orazione mentale, ed un'altra uiezz'o- monasteri di IMilano le religiose usavano
ra dopo compieta. Sebbene era loro per- nell'inverno snll' abito bianco la tonaca
messo mangiar carne 4 ricordate voi- le di colorceneriuo.I)ianchi erano i veli nel-

le nella settimana, l'astinenza del mer- la maggior parte de'monasteii, e tali do-
cole(bera in(lispeu>abile. Digiunavano in veauo essere secondo lo spirilo dell'ordi-
lutti i venerdì dell'iinno, in tutte le vigi- ne; ma in alouni monasteri li usavano an-
liedelle feste della Madonna, di molli san- che neri, come in quelli di Roma e di Ver-
ti e iieir Avvento; e ne' giorni destinati celli, uniformandosi Per
agli altri isliluli.

dalla Chiesa al digiuno si astenevano da la professione n'era dato loro uno di saia,
qualunque sorte di lallicini. In Quaresi- che portavano alla comunione e nelle so-
ma facevano Indisciplina 3 volle la sei- lenni funzioni; le loro pantofole erano
liinana. Grande era la divozione alla B. bianche, uè mai in alcun tempo usarono
Vergine loro protettrice; ed in alcuni u)o- il manto, tranne l'umiliate del monasle-
nasieii le religiose recitavano ogni giur- ro di s. .Marta di Firenze , nel quale le

no il suo udizio, la corona e le sue lita- sorelle converse ritennero il nome di ^t;r-

iiie.Alcuni ritennero l'antico breviario /r'/z/z/c, e vestivano tuttavia l'abilo cene-

dell'ordine, come monastei di s. Cale- i i rino, e consistente in tonica, scapolare e

rina di P)rera e di s. Maddalena al Cer- velo di tela bianco. Ptecitavano tali con-
cilio in Milano; gli altri lo lasciarono per verse,in vece dell'ulìi/.io, un numero di A/-
prendere il breviario romano, probabii- (er e /l\-e. Nel INIilanese cran vi ancora al-
incnle non senza ripugnanza ,
essendovi Ire religiose dello stesso ordine, le quali
su (piesto particolare molle scritture tra osservavano la medesima regola, ma il Io-

le raccolte de' n)ss. riguardanti 1' ordine ro abito, le costituzioni e le pratiche eru-

degli umiliati nella biblioteca Ambrosia- no diverse, principalmente nel borgo di


Ila, e le due seguenti espressamente Irai- Varese sui condui dello slato di .Milano,
tanodel breviario../a. PcUiPiiricclli.ìfe- con monasleroechiesadi s. Martino. Com-
fliolani collcgialae s. Toniae iheologi ponevasi il loro abito di veste con cintura
docloris, Piesponsio ad flalicnni quoti- e scapolare larghissimo, che cailendo die-
dani scriptum suh hoc tilulo nuper cdi- Irò le spalle scemleva (piasi Ibio al lembo
tiun: llagiani per le (putii le moiìtuhe «li loro veste, e coprivano la le^ta con duo
dell' ordine debili iiniliali lascialo l'aii- veli bianchi come le loro Vcsli.ll mouasle-
U W 1 UMI 107
ro di s. Martino era già soggetto al prepo- ria delle Vergini di Venezia , che a lale
sitogeneralecleirorcliiie,ma le religiose poi ordine ap[)arlcneva, conslava di due con-
fienesollrasserogoverniiiKlosida per loro. venti, uno cioè di monache e l'altro del
li p. Boiiaiini nel Caltitogo (Ici^li ordini priore e de'frali, che [)eiò Conifioio Vili
religiosi e delle \'ergini a Dio dedica- per alcuni scandali successi levòi religio-
te^ a p. i8 eig, traila e riporta le figure si, lasciando il monastero alle sole mona-
della monaca Umiliata di Milano e i\e.\' che. Questi monasteri doppi di uomini e
la monaca L inlliata in f arese. Riferi- di donne dimoranti in un medesimo mo-
sce, che gli umiliali avendo adottato al- nastero. benché in diversa e separala clau-
cune regole per vivere sanlaiiienle, date sura, erano dilTeienli da quelli introdot-
loro ila s. Bernardo, dipoi si sottoposero ti nella rozzezza de'tempi, che uomini e
alla regola di s. Benedetto per opera di donne in uno stesso monastero convivea-
6. Giovanni Meda che fu il i ."sacerdote e no con abito religioso, che per delestabi-
superiore di tulli, ed insieme il propaga- li abusi furono proibiti, e di cui ragionò

tore de'due ordini, costituendo la supe- il Garampi nelle 3Ieinorieecclesiastic!u',


riora delle monache Mini- col titolo di p. 3<)9.
stra, e seguendo ilhieviai io composto da UiMlLIATI. Eretici del secolo XIII,
lui e approvato da' Papi Onorio Ili nel da alcuni chiamati Umili, e condannali
12 iq, Giegorio IX nel 127, limocenzo 1 da Papa Innocenzo 111.
IV neh 246, iS'icolò IV nel 1288 e da al- UMILIATI , Ordo Hnmiliatoruin.
tri. Parlando dell'umiliate di Varese, de- Ordine religioso la cui primilìva origine
scrive le dilferenze dull'ahito, e dice che per le discrepanti o[)iiiioni fu riportata
il monaslero, uno de'piìi antichi dell'or- dagli scrittori a diverse epoche, gli uni
dine, fu fabbricalo da un Crivelli nobile facendola derivare sotto s. Enrico II im-
milanese; e che nella facciala della chie- peialoie nel (017, altri nell'impero di
sa, già in cura degli umiliati, eravi scol- Federico I e nel t 1 80, altri nel i
1
90 o nel
pito in pietra uno di loro vestito di sac- l tgG. Questa varietà indusse il p. lielyot
co e cinto di fune, dalla quale pendeva a ricorrere alle religiose dell'oriline, poi-

il rosario, con in mano una fascia col ché quello degli umiliali non più esiste-
mollo; Spero in Dio. Dell'abito delle re- va, per sapere se esse aveano antichi do-

ligiose e degli L'niiliati riparlo In questo cumenti per servirgli di norma nel com-
articolo, insieme a'ioro digiuni,non che pilare la storia de'medesimi. Il p. Ilelyot

a' monasteri o canoniche doppi di umi- nella Storia degli ordini religiosi, t. 6,
luiliali e umiliate, governati da un solo cap. ig ; De' religiosi dell'ordine degli
superiore umilialo , con lolle le cautele Umiliati, e loro soppressione, dichiara.
per im[)edire rigorosamente la comuni- Se le lyoQdall'abba-
notizie inviategli nel
cazione fra'religiosi e le religiose, essen- (lessa del monaslero di s. Erasiuodi AJi-
do in manodegli umiliali il governo del- lano, propriamente intuito non lo soddis-
le monache e ramminislrazione de' loro fecero, confessa nondimeno che mercè le
beni. Questi monasteri doppi gli ebbero notizie da essa ricevute venne in chiara
aUv'ì Religiosi e Religiose, co;un l'ordine di molte parlicol-arità concernenti gli u-
del ss. Salvatore {P.) fondalo da s. Bri- miliati,e delle quali era alfalto all'oscuro.
gida di Svezia (/ .); quello de' canonici Siccome in queste notizie era sovente ci-

regolari di s. Gilberto Sempringham,


di tata la Cronaca dell'ordine composta iu
fondalo da s. Gilberto di Sempringham, latino neh 419 dal p. Girolamo Toiec-
{l"^-)', e quello de'canonici regolari di s. chio preposto del convento die gli umi-
Blarco di J/<ri/i/oi'rt (/-^.), approvalo daO- liali aveano in Milano a Porta Nuova, e
uorio 111, e perciò il uiouaslero di s. Ma' che esisteva nella celebre biblioleca .Am°
,o8 CMI UMI
hrosiaiia ili tiile cospicua metropoli, per veste di panno grosso, legata con unacin-

aiiiur elei vero ricuise ail altre [leisoiic, Ima dello sles^^ p-uii)o, un cnantellu che
dalle (luali sperava uiaj-gioii iuniijiua lan- scemleva fino a lena, ed una bei ietta del-
le dili'-enze non sorliiono evento miglio- la stessa materia per coprir la testa. Ve-
re, poiché le memorie che ricevè nel o
i
7 i nuta a notizia dell'imperatore la fama
iiun erano dalle prime diverse, se non che de^li esercizi di pietà, di carità e di inor-

a-giuiigevano, esistere nella delta biblio- ti lìcazione ch'essi praticavano, li chiamò


teca altra cronaca composta neh 494 '" ""'' '>"''' Ginnlia lui si prostra-
["'^^'^enza.

latino dal p. Marco Piosto co' decreti tic' rono a'[)iedi di s. Enrico 11 molli di la-
i;-ipitoli generali dell'ordine, la regola di grime, e le prime parole che disse loro
s. Benedetto accomodala [>e' religiosi u- rnnpcratore furono: Eccovi adunqueji-
miliati, le loro costituzioni, un catalogo //rtr//«('/j/<'u//i///V7i/, col cpial nome furono

de' loro santi e beati, con ^vw compendio poi generalmente chiamali dopo averlo
di loro vita, ed una ipiantilà d'altre scrii- tMSsiinto. Indi dopo aver dette alcune co-
lme 4 tomi in foglii;. E che Gio.
unile in se siiU'anleriore loro ribellione, alììdato

l'ietto Purici'lli pubblicando nel i663, alle promesse che a lui fecero, d'essergli

Hljiaunenta Bnsilicae Ainbrosianac, a- indi in poi sudditi fedeli, e risoluti di non


vea tradotto in italiano le due cronache, abbandonar il tenor di vita intiapreso,diè
t: culle SCI iltuie da lui raccolte si propose loro la libertà e la franchigia di ripalria-

di pubblicar la storia dell' ordine, che il re. Arrivati in Lomb:irdia, le loro mogli

j>. Paiiebrochio dice averla veduta nelle vollero imitarli negli eserci/.i di pietà e

mani de'suoi credi. Si lusingava il p. He- nella pratica delle virtù. Esse pure vesti-

Ivot chi' lu Cronaca del p. Torecchio lo ronouij abito del medesimo colore, e sic-

poi tasse alla cognizione di quanto desi- come i aveano introdotta la


loro mariti
iterava sapere; però dichiara, che il da lui fabbrica de'panni di lana, impiegandovi
narrato siiirisliluzione dell'ordine è co- la loro opera, esse pure si occu[>arono iti

SI poco verosimile, da non poter egli se- filar la lana. Gli umiliali in segnilo si

guu- la sua o[>iiiione. Narra il p. Torce- c\ùiìmMono\ Bi-rrc Ili ni della penitenza,
chio, le città di Pavia, Lodi, Creiuona e perchè [lOi lavano un berrettino, e vesti-
idcuneallre di Lombardia, principahaen- vano abito di color bigio scuro, detto al-
le Milano, essendosi ribellate all'impera- Iresi color di berrettino. Ma nella dimo-

lore s. Eurico II ,
questo principe scese ra fatta in Milano da s. Dernaidu abba-

in Italia e soggettò di bel nuovo tali cit- le di Cliiaravalle, gli umili.ili lo prega-
ta alla sua ubbidienza; e per castigar gli rono a prescriver loro alcune regole. E-
autori di tal fellonia, eh' erano le perso- gli duncjue li consigliò a separarsi dalle
ne più ragguardevoli fra la nobiltà, li con- loro mogli ed a vivere in comune, esor-
dusse prigionieri in Germania. Stanchi taudoli ancora a mettersi sotto la prote-
quesli gentiluomini della loro lunga ser- zione della B. Vergine, ed a quesl'elfello
vilù,il b. (iuido, ch'orasi actpiistato pres- di cambiar i loro abiti di color cenerino
so di loro molla slima, gli esortì) a prò- in bianco, per segno della purità di loro
lìti ir lidia disavventura che pativano, ed anima. Tali sono principii dell'ordine
i

a stabilir con Dio sincera pace; e disprcz- degli umiliati, al dire del p. Torecchio il
zando le vanità del mondo, di cui pere- più antico loro storico; ma osserva il p.
sperienza Conoscevano l'incoslauza, si an- Uelyot, se si riflette che s. Bein.irdo noti
dus>eii> esci citando nella pratica delle ondò Milano che nel
a 34, *^''it! 20 an-
1 i i

virlu.Qiiestigentiluominijsegucndoil suo m d /pòil nlorno di questi gentiluomini

coii'siglio, vexlirono nel 10 17 un abito di in Lombardi 1, si troverà che ciò non può
color cenerino, il quale tuuaislcvu iu una cbscic avvenuto sullo >. Euiico 11 , uuu
UMI UMI loc)

essendo verosimile che non osservassero loro monasteroin Milano a Brera, ove poi
al(;una rej^ola pel governo di loro vita ebbero il collegio i gesuiti (ed ora seile del

dnl IO I 34, tanto più che il p.


7 (ino al i i ginnasio, della bibliotèca, dell'accademia
Torreccbio pare che supponga non fossero di belle arti, e vi sono pure l'isliluto, l'os-

che pochi anni che avessero abbracciato il servatorio astronomico, l'orto botanico,
nuovo genere di vita quando s. Dernar- lapinacoteca.il museo d'anticaglie, il ga-
tto si portò a Milano. Fer cui , dice il p. bmelto numismatico), nel grandioso pa-
Ilelyot , sembra assai meno lontano dal lazzo da loro fabbricato. Non indussero
vero, che (juest' ordine avesse principio alcuna variazione nella figura del ioroa-
neli 17 sotto l'imperatore Enrico V, il
I bilo, il quale consisteva nella veste e nel
quale dopoaver soggiogatecolla forza del- mantello di panno bianco, ed in un gros-
lesuearmi mollecitià di Lombardia, che so berrettino bianco, invece di quello di
non volevano riconoscerlo per sovrano, panno bigio, che prima portavano. Ucci-
dopo la morte della gran conlessa Malil- lavano ogni settimana il Salterio, si oc-
de marchesana di Toscana (^ •),di cui cupavano in molte altre opere pie, ed a
egli pretendeva essere l'erede, mandas- riguardo non solo della ss. Vergiue loro
se in Germania o come prigionieri di guer- protettrice, a cui special divozione profes-
la o come ribelli, de'gentiluomini di Lom- savano, quanto ancora perchè l'iiupora-
linrdia, i quali annoiatisi finalmente della tore, quando si prostrarono a'suoi piedi,
loro cattività, vestissero abiti di peniten- avea lor dello, ch'erano finalmente umi-
7i\ per implorare la misericordia dell'ini- liati, presero il nome dT niilùili, lascian-

peralore, ed ottener licenza di ritornare doqiiellodi i/f/'/cZ/m/.Finalmenfe il 3."

nlle loro patrie. Sia comunque, soggiun- orduie,r.he si mantenne finoalla soppres-

se il p. Ilelyot, r ordine degli umiliali si sione di tutto l'ordine, cominciò quando


vuole in 3 diversi stali considerare, cioè abbracciarono la regola di s. Benedetto,
nel discorso ordine a cui fu dato il nome e praticarono alcuna variazione nel loro
i\\ priniOy d\ secoììdo,e c\\ tcrzordiiw. Il abito; poiché aggiunsero lo scapolare, a
1 .°è quello ^t Berrettini della peniten' cui ei a attaccalo uno stretto ca[>puccio, e

che trasse sua origine in Germania,


T/z, sopra ilmantello lungo ola ca|)pa pose-
quando questi gentiluomini louìbaidi ro la mozzetla bianca. A persuasione di
coiulotlivi prigionieri ivi abbracciarono s. Giovanni di Meda seguuono la regola
vita penitente, vestendo abito color ce- di s. Benedetto. Era egli della famiglia
iierino, e formando tra di loro una so- Oldrali di Milano, la qualeal dire di Mo-
cietà ,
per praticare i medesimi divo- ligia ha dati alla Chiesa duecardinali(sot-
ti esercizi d'orazione e di mortificazione, lo però tal cognome non si conoscono),
ed introdussero al loro ritorno in Italia 4 arcivescovi di Milano, 1 vescovi di Nu-
le manirallure di lana, dando da lavora- vara, ed un generale dell'ordine dome-
re ad im' infinità di poveri artigiani, ed nicano. 11 soprannome di Meda fu a lui
occupandosi loro medesimi in tessere i dato, perchè nacque in questo luogo, il
panni, vivendo del lavoro delle Icio ma- quale è distante! o miglia da Como, di cui

ni e distribuendo a'poveri ciò che loro a- egli era ancora signore; ma rinunziale
•vanzava.Il 2.° ordine cominciò nel i34 1 tulle le ricchezze terrene, si ritirò nella

allorquando per consiglio di s. Bernardo solitudine di RondenariooRondinelo(og-


si separarono dalle loro mogli, per vive- gi collegio Gallio a Con)0, cioè la casa ivi

re celibi e castamente , e vestirono abiti da lui fondata col medesimo nome della
bianchi per denotare la purità della loro solitudine) lungo il fiumeCoscia,alquan-
anima, obbligandosi ad un nuovo genere lo lungi da Como, ove si dice che stando
di vita. Geltaiono le fondamenta deli." un giorno iu orazione gli apparisse la ss.
Mo V M l U INI I

Ydi^ine, e nioslrnudogli un alzilo bianco racoli da lui operali in vita e dopo iDor-
gli conia udii sse d'aiuliue a Milano ad u le (nello slesso annoo neh 173 come dis-

nitsi agli umiliali.* Fu egli riceviilo nel si 3o8, ovvero nel 17^
nel voi. VII, p. 1

convento di Breia, etl essentlo giàsacei- come vnole il Castellini nell' Indire dei
(Iole e il solo che nell'ordine avesse hd santi canoiiizza ti), \o fetiero annoverare
cai al (ere, essendo romposlo sola niente di nel catalogo de'sanli da l'apa Alessatnlro
frati laici, la dignità del suo grado saeer- III. Il sno sepolcro è nella cliiesa di Pion-

dolale unita all'eccelse sue virlìi e alla denario,cl)e passò in poteie de'son)aschi.
santità di vita, gli guadagnarono in gui- Di esso scrissero il Ferrari nel Catalogo
sa l'amore e la venerazione di tutti i re- de santi, eò il p. Pietro Luigi Talli soma-
ligiosi, diesi soggettarono alla di lui con- sco, Vita. s. Joanncni Oldrati snc 3/c-
dotta. Fece egli alidi a prender ad essi la cht. Alessandro III era slato eletto Papa
regola di s. Denedetto e l'abito decritto, à'7 setteini)re i 5q, ed essendo insorto
i

e stese loro un breviario particolare col contro di lui l'antipapa Vittore V, (piesti
litolodi Uffizio de' Canonici. In falli pre- dall'imperatore Federico I fu riconosciu-
sero essi questo nome, e nella regola di lo per legittimo, il che cagionò alla Ghie-
s. Benedetto da essi osservata, ed al loro salungo e funesto scisma. Da prima imi-
costume adattala, nomi di monaci e di
i lanesi e il restante della Lombardia rico-

frali si vedono eamliiali in quello di ca- nobbero per capo della Chiesa il pseudo
/zo/i/V/. (ili obbligò ancora a recitai'C ogni Vittore V, ma essendo siali esaminali gli
giorno l'udizio della Madonna, fece pren- atti dell'elezione canonica d'Alessandro
dergli ordini sagri a (jnelli che a lui seni- III e trovata degna,! re di Francia e d' Li-
brarono di pietà e scienza bastevolmen- ghilterra si dichiararono suoi protettori,
le (bruiti. Datosi quindi alla predicazio- I milanesi parimenti gli [)restarono vdibi-
ne, converti laute auiuje a Dio, clic buon dienza, e prese I anni in sua difesa, cac-
niuiiero di persone, compunte dalle sue ciarono gli scismatici partitanli dell'im-
parole e da'suoi esempi edificate, entra- peralore e dell'antipapa; per cui Feden-
rono nell'ordine. Molli fecero a lui dona- co sdegnato strinse con nuovo assedio
I

zione de'Ioro beni, per cui gli riusci far Milano, già altra volta da lui sotlomes-
inolte fondazioni nella Lombardia; laon- sa alla sua ubbidienza. Questo 2.° asse-

de in poco tempo l'ordine fece sotto la dio fu cosi ostinato, che l'imperatore do-
di lui direzione notabili progressi, a se- pò d'essersi in)padronito della città nel
gno che merilossi il titolo ili propagatore 162, la fece interamente demolire, so-
i

ilell'ordine degli umiliali. Acquistò Ron- lo lasciando intatte le chiese. Indi fatto
denario, ch'era il luogo del suoi ."ritiro, fendere il terreno con l'aratro vi fece se-
vi fece fd)bricare una chiesa in onore del- minar del sale in memoria della sua ri-
la ss.Vergine e d'Ognissanti, e vi aggiun- bellione, e mandò prigionieri in Germa-
se celle. Operò Dio a suo riguar-
molle nia quelli che n'erano stati principali au-
do molli prodigi, per mostrare quanto a tori. Questi prigionieri rammentandosi
lui piacesse la'sua carità verso i poveri ;
iliquanto era in altra >imile cattività av-
impeiocchè avendo in un tempo in cui venuto agli umiliati, fecero voto d'aggre-
eravi carestia d'olio, ordinato a'suoi re- garsi ad essi e di fu e erigere una chics;ì
non negarne a' poveri che ne
ligiosi di in Milano, se loro riusciva ricuperare \n
doimindavano, il vaso ove conservavasi libertà. Si vestirono pertanto d'abiti biau-
si trovò sempre pieno, (|uanlunque ne di- chi, come gli umiliali, andarono a pro-
spensassero altrui in abbondanza. Dopo strarsia piedi deirin)[)erAlore, di cui ini-
over governato 1' 01 dine per molli anni, plorarono la clemenza, e gli domandaro-
fìtù di vivere 3*26 settembre Jq. I mi- i i no licenza eli ripalriare, e furono esaudì-
U M I U M I I M
(i. Riloinaliin Milano effeltuaioiio il vo- mania i prigioni, ed era suo fratello o me-
lo, e ivi fiibljiicarono nella contrada ili glio figlio) licenza di tornar alle patrie,
Brera magnifica chiesa, che dopo la sop- ove vivessero col lavoro della lana; ma
pressióne degli umiliali fu data a'ges\iili. perché fecero proposito di vivere santa-
Innanzi di progietlire col p. Ilelyol. deb- mente sp[)arati dalle mogli ,
indussero
bo dire alcuna delle diverse opinioni sul- queste ail iu)itarli, ed ebbeio da loro o-
l'origine degli umiliali. liginele L niiliatc. Coì\ gli umliali si go-
Il [I. Donaiini nel Catalogo degli or- vernarono sino al tempo di s. Uernardo,
diìiì vcUi^iosi ^wgW-a categoria de'frati trat- il quale a loro istanza nel 1 [3.\ prescris-
ta a p. 8 i dell' ordine degli unìiliati e ri- se alcune regole di vivere santamente,
porta la figura d'un religioso, col capo finché poi si sottoposero alle regole di s.

coperto dal berrellino bianco che nella Benedetto per opera di s. Giovanni di Me-
forniR paitecij)» del costume cinese, tn«>n- da che fu il loro I
." su[)erioie, e insieme
Ile altri dicdiochc il berrettino era (on- piopagalore de'con venti degli umiliati e
do, e quailrato «piello dc'supei iori. Rife- de'moiiasleri delie umiliateli Nuvaes nel-
risce die avendo Enrico (Il (tua dal con- la Sloria de' Pontefici, attribuisce a En-
testo apparisce doversi ritenere d II), mos- rico III l'aver mandato prigioni in Ger-
so guerra e debellata Milano, esiliò in mania pressoché lutti i cavalieri di Mila-
Gern>ania «juasi tutti i ludiili di essa. Ve- no, e con anacronismi dice il loro ordi-
stiti di bianco spesse volte supplicarono ne approvato nel i o i 7,6 neh iq()fijiula-
rimperatore per ripatriare e furono esau- to da s. Giovanni di Meda. II dotto an-
diti. Il loro ordine fu cliìainato degli l ini- notatore del dottissimo Duller, nella /""i-

Ha ti, e fu approvato nel 1017 con decreto ta di s. Carlo Borromeo, avverte esser-
apostolico (in quell'anno vivea s. Eniico si certamente ingannato il p. Helyot, met-
li, ed era Papa Benedetto VIII). Alcuni tendo 100 anni più lardi il 1 ."stabiluneii-
dipoi, persuasi da s. Giovanni di Meda, ri- lo degli umiliali, poiché l'uricelli ha pro-
tenuto labilo, si obbligarono con voli a valo ne'suoi Mnniiinenta lìnsilicac Ani-
vita povera, procurando colle proprie fa- hrosiaiiae, n." 375, che quesl' ordine e-
tiche il modo di sostentarla. Ma perchè sisteva fino dall'anno I o33 (regnava Cor-
3 volle fu Tnulato il modo di vivere de- rado II). Ma si vogliono dislinguere 3 dif-

gli umiliati, Innocenzo III nel 1200 de- ferenti epoche nello slabilimento de' re-
cretò: Che vivessero in comune , recitas- ligiosi umiliati. Si dee pone nel 1017 il

sero l'oi e canoniche, non usassero né ca- ritiro de'genliliion)ini loudjardi che sot-
micia né lenzuola di lino, né piume nel to il regno di s. Eniico (11), incoronalo

letto. S|)esero molti anni in prò dellaChie- imperatore neli*oi4iSÌ riunirono in cor-
sa colla predicazione e altre utili fatiche, po di congregazione, presero il nome di
principalmente contro gli eretici Palari- umiliali , e aggiunsero il voto di castità
ni (/^.). Ma con (pialche diversità ri|)or- alla pratica de'divoli esercizi che faceva-
ta il p. Bonanni il principio dell'ordine, no ili cotuvuie. Quest'istituto durò 100
parlando delle monache L inilialc (/ .), anni senz'aicuna regola sci itta. Essendo
dichiarando averlo ricavalo dal Puricel- s. Bernardo venuto a Milano nel 11 34,

li e dal p. Talli sunnominati. Dice che II ne slese una ad essi che fu allottata. Ag-
I. "istituto di essi fu qtiando molti nobi- giunge pure il lodato annotatore, che s.

li milanesi e comaschi, condotti in Ger- Guido di Milano era allora generale de-
mania privi di tulle le sostanze nel 1 oSy gli umiliati; e questo fu il 2." slato del-
da Corrado imperatore, oltennero do-
II l'ordine. Il 3.° cominciò da s. Giovanni
po 9 anni da Enrico II (deve dire III, se Oldrato, chiamato volgarmente di Me. la:
si ammette che Corrado II mandò in Ger- egli v'introdusse la regola di s. benedetto,
112 U M I U .M I

fu orilinalo prete efoiiLlòlalìnJia di P»on- nlihin possedciJo lavori prima del i3t f,

deiiario nelle vicinanze di Como. Moria (piando molti lucchesi, spali'iali pei' la

Milano i 5c), ed è onoralo a'ani set-


nel i tirannide di Castriiccio, dilfttsero pei" l'I-

leniljie nelmonastero {^ià degli timilia- che già tra loro fioriva,
talia rpiell'arte

li che sussiste ancora, e dopo la sop- Vivissimo all'incontro era nel Milanese il
pressione di essi venne dato a' somasclii trallico e d lavorio della L^^/icz (/^.), e gli

nel i58q. Nella bell'opera, Milano e il umiliati ne facevano il più. Nel looT gli

suo terrilorio, t. 2, p. 898, ecco quanto umiliali di Brera inviarono alcuni di to-
si dice degli umiliati. Brera ebbe origine ro a piantare manifatture altrove ,
sino
dagli umiliati, ordine particolare al Mila- nella Sicilia; per Venezia spedivano a tut-
iiese. Alcuni gentiluomini milanesi, vo- la Europa <(uanlità di panni e guada- ,

tatisi a Maria, si riunirono nella casad'u- gravano immense riccheize, con cui co. n-
110 de'Capilanei, dov'è ora il seminario provano poderi, soccorrevano bisognosi,
grande, intitolandosi congregazione degli e potevano persino, nelle debite ()ro[)or-
Umiliati, vestendo di bianco e vivendo in zioni, prevenir quello che fece la compa-
ritiro, senza separarsi dalle mogli. Quan- gnia delllndie neli' Inghilterra, col ser-

do viaggiava s. Bernardo, persuadendo vire di somme il propi io comune, Enrico


rEuro[)a a precipitar sopra l'Asia perim- VII imperaloreed altri sovrani. Gran cre-
pedire che la mezzaluna prevalesse alla dito perciò godeva quest'ordine, esoveii-
Croce, la civiltà alla barbarie, qui dello le a' membri di esso a.Tidavansi pidjbli-

a questa società le regole, per cui alcuni cheiiìCumbenze,singolaruientedi riscuo-


vennero unti sacerdoti, segregali in due lere gabelle, trasportar peculii, e oonser-
sessi, e così formato il 2.° ordine. Questi, vare pegni. Il eh. Reumont nell'introdu'
so[)ra un nracdiiirii, e volgaraiente Brc- zione alle Ttivole cronologiche della slo-
da o Brera, regalato loro da un tale AI- ria Fiorentina, narrando che presto an-
giso del Guercio, fabbricarono il coiiven- che i fiorentini dierono opera alle arti e
lo, che conservò l'antico nome (nella sua al commercio, dice Ìaì.' fiorita fu l'arte

Cronaca di Milano (\t\ eh. cav. Ignazio della lana, i cui reggitori o consoli si ve-
Cantìi, Aimo i.°, p. 55 1, nella eruditis- dono già nominati nel 1204. Ebbe questa
sima 7." Passeggiata per Milano, par- un grande aiulo dall'ordine degli umilia-
Jando del palazzo di Brera lo chiama : li, die fondato in Lombardia nel secolo

Braida, BredajBrerafCheita^n'ìln'.nUìo- XI da' fuorusciti milancìi, attese princi-


go chiuso, e se ne aveano due in Milano, palajenle al laniluio, e venne iulrodollo
uno a Porta R.omana di cui resta il no- io Firenze nel i23g. Negli anni i33G-
rae, l'altro nel detto [lalazzo che dicevasi i338 si contavano più di 200 botteghui
Brera del Guercio d'Algisio dal suo pos- di quell'arie, le quali facevano da 70 in8o

.vessore. Qui gli umiliati posero il loroi." mila panni del valore di circa ,200,000 1

lanificio, «; vi restarono lino alla soppres- fiorini d'oro, e tenevano impiegate più di

.sioiie dell' ordine loro). Tutto l'ordine 3o,ooo |)ersone. ConlempoianeainL'nte


crebbe talmente , che nel solo Milanese ad essa cominciò anche l'arte di Calima-
possedeva 220 case o crt/iornV/ie, come la, cioè de'mercanti che facevano il coni

chiamavano i loro conventi, e si distin- mercio dei panni oliramontani venuti ,

gueva dagli antichi monaci di s. Benedet- gieggi a Firenze, ed ivi poi liuti, ci mali e
lo, e da'iccenti di s. Domenicoe s. Frau- in ogni altro modo perfezionati. Erudi-
tesco, perchè dedito per islilulo all'ope- tamente inoUre ragionò degli umiliali il

La Seta[F.)in quei
rosila inonufatlrice. celebre cardinal (iaiampi, nelle sue iin-
tempi era una cosa rara ed una libbra ,
^wilawùsiMntìMenioric ecclesiastiche aj)-
pagavasiluioaiSo lirciuèMiianoparo ne jiarlencnti all'istoria e al culto della h.
1 -

U M I U ìM I 1 3
Chiara di Riinini. di cui è incerto l'oriH- cenerino. Pietendesi clic pcii ». tìernarclo
ne die professò, fu piuttosto bc^ltina, e neh i34 diisse loro una fornia di vivere
rrequenlò la chiesa di s. IMalleo delle u- giunta la regola di s. ncuedelto (nel ca-
miliate di Pviniini. Perciò scrisse la bella pilolo generale di Mantova del i346 fu
Dissertazione 16.' , sopra lachiesaemo- decretato che questa regola si osservasse
iiastero dis. Matteo o sia delle Umilia- tanto nel i .", che nel 2." ordine), eolie al -

te. La
divide in 7 parti, i. Gli umiliali in- lora si cambiasse l'abito priuiieroin biau-
tiodolli in Piunini neh 261 per esercitar- co. Tullociò ricavandosi da inedita storia
vi r arte della lana. 2. Loro origine. 3. scritta nel i4i9j comunque sia è cerio
Istituto. 4- I nionasleri erano doppi, cioè però, che la forma di vivere o sia la re-
di fiali e suore. 5. All'uso d'altri religio- gola di questi umiliati meritò d'essere
si. 6. Governo de'incdcsimi. 7. Memorie spccialuìeute approvala dalla s. Sede -ot-
del monastero dis. Matteo nel XIII eXIV lo Innocenzo III , e che (|uesli religiosi
secolo. Dirò con esso in breve, che nel per ollenere qualche dispensa dal primie-
1261 volendo Taddeo conte di Mon- ro rigore di della regola ricorsero al Pu-
tefeltre podestà, insieme col comune di pa Innocenzo IV , il quale specialmente
Pumini, introdurre in cillà periti arte- gli amava, e li decorò di molti privilegi
liei e professori di laiiilicio, chiamarono e dell'ufficio e titolo di 3Iaeslro genera-
i frati umiliali, acciò eiiiii eoruni sorori- le dell'ordine, isti tulio per lai. "volta nel
Inis et rnagistris, de ineliorihus (fui sint 124^- Acciò gli umiliali, essendo già cie-
ìiì pardbus Loinhardiaeylahorarent^et sclull in un corpo assai ragguardevole^
jucerent lahorare paniios de lana cu- non dovessero essere quasi acefali, pernii
jusque generis et coloris, exceptis scar- se il Papa che si eleggessero un capo, e nel
latis^viridihus e tauriferis elc.,asie^nan- capitolo generale concordemente crea-
do la delta chiesa con chiostro e abilazio- rouo Berlranno o Bertrando da Brescia,
ne sufficienle. .Sputile riusci va alla repub- che fu ih." maestro generale, conferma-
blica un tale islitulo, che i perugini nel lo e approvalo dal Pontefice. Le loroca-
loro statuto compilalo nel 1279 espres- se o monasteri o canoniche opreposilu-
snmenle ordinarono, quod Potestas et re (ordinariamente si dissero Canoniche,
Capitaneusdebeant dare operaia e/fica- e l'isti luto Canonicus Ordo, benché se-
ceni^quodfratres Tluinililatis qui fa- ,
guace della regola di s. Benedetto, poi-
ciuiitpannos in Londxirdia, dcbeanlnd che nel Proposito, che fu la .Moro rego- 1

quod ibi
civitateni Perusii profìeisci, et la, dicono: Regidanib. Benedicti ^(j uibiis-

fratres drappariaiìifaciant eie. Quan- dam Capitulis exceptis, praeter quani


lo all'origine de'religiosi, racconta il Ga- in divinis ofjìtiis celebirindis, olìscrvaa-
rampi, che dalla Lombardia si chiama- danisuscepiinus.Canonicoruineniin of-
lojio questi umiliali, riconoscendo l'ori- fitiuniet statimi obscrvare decrevimus)
gine loro da certi lombardi condoni pri- fino a questo tempo erano ristrelli alla
gioni di guerra in Germania da s. Emi- sola Lombardia, annoverandone il Papa
co I (meglio II), quali vestitisi d'abito ce- inComo, Pavia, Lodi, Piacenza, Parma,
nerino di penitenza , ed esercitandosi in Cremona, Brescia Milano, Vercelli, A- ,

opere di carila , meritarono colla grazia lessandria e Verona, nella quale ultima
dell'imperatore anche la libertà; cosicché cillà fin dali 178 erano in s. Maria del-
riloinanuo nel 1017 in Italia, ed avendo la Chiara àe Compagni, che atlendeva-
appresa in Germania l'arte delle mani- no all'arie della lana, e che poi inappres-
fallure di lana, la portarono in Loinbar- so si trovano detti Uniiliatij nonìe che
dia,esercilandovisi insieme colle loro ino- quest'ordine si assunse per indizio di ti-

gli, vestite similmente d'un eguale abilo millà e di abiezioue. luuocenio IV dis-
VCL. IXXXIH. "^ ^
Ji s/i

/
i^S^/ffirt/Ji
ii4 UMI UM I

se degli umiliali, die ^ Domino htimili- Rimini era situalo presso una gualchie-
tatem edocti, ut Humiliati dicamiiiì,a ra e mulino, nel luogo detto de'frati umi-
ventate rei sortiri etiarn vocabuhiin e- liati. Gli unuliati portatisi in Rirniniera-
legistis. Nelle cosliluzioni del codice Re- no di due sorti, una cioè degli osservan-
gio Valicjino 2001, si hanno le preciche ti del primiero istituto di povertà, del la-
recilavansi nella vesilizione de' religiosi, voro delle mani e delle limosino; l'altra
uelle quali si esprime che ìioc genns vc- di quelli che possedevano anjpie facoltà,
slinienti, qiiod sancii Patres nostri ad e sdegnavano forse l'opera delle mani,
poenitentiaeet huinilitalis inditiuin ah- come con danno del pubblico bene segui
-renuntiantibus saeculoferre sanxeritnt. in altie religioni. Delle monache poi di
Nella primitiva regola degli umiliati , Rimini si legge, che de lana et lino ope-
quanto al colore e materia ilell' ahito si ra nlur assidue y et [usimi inanibus ap-
che omnia indurne ala tainfra-
ò\.a\)\\'i?,ce , prebendunt. Gli umiliati el>bero mona- i

trnm quani sororuni laneasint, natura- steri doppi, cioè di religiosi e religiose iu-
lis colorisj non sint tincta vel dealba- sìeme annessi, ne'quali si usavano mol-
ta^vel artifitiose crispa. Osserva il Ga- te cautele per premunirsi da ogni disor-
rarupi, non parere strano che i riminesi dine, non permettendosi a verun religio-
e perugini chiamassero nelle loro città so di trottare o parlare colle monache se
un ordine religioso, quasi col solo fine non per necessità e con licenza del supe-
d'introdurvio perfezionarvi un'arte mec- riore. In questi doppi monasteri di umi-
canica. Egli loda sonimanieiile in questa liati un solo superiore reggeva gli uomi-
parie clii procurava d'auuiiettere nelle ni e le donne. I sagramenli venivano lo-
città tali religiosi; ma assai piìi degni d'en- ro amministrati nella propria chiesa da'
comio ne sono gl'instilulori, che pensiui- sacerdoti dello stesso ordine, i quali cele-
do all'accrescimento della pietà cristiana bravano ivi i divini ulfizi; e le monache
nel popolo minuto e bisognoso, servi van- vi assistevano, come laiche persone, che
si della maestria della propria arte e me- erano; giacché solennemenle non si con-
stiere, per instillare buoni e santi docu- sagravano come formando un ri-
l'altre,
menti ne'Ioro discepoli; dal che ne risul- tiro, in cui davasi ricetto a qualunque con-
tava ancora un grandissimo vantaggio dizione di persone , che si convertisse a
alla civile società, che non era aggrava- penitenza. Piiferisceil Garampi,che le co-
la da un'oziosa uiendicilà di fjuesti reli- stituzioni degli umiliali e de'3 ordini lo-
condannala dal concilio
giosi, già in altri ro, compilate sul principio del secoloXI V,
diLione; ma anzi molto sollevala per cogli atti de'capitoli generali dali3ir)al
l'ammaeslramenlo, che davano alle per- i43G, si contengono nel suddetto codice
sone in un'arte tanto necessaria al vivere già della biblioteca della regina di Sve-
umano, e per i che distribuivano
sussidii zia. Allorquando nel I 2G I s'inlroilussero
a'poveri di luttociò che gtiadagtiato con nella chiesa di s. Matteo di Rimini gli

l'opera delle loro mani, al proprio man- umiliali e le umiliale, i religiosi aveano
tenimenlo sopravanzava. Fer cui il Ga- in mano tutto il governo delle monache
ranìpi lo chiama isliluto veramente san- e l'amministrazione de'Iorobeni; tale es-
ie e lodevole quanto altro mai, e che de. sendo appunto stata l'iiilen/ione de'l'oa-
gno SJirebbe d'imitazione anche nel seco- datori dell'ordine, acciò il debol sesso col-

lo nostro. AdiMirpte il principale e pri- la direzione de'religiosi, e senza distrarsi


miero istituto degli umiliati fu di eserci- dalle cure esteriori, potesse meglio atten-
tarsi nellemanifaltiue di lana, e nei tin- dere alle opere della religione. In Riuiini
geree sodare nelle gualchiere panni. i Che mancarono a poco a poco religiosi, on- i

perciò il loro monastero di s. IVlatleo in de in a[)presso noti più sentironsi nomi-


UM I UMI nf)
nare i frati, ma le sole suore umiiìatc,mas- stia, ne ìnfìrmis menlibus scandalum gr-
sioie iic'piimi anni ilei secolo XIV. Tul- neretur. Quod de Preposito dicitur , de
io al più le monache tloveano avere il Magisira intelltgatur, cum licenlia tanica
diielloie o confesìoie ilell'oidine, senza Prepositi. Ilem si quis voluerit nrctìo-
che corpo intero di religiosi piìiin Riiiii- rem vilani ducere, ut continue jejunan-
ni sussistesse. GiovaniiiXXII con sua bol- do, el a vino abslinendo, el ab hii/usmo-
la del iSaS permise la separazione dei dij fatial et hoc, licentia Prepositi. Dice
doppi monasteri degli umiliati, ma non lo statuto del monastero di s. Edmondo
si conosce se lo fu per tutto l'ordine, ov- nella diocesi Norvicense , approvalo da
vero pel solo monastero delia Chiara di Innocenzo IV nel i2'>4- ^^ idibus se-
Verona. Nel capitolo generale del i343 ptembris usque in caput Quadragesimae
fu decretato, quod si conlìS!;iint alìqiias omnes jcj'unant, exceplis die!>us domini-
sororcs aliciijus domus hahentìs fra-
, cis et solemnibus feslis, in qnibus ex con-
tres et sorores simul^et ve.lint a fratrì- suetudine Ecclesiae aniiquissima, et lut-

hiis separavi, et hoe fuerit de benepla- clenus approbata , fralres bis reflciun-
cito, iam sororiim qiiam fratruni , seu turj tum propler lahoruin ma^niludi-
majoris parlis, d. Alaf^isfer ciim P isi- nem, tum pi optcr noclium vì<^ilias, quas
tatorihus cjitsdeni cavidcin separatio- ex ni aJori parte ducunt insomncs , tum
nem faciant, deputntis dietis sororibns propler processiones in iltis diebtii prae-
et eariun cuilibet in vita sua alinientis cìpue solenmes, tum propter of/lcii ma-
conipetentibusj intelligentes separatio- giìitudinem et prolixitatein nec non ,

nevi predictam taliler fieri, quod lociis propter pauperuin sus.'entationem in il-
liabitationìs dictaruin sororiini distet a lis diebus maxime rnnflucntium. Ora ri-

loco fratrum, a quibus fneriiit separa- prendo il filo tralasciato, del riferito dal
tae, ad minus per brachia L. et sallcni p. Holyot.
una strata puhlica sit in medio. Inoltre Dopo la morte di Federico! imperato-
il Garanipi riporta la pratica stabilita ne' re e del suo figlio Enrico VI, tornata di
digiuni e astinenze dagli umiliati nel lo- nuovo l'Italia in pnce, l'ordine degli umi-
ro primo Proposito, del seguente tenore, liali grandemente si dilatò. Nel 1200 fa

Fralres jcjitnent , sicnt scriptum est in approvato da Papa Innocenzo III,econ-


regula b. ab idibus
Benedicìi. Sorores fermaloda'siiccessoiiOnonollI nel 1226,
septenibrìs Jejuneiit seeuuda, quarta, se- Gregorio IX nel 1227 (Innocenzo IV ri-
xta feria, et die sabbati, et in tota Qua- cordato), Nicolò IV nel i'ì89 (il cui car-
dragesima ante Natiiulatem Domini, et dinal Peregrossi tolse gli umiliati dalla
a Sepluagesìma usque ad Resurrectio- giurisdizione degli ordinari e gli »issog-
nem Domini ; et sii jejunium Quadrage- gettò immedialamente alla s. Sede) e da
simale: tamen caseuni \>el ova daripos- molti altri Papi, che lo arricchirono ili co-
sunt eis, leriia et quinta feria. In itine- piosi privilegi. Anche in Roma furono in«
re omnibus diebus, exceplaferia sexta, , trodolli gli umiliali, ed ebbero in cura
nisi inQuadragesima ante Nativitalem la Cìdesa di s. Cecilia: vi erano nel 1 493,
Domini, et a Sepluagesima usque ad e poi passò alle monache Umiliate col
Resurrecllonem Domini, omnibus siti- moriastero. Finché cpiesl' ordine si con-
dem cibus idenique polus idem indu-
, , servò nell'umiltà, nel fervore e nello spi-
vientum, idem refeclorium. Preposito ve- rito del suo fondatore o propagatore,
ro, et vicem ejus tenenti , extra refeclo- fedelmente osservò la regola di s. bene-
rium cum hospilibus covi edere, etfratri- detto, fu in grande stima presso tutti. Eb-

hus in refectorio in pielantils providere be un gran numero di celebri religiosi,


licebit, cum descridone lamen et mode- de' quali alcuni meritarono il titolo e il
1 1 6 U IM I UM I

culfo ili sanli e di beati, ed altri furono in male, all'antica operosità avendo sur-
innalzali alle prime dignità della Chiesa rogato l'ozio e i vizi che ne conseguono ;

(oltre diversi vescovi, e i cardinali h. Gia- quando l'arcivescovo di flfilano cardinal


como Pasqua/! e Luca flla/iznli): i suoi s, Carlo Borromeo, che n'era divenuto

beni eie sue rendite crebbero ogni giorno protettore, risolvette di farvi rifiorire le
più, mercè la pietà de'fedeli; ma il tempo ormai non
regolari osservanze, delle (piali
e le ricchezze v'introdussero il rilassa- rimaneva più memoria. L'impresa era
mento, e la proprietà s'innalzò sulle ro- già stata in parte cominciata dallo zio Pio
vine della regolare disciplina. I superiori IV, con inviare alla comune patria Mila-
de'conventi che aveano il titolo di prepo. no un commissario apostolico, con ordine
sii si fecero padroni delle rendite de'mo- di procurarne relTettuazione, avendo a tal
nasleri e ne disposero come se fossero sta- fine fatti decretare diversi regolamenti nel
li titolari, e mantenendosi nel loro gover- capitolo generale tenuto in detta città. Ma
no a vita somministravano a'Ioro religiosi il poco riguardo avuto dagli umiliati al-

quanto appena bastava per vivere. Indi l'esortazioni del commissario e agli statuiti
rassegnavano questa dignità, come se fos- legolamenti, persuasero il mirabile zelo
se stala un vero benefizio, del quale ne di s. Callo della necessità di nuovamente
nvessero dispotico dominio; il che era una impiegarvi l'autorità pontificia. Ne tenue
continua sorgente d'infiniti abusi, ed'on- perciòserio proposito con s. Pio V, il qua-
de ne avveniva che pochissimi religiosi si le ordinò che per l'avvenire i preposti non
ammettessero nelle case dell'ordine; men- fossero più perpetui, e che si stabilisse un
tre preposti per avarizia ne diminuivano
i noviziato, nel quale si allevassero i giova-
il numero per quanto era loro possibile, ni nello spirito dell' istituto e nella vera
onde impinguare le loro rendite, toglien- osservanza della regolare disciplina. A ta-
do così a Dio l'entrale da'Ioro fondatori le effetto il Papa inviò a s. Carlo due bre-
consagrale al mantenimento del tempio vi, con uno l'autorizzò di levar la decima
divino, e di quelli che doveano cantare le parte delle rendite di tutte le prepositure,
sue lodi diurne e notturne. Ciò non reca- per contribuire allo slabilimeolo e man-
va loro alcuno scrupolo, anzi per lo più tenimento del noviziato, e con 1' altro lo
ammettevano nell'ordine, indegni, igno- delegò commissario apostolico perchè sta-
ranti e dediti a' vizi, acciocché potessero bilisse quanto fosse creduto opportuno
dominarli liheianienle. e colla loro con- pel bene della riforma dell'ordine, che ia
dotta fossero incapaci di spogliare del go- c)4 conventi appena contava 170 religiosi,
verno dell'ordine gli usurpatori; quali i per farlo rifiorire colla primitiva osser-
iniquamente usavano le ricchezze per me- vanza. In virtù di questi brevi s. Carlo nel
nar vita licenziosa, sfogando le più ver- 1568 convocò capitolo generale in Cre-
il

gognose passioni. Non comparivano in mona, nel qualespogliòi religiosi di quan-


pubblico, se non acconipagnali da super- to possedevano in proprietà, obbligandoli
bo e numeroso equipaggio; loro principa- a mettere in comune tutti beni di i ciascun
leoccupazione era la caccia, e il continuo monastero, pe'quali destinò un tesoriere
divertimento consisteva ne'piaceri e ne' che gli amministrasse. Ordinò che si mu-
giuochi, ninna cura piendendo tle' loro tassero ogni 3 anni i preposti nel capitolo
nionasIeri,n('qiiali i leligiosi gl'iuiilavano generale, nel quale dovessero eleggersi i

negli scandalosi esempi, diversi polendo- superiori colla pluralità delle voci, e che
si paragonare a' hbcrtini del secolo ed a' ninno di loro potesse giammai possedere
più scellerati. Tale era lo slato deplorabi- tale carica in titolo e a vita, e nello slesso
le del Iralignaloordinedegli umiliali. che tempo fece noininaie il generale che fu il

le ricchezze ben acquistale converlivauo 34- , e restò elctio il p. Luigi della Du»ili-
U i\I I UMI 117
cata preposto di s. Calerioa di Cremona. migliarì,ardilameole gli esplose contro un
La luaggior parte de'semplici religiosi ri- archibugio, carico di grossa palla e qua-
ceverono con somniissioue e contento le drelli, mentre canta vasi le parole di uu'aa-
prescrizioni di s. Carlo, raa i preposti ve- li fona: .Yo/z si turbi il vostro cuore, lic ab'
dendosi spogliali de'pingui lenimenti si- Z^/V/^;rt«rrt. Per di vino e manifesto miraco-
no allora goduti, e cessare il lusso della lo, la palla percosse la schiena di s. Carlo, e
tavola e de'lrallamenti iucheaveano sfog- solo olfese e annerì il rocchetto cadendogli
giiilo, tramarono co' conversi per impe- a'piedi; ed unode'quarti di palla forman-
dirne l'esecuzione e mantenersi nel pos- te parte del carico, gli foiù l'abito e ap-
sesso delle loro precedenti dignità. Ado- pena produsse una contusionesulla carne
perarono tutti mezzi per persuadere s.
i o piccolo tumore, monumento del prodi-
pio V in loro favore, raa sempre invano gio con cui era stato preservato dalla mor-
per aver tutto rimesso a s. Carlo, il quale te. La costernazione invase gli astanti, on-
perseveiò costante nel volere che tulle le de il reo potè con facilità fuggire. Il santo
sue determinazioni fossero esattamente imperturbabile rimase in ginocchio, fece
osservate. La somma autorità e fermezza Segno a' suoi d'imitarlo e fluì tranquilla-
irremovibile del santo cardinale,accorapa- mente la preghiera, e poi rese solenni a-
gnata da benignità e dolcezza, fece ad essi zioni di grazie a Dio per averlo preserva-
disperare il conseguimento di loro arden- to da certa morte Tutte la diligenze fatte
ti brame, e vedersi ormai costretti ab- dagli ufliziali di giustizia, d' ordine del
bracciar la riforma, cui ripugnavano co- duca d'Albuquerque governatore di Mi-
me opposta a'piaceri mondani sino allora lano, per discoprire gli autori di sì nefm-
goduti. Montati in furore, accecati dalla do misfatto .riuscirono inutili. Però s. Pio
loro biasimevoli passioni, i preposti sca- V indignato che un delitto sì atroce rima-
gliarono invettive contro s. Carlo,equelli nesse impunito, non si contenlòdelle pra-
più esaltati di Vercelli, Caravaggio e Ve- ticate perquisizioni, e determinò di usare
rona, empiamente deliberarono di farlo la sua autorità per vendicare l' ingiuria
uccidere. Comunicarono l'iniquo e sacri- enorme fatta alle sublimi dignità vesco-
lego disegno ad alcuni umiliati compagni vile e cardinalizia. A tal fìue inviò a Mi-
di loro sregolamenti, che approvarono lano Antonio Scarampo vescovo di Lodi
l'esecrando concepimento come mezzo si- per delegato apostolico, perchè prendes-
curo e cerio per distornare la riforma. se accurate informazioni dell' avvenuto.
Tra Girolamo Donato dello Fari-
questi Giunto il preluto nella città fulminò ter-
na, quantunque sacerdote, audacemente ribili censure contio coloro, che iufornia-
si esibì a consumar l'assassinio, mediante li dell'autore dell'attentato noi palesasse-
determinata somma di denaro per pre- ro. Due preposti degli umiliati, uno solo
mio. GÌ' indegni preposti convennero di consapevole e l'altro complice del delitto,
daigli4o scudi d'oro, e qiiesli senza pre- spinti dal timore delle censure e da'ri mor-
giudizio di loro borse, vollero ricavare si della coscienza per l'enormità del fatto,
dalla vendita diparte de'sagri arredi d'ar- si recarono dal delegato e gli notificaro-
gento della cliiesa di Brera principale ca- no qualche cosa. Il prelato li fece arresta-
sa dell'ordine. Il Farina dopo aver con- re, e ne'loro esami confessarono tutto. Al-
sumato nell'osterie il denaro ricevuto di lora si carcerarono gli altri complici, e lo
sicario, decise effettuale l'orribile atten- stesso Farina eh' erasi arrolato nelle mi-
tato. iN'ella sera de'26 ottobrei569 s' in- lizie del duca di Savoia, al quale scrisse il

trodusse segrelamenle neU'arciepiscopio, Papa per la consegna, l più colpevoli fu


e fermatosi sull'uigresso della cappella do- iono sentenziati a mortea'28 luglioi 370,
mestica, in cui s. Curio orava co'suui fa- Ira'quali alcuni gentiluomini, ed prepo» i
i i 8 L M 1 U IVI l

sti Caravaggio furono ileca-


di Vercelli e gli iucìivicliil che ordiiono 1' atroce con-
pitali; gli ahii col Farina vennero iinpic- giura contro s. Carlo, e perciò non avere
cali. IlDutler nella ììta di s. Carlo,^n\- speranza fondata di correzione, colla bol-
ruira il suo virtuoso contegno pieno d'e- la Qucmadmodam solicitus Pater, de*
roica carila in (juest(j funesto a vvenimen- y febbraioi Sy cit. p.i46, pari-
i, Bull.
lo, e non avendo potuto salvar la vila a' menti sottoscritta dal Papa e da 43 car-
delirìquenti, clie dierouo segni di penti- dinali, eslinse, aboPi e soppresse l'ordine
mento, quantunque si fosse calorosainen degli umiliati,conservando però le mo-
le adoperato, prese curade'loro parenti, nache fw/Z/rt^r. Nel dì seguente colla boi-
e poi ottenne la libertà a un condannato la Quoidani per cxtiiwtioncniy\oco cit.,

alla galera. Fare che propriamente 4 fos- p.148, riunì insieme coolte prepositure e
sero i puniti con Teslreaio supplizio, cioè ne tliede alcune a s. Carlo acciò ne facesse
impiccali il Farina e Girolamo Lignana quell'uso che credesse conveniente; altre
preposto di Vercelli, e decapitati gli altri ne diede a diversi ordini, come a' certo-
due preposti come gentiluomini, secondo sini, a'francescani, a'domenicani e ad al-

il INovaes, Da questo lagrimevole succes- tre comunità. Quanto agli ex religiosi u-


so, si persuase s. Pio V, che la rifornsa miliati ordinò, che restassero 28 sacer-
dell'ordine degli umiliati era un'impresa doti e 7 frati conversi nella prepositura di
difljcile, anzi impossibile, e perciò deter- Brera in Milano; 6 sacerdoti e 4 conversi
minò sopprimerlo. Recatasi a Milano tale Ins. Abondiodi Cremona; 8 sacerdoti e4
risoluzione, vi destò estrema afflizione non conversi nella prepositura di s. Caterina
meno ne' religiosi che negli abitanti. Gli della stessa città; 8 sacerdoti e 2 conversi
umiliati e milanesi ricorsero a s. Carlo
i in quella di Verona, e così in alcune altre
per consiglio e protezione, onde impedire piepositure: volendo inoltre che nelle
il colpo fatale. Fu egli di parere, the il prepositure, ove dimorerebbero molti in-
generale si recasse in Uoma a gettarsi a' sieme, vivessero in comune, avendo loro
Papa, promettendo di ricevere
piedi del assegnate a quest'effetto rendite o pensio-
qualunque riforma, e che la città scrives- ni sudicieiili, le quali doveano diminuirsi
se vivissime raccomandazioni a favore a misura che morirebbero. Narra il No-
dell'ordine, mentrealtretlantoegli avreb- vaes nella Storia dis. Pio T'y che il Papa
be eseguito. Tulio si fece, ma s. Pio V distribuì le rendite de'soppressi umiliati,
pieno d'orrore per il commesso delillo, consistenti in 3o,ooo se, u'cardinali e. a
non si piegò alle lagrime del generale, né povere case religiose, lasciandone qualche
alle preghiere di Milano e del cardinale, parte a disposizione di s. Carlo, dal quale
Primieramente il Papa colla bolla I/ife- fu applicala alla fondazione d'alcuni col-
liris saecidl perieida miserali, óe iq (i\- legi e seminari. Nel citalo libro, Milano
cembrei56g, L'iill. Rem., t. 4, par. 3, p. <' // suo territorio, leggo che s. Carlo de-
86, sottoscritta da lui eda'cardinali, rin- slinò gran parte de'beni degli umiliali a
novo il decreto di Bonifacio Vili, cap./'\'- favore dell'ordine nascente de' gesuiti, i

lieìs de poeids in 6. contro (juelli the ar- quali nel 1572 aprirono in Brera collegio
dissero di allentare contro la vila de'car- pubblico, e con denari di Tommaso Cri-
dinali, estendendo lepene medesime iin- velli, di Carlo e ilei municipio, fe-
esso s.

poste a rei di lesa maestà, inclusivanieiite cero un maestoso edificio. Dopo il 1773
a complici ed a quelli che non rivelassero 1' imperatrice M.'^ Teresa destinò i fondi
i
deliltidacoiumelteisioconsiimali.Quin- de'gesuili alla pubblica istruzione.'» Per-
tli considerando s. Pio V i religiosi unii- lanlo quel palazzo fu dedicato alle clas-
liali incapaci di emenda e di riforma, an- bi, all' astronomia, alle belle arli, di cui
zi diveuuii maggiormente contumaci ne- oggi pure racchiude le scuole ed i model-
UM I U M M I 1
9
II. Così ad un podere successe unii niuni- dà tale titolo. Poiché «econdo il Piuicel-
iattiini; a questa l'eilucazìone ; ìiinne il li, essendosi Guido acquistala molla sti-
cullo del bello: sicché quel palagio può iu ma presso i gentihiotnint lomb irdi, dal-
ilcuu modo segnare in iscorcio l'anda- riuq>eralore Corrado III mandati prigio-

Mieiilo della società ". Con purissimo siile nieri in Germania, loro persuase di rinun-
vii lingua Ialina scrisse la storia degli u- ziare al fuondo e di menar vita penitente.
niiiiali, l'origine, il progi esso e l'estinzio- Ma poi in ima |)oslilla Puricelli con- il

ne dell'ordine, con grande erudizione, il fessa il suo inganno nel dare il titolo di
celebre gCNuilaGirolaino Tuabosclji: l^'C' fondatore al b. (iuido, avvenuto per aver
(ri-n IlunuUaloruin Monu/iicnla aniio- egli scritto che nel 1 iZ\ ricevette da s.
tiuionibus ac dixxertalionibus ilUtstra- Bernardo alcune regole per l'ordine, e che
t,!, IMediolanì 1766. Aggiunge il p. He- le fece confermare da Innocenzo III nel

1 voi, riferire il p. Toreccliio, che gli umi- I iQf). Anzi il p. Helyot ritiene che l^uri-

Ìliali erano i d.iziari ed i commissari del celli errò nello scritto e nella postilla, poi-
popolo, che esercitavano alcuni ullizi nel- ché Corrado III, come pare voglia indi-
la giustizia, e che pel gran credilo in cui care, non pervenne all' impero che nel
ciano, esercitavano ancora l'ulHzio della I 3f) (o I i38), 4ovvero 5 anni dopo il
I

i
Canevaria in tutta la Lombardia, e che ritorno di s. Bernardo da Francia, ed egli
ciascinio superiore de'nionasteri dell' or- non sostenne alcuna guerra in Lombar-
dine nelle città, ov'era un magazzino di dia. E più probabile che voglia intendere
provvisioni, neavea una chiave. Forse era Corrado II, che scese in Italia nel 1027
stato conceduto loro qualche diritto sul- per ridurre a soggezione lombardi che i

le mercanzie, per aver introdotto in Lom- eraDsi a lui ribellati; ma questo non si ac
bardia non solo le maninitlure di lana, corda col teiupo della venuta di s. Ber-
ma eziandio le fldìbriche de'dra[)pi d'oro nardo, e col narralo del b. Guido. Sog-
e d'argento, quando tuttavia si chiama- giunge quindi il p. Helyot, essere più pro-
vano /^errcf^//»'. Lo stemma dell'ordine babileche la fondazione degli umiliati se-
esprimeva un agnello giacente su colli- guisse sotto l'imperatoieEnrico V,il quale
iielta con una cartella uscente dalla gola nvea guerreggialo i lombardi, e poscia s.

colle paride: Omnia l'iiicit Humilitas. Sii- Bernardo diede adessi le regole nel i i 34-
vestro Manrolico probabilmente prese UMMARCOTEo SOMMERCOTE
l'agnello per un cane, e die all'ordine il lìoBERTO, Cardinale. Inglese che Grego-
molto: Tuta Fides. 11 p. Helyot aggiun- rio IX neh '23 1 o neh 234 creò cardinale
ge nulla poter dire del b. Guido, ricono- diacono di s. A.drianOjO meglio di s. Eu-
To-
sciuto per fondatore dell'ordine dal p. stachio, e pel suo sapere fu scelto da quel
vecchio, da s. Antonino, dal Maurolico e Papa a uditore giudice in molle cause
da Arnoldo Wion. Egli ebbe da Milano gelose e ioiportaiiti.Pio,doUo ed erudito,
l'eslratlo d'un compendio delle Vite de' si meritò il titolo di u»aest.ro, che alla sua

Santi dell'ordine degli umiliali, compo- epoca signilic.tva molto di più che nella
sto da Puricelli edesistente mss, nell'Aoi- nostra, e di tal creilito nel s. collegio, chij
brosiana, in cui si tratta nel cap. 3: Del si teneva per certo dovesse succedere a
b. Guido da Milano fondatore dell'or- Gregorio IX nel pontificato. iMofi in Ro-
dine degli Umiliati. In esso però non si uja nel 1241, 3 giorni dopo l'elezione di
fa parola né di sua nascila, uè di sue azio- Celestino IV, con sospetto di veleno, se-
ni e morte. Quanto ivi si contiene tende condo Godwino, Commentario de' car-
a far conoscere, ch'egli fu reputalo fonda- dinali e jìrclati d'Inghilterra, p. ySr), e
tore dell'ordine, opinione che deriva da fu tumulato nella chiesa di s. Grisogouo,
UQ aulico messale del medesimo, che gli con breve memoria sulla sua tomba.
I20 UNE UNG
CiNEOONnA (s.). Uscita di nolìiìe fa- cali e principali. Però tali regni e lali prin-
niiglia del V'eimandese, fu legata al sa- cipafi, che foiniaioiio parte integrante
ero fonte da s. Eligio vescovo di Noyon, dell'Unglieria prima del 1848, indi furo-
il (piale poi la rassodò nella pia risolti- no disgiunti da essa. L'Ungheria propria,
zione che prese di rimaner veigine. Do- vale a dire quella contrada che forma la

pò la morte de! santo prelato, idi lei gè- parte centrale della monarchia Austria-
nitori vollero che si maritasse. Sapendo ca, tiovasi compresa nell'Europa tra 44'
che Eudaldo, piopo- 26' e 49" di latitudine nord, e Ira 3"
ella il rpiale le si ^9 1

neva in isposo, era nomo religioso, ol- 4'' ^ 22° 4o di longitudine est. E dessa
tenne da lui di fare ambedue mi pelle- limitata al nord dalla Gallicia, da cui la
grinaggio a Roma, piioia di celebrare le disgiunge la catena de'monti Krapacks o
iio/ze ; ma quivi giunta ricevette il sagro Carpa/i, all'est dalla Ti'ansilvania e dal-
velo dalle mani di Papa s. Vitaliano. Re- la provuicia turca di Valacchia ; il suo
sto Eudaldo irritato da una lalecondot- confine verso il sud segue in parte il Da-
ta, e ripaii\ per la Francia. Unegonda nubio, che la separa dalla provincia tur-
passò qualche tempo a Roma nella pra- ca di Servia e dalla Schiavonia; lascia un
lica delle più grandi mortificazioni; e ri- momento il corso di questo fiume per ri-
tornata poscia nel Vermandese , si rin- salire seguendo la Theiss o Tdjisco, e lo
chiuse nel monastero <ii Homblières, di- abbandona di nuovo per seguire la Dra-
stanteuna lega da s. Quintino. Insegni- va, fiume che separa l'Ungheria dalla
toEud.ddo, ammirando le virtù di Une- Schiavonia e dalla Croazia ; all' ovest si

gon<hi, si dedicò al servigio della chiesa trovano la Stiria e l'arciducato d'Austria;


di ilomblières, si prese cura degli atlari al nord-ovest finalmente la Moravia, di

che le religiose aveano al di fuori, facen- cui traccia in parte la frontiera la catena
ilo loro da piocuratore, ed anche lasciò de'monti Carpazi, la quale cinge e difeu-
lutti i suoi beni al monastero, nel quale de l'ungaiico regno, penetra eziandio nel-
dopo la sua morte venne seppellito. U- rinlerne sue parli e ne occu[)a la 3.'' par-
negonda, mentr'era in orazione fu colla te della superficie. Il suo perimetro, che

da mortale malattia, e come si accorse olire solo un angolo rientrante notabile


di essere vicina a passare all'eternila, si all'est, il nord appresso a
presenta verso
lece amministrare il s. Viatico e l'estre- poco un semicerchio, e verso il sud un an-
ina unzione, e santamente spiròsulla ce- golo poco acuto. La u)assima dimensio-
nere ciica l'anno 6f)0, ai aS di agosto, ne dall'est all'ovest risulta di circa To 1

nel qual giorno si celebra la sua festa. leghe,la larghezza di i 20 leghe, eia super-
li suo corpo venne disolterrato a' 6 ot- fìcie di i 1,090 leghe quadrate. Neil' in-
tobre del 946, e fiuono fatte parecchie terno, e specialaiente verso il sud, l'Un-

liaslazioni delle sue reliqiiie. L' abbazia gheria presenta vaste pianure, le quali
di lIon)blières fu poscia data a' bene- abbracciano quasi la metà del paese, e
dettini. tiovansi appena 100 metri sopra il livello

UNGHERIA, //?/7?i,>Y777V/, Pannoiu'n. di^l mare, mentre veiso il nord sollevan-


Regno il più vasto degli stati della ruo- simontagne coperte di nevi perpetue. I
narchia dell'impero A' Austria {^1''.). Si monti Carpazi, che formano la cintura
consideravano ordinarian>entecome par- seltentrionale d«'lla contrada, determina-
li dell'Ungheria, la iSV/nV/co/^m o ly/^/ro- no la sua inclinazione generale verso il

nia e la Cruiizin {^F.")^ soprattutto per le Diinobio, ed hanno ilue caratteri priuci-
parli civili. Appartenevano ad essoanche p;ili: al noid-ovest compongonsi di nias-
|a Voivodi! di Servili, cil il Raiiato di se scoscese di altezza ragiiuoidevole,
•50' cs-

rvincuwar [f''-), nomi etpiivaknli adu- scuzialiiKiilc foruMle ili nialirie solide,
U N G UNG 121
niente esibendo che ricordi le grandi al- 100 leghe dal nord al sud, con 80 leghe
luvioni d'arena che nell'altre parli del- di larghezza; l'altezza sua media sul livel-
rUiigherif» si riirovano; fortuansi d' im- lo del mare non eccedendo ilio metri,
provviso da quel lato, nò hanno verun ed essendone la pendenza dal nord sino al

Jegame colle montagne della Slesia, né Danubio, al sud, appena mezzo metro per
con quelle dell'arciducalo d'Austria che lega. È un vero deserto in quasi tutta la
ne stanno separate per immense vallee, sua estensione, con paludi impraticabili,
^avanzandosi verso l'est, i Carpazi si pre- vaste lande e mari di sabbia. Appartiene
sentano sollo la forma d'una serie di mon- l'Ungheria interamente al bacino del mar
tagne molto più basse, le cui vette ed i IS'ero, proposizione generale che però pa-
/jauchì, dolcemente ritondali, scendono tisceun» lieve eccezione; il l'roprad, lecui
in dolci declivi per confondersi col pia- acque recansi nella Vistola, e per conse-
no; e colà si compongono di sabbie fine, guenza nel Baltico, ha le sue sorgenti sul
che indicano grandi alluvioni di maleiie territorio ungherese, tra due gruppi de
arenacee. All'ovest nolausi alcune mon» monti Carpazi, uno de' quali è il Tatra
tagne di mediocre altezza, che ponno con- al nord. Del rimanente, l'Ungheria noa
siderarsi come prolungamenti e ramifica- è innairiala che dal Danubio e da'suoi af-
zioni dell'Alpi, e le quali nondimeno for- fluenti, il quale fiume entrando per la

mano parecchi gii'ppi particolari ed iso- frontiera occidentale inoltra verso l'est
lati; in mezzo ad esse sorgono le monta- lino al nord di Buda, piega allora improv-
gne di Dakony, coronate da boschi. Le visamente e corre verso il sud, passando
fronlieredell'est veggonsi coperte da mol- per la della città; conserva tal direzione
titudine di rami de' Carpazi della Tran- sino al limite meridionale, chedesso trac-
che vengono a spirare dinanzi
silvania, cia in gran parte prendendo il suo corso
l'immense pianure dell'interno; all'eslre- verso l'est-sud-est; forma varie grandi
niilà sud-est trovansi le montagne del isole ne'piani che irriga, inonda le pro-
Danaio, che formano un gruppo partico- prie sponde e così le cambia in va<;ti pa-
lare. Tra'gruppi che costituiscono la mas- ludi. 11 più considerabile tra gli affluenti

sa rimarcabile del nord, il più elevato di del Danubio, la Theiss, corre tutta inte-
Tatra, le cui cime per-
tutti è quello di ra neir Ungheria, che varca tracciando
vengono sino a 2G00 metri d'altezza, es- una curva dal nord-est al sud, ed inol-
sendo il monte Lomnitz, che ne fa parte, trando per mezzo alla pianura immensa
la più aita cresta dell'Ungheria. Da quel e agl'impaludamenli sulle sue sponde di-
punto culminante del nord pare che par- spersi, va a gettarsi nel Danubio, per la

ta un anello considerabile, il quale va a sinistra, dopo essersi ingrossala collo Sza-


terminare a|(|uanIo al nord di Buda; pa- tnos, Bodrog, 1' Hernat, il Kòros ed il
il

recchi altri all'est ed all'ovest di questo, ]Maros. La Drava, che corre sul limile
staccandosi dalla catena principale, inol- meridionale, congiungesi al Danubio, per
trano a i/ualclie distanza verso l'interno, la sponda destra, dopo di aver accolla la
il che rende generalmente montagnosa Miir. Gli altri affluenti del Danuliio, iu
la parte settentrionale dell'Ungheria. Pre- Ungheria, sono mollo meuo considera-
senta questa contrada due pianure osser- bili ; tuttavia siponno ancora citare la
vabili: l'una si estende al nord-«)vest delle Temes nel sud, il Vaag, il Gran e l'ipo-
raniificazioni delle Alpi ricordate, sulle ly, che inualliano il nord-ovest, ed ilR.aab
due sponde del Danubio, non separata nella [)arle sud ovest. Al sud, il caiialedi
dall'altra fuorché dalle montagne stesse. Francesco stabilisce una coiiuiiiicazione
Questa, una tra le più notabili dell'Euro- importante tra il Danubio e la Tlieiss, e
pa per l'estensione, può avcie meglio di quello di Bciju cosleggiu i due fiumi del
122 UNG UNG
suo nome. La parie occidenlale dell'Uo- giorni di eslate alla freschezza eccessiva
yheria oflìedue laghi limaicabili il la- : delle notti. 11 clima delle pianure, preci-
do d'acqua dolce Baiatoti o Plallensee, la puainenle ne' canloai sabbionivi, ènei
cui lunghezza è di i
7 lef-he, e quello salso corso dell'estate ardente e spesso vi si fa

di JNeusicdel o Perlo, che può essere 8 sentire la siccità; ma il freddo signoreggia


leghe lungo. Eravi da ultimo neh 853 il i montagnosi del nord, in cui la
distretti
progetto d'asciugare il lago Valencz, pres- neve accumulata per più mesi, e più
resta

so Alba Reale, alle cui paludose rive fu* frequenti vi cadono pure la gragnuola e
rono giù date varie battaglie. Si guada- le pioggie. Nessun altro paese d' Europa

gnerebbero 4o, 000 jugeri d'ottimo ter- forse possiede in uno spazio medesimo
itno. Secondo la tradizione popolare, vi una varietà tanto prodigiosa di clima, e
sarebbero in quel lago grandi tesori; ma per conseguenza di prodotti, alcuni de*
si teme da alcuni, che probabilmente si quali vi crescono pressoché senza colti-
ridurrebbero piuttosto ad una gran quan- varli. Una dirterenza altrettanto sensibile
lilà d'armi e d'utensili da guerra. Tutti si fa rimarcare tra le dette due conlra-
i Inghi sono abbondevoli di squisitissimi de, relativamente alla coltura ed alle pro-
pesci. Paiecchi ammassi d'acqua di mi- duzioni: la parte meridionale, quanlun-

iior estensione Irovansi nelle montagne, que abbia vaste lande ed aride sabbie, è
ma meritano appena il nome di laghi;al- però la più ricca di produzioni vegeta-
Iri conl'ondonsi colle paludi che li circon- bili, edil grano raccolto nelle pianure
dano, né sono bene spesso che grandi poz- fertili non solamente basta al bisogno de*
ze d'ac([ua, o piccoli laghi d'acqua salsa, suoi abitanti, ma serve ancora a provve-
diseccate tla* calori dell' eslate. La gran dere quelli del nord, e la parte vicina della
quantità di paludi in Ungheria può far Germania e dell'alia Italia. L'orzo e la se-
coiigetturare che il clima vi sia somma- gala sono le produzioni più comuni del
mente insalubre; infatti miasmi putridi
i nord; quelle del sud consistono pi'incipal-
che se ne svolgono in abbondanza diven- mente in frumento, inaiz, miglio e riso;

gono funesti agli abitanti de'Iuoghi vicini, del rimanente trovasi ingenerale canapa,
e devesi desiderare, tanto pel motivo di tabacco, zafferano, piante di cotone, can-
risunare il paese, come per quello di rido- ne di zuccheio, come pure l'avena, pomi i

nare alla coltura grande estensione di


sì di terra e legumi in assai grande quanti-
terreno, di vedereaseguiregenerahnente tà. La coltivazione de'vigneti è un ramo

l'esempio da alcuni proprietari dato, di- esleso deHindustria rurale, poiché vini i

seccando le paludi. Tuttavia, nonbisogna dell'Ungheria spiritosissimi godono di


credere chesi respiri dappertutto nell'Un- molla lepulazione; il più rinomalo di tut-
gheria un'aria viziala; il clima, tanto che ti essendo il vino biancodi Tokay oTokaj,

non è sotto l'influenza maligna delle esa- al quale non la cede per niente il vino ros-

lazioni paludose, è sanissimo, e certo trop- so di Menès, e gli sono allini il Tallya,
pò manca che le paludi occupino la mag- l'Ond, il Ratka. Il vino più stupendo si
gior parie del territorio; lo scorbuto e le raccoglie dalle viti sul pendio de'Carpazi
febbri interuìillenli sono le [>rincipali ma- chiamalo la Hegyallyra, presso il Tibisco,
lutile cagionale dalla loro vicinanza; del nelle vicinanze di Tokay e di Tarczal. Ai-
resto le malattie non sono né piti fiequeu- tri ottimi vini sono quelli di Rust, Edem-
ti,né più micidiali che nelle contrade cir- burg, Sangiorgio, Buda ed Eriau. Il ve-
coslauli, e gli uomini vi riescono d' una ro vino di Tokaj, giacché diversi si spac-
coslituzione (pianto [)er tulio altrove vi- ciano con tal nome, come di altri preli-

gorosa. E mestiere guardarsi dal passag- bali e squisiti, viene prodotto da'terreni

yio subitaneo del taloi e straordinario de' di Tokaj o Tokay, borgo del comitato ili
UNG UNG ia3
Zemplin, circolo di qua dalla Theiss,nel- altri alberi fruttiferi sono in quantità ca-

ia inarca del suo nome, sulla destra spon- sai graruie,a)a la coltivazione di essi man-
da del Dodrogh. La catena di collinea pie ca di attività. Vi hanno molti pini nelle
delle quali trovasi il borgo, e che si chia- moiitiigne più settentrionali, e la quercia
ma Tlieresienberg, è rinomala pe' vini moi^triisi più frequentemente in quelledel
squisiti e deliziosi che vi si raccolgono. Ve sud. L' Ungheria, dopo ringhilterra, è
ne hanno di 4 qualità lai. 'delta Ksscn- : quello Ira'paesi dell'Europa che possiede
za di Tokay, vieii falla con l'uva secca al i migliori pascoli, senza che la mano de-
sole; la corte iniperiale di Vienna è la sola gli uomini abbia mai molto lavoralo a
proprietaria di (jue' vigneti. Il Tokay in perfezionarli. I proprietari fanno consi-
coQimeicio è quello d'Ausbrach e di Ma- slere una gran parte di loro ricchezze
schlach. Dopo la completa devastazione ne' bestiami le mandrie loro passano
;

di questo paese per opera de' mongoli gran parte dell'anno all'aria aperta, sen~
nel secolo XIII, tanto pochi furono gl'in- za nessim riparo, il the torna ad esse assai
digeni sopravvissuti, che il reBelalVf'u spesso di grave pregiudizio. 1 bovi sono
costrello di chiamare nell'Ungheria de- di bella s[)ecie, e si attende a migliorarla
gli stranieri a fine di sopperire alla man- lana delle pecore, mediante l'introduzio-
canza di popolazione ed al totale abban- ne de' merinos che vi hanno tanto pro-
dono commercio. Tedeschi e italiani
del speralo al segno d'essere sostituiti in mol-

furono quelli Ira 'stranieri, che maggior- ti luoghi alla razza primitiva. Le vaste
mente vi presero piede. I primi si appli- pianure situale fra Debieczin,Gyula,Te-
carono alla monlanistica, gli ultimi alla meswar e Pesi, danno pascolo a più di
coltivazione delle viti; dnllacuia degl'ila- tre milioni di bestie cornute, alle quali si

liani devono riconoscere le viti del Tokay abb.indonuno 1,^00,000 jngeri di terre-
la loro coltura. Quali luoghi di abita- no. Quanto a'cnvalli, pervengono di ra-
zione vennero loro assegnali Polak, Pe- do ad alla statura per la cavalleria, né
baco, Glassi, ed Glassi Liska, eda ivi, in mollo brillano per eleganza di forme; ma
più lardi tempi, si avanzarono le pianta- se riescono poco alti a liraiepesantifardel-
gioni delle viti fino a'monti di Eriau, Pi- li, benché non ne manchino di vigorosi, si

lise Gedenburgo. La coltura delle viti fanno almeno distinguere per la vivacità
crebbe così ra|)idamcnte, che 20 anni e velocità del corso. Gli ungheresi metto-
dopo, ancora regnante Cela IV, ch'era no grande applicazione a perfezionare la
pure un gran consumatore di vino, tutti specie de'Ioro cavalli, e molli possidenti
gli ullìzi doganali erano pieni delle più hanno mandrie particolari nelleloro ter-
preziose qualità di vini per l'esportazione, re; ma la uìandria per eccellenza èquella
Del resto le vendemmie danno in Un- di Mczòhegyes, nel comitato di Csanad,
gheria un prodotto, che dicesi ascendere laqualecontiene maisempreda 8 a ro.ooo
ogni anno a 2,4^0,000 ettolitri. L' Un- cavalli e stalloni di tutte le razze. Questi
gheria non é ricca di bosco, né ha selve stabilimenti, da'quali sono usciti ottimi
fuorché nelle parti montagnose, e anche cavalli pegli eserciti, non hanno ancora
in queste per la maggior parie di poca in tutto e in generale migliorata la razza,
importanza. La pianura è quasi intera- Gli asini ed i muli sono rari in Ungheria,
mente sprovveduta d'alberi, sicché gli 1 bufali ed i muli s'impiegano ne' lavori
abitanti si trovano costretti a ricorrere, agricoli e ne' trasporti con carri. Niime-
per riscaldarsi, alle canne delle paludi, rosi vi sono i porci, e u' é la carne un
alla paglia e ad altri mezzi. Trovansi in cibo prediletto pel paese, come altrove,
certi siti grandi boschi th pruni, da' cui II pollame è anch'esso abbondantissimo;
frulli distillasi un liquore ricercalo; gli la selvaggina grossa consiste priucipal-
,^4 liNG UNG
abboii- ti. Le miniere sono nuraeiosissime e ab-
mente Ji cìds'''-'''»^^''''®''^'"''^^'
boudanlissime in Ungheria. Le miniere
Ja danMerUilto. Tiovaiisi piccole tarla-
tl'oroed'aigento dell'Ungheria, con tjuel-
luohee rane d'una specie paiiicolaic,tuoI-
amatoti della tavola,
dcigli lo delia Transilvania, sono lesole di cer-
to "ri cerca te
se uè importanza che si posseggano in Eu-
Vei- la gran copia della selvaggina
ta

impedir il guasto iopa,e può credersi che per tal conto esse
fa coiitiima caccia, per
ileilecampagne.llaghiedifiumijIaTheiss fossero avanti la scoperta dell' America
sopì atliitlo, alimentano quantità grande le prime miniere del mondo, nominando-
ti! pesce. Né le api ("ormano una minore si sopra tutte le miniere di Schemnitz,
ricchezza pel paese. Quanto alla educa- celebri per la sua scuola, e di Kremnitz
zione de'bachi da seta, ad onta che fosse che sono tuttora scavate con grande uti-
incora""iata dal governo,sinoagli ulliini lità, benché più non presentino gli stessi

anni avea fatti pochi progressi, sebbene benefizi d"una volta. Vi hanno inoltre al-

il terreno sia fecondo e ottimo per la col- cuni fiumi che convogliano dell'oro, co-
lui a del gelso, il clima felice anche pel me il Maroselo Szamos, ma questi fiumi

l)aco, il (juale malgrado l'instabilità della traggono le loro ricchezze dalla Trausil-

leiiiperalura atmosferica, in molli luoghi vania. Le miniere di rame d'Oravitza, di

produce una galletta superiore in quali- Iglò e altre, godono pure molta riputa-
la alle nostre d'ltalia;e ciò tanto in Pest zione. Le miniere di ferro dell'Ungheria
che alla pusta (vocabolo che usa il Gior- trovansi (ìarlicolarniente ne'conlorni di
/lille ili Piotila del [853 a p. 686) Lo- Gomòr è di Zips, ma sono lungi dal ba-
icnzi,che a Szemlak, a $. Anna ec. Ora slare al consuino interno: bevvi pure del
i proprietari di diversi fondi curano con piombo, del cobalto, del mercurio, del-
bULcessu la coltivazione setifera, ed il l'antimonio, ma in poca quantità. In ge-
conle Gustavo Hadik possiede un im- nerale le produzioni metalliche sono il

iiienso stabilimento a Szemlak. La sua vantaggio degli abitanti delle balze del
jjiantagione conta più di loo mila gel- nord, che cambiano tali ricchezze eoa
8i, tulli vegeti e vigorosi, in terreno quelle delle lertili pianure del sud, pegli
fertilissimo e vasto. Egli grandemetite oggetti d'una utilità più immediata. Si è
ama questo serico ramo d' industria, e slimata la qnaiuità doro prodotto dalle
volonteroso incontra qualunque spesa. Diiniere d'Ungheria a 2,1 oc marchijquel-
Si calcola che filerà 10,000 fonti di se- la dell'argento ad 83, 200 marchi; quel-
la colla sua foglia. Fa lavorare con mac- rame a 38, odo quintali; quella del
la del

chine numerose e circa 3o mulini, ove piombo a 24)5oo quintali ; del (erro a
impiega donne friulane e altre italiane, 200,000 quintali dell' antimonio a ;

(jllic le giovanette ungheresi da esse per- 5,200 quintali. L' Ungheria ha depositi
lezionate, portando cosi un immenso be- di sale e sorgenti salse considerabili, par-
ile al popolo e allo stato. Di più il conte ticolarmente nel comitato di Marmaros
111 soii)iniiii»trato gratis a molle famiglie a Rhonazseg, ed in quello d'Ugols ; ma
di s. Anna e di altri borghi la semente di per lai conio non può essere paragonata
bachi, e va aumentando le seminagioni e alla Transilvania. Lo scavo del dello mi-
jiiaiilagioni di gelsi, per dilfonderli in più uerale appartiene esclusivamente al go-
Jiioi^hi. Dopu il conte Iladlk, primeggia verno, che stabiPi parecchi grandi depo-
iii l'est il iiegoziaiile Giovanni Toropi, ed sili ne'quali devono [ìrovvedersi i piiva-
iillri di Neusatz, E«.sck, Apatin, Vouco- ti. I laglii e le paludi conlengono abbun-
vai, lìaj.i ce. Laonde grande è di già il daiitemente iu soluzione altre .so>lanze
pi oiloUo della seta in Ungheria, e presto saline, ed allorché rimangono asciutte
fcarà uao dc'suoi più belli e ricchi prodol- ue'calori dell'estule, il suolo olUc alla su-
1

U NG U N (Ir
i 2
perficìe copiose efflorescenze di oatrone, la nobiltà, restavano sterili mal colti-
o sale naturale, di cui gli abitanti rica- vate, altre erano sottomesse al sistema
vano ogni anno da io a 12,000 quintali, della comunità, e la loro produzione riu-
nel solo comitato di Bihar raccogliendo- sciva pressoché nulla, il (lej)enmenlo
sene annualmente più di 5.000 quintali poi in cui cadde l'ngricoltura in Uitglie-
inelrici, la massima parte de'quali viene lia, a cagione delle sventure, che gli av-
adoperala nella fabbricazione de'saponi. venimenti rivoluzionari hanno cagionate
Potrebbesi ottenerne di più, ma la dif- nel 1 84'S in (piesto paese, si là tuttora sen-
ficoltà de'trasporli è un ostacolo a questa tire.Mollo manca perchè 1' irulustria di
intrapresa. Vi si raccoglie pure del salni- questo regno sia io istalo soddisfacente, e
tro in grande quantità, come ancora sol- si può dame per lagione il pregiudi/.ir»
fato di soda e solfato di magnesia. L'esca- degli abitanti, (he come poco onorevole
vo dell'allume, interamente a tempi po- considerano il lavoro delle njanifitttu'c ;

co lontani sconosciuto nel paese, già da perciò la maggior parte degli artefici so-
alquanti anni somministrò prodotti ri- no tedeschi, e tranne gli oggetti di priuiu
marcabilissimi, llcarbon fossile, che riu- necessità, quasi tulli i prodotti industriali
scir potrebbe grandemente utile per l'Un- sono ti atti dalle miinifillure dell'Ausli in.

gheria, vi s'incontra rarissimamente, ma Trovatisi nondimeno alquante fabbriche


le ligniti vi abbondano, massime ne'de- di panni, di tele, cotone e seta; e la fab-
clivide'monli Matra e Tatra. Questa con- bricazione de' paunilani è generalmente
trada è tuttora l'unica d'Europa in cui si la più importante, sparsa essendo in lut-
trovi l'opale; la quale sostanza, cos'i ricer- to il regno. Il lavoro de'metalli è ragguar-
cala da'gioiellieri per lo splendore e la vi- <levole nella parte settentrionale ed in
vacità de'colori, è la sola pietra fina del- certe porti del sud; i comitali di Kiasso-
l' Ungheria; la si trova particolarmente va, Liplau e SohI danno all'anno 80,000
in un gruppo di montagne nord di
al quintali di ferro, Ilavvi gran niiinero di
Tokaj. Copiosissime sono le acque mine- usine di rame, i cui prodotti consistono
rali, godono d'assai
e alcune grande cele- in vasi di varie specie. Raab, città Ira le
brità: ne hanno di frigide e di termali, più industri dell'Ungheria, è più parti-
di puramente acide e solforose, acide e colarmente nota per le sue fabbriche di
ferruginose; le più frequentate sono quel- talco ; r oriuoleria e l'armeria è ancora
le di Barftae di Lublo;del
non hav- resto, nelTinfanzia. Fabbricano al'uda ed a l*est
vi forse un solo comitato che non ne pos- rasoi e istrumenti di chirurgia. Nume-
o
segga parecchie. Il paese trovasi diviso rose sono le fabbriche di stoviglie di ter-
relativamente alle operazioni metalliche ra, ma i prodotti loro di cattiva qualità;
in 4 circondari principali, le cui direzioni quelle di maiolica rare; nulle quelledella
sono a Schemnitz, a Schniolnilz, a Nevi- porcellana. Le veiraiedanno un vetioco-
stadt e ad Oravitza. Sembra che tante munissimo le cartiere in grosso numero
;

ricchezze naturali dovrebbero fare del- somministrano cattiva carta. Più onore-
l'Ungheria il paese più prospero delTEu- vole menzione meritano le concie di pelli,
ropa, ma molte cause hanno impedito i prodotti loro pregiatissimi essendo og-
agli abitanti di trar profitto di questi do- getto d'un'esportazione considerabile. Le
ni della natura. La i
.^ e più diretta furo- mniiifalture di tabacco sono in gran ri-

no i rapporti della proprielà,che per buo- putazione. Ai hanno distillerie d'acqua-


na 1848 in poi
sorte di questi paesi dal vile, una raffineria di zucchero ad Ocden-
cessarono d'esistere in tutta monarchia la buig, fabbriche d'olio di più specie, di
dell* Austria, come meglio poi dirò. Le cera, candele, sapone e allume. Devesi
terre, quasi esclusivameute possedute dal- attribuire in gran parte lo stalo di lan-
1 26 U i\ G UN G
gnore clell'indnsliia alle leggi proiliilive ne d'un ponte e di un argine, lungo mez
die lestriii'^evano la liberJà del conuner- zo miglio, in mezzo ad un terreno d'al-
cio efors'ancliealla dovizia delie produ- liivione. Il tronco da Tokay fino a iMi-

rioni natuiali, stille qiinli l' abitatore di sl.olcz,sopra Szerenlse Gesslhely, èliingo

quelle contrade ri[»osa. Conuinfjne siasi, 5 n)iglia,perfeltaniente piano e interrotto

l'esportazione considerabile che anniial- solo in due luoghi daTiumicelli Hernand


mente si fli di queste produzioni, basta e Sajo. Si diceva ancora, che quando tale

per equilibrare COI) vantaggio la somma strada ferrata fosse teru)iiiata, avieblie
degli oggetti manifatli diesi traggono di tia Miskolcz e Pest un sì vivo trasporto
fuori. Il commercioqiiasi tuttointero tro- di persone e di merci, da eguagliare, anzi
vasi in mano degli stranieri, che pensano superare quella tra Pest e Vienna. Che i

ad anicchireeper niente a far crescere la reciproci interessi di Vienna, Peste Mi-


prosperità della nazione che loro confida skoicz, unendosi, acquisterebbero vigore
i suoi interessi. Piiucipali articoli di e- e forza, e crescerebbero a dismisura. Che
spcrlazione sono il grano, il tabacco, il Miskolcz riceverebbe i prodotti de'inonli
vino, la lana, i cuoi e i melrdli; le iinpor- dell'alta Ungheria, e li distribuirebbe in
tazioni consistono di prodotti delle ma- parte tra'coniitati situati al di là del Ti-
tiifatlureedi derralecoloniali.llcomnier- bisco, ed in parte li dilTonderebbe nel
ciò prima dell' introduzione delle strade commercio mondiale austriaco, divenen-
ferrale trovavasi inceppato dalla priva- do in pari tempo la città mercantile pe
zione di comunicazioni; le strade essendo prodotti primi della bassa Ungheria, per
poche di numero e in cattiva condizione; le manifatture di Viennn, e per le merci

la navigazione alquanto trascurata. Per coloniali di Trieste. L'alta Ungheria sen-


l'intenio sarebbe di necessità una molti- tire il bisogno di aprirsi principalmente
tudine «li canali : i canali di Francesco e in questa direzione una via al proprio
di Bega sono destinati a favorire il com- commercioe alla propria industria, senza
mercio. .°
Il i intitolato a Francesco II che il fango o l'acqua abbiano a frapporre
presso Zonibor, l'altro scavalo vicino a ostacoli alle libere coiuunicazioiii tra il

Pesi nel i8o4,facililanolecomunicazioni sud ed il nord. La veramente grandiosa


fra il Danubio e il Tibisco. Già a Strada, attività del commercio ungherese, unita
parlando delle ferrovie, notai, che da Pa- allospiritointraprendentecheagisce prin-
rigi a Lluila, centro dell' Ungheria, vi è cipalmeiile nell'alta Ungheria, e ch'è ri-
uiia seriecoiitinua di stradeferratedi cir- chiesto dallo stesso legame esistente tra
ca 1000 chilometri. Nel iS53 la ferrovia l'industria del nord e la produzione del
del Sud-Est, una delle 5 dell'impero au- sud, sarà per le popolazioni ungheresi uà
siriaco, ossia deirUngheria,era lunga mi- vigoroso eccitamento a gareggiare nelle
glia 43 i;2 con So stazioni. La ferrovia rispettive loro condizioni. Dal libero svi-
dei Nord o Settentrione tiene in comuni- luppo di questi materiali rapporti dipea-
cazione Vienna con l'Ungheria; vi è pure de la prosperità de' materiali interessi, e
il tronco fra l'Ungheria, l'raga e la lioe- la benefica iullueiiza che un animato com-
niia. Si legge nel fT. Lloyd, dell'aprile mercio interno esercita sulla prosperità
di tale anno, che
tronco di Debreczin a il d'una nazione. Inoltre si vollero osserva-
lokay sopra Bussormeny.Dorog, Nyive- re due incalcolabili vantaggi, che si pon-
gjhiizn era lungo io miglia, quello so[)ra no ottenere soltanto col mezzo <li qiu!>ta
L.ok, più breve eli 3 nii>^li,i
; passa una ferrovia. Essa dovea promovere lo scavo
pianura perii ttiiuieiite asciutta fino alle del carbon fossile, di cui vie granile ab-
rive «lei dove si richiedevano
1 ibisco, bondanza ne'declivi de'mouliMilra eTu-
muggiori spese, a motivo della costruzio- tra. Allora uon se ne faceva alcun conto
U N G Ui\ G 127
per l'assai basso prezzo della legna, e per le bio. Il terreno situato Ira Debreczin e
spese di trasporto nel sud dcli'Uiiglieiia, Szolnok è mollo favorevole a'Iavori di co-
dove vi è penuria di combustibile, e per- struzione, anzi forse in tutta la monar-
ciò non sarebbero compensale da' vantag- chia non vi ha luogo dove possano pro-
gi provenienti dallo scavo del carbon fos- gredire con maggior facilità. Se la ferro-
sile, ed era insignificante la quanlilù de' via non dovesse passare pe'paludosi av-
quintali tbe si trasportava. Questa ferro- vallamenti del Tdtisco, a teigo di Szol-
via offriva ancora a lutto il paese situato nok, e se non (osse d'uopo trasportare la
tra Tokay e I3ebrecziu la passibilità di ghiaia da lontane regioni, le rispetti ve co-
costruire di pietre le proprie strade con- struzioni sarebbero già compiute. Quan-
ducenti alle stazioni, non trovandosene to alledue ferrovie private tra Bruck e
che nelle montagne di Tokay e di Ilegya- Kaab, Ira Alohac/. e Cinque Cinese, era
lya.Così la città di Debreczinetutti i suoi poco tempo dacché quesl' ultima era a-
dintorni entrerebbero, mediante un fici- perla al pubblico servizio. Essa appartie-
le trasporlo del materiale da costi uziu- ne alla società della navigazione a vapoi e
ne, in una nuova fase di coltura e prospe- sul Danubio,chela fece cosi mire per trar-
lità. Terminava le sueosservazioni il JV. re maggior vantaggio dalle ricche minie-
JLloyd, cou rilevare eziandio: Che l'at- re di carbon fossile situale in (pie'luoghi.
tiva |)opolazione dell'alta Ungheria, men- Questa ferrovia, (piando saranno scurii
tre rivolgeva ansiosa i suoi .-«giiaidi al mez- ao anni, diverrà una proprietà dello sta-
rodì e non li solferina »a soltanto a De- to. 1 lavori del tronco di ferrovia tra
breczin, che già troppo a lungo rimasto Bruck eRaab venivano spinti col massimo
io mezzo in un mare di sabbia e di fango, zelo. Ora il governo ha imparlilo ad una
o a Pest, che per la strada notissima di società di possidenti delia Gallizia la con-
Bagh-GodoUo può essere raggiunto solo cessione per intraprendere i lavori pre-

con rovina di carri e di cavtilli, ma li e- paralorii d'una strada ferrala con loco-
slende anche a Vienna ed a Trieste, nu- motive da Tarnow a Kaschau. In pari
tra viva speranza che l'eccelso ministero tempo venne stabilito, che la via del Ti-
delle finanze e del commercio, trattando- bisco sarà continuata da Kaschau nella

si d'una questione sì importante per la Gallizia. In questo punto della stampa,


propria prosperità, vorrà disporre (juaii- più di tulli) manifestasi quel desiderio
lo prima per la costiozione di questa nella costruzione del tiuuiel, nella costru-r
strada ferrata, prendemlo di mira quel zione della nuova strada cai reggiabile
punto, che può collegare lutti gl'inteicssi della testa del ponte di Buda in (ortezza,
dell' Ungheria. JNel declinar d'ottobre del- e nella fabbrica del molo della società, di
lo stesso! 853 si festeggiò colla nì.'iggior suprema importanza per le città sorelle

pompa e solennità l'apertura del nuovo Bu(lael\'Sl,alleq>iali va a darsi il più bel-

tunnel di Buda e Pest. A questa i." corsa l'aspetto. Nell'Ungheria fu iiilrodotta pu-

prese parte gran numero di membri del- re la telegrafia neli85o. Nel setleiidne
la società del tunnel. E questo tunnel il telei^rafo elettrico fra Peste Piesburgo,

lungo i65 kliifiei-, e venne percorso col- e perciò sino a \ ienna,era già attuato in-

r ordinaria celerità imo minuti. Tra le teramente, e le prove fatte appagarono


notizie delle ferrovie d'Ungheria neli854, ogni deiidetio. Lo stazioni telegrafiche

sono a ricordarsi la costruzione di quelle fra Pest e Slrigonia sono: Paiola, Duna-
tra Szolnok di TransiUanin e Debieczin, kess,Waizen, Vereviehz, Ginss-Marns,
GranVaradinoeDebrL'Czin,eqtiellc' in cor- Szonpe Nana. Le monete in generaleso-
so cominciando dalle miniere d^Oiiaveza, no quelle luedesiuie dell' Austria, cosi i

nel Banato di Temesìvar, fino al Danu- pesi e misure, Irannc alcune eccezioni e
laS UNG UNG
particolari monete. Trn le quali solamen- Ambedue,comedissi, sono chiamate città
te ricorderò l'ungaro Krenuiitz di Ciirlo sorelle. Pest possiede 4 chiese cattoliche,
VI, qua! principe di Transiivania.del va- una luterana,una rif jrinata,9.grec!>e,2 si-

lore di scudidue e bai. 5; così il suo zec-


1 nagoghe,3 conventi di frati,un monastero
chino d'Ungheria di tal valore, non che ili dame inglesi, un ospizio d'orfani, im

de'suoi successori: l'un^nro doppio di M/ collegio di piaristi. L'università di Pest,


Teresa come regina d'Ungheria e qsiale sola dell' Ungheria, e che vi fu da Buda
principessa di Transilvania, del valore trasferita nel i
77 7, trovasi riccamente do-
ciascuno di paoli 43, e così di altri sovra- tala; ha un giardino botanico, l'osserva-
ni successivi. L* Ungheria ha per antica torio situato sul Blocksberg, rupe alta
capitale Buda (^f^.),Aquincuiìì.Ve\o Pest 278 piedi sopra il Danubio, eia bibliote-
o Pestìi, Pcstitm, è nondimeno consiile- ca. Quest'imperiale e regia università nel
rata l'odierna capitale, la sede delle corti i853 noverava 71 professori, 4'9 stu-
superiori di giustizia, e già della dieta, re- denti, cioè 54 di teologia, i 1 5 di legge,
sidenza del soprintendente della confes- 247 di medicina, 3 di filosofia, che paga-
sione elvetica o calvinista, il quale com- vano 33o8 fiorini di onorario e riceveano
prende nella sua giurisdizione il circolo 1 0,960 fiorini di stipendio. Negli anni pre-
qua del Danubio. Pest è capoluogo
al di cedenti i erano 40.6 gli studen-
professori
dicomitatoedi marca, situata in una bel- ti circa 800. Nel seguente 854 i» Pesi fu i

la pianura sulla sinistra sponda tlel Da- istituita una scuola domenicale nell'erga-
nubio, dirimpetto alla città di Buda, la cui stolo per l'istruzione de'delinquenti. Pe-
massa però è un tantino più al nord, e rò se in Ungheria questa è la sola univer-
colla quale comunica mediante un ponte sità, trovansi inoltre 3 accademie di di-
di battelli hmgo 23o tese, a 48 leghe da ritto in Prc'iburgo, Cassovia o Cascau, e
Vienna e circa 72 da Belgrado. Pest città Gran Varadino, le quali a detta epoca
tra le più grandi e più belle del regno, contavano i3 professori, 128 studenti, i
vedesi circondala da mura e da un fosso, quali percepivano gGo fiorini di stipendi.
ed ha un castello dentro il quale vogliono Racchiude Pest anche un museo, una bi-
alcuni che si custodiscano le gioie del- blioleca pubblica assai ricca, e di verse ma-
l'incoronazione ; forse anche in Pesisi sa- nifatture di stode di seta, di tessuti di co-
ranno custodite. Ora però nuovamente tone, d' islrumenti di musica, di tabacco,
desse e la corona di s. .Stefano I sono cu- di minuterie ec. ; come anche concie di
stodite in Buda, e prima lo erano in pelli, 3 stamperie e 5 librerie. E questa
Presbiiigo. Poiché la coronazione de' dopo Vienna la più commerciante città
re d* Ungheria si fece per molti seco- delle sponde del Danubio, ed ivi è il fiu-
li ad Alba Reale,
e poscia in Presburgo. me incessantemente solcato da battelli,
l'est dividesi in vecchia e nuova : que- anco a vapore, che navigano tra Ratisbo-
st ultima meglio fabbricala; ma e nel- na e il mar Nero. Le sue 4 fiere sono fre-
l'unae nell'altra sono le strade assai lar- (pientate da gran numero di stranieri,
ghe e regolari, e le case, senz'essere ele- particolarmente quella che dura 1 5 gior-
gantissuDe, sono solidamente costruite.
De'suoi circa 70,000 abitanti (tnentre
ni.
Bellissimi sono i
4 sobborghi che la cir- Buda ne conia ita 3o, 000), quasi '7o,ooo
condano e pieni di ameni giardini. prin- 1 sono cattolici. E un miscuglio di parecchie
cipali cdifì/i pidjl.lici
sono l'albergo bel- nazioni che parlano l'iuigherese, il latino,
lissimo degl'invalidi, leampie caserme, il tedesco, lo slavo e il greco. Con molti
ed d teatro aperto nel 1 808, donde si go- nobili sonoeleggisti e professori, persone
de di amenissima vista
sulDanubio. Pest che per la nascita e pe'Uuni godono d'una
comeDudacneirarcidioccsi di Strigonia. certa considerazione. I passeggi pubblici
U N G UXG 129
in riva al Danubio riescono deliziosi, e compone un governo diviso in 4 grandi
non lungi trovansi bagni d'ncqun mine- circoli, quali prendono il
i nome dal Da-
rale termale. Non è aulica l'esJ, ma surge nubio e dal Tibisco, secondochè sono po-
faì)bricata nel silo o presso d'una fortez- sti di qua o di là da tali fiumi, e suddivi-

za romana cliiamala Coiitra-AciiiciLin o donsi in comitati e in alcuni separali di-


Transacincnin. Più volle da due secoli stretti. L'organizzazione dell' Ungheria,
fu in mano de' turchi, che 1' arsero nel Sfitto il riguardo anuninistrativo, la ripor-
1684. Ne rialzò le mura l'imperatore terò poi. Il i.° circolo è il Cisdanuhiaiio
Leopoldo I, e viemmeglio abbelTi. Quivi i e racchiude i comitali di Presluirgo, Ni-
commissari incaricali nel 1721 d'esami- (ria o Neutra Treutsin o Trentsen s.
, ,

nare gravami de'protestauti ungheresi,


i Martino o Thurocz, s. Miklos o Liptau,
incominciarono i loro lavori, che poi an- Ncosolio o Nensohl, Altsohl, Konigsberg,
darono l'anno seguente a terminare a l*re- Kremnitz, Schemnitz Grano Strigo- ,

shurgo. Vi si radunava la Regia Tavola nin, Balassa Gyarmath, Neograd, Pesi,


seltem virale ungherese presieduta dal- faccia o / f'^ailzcii. Il 2.° circolo è il

l'arciduca Palatino. Copiose sono le ru- 7ya>i.<tdariitbiauo e i'acc\ì\u(\e i comitali


rali produzioni, ricchi gli armenti, e dal- di Z?«(^/rt, Wieselbuig,Oedenburg, Guns,
la celebre fore^ta di Iveckmeter si ha buon Eisenburg, Salaria o Stein-Am-Anger,
legname combustile e da costruzione. Nel Esterhazy, Giiwariiio o Iiaa!>, Comorn
i856 il regnante imperatore approvò la o Komorn nel cui comitato è Ldi'ard,
costruzione d'un porto d'inverno sul Da- Dotis, Nessmil, Jlùa Rcaleo Sluhl-Wei-
nubio, fra r isola della città di Pest e la senburg, Szekszard,Tolna, Fùnjkirclieii
località di Neu-Pest. o Ciiujue C/i/e.sT, j\Iohacz,Raposvar, V^e-
L' Ungheria bagnata dal Danubio e sprint, Egerszek. Il 3.° circolo è il Cisti'
dalla Theiss o Tibisco, viene da questi due hischiaiio e racchiude i comitati di Leut-
fìunji divisa in 4circoli,chesono,partendo schaii, Kasmart, Eperics, Ujhely, To-
dall'occidente. qua del Da-
Il circolo aldi kay, Zemplin, Unghvar, Beregh, Muii-
nubio o Circolo Cisdannhiaiio, con i 3 katz, Cassovia o Caxchaii, Torna Go- ,

comitali. Il circolo al di là del Danubio o raer,Rosnavia, Theissoltz, Misckolz, y/-


Circolo Transdanuhiano, comi comi- gria Erlau, Jazyga, Cumania divisa ia
tali. Il circolo al di qua del Tibisco del- grande e piccola. Aggiungerò il comitato
la Theiss o Circolo Cistibischiano, con di Zips o Sccpusio. Il 4-° circolo è il
IO comitati. 11 circolo al di là della Theiss Transtihiscìùaao e racchiude comitali i

o Circolo Traiistibiscliiano, con 1 2 co- di Szigelh, Nagy-.Szollos, Szalnuu-y Na-


roitati. In tulli 46 comitati e varincgye gy-Rallo, Debrecziu, Varadino o Gran
che anch'essi dividonsi in vaavchto jaràs. Faradino, Bekescli, Szarvas, Gyula.Sze-
Comprendeva inoltre il Danaio di Temes- gedin, Daclùa Bacs, Colocza Maria- ,

ivarod Ungheria militare e 4 distretti pri- Teresianopoli o Theresienstadt, Neiisatz,


vilegiati; e comprende il paese deglilazygi, Clionado Csaiutd, Mako, O-Arad, Ba-
la piccola Cumania, la grande Cumania, natodi Tcnicswar ,S\- kva^, Bec>kcreck,
il paese degli llaiduchi. L'avv, Castella- Csatad, Kras<iova, Logos (di cui nel voi.

no nello Specchio geografico-storico- LXXIX, p. I i 1), o Luges. Litorale un-


politico riferisce, che l'Ungheria dividea- gherese: Fiume, Faiiuni s. Pili ad Flu-
si già in Alta e Bassa, ma il dominio au- forma col suo circondario
rncn, città che
striaco le die nuova circoscrizione, e par- un separato governo intitolato Litorale
tesi ora in militare e civile. Della milita- ungherese, dismembrato dal regno Illiri-
re formato il paese de'Coufìni o ge-
.si è co di cui faceva parte, e pretende il Ca-
neralato banale ungherese. La civile stellano che vi faccia residenza il vescovo

voL. Lxxxnr. 9
1 3o U N G U N G
di Segna (nel quale articolo parlai de annessi, nel8 1 7 dal Pagnozzi nella Geo-
1

Confini Militari, uno ile'qiiali è il Canale grafìa iiìodcriia,^. 392-4'»43 calcolò '>'

ungherese) e di Modrusca, ma non pare. e quindi pubblicò nel 1848, in occasione


Tra'suoi templi merita nìenzione il prin- che l'imperalore Ferdinando approvò la I

cipale che chiama cattedrale , e pel suo fusione della Transih-anìa (/ .jcoll'Un-
porto franco è l'emporio di tulle le mer- gheiia, come segue. Ungheria 8,200,''i58.
cidelTUiigheria, che vi si depositano per Croazia G6q,743. Schiavonia 520,261.
la grande strada diCarUtadt,e per le mol- Transilvania i,8oOj5og. Totale di que-
te alile che vi shoccano da varie parti. I ste popolazioni 11,191,071. Si dice an-

nominali 4 eircoli, compresi il Canato di cora: Questa popolazione è un mescuglio


Temeswar, il paese degli la^ygi.la picco-> d'ungheresi magyarij di slavi, di rusnia-

la Cnmania, la grande taimania, il pae- ci, di greci, di armeni, di tedeschi; vi so-

se degli Ilaichichi, comune de'geografi il no anche 75,000 ebrei e 45, 000 zinga-
dicono occupare i 1,090 leghe di super- ri. Nel Saggio di una statistica dell' im-

Aggiungono che neli794 contene-


ficie. pero d' Aiistriaf di Lichlenstern, stam-
va 6,665, 43o abilanli; nel 1822 secondo pato nel 1 8 1 9, par. I , p. I 7 I ,si legge. '«Og-
i 12,000; e da
calcoli di Ilassel, circa 8,3 gi l'unghero è la nazione più numerosa
ultimo 7,346,550 ahilanti. Invece il Ca- del proprio paese. Egli ne popola intera-

slcllano ritiene che l'UnglieriH contiene mente 3 comitali, una gran parte di al-

in 3,802 miglia quadrate di estensione tri 19, ed è la nazione predominante in


52 ciltà, 693 borghi, ed i i ,068 villaggi, altri 4o. Oltre di questi, abita egli altre-

ove racchiiidesi una complessiva popola- sì gli esteri distretti degli ungheri e de-

zione di 7,875,381 abitanti, cioè divisi gli szeckleri nella Transilvania (o sze-
per razze: 3,5oo,ooo magiari o unghe- kli o che tanto fecero parlar di se
siculi,

li; 3,0 iG, 000 slavi; 4^0,000 tedeschi; nell'ultima campagna d'Ungheria); e la
376,381 valiicchi;! 400 greci, macedoni supposizione che il numero degli unghe-
e altii; 58r,')00 armeni, giudei e zinga- ri ascenda 3 4,200)000 individui non ec-

ri. Innanzi di riportare altre più recenti cederà la effetliva realità della popolazio-
statistiche, debbo avvertire, che tra' co- rimarrà di molto inl'eriore". Nel
ne, né le
mitali ri[)rodotticol eh. Castellano, alcu- i85i secondo calcoli delLevaldedel Pa-
i

ni propriamente noi sono, avendovi egli velka,ecco la statistica religiosa dell'Un


compifso tra essi alcune ciltà e luoghi gheria. Cattolici diritolatino 6,224,893.
de'rispellivi circoli merilovolidi partico- Cattolici di rito greco 1,379,187. Greci
lare menzione. Nolo di più, che le deno- non uniti ossia scismatici 1,716,697. E-
minazioni de'comitati variando tra' geo- 791,71 i. Eretici calviui-
retici luterani
giafi, poiché alcuni li riprodussero come sli 1,432,167. Giudei 251,937. Totale

si scrivono in ungherese o slavo, altri li I 1,796,592. La Corrispondenza au-


latinizzarono; trovai quindi più conve- striaca deli85o contiene i seguenti da-
niente ripetere i descritti dall'encomiato ti statistici dello sialo della Corona d'Un-
Caslellano, comechè i nomi si avvicinano gheria, compreso pure il Voivodato del-
meglio a' da n)e usati nel descrivere le la Servia. » medesimo abbraccia un'e-
11

ciltà vescovili d'Ungheria e i luoghi ove slensioiie<li 3962,73 miglia quadrate, vi


furono celebrati i concilii, articoli che di- si coniano in esso 60 città, 793 borgate

stinsi di so[>ia in cai allere corsivo,! Iellato ei 1,670 villaggi. La popolazione, secon-
scrillore ancora, dice che quasi tulle le do una computazione, che data dal 848, 1

eillà haiuio divers^i la tedesca e la nazio- veniva calcolalaai 1 milioni d'auinu-, ci-
nale nouienclatura. Una slalislica della fra però che dal censimento testé compi-
popolazione dell' Ungheria e degli stali to si mostra iuesallu, poiché si ha dal me-
UN G UNG ,3,
ilesimo,esclLidendone Voi vociatola il cui ria i quali sono assenti dal paese e che
incorporazioneall'Uijglieiia non data elle sommano 147, 575 (tra* quali femmine
da pochi mesi, die la popolazione di que- 55,661), che la po[)olazioiie
cos'i risulla
sti paesi non è die di 8,0
4,4^^ '""i"»*?- 1 indigena «Idi' Ungheria ascende alla som
Questa popolazione viene compailita in ma totnle di 7,659, i5f anime ossi.i ,

.^,400,000 cattolici, GoOjOoo greci uni- 8,782,627 maschi e 3,845,524 femmi-


li, un milione di greci non uniti, 700,000 ne (questa statistica la ricavo dal Gior-
protestanti di confessione auguslana , nale dì Rnniti del 181^1 a p. 832, ma
i,3oo,ooo di confessione elvetica (o cal- osservo, che se è tale la popolazione in-
vinista). La superficie produttiva del ter- digena de' maschi e feinmine, il totale
reno di entrambi questi due stati della per calcolo conseguente dovrebbe esse-
Corona , cioè Ungheria e Voivodato di re 12,628,1 5 in vece a me pare er-
I :

Servia, viene calcolata a 33,000,873 ju- rore numerico, e piuttosto che dovrà di
geri, tra'qualii 1,162,4^1 <^' lerreno bo- re la cifra maschile 3 e non 8 milioni, se
schivo. Il valore in denaro de'prodotti na- realmente il totale è 7 milioni ec). A-
turali si valuta a milioni ?.'jo. Lo stato viilo riguardo alla nazionalità, il com-
del bestiame cotHprende da circa un mi- plesso (Iella popolazione indigena del
lione di cavalli, 4,200.000 capi d'ani- suolo dell' Ungheria vuol esscie suddivi-
mali bovini ei7 milioni di pecore. Il va- so come segue. Magiari 3,749,662. Sla-
lore industriale edi mestiere vienestima- vi 1,656,3 I. Tedeschi 834,35o. Ru-
I

to circa a 60,142,000 fiorini. Si conta- meni 538,373. Ruteni 347,734. Ebrd


no in Ungheria 6 arcivescovi (compresi 32 3,564. Croati 82,003. Venili49,i 16.
gli scismatici). 16 vescovi, tra 'quali 4 di Zingari 47,609. Serviani 20,994- Altre
rito greco cattolico e 6 di rito greco non nazionalità 9,435. In quest'ultimo nu-
unito, 8 soprintendenze protestanti,! 320 mero sono compresi cioè: 6928 illirici,
parrocchie di rito greco non unito eigGS 1539 moravi e boemi, 355 italiani, 25o
protestanti. Il sistema d'istruzione possie- armeni, 242 polacchi e galiziani,8i fran
de un'università, 8 accademie, 21 licei, cesi , 25 inglesi, i3 svizzeri e 2 belgi ".

28 istituti d'istruzione teologica, 17 isti- Quanto a' Ziussari (F.)^ de'quali riparlai
tuti d'insegnamento filosofico, q5 ginna- nel voi. LXIV, p. 2 2 1, nel maggio 85 j 1

si, ed in tutto 25o scuole popolari". Fi- fu [uibblicata in I*est un'ordinanza, in vir
nalmente il quadro dello stato della po- fri della quale devono essere assegnate re-
polazione dell'Ungheria neli85o, dietro sidenze fisse agli zingari per farne agri-
l'ultima anagrafi eseguita in via officio- coltori. E fu pure pubblicala una legge
sa, si pubblicò da'lorchi dell'imperiai re- contro i cattivi lraltanientiesercitiiti.su-

gia tipografia universitaria di Buda in gli animali. Dal fin qui accennato, è l'Un-
forma tabeliaria, ed è il seguente.» La gheria uno de' paesi più osservabili pel
popolazione dell' Ungheria secondo l'at- miscuglio bizzarro di nazioni clui presen-
tuale sua compartizione politica ascese ta. Dalla diversità de'po[)oli che sparti-
neli85o a 7 milioni 864 mila 262 ani- sconsiil suolo dell'Ungheria, si argomeu-
me, le quali erano domiciliale in q5 cit- la agevolmente che tulli "li abitanti non
tà, 107 sobborghi, ic)5 borgate, 8385 vil- devono parlare la medesima lingua na-
laggi e 2232 casolari, formauii 1,1 25,229 turale. Torna però fàcile osservare che
case, eiq,o64i470 abitazioni. Se ora dal- tutti i dialetti in questo paese usitali pon-
l'anzidella popolazione si faccia la sottra- no ridursi a 4 lingue principali lo slavo :

zione di 352,686 forestieri (de'quali pe- o schiavone, l'unghero o magiaro, il te-


2734 non austriaci) e visi ag-
rò soltanto desco e il valacco. Per ischivare l'imb.i-
giungano invece coloro nati nell'Unghe- razzo che risultare potrebbe da questa
i32 UNO l) iN G
luolliplicità (l'itlioDii, si è convcnulo di schau, Bachia,Chonad Csanad, Già'
valersi d'una lingua comune, il Ialino, a- varino oEaah, Faradino o Gran-T a-
doperalos[)ecialn)eiile nelle bisogne am- radino, Neosolio, Nitria, Rosnavia, Sw
minishative. Olire il rifeiifo a Lingua, haria, Scepusio oZips, Szalmar Snl-

sulla diversità degli idiomi, negli articoli niar, T'emeswar nel Danaio omonimo,
Lazio, Scuiavonia, Germania e Valac- T accia, J esprint. Di rito greco ruteno

chia ripallai de' nominati linguaggi. Su cattolico unito. I vescovati di Eperiess^

cjuello ungherese abbiamo : G. Szaller, f 'aradino o Gran Paraih'no, Munkatz,


Jluiìgai-ica grammatica latina, et ger- Liigos nel Danaio di Tcmeswar e di cui
manica. Posonii 1 794- Francesco Vani pallai nel citato voi. LXXIX,p. 1. Nel- 1 1

rapai, Dictionarium latino- hungari- le IVolizie statistiche delle Missioni apO'


cnm, Tyrnaviae 1762. G. Daukouszky, stoUchc dipendenti dalla s. congregazio-
HJagyaricae lingaae lexicon critico e Ij- ne di propaganda fide, si leggono le se-

mologico, Posonii i833. Osserva l'avv. guenti riguardanti l'Ungheria, i cui ve-

Castellano elicgli ungheri hanno ottima scovi però non dipendono dalla congre-
disposizione alle scienze, sono ben confor- gazione, e solo ad essa ricorrono per le

mati nella persona, ingegnosi e guerrieri. facoltà i vescovi greci, poiché si dice a-
Fraternizzali poco a poco cogli austriaci, scendere a 3,5oo,ooo i greci ruteni del-
serbano luUoia gran parte della nativa l'Ungheria, Croazia e Transilvania. I gì e-

fierezza. Egli inoltre dice,che nell'Unghe- ci scismatici hanno in Ungheria 8 vesco-


ria si parla un dialetto slavo, ed un cat- vi sulìraganei dell' arcivescovo di Carlo-
tivo latino è il linguaggio del foro e de* witz, altro in Transilvania, allro in Se-
popolani : la lingua però de' magiari la benico; gli scismatici greci, secondo tali
chiama finnico-uralica. INell' Ungheria, notizie, si fanno ascendere a 4 milioni,
florido regno d'Europa, il più vasto, fer- compresi peròque'di Transilvania, Croa-
tile e forte dell'impero d'Austria, la re- zia e Dalmazia. Quanto al rito professa-

hgiune cattolica romana è la religione to da'greci scismatici d'Ungheria e suoi


dello stalo; ma le altre sono protette dal- regni adiacenti, per conoscere se Greco
l'editto di tolleranza emanato da Giusep- propriamente detto, o Ruteno, conviene
pe II. Le sue sedi arcivescovili e vescovi- prima separare iterrilorii,i paesi ciocche
li, sono le seguenti , che tutte hanno il sono limitrofi a'monti Carpazi che divi-
proprio articolo. In esse non comprendo dono l'Ungheria dalla Polonia, separar-
quelle della Scliiavonia, Croazia (alla li dalle Provincie della bassa Ungheria e
quale pure appartiene Tinia o Knin), e da'comilati posli all'occidente de' monti
Z'/v/«A/A'^/«?V7, ricordate a tali articoli. /^i medesimi, cioè il Danaio di Temeswar,
rito latino. Gli arcivescovati di Strigo- la vSchiavonia, la Croazia ec.E" cosa posta
nia o Gran principe primate del regno fuori di dubbio, che i greci abilanti di
d'Ungheria, Agria o Krlan, Colocza. I qua e di là da'monli in discorso, sono di
vescovati di Ci/u/ne Cìiiese o Fiiufhir- quel rito ruteno ch'eia ed è in uso pres-
r//r/?, alcui vescovo EenedettoXIV con- so lutti i popoli della Polonia. Ciò è ve-
cesse l'uso del pallio e di farsi precede- ro a segno, che i vescovi scismatici di Mun-
re colla croce astata nella propria dioce- katz, la cui giurisdizione ha i3 parroc-
si, colle riserve che dichiarai nel suo ar- chie in Polonia, erano chiamati dalla Ga-
ticolo ; l'attuale vescovo me.' Giorsio lizia, o in Galizia portavano a ricevere
si

Guk, Irnslalo da A d raso //j/;rt////M/.v, ri- la consagrazioiie. Seguila poi lu conver-


cevi- il pallio dal Papa Pio IX dopo il con- sione e l'unione colla Chiesa lomana, la
cistoro de' IOmai 70 18 "53, in cui lo pre- quale vuole il mantenimento del rito,
conizzò. /Ilha Reale Cassovia o Cu- , quando sia depuralo da errori, que' [)0-
U NG U N G i33
poli rilenneio il rilo e la lin£;ua illirica o soggetti ad errori. Con ciò per altro non
slava, in modo che mancando libri litur- si nega, die ponno esservi delle fmiiglie

gici se li ]iro vede vano in Leopoli o Lem- greche soggette a'vescovi latin». Così nel
beig; il che prova evitlenletnente, che so- 1760 nella Dalmazia veneta si trova-
no ruteni di rito. Ciò basterebbe piu'e per vano i5 famiglie venule dalla Grecia, e
provare, che gli altri greci della bassa Un- che loro riti greci si conservarono. Mi
i

gheria e della Croazia sono del medesi- solo si pretende asserire, che tanto i cat-
mo rito. Poiché essendo tjuesti siali sol- tolici de' vescovati di rilo greco
d'Unghe-
touje>si per tanti anni ali unico superio- ria Croazia e Transilvania quanto gli
,
,

re ecclesiastico un tempo stabilito nel- scismatici, seguono il lito ruteno o catto-


l'Ungheria, cioè al vicario apostolico di lico o scisnsalico, com'esM sono. Ecco poi
Munkaiz, per non dire, che questo ora come seguì la conversione de'ruleni alla
usasse il rito ruteno, ora il gieco, convie- religione cattolica. Quelli che abitavano
ne asserire, che tutti i fedeli commessi al- di là da'monti soggetti alla corona di Po-
le sue cure fossero del medesimo rito ru- lonia, si convertirono (piaiulo si unirono
teno. Ma può da altro fonie ancora pren- alla Chiesa romana i vesc(jvi dellaGalizia.
dersi la prova. Poiché greci del 15ana- i I qua da'monti restarono nello
[)opoli di

lijdi Temeswar, della Schiavonia e Croa- scisma. Ebbero il vescovo«hsunilo,che ri-


zia, perseguitati dalle spade ottomane, e- siedeva in Munkatz, castello poi dichia-
luigrarono a'tempi degriiu[)eratori Mit- rato città nella diocesi d'Agria. Questa se-
lia , di Leopoldo I e di Carlo VI , dalla de vescovile d'Agria era vacante nel i()48
Servia, Bulgaria, Bosnia e dalle altre [)rò- circa, e n'era ;Hn:ninistratore l'arcivesco-
viiicie turche d' Europa che giacciono a vo di Slrigonia. Mediante le cure di que-
sinistra e a destra del Danubio, o che gli sto santo prelato 4oo preti ruteni alla te-
sono vicine. Ora questi popoli erano venu- sta di numerosa popolazione vennero al-

ti dalla Scizia e specialmente dalle spon- l'unione della Chiesa romana. Desidera-
de del Volga, dette Volgari, e per corru- vano d'avere un vescovo cattolico e ne
zione Bulgaii. E dalla Uussia vennero al- fecero istan2a alla s. Sede; anzi morto nel
tresì i valacchi, i serviani e bosniesi. E i65i il vescovo scismatico, il clero eles-
cosa naturale che conservarono e lingua se in vescovo un monaco ruteno che coni
e rilo, seco traendo anche i sagii mini- pari va cattolico, ma che si fece consagra-
stri. Né è a persuadersi, che questi si u- re da uno scismalicodi Transilvania. Se-
iiiformassero a'greci; che anzi sostennero guirono una serie di falli ora cattolici, ,

contro di essi guerre spietate, e si crea- ora scismatici, finché neli68f) fu creato
rono un princi[»e e un patriarca, ed usa- un vicario apostolico, e gli furono sollo-
rono sempre la lingua slava, ed in (jue- mess! tulli i gieci dell'Ungheria. Ne' soli

sta compivano sempre divini uffizi. Du- i luoghi dipendenti da Mimkatz vi resta-

rante poi l'impero di Pietro l il Grande rono ancora 43o parrocchie e 3oo,ooo
fino a'noslri giorni, cominciarono a ve- scismatici, ch'era zelo del cardinal Leo-
nir dalla Russia tanti libri liturgici, che poldo Rollonitz arcivescovo di Slrigonia
oggi tutto l' Illirico scismatico ne resta di ridurre all'unione col fondare un ve-

iuoiidato. Posto dunque, che gli scisn)a- scovato di rito greco, pel quale l'impera-
tici della Bosnia, Servia, Bulgaria ec. fos- tore re d' Ungheria soniministrava 600
sero ruteni entrando in Ungheria, eil ab- fiorini, ed il resto era promesso dal car-
bracciando r unione cattolica , ruteni si duiale. Il vicario aposlolico, con llt(jlo ili

conservarono, che mente della Chiesa io- vescovo in puriihufi, fu il ruteno de Ca-
niana di conservare tutti i RÌLi orientali millis scrittore della biblioteca V^aticana,

co'Ioro UOì^i divi Ili, i\i\'òi\ào uou vadauo e la sua giurisdizione si estendeva a lui
i34 UNO U N G
ta rUnglicria. Riuscì a
questo continua- p.61 5: Dismembra tio nrchidiaconalus
le felicemenle l'unione, e
quasi tulli que- Szuth/naricnsis a dioeccsi unkac sic li- M
tlell'u- si graeciriliis, ejusque iinio dioeccsi I a-
sti scismatici litcrnaiouo all'ovile
nico Pastore divinamente stabilito
sulla radiensi latini ritus. Già con altra bol-
la de'22 settembre 1818, Pio VII avea
lena. Fecero i sovrani d'Ungheria delle
conquiste, ed i greci che abitavano i pae- eretto la diocesi d' h'pcries, formandola
.si conquistati furono aggiunti al vicaria- con un disiuembratnento da quella di

lo nel Ì716. Non maucaiono delle con- Munkatz. Anche il vescovato di G/v//iA'(^z-
tioversie tra il viciirio apostolico e il ve- radino eretto non mollo dopo la fon-
,

scovo d'Agria, non che tra la congrega- dazione di quello di IMunkatz , fino dal

zione di Pi opaganda e il re d'Ungheria per 1759 era vicariato apostolico parimenti


pieteso diritto di nomina. Questi vicari pe'greci, originalo ad istanza del vescovo
apostolici sono succeduti sino al 1766,
si latino e poi da lui affatto indipendente.
eCleaieute Xlll a'3o luglio eiuauòilbre- Lagos poi, nel lianalo di Teineswar, fu
ve Maglio Clini aiiiini, die si riporta dal eretto neh 853, allorché il Papa Pio IX,
Bull. Rovi, cont, 1.3, p.S^G: DeGrae- eseguendo il disposto dal predecessore
Episcopo in Iluiigariae regno
ri ritiis Gregorio XVI, formò la nuova arcidio-
minime constitiicndo. Si legge ancora nel cesi e provincia ecclesiastica di Fognras
Ihillarium Pont, de Propaganda fide, di rito greco-cattolico pe' va'acchi della

t. 4) p-i 17- Poscia l'imperatrice M.' Te- Transilvania, ove la descrissi riparlando
resa regina d'Ungheria fece istanza a Cle- di Fogaras elevata a metropoli. Ne furo-
mente XIV
per l'erezione del vescovato no dichiarale sullragaiiee Lugos, Arme-
di M'inkalz. il Papa rispondendo con suo nopoli o ArmenierstadloSzamos-Vjvar,
breve a quella sovrana, cercò di persua- e Gran Varadino. Armenopoli ivi lo de-
derla del pericolo che s'inconlrerebbe di scrissi, di T^aradiiio a quest'articolo mi
ricader nello scisa)a, se si accordasse uu proposi riparlarne. Quanto a Fogaras, fi-

vescovo di rito ruteno; ma l'imperatri- no dalla primitiva erezione in sede ve-


ce nel suo pio zelo ii[)elendo la richiesta scovile la nomina dell'ordin^irio è devo-
nel 771, ottenne (pianto desiderava. Fu
I luta per diritto di dotazione e privilegio
adunque eretto il vescovato di Munkatz, della Sede all'imperatore, da Carlo VI
s.

e gli furono sottoposti tutti gli abitanti io poi, che ne fu il benefattore. Nella va-
della diocesi d' Agria di rito greco. Cle- canza della sede però si aduna il clero e
mente XI Y accordò la nomina del vesco- sceglie i soggetti per voli, e li raccoman-
vo a RI." 1 eiesa e suoi successori nel rea- da secondo mei ili all'imperatore, come
i

me d'Ungheria, obbligandosi essa di do- re d'Ungheria, il qualcuno ne presenta


tarlo con .5oo fiorini annui, il vescovo fu al Papa per la caiujuica istituzione. Il pre-
soggettato a'diiilti metropolitici dell'ar- decessore dell' odierno arcivescovo , nel
i:ivescovo di Strigonia , ed al niedesitno i833 ebbe ad elettori 212 ecclesiastici.
venne ingiunlodi far la professione di fe- Prima 3 giovani traosilvani greci a spe-
de prescrilta da Urbano Vili agli orien- d'Ungheria si edu-
se deiriniperatore re
tali. Dipoi l*io Vii colla bolla Ronianos cavano nel Collegio Ir ha no di Roma,
fhccl run(i/icrs,tic''2.:\ luglio 1 8 1 7, Bull. poiché Carlo VI neli736 ordinò che la
Hnm. coni. t.i4, p. 3Gi: Sanalio.reva- camera della provincia a tale elfetto pa-
lidaliu, ci eonjirnialio Iramlalioni.s e- gasse annui scudi 432. Nella Croazia vi
piscopalis si'dis Blunkacsicnsis gracci è il vescovato di Cr/.y/odi rito greco uni-
ritus uniti in Ifungaria ad oppiduni to pel quale aggiungerò al liferito nel
,

llungwar. Indi colla bolla /mpoxilahu- suo articolo. La sua giiuisdizioue pare
n,ililali,^W^ luglio 1 ba.'i, /;«//. cit. I.i5, che si estenda a tutta la Croazia Soliia-
. U N G U N G 1 3 T
vonia, com'era quella del vicarialo apo- meno (.IcMechUarisli di Venezia, qual
slùlico prima del 1778. Gli altri slavi di missionario e parroco degli armeni e coo-
rito latino di Scliiavonia sembrano ap- peratore del parroco latino, e come tale
partenere alla giurisdizione dell'arcive- dipende dall'ordinario latino. Vi è casa
scovo d'Erlau, e del vescovo di Bosnia, con orto pel missionario, che ilalla città
la qual sede essendo unita a Sinnlu, in riceve 3oo fiorini annui per l'assistenza
quest'articolo meglio ne ragionai. Nel che presta a' latini. Gli armeni cattolici
pontificato di Clemente Vili si può dire di Neoplanta dipendono dalla s. congre-
che furono gettate le fondamenta del vi- gazione di propuganda//r/«, la quale som-
cariato apostolico della Croazia col con- ministra al monaco luechitarista annui
senso del vescovo latino di Zagabria, ora scudi 5o, ed esso deve ogni anno rimet-
arcivescovato di Croazia: ("u però neh (jj i tergli la relazione dello stato di:gli arnie-
che la cosa ebbe una ferma stabilità. In- ni cattolici , i quali sommavano ultima-
oltre a tempo di Clemente Vili, il detto mente ai 4,000, compresi però gli arme-
ordinario lutino donò il fondo di Marka ni di Pesi, Temeswar, Belgrado e Bor-
pel sostentamento del vicario apostolico sa. Nel Ballalo di Temeswar esisteva al-
di Crisio e per l'erezione d'un monaste- tra missione delta de' Clementini dalla
ro di basiliani. Il vicariato fu cambiato parrocchia di s. Clemente, a cui appar-

in vescovato quando Pio VI ad istanza tenevano nella Servia. Erano essi 4<»oo,
di M." Teresa, colla bolla Ckaritas illa, ed emigrarono per sottrarsi d.ille vessa-
de' 16 giugno 1777, Bull. Roni. cont. t. zioni del patriarca scismatico di Servia.
5, p. 345, eresse Crisio in sede vescovi- Dopo varie vicende ebbero dalla corte
le, i\eli77g gli furono assegnate iudote imperiale due villaggi del Sirniio, Ker-
le due possessioni di Schyd e di Berkas- kofzi e Nikiusi. Vi era ospizio pe'missio-
zovo. Un decreto della corte di Vienna narì con chiesa in ambedue i castelli. I

del 1782 proibisce a'sudditi austriaci di missionari erano minori osservanti qua
portarsi in provincie straniere per ragio- venuti con questa piccola colonia cattoli-
ne di studi. Pricna però di detto decre- ca, ed aveano qualche sussidio dalla coi!
to, ed anche dopo, si trova , che dalla gregazione di propaganda /Zc/e. Siccome
Croazia si sono talvolta portati al collegio però que' cattolici abbracciarono l'arte
Urbano di B.oma de'giovani per la reli- militare, andarono molto in diminuzio-
giosa istruzione. Essi poi furono elevali ne. Dopo la morte di M." Teresa, essen-
alla dignità di vicari apostolici e di ve- do il governo militare, e
paese sotto il i

scovi. Presso gli scismatici greci della capitani essendo eretici, furono invasi gli
Croazia e Dalmazia , sono in uso i libri ospizi, soppresse le missioni e date a due
dommatici e catechistici venuti
liturgici, preti secolari, e dopo ciò nuli' altro si sa

dalla Russia. Attualmente è vescovo di della missione. In Ungheria eravi pure


Crisio mg."^ Gabriele Smicsiklass di Sza- una missione adidata a'monaci di s. Pao-
pothe diocesi di Crisio, fallo vescovo ai loi "eremita, di cui egualmente più non
23 giugno 1 835. Egli successe a mg.' Co- si parla. Per le sedi vescovili d'Ungheria

stantino Stanich della diocesi, elevato a di rito latino, erette dopo la metà del se-

questa sede a'i5 marzoi8i5. Nel 1739 colo passalo e ne' primi del corrente, fu-
gli armeni che si trovavano in Ungheria, rono emanale le seguenti bolle. Pio VI
per la presa di Belgrado, eziandio fug- colla hoihRomanusronlifeXftle 1 3 mar-
gendo da tal città, si portarono col mis- zo 1776, Z?«//. Rom.cont.X. 5, p. 20 3, di-
sionario a stabilirsi in Neoplanla, nella smembrò Sccpiisio da Strigonia e l'eres-
qual città vi è la chiesa di s. Gregorio Il- se in vescovato; altrettanto fece con Uo-

luminatore , e vi risiede un mouaco ar- siiavia, mediante la bolla Aposlolulus


,36 U i\ G L N G •

cit., [). 2oG : gherese), anlicai limale prele Mni li-


ili s.
oJJ'nii, tli dello yioino, loco

colla bolla lulala sanpcr, de'if) g'Ug"0 no dell'ai. Iipapa l'asipiale Ili, vocovoe-
348, eresse la sede di letto d'AlUiiio (altri lo confusero col car
1777, loco cit., p.

Subar'uij e colla bolla In universa gre- dinal Giovanni titolare di s. Martino; al-

/'/.v, del medesimo giorno , loco cit., p. tri erroneauìeute lo dissero vescovo Tu-
35 1, eresse (|uella d'^///tìt /ìefl/e. Pio VII sculano, che conli'o il Papa Alessandro
poi colia bolla In universa gregls Do- 111 concorse all'elezione degli antipapi
minici, degli I i agostoi8o4, IjuII. Ro/n. Vittore V e Pasquale \\\; altri però con
contA.ii, p.196, eresse il vescovato di maggior psohabihlàlo vogliono eletto ve-
Cassoi'iaj e colla stessa data e la bolla scovo Tusculanoda Alessandro lll),apo-
Quum in supremo, loco cit., p. 2o4, e- stata e pieno di vizi, essendo l'uiiioo suo

lesse quello di Szatmarj di più nel se- pseudo-cardinale, gli successe nell'antipa-
gueiile giorno, col disposto della bolla pato nell'agosto o settembre i 16701 168
Super unive/sas, loco cit., p. 211, fece contro Alessandro 111 e col nome di C<2-

jina nuova circosci izioiie di diocesi nel- listo Illantipapa [I .),\cutìin\o f^oilenu-
r Ungheria, disgiunse Jgria o Erlau , to nello scisma da!i'im[)eiatore Federico
ove ne riparlai, del sulhaganeato e giù- 1. Dopoio anni, lasciatoli Monte Alba-
lisdizione metiopulitica di Stiigonia, l'è- no, ora Cave (di cui nel voi. LI, p. 177),
levò al grado arcivescovile e le assegnò si presentò pentito a'2C) agosto i 178 (co-

per stilhiigaiiei i vescovati di Szalmar, nie vuole Lodovico AgnelloAnastHsio, nel-


P>.osnavia,Cassovia e Scepusio. lo non in- Victoria degli Anlipapi) aà Alessandro
tendo parlare degli uomini illusili fioriti 111 alTuscolo, il quale lo perdonò amo-
in ogni tempo in Unglitria, in santità di rcvoimenle; e perchè non rimanesse sen-
vita , nelle dignità ecclesiastiche, nelle za onore lo fece rettore di lienevento (di-
scienze e nelle anni , alliiuienti sarebbe cendolo invece il Borgia arcivescovo di
lungo argoHJento, e vi suppliranno gli sto- tal città, nelle Memorie di Benevento, se-
rici che ricorderò, e gl'illustri che andrò condo il Vipera, Ftistor. Be/ievent.),o^e
ramiuent.indo; mentre d'un gran nume- morì, non nell'istesso giorno, ma più tar-
ro di vescovi parlai a' loro luoghi, e de' di e [)aie nel medesimo anno. Abbiamo
cardinali scrissi le biografie. Essi sono; del gesuita e storico ungherese p. Satuue-
Tommaso Bakacz o Bacoczi, Emerico le Timon, Pnrpura Pamionica, siveFi-
Csalu\ Demetrio, Giorgio Drascovizio, tae et res gcslae S. R. E. Cardinalium,
Francesco Forgach o Forgazio , Gior- (jui aut in ditionibus sacrae Coronile
gio DIartiiiusio, Stefano P arda, Stefa- Hungaricae nati, aut Regihus sangui-
fio J aneiia, Dionisio Zcch o Zero, f a- ne conj'i!ncli,aut Episcopa tihus llunga-
lenlino, Pietro Pazniany, Giuseppe Ba- ricis jìolili Jiierunl, Tirnau 7 i 5. Edilio i

tliyan[d\ cui riparlai a Strigonia e altro- novissima et emendata, Gassoviae typis


A/e), Alessandro Rudnaj-Divek-Lifalu, occademicis Socielatis Jesu 745. In Ro- i

e attuale arcivescovo di Slrigonia (V.)


\ ma la nazione degli ungheri ebbe de'pii
cardinal Giovanni Scilo-\vski di Dela.Nar- stabilimenti, cioè chiese e spedale, di cui
raNovaes, nella Storia de' Pontefici, che già feci menzione altrove. Il Piazza nel-
GiovanniUiigaroabbalediSlrumio(nel- V Juf^evologio Romano trai. 2 , cap. 4-
la Pi.rpura Painioìiica si legge: Joan-
Dello Spedale degli Ingiuri a s. Pie-
iies de iSlriuiia eardinalis Tusculanus
//-o, narra che ne' dintorni della basilica
uhhas Sirmicnsis.prodiitin Itane lueeni Vaticana esisterono 7 chiese e allrellaii-
/// //ungiiria,aut Sciavo/da, esficnóo di- tispedali nazionali, facendo anticamente
screponli gli storici nell'assegnargli la pa- a gara avere os[iizioe
i propoli slianieri di
Ino, solo couvcucndo sua origine uu-
di chiesa presso la tomba del principe de-
L ÌN G UNG 137
gli Apostoli, du' «jiiali fu Miperstile fino Ilo, pel sostegno della cattolica religione
ul «lecliiiai' ilei st'colo ilfooiso la cliiesa ili nella (jermanin dilaniala dagli eretici, fu
s. Stcfaiiu, .sulla cui putta un'iscrizione in Ruma fondato il celebreeiiorente Col-
(liceva: Ecclesia Ilospitalis s. Stcpliniii i-gio Ceriii(inico{^l .), per opera del pa-
Uii(^arorimì. Convertilo al cristianesimo Iriarca s. Ignazio benemeiito fondatore
s, Stefano i le irUiigliciia nel 9<S7, ili[)oi ile' gesuiti, a'(piali ne fu allidala la dire-
con molta divozione volle visitarci Luo- ziono neh 5 72 ila Criulio 111, colla bolla
ghi Santi ili iioina, di (iei usalinime e di Diiin snllicilaeonsiderali()/iis,i\e3 1 set-
Costantinopoli; ijuindi acciocché gli un- tembre, Bull. Pont, de Prop. fi/ le, Ap-
gheresi suoi sudditi a di lui esempio fos- pcndix, t.i, p. 3(). Dipoi neh 'JyS il ma-
sero animati a talis-igii pcllei^iiiuiggi, fe- gnanimoGregr)rio XIII conformalo il col-
ce edificare a vantaggio e comodo di es- legio ne aumentò i privilegi e le lendite,
si in Pioma, Gei iisalcmme e Costantino- mediante la bolla Posltpiani Di-o plu-
poli, spedali nazionali per ricettarli e cu- ciiit, loco cit., p. 4'">, «1 i^omlizione cheioo
rarli se infermi, con cinese sontuose, ed alunni tedeschi vi fossero ricevuti e man-
ìli Roaia in detto sito fu costruito l'ospe- tenuti. IndiGregorio XIII colla bolla.//;©-
dale e la chiesa di s. Stefano protomar- stolici //i»«er/.v,del I. "ottobre I jiyc),/?»//.

tire di cui era divotis>imo. Nel viaggio di Rdiii. l.


4) pai'- 3, istituì il collegi(j Unga-
Ilodia il re fu accom[)agnato da s. Gc- rico nel monastero di s. Stefmoal I\lon-
ii'trdo vescovo di Csanad, e passando per le Celio. Poscia colla bolla fla situi hn-
l'iaveima vi edificò la ntagmfica chiesa e inaitii, de' I 3 aprilei ")8o, unì il collegio
monastero di s. Pietro in Vincoli ])e'l)e Ungarico da lui fondalo al Germanico, de-
liedeltini, acciò vi ospitassero i pellegrini lerminando a 12 il numero degli alunni
ungheresi di passaggio.Negli ultimi tempi uiigheri (i croati e schiavoni dicesi che vi

la chiesa fu demolita, e alcuni particolari f nono ammessi in seguilo), e volle per-

acquistarono il monastero e beni, come ciò che si chiamasse Collegio Germain-


raccontai nei voi. LVI, p. 2 7. Per le vi-
1 c()-U/ìgt!rieo,e\o stabilì nell'edifizio da
cende a cui soggiacque l'Ungheria, mas- lui fibbiicato presso la Citiesa di s. A-
sime per essere guerreggiala da' turchi, pollinare, insieme alla 67(/ (.'.svi de' ss. Sab-
restò abbaiulonato l'ospedale e la chiesa ba e Andrea (/ .) sul Monte Aventino,
ili Pioma, Però religiosi ungheresi di s.
i che donò al collegio. Neh 574 Gregorio
Paolo i.° eremita , che custodivano la XIII colla bolla ricordata nel voi. LXXX,
Chiesa dis. SlcJ'anoRoloìulu[f .),ne pre- p.i34) concesse giurisdizione e facoltà al
sero cura e colle sue rendile la restaura- cardinal protettore del collegio, e con al-
lono , conlribucndovi il re d' Ungheria tre bolle dichiarò la fondazione ilei colle-

Uladislao 11 e alcuni [)ellegrini ungheresi, gio Ungarico, e l'unione Germanico,


al

e ne lasciarono memoria in una casa con- ed il numero degli ungheii che vi si do-
tigua con quest'iscrizione. i)o/7iiii- Uiiga- veano ricevere. Di più gli concesse la chie-

roruni rciiovataperd.Philippiiiìicle Uu- sa e r entrale di s. Stefano Rotondo al

drag seren. d. L ladislaiRcgis proc. ex Monte Celio, non che la chiesa di s. Ste-
clceinosynis pcregrinorian y sedente A- fano degli nnglieri al Valicano, ch'era
lex. PP. riì/^cu. Altreltanlo raccon- divenuta collegiata di canonici, in uno
tano il Fanucci, '/ratta lo dell'opere pie all'ospedale; e non è vero che ivi fos-

di Roma, ca[). 11: Dello Spedale degli sero accolti gli alutuii ungheresi all' ar-

Oiìgarij e l'Amydeno, De pittate Ro- rivo loro in Roma, come alcuni scris-
mana, p. 32, che precedettero il Piazza. sero. Quindi gli alunni del collegio Ger-
Mentre nominati religiosi ulllziavano le
i manico-Uiigarico, a'3 agosto si recarono

due chiese del Yulicuuo e del Aloule Ce- a ccleUuie lu feslu dcU'luveuziunc di s.
,38 UNG UNG
Slefuio proloinartiie nella iihiesa al Ce- silica Vaticana una sontuosa Sagrestia,
lio, l'il egualmente a'20 agnolo a ullìxia- rii'erisce il Cancellieri nella descrizione
ic<|uclLial Viiticano per la festa lIì s.Sle- della Sagrestia Taticana, che neh. "lu-
f.iiio 1 le il'Uiiglieria. Nel citalo Bull, de glio 1776 si cominciò a demolire gli edi-

Prop. fide, a p. 263 e 344)Soiiovi le bol- fìzi vicini alla vecchia sagrestia, per innal-

le Ex Collegio Germanico, di Gregorio zarvi in più ampia area la nuova, fra'qua-


XI li, colle Pu-gulae servandae ah alu- li la chiesa di s, Stefano degli ungheri,ed
m nis CollrgiiG er/na itici, una cuin deci'e- i suoi ospedale e cimiterio, chiamata ne*
tis CU'ineiilis J III et Urbani nUjIn remoli tempi s. Stefano Minore in Cala

supremo, i\\ GregorioXIlI,collefacoUà e Barbara Patricia. Le colonne si colloca-


privilegi pel collegio Gerinanico-Ungari' rono parte nell'archivio e parte nelle gal-
co; Ut Collega Germanici, atcpie Ilun- lerie della miova sagrestia, e le mense de-

garici de Urbe, di Alessandro VII; /«- gli altari in quelli de'cimiteri stabiliti pe'
bei,Protectores Collegii Germanici et canonici e pe'beneficiati Vaticani, vesti-
Ilungarici in aulani Congr. de Propa- ti di vari marmi , e situati sotto le loro
ganda fide, ubi opus si t, com'cnire aduni sagrestie. Perchè poi non si perdessero le

de Collegii negotiis. Seerelarius, cuj'us memorie degli edilizi spettanti agli uu-
erit ad Fontificem re/erre graviora, et gheri, e degli altri egualmente distrutti,

expedire, inlersit. Decreta a praescri- il Cancellieri con molteplice erudizione


pta forma recedenda nullius raboris, et grilluslrò nella sua classica opera: DeSe-
momenti existere maiulat, E<1, In su- cretariis Dasilicae Uaticanae ac no- ,

premo milita/itis Ecelesiae, d'Innocen- vae. Del collegio Germanico- Ungarico, e


zo XII Super renoK'atione,el confìrma-
; dell'odierno suo locale e condizione, tor-
tione bullae Alcxandri VII circa con- nai a tenerne proposito nel voi. LXIV,
gregtitiones a Cardinalibus Protectori- p. 16, 18, 2 I e seg., ed il ricordato breve
bus Collegii Germanici et Ilungarici , Recolentes, di Leone XII, degli 8 aprile
hrbis, super negotiis ejusdem Collegii I S24, può leggersi nel Bull. Rom. cont. t.

liabeiulas in Collegio tainen Germani- 1 6, p. 4o- Lo stesso Piazza crede che il re


co, non in aula congrcgatioids de Pro- s. Stefano I abbia fabbricalo in lloina un'
paganda fide. S\ legge nelle Notizie sta- altra chiesa, pure dedicata al protomarti-
tistiche delle /Jiissio/d di Propaganda re s. Stefano, ed erigendovi una collegia-
fide a p, 28, che anticamente il collegio ta di canonici ungheresi per ulliziarla.
Germanico-Ungarico avea 5 protettori Questa chiesa si tiene da tutti gli scritto-
cardinali di della congregazione, i quali ri ecclesiastici delle cose di Roma che fos-
uniti al segretario della ujetlesinia ne re- se r esistente chiesa di s. Stefano in Pe-
golavano gli affiiri, in ciualclie modo sot- scinula , situala incoqtro la chiesa di s.

to l'alta dipendenza della congregazione Lucia del Gonfalone hi quale passò iii ,

di propaganda. Benché Gregorio XIII po- potere della nazione di Doeinia, divenne
se d Collegio sotto la prolezione della s. parrocchia,e nel i56g avea sotto di se 200
{sede e di s. Pietro, privatamente lo sot- famiglie con 3oo scudi d'oro d'entrata,
topose a'cardinali protettori, liberando finché nel fu istituita la congre-
il
1747 vi
collegio, gli alunni, i iiiiui>,lri e professo- gazione del sussidio ecclesiastico, e cessò
li da ogni imposta; e volle pure clie tut- d'esser parrocchia nel 1824- Di tutto ra-
te le cause civdi, cruuinali e uìisle si por- gionai nel voi. LV, p. 16, e ne'luoghi ivi
tino da'cardinali a line senza strepilo di citali, e nel voi. LXXIII, p. 55. Trovo
Imio, sottraendo il collegio dalla giurisdi- nel Ijernardini, Descrizione de' Ilio id di
zione d«;l cardinal vicario di Roma. In Roma, che nel •^""^'"^""''"^ '''^"
i
744 '

keguilo volendo l'io VI cdillcare alla ba- mitiunghcri di s. L'aoloi." eremita a pos-
UN G UN G ,39
seJere la chiesa omonima coli' ospizio gni ai abitanti, e la classe de' conladini
contiguo, piessola villa Ncgroni, ora Con- sopportava quasi esclusivamente tulli i ca-
savalurio della ss. Trinila {f'-). Il col- richi dello slato.
A'7 dicembre 18 jì fu
Icilio lllirico-Ungaiico, sluljililo anco pc' pubblicata in Vienna la patente sovrana
nobili ungheiesi presso 1' Università di del regnante imperatole Francc^co Giu-
Bologna [f.), fu Irasferilo a Zagabria. seppe I led' Ungheria, concernente l'ac-
L'incivilimenlo nell' Uuglieria, angu- quisto di proprietà stabili, non che l'aviti-
stialo dalle lurbolenze che (juasi in lutti cita neirUngheria, Croazia, .Schiavoiiia,
i tempi agitarono il regno non vi fece
, nel Voivodato di Servia e nel Danaio di
che assai lenti progressi. Le consuetudi- Temeswar. Il diritto delle donazioni re-
ni feudali vi lasciarono Iraccie nutnerose; gie e palalinalijche per lo innanzi vige-
iìuo al presente Irovavansi soprattutto, va nell'Ungheria, andò a cessare. I dirit-
relativamente al signore ed al contadino, ti di confisca vennero aboliti senz'ecce-
distinzioni poco in accordo colle idee in zione, così pure le dillcrenze tra proprie-
oggi generalmente ricevute, i nobili go- tà eredilaiie e acquistate, tra [)r()[)riela-
dendo infinite personali prerogative. Ve- ri maschi e proprietari femmine. La man-
ro è che il villico non era più legalo al- canza àtW' indigenato ù^iW incolalo no»
la gleba. Dia solo alla nobiltà veniva con- esclude più dall' acquisto de' beni. Noo
ferito il diritto di possedere tutte le ter- hanno d'allora in poi vigore! diritti diri-
re; il signore era obbligalo a dividere i scatto, l'usufruito degrinlcressi e altri si-

suoi dominii in masserie d'una rendita de- mili diritti ch'erano in addietro ineren-
lermioata, che dava a' contadini coltiva- ti alle vendileod all'op[>ignorainento d'u-
tori, i quali doveano al signore ^4 gior- na proprietà. Le procedure già incainmi-
ni di lavoro all'anno, con una carretta a nale, con poche eccezioni, non poiino ve-
doppio tiro, ed erano obbligati pagargli nir proseguite sul piede antico, pure non
annualmente la 9.^ parte de'|)rodotli del- sono riconosciuti appieno dirilli ante- i

la terra, la 9." degli agnelli, de'cavalli, del riormente acquistati. A'già possessori del-
prodotto dell'arme o alveari ec. Sostene- le signorie fu interdetto, mediante ordi-

vano inoltre diversi pesi determinali e nanza del ministero di giustizia, di tene-
proporzionali a'diversi diiilti die poteva- re senza permesso delle imperiali regie au-
no acquistare. Il signore avca la polizia torità provinciali, asle pubbliche di pro-
delie sue terre, e rispondeva di tutlociò dotti rurali o industriali o di altri ogget-
che vi accadeva; avea il diritto di far e- ti. Essi sono soggetti alle leggi vigenti iu
seguire i regolamenti di polizia , taluni proposito, come qualsiasi altra persona.
anzi aveano il diritto di giustizia crimi- La [ìubblicazione della legge di coloniz-
nale. Ogni villaggio teneva una specie di zazione nell'Ungheria, segui nel seguen-
giudice, scelto e nominato dall'assemblea te anno, poiché convenne prima trattare
degli abi fanti, tra 3 individui presentati su questo rapporto con parecclii governi
dal signore locale. Pielativameiite al po- alemanni. Si legge ne'giornali di Vienna
non era pegli argomen-
tere esecutivo, se de'20 aprile 1 853. » Lo svolgere nelle lo-

ti di poca importanza dovea il signore , ro particolarità i dispositivi delle patenti

radunare una corte di giustizia, la quale sovrane de'2 marzo concernenti la siste-

pronunziava legalmente sulla questione, mazione delle condizioni di possesso ri-

olarimetteva alla corte del comilalo. Ol- sultate dall'abolizione del nesso uibaria-
ire a'nobili e contadini, vi è una 3.'^ clas- le,nonché l'esecuzione degl'indennizzi ur-
se d'individui, i cittadini che poimo aver neregni d'Uu-
bariali e l'esonero del suolo

proprietà, ma soltanto nel territorio del- glieria, Croazia, Schiavonia, nella Voivo-

le città. lu geuerale contasi un nobile u- dia e nel Danaio, sarebbe troppo lungo
i4o DN G U N G
!;ivoro a cngione ilell.i singolarità e della suono ed al senso delle leggi iir-
letterale

coiiipliciizioiie tielle lueiizioiiale condizio- bariali, le quali eranodi venute ormai tra-

ni. L'iinpoiian/a però del soi^j^ell'j e im- dizionali pel popolo agreste. A causi pe-

pone l'obbligo di farne emergere le più lò checambiarouo le condizioni in segui-


impoilanli massime e convenientemente to all'abolizione del nesso di sudililela ed
itiustiarle. Gli articoli della dieta provin- alla soggezione di tutti i cittadini dello sta-

ciale del 1 848,co'(iuali era e>pressa l'abo- to alle imposte, erano ammissibili alcu-
lizione del nesso di sodililela, nonché l'in- ne eccezioni. L'anteriore esenzione dal-
dennizzo delle prestazioni mbariali con l'imposte, di cui godeva il possesso nobi-
mezzi (Iella provincia, vennero a compi- le, iiulusse la legislazione del paese a pro-

mento coiicomiliili da tanto tenore e teggere s[)ecialmente il possesso de'suddi-


che nella costernazione ge-
tanti disastri, ti soggetti all'unposte, contro la progres-

nerale ne fu ^labilila soltanto la massi- siva diminuzione, anzi a curare la mag-


ma, ma mol-
fu deferita la soluzione delie giore possibile estensione di questo fondo
teplici «piestioni di diritto e politiche che d'imposte. Così giusta le leggi urbariali

ne emanarono. Com venne all'imperiale le lande deserte doveano venir popolate


legio governo anche colà 1' incombenza da'Condi rimanenziali e formate nuove co-
di regolare (jiiesle condizioni radicate nel- lonie, che però doveano rimaner nelle
la legislazTone di secoli andati; incomben- mani de'Ioro attuali possessori, coli' ag-
za questa, cui iu vista degl'incalcolabili giunta che per quest'ultime dovea aver
henebzi che verrebbero al paese dal pos- luogo il riscatto. Hannovi migliaia di fa-
sesso regolare ed assicurato, fu sopperi- miglie agresti, che da tempo immemora-
to volonterosameiile. Mediante il procla- bile sotto dilierenti denominazioni, come:
ma imperiale de'2 dicembre i84<^> e la tassalisli,citrìalisti,coiitrallu(tlistì,ceii'
patenti^ imperiale de'y luglio 1 849jf^LJ con- sufilisti ec.j in parte prima ancora della
Il-rmala l'abolizione del nesso di suddile- regolazione urbariale di M." Teresa , si

la, come per gli altri dominii dell'impe- trovano in possesso di fondi non urbaria-
ro, anche pe'paesi ungarici. Essendo che litrasmessi loro ad uso per tempo inde-
la natura urjjariale deTondi e delle pre- terminato di'proprietari verso un con-
stazioni competenti per rusufrullo d'essi tralto verbale o scritto. In forza del di-
jniò indublìiamente essere (issata, quella ritto di proprietà diretta della signoria,
de'primi cioè mediante le tabelle urbaria- era permesso al signore di riprendere
li compilate all'occasione della sistema- questi fondi verso l'indennizzo dell'inve-
zione urbariale elFettuata nel 17137 per stiture. Che la repentina abolizione del
ordine dell'imperatrice M."^ Teresa di pe- nesso di sudditela dovesse procreare una
renne memoria; quella delle ultime me- confusione nell'idee del diritto e il desi-
diante i dettagliati ilispositivi dcll'arlico- derio di questi possessori d'esser liberati
l'j della dieta [)rovinciale deIi83G: fuvvj anch'essi d'ogni prestazione av'veuire, è
nn.i noi ma inalterabile nel pareggiare le naturale, e ciò tanto meglio perchè ap-
quolioiii mosse da ao>be le parti relati- punto di conseguenza della summenzio-
Aanuntc- all' uso promiscuo di pascoli e nata cura della lesislazione onde sieno
o
boschi, l'impiego de' fondi rimanenziali, mantenute le forze contribuenti del po-
e dalle hinde de>erte. In riflesso all' im- polo agreste, l'obbligo di prestazioni ine-
|iorlimza sociale e politica della condizio- renti al fuudo a norma del contralto, era
ne in discorso, era cosa imprudente, anzi |)roletto dalla legge contro aumenti ar-
inalio.iinente impossibile, di statuire ar- che even-
bilr.iri , la decisione delle liti
bili.uiainiiil»' una rpialunque massima, tualmente ne emanarono era involata al
Uiu M dovette ullcucrsi slrcltamenle al diruto privalo, e come ogni altro alfare
U^ G
urhariale era devoluto alle supreme au- il codice civile univer-iale auslri.-ico del
torità politiche della provincia, e così fu i8ii entrò in vigoie pe'regni d'Unglu;-
dato adito alla supposizione die la legge ria, Croazia, Schiavonia , la Voivotli'aili
possa di essi disporre comedeToiidi vera- Servia e il Danaio di Teme>\vai da (piel
;

mente uibariali. Per importaiilissinii mo- giorno in poi fu inlrodollo in tulli i [t,ie-
tivi politici e inorali seuibrò inconvenien' si della juonarchia tranne soltanto la
,

ted'auimettere illiniilalamciite tale con- Transilvania, e il granducato di Craco-


fusione dell'idee del diritto. Gli ù però via nella Polonia. Percpieslo si promise
altrettanto chiaro, che il lasciare una l'introduzione, e fu dilazionata all'epoca
gran parte del possesso fondiario in que in cui si attivarono le autorità giudizia-
sto stato precario ed onerato, sarebbe lo rie di conformila alla nuova organirzazio-
stesso che condannarlo all'anuniserimea- ne. L'istruzione fu sino a pochi iuini ad-
to progressivo. Il grande sagrifìcio im- dietro trascurata, però erano assai diil'u-
posto al paese dall'indennizzo urbariale si i suoi primi elemenli, e ili rado Irova-
sarebbe rimasto senza risultalo. Lo scio- vasi un conladino che non sapesse nline-
glimento del nesso di sudditela sarebbe no leggere, ed ogni villaggio uvea il suo
stato proficuo soltanto ad una parte del- maestro di scuola. INTa le sciente e le ar-
la popolazione agres te, in vece d'essere be- tinon sono stale porlaleadallissiuio gra-
uefico pel complesso. Piimnovere questo do come prova lo sialo poco sodili>fa.
,

seme di odio tra le diderenti classi della cenle deH'uuInslria. Oltre la i icoulata u-
popolazione agreste, mediante un'equa nivfrsilà di Pesi , e gli altri pure ram-
soddisfazione di lutti gli aventi interesse, mentati stabilimenti insegnanti, vi sono
convalidare la pacifica concordia loro, in Ungheria 5 accademie , alcuni licei e
prevenire tutte !e future agitazioni agra- gran numero di ginnasi; la scuola delle
rie con ùnaopeiativa sistemazione di tut- miniere di Schenuiitz, illu>trata da una
to il possesso fondiario, quest'era il tema moltitudine di dolli, paie che in oggi sia
la cui soluzione esigeva urgentemente i diminuita la sua importanza. UlTunamen-
supremi riguardi politici ed economici. te contava 1' Ungheria c) opere periodi-
Essa fu trovata nell'ollrire a'contribuen- che consagrate alle scienze calle leltere.
li le possibili facilitazioni perchè possa- La stamperia piìi importante èqnella del-
no pagare a tempo indeterminato loro i l'universilà di Pesi, e soliar o in «piesla
debiti, e pervenire gradatamente alla pie- città ed a Presburgo si trovano alcune
na proprietà del loro possesso. A[>pena incisioni a bulino. In lutto il regno non
mediante tale sistemazione e consolidazio- sono che due torchi litografici. L'Unghe-
ne, che s'intende a lutto il possesso fon- ria benché goveinata dagl' imperatori
diario di que'paesi, è ofierta la garanzia, d'Austria, non pertanto lascia d'essere m\
che lo sviluppo maggiore dell' agiatezza regno a parie, che ha le sue costituzioni
comune risarciva le momentanee perdi- monarchico-aristocratiche, le sue leggi,!

te de'singoli, nonché i sogiifizi di tutti in suoi magistrati, ed i suoi privilegi parti-

complesso, e così soltanto è lesa possibi- colari, da ultimo però modificali gli uni

le l'elletluazione di libri fondiari, del ca- e le altre. Pel memorabile 18/18, infdire
tasto, e quindi la fondazione del credito epoca d' universale delirio, anche l'Un-
reale, T istituzione di banche ipotecarie, gheria fu tulla quanta ribellala dallo spi-
un'economia razionale, l'introduzione del rito repubblicano. Domala l'insurrezio-

sistema di arrenda ec, insomma tutte le ne furono soppresse tutte le sovranità e

istituzioni che devono cooperare allo svi- baronali giurisdizioni, e gli antichi tito-

luppo dell'agiatezza di questi paesi". lati ora soltanto posseggono come pro-
Quindi coli." maggio dello slesso i853, prietari le loro terre. legami jèudah lii- I
i42 U i\ G U N G
ronoinleramenlecliiicioUl. La nobiltà 'in- re magistralo tlUtretluale, diedi poi pnr-
gherese sempresi ili^tinse pel particolaie leiò. li penultimo Palatino irUnglieiia,

costume del nobilissimo vestiario , vera- governatore e capitano generale del re-
mente elegaiilissitno e ornalissimo. La co- gno, contee gitidice de' Ia7ygi ede'Cuma-
rona è tredilaria nella casa d'Austria, e ni,f<i l'arcidnca Giuseppe Antonio figlio

l'Unglicria fa parie della nionarcliia de- doU'imperatureLeopoldoll efialellodcl-


gli Stali Austriaci per la sola ragione che l'imperatore Francesco \. Essendo mor-
ia delta augusta famiglia siede sul trono; to nel 184? a'i3 gennaio in Presburgo,

poiché se mai venisse ad estinguersi, gli in una riunione generale tenuta dagli a-
ungheresi avrebbero nuovamente lidi- bilanli di Peslh e diBuda, venne risoUi-
ritto di scegliersi un sovrano. Al suo av- lodi erigergli un monumento, in una sta-
venimento al trono delTimperatore, tal- Uiaeqiieslre di bronzo. La dignità di Pa-
volta venne il princi[ie ereditario riconO' latino d'Ungheria è antica quanto il ti-

sciulo.con^agrato e toroniito re d'Ungile- tolo di re dcll'Ungheiia. 11 r. "Palatino a-


ria, colla sagra e celeberrima corona di s. vea nome Cseba. In origine, il Palatino
Stefano indipendentemente da ciò che
I, eraun dignitario della corte reale, e di-

avesse potuto farsi per tal conio nell'ai- simpeguava presso a poco le stesse fan-
Ire parli dell'inipcro; e rincoronazicne si zioni del maggiordomo del re de' fran-
esegiiisce con cerenioiiie paiticolari che chi. IndipendenlLnnente dalle sue funzio-
altengon-si agli usi e privilegi della nazio- ni alla corte, il Palatinoera,come rappre-

ne , ed alla presenza degli slati del rea- sentante del re, investilo del potere glu-
me ungarico, i quali si compongono del diziario. Al tempo del re Bela I, il Pala-
clero, della nobiltà e della cittadinanza tmo univa alle altre sue attribuzioni il

delle città libere. per privilegio del-


11 re, titolo di capitano generale de'Cumani, tri-
la s. Sede, prende l'onoiifico e cospicuo bù asiatica emigrata in Ungheria, gudeo-
litolo di Apostolico [F.) e (\\ Maestà yl- te fino alnominalo considerevoli privtle-
^;o.s7o//f/7. Gli arciduchi s'intitolanoP/7//- gi. Durante il regno della dinastia Ai [>a-

cjpì reali d'L iigheria e di Boemia. Può diana, fondata da Arpado I, che coman-
il re disporre delle principali cariche del dògli ungheresi allorché fecero il conqui-
regno colla restrizione di non doverle
, sto della Pannonia. e di cui il ramo ma-
concedere fuorché ad ungheresi nobili, i scolino si estinse nella persona di Andrea
quali ultimi hanno il privilegio d'occupa- HJ^ i| Palatino fu nominalo dal re, col-
re lutti gli udizi. Contribuiva all'elezio- l'assenso peròde'signori del paesejciòeb-
ne del Palatino d'Ungheria viceré del be luogo pure sotto i re della dinastia mi-
regno, congiuntamente agli stali; ora pe- sta lino al tempo di Mattia I: da queslo
rò il regno ha il governatore generale (già monarca in poi, il modo dell'elezione, co-
governatoie civile e militare) e generale aie pure i diritti e le attribuzioni del Pa-
comandante in Ungheria ,
comandante latino, furono regolati dalle leggi. Il ll-

del 3. "corpo d'armata (titoli conferiti nel tolo di luogotenente generale del regno
febbraio iHlfi), nella persona delserenis- figura per lai, 'volta durante la minorità
Simo arciduca Alberto Federico, eziandio di Ladislao V d'Austria. L'illustre guer-

-, .. , j.- >, ., ^... |,„,.w .. ...,,j^.,. o »

Cesco 1. Qui mi piace rende- come rap[)resenlaule del re. Dopo la nior-
rc ragione del Palalin;.|o d'Ungheria, il fu luo-
te di Ladislao V, il suo zio Silagyi
qnule non si deve confondere col superio- gotcnenle generale del regno lino all'eie-
U N G UlVG .43
ziorie ili Mattia I. Sotto il regno cle'mo- assenza e impotenza del Palatino, presie-
narchi della casa d\\bsburg, die tal voi in deva la tavola de'magnati il gran giudi-
aveano interesse a liisiiar vacante il l*a ce d'Ungheiia 2.° dignitario del regno,
)atinato,si risconlrano nella storia d'Un- A tempo dell'arciduca Palatino Giusep-
gheria parecchi Inogoleneuli geiier;ili. pe Antonio, la tavola deMeputati nove-
Sotto il regno di Leopoldo 1 fu sliptila- rava 3So membri;
la tavola de'magnati
lo, previe alenile leggi, che il Palatinalo 252, fra"<juali 32 del clero; giudici a- i

non dovesse più rimaner vacante, e d'id- sceudevano a i eoo persone, e lutto il per-
lora in poi l'Ungheria non ha avuto che sonale aderente alla dieta era di circa
due Inogotenenli generali, indipender.le- 4coo persone. La diela anlicanicnle si
mente dall'aniduca Stefano, eletto a la- radunava almeno ogni 5 atuii; in segui-
li funzioni per la molle del suo padre il to si convocò con più frequenza. Rilor-
siidilello arciduca Giuseppe Antonio, cioè iiando al re d'Ungheria, egli pui) dispor-
l'ariiduca Alberto e riliustre defunto re di tutti i benefizi ecclesiastici , regola
ramnieiilato. L'arciduca Giuseppe Anto- esclusivamente quanto concerne l' istru-
nio fu nominalo hiogolenente generale zione pubblica, dichiara la pace e In guer-
dopo la morte di suo fiatello Leo[)oltlo ra, comanda le lrup[)e ed ordina la leva
11, e dopo un anno eletto Palatino [ler ac- in massa della nobiltà, quando la difesa
clamazione nel 7q6. Le famiglie unghe-
I dello stalo esiga tale misura; del resto sen-
resi che contano fia'Ioro membri de'I'a- za il consenso della nazione, sino agli ul-
hitini sono le seguenti: Pallfy 3,ljalasly i, timi clamorosi avvenimenti, nessuna leg-
Okolicsanyi r, Eslerhazv 2, Bathiany i, ge esistente poteva essere né modificata
Forgath I . Draskovics Nadasdy ,Wes-
i , 1 né soppressa, ninna legge nuova stabili-
selenyi i. Il Palalinaloè pi ima dignità I;» ta, non jiresa aliuna tieterminazioiie. Il

del regno d'Ungheria, e chi n'era investi- re avea il diritto di convocare, prolunga-
lo l'esercitava a vita. Loco quali erano le re, disciogliere l'assemblea degli stali, che
."
attribuzioni del Palatino: 1 presidente per altro doveasi adunate almeno ogni 3
della dieta; 3.° tutore del monarca duran- anni. L'assemblea divideasi in due came-
te la sua minorità; 3." [ìresidente del go- re: la i.'o camera alta componevasi dei
verno del tribunale supremo, cioè la ta- magnati, cioè gli arcivescovi e vescovi, i

vola de'settemviri; 4- capo supremo dei principi , conti e baroni del regno, ed i

comitati riuniti di Peslh; 5.°giudice e ca- governatori de'comilati; la 2.' accoglieva


pitano de'distretli de' lazygi e de'Coma- i prelati, gli abbati, i deputali de'comi-
ni; 6." capitano in capo dei regno; 7. al- tali, quelli de' capitoli, quelli delle città
l'incoronazione de'i e egli insieme col pri- libere regie , inline i rappresentanti dei
mate del regno pone la corona sid capo magnati che non potevano comparire in
del monarca; 8.° nondna il referendario persomi, il re compariva alla dieta per-
della tavola reale di giustizia, il capitano sonalmente, op[)ure vi si faceva rappre-
del Palaliualo, come pure il capitano J*a- senlareda commissari; ne le decisioni del-
latinale in secondo grado de' lazygi e de' la dieta aveano vigore se non dopo di es-

Cuniani ;
9.^ nella sua qualità di giu- sere slate da lui ratificate. Il potere ese-
dice supremo de' lazygi e de' Cuma- cutivo appartiene al re, che l'esercita per
iii, percepisce l' annuo trattamento di l'organo d' un ministeio parlicolare, la

Sooo ducati: la cifra dell' altre sue ren- r<7«re//('r/VzfZ'f/?g/u'/7V/,residen le a Vien-

dite viene stabilita dal re. Il Palaliualo na. La luogolenen7,a del regno consiglio
dovea esser occupalo nello spazio d'un di sialo, stabilita a Buda e presieduta dal
anno, il re proponeva alla dieta candi- i Palatino, teneva la direzione di tolte le

dali, ordinariamente iu numero di ^.Pev bisogna dell' inleruo , ove ogni comilalo
1 44 UNG UN G
ha un govcinalore. L'nmministia7,Inne mini.strn7Ìone del legno di Unglieria «fa
(Ielle fioiilieiT iiiiliinri dipeiide iumu-din- il loogoleneiite, il qn-.Ac lui dii [xciidere

lamenle dal consiglio di guerra sedeiile a la sua sede in nnda-Feslii. Il persohaie


Vienna , e trovasi confidata in eiascun che sollo la sua direzione e ie«ponsabiii-
reggin>enlo ad un comandante. II popò- là deve aver cura degli alFiiri d'auiinini-
loungliereseèallasua volta soldato e col- strazione, consiste in un vice-presid<n)le,

tivatore. 11 codice legislativo componeva- in un numero di consiglieii di luogole-


si di tutte le leggi emanale da'diversi so- nenzo, segretari, concepisti ed ini[)ii'ga-

vrani, e stale accettate dngli siali ; ma i li di manijiolazione, corrispondenti a'hi-

diversi popoli del reame hanno oiascu- sogni del servizio. 11. Sotto riguardo ani»
no alcune leggi e alcuni privilegi parlico- niinisfralivo lo slato della Corona d'Un-
lari. Prima le rendite componevansi del gheiia verrà diviso in 5 lerrilorii(distret-

prcdoUo delle miniere, dell' imposte le- li)d'a(nminislrazione che vengono nonìi-
vate sul [)ersona!e, sopra i bestiami , sui nati da' loro capoluoghi: Buda-Pestìi^
beni fondi, sul commercio ec, e delle con- Preshuri^o,Oedcnl>iLrgo,CascìwuoCnS'
Iribuzioni annue die col[iivano sollan- sovia, eGran P'aradiiio. III. L'au)mi-
to i conladini e i cittadini delle città libe- nistrazione del distretto la dirige e ne ha
re, essendone la nobiltà totalmente esen- cura li. r. Palatino superiore distrettua-
le. Il totaledell'entratesi facevano ascen- !e(DislrictsObergespan). Il personale ag-
dere a fpiasijoo milioni di franchi, vale giuntogli per aver cura degli affari con-
a dire, secondo alcuni, a circa il 3.° del- sta_, oltre ad un consigliere di luogolenen-
le rendite di lutto l'impero d'Austria, za , del numero necessario di consiglieri
L'avv. Castellano calcolò le rendite del- distrettuali , segretari, concepisti ed ira-
rUiighcria a 20 milioni di scudi. L'eser- piegati di manipolazione. 11 Palatino su-
cilo in piedi in tempo di guerra si coni- periore distrelluale è nella sua posizione
poneva di 12 reggimenti di fanteria o ai- di servizio sottoposto al luogotenente,
duchi, e IO d' us>eri, ciascuno de' pi imi Appellazioni contro decisioni del Palati-
composto di SSSy uomini, e ciascuno dei no superiore distrettuale vanno dirette
secondi dii6f)8, il the forma un totale a'ministeri, iquali o ne pronunziano seiì-
di 63,264 uomini; ma in tempo di pace lenza eglino stessi, oppure le fìuiiio de-
la molto
forza militare veniva ridotta a cidercal luogotenente. Ledisposizioni più
minore quantità. La cavalleria unghere* dettagliale sopra i casi e le ujodalilà, nei
se forma la principale forza degli eserti- quali deve aver luogo 1' immediata co-
ti auslriaci; ed i soldati sono valorosi e municazioue degli alfari fra' ministeri e
abili, i nobili erano tenuti a sostenere le le autorità distrettuali, verranno stabili-
spese della guerra quando si faceva nel- te dall'istruzione ufllciale. IV. I distretti
I interno, e di armare allora un numeio si suddividono in comitati. Il distretto di
d uomini pio[)orzionato all'estensione dei Buda- Pesili abbraccia comitati diPeslh- i

loropodeii; doveano essi pure levarsi in Bilis,Peslh Soll,Slulihveissenburg,Gran,


massa per difendere lo stato all'ordine del lleves, Szolnok, Covsod, Csotigrad, e Ja-
sovrnno. A'i3 settembre i85o fu ema- zi"ia con Cumania. Al distretto di Prc-
nata da Vienna la seguente organizza- slnirgo api)artengono comitati ili Pie- i

zione delle autorità politico-amn.inistra- sbiirgo Neutra superiore e inferiore,


,

live nel regno d'Ungheria, ed è essenzia- Trenlschin, Arva,Thurocz,Liptau,nont,


le che ne riporti l'intero leslo, pe'gran- SohI, Bars, Neogiad e Comorn. Il disti et-
di privilegi che prima godevano gli un-
lo di Ocdcidmr^
composto de'connla- è
ghcresi, onde SI conosca in quale parte re- li di Wieselburgo, Oedenbuig, Uaab,
Marono obiogaii. „ ^llu lesta dcll'um-
I.
Eistnburs,\VeszprÌM., Szalad, Suine-h,
-

UNG UNG l'i;


Tolna elìaranya. II dislreltotli Cnxchnii piegali cllsponlblli o collo ncrpllayinnc di
comprende in se i conìilali di Gntnor, dim nisli sislertiali, fjii.iiiliiiiqiie non ap-
Zips ,
Saros ,
Alhanj -Torna ,
Z<;n)plin, pai Icngnnoallncljissedpgriinpipn.iii pid»-
Unglivai-, Ceregl), Ugocsa e Maimams. blici. Vili. Gl'individui impiegati pies-
Neldistreltodi Gra?if'aracli/ìO sonocon- so un'aiìloiilà d'amnunistiazione politi-
tenuti i comitali di Aiad, Csanad, Be- ca devono fermare il loro slabile domici
kesch, Bihar superiore e inferiore, Szalh- Ho nel luogo di sede di quell' autorit;»
mar e Szabolcz colle citlìi degli Aiduchi. pres^j larpialesonoocciipnli. L'uidenniz-
V. L'amministrazione del comitato vie- zo delle spese incontrate in viaggi di ser-
ne diretta da'capi del comitato (Comites \izio entro a'iimili del territorio <!* am-
Ispan). a'quali sono aggiunti scgietari, ministrazione loro assegnato, lo ricevono
concepisti ed impiegati di man!pola7Ìone dalla bonificazione di viaggio (Reisepau-
per l'umniinistrazione degli alliui. Il ca- sellale) destinala per l'auloritài in viag-
po del comitato di Jazigia e Ciunania por- gi d'iinÌ7Ìo fuori del territorio d'aininini-
ta il titolo di capitano de'Jazigi e Cuina- slrazione spelta loro il diritto adielecoin-
ni. Il capo del comitato (Comite) è im- misurale alla loro classe di servizio ed
mediatamente sottoposto al Palatino su- all'indennizzo delle spese di viaggio. IX.
periore distrettuale. Egli lia cura imme- I capi dell'autorità politiche d'ammiui-
diata di quegli affari, ne'quali gli è riser- strazione sono obbligati ad eseguire ae-
rata la prima decisione, sorveglia l'am- curatamente e con prestezza gli rjrdini e
mi nistrazionc degli affari degli organi sol- disposizioni dell'istanze superiori. Essi so-
toposti, e prende tutte le disposizioni, che no respotisabili di tutta ramministrazio-
le leggi vengano eseguite nel comitato, e ne degli affari. Eglino devono persuader-
porlati a compimento accuratamente e si con viaggi ripetuti dello slato e del-
senza ritardo gli ordini delle autorità su- l'amministrazione regolala del territorio
periori. "VI. L'infima suddivisionedel pae- d'ufiìzio loro affidalo, e fare rapporto ai

se all'uopo dell'araminislrazione politica lorosuperiori di tulli gli avvenimenti più


viene formala da'distrelti curiali (Slulii- importanti. Il personale d'ufiìzio lor sol-
bezirke). Dell'amministrazione de'mede- toposto, sul quale spelta loro il potere di-
simi hanno cura commiss?iri i dislrellua- sciplinare entro a'iimiti deleruiinali dal-
li, col titolo di giudici curiali (Stuhirich- l'istruzione ufficiale, è obbligalo rigoro-
ter)amminislrativi. Quali impiegalid'a- samenlead eseguire con punlualitàe im-
iuto SODO loro assegnali degli aggiunti, mediatamente le loro disposizioni e ordi-
Le autorità dislrelluali sono solto[)osteai ni di servizio, ed a trattare gli affari Io-
comitati e formano ne' loro distielli cu- ro affidali giusta le indicazioni de' capi
liali la prima autorità decideule (prima d'uffizio. X. INe'casi d'impedimento, fin-

istanza) per tulli gli affari dell' ammi- che non segua per parte tiell'autorilà su-

iiistrazione politica non riserbali alle au- periore un'altra dis[)osizione, il posto di

lorilà di comitato. \'I1. Al luogotenente, luogotenente verrà esercitalo dal vice-


a'|)alalini superiori distrettuali, a' corniti presidente, quello del palatino superiore
ed a' commissari distrettuali verrà ag- esercitalo dall' aggiuntogli consigliere di
giunta la servitìi necessaria ed assegnala luogotenenza,, ([uello del cornile dal sa-
una bonificazione di cancelleria per la grelario del medesimo, e quellodel com-
comperadi quel che fa d'uopo per lacan- missario distrettuale dall'aggiunto primo
celleria, per l'illuminazione e per riscal- di rango che trovasi nella sede d'udizio.
dare, come pure per provvedere agli af- XI. Gli organi dell'amministiazione pò-
fari di scrittura in quanto che non ne ven- lilica devono nell'elfclluazione degli af

ga fornito il bisogno coli' assegno d" ini- fari tenersi presenti le leggi e le disposi-

VOL. LXXXIII. 'o


,46 UN Ci UNO
zioni viaenli, efl osservare gli avvisi che plelamento ,
manleninìento e alloggia-
ven"ono loro couiunicali dalle aiiloiilà mento delle liii|)[)(', ed il sisleina delle

siiperiiiri in ordini speciali, o[)piire in vetture semigialuile; riii)[)iego della geii-


islruzinniannosite.Le determinazioni piìi darmeria e degli altri cor[)i destinati alla

dettagliale sul Irallauiento degli affari e guardia; il sistema de'passaporti, della pa-
sulla posizione di servizio degli oiga-ji im- tria e degli stranieri; gli allari de'oieslie-

pie"ali uell'amministrazione politica sa- ri e del comnieicio, il sistema sanitario, il

ranno contenute dall'isti uzione d' uffizio sorveglinmento liegli all'ari coniunuli e di
pe'niedesimi. XI 1. L'amministrazione pO' tutti gl'istituti e disposizioni riguanlanti
litica appartiene prima di lutto alla giù- la polizia locale, gli affari delle chiese,
risdizione del ministero dell'interno. Al- scuole ed istituzioni, 1' ainmiiiistiazione
le autorità politiche spellano perciò piìi dellecarceri;ilsorvegliamento della slam-
prossimamenle tulli gli aduri riferentisi pa ed associazione; la cura perla tenuta
alla sfera di attività di quel ministero, e ad evidenza de'conlini dell'impero e del-

cjuelli fra gli adari a[»partenenli alla giù- la provincia, e pel mantenimento delle
risdizione degli altri ministeri, che sono strade per terra e per acqua; la coopera-
affidali alla cura dell'autorità politiche, zione alla commisurazione, riscossione e
in quanto che da'rispettivj ministeri non lrascrivimentodeli'impostedirette,e l'ap-
sono nominali degli organi speciali di- , poggio degli oigani delle gabelle a nor-
pendenli immedialamenle da'medesioii. ma delle leggi sull'imposte e gabelle; le
In questi ultimi rami del servizio pul)bli- cose di agricoltura e gli affari di privilegi,

co hanno gl'impiegati politici da proce- il prendere influenza all' espropriazione


dere giudizialmente e da cooperare in in conlese sopra «lirilli d'acque di fabbri-
quanto che ciò viene loro imposto od ac- che, la composizione di bilanci prevenli-
cordato dalle norme legali universali, o \i per l'amministrazione politica e per
dagli ordini e istruzioni, che verraimo e- gl'islituli pubblici del loio distretto di giu-
messeda'rispettivi ministeri, d'intelligen- risdizione. XV. L'attuazione dell' orga-
za col ministero dell'interno. Xlll. Alla nizzazione dell'auuninistrazione politica
sfera d'attività delleautorità politico-am- nell'Ungheria e delle provvidenze riferen-
iuinislrativeap|)artiene in generale la cu- lisi allo stabilimento delle nuove autori-
ra per la pubblicazione ed eseguiniento là verrà affidata ad una commissione spe-
delle leggi, eper la conservazione e lipii- ciale d' organizzazione sottoposta al mi-

slinamento della sicurezza, dell'ordine nistero dell'interno. (Questa commissione


pubblico e della tranquillità di tutta l'è- dovrà aver cura, d'intelligenza cogli or-
slensione della loro giurisdizione. Cogli gani chiamati all'attuazione deli'organiz-
organi chiamali stabilmente o tempora- zazione dell'autorità giudiziarie, special-
riamenle ad aver cuia di singoli allari ri- mente del rintraccianiento e distribuzio-
leientisia questi rami del servizio pub- ne delle necessarie località d'uffizio, del-
bìico, le autorità amuiinistralive devono la publ)licazionede*concoisia'posti diser-
agiie con unaninnlà zelo e piontezza.
, vizio, e del rapporto da farsi al ministe*
XIV. La sfera d'attività degli oigani pò- ro dell'interno sidle proposte d'impiego
litici abbraccia in ispecial modo, enti o i de'medesimi, della preparazione ed ese-
limiti piescrilli dalle disposizioni vigenti ciizione della consegna dell'uffizio, e del-
oda rilasciarsi, i! tenere ad evidenza la l'mtroduzione di que'tìisposti, che si pre-
popolazione, la raccolta e la confrontazio- sentano come necessari allo scevranienlo
ne di dati statistici, come pure il sorve- ed alla cura degli affari che in avvenire
gliamenlo ile'registii di nascita, di mairi- non apparterranno più alla sfera d'alti-
uionioodi morie; la cooperazionealcom- vita degli organi politici. XVI. l\'r nu'Z-
,

UN G UNG 147
zo della piil)blicazione de'concorsi vpnà risoluzione alle sezioni luogotenenziali
«(Feria a tulli qnegl'intliviilui the voglio- dell'Ungheria ed a'ioro capi. Esse ebbero
no cletlicarsi al servizio polilico, l'occasio- col medesimo I "mnggio il titolo d'impe-
ne, dimostrando la loro capaciti», e in riali regie sezioni longoteiienziali. Il prò
quanto essi si sono già trovali al servizio tocollo degli esibiti dell'i, r. luogotenen-
pubblico, o vi si trovano tuttavia, di ri- za venne chiuso nel line d'aprile. L'i. r.

correre a' [)0sli di servizio da occuparsi luogotenenza di Buda, parimenti col i."

defiiiitivatuente.Nel concedeie i posti bi- maggio, non potè più assumere l'evasio-
sogna prima grado
di lutto por niente al ne di quelli presentati sino a' 3o aprile,
maggiore di obililà de' concorrenti, non e ciò fino a' I 5 rJ>ag^io in cui cessò asso-

che a' servigi da loro prestati con buon lutamente l'attivila d'ufficio. La sovrana
successo nella posizione d'ufficio in cui si patente emanata 19 ottobre 1846, a a'

trovarono finora. Le nomine a'poslid'im protezione della proprietà letteraria ed


piegali sislemalici piesso le autorità po- artistica, col r. "maggio fu [losta in attivi-

li'liche amniinistialive ,
segnile dopo il la per l'Ungheria e gli anteriori suoi pae-
consiglio della comriiissione d'organizza si aderenli. Con altra sovrana patente dei

zione, valgono come ilefìinli ve econcedo- IO maggio 853, operativa pel legno di
I

110 agi' impiegati i diritti e ragioni spet- Ungheria, per la Voivodia di Servia e pel
tanti ,
giusta le prescrizioni vigenti , a- Banalo diTemeswar, fu decretato che
gl' impiegali jiidjblici. Gl'ioìpiegnli che dal 1." novembre veniva introdotto il
«llnalmente trovansi in funzione [irovvi- [)rovvisorio catasto foiidiario, quale mi-
soriansenle restano a'ioro posti, in quaii- sura per la commisurazione dell'imposta
tocliè non ne vengano limossi per moti- fondiaria , e stabilito, che (juesta debba
vi disciplinari, sinoall'organizzazioiiede- importare il I 6 per 100 della rendita net-
finiliva, e qualora otlengano quindi un la.A su[)plue a'riportati generici cenni,
i «n piego deli ni ti vo,o bensì nella loro qua- ed a quelli storici che vndo a descrivere,
lità di servizio attuale oppure in un'al- si poimo consultare. Nicola Olahi, TIiui-

tra, il tempo da loro passito senza inter- garia et Alila, VindobonaeiyGS. Res-
ruzione al servizio pid)blico, dal giorno puhlìca et. Status Regni Huugariae
del loro impiego provvisoi io, verrà calco- Lugduni Bat.i634. Istoria delle azioni
lato al tempo di servizio definitivo". L'im- de' re delVUngheria^ Venezia 68 j. Iu- 1

peiatore Francesco Giuseppe con so- I cbo(ev,Aiiua lesEeclesiaslìci Regni Ilun-


vrana risoluzione de' o "ennaio 853, or- i i {^ariae, Romaei644- Carlo Peterfy ge-
dinò che la luogotenenza dell'Ungheria, suita, Sacra Concilia Ecele.siae roma-
che dovea essere organizzata di nuovo, ìiae catholicaein Regno Ilungarine ce-
dovesse fungersi in 5 sezioni separale. Af- h'hrata ah anno Christiio^5 adannum
fine di dare esecuzione a questo decreto, usqiie 1715. Accedunt Reguin Huuga-
raiciduca Alberto deferì a' 28 febbraio riae etSedisApostolicae legaloruin con-
una parie dell'attivila d' ulììcio dell'I. stitutiones ecclesiasticae: collegit, illii-

r. luogotenenza di Buda alle 5 reggenze strai'it, Posoniii742. Kolhuii, De ori-


distrettuali, e Irovòopportuno d'assegna- giia'l/us, et iisii perpetuo potestatis legis-
re ad esse col 1." maggio anche gli ahri latoriae circa sacra Apostolieorum Re-
affari polilici della sua sfera d'ammini- ^Hniirungariae,V\nòohonae 7 64. Gior- 1

strazione. Con detto giorno dunque le 5 gio Pi ay gesuita, Anna Ics veterum Hun-
reggenze distrettuali di Presburgo.Buda, nomili, Avarimi et Tluiigaroruin ah an-
Cas>ovia, Oedenburgo, e Gran Varadi- no ante Cliristum 7. IO, usqiiead annwìL
no , cominciarono ad esercitare la sfera C/ir/.sa'g97, Viudobonae 1761: Disser-
d'azione assegnata culla detta imperiale tationes hislorico-criticac in Annales
i48 UNG UN G
'
vetcrwn ILinnorum, ivi 774 y^nnales i : die vi si slabillrono. ha derivatoli proprio
Regimi Tliwgnriac ah anno Clìvisli 997 nome, secondo il Castellano. F^'Unglì»MÌa
iisque ad annulli 564 dednclì , ivi
1 tiene il luogo della parte orientale della
1 764-70: Epìstola rcsponsoria ad
dis- Dacia, della parte settentrionale dell'an-
serta tì'onern apo loge ticain In noccn tUDe- tica Pannonia (di cui parlai a Sirmio per
serica, de initiis ac majorihus Hiinga- essere stata la capitale della bassa Fanno-
rornniy Tyrnau 762 Epistola respon-
1 : iiia), corrispondente alla bassa Austria,
soria inpartem priinani disserta lionuni alla bassa l nghcria e alla Slavonia. o
Benedicti Cetto,W\ 768: Specimen Hie-
1 Schiavonia, e dell'estremità sud-est del-

rarchiae lIungaricae,Vesli)m 776-79: 1 la Germania, abitata da'quadi, i <)uali

Index varìorwn libr orimi Bihliothecae occupavano l'alta Ungheria sino a Gran
ìtnii'ersilatis Budensis, Budaei 780-8 1 : o Strigonia,ed\ là seguendo il Danubio,
Ilistoria Reginn Ilitngariae stirpis /lii- la parte dell'Austria che giace tra il detto

striacae, hus,i\sla 799: Ilistoria Regimi


i fiume e la jìloravia. Occupa finalmente
Hungariae ciim notitiis praeviis ad co- l'Ungheria il paese de'lazygi, popoli di-
gnoscendum i'etereni lìegni statimi per- scendenti dagli antichi lazygi Metnnastei,
linentihus^ ivi 801: De Sigillis Regimi
1 che abitavano al noi d-ovest della Dacia,
et Reginarimi Hungariae, pliiribusqite fra il Danubio Verso il prin-
e la Theiss.
nliis syntagma, ivi 8o5. Giovanni Ben-
i romani s'impa-
cipio dell'era cristiana, i

ìiO,TransYh'ania,\'\u(.\o\)onae 778. Va- i dronirono successivamente della Panno-


lentino Franli, Bre\'iciilus originimi na- nia e della Dacia, dal quale ultimo paese
tionum etpraecipue saxonicae in Tran- furono cacciati ùaf'isigoti, Venneio alla
sylvania, Gedani 1701. Rohier, Saggio lor volta a piombare sulla Dacia gli Un-
sugli abitanti tedeschi della monarclda ni {l'.), e piìi lardi, sotto il loro fiiinoso e
ytastriaca, Vienna 1804. Antonio Bon- feroce capo Attila, que' l»;irbari e crudeli
\m\,ReruviIliingaricarimi deeades tres^ conquistatori insignoritisi della Pannonia
nane deniimi industria Martini Bren- andarono a portare il terrore nel resto di
neri histricensis transylvani in lucem e- Europa. Dal nome appunto degli Unni,
Basileaei543: Ciiin additionibus
r//tó^, combinato secondo alcuni con quello de-
J.Samhiiei lìl. Ritii , C. Experientis,
, gli Avari, si fa derivare il termine Ilun-
N. Olahi. A. Cortesii, et A. Bahschay, g'ar/V/, Ungheria. Dopo la morte di At-
Francofurti i58r. Syndromus rerum tila, avvenuta nel 4^3, avendo l'Unghe-

Tiircico Pannonicarum Francofurli


- , ria scosso il giogo, come tutte le nazioni
1627. JVIallia Beli, Notitia Hungariae doniate, i gepidi e gli ostrogoti, poi i lon-
novae historico- geographica Viennae , gobardi ne ne contrastarono il territorio:
1735. Goffredo Schwait, Initia religio- i gepidi furono schiacciati e sostituiti da-
nis Christianae inler Hungaros Eecle- gli avari, i quali con alcun' altra tribù
siae Orientalis asserta , Francofurli slava in breve rimasero quasi intera-
1740. Egli falsaraente attribuisce a'gre- ilienle signori della contrada; se non che
ci la conversione dell' Ungheria. J. G. furono nel loro possesso inquietati dagli
Schwandlner, Scriptores rerum Han- slavi, popoli primitivi di quel paese, e da'
gnricarum, Vindohonae 1746. D. Ber- bulgari. Carlo Magno terminò nel 799
tololli, La calala degli Ungheri in Ita- coU'espellerli dalla Pannonia, dopo cru-
lia nel 900, romanzo storico, Milano de! guerra d'8 anni, in cui perirono tutti i

i83o. lorocapiegran parledella nazione. inulo i

L'Unglieria.clie r\^(7;v/cliiamasi da- suoi avanzi presto disparvero daH'Liiglie-


gli alemanni, e nel proprio dialetto /^a- ria. Pel suo religioso zelo, pare che co-
gyar-Orszàg, dagli l'guri finlandesi, luincìò r Ungheria ad essere iliuminalu
UNG U i\ G 149
dalla benefica e feconda luce della reli- rono a stabilirsi in Baskirie. Cacciali poi
gione cristiana, come quello che tanto e- di là da Pelschenegi o Patzinaci, dopo
steie, nella Germania speciulnjeiile, la fe- lungo intervallo di tempo si rifugiarono
de di Cristo. Altri però sostengono che sulle terre de'romani, e fissarono il loro
r Evangelo era slato già predicato nel- soggiorno in Pannonia. Del resto questa
l'Ungheria fino dal III secolo, ma che la nazione era del tutto diversa da quella
fede rimase a pi incipio oscurata dall'aiia- degli umii ne' costumi, fuiina, foggia di
tiismo, forse introdottovi da'goli invaso- vestire e nella lingua. Il loro idioma, giu-
ri, e poscia quasi estinta da' barbari che sta lo stessocomponevasi in
scrittore,
costeggiavano di là del Danidjio. Dopo la gran parte del tartaro e dello scita, e spe-
morte di Carlo IMagno, eh' ebbe luogo cialujente del dialetto de' tartari voguli.
nell'8 1
4, l'Ungheria ribellandosi, furono Capo del conquisto da essi fallo in Pan-
vedute profanate le cose sagre, presi di nonia Almo
o Aimone, dagli orientali
fu
mira i credenti, così che il vero culto ve- chiamato Salmuts, che pretendeva di-
niva esercitato in segreto, e col niancar scendere da Aitila re degli unni. Egli eb-
l'esercizio esteriore di esso, il popolo ri- be un figlio per nome Harpad o Arpad,
lornò alle superstizioni antiche. Poterono che essendo a lui succeduto, trasmise i

conservare la fede quelle popolazioni del- suoi stali nel 907 (altri anticipano il prin-
l'Ungheria, eh' erano le più vicine alla cipio del suo regno all' 887 e lo fanno
Germania, e S[)ecialmente alla Baviera, morto nel 907 ) a suo figlio Zulta o Zol-
dove non mancavano intrepidi propaga- lan o Sollan. Le armate di costui si spar-
tori ilei nome cristiano. L'Ungheria restò sero per l'Europa e devastarono Ger-
la
in piccolissima parte fino al fiume Pvaab mania, 1' Italia e la Francia orientale.
sotto il dominio de' principi Carolingi, Zulta nel 908 cede i suoi stati al figlio
successori ed eredi di Carlo IMagno, sino Toxun, il cui governo fu tutto opposto a
ali'888 circa, epoca della morte di Carlo quello di suo padre. La pace da questo
li il Grosso re di Francia e già impera- principe stabilita ne' propri stati ne apri
loìc; da ppoichè né Carlo IMagno né suoi i l'ingresso agli stranieri, e fu coll'opera di
successori non hanno mai avuto autori- questi che Gelsa o Geysa di lui figlio e
tà sopra Ungheria, come pretesero al-
1*
successore nel 96 conobbe e abbracciò
1 ,

cuni. Nell'anno precedente l'Ungheria di- la religione cristiana. Cristoforo Koch,


venne preda d'un novello popolo sbuca- Quadro delle rii'oluzioiii dell'Europa,
to come gli unni e gli avari dalla Scizia dal rovescianieiiLo dell Impero Roma-
asiatica o Tartar-ia (/'.), composto di O- no in occidente fino a' nostri giorni, Pa-
Madgiario Magyarì. pan-
ìù'gnri e di 1 rigi 1 8 I 3, riporta ì seguenti cenni storici
noni dierono ad essi nome di Unghcri, il dell'Ungheria. Gli ungheresi, denomina-
che non è che una corruzione di quello di ti anche Magyari da una loro tribù, po-
Onìguri. Tale è 1' opinione di Guignes, poli pagani e fieri, abitavano un tempo
Gio. Eberardo Fischer, nelle sue Quae- le regioni che sono al settentrione del
stioiH's Pciropilitanac, Gottingae 770, i mar Caspio. Verso 1' 889 o 892 partiti
dà agli ungheri origine alquanto diversa. sotto la condotta d'Arpad, invaseroesot-
Secondo lui questo popolo fu conosciuto toinisero la Dacia e la Pannonia, abitata
dapprima sollo il nume di Jugri, da cui da popoli di varie nazioni, e fra gli altri
|)er corruzione derivò (juello di Ilugri, da'discendenti degli antichi romani, da-
Lagrio\\ L/iglicri. Egli asserisce che la gli slavi ec. iNell 899 e nel 900 invasero il

1. loro dimora fu ne'paesi situali intor- Veneziano, corsero Modenese, incen-


il

no la città di Turtau all' occidente della diarono li monastero di Nouantola e ne


Cina, donde dopo lungo errare si reca- uccisero i monaci. Nel 924 presero e di-
X 5o li N G U ]N G
sliuiseio Pa\ii«5 tiucidantlo la iiuigyior gf///,c]iveniie fi a breve oggetto di tenore,
pailedegliabilaiUi. Nel 987 devastaKniu ed era fama che divora<isero la caiiie ti-

Capua, baruo, iNola e Ijetievenlo. NclqS') maria e ne nutrissero i loro cavalli. Con-
iuvastro la Baviera, ed Ollonc 1 re di verliti al cristianesimo sotto Geysa, co-
Germania li sconfisse sul Ledi, facendo- minciarouo a darsi all'agricoltura, Hncliè
ne una strage orribile. Tra il 978 edt)8q s.Stefano 1 fece di loro veramente un po-
Pellegrino vescovo di Pas.st/vicits. Adal- polo, non essendo stali sin allora che un'
berlo vescovo di Praga, spediiono inis- orda selvaggia. Lo storiografo Teliei" so-
sionari in Ungheria, e Geisa che n'era il stiene, essere i IM.igiari suoi antenati d'o-
duca o princi[)e, ricevette le acque bai- rigine parlicajche inoltre in una canzone
tesiniah. 11 martire s. Adallicrlo (/ .) è del secolo X nomi di Ungari e Parti ven-
i

anche venerato apostolo dell'Ungheria, e gono usati nello stesso senso. A questi do-
il Buller dice che vi predicò ii Vangelo, cnruenti venne da ultimo aggiunto un
e che fra quelli da lui guadagnati a Gesìi 3.° dell' accademico Jeniey, a cui riii-

Crislo, si annovera il re V. Stcfa/io I (^/ .); sc'i di decifrare un ms. magiaro del seco-

ma di questo poi ragionerò. Dissi altro- lo XI, in cui iu una specie di preghiera o
ve,the Beneilelto VII Papauel977 con- pia ammonizione,è fatta menzioneespres-
fermò a Pellegrino arcivescovo di Lorck sameute de'sanli e celebri antenati Ma-
{/ .), la giurisdizione sopra 7 vescovati giari e de' Parti, zenl j'clcus Partas eu-
deirUngliei ia inferiore, iie'quali gli coni- *tmA. Ora e continuando le nozioni sulla
metteva le sue veci. Loich eia inetropoii origine degli uiigheri o magiari, conviene
ecclesiaitica della l'annunia, e lino dal far parola delle barbare atrocità, incendi
5o4 Papa s. Simmaco avea concesso il e depredazioni commesse dagli ungheri
pallioal suo arcivescovo, indi la sua giù- o magiari per un secolo e più, sia nelle
lisdizione fu trasferita a ó\///.7;«/ì;c'(/ .). terre circostanti, sia nelle vicine contra-
iseli Ungheria vi sono marche, boi ghl e de, sia nelle diverse calale e terribili ir-
villaggi denominati 31ugyar^co\i diver- ruzioiii in Italia, il che deplorai in tanti
aggiunti, imposti da'nuovi dominatori
.>>i
luoghi da loro manomessi; laonde rilevai
della regione. Alcuni geografi credono i che per difendersi da essi e dalle deva-
Magyari un principal laiuo della grande stazioni de'saraceni, in tale epoca si ac-
nazione de' jf'n/</u', che verso la (ine del crebbe maggiormente e si moltiplicò il

secolo IX mostiaronsi in questo paese, numero propugnaco-


delle 7o/7-/eallri
tlove pervennero a stabilirsi Sotto il .°lo- I li, circondandosi luoghi di forti mura o
i

ro duca Arpad, o per mezzo di negozia- riparando le dirute, anzi ebbero cos'i ori-
zioni, oppure colla violenza, di qua i loro gine non pochi castelli, Contro quelle ter-
capi estendendo lontano le conquiste, fin- ribili bande di scorridori annaronsi vii-
che il cristianesimo insinuantlosi fra essi, l-iggi, case e persone. Le città rinnovare-
ui mano in mano ne addolcì eostumi i no lemma tempo e da altri
sfasciate dal
teroci. Non mancano di quelli barbari; le alture si munirono, ogni mo-
che stabi-
liscono air
894 l'invasione de' barbari uaslero, ogni brigala scavò ima fossa, riz-
lUagyaii nell'Ungheria, dicendoli ?òuno steccato, tutto si pose in opera per
d' ori-
t^ine kainuicea o
finlandese, quali sotto i l'individuale sicurezza. Ogni barone per
ia condotta d' Arpad s' inipodestarono mettersi al coperto delle incursioni nu-
di tutta la conliada,
ridussero in servilìi gliere fortificò o ricostruì il suo castel-
gli abitanti, e divisero fra
loro il lerrito- lo. Quanto polevasi alto elevavasi un
no. nuovi pos«^c^s^ori
1 (ontinuaronolelo- moiilicello di terra Irasportala, circon-
10 escin.sioni 111Europa, dove il loro no- davasi con fossa larga e profonda, sul
nie di O/^'!;/, donde derivò quello d'O/i- eoi 01 lo esterno piaatavausi palizzate ili
-

UN G L ,\G .-r
legni Hf(ii;ulralie fortementecoiiiiessi,c!ie di uti.i ceita piobabililà de' leggenli nel
fumiiivaiio muro, qualora la ciula non principio de' loro governi non lioevono
eia di muro forte e gagliardo. Stdiasoni- troppo anguste liuìilazioni. Il Muratori
mila del monte si fabbricava una piccola nella Disscrt.i^.' -.Dcllu milizia de seco-
titlii donde avea in giro la vista, né alla li rozzi in Italia, prova che gli Uugri o
sua porta si arrivava che per un ponte Unglwri ^uvono la cagione che si fortiQ-
geltalo sulla fossa, sostenuta da piloni che cassero le città e lecaslella in Italia. Poi-
dalla bassura esterna clevavansi a gra- cliè narrando le invasioni saracene, l'è'
di (ino alla soinnnlà ilei monte. Eusebio sposizione degl'italiani e le loro sulfereu-
Verini è autore del Poinincntatio fari- ze, dice che maggiormente li fece pensare
dica critica de lincred'Uario jum Sere- alla difesa l'increibbilecriideltà dogli un.
ìii.ssiiiiac Doinus Aastriacac in Aposlo- gri, gente barbara e spietata, che sui piin-
liciun Regnimi Hnngariae, de jure e- X cominciarono a scorre-
cipio del secolo
ligcndi Rcgcni, (jiiod ordinibus inclytis re dalla Pannonia, detta poi dal nome
lirgui Hnngariae (juoiidatn coi/i/n'lc- imo Ungheria, nell'Italia, devastandola
bai, de Corrcgente, Rrgc juniorc, Duci- con incendi, stragi e rapine, il che fece
bus Regiis,f/uos oli/n Iluiigariii haha- miiUir faccia all'Italia, Poche erano pri-
bat. Vindobonae 1771. Dopo il Vide- ma di que'teuipi le città e castella prov-
manno, il Pancrazio, il Veiboecz, il lieck vedute dibuone mura e d* altre fortifi-
il Keuieny, che hanno trattato del di- cazioni. Gran tempo s'era goduta la p.ice

ritto pubblico dell'Ungheria, e del jus e- sotto gì' intperatori Franchi, né da rnol-
reditario dell'augusta casa d'Austria sui tissimi anni s'era provata incursione ai-
regno, il Verini principia il suo trattalo cuna de'barbari,e perciòquasi dappertut-
cou l'esalta descrizione dell'origine dello lo si vivea alla S[)artana, e non che la
provando che moderni L iigari o
stato, i campagna, le città slesse>i trovavano ori-
Madschaì-i utWa loro discesa in Emopa ve d'ogni difesa. Que'che si chiamavano
erano divisi in 7 cantoni, e che nel loro Borghi, furono douioriun congrcgaiio-
regolaniento civile poco si dilferen/.iava- na^quae maro non claudebantur. Al-
no dagli svi/zeri e dagli abilatori de'Pae- lorchè diedero legge all'Italia romani e i

si IJassi confederali, linchè collegatisi piìi igoti, qui si contavano assaissime fortez-
slrettamenle fra loro pe'consigli del cha- ze, ma per le successive guerre e per la
zaro Chakan fondarono sotto Arpado u- lunga pace, andarono lamaggior parte
na monarchia, ch'è una delle piìi anli- iu rovina, però sopravvenute le vane in-

die d'Europa, e disfallo il regno de'Mo- vasioni saracinesche, e massimamente le


ravi stabilirono nel paese la loro feile. tanto deplorabili degli ungri, si dieionoi
Contro il sentimento del Verboecz e del- popoli a rifar l'antiche fortezze e a fab-
la maggior parte de'giureconsulli, che li- bricarne delle nuove, per resistere a'ne-
mitarono di mollo il potere de'duchi uu- mici e uietler iu salvo leloro vite ed averi
garici, restringendo la forma del gover- alle occasioni. Questo medesimo ripiego
no ad una semplice aristocrazia lino a' si cominciò a praticar in Francia nel se-
tempi di s. Stefano 1, il Verini stabilisce colo IX, a cagione delle tante lagrimevoU
Arpado illimitato signore dell'Ungheria scorrerie de' normanni. Pertanto chiun
con non poche plausibili ragioni traile que potè ottener licenza tla're o dagl'im-
dall'analogia de' governi orientali, e di peralori, o pure t\d principi longobanli
quello de' cha/.ari, dalla potenza de'duci ne'ducati di Beneveolo e Salerno, s'ap-
hbera divisione
di allora, conslalalu dalla plico a fabbricare rocche, fortezze e ca-
faltada Arpado del paese soggiogalo, se- stella, e a ben provvedere le città di mu-
coadochè afferma Ottone di Frisinga, e va, e a fortilicursi anche ne' suoi feudi e
,52 UNG UNG
do- che le scorrerie degli iinglieri in Hai.
fino iie'beni allodiali, liporlandoiie
i

ciiMieiili. I popoli della Lombardia, anzi furono passeggiere, né alcuni di essi vi

impalarono a munirsi di buo- fissò il piede, come fecero i normanni e


dell'Italia
contro la ferocissima razza degli talvolta i tedeschi. Inoltre Muratori, nel-
ni rliìiìri

unsri; nelI'SQSEuvardo vescovo di Pia- \a Disscrt. 72/; Delle cagioni per le


vecchi tempi si sminuì lapo-
cen/a comprò un Castrnin aedificatìtm tj itali ne'

iitoderno tempore; nel 909 canonici di i tenza temporale degli ecclesiastici, os-
le disavventure delle chie-
serva che tra
A'erona concessero agli abitanti delcaslel-
contribuirono ancora frequenti ir-
lodi Cereta di fibbricar ivi una torre ^;/o se le

persecitt!oneiingarorum:anclìcV>cf^iìmo ruzioni de'barbari nelle provincie d'Ita-

si trovava in gran iiev\co\o,


maxima sae- lia, cioè de' longobardi, saraceni ed un-
voiitm nngaronim incursione, comeap- gheri; dice immensi i ojali, le desolazioni

pai isc:e dal diploma di Berengario I re di e le miserie recate da'primi, peggio però
Italia, col qiKileconcesse al vescovo Adal- operando gli migri tartarici soprammo-
bei to e a' cittadini licenza di turres et do fieri, quali nel secolo X uscendo qua-
i

/nnrosreaedi/jcarc.ho stesso re nel 912 si ogni anno dalla Pannonia, saccheggia-

pcrmise a Ridisinda badessa di s. IMaria rono la maggior parte delie città d'ita-
Teodota di Paviajd'edificarecaslelliepro- lia,stragi e incendi commettendo dapper-
piignacoli ad pagainvtim insidias, cioè tutto. Allora fu, che i territorii diVerona,
degli ungri, gente venuta dalla Tarla- Reggio, Modena e d'altre città rimasero
lia e tuttavia idolatra. Paiintcnti Gaus- desolali e bruciali, confessando lo storico
lino vescovo di l'adova impello dall'im- Luilpraiido, tanta essere stata la ferocia
peralore Ottone I nel 064, castella cum. e rabbia di que'barbari, che non osando
lia-iil)us etpropiignaeidis erigere. Altre alcuno d'opporsi, libero campo restò loro
simili notizieMuratori già avea pubbli- di penetrar nelle viscere dell' Italia. In

calo nella Dissert.t.' Delle genti bar- : tale occasione essendosi salvati colla fuga
lare, che assoggettarono l' Italia, nella i piìi degli abitatori, e consumali dal fuo-
qnale deplora come la bella regione sul co gli archivi di non pochechiese, in quel-
principio del secolo X e ne' susseguenti l'orrida desolazione tristo comodo ebbe-
unni, provò infiniti guai per l'incursioni ro gli empiuomini per occiipa-
e pessimi
d'una nazione [)iìi fiera e barbara delle re le terre degli eccloiiastici. Tornala la
altre, cioè degli ungri o unni, gente tarla- calma, benché chierici e monaci ripc-
i

lica, che avendo colla forza sottomessa la tessero loro beni, o non riuscendo pro-
i

Pannonia, e datole il nome di Ungheria, vare loro titoli o provandoli, non olten-
i

quasi ogni anno calavano nella misera nero che di rado giustizia. Berengario I
Italia, per dare non solamente il saccodo- con diploma dei 904 donò alla chiesa di
vunquf giungevano, ma per mettere lui- Reggio Monte Cervario, con dire: toto
to a Icrro e fuoco. Grande e lunga cala- mentis affectii provideiites ejusdem Ec-
mita, princ.ipaiinenle per la Lombardia, clcsiae nccessitales vel depraedationes,
in cui fino la regia città di Pavia restò da afrpic incendia, qnae a ferocissima gen-
que terribili cuasnadieri cambiata col fuo- te liungrorum passa est, 11 Borgia, i?r('i'(;
to in un mucchio di pietre. In Modena istoria del dominio della Sede aposto-
coulvo \ pes.smii uitgerorum, fu compo- licn, narra a p. 101, che vescovi delNo- i

bta una preghiera palruno s. Geminia-


al rico, cioè della Baviera e del Tirolo, in
no; poielic fu aliora che l'insigne mona- una lettera indirizzala nel 900 al Papa
sterudi Nonaiitola, dei territorio di Mo- Giovanni IX, alteslano che quando gli
dena, tla (pie'baibari venne dato alle ungheri passarono di qua dalle Alpi, cs-
fiamme. IVondimeno cunfcsìu Muialori, si vescovi olhirouu a'pope.li alavi trulluli
U i\ G UN G 1 53
,di p^ceyaffnicìiè ttinidìuspathimflarent, e sebbene popolatissima bastare pocbi a
(fita/mlin Loiigobardiaiii iiohis intrare, (le[)redarla, come artleiile<nente braiiia-
et rcs Pelli difendere, populuinquc
s. vano. Entrali nella regione perla via da
chrislìanimi divino adiidoì'io redimere laute altre barbare nazioni praticata, fra
liceret, li Borgia chiama gli Uiigri o le stragi,gl'incendi e le rovine si avanza-
Vnglu-ri gente bestiale uscita dalla Sci- ruuo sulle rive del Brenta nel territorio
zia, cioè dalla Tartaria, i quali avendo padovano. Il re Berengario I a difesa del
colla forza sottomesso la Pannonia, e da- paese tosto si recò in Padova per opporsi
Iole il nome d' Ungheria, presero poi a alla furia degli ongheri, a'qnalisembran-
fare quasi ogni anno dell'incursioni nel- do di non aver forze bastanti per icom-
r Italia, dove tutto mettevano a ferro e battere il re, si ritirarono da' luoghi oc-
fuoco. Lai." calata loro in questo paese copali, lasciando tutta l'Italia in grande
si riporta airSqg. Gli antichi scrittori li onore e spavento, aiassinie le città lom-
chiamano anco avari, unni e turchi. Tro- b'arde come più esposte. Perciò molti le
vo in Palleschi, Memorie del ducato di abbandonarono portandosi all'unico ri-
Spoleto, 83, che Alberico 1 conte Tu-
p. fugio di Venezia, e in altri luoghi e isola
scolano, sdegnato sommamente contro dintorno al Lido, tulli originati dall' e-
l'apa Giovanni X, chiamò in Toscana e niigrazioni per fuggire le devastazioni del
iie'dominii della s. Sede gli ungheri,i qua- feroce Attila. E perchè l'esperienza avea
li saccheggiarono e spogliarono la prò- dimostrato che i barbari erano avidi del-
vincia, onde in vendetta i romani tolsero l'oro e dtlle cose più preziose, non rispel-
ad Alberico Ila vita in Orte, in que'tem- landò ueppur le chiese e le cose sagre, i
pi ben fortificata, cioè nella Toscana stes- padovani le nascosero segretamente in
sa, nel qaS. Quest* assertiva del Sigonio uno alle ss. B-cliquie. Intanto gli onghe-
non viene credula da Muratori in lutto, ri profittando delle guerre insorte Ira
Quanto però alle devastazioni e depreda- Berengario 1 e l'imperatore Lodovico IV,

zioni del più prezioso, e delle vergini e in maggior numero nel marzo del geo ov-
fanciulli fatti schiavi, lo asserisce pure vero nel qo3 tornarono a rovinar l'Italia
l'Adami nella jStorftìt^rZif^oZ.ye/zoyanzi egli gettandosi sul Friuli. Aquileia per la i.''

pure afferma che i romani per vendetta provò la rabbia del loro furore,quindiVe-
espugnarono Oi te e uccisero Alberico I, rona, Bergamo e Pavia. Allora Bereoga-
o Albertomarchese di Toscana, com'e^ì rio adunato un esercito 3 volle più nu-
I

lo chiama, ma non pare pel narrato a meroso del nemico, questo si pose in taa-
lale articolo. Che la Romagna, il Piceno, la ajiprensione, che offerto di restituire ii

e altre proviucie del dominio pontificio predato, domandò di lasciarlo partire li-

patirono le infestazioni degli unghei i a beraujente. Inaspriti i barbari dalla fie-

varie riprese, lo raccontai a'ioro luoghi, ra negativa, condjatlerono con tanto fu-
L'Orsato ucW llisloria di Padova, nar- rore e di>pera7/ione, che completamente
rando all'anno 90 ila calala degli Onghe- sul Brenta disfecero gl'italiani. Inorgo-
// in Italia, li dice dalla Scizia passali glilidalla vittoria, gli ongheri s'impadro-
nella Pannonia e cacciatine gli unni l'oc- nironodi Vicenza, Treviso e Padova, eoa
ciiparono, e che non essendo avvezzi se inaudite stragi e rovine, per tutto spar-
iion a guerreggiare, le madri per assuefar geiido la desolazione, finché mediante
i figli al dolore ancor bambini con ferite mollo oro evacuarono le spogliale e de-
li tagliavano in diverse parti del corpo, formate ciltà, lasciando le chiese e mo-
Prima di penetrare gli ongheri in Italia Maallorchèi baroni ita-
nasteri derelitti.
vi mandarono esploratori, che riferirono liani deposero Berengario I, surrogando-

essere bulla, fertile e co^jÌusu d'ogni bene, gli iiodoUo 11 re della Borjjoguu Tiau^T
,54 U N G U N G
inrana Ceieii"fiiio I verso il 924 cliia- uovaroiio di quando in quando, nel rinia-

iiiò in suo aiuto gli nngheri uirestei-mi- neute del secolo X, e rie'primi anni dcl-
nio d'Italia. Vi cagionarono un'infinità rXI,ciò che raccontai in molli articoli, la-
bruciando Pavia e uccidendone onde bastail fin qui narralo per dare una
<li mali

il vescovo, insieme a quello di Vercelli, idea delle fajnigerale invasioni ungariche.

Ciò /iitlo, gli slessi uugheri, passando i ToinandoaGeysa duca o vaivoda d'Un-
piìi scoscesi gioglii delle Alpi, calarono in glieria, convertito al ciistianesitno per o-
Francia, scorsero per Provenza e la la pera di s. Adalberto, a tuli' nonio occu-
Linguadoca, non ostante che da l\oilolfo possi di rendere cristiani lutti i popoli a lui
11, e da Ugo re d'Arlese marchese educa soggetti msdiaotesanli uomini, che spedi
(li Provenza fìjssero ne'passi stretti delle a bandirli Vangelo in ogni parte dell'Un-
Alj)i assaliti, e che Berengario I loio fau- gheria; e col mezzo loro furono mitigati
loie fosse nello stesso tempo per congiura i feroci costumi, e cessarono le criminose
ammazzato da'suui italiani, altamente ir- superstizioni. Geysa ardente di zelo trion-

ritati peraverspinto gli nngheri abborriti fò di tanti impedimenti, colle parole vin-
a incendiar Pavia. Morto nel924Beren- se i miti, colle minacce i difììcili, colle ar«
gario 1, |)oco dopo gli ongheri condotti mi gli ostinati baroni. Onde non andò
da Salaido rientrarono in Italia, e la raollu che l'Ungheria fu tutta cristiana
Lombardia per la ." fu esposta al loro fu-
I |)er opera di suo (iglio. Egli si accinse a
rore, occupando Mantova, Brescia e Ber- fabbricare templi, e collegi pe'sacerdoti,
gamo che saccheggiarono e quasi distrus- tlirelto nelle cose di religione da s. A-
sero, e simile disastro toccò pure di nuovo dalberto. Nel 977 Geysa ebbe dalla sua
a Pavia, onde le altre città e Padova si moglie Sarloth o Sarolth o Jecha un fi-
munirono a difesa. Nel q 2 5 anche la To- gliOj al cui battesimo fu chiamato Stefu-
scana soggiacque al furore degli onghe- no, in onore di s. Stefano protomartire,
li. Questi fecero altra discesa in Italia non che N. maritata con Ottone Orseo-
iiel g37 contro i marsi, i quali però con lo doge di Venezia, Sama sposa di Aba,
que'di Valva gli lesero aguati e dislrus- e Sarolth, che data in moglie nel 984 a
sero. Indivi ritornarono nel 94*^ capi- Boleslao duca di Polonia, fu poi ripudia-
tanati da Tapi, e senza trovare resisten- ta. Slefano nel giorno di s. Stefuio era
za si abbandonarono alle prede e agl'in- stalo battezzato di s. Adalberto, giusta
finché per l'oro raccolto dd'()opoli
cencli; l'autore di sua vita, o d.» s. lìrunone a-
da Berengario 11, si contentarono ili pai -
postolo della Prussia, secondo Ademare
lire. Anche la Sassonia fu guastata da- de Chabannais; e nel 997 dopo la morte
glinngheri nel 916, massime le chiese, di suo padre fu riconosciuto a vaivoda
come quella di Brema, uccidendo sacer- ossia duca d' Ungheria. Erede delle sue
dotispietalamenle e distruggendo le ero- virtù, coli' esem(ilare e instancabile suo
ci, per cui .furono puniti e in gran parie [lersuase e facendo
zelo, egli slesso da
distrutti dalla divina vendetta. Indi en- uiission.uio colle dolci maniere obbligò
Irati inGermanianelgoS, Ottone I venne lutti gli ungheri a ricevere il battesimo,
con essi a battaglia campale,gli sconfisse, compiendo l' intera conversione a Gesù
condotto il loro duce allalisboua,ignomi- disio dujuasi tolta l'Ungheria, per quao-
niosamente lo fece impiccare. Questa sire- tu riportai nella sua biografia, tlopo aver
l>itosa viiiui I,,, predella da s. Udalrico ve- trionfalo col suo valore d'alcune rivolu-
scovo d Angusta, fu riportata nel giorno zioni occasionate dal suo ardente zelo re-
di s.Loren/o arcidiacono, per cui OUoue l
ligijso. Diversi suoi sudditi, che ancora
a suo oiioiy f)ndò vescovato di Mers- seguivano
il
l'idolatria, si ribellarono sac-
bnrg. Queste ticmcndc incursioni si riu- chcggunido città e villaggi, e menando
U N G U N G 1 55
strage di crisliani. Slefauo allora raccolse Archi-Caenohì'is. ìlfarliniinSacro il fon-
ìe sue milizie, pieparossi alla guerra co' te Paivioniae ordinh s. Benedicti, Ntil-
iligiuni, releniosine e l'orazione, implo- lius Dioccesi's, Jiì\ìv\n\ [S^^. Deslinò A-
ruiido l'aiuto divino per intercessione di sfrico vescovo di Colocza, e poi l'inviò a
s. Martino di Sabnria vescovo di Tonrx Roma al celebre Papa Sihestro I[ (J\)
(^.), e di s. Giorgio, facendosi [)recedere neliooo, percliè domandasse la confer-
ila'loro stendardi control ribelli che sta- ma pontificia delle nuove seili, la bene-
vano all'as<«edio di ^'e^|)rirn. Con vitto- tlizione e la corona regia [)er avere gli un-
ia compiuta interan)enle li vinse, fìiccn-
I glieri conferito a lui la dignità e il titolo
do cader sul campo il capo loio conte di re, onde nìeglio potesse promovere la
Ztgzard, personaggio valoroso e liputa- religione e la felicità dell'Ungheria, e in
to, quantunque fosse ad esso inferiore pel fine p«M'o(fi ire la sun persona e il suo Sta-

iiumero de'suldali, Lielo di questo trion- to e Re^/io trihutario dcllax. Sede(y.).


fo, e ripetendolo unicanienle dal celeste II Papa avea preparata una ricca corona,
patrocinio, onde [lerpctnaie la sua rico- per insigniredella regia dignità iMicisIao l

noscenza a Dio, nel luogo della battaglia duca di Polonia, poiché nel rozzo e in-
fece fabbricare un gran monastero sotto felice secolo X la divina provvidenza di-
I invocazione dell'ungherese s. Martino, spose mirabihnenteche molte nazioni ab-
che dotò riccanu-nté,gli regalò la 3." par- bracciassero la religione cattolica. Pochi
le delle spoglie tolte a' nemici, e poi di- giorni prima o il precedente che Silve-
venne 1' arci-abbazia del rei^no e dipen- stro II spedisse in Polonia la (corona, giun-
dente immedialamentedallas. Sede, Ap- se inRotna Astrico legato inviato di Ste-
pena salilo al Irono avea chiamato a se Pano I, il quale esponendo in concistoro
uomini' ilislinti per santità e dottrina, e lo scopo di sua missione, e fatte conosce-
col mezzo loro riacceso e dilatato la fede re le sante e virfuosegesta del duca d'Uu-
rrisliaiia ne' suoi popoli. Il pii^i distinto gheria a Irioiif» della religione, comnios-
fra' banditori evangelici da lui chiamali se il Papa in modo, che cpiesti destinò a
fu Aslrico o Anastasio, uno de' 6 monaci Stefitio I la corona reale che avea desti-
ches. Adalberto seco condusse dal proprio nato pel duca di Polonia, a cui poi ne
monastero de'ss. Uuuif.icio ed Alessio di mandò altra, ed è la corona sagra e cele-
Pioma, quando per l'ultima volta recossi benima colla (pialeanco di pre>entesono
nella Boemia, e lo fece abbate del mo- coronali i re d' Ungheria (però narrano
naslero di Drunove, da lui eiliflcatoa'be- alcimi,che il duca Geysa avendo nel 072 i

nedettini. Passato in Ungheria fu bene ricevuto da Michele Parapinace impera-


accolto dal duca Stefano, e col suo zelo tore greco un serto reale, più tardi qiian-
e rol soccorso de' suoi monaci distrusse do divenne re Geysa l, per la sua coro-
Ogni avanzo d' iilolatria. Allora il duca nazione fece unire il sei tu all'antica co-
Stefano volse l'animo a fabbricar chiese, rona, di maniera che corona imgarica la

massime la vasta cattedrale di Strigonia vuoisi consistere propriamente in dueco-


e quella di Colocza, e divise tutto il paese rone), tenuta in tanta gelosia dagli uu-
iu I o diocesi, che Strigonia,
di cui volle gheiesi, a segno che mai fecero conto de'
sua cillà natale, fosse sede d'un metropo- principi che li donuinarono, prima che
lila, noujinandone a .°ai ci vescovo Seba-1 fossero con essa coronati. Si narra che il

stiano abbate del monastero da lui eret- Papa avea avuto nella precedente not-
lo di s. Martino sotto il nome di Moidu- le una visione, nella quale gli parve di

^'/irt óY?/j^^/j luttora fiorente come può ve- vedere yu\ celeste messaggio che gli dis-

deis'iueWo Slatus pcrsoiialis q//ìcialis et se: Domani verrà a te un inviato della


lucalis rcli^iosorurii itnli(/iiissinu Kcgii nazione ungarica, che ti suiiplicherà a
,;T, UNG UNG ^

xo\ev collii tua aiiloiilà ornare della real lezione tli s. Pietro e della Chiesa romana
suo duca, qualora suoi meriti Stefano I, il reguo e la nazione ungarica,
corona il
i

corona che tieni e ne afiidò per la s. Sede il governo al


l-ichiedino ciò, cedigli la
preparala pe' polacchi. Ciò viene aller- principe da lui fatto Re, ed a'successori,

innloandiedal Rinaldi, Annali ecclesia- con formale patto che fossero sempre ub-
.-f^V 7 an. ooo, n." 2 e seg.Non solamente
I i
bidienli e sottomessi a' Papi e alla Sede

Silvestro II in tutto esaudì Stefano l,con- apostolica, di perseverare nella fede cat-

/crniando i vescovati da lui istituiti e si- tolica e di adoprarsi a propagarla. Perle


steniaiido le cose ecclesiastiche del nuovo concessioni fatte da Silvestro II a Stefano I

regno d'Ungheria, ma per accrescerne la e successori, alcuni ci scorgono pure la fa-

tlignilà gli conferì il cospicuo e onorifico colla di potere regolare e disporre gli af-

lilolo di Re Apostolico, da usarsi ezian- fari ecclesiastici d'Ungheria, e la non»ina


dio da'successori, ed a cpiesli ed a lui con di lutti i benefizi ecclesiastici del regno,

{litro singoiar piivilegio permise di farsi come vicario o facente le veci del Papa,
precedere e pollare dinanzi a se e alle efpuvalente all'autorità di legalo perpe-
sue armale, e così nelle uscite solenni, la tuo della s. Sede. La lettera da Silvestro
Croce astala, che pure gli mandò, come II scritta a Stefano I, si legge uell' Ada
i legati apostolici, col privilegio di nomi- SS. die 2 septembriSy in Fila s. Slc-
nare «'vescovati e altri beiiefi^.i ecclesia- pìurni, Dissert. proeni., n." i85, 186 e
siici de'loro stati. Riporta il Rinaldi, che 187, ed è del seguente tenore. » I vostri
.Mlvesiro li nel concedere a Stefano I la legati, e principalmente l'amalissiino no-
croce qual insegna dell' Apostolato, dis- stro fratello Aslric, vescovo di Colocz,
se: lo sono l'Apostolico, ma egli a ragione hanno coliualo di gioia il nostro cuore,ed
si può chiamare Apostolo di Cristo, aven hanno compiuta la loro missione tanto
do il Signore per mezzo di lui fitto ac- pili facilmente, perchè noi avvertiti da
ijuislo di tanto popolo. Quanto alla for- Dio, ardentemente aspettavamo il loro
iiia della croce, che il p. Costadoni nel- arrivo da una nazione, che quasi ci era
V Osservazioni, presso il Calogerà, t. 3f), sconosciuta. Felice ambasciata, che pre-
j). 1G8, dice do[)[)ia ossia con due traverse \enuta da un messaggio celeste, e diretta
edcnoininata A[)ostoIica, citando Incofer, dalministero degli Angeli, fu da Dio con-
e di farsela portare dinanzi, come legalo elusa, prima che noi arrivassimo ad udir-
tli'lla Sede apostolica, come serive il Ron- la. Per verità ciò non è uè di chi vuole,
fino; e sebbene riporti l'opinione del lAIo- liè di chi corre, ma di Dio, che fu miseri-

Imaginnin e/ pietur., die


la no, ///.f/. ss. cordia, e che, come dice Daniele, i tempi
juetende dover il Papa usare la lri|)lice cauìbia e l'età, trasforma e stabilisce i re-
croce, lultavolta il p. Costailoni confes^a gni, manifesta le cose profonde e sepolte
non conoscersi nell'arilichilà lilurgica te- nelle tenebre, perchè la luce è con lui,
ilimoniaii/a alcuna, che i Papi abbiano quella luce che illumina ogni uomo che
inai Usalo (Il fu- poi tareavonli di sele ero- viene in questo mondo. Anzi tutto, lin-
ci di que.»lii lai figura, non trovandosene graziamu Dio Padre e nostro Signore Ge-
ineiizione nella dottissima opera di mg.' sii Cristo che a'dì nostri ha trovato un
Giorgi, De Liturgia Romani Pontificis. Davidde nel figlio diGeysa, un uomo fillo
Confulai l'errore che Papi usarono la i secondo il cuor suo, e lo avendo illiimi-
cr«.cedoppia o triplice, anche nel voi. n.ito ilella celeste luce, l'ha suscitato per
LXXa, 2 16, ripelendu ancora una
p. pascere il suo popolo d'Israele, la diletta
volta che la croce ponlilicia dev' csseie nazione degli Uugheri. Lodiamo imh la
con una sola traversa. Di più Silvestro II pietà vostra verso Dio, e il vostro rispetto
jigcvè con bellissima lettera sotto la pro: alla Cattedra Apostolica, liualincnlc Iri-
UN G U iN G I ì 7
buliamol dovuti encomi alla grande li- to tempo dopo confermata nel concilio
beralità con cui mediante le vostre let- di Costanza, per cura dell' imperatore
tere ed ambasciatori avete on'erlo a s. Pie- Sigismondo re d'Ungheria. Stefano Idi-
tro principe degli Apostoli, Regno e la
il votissimo della B. Vergine, mise tutto il

Nazione, di cui siete capo, come di tutto- suo regno sotto l'immediata di lei prote-
ciò ch'è vostro, non esclusa la vostra per- zione, e volle che il giorno di sua Assun-^
sona. Atto meraviglioso che mostra di zione al cielo fosse solennemente festeg-
già ciò die voi chiedete a noi di dichiara- giato, e detto il giorno di Maria. Anche

re. Nulla diciamo di più, perchè non è l'imperatore s. Knrico il suggellò colla
mestieri lodare chi è lodato da' fatti e da pro|)iia a[)provazione nel ioo8 il regio
Dio stesso. Il perchè, tutto quello che ci grado di Stefano 1, dandogli sua sorella
avete domandalo, il titolo di Re, la me- Giseleo Ghisella o Gisella di Baviera iti
tropoli di Strigonia e gli altri Vescovati, isposa. La religione di Stefano I fu per
coir autorità di Dio Onnipotente e de' Giula suo zio duca di Transilvania e fi-
Beati Apostoli Pietro e Paolo, noi avver- natico idolatra, un motivo di dichiarargli
titi e comandali dal Signore, di tutto cuo- guerra. Slefnno 1, pieno di confidenza nel
re vi accordiamo colla benedizione de* divino soocorso, marciò contro di lui, lo

ss. Apostoli e nostra. Il Regno, che la vo- vinse e fece prigione; ma gli rese la liber-
stra munificenza ha offerto a s. Pietro, la tà al solo patto di permettere a'missionari
vostra persona, la nazione Ungarica, piie- di predicare hberamenteilVangelo a'suoi
sente e futura, riceviamo sotto la prole- sudditi. Altri vogliono che il re aggiunse
zione di s. Romana Chiosa, e Indìdiomo alla monarchia ungherese, secondo Tlnv-
al governo ed al dominio della prudenza rocz, vasti e ricchi stati del duca di Tran-
i

vostra ede'vostri legittimi successori. Que- silvania Universum rcgim/n cj'us la-
:

sti quando sarà uno legittimamente eletti, ssimwn et opulenti ssimuininonarcliiae


ti

saranno tenuti anch' essi a rendere a noi Ungariac adjunxit. Secondo lo slesso
e a'nostri successori, per se o per andja- autore, Stefano l volse poscia le sue armi
sciate, il dovuto rispetto e 1" ubbidienza, contro Rean duca de'bulgari e degli sla-
mostrarsi sottomessi alla Chiesa Roma- vi ucciso di sua mano in battaglia, non
na, la quale considera i suoi sudditi non senza aver provalo molte dilìicoltà per
come servi, ma come figli; di persevera- penetrare nel suo paese, cinto com'era da
re nella fede cattolica e di adoprarsi a alti monti. Il vincitore die (|uel ducato a

propagarla ". Astric lasciò Roma seco Zulta suo bisavolo, ch'era ancora vivente,
portandola preziosa corona reale,egiun- e dopo la sua morte lo liunìa'prupri stati.
lo presso Strigonia fu incontrato dal du- Aggiimge Tliwrocz, che Stefmo ripor- 1

ca, da'vescovi col clero e da'magnali. Ste- tò dalla sua spedizione grandi ricchezze,
fanoI colla maggior venerazione accolse the furono impiegate nella dotazione del-
ildono del Pontefice, e dopo di avere ra- le chiese da lui erette. Corrado li il Sali-
dunata un'assemblea e fattesi leggere le lo re di Germania e imperatore, avendo
bolle pontificie, per rispetto alzandosi in nel I 0^7 data la Baviera a suo figlio En-
piedi, indisolennemente fu con giidiilo lico HI, d'Ungheria 1' aiuio
gli iu dal re
universale salutato, consagrato e corona- dopo spedita una legazioneper reclamare
lo re, per le mani d'Astric ch'era coadiu- quel ducalo a nome di Gisele sua moglie
tore dell'arcivescovo di Strigonia, e di- e di Emerico o Emerido suo unico figlio

cesi a* 1 5 agosto 1 00 .E da quel momento


I (pare che ne avesse anche altri) duca del-
i principi d' Ungheria cessarono d' esser la Russia Rossa. La domanda di Stefano f

duchi, e Stefano I fu il

re. La bolla che
i era fondata, giacché Emerico era il più
contiene privilegi di Silvestro
i 11, fu mol- piossiujo erede deirimperalore s. E»ric&
, ^[8 UN G UN G
li suo zio, eli cui la Baviera forma
vn il pa- monastero de' ss. Pietro e Paolo. Siipe-

Irimoiiio. Sul rifiulodi Corrado II di far- rioruieute giù narrai i suoi divoti pelle

"li giustizia, Stefano 1 si


apparecchiò alla griiinggia Gerusaleniuje, a Costanlinopo-

ciierra. NelioSo entrò nella Baviera, ove li, a Roma, e delle chiese e ospizi nazio-

pralicò "ravi guasti. Ma venuto a morte naii eretti in tali luoghi, inclusivauiente

l'anno seguente Enierico, fu conclusa la alla chiesa magnifica e ospedale a prode-


pace colfiglio deiriuiperatore,rinunziaii- gli ungheresi, che fossero accorsi uelh
(|(j Stefano 1 alle sue pietensioni. IN.nia il capitale del mondo cattolico a visitare il

Fiinaldi la soave morte ed assai pianta del Scjìolcro de' ss. Pietro e Paolo, e presso
virtuosissimo e santo Emerico, ed il re il medesimo, ponendovi \i preti a uili-

nadre ne restò inconsolabile, vedendosi ziaila. Alcuni fecero compagno del suo
privo di successione. Tultavolta sapendo pellegrinaggio di Roma, nobde veneto il

the : Non est sopientia, non est pi-udcn- s. Gerardo Sagredo, vescovo di Ciionad,
tia, non estconsilinrn eontra Doininuni. chiamato pur esso Apostolo dell' Unghe-
IL cUe: Nc/iio pi'opter cliaroi'ii/ìi ohituni ria per avervi predicalo il Vangelo con
nimiuni debet contristarij si tranquillò molto fruito, e fu poi pel suo zelo il i.'

e rivolse tulio l'animo a meritare la larga martire veneto. Allìne di sradicare l' in-
divina misericordia. Stefano I sempre co- continenza el'idolatria, Stefano I fece una
stante nel suo antico disegno di procurar legge, in forza della quale tutti quelli che
la gloria di Dio per ogni possibile modo, non erano religiosi né ecclesiastici, erano
i:on |)ieti zelanti e religiosi commendevo- obbligali a prender mnglie, ma nello stes-
ti per la loro pietà, fece spargere di con- so tempo proibii a'cri^liani d'imparenlar-
trada in contrada la conoscenza di Gesù, si cogl' inledeli. Tutta la genie, di qua-
Crislo, pei' eliminare interamente gli a- lunqiie condizione ella fosse, avea facilea-
vanzi dell'idolatria e delle superstizioni, a dito a lui, ed egli ascoltava senza distin-
ulteriore incivilimento de'popoli immersi zioni le lagnanze di chiunque gli veniva;
«elle bai barie, ed alcuni di tali fervorosi etra questi avea parlicolar predilezione
missionari vi riportarono la corona del pe'poveri, poiché sapeva esser piti facile
inailiiio. Esortandodi continuo il re co' ch'essi fossero oppressi, l'rovvidealla lo-
suoi discorsi e virtuosi esempi alla prati- si dichiaiò pnbblicamen-
ro sussistenza, e
ca d'ogni bene, derivarono (juelle molte tepadre delle vedove e degli orfani. Non
fondazioni pie,di cui egli riempì rUnghe- conlento delle cure che prodigava cogli
ria. La [uole/ione eh' egli dovea al suo indigenti, usciva di sovente dal palazzo
po[)olo lo s[)inse (pialche volta a [irender lutto solo, onde scoprire co'propri occhi
n'ebbe sempre conq)iula vitto-
l'ainii, e tulli quelli diesi trovassero bisognosi,
ria.Sebbene pieno di valore e di sperieu- Questa eroica carità l'espose a villanie e
za della guerra, sempre amò la pace, e molleggi, ed egli si mostrò lieto di aver
pregò Dio di tener lontane le occasioni avuto parte agli obbrobri palili da Gesù
per romperla. In riconoscenza della vii- Cristo; e Dio ricompensò la sua virtuosa
loiia riportata sid parente Gioia, fece pietà col dono de' miracoli e con molte
erigere ad Alba Reale, diversa da Alba gì azie spirituali. Quantun(jue la morale
Giulia o Weis^ellburg di Transilvania, evangelica sia d'ordinario poco conosciu-
una magnifica chiesa e la dedicò alla ss. la nelie corli, dice il BuUer, e quivi lutto
Vergine, la quale lutti i re d' Ungheria sembri fatto ad arte per farne temere la
scel>ero poscia pel luogo della loro reale severità, nulladimeno Stefano I vi trovò
consagia/.iune e sepoliuia. Faceva egli il modo di esercitarvi le auslenià della
I oidiniiria rcsidcn/,-, i„,juest;i(ilt;i,mcn- penitenza. Gl'iniilili passatempi non gli
ire untita LUuIa va u
I lui debitrice del in\olavaiio la menoma parte del tempo,
U ^ G U .N G 1 5<ì

il quale eia da lui riparlilo ti'a'dovcii ilei- uo <lue sorte di vassalli nobili, i cavalÌL-ii

la religioue e quelli dello stalo; egli avea terrieri, inilìtcs jìrncdiales, che Iciieva-
slabilile Icore agli uni, e saulilìcava gli no feudi entro i propri fondi, ed i cava-
altri avvivandoli collo spirito della fetle, lieri serventi, /7i/7/7('.v senncides, die do-
e con ciò tulli i suoi porlanienli, tutte le veano servirli alla guerra. Osserva il Vo-
siie azioni, e lulla la sua vita veniva ail che Stefano 1 si prevalsedellasuprc-
rini,

C'ASCI e un continuo sogrillzio al Signore, ma autorità e podcslà accordatagli o al-


iagli espiava ogni giorno colla ptnitenzai meno tollerala da'sudditi, presso i quali
falli di fragilità o d' inavvertenza in cui al suo tempo risiedeva. Dimostra poi le

jnciampavii. La sua virtù Qjandava un pierogativcdcUa regia maejilà, di cui Sle

tal bagliore, che faceva una viva impies- fano 1 si prevalse, e continuarono indi i

sione in tulli quelli chea lui si accosta- successori reame; e non polendo il
nel
vano. I suoi figli soprattutto procurava- Verini ritrarre donde Stefano acquislas- I

no di camndnare sulle orme di lui.Euie- se tal potere, non è lontano dal credere,
rico suo primogenito lo imitava con t.ui- che gli antecessori duchi o vaivodi ne
lo fervore, che fino dal!' infanzia fu (»g- fossero in qualche possesso da loroapoco
getto d'animirazione per tutta lacrislia- a poco disleso. Quindi aggiunge, non (àu-
iiilà. Questo giovine principe si alzava a no ostacolo alla icale autorità di Slcf;i-

mezzanolle, recitava il n)altulino in gi- no I, alcune leggi fondamentali proiuul-


iiocchio,e faceva una breve meilitaziune palli di conveu-
gale in quel tenipo, uè i

alla fine di ciascun Sidmo. Contansi dille zione dopo Andrea II (i cpudi pe-
stabiliti

cose meravigliose di sue virtù e miraceli; rò non divennero comuni che nel secolo
non eravi persona più amabile, più pia e XIV) ad onta del giuramento, cui quale
più virtuosa di lui. Suo padre non si con- si astringeva i re all'osservanza de inetle-
tentava soltanto di educarlo nelle massi- sinn. Inoltre il Verini produce altre prò-
me della perfezione, ma lo informava e- ve incontrastabili in favore del jus regio
ziaiidio nella grande arte del regnare. Si ed ereditario del regno il'Ungheria, senza
attribuisce a lui il codice eccellenle delle che l'elezione fitta da'maguali sulla per-

leggi, che fu pubblicalo sollo il nou)e di sona del re possa far argine al diiitto del-

suo padre, il quale divenne la base fon- la genitura della fìiuiiglia, come ricavasi
damenlalc governo ungherese. In 5^
del da' monumenti autentici, ne' cpiali altro
capitolili! detto quanto è necessario a reu- non Ifggesi, che Regnuni pateiniun, jus
dere i popoli felici e cristiani, ed alcuni .successionis, e altre simili espressioni.
sono edifiranli. I^roibisce sotto pene ri- Molle altre cose, che riguardano la forma
go rose delitli contrari alla religiont", qua-
i della successione, i modi, le leggi, lecon-
|i sono le violazioni delle domeniche e fé- venzioni, i giuramenti, si trovano sparse
sle, le irriverenze nelle chiese, la negli- nell'opera del Verini, le quali egregia-
genza chiamare preti ad assistere
di i i nienledluslrano graveargomento.qua-
il

moribondi. Raccomanda un rispello re- li sono a cagiou d' esempio lentalivi di i

ligioso per tutte le cose sante, e per gli Feidinando 1. per fissare con legge il di-
ecclesiastici the ne sono i depositari. Il re ritto eiedilario, e le opposizioni del Na-
fece pubblicare cpieste leggi per tulio il dasli; tale diritto ottenuto dal di lui fi-

suo regno, e prese le più sagge risoluzio- glio Alassiiniliano II perconcessionedegli


ni perchè venisseio fedelmente osservate, stati d'Ungheria; la successione eredita-
li governo feudale già era stabilito nel- ria e la primogenitura, stabilita nel 1687
l'Ungheria prima di Stefano I^ e quello sotto Leopoldo I; la prammatica sanz.io-

principe lo mantenne. I cimli ed baroni i ne del 17^3, per la quale fu accortlala la

che ne possedevano gran dumiiiii, avea- i successione anche alle femmine; i juivi-
iGo UNO U N
ovvero principi della cnsa nngl)eri,clie adoperano la sua corona per
Ie"i de'diirlii,
vero sigìiificnlo e l'aiilorilà <!i la consagrazione de'loro re e la riguarda-
realc,e il

quelli che cliiamansi Regrs jnuìorcs, et no come essenziale a quella cereinonia.

corrcrnlcs. Finalmente il Vei ini esami- Nel catalogo de' santi solennemente ca-
na eslabilisce i diritti dell'augusta M.'Te- nonizzati, cheripoitai nel voi. VII, p.3o7,

resasnlsuo regno d' Ungheria, la (piale Io dissi canonizzato da Benedetto IX, in-
chiaaiòcome correggente il cousorteFran- sieme a s. Eraerico o Emerido suo figlio,

cesco I, non originario della fa-


seb!)ene riportando l'atto alioSG, secondo l'opu-

Do
miglia regnante non avesse |iio"0 nella
prammatica sanzione. Stefino sodri a- I
' '
^
^
scolo
Anche
ivi citalo, ma
Binaldi afferma che
deve dirsi piìi tardi.

s. Emerico In

spre traversie, ed oltre Emeiico, crudeli posto nel catalogo de'Sanli, celebrandone
malattie gT involarono tutti i suoi figli. la Chiesa l'annua sua gloriosa memoria a'
Egli seppe Irar partito da queste prove 4 di novembre. Che lo canonizzò Bene-
per istaccarsi sempre più dal mondo, ed detto IXj lo conferma Benedetto XIV,
«nvrebbe di buona voglia spezzato tulli i De Seri'. Dei heatif. et eaiinniz., lib. i,
legami che vel ritenevano, se glieìo aves- e. 4f Però narra il Novaes nella Storia
se permesso bene della Chiesa e dello
il di Innocenzo AT, che 4^ a""' dopo la

stato. Fu quindi .'ilHilto per 3 anni di do- morte di s. Stefino I, fu nel i oS3 col per-
lorose malattie. In questo stato di debo- messo di s. Gregorio VII elevato il corpo
lezza, a cui si era ridotto, 4 palatini colse- di questosanto, e chiusoin un'arca venne
ro l'occasione d'insidiar la sua vita, sde- deposto in una magnifica cappella della
gnali contro di lui per 1' esattezza colla B. Vergine in Buda (donde si vuole poi
quale faceva osservar la giustizia senza ec- trasportato nel magnifico tempio edifi-
cezione di persone. Uno di essi entrò di calo dal santo in Alba Reale), alla pre-
notte tempo nella sua camera con un pu- senza del re s. Ladislao, quando si debba
gnale nascosto sotto il suo abito, ma co- prestar fede al vescovo ungherese Char-
ni'ebbe udito il re gridare: Chi è là. preso tuiz o Cartasio che ne scrisse la vita ; e
da spavento e vedendosi scoperto, si gettò perciò Baronio all'an.ioyq attribuisce a
o'piedi del pi incipe e ottenne il perdono; Papa s. Gregorio VI Ma canonizzazione
Dia i suoi complici furono condannati a di s. Stefano I. Anchei Bollandisfi sosten-

morte, come la sicurezza dello slato esi- gono per canonizzazione tale elevazione
geva. Riandò una legazione a Monte Cas- del santo corpo. Ma non sapendosi in qua!
sino per sua divozione a s. Benedetto, con maniera fosse fatta l' elevazione, onde si
l'oblazione d'una bellissima croce d'oro, possa determinare se essa induca beati-
jìrcgando abbate a mandargli alcuni
1' ficazione o canonizzazione, il Novaes è di
monaci per fondare un monastero, e gli sentimento, che questa l'eseguì per equi,
concesse due religiosi anziani. Per Stefa- polleuza Innocenzo XI, quando ad istan-
no l l'Ungheria (iicollocata fra le nazioni za dell' imperatore Leopoldo
ordinò I,

incivilite, egli creò quasi tutte le istitu- con decreto de' 28 novembre! 686, che
zioni sociali che per lungo tempo la res- se ne ficesse l'ufTìzio e messa di precetto
sero, e per lui lo scettro ungarico diven- in tutta la Chiesa con rito semidop[)io, as-
ne ereditario nella sua famiglia. Rlorì segnando per questa festa il giorno ?. set-
.Slefino santamente come avea vissulo,
1
tembre, al quale la trasferì, in memoria
inBuda a' l'T agosto ro3H di anni 6o (e dell'insigne vittoria de' cristiani contro i

non ()8 come per fallo numerico dissi nel- turchi neir assedio di Buda, residenza
la sua biografia avendo Dio operato
), del santo e luogo di sua beata morte. Tra-
molli miracoli per glorilicarlo. La sua sferì ancora nel martirologio romano il

nicmoria è la Ini veuerazioue presso gli suo uome dal giorno 20 in cui slava, per
U N G U i\ G iHi
essere in esso stalo elevato il suo corpo, Aba Owon marito di Sama sorella di s.

ni i^iornoi 5 ogcslo in cui morKNcliy4*^ Stefano io4 io nel io '[2,


l,fu sostituito nel
lii festa di s. Stefano I fu dichiarala festa al re Pietro che Io avca esiliato. Que-
del regno d'Uiìglieria. La vita del Carla- sta elezione non corrispose neppur ess;i
sio si riporta dal Surio a' 20 agosto, p. alle speranze degli ungheri. Aba di ca-
23 i-,
e da' Dollatidisti, AdaSS. dia 2 rattere assai crudele, (juando si credette
sej)tcmhrìs.\A\ tradusse il gesuita p. Giam- rassodato sul trono, fece vedere gli stessi

pietro Malici nelle sue file di Xf[[ vizi che aveano occasionala la rovina del
SS. Confessori, Roma 1601. Deil' altro suo predecessore, e fece uiorire tulli quel-
gesuita l'rayabbiamo, Disscrtatioliislo- li della nobiltà ch'egli sospettava non a-
rico-crilica de sacra dexlera d. Stefa- ver tenuto [)er lui. Aba fece dire a s. Ge-
ni, primi Huugariae rcgis, Vindobonae rardo vescovo di Chonad di doversi reca-

177 r. Giuseppe Podliradezky, /7tó s. re a corte per la solennità della corona-


Stcpha ni regis, aite torcila rtiiieo,\ìiìóiìe zione; ma il santo che riguardava come
i836. L'imperatrice regina M." Teresa, inicpia r espulsione del re Pietro, ricusò
per onorare la memoria del glorioso s. di comunicare coli' usurpatore, anzi gli

Stefano I, fondatore e patrono del regno predisse che se persisteva nel suo delillo,
d'Unglieria e 1.° re Apostolico, istituì nel il suo regno finirebbe colla sua vita per
I 764 l'ordine equestre di Steftno I re
s. giusto castigo divino. Si trovarono tut-
d' Lnglìcria (f^.), il cpiale è congiunto tavia altri vescovi che intervennero alla
alla corona d'Ungheria. Ora un nobile ceremonia della coronazione, Nondin»eno
ungherese ha donato alla regnante impe- pe'portaraenli di Aba, gli ungheri irrita-
ratrice Elisabetta di Baviera, il vezzo d'o- ti, chiamarono a loro soccorso l'impera-
ro che appartenne alla regina Gisella, al- tore Enrico HI. Questo princi[)edopo a-
la (piale ancora l'Ungheria va tlebilrice ver fatto 3 invasioni in Ungheria ne' 3
della dilFusione del cristianesimo. anni successivi, sconfisse presso Giavari-
Non lasciando Santo,
figli Stefano l il no le truppe d' Aba a' 5 luglio io44 ^

in forza de'maneggi della regina vedova 104^- Gli uni dicono che Aba fu ucciso
Gisella, nel io38 fu eletto a successore nella nnschia, gli altri che avendo preso
Pietro \' Alemanno, così detto pel suo at- la fuga, fu arrestato in un villaggioe con-
taccamento alla nazione alemanna, figlio dotto al re Pietro che gli fece troncare il

d'Ottone Orseolo doge di Venezia e della capo. In detto anno Pietro essendo risa-
sorella di s. Stefcuio \. Gli ungheresi eb- lito al trono non si occupò che di Irar

bero tosto a pentirsene. Pietro die la pre- vendetta di coloro che ne lo aveano fatto
ferenza agli alemanni e agi' italiani in discendere. Una nuova congiura non tar-
quanto agi' impieghi, oppresse l'Unghe- dò a formarsi contro di lui. Andrea, Bela
riacon imposizioni, e perseguitò coloro e Leventha figliodi Ladislao il Calvodeì-

che reclamarono 1' autorità delle leggi. la famiglia di s. Stefano I, vennero dalla
Una condotta così tirannica, le sue crudel- Polonia, ov'eransi ritirati, per unirsi a'
tà e lesue lascivie, destarono una sommos- malcontenti. Neil 046 oio47 Pietro do-
sa generale. Gli slati si raccolsero nel io4i po essersi difeso per 3 giorni come un
o 042 e deposero Pietro. La regina Gi-
1 leone nel vdlaggio di Zamur, fu preso e
sella, co'cui consigli egli erasi regolato, e- condotto diiianzi Andrea che gli fece ca-
sperimentò in forma più ancora severa var gli occhi; altri invece dicono che An-
il risentimento degli ungheri, s' è vero, drea punì severamente gli autori di quel
come dice Alberico delle Tre Fontane, delitto: essendo slato poi gettato in una
ch'essi la posero a morte in punizione de' prigione vi morì l'anno stesso, o nel 1 o55
mali che aven loro causati. Saoiule detto come vogliono alcuni. Sua moglie, di cui
voL. txxxiir. 1 1
i62 UNG UN G
nome, era sorella d'Albeiio 11 sci al re di trarre Enrico IH dall'assedio»
i-noiasi il
Papa come conveniva
Vìllovioso duca d'Austria. Due cose non più ubbidì
avea- il

noprincipalmeiile sollevalo gli unglieii a autorevole mediatore. Il Piinaldi dice

le Pietro dopo il suo lislabili- che il re deluse il Papa, ed Novaes nella


il
conilo il

storia di questi riferisce che lo scomuni-


mento: l'oraoggio da lui reso alTimpcra-
toie colla cessione de'dislrelli posti al di cò per avere rifiutato l'autorità aposto-
qua delia riviera di Leilha, e la proiezio- lica. Bela suo frateUo, da lui crealo duca

ne accordala agli ecclesiastici. Questi ven- d'Ungheria col cedergli il 3." del regno,
nero perseguitati e se ne fecero de' mar- conlava succedergli giusta la convenzione^
tiri, fra'quali de'vescovi.Nèdi ciò conten- tra loro segaita. Andrea I per disingan-
ti, spogliarono e arsero le chiese, uccisero narlo fece coronare Salomone suo figlio
ancora chierici e nionau, ministri reali e in elùdi 5 anni. Nel io5g si dichiaròguer-
magistrali, e in (ine i fedeli lanlo paesa- ra tra* due fratelli, che non ebbe lunga
ni che forestieri. La persecuzione fu sì durata. Vedendosi rinforzalo dalle mi-
grande e accanita, che se avesse avuto lizie imperiali e del duca di Boemia, An-

lunga durata avrebbe ridotto al niente drea 1 nel 1061 presentò la battaglia a
il cristianesimo nel regno. Nel 1046 o Bela sulle sponde della Theiss, ma aven-
io47 Andrea 1, cugino di s. Stefano I e do indugialo neh' assalire cogli unghe-
congiunto di Pietro, gli fu dato per suc- resi del suo partito, fu preso nel combat-

cessore. Egli avea promesso a'signori un- timento. Le guardie che gli si dierono fa-
gheresi di ristabilire l'idolalria; ma fece cilitandogli colla loro negligenza il mez-
l'opposlOje protesse altamente la religione zo di fuggire, egli ne profittò senza però
." propria
cristiana e i suoi ministri. Il 1 alto in cui migliorare colla sua evasione la

mostrò sul trono la sua perseveranza nel sorte. Riparatosi nella foresta di Bokon
cristianesimo, contro i furenti pagani, fu vi morì di rammarico. Il Piinaldi diceche
il seguente. Quattro vescovi,alla cui lesta era slato caccialo dal regno e accecalo,
era s. Gerardo vescovo diChonad, istruiti e che in parte di esso gli successe il fi-

della promessa sacrilega da lui fatta, e- glio. Rinvenuto il suo corpo fu portato
ransi posti in cammino per distornarlo alla chiesa di s. Agnan di Tihon da lui

dall'eseguirla. Giunti presso Alba Pieale, edificata sulle rive del lago Balalon, e ivi
ima truppa di soldati comandali dal du- ebbe sepoltura. Ebbe da Anastasia sua
ca Valila,uno de' più ardenti difensori sposa, figlia del gran principe di Mosco-
dell' idolatiia e implacabili nemici della via, olire Salomone, Davide e Adelaide;
memoria di s. Stefano 1, gì' invesfi, e moglie di Uralislao duca di Boemia. Nel
trucidò s. Gerardo con due altri vescovi; 1061 Bela 1 vincitore del fratello si fece
ma sopravvenuto il nuovo re dissi[)ò que coronare, e la condotta tenuta da lui sul

crudeli persecutori, e salvò l'altro vesco- Irono onestò in parte la macchia distia
vo. Andrea ! solennemente coronato da' usurpazione. Egli fu sollecito de'bisogni
3 vescovi del regno, quietò le cose e le di- de'suoi sudditi, procurò l'abbondanza e
spose così oUiraamenle, che sbandita l'i- provvide alla pubblica sicurezza con sag-
dolatria, fece riliorire nel regno la reli- gi ordinamenti. Richiamò i partigiani di
gione cristiana. iNel 1 o52 Andrea 1 pregò Salomone suo nipote, e li ripristinò ne'
il Papa
s. Leone IX a recarsi in Germa- loro beni. Volendo rendersi popolare con-
nia percomporre le discordie nate fra lui vocò presso Alba Reale una generale as-
e rimpeiatoreKnrico HI. Il Pontefice pa- semblea del popolo, composta di due de-
7ientissiiu(j nelle fatiche e pieno di carità, putati per ogni villaggio, per dar con essi
benignamente 1'
esaudì per conservar la opera alla riforma dello stato. Essi vi si
pace Ira'principi cristiani. Ria come riu- recarono in maggior nucuero, e credcu-
U N G UNG i63
dosi forti abbastanza per dar Io legge, o- gennaio fu opera de'vcscovleper partedi
sarono cbiedere il periDesso di far ritor- Geisa fu così sincera, che trovandosi con
no al paganesimo. di lapidare i vescovi, Salomone il giorno di Pasqua in Cinque
stertuiiiarei preti, strozzare i chierici, im- Chiese, gli la corona in le-
pose egli stesso
piccile i decin)atori, dislrugi^ere le chie- sta in niezzoa numerosa assehd)lea,e poi
se e far in pezzi le campane. Il re veden- il condusse alla cliiesa de'ss. Apostoli per
do imminente una sedizione chiese 3 gior- ascoltar messa. Geisa e Ladislao suo fra-
ni a deliberare. In qiiest' intervallo egli tello furono di gran soccorso a Salomone
radtmò milizie, e comparve alla loro lesta nelle guerre che questi ebbe a sostenere
il 3.° giorno. Subito fece pigliare e impri- contro gli stranieri. Col loro valore egli
gionare i capi sediziosi, e aspramente tor- ricacciò boemi e valacchi, che aveano
i i

mentare con vari supplizi alla vista degli invaso gli imi dopo .^li altri l'Ungheria.
altri faziosi, onde si represse il tumulto e I bulgari comandati da ulllziali greci, poi-

il popolo rientrato nel dovere, la religio- ché allora eranosommessi agl'imperaio-


ne cristiana restò nella pristina libertà, ri d'oriente, comparvero poi sopra una

dopo aver evitato la distiuttrice tempe- flotta falla da essi costruire a Belgrado e
sta che la minacciava. Breve fu il suo re- colla quale rimontarono la Sava. Prima
gno. Essendo nel suo palazzo di Demes fu del loro sbarco scontraronsi con quella
talmente malconcio dalla caduta d'un pa- di .Salomone che trionfò di essi, sotto gli
vimento, che trasfeiilo mezzo morto a Ca- ordini di Geisa e di Ladislao, a malgrado
nise ivi nelio63 oio64- Venne tu-
niorì del fuoco greco che adoperarono per ri-
mulato monastero di s. Salvatore da
nel durla in cenere. Dopo tale viiioria Salo-
lui eretto a Zewkzard, così da lui chia- mone pose l'assedio dinanzi Belgrado, che
malo per alludere alla calvezza del suo fu uno de'piìi micidiali per la vigorosa di-
capo e al suo buon colorito. Lasciò dalla fesa falla dagli assediali e le frecpienli lo-
sua sposa, figlia di Micislao li duca di ro sortite. Durava esso da circa 3 mesi,
Polonia, 3 figli, Geisa, Ladislao e Lam- quando una donzella ungherese eh' era
bert, oltre due figlie, Sofia maritata a 3 tenuta prigioniera in città, si avvisò d'ap-
principi, ed N. moglie di Zuonimir re di piccare il fuoco al suo quartiere ( è iucer
Croazia e Dalmazia, il qualf; essendo mor- lo se per tradimento o per iu)prudenza),
il regno alla'sua
to senza posterità, lasciò donde si propagò l'incendio per lolla l;i

vedova. Nell'istesso anno Salomone figlio piazza, il che ne facilitò la presa per la co-
d'Andrea I fu ricondotto in Ungheria dal sternazione incussa negli abitanti e neli.i

suo cognato Enrico IV re de' romani, guarnigione. Gli ungheri inseguirono i

presso il quale erasi rifugiato e sposata la bulgari fuggiaschi e ricuperarono da essi

sorella Sofia. Enrico IV Io fece incoro- il bottino che aveano fallo nelle loro e-
nare alla sua presenza per la a,° volta in scursioni. L'assedio lungo e sanguinosodi
Alba Pieale, in premio del qual servigio Belgrado fu notabile sopialttitto perchè
richiese che gli facesse omaggio dell'Un- la storia per lat.^ volta fece menzione di
gheria come d'un feudo dell'impero. Que- cannoni, e gliassediantisene valsero, ma
sto forse avvenne pili tardi, come dirò alla pure non doverono a tale arme terribile
sua volta; Al loro arrivo, Geisa figlio del la presa della città, sibbeue al detto in-
re Bela I avea preso la fuga, ma ritornò cendio. Tali primitivi cannoni si vuole
tosto partito Enrico IV, fece guerra a Sa- che non iscagliassero palle di ferro, ma
lomone, e l'anno dopo concluse una con- pietre da ^ofino a 120 libbre, delle grosse
venzione che assicurò il trono al suo ri- frecce e delle composizioni incendiarie. E
vale e a lui il 2.° posto nello slato, cioè possibile elle gli ungheresi ne avessero im-
quello di duca. Questa pace firmata a'20 parato l'uso da'tarlari, poiché da remo-
,64 UNO U N G
tempi conoscevano In pol-
cinesi Tere il regno d'Ungheria da altri e non
lissimi i

cannone. Tra quelli acni si atfri- dalla Sede apostolica, lo perdesse affatto.
vere (li

biù l'uso o l'invenzione in Europa ilella Pure non lasciò s. Gregorio VII, come
polvere sulfurea, si comprende anche Sa- padre comune, di procacciar la pace fra
lomone re d'Ungheria. Quanto al vanto loro, come fanno palese le sue lettere

che se ne dà in Germania al frale Bertol- mandate a'competitori Salomone e Gei-

do SchAvarlz, verso la fine del secolo XI 1 sa. ed anche scrisse alla moglie di Salo-

o nel principio del XIV, molli tedeschi mone, che Rinaldi chiama Giuditta, con-
loriguardano come un personaggio im- solandola. Nel 1074 01 075 Geisa oGey-
maginario. Suir origine della polvere e sa I, divenuto padrone dell'Ungheria, si

dell'artiglierie parlai ne'vol. XL V,p. 02, 1 fece coronare in Alba Reale,e mandò am-
LXVll, p. 164 e altrove. Ma le spoglie e basciatori alia s. Sede con sue lettere a s.

le ricchezze tolte a'bidgari, furono il man- Gregorio VII. Questo Papa nelle rispo-
tice della discordia Ira il re e Geisa. Sa- ste l'ammonì, che non pensasse essergli

lomone col consiglio del conte di Vid ac- lecito cosa alcuna, fuori della giustizia, e
cusò duca d' essersene appropriala la
il che volesse mantenere! diritti dellaChie-
maggior parie e voleva astringerlo a una sa romana sopra il regno d' Ungheria,
nuova divisione. Entrambi si accaloriro- pel dispregio de'quali Salomone avea me-
uo, e si separarono con reciproci divisa- ritato, che Colui il quale di tutte le cose
menti di vendetta, onde bentosto fu di- è Signoie gli togliesse il regno. Nondime-
chiarala Ira essi la guerra. Salomone che no s'aifalicò con sue lettere di metterli
era slato per insidia vincitore di Geisa in in pace, per le guerre in cui Salomone era
uni ."
combattimento, fu vinto in un 2.° soccorso da Enrico IV: allora Geisa I in-
con perdita sì grave che disperando di vocò la prolezione della s. Sede e se ne
ripararla, fuggì a Presburgo e lasciò al giurò vassallo. Delle quali cose feci pa-
suo rivale il rimanente del regno, seguen- rola nella biografia del Papa. Sidone e
<lolo la legina Sofìa, nel1074^1 075. Nar- Martinetti, Della s. basilica dis. Pietro,
ra all'annoi 074 ilPiinaldi, che Salomone lib. i,cap. 3 Delle oblazioni fatte al-
:

mandò i suoi ambasciatori al suo cognato l'apostolo s. Pietro nella basilica Va-
Enrico IV, divenuto perfido persecutore ticana, raccontano al n.° xxi.E celebre la
dellaChiesa e di s. Gregorio VII, chie- lettera da s. Gregorio VII scritta a Salo-
dendogli soldati contro Geisa, e promet- mone red'Ungheria,e il forte rimprovero
tendogli di prendeilo per collega nel re- con cui condannò la di lui ingratitudine,
gno, d' essergli tributario e di dargli in poiché trovandosi in possesso d'un regno
mano le più forti città dell' Ungberia. Il offerto già da tanto tempo a s. Pietro, e-
che avendo inteso Gregorio VII esser-
s. gli ne avesse presa l'investitura, non già
si recato ad eiretto,cioècheSalomoneavea dalla s. Sede, ma da Enrico IV rediGer-
ricevuto in feudo il regno da Enrico IV, mauia. Il zelante Papa fonda le sue que-
come se questi ne fosse signore, vedendo rele in due fatti, ed afferma che il re s.

il pregiudizio che si faceva alla Chiesa Stefano I suo antecessore avea fatto al s.
romana, a cui spellava dargliene l'inve- Apostolo divota offerta di quel medesi-
stitura, perchè ad essa s. Stefano 1 avea mo regno, e di qualunque altro diritto e
già dato l'Ungheria, gli scrisse una lelle- dominio che a quello apparteneva ; ag-
la riprendendolo e minacciandolo di pro-
giungendo l'altro esempio dell' impera-
cedere contro di lui colle censure eccle- tore s. Enrico II, il quale dopo la gloriosa
dove non avesse tali cose emen-
siastiche,
conquista di quello scettro (intenderan-
date. Soggiunge il Rinaldi, ma per giu-
no forse parlare dello scettro imperiale o
dizio divmo avvenne, che chi volle rice- di allro regno, non mai dell' ungherese^
UNG UNO i65
poiché s. Enrico II cognato a s. SleijiioI sia. Eseguì ciò e abbiiudanteriiente iliiuo-
iiori guei leggio l'Ungheiia, contribuì so- vo le, mandando a s. Gregorio VII itera-
lo alia pioijagazione della tede; bensì te aitiiiascerie. Questo l^apa nel i 07C) dal
guerreggiò contro gl'idolatri della Scliia- sinodo romano inviò a s. Ladislao l una
vonia, che aveanodalo il guasto alla dio- leg^izione per cercare e collocare col do-
Cesidi Mersebingo e distrutto moltechie- vulo onore le reliquie de' santi, che avea-
se, e li vinse), avea deposta sul corpo di no innatliato l'Ungheria colla predicazio-
s. Pietro la corona e la lancia in segno del ne della fede. Giunto il legato apostolico
suo vassallaggio e di tutti i suoi stati:y;/'o in Ungheria e adunala un' asseuìblea di
gloria Iriiuìiphi sui Ulne Rc^ui dìrexit nobili, fVi elevato il corpo di s. Gerardo
insignia,(iuo pi-i/icipaluni (lignilatis e- S^igrcdo, dal Pa[)a dichiaralo martire,
Jus {itliiicre cogiioi'iC.ìtntì(itmn\scvi/o- dalla chiesa della B. Vergine presso il
li riferiscono col Pagi, che la mancanza luogo ov' era stato lapidato e trafitto, e
di Salomone era provenuta piuttosto da postu in urna trasportato nella sua cat-
Decessilà, che da disubbidienza. Iinperoc- tedrale di Chonad sulle s[)alle del ree
che es«.ei)du stato vinto in battaglia e spo- de'[)rincipi, e collocato in luogo onorevo-
glialo del legno da Gioiade o Geisa 1, per le, ove Dio lo fece vieppiìi ris[)lendere per
ricuperare il jiossesso lo sventurato re lece la copia de'miracoli. Il santo re non prese
ricorso ad Enrico IV, e avendo col di lui che il titolo di amministratore, e prole-
mezzo riac(|uistato il regno lo fece tribù- stoche non si sarebbe mai fallo incoro-
tario al suo liberatore. Ciò nonostante s. nare mentre vivesse Salomone. Egli ri-
Gregorio VII condannò,
se ne dolse e lo chiamò questo principe e lo colmò d'o-
Xanlo strelta e precisa era la dipendenza nori e benefizi, ma Salomone non corri-
di (juesto regno dalla Chiesa romana. Au- spose a tanta generosità che colla ingra-
?.i nel voi. LXIX, p. 274 l'iportai, che s. liludine. Accortoci s. Ladislao I ch'egli
Gregorio VII dichiarò re di Dalmazia, studiava di perderlo, prevenne i suoi ili-

Cioazia e Schiai'onia, Demeli'ìo che ì\e segni nel 1 081 facendolo rinchiudere a
avea falle fervide istanze con promessa Vicegrad. La sua cattivila fu di breve
giurala alla s. Sede d'annuo tributo, seb- durala, poiché in capo ad alcuni mesi s.

bene que'regoi fossero nella suprema si- Ladislao 1 lo reslilul iu libertà, persuaso
gnoria del regno d' Ungheria. La pru- che si fosse mulato di disposizione a suo
deiiza e il valore di Geisa 1 resero inutili riguardo, ma s'ingannò. Salomone aven-
g!i sforzi falli da Salomone per rimon- do formato legami col capo de'valacchi
lare sul trono. IMorì Geisa I a' aS aprile e de'greci, assoldò un esercito e dichiarò
1077, lasciando di Gisele sua sposa, bglia guerra a s. Ladislao 1. Però vinto nella
di bertoldo di Carintia, due figli in lene- 1.' battaglia, si gittò co'suoi alleati sulla
ra età, Colomano ed Almus, ed una figlia Bulgaria, ove generali greci che colà co-
i

Pyrisca maritata all'imperatore greco mandavano, gli fecero provare nuove pe-
Giovanni Comneno. Nello stessoi077 e ripezie, per cui perduta ogni speranza si

a proprio malgrado fu eletto re s. Ladi- ritirò io una suliludine iu cui finì i suoi
^/(/oy (7 .)(ValellodiGeisa 1 eperciò figlio giorni nel 1087, o come altri vogliono
di Bela 1. 11 Papa s. Gregorio VII scrisse sollo il regno di Colomano, nell'esercizio
a Neemia arcivescovo di Suigonia, che d'opere di austera penitenza e virtuose,
insieme cogli altri vescovi e co'principi del giusla gli storici ungheresi, per cui venne
regno lo consigliassero a notificargli la veneralo per santo. Thvvrocz, il più au-

sua divozione verso la s. Sede, mandau- lieo di essi, aggiunge che fu seppellito a
do in Roma i suoi ambasciatori, e così il Pula nellislria. In tale articolo, pailan-
Pdjiu gli avrebbe poi lallu beuìgua ri&]JO- do della cuUcdrule, dii»;9Ì col d.' Ivaudlcr^
iG6 UNG U NG
veueiarsi Ira le reliquie quelle del b. Sa- laccialo. Ma l'indegno principe persisten-

lomone, the ritiialosi presso cognato


il do nella sua riprovevole ostinazione, nepr
Udalrico inai cliese d'Istria (un Udalrico pur confessò d'essere scomunicato; per
niaicliese tli Curinlia e Istria fu 2." mari- cui cattolici deliberarono di non aver
i

Io di Sofia figlia di Ijela I zio di Salomo- pace con lui. Vi furono Ielle le lettere
mon santo, lleilol- di Papa Vittore III, colle quali notificò
ne), visse penitente e
do di Costanza in vece as!^el•isce che nel a'principi d'esser succeduto a s, Gregoriq
1 087 avendo Salomone fatta una spedi- VII, confermando il di lui giudizio coUt

zione contro i greci (probabilmente la già troEmicu IVe suoi partigiani. Colla qua-
riferita), perì nella battaglia cbe die loro le dichiarazione vennero smentite le bu-
dopo aver ucciso incredibile numero di gie di Sigeberlo, che s. Gregorio VII pen-
soldati. Meglio è leggere il p. Vvay,DìS- lilosi alla morte, confessò d'aver fallato
scrtaùoncs historico-crilicac de sanctis e ordinò a'successori d'assolvere Enricq
Salomone rege, et Hemerìco duce un- H IV co' suoi fautori. Anche s. Ladislao I

g-«/7/7f, Pestum 1774- Ritornali in Un- mandò una legazione a tale assemblea, di-
gheria i vaiaceli! sotto la condotta del chiarando ch'egli persevererebbe sempre
nuovo capo Kopuich, furono nuovainen- nella fedeltà a s. Pietro, e promettendo

le sconfitti in una battaglia in cui per- che sarebbe stalo pronto, bisognando, di
dettero il loro generale con gran nume- marciare con 20,000 cavalli a favor de'
ro delle sue genti. Il re s. Ladislao l eb- contro gli scistualici. A vea S.La-
cattolici

be poi a combattere i russi, i polacchi, i dislao sposalo prima Gisele figlia di Ber-
1

boemi e altri popoli,che venuti l'un dopo toldo di Carintia, poi Adelaide figlia di

Tallio ad attaccarlo, furono tulli 1 espili- Piodolfo di Svevia eletto re de' romani
li, non riportando dalle loro s[)edizioni contro Enrico IV, da cui ebbe Coloma-
se non vergogna. Queste vinone lo rese- no che gli successe, da altri confuso col
ro rispettabile a liilli i suoi vicini, e gli figlio di tal pome di Gelsa I. A s. Ladi-
imgheri per le virtù riportate nella bio- slao I, secondo alcuni storici, fu conferi-
grafia, lo tenevano in tanta venerazione to il comando della I." Crociata ùì 2V/--
che comuncmenle lo chiamavano il san- ra Santa (della quale e delle successive
to re. Gli sloiici nazionali dicono ch'egli tenni proposito anche a Turchia), ma la

estese i propri stali co'regni di Croazia e sua morte accaduta a:' 190 meglio a' 3
Dalmazia, ceduti alui da sua sorella ve- luglio 1095, obbligò i crociali a scegliere
dova del re Zuoiiimir morto senza di- qllrocapoj e fu seppellito a Vaiadino, ove
scendenza nel 087 al più tardi. Ma Gio-
1 se ne venera il corpo. E nominalo nel
vanni L\ic\u,IJisioritic fcgid Dalniatiac Martirologio romano a' 27 giugno, ch'è
<-/Oo<///</c, s(jslieiie che s. Ladislao I non il giorno ili cui si fece la traslazione dj
possedè che la Croazia, e che i veneziani sue reliquie, e in Ungheria si celebra lat

inipadionironsi della Dalmazia. Certo è, festa col nome di s. Laslo. I suoi miraco-
secondo Du
Cange, Faniil. Byzuiit., che li determinarono Celestino III a canoniz-
A Itale Faliero, il quale pervenne al do- zarlo nel 198 secondo IJutler, come dis-
I

galo di Venezia nel 1084 e morì nel oqG, 1 si nella biografia. Kiporlando nel citato
fu ili. doge che si (pialdicò duca di Dal- voi. VII, p. 067, il catalogo de'sanli ca-
mazia. iNel 1087 i principi di Germania nonizzali,[)ubblicalodall'Amici, Il sacra
ledeli us. l'ietro, il ."agosto fecero un li to della Canunìzzazioiu', lo dissi cano-
parlamento generale con Enrico IV e nizzato neh 191, ma ripelei il suo erro-
suoi fiutori,e gli promisero aiuti per ri- re chiamandolo re d'Inghilterra e (|uì ne
conqiiislarei suoi douiiuii, se volesse farsi fo emenda. Alili lo prelesero canonizza-
itssolveic dalla scomunica da cui era al- lo da Calisto HI. Queslo santo nel 1078
UN G U N G 167
fondò in Ungheria l'abbazia di Senligi*, uomini. La loro indisciplinatezza li fece
in cui doveansì aiiiiiiellet'e soli francesi, cacciar via dagli ungheresi, e il prete si
prova della slima in cui teneva (|iieiia na- sliinò lro|)po fortunato di poter raggiun-
zione^ la quale anlicaniente lu chiamava gere con alcuni fuggiaschi il proprio pae-
s. Laucelot. Si ha del [). l'ray, Disserta- se. Quest'esempio non rese più saggia una
tio de s. Ladislao regc, Pestun» >774' 4." divisione di 200,000 fancesi, (iani-
Colornano succeduto al padre, si pretese minglii e lorenesi,a'quari eransi unito con
da alcuno che fosse alloia vescovo di Va- i?.,ooo uomini il conte Emilcone nelle
radino, ma ciò non è asserito che da po- vicinanze del Pieno. Essendo da Colorna-
chi e dubbiamente. Sia comuur|iie, gli no slato loro ricusalo il passaggio, volle-
unglieiesi nel decretargli la corona fece- ro francarlo colla forza, ma subirono l.«

ro cattiva scella, qual principe mal for- sorte stessa di quelli che aveano prece- gli

malo di corpo e di spirilo. Nel 109G egli duti. Finalmentea'20 settembre compar-

vide nelle sue terre giungere il i mani- ve sulle frontiere dell'Austria e dell'Un-
polo di crociati, capitanato da Gualtiero gheria la bella armata di Gotfredodi Du-
Senza avere (perchè non possedeva che giione, nella quale slavano tutte le forze
la spada) gentiluomo francese. Egli ac- della I .'crociata. Colornano s'abboccò coi
cordò loro bbero il passo e permise il capi ed aprì ad essi la strada pe'suoi sla-
Iralllco de' viveri, ma sudditi non si i ti , dopo essersi giustificalo dell'ostilità
purliirono così. Poiché 16 di essi fermati- praticale contro le truppe precedenti per
si all'insaputa del capo loro al di qua del> la necessità in cui l'aveano posto di repri-
la Sava per comprare dell'armi, furono mere le loro devastazioni. Dice la storia,

assaliti dagli ungheresi, spogliati e riman- spomle della Sa-


ch'ei gli scortò sino alle
dali afTalto nudi. Poco dopo comparve in va, ove si congedò pienamente conlento
Uiiglieria il celebre Pietro l'Eremila apo- della loro condotta. Ritornato nella sua
stulo della crociata, alla lesta di 4o,ooo capitale, non andò guari che si disgustò
uomini,e percorso pacillcamente il regno, col cugino duca Almo, che altri chiama-
all'imboccatura della Sava videro sospe- no fratello, rilenendo Colomano figlio di
se alle mura della città, come in trofeo, Geisa I, per false relazioni die gli erano
le spoglie de' 1 6 crociati. Questa vista mi- state date intorno a lui. Indi ruppero Ira
se in furore l'armata e il suo condottie- lorn guerra civile, ma nell'atto di comin-
ro. Per vendicar tale oltraggio si marciò ciar la pugna i grandi li costrinsero alla
a bandiere spiegale verso la città, la qua- pace. Almo però teiiieudo il risentimen-
le chiuse invano le sue porte, poiché fu pre- to del re riparò in Germania. Colomano
sa per iscalata, inseguiti gli abitanti che nemico della quiete turbò poi quella dei
in numero di 7000 eransi salvati sulla vicini. .4ssoldato un esercito lo trasse sul
montagna al di là dal (ìuuie, e ne sgozza- territorio russo, ove non avea alcun mo-
rono 4ooo; dopo di che tornali crocia- i tivo di dissapore. La duchessa di Russia
ti nella città, la saccheggiarono per 5 gior- Lanca, sorpresa di tale invasione si recò
ni. Pietro avvertilo che la nazione racco- da lui e gittatasi a'snoi piedi lo supplicò
glievasi per piombar sui crociati valicò , piangendo a risparmiare un popolo che
la Sava col bottino e perde nel passaggio non gli avea dato alcun motivo di ([nere-
gran numero de'suoi, uccidi dagli unghe- la. Il feroce monarca ebbe però la barba-
resi epalziuaci posti in imboscala. L'Un- rie di respingerla co' piedi, dicendo che
gheria dopo la visita di (juelle due bande la maestà del trono non deve contami-
di crociali, uua 3.'^ u' ebbe 1' anno stesso narsi dalle lagrime d'una donna. Uitira-
con a capo il prete del Palalinato (iode- tasi Lanca col dispetto in cuore, implorò
scale che a vea raccolti iuGermauiaiS.ooo il soccorso de' valucchi, i quali sempre
, Gii U i\ G U N G
jiruiilia maiciur contro rLfnglK'iin,si re- fa. Sembra che isuoi luloi abbiano secon- i

carono a frolla intorno a lei soUo la con- date lesue inclinazioni, giacche non iscor-
dona del c.ijìo loio IMircode. Gli unghe- gesi die usassero dell'autorità del loro po-
resi (iirnno sconfitti, fatti a pezzi, e i ri- sto per reprimerle. Nel r 120 egli fece una
ijia>ti trovaronsi a tale estremila di vive- subitanea invasione nell' Austria donde
ri, die furono costrelli a cibarsi de' loro trasse gl'osso bollino. IMa il mai clieseLeo-
c.ilziii. Coioinano si stimò assai fortuna- pnido 111 il Pio portatosi sulle frontiere
to di potere sagginngere 1' Ungheria coi d'Ungheria, le saccheggiò a ferro e fuoco.
miserabili avanzi del suo esercito. Questo Stefano 11 nel i 122 dichiarò guerra al du-
sì terribile scontro gli fece perdere per ca di Boemia, e poi quasi subito si paci-
tjualclie lenipo il gusto de'conquisli; ma ficò. Porlo quindi le sue armi in Russia,
ciò die a danno de'suoi sudditi,
non fu Polonia, Bulgaria e Grecia, lasciando o-
a'quali fece sentir tulio il peso di sua po- Min([ue le tracce di sua ferocia, JN'è me-
tenza nell'esercitarla lirannicauienle. Nel no fu odioso per le sue sregolatezze, ma
I I 06 il duca Almo maneggiata secolui la sene pentì al terminar de'suoi giorni. Ca-
pace ritoinòin Ungheria, e qualche tem- duto malato in Agria rimiselo scettro ,

po dopo partì per la crociala di Palesti- all'accecato Bela, e vestitosi dell' abito
na. Neil 1 12 tra essi scoppiarono nuo^s monastico in segno di penitenza, morì nel
dissensioni, e Almo tornato in Germania I i3r. Ebbe in moglie la Rober-
(Igliadi
indusse l'imperatore Enrico V a recarsi to Guiscanlo duca di Puglia, ovvero Giu-
l'anno dopo in Ungheria, per costringe- ditta (ìglia diBoIeslao 111 re diPo!onia;può
re il fratello ad accorilargh la pace. Co- anche darsi che le abbia sposate succes^i-
lomano finse di cedere al desiderio del- vainenle. Fu padre diGeisa.e della moglie
l'imperatore, ma appena (piesti fu parli- di Alberto Divolo margravio d'Auslria.
il

lo fece arrestare Almo e Bela suo lìglio, I\Ieicè le cure di sua sposa Elena figlia
cavar loro gli occhi, poi li mo-
rilegò nel t\\ù\ signore greco, benché cieco Bela ti

naslero di Demes fuiulato da Almo. Po- montò sul trono, resse saggiamente suoi i

co d</p() caduto gravemente malato spe- stali e fu re d'insigne pietà. Tenne fron-
dìun ufljziale per trucidare Almo, acciò te Borich figlio di Coiomano che pre-
non potesse succedergli. monaci difese- 1 lese lorgli lo scettro. Nel 35 conti del-
i 1 i

ro il Joro fondatore e impedirono l'esecu- la Marca orientale di Baviera ossia l'Au-


zione dell'ordine sanguinario e b.ubaro. stria, presero per sorpresa e senza dichia-
II Palma nella sua Nolizia sulUL iiglic- razione di guerra l'resburgo. A (|uesta
7ia , discolpa Colomano dalla taccia di nuova Bela 11 accorse alla lesta di nume-
cruildlù,e la severità con Almo l'attribui- roso esercito per ritogliere la piazza. Du-
sce all'incostanza di questo. Coiomano fi- rante l'assedio alcuni de'suoi tiHiziali es-
nì i suoi giorni a' 3 febbraio i 1 i4, « fu sendosi abboccati cogli assediali, chiese-
seppellito in Alla Reale. Egli aveas[)0sa- ro loro il motivo di tale invasione, al che
lo la figlia ili Ruggero 1 conte di Sicilia, risposero ch'era pegl' interessi di Boricli
da cui nacquero Stefano 11 che gli suc- rifugiatosi in Baviera. Ma questi non ispo-
cesse, e Adelaide moglie di Sobieslao I re rando soccoisi restituirono la piazza. Be-
di Roemin. Da altra moglie ebbe Doridi,
la Il pii'catoconlro Enrico iU^/Y;(';7;odu-
die non volle riconoscere; altri prelendo- ca di Baviera enlrò ne'suoi slati, gli die
110 nato da Coiomano altro Rorieh, che battaglia e lo mise in fuga. Neh 38 fe- i

sposatala liglia di IJoleslaolII redi Polo- ce il conquisto della parte della Servia
nia, questi lo feceduca di Ihilicia.Di 1 3 an- bagnala dal fiume di Rama diesi getta
ni sali al lioiio Sid'.in,, || il /ù,/gt>rr, so- nel Naro o Narenla, la cui iiuboccatura
prannome datogli per l'utrocesuu coudut- è nel tiolfo di Venezia. Allora a'titoli di
U i\ G U N G 169
Jìc </' Uni^hfrid, Crodz-id e Dalmazia^ zia. Poco dopo Gelsa il avvertilo che Do-
l>ela il aggiunse quello di He di lidiiut, licU slava iiascoslo Ira l'armala liance-
parie del reame di />o.vmw,del cjuale tue- se, scrisse al re di Francia [)er chiedere
glie parlai a SiRMio, anzi iioii dirado Cu rus-.e consegnato agli ambasciatori che re-
presa per tulio io slesso regno di Bosnia, cavano la sua lettera, liorich era allora
Egli soggiacendo al vizi'j dell' ebrietà, a lello, perchè la lettera giunse di notte,
questa CtTgionò morte di due signori da
la llisveglialo dallo strepito ohe si fece nel
lui ordinala in mezzo al vino e ad unson- cercar di lui, e scontralo fuori ilei cam-
tuoso convito, ad istigazione de'Ioro ne- mino uno scudiero assai ben montalo, lo
ruici. Morì a' 3 febbraio i i4i e fu se-
1 attaccò per inìpadronirsi del suo cavallo,
pollo nella chiesa d'Alba Pieale. Lasciò 4 Alle sue grida accorse le guardie a vanza-
iìgli, Gelsa, Ladislao, Slefaiio e Almo, e te, presero liorich per \n\ ladrone e lo
due h'glie, Gertrude uiai itala a IMicislao condussero alla tenda del re. lìoiich fat-

ili re diPolonia, e la moglie di Corrado tosi riconoscere non senza dilììcoltà, per
11 Boemia. Tre giorni dopo fu co-
re di mancanza il' interprete, comandò Luigi
renato re d' Ungheria il figlio Geisa II VII che si custodisse sino a giorno. La
d'i I anni, nella i.' domenica di quare- nuova di quest'arresto pervenne tosto al-
siina. Pr:nci[)e forte e virtuoso, egli man- l'orecchio di Geisa 11, che non era mol-
tenne il buon ordine ne'suoi stati, e re- tu lontano, e sul momento mandò a chie-
spinse vigorosamente gli attacchi di Bo- ilere il [)rigionicro. ÌNIa Luigi VII sliman-
rich che voleva fare rivivete le pieten- ilo cosa indegna al suo grado ili dallo a
sioni sue al trono d'Ungheria. Nel i i
47 certa morte, prese il dopo esser-
parlilo,

sccolse l'in)peratore Corrado III Hientre si scusalo col re d'Ungheria, di mandar-


passava colla sua armala crociata per la lo fuori del paese. Borich, scampalo da
iSiria, eBoi idi colse quest'occasione per quel pericolo, si ritirò alla corte di Euia-
trarrealsiio partito Corrado 111 eisigno- miele Coinueno imperatore di Costanti-

ri tedeschi. L'inqieratore che avea avuto iiopoli, che gli die jjosIo nelle sue trup-
qualche controversia con Geisa II, vi era pe e fece sposare una sua congiunta, t

molto inclinato del pari che parecchi serviani attaccati nel i i5o da Emanuele,
grandi del suo seguilo. Ma i presenti fai- domandarono soccorsi a Geisa II, che in-
tigli dal monarca ungherese impedirono viò loro un ragguardevole corpo di rai-

l'elletto delleistigazioni delsuo rivaleche liiie sotto la condotta del general lìac-
iion poteva dargli che promesse. Dopo la chiù. L'im[)eralore avendo raggiunto l'ar-
partenza degli alemanni giunse l'armata mata nemica sulle sponde del Drin. che
francese col re Luigi VII il GiovancaWa divide la Servia dalla Bosnia, piombò so-
lesla. Borich era slato conosciuto da que- pia di essa coll'impetuosità ch'eragli or-
slo principe mediante una deputazione dinaria nelle battaglie, e fece prigione il

da lui spedila al parlamento d'Elam[)es, generale ungherese. Fratlanlo Geisa II

per indurre il re e signori a crociarsi


i faceva la guerra a'russi. Emanuele pro-
por venirein suoaiuto. Quando vide i'ar- (ìlio di sua assenza por trarre nel r i5r
miliancesi sulle terre dell'Ungheria, egli il suo esercito in Ungheria. Tragittata la

s' insinuò segretamente ira'soldati fran- Sava, lasciò una parte del suo esercito a
cesi per ispiare il momento favorevole di Teodoro Vatace suo cognato per far l'as-
])arlare col re. Intanto Geisa II venne in- Zeogmine, e si avanzò tra la Sa-
sedio di
coutro a Luigi VII con presenti conside- va e Danubio recando stragi ovunque,
il

levoli di cavalli, arredi e ventili. I due re Un'annata d'ungheresi marcio per pro-
dopo un abboccamento de'piìi olletluo- leggere il paese. Subito che si trovò a
si si separarono yuuaudusi elei uu uuuoi- froule dc'ueiuici, vedcudosi iufcnure di
,ro UNG UNG
nuaiero ,
prese la fuga. Emanuele dopo Miroslaf duca di Russia, tra gli altri figli
aver fatto iniprigionare pai te del suo a- el)l)e Stefano e Bela, ohe il successero, ed

vaii'niardo, ritornò avanti a Zeuginine e Etnerico, e le figlie Elisabetta moglie di

l'obbligò arrendersi a discrezione. Il re Federico duca di Boemia, ed Elena raa-


d' Un-lieria tornava di Russia carico di ritala a Leopoldo V duca d'Austria. Ri-

snoglie qoando senl\ tali rovesci. Impa- ferisce d'Anville, che una specie di cro-r

zicnle di provvedervi divise la sua arma- naca scritta sulle pareti della chiesa di
(il in due corpi, die il comando deli." a Cronstadl in Transilvania, ricorda come
Belosis suo zio, con ordine di precederlo, neh i43 Gelsa il fu quegli che fece eu-
li si pose alla testa del 2." L' imperatore trare nel paese i sassoni; osservazione no?

risparmiò a Belosis una parte del cani- labileche dà per conseguenza, essersi er»
mino, ma quest'ultimo a vista del nemi- roneamenteconipresa laTransilvania nelr
co passò freltolosauieute il Danubio e le frontiere dell'impero di Carlo Piagno,
s'accampò iu posizione vantaggiosissima Stefano III primogenilodi Gelsa II, e uuti

ov'era dilllcile l'attaccarlo. Essendo Bo- di Bela II come vuole un moderno, nel
rich iiell'aruiata imperiale,Emanuele uè 1161 sali sul trono d'Ungheria per vo-
lo slaccò con ordine di passare il Termes to della nazione e fu coronalo in Alba
e di saccheggiare lutto il paese. Borich Reale. Collegatosi nel i 171 coU'impera-
ademp'icon zelo e intelligenza lasuacoui- toreEmanuele, entrò nella Dalmazia tu-
niis>ione. Gelsa 11, che Irovavasi a quella gliendo a' veneziani Spalatro , Sebenico,
parte colle truppe, si mise ad inseguirlo, Zara e Tran; ma Zara fu poco dopo ri-

miì gli scappò col favore delle tenebre e cuperata dal doge V^itale Michieli. Due
ritornò al campo con gran bottino. Il re zii di Stefano HI, enlrambi figli di Bela
mani coli' ini-
schivaiiilo di venire alle II, si accinsero nello stessoi i 7 i a balzar-
puratore, comporlo ch'egli medesimo lodai trono per occuparlo e vi riuscirò,
prendesse e saccheggiasse parecchie cittì^ no. Ih.'^fu Ladislao II che morì ili.° feb-
senza recar loro soccorsi. Queste perdite braio i 72, dopo aver goduto 6 mesi di
i

e 1 avvicinarsi d'una battaglia che Ema- sua usurpazione. Il 2." Stefano IV fatlo-

niiele si preparava a dargli, lo deleruii- si coronare a'20 del mese slesso, fu scoUt
naroiio a domandargli la pace, ma non fitto a'
19 giugno seguente, poi cacciato
potè ottenere che una tregua pel resto dal regno uiorì nel castello di Zemien a
dellanno. Dopo ciò l'imperatore ripigliò 3 leghe da Cassovia a' i3 aprile i 173.
la strada per Costantinopoli, ove rientrò Stefano III suo nipote l' avea preceduto
con ricche >poglie e moltissimi prigionie- alla tomba da 4o g'orui, morto essendo
ri. Nel I i5i Gelsa li d'intelligenza con a'4 marzo, e fu sepolto a Slrigonia, sen-
Aiidronico cugino d'Emanuele ruppe la za lasciar prole dalla moglie Agnese lì'
lu'gua e si recò atl assediar Branisoba, glia d'Eurico li duca d'Austria. Al bre-
piizza vicina al Danubio. Egli tagliò a vemenle narrato cogli storici ungheresi,
[lezzi letruppe di Basilio Zinziluc ch'era soggiungerò il riferito da' greci uotabil-
venule ad attaccarlo econtinuòl'assedio, metile diverso. I due zii di Stefano HI,
Ma 1 anno dopo spaventato dal formida- cioè Ladislao II e Stefano IV, che a se-
bilearmaiueiUo dell'ini peraUne, per pe- conda della legge del paese doveangli es-
neirare sino nel centro dell' Ungheria, ser preferiti, si recarono da Emanuele per
mandò a richiedergli la pace e l'otlenne trarlo al loro partito. Conlentissimo di
con lestiluiigli CIÒ che avea preso a'gie- Iroviir l'occasione di portar la guerra in
CI in uomini e prede.
Morì Gelsa li a'3 1 Ungheria colla speranza di farvi de'con-
itMggioi iGi, e fi sepolto in Alba Rea- qui>li,enlrò l'imperatore nelle loro viste,
le. Dalla sua spusa Eufiy^iua
, (iglia di e per legarli con vincoli più sUelli voi-
U N G U NG lyt
|e mai ilarli colle sue pai enti. Ladislao li di riacquislar la protezione imperiale iin -

licusò roHerta per licnoiG di spiacere a- padronendosi della parte che il re Gelsa
gli iingheri, Stefano I\^ invece accellò la Il avea assegnalo a Bela. Stefano III ri-

mano di Maria nipote dell'imperalore, il comparve in Ungheria, e tosto vi giunse


quale inviò deputazione agli ungheresi pure r imperatore con l' esercito. Però
pel" rappresentar loro il diritto de'due zii Stefano IV avea chiamato in soccorso va-
di Stefano HI, e per foi tidcar la sua rac- li principi di Germania, il più saggio dei

comandazione si portò in persona a Sar- quali era Vladislao li re di Boemia. Ve-


dica.Ma convinto dalle risposte degli un- dendo Stefano IV che per indurre Ema-
gheresi che nulla otterrebbe se non colla nuele a ritirarsi bastava restituire a Be-
furza, ordinò a suo nipote Alessio Conto- la la sua porzione, l'elleltuò recandosi e-

Stefano e a'due pretendenti che lo accom- gli stesso a portarne la notizia all'impe-
pagnavano , di assediare il castello di ratore, e segui l'accomodamento. L' im-
Chrain, che non oppose gran resistenza. peratore abbandonò l'Ungheria, lascian-
La presa di questa piazza e il denaro spar- do a Stefano III, che tentò invano di tiav

so tra'signori ungheresi da'segreli emissa- secolui, alcune truppe perchè non sem--
ri, servai a furinare un poileroso partito che brasse d'averlo del tutto abbandonato.
astrinse il re Stelano 111, nello stesso an- Questi prefer"i di ritirarsi a Siriuio ,
per
no in cui eravi salito , a cedire il trono essere piti a portata di tenere intelligen-
^ilo zio Ladislao II, il cui fratello Stefa- ze con r Ungheria. In seguito della sua
no IV contempoi'aneamenle dichiara-
fu ritirata passò a Zeugmine, che lo zio re

to WrunijCioè erede della corona, che Stefano IV si recò ad assediare, ma fatto

poco dopo passò sulla sua lesta, essendo prigione morì poco dopo 1' 1 i aprile 1 1 63
tuorlo Ladislao a'i4 gennaio i 162 con
11 in conseguenza d' una cavata di sangue
6 mesi di regno, il nuovo re Stefano IV per leggiera malallia , eseguita con lan-
si comportò male, e gli nnghei esacerba- i cetta avvelenala. Emanuele sdegnalo di
ti dalle sue vessazioni lo cacciarono nel- così nera azione e non meno della per-
r anno slesso e ripristinarono il nipote dita diZeugmine, ricominciò la guerra
Stefano III. Alessio ricondusse il fuggiti- contro StefanoIII. Nel 166 raccolta la i

vo zio in Ungheria e lo ristabdi, ma ap- sua armata sotto le mura di Sardica, la


pena parliti i greci fu di nuovo caccialo. condusse davanti a Zeugmine, cui dopo
Finalmente accortosi l'imperatore di non lungo e micidiale assedio fece rientrare
poter mai vincere l'avversione in che gli sotto le sue leggi. Stefano III si rivalse di
nngheri tenevano il suo protetto, lo ab- tale rovescio con una vittoria riportata
bandonò e rivolse le sue mire verso il di nel 67 dal suo generale Dionigi contro
I 1

lui fratello cadetto Cela, [)0Ìchè siccome quelli greci. Leone Vatace e Giovanni
non avea llgli maschi si propose dargli in Ducas, altri generali d'Emanuele, fecero
isposa la propria figlia Maria e unii e co- perdere a Stelano Ili il frutto di quell'a-
s'i per sempie l'impero d'oriente e il re- zione col desolar Ungheria sellenlrio-
l'

gno ungarico. A tale disposizione e per nale. JNel 68 segni la battaglia di Zeug-
1 1

(livitar la guerra acconsentirono gli un- mine vinta da Andronico generale greco
gheresi, e fu cementato l'accordo colla contro gli ungheresi comandati da Dio-
prooiessa d'ellcttuaiìii lo sposalizio di Ce nigi, quasi tuttal'armata del quale perì.
la con Maria ap[)cna toccassero l'età nu- Tale vittoria pose termine alla guerra
bile. Stefano 111 ritiralo ad Anchiale sui d' Ungheria che da 8 anni indietro non
Ponto Eusino non avea peraltro rinun- era stala interrotta che [ler brevi inter-
cialo a'suoi diritti, e lo zio Stefano IV gli valli. Nel 1171 Eiuaimele divenuto da

sumoiluiàli'ò occasioue di farli rivivere e dueauui padre del liglio Alessio Cumue-
,„2 UJN'O UN^
no, gli conferì il titolo d'erede presunti- conte Palaliiio d'Ungheria, dal cjiiale di-
vo deiriui[)ero, die avea accordato a De- pendevano, e le cui funzioni ahbracciava-
prò- no tanto il militare quanto il civile. Nel
Ju enei It'Mjpo stesso a questi rilii ola

messa della liglia a lai [idanzala. Dela fu i 182 Volodoniiro duca d' Halicia nella
mollo scns-iljile allo scioglimento di quel- Russia Rossa, cacciato dal fratello Mici-
la parenlcla.e per confortarloMariad'An- slao appoggiato dal re di Polonia, prese

tiocliia gli fece sposare Agnese principes- asilo inUngheria. Neh i85 boiardi di i

sa d" Antiochia e sua sorella uterina, fi- Halicia avendo avvelenalo Micislao in- ,

glia di Rinaldo diChàtillone di Coslau- viarono deputati in Ungheria per richia-


za. Tale è il sunto degli avveuicnenti del mare Volodomiro.DelalII trattenne pres-

regno di Slefìino HI, Ladislao II e Sta- so di se il principe russo, e inviò il pro-


fililo IV fattoci dagli storici greci. Alcu- prio secondogenito Andrea in Halicia col

Ili cronisti non coniarono nella serie dei pretesto di preparargli i mezzi e di soste-
re Ladislao 11 e Stefano IV, per cui i sue- nere suo partito contro Piomano, altro
il

cessoli di tal nome Udissero li dello III, fratello di Volodoniiro, che il re di Po-

e IV detto V, ecosì gli altri. Contento di Ionia avea nominato al ducato d' Hali-
quesl'avvertenza, seguirò l'ordine nume- eia. Andrea impadronitosi di questo pose
lieo coniandoli. guarnigione ungherese nel castello, si fe-

Nel 1 lyj Bela III fratello di Stefano ce prestar giuramento di fedeltà dagli a-
111, vivea alla corte di Costantinopoli hitanti e assunse il governo in suo nome:

quando quesli venne a morte. Alla nuo- Jnrare omncs in vcrbasua cocgitAvSov-
va di tale avvenimento Emanuele lo le- malo Bela 111 di tal successo fecearresta-
ce partile con magnifico corteggio, dopo re Yoloilumiro; ma questi trovato mez-
avcrgli Usilo giurare che non si diparti- zo di fuggire neh 187, si giltò nelle brac-
rebhe mai dal servigio dell'impcralore e eia del re polacco,ilquale glidiè un'armata
deli'iuq)eio greco. Al suogiungere in Un- con cui discacciò il piincipe uiigluM'ese e
gliL'iia gli fu conferita d'unanime consen- rilornòin possesso del ducato d'Ilalicia.
so la corona, esolennetuentegli fu impo- Tanlo narrano gli storici |)olacchi. Avea
sia tiomenica I 3 gennaio I 174' Le ultime Bela III nclii85 donalo al figlio Eme-

tuibolenze aveano riempilo il paese di fa- rico ducati di Dalmazia e di Croazia,


i

ziosi, e Bela HI consagrò le sue cure per indi nel 1 1 98 l'innalzò alla dignità di con-
purgarne l'Ungheria. Etnerico di lui fra- signore dell' Ungheria. RIoiì Bela 111 ai

IcUo gli die pure di che esercitare la sua 18 aprile 1 iqG, etl il suo corpo fusolter-
jittenzione. Questo piincipe battuto da rato nella chiesa d'Alba Beale. Da Agne-
Bela HI si ritirò inBoemia ma il duca , se ebbe nominali figli che il successero,
i

«Sobieslao li lo consegnò al fratello clic e due figlie, Margherita moglie dell' im-
lo fece rinchiudere. Nel i 181 si sotlras- |)eialoie greco Isacco H l'Angelo e poi di
se alla veneta dominaziune Zara in Dal- Bonifacio marchese di Monferrato, e Co-
iiiazia, e si die per la 4- volta all'Ungile- stanza maritala a Premislao re di Boe-
lia. Il re se[)pe conservar queirimportan- mia. Einericoo Enrico primogenito mon-
lepiazzaa malgrado degli sforzi della re- lo sid trono per unanime voto della na-
pubblica per rivendicarla. Si attribuisce zione dopo la morte di suo padre, ma An-
u Bela IH la divisione dell'Ungheria in drea di lui fratello intraprese parecchie
coMlet, ma fu biasimalo per aver accor- volle, maseuipie invano, di iarlo scende-
djlo troppa hberlà u'coiili. Essi ne abu- re (ler collocarvisi egli slesso. Emerico
saremo hiilto regni successivi, e non fu
i
lenipeìalo e pruilente nell'esercizio del-
sen/a diliicolta diesi giunse a reprimer- l'auluiilà sua (jiianto Andrea era ambi-
li. Avcuiio piiiua di loru islituzioue uu avveulalo appena sali-
ziosi-, e prodigo,
UNG UNG 173
to al trono di buon volere cede al fralel* di «uà reniJrnza, il refrafello maggiore
loi suddelliducati e altre tene, con ginn- se morisse senza prole sarebbe obbliga-
ta di grossissime somme di contante ri- to di lra*li;rire la sncces''ione nel fialello
cevute dal padre per fare nna spedizio- piìi giovine (in questo il Papa non sem-

ne in oriente a favore de'crocesigiiali; poi- bra ben informalo non esistendo altri
j

che il Papa e diversi re aveano rimpro- fratelli). Ad un abbate poi cbeavea al>
verato a Bela III, ch'egli superiore a più bracciatola parte del duca, Innocenzolll
altri per grado e possanza, era il solo a intimò di comparire in Roma [)er esser-
lasciar senza soccorsi suoi la causa di Cri- vi sottoposto a un'inquisizione. L'elezio-
slo, per cui erasi finalmente indotto a prc- ni adue sedi arcivescovili, siccome fitte
pararsi per Se non che, ac-
la crociala. contro ogni diritto e in dispregio dell'au-
cortosi che dall'infermità da cui fu poco torità regia, il Papa le dichiarò nulle, e

dopo colpito non poteva sperarne guari- gii eletti dopo processo doversi sconiuni-
gione, chiamò a se Andrea e si fece prò- care. Andrea, confidandosi di trovar nel
mettere l'adempimento del volo in sua regno moltissimi partigiani, non tenne in
vece, ond'è the Andrea pigliò la croce vi- alcun conio l'ammonizicni [lonlificie, in-
vente il padre. Morto questi, Andrea fé- IiìuIo the Emerico piegava Innocenzo
ce i suoi preparativi per intraprcjidcre la III, a cagione dell'ngilazione che fervea
promessa spedizione; ma o fosse stimola- nel regno e delle segrete mene di colo-
Io da cupidigia di regno o prestasse orec- ro cui era [liii ncrelia la gueira della pa-
chio a 'suggerimenti di cattivi consiglieri, ce, di dispensare un de'suoi baroni a pi-
o sperasse di trovar sul trono più abbon- gliar la non dopo rislabilila l.i
croce se
danti modi ad esercitare le prodigalità e pul blicn tranquillità non potendo egli ,

libidini sue, rivolse l'armi apparecchiale in quel frangente, senza suo gian danno,
contro il proprio fratello, e cercò d'alie- privarsi de'suoi consiglieri e amici. In-
naie i cuori da lui colle calunnie, di rat- nocenzo III non snioaccondiscesealla do-
livarsi i grandi colle lusinghe eco'doni, manda, ma l'estese a parecchi alili fra i

e d'assicurarsi per ogni via la protezione più fedeli del re. Indi nuovamente iece
del duca d' Austria. Papa (ele.slino III intin)are ad Andrea di viveie in pace eoa
minacciò di scomunica lutti coloro chea- suo fialelIo,e di non attizzare la solleva-
vesseio coll'opera o col consiglio assistito zione; ed al re concesse che niun arcive-
ilduca Andrea ne'suoi disegni contro la scovo o altro prelato potesse scomunica-
pace e il ben essere del reame. Divenuto re i consiglieri suoi. Ma tutte le cure ilei

Papa Innocenzolll ne! 198, non era an- I Papa uscirono a vuoto, perchè Andrea
cora consagrato, quando la rea impresa impugnò l'ai mi contro il fratello, e la for-
del duca, il pericolo ond'era il re minac- tona si dichiarò dalla parte sua eda quel-
cialo,la violazione del volOjgl'imposeio di la de'suoi collegali. Divenuto più baldan-
accorrere immediatamenteal 1 iparo.lNel- zoso e confermandosi di balzar dal trono
l'annunziar dunque duca la sua eie- al Emerico, questi si preparò a vigorosa ili-
zione, gli significò essersi per prima cosa qual uopo biasimevolinente non
fesa, al

deliberalo di provvedere alla pace del- si tenne dal rapire dalla sagrestia della
l'Ungheria e alla salvezza suaj gli ordi- cattedrale di Yaccia i tesori, facendo an-
no però di tosto avviarsi alla spedizione che violenza riprovevole al suo vescovo
alla quale erasi con voto obbligato, eque- e impadionendosi de'suoi beni tempora-
sto al più lardi per la prossima festa del- li. Era il re principalmente sostenuto dai
l'Esaltazione della Croce, se non volea tedeschi discendenti da quelli che furono
vedersi privare della successione al regno Irjisporlali inUngheiia,fìn da'lempi for-
e de'suoi diritti ereditari, poiché nel caso se di Carlo Magno, ma più certamente ivi
«74 UNO UN G
chiamati come agricollori, artigiani e o- Rinaldi dice, che li fecero convenire a ri •

perai da Gelsa II, e dagli ahilanti appel- volgere l'armi contro i saraceni di Siria,

lati tuttavia col nome l\\ forestieri. Alla raccomandando Ungheria a Leopoldo
1'

lealtà, tutta tedesca, clieglialTezionavaal VI duca un di loro moris-


d'Austria, ese

Irono, in nn gran niituem de' cavalieri se, l'altro ri(nanesse re. la una lettera a

dell'ordine teiilonico, a'qualiEmerico do- questo, Innocenzo III gli die il titolo di
\ea principalmente la conservazione del- Cristianissimo. Emerico non fu egual-
lasua sovranità, congiimgevasi pur l'a- mente fortunato contro i veneziani, che
ntor delle battaglie. Si venne a giornata, gli tolsero col mezzo de'crociati la città

ed Emerico restò vincitore. Molti de'par- di Zara a*i^. novembre 1202, dopo i4
ligiani del fratello perderoìio la vita, al- giorni d'assedio. Il re sdegnato se ne dol-
tri più furono f^lti prigionieri dalle gen- se colla s, Sede, e il Papa rimproverò i
ti del re, che sottomise al poter suo tut- veneziani, specialmente per aver assalito
to il regno; dopo di che provar fece alla gli stati d'un principe ch'era crocesigna-
frontiera austrìaca gli elìetti della sua to.Neli2o4 circa Innocenzo III per sod-
•vendetta pegli aiuti di che Leopoldo VI disfare Calogiovanoi principe de'bulgari
il G/o/7'o5'o duca d'Austria avea fornito e de'biachi, lo dichiarò re e gl'invio lega-
il ribelle, tanto che rpieslo duca slimò non to per coronarlo il cardinal Leone Dran-
poter fare miglior uso della taglia prepo- caleone. Giunto iu Ungheria vi fu ricevu-
tentemente imposta a Riccardo Cuor di to con grandi onori dal re e da'magnalì,
Leone re d'Inghilterra, che spendendola ma Emerico non potendo soffri re l'esal-

n guarentir con fortifica?ioni i suoi con- tazione del re bulgaro gl'impedì per al-
finidaaltresiinili correrie. Innocenzo 111 cun tempo di passare in Bulgaria , col
volendo por termine a questa malaugu- pretesto che il principe de' bulgari noti
rata discordia fraterna, molto più ch'e- era indipendente, essendo! suoi stali non
gli avea in animo di flir che gli ungheri d'altro composti che di provincie carpile
movessero per Terra Santa, commise nel alla Grecia e all' Ungheria. Ma egli era
I 199 a Corrado aicivescovo di Magonza alquanto volubile, poiché avea accorda-
venuto di Siria, parente della famiglia lo che il gran giupano della Ser^'ia, co-
reale, di render.-i in Ungheria a ristabi- me meglio dico in quell'articolo, suo vas-
lirvi la pace, con mandato eziandio di di- sallo, fosse dal Papa ornato del diadema
fendere i diritti del re contro le usurpa- reale, mentre poi die il guasto alla Ser-
zioni del fratello, e insieme i diritti della via provincia allora soggetta al diretto
,

chiesa e del vescovo di Vaccia contro gli dominio dell'Ungheria. Venuto il Papa
oltraggi e gli assalii d' Emerico, poicliè in cognizione dell'ingiuria, riprese il ree
le giuste doglianze di questo vescovo e- lo minaccióse non avesse dato convene-
rano già venule fino al Pa[)a, il quale a- vole soddisfazione al legalo, incaricando
vea imposto al re di dare soddisfazione, l'arcivescovo di Strigonia e i suoi sufTra-
e raccomandalo all'arcivescovo di Co- ganei dindiure il re a euìendare il coni-
locza d' invigilare perchè avesse elVelto. uiesso fallo. Il re per mitigare il risenli-
L arcivescovo in compagnia del vescovo nientod'lnnocenzo High mandò un am-
di Passavia si recò in Ungheria, ed il Pa- basciatole, con sue lettere piene di scuse
pa vi spech pure d cardinal Gregorio Cre- e querele, le quali tutteil Papa confutò

scenzi diacono di s. Maria in Aquiro, tor- agevolmente con poderose ragioni. E sic-
nalo dalla legazione di Sicilia e i loro come il re dalla moglie Costanza, figlia
,

sfor7Ì unili se non riuscirono a rappattu- d'Alfonso II re d'Aragona (poi sposa di


mare i lialelli, ginn-^ero almeno a indur- Federico II indi imperatore), avea avu«
li a por line al sangiiinoso loro conllitlo.
lo Ladislao, il Papa gli scrisse; Che dire-
UNG U N G i7t:

sii tu, se noi volessimo impedire che tuo la prossima sua fine, e già presso a moi'«
figlio non fosse incoronalo re? Etnerico le, uscirfecedi piigioneilfialello Anclre{i,
cli'erasi apparenlenici'tc riconcilialo col ed insila pieseuzii nominò re il giovinet-
fratello, a segno che con inganno l'avea lo Ladislao III, e nel medesimo tempo Ini

fatto imprigionare, nlìine d'assicurarsi di per Ultore e reggente del regno (ino al-
lui , radunò un solenne parlamento per la maggiore età del pupillo; né in fjue-

farvi coronare re il piccolo e unico suo fi- gli estremi momenti obliò il voto da Ini
glio , temendo che lo potesse poi impe- fatto, ordinando di consegnare a'teuiplu-
dire il Papa. Questi invece a' 24 aprile 11 ,
perchè gli usassero nella libeiazioiie
1204 scrisse all'arcidiacono diStrigonia, di Terra pianta, due terzi del denaro eh 'ei
per trovarsi vacante sedee priva dell'ar- la scrinava in un monastero, datoiirestoa
civescovo, che essendo per andare il re a suo figlio. Egli chiuse per sempre gli oc-
porgere soccorso alla Terra Sani.', coro- chi alla luce del mondo nell'agosto 1204,
nasse il fiinciullo secondo la don)anda del e secondo la tradizione nell'istesso ginr^
re padie, dal quale ricevesse in nome del no in cui nel precedente anno lece cai i-
fanciullo il giuramento di fedeltà. I\la al tare di ceppi il fratello Andrea. Questi

giungete di questa lettera, Ladislao era prese losto la tutela del nipote, e promi-
i«ta coronare dal padre e questi era
lo fallo Papa di e.serci tarla con ogni cura se-
se al
uiorlo di grave malstlia non polendo , condo la Tolontìi del defunto, a conser-
effeltuare 1' adenipimento del voto di \ar l'ordine nel regno e a compiere ciò
partire per la crociala coin'erasi definì- che il fiatello avea comincialo. Innocen-

tivamenle risoluto, per leguarentigie che zolligli raccomandò caldissimamente


ì Papi concedevano a'crocesignali in pre- d'adempiere con coscienza tutti doveri i

sidio delle Provincie loro. Ed è perciò che di tutore e di parente, avvertendolo di


già Innocenzo III, rammentando la spen- star guardingo da ogni cattiva suggeslio-
ta dissensione fraterna, ad impedire che ne, e dieseguire le ultime vohjntàdej fra^
mentre Emerico si trovasse a combatte- Proiettore supremo de'
tello. pupilli ,
il

re in Siria , il regno suo corresse alcun Papa vietòa'grandi di scemar i redditi del
rischio , avea commesso a lutti gli arci- re, al quale ordinò agli ec(Ie>iastici di re-

vescovi e vescovi di far prestare giura- star fedeli, di ridurre al dovere i perlur-
mento d'ubbidienra verso Ladislao, e di balori, e d'adoperarsi a difenderei! re fan-
provvedere che le persone durante l'as- ciulloela vedova, alla quale sidasseil ve-
senza del padre preposte alla guardia del dovile assegnatole. Ma le dichiarazioni di
principino e al governo del legno, fosse- A ano finle,sempre nutrendo ain-
ridica ei
ro del lutto rispellate, e si ubbidisse a- biziosi pensieri e procurandone l'effettua-

gli ordini dell'erede nel caso che il re più zione deslava mali umori ne'grandi, na-
non tornasse dalla crociata. Al re mede- turalmenteinclinatial disordinejlantoche
sinio poi promise di comandare agli ar- il pupillo Ladislao III si vide alfine co-
civescovi di Slrigonia e di Colocza di dar stretto di riparare a dove morì
Vienna ,

fine alle loro questioni intorno alla pie- dopo breve malattia e pochi mesi di re-
luinenza di loro chiese, di spegnei e ogni gno, prima che le istinzioni emanate da
dissensione ,
precipuamente fra ecclesia- Roma fossero giunte in Ungheria; per la

siici , fino al suo ritorno, e di conservar qual morte Andrea Irovossi colmo dei
al

la pace nel reame. Confermò eziandio la suoi voti, e divenne re Andrea 11 detto
libera nomina a'piiorati regi, ed all'ar- il Gerosolimitano, per essere poi anda-
civcscovo di Slrigonia l'antico privilegio lo in Gerusalemme. Apprendo dall' au-
dicoronare i re d'Unghei ia. AvverlitoE- naiista Kinalili, che nel 1212 litigavano
merico dalla prostrazione delle forze del- insien)e gli arcivescovi di Slrigonia e di
,^G UNG U X G
Coloc/a, nclii ili loro toccasse l'incoionn- rcntì dalla ^commiica del Papa. Dice l' Ar-
te di K'criflciir le dille, non è noto di qual
le il re d' L'iiylieria, la qiial coiitiover-
sia decise Andrea II, come rifeiisce Ihiio- guisa Andrea II abbia vendicata la iiior-

cenzo III nella sua Fpist.i56.» La pii- tedella regina, e Palma prova ch'ella era

iiìa coronazione appartiene


specialmente innocente del delittodi cui venne accusa-
alla sola chiesa di Strigonia; ma se 1' ar- ta. Narra però il Rinaldi, che secondo lo

civescovo non potesse, o maliziosamente Stero, l'Ungheria pianse la crudelissioia

non volesse incoronare il re, o la chiesa uccisione di Gertrude madre di s. Elisa'


Strigoniese vacasse senza pastore, l'inco- bella (^^.), mentre il re era marciato con-
roni l'arcivescovo di Colocza, senz'acqui- tro i ruteni, ed eseguita da Pietro conte, il

stare per tal fatto ragione alcuna nella quale per simil modo fu la seguente not-

I. "coronazione. La 2." appartenga egual- te a vendetta di taiUa fellonia con altri

mente ad ambedue, ec. ". Siffatta deci- tratto a fine. Longino riportato dal
Il ,

sione annullò Innocenzo III per gravis- Piinaldi, dice che Gertrude fa uccisa da

sime ragioni, col soggiungere nella lette- Bankbano, uno de' maggiori baroni del
ra a Andrea II.»» Dunque considerando regno, pel seguente motivo. Avendo An-
noi, come tu già ne supplicasti con mol- drea II a consiglio di Gertrude chiaiua-
ti prieghi e eoo grand'istanza, che ci de- ti in Ungljeria molti tedeschi, e combat-

gnassimo concedere il privilegio alla chie- tendo con essi e vincendo le castella e le

sa di Strigonia sopra la ragione di coro- rocche degli ungheri ribelli ^ ed avendo


nare il re d'Ungheria; e noi mossi per le dato poi a'tedeschi i principali ulìici, gli
tue preghiere le abbiamo conceduto il ungheri dolentissimi della posposizione
chiesto [)rivilegio fermalo colla soscrizio- congiurarono d'assassinare il re. Entrati
ne de'nostri fratelli; considerando anco- i cospiratori con Bankbano nella reggia,
raché, se la podestà di coronare il re sles- provocali da esso ad elFetlaare il regici-
se appresso diverse chiese, questo polreb- dio, Andrea II avvisatodalla regina scam-
l)e mettere a gran pericolo lutto il rea- pò la morte colla fuga. iNIa l'audace Bank-
me , e cagionare non minor danno alla bano, non trovato il re, trafisse con lan-
tua posterità; poiché con'.e tu meglio sai, cia la regina, ad onta che con mani sup-
sia nato frequentemente scandalo tra gli plichevoli gli chiese in grazia la vita.

credi de're d'Ungheria sopra l'ottener la Quindi Andrea li per vendicare sì cru-
real coroun: il che senza niuii dubbio po- del morte, fece perire Bankbano e ster-
trebbe succedere piìi facilmente se e* po- minò tutta la sua schiatta. Il cadavere
tessero trovare diversi coronatori ;
per dell'infelice Gertrude, col dovuto onore
gl'inconvenienti delti e per le piescritte fu sepolto nel monastero di Pili. In vita
cose non abbiamo potuto confermare co- ella dimostrando la sua liberalità verso
si fatto accordo". Nell'istesso anno o nel la chiesa di Wratislavia, le mandò in do-
icii3 la lesina Gertrude figlia di Dertol- no la ricca corona d'oro, che usava por-
do V duca
Merania (e non di Carin-
di tar in testa ne'gioriii solenni, della qua-
lia) e moglie d' Andrea II fu trucidila le ne fu fatto, secondo il suo desiderio,
nel suo palazzo da Banciis Palatino d'Un- un calice d'oro. La virtuosa Gertrude fe-
gheria ,
per aver dicesi facilitata la vio- ce padre Andrea II, di Bela IV, Goloma-
lenza usala dal fratello della regina alla no duca d'IIalicia qualificato re de'russi
moglie di quel signore di cui erasi per- da Onorio III in una lettera, Andrea, Ma-
dutamente innaiuoralo.Alberico riferisce ria moglie d' Assane re di Bulgaria, e
che Giovanni arcivescovo di Slrigonia, s. Elisabetta maritata a Lodovico il l*io
t*)nsollalo intorno a tale assassinio, die- langravio di Ttuingia e Assia, che di ve-
de una risposta anlibologica che lo i^un- nula vedova abbracciò la regola del 3."
U N G UNG .77
ordine di s. Francesco , onde dalle reli- glia di Micislao, col ducato d'Halicia per
giose del medesimo fu presa a patrona, dote; delle quali condizioni per la libera-
dopoché moria santamente neh 23 i, per zione di Colomano, parla pure Papa O-
l'eroiclie sue virtù e miracoli operati da norio III in sua lettera, ma
matrimo- il

DiopergIorificarla,Gregoiio IX neh 235 nio non segui. Intanto per motte d'En-
la canonizzò in Perugia vivente padre il rico imperatore latino di Costantinopo-
Andrea II dello MI. Fra quelli che ne li, Teodoro Angelo Comneno poi impe-
scrissero la vita, ricorderò il p. Pray, T i- ratore greco di Tessalonica, perfidamen-
taes. Elisahethae viduae^Tyrnau 1770. te rovinò il potere de' latini, per cui essi

Ed contedi IMonlalembert, Vita di s.


il vedendo le cose a mal partito» in Costan-
Elisahetla d' Ungheria duchessa di Tu- tinopoli stabilirono d'elevare all'impero
ringia, Torino 838. Pare che per ono-
1 Andrea II, tenuto per potentissimo, o il

rare la sua memoria l'imperatrice vedo- di lui suocero e padre di Jolande sua 2.'
va diCarloVI istituisse l'ordine equestre moglie (che lo fece padre di Jolande mo-
di Elisahetla (/\), amplialo poi dalla
s. glie di Giacomo I re d'Aragona) Pietro
loro figlia l'imperatrice M/ Teresa; cer- di Courfenay, e ad ambedue inviarono
to è che l'ordine delle cavolieiesse di s. ambasciatori. Saputosi l'avvenuto da O-
Elisabetta (V>), istituito dall'elettrice di norio IH, per lettera scritta da Andrea
Baviera, fu da questa posto sotto il patro- II, nella qualegli domandò, che propo-
cinio della santa. nendosi partire per la crociata di Siria,
I boiardi di Galizia od Halicia, aven- secondo termine prescritto dal concilio
il

do cacciato il loro duca Micislao Mi- di Laterano V, ordinasse a'crocesignati


cislavicz, ne! 12 i4 chiesero ad Andrea di seguirlo;il Papa rispose a'3o gennaio

li un de' suoi figli per loro signore. 11 re Ì217, rallegrandosi dell'esaltazione che
gli accordò Colomano suo secondogeni- si discuteva, averlo esaudito con ordina-
lOj al quale nel farlo partire prescris- re a' crociali d' ubbidirlo, ma la dignità
se di farsi incoronare re di Galizia, tito- di cui traltavasi non dovere ritardare il

lo che già assumeva egli stesso. Scrisse soccorso e liberazione di TerraSanla. Nel-
([uindi a Innocenzo III, pregandolo di l'elezione imperiale prevalse ed ebbe più
permettere all'arcivescovo diSlrigoniadi voti Pietro, come marito della sorella di
far la ceremonia diquell'incoronamento, Baldovino I giài." imperatore e del suc-
il che ottenne. In fronte di sua lettera si cessore Enrico, che recatosi in Roma a ri-
qualificò: Andreas Hu/igariae, Dalina- cevere la corona da Onorio III, indi qué-
tiae, Croatiac, Rasciae, Serviae, Gali- sto gli die per legato apostolico il cardi-
riae, Ludomeriaeque Rex. Ma la digni- nal Giovanni Colonna. Mentre ambedue
tà reale di Colomano insospettì i russi di navigavano per Coslantinopolijilsuddef-
Galizia, e la sua consagiazione ammini- to Teodoro Angelo, dominatore da Za-
strata da un vescovo latino fece loro te- gora e Durazzo fino nlla marca di Bla-
mere per la propria vita. I boiardi ri- chia, a tradimento gl'imprigionò. Il Pa-
chiamarono Micislao, il che occasionò u- pa subito inviò Andrea suo cappellano al
na guerra tra'due rivali. Colomano sfor- Comneno con lettera rimproverante e
zato nel castello d'Halicia fu fatto prigio- minacciosa, perchè lilasciasse l'imperato-
ne, in uno alla moglie Salome figlia di re e il cardinale. Oltre a ciò, eneigica-
Lecco V re di Polonia, e rinchiuso entro mente eccitò per liberarli il re d'Unghe-
il castello di Terezsko.Andrea II otten- ria, invitandolo con lettera data in Feren-

ne la libertà del figlio, dopo circa due an- tino a'28 luglio, a costringere il perfido
ni di prigionia , piomettendo che il suo piincipe Teodoro, con solenne e autore-
terzogenito Andrea sposerebbe Maria fi- vole ambasciata. Teodoro avea divisolo
VOL. IXXXIIf. 12
,78 UNG U N G
torno. In questo viaggio re fece sposare
farli morire, ma f" trallenulo da'snoi; e il

poscia dichiaiaiidosi ubbidiente al


Papa, alsuo primogenito Bela, Maria figlia di
resliluì a Pietro e al cardinale la libertà. Teodoro Lascaris imperatore greco di Ni
Andrea pose alla cea, e fidanzò al suo cadetto Andrea la
Nello stesso 12 17 11 si

Palestina figlia di Leone re d' Armenia, colla spe-


lesta de'crociali e parli per la
con diversi principi e Leopoldo duca W ranza che succedesse al suocero. Questo

d'Austria, lutti da Onorio III presi sotto Iratlatode'diie re, giurato da essi, fu con-

la protezione della s. Sede, su galere for- fermato da Ouorio III, che non volle mai
nite da'veneli e dalle città situate sul gol- in segnilo accordare al re d'Ungheria la

fo Adriatico, onde soddisflue il volo pa- dispensa che domandò. Colomaiio verso
terno. ed evitar le censure inliniateglidal il 1220 rientrò di nuovo in Halicia per

Papa, die gli destinò a legalo l'arcivesco- altra espulsione di Micislao, che morì po-
vo di Cosenza Luca cistcrciense. Onorio co dopo, ma ne fu scacciato anch'egli da
III fu tanto contento delia partenza del Daniele Romanovicz , né più comparve
re d'Ungheria, del duca d'Austria oda- nella Galizia , secondo alcuni. Ma il Ri-
gli altri baroni, che celebrò solenne pro- naldi m'istruisce, che Colomano, da lui

cessione in Roma, recando dal Laterano dello re de'ruleni e duca di Schiavonia,


alla basilica Liberiana le Teste de' ss. Pie- nel I 234 attese all'eslirpazione degli ere-
tro e Paolo, e comandò che altra simile liei Dalmazia, con crociata benedetta
di

facessero lutti i vescovi nelle loro diocesi, e protetta da Gregorio IX, il quale per
per implorare il divino aiuto nella 1
.' 6. ispegnere adatto tanta empietà, che avea
feria d'ogni mese. Entrato il re nella ter- contaminato la Schiavonia, vi mandò un
ra di Babilonia, insieme co're di Gerusa- certosino per legalo apostolico. L'eresia
lemme e di Cipro con grande esercito, il degli alhigesi avendo sedotto molti nella
patriarca di Gerusalecnme accompagna- Bosnia, Colomano nel 1 238 si studiò con
lo da moltissimi vescovi, lo precedette molla cura e sollecitudine d'e>tii parla; la
colla vera Croce, che Andrea II e Leopol- cui singolare e ardente pietà il Papa lo-
do VI venerarono e baciarono. 1 sarace- dò senza fine, confortandolo a proseguir
ni impauriti fuggirono, lasciando a' cro- le ben incominciate cose. Quindi avendo
ciali libero il cammino, che poterono vi- Colomano scritto a Gregorio IX, come la

sitare il paese consagrato già dalle peda- Bosnia col divino aiuto era stata traila
le del Salvatore, e lavarsi nel Giordano. per le sue armi alla vera religione, il Pa-
Indi con grandissima dillicoltà i crociati pa pel suo florido mantenimento coman-
presero il monte Tabor, ma poi furono dò al vescovo de'cumani che guardasse
assai liibnlati da'.saraceni posti in agua- diligentemente e aumentasse la gregge
le. Allora Andiea II e il re di Cipro, ad del Signore; e perchè era stimalo molto
onta degli sfoi'zi del patriarca di Gerusa- a ciò atto per le sue virtù Poiisa frate do-
lemme, e con grave dispiacere degli al- menicano, gli ordinò the lo coslringesse,
tri e del re di
Gerusalemme, si recarono lultochè ripugnante, con avitorità aposto-
a Tripoli non curando Andrea 11 le ri-
, lica ad accettar il vescovato, e creò il no-
nioslranze de' duchi di Baviera e d' Au- vello vescovo suo legalo in quelle parli,
stria, e d'altri capi della crociata, che fe- e gl'ingiunse d' indiure colle sue esorta-
cero di tulio perchè li accompagnasse al- zioni gli ungheri per combattere nella sa-
meno a Dannata per assediarla. La sco- gra milizia gli eretici di Bosnia. Con let-
munica di CUI lo colpì il patriarca di Ge- tere Gregorio IX encomiò altamente le
rusalemme non fece più elTetto. Sembra virtù, lo zelo religioso per la fede catto-
«he la nuova d'alcuni movimenti suscita- lica, e l'insigne pietà di Colomano, il qua-
ti nel suo regno alVieltassero il di lui ri- le colla non meno virtuosa sua sposa Sa-
UNG UNCr 179
Ionica tutti edificava, lasciando illesa la nella parie del regno aflìdatagli dal pa-
sua virgioilà. Tornando ad A nd rea li, per dre, dichiarando illeciti i giuramenti per-
allezionai'si maggiormente la nohìllìi e il ciò ila loro fatti, da'quali li as<;olsee invi-
clero, nel 122?. ralincò eaiimenlòi pri- tolli alla penitenza per atti così inconside-
vilegi loro accordati i\s s. Stefdno I. Uno rati. Frattanto nel regno tanto era cre-
degli articoli del diploma in cui sono e- sciuto il numero de'saraceni e altri mao-
nuncialì, contiene che né il re, tiè veruno mettani, de'giudci e d'altri infedeli, ch'e-
de'suoi successori non potrebbe imposses- rano ardili d'opprimere molti cristiani; e
sarsi della persona d'un gentiluomo pri- sebbene Gregorio IX e Roberto arcive-
ma d'averlo citato e giuridicamente con- scovo di Sfiigonia s'affaticassero molto
vinto. Con altro articolo promise di non per tornare nel pristino splendore que-
imporre veruna tassa sui nobili e il clero sta cristianità, nondimeno non poterono

senza il loro consenso, ed il veto agli or- far nulla, per lasciarsi il re facilmente se-
dini sovrani che fossero lesivi a'dirìlti del- durre da'malvagi consiglieri. Vedendo il
la nazione; e per impedire a'suoi succes- zelante arcivescovo e legato della s. Se-
sori di ledere l'attuale costituzione, An- de crescere la potenza de'neraici della ve-

drea II annuì che se egli o i re successori ra religione, e che apostatando dalla fe-

volessero opporsi all' esecuzione di tali de molli cristiani le cose lagrimevolmen-


privilegi, fosse permesso resistergli e di- te peggioravano, mise nel 282 l'interdet- 1

fendersi a forza aperta senza poter veni- to nell'Ungheria,e seriamente ammonì il

re accusalo di ribellione. Questa è la fa- re che dovesse por rimedio a tanti mali,

mosa Bolla d'oro , così chiamata dagli e scomunicò i principali suoi ministri rei
ungheri, perchè l'atto è improntato con d'enormi scelleratezze. E per aggiunge-
sigillo d'oro. Nel 12 24 Bela fu gravemen- re maggior vigore all'interdetto, pregò il
te molestato dal re suo padre, perchè cardinal Giacomo Pecoraria legato della
d'ordine del Papa erasi riunito a sua mo- s. Sede neir Ungheria, per ristabilirvi la

glie prima da se lasciala. Il che saputo- libertà ecclesiastica, ed i principali vesco-


si da Onorio III, pigliò subito la prolezio- vi del regno, che testificassero con pub-
ne del perseguitato figlio, che si riparò bliche lettere a tutti i cristiani, essere au-
in Austria, e fece di lutto per ristabilir- torizzato con bolla di Gregorio IX del
lo nella grazia del pudre adirato, cui cal- 123 t a imporre l'inleidetlo. I prelati 1 e-

damente raccomandò con lettere; indi il saudirono e nella loro lettera vi compre-
Papa lo fece coronare le dall'arcidiaco- sero quella del Papa, colla quale il re era
no di Strigonia come testifica Pviualdi.
, esortato che dovesse attendere oon ogni
Nel 225 avendo Andrea II concesso al-
I studio ad eliminar dal suo reame sì per-
l'arcivescovo di Colocza i luoghi della Bo- niciosi mali; e aggiunsero come
mos- il re
snia, che avesse purgalo dall'eretica pra- so per quelli, avea promulgata una co-
vità,Onorio III confermò tal donazione, stituzione ordinata a racconciare lo stato
e lodò molto l'arcivescovo che acceso di del regno , la quale i vescovi parimenti
santo zelo attendeva in quelle parti a cac- liprodussero nella lorolettera. Dipoi, per-
ciar gli empi, e lo confìirtò a proseguire chè cristiani pel frequente commercio
i

impavido la benemerita impresa, conce che aveano co' saraceni, non apprendes-
dendogli nuova e piìi ampia autorità per sero e seguissero i loro vituperevoli co-
recarla enicacenienteal bra^malofìne.Nel- stumi, l'arcivescovo Roberto con provvi-
lo stesso ten)po Onorio III annuitole a- do consiglio levò ogni famigliarità con
licuazionì fatte a pregiudizio del reame, essi , e comandò che si dovesse osservare
e con lettera al re 1' invilo a revocarla, con ogni riverenza l'iutei detto. Queste ca-

con filtra esortando a fire il simile Bela se operò con graud'aniino e vigore l ar-
,8o UNG UNG
civescovo di Slrigonia; ma non seguendo Ialino, o alcun altro de'ooslri giobaioni,
i princìpi il
santo zelo de' prelati, meritò che a noi parrà zelante della fede crislia-
iia, il quale faremo giurare, che secondo
poi l'Ungheria per a ver favoreggiato ne- i

roici della fede, d'essere


inondata con or- queste cose fornirà fedelmente il nostro

libile correria di gente infedele, tartari o comandamento a richiesta del vescovo,

mongoli come altri li chiamano,cheridus- nella cui diocesi sono o saranno i giudei,

se il fiorenlissimo reame in una solitudine ei pagani o ismaeliti, acciocché tragga i

deserta, come racconterò alla sua volta, cristiani del dominio e dell'abitazioni de'

Lo spopolamento del paese si attribuisce saraceni: e i saraceni in qualunque mo-


non meno a tali incursioni, che alle lun- do congiunti alle donne cristiane, o sot-
ghe guerre intestine per la successione al to nome di matrimonio, ovvero in altra
trono, e alle devastazioni recatevi da! pas- guisa, tanto cristiani, quanto
i giudei o i

saggio delle crociate. In seguito il cardi- pagani sieno privati de'beni, e deputati
nai Pecoraria prosciolse Andrea HI e il dalrea perpetua servitùde'cristiani. Au-
regno dall'interdetto fulminato daRober- coranoii vogliamo né permetteremo, che
to, essendosi prima il re, il figlio primo- le cause dotali o matrimoniali si trattino
geniloei magnati con solenne giuramen- per innanzi ila noi o da altri giudici seco-
lo obbligati di restituire il lutto all' an- lari, perchè non ci vogliamo né dobbia-
lico stalo. Di più il cardinale fece inqui- nio intromettere in queste cose ma da ,

sizione e prese informazione diligente dei giudici ecclesiastici si trattino e si lermi-


iniracnli del b. Luca virtuosissimo arci- nino, ec. '*.
Fece ancora il cardinal Peco-
•vescovo di Slrigonia ,
perchè il re avea raria, che s'obbligassero con giuramento
pregato Gregoiio IX di degnarsi porlo a osservar ipieste cose IWIa erede dei re-
nel numero de'santi. Egli ad istanza del gno, e Coloaiano re e duca di Schiavo-
re e degli ungheri era stalo inviato da nia, e appresso tulli i principi, baroni e
Gregorio IX alla legazione d'Ungheria, magistrali del regno. Si rinnovò l'edilto
per rimediare a'narrati mali, frenare la già emanato da Andrea li, col quale di-
baldanza degl'infedeli, e ristabilir l'im- spose che gli ecclesiastici non fossero Irat-
n)unitù ecclesiastica. Dopo vari trattati il tali a'tribunali de'giuilici secolari. E sic-
re si obbligò con giuramento a rimedia- come l'indegno vescovo di Bosnia perfi-
re a tanti eccessi , scrivendo al legato, damente insegnava a'popoli alla sua cu-
" Questi sono D'ora innanzi noi
i capitoli. ra commessi dottrine pestilenziali e con-
non faremo sopra le monete, né sopra i trarie alla fede cattolica, cos\ Gregorio IX
sali, uè sopra le colle, né sopra gli altri indignato contro di lui, ingiunse al car-
ufiìci della nostra camera giudei, né sa- dinal legalo dell'Ungheria , che in suo
raceni oismaeliti, né li faremo compagni luogo sostituisse un vescovo cattolico,
de'prefelli,né faremo cosa alcuna frodo- scienziato e pio, ricevendo sotto la prole-
leula,onde cristiani possano esser op-
i zione della s. duca di Bosnia, che
Sede il

pressi da loro, né permetteremo in lutto lasciala 1' eresia era venuto nel grembo
il nostro regno,
ch'abbiano uHiciopub- di s. Chiesa, proibendo al re Colomano
blico di veruna maniera. Ancora faremo
d'usmpare di lui diritti. Andrea II ver-
i

che gli ebrei, e saraceni o ismaeliti, si di- so la festa d'Ognissanti entrò con grande
stinguino e disccrnino da' cristiani. Au- esercito nell' Austria, e guastatane parte
che non pernielleremo, che giudei, e sa- con ferro e fuoco, si pacificò cogli ausliia-
racenio ismaeliti comperino cristiani, ov- Venuto
ci. poi meno nelle promesse e giu-
vero gli abbiano in qualunque modo
ramenti felli di difendere le chiese, rislo-
sd.invi e promettiamo che noi e sue-
: i rame danni
i e mantener illese le loro ra-
cessori noitri, daremo ogni anno un pa- gioui, incorse nella scomunica, onde Gì e-
UNG UNG i8t
gorio IX l'esoilò a rigellare i pravi con- da pessimi consiglieri, lungi dall' imitar
sigli di coloro che l'aveaiio tleviato dal gli esempi della sorella s. Elisabetta, di-
Lene iucomiuciato, e di recar ad effetto stese l'avare mani sui beni donati da'suoì
con sua gloria, quanto con molla lode a- maggiori a'iuoghi pii, pe'quali eccessi ri-
vea proraesso. li Papa confortò Bela a sentitamenle nel 1 236 gli scrisse Grego-
reprimere i valacclii scismatici dimoiaiiti rio IX, ingiungendogli di restituireil tol-
uel vescovato de'cuinani, come a vea pio- to , altrimenti avrebbe proceduto contro
messo al cardinal Pecoraria, al quale a- secondochè richiedeva l'ufficio a-
di lui,
vea giuralo di fabbricar nella Cumania Intanto Assane si mostrò simu-
[ìostolico.
una chiesa, e di dotarla e ornarla; e sic- latamente divoto al Papa, e lo pregò in-
come non Ioavea eseguito, Gregorio IX viargli un legato in Bulgaria per combi-
l'invitò senza indugio ad adempierlo.Mo- nar la difesa tli Costantinopoli; e Grego-
ri Andrea II d'i marzo 1 235. Oltre le due rio IX gl'invio Salvo de Salvi vescovo di
ricordale mogli sposò ancora Beatrice fi- Perugia, che raccomandò a Bela V, in-
gliad'Aldobrandino marchese d'Este^clie vitando r arcivescovo di Colocza e i ve-
fu madre a Stefano detto il Postumo, da scovi sulfraganei a giovarlo nel radunar
cui nacque Andrea III il Veneziano di , l'esercito crociato. Ma perfidamente As-
cui parlerò a suo luogo. Il primogenito sane abbandonati latini, si riunì a Gio-i

Bela IV detto V gli successe, e fu coro- vanni Duca, per cui Gregorio IX si stu-
nato per la 2.* volta in Alba Reale a'i4 diò d' indurre Bela V a guerreggiare il
ottobre, perchè il padre l'avea associato Cognato, e gli riuscì, perchè Io abilitò a
al lrono,eOnorio III e Gregorio IX nel- occupar la Bulgaria, concedendo amplis-
le loro lettere lochiamarono re vivente sime indulgenze a lutti quelli che si fos-
il Giovanni Duca Vatace im-
genitore. sero crociati. Però Bela V domandò al
peratore di Nicea, collegatosi con Assane Papa, a siiniglianza di s. Stefano I, d'es-
re di Bulgaria cognato di Bela V, con ser creato legato apostolico di Bulgaria,
formidabile esercito assalirono Costanti- con facoltà di limitar le diocesi e distin-
nopoli, ove regnava il pupillo Baldovino guere le parrocchie, e nominarne vesco» i

liimperatore latinosotto la tutela di Gio- vi col consìglio de'pretati e degli uomini


vanni di Brienne, e presero Gallipoli fa- religiosi, e che l'Ungheria fosse ricevuta
cendovi barbara strage : Costantinopoli sotto la protezione della s. Sede. Grego-
con manifesto divino aiuto fu difesa da rio IX ne lodò altamente l'ubbidienza e
Giovanni con meravigliosa vittoria. Gre- lo zelo, ma gli negò l'udicio di legato in
gorio IX sapendo che i detti principi sci- Bulgaria, perchè sarebbe tornato in dan-
smatici tornarono ad assalire Costantino- no della Chiesa. Non pertanto gli conces-
poli, con lettera eccitò a soccorrerla Be- se di poter prendere a piacere un vesco»
la V, come vicino di essa, onde impedi- vo Ira gli arcivescovi e vescovi del suo
re l'abbattimento dell'impero latino tan- regno, il quale eseguisse l'implorate cose,
to necessario alle crociate. Ricevè quin- con autorità apostolica e il suo consi-
di il Papa sotto la protezione della s. Se- glio, a cui il vescovo di Perugia legato
de Zibisclao bano di Bosnia, per profes» pontificio darebbe l'autorità pel mandato
sare pure la fede cattolica, avvisandone speciale di cui lo munì, cioè di conferire
l'arcivescovo di Strigonia e i suoi vescovi la legazione al nominato dal re. E men-

sulfraganei, a'quali die autorità di scomu- tre Bela V militava pel Signore, acciò nel
nicare Assane. Questi non per lai censu- regno non avvenisse alcun danno, Gre-
ra , ma per timore che Giovanni Duca gorio IX promulgò la scomunica contro
vinti i latini piombasse sopra di lui, si ri- tutti coloro fossero arditi di entrarvi osili-
luò dijUa lega, Venendo Bela V sedolto meule u gospirarvi a suo pregiudizio, or
,82 U N G U IN' G
tlinaiido all' episcopato uriglierese, ed ai gl'insorti cumani, sconfitto il paldliuo e
l'esercito, scorsero vittoriosi l'Ungheria,
fiali preclicalorieiiiinoridipuljblicai- so-

lennenieiile la pontifìcia sentenza ne're facendovi immense uccisioni senza bada


gni e luoghi vicini. Accordò pure al re, re a età, sesso e coudizione; e quante vol-

di far portare inn>inzi all'esercito crucia- le gli ungheri vennero a battaglia, allret-

to il segno della salutifera Cioce, tanto tante restarono vinti e dispersi. Gregorio
nell'andare, cpuuito nella dimura e nel ri- IX per tanti disastri ne restò addolorato,
torno. Ordinò poi il l'apaa tulli i prel.i- confortò il re, prese il regno sotto la pro-
ti d' Ungheria pubbliche preghiere i)er lezione di s. Pietro, e concesse l'indulgen-
l'impresa, e dupo entrato il re in Bulgaria ze e T immunità de' crocesignati a chi
di far solenne processione in ogni \ener- piendesse il segno della croce contro i

dì. Spaventalo Assane da'pre[)aralivi mi- tartari. Altrettanto scrisse a Goloniano,


litari degli ungheri, si riunì a'ialini con- e comandò a Vancha vescovo di Vacci»
Irò i greci, e lasciò libero 1'
ingresso nel di bandir la cruciata contro i tartari , il

suo stalo all'esercito di Baldovino li che che pure fece predicare in tutta la cri-
inarciava contro i greci. Temendo Gio- raccomandò Bela V. Que-
slianilà a cui
vanni Duca le forze degli ungheri, e co siimarciò con Colomano contro i bar-
me quello che eoo arte sapeva servire al bari quali pienamente trionfarono di
, i

tempo, quando non gli valevano l'armi, loro, ed uccisero Colomano e più vesco-
si coprì Col manto della pietà e fece sem- vi, fra'quali gli arcivescovi di Strigonia e
bìautedi desiderar l'unione colla Chiesa di Colocza, ed i vescovi di Nitria,di Gia-
romana , e di ciò ne scrisse a Bela V e varino e di Transilvania. Per lo spazio
questi al Papa, che accolse con piacere la delcammino di due diete (o spazio di
proposizione, e domandò più esplicite di- cammino di due giorni), non si vide cho
thiarazioui, ma il finto greco non effet- cadaveri d'uomini uccisi, e la terra tutta
tuo le promesse. Frattanto nel 124' > l^'i'- li»la di sangue innano. Non è a dirsi con
tari mongoli comandati da Balou, nipo- poche parole il furore de'tartari e le Io-
le del famoso conquistatore Gengis-Kan, ro crudeli devastazioni, Gregorio IX in-
penetrarono neirUngheria, costrinsero il coraggiando Bela V,che dalla Dalmazia
re a ritirarsi in Dalmazia e devastarono era fuggilo nelle vicine isole, proiuetlen-
il paese pel corso di tre anni, nel i
° de' dogli soccorsi se si fosse pacificato con l'^e-
quali perde un
il fratello Colomano in derico II che perseguitava la Chiesa. Al-
combaltimento loro dato, Lagrimevole e cuni incolpano Federico II d'aver istiga-
desolanle per l'Ungheria èilracconlo che loitartaria venireconlroicristiani d'Un-
ne fa il Uinaldi e altri storici. Insuperbì- gheria, per sterminare con 1'
opera loro
ti 1 tartari per le precedenti vittorie te- la Chiesa, o perchè il Papa abbundonas -
,

niendo potenza degli ungheri, e per la


la se proponimento di deporlo, ovvero per
il

loro poca unione e discordia, li superato, impedire agli ungheri di prendere con-
ilo eguastarono il paese, catastrofe che tro di lui la croce come divisava il Papa,
Gregorio IX attribuì a castigo divino per Bela V inviò per legato all'imperatore il
le scelleratezze e
laidezze abbominevoli vescovo di Vaccia, promettendogli di sot-
del popolo. Bela V radunato un grande lomeltersi a lui e di tenere il regno per
esercitoniamlò il palatino a' confini per feudo ioìperiale, purché ne prendesse la
impedire il passo a' tartari , e recato>i
a protezione e lo difendesse da'tarlari; ma
buda un parlamento o dieta generale
in
Federico II preferì di continuare ad op-
lu determinato d'ai morsi
lutti per respin- primere Gregorio IX, occupando alcune
gere si feroci neinia. Entrati essi con im- città e luoghi del suo dominio, e vagheg-
pclo uel regno a'ij marzo, favoriti da-
giaudodi suttomellerc tutta l'Italia, uep-
U N G UNG i83
pure esaudì priucipi di Germania che
i alla Stiria e alla Moravia, ma fu sconfit-
Io scongiurarono a cacciar dall'impero sì to da Premislao Oltocaro II re di Boe-
feroci nemici del nenie cristiano. Intanto mia, e obbligato ad accettar la pace, colla
i tartari espugnata nel ?,42Slrigonia3 i l'i- cessione del ducato di Stiria. Divenuto il

nondarono di sangue e spogliarono, e re- Vanca arcivescovo di Strigonia, Bela V


spinti da Alba Reale, pioinbaiono a de- l'inviòad Innocenzo IV a chiedere aiuto
solare la Scliia vonia, la Servia e la Bulga- contro tartari, che minacciavano 1* Un-
i

ria; poiché la pestilenza e la fame da essi gheria, e impedisse che corresse pericolo
occasionale collecarnifìcine e distruzioni la religionecristiana. Il Papa volendoda-
nell'Ungheria gli obbligarono ad abban- re all'arcivescovo un solenne attestato del
donarla. Avvisato Bela V della partenza pregio in che l'avea a cagione di sua dot*
de' tartari, prese cuore e ardire, comin- trina e pietà, Io creò cardinal vescovo di
ciando poco a poco a ricuperare il legno, Palestrìaa, colla ritenzione di Strigonia.
ed invece dello slato florido cui l'avea Il cardinale volle ripatriare per togliere
lasciato,non trovò che un orribile e stra- le grandi discordie insorte fra il re e i

ziante deserto, dicendo una cronaca, non magnati, fra il re e il figlio Stefano. E
senza esageraziooCjdie ni 4giorrii di cam- i nel suo zelo e nel desiderio di porre uu
mino a stento si rinveniva un uomo. Per termine a tanli mali, non dubitò di sco-
la fame si mangiavano i corpi morti, ca- municar Bela V, e tanto fece che nel 1266
ni, gatti e simili animali. Le fiere gusta- giunse a riconciliarlo perfettamente col
ti i cadaveri umani, divorarono molli vi- figlio. Prima di questo tempo Haolono
Tenti; e venuti meno i giuinenli,gli uo- re de'tartari inviò ambasciatori a Bela V
mini si trovarono costretti a tirar l'ara- per imparentarsi con lui, e indi congiun-
tro a guisa di bovi, per rotnpere la terra. gesse le sue armi al proprio esercito per
Nel 1 243 sparsasi la voce che fossero per sterminare il popolo cristiano , cedendo-
tornare i tartari nell'Ungheria, il re e il gli un 5.° delle prede e de'conquisli. Im-
suo popolo con lettere bagnate di lagri- pauritosi ricorse per soccorsi a Papa A-
me invocarono l'aiuto di Papa Innocen- lessandro IV nel 1239, che loconfjrlò e
zo IV, il quale mosso a pietà e coinpis- gli promise d'eccitare principi cristiani i

sione, sena' indugio scrisse al patriarca contro il nemico comune. Dal Codice Di-

d'Aquileia perchè contro i fieri barbari ploniatico del Paoli si rileva che Ales- ,

bandisse la croce in Germania, colle in- sandro IV intimò al re di giustificare il


dulgenze e privilegi de'crociati di Terra pagamento d'annui 1000 marchi d'ar-
Santa. In questo tempo Bela V dichiai ò gento a cui suo padre erasi obbligato
,

guerra aFederico WBellicoso duca d'Au- coll'ordine gerosolimitano. Non potendo


stria r ultimo della casa di Bauiberga,
, Primislao II comportare che Cela V l'a-
dicesi pel suo divorzio con Agnese cugi- vesse obbligato a cedergli la Stiria , gli

na del re. Nel 1246 segui battaglia pres- ruppe guerra, nella quale peri il fiore
so Neusladl, vinta dal duca, che peri uc- d'ambo i regni, e Bela V restò vinto ai
cisola seno alla vittoria. Avendo il re fat- I 3 loglio, pacificandosi con cedergli iu i-

to omaggio e giuramento a Fedeiico li sposa la figlia Costanza. Nel 1261 i tar-


del regno a condizione di combattere i
, tari entrarono con gran furore in Unghe-
tartari, non avendolo l'imperatore ese- ria, ed il re riportò su loro gloriosa vit-
guito, nel 245 domandò e ottenne da In-
1 toria, colla uccisione di ti2,ooo nemici.
nocenzo IV d'essere prosciolto da tali al- Nel 1261 nuovamente i tartari invitaro-
ti; indi si ad'dlicò a sterminare gli ereti- no il re a imparentarsi con essi, il che sa-
ci di Cosma. Neil 2,52 Bela V voleva iui- putosi da Papa Uibauo IV, ammoni Be-
pddiuuir^i dell'AusU'ia, la guastò iit uno la V e il figlio a uua coutaiuìuare la lo-
,84 UNG UNG
ubbidirono Egli fece guerra co' boemi, gli auslriaci
jo i).eclaiisiima prosapia, ed
lifiutundo rofferta. La regina di
somma ed buiguti, ecoslrinsequest'ultimi a pa-
i

d'una gargli tributo. Da queli' epoca sovrani i


nieia ottenne dai re l'edificazione
fortissima occa sulla sommità
I
d'un mon- d'Ungheria unirono a'ioro titoli quello di
rifugio de' poveri e delle vedove, re di Bulgaria. Nel 127 i si pacificò con
te, per

qiinliinqiie "volta i tartari facessero altre Primislao li re di Boemia, che riconob-


coritrie nel Papa approvò
regno, ed
il be sovrano della Stilla, Carinlia e Car-
cumani del reame niola, convenendosi che vescovi punis-
l'operalo con lodi. 1 i

faceiido molti danni a'cristiani. Urbano sero colle censure i violatori della pace,

IV ordinò agli arcivescovi di Stiigouia e la cui conferma si domandò alla s. Sede


diCulocza che facessero predicar contro Gregorio X. Mentre me-
e poi la concesse

di essi la crociata, e li costringessero a vi- dilava nuove imprese, Stefano V fu col-


lere secondo i riti cristiani i battezzati, to dalla morte verso l'agosto 1272. Da

gli ollri inducessero a convertirsi; di più Elisabetta sua n)oglie,disceodente dal san-
interponendosi a pacificare il padre e il gue regio de'cumani o eumeni, lasciòLa-
figlio che stavano per combattersi, mos- dislao III detto IV cognominato il Curile-

«.i da'seminatmi di discordie. Neh 265 i no, Anna maritata con Andronico Paleo-
larlari tornando a infestar l'Ungheria ,
logo II imperatore greco, e Maria moglie
Papa Clemente IV fece promulgar la ero- di Carlo II re di Sicilia. Essendosi rifiigia-

ciata da'detli arcivescovi ne'regni e stali to in Bosnia il conte Enrico, per averlo
vicii/i, e riuscì al re di fu' valida resisteu- il re fatto tornare in Ungheria, il proprio
za.Quindi Cela V si die a ristabilire l'ab- ziomaterno duca Bela, cugino del re di
bondanza e la sicurezza nel regno, ed a' Boemia, ordì contro il nipote una congiu*
7 maggio 1270 morì nell'isola Eindese. ra, il quale lo fece tagliare in minutissi-

Sepollo in Slrigonia nella chiesa de'fran- mi pezzi in im'isola presso Buda. Il cugi-
cescani, da lui creila con gran raagnifl- no Premislao II perciò montò in tanta
cenza, per sua disposizione; nondimeno fluia, che tosto ruppe guerra a Ladislao
l'arcivescovo per forza lo fece trasportare IV, non attendendo la solenne ambasce-
uclla metropolitana. Sopra tal fatto si li- ria degli ungheri per pacificarlo. Grego-

ligò avanti al Papa, il quale ordinò che rio Xsi affaticò paternamente con ambe-
81 neh. "sepolcro. Dalla suddel-
restituisse due con affeltuose lettere per impedire lo
la Maria Lascari gli nacquero Stefano spargimento del sangue. La guerra si ac-
IV dello V, Andrea ducae Bela preuior- cese, e pare con buon successo per gli un-
to; Anna moglie di Radislao duca di Ga- gheri; ma Ladislao IV dimentico de'sag-
lizia Cunegonda moglie di Boleslao V
, gi ammonimenti datigli dal Papa, senza
re di Polonia, Elisabetta maritala a Eu- ritegno si abbandonò a'vizi. Straziato il

rico duca della bassa Baviera, la ricorda- regno dalle guerre civili e dalle sangui-
la Costanza, e la b. .i/«/g^/jer/to(/^.) ver- uose fazioni, scrissero alcuni che Nicolò
gine,u»ouaca domenicana nel monastero HI per sedarle s[)edì in Ungheria per le-

edifiealo dal padre in un'isola del Danu- gaio il cardinal Filippo vescovo di Fer-
bio che prese il nome della beala. Il suo uìo e Paleslritia, che ne placò gli accesi
cor[)osi venera inPresburgo,ed il p. Pray sdegni. Ma quanlo alla dignità cardina-
$ciisse: A /<</( /;..5A/ri,'(//zirtfi'//gf/aA,Tyr- lizia e all'episcopato Preneslino, il Car-
nau 1770. Stefano V montalo sul trono della nelle il/e/;jor/e sloriche de' Cardi-
SI rrcu m Cracovia u venerare il corpo di nuli, 1.
1, par. 2, p. 1 62, osserva con l'au-
i. Slanisluo, ricevuto con gran pompa dal lorità del Catalani, De Ecclesia Firma-
coguulo le ili l'oluni.i, colla quale
e l'Uu- ;a7, ejuscjueEpisconis et Archiepiscopi'^:
{jticrid si iinnu\ò l'aulica le^a e atuiciiiia. Essere iu civuie cuioru che credono F^-
U N G U ìN G i85
lippe essere stalu cardinale, non avendo- traevano il uomini ma!
re, a istigazione di •

si alcun luotiiimeiitu, il quale accenui die vagi, nel 280 iniquamente cacciò d'Un-
1

fb&se decorato dei cardinalato; cotue nep< gheria il legato Filippo, che fu ricevuto
pure è vero che fu vescovo di Palestrina, ila'polacchi con grandi onori, minaccian-
i'ei- la codardia e trascuranza del re, i cu- dolo di n»orle se vi fosse tornalo. Impe-
uiani pagani ridussero in islato lagrime- rocché disprezzala la moglie Maria, fìgliii
vole la religione cristiana e rubarono dap- di Carlo 1 re di Sicilia si abbandonò u,

pertutto le chiese, mentre que' ch'erano tutte le cattive donne cumane, con gran-
cristiani professavano contaotinatissimi dissimo scandalo della cristianità , ondts
costumi. Scosso Ladislao i V dal zelo del il pontificio legato indarno l'avea esorta-
vescovo di Fermo Filippo legato aposto- lo replicatamentead emendarsi, e a de-
hco, nel 1279 si obbligò con lettere pub- porre costumi e l'abito de'cumani, pei*
i

bliche d' mdurre cumini a ricevere il i cui lo scomunicò e depose due vescovi
batle^imu, a restituire alle chiese i beni che lo scusavano e difendevano. Per tut-
tolti, altrimenti sarebbe marciato su di to questo nei 1281 i principi e i baroni
essi con un esercito, che avrebbe repres- del regno, penetrali di zelo, cacciarono
so gli eretici e difesa la libertà ecclesia- ignominiosamente tulle le sue impure a-

stica contro gli usurpatori. Neil' istesso miche, e lo rinchiusero in una rocca col-
anno il legato Filippo celebrò nel settem- la regina, acciocché si accostumasse a os-
bre in Biidauu sinodo di vescovi, pel nar- servare le leggi matrimoniali e fosse da-
rato in quell'articolo; cioè per la dilata- to all'Ungheria un erede legittimo. Nel
zione delia fede, e la riforma del chieri- seguente anno sembrando che Ladislao
cato e del popolo, di non portare armi IV volesse emendarsi de'suoi rei costu-
gli ecclesiastici, l'ordinarsi a chi avea cura mi, Papa INIartino IV lo confortò ad ab-
il

d' anime di render conto dell' ammini- bandonar le maniere e l'abito de'paga-
strazione delle chiese, la libertà nell'ele- ni, cacciasse i falsi consiglieri adulatori e
zione de' prelati, V espulsione dalle loro ne prendesse de' buoni, dovendosi ram-
case delle femmine mondane, la punizio- mentare che traeva origine da principi
ne degli adulteri e incestuosi, la celebra- santi, e non diffidasse della benevolenza
zione de* sinodi. Il re però sedotto dagli della s. Sede, sempre pronta di proteg-
empi sturbò il sinodo ordinando al po- ,
gerlo e abbracciarlo con materno amo-
polo di Buda di cacciarne padri e di ne- i re. Intanto Oldamire duca de'cumani,
gar loro le necessarie vettovaglie. L'espul- levatosi in superbia, credendo di potersi

sione del legalo Filippo e de' padri mos- soggettare l'Ungheria pe'pravi e leggeri
se rvicolò 111 a gravemente ammonire il costumi del re, vi entrò audacemente nel
re, ed altrettanto fecero Rodolfo I d'Hab- 1282 e la devastò sino a Pesi ne'3 aimi
sburg re de*romani,e Carlo I redi Sici- che dmò l'invasione. Avendoli Ladislao
lia di lui suocero e padre di suo cognato. IV incontrati presso il lago Hood succes-
Ladislao IV riconosciuto il suo fallo, in se la battaglia , da lui miracolosamente
penitenza fece un Ospedale pe'poverie iu- vinta ,
per la terribile tempesta di gra-
fenni. E con editto, sotto gravi pene, or- gnuola che percuotendo di faccia icuina-
dinò che inviolabilmente si dovessero os- ni e accecandoli, restarono annientati, e i

servare tutte le leggi fatte dalla s. Sede pochi restati ftiggirono tra' tartari. Nel
contro gli eretici, che giornaliiienle pullu- 12851 cuinaiii accesi di desiderio di ven-

lavano nell Uiiglieriu; ed altro simile e- dicarsi della ricevuta sconfìtta, chiamati
inanò la madre Elisabetta ne' suoi duca- i tartari, con essi e in grandissimo nume-
li di Macow e di Bosnia. IVla non mollo ro penetrarono nell'interno dell' Unghe-
dopo, pe' modi ofrcuaU che ali' eoipiet^ viu; aidcudu e uccidendo, gu^&Uudo, (»
,«6 UNG UNG
predando sen7.nim[)eclimenti, perchè il re spirando contro Ladislao IV, per alcuni
riun osò ain untarli. Pu certamente ca-
motivi di malcontenlo,l'assassiiinrono nel
suo castellodi Rereczeg a'19 lu-lioiago.
6li"o divino; perchè il re ad onta delle
replicale ammonizioni, era di nuovo im-
Non lasciò prole legittima, e l'Ungheria

inerso in laidi e abboininevoli costumi; e


venne involta nella guerra civile per la

furono involti nella slessa pena gli ungile- successione alla corona,

li, chea sua somiglianza seguivano dis- i Nel 1290 Andrea Ili il f'cnc.zhino, ac-

soluti modi de'cumaniji quali sidiporta- clamalo re dal maggior numero de'si-
lono con essi a guisa di spietati carnefi- gnori ungheresi, fu incoronato a'4 ago-

ci. Avendo poi Dio misericordia del pò- sto, 16 giorni dopo la morte di Ladislao
polo cristiano, percosse i tartari colla pe- HI detto IV. Egli era nato a Venezia dal

ste che ne distrusse molte migliaia, ed i matrimonio di Stefano figlio postumo del
superstiti lasciarono l'Ungheria, la quale re Andrea li con Tommasina Morosini,
bi ridusse in deplorabile desolazione. Nul- detto pure Andreasso. Singolari sono le
huneno Ladislao IV prosegui a vivere avventure di suo padre. Nato nella città
nell'empietà, seguendo sempre i pessimi d'Este in Italia, ove Beatrice sua madre,
co.stiu»ide'tartari,cun)ani e saraceni, per 3.' moglie d'Andrea U, dopo la morte
cui sileuiè la rovina della cristianità nel- di questi erasi ritirata, Stefano perciòdet-
Papa Onorio IVnel
l'Ungheria. Pertanto to Posiamo, èva appena uscito dall'iu-
il

12S7 seriamente l'ammonì a riprendere fanzia quando imprese a detronizzare Be-


e trattar bene la regina, e che sbf<ndisse la IV detto V di lui fratello maggiore,

i riti pagani da lui introdotti; avverten- Ma non riuscito nell'ambizioso progetto,


<iolo d'aver ingiunto all'arcivescovo di si recò a nascondere nella Spagna la prò-

Strigonia, che se i pagani ardissero tur- pria vergogna. Qualche teinpo dopo tor-
ba re i cattolici, bandisse sopra di loro la nò in Italia, e venne eletto a pretore di
croce, e se il re non avesse ubbidito, lo Ravenna. L'imprudenza di sua condot-
jiuuisse secondo le leggi ecclesiastiche, in- ta avendo ribellato contro di lui raven- i

vitando i baroni del regno a coadiuvare nati, si ritirò a Mo-


Venezia, ove sposò la

l'arcivescovo in tale alfare. Ladislao IV rosini,di cui Andrea III fuQue- il frutto.
iion si corresse affatto, con dolore pure di sto fmciullo condotto da sua madre ia
Papa Nicolò IV, anzi coprì d'obbrobrio Ungheria, piacque al re Ladislao IV, che
il suo nome con l' uccisione del proprio lo riconobbe per suo erede e lo nominò
fratello Andrea duca, per vederlo amalo quindi duca d Ungheria; titolo che con-
da'principi e baroni del regno, e perciòte- feriva lo stesso diritto a questo regno co-
inendo che aspirasse benché ri- al trono, me quello di cesare all'impero. Egli era
fiigiato in Polonia dalla santa zia Cune- assente quando morì Ladislao IV, e pas-
gonda, lo fece annegare nel fiume Nicla sando pegli slati d'Alberto d' Habsburg
da'suoi sicari. Tanta fellonia non restò a duca d'Austria, per prender possesso del
lungo impunita, e con insulie anch' egli Irono a cui era cbiamato , fu arrestato
peri per uìaiio di quegli stessi cumani cui contro il diritto delle genti per ordine
avea mostralotanla deferenza. Nicolò IV di quel principe, e non potè riacquistar
per riparare alla rovina del regno ed a la libertà se non con promettergli di spo-
frenarei tartari, avéa destinato a legato sarne la fiiflia Agnese. Ritornato in Ùn-
d Ungheria Benvenuto vescovo di Gub- gheria non solo ricusò di mantener la pa •

l)io, raccomaudandolo a llodolfo re de* 1 rola ch'eragli stala estorta, ma si dispose


romani; ma poi temendo che coininoven- a f ir vendetta ilei ricevuto oltraggio. Ro-
dosii tartari ncsofirissero gli imgheri.so- dolf> I padre d'Alberto, avvertilo del suo
spese la legazione. 1 cumani dunque co- diseguo, per tenerlo occupato gli suscitò
UN G UNG 187
un concorrente nella persona dello stesso lire l'abbaglio. Altro può essere l'avere
Alberto, considerando l'Ungheria fendo ripetuto con altri storici, essere Andrea
deirin)pero, e perciò ne lo infeudò. JMa III fralellodi Carlo Martello, meolrede-
Nicolò IV al contrario dichiarò l'Unghe- vesi riconoscere
per zio e cugino dì sua
ria essere feudo della s. Sede, inviò in es- madre. Madius pretende che s. Celestino
sa per legalo Giovanni vescovo di Jesi, V nuovamente coronò Carlo Martello.
perchè diligenlenienle prendesse cogni- Neil 29 essendosi pacificaliRodolfoI eoa
I

zione per firla rifiorire, e difenderla da' Maria d'Ungheria regina di Sicilia, mer-
tartari e cuniani che si sforzavano d'oc- cè r accennalo matrimonio della figlia
cuparla. Gli ordinò pure di denunziare Clemenza con Carlo IM.irtello, si dilegua-
a Rodolfo I e al suo figlio Alberto, che si rono le pretensioni del figlio Alberto du-
astenessero d'as[)irare Ungheria, per- ali ca d'Austria. Tuttavolla, Carlo Martello
chè in molte guise apparteneva alla Se- non fu re d'Ungheria diedi titolo, non
ile apostolica; su ili che scrisse ancora a essendo mai uscito d'Italia per far valere
Riidolfo 1 e ad Alberto stessi. Già nello le sue ragioni. Per la famosa Rinunzia

stesso I2C)0 giunta a Aapoli la nuova del- del Puntificato (f.) di s. Celestino V, e-
la morte di Ladislao IV, sua sorella Ma- letto successore in Napoli a'24 dicembre
ria e sposa di Carlo II re di Sicilia (^'.), 1294 Bonifacio Vili, l'accompagnarono
fece valere i suoi diritti nel primogenito a Roma Carlo II e Carlo Martello, e nel
Carlo Martello sulla corona d'Ungheria, suo possesso tennero il freno del cavallo
che poi sposò Clemenza figlia di Rodolfo dal Papa cavalcato, e nel pranzo gli pre-
1, secondo Rinaldi. Papa iNiculò IV rico- sentarono dueprimi piatti. Carlo il por-
i

nobbe questo giovine principe e lo fece tatosi in Francia, lasciò


in Napoli vica-
coronare in Napoli 18 settembre dal suo rio delregno Carlo Martello nel qua! ,

legato con gran solennità, dopo averlo il tenq)oquesli ivi morì nel 295 di 23 an- 1

padre crealo cavaliere. Cosi Andrea III ni, lasciando della sua sposa il figlio Car-
ebbe un allro competitore al trono. Nel lo Roberto, detto per abbreviazione Ca-
1

I2g3, conliiiuiindo la sede vacante per roberlo, e da alcuni anche Carlo Umber-
morte di Nicolò IV, il re Carlo II si recò to, e le figlie Clemenza che sposò Luigi
al conclave diPerugia col figlioCarlo Mar- X re di Francia, e Ceatrice maritata a
tello, chiamato i e d'Ungheria; egli fu col- Giovanni 11 Delfino del Viennese. Intaa-
locato fra'due primi cardinali vescovi, e to Andrea IH dopo aver [)iese le neces-
il figlio fra'due primi cardniali diaconi. sarie misure per arrestare le pretensioni
Dip(ji a'5 luglio 1294 fu eletto Papa s. di Alberto e di Carlo Martello, avea por-
Celestino V, il quale per la sua profonda lato le armi nell'Austria, dove per 5 an-
uuiilla ricusò costantemente, né si piegò ni consecutivi sparse la desolazione col-
se non vinto dalle suppliche de'cardina- le stragi e le con{|uiste che vi fece. Ma
li, ede'reCarloII e Carlo Martello, qua- i nel 1296 richiamalo nc'suoi stuti dalle
li addestiarono il giumento nel suo so- turbolenze suscitatevi, si alfrellò di far la
lenne ingresso in Aquila. E qui occorre pace col duca Alberto e la consolidò pren-
avvertire, chesiccome Carlo Martello era dendo in moglie Agnese sua figlia, il cui
denominatore d'Ungheria, diversi scrit- merito riconosciuto superò le anteriori

toli lo confusero con Andrea III che lo manifestale ripugnanze. Non ebbe però
era di fatto, fia'qualiNovaes, dicendo il la soildisfazione di ristabilir la calma nel
che Andrea IH re d'Ungheria fece le nar- regno. Dovendo Carlo Martello succede-
rale cose, e perciò può darsi che io pure re nei regno di Sicilia di qua dal Faro,
in alcun Itnjgo sia caduto nell'audcroni- Come primogenito di Carlo II, fu questio-
iUìOj sebbene in altri non mancai chia- nato se dopo la morte di lai re spelta»-
i8S U i\ G UN G
setrono a Caroberlo figlio
il
di Carlo Costanza sua madre, di Bela IV detto V
padre Questo principe cedei pro-
Mai leilo, ovvero a Roberto terzogenito di essa.

Questi nelle dub- pri diritti a suo figlio Wenceslao V^ in


tli Carlo 11 medesimo.
Vili età di a anni, quale fu coronato e un-
bie opinioni ricorse a Bonifacio
il I il
,

ijuale come supremo signore dei reame to dall'arcivescovodiColocza inAlbaPiea-

iliSicilÌJ,esaminutu l'investitura data dal- le, ove gli fu caudjiato il nome in quello

la s. Selle, decise la lite con sentenziare: di Ladislao. A' i


4 gennaio i3o2 Andrea
Doversi riputare primogenito, chi alla Iti mori in Buda, e fu sepolto nella chie-

morte di Carlo li avesse il i.° grado di sa de'francescani. Egli fu l'ultimo re del-

tonsanguinilà e fosse maggiore d'età. Con la famiglia di Stefano l, non avendo


s.

questa risoluzione restò preferito Rober- lasciato del suo matrimonio che la figlia
to ed escluso Caroberto. Neil' Ungheria Elisabetta, checonsagralasi a Dio nel mo-

i nenjici del nome cristiano fecero gran nastero delle domenicane di Toess nella
isterminiod'uugheri,equasi disertarono Svizzera, vi mori in odore di santità. La
il già florido regno, per cui Bonifacio Vili regina Agnese ritiratasi nell'abbazia di
dar Kòenigsfelden,dicuiè riguardata 2.' fon-
scrisse all'arcivescovo di Strigonia di
opera a liberarlo da tanti mali. E per u- datrice, finii vii suoi giorni neli364d'84
uire e consolidare le forze degli ungheri anni. Intanto Bonifacio Vili per pacifi-
contro i nemici della religione, siccocne care le guerre civili che ostinate e aspre
alcuni chiamavano al Irono Caroberlo bollivano nel regno, e quietar le differen-
nipote di Ladislao IV, e altri sosteoeva- ze tra Caroberto e Wenceslao V, dichia-
jio Andrea ili parente di esso d'un gra- rò legato d' Ungheria il cardinal Nicolò
do più ri molo, Bonifacio Vili ordinò che Boccasìnì, poi b. Benedetto XI suo succes-
Carobertosi tenesse per vero re, e confer- sore. Leggo nelle Memorie del b. Bene-

mò Andrea 111 nell'amministrazione del detto Xf, che Bonifacio VIII a' 3 maggio 1

lej^no. Nelle sue lettere il Papa onora Ca- 1 3o2 lo spedi alla legazione d'Ungheria,

roberto assolutauienle col titolo di Rex con autorità sulla Polonia Dalmazia , ,

Iluiigciriae; non chiamando Andrea 111 Croazia, Rama, Servia, Ludomiria, Ga-
esplicitamente re, ma usa le parole: Qui lii!.ia e Cumania con amplissime facoltà.

lìi'X Hungariae noniinatur. Comandò Poco prima ch'entrasse nel regno, 1' ar-
inoltre agli ungheri, che ubbidissero ad civescovo di Colocza essendosi arrogato
Andrea III come amminislralore del re- di far la coronazione di Wenceslao V, sa-
j^no, scomunicando coloro che si ricusas- putosi il fatto ardito dal Papa, scrisse al
sero ubbidirlo. Una parte degli ungheri legalochecilasse l'arcivescovo di presen-
chiamò al Irono Caroberto, e supplicò la tarsi al suo tribunale in R.oma dentro ,

i. vSede ad aggiudicargli la corona reale il termine di 3 mesi, sotto pena della pri-
d'Ungheria, onde il Papa ne fece ildecre- vazione dell'arcivescovato, per 3 princi-
lo nel concistoro de'cardinali. Perciò sul pali ragioni. La i.' per essersi usurpato
linir del i 3oo Caroberto in età d'8 anni l'uffizio della coronazione; la 2.^ perchè
ii leci) in Ungheria a prendere possesso l'avesse falla in persona che non teneva
del regno, ove fu riconosciuto re da alcu- alcun titolo per riceverla; la 3.' perchè
ni signori. Ma nel luglio i 3o i i signori in caso di dubbio a cui ella spettasse al-
del partilo d' Andrea III, per timore di la s. Sede si duvea il giudicarlo. Anzi tan-
perdere lu loro libertà, com'essi iliceva- to più colpevole s'era reso, in quanto che
uo, nell'accogliere un re dallu mano del- l'arcivescovo di Strigonia suo privi- pel
,

la s. Sede, conferirono lo scettro a Wen- legio,avea posta la corona sul capo «.li
t-cslao V liglio di \Venceslao IV re di Caroberto. Per tutto questo ne restò al-
Jiuuu4Ìa e di l'olouia, nipote dal lato di lumeule olfeaa la s. Sede, per esser l'Uu-
U NG TJNG 18(7

Hj gheria eli lei trilnitaiia per la cessione di di jue ragioni, con questo però che se no
re s. Stefano I. Di più con Wenceslao V rimanesse frattanto Caroberto al posses-
si risentì Bonifacio Vili, e volle che ri- A questi comandi pontificii
so del regno.
trattasse le cose già fatte senza ragione, ubbidirono prontamente gli ungheri, e
non potendo il fatto irregolare deli'arci- fattisi lutti partigiani di Caroberto, rima-
vescovo di Colocza avergli conferito al- se Ira loro Wenceslao V non senza peri-
cun diritto sul regno; che però, sopra qua- colo. Per cui il padre tosto si pose in mar-
lunque sua pretesa, era pronta la s. Sei\e cia per l'Ungheria con numeroso eserci-
a fargli ragione, quando a lei facesse ri- to, per levarlo prontamente dalle mani
corso. In questo stato di cose, nello stes- degli ungheri e ricondurlo a casa, ceden-
so i3o2 il cardinal Boccasini convocò tut- do ogni pretesa ragione alla successione

ti gli arcivescovi e vescovi del regno, e vi di quellacorona.Secondo il Ferretti, pres-


trattò l'affare. Ma non potendo accorda- so d Muratori, Rer.Jlal. Script, t. 9, p.
re le parti, ne avvisò il Papa, il quale vo- joio, a Caroberto fu data in isposa A-
lendo decidete la controversia per la via delelta, unica figlia di Andrea III, e da
giudiciaria, scrisse al re di Boenua , co- esso destinata per moglie a quello il qua-
mandandogli, che de[)oste l'armi si pre- le fosse andato al possesso del regno. INI.'»

«enlassealdi lui tribunale, dolendosi gra- VArte dì verificare le date non fa paro-
\emente, per intitolarsi egli ancora redi la né Addetta, né del maritaggio. Es-
di
Polonia. Quindi nel 3o3 per dar fine ad i sa dice: Caroberto ebbe 3 mogli: Marta
affare tanto rilevanle,furono citate le par- di Polonia figlia di Casimiro II duca di
ti, per udirne la sentenza. Ma sebbene, Teschen nella Slesia; Beatrice di Luxem-
dididando il boemo di sue ragioni, avesse burgo figlia dell'imperatore Enrico VII;
ad oggetto di stornar la spedizione, in- ed Elisabetta figlia di Vlndislao IV redi
viati ambasciatori a E.oma, non per di- Polonia, la quale sola lo fece padre di 4
fendersi, ma per schivare il giudizio, non figli, di cui furono a lui sujierstiti Luigi
gli riuscì; poiché in pubblico concistoro I che gli successe, e l'infelice Andrea redi
alla loro presenza Bonifacio Vili aggiu- Sicilia di qua dal Faro. Del resto il car-
dicò col consiglio de'cardinali il regno a dinal Boccasini colle sue rare qualità di
Carlo Roberto o Caroberto, con precisa soda dottrina, somma prudenza, destrez-
dichiarazione, che avessero luogo le ra- za ne' gravi maneggi e mirabile bontà di
gioni della successione , non già quelle vita, (u benemerito legato d'Ungheiia e
dell'elezione, tenendo la s. Sede Caroberto contribuì a consolidare il trono di Caro-
per re legittimo. Indi espressamente or- berto, il quale gli professò stretta obbli-
dinòagli ungheri, sotto pena di scomuni- gazione, così il di lui avo Carlo II, il qua-
ca, d'ubbidire a Caroberto non solamen- le ne promosse i di lui vantaggi con tut-
te, ma eziandio a Maria sua ava, e così to l'impegno e di niolto cooperò a farlo
essa per regina, ed esso liconoscesseroper ascendere al trono di s. Pietro. Il dotto

loro sovrano, assolvendoli a questo fine mg."^ Marino Marini , archivista della s.

dal giuramento di fedeltà dato a W^euce- Sede, nella sua Diplomatica Pontijìcia^
slao V. Il Papa ingiunse all'arcivescovo 2." edizione insevila nel l. 12 delle Dis-

di Colocza e al vescovo di Zagaljria, am- scrt. dell' accad. romana d' Archeolo-
basciatori di Caroberto, di pubblicare il gia, lasciò scritto su questo grave punto
suo decreto in Ungheria, in Boemia e ne* a p. XIII. " Che il diritto di successione nel

regni vicini, come eseguirono. E per non regno d'Ungheria fu deciso da Bonifucio
dar motivo di dispiacere al re di Boemia, Vili. E per verità bastava lo esprimer-
e per fargli sentir meno il colpo, assegno- si così (nella ."edizione ove cita l'arma-
1

gli il termine di 4 tùtiì per poter usare dio 35 deìV Jrrhi^'io della s. Sede, io
j (jo U N G U N G
cui nel l, 3, p. 12 r, è il documento) a ri- ne! oìedesimo fu coronato nella chiesa
levare la pontificia autorità di riconosce- d'Alba Reale colla corona di s. Stemmo 1,

re e dichiarare i diritti delle regali dina- ch'era stata ricuperata dal re di Doenf)ia,
stie alle successioni de'lroni (un moder- che da Buda l'avea portata a Praga, me-
no scrittore dichiarò: dopo la morte d'An- diante alcune condizioni vantaggiose. Af-
drea III ricovrò l'Ungheria il diritto d'e- finché questa corona non gli fosse tolta

leggere i propri sovrani; due furono e- e con essa il regno, la rinchiuse in un


letti: ma
Papa Bonifacio Vili ne chia-
il bauletto e 1' affidò ad un suo fedelissimo
mò al trono un 3." ch'eia francese, Caro- servitore, con ordine di non palesarlo ad
berto della casa d' Anjou e nipote di s. alcuno. Nel viaggio, rottasi la corda che

Luigi IX,ecos]gli Angioni regnaronopu- legava il bauletto, questo cadde interra


re con un loro ramo nell'Ungheria); l'ag- senza che il servo se ne avvedesse, e solo
giungere poi, che con quell'atto il Papa se ne accorse dopo il tragitto di 20 nii-
diiirnea la lite fra Wenceslao di Boemia glia. Dolente oltreraodo tornò addietro,
e Carlo Alberto, detto per iscorcio Caro- e nel di seguente linvenne il perduto te-

berto, insorta sulla successione di quel re- soro, che riconsegnò a Ottone. Questi nel
gno, di cui gli ungheri aveano proclama- detto i3o5 sposò Agnese figlia d'Enrico
lo re il boemo; e il dire come Bonifacio VII duca di Glogaw, e siccome era do-
VIII avesse riconosciuto il diritto di Ca- vizioso e magnifico, nel 1807 la smania
roberto di succedere a Ladislao IV re di spiegare il suo fasto in tutte le provin-
d'Ungheria come suo prossimo parente, eie del regno avendolo tratto in Transil-
essendoquel regno non elettivo, ma ere- vania, fu ivi arrestalo dal vaivoda Ladi-
ditario (['j4rte di verificare le date, di- slao, che lo rinchiuse in uno stretto car-
ce che Bonifacio Vili con bolla data in cere, donde non usci che 1 inunciando al
Anagni a'3o maggio 3o3, contro le pre- I regno, togliendogli la corona
il vaivoda
tensioni di Wenceslao, da lui esaminate, di S.Stefanoche seco portava. Frattan-
1

aggiutlicò lo scettro a Caroberto, in vir- to Clemente V con bolla emanata a' 10


lìi del suo titolo di primo principe del agosto 307 in Poitiersa favore di Caro-
i

sangue reale, dichiarando non più elet- berto, Io confermò nel regno, ordinando
livo ma ereditario il trono d' Ungheria, a Ottone duca di Baviera, che colla guer-
Questo procedere non fece che esacerba- ra civile avea ridotto il reame a mal par-
iemaggiormente gli animi), e di cui fu tito, sotto pena di scomunica di doverlo

messo al possesso da Clemente V per


egli abbandonare, e se volesse esporre le sue
mezzo del suo legato il cardinal Gentili ragioni lo facesse alla s. Sede, indi acom-
del titolo di s. Martino a'iMonli; il rife- porre le cose d'Ungheria, conoscendo la
rir tutto questo egli era recare in mezzo vaslilà della scienza nel maneggio de'più
uno squarcio di storia, anziché presenta- gravi idTari del cardinal Gentile Parti-
re osservazioni circoscritte, rispondenti no da Montefiore, lo spedì legalo iuUn-
nllo scopo dell'opera, da appositi limili". gheria,con ampiefacollà,perquantonai'-
INel i3o5 eletto Clemente V Papa, per rai nella biografia (o«e a p. 12 del voi.
compiacere il re di Francia, stabili la sua XXIX, col.i, lin. 24, dopo ossia furono
residenza in Provenza e poi inÀvigno- ommesse le parole il fif^lio di). Di più il
ne. INtllo slesso
anno morendo Wence- Papa scrisse paterne lettere agli ungheri,
slaolv redi Boemia, da una piccola par- ed a' polacchi, dalmaliui, croati, ramei,
le tic Mgnori sediziosi ungheri fu nomina- lodomiri, galizi e cumani, nelle quali de-
to un nuovo re in Ottone di Baviera, co- plorando le sciagure da loro patite, non
me figlio d' Elisabetta nata da Bela IV potendovisi recare personalmente per ri-
detto V, e perciò sorella di Stefano V, e p.irare a lanli mali e fare rillurire l'Uii-
-

UN G UN G 191
glieria, niancluva in suo luogo un legalo se vaivoda che toltala a Ottone la cu-
il

esperto negli alTari e d'ogni virtù adorno, stodiva, non l'avesse resa entro un pre-
e perciò ingiunse loro di riceverlo col do- fisso tempo a Caroberto, al quale altra be-
vuto onore e di ubbidiilo. Il eli. av. Gae- nedetta se ne daiebbe dalla s. Sede. Dun-
tano de Minicis ne' suoi Monumenti di que non pare cheilcardinalGentilein lale
Fermo e suoi diiitorniilltistrati, nel dar- occasione abbia coronalo il re, comevuo-
ci a p. I I 1, (|uello eretto dal cardinale ai leCardella. Indi fulminòrinterdetlo con-
suoi genitori in Monlefiore, ne scrisse la tro Matteo palatino reo di multe ribal-
sua ei udita biogiafìa e con essa la lega- derie verso il re e la nazione , e contro
zione d' Uni;liciia (ora il eli. niaicliese quelli che ancora ricusavano d'ubbidire
Filippo Uruti Liberati nella sua XXIX a Caroberto. Nel i 3of) morendo Carlo 11

Memoria sulla via Cupreiise con Ap- re di Sicilia, lasciò al suo figlio Uobcrto
punti su 5Iontcfiore^ rileva clie il cogtio- il regno, le ragioni e il titolo di quello di
iiie Carlini tiel cardinale è illustre, poi- Gerusalemme, ed contadi i di Provenza e
cbè un castello di Fertno porlo il ii</nie Forcalchier,ad esclusione del nipote Car-
di Castrimi Partini, esoito JNlonle Ktib- lo I Roberto o Caroberio, che per ragio-

biano era la Terra de Paralinisj di più ne di ra[ipresentaziotie vivamente pre-


che nel i 5^^ fiori il notaro feruiano l'ona- tendeva a tal successione, come fondata
pilio Partini). Anch'egli narra, die aven- nel diritto naturale, massime pel conta-
do parte degli unglieri negato id re Caro- do di Provenza, dove pareva che doves-
berlo i dovuti ossequi, erano siali dalla sero essere, ad esclusione degli agnati e
s. Sede solloj)osti all'interdelto; ma il le- consanguineijchiamali primogeniti; i e ciò

gato appena nel i3o8 giunto in Unghe- per di>posizione della legge Salica, che si
ria presto li ridusse a concordia e al Io- diceva avesse luogo in quel contado, co-
io dovere; poicliè convocali a Pe^l tulli me membro dell'antico regno di Borgo-
gli ordini del regno, cessati del lutto gli gna. Ria il Papa Clemente volle che si V
odii di parte che alìuienlavaiio la discor- osservasse il decretalo da Bonifacio Vili,
dia, Caroberto i'u da luUi gli ungheri ri- ili Rober-
e deci>e la cjuestione a favoie
conosciuto e con decreto del legato con- to, così bene pubblico, il
richiedendo il

fermato. Desiderando però il cardinale, suo sapeie e scienza mililare ed anco ,

pel felice compimento del suo minisleio, perchè Caroberto essendo a[)[)ena sulìì-
che le cose rimanessero salde e tranquil- cienle a sostenere un regno, non venisse
le, dis|)ose che chiunque suscitasse in se- oppresso pel nuovo peso dell' altro, tro-
guilo congiure contro Cai tiberlo, o in al- vandosi due regni mollo lontani uno
i

tro modo le favorisse, dovesse subir le pe- dall'altro, e sollo[)osti a lumutti e guer-
ne sancite dalle leggi
civili ed ecclesiasti- re. 11 ciudinal Gentile confermò l'ordine
che. E
poiché la regia corona ungarica, di s. Paolo eiemila, stabilito in Unghe-
I

che Santa appellano gli ungheieoi, con- ria, ove tenne due concilii neh 309, uno
tinuasse ad essere presso l'universale io in Budaa'6 maggio a favore del re, l'al-
cnoree venerazione, avendo questa di ini tro a Preshurgo a' io novembre a van-
nullo di stima per essere stala prima ri- taggio della religione e de'coslumi. Le co-
cevuta da Wenceslao V e poi da Ollone stituzioni da lui emanate pel regno unga-
duca di Baviera, e nnalmenleda Ladislao lico nel dello anno, sono intitolate: Ada
vaivoda di Transilvania, i cpiali con gra- Convenlus Possoniensis. Queste costitu-
vi tumulti e ribellioni aveano commosso zioni furono lette nel concilio lV Udvard
lutto il regno, stabili e dichiarò il legato {V.), tenuto da Tommaso arcivescovo di
a riparo di tanti muli, che profana e non ^t^igonia. Finalnieiile il cardinal Genti-
più saula si doves-ìe rilencr lale corona, le colla pazienza, l'accortezza e la fermez-
J92 UNG U N G
za riuscì poco n poco a stabilire la quie- cano. Nel 1 SaG Feliciano Zachas signore

te del regno e il frotio di Caioberlo, poi- ungaro, ignorandosene il motivo, formò


die accollisi gli i3io presso
stali nel il barbaro disegno di sterminar la fami-
l'est, si accordarono unanimemente nel glia reale. Entrato nel castello di Vice-
riconoscere a loro re Caroberto ,
perciò grad ove risiedeva, la trovò raccolta nel-

coronato 8*2 7 agosto in Alba Reale. Non la camera del re,cui colpì peli.°cou iscia-

voglio lacere, chenon mancano di qtiel- boiata sulla spalla, ma leggera fu la feri-

Jl, die narrano d'avere a Caroberto ce- ta. Corse poscia alta regina e le troncò 4
duto la corona di s. Stefano I il vaivoda dita che non faceano che lavorare per
,

di Transil Vania nel r3io, [)er averlo il l'addobbo delle chiese e il vestimento a*
re minaccialo di guerra. Il Rinaldi ripor- poveri. Credendola morta stava per isca-

ta al I 3 I 2 i lumidti suscitali in Unghe- gliarsi contro i figli, ma i governanti li di-

ria per opera del palatino Matteo, e la fesero co'propri corpi e loro facilitarono la
scomunica con cui lo punì il cardinal Gen- fuga. Accorso un ministro della regina in
tile, dopo averlo il re vinto in battaglia aiuto de'suoi signori, fece in brani quel
j
per la quale fece confessare e comunica- mostro diabolico. Il re dopo quesl'mlòr- 9
re i suoi soldati. Dopo quelle sanguinose tunio divenne sospettoso e dillldente, e
sostenute contro i tartari, non si conosce prestò facile orecchio a* delatori. Alcuni
altra più fiera di questa, onde venne la nemici di Barazat vaivoda di Valacchia
vittoria attribuita all'aiuto di Dio, e così persuasero Caroberto eh* egli macchina-
Caroberto pei fellamente si consolidò sul va contro di lui una trama. Questi assol-
Irono. La dolcezza e saggezza del suo go- dalo un esercito invase la Valacchia, ed
verno gli conciliarono l'amore e il rispet- alla sorpresa del vaivoda non rispose che
to de'suddili, ed il suo regno riuscì flori- con saccheg^iameuti, ma si vendicò ben
dissimo. Il suo valore dilatò i limiti del- presto. Piombò sugli ungheri accalcati
l'Ungheria e lo fece stimar da'vicini. Per nelle strette de'monli, e ne fece tal car-
la gioì iosa vittoria riportata nel 1820 con nificina che potè a stento salvarsi il re -j

l'esercito crocialo sopra d' Urosio re di con pochi cavalieri. In seguito Carober- I
Servia, Sehiavonia e R.ascia scismatico, to si rese tributari i sovrani di Servia, di
in essa e nella Macedonia si dilatò il cat- Transil Vania, Bulgariaj Bosnia , Molda-
tolicismo,eilregnodi Rascia nella Sehia- via, ed anche quello di Valacchia, più
vonia fu aggiunto all'Ungheria. Avendo colla destra sua polilica che colla fìjrza
il Papa Giovanni XXII in ciò soccorso il dell'armi. Indi ricoise nel 33 1 a Giovan-
i

re, invilo i principi cristiani ad aiutarlo ni XXII contro lo zio Roberto redi Si-
nlla conquista de'Iuoghi marittimi di Ma- cilia, perchè nega vagli il principato di Sa-
cedonia, per la dilatazione e conservazio- lerno e la signoria d'Onore nel moule s.

ne della fede. Altra vittoria neh 322 ot- Angelo, slati di Carlo ]\!arlello suo pa-
tenne Caroberto su d'Urosiore di Rascia, dre. Il Papa ne scrisse a Roberto, come
e lo costrinse a sottomettersi all' ubbi- cosa giusta, e propose alla sua moglieSan-
dienza della Chiesa romana, a cui l'avea cia l'unione de'reacai di Sicilia e d' Un-
sollecitato Nicolò IV, per cui avea invia- gheria mediante il matrimonio della
,

to legati a Clemente V, ed altri nel 1 323 principessa Giovanna, unica figlia del de-
n Giovanni XXII per abiurare lo scisma, funto duca di Calabria loro figlio, con An-
ed il Papa inviò
ne'suoi dominii, peram- drea o Andreasso secondogenito di Caro-
inaeslrarei popoli nelle verità calloliche, berto. L'affare fu concluso, e dicono i filo-
i nunzi Bcrlrondopi-i vescovo di Brindi- numenla Historiae Patriae edita j'us-
M, Bernardo da Parma canonico d'Aver- su regia Caroli Alhcrli, di averlo procu-
*n^ e fr. Giovanni di Domenico domeni- ralo Roberto ,
per rimediare a' rimori
UNG U IV G 1
93
delln proprin coscienza, nell'aver pregiu- rere lo zìo Casimiro III, contro Giovan-
dicato il nipote nel sedersi sul irono di ni di Luxemburgore di Boemia, al qua-
«Sicilia, sebbene mEttriinonio di tragica e le fece levar l'assedio di Cracovia e lo co-
infciusta riuscita, e di giavissiine luibo- strinse a ritornare ne'suoi slati. Poco do-
lenze pel regno di Napoli. Laonde nel po tale spedizione egli sconfisse i tarta-
i333 Caroberto condusse a Napoli An- ri ch'erano penetrali nella Transiivania,
drea, ricevuto dallo zio con grande aifet- e li cacciò dal paese. Volse poi le sue ar-
to e onore, e si celebrarono le spon^olizie mi nel I 345 contro i croati soggiogati da
con solenni feste. Riservando Caroberto suo padre, e sommossi da due signori ai
il regno ung=)rico pel pi iiuogenilo Luigi, quali stavano dipendenti. Questi rilìslli

domandò e ottenne da Giovanni XXII: f<n-ono domati da Andrea di lui genera-


Che se per caso l'arcivescovo di Strigo- le, che poi corse in aiuto di Zara, che da-
,
nia non avesse potuto coronare Luigi, ne tasi per la 7.' volta all'Ungheria, era as-
' fungesse il ministero l'arcivescovo di Co- sediata da'veneziani: ma dopo aver latto
locza, co' vescovi di Varadino e Zagabria, ogni >forzo per liberar la piazza fu costret-
ma senza pregiudizio della chiesa di Slri- to a ritirarsi. Zara ricadde in potere de*
gonia. Caroberto dopo avere riportalo veneti a'i3 dicembre 1 347)dopodue an-
una vittoria sugl'infedeli, per cui se ne ni e mezzo d'assedio. Già Luigi a'3 no- I

congratulò Papa. Benedetto XII, esortan- vembre era partito da Buda per Napoli,
dolo insieme a non opprimere gli eccle- onde vendicare la sventurata fine di suo
siastici del regno, rammentandogli gli e- fratello Andrea strangolato la notte pre-
sempi de'predecessori impegnati nell'ono- cedente il 18 settembre i34'>, dopo che
rar le chiese ei loro ministri; dopo aver Papa Clemente VI l'avea dichiaralo re
stabilita la pace co're di Polonia e Boe- di Sicilia e stabilito che si coronasse in
mia, morì in Vicegrad o Belgiado a'i 6 dello giorno. In tale articolo e ne' molti
luglio I 34^) 6 il corpo fu trasferito in Al- relativi deplorai quanto precedette, ac-
ba Reale nella tomba de're d'Ungheria. compagnò eseguì l'atroce assassinio, non
11 Rinaldi dice, che oltre i delti figli lasciò meno che la calata in Italia con poderoso
Stefano, che destinava re di Polonia, do- esercito del re d'Ungheria anelante ven-
po lo zio materno Casimiro III, non aven- detta , non essendo riuscito a placarlo il

do figli maschi; veramente lo stesso scrit- pur narrato operato da Clemente VI, per
tore riferisce altrove che Casimiro III bra- conoscere se la scandalosa tresca che la

mava a successore l'altro nipote Luigi. famosa Giovanna I moglie dell' ucciso a-
Compianto Caroberto cos'i benemerito ri- vea col pioprio cugino Luigi principe di
storatore della prosperità,potenza e tran- Taranto, figlio di Filippo fratello di re
quillità dell'Ungheria, fu eletto a succes- Roberto, che poi sposò, fu cagione della
sore Luigi o Lodovico I il Grande suo barbara morte dell'infelice Andrea. Lui-
primogenito, e coronato dall'arcivescovo gi I giunto a Benevento l' i i gennaio
di Slrigonia alla presenza di molli vesco- I 348, al suo comparire napoletani ca- i

vi e baroni. La Transiivania prese occa- pitanali da Luigi di Taranto si sbanda-


sione della troppa sua giovinezza per ri- rono, e Giovanna I a'i^ con esso marito
bellarsi; egli vi portò la guerra, e la co- fuggì per la sua contea di Provenza. Ai
strinse di assoggettarsi di nuovo. Alessan- 24 il le entrò in A versa, si fece condur-
dro vaivoda di Valacchia ch'eresi sot- re nella galleria ov'era perito il compian-
tratto all'ubbidienza di Caroberto, col- to fratello, e fece trucidare sotto i propri
pito dall'eroiche virili di Luigi I, si pre- occhi Carlo diDurazzo (figlio di Giovan-
sentò egli slesso a fargli omaggio.Nel 344 1 ni principe d'Acaia Morea e duca di Du-
il re inviò truppe in Polonia per sccoor- razzo, fratello di re Roberto e marito di
VQL. liXXXIlf. i3
194 ^ ^ ^ U N G
Maria sorella di Giovanna 1), convinto inUngheria per legatoli cardinal di Boti-
d'aver fatlo eseguire quell'infcime assas- fogne per calmarne il risentimento e dis-
sinio, venendo gettalo ove lo fu il corpo suaderlo dal ritornare a Napoli, come si
d'Andrea. Indi \\ leseveranienle punì eoa proponeva, con altro esercito. Luigi I pro-
l'estreiuo supplizio altri iniqui conìplici, pose il maritaggio di IMaria vedova di
scoperti dalle sue rigorose inquisizioni. Carlo Durazzo, col duca di Transilvania
Padrone di quasi tutto il paese, chiese a Stefano, e Ia=cessione ad essa delle ragioni
Clemente VI la condanna di Giovanna I, delregno di Sicilia di qua dal Faro. Indi il
e l'investitura del suo regno di qua dal re ueli35o partito all'ioiprovviso per la
Faro, dichiarando duca di Calabria Car- Dalmazia e gli Abruzzi, prese Aversa e
lo ìMarlello bambino del defuntOjC lo in- con aspre parole intimò la resa a' napo-
viò in Ungheria ove poco visse. Ma la pe- letani. Questi inaspriti preferirono com-
ste obbligò Luigi ad abbandonare il I battere, onde s'interposero legali car- i

compiuienlodel con(|uislo, e riprendere la dinali di Boulogue e del Giudice, e fu

via d'Ungheria 1848,


sul finir dell'aprile stabilita una tregua, e che Giovanna l fos-

prìtua, poiché recatosi in Avignone ai se processata, e se rea il Papa dovesse in-

27 marzo il Papa gli donò la Rosa d'oro vestire del suo regno il re. Se fosse asso-

benedetta, come notai in quell'articolo, luta, il re restituisse le città e rocche da


forse per placarne lo sdegno. Egli esige- lui occupate, e ricevesse in compenso del-
va non doversi lasciar impunita la colpe- la guerra 3oo,ooo fiorini d' oro. Par-
vole regina , accusandola di adulterio e tito il re, si diresse per Pvoma a lucrare

dell'uccisione del marito, e si lagnava del rindulgenza dell'anno santo, ricevutocon


Papa d'aver protratta la coronazione del festive dimostrazioni, e poscia si restituì

fralellojilche porse occasione al tradimen- in Ungheria. Neli35i Clemente VI in-


to che lo sagrificò; perciò bramare l'igo- dusse Elisabetta regina d'Ungheria a ri-
roso processo contro di essa e gli altri muovere il figlio dal pensiero della guer-
autori di tante scelleratezze, e la priva- ra di Napoli. Giovanna 1 fu dichiarata in-
zione del regno della medesima. Il Papa nocente e assolta; e Luigi I rispettoso col-
con dolci parole si studiò di persuaderlo la s. Sede ne venerò decreti , promise i

e mitigarne il furore, con quelle ragioni di restituire la libertà a'principi reali che
che enumera ed espone il Piinaldi non , avea imprigionalo in Aversa, e di ren-
senzaammonirlo sull'uccisione di Carlo der la pace al regno di Sicilia. A questa
Durazzo, non avendo praticato la proces- docilità contribuì il dover attendere alle
sura ordinaria, sull'autorità esercitata ne' guerre mosse da'barbari alla Polonia, il

dominii della s. Sede, e per avere alquan- cui re Casimiro III suo zio destinandolo
Cola diUienzo. Tut-
to favorito l'agitatore successore lo richiese d'aiuto, e l'ebbe
tavia riuscì aGiovanna ! ed al 2.° mari- con felice successo. Indi neliSSa Luigi 1

to Luigi d'esser ben accolti dal Papa in si pacificò con Giovanna I, restituì i prin-
Avignone, d'esser dispensati dal grado di cipi reali e le fortezze da lui tenute, con-
parentela, e donato della Rosa d'oro Ln\- donando il compenso pattuito, per la di-
gi,secondo il Rinaldi. Sollecitata la re- chiarazione fatta da'suoi ambasciatori iu
gina da' napoletani a fornirsi di denaro Avignone, che il re non avea intrapreso
per tomaie nel suo regno, essa vendè A- la spedizione per avarizia, ma per ven-
vignone al Pi.pa, e nel i3.i8 stesso fitto dicare la morte del fratello; solo ritenen-
ritorno in Napoli fu ricevuta con plau- dosi il principato di Salerno e il luogo
si, tosto I iciiperanilo il regno, col cacciar- detto Onore nel monte s. Angelo, projirie-
ne gli ungheri con Giielfbne vicario del là dell'avo e del padre. Essendosi il le
re. A queslo nel 1
3 Vj Clemente VI inviò proposto guerreggiare i nemici della fede
U N G UNG 19T
nelle provincie convicine, Clemenfe VI lorla. Il celelne caidinal Albornoz invo-
gli concesse le cillà clie avesse tolto a'pa- co il suo aiuto contro i milanesi Visconti
356 perl'esoi lazioni del b. Pie-
gani. Nei i clic assediavano Bologna, ed il re gl'invi-
troTommaso vescovo diPaltijtnossegiier- lo a lilirarsi, e poi olIiì contro di essi le
ra a Stefano re di Rascia, perchè anco- sue forze a Papa Urbano V, die lo lodò
ra il regno non avea abiorato lo scisma, e ringraziò. Nel 1 862 marciò contro Stra-
per quindi riunirlo all'Ungheria, wedian- sciniiro II re de'bulgari, che ricusava pa-
le crociata, a tale elicilo inviando andja- gare il tributo da lui imposto ad Ales-
scialore a Innocenzo VI il vescovodi Za- Sandro suo padre; lo fece prigione e libe-
gabria. U Pa|)a l'esaudì facendo predicar rò dopo i 2 giorni, avendo promesso d'es-
la sagra guerra, e di essa dichiarando il ser fedele a'patli. Neh 364 il re consultò
re capitano generale; non chegonfalonie- Uibano V d'andare in aiuto de'grecicon-
re di s. Chiesa, perchè si proponeva por- tro i turchi , ma il Papa lo fece tempo-
Io a capo dell'esercito papale contro gli reggiare finché si riunissero alla Chiesa
usurpatori dedoniimi della s. Sede, mas- romana. L'imperatore Giovanni I Paleo-
sime contro gii Ordelaflì tiranni di For- lego neh 368 si recò a Buda [)er implo-
lì, di Cesena e altri luoghi. Innocenzo VI raie aiuto, gli fece grandi promesse, ob-
inoltre ingiunse a'patriarchi d' Aquileia l)ligando^i ubbidire in tutto al Papa, che
ediGrado, ed all'arci vescovo di Salisbur- ailauiente encomiò il re. Infatti l'unpe-
go, di denunziar le scomuniche a chi a- ratore mandò un ambasciatore al Papa,
vesse aiutato gli eietici e gli scismatici, e neh 369 recatosi in Roma nelle sue ma-
Prima d'intraprendere la guerra di Ra- ni abiurò lo scisma. Afilillo Uri)aiio V di
scia, Luigi I la uìosse a'veneziani, per a- vedere i Visconti impedirla sagra guer-
ver invano richiesto Zara e altre terre ra, Luigi I pieno di venerazione pel Papa,
che nel suo regno di Schiavonia ritene- che avea listabilita la pontificia residen-
vano; per cui veneti si unirono a'rasci.
i za in R.oma, qual gonfaloniere di s. Chie-
Ciò dispiacque a Innocenzo VI, vedendo sa si olfrì a proseguirla con 10,000 unghe-
che 1' armi dal re rivolgevansi contro i ri, e di annientare la tirannia de'Viscon
cattolici e non a danno degli scismatici; ti. Indi a richiesta del Papa porse aiuto a

onde invitandolo alla pace co' veneti, gli Casimiro III, mentre i Visconti per timo
mandò Bongiovanni vescovo di Fern)o e Urba-
re di lui cessarono di guerreggiare
già di Bosnia, e poi il suddetto b. Pietro, no V, che nel iS'jo tornò in Avignone,
menile il re con 4<*,ooo cavalieri asse- Morto in tale anno Casimiro MI; gli suc-
diavaTreviso, che dovè abbandonare per cesse nel regno di Polonia Luigi nuo-
I. Il

A' 17 settembre SSy


la carestia. 1 s'ini[)a- vo Papa Gregorio XI stimolò il rea vol-
dronidi Zara, e riunì poscia tutta la Dal- gere le sue armi contro turchi e Ama- i

mazia al suo dominio. Vedendo i vene- rat I, che avendo abbattuto greci, ra- i i

ziani andar le loro cose di male in peg- sci e i bulgari, collegandosi co'tarlari vi-
gio, si rimisero al re olfrendogli le terre ciui all'Ungheria, questa meditarono in-
occupate Dalmazia eSchiavonia,
in Istria, vadere. Il re si alfalicò a porre in piedi
oltre un'ammenda. Questa il re genero- un suo ambasciatore
forte esercito, e pel
samente ricusò, accettò le terre, e che Ve- ottenne promulgazione della crociala
la

nezia fo'^se tenuta di soccorrerlo al biso- control turchi, che predicarono gli arci-
gno; tosto restituendo le castella del Tre- vescovi di Slrigouia, di Colocza,di Gne-
\ìgiano, con grande allegrezza de'vene- sna, di Zara, di Spalatro e ili Piagusi, co'
li. Avendoli redi Rascia tributario d'Un- vescovi sulfragauei; facendo giurare il re
gheria cessato di farle omaggio, Luigi I a'due primi e al vescovo di Cinque Chie-
entrò nel regno e vi riportò gloriosa vit- se, di condursi contro il turco fra uuau-
196 UNG U N G
uo non ispeodeie iu altro le somme
e di te i loro ambasciatori. 11 che da essi sa-
raccolte, e promulgar anche in Germania putosi assai si turbarono, e si conferma-

Ja sagra spedizione. Ma Luigi I re d'Un- rono per la giustizia di riconoscere e so-


gheria e di Polonia s'intiepidì nel fervo- stenere Urbano VI, ed il re gl'invio do-
re, e non volle entrare nella lega per ni. Al re scrisse s. Caterina da Siena per
mantenere una flotta nello stretto di Gal- indurlo di lasciar la guerra che faceva ai
lipoli,per impedir a' turchi il passaggio veneziani, in unione co'genovesi,il signo-
in Europ;),forse per avergli il Papa nega- re di Padova e il patriarca d'Aquileiaje
lo le decime per la guerra, avendole de- sebbene rifiutasse di marciare controia
stinate a reprimere l'ollracotanza de'Vis- Giovanna l,da Urbano VI sco-
scismatica
conti signori di Milano. Dispiacente Gre- municata e deposta dal regno, pur non-
gorioXl disiOhtla mutaziuue.lo pregò vi- dimeno promise di mandare nel regno
vamente a collegarsi, altrimenti a suo e- di Napoli coir esercito il cugino Carlo il

sempio gli altri avrebbero fatto allrettan- Piccolo duca di Durazzo, figlio di Luigi
to, con gravissimo danno della cristiani- conte di Gravina nato da Giovanni prin-
tà. Considerando Gregorio XI quanto lan- cipe di Morea e duca di Durazzo figlio di

guiva laChiesa per dimorare i Papi in^- Carlo II, a cui avea commessa la guer-
i'ìgiioiie,su^era\.e tutte le dinicoltà ne par- ra contro i veneti. Per la quale speran-
tì,ed a'i 7 gennaio 877 fece il suo trion-
1 za confortato Urbano VI , sollecitò eoa
fale ingresso in Roma. Ivi morto nell'an- sue lettere i baroni del regno ad abban-
no seguente, ed eletto Urbano VI, poco donar Giovanna I, ed a tener la parte di
dopo pentiti cardinali francesi perchè li
i Carlo duca di Durazzo e di sua uioglie
correggeva, e sospirando il soggiorno di Margherita. Come a parente piili prossi-
Provenza, iniquamente pretesero depor- mo di Giovanna I, per cui gli apparte-
lo; e favoriti da Giovanna 1 elessero iu neva il regno ,
Carlo di Durazzo fu sol-
Fondi l'antipapa Clemente VII, il quale lecitalo all'impresa anche con lettera di
passando in Avignone vi sostenne il la- s. Caterina; onde levato l'assedio da Tre-
grimevole e lungo Scisma (/-.) d' occi- viso neli38o, rivolse le armi contro Gio-
tleule. Incerti i fedeli chi venerare per le- vanna 1. Appena questa il seppe, lo pri-
gittiu)0 Papa, diversi regni e nazioni se- vò della successione al regno, e non aven-
guirono la falsa Ubbidienza d'Avignone; do prole adottò Luigi l d'Angiò figlio di
ma lungheria, laPolonia, la Boemia, la Giovanni 11 re di Francia. Giunto nel
Germania con altri popoli restarono fe- i38i il duca di Durazzo in Roma, Urba-
deli air ubbidienza romana, nella quale no VI l'investì del regno di Sicilia di qua
Urbano VI creò cardinali Deuìetrioe Va- dal Faro e coronò col nome di Carlo II F,
lenlino,ambedue ambasciatori di Luigi I che recatosi nel regno rapidamente lo
al Papa e poi cancellieri del regno, il
1° conquistò e fece morire Giovanna i a'12
de'qnali dichiarò in nome del re a Ur- maggio i38'x. Luigi I, gran difensore del-
bano VLChe il regno ungarico continua- laChiesa, finì i suoi giorni a Tyrna\v[1.)
va ad essere sotto la clientela della s. Se- nella contea di Neitra, circa il 12 settem-
de. 11 re coll'imperatore Carlo IV si slu- bre di lai anno, e fu sepolto tra il com-
diarono d'indurre colle loro esortazioni pianto universale e i gemiti de'suoi sud-
l'uniipapa e gli anticardinali ad abban- diti nella chiesa d'Alba R.eale. Amava i
donar scisma pe'grandi mali che avreb-
lo letterati , conversava seco familiarmente
bero cngionalo all'unità della Chiesa. Ma e si compiaceva soprattutto a investigar
quegli ambiziosi ebbero a vile e in di- con essi la sorgente degli errori politici ii

spregio l'ammonizioni di tali religiosi e e i mezzi di provvedervi. Lo stesso desi- ^


saggi principi, e trattarono scoilesemeu- derio d' istruirsi lo portava di sovente a
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tvavesliisida mercante. Così confuso Ira ve memoria del padre amalissiooo, dagli
il popolo imparava delle verità che per ungheri nelle pubbliche scritture non si

isventura de'rerarissidie volle o non mai chiamò regina, ma sempre Re. Siccome
giungono sino al trono; ed egli ne rica- era troppo giovine per governare da per
vava il vantaggio di conoscere ciò che si se stessa , fu data alla regina Elisabetta
giudicava riprensibile nella sua condolta,e di leimadre la reggenza del regno. Nico-
di poter sollevare i bisogni di quella classe la de Gara palatino s'impadronì dello spi-
di cittadini che un cieco e funesto pregiu- rito delle principesse, e sotto il loro nome
dizio fa talvolta riguarilarecome immeri- resse tirannicamente, il che eccitò mor-
tevole dell'attenzione del governo. Que- morazioni e malcontento inUngheria. Nel
sto re fu tanto lagrimato, che gii unghe- i385 per rinsullicienza di Maria, invol-
ri portarono il lutto per 3 anni, astenen- to il regno in sedizioni, ribelli chiama- i

dosi da ogni giuoco e divertimento. Egli rono sul trono Carlo MI il Piccolo ve di
fu così osservante della pietà e della re- Sicilia, il quale lasciando la cura de'suoi
ligione, ch'era pieno d'ardore per la con- stati alla regina Mnigherita e perdi lei

versione degli ebrei ede'cumani idolatri; consolazione il loro figlio Ladislao , che
gli riuscì di convertire i secondi, ma i pri- avrebbe voluto seco condurre per dargli
mi restando ostinati, né cedendo a'prciui il reame ungherese, partì nel settembre

e alle minacce, li bandì dal regno. Ebbe ad onta che la moglie saggiamente gli fa-
due mogli: Margherita figlia di Carlo di cesse rdletterei gravi pencoli a cui espo-
Lussemburgo marchese di Mora v ia, mor- nevasi, invece di stabilire le cose del re-
ia senza figli; ed Elisabetta figlia di Ste- gno (^''.) che possedeva
di Sicilia e di ,

t<ino bano di Bosnia, da cui naccpiero, Ca- conquistar Provenza occupata dall'An-
la

terina morta nel 1876; Maria che fu Re gioino. Sparsasi la fiiraa dell'imminente
successore, perchè lai uomedannogli uu- venuta di Carlo III nell'Ungheria, Elisa-
gheri al sovrano senza distinzione di ses- betta stimò bene chiamare Sigismondo
so , moglie di Sigismondo marchese di perchè celebrasse le nozze colla fidanza-
Ijrandeburgo, figlio dell'imperatore Car- ta Maria sua figlia; ma il marchese cre-
lo iV, ed anch'esso poi imperatore; ed dendo essere le sue forze inferiori a quel-
Edwige regina di Polonia, poi maritata le del re, si ritirò in Doemia, e le due prin-

a Jageilone o Uladislao V duca di Litua- cipesse cercarono di mitigar 1'


animo di
nia, indi re di Polonia. Carlo III, facendolo interpellare se veni-
Maria cognominala il Re Maria, fu va qual cugino o come nemico. Carlo ll[
incoronata e unta sotto tal nome nell'aa- ascondendo il suo animo, rispose venire
110 i382 in Alba Reale, dal cardinal De- quale amico per trarle dagl'imminenti pe-
metrio arcivescovo di Strigonia, il qua- ricoli e pacificare le discordie de'baroui.
leaccompagnò in Polonia la sorella Ed- Egli non volle in Buda abitar la reggia,
wige a regnare. A Maria il padre la- uè la fortezza, ma in case private, ove re-

sciò regno d' Ungheria a condizione


il caronsi una moltitudine di signori unghe-
che a suo tempo sposasse Sigismondo, ri, e guadagnatosi pure l'amore del po-
il quale fosse amministratore del regno polo, gli fu decretato il regno da lutti gli

e sua dote di più questi 1' avea desi-


: ordini, e con pompa solenne il cardinal
gnato il re a successore nel trono di Po- Demetrio l'incoronò re d' Ungheria a Al- i

lonia, ma l'alterezza del suo carattere in- ba Pieale a' 3i dicembre, togliendo così
dispettì la nazione , che lo depose nella il trono a Maria. Ma mentre Carlo Ilf

diela di Wilika, senz' alcun suo dispia- intendeva alla completa sommissione del
cere, ed allora i polacchi chiamarono al nuovo regno esi teneva per sicuro in Bu-
Irono Edwige. Ilaria dunque per la soa- da, ivi fu da'suldati di Sigismondo assas*
icjS UNG U N G
rincoronazIonediSigismoudojgìudicando
sinato con ispada a tiadimeulo a'6 o 2^
febbraioi386, alla presenza di Elisabet- cosa indegna di sua nazione succeduta a'

più lardi morì di veleno: come sco- daciieda'geti d'ubbidirà una donna. IN'el
ta, o
municato da Urbano VI e persecutore 1887 Sigismondo entrò nella Valacchia
di esso e della s. Sede non ebbe
sepol- , con poderoso esercito, cimentò lutti gli
Ladi- ostacoli che gli opponevano la natura del
tura ecclesiastica; lasciando i figli

slao di IO anni e (Giovanna H dii6 tra le terreno e l'arte de'valacchi, cacciò di po-
tuibolenze del regno di Sicilia guerreg- sto in posto i ribelli, e costrinse Stefano

gialo da Luigi li d'Angiò. Subito insor- a recarsi a chieder grazia. Nel i 3g2 i va-

sero discordie in Ungheria fra gli aderen- lacchi, suscitati e secondali da Bajazet I

ti d'Elisabetta e di Maria, egli amici di sultano de'turchi, ripigliarono l'armi, e


Carlo 111; e mentre esse procedevano nel- Sigismondo volando ad affrontarli, ali ."
le Provincie per mantenerle nell' ubbi- scontro fece orrenda carnificina de' tur-
dienza, ili." maggio Giovanni Horwath chi e de'valacchi. Si recò poi ad assediar

bano di Croazia e caldo partigiano di Car- la fortezza di Nicopoli separata dalla città
lo 111, fatta congiura, sorprese in viaggio omonima detta la grande pel fiume Da-
le uno a Nicola de Gara;
principesse in nubio, e se ne impadronì dopo vigorosa
trucidò questo mentre era intento a di- difesa. Appena tornato trionfante in Un-
fenderle , insieme a Biagio autori della gheria sentì che la regina Maria sua mo-
morte annegar nella seguen-
del re, fece glie era allora morta in Buda nel iSgs,
te notte Elisabetta, e condusse in Croa- o secondo alcuno nel sepolta iu i 305,6
zia prigioniera Maria e serbata in vita Varadino. Sigismondo quindi ebbe uu
come innocente. Sigismondo marchese di concorrente per 1' Ungheria nel cognato
Brandeburgo a cpiesta nuova volò per li- Uladislao V re di Polonia, che si accin-
berar Maria, che ormai per la sua età a- se allora a far valere! diritti di sua mo-
vea divisalo sposare; la raggiunse in Al- glie Edwige a quella corona, come figlia

ba Reale, dove l'avea condotta dietro di di Luigi I il Gnindc. Allro n'ebbe poi
lei domanda Horwath, spaventato della in Ladislao re di Sicilia e figlio di Carlo
temeraria sua impresa; ed ivi la sposò e III, protetto contro Angioni da Papa
gli

si fece coronare dal cardinal Demutriu Bonifacio IX, a cui Sigismondo avea pro-
ili re d'Ungheria a' io giugno fe^ta di messo di rivolger le sue armi in Germa-
]'entecoste, in tlà di 1 8 anni, tnenlie ve- i nia per soltomctlere gli scismatici segua-
neziani colle loro galere guaiilavaiio le ci dell'antipapa all'ubbidienza della s. Sq-
spiaggie di Dalmazia, perchè Maria non de. L'aici\e.scovo di Stiigonia colla sua
fosse condotta nel reame di Ladislao. Nel voce levò tutta la nazione in armi, tras-
ranno stesso Sigismondo fatto arrestare se alle frontiere un furuìidabile esercito,
IlorAvalh, di suo ordine cs[)iò i suoi mi- la cui [uesenza fece dileguare a Uladi>lao
sfatti in mezzo ad orribili tormenti, os- V i suoi divisamenti. Sigismondo divenu-
sia di mulilazione. Maria stessa stabilì il to cu[)0 , inquieto e dilUdente , fece fare
genere del suo supplizio, a malgratlo la indagini di tulli coloro che aveauo avu-
promessa d'impunità, che per riacquistar to parie alle sedijcioni suscitatesi sotto il

la propria liberlà gli avea data. Sigismon- regno di Elis;ibetla e di Maria. I più col-
do estese la sua vendetta su lutti quelli pevoli erravano per le montagne e bo- i

che a veaiio assistilo quel bano colle armi schi, ed aveauo per Ctipo Stefano Coulhus,
e co'Ioio cousigli, con morte infame. La [ìcrsonaggio distinto per nascita e ricchez-
severità di «pieslu principe non ispaveu- ze. Fu preso con altri Zi. gentiluomini, i

lòStefano vaivoda Valacchia,che avea


di ipiali tulli ebbero tronca la lesta pubbl i-
scosso il giogo dell'Ungheria, prima del- cumenle sotto gli occhi di Sigismondo,
-

UNG UNG '99


senza c!ie veruno d'essi mostrasseil mini- gingnoi4o3 il cardinale coronò in Raab
tuo penliint'iilo; oriibile vista clic destò o Giavarino Ladislao in re d' Ungheria.
la sorpresa e le lagrime degli astanti. Sic- Pochi giorni dopo Sigismondo per la sua
come lo scudiere di Contluis proruppe più elo(]ueiiza liberato dalla prigione dal ni-
degli altri in grida e Inraenti, il re colpito pote del palatino Nicola di Gara, sotto la
pei" tale affezione l'invilo a passare al suo cui guardia e custodia d'una matrona, il
servizio. Egli rigellò dispettoso l'ollerla, marito della quale avea fatto uccidere, era
ed in pena Tu condannato a divider col stalo posto, [)assò in Boemia dal fiatello
suo padrone il supplizio. Nel 3q3 va- i i Weuceslao VI, e impadronitosi del pote-
lacclii si ribellarono di nuovo e dieronsì re, con un esercito boemo e dell' Unglieria
a'iurcld. Sigismondo tornalo sul loro ter- superiore, e cogli aiuti del re di Polonia
ritorio ne devastò le città e le campagne, già altro aspirante, giunto in Buda pose
iDa mentre se ne ritornava i turchi piom- in fuga Ladislao suo competitore e lo co-
Jjurono sulla sua armata e la fecero a strinse a ritornare a Napoli, comechè im •

pezzi. Intimorito pcgli avauzamenli ehe pam ito memoria dell'uccisione


per la di
facevano gTinfedeli, Sigismontlo iuiplorò suo padie, abbandonando pensiero il di
il soccorso de'principi cristiani: la Francia regnare sugli ungheri; bensì vendè a' ve-
e l'Inghilterra gli spedirono truppe.A'28 neti le città di Schiavonia venute in suo
SL'tlemlire iSc^G seguì la battaglia di iNi- potere, e ritenne i titoli di re d' Unghe-
copoli la grande, tra Sigismondo e Bcija- ria, Dalmazia, Croazia, Scliiavonia , Ra-
7el I; gli ungheri furono posli da' turchi ma, Servio, Gallicia, Lodomiria, Cuma-
allo sbaraglio dalla temerità de'francesi nia e Bulgaria. Questi non solamen-
titoli

"lenuli iu loro aiuto e capitanali dal conte te gli usò poi la sorella Giovanna li, ina
ili Nevers, e Sigismondo a stento soltrat- ancora i successori sul trono di Napoli,
lusi dal couìbattimento, fu costretto tra i come prova il Nardi eruditamente nel suo
pericoli errare fuori de' suoi stati per 18 libro : D(;' titoli del re delle due Sieilie
mesi. Al suo ritorno in Ungheria fu fat- colle spiegazioni. Altrettanto afferuìa il

to prigioniere riella cilUuIella di Sokles o Borgia nella Breve istoria del doniìiiio
Ziklo» a'abi aprde i4oi da'signori und- della s. Sede nelle due Sicilie, p. 188.
conteuli della vituperosa fuga, della sua Sigismondo a'5 ottobre tenne un solen-
.severità, e per essersi impadronito del- ne parlamento in Buda, e in esso rese la
l'Ungheria avuta iu dote, e ritenuto la pace a tulli i suoi nemici. Rifiutarono
Dalmazia, la Valacchia e la Bulgaria; re- alcuni aderenti di Ladislao tal beneficio,
gni tutti ereditari che secondo le leggi un* onde il re li privò de' loro beni che die
glieiesi fin dopo la morte di Maria spet- a'suoi partigiani. Sdegnato poi con Boni-
ta vano a Ladislao re di Sicilia come il piìi facio IX, che avea favorilo e aiutato La-
prossimo di lei parente. Indi gli ungheri dislao, opjiresse gli ecclesiastici e dispensò
chiamarono i4o3 Ladislao a ricevere
nel ibencfizi a piacere. Nel i4i 1 Sigismondo
il regno, il quale temendo la loro volu- verme eletto imperatore, mentre ne por-
Jjililà andava temp oreggiando,e per uhi tavaiKJ anciaa il titolo il deposto suo fra-
:ìio col consiglio di Uonifàcio IX vi si re- tello ^Vellces!aoredi Boeaiia,eJosse mar-
cò; dichiarando il l'apasufj legalo in Un- chese ili IVhti avia eletto da una parte ite-

gheria, Schiavonia Dalmazia, Croazia, , gli elettori dell' impero. Nel medesimo
R.tscia, Dosuid, Valacchia e Bulgaria con tempo ejaiio 3 imperatori, tutti della ca-
piena aulurilà, il cardinal Augclo Accia- sa diLuxcuiburgo, non che 3 Papi, cioè
joli, outle aiutarlo alla conquista ilei rcii- Gregorio XH legittimo, Giovanni XXI II
uie, e per indurre i principi e i popoli a Miccessore d'Alessandro V eletto contro
sullomellersi alla sua ubbidienza. A' 5 il [ìiecedente nel Sinodo Pisano, e fan-
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tipapa Beiieclello XllI che si tiallava da questa si eslinse la sliipe de' reali di Si-

Papa. Giovaiini XXIII avea favorito Si- cilia Ungheria disceodenli da Carlo
e d'
eisuioiido iieli' esaltazione all' impero, e li, nel febbraio i435), mosse Giovanni

perciò nella sua ubbidienza, avendo ab- XXIII a rivolgersi a Sigismondo per e-
bandonalo quella di Gregorio XII, imi- slinguere lo scisma perniciuso che afflig-

lalo dal re Ladislao per aspirare al do- geva la Chiesa universale, pel credilo che
minio di Roma e d'ilalia. Lo scisma iin- godeva iu lulla Europa. Imperocché Si-
penale loslo fini colla morte di Josse e gismpndo istruitissimo e assai versalo nel
col riconoscimento che Venceslao fece del diritto pubblico, lestituita la calma al-

iiatello; ma quello della Chiesa divisa io l'itnpero, e |)Ossedendo l'arte d'asconde-

3 ubbidienze e lacerata la sua unità, le- re i suoi difelli al volgo, eia divenuto
neva la crislianilà in de[)lorabili turbo- già un oggetto di veneiazione pe'popoli
lenze.Giovanni XXI 11 concesse a Sigi- di Germania, quali lodenominaronoLu»
i

sniondu molle grazie e privilegi , dichia- ce del mondo. Egli consigliò la convoca-
rando con lettere che l'avrebbe tenuto zione d'un concilio generale, e fu stabili-

sempre pei figlio amatissimo, come di- to e denunziato da Giovanni XXIII di


Tensore della tede contro i barbari e in- celebrarlo a Costanza, e ne ri[)arlai an-
fedeli , ed avrebbe punito colle censure che a Smzzera. Sigismondo prima di por-
ecclesiastiche chi avesse ardito iriolestar- larvisi, volle riceverel'B novembrei4'4
lo. Bramando Sigismondo restaurare gli la corona d'argento in Aquisgrana; e seri-

studi nell'Ungheria, ne trattò con Giovan- vendo a Gregorio XII rdevò perchè non
ni XXIII, il quale ingiunse a Branda Ca- veniva in Costanza. Il Pa[)a gli rispose,
sliglionijpoi cardinale, suo nunzio nel re- non ricusare il concilio, bensi il congres-
gno, e ad altri il'informarsi sul luogo at- so con\ocato dall'usurpalore, e per mo-
to a stabilirvi un'accademia o uuiveisilà, strare d'amare la pace della Chiesa fece
ed a questa si concedessero prerogative ridurre 1' assemblea a forma di coarllio
ed esenzioni. Oltre a ciò inculcò al nun- generale. In esso Giovanni XXIII ponli-
ziodi eliminar dall'Ungheria gliabusi dei licaiido, Sigismondo eseguì alcuni ulìizi

baroni colle chiese e loro ministri, auto- di Suddiacono {f.); giurò di rinunzia-
rizzandolo ad aumentarne le parrocchie re, e poi protetto da Federico duca d'Au-
e i sacerdoti, nella conversione de'cuma- stria, fuggì perla Scazzerà j Gves^ov'xo XII
Ili, tle'tarlari e altri. Neli4i2 l'impera- virtuosamente rassegnò la dignità papa-
tore fu sconlillo da'turchi pressoSemcn- le neli4i5. In questo Sigismondo si re-
dria; e Giovanni XXIII creato cardina- co in Paniscola (7 .) per indurre l'au-
le Casliglioui lo mandò legato in Uiighe- tipapa Benedetto XI 11 ad imitarlo, ma
ria, perconferiiìaie i popoli nella fedecat- egli rimase ostinalo nelT errore ; e Sigi-
tolica e nell'ubbidienza, perchè molli ne smondo passando in Francia e in Inghil-
vacillavano,ed accompagnarvi Sigismon- terra, profittando i turchi di sua assenza
go. Nel declinar di tal anno Sigismondo guastarono l'Ungheria. Adunque il con-
passò a Udine coni o,ooo cavalieri, e do- ci! io depose (Giovanni XXI 11, scomunicò

pò aver trattato co'signoii di Mantova e Benetletto XIII, e nel i4i7 elesse Mar-
r errara di lasciarlo passare a Bologna [)er tino V venerato da tulli per sommo l'on-
ricevervi la corona iuqieriale da Giovan- felice, ed in Cebenes ricevè da Sigismou-
Ili XXIII. Ma insorta discordia tra gli do l'omaggio di P<//<///('/aV/v; (/'.). Mor- ,

imgheri e iboeuM, falla tregua co' veneti, to nel 1419 Weuceslao VI re di Boe- ||
torno in Germania. L'infedeltà del ver- mio, restò assoluto padrone del regno il ''

sipelle Ladislao (morì neiragostoi4i4)e fialeiloSigismondo, ed il l'a[)a noiuinò


successo dulia sorella Giovuuua 11 , tua suu legalo iu Ungheria, e iu Cocmia eoa-
UNO ^ UNG 201
tra i perfidi Tassili, il I). cardinal Bian- sovranità su quello di Boemìaj e sicco-
chini che nioiì in Buda, cui successe uel- me l'iinpero di Germania e romano re-
la legazione il cardinal Giuliano Cesari- slò nella medesima, cos'ivanno tenuti pre-
ni. Ma avendo Martino V promulgata la senti cpie'tie articoli, per quanto dirò in
crociata contro gli eretici ussiti, Sigismon- breve de'successivi re d'Ungheria,
do tardò a prender la croce, e poi per Alberto d' Austria eletto a re d' Un-
esser coronato re di Boemia fece tregua gheria a'19 diceaibrei437, fu solenne-
con iiii(pii patti e ne aumentò disordi- i niente coronato con Elisabetta sua sposa
dì, e nelle guerre co' feroci ussiti ricevè il 1 ."gennaio 1
438 in Alba Ueale. Nel de-
sconflUe. AvendoINIartino V in continua- corso dell'anno il re ottenne duealti
tre CO"
zione e a seconda del convenuto a Co- rone,quella di Boemia a"6 ina^nio,e quel-
stanza, denunziato il concìlio di Basilea la dell'impero col nome d' Alberto II il

nella Si'izzera (/'•), il successore Euge» 6^/'(7rca'26o27 giugno. Cercandogli ere-


nio IV volendolo trasferire a Bologna, vi liei boemi ili costi ingerlo a ricevere alcune
si opposero i padri e Sigismondo li ap- condizioni iu(legne,r(;gregio principe an-
poggiò, sperando che gli eretici boemi si tcpoie la gloria di Dio al proprio van-
jìducessero alla fede con amorevolezze taggio; per cui i boemi elessero in re il

colle risoluzioni di queirassemblea,e scio- fratello di quello di Polonia,onde si ac-


gliendola si sarebbero inaspriti e conci- ce>e un gran fuoco di guerra, che Euge-
tato contro di lui molti avversari onde , nio IV procurò spegnere. Sebbene il Fa-
il Pa[)a lo fece proseguire. Sigismondo pa rammollisse a bene ordinare gli af-
passò quindi in Milano a ricevervi la co- fari dell' imneru nella dieta di Norim-

rona ferrea di re d'Italia nel i43i dal berga, egli non difese come dovea la di-
cardinal Cesarinì a'2 diceuibie, e reca- gnità papale, ma protestò con pubblico e-
tosi in Roma ricevè l'imperiale da Eu- ditto di non voler parteggiare neper Eu-
genio IV a'3i maggio i433, nella fun- genio IV, uè pe'basileesi ; e nella dieta di
zione addestrandogli il cavallo colla co- IMagonza fece adottare alcune risoluzioni
rona in capo. Il sinodo di Basilea, dive- de'basileesi. Non impedì che questi nuo-
nuto conciliabolo, osò citare al suo tri- vamenle chiamassero in giudizio il Vi-
buuale Eugenio IV, che lo riprovò e ri- cario di Cristo, mentre con poco avreb-
chiamò il cardinal Cesarinì legato che lo be potuto disperdere quella iniqua coti-
presiedeva, trasferendo il concilio a Fer- venlicola, che (iiù con eleggere per anti-
rara e poi a Firenze. Sigismondo abbo- papa Felice V di Savoia (/^.). tedeschi I

minando la fellonia de' padri scismatici, stabiliti pi-ima del suo arrivo in LJnghe-
inulilmente gli ammonì pel vescovo di ria e quelli che avea Alberto seco cou-
Augusta. Finalmente Sigismondo verso dotti, provarono sotto il suo regno un'or-
il q dicembre 1437 morì aZiiaim in Mo- ribilecatastrofe. Enlhus principale signo-
ravia, ordinando che il suo corpo si tu- re uugherese, opponendosi gagliarda-
mulasse nella chiesa di s. Ladislao di Va- mente alle novità che volevano ìnlro-
radino;e lasciando della sua censurata durre, fu da loro barbaramente gettalo
sposa Barbara di Cilley, l'unica figlia E- nel Danubio. Gli ungheresi insorsero in
lisabetla maritata con Alberto V duca Buda con general soininossa, fecero man
d'Austria. Adultero come la delta mo- bassa su tutti gli stranieri alemanni, ita-
glie, cancellò le sue colpe colla peuìlen- liani e boemi, senza distinzione d'età, ses-
za. Col matrimonio d'Elisabetta con Al- so e condizione. Orrenda fu la carnifici-
berto V d' Austria, cominciò il jus del- na, uè cessò che allorquando gli ungheri

l'augusta sua casa nel regno d'Liigheiia, furono satolli del sangue de'Ioro nemici,
ttoa che i diiilli e il fouUaaieulo delia e le luru bruuciu :>laache e imputeuti
20-2 UN G U N G
«rnlteriormenfe sfogare i! loro forsenna- preziose, colle perle e colla seta esisten-
cdi era te al di dentro, 9 marchi e 6 lotti (la co-
to furore. Neil' iaipossibililà in
Alberto tii punir la sedizione, ebbe la rona imperiale di Germania pesa i(3
priulen/a eli procedere al perdono, il marchi, secondo Schwartner). Dipoi la
linai atto di moderazione gli cattivò il corona fu sempre gelosamente custodita
cuove degli uiigheri, e i nuovi privile- prima in Buda e poscia a Presburgo, ove

gi che loro concesse resero me-


la sua gì' imperatori d'Austria sogliono sempre
moria cara alla nazione. Avendo man- farsi coronare, come re della nazione un-

gialo molti meloni, la dissenteria tolse garica. Federico 111 scrisse a Eugenio IV
tlal mondo Alberto a'27 ottobre i^^ga sollecitandolo con preghiere a prender la

JN'iesmel presso Sti igonia,ineolre con po- difesa del fanciullo Ladislao V, e di non
to successo oppouevasi all'escursioni del permettere che lo scettro d'Ungheria, che
formidabile A murai li sultano de' tur- i suoi progenitori beiien>eriti della Chie-

chi. Avendo Alberto lasciata incinta la sa aveano tenuto giustamenle,fòsse a lui

regina Elisabetta, i signori nel dubbio tolto e in altri trasferito. Il re di Polo-


desse alla luce un figlio maschio, olfri- nia Uladislao I arrivò in tal mezzo in Un-
lono la corona a Uladislao VI redi 1^0- gheria e se ne fece coronare re, e non tro-
Ionia, il quale l'accettò col nome di Uja- vandosi la corona di s. Stefano I, si ado-
dislao I detto 1' Uììghcrese. Intanto la però nella cereinonia il serto che porta-

\edova d'Alberto sgravossi a'22 febbra- va in testa la statua del santo. Insorse
io 144° ^' "" figlio a cui fu imposto il allora guerra tra' due partiti, con gran
nome di Ladislao IV dello V e il Posia- pregiudizio del reame e della religione.
mo, mese dopo la sua nascita fat-
il 4-" Ainuiat II profittò di tali circostanze per
tolo recare ad Alba Reale, ella lo pose attaccare Ungheria, pose l'assedio a
1'

nella sua culla so[)ra una specie di ti 0110, Belgradodifesoda Giovanni priore d'Au-
e senza dieta o convocazione degli oidi rane, ma fu costretto a ritirarsi dopo 7
ni lo fece coronare dal cardinal Zecch ar- mesi d'aperta trincea. A quest' assedio i

civescovo di Slrigonia, il condusse poi in turchi adoperarono lai. "volta la polvere


Austria e lo mise in tutela e sotto la [iro- di cannone, secondo Ducas e Ijonlìnio.
tezioiie deiriinperafore Federico Ili, cu- Ainuiat II passò in Bulgaria, e fa scon-
gino germano del marito della linea au- fitto davanti Sofia nel settembre i44^

striaca di Stiria e Carintia, che eresse dal celebre Giovanni Corvino Unniade
l'Austria in arciducato. Inoltre Elisabet- vaivoda di TransHvania(f".). Altri van-
ta avendo astiilamente sottratta la coro- taggi importanti ottenutida quest' eroe
na di s. Stefano 1, la consegnò alla custo- ne'due seguenti anni contro turchi de- i

dia di Federico ili, il quale la tenne pres- terminarono Amurat 11 a chiedere una
i>o di se per ben 20 anni. Pretendono tregua, che gli fu accordala di io anni,
alcuni che la regina fece involare la co- e sottoscritta con reciproco giuramento
lona da una sua damigell.i, indi la pose dal sultano sull'Alcorano e da Uhulislao
in custodia nel castello di Wissegrad, e Isul Vangelo a Segedin verso la metà di
poi la die in pegno a Federico HI per giugno i444' ^^'^ ^^^^ f^Li tosto violata
2)oo Iioriiii nuovi ungheresi, [)er cui dal re d Ungheri.i ad istigazione dell im-
(pianilo dovè restituirla esigè grosso ri- peratore gl'eco Giovanni III Paleologo o
scilto. iNella ricevuta che ne feceFederico degli stati d'Italia, e per le pressanti in-
HI, riportata dagli Jnalecli di Kollar, sinuazioni del cardinal Ce»arini legato
SIdescrive la corona essere d'oro con 53 ii'Eugenio IV d'Ungheria e di l*olonia,
zadiri, 5o balasci, uno smeraldo e 33S |)er indurre il re a guerreggiare i tur-
[>eile, e [)esare la corona culle sue pietre chi che ormai facevano tremare il u'i-
U N G U N G 2o3
«liancsimo. 11 Papa ili concerto co' vene- va segni di reali vii lìi e d'egregia indo-
ziani e co' genovesi aiiìiò una lloUa di 70 le, e Federico III non cessava di tenerlo
vele, dandone comando al nipote car-
il in raccomantlazioned'Eugenio I V. Il suc-
dinal Condulinero. A ojalgrado di c|ue- cessore di questi Nicolò V s'interpose tra
8ta squadra che dovea chiuder l'ingresso Federico III egli ungheresi, a'(piali im-
in Europa al sultano, cpie»ti trovò mez- pose una tregua e fu ubbidito. Per con-
zo di penetrare col suo CNcrcito in Tra- cludere poi e sottoscrivere la pace, il Pa-

cia. A' IO novend)re i4i4segui la di- pa a'4 agusto 144? vi destinò suo lega-
sastrosa e memorabile battaglia presso to il celebre cardinal Giovanni Carvajid,
Varna nella bassa Mesia, tra Uladislao I con facoltà di estendert; le sue cure al re-
alla testa di18,000 uomini, e Amurat gno di Doemia spettante a Ladislao V
che neavea oltre 60,000. La vittoria lun- col nome di Ladislao
o Uladislao IV;
l

gamente disputata, sì dichiarò in {Ine pe- mentre con lettera del precedente luglio
gl'infedeli. Uladislao I dopo aver co'suoi avea cotnmesso all'arcivescovo di Strigo-
fatto prodigi di valore, peri in quella fa- nia primate d' Ungheria la riforma de'
tale giornata in uno al cardinal Cesari- cleri secolare e regolare nell' Ungheria,
iii. Tutta Europa pianse la morte del re, nella Transilvania e nell' Albania. Nel
la cui sciagura l'Ungheria collagrima an- I 44<^ Aioural II facendo guerra in Alba-
cora, poiché causò la sua rovina e quella nia contro l'altro eroe distiano Scander-
del gl'eco impero. Tanto di questo com- begh, Unniade la rinnovò contro gli stes-

battimento, come delle seguenti guerre si turchi, concedeiulo il Papa plenaria in-
dell'Ungheria colla Tiiicliia, avendone dulgenza in articolo di morte a cliiuncpie
in quell'articolo lagionalo, insieme alle lavesse aiutato e seguito. Il sultano ri-
grandi benemerenze de'Fapi a difesa del- tornò frettoloso per affrontarlo, e rag-
l'Ungheria e della cristianità, in seguito giuido l'esercito ungherese nelle pianu-
fcirò solocenno delle principali. Gli stati re di Cassovia o Caschau sul campo di
tlell'Ungheria deputarono all' imperato- ÌMerula, gli die nella settimana santa un
re Federico 111 perchè rimandasse loro orremlo C(jinb;itliinenlu, il cui successo
LadislaoVela corona di s. Stefano I, senza incerto l'obbligò a ricominciar il giorno
la quale credevasi in Ungheria non potes- dopo l'azione. A (piesto 2." urto gli uu-
s'essere un re legittimamente incoronato. gheri furono posti allo sbaragliodopo a-
Non avendo ottenuto ne l'uno né l'altra, \er fatto meravigliose prodezze, onde ne
nominarono a' i5 maggio i445 Giovanni perirono soli 8000, mentre turchi eb- i

Unniade a reggente del regno. Una delle bero 34,000 morti. Il valoroso Unniade
sue prime operazioni fu di vendicar la portalo dal suo cavallo errò [)er 3 giorni
perfìdia di Dracula vaivoda di Valacchia, senza mangiare né bere; nel 4-" "ou a-
il quale dopo l'infelice giornata di Var- vendo né armi né montura, fu arrestato
na erasi avventato sull'esercito unghe- da due ladroni. IVIa uientre contendeva
rese e l'avea molestalo nella sua ritirata. loro una croce d'oro che gli aveano ru-
Impadronitosi di sua persoua non che bata, ghermì la sciabola d' uno di essi,
de'suoi fìgli,dopo aver saccheggiato il suo l'uccise e fugò l'altro. Un pastore che poi
paese, fece troncar la testd a lui e al suo trovò, dopo averlo cibalo lo condusse al
primogenito, e cavar gli occhi al 2.° Un- despola di Uascia Giorgio, che avendolo
niade nel ) 446 entrò ai mata mano nel- riconosciuto lo tenne prigiotìe, né lo ri-
le terre, di Federico III per costringerlo mise in libertà se non dopo avergli fitto
a restituirgli il giovine Ladislao V; l'im- piometlere di maritare con sua figlia
peratore benché vedesse desolare i suoi IMatliadi lui figlio secondogenito. Uiuiia-
stati ne restò inflessibile. 11 piccolo re du- dc ritornò iu Ungheria, racctilse una uuo-
.04 U N G L N G _

va armata che trasse in Rascia per ven- tigarne lo sdegno Piccolomini, poi Pio II,

dicursi ilella perfidia die gli asea fatto ilquale Irattaiido con Giorgio l'odiebra-
provare il despota, e l'obbligò alLi pace do governatore del regno, gli dimostrò
per le palile slragi e di rimandargli il qnanlo avrebbe meritato da Nicolò Ve
primogenito Ladislao da lui voluto in o- da Ladislao V, se riducesse gli erranti

sta"''io. Continuando le guerre tra Un- boemi al cult.; cattolico. Nel soggiorno
'sa
Iliade e i turchi: or vittorioso or vinto, in Roma Federico III tenue proposito col
Je sue stesse sconfitte produssero a* ne- Papa di denunziar la guerra a' barbari,
mici perdite cos'i gravi che dichiarò alla liberare la Palestina dagl'infedeli, i greci

line Amurai II, rincrescergli a tal prezzo dall' oppressione de' turchi che stavano
l'otlencr nuove vittorie. Nel i449 fi'ial-
P*^''
dominarli, e la difesa dell'Ungheria,

niente terminò lo scisma di Dasilea, colla Su questo argomento pronunziò il Pic-

liuunzia ileli'antipontificato di Felice V, coloiuini un discorso in concistoro, ove


nel vedersi da pochi riconosciuto. E Ni- anche Ladislao V lecito un' encomiata
colò V a'20 giugno mandò f Antonio . orazione. A di lui istanza Nicolò V con
francescano nella Dalniazid, Bosnia, Croa- bolla de'24 marzo confermò all'arcive-

zia, Servia, Albania e Ungheria, per ec- scovo di Strigonia la dignità di primate
citare i popoli alla riforma de'costumi e d'Ungheria e di legato a[)Ostolico nato,

a penitenza, ludi nel i 45o de[)utò a'i8 Dopo essere Federico III passatoio Na-
febbraio il cardinal Zecch a riformare la poli, Ladislao V cercò di sottrarsi da lui

monastica disciplina de'moiiaci d'Unghe- colla fuga, a ciò indotto da Gaspare suo
ria; ed a'20 marzo encomiò ed esortò il maestro, a richiesta de' baroni ungheri,
cardinal Olynilz vescovo di Cracovia, a boemi e austriaci. !Ma scopertasi la cosa,
continuare le zelanti diligenze per es-tiii- Gaspare come chierico fu consegnato al
guere la guerra intestina che ardeva tra Piccolomini perchè esaminasse tal lenta-

Unniade, e Giovanni Giskra e altri ma- livo, e qual nunzio d'Ungheria, Boemia,
guati origlieri, deputandolo suo legato Moravia e alti e parti di Germania, In
con tutte le facoltà. Dipoi a' 2 aprile Ni- I questa tornato. Federico 111 trovò che
colò V annullò i palli estorti con violeu- molti l'odiavano pei ritenere Ladislao V
zaadUnniade da Giorgio despota di Ra- come in custodia, e perciò mossero
gli

soia. Neil 4^1 il Papa spedi commissario guerra gli austriaci, i boerni egli unghe-
pontifìciu e generale iiK[uisilore in
Ger- ri : i 2,000 austriaci a cavallo, capitana-
mania e Ungheria s. Giovanni da Capi- ti da Ulrico conte di Cilley, assediarono
strano francescano; ed a' 20 settembre l'iuiperalore in t^ivitauova per levargli
per nunzio d'Albania, Bulgaria e R.ascia Liuli^lao V onde ; per sopire sì gravi dis-
Ic.Eugenio Soinmapui [iaiicescaiio,iriu- seiisioni Nicolò V23 ottobre nominò
a'
nito di facollà e tra le quali di concede- il cardinal di Cusa legato in Germania,
re in punto di morie 1' indulgenza pie- e il nunzio d'Ungheria e d'Austria Ple-
naria a tulli quelli che avessero pugna- colomini, pe' quali fu conclusa la pace.
lo contro i turchi. Nel i452 Nicolo V Ladislao V
riconobbe l'Unniade cover-
riceve m iioina con sommo onore lede- nalore d'Ungheria e Podiebrado gover-
nco 111, accolli pagliaio il. I Ladislao V re nalore di Boemia, e dell'Austria il conte
d Ungheria e di Boemia ili straordinaria di Cilley suo pro-zio. Frattanto Maomet-
uvvenenza, e lo coronò re di Lombardia lo sullanode'turchi a'29 maggioi453
11

e iinpcialore. Dispiacque a' boemi che prese Coslanlinopuli, e die fine al greco
l'ederico III seco coiuuicesse il loro so- impero, con costernazione di tutta llu-
vrano.e minacciaron., il, eleggere 1111 ai- ropa. Già gli amlM^ciatori de'boemi re-
tro re; per cui l'impcrulorc luviu u mi calibi u Vicuuu chiesero Ladislao V per
U N G U N G 2o'i;

solennemente coronailo, onde impedire sìis a Dea, cui nonun erat Joanncs. Di
altiei'ivolluie nel regno. Finalmente La- più fu chiamato terrore de' turchi e il

dislao V fu rilascialo in liberti» da Fe- prode difensore de' cristiani. Beneme-


derico HI, ed accou) [lagnato da Uliico riti furono ancora il Papa, il legato e s.

conte di Cilley giunse a Lucia a' i 3 feb- Giovanni da Capistrano; e Calisto IH


braio, incontralo da gran numero di si- vivamente esorlò Federico III e prin- i

gnori ungheresi, terminando così 1' in- cipi di Germania, di unire le loro forze a
terregno d' Ungheria, come gì' istorici quelle di Ladislao V per fienai e la bal-
chiamano il periodo di tempo ni che la danza turchesca. Morì l'eroico Unniade
governò Unniade. 11 conte s'impadronì in Zemplin a' 10 settembre, assistilo da
degli adari e fece cader di credilo Un- s. Giovanni da Capistrano, che nel se-

niade sullo spirito del re; ma la disgra- guente mese volò al cielo, dopo esser sta-
zia di questo grand' uomo non ad allio to visitato dal re, a cui fece salutevoli
servì elle a far spiccar poi la sua gene- ammonizioni. Queste perdile riempiro-
rosità. Passato il rea Praga vi ricevè so- no il regno e il re di allanno e di dolo-
lennentente l'insegne reali con rito cat- re; e Calisto IH al defunto servo di Dio
tolico, senza avere riguardo a Podiebia- sosliluì r altro francescano s. Giacomo
do tenuto per ussita, ed a Rothizana al- della Marca per difendere !a causa di Cri-

tro eretico che si spacciava per arcive- sto, ed a tal fine nell'inviarlo in Unghe-
scovo ; disprezzando nella sua dimora gli ria lo raccomandò al re, al cardinal Car-
come fervente cat-
eretici e le loro chiese, vajal, ed a' vescovi ungheresi e boemi.
tolico. Aspirando Maometto 11 alla mo- Ladislao primogenito d'Unniade, avver-
uarchia universale, perchè diceva come tito del sinistro disegno che contro di lui
un solo Dio dominava ne' cieli, così un formava il conte di Cilley, per prevenir-

solo principe dovea signoreggiai e la ter- lo si deteiminò d' assassinai lo. Questa
ra, nel «456 entrò in Ungheria con for- crudele risoluzione fu eseguita 1' 1 1 no-
midabile eseicilo, e rivolse primi suoi i vembre 14^6 nel palazzo d'Alba Beale,
sforzi ad assediar Belgiado. U giovine le nell'alto che il re ascollava la messa nel-

col pio-zio fuggirono a Vienna, il cardi- la chiesa di s. Martino. Ladislao V sep.


nal Carvajal legato rimase in Buda a cer- pe dissimulare il dolore prodottogli dal-
care aiuti d'ogni pai te, facendo altrettan- lamorte del suo prozio; egli ricolmò di
to Giovanni da Capistrano con predi-
s. carezze Ladislao e Mattia suo fratello;
car insegnando a tutti l' in-
la crociata, strinse con essi un patto di fraternità e
vocazione del ss. INome di Gesù, che poi giurò sulla ss. Eucaristia di non mai ven-
riuscì loro così portentosa nel comballe- dicarsi di quell'omicidio. Pieni di fidan-

re i turchi e vincerli sebbene d'assai in- za nella sua parola, due fratelli l'accona-
i

feriori di numero. Unniade, dimentican- pagnarono a Buda; ma appena giuntivi


do il passato, virluosamenle si pose alla il re li fece arrestare in uno a molli de'
testa degli ungheri, disfece i turchi a'i4 loro amici, rinchiusi separatamente, e 3
luglio, entrò nella città e costrinse il sul- giorni dopo 1'
8 marzo i4'J7 Ladislao fu
tano a levar l'assedio a' 22, indi e cou decapitalo sulla pubblica piazza. Si rac-
jstiepitosa viltoiia a'6 agosto lo costi in- conta ch'egli riportasse ben 5 colpi, e che
se alla fuga, onde Calislo 111 per rende- al 3.°non essendo ancora ferito mortal-
re memorabile tal giorno, rese più so- mente, si alzasse e invocasse le leggi che
lenne la festa della Trasfigurazione di non permettevano si dessero più di 3 col-
Gesù Cristo (/-.). La bella diiesa di Bel- pi ; ma che il re che stava a una finestra,

grado fece applicare a Giovanni Unuia- suscitato da' nemici del paziente, man-
dti le parole del Vangelo : Fuithomo mis- dasse ordine al carnefice di porlo a mor-
2o(S U N G U N G
te. Tutta 1' Uni'lieria si sdegnò pel Irai- desi la predizione di s. Giovanni da Ca-
barbaro fallo al figlio del suo pistiano. Mallia ì Irovavasi allora. per la
lamento s'i

libeialoi e, né più liguaidò il le che co- morte di Cilley, prigioniero a Praga sol-

ine un liraniio. Nel i 4^7 avendo Mao- to custodia di PodiebradOjClie l'avea trat-

uicKo 11 deliberalo di tornare in Un- to da Vienna, ove sulle prime era sialo
clieriaedi nuovamente assediar Belgra- da lui mandato. Alla nuova di sua ele-

do, Calisto 111 propugnatore acerrimo zione, Calisto 1 1 1 ordinò al cardinal Car-
pei- impedire l'increiuenlo delle oonqui- vajal legato, che in suo nome ponesse
sle de'lurchi, pregò redi Portogallo e i ogni studio per liberarlo. Mosso Podie-
d'Aragona a volger l'armi contro i ne- brado dalle preghieie del cardinale e de-

inici del nome cristiano ; ed esorlò Fé- gli ungberi, restituì a Mattia I la libertà,

derico ili e Ladislao V a pacificarsi nel- dopo averlo costretto a pagargli una soni-

la guerra insorta fra loro, la quale e le ma di denaro, e di sposar la sua figlia

dissensioni tlegli ungheresi favorivano le Caterina,('acendoloaccompagn ne in Un-


itìire del sultano, che ad ogni costo vo- gheria da nobilissima comiliva. Giunto a
leva soggiogare l'Ungheria per vendei- Strigonia sul finir d'aprde, non potè far-
la. 11 re obbedì al Papa, inviò un' am- si coronare perchè Federico 111 riteneva
basceria all' imperatore per pacificarsi, ancora la corona di s. Stefano 1 e ricu-
t'd altra piìi solenne a Calisto 111 per de- sa va consegnarla. Calisto 111 predicò con
terminare le controversie religiose susci- grande allegrezza, come Dio per le virlìi
tale nel regno. Minacciato poi d'una con- d' Unniade, avea esaltato il suo figlio e
giura, uscì dal regno per recarsi in Boe- con lui ne fece paterne gratulazioni. Le
mia, sullo colore di maritarsi con Mad- prime sollecitudini del re furono dirette
dalena figlia di Carlo VII re di Francia, a ristabilir la pace ne'suoi stati, evi liu-
al quale perciò avea mandalo un'amba- sci co'consigli della madre Elisabetta e
sceria. IMa al Praga fu col-
suo arrivo in dello zio Zdagi. L'imperatore riguardan-
pito da violento male, che in circa Sy do l' Ungheria qual feudo dell' impero,
ore lo condusse alla tomba a'23 novem- nel 1462 dichiarò guerra a Mattia I, che
brei4'57 di 18 anni, non senza sospetto qualificava intruso, opponendosi invano
di veleno. Come vide i rimedi essere su- Papa Pio II. Il re piombò sull'Austria
perali dalla violenza del male , lasciala e la soggiogò interamente in poco tem-
la cura del corpo da parte, tutto si de- pò, ad eccezione di Vienna. Questo ra-
dicò alla salute eterna dell'anima con se- pido con(|uisto costrinse l'imperatore
gni di singoiar pietà, donando i suoi or- a chiedergli la pace, e promettergli la
namenti alla chiesa di Praga. IMoIli ere- restituzione della corona di s. Stefano 1

derono avergli pro[)inato il veleno Po- mercè lo sborso di 60,000 scudi d' oro.
diebiado che gli successe nel Irono boe- Intanto il re promulgò buone leggi a li-

mo e Uochizaiia capipai te de'perfidi ere- tililà del regno, e che le cause de'chieri-
tici ussiti, che lo temevano, per averli ci dovessero decidersi nel tribunale ec-
sem[)re abboniinati,e sospetlavanoche li clesiaslico.IMaumetto II ricominciò la
cacciasse dalla Boemia. .Sotto il governo guerra, rovinando la Bosnia e la Va-
di Ladislao V cominciò la decadenza del lacchia tributarie dell'Ungheria e da
regno ungarico. A'24 gennaio 1458 gli lui agognale; ma venne arrestala da
stati raccolti pianura di Ilakos
nella Mallia 1 con togliere a' turchi a' (3 di- i

presso Pest, acclamiiiono re d'Ungheria fendere i4C)2 Jaycsa capitale della Bos-
il celt-bie Mattia
1 Corvino, seconduge- cjucsta compiista
uia. Allo strepilo tli 27
Ulto ti Unniade, in età di iG anni, mercè città aprirono le porte al vincitore. II
i maneggi dello zio Zilagi ; così verificau- sultano furibondo per tali perdile gxua-
U N G U N G 9.07

se nel seguente gennaio con 3o,ooo uo- cristiano, pervenisse in potere de' turchi,
mini davanti Joycsa e per rienliiirvi fece da dove sarebbero facilmente marciati
incredibili sforzi. In mi assallo che die- ail'esierminio diGermania e Italia. U-
de, gli abilaiili tiiiili>i alla giuunigioiie, dila dalPapa l'ambasceria, promise al-
sostennero sulla breccia un ostinato coni- cune migliaia di cavalieri, e di promuo-
balliatcnto e giunsero a sloggiarne i liu- vere la lega co'principi cristiani; ed or-
chi.Sopravvenne il re e hi sua presenza dinò solenni processioni in lutti i mer-
mise iu fuga maomettani. Egli nelle
i coledì nella cristianità, per ottenere da
guerrefu aiulatoda PioIljCui avea niau- Dio vittoria sui turchi acerrimi nemici
dalo un ambasciatore per impedire l'in- della religione cristiana. Confortati gli

vasione dell'Ungheria, antemurale e ba- ungheresi da Pio II, e ricuperata la co-


Joardo d'Italia, che dopo cerlanienle sa- rona di s. Stefano I, Mattia I si fece co-
rebbe stata occupata. Esausto l'erario a- ronare in Alba Reale a'29 marzo 1 4^)4-
postolicOj tuttavia il Papa volle mante- Maometto 11 piombò sulla Bosnia e poi
nere a sue spese i eoo ca vulieri, facendo- se ne insignoiì, ed in Albania costrinse
ne somministrare il denaro dal cardinali alla pace il campione di Scandeibegh.
Zecch, e procurò 9,0,000 scudi d'oro
gli Indi il re si col legò con Venezia, e col
da' veneziani. Narra il Rinaldi che nel soccorso d' una crociata pubblicata dal
1463 Pio llper opera de'suoi nunzi po- Papa, intraprese verso l'autunno l'asse-

se in concordia Federico Ili e Mattia I dio di Zoynich, città di Rascia famosa per
con queste condizioni. Che Mattia per I le miniere d'argento ; ma poi ilovè riti-

lacorona di s. Stefoio da«ise all' impe- 1 rarsi per la falsa nuova ilella venula di
ratore 80,000 scudi d'oi o (ilice seicento- Maometto II. INIentre Pio M era per sal-
mila ducali d'oro il Bercaslel, che nella pare Ancona alla testa dama crociala
ti'

Stona del crisliitiiesinio, t. 3 1 , § 59 e navale, ivi moiì a' 4 agosto i4^>i, ordi- i

seg. riporta la breve stona e vicende di nando che si manilassero al red'Unghe-


cpjesta real corona); che gli donasse al- ria 4o>ooo scudi d' oro, da lui raccolti

cune terre da lui occupale a'couiliii del dalle decime, che i cardinali gli spediro-
regno che se non avesse avuto prole, la-
; no con alili 8000 che trovarono. INIatlia

sciasse lo scellro a Massimiliano figlio I per allora potè ricuperare In Dosnia, e


dello stesso Federico 1 1 1 ; e che questi a- neh 4*^3 essendo morto il famoso e ric-

dottasse Mattia 1 in ligliuolo, e gli fu chissimo cardinal Mezzarola, Papa Pao-


permesso di portare il titolo di re d'Un- lo Il la maggior parte dell'eredità l'im-
gheria, senza dilatarne la signoria, e lo piegò nella guerra d'Ungheria per fare
dovesse difèndere da'lurchi. La necessi- argine a'turchi. Nel 1 467 Mallia l otten-
tà costrinse i due principi a tali accor- ne che Paolo II creasse cardinale Stefa-
di, essendo ambedue posti agli eslreoii. no Vaida arcivescovo tli Colocza indi ;

Federico 111 dalle guerre del fratello Al- marciò contro Stefano vaivoda di Mol-
berto aiutalo dagli ungheri e viennesi, davia e Valacchia, ch'erasi sottomesso al

per cui espugnò Vienna e la sua rocca. turco, devastò il paese e l'obbligò a l'ien-
Mattia pe'grandi pei icoli che gli sovra-
I tiare sotto dominazione ungherese. Nel
la

stavano da' turchi, onde avea spedito a 1468 Papa e dell'im-


a insinuazione del
Pioli il vescovo di Vesprim Alberto e il peratore, dichiarò guerra a Podiebrado, e
conte di Segna Stefano, avvisandolo del- giunse a farsi acclamare ila' cattolici in
l'imminente loro ingresso in Ungheria e re di Boemia e marchese di Moravia nel
non aver forze sullicieiili per respinger- i46q, nella città d'Olmiilz. Però l'im-
li; perciò domandare soccorso e impedi- peratore palleggiò con Mallia I, che se

re che l'Ungheria, frontiera dell'impero non avesse avuto figli, oltie l'Ungheria,
2o8 UNG U N G
anclie la Coeaiia dovesse linciare a casa mano di Cunegonda sua figlia ; entrò
d'Austria. Passalo il re nella Slesia fu ri- iieir Austria, si spinse sino iu Baviera,
ceviilo da' popoli e in Wratislavia con saccheggiando quanto incontrò per via.

grandissimi onori; e tornato iu Moravia L'imperatore non avendo milizie si vide


per impedire le correrie di Venturino fi- ridotto a chiedergli pace, dal re accor-

glio di Fodiebrado, l'imprigionfj e trailo dala con due condizioni. B.imborso del-
Lenignameulejindi Meli47o liporlò una le spese della guerra, valutale a 1 20.000
onde
gloriosa vittoria sugli eretici boemi, ducati. L'investitura della Boemia, co-
Paolo 11 gli mandò in dono lo Stocco e il me l'avea concessa a Ladislao II suo com-
Berrettone ducali bcncdeUi^r.)\\e\ i^'j i petitore a quella corona. Intanto i tur- I
lu questo tornando nell' Ungheria ne cac- chi minacciando l'Ungheria, e non rice-
ciò Casimiro secondogenito del re di Po- vendo il re soccorsi da'veneziani, da de-
lonia Casimiro IV, il quale per le pre- stro politico trovò mezzo di cacciare sa
tensioni sulla BoeuìiiJ, non avendo po- d'essi colpi che gl'infedeli preparavano
i

tuto averne ragione né da lui né da Pao- a'suoi stati. Nel «479 i turchi vincitori
lo li, gli faceva guerraj ed i malconten- de*veneziani, diressero leloro marcie ver-
ti ungheresi profittando liell'assenza di so la Transilvania, ma il vaivoda Stefa-
Mattia I, a veano cliiamalo Casimiro per no Balhori, senza aspettare il re, die loro
eleggerlo a re. Nel 1472 Papa Sisto IV sanguinosa battaglia, in cui rimasero del
iuviò legato in Ungheria, Polonia e Ger- tulio sconfini. 1 generali ungheresi ri-
DiaiiiaU cardinal Marco Barbo, per ler- portarono ne' 4 seguenti anni vantaggi
Uiinar le dilFerenze sulla corona di IJoe- Considerevoli controi maomettani, ed ia
luia. Il Papa, come il suo predecessore, queste critiche circostanze Mattia I, lun-
favorendo per le sue benemerenze Mat- gi d'esser soccorso da Federico III, era
tia 1, ordinò a' boemi sotto pena di sco- occupalo a vegliare sui suoi passi, sem-
Ukuuica d' ubbidirlo e riconoscerlo per pre mirando a togliergli l'Ungheria, dal
re, assolvendoli dal giuramento fallo a qual pensiero non era riuscito a rimuo-
Ladislao II o Uladislao V figlio di Casi- verlo Sisto IV, dovendo reprimere l'ia-

miro IV. Tra questi e Mattia 1 il cardi- vasioniche i tedeschi facevano sulle fron-
nale ottenne tregua, fu accollo da Casi- tiere. Liberalo dalla guerra de'turchi me-
miro 1 V con ogni disti nzione ; ma poi nel dianle tregua,ri volse le sue armi neh 485
solenne parlamento di Nissa, per tratta- contro r Austria, e presentatosi dinanzi
re la definitiva pace cogli ungheri, boe- Vienna, se n'impadroni il i.° giugno sen-
mi e polaccbi, ogni suo sforzo riuscì va- za gravi opposizioni, per mancanza di
no. iS'el 1475 Mattia 1 ripigliò la guer- vettovaglie e dopo 6 mesi d'assedio, co-
la contro i turchi e condusse l'esercito me vuole Rinaldi. Procurò di avere Gem
avanti Savatz sulla Sava, piazza riputa- o Zizim da'cavalieii di Rodi, per oppor-
ta impiendibile, che tuttavia espugnò. lo al fratello Bajazet II imperatore de'
Sisto IV nel 1477, a premura del re, creò turchi, ma gli fu negato per volerlo In-
cardinali Gabriele Kaugoni suo consi- nocenzo Vili. Questo Papa neh 486 ri-
gliere vescovo d'Erlau; e Giovanni d'A- prese il re per aver imprigionato Pietro
ragona fratello della 2.' sua moglie Cea- arcivescovo di Colocza, profondo scien-
Irice, figlio di Ferdinando re di Napoli, 1 ziato, grande amatore della verità e del
poi arcivescovo di Strigonia e legato di pubblico bene: inutilmente domandò che
Ungheria, Boemia e Polonia per la guer- dovesse giudicarlo la s. Sede, per non es-
ra contro Imxhi. Mattia 1 nello slesso
i
ser lecito a'Iaici, e solo dopo 6 anni ri-
Jinno rinnovò la guerra con Federico IH cuperò la libertà per le pressanti istan-
per avere rollo la tregua, e iifiulalo la ze del nunzio apustulico. Iu detto anno
U NG UNG 209
lire nella solenne dieta di Buda die ot- slao 1 1 oUladislao V figlio del re diPolouia
time leggi, come per toglieie 1' eternila Casimiro IV, col nome di Uladislao Ilo
delle assegnando uno spazio di tem-
liti, meglio Lailislao VI e daalcuui detto VII.
po ; e vietò duelli ed
i tornei. Ne' se- i Egli ebbe in confronto 4 formidabili con-
guenti anni s'impossessò diluiti i paesi correnti, cioè il proprio fratello Giovan-
austriaci e di fortissime città, cosliinsen- ni Alberto poi re di Polonia Massimi-
;

do l'iropeiatore a menar vita eiranle si- liano figlio dell'imperatoreFederico IH;


no alla sua morte ; di più fece lega con Ferdinando I re di Napoli suocero del
Carlo Vili re di Francia, nemico di Mas- defunto; e Giovanni Corvino ricordato,
similiano figlio di Federico III. Neli4B7 ch'erasi impossessalo della corona regia.
Giovanni Corvino figlio naturale di Mat- La vedova regina Beatrice d'Aragona de-
tia I, discacciò dalla Croazia, di cui era cise dell'elezione. Non potendo gli imghe-
sovrano, Yacoub generale ottomano, do- li essere d' accoido intorno alla scelta
po aver tagliato a pezzi l'armala colla d'un sovrano, sebbene vagheggiassero la
quale eravi entrato. Ma Yacoub venula riunione dello scettro di Boemia, eiausi
la primavera del 1488, sconfìsse alla sua sopia di lei aflidati, e le aveano giuralo
volta croati, lasciandone i5,ooo sul
i di riconoscere per re il principe ch'ella
campo di battaglia. Il vincitore per al* fosse [)er scegliere in isposo. Ella offrì la
testare al sultano la carnificina fattavi, destra all'arciduca Massimiliano, il qua-

gl'invio i nasi da lui falli tagliare a que' le la ricusò, perchè aveacoulralto impe-
cadaveri. A'4 aprile 1490 Mattia I col- gno colla erede di Bretagna, che poi non
pito d'apoplessia, a'6 fu condotto a Vien- conseguì. La offrì poscia al re di Boemia,
na, ove morì di 47 anni. Avendo perdu- che finse accettarla e subito fu ricono-
to la parola, solamente con sospiri invo- sciuto re dagli stali d'Ungheria. Ivi por-
cò il nome di Gesù e die segni di penti- tatosi con un esercito di boemi, dopo a-
mento. Il suo corpo fu trasferito ad Al- ver costretto Giovanni Corvino a resti-

ba Reale. Dalle memorale mogli non eb- tuiie la corona di s. Stefano I, ne fu con
be prole, ed il iiaturaleGiovanni fece e- solenne rito coronato in AlbaE.eale a'i 2
rede de'suoi beni e lo fu pure di sue vir- settembre. Suo fratello Giovanni Alber-
tù. Mattia I accoppiò tutte le qualità che to e Massimiliano gli dichiararono suc-
costituiscono un gran re ; valente, gene- cessivamente la guerra. Dopo varie balta-
roso, politico^ zelante per la reIigione,a- glie, Ladislao VI nel i49' lasciò la Sle-
mico dell'aiti e delle lettere, ed egli sles- sia a suo fratello, e nel seguente la sua
so letterato e spirito fecondo in grazie e porzione dell'Austria a Massimiliano con
risposte vivaci. Egli occupò i migliori sostituzione del regno d'Ungheria a fa-
pittori d'Italia, attrasse alla sua corte pa- vore di casa d' Austria in mancanza di
recchi dotti da più parti d'Europa, fon- sua posterità. Ma mentre il re era occu-
dò una biblioteca magnifica a Buda, e la pato ancora a difendersi dall' arciduca,
fornì de'migliori libri greci e latini. Sper- Giovanni Alberto sulla falsa nuova cor-
lissimo guerriero e propugnacolo contro sa di sua tnorte, rientrò armalo in Un-
i turchi, amò i soldati, che serviva ma- gheria; però Giovanni Zapoiski vaivoda
lati e gl'imboccava colle sue mani, li con- di Transilvania, spedito contro di lui, Io
solava e ne medicava le ferite. Visitava sconfisse e il fece prigioniero. Morto nel
pure i cavalieri e baroni infermi. Egli 1492 Casimiro IV re di Polonia e pa-
colle sue conquiste notabilmente ingran- dre del ree di Giovanni Alberto, questi
dì la monarchia ungarica. ottenne la libertà del fratello, mediante
A' 1 5 luglio 1490 fu acclamato re d'Un- alleanza e il consenso che montasse sul
gheria il sunnominato re di BoemiaLadt- trono di Polonia. Nel 149^ Emcrico
VOI, IXXKIII. i4
2IO UNG UNG
Dreucene, altro generale di Ladislao VI, moltiplicali gli eretici fossari, il cardino)

occasionò nuova rottura tra l'Ungluria Isualles. Volendo Leone X conibatlere i

e la Turchia, A Pi Bek governatore di turchi che minacciavano l'Ungheria, nei


Sinderova, di rilorno da una spedizione iv>\\ dichiarò legalo a piedicar la cro-
fatta inCroazia d'ordine di Bajazet li, ciala il cardinal Bakacz, e radunò un e-
attraversava pacificamente 1' Ungheria sercito di 60,000 uonnni, oltre quello

per ritornarsene. Dreucene gli venne in- che armò a sue spese e pose a' confini
contro per arrestarlo, e a malgrado ilel- d'Ungheiia per difenderli. Il re accon-
le sue riniostranze l' obbligò a battaglia sentì alla crociala, neli5i5 per opera di

che seguì a'9 settembre. Dreucene fu dis- Leone X si collegò con Massimiliano I,
fatto e imprigionato. Condotto alla pre- divenuto re de'ron»ani,e con altri sovra-
senza del vincitore colle mani legale die- ni in Vienna, alla presenza del cardinal
tro il dorso, fu da lui accolto ui banamen- legato; ma l'esito nun corrispose alle con-
te.Ma mentreera secolui a mensa, furono cepite speranze. I paesani ungheresi che
recati al pascià i teschi insanguinati del fi- eransi armali per tale spedizione, si ri-

glio e del nipote di Dreucene uccisi nel voltarono contro i propri signori, di cui
combattimento, la qual vista mise questi molli perderono la vila in quella sedi-
in furore.Egli invocò il pascià d'ucciderlo zione. Giovanni Zapolski raaiciò contro
colle sue mani, ed Ali Bek ebbe la mo- que'fàziosi e li tagliò a pezzi piesso Te-
derazione di contenersi e lo rimise al sul- Dieswar; e siccon»e i capi si fecero mo-
tano, il quale lo rilegò in un' isola, ove rire tra'lormenli, tale crudellà irritò il

morì dopo 3 mesi. JN'el i4c)4 Ladislao furoie de' crociali, e vi mollo da'
volle
VI volle rivalersi dell'avvenuto. Rinis di generali regi a sollunielterli.Nell;! prima
lui generale sul finir dell'anno prese e metà di marzo i5i6 morì Lntiislao VI
saccheggiò nella Servia due cittadelle de' in Buda, dopo aver fallo raccogliere e
turchi, in cui eia il diposito delle ricchez- compilare in un corpo le leggi e costu-
ze tolte a' cristiani. Avendo stretto al- manze d' Ungheria, dal giureconsulto
leanza co' veneziani contro Turchia, re- Veibeuzi, col titolo di Jiis consuetiidi-
spinse nel i 5o le milizie spedile contro
i nariuni Jluiìgariac. Per la ragione di
di lui da Bajazel li, e portò la desolazio- stalo eglinon mantenne la promessa di
ne nella Bosnia. Avendo turchi (olioi sposare la vedova Beatrice, in premio
Modone a' veneziani, Papa Alessandro del trono ungarico che gli avea procura-
VI esortò a combatterli i re d'Ungheria to. Si sciolse da tale impegno per dar la
e di Polonia, ed allii principi; e dichia- mano nel i5o2 ad Anna figlia di Gu-
rò legalo d'Ungheria, Tra nsilvania.Schia glielmo conte di Candale, nipoledi Ga-
vonia, Dalmazia, Croazia, in una parola stone conte di Foix e di Maddalena fi-
di tulio il sellenUione, rnnghero carili- glia diCarlo VII redi Francia, che lo
nalBakacz arcivescovo di Slrigonia, pio- fece padre di Luigi II e di Anna marita-
mnlgando l'indulgenze de'crociiiti; e nel- ta con Ferdinando I d'Austria. La regi-
la domenica di Pentecosle pubblicò
so- na Beatrice d'Aragonn, dopo aver fallo
lennemente la lega contro turchi, da lui i risuonar l'Ungheria di sue c|uerele, erasi
fattacon Ladislao VI e la repubblica di ritirata nell'isola d'Ischia, ove morì nel
Venezia. IS'el i5o8 il re costrinse gli e-
i5o8. Ladislao VI nel testamento pose
retici piccardini di
Boemia a «lare spe- il figlio Luigi II nella raccomandazione
ranza di tornare nel seno della Chiesa.
e protezione del Papa e della Chiesa ro-
Giulio 11 donò a Ladislao VI lo Stocco
mana, onde Leone X ne assunse la tu-
e Berrettone ducali benedetti,
ed inviò tela, come re d' Ungheria e di Boemia.
legato in Ungheria e Boemia, ove eraosi
Egli non avea cheto anni, e il padre l'a-
'
UNG UNG aii
vea fatto coronare a*4 giugno iS^oy. lu- l'Ungheria fieramente minacciata. Egua-
capace di governare da se medesimo di- li soccorsi contro i turchi e contro i pe-
venne zimbello de'grandi del regno, che stiferi nuovi eretici Luterani (f^.) invo-
non altro gli lasciarono di re che il solo cò Ferdinando I a mezzo dell' audace
titolo. Il stdlano Selim I lichiesela pace Girolamo Balbo, ambasciatore ungerò,
ul re, avendo già concluso una tregua ìlqualesi permisedireul virtuoso Adria-
con Ladislao Vi ; ma Leone X la fraslur- no VI, perchè dovendo anche aiutare /Jo
iiò, determinando ch'egli dovesse difeu- <^//,assalitapure da'lurchi,anda va alquan-
dcre la religione cattolica in Unglieria e to indugiando le risoluzioni: Gealissimo
iu Boemia, eche punisse gli eietici. Il Pa- Padre. Fabio Massimo con indugi salvò
pa trattò della ripulsa col cardinal Ba- un tempo !a repubblica romana, quasi
kacz suo legalo,poichè avea in cuore che perduta ; Vostra Santità all'opposto, eoo
tutti principi dovessero combattere
i i indugi le dà l'ultimo tracollo. Ma che più
turchi, promettendo il suo aiuto al re. poteva fire il Papa, nulla potendo otte-
Egli pensava che l'invocata pace gene- nere da' prìncipi cristiani, malgrado le
jasse pericoli maggiori, chiedendosi con sue paterne esortazioni e diligenze, sicco-
animo nemico, per poi pionibare furio- uie inviluppati in altre guerre o agitati
samente sull'Ungheria. Dall'anarchico dalle gravissime turbolenze promosse da'
governo di questo re nacquero diverse novatori predicanti perniciosissimi erro-
fazioni.' Solimano II volendo profittare ri religiosi, che osnrono chiamare Rifor-
delle turbolenze dell'Ungheria per farvi ma? Clemente VII che gli successe nel
de'conquisli, gliene porse occasione il se- pontificato si ti ovò iu peggiori condizio-
guente avvenimento. Solimano II spedì ni, e tenue soccorso di 5o,ooo scudi, ol-
un'ambasceria a Luigi II, per esibirgli tre le decime ecclesiastiche, potè sommi-
la prolungazione della tregua già fatta nistrare al re, che lodò pel suo zelo re-
da'loro genitori, ma egli vi aggiunse cer- ligioso, avendo deposto i magistrati che
te condizioni onerose. Il re o megliti i favorivano gli eretici, e cacciato dal re-
suoi ministrinon solamente accolsero con gno e da Praga i piccardi. Il Papa pre-
disprezzo gli ambasciatori,ma non si fe- gò Ferdinando I a porgere aiuto a Luigi
cero coscienza, per quanto fu detto, di II suo cognato, ma ne fu impedito dalle
violare nelle persone il diritto delle genti ribellioni de'Iuteraoi. Volendo Solima-
col far loro tagliare il naso e gli orecchi. 11 no II suo proponimeulo di
effettuare il

sultano furibondo per {ale atrocità, rac- ampliare l'impero ottomano con l'acqui-
colse tutte le sue forze per fi r vendetta sid sto del regno d'Ungheria suo confinan-
le suo vicino.Neli^a ipose l'assedio aBel- te, tolta occasione dal vedere i principi
grado e lo prese a'g 020 6
agosto, do|)o cristiani intrigati colle deplorabili dispu-
settimane di trincea. Questa opugnazio- te religiose, e in crudeli guerre fra loro,
ne fu seguita da altre, come di Sulanke- nel 526 uscì in can)pagna con circa
1

inen, di Pelcrvaradino e di parecchie al- 200,000 combattenti, e con questi pas-


tre piazze tanto dell' Ungheria che della sando in Ungheria mise ogni cosa sosso-
Croazia, il Papa Adriano VI trovando pra. Luigi II vedendo tanta rovina, alla
1* erario esausto per le splendidezze ili meglio che potè, mise insieme un eser-
Leone X, soltanto potè mandare iu Un- cito di circa24,000 uomini. Non aven-
gheria il celebre cardinal de Vio, dello do aiuto d'alcun princi[)e cristiano, cede
Gaetano, per legalo, con 40)000 duca- al temerario consiglio e importunità di

li, restando adilolorato della dipintura fr. Paolo Tomeri francescano arcivesco-
fattagli per gli oralori ungheresi sulia co- vo di Colocza, pio e generoso, ma mal
sternazione e travaglio in che trovavasi avveduto, senza aspellar l'aiuto che gli
2,2 UNG UNG
nire re d'Ungheria, a cui spellava sia per
conduceva Giovanni Zapolski, suo vai-
\oda o palatino della Tiansilvania e con- parte d'Anna sua moglie sorella di Lui-

te di Zips o Scepnsio, di buon


numero gi II, sia in virtù del trattato concluso

di Iransilvaniealtri assuefalli a guerreg-


tra il suo bisavo Federico IH e Mattia I,

giar con lurcliijin tulli 55, ooo; ed im- rinnovato dal suo avo Massimiliano I e
prudentemente venne con sì debole e- Ladislao VI. In vece l'i 1 novembre 526, i

sercito e disvantaggio alle prese 'con So- dagli stali raccolti nella consueta pianu-

limano A' 29 agosto i526 seguì la


IJ. la di Bakos presso Pesi, fu eletto re d'Un-
battaglia nella pianura di JVIoliacz presso gheria Giovanni Zapolski o Zapol conia
Cinque Chiese. I turchi uccisero 10,000 di Scepusio e vaivoda di Transilvania
cavalieri e12,000 pedoni, onde Luigi li (nel quale articolo tenendo proposito di
restò pienamente disfatto, e caduto in lui e del suo figlio Gio. Sigismondo, le

un fosso o stagno e addosso a lui il ca- notizie si rannodano con quelle che vado
"vallo, vi restò impantanato e miseramen- qui accennando) e figlio di Stefano. Il Pii-

te vi perde la vita di 20 anni, lasciando naldi lodice figlio illegittimo di Mattia l,e
Ja vittoria a Solimano II, che si rese si- che dopo aver trascuralo, come Ferdinan-
gnore Buda a' io
di ottobre, ritraendo- do I, di soccorrere Luigi li, onde rapirne
ne immenso bottino. Il sultano nel dare la corona,colle sue forze prese Buda e Alba
il sacco alla città, vide arsa la famosa bi- lieale, seppellì il cadavere di Luigi II, fu
blioteca ingrandita con tante cure e di- solennemente coronato da Paolo VarcJan
spendii da Mattia I; guastò e predò sen- arcivescovo eletto di Slrigonia e da Ste-
za contrasto l'Ungheria, e meditando or- fano Broderico vescovo di Vaccia, e fece
gogliosamente di ormai poter scendere lega con Francesco 1 redi Francia. Ste-
in Italia e occupare Roma, intanto fece fano Balhori palatino d'Ungheria essen-
ritorno a Costantinopoli. Si versarono dosi dichiarato per Ferdinando I, nel
lagrime sull'infelice sorte del giovine re, principio del 1527 raccolse a Presburgo
di cui uìille qualità nascenti, la bell'in- una dieta, la quale per opera principal-
dole e l'mgegno facevano concepire le più mente della nobiltà magiara, dichiarali
belle speranze, e la cui età scusava la te- nulli gli alti dell'elezione di Giovanni Za-
luerilà. Per questa non si compiansero polski, lo fece acclamare re d'Ungheria.
tanto i
7 vescovi periti in quella sangui- Ferdinando I recatosi prima a Praga,ove
nosa e fatale giornata, per eccessivo ze- ricevè solennemente la corotia di Boe-
lo, in cui comandavano altrellauti cor- mia, nell' islesso anno con grande eser-
pi, e le loro teste furono presentale ai cito entrò in Ungheria, e tanto spaven-
sultano. E meno ancora fu lagrimato to impose al competitore, che abbando-
l'arcivescovo di Colocza, il quale da lun- nala Buda, Ferdinando I polè entrarvi
go tempo esercitato alle battaglie, faceva a'20 agosto senza sfoderare la spada. Do-
in questa, che avea commessa, le parti di po avervi soggiornalo due mesi, si recò
generale con una fidanza che in un a lui ad Alba B^eale e vi fii coronalo dal me-
precipitò il suo signore e la sua armata. desimo arcivescovo Vai dan che avea in-
Il corpo del re si rinvenne due mesi dopo. coronalo il suo emulo questo prelato :

Egli avea sposalo nel 102 Maria d'Au-


i dipoi per timore, alla sua volta, lasciò
stria sorella dell' imperatore Carlo V e che prendessero Strigonia, prima Soli-
di Ferdinando altro suo cognato. Dopo
1 mano Il e poi Ferdinando l.Quest'idtimo
la sua morte Ferdinando d'Austria sen-1 sconfitti poi que' partigiani di Zapolski
za contrasto divenne re di Boemia, regno che vollero attaccarlo, obbligalo di tor-
che rimase Ira' dominii di sua augusta nare a Vienna, nel partire orilinò a'suoi
casa; ma non subilo di fallo polè dive- generali d'inseguire il preleudeule ch'e-
UN G UNG 2i3
rasi ritirato a Tockay sulTihisco, in un compreso quanto egli
principi italiani,
a Francesco Bodone che comandava le somministrava. Solimano II giunse in
sue truppe. Questi assalito dall' eserci- Ungheria, e dopo la vittoria di Casso via
to regio, usc^ dalla piazza per dargli bat- l'altraversò da conquistatore, si recò de-
taglia, che perde dopo aver cotitrastalo filalo a Vienna e vi pose l'assedio a'26
la vittoria lungamente. Avendo
la Tran- settembre 529. I Ma l'esito non essendo
silvania fornite nuove truppe
ZapoUki, a stato favorevole, per divino aiuto, si de-
ritornò ad at!accar gli austriaci mentre terminò levarlo a' 4 ottobre. Nel suo ri-
1

battevano la fortezza diTockay; ma pro- torno si fermò a Buda, avuta per tradi-
vò una nuova disfalla per la viltà di sua mento, di cui rimise in possesso il re Za-
cavalleria il prode Bodone fatto prigio-
: pol.>ki, che per tale riconobbero molti

niero nella pugna, fu condono a Ferdi- prelati, baroni e popoli non contenti di
nando I che lo mise a morie perchè ri- Ferdinando I. Nel medesimo iSxg si ce-
cusò riconoscerlo. Nel iSaB Zapoiski fu lebrò la dieta di Spira, in cui Ferdinan-
costretto da Ferdinando I a fuggir dal- do I volendo che si osservasse il decreto
l'Ungheria, ed a ritirarsi presso suo co- da Carlo V pubblicato a Worms, che
gnato Sigismondo I re di Polonia. Ivi col obbligava novatori a conformarsi alla
i

consiglio e per mezzo di Girolamo di religione della Chiesa romana, diversi


Laszki palatino di Siradia, dotto e pieno principi e città infetti degli errori dell'e-
d'ingegno, ma nuovo Achitofele, per dis- resiarca Lutero, avendo protestato con-
grazia terribile dell' Ungheria, implorò tro, i luterani e altri eretici furono de-
il soccorso del potentissimo Solimano II, nominali Protestanti (^l'^.). A motivo del-
e l'ottenne col promettergli di divenire le guerre combattute tra Ferdinando I
suo vaàsalloe pagargli tributo. Ferdinan- e Zapoiski, il perniciosissimo luteranismo
do I pel suo aoìbasciatore in Roma ri- che avea invaso la Polonia e la Transil-
corse a Papa Clemente VII per aiuto, e vania, per loro sciagura, infelicemente
n'ebbe sussidi e le decime ecclesiastiche. penetrò pure nell'Ungheria e vi si stabilì

Il Papa scrisse premurose lettere a'prin- quando Lazzaro Simenda, essendovi an-
cipi cristiani, perchè unissero le loro ar- dato colle sue truppe pel Zapoiski, prese
mi a Ferdinando 1 per salvare il peri- molle città, in esse pose de'ministri lute-
colante suo regno ungherese; e nel tem- rani cacciandone i cattolici. Gli eretici
po stessopromulgò una bolla per tutto ungheresi, come osserva il Contin nel Di-
il cristianesimo, concedendo pienissima zionario dell'eresie, si unirono qualche
indulgenza a chi avesse soccorso il re \olta co'turchi, i quali li sostennero con-
con denaro o milizie. Mandò in Unghe- tro gl'imperatori re d'Ungheria, e final-
ria per nunzio Vincenzo Pimpinella, per mente ottennero il libero esercizio della
confortare gli ungheri a difendere il re- Confessione d'Ausburg, compilata dal-
gno contro il turco, preudendone la pro- l'eresiarca Bucero, il quale ministro pro-
tezione in nome della s. Sede. Con sue testante a Strasburgo, sebbene professò
lettere il Papa sollecitò i prelati, baroni gli errori di Lutero, preferì quelli di
e popolo ungheresi ad unirsi a Ferdinan- Zuinglio caposetta de' Zuingliani (/^.).
do e riconoscerlo tutti per sovrano, e
I La funesta introduzione del luteranismo
non Zapol>ki che alla sua ambizione vo- ezuiiiiglismo in Ungheria, ed i suoi per-
leva sagrificare la salute pubblica e la re- niciosi progressi produssero persecuzioni,
80,000
ligione del reame. Ilinaldi calcolò reazioni e altri avvenimenti deplorabili.
scudi d'oro mese procurati a Ferdi-
il i Scompigliata la Germania dagl' innume-
nando 1 da Clemente VII dall'impera- rabili eretici, a frenarne la temerità, a'

tore, dci're di Fruuciu e lughilterra, da' 5 gennaio i53t gli elettori dell' impero
3,4 U N G U NG
elessero io Colonia Fertì in anelo I.pei' ca- Ungheria che l'ubbidiva. Ma il
te dell'

gione delle frequenti assenze del liiitello famoso vescovo Wisenowiski o Marti
Carlo V imperatole, venendo coronalo nusio, croato, poi cardinale,qual reggen-

in Aquisgrana l'i i dello slesso mese; (v te del regno validamente visioppose m


lezione che Clemenle VII approvò con nome del giovine principe, e sapendo che
bolla, per la salute della repubblica cri- marciava contro di loro un polente eser-
sliana, e l'imperatore reputò necessariae cito di Ferdinando I, implorò la prote-
Continuando le guerre di Ferdinando 1, zione di Solimano Ila favore del tribu-
conti o Zu[>oi^ki sostenuto da'turchi,Cle- tario fanciullo. Cosi un prelato chiamò

mente VII lo soccorse con altri aiuti, ed il lupo in aiuto dell'agnello. II sultano si

altri il re gliene domandò pel cardinal recò in Ungheria alla lesta d'un'armata,
Closs vescovo di Trento, invialo in am- fingendo di sostener reiezione di Gio. Si-
basceria a 533. Dopo diversi
Roma nel i gismondo, col confermarlo re d'Unghe-
combattimenti, con alterni successi, sem- ria e vaivoda diTran$ilvania,macol fatta

pre a danno deirUngheria, nel 536 [)el I dimostrando che operava per proprio in-
trattalo di Wtitzen Ferdinando abban- 1 teresse. Neil 54 i il suo gran visir scon-
donò a ZapoUki quella parte del regno fisse le truppe di Ferdinando I innanzi
che questi possedeva (>enza titolo di re, al Buda, ch'era slata ripresa dagli unghe-^
dire di alcuni, aieulre altri sostengono ri di voti all'austriaco, e dopo un assedio
il contrario), a condizione che gli fos'^e de'piìi micidiali ecollacarnificina de'prl-
rilornata dopo morte di lui, venendo
la gionierijse ne impadrorù a'3o loglio. Ciò
cosi all'uno e all'altro assiemalo il pos- fatto, il sultano si levò iuteramente la
sesso di ciò che l'aruii loro aveano con- maschera ordinando alla regina di riti-
quistalo, per poi riunirsi tutta l'Unghe- rarsi in Tran.silvania {^V.) in un a suo
ria in Ferdinando I. mor-
Gli unglieri figlio sino alla maggiorità, e conferman-
ntorarono pei tale accomodamento sic- do Martinusio per reggente del paese.
come altentalorio alla loro libertà e pri- Nell'intendimento d'appropriarsi il re-
Finché Zapolski fu confederalo col
vilegi. gno, Solimano II convertì in moschee le

turco venne scomunicalo e ritenuti per chiese di P>uda, e ne mutò i ministri e


intrusi i vescovi destinati con sua auto- magistrati; tutto assunse nuova forma.
rità. Pubblicala la pace con Ferdinan- Dopo date tali disposizioni a Buda, egli
do I,ad onta della ripugnanza di questi, imprese il conquisto di tuttala bassa Un-
Papa Paolo 111 per provvedere alla salu- gheria, donde nel i544 «"andò truppe
te della cristianità, non potè ulleriurmen- a saccheggiar l'Austria, la Slesia e la Mo-
le differire il riconoscimento di delti ve- ravia. Neli545 prese Strigonia, Cinque
scovi nel i538, ed anco d'aiutare Za- Chiese, Alba Reale, e spinse njolto in-
polski contro turchi sdegnati del suo ab-
i nanzi le sue conquiste nell' alla Unghe-
bandono. Giovanni Za|)oUki mor'i a'
Il re ria.Neil 55 turchi, dopo aver inutil-
1 i

2 1 luglio 540 ad Hermausladtin Tian-


1 mente assediala Temeswar, si resero pa-
fcil Vania.
Pochi giorni prima la moglie E- droni di Lippa in quel comitato, che fu.
lisabetta o Isabella, (jglia di Sigismondo ritolta l'anno slesso da'tedeschi. Nel se-
I re di Polonia, partorì Gio. Sigismon- guente nuovo l'Un-
i turchi invasero di
do, benché nd battesimo fu chiamato gheria, e presero finalmente Temeswar
Stefano, e subito da'grandi del suo par- non che oltre città, ma fallirono davanti
lilo lu fallo coronare. Lh regina, giusta Agria. Qui voglio riportare ui; racconto
d trattato fallo tra il defunto mai ito e sulla corona di s. Stefano I. Si dice che
Ferdinando I, come tutiice del figlio a dopo la battaglia di Mohacs la corona
»ua istanza era disposta a cedergli la par- venne rubala da alcune douue di Wisse-
UNG U NG 2 1 5
giaci per cingerne il capo di Zapolski, il incoronato re d' Ungheria i' 8
gì II, fu
qiiìile poi la die a custodire a Prenyi, e settembre i 5G3 a Presburaro. Gli un"he-
o
questi in seguitolacoiisegoòaFertlinati resireclamarono maisempre la libera e-
do I. Dopo r incoronazione di questo lezione de're, e sempre la casa d'Austria
principe, la corona caddein mano de'tur- si prevalse del patto fatto col re Ladislao
« hi, ed allorché Solimano il ritoinn dal- VI. Nel precedente l'y'ÒT. al concilio di
l'assedio di Vienna a Duda, espose la co- Trento (^.) l'episcopato e il clero un-
rona alla vista del suo esercito, dicendo- gherese inviò una legazione, composta da
gli essere quella corona del famoso mo- fr. Giovanni Colasoardomenicano, e An-

narca persianoNushirvan. Solimano 11 poi drea DudizioSbardeliato, vescovi diCsa-


la donò a ZapoUki *mo protetto, dopo la nad e di Tinia nella Croazia. Scusarono
cui morte la sua vedova Isabella la tras- la necessaria assenza de'principali per tu-
mise a Ferdinando I ; laonde per poco tela delle loro chiese infestate dalia pro-
tempo la Transìlvania tornò a possedere grediente eresia; commettendo i loro af-
quel tesoro, col qualeil Martiimsio ne fari alla disposizione del concilio, e pio-
avea cinto capo di Z.ipoiski. Neh 558
il mellendo alle ordinazioni di esso pron-
Ferdinando divenne inqieratore, e di-
1 ta ubbidienza. Recitò l'orazione lo Sbar-
poi nel r563, mentre era nunzio di Pio dcllato vescovo di Tinia,altamente com-
IV presso di lui Zaccaria Delfino poi car- mendata, benché poi si rese ignominio-
dinale e amministratore di Giavarino, so per deplorabile apostasia. 1 turchi fe-

cede r Ungheria a suo figlio Mas<itnilia« cero nuovi avanzamenti in Ungheria, e


nod'Austria. FerdinandoI fino dal 543 i s. Pio V esortò i prìncipi cristiani a soc-
avea fatto un testamento, a cui non de- correre Massimiliano, e per questo Cine
rogò punto nelle sue «dlime volontà, e pubblicò un amplissimo giubileo, e ordi-
che sparse da lungi il seme d'una guer- nò la divozione delle Qiiarant'orc (del-
ra che funestò 1' Europa per quasi 200 la quale riparlai, quanto all'origine nel
anni. Questo testamento chiamava a suc- voi. LXVI,p. 2 i), per la prosperità del-
cedere a'regni d'Ungheria e di Boemia le l'armi cristiane. Dio [)ermise, che Soli-
sue figlie in mancanza degli eredi de'suoi maooIIassediandoSighet a'confini della
figli. Dietro tali disposizioni la casa elet- Croazia, dopo gravissima perdita moris-
torale di Baviera fondò nel l'j^o le sue se a'4 settembre ì5GG. Massimiliano di-

pretensioni su que' due regni, avendo venuto sin dal 564 l'operatore col "O"
1

l'arciduchessa Anna figlia di Ferdinan- medi Massimiliano II, nel 1572 cede il
do I sposato /\lberto V duca di Baviera. regno d'Ungheria al figlio Rodolfo, elet-
Ormai consolidatisi in Massimiliano i di- to a'2 febbraio per formalità e incoro-
ritti della casa d'Austria al trono d'Un- nato 25 settembre o il
a' i.° ottobre a
gheria, oltreché a quello di Boemia, gli Presbingo, come lo furono i suoi succes-
avvenimenti, «l'interessi e le vicende del sori.Questo re fece portare da Presbur-
regno ungarico si compenetrano e van- go a Praga la corona di s. Stefano I.
no-uniti con quelli lìeW Austria e del- Benché elevato all'impero nel 1576 col
l'impero di Germania, e con la Turchia nome di Rodolfo II, ritenne il regno
per altre clamorose guerre; il perchè nuo- d'Ungheria. Nel concilio di Trento Fer
vamente avverto chein tali articoli aven- diuando I avea avuto ad oratore il ve-
done trattato, non mi resta pe'successivi scovo di Cinque Chiese Giorgio Drasco-
re d'Ungheria e suoi fasti e guerre, che vitz, ch'era suo confessore. L'ambascia-
accennare il pùi principali^. tore di Portogallo pretese In preminenza
Massimiliano figlio dell* imperatore del suore su quello d'Ungheria, ma ven-

Ferdinando I e di Anna sorella del re Lui ne aggiudicata in favore di quest'ultimo


2i6 UNG UNG
dal Pallavi- oltohrei 600, malgrado gli sforzi del du-
e di Drascoviir, pel narrato
concilio di Trento, lib. ca di Mercoeur. Generale delle milizie
cino, Istoria del
fatto viceré di Croa- pontifìcie fu Gio. Francesco Alilobrandi-
1 5, cap. 20. Indi fu
ove fece grandi cose per frenare l'im- ui nipote del Papa. Finalmente a'23 giu-
zia,

peto (le'iTiussulmani; Rodolfo lo nominò gno 1606 l'imperatore per sedare il mal-
luogotenente del regno ungarico, ed a contento degh ungheresi, di cui accagio-
sna istanza Sisto V lo creò cardinale. Nel navansi ttuchi, fece co'primi il famoso
i

i583 il re concluse una tregua col sultano trattato <leno minato Pacificazione di
Amnrat 111, che turchi malissimamente
i
Vienna. Gli stranieri furono esclusi da-
osservarono. Saswan loro generale aven- gl'impieghi nel regno, ristabiliti i privi,

do ricominciate le ostilità, gli fu opposto legi delle città, e confermati i diritti del-

il conte di Serin. che riportò sopra di lui la nazione. A' c) novembre fu conclusa

una luminosa vittoria ueliSSy. Il vinto una tregua tra l' imperatore e Acmet I

generale essendosi ritirato a Costantino- di 20 anni, eil allora i turchi si obbliga-


poli prevenne coli' avvelenarsi il fatale rono di conferire a Rodolfo li e suoi suc-
cordone che gli era preparato. Poco dopo cessori il titolo à' Imperatore, in vece di

ali im"heresi vinsero turchi anco a Pnt-


i quello di Re di Bct, come lo chiamava-
noch, precipuamente pel valore di Si- no, ossia re di Vienna. R.odolfo li a' 27

gistnoiido Dalhori. Ma nel 1592 il pascià giugno 1608 cede lo scettro d' Unghe-
di Bosnia s' impadronì di Wichts o Bi- ria a suo fratello l'arciduca Mattia, che
hacz, città forte di Croazia; ed a'g giu- dagli stali era stato eletto a loro re ili 4
gno i5q3 aprì la trincea a Sisseck sulla ottobreiGoy col nome di Mattia I!. Ven-
Sava, baluardo della provincia. L'arci- ne coronato a Presburgo a' 19 novembre
duca Ernesto col celebre Moulecuccoli 1608, nella qual ceremonia gli unghe-
volò in aiuto della piazza, ed turchi fu- i resi l'obbligarono d'aggiungere alle ca-
rono tagliati a pezzi e precipitali nel flu- pitolazioni precedenti parecchi articoli,
cie col pascià. Sdegnato Amuiat HI di- i cui principali sono l' esclusione degli
chiarò guerra all'imperatore, e foce espu- stranieri dalle cariche del regno, l' ele-
gnare Sisseck a' 24 agosto. Gli ungheri zione d'un palatino per governare ia as-
cancellai ono questa perdita a'24 ottobre senza del re, il libero esercizio della reli-
presso Alba Reale con istrepilosa vitto- gione pretesa riformata, e 1' espulsione
ria e la presa di Filleck. 11 sultano Mao- de* zelanti e benemeriti gesuiti. Insorti
niello MI alla testa di formidabile eser- gravi dissapori tra Mattia li e Rodolfo II,

cito entrato in Ungheria nel i SgG s'im- il Papa Paolo V inviò legato il cardinal
possessò d'Agria per componimento a' 3 i Gio. Garzia Millini, che olleone di pa-
ottobre, dopola più viva resistenza. L'ar- cificarli I, cedendo l'imperatore
neliGi
ciduca IMassiuiiliano fratello dell'impe- al fratello anche il regno di Boemia con
ratore si rivalse colla presa d' HattAvan, alcune riserve, venendo coronato in Pra-
ma dopo la vittoria riportata a Rerestes ga a' 5 maggio. Nel 1612 eletto Mattia
1

fu dibl'allo da'turchi a'-26 ottobre. I fran- all' impero conservò il reame ungarico,
cesi ePj.pa Clemente VII! accorsero iu e restituì la sede imperiale a Vienna,
aiuto degli uiighcri, (piest' ultimo isti- che il fratello avea trasportolo a Praga.
tuendo il Luogo di Monte. Unghe.rin(J '.)
Fu coronato dal cardinal Forgac arcive-
per soccorrerla. Indi il barone Schwarl- scovo di Strigonia, il quale olteiine dal-
zeuduig, secondato dal genio di Vaube- l'imperatore che ueir Ungheria fossero
court generale francese, liberaronoGia-
richiamati e ristabiliti i padri della com -

varmo a'2() marzo i 5c)8. Maometto HI pagnia di Gesù, ed a questi efesse in Tir-
fece assediar Canisioc venne presa a'22 navla o Tyraaw un gran collegio con
U NG UN G 217
magnifico tempio. Di più l'iinperalore da aVienna,Uibnno Vili complimen- la fece
Praga ("ece lesliluiie a l'iesbuigo la co- lare in qualilà di legalo a Bologna dal
rona Stefano
di s. I. Nel 161Ò rinnovò nipote caidinal Antonio Barberini, dal
col sultano Acmet I la tregua .siti allora Maggiordomo mg."^ Poh, e dall'altro ni-
male osservata. Le circostanze fastidiose pote il. Taddeo Barberini prefetto di Ro-
in cui irovavasi allora la Porta ottoma- ma, col seguito d'un gran ninnerò di ca-
na, intenta a spegnere le rivolle d'Ara- valieri romani. Abbiamo di Celio Taluc-
bia, di Giorgia e di altrove, la determi- ci stampato; passaggio di d. Maria
//
narono ad accomodarsi colla corte di d' Austria regina d' L ngheria per lo
Vienna, la quale dettò le condizioni del stalo Eeclcsiastieo C anno iG3i. Quel
trattato a se vantaggiosissime, essendole Papa creò cardinale Pazmany gesuita e
State restituite quasi tutte le conquiste arcivescovo di Stri genia, già ministro in
da' turchi fatte in Ungheria, e special- Roma imperiale e ungarico di Ferdinan-
mente Canisio, Alba Keale, Pesi, Buda, do 11. Nel 1G37, mentre Ferdinando IH
oltre la demolizione di parecchi castelli, era stalo elevalo all' impero, si solleva-
e la restituzione a'proprielari de'domi- rono i protestanti d'Ungheria per difen-
nii di cui erano slati spogliali. L'iin[)e- dere i loro privilegi e la loro religione.
ratore nel 161 7 cede il regno di Boemia Giorgio Racoczi principe di Transilva-
a Ferdinando li suo cugino arciduca di niasi pose alla loro lesta nel i644> e fe-

Gratz e figlio di Carlo arciduca di Sli- ce parecchi con(|uisli in Ungheria, nar-


ria, ed a^G
giugno 161S quello d'Uu- rati nel ricordato articolo. Ferdinando
gheria,di cui fu coronalo re aPresburgo il III dopo 8 anni di guerra die qualche
i.^lugliOjdi venendo imperatore nel 16 it). soddisfazione a'malconlenli e fece col ca-
Le ribellioni ch'ebbe questo principe ui po loro una pace vantaggiosa. Nel 646 i

Boemia, dierono occasione a Bellein Ga- cede la corona di Boemia e nel 1647

bor principe di Transilvania,e al mo- quella d'Ungheria a Ferdinando IV suo


do narrato io quell'articolo, d'entrare in prin)ogenito; ma per ottenere il conseiisa
Ungheria, farvi de'conquisli e praticare degli siali del regno dovè confermare i

forti crudeltà verso i cattolici, zelante privilegi a'protestantijche formavano in


com'era pel calvinismo da lui professalo. Ungheria un parlilo considerevole, e ri-
Egli fece la maggio 1624 a Ni-
pace l'S pristinarli nel libero esercizio di loro re-
kolsbur con Ferdinando 11 e si ritirò, do- ligione. Ferdinando IV di 3 anni fu co- 1

po avergli restituito la corona di s. Stefa- ronato 6 giugno in Fresburgo. Finita


a' 1

no Ijcheavea rapito in Fresburgo quando la ceremonia montò a cavallo, scorse a

l'occupò nel iGig.Ferdinaudoll neli'GaS lento passo il sobborgo della cillà e giunr
dopo aver confermata la tregua col sul- to alla collina che domina A Danubio, vi
tano Amurat IV, trasmise lo scellro un- sali di galoppo, snudò la sciabola sulla

garico a suo figlio Ferdinando 111 di 17 sommità di quella montagnola, e disegnò


anni, il quale fu coronato re d'Ungheria in aria 4 croci volgendosi verso le 4 parti
l'H diceu)bre. Noterò che il Novaes nella del mondo. Il re in tullucìò non fece che
Storia d' Urbano ^///riferisce,che que- uniformarsi ad un'antica costuuianza,daI-
sto Papa donò la Rosa d'oro benedetta la quale gli ungheri non dispensano mai
(A^.)a Maria d'Austria di Spagna sposata i loro re all'alio dell'incoronazione. Sotto
nel i63 ladErnesto re d'Ungheria: de v'es- il suo regno l'Ungheria godè di qualche

sere errore di nome quanto al re, e pare pacca malgrado le mormorazioni de'pro-
certo e he sia lo slesso Ferdinando Ili. Nel testanti che si lagnavano benché inutil-
passaggio per lo stato ecclesiastico della re- mente dell' inesecuzione delle promesse
gala, che dalla Spagna per Napoli rega vasi lur tulle all'avveuimeulu al trono di qu(2-
7.i8 UNG UNG
sto principe. Ferdinando IV fu eletto re Nadasti, Dopo tali esecuzioni l'inipera-

de' romani nel r653 e morì di


vainolo lore riguardando l'Ungheria qual paese

«'9 luglio 1654. Ferdinando III allora di conquista, di cui avea in suo potere
Leopoldo I, tutte piazze forti, abolì la carica di pa-
gli sostituì il secondogenito
le

eletto re d'Ungheria ci'12 giugno i655


latino sostituendovi quella di viceré, che

27 dello sfesso mese, di- conferì a Gio.Gaspard «l'Ampringen gran


e incoronalo a'
venendo imperatore nel 6 Ì8. A'27 ago- 1 maestro dell' ordine Teutonico, Indi gli

sto 1660 Varadino fu presa da' turchi ungheresi risolverono di far gli ultimi

dopo 47 giorni d'assedio. La guarnigio- sforzi per riacquistar la loro libertà, ri-

ne ungherese, suscitata da un ministro bellandosi apertamente. Il conte Emerico


protestante, a vea ricusato di ricevere te- i Tekeli si recò in Transilvania presso il

deschi iu soccorso,che il contedi Souches principe Francesco R.acoczi, genero del


volea farle giungere nella piazza; e Ke- decapitato conte Serio, che avea armale
rneni Janos principe di Transilvania fece i3 contee dell' alta Ungheria per ìibe-

troncar la testa a quell' istigatore. Nel railo o vendicarlo; ed inalberato lo sten-


i6G3 i turchi fecero nuovi progressi in dardo della ribellione, parecchi signori
Ungheria sotto il comando di Maometto lo raggiunsero, e tosto ebbero un'arma-
Kioprili.il quale s'impadronì di Neuhau- ta ca[)ace di tener fronteagl'imperiali.Ma
sel a'27 settembre, '''^po ^6 giorni d'as- i loro successi si limitarono ad escursio-
sedio e in cui i turchi' perderono 5,ooo 1 ni d'alcuni anni,contrabbilanciateda per-

uomini. Il i.° agosto 1664 Montecucco- dile: la diserzione di Racoczi, che si die
li coir aiuto de' francesi sconfisse Mao- all'imperatore, li sconcertò. Per rimetter-
metto sponde del Raab presso il
sulle si in fiMze, nel 1
677 il conte di Bohun gli

vilhtnnio di
OD Goliardo, ma non trasse
s. '
condusse 6000 polacchi. Essi disfecero il

dalla vittoria tultoii vantaggio che sem- generale Smith, e giunsero a contare
brava [iromettergli; ed a' 7 settembre 1 1 8,000 uomini. Nata discordia tra Teke-
fu conclusa una tregua di 20 anni col sul- li e Vesselchi sul comando, prevalse ih,
tano, a condizioni più favorevoli a' tur- e mandò il 2,° prigione. L'imperatore ac-
chi. Papa Alessandro VII aiutò notabil- consentì a tenere nel 1682 una dieta a
mente l'imperatore in qutiSla guerra, I Oedemburgo per discutere le ragioni de'
turchi si ritennero Buda, Neuhausel e malcontenti, e ne fu risultato che si elesse
gran parte della Transilvania, onde l'ac- palatino il conte Paolo Esterhazy ; fu ri-
rordo fu biasimato. Nel 1668 trovando- stabilito governo conforme alle leggi
il

si Leopoldo in Ungheria corse rischio


I ea'giuramenli de're, che avea durato per
«l'esser avvelenato dal conte Nadasti, e 800 anni, dopo im' interruzione di io ;
perchè moglie di questi salvò 1' impe-
la abolito per senìpre il preteso diritto del-
ratore, morì di veleno essa. Nel 1670 i l'armi, e litrattate tutte le passale ingiu-
protestanti d' Ungheria con Francesco stizie. Tekeli essendosi impegnato co'tur-
Racoczi alla loro testa si mossero a sedi- chi nou interverine all'assemblea, e co'Ioro
zione, che fu calmata colla sommissione soccorsi continuò le ostilità. Prese Casso-
del capo. Nel 1671 magnati esposero i via, Leubschet, Sipt, Eperies, eTockai fu
collegialmente ed energicunenle a Leo- occu[)ata da'tuichi. Egli era già padrone
j)oldo vari gravami, e speoiahneule per-
I
di Munkats, dote di sua moglie, indi fece
chè teneva presidi! tedeschi m Unghe- il conepiisto delle città di montagna. Ilsid-
ria. InlalecMcostanza furono giustiziali tano avendolo dichiarato principe d'Un-
per congiura tramata onde sollevar l'Un- ghcrii, fece coniare moneta, il cui im-
gheria, con li Pietro Serin, Frances o
i
pronto portava da una parte le parole :

Cristoforo Frangipani, Tallembach e Ilcncrìctis Comes T(:kcli,princcjis Hun-


u jy G UNG 219
gariaeje nel rovescio Pro Deo,pro pa- : l'ottobre il seraschiere Heitam pascià di
tria, prò liberiate. Nel 683 essendo spi - 1 Varadino fece arrestar Tekeli, per so-
rata la tregua Ira l'imperatore e il sulta- spetti inspiratigli dal conte Caraffa ge-
no, questo ricusò di prorogarla e dichia- nerale imperiale: alla nuova di sua pri-
lò apertamente la guerra a Leopoldo I, gionia le sue truppe sdegnate si dierono
il quale si prode Giovanni ll(
collej^ò col per la più parie all'esercito imperiale, ed a
le di Polonia. Questa fu la salvezza del- questo pure Cassovia e altre piazze, che
l' impero. Il gran visir Rara-Mustafà, slavano per Tekeli, gli aprirono le porte.
avendo percorsa l'Ungheria alla lesta di Tekeli fu posto in hbei là d'ordine di Mao-
200,000 turchi, si presentò davanti Vien- metto IV, il quale l'accolse con segni di
na. Mentre assedia va questa città, il valo- particolar distinzione. A' 2 settembre
roso Carlo V duca di Lorena s'impadro- 1686 Carlo V duca di Lorena proda-
nì di Presburgo, eh' erasi posto sotto la mente espugnò Buda, e vi rinvenne en-
prolezione di Ttkeli. Contribuì alla libe- tro una gribbia di ferro la testa del gran
razione di Vienna Papa Innocenzo XF, visir Rara-Mustaftì fallo strozzare dal
collegalo dell'imperatore edel re polacco, sultano, e fu portata a Vienna dal car-
sia coll'imploralo divino aiuto, sia con co- dinal di Rollonilz arcivescovo di Colocza
spicue somme di danaro, per cui Leopol- e governatore d'Ungheria, di cui il visir
do I per grato animo conferì il principa- avea promesso di recar la testa al suo si-
lodell'imperoe il ducalosovriuiodel iSVr- gnore. A' 20 ottobre seguì tra' bellige-
mio alla sua nobilissima famiglia Ode ranti altra battaglia nella pianura di
scalchi (^r^.),coti quell'altreeniinenti pre- Singcdoii o Schedili (/'.) o Szegidin,
rogative principeschedichiarale in tali ar- Indi a' 12 agosto 1687 i duchi di Lo-
A'7 ottobie, dopo levato l'assedio
ticoli. rena e di Baviera posero in rotta nel-
di Vienna, l'eroico Giovarmi HI attaccò la pianura di Mohacz 80,000 turchi co-

i Imchi alla vista di Carkan presso Stri- niandati dal gran visir: il frullo di que-

gonia, e perde la battaglia con rischio sta vittoria fu 1' assoggettamento della
della vita per troppa precipitazione. Però vSeliiavonia, della Transilvania e del re-
due giorni dopo egli se ne risarcì nel luo- stante dell'Ungheria a Leopoldo I; ed il
go stesso, avendo fatto a pezzi rannata duca di Baviera fu assai benemerito in
ottomana, validamente secondato dal du- quasi tutte quest'imprese. Leopoldo I, al-
ca di Lorena. Ne'seguenti anni continuò tiero per tante prosperità, raccolsegli sla-
la guerra con nuovi vantaggi pe'crisliani. ti alla dieta di Presburgo il 3i ottobre
Nel 16^4 ''Lorena a'27 giugno
tluca di 1687, si confermò in essa 1' alto d' An-
disfece i5,ooo turchi presso Weitzen. drea li, tolto l'articolo del piivilegio di
Frattanto Tekeli avendo inutilmente ten- opporsi agli ordini sovrani lesivi i diritti

tato un accomodamento, continuava a di- nazionali ; e fece dichiarai' ereditaria nel-


fendei'si colla parte de'malcontenti rima- la sua casa la corona J' Ungheria, nette
sliigli fedele: a'i8 settembre nell'albeg- due linee mascoline de' suoi figli, e nel
giare del giorno fu sorpreso dal general lem[)o slesso la cede al primogenito ar-
Schullz e si salvò in camicia sino a Cas- ciduca Giuseppe I in età di 9 anni, che
sovia. Schullz credèche a questo vantag- fu coronato a'q dicend)re in Presburgo.
gio terrebbe dietro puco dopo la presa A* 17 getmaio 1688 capitolò la princi-
d' Eperies, ma il freddo e la mancanza pessa Teleki a Moutgatz dopo parecchi
de'viveri l'obbligarono a levarne l'asse- anni di blocco. Nel trattato fu stabilito:
dio. Avendolo però ripreso nel i685, se amnistia per la guarnigione e gli abitan-
ne impadronì l'i agosto, e a'ig duca
1 il ti; che la principessa e i figli ch'ella avea
di Lorena prese d'assji Ito Neuhausel.Nel- di Racoczi suo 1.° sposo, sarebbero eoa-
220 UNG UN G
tioiti a Vienna, e restituiti beni mobili i ncdctla (T.) a Guglielmina Amalia di
e iuuDubili. Per conseguenza la madre e Brunswick, figlia di Gio. Federico duca
la figlia passarono iu un monastero di d'Annover, destinata sposa del re d'Un-
Vienna, ed il figlio Francesco Leopoldo gheria Giuseppe I. Fu allora che i4oo

inandato presso i gesuiti di Fraga venne famigliedi malcontenti ungheresi e tran-


poi rilegalo a Neustadt. 11 conte GaraiFa silvani passarono ad abitare in Turchia.
prese Alba Reale a' 19 maggio, dopo lun- Il principe Francesco Leopoldo Racoczi

ga difesa; e l'elettore di Baviera conqui- a'9 novembre 1701 fuggi dalla prigione
stò colla spada alla mano Belgrado as- di Neustadt, e si recò in Ungheria a met-
sediata sin da'21 agosto. Questa città lu tersi alla testa degli altri malcontenti re-
ripresa da' turchi 8 ottobre i6qo col 1' stati in Ungheria e Transilvania, e con
favore dell'incendio dato a un magazzi- essi formare un nuovo partito, per man-

no di polvere. A'19 agosloiGc) seguila i tener la guerra civile, venendo soccorso


battaglia di Salenkemen tra il principe da Francia nel yoS. In questo morì Leo-
1

(li Buda e i turchi, con gran carnificina poldo e divenne imperatore Giuseppe
i

«Ielle due parti e successo didjbio. il ce- 1 re d'Ungheria e Boemia. Leopoldo I

lebre principe Eugenio di iS'rtvow de'du- dalle sue 3 mogli, ebbe, da Margherita
chi di Soissoiis, l'i I settembre 1697 ri- di Spagna, Maria Antonietta elettrice di
porlo sui turchi la strepitosa vittoria di Baviera e da Eleonora Maddalena di
;

Zaulc:n)a la gloria di cui si coprì in quel- Neuburgo, Giuseppe 1 e Carlo VI im-


la giornata noi mise al coperto da' colpi peratori, M.'* Elisabetta governatrice de'
dell insidia. L' imperatore avendogli vie- Paesi Bassi, M.' Anna moglie di Giovan-
tato l'impegnarsi iu un' azione generale, ni V re di Portogallo. Mercè una con»
quelli cheaveano provocalo taledisposi- venzioue fatta nel i 7o3 co'suoi due figli,
'/ione ottennero al ritorno del principe fu stabilito , Giuseppe I
che le figlie di
liugenio iu Vienna che venisse posto agli primogenito precedessero sempre e in oc-
arresti. Richiesto di suo spada, rispose: casione quelle di Carlo, giusta 1' ordine
Eccola poiché la domanda l'imperatore : di primogenitura. Dipoi l'elettore di Sas-
essa è aiuor fuuiaiite del sangue nemico. sonia genero di Giuseppe I, si giovò di
Aceonsento di non più cingerla ove non tal convenzione contro la regina d' Un-
j)ossa adoprarla ui suo servigio. Leopol- gheria figlia di Carlo VI. JNel 1707 Pa-
«lo 1 rimase tanto commosso da questo pa Clemente XI ingiunse con grande ar-
trailo generoso, che fece tenere al prin- dore al cardinal Cristiano Augusto di
cipe uno scritto, autorizzandolo d'allora Sassonia, arcivescovo di Slrigonia e su-
in poi a diportarsi nella guerra in quella premo cancelliere del regno, di opporsi
guisa che stimasse la piìi opportuna, sen- energicamente a'gravi atteulati fatti da'
ea potesse in veruii lempo venir chiama- magistrati laici nel regno all'autorità ec-
to a giustificarla. A'-aS e 26 gennaio 1699 clesiastica, e di difendere con valore la
si segnò a Cailowilz il trattato di pace libertà della Chiesa gravemente offesa ,
tra Leopolilo e iMusUifà
I lì, col quale nella ribellione altresì che andavasi tra-
r iiuperalore rientrò in possesso della mando contro l'iDìperatore loro re. Il Pa-
Transilvania, della Cro/izia eSchiavoma, pa ciò fece a preghiera di Giuse[)pe I, on-
e di lulta rUngl.eiia al di qua .Iella Sa- de porre un argine alle turbolenze e agli
Va, e turchi conservarono
i
Temeswar in sconvolgimenti degli ungheri, ed anco
im all'Ungheria di là da quel fiume, con per riguarilare l'Ungheria come appar-
the furono stabiliti conlini dell'impero i
tenente |)er ispeciul diritto alla piotezio
Ullomano. Innocenzo XU ne rcsesolen- ne della s. Stìdt. A tale elletlo tornò a
Ml grazie a Dio, e donò la lluiU d'oro bc- scrivctepiumurosameuleal curdiual pri-
U NG UNG 221
mate, non meno die a' vescovi e clero Federico Aiìgusto III elettore di Sasso-
(rUogheiia, liprovando gravemente gli nia e re di Polonia; e IMaria Amaliiì
ecclesiastici implicati in tali allentati con -
moglie di Carlo Alberto elettore di Ba-
tro la dignità regia. Per uilimo Clemen- viera e poi imperatore Carlo Vii. Con suo
te VI ammonì seriamente tutto il clero testamento Giuseppe I istituì l'arciduca
d'Ungheria, di opporsi e non mai accon- Carlo di lui fratello, pretendente alla suc-
sentire all'elezione d'un nuovo re, minac- cessione della monarchia di Snn^na(^1 .),
ciando contumaci le pene canoniche.
a' in erede di tutti gli stati appartenenti a
Tutto questo fu conseguenza dell'opera- casa d'Austria. A vea serijuneeite disposto
todel Racoczi, il quale nella dieta tenuta di restituire alla s. Sede
diritti ad essa
i

ad Onod dei giugno 707, osò di far di-


i appartenenti ^ ma prevenuto dalla moite
chiarare vacante il trono d'Ungheria. Egli non potè eseguirlo, per cui Clemente XI
però fu sconfìtto a'3 agosto I70<S vicino si rivolse all'imperalrice uìodre Eleono-
a Trenskin da general Heisler.e nel 7 i
I 1 i ra Maddalena per l'elFeltuazione. Culo
fu obbligalod'abbandonar l' Ungheria. arciduca d'Austria, fratello del defunto,
Nel precedente anno Clemente XI con- fu coronalo re d'Ungheria a Preslnngo
cesse Speciali facoltà al cardinal di Sas- a'2 I aprilei 7 1 2, e in occasione di tal ce-
sonia, perchè come primate facesse il pro- 1emonia gli ungheresi lo presenlaionodi
cesso al vescovo d' Erlan sui delitti di un bicchiere vermiglio alto a quanto si
cui era incolpato di lesa maestà e di ave- dice un'auna e mezzo, e d'una borsa con
re eccitalo dissensioni nel regno; ma gli 100,000 ducali. A' 12 ottobre fu elevato
ingiunse, che dopo fatto il processo, lo al trono imperiale col nome di Carlo \ I,

rimettesse alla s. Sede, la qnnle aviebbe favorito da Clemente XI per impegnar-


imposto al vescovo le pene a misura del- lo a desistere dalle pretensioni sulla Spa-
le sue colpe. E siccome il vescovo di Va- gna e suoi vasti dominii, per la pace ge-
l'adino di propria autorità nel 171 i oc- nerale d'Europa, e poscia l'aiutò nelle
cupò la chiesa d'Erlau mentre il vesco- guerre co'lurchi, contro quali l'impera- i

vo era sotto processo, ClementeXl pron- tore nel 1716 si collegò co' veneziani. I

tamente invilo il cardinale ad esortare suoi generali, col principeEugenio alla


l'usurpatore di lasciar subilo il possesso testa, sconfìssero maomettani tra Pelcr-
i

preso ingiuslauìente di quella chiesa, e varadino e Salenkemen a'5 agosto,uien-


di pensare di proposito alla sua coscien- Ire il 3 ottobre presero Temeswar, l'ul-
r

za: allrellanto scrisse al vescovo di Va- tima piazza rh' essi possedevano in Un-
radino. Nel 171 i si venne ad un accor- gheria. Pi ima di questa 2.' vittoria Cle-
do co'ribelli, ed inoltre Racoczi l\ì obbli- mente XI inviò in dono al generalissimo
galo ad abbandonar l'Ungheria; mentre principe Eugenio lo Sincro e Berretto-
a' 17 aprile morì Giuseppe I, ed a' ne (lucali henedelli {^f.), la cui solenne
29
l'imperatrice vedova Guglielmina Ama- funzione si fece nella cattedrale di Gia-
lia concluse co' malcontenti un trallato varino. E qui mi pi;ice ricordare, che il

di pace, col quale furono limcssi negli Diario di Ronw [J ) , ossia il giornale
antichi loro privilegi, che nel 1690 era- uflìciale che oggi porla il nome di Gior-
no stati corpo della nazio-
conservali al nale di Roma (pel notalo all'articolo Pio
ne. Racoczi e alcuni altri protestarono IX),ebl)e origine in occasione della guer-
contro siftatlo trattalo, ma l'accettazio- ra di Ungheria contro i turchi, diretta
ne seguita da' più saggi ne assicurò l'ef- dal valoroso principe Eugenio, incomin-
fetto atteso il critico momenlo. Giusep- ciandolo a [ìiibblicare Gio, Francesco
pe l dall'inìperalrice Guglielnùna Ama- Chracas stampatore presso s. Marco al

lia lasciò Maria Giuseppa inarilata con Coi so, col titolo di Diario d' Ln}^hiria,
1^1 UNG UNG
sue armale principe Eugenio,
Esso non ristampava che le notizie di le l'illustre

Vienna, e le prime portano la data dei il terrore dell' impero ottomano. Nissa
5 agosto 1 716, onde dicevasi nel fronte- presa a'28 luglio dagl'imperiali, fu ritol-
spizio : in Fienna ed in Roma ma , nel ta da'turchi a'2 I ottobre, i quali inoltre

17 iQCol n." 3io cominciò a dirsi soltan- espugnaronoOrsova a'g agosto 788. Indi 1

to in Roma. Prima e col n.° i o5 del 1 7 1 7, gl'imperiali sconfìssero turchi a Rrotzka i

olire le notizie d' Ungheria, si principiò a'22 luglio 1739: in questa giornata fu
ad aggiungervi la descrizione delle fun- tale il furore mussulmano, che si vulero

zioni ecclesiastiche pontifìcie; mentre col de'loro morti riempire le fosse d' un ri-

n.°2 1 3 del 1 7 1 8 il Diario Romano por- dotto per impadronirsene. Il gran visir

tò nel frontespizio il titolo di Diario Or' di Mahmoud 1 formò l'assedio di Be'gra-

dinarìo. Col n.°273 del 17 19 per la pri- do, e mentre stava davanti questa pia/.za
ma volta si aggiunsero alle nuove d'Un- entròsecolui in negoziazioni de Villeueu-
gheria ed a quelle di Roma, alcuni brevi ve ambasciatore di Francia presso la su-
articoli di notizie estere d'altre parti, ve- blime Porta, incaricato da Luigi XV suo
nendo il frontespizio del n.° 279 ornato signore a farsi mediatore. Gli riuscì di
d'una vignetta o fregio di fiori, e non più determinarlo a rinunciare al conlinua-
d'emblemi guerreschi come in avanti pei* mento de'suoi conquisti, ed anche aqnel-
allusione alle guerre ungheresi. Nei 1717 lo di Belgrado. Ma la precipitazione del
seguì la battaglia di Belgrado, ovai tur- ministro dell'imperatore rese inutile quel
chi rimasero sconfìtti a' 16 agosto. La pacifico accordo. Egli acconsentì sconsi-
città si arrese agl'imperiali due giorni do- gliatamente alla dedizione e cessione di
po. In conseguenza della pace segnata a Belgrado. Con questa condizione furono
Passaiowilz tra Carlo VI imperatore e segnati i preliminari di pace dal gran vi-

il sultano Acmet
21 luglio 17 18, 111, a' sir e dal conte di Neuperg nel campo tur-
l'imperatore acquistò le città e Canati i co. Si consegnò a'iurchi una delle porle
di Teuieswar e di Belgrado, con parte di Belgrado, senza aspettar la raliiica del-
della Servia. Vedendo Carlo VI di non l'imperatore, e cessarono le ostilità. Con
avere successori maschi, nel 1713 avea tinuava intanto la negoziazione , e non
piouìulgato una prammatica sanzione, cessava il mediatore da'suoi buoni uflizi,

colla quale dispose che in tal caso gli suc- e per riparare al fallo del ministro ale-
cedesse in tutti gli stati la sua figlia pri- manno, riuscì almeno ad ottenere che fjs-

niogeuila Maria Teresa, esuoidiscendeu- sero demolite la cittadella e le fortifica-


li |)er ordine di primogeniturii: la fece ri- zioni di Belgrado. Fiualmeute a' 22 set-
conoscere da tutti i suoi stali, e l'Unghe- tembre fu concluso e segnalo il trattalo.
ria r approvò nella dieta tenuta a Pre- Gl'iinperiali cederono Belgrado, tutta la
ibuiga nel 1722. In conseguenza delle Servia e la Valacchia, ed turchi dimi- i

mene di Francesco Leopoldo Racoczi, già sero tutte le pretensioni suU' Ungheria,
principe di Transilvania, per cui fu so- abbandonarono il Banalo di Temeswar,
lennemente scomunicalo daPapaClemen- ed acconsentirono che il Danubio e laSa-
le XII, come incorso nella bolla in Coc- vi> servissero in avvenire di confine a'due
na Domini^ per aver preso le armi con- imperi. L'imperatore con lettera circola-
ilo il le d'Ungheria e iuìperatore Carlo re a'suoi ministri presso le digerenti cor-
"\ e obbrobriosamente alleatosi a' tur-
1
ti , si lagnò amaramente della condotta
chi ,
(jiiesli nel
1737 riconiinciarono la tenuta da'conli di Wallis e ili iXeupeig;
guerra in Lnghei ,«, Carlo V ne fu stra- 1 ma non mostrò minor disposizioiien man-
scinato da'suoi impegni colla Russia, ma tenere il rovinoso tiatlnlodi pace, e in ef-
«•gli non avcn piìi da pone allii lista del- fcilu si fece il cambio delie rulifìche a'5
V

U N G U N G 253
novembre in Costantinopoli nel palazzo erede tie'suoi ampi stali, fu coronala le-
tlell' ambasciatole di Fidncia. Carlo VI gina d'Ungheria a'aSgiugnoi 741 inPre-
lìece arrestare que'due generali e islitu"i sburgo, dal principe primate arcivescovo
una cuinuiissiuiic per fai loro il processo, di Strigonia Einerico Esterhazy, in pre-
ma morì a ^ lenua nel corso della proce- senza del cardinal di Rollonitz arcivesco-
diira a'20 ollobre 1740- Clemente XII vo di Vienn.i, del nunzioapostolico Pau-
duranle la guerra con pubbliche preghie- lucci Merlini poi cardinale, oltre l'amba-
re avea invocalo da Dio la benedizione sciatore della repubblica di Venezia. È
sulle sue armi concedendo all' impera-
, così importante !a n.irrazioue che il Ber-
tore 120,000 fiorini di benefìzi ecclesia- caslel ci diede, di tpianlo precede e ac-
siici di lutti gli stali a lui buggetli, e dal- compagno la coronazione di M.' Teresa,
la camera apostolica gli iiuindòi 00,000 che slimo opportuno di compendiarlo, e
scudi, olire allri 3o,ooo raccolti da'car- servirà per prendere un' idea del ceremo-
dinali e pielali. Di simile operalo de'l'api piale per la corouazioiiede'red'Unglieria,
innuiiieiiibili e.sempi ce ne dà la stona, e di cui tante volle pai lui, massime dicendo
ne liparlai a Tesoeiep.b generale ra- , della corona di s. Slefano 1, considerata
gioiiHiido del benefico uso latto da' me- dagli ungheii palladio del regno. La re
desimi del le»oro pontificio erario della gina insieme granduca suo sposo e al
al

cameia apostolica. Fatta dipoi la pace, pt'inci|)e Carlo suo cognato parlila dn

essendo restala una 3.' parte di tali sus- Vienna, fa complimenlala nel castello di
sidi, Clemente XII la R-ce disli ibuire al- VVolfuil dall'arcivescovo di Colocza, Ga-
le parrocchie povere d'Ungheria, in favo- briele Ermanno Palacsicli, unito a'depu -

re delle quali il successore Lenedetlo XI tali in nome degli stali d' Ungheria già
applicò multa imposta al cardinal Co-
la radunati a Presburgo. Proseguendo il

da Clemente XII per


scia, fatto processar viaggio, due aiiglia lungi da Presbuigo
abuso di potere e favore. Carlo VI dalla fu solennemente ricevuta nella tenda pre-
sua moglie Elisabetta Cristina di Brun- paratale,da'prelalie dalla nobiltà. llpri-
swick Wollleiibullelebbe l'arciducaLeo- mate a nome della nazione fece un bre-
poldo pienujito a lui, e due figlie, la ce- ve discorso alla regina. Essa vi rispose con
leberrima Maria Teresa die avea mari- egual brevità, assicurando gli stati della
tata nel 17 36 con Francesco duca di Lo- sua buona grazia e della sua prolezione,
rena, nipote del celebre Carlo V, e nel Fatto dallo stesso primate ilcomplimen-
1737 giaiiduca Toscana (^.),alla di io al granduca, entrò questi colla regiiiii

quale Clemente XII donò poi la Rosa sua sposa in carrozza, e si avviarono tui-

d' oro bcnedttla; e Maria Anna gover- ti verso la città. La cittadinanza di Pie
natrice de'l^aesi Bassi, «noglie di Carlo di sburgo eia sull'armi schierala dal ponte
Lorena, che morì nel I 744- Carlo VI ter- di battelli sino alla porta di Velerilz, e

minò i suoi giorni nel momento in cui ila questa sino a quella di s. IMichele. Fu
stava per dare l'ultima mano alla pram- |a sovrana ricevuta alla i.''porla dal boi-

niatica sanzione sulla propria successio* gomaslro della città, il quale aspeltavala
ne, volendo far eleggere in re de' roma- alla testa delseiiato,edo[)o un bel discor-

ni suo genero granduca Francesco. Non


il so latino le presentò le chiavi delle por-
lasciando figli maschi, con lui si estinse la te. La regina rispose nella stessa lingua,
casa d' Habsburg nella linea mascolina j e gli restituì le dopo averle tocca-
chiavi
per la femminina Francesco divenne lo le colla mano Indiai suono dei-
ilestra.

stipite della nuova casa d'Austria-Lore- le campane, di limpaiii e di trombe, li

na o Habsburg-Loiena,clie gloriosamen- regina in mezzo a'senalori,che fecero due


le regna. M.'" Teresa lusciatu dal padre ale alhi carrozza, attraversò la città, e
Ili l^NG UNG
giunta alla porta di s. Michele, trovò il gior rispetto degli ungheri alla regia co-
primate con tutta la prelatura in abiti rona, considerandola essi, non come un

pontificali , e il coiiianclanfe del castello puro ornamento del capo de'Ioro re, ma
(li questo gli piesenlò le chiavi, il vesco- come una gioia discesa dal cielo, e però
vo d'ErIau pieseulolle la cicce a bacia- la nominano V Evangelica Coro/21^. Egli-

re, nelle veci del primate, che non potè no non riconoscono punto per loro re chi
fare la funzione per l'età sua troppo a- non abbiasi posta sul capo quell'identica
vanzata. Il clero poi e la nobiltà accom- corona, né registrano negli statuii del re-
pagnarono la maestà sua alla chiesa del gno le ordinazioni d'un loro sovrano, fin-
castello, ove lo slesso vescovo intuonò il ché non abbia colle solile cereoionie ri-
Te Deiini, e con ciò terminò il suo pub- cevuto quel diadema". Giunto il giorno
blico ingresso in Fresburgo. Nel dì 21 2 5 di giugno, destinato per la ceremonia
giugno, dopo celebrata la messa dal pri- della coronazione, i custodi aprirono di
mate, gli stali d' Ufigherla radunarousi buon mattino la cassa , e ne trassero la
nella gran sala del castello alla presenza sagra corona, collocandola, cogli altri or-
della regina assisa in trono. Il cancelliere namenti reali, sopra un altare dentro la
di corte li^ce un discorso agli stali in no- sagrestia, e rimanendovi anch'essi. Mez-
me della regina in lingua schiavona, che z'ora dopo unironsi gli stati a cavallo nel
fu dalla medesima ripetuto in lingua la- palazzo del palatino, che li condusse nel
tina, assicurandoli che li tratterebbe, non castello, dov'eransi già ridotti i principi
come regina, ma qual madre. La ringra- e i ministri della corte. I vescovi e prela-
ziò il primate a nome degli slati, racco- ti, ch'eransi pure riuniti nel palazzo arci-
mandandoli alla sua protezione, e prote- vescovile del primate, portaronsi seco lui
stò in nome d'ognuno fedeltà inalterabi- alla chiesa di s. Martino, ove vestironsi
le alla loro sovrana. Parlò in quell'occa- pontificalmente ,
per ricevere la regina,
sione M." Teresa con tanta grazia e con che infatti giunse poco dopo in abito al-
un tuono di tale ingenuità, benché sovra- l' unghei a di drappo d'argento bordato
na, che trasse lagrime d'allegrezza dalla d'oro, coperto di brillanti, di rubini e di
maggior parte dell'assemblea. A'a'ì la re- smeraldi, e con altra corona in capo guar-
ginanominò palatino dei regno d' Un- nita di pietre preziose. 1 magistrali ac-
gheria il conte Giovanni Palfy, e gli ag- compagnarono la regina col capo scoper-
giunse il titolo di viceré. Dopo di questa to dalla porla di s. Michiele ,
sino alla
nomina la cittadinanza di Presburgo pre- porta della mentovata chiesa, ove fu ri-
sentò alla sovrana solito regalo di cevuta dal primate e da'prelali, trovan-
il
4
l)ovi, un carro di vini, fruiti e pesci si- dovisi anche il cardinal arcivescovo di
gnificanti i principali prodotti del regno. Vienna, il nunzio apostolico e l'amba-
Nel giorno 23 fu fatto, secondo l'uso de- sciatore veneto. Condolla con tutto l'ac-
gli ungheri, passeggiare per
la città tra compagnamento verso l'altare maggiore,
il suono delle
trombe, un bove che do- si pose la regina in ginocchio verso l'ul-
vea essere arrostito intero il giorno del-
timo gradino. Allora il principe primate,
1 incoronazione, avente le corna dorate dandole a baciar la Croce, le fece un bre-
e coperto di ghirlande e di fiori."
Nello ve discorso circa il buon govcruo de'suoi
stesso giorno de'aB da'cuslodi
a tale ef- popoli. Il maresciallo lenendo la spada
fetto destinali fu levata dalla
gran torre in mano
pose con j bandiere al cor-
si
la real corona insieme
cogli altri orna- no dell'epistola, ed il palatino con altre
menti, e la spada di Stefano
s. 1, e porta- 5 bandiere a (juello del vangelo. Pre-
la negli appartanienli della
regina. Non sentatole dal primate il libro degli Evan-
\'i è popolo al mondo che abbia mag- geli, ella vi pose le dita, e giurò d'esser-
-

U N G
vare gitisllzia e pace. Il primale lesse al- genio, e ritornò sul trono. Alla elevazio-
lora un' orazione ad alta voce, e la reai- ne, (|iielli che portavano 1' insegne reali

Ila si p(jse a sedere sul suo trono. S' in- le posero a lena, (|uindi alzandole arri-
luoiiarono le litanie de' santi, e quando vati alla comunione, le si levò la corona
si giunse al versetto, iil oiniiihns fideli- di ca[)0,ed accostatasi all'altare fu comu-
ìiiis (/rpuictìs, i due vescovi assistenti, nicala dal prelato che ulfiziava^indi ritor-
cioè di Colocza e d'ErIau, levarono la re- nò al trono e le fu riposta sul capo la co-
gina e la coiidiissero dietro l'aitare ac- rona. Finita la messa, creò la regina 48
compagnata dalle sue dame, [)er prepa- cavalieri, tutti ungheri. Uscita dalla cat-
rarla a ricevere la sagra unzione. Fatto tedrale passò alla chiesa de'gesuitì, indi a
ciò ,medesimi prelati lu ricondussero
i
quella de'lraticescani, accompagnala sem-
all'altare, dove il primate, stando m cor- pre daprelali. Questi montati a cavalla
/ìli lù'aiìgclii, le unse la spalla destra con cogli abiti ponlilìcali e colle mitre in le-
l'olio santo, e poi le unse il petto, reci- sta, la condussero ad un [lalco eretto nel-
tando le consuete orazioni. Piilurnòla re- la gran piazza della città, sopra a cui a-
gina dietro l'altare per essere asciugata, scesa giurò alla presenza del popolo di
e (]uiiidi, ricondotta sul trono, le Cu po- mantenere la libertà della nazione, con
sto il manto sopra le spalle, e s'incomin- questa formola. » JNoi, Maria Teresa ec.
ciò la messa.Dopo l'Epistola lu essa con- giuriamo, per Idilio vivente, per la li. Ver-
dotta all'altare maggiore, ove stando in gine sua Madre e per tulli i Santi del pa-
ginocchio, dal vescovo d'Erlau celebran- radiso, che conserveremo tutte le chiese
te, invece del primate che non polca can- al culto di Dio consagrale; che manter-
tare per la sua età, ricevette la spada nu- remo lutti li signori prelati, nobili, città e
da, dicendole queste parole; Accipe già- comunità dell' Ungheria e tulli gli abi-
diluii sanctuni nmiiiis a Deo, in quo con- tanti della medesima nelle loro franchi-
cidi's adxersarics popidi Dei Israel, Pu- gie, libertà, esenzioni, diritti e privilegi;
posla la spada nel fodero, la reguia se la che custodiremo tulli gli usi antichi e co-
cinse, e poi voltatasi al popolo, la trasse slumi di questo regno generalmente ap-
fuori e vibrò in aria 3 colpi in forma di provati che renderemo a tutti giustizia
;

croce, per dinotare ch'ella sarebbe sem- secondo le leggi del paese, e che osserva
pre pronta a difendere l'onore della cat- remoinviolabihnente il decrelodel re An-
tolica religione: la ripose indi nel fodero drea". Il popolo rinnovò allora segni di i

e tornò ad inginocchiarsi. Allora il prin- sua esultanza, gridando: Viva la Regina.


cipe primate le pose sul capo 1' angelica Questa, scesa dal palco, fu condotta ver-
corona, lo scettro nella destra, e il glo- so la collina di Koeiisberg, alle falde del-
bo nella sinistra. Ricondotta in tal forma la quale montò sopra un cavallo nero
sul trono, quivi fu auteulicamente posta guernito all' unghera. Con coraggio più
in potere. Datosi il segno dal palatino, che femminile ascese la montagna di ga-

s' intuouò il le Dcuin, al riutbombo di loppo, e trattasi dal fianco la spada, ta-
timpani e di trombe, alle scariche della gliò r aria in croce verso le 4 parli del
moschetteria e del cannone, alle voci di mondo, per significare che difenderebbe
tutta la gente che gridò più volte: Viva quel suo regno contro i suoi nemici da o-
la Piegina. li vescovo d'Erlau lesse le so- gni parte; e finita questa ceremonia, po-
liteorazioni, e cantò il Vangelo, che fu con tut-
stasi in sedia, ritornò al castello

dato Slibito a baciare alla regina. Si con- to l'accompagnamento. Cocuparve poi


tinuò la messa e finito il Credo fu con- nella sala del banchetto, e si pose a tavo-
dotta all'altare, dove inginocchiatasi of- la colla corona in capo e col manto che
frì alcune monete d'oro in un bacile d'ai- la tiadizluue del paese fa credere essere
VOL. LX)i.XllI. i5
2iG UNO U N G
quello di s. SleKmo I re. A questa men- l'aria di grandezza e di maestà che furo-
sa reale assisterono l'arciduchessa
sua fi- no sempre proprie di quella sovrana: y^i-
glia, il duca di Lorena, gli arcivescovi di handonata (laminici amici perseguitata, ,

Strigoniaedi Colocza, ed il palalino. Se- dattilici nemici, attaccata da' miei piìi
deva la regina soUo un baldacchino , e stretti parenti, non ho altro espediente

siccome la tavola era fatta in forma d'un che nella vostra fedeltà, nel vostro cO'
T, ella ne occupò la lesta e gli altri 6 si raggio e nella mia costanza. Pongo nel-
posero nel tronco, 3 per parte. Seduta le vostre mani la figlia e iljìglio dei
die fu la sovrana le tolsero di capo la co- vostri re, che attendono da voi soli la
rona e la posero sopra un bacile d' oro. loro salvezza. Tulli i palatini commos-
Prima di prendere cibo, il palatino le die si da tale spettacolo, snudarono le scia-

l'acqua da lavarsi le mani, ed il prima- bole gridando entusiasmo della di-


coli'

te presentollerascingatoio. Finito il pran- vozione più sincera; Morianiur prò Re-


zo, gliornamenti reali furono riposti nel- gè nostro Maria Theresia. Il nome di
la cassa, che fu sigillala e ricondotta nel- re dato dagli ungheri a M.' Teresa si fon-
la gran torre da'custodi, da' commissari da sopra due anteriori esempi Maiia :

e da' magnali. L'egregia Maria Teresa, d'Angiò nel secolo XIV, ed Elisabetta di
njenlre una gran parie di Germania^ so- Luxemburgo nel XV , furono intitolate
stenuta dalla Francia, dava opera per Rex in vari alti pubblici. Non erano 20
ispogliarla insieme ad altri stali di casa anni che l'imperatore Carlo VI avea ot-
i\' Austria, per abbassar l'anlica sua ri- tenuto dagli stati d'Ungheria, che il di-
vale, argomento discorso in tali articoli e rillo di successione al trono sarebbe esle-
in (juelli de' possenti pretendenti e altri so alle donne. Molli palatini e nobili si

avversari, dichiarò il marito correggente ricordavano ancora che lo slesso principe


di tulli gli slati Austriaci. La pramma- avea riconosciuto nella sua esaltazione il

tica sanzione di Carlo VI disponeva che diritto d' elezione della dieta, se moriva
le sue figlie gli sarebbero succedute, in senza lasciar prole maschia. La parola di
preferenza a quelle di Giuseppe I suo fra- regina essendo inusitata tra essi , come
tello; il che avea fallo approvare da'ma- sovrano, vollero soltanto acclamare M."
riti delle sue nipoti ,
gli eiellori di Sas- Teresa erede de' loro le. Sempre sul ce-
sonia e di Baviera, e ciò sotto la guaren- dro sarà scolpito così memorabile, nobi-
tigia delle principali potenze d' Europa. le e generoso entusiasmo degli unghere-

Nondimeno prammatica sanzione si


la si per l'uniforme volo [)ieno di ardore

volle considerare come non avvenuta. U marziale, che pronunziarono a sosteoi-


i.°de'pretendenti a disputare il retaggio menlodi quella M.^TeresajChe a sì giusto
de'suoi avi fu l'elellore di iJaviera, imi- titolo si meritò d'esser chiamata Madre :

lato da ([uello di Sassonia, Filippo V re della Patria.YWdi era allora gravida, né


di Spagna reclamò le corone d'Ungheria era scorso molto tempo dacché avea scrit-
e di IJoemia, il re di Sardegna il ducato to a Carlotta d'Orleans duchessa di Lo-
di IMilano. Tulli parlavano in nome del- rena sua suocera: Ignoro ancora se mi
Iarciduchesse auslriache loro uiogli o lo- resterà una città in cui possa partori-
ro uiachi. Intanto IM.' Teresa adunali in re. Tra' suoi più polenti avversari per
Piesburgo i
4 ordini del regno ungari- smembrarle la monarchia, ebbe Carlo e-
co, si presentò loro con una berretta in te letlore di Baviera, che ad onta del pacili-
sia all' nnghera
lenendo tra le braccia
, co intervento di Benedetto XIV premu-
il suo primogenito Giuseppe 11 ancora in rosissimo per la regina e nobilmente per
parlò loro Ialino, the conosceva
fascie, e essa interessato, facendo valere le sue pre-
peilèltameutc, con quella grazia e quel- tensioni coll'armi s'impadrunì di Proga
UNG UNG 227
col soccorso cle'fiancesi, e vi fu acclama- rosità di ricusarla, non volendo altri sus-
to re di Boemia
a'7 dicembre 74', in- i sidii che quelli i quali ella atlendevasi
di col nome
Carlo VII eletto inipe-
di dalla nazione raccolta in parlamento. Il

ralore a'24 gennaio 1742 e colonato ai suo coraggio In soccorse al pari de' suoi
12 l'ebbraio. In tale stato M." Teresa at- sudditi ed alleati.Morto a Monaco Car-
tizzava lo zelo de' suoi prodi ungheresi, loVII a'20 gennaio 74'i, M.^ Teresa vi- I

rianimava in suo favore l' Inghilterra e de a' i3 settembre eletto imperatore a


r Olanda, negoziava col re di Sardegna Francfort il marito Francesco, malgrado
e le sue provincie le fornivano milizie. l'opposizione dell'elettore Palatino e del
L'Ungheria , che in diverse epoche non re di Prussia Federico 11 il Grande, che
era slata pe'suoi antenati se non un tea- contendevano alla legina l'uso del diritto
tro di guerre civili, di l'esistenza e di pu- elettorale del régno di Boemia. M.^ Te-
nizione , n)irabilu)ente divenne sin da resa recatasi a Francfort fu testimonio
quell'istante per lei un regno unito, po- del trionfale ingresso del suo sposo. Fi-
polato tutto di suoi difensori. Tremila nalmente dopo una guerra d'Sanni giun-
gentiluomini ungheresi, che aveano ser- se a concludere una pace vantaggiosa ai
vito nella Slesia sotto il conte di INcnperg, 18 ottobre 74B ad Aix-la-Chapeile, che
I

montfli'onoa cavallojil loro esempio tras- restituita la tranquillità all'Europa, ga-


se seco tutto il resto della nobiltà. Gli sta- rantì all' imperatrice regina M.'^ Teresa
ti somministrarono 12,000 uo-
di Croazia il possesso dell* immensa eredità trasfu-
mini e promisero far leva di nuovi reggi- sale da'suoi maggiori. Il ristdiainento di
menti. La legina accordarido la libertà a sì gran lotta frullò alla Prussia parte
tutti i Servi che si armassero in sua dife- della Slesia e la conica di Glul/, alla Spa-
sa, ottenne che accorresse d'ogni pnrte in- gna i ducali di Parma e Piacenza, con-
finito numero ad arrolarsi.il clero le for- tro di che protestò Benedetto XIV come
nì generosamente somme considerevoli. appartenenti alla s. Sede, avendo già
Il suo nome di già celebre, e la storia del- mandalo a M." Teresa le Fascìe benedel-
le sue sciagure giunta sino al fondo del- te ( V.) pel suo priuìogenito, di cui col re
la Schiavoiiia e sulle sponde della Orava, di Polonia era stato padrino, rappresen-
ìnfianimarono gli abitanti di quelle con- tato nella funzione del battesimo dal car-
trade dell'enlusiasnìo guerriero che ani- dinal ili Kollonitz arcivescovo di Vienna.
mava tutti i suoi sudditi. T3a quelle regio- L' impeiatore si die ogni cura di rista-
ni quasi selvagge sbucò eserciti di trop- bilir l'armonia Ira'mentbri del corpo ger-

pe leggere, tanto conosciute dipoi sotto manico e riparare a'mali causali all'im-
il nome di Pandori e di Tolpaiski, il cui pero dalla guerra. Ad istanza di M.' Te-
sorprendente valore, il singolar vestire e resa nel 747 BenedettoXI
I V cieòcardi-
il terribile aspetto sparsero dovunque naie Mario Millini,e la regina lo dichia-
spavento , e scùl[)irono per lunga pezza rò suo particolare ministro in Roma; poi
nello spirito de'nemici della regina la me- pretese die dal cardinalato fosse escluso
moria della loro figura e delle loro ge- Stoppani, pei- aver favorito l'elezione di
sta. Vidersi perfino presso lo straniero Carlo VII nella dieta di Francfort, ma
prove non equivoche del vivo interessa- il Papa non ammise le sue brame; bensì
mento che de'privali piendevano alla si- la compiacque con elevare alla porpora

tuazione di I\i.'' Teresa. Le principali da- Tiautshon suo intimo consigliere, e de


me inglesi adunate dalla duchessa di llodt. llsuccessoreClemenleXIII col bre-
Marlborough, si tassarono per la somma ve Charissìina in Cliristo Filia, de' 1
9
di 100,000 sterlini, a lei offrendola a ti- agosto 758, Bull. ììoni.coìiL
I t.i, p. 20,
tolo di gratuito dono. Ella ebbe la gene- e coirallocuzioneiS'/ (y(;//??////^/v, prouuu-
228 UNG U N G
ziala in concistoro, loco cit., p. 4^. '"'" dall'Ungheria, non si sa bene se con ve-
novo ad essa ed a' re d' Ungheria suoi ra o per bile esaltata e corrotta; cer-
ftisi

successori il titolo perpetuo di Regina A- tamente il male grave in se stesso fu ac-


voslolica e di Re J/wstolico, eiì uscen- cresciuto dalle afflizioni dell'animo. Poi-
do in pubblica forma farsi portare da un ché altamente lo costernavano la rivolu-
\escovo la croce astata. JNel ijoS una zione i\e Paesi Bassi (/ .), le lurbolen*
nuova guerra destatasi in Gern)ania du- ze di Francia per l'angustie della regi-
rò 7 anni, e finì colla pace d'fluberlsbur- na sua sorella, e il fermento dell'Unghe-
go a' 5 febbraio 1763 tra l'imperatore e
1 ria, pel malcontento de'nobiii per le di-

la regina, ed i re di Polonia e di Prussia. sposizioni da lui date a fine di sollevar la


IVel 1764 M.' Teresa pubblicò 1' Iria- classe del basso popolo quasi schiava, e
niiiiii, col quale stabilì le relazioni fra i gli emissari prussiani ne fomentavano la
possessori de'fondi e gli agricoltori fissi rivolta, come si credette. Non lasciando
nell'Ungheria. IMorto a' 17 agosto 1765 prole Giuseppe II, il fratello Leopoldo 11

l'imperatore Francesco I , con profondo granduca di Toscana (F.) divenne re


dolore di M.' Teresa, gli successe nell'im- d'Ungheria e di Boemia, sovrano degli al°
pero il figlio Giuseppe I già re de'ro ma- tri stali austriaci, e fu eletto imperatore,
ni, e nell'anno stesso la madre lo dichia- volgendo le prime cure sulla guerra con-
rò correggente degli stati ereditari di casa tro i turchi, co'quali si pacificò nel marzo
d' Austria. M.^ Teresa illustre sovrana, I
79 I pel trattalo di Reichenbach. Tran-
gloria del suo sesso , modello delle regi- quillò gli ungheresi, approvando 64 Po-
ne, delle spose e delle madri, per la sag- stulata, che gli aveauu presentalo al suo
gezza del suo governo, pel suoaujor con- avvenimento al trono ungarico; e riman-
iugale, per la sua materna tenerezza, e dò in Ungheria la corona di s. Stefano I.

la sua bontà verso gli sciagurati , morì JMoiì •."marzo I 792. Ebbe a successo-
il

assai compianta a'29 novembre 780, es- i re il primogenito Francesco 11, che fu
sendo adorata dalla sua famiglia e da' inaugurato e ricevè l'omaggio a Vienna
suoi popoli, dopo 64 anni d'età e 4o di a'i5 aprile, coronato re d'Ungheria uBu-
regno. 11 suo corpo fu sepolto nelle tom- da a'9 giugno; eletto imperatore nel dì
be imperiali a' cappuccini di Vienna , il precedente, ne ricevè la corona a Frane-
suo cuoreagli agostiniani scalzi della stes- fori a' i4 big'^^j quale re di Boemia fu
sa città, ed i suoi visceri nella metropo- coronato a Praga a'g agosto, si dichiarò
Giuseppe 1 le successe nel regno
litana. imperatore d'Austria l'i i agosto i8o4
d'Ungheria e nel rimanente de'suoi sta- col nome di Francesco I , e rinunziò la
li, da Presburgo a Vien-
fece trasportare dignità d'imperatore de'romani a"6 ago-
na la corona di s. Stefano 1, e finì suoi i sto 806. Nelle famose guerre combattu-
1

giorni aVienna a'20 febbraio 790, dopo i te con Napoleone


I, gli ungheresi dierono

aver sconvolto la monarchia con deplora- nuovi eminenti saggi di loro divozione
bili innovazioni ecclesiastiche, ora abolite alla monarchia austriaca, e si mostraro-
col felice
concordato concluso dall' im- no sostegni della medesima. Allor-
viilidi
peratore che regna colla s. Sede, il qua- quando Napoleone I giunse col suo eser-
le riporterò a Vienna. Giuseppe 11 non cito vittorioso a Vienna nel 1809, a'i5
SI curò di farsi coronare re d'Ungheria, maggio diresse agli ungheresi un procla-
e promulgò varie leggi per sollevare con- i ma in vilandoli a separarsi dall'impero
tadini della nazione: magnati se ne of- i Austriaco, ed eleggersi un re proprio eiu-
fesero e niinacciarono gravi turbolenze. dipendenle. IMeiiIre nello slesso anno per
Riferisce l'annalista Coppi, che Giusep- la vittoria riportata a Wagrain a' tì lu-
pe li nel i-i)o tornò u Vienna iutèrmo glio poteva disporre dell'impero Austria-
UNG UNG t2ci
co, Napoleone I vaglieggiò per qualche d'oro benedetta ( A^.), col breve Siugula-
lempo l'iilea di diviileie le tre corone che ris benevolentiae afjecius crg-<7,de'2 2 a-
lo componevano, ma poi si limitò ad in- prilei83i, Bull. Roni. cont. 1.
19, p. 9:
debolirlo. Nella biogralìa di Pio Vllnav- Coneasio Rosae Jnrae saerata faefa
rai,e meglio si può leggere nella T'ita di Mariae Annae Piae serenissimi Ferdi-
Pio T lidi E. Pistoiesi^ t. 4, p. Jy, che nandi Caroli Hungariae regis eonjiigi.
nel 8 4 dopo la deportazione ritornan-
1 1 Morto limperatore Francesco I a'2 mar-
do da Savona alla sua sede Pvoma al , zo 835, il re gli successe come impera-
1

Taro fu accolto ossecpiiosamentedal reg- tore col nome


di Ferdinando I, anche ai
gimento ungherese del celebre e valoroso regni di Boemia Lombardo-Veneto, di ,

conte Radetzky, e la cavalleria austriaca Galizia, Lodomiria, Dalmazia, Croazia,


ungherese l'accompagnò nel viaggio e nel Schiavonia, llliria, al gran Voivodato di
trionfale Ingresso solenne in /io/»//, co- Servia, al gran principato di Transilva-
mandata Sigismondo de
dal colonnello nia, all' arciducato d' Austria, ec. A' 7
Oppitz, e poi servai di gnardia d'onore settembre 83Gsi fece coronare redi Boe-
1

nelle funzioni che celebrò il Papa. Nel- mia, ed a' 12 di tal mese venne incoio-
r ottobre dimorando nella villeggiatura nata l'imperatrice in regina di Boemia;
di Castel dandolfo, il Papa volle dare un finalmente a'6 settembre r838 fu coro-
solenne attestato di riconoscenza e di af- nato in Milano re del regno Lombardo-
fezione al detto l'eggimento ungaro, on- Veneto colla Corona Ferrea. Dopo la
de a'27 benedì nella cappella una nobi- morte del palatino d'Ungheria Leopol-
le e ricca bandiera e gliela donò. Ivi de- do, figliodell'uTiperatore Leopoldo II, [>e-
scrissi che vi fece esprimere la Beala rito nel 1795 per uno scoppio di polve-
V'ergine col divin Figlio, con l'epigrafe : i"e, l'imperatole Francesco II di lui fra-
l/iigariae Patrona Piani eornitalnr ad tello nominò luogotenente del rearno l'al-

Urhcni. O Felix tanto Roma sub aii- tro fratello Giuseppe Antonio mentova-
spieio. Grato l'imperatore Francesco I, to in principio, e nel successivo 179(5 fu
mandò al l^apaioo cavalli scelti da'reg- dagli stali per acclamazione eletto pala-
gimenli ungheresi, con altrettante pisto- lino;il fpiale morto nel gennaio 1847 in

le e sciabole dritte pe' dragoni, e 2000 Presburgo (riferisce il n.° 94 del Gior-
fucili per la fanteria. Pio VII accompa- nale di Roma de'27 aprile 857: E de- e

gnò il dono col breve iT//j/7 tinquam, de' cisa definitivamente l'erezione del suo
2 novembre 18 (4> Bull. Roni. cont. t. monumento sepolcrale ed assegnata la ,

I 3, p. 335: Concessio f^exi Ili favore le- somma di 27,000 fiorini. Il monumen-
gionis Iluìigaricae, qiiae Pontifici Ur- to consisterà in una statua rap[Mesenlan-
beni reverso inservii in custodia corpo- le il palatino nell'abito dell'ordine di s.

ris. La bandiera e il breve il Papa li con- Stefano I. L'esecuzione sarà affidata ad un


segnò al capitano del reggimento Radel- artista nazionale),rim pera tore Ferdinan-
zky Giuseppe Cerfogli, del reg-
e al can. do I nominò l'arciduca Stefano figlio del
ginienlo, lodandone la fedeltà, la discipli- tlefiinto luogotenente del regno d'Unghe-
na e la prudenza. Francesco I di onoran- ria,mentre era governatore del regno di
da e benedetta memoria, vivente fece co- Boemia. Quindi la dieta ungarica lo pro-
ronare re d' Ungheria a' 28 settembre clamò palatino ilei regno. Nella sedutri
I 83o e col nome di Ferdinando V, il pri- mista della tavola de'magnati de' 1 5 no-
mogenito arciduca Ferdinando, il «piale vembre, alla «piate assistevano di versi ar-
sposò M.^ Anna figlia di Vittorio Ema- ciduchi, l'arciduca Stefano palatino, dopo
nuele 1 re di Sardegna, alia quale regi- aver occupato la scranna di tal dignità,
na Gregorio XVI inviò in dono la Rosa pronunziò il seguente discorso. ^ Ilhislri
i3o UNG UNG
Miigiiali, onorevoli Deputati. Nel mo- mai dalla via del più puro patriottismo.
nieiilo soltMine, in cui occupo per la i/
Assicurando gli stali della mia sincera e
cordiale alfezione, io li prego anche una
vnlf;i Insediaci palatino, una celta preoc-
cupazione, mesce alla pu-
lo coofcs.^o, si volta d'essere i miei sostegni. Lavoriamo
ra "ioia, ond'è pieno il iuio cuore nel vs- con fiducia reciproca alla doppia prospe-
(Icimi circondato dalla Ijilucia d'una l.il rità del Irono e della patria, allineile, se

nazione. Sentendo profondamente tutta il Dio degli ungheresi ci seconda, la po-


la che io debbo alla dieta per
qraliludiiie sterità possa dire sulla nostra tomba: Es-
la testimonianza di lìducia che essa mi si più non sono, ma vivono nelle loro o-
ila dato , io trovo a fatica parole per e- pere Questo discorso fu accolto dall'as-
".

spiimere tutlociò che provo. E innanzi semblea co' più vivi trasporti di gioia.
tulio io mi sdebito d'un sagro dovere in- Mg.'^ aicivescovo di Strigonia rispose al
dirizzando, in nome del defunto mio pa- principe, fra le altre cose: Che la nazione
dre quale, avendo una specie di pre-
(il ungherese avea sentito con somma sod-
seiilimtnto di fptantoavea da succedei e, disf.izione elezione dell' arciduca come
I

designò la precedente dieta come rulli- palatino, ed espressa la ferma speranza


ma di quelle ch'egli presiederebbe), alla che sotto la direzione del nuovo palati-
dieta unita sinceri e vivi ringraziamenti no, l'Ungheria entrerà nella via d'un pro-
per la stinsa e l'amore the gli hanno di- gresso conforme allo spirito del secolo, e
mostrato i vari rappresentanti della na* che diverrà prosperosa e felice.

zione che si sono succeduti in questo re- Nel memorabile 848, in che I il Papa
cinto, lo sento molto bene chea questa conformò il cullo immemorabile del b.
gloriosa memoria sono in gran parte de- Mauro benedettino vescovo di Cinque
bitore di quelle ardenti simpatie, che mi Chiese, la rivoluzione commosse l'Italia,

hanno sollevato a questo seggio per la li- la Francia, la Germania e altri stati, fra

bera elezione degli stati. !Mi sia dunque i quali l'Ungheria, per Io spirilo di liber-
permesso, dal luogo ove io sono, indiriz- tà e didemagogia che deplorabilmente
zare al cielo l'espressioni del mio figliale la più parte degli animi
invase o sedusse
rammarico. Sia benedetta la sua memo- egl'infiammòa ribellarsi. sovrani de'di- 1

ria! Illustri Magnali, onorevoli Deputa- versi stati furono coslretti a concedere li-

tij io rinnovo il voto solenne che ho fat- berali costituzioni, congoverno rappre-
to in presenza di S. M. SI, io non avrò sentativo, come l'imperatore Ferdinando
da ora in poi altra cura, altro pensiero, I a' 4 marzo, che vide insorgere oltre i
che di adempiere fedelmente doveri del- i suoi domini! d'Italia, la slessa Vienna,
la carica che tengo dalla fiducia della na- che a'2 ebbe un ministero responsabile
I

zione, e nella quale fui


confermalo da S. (ed avendo assunto quello del diiiartimeu-
M. Non farò lunghi discorsi, uè grandi lo degli aifari esteri e la presidenza del
promesse in un momento, ia cui il mio ministero, il celebre diplomatico, uomo di
cuore è oppresso da' sentimenti che lo stalo e prode militare conte di Ficquel-
riempiono. Io credo, che una fiducia pa- mont, di recente defunto, ministero che
ri a quella manifestata, 3 giorni fa , da abbandonato dopo la dimostrazione ostile
lutla la n;i/.ione sarà abbastanza fòrte
, de 5,maggi().gli lasciò tempudi pubblicare
per aspettare trancpiillumenle il tempo, gli scrini polilici : Schiarimenti sul j)i rio-
in cui potrò faie ciò the oggi posso pro- do dal 2 o marzo finn al 4 maggio 84^; 1

niellere soltanto. Avrò spesso bisogno de' e La Germania, l'Austria e la Prussia),


vostri consigli; non li ricusate a me, cui i agitando un generale movimento tutta
passi saranno tulli guidali dall'csfMqjio Europa, nel mudo che narrai in vari arti-
di mio padre, e che non mi allontanerò coli. Tra le alile funeste conseguenze, più
UNG UNG 33i
ti' un sovrano rinunziò o abbandonò il i(i\m.'LaCiviUàCatlolica,tV Ebreo (UFe-
Irono; gli ungheresi insorti , cosliinsero rotta, ò-,\ c*^sa la i."" volta pubblicato, svela-
a partire l'arciduca palatino per Vienna, rono rivoluzione d'Unghe-
lo spirilo della
ed orarono minacciare c|uesla metropoli. ria, documenti che riprodurrò,oI-
in alcuni
Partitone l'imperatore Ferdinando col- 1 tre un'idea del grande avvenimento, pro-
l'imperalrice ÌM. '
Anna a' i
7 maggio, pas- priamente viene chiarita la natura e il ca-
sò colia corte in Inusbruck rapitale del rattere (lell'insurrezione dell'Ungheria e
Tiralo (nel quale articolo la ndverai, per le sue principali fasi. In essi leggesi che i
inqualificabile errore, tra le sue sedi ve- magiari baroni ungheresi, ben lungi dal-
scovili, ecpii ne foemenda), quindi iuOI- l' intendere con tanto sforzo e incendio

niiilz, ove a' 2 dicembre rinunziò la nio- di guerra alla libertà ed eguaglianza con-
narchia e si ritirò a Praga ove dimora. forme divisamenti de'democratici, guer-
i

Non avendo voluto accettare l'impeio il reggiarono invece per le prerogative del-
Francesco Carlo, questi
fratello arciduca l'antica nobiltà del regno, che avea di-
dichiarato maggiore il tìglio arciduca zione e signoria sopra vassalli de' loro i

FrancescoGiuseppe l "dicembre 84^,


il i. 1 contadi. 1 capiparte delle società segrete,
nel di seguente lo zio impeiatore Ferdi- avversando l' Austria come ausiliatrice
nando I abdicò in suo favore; il 3 seguì perpetua degli antichi ordini europei , e
(iella residenza arcivescovHe la sua inau- fiera propugnatrice d'ogni legittima au-
gurazione, e pros[)erosamenle regna im- torità contro le ribellioni de'[)Opoli a- ,

peratore d'Austria, re d Ungheria, ec. di vea con mille pungoli attizzato l'urgoglio
cui con l'aiuto (Il Russia ne viu>e la terri- de'magiai I o baroni ungheri a riscuoter-
bile rivoluzionearmala, do|)0 lunga e ac- si dalla servitù dell'impero. Ma i capi-
canila guerra, rendendo più compatto e scila null'altro anelavano che a divertire
formidabile il suo vasto impero,esscndo e- le forze dell'Austria, sollecita di domare
sempiodi saggezza. Contribuirono a vin- isollevamenti delle Provincie italiane, per
cere la guerra d'Uugliej'ia il prode prin- isnervarla in tale guerra, nondimeno fal-
cipe di \V intlischgriilz, e altii valenti ge- lirono nelle loro previsioni. Non posero
nerali imperiali, il valoroso bano di Croa- mente alla virtù guerra de' generali
di
zia barone Jellachich, e la rivoluzione d'I- austriaci, uè alla prodezza de'Ioro eserci-
talia venne conquisa principalmente per ti,nèalla velocità de'loromovimenti stra-
opera del prode conte lladetzky unghe- tegici, né alla confusione, all'inettitiiduie
'
rese. Dell'ampio argomento sono pieni e im[)eriziade'sollevali italiani, chefino-
zeppi di descrizioni storiche fogli pub- i no dissipali , prima propriamente che
blici del i<S48, ii3-Ì9> i85o e i85i. 11 l'Ungheria insorgesse, e la Transilvania
Sup[)!imento al n.° 287 del Giornala di con altri slavoui desse di spalla a quelle
Roma del 1 85o, contiene i ragguagli ri- conobbero essi con occhio sa-
rivolle, rs'on
guardanti le ingiuste esecuzioni, per par- gace l'indole de' baroni ungheri e tran-
te de' rivoltosi, a tempo della ribellione silvani, quali erano in piena opposizione
i

d'Ungheria, colle liste delle persone che cogl'iulendimenti repubblicani. I cauiset-


in quasi tutte le parli dellUnghcri a, nel- la credevano forse che 1' Ungheria fosse
la luogoteneuza de'serbi e del bana to di popolala dagli ungheri in ogni sua parte,
Teuieswar, e diTrausilvunia,ftu'Ouo con e le plebi ungariche bramassero liberi
dannale a morte e giustiziale per ordme reggimenti, leggi proprie e statuti germi-
de'rdjelti couìmissari provinciali magiari, natile in casa, franca da re forestiere, co-
da quelli di Kossuth, da' loro tribunali me da magnali domestici. Invece, come
marziali e da ullre disposizioni arbitrarie, dissi in principio, l'Ungheria si compone
souuuuodò iu tali liste le vittime a 44? ^^ di baroni e di poc'altra gente di schiatta
2 3a U l\ G U N
iJiiri!! e magiara, tulio il resto è awenlic- pia e inumana ,
avendo piene le legioni

CIO e popolo di Silano lignaggio altral- de'prodi colla feccia del regno e delle pii-
lovidaU'oberloìa regione, dalla copia de' gioni dessa fu traboccante di valore e
;

flnini dalla ricchezza e inagnillcenza de' d'infamie, e versò torrenti di sangue per
i

jnu^nali , dal traffico delle cillà e terre, ambizione, avidità di pecunia, e di livo-
ilie commerciano denti o il reame e fuo- re contro Dio e contro tuttociò che sau-
ri. Laonde l'Ungheria brulica di serbi, di lo ne' cieli e sulla terra. All' appressarsi
svcvi, di dabnali, di slavoni, di valacchi, dell'esercito imperiale, Kossulh né per
di boemi, di Iransilvani , di bosniaci , di sortite, né per espugnazione s'oppose al.

cioali,di grecijdi russi, d'alemanni, icpja- la sua venula; ma abbandonate a un trai-

li faimo una mescolanza di sangui, di to le città munitissime e rese inespugna-


lingue, d'abiti e di costumi, avendo eia- bili, bultossi alla campagna, lasciandole
sonno i suoi, e tutti un po' di tramischia- preda al nemico. Le borghesie di Pre-
mento d'ogni altro, con quella moltepli- sburgo, di Pest e dell'altre città non e-
cità di pensari e di voleri diesi attiene rano per la guerra; e Kossulh temeva da
;iirindole e agl'interessi delle singole gen- questi uotuini di IraHìco, d'arti, di mestie-
li. Or da queste cagioni consegue, che la ri, d'industrie pacifiche, d'agiato vivere,
guerra d Ungheria fu mossa e allocata da* di molli condizioni, che avrebbero raf-
soli magnali, i quali non aveano punto in freddato e inceppato l'ardore delle inili-

iinimo di rompere il giogo dell'impero zie, quando alla campagna col nerbo di
del loro re per iniziare una libertà pò- tanta cavalleria, cogli Ischikcs o pa<'tori
polare che non volevano, uè questo com- armati, cogli honvoeds o corpi franchi a-
plesso di popoli desiderava; ma per ser- vrebbe potuto far lesta, e straccare l'eser-
lare addosso alle plebi e una
a' villani cito imperiale; il che gli riuscì vanlaggio-
servilù, ila cui l'iniperalore red'Unghe- samente. Vinta la rivoluzione armata, li

ria aveali francali, logliendoli al vassallag- sentenza pronunciata contro Rossulh ha


gio de'baroui e sicurandoli sotto losca- il seguente riassunto di quanto egli ope-
do della legge. I popoli ungheresi se a- rò in Ungheria negli anni 1849, 1848 e
vesserò violo l'impcralore, sarebbero tor- che ricavo dal lìlonifoi-f Toscaim.» Lui-
jiali vassalli de' grandi feudatari del re- gi Kossulh nativo di Monck, comitato di

gno, i quali aveano per lo passalo piena Zimplin in Utigheria, in età di 47 anni,
e intera balia sopra i villani e le plebi del- evangelico, maritalo, padre di 3 figli, av-
)ccitlà;eperò vinti daU'iuqieratore, bau- vocatoe redattore di Gazzette, nell'anno
no maggior libertà che se fossero slati vin- 1848 ministro delle finanze e deputato
cllori. Le società segrete vagheggiavano della città di Pest alla dieta ungherese,
in Ungheria la Rcpuììhlica e il Sociali- dal principio della rivoluzione unghere-
siiìo [f.), senza veliere nell'allerezza dei se sino alla fine, sia portando le armi, sia
baroni e nella riverenza de' coloni 1' er- eccitando a portarle o dirigendole, vi eb-
>ore loro. L'Ungheria cond)attè in a[)pa- he la parte massima; e specialmente vi si
lenza per la libertà e l'indipendenza, ma adoperò, inducendo la tliela a non rico-
per U feudalità in cuore. La rivoluzione noscere il supremo manifesto de'3 otto-
di/ iviìiin (r.) fu bendiversae realmen- brei848, col quale essa era disciolla, ed
Icdeinocriilica.evennedomata preci|)ua- a rimanere unila assunse la pre-sidenza
;

mente dagli slavoni di Jellachich. Il fa- del governo provvisorio istituito sotto no-
inoso ngiialore entusiasta magiaro Luigi me di comilalo di difesa del paese; me-
Ko>Milh,dill.iloreegovernalore dell'in- diante l'emissione di carta mondata si
fcuila Ungheria, rese le città e forti mii- i procurò i mezzi di manlent-re la rcsislen-
inliiiiimi, ordì cuu Ccm uua g «terra cm- za armala contro la l'orba del legale go-
IJ N G UNG 233
Terno, resistenza cui ilicde grande svilup- sonifìca in questa lolla disperala piulto-
po oigatiivzando e molidizzando guardie sto lo spirito di ri voluzione che io spiri-
nazionali e cliianiando la leva in masso; to nazionale. Il partito magiaro voleva
lia fallo in persona coli'ainiala l'invasio- rendere all'Ungheria la sua indipenden-
ne del granducato d'Austria; dichiarò u- za, allo scopo di riprendere il dominio di
siu'pa/inne la «successione al trono iliFran- questa contrada; nìa nel seno di codesto
cesco Giuseppe 1; all'avanzarsi dell'impe- [lartilo Kossiilh introduceva un elemen-
riali regie tropjie sotto il principe VVin- to ilcmocratico che tendeva non tanto ad
disi-.hgralz trasportò la residenza del go- arrancare la schiatta magiara dall'auto-
verno e della dieta a Dehreczin; median- ritàdell'imperatore d'Austria, quanto a
te appelli e proclann, n)cdiante premi e repubblicanizzare l'Ungheria. democra- I

giudizi stalari spinse il popolo e l'arma- tici non s'ingannarono; è il ge-


francesi
ta ad insistere iieil' iiiconiinciata rivolu- nio rivoluzionario e non l'indipendenza
zione, e mediante agenti si studiò di gua- ungherese che la demagogia di Francia
dagnare le simpatie dell' estero; egli (1- esalta nella persona di Kossuth divenu-
iialmente nelle coiderenze segrete de' i 3 to l'oggeUo di capriccio del momento.
aprileenella seduta pubblica de'i4apri- I3athiauy sostiene nobilmente il suo in-
lei849 propose ed operò il totale distac- furtunio. Invece di provocare come Kos-
camento dell'Ungheria da tulli gli siali, suth le ovazioni pubbliche, egli fogge il

la detronizzazione e l'esilio ilella dinastia rumore ed il chiasso, invece di portare


imperante; in rpialità di proclamato go- all'estero inquietiludini ed agitazione, e-
vernatore dell'Ungheria siscelse un mi- glicerca l'ombra e la calma. Invece di
nistero, col medesimo prestò ili 4 mag- porre in o|)era ogni mezzo per attirare
gio giuramenlo d'indipendenza; il i8
il su di se la pubblica attenzione, si rinchiu-
maggio e il 27 giugno 1849 pioclan»ò la de nel silenzio e nel ritiro. Balhiany lia
ctociata conilo la forza militare alleala reclamalo dalla generosità del nostro go-
austro russa, e con [)0lere dittatoriale do- verno l'ospitalità della Francia. Questa
luinò in Ungheria sinché gli avveninien- ospilalilà gli fu accordata. Egli potè at-
ii ebbero costretto 1" i i
della guerra lo traversar la Francia senza ostacolo, per-
agostoi849a dimettersi dal governo in che i' attraversava senza eccitare le pas-
Arad, e poco dopo a prender la fuga ". sioni popolari. Ora si trova a Parigi ove
Sebbene condannalo a morte dal governo può fermarsi con sicurezza, senza essere
ni quale si ribellò, si sottrasse a forza d'in- inquietalo <lalla polizia, sotto la [irolezio-

fluenze equivoche dal luogo del suo esi- ne delle leggi, |)ercljè la sua presenza iioa
lio,ove poteva vivere innocuo , cioè in è né una causa di emozione, uè un ele-
Kiulaya o Rutahieh capoluogo dell' A- mento di eflt-rvescenza. Balhiany si è pre-
iialolia in Turchia, la quale gli avea da- sentato da esiliato che domanda un asi-
to asilo insieme ad altri ribelli unghere- lo. Il governo non esitò ad aprirgli te por-
si, non senza dis|)iacere del governo au- che sarà sempre una se-
te della Francia,
striaco. Voleiulo egli attraversar la Fran- conda patria per proscritti, la cui con- i

cia per recarsi in Inghillerra, ecco come dotta non tara diiuenlicare la loro scia-
la Patrie dell'ottobre i85i spiegò il ri- gura. Si può dire egualmente di Ivossulli
fiuto dato dal governo a tal sua doman- elle si prepara a Londra un ricevimento
da. » La disfatta degl'insoigenti unghere- trionfale? di Kossuth a cui il suo segre-
si gettò sulla terra d' esilio due uomini tario dà il titolo di eccellenza, e che si fa

egualnieiitecelebi i, Bathiany e Kossulh. annmiciare all'autorità e agli abitanti di


r),ilhiaiiy è il vero rappreseiitanle della Southampton perchè gli si appaieccliiiio
causa mjgiara. Il diUaloie tvositilh pei- dell' ovazioni popolari ; di Kussulli che
234 U N G UN G
della Spe- gliere la disgrazia co'riguardi che le sono
spiega atulacemente nel golfo
zia il vessillo (lell'ii)siiirezione iiiiglìere-
ilovuli". Non solo in Francia Rossnth
se come fos^e ancora in mezzo airarnia- non si volle, ma neppure nel Piemonte,
la magiara ;
di Kossulhin fine che viag- ambedue dove certamente prin-
paesi i

minaccia cipii liberali non sono in discredito. Pas-


gia ninllosto da agilaloie die
sato Rossuth in highilterra e poi negli
una livolnzione, die da esiliato il quale
chiede os[)italità? Allorquando Rossutli Sta ti- Un ili d'America, l'ardente sconvol-
naili da Kiulaya ov'eia internato, dichia- gitore colla sua org(igliosa e vana elo-

rò die voleva lecarsi agli Stati-Uniti. E quenza provocò popolari ovazioni da- ,

necessario ch'egli sbarchi a iMarsigliaed morose dimostrazioni e questue. Ma os-


attraversi la Francia per imbarcarsi di serva la Civiltà Cattolica, che la com-
uuovo all'Ha vre? Non è più naturale che media rivoluzionaria Rossuthiana finì
sifacda trasportare dal Mississipisinoalle tornato in highilterra. Cominciala coi»
coste d'Inghilterra piuttosto che di veni- fanatici applausi, terminò quasi colle ?\-'
re nello sl.ito attuale degli spiriti in Fran- selliate, essendosi levalo contro le strane
cia, pretesto e occasione di schiamazzi po- esigenze e richieste dell'esule ungherese,
polari che potrebbero in molli luoghi de- ciarlatano demagogo, il giornalismo col-
generare in pubbliche turbolenze e in a- l'arme sempre eflicace del ridicolo, hi A-
gilazioni demagogiche? Ecco ciò che sag- merica erasi recato colla pretensione di
giamente ha pensato il governo francese determinare gli Stati-Uuili a interveni-
«legando a Rossnth il permesso d' attra- re nelle cose d' Europa, a sostenimento
versar la Francia. Tutto il paese appro- della livoluzione d' Ungheria e rinfoco-
verà questa misura. Questo non èceita- larvi l'insurrezione. Londra el'highilter-

tuente il momento di chiamare in mezzo ra divenuta asilo de'rifugiati politici, aii*

delle popolazioni ,
già sedotte dall'attiva che ungheresi , il governo austriaco ne
e funesta propaganda degli anarchisti di domandò l'espulsione inutilmente, per-
Francia, nuovi elementi di disordine. Kos- chè le leggi concedono l'ospitalità al ri-
snlh elFettuando questo viaggio non po- fiuto dell' altre nazioni e a' rimestatori
teva avere che un solo scopo, ed era di d'Europa, come esprinjesi la Civiltà Cat-
risvegliare su tutta la via duini percorsa lolicii; a\\i\ essa aggiunge nella serie 2."\

le passioni rivoluzionarie. Noi a tlire il t.2, p. 216, che ambascerie inglesi di I

vero non sappiamo che la volontà di por- Vienna, Torino, Napoli e Cerna serviro-
tare turbolenze nel paese ove si chiede no d'asilo a'ribelli d'ogni fazione, i qua-
ospitalità, sia divenuto un diritto per ot- li ivi ordiiono le loro trame ec. Si sco-

tenerla. Noi non conosciamo altri titoli a prirono in Londra nella casa del magia-

questo favore, che la promessa di ri>i)et- ro Rossuth a Piotherhile, apparati mici-


larne !e leggi , evitando di far pentire diali destinati a seminar altrove lo scom-
(pidlo che la concede di avella accorda- piglio e la morte. Queste armi einuoi-
la. Il rispetto che si deve all' infortunio zioni da guerra erano chiuse in 70 casse
non può giungere sino al punto di lasciar piene ciascuna di forse tui 000 razzi, aooo 1

appiccare l'incendio in casa propria dal- bombe, gran quantità di polvere e d'ar-
la stessa mano degli esiliali, a cui si dà mi ili foggie diverse. Rossulh tu difeso e
ricello. iJ'allronde accordando a liathia- proietto Arroge che io riproduca la let-
!

ny il i>eruie>su rillulaloa Kossuth, il mi- tera del principe Paolo Esterhazy scrit-
nislro dell' mleriiu ha provalo eh' egli tada Vienna a' 5 novembre 85 al mi-
I 1 1

i;oinprcndcvu e adempiva tutti i suoi do- nislrudel gibinello inglese il conte Aber-
veri, e che he sa allontanare con ferioezza deen pubblicala <\n\\' Osservatone Ko-
,

gli dcuiculi ili dgildzioncjsa pure ucco- inu/io dell 85 u p. 76. » Milord So-
1 i 1 I
UNO UNG 23 >

no ili vero dolente che la mi;» assenza 7,0, a vi ebbe gravemente pregiudicalo
clolla capitale ed altre iiievit;d)di circo- (|iiell'inleres<e sopra ogni altro \l primo,
stanze abbiano ritartlalo l' invio di que- L'unico modo d'evitare complicazioni di
sta lettera. Ciò che m'indusse principal- pericolo per l'impero e rovinose per l'Uu-
tnenle a dirigerle queste nghe, si iii la gheria, consisteva nel considerare le coii-
notizia (Ielle cose che succedono in In- cessioni fatte dall'imperatore Ferdinando
ghiltena rapporloairUiigheria.eia stra- I, in seguito certamente a violenti solle-
na confusione d'idee che sembra essersi citazioni, ma pur sempre nelle vie le^a-
propagala in alcune sfere, e per la f|ua- li, come un'ultima concessione, e non co-
le si una sola categoria a-
allastellano in me un punto di partenza per una nuova
zioni d'un carattere puramente rivolu- agitazione. La falsa considerazione di quo-
zionario in un co'principii cosliluzionali sl'importantc punto e la tendenza d'un
e patriollici. Primo d'inoltrargli nell'ar- partito violento che voleva far servire
gnuieiito m'è d'i(opo volgere uno sguar- quelle concessioni non al legale consoli-
do it'trospetlivo sulla crisi ile'pi imi me- damento de'diritti del paese, sdjbeiiealla
si dell 849. E innegabile ()erla piena de- distruzione della pode.slà regde e dell'u-
gli avvenimenti che segnarono <juell'epo- nioiie, furono quelle che all'rettarono lo
ca, l'esistenza politica d(dla monarchia sviluppo de'lrambusti in Ungheria. Fra
austriaca non sia stata esposta a'[)ÌLi gra- le suppliche della deputazione eraviquel-
vi che la conservazione della
pericoli, e la per l'istituzione d'un ininislero unghe-
corona ungarica sul capo dell'imperato- rese, dal (piale il conte LJalhiaiiy e Kos-
re Fei'diiiando I non f>jsse una necessità sulh, che possedevano una preponderan-
assoiuta per la conservazione dell' impe- le influenza sulla pubblica opinione in
ro. Le diverse concessioni peiò che sue- Ungheria, non potevano essere esclusi. E
cessi vameiile erano stale estorte algover- ciò appunto che gettava le prime basi al-
no in un periodo di sorpresa, già aveano le calamità di ({uell'epoca si era, che il va-
scemato in esso la forza di resistere. Le loie della loro influenza stava in propor-
segrete mene aveano potuto forviare e zione inversa col valore ile'Ioro |)rincipii.

corrompere la pubblica opinione, quella Fino a quel punto lemie relazioni socia-
specialmente della dieta ungherese, clie li erano slate col primo affatto passeg-
non ostante le benefiche e costituzionali giere, coll'altro airintutto nulle. Seiion-
ndre del governo enunciate nelle propo- che in quel tempo la formazione di un
sizioiii reali alla dieta del r(S47, non ostati- lai ministero approvato da iS. M.era for-
te il riguardo che dalla dieta del 825 in 1 se fra molte altre combinazioni il mea
poi si ebbe sempre [le'principii fondanieu- cattivo de' passi [)er tutelare gl'inleressi
tali della costituzione ungherese, avea monarchici e il principio dell'unione,
preso un carattere sommamente perico- perchè con esso veniva formalmente for-
loso , reso pili grave ilalla commozione lificato l'assoluto mantenimeulo della

che dopo la francese catastrofe del feb- prammatica sanzione, e concluso un e-


braio erasi sparsa in tutta l'Europa. U- spresso trattato diretto a quello scopo. Si
nn separazione di fatto •>' appressava ra- fu per mantenere quest'interesse sopra o-
pidamente. In tale stato di cosenidla pò- gni altro importante, che risolvetti d'ab-
levaesscredi maggiore im[>orlanza (pian- bandouare ogni scrupolo di personalità.
lo la poiiserv.izione del principio dirll'u- In seguitoa pressanti e reiterate pregliie-
nione e de'diritti della c(noiia. Dico il ve- re ili persone la cui lealtà e divozione
ro, che una repulsa delle domande pie- ver<o la dinastia regnante era al di so-
-sentaledalia depulazioncfjui recatasi pò- pia d'ogni dubbio, penetrato inoltre io

co dopo i dolorosi avvenimenti del mar- slesso da forti inolivi per esseie cuuvinlo
23r. UNG UN G
die la min acceltazione di quel poslo di no per giungere alle paliiotliclie miie di
minisi IO iii'll.i vicinanza ioinìediala di S. cui menava vanto. Una d'esse era il sen-

]\1. avieldn- oonliil)uilo ad appianare le tiero della legalilà,5ul rpiale avrebbe pò-
tlidicoltà nel niiineggio di all'uri tanto de- tute impiegare le innegabili sue doti per

Jioali e IJnalniLMile per prestarmi al per- far dimenticare qua' mezzi onde erano
sonale desiderio di S. RI. l' Imperatore, sfate alla corona estorte le concessioni,

risolvetti d'accettar quella carica. Pec'for- Ma i segreti motivi che lo dirigevano,


riarsi un' opinione di quel ministero, è la sua vanità e il partito cui era divoto,

non solamente necessario riuiontarc a lo spinsero in una direzione opposta, se-

«juel tempo, e riandare le particolari cir- giiendo la quale provoca la catastrofe di

i-.osfaii7e della formazione di esso, ma en- cui fu teairo la sua patria, e commise e-

Irare ben;inco in un'analisi della natura gli slesso quegli atti di tradimento che
della sua composizione. Se da un canto trassero seco inevitabili conseguenze. Il

esso conteneva elementi il cui passato era risultalo di questi fatti, di cui egli era ad
caginue di diOidenza ed avversione, egli un tempo autore e strumento, le fre<pien-
conlava dall'altro anche elementi di me- ti contraddizioni fra le sue parole ed i

no uomini d'intatta
in(juietanle niilina, suoi atti, e la sua avversione a maschin-
fam<i,che nella loro opposizione non a- niente operare, ove era necessario, col-
veano mai trasceso coniitii del decoro i l'esporre coraggioso la vita, hanno ora
parlamenlare, de'parlamenlari privilegi, spento, cied' io, l'instabile malatigurata
J'riuK) fra questi ìdlimi non)inerò il con- influenza dicodest'uomo. Il colpo ili gra-
te Stefano vSzecheiiyi, abbastanza cono- zia per lui fu quando riconoscendo il ra-
scinlo anche in Inghilterra, al quale mi pido fine dellenimero suo potere, cercò
legano i vincoli d'antica amicizia, la cui un ultimo rifugio in un'utopia repubbli
lealtà era indubitata, come indubitati e- cana che a mio credere era destinatfì
,

I ano i suoi patriottici sentimenti, e le cui piuttosto ad essere portata all'estero, che
tendenze |)ei' la prosperità materiale del- a servire nel proprio paese, perocché io
r Liii^hcrM erano tanto manifeste (|uan- non posso crederlo capace d'un si gros-
to infelici si addimostrarono piìi lardi i solano errore, qnal sarebbe la speranza
jiolilici impulsi a' quali dava pel primo di rendere cotal piano accetto ad una pò-
una tlirezioiie. In quel tempo eranvi, co- polazione, il genio e le tradizioni della
me già dissi, alla testadi varidiparlimen- quale, la storia, i sentimenti e le abitu-
fi uomini meritevoli d'ogni fiducia, qua- i diiii hanno fatto preponderare in essa il

li non si f.icevano illusione sulla tenden- principio monarchico ed aristocratico. Si


va politica e sugli insidiosi disegni del lo- fu nello scopo di condurre, come era da
IO collega, cui si studiavano di opporsi, desiderarsi, le sorti del regno d'Uughe-
loiiiechè Senza successo. Non mi occorre riasopra il sentiero da me prima inilica-
chiaramente desigiuulo. 11 suo nome
pu'i lo,che misi all'opera tulle le mie forze,
e pronunciato e udito più di quel che tenendo in tal modo aperto un varco a
basti in Inghilterra, dovei sedicenti ami- ritirarsi con onore a coloro che s'erano
ci deli Ungheria gli hanno fatto un ac- compromessi in una opposta direzione,
cogliiiieiilo che vivauiente contrasta coi L'occasione presenlalasi a Luigi Kossulh
UH iili ti un uomo, la cui fellonia si mo- di mettere come ministro dell' imperato-
hlia evidente colla sciagura
e la miseria re (nella <jualità di re d'Ungheria) in pra-
(he merce i suoi sovversivi disegni evo- mire che egli profes-
lica le patriottiche
cava sulla sua patria, e collo slato in cui sava lo poneva in una sfera di attività
,

lasciovala (piando si dava .dia fuga.


È ed in ima posizione qual mai uou nvreb-
tosa nianilcslu the due vie gli si ollViva be pur sogujla, e che sarebbc-li appar-
U N G U N G 237
sa abbastanza gloriosa se non lo avesse te tiel rniniMeio, ch'era .incora anitnala
liasciiialo la violenza delle sue passioni, ila ielle inlenzioni, l'u paiali/zala etl ili-
Nulla parve quindi più necessario (|iiiiu- ceppala dalle decisioni adollale dalla die-
lo appoggiare la parie leale del niinisle- la ungarica in opposizione colla vera mag-
ro nel suo conato di guadagnai si una sa- gioianza e col paese slesso. Una lai coii-
lulare influenza sullo spirilo della dieta dizione di cose diveniva senDpre più difll-
e di lolla la nazione, giactliè iosonod'av- ode ,
giacché scomparve la speranza di
viso che la maggioranza d' enlrambe fu giugnere a regolare i rapporti delle finan-
coriotla e paralizzala dal sistema di sedu- ze e dell'esercito in un modo clie fosse
zione e di terrorismo adottato da una fa- meno in urto co' principii fondamenlali
natizzala minoranza, cui ogni mezzo era dell'unione e tlella prerogativa real«;e5Ìc-
lecilo, esi assoggellò in tal modo all'agi- come mtdilula soluzione di tali (jue-
la

tazione ed a'caporioni di esso. Gli avve- slioni, contro della quale di» igeva^i ogni
nimentidel mese di maggio i84i:> furono mio sforzo, era dianielialmenle op|)osta
causa che la famiglia imperiale parlis^e a que'principii, ed equivaleva ne'>uoi ri-
per Innsbiuik. io la seguii tanto piìi vo- sullaliad una tolaleseparuzione (le trup-
loDtieri, io quanto mi si otiriva l'occasio- pe reclutale e le imposte prelevate do-
ne di esternare i miei sentimenti di leal- vendo esclusivamente servire a scopi un-
ta, di alta slima e divozione. Durante le gheiesi), com non potei più a lungo pio-
4 settimane di mio soggiorno colà, tutti trarre la pre»a risoluzione di domandare
gli affari che riferivansi all'Ungheria e- mia dimissione. Se qualche co.><a ven-
la

rano trattati in conferenze ed in via di ne ad aggiungete maggior peso a questa


protocolli. Nessuna pioposta fu mai da risoluzione fu il vergognoso e proditorio
me presentata a S. M.che prima non fos- tentativo di corrompere la fedeltà dell'e-

se stata discussa in quello modo. Se ora sercito. Nello stalo di ebbrezza fìsica e
m'accade di far menzione de'dissidii fra morale, cui erano anlerioi niente stali ri-

l'Ungheria e la Croazia, si è unicanitnte dotti i ciechi strumenti del tiodinunlo,


a fine di esporre le ragioni the mi mo- siebbe ricorso ad ogni sorla di mezzi, dal-
"vevano a protrarre la mia dimissione; le speranze che lusingavano ambiziose

imperocché fossi animato dal più vivo de- mire fin giii alla più spregevole corruzio-
siderio di contribuire alla riuscita d'una ne per denaro. Al mio arrivo a Vienna
conciliazione, che quantunque possibile, tentai un'altra volta di profferii e 1' ope-
era non pertanto fin dal principio cir- la mia quan-
nella vertenza colla Croazia,
condala da difficoltà in causa dell'avere do ajipunlo trovavasi colà presenti il Ba-
ia frazione estrema del minislero manca- no e il conte Balhiany, e slava mediato-
lo di lealtà e di ftòe pubblicando un do- re l'arciduca Giovannijma accorlomiclie
cumenlo (il Manifesto dell' Imperatore quelle liallalive non potevano condurre
contro il Bano di Croazia), the giusta un a soddislàcente risultalo, non aspeltaiclie
accordo soleunenienle contratto ad Inns- l'arrivo dell'imperatoreFerdinaudo I per
bruck dal suo presidente, non dovea es- presentare la finalemia dimissione, i'ra
ser pubblicalo se non rei caso di una cer- i lagi imevoli e obbrobriosi avvenimenti
la eventualità accordo che non s' avea
,
che un successivo periodo niacchiaro-
in

diritlo di violare dal momento che quel noia rivoluzione ungherese, la primaspa-
dato caso non s'era avverato. Seguitiamo ventosa scena fu ceilamenle 1' 01 ribile e
il corso de' tempi posteriori e giugnere- codardo assassinio del conte Lamberg.
mo a quel difllcile periodo in cui la fra- Quella cruenta fine di una missione di
zione repubblicana si levò la maschera pace e di conciliazione impresse il suo siig-
seuzaperògeltarlainl£ramenle.Unapar- gello sul caiallere di giorno in gioiuo
238 tJ i\ G UNO
più rivoluzionario degli avvenimenti del- volgere di que'ilitali avveniinenli, e qua- I
l'Un"lieiia. E lanlo più infiinie appaive lunque opinione o giudizio possa in pro-
pe'suhtluli pielesli e l'ipocrisia onde la posito pronunciarsi, V. S. dee persuader-
foiscnnala plebe fu aizzala contro l'infe- si d'una cosa, gliene do la mia paiola, ed

lice viiliuia della lealtà edel palrioltisnio, è, cliese le simpatie del partito rivoluzio-
e pel reo cinismo che i riottosi manife- uaiio e del disordine verso il capo del-
starono in cpiell'inconlro, mentre l'assas- l'insurrezione ungherese non possono es-
iiiio, lungi dall'occullarsi, puhhlicamen- sere contraddette, questi non può in ve-
le vanlavasi di quel sanguinoso misfat- run modo pretendere alla simpatia degli
lo. Sullo scorcio del setlendjre lasciai amici dell'ordine e della vera libertà co-
Vienuae isuoi dintorni, di venuti una mal slituzionale; imperocché egli ne sgomina
sicuradimora in causa degli eccessi cui le basi in Ungheria, infiammauilo in un
si lasciava facilmente trasportare una pie- modo pericoloso lo spirito del popolo, in
he sfrenala, e di uno slato poco dissiuii- luogo di proniuovere quel lento ma con-
le dall'anarchia. M'ero adunque ritirato tinuato progresso, che il paese, che tanto
al mio castello di Eisensladl. situato a due ne abbisogna, avrebbe indubbia mente fat-

sole miglia dalla frontiera, e credevo co- lo per migliorare i suoi interessi fisici e
sì di poter contare sulla personale mia morali". Nel declinar del i 85 con paten-
i

sicurezza, quando il domani stesso della ti imperiali di Francesco Giuseppe l fu


battaglia di Schwechat mi trovai circon- posta fuori d* attività la costituzione dei
dato da una legione di spie e da un sei- 4 '>>i»«'zo 1848 , e i diritti fondamentali
vaggio stuolo di conladini armati che si che lozio imperatore Ferdinando fu co- 1

davano il nome di leva in massa, ed im- stretto emanare in quell'infelice epoca pei
pedilo d'allontanarmi da quel luogo sen- vari siali della ÌMonarchia Austriaca. Do-
za porre a pericolo la sicurezza della mia pò tanti avvenimenli giustamente si e-
,

famiglia. E
m'era comunicato in via con- spresse colla storia de'falli la Civiltà Cat-
fidenziale cheal più lieve tentativo di ab- tolica nel suo grave articolo; Il MDCCCLit.
bandonare quella mia dimora, sarei sta- » L' Europa cattolica è debitrice dopo ,

lo colla forza trasportato nell'mterno del Dio, alla casa d'Austria ed a' prodi suoi
paese. In questo modo metlevasi pratica- eserciti del non esser stata invasa tutta
mente in allo il principio della libertà e dall'lslamismoe dal Protestantesimo, due
dell mdi()endenza personale! Alla fine del forme diverse del medesimo fatalismo,
mese di dicembre vennero le truppe im- che dalle sponde del Danubio e del Ke-
periali a liberarmi da (jnella penosa situa- no nel loro allargarsi dall'oriente l'uno e
aione. l^er riassumere il Cuì qui detto: ri- l'altro dall'occidente, trovarono negli e-
conoscoqual dovere verso il mio Sovrano redi del santo Impero un baluardo che
e la mia patria di staliilire una differen- potè essere scosso talora, ma soverchiato
za tra quel periodo
nel quale uomini in- non mai. Fedeli alla missione di difen-
legri e onorali si
sforzarono invano d'op- sori della cattolica Chiesa, ne osleggiaro-
poisial torrente rivoluzionario, e di mei-
no i nemici; e ne ebbero l'alio guiderdo-
cie in ai inonia
co' principii fondamcn- ne di essere accomunati alle ire iinpolen-
uelia piummatica
sanzione, le muta- li contro di quella, ed una protezione me-
zioni eli erano stale innestale sull* antica ravigliosa della Provvidenza, che gli fece
iiosli a cosliluzione ungherese, e cpiel lem- sorgere piìi forti da que'casi che parvero
pò durante il quale venne fallo al parti- averli condotti all'orlo della mina. Non
lo estremo di esercitare
sul paese un' e- parliamo de'principii di questo secolo: ma
«elusiva e rovinosa influenza.
Qualunque si consideri che era l'Austria nel 48 e che
eiioie possa essere stalo
couimcsso nel è adesso! e se non si vuol riconoscei'vi
U N G UN G '289

un siugolar favore di Dio, si conceda a- di Pesi. 3.° Pregano, che essendo gl'isli-
gii uomini un'abilità ed una forza di cui tuli d' inseguauicnlo fondazioni caltoli-
gli uomini couiunenienle non sono capa- che, i medesimi venghino impiegali s(j1-

ci. Ma che forse non sono doni di Dio l'a- tautoa (ini catlohci, ed amministrali dal-
bililà e la forza? non dinegò Egli l'una e la coujmissione incaricala della sorve-
l'altraachi piìisenelenea ricco e neinor- glianza nel fondo di religione; che a' ve-
gogliva? Sono ap[)ena \ólli 3 anni da che scovi si dia la facoltà d'allontanare da la-
iJ nipote di Maria Teresa non avrebbe ri- li istituti ogni libro non cattolico; che al-

conosciulo il suo vasto inipero fuori del- loslalo,rispelloalle scnolecalloliche,non


le carte geografiche; ed a lui medesimo vengano conceduti diritti maj^giuri che
non si apriva sicuro asilo che nel mezzo presso altre confessioni, e die linalmtnle
dell'Alpi Noriche, circondato dall' antica all'oggellodi regolare le scuole cattoliche
lealtà de'suoi tirolesi. Ed ora? ed ora rim- venga formala una commissione compo-
pero Austriaco è forte quanto per av- sia di pieti e laici. Nel riepilogo del rap-
ventura non fu mai, rinnovellato a cos'i porlo sui risultati del sinodo vtscovilu
dire nel cuore, nel capo e nel braccio. L;i d'Ungheria presentato all'imperatore, e
Chiesa, principio di vita d'ogni socielà sui desiderii esternali da'vesrovi in ((ue-
cattolica , si scioglie colà da' tacci delle sl'occasione convocati, rileiì il iMonilore
servitù Giuseppine per esercitare la salu- 7 o.sc<7//o. Eglino snp[)licarono che in rap-
lare sua azione sui popoli che soliraltine porto all'elezione de' vescovi sin conclu-
divennero rivoltosi e felloni; la corona sie- so un concordato colla s. Sede; frattanto
de capo d'un giovine principe, che mi-
sul però prima di procedere all'elezione d'un
litato da soldalo sui campi iniziò il suo , vescovo, si ascolti il patere de' vescovi dei-
governo da degno figlio della Lorena, e la provincia; che in rapporto alla proprie-
(la degno cugino degli Habsburg; l'eser- là delle chiese e delle scuole vengano di-

cito che di quel capo è il braccio, è s\ di- chiarate drdlo stalo comedi esclusivo pos-
SI fedele clie 4°, 000 già ri-
scipliualo, sesso della Chiesa, che ramininislrazione
vollosi vihanno potuto essere novella- delle medesime sia trasmessa ad unacom-
mente arrolati senza tema d'infezione o missione ecclesiastica, e che le loro enlra-
taccia d'avventatezza o d'imprudenza. 11 te siano impiegale unicamente a scopi re-
perchè a noi pare che pel presente que- ligiosi. Desiderano inoltre che sia dato uà
sta vigorosa condizione dell'Austria sia nuovo organamento a'seininari, non ci)e
la miglior guarentigia che possa avere la una restrizione della libc'i là attuale di
moderna Europa di tranquillità e di pa- passare da una religione all'altra; linai-
ce". Apprendo lìinW Osservatore Roma- mente supplicano che a'cattolici che pas-
no del i83i a p. 437 e 449> «elaliva-
, sauo ad un'altra religione non sia accor-
menle al sinodo tenuto nell'agosto in Un- data la licenza di contrarre un altro ma-
gheria da'suoi vescovi, fra le determina- liimonio durante la vita del marito o
zioni da loro prese le seguenli. i.°l vesco- della moglie. Soggiunse la Civiltà Cat-
vi supplicano S. M. adinchè si degni di /oZ/c/ijchei giornali ungheresi annunzia-
far assegnare il guarentito indennizzo per rono che i vescovi cattolici del paese a-
la perdita delia decima e della sedicesi- veano in una loro asseusbLa risoluto di
ma , accordare la così della congrua in sollecitare la grazia imperiale non solo in

misura corrispondente a'iempi, e obbli- favore degli ecclesiastici, ma di tulli in

gare l'autorità politiche ad incassare le genere gl'incolpati politici. La medesima


competenze de' parrochi. 2.° Desiderano parla i\\\i\ altro concilio radunato da've-
che rE[iiscopato eserciti maggior influeu- scovi nell Ungheria, le cui conferenze co-

ta sulla facoltà teologica dell'uuiversità minciarono 1' 1 1 noveiabre dello stesso


2 to U N G U i\ G
iJSIir, per ilisi tilcie le rifortiie ila inlro- vano un mare di luce. Co»! un desi-
in

(liii-M iiell'msegii.iiJieiilo pi iiiiaiio, riiin- derio ila lungo tempo nudrilo, lu linai-
niinisliazioiie tie'beni ecclesiastici, e il iiii- mente soddisfatto. Dal tempo che segiù
glioiami'iilotlel leiupoiale di -ilcime |)ar- l'epoca deplorabile della rivoluzione, sor-
ti tiel clero. Dichiarò poi la Civiltà L\il- gente per l'Ungheria d'eiKjrtni danni eJ
(oiica, ignorare quali parlili presero i ve- indescrivibili sciagure, niun giorno fu più
scovi, solo in generale cuiiuscersi, clie la bello, più radiante di gioia, giacché aJ
loio consiilerazione si fissò su 3 punii esso si attaccarono le più liete speranze
principalmente: i
."
IVel niigliorainenlo ed espellazioni. Poiché gli ungheresi, do-
del clero, in ispecie di coloro die sono de- po la partenza del palatino arciduca
sliiiali airinsegnan)eiilo, e discutendo le Stefano e dopo lo spazio di oltre 3 anni,
riforme da introdursi nell'insegnamento rividero un principe imperiale. II prin-
primario. 2." iNcI moltiplicare e volgere cipe tosto si cattivò la simpatia dell'in»
a più cristiane norme le scuole popola- tera popolazione, pel suo tratto cordiale
ri. 3.° JN'eir aniniinislrazione più esalta e cavalleresco, per la sua aflfabililà e cor-
de'heni, elle formano in Ungheria il pa- tesia, per la conoscenza che dimostrò del-
Irimonio ecclesiastico. le condizioni e de'peculiari rapporti del-
Già riellistcsso anno 1'
Ungheria era l' Ungheria, e il vivo desiderio da esso
stata rallegrala dalla presenza del nun- concepito di giovare, per quanto fosse
zio apostolico di Vienna, mg." Michiele nelle sue forze, al paese e alla sua prospe-
Viale Prelà arci vescovo di Cartagine (ora rila. Avendo quindi intrapreso un viag-
cardinale del titolo de' ss. Andrea e gio d' is[)ezione in parte dell' Ungheria,
Gregoiio ai Monte Celio, ed arcivesco- venne festeggialo con enlusiasino, archi
vo di Bologna); e dal ritorno d'un tneiu- trionfali e altre dimostrazioni popolari.
bro della regnante casa imperiale ail as- Quanto a' due precedenti viaggi in Un-
sumere la direzione ilei governo, essen- gheria, a Colocza ed a Pest, del nunzio
do a' i4ollobre arrivalo a Pesi, allua- apostolico, ne pubblicarono la Relazio'
le capitaledell'Ungheria, larciduca Al- /K'del i.° il Giornale di Roma a p. OgS,
berto Federico nuovo governatore civi- e del 1° la Civillà Cattolica nella serie
le e militare dell'Ungheria, di cui supe- i/, t. 3G3. Passala la corona d'Un-
7, p.
riormente feci paiola. Egli allorché di- gheria nella casa d'Austria, il nunzio re-

scese dal vapore, venne accollo festosa- sidente presso gì' imperatori a Vienna
mente dal corpo de'geuerali delle mili- d'allora in poi curò le cose dell'Unghe-
7ie ivi esistenti, mentre ambo le sponde ria, la quale cessò di averlo particolare
formicolavano di molle migliaia di spel- e residente nel regno. Laonde la presen-
latori. Salilo a cavallo e seguito da uno za d'un nunzio apostolico in Ungheria è
splendido corteo, il principe percorse la un avvenimento pe'fasli ecclesiastici del-
via (ino all'abilazione destinatagli tra
le lamedesima, un saggio solenne dello spi-
doppie file di militari schierali in para- rilo de' cattolici ungheresi e della vene-
ta. Il cannone non cessò di tuonare che razione loro verso il supremo Gerarca
dopo un'ora, e fu segnale ch'egli avea
il
delta Cliiesa.Egli è per questo, e per non
posto piede nel palazzo C/iaky. Indi
fu aver potuto riferire l'accesso d'alcun Pa-
dato splendido desinare. La sera per fe-
pa nell'Ungheria, che reputo inleressaii-
slegguiif la fausta licoiieiiza vi fu lujui- lissimo il riportare la descrizione de'me-
nana nelle due cillà consorelle. Buda e morali due viaggi con alcuni schiarimen-
l'est, tlie niisù veramente splendidissi- ti, pel complesso delle dimostrazioni fat-
ma. palazzo di cillà, gh altri pubblici
Il
te al degnissimo rappresenlanle della s.
Mubilimenli, il tcalro,le cuscrme
brilla- Sede, in un tempo iu cui l'Ungheria non
UNG UNG
più lo vede che rarissime
M,
volle, e peiciò dicendo echeggiar l'aere di benedizioni
si tlestò il) modo
singolare reiitiisiasmo e di evviva. Alla porta del monastero di
religioso del clero e del popolo. Comin-
».Martino venne ricevuto dall' arciab-
ciando dal I .°, mg.' nunzio, in compagnia bate e da tutta la religiosa famiglia giù-
di mg.' Luigi Guglielmi vescovo di Scu- bdanle per sillatlo onore. Salito nell'ap-
tari e del segretario della nunziatura, a' partamento desti natogli, venne dal p. arci-
23 giugno partì inuu battello a vapore abbate pregato a benedire il popolo, che
alla volta di Gònio, ove fuiono ad in- adunalo nella piazza domandava t,«l gia-
contrarlo il p. abbate di Bukonibcl am- zia. Mg.' nunzio olfrì tjuindi il s. S.igi i-
ministratore dell'arciceuobio di s. Mar- ficio nella chiesa dell' arciabbate, il qua-
tino, e uno degli abbati soggetti a quel- le l'assistè in [ìiviale. Intanto era giunta
l'arciabbale. Trovò carrozze di gala a 4 da Raab la deputazione di ((ue! ca[)ilolo
cavalli e un drappello di contadini a ca- cattedrale, couipo>.la di mg.'
Sigismondo
vallo vestili all'ungherese, preceduti da Deaki vescovo di Cesaropoli in i>,irli-
un di loro che portava lo stendardo del- bus abbate de'ss. Pietro e Paolo in Za-
la parrocchia di Santivany sormontalo ra, e di altri canonici; più tardi venne
dalla croce. Giunto mg.' nunzio a tal lo stessovescovo mg."^ Antonio Kurner
villaggio, trovò in bella schiera tulio il di Sopionio all'abbazia per dichiarare
comune colle confraternite ivi esistenti. la sua liliale divozione alla s. Sede e al-
Il parroco in piviale gli die a baciare il l'egregio suo rappresentante. I piùilUi-
Crocefisso, indirizzandogli un Ialino di- siri individui di l\aab eransi dui p. urei-
scorso pieno di alletto e di altaccameu- abbate invitali ad un bancliutto dato a
to alla Chiesa cattolica; cui mg.' nunzio contemplazione del nunzio apostolico, e
rispose ne'modi più gentili e cortesi. Con- sul finir della mensa lo stesso arciabba-
tinuando il camu)ino, venne il prelato te pronunziò un discorso pieno di i ispcl-
salutato da un nuovo drappello di con- 10 e di amore verso la persona augusta
tadini, i quali per non aver seuipre a ri- del Papa, pregando mg.' Viale ad appa
petere la cosa medesima, aveano stabi- Jesar questi sentimenti suoi e di tutta la
i lilo di rendere quest'onore al rappreseu- sommo Pontefice Pio
religiosa famiglia al
laute del sommo Pontefice, di mano in IX, di cui egli sì bene facea colà le veci.
mano che giungeva alle loro parrocchie. 11 giorno 25 mg."^ nunzio col solilo cor-

Arrivato al villaggiodis. Martino alMou- leggio, cui aggiunger si vollero l' arci-
te, vide ancor qui schierato lutto il po- abbate e due altri della stessa congrega-
'
polo, alla cui testa era il parroco, ilp. ab- zione benedettina a lui soggetti, mo^se
bate di Domolk, soggetto pur esso all'ar- alla voltadi Piaab o Giavariuo, trovando
ciabbate, ed altri monaci della slessa ab- al suo dipartire piene le strade di popolo
bazìa di s. Martino. Colle solite formali- che implorava la sua benedizione, il ve-
tà complimentalo dal parroco, udì dal scovo di Pvaab n»g.' Karner (morto poi

medesimo in nome di que' popolani le nel gennaio i'^^'j) aveva raccolto nell'e-
stesse proteste di divozione e d'amore piscopio lutto il clero, e fittosi con esso

\erso supremo Capo della Chiesa pro-


il ;
trovare alla porta, introdusse il nunzio
teste che ricevette ovunque mg.' nunzio neH'apparlamenlosuijeriore.ove accolse
passò, e cui senipre replicò con parole le le varie deputazioni u tal uopo venule.
piùcommovtnli e alfettuose. ISelIa piaz- Mg.'^ vescovo volle che nv^J Deaki e uu
za della chiesa di s. Martino trovò in bel- altro canonico della cattedrale accompa-
la schiera altro popolo co'rispettivi sleu- gnassero il rappresentante della s. Sede,
ì
dardi e le confraternite, i cjuali tulli al- il quale s'mdirizzò alla volta di Pesi, ove

I
r apparir del nunzio s' ingiuocchiarouo il vollero seguire pur aoco i detti 3 pp.

VOL. IXXXIII. i6
7./\'y. U N G U N G
hallelloa vapore, in cui coi suo schierata insieme al parroco, il quale ]<)
.-»l)|jnli. Il
ricevè rispettosamente. INella piazza del-
nobile coiieggio era salito mg.' Viale,
aSliigonia o Gian. la cattedrale di Colocza venne salutalo
:>|)pi()(lò per mi istante

Ttilta la popolazione venne a liveriilo, con clamorosi evviva dalla folla ivi adu-
in gra- nata. primi personaggi della città an-
e 3 canonici ilella città chiesero
I

ziad'accompagnarlo durante il viaggio. darono a ossequiarlo nell' arciepiscopio,


Disceso al seminario di Pest sul far della ove alla testa del clero lo nvea accolto
sera, venne ricevuto dal rettore cogli a- mg.' Nadasdy arcivescovo. Ricevute pur
lunni, dal direttore e professori della fa- qui le deputazioni del capitolo, del clero,
coltà teologica di quell' università, dal del magistrato, delle facoltà insegnanti e

collegio de'parrochi e da molti altri ec- di altri corpi, assistette ad un convito


clesiastici, 3 de' quali erano insigniti di datogli dall'arcivescovo, cui erano invi-
prelatizia dignità. Il rappresentante pon- tale le più illustri persone della città. Si

tificio trovò nel seminario mg.' Adalber- fece brindisi al successore di s. Pietro, e
to Bartakovics arcivescovo d' Eriau e mg.' nunzio alla sua volta fece altrettan-
mg."^ Francesco Szaniziò vescovo latino to verso l'imperatore Francesco Giusep-
di Gran-Varadino appositamente venu- pe Accompagnato dall' istesso arcive-
1.

ti a ossequiarlo. Ammise poi all'udienza scovo, andò poi a visitare la metropoli-


i'una dopo l'altra le molte coiporazio- tana, la chiesa parrocchiale, il semina-
ni venule a testimoniare il loro gradi- rio e la casa degli scolopii. li giorno ap-
mento per l'onore compartito, e la loro presso una deputazione del capitolo di
s. Sede. S'imbandì
alfezione alla poi la Colocza e del magislrato vollero unirsi
cena, cui oltre mentovali vescovi, erano
i alla splendida comitiva di n)g.' nunzio,
stati invitati mg.' Ladislao Zaboisky ve- per seguirlo fino alla stazione del vapo-
scovo di ZeipsoScepusioealtri ragguar- le. Nell'approdaie tutte le campane di
devoli ecclesiastici di quella città. Nel se- IMohacs, e persino quelle delle chiese sci-
guente mattino conlinuò mg."^ nunzio il smatiche, suonarono a festa. Il vicario
viaggio, seguito dalia deputazione del ca- generale del principe primate d'Unghe-
pitolo di Gran, dal rettore della facoltà ria, le deputazioni del capitolo e del cle-
teologica, dall' arcivescovo di Erlau, e ro di Cinque Chiese ricevettero il nun-
quasi accompagnarlo a Co-
tutti vollero zio, che si condusse in carrozza al palaz-
locza ed a Cinque Chiese. Ad un mez- zo, che il vescovo di Cinque Chiese pos-
z'ora di distanza da Colocza fu incontra- siede in Mohacs, Ammesse ad udienza le
to dal vescovo di Csanad e Temeswar consuete deputazioni, e ivi complimen-
mg.' Giuseppe Lonovics, poiché l'arci- talo eziandio a nome del primate mg.
vescovo mg.' Francesco di Paola de'conti Giovanni Scitowski arcivescovo di Stri-
Nadasdy, quasi cieco, l'avea inviato a far gonia, ora cardinale, conlinuò il cammi-
le sue veci con essolui si fecero trovare
; i no verso Cinque Chiese. Al toccar del suo
membri del capitolo, del magistrato e al- territoiio si fece incontro al nuuzìo la
tri ragguardevoli personaggi di Coioc?a. deputazione di quella città, avente alla
Una carrozza a G cavalli era destinata pel testa borgomastro. 11 principe prima-
il

nunzio, altre 4 e a 2 cavalli pel corteg- te venne ad accoglierlo alla porta dell'e-
gio.Mg.' Viale, avendo alla sinistra mg.' piscopio (essendo allora vacante la sede
d'EilaUjIia una inlinila moltitudine di del suo vescovo), con tutto clero schie-
il

popolo, scortalo da .lo cavalieri e aven- rato in due file. E incredibile l'entusia-
do 1 ufllciali di essi ngli sportelli, giun- smo una lai visita. La
destalo in tutti ila
se alla panocchia di Tcctu, ove slava al- Vienna, il ce-
solo nun'/ìo pontificio di
l' u»ato modo tutta quella popolazione lebre e dotto Garampi, poi amplissiiuo
UNG U N G 243
cardinale, eiavi stato oltre 80 anni acì- (he Pio IX. Per lungo tratto di via il
dietio. Qui furono le deputazioni ning- nobile conte e il borgomastro riaccom-
giori che altrove ; professori del liceo, le
i pagnarono il nunzio, accolto sempre da
autorità civili e militari, ognuno gareg- numerosissimi evviva. Poco distante da
giava in render testimonianza di divuto Diakovar trovò il vice-presidente del go-
affetto alla s. Sede e al ben degno e ac- verno e altri personaggi primari. Pre-
clamato suo rappresentante. Era il gior- ceduto da IO cavalleggieri giunse nella
no appresso 29 giugno la festa de'ss, Pie- città, in mezzo d'una folla d'ogni condi-
tro e Paolo, e mg/ nunzio celebrò pon- zione e sesso. Sull'ingresso dell'episcopio
tificalmente nella cattedrale di Cinque erasi fatto un arco trionfale con verdu-
Chiese. Tutto il clero andò colla croce ar- ra e fiori,sormontato dalla bandiera pon-
civescovile a prenderlo: stava nel trono tificia, fiancheggiata da quelle imperiali.
a conili Ei'aiigelil, mentre il primate Raccoltosi il clero in una ben vasta sala,
sedeva in altro trono a conni Epistolae, ragionò della gioia di tutti per sì conso-
e l'assistevano due vescovi in mitra e pi- lante e inaspettato onore; più tardi mg.
viale, quello cioè di Bosnia e Sirmio, det- nunzio andò alla cattedrale per celebrar-
to volgarmente di Diakovar per risiede- vi la s. messa ; visitò il seuiinario, le par-
re in tal città, mg."^ Giorgio Strossmayer, rocchie e quanto sembrava avere piìi im-
e mg."^ Gregorio Gii k vescovo d'Adraso portanza religiosa. Non solo tutti i mem-
in partibus e ausiliare osulTraganeo del- bri del clero che si erano recati a Diako-
l'arcivescovo di Colocza. Compiuto il s. var, ma moltissimi nobili, impiegati e
Sagrifìzio, il primate predicò dal pulpito militari assisterono alla mensa, nella qua-
ragionando Chiesa
sull' istituzione della le mg.' vescovo rinnovò a nome di tutti

cattolica, sulla sua unità e sul primato le dichiarazioni di ossecjuio verso il som-
da Cristo istituito nel romano Pontefice. mo Pontefice Pio IX, al cui nome echeg-
Per condiscendere a' desideri! di mg.' giò di applausi la vastissima sala. Tro-
Strossmayer, mg." nunzio 3o giugno
a' vandosi vicino, volle mg.' nunzio passare
mosse alla volta di Essegg, accompagna- a Semlino, città della Schiavonia mili-
to da quel vescovo e dalla deputazione tare e distretto reggimentale, principale
del capitolo di Gran. Passato il ponte sul- emporio del commercio tra la Turchia
la Drava trovò le deputazioni di Essegg, e l'Austria, per consolare quella porzio-
nelle quali si notava lo stesso borgoma- ne de' cattolici che ivi si trova, nùsta a
stro ; vi era venuto persino il parroco buon numero di greci scismatici ed ebrei.
.scismatico. Tutti dichiararono la loro Lo stesso vescovo di Diakovar volle se-

gioia nel vedere per la 1." volta fra loro il guirlo. Il preposto di Semlino con altri
rappresentante della s. Sede : si consola- ecclesiastici, pp. francescani, il
i
1° co-
vano per avere il loro vescovo ricevuta mandante della fortezza, per incarico a-

nel i85o la consagrazione da mg.' Via- voto dal i.°, andarono a prendere il nun-
le, ripetevano le proleste di attaccamen- zio sulle rive del Danubio e l'accompa-
to alla s. Sede e al Papa. Mg.' nunzio gnarono alla casa parrocchiale, alla cui
traversando la città volle riverire il con- porta stava un drappello di soldati per
te Peachevich, conte supremo di quel co- fargli la guardia e rendere a lui gli onori
mitato e rappresentante dell'autorità so- militari. I deputati della chiesa cattolica
vrana. L' eccelso personaggio era fuori non solo, ma il magistrato della città com-
di se pel giubilo; il tenne a convito, e posto in parte di greci scismatici, si re-
desiderò che i sentimenti suoi e de' po- carono a complimentarlo e ad offrirgli

poli a lui aflidati venissero , siccome il i propri servigi. Il tenente maresciallo


nunzio promise, maoifestatì al santo Pa- Krauiner comandante la fortezza lasciò
244 uN G UNG
a disposizione di lui le proprie carrozze, una dama. Fecesi dipoi nel parlatorio tuia

e volle die il suo i.°aiulante gli stasse agape; sedevano alla stessa mensa le mo-
sempre hI fianco. Quasi appena giunto nache tutte da una parte e nell' altra il
vennero in grande uniforme ad ossequiar- nunzio, il primate e gli altri ecclesinslici

lo il console austriaco di Belgrado e il cheaveano preso parte alla funzione. A'7


vice cancelliere del consolato, per in vilar- luglio congedatosi dal primate, mg. 'Via-
lo con tutta la sua comitiva a desinare le Prelà tornò alla volta di Vienna, rice-
in Belgrado, ove il giorno 3 luglio si con- vendo per medesimi onori,
tutta la via i

dusse venendo nello stesso battello a va- già Accorrevano d'ogni parte le
riferiti.

pore accompagnato dal console austria- popolazioni ad ossequiarlo, spargendogli


co, da'cancellieri della legazione, dal par- la via e la carrozza di fiori, tenendosi o-

roco e da altri ecclesiastici aggiunti alla norato chiunque il potesse albergare per
sua comitiva. Avrebbe mg."^ nunzio de- un sol momento, facendosi nelle mense
siderato di vedere il pascià, ma noi potè contìnui brindisi alla religione cattolica
per essere il Ramazan o tempo di digiu- e al Pupa, a'quali mg/ nunzio rispon-
no deìurchi; visitò invece il ministro de- deva con quelli per l'imperatore. In una
gli alFari esteri della Servia Petrionevicli, parola l'illustre prelato ricevette sempre
dal quale venne trattato colla più gran- nuove dichiarazioni di riverenza e di af-

decortesia e accompagnalo fino alla por- fetto verso il sommo Pontefice; né mai
la della casa, ed anco dal console fran- lasciò nelle risposte, che ad ogni tratto
cese, che avea inalberata la bandiera na- far dovea, d' inculcare l'unità col Capo
zionale. Visitato quanto era ivi più im- della Chiesa, assicurando i cattolici es>
portante, ed ospitato dal console austria- ser questa una bella garanzia dell'uma-
co, venne da lui e da tulio il suo dica- na felicità, ed un possente mezzo per
stero riaccompagnalo alle rive del Danu- mantenersi anche alle civili auto-
fedeli

bio. Nel giorno 4 ^ug."^ Viale ritornò a rità.Poco dopo mg.' Viale Prelà intra-
Cinque Chiese, passando per Neusat, ove prese il 2.° viaggio per l'Ungheria. A fi-
trova vasi il magistrato di Petervaradino. ne d' onorare la memoria del suddetto
Visitò Hocli, castello del principe Ode- mg.' Nadasdy arcivescovo di Colocza, pas-
scalchi, eil convento de'francescani, ove sato al riposo de'giusli, il nunzio aposto-
morì Giovanni da Capistrano. Giunto
s. licocorrispondendo all'invilo fattogli dal
a Mohacs ebbe nuove deputazioni venu- capitolo di Colocza, si propose di assiste-
te da Cinque Chiese. Non minori delle re a' funerali solenni di quel prelato da
prime furono le nuove accoglienze del celebrarsi nella metropolitana di Colocza,
primate d'Ungheria. Nel d"ì seguente mg."^ coll'assistenza del principe primate d'Un-
nunzio assistè alla solenne ceremonia del- gheria e di altri prelati del regno. A tale
l' ingresso che le religiose di Nostra Si- eifellomg.' nunzio partìda Vienna a'27
gnora, venute da Presburgo, facevano in settembre 85 1 col battello a vapore per
1

un monastero per loro costruito dal pri- recarsi in Gran. Avendo il battello ap-
mate per contenervi 3o monache desti- prodalo, come d'ordinario, a Gònio, una
uale a educarvi la gioventù. 11 sagro ri- deputazione di benedettini di s. Marti-
to cominciò nella cattedrale, ove tanto il no al Monle si presentò al prelato per
nunzio quanto primate andarono pro-
il
complimentarlo a nome dell' arciabbate
tessionalniente, e fu continualo nella e dellacomunità monastica. Proseguen-
chiesa interna del monastero. Il nunzio do indi il viaggio giunse a Gran, ove fu
stava alla destra ilei piiniale, avendo ac- ricevuto alle rive del Danubio da una
canto due prelati mitrali ; le religiose era- depuitiziune del capitolo di Gran e da
no 12, e ognuna di esse teneva a se vicina niollì altri ecclesiastici; ed accompagna-
U i\ G UNG 345
lo dal snono festivo tli tulle le cainpane,e Condono il rappresentante pontificio nel
seguilo dagli ecclesiastici riiedesimì si re- suo appartamento, tutto il clero si recò
cò alla residenza arcivescovile. Tutto il presso di lui, ed a nome di tutti mg."^ Girk.
capitolo metropolitano in uno al clero gl'indirizzo un discorso esprimente .sensi
della città era riunito nel palazzo prima- della più viva riconoscenza verso il rap-
ziale, dove dalla i." dignità del capitolo presentante di Sua Santità, pel dare ch'e-
fu indirizzato al rappresentante ponlifl- gli faceva una cosi bella dimostrazione
cio un discorso diretto ad esprimere, co- d' onore alla memoria del loro defunto
me già altra volta il capitolo avea fallo, arcivescovo, assicmamlo che questo ser-
sensi di divozione verso il Vicario di Ge- virebbe a render setnpre più vivo il sen-
sù Cristo in terra, a'quali sensi il nunzio timento di divozione verso la s. Sede, che
corrispose dichiarando la sua particolare già era profondo nel loro cuore, e di cui
soddisfazione, di enoontì al capitolo e di esempi a veano ricevuto dal loro
così vivi
eccitamento a progretlir sempre pii^v nel- defunto arcivescovo. Rispose mg.' nun-
l'intima adesione col Capo supremo del- zio : lissergli ben noti per esperienza i sen-
la Chiesa. Nel d'i seguente il nunzio e il si (li divozione di quel capitolo verso la
primate, accompagnali fino alle rive del s. Sede e la sagra persona del Santo Pa-
Danubio dal capitolo e da molti altri ec- dre ; sensi di cui avea già avutoluminose
s'imbarcarono sul battello a
clesiastici, prove in occasione del suo viaggio a
i."

vapore, mentre le campane suonavano a Colocza. Espresse il suo dolore che un'oc-
festa. A'-ac) alle 7 del mattino il battel- casione così funesta 1' avesse ricondotto
lo approdò presso Colocza, e il rappre- in queste contrade; parlò brevemente del-
sentante pontifìcio insieme al primate le virtù del defunto arcivescovo, propo-
furono ricevuti alla riva dal vescovo di nendolo (jual modello di pietà, di carità,
Csanad mg."^ Alessandro Csajaghy, già di zelo e di filial divozione alia s. Sede,
canonico di Colocza, e da mg.' Guk au- che dovessero imitare. Disse in ultimo
siliare del defunto e vicario capitolare non avere avuto lui altro in vista nell'in-
dell'arcidiocesi. Dopo un breve discorso Iraprendere questo viaggio, senonchè di
indirizzalo Girk al nunzio e al
da rog."^ onorare la memoria del defunto loro ar-
primate, con cui dimostrò il dolore pro- civescovo e di rendere in lui onore all'E-
valo per la morte e perdita latta dall'ar- piscopato ungarico ed allo stesso capitolo
cidiocesi di mg."^ iNadasdy, e della più di Colocza. In ciò fare non aver lui che
profonda riconoscenza del capitolo di Co- interpretato le intenzioni benigne del
locza nel veder con sì peculiari riguardi Pontefice Pio IX, che ama con paterna
onorata la memoria del suo arcivescovo, benevolenza 1' Episcopato, il clero ed in
il nunzio salilo in una carrozza a 4 'Ca- generale la nazione ungherese. I parenti
valli, avendo alla sua sinistra il primate del fu mg.' Nadasdy si trovarono nell'ar-
d' Ungheria, si diresse alla volta di Co ciepiscopio per trattare onorevolmente il

locza preceduto da due usseri a cavallo e nunzio e il primate, e ciò fecero nel mo-
seguito da un drappello di gendarmi e- do più segnalalo e più nobile. Intanto e-
gualmenle a cavallo, comandalo da due rausi recati a Colocza il nuovo vescovo
ulHziali ch'erano alla portiera. Seguiva- di VVailzen o Vaccia mg."^ Agostino Ro-
no quindi altre carrozze co'due nominali skovany, tuia deputazione di quel capi-
vescovi e gli ecclesiastici del nunzio e del tolo, il vicario capitolare di Csanad, con
primate. 1 due prelati fmono ricevuti al altri ecclesiastici di quella diocesi. Inoltre
suono di tulle le campane, dal clero del- ima deputazione del capitolo di Cinque
la città già riunito tiel palozzo arcivesco- Chiese, ed un numero considerevolissimo
vile pei' ricevere il nunzio e d piinmte. di ecclesiastici d'altie diocesi, e parlico-
U N G U N G
246
maggior parie de' panochi guenleinPeslalley del mattino. Il gior-
laimHìlc la

flella (.ina ti» Colocza. Tulli questi eccle- no 4 ottobre,onomaslico dell'imperatore


siaslici si recarono presso il pontificio lap- Francesco Giuseppe I, dovea esser po-
prestnlanle, e con :maloglii discoisi lesli- sta la pietra fondamentale d'una magni-

la loro inviolabile divozionealla fica chiesa che cittadini di Pesi erano


i
fjciirono
Selle apostolica. A'3o settembre tutto il perivi edificare. Il primate pregò il nun-

clero succenuiito in abiti corali, precedu- zio apostolico a voler assistere a questa

to dalla croce ca[)itolare, segnilo dal


ve- ceremonia, dicendo che la presenza del
scovo di Varcia,da quello di C<anad, dal rappresentante pontificio non solo ser-
vescovo au<.iliare di Colocza e dal vica- virebbe a dar maggior splendore alla ce-
rio capitolare di Csanad in piviale e mi- remonia, ma ben anche a far sentire al
tra, si recò alla residenza arcivescovile popolo r inlima unione che congiunge
per condurre alla metropolitana il nun- l Ungheria alla santa Stóe. Il primate
zio e il primate. Questi vi sì recarono in aggiunse, voler lui che questa chiesa da
rocchello e mozzetta, avendo il nunzio edificarsi fosse più particolarmente sot-
alla sua sinistra il primate d' Ungheria, to gli auspicii della santa Sede, Il nun-
Giunto alla chiesa dopo aver brevemen- e zio aderendo a' desiderii del primate,
te orato all'aliare del ss. Sagramento, il si Irallenne presso di lui in Buda fino al

nunzio ascese al trono a conni E\'angc- dì della ceremonia. Le corporazioni re-


Hi, mentre il primate si recò ad un fal- ligiose si recarono successivamente pres-
distorio disposto per lui <7 conni Ej>i- so del nunzio per prestare omaggio nel-
^tolac. il nunzio asstmse gli abili ponti- la sua persona al Santo Padre, e questo
ficali per cantar la messa di rctjuiern ed fece piu'e una deputazione numerosa del
ilprimate assunse il [tiviale. Come già magistrato di Pesi, che espresse la gioia
era accaduto in Cinque Chiese, il vesco- che i cittadini cattolici provavano che il

vo ausiliare diColocza e il vescovo di Csa- rappresentante pontificio fosse per assi-


nad unicamente per dare una testimo- stere alla ceremonia. Alle ore io anti-
nianza di divozione alla s. Sede e della meridiane de'4 ottobre, in una carrozza
loro venerazione verso il Santo Pa<lre,vol- di gala a 6 cavalli mossero il nunzio e il
lero prestar l'ussistenza aldi lui rappre- primaledalla residenza arcivescovile, te-

sentante in piviale e mitra. La ceremo- nendo il i.°la destra. Precedevano la car-


nia principiò con un'orazione funebre in rozza due usseri a cavallo, fiancheggia-
lingua latina recitala dal canonico Fo- la da due altri usseri e seguita da altra
garassy ungherese, quindi il nunzio ce- carrozza a 4 cavalli, col seguilo de' due
lebrò ponliiicalmente l'incruento Sagii- prelati, i quali giunti al luogo destinato
fizio, dopo il (|uale furono falle le 5 as- per la ceremonia, furono accolti al suono
soluzioni da'vescovi che assistevano alla d'uno scelto concerto militare. 11 magi-
ceremonia, l'ultima delle quali fu falla strato della città di Pest era colà raccol-
dal nunzio di Sua Santità. Mi-.' Viale e to, il borgomastro indirizzò al nun-
ed

I
Il primate fnrono poi ricondotti alla re- zio un complimento in lingua tedesca ,
sidenza arcivescovile da tutto il clero, e mentre un'altra persona ne indirizzòuno
poco dopo assisterono ad un banchetto in lingua ungherese al primate. 1 due pre-
di i5o invitali. Il giorno
slesso sul far lati procederono al luogo ove la ceremo-
della sera il nnnzio e il
primate parliro- nia dovea celeijrarsi, stando il nunzio al-
uo da Colocza cogli stessi onori resi al la destra del primate. D' ambo le parli
loro arrivo, e seguiti dn numero consi-
erano schierote delle fanciulle vestile di
derevole di carrozze. Ind);.rcatisi poi sul
bianco, ohe sostenevano ghirlande di fio-
battello a viipore,, giunsero il giorno se- ri, dietro le medesime erauo tutte le
U N G C N G '47
confialernile co' loro sfenclardi di I'o«f. It! radiuiò lo slesso giorno ad un i<;plen-
iiecatisi i ilue pielaJi alla cappella eiella ilido banchetto le autorità principali del
sojlo una tenda militai-e vagamente or- governo, molti del magistrato di Pest, ed
nala, i! nunzio ascese il trono die gli era im numero considerevole degli ecclesia-
sialo destinalo a coniu Evangclii, men- stici più ragguardevoli. CeleI)randosi il
tre il primate occupò il trono n conili giorno onomastico dell' iin[)eratore, era
Kpislolae, ed assunsero il piviale e la l)eu naturale che alla M. S. fosse fatto
mitra. La ceremonia fu celebrata secon- blindisi,che fu accollo con viva gioia ;
do il rilo prescritto nel pontificale ro- quinili principe primate fece brindisi
il

mano renella pietra fondamentale in un al Santo Padre, premellendo un discor-


con molte altre medaglie d'oro, d'aigen- so pieno di sentimenti della più inalte-
to e di rame, fu depositala una medaglia rabile divozione verso it Padre comune
d'oro Papa Pio IX, di cui
coll'elllgie del deTedeli, discorso che fu accolto con en-
il nunzio aveva fallo dono al magistrato tusiasmo. Il nunzio rispose dando sem-
di Pesi per quest'oggello, del che fu fat- pre maggior eccitamento all'unione sin-
ta menzione nel documento in pergame- cera, che regii i nel clero e nelle popola-
na che fu rinchiuso nella slessa pietra fon- zioni d'Ungheria verso il Vicario di Ge-
damentale, come anche fu fatta menzio- sù Cristo in terra e la s. vSede. Ambedue
ne della presenza del ra[)()resentante pon- le cereiuonie, tanto quella di Colocza,
tificio, il quale sottoscrisse il documento chela 2/" celebrala in Pest, riuscirono non
medesimo. Dopo leceremonie della col- nieno splendide che edificanti. L'altro
locazione della i.'pieti'a) il primate cele- viaggio parimenti trionfile e glorioso per
brò pontificalmente, assistendo sul tro- la s. Sede, intrapreso da mg.' Viale Pre-
no il nunzio a corna Evangelii, assistito là sul finir dell'otlobre i85), da Vienna
da due abbati mitrati. Il primate impar- in 7V(7fZ9/Av/«jV7j per compiervi l'erezio-
tì la s. Comunione ad mi certo numero ne delia nuova provincia ecclesiastica di
di fjnciulli e fanciulle, che più lardi do- Fogaras di rito greco cattolico, lo cele-
veano ricevere il sagramento della cresi- brai nel ricordato articolo. Fu quindi al-
ma. Dopo la messa il primate ammini- tresì consolante pelcaltolicismorappreii
strò il sagramento del battesimo ad una derele seguenti notizie, collequali si chiù
neonata bambina, e quindi il nunzio, se- se 8)1. Della riverenza di Francesco
ili

condo il desiderio del primate, ammini- Giuseppe I verso la Chiesa cattolica ab-
strò il sagramento
confermazione a' di biamo ^v\\ dal principio del suo memora-

fanciulli e fanciulle che già aveano par- bileregno avuti molti chiarissimi argo-
tecipato alla ss. Eucaristia. In ultimo il menti, suggellati poi col concordalo re-
nunzio, essendone stalo pregato dal pri- ligioso concluso colla s. Sede, ma a' 26
mate, intuonò all'aliai e l'inno Te Deuni, dicembre ne die novelle prove, decre-
chiudendo la ceremonia colla consueta tando di riassumere l'antico e nobilissimo
orazione. due pielati furono quindi ac-
I titolo di Maestà Apostolica, qual re
compagnati dal clero tino alla carrozza d'Ungheria cui è inerente, con che spie-
che li attendeva, e così ritornarono alla ga la divisa del più vicino prolettore di
resilienza primaziale in Buda. Immenso quella Chiesa che fu innalzata sul fonda-
fu il concorso di popolo che assistè alla mento degli Apostoli. Quindi un decre-
ceremonia, oltre l'assistenza delle digni- to del ministero di giustizia dell'i i gen-
tà civili e militari più cospicue dello sta- naio iS52, obbligatorio per tutto firn
to, e dopo la ceremonia, mentre i due pero, pubblicò la sovrana risoluzione ile'

prelati si i ecarono alla loro carrozza, più 28 dicembre i8Tr, a tenore della qua-
Volte furono ripetutigli evviva. Il pricna- le in lutti i pubblici decreti promulgati
248 U N G U N G
in nome di S. INI. nmpeiatoie crAuslria, americani non varranno a strappar loro
dovrii usare l'espressione: Sua Mae- dal cuore per assai tempo l'amore e la
si

sta R. Jposlolica ; e perciò ordinò a


f.
che nuovamente giurarono al so-
fedeltà,

tutte le autorità giudiziarie dell' intera


vrano. « Ben si può dire che Francesco
monfuchia, che nello stendere e pubbli- Giuseppe I, senza sguainare la spada o
care tutte le decisioni giudiziarie, per le ferir colpo, riconquistò all'Austria l'Un-

quali è prescritta od è in uso la formo- gheria, meglio che non fecero i suoi a,e-

la: In nome di S. M.r Imperatore, ab- neralijcon quella rilevantissima diffe-


biano a servirsi d'allora in poi della for- renza che va dal domare colle armi al
mola In nnmc di Sua Maestà I. R. /i-
:
soggiogare coll'amore, che dove il primo
postolica. Neil' Ungheria gli abitanti di è violento e quindi passeggiero, il secou-
Gross Tikvan e di Kakowa, comuni del doèsoave e perciò durevolissimo". Pub-
comitato Krasso o Rrassova nel Da-
di Gazzella di Pest &\i\ viaggio deU
h\\co\di

nato, e popolosi di meglio che 6000 [)er- l'imperatore in Ungheria, ch'egli giun-
sone, contemporaneamente e d' accordo to a Pest capitale del regno, ivi ricevu-

lasciarono lo scisma greco per unirsi al- to dall'arciduca Alberto Federico gover-
lacomunione di Roma cattolica. In pari natore civile e militare dell'Ungheria, a'
tempo nella Servia fu intimato un na- 6 giugno ricevè tutti generali ulliciali
i

zinnale sinodo di vescovi da raccogliersi di stalomaggiore; a questi seguì l'alto


a Carlowitz. clero condotto da mg/ Scitowski arci-
L'Ungheria dopo la nuova organizza- vescovo di Strigonia e principe primate
zioiie dell' iuspero, sortendo dallo stato del regno, che indirizzò a S. M. un'allo-
eccezionale e tulio proprio in cui trova- cuzione in lingua latina. S. M. degnossi
vasiaccantoallealtreprovincie della mo- rispondere alcune graziosissime parole
noichia austriaca, lungi dall'aver soffer- nello sfesso idioma; poscia i suoi consi-
to detrimento ne'suoi interessi morali e glieri intimi, i ciambellani e scalchi, eb-
nialeriali, guadagnòimmensamente, col- bero l'onore d' essere presentati. Segui-
la narrala in principio emancipazione rono a questi le autorità politiche, scola-
de' contadini e colla eqtiiparazione del sticheedi polizia; quelle che sono subor-
paese agli altri dominii. Perciò grande fu dinate al ministero delle finanze e del
1 entusiasmo del popolo alla vista del gio- commercio, come anche le autorità giu-
vane Monarca, allorché nel i852 visitò diziarie, consigli comunali di Buda e
i

l'Ungheria, che seppe con tanto senno e Pest, la deputazione del comune di De-
tanta energia iniziare un'era novella di breczin, i 3 soprintendenti riformali, le
pace e di gloria per l'unita monarchia, deputazioni delle comunità protestanti
e vuole e sa colle unite forze di tutti cer- del distretto, l'accademia delle scienze, i

care il bene di tutti i paesi e di tutte le membri museo, la camera di com-


del
slirpi soggette al possente suo scettro. La mercioja banca nazionale filialee laban-
Cji'77/ùC\7/to//Vrt!,parland()de'viaggidel- ca mercantile. Venne poi la volta de'co-
1 imperatore a traverso l'Ungheria e la inuni foresi del comitato di Pest. Atteso
Tiansilvnnia, dice che non saranno ne- il generale desiderio e premura degli a-
gli annali dell'impero l'opera meno bel- bilanli de'villaggidi vedere il loro impe-

lai; %anlagginsa del giovane principe.Col- riale Signore, la M. S. animata dal desi-
le sue amabdi maniere,
unite ad una gè- derio di mettere tutti a parte di tale fe-
nei osila veramente regale
e ad una squi- licita, fece sfilare innanzi a se nel cortile
silissunaprn(lenzu,si cattivò talmente gli del ca><lello tutti rappresentanti dcMuo-
i

animi della magnanima nazione, che le ghi. Quale giubilo, quali ilimostrazioni
dcclaoiaziom di Kos>ulh e suoi dollari i di gioia accompagnarono quest'atto, è
U N G UNG aÌ9
di/TiciledesciìveiIo. Dopo elibe luogo an- gliclementi devastatoli, che n suo dan-
che la [ìieseiitazione di tutta la Dobillù, in no infuriarono negli ultimi tempi e la mi-
quanto non fosse stata presentata prima ; nacciarono di totale rovina. Salute an-
imperoccliè in Pesi si radunò tolta l'al- cora una volta alla M. V. I. U. A., in mez-
ta aristociazia e gareggiò nel dimostra- zo a'giubilanli, fedeli, ossequiosi vostri
re al monarca il verace suo atlaccauien- servi, in mezzo a'vostri figli compresi di
to. Quando primate d'Ungheria, cir-
il gratitudine. La provvidenza piUerna e la
condato dal venerando consesso di 22 ve- protezione vigorosa dell'Onnipotente ac-
scovi e di tuimerosissimo clero, accolse compagnino i passi di V. AI., acciocché
l'imperatore sulla riva di Pesi, gli dires- felicitando ancora molte regioni di (pie-
se la seguente allocuzione. » Sacra I. U- sto paese colla consolatrice e Irancpiil-
Apostolica Maestà, graziosissitno Signo- lanle augustissima vostra presenza, la
re! Il più dolce sentimento d'una gioia M. V. possa vedere co'suoi propri occhi
senza limiti s'impadronisce oggi de' no- paterni e benigni il sincero attaccamen-
stri cuori. Tutti i sudditi fedeli dell'Un- to, la suddita fedeltà e l'amor filiale, che
gheria vedono adempiuti tutti i loro più milioni d'uomini di questa nazione nu-
ardenti desiderii, le loro più iervide bra- trono pel successore ili s. Stelano I, pri-
me, le loro ardile speranze, p;utecip;ui- mo nostro re, pel nipote ed erede ilelle
do all'alta fortuna di vedere in mezzo ad sublimi virtù dell'imperatore e re Fran-
essi la sagra persona di V, !\]., di salu- cesco I, d'immortale memoria, per la sa-
tarla e di schierarsi intorno al loro Si- gra persona di V, M., acciocché possa es-
gnore. Dal momento in cui, colla rapi- sere testimonio oculare di quei sentimen-
dilà del baleno, si dilfuse nelle beale cam- ti fedeli e delicati, co' quali gli abitanti
pagne di questo dominio della corona la di questa patria desiderano tolti, adessa
I.'' nuova dell' aj>parire della M. V. nel e sempre, che la M. V. I.R.A., coronala
nostro paese, tumnltuaiono ne' nostri di gloria, di splendore e di fortuna, pos-
cuori, per prorompere da essi, senti- i sa elargire a'popoli di tutto l'ifopero be-
menti di gratitudine e di gioia, di rive- nedizione, pace, prosperità e conlentez-
renza e d'amore; edora nel primo mo- za, e possa vivere per lunghi anni felice".
mento della sovrana paterna visita di V. Il dì 7 giugno vi fu grande esercizio al
M. prorompono, e ne risiionano ali in- Ptokos, delle guarnigioni di Buda e Pesi,
torno monti della nostra patria. Salute
i unitamente a' distaccamenti de' vicini
alla M. V. I. II. A., in mezzo a'vostri sud- dintorni, sotto il comando del lenente
diti ungheresi, che tanto agognarono maresciallo conte Lichtenberg : ascese U
questa felicilà, apportatrice di beatitudi- forza totale a quasi 1 3, 000 uomini, 7, 5oa
ne e di pace. Salute da parie di (pjella cavalli e 78 pezzi d'artiglieria; l'impe-
porzione di quaranta uiiHotii de' vostri ratore comantiò persoiialuienle l'evolu-
sudditi, che non ha altro pensiero che zioni eseguile a fuoco. Tutto (liiito, l'im-
quello di essere retta dall'eccelsa austria- peratore fu accompagnalo fino al Lodo-
ca Casa, e che senz'essa non gotle d' un viceo da' membri presenti dell' augusta
sol mùu)ento di esistenza. Salute, o gia- casa imperiale e <la un interminabile
ziosissimo nostro Signore, al vostro pri- splendido seguito. Ivi ascese in carrozza
nio passo su questa terra, che accpiista- tli corte e fu dappei tulio salutalo nel per-
rono l'eroiche braccia de' vostri gloriosi correre la cillà, come lo fu anco il mnl:
predecessori, ch'essi protessero contro le tino al piuito di sua uscita, daMa popo-
tempeste più d' una volta scatenatesi so-r lazione che ovunipje aspettava, nel mo.-
pr'essa, e che finalmente l'anni vincitri- do [)iù vivace e più lieto. Tutto il popolo
ci di V. r»J. strapparono e sulvaVPuu da- della capitale ungherese, nubili e borgh^^
a'7o UNG U NG
si, ricchi e poveri, fecero a garn per
of- noscere quanta importanza riponesse nel-
monarca segni d'amore, di di- l'assistere alla scopertura e inaugurazione
frire al
vozione esndtiilo iitlaccamento. In ogni solenne del monumento. Mostrò egli cosi

occasione in cui l'icnperatore si presen- come gli stia grandemente a cuore d'o-
tava al popolo, questo iniuieiosissin)o ac- norare fedeli servitori, e festeggiò ad un
i

correva, con gioia ed entusiasmo, tnani- tempo in quest'occasione l'elevalo prin-

festalo da incessanti e concordi grida di cipio che ha salvalo l'Austria ne' deplo-
l'ndienze dei rabili eventi degli anni ultimamente tras-
giidjilo.ADuda il
9 giugno
160 pelenli accorsi in lolla, diu-aronoa corsi, il principio della fedeltà, dell'ono-
longo.L'imperatore visitò gli slabi limen li re e della costanza del suo glorioso eser-
pubblici, assistè alla corsa de'cavalli alle cito. Nello stesso giorno l'imperatore e-
valli, ispezionò i lavori di fortificazione levò il cav. Enrico Henlzi capitano del-
al Bloksberg imbandì gran mensa im-
;
lo stalo maggiore e benemerito figlio del
periale di 72 coperte, alla qnaie furono valoroso genitore, alla dignità di barone.
invitati i capi de'dicasleri civili e tutti i Quindi segui «plendidissimo banchetto
consiglieri di luogotenenza, e intervenne nella sala del palazzo degli stati provin-
alla festa di ballo che si protrasse sino al- ciali superbamente adornata. Le 4 If"

l'alba, in casa dell'arciduca Alberto Fe- vola erano presiedute dall' imperatore,
derico, hidi recossi con tulio il suo se- dall'arciduca Alberto Federico, dall'ar-
guilo a Reresztur, per assistere ad una ciduca Carlo Lodovico e dall' arciduca
manovra d'artiglieria. L'eroica difesa di Ernesto. I posti erano occupati in mo-
Uuda nel 1849, è uno de'più bei monu- do che tra ogni due generali o offiziali

menti della storia della guei ra unghere- dello stato maggiore, fra'quali l'Hentzi,
se. Fu uno di que'spiendidi fatti d'arme siedeva un sotto-ufficiale o un gregario,
che non hanno bisogno d'essere narrati e questa mescolanza del gregario al so-
dalla storia, e che vivono nella bocca del vrano comandante supremo dell' eserci-
popolo e nelle tradizioni degli eserciti. to, fece su tutte le persone che vi parte-

Fino a clie batte un cuore austriaco, fi- ciparono un' incancellabile impressione.
no a che v'abbia un esercito austriaco, Nel di seguente l' imperatore onorò io
fino a che sventoli 1' imperiale vessillo, Buda di sua visita l'istituto delle dami-
vivrà in Ungheria la memoria perenne gelle inglesi, il seminario generale, l'e-

dell'eroismo del general niaggiore Hent- sposizione artistica nel museo, l'istituto
zi nobile «li Arthur, e de'suoi prodi com- de'ciechi, il palazzo degrinvalidi, e final-
militoni periti nella difesa della fortezza mente il palazzo Nuovo; nella sera visitò
di linda. Hentzi colla eroica sua morte il teatro ungherese. I cittadini delle cit-
illustrò non solo il suo nome e la fama tà sorelle di Buda e di Pest chiusero la
dell'esercito austriaco, ma rese anco allo giornata con una grandiosa processione
slato pel quale si sagrificò, un servigio di fiaccole. Merita inoltre menzione la
mestimahile nel momento più decisivo. visita fatta dall'imperatore all'istituto de*
Gli fu decretalo un monumento in Bu- sordo-muti di Vaccia, poiché un allievo
da, il quale in formalmente scopei'to l'i i gli recitòun breve discorso mandato a
luglio alla preseu/a deli' imperatore, io memoria giusta il nuovo metodo, e gli al-
modo splendido e decoroso. Le più emi- tri pronunciarono pure un triplice eljen,
nenti sommila dell'impero si raccolsero il che parve commuovere il sovrano. Su
intorno alla tomba del caduto eroe, nel questo ."viaggio
t di Francesco Giuseppe I

sito destinalo a
conservarne d monumen- nel suo regno d'Ungheria, rilevò 1' Os-
to all'ammiiMzione delle (ulure genera- servatnrr Romano col n." i45. » L'en-
zioni. Il monarca iliè visibilmente a co- lusiusmo col quale l' imperatore d' Au-
UNG UNG 25i
Siria fu accolto in Ungheria, è un fatto dove nascosto il furto restò pììi anni igne-
compiuto che non ci sorprende, ma per to, sebbene gravi sospetti ne facessero reo
varie ragioni è atto a consolidare In fé- fin da principio il capitano dell'insurre-
de nell'avvenire felicedeii'Austria.L'Un- zione Ivossulh, e indicassero non essere
gheria è quella parte della monarchia, state le preziose reliipiie trasportate ol-
ove più che altrove la furia della guerra tre i confini dello stato. Si sc[)pe che nel
civile lasciò dolorose eprofonde tracciejlà 1849 ruggendo dopo la disfiita i prin-
piùche altrove la rivoluzione oppose una cipali ribelli tn;igiaii nella Valacchia, al-
lotta cruenta ed accanita. Casolari e bor lorchèil principe di Windischgralz si a-
gate, villaggi e città incendiate e dislrut- vantava verso Buda, aveano comprati a
le, la sparizione di molti cari periti sui Orsov;i vecchia alcuni strumenti di sca-
campi di battaglia o vittime del terrore var terra; che d capo di essiKossulh giun-
ti voluzionario, hanno segnato con carat- to colle insegne reali sui confini della Va-
lere di sangue l'anno 1848 nelle pagine lacchia, potè conoscereche im pascià tur-
delia storia. Ancora sanguinano le feri- costava con un forte distaccamento pres-
te, ma il .Monarca si presenta per «ianar- so Veicevera onde impedu'e ingresso 1'

h;ed è accolto con gioia ed entusiasmo, de'faziosi armali, e che i ttuchi toglieva-
Non Io precedono né promesse, né amni- no a' fuggiaschi l'armi, le munizioni e

stie; i benefizi della fianchigia del suo- ogni avere dello stato. In tale imbarazzo,
lo e quelli derivanti da una migliore am- fu natiuale che l'agitatore pensasse a na-
niinistrazione ; il credito rilevato a van- scondeie il (esoroprima di passare il con-
taggio de'comnieicianti e dell'industria, fine.Giunto cogli altri a (pieslo, frugati
ruedianle il corso legolare della giusti- da'turchi non fu trovata la corona ad-
zia, il paese beneficato da strade e mezzi dosso a loro. L'o^tensione che di essa si

di comunicazione che rialzino il valore vociferò fatta a Viddino non fu che so-
delle derrate e delle terre, sonoavveni- lenne impostura, essendo di carta e di
menti che non ebbero ancora campo di vetri colorali il simulacro che il famoso
far sentile il loro benefico influsso. Ma magiaro fece passare per la corona un-
rimperatote si presenta, e quest'andata gherese. Per tutte queste notizie, si per-
vuol dire semplicemente Obblio del pas- : suase goveino imperiale che l'insigne
il

sato. Ciò basta onde il viaggio del Mo- niontmiento fosse sepolto nell'estremità
narca si cangi in trionfo, e migliaia di dell' impero [)resso la Valacchia, onde

cuori battano dalla gioia e dalla speran- ordinò ricerche accurate e sollecite. Fino
za. A cosa ascrivere la gioia, l'affelto, l'en- dal i85o vennero scoperte alcune trac-
tusiasmo delle popolazioni ungariche? A ce del sotterramento, ma l'astuzia de'ri-

cosa se non al loro inalterabile ed incon- belli ne deviò le indagini e forse traspor-
cusso attaccamento alla gloriosa dinastia tò altrove l'importante scrigno. Indarno
degli Absburgo, che gli eventi, la sedu- i cercatoli impiegarono un'ionnità di di-
zione e l'inganno non hanno potuto sra- ligeiiti ricerche, finche di nuovo calcola-
dicare dal cuore ilei magiaro, il quale ti gli antichi indizi, e pare chiariti da un
amnjaestrato dall'esperienza, or confida prigioniero politico già compagno diKos-
solo nel cuore del Monarca, che è la glo- sulh nell' ascondere il furto, 1' uditore
ria e la felicità di trenl'olto milioni d'uo- maggiore Tito di Rarger, a cui era stata

mini ". Tra gli oggetti piìi venerandi in- affidata la missione speciale di rintraccia-

volati nell'ultima ribellione dell'Ungile- re quest'insegne, giunlo a un mucchio


ria, contasi il forziere della s. Corona e d'alberi con rami tagliati lungo la via che
delle altre insegne reali di s. Stefano I. mena alla Valacchia, scoprì il luogo Ì'S

Qual mano sacrdega avesse commesso e settembre 18 53, giorno della Natività del-
252 UNG UNG
presidente del co-
Vei"ine Patrona dell'Ungheria. Le dante dislretluale, il
In I]
initnio di Pest-Pilsen, ed borgomastri
inse-ne rinvenne io una cassa di fer-
i

i"e"ie
profondità di 2 piedi e mezzo, cir- di Buda e di Pest in piena gala. Quindi
lo^aila
Orsova venutorarciduca governatore AlbertoFe-
ca nn'oia di cammino fuori
d'
derico, egli salì al bordodel piroscafo, col
vecchia a pie del monte Allion, sul ter-
redimento rumenico del I3a- cardinale e colla comoiissionc incaricata
lilorio del
Temeswar, la cui gazzetta pub- della verifica siili' identità della s. Coro-
jiato di
Mitòla lunga descrizionedel ritrovnmen- na e delle regie insegne. Eseguila la ve-
to. La cassa di ferro fu portala a Orsova rifica, si rogò l'alto deirideiilicilà e della

in lucosicuro, ed aperta con forzasi tro- ricognizione. Il cardinale assistilo dall'al-

\o dentro piegalo in fretta il nianlello di to clero, recitò una preghiera di ringra-

s. Stefano! bagnalo e pochissimo


guasto, ziamento, dopo la quale la banda nuisi-

Sx)llo erano 3 cuscini, parimenti bagna-


i
cale intuonato l'inoodell'impcro, il piro-

li, i quali servivano a presentare al re le scafo scaricò i cannoni, i quali tiri di sa-

ijise-nenel "iorno dell'incoronazione. In- hilo furono ripetuti da'cannoni delBIocks-

(Ji SI trovarono le calze di seta, la sciar- bergedaquellidella fortezza, tulle le cam-

pa, le scarpe e le pianelle pure inumidi- pane di Buda e di Pest suonando a festa.
U-, finalmente la cintura e varie filtuccie. Indi la s. Corona e le regie insegne di s.

A destra della cassa slava nel suo fodero Stefano 1 furono portate nella cappella
la s. Corona, del tutto intatta e con tulle del castello di Buda, e poi alla chiesa di
le sue perle e pietre preziose; presso la s. Sigismondo di Pest, e vi restarono espo-

corona poggiava lo scettro, la spada un ste 3 giorni. A'19 con diverse formalità
po'arriigginita.ed il pomo sovrastalo dal- portata la cassa alla stazione della ferro-
ia croce. Nel fondo della cassa giacevano via del Nord, ed accompagnata dall'arci-
per ultimo i fornimenti da cavallo, e al- duca Alberto Federico e dalla depulazio-
cuni documentidi scrillurebagnali e ma- ne ecorauaissione ungherese, pervenne a
cai dall'acqua. A' io settembre le trova- Vienna e con magnifico treno di carrozze
te insegne furono esposte alla pubblica di corte fu condotta nel palazzo im[)eria-
vista,ed a schiere accorse a Orsova il pò- le,con particolare e solenne ceiemoniale.
polo da' luoghi più lontani. I conladini L'arciduca governatore con apposito di-
magiari e rumeni si avvicinavano ginoc- scorso le presentò airimperalore,che ac-
chioni e pregavano alla vista di quella co- colse le regie insegne in trono solto bal-
rona che avea portala s. Stefuio I, con dacchino con decoroso corteggio. Dichia-
lehgiosa divozione, entusiasmati anche rò l'arciduca governatore la inesprimi-
pe) giorno in cui erasi eileltualoil suosco- ritrovamento delle sagre in-
bile gioia pel
primerito.iN'elia sera ebbe luogo una poin- segue della Corona d'Ungheria, ed in no-
posa illuminazione, il suono di tulle le medi questa depose a piedi del Irono ini-
campane, il rimbombo de'cannoni e ai- perialeleassicurazionidell'inallerabilefe-
Ire leslivf dimostrazioni di gioia. Dipoi deità. L'imperatore graziosamente rispo-
lo cassa colle regie insegne pel Danubio se, essere !>ua voNnità, che la s. Corona e
fu |)orlala ;» Buda dal piroscafo a vapo- le insegne regie d'Ungheria vengano co-
ri; da guerra l'Albcito, lutto pavesato a me prova di confidenza riportale nel re-
festa. Allo sbarcatoio trovarono gno, e ne
si a' i6 sia data la cura della sorveglian-
setleiiibreilprihcipeprimatecaidiiialSci- za all' arciduca governatore del meilesi-
U)\v>ki, dal Papa elevato alla por|iora, e mo. I due discorsi si ponno leggete a p.
altri arcivescovi e vescovi, i consiglieri in- 883 del Giontnlc di Roma deìnS 73. in-
limi.iciambcllani.i magnati, il capo della di le sagre insegne furono deposte nella
l«Ìoue!Mogoici)eijzialedi Uud<i,ilcoman- cappella di corte, ove il parroco delia me.
U NG U N G 273
desima Inluonò il Te Deiun piosegulto sprim. S'Ignora la provenienza de* cal-
cla'caiitori, coll'assisteiiza deiriniperalo- zari.
re e della corte. A' 21 il foizieie conte- Terminerò questo articolo con parlare
nente la s. Corona e le d'Un-
regie insegne del coni[iimento della nuova e sontuosa
gheria, con solenne accompagDameuto basilica metropolitana diGran o Strigo-
furono portate alla stazione della ferro- ìiia, e della sua solennissima intera con-
via del Nord, com'erano state condotte a sagrazione. Poiché nel luogo ove s. Ste-
Vienna. In ambo le volle le stazioni della fano 1 apostolo del popolo magiaro ebbe
strada ferrata si adornarono con fiori, inatali, ed ove si mise in capo la s. Coro-
bandiere e stemmi in modo veramente na d'Ungheria, a'3o agosto i856 si ra-
degno della solenne festa, così pure la lo- diuiarono tutti que' personagi;;! che l'im-
comotiva del treno separato. La via dalle pero novera più ragguardevoli e illustri,
rotaie alla porla d' ingresso era coperta per assistere a tanta solennità. Anche lo
di ricchi tappeti. Al luogo dell'arrivo de' stesso successole di s. Stefano I si alFicllò
treni era posta una guardia d'onore, con a condursi nella città primaziale d' Un-
bandiere e musica ; e 10 magnati unghe- gheria,circondatodalla sua splendida cor-
resi, in magnifico costume nazionale, tras- te imperiale, per assistere alla pomposa
portarono la cassa di ferro dalla stazio- ceremonia colla quale la Chiesa consagrò
ue alla gran carrozza di gala di tiro a 6 la finita e nuova magnifica basilica. Pri-
cavalli bianchi con isplendidi fornimenti, mamente conviene qui accennare, che
ricca d'inapprezzabili dorature. Anche la Gran o Strigonia fin dal secolo X era già
capitale dell'impero fu compresa di alle- cospicua e 1 icca città ; quanto a popola-
grezza pel felicissimo avvenimento tanto zione, a magnificenza di chiese e di pa-
bramato. La s. Corona d' IJngheiia colle lazzi e alla opulenza degli abitanti vin-
sue venerate insegne, simbolo della digni- ceva ogni altra città del regno. Noumeno
tà regia, che il vinto partito rivoluziona- notabile era poi ne'rispetli commerciali;
rio avea sollrallo al suo re, congiungen- italiani, francesi, tedeschi vi aveano le

dosi in esse la ricordanza avventurosa del- proprie contrade. Ma nel 1241, l'epoca
l' introduzione del cristianesimo nel re- dell' invasione de'tartari mongoli, la sor-

gno, per visibile disposizione della divina prese in qnellefìorenti condizionile tutto,
Provvidenza ricuperate dall'imperatore, dal castello in fuori, fu menato a rovin».

furono con diverse solennità e pubbliche Appena partirono i tartari, Bela IV iecc
festevoli dimostrazioni riportale a Buila, circondar di mura la città, e nulla preter-

ed ivi conservate di nuovo, come in an- mise a ritornarla nel suo antico splendo-
tico, nel luogo stabilito nell'imperiale re- re. Però a troppi danni successivamente

gio palazzo situato nel castello. Così eb- soggiacque Strigonia dalle diverse guer-
bero termine le solennità, cui dierouo re civili, e maggiori dall'occupazione dei
luogo il rinvenimento. Fu dello, che il va- turchi, i quali dal ì543 fino a verso ti
lore materiale della corona non è gran declinar del secolo XVII, tranne breve
cosa, mentre n'è inestimabile l'importan- periodo, la signoreggiarono. L'epoca in
za morale. Gli altri arredi preziosi, come cui fu introdotto il cristianesimo in Un-
il globo e la spada, dicesi che non pro- gheria, il I 00 I , è pur quella in cui fon-
venghino da s. Stefano f , ma da're di casa dossi l'arcivescovato di Gran. Allorché l?i

d'Angiò. Il manlo pure fu adoperato per possanza mussulmana ebbe soggiogata la


la i." volta per 1' incoronazione di Carlo maggior parte del regno magiaro, la re-
Roberto d'Angiò. Però in origine era des- sidenza dell'arcivescovo si trasferì a Tyr-
so un piviale, che Gisella moglie di s. Ste- naw; tuttavia l'arcivescovo d'allora (tir-

fano 1 avea donalo alla cattedrale di Ve- ino stanza a Presburgo nello splendido
2H UNG U N G
palazzo piimaziale, il più bello di quanti gaig, ma tutta quanta la facciata insic-

erano nella cillà dell'incoronazioni, enei n»e colle due case d'abitazione unite ai
quale più voltagli stessi monaichi anda- due lati jo8 e mezza. Un seguito di 38
rono ad abitare per alcun tempo. Dopo- colonne e 24 pilastri ne adornano la fron-
cbè Giuseppe 1 a'i8 febbraio i 708 insi- te, e lutto l'edifizio poggia sopra 54 co-
gnì Gian del titolo di città libera reale, loime: dal mezzo si erge ia cupola, aSo
in mente di Carlo VI suo successore, ri- piedi alta e di diametro 82. La pala del-
levar mediante nuovi onori lo splendo- l'altare maggiore (queste notizie che ri-
re dell'antico e primario arcivescovato cavo dal Giornale dilionia del 85G a p. 1

deli' Ungheria. Occupava a quel tempo 860, il quale le prese dalla Gazzetta Au-
il seggio primaziale il celebre cardinal striaca, che asserisce derivateda un car-
Cristiano Augusto di Sassonia, ed a suo teggio di Gran, quanto alla tela dell'alta-
riguardo l'imperatore non solo riconob- re maggiore, sembra che vadino assai cor-
be r antico primato su tutti i vescovi rette e rettificate col narrato dalla Ch'il-
d'Ungheria, ma concesse a lui e succes- tà Cattolica, &ev\&Z.' ,i. 5, p. 2 73: 's Al-
sori la dignità di principe. Soltanto pe- cuni anni sono molti giornali d'Italia e
lò nel 1820 l'arcicapitolo col suo arcive- fuori fecero solenni elogi di un quadro
scovo Rudnay si ricondusse da Tyrnaw colossale dipinto dal veneto, cioè friula-
all'antica residenza di Slrigonia, e tosto no, prof IMichelaugelo Giigoletli. La te-
il prelato prese fervorosa cura d' innal- la ha 4o piedi viennesi d'altezza e 20 di
zare a' primati d'Ungheria un isplendi- larghezza; rappresenta la Vergine Assun-
do tempio da servire all'Onnipotente de- ta, arrivando le figure che contiene a non
corosamente. A'23 aprile 1822 il pala- meno di 54, di cui le maggiori hanno 3 1

lino d' Ungheria arciduca Ferdinando piedi d'altezza. L'opera fu lavorata per
collocò la .'pietra della nuova basilica tra
I l'aliare maggiore della cattedrale diGrau,
festevoli pompe, avvenimento leso peren- ove non prima fu collocata che eccitò l'u-

ne da una medaglia diPio VII, ricordata al niversale ammirazione degl' intendenti,


suo articolo. L'edificio s'innalzò in luogo de' quali alcuni non esitarono a parago-
anticamente santo,nella cittadella, che fra narla all'Assunta del gran Tiziano. Ora
le 3 parli in cuidividesi Gran, è quella r illustre professore fu incaricalo dal-
che sta più accosto al Danubio. Ivi un l'Eui." card, primate Scilowski di dipin-
tempo erge vasi spleudidissima chiesa di gere per la stessa chiesa ilue altre tele al-
vecchio gusto gotico, e le cui colonne di te 20 piedi e larghe» 5, le quali debbo-
marmo bianco indiano costarono grandi no servire a coprire mal riusciti alfre-i

somme. 1 turchi la distrussero tutta, tol- schi di altro pittore sopra due altari la- i

tane una piccola cappella unitati, costrut- terali. Delle quali l'una sarà la Crocefis-
ta neli5o7 dall'arcivescovo cardinal fJa- sione e l'altra s. Stefano l re che offre al-
kaz, la quale convenne che cedesse il luo- la la corona d'Ungheria. Né te-
Vergine
go al nuovo edifizio e fu atterrata nel mono ammiratori del valente pittore
gli
1821. 11 disegno della basilica è di Kiiu- che questi non sia per conseivare, se non
liel ,
r elfeltuazione della costruzione di anzi per oumentare quella fama che sì
Paclfh. La chiesa, inlerainente costruita giusl;imente si guadagnò col i.°lavoi'0
di marmo, è ricca d'una cappella sepol- riuscito sì meritevole di lode "), che fi-
crale arcivescovile, nel cui atrio discen-
gura il batlesimo di s. Stefano i per ma-
dcsi per una nmestosa scala
marmorea. no di S.Adalberto, misura 25 piedi d'al-
Misura nella sua
mnggior lunghezza 5G tezza e 16 di larghezza, e la ilipinse il
lese di Vienna e nella larghezza
mezza- prof. Michele Iless ungherese d' lirlau.
na 24;In f.ccialu verso il Duuul)ioè lun- La tela necessai iu fu falla tessere appo-
U N G UNG 255
sta dal principe primate RiiJnay,f1i venu- col suo peritissimo autore, d'aver riven-
to cardiKale, e come larga 6 metri e mez- dicalo alla patria comime il vanto di da-
zo fin allora non era mai così stala fiib- re all' arte ed al mondo opere gramli e
lineala in Austria; per costruire il tela- degne del suo passato. Per tutto questo
io occoi seroi i settimane. Il quadio ilei il cardinal Scitowski propose al prof.
prof. Hess propriamente non pare aniuto Grigoletli r esecuzione dell' altre due
che decori l'altare maggiore, uè mmo- i grandiose pale per coprire i mal riusciti
ri della metropolitana ungherese, non so- alIVeschi del pittore Lodovico Morali di
lo pel veridico narrato dalla riprodotta Rlonaco, sopra i ilue altari laterali, per
Civiltà Cattolica, ma altresì pel rifeii- ra[)presentarvi la Crooefissione con mol-
lo dall'opuscolo: U Assunta del pi-ofes- te figure, e s. Stefano I re circondato dalla
sore Michelangelo Grigolciti, liassano sua lamiglia e da allri personaggi del re-
i854.ln esso si prova che all'illustre friu- gno, in alto d'ollrir la sua corona unga-
lano Grigoletli, prof, dell'i, r. accaileuiia rica alla D. Veigine ; ed il valentissimo
di Venezia, nel 1846 fu ordinata una te- artista italiano ne accettò volontieri l'e-

la pel detto altare maggiore dall' arci- secuzione, pel suo special genio di tratta-
vescovo mg."^ Kopacsy, ed il successore re argomenti così grandiosi e sagri. Con-
cardinal Scilowsky si die ogni premura cludo, essendo la discorsa chiesa in for-
aflìnchè il prof. Grigoletli terminasse l'o- ma di croce latina e con 3 soli altari, non
pera. Si descrive il quadro e il comples- trovo quello nel quale l' asserto pittore
so disuesublimi hellezze,esi afferma che llees abbia potuto collocare il suo qua-
riuscì tale da meritarsi grandi e univer- dro. La chiesa, come
ha due cap- dissi,

sali encomi. Difatli, del medesimo dipin- pelle laterali con separate sagrestie. Quel-
to parlò più volte in lali e maggiori sensi la a sinistra occupa il posto della vec-

d* ammirazione la Gazzetta privilegia- chia cappella del i5oj, l'allra a de-


ta di f^enczia,c\ot ne'n. i85, 197, 2.5^ stra è consagrala a s. Stefano I re, ed è
del 1854, l'ultimo de'quali coqlieue una lunga 45 piedi, larga 27» alta 4*^- i^ot<^-
lettera del cardinal primate allo stesso volissimo e magnifico è il monumento
prof. Grigoletli, lutti documenti compro- sepolcrale che ivi si trova dell'arciduca
vanti i grandi pregi del quadro capola- Carlo Anìbrogio d'Este principe prima-
voro gigantesco esprimente l'Assunta, ed te d'Ungheria, nato nel 17811 e nioi lo

espressamente che fu eseguito per l'alta- piecocemtnte neli8oq (poco visse nella
re maggiore della metropolitana di Grau dignità, perciò noi pubblicarono le Noti-
o Strigonia. Di più ne lessi corrisponden- zie di Ixonia); esso è ili mariuo di Car-

ti elogi nella Cronaca di Milano, t. i, rara, lavorato dal celebre scultore l'isani

p.33, che lo chiama colossale lavoi'o» in di IModena. L'eresse il fiatelio arciduca

cui si riprodussero le sante e meraviglio- Massimiliano d' Este gran maestro del-
se ispirazioni, che facevano al domeni- l' ordine Teutonico, au;bedue germani
cano b. Angelico da Fiesole dipuigere in dell'indimenticabile arciduca Francesco
ginocchio le sue Madonne. Verissimo. poi- IV duca di Modena. Il cardinal Rudnay
ché la vista del celebrato dipinto trasse non so[)rav visse al fine del grande edili-

lagrime di tenerezza dagli occhi di non zio, pel qualeo anni spese più di due
in 1

pochi personaggi e vescovi. Finalmente milioni di fiorini. Lo proseguirono suc- i

il n." 2o3 del Corriere Italiano del 854i 1 cessori arcives::ovi mg.' Kopacsy, e car-
tra le altre lodi artistiche, non dubi- dinal ScitOAV>ki ch'ebbe la gloria di com-

tò di qualificare il dipinto, imponente, pierlo e di cousagrarlo. Questo beneme-


perfetto, il più gran lavoro della scuola rito pastore ()iù volle procacciò alla sua
veneta nel secolo XIX ; cungratulamlosi arcidioccsi il benefizio delle sanie rais-
206 U N G UNG
sioni, concopioso e mirabile fruito ili mi- 7.a arcivescovile. Imperocché oltre i no-
gliaia eli conversioni, e di religioso entu- iDinati eranvi il cardinal Haulik arcive-
scovo di Zagabria, gli arcivescovi di Po-
siasmo del popolo. Furono predicale in
lingua ungherese, leilesca e slava, secon- sen e Gnesna , di Eriau di Colocza di , ,

do il variar de'luuglii, da'pp. minori os- Leopoli o Lemberg, di Udine, (piello dei
servanti, e da' pp. gesuiti a' quali fondò Mechitaristi(di Vienna mg.'^Giacomoljo-
un noviziato in Tyrnaw. Alla solennità sagii arcivescovo di Cesarea); i vescovi di
della consagrazione v'intervenne l'impe- Trento, Brunn, Csanad, Lugos greco-u-
ratore Francesco Giuseppe 1 , recandovi- nito (di cui a Transilvania), Alba Reale,
si a'3o settembre sul piroscafo a vapore Caschau , Eperies Ialino e greco unito,
l'Aquila, accomp.ignato dagli arciduchi ^'esprim, Piaab , Rosnavia greco-unito,
Ferdinando, Ernesto, MassimilianOjCar- Vaccia , Scepusio ,Bosnia e Sirmio di ,

lo Ferdinando e Guglielmo. Per la via Traiisilvania ; l'arciabbale di s. .Martino,


ferrata con treno separalo vi si portaro- e gli abbati di Lofiir, Molk, Hellingen-
no l'arciduca Alberto Federico governa- kreuz, il vescovo sullraganeo di Vienna e
tore generale dell' Ungheria, il cardinal il parroco di corte. Pertanto a nome di
Uauscher principe arcivescovo di Vien- tutti disse il cardinal ScitoAVski. " Men-
na, i ministri conte di lUiol-Schanenslein, tre abbiamo la ventura di vedere e di sa-
barone di Bach, cav. de Toggenburg, il lutare, rendendole omaggio, la sagra per-
capo della polizia tenente maresciallo sona di V. M. in quest' antica citlà del
Kempen, il generale di cavalleria barone regno , il nostro petto è ripieno de' più
d'Hess, il conte Zichy e altre molle aulo- dolci sentimenti di gioia illimitata. V. M.
rità civili, militari ed ecclesiastiche. L'im- degnossi infalli, con inaudita benignità, di
peratore dopo essere stato festeggiato con prender partea questa sagra solennità ec-
entusiasmo in Presburgo, cannoni situa- i luogo in cui il primo de-
clesiastica, nel
li sul forte Feslongsberg annunziarono gli augusti antenati della M. V., s. Ste-
il suo avvicinarsi a Gran, ove fra l'inces- fano nacque e fu educalo; in cui diven-
1,

santi acclamazioni di giubilo del popolo, ne grande; ed in cui, congiungendo l'or-


fu ricevuto ossequiosamente dall'arcidu- dinamenlo del suo governo a'principii re-
ca Alberto Fedeiico governatore genera- ligiosi, pose felicemente la base della pub-
le, dal cardinal Scilowski principe pri- blica prosperilà,dimostrando co'fatti esse-
mate col clero di corte, il capitolo metro- re principio inseparubde da essa di dare
politano, il vice-presidente dell'i, r. luo- a Cesare ciò ch'è di Cesare ed a Dio quel
gotenenza di Buda-Pesi, il capo del comi- ch'è di Dio. Questi santi principii slava-
tato di Gran e comandante del distret-
il no e stanno anche adesso nel cuore del-
to dell'i, r. gendaimeria. S. M. scese to- la nazione. In conformità a ciò, deponia-
sto nel cocchio e si recò attraverso i va- mo oggi il nostro ossequioso suddito o-
ricorpi della maestranza, de'deputati dei maggio a'piedi di V. M., come 856 anni
t:omuni, della scolaresca e dell'ammassa- fa r ungherese rese omaggio per la pri-
la popolazione verso il palazzo del prin- ma volta al suo Re Apostolico. E come
cipe arcivescovo. Presso il piccolo ponte
qui, nella Sionne ungherese, furono rin-
era erellounarco trionfale, ove il pode-
novale e consagrale le case del Signore
stà di Gran ebbe l'onore di poter espri- distrutte 700 anni fa dall'armi dc'nemi-
itiere ali iUlg^l^to monarca i sensi di gioia ci infedeli , vengono adesso rinnovati e
degli abitanti della citlh. 1 1
cardinaleprin- consagrati sentimenti della nostra im-
i

cipe [.rimale salutò la M. S.


con lu) osse- mutabile fedeltà e del nostro filiale at-
quioso discorso in nome degli eccelsi
o- taccamento. Preghiamo V. INI. ad acco-
ppili riuniti nella gran sala
della residcn- gliere beuignameute ec." S, 1\1. dcguossi
II N G U X G . ?,-T7

rispondi re. » Sono inlimamenle lido cVi con pietosi sensi e promosse od np-falli,
|)oJei- parlaci pare a quesla gran festa del l'oggiò gli sforzi del giande suo consor-
la Chiesa e della uazione. Seguendo l'e- te. Qui, io questo luogo raccomandò egli
sempio del s. Pie, al quale la patria va a la nazione alla INLidre di Dio Maria, pa-
buon diritto debitrice della sua giuria e trona dell' Ungheria da qui [tarliioiio i ;

della sua felicità, ho anch'io senipie nel [)aslori de' IO vescovati da lui (ondali in
cuoie di f;ir felici i fèdi-li miei sudditi. tutta l'Ungheria per predicare l'Evange-
Quindi accolgo con soddisfazione cordia- lo di Cristo, e con tale successo, che sotto
le l'espressioni del vostro suddito omag- il suo governo tutta la nazione pagana
gio, ed assicuro voi e tulli gli ahitanti di inchinossi dinanzi alla Croce di Cristo, e
questo paese della mia grazia imperiale". cercò in essri la principile sua gloria. In
La mattina de'3i agosto il caidinal Sci- una parola, or sono 800 anni, i grandi
towski alle ore 8 si recò alla metropoli- falli di quel glorioso re santificarono e
tana con treno di gala, preceduto dal cro- illustrarono questo luogo. Tuttociò con-
cifero su cavallo riccainenle bardalo, sa- siderando, confessar dobbiamo essere im-
lutandolo il tuonar de'cannoni e il suo- [ìcrscrulabili le vie del Signore. Or vedi!
no delle campane. Appena il cardinale di- Quel che in questa fortezza era vi di san-
scese,ricevuto ivi dal clero metropolitano, to, di glorioso e di grande, distrusse e de-
incominciarono le sagre ceremonie, già solò, 700 anni fa, il nemico della Croca
fino dal gioi'no innanzi inaugurate. Circa di Cristo. Il cielo poi ha riservato a V. IM.
Icore IO, nel momento della solenne pro- la gloria di veder cessare, nell'epoca de'
cessione colle ss. Reliquie ed i corpi de* vostri sforzi e della distinta vostra reli-

ss. Valentino cannoni e le


e Modeslina, i gione, che proteggono gì' interessi della
campane a festa annunziarono l' arrivo Chiesa cattolica, il lutto e lo squallore
di S. M. l'imperatore colla più splendida che 3oo anni regnarono in questo santo
comitiva, e fu ricevuta convenientemen- luogo; di veder benedetta, consagrata ed
te alla porta principale della chiesa. Al- aperta ad onore di Dio la chiesa edifica-
lora la processione prese un aspetto il più ta nel sito dell'antica, ce." Finì col pro-
imponente. Più di 20 vescovi in para- mettere di pregare il Re de' R.e nella i
.^

menti pontificali, cardinali Iiauscher e i messa sul nuovo altare, acciocché colmi
Ilaulik in porpora, il cardinal primate delle celesti benedizioni S. I\L l'Impera-
co'suoi assistenti, il quale tenne al sovra- trice, i membri della famiglia regnante,
no il seguente discoiso.'j La presente com- ad anche la giovane arciduchessa Gisella
parsa di V. M. I. R. A., su cui dolcemen- loro figlia. Dopo compita la ceremonia
te riposano gli occhi de'mille qui radu- il vescovo d'Alba Reale predicò in unghe-
nali, è veramente mirabile e commoven- rese in chiesa, e fuori di essa si predicò
te. Qui sta oggi V. M., qui stanno alcuni in tedesco, slavo e ungherese. Dopo la

membri della gloriosa e augusta regnan- messa il principe primate e l'alto clero a-

te famiglia; qui supremi funzionari dei


i veano accompagnato si no al porloneS.M.,
governo imperiale; qua primi sacerdo- i che in mezzo al continuo tuonar de'can-

ti della chiesa ungherese e dell'impero, noni, ed all'incessanti grida di Eljcn del-


e cittadini d'ogni ordine. Qui stiamo tut- la fìttamassa, ritornò alla sua residen-
ti nel sagro luogo, dove 856 anni fa, Ste- za. Colà graziosamente ricevè le deputa-
fano I il Santo, grande antenato di V. M., zioni delle due capitali della provincia, e
pose la base del cristianesimo e de'santi quelle dell'altre regie città libere. Alle 3
coslun)i; dov'egli come apostolo dill'u- vi fu pranzo solenne, tanto in palazzo,
se, con illimitata divozione, il regno di quanto in seminario, nell'albergo de'ba-

Dio ; dove la pur di vota regina Gisella, gni e sui piroscafi. 11 numero de'convi'
VCL. LXXXIir. '7
UNGr U N I
258
Ftirono falli Ijiin- rornre perla riunione della Chiesa gre-
tati fu di circa looo.

cardinal primate, accompa-uali ca non unita alla Chiesa madre Roma-


disi dal
acclama/ioni po- na Cattolica. A. questa notizia, che scri-
da'colpi di cannone e da
rispose con altro vo sugli stamponi, aggiungo l'altra, che
polari a S. M., la quale
l'antico costu- l'imperalore in compagnia della sua au-
a bene dei paese. Secondo
distribuiti al popolodue bovi gusta sposa l'imperatrice Elisabetta, in-
me, furono
arrostili, ed il vino si fece sgorgareda traprese un nuovo viaggio in Ungheria,
n)olte grandi bolli. Seguirono diverse fe- conducendovi per lai.^" volta l'imperiale

ste nazionali, e la sera ebbe luogo splen- compagna. A'4 maggio arrivarono nelle
dida luminaria. La magnifica cattedrale due città sorelle di Buda-Pest con isplen-
rifulse maestosamente in mezzo a'fuochi didissimo corteggio, fra il giubilo entu-

del bengala di vari colori, ed illuti)inò siastico e i replicati Eljen della popola-
magicamente ben Knige il monte. Un ma- zione, ed assisterono al Te Deiim intuo-
fiomme inondò la festante citià |)ri-
re di nato dal cardinal primate d' Ungheria.
maziale del regno, e in molli siti oHri in- La cittadinanza di Presburgo vuole ce-
cantevoli vedute. Sui prossimi monti ar- lebrare l'avvenimento con istituzioni be-
devano fuochi di allegrezza, e sul ponte fu fieflche e commemorative, che porteran-
incendiato un fuoco arlifìciale. L impera- no il nome di Elisaheltine ad onore del-
tore alle IO con treno separato riparti l'imperatrice, e descritte a p. 34?- del
per Vienna. Il cardinal principe primate Giornale di Roma. Da questo pur rica-
fece coniare una medaglia monumenlale vo che sono cominciate le discussioni de-
perla seguila consagrazione della metrò- finitive intorno lo stato d' organizzazio-

polilaiia di Gran,in oro, argento e bron- ne per l'Ungheria.


zo. Mostra nel rovescio la catledrale cir- UNIONE DELLE CHIESE E DE'
condata da luminosa aureola coU'epigra- BENEFIZI. L'unione delle Chiese e de'
le: Basìlica Strigoiiicnfiis. Sul duillo di Benefìzi ecclesiastici [T.) è il riunimen-
D. O. M. Imma-
essa vi è l'iscrizione: to d'una chiesa e di un beneficio ad un
nilatae Deiparae F. adCoelos Jssum- altro, che fa un superiore legittimo, se-
ptac, Slcphani P. R. et Adalbcrti
ss. condo la forma prescritta da'canoni. Tut-
E. M. Honorihus Pio IX P. M. Frati- ti i canonisti considevano le unioni delle
n'sro Josepho Ansti-iae Cacsare, Ilun- chiese o de'benefizi come odiosi, perchè
gariae RcgcJp. felici concordia regnali- diminuiscono il numero de'ministri sta-
tìhuS) dedicata et cnnsecrata a Joaniic biliti per ciascuno benefìzio, perchè sono
Card. Scilowshy Pr. Primate A. Epi- contrarie alla comune utilità delle chiese,
scopo Strigoli. MDCCCLFI. Questa soteu- ed alle intenzioni de' fondatori ;
perchè
nilà resterà memoranda ne' fVisli della portano pregiudizio tanto a' patroni ed
Ungheria, e la festa riuscì ve-
C^liiesa d' a'colleltori di cui esse annientano i diritti,

ramente nazionale per la medesinia, e ca- quanto in passato agl'indultari e gradua-


pace di riaccendere la fede di questi po- ti di cui restringevano le Aspettative ;
poli. Questa una delle più ma-
festa fu perchè turbano l'ordine esteriore della
gnifiche chesiansi falle mai in Ungheria. Chiesa, e perchè è una specie d' aliena-
Nel decHnar di marzo del corrente SSy, zione, in quanto che in conseguenza del-
la fncollà teologica di Pesi ha proposto
i
\
l'unione il benefizio unito è, in certa qual
per il premio il seguente argomento: In maniera, soppresso, od almeno talmen-
base alla dol Irina di fede ed alla storia, te alterato, che perde la sua i.' natura e
compilare un libro che con esposizione il suo 1.° stato. L' unione de' benefìzi si
facilmente intelligibile, ed in modo par- divide in personale e reale. L'unione de'
lante airinlclletlo e al cuore, abbia a pe- benefizi, chiamata ad vitam o ad tcin-
UNI N I 25,j
pus, è quella per cui £Ì uniscono nd nn Papa, sia da'vescovi. L'unione in forma
benefizio, ilei quale un ecclesiiislico è li- conimissoria è quella in cui si osservano
telare, tulli gli altji benefizi de'quali egli le formali là di cui parici ò. L' unioni de'
è o potrà essere provvedulo in seguilo, benefizi essendo odiose in se slesse, è unn
qualunque sia la loro qualilà, per non massinta neevuia non esservi che la sola
f()rniare clie un solo benelìzio dui aule la necessitàjO l'evidente ulililà della Cliiesa,
vita di quel lilolare. Questa unione è uni che possa renderle legiiliine; le scuole,
cainenle falla in favore delle persone, un un seiuinario, un vescovato
collegio,
quindi è contraria alle viste della Chie sono d'una grande ulililà alla CIiie-ia;so-
sa, e contiene i ricordali difetti. L'unione no essi poveri, 1' unione è necessaria in
reale è (piella fatta unicamente secondo loro fivore. Una parrocchia , un vesco
le viste della Chiesa : chiamasi anche per- v;ito è rovinato dalle guerre, si unisce al
pelua, perchè il tempo della sua durala piti vicino, per liinore che la cura dell'a-
non viene limitalo dal decreto d'unione; nime non sia itileramente abbandonala,
dev'essa durare finché i! bene della Ghie- Queste due cause di unione, la necessitìi
sa lo richiede. L'unione reale e perpetua o 1' utilità sono espressaniuute marcale
,

può farsi in 4 dill'erenli maniere. La i.' nelle leggi canoniche. Vi sono delle foi-
quando di due chiese o benefizi se ne for- malità principali da osseivare nella u-
ma uno solo, senza estinzione totale del «ione de'benefizi: la i." è quella d'infoi»-
benefizio unito, di maniera che vi resta marsi della comodità o inconioililà del-
soltanto il lilolo del benefizio cui é fatta 1'unione; la 2.* di sentire quelli che vi
1' unione. La 2." si fa colla soppressione hanno interesse, come sono il collalo-
tolale del lilolo di benefizio, di cui si u- re d'un benefizio che si vuole unire il ,

niscoiio le rendite ad un altro; il che può patrono sia ecclesiaslicoolaico.il titola-


dirsi un'estinzione e soppressione di he- re, i parrocchiani, quando si tratta del-
nefìzio, piuttosto che un' unione; come l'unione d'una chiesa parrocchiale. L'in-
quando si sopprime un canonicato, e che formazione de conimodo et inconiinodo
se ne unisce la rendita o la prebenda ad deve tendere a conoscere le rendite del
una dignità die si erige. Allora la rendi- benefizio col quale si vuol fir l'unione, i

ta del canonicato è incorporata alla di- pesi che deve sopportare , la sua situa-
gnilà, senza canonicato e senza diritti, e zione presente, ch'è cagione della neces-
le prerogative del canonicato estinto. La sita dell'unione, ed il bene che si propo-
3. "unione, chiamata accessoria velsuhjc- ne di procurare alla Chiesa; e per rappor-
cth'a , si fa quando si lascia sussistere il to al benefizio che si vuole unire, questa
titolo di benefizio unito ma con subor- informazione deve altresì tendere a eo-
dinazione all'altro, eallora il benefìzio u- noscere la sua reudita, le sue cariche, il

nito diventa laccessorio dell'altro, ed è suo ministero, e se bene che si aspetta il

a lui soggetto. La 4-" è allorché si lascia- da questa unione sarà maggiore di quel-
no sussistere titoli de'benefizi uniti, ma
i lo che la Chiesa ricava già dal benefizio
aeque pn'ncipali/cr,e seaza dipendenza che si vuole unire. Fra le persone inle-

l'uno dall'altro, di maniera che l'uno e vessale all'unione, ve ne sono alcune che
l'altro restano nel loro intero stato, e so- basta di citarle, ed altre delle quali biso-
no due distinti benefizi, sebbene dopo l'u- gna ottenere il consenso. La regola del-

nione non siavi che un solo Titolare de* la canct^lleria romana dewiinnihiis^ vuo-
due benefìzi uniti. Dividonsi altresì le le per la validità dell'unione, che colo-
unioni in forma graziosa e in forma coin- ro i quali la domandano siano obbligali
inissoria. L' unione in forma graziosa è ad esprimere nella supplica il vero vaio-
quella che si fa senza formalilà , sia dal re xecnndnm conimuncm existimatio-
26o UN I VN I

«cw, Je'diie benefizi. Si ponno unire Inl- ne più favorevole, è condannata dal con-
benefizi ecclesiastici tli qualunque cilio di Trento, sess. 24, J^c Reforni. cap.
ti i ,

1' unione delle parrocchie,


sorta siano, qnantlo l'utilità della Cbiesa g, tanto per
lo richiede; collegiate, parrocchie, vesco- quanto de'benefizi semplici. Quanto al-
vati arcivescovati, abbazie, mense con- Iiinione delle parrocchie alle comunità o
ventuali, priorati conventuali. Si unisco- altri stabilimenti ecclesiastici, come semi-

no nondimeno più di rado le mense e i nari, collegi ec. , non si ponno né biasi-

prioiali conventuali, a cagione della re- raare,nè approvare tutte indiiTereulemen-


golarità che la Chiesa vuol sempre con- te; poiché siccome vi ponno essere delle

servare. Gli ufllzi claustrali sono altresì circostanze, le quali rendano quelle unio-
sosaetliaH'unione.ma solamente alle con- ni legittime, cosi ve ne ponno essere del-
gregazioiii regolari. I canonicali e lepre- l'altre, le quali le rendano abusive. Kon
bende vanno pure soggette ad essere u- avvi che il Papa che possa unire bene- i

«ite, sia fra di loro, sia al vescovato del fizi come l'unione de' Z^cyro-
ecclesiastici,

luogo, sia talvolta a qualche casa religio- i'atì, delle grandi Abbazie e altri benefi-

sa. La regola generale in questa materia zi che si chiamano concistoriali. L'unio-

è che bisogna unire miiiìis diguiun di- ne de'benefizi inferiori e altri non conci-
gniori: i d'anime vengo-
benefizi in cura storiali, per indulti aposlolici o in vigore
no considerali superiori agli altri, anche di concordati, può operarsi da' vescovi. la
acanonicati. Essendo benefizi della stes-
i Francia i vescovi potevano unire ogni
sa qualità, come due parrocchie, due ve- sorte di benefizi delle loro diocesi, eccet-
scovati, essi vengono d' ordinario uniti tuati i concistoriali e quelli ch'erano e-
ac(jite principaliterj oppure se uno de- senti dalla loro giurisdizione. Ma questa
v'essere levato, si sceglie il meno esteso, 2." eccezione non era osservata nell'unio-
ovvero quello la di cui situazione è la ne de'benefizi a'seminari. Le comujende
più incomoda. Quanto alla questione a di Malta si univano fra di loro con de-
quali benefizi l'unioni possano applicarsi, creto del gran maestro dell' ordine Ge-
non avvi dinicollà allorché alcuni bene- rosolimitano; ma quanto alle curedi que-
fìzi sono uniti ad altri benefizi della stes- st'ordine, l'unione non poteva farsi che
sa natura, vescovati con vescovati ,
par- dal vescovo, col consenso del gran mae-
rocchie con parrocchie, benefizi regolari stro. L'unione s'impugna priucipalmeo-
con monasteri, ospedali o altre pie am- te quando non furono seguite le regole
ministrazioni con amministrazioni simili. o le formalità prescritte da'canoni. I su-
\i sono pelò molte questioni sulla unio- periori che hanno l'autorità d'unire dei
ne de'benefizi regolari co'sccolari, de'be- benefizi, ponno anche disunirli quando
nefizi liberi con quelli di giuspadroualo, vi sieno cause sufficienti. Queste si veri-
de'benefizi di diversi regni, di diversedio- ficano quando l'unione è stata falla con-
cesi, ec. L'unione de'benefizi liberi a'be- tro le regole della Chiesa, o quando le
nefizi iupadronato fu ben a ragione dis- ragioni per cui fu essa fatta non sussisto-
ap[)rovata dal concilio di Trento, sess. no più e le cause della fatta unione sono
25, De Rcforin. cap. 9. Ma si ponno u- cessale. Quanto alle formalità per le dis-
nire de' benefizi esenli con benefizi soff- unioni ve ne abbisognano altrettante
,

getti ol vescovo, ed allora i benefizi per- quante per l'unione.


dono la loro esenzione.
L'unione de'be- UiMOiNE IPOSTATICA. J . ss. Tri-
nefizi semplici agli spedali è una delle MITA.
più favorevoli. L'unione de'benefizi di di- UNIONISTI, r. Sabelliani.
versi regni è proibita perse stessa, e quel- UNITARI. /'. SociNiANi.
la dc'beuelizi di diircrenli diocesi, scbbe- UNIVERSALE, Oaumcuicus, Via-
U N I
UNI ifi,
vcrsalis. Denominazione della Chiesa salis Calholìeae Eeclesiat Episeopus.
Ronidiia^ del Sinodo Ecumenico (/^.), e Quindi nel 536 i vescovi del sinodo di
litolo proprio del Sommo Pontefice {^f ".), Costantinopoli, nel libro che indirizzaro-
detto anche Pastore [F.) universale. So- no a Papa s. Agapito I usarono queste
lamente la Chiesa Romana è denomina- parole: Domino Nostro prò omnia San-
ta Chiesa Uni\'ersale e Madre delle ctissimo acDealissimoPatriPatrnm Ar-
Chiese, pel riferito da Innocenzo III e da chiepiscopo Romanorum, etOeenmeni-
me riportato a Sede Apostolica. Il Con- co Pdlriarcìtae .-1 gii peto. Papa Pelagio
cilio oSinodo [r.) di più Provincie, sot II del 578 proibì agli arcivescovi e pa-
lo un Primate, si chiamava Universale triarchi l'usare il titolo di t^esrovo Uni'
e Generale, poscia fu detto Keumenico versale Ecumenico , proprio soltanto
{F.) grande e plenario. 11 Rinaldi par-
, del romano Pontefice; e ciò per reprime-
lando del concilio di Sardica osserva , re l'alterezza di Giovanni VI il Digiuna-
che siccome vi furono convocali vesco- i tore vescovo di Coi^lantinopoli, perchè si
vi delle Provincie di quasi tutta la cristia- arrogava il titolo di Vescovo liiiversa'
nità, e v'intervennero i /cìjy/// della s. Se- le. Poiché narra il Rinaldi, che ri|)ocrita
de Apostolica, mandati dal Papa s. Giu- Giovanni VI avca illecitamente adunalo
lio I, a ragione si ha da reputare conci- «in conciliogenerale,solloscriveodo8Ì Ve-
lio ecumenico. Imperocché gli antichi scovo Universale, perciò il Papa scrisse

chiamarono concilii o sinodi con diver-


i a tulli i medesimi vescovi intervenuti al
si nomi. 11 concilio pienissimo, che noi di- sinodo di Costantinopoli. » E stato fitto
ciamo ecumenico, ubarono di nontinare sentire alla s. Sede, come Giovanni vesco-
Magnum, e com fre(|uenlemente si Iro- vo di Costantinopoli si sottoscrive Uni-
vaessere stato appellato il Niceno; e con- versale, e che secondo questa sua preten-
forme a questo s. Atanasio chiama pari- sione vi convoca ad un sinodo generale;
nienti I\Iagnu/n il Sardicense. Senza che essendo per singoiar privilegio già stata
l'istesso, che diciamo ecumenico , nomi- data r autorità di rauuare concilii Uni-
liaronu i maggiori , Plenariuni Cunei- versali alla Sede Apostolica di s. Pietro;
Unni. Mentre poi ch'erano convocati in- nò leggendosi essersi mai fatto legittima-
sieme lutti i vescovi delle provincie sog- mente alcun sinodo se non dipendente-
gette ad un vescovo primate, chiamava- mente da essa ... Non usi mai alcun pa-
no tal concilio Generale e Universale. triarca questo vocabolo sì profano (cioè
Tuttavia l'uso prevalse, che Concilio U- il ùioìo d' U niver sale), imperocché men-
ìiiversale si dicesse V Ecu/nenieo, e quel- tre si chiama Universale un patriarca,
loche dagli antichi si soleva chiamare si viene a togliere agli altri il nome ili

BlagnaSynodus, ovvero Plenariian Ec- patriarca". Con tuli parole non derogò
clesiae hniversae Coiicilium. La paro- punto al Primato {I.) del romano Pon-
la Oecumenicumòfìv'wdi dalla voce greca tefice,che anzi lo sostenne ed esercitò;
e suona in latino Orhem Terrarum , e poiché inlese di parlare de'palriarchi 0-
così concilio ecumenico in lingua nostra rienlali,i quali affermò poi s. Gregorio
viene a dire concilio radunato de' ve- 1 essere 4- 1 1 successore s. Gregorio I lìla-

scovi dalle Provincie di tulio 1' Orbe Cri- gno riprovò Eulogio vescovo d'Alessan-
stiano. Nel concilio ecumenico di Cal- dria, che orgogliosamente si denomina-
cedonia celebralo nel ^5i, il Papa s. va Patriarca L uìversale, nou meno ab-
Leone I venne denominato f escovo U- borrendo Giovanni il Digiunatore, che
niversale o Ecumenico. Però il Ponte- l'affettava per orgoglio. D'allora in poi

fice scrivendo all' imperatore Marciano s. Gregorio I in tutte le sue lettere co-

i' iulilolò : Leo Koinauac, et Uiùvcr- uiiuciò a iulilolarsi ; Servus Scrvorutn


262 U N I U N I

Dei {J'.); e fii imitato da' successori. A- chiatuarsi il Papa Vescovo Universale o
vendo biasimato l'opera- Ecumenico (il die rilevai pure in tale ar-
i gì eoi siciliani
lo dal Papa, (juesti li confiUò col dicliia • ticolo) tlclla Chiesa, e il dirsi Vescovo
lalo nel voi. LXV, p. i56. Il p. Meuo- della Chiesa universale. Il i.° modo di
chio, Stiiore, ceut. g, cap. 72: De titoli parlarefii sempre abborrilo da'Papi, per-

d'onore dati ad alcune dignità ecclesia- chè chiamandosi 7 "('^coi'o£//iM'eriY//t', pa-

dice voler portare la ragione per-


iticlie, re che gli altri non fossero vescovi; il 2.°

chè s. Gregorio 1 parve che non appro- modo fu in uso, perchè mostravano eoa
vasse di chìamaviì Episcopns Universa- umiltà la superiorità sopra di tulle le
lis ovvero Oecunienicus , che vuol dire chiese. In tale senso s. Leone I adoperò
lo slesso, con tuUochè questo titolo con* il titolo d' Universale, ragionevolmente
venga a'»onitui Ponlefici, perla cura u> ad essi dovuto. Il Rinaldi racconta, che
ni\eisale che hanno della s. Chiesa, e nel per le vertenze insorte tra s. Gregorio l

concilio di Calccdonia Leone 1 fu chia- s. e l'imperatore IMaurizio, venuto in cogni-

mato ylrchicpiscoi>ns L niversalis. La zione Giovanni il Digiunatore, che l'au-


ragione fu, per non dare con tal lilolu gusto teneva a vile il Papa con tanta ,

occasione di pensare ad alcuno, che nel- maggiore arroganza si levò contro di es-
la Chiesa di Dio non ci fosse altro vesco- so, nominandosi piìi insolentemente che
vo che quello di Roma e che gli altri , mai patriarca universale, come avea co-
che hanno liloli di T- escovi non fosseio minciato a fare sotto Pelagio li. Erano
veruniente tali, ma piuttosto vicari del già in uso nella Chiesa di Dio, quanto al-

vescovo universale romano, il che sareb- le prefetture spirituali, i nomi ùi vesco-


be stato un distruggere l'ordine della vo, arcivescovo, meti-opolitano, prima-
Gerarchia stabilito nella Chiesa di Cri- te e patriarca. Ma quegli che si appella-
sto, il quale ha voluto che sieno molti i va vescovo di Costa utiuopoli e già sotto-
vescovi e nelle loro diocesi esercitino la posto alla metropoli d' Eraclea , non si

cura pastorale, sebbene con subordina- contentò d'esser detto semplicemente ar-
zione al sommo Pastore di tutto il greg- civescovo e semplicemente patriarca, ma
ge de'fedtii, ch'èil Ron)aDo Pontefice. Il volle esser nominato patriarca universa-
Magri nella Notizia de vocaboli eccle- le o ecumenico, la qual voce usurpava
siastici ragiona sull'usurpazione del tito- anche nella significazione più possente. Il
lo Ecumenico faita per la i." volta sfac- perchè, dice Rinaldi, scrivendogli s. Gre-
ciatamente da Giovanni VI di Costanti- gorio Ijneir/5,/>>;\v/. 38 cosi ragiona. Diai-
nopoli contro del quale si mostrò ripu-
, ijite che dirai tu, fratello carissimo, nel-
gnante Pa[)a Pelagio 11, e poi con mol- la terribile esamiucizione del giudice su-
to più santo zelo s. Gregorio il successore premo, tu che vuoi essere chiamalo non
1, come da molte sue lettere,
si raccoglie solamente Padre ma Padre generale ,

nelle quali prova che niun Pontefice Ro- nel mondo .''
Ove il santo [)rese il nome
mano ebbe mai ardire di pigliarsi tale universale per singolare, ed un solo, fuo-
titolo temerario e vano, ancorché a s. Leo- ri di cui non vi sia altri, poiché disse al-
ne 1 l'olìiì il concilio di Calcedonia, per lo stesso Giovanili coir/s'yj/j.f. i5i. Ninno
non privare gli altri vescovi del dovuto pretese mai d'essere appellato con tal vo-
onore, e particolarmente nel lib. 6 Epist. cabolo j niuno s'usurpo giammai questo
3i, chiama questo titolo Staiti iionii- :
temerario nome, acciocché approprian-
nis, profanuiìi vocabulum. Pareva que- dosi nel pontificato la gloria di .iingo-
Mo titolo a s. Gregorio 1 superbo e am- larità, non mostrasse di negarlo a tutti
bizioso, contrario alla cristiana umilia, gli altri fratelli. L'islesso si Uova scrillo
iiconosteudo qualche dillcrcnza Ira il nclltt suu Epist. 82 a Maurizio, con qiie-
U N I
U N I a63
Certamentefu offerto dal con-
sfe parole. Pievi, nel quale vocabolo rendo ragione
cilio Calcedonese al Romano VonU-fice dell'altro) particolari, e pm fessa mio d'es-
per onore di s. Pietro principe degli A- sere Successore (/'.) di Pietro, non
il

postoli; ma non e stato veruno di loro, conferma pur egli d' essere Universale
il quale abbia preso fjueslo nome di sin- Pastore di tutta la Cristianità? il che
golaritày ne abbia voluto usarlo a/ine, conobbe altresì Giovanni vescovo di Ra-
che mentre si dà alcuna cosa privata venna, dicendo nella risposta cheglisciis-
ad un solo non sieno tutti i sacerdoti
, se: Quibus auribus ego Sanrlissiniae il-
privali del dovuto onore. Cosi s. Grego- lae Sedi, cpiae Cniversali Eeelesi,i fura
rio J.Nel nual senso ancora sì dice laCliie- sua Iransiìùtdt praesunierem obviare?
sa universale una sola sparsa pel mondo, Oltre a ciò non mostra sovefile s. Grego-
fuoii della qiidle non vi può esseie allra rio I d'esser vescovo di IuHl. il mondoV
chiesa. Ridutò adunque il ron)anu Fuu- Qual anno ha del suo pontificati), nel (pia-
lefice il nome universale oflcrto dal con- le non apparisca eh' egli regge tutta hi
cilio di Calcedonia, poiché non volle es- Chiesa di Dio, dà legge a' vescovi orien-
sere in quella signilicanza dello Padre tali, ode e giudica ognuno, riceve 1'
Ap-
dì tutto il niondo^ a cui i vescovi fossero pellazione di qualunque parte del mon-
songelli come figliuoli, e non come fra- do, esamina, rafferma o riprova conci- i

telli, e nell'atnuiiuislrazione colleghi. Nel liijdà palili a'vescovi metropolitani, e con-


tjual modo s. Gregorio 1 atW' Epist. 32, cede privilegi alle chiese? Ed il medesimo
lib. I 2, che scrisse a lutti i vescovi intor- Giovanni VI Digiunalorc vescovo di
il

no del privdegio conceduto al monastero Coslanlinopoli non conobbe d'essere sud-


di s. Medardo, dice che Cristo solaniea- dito alRomano Pontefice, mentre che fu
le è capo universale della Chiesa. Un'al- da severamente ripreso nella causa di
lui
tra significazione ci ha dello stesso nome, Giovanni prete, gli atti della quale cnan-
col quale si dice universale quel che, ri- dò a Roma, ov'era venula l' appellazio-
manendo le parli intere, soprasta agli al- ne, per essere quivi discussi? Non ubbidì
tri; onde s. Gregorio 1 vietò, che niuno egli? Senza dubbio ubbith , temendo le
tra i patriarchi si chiamasse ecumenico, minacce di s, Gregorio I, fattegli da S.i-
infendendo degli orientali ,
poiché non binia no a pocrisarioi uCoslant in opoli. An-
volle, che uno fosse soggetto all'altro. Nel cora s. Gregorio 1, scrivendo a tìiovau-
quid significalo certa cosa è trovarsi, che ni vescovo di Corinto, approvò la depo-
il Romano Pontefice è chiamato l'esca- sizione d'Atanasio vescovo, e scrissegli al-
vo U/iiversale senz' alcun fasto , espri- tre lelteie intorno la cura pastorale, am-
liiendusi con tal nome fjuello eli' egli è, monendolo «pecialmenle , che non rice-
cioè che ha la cura pastorale di tutta la vesse nulla per l'ordinazioni. Nel oieile-
gregge del mondo; imperocché lo slesso siujo tenore scrisse pur anche a'vescovi
s. Gregorio 1 nella prefata epistola ap- , della provincia d' Eliade o Grecia, ed a
partenente al privilegio del tuonaslero di quelli dell'Epiro, e l'islesso comandò in
s. Medardo, Haec Sedes Ro-
così dice: occidente a'vescovi della FxMncia. Sicché
mana speculalionem suam loti orbi in- chiaro apparisce, che s. Gregorio I men-
dicit novas constitutionts omnibus
, et tre ricusa d'essere dello universale, eser-
mitlit: nel qual significato la chiama, Du- cita lacura delia Chiesa universale. Do-
minain gentium, in Paalm. Poeii, 5. Ed po queite cose, Cìiovaniii VI il Digiuna-
affermando egli nell'epistola a Giovanni lorc SI >forz,ò ubbidire a s. Gregorio F, che
il Digiunalorc, e altrove, s. Pietro esse- Comanda, e mandando i predelti atti be-
re \\ primo membro della Chiesa univer- stemmia, mentre nella sottoscrizione si
sale, e gli altri Apostoli capi di plchi (o uuuiiii.i universale. Cdescriveudoil sau-
2G4 ^^^ li K 1

suU' uoujo chiama Vescovo del-


re Marciano, dove si
to till'apociisario Sabiniano,
queste parole. la Chiesa Romana e Universale; e co •

vciiloso ili sn[.eibia, disse


Ei;lil \rnuio a tanto, che negli
alU da sìancora all'augusta Eudossia e all'impe
mandali per cagione diGio\iìnni pre- ralore Leone 1, con questa formola; Leo
ini
te, quasi in ciascun K'erso si nomina pa- Roinanae et VniversaUs Catholicae Ec-
triarca ecumenico j ma spero nelV on-
clesiae Episcopus. Oltre a ciò essendo

nipotente Dio che la sovrana Maestà ,


una cosa stessa Cattolico (A'.) e Univer-
.Mia disfarà l'ipocrisia di lui. Né in
vuo- sale, abbiamo parimenti essere stati usi

10 andò tale speranza ,


poiché Giovanni i Papi intitolarsi Vescovi della Chiesa
Di'^iunatore fu pieslaiiieule levalo di vi- Cattolica. Il (jual nome, come consueto
ta. TuUavolta s.Gregoiio 1 avrebbepiul- titolo nella Chiesa di Dio, si trova esser-

loslo voluto, ch'esso enieiidaiidosi fosse sidato spesse volte dagli altri a'Papi, co-
luiigaujeutesopravvissulo.Per ultimo or- me Pompeo parente dell' imperatore
dinò al suoapociisario Sabiniano, che non Giustiniano I, scrivendo a Papa s. Or-
« uuiunicassealfatlo con lai, pei' non [lare- misda del 5i4> G così Anastasia parente

je (il favolile la sua supcibia, acciocché dell'augusto; allo stesso Papa il concilio

iiiiueno in tal guisa confuso si corregges- d' Epiro usò i titoli di Patri Patrum,
se. Da cpieslo pure si apprende, che s. coinministro, ac Principi Episcoporum.
Gregorio 1 adempì l'uflizio di vescovo u- E Giovanni vescovo di Nicopoli e i ve-
iiiveisale dellaChiesa, mentre giudica chi scovi di tuttala Soria,in un'istanza sup-
il chiama contro ogni ragione universa- plichevole dissero: Universi Orbis Ter-
le. Molle cose s. Gregorio 1 scrisse, a de- me palriarchae Ilormisdae continenti
Giovanni Digiiaiatore, an-
te&lazio.'e di Sedemprincipis Jpostolornm Petri. In-
che all'unperalore Maurilio, usurpatore di nel G07 Papa Donifacio 111 ottenne
del nome universale o ecumenico, e trat- dall'imperatoreFoca, che dichiarasse con
tando del Primato della Chiesa romana; decreto o pubblico editto, che al Roma-
e ancora all'im|)eratrice, ad Eulogio
s"j no Pontefice soltanto appartenesse il ti-
vescovo d'Alessandria e ad Anastasio di tolo di Vescovo Universale o Ecumeni'
Antiochia. Ricordò s. Gregorio 1 1' ope- co, che si arrogava ancora Ciriaco, suc-
laio del predecessore l^elagio li, il qua- cessore di Giovanni Digiunatore. Il Ma-
le cassò gli atti del concilio di Costanti- gri dice che Ciriaco, acerrimo sostenito-
nopoli in nome di s. Pietro. Perciò, ri- re del titolo, ne morì di dolore. 1 vesco-
llellePtiualdi, or quegli che scrive lettere vi di Cipro scrivendo una lettera sino-
a nome di s. Pietro e cassa gli atli del dale a Papa Teodoro I, lo chiamarono
t:oncilio , non dimostra in falli d' essere col titolo di Ecumenico con queste pa-
prelato universale? Dichiara inoltre Ivi- role: SanctissiuìO, ac Beatissimo a Deo
iialili, che dicendo s. Gregorio I a quan- honorahili Domino meo Patri Patrum
do a quando nelle sue epistole, non aver archiepiscopo, et Universali Papae Do-
inai alcun Uomano Pontefice usurpato mino Theodoro, Se/-ginsJiumilem iuDo-
il nome vescovo universale, questo af-
di mino salidcm. Lo slesso titolo fu dato
ìfMiù) perchè egli ciedetle esservi qual- dall'imperatore FlavioCostantiiio III Po-
che ilillcrcuza ir;, il chiamarsi vescovo u- gonalo nel G7G a Papa Dono I: Flavius
)ii\cisale, evescovo della Chiesa uuiver- Constantinus fidelis magnus Impera-
iale. Imperocché molli esempi si trova- tor,Doiio Sanclissinìo acBcatissimo Ar-
no dc'i'api innanzi s. Gregorio I,ches'in- chiepiscopo A niupiae Romae, ctUuiver-
titohiKH.o vescovi della Chiesa universa- Papae. Quindi
sali è un grande errore
le, li.l.itli s. Leone l .ILigno usò spesso dare il titolo d'universale a' vescovi, ad
tal voce, come utU'cpisioia uH'iuiporulU' tccczione del l'apa di cui è proprio. lu-
UNI UNI aG?
faUl Papa Adriano I nel 785 scrisse al- UmWrmlc, die al Pontefice roraano so-
l'miperalore Costantino V e all'impera- !o appartiene, onde avendoglielo il Papa
Ilice Irene sua madre, sul principato del- viel;ilo, il patriarca non accettò i legati
la Sedi: Apostolica. » La sede di s. Pie- ponti.'icii, e promosse lo scisma clie lor-
Iro, la qtiale lia ed esiM-cila il Primato in nò a separare In Chiesa orientale dall'oc-
tuttoil mondo, fu Hata capo di tutte le cidcnlale. Indi dopo il io"j4 Giovanni
Chiese. IL benché nominatamenle il s. A- XIX detto XX non si piegò né alle pre-
postolo regge>se per ordine del Signore ci, né a'ricchi doni de' costantinopolila-
la Chiesa, non pertanto il successore di ni, che lo pregavano di concedere, che l.i
lui ha tenuto sempre mai il principato, loro chiesa avesse per 1'
oriente il titolo
e tienlo. Il qual precetto dcIU» Chiesa ii- di ? come l'avea la romana per
/iA'(V.9(//<',

Diversale dee piti che tulle l'altre sedi tutto il mondo; rjuindi rinacque l'iuitica
mettere ad elicilo la pri(na, la cpialean- discordia tra la Chiesa gieca e la latina,
che conferma colla sua autorità ciascun II predecessore di tal Popa fu Benedetto
sinodo, ecouservalo-colla continuala mu- Vili, il quale cominciava le sue Bolle e
derazioiie". Per la qual cosa Adriano I Diplomi [f''.) colle seguenti espressioni:
soggumse d'essersi meravigliato in vede- Bcuediclns Scrviif; Srrvorum Dei San-
iti che Coslaritino V davano nel-
e Irene ciac Lnivcrsalìs Jùxlcsiac Pn7t:uil,j)cr
le loro l-ellere a Tarasio nuovo patriar- diviiurni gratia/n (in più de'Papi trovai
ca di Costantinopoli, il titolo di universa usata la furniola ,
gratin Dei Ponti/ex
iti contro i canoni e conti o le tradizioni lioinr/nitsj grada Dei Romanac Sedis
dichiarando inoltre, che
de'ss. Padri; se l''piscojvts) sanctae Romanae Ecdesiac
nlcunochiamasse universale Tarasio o vi Praesul Salnlem et Bc-
et Episcopuf;.
acconsentisse, sapesse d'essere alieno dal- nedictionem ex parie Dei Omnipolen-
]a tede callolica e ribelle alla Chiesa ro- tix,cl B.Petri Jpostoloruinprineipis^et
inana. Magri riporta che Menna iud-
Il mea,(jin praesidatam, licei indigniis, te-
detto, consagrato da Papa s. Agapito e I nere videor Apostolicac Sedis. 1 palriar-
6110 vicario nel sinodo, fu Onorato in una chi greci, gincohiti, nesloriani, armeni e
costiluzione da Giustiniano I imperato- altri scismatici prendono il titolo eccle-
lecol \.\[o\o ò'iOecuineiiico Palriarchae. siastico di C?//rt//co ("/^J, corrisponden-
Con questo però avverte, si denota esse- te a ecumenico e universale, ma questa
yxi il patriarca universale rispetto a' ve- universalità comprende soltanto l'eslen-
scovi suoi sudditi, e non in riguardo di sione della loro setta. Abbiamo di Gu-
tulta la Chiesa, cosi l'intesero i moderni glielmo Lindano di Dordrecht, celebre
greci sì cattolici che scismatici, come il controversista, vescovo di Piuremondae
capo d' un solo ordine religioso si chia- di Gand; Roma/min vero acPoiitifi.ee/ii

Dia generale rispetto a' suoi religiosi. In merito appellari Universalein Kpisco-
questo senso la Chiesa romana pare che ptaìi Ecc le sia e Chris li, r\e\ suo l\\).i Dia-
tollerò nel patriarca di Costantinopoli il logorutn. Terminato il concilio di Treii-
Dome di ecumenico, come nella profes- /of'^.j, i padri accluinarono PioIV, Po/i-
sione di fede fatta dal patriarca Giusep- tefice della santa e universale Chiesa.
pe agonizzante in Firenze. Piiferisce No- Il vescovo Sarnelli, LelL^ccl,, t. 5, leti,
vaes che nel pontificato di GiovarmiXVl II 3i Perché si dice nel simbolo: Credo
:

detto XIX del oo3 I tornò a disunirsi dal- Sauctaiii Ecclesiani Catholienm non ,

la Chiesa romana quella di Costantino- Credo in. E se vi é diilerenza tra Callo-

poli, per l'arrogante pretensione de! [)a- lieo e Universale, Dopo avere reso ragio-
triarca Michele Cerulario, che voleva u- ne, che devesi dire Credo senza 1'///, di-

Siire il titolo di Fescovo Ecumenico ed ce che Capo visibile della Chiesa santa e
266 U iV I UN I

cattolici è il somnìo Pontefice romano, sto è sentimento attuale di tutti gli ar-
il

Vicario (li Cri^o e successore di s. Pietro, miniani, e danno il nome di Particolari-


fetidi sti a'ioro avversari. Gli Arniiniani sono
e però quantlo egli scrive a tutti i
s'intitola Fcsco^'O ch'Ila Chiesa Uiiwer- così delti da Giacomo Arminio calvinista
salej come eli s, Sisto F del 3^ in unai olandese d'OudcAvafer, professore di Lei-
sua lettera: Sixfus U>m'arsalis Jposto- da e loro caposetta, e per le rimostranze
licac Ecclesiac. Episcopm. Di s. Ponzia- che fecero agli stali generali in forma di
r\o Papa del 233 è scritto nel decreto di dottrina, furono anche denominati Rimo-
Graziano, can. Siispcctos,junc.ta supra- stranti. Essi specificavano 5 articoli che

scriplionc 3, q. 5. Ponlinnus Sanctae et giudicavano essere erronei. Il i.° e il 2.°


Unnrrsalis Ecclcsìae Episcopus^ omni- contenevano la dottrina dell'elezione e
bus christianis. Nel concilio di Trento fu dell'assoluta riprovazione, secondo l'idea

disputato, se sia lo slesso: Calholicae Ec- di Calvino; il 3.° l'opinione di quelli che
clfsiae Episcopus ; et Universalis Ec- dicono che Gesù Cristo non è morto se
clcsiae Episcopus. E fu detto, che seb- non che pegli eletti; il 4-" quello della gra*

heneera equivalente,er.i nondimenodub- zia irresistibile e necessaria; e il 5.° i'in-

biosa, quando il nome di cattolico impor- ammissiliilità della grazia della giustifi-
ta ancora Eedcle, come ael testo di s. A.- cazione ricevuta una volta, e l'impossibi-
gostino: Quae propterca Suncta, et Ca- lità della caduta totale e finale di quelli
Iholica est, quia recte credit in Deum, che hanno ricevuto la grazia stessa. I ri-

Onde ogni vescovo de'fedeli si può dire mostranti riunirono 5 articoli opposti
in certo modo: f escavo di Chiesa cat- contenenti le loro opinioni intorno alle
tolica, cioè che rettamenle crede; ma il suindicate materie, cioè; i.°Che Dio nel-
Papa si dice vescovo della Chiesa cattoli- l'elezione e nella riprovazione ha riguar-
ca, cioè dell' universale. Né questo senso do da un lato alla fede e alla perseveran-
tli tal vocabolo ne'concilii era nuovo, pe- za, e dall'altro all'incredulità e all'impe-
rocché nel sinodo V generale alla colle- nitenza. 2.° Che Gesù Cristo è morto per
zione 5." riferendosi alcuni luoghi tratti tutti gli uomini senza eccettuarne alcu-
dall'opere di s. Ai^ostino, e da ciò ch'egli no. 3.° Che la grazia è necessaria per ap-
disse in un concilio cartaginese, traspor- non agisce nub
plicarsi al bene. 4-" Ch'essa
tansi quindi le parole seguenti: Aiigiisti- ladimenoìn un modo irresistibile. 5." Che
nus Episcopus Ecclcsìae Catholicae di- prima di assicurare che rigenerati non i

xit. In confermazione di che notarono, ponno decaclere,con veniva esaminare più


che si legge in s. Ci[)riano, com'egli rice- matiuamente una silì'atta questione. Do-
vendo al grembo della Chiesa alcunijch'e- po che rimostranti vennero condanna-
i

rano stali eretici, non solo faceva loro ti dal sedicente sinodo di Dordrecht nel

confessare, che s. Cornelio Papa era Pa- 1619, nel seguente anno pubblicarono;
stor Ecclcsìae Catholicae, ma volea che Acta et scripta Syaodalia Dordrace-
iiggiungessero, idest Universalis. Onde na ministroruni Remostrantiuni infoe-
iieir acclamazioni de' padri tridentini fu dcì-ato Belgio. Pubblicarono pure una
detto: Bcalissimo Pio Papae, et Do/ni- confessione di fede, in cui es[)Osero le lo-
no Nostro Sane to, et Uiìiversnlis Eccle- ro opinioni intorno alla religione cristia-
siae Ponlìfiri, multi aiììii^ et aeterna /ne- na, e per la quale Simone Episcopio fe-
moria. J^. ìNome df.'Paim. ce conti oi teologi di Leida un'apologia
L'NIVEUSALISTI. Eretici Prote- stampala nel iGsq. Alcuni arminiani gel-
stanti (^ .) ,
i quali sostengono che Dio taronsi nel Soci/da/u'smo (f'^-)j essi cre-
dà ilelle grazie a tutti gli uomini per ar- duinj alticM che tulli (juelli che sono cri-
rivare alla sululeelerna, e diceiiche quc- stiani punnu salvarsi malgrado la diver-
u ^' 1
u N I 267
Sila delle Sette e delle opinioni, piucliè formale col principio fundainenlale della
vadano d'accordo negli articoli fonda- prelesa riforma, che esclude ogni altra
mentali. Ma tremenda
osta la niussiina: regola di fetle fuor che la Sciittura , vi
Inori della Chiesa cattolica non vi è salii- forono tosto anche in Francia de'teolo-
te eterna, del quale grave argomento ri- gi calvinisti , i qn.-.li scossero il giogo di
parlai nel voi. LXXIX, p. 73. Gli anni- questi empi decreti. Gio. Cameron prò
niani propriamente delti non differisco- fessole di teologia nell'accademia di San-
no (\aCah'iiiisti[V.\ se non che ne'puo- miir e Mosè Amyrant, successore di lui,
ti suindicati. Venne dato il nome tli con abbracciarono il sentiinento de"Ii armi-
tro-rinioslrauli a'calvinisti e altri eretici niani sulla grazia e sulla predeslinazio-
che hanno scrilto contro gli armiiiiani; ne. Su questa dispula fra' protestanti si
ina più telanti contro-rimostranti sono
i deve fare un'osservazione importante,
i gomaristi, ossia calvinisti rigidi, disce- Mosheitn, che la racconta, parlando de'
poli di Francesco Goniar altro professo- decreti di Dordrecht, rimarcò che
4 prò-
re di Leida. Tornando agli universalisti, vincie d'Olanda ricusarono di sottosori-
per comprendere la di/lerenza che v'ha verli, che in Inghillerrn furono rigi-llali
tra le opinioni degli uni e degli altri, bi- con disprezzo, e che prevalse i'arminiani-
sogna rammentarsi che il ricordato sino- smo nelle chie.-.e di Drandebnrg, Brema
do adottò solennemente il sentimento di e anche di Ginevra; aggiunge che i 5 ar-
Calvino, il quale insegna che Dio con un licoli di dottrina condannali da questo
decreto eterno e irrevocabile ha prede- sinodosonoii sentimenlo comune de' A>«-
stinato certi uomini alla salute, e riprova- Icranl [/'.) e de' teologi Anglicani {f^-).
li gli altri per la dannazione, senz'alcun Parimenti parlandodi Amyranl, dice che
riguardo a'Ioro meriti o demeriti futuri; idi lui sentimenti furono ricevuti non
che in conseguenza concede a'predestina- solo ila tutte le università Ugonotte i\'\

li delle grazie irresistibili, per mezzo del- Francia, ma che si dilatarono in Ginevra
le quali pervengono necessariamente al- e in tutte le chiese pretese riformate del-
la beatitudine eterna,mentre le nega ai l'Europa, per mezzo de'rifugiati france-
reprobiji quali per mancanza di questo si. Siccome ha giudicato che (piesti
egli

soccorso sono necessariamente dannati, sentimenti sieno il puro Pclagiancsinio^

Quindi, secondo l'eresiarca Calvino, Gè- resta indubitato che (piesta eresia è at-
SLi Cristo è morto ed olFii a Dio il suo tualmente la credenza ili lutti calvinisti, i

sangue [)e'soli predestinati. Questo sles- e che dal pelagianisino rigoroso del loro
so sinodo condannò gli arminiani che ri- i. "maestro sono caduti nell'eccesso oppo-
gellavano questa predestinazione e que- sto. D'altra parte, poiché confessa che i

slariprovazioneassolnta, sostenevanoGe- luterani e gli anglicani seguono I'o[)Ìmìo-


SLi Cristo aver sparso il suo sangue per ni di Arminio, e che dopo la condanna
tutti gli uomini e per ciascuno di essi in di questo i di lui partigiani eccedettero

particolare; che Dio in virtù di questo ri- nel loro sistema: perciò si conclude che i

scatto concede a tutti , senza eccezione, Protestanti in generale sono divenuti


delle grazie capaci di condurre a salute, Pclagiani, e ciò mentre i meilesimi pro-
se sono fedeli nel corrispondervi. I decre- testanti, per eccesso di ridicolo, non ces-
ti di Dordrecht fiu-ono accettati senza op- sarono mai di accusare la Chiesa roma-
posizione da'calviiiisti di Francia, in un na di pelagianismo, come e meglio os-
siuodo tenuto a Charenton nel 1623. Sic- serva il ÌÌkìi-'^'ìhv nei Dizionario eiiciclo-

come questa dottrina era orribile e ri- pediro.


buttante, e d'altronde alcune decisioni in UNlVEPiSlTA.' , Ly cenni ^ Lyceuin
materia di fede sono una contraddizione Magnani, Àcadeniia, Unii>ersilas. Liio-
268 UNI UNI
co di studio generale delle scienze e del- doperà. La Poesìa, la Musica, e d'am-
ie lettere htlie, scuole miiversali e
\mh- bedue ne ripailai a Teatro e Uffizio di-

bliclie con piolessoii di differenti e anco vino; la l\Iilizìa,\(ì Blariiia,^ tornai a ra-

tti tutte le ^cienze. Chiamasi Archiginna- gionarne a Porto e Soldato; tutte arti

sio il primo ginnasio o prima università, che hanno i propri articoli qui ricordati;
come r Viiivcrsità Romana [F.) o Ar- dell' arti deldisegno tratto a Scultura,
chi'-innasio della Sapienza. L'università Pittura ec, e dalle altre negli articoli re-
si definisce ancora, riunione di molti col- lativi), formavano l'università degli stu-

|e"i stabiliti in una città, dove s'insegna- di, vale a dire abbracciavano tutte quelle
jio pubblicamente le belle lettere e le dottrine ch'era dato di percorrere. Inol-
scienze, e si danno i gradi di Licenzialo^ tre pretendesi che il nome di llnwcrsità
di Baccelliere. Q di Dottore [f'.). In una propriamente derivi da'Papi Innocenzo
università vi sono ordinariametile 4 fi** HI del iq8, ed Onorio 111 che gli suc-
i

collà : la teologia, la legge, la medicina cesse nel 1216, i quali scrivendo al cor-
e la matematica. L'università è un va- pò de' maestri e degli scolari di Parigi
sto ediflzio, disposto per l'imegnamen- (/'^.), cominciavano le loro leltereoon (jue-

to pubblico. Ordin.iriamente esso è for- sle parole: Noveril Uìiiversitas vestra;


Ulto di portici, scuole con cattedre, gran- oppure: Universila.f magislrorwn et
di aule per le pubbliche funzioni, con 5rAoZrtr/«my quindi restò loro il nome di
musei e gabinetti di fìsica, di storia na- università. Si dice università anche il Co-
turale, [)ulitecuici, di anatomia ; con tea- rnimeo Comunità (/-^.) o tutto il popolo
Irò anatomico , e altro pegli esperimen- d'una città o di un luogo; non che le U-
li di fisica ; con osservatorio o specola niversità artistiche {P .) Ed università
per l'osservazioni astronomiche, labora- denominata quella parte di
Israelitica è
torio chiniicoe di farmacia, biblioteca, popolazione degli Ehrei (P\), d\inoi-an\ì
orto botanico, sala di consiglio odi adu- nelle città. Principali protettori degli studi
Danza de'prijfessori insegnanti le scienze, si venerano, l'arcangelo s. ]Michele,e s. Ca-
caiioetlei in, segreteria ec; tutte le quali terina vergine e njartire come rilevai nel
cose, fjuae omnia et universa, come si e- voi. LXXXH,p. 270. Prima di parlare del-
sprime Giacomo Bourgoing, hanno dato l'origine delle università degli studi e di
Olitine alla voce Università. Tutti no- i quelle istituiteoconfermateda'Papi,darc>
minali luoghi trovansi alle volte in edili- alcune nozioni sui buoni studi,su quelli del
zi diversi, o in diverse case riunite o an- cIero,e come debbono regolarsi e quali de-
che separate. 11 Milizia vorrebbe diriin- vonoessere quelli de'laici; delle mollepli-
petto alla università 1' accademia delle ci lìenemereuze de'medesimi tanto degli
belle arti, a' due Iati i collegi. Voltaire ecclesiastici secolari che de'regolari; del*
c»>serva, che il nome di università proce- la meravigliosa e benefica influenza ed
tic dalla supposizione, che questi 4 cor- autorità salutare della Chiesa nel pubbli-
pi che si chiamano facoltà, cioè la 2\'.olo- co e nel privalo insegnamento, a seconda
i^i<i,\\ Diritto o Giurisj)rudenza,\a Me- del comando ricevuto da Gesti Cristo,
diciiia[1 le Arti (cioè liberali. Arti
.), li- per cui i Papi e non hanno mai
i vescovi
berali diconsi la poesia, la musica, la pit- lasciato di reclamare sillatto diritto con
tura, la scultura, l'architettura, la grani-
lettere encicliche e pastorali. Come deve
inaticii la rettoiica,
,
1' arte militare , la studiare un cristiano, non dovendo Sen-
na vigazione. meccaniche chiamansi Arti lenziare nelle cose che non conosce pro-
quelle clic principalmente hanno bisogno
fondamente. De'pericoli degli sludi e de'
dell'opera mauualc, e nelle quali anche
mezzi di schivarli, massime oggidì che
ingegno e l'industria dcll'arlcficc si a-
1
l'irreligio ne e 1'
errore insinualo in ogni
UN I UN I 2G9
angolo (Iella terra, lirannpggin le menti, potrebbe dirsi in quesl'articoIo,alliimen-
ricopeilo col manie della civiltà e ilei se- ti sarebbe lipetizioue. A dare di esso un

dicente progresso. JVon che de' mezzi di breve generico cenno, mi limiterò solo a
santificare lo studio delle belle lettere e dire, che 1' inefl.ibilc luce dell'7:'r<7/)i(<7o
delle scienze. Sulle arti liberali e sulle ar- (/^^.) perfezionò il pubblico insegnamen-
timeccaniche e loro distinzione, e de'Ioro to e fu feconda d'inestimabili beni, per
professori ed esercenti, parlo a Ukiversi- rincessanlì cure della Chiesa, a motivo
TA ARTISTICHE o corporuzioni di arti e me- dell'immense benemerenze de'Papi, de'
stieri manuali, ed anco nel paragrafo de- vescovi, del clero secolare e regolare; per
gli J?'trgiani\ siccome generico. Esse con- l'educazione scicnlifica edelenienlcire,per
tribuirono al risorgimento delle aiti. 11 l'islruziouf, del clero niedesiuio, inclusi-
principio religioso, the introdusse le arti vanienle a (juella pel cauto e liturgia \\e\'
nel Tevìpio (/'.) del Signore, e le diia- Vljìizio Imperocché Ge>ìi
(ìiviiio {J •)•

mò a decorare con maggior lustro gli e- Cristo die alla Chiesa da lui fondala il di-
difìzi al culto dedicati , oltre all' aiutare ritto d'insegnamento. Che dalle primiti-
all'opera civilizzatrice della religione me- ve e più celebri scuole derivarono poco
desima, fu sempre all'arti stesse di mas- a poco gli sludi generali o università; dis-
simo giovamento, e d'impulso a risorge- si della diversa specie àc3/acslri [I .) e
re con maggior vitalità. Questo principio professori delle scienze e delle arti, e ilei
fu leva principalissima al gran rinasci- diversi generi del successivo insegnamen-
mento specialmente della pittura in Ita- to pubblico e privalo laicale e clericale;
lia, di modo che al bisogno di abbellire òt' Ca nce llicri {F .) e a\u'\ magislrali del-
le chiese cristiane, quelle de'sodalizi, de' le medesime università. Della moltipli-
loro oratorii o scuole,e di poire colla SiiU' cazione ovunque delle scuole nel secolo
holica (T .) e figuratamente sotl' occhio XIII, tanto dell'insegnamenlodelle scien-
i misteri della nostra {eòe, riferir dubbia- ze, che tlell'orti, le quali piepararono il

mo gran parte questo vanto della no-


in meraviglioso risorgimenlo e rifiorimen-
stra nazione, pel quale è da tutte le altre to dell'une e dell'altre, e donde deriva-
invidiata. Dissi a Liceo, ove parlai anco- rono università e scuole per ogni ramo
ra del Ginnasio e dell'Ateneo, th'è il luo- di sapere e aite, ed un gran numero al-
go pubblico di letterari esercizi, e il cui tresì di scuole elenìentari per l'isti uzio-
nome gli derivò dalla scuola o accade- ne del popolo, E di Saverio Eellinelli ab-
mia celebre d'Atene, dove Aristotile spie- biamo, lìisorginienlo iV Italia negli stu-
gava la sua Filosofia (F.). Nell'articolo di, nelle arti e Jie'cosliind dopo il nulle,
Scuola che questovocabolo si-
rilevai Eassano 1786. Né mancai di celebrare
gnifica non solamente il luogo dove s'in- quegli ordini A'e/7g70,s7 di Frati [7^.) che
segna e s'impara arte o scienza, ma anco- eiìicactmenle vi contribuirono, dopo a-
ra peruna facoltà o Università, per l'^c- ver nel 3Jedio evo conservato il fuoco sa-
cademia {V ), pel Collegio [1 .) pel Se- gro della scienza, i Canonici regolari eà
minario {P.), pel Liceo, perii luogo pub- i Monaci [T'.). Come risorte le Lettere.
blico ove s'insegnano le scienze o i pri- Ielle {/'.) nel secolo XV a più splendi-
mi elementi delle medesime. In tale arti- da luce, anche col portentoso aiulo del-
colo ricordai quelli in cui ragionai del- la Stampa (/-.), prima e dopo tale epo-
l'oiigine delle Scuole, de'primordi e pro- ca i Pfipi procederono concordemente co*
gressi dell'umano insegnamento, sia nel- dominaloiidepopoli eco'vescovi loropa-
la scienza, sia nell'arte, nelle diverse na- stori, a fondare una moltitudine di uni-
zioni; per cui tenendosi presente il me- versità e di stuoie di elevato sapere, mol-
desimo, resto dispensalo da quanto altro tissime delle quali fioriscono tultora,cser-
270 U i\ I U N [

frasciivere libri sollralli al ferro e al


cilancìoi loro influssi benefìci neìlo slu- i

dio della leologia, della giurisprudenza, fuoco degl'invasori bai barici, o dalle slal-
in modo rlie Tribiuuilì di Roma (F.)
i
le in cui essi vi slranieggiavano cavalli i

tosto lo divennero del crisliaiiesinio, non co' fogli preziosi delle più insigni opere

meno die in Uille le scienze e le Lingue dell'antichilìi. Inoltre i monaci mandava-


(J .)
pure; ed anche pe'seminari vescovi- no in paesi stranieri per fare ric(!rclie di

li, negli stabilinienli di Religiose (/"'.) per bbri antichi. Molli manoscrilli si rinven
l'istruzione del sesso femmineo, coadiu- nerom^M•aU in vecchi abituri, e chiusi per
Tati zelantemente da' Chierici regolari salvarh dall'umidità in casse di piombo;
(7'.y, fondazioni cominciate dal palriar- altri nelle cislerneasciutle, altri nellespe-

ca de'medesimi s. Gaetano fondatore dei lonche pressoi rovinali monasteri.E tan-


Tcatiììi (T.) , r\e\ principio del secolo taera nella Chiesa di Diola brama di ser-

XVI. Discorsi poi de'sussegiienti e dilFe- bar viva cpialche favilla dell' anticto sa-
lenti nìelodi d'insegnamento, sino a'più pere, chei Papi promulgavano imlnigen-
lecenli, comprensivamente all'istruzione ze di colpa e pena a chi donasse alle cat-
popolare degli asili infantili calle scuole tedrali e a'Djonasteri alcun libro. Laoii-
iioUmne, e di altri pid>blici generi di e- de signori reduci dalle battaglie, chie-
i

ducazione istruttiva e morale. Terminai deano alle loio donne se nella guardaro-
col far parola dell' educazione , sicconie ba fossero libri, per mandarli in olferta
gran rpiestiime d'oggidì, e religiosa, sul- alla più vicina abbazia in remissione de
la futura generazione di tanle trepidanti loro peccati commessi in guerra co'sac-
speranze, ripetendo col dolio mg."^ Cui- cheggi, uccisioni esacrilegi d'ogid manie-
leu priuìate d'Irlanda: All'influenza on- la; e Irovatone cpialcuno Io facevano ri-
iiijiotenlo de' romani Ponlelici è dovuto legare di finissime pelli e ornare di bor-
lulio quello che esiste di vero, di grande, chie d'oro e d'aigenlo, con rubini, sme-
di benifico nella civiltà. L'impero del di- raldi e altre nobili gioie. Alcuni signori
ritto sulla forza bestiale, che sola regna- con corteggio si recavano essi stessi alle
va ne' secoli barbari , il dobbiamo pure chiese per offrire colle loro mani il libro
al palladio de'coilici antichi custoditi dai all'altare ginocchioni, ovvero dalle figlie
ccnobiti, i quali meuiie era l'occidente vestile di bianco e inghirlandale, accioc-
inondaloda'barbaii liau(onlani,e in con- che venuto il dono da sì pure mani e in-
<|uas>o di guei re, d' incendi, di lapine e nocenli a Dio fosse più accetto. Belle e-
di molle, nel silenzio della pace e della rudizionì si trovano nell'opera dotta del
cella allendevauoa copiare pazienlemen- can. Nardi, De'Parrochiy sulle scienze e
te m pergamene gli storici i filosofi , , i sludi come sempre siano slati a cuore e
poeti, gli oratori e i giuristi , ornando raccomandati dalla Chiesa. Ne riferirò al-
cpielle pagine di mille vaghe minialure, cune. Il Papa è il dottore universale, ed
I goti, 1 Mindali, i longobardi bruciarono i Vescovi sono i dottori particolari. Essi
1 Miiperiali bibliotechej elaChiesache pa- hanrio debito di vegliare sull'insegnamen-
7ienle perdeva ne'saccheggi tesori con- i to , anche profano, perchè non divenga
sagrali al culto di Dio e all'onore de'san- nocivo diluiti cristiani, avendo avuto
i

li brigavasi con eguale sollecitudine di


, da Gesù Cristo il docete essi soli; e mol-
sottrarie al sacrilegio i vasi sagri, e alle
to piii il solo Episcopato può dirigere gli
liamnie i libri de'sapienti. Non eravi ino- sludi sagri degli ecclesiastici. Dopo la ca-
naslerocho nonserbassc gelosamente l'o- dula dell'impero romano, allorquando la
pere dogli scrillori greci e latini. Gli ab-
barbarie e l'ignoranza invadevano il mon-
bali di essi inviavano messi
e amanuensi do, i Popi ed i vescovi erano quelli che or-
a chiedere in giazia a'più vicini
di poter dina vano, eiigevano, volevano le scuole
-

UN l
UNI 27,
ne'seniiiiari vescovili a comodo di liilfa In vescovo; meni re i vescovi ne'secoli bassi
gioventù, menile secolari anzi cercava- ancora orano obbligati scuo-
i
di tenere le
no d'oppoisi alle scienze; vi sono infimli le ne'Ioro episcopi!, e lo riportai nel ci-
canoni die ingiungono a'pielidella cam- tato articolo. Premeva assai il diradare
pagna di leneie scuole gratuite. Questi I ignoranza di que'tenipi, chiamali rozzi,
canoni gridano: ignorantin ciinrtornni barbari, ferrei, osumi, di piombo;
la qua-
tnatcr errorhm. Gl'uicrediili hanno p,i- le ignoranza produceva mal costuuie, il

gaio i Papi e i vescovi assai ingralanien- gli errori e la ferocia de' po[ioli. Papi I

Je , aggravandoli della taccia di fautori non amavano che di mantenere e accre-


dell'ignoranza e nemici della scienza. No, scere lumi, Papi aveano la sorveglian-
i i

la religione non teme lumi e le scienze, i za sulle università. Peschisi, ne vennero


anzi li coltiva, E nemica solo delle scien- frulli di morte! Essendo diritto privati-
ze empie e immorali; delle corrotnpilri- vo della s. Sede d' i>tituiie, sospendere e
ci de'coslnmi, delle tniscredenli, dell'er- sopprimere le universilà in tulio il mon-
lonee. La Chiesa vuole la soi-veglianza do cattolico, ed moltissimi esempi li ri-
i

dell'insegnamenlo, pei che ogni insegna portai a' luoghi loro, così dirò in segnilo
mento deve basare sulla verità, e la ve- d' alcune delle molte università istiluile
lila è Dio slesso, e l'uomo deve tutto al- confermale, e privilegiate da'Papi, me-
la verità, ossia a Dio, cioè alla gloria de! glio avendone ragionato ove
nelle città
Creatore e alla felicità eterna della crea- furono creile, l^er quali motivi in diver-
tura. Gli studi, le università, licei the si i si stati si pretenda bandire d.ill' istruzio-
partono da questi principii diventano pu- ne pubblica il sacerdozio, è degno di con-
tredine, e conducono l'uomo a ribellar- siderazione il riferito dall' Osservi! toro.
si insensatamente al Creatore. Ecco la ne- Romano nel n.° 256
i85i, per la se- del
cessità salubre della sorveglianza della colarizzazione totale dell' insegnamento,
Chiesa che dirige l'uomo al Creatore. Le non volendo più gli aiislocralici volle-
c'inliche università nella più parlefurono riani, cornei democratici socialisti, al ser-
orette da'Papi o colla loro autorità, e do- vigio di tutte le sette segrete, che sia re-

lale co'beni di chiesa, ed in origine non golato da'ministii del santuario. I primi
in tulle eianvi cattedre di teologia. Ma non vogliono pillilo un insegnamento che
poi ogni metropolilano dovè avere lo stu- lidisturbi, secondi non vogliono dot-
i

dio teologico, colla prebenda Teologale trine positive che fanno derivare l'anto-
(/^.), ed i capitoli siiffraganei doverono rità dall' alto, invece di fai la salire dal
inviarvi qualche canonico de'piìi adalla basso. Gli uni e gli altri non vogliono
ti a tale studio , ampliato ed esteso alle Dio che giudichi, né un Dio che governi.
Cattedrali, per averlo decretato il conci- Le due selle tra loro nemiche giurate non
lio generale di Laterano III nel i lyc), e sono d' accordo misterioso se non contro
meglio l'altro di Laterano IV neh 21 5, i venerandi ministri di quel Dio die vuo-
donde alcuni vi riconoscono il principio le la pace, di cpiella Religione che fulmi-

delle uiiiveisilà, come notai a Skminario, na il sensualismo, non altrimenti che l'a-
trattando delle scuole clericali. 1 vescovi narcliia, e |)er essere pronuilgatori delle
sempre ebbero il debito d'istruire i loro verità eterne. Perciò da loro non si vuo-
ecclesiastici , e fu sempre desiderio della le più insegnamento cattolico, poiché co-
Chiesa l'istruzione pubblica. Vari canoni sì non sono punto più gl'individui che si

confermano l'obbligo ile'parrochi di cit- paventino, aia sì le loro dottrine. Per le

tà e massime de'parrochi rurali di fare università poi che altrove promisi farne
scuola gratuita a'fanciulli, del qu.ile uf- cenno in separali articoli, oltre V Univer-
fìzio doveauo rendere coulo ogni anno al sità Romana della metropoli del crislia-
9.72 tJ N I UiN I

iiesiulo, la quale rimi si deve confonclere eco con ngginngere,su!le concessioni spon-

con r Unhersilà o Sliuh'o della Curia tanee e irrevocabili f.ille alla Chiesa dai
Eoìiiana o Scuole Palatine (T\) oi'igi- sovrani. " Lo die specialmente ap[)arisic

iiale (Ino ila s. Gregorio I, ne' segiienli in quelle volontarie dedizioni, e in quel-

<lirò tli quelle d' Jvignoiie, già c;i[)ila- l'arrendersi e soggettarsi alla immediala
fe de'domiiiii della s. Sede in Francia; podestà e tutela della Chiesa e del suo
di Bologna, semi-capitale di quelli della visibile Capo, di tanti cor[)i morali e pri-
medesima in Italia, edi /Lo\y////o, die per vale società, fatte colla scienza, coU'an-
non essere città vescovile e per non es- nuenza, col plauso de' medesimi princi-
servisi tenuti concilii non poteva farne ar- pi; cornea cagion d'esempio, osserva Vati

ticolo apposito, mentre per la celebiilù Espen, essere avvenuto di molle pubbli-
del suo studio mi proposi parlarne a Uni- che università di diverse regioni, che sot-
versità' DI LovANio, ed ivi farò pure pa- toposero il loro regime al romano Pon-
rola di quella di Donai. Ad altre univer- tefice, e da cui ri[)ortarono esimii piivi-
sità i Papi concessero esenzioni, preroga- legiesi elevarono al più grande e piìi du-
tive e privilegi, confermandone le istitu- revole splendore". Osserva il can. Nar-
zioni a istanza de' sovrani e de' vescovi. di, a cui ritorno, che il Bullariuni Roma-
Le università erano congiunte alla Chie- nuni è prova di queste asserzioni. In pa-
sa e per l'origine da lei sorlila, e pe'fon- recchie delle bolle ponlillcie d' erezioni
dalori per lo più ecclesiastici, e per l'au- d' università si vede che per la laurea
torità esercitatavi da'Pa[)i che vi dierono magistrale in teologia i candidali duvea-
primi le leggi e che ne commisero a've- no presentarsi al vescovo o suoi deputa-
scovi l'interno regime, l'elezione cìe'pro- ti e vacando
, la sede al capitolo o suoi

fessori sempre callolici, e il conferimento deputali, per esservi esaminati e ricevere


delle lauree e gradi d'onore. La Chiesa la laurea e la fac(jllà d' insegnare. Nel
fece mollo prendendo le universi-
di più, io85 Gregorio VII innovò la legge
s. i

tà sotto la sua tutela e rendendole quasi che ordina: Omnes Episcopi artes lite-
persone immuni dalla giurisdizione tem- ramni in suis Ecclesiis docerì facerent.
porale: nel che concorreano le idee di Quel gran Papa conoscendo che la Chie-
que' tempi, che ragionevolmente riguar- sa abbisogna di letterati, che l'ignoran-
davano la Chiesa come maestra di tulli, la è madre di tutti gli errori e del mal
vera legislatrice e custode di quelli che costume, che l' ignoranza della s. Scrit-
altrui doveanoconiunicare il sapere. Che tura forma gli eretici, e che preti igno- i

se in tante guise appartennero le scuole ranti dell'antichilà si sospendevano, ne-


alla Chiesa, chi non proclamerà, col dot- gò l'instiluzione a un nominalo vescovo,
to Iluiter, Delle istituzioni e delle co- il quale sebbene avesse delle beile qua-

stumanze della Chiesa nel Medio Evo inclusive alla prudenza per reggere,
lità,
e particolarmente nel secolo XII gli pure non era dotto, poiché diceva: ve- 1
,

altissimi meriti di lei verso la comune i- scovi e i preti debbono essere dotti pei'
slruzioiie di que'tempi;, ch'è quanto dire, insegnare altrui e per difendere la Chie-
verso r istruzione che medesimi tempi i sa. La scienza e la bontà non debbono
a noi tramandarono; e chi avrà fronte essere disgiunte dall'ecclesiastico. Il ce-
di opporle il biasimo di quell'ignoranza lebre cardinal Alessandro Farnese, nipo-
r barbai ie ch'tlla appunto dissipò
in tan- te di Paolo 111, soleva dire: Non trovarsi
ti modi? Arroge che con l'eminente au- cosa più insolhibile di un soldato codar-
tore della Di.sscrt. della natura e ca-
do, e di un ecclesiastico ignorante. Pieni
rattere essenziale de' Concordati, della premura
poi sono i concilii della della
quale parlai a Pace, qui pure gli faccia Chiesa per manlcuerei buoni sludi che
U N I U N I 273
l'ignorniiza andava eslingnendo ne'bussi Clilcsa. »» Chi volesse, potrebbe formare
ti'iDpi, con provvediiTienti utilissimi pe' un trattatodi autorità di lutili secoli del-
secolari e pe^^li ecclesiastici, giacché come la Chiesa su di ciò; ma non credo che sia-
tiice il concilio di Lavatir (ora sede vesco- mo arrivali a tempi così ignoranti ([)ub-
vile stiffraganea di 7'o«r.9, pel narralo in blicò l'opera nel 1829), che vi sia biso-
quest'articolo) del [368 nel cap. 3: Fe- gno di provare la necessità e utilità del-
ris litleratis Ecclesia in actibus suis no- le scienze per la religione, e il danno che
scitiir indigerc. I ss. Padri erano dotti e l'ignoranza produce alla medesima, per-
raccomandavano le scienze. Le Ricuaini-
o chè ognun vede, che gli empi d'ogni ra-

Papa s. Clemente I,le qnali ap-


zioni di mo di letteratura abusando ci obbliga-
partengono alla nascente Chiesa, per a- no ad esser ben istruiti e per convertir-
ver patito il santo nel 102 il martirio, di- li e per preservare gli allri; giacché la

cono 3,§ 35, che s. Pietro apo-


nel lib. verità essendo una , basta far conoscere
stolo diceva, che bisogna prima discere come essi co'sofismi se ne scostino, e col-
e poi clocere; e nel § 4> pailf» il lib. 5 ,
le male arti stravisino le cose, per fu li

s. Apostolo contro l'ignoranza, e soggiun- ammutolire. Ma per ciò fare, bisogna an-
ge: Nihilenìm gravius, (juain si idqiiod che tener dietro a'ioro errori, essere a li-

ignorai quis scire se credei. Ciò vede- vello degli altri colle cognizioni scientifi-
si ripetuto nella 3/ Episl. di s. Clemen- che: Legiinusne ignorcmusjlegiinwi non
te I, il Grande inalum
quale riferisce : ut tcneamus (i loro errori), sed ut repu-
esl ignoranlia, el omnium maloviun ma- dicnius, dice s. Ambrogio nel proemio in
ter. La s. Chiesa dice lo slesso nelle sue Lucani; ciò che ripete s. Agostino , can-
leggi, Ignoranlia, e Siin laicis,A\i\.
e. tra Faust, lib. I 3, e. I 5. Si dirà, non tut-

38. Ignoranlia ciinclorum maler erro- ti gli ecclesiastici sono capaci di ciò : ne
rum maxime in Sacerdolihus Dei vitan- convengo. Non lutti ponno essere sommi
da, qid docendi ofjìcium in populis sn- letterali. Ma due cose meritano profon-
scepernnt : Si e nini in laicis vix lolle- da meditazione. Lai.^, che se non si fo-
rahilis videtur inscìlia , quanto magis mentano con tulle le forze gli sludi de-
in his qui praesunt .'*
Nec excusatione gli ecclesiastici, non solo si avranno po-

digna est, nec venia. E da questa igno- chi abili a sostenere la verità, ed inse-
ranza, dichiara Nardi, che ne provengo- gnare agli altri, ma non se ne avrà alcu-
no certe stranezze nel predicare, certe no. La 2.", che non si esige che la comune
storture nell'opinare, certi errori iiellin- de'preti siano dottori, da non far ma tali

segnare, e quel vacillamento de'fedeli che vergogna al Sacerdozio, onde non abbia-
non sono istruiti con solidità. I Padri ed no poco divoti a ridere nel trovar po-
i

i sinodi non fanno che raccomandare, an- ca sintassi e buon senso nello scrivere,

zi comandare, lo studio profondo della s. poca correntezza nel latino e nella lettu-

Scrittura, e ò& Canoni [ì'.); e queste co- ra poca coltura nelle cose più triviali.
,

se se si trascurano più dell' altre, come Colle chiarissime leggi della Chiesa, è el-
potrà istruirsi il popolo e la gioventù ec- la una scusa sufficiente al tribunale di
clesiastica ? Per le altre scienze, oltre che Dio, il dire: Se none dotto, egli pero r un
tra loro si danno la mano la profonda , buon Prete.'* Non si vuole che sia dotto
dottrina de' Padri prova la necessità del- nel rigor del termine, ma istruito quan-
le cognizioni anche profane per combat- to porta il dovere, altrimenti la pretesa

tere i nemici. Raccomandano lo studio bontà non lo salverà avanti a Dio. PlÌ-
delle scienze profane per difendere la ve- cordiamoci che nel medio evo il due
rità, s. Clemente Alessandrino e Minu- Chierico era sinonimo di scienziato (Lai-
cio Felice, padri de' primi tempi della co dicendosi l' illetterato, come notai in

vor,. T,xxxi ti. .8


V N I UiX I
274
La scienza per un vesco- distruggere la cronologia sagra; della zoo-
quell'ai liccio).
vo non basta che sia mediocre, come può logia per la spirilualilà dell'anima; della
metafisica per avviluppare gl'incauti; del-
vedersi nel concilio di Trento, sess. 22,
e. e sess. 24, e.
2,
i vescovi preo-
1 . Ma la storia per togliere la fede alla i?«ibbia.

donsi da' preti : se questi non hanno la Se il clero non sa confutare loro erioii i

scienza voluta , come si assuQìeranno al e premunire buoni, ove si finirà? Vole


i

Pasloralo ? E in genere il gius canonico, le rispondere loro cogli Apologisti no

dist. 38, cap. Qiiae ipsis, applica a'pre- stri? Gl'increduli hanno cambiato armi;

ti ignoranti il testo dell'Evangelo di s. si servono diallri modi, e quindi bisogna


Matteo i5: Si caecus cacto ducatani tener dietro a'ioro passi. Volete aspettar
vraestet: ambo in foveam cadunt. E le voi de'prodigi, e intanto lasciarli fare ma-
stesse leggi canoniche, dist. 87, cap. De cello delle anime? In allora sarà egual-
(juibusda/n, vogliono lo studio delle let- mente inutile studiare il dogma contro
tere e bellearti. Papa s. Zefeiinodel2o3, gli eretici: vale la slessa ragione. Sarebbe
comandò che gli ordinandi fossero dodi mai la pigrizia di darsi a penosi studi, o
ne spectatae vitae. Lo stesso gius canoni- l'ignoranza che facesse inventare simili
co, cap. Cum ex eo 34 de Electioiie, di- magre scuse? Dio proteggerà la sua Chie-
ce: Ecclesia i'iris litleratis permaxiine sa: siamo d'accordo. Ma Iddio si servì di
noscitur indigeve ... Gii stolti odiano la dottissimi Apologisti, di sapientissimi Pa-
scienza, ProiM ,22; ma piacque a Dio che dri, di erudilissiini scrittori per difender-
Salomone chiedesse la scienza e la sa- la contro i politeisti, gli erotici e gl'incre-

pienza, 2 Paralip. 1,1 i.li non voler in- duli sino a'nostri giorni: questo è l'ordi-
tendere queste verità, non fa meno scu- ne naturale ch'egli tiene. Vorrete voi che
sabili avanti a Dio, tanto coloro che per v'infondesse la scienza cornea Salomone?
debito di uflìcio devono procurare di ri- I mentovati scrittori se la procurarono
furmare gli sludi ecclesiastici, di dar loro con vegliee sudori iiifinili. Finché si trai-
nuova spinta, trovare persone capaci, la di combattere per difesa della Chiesa,
vegliare sull' insegnamento e progressi, non dobbiamo portare queste scuse teme-
quanto coloro clie per dovere di coscien- rarie e ree". La Civiltà Cattolica nella
za debbono istruirsi; ma che fermandosi serie 3.", t. 2, p. igS, dando contezza del
a poche cose di uso solito, credono poi di 3Jaììuale cattolico compreso in confe-
essere all'apice del sapere. Questa falsa renze religiose, del dotto p. Raffaele Cer-
pei suasione fa che poi si abbia lo zelo, ma cià gesuita, riporta le seguente gravi con-
now sccuìiduni scientiam, Roììi. IO, 2, il siderazioni. » Il nostro secolo in fatto di
quale fa tanto danno, mentre per igno- religione è alTetloda due malanni gra-
ranza crede di far benissimo, e che sia vissimi, dall'ignoranza e dalla presun-
errore il solo dubitare. La scienza vana, zione; che poco sa e cerca sapere di reli-
presunzione di sapere,go///r\?, di-
ossia la gione, e pure presume definire cjc cathe-
ce l'Apostolo,I Cor. 8, non la scienza ve- dra. Il secolo moderno per lult'allro ed
ra congiunta all'umiltà, la quale conosce in tulli si attribuisce il privilegio dell'in-
la nullità di quello clie sa a paragone di vuol negarlo alla Chiesa
fallibilità, e solo
quello che resta a sapere, e la picciolez- che sola lo possiede. Né (jueslu dee pa-
za della niente umana rispello alle cose rere sentenza esagerala o troppo severa
di Dio, delle quali non si ragiona col so- a chi per poco abbia avulo agio e volontà
lo lume naturale, ma colle verità della di vedere come sogliono bistrattarsi le
itòt, onde non esser sedotti da una fal- cose di religione anche da quella classe
lace lilosofìa, Coloss.i, 8. Gli empi abu-
della società che dicesi colta che mena ,

sano dell'astronomia, della geologia per gran vanto de' suoi lumi e che si picca
-

U N I UN [ 275
d'andare immune da' pregiudizi. In ciò tiene la altissimo pregio chi rendasi ia
dobbiamo deplorare una conseguenza ne- questo segnalato; moltissimi poi s'incon-
cessaria sì, ma altrellanto funesta del vol- trano di costoro che a parole si professa-
gersi pressoché unicamente gli sludi pub no cattolici, e pur non hanno idea de'pri-
Mici e privati ad oggetti di materiale u- mi rudimenti della dottrina cristiana. E
tililà, intorno a' quali spendesi il buono quel ch'è peggio,rado è che sa ppiano tem-
e il meglio delie fòrze e della vita; come perarsi dal bestemmiare ciò che non ca-
se il supremo fine dell'uouio slesse ripo- piscono,sicchè non ne facciano argomen-
sto nel conseguimento di quella perfe- to di frizzi mordacissiu)i, di studiate ar-
zione spesso sempre assai difetto-
fittizia, guzie e d'enipio trastullo". Fa a propo-
sa e bassa, che non levasi un pahno da silo che io qui v'innesti un analogo trat-
terra, uè spingesi punto al di là del tem- to dell'ultiuia dotta pastorale dell'ottirao
po e della vila sensibile. Il negare nel mg.'Renaldi vescovo di l*inerr)lo."E d'uo-
nostro secolo un vero e mirabile progres- po confessarlo sinceramente, il secolo no-
so in parecchi rami dello scibile uma- sli 0, meraviglioso nelle sue scoperte, nel-
no sarebbe certamente un dar prova di le scienze profine e nelle arti, tutto vol-
supjn'a ignoranza o cader in colpa di ma- to all(>perfezi()namenlodeirindustria,al-
la fede. Conciossiachè le matematiche, l'increuìento del commercio, ai mezzi di
l'astronomia, la fisica (di questa sola qui guadagno, e (piindi piegalo per così dire
ricorderò d'aver maturato il portento a alla terra, va idolatrando se slesso e le o-
cui va debitrice d'indefinito progresso la pere sue; peidentlodi mira il cielo e qua'
civiltà, e mediante il cui artifizio espu- sublimi destini da'quali la vita di quag-
gnate le resistenze di spazio e di tempo, giù deve anch'essa ricevere il suo impul-
l'odierno pensiero trasmette lesuecomu- so e riconoscere il carattere che le con-
nicazioni colla disciplinala celerità del viene. Senza credere un Dio giudice e ri-
baleno), la chimica, l'economia [lolilica, muneratore, non vi ha virtù, né morale
gli studi speciali che vanno sotto nume possibile sulla terra; e popoli che non i

di storia naturale, ed altrettali discipli- vivono di questa fede, la quale sola può so
ne corsero in pochi lustri un vasto coui- slenerci nell'uicostanza dell'umane dub-
pilo di reali miglioramenti, che si tra- biezze,di vengono cieco e deplorabile stro-
dussero in utilissime applicazioni alla menlo nelle mani dei primo ambizioso
meccanica, al commercio, alle arti ed a che con la potenza seduttrice dell'oro, o
tutto l'ordinamento esterno della cosa con slimolo delle perverse passioni, li
lo

pubblica. Tuttavia egli è pur da confes- voglia corronipere". Il cardinal Ignazio


sare che di poco o nulla si vantaggiaro- Gio. Cadolini nel Discorso pronimzialo
no, se pur non diedero alfatlo la volta neh 83 quid vescovo di Foligno, pel
I ria-

addietro, gli studi più severi, ma anccjr primento delle scuole del suo seminario,
più necessari, più nobili e più degni, del- encomia vantaggi dell' istruzione pub-
i

lacristiana filosofia e della religione. Que- blica,che dee preferirsi alla privata. Dopo
sti paiono venuti poco meno che in di- avere ripetuto con Quintiliano, bravo ed
spetto, e più si contentano di sfiorarne
i esperio precettore della gioventù, che la
le prime nozioni, e sorbillarne qualche religione a buon diritto dev'essere la pri-

centellino, quasi a malincuore e a dosi o- ma cura de' precettori e educatori della


meopatiche. Tanlochè, mentre si repula gioventù, perciò dice doversi questi Ira-
dovere d'ognuno il procacciarsi un buon scegliere, ove abbiasi fior di senno, fra i
corredo, e necessità pubblica di dilfonde- più santi e immacolati , onde la santità

re eziandio nell'infiuto volgo una qual- loro custodisca e difenda da soprastanti


che iufariuatura di scienze uaturali, e si pericoligli anni più teneri, e in pari tea»-
276 UNI UNI
pò essere tìi mestieri l'adolfnre la più se- lo verità primitive e degli oracoli dell'in-

vein disciplina. Dice la più severa, poi- creata Sapienza ".

diè reniila Quintiliano, dopo la matu- E quanto al Pedagogo, Pacclnp;ogus,


ra disfjiiisizione sulla educazione priva- propriamente non è solamente colui che
ta e sulla pubblica, doversi la 2/ da'ge- ha cura de' fanciulli e li accompagna o-
iiilori preferire aliai.", come solleciti del vuiique, denominali anco pedanti, ma
maggior bene de'loro figli. Inoltre è d'av- è pure COSI chiamato il maestro, l'istrut-

viso, che senza la severilTi di rigidissime tore e più largamente I' educatore ; di
ordinate discipline ninna pubblica edu- fattiSeneca, Kpist. 89, dice, che il sa-
cazione si possa mantenere scevra e pura vio è il pedagogo del genere umano.
dall'infinite scorrette pravità che la mi- Onde fu sempre raccomandalo da'pru-
nacciano. » E qui siaci lecito il deplorare denti che la scelta dev' essere diligentis-
a calde lagrime con esso lui la cecità de- .sima; e perchè i romani furono in ciò tra-

gli sconsigliati genitori,) quali, o per in- scurati , Plutarco li riprese acremente.
temperante carità de'figli, o per più col- Presso i greci ed i romani da principio
pevole motivo di dannala economia si non fu dato questo nome che a'conduci-
tanno ad aflìdarli sotto al tetto del natio tori e sorvegliatori de'loro figli, e per le

focolaio ad lui solo poliglollo enciclopedi- femmine pigliavano serve pedagoghe. I

co maestro, il quale sappia o non sappia romani contentarono buona pezza di


si

tulle le lingue, e le scienze e le lettere semplici pedagoghi; ma dacché comincia-


lutte (cosa invero se non ìn)possibile al- rono ad arricchire e ingentilirsi, vollero
meno quanto il
altrettanto malagevole ,
che i loro figli fossero educali compiuta-
linvenire Pichi della Mirandola e Pa-
i i mente, e però divennero scrupolosi nel-
scila!, clic all'uHicio non scenderebbero di la scelta de' pedagoghi. Per altro vedia-
privati pedagoghi) deggiono dare le loro mo Quintiliano e Giovenale che a'Ioro
in
private lezioni senza veruno stimolo d'e- tempi alììdavasi la pedagogia a persone
mulazione, seriz' alcuno allettamento di della più vii feccia del popolo, a'merceua-
gloria, in mezzo ad uniforme noia, a lan- ri,agli A/i/^c/, a'Iiberti e Servi {^V .\\\o\'
guor continuo, a distraziotie perpetua, e che quest'ultimi esercitavano pure l'arte
non di rado a tristissima disperazione di imparavano a scri-
della Scrillura (/^.),
profitto". Poi aggiunge, peroliè la religio- vere e facevano da amanuensi. Mg.' Ni-
ne sia il sagro fuoco avvivatore degli slu- colai, Della basilica di s. Paolo, ripor-
di , e Gesù Cristo uuico verace maestro tando e illustrando le iscrizioni esistenti
degli uomini. «La luce fulgenlissima del- nel chiostro dellamedesima, riprodusse
la Rivelazione (F.) nelle stesse profane ancora quella di due Paedagogiis piie-
scienze addiviene, siccome il favoloso filo l'ontin lìiip. Lai. "di Narcisso liberto di
d Arianna, che ci guida e scorge sicuri fra ]M. Aurelio, pedagogo de'servi della ca-
le tante ambagi e gl'infiniti avviluppa- sa imperiale, e di Papa Galeria Lisistra-
menti dello scibile umano. Mercédi essa le concubina di Antonino Pio. Indi di-
ravviseremo, che la verace filosofia di tul- chiara. L'ufficio di pedagogo era uno de'
le le genti dell'età tulle, lungi dal discor-
primi delle case particolari, e nel palaz-
darvi , siconfonde colla teolo-
associa e zo augustale. Dopo ch'era nato un fan-
gia in guisa, che maggiori //Vo.vo/f' del- i
ciullo o una fìuiciulla, veniva consegna
Ianlicliitìi, por quanto d consentiva 1'
i- to alla nutrice, e dalla nutrice, giunti al-
gnoranza della livelazione, ponnoiu cer- l'uso della ragione, passavano a'petlago-
io modo i primi /co/o^'/ appellarsi che si ghi. Questi non solo invigilavano sulla
conoscano, ove si voglia, per poco, fare condotlae i cosliuni delgiovanello e del-
astrazione dal popolo santo, custode del-
la ragazza, n)a grisUuivaDO ancora : essi
U N I U N I
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non potevano neppure un momento di- trine e pigliar parte in qualità di discc-
scostarsi dal loro pedagogo, onde disse polea'discorsi di cose intellettive fatti da-
Plauto: Digi tu/Il loitge apacdagogo pc- gli uomini. Dalla quale regola discendo-
driii ut ejfcres ex acdìbus. Da questa no tre avvertenze circa il modo d'istrui-
grande intrinsichezza non di rado nasce- re le giovinette. La 1.' riguarda il meto-
va, die il pedagogo attentava alla pudi- do, il ([ujile piuttosto che scolastico e ri-

cizia de'suoi allievi, Pctron. Satyr. Fa- goroso .potrebbe essere fimiliaie quale
Icr. Max. I. 6,c. i .Plutarco ntWOpttscid. si può tenere dalla madre medesima col-
Vir tutcni decere posse, c\ Uà conservato alternandolo colle occupazioni
le figlie,

vari insegnamenti de'pedagoglii, come il doinestiche.La 2.' concerne il tempo, non


camminare per istrada con la testa bassa, dovendosi dire allo studio dalle giovani
toccare i salumi con un solo dito , e con che una parte del giorno sottratta da'la-
due dita i pesci, scarficare la carnee il pa- vori loro, uè mai pareggiarle a'inaschi,di
ne in questo modo piuttosto che in quel- cui Io studio è prima e quasi sola occu-
lo, portare le vesti cosi.ec. Nelle case par- pazione giornaliera acciocché anco per
,

ticolari, e molto più nella casa dell' im- questo confermino nell'opinione che lo
si

peratore, anche i figli de'servi aveano il studio a loro non si appartiene per prin-
loro pedagogo, come in quella di M. Au- cipale, ma per accessorio. L'tiltima tocca
relio era il detto Narcisso , e in quella di le le quali sono assai circoscrit-
materie,
Tito un tal Flavio Stefano, come ap-si te in quanto all'ampiezza e alla profon-
prende dalla 2/ iscrizione. Sulla pedago- dità; sicché, generalmente parlando, né
gia moderna si potino vedere. Renazzi, debbono loro insegnarsi la lingua latina
Storia dell' Università degli studi di o la greca, né introdurre si vogliono nel-
Roma 3, p. 60 Digressione concer-
t. 1 ; le ragioni riposte del bello letterario, nel-
nente vantaggi dell'istruzione lettera-
i la critica degli autori o in profonde ricer-
ria pubblica sulla privata. L. A. Par- che intornoali'usoe la projìrietà della pa-
rà vici ni, Manuale di Pedagogia meto- tria favella. Di questa guisa le donne riu-

dica ad uso delle madri, de' padri, de' sciranno colte senza correre il pericolo
maestri, de' direttori ed ispettori scola- di diventare saccenti, e sapranno di assai

stici,e delle autorità aninùnistrative d'I- cose con intimo convincimento che gli

Novara 1847, Livorno i85o. Mi-


^///iV?, uomini ne sanno incomparabilmente più
chele de Mallhias, Della pedagogia ne- di loro. Queste norme generali patisco-

cessaria alle donne., Ferentinoi85i. Di- no eccezioni, ma queste sono assai rare,
ce la Civiltà CrtitoZ/crz; Dell'educazione e se la natura fosse ascoltata sarebbero
dell' ?7owo e della Donna {f^.)- La rego- veratnente rarissime. Anche Carlo Bar-
la che diversifica l'educazione letteraria tolomeo Piazza lodò la pubblica istruzio-
dell'uomo da quella della sua compagna ne e l'utilità che ne proviene da essa, an-
può stabilirsi così. Per 1' uo»no le lettere che nell'accademie, nella sua Academo-
formano una condizione o stato, e per la grajìa., trat. 12 <\e.\\'Eusevologio Ronia^
donna un ornamento che la uìigliora nel- no: Delle accademie romane del seco-
la propria condizione: quindi l'insegna- lo passato e presente, cioè XVI e XVIF.
mento lelieriuio tende a produrre nel- Nel Ctip. I, ragionando dell'origine, isti-
r uomo la virili d' esercitare le lettere, tuto e frutto delle pubbliche accademie,
cioè di perorare opuelare, tli ammaestra- rileva fra le altre cose, coi suo stile al-
re altrui o colla [)arola nelle cattedre, o (pianto gonfio. Non si può porre in con-
ne'libri culla stampa; dovechè nella don- tesa che non sieno l'accademie lettera-
na uiua soltanto :id edettuare una co- rie un nobile teatro, ove in virtuose adu-
tale laciiilìuriuteuJcre le più usuali dui.' Uim2;e si uuiscuuù jjl'ingcgai più solleva-
ay 8 L N I U N I

li formare un corpo
pei jìcrl'etlo ili tul- ghiere e fervorose, chiamale giacalalo-
le le scienze, un aiuenissimo ricetto «li ricj fa che l'orazione apra e chiuda il tuo
tutte le arti liberali, un prode arringo ili studio. La un dono del Padre
scienza è

siiirili generosi un delizioso paragone


, de lumi; non riguardarla adunque come
del merito, un provvido eccilauienlo al opera del tuo spirito e de'tuoi talenti". Il

rinlciligenza iie'[iiìi profondi arcani del celebreButler, / ite de Padri, de Martiri


la nalur.i per indi sollevaici a penetrar e deglialtri principali Saiitijxa quella di
gli abissi delle riithezze della sapienza e Papa s. Damaso I dichiara. » La scienza
scienza di Dio, ui^n meno grande e ado- destinala a perfezionare lo spirilo uma-
rabile, dÌN>es. Agostino.nella fabbrica del no addiviene soventi volte pregiudiciale.
mondo, die amunirabile nelle più picco- Ciò deriva dalla scelta che facciamo de'
leformiclie. Sono le accademie eleganti comuneniente ancora
no>tri sludi, e più
sveglialoi dal letargo dell' ozio degli spi- dalla maniera nella quale studiamo. Vi
riti addornjentati, cavano dalle più rie- ha degli uomini che si danno a studi va-
clie miniere degl'ingegni le più nubili idee ni, frivoli e inutili, a cui potrebbesi appli-
delle dotti ine; eccitano magnanime emu- care ciò che Platone diceva a un condul-
lazioni per il pallio delle virtù, uniscono lore di carro, il quale colla sua destrezza
talvolta gli animi per virtuose gare disu- nel circo facea stupire i riguardanti. - Tu
niti, mantengono alla gioventù collo stu- meriti di essere punito per aver perduto
dio ameno un soave freno all'uDpelo del- tanto tempo in acquistare questa abilità,
le passioni; danno fiato alla tromba del- inun esercizio di sì poco vantaggio. -Dob-
lafama e lusingano con nobili tratteni- biamo senza dubbio apparare la nostra
menti e con eruditi applausi per 1' acqui- lingua, ed anche le lingue dotte, che so-
sto della vera felicità, che consiste, se- no come la chiave delle utili cognizioni:
condo più savifdosofi.ueirmteudereal-
i
esseci gioverebbero poco per altro, se non

tsmentee nel profondamente sapere. Co- mirassimo più alto. Abbiamo che s. Da-
me un cristiano deve studiare l'insegna maso I, s. Ambrogio, s. Paolino, Pruden-
s. Vincenzo Feneri, il cui cuore era così zio ec, coltivarono la Poesia (di cui ri-
unito continuamente a Dio, che suoi sta- i parlai a Prosa, Ritmo e articoli relativi
ili, le sue fatiche, tutte le sue azioni di- alla poesia cristiana, e sue composizioni
venivano una coiitiiuia preghiera, ed era per V UJ/ìziatiira della Chiesa), e l'im-
sì contento di qnesta pratica, the la
rac- piegarono a giuria della religione. Noi sia-
comandava a lutti i cristiani, l^ertanto e- mo ben lontani dal proscrivere lo studio
gli dice nel Tratta taciti la i-ita spiritua- delle belle lettere, in cui acquistiamo il

le. " Vuoi tu studiare in modo che sìa u- vantaggio di esporre i nostri pensieri con
lile? La divozione accom[)agni tutti i tuoi eleganza , con nobiltà, con dignità; ma
Sludi, e Ino scopo meno
il sia di reniler- non ci sarebbe permesso di farne unica
ti dotto che di contribuii e alla tua san- nostra occupazione, massime allorché sia-
tiljcazione. Consigliati con Dio più che niocbbliguti per istato ad attendere a slu-
^^ libri, e domandagli umilmente la gra- di più scrii, o ad adempire doveri più im-
fia di comprendere ciò che tu lejJiii. Lo portanti. E [)er questo die alcuni Padri
sluUio alhitica lo spirilo e inaridisce
il e concilii le hanno proibite agli ecclesia-
uoie. Va a quando a quando a

ravvi- stici, come incompatibili coloro obblighi,
vare Tuno e l'iilho a pie
della croce di e con (|uello spirilo di fervore che li de-
f'e.NU Cristo; che alcuni
istanti di riposo ve caratterizzare. Ciò che diciamo delle
nelle snepi,<giiesagiate,
procacciano no- belle lettere vuoUi applicare alle scienze.
vello vigore e luiovc
cognizioni. Inltr- La logica insegna ad ordinalo e congiun
lompi la Ina filica con .piellc brevi
prc- gì re le idee, e a ragionare cou giustezza.
UNI U N I 27C)
Nulla più utile delle rci^olecli'essa pre-
tli
trailo il suo cuore verso di lui con iiifo-
sciive, per iscliiviue le soUigliezze pueri- c.ite aspirazioin; doin indargli luschiiri-
li, le quali non fanno che pone la conf'ii- menlo ne'did)bi e lo sciogliineuto nelle
si<Mie nella mento. La uielalisica avvezza dillicollà. Se egli si porrà a questa prati-
l'anima ad elevarsi al tli sopra de^Ii 02- ca, proverà ben tosto, come provollo s.
yt-lli creati, e dispone le sue (iicollà ad iu- Tommaso, che s'impara piìi .«'[liedi d'un
tcudcre ciò che vi ha di piìi sublime nel- Crocefisso di (piello che d.i' libri. Allora
le scienze e nelle arti. JMa se non istu- le cognizioni eh' egli acquisterà, saranno
iliamo come santi, se ad esempio di es-
i
lotte volle al vantaggio della sua auiuin,
si non ci proponghiamo un (ine degno e diverranno per lui nuovo motivo di ri-
d'un cristiano, e non santilìchiamo i no- conoscerei! suo niente,di stringersi a Dio,
stri studi coll'orazione,fpial frutto ritiar- di amarlo e di servirlo. Non dimenlicliia-
renio dalle nostre fatiche per l'eternità? mo mai quello che dice Tallio dottore
Diffidiamo di (juell' amore tiello studio della Chiesa s. Bonaventura, De Jfyiti-
the degenera in passione; altrimenti non ca Jlieol. e. ult. - Uno studioso, il (juale
saremo ben presto più condoni che da vada sovente ripeiendo m suo cuore:
una curiosila pericolosa, la quale, facen- quando mai vi amero io ^ Signore.'*
do schiava l'anima nostra, e inaridendo sentirà assai più accendersi in seno il fuo-
il nostro cuore, ci renderà incapaci di lo- co dell'amor di vino,di (|uello che con peu
dare degnamente il Signore, di medita- saraenti sublimi, e con ispeculazioni ca
re la sua santa legge, e produrrà fìnal- pricciose sulla profondità de' segreti di
uiente i disordini che strascinano le altre Dio, sulla generazione del Verbo, o sulla
passioni allora ijuando non conoscono più proces'iione dello Spirilo Santo". Il dol-
freno". Inoltre il medesimo Dutler nella toannotatoredel Buller nella vita dell'al-
vita del gran s. Tommaso d'Aquino dot- tro dottore». Bernardo narra. Insorse una
tore della Chiesa, egregiamente conside- disputa tia'canonici regolari ed i mona-
ra.» Lo avvegnaché utilissimo per
studio, ci. I primi sostenevano che i secondi do-
se slfsso, sarà infallibilmente dannoso al- veaiio, ad esempio degli antichi Sjììlari
la nostra spirituale salute, quando non (
/''.) d'Egitto, occuparsi nella fatica delle
vada unito coll'umiltà e colla semplicità mani, nella orazione e nella contempla-
del cuore, e se non sia preceduto ed ac- zione, non essendo fitti per divenire c-
compcTgnato dairorazioue;perciocchè po- ru<liti,nè per erudire altrui. Questa di-
sto anche che non ci tragga in errori con- sputa fu rinnovata fra il p. Mabillon e il

trari alla tede, egli per Io meno non ser- celebre p. Kancé rifornia-
Boulhillier tle

ve che di pascolo all' orgoglio, e si trae ti.ie della Trappa (Z^-). Si ponno vede-

dietro quella aridità di cuore che è sem- re le opere che questi due grandi uomi-
pre seguita dal disgusto della pietà; e que- ni pubblicarono iu favore e contro gli

sto dir si deve lauto dello studio delle sludi monastici. Non è da negare , che
scienze appartenenti alia religione, come molti dulli essendosi ritirati ne'monaste-
anco delle scienze puramente profane; e II, ebbero la libertà di continuare i loro
questa è verità troppo beo provata dal- studi, e che sano veduti in ogni tem-
si

l' es[)eiienza. Chiunque vuole applicarsi po de' monaci servire la Chicia co' lo-
allo studio da vero cristiano , deve aver ro talenti e colla loro scienza. Per ren-
sempre davanti agli occhi l'esempio di s. ilersi utili al prossimo, fino dal VI seco-

Tommaso, cioè th/fidare de'propri lumi; lo aprirono scuole pubbliche nelle loro
nou mai porsi ali opera che dopo im[)lo- case, ed ivi specialmente recossi la gente
rato il soccorso dall'alto; tenersi sempre per buono spazio di lempu ad atliugcre
alla presenza di Dio ; levare di tratto in le toguizioui proprie a procurare hi glo-
.Bo UNI UNI
ria di Dio. Oli stiuli che hanno per og- tolica a benefizio dell'uman genere. Chi
"elio la religione, essendo falli con uno può ridire Uillociò che la carila ha fallo
spirilo d"un(illà e di penitenza, ponno te- fare a'monaciVE'Jsi hanno serbalo gli a-

ner luo"o della fatica mannaie perque' vanzi dell'antica sapienza, trascrivendo

nionaoi che vi hanno vera abilità; e ne oratori, poeti, storici, filosofi, fisici, nie-

acqiiisleràgran varilaggiolaChiesa, come dici, geografi ec, moltiplicandone gli e-

prova l'esperienza di tutti secoli. In i


semplari per diffonderne lo studio : essi

niKinto agii altri, che d'alira parie non hanno disboscato estesi terreni, rese fer-

sono in caso di esercitare le finizioni ec- lili lande incolte, innalzali lecnpli raae-
clesiasliciie, sono obbligati alla fatica del- stosi, fabbricali villaggi e borgate, aperte
le mani, giusta i principi! posti dal p. di e ristaurate strade, frenali torrenti, get-
Rance' e confermali dall'autorità di s. A- tali ponti: essi hanno aperto ospizi a'vian-
gostino, il quale compose il trattato sopra danti su'piìi alti gioghi, asili all'innocen-
questa materia. 1 monaci che studiano za perseguitala, al pudore posto a perico-
dc J)bonoperò guardarsi di perdere lo spi- Io, a' vecchi abbandonali, agli orfani de-
lilo del loro slato. Abbino paura di ogni relitti. E colpito dalla grandezza di que-
scienza che potesse far loro disprezzare la sta opere Io stesso Voltaire fu costretto
propria regola, e condurli alla riiassatez- confessare, che fu un conforto l'esistenza
za. Di recente il cardinal l'aludi arcive- di somiglianti asili, ove si ritirarono gli
scfjvo vescovo d'Imola, nella celebrala 0- uomini a migliaia fuggendo gli orrori
pera : La Chiesa Romana riconosciuta della guerra e della tirannide. E non me-
alla stili carica verso il prossimo per la no ammirabili sono gli alti di carila com-
ir/Y7 Cìiiesa di Gesù Cristo, fra le altre pinti dagl'istituti religiosi venuti dopo i
cose fece sapientemente considerare. Se monaci. » La didusione della morale , la

n( 1 tlisegiio e nella esecuzione del rior- sua a[)plicazione al governo, alla politica,
dinainenlo civile e morale della società alla ecunoinia pubblica, alle scienze, al-

riopliiide la potenza della carità caltoli- learli, facendola penetrare nell'opere lut-
ea, nella conservazione e nel progressivo te della vila privala e del civile cousor-
sviliippo di esso rivelasi la sua perennità zio,questa è beneficenza massima per l'u-
c fecondità inesauribile. E per dimostra- nianilà". I più bei sistemi di morale ri-
re ciò l'esimio poiporato esamina gli al- sultanli dalla ragione non seppero nel pa-
tri S[)leiìdidi fatti e gli altri strumenti ef- ganesimo migliorale le moltiluilini, ne
ficaci di beneficenza, onde la carità cai- rendere virtuosi i filosofi, e ne'tempi mo-
accrebbe e perfezionò lo-
lolica sorresse, derni , scrive il conte di IMontalembert,
pera meravigliosa de'suoi concetti e della non sono riusciti, che a concitare gli a-
sua maii(».E|)rinioslromentodibeneficen- nimi, senza poterli governare. Il solo cri-
za ciaddihj gli (iidini regolari. Ichiostri di stianesimo che pioclama non solo le
,

tanlocondjattutidall.i libertina civiltà, so- grandi massime, ma porge anco gli aiuti
no ri(;igio idle anime religiose solo bra- per metterle in pratica, ha potuto Gom-
mose di celesti pensieri, asilo delle ani- pieie le più salutari riforme, e gli ordi-
rne che anelano alla pace di una tormeq- ni regolari furono polente aiuto all'Epi-
lala coscienza, ricovero de' miseri, scu- sco[)alo nel fornire mezzi atti a condurre
do alle mondane seduzioni, freno agli spi- a termine in ogni eia questa salutare mis-
iili ai denti che nella società avi ebbe-
, sioiie. Fia'religiosi altri assunsero di ca-
ro portalo agitazione e sconvolgimento, techizzare villaggi, istruire pastori e con-
Consideiali nel loro passalo e nella loro ladini altri la plebe delle città , altri di
,

esislenza altnale,sono un vero slromen- luonirc dalle cattedre. Chi può ripetere
lo trovalo dulia curila della Chiesa cui- le gesta de'lrc istituti Francescano , de'
V NI
Pirdufilorie <\ii' Cesili li (/'.JP I loio an- giovani alla virtù. Quando le scienze
nali sono pieni di falli nieravigliosi, tut- umane non passino nelle tenere menti
ti compiuti a beiiencio tlell'uniaiiità. IMa (ia mezzo a' raggi della scienza di Dio,
se rigiioraiiza è tuia grande «ni.seria del- divergono dal retto e si rendono infe-
la niente, quanto non ha fallo la Chiesa ste agii studiosi islessi ed alia società".
per distruggerla? I Papi liunuo fondate All' articolo Predica e altrove parlai an-
università, accademie, licei e ginnasi, e córa dell'eloquenza sagra e dell'oratoria.
mille nitri slabìlinienti d' istruzione; ai- Il sacerdote d. Gaetano Picconi nell'.<//-

treltanto hanno fatto cardinali e vescovi; hum di Roma t. 2 i, p. 354, c' diede ii)

di maniera che non vi ha istituto letleia- italiano un sunto interessante dell'ora-


rio e scientifico d' antica origine, che al zione Ialina pronunziata in Roma nel-
clero secolare e regolare non sia debito- l'università Gregoriana del collegio ro-
re di sua fondazione. Grandissimo poi è mano per la .solenne apertura degli stu-
il numero de' collegi aperti dalle varie di, dal eh. p. Antonio Angelini gesuita,
congregazioni regolari, che vi si distinse- professore di sagra elotjuenza nella me-
ro per quel rigore di vigilanza, [)er quel- desima. Comechè applaudita per le tan-
l'amorevolezza di premure, per quella pa- te bellezze che rileva, trovo opportuno
zienza di fatica, che costituiscono 1' otli- riprodurne il brano più importante.» Lo
luo governo di tali istituti. E (ra (]uesle studio degli oratori greci e Ialini dell'au-
congregazioni basta ricordare (juelle de' rea età, temperalo al lume di nostra fer
Gesuiti, che vantano molli e grandi uo- de e religione, riesce meravigliosaraea^
mini intigni scienza divina e umana, del- te a formare gl'ingegni alla scienza, al
le Sei'.olc Pie,t\e Soiìiase/ii, ut DoUri- costume, medesima, con-
alla religione
iiari, de' fratelli delle Scuole crisliane tro l'opinione di quelli,che ne vorreb-
(f^-J. A'iiì nostri poi nuovi istituii vedia- bero il totale allontanamento dalle ma-
mo sorgere [ler la educazione morale e ni della gioventù studiosa e da'cristiani

religiosa de'maschi e delle femmine, de' collegi e seminari, come perniciosi alla
ricchi e de'poveri , in Frnncia, in Inghil- Vera scienza, alla sana morale, alla no-
terra, in Germania, nel bclgio e in Ali- stra religione. Che ne sarebbe di tante
stria,e tulli is[)irali dalla carità della Chie- ricche suppellettili della Chiesa, conte-
sa. E
se voghamo che cessino le cospira- nute in libri scritti coli' aureo sermone,
zioni permanenti delle óV//c"o società se- e greco, e latino, se dell'uno e dell'altro
grete, e venga meno il pericolo del So- si abbandonasse la lezione e la coltura?
cialisiìio(^f .)j in desideriamo ricompor- Da chi si ebbe il modo e la regola del
re la società umana guasta da tanti per- bel dire e del ben comporre sia in pro-
niciosi elementi, fa d'uopo correre al fon- sa, sia in verso? Donde appresero la lo-

te dell'istruzione stabilita dalla car ila del- ro arte e poeti, e filosofi, e grammatici, u
la Chiesa. E perciò con santissiuìe parole Storici, ed oratori 1 O chi seppe così ap-
dichiara il cardinal Baluffr. » Ove le sia prenderne e formarne giusti e stabili pre-
lealfiienle permessodi riassumere l'opere celli, ognun nel suo genere, tiioii d' uu
della pubblica istruzione, la carità della Aristotile, un Demostene, di un So-
di
Chiesa infoutierà nella gioventù le sante crate, di un Platone, di un Tullio, di un
ni;issime religiose, ed esliipando i semi Tacilo, di un Orazio, di un Virgilio, di
della .sociale sovversione ridoterà l'Eu- un Tito Livio, di uq Quintiliano? Come
ropa di pace, di ordine, di prosperità. avrebbero potuto professori e promub i

L'amuiaeslramentu non potrà mai dirsi gatori dell'Eva ngclio rispondere n' gela-
perfetto, ove fregiando la mente di cogni- tili, 1 iballere le loro calunnie, persuade'?
zioni acienlitiche non educhi ìusiciue i fc loro le massime sublimi di nostri» ve-;
.Ba UNI UNI
licione? Lo sliidio indefesso delle scie»- ueghilloso le ranni. E lafforzava questo

7°nro(nne non meno che dellesagre ser- pensiero coll'esempio di valenti oratori
scudo nella pa- ilaliani.lra'quali precipuainenle ilp. Pao-
vi loro di armattira e di
Giustino, loSegneri,il quale sopra d'ogni altro e-
lestra della virtù e della fede.
Atena-^ora, Lattanzio, Girolamo, Ago- merse per lo studio costante avuto in Ci-
stino e tanti altri, di coi la religione va cerone; e coll'esempio d'un Bourdaloue
meritamente siqierba, furono versatissi- e di un Dossuet, quali divennero in i

coi nelle scienze pagane, ed esemplari di


Francia sommi oratori per lo studio de*

si n"olari virtù; così clie da quelle


scien- greci esemplari. Concludeva coli' inco-

ze trassero immensi vantaggi in prò lo- raggiare la gioventù studiosa allo studio

ro e del ci islianesimo. Dice Eusebio che de'greci e de'latini dell'aureo secolo, e a

Atenagora, Clemente Alessandrino, Pan- rimuovere ogni sospetto e timore d' in-
leno, Origene ed altri molti riempirono ciampo e di corruzione svolgeva 1' idea
di loro dottrine la Chiesa, e lasciarono del grande Basilio, cioè di tendere lema-

nel retaggio di sapientissitììi scritti, edi- ni a qtie'soli autori che scelti sono e pur-

(ìcazione perenne. Dice di Giustino, che gali ; di sfuggire ove incontrisi il veleno-
tra"grandi uomini che illustrarono il 2." so e corrotto ; e circa la morale pagana
secolo della Chiesa, il nomadi quello li tender le orecchie a precettori, i quali a
superava lutti per il suo splendore. Lat- viva voce ne spiegheranno il contenuto,
tanzio poi tenne cattedra in Nicomedia, ravvicinandolo alla cristiana morale",
e tanta fama acquistossi di uomo lette- Altro professore di eloquenza del colle-
rato, che l'imperatore Costantino i lo gio Urbano in Roma, il eh. d. Vincenzo
scelse per precettore del suo figlio Crispo Anivitti, nello stesso Album pubblicò nel
Cesare. E perchè Giuliano l'Apostata lol- t. il, p. i i il seguente pregievole arti-
se espressamente «'cristiani le scienze, se colo, che a gloria della letteratura mi
non per l'utile che ne tornava alla reli- piace riprodurre. » Di certi scienziati
gione e alla cristiana morale? Ma le col- che dispregiano la letteratura. Coloro
livarono e quanti fiorirono e Padri, e che per piacersi o di alti studi, o come
Dottori, e Pontefici nella Chiesa, e tutti dicono de'/)o^/V/V/, si ridono (\& Letterati
furono comnieudevoli non meno per la (/^.), nonsarebbonoa riputarsi, se io non

dottrina, che per la pietà. E (piando la erro, veri scienziati. Primieramente per-
superstiziosa barbarie inondava l'Euro- che in coseche allo svolgimento dello spi-
pa intera, l'esule scienza trovava rifugio rito umano si riferiscono intercede stret-
ne'religiosi chiostri. Un Cassiodoro e pò- lissima parentela, che non è dato all'u-
lilico, e filosofo, e oratore, e interprete, mana superbia rompere o dioiegare,e che
e storico, e critico, e teologo diveniva ac- i letterati proclamano e adorano i primi
celtissin)o a' principi stessi ariani. Un Al- negl'istessi scienziati, i quali troppo ma-
cuino divenne maestro di Carlo Magno, le ripagano per questa guisa chi ne ere-
fi insegnava tutte le scienze nel palazzo sce la slima. Per secondo, non si può, a
reale a re, a principi, a principesse; e fu fé del vero, preleudere che 1' uomo col-
istitutore di celebralissime accademie. Si livi alcune soltanto dellesue facoltà, tut-
conlederino insieme e le sagre e le prò- le le altre o spregiando o non curando
fané scienze, e da questo felice connubio per nulla ; molto più che se ciò torna as-
sorgeranno frutti degnissimi di lode, e
i snido ideare, tornerebbe altresì impos-
per la virtìi e per la religione. Disperi di sibile praticamente, non tutti essendo nati
far tesoro di sottili pensieri, di vero stile, a un solo studio, uè tutti capaci o di tra-
e di robuitH e forbita eloquenza chi da' scendere eo'metafisici, o di calcolare co'
classici gì cci latini rilira sdegnoso o nialeinatici. Finalmente se queste lagio-
UIN I UNI 283
Ili valgono ad amicare ogni falla di slu- senso del bello, li rende più accessibili
di, a favore della benintesa lelleiatiira, all'errore, [liù proclivi al mal fare, più
ve ne ha tale che è tulla sua piopria. Non capaci o di quell'apatia o di quella dispe-
lutti gli sludi sono algelìia, fisica e nie- razione, senza la quale non si manda sos-
Uifìsica, e che vuoi tu diredi simile, ma sopra la società e la religione".
tulli, viva il cielo, sono pensiero e paro- Se nel citalo articolo Scuot a raramen-
la; onde avvieue che, vogliano o no, tul- lai i primordi e progresso dell'umano in-
li devono a quella viilìi della mente rac- segnamento scientifico , letterario e ar-
comandarsi per la quale il pensiero e la tistico nelle diverse nazioni incivilite, a
parola, questo e quella consuonano, e si Scuole di Roma per questa ragionai sui
avvicendano gli utili ullizi. Che se il velo medesimi argomentijebeii di ragione con-
fei squarciasse di qualche segreto, si tro- venne che la metropoli dell'universo, che
verebbe fra (jitesli orgogliosi filosofi chi sino da'suoi portentosi primordi tenne il

deve umiliarsi, non so con qual animo, primato nelle conquiste e nell'armi, coti
ad accattare da qualche retore fin la sin- the dominò il mondo, avesse altresì suc-
tassi; e più d'uno si troverebbe, il quale cessivamente quello delle lettere, delle
[)er non sapere che sia lingua e periodo scienze, delle belle arti, profane e sagre,
tii pietà udirlo, e appena saia udito fin- con tanto applauso, fama e decoro del-
ché egli si viva ; che lesole lettere sono l'illustre nome romano, diesi sparse si-

il veicolo alla immortalità dell'ingegno I no a'remoli confini dell'universo, con glo-


E qui riserbandomi di toinare sott'altro ria di Roma pagana e molto più di Ro-
aspetto sopra la reale affinila delle let- ma cristiana. Il celebratissimo Lodovico
tele (come debbono studiarsi oggidì) col- Antonio Muratori, oltreché con partico-
le scienze, e di mostrare che finalmente lari opere illustrò le lettere le scienze e ,

la stessa letteratura può prendere oggi- le arti come colle Riflessioni sopra iù
,

mai onorevole posto fra le medesime, ba- buon gusto nelle scienze e nelle arti, Ve-
sterà per ora assumere le parti di quel nezia 174-Ì> colle eruditissime Disserta-
piccolo numero di leali studiosi, che a zioni sopra le antichità italiane, egual-
dispetto de' tempi rimane ancora, E in mente ne tenne proposito e parlò ezian-
nome loro sia detto; che l'animo è trop- dio dell'origine dell' «miversità , o sieno
po tocco oggimai di certe ingiurie, che scuole pubbliche di tutte le scienze e del-
a' pacifici cultori di buone e belle cose le lettere belle. Fra le oltre ricorderò la
vieu facendola scienza troppo superba di 1^." Delle arti clegl' italiani dopo la de-
se !.. . Nel doloroso pensiero che la cre- clinazione delT impero romano. La 4o.'
scente generazione non ìstudia più alFal- Deir origine della poesia italiana e del-
to,oh! perchè nella vece di accapigliarsi le rime. La 43.* Dello stalo, coltura e

fra seguaci di scienze e di lettere, non depressione delle lettere in Italia, dopo
daisi unanimi la parola d'ordine, e se- la venuta de' barbari sino all'anno di
condo le proprie forze nou marciare, e Cristo i ICO. La 44-' D'aliti formazione
non ispiugere tulli meglio che il possano delle lettere in Italia dopo V anno di
clii più non cura uè le prime, uè le se- Cristo i ICO, e dell' erezione delle pub-
conde? E per uhimo ricordiamoci: che bliche scuole e università. S. voler dire al
la buona e bella letteratura aiuta 1' in- cuna cosa dell' origine dell'ultime, darò
telligenza col sentimento, ed è capace di prima un semplice e fugace cenno delle
redinlegrare [)er le vie del cuore la uma- dissert.43 e 44- lovasa l'Italia dagli era-
nità più delirante; laddove la sola scien- li q àiigoti, vi trovarono durare ancora

za, in ispt'cie se di astrazione e di calco- l'aoiore delle lellere, e lo ìitudio dell'elo-


lo, isterilisce gli animi, e chiusili ad ogai quenza e iì*i\\' Erudizione (A^.), pratica-
28i u N r U NI
roiiinni imperatori poiché la sofia, di teologia, di poetica, e delle altre
to snllo i ,

corta (.Uirala ilei lo«'0 regno non potè f.ii' Scienze e arti; anzi neppure la gramma-
depilile questo pregio nella gente italia- tica fioriva. Se taluno del clero predica-
na. E però non è meraviglia se anco nel va al popolo, non servivasi chede'sermo-

secolo VI, in cui cessò (del tulio) il goti- ni degli antichi, che le chiese conserva-

co dominio, fiorirono in Italia Severino vano in alcuna raccolta; o pure esercitan-


CoeziOjEnnodio vescovo di Pavia, Cassio- dosi in altre sorte di letteratura, non fa-

<loro segretario di Teodorico, il cardinal cea udire se non cose triviali e anco pue-
iUalore, e Venanzio Fortunato trevigia- rili. In una parola, eccettuata Uotna, do-

no e vescovo di Poitiers, Giordano sto- ve sempre si conservò qualche coltura


rico, corrottamente chiamato Jornande delle lettere, e sempre durò la scienza dei

e Giornande. Claudio abbate di Classe, canoni, e fors'anche eccettuata Prti/V/, se-


e per tralasciar altri. Papa S.Gregorio I, de del regno longobardo, dove probabil-
che per la gloria della letteratura può ga- mente si trovò ancora in que' tempi al-
I eggiare con parecchi eroi dell'antichità, cuno mediocremente ornato di lettere; il
e 111 bi^nemerito del canto ecclesiastico. resto dell'Italia languiva nell'ignoranza,
In fatti anche per questi tempi si inan- o leggermente era tinto di lettere, e niu-

teiMieroin Italia, e pai ticolarmente in Ro- no vi fiori distinto per l'erudizione, il cui
ma, le scuole, e Cassiodoro nel suo rili- nome, o alcun libro composto sia con lo-
lodel monastero VivariensepressoStjuiI- de pervenuto a noi. In Grecia però tut-
lacc, apri scuola di tutte le scienze eccle- tavia si conservava l'onor delle lettere, e
siastiche. Egli lasciò libri suoi di dialet- continuavano a fiorire ingegni rinomati
tica, aritmetica, musica, geometria e a- per letteratura. Ma la povera Italia era
stionouìia. Ma venuti i longobardi, e la- Le scuole erano rare, co-
tro[)po scaduta.
cerata di troppo dalla loto crudeltà l'I- s'i uomini dotti, e l'avere un valente
gli

talia, sotto tale nazione immersa nella maestro di grammatica veniva riguarda-
somma ignoranza, come assuefatta sola- lo qual considerabile pregio. Si congeltu
fi(eiitealleguerre,quasi ogni scienza ven- ra che nel secolo Vili non mancassero
ne meno e da[)pertutto successe la [loca in qualche luogo d'Italia le scuole, come
stima, anzi lo sprezzo per le buone let- in Aquileia (della quale meglio a CJdIìVe),
tere. Non per questo assolutamente fu da dove probabilmente uscì s. Paolino
mutata 1' Italia in una Lapponia, e cosi poi patriarca, da Carlo Magno chiama-
bandite le lettere che s' ignorasse il leg- to artis graniinaticae magistrum. Oltre
gere e lo SCI i vere. Sempre i medesimi in- a ciò in Roma per que'medesimi tempi,
gegni nacquero sotto i climi felici , e di come anche prima , si contavano molli
questi in ogni tempo fu madre V Ilalia grammatici. Trovavasi anche in Francia
e la Grecia^/'.), con altri colti paesi. Ma le lettere in una totale depressione, ma
in tali tempi
guerre, di governo tiran-
di Carlo Magno ben conoscendo, che buo- i

nico, (h povertà e altre calamità, le per- ni e saggi principi hanno da tendere ad


S(jiie ingegnose, per diletto d' educazio- ogni sorte di gloria, e procurare a' loro
ne, tii scuole e di maestri, non ponuo spic- popoli ben coni[)re-
la possibile felicità,
care, e alcune pascono
si di favole, d' i- se che a lui apparteneva rimettere ne
liezie e di b.tihiule.iXondimeiio conta vali- suoi regni, per quanto era possibile , lu
si vescovi, chierici monaci,
, giuilici dol- studio e gusto delle lettere. Perciò m-l
lori, avvocali, iiotarie medici, quali i non 787 venuto a Roma, quivi trovò diche
prano privi alf.,llo di lettere. Ma a pochis- ili maniera appagare ii nobile
rpialche
simo SI t-ileiideva cpiesto loro sapere,
po- suo genio; di ()iìi pare che giù da essa
tp iiUt-iidcndu essi d'elo(|ucnia, di (ilo- avesse coudulto iu Francia aliii lettela-
l

U N I UN 285
j_ li. Allora vi porlo , arlis graminatìrae i lil)ri de' poeti , storici e oratori, non
et coìiijmtatoriae mngisli-os , et uliiiiuc che la s. Scrittura e qualche s. Padre. In
sliuliiuii lì ter arimi expaiiderejussit. An- quel tempo l'Inghilterra, la Scozia e l'Ir-

te ìjyswii eiiiiìì Domnitm regc/n Cai-nliiin landa nello studio dell'arti libeiali so-
in Gallia milluni studinin fiierat lihe- pravanzava gli altri regni d' occidente,
raliuni artiiirn. Noterò die giù da lì orna e ciò particolarmente per cura de'mona-
erano partiti per Francia, e altri vi si ci, i quali risuscitarono e promossero in
mandarono allora de' cantori per , inse- qtie'regni l'amor delle lettere; cosi un al-

gnare il Canto ecrlesiaslìcoi 7 ,) per 1' f7/- tro monaco scoto per nome Dungalo fu
Jìziaturacìella Chiesa (f-)- Da l'avia vi mandato maestro a Pavia e fu caro a Car-
condusse Pietro pisano maestro di gram- lo Magno. Questi o chiamò dall' Inghil-

matica. In Francia andò ancora col me- terra o conobbe tornando a Roma Al-
desimo re,Teodolfo mollo eloquente, poe- enino monaco inglese, in occasione che vi

ta e letterato. Sicché in quel periodo di si recò per domandare a Adriano I il pal-


secolo non dovea esser priva l'Italia di lio pel suo arcivescovo di York; lo portò
maestri, di scuole edi lellerali. Anzi non ili Francia, lo prese a maestro e dichia-
solamente nelle città esistevano maestri rò presidente delle scuole istituite o mi-
digrammatica, ma anche nelle castella e gliorale nel reale palazzo. Ad Alenino
ville, essendo stati obhiignii i parrochi ad quindi è dovuta la gloria d'aver fatto ri-
insegnarquest'ai te. Ma discuoledi scien- fiorire le lettere nella Gallia , e che ne'
76 migliori, n'erano prive in Italia le cit- monasteri e negli episcopii si aprissero
tà e le castella, né vi fiorirono scrittori, scuole, sì pe'monaci, che pe'chiei ici e se-
tranne i nominati. Paolo Diacono e po- colari. Le premure di Lotario I per fue
chi altri. Carlo Magno dopo la conquista risorgere in Italia le lettere, ebbero lie-

del regno longobardo, studiossi, per quan- ve fruito e non produssero scrittori da pa-
to gli fu possibile, di propagar l'arti libe- ragonarsi cogli eruditi che nello slesso ,

rali nella Francia e nella Germania, di IX secolo fiorirono nella Grecia, Francia
cui era signore , ed ancora desiderò che e Germania. Sebbene il concilio romano
l'Italia fosse partecipe di questo benefizio. delI'SsG provvedendo,
alla listoraziniie
Infatti avendo trovati due monaci d' Ir- delle scuole vescovili, la fondazione del-
landa o Scozia , eccellenti nelle lettere, le quali si attribuisce a s. Agostino, per-
uno ne mandò Francia a fare scuola
in ciò dal cari.Di Giovanni chiamalo pri-
a' .fìanciulli, l'altro in Pavia a insegnare n»o istitntorede'seiuinari,ci fa sapere che
l'arti liberali. Mancati tali maestii, morto abbondavano preti, diaconi e suddiaconi
Carlo Magno, di male in peggio andò la indoctì, i quali perciò per qualche tempo
letteratura in Italiane l'imperatore di lui li sospese da'di vini uflizi; cnntutlociò nel-
nipote Lotario 1 nellS^S fece quanto po- lo slesso secolo Roma produsse Anasta-
tè per rilevare le troppo cadute lettere sio Bibliotecario, personaggio veramen-
nella penisola , con istituire 8 scuole in te dotto, e Guglielmo parimenti biblio-
altrettante città. INé già fondò egli scuo- lecario della chiesa romana Giovanni
,

le di tutte le scienze e arti, Jié università Diacono e alcun altro tli minor grido.
di studi,come prelese laliuio; ma un so- Dalle scuole di Monte Cassino, di Napoli

lo maestro deputò per cadauna, per inse- e di Ravenna uscirono altri lodevoli scrit-
gnare Yarte^ cioè la gianimatica,che in tori, cioè Li chemperto, Giovanni Diaco-

questo consisteva lutto il sapere d' allo- no e Pietro Suddiacono, ed Agnello. In


ra. Solevano poi grammatici d'allora non
i Napoli e massime in Benevento fiorivano
solo insegnar la lingua latina, ma auco- le lettere verso 1*8 70 pel commercio de'
la il meglio che potevano spiegavano vicini greci dominatori della Magna Gre-
.,86 UNI UN I

tin, polcliè sempre i greci conservarono ria della Carta per la Scn'ltitra (F.), In-

l'onore delle lellere, e quasi in ogni tem- ventata più tardi; poiché avendo i sara-

po dierono lodevoli scrittori e libri. I po- ceni fin dal secolo VII invaso l' Egitto,

chi scrittori ricordati non dierouo a co- gente allora solamente data alle guerre,
noscere pregio di singoiar ingegno, né al- i papiri ofilira egiziana erano andati in

cuna ragguardevole erudizione; non pas- disuso in occidente, meno qualche raro
sai ono la mediocrilà. Eugenio ll,che ten- caso che s'incontra in alcuni diplomi pon-
ne il detto sinodo, ordinò di provvedere tificii; nel restodivenendo comuni le Pei-'

almeno maestri nelle pievi di villa, che ga/ìiene (f'.), ma costose, il loro prezzo
sappiano spiegare a' chierici le divine superando le forze de'letlerati per acqui-
scritture , e istruirli a recitare ed eserci- starle, alcuni monaci per copiare i libri e
tare i divini uffizi. 11 decreto o fu poco os- i codici usarono le antiche scritte, copren-
servalo, o benché vi fossero maestri po- do o cassando l'anteriore scrittura, dalle
co ne profittavano; poiché Carlo l i! Cal- quali derivarono i palinsesti preziosi. Pel
ro re di Francia volendo fare rifiorire le gran costo de'libri molto pocheeran(jaIlo-
lettere nel suo regno , cercò de' maestri ra le librerie, massime in Italia, ed esse ne'

non in Italia , tna in Grecia e Irlanda. soli monasteri, laici non badandoci o
i re-

Py'el X secolo rozzo e sterile, ferreo e di stando spaventati dal caro prezzo de'li-
piombo, l'ignoranza sarebbe divenuta al bri. Buoni ingegni anche a detta epoca
sommo deplorabilesenza le scuole esisten- generò l'Italia, ma penuriandosi di mae-
ti in Italia, e l'applicazione de'niouacì ne' stri, di libri e coltura, pochi frutti ne de-
monasteri. Niun letterato disingol.ir lo- rivarono, ed assai rara fu l'eloquenza. I

de fiori, tranne Attone vescovo di Ver- libri si componevano più coli' industria
celli, il pavese Liutprando vescovo di Cre- che con l'ingegno, con passi raccolti dal-
mona storico, l'Anonimo Salernitano e al- l'operede'ss. Padri. Ad accrescere la man-
cuni pochi scrittori di vile. Allora tulio canza di lil)ri cooperarono prima l'irru-

il sapere si riduceva a un poco di grani zioni de'barbari e longobardi , e poi de'


malica, e poco frutto produssero le let- saraceni eungheii,per tacer d'altri. Quel-
tere. Oltre di che sì sconci furono nell'in- le furibonde nazioni mietevano vittime,
felice secolo X i costumi degl'italiani, che cogl'incendi infierivano contro ogni luo-
deplorai in tanti luoghi, onde da si perni- go, né avendo essi alcuno amore per le
non andò esente la
cioso influsso slessa lettere,distrusserograncopiadi libri mas-
Roma, e non poca parte vi ebbe l'igiio- sime ne'monasteri bruciati. Dopo l'anno
lanza. Allora (piasi dapperlulto, nell'u- millesimo di Cristo cominciarono alquan-
no e nell'altro clerOj e anco ne'maggio- to ad alzare il capo in Italia le lettere,
ri monasteri, si lasciava la briglia all'am- principalmente dopo ilio5o per l'intro-
bizione, all' interesse e all' incontinenza. duzione della carta bambacina,chesi an-
Quindi non essendo osservata la discipli- dò di mano in mano aumentando e mi-
na ecclesiastica, non è da meravigliare se gliorando. Fors'anche a promuovere l'o-
le lettele non seppero alzar il capo. Id nore delle lettere contribuì non poco l'e-
iiiint'allro si distinguevano i chierici dai sciiipio e la premura di Gerberto d' Au-
laici , se non che si radevano barba e
la rUlac, pel suo multilòrme ingegno, elo-
il capo, e portavano le \esli alquanto di- quenza ed erudizione, die nel 999 meri-
verse. All' incontro i chierici e sacerdoti tò il papato col nome di Silvestro li. Per-
greci nutrivano la barba, e insultavano ché si dilettava dell' arti malematiehe,
i laluiiperchè noi» facevano altrettanto. l'insegnava e tirava delle linee e de'cir-
Ad impedire il progresso del sapere in coli, non che fabbricò un orologio; e sic-
que'lempi, conlnbuì non poco hi penu- come volgo de'
cose allora incoguile al
UN I UNI 287
venne spaccialo dagli stolli per
letterali, vescovi Bouizone di Sulri, Brunone di
s.

mago. Mentre slava in Italia e in Gtir- Segni, s. Anselmo di Lucca, ed mona- i

niania, nulla ebJje più a cuore, clic tli ruc- ci Alberico Cassinese e Gregorio di' Far-
coglieie codici antichi di tulle le scienze fa. Nello slesso secolo la musica sagra ri-

e arti, per uso proprio e de'snoi mona- cevè un ragguardevole aumento per cu-
ci. Insegnò a gran copia di scolari, ch'e- ra del monaco Guido Aretino. A' lette-
gli chiamava scolaslici, fra'quali Ottone rati e studiosi de' secoli barbarici non
li imperatore e Roberto il le di Fran- mancò ingegno e giudizio, ma loro man-
cia. A lui dunijue pare doversi che gli , cava la critica, cioè la maniera di scopri-
studi e le Itllcre ricuperassero 1' antico re le favole, l'imposture e tutlociò che la
splendore, n)olto decaduto nel X secolo. malizia o la semplicità, o l' incauta cre-
Successero poi dopo la metà del secolo dulità avea dianzi fabbricato, tuttavia
XI nella cattedra di s. Pietro, dottissimi inventava di contrario alla verità. Tan-
e piissimi Papi, i quali non solamente in to si osserva nelle leggende de' santi ,
e
Koma, n)a anche per tutta l'Italia, pro- nella storia sagra e profana , ed in rac-

mossero i buoni costumi e parlicular- conti della Sii/jerstizio/ic [U.y Già nel-
inenle si studiarono di ravvivare la digni- la Francia, e massimamente in Parigi, le
tà delle lettere; felicità che poi andò sem- dianzi depresse lettere s'erano tatinenle
pre da lì innanzi crescendo. So|)ia gli al- rimesse in forza ed in sì fatto credito,
tri il magnanimo S.Gregorio VII nel con- che anco concorrevano per
gl'italiani vi
cilio romano del 078 ordinò Ut orniics
i : apprendere il vero sapere. Vari autori
Ejjiscopis ortes literaruin in suis eccle- lasciarono scritto, che Carlo Magno isti
siis doceri facerent. Pertanto nel secolo luì due celebri ginnasi letterari o uni-
XI in alcuni luoghi d' Italia rimesse le versità, uno in Parigi e l'altro in Pavia
scuole cominciarono a render frutto, pre» (y.)- Col nome di Gyinnasiwn si volle

cipuamente in Milano, ove con felice ga- significare un' Università e studio di tul-
ra si coltivavano le lettere, dimaniera che le le arti liberali. Inoltre se si ha da cre-

anco in altre provincie si dilatò l'amore dere ad alcuni scrittori 1' Università di.
e lo studio di esse. Per questo allora l'I- Bologna [F.) fu fondala sin da' tempi
talia die alla Francia il b. Lanfranco pa- deil'imperalore Teodosio II, altri la ri-

vese, la quale si protestò a lui obbligata feriscono a Carlo IMagno. Se di tali uni-
del risorgimento delle scienze ne'suoi jiae- versità da sì lontiini tempi si gloriava l'I-

si, e fra'suoi discepoli potè vantare i Pa- talia, fa meraviglia perchè le scuole di
pi Alessandro II e s. Gregorio VII; e al- Parigi e di Tours nel principio del seco-
ringhillena Anselmo d' Aosta arcive-
s, lo XII si aiitepone-isero all'italiane. M.i
scovo di Canlorbery, come il b. Lanfran- Muratori volle liberare la verità da tan-
co, che non solo faticò a limetlere in pie- te favole. Non mancò certamente Carlo
di l'onore delle migliori lettere e dell'ec- Magno di procnuovere lo studio delle let-

clesiastica disciplina, ma sua gloria è d'a- tere, tanto nella Gallia che nella Germa-
ver egli aperta la via alla teologia, dopo nia e anche in Pavia; molto più lece Lo-
i ss. Padri, che poi cotanto avanzamen- tario I con istabilire una scuola in varie
to fece nelle scuole, avendo perciò ben città; scuole eziandio v' erano negli epi-
ineritalo il titolo di dottore della Chie- scopii e ne'monasteri, e queste si può cre-
sa. Con pari plauso nell'arti liberali l'I- dere che non mancassero in Italia, pel già

talia vide fiorire nel medesimo secolo XI, riferito. Però tali scuole neppur perora-
i Papi s. Gregorio VII e Vittore III, i brasomigliavaiio alle odierne università.
cardinali s. Pier Damiani e Leone Mar- Un solo maestro si conlava in ciascuna
sicano, Alfano aicivescovu di Salerno, i di quelle poche città, e questi anche nou
28S U IV I UNI
insegnava clie le arti più lia'S'Je. Tn Pavia sa Je'fiumi poveri nella loro oi igine, e ric-

51 solo Dungalo, in Ivrea il solo vescovo chissimi nella contiiiiiarioiie del corso: lo-
inse^navanoptibblicfimenfe, e nelleaitre sto divenne celebre maestra della gin-
città si praticò lo stesso. Muratori dichia- risprtnlenza romana, per lo sfndio delle
la favola, che da Teodosio il o da Car- ^^fggi (^^O' ^ fama di sì rara prero- ''''

lo Magno fosse istituita l'uni versila di Bo- gativa si sparse presto per l'Italia. Nou

lo^na, e rpial siali privilegio (into sotto trova probabile Muratori ras>erlo da Ro-
il iionie di quel i. "imperatore, l'osservò berlo del Monte di fare ciica nn secolo
nella 3^,'D\ssei-l.:Dr'rIiplomì e cni^tc an- di piìi aulica la fondazione della scuola
iiche o dubbiose o false. Pure non man- legale di Bologna, dicendo all'anno to?^,
cane bolognesi eruditi che impugnano che il suddetto b. Lanfranco arcivescovo
verità, e per averla disapprovata
f|iiesta óìCfinl^orhevy, et Garncrìus socinsrjtis,
il p. Petrocchi, gli fecero guerra. Lo stes- reperti s apud Bonoìiiam Legibus Roina-
so s'ha costantemente a dire delle uni- ìiis Juslì/iinni iniperatoris, operani dc-
\cysila Romana , dì Pavia, di Padova, derunt,easlegci'eetaliisexponeì'e.V>en-
di f/.^^, dovendosi riferire l'origine di es- s"i si può con sicurezza alVerojare, che i

se a tempi mollo posteriori. Anzi ne[)pMr bolognesi non aspettarono il codice Pisa-
quelle di Parigi , di Tours ,
di Fulda, no, tolto nell'espugnazione d'Amalfi nel
d'Osnabrurìi , e se altra v'è che fiorisca 1 1 34 ot 35 i da' pisani nel sacco, cioè i

sia fiorita, non può vantare altra an- libri delle Pandette o sia de Digesti (l^.J,
lichità che dopo il looo. luipeiciocchè perillusirare la giurisprudenza dellePan-
altra cosa è rimettere in piedi lo studio dette. Questa lode adtmque di aprire u-
delle lettere, ed aprire scuola di qualche na scuola illustre del gius romano, tras-
il formare un li-
arte o scienza, ed altro curata in addietro dagl'italiani, se lapro-
ceo,dove s'insegni ogni sorta di sapere, cacciò la nobilissima città di Bologna pri-
Possono bensì appellar le vecchie scuole ma d'ogni altra nel secolo XI. Nel seguen-
seini e principii d'università, ma con esse tealtro pregio si aggiunse alla medesima
non s'ha punto a paragonare lo stato, il città, cioè la scienza del Diritto Canoni-
lito e l'istituto deiruniversità moderne, co (^^-J-
In Francia intanto si portarono
Ora qualsia stata e in qual tempo la i." Anselmo dalla Posteria e Olrico Visdo-
a fondarsi in Italia, non si fallirà dando mino, poi arcivescovi di loro patria Mila-
questa gloria alla Bolognese, la quale non no, per imptnare le scienze nelle scuole
lauto per l'anlichità e celebrità del no- di Parigi e di Tours, giacché in Bologna
me, che per la copia di eccellenti mae- nel i io8 s' insegnava solamente la giu-
.stri, ha conseguitola preminenza sopra risprudenza civile. In Francia nel secolo
tuttel altre d'Italia, e puògareggiare per XI commciarono a rifiorire le lettere mi-
1 antica sua origine con qualsiasi delle gliori, e ciò principalmente per cura de-
pili rinomate oltramontane. Muratori gl'ingegni italiani. Il b. Lanfranco vi avea
nllribuisce il principio dell'università di portato l'insegnamento della logica, os-
Ijologna e 1' origine di sua scuola legale sia della dialettica ed anche i principii
,

a vVarnerio o Guarneno o Irnerio bolo- della fisica e metafisica , non come cose
^uesejudcr, che verso ih 102 a insinua- nuovea'fiancesi, pure si può credere ch'e-
v.ione della gran contessa Matilde, mor- gli l'ampliasse e propagasse in quelle con-
ta neh I i.j, polè imprendere
la spiega- trade. Per mezzo suo non lieve accresci-
yione delle; leggi nella propria patria. E mento teologia; per
ricevè in Francia la
questi sembrano i principii della scuola cui lo studio teologico si risvegliò talmen-
legale in Bologna, lievi bensì, a'qnali
ten- le,che a gara concorrevano in Francia
nero dietro notabili accrescimenti, a gui-
anche dall'Italia coloro, quali cercava- i
1

UN I UNI 5P9
^
no un'esalta cognizione delle cose divine, ver scuola in casa propria, lenza dover
insegiifìte poscia da'suoi discepoli e di s. cercare altrove quello che potevano otte-
Auseimo di Caalorbeiy , che divennero nere nel proprio paese , cominciarono n
maestri rinomati. Ed ecco il perchè le procacciarsi de' maestri giureconsulti , e
scuole di Parigi conseguirono tanta rino- poi nell'altre arti e scienze, nel secolo XII
manza per la teologia, onde a quel liceo e meglio nel XIII. Forse furono de'pri-
si trasferivano i più nobili ingegni d'Ita- mi a cercar questo pregio modenesi, o i

lia, oper imparare o per insegnare ad al- per onesta emulazione o per tener i loro
tri. Quel beneficio che la Francia recò al- giovani lungi dal commercio d'una città
lora airitaiia, sei vide poi compensato vicina, che cresciuta tanto in potenza,»
dalla medesimaItalia,poichè circa ili i^i tutte le confinanti Iacea paura. Verso ii

Pietro Lombardo novarese e vescovo di 1 70 gran lode conseguì nella giurispru-


Parigi, compose il celebre libro delle Sen- denza Pyleo figlio di modenese, nato nel
tenze, che indi fu la guida e la scorta non territorio di Bologna e aggregato alla cit-
solo dell'università parigina, maanche di tadinanza di Modena. Mentr'egli inter-
tutte le altre scuole di teologia. Inoltre pretava le leggi in Bologna, fu chiamato

nel medesimo secolo XII prestò l'Italia da'suoi concittadini ad aprir scuola inMo-
alla Francia almeno libri del gius cunu-
i dena, con assegnargli per annuo stipen-
uico, giacché nello studio della giurispru- dio 1 00 marchi d'argento, quasi Gyoscu-
denza allora sopra l'altre nazioni erano di d'oro. Con tutta l'opposizione de'boio-
eccellenti gl'italiani. E l'uno e l'altro gius gnesi egli spiegò in Modena per parecchi
dall'Italia passò pure in Inghilterra ver- anni le leggi , e ivi pubblicò ancora vari
so ili 149; anche la Germania ricevè da- suoi libri, ch'erano tenuti in gran pregio.
gli italiani le leggi. Dacché nel secolo XIII Anche neh 24? *' continuava in Mode-
gli ordini religiosi de' frati francescani, na sotto altri maestri lo studio della giu-
predicatori, e poscia degli eremitani ago- risprudenza, e altri insigni maestri ebbe
stiniani, si sparsero per quasi tutte le cit- nello stesso secolo, 2 5o il cele-come nel 1

tà, famigliari cominciarono anche ad es- bre Azzone col suddetto stipendio. Tale
sere per l'Italia le scuole della teologia e inque'tempi erala riputazionedella scuo-
filosofia. Da tutte le città d'Italia si con- la di Modena, che in copia concorreva-

correva a Bologna, per imparare e por- no i giovani dell'altre città. Da queste


tarsi da'giovani alle loro case la cognizio- scuole modenesi uscì il cittadino Nicolò
ne delle leggi, trattivi gli studenti anco- Matarelli, lodato sovente da Bartolo co-
ra per l'esenzioni e privilegi, il che accreb- me suo maestro, il quale non solamente
be l'opulenza e la potenza de' bolognesi in Modena, ma anche in Bologna e Pa-
in modo, che questi concepirono la bra- dova interpretò le leggi e pubblicò vari
ma di conquistar la Romagna. Ed ac- libri. Quanto all'origine dell' università

ciocché ninno de'professori, massime le- di Padova


(V.) prima deli200,il Mu-
gali, SQìinuisse la tanto invidiabile felici- ratori non ne trovò idoneo testimonio.
tà dell'università, i bolognesi li facevano Certo è che anco prima di tale anno quel-
giuraredi non insegnare la giurispruden- r illustre città era abbondante di lette-
non sempre
za in alcun altro luogo.Maessi rati, tuttavia il grande erudito stima na-
potevano impedire, che non uscissero di ta l'università neli 200. L'imperatore Fe-
tanto in tanto dalle loro scuole valenti di- derico lì essendo nel 1222 in forte colle-
scepoli, atti a insegnare altrove, quantun- ra contro i bolognesi, tolse loro ilgiusdel-
que ne eleggessero pel loro servizio i più le scuole e lo trasferii a Padova , e fece
eccellenti.Però anche altre città cono- quanto potè per rovinare l'università di
scendo quanta utilità loro recherebbe l'a- Bologna , finché si accordò con essa nel
VOL. Lxxxm. '9
2t)o UNI V N I

tPMiporaiieosbanclameiilo degli ni ina Tn\'iì \'elQuadrivii nxoreremil-'


122". Il

non pocoal lai. Nello stesso secolo Glabro Piadolfo


scolari ila Hologna, conli ibiiì
l'iiiciemenlo Jelle scuole di Padova, e a francese lodò gl'italiani, come gente mol-
Napoli. L'università di to applicata alla grammatica, nome che
fondar quelle tli

Piiilova era già divenula


vigorosa nel allora disegnava VErudizione. E questa
provveduta di maestri e sco- infutti s'insegnava pubblicamente in mol-
I9.6?-, l'eu
|;ui.NelmedesimosecoloXIIIsinmiseiu li luoghi. Prima del i5 in Parma era
i i

JKiono stato l'università di Roma, al mo- florido lo studio dell'arti liberali, insegna-

do clie in seguilo accennerò; come pure le in numero di 7; dunque il Trivio e il

si consolidò quella di Napoli pe' favori di Quadrivio. 1 primi dizionari della purga-
Federico 11. Nel 1243 Papa Innocenzo ta latinità debbono la loro origine agl'in-
IV concesse Piacenza il privilegio del-
a gegni degl' italiani. Quanto alla coltura
lo studio universale. Molte città allora della poesia, uiun tempo fti privo di poe-
si procacciavano il gius dello Studio, che ti, non già eccellenti, ma tollerabili a mi-

così si chiamava un' università, e di con- sura de'tempi dell' ignoranza, ed alcuni
ferire la laurea dottorale, sì per comodo anche assai lodevoli. Tanto la Gallia,che
de'propri giovani sludenli, che per trar- la Spagna, la Germania, e l'altre occiden-

ne de' forestieri, ben conoscendo il van- tali Provincie ne produssero. Non man-
taggio che ridondava alle scuole di Bolo- carono! suoi all'Italia, e Muratori gli enu-
gna, Parigi e altre. Però nel seguente se- mera. Che la lingua Ialina comiuciasse
colo XIV saltarono fuori le università di per industria degl'italiani a rimettersi in
Pai'ia, Pisa, Perugia, Siena, Torino, vigore fin dal secolo XIV, si può compren-
ec, all'anlichilà maggiore delle quali, se dere da'vari autori da Muratori pubbli-
alcuno la dimostrasse, non intendeva IMu- cali nella raccolta Rerum Ttalicarum
ralori di pregiudicare. Quanto alle altre Scriptores , e dall'opere latine del Pe-
arti liberali per que'secoli in Italia, Mu- trarca, per tacere d'altri. A'medesimi si

ratori non sa ben dire come fossero colli- deve attribuire il risorgimento anche del-
vate e quai frutti producessero dagl'inge- la lingua greca in llalia: niun secolo vi è
gni italiani. O per la negligenza de no- sialo in cui l'Italia sia siala priva di qual-
stri maggiori, o per le guerre delle terri- che inletidenle della medesima, alcuno
bili fazioni de' Guelfi e Ghibellini (f -Ìì n'ebbe sempre Roma allo a interpretare
o per altre disavventure, son periti non ilibri e l'epistole de' greci. Muratori ri-
pochi libri allora composti. Contullociò portai nomi di parecchi grecisti di diver-
egli crede, che molli studiassero il Trivio, si secoli, e riferisce che nel XI V e nel XV
ed alcuni anche il Quadrivio. Cosa signi- maggiormente gl'ingegni italiani si se-
ficassero nomi, V insegna Uguccione
tali gnalarono nello studio della lingua greca,
l>isano Gramtualico vescovo di T'errara, profittando del commercio de'greci rifu-
con dire: Nola, qitod Grammatica, Ue- giali in llalia, dopo aver turchi conqui-
i

thorica,et Dialectica flicitntiirTrU'ium, stato il loro impero; onde rifiorì in Italia


(juadatn simili Indine, quasi triplex ^'ia il nobile linguaggio e servì d'esempio a-
ad elorjucndani. Col nome di Quadrivio, gli altri regni d'Europa, percolli vario con
com'egli aggiunge, e prima di lui notò felice successo. Anche della lingua arabi-
Boezio, son disegnale Arithmetica, Geo- : ca furono benemeriti gl'italiani. Do|)0-
ìJielria, fl/tisica, Àstrononda. Nel secolo chè s'impadronirono (lei-
i .yrt'/'<7rr//7Y^'.j
XI scrive s. Pier Damiano, il quale libe- la Sicilia, e d'alcune terre e cillà del re-
rali seiciilia perito fidt, ad Ugo abbate gno di 7\y7/)o//, la nazione araba, non me-
tli Cluny: Hudem iinjìerìlunKjue susci- no avida di gloria che della potenza con-
/nens, ad propria postmoduni ciini ge- quistatrice, cominciò a coltivare anche lo
UNI UNI 291
studio tielle Icltere. Pertanto conversan- le proprie osservazioui, dopo averne tolto
do cu'greci, sopra ogni parie de' quali si il meglio da' libri greci. Ma non si può
estendeva la loro signoria, da essi ricevè negare , che sì strella famigliarità de'
molti libri e trasportò in liiigua arabica, letleiati cristiani co' saraceni arabi, os-
e talmente s'iu)possei«sò d'alcune discipli- sia coi loro libri , h Ira.sse ancora a de'
ne, cioè della medicina, dialettica, meta- vanissimì studi . de' quali sommamente
fìsica, geometria, aritmetica, appellata da si tliletlò (piella nazione, come dell'astro •

essi algebra, che anco fra'cristiani d'occi- logia giudiziaria per indovinar le cose fu-
dente s'acquistarono gran fama di lelle- ture [ler la posiliua delle stelle, fallacis-
lalnrfi; e poi molti degli occidentali les- sima arte ingiinnatiice di presunzione,
sero i loro libri e li tradussero in latino. che deplorai a Magia e Superstizione.
Vi ha cIjì aOerma, che d'ordine di Carlo Di tale studio assai dilellarunsi greci, ed i

Magno fosse fatta da'cristiani la versione i Ialini furono presi dalla stessa febbre;
di paiecchi libri, e che per tal via comin- arte vana, di cui gli afi icani erano mae-
ciarono a dilfondcrsi nell'occidente fra' stri. Dopoché nel secolo X cominciarouu
letterati i libri d'Aristotile, d'Ippocrale, i popoli d'occidente a convertire iu uso
di Galeno e d'altri medici, e insieme di proprio il sapere degli arabi, allora mol-
vari matematici e astronomi, tratti dalla to pili s'accese il forsennato amore e cre-
lingua arabica. Gli arabi dopo aver preso denza di poter inl.endere l'avvenire, co-
gusto alla letteratura de'greci, pro[)aga- me arte che tante cose promette, ma con
roiio le scienze e le ai ti in Soria, in Afri- manifesto inganno e illusione. Tuttavia
ca, nella vSpagna, ne' luoghi da loro con- ebbe amatori, sovente delusi e non mai
quistali, l^irticolarmente nel secolo XI fu disingannati, e fanatici difensori nel se-
trasportato e dilatato il sapere degli ara- colo XII, e principalmente n*! XIII fu
bi in Italia, massime pel cartaginese Co- essa in gran voga, perchè i principi non
stantino, il quale abbracciato il cristiane- solo prestavano orecchio a questi mer-
simo e la vita monastica in Monte Cas- canti falsi //zf/oi'm/ (/•''.) delle cose futu-
sino, quivi fiori con lode di molta l<;ttera- re, ma
tenevano nelle loro corti in
li

tura. E verosimile che i di lui disce()o!i grande onore, e nulla mai osavano d'in-
accrebbeio la fama della cititi di Salcr- traprendere rilevante alTiireo guerra sen-
no, nella quale fioii singolarmente l'ai le za consultarli per regolarsi. Federico li
della medicina, di che fa testimonianza il assai confidò negli astrologi, furbi e fd
libro intitolato: La Scuola Saleniilauii, laci ; e fu imitalo dal suo naturale Man-
dello stesso XI secolo. Capi della medici- fredi, non die dal suo capitano Ezzelino
na arabica furono Avicenna morto nel 111 da Romano crudelissimo tiranni; di
io36, ed Averrce che vivea nel 1198. Verona, Padova, Treviso e altre città.
Aumentandosi la fama dell'ertidizione a- Non mancarono però sprczzatori e biasi-
rabica, maggiormente nel secolo XII s'ac- matori di silFatti stiuli, coltivati freneti-

cese ne'ciistiaiii d' Italia il desiderio di camente nel secalo XIV, anco da alcu-
profittarne con cercare e tradurre i libri ni frali e piimari del clero. Ad onta delle
di quella nazione; e molto di più opera- fulminate pene ecclesiastiche, oltre a'so-
rono nel Xlll per accrescimento delle gni degli astrologi, insorsero dopo il se-

scienze, per cura particolarmente di Fe- colo XI le imposture delle Profezie [V.),
derico il, per aver fatto tradurre parte alle quali con facilità singolare prestava-

dal greco e parte dall'arabo in Ialino l'o- no fede rion meno


il rozzo volgo, che i

pere d'Aiislotile. Attesero parimenti gl'i- letterati. Tutto quello che avea del me-
laliani dopo il 1000 ad illustrare l'astro- raviglioso, tanto piìi avidamente veniva
nomia, elle gli arabi tiveano ampliata col- abbracciato dalla gente, e s'inseriva an-
392 UNI UNI
coni De' libri come pietra preziosa. Di Dinia e di Dercillide, abbiadalo origine
queste iuezie e stupeiKle favole si pasce- alla maggior parie delle storie di lai ser-
va allora la curiosità de' popoli. A tali ta composte posteiioroienle. L'Huet nel
imposture molti egregiamente levarono suo trattato, DelT origine de' romanzi,
lu maschera, talmente che stoltosareb- stampato a Parigi ueliGyo, ne attribuì-
Le chi ora non le tenesse per quel che so- sce l'invenzione agli orientali, i quali a-

HO, pascolo vano d' ingegni leggieri. Né mano particolarmente le finzioni e le alle-

coii minor avidità i leggieri ingegni de' gorie. Dall'oriente passarono essi in Gre-
secoli precedenti a' nostri volarono ad eia e in Italia. Qualun(|ae sia 1' origine
un'altra arte, di delirare, d'impoverirsi de'romanzianticlii,quella de'niodernide-
enond'arricchirsijqualèquella che prò- rivaprecipuamente dalle storie favolo-
niette la trasmutazione de'metalli, di far se composte da' nostri antenati ne'secoli
l'oro e trovar la pietra de' filosofi ; cioè di barbarie e d' ignoranza. L' Andres,
non della chimica legittima, che tanti im- Dell' origine d' ogni letteratura, lib. J,
mensi vantaggi ha recato anche colle sue cap. 80 Della letteratura degli
: araldi,
moderne applicazioni; ma della falsa os- dice che la loro fantasia li condusse ad
sia dell'alchimia, delle quali dissi parole amene descrizioni, a graziose favole e ad
a Speziale o farmacista. Insegnarono gli ogni sorta di opere, che la immaginazio-
arabi agli europei, fors' anche a' greci, uè ed il buongusto interessano. I rontan-
quest'illusione certamente greci vi si
: i zierano particolarineute al genio loro
applicarono pazzamente, e non manca- conformi, e con tale avidità venivano ri-
rono di quelli che ne scrissero trattati cevuti da'dolti e dal popolo, che si ere-
ricordatida Muratori, óoa esclamare: dono comunemente parto dell'arabico
Così una volta i letterali ciurmadori ingegno. La Provenza segoalossi parti-
lendevano delle reti all' incauta gente ; colarmente co' suoi Trovatori (de' quali
uè diversamente operarono cristiani eu- i riparlai ne^l voi. LXXIII, p. i5o
e i 72),
ropei discepoli de'medesimi greci e ara- che scorrevano i paesi cantando le sto-
bi; e Muratori nomina i volumi di lati- rie da loro composte; e sicconje faceva-
iii alchimisti, e quelli cui furono attri- ììo uso della lingua romanza, quindi le
buiti. Termina Muratori con fare osser- loro favole si chiamarono romanzi. Sit-
uare, che non mancarono ne'barbarici se- fatte storie però furono per la maggior
coli degl'ingegni che scrissero le Storie parte dannose alle lettere ed a' costumi,
antiche, con istile che fa conoscere l'in- siccome furono la sorgente di molti vi-
felicilà del talento loro, ed ebbero pure zi e il veleno dell'innocenza. Quindi bea
de' romanzi, contenenti varie favole. In a torto sono accusati di rigorisuìo i ca-
fatti Dizionario della lingua Italia'
il sisli, i quali proibiscono assolutamea-
n«, definisce il \ocaho\o Romanzo, in la- te la lettura de'romanzi. II minor male
propriameu-
tiuoJrtZi«/<3 ."Storia favolosa in falli che producono, è di
tali scritti
le in versi, ma ve ne sono anche in prò- allontanare, per non dire anche disgusla-
sa. Egualmente il Bazzarini ned' Orto- re la gioventù da qualunque lettura se-
grafia enciclopedica, ScììiaiixW Roman- ria, di darle uno spirito falso, e di di pin-
zo, storia favolosa o mezzo favolosa, mez- gerle gliuomini e le passioni ben diversi
7.0 vera, o mista di vero e di verosimile, da quelli che sono in fatto. Né qualche
in versi o in prosa. I romanzi, opere con- vecihia moralità lanciata qua e là in mez-
teiieiili stoiie o avvenirne d'amore, ili zo a'raoconli favolosi ed erotici o amorosi
cavalleria e altro, anche gli antichi li puòbaslarea impedire il male più on.eno
composero, e 1 erudito Fozio è d'avviso grave, che questa sorte di pericolosi libri
the la sloriu degli amori e degli errori di generalmenle produce. Istruita s. Teresa
UNI U N I 193
tlair esperienza che ne avea falla nella mo numero, sembrano non aver altro
giovenlù stia, esorlava i padri e le madri scopo, con lusinghiera facondia, che d'm-
a pieservare con liilta la cura i loro fi- fiammar le passioni e di distruggere i

gli dalla lettura de'rorannzi, e ne rappre- principi! de'costumi, rendendo le anime


sentava loro le fiineste coiise"uenze. Si elTemminate e pericolosamente troppo
può leggere la vita che ne scrisse il Butler, Ma quand'anche! romanzi non
sensibili.
perchè la santa ad esempio della madre avessero il difetto di sostituire continua-
prese a leggere i romanzi, quindi il raf- mente la menzogna alla verità, e la più
freddamento ne'buoiii desiderii die pro- frivola lettura a solide istruzioni, il che a
dusse in lei, e i difetti a cui soggiacque. limgo andare scema certamente il gusto
11 nome di Romanzo, dice il già Ioda- naturale che Dio ci ha dato pel vero e pel

to annotatore del pur lodato dottissimo bello, essi avrebbero almeno V inconve-
Jjiillet', viene da lingua
ro/zn//?:;/^/. Chia- niente di riempire la mente d'ogni sorta
ma vasi così la lingua che parlava il po- di vanità e di follie. Perciò l'esperienza
polo in Francia, allorché quella de'roma- ripetutamente provò, che nulla vi è di
ni cessò di esservi famigliare. Il fiancese più frivolo di una testa messa in combu-
che parlasi oggidì, è provenuto da quel- stione dalla narrazione d'una moltitudi-
lo come gergo, formato principaltnente ne di avventure galanti. Le più felici di-
degli avanzi del latino. Circa il secolo X sposizioni non ponno resistere contro il
vennero alla luce la prima volta in lingua fino veleno di queste letture: il frutto d'u-
romanza le storie cavalleresche, che tan- na buona educazione, l'innocenza de'pri-
to eccelsi va mente si moltiplicarono dipoi; mi anni, l'amor del dovere, tutto è smos-
ma nell'opere! serie si continuò a far uso so da queste infelici opere. Quanti esempi
dell'idioma latino. L' atitore dell'/ftorzVz abbiamo, che quelli i mode-
quali erano
lelteraria di Francia, ei\ Henault nel sti, riservati e pieni di edificante pudo-
Compendio cronologico dell' istoria di re, dopo aver letto de'romanzi non più
Francia, provano che romanzi comin i conservarono segni di quella modestia
i

ciarono a venire alla luce nel secolo X, checonvienealla gioventù? L'amore del-
cioè 200 anni più presto che non pensa- l'attillatura succede a quello della sem-
rono Fleury, Calmet, e lo storico mo- come avvenne a «.Teresa; voglia-
plicità,
flerno della città di Parigi. Se pari ope- mo fare come gli altri, cercare di piacere
re sono pericolose pe'costumi, non sono com'essi ; ce ne occupiamo il giorno, vi

di minor nocumento per la sana lettera- pensiamola notte; finalmente col sempre
tura. Nulla fa venire più a noia a'gio va- voler effettuare in noi i pretesi bei senti-
ni lo studio de'grandi modelli, nulla ri- menti degli eroi de'romanzi, ci accostu-
scalda più pronta mente la loro testa, nul- miamo a non amare che quello che si ama
la esalta così ridicolosamente la loro im- dal mondo, e a trascurare ciò che la re-

maginazione. Perciò moltissime persone, ligione prescrive; e il naufragio tiene die-


per leggerei seducenti romanzi, finirono tro alla temerità che abbiamo avuto di
col divenire romanzesche, come gli stessi esporci a tanti pericoli. Ecco i frutti ama-
esagerati eroi delle loro fallaci letture. ri di quelle indegne e insinuanti letture,
Gli antichi si servivano delle favole e del- di cui i genitori ed precettori sono tal-
i

le parabole, con saggezza e sobrietà : essi volta i primi a dare l'esempio a'Ioro figli

nascondevano sotto questi diversi emble- e scolari! Aggiungerò col Dizionario del-
mi diversi precetti della morale, a fine
i le origini, che anco il Petrarca disse fole
di renderli più elllcaci, e d'inculcarli con i lomanzi, dal Horghini chiamati poesia,
esito più felice. Gli autori de'romanzi per che dopo l'inondazione de'barbari, dalla
contrario, ad eccezione d' un piccolissi- quale in Italia rimase sotFocala e ricopet•
U i\ I U NI
5-9Ì
belle e leggiadre let- a combatlere con grandissima riuscita il
la o£^m manlerntli
nella To- ridicolo gusto cavalleresco della sua età
lere,\)acqn(; ili queste parli,cioè
sotto nome di romanzi. Benché i e della sua nazione spagnuola. Si vuole
.scaiin.
primi sciiUori di roman- che gli arabi comunicassero agli spaguuQ-
Iraiicesiclicansi i

genere di poe- gusto de' romanzi. Vi sono ancora


tuttavia l'uso di questo
li il i
zi,
Italia, e vi si leg- romanzi filosofici ed i romanzi storici.
sia era anticliissimo in

gevano sino dal secolo XIV anche io- i Nel genere letterario Ira'priiui si distinse

manzi stranieri. buoni romanzie-


Moki e Voltaire; tra'secondi Walter Scott, e A-
li ebberanlicliltà, massinie la
Grecia. Di- lessandro Manzoni tra noi co'tanlo cele-

cono francesi che la Imgua romanza o


i
brati Pro/nessi Sposi, che in molli fece

la romana rustica, cioè la romana o lati- sorgere il desiderio di trattarre argomen-


na rustica correità, era stata la lingua ti di(ptella natura, e de'quali riparlai nel

dominante in Francia sinoal secolo Vili, voi. LXII, p. 246. Di recente fu pubbli-

e che le prime storie, o vere o favolose cato nel i855 in Londra la Fabiola di

che fossero, vennero scritte in quella lin- eminente anonimo, il dotto cardinal Ni-
gua o in quel dialetto, dui che venne che cola Wiseuian arcivescovo di Weslmin-
nella lingua fiancete odierna, ed anco ster, di cui die contezza e com[)endiò col
neir italiana s'intiodusse il vocabolo di titolo d' Un romanzo storico di gcnci-e

romanzo, non più però applicato se non nuovo, la Civillà Catiolica, serie 3.'\ l. r

che a storie inventate. Si crede da'redat- p. I2f). Il concetto nobilissimo e la ma-


lori del dizionario francese deW Origini, niera cui fu condotto, per l'utilità segna-
the gli arabi, i persiani, i siri e gl'india- lata che dalla lettura ogni condizione di
ni sianostali i primi inventori de' roman- persone pub cogliere, meritò i suoi elogi

zi, e che da essi quelle storie favolose o e la generale aii3mirazione. Il benemeri-


«juelle finzioni siano passato presso i greci to autore intese dare un concetto, preso
e presso i romani. 1 primi romanzi eroi- dagli Atti de' 34 ar tiri, (juanlo fosse pos-
ci e amorosi, come amorosi erano stali sibile giusto e pieno, della Chiesa catto-
quasi lutti (pielli dell'antichità, furono lica nel periodo certo [>iù combaltuto e

Secondo Winckelmann composti iuFran- forse più glorioso della sua vita in mezzo
cia nelmedio evo da' provenzali. Que' al mondo pagano, che si dibatteva, come
romanzi dierono origine a que'degli altri nelle supreme sue agonie, perispeguere
popoli e anco degl'italiani, cioè degli e- con feroci Persecuzioni quel germe pre-
roici di cavalleria. Da' romanzi in gene- zioso che Iddio vi avea piantato per rige-
rale, e massime dagli erotici o amorosi, nerarlo a vita novella. L'encomiala 67-
liamandati a noi in gran copia da' greci vili'à nel t. 5, a p. 632, tornaiulo a cele-
e da'lalini, forse da «piesli pigliarono la brare i cospicui pregi della Fabiola, la
prima idea gl'italiani per inventare nuove cui fiiua dfgnaivienle si dilluse per tutta
storie amorose, come si fece pure ne'se- Europa, rileva i inerili riconosciuti nel-

coliXlll e XIV, o per Ira^feslire le storie r eloquente ed eruditissimo libro, non


genuine e ridurlealla maniera de'roinanzi che dell'ollimo clfetlo che produce in In-
Glorici, conte si fece più volle in Italia pe' ghilterra slessa, diffuso in tutte le classi

falli d'Alessiuidro Mainilo. Il piìi aulico ro- de'prolestauti e (ic\ clero anglicano. Ri-
manzo scritto in romanza o nell'au-
lingua marca che la Fabiola apre loro le menli
lieo francese,è quello iutiUjlalo: Garin le. con nuovo tesoro di cogui/joni e d' iilee ; ,

Loherans, o Garino o Guerino il loie- ed insieme tocca il cuore de' lettori, ec-
nese, die vivea nel i i Ilo. Pu'i tardi e nel citandoli a seiitiineuli d'alfezioue ver>o i

secolo XVI IMichL'leCervanles,col su(j ce- Santi ed i Martiri, e verso la Chiesa slessa
lebre romanzo di Don Cliiscioltc, si die di lìouia. L'idea lissa nelle inculi dc'pro-
,

UNI U ,\ I 2(j5
tesliiuli è che i crisliaui ile' lempi primi- rij^ine dello univeisilàcleglisliuli oscuol»*
ti vi erano pur essi protestanti. Questo ri- publ)lic!ie ili tulle le scienze, dire anche
dicolo e perniciosi<sinio errore, ripetuto come deve slndiare un cristiano, ede'pe-
ogni giorno da' loro n)inistri e scrittori, ricoli degli studi, colsi l'occasione che il

viene dall'insigne libro del sommo por- Muratori termina le discorse disserta-
porato scrittore comhallulo dolcemen- zioni su^Ii sluili degl' italiani dopo 1<« ve-
le e validamente, presentando con prove nula de'bai bari sino airerezione delle u-
di monumenti una vera idea de' tempi niversilà, tacendo parolade'roaianzi, per
antichi della s. Chiesa romana. Perciò la dirne io alcuna cosa e in un'epoca che un
Civiltà spera utilissimi risultati per la diluvio di romanzi, nella maggior parte
medesima, riconoscendo l'aureo libro de|)lorabilmenteperniciosi,avveleua la so-

qual capolavoro della letteratura iugle- cielà, e per dare un' idea di essi. Del re-
se, ónde già se ne feceio Iradiriioni in al- sto per la storia critica delle vicende, che

sculttìie S. Galletti da Cento, colle debile Hana^ Modena 1772: compendiata dal-
lodi,ma eziandio celebra il romanzo cri- Lorenzo Zenoni, fu stampat»» a Ve-
l'.dj.

stiano della /v/i/o/^/ e il suo celebratissi- ne^ia nel i8oo. Giovanni Andre>, Del-
mo autore cardinal Wiseman,il (jualelo /' origine, progressi e stato attutile di
scrisse coir intendimento di far servire Oi,'/i/7ef^r'/v/^//-<7, Roma 1808. L'altro gè-
questo genere di letteratura alla propa- suita p. AlessioNarbone pubblicò, StO'
gazione dell'idee cristiane, e delle notizie ria d'ogni letteratura di Giovanni in-
scenatili agli usi, a'rili, alle costumanze dresbreviata e annotata, Pa\eiiuoiSf\.3.
primitive della Chiesa. » La storia, la Di altri scrittori dell' italiana letteratu-
religione, la classica poesia somministra- ra, e degli italiani che si resero per ope-
no agli artisti soggetti inlesi non da tulli, re e dottrina famosi, delle parziali storie
doversi perciò prenderli da' romanzi : de' popoli e città italiane, come di loro
mentre il romanzo, generalmente parlali- università; non meno the degli scrittori
do, è opera d'un momentaneo diletto, e che rischiararono la storia letteraria del-
peiciò passeggii la ; e tranne alcuni pò- le rispettive straniere nazioni, erudit»-
chissimi di autori che non morranno, gli mente ra^ioua il dotto Renazzi, nel I. 1

altri non lascieranno traccia di se ; ed an- p. xir, della Storia dell' università de-
che quelli di pieclarissimi ingegni rimar- gli sludi diRoma, che contiene anche
ranno forse nella memoria de' letterali, un saggio storico della letteratura ro-
ma non godranno d'una celebrila popò- /nana dal principio del secolo XIII si-
lare oe'posteri il hbio dell' illustre car-
: no al declinar del XI III. Rileva però,
dinaie sfuggirà a questa sorte, perchè fu che 1' Italia sola può vantai>i in questa
(."ad aprire questa nuova strada al ro-
il parte assai superiore alle altre uazioni,
manzo, e perchè non manca di rilevanti numerosissima essendo la schiera degli
bellezze: ma è certo che il servii gregge scrittori italiani, i quali infiammati di ze-
degl' imitatorinon larderà a slanciarsi lo per l'onore letterario delle loro patrie
famelico sul dischiuso pascolo; e Dio sa o delle università degli sludi, peculiar-
quanli di ipiesli in)portuni già forse ci mente se ne occuparono e ci lasciarono
prepara la Francia! ma l'opera loro sa- preziose storie che lauto lustro recano al

rà laiDpo che svanisce ". Essendomi prò- nome italiano,


posto in questo articolo,uel parlare dell'o- Le università degli studi scuole pu!)-
bliche cominciarono a formarsi ne'«eco- rang, pré^éance^ autorité et jurisdiclion
li Xll e XIII. Quella di Bologna in Ita- du recteur de Vuniversité de Paris, ivi
1 668 Reciieil des priviléges de Vuni-
lia e quella di Parigi in Francia voglion- :

e !e prime ohe sieno sia-


le i)iìx aiiliclie
versité de Paris accordés par lesRois de
si

le fondiite, ma nella loro origlile erano Francedepuis sa fondation j'asq a à pré-


ben diverse da quelle che poi divcnne- ^e«^,Paris 1674. Sotto Carlo Magno e du-
10 e sono presenlemenle. La sloria ne rante il corso di 4oo anni e più dopo di !ui^
insegna , che Carlo Ma^no fondò una non sussistè certamente in Parigi né la co-
1 • II' ne
scuola nel suo palazzo, cioè in quello in sa, la parola. lire Filippo 1 die il retto-

cui soleva risiedere piìi comunemenle ; re e alcune norme e privilegi alle scuole
quel palazzo, secondo i crilici, non era pubbliche di Parigi. Il di lui figlio Luigi
ccrlanienle quello di Parigi, giacché la VI il Grosso dell 108 era non solo mol-
sua ordinaria residenza era ad Aqnisgra- lo istruito, ma eziandio zelante proietto-
ria a Radsbona. Da quesla supposizio- redelle lettere; sottoil suo regno gli stu-

ne, osserva il Dulaure nella sua Storia di cominciarono meglio a fiorire e se- ,

di Parigi , gli scritlori hanno trailo la condo alcuni si contavano a Parigi più
conseguenza, che Carlo Magno sia stato studenti che abitanti. Da ciò venne il no-
il fondatole dell'universilà di Parigi, di- me di Accademia, che fu introdotlo cir-
cendo; quello chechiamossi da principio ca quel tempo. Il numero degli studenti
lo Studio generale di Parigi, fu fonda- crebbe per la libertà ch'ebbe ciascun
lo da Carlo INIagno circa l'anno 8oo. Ma francese di fare quello che voleva, e que-
quesla opinione i crilici la dichiarano er- sta libertà fu dono di Luigi VI. Questo
ronea onninamente. Esistevano bensì in principe mitigò il rigore della sorle dei
quella celebralissima metropoli alcune sudditi; liberolli in parte dalla schiavitù
scuole, massime per coloro che si dedica- sotto la quale li tenevano i signori par-
vano al sacerdozio, ma queste scuole iso- ticolari, i quali ciascuno fra 1' estensione
lale non erano ielle dalle stesse leggi, uè de'loro feudi si erano eretti in tanti pic-
sommesse a principi!, a regole, a metodi coli re. Tosto vi fiori lo studio della Teo-
uniformi, non formavano un corpo d'in- logia (/^.), e grande strepito vi fece la
segnamento, né potevano costituire un'u- dialettica insegnata da Guglielmo Cam-
niversità. Si può vedere Cesare Egasio du pellense e poi da Pietro Lombardo, che
Boulay, dello anche Buleo, professore col suo libro il Maestro delle Sentenze,
d'umanità al collegio di Navarra, can- intese dare un corso metodico della teo-
celliere, rettore e storiografo dell'univer- logia, onde ivi forse fu ili." a insegnarla
silà di Parigi, la quale però censurò l'o- cosi trattala, la quale poi si disse Scola-
pera che vado a ricordare, la quale non- stica, e per le sottigliezze della dialettica
dimeno è ulilissicua per la quantità del- alcuni caddero in errori. Si videro mol-
rimporlanli memorie che contiene, Fon- tiplicare i maestri da tutte le parti; ma
dalion deruniversiléde Paris par rem- alcuni, come il famoso Abelardo, discepo-
perenr Citarle Magne : De la proprie té lo di Pietro Lombardo, vendevano le lo-
et seigneurie du Prés aux Clercs : Me- ro lezioni assai care. Per rimediare a que-
inoireshistoriqucsdeshém'fLCesqui.sont st'abuso, le caltedrali nel secolo XII eb-
à la présentalion et collalion de l'uni- bero loro Scolastici
i Teologali, qua -
i

versile de Paris, ivi iGSG-yS. Scrisse li sovente volte governavano le scuole ve-
pure: De Decanalus nationis Gallica- un concilio, che niu-
scovili, e fu deciso in
uae, Parisiis G58 DcPatronis qualnor
i :
no potrebbe insegnare senza la loro per-
nationnni univcrsitatis Parisiemis, Pa- missione. S'inlrodussero nello slesso seco-
ii»ii»iGG2; Rcmarqucs sur la dignitc, lo negli studi generali i gradi accademici,
( g

U N I U i\ I 597
i qunll alfresitlavauo il diritto d'insegna- esso inferiore. Sì dice laurea la dignità
re. Alcuni moderni crederono che questi dullorale e l'alto di conferire il dottora-
gradi fossero stati istituiti a Bologna da to. La laurea è un onore che non accre-
Graziano {V.), celebre canonista che sce la scienza, ma è dell'acquistata certissi-
compilò il Decreto o raccolta e concor- mo testimonio. L'insegne di dottore sono
danza de'decreti pontificii e de'canoni,che la Berrettn^sixWa quale può vedersi anco il

vuoisi approvalo da Eugenio III, ordinan- voi. LXXXi I,p. 257) e {'Anello diOotto-
done l'insegnamento negli studi genera- re(F.). Si die poi anche il titolo di Mae-
li. Altri li dicofio istituiti a Parigi da Pie- stro (^F^.) a chiunque riceveva de' gradi
tro Lombardo, o da Gilberto Porrelano accadeinici,checonrerivano il potered'in-
avanti la partenza di quest'ultimo pel suo segnare l'umanità , la filosofia ec. E qui
vescovato di Poitiers ; ma la loro opi- rammenterò che un tempo il titolo di
nione venne confatala dagli autori della conXePalatino- V.),\.\m\.o a quello di ca-
Storia letteraria della Francia. Il No- valiere dello Sperone d' oro (f^.), s'ac-
vaes nella Storia di Papa Eugenio III quistava ancora colla laurea di dottore,
riferisce, che ad istanza del monaco Gra- professando e dettando leggi sulle pub-
neh iSiquelPapa istituì nelle acca-
ziano bliche cattedre per -20 anni continui, 16
demico studi generali gradi accademici i bastandone nell'universitàdi l'adova pei*
di Baccelliere, Licenzialo e Dottore(P\), privilegio; nell'università di Bologna lo
con diversi privilegi, come a tale anno ri- godevano oltre legisti anche gli artisti,
i

porta ilFagi; citando pure il ricordatoBou- come e meglio dico io quell'articolo. Al-
lai, Saec. IF^Hist. Univcrsitatis Pari- trettanto godevano alcuni collegi di dot-
sicnsis. Ma dice pure, eh' è falso , come tori, come di Milano, Cremona ec. La To-

prova il p. Sarti, De Clar. Profes. Bo- ga (V.) essendo abito anco de' dottori e
non. t.i, par. i, p. 267, ciò che pur da professori dell'università, fu questione se
molli si afferma, cioè che i gradi scola- dessa le scienze sieno piti nobili e più
stici di dottore ed' altre simili appella- degne della Spada (/^.). A'conti Palati-
maniera di conferirli, fosse ri-
zioni, e la ni e cavalieri aurati , come ad altri , fu
trovamento di Graziano; poiché com'e- concesso l'eccessivo privilegio di concede-
gli osserva, dottori di legge trovansi mol- re le lauree delle università, creare dot-
to tempo innanzi a questo monaco, ma i tori e notari; cosiaProtonotari aposto-
dottori de'decreti non veggonsi rammen- lici, de'quali riparlai nel voi. LXKI, p.
tali prima d'Innocenzo HI deli 198, e il 8. Certo è che Eugenio III amò la gente
Bohemero perciò poteva risparmiare la studiosa, ricompensò le persone dotte, fe-

pena di comporre un'orazione, Jnr. Can. ce rinascere negli studi l'emulazione, die
1. 1, p. XIV, su questa invenzione di Gra- una nuova forma alle scuole di teologia
ziano, come avverte il Tiraboschi, Storia e di legge, e neh 148 istilm lo studio ge-
della letter. t. 3,lib. 4,p- 346. A Uri scri- nerale di Reims. Alessandro IH neh j i

vono che si cominciò a Parigi nel secolo diresse la sua enciclica per partecipare la
X!I a dare il grado di licenziato, cW èva. sua elezione, anche all'università di Bo-
originarianìente lo stesso che il diritto logna. In questa, a Parigi e Roma avea
d'insegnare pubblicamente. Poco dopo vi studiato il dottissimo Innocenzo III, mas-
fu aggiunto quello di maestro ossia di sime la l'agione civile e canonica , e nel
dottore,\\ quale veniva conferito presen- concilio generale che celebrò vi fece pub-
tando un piccolo bastoncello, chiamato blicare alcune leggi per diradare sempre
da'Ialini hacillns, donde venne il nome più le tenebre dell' ignoranza del clero,
di baccelliere, titolo che in processo in- non ancora ben dissipate, le quali rilevò

dicò un grado disliuto dui dottòiulo e ad il p. Tomassiui, De veter. et nov. Eccles.


29» U N I U N I

iUsclplina, t. i. l'er udire disputare tal maniera conveniente al luogo e allo stato I
l'apaeloqiienlissiino, molli celebri giure delle chiese, ed il vescovo era su ciò il

cousuili reciuotisi apposla a Roma. De- giudice, il che noia Barbosa, De Canon,

cnameule gli successe nel 1216 Onorio et Dig/iit. cap. 25, n.°i 1. 1 car.onici stu-

Ili, che subilo protestò d'imilare il pre- denti, che cambiavano di stato e ritorna-

decessore per rincremeulo delle scienze; vano al secolo, erano obbligati a rolitui-
e nel1219 con un breve ordinò al vesco- re i frutti ch'essi aveano percepiti duran-
vo diBologna, ut llicologiae stitdiuni te lutto il tempo in cui eranostali dispen-
in Vrhc (ileret, nequereligiosus autJu' sali dalla residenza , a meno che non a-

ri civili, antPliysicae operain dare per- vessero avuto una vera intenzione di per-
iniltcrct. Le quali parole ci fanno inten- severare, e che ex aliqua causa evenien^
dere abbastanza, che anco la teologia e teavessero cambiato di sentiitieuto. Glos-
la fdosofia erano stale ammesse nell'uui- sa in cap. Comnùssa 35, § Caeteruni, de
versilà di Bologna. Onorio Ili perchè più Elect. et Elecl.potest. in Sexlo. Fran 1 n •

f icilmeute si (ìolesse eseguire il decretato eia nel regno di Filippo li Augusto pro-
da Innocenzo 111, [)er riguardo agli studi priamente cominciò a Parigi a formarsi
del clero, orduiò che capitoli mandasse- i ì'imivei-sità, voce che spiccò la 1.'' volta

ro alle scuole pubbliche alcuni giovani o da'Papi Innocenzo HI e Onorio 111, se-
canonici, che in esse si venissero forman- condo alcuni, o nel regno di s. Luigi IX
do agli studi loro propri. Acciocché aves- comincialo nel 1226. Certo è che Inno-
sero agio a ben istruirsi, tanto a'chierici cenzo 111 nel 2 2 a mezzo del cardinal
I I

che studiavano, quanto a' professori di Cnrson suo legato, ch'era stato cancellie-
teologia che insegnavano, accordò l'esen- re dell'università, le concesse uno statu-
zione dalla residenza ne'rispettivi capi- to di riforma, preservando il rettore tlal-

toli e chiese. Intorno a che abbiamo u- l'influenza del cancelliere della cattedra-
na bolla di questo Papa, pubblicala dai le, che esercitava la sorveglianza su tut-
pp. Marlene e Durando nella Colleclio te le scuole della città, e del vescovo di Pa-
{•elerutn Scripioriinì, t. i. Per questo e rigi , il quale poi uè divenne arcicaucel-
per l'origine dell'università degli studi, liere. Il cardinale fu ili.° legalo che die
si tenga presente il riferito a Scuola, uno statuto in noujedel Papa all'univer-
Scuole ni Roma, Teologi ec, ed il lìul- sità di Parigi, la quale per meglio stabi-
lariuni Rornanuin,ove sono riportate le lire le sue immunità e i suoi privilegi e-
bolle d'istituzione. Qui noterò, che i ca- rasi rivolta ail Innocenzo III, il quale per-
nonici assenti per studio percepivano i ciò se ne dichiarò legislatore supremo e
frutti delle loro prebende, tua non le di- stabili i diritti dellamedesima. Da questo
stribuzioni manuali inter praesentes, lea)[)o l'università di Parigi non ricevè
durante tutto il corso de' loro sludi ,
ordini che diilla s. Sede, ed i re rispetta-
tranne riferiti di sopra. Il permesso
i rono veneranda autorità che la pro-
la
però di studiare dovea essere doman- teggeva. Questo favore pontificio accreb-
dato a' capitoli, cjuali non lo ricusava-
i be la rinomanza dell'università, e per gli
no mai a' canonici capaci allo studio, co- uomini illustri die [)rodus«e , venne ri-
me narra Rcbulìe, inPrax. Bene/, par. guardata come la madre della saviezza.
2,til. Dispcnsndo de non residendo, n." In essa conlerivasi aulicamente anche il
s^.iNoneravi un'ordinanza generale che grado di maestro d'arti tlal rellore, do-
fissasse il numero de'canonici studenti, po che il candidalo avea sostenuto alla
ma bisognava tener per regola che vi do- tine ilei suo corso due esami, l'imo innan-
vessi- resl.ue un numero sullicicule ili ca- zi a'professori, l'altro innanzi a 4 esami-
nonici [icr faie Servizio Divino in una natoi
il i scelli dalla scuola delle 4 nazioni e
^^^ UNI 299
sollo la presidenza del cancelliere, o sot- di nttiibuiigli Ja perfella conoscenza del
Io-cancelliere di Nostra Doniin o di quel- trivlam e del (/iindriviiim. Si sa, che dol- i

io di s. Se erano liconosciu-
Genevieffli. ti del XII e Xlil secolo non possedevano
ti capaci, veniva loro da essi imposto il che gli elementi di ciascuna delle scieti-
lenetto di maestro d'arti, e 1' università ?c comprese in (juelle p.irolc, e che le lo-
spediva loro le lettere e le patenti di (jnel ro cognizioni assai linntate, erano soven-
grado. Quest'uso s' introdusse pure nel- te degradate dagli errori, dall'assiudilà,
l'università italiane, e conferivano il ma- dalla discorsa uiagia. Censì prima pure
gistero i vescovi come cancellieri perpe- di tali secoli, specialmente in essi e dopo,
lui delle tnedesime, Il Cancellieri nella fìorironoprofijndi teologi, canonislie giii-
Sfon'a de' possessi ^ a p, 4o6, osserva, reconsultl. .\llorchè verso la metà del se-
chela vesteporlala dagli studenti gesuiti, colo XllI si cominciò a flu' uso più fre-
prima d'assmncre il mantello o ferraiuo- <|uente della lingua volgare nell'opere di-
Io, è l'antica toga dell' università di Pa- Icltevoli o istruttive , si abbandonarono
rìgi, ove studiò s. Ignazio, e che fu adot- quelle parole di trhniiin e di f/iuirlrh-iii/it
tata da'snoi discepoli, in meuìoria di ta- per sostituir loro la deiKjminazione del-
le loro fondatore. Nel regno di s. Luigi le 7 arti hherali. Giovanni di llauteville
IX, il suo confessoi e Roberto, nato pove- divise quelle 7 arti nell'ordine seguente;
ramente in Sorbona, villaggio di Kran- l'astronomia, la musica, la geometria, la
eia, dipartimento dell'Ardenne e diocesi rettorica, la logica, la fìsica e la gram-
di Sens, circa ilia5o istituì il celebralis- malica. Fino dal secolo XII s'insegna va-
Simo collegio e facoltà teologica di Sor- no nell'università di Parigi il gius cano-
bona in Parigi, pegli ecclesiastici di pò- nico e civile, la lìlosofia, la nìedicina e la
vera condizione, che vivendo in comune teologia, e queste scuole erano già tanto
insegnassero gratuitamente a'poveri sco- frec|ocutale , come lo furono nell' epoca
lari. Egli fu dunque sollo il regno di s. del loro splendore quelle di Atene e di
Luigi IX, che si vide per lai/ volta la Tebe, in Grecia e neW'Egilto. Quell'u-
:orporazione delle scuole di Parigi asso- niversilà ne' suoi incunnaboli godeva di
mere e ricevere il titolo di uiu\>ersit(),[ìSì- grandissimi e numerosi privilegi; più os» i

loia che indicava l'università delle scien- servabili erano quelli di mandar deputa-
ze insegnate in quelle scuole. Da lungo li a'Sinodie Conci/ii (ìì'c[\\!ì\\ talvolta di-
tempo dividevasi la totalità di quelle vennero nocevoli), di non contribuire ad
scienze in due parti, come già accemiai ; alcuna imposizione dello stato, di avere
jl TrÌK'ìuni e il (^aadrivium, Il triviuiiiy le sue cause commesse al solo podestà di
già mollo anticamente conosciuto, poi- Parigi, che onoravasi del titolo di conser-
chè se ne trovano degl'indizi sin dal valore de'privilcgi dell'univeisità. Quel-
\ll secolo, comprendeva le (àcoltà della l'università era considerala come la ma-
grammatica, la logica o ilialeltica , e la die di tulle le altre uni versila della Fran-
retlorica; il <y«<7f//-zì'm«j, espressione ptu" eia. Introdotte le Poste, le università di
antichissima, impiegata eziandio dallo Parigied'lnglullerra n'ebberodelle par-
stesso Boezio, significava l'unione delle 4 ticolari [>egli studenti. Nell'uni versilii di

scienze o arti liberali dell'aritmetica, a- Parigi teneasi allora un metodo di veiso

stronomia, geometria e musica. Seavve- da (piello che vi si segue a'ictnpi nostri,


niva che un uomo possedesse il trn'iiuii l non dettavano sullo scritlo,
profossori
e il aundriviiint, e^\i tin considerato co- ma preparavano con molto studio le Io-
nie una niente giunta al sommo grado vo lezioni poi le pronunziavano a mo'
,

di sapere.Il più grande elogio che si è di arringhe. Gli scolari ne ritenevano


credulo poter fare nd Abelardo (^^.), in quello che potevano, e sovente ficevano
3oo V2il UN I

per im- in Parigi, afTìne di opporre la dottrina


di perse delle corte annotazioni
cattolica all'eresiale le die a reggitore
piimersene bene a memoria il succo; la
cancelliere della cattedrale: Papa Gre-
qnal maniera tfinsegoare si usa tuttavia il

a Padova e in alcun altre scuole. Non si gorio IX dotto nell'arti liberali, insigne

accordavano allora gradi accademici se i


nella giurisprudenza, nelle sagre lettere e

non a quelli clie insegnavano; o cooveni- nell'eloquenza, nel i 234 ^^'^^ pubblicare

Ta per poter insegnar beile lettere e fi- le Decretali {F^), fatte raccogliere da s.

losofia, aver studiato almeno 6 anni, ed Raimondo di Pegnafort, perchè si usas-

nvei ne 2 { compili. Rispetto alla teologia seronell'oniversità, nellescuole e da'giu-

non si poteva insegnarla, se non dopo a- dici, vietando altre raccolte. Indi nel i2 33
\erla studiata 8 anni, e all'età di 35. L'u- confermò l'università di Tolosa {F.), al-
niversità di Parigi eccettuò il dottore tri privilegi poi le concessero Giovanni
angelico s. Tommaso d' Jtjuino [F.) òaì- XXII, e Innocenzo VI che l'ampliò. In- _

la regola generale pel suo raro merito, nocenzo IV, per la sua scienza legale chia-
perspicaci tà d'ingegno e sodezza di sen- mato padre del diritto e monarca delle
no, e gli permise di professar la teologia divine e umane leggi, chiamò universi-

essendo ne'25 anni: altri vogliono che ri- tà lo studio di Siena {F.), e viene cele-
cevè il grado di dottore a 3 1 anni. Quel- brato dal Carafa primario fondatore del-
lo ch'eranominato baccelliere spiegava l'Università Romana (F.) j ma vera-
per un anno il Maestro delle Sentenze mente egli fu benemerito del leiyc^/oZe^^/e^
nella classe d'iui dottore, e sopra l'atte- s. Palazzo, non diverse dallo studio o u-
stazione di questo dottore sosteneva rigo- lìiversità della Curia Romana, bensì dal-
rosi esami pubblici per essere ammesso lo studio di Roma pubblico; poiché le

al grado di licenziato, il quale davagli il scuole Palatine o studio della Curia, se-
diritto d'insegnare come dottore. Impie- guivano i Papi dove furono costretti ri-

gava poi un anno a spiegare il .Mae-


2." siedere per strane vicende, eil esso era di-
stro delle iSe/ilciìzc, dopo il quale ricevea verso e separato dallo studio pubblico di
dal cancelliere dell'università il grado di Roma, come ben distingue il Renazzi. Già
dottore, e allora lenea scuola con un bac- in Roma l'encomiato Innocenzo III vi a-

celliere che insegnava sotto di lui. Ono- vea mirabilmente ravvivato gli studi, spe-

rio III difese autorevolmente lo studio cialmente ecclesiastici, promovendo sin-

del diritto civile nell'università di Pari- golarmente quelli della teologia e del gius
gi, ed approvò la congregazione de'C^- canonicOjChiamandoin Roma e premian-
regolari della Falle degli Sco-
iionici do uomini insigni nell'una e nell'altra di-
lari^V.), istituita da 4 professori e da sciplina. Innocenzo IV proteggendo le

37 scolari della medesima università. Nel scienze, fece risorgere in Roma gli sludi
1229 r università '^''" potendo ottener legali,aggiungendo alle scuole palatine
{giustizia per alcuni scolari uccisi ila'sol- rinnovale da Onorio III e colle facoltà di
dati, tralasciò le sue lezioni pubbliche, e teologia e s. Scrittura, quelle ancora delle
parte rilirossi a Reims, parte ad Angers. leggi civili e canoniche. Oltre l'universi-
Fu allora che i domenicani si fecero gra- tà di Piacenza (F'.)da lui fondata, tutte
duai ee ottennero dal re permesso d'in-
il quasi le altre università, che allora fiori-
.sejjnaie in Parigi , donde ebbero origine vano, risentirono i proficui effetti del suo
ledilferenze che l'ordine ebbe poi co'pro- dotto patrocinio, e ne riportarono privi-
fessori dell'università. Nel 233 questa legi e onori. Tra particolarmente vol-
1 esse
venne riformata e ristabilita, ma poi e- le distinguere le due allora più famose
inanò un decreto per injpediie a'regola- università, quella cioè di Parigi e cpiella
n d'avere più d'una cattedra di teologia di Bologna. A questa ultima, seguendo
UN I
U i\ I 3oi
l'estnipio (li Gregorio IX. diresse lecosti- e gli icismalici dell'oriente. Papa Nicolò
liizioiii che pubblicò nel concilio genera- IV concesse privilegi all'università di
le di Lione 1 nel 1245. La facoltà teolo- Co7///Z'/Y/, istituì la in Lisbona (\a\it Idm-
gica di Parigi dopo aver condannato la nisio; eresse runiversilàdii1/rt(;c/77/^(/'.),
pluralità de' benefizi ecclesiastici, decise
poi conlèrmala e privilegiala da Paolo
iieli25o che non veniva permesso con- lll;fondòquella di jyGnl/jt'llicr{r.),{:\l-
fessarsi a chicchessia, senza la licenza del
là ch'egli disse nel suo di[)loma nata lat-
proprio curalo: domenicani non essen- ta pegli sludi
i
, ed ove gli aiabi ver.-o il
dosi voluti sottomettere alla decisione, iboaveano fondato unascuoladimedi-
1

uè conformarsi agli statuti dell'universi- Cina e fu lai. "ad avere in Europa ih."
tà, furono esclusi dal suo corpo ,
perciò giardino o orto botanico, necessario alle
essa impegnando con circolare lutti i ve- universilà. Alcuni vogliono che Nicolò IV
scovi del regno a soccoirerla contro tali trasferendo Lovanio il collegio Aincu-
in
religiosi. Questa persecuzione fu comune riense istituisse V L iiivirsilà di Lwnnio
a'francescani, e derivò dal sapere e dalle (/ .); altri però l'attribuiscono a Mai lino
virtù colle quali due ordini eiansi pro- i
V, o almeno la conferma. Considerando
cacciata la stima universale. Ne prese e- il dottissimo Bonifacio Vili, celebre giu-
nergicame u le le difeseAlessandiolV, pro- reconsulto, che dimorando i l'api altro-
leggendo privilegi de'frati Mendicanti,
i
ve, Roma restava priva delle scuole pa-
e perchè fossero domenicani e francesca-
i
aumentale da Innocenzo IV, cioè
latine
ni riammessi nell'università, e poi gli riu- L niversilà dello studio della Curia
dell'
scì colla sua fermezza ,
proibendo e fa- Romana, ebbe la gloria nel i 3o3 di fon-
cendo bruciare i libri contro di essi pub- dare l' Università Romana [P .) o pubbli-

blicati. L'università di Salamanca (/'.) co studio dell'Archiginnasio dello la Sa-


di Spagna nel regno di Leon, trasferita pienza. InollreBonifacio VI li fondò l'C-W-
ùa Palenciaòixì re s. Ferdinantlo HI, una irrsità d'Avignone [F.),io\o privilegiala
delle prime 4 d'Europa, emula di quella daCarloll contediProvenza e re diSitiliaj
di Parigi per le materie di religione, nel ed isti confermò quella di/Vrwo( A'.),
tu'io
1255 Alessandro IV la cortferniò con di cui furono Eugenio IV benefattore,
bolla, nellaquale concesse licenza a quelli Calisto 111 confera.atore,eSisto V lestilu-
che vi sarebbero ricevuti dottori,di profes- tore,ordinaiidoconsua bolla che fosse ric-
sare in tulle l'universilà, eccettuale però ca di privilegi,noientedidotti istitutori e
quelle di Parigi e di Bologna. Ui bano IV che si restaurasse l'edificio per essa de-
Del 261 eresse canonicamente l'universi-
I stinato nella piazza principale. Il succes-
tà diPtì'<7oi'fl(/^.), icui primordi del I2CO sore Benedetto XI ,
per togliere la con-
vennero consolidati pe'privilegi accorda- troversia eccitata nell'accademia di Pa-
ti già da Federico 11. Papa Martino IV rigi, dichiarò che non erano obbligali a
riformò l'università di Sorbona in Pari- tornare a confessarsi a'loroparrochi,quel-
gi, e confermò quanto era slato slabililo li che già avessero confessali i loro pec-
nel 121 5. intorno a'Iibri d'Aristotile dal cati amonaci o aqualunquealhasorle di
legato d'Innocenzo 111, cioè il divieto di religiosi. Per sua morte eletto neli3o5
leggerli ,
permellendusi però 1' insegna- il francese Clemente V assente dal con-
iDento dtlia sua dialettica logica. JN'el clave, per compiacere le trarne nefande
1 287 d'ordine di Onorio IV si comincia- di Filippo IV re di Francia,in questa sta-
rono a insegnare nell'uuiversilà di Pari- bilì la residenza pontificia, poi fissandola
gi, in cui egli avea studiato con gran pro- in Avignone, cou deplorabili conseguenze
fillo, la lingua araba e altre orientali, ue- pe'mali gravissimi da cui ne leslòafllilta e
cessarie per isUuire nella fede i saraceni desolata la Chiesa. Dichiarò studio gene-
3o: U N I U N I

rale quello di Pcms^ia {F.), e nel i3o7 signe de'canoni, protettore delle scienze e

confermò l'imi versila crO/cr///5(/ .).JNel de'Ietlerati ,


generoso cogli studenti, dei
concilio i,'enerale che Clemenle V cele- quali ne mantenne continuamente 1000
brò nel i3i in T ienna^ ordinò a insi-
I in diverse nniveisilà e accademie,accordò
nnnzione pr(il>al)ilnienle del linomatissi- privilegi airtuiiversità di Cracovia [T' .),

nio rrancescfuio Raimondo Lidio di ÌMa- altri ricevendoli da Ronifacio IX; ed isti-

jorta, famoso scrillore e orientalista det- luì quella di/ 7e/i/«7d*Austria,dimoslran

to ilDottore illuininato, clie si aprisse- dosi proteggilore dello studio'geuerale di


ro in alcune più illustri università pub- Padova, eziandio colla facoltà teologica.
)j|iche scuole di lingue orientali per in- 1 1 successore Gregorio XI, che a vea appre-
telligenza delle divine scritture, cioè l'a- so gli sludi all'università di Perugia, con-
labica, l'ebraica e la caldaica, come nel- siderando che la residenza papale in A-
le università di honia, di F(/rigi\ di Ox- vignone era in esilio, indecorosa e fuori
foril. di Boìiigna , di Salamanca. Av- del suo luogo naturale e indipendente,
verte Renazzi, che Clemenle V non no-
il con applaudila determinazione nel 1877
minò già l'università dello studio di Ro- la restituì a Roma, ove morì. Gli fu dato
ma, che in tale città stabile era necessa- in successore l'italiano Urbano VI, con-
riamente e sempre permanente; ma disse tro il quale tosto si ribellarono i cardina-
hen>\iihiriin}rfue Romaìiani Ciiiiain ve- li francesi, ed opponendogli l'antipapa
sìdeve conligeritj i]a\ quel modo di dire Clemente VII dierono origine al fune-
,

chiaramente rilevasi , the il Papa parla sto indomabile e grande Scisma {T .)


,

precisamente delle scuole Palatine o stu- d'occidente, sostenuto dal falso Papa in
dio della Curia, che seguiva il Papa do- Avignone. Così formaronsi due Ubbidien-
vunque andasse a risiedere, anche oltre- ze (F.), la vera in Roma, la scismatica J
monti. La romana università infatti per in Avignone. I fedeli incerti a chi ubbi- ^
quasi due secoli dopo lai." sua fondazio- dire, trascinali dall'ambizione, dalle pas-
ne non ebbe catleilre e maestri di lingue sioni e dallcillusioni de'Ioro principi, buo-
come avrebbe dovuto avere sin
orientali, na parte seguì l'ubbidienza Avignouese,
dalla promulgazione della decretale di in uno alla Francia, alla Spagna e ad al-
Clemenle V, se questa riguardato aves- tri regni. Le università pure furono di-

se non già lo studio della Curia, ma ben- vise nella credenza, e colle loro dispute
sì lo studio proprio e peculiare ili Roma. cavillose atlcntarouo all'autorità poiilid-
Giovanni XX il indirizzò all'università cia enon poche alimentarono lo scisma.
d'Avignone, ove dimorava, e non di Ro- Ui bano VI eresse l'università di Cinque
logna come vogliono alcuni il 7.° libro , Chiesej quella di Colonia (F.) con am-
delle decretali formato dal predecessore plissimi privilegi, come quella di Parigi;
Clemente V, in seguito al 6." di Ronifa- confermò quella i\' fleidelberga (7^^.), i-

ciò Vili, ed a'precedenli 5 di Gregorio stituita da Reuedetto XII , ricevendo al-


IX, e ne prescrisse l'osservanza quale leg- tre confern)e e concessioni da Ronifacio
ge. Nel iSao concesse privilegi all'uni- IX, Paolo III eGiulio III. L'antipapa Cle-
versità di Dublino {F.), nel 332 fondò i mente VII neh 388 approvò 1' universi*
quella di Caliors {F.) sua patria, e nel là d' Perfori (7 .),che Urbano VI rico-
1339 gli studi generali di Ferona e di nobbe e privilegiò neli38r), avendo ab-
Grenoble (J\), Clemente VI, già prov- bandonato lo scisma. Reuedetto XIII suc-
visore della Sui bona, eresse
e privilegiò cessore neir anlipapalo, anch' egli volle
r università di /-Vrcz/sr approvò confermare l'universilà di Torino [) .),
f/^.j ,

quella di Visa (7 •.) equella


pure di Pra- perchè il conte Lodovico s' ingannò per
ga (/-'.). Papa Urbano V, profcssoie in- crederloPapa. dichiarando il vescovodel-
U \M U X ! 3o3
la cillà cancelliere, e che alla siin presen- giltimo concilio, non potendo far da giù*
za o del suo delegalo si dovessero coiife- dice se noti chi è vcraiiienle superiore.
lire gladi accademici; divenulogli (loi a!
i
Tiiltavulta ivi furono condannali e de-
conle diibhioso l'anlipontificato, volle la- po^li legiHimo (<regorio XII e il pseu-
il

re confermare l'università da Giovanni do Benedetto XIII, e col sulTiagio de'car-


il più saggio dura Amedeo
A'XIII; finché dinali e de' |iseudi)-cardiiiiili de'due col-
vili invocò una più legillicna sanzii e legi a'?.6 giugno i4of) fu eletto .\lessan-
da Eugenio H', Lencliè alla sua volta gli dro \ ,
il quale dopo aver conferuiato l'u-
si ribellò accettando il pseudo-ponlinca- niversilà di Lipsia nella Sassonia,*: \'n\-

lo col nome di Felice V. All' universiià morì nel 4 o ed ebbe a suc-


lo poc'allro, i 1

di Ferrara [T.) die l'approvazione e le cessore Gio\anni XXIII. Ria non essen-
costituzioni Bonifacio IX, che altre puie do neppui e questo giunto ad essere rico-
ornò di prerogali\e. ^'el^iuterpontificalo nosciuto da tutto il monilo cristiano, in
dopo quale Bonifacio IX venne csahalo
il cambio di due si ebbero allora tre conten-
successore di Libano VI, dottori della i denti al papato. La cristianità rimase di-
Sorbona, fra'quali noiivanoPielrod'Ailly visa in 3 ubbidienze: la Spagna, lu Sco-
ed Egidio di CaiDpos, proposero de'mcz- zia , r isole di Corsica e di Sardegna , le
ù per leroiinare loscisma, che ripuguan- conlte Foix e d'Armagnac, colle loro
di
do oli* ambizione del pseudo Clemente uni versi tà, riconosceva no lienedcttoX 111;
VII riuscirono inutili. Però tale Iralla- la Bomagna, parte del regno di ÌNapoli,

to gli produsse tanta malinconia che il la Baviera, il Palaliiiato dtl Beno, du- i

condusse al sepolcro. Il successore Bene- cati di Bruiisvvich e di Launeburg ,


il

detto XIII si mostrò egualmente tenace landgravio d' Assia, 1'


elettorato di Tre-
sostenitore dello scisma, rigettando tutte veri, e altre città, università e vescovi di
le pratiche fattesi per estinguerlo. Il re Germania ubbidivano a Gregorio Xll;la
di Francia lo minacciò d'al)l)andonarne Francia, l'Inghillerra, l'Ungheria, la Po-

l'ubbidienza, e l'antipapa fulminò la sco- lonia, ile la maggior parte


Portogallo ,

munica contro quelli che si separassero Germania, colle loro u-


dell'Italia e della
da lui. Quindi avendo la Sorbona piopo- niversità,si erano sottomessi a Giovanni
sle alcune proposizioni ititoiiio a que- XXIII. In tale lagrimevole slato erano
st'affare, dichiarò Benedetto XIII ereti- le cose, quando per l'istanze e le pratiche
co , scismatico ,
pertui liatore della pace di Sigismondo imperatore e re d'L'nghe-
del cristianesimo, e perciò da non pc^ler- I ia, Giovanni XXIII intimò il concilio di
si chiamare né Papa né cardinale, anzi Costanza, come continuazione del sino-
essere meritevole di giusto castigo seve- do Pisano, per un triplice scopo. Gli er-

ro que'di sua ubbidienza. Avca promes- rori de'// iclr/Jìsli eó / vs///, la riforniti

so GregoiioXll in conclave di non crea- de' pubblici costumi , l'estinzione dello


re cardinali sino all'estinzione dello sci- scisina. A' 5 novembre i4'4 Giovanni
sma ma ; non osservando, cardi-
poi ciò i XXIII ne Ol-
fece la solenne apertura.
nali vecchi l'abbandonaiono e con (|uel tre i cardinali e i delle 3 ubbi-
vescovi
li dell' antipapa si riunirono in sinodo a dienze, massime di Giovanni XXIIi, di
Pisa, per provvedere all'unilà della Chie- nìano in mano vi accorsero con Sigismon-
sa, Sede come vacante
considerando las. do g<an numero di principi alemanni e
per l'iuceitezza del vero Papa. Esso pe- d'ymbascialori d'altre corti, e un nume-
rò fece più male che bene accrebbe lo , ro sterminato di dottori delle più celebri
.sciama invece d' estinguerlo, giacché la università, e fra questi il famoso Gcrson
Chiesa in Gregorio XII avea il suo ca|ìO, (/ .) cancelliere di quella di Parigi. I pa-
senza del quale non polevasi adunale le- dri non vedendo altro modo di pacifica-
3o- UN I U N I

re hi Chiesa, vennero nella sentenza che ta il definire, adunati nel nome di Cristo

i 3 coiilendenti
dovessero cedere il ponti- e per l'autorità del suo Vicario in terra.

ficato. Giovanni XXIII lo giurò e poi fug- Non mancarono scrittori che vitloriosa-

gì nella Ss-izzera (F.),


onde tempestose menle impugnarono l'audacia degli uni-

e tunìultunrie fuiono quindi le sessioni, versitari , e le invereconde e semi-ereti-

concitate da pazzi e inverecondi sermo- cali dicerie del Gerson. Col consenso di

ni di dottori universitari. A' ag maggio BJurtino V nel i4i8 venne fondata l'u-
j4i5,con istrana sentenza, e alta disap- niversità di Copcnaghen[V.) nella Dani-
provazione di Francia, Giovanni XXIII marca, che poi Sisto IV ornò de'privilegi
fu deposto: cosi l'assemblea di Costanza, di quella di Bologna; così neli4i9fue-

continuazione della Pisana, disfece 1' o- retta 1' università di Rostock città del ,

pera delle sue mani. Gregorio Xil non granducato di MeckIenburg-vS'r/ìAvc//«.


attese per se l'improntitudine dell'assem- Nel 1423 confermò l'università di Dol
blea, e mostrando una dignità veramen- (Z'.), fondata da Filippo il Buono duca

te propria d'un Pontefice legittimo, pre- di Borgogna, poi trasferita a Besancon; e

\ia la condizione accettata ti'auloiizzar Deli43i approvò l'università fondata da


lui l'illegittima assemblea di Costanza Carlo VII in Poitiers {T'^.), che altri at-
a procedere da sinodo legale, a'4 luglio tribuiscono a Eugenio Questo Papa W .

viiluosamente rinunziò il papato. Quin- approvò l'università di Caen, già capita-


di il concilio a'26 luglio depose e scomu- le d^ll^ bassa Normandia (ove da antico

nicò Benedetto Xlll. Procedendo poi al- tempo si festeggiò con accademie celebri
l'elezione del nuovo Papa, l'i i novem- l'Immacolato Concepimento di Maria, il
brei4«7 i cardinali co' 3o deputati del che ricordai nel voi. LXXIII, p. 5i), fon-
concilio con pienezza di voli esaltarono data dagl'inglesi nel 436 sotto il regno 1

^Martino \ , il quale venendo riconosciu- d'Enrico VI re d'Inghilterra; raa ricupe-


to da tutto il mondo cattolico , estinto lo rata la città da Carlo VII re di Francia,
scisma restituì l'unità alla lacerata Chie-
, sua istanza la riconlérmò Nicolò V eoa
sa. Il sinodo di Costanza fatalmente fu bolla del i45i e privilegi. Ad Eugenio
troppofacile ad accogliere nel suo seno IV pure si attribuisce nel i44o il p'in-
una turba immensa di dottori universi- cipio dell' università di Bordeaux [T'.)^
tari, che colla loquacità della disputa vi che altri dicono istituita o ampliata dui
recarono un'arditezza d'opinare sbriglia- re Luigi XI nel 1472- Celebrandosi io
to: esso allontanandosi dall'uso di tulli i Basilea il concilio, quale continuazione di
concili! precedenti, rimutò la forma del quello di Costanza, ed ove pure essendo
suffragio, e volle si votasse non per capi, concorsi un gran numero di dottori uni-
ma per nazioni; dopo la fuga di Giovan- versitari, tosto il concilio si mostrò av-
ni XXIII, nella 3." e 5.' sessione pretese verso a Eugenio IV , e finì col divenire
di definire tumultuariamenle la superio- conciliabolo, eleggendo antipapa Felice
rità del concilio sopra Papa cioè nel
il , Vdi Savoia\r.).^\a Eugenio IV gli op-
caso di sciama e di dubbio Papa e non pose il concilio generale di Ferrara e Fi-
di Papa cerloe generalmente riconosciu- renze, e scomunicò i basileesi e l'antipa-
to, per farsi strada alla deposizione del pa. Nella sess. 3i del i438 il sinodo di
fuggilo che fin allora avea riconosciuto Basilea fece questo decreto sui graduati.
per vero Papa. Ma l'infallibililà de'con- " Li collalori saranno tenuti, subitochèsi
cilii viene dall'assislenza divina; quest'as- presenterà l'occasione, di nominare per
sistenza non è siala promessa a'baccellie- canonico un dottore o baccelliere in teo-
ri e dottori deH'uiiiversità, ma a'succes- che abbia studiato o anni in qual-
logia, i

fiori degli AposlolijCioè a'vescovi cui spet- che università privilegiala, per far delle
5 ,

U N I U N I So";
legioni due volle la seltìmariti. Inoltre, nel477 fondò quella di Magonza {T".).
1

in ogni chiesa catledrale, ovvero collegiu- Avendo Sisto IV proibito di muovere


l.i, si dark la 3.' parte delle prebende ai dispula suir Immacolata Concezione di
graduali, doUoii, licenziali o baccellieri Maria Vergine, finché la Chiesa non a-

in qualche facollà; in guisa che il i be- vesse su cpiesto punto pronunziato il suo
iiefizio vacante in ogni chiesa, sarà dulo sentimento (lo pronunziò nel i85i, e lo
a un graduato, poi quello che vacherà do- celebrai nel voi. LXXIII, p. 4'?-), benché
po i due seguenti , e cosi in seguilo. Lo favorevolmente avessero decretato con- i

stesso si osserverà riguardo alle dignità, di Basilea e d'A vignone, e l'uni versila
cilii

I curati delle città luuiale saranno ahne- di Parigi ne avesse abbracciato il decreto.
no professori nell'arti liberali. Tulli quel- Dipoi nel i4'J7 Giovanni Vero teologo
li che hanno le qualità richieste saranno di Parigi avendo ardilo di dichiarare in

tenuti a dare i loro nomi ogni anno in pubblico, che Maria fu concepita nel pec-
quaresima a'collalori de'beneflzi, per a- calo (jriginale, ne nac(pic tanto scand.do,
\erci diritto , altrimenti la loro pronio- che r universilà di Parigi Io costrinse
zionesarà nulla. I benefizi regolari saran- a ritrattarsi pubblicamente, e prescrisse
no dati a' regolari d'abilità". In seguito con suo edificante decreto, fallo poi an-
vedendo Felice V che era riconosciuto cora da altre 38 università, come in un
soltanto da'suoi stati di Savoia e Piemon- panegirico affermò il celebre p. Sci^neri
te, dalla Svizzera, da parie della Polonia gesuita (fra le (piali quelle di Colonia,
e da diverse università , come da quella Magonza, Vienna, Valenza, Salamanca,
di Cracovia, rinunziò nel 449 l''"'l'p3' 1 Alcalà, Lovanio, Barcellona Evora ,

palo e prestò ubbidienza a Papa Nicolò Coimbra), che nell'avvenire ninno fosse
V. Questi successivatnenle istituì o con- ammesso al grado di dottore nell'univer-
fermò e concesse privilegi alle università sità di Parigi, seprima non preslava il
di BaiTelloìia{J .),i\ì Tre\'cii[T'.)con- giuramento di difendere 1' Immacolata
fermala poi da Sisto IV, di f^aisou {f .), Concezione fino a spargere il proprio san-
di Bcsancon (/^ •); ornò di privilegi quel- gue. Nel x5o2 Alessandro VI eresse l'u-
la di Cambridge (/ .) , e confermò 1' u- niversilà di Wittentberga in Sasw/iia,
iiiversità di Glasgow (f.) già sede ve- e (juella di Fraiicfort, iAm nel i5oG ap-
scovile e ora vicariato apostolico di A'o- provò Giulio Questo Papa concesse
II.

zia, ove ne riparlai. Il successore Calisto privilegi all'uni versila d' l'rhino (A'.), che

111 neli4^C approvò l'università di/w7- uieglio costituì Clemente X. Nel secolo
litigo (f.) in lirisgovia, quella di Greifs- XVI già esisteva r università di Messi-

\\ alde o Giypswaldl in Ponieruuia ora na ; e ne'primi anni di esso il celeberri-

della Prussia, e l'università di Gralz nel- mo cardinal Xinieiics (f^.), allo studio

la Sliria,che Gregorio XIII rinnovò e af- ò'.Jlcalà iVUeiiares (V.) fece dare il ti-

V conferuìò con bol-


fidò a'gesniti, e Sisto tolo d' università, e vi stabilì numerose
la neh 585. Papa Pio li nel 1459 fondò cattedre, sul modello di cjuella di Pa-

r università di Basilea (P.) nella Sviz- rigi, onde viene riputato suo fondato-
zera, e d' Ingolstadt nella Baviera ad i- re munificenlissimo. Leone X celebran-
stanza del duca Luigi, poi nel 1800 tra- do il concilio di Laterano V, vietò la
sferita a poco dopo passò
Landshut, ma pubblicazione de' libri prima di essere
a Monaco capitale del regno. Di piìi Pio aiiprovali da' vescovi, ed in Roma e suo
li a preghiera del duca di Borgogna i- dislrelto dal vicario di Pioma e dal p.

slitu\ r università di Nantes i^f.) nel maestro del s. palazzo, col disposto del-
j46o. Sisto IV, già celebre professore di la bolla Inlcr soliciluclines, de' 4 ^^o'
teologia e filosofia in diverse universilù, gio 1 1 5, Bull. Pìoin. t. 3, par. 3, p. 409-
VOL. LXXXIII. 20
3oG r: N r
u ^M
E coiulaiinninlola falsa senfenya, die af- elusero di comun consenso ritenersi azio-
mo! lale, ne empia 1' intentalo e voluto ripudio.
feiina essere l'anima razionale
onpiiip unica in liHli gli uomini, ordinò Clemente VII avendolo ammonito a non
a tulli i
che pro-
professori di filosofia, fare il divorzio, emenfre pendeva la cau-

vassero l'immortalità dell'anima anche sa, il re accecato dalla passione s' appi-
co'piin<'ip'' filosofici, a seconda del di- gliò arbitrariamente al suo cattivo par-
chiarafocolla holla apostolici regiminis, tito, da cui emerse il tristo elfetlo dello

de' 19 dicembiei5i3, Bull. Rem. t. 3, scisma ò' Inghilterra. Avendo il cardi-


par/3,p. 393. Neh 5i 5 confermò i pri- nal Truchses istituita l'univeisità di Di-
vilegi dell'università di Francfort, e nel linga nella Baviera, nel i552 Giulio III

sno pontificato vide nascere 1' idra del- la confermò. Ad istanza di Filippo li so-

l'eresia Luterana, la quale fece preva- vrano de' Paesi Bassi, nel i559 Pio IV
licare l'università di Wittemberga e tan- approvò r università da lui istituita in
te altre divenute perniciose cattedre di Douay (di cui parlo ad Università' di Lo-
pestiferi errori. Insorto a osteggiar la VANU)), ora città di Francia nel dipai ti-

Chiesa il suo fiero avversario, il Razio- tuento del Nord. Avendo il concilio di
jialismo (F.), che concepito dalle uni- Trento decretata l'erezione de'seminari
versità d' Oxford e di Praga, ambedue vescovili, Pio IV ordinò neli564la fo"'
già favorite con privilegi da' Papi, naccpie dazione in Roma del Seminario Romano
e crebbe sotto la tutela dell'eresiarca Lu- (F.) per l'educazione e istruzione de'chie-
tero e degli altri sedicenti riformatori per rici, ed ove si concede la laurea di tutti i

ingigantire poi e menar stragi sempre più gradi accademici in teologia ed in filo-
orrende all' ombra de' filosofastri del sofia, a' seminaristi ed ecclesiastici fre-
XVllI Clemente VII ad istanza
secolo. quentanti le sue scuole. Però nel i853
del cardinal Alberto di Brandeburgo ar- avendoìl regnante Pio IX istituito in par-
civescovo di Magdeburgo, nel i53i isti- te del suo locale il Seminario Pio {F)t
tuì r università di Halle nella Sassonia, <|uanfo agli studi e alle scuole dichiaiò
ora città della Prussia. Enrico Vili re che fossero comuni agli alunni de' due
d'Inghilterra nella sua giovinezza si mo- seminari, ed aumentandone le cattedre
strò religiosissimo, e della cattolica fede confermò loro gradi accademici non so-
i

così tenero e zelante, che uscì in campo lamente in teologia ed in filosofia, che
a difenderla colla spada dentro il suo re- già vi si confei ivano anco a' secolari, ma
gno e fuori colla penna, scrivendo un li- pure li concesse nel gius civile, canoni-
bro a difesa de' Sagrawcnti contro l'e- co e criminale, validi come quelli di
resiedi Lutero; provando egli la Monar- qualunque università. Di che e del cor-
chia della Chiesa Liiiversale esser da so degli studi meglio ne tratta mg."^ Fran-
Dio costituita nel Romano Pontefice, dal cesco de'coDli Fabi-Montani nel suo eru-
quale ottenne il titolo di Difensore della dito: Ragionamento, il seminario aper-
Fede (^.). Ma dipoi datosi a vita scor- to in Roma dalla munificenza, della
rettissima ed a disonesti amori, per quel- Santità di N. S. Papa Pio IX, Roma
lo della Bolena volle far divorzio dalla re- 1854. Pertanto d'allora in poi nel semi-
gina Caterina. Proe contro quello sciogli- nario romano si confei iscono anche gra- i

mento e quel ripudio scrissero parecchi di accademici nelle facoltà di giiuispru-


famosi leggisli di diverse nazioni. Il re denza, tanto agli alunni delseminarioPio,
fece scriverne anco alle università di Pa- quanto agli alunni del seminario roma-
ligi, d'Orleans, d' Angiò, di Tolosa, di no, non meno che agli ecclesiastici tulli
lìourges, di Padova e di Bologna; ma che ne frequentano le scuole, nelle (pjali
lutti i più celebri teologi e dottori con- però abbiano fatto il corso delle altre
UNI UNI 3o7
scienze. Per lescrillo ponlificiosl ammet- tiesse università riguardo all'istituto di
tono ancora gli ecclesiastici estranei allo regolare vita,loio non debbono in verun
studio delle scienze che conferisconogra- conto cedere in ordineal grado, superau'
di accademici, ancorché in altre scuole dole in ordine al merito. E pergiusta con-
abbiano fallo il corso di allri sludi. Gli seguenza, se hanno l'università la premi-
scolari secolariche hequenlano quella nenza di concedere i gradi accademici,
del seminario romano sono laureali nel- debbono averla pure seminari, i .secondo
la teologia e nella filosofia : ponno stu- l'osservazioni del Tomassino, De nov. et
diarvi legge ancora, ma i gradi accade- i'ct. Eccl. disci'i)!. t. 2, lib. I, cap. 102,
mici devono prenderli nell'universilà ro- n.° 8. Dice ancora doversi riflettere, come
mana. Il can. Di Giovanni, La storia non vi fu prima alcuna università, che
de scìiiinari chiericali, dice che a tutta non fosse sotto la cura de'vescovi; e co-
ragione conviene a'seminari il dottorato, me il sacerdozio e l'impero nel concede-
perchè sono collegi più ragguardevoli
i re i privilegi all'università, principalmen-
dei cristianesimo, su' quali sono riposte te ebbero in mira la podestà vescovile,
le liete speranze del Tridentino, per ave- giusta il sentimento del Carpzovio, De
re in ogni tempo degni ministri dell'al- jurispr. Eccles.lib. i, def 8, seguito dal

tare; e sono accademie fondate per ri- Bruneraanno, De jiire Eccles. lib. i, cap.
formare in miglior forma le pubbliche 6, raembr. 2, § 2. Si sa che poi coll'an-
1 1

università, e riparare i disordini che io dar degli anyi molle università decad-
esse si scorgevano sui buoni costumi de- dero dal primiero loro istituto, si sottras-
Imperochè decadute l'antiche
gli scolari. sero dalla giurisdizione de'vescovi, e fe-

scuole vescovili, si fondarono le pubbli- cero come una signoria a parte. Ala per
che università, le quali non furono in questo motivo appunto, e perchè ancora
principio che quasi seminari vescovili, ogni vescovo prendesse una particolar
donde si sceglievano gli ecclesiastici pel cura de' suoi chierici, tanto più che tante
reggimento delle chiese, e per l'ammini- non sono l'università quanti i vescovati,
strazione de' benefizi. Ma perchè poi le i padri del concilio di Trento pubblicaro-
medesime università tutte si diffondeva- no il decreto dell'erezione de' seminari
no a fare spiccare l'opere d'ingegno, sen in qualsiasi diocesi. Indi con altro decreto
la curare con eguale sollecitudine la pie- definirono, che i giovanetti tosto che fos-
tà e la bonlà della vita ; perciò quanto sero fatti degni della tonsura ecclesiasti-
esse avanzarono sopra le antiche scuole ca, dovessero lasciar di vivere a loro ta-
•vescovili in ordine allo studio delle letle- lento, e sottoposti con cieca ubbidienza
le.allrellanto restarono inferiori a quelle al volere del vescovo, da lui ricevessero
per rispetto alla moralità de'costunii, mas- gli opportuni regolamenti ; non potessero
sime dopo che vi s'introdussero gli ere- senza la sua espressa licenza frequentare
tici a spaigereil veleno de'loro errori con le scuole privale o le pubbliche univer-
peregrina erudizione. Laonde fu decreta- sità, e quando lo giudicasse conveniente
to il risorgimento de'collegi clericali, per potesse liberamente proibirlo, (jbbligan-
piantare la virtù nel cuore degli scolari, do i chierici ad entrare nel seminario, e
con religiosa istruzione e educazione, ac- passar la vita in coumnità^ per abituarsi
ciò la pietà non andasse disgiunta dalla a ricevere degnamente gli ordini sagri.
dottrina,e presto fiorirono nelle discipline Prova poi ch'é conf)rine al Tridentino,
con immensi vantaggi. I seminari adun- che seminari abbiano il dottoralo, e con-
i

que, egli soggiunge, correndo di pari col- tro di esso non si oppongono Papi o i i

le pubbliche università rigtunrdo allostu- principi, ma le università impediscono


dio delle lettere, e superando di molto le loro ilconfeiiiueulo de'graJi accademici,
3o8 D N I U N I

il che non ponnofare


co'collegi tìe'gesuiti, dentino lasciò indeciso, olire la deroga
ch'esso fece a'privilegi de' re di Francia
in viilìi (Iella bolla di Gregorio Xlll,
pal-

la qii.ile iiprendo essi in qualunque


città, e alle prerogative della chiesa Gallica-

ancoruliè munite d'uuiversilà, pubbliclie na, e per la tolleian/a de' Protestanti.


scuole con collegio (massimo e principale, Pio IV emanò la bolla In sacrosancta
non minore), hanno facoltà di conferire B' Pctri, de'i3 novembre i564, BulL
ildoltoiato in teologia e filosofia; e sic- Rom. pa>'- 2, p. 201
t. 4; Forma Pro' :

come l'università di Cracovia pretende- fessionisFidei Catliolicae obsen'andci


va opporsi a tale esercizio, volendoloeser- a qidhuscnniqne pronwtis, et pronioveU'
citare privativamente essa sola, la s. Ro- dis ad aliqnani lihcraliitm artiuni ju-
ta con 3 sentenze conformi giudicò a fa- cultatem, electisquc, et eligendis, ad ca-
vore della preiogativa de' gesuiti. Il ve- thcdras, lecturas. et reginien piiblico-
scovo Cecconì, Instìtuzionc de seminari rum Gymnasiorum. Gregorio XIII col
i-escovili,ragionando dell'origine dell'u- breve Cnpienles unìversos, de' 12 otto-
niversità e come alcune decaddero dal pri- bre I Sj/l.fBulL Rom. t.
45P3''- 3, p-29 1 :

n)iero loro istituto, osserva che da' con- Privilegium Doctoruni Ronianoruni pu-
cilii generali di Laterano III e IV, essen- hlice legendi in qiiaciunque facultalc,
dosi decretato dali.°che ciascuna catte- in generali studio Almae Urbis. Gre-
drale avesse un maestro di grammatica gorio XIII fondò parecchie università,
per ammaestrare i chierici, e dal 2.° che diPonl-à-Mousson nella Lorena, ad istan-

nelle metro[)olitauesi eleggesse anche un za del cardinal Carlo di Lorena, la cui


lettore teologale, <-/?»" saceirlotes, et alios bolla pubblicò Sisto V ; in 0//««/s nella
in sacra pagina cioccai, et in hispraeser- Moravia; a Brunsbeiga nella Polonia o
tini infornìet,quae ad curani ardmarum Prussia e residenza del vescovo di \ar-
spedare nosciuitur j ebbero origine le mia; in T Una nella Polonia; in Fulda
prebende teologali e le scclasterie, da
e nella Germania ; in Ptoma col Collegio
queste le università. Ma alcune di esse non Romano (^•), che per lui fu dello Uni'
perseverarono lungamente nel primitivo versila Gregoriana,ex\ adìdaiidulo a'ge-
loio isti luto, poiché gli studenti contentan- suiti tiitlora vi fioriscono, conferendo la
dosi soltanto del fasto delle graduazioni, laurea in teologia e in filosofia. Sisto V
con mera apparenza proseguivano i loro Ira le bolle colle qualiconfermò alcune
studi. Anche delle memorale scuole in ricordale università, emanò pure quella
breve se ne perde il frullo, per le ragioni per r università di Falenza nella Spa-
che riporta, massime per la cessazione gna siill\i direzione dello studio generale ;

della vita comune dt'chierici nelle case e quella per l'università di Quito da lui
panocchiali, nelle canoniche e negli epi- CI etta pegli eremitani di s. Agostino. Col-
scopii, lìnchè il concilio di Trento fugò la bolla Immensa aeterni Dei, de' 22
l'ignoranza e ricondusse al buon ordine gennaio 1087, Bull. Rom. t. 4. P- 392,
il rilasSMmeiito degli ecclesiastici, anche istituì la congregazione cardinalizia so-
coll'isliluzione de'seininaii, per formare pra V Università dello Studio Romano^
saceiilolidolti e santi, con felici e immen- cioè confermò più solennemente la pre-
si vanlagt^i pi-i la (.busa e per la società, cedente; ed altresì lineai icò di reggere,
l'eiò il di Trcnlo non si potè in-
coticilici rifjrmaiee patrocinare le università fon-
trodurre Francia, pel narrato in quel-
III
date coir autorità della s. Sede, special-
l'ai liccio, e per l'opposizinnedell'opinio- niente ingiungendole di [iroleggere quel-
ne de'sorbonici intorno alla podestà del le di Parigi, Salamanca, Oxford, Bolo-
Ripa sopra il concilio e intorno all'lin- gna. Sisto V col breve Alias, de'5 agosto
macolala Conceziouc, punto che il Tri- i 5t)7, Bull. /io//?, l. 4,pi»r. 4,p- 334: Stu-
i

U N I UNI 3o()
tutuni,quod libri lingnaeJrabicae, Tur- zoXI confermò l'università di Guati-
cìcae, Persicele, et Calduirae, etiarn s. mala (A^.) nell'America, e quella d' U-
t/icologiae, et quarinncumqiie facnlla- ratishiK'ia (/^.) nella Slesia ; non che l'u-
timi iinpriinencli, anteqtiain iinpriiiian- niversità di Zamosk iu Polonia. Innocen-
tur debeant per cardinales super coiigre- zo XII dichiarò vere università i collegi
gatione Indicis depntatos cxaininari, de' gesuiti di v. Fede di Bogola e di
etcorrigieìc. Poi fu istituita la Congrega- Quito [f^.) nell'America. Per compia-
zione cardinalizia sopra la correzione cere Filippo V re di Spagna, Papa In-
de' libri della Chiesa orientale (/ •), e nocenzo XIII neiìirj.j. eresse l'universi-
per stanipaili iu ogni lingua fu eretta la tà di s. Giacomo di Lione di Caraccas
poliglotta Stamperia di Propaganda nell'America meridionale, cogli stessi pri-

f/^J. Nel 1616 Paolo V eresse l'univer- vilegi di quella dell'isola di s. Domingo.
sità eli Paderbona{r.). Urbano VII! nel Benedetto Xlll istituì l'università di Ca-
623 confermò l'accaiiemia o nniversilà
I meri/io (/ .); ed il successore Clemente
di Salisburgo ( / .). Narrai a FRANcu,che XII nel lySo approvò l'università di
la facoltà teologica di Parigi, ossia della Cervaria in Catalogna, già nel 17 17 fon-
Sorbona, tenne una lodevole condotta e data da Filippo V re di Spagna, e l'or-
si dimostrò zelante cattolica nell'insorto nò di molti e speciali [)rivilegi. Clemen-
Giansenismo, e per \e 5 Proposizioni te XIII nel 1709 confermò l'università
da esso condannate, che tante perturba- di Leopoli (l\)y eretta dal re di Polo-
zioni produssero nella Cliiesa ; nia per nia e allidala a'gesuiti; e nel 1763 ap-
la bolla L nigeniliis, coWa quale Clemen- provò quella di Cagliari (F.) istituita
te XI riprovò le proposizioni di Quesnel- da Paolo V
nel 606, e ne ampliò pri-
1 i

lo, il quale voleva colla maschera della vilegi. Clemente XIV neh 771 concesse

pietà propagaie gli errori di Giansenio, con sua bolla nuove lej'f'i e altre imrou»
come questi avea preteso di giuslidcare nità all'università di Ferrara. Nel1796
i condannati scritti di Baio col suo libro Pio VI confermò privilegi concessi da
i

^lugustinus, la Sorbona avendo prima Pio IV all'università de' medici e da'ti-


accettata e poi impugnala la bolla, il Pa- losofi di Cesena sua patria. Leone XII

pa sospese i privilegi dell'università, a nel 1824 riordinò gli sludi ne' dumiiiii
beneplacito della s. Sede, nel qual tem- della s. Sede colla celebre bolla Quod
po proibì il conferimento de' gradi sco- Divina Sapientia. Eccone un breve sun-
lastici, poi ristabiliti da Clemente XII to geneiico per ciò che riguarda 1' uni-
(|uando essa accettò la bolla nuovamen- versità pontilicie negli stati della mede-
te quale giudizio dogmatico della Chiesa sima s. Sede. Quasi interamente poi la

universale e legge del regno, confessan- r![)orterò a Università" Romana, insie-

do l'errore d'aver appellato al Papa me- me alle principali e successi ve disposizio-

glio infurinato ovvero al concilio gene- ni pontifìcie sulle università medesime :

rale. Innocenzo X eresse 1' università di di [)ÌLi in tale articolo vi sono moltissime
Manila (7.) nell'isole Fdippine, e nel nozioni non solo comuni ad esse, ma au-
[648 concesse privilegi a quella lììBaiii- coia alle università degli studi in gene-
berga^l .) istituita dal vescovoMelchior- le,onde va in questo tenuto particolar-
re Ottone. Clemente X con suo breve nel mente preseute, poiché si rannoda col
1673 comu)ise al vescovo di Majoica descritto per ulteriori notizie, eziandio ri.

(f.) l'erezione di quella università collo guardanti il [)ubblico insegnamento. Inol-


studio pid>blico ; e con altro breve del ile nel medusimo ai tic(jla noterò, quali
1675 confermò i privilegi dell'univeriji alili stabilimenti scienlilìci conferiscono

\k Studio generale di Cesena, luisoccn- gradi accademici in Roma, Leone XII di«
3io ONI U N I

dovessero essere due u- lastico. Inoltre i collegi sono come i con*


s.poì>e die iu essi vi
Ilivel•silàp!iuJa^ie,cioè^uuive^sitàdiRo- sultori nati dalla s. Congregazione Car-
llla e l'uui versila di Bologna, ciascuna per
dinalizia degli studi (F.). I professori
[

lo meno con 38 calledre, gabinelti e gli i


.«ii devono scegliere per concorso, idonei
per l'isUuzio- nella dottrina e ne'costumi, insigniti Del-
altri scientifici stabiliiueuli,

ue de'giovani nelle varie scienze. Di più la laurea dottorale in quella facoltà a cui

stabili 5 università secondarie, cioè di concorrono. Ogni professore deve inse-


Ferrara, Perugia, Camerino, Macerala gnare dottrine sane, e procurare colla
e Fermo, con almeno 17 calledre, ga- i voce e coH'esempio d'instillare nell'ani-
binetti e gli altri stabiliiuenli opporlu- mo de'giovani le massime della religione

jii. Dipoi nel 1826 Ira le università se- e del buon costume e ciascuno nelle sue
;

condarie aggiunse la ristabilita università facoltà deve confutare gli errori e siste-

d'Urbino. Dichiarò presidenti col titolo mi, che dìretlamenle o indirettameDle


d' arcicancellieri dell' università prima- tendono alla corruzione della giovenlù.O-
rie, di Roma il cardinal camerlengo, di gni professore di diverse cattedre ha un
Bologna il caidinal arcivescovo; cancel- sostituto soprannumero. In ogni universi-
lieri dell'università secondane, gli aici- tà furono stabiliti, la biblioteca col biblio •

vescovi o vescovi delle medesime città: tecario, l'osservatorio astronomico, imu"


gli uni e gli altri per sorvegliare al buon sei, i gabinetti affidali alla direzione de'
ordine delle medesime e all' osservanza professori della scienza relativa, non che
de'regolamenli, presiedere alla scelta de' l'orlo botanico dipendendo il custode dal
professori, edalla pubblica collazione de' professore di botanica,! bidelli eallri inser-
gradi accademici e de'premi. Per assen^ vienti. In ogni università fu destinala una
za o impotenza degli arcicancellieri can- chiesa oratorio per le sagre funzioni e
cellieri suppliranno i rettori di ciascuna gli esercizi di pietà, affidandosi la dire-
uuiversità, i quali sono nominali dal Pa- zione spirituale della scolaresca a qual-
pa, coadiuvali da'vice-relturi. Essere uf che corporazione religiosa, ad alcuni
ficio de'rettori la vigilanza immediala ri- degni e zelanti ecclesiastici, e per l'uni-
guardo alla conservazione della discipli- versità romana alla Pia unione di s. Pao-
Da da osservarsi da'professori, dagli stu- lo apostolo (F.). Nella chiesa o oratorio
denti, dagl'inservienti, ed alla condotta si fanno le seguenti funzioni ed atti di

morale e religiosa de'medesiuu. I rettori religione. Nel giorno dell' apertura del-
formano \\ calendario dell'anno scolasti- l'università si canta solennemente la mes-^

co, distribuendo le ore delle lezioni, esa- sa dello Spirito Santo, coll'inlervento de-
minando requisiti di quelli che voglio-
i gli arcicancellieii e cancellieri, rettori,
no essere ammessi agli studi e concorre- niembri de' collegi, professori e ufficiali
re a'gradi accademici eda'premi. In ogni dell'università, e tutti gli scolari. Termi-
università vi slabdi 4 collegi, cioè il teo- nata la messa ciascun professore e mae-
logico per la classe degli studi s.igri, il stro sono obbligati di fare avanti gli ar-
legale per la classe degli sludi legali, il cicancellieri cancellieri la Professione
uiedico-cliirurgico per la classe medico- di fede, prescritta da Pio IV; poi il pro-
cliirurgica, ed il lilosofico per la classe fessore a ciò destinalo recita 1' orazione
degli studi filosofici.
11 fine e l'officio pro- latina Pro inaugnratione studioriuii, e
prio de' collegi è di fjre gli esami, e di si chiude la funzione col T eni Creator
dare il loro volo nella scella de' prol'es- iV/y/r/Zj/.v, e co! l'oremus Deus omnium fi-
iori, nella colluzione delle laiuee e degli deliuni Pastor et Rector. Alla fine del-
allri gradi aecademici, e nella premia- l'anno scolastico, coli' intervento delle
ziuue Uc^li scului i alla lìac dell'anno scu- medesime persone, si cauta la messa Pro
U N I U >M 3.1
i^rdliiiruni actione, e poscia il Te Dciuii devono subire l'esame su lultoclò che ge-
colle urazioni Dtus ciij'us tnìsericordìae, neralmente riguarda la facoltà in cui si

e Dtus omnium. Similmente nel giorno domanda. Le lauree sono di 3 specie, d'o-
iti cui si celebra la festa del protettore nore, di premio e comuni. Le lauree d'o-
dcirmiiversità (lo sotio degli studi in ge- nore e di premio si conferiscono previo
nerale, l'arcangelo s. Michele, s. Caterina l'esame, fatto dal collegio della facoltà
V. e m.,in pailicolare, s. INicoladi Dari,s. di cui si aspira a'gradi, alla presenza del-
LnigiGonzaga,ec.),si canta solennemente l'arcicancelliere o cancelliere, o almeno
la ujessa propria coll'inlervento delle me- del rettore, e non meno dell'intervento
<.lesiuie persone. Ogni giorno di lezione di 6 membri del collegio. Chi non resta
vi è la messa a comodo degli studenti, e approvato nell'esame, può impetrare dal
in ogni domenica o testa di precetto la rettore la licenza d'essere a.innesso dopo
congregazione con pie pratiche e la mes- 6 luesi ad altro esame, e se anche in que-
sa : al finir della quaresima danno gli
sì sto non ottiene l' approvazione, non h.i
esercizi spirituali. Alla morte di uno sco- pi il speranza ci' nuovamente esa-
essere
lare o di persona addetta all'università, minato. I collegi devono usare negli esa-
nella I. "congregazione in luogo del not- mi un giusto rigore, affinchè questo espe-
turno e laudi della ss. Vergine si recita rimento non si riduca ad una mera ap-
rndicio de' defunti in sutfragio dell'ani- parenza. Usanilo i collegi soverchia eoa-
ma del trapassato. Se questo è professo- ilisceudenza in questa parte, la s. congre-
re o n)embro d'un collegio dell'univer- gazione degli sludi prende gli opportu-
sità, si canta la messa di requie coll'in- ni provvedimenti per impedire la rinno-
lervenlo di tutti i collegi, i professori e vazione di tale disordine. Quanto alie for-
gli scolari. Nelle 3 facoltà teologica, le- me esterne, il baccellierato e la licenza
gale e filosofica le università primarie e si potino conferire anche privatamente e
secondarie dello stato puntificio hanno senza alcuna solennità. Ordinariamente
il diritto di conferire i 3 gradi accademi- le lauree si conferiscono pubblicamente
ci, cioè del baccellierato, della licenza e in una sala dell'università, e colle con-
della laurea dottorale.Nelle f icoltà di me- suete formalità. Chiunque riceve la lau-
dicina e chirurgia le università di 2.°or- rea, o la licenza, o il baccellierato, deve
dine conferiscono soltanto i due primi fare ogni voltala professione di fede pre-
gradi, ma la collazione della laurea in scritta da Pio IV. I medici prima di ri-

medicina e chirurgia è esclusivamente cevere la matric(da di libero esercizio de-


riservata alle università di Roma e di Bo- vono prestare il giuramento ordinato da
logna. A queste due università è pure ri- s. Fio V colla bolla Supra gregcrn Do-
servata la facoltà di dare la matricola di nii/iiciiin,de2)\ 8 marzo 1 566, Z?/^//. Rom.
libero esercizio in medicina e chirurgia. l. 4. pi»'"- 2, p. 28 Medici, quac ser-
i :

IS'iuQO può conseguire la laurea, se pu- vare clebeaiit, in curatioiie iiifii'inorum.


ma non ila ottenuto il baccellierato e la Nelle facoltà teologica, legale, medica,
licenza. 11 baccellierato e la licenza nou chirurgica e filosofica si fa alla fine d'o-

può concedersi se non a quelli, che per gni anno scolastico il concorso per la col-

mezzo di esame ne sono giudicali meri- lazione delle lauree d'onore e di pre(nio.
tevoli da 3 meuibri del collegio destinali j'er mezzo di tale concorso annuo ogni
dal rettore. L'esame pel baccellierato si università conferisce 4 liimee in ciascu-
fa sopra tullociò che s'insegna nel [."an- na delle suddette facoltà. 1 due studenti,
no delcorsu scolastico; per la licenza so- che nel concorso hanno mostralo un me-
pra lulluciò che s' insegna nel 2.' e 3." rito singolare, ed hanno superato lutti
auDO. Quelli chudomaudauo la laurea, gli alili, ollengoao le prime due lauree
3.2 UM UNI
che dicnnsì ai! ìionorn» : gli aldi due nell'altre scuole inferiori a''2o sellemliie.

sludenli, che (Io|ìo primi due si saraii- i Gregorio XVI nel i833 iipprovò la ri-

no distinti, conseguono le altre due lau- soluzioite della s. congregazione degli stii-

ree die diconsi ad praeiniani. I privile- di, che presiedette, sul privilegio di poter
gi delle lauree rtY//iO//orf/// sono. i.L'e- conferire le lauree eie matricole in ni e-
senzione da ogni propina per qualunque diciiia e chirurgia a favore dell'universilà
liloio solita a pagarsi nel ricevere la lau- di Ferrara, quante volte istituisse le scuo-
rea. 2. La restituzione delle propine pn- le cliniche secondo la bolla Quod Divina
gale nell'otteneie i dusgradi del baccei- Sapicntia, pe' giovani della slessa città
lierato e della licenza. 3. Il diritto di pre- e provincia. Per le università dello stalo
lezione nel conseguimento delle cattedie, pontificio può vedersi la Collectio Icgnm
previo però il concorso, et caeltris pa- etordinatioiiiim de recta studìoruni ra-
rilnif:. 4. Il diritto di prelnzione nell'ain- tione, jussu eardinalis A. Lamhruschi-
nì\si\oneaco\\e^\,caeU'vispnr{hiis.\\iivi- ni S. C. Sltidiis moderandix pracfecli,
reali ad praemiitm sono esenti dalle prò- enva Prosperi Caterinì ejnsdem s. Con-
pine per qualsivoglia titolo solile a pa- gregationis sccretarii, Romae 1842. Il

garsi nel ricevere la laurea. Non hanno t. 3 Io pubblicò nel i852 cagJ Capalli
però la restituzione delle propine paga, segretario della medesima, nella prefet-
le nel ricevere i gradi di baccellierato e tura del cardinal Fornari. Gregorio XVI
della licenza. Per la matricola di libero col hieve HJaj'ori arte solatio, de i3 ili-

esercizio in farmacia, gli studenti devo- cembre i833, rispose alla lettera indi-
no compiere il due an-
corsoscolastico in rizzatagli da' vescovi del Belgio intor-
ni : prendonoilgiado dopo di baccelliere no all'erezione della nuova università
il i.°anno, dopo il 2.° la licenza. Appar- cattolica di Lovanio (V.) nel Belgio, ed
tiene alle università tanto primarie che avendola approvata, l'arcivescovo di Ma-

secondarie, giudicare dell'idoneità di co- liues e i vescovi del Belgio di Tournay,


loro che vogliono dedicarsi alla profes- Gand, Liegi, Namur e Bruges, con let-

sione di notaro. Le propine da pagarsi tera lo parteciparono al clero delie loro


sono: scudi io pel baccellierato, io per diocesi. Il ch.p. Theitier publìliuò il bre-
la licenza, 4o per la laurea. 6 per la ma- ve pontifìcio e episcopale a p. 47
la lettera

tricola di libero esercizio, 6 pel diploma e 53 dell'Appendice n.°8 della sua opera
d'idoneità al notariato. Gli studenti pò- intitolata: IL .seminario ecelesiastico. A.'

veri sono esentati dal pagamento delle 4 novembre 834 1 essendosi falla l'aper-
propine. I consanguinei ini. "e 2.° grado tura solenne dell' università cattolica in
de'membrì di collegio e de'professori in Malines, nella quale congiuntura si cele-
esercizio pagano la solamela delle propi- brò nella metropolitana messa solenne,
ne. Icun>anguinei egli aiutanti di studio dopo l'Eviingelo il rettore dell'univei'silà
di ciascun avvocato concistoriale, sono e- il Rev.°De Ram pronunziò il discorso che

sentali da qualunque spesa. Nell'univer- si legge negli Annali delle scienze veli-

sita e nelle [jubbliche scuole fuori delle giose l. i, p. i46 e 3o5. Propriamente
università,
anno scolastico comincia il
l' fu inaugurazione, poiché l'università fu
giorno 5 novembre, sebbène cadesse in istallala a Lovanio nell'anno i835, ed
pioved'i, e termina nelle due università ivi fiorisce. Gregorio XVI fu valido
primarie a 27 giugno, nelle secondarie [ìropugnatore del pubblico e privato in-
a 20 luglio. Nelle «cuule fuori delle uni- segnauiento, in favore del diritto del-
vetsilù superiori alla reltorica, termina la Chiesa, e leplicalamenle impugnò il
I anno scolastico a' 1 4 agosto, nelle scuole Panteismo, il Raziona lisnio, il Radiea-

duuiauità e di rellorica a' 7 sellcmbrCj Hsnia, il Socialismo {r.),ed altri ripro-


3

U iN I UNI 3 1

vevoli sislemi fJlosDfjci t dernagogicl. E se Ji tlolore il zelante Ponlefice, e a* a5


uoli^siiiio con ijiiaiila piiulenza e te v tue/. giugno dell'anno m<'desin)0 indirizzò al-

za si (liiiorlò Giegoi ioXVI versul'ab. La rEpisco[)at()callolico l'altra enciclica^/n-


Meiiiiais, la cui nieiiioiia è tiop|)0 sven- g/f/tZ/if/ioyjiiella qualedichiarandoquaa-
tuiataoiente famosa; quel La Mennais to egli si fos^e adoperato perchè l'inse-
clie a\eascrillo: Auclie Tertulliano avca gnauiento religioso si mantenesse nella
tielle \iiiìi;uja si peidetle perchè gli man sua integrila, e come si fosse rallegrato
co la [)iù necessaria che ruuiiltà. Verni- colla dichiarazione degli i i dicembre
lo a visitarlo in Piom.i stessa nel noveoi- iSSSdcll'ab, La Mennais protestandodi
Lre i83i, già delle sue dottrine da al- seguire uuicanjente e assolutamente la
cun teuipo s' erano incominciali a tra- doltriiiainsegnatacoH'enciclica del 1882,
vedere qite'fonesti germi, ch'egli poi svi ora non poter, dicea, celare il suo gra-
lijppò nel giornale intitolalo IViviT/»"rt*, 'vissimo alFanno vedendo aver l'abbate
iu cui con alcuni toUe a perorare la cau- pubblicata im'opera, eh' egli medesimo
sa della più larga liberfà, volendo separar inorridiva a leggere, avvegnaché in essa
la Chiesa dallo stalo, e nelle altre sue o- sforzavasi l'autore di togliere qualsivo-
pei e, le cui false dottrine il Papa riprovò glia vincolo di fedeltà e di soggezione de'
con l'enciclica Mirari \-ox arhilraniur, sudditi verso i principi, e di gettar la fa
de'i5 agosto 1882. » Echeggiano orri- ce della ribellione per cui ne venisse il

bilmeote le accademie e le scuole di mo- disprezzo de'magistrati, lo infrangimen-


struose novità d'opinioni, con cui non più to delle leggi, e la dissoluzione di tutti
cccullamtnte e con segrete mine lacat- gli elementi dell'ecclesiastica e civile pò-
lolica fede si attacca, ma scopertamente desta. Quindi Gregorio XVI notali gli
e sotto gli occhi di lutti, orrida e nefanda errori di quel perniciosissimo libro e l'a-

giìerra se le muove. Imperocché corrotti buso faitovisi della divina Scrittura, il

gli animi de' giovani allievi per gl'iusC' condannò come contenente proposizio-
gnameiiti viziosi e per pravi esempi de* i tii false, ingiuriose, temerarie, insinua-
pretellori, si è dilatato ampiamente il Ilici dell'anarchia, contrarie alla parola
guasto lagrimevole della religione, ed il divina, empie, scandalose, erronee, e di
funestissimo pervertimento de'costumi.... già condannate dalla Chiesa specialmen-
Bicordiiisi lutti, che il giudizio intorno al- le ne' valdesi, "wiclefisti, ussiti e altri ere-
la sana dottrina da insegnarsi a' popoli, tici di somiglievole pasta. In ultimo voi-
ihju meno che
governo ed il giurisdi
il gevasi a'vescovi, acciocché tenessero sai-
zionale reggimento della Chiesa è presso do il cattolico insegnamento, né si la-

ii Romano Pontefice, a cui fu conferita sciassero vincere dal nuovo sistema filo-
da Gesù Cristo la piena podestà di pa- sofico da non molto tempo introdotto, o
scere, reggere e governare la Chiesa uni- da ogni altro che si dipartisse dalle apo-
versale, siccome dichiararono solenne- stoliche tradizioni. Col (piale insegnamen-
nienle i padri del concilio di Firenze". I to per un'eccessiva e sfrenata cupidigia
suoi compagni couipilatori del periodico di novità non si cerca la verità, ma si

senza indugio si soggettarono alla pon- prescelgono dottrine vanej incerte, ed in


lilìcia voce, dicendo unanimi che Roma niun modo approvate dalla Chiesa, nelle
avea parlalo, eia causa era finita. La Meo- quali uomini stranissimi si divisano fol-
nais fìnse far loro eco, col silenzio in vece lemente di trovare il sostegno e l'appog-
n>edilò guerra alla Chiesa, finché nulla gio della verità. Pregare perciòil sommo
più Lisciò a dubitare delle sue prave in- Dio, oh' è duce della sapienza ed emen-
tenzioni, con mettere in luce nel maggio dator de'sapienti, a dire al traviato ec-

1 834 le Parole di un credente. Ne pian clesiastico un cuor docile e un animo ge-


voL. LXXXiH. 20*
3.4 UNI UNI
porli atl ascolfare la voce re di teologia, colla filosofia di Kant e di
neroso, che il

Fichte, osato colla sola ragione, mercè


del padre amantissimo. Dopo
tali fatti

del suo sistema filosofico, di dare una


Gregorio XVI a porre sempre più argi-
ne al torrente, comandò che
qualsivoglia nuova compiuta e rigorosa dimostrazione
estero volesse in Roma ordinarsi, sotto- a priori della religione callolica. Quin-
prima quella formola di cui par- di rigettati tutti i metodi segniti già da'
scrivesse
lai nel voi. XLIX, p. 58, nella
quale di- Padri, dagli scolastici e da'piìi sani teo-

chiarasse di ricevere le suddette due en- logi, tentando novella strada per giun-

cicliche, di approvar le dottrine conte- gere allo scopo avea stabilito per prima

nutevi, e di riprovare interamente lecon- base delle sue ricerche nullameno che il

tiarie, insieme al nuovo sistema fdoso- dubbioso ^jouV/'i'o, e venne cos'i costruen-

fico. Mentre in tal guisa Gregorio XVI do un edificio filosofico-teologico in cui

guarentiva i popoli dagli errori che pro- la dottrina cattolica era in molti e gra-
pagavasi in Francia dall'ab. La Mennais vissimi punti guasta e manomessa. 11 pon-
(un cenno biografico e importante di quel tifìcio breve Dum acerhisfimas, di con-
sciagurato e orgoglioso filosofo, deil'in- danna Ermesinni {T.), usc'i a' 26
degli

ftlicissimo suo fine, misera morte e ver- settembre dello stesso 835; ma tali se- 1

gognosa sepoltura, lo die la Civiltà- Cat- guaci di Hermes non tralasciarono per-
tolica,sev\e 2/,t.6, p. 107, lipariando- ciò di difendere le loro damiate dottri-

ne nella serie 3.", t. 6, p. 75. L'ottimo ne, venendo perfino alcunodi essi in Ilo-

storico di Leone XII, il cav. Artaud, nel ma per traltnre direttamente col Papa.
riferire lavenuta in Roma di La Men- Egli però usò sempre della fortezza pro-
nais nel 1824 sotto quel Papa, nel t. 2, pria del suo magistero, né si lasciò so-

e. iq della Storia di Leone XIF^e che praffare mai dall'insidiose loro parole e

opinione si avea allora di lui; dopo la promesse. Conosciute sono le parole pie-
sua prevaricazione si lusingava, che La ne di apostolica dignità di(ìregorio XVI,
Mennais sarebbe morto pentito e degno quando accolse lai." volta silfalti depu-
figlio della Chiesa ! L'egregio di lui tra- tati,non senza però quell'affabilità ch'erq
duttore, ci diede il novero degl'infelici in lui consueto; Exislimovos Roinnni ve-
lavori pubblicnli dall'abbate dal 1 824 ^l nisse non ut s, Sedem doceatia, sed ut ab
1843, epoca della pubblicala traduzio- en doceamini. Di proprio pugno scrisse
ne),non lasciava di conibnltere in pari e poi a'5 agosto 843 Gi'egorio XVI pub-
1

tempo quelli di Germania, ove per in- blicò il breve Inter maxima <; et aeer-
gannare con finto zelo di pietà gl'incauti, bissiinas alias turbolenti ssiinis hisce
Diacchinavasi con perversi insegnamen- temporibus, di condanna del libro inti-
ti una pretesa riforma nuova della Chie- lato Lettera sulla direzione degli stu-
:

sa, spacciala arditamente conforme al se- di di Franeeseo Forti ; opuscolo quan-


dicente bisogno de'tempi. Laonde a' 1
7 to piccolo di mole, altrettanto riboccan-
dicembre 1835 condannò alcuni de'prin- te di errori d' ogni genere, e sovversivo
cipali opu-<coli ditali pretesi riformatori, della podestà ecclesiastica. Finalmente
perniciosi libri che enumerò il eh. conte per non dir al Irò di quanto Gregorio XVI
Fabi Montani nelle Notizie storielle di propugnò il retto e sano pubblico inse-
Gregorio XI I, a p. 18 (temo errala la gnamento, massiuìe in Francia, e contro
data, e credo che il breve di coml-inuu le società bibliche, coll'enciclica degli <S

sia il ricordato nel voi. XXXll,p. 3 i


5, maggio i8'j.4, Inter praeeipuas innclii-
de' 17 settembre i833 e pubblicalo dal nationeSyW cui gravissimo danno può ar-
Bidl. Rolli, cont. t. IO), p. 270). Aven- gomentarsi dall'averesse, secondo il van-
do il weslfalo Giorgio Hermes professo- to de' piotrstanli, dilfuso t2 milioni di
UNI UNI 3i5
BibMc, dalla loro istituzinne in Inglii!- lore alemanno entiM in arringo colle se-
lerra flali8o4 fino alS3o, tradoUe in i giienti gravi e savie parole, sulle vere f'on-

i48 idiomi. Nel medesimo pontificato di damenta d'ima istituzione rispondente a


Gregorio XVI, il celel>re professor IMoeli- tntli i bisogni della mente e del cuore de'
ler pubblicò la sua Simbolica [F.),^\\\- giovani, a utilità universale. ».A'subbietli
r insegnamento cattolico e, protestante, di che a' nostri giorni si parla e si disputa
il Papa contrariò l'introduzione delle con piùdicaldezzn, s'appartienepurnuei-
.scuole infantili, delle quali i-agionai ne' lodell'ordinamento delle scuole. La que-
vol. LXIir, p. d'i e i5t5,LXIX, p, 261, stionesia quanto alla materia, sia quanto
stdl'insegnamento e educazione dell'in- al metodo dell'insegnamento, dagli sciiili
Canzia e puerizia popolare, come istitu- di pedagogia è passata in presso che tutti i

zione protestante nella sua origine, che giornali ecclesiastici e politici, e da'cou-
ben poco guadagnò trasportandosi dalla •sigli accademici nelle stesse private adu-
Scozia e ùaW Ingliil terra in Italia nelle iianze de'nobili e de'popolaiii : fatto con-
modificazioni operatevi, e per contenere solante in quanto mette in palese l'uni-
altri pericolosi elementi, comechè tenuti versale sollecitudinee amore per un og«
in principio quali efficaci mezzi di rige- getto a che si rannodano i supremi inte-
nerore politicamente l'Ilalia, e special- ressi dell'umanità ; ma fatto d'altra par-
mente per acquistare infiupuza nelle fi- te che contrista, in quanto ne mostra l'è-
miglie popolari la parte libertina. I\Ia fa nostra agitata da dubbi che presso a
degli asili o scuole infantili ne' loro inizi popoli inciviliti vorrebbonogià essere sta-
in Italia e quali sono in essa al presente, ti innanzi ogni altra cosa disciolti. Pe-
ne tenne dottamente proposito la Cìk'ÌI- rocche in così fatto battagliare e' non si
là Cattolica^ ne'iuogbi che ricordai, nel liatta d'uno o d' altro leuiperamento a
riparlarne, nel voi. LXXVII, p.i5o;Ia perfezione ulteriore di ciò che stava in
quale conclude, che se queste scuole e piedi, ma
d'un ordinamento da capo

questi asili infantili sono sotto l' imme- a fondo delle


istituzioni d'insegnamento,
diata autorità e direzione fle'vescovi, non Adunque il nostro secolo in una questio-
se ne dovranno temeie que' danni che i ne d.i cui lutto dipende il bene o il male
saggi paventavano nella loro introduzio- de' popoli, non è per ancora arrivato a
ne. Ivi è posta in sicuro anche la purità chiarirsi de' primi e universali principi!
della fede, ove sugli animi esercita una di educazione. Stalo e Chiesa, le varie
morale influenza la parte piìi elevata del- classi e le attinenze tutte della civile con-
ia società, il clero. Se questa verità è dal- vivenza vogliono uomini di buona lem-
l'esperienza provata, è certo egualmeu- pra d'animo e di mente ben informata:
le che un mezzo polente per conferma- eppure ecco che da quasi un secolo dura
re ed accrescere quest'influenza èl'istru- fra noi questo ricercare inquieto della via
zione pubblica della gioventù posta in per la quale s'abbia a recare la gioven-
mano de' sacerdoti, pel diritto che ha il tìi a una educazione somigliante I
" Fi-
clerodi prendervi parte. Sulla coiitrover- naimenle nel 5 de' citati Annali, a p.
t.

sia perciò neh 84.1 insorta in Malta, può 385, mg."^ Angelo IJianchi maestro delle
vedersi il t.i^òn^x Annali delle scie U' ceremonie pontificie, ragiona e riporta un
ze religiose a p. 4i- Nella 2.'' serie, t. 3, bel sunto delia doUa opera del zelante
p. 383 de'medesimi Annali, si dà con- mg.' Pietro Parisisallora vescovodi Lau-
tezza dell'encomiata opera pubblicata nel gies ed ora d' Arras, onore dell'episcfj-
1846 in Magonza da J.W.Karl Sulle : pato francese, colla (piale egregiamente
antiche e moderne scuole, ò\cn\^iic\ pa- sostenne la libertà dell'insegnamento iu
loia nel voi. LXIII, p. 70. L'illustre au- Francia. Essa porta per titolo: Libertà
3 i G L' M UN I

ih Ila Chitsa. 1
.'
Esame Delle Usurpa-
: frettante colle opere del prof di Torino
zioni. 2.°Eiame: Delle Tendenze. 3.°E- Gio. Kepomnceno JNuylz intitolate: Ju-

sanie: Del Silenzio e della Piihhlicilà. ris ecclesiastici ìastitutiones: In j'us

Piiii"i 1844-4 J- Questo illusile prelato, ecclesiasticum universum Iractatioìws.


or sono 20 lini, pel primo ipi islinò in
il 1 Quesl'nltiuìo a dispetto della condanna
Francia nella sua tiiocesi di Langres la pontificia contro il suo insegnamenlo,ap-
Liturgia roiìiana e la sua Vffìziatura pellò deplorabilmente ul popolo col libro:
della Chiesa {f'.)j si levarono alti cia- Il professore JXuyls a' suoi concittadi-
ngoli, ma il nobile esempio ebbe rapida- ni, Torino 85 I 1 . Del professore e de'suoi
mente pi essochè universale imitazione. errori tratta la Ci\'iltà Cattolica l.
7, p.
Louìe celebrili anche nel 2.° de'citali ar- 58oeinaltri luoiihi. Nello stesso 1 85 il 1

ticoli. Ora il c;udinall\l<itliien arcivesco- l^apa approvò il memorando concilio na-


vo di UesancoUjCon circolare ha promul- zionale di 27n/;7eAY7^".j. nel quale fu decre-
i;a!o il iilorno dell' arcidiocesi alla ro- tata l'apertura d'una università cattolica
mana liturgia e ufljzialura; ed altrettan- inDublino per l'Irlanda. poielTettuata,con-
to ha latto uig/ ]\lenj;uid, vesco\o di Iro il fatale insegnamento laicale misto, di
Kancy ei.''liuiosiniere ili Napoleone III. facoltà incredule, ne'coHegi della regina
Adunque nella floridissima Francia non istituiti nell'Irlanda; dubbi in progredì-"
leslano più che sole 5 diocesi circa, nelle re nelle scienze, e pericolosissimi pe'cat-
quali il desidcialo ritorno non abbia per tolici, alla loro fedeea'Ioro costumi, per-
anco avuto luogo, e io fervorosi voli a ciò condannali dalla s. Sede, vietandosi
Dio che lo abbia pronto e completo, ad a'cattolici l'intervento all'università mi-
iirimorlale onore e decoro della nobi- sta del governo. Cosi l'edificante Episco-
lissima Chiesa di Francia. Anche il re- pato irlandese imitò i zelanti vescovi di
gnante Pontefice Pio IX (/ .) più vol- Francia, che in quest'ultimi tempi tanto
te alzò la sua apostolica voce sul pubbli- alto hanno gridato contro le detestale
co e privato inscgnaiìienlo, riprovando norme d'insegnamento statuite ed appli-
i mostruosi errori d'ugni genere d'alcuni cate in quel vasto regno ; e seguendo al-
j)cr propagare dottrine contrarie alle ve- tresì in questo altri nobili esempi che ne
rità cattoliche e per dilFondere l'indiffe- ha dato l'Episcopato di altre nazioni, nel-
rentismo COI) empii sistemi; deplorando le ultime recenti celebrazioni ò& Sinodi
eziandio la ftinesla, invereconda e sbri- (T' .),ò.\ che parlai a'iuoghi loro e di quan-
gliata stampa de'libercoli, co' quali s-i fa to statuirono sul pubblico insegnamen-
atroce gueiia alla religione e alla mora- to, che di sua natura vuole essere diretto
le, e si eccitano turbolenze e discordie, dalla Chiesa e regolalo dalla sua mater-
volendosi inoltre a tutta possa introdur- na autorità. Di più nel sunnominato ar-
re in Italia le velenose dottrine prole- ticolo riparlai della grande questione
slanliche. Più volte eccitò T Episcopato dell'insegnamento, che di sua natura vuo-
con lelleie encicliche a curare con ogni le essere diretto dalla Chiesa e da essa
studio il cattolico insegnamento pubbli- dipendente. Circail settembre 1802, in

co, ed immune dalle pestifere opinioni in conseguenza deidccrefo de'io aprile che
voga. A"2 giugno ib5i col breve Mul- modificò l'ordine dcH'insegnamento for-
tiplices Inter, condannò e proibì l'opera mandone due rami distinti per le scien-
.spagnuola di Francesco di Paola G. Vi- ze e per le lettere, tra' vari decreti che e*-

gli, intitolata:
Difesa dell' autorità del luanarono dal ministero di pubblica istru-
£0\Trno e f/eNrsroi'/, contro le preten- zione in Francia, il più importante fu
sioni della curia romana. Ed a'22 ago- <|ue!lo che regola rinsegnamento ne' li-
sto col breve Ad /Ipostolicae, fece al- Dopo tao-
cei dipeudeuli dall'università.
UNI UNI 3 1

7
te illiibioiii e vaneggiamenti comìnciossi Tanno stringendo i vincoli politici che le-

etìicacemente ormai a cotnpiendeie du gaiio 1'


injpero austriaco cogli altri stali
alcuni governi, clic il seiitinienlo religio- del continente europeo, specialmente iu
so è la base d'ogni dottrina. Dicealo già Germania, in Francia e in Italia. La Ger-
Bacone, die la religione è un aroma il mania più prossimamente collegata col-
quale preserva le scienza dalla corruzio- l'Austria e dalla lingua e dagl'interessi e
ne. E non si avessero a deplorare gli
cos'i dalle persone dinastiche, abbisogna piu'-
efFcIti che nacquero dalla noncuranza di troppo di replicati e gagliardi impulsi se
massima colanlo salutare! Ammaestra- dee giungere ad accettare volonterosa o
lo da lunga es[)erienza anche il governo perlomeno a tollerar paziente la medica
di Spagna comprese, non potersi più ef- mano del cattolicismo che con lento, ma
lìcacemente provvedere alla felicilà del visibile progresso si prepara a spargere i

paese, che colla soda e religiosa educa- suoi farmachi sulle piaghe sanguinanti,
zione; e ciò per l'istanze dell'Episcopato, anzi incancrenite delle tante pregiudizie-
e inerendo ad uno de'più rilevanti arti- voli università razionalistiche che strasci-
coli del concordato ultimo, concluso tra nano ogimn sa dove la misera gioventù
la i9y[?tì'^/i<7 e la s. Sede. Ne'primi del 1854 alemanna. 1 buoni concepirono pel con-
ia celebre Sorbona di Parigi riaprì il cor- cordato liete speranze, per gli esempi che
so della teologia, alla presenza ili mg/ ritengono produrre nell'animo di iVapo-
Sibour arcivescovo e del fiore più eletto leone III, se mai un qualche sodio dello
di quanti lianno in islima le scienze spe- spirito universitario del libero insegna-
ciilative. Vi fece la prolusione d dotto mento tentasseribadirequel!ecatene,che
ab. Maret decano tiella facoltà teologica, appena salito sul trono de* fran-
stritolò
con esordio rispondente all'elevatezza cesi,onde i vescovi riacquistarono la hber-
ilellc prossime trattazioni. L'oratore dis- tà dell'insegnamento ne'Ioro collegi e se-
se di belle verità, sebbene dine all'orec- ntinari; non che in Toscana per compie-
chio di certi pietesi rifuiuiutori de'nostri re l'opera redentrice della Chieda, inizia-
gioini. Disse che la facoltà teologica non la ne' primi articoli già concordati colla
può considerarsi come decisamente sta- s. Sede, ma non favoriti dal cav. Giovan-
Lilitd, finché manchi della istituzionedel- ni Bologna, ministro degli affari ecclesia-

la s. Sede: disse pure che lo stato odier- stici testé defunto, quale tenace sostenito?
no tiella ha specia-
scienza e degl'ingegni re delle leggi Leopoldine. A seconda del
lissimo bisogno d'un clero educato a se- riferito dalla Civiltà Cattolica, sei'\e 3.*,
veri studi teologici : ricordò la gloria del- t, 5, p. 3j5, ora con più di fondamento si

l'antica scuola di Parigi immortalala da spera che il governo di Toscana segua il

un s. Tommaso d' Aquino e da un Bos- bell'esempio dell'Austriaco, ricredutosi iti

suet, alle tioltrine e agli esempi de'quali opere di leggi e massime contraiiealla li-

debbonsi ispirare giovani i leviti ; soggiun- berta della Chiesa, Si fanno voti fervorosi
se che questi furono uomini e per couse- che il saggio governo Toscano couiponga
guenza possono qua e colà aver errato: una volta definitivamente questa sospi?
una sola essere l'autorità infallibile, quel- rata concordia fra la Chiesa e lo .Stato,

la della Chiesa e del suo Capo. La fer- dopo 80 e più anni dacché le deplorabili
mezza del saggio governo austriaco nel innovazioni di Leopoldo I (troppo tardi
volere dalla Chiesa, mediante il recente inutilmente pentito) e le stravaganti a-
concordato di /zV/i«(7(/^.), guidata e san- berrazioni di Scipione Ricci, sconvolseiQ
tificala la pubblica istruzione, è un prò- i principii del duiltoecclesiaslicOjanco nel
nostico tanto più consolante e lusinghie- ptd)l)|ico e nel pi ivato insegnamento, av-i

ro per lullH la crialiauilà, (pianto più si vilirouo U clero e apriropo fiilahpeule Ig


3i8 UiM UN I

porle a lagridievoli scissure fra le due au- io il la licenza, e 7


baccellierato, la 68 1

torità.
laurea. Inolile 17 studenti sono stali a-
vasto argomento del pub- bililali all'esercizio di notaio. L'univer-
Su questo
blico e del privalo iiise;^namenlo,e
de'di- sità di Bologna ha avuto i4i sludeuli

ritli della Chiesa nel


legolarlo, egregia- di giurisprudenza, de'quali 24 sono stali
mente e ripetutamente in più luoghi di- dichiarati baccellieri, 32 hanno avuta la
scorre medesima Ch'tltà Cattolica, co-
la licenza, 27 la laurea, e 4 sono stati di-

niti nella serie 2.', t. 6, p. 5 La Chiesa : chiarati notai. Nelle altre università han-
nelle Scuole dello >V/^to, quanto al pun- no conseguito il baccellierato di giuris-
to accennalo. Non ha guari si parlava prudenza 5o studenti, la licenza 4'. e '»
molto d' una università cattolica, come laurea 3o. Onde nelle università dello
quella di Lovanio, da aprirsi nell'impero Stalo in giurisprudenza sono stati con-
d' Austria, Ora riporterò alcuni cenni feriti i53 gradi di baccelliere, i3i di li-
slalistici riguardanti diverse iniiversilà cenza e 128 lauree. Le varie ficollà me-
L'^-
di sludi dell 856. Couiinciando dall' diche a Roma hanno avuto 269 studen-
niversità Romana e dall'altre dello sia- ti, a Bologna 274, e nelle altre univer-

lo pontificio, olli'e le particolarità de- sità qi. Di questi hanno conseguito il

Kcrille in quell'articolo per la romana e baccellierato in Roma 37, la licenza 44»

per gli altri slabilimeuli scientifici di Ro* e la laurea 38. Inoltre 32 studenti han-
aia, si ha dal n.° 227 del Giornale di no avuto la matricola in bassa farmacia,
Roma 8 16, la seguente statistica ri-
del 1 34 in bassa chirurgia, e 17 in veterina-
cavata d,i esatte informazioni della s. con- ria. Nell'università di Bologna sono slati
gregazione degli studi, -j Fra le varie uni- dichiarali nella facoltà medica 16 bac-
versità, che si trovano nello stalo pontifi- cellieri, 6e 20 laureali: fra g'i
licenziali

cio, le pia frequentate sono quelle di Ro- studenti checompiono il corso per la
ma edi Rologua: la i,\luranle l'annosco- laurea medica hanno avulo la laurea in
laslico i8ì5-56 ha avuto 876 scolari, e chirurgia 3i. Nella facoltà chirurgica 19
la 2." 487. Le altre università sono siale hanno avulo il baccellierato, io la licen-
frequentale da 43o giovani il che forma : za, e 9 la laurea. Sono poi slati laureati
un totale di 1793 giovani studenti nelle in medicina (o di quegli studenti che
università duno stato, la cui popolazio- compiono il corso per la laurea chirur-
ne arriva a 3, 100,000 anime. E que>lo gica. Inoltre 23 hanno avulo la libera
numero diventa mag;5Ìore, se vi aggiun- [)ralica in clinica medica, 1
7 in clinica
giamo aucora tutti i giovani ecclesiaslici, chirurgica. In farmacia hanno avuto 7 il

che frequentano le Seminario


scuole del grado di baccelliere, 9 la licenza, e 4 la

Homano, e de' Collegi Romano ed Ur- libera pratica. In veterinaria 3 sono siali
bano di Propaganda fide, \ quali vi ri- dichiarati baccellieri, 1 ha avuto la li-
cevono i gradi accademici, ned i ."slabili- ccnza,e 7 hanno conseguila la libera pra-
meulo in teologia e legge civile e cano- tica. Le altre universitàhanno conferito
nica, e negli altri due ia teologia e filo- nelle varie facoltà di mediciua il baccel-
sofia soltanto. Nelle varie uni versila, com- lierato a 21 sludeuli, la licenza a 6, e la
presi il seminario romano ed i due col- laurea a 4 : oltre il libero esercizio con-
legi suddetti hanno conseguilo nella f i ferito e in bassa farmacia ed in bassa
colla teologica grado di baccelliere chirurgia a 17 individui. Per lai utodo
il
73,
la licenza 3o, e la laurea 5^. Nella sola iu tulle l'università dello Stalo sono sta-
università romana! giovani, che frequen- li nelle varie iacollà di medicina confe-
larono le scuole di giuiisprudeuia, so- riti 80 gradi di baccelliere, 34 licenze e
no stali 371, di cui 89 hanno coast'gui- i52 lauree. Gli sludeuli che nell'univer-
U N I UNI 3i9
fiità romana lianno frequentalo le f.t- numero 3oo, con 10,000 allie-
di circa
toltà delle matematiahe sono slati ig?; vi approssimali varaente. V'ha inoltre per

e di questi l5 hanno avuto la matrico- l'insegnamento inferiore una scuola nor-


la in archilellura, 3 l'hanno conseguita male che forma istitutori e istitutrici e
come ingegneri, 17 sono slati dichiarati che è stata frequentala nel i856 da 4^
baccellieri, 3 1 hanno avuto la licenza e L'insegnamento secondario com-
allievi.

19 la laurea. Inoltre 19 studenti hanno prende stabilimenti di due categorie: le


conseguito la matricola per misurare le scuole elleniche eginnasi. Le pi ime, che
i

fabbriche. INelle stesse facoltà in Dulngna dipendono direttamente dallo Stalo o


17 hanno avuto il grado di baccelliere, hanno carattere privato, sono gS e com-
21 la licenza e 12 la laurea. Inoltre 1 i prendono 4992 allievi. ginnasi, dove I

studenti hanno avuto la matricola di li- entrano giovani all' uscire dalle scuole
i

bera pratica d' ingej^nere. Per cui nelle elleniche, sono i con 182 allievi. Vi
1 i

sole università di E.oma e Bologna nel sono anche alcune scuole speciali, come
i856 sono usciti i4 iugegtieri e 23 ar- quella degli Evelpides, che dipende dal
Le università ili Perugia e di Pio-
chitetti. ministero della guerra, la scuola poli-
(na hanno avuto da 4o studenti di agra- tecnica posta nell'attribuzioni del mini-
ria. Le scuole di lingue antiche e di liu- stero dell'interno, e una scuola d'agri-
gue orientali hanno avuto pochi studen- coltura. L'insegnamento superiore si dà
ti, le scuole più fiequentale iu Roma so- all'Università Ottone, la quale neli856
no slate quelle della facoltà legale, ed a avea 590 allievi, di cui 22 nella facoltà
Bologna fjueile delle f<icollà mediche.' di teologia, 2 19 iu quella di diritto, 228
Fra gli 867 studenti che hanno frequen- in quella di medicina, 79 in quella di
lato l'universilà di Roma, 238 sono ro- ^"^ scuola di farmacia. Il
lettere, e 4'^

mani, e di questi 1 06 appartenevano al- personale insegnante è composto di 4^


le facoltà legali, 64
alle facoltà mediche, professori. In somma esistono nel regno
e 68 alle matematiche. Giova poi avver- di Grecia 860 stabilimenli d' istruzione
tire che presso 1'
l niversilà Romana pubblica in ogni grado, e l'insegnamen-
(ne! quale articulo ne ragiono) non esi- lo vi è dato da 122 professori e 989 mae-
stono le scuole di filosofia: con queste stri a 56,874 a'Iievi, Quando si conside-
aumenterebbe di mollo il numero de- ra che la popolazione della Grecia ecce-
gli scolari, l giovani che studiano iu Ro- de appena un milione d'abitanti, e si vo-
ma passano dopo d'aver
ail' univeisilà glia eziandio tener conto dello stato re-

ktiidiatu niosoiìa, matematica e fìsica al lativamente inferiore di quelle provincie,


seminano romano, al collegio tomano, alle quali 1' azione del potere centrale
ed al Liceo della Face (aggiungerò e de- può meno facilmente pervenire, si deve
set ivo nel luogo citalo, le scuole del prof. riconoscere che questo risultamenloè de'
Marucchi e del prof Aloisi), istituti do- più soddisfacenti e fa onore al governo

ve sono ammessi indi>tintamente gio- i del re Ottone I di Baviera. Malgrado le


vani ecclesiastici ed i secolari". L'istru- diflicoUà di ogni sorta che la Grecia ha
zione pubblica in Grecia, come in tulli dovuto superare, il governo attende se-
i paesi, ha stabilimenti di 3 gradi : inse- riamente con zelo particolare a ricercare
gnamento primario, medio e superioie. e ad attuare tulle le migliorie di cui i'iu-
L'insegnamento primario si dà in iscuo- segnameulo pubblico è suscettibile, cu-
le mutue e in iscuole simultanee. Quat- rando soprattutto lo studio delle scienze
tioceulocinquanta di tati stabilimenti, e della medicina, e la frequentazione del-
con 4'>597 allievi erano organizzati nel le scuole primarie obbligatorie per tut-
)856. Le altre scuole primarie sono iu ti i ragazzi sino all'età di dodici un-
3,o V N I UN I

Da un cenno statistico delle universi- Pietro V, nel discorso pronunziato per


Ili.

degli studenti scrini ne' l'apertura ilella sessione ordinaria delle


tà di Germania,
recistri universitari e che fiequentano Cortes del 1857, disse: » lo riguardo lo

4 fucoltà, si legge. Che Berli-


lina (Ielle
svolgimento della pubblica istruzione co-

no conta i5oo studenti, Monaco 1437, me una delle principali, se non la prima
Lieslavia oWralislavia 902, Lipsia 809, delle necessità pel nostro paese, come la

Ijoiina 765, Wurzburg 756, Tuhinga base più solida e piìi durevole di (jualsiasi

^01, Halle 657, Golt'iig''' 640, Heidel- migliora mento avvenire; e spero che que-
berga 63 i Erlangen SSg, Miinster 427,
,
sta questione, d'interesse vitale per noi,
Jena 39i,RònigsIjerg 3655,Giessen354, vi sembrerà degna di tutta quella atten-

Fr)buigo;334, Marburgo 247, Greifswai- zione che a me par meritare. Sull'istru-


de 228, Riel 34- Ricavasi dalla statisti-
I
zione primaria soprattutto, per la cui dif-

ca ili governo del Belgio il numero degli fusione generale il mio governo vi pre-
studenti che frequentano le scuole del- senterà varie proposte di legge, io chiamo
le varie università. Quella cattolica di Lo- presentemente l'attenzioue vostra, quan-
\aiiioconta638 scolari, de'quali 176 nel- tunque io non consideri come meno de-
la filosofia e lettere, 90 nelle scienze, 167 gni d'interesse 1' istruzione secondaria e
in tnediciiia, 172 in legge e 58 in teolo- l'insegnamento superiore". Sul grave ar-
gia. Questa università sta sotto l'alta di- gomento eziandio delle correnti questio-
rezione dell'Episcopato, ed èia sola che ni del pubblico insegnamento, ujolto ne
abbia la facoltà teologica. L' università ha sapientemente ragionato la Civiltà
libera di Brusselles, sotto la direzione del Cattolica, e (\iiì ricorderò alcuni de'tanti
gran maestro de'frammassonijba 367 slu- argomenti da essa svolli. Nella 2." serie,

«Iciiti. L' università di Liegi, dipendente t. 7, p. 62 I : Influenza dell' insegna-


dal governo, ha 622 studenti. L' altra u- menlo nello svolgimento del pensiero.
iii versila dello stato, che si segnalò per Nel t. 8, a p. 25 Dell' educazione del-
:

certe dottrine pericolose,non ne conta piii uomo e della donna. Nel


l' o, a 8 t. [). 1 :

di 294, e la facoltà di filosofia, che prin- DelU insegnamento siccome parte della
cipalmente die motivo a'richiami de' ve- Pedagogia. A p. 396 Le scuole lettera- :

scovi, nel corrente anno ha 27 scolari, rie per tutti. A p. 610: Le scuole pel po-
mentre nel i 'Ò56 ne contava 43. Nel par- polo. Nel
1. o, p. 296 384 // Catechi-
1 I :

lamento Belgico di novembre, fra le que- smo scuola del popolo. Nel 1. p. i 7 1 t
,
;

stioni agitate, la piii importante fu quella Di alcune scuole inedie tra le letterarie
religiosa e politica, a cui die origine lo e le popolari. Nella 3," serie, t. p. 34i i
,
s

strano procedere d'alcuni pi'ofessori del- L^a altra parola alla Pedagogia popo-
l'università di Gand, meritamente cen- lare. Nel t. 2, p. 4^ ^' i"i donpio Ari- • '•

suralo dagl'illumiunti vescovi delle dio- stotile. Nel t. 5, p. 493 : La libertà del-
cesi di G;uul e di Bruges. Delle discussio- Viasegiiainento, che si discuteva, nella
ni parla l;i Ci'vil/à Cutlolica serie 3.', t. 5, camera de' depula li a Torino. A p.499 s

\ì.377, osservando tra le altre cose che Dell'università di Parigi e del libero in-
l'enciclica di Gregorio XVI, che nostri i segnamento in Francia. Ap. 748 Del :

avversari non rifiniscono di gettarci in biforcamenlo degli studi, sistema recen-


viso, era indù izzalacontro ledoltrine ra- te d'insegnamento, che a motivo ile' la-
dicali di Li Meimais. e condannava l'in- menti pe' suoi tristi elfelti, questi fanno
iliileren/a, non la toller-uiza civile. In la- sperare modificazioni. A p.280: Pericoli
lediscussirme solenne la buona causa del- d'una teorica; la coutiuuazione e fine è
la Me e de' buoni costumi ottenne felice riportata a p. 529. Dopo aver ragionala
successo, il regnante re di Poi lot'ullo d. suH'iodule rea dcirOntuh^gismo in ordì-
U N I UNI 3-2 r

ne alla religione , discorre l'argomento ogni usurpazione non può partorire che
per rispetlo alla scienza con Spunti: r.' odio e nimistà, non è da prender mara-
L'Ontologismo non è un'opposizione ma viglia se siiTatta foggia di filosofare riesce
una continuazione del Cartesianismo. 2.° da ultimo a manifesta nimicizia colla teo-
L'Ontologismo è un ritorno ni principio logia, e tende a risolversi in perfetto ra-
scettico del Cartesianismo, 3." L'Onlulo- zionalismo. La qual perversa sentenza po-
gismo è un ritorno al principio pantei- trà venire più o meno frenata, finché l'On-
stico delCartesinnismo. Non essendo ma- tologismo si troverà in mano a pii eccle-
teria per la mia pochezza, ripeterò solo siastici buona volontà; ma
o a secolari di
alcune parole colle quali comincia e ter- passato una volta in boba di persone, se
mina il grave argomento. "Non ci Ija cosa non irreligiose, almeno itulifTerenti, esMj
oggimai sì confessa universalmente da conerà alla libera secondo l'impeto della
lutti i buoni, coma lo stato lamentabile propria natura. E però, torniauìo a ripe-
in che è caduta la filosofia in tutte quelle tere, è inganno luttuoso quello di alcuni,
scuole donde le influenze della teologia i quali guardando alla moderazione de
vennero escluse. L' indi|)endcnza prote- gli onlologi, appartenenti alla schiera de'
stanlica discesa dagli ordini della reli- buoni, credono esagerati i nostri timori,
gione in quelli della scienza vi cagionò non e forse ci mettono in voce di malinconici
jneno universale conquasso e funesto. Co- sognatóri. In fatto di scienza non si dee
me nel primo era pervenuta a snaturare guardare alla soggettiva disposizione del-
e spegnere il vero rivelato, così nel secon- le persone, ma all' obbiettiva de' piin-
do giunse a manomettere ed annientare il cipii. Dove questi sieno rei, debbono a
vero razionale. L'ultima parola da lei grande studio rimuoversi j la comechè
proferita in nome della riforma filoso- bontà di chi li maneggia ne attenui o ne
fica suonò dall'una parte l'ateismo scet- litardi o eziandio ne impedisca gli eflel-
tico, dall'altra il panteismo ideale. Al pri- ti ". Il Fabi-Mun-
già lodato monsignor
mo diede origine il sensismo di Locke, al lani nel suo Ragioiuimenlo discorse pu-
secondo il razionalismo di Kant. 11 me- re del pubblico insegnamento, e solo mi
dico inglese non riconoscendo altro fonte limiterò a riportarne un piccolo brano.
per le idee se non i sensi e la riflessione, «L'Episcopato fu dallo slesso Redento-
ebbe aperta e lastricata la via alla sen- re dato a maestro delle genti universe.
sazione trasformata del Condillac e alle Non più adunque gli si contende dalla
negazioni ontologiche degli Enciclopedi- civilepodestà un tale ufficio: torni a si-
sti. 11 sofista alemanno, iLrivando la co- gnoreggiare gli studi, giudichi delia va-
noscenza da forme soggettive, costitutri- lentia de'professori, ne guarentisca la re-

ci dell'essenza stessa del nostro spirilo, ligiosità, e mantenga vivo e possenle il

pose l'antecedente logico del panteismo grande principio della cattolica unità. In
egoistico di Fichte , a cui poscia Schel- forza di questo principio, il mondo iu-

ling ed Hegel diedero obbiettiva e movi- lellettuaie, sociale e pohtico subordina-


mento. Queste cose sono oggi mai sì conte to alla Chiesa, riceva da essa quella sa-
che sarebbe o[)era affatto sovercliia il lutifera direzione ed influenza, di cui le

prenderle a dimostrare. Nondimeno Lo- storie di ogni tempo ci forniscono esem-


cke uè Kant non formino il primo anel- pli. Vedremo allora diminuiti, se non
doppia catena; un tale anello
lo di i|nesla cessati, i politici rivolgimenti, e rimes-
a dir propriamente è Cartesio. E' questo sa in trono quella vera filosofia, che be-
un vero riconosciuto anch'esso al presen- ne appresa è uìadre feconda di tutte le
te da quanti discorrono intorno ull'oii- buone arti, estirpa dalle radici i germi
giiit; logica de' sistemi. , . , E perciocché d'oj^ui male, coltiva l'animo, il risana, e
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i!n cui possiamo trarre granile soccorso leloro funzioni senza un'educazione scicn-
l'd ainlo a vivete beneepiosperevoloien- lifica'". ludi passa a uanaie, che già sino
te". Il eli. mg."^ Celestino cau. prof. Ma- dal YI secolo i concilii comaudavanoclie
selli di Fano, pubblicò un liello ed erii- i giovani cliieiici fossero istruiti sotto la
dilo articolo nel I. 2 i , n.°i 4 dell'y/Z/^z/wi direzione de' vescovi, nelle Scuole per-
Hi Roma : DvlV influenza e autorità del- ciò stabilite, ed ove s' insegnavano iinclie

la Chiesa sulla puhhlica istruzione. Es- altre scienze oltre l'ecclesiastiche, scuole
.«0 principia con queste veridiche e in- clie non tardarono ad estendere al po-
contrastabili parole. " Se la Chiesa i)a polo il beneficio dell' istruzione; puicliè
sempreniai esercitata un'alta universale da principio vi furono ammessi, pergra-
influenza sulla pubblica istruzione, come zia de'vescovi, i figli de' gentiluomini, e
sola maestra e depositaria della verità, in seguito tutta la gioventù volonterosa
unico scopo delle scienze umaneedivine, d'apprendere. Che i romani Pontefici
l'ha esercitata non D)eno per una [)re- non tardarono a rendere oggetto della lo-
scriyione immemorabile ed antica quau- ro sollecitudine la pubblica istruzione, la

to \\ cristianesimo, di cui rap[)resenta i quale fece maggiori progressi allorché i

meriti verso la società, e 1 conseguenti in- monaci si dierono agli studi, onde diven-
contestabili diritti. Questa prescrizione nero celebri diverse scuole de' monaste-
iniziata col più sagro e glorioso titolo, e li, aperte eziandio a tutti gli studiosi che

legittimata dalla successione de' secoli e volevano approfittarne ; per cui tali scuo-
dalla gratitudine de'popoli, ce la duno- le monastiche divennero tipo de' nostri
sfraad evidenza la stoiia. 11 titolo che ha collegi, esomminisliarouo l'idea e mez- i

laChiesa sulla pubblica istruzione, è co- zi allafondazione delle università. Pari-


me quello che hanno genii creatori sul- i gi e Londra avevano le scuole comunali
le opere loro, e la società sotto questo rap- e quelle private de'inaestri delle arti, che
jiorloliain verso di lei quell'obbligo che talvolta erano anche di speculazione; ma
dee a chi le ha ridonalo la vita intellet- desse quantunque separale dalle chiese,
tuale,ii-iUscitandoIeantiche scienze. Con- erano soggette a'vescovi, che peruietten-
ciossiachè, a misura che queste andava- done l'apertura vi esercitavano il diritto
no morendo fra'disordini e gli sconvol- d'ispezionegenerale, mediatao immedia-
gimenti dell'impero, da un pe/zo uman- la. Osserva, che da queste scuole comu-
ni che Oiloacre re degli eruli gli dasse insieme unite si fortua-
l'ul- nali e particolari
timo crollo, risorgevano piene di nuovo rono a poco a poco l'università, e la i."
vigore nelle mani della Chies;», sotto le quella di Parigi, fu da' monasteri forni-
forme che loro imprimeva il cristianesi- la di professori e scolari: salita in cele-
nio. Egli è vero, che il gran punto verso brilàio tutta Europa,lnnocenzo 11 Il'am-
tui da lei si concentravano tulli mise
raggi, i tra le istituzioni e sotto la protezio-
era la teologica. Ma siccome le conoscen- ne della Chiesa, assegnandole leggi e re-
re umane divenivano mezzi, se non ne- gole, indi sostenuta dall'autorità de'suc-
cessan, utili di certo, alla prima venne
di tulle cessori, da essi e da're di Francia
le scienze,
cosni clero non poteva, uè do- privilegiata. Che susseguentemente tutte
vea mai trascurarla a (ine di
meglio con- lealtie università cheaudaronsi forman-
servare e difendere il deposito
della fé- do, contrassero il più inlimo legame col-
de, che avea ricevuto da'suoi
fondatori, la s. Sede, e furono soggette alla sua giù.
Quindi MI nifz/,. nlle
tenebre della bar- risdizione, e sebbene erette da'soviani,
bai le e dciriguuiiiuza vigiinndo
la Chie- spontaneamente le ponevano sotto la tu-
sa, riconosceva in.possibile
che suoi mi- i icla della medesima Chiesa. In prova di
m-,tr. potessero degnamenle adempiere che, ricorda che i vescovi per l' iufltien-
U iN I UNI 3^3
fa e autorità che esercitavano sugli olii dalla materna superiorità e sorveglian-

studi, ne conferivano i magisteri, o in lo- za della Chiesa, tosto divennero strumen-


ro nome deputavano propri direttori.
vi i ti di corruzione, e recarono alla società

La Chiesa era (|uella che dovea giudica- civile quella colluvie di gravi mali che
re del merito de'professori, onde garan- deploriamo. «Nulladimeno si osa ancora
tire in faccia al cristianesimo la sana dot- gridare contro la Chiesa, quasi abbia u-
trina e la loro capacità. Tale andamento sui palo un tal diritto. Ma quand' anco
procede per molti secoli, finché si man- non si voglia io lei riconoscere, come
tenne vivo tra' popoli il principio «Iella discendente immediato della sua celeste
cattolica unità, in forza del quale il mon- missione d' insegnare la verità, e mette-
do intellettuale, sociale e politico era su- re in accordo colla rivelazione divina le
bordinato alla Chiesa, che vi esercitava scienze umane, si riconosca almeno co-
salutare direzione e benefica influenza. me un diritto di possesso sopra una cosa
Insorta la sovvertitrice pretesa riforma cui diede principio, incremento e perfe-
de'proteslanti, fu spezzata la bella unio- zione; possesso legilliniato dalla diutur-
ne delle parti, i novatori istillando a prin- nità di tempo imn)emora!)ile, consenti-
cipi e popoli ubborriniento d' ogni sog- lo da' principi e da' popoli, adoperato,
gezione comin-
alla spirituale autorità, e come provano i fatti, a sommo vantag-
ciò l'insubordinata emancipazione dalla gio della religione e della società. Che se

dipendenza della Chiesa, secolarizzando non valgono a renderlo rispettato e in-


a mano a mano l'insegnameDlo, indi in- violabile questi sagri titoli, valgano quelli
ceppandolo e anzi rivolgendolo contro almeno della nostra ricoQOSceuza e della
di lei. Le università e le scuole soltralte nostra graliludiae ".

FINE DEL VOLUME OTTANTESIMOTERZO.


36067

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bX 841 .n67 1840
sncR
Moroni, Gaetano.
1802-1883.
Dizionario di erudizione
stori co- ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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